L'importanza della luna

di Neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: La bocciatura alle porte ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: La situazione peggiora ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: La luna a un palmo dal naso ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5:D’accordo, combattiamo! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Dodici avversari ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: In trappola ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Cercando idee ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9:Forza Usako! ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Figlia di chi? ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11:Custode del cristallo d’argento. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Energia solare ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13:Il Silver Millennium ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Un grave reato ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16:Brillamento solare ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Acque rosse ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18:Acqua e vegetazione ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: L'inizio di tutto ***


L’importanza della luna

L’importanza della luna

 

Salve a tutti. Questa è la prima volta che scrivo di Sailor Moon e non pensavo che avrei mai pubblicato una storia. Per quanto  mi piace l’anime e manga, trovo che sia un po’ complicato gestire tutti i personaggi che compaiono, o almeno per me lo è, ma ho voluto provarci lo stesso.

Probabilmente il personaggi non sono tutti IC, soprattutto Usagi, ma per quanto riguarda lei, l’ho voluto fare di proposito.

Avverto che alcune cose potrebbero non coincidere con il manga o anime, ma anche questo è puramente voluto.

Qui sotto riporto i  nomi italiani dei personaggi nel caso qualcuno non conoscesse quelli giapponesi:

 

Usagi=Bunny

Ami=Ami

Rei=Rea

Makoto=Morea

Minako= Marta

Mamoru=Marzio

Milord=Tuxedo Kamen

Haruka: Heles

Michiru=Milena

Hotaru=Ottavia

Setsuna= Sidia

Shingo=Sam

 

Bhe vi auguro buona lettura.

Ciau.

 

Capitolo 1: L’inizio di tutto

 

Usagi era giù di morale. Era stata appena rimproverata dai suoi genitori, dopo che questi erano tornati dall’incontro genitori e insegnanti del suo liceo.

Usagi aveva sempre studiato poco, in quanto non amava stare chiusa in casa sopra una marea di libri, ma in quel periodo i suoi voti erano calati ulteriormente e la bocciatura quell’anno era davvero vicina.

Era nella sua camera dopo che la madre l’aveva costretta a fare i compiti, ma la ragazza sebbene facesse di tutto per concentrarsi, non ci riusciva. Per la testa aveva ben altro e più precisamente, l’ultimo nemico che minacciava la terra e soprattutto lei…tanto per cambiare. Questa volta non solo la terra era sotto attacco, ma anche la luna e questo le creava ulteriori problemi in quanto strettamente legata al satellite.

Un alone scuro avvolgeva la luna e quella forza oscura le dava la sensazione di soffocamento.

Erano diversi giorni infatti che la ragazza si sentiva strana.

A causa dei sogni di Rei, delle sensazioni delle outhers Sensi e delle profezie di Sailor Saturn, alle guerriere era ben chiaro che i nuovi attacchi puntavano a eliminare l’ultima erede del Silver Millennium, per vendicarsi di un terribile affronto subito nel passato.

I ricordi del regno della luna, erano ancora confusi nella mente di Usagi.

Ricordava qualche momento della sua vita a corte, della sua morte a causa dell’attacco della regina Periglia, ma non aveva ricordi di altri nemici che li avessero minacciati, la regina Selene gliene aveva mai parlato quei pochi momenti in cui si erano incontrate.

Quindi il nuovo nemico era un mistero e non sembrava volersi mostrare, attaccava e basta, come se volesse prendere Usagi per sfinimento o semplicemente torturarla.

Le guerriere non potevano fare molto, oltre a combattere gli automa che venivano inviati e resistere agli attacchi di una delle servitrici del misterioso nemico. Avevano fatto ricerche, ma non avevano trovato niente che potesse condurle alla base segreta dell’avversario. Avevano troppe poche informazioni.

Con questi pensieri in testa, Usagi lanciò la matita a terra e, sconsolata, appoggiò la testa sui libri.

Luna guardò la ragazza con aria preoccupata. Lei era la prima a ricordare a Usagi che il suo compito era quello di studiare, ma sapeva del brutto periodo che ella stava passando.

La ragazza di quei tempi aveva perso il buon umore e quel suo carattere allegro ed euforico che la caratterizzava.

Vi era già stato una sorta di cambiamento nel carattere di Usagi, dopo lo scontro con Galaxia. Non era uscita illesa da quella battaglia, non dopo aver visto morire tutte le sue amiche e aver perso l’amore della sua vita. Vi era stata una sorta di maturazione.

Anche se cercava di essere la Usagi di sempre, quella esperienza l’aveva segnata nel profondo e non poche erano le notti  in cui si svegliava  terrorizzata da incubi che le rivangavano quanto accaduto.

Ci pensava Luna a calmarla in quei momenti e la mattina dopo Usagi indossava la maschera della ragazza spensierata che tutti conoscevano,

 per non far preoccupare i genitori, sebbene il dolore provato non abbandonava i suoi occhi.

“Forza Usagi, vedrai che si risolverà anche questa!” disse la gatta, cercando di incoraggiare la ragazza.

Usagi alzò la testa e sospirando disse “Non sono pronta per un’altra battaglia Luna, io…i ricordi di Galaxia sono troppo vivi nella mia mente. Se dovesse succedere nuovamente qualcosa di brutto alle mie amiche o a Mamoru, io…io impazzirei!”

Usagi, posso capire quello che hai provato, ma non ti poi tirare indietro. Sei una guerriera Sailor e come tale ti devi comportare!” disse Luna.

“Lo so, lo so. Non è il caso che tu me lo dica. Non mi sto tirando indietro, ho solo detto che non sono pronta e ho paura di fallire!” disse Usagi, prendendo un respiro profondo.

“Sono sicura che ci riuscirai, hai le tue amiche ad aiutarti, insieme batterete anche questa minaccia. Non sei sola!” disse Luna.

“Forse riusciremo a sconfiggere il nemico, ma…dubito di riuscire a rimettermi in pari con la scuola. Quest’anno mi sono lasciata troppo andare!”

Luna non sapeva cosa dire. Ripeterle che non era colpa sua non le sarebbe servito a niente, anche perché non poteva raccontare ai suoi genitori e insegnanti chi fosse realmente e quindi sperare che in quel frangesse chiudessero un occhio. Sapeva anche che le preoccupazioni che stava affrontando Usagi, preoccupavano anche le altre, sebbene in modo minore. Avevano spesso a che fare con i nemici e questo distoglieva tutte quante dai loro doveri scolastici, Ami compresa. Quest’ultima però riusciva comunque a mantenere una media alta grazie al suo genio. Rei e Makoto erano messe male, ma non rischiavano ancora la bocciatura, mentre Minako era nella stessa situazione di Usagi.

“Luna, quando ero Serenity come me la cavavo nello studio?” chiese improvvisamente Usagi.

“Non amavi studiare nemmeno allora, ma comunque non te la cavavi male!” disse Luna ricordando i tempi passati.

“Davvero? A volte vorrei aver mantenuto certe qualità della mia passata me stessa. Se me la cavavo, perchè ora no? E purtroppo anche se ricordassi qualcosa del mio passato, dubito che quanto studiato, mi aiuterebbe al momento!” disse Usagi sconsolata.

“Lo credo anche io!” disse Luna sorridendo “Quando eri Serenty non esisteva tutto quello che voi giovani studiate al giorno d’oggi!”

Usagi sbuffò nuovamente e si prestò a raccogliere nuovamente la matita e provare a mettersi di nuovo a studiare.

“Dai, ti aiuto io. Però che non diventi un’abitudine!” disse Luna saltando sulla scrivania.

 

All’ora di cena Usagi scese al piano di sotto e si sedette a tavola. Ikuko servì la cena, accertandosi prima che la figlia avesse svolto i suoi doveri scolastici.

“Bene, voglio che da oggi fino alla fine dell’anno, tu rientra a casa subito dopo le lezioni e ti metta in regola con gli altri tuoi compagni. Non uscirai con le tue amiche fin quando non sarò io a consentirtelo e potrai invitare a casa solo una di loro per darti ripetizioni. E soprattutto niente Mamoru, intesi?” disse la madre di Usagi con tono duro.

“Ma mamma, non posso…io…” cominciò Usagi sapendo di non poter obbedire alla madre, a causa di forze maggiori.

“Intesi?” chiese nuovamente Ikuko guardando duramente la figlia.

Usagi annuì tristemente e continuò a mangiare in silenzio.

La cena, una volta rumorosa, era riempita solo dalle notizie del telegiornale, che come al suo solito, forniva a tutte le famiglie della regione, notizie alquanto allarmanti.

 

“Passiamo ora all’ultima notizia riguardante il nostro satellite. Ancora misteriose sono le cause del suo improvviso offuscamento. Alcuni teorici sostengono che la luna si stia allontanando molto velocemente dalla sua solita orbita, facendo si che la sua luce ci appaia meno luminosa. Non sappiamo quali possano essere le conseguenze per il nostro pianeta se la luna dovesse improvvisamente perdersi nello spazio. Alcuni scienziati ritengono che questo non accadrà, altri sostengono che dobbiamo prepararci a improvvisi cataclismi come i maremoti e alzamento delle maree e a un continuo oscillamento dell’asse terrestre.

Vi terremo aggiornati sulla situazione, grazie per la vostra attenzione!”

 

 

“Certo che questa storia mette i brividi! La luna che scompare, non voglio nemmeno pensare a quali catastrofi andremo incontro!” disse Kenji, il padre di Usagi.

“Secondo me è opera di alieni e Sailor Moon e le altre guerriere lo combatteranno fino alla morte se è necessario, ma ci salveranno!” disse Shingo, turbando Usagi, che un’eventualità del genere non voleva nemmeno prenderla in considerazione…non di nuovo.

Usagi posò la posata nel piatto, avendo improvvisamente perso l’appetito. Si alzò da tavola, ma prima che potesse recarsi nella sua stanza, il campanello suonò. Andò ad aprire e si trovò davanti Mamoru e Chibiusa. La bambina, tornata dal futuro, infatti aveva passato il pomeriggio con il ragazzo e aveva avuto il permesso di stare con lui fino a tarda serata.

“Ciao Mamoru, ciao Chibiusa!” disse Usagi con poca enfasi, cosa alquanto strana da parte sua. I due interpellati si scambiarono uno sguardo confuso prima di chiederle cosa avesse. Usagi scosse la testa, non avendo voglia di rispondere, ma questo suo atteggiamento fece preoccupare ulteriormente i due. Non poterono però porle altre domande che la madre di Usagi intervenne.

“Chibiusa, entra in casa per favore!” disse alla piccola prima di rivolgersi a Mamoru “Ti ringrazio di averla accompagnata a casa, ma Usagi è in punizione per il suo andamento scolastico e le ho proibito di vederti fino a nuovo ordine!”

“Cosa, ma…” cominciò Mamoru per poi essere interrotto dalla donna.

“Sei un bravo ragazzo Mamoru e mi dispiace, ma devo far capire a mia figlia che la vita non è un gioco. Deve crescere e smettere di comportarsi come una bambina!”

Mamoru e Chiubiusa osservarono Usagi, la quale aveva la testa china e stringeva i pugni con forza.

Il ragazzo avrebbe voluto dire qualcosa, aiutarla, ma venne sorpreso quando vide Usagi tenersi il petto e cadere sulle ginocchia in preda a un forte dolore.

Mamoru la sostenne immediatamente urlando il suo nome, facendo trasparire dal tono della sua voce la sua preoccupazione.

Ikuko si chinò anch’essa cercando di portare soccorso alla figlia  e il continuo urlare il nome di Usagi, attirò l’attenzione anche del padre e del fratello della ragazza.

Usagi, tesoro cosa ti succede?” chiese Kenji spaventandosi a vedere a terra la sua bambina.

La ragazza aprì lentamente gli occhi e guardando al cielo, li spalancò terrorizzata. Chibiusa segui il suo sguardo ed ebbe la sua stessa reazione.

“Guardate la luna!” urlò la bambina indicando il satellite.

Nessuno poteva credere ai propri occhi, non avevano mai assistito a niente del genere. La luna, diversamente da come avevano appena detto in televisione, era molto vicina, quasi da poterla toccare e quanto stava avvenendo sulla sua superficie, era ben visibile a tutta la parte della terra che in quel momento non era illuminata dal sole.

Diverse meteoriti stavano colpendo ripetutamente la superficie del satellite, creando nuovi crateri.

Mamoru strinse la mano di Usagi, vedendola stringere gli occhi e trattenere il respiro come a voler far calmare il dolore che al momento provava.

“Dobbiamo portarla in ospedale?” chiese Shingo, non riuscendosi a spiegare il malessere della sorella.

Mamoru la sollevò e la prese in braccio “No, non credo. Penso sia solo un malore dovuto allo stress di questi giorni. Usagi mi ha raccontato di essere alquanto agitata ultimamente!”

Ikuko e Kenji gli credettero, pensando che lo stress fosse dovuto alla scuola.

Usagi nel frattempo si era addormentata e sebbene il suo respiro fosse ancora un po’ affannoso, sembrava dormire tranquilla.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: La bocciatura alle porte ***


Capitolo 2: La bocciatura alle porte

L’importanza della luna

 

Capitolo 2: La bocciatura alle porte

 

La mattina dopo essersi sentita male, Usagi si svegliò presto, non dando la possibilità alla sveglia di suonare. Fece attenzione a non destare Luna e dopo essersi preparata, uscì per recarsi a scuola. Lasciò solo un bigliettino per tranquillizzare i suoi sulla sua salute. Voleva un po’ di tranquillità, cosa che non avrebbe avuto se avesse aspettato il risveglio dei genitori. Questi, infatti, l’avrebbero riempita di domande e lei avrebbe dovuto mentire su come si sentiva.

Odiava raccontare loro delle bugie e non metterli al corrente di come si sentiva. Avrebbe voluto avere un rapporto di fiducia con i genitori, quello che c’era prima che diventasse una Sailor…un periodo in cui non vi erano segreti tra loro.

 

La ragazza era seduta al suo posto con la testa appoggiata al banco e si godeva quella tranquillità mattutina, che sarebbe terminata al suono della prima campanella.

Diversi minuti dopo la porta di classe si aprì e vi entrarono Ami e Makoto. Esse furono sorprese di vedere la loro amica già presente in aula e passato quell’attimo di stupore, le due corsero accanto a Usagi.

Usagi, hai visto cosa è accaduto ieri sera? I telegiornali non fanno altro che parlarne. Mi domando cosa abbiano in mente i nostri nemici!” disse Makoto, appoggiando la sua cartella su di un banco.

“Mi sembra evidente, eliminare la nostra principessa. Gli attacchi alla luna devono essere dei messaggi di minaccia, in quanto la luna rappresenta Usagi” disse Ami.

Usagi sospirò “Non solo l’ho visto, l’ho anche sentito!” disse abbassando la testa.

Le ragazze spalancarono gli occhi “Cosa vorresti dire?”

“Che nel momento in cui quegli asteroidi hanno colpito la luna, mi sono sentita come se mi strappassero il cuore!” disse Usagi, portandosi la mano proprio dove aveva provato dolore la sera prima.

“Vuoi dire che tu avverti tutto quello che accade alla luna. Per questo eri sempre strana in questo ultimo periodo. Sentivi anche l’oscuramento della luna che è causa dell’energia malvagia dei nostri nemici?” chiese la guerriera di Giove sgranando gli occhi.

Usagi annuì.

“Perché non ci hai detto niente?” chiese Makoto sconvolta.

“Non volevo farvi preoccupare. Inoltre non potete fare molto per aiutarmi!” disse Usagi, riappoggiando la testa sul banco.

“Avresti dovuto dircelo comunque. Avremmo trovato una soluzione e…insomma non devi soffrire da sola, altrimenti cosa servono le amiche?” disse Minako, facendo sussultare le presenti, essendo giunta alle loro spalle senza che esse se ne accorgessero.

Minako ha ragione, però…noi avremmo dovuto accorgerci che qualcosa non andava. Anche Mamoru è stato male quando quelli della luna spenta hanno attaccato il pianeta con il loro potere oscuro!” disse Ami “Era logico pensare che quanto accaduto alla luna, avrebbe avuto ripercussioni su Usagi. Ognuna di noi è collegato al pianeta che gli dona i poteri. Che stupida che sono stata a  non pensarci!” disse la ragazza di mercuri, sentendosi in colpa. Si domandava a cosa potesse servirle il suo genio, se non era stata nemmeno in grado di capire cosa provasse l’amica.

“Ma non capisco. Ha un senso che Usagi sia collegata alla luna e Mamoru alla terra e che quindi stiano male se questi vengono attaccati, ma da quanto ne so, Giove è un pianeta con una forza di gravità tale da attirare a sé molti asteroidi e io non mi sono mai accorta di niente!” disse Makoto confusa “Non dovrei stare male anche io?”

“Credo che siamo in grado di percepire la sofferenza del pianeta quando questo soffre per cause non naturali e sia quanto successo a Mamoru e quanto sta succedendo ad Usagi, è tutto tranne che naturale. È il potere oscuro dei nemici a fare questo. È l’unica spiegazione plausibile”. Disse Ami, tirando fuori il suo computerino, per cercare di cogliere qualche aggiornamento sulla condizione del satellite terrestre “Ora sembra che la luna sia al suo posto, ma c’è una cosa che mi sfugge. L’avvicinamento estremo del nostro satellite alla terra che è avvenuta ieri sera, sia che sia dovuto dai nostri nemici o meno, avrebbe dovuto provocare uno squilibrio enorme sui mari di tutto il mondo e sulla gravità terrestre, invece non sembra esserci stato alcun cambiamento. Dubito che i nostri nemici si siano preoccupati di abbassare la forza gravitazionale della luna in modo proporzionale all’avvicinamento col nostro pianeta o che abbiano creato una sorta di isolamento perché non accadessero disastri!” disse Ami confusa, la quale si aspettava inondazioni a causa di tsunami o persone e oggetti che improvvisamente cominciavano a volare.

Le ragazze rimasero in silenzio, cercando di capire il mistero, finchè Ami ebbe una illuminazione “Non può essere!”

“Cosa?” Chiese Makoto.

“Sei tu Usagi a impedire che ciò avvenga!” disse Ami meravigliata.

“Ma…ma come?” chiese Minako guardando la sua amica, che non aveva ancora alzato la testa dal banco.

“Nessuna di noi ha un potere tale da poter compiere una tale impresa, ma Usagi si, con il cristallo d’argento!” disse Ami “Ho ragione?”

Usagi sollevò il capo, sospirò e annuì “Da quando ho avvertito che la luna cominciava a essere strana, ho fatto affidamento al potere del cristallo d’argento, affinché potesse proteggere la terra, nel caso la luna non avesse potuto, per qualche motivo, compiere i suoi doveri!”

Le ragazze spalancarono gli occhi, incredule alle loro orecchie.

 

Nel pomeriggio le ragazze si erano riunite al tempio di Rei, mancava solo Usagi a causa del divieto che sua madre le aveva imposto.

“Non posso crederci, ditemi che state scherzando!” chiese Rei sbattendo le mani sul tavolino.

Ami scosse la testa. Lei, Makoto e Minako, avevano informato della situazione anche Rei, Luna e Artemis.

“Ma è impazzita? Come può fare una cosa del genere?” chiese nuovamente la sacerdotessa del tempio.

“Avrei dovuto capirlo che c’era qualcosa che non andava. Usagi è spesso stanca e anche pallida a volte, come se si sentisse svuotata dalle sue energie. Ora capisco il perché. Perché non me ne ha parlat?” disse Luna “Proteggere l’intero pianeta dalle possibili devastazione che lo squilibrio della luna può causare, le deve costare uno spreco di energie immane!”  disse la gatta abbassando le orecchie.

“Ha detto che non voleva farci preoccupare!” Disse Makoto sbuffando. Le cose finivano sempre per complicarsi quando si nascondevano le cose tra loro, sebbene non lo facessero con cattiveria.

“Ma ci deve essere qualcosa che possiamo fare!” disse Minako speranzosa.

“Ha ragione, non possiamo lasciarle fare tutto questo da sola!” disse Ami determinata.

“Purtroppo ragazze, non credo che possiate fare qualcosa per aiutarla. Infondo è compito di Usagi proteggere la terra, è pur sempre la principessa della luna e…” cominciò Artemis, prima di essere interrotto.

“Non è solo compito suo Artemis. È compito di tutte noi, come nostro è il dovere di proteggere lei!” disse Rei arrabbiata.

“Calmati Rei, quello che intendeva Artemis è che se fosse Marte, Venere, Giove o Mercurio a causare problemi alla terra, spetterebbe alla custode del pianeta stesso proteggere il pianeta. La luna è dominio di Usagi e solo lei può fare qualcosa!” disse Luna, rattristandosi per la sua impotenza di fronte a quanto stesse avvenendo.

 

Usagi era tornata a casa e nonostante la madre le avesse ordinato di mettersi subito sui libri, non poté fare a meno di buttarsi sul letto. Si sentiva estremamente stanca, quel giorno più del solito.

Non le importava di scaturire l’ira dei genitori. Quel giorno la voglia di mettersi a studiare era ancora meno. Si svegliò quando sentì le urla della madre, che entrata in camera, si arrabbiò vedendola addormentata. Usagi cercò di farla calmare, ma ci pensò Luna ad aiutarla.

La gatta salì sulla scrivania della ragazza, facendo cadere a terra il libro di matematica. La ragazza lo raccolse e cercando una scusa per spiegare alla madre perché non avesse svolto gli esercizi, vide che la pagina del libro che doveva compilare, era stata completamente risolta. Usagi guardò con la coda dell’occhi Luna, la quale le fece l’occhiolino.

Usagi non potè fare a meno che ringraziare di cuore la sua amica gatta, perché almeno per quella sera se la sarebbe cavata.

Ma i problemi non terminarono. Usagi, dovendo compensare altri squilibri naturali che la luna stava portando a causa del  nuovo nemico, per la stanchezza un giorno si addormentò durante una verifica di storia. L’insegnante Haruna, non accettando che ciò avvenisse, convocò immediatamente i suoi genitori.

Ami avevano cercato di svegliarla sperando che non venisse beccata, ma i loro tentativi furono vani.

Ami, Minako e Makoto aspettarono la loro amica fuori dalla porta dell’ufficio del preside e sentirono i rimproveri che ella dovette subirsi.

Ikuko si scusava per il comportamento tenuto della figlia e intimava la ragazza a fare lo stesso. Usagi obbedì, ma in realtà avrebbe voluto urlare e scappare. Invece si vide costretta addirittura a promettere che da quel giorno in poi i suoi voti sarebbero migliorati.

“So benissimo che hai sempre avuto difficoltà a scuola, ma questo tuo calo drastico dei voti e delle tue amiche, mi fa credere che voi facciate ben altro che studiare!”disse l’insegnante Haruna, appoggiata dal preside e infierendo sul morale della ragazza “Pensavo che frequentare la signorino Mizuno avrebbe creato in te qualche giovamento, invece vedo che anche lei è calata nello studio…per non parlare delle altre!”

La porta della stanza si aprì di scatto e Ami, non potendo sopportare altro, urlando disse “Adesso basta!”

Ikuko, Usagi, l’insegnante Haruna e il preside, rimasero di stucco a tale comportamento.

“Signorina Mizuko, è questo il comportamento da tenere?” chiese il preside.

“è la stessa cosa che vorrei chiedere a voi. Usagi non ha niente a che fare con il mio peggioramento scolastico e mi infastidisce parecchio che accusiate la mia amica delle mie mancanze!” disse Ami alzando la voce.

“Si, e anche delle mie!” disse Makoto.

“E  mie!” si unì al coro Minako “Non avete alcun diritto di aggredire così Usagi, se solo sapeste che persona meravigliosa è e cosa fa per tutti noi!” disse stringendo i pugni.

“Ragazze!” disse piano Usagi commossa.

“Io posso giudicarla solo per quello che vedo durante le ore scolastiche e cioè uno scarso rendimento. Mi dispiace signorina Tsukino, ma dopo quest’oggi, non credo che tu possa fare molto per evitare la bocciatura!” disse il preside sfogliando i registri dell’insegnante per osservare i voti della ragazza.

“Cosa ma…le dia un’altra possibilità!” implorò Ikuko.

“Mi dispiace signora, ma le insufficienze di sua figlia sono irrecuperabili ormai!” disse il preside dispiaciuto.

Ikuko si arrese e rassegnata, salutò i presenti e se ne andò, seguita da Usagi.

 

 Ecco qua il secondo capitolo. Spero sia di vostro gradimento.

Fatemi sapere e alla prossima

Bye

Neko =^_^=

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: La situazione peggiora ***


Capitolo 3:

Capitolo 3: La situazione peggiora

 

Dopo aver ricevuto la notizia di una probabile bocciatura, Usagi e sua madre  tornarono a casa.

Il tragitto verso l’abitazione fu carico di ansia e i giorni successivi non alleggerirono la tensione che si era venuta a creare in casa Tsukino. I rimproveri arrivavano quando Usagi meno se l’aspettava e il costante controllo che i genitori avevano su di lei, facevano sentire la ragazza come in gabbia. Si meravigliava che non le avessero ancora chiesto di domandare il permesso per andare in bagno.

Usagi non riusciva più a reggere quella situazione e un giorno, durante il pranzo della domenica, quando i suoi genitori le stavano nuovamente rinfacciando la sua negligenza, si alzò di scatto dalla sedia e sbattendo i palmi sul tavolo e rovesciando il suo bicchiere d’acqua, urlò “Adesso smettetela. Non potete rinchiudermi in casa e trattarmi come se fossi una stupida ragazzina immatura e superficiale! Anch’io ho bisogno dei miei spazi e…” cominciò prima di essere interrotta dal padre, che con un finto tono calmo disse “Ah, quindi noi ti trattiamo come una stupida ragazzina immatura e superficiale? E tu come chiameresti una che perderà l’anno scolastico perché invece di studiare, va chissà dove a divertirsi. Non hai idea di quando ci hai deluso Usagi!” finì Kenji.

La ragazza sussultò. Lo sguardo che suo padre le aveva lanciato dicendo quelle parole, era un qualcosa che Usagi non avrebbe mai potuto dimenticare.

Ikuko lasciò cadere la posata, incredula alle parole del marito. Erano arrabbiati con lei, questo sì, ma arrivare a dire che per loro era una delusione, era eccessivo.

La donna non avrebbe mai considerato la sua bambina una delusione. Sapeva che sua figlia era una brava ragazza sempre disponibile ad aiutare il prossimo. Si era solo lasciata troppo andare. Cosa che molti giovani facevano. Anche loro avevano commesso degli errori in giovane età, chi per un motivo, chi per un altro, ma quegli errori avevano permesso loro di diventare le persone che erano. E Usagi avrebbe trovato la sua strada, ne era sicura.

Non aveva però intenzione di allentare la presa con Usagi. Sapeva che era giusto punirla, per impedirle di perdere completamente la strada, ma a suo avviso il marito era stato troppo duro.

Certe parole non si dimenticavano facilmente, anche se dette solo per rabbia. Perché Ikuko sapeva che il marito stravedeva per la figlia e probabilmente si era già pentito di quanto aveva appena detto.

Ikuko spostò il suo sguardo su Usagi preoccupata, per la reazione che la sua bambina avrebbe potuto avere.

La ragazza infatti, si sentì ferita dalle parole del padre. Quel dolore che il suo genitore le aveva appena dato, era più forte di quello creato quando veniva attaccata la luna. Abbassò lo sguardo per poi scappare a rinchiudersi in camera, non riuscendo più a sopportare gli sguardi della sua famiglia su di sé.

Chibiusa era rimasta paralizzata, durante tutto quell’attimo. Aveva paura di peggiorare la situazione anche solo respirando.

Era già stato strano per lei sentire Usagi alzare la voce con i propri genitori, ma non si sarebbe mai immaginata che la serata sarebbe andata a finire in quel modo. 

Non riusciva a capire cosa potesse provare Usagi in quel momento. Nel futuro aveva ricevuto dei rimproveri dai suoi genitori, ma non erano andati oltre a un semplice castigo. Nemmeno quella volta che aveva preso il cristallo d’argento di nascosto.

 Ricordava di essersi beccata una bella ramanzina per quella faccenda, ma nonostante il suo gesto, vedeva negli occhi dei suoi genitori solo amore, non delusione per aver quasi portato alla distruzione del suo mondo.

Si alzò da tavola senza dire niente e lentamente salì le scale per dirigersi verso la porta di Usagi. Poteva sentire i singhiozzi della ragazza anche da fuori la porta. Sospirò. Voleva tirarla su di morale perché conoscendo Usagi, sapeva che quella serata avrebbe pesato parecchio su di lei. L’avrebbe resa meno sicura di sé stessa, in quanto si sarebbe domandata come sarebbe riuscita a mantenere la pace sulla terra, facendo si che le persone vivessero felici, se non riusciva nemmeno a rendere felici i suoi genitori.

Ma Chibiusa sapeva che ci sarebbe riuscita, non solo perché Usagi era la sua mamma del futuro, ma perché vedeva in lei quella forza di volontà che sperava di aver tanto ereditato.

 

Le ragazze si erano nuovamente date appuntamento al tempio di Rei per studiare, ma ci rinunciarono, appena Luna le mise al corrente di quanto successo prima a Usagi.

La guerriera di marte aveva preso a battere nervosamente un dito sul tavolo. Trovava tutta quella faccenda ingiusta e assurda. Lei era sempre la prima a sgridare Usagi per certe cavolate che faceva e quando prendeva le cose troppo alla leggera. Ma si era sempre accorta se la sua amica aveva dei problemi. Non riusciva a capire come dei genitori non potessero capire lo stato d’animo del proprio figlio.

Non si sarebbe stupita se fosse stato suo padre a non accorgersi del suo stato d’animo, ma lei non  aveva con l’uomo quel rapporto che Usagi poteva vantare di avere con i suoi genitori. Tutto questo le metteva rabbia e Usagi gliene faceva venire ancora di più.

Lei aveva capito che Usagi era strana e stanca in quel periodo, tutte loro lo avevano notato. Non avevano però capito da cosa potesse dipendere e Usagi non parlava. Erano convinte che il malumore della loro principessa fosse il residuo dello scontro con Galaxia, dato che era passato molto poco tempo dal termine di quella storia. Aspettavano che fosse Usagi a fare il primo passo, quando sarebbe stata pronta a confidarsi con loro, ma invece avevano scoperto che era qualcosa di ben più grave, qualcosa di cui lei avrebbe dovuto metterle al corrente.

Strinse i pugni per questo. Come aveva potuto Usagi tacere su cosa stesse passando? Avevano sempre affrontato i nemici insieme, visto la morte in faccia tutte insieme, rimaste unite in qualunque situazione e unite avrebbero dovuto affrontare questa nuova minaccia.

Non le importava se Usagi riteneva che loro non potevano aiutarla per la questione luna. Loro avrebbero potuto occuparsi da sole dei mostri che di tanto intanto comparivano, farle qualche compito di nascosto in modo che i suoi voti non fossero calati così tanto. Invece aveva taciuto e ora ne pagava la conseguenze.

Baka Usagi.  Le sta bene, alla fine se l’è andata a cercare lei!” urlò la ragazza alzandosi in piedi e cominciando a camminare avanti e indietro.

“Rei!” disse Ami  riprendendola.

“Cosa? Non dirmi che la difendi! Anche a te ha dato fastidio il suo silenzio!” disse Rei alzando la voce facendo sussultare le ragazze.

“Si, ma…se non ci ha voluto mettere al corrente delle sue difficoltà, un motivo ce l’avrà avuto. Chissà cosa sperava di ottenere facendo tutto da sola!” disse Ami rattristandosi.

“Non ha scusanti questa volta Ami. Lo so che sei preoccupata per lei, lo siamo tutte, ma ciò non toglie che Rei ha ragione!” disse Makoto. Tutte ritenevano che Usagi avesse sbagliato.

“Ormai è fatta ragazza, piuttosto mi domando se in qualche modo possiamo alleggerire un po’ questa situazione! Ami, forse con qualche ripetizione puoi ancora aiutare Usagi a risollevarsi. Magari vedendo che ha deciso di impegnarsi, gli insegnanti cambieranno idea e i genitori la perdoneranno!”  disse Minako speranzosa.

“Non so se servirà a qualcosa. Dubito che ormai Usagi possa recuperare. Su questo l’insegnante Haruna ha ragione. I suoi voti sono disastrosi. Forse ci sarebbe una speranza raccontando quello che sta succedendo, sperando ovviamente nella comprensione dei genitori e degli insegnanti!” disse Ami.

“Allora avanti, facciamolo!” disse Rei “Chi di noi glielo dice?”

“Rei, le vostre identità devono rimanere segrete. Potreste mettervi in pericolo se tutti sapessero chi siete. Per non parlare delle persone che rischierebbero  la vita venendo a conoscenza di tale verità!” disse Luna, cercando di far ragionare la guerriera di marte che era ormai fuori di sé.

Minako non era da meno, sebbene lo fosse più per le sorti che erano toccate all’amica, che del suo tacere, e chiuse il libro con rabbia, sorprendendo le sue compagne. “Ho preso la mia decisione. Non studierò più nemmeno io!”

“Cosa stai blaterando? Vuoi farti bocciare anche tu?” chiese Artemis, guardandola stralunato.

“Esatto, Usagi sta passando tutto questo per la salvezza dell’intero pianeta e perché noi non possediamo i poteri per aiutarla. Non la lascerò affondare tutto da sola. Voglio esserle vicino e se non posso starle accanto in questo momento difficile, almeno le starò accanto il prossimo anno di scuola!” disse con determinazione la guerriera di Venere.

“Un gesto carino Minako, ma non credo che Usagi sarà contenta di questo!” disse Chibiusa, che fino a quel momento era rimasta in disparte. “Luna, anche io sono una discendente della luna e anche se la mia è quella futura, io non posso prendere parte del peso che Usagi si porta dietro?”

La gatta sgranò gli occhi alle parole della piccola, le diede un dolce sorriso, per poi abbassare le orecchie e scuotere la testa.

“Sei molto coraggiosa piccola, ma come hai detto tu, sei la custode della luna futura. Anche per questo i tuoi poteri sono molto limitati rispetto a quelli di Sailor Moon!” disse la micina.

“Cioè vuoi dire che i suoi poteri sono limitati perché viene dal futuro e non perché è una bambina?” chiese Minako sorpresa.

“Lei è la figlia di Usagi quindi il suo potenziale è uguale al suo, solo che non essendo al momento la custode del cristallo, non ha poteri molto forti. Quelli che ha, gliel’ha donati sua madre, altrimenti ne sarebbe completamente priva!”  spiegò Artemis agitando la coda. Cercava di non darlo a vedere, ma anche lui era nervoso per la situazione. Lui era il consigliere della principessa insieme a Luna, ma si ritrovò a pensare che non l’aveva guidata poi molto in quegli anni. Era sempre stata Luna al suo fianco. Infatti tra lui e Usagi, non c’era quel rapporto di amicizia che legava Luna a lei e che legava lui a Minako.

“Fantastico, quindi sarò potente in un lontano futuro mentre ora sono completamente inutile!” disse la bambina sbuffando.

“Suvvia Chibiusa, ognuno di noi fa quello che può e anche tu sei utile alla nostra squadra!” disse Makoto, poggiando una mano sulla spalla della bambina.

Improvvisamente, con sorpresa di tutti, Rei uscì nel cortile guardandosi intorno preoccupata. Aveva avvertito qualcosa di malvagio e cercò di individuare il luogo da cui proveniva quella fonte di energia.

“Rei? Cosa succede?” chiese Makoto, mettendosi in allerta.

“Sento una forte energia negativa!” Rispose l’interpellata.

Le ragazze non dovettero discutere su cosa fare, era loro tutto chiaro.

Misero mano alle loro penne e una volta trasformate, si recarono sul luogo individuato da Rei.

Si diressero al parco della loro città dove le cinque ragazze, trovarono diversi automa, portare scompiglio tra la gente che, fino a un momento prima, passeggiava tranquillamente.

“Dovremo chiamare Usagi?” chiese Chibiusa incerta.

“No, ce la vedremo da sole!” Disse Rei chiamando a sé un attacco e indirizzarlo verso un automa. Riuscì a sconfiggerlo senza problemi e le sue compagne fecero un passo indietro spaventate dalla guerriera.

“Wow, Rei fa paura quando è arrabbiata!” disse Chibiusa, nascondendosi dietro le gambe di Makoto.

“Avanti il prossimo!” urlò Rei agguerrita, ma una risata riecheggiò nell’aria.

“Benvenute guerriere Sailor!” disse una voce, che le ragazze purtroppo già avevano incontrato.

Una figura si materializzò nel cielo a diversi metri da terra e donò alle presenti uno sguardo cattivo e divertito.

Era Kayoko, la servitrice del nemico che più volte era apparsa in quel periodo a dare fastidio. I suoi attacchi non avevano una vera e propria logica. Non avevano bisogno di energia, di cuori puri o altro.

Attaccava solo per un motivo: tentare di catturare Sailor Moon. Le guerriere però avevano notato lo scarso impegno che ci metteva. Dato che quando capiva di aver perso se ne andava tranquillamente, come se il fatto di aver fallito non costituisse un vero e proprio problema.

Ella era una donna dai capelli rossi mossi e gli occhi dello stesso colore, vestita con un lungo abito nero e con bordature bordeaux. Portava maniche lunghe larghe e una scollatura abbondante a forma di V. Al fianco teneva una cintura argentata, che più per bellezza, la indossava per appendervi una frusta

“Allora, dove si trova la vostra cara principessa? Si nasconde per caso?”chiese per poi sospirare “Che peccato, vorrà dire che dovrò divertirmi solo con voi!” disse, per poi con un gesto della mano dare l’ordine ai suoi automa di attaccare. Non erano molto differenti gli uni dagli altri. Sembravano delle semplici silhoutte nere in tre dimensioni, ma solo perché di aspetto erano semplici, non era detto che non nascondessero delle insidie.

“Ehm Sailor Mars, credi ancora di poter sfruttare la tua rabbia per poterli eliminare senza problemi?” chiese Sailor Venus.

“Prima l’ho preso alla sprovvista, sta volta dovremo sudare per sconfiggerli!” disse la guerriera di marte.

Venus sbuffò “è quello che temevo!”.

Sailor Jupiter si preparò a colpire, invocando il suo elemento, il fulmine e lo indirizzò verso l’automa, che senza pochi problemi si era gettato verso di lei. Il fulmine centrò il suo bersaglio, ma una cosa che non si sarebbe aspettare accadde. Il colpo della guerriera venne assorbito e successivamente scagliatogli  indietro.

Sailor Jupiter!” urlò Sailor Mercury affiancandola, preoccupata per l’amica. Per quanto il fulmine potesse essere il suo elemento, una scossa elettrica non era uno scherzo, ma con suo grande sollievo vide la sua compagna rialzarsi.

“Accidenti che scossa!” disse Sailor Jupiter.

“Ora tocca a me! Fascio di luce, azione!” urlò la guerriera di Venere riuscendo a colpire due automa, dato che si trovavano uno dietro all’altro. Ne annientò però solo uno.

“Ehm…li ho colpiti entrambi vero? Non mi sono sbagliata!” chiese confusa la ragazza “Sembra che nonostante il loro aspetto, alcuni automa siano più semplici da battere di altri!” disse Sailor Jupiter.“Ami? Tu che dici?” Chiese la ragazza, vedendo che la sua compagna si era messa all’opera per capirne di più su quel mostri.

“Ragazze, fate molta attenzione. Alcuni di questi automa sono dei buchi neri. Assorbiranno qualunque nostro attacco e se vi catturano, per voi e finita. Vi ritroverete ad affrontare una forza gravitazionale inimmaginabile e nel giro di pochi secondi di voi non resterebbe niente!” disse Ami spaventata all’idea.

Kayoko scoppiò a ridere “Esatto. Ho voluto farvi credere che quegli automi erano facili da sconfiggere per poi farvi cadere in trappola, ma purtroppo il gioco è durato poco. Ma sono comunque curiosa di vedere se riuscirete a cavarvela. Fossi in voi mi arrenderei e mi farei catturare. È una morte rapida infondo e non lenta come quella che vi aspetta. Fossi in voi, ci farei ci rifletterei sopra!” disse Kayoko incrociando le braccia, aspettando il continuo della lotta.

“Che cosa vorresti dire?” chiese Sailor Mars, guardando male l’avversaria, la quale sorridendo le rispose “Sopravvivi e lo vedrai!”

“Ho un’idea ragazze, se facessimo in modo di far scontrare gli automi fra di loro, si assorbirebbero a vicenda!” disse Sailor Chibiusa, sperando di aver avuto una buona idea, in quanto sapeva che il suo potere non era in grado di sconfiggere nemmeno gli automa che erano facilmente distruttibili.

“Sei un genio Chibiusa, però… ne rimarrebbe sempre uno!” disse Sailor Venus.

Bhe uno è meglio di dieci, venti o quanti sono!” disse Jupiter “Però mi domando come possiamo farli scontrare. Non possiamo farli arretrare, non temono i nostri colpi!”

“No, ma c’è una cosa che possiamo usare a nostro vantaggio!” disse Ami sorridendo “Gli automa non sono dotati di una grande intelligenza, anzi, direi che sono molto stupidi, quindi anche i metodi più banali potrebbero farli cadere in trappola!”

“Quindi ci mettiamo a correre, ci facciamo inseguire, ci veniamo in contro e ci scansiamo all’ultimo secondo?” chiese Sailor Venus.

Bhe nei cartoni animati funziona!” disse Chibiusa alzando le spalle.

“Allora siamo d’accordo. Chibiusa tu stai in disparte. A loro ci pensiamo noi!” disse Sailor Mars, per poi attirare l’attenzione di qualche automa e dare il via al loro piano.

Chibiusa sbuffò. Voleva essere d’aiuto alle guerriere, ma pensando alla possibilità di finire in un buco nero, le fece prendere la decisione di concentrarsi sul tifo per le guerriere.

Saltò di gioia quando vide che il loro piano era andato in porto.

Ora solo un automa era rimasto da sistemare.

“I miei complimenti guerriere, ma ora cosa farete?” chiese Kayoko, che continuava a godersi lo spettacolo, in quanto il suo obbiettivo quella volta non si era fatto vedere.

“Te lo faccio vedere io cosa ho intenzione di fare!”disse Chibiusa prendendo il suo scettro e liberare i suoi piccoli cuori rosa. Questi però non sfiorarono minimamente la nemica, in quanto ella era librata in aria.

“Scendi giù se ne hai il coraggio!” gridò la piccola attirando l’attenzione dell’ultimo automa, che cogliendo di sorpresa le guerriere, si appiatti come un ombra nel terreno e a una velocità elevata si diresse verso la bambina.

Sailor Chibiusa, attenta!” urlò Sailor Mars, correndo verso la bambina, ben conscia che non sarebbe giunta in tempo a salvare la piccola.

Chibiusa si girò e sgranò gli occhi a trovarsi davanti l’automa che la sovrastava e sembrava volersi gettare su di lei.

Ma in quello stesso istante, un attacco chiamato da una voce conosciuta alle guerriere, disintegrò l’automa, salvando la piccola guerriera.

Sailor Moon!” la chiamarono all’unisono le guerriere, vedendo la ragazza all’entrata del parco che ancora teneva in mano lo scettro puntato nella direzione dove pochi secondi prima vi era il nemico.

“Grazie Sailor Moon, sei arrivata giusto in tempo!” disse la piccola.

“Ami, mi sembrava che avessi detto che i nostri colpi non lo sfiorassero!” disse Sailor Jupiter confusa.

“Forse la volontà di un genitore di proteggere il proprio bambino è più forte dei buchi neri!” disse Sailor Venus, sebbene non credesse fosse quella la motivazione.

Ami girò il suo computer portatile verso le compagne mostrando loro quanto accaduto. “Sembra che Usagi abbia accidentalmente colpito l’unico punto debole dell’automa. Lo chiamerei colpo di fortuna!”

 

Kayoko guardò la nuova arrivata con un ghignò. Era giunto il suo momento, il momento che tanto aspettava, un’altra possibilità di catturare la paladina della giustizia e condurla al patibolo.

“Era ora che arrivassi Sailor Moon! Cosa ti succede? Mi sembri un po’ affaticata!” disse la donna, vedendo il fiatone della ragazza.

“Cos’è? I continui cambiamenti di posizione della luna, il suo offuscamento e il suo ripetuto bombardamento, creano in te qualche problema per caso?” chiese divertita. Sapeva che durante quell’attacco alle guerriere, la sua padrona avrebbe provveduto ad attaccare la luna. Era concordato. Indebolire Sailor Moon per metterla alle corde, ma la guerriera li aveva colti alla sprovvista non presentandosi.

Rei sgranò gli occhi a quelle parole e si avvicinò verso Usagi “Ci sono stati altri attacchi?” chiese facendo trasparire tutta la sua preoccupazione.

La rabbia che provava nei suoi confronti poco prima, era svanita in un secondo quando temette per la salute della sua amica.

La ragazza annuì “Si, e se continuano così la luna rischia di essere danneggiata pesantemente, senza che io possa fare qualcosa per impedirlo. Posso estendere il mio potere per proteggere la terra, ma non arrivo fino alla luna!” disse stringendo i pugni.

“Stai già facendo del tuo meglio Usagi!” disse Rei comprensiva, poggiandole una mano sulla spalla.

“Si ma…cosa succederebbe se la luna dovesse subire un cambio d’orbita? Se si avvicinasse o allontanasse dal nostro pianeta? Io non posso far si che le ripercussioni sulla terra vengano mitigate o addirittura evitate. Non sono così potente!” disse Usagi abbassando la testa.

“Infatti non lo sei, Sailor Moon. Se fossi in grado di proteggere il pianeta, che gusto ci sarebbe nel distruggerlo? E il divertimento sta nel fatto che sarà solo colpa tua. La grandiosa principessa della luna che dovrebbe sorvegliare il pianeta azzurro e mantenere la pace nel sistema solare, che non è capace di proteggere la terra dal suo stesso satellite. Uh come mi sentirei a pezzi al posto tuo! ” disse Kayoko divertita dall’espressione di tutte le guerriere che la guardavano con disprezzo.

Sailor Jupiter affiancò anch’ella Usagi e le disse “Ascoltami bene Usagi. Affronteremo tutto questo insieme e troveremo un modo per risolvere la situazione. Fino ad ora nessuno ci ha mai fermato, giusto?” disse Makoto, facendole un sorriso.

Usagi sorrise e annui, prima di sentirsi improvvisamente debole e cadere sulle ginocchia.

La nemica approfittò del momento, per attaccare e catturare Sailor Moon. Liberò la sua frusta e la puntò contro la ragazza, ma data la sua vicinanza con Usagi, Sailor Mars si mise in mezzo e alzando il braccio, le fece da scudo, per poi trovarsi l’arto immobilizzato.

Sailor Mars!” Urlò Usagi.

“Perché ti sei messa in mezzo. Mi stai complicando le cose!” disse con un finto broncio la nemica.

“Non ti permetterò di prendere Usagi!” disse Rei afferrando la frusta, cercando di tirare giù la sua nemica.

“Tanto prima o poi sarà in nostro potere, perché rimandare l’inevitabile?!” disse Kayoko tranquillamente. Sembrava proprio che non le fregasse molto dell’esito della missione, avendo la certezza della loro vittoria, il nemico da cui prendeva ordini, non le faceva pressione, perché comunque andava, avevano loro il coltello dalla parte del manico.

“Questo lo dici tu!” disse Ami, ricorrendo alle bolle di nebbia, per impedire la visuale alla nemica.

Kayoko sbuffò “Proprio vero, che se non si conosce il nemico, non si fa altro che sottovalutarlo!” disse e allentando la presa su Sailor Mars, approfittò della nebbia per scendere e avvicinarsi alla sua preda.

“Ragazze sta scendendo!” urlò la ragazza di mercurio, che grazie ai suoi occhiali, era in grado di vedere attraverso la nebbia.

“Cosa? Dov’è?” chiese Sailor Venus guardandosi intorno.

“Un attacco difensivo piuttosto inefficacie se colpisce anche voi!” disse Kayoko, dietro le spalle di Sailor Moon, la quale non fece in tempo a voltarsi che si ritrovò, imprigionata tra le braccia della donna, che le aveva portato una mano al collo.

“Io sono nata e cresciuta in un pianeta lontano dove l’oscurità regna sovrana. Vuoi che una cecità del genere, non mi abbia dato la capacità di muovermi anche in situazione dove la mia vista  non mi aiuta? Mi dispiace, ma…vi siete fregate da sole e ora la vostra adorata principessa è mia!”.

Le guerriere erano alle strette.

Usagi guardò le compagne e fece un cenno della testa, come a dire loro di attaccare. Ma le ragazze indugiarono in quanto la loro amica sarebbe stata colpita.

Poi finalmente l’uomo mascherato che traeva sempre in salvo le guerriere nei momenti più difficili arrivò. Kayoko, sentendosi graffiare  il braccio da una rosa, sebbene il dolore non fosse  acuto, lasciò la presa per la sorpresa e Usagi potè approfittarne per fuggire.

Kayoko sbuffò per l’arrivo di un altro combattente della giustizia e riprendendo quota disse “Ti è andata bene Sailor Moon, ma la prossima volta chi può dirlo!” Salutò con un falso tono amichevole le guerriere, per poi dissolversi nel nulla.

Tuxedo Kamen affiancò Usagi e la guardò preoccupato.

La ragazza accennando un sorriso lo ringraziò di cuore, dandogli poi un bacio che lui non ricambiò. Al contrario allontanò Usagi da sé posandole le mani sulle spalle e guardandola dritto negli occhi, le chiese “Stai bene?”.

Usagi sussultò e dopo un attimo di incertezza disse “Si, non…non mi ha fatto niente!”

“Non mi riferivo a questo, ma…al tuo continuo utilizzo del cristallo per proteggere la terra!” disse Mamoru con un tono di voce tra il preoccupato e l’infastidito.

“Le ragazze te l’hanno detto!” disse Usagi abbassando la testa, preparandosi a sorbirsi una ramanzina dal suo amato.

Mamoru non era contento di essere stato messo al corrente di quanto la sua Usako stava facendo. Non voleva essere messo in disparte solo perché lei non voleva farlo preoccupare o perché nell’ultimo periodo non riuscivano a vedersi.

Loro erano destinati a stare insieme, a diventare una persona sola e i problemi di uno dovevano essere anche dell’altro, per sostenersi e incoraggiarsi a vicenda.

Avrebbe voluto sgridarla, ma quando aveva appreso qualche minuto prima di giungere sul campo di battaglia, lo fece desistere, sapendo che Usagi una volta scoperto cosa successo, ne sarebbe rimasta distrutta.

Usagi non sentendo il rimprovero arrivare, si spaventò. Preferiva essere sgridata piuttosto che affrontare il mutismo di Mamoru, ma alzando lo sguardo, sentì un respiro di sollievo. Mamoru le stava sorridendo dolcemente, non era arrabbiata con lei.

“Vai a casa Usagi e riposa!” disse accarezzandole una guancia.

Le guerriere osservarono la loro amica allontanarsi insieme a Chibiusa, per poi domandare a Mamoru cosa succedesse.

Il suo comportamento era sembrato strano e se era stato zitto, doveva esserci un motivo grave.

Usagi non ce la fa più a reggere il peso di questa situazione!” disse Mamoru, continuando a guardare il punto dove Usagi era scomparsa dietro l’angolo.

C-cosa vuoi dire?” chiese preoccupata Rei.

“La terra, non è più protetta come lo era prima, Usagi sta esaurendo le sue energie!” disse l’uomo girandosi verso le ragazze che lo guardavano preoccupate. Lui era il custode del pianeta e poteva avvertire se qualcosa non andava.

“In questi giorni non ho avvertito nessun cambiamento sulla terra, nonostante l’avvicinamento della luna, ma poco fa, ho avvertito uno squilibrio nella natura!” Fece una pausa, avrebbe voluto mitigare la notizia di quanto stava per dire loro, ma non c’era un modo facile “Diversi paesi e città del mondo che si trovano sulle coste, sono stati sommersi da potenti tsunami!”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: La luna a un palmo dal naso ***


Capitolo 4:

Capitolo 4: La luna a un palmo dal naso

 

Usagi si sentiva a pezzi dopo l’ultima battaglia, nonostante sapesse di non aver fatto poi molto. Erano state le sue compagne ad affrontare i numerosi automa e poteva affermare che se l’erano cavata egregiamente.

Sorrise a quel pensiero. Non aveva dubbi che le altre Sailor fossero in grado di cavarsela anche senza il suo aiuto. In genere era lei quella che doveva sempre essere tirata fuori dai guai.

Fece un profondo respiro, sperando che parte della sua stanchezza venisse espulsa dal suo corpo insieme all’aria.

La sera era ormai giunta. La ragazza aveva indossato il suo pigiama con i coniglietti per prepararsi per la notte, ma come era sua abitudine prima di addormentarsi, andò alla finestra ad osservare la luna.

Era bella come sempre. La sua luce era brillante, come non la vedeva più da giorni e la sua grandezza nel cielo era tornata normale.

Si sentì in parte rassicurata da questo. Significava che il nemico la stava lasciando in pace, anche se temeva che quella tregua momentanea, le fosse stata concessa solo perché i suoi avversari si stavano preparando a qualcosa di dannoso.

Le vennero i brividi a solo pensiero. Cosa potevano fare ancora?

Decise di smettere di pensarci e di godersi per un po’ quella tranquillità, sebbene sapesse che non poteva abbassare la guardia.

Poco dopo qualcuno bussò alla porta. Usagi aprì gli occhi e chiese chi fosse.

La porta si aprì con un cigolio e nonostante la luce che penetrava dalla finestra non fosse molta, la ragazza riuscì benissimo a decifrare il viso di colei che era entrata nella stanza.

“Cosa c’è Chibiusa!” disse facendo leva sul braccio sinistro per sollevarsi.

La bambina era vestita col suo nuovo pigiama che sua madre le aveva comprato, non riuscendo più ad entrare nel precedente.

Usagi si ritrovò a pensare che Chibiusa era cresciuta parecchio da quando era arrivata da loro la prima volta, ma da come si comportava in quel momento, sembrava sempre la stessa dolcissima bambina di sei anni, che aveva bisogno di aiuto.

Chibiusa la guardava timidamente e giocherellava con i piedi indecisa se parlare o meno.

Usagi scostò le coperte e le chiese “Ti vergogni di chiedermi se puoi dormire con me?” chiese divertita.

“Cosa? Io sono grande ormai, non ho bisogno di compagnia la notte!” disse la bambina  arrossendo e voltando il capo.

“Si, sei grande…una grande rompiscatole!” disse Usagi prendendola in giro, per poi sdraiarsi nuovamente  e stringersi fortemente le coperte addosso, come se non volesse cederle a nessuno.

“Allora lasciami dormire!” disse girandosi dall’altra parte.

Ci fu silenzio per qualche secondo e Usagi, non sentendo rumori, capì che Chibiusa non si era ancora mossa.

“Ehm…Usagi!” disse nuovamente Chibiusa.

“Uhm?” chiese la ragazza girando la testa e osservarla con un solo occhio.

“Forse…forse non sono poi così grande! Posso stare con te?” chiese infine la bimba.

Luna, seduta ai piedi del letto, sorrise a quella scena e si intenerì a vedere come Usagi era ben contenta di avere Chibiusa al suo fianco.

Sapeva che le era mancata tanto quando era tornata nel futuro. Immaginava anche  quanto doveva essersi spaventata all’idea di non averla a causa della scomparsa di Mamoru.

Ora che però le cose si erano sistemate, Usagi la stringeva ogni volta che poteva come a volersi accertare che fosse veramente presente.

Quella notte Usagi riuscì a riposare tranquillamente, come ormai non faceva più da tempo. Era caduta in un sonno profondo, interrotto solo quando la sveglia si decise a suonare. Nemmeno i calci di Chibiusa l’avevano destata durante la notte.

Ormai Usagi aveva preso l’abitudine a stare in uno stato di dormiveglia, spaventata all’idea di perdere il controllo sul cristallo d’argento e quindi  di non essere in grado di fermare le calamità naturali, se i nemici si fossero nuovamente messi a giocare con la luna.

Il suo corpo però aveva talmente tanto bisogno di riposo, che il cristallo d’argento disobbedì agli ordini della sua custode, abbassando la guardia per una notte intera e permettendo così alla ragazza di recuperare le forze.

 

Aveva funzionato. Usagi si sentiva come non mai,  ma la notizia di diversi maremoti in diverse parti del mondo, apprese al telegiornale la mattina successiva, furono per lei un duro colpo.

“Come ho potuto perdere la concentrazione? Come? Io…io…tutte quelle persone, io…” chiuse gli occhi, mentre delle lacrime cadevano in modo copiose sulle sue guance.

Usagi non è colpa tua!” disse Ami cercando di rincuorarla.

Le due ragazze si trovavano nella toilette della scuola, dove Usagi si era rintanata dicendo all’insegnate Haruna che sarebbe andata in infermeria a causa di un forte mal di testa.

Ami e le altre non credettero minimamente a quella balla, sapendo quanto successo.  Tuttavia, nonostante tutte avessero voluto seguire la loro amica per  parlarle e rassicurarla, solo Ami chiese il permesso di uscire.

Dato la sua bravura a scuola, anche se un po’ calata ultimamente, la professoressa Haruna non le negò il permesso di assentarsi dall’aula. Aveva capito che la sua richiesta di andare in bagno  era solo una scusa per raggiungere Usagi e avendo visto lo stato della ragazza, non riuscì a dire di no.

Ora erano lì, davanti alla porta di un bagno a discutere.

Usagi, tu hai tutto il diritto di riposare!” le disse Ami asciugandole una lacrima.

“No, non ce l’ho. Mi ero ripromessa che avrei fatto di tutto per proteggere questo pianeta dallo squilibrio e invece non…non ho percepito nessun movimento lunare sta notte e ho fatto morire quella gente!” disse tra le lacrime e mordendosi poi le labbra “A volte vorrei non essere io la principessa Serenity! Non sono adatta a questo compito!”.

Ami a quelle parole si arrabbiò e guardandola con rimprovero, urlò “Non voglio sentirti mai più dire questa assurdità!”

Usagi sgranò gli occhi sentendo la voce alterata della compagna, solitamente calma e pacata.

“Tu hai dei poteri che ti sono stati dati, perché puoi fare grandi cose. Al momento ti possono sembrare una disgrazia, ma Usagi…queste tue capacità sono un dono!” continuò la ragazza di mercurio, facendo scemare lentamente la voce.

“Tu sei destinata a grandi cose, lo sappiamo tutti…lo abbiamo visto tutti. Sei destinata a diventare la regina di un mondo che per anni non conoscerà la guerra, la paura, il male. Vivrà momenti di armonia e di gioia. Dovresti essere fiera di essere destinata a questo. Abbiamo salvato il mondo così tante volte e so per certo che nonostante le difficoltà incontrate, tu abbia provato la stessa soddisfazione che ho provato io. Come avremmo potuto fare una cosa del genere se non eravamo adatte a ricevere questi poteri?” chiese Ami, fermandosi un attimo a osservare Usagi, la quale non fiatava, ma sembrava cominciarsi a calmare.

Ami le sorrise e dolcemente le sposto una ciocca di capelli birichina dal viso “Questo è solo un altro momento di difficoltà, supereremo anche questa! Abbi fiducia in te stessa e poi lo sai che noi siamo qui al tuo fianco!”

Usagi abbassò il capo “Non abbiamo mai perso degli innocenti però. Nessuno a parte noi ci ha mai rimesso la vita!”

Ami scosse la testa “Questo non possiamo darlo per certo. Molti nemici hanno creato danni alla città. Non sappiamo se qualcuno si è fatto male e non sapendolo, non ci siamo poi preoccupate più di tanto. Ora invece ne siamo consapevoli grazie alla televisione, ma non è colpa tua Usagi. È una guerra e le vittime purtroppo  ci saranno, soprattutto dato che si sta giocando con l’equilibrio naturale!”

Usagi annuì e sospirò.

“Inoltre tu ti dai la colpa di quanto successo perché ti sei addormentata, ma gli tsunami non sono accaduti sta notte!”

Usagi spalancò gli occhi “Cosa?”

Ami annuì tristemente “è così. Mamoru ce l’ha riferito a fine battaglia. Tutto questo è successo ieri pomeriggio!”

“Non è possibile io…io ho mantenuto la concentrazione il più possibile, anche quando la luna è stata sotto attacco!”

“Si, ma Usagi, il tuo corpo non ce la fa. Non puoi pretendere troppo da esso, né il cristallo d’argento te lo permetterà. Tu usi il cristallo per proteggere noi, ma il cristallo ha sempre protetto te in primis. È grazie a lui che sei tornata in vita dopo lo scontro con Metallia e anche noi. Tu hai espresso un desiderio e lui lo ha esaudito per te! Il cristallo ha un potere immenso, ma è limitato dal suo custode, ma non è colpa tua se sei un essere umano. Pensaci! Tu stai facendo tutto quello che puoi per salvaguardare questo pianeta e nessuno dirà il contrario. Cosa dovremmo dire io  e le altre guerriere allora? Noi stiamo ferme a guardare la distruzione del pianeta e del tuo fisico. Hai perso anche quella vivacità che avevi un tempo e noi non possiamo fare nulla. Questo è molto frustrante per noi!”

Usagi si asciugo le lacrime e sorrise “Bhe,come hai appena detto, ognuno fa quello che può no?”

“Esatto Usagi. È questo quello che volevo farti capire!”.

Ami abbracciò l’amica, perché nonostante fosse riuscita a rincuorarla, sapeva che aveva ancora bisogno di sfogarsi.

 

La campanella dell’intervallo suonò e nemmeno il tempo di finire di squillare, che Makoto e Minako si erano precipitate a cercare le loro amiche.

La seconda travolse addirittura un’altra allieva della scuola che si stava apprestando ad entrare nella toilette.

“Oh, siete qui!” disse Makoto “Tutto bene?” chiese con voce preoccupata la ragazza di giove.

Minako non diede a Usagi il tempo di risponderle. Si avvicinò a lei e si mise a studiarla da cima a fondo, fino a fermarsi a fissarla negli occhi.

“Si, direi di si. O almeno non sembra più uno zombie come prima!” disse Minako incrociando le braccia e sorridendo. “Però dovresti fingere di avere davvero il mal di testa, perché la professoressa stava andando in infermeria e dato che non ti troverà, potresti avere qualche problema!”

Usagi sbuffò, mentre tutte e quattro uscivano dal bagno per recarsi in aula.

“Ah eccovi qui a voi quattro. Mi dite cosa state combinando?” disse la voce dell’insegnante dietro le loro spalle, facendole sussultare.

 “Voi non me la raccontate giusta!” disse, per poi spostare l’attenzione su Ami  “Piuttosto lunga la tua sosta in bagno signorina Mizuno!”

“Ehm…professoressa…vede io…” cominciò Ami imbarazzata, non sapendo cosa inventarsi.

“Si, si, avevo capito quali erano le tue intenzioni. Usagi è stata lasciata dal suo ragazzo e tu volevi consolarla!”

Le ragazze stralunarono gli occhi.

“Ma veramente io non…” iniziò Usagi, per poi essere interrotta dalla professoressa che aveva travisato tutto.

“So come ti senti ragazza mia, ma ce ne sono di ragazzi al mondo, perché soffrire per uno di loro!” disse la donna, con un portamento di chi di quelle cose se ne intendeva.

“La professoressa ha ragione, Usagi!” disse Makoto facendo l’occhiolino. La professoressa non sembrava arrabbiata e quindi era meglio se avessero tenuto il gioco.

“Su! Le prossime tre ore dovranno essere utilizzate per finire di sistemare il cortile per le gare scolastiche di domani. Prendilo come un modo per non pensare a quel disgraziato!” disse la professoressa, spingendo delicatamente Usagi, verso le scale per farle raggiungere i suoi compagni di squadra.

 

L’indomani il cortile della scuola era allestito a festa. I giochi scolastici erano sempre motivo di svago per i ragazzi e le loro famiglia.

Sul prato vi erano diverse bancarelle che servivano da mangiare alle persone, mentre sul campo sportivo, posto al centro dell’istituto, erano sistemati gli ostacoli che i ragazzi delle varie classi avrebbero dovuto superare per vincere le gare.

A quell’avvenimento ci andò tutta la famiglia di Usagi, anche se la ragazza non sapeva esattamente dire se per fare il tifo per lei o per sorvegliarla.

Ma non le importava, perché quel giorno ci sarebbe stato anche Mamoru.

 “E quello cosa ci fa qui?” disse Kenji, quando vide Usagi saltare al collo del ragazzo.

Avrebbe voluto strangolare Mamoru per averle appena messo le mani addosso, anche se per un semplice abbraccio.

Il padre della ragazza non riusciva a sopportare l’idea che la sua bambina mettesse le ali tutto ad un tratto e lasciasse il nido. Era ancora piccola infondo. Era soltanto ieri che teneva Usagi tra le sue braccia, cullandola per farla addormentare e solo quella mattina le aveva tolto le rotelle dalla bici.

Non era pronta per i ragazzi e da una parte era sollevato che a causa del divieto di uscire di casa, non lo aveva più visto quel tipo.

“è il suo ragazzo, era ovvio che venisse!”rispose Ikuko “E oggi la punizione di non vederlo fino a nuovo ordine, temo sia da abolire, in quanto non puoi cacciare via Mamoru!” continuò la donna divertita dalla scenata che suo marito stava facendo.

“Vuoi scommettere?” disse alzandosi una manica della camicia azzurra che indossava, come se avesse intenzione di picchiare il ragazzo.

“Vuoi forse picchiarlo papà?” chiese Shingo “Non potresti scegliere un momento in cui non ci sono testimoni? E poi cosa importa se quell’impiastro ha un ragazzo, piuttosto povero lui!” disse il fratello di Usagi, non perdendo la palla al balzo di prenderla in giro.

Kenji sbuffò e si calmò, ma i suoi spiriti bollenti tornarono a farsi sentire quando vide Chibiusa saltare in braccio a Mamoru come se quell’uomo fosse stato suo padre.

 “Anche Chibiusa gli è sempre appiccicata!” disse contrariato l’uomo.

Ikuko sorrise a vedere Usagi e Chibiusa insieme a quel ragazzo e non potè fare a meno di pensare che quei tre sembravano una famigliola felice.

 

Le gare ebbero presto inizio. Rei, presente anch’ella nonostante non fosse la sua scuola, Minako, Usagi, Ami e Chibiusa, fecero il tifo per Makoto che stava per affrontare la corsa agli ostacoli.

I combattimenti Sailor erano perfetti per tenersi in allenamento e per la ragazza di giove non era difficile evitare gli ostacoli. Al contrario, con tutte le volte che aveva dovuto schivare gli attacchi nemici, quella corsa le era sembrata una vera passeggiata.

Le sue amiche la pensavano esattamente allo stesso modo e di fatto non si meravigliarono quando Makoto ottenne il primo posto.

Vennero successivamente chiamati i partecipanti alla corsa dei 100 metri, tra cui vi erano Usagi e Minako.

La prima si sentiva abbastanza in forma per poter affrontare la gara.

“Ehi Usagi, chi perde paga il gelato all’altra!” disse Minako, sicura di vincere.

 “Ci sto!” disse Usagi sorridendo.

Doveva ammettere che si stava divertendo tutto sommato. Per un po’ era riuscita a dimenticare i problemi creati dai nemici e cercò di aggrapparsi a quella sensazione di serenità il più possibile.

Lo starter sparò un colpo di pistola e la corsa cominciò.

Minako e Usagi erano in parità sebbene due ragazzi fossero davanti a loro, ma non importava loro di arrivare prima di tutti, volevano solo arrivare prima dell’altra.

Usagi con uno sprint riuscì a superare l’amica, ma un’improvvisa fitta al petto la fece inciampare e cadere a terra dolorante.

Minako corse in avanti non accorgendosi subito di quanto accaduto, ma vedendo che la ragazza non la raggiungeva più, si voltò. Trovandola ancora a terra, comprese che non era la sua goffaggine la causa della sua caduta e urlando il suo nome, l’affiancò.

Le grida della guerriera di venere, attirarono l’attenzione di tutti e la gara venne interrotta, per prestare soccorso a Usagi.

La famiglia della ragazza e i suoi amici la circondarono.

Mamoru fu il primo a soccorrerla, ma si era dovuto scostare per fare spazio alla madre della ragazza.

Ikuko sollevò la testa di Usagi e gliela fece posare sulle gambe, sperando di fare sentire la figlia più comoda.

“Tesoro, che ti succede?” chiese la donna preoccupata. Aveva riconosciuto i sintomi di quanto aveva. Erano gli stessi dell’ultima volta, quando la ragazza era svenuta nell’ingresso di casa. Quella volta aveva creduto che si trattasse solo di stress, ma vedendo la figlia soffrire in quel modo, comprese che qualcosa di ben più grave l’affliggeva.

Cominciò a domandarsi se la ragazza in quel periodo avesse sofferto di quegli attacchi e non avesse detto niente per sua spontanea volontà. Non ne sarebbe stata sorpresa. I loro rapporti erano stati difficili ultimamente, soprattutto tra lei e Kenji e probabilmente Usagi non aveva voluto confidarsi con loro.

Guardò il suo viso pallido e si ritrovò a pensare che più volte l’aveva vista con un pallore simile, sebbene non così accentuato. Pensava fosse dovuto alla pressione bassa o al periodo nero che stava passando.

Si diede della stupida per non aver pensato a qualcosa di peggiore. Sperava solo che non avesse qualche malattia o problemi al cuore, dato che continuava a tenersi stretta il petto.

“La stanno attaccando di nuovo!” disse tra Mamoru stringendo i pugni con rabbia, prima di spalancare gli occhi a causa di un forte squilibrio naturale.

Nessuno però noto la sua reazione e preferì così. Tanto se stava succedendo quello che sentiva, nessuno poteva porre rimedio. Solo Usagi poteva fare qualcosa dove ancora c’era speranza, ma le condizioni della ragazza, non gli fecero sperare che essa potesse nuovamente espandere il potere del cristallo troppo presto.

Avrebbe voluto avere lui il potere di proteggere la terra, infondo era lui il custode del pianeta. Avrebbe voluto togliere quel macigno dalle spalle della sua Usako e caricarselo addosso. Voleva aiutarla, vederla di nuovo essere la ragazzina allegra e spesso infantile, quando non doveva svolgere il suo ruolo di guerriera della giustizia. Invece l’unica cosa che poteva fare era vedere la sua amata a terra sofferente, senza poterla nemmeno stringerla tra le braccia a causa della presenza dei genitori. Senza riuscire a proteggerla, proprio come era accaduto ai tempi del Silver Millennium.

Si sentiva così inutile

La famiglia di Usagi e anche se sue amiche, chiamarono il nome della ragazza ripetutamente. Speravano di captare un segno che riferiva loro che la fase critica dell’attacco era passato.

Sentendosi chiamare, Usagi aprì leggermente gli occhi, per poi dire in un sussurro “La lu-na…”

Per i presenti che non conoscevano la storia, quella parola fu priva di significato.

“La luna? Che centra la luna?” disse Shingo confuso.

“Forse ha battuto la testa e meglio chiamare un’ambulanza!” disse l’insegnante Haruna, giunta per assicurarsi delle condizioni della sua allieva.

“Non è…possibile!” disse Rei alzando la testa capendo cosa Usagi volesse che facessero e  rimase sbalordita a ciò che i suoi occhi le stavano mostrando.

Le altre guerriere ebbero la sua stessa reazione e a definire dalle urla che si alzarono nell’intero cortile, anche la folla era rimasta incredula a ciò che videro.

La luna era vicinissima alla terra, questa volta molto di più dell’ultima volta. Si potevano benissimo percepire i vari dislivelli della superficie lunare e contare tranquillamente tutti i crateri che il satellite portava, in quanto, nonostante fosse giorno, essa era visibilissima.

“Quella cos’è?” chiese Minako, indicando un punto preciso sulla superficie della luna,

Una crepa, ad occhio e croce profonda diversi chilometri, si stava espandendo sulla luna, deturpandone la faccia visibile.

“Non è possibile, una cosa del genere si può verificare solo nel caso in cui un terremoto scuotesse il suolo roccioso della luna, provocandone la rottura!” disse Ami incredula a quanto avvenisse “Cosa diavolo stanno cercando di fare i nostri nemici?”

“Stanno cercando di far abbassare totalmente la guardia a Usagi e purtroppo ci stanno riuscendo!” disse Mamoru, vedendo che la sua ragazza, aveva perso i sensi a causa del dolore.

La gente del posto però non si preoccupava di una banale crepa sulla luna. Loro erano spaventati da ben altro e cioè dall’imminente apocalisse che si stava per abbattere su di loro.

“Quanto vorrei che tutto questo fosse solo un brutto sogno!” disse Chibiusa posando lo sguardo sul volto addormentato di Usagi. Aveva paura, doveva ammetterlo.  Paura per Usagi, paura per tutti loro, paura per l’intero pianeta e quest’ansia crebbe quando nell’aria si sentirono echeggiare delle risate.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5:D’accordo, combattiamo! ***


Capitolo 5:Devastazione

Capitolo 5:D’accordo, combattiamo!

 

I presenti nel cortile della scuola, confusi da quanto stesse succedendo, si guardarono intorno quando sentirono delle risate nell’aria.

In un primo momento pensarono che le risa provenissero dalle casse dell’audio poste in cima a diversi pali posizionati attorno al campo sportivo, ma dovettero ricredersi quando dal nulla, apparve una figura.

Altri non era che Kayoko, la servitrice del nemico misterioso. Ella tornava a creare scompiglio e questa volta i problemi non erano pochi per le guerriere, se avessero dovuto trasformarsi per difendersi.

Non sapevano però, se la donna avesse attaccato lì per pura coincidenza o perché fosse a conoscenza delle loro identità.

Sperarono vivamente la prima, ma la scelta del luogo e del momento, non le fecero illudere troppo.

Istintivamente le guerriere, si disposero davanti a Usagi con fare protettivo.

Kayoko le guardava divertita e fu allora che compresero che ella sapeva esattamente chi erano.

Ma le sorprese non erano finite. Infatti, poco dopo, accanto a lei apparve un’altra figura.

Anch’essa donna, con un abito nero lungo a dolce vita senza maniche e con una  spaccatura a lato che cominciava dalla coscia. Il tessuto dell’abito doveva essere di un materiale molto leggero a giudicare dalla facilità con cui si muoveva al vento. Il colore scuro del vestito faceva spiccare maggiormente la sua carnagione candida, i lunghi capelli bianchi e gli occhi color ghiaccio.

Diversamente da quello di Kayoko, sul suo viso non si leggeva divertimento. Era tremendamente seria e con rabbia guardava colei che stava cercando.

“Finalmente ci incontriamo Serenity!” disse, sebbene l’interpellata non potesse rispondere.

La gente cominciò a mormorare su chi fossero quelle donne, da dove provenissero e che cosa volessero, ma nessuno sapeva trovare risposta a queste domande.

“Chi sei tu?” chiese Rei, lanciando un’occhiata di fuoco alla nuova nemica. Non le piaceva come si stavano mettendo le cose, ma giurò di proteggere Usagi con tutta sé stessa e dalle occhiate che si era scambiata con le sue compagne, seppe dire con certezza che loro erano pronte a fare la stessa cosa.

Avrebbero evitato di trasformarsi però, almeno fin quando non si sarebbe ritenuto davvero necessario, perché nascondere le loro identità si era sempre dimostrato una delle loro priorità.

“Il mio nome è Kendra, sovrana di un pianeta remoto del sistema solare e presto conquisterò la luna e tutto ciò che essa dovrebbe controllare. Compreso questo stupido pianeta abitato da esseri insignificanti. Vi conviene inchinarvi tutti al mio cospetto, se volete avere una minima possibilità di sopravvivere!” disse con cattiveria, ma non staccando gli occhi dalle guerriere. Sapeva infatti, che senza di loro non avrebbe avuto difficoltà a sottomente il genere umano, ma le Sailor Senshi potevano renderle più noioso l’attuazione del suo piano.

Il panico si diffuse tra la folla. Alcuni tentarono di scappare, ma con un gesto della mano, la nuova nemica bloccò tutte le uscite disponibili di quell’edificio.

“Non riuscirete a sottrarvi al mio dominio sciocchi umani, ma potremmo trovare un accordo!” disse Kendra, per poi fare un cenno col capo a Kayoko, orinandole di continuare.

“Vedete, io e la mia padrona stiamo cercando di catturare Sailor Moon e di impossessarci del suo cristallo d’argento, ma…bhe sembra che quella ragazzina sia piuttosto sfuggevole!” cominciò la donna, guardando le guerriere  “Ammetto che fino ad ora non mi sono impegnata più di tanto ad acciuffarla, dato la soddisfazione che provavamo a torturarla, ma…la mia adorata signora si è stufata di giocare. Potremmo prendercela tranquillamente senza problemi e distruggervi, ma abbiamo deciso di essere magnanime. Vi daremo la possibilità di decidere di consegnarcela di vostra spontanea volontà, così da conquistarvi la simpatia della mia padrona, che potrebbe anche decidere di risparmiarvi!” finì Kayoko, spostando il suo sguardo sulla gente che sembrava confusa, oltre che spaventata.

Era una situazione spassosa per lei. Si sentiva potente a incutere tutto quel timore a quelle piccole formiche che dal basso la guardavano con occhi che la supplicavano di non far loro del male.

“Allora, cosa volete fare?” chiese dopo un attimo di silenzio.

“Ma Sailor Moon non è qui!” disse un uomo ad alta voce.

“Non sappiamo dove sia!” disse un’altra donna, sperando di vederle andare via, non trovando ciò che stavano cercando.

“Silenzio miseri mortali. So bene che nessuno di voi conosce l’identità di colei che rischia ogni giorno la vita per voi e che da qualche mese ha protetto la terra dall’essere sommersa dalle acque dei vostri oceani!” disse Kendra infastidita.

Sailor Moon era colei che doveva avere il controllo sulla terra e sul sistema solare e il fatto che dovesse nascondersi, le sembrava una cosa inaccettabile per una principessa.

“Di cosa stai parlando?” chiesero diverse persone.

“Diverse parti del mondo sono state sommerse in questi ultimi giorni!” disse la professoressa Haruna “E nessuno può essere in grado di fermare una catastrofe naturale, nemmeno Sailor Moon!”

Kendra lanciò un’occhiata alla donna e disse “Vedo che avete molta fiducia nella vostra super eroina. Mi stupisco anche del fatto che una professoressa che trascorre tanto tempo con i suoi allievi, non si sia mai accorta di avere Sailor Moon nella sua classe!” disse, facendo sussultare la professoressa Haruna, la quale rimase di stucco, non riuscendo proprio a immaginare chi potesse essere.

“Per non parlare dei suoi genitori terrestri!” disse infine la donna.

Le guerriere Sailor strinsero i pugni. La donna stava andando troppo vicino a smascherare le loro identità.

Kendra allargò le braccia e si rivolse nuovamente alle persone presenti “Guardate cosa sta succedendo. È una cosa normale che la luna sia così vicina? No, poveri idioti! Sono io che controllo il vostro amato satellite e ci sto giocando come voglio, distruggendo così l’equilibrio naturale. Gli oceani alla vicinanza della luna avrebbero dovuto alzarsi a dismisura e sommergere le terre emerse, le terre su cui voi costruite le vostre case, già instabili in condizioni normali, dovrebbero subire slittamenti mai registrati fino ad oggi e la gravità della luna avrebbe già dovuto farvi imparare a volare, ma niente di tutto questo è accaduto. Voi non vi siete accorti più di tanto di questi eventi perché la custode della luna, Sailor Moon, ha usato i suoi poteri per proteggere la terra dai cataclismi!”

Le persone cominciarono a mormorare tra di loro. In effetti, a tutti era sembrato strano che la luna non avesse comportato i danni elencati dalla donna, infondo gli scienziati avevano predetto praticamente la fine del mondo.

“Adesso consegnatemi Sailor Moon o per voi è la fine!” urlò Kendra, azzittendo tutti.

Le ragazze non sapevano se era la scelta giusta o meno, ma loro mani erano già posate sulle loro penne della trasformazione. Però tre voci a loro conosciute, le fecero desistere dal loro intento di entrare in azione.

“Meteorite di Plutone!”

“Maremoto di Nettuno.

“Bomba di Urano, azione!”

Tre potenti attacchi provenienti dal nulla, andarono verso le nemiche, le quali però, non si spostarono. Mantennero compostamente la loro posizione, aspettando che le nuove arrivate, scoprissero che i loro colpi sarebbero stati vani.

Infatti essi si scontrarono contro una barriera invisibile, che vanificò i loro attacchi senza problemi.

Le quattro guerriere del sistema solare esterno, Sailor Urano, Sailor Nettuno, Sailor Pluto e Sailor Saturn, comparvero con un balzo davanti alle Sailor del sistema solare interno, pronte a intervenire in loro soccorso.

“Wow, sono arrivate le guerriere Sailor, siamo salvi!” disse Shingo felice.

Era entusiasta all’idea di vedere le Sailor in azione, ma soprattutto, sebbene non lo avrebbe mai ammesso, sperava che tutto si sistemasse per il meglio, per portare sua sorella da un dottore.

Chi li vedeva dall’esterno, avrebbe detto che tra lui e Usagi non scorreva buon sangue. Infatti loro due litigavano spesso e si stuzzicavano, ma non per questo voleva dire che non si volessero bene.

“Non esserne troppo sicuro ragazzino!” Rispose Sailor Saturn, non staccando gli occhi dalla nemica e rinforzando la presa sulla sua falce.

“Come avete fatto ad entrare? Ho sigillato tutte le uscite!” disse Kayoko confusa.

“Per questo può essere utile saper guidare un elicottero!” Rispose la guerriera di urano, per poi rivolersi a colei che l’aveva resa una guerriera “Come facciamo ad abbattere la barriera che le protegge?”

“Il mio specchio non riesce a rivelare nessun punto debole!” disse Sailor Nettuno abbassando lentamente il talismano, ma nell’istante in cui compì l’azione, si accorse che qualcosa non andava. Si sentì improvvisamente più leggera e capì di stare volteggiando in aria.

Diverse urla si diffusero nel cortile della scuola, quando alcune persone e oggetti cominciarono a staccarsi da terra.

“Cosa sta succedendo?” chiese Kenji, che insieme a Mamoru, cercava di tenere  Ikuko e sua figlia a terra, per impedire che quest’ultima si facesse ulteriormente male.

“Accidenti! La forza gravitazionale della luna, ci sta attirando a !” disse Sailor Pluto, stringendo il suo scettro con forza.

Sailor Moon abbiamo bisogno di te!” gridò la guerriera del tempo, sperando che la sua principessa riprendesse i sensi.

Di fatto avvenne. Usagi sentendo il richiamo di aiuto di una delle sue compagne, aprì leggermente gli occhi.

Si sentiva stordita e indolenzita e ci mise qualche istante a mettere a fuoco le cose e a comprendere cosa stesse succedendo.

Appena possibile riacquistò il controllo sul cristallo d’argento, facendo sì che la gravità tornasse lentamente alla normalità.

 

 

Kayoko sorrise divertita “E brava Sailor Moon. Cerchi ancora di rimettere le cose a posto eh? Peccato che non ti sia accorta che la perdita di concentrazione sul tuo cristallino magico, ha portato a conseguenze maggiori che a una semplice mancanza di gravità!”

Usagi sgranò gli occhi, spaventata all’idea di cosa volessero dire quelle parole. “C-cosa vuoi dire?” chiese debolmente, cercando di mettersi a sedere, una volta che il dolore aveva cominciato a scemare.

Usagi? Cosa ti prende?” chiese Ikuko, vedendo la reazione della figlia a quella frase. “Tranquilla, vedrai che si sistemerà tutto e ti porteremo in ospedale a controllare le tue condizioni!” disse la madre, accarezzandole i capelli.

La donna si preoccupò quando vide la serietà della figlia e il suo continuo fissare quelle strane donne, che minacciavano di ucciderli tutti.

Le sembrò quasi che sua figlia sapesse qualcosa di quella faccenda.

Mamoru strinse i pugni, avendo una vaga idea a cosa si riferisse la donna e Ami, avendo cominciato a caricare sul suo computer i dati per accertarsi sulla condizione attuale terrestre, lo avrebbe scoperto da li a poco, se non fosse stata distratta da quanto avvenne dopo.

 “Arrendetevi guerriere Sailor, non avete modo di sconfiggermi. Lo ripeto per l’ultima volta consegnatemi Sailor Moon e il cristallo d’argento e forse consentirò a tutti voi di sopravvivere!” disse Kendra.

“Fossi in voi accetterei questa offerta generosa!” disse Kayoko divertita.

“Non ti consegneremo mai la nostra principessa!” disse Sailor Saturn agguerrita e appoggiata dalle altre Outher Senshi, che con i loro sguardi fecero comprendere a Kendra che loro quattro, non si sarebbero mosse da lì fin quando Usagi non sarebbe stata al sicuro.

“Io farei scegliere cosa fare agli altri esseri insignificanti che ci sono qui. So bene che voi vi fareste uccidere piuttosto che consegnarmi la vostra amica!”Cominciò Kendra, per poi aumentare il tono di voce “Allora gente, voi per cosa avete deciso?” Chiese la donna, guardando la folla impaurita.

La gente cominciò a mormorare tra loro. Kendra era sicura del risultato del verdetto. Aveva spiato gli umani per così tanto tempo, sperando di trovare prima o poi la reincarnazione di Serenity, che aveva appreso molte cose su di loro. La maggior parte delle informazioni ottenute erano irrilevanti, ma sapeva di poter puntare sull’egoismo dell’umano per vincere quella partita. Voleva distruggere Sailor Moon non solo fisicamente, ma anche psicologicamente e l’egoismo umano avrebbe potuto fare a caso suo. Nessuno si sarebbe sacrificato per proteggere qualcuno che non lo meritava e, a parer suo, Sailor Moon non era da meno.

“Anche se decidessimo di consegnartela, il problema rimane. Non sappiamo chi sia Sailor Moon!” disse un uomo della folla, che era stato scelto tra la gente per fare il porta voce di tutti.

Kayoko sorrise soddisfatta e disse “In questo posso io. Sailor Moon è molto più vicino a voi di quanto pensate!”.

La gente cominciò a guardarsi intorno per vedere se scorgevano qualche traccia della paladina vestita alla marinara. Alcuni gridarono alla guerriera di consegnarsi di sua spontanea volontà, ma non trovando niente, aspettarono il verdetto della donna.

Kayoko fissò il suo sguardo su Usagi, la quale la guardava con preoccupazione, perché sapeva che sarebbe stata smascherata da li a poco.

Kendra per la prima volta accennò a un sorriso a vedere che le cose si stavano mettendo bene per lei e disse “Allora Sailor Moon, il popolo ha scelto. Sarai contenta di vedere come gli umani ti voltano le spalle pur di salvarsi, nonostante tu passi la tua adolescenza a sacrificare te stessa per garantire loro la sopravvivenza. Allora che mi dici? Ti consegni a me o no…Usagi!”

I genitori dell’interpellata spalancarono gli occhi e un profondo terrore si impossessò di loro. Sentirono come se l’aria venisse estirpata dai loro polmoni e il loro cuore prese a battere talmente veloce che per un attimo sembrò che potesse sfondare la loro cassa toracica.

Ripresasi dallo shock Ikuko urlò “Cosa? No… ti stai sbagliando, mia figlia non è Sailor Moon! Non è possibile” disse stringendo la sua bambina “Diglielo Usagi!”.

Ikuko guardò la ragazza negli occhi, sperando che smentisse quanto quella donna avesse affermato. Lei però non disse niente.

“Se mia sorella fosse Sailor Moon, a quest’ora il mondo sarebbe davvero stato distrutto e ancora prima del tuo arrivo!”  disse Shingo.

Il ragazzino sapeva molte cose su Sailor Moon. Conosceva il suo valore e il suo coraggio e la sua determinazione. Erano tutti lati che Usagi al contrario non aveva. Sua sorella era sempre stata una fifona, piagnucola e goffa, un’immagine ben diversa dalla paladina della giustizia.

“Povera Sailor Moon, mi fai solo pena. Nemmeno i tuoi familiari si sono accorti di quanto hai sofferto in questi anni. Loro pensavano solo ai tuoi voti scolastici. Non so tu, ma io mi sarei sentita a pezzi a sentire mio padre dirmi che sono una delusione per lui!” disse Kayoko divertita, cercando di girare il dito nella piaga.

Usagi abbassò la testa a quelle parole.

Kenji invece sussultò. Si sentì tirato in causa e provò una grande vergogna.

Si era pentito subito di quanto detto quel giorno a tavola e aveva cercato di parlare con la ragazza per chiarire. Ma ogni volta che lui e Usagi incrociavano gli occhi, la sua bambina abbassava il capo e se poteva, cercava di nascondersi al suo sguardo.

Sapeva di averla ferita, ma non sapeva come porre rimedio al suo errore.

“Ti ho osservato da quando ho scoperto la tua vera identità Sailor Moon e non immagini quanto tu sia patetica. Combattere per questi esseri…Tsè…provo solo disgusto. Al tuo posto non starei li ferma a farmi sgridare e insultare, al contrario userei il grande potere in tuo possesso per distruggere la vita sull’intero pianeta!” disse Kendra, incrociando le braccia al petto e con una smorfia disgustata sul volto.

Usagi si stancò presto di quella presunzione e si alzò lentamente in piedi con l’aiuto di Mamoru, il quale le impediva di crollare a terra. Sua madre le era sempre accanto e terrorizzata, non sembrava voler lasciare la presa sul braccio della figlia.

Usagi, ti prego dimmi…dimmi che tutto questo è un equivoco!” disse Kenji con voce tremante, ma la ragazza non rispose a lui, si rivolse direttamente alle nemica, dandogli comunque all’uomo la risposta che cercava.

“Non importa quello che la gente pensa o dice di me. So di avere mille difetti e per la maggior parte delle volte so che hanno ragione. Sono sbadata, fifona, pigra, con la testa tra le nuvole e tutto il resto. I miei genitori fanno bene a rimproverarmi quando non faccio il mio dovere e se lo fanno, è perché mi vogliono bene. Poco mi importa se non capiscono del perché di certi miei comportamenti e di come possa sentirmi io ad udire certe cose. Niente e nessuno mi potrà dire o fare qualcosa che mi farà desiderare vendetta verso questo magnifico pianeta e gli esseri umani!” disse Usagi, liberandosi dalla presa della madre e afferrando la sua spilla.

Usagi!” disse la madre spaventata da cosa volesse dire quel gesto.

Usagi, ne sei sicura?” chiese Rei avvicinandosi a lei.

“Ormai mi hanno scoperto! Che senso ha continuare a fingere che questa non sia la verità? Ci sono troppe vite in gioco!” disse Usagi, guardando seriamente la guerriera di marte.

“Non mi riferivo a quello, ma… Usagi, sei troppo debole per combattere!” cominciò Rei preoccupata.

“Al momento non credo che la mia salute sia la priorità!” Rispose Usagi all’amica, la quale, arrendendosi, tirò fuori la penna che le avrebbe donato i poteri di marte.

Ikuko guardava sua figlia preoccupata. La vedeva pallida e respirare ancora con affanno.

Usagi, non so cosa quelle donne stanno cercando di fare, né so perché ce l’abbiano con te, ma ti prego non entrare in questa faccenda!” la implorò.

Kenji appoggiò la moglie e afferrando un bastone disse “Tua madre ha ragione. Ci penserò io a proteggerti figliola!”

L’uomo era pronto a tutto pur di impedire che a sua figlia venisse fatto del male. Aveva capito che con un bastone non avrebbe potuto fare molto a delle donne che potevano creare barriere, muovere la luna e volare, ma ci avrebbe tentato lo stesso.

L'intervento di Mamoru gli impedì di fare sciocchezze, il quale fissandolo gli disse "Abbia un po' di fiducia in Usagi"

“Allora Sailor Moon, sto aspettando!” disse Kendra.

Usagi fece un respiro profondo per prendere coscienza di se stessa e quando sentì Chibiusa stringerle la mano, si sentì pronta e urlò“Potere dei petali di stelle, vieni a me!”

“Potere del prisma di luna, vieni a me!” disse Chibiusa appoggiandola nella sua decisione.

Le due ragazze si trasformarono sotto lo sguardo stupito di tutti, che nonostante quello che i loro occhi vedevano, coloro che conoscevano Usagi, non riuscivano ancora a credere che proprio lei fosse Sailor Moon.

Shingo soprattutto. Era rimasto a bocca aperta e gli occhi spalancati. Quasi non riusciva a respirare quanto fosse grande la sorpresa.

“Ehi, non vorrai lasciarci indietro!” dissero all’unisono le altre guerriere.

Tutte si trasformarono, Mamoru compreso, riunendo così l’intero gruppo Sailor.

“Ma sono tutte…” cominciò Ikuko incredula, portandosi una mano alla bocca.

“…Guerriere Sailor!” finì l’insegnante Haruna sconvolta. Conosceva alcune di quelle ragazze da anni ormai e non avrebbe mai pensato che potessero nascondere un tale segreto.

“Finalmente! Ho aspettato a lungo il momento della vendetta. Ora dimmi, che  hai intenzione di fare?” chiese Kendra, guardando la guerriera della luna.

“Se io mi consegno a te, hai davvero intenzione di lasciare stare gli abitanti della terra?” chiese Usagi determinata

Usagi, no!” disse Kenji facendo un passo verso di lei.

“Oh ma certamente! Osi mettere in dubbio la parola della mia padrona?” chiese Kayoko con un sorriso, un sorriso che non lasciava molto sperare.

“No, tu non farai una stupidaggine del genere!” disse Sailor Urano, avvicinandosi alla sua principessa e prendendola per un braccio.

Si era immaginata che Sailor Moon avrebbe tentato di trattare col nemico, pur di salvare vite umane. Era il suo modo di essere. Aveva troppa fiducia nel prossimo, anche quando era palese che era mal riposta e lei si era ripromessa ti farle aprire gli occhi, quando la sua natura buona cercava troppo di prevalere.

Sailor Uranus ha ragione. Non ti permetteremo di fare questa sciocchezza!” disse Sailor Venus fissando Usagi.

“Il futuro del pianeta dipende da te, principessa!” Disse Sailor Saturn.

Sailor Moon abbassò la testa “Non posso stare qui e condannare a morte queste persone e l’intero pianeta, lo capite?”

“Andiamo, non sarai così ingenua da credere che quella arpia sta dicendo la verità? Dopo che ti avrà catturato, ci ucciderà comunque. Quindi usa il tuo potere e annientala!” disse Shingo prendendo a pugni l’aria.

“Io sono d’accordo con Shingo, Usako!” disse Mamoru, regalandole un sorriso di incoraggiamento.

“Anch’io!” disse Chibiusa.

“Tutte siamo d’accordo con questo!” dissero le altre Sailor.

Usagi sorrise e guardando l’enorme luna, disse “D’accordo, combattiamo!”

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Dodici avversari ***


“D’accordo, combattiamo

Questo capitolo anche se l’avevo già scritto, l’ho completamente cambiato e quindi ci ho messo più tempo a pubblicare. Spero che possa essere un po’ credibile.

Buona lettura.

 

Capitolo 6: Dodici avversari

 

“D’accordo, combattiamo!” disse Usagi, facendo sospirare di sollievo i suoi genitori e le sue compagne, sebbene non potessero ancora rilassarsi del tutto.

La folla invece era divisa a metà. Vi erano persone che gioivano allo spirito combattivo delle guerriere, altri invece, avrebbero preferito che la loro paladina della legge si fosse consegnata, non credendo che ella potesse davvero riuscire a sconfiggere il nemico.

Queste persone non avevano idea degli avversari che le Sailor avevano affrontato in passato.

Avevano semplicemente sentito da alcuni giornalisti, di sporadiche battaglie che le ragazze avevano affrontato con dei mostri, in genere con uno soltanto alla volta. Non sapevano quanto potessero essere forti quegli automa, ma dubitavano che questi avessero avuto le capacità che invece mostravano quelle due donne.

Kayoko sbuffò quando capì che era andata male, mentre Kendra non fece una piega.

Sperava sì in un esito diverso, ma in fin dei conti non si era sorpresa più di tanto della resistenza della guerriera della luna.

La donna fece un cenno con la testa alla sua servitrice, la quale comprese quali erano le intenzioni della sua padrona.

Non voleva ancora sporcarsi le mani, quindi avrebbero ancora cercato di portare Sailor Moon allo sfinimento e Kayoko era entusiasta all’idea.

Quest’ultima fece apparire davanti a sé, diversi portali dentro i quali sembrava di vedere un pezzo di universo con diverse stelle al suo interno.

Le Sailor si misero in guardia. Ami cercava di capire che intenzioni avessero le nemiche.

Una notte, mentre rimuginava sugli attacchi nemici, ebbe un’intuizione. I loro avversari le stavano mettendo in difficoltà utilizzando vari elementi che costituivano lo spazio. Il loro giocare con la luna, gli asteroidi che ci lanciavano contro, gli automa che inglobavano al loro interno dei buchi neri e ora quei portali che nascondevano al loro interno delle stelle.

Provò a pensare a diversi elementi dell’astronomia, che potevano aiutarla a capire a cosa sarebbero andate presto incontro, ma quelle stelle, disposte in un determinato modo, differente da portale a portale, non le diedero idee.

Poi le contò e allora comprese. Erano in tutto dodici e  la disposizione di alcune di quelle stelle, le sembravano familiari. I nemici non volevano usare contro di loro l’astronomia, questa volta si sarebbero basati sull’astrologia.

“Fate attenzione ragazze, qualsiasi cosa ne uscirà fuori da quei portali, avrà a che fare con le costellazioni dello zodiaco!” disse Ami lanciando un’occhiata alle compagne.

“Intendi dire che voglio usare i segni zodiacali contro di noi?” chiese Sailor Nettuno sorpresa e spostando il suo sguardo verso i portali, vide delle sagome comparire.

“Stanno arrivando!” disse infine la guerriera di Nettuno.

Da li a pochi secondi dodici esseri dalle caratteristiche più disparate, ma riconoscibili, si trovavano davanti a loro.

Le guerriere si misero a studiarne uno ad uno, cercando anche un modo per affrontarli.

Vi erano:

-         Capricorn: un essere con il busto da donna, il corpo da capra e la coda di una sirena. Aveva capelli castani con un’acconciatura strana, che si divideva in due code che stavano perfettamente immobili, come se non un alito di vento sfiorasse quei capelli. Fu a quel punto che le guerriere si domandarono se quelle code che andavano verso l’indietro fosseroo effettivamente capelli o le corna che caratterizzava il segno del capricorno.

-         Acquarius: Una ragazza bella e con un sorriso sulle labbra. A vederla non sembrava minacciosa, ma le ragazze sapevano di non dover sottovalutare il nemico, soprattutto se questo sembrava innocua. Non aveva una vera consistenza solida, era più acqua che era stata plasmata in forma umana. I suoi lunghi capelli si muovevano come onde del mare e i particolari del vestito, anch’esso d’acqua, lo facevano sembrare di seta. In mano teneva una grossa anfora.

-         Pisces: erano esattamente quello che le guerriere si aspettavano. Due grossi pesci, simili a delle carpe, uno blu e uno rosso. Avevano l’aria stupida e continuavano ad aprire e chiudere la bocca. Ma le spine presenti sulle pinne di entrambi gli avversari, fecero comprendere che anche loro potevano nascondere delle insidie.

-         Taurus: un essere simile al Minotauro. Grande, grosso e  muscoloso, con corna tutte usurate per il troppo utilizzo, ma comunque dolorose se avessero infilzato qualcuno. Sfregava il piede destro a terra, alzando della polvere. Era pronto per la battaglia.

-         Gemini: era un essere solo con due teste. Il corpo un po’ deforme in quanto sembrava che si fossero fusi insieme. Uno aveva sul volto un sorriso, l’altro era triste e se uno di loro voleva cambiare espressione, di conseguenza anche l’altro lo faceva, stando a simboleggiare il loro doppio volto. Avevano entrambi capelli forti e ricci, tanto da sembrare parrucche di clown.

-         Cancer: Anch’essa una ragazza dal bell’aspetto come Acquarius, ma il suo volto non era tranquillizzante, infatti sembrava incavolata, pronta a stringere qualcuno nelle sue tenaglie, poste al posto delle mani. Aveva un abitino color salmone semplice, in stile grego con qualche bordatura dorata, che si abbinavano al cerchietto situato tra i suoi capelli rossi tagliati a caschetto.

-         Leo: un leone dalla criniera di fuoco e dalle zanne talmente lunghe da essere incapace di chiudere la bocca, senza che questi spuntassero fuori. Veniva chiamoto dai suoi colleghi, tigre dai denti a sciabola, nomignolo che lo infastidiva e che lo portava a incrementare il fuoco della sua criniera fino ad avvolgerlo completamente per investire coloro che aveva osato chiamarlo in quel modo.

-         Virgo: una ragazza dalla pelle bianca e dai capelli biondo cenere e due occhi azzurri capaci di incantare, se non avesse una brutta cicatrice sul volto che le deturpava la sua bellezza. Lei accusava il fatto di non aver mai avuto un ragazzo proprio a causa di quello sfregio che si portava dietro.

-         Aries: dall’aspetto poteva sembrare una bambina sugli otto anni. Assomigliava molto a Chibiusa. Anch’essa aveva i capelli rosa. Li portava legati in due codine che le cadevano davanti e dai capelli le spuntavano due corna arrotondate. I suoi occhi grandi e marroni avevano già adocchiato la sua avversaria e Sailor Chibiusa fece un passo indietro, quando capì che segno zodiacale ce l’aveva con lei.

-         Libra: una ragazza dai capelli viola che sembravano aver vita propria. Questi si dividevano perfettamente in due e sembravano sempre alla ricerca di qualcosa da pesare. Anch’essa indossava un vestito in stile greco corto e aveva uno sguardo che non prometteva niente di buono.

-         Scorpio: come Taurus era di grosse dimensioni. Aveva l’aspetto di un umano palestrato. Era a petto nudo e portava dei pantaloni ben attillati che lasciavano intravedere la forma di ogni singolo muscolo. Aveva delle forbici in mano intrisi di una sostanza violacea, esattamente come quello che colava dal pungiglione della sua coda. Sulla testa non aveva dei capelli, ma tanti piccoli scorpioni agguerriti, sebbene non potessero abbandonare il capo del loro portatore e pungere qualcuno.

-         Sagitarius: un centauro molto affascinante dai lunghi capelli biondi e occhi verdi. Anch’esso a petto nudo con una sola stringa di pelle larga, che gli copriva in parte i pettorali e che gli consentivano di portarsi dietro la sua faretra, apparentemente priva di frecce, mentre dove vi era la unione tra il corpo umano e quello di cavallo, vi era una cintura dorata dove appendeva vari tipi di arco, i quali erano di piccole dimensioni, finchè non venivano estratti.

 

Le persone terrorizzate da quei mostri si erano andate a nascondere dove potevano, accalcandosi contro i muri, altri erano scappati nelle aule, sperando di trovare qualche finestra aperta da cui poter uscire.

Kenji, Ikuko e Shingo guardavano quegli esseri a bocca aperta. Non avevano ancora digerito la notizia della scoperta dell’identità di Sailor Moon, che ora avrebbero dovuta vederla in azione, rischiando la sua vita per loro.

Ikuko ebbe l’istinto di raggiungere Usagi, che si trovava insieme alle sue compagne, pronta a dare battaglia, ma Kenji la fermò.

La guardò e scosse la testa. Non dovevano intromettersi e come aveva detto Mamoru, avrebbero dovuto avere fiducia in lei.

Andarono a nascondersi dietro qualche albero, sebbene non fossero i primi ad aver avuto quell’idea, ma erano ancora troppo scoperti. Speravano solo di non intralciare le guerriere.

 

Kendra e Kayoko non dissero nulla. I dodici segni zodiacali sapevano quello che dovevano fare. La prima li aveva fatti reclutare e addestrare. Non erano cattivi per natura, al contrario, ma Kendra era riuscita a far loro il lavaggio del cervello, facendo cambiare loro la parte da cui stare.

 

“Ragazze siamo undici contro dodici, direi di prenderne uno a testa!” disse Urano cercando il suo avversario.

“E quello che avanza?” chiese Sailor Venus.

“Se ne occupa la prima che riesce a sbarazzarsi del suo avversario!” disse Urano alzando le spalle.

“Aspettate un attimo!” disse Ami agitata “Non possiamo eliminarli!”

“Cosa?” chiese Sailor Jupiter.

Sailor Mercury ha ragione. Sia che crediate o meno nell’astrologia, anche loro fanno parte dell’universo e la loro sparizione potrebbe compromette l’equilibrio delle cose!” Disse Mamoru, mentre veniva guardato da Usagi, la quale voleva capire cosa realmente dovessero fare.

“Esatto. Pensateci! Se la loro eliminazione portasse all’esplosione delle stelle che li compongono? Si creerebbero numerosi buchi neri che unendosi si potrebbero anche trasformare in un enorme aspirapolvere che potrebbe aspirare tutto intorno a e non possiamo escludere che la forza gravitazionale si faccia sentire anche nel nostro sistema solare. Sappiamo ancora così poco sull’universo da poter solo fare ipotesi, ma comunque non vale la pena di rischiare!” disse Ami cercando di essere il più chiara possibile.

“Allora ci limiteremo a stenderli!” disse Sailor Urano, sfoderando un pugno contro la sua propria mano.

Sailor Venus sospirò “Facile più a dirsi che a farsi!”

Lo scontro tra le guerriere e i segni zodiacali cominciò. Le ragazze non ebbero la possibilità di scegliere con chi scontrarsi, che ogni segno aveva adocchiato la guerriera con cui scontrarsi. Solo il segno dei pesci era rimasto imbambolato e non sembrava volersi muovere.

Aries era andata incontro a Chibiusa e fermandosi, la guardò sorridendole dolcemente, traendo in inganno la bambina, che le sorrise di rimando, prima di vedere la sua avversaria saltarle addosso e cominciare a tirarle i capelli. Chibiusa cercò di difendersi a sua volta tirandole l’acconciatura e più che una battaglia tra una Sailor e un nemico, sembrava una zuffa tra bambine che stavano litigando per il possesso di una bambola.

Seguendo l’esempio di Aries, anche gli altri segni zodiacali andarono all’attacco. Scorpio scelse Sailor Saturn e tra loro incominciò uno scontro falce contro aculeo velenoso. La ragazza di saturno era abile a parare i colpi, anche grazie al suo scudo di saturno, ma doveva fare attenzione al suo veleno, capace di penetrare anche le sue difese, agendo come un forte acido.

Taurus scelse di battersi con Sailor Urano. Gli sembrava la più tosta e la più portata allo scontro fisico. Ma il segno non aveva tenuto conto di una cosa. Lui era sicuramente il più forte fisicamente, ma la sua mole lo rendevano pesante, mentre Sailor Urano, grazie alla sua agilità, riusciva a schivarlo facilmente prendendolo anche in giro. La guerriera però non aveva tenuto conto di un’arma del toro e si ritrovò a terra quando ricevette una frustata dalla coda dell’essere. Fece appena in tempo a fare una capriola all’indietro, prima che venisse calpestata da uno zoccolo del toro.

Virgin scelse Sailor Pluto come suo avversario. Lei non aveva delle vere e proprie armi come la maggior parte dei suoi colleghi, ma Pluto ebbe difficoltà ad aver la meglio contro la ragazza. Essa infatti usava l’elemento terra per prenderla alla sprovvista, scavando fosse per poi rimbucare dal nulla, colpendo la guerriera da sotto.

Con questo suo metodo di combattimento non fece nemmeno fatica a schivare gli attacchi della guerriera, finchè Sailor Pluto, stanca di giocare, lanciò un meteorite di plutone dentro una delle fosse dentro la quale la ragazza si era appena nascosta, stanandola e colpendola.  La terra si aprì sotto i piedi della guerriera e dopo un forte bagliore, trovò Virgin a terra priva di sensi. Il colpo era stato forte e diretto e l’avversaria non aveva avuto scampo.

Cancer aveva scelto Sailor Mercury. Attaccava sia con le chele, che avrebbero già più volte tagliato i capelli della guerriera se questa li avesse portati lunghi, sia con getti d’acqua che gli uscivano sia dalle chele, che dalla bocca. Vi era uno scontro tra getti d’acqua, ma le due avversarie erano alla pari. L’unica cosa che le distingueva era la resistenza. Cancer era infatti molto più resistente di Ami, la quale non riuscendo più ad attenere attivo il suo potere sull’acqua, si era dovuta gettare a terra, per impedire di essere investita dal getto d’acqua. Questo se l’avesse colpita non le avrebbe fatto chissà quale danno, il male ci sarebbe stato se, grazie alla potenza del getto, fosse stata scaraventata contro un muro o una finestra.

Ami continuò a schivare i colpi, finchè non decise di tentare una mossa che non usava da ormai parecchio tempo. Usò le bolle di nebbia con azione congelante, proprio nell’istante in cui Cancer stava sparando un altro getto e questo, cominciando a congelare, portò il corpo della nemica a subire gli stessi effetti fino a far diventare il segno del cancro, un bel ghiacciolo.

Mentre il corpo di Ami si riposava, la sua mente continuava a lavorare.

“Il cancro ha usato l’acqua!” disse per poi guardarsi intorno “Il segno della vergine ha usato la terra!” disse guardando il campo dissotterrato dove si trovava Sailor Pluto con la sua avversaria sfinita. Successivamente spostò lo sguardo verso Sailor Venus che stava combattendo con Leo, il quale sembrava un po’ seccato nell’aver scelto l’avversaria sbagliata. Infatti Sailor Venus non aveva difficoltà a contrastare gli attacchi del fuoco del segno, in quanto la luce, il suo elemento, era di sicuro più potente e più forte.

“Il leone usa il fuoco!” disse Ami e poi si ricordò. Ogni segno zodiacale era legato a un elemento: fuoco, aria, terra e acqua.

Ogni Senshi era stata scelta dal proprio avversario in base alle capacità simili o per potenza fisica, come lei con Cancer e Sailor Mars con Sagitarius. Questi ultimi infatti si stavano sfidando a suon di frecce di fuoco, non avendo nessuno dei due la meglio sull’altro.

“Ragazze, ogni segno è caratterizzato da un elemento, cercate di scontrarvi con il vostro opposto. Tu Sailor Nettuno usa il tuo potere con Leo e Sagitarius, Sailor Jupiter, concentrati sui segni d’acqua. Fai attenzione l’acquario anche se fatto d’acqua è un segno d’aria. Sailor Mars dai una mano a Sailor Urano con il toro!” gridò alle sue compagne, ma non tutte erano riuscite a liberarsi del proprio avversario mettendo in atto il piano della ragazza.

“Mancano i segni d’aria. L’aria viene sconfitta dalla terra, chi tra noi ha questo elemento?” si domandò Ami guardandosi intorno. Vide Mamoru battersi con Gemini, il quale sembrava  ferito a causa delle rose che l’uomo gli aveva lanciato.

“Bene, Mamoru deve aver già capito tutto!” si disse tra sé la guerriera, per niente sorpresa.

Successivamente spostò lo sguardo su Usagi. La guerriera della luna si stava scontrando con Capricorn, forse uno dei segni più  duri da battere a causa della sua testardaggine. Difficilmente si sarebbe arreso, anche se stremato.

Usagi però non sembrava molto concentrata sul suo avversario. Si limitava a schivare i colpi e quando vi era qualche momento di pausa, lanciava delle occhiate veloci a Sailor Chibiusa, la quale se le stava ancora suonando con Aries.

Si rotolavano entrambe per terra, continuando a picchiarsi, ma Chibiusa fu presto svantaggiata quando, trovandosi sotto l’avversaria, quest’ultima le diede una testata che le fece perdere i sensi.

Sailor Chibiusa!” urlò Usagi e schivando un nuovo attacco di Capricorn, si abbassò a terra per fare lo sgambetto alla capra, la quale perse l’equilibrio.

La ragazza della luna approfittò del momento per andare in soccorso di Chibiusa.

Alzò il suo scettro puntandolo contro Aries, quando questa si stava nuovamente preparando ad attaccare la bambina priva di sensi.

“scettro della luna eterna.. luce dei petali di stelle.. entra in azione!” urlò la ragazza, colpendo in pieno Aries, la quale si mise a urlare.

Una luce accecante si sprigiono e al suo spegnimento, Aries era ancora lì, ma qualcosa di diverso la caratterizzava. Aveva lo sguardo confuso e si guardava attorno cercando di capire la sua situazione.

Quando vide ai suoi piedi Chibiusa svenuta, cercò di prestarle soccorso, sebbene non sapesse cosa fare.

Sailor Moon le si avvicinò e disse “Tu sei Aries vero? Eri sotto il controllo di Kendra per caso?”

Aries alzò le spalle non sapendo cosa rispondere. La sua testa era annebbiata. Non ricordava nulla.

“Puoi tornare a casa. Non ce l’abbiamo con te, ma stai attenta alle brutte influenze!” continuò Usagi.

La bambina sorrise e annuendo, si avvicino al suo portale e vi entrò dentro. Alla sua sparizione, anche il portale scomparve.

“Ottimo lavoro Sailor Moon. Pensi di poter anche far tornare un po’ di sale in zucca anche agli altri?” Chiese Sailor Mars, non riuscendo a liberarsi di Sagitarius per poter aiutare Sailor Urano. Anzì, ogni volta che cercava di allontanarsi, il cavallo la superava e le si parava davanti.

“Posso provare!” disse Sailor Moon, prima di trovarsi nuovamente Capricorn davanti che la guardava con gli occhi stretti a fessure.

“Meteorite di Plutone!” urlò Setsuna, intervenendo in soccorso della sua principessa.

“Occupati di Virgin e di Cancer. Sono già fuori combattimento, dovrebbe essere facile ritrasformarli!” spiegò la guerriera del tempo. Di fatto fu così e liberando i due segni dall’influenza del male, anche altri due portali si chiusero.

Sailor Nettuno riuscì a liberarsi per qualche istante dalle grinfie di Acquarius, la quale, essendo un segno d’aria, aveva la meglio suo potere dell’acqua.

La guerriera di Nettuno ebbe il tempo solo di chiamare a sé il potere del maremoto di Nettuno e scagliarlo contro Leo, prima di ritrovarsi imprigionata dal potere dell’acquario, che l’aveva imprigionata in una tromba marina, con un vento tagliente, che le stava, non solo lacerando l’abito, ma anche provocando diversi graffi.

Leo si sentiva esausto a causa dello spegnimento del fuoco a causa dell’acqua, ma provò comunque ad attaccare nuovamente con i suoi artigli, ma il potere curativo di Sailor Moon, lo sorprese e da li a poco, anch’esso era tornato innocuo tanto che Sailor Venus potè avvicinarsi per accarezzarlo dietro le orecchie.

Sailor Moon però non perse tempo e andò in soccorso di Sailor Nettuno, ancora imprigionata in quel vortice d’aria che oltre a ferirla, le provocava una sensazione di soffocamento. La ragazza della luna riutilizzò nuovamente il suo potere e sebbene Acquarius non fosse esausta, non fece resistenza e anch’ella guarita se ne andò.

Rimanevano ancora sette segni zodiacali da combattere, ma nella frenesia della lotta, nessuno si rese conto che l’unico di loro a non aver ancora mosso un passo, si era gonfiato a dismisura.

I due pesci del segno zodiacale dei pesci si erano trasformati e se prima sembravano due carpe, ora somigliavano più a dei pesce palla. Rilasciarono una scarica di aculei, i quali andarono a colpire tutto quello che incontravano. La gente per fortuna era riuscita a proteggersi. Mamoru era corso in soccorso di Chibiusa e stringendola a sé, l’aveva protetta con il suo mantello. Sailor Urano si nascose tranquillamente dietro Taurus, il quel venne colpito, senza però alcun danno. Sailor Moon, fece da scudo a Sailor Nettuno, già mal ridotta di suo, ma Sailor Jupiter fece da scudo a sua volta  a Sailor Moon. Sailor Pluto riuscì a proteggere se stessa roteando velocemente il suo bastone, mentre Capricorn, nel tentativo di colpirla mentre era distratta, venne colpito al fondo schiena da diversi aculei, facendolo imbestialire e facendolo puntare sulla causa del suo dolore.

Sailor Saturn si era protetta con lo scudo di Saturno, del quale usufruirono volentieri anche Sailor Mars, Sailor Venus, Scorpio e Sagitarius.

 

Kayoko sbuffò a vedere che ad uno ad uno i segni zodiacali guarivano dalla loro influenza, ma Kendra, avvertendo qualcosa disse “Richiama i segni zodiacali rimasti. Sta arrivando!”

Kayoko ben consapevole di cosa stesse parlando obbedì e dopo che tutti i segni zodiacali scomparvero all’interno dei loro portali       disse “Sei stata in gamba Sailor Moon e anche voi guerriere Sailor, ma ora voglio vedere cosa vi inventerete!”

Kendra prese la parola “Ricordati Sailor Moon, se vuoi salvare queste persone, la mia offerta di consegnarti a me di tua spontanea volontà e ancora valida!” disse per poi sparire, liberando così anche le vie di uscite, anche se nessuno se ne accorse, troppo sconvolti da quanto era successo.

Sailor Moon sospirò e si buttò sulle ginocchia esausta. Tra l’attacco alla luna e il suo ripetuto utilizzo del potere per aiutare i segni zodiacali, si sentì svuotata dalle sue energie. I suoi genitori l’affiancarono immediatamente e Ikuko strinse forte  a sé la figlia, domandandole come si sentisse. Era sollevata che tutto fosse finito e che tutti erano ancora vivi.

 “Sono solo stanca mamma, non preoccuparti! Piuttosto Chibiusa come sta?” Chiese Usagi alzandosi in piedi e raggiungendo Mamoru che teneva in braccio la sua futura bambina.

“è solo svenuta, ma domani avrà un bel bernoccolo in testa!” disse sorridendo.

“Che sollievo!” disse Sailor Moon, mentre si girava a controllare anche le sue compagne. Solo Sailor Nettuno sembrava ferita, ma Hotaru stava già provvedendo a curare le sue ferite.

Sta quasi per affermare che per quella volta era tutto finito, finchè le urla disperate di Luna e Artemis la misero in allarme.

Sailor Moon è terribile!”

I due gatti erano terrorizzati e prima che le guerriere potessero chiedersi il perché, i presenti udirono al di fuori delle mura scolastiche, diverse urla di disperazione.

“Cosa sta succedendo?” Chiese Shino preoccupato, sopprimendo la sua curiosità di saperne di più sui due gatti parlanti.

“Luna calma, cosa è successo?” chiese Sailor Mars, guardando la micina dall’alto verso il basso.

“Il pianeta terra è stato completamente sommerso dalle acque e sta…sta arrivando uno Tsunami gigantesco anche qui!” disse Artemis con il fiatone.

Usagi sbiancò “Non è possibile!Io…io non sono riuscita a…a difendere la terra, mi dispiace!”

“Non dispiacerti, non è ancora tutto perduto. Noi siamo ancora vivi e troveremo un modo per risolvere il problema!” disse Sailor jupiter cercando di restare calma.

“Saremo vivi ancora per pochissimo tempo!” disse Sailor Mercury, notando l’enorme onda, alta come minimo una cinquantina di metri, oscurare il sole e dirigersi verso di loro in tutta la sua potenza.

Tutti cominciarono a urlare, parenti e amici si abbracciarono terrorizzati, ma nessuno provò a scappare, sapendo che sarebbe stato completamente inutile.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: In trappola ***


“Accidenti

Capitolo 7: In trappola

 

L’onda, alta come minimo una cinquantina di metri, si avvicinava all’edificio scolastico sempre più.

Sui volti di tutti i presenti, guerriere Sailor comprese, vi si poteva leggere il terrore.

Le ragazze non si erano mai trovate ad affrontare madre natura, né sapevano come poterla contrastare.

Sailor Urano strinse i pugni dicendo “Accidenti! Non può finire così!”.

Anche la guerriera che non si fermava mai davanti a nulla e che non mostrava timore dinanzi a niente, di fronte a quell’onda gigantesca si considerò sconfitta. Anche volendo combatterla, lei sapeva di non avere il potere di farlo.

Sailor Nettuno era nella sua stessa condizione. Lei aveva il potere sugli oceani, ma una tale forza della natura era troppo anche per lei. Era come chiedere a un muratore di usare la palla della sua gru, per distruggere in un colpo solo un muro lungo chilometri.

“Cosa possiamo fare?” domando Rei, voltandosi verso Ami.

Quest’ultima non stava nemmeno provando a usare il suo pc per trovare una soluzione. Le servivano dati per poter ideare un piano, dati che lei non aveva: La giusta altezza dell’onda, la sua massa d’acqua, quanti detriti la componevano e a quale velocità andasse.

Mamoru guardò Chibiusa e Usagi. La prima era ancora priva di sensi, mentre la seconda fissava ammutolita l’onda. Conoscendola, l’uomo sapeva che in quel momento, si stava dando la colpa di quanto stesse succedendo, mentre a suo avviso la colpa era sua. Aveva sentito che qualcosa non andava sul suo pianeta, ma mai si sarebbe immaginato una catastrofe del genere.

L’uomo strinse a sé la bambina sentendo una stretta al cuore. Se fosse servito a qualcosa, si sarebbe messo davanti a quell’onda a braccia aperte, pur di fermarla e salvare la vita alle persone che amava, anche se allo stesso tempo si ripeteva, che anche avendo avuto la possibilità di salvare Usagi in quel modo, se lui fosse perito, non avrebbe salvato Chibiusa. Ne sarebbe uscito sconfitto in ogni caso.

Sailor Saturn, che era dovuta crescere in fretta e che si era ritrovata da un giorno all’altro a essere una guerriera con un grande potere, in quel momento si sentiva piccola, una bambina che avrebbe tanto voluto abbracciare il padre che non vedeva da un po’. Fece istintivamente un passo indietro, come se volesse nascondersi dietro Sailor Pluto, la quale l’affiancava.

La guerriera del tempo era seria e sembrava concentrata in qualche pensiero. Strinse a sé il bastone, per poi stendere le braccia in avanti e dire “Fermerò il tempo!”

Le guerriere sussultarono a quell’affermazione, sapendo a cosa andava incontro. Le era proibito fare una cosa del genere, anche se per una buona causa.

“No!” urlò Usagi “Non servirebbe a niente. Moriresti e poco dopo l’onda continuerebbe la sua corsa!” disse terrorizzata all’idea di perdere una delle sue compagne.

Sailor Pluto abbassò il bastone, sapendo che la sua principessa aveva ragione. Fermare il tempo avrebbe concesso a tutti loro solo qualche minuto in più di vita, nient’altro.

La gente aveva cominciato a invocare l’aiuto delle guerriere Sailor, sperando vivamente che potessero fare qualcosa. Anche le persone che poco prima avrebbero consegnato Sailor Moon al nemico su un piatto d’argento, chiedevano alle ragazze vestite alla marinara di fare un miracolo.

Usagi chiuse gli occhi e si concentrò. Si sentiva debole e il potere che sentiva scorrere nelle vene non era a sufficienza per proteggere quelle persone, ma tentò il tutto per tutto e sempre mantenendo la concentrazione, chiese alle sue compagne di donarle i loro poteri.

Le ragazze annuirono e mettendosi in cerchio attorno a Sailor Moon, cercarono dentro di loro la concentrazione necessaria per esaudire la richiesta della loro principessa.

Ognuna di loro invocò i poteri del proprio pianeta guardiano e dopo essere avvolte ognuna da una luce colorata diversa, trasmisero la loro forza a Usagi.

Quest’ultima si era trasformata nella principessa Serenity appena ebbe estratto il cristallo d’argento del suo corpo.

Teneva l’oggetto tra le mani, in attesa che questo si ricaricasse grazie alle sue amiche.

Quando il cristallo tornò a splendere di una luce intensa, la principessa Serenity lo alzò in cielo e, facendo la sua preghiera, domandò al cristallo di proteggere tutti loro.

Sentendo quanto forte e nobile fosse il desiderio di Serenity di salvare quelle persone e le sue amiche, il cristallo sprigionò una potentissima luce che abbagliò tutti i presenti.

Allo spegnersi di quel bagliore, Serenity tornò a vestire i panni di Sailor Moon e ,sollevando la testa, potè vedere cosa il cristallo avesse progettato per la loro salvezza.

Tutti rimasero meravigliati nel vedere l’onda che passava sopra di loro, senza che questa li spazzasse via. Vedevano i detriti sbattere contro qualcosa e compresero che una cupola di cristallo li avvolgeva e li proteggeva.

Kenji, Ikuko e Shingo rimasero, per l’ennesima volta, in quella mezz’ora, a bocca aperta.

Non avevano parole per esprimere quanto sentissero nel profondo, ma le loro menti si domandavano se la stessa persona che in quel momento li stava proteggendo, fosse veramente la loro Usagi.

Ikuko non riuscì a trattenere le lacrime. Era così fiera della sua bambina.

Kenji provava le stesse emozioni della moglie, ma era preoccupato per le sorti di Usagi. Era stata magnifica e una vera combattente, ma si domandava se alzare una barriera protettiva con quel gioiello che le aveva visto usare, le causasse fatica, debolezza o perfino dolore.

Lo tsunami che passava su di loro, sebbene fosse una cosa spiacevole da vivere, creava degli effetti di luci spettacolari all’interno della cupola. Tutto si era tinto di blu e le increspature dell’acqua illuminate dal sole e dalla luna, creavano un ambiente quasi romantico, se non fosse per la situazione assurda in cui si trovavano.

Ci furono urla di gioia tra le persone, ma improvvisamente la dura realtà li colpì.

La professoressa Haruka diede voce ai pensieri di tutti e avvicinandosi a Sailor Moon domandò “Usagi, cosa…cosa è successo a chi si trovava lì fuori?”

Sailor Moon la guardò negli occhi e la professoressa potè leggervi al loro interno il dolore che provava. La ragazza però non riuscì a reggere lo sguardo rattristato della professoressa e chinò il capo.

“Vuoi dire che oltre a noi non c’è rimasto più nessuno sulla terra?” chiese Shingo all’armato, ricordando le parole di Artemis che facevano riferimento alla completa inondazione del pianeta terra.

Mamoru, che aveva lasciato Chibiusa alle cure delle altre guerriere Sailor, si avvicinò a Usagi, mettendole una mano sulla spalla. La ragazza lo guardò con le lacrime agli occhi, ma lui le sorrise dolcemente.

Sapeva che la sua amata, confusa dalle parole del gatto bianco e di Kendra, temeva per l’intera popolazione umana “L’umanità non è stata decimata, alcune persone hanno trovato rifugio sotto terra non venendo colpiti dalla violenza dello Tsunami, altri  non sono stati proprio colpiti dall’onda. Diverse  città e paesi sorgono su colline e montagne e le acque non hanno raggiunto tutti i luoghi!”

“Ne sei sicuro?” chiese Usagi, volendo delle certezze.

Mamoru annuì “Si, avverto che c’è ancora vita al di fuori del Giappone. Però voglio essere sincero. Quasi i due terzi della popolazione mondiale è stata spazzata via. Le aree pianeggianti non si sono salvate!” disse Mamoru rattristato “A quanto pare Kendra, ha giocato con la luna, anche su altri parti del mondo!”

Usagi strinse forte Mamoru, il quale ricambiò l’abbraccio. Iniziò a piangere silenziosamente, bagnando l’abito del suo ragazzo, al quale però non importava. Lui voleva esserle vicino e consolarla. Le accarezzò i capelli, gesto che la rilassava molto e nel frattempo le sussurrava nell’orecchio che sarebbe andato tutto bene. Che avrebbero combattuto insieme, perché lui non aveva intenzione di lasciarla sola. Non di nuovo.

“Ora lo ammazzo!” disse Kenji camminando verso la coppia, non approvando la troppa confidenza che Mamoru stava dimostrando nei confronti della figlia.

Ikuko gli si parò davanti “Ti sembra il momento di fare il padre protettivo?”

“Fosse anche l’ultimo uomo sulla terra e lei l’ultima donna, io non gli consentirei nemmeno di sfiorarla con lo sguardo!” disse Kenji rosso in viso per la rabbia.

“Suvvia caro, sono così carini. Ti devo ricordare cosa facevamo noi più o meno alla loro età? Cercavamo posti appartati per baciarti in santa pace!” disse Ikuko posando le mani sul petto del marito e facendo pressione, dato che esso non aveva ancora intenzione di arrestare la sua camminata.

“Si, ricordo, ma noi..noi…”

“E ti ricordi anche perché ci nascondevamo?” chiese Ikuko sorridendo dolcemente.

Kenji sbuffò e si calmo, ricordando le giornate trascorse a sfuggire dalle grinfie del padre di lei “Le cose ora sono diverse!” disse convinto.

“E in cosa di grazia?” chiese la moglie alzando un sopracciglio.

Kenji scoppiò in un pianto disperato “Lei è la mia bambina!”

“La tua bambina ora è cresciuta Kenji. Guarda cosa è stata in grado di fare e ciò nonostante ancora si accusa di non essere stata in grado di fare di più. Se ha bisogno del suo ragazzo per consolarsi, lasciala fare. Noi possiamo fare ben poco per lei!” disse cominciando a vedere sfocato a causa delle lacrime “Io vorrei poterla aiutare in questo momento e incoraggiarla, ma non posso minimamente immaginare cosa ella stia provando. Non ho io il peso del mondo sulle spalle. Non posso dirle che ci sono passata anche io e che le cose si sistemeranno, perché non lo so. Mentre Mamoru e le sue amiche, sanno esattamente cosa sta provando, quindi per favore, se vuoi aiutare Usagi, fa che siano le persone che possono capirla totalmente ad aiutarla ad affrontare questa situazione. Farai il genitore preoccupato quanto tutto si sarà risolto. E poi non andranno oltre agli abbracci e baci qui dentro davanti a tutti. Quindi il tuo timore che i due ragazzi si spingano troppo oltre è insensato!”

Kenji guardò la moglie  e asciugandole una lacrima, le disse “Hai ragione cara, starò buono, ma continuerò ad odiare quel ragazzo!”

 

Quando Usagi si calmò un po’, le guerriere Sailor andarono ad appartarsi un po’ per discutere della situazione.

Chibiusa aveva ripreso lentamente i sensi e ancora non riusciva a credere di trovarsi sotto all’oceano Pacifico.

“Ragazze, cosa possiamo fare ora?” chiese la bambina non nascondendo la paura che sentiva.

“Non lo so. Non ne ho la più pallida idea!” disse Sailor Venus, appoggiandosi al tronco di un albero e facendo cadere la testa all’indietro. La situazione era stressante e lei, che come Usagi trovava del positivo in tutto, quella volta non riusciva a trovare niente per cui rasserenarsi.

“Qualcuna per caso ha qualche proposta da fare? Una scappatoia ci dovrà pur essere! Insomma di situazione disperate  ne abbiamo affrontate, anche se non come questa!” disse Sailor Jupider, battendo nervosamente il piede sull’erba, calpestando così i piccoli fiorellini che davano un tocco di colore al campo sportivo, quando questo non era addobbato a festa.

Shingo, che non voleva perdersi nemmeno una parola delle Sailor, decise di seguirle e magari aiutarle se ne avesse avuto la possibilità.

“Ce l’avete sempre fatta no? Riuscirete anche questa volta. Ne sono sicuro!” disse il ragazzino non perdendo la speranza.

Shingo ha ragione, se ci arrendiamo adesso, si che è finita!” disse Chibiusa, ritrovando un po’ di quella grinta che era stata spazza via insieme all’onda.

“Non abbiamo intenzione di arrenderci Piccola Lady, non abbiamo solo idee di come affrontare la situazione!” disse Sailor Pluto, accarezzando la testa della bambina.

“Inoltre non sappiamo quanto può reggere la barriera creata da Usagi!” disse Rei, guadando preoccupata la sua amica che era rimasta un po’ in disparte insieme a Mamoru, a osservare ciò che aveva creato, ma comunque abbastanza vicina da sentire i dialoghi delle guerriere.

“Le acque si ritireranno presto…o almeno dovrebbero no? Poi qualcosa possiamo inventarci!” disse Sailor Saturn osservando l’acqua sopra di loro “Ora la situazione ci sembra disperata perché non possiamo uscire, ma dopo un maremoto, le acque tornano sempre al loro posto!”

“No, le acque non si ritireranno. La luna è ancora estremamente vicina alla terra ed è fissa sopra di noi!” disse Usagi, non staccando gli occhi dalla barriera.

Kenji si avvicinò alla figlia e dopo aver lanciato un’occhiataccia a Mamoru, che cominciò a sudare freddo, le chiese “Come puoi essere tanto sicura?”.

Usagi accennò un sorriso al padre, sapendo che non riusciva a capire “Io rappresento la luna. Io sono la luna se vogliamo metterla così e difficilmente non sai dove si trova la tua persona, papà!”

Kenji non seppe cosa rispondere. Non riusciva a capire come sua figlia potesse essere tanto legata al satellite. Poteri o meno, gli sembrava una cosa incomprensibile.

“Ma avere la luna così vicino ti…come dire…ti danneggia?” chiese preoccupato.

Usagi scosse la testa “No, io non risento la sua vicinanza, anzì potrei dire di sentirmi potenziata dalla sua presenza, ma…come vedi quello che può essere buono per me, è dannoso per tutti gli altri!” disse stringendo i pugni.

“Ma perché è successo tutto questo? Io non riesco a capire. Come può la luna fare tutti questi danni? Mi sembra incredibile!” disse Shingo confuso. Non amava l’astronomia e quel poco che aveva studiato a scuola, lo aveva completamente cancellato dalla sua memoria.

“La forza gravitazionale della luna consente le maree, alzando il livello del mare in base alla posizione in cui si trova. Ora la luna è sopra di noi e i mari, attratti dalla sua forza di gravità, rimarranno concentrati su tutto il Giappone e all’esatto opposto del nostro paese. Per fartela semplice Shingo, se la luna si trova a nord, le acque dei mari si innalzano a nord e a sud, mentre ad est e ovest, l’acqua si sarà abbassata e a giudicare dalla quantità d’acqua sulle nostre teste, in certe parti del mondo, la marea che prima ha devastato tutto, ora si è completamente ritirata, anche più del dovuto!” disse Ami cercando di essere il più chiaro possibile.

“Quindi il Giappone e buona parte dell’Europa e Africa sono pressoché sommerse, mentre parte dell’Asia e dell’America sono quasi all’asciutto?” chiese Shingo, chiedendo conferma di quanto avesse capito.

Ami annuì, prima di ricevere un’altra domanda. Anche la professoressa Haruna aveva seguito il gruppetto di ragazze e questo perché una domanda lecita le ronzava in testa da quando aveva visto la luna così vicina.

“Ma se la luna è così vicina presto o tardi non si sconterà con la terra? È troppo vicina perché non venga catturata dalla forza gravitazionale del nostro pianeta!”

“Non ha tutti i torti!” disse Sailor Venus, che al solo pensiero le vennero i brividi. Alzò la testa per assicurarsi che il satellite non fosse ancora più vicino a loro, sebbene a causa sia dell’acqua che della luce del sole ancora presente, esso non fosse molto visibile ad occhio nudo.

“La luna è stabile. Non si avvicina, né si allontana, né si muove intorno alla sua orbita. Kendra la vuole ferma lì per un motivo!” disse Usagi sospirando. 

“Mi sembra ovvio, vuole impedirci di scappare!” disse Nettuno incrociando le braccia e spostando il peso sulla gamba destra.

Mamoru decise di unirsi alle guerriere e disse “Credo tu abbia ragione. Vuole portarci all’esasperazione, sperando che Usagi si consegni a lei o che siamo noi stessi a consegnarla, quando perderemo del tutto la testa!”

Sailor Saturn fece un passo verso Mamoru e lanciando un’occhiata  preoccupata a Usagi chiese “Perché la principessa sta lì in piedi a guardare in alto?”

Mamoru sorrise tristemente e, tornando a guardare la sua amata, disse “Ha solo paura di perdere nuovamente il controllo del potere del cristallo d’argento e di far cadere la barriera. Osservandola, può aumentare il suo potere e rimediare, nel caso si dovesse creare una falla!”

“Ma ora che la luna è vicina, il suo potere non dovrebbe essere più potente? Dovrebbe avere il controllo della situazione no? L’ha detto lei che con il suo satellite vicino, si potenziava!” disse Kenji appoggiato dalla moglie.

Quella situazione li stava facendo esasperare. Volevano la garanzia che Usagi non corresse nessun pericolo, ma purtroppo per loro, non ebbero questa rassicurazione.

“Appunto! Non dovrebbe essere in grado di sconfiggere il nemico e di rimettere tutto a posto? Dopotutto, lei è Sailor Moon, no?” chiese Shingo, che aveva sempre considerato Sailor Moon come la paladina più forte del mondo.

Rei sorrise tristemente all’entusiasmo del fratello e rispose ai familiari della sua amica “Non è così! Cioè Sailor Moon è potente, più potente di  noi, questo è vero, ma Usagi non è inesauribile. È pur sempre un essere umano, con necessità umane e il corpo non può gestire tutto questo stress! Soprattutto dopo il costante utilizzo che ha fatto del suo potere in questo periodo!”  disse Rei sospirando.

Shingo rimase deluso dalla risposta.

“E se usassimo il teletrasporto? Però non possiamo trasportare tutti fuori di qui!” disse Sailor Saturn, per poi sbuffare, quando comprese che il suo piano era stato accantonato da lei stessa.

“Noi combattiamo per proteggere il pianeta, se usassimo il teletrasporto per salvare  solo noi stessi, che senso avrebbe avuto lottare fino ad adesso?” disse Sailor Venus, cercando di rilassare i suoi nervi accarezzando il pelo morbido di Artemis che gli si era rifugiato in braccio.

“Ti ricordo che il nostro compito non è solo quello di proteggere la terra, ma anche la principessa. Finchè lei è viva ci sarà sempre un motivo per combattere!” disse Sailor Urano.

“A quale scopo?” disse Usagi con una voce alterata, che fece voltare tutti verso di lei “Ripetete sempre che io devo essere protetta a tutti i costi. Ma a cosa servirebbe rischiare la vostra vita per salvare la mia? Il nemico vuole me e non si fermerà davanti a niente. Dovrei vedervi morire tutti quanti nuovamente davanti ai miei occhi e affrontare quella solitudine e quel dolore che la battaglia contro Galaxia ha scaturito in me? No! Potete chiedermi qualunque cosa, ma non di riaffrontare dei momenti del genere!” disse Usagi, girandosi a guardare in modo severo le sue compagne.

Ikuko e Kenji la osservarono e videro il dolore nei suoi occhi. Non riuscivano a immaginare cosa la loro figlia avesse affrontato in quegli anni.

“Ma perché  non capisci? Tu sei l’unica speranza per questo pianeta. Finchè tu sarai in vita, le cose si possono sistemare!” disse Sailor Urano alzando la voce e guardando con uno sguardo duro la sua principessa.

“Ma andiamo Haruka guardati intorno. A sentire Mamoru ben poche cose si sono salvate sul nostro adorato pianeta, come pensi che io possa sistemare le cose?” disse Usagi esasperata.

“Come hai potuto proteggere la terra fino a questo momento e come avresti il potere di distruggere il pianeta, puoi anche salvarlo!” disse Sailor Urano incrociando le braccia “Tu sei forte!”

Usagi abbozzò a un sorriso triste “No, non è vero!”

Usagi, ma…!” disse Ikuko debolmente, facendo voltare la ragazza verso di sé, che la guardò dispiaciuta.

“è così mamma, io non sono così potente come tutti credono. Non sono riuscita a proteggere la terra dall’influenza della luna come avrei dovuto o non ci troveremmo chiusi in una cupola sott’acqua senza via d’uscita. Se ho il potere di distruggere il pianeta, non vuol dire che ho la forza di fare il contrario. Distruggere ci vuole niente, ricostruire e tutta un’altra cosa. Per abbattere questa scuola ci vorrebbe semplicemente qualche bomba ben posizionata e via, cadrebbe giù come se fosse di carta, ma quanto lavoro ci vorrebbe per ricostruirla? E stiamo parlando di un palazzo, hai idea di cosa vuol dire dover ridare vita alla maggior parte del pianeta? No, non credo…non ce l’ho nemmeno io!” disse Usagi fissando la guerriera di Urano, fronteggiando il suo sguardo.

“Forse è vero! Non mi rendo conto di cosa voglia dire, ma se pensi che noi ti sopravvalutiamo troppo, tu al contrario ti sottovaluti. Sono convinta di questo perché ti ho già sottovalutato in passato. Non avrei scommesso un soldo su di te la prima volta che ci siamo incontrate. Non credevo che saresti riuscita a salvare il pianeta dall’esercito del silenzio e invece non solo ci sei riuscita, ma hai anche protetto Sailor Saturn, la guerriera che noi outher Senshi eravamo convinte di dover eliminare. E che dire di Galaxia? Sei riuscita a sconfiggerla, a cambiarla e a confinare Chaos nell’oscurità dell’universo. Hai avuto successo anche quella volta ed hai fatto tutto da sola!”rispose Urano.

“Non definirei la vostra morte e quella di Mamo-chan un successo!” Urlò Usagi con le lacrime agli occhi. Mamoru corse immediatamente al suo fianco e la strinse al suo petto, sentendosi nuovamente in colpa per averla abbandonata.

Ikuki e Kenji guardarono la figlia sconvolti. Pensare che le sue compagne e il suo ragazzo fossero morti, fece venire loro un tuffo al cuore.

Quanto avrebbero voluto portare loro un fardello del genere e ridare serenità Usagi.

“Ma poi siamo tornate in vita. Tutto si è risolto!” disse Sailor Saturn.

“Si, ma non sono stata io a ridarvi la vita, è stata Galaxia o non so quale altra fonte di potere, ma ora non sareste qui se fosse stato per me!” disse Usagi singhiozzando. Non riusciva a sopportare più quella pressione che tutti le caricavano addosso.

“Io non sono più potente di voi, sono potente grazie a voi. Se fossi stata da sola saremmo stati tutti sommersi!” disse Usagi mordendosi le labbra.

“Fino a prova contraria sei tu che stai proteggendo tutti noi  dall’essere sommersi con quella barriera!” disse Sailor Jupiter, puntando il dito in aria.

“Sono riuscita ad innalzarla solo perché mi avete donato i vostri poteri!” disse Usagi esasperata.

“Solo perché sei stremata, ci saresti riuscita da sola altrimenti!” disse Sailor Saturn convinta di quello che diceva.

“Forse si, forse no, ma ciò non toglie che io non ho tutto quel potere che voi pensate!” disse cercando di trattenere i singhiozzi “Fate troppo conto sui miei poteri, ma io…io…non…non…”

“Adesso calmati Usako!” disse Mamoru stringendola più forte, per poi rivolgendosi alle ragazze disse “Adesso stiamo pretendendo un po’ troppo da lei!”

Mamoru ha ragione! Il cristallo d’argento ha un potere sconfinato e potrebbe davvero ricostruire il pianeta, ma il suo potere è proporzionale al potere della sua custode e cresce insieme a lei. Quindi Usagi davvero potrebbe non avere questa capacità. In questi anni di lotta il suo potere, come anche il vostro, è aumentato, ma forse non abbastanza!” disse Luna.

 “Neo Queen Serenity nel futuro ha potuto fare qualcosa di simile, anche se il pianeta più che distrutto era addormentato sotto una coltre di ghiaccio, ma aveva il cristallo d’argento da molto più tempo di Usagi. Quindi per ora non stressiamola troppo, una cosa per volta! E tu principessa, tranquilla. Stai facendo un ottimo lavoro!” disse Sailor Pluto abbozzando un sorriso.

“Non ottimo, grandioso! Anche se poche, queste vite sono importanti e tu stai facendo quello che è necessario per preservarle!” disse Chibiusa, cercando di incoraggiare Usagi, la quale ringraziò le due abbozzando un sorriso.

Le Sailor del sistema solare interno, si avvicinarono a Usagi strofinandole la schiena, facendole capire che loro le erano vicine e che non le avrebbero chiesto più di quello che lei poteva.

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Cercando idee ***


“Tornando al discorso di prima, io direi di sentire altre proposte per uscire da qui se ne avete, ma se non viene inclusa la salvezza di queste persone allora meglio tenere quelle idee per sè, intesi

Capitolo 8: Cercando idee

 

Le guerriere continuarono a proporre diversi piani, ma nessuno si era dimostrato funzionale.

“Ragazze, qui non ci siamo. Qui stiamo parlando di un piano di evacuazione per  tutte le persone qui presenti, nessuna esclusa. Abbiamo già perso parecchie vite sul pianeta, cerchiamo di preservarne il più possibile. Se vi vengono in mente altre idee ditele pure, ma se sapete già che non prevede la salvezza di tutti, allora non proponetele!” disse Mamoru togliendosi il cappello e passandosi una mano tra i capelli, gesto che in genere faceva quando era nervoso. Usagi, lo sapeva e strinse la presa sul suo ragazzo, dalla quale non si era ancora separata.

Si sentiva più calma rispetto a prima. Mamoru le aveva permesso di sfogare tutte le sue lacrime e aveva compreso che le sue compagne avevano capito  come si sentisse.

Non le avrebbero fatto più pressione o almeno sperava. Sapeva che il compito più duro era sempre spettato a lei a causa delle sue origini, ma non per questo dovevano fare affidamento solo sulle sue forze, perché lei non era infallibile.

Rei era quella che l’aveva compreso più di tutte.

Forse grazie al rapporto che c’era tra loro due, per quelle volte che lei si era confidata con la guerriera di marte perché necessitava di qualche consiglio o forse perché la sacerdotessa era l’unica a considerare tutte loro come esseri umani prima di ogni altra cosa. Erano umani che avevano ancora i ricordi e poteri di vite in cui erano alieni e non extraterrestri che si camuffavano da uomini.

Le ragazze continuarono a proporre altre idee e Sailor Jupiter propose la sua, convinta che essa potesse essere la soluzione “Se teletrasportassimo tutti in un altro tempo?” chiese per poi rivolgersi a Sailor Pluto “Dovresti essere in grado di farlo!”

La guerriera di Plutone scosse debolmente la testa “Si, ho il potere per farlo, ma…non mi è concesso di fare una cosa del genere!”

“Allora che serve avere il controllo sul tempo, se non puoi praticamente mai usarlo?” chiese Sailor Venus confusa.

“Io sono solo la guardiana del tempo, non sono la padrona. Chrono è colui che lo padroneggia e se uso il mio potere senza il suo consenso, ci saranno solo ripercussioni!” rispose Sailor Pluto sospirando “Non dico questo perché ho paura di rimetterci la vita, qui non si parla solo di me, tutti verremmo puniti se facessi oltrepassare la porta del tempo a questa gente. A nessuno è concesso di conoscere il proprio futuro, né tanto meno di andare nel passato con il rischio di cambiarlo!”

Le guerriere guardarono Pluto con aria confusa e la donna comprese quale era loro domanda.

“Per voi è stata fatta una eccezione, ma sinceramente voi tutte sapete poco del vostro futuro. Siete a conoscenza del fatto che continuerete a proteggere la principessa, ma questo è il vostro compito, come il mio, quindi più che conoscenza di quello che sarete, è stata una conferma di quello che siete!” Setsuna fece una pausa e si rivolse a Usagi e Mamoru “Per voi invece la questione è più complessa. Vi è stato concesso di sapere molto sul vostro avvenire e di viaggiare nel futuro, perché la terra è stata minacciata da un nemico proveniente da quel tempo. Concedendovi uno sguardo sul futuro, vi ha permesso di comprendere meglio cosa fare per annientarlo, ma  credo che voi vi siate accorti che delle ripercussioni ci sono state e scommetto che le vivete ogni giorno sulla vostra pelle!” disse Sailor Pluto con uno sguardo serio.

Usagi abbassò la testa “Hai ragione. Sarebbe stato meglio non sapere!”

Ikuko e Kenji si guardarono confusi perché non comprendevano di cosa stessero parlando, mentre le guerriere si scambiarono uno sguardo stranito, come a voler capire il perché di quella affermazione.

“Ma Usagi…cosa stai dicendo?” chiese Sailor Venus, la quale avrebbe dato tutto l’oro del mondo per sapere se avrebbe esaudito il suo desiderio di diventare una star.

Usako ha ragione. Non fraintendete, siamo contenti di come dovrebbe svilupparsi il nostro avvenire, anche se certe cose ci terrorizzano, ma sapendo quello che ci aspetta, come possiamo fare liberamente le nostre scelte, senza che ci sfiori per la testa l’idea che quell’azione che stiamo facendo, non cambi le cose. Una mossa sbagliata e il nostro futuro è cambiato. È noi abbiamo molto da perdere!” disse Mamoru guardando Chibiusa, la quale si morse il labbro.

Aveva avuto anche lei lo stesso pensiero.

Sua madre le aveva detto di non accennare niente sugli eventi del futuro, per lasciare libera scelta a Mamoru e Usagi, ma più volte si sentiva prendere dal panico, pensando che a causa anche di un solo piccolo cambiamento, lei sarebbe potuta non nascere. Nel caso i due avessero concepito un figlio prima del previsto, non sarebbe stata lei e se lo avessero concepito dopo idem.

Doveva solo sperare che le cose andassero per il meglio, ma a dirla tutta, lei sapeva che qualcosa era già diverso, come lo sapeva Sailor Pluto.

Nel suo tempo, nessuno mai aveva attaccato Neo Queen Serenity, con la luna e il mondo non era mai stato sommerso dalle acque.

“Uhm, non ci avevo pensato. Mi dispiace!” disse Sailor Venus vergognandosi un po’. Quello che per lei un momento prima era una fortuna, in quel momento le sembrava quasi una maledizione. Lei in fondo non aveva conosciuto sua figlia e non doveva temere di perderla a causa di una scelta diversa da quella della futura sé stessa.

Le sailor tacquero per qualche istante, finchè Sailor Jupiter disse “Io non ho altre idee ragazze”.

Usagi chiuse gli occhi sospirando e staccandosi, a malincuore, dal caldo abbraccio di Mamoru, riprese la sua postazione a controllo della barriera.

Usagi, stai bene?” chiese Mamoru con un tono preoccupato.

La ragazza annuì, “Voglio solo controllare che il mio momento di debolezza non abbia intaccato la barriera, ma sto bene!”

“Tu dici di stare bene anche quando non è vero!” disse Rei incrociando le braccia.

“In questo momento sto bene…davvero!” rispose abbozzando un sorriso all’amica “Ho ancora parecchia energia!”

“Si, ma non resisterai per sempre!” disse Chibiusa, ponendosi davanti alla ragazza e con determinazione le chiese “Forse se mi dai il cristallo d’argento, posso sostituirti quando sarai stanca!”

La bambina voleva aiutarla. Voleva mostrare che poteva essere la degna erede di Sailor Moon, ma soprattutto voleva che Usagi non si trovasse in pericolo e non perché era sua madre, ma perché le voleva bene.

Quest’ultima sorrise, ma scosse la testa.

“Ma perché no?” chiese la bambina demoralizzata, pensando che non le venisse concessa l’opportunità di aiutarla solo perché era piccola.

Chibiusa ha ragione. Se fate a turno non vedo cosa ci possa essere di male, ognuna di voi può così riposare per essere al pieno delle forze quando combatterete!” disse Shingo, avvicinandosi alle guerriere.

Ami appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo e disse “So che sei preoccupato per tua sorella Shingo e questo ti fa onore, ma il cristallo d’argento può essere usato solo da Usagi. Ognuno di noi ha il suo potere e nessuna può sostituire l’altra!”

“Ma io posso prendere il posto di Usagi!” disse Chibiusa “Avrò i suoi stessi poteri un giorno!”

Chibiusa, il tempo di passare il cristallo d’argento a te a Usagi, la guardia si abbasserebbe e la barriera si romperebbe!” disse Mamoru.

“Si romperà comunque quando Usagi non reggerà più lo sforzo! Allora perché non tentare?” disse Chibiusa arrabbiata, pestando un piede a terra.

Sailor Pluto le si avvicinò e abbassandosi per poterla vedere in faccia, le rispose “Piccola Lady, il cristallo riconosce come suo custode una persona per volta. Hai potuto usare quello del futuro, nonostante la custode fosse tua madre, perché in quel momento lei  non era disponibile. Inoltre devi tenere conto che il cristallo del futuro è ben conscio della tua presenza. Lui sa che sarai la sua prossima custode, ma per il cristallo di Usagi, tu ancora non esisti!”

“E se andassi a prendere il cristallo d’argento del futuro?” chiese la piccola, speranzosa di aver trovato una soluzione efficace.

“Lasceresti il tuo futuro senza il suo protettore!” disse Pluto “Inoltre, questo avvenimento, non essendosi mai verificato nel tuo tempo, può aver modificato il futuro più di quanto possiamo immaginare e non sappiamo cosa troveresti. La terra potrebbe anche essere ormai un luogo disabitato o non esserci più un pianeta terra!”

“Ma io sono ancora qui, quindi i miei genitori sono ancora vivi!” insistette la piccola.

“Può darsi, ma forse sei ancora qui, perché lo sbalzo temporale non ti ha ancora colpito o perché in questo tempo i tuoi genitori sono vivi e quindi hai ancora speranze di nascere, oppure…” Sailor Pluto sospirò “Nemmeno io che sono la custode del tempo, capisco bene come funzionino queste cose. So solo che non è così semplice. Ci possono essere tanti motivi perché tu sia qui. Può anche essere per volere del padre del tempo. Lui volendo può separare i tempi. Non lo so Piccola Lady, mi dispiace!”

Gli occhi di Chibiusa si riempirono di lacrime, sentendosi nuovamente inutile.

“Ma di cosa state parlando? Cos’è questa faccenda del tempo, del futuro e….e…insomma, se non ci trovassimo in questa assurda situazione, direi che avere una fervida immaginazione?” Chiese Kenji esasperato, sbattendo la mani sulle gambe, volendo comprendere di più.

“Ma dai papà. Ora che hai visto di cosa sono capaci le guerriere Sailor, ti sorprendi che si possa viaggiare nel tempo? Eppure da quanto ho capito, Chibiusa lo ha fatto. Non è del nostro presente, viene appunto dal futuro!” disse Shingo, che affascinato dagli intrighi delle battaglie Sailor, non si perdeva nemmeno una parola, arrivando addirittura a dimenticare che poteva lasciarci le penne da li a poco.

Ikuko invece aveva ascoltato tutto, senza fare domande, ma il suo cervello stava lavorando. Guardò Chibiusa e cominciò a ragionare. Da quanto affermato dalle Sailor, la bambina non poteva occupava quel grado di parentela che aveva sempre creduto. Lei non poteva essere sua zia, se Chibiusa non era ancora nata. Osservò la bambina e si ricordò di una cosa che aveva pensato a un sacco di volte. Lei e Usagi si assomigliavano come due gocce d’acqua. Si portò una mano alla bocca per coprire il gemito che lo stupore le portò, comprendendo la verità.

“Cosa c’è tesoro?” chiese Kenji, notando lo sguardo sorpreso della moglie.

Ikuko scombussolata, scosse la testa “N-niente, caro…n-niente!” disse tornando a fissare Chibiusa e poi spostando lo sguardo alle spalle della figlia.

 

Passarono diverse ore e la situazione non cambiava.

Le persone cominciavano a perdere la calma.

Ritrovarsi in una cupola infondo al mare, con la luce che veniva sempre meno a causa del calare del sole e il pensiero di non aver più niente al di fuori, li stava facendo impazzire.

“Dobbiamo riuscire a tenerli calmi! Se si diffonde il panico è finita!” disse Sailor Mars.

“Ci penso io!” disse Sailor Urano che con poca grazia disse alla folla che loro stavano cercando di fare del loro meglio per trovare una soluzione e che se volevano dare loro una mano, dovevano smettere di comportarsi come pazzi.

Vedendo la poca delicatezza dell’amica, intervenne Michiru a calmare le acque e a spiegare la situazione. Non mentì alla gente. Raccontò loro che erano veramente nei guai, ma che le guerriere Sailor avrebbero fatto di tutto per tirarli fuori da quella situazione. L’unica cosa che chiedeva era un po’ di collaborazione.

Alcune persone si incaricarono di distribuire il cibo ai presenti, ma la visione diventava sempre più difficile e fu allora che Sailor Jupiter, ricorrendo ai suoi poteri, alimentò i lampioni e le luci della scuola, riuscendo così a illuminare il luogo come se ci fosse ancora il sole.

“Ottimo lavoro Sailor Jupiter!” disse Artemis.

“Per così poco! Vorrei poter fare di più!” disse la guerriera interpellata.

Usagi si sedette a terra, sciogliendo la trasformazione e immediatamente le sue compagne e genitori la circondarono, pensando a un malore.

Usagi, che cos’hai?” chiesero le guerriere all’unisono.

La ragazza le guardò e disse con un tono quasi divertito “Ragazze, mi sono solo seduta!”

Le guerriere scossero la testa e si scambiarono un sorriso.

“Sicura che va tutto bene?” Chiese Ikuko inginocchiandosi davanti alla figlia.

 “Si, mamma. Restare trasformata richiede energie, così almeno ne risparmio un po’!”

Sailor Saturn tirò un sospiro di sollievo “Ci hai fatto preoccupare, principessa!”

“Ma perché continuate a chiamarla principessa?” chiese Shingo curioso.

Usagi guardò il suo fratellino e i suoi genitori.

Non sapeva se dire la verità era una cosa buona o meno. Si era sentita sollevata quando avevano scoperto la sua vera identità, dato che non avrebbe più dovuto mentire. Ma non era facile raccontare loro che aveva vissuto un’altra vita, con un'altra famiglia e con un ragazzo che amava alla follia e che l’aveva seguita sia nella morte che nella reincarnazione.

Decise che era meglio aspettare, per consentire a Mamoru di restare vivo ancora un po’, perché suo padre lo avrebbe ucciso quando avrebbe scoperto che ancora prima di nascere sulla terra, loro due avevano già avuto una relazione seria.

“è una lunga storia!” tagliò corto la ragazza, facendo mettere il broncio a Shingo che non aveva potuto soddisfare la sua curiosità.

Sailor Nettuno cominciò a innervosirsi e per scaricare un po’ i nervi, iniziò a fare avanti e indietro. Il mare era il suo territorio e avrebbe dovuto avere una sorte di controllo su di esso. Ora che non doveva più combattere la potenza dell’onda e che il mare era calmo, non avrebbe dovuto avere problemi a controllarlo, ma per quanti sforzi facesse, non riusciva a farsi obbedire dalle acque come voleva.

Michiru, la forza gravitazionale è troppo forte perché tu possa controllare l’oceano. Non sprecare energie!” disse Usagi, girando la testa per poterla vedere almeno con la coda dell’occhio.

Le guerriere guardarono l’interpellata sorprese. Nessuna di loro si era accorto dei tentativi della guerriera di Nettuno.

“Come fai a sapere quello che sto facendo? Non ho detto niente a nessuno!” disse Michiru sorpresa.

“Sento la pressione marina aumentare e diminuire come se qualcuno cercasse di allontanare le acque e dato che la luna è ancora ferma al suo posto e che fino a prova contraria sei tu la guerriera dei mari…bhe…ho tirato le somme!” rispose Usagi.

“Ma se alleggerisco la massa d’acqua che si trova su di noi, per te è anche meno faticoso riuscire a tenere la barriera alzata!” disse Michiru.

“La resistenza che dovresti fare tu per alleggerire il carico d’acqua sulle nostre teste, ti costerebbe un grande spreco di forze. È un lavoro più duro di quanto stia facendo io!” disse Usagi. “Io sto combattendo contro il peso delle acque, non contro la forza gravitazionale della luna! Il mare cercherà in tutti i modi di tornare ad assumere la posizione che la luna gli impone!”

“Puoi davvero sentire queste cose Usagi?” chiese Kenji, incredulo a quanto le sue orecchie sentissero.

“Solo grazie al cristallo d’argento!” rispose Usagi, alzando le spalle. “Il lavoro lo fa lui a me fa il resoconto togliendomi le energie!”

Kenji sbuffò e spazientito dalla situazione disse “Ma perché non ci hai detto niente sulla tua identità? Io e tua madre ne avevamo tutti i diritti. Sei nostra figlia e dobbiamo sapere tutto quello che ti riguarda. Avremo anche potuto chiudere un occhio le volte che ti abbiamo sgridato perché eri in ritardo, o a causa del tuo rendimento scolastico?”

“Non potevo! E a parte questo ultimo periodo, ho sempre studiato poco perché non avevo voglia…anche se riuscivo sempre a rimediare a qualcosa grazie alle mie amiche!”

“E invece quest’anno ci siamo lasciate andare anche noi!” disse Jupiter grattandosi la testa.

“Se dicevate  la verità, si poteva…” cominciò Ikuko, venendo interrotta da Sailor Pluto.

“è un segreto. Tutte noi avevamo l’obbligo di tenere nascosta la nostra esistenza, finchè non sarebbe arrivato il momento!”

“Inoltre rivelare le nostre identità avrebbe potuto costituire un pericolo per le persone che ci sono vicino!” disse Sailor Mars prendendo la parola e mordendosi un labbro.

“Esatto, sapendo la verità, mia madre avrebbe fatto di tutto per proteggermi, anche mettersi davanti a un mostro. Credo che voi avreste fatto lo stesso per Usagi!” disse Ami, rattristandosi e lasciandosi sfuggire qualche lacrima. Aveva cercato di resistere, concentrandosi su come uscire da quel pasticcio, ma quella conversazione la fece cedere e il suo pensiero andò a sua madre. Quest’ultima non era presente alla gara a causa del lavoro e quindi minime erano le possibilità che si fosse salvata dallo tsunami.

Minako le appoggiò una mano sulla spalla. La capiva benissimo e l’abbracciò facendosi sfuggire qualche singhiozzo, in quanto anch’essa aveva perso i suoi genitori.

Rei strinse i pugni fino a farsi male. Pensare che suo nonno e Yuri non ci fossero più era un dolore immenso, un dolore che però doveva controllare. Se avesse potuto, avrebbe urlaro e usato il suo potere contro qualche albero o oggetto per sfogarsi, ma sapeva che non era il momento di perdere la calma.

 

Quando tutte le persone presenti nell’edificio erano state sfamate, i volontari che si erano occupati di preparare i panini ne offrirono alcuni anche alle guerriere.

“Avete provveduto a dare da mangiare prima a tutti gli altri?” chiese Mamoru.

Secondo gli accordi che avevano preso le Sailor e Tuxedo Kamen, la folla avrebbe dovuto essere sfamata per prima.

Sebbene loro tutti necessitassero di energie, il loro primo pensiero erano quelle persone che contavano su di loro.

La professoressa Haruna, una delle volontarie, si avvicinò a Usagi e le diede la sua razione di cibo.

“Tieni, immagino che tu sia affamata, Usagi!”

La ragazza sorrise “Si, in effetti un po’ lo sono. Grazie!”

L’insegnante Haruna ricambiò il sorriso “Sai, con questa faccenda ho appurato che sai parecchie cose sulla luna, potrei anche pensare di alzarti il voto di scienze!”

“Mi salverebbe dalla bocciatura?” chiese Usagi con la bocca piena, dopo aver dato un morso enorme al suo panino.

“Chi lo sa? Dopo quanto scoperto, cioè sapere quanto ti impegni per proteggere il mondo, io potrei fare anche uno strappo alla regola, ma sai che non dipende solo da me, ci sono anche gli altri insegnanti!”

Usagi alzò le spalle “La ringrazio, ma…nessun favoritismo. Non salvo la terra per avere qualcosa in cambio, così come le mie amiche!”

“Lo so, ma io credo che tutti noi vi dobbiamo qualcosa!”disse l’insegnante dispiaciuta di non poter fare niente per ricambiare.

Chibiusa intervenne sedendosi accanto a UsagiBhe che male c’è ad approfittarne? Io accetterei!” disse addentando un panino.

Usagi sorrise divertita, ma il suo riso venne cancellato quando sentì al petto una sensazione conosciuta.

Si piegò in avanti e portò le mani all’altezza del cuore. Strinse gli occhi cercando di immettere aria nei polmoni, sentendosi sempre più soffocare.

Chibiusa urlò, attirando l’attenzioni di tutti.

Mamoru, gridando il nome della sua amata, fu il primo a raggiungerla.

Controllò le sue condizioni, riconoscendone i sintomi. In un primo momento credette che il malore fosse dovuto dal cristallo d’argento, ma in genere, quando Usagi ne faceva troppo uso, si sentiva stanca, al massimo sveniva. Non le mancava l’aria e non le causava dolore. Poteva essere solo uno il motivo. Il nemico la stava nuovamente attaccando colpendo la luna.

La fece sdraiare, non trovando la posizione rannicchiata che aveva assunto molto favorevole alla sua respirazione.

Usagi aveva preso a fare respiri superficiali e veloci, rischiando così di entrare in iperventilazione.

Mamoru le prese una mano e l’appoggiò sul suo petto, dicendo alla ragazza di seguire il suo respiro, di sentire quando il suo petto si alzava e abbassava. Le disse di provare a imitarlo per calmare il suo respiro.

La ragazza aprì leggermente gli occhi per guardare l’uomo, che la incitava a continuare quando vide che stava facendo bene, ma una forte fitta le mozzò il respiro e Mamoru sgranò gli occhi a quanto vide.

“Cosa le sta succedendo?” chiese Ikuko terrorizzata, la quale aveva affiancato la figlia dalla parte opposta di Mamoru.

Nessuno rispose. Quello che avevano visto aveva colto di sorpresa tutti.

Un’aura nera aveva avvolto Usagi.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9:Forza Usako! ***


“è il potere oscuro delle nostre nemiche

Capitolo 9:Forza Usako!

 

Un’aura nera avvolgeva Usagi.

I suoi genitori spostavano lo sguardo dalla loro figlia alle guerriere Sailor, cercando sia spiegazioni, che un segno da parte loro che avrebbero fatto di tutto per aiutarla.

Si sentirono persi quando videro gli sguardi impanicati delle ragazze, come se esse non avessero la minima idea di cosa fare.

Potevano solo provare e Sailor Mars decise di tentare una carta che ormai non usava più da tempo.

Per fortuna, sebbene non usasse più quel tipo di purificazione, aveva conservato qualche pergamena nel suo vestito. Erano vecchie e un po’ stropicciate, ma il loro stato non avrebbe influenzato il loro funzionamento.

Prese una pergamena tra l’indice e medio della mano destra, se la porto al viso e chiudendo gli occhi cominciò a formulare la sua preghiera di liberazione.

Aprì gli occhi di scatto e piegandosi sulle ginocchia, applicò il foglio sulla fronte di Usagi.

La guerriera di marte si morse l’unghia del pollice nervosamente, mentre aspettava il funzionamento della sua arma, ma questa, a causa dell’energia negativa che avvolgeva Usagi, si sciolse come neve al sole.

Abbassò la testa sconfitta e strinse diversi fili d’erba, arrivando a macchiare di terra i suoi guanti bianchi.

Ami aveva già capito di cosa si trattasse, ma per avere una conferma, chiese a Sailor Jupiter di staccare la corrente elettrica che alimentava con il suo potere.

Ci furono diverse grida per l’improvviso black out.

La visione infatti era praticamente assente, cosa strana in quanto, nonostante fosse ormai calata la notte e sopra le loro teste ci fosse parecchia acqua, la luna piena cosi enormemente vicina alla terra, avrebbe comunque dovuto a rischiarare un po’ l’ambiente.

La luce arrivava solo a tratti, come se delle nuvole passassero velocemente davanti alla luna, permettendo il passaggio dei raggi lunari solo di rado.

Era l’energia oscura del nemico che si muoveva intorno al satellite a creare quell’effetto di luce e buio, ma questa sembrava voler sopprimere la luce sempre di più.

“è proprio quello che temevo!” disse Luna abbassando le orecchie, in quanto quel fenomeno l’aveva già visto, anche se era molto meno accentuato. Infatti Usagi non si era mai sentita male fino a quel punto a causa di un semplice oscuramento della luna. Sentiva solo un peso sul petto che di tanto in tanto le faceva mancare il respiro come se avesse corso per diverso tempo.

Quella volta invece sembrava che la massa nera che circondava la luna, fosse più fitta e cercasse proprio di strangolarla.

Sailor Jupiter fece tornare la luce, facendo placare quei brontolii da parte delle persone, dei bambini presenti soprattutto, che intimoriti dal buio si erano messi a piangere a squarciagola.

Chibiusa stava dietro le spalle di Mamoru e osservava quanto stava succedendo. Poi le venne un idea  “Ragazze, noi non possiamo creare una sorta di barriera che la protegge? Le Sailor del futuro hanno protetto mia madre dal raggio nero della luna nera, magari noi possiamo fare la stessa cosa!”

Sailor Chibiusa ha ragione, vale la pena di tentare!” disse Sailor Saturn che aveva già prontamente dato la mano all’amica.

Le altre ragazze mettendosi in cerchio, seguirono l’esempio della guerriera della distruzione e invocando i loro poteri, crearono si una sorta di protezione, ma non contro quell’alone scuro. Se qualcuno avesse lanciato loro una bomba, Usagi sarebbe stata al sicuro, ma il nemico si era dimostrato ancora più subdolo.

Mamoru spinse maggiormente la mano di Usagi contro il suo petto, incitandola a continuare a concentrarsi sulla respirazione, sebbene anche lui, terrorizzato che le potesse capitare qualcosa, facesse fatica a respirare.

“Purtroppo non possiamo fare niente!” disse Ami “Lei riflette solo il malessere della luna”.

Sailor Urano si avvicinò a un albero e presa da un attacco di rabbia, sfoderò un forte pugno contro la corteccia dell’arbusto, danneggiandolo e ferendosi la mano. Non sentì però dolore, non verso la mano almeno “Accidenti! Ci deve pur essere qualcosa che possiamo fare! Non riesco a stare ferma a vederla in quelle condizioni!”

Usagi con uno scatto che sorprese Mamoru, si liberò dalla sua presa. Si voltò da un lato, portò le ginocchia vicino al petto e stringendo le mani intorno alla testa, urlò.

Usagi!” gridarono  i parenti della ragazza e Shingo si ritrovò a cercare di reprimere le lacrime, sebbene con scarso risultato.

Chibiusa si sentì paralizzata. Non aveva mai sentito Usagi o sua madre urlare in quel modo, ma presto ebbe una nuova ragione per cui sentirsi spaventata. Cominciò a sentire una strana sensazione nel petto e sentendosi improvvisamente debole, cadde sulle ginocchia. Sembrava quasi stesse simulando il malessere di Usagi.

Sailor Pluto l’affiancò immediatamente. Sentiva una distorsione temporale e ora poteva anche vederla.

“Piccola Lady!”

C-cosa mi sta succedendo?” chiese la bambina, cominciando a lampeggiare di tanto in tanto.

Chibiusa!” urlano le inner senshi, temendo che il lampeggiare della bambina potesse indicare una cosa soltanto.

Mamoru strinse gli occhi. Avrebbe voluto correre dalla sua bambina, ma non voleva lasciare Usagi. Sapeva che doveva fare qualcosa per lei in primis, o per Chibiusa non ci sarebbe stato niente da fare.

Ikuko, che aveva compreso chi fosse in realtà Chibiusa, avendo visto diversi film dove venivano rappresentati le conseguenze che andavano a colpire il futuro se il passato veniva cambiato, cominciò a tremare.

Calde lacrime cominciarono a scendere in modo copioso dalle sue guance, per poi fare la fatidica domanda “Usagi sta per morire?” chiese quasi in un sussurro. “Chibiusa è sua figlia, vero? Se lei sta scomparendo vuol dire che…che…” si portò le mani al viso non riuscendo a finire la frase.

Kenji guardò sconvolto la moglie, sia per la questione di Chibiusa, ma soprattutto per aver sentito la parola morte, abbinato al nome di sua figlia.

Nessuno volle rispondere.

Come si poteva dire a un genitore che c’erano probabilità che sarebbero sopravvissuti a loro figlio? Eppure qualcosa non tornava e fu Sailor Venus a dare voce al suo pensiero.

“Qualcosa non va! Fino adesso Kendra e Kayoko non hanno mai provato ad uccidere realmente Usagi. Hanno sempre parlato di catturarla. Avrebbero fatto molto di più alla luna se l’avessero voluta morta!”

“Non sarebbe la prima volta che un nostro nemico si diverte a infierire sulla sua vittima!” disse Sailor Urano.

“No, credo che Sailor Venus abbia ragione. Usagi non è in pericolo di vita!” disse Sailor Pluto.

Mamoru  la guardò con la coda dell’occhio, attendendo spiegazioni, perché tutto quello che vedeva, lasciava pensare alla peggior delle ipotesi. Riprese Usagi fra le sue braccia e la strinse a sé.

Poco gli importava se suo padre era lì davanti a lui.

“Di cosa stai parlando Sailor Pluto!” chiese Sailor Nettuno confusa.

“Sto avvertendo una distorsione temporale molto forte, che riguarda la Piccola Lady, ma questa distorsione non riguarda la una sua sparizione, ma un suo cambiamento!”

C-cosa vuoi dire?” chiese Chibiusa, cercando di rimanere concentrata sebbene avesse una fifa tremenda.

“Stanno facendo il lavaggio del cervello a Usagi in questo momento. Stanno cercando di farle cambiare morale!” disse Sailor Pluto, sorprendendo tutti.

“Ma è impossibile!” disse Sailor Urano.

“No, non è impossibile, è quello che percepisco! Se Usagi dovesse cambiare e dovesse comunque avere la piccola Lady, le insegnerebbe a essere una persona diversa e probabilmente malvagia.” disse Sailor Pluto .

Chibiusa strinse gli occhi a quella affermazione.

“Non intendevo dire che non può accadere una cosa del genere, ma che è impossibile che riescano a trasformare Usagi. È la persona più buona che ci sia al mondo e probabilmente in tutto l’universo. Vi ricordo che il seme di stella di Usagi è il più luminoso di tutti quelli che Galaxia aveva raccolto in giro per l’universo, per non parlare del suo cuore. Brilla talmente tanto da aver sospettato che dentro di esso si nascondesse un talismano! Usagi non può diventare malvagia!” disse Sailor Urano “Non dopo quello che essa rappresenta!”

“Aspettate un attimo ragazze!” disse il padre di Usagi alzandosi in piedi “Capisco poco di quello che state dicendo, ma credo di essermi fatto un idea di come funzionino le cose. Se Usagi e la luna sono due cose uguali, allora come può essere trasformata? La luna è sempre stata simbolo di purezza e ha sempre rischiarato le tenebre in cui cade la terra quando cala il sole!”

“Non ha tutti i torti signore, ma non ha tenuto conto di una cosa!” disse la guardiana del tempo sospirando “La luna ha anche un lato oscuro!”

Kenji spalancò gli occhi e si buttò a terra rassegnato.

Mamoru stringendo un pugno disse “Se vogliamo metterla su questo piano, allora la luna non è sempre piena, e ci sono giorni in cui essa non è proprio visibile. Allora Usagi dovrebbe trasformarsi in continuazione in base allo stato della luna?. Essere un giorno buona, un giorno cattiva e un altro metà e metà!” disse spostando lo sguardo sulle guerriere “Sarà anche strettamente collegata alla luna, ma non è la luna nel vero senso della parola. Se fosse così allora il maleficio che stanno architettando i nemici, verrebbe cancellato completamente alla prossima luna piena. Ma non è così e la nostra nemica ha ben chiaro questo concetto. Sa che Usagi non è la luna, ma che attraverso essa può accededere al suo cuore e alla sua mente ed è quello che sta succedendo. Spera così di sopraffarla, ma io sono sicuro che non accadrà. Come la luna viene considerata bella per la sua luminosità grazie al sole che le permette di brillare, Usagi è la persona che è grazie all’amore che la circonda. Noi tutti l’amiamo e lei ama noi. Questo la rende così speciale…l’amore incondizionato. Per questo lei non cambierà e combatterà affinché ciò non accada!”

“Ma al momento la tua teoria non sembra essere molto convincente. A me sembra che il maleficio della vostra nemica stia funzionando!” disse Shingo, continuando a osservare l’aura nera che avvolgeva la sorella.

“Lasciando la luna da parte, in quanto essere umano anche Usagi avrà un lato oscuro come tutti e il nemico sta giocando proprio su questo…sulla debolezza umana. Ma Mamoru ha ragione, lei combatterà e il fatto che stia soffrendo così e un chiaro segno che non si vuole arrendere!” disse Sailor Mars giocando nervosamente con le mani “Dobbiamo solo avere fiducia!”

Chibiusa si sentiva sempre più soffocare da quella sensazione. Provava sentimenti che aveva già provato prima, quando si era trasformata nella Black Lady e non voleva rivivere quella situazione, soprattutto non dopo aver cercato di fare del male alle persone che amava.

“Mamma!” urlò Chibiusa spaventata.

Nella mente di Usagi c’era il caos. Vedeva cose che non erano mai accadute e era cosciente di questo, ma erano comunque dolorose e non riusciva a sottrarsi da quella forza oscura che l’aveva intrappolata in quel mondo di ricordi falsi. Il nemico continuava imperterrito nella sua opera, ben conscio che prima o poi la ragazza avrebbe cominciato a credere in quello che vedeva.

Ma qualcosa riuscì a oltrepassare quelle tenebre, la voce di qualcuno.

Usagi sentendo l’appello disperato di Chibiusa, aprì leggermente gli occhi e girando la testa verso di lei, poteva vedere cosa le stesse succedendo.

I loro occhi si incrociarono e Usagi potè leggere la supplica della bambina afare qualcosa, a impedire che qualcosa potesse effettivamente cambiare il loro futuro.

C-Chibiusa!” disse debolmente tornando a stringere gli occhi.

Mamoru non riusciva più a sopportare quella condizione e decise di usare il suo potere. Lo aveva usato con Chibiusa quando questa rischiava di morire a causa dell’estrazione del suo cuore puro.

Non era la stessa situazione, ma sperava che trasmettendo il suo potere in Usagi, questo potesse oltrepassare quelle tenebre che l’avvolgevano e ad esserle di aiuto in qualche modo.

Le prese la mano e si concentrò.

Le loro mani si illuminarono di una luce dorata e l’aura nera, spaventata da quella fonte di potere, sembrava tenersi lontana da quella zona del corpo della ragazza.

C-cosa, stai facendo? Non le stai facendo del male vero?” chiese Kenji vedendo l’azione di Mamoru.

Non gli piaceva quel ragazzo, ma se poteva aiutare sua figlia, non avrebbe cercato di ucciderlo per quel contatto con la mano…non in quel momento almeno.

“No, cerco di darle un po’ della mia energia, sperando possa servirle a qualcosa!” disse Mamoru, non staccando gli occhi dal volto sofferente di Usagi.

“Bravissimo Mamoru!” disse Ami facendo un sorriso. Sapeva che Usagi era forte, ma come avevano constatato prima, non poteva combattere da sola e ora finalmente qualcuno aveva trovato un modo per starle accanto.

“Si, può essere una buona idea, ma il potere del principe potrebbe non bastare, se Kendra non abbandona il suo intento di soffocare la luna con il suo potere oscuro!” disse Sailor Pluto, vedendo che col passare dei minuti non vi erano miglioramenti nella piccola Lady.

“Forza Usagi, noi siamo qui con te!” urlò Sailor Jupiter, che nervosamente aveva preso a giocare con i capelli, gesto che non era di sua consuetudine.

Chi-chibiusa!” disse Usagi nuovamente con un filo di voce. A causa della sua debolezza, aveva già condannato la maggior parte degli abitanti della terra, non voleva che ora per colpa sua anche la bambina soffrisse. Si aggrappò a quella luce dorata che le infondeva un po’ di calore, allontanando leggermente il freddo che sentiva a causa delle tenebre che l’avvolgevano.

Ma-mo-chan!” disse stringendo con maggiore potenza la mano dell’uomo, il quale senti tutt’a un tratto, il suo potere venire risucchiato da Usagi.

Cominciò a sentire le sue energie venire meno, ma non gli importava. Se la ragazza necessitava del suo potere per combattere quella forza, allora avrebbe potuto prenderlo tutto.

“Forza Usako!” le disse vicino all’orecchio.

Dal corpo della ragazza si sprigionò improvvisamente una luce potente, che avvolse Mamoru e la luna.

Le ragazze non compresero cosa stesse succedendo, ma quando il bagliore scomparve, poterono gioire a quanto i loro occhi vedevano.

Chibiusa, sentendosi improvvisamente bene, aprì gli occhi confusa e si alzò in piedi. Guardò Usagi e, sebbene fosse ancora a terra e priva di sensi, ella non era più avvolta dall’aura scura.

Era salva…per il momento.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Figlia di chi? ***


Capitolo 10:

Capitolo 10: Figlia di chi?

 

Per il momento il peggio era passato.

Usagi era ricorsa al suo potere e quello di Mamoru per vincere l’attacco nemico e ora riposava tranquillamente tra le braccia del suo amato. Sua madre le era accanto e le spazzolava i capelli dolcemente, come faceva quando era piccina e la osservava quando dormiva.

Luna si era avvicinata alla sua padrona e in un sussurro disse “Chissà quanti altri attacchi nemici potrà contrastare!”

Mamoru sospirò, si era fatto esattamente la stessa domanda.

Sapeva che la sua Usako era forte, ma anche gli alberi sembrano indistruttibili, tanto da resistere a intemperie di qualunque genere, fin quando, raggiungendo i loro limite, si spezzano sotto la potenza del vento.

Ma lui avrebbe fatto di tutto per impedire che qualcosa di brutto potesse accaderle.

Ci avrebbe provato con tutte le sue forze.

Usagi strinse le palpebre e fece un piccolo gemito, segno che il suo risveglio era vicino.

I suoi occhi si aprirono lentamente e la ragazza dovette richiuderli più volte prima di riuscire a mettere bene a fuoco le cose intorno a lei.

Usagi, tesoro, come ti senti?” chiese Kenji stringendole la mano, vedendola sveglia.

Ella si sentiva confusa e la testa pesante.

Usagi, riesci a sentirci?” chiese Ikuko, vedendo lo stordimento della figlia “Riesci a ricordare cosa è successo?”

La ragazza annuì e poi con un filo di voce,  rispose “S-sto bene. M-mi sento solo m-molto stanca!” disse cercando di rassicurare i suoi, poi il suo sguardo si spostò su Mamoru.

“Mamo-chan, scusami!”

L’interpellato rimase sorpreso “Per cosa?”

“Ho dovuto sottrarti parte del tuo potere per…per contrastare quella forza, non sarei riuscita altrimenti a…a…” Usagi non terminò, le costava fatica anche parlare.

Il ragazzo scosse la testa “Non scusarti, hai fatto benissimo! Non ne ho risentito più di tanto!” disse sorridendole dolcemente.

Era vero, aveva sentito parte delle sue forze abbandonarlo nel momento in cui Usagi era ricorso il suo potere, ma la preoccupazione per lei era talmente tanta, che non fece caso al suo stato di salute. Si sentiva solo un po’ debole, ma niente di più. Non era neanche lontanamente paragonabile a come si sentiva Usagi in quel momento.

Mamoru diede un bacio sulla fronte alla sua amata e le sussurrò di riposare un po’.

Le ragazze si intenerirono a quella scena, al contrario di Kenji e Shingo che fecero una smorfia disgustata.

Il momento venne interrotto dalle urla e dalla gente che scappava in ogni direzione a causa dell’acqua che aveva preso a entrare dall’apertura che si era creata quasi al centro della cupola innalzata da Usagi.

L’attacco subito, anche se era stato progettato per un motivo in particolare ed era fallito, aveva portato a delle conseguenze non del tutto inaspettate dai presenti.

“L-la b-barriera…non…non riesco…” cominciò Usagi, cercando di mettersi inutilmente a sedere. Crollò infatti nuovamente tra le braccia di Mamoru.

“Non ti sforzare, Usako!” disse Mamoru, guardando il buco. Non era enorme e l’acqua prima di inondare tutto, ci avrebbe impiegato diverso tempo, ma comunque se non fosse stato fermato, l’inevitabile sarebbe accaduto. Forse anche prima dei suoi calcoli se la debolezza di Usagi, avesse influenzato la grandezza del foro.

“Non preoccuparti principessa, ci penso io!” disse Sailor Nettuno, alzando le braccia verso l’altro per impedire che l’acqua continuasse a cadere. Ricorse infatti al suo potere. Se non era in grado di spostare l’acqua a causa della forza gravitazionale della luna, poteva almeno impedire che questa cadesse su di loro.

Le guerriere Sailor tirarono un sospiro di sollievo, vedendo che per il momento, il pericolo era scampato.

Sailor Pluto si avvicinò a Usagi e sorridendole dolcemente le disse “Sailor Nettuno ha la situazione sotto controllo principessa, tu riposa.. Ne hai bisogno!”

Usagi lanciò un’occhiata alla sua compagna, domandandosi per quanto tempo avrebbe potuto reggere, ma aveva fiducia in lei e approfittò del suo aiuto per recuperare le energie, cadendo in pochi minuti in un sonno profondo.

Mamoru aveva appoggiato Usagi al tronco di un albero, lasciandola riposare in pace, mentre lui si faceva una passeggiata per sgranchire le gambe e rilassare i nervi.

Purtroppo per lui non riuscì a rilassarsi a lungo e cominciò a sudare freddo quando vide Kenji avvicinarsi a lui con uno sguardo serio.

Cercò di sembrare calmo e aspetto che l’uomo lo raggiungesse.

“Senti un po’ giovanotto. Vorrei scambiare quattro chiacchiere con te!”

Mamoru annuì e deglutì la saliva in eccesso “D-di cosa mi vuole parlare?”

Kenji assottigliò gli occhi e rispose “Ti sono grato per aver salvato la mia bambina, ma continui a non piacermi. Quindi una volta finita questa storia, voglio che tu stia alla larga da Usagi, intesi?”

Mamoru lanciò un’occhiata all’interpellata.

Era così bella quando dormiva. Sembrava un angelo, una bambola di porcellana facile da rompere, ma preziosa al tempo stesso.

Il ragazzo sorrise e tornando a guardare Kenji, scosse la testa “Mi dispiace signor Tsukino, ma non ho alcuna intenzione di stare lontano da sua figlia. Io la amo e non può fare niente per impedirmi di starle accanto!”

Il padre di Usagi potè avvertire nella sua voce una grande determinazione.

“Tu la ami? Che parolona. Siete entrambi giovani, Usagi soprattutto, come potete dire di amarvi e non di essere semplicemente attratti l’uno dall’altra! Io voglio solo che mia figlia non soffra!” disse Kenji, ignorando la moglie che sentendo la discussione, gli chiedeva di lasciare in pace il ragazzo.

“Capisco benissimo quello che prova e…!” cominciò Mamoru, venendo subito interrotto da Kenji che domandò “Oh davvero? Come puoi capirmi? Hai per caso una figlia nascosta da qualche parte?”

Il ragazzo non fece in tempo a rispondere che il padre della sua amata spalancò gli occhi, ricordandosi di una questione che aveva tralasciato a causa delle condizioni di Usagi.

Si girò di scatto verso Ikuko e urlò sconvolto “Aspetta un attimo? Chibiusa è la figlia di chi? Come può Usagi avere una figlia?”

Ikuko si morse il labbro nervosa, sapendo che quella discussione avrebbe mandato fuori dai gangheri il marito.

 Bhe ecco, dato che abbiamo appurato che Chibiusa viene dal futuro e che somiglia a Usagi in modo incredibile e che stava subendo una trasformazione a causa del cambiamento di nostra figlia, ho fatto due più due. Chibiusa è nostra nipote!”

La donna si girò verso la bambina, poco lontano da lei, e le chiese se fosse vero. Ma vedendo la sua incertezza Ikuko, si abbassò all’altezza di Chibiusa e mettendole le mani sulle spalle, disse “Voglio che tu mi dica la verità!”

“Ecco…io…” la bambina alzò lo sguardo su Mamoru e su Sailor Pluto, cercando da loro, la conferma che dovesse dire la verità. A giudicare dallo sguardo del primo, Chibiusa comprese che il suo futuro papà non era tanto contento all’idea, ma Setsuna, ormai rassegnata, alzò le spalle dicendo “Ormai l’hanno scoperto  Piccola Lady!”

Chibiusa sbuffò e facendo un respiro profondo disse “Si è vero. Usagi è la mia futura madre!”

La reazione di Ikuko la sorprese. La donna infatti non era arrabbiata per non averle detto niente, ma era felice, contenta di sapere che un giorno sarebbe diventata nonna.

“Sono così felice. Non potrei desiderare una nipote migliore di te!” disse la donna commossa “Vero caro?”

Kenji era rimasto a bocca aperta e guardava Chibiusa come se la vedesse per la prima volta. La studiò dalla testa ai piedi, tanto che la bambina si sentì a disagio e per istinto si nascose dietro Mamoru, il quale si irrigidì a sentire gli occhi del padre di Usagi su di sé.

“Perché mia nipote cerca protezione da te?” chiese Kenji, fulminando con lo sguardo Tuxedo Kamen.

A Ikuko si illuminarono gli occhi. Le era sempre piaciuto Mamoru ed entusiasta, disse “Sei tu il padre!” non era una domanda, era certa che fosse così.

“Cosa?” chiese Shingo, entrando per la prima volta nella conversazione “Questo vuol dire che lui e Usagi hanno o faranno...ehm…quello che fanno le coppie?”

“Tu! Hai osato toccare la mia bambina. Io ti ammazzò!” urlò Kenji, avvicinandosi a Mamoru in modo minaccioso “Ti concio per le feste, tanto che non potrai procreare!”

Il ragazzo sbiancò e istintivamente fece tanti passi indietro, tanti quanti erano quelli di Kenji verso di lui.

“Non oserai mettere le tue sporche mani addosso a mia figlia!” continuò a gridare l’uomo.

Chibiusa osservò la scena stranita e affiancando Sailor Pluto disse “Sai Pu? C’è una cosa che non ho mai capito. Mia madre mi ha sempre detto che mio nonno ha sempre odiato mio padre, ma non capisco perché. Insomma lui e Mamoru sono due persone eccezionali, vogliono bene alla mamma e a Usagi, non la picchiano mica!”

Sailor Pluto sorrise divertita “Non credo che con mettere le mani addosso, il padre della principessa intendesse dire picchiarla!”

“Allora cosa?” chiese la bambina confusa.

Bhe…vuole dire che…”cominciò Shingo, prima di beccare un sonoro pugno in testa da Sailor Urano, la quale, guardando storto il ragazzino disse “Una bambina non deve conoscere certe cose e nemmeno tu dato che sei solo un moccioso!”

“Ehi, come ti permetti!” disse Shingo mettendosi sulla difensiva, ma vedendo l’aria infastidita della guerriera di Urano, decise che era meglio non irritarla.

 

Le ragazze lasciarono il povero Mamoru al futuro suocero, mentre esse discutevano della situazione.

Sailor Jupiter aveva abbassato la luminosità dell’ambiente per permettere alle persone di riposare, rendendo così però difficile guardarsi bene negli occhi.

“Ok, ora Usagi è fuori pericolo e la cupola è sotto controllo, ma qualcosa non mi torna!” disse la guerriera di giove.

“Neanche a me. È da molto che ci rifletto sopra, ma non riesco a venirne a capo. Per quale motivo la nostra nemica vorrebbe rendere Usagi cattiva?” chiese Sailor Mars.

“Forse la vuole come alleata, così da avere il cristallo d’argento dalla sua parte!” disse Hotaru con poca convinzione.

“Ma è assurdo. Il cristallo d’argento è uno strumento di magia buona, ma può benissimo essere usato da persone malvagie. La luna nera lo voleva, ricordate? Eppure Usagi, Chibiusa e Neo Queen Serenity erano per loro sacrificabili. Perché minacciarle se non potevano usare il cristallo senza il loro consenso?” disse Ami, esponendo la sua ipotesi.

“Forse davvero i malvagi non possono usarlo e la luna nera non lo sapeva! Infondo nemmeno noi conosciamo bene i suoi poteri. È un mistero per noi, dopotutto lo usa Usagi e lei non ne parla molto!” disse Sailor Venus alzando le spalle.

“No, il cristallo d’argento può essere usato dai malvagi, ma ha pieno potere solo se usato da un membro della famiglia reale. Anche se non essendoci mai stata una principessa della luna malvagia in possesso del cristallo, non possiamo sapere qual è il potenziale del cristallo se venisse usato per il male da un suo custode!” disse Sailor Pluto.

“Ho come l’impressione che sia meglio per noi non saperlo!” disse Sailor Urano.

“Quindi stiamo ipotizzando che Kendra voglia far andare Usagi dalla sua parte, solo per avere un cristallo d’argendo...diciamo oscuro, alla massima potenza, perché se lei lo usasse, uccidendo Usagi, questo sarebbe in teoria più debole, anche se comunque tremendo. Dico bene?” chiese Sailor Mars.

Bhe la cosa non mi sorprenderebbe. Chi vuole il potere, lo vuole alla massima potenza. Anche se io ucciderei Usagi, impossessandomi direttamente del cristallo e, anche se più debole, lo userei per sottomettere chi mi pare e piace. Tanto chi lo conosce teme la sua fama!” disse Sailor Venus, la quale si accorse di essere osservata da tutti in modo strano. Sorrise imbarazzata e si portò una mano dietro la testa dicendo “Ehi, non guardatemi come se fossi una criminale. Io stavo solo dicendo cosa farei se fossi al posto dei cattivi. È che guardando tanti film, i malvagi fanno sempre lo stesso errore. Pretendono tanto senza accontentarsi mai e alla fine finiscono per fare una brutta fine!”

Minako, questa è la realtà, non un film!” disse Artemis abbassando le orecchie sconsolato.

“Si, ma nei film c’è sempre un fondo di verità!” disse Sailor Venus “Pensateci bene! Se Kendra avesse fatto come dicevo io, cioè prendendosi il cristallo uccidendo direttamente Usagi, sarebbe stato più facile per lei, soprattutto dato che sta puntando a lei attraverso la luna. Avrebbe potuto fare di peggio, fin quando Usagi non avrebbe più retto. Avrebbe così vinto la partita, perché per quanto possiamo tentare, tutte noi messe insieme non so quanto possiamo essere in grado di sconfiggere il cristallo d’argento. Invece lei si è prefissata di catturare Usagi e di cambiarla, avendo ottenuto che cosa? Ancora niente. Il cristallo ce lo abbiamo ancora noi e Usagi è ancora dalla nostra parte. Come si dice, abbiamo ancora le forbici dalla parte della plastica!”

“Aspetta un secondo Minako, si dice abbiamo il coltello dalla parte del manico!” disse Sailor Mercury.

“Ma le forbici fanno meno paura!” disse Sailor Venus alzando le spalle.

“Io non la penso come te!” disse Sailor Urano incrociando le braccia.

“Ci avrei scommesso!” disse Minako, abbassando la testa sconfitta.

“Cioè, ti do ragione per quanto riguarda la questione dell’uccisione della principessa e tutto il resto, ma non credo che possiamo definirci in vantaggio. Non con Usagi in queste condizioni, non con Michiru che prima o poi esaurirà le sue forze, non con tutta quell’acqua sopra di noi, e soprattutto non trovandoci in trappola. Che voglia o meno uccidere Usagi per avere il cristallo, è sempre lei in vantaggio. Come hai detto tu, basta niente per uccidere la principessa e chi ci dice che non lo farà, cambiando improvvisamente idea?” disse Sailor Urano seria, guardando Usagi addormentata su di un fianco in posizione fetale.

“Senza contare che ha tutti noi in ostaggio. La principessa non ci penserebbe due volte a consegnarsi per proteggerci!” disse Sailor Saturn.

“Che cosa vi aspettavate da Usagi? È una sciocca, non pensa mai prima di agire. A cosa servirebbe se si consegnasse!” disse Rei contrariata. Non le avrebbe mai permesso di consegnarsi al nemico, non se per salvare la sua di vita e soprattutto per non farle buttare via la sua di vita.

“In effetti in qualsiasi modo la si guardi, questa faccenda fa schifo!” disse Sailor Jupiter.

“Ragazze, vi rendete conto che con questi discorsi, stiamo dicendo che abbiamo già perso?” chiese Chibiusa preoccupata.

“Le cose al momento stanno così Chibiusa. Le cose per noi non si mettono bene! Qualunque cosa voglia fare Kendra uccidere o catturare Usagi, una volta riuscita, è la fine!” disse la guerriera di giove sospirando.

“Quindi la sconfitta è l’unica opzione. Bene, allora Usagi ha fatto tutta questa fatica per niente. La sua volontà di proteggere tutto e tutti e stata solo una perdita di tempo. Poteva tranquillamente stare ferma seduta e aspettare la morte o, la nostra morte e la sua cattura. Tanto è questo quello che state dicendo, che siamo condannate!” disse la bambina seccata da quei discorsi.

Chibiusa ha ragione. Non è finita finché siamo ancora vive. Ora ci sembra tutto nero perché siamo stanche, è notte e c’è poca luce, ma domani mattina, con più energie in corpo, con la luce del sole e i giochi di luce dell’acqua, la situazione ci sembrerà migliore. Io direi di riposare. Faremo a turno in modo da monitorare la situazione e chissà…si dice che la notte porti cosiglio, magari ci verrà in mente qualche idea!” disse Sailor Mercury, la quale venne appoggiata da tutte.

 

La notte passò tranquilla e la luce del sole tornò a schiarire il campo scolastico. La gente cominciò a destarsi, la colazione venne servita e alcuni si domandarono se le guerriere avevano trovato una soluzione.

Haruka aveva preso del caffè forte per lei e Michiru. Quest’ultima non aveva chiuso occhio, dovendo tenere alta la guardia, ma non rimase da sola, infatti la guerriera di Urano restò sveglia al suo fianco per tutta la notte.

Le altre Sailor si svegliarono quasi una presso all’altra, tranne per Hotaru, che era rannicchiata contro a un muro e Chibiusa, che dormiva accanto a Usagi, la quale non sembrava ancora volersi risvegliare.

Kenji stava riposando all’ombra di una quercia e anch’esso sembrava ancora dormire profondamente.

Ikuko era andata a prendere qualcosa da mangiare per tutti e dopo aver servito le guerriere Sailor e i due gatti, posò accanto al marito la sua colazione e quella di Shingo, che dormiva con la testa in grembo al padre.

Successivamente andò a sedersi accanto a Usagi.

La osservò per qualche tempo e potè vedere che rispetto alla sera prima, il suo colorito era notevolmente migliorato. Sorrise dolcemente quando vide che Chibiusa e sua figlia erano abbracciate. Non sapeva se Usagi l’avesse abbracciata consapevolmente, ma era comunque una scena dolcissima.

Le sembrava ancora strano che quella bambina dai capelli rosa, potesse essere sua nipote e anche se erano identiche, le due in quel momento sembravano sorelle, più che madre e figlia. Non poteva essere altrimenti, Usagi aveva solo sedici anni e pensarla madre di una bambina di otto, era impensabile.

Un gemito e un leggero movimento da parte di Usagi, fecero comprendere a Ikuko che la ragazza si stesse per svegliare.

“Uhm…mamma…ciao!” disse la ragazza strofinandosi gli occhi e mettendosi a sedere.

Ikuko le sorrise “Come ti senti?”

Usagi sbadigliò per poi rispondere “Mi sento stranamente riposata. Non ricordavo più cosa volesse dire!”

Chibiusa si stiracchiò e si mise lentamente a sedere. Si sentiva un po’ intontita, ma appena incrociò lo sguardo di Usagi disse “Era ora che ti svegliassi! Che tipa, noi qui a sgobbare e tu a dormire!”

“Senti un po’ pulce, anche tu eri nel mondo dei sogni fino a qualche istante fa, quindi non fare la grande lavoratrice!” disse Usagi, facendole la lingua.

La madre della ragazza fu ben felice di vedere, anche se solo per quell’istante la vecchia Usagi, ma vi era una cosa che la donna si era legata al dito ed era pronta per i rimproveri.

“A proposito Usagi, ti dovrei tirare le orecchie!” disse Ikuko, alzandosi in piedi e portandosi le mani ai fianchi.

Usagi la guardò sorpresa, domandandosi cosa avesse potuto combinare mentre dormiva.

“Passi il fatto che non mi hai detto che eri Sailor Moon, ma con che coraggio mi hai nascosto che Chibiusa è tua figlia?”

“Cosa? Mamma…tu…” disse Usagi sconvolta, che a causa delle sue condizioni si era persa un capitolo importante delle varie rivelazioni che c’erano state da quando era iniziata quella storia.

“Si, mia cara lo so. Sono successe parecchie cose mentre tu eri moribonda!” disse ikuko mettendo il broncio.

Usagi lanciò uno sguardo a Chibiusa

“Ci aveva scoperto e…bhe le abbiamo detto la verità!” disse la bambina alzando le spalle.

“Non importa. Posso perdonarti, ma…sono furiosa con te per un altro motivo. Come puoi essere così irresponsabile da mandare una bambina di otto anni a combattere contro i nemici che ti ritrovi? Come sua madre non dovresti…” cominciò Ikuko venendo fermata dalla figlia

“Mamma…io non ho…io non sono…non ancora e…fra anni sarò sua madre! Prenditela con la Usagi del futuro, non con me!” disse Usagi guardando esasperata Chibiusa, la quale sorrise divertita.

“Si, forse dovrei. Ma il tuo bello credo che pagherà ora per quello che ha fatto il suo futuro se stesso alla Usagi del futuro!”

Usagi guardò sconvolta sua madre e capendo chiese “Dov’è Mamo-chan?”

Ikuko e Chibiusa indicarono l’albero sul quale Mamoru si era arrampicato per scappare dalle grinfie del futuro suocero.

Usagi granò gli occhi “Che ci fa lassù?”

“A quanto pare tuo padre lo vuole uccidere per averti messo le sue sporche mani addosso e anche se non è chiaro, non vuol dire che ti ha picchiato!”

Usagi assunse diverse tonalità di rosso e si senti estremamente imbarazzata, soprattutto quando la madre le annunciò che avrebbero dovuto fare un discorsetto in privato quando e se fossero tornati alle loro vite normali.

Se quella mattina era iniziata bene, nonostante tutto, non si potè dire che continuò tranquillamente, infatti le tanto temute risate di Kendra, tornarono a farsi sentire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11:Custode del cristallo d’argento. ***


Capitolo 11:Custode del cristallo d’argento.

 

Una risata riecheggiò nuovamente nell’aria.

Le guerriere Sailor si misero in allerta, sapendo già che da li a pochi secondi avrebbero avuto una brutta sorpresa.

Tuxedo Kamen scese dall’albero su cui aveva passato la notte e affiancò la sua amata, mettendole un braccio intorno alla schiena, come a rassicurarla.

Poteva vedere infatti che Usagi era tesa. Essere il bersaglio principale della maggior parte dei nemici che avevano avuto, non l’aveva abituata a tutta quella tensione.

La ragazza ringraziò il ragazzo per il gesto con un sorriso, per poi mettere mano alla sua spilla e chiamare a sé i suoi poteri, ritrasformandosi nuovamente in Sailor Moon.

Kenji e Ikuko sentirono il loro corpo venire attraversato da brividi. Non volevano rivedere la figlia in difficoltà, sebbene avessero compreso che prima della fine di quella storia, le guerriere sailor avrebbero dovuto affrontare diverse difficoltà.

Sailor Nettuno si morse il labbro nervosamente. Avrebbe voluto aggregarsi alle sue compagne per difendere la principessa, ma sapeva di dover mantenere la sua posizione, sebbene ormai sentisse le sue energie quasi al limite. La perdita del sonno non aveva aiutato, ma avrebbe fatto questo ed altro per preservare la vita di Usagi. Non lo faceva solo perché era suo compito, essendo una delle sue guardiane, voleva proteggerla perché si era affezionata tantissimo a quella ragazzina spensierata. Le voleva un mondo di bene e sapeva che questa era la motivazione principale per cui tutte le Sailor si erano ripromesse di proteggerla. La questione principessa e futura regina del pianeta, sebbene importante, veniva in secondo piano.

Kendra non si fece attendere e apparve in tutta la sua glaciale bellezza ed eleganza. Non toccava terra, ma levitava a mezzo metro da terra.

Si guardò intorno e sempre con la sia aria minacciosa e seria, quando vide le guerriere fare un passo in avanti e mettersi sulla difensiva, disse “Calmatevi guerriere, non sono qui per combattere…non ancora almeno. Sono qui per vedere se ci sono sviluppi positivi…per me ovviamente!”

Kendra fissò Usagi, la quale cercò di reggere il suo sguardo.

Kenji si fece coraggio e posizionandosi davanti alla sua bambina disse “Che cosa vuoi? Ti puoi pure scordare mia figlia. Non ti permetterò di portarla via al suo papà!” Detto questo l’uomo lanciò un’occhiataccia veloce a Mamoru, come a digli che il messaggio valeva anche per lui.

Kendra si mise comodamente a sedere sull’aria e accavallando le gambe e incrociando le braccia disse “Come siamo coraggiosi. Mica male per un misero essere umano. Mi piace la tua grinta, peccato però che non mi tocchi minimamente!”.

La donna tornò a fissare Usagi e le domandò “Allora Sailor Moon, come va? Mi sembri piuttosto arzilla nonostante quanto successo!”

“Infatti, sto benone. Forse  mi hai sottovalutato un po’ troppo non credi?” disse seccata Usagi.

“Oh andiamo, lo sanno tutti che se non sai a terra mezza morta è solo grazie ai tuoi patetici amici. Quindi non fare la gran donna!” disse Kendra annoiata.

“Lo so! Sono la prima ad ammettere che senza i  miei amici sarei persa, ma ciò non toglie che al momento posso combatterti e non mi puoi portare via facilmente come speravi! Mi dispiace di aver rovinato i tuoi piani!” disse la guerriera della luna.

Kendra sogghignò “Non hai rovinato niente. Prima o poi ti avrò in mio potere e il cristallo sarà mio!”

La donna spostò il suo sguardo alla luna e alzando un braccio in alto, disse “Che tu stia bene o meno, credi di poter nuovamente affrontare un altro attacco come quello di prima, se non più forte?”

Usagi sgranò gli occhi e si aggrappò a Mamoru quando sentì nuovamente l’ondata di dolore attraversare il suo corpo.

Le guerriere ricorsero ai loro poteri per fermare la donna, ma nuovamente una barriera invisibile la proteggeva.

“Se hai bisogno di una barriera per proteggerti da noi, significa che non hai un minimo di spina dorsale. Avanti, affrontaci se ne hai il coraggio!” disse Sailor Urano arrabbiata.

“Sempre così combattiva! Ma sei sicura di volermi affrontare direttamente?” le chiese Kendra.

“No, Sailor…Urano!” disse Sailor Moon cadendo sulle ginocchia “Non la s-sfidare!”

Kendra strinse il pugno, che era alzato verso l’alto, come a potenziare il suo attacco contro la guerriera della luna “Taci tu. Perché  vanificare questo suo desiderio suicida?”

Usagi strinse gli occhi e si portò nuovamente le mani al petto.

“Sailor Moon!” la chiamarono le guerriere.

Ikuko non potendo sopportare oltre le sofferenze della sua bambina, si fece avanti e urlò “Ti prego, lascia stare mia figlia. Prendi me al suo posto, ma liberala da tutto questo!” disse la donna disperata e con le lacrime agli occhi.

Le guerriere sussultarono a quelle parole, Sailor Moon in primis, spaventate all’idea che la nemica la rapisse, per dare qualche sorta di ultimatum e rendere quella situazione più complicata.

La guerriera della luna si sarebbe trovata nella difficile scelta di salvare tutti o sua madre. Sapeva bene quale sarebbe stata la sua scelta, o per meglio dire la scelta giusta da fare, e sperava vivamente di  non trovarsi in quella situazione, perché non sapeva se avrebbe trovato il coraggio di condannare sua madre.

Kendra abbassò il braccio, permettendo ad Usagi di riprendere fiato e guardò con disprezzo la donna che si era appena rivolta a lei “E così, questa è la tua madre terrestre? Coraggiosa direi, ma anche un’illusa se pensa di poterti salvare barattando la sua vita per la tua!” disse la nemica per poi spingere la donna violentemente a terra con un gesto del braccio.

Ikuko colpì duramente il terreno con la spalla e rimase a terra dolorante.

“Mamma!” urlò Usagi preoccupata. Cercò di alzarsi e correre da lei, ma una volta in piedi, al primo passo le gambe cedettero e si ritrovò  nuovamente in ginocchio.

Usako, tutto bene?” chiese Tuxedo Kamen, cercando di aiutarla a rimettersi in piedi, facendo pesare un po’ del suo peso su di lui.

La donna venne soccorsa da Kenji, Shingo e Sailor Mercury. Quest’ultima, utilizzando il suo computer, controllò le condizioni di Ikuko.

“Ami, come sta?” chiese Usagi con agitazione.

“Sta bene, ha solo una lussazione alla spalla, che si può risolvere mettendogliela a posto!” disse Sailor Mercury guardando Sailor Moon.

Ikuko strinse gli occhi quando una fitta di dolore la colpì, ma disse “Puoi sistemarla?” chiese alla guerriera di mercurio, la quale sussultò.

Voleva diventare medico, ma non aveva ancora iniziato la scuola che le avrebbe permesso di conseguire la laurea e non conosceva l’esatta procedura per sistemare una lussazione.

“Ecco…io non…” cominciò a dire Ami, la quale temeva di peggiorare la situazione con un suo intervento

“Ci penso io!” disse Sailor Urano, inginocchiandosi a terra. Le ragazze rimasero sorprese. Nessuno, a parte Sailor Nettuno, avrebbe detto che fosse in grado di compiere un’azione del genere.

“Ma come…” chiese Sailor Mercury confusa.

Urano sorrise “Sono una ragazza spericolata, mi sarò slogata la spalla almeno un “centinaio” di volte e…sono una vera esperta!” disse e senza nemmeno dare un avvertimento a Ikuko, le risistemò la spalla che con un tac riprese il suo posto normale.

Vedendo il dolore che la donna provava, Sailor Urano disse “Chiedo scusa per non averla avvisata, ma quando ti avvertono non si è mai pronti per il passo successivo, quindi meglio eliminare il problema senza troppe esitazione!”

Ikuko aprì gli occhi lentamente quando sentì il dolore scemare e la ringraziò.

Usagi sentì come se un peso le fosse stata tolto dal cuore “Grazie Sailor Urano!” disse per poi vedere la guerriera alzare un braccio come per dirle “nessun problema”.

“Avete finito i vostri comodi?” disse Kendra per poi sbuffare.

Sailor Mars avrebbe voluto avere il potere di incenerirla con gli occhi.

Usagi la fulminò con lo sguardo e urlò “Non ti perdonerò mai per aver fatto del male a mia madre!”

Senza pensarci due volte la guerriera della luna, ricorse al suo scettro per poi lanciare il suo potere dritto verso la barriera che proteggeva la nemica.

“E inutile Sailor Moon!” disse Sailor Venus, dopo diversi tentativi della compagna ad abbattere la difesa nemica.

Sailor Moon però  non demorse e ripensando a quanto successo alla madre, aumentò il suo potere fino a mandare in frantumi la barriera.

Le guerriere rimasero sorprese e Sailor Chibiusa disse “Caspita, è proprio arrabbiata!”

Nonostante la barriera fosse caduta, Sailor Moon fermò l’attacco e con rabbia chiese “Perché…perché ce l’hai tanto con me? Il fatto che tu ti diverta a torturarmi, mi rende chiaro che il tuo intento non è solo il cristallo d’argento. Hai qualcosa che vuoi farmi pagare a tutti i costi!” disse la ragazza continuando a fissarla con uno sguardo arrabbiato, che infastidì Kendra.

“Il tuo sguardo...tale e quale a quello di Selene. Quanto lo detesto. Vi credete migliori di tutto l’universo, vero?”

“Ora è chiaro. Tu ce l’hai a morte con qualcosa che ti ha fatto la regina Selene e dato che lei non c’è più, ti vuoi vendicare su Usagi, in quanto sua erede!” Disse Sailor Mars innervosita da certi comportamenti, in quanto i figli non dovevano mai pagare per colpe che avevano i genitori.

“Erede? Erede di chi?” domandò Kenji confuso, guardando poi sua moglie che aveva l’aria confusa quanto lui.

 “Molto bene Sailor Mars, grazie per averci illuminato su una questione che nessuno avrebbe capito!” disse Kendra con un sorriso ironico in volto, smorfia che venne sostituita da una di rabbia quando continuò “Mia sorella mi ha confinato a vivere nell’oscurità del sistema solare, in un pianeta sul quale i raggi del sole a malapena lo sfiorano al punto di sua massima vicinanza…e questo è il minimo, quindi credo di avere tutto il diritto di riprendermi ciò che mi spetta di diritto!”

Usagi sussultò “S-sorella?” disse debolmente.

“Non ci risulta che la regina Selene avesse una sorella. Inoltre la famiglia reale può avere un solo erede!” disse Mamoru convinto di quanto dicesse.

Non che ricordasse tutti i particolari che riguardavano la famiglia passata di Serenity, ma a giudicare dall’espressione di Usagi, nemmeno lei sapeva dell’esistenza di una possibile zia.

Kendra sbuffò “Sai cosa significa la parola eccezione? Bene quella vipera di mia sorella fu uno strappo alla regola che incasinò la mia vita e anche quello del Silver Millennium. Io ero destinata a diventare regina, io sarei dovuta essere la custode del cristallo d’argento e io avrei dovuto avere il dominio sul sistema solare. Se avessi avuto ciò che mi spettava di diritto, il regno della luna esisterebbe ancora. Non avrei dato la possibilità a Metallia di attaccare il satellite e nemmeno di permettere agli esseri umani, soggiogati dal suo potere, di portare morte e distruzione nel regno. Avrei annientato ogni singolo essere che avrebbe anche solo pensato di avvicinarsi   al mio reame, arrivando anche ad annientare completamente la terra!” disse Kendra con rabbia.

“Se erano questi i tuoi ideali, non mi sorprende che tu non sia stata scelta per salire al trono. Quanto hai appena detto non è infatti degno di una regina…soprattutto non per una regina della luna. Dove sono i buoni propositi e i buoni sentimenti che facevano parte della regina Selene?” chiese Usagi con tono accusatorio.

“Forse sono andati a quel paese quando mia sorella mi ha rubato il cristallo d’argento!” disse la donna con una vena pulsante sulla testa.

“Non lo avrebbe mai fatto. La regina Selene non era assetata di potere. Se non hai ereditato il cristallo allora significa che lui stesso non ti ha scelto come custode e questo a causa dei sentimenti di gelosia che provavi nel cuore. Ha scelto la regina Selene perché lei aveva un cuore puro ed era pronta a sacrificare se stessa per il bene di tutti!” urlò Luna, difendendo la sua sovrana di un tempo.

“Proprio come la vostra cara Sailor Moon vero? Così schifosamente buona da scaturire una luce talmente accecante, che anche il posto più remoto dell’universo riesce a vederla!” disse Kendra disgustata, ricordando l’accecante luce del cristallo d’argento che aveva attraversato lo spazio, quando la ragazza lo aveva usato contro la regina dei ghiacci, qualche tempo prima.

“Secondo me sei solo gelosa, perché tu non hai quel potere!” disse Sailor Venus.

Minako, non mettere il dito nella piaga!” disse Artemis agitando la coda nervosamente.

“Parla pure quanto vuoi guerriera di venere, ma starai zitta quando io mi impossesserò del cristallo d’argento e ricreerò il regno della luna, di cui io sarò la regina e se mai qualcuna di voi guerriere Sailor dovesse sopravvivere, non farete una bella vita sotto la mia tirannia!” disse Kendra divertita.

Usagi stufa di quei discorsi fece un gesto che nessuno mai si sarebbe aspettata. Materializzò il cristallo d’argento, facendolo volteggiare sul palmo della sua mano.

Le guerriere e i genitori la guardarono non capendo le sue intenzioni.

“Che cosa hai in mente, principessa?” chiese preoccupata Sailor Saturn.

Usagi non le rispose e continuò con il suo piano.

“Vuoi il cristallo d’argento? Prendilo!” disse la ragazza, facendo volteggiare il cristallo verso la nemica.

“Sei forse impazzita?” disse Rei sconvolta dal gesto della sua compagna e ebbe l’istinto di afferrare il cristallo prima che lo prendesse Kendra, ma Sailor Pluto la fermò, sbarrandole la strada con il suo scettro.

Rei la guardò confusa e la guerriera di plutone scosse la testa “Fidati della principessa, sa quello che fa! Ora tutto mi è chiaro!”

Kendra spalancò gli occhi quando capì le intenzioni di Sailor Moon “Tu sei pazza, mi stai consegnando il cristallo d’argento di tua spontanea volontà?”

Usagi alzò le spalle “Si, prendilo pure…se ne hai il coraggio!” disse incrociando le braccia.

Kendra guardò il cristallo e quando lo vide avvicinarsi a lei, fece istintivamente qualche passo indietro.

Le sailor non compresero il motivo del suo indietreggiare.

“Ha il cristallo a portata di mano e non prova nemmeno a prenderlo?” disse Sailor Jupiter confusa.

“C’è di sicuro qualche trucco. Sailor Moon non darebbe via il cristallo così facilmente!” disse Sailor Urano.

“Nessun trucco!” disse Sailor Pluto “La principessa le sta veramente cedendo la sua fonte di potere!”

“Cosa?” chiese Sailor Mars “Ma allora…”

“Guarda come si sta comportando il cristallo. Si sta avvicinando a Kendra sempre più, nonostante in passato abbia rifiutato di sceglierla come custode. Non torna da Usagi di sua spontanea volontà. Non vi sembra strano?” chiese Sailor Pluto.

“Dovrebbe?” chiese Sailor Venus “So che il cristallo d’argento è legato a Usagi, ma se è lei di sua spontanea volontà a cederlo, perché dovrebbe tornare indietro?”

Finchè nessun altro ne proclama la proprietà, Usagi e il cristallo sono legati. Lui sta facendo quello che la nostra principessa vuole che faccia e in questo caso, lei vuole far ritirare o sconfiggere Kendra. Ma sarà quest’ultima a scegliere il suo destino!”  continuò Sailor Pluto.

“Si, ma se Kendra lo prende per noi è finita!” disse Sailor Jupiter.

“Però Kendra sembra più spaventata che interessata a prenderne possesso!” disse Sailor Mars, che non comprendeva il comportamento della nemica, sebbene ne fosse ben contenta.

Luna comprese le intenzione di Usagi e cercò di mettere al corrente anche le guerriere “Sailor Moon non ha mai avuto intenzione di cedere il cristallo e anche se volesse, nelle condizioni in cui si trova ora il cristallo, Kendra non potrebbe prenderlo!”

“Luna ha ragione! Ci siamo domandati perché Kendra volesse far diventare malvagia Usagi e per noi era impossibile comprenderne la ragione senza sapere chi fosse lei in realtà!” disse Artemis.

“Continuo a non capire!” disse Sailor Saturn guardando Sailor Pluto la quale spiegò “Neo Queen Serenity un giorno mi ha spiegato come funziona il passaggio del cristallo d’argento da un membro della famiglia reale all’altro. L’erede che ne prenderà possesso deve essere puro, proprio come la fonte del suo potere. Se nascondesse qualche sentimento negativo, che sia dannoso verso gli altri, il cristallo non lo riconoscerebbe come suo custode e sparirebbe fin quando un altro membro reale non fosse stato degno di ricevere i suoi poteri!”

“Cioè vuoi dire che il cristallo non può essere toccato da persone malvagie? Ma non ha senso....fino ad oggi di nemici che lo volev…” cominciò Sailor Venus, per venire interrotta da Luna “Il cristallo d’argento può essere toccato da chiunque e essere preso in custodia dal male come abbiamo già detto, ma non accetterà mai di farsi manipolare da un membro della famiglia reale della luna che ha intenzioni cattive, per farlo dovrebbe essere trasformato, ecco perché voleva rendere malvagia Usagi!”

“Esatto. Se io diventassi cattiva, il cristallo d’argento girerebbe il suo potere a servizio del male e Kendra potrebbe usufruirne, dopo che mi ha ucciso. Ma nelle condizioni in cui è ora, se prova a sfiorare il cristallo, non so cosa succede. Potrebbe venire eliminata, purificata, reincarnata ecc. Sono tante le possibilità e non essendo mai successo qualcosa del genere in passato, non sappiamo cosa possa accadere di preciso. Per questo Kendra ha tanta paura di toccarlo…dico bene?” chiese Usagi, per poi fare sprigionare al cristallo una forte energia, che andò a colpire Kendra. Ella senza più difese, andò a sbattere duramente contro un muro dell’edificio scolastico, cadendo poi a terra.

Dopo aver attuato quanto gli era stato ordinato, il cristallo si diresse verso la sua custode, che fu ben felice di riaverlo con sé.

Kendra si infuriò per quell’affronto e tornando a volteggiare, con uno sguardo carico di odio diretto verso Sailor Moon disse “Tu! Me la pagherai per questa umiliazione. Quando otterrò il cristallo, ti faro patire dolori che nemmeno puoi immaginare e la stessa fine faranno le persone a cui vuoi bene!” disse infine, per poi scomparire nuovamente nel nulla.

“Non so come hai fatto, ma sei stata fantastica!” disse Chibiusa sorridendo, ma il suo viso si fece serio, quando vide l’aria preoccupata di Usagi.

“Cos’hai?” chiese la bambina.

L’interpellata scosse la testa “Spero solo di non aver peggiorato la situazione sfidandola in quel modo!”

“Hai fatto bene. Non possiamo rimanere qui a subire, dobbiamo attaccare!” disse Sailor Jupiter stringendo i pugni.

Usagi annuì poco convinta, sapendo che non potevano fare niente finchè rimanevano lì dentro. Doveva trovare una soluzione e doveva farlo presto.

“Ragazzi, non resisto più!” disse Sailor Nettuno stringendo gli occhi e cadendo sulle ginocchia. Sailor Urano le fu subito accanto e alzò lo sguardo verso lo squarcio della cupola da dove stava nuovamente fluendo l’acqua, ma questa invece di aumentare sempre più, sembrava diminuire, finchè la perdita non si riparò del tutto.

“Grazie Sailor Nettuno, ora riposati. Posso senza problemi tenere la barriera alzata ora e questo lo devo solo a te, che mi hai concesso di recuperare le forze!” disse Usagi, per poi avvicinandosi a sua madre, per vedere se stesse realmente bene.

Un’altra giornata trascorse e la notte calò nuovamente. Tutti quanti erano giù di morale e alcune persone arrivarono addirittura a pensare che sarebbe stato meglio morire a causa dell’onda, invece che rimanere imprigionati in quella cupola attendendo che la morte sopraggiungesse.

Quando i viveri sarebbero terminati, tempo sette giorni e tutti sarebbero periti e una settimana di agonia erano peggio di un’onda che li travolgeva. Alcuni di queste persone che avevano perso le speranze, avevano anche tentato di togliersi la vita provando a buttarsi dall’ultimo piano dell’edificio. Erano sempre dovute intervenire le guerriere a salvarli e cercare di rincuorare un po’ coloro che si credevano spacciati.

Quando tutti erano addormentati, qualcuno era troppo agitato per prendere sonno- Questa era Usagi, la quale aveva paura della minaccia di Kendra. Se prima avrebbe semplicemente ucciso coloro che amava, ora la loro nemica era  decisa a farli soffrire, di far provare loro una lenta agonia e lei non voleva che questo accadesse per colpa sua.

Si allontanò da Mamoru, accanto al quale stava dormento, concessione che suo padre le aveva fatto,  a causa della preoccupazione che in quel momento aveva verso Ikuko.

Controllò di  non averlo svegliato e andò a sistemarsi in centro al cortile e alzando lo sguardo consultò la luna.

“Regina Selene, cosa devo fare?” domandò in un sussurrò.

 

La mattina successiva Usagi attese che tutti fossero svegli e riunendo tutte le guerriere disse con determinazione “Ragazze, andiamo sulla luna!”

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Energia solare ***


“Ragazze, andiamo sulla luna

Capitolo 12:Energia solare

 

“Ragazze, andiamo sulla luna!”

Le guerriere Sailor e i parenti di Usagi sgranarono gli occhi a quelle parole e si guardarono l’un con l’altro confusi.

“Sulla luna? Usagi, ne sei sicura? Non c’è rimasto più niente là e poi si ripresenta il problema del teletrasporto!” disse Sailor Mars.

Usagi annuì “è vero, questa possibilità sarebbe da scartare in base a quanto detto fino ad ora, ma…sta notte ho parlato con la regina Selene e…”

“Cosa? Perché non mi hai svegliato?” chiese Luna, che avrebbe voluto anch’ella parlare con la sua amata regina.

“Anche se mi sono rivolta a lei, non immaginavo che rispondesse al mio appello. Credevo che ormai il suo spirito fosse scomparso per sempre e quindi…ma non ha importanza, l’importante è che sappiamo come andarcene!” disse Usagi, giocando nervosamente con le dita dei suoi guanti.

Sailor Chibiusa le si avvicinò e curiosa disse “Allora come andremo sulla luna? Sono curiosa di vedere com’è!”

“Ma Usagi, come pensi che possiamo sopravvivere sulla luna? Non c’è atmosfera e quindi non c’è ossigeno,” disse Ikuko intimorita.

“Questo è il minore dei problemi. Non credo serva molto potere per creare un po’ di ossigeno sulla luna!” disse Usagi alzando le spalle.

“Per il cibo e l’acqua allora? Non possiamo nutrirci di rocce” chiese Shingo grattandosi la testa.

“Se la principessa ha tirato in ballo questa opzione, significa che ha pensato a tutto!” disse Sailor Saturn, per poi spostare il suo sguardo sulla ragazza, la quale arrossì imbarazzata “Bhe ecco…in realtà ha pensato a tutto la regina Selene!” disse con un sorrisino nervoso.

“Ah ecco!” disse Sailor Mars alzando gli occhi al cielo “Ora si che sei tu! In questi giorni hai dimostrato un’intelligenza che non ti appartiene!” disse Rei, non con l’intento di offenderla, ma di prenderla semplicemente in giro come faceva sempre, per allentare la tensione che tutte loro avvertivano in lei.

“Stai dicendo che sono forse stupida?” chiese Usagi facendo la linguaccia a Rei, la quale rispose allo stesso modo.

Sailor Mercury intervenne fra le due “Non è il momento dei vostri battibecchi. Usagi, come credi di poter teletrasportare tutti quanti sulla luna? Il teletrasporto Sailor non basterà!”

Usagi si girò a guardare la gente che si stava svegliando e sospirò “Dovrà bastare. Inoltre non dovremo soltanto spostare queste persone, ma tutti gli esseri umani sopravvissuti…il che rende il nostro compito ancora più complicato!”

Sailor Nettuno sgranò gli occhi “Ma una cosa del genere è impossibile! Dovremo far entrare tutti all’interno del cerchio che comporremo!”

Usagi scosse la testa “Anch’io lo ritenevo impossibile, fin quando la regina non mi ha detto un particolare della mia vita passata che ho sempre ignorato …anzì credo che ne fossi all’oscuro anche quando ero solo Serenity!” disse Usagi battendo ripetutamente un piede a terra.

Ikuko e Kenji si guardarono sempre più confusi.

“Di cosa stai parlando? È qualcosa di grave se il tuo corpo risponde con questi tic nervosi!” disse Sailor Venus.

“No, niente di grave, solo qualcosa di cui avrei dovuto essere informata!” disse Usagi passandosi una mano sulla fronte. Quanto le aveva raccontato la regina, le sembrava così surreale.

“Dicci di cosa si tratta!” Disse Sailor Jupiter.

Sailor Moon sbuffò “Non sto a raccontarvi tutto quello che mi ha detto la regina Selene, ma sappiate che a quanto pare ho un’altra fonte energetica molto potente da cui ricavare i poteri e…anche se non ho compreso bene il discorso sull’astronomia, anche voi ragazze ce l’avete, anche se per motivi diversi dai miei!”

Le ragazze sussultarono, non avendo mai sentito parlare di niente del genere “E quale sarebbe?” chiesero all’unisono.

Sailor Pluto comprese “Tu ti riferisci al sole, vero?”

Usagi la guardò sorpresa “Tu lo sapevi? Perché non hai detto niente?”

Sailor Pluto sospirò “Credo di averne sentito parlare dalla regina Selene ai tempi del Silver millennium, ma i miei ricordi sono molto confusi. Mi è venuto in mente solo ora. Quando hai nominato un’altra fonte di energia, qualcosa mi è tornato in mente, ma è come se avessi un blocco, come se non dovessi ricordare e comincio a pensare che tutta questa faccenda sia collegata a Kendra, forse per questo non mi ricordo di lei!”

Usagi annuì preoccupata, pensando che la regina Selene non le avesse raccontato tutta la verità. Aveva infatti sempre cercato di cambiare argomento quando le aveva domandato di sua sorella.

“Credo di aver compreso!” cominciò Mamoru “Il sole è fonte di vita e grazie alla sua energia che gli esseri umani e le varie creature terresti hanno potuto svilupparsi!”

“Capisco il discorso del sole che è fonte di vita sulla terra e che quindi potrebbe essere una fonte di energia per te Mamoru, ma che centra con tutte noi? Sui nostri pianeti non c’è vita, nemmeno sulla luna!” disse Sailor Jupiter “E se c’è stata è stato grazie ai poteri dei cristalli di ogni pianeta, non grazie al sole. Il Silver Millennium ad esempio esisteva grazie alla protezione del cristallo d’argento, che con una cupola creava una specie di serra dove al suo interno veniva simulato lo stile di vita terrestre!”

“Si, hai ragione Sailor Jupiter, ma se sui nostri pianeti non si è creata la vita spontaneamente non è solamente colpa del sole. Forse lo è per i pianeti di Venere e Mercurio che sono troppo vicini e la vita verrebbe bruciata, ma su Marte ad esempio, la vita avrebbe potuto anche crearsi. Le temperature sarebbero state più basse rispetto alla terra, ma se il pianeta rosso non fosse stato solo roccioso, come i nostri astronomi ritengono, degli esseri viventi con caratteristiche particolari avrebbero potuto anche nascere e adattarsi. Cosi come anche su Giove e forse Saturno. Invece il primo è un pianeta gassoso, costantemente in balia di venti potentissimi e di attacchi asteroidi a causa della sua forza di gravità. Forme di vita difficilmente avrebbero potuto svilupparsi!”

“Per quanto riguarda Nettuno? È un pianeta fatto d’acqua, la vita sarebbe possibile lì!” disse Sailor Chibiusa.

“Ci sono anche altre cose da tenere in considerazione Chibiusa. Come l’atmosfera, la massa, le temperature e via dicendo. Tante sono le ragioni per cui, solo sulla terra la vita è riuscita a sbocciare!” disse Sailor Nettuno.

“Questo tenendo conto le ricerche dei nostri astronomi, non è poi detto che qualche forma di vita, anche unicellulare, sia riuscita a nascere da qualche parte. Noi in genere per vita intendiamo esseri come noi, forse perché la concezione che una volta c’era vita anche sui nostri pianeti con fattezze umane è rimasta nella ideologia umana!” disse Sailor Mercury “Ma comunque sta di fatto che tutti i pianeti sono  illuminati dal sole e se possiamo considerarlo come fonte di energia, così come lo sono i nostri singoli pianeti, ben venga!”

“Si, ma la fonte di energia che vi può dare il sole e proporzionata alla vicinanza di ogni pianeta a esso!” disse Usagi.

“Oh bene, questo vuol dire che io sarei la più potente!” disse Sailor Venus.

Usagi sorrise “Non aumenta la potenza dei vostri poteri, ma l’estensione e  la quantità di cui potete usufruirne. Minako, se in condizioni normali potresti usare il fascio di luce per cinque minuti senza stancarti, ora che sai che puoi trarre energia dal sole, senza ricorrere alla tua fonte di energia personale, puoi tenere attivo il fascio per un’ora. Questo è solo un esempio, non sono a conoscenza di cosa il sole possa realmente farci fare e nemmeno la regina Selene ha saputo darmi maggiori informazioni, ma anche se non aumenta la potenza dell’attacco, durando più a lungo può comunque mettere in difficoltà il nemico, anche se nel caso di Kendra, non so se può usufruire dell’energia solare che tocca la luna, anche se è comunque una principessa della luna!” Usagi sospirò “Io ieri sono riuscita ad abbattere la barriera di Kendra grazie al sole, anche se non mi ero resa conto di usare la sua energia!”

“Ma da quanto ha rivelato il mio computer, il tuo attacco è anche aumentato di potenza. Da quanto hai detto non dovrebbe essere possibile!” disse Sailor Mercury.

Usagi sbuffò “E qui arriviamo all’altra parte della storia, che vi dirò un’altra volta. Ora meglio prepararci. La regina Selene ha detto che è meglio teletrasportarci quando il sole è allo zenit così che Mamoru possa avere maggiore energia solare… dovrebbe essere mezzogiorno giusto?” chiese conferma ad Ami.

“Si, quando il sole è proprio sopra di noi!” disse Sailor Mercury.

“Quindi in poche parole, se utilizziamo il teletrasporto Sailor, utilizzando non solo i poteri dei nostri pianeti, ma anche l’energia del sole, dovremo essere in grado di estendere i nostri poteri anche fuori da questa cupola ed andare a toccare anche coloro che non si trovano qui!” disse Sailor Mars.

Usagi annuì.

“Potrebbe funzionare!” disse Sailor Mars alzando le spalle.

“Secondo me non è sufficiente. Forse funzionerebbe se tutte ricevessimo la stessa quantità di energia solare, ma io sono quella che può contare meno su questa forza. Il mio potere non si estenderebbe di molto, e quindi qualche essere umano potrebbe rimanere a terra!” disse Sailor Pluto.

“Forse basterà il potere delle altre!” disse Sailor Venus.

“Forse? Ne dobbiamo essere sicuri?” chiese la guerriera di plutone.

Usagi guardò Mamoru e lo prese in disparte per parlargli e avere maggiori certezze. Le ragazze li guardarono confusi e aspettarono spiegazioni quando videro i due tornare da loro “Sailor Pluto ha ragione, ma è qui che intervengono Mamoru e gli esseri umani. Non possiamo mica fare sempre tutto noi!”

“Oggi hai voglia di parlare per enigmi, Usagi?” chiese Sailor Mars sbuffando.

“Il cristallo d’oro prende il suo potere anche dai sogni e desideri dagli esseri umani e questa forza può andare a sommarsi con i vostri poteri. Ovviamente questo è possibile se il desiderio degli esseri umani è quello di salvarsi, ma non credo che ci siano problemi a riguardo!” raccontò Mamoru.

Le ragazze annuirono in segno di comprensione.

Usagi andò dai suoi genitori e dalla professoressa Haruna, chiedendo loro di aiutarli a radunare tutte le persone presenti, anche quelle che si erano andate a rifugiare nelle aule.

Ci volle diverso tempo, ma quando furono tutti presenti, le Sailor spiegarono quanto avevano intenzione di fare.

Ci fu un certo allarmismo fra la folla, ma appoggiarono l’idea delle guerriere, non avendo più niente da perdere.

Le guerriere Sailor si misero in cerchio e si presero per mano. Si concentrarono cercando di sentire il loro pianeta e i raggi del sole che toccano la superficie.

Usagi, Mamoru e Chibiusa erano in centro, anch’essi concentrati sui loro poteri. Usagi materializzò il cristallo d’argento, mentre Mamoru fece comparire il cristallo d’oro e, con l’aiuto di Chibiusa, chiese a tutti gli esseri umani di rendere reale il loro desiderio di salvezza, di abbandonare la paura e di aggrapparsi alla loro voglia di vivere.

Quando ogni guerriera sentì scorrere nelle proprie vene la propria forza e si sentì pronta, chiamò a sé il proprio potere.

Le ragazze vennero nuovamente circondate dai rispettivi colori, che andarono a fondersi insieme, fino a creare una luce bianca accecante. 

Quando Usagi sentì che tutte le amiche erano pronte e che tutti gli esseri umano erano stati colpiti dal loro potere, ordinò al cristallo d’argento l’ultima azione da compiere e gridò all’unisono con le altre “Trasporto planetario Sailor!”

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13:Il Silver Millennium ***


Capitolo 13:Il Silver Millennium

 

Una luce bianca e calda avvolse tutti gli esseri umani sopravvissuti, diffondendo nei loro cuori una pace che mai avevano provato, ma questo senso di beatitudine scomparve, quando questa fonte luminosa si dissipò.

Tutto attorno a loro apparve in una distesa disseminata solo da rocce dove il colore grigio e argento regnavano sovrani.

Il teletrasporto aveva avuto successo e i terrestri non sapevano se esserne contenti o meno, non vedendo nel loro futuro molta prosperità in quel luogo.

“Siamo davvero sulla luna?” chiese Shingo guardandosi attorno.

Kenji, come a volergli dare conferma, gli mise la mani sulle spalle e lo fece girare, dandogli la possibilità di vedere uno spettacolo che pochi umani potevano dire di aver visto.

Dalla luna, la vista del pianeta terra era meraviglioso, sebbene fosse più azzurro di come sarebbe stato in condizioni normali.

Tutti quanti, guerriere incluse, rimasero senza fiato a quello scenario, scordando per una frazione di secondo la loro situazione.

Sailor Moon era accanto a Tuxedo Kamen e Sailor Chibiusa e si sentì improvvisamente cogliere da un senso di nostalgia.

Tornò con la mente ai tempi passati, quando dal balcone della sua camera, nel palazzo reale, fissava per ore quello splendido pianeta azzurro, fantasticando sulle gite che avrebbe potuto fare insieme ad Endymion.

Senza rendersene contò strinse la presa al braccio di Mamotu, il quale, guardandola con dolcezza, le domandò “Cosa c’è Usako?”

La ragazza sorrise e scosse la testa “Niente. È solo…sembra quasi che il tempo sia tornato indietro!” disse per poi abbracciare il ragazzo, gesto non tanto apprezzato da Kenji, il quale con il broncio disse “Non c’è niente di più romantico di uno scenario del genere e a quanto pare quei due sono ispirati da tale bellezza!”

“Oh tesoro, lasciali stare, sono così carini!” disse invece Ikuko intenerita.

 

Passò poco tempo prima che le Sailor decisero di mettersi in marcia, non essendo ancora arrivati a destinazione.

Usagi, dove stiamo andando? Un posto non vale l’altro?” chiese confusa la madre.

“No, dobbiamo trovare un rifugio o quando il sole calerà, congeleremo!” rispose la ragazza.

“E dove mai vuoi trovare rifugio qui?” disse Shingo scettico.

“Nell’antico regno del Silver Millennium!” rispose la ragazza come se fosse la cosa più logica al mondo, mentre in lontananza una cupola cominciò a intravedersi.

Un mormorio si diffuse tra la gente, non riuscendo a capire come una cosa del genere non fosse mai stata trovata dagli astronomi.

Quando la barriera fu attraversata, le persone si guardarono intorno ancora più stupite, riconoscendo tra le rocce, pezzi di architettura, come colonne, statue che decoravano fontane e cose del genere.

Usagi…fino ad ora, io e tua madre non ti abbiamo chiesto niente nonostante la maggior parte dei vostri discorsi fossero assurdi. Ma ora vogliamo chiarimenti. Come spieghi tutto questo?” disse Kenji sorpreso, quando vide quelli che erano i resti di un lungo viale che conduceva a un palazzo in rovina.

Chibiusa strinse la mano alla ragazza quando la vide titubante.

Usagi?” la chiamò la madre, cercando di invogliarla a parlare.

L’interpellata sospirò, ma prima che potesse prendere parola, Sailor Pluto l’anticipò, aiutandola nel difficile compito di dire chi era in realtà.

“Questo sono i resti del Silver Millennium, un regno potente e prosperoso che per secoli ha regnato sull’intero sistema solare, mantenendo la pace. Noi guerriere Sailor proveniamo tutte da altri regni, presenti sui nostri rispettivi pianeti e siamo nate con il compito di proteggere la famiglia reale della luna da possibili attacchi nemici. I sovrani erano amati da tutti i loro sudditi per la bontà dei loro cuori e per le grandi prodezze fatte per far si che la pace regnasse, questo anche grazie al potere del cristallo d’argento, strumento di cui solo loro potevano usufruirne a pieno. Con il cristallo la famiglia reale ha permesso a questo regno di fiorire, nonostante le caratteristiche inospitali del satellite. Ma come tutte le cose anche il Silver Millennium ha conosciuto la sua fine. Che sia stato destino o semplice disgrazia, non si sa, ma una tremenda battaglia con una forza oscura, che si era impossessata degli esseri umani, ha portato alla morte di tutti gli abitanti della luna. L’unica superstite fu la regina, colei di cui avete sentito parlare nei nostri discorsi. La grande Regina Selene!”

“Non era tanto grande se non è riuscita a salvare nemmeno una persona del suo popolo. Prima parlavi di questa famiglia reale come se fosse chissà che cosa e ora invece scopriamo che non era niente di speciale. Sinceramente non ci vedo molta differenza tra tutti gli imperi che ci sono stati sulla terra! ” disse Shingo portando le mani sopra la testa.

Chibiusa andò vicina a Shingo e imbronciata gli pesto il piede “Prima di parlare arriva alla fine della storia!”

“O-ok!” disse Shingo sorpreso dalla reazione della bambina.

“La regina Selene richiamando a sé il potere del cristallo d’argento è riuscita a sconfiggere, anche se  non in modo definitivo, il nemico e ormai esausta ha raccolto le sue ultime forze per salvare tutti gli abitanti della luna, tra cui anche la nostra amata principessa Serenity, morta nel tentativo di ricongiungersi al suo amato principe Endymion. Questa grave perdita le spezzò il cuore, rendendola più debole, in quanto il cristallo d’argento risponde ai sentimenti del proprio custode!”

“è riuscita a far resuscitare i morti?” chiese Shingo sorpreso.

“No, non proprio! Ha fatto in modo che i suoi abitanti, potessero tornare alla vita in un tempo futuro, in un periodo di pace sul pianeta terra!” disse infine Sailor Pluto.

“Vuoi dire che degli alieni si sono incarnati in dei terrestri?” Chiese Shingo affascinato.

“Mettiamola così, ma a parte le guerriere Sailor e la principessa, nessuno sa della sua vita passata e si può ritenere al cento per cento un essere umano!” rispose la guerriera del tempo.

Ikuko guardò sua figlia a occhi sgranati “Quindi ti chiamano principessa perché…” cominciò la donna rivolgendosi a Usagi, non trovando però la forza di andare avanti.

Usagi sospirò “Si, io sono la reincarnazione della principessa Serenity. Questa era la mia casa, il mio regno e sarei dovuta diventare regina di questo posto se le cose non si fossero messe male per noi!” disse fermandosi a guardare i suoi genitori, che la guardavano con aria spaventata.

“Quindi tu sei sempre nostra figlia o…oppure…” cominciò Kenji tremante.

Usagi spalancò gli occhi e si avvicinò ai suoi genitori preoccupata.

Prese le loro mani  e disse “Certo! Io sarò sempre vostra figlia. Come potete pensare che non sia così?” chiese sconvolta “Mamma, tu mi hai portato in grembo per nove mesi, mi hai dato alla luce, mi hai cresciuto insieme a papà. Ho fatto i primi passi con voi, ho iniziato a parlare con voi, ho litigato con Shingo e…abbiamo passato tutta la mia vita insieme, come potrei non essere vostra figlia. Ho solo vissuto un’altra vita un millennio fa, ma io… ho ben poco di Serenity. Ho qualche ricordo, qualche emozione di allora, sono innamorata dello stesso ragazzo, ma non ho lo stesso carattere di allora, l’unica cosa a rendermi una principessa è l’abito bianco e il marchio sulla fronte!”

“Su questo non ci piove!” disse Rei, prendendo la palla al balzo per punzecchiarla.

“Infatti sei ben lontana dall’essere una principessa! Sei un impiastro, capricciosa, un pozzo senza fondo. Ancora mi chiedo come tu possa essere mia madre!” disse Chibiusa, facendo la finta affranta.

“Vedi? Nemmeno mia figlia e la mia guardiana mi portano rispetto e da quanto ne so le principesse sono servite e riverite e non insultate!” disse Usagi, facendo la linguaccia alle due.

Bhe se io fossi il principe, per questa mancanza di rispetto le farei rinchiudere nelle  prigioni mio palazzo!” disse Shingo, immaginandosi con un bell’abito regale e la corona in testa.

“Sai Shingo? Non è una cattiva idea!” disse Usagi guardando di sottecchi Rei, la quale rise nervosamente.

Ikuko accennò a un sorriso sentendosi sollevata, mentre Kenji non si era lasciato sfuggire una frase in particolare “Cos’è sta storia che sei innamorata dello stesso ragazzo? Tu hai una relazione con quel bell’imbusto da più di mille anni?” disse fulminando il ragazzo.

“Lui è la reincarnazione del principe Endymion e quindi… diciamo di si, anche se non stiamo letteralmente insieme da tutto questo tempo!” disse Usagi alzando le spalle.

Mamoru si abbassò per sussurrare nell’orecchio della ragazza “Usako, già mi vuole fare a pezzi, se gli dici anche così firmi la mia condanna a morte!” disse deglutendo. Mentre Usagi sorrise divertita.

Il gruppo continuò a inoltrarsi nelle rovine, finchè una voce nell’aria attirò l’attenzione di Sailor Moon, che si fermò di scatto.

“Cosa c’è Usagi?” chiese Sailor Venus, la quale era andata a sbattere contro la schiena dell’amica.

“Non avete sentito qualcosa?” domandò la guerriera della luna.

“Io non ho sentito niente! Haruka?” chiese Michiru.

L’interpellata scosse la testa.

“Aspettate, ora sento qualcosa anche io! Sembra quasi…” cominciò Luna.

“La voce della regina Selene…” terminò Artemis.

Le guerriere si guardarono intorno finchè, davanti all’entrata del palazzo reale, una debole proiezione di un corpo  apparve davanti ai loro occhi.

Era la sagoma di una donna dai capelli bianco lilla, legati in due codini, come Sailor Moon. Indossava un abito bianco e il suo sguardo era dolce e confortante.

Shingo si nascose dietro al padre, balbettando “N-non credevo che sulla luna ci fossero i f-fantasmi!”

“No Shingo, questo è lo spirito della regina Selene!” disse Sailor Mercury, inchinandosi al cospetto della regina, così come anche le altre guerriere Sailor.

Solo Sailor Moon rimase in piedi, insieme a Sailor Chibiusa che non sapeva esattamente come comportarsi. Avrebbe copiato le altre guerriere, ma d'altronde, la donna davanti a lei era sua nonna e inchinarsi le sembrava troppo formale, anche se in fin dei conti era una estranea.

“Figlia mia, bentornata!” disse la regina, contenta di rivedere la sua erede nuovamente a casa.

Ikuko sussultò a quelle parole, comprendendo che quella donna era davvero la madre della sua bambina. Non sapeva dire esattamente cosa provasse, ma aveva paura che quella donna, la prima madre di Usagi, in qualche modo rivendicasse la sua maternità e le portasse via la ragazza.

“Grazie regina Selene!” rispose Usagi sorpresa di vedere che il corpo della donna diventava sempre più trasparente.

Notando lo sguardo della ragazza la donna rispose “Ho consumato le mie ultime energie per creare la cupola, in modo da alleggerire il tuo compito. Sono felice di averti potuto vedere un’ultima volta. Sono orgogliosa di te Serenity!” disse la regina prima di cominciare a sparire.

“No, aspetta!” disse Usagi, prima di concentrarsi e dare un po’ del suo potere allo spirito della regina, la quale tornò ad essere ben visibile. Nessuno, infatti, a vederla avrebbe detto che si trattava solo di uno spirito.

“Figlia mia cosa…perché lo hai fatto? Dovevi risparmiare le tue energie per quello che devi fare!” disse la regina confusa “Ti aspetta un duro compito!”

“Lo so, ma…non ho avuto il coraggio di…insomma mi sei stata sempre vicina in un modo o nell’altro e non volevo che tu…” Usagi sospirò, trovando difficile rendere partecipe dei suoi sentimenti quella donna che in passato era stata sua madre.

Sentiva di avere un legame con lei, ma allo stesso tempo faceva fatica a considerarla completamente sua madre. Si ricordava che una volta era riuscita a chiamarla mamma, ma allora indossava i panni di Serenity e cominciò a domandarsi se lei e Serenity fossero due entità diverse che condividevano lo stesso corpo. Aveva così pochi ricordi del passato nei panni di Usagi, ma quando diventava Serenity questi ricordo sembravano diventare un po’ numerosi, più forti, riusciva addirittura a ricordare gli odori che la circondavano nel Silver Millennium. Sebbene anche quando vestiva i panni di Serenity, ragionasse come Usagi, sentiva di essere in qualche modo diversa.

La regina Selene sorrise e con la mano destra le sfiorò una guancia, gesto che era solito fare verso sua figlia.

La sovrana affiancò le ragazze e rivolgendosi alle sailor disse “Alzatevi in piedi guerriere e venite con me. Vi condurrò all’interno del palazzo, nella camera riservata al cristallo d’argento!” si rivolse poi alla famiglia di Usagi “Sarei felice se veniste anche voi. Conoscere il luogo dove vostra figlia ha vissuto in passato, può aiutarvi a capire meglio Serenity. Non voglio che ci siano problemi a causa della sua vita passata e in nessun modo voglio che voi vi sentiate minacciati da me!” disse quest’ultima frase con un tono di voce morbido e rassicurante, nei confronti di Ikuko.

Le persone superstite vennero lasciate ad attendere fuori dal palazzo. Venne detto loro che avrebbero potuto scegliere dove sistemarsi e che potevano considerare quel luogo come la loro nuova casa.

La gente si guardò confusa non capendo dove mai avrebbero potuto fare il nido tra quelle macerie, ma poco tempo dopo, le loro domande trovarono risposta.

Usagi guidava il gruppo anticipando di poco la regina Selene. Si guardava intorno meravigliata dalla grandezza del palazzo, che consciamente a stento ricordava, ma nell’inconscio tutto doveva essere chiaro, perché le sue gambe la condussero da sola, verso la stanza indicata dalla regina.

La camera era spoglia e in rovina come tutto il resto. Le mattonelle che in passato si alternavano dal bianco al nero, erano sbiadite e impolverate, assumendo presso chè la medesima colorazione. Le tende che un tempo pendevano e si intrecciavano tra di loro, erano cadute a causa dell’invecchiamento dei ganci che le sostenevano ed erano rovinate in diversi punti. I vetri delle finestre che si trovavano molto in alto rispetto alla posizione delle guerriere, erano rotte, lasciando solo gli scheletri, mentre i frammenti di vetro, alcuni dei quali colorati, erano sparsi a terra. Infine al centro della stanza, vi era un piccolo altarino, fatto appositamente per il cristallo d’argento. Esso veniva posato sul cuscinetto posto in cima e faceva fluire il suo potere attraverso la luna, rendendola vivibile.

“Poggia il cristallo d’argento sull’ara, figlia mia!” disse la regina Selene, facendo un cenno con la mano, dandole il permesso di avvicinarsi.

Usagi fu un po’ titubante e la donna comprese quale fosse il suo pensiero.

“Non ti preoccupare Serenity. Se necessiterai del suo potere, il cristallo si materializzerà dentro di te appena lo chiamerai!”

Usagi annuì e fece quanto detto. Appena il cristallo venne poggiato sul piccolo altare, esso cominciò a volteggiare e lentamente cominciò ad espandere il suo potere.

Per la gente rimasta fuori si venne a creare uno spettacolo magnifico.

Il palazzo reale, in un gioco di luci, piano piano riacquistò il suo antico splendore. Le crepe nei muri vennero risanate, le colonne spezzate si ricomposero, le fontane ripresero a funzionare e i giardini intorno fiorirono. Poi una volta risanato il perimetro reale, il potere del cristallo si diffuse anche oltre. Le abitazioni degli antichi abitanti della luna, che erano crollati, tornarono al loro posto, colorati e splendidi come nuovi.

Usagi, che nel frattempo aveva assunto le sembianze di Serenity, rimase meravigliata da tutto quello splendore, ma una improvvisa vertigine la fece cadere in ginocchio.

Mamoru, che aveva assunto le sembianze di Endymion, l’affianco subito.

Serenity gli sorrise “Sto bene Mamo-chan, sono solo un po’ stanca!” disse appoggiandosi al suo petto e, chiudendo gli occhi, si addormentò.

La regina Selene si avvicinò alla figlia e chiese “PrincipeEndymion, mi puoi fare la cortesia di condurla nella sua stanza? Si trova infondo a questo corridoio!”

L’interpellato annuì, ma prima di compiere anche un solo passo, la voce preoccupata di Ikuko si fece sentire “Posso andare con lui?”.

“Non mi devi chiedere il permesso per stare con tua figlia signora Tsukino. La sua famiglia è la benvenuta qui. Ci sono anche delle stanze per voi, scegliete quella che più vi aggrada e fate come se foste a casa vostra. Questo vale anche per voi guerriere!” disse la regina Selene gentilmente.

“Grazie regina Selene!”disse Rei, per poi sospirare “E così abbiamo di nuovo Usagi KO!”

“Ha consumato tutta questa energia per ricreare il regno?” chiese Sailor Jupiter rivolgendosi alla regina “Credevo che non sarebbe stato dannoso per lei riuscire a fare tutto questo. Se no non si spiega come voi facevate a mantenere il regno così rigoglioso tutto il tempo, senza sentirvi mai debole!”

La regina Selene sorrise “Questo è vero, ma io ero abituata. Per Serenity tutto questo è nuovo, inoltre tenete conto che sta usando il cristallo d’argento anche per allontanare la luna dalla terra. Ora stiamo viaggiando verso la sua solita orbita, in modo tale che la terra possa riacquistare la sua solita forma, anche se per far si che torni vivibile ci vorrà dal tempo. Il sale dei mari ha reso i terreni sommersi non coltivabili. La forza gravitazionale della luna ha smosso inoltre diverse zolle tettoniche creando potenti terremoti e alcune dei vulcani si sono risvegliati nonostante dormissero da tempo!”

“Chi l’avrebbe mai detto che un satellite poteva causare tutti questi danni!” disse Sailor Venus esasperata.

“Mia regina, quanto tempo ci vorrà perché tutti noi possiamo ritornare sulla terra?” chiese Sailor Mercury.

La regina sospirò “Tutto questo dipende dalle intenzioni che ha Serenity! Se vuole o meno guarire solo il pianeta terra senza includerci i suoi abitanti!”

“Cosa intende maestà?” chiese Sailor Urano confusa.

“Strano, sei stata proprio tu a dire a mia figlia che lei aveva il potere di rimediare ai disastri che mia sorella ha fatto. Dalla discussione che abbiamo avuto credo che voglia provare a darti ragione, anche se questo richiederà diverso tempo!” disse la regina Selene.

“Vuole dire che ha intenzione di riportare la terra allo stato in cui si trovava prima che venissimo attaccati?” chiese Sailor Mercury sgranando gli occhi.

“Direi di si!” disse sorridendo la regina.

Le guerriere si guardarono preoccupate, temendo per le sorti della principessa.

“Ma questo potrebbe essere difficile per lei, potrebbe costarle la vita!” cominciò Sailor Mars allarmata, stringendo i pugni a una eventualità del genere.

“Sailor Mars ha ragione. La principessa non ha raggiunto la sua piena maturità nell’utilizzo del cristallo e anche se la raggiungesse, sarebbe comunque rischioso!” disse Luna, appoggiata da Artemis.

“Si, avete ragione, ma tutto questo accadrebbe se usasse il suo potere per rimediare al disastro tutto in una volta! Serenity e io abbiamo discusso attentamente. Le persone perite che sono rimaste sul pianeta, sono state risuscitate, ma non nel vero senso della parola. Possiamo dire che non sono più morti, ma non sono in grado di svegliarsi, in quanto i loro corpi sono ancora feriti e dovranno riprendersi dallo stato di decomposizione a cui erano già andati incontro e per fare questo ci vorranno secoli e mentre guarirà i loro corpi, il cristallo d’argento curerà anche la terra, finchè tutto non sarà pronto per il risveglio!” spiegò la regina Selene, dando un’occhiata a Sailor Pluto, sperando che lei capisse.

“Non può essere! Mia regina, mi vuole dire che la terra è come se fosse caduta in un profondo sonno, proprio come sarebbe dovuto accadere con la grande glaciazione che avrebbe interessato il pianeta e che avrebbe dato vita a Crystal Tokyo?” chiese Sailor Pluto sorpresa.

La regina annuì.

“Questo vuol dire che quando torneremo a casa, il principe e la principessa regneranno sulla terra!”  disse Sailor Saturn sorpresa.

“Ma la storia non può essere cambiata. Non così drasticamente senza che me ne rendessi conto!” disse Sailor Pluto stranita “Non ho avvertito paradossi temporali!”

“Questo perché il destino cerca sempre di compiersi. La principessa Kaguya, colei che sarebbe stata la causa della glaciazione del pianeta è già stata sconfitta, in quanto è apparsa prima del tempo e il destino ha trovato un altro modo per portarvi al futuro che conoscete!” disse Selene per poi accarezzare la testa a Chibiusa che sorrise timidamente.

“Accidenti, sta accadendo tutto così in fretta!”  disse Sailor Jupiter.

“In fretta? Ci vorranno quasi mille anni!” disse Sailor Venus “Però in effetti, credevo di avere più tempo da trascorrere sulla terra prima del grande cambiamento!” disse sconsolata.

“è il nostro destino, che differenza fa se accade prima o dopo? Sarebbe successo comunque!” disse Sailor Urano sbuffando.

“Vuoi dire che tu eri pronta a tutto questo?” chiese Sailor Mars.

Sailor Urano arrossì e distogliendo lo sguardo disse “N-non proprio!”

Sailor Nettuno sorrise dicendo “Le dispiace di non poter gareggiare con la sua macchina, al gran premio che si sarebbe tenuto tra due settimane a Pechino!”

“Ehi, anche io avevo dei progetti che volevo portare a termine prima di dover dire addio a tutto!” disse la guerriera di Urano, mettendo il broncio e strappando una risata a tutti.

“Bene guerriere. Ora che sapete come stanno le cose, vi consiglio di riposare. Non sappiamo per quanto tempo potremo goderci questa tranquillità. Kendra è ancora la fuori e non si darà pace, finchè non avrà attenuto ciò che vuole. Io sorveglierò su tutti voi! Andate!”

Le guerriere annuirono e obbedirono volentieri, dato che la stanchezza cominciava a farsi sentire.

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere ***


Capitolo 14: La fedeltà delle guerriere

 

Ikuko, kenji e Shingo, dopo essersi assicurati che la loro  Usagi stesse bene, andarono  a cercarsi una stanza, lasciando soli Endymion e Serenity con gran rammarico del padre della ragazza.

Esso accettò di andarsene, ma volle a tutti i costi la camera adiacente con quella della figlia, in modo tale da potersi accertare che niente di sconveniente  accadesse in sua assenza.

Mamoru appoggiò la sua amata nel letto e la coprì dolcemente, donandole poi un bacio sulla fronte.

Si guardò in torno per osservare l’ambiante, nel quale nemmeno nella sua vita precedente era mai stato.

Sebbene avesse dovuto aspettarsi tutta quella eleganza, trovandosi nella camera di una principessa, rimase sorpreso da tutta quella regalità.

Essa era di forma quadrata con un letto a due piazze a baldacchino in centro. Su di esso vi erano lenzuola bianche con bordature argentate di seta e legate ai pilastri del letto vi erano tendine bianche trasparenti. A sinistra del mobile vi era un tappeto soffice di colore rosa pallido,  che si abbinava al colore delle pareti, sulle quali era presente una striatura bianca poco prima del soffitto, con il simbolo della famiglia reale ripetuto più volte.

A sinistra della stanza, accanto alla porta di legno pitturata di bianco, vi era un armadio ante tre ante, decorato con  ghirigori dorati e argentati.

Nel muro davanti al letto si trovava una libreria enorme, con centinaia di libri, che circondava una scrivania ben ordinata con diversa cancelleria sopra di essa. Alla parete di destra c’era l’angolo dove Serenity si preparava per rendersi presentabile alle cerimonie e feste. Vi era un comodino con diversi trucchi, spazzole, fermagli per capelli. Uno specchio ovale che permetteva di specchiarsi interamente e infine, un’enorme vetrata che si affacciava a un piccolo terrazzo dove la visione della terra era assicurata.

Mamoru si sdraiò accanto ad Usagi e appoggiandosi sul gomito sinistro per tenersi sollevato, la osservò dormire.

Ogni volta che si trasformava nella principessa della luna, il ragazzo aveva l’impressione che la ragazza, diventasse ancora più bella. La sua pelle diventava più luminosa, sui suoi capelli dorati comparivano dei riflessi argentati e gli occhi, al momento chiusi, sembravano brillare di più.

Cominciò ad accarezzarle i capelli delicatamente per non svegliarla, ma ella, come se percepisse la presenza del suo amato accanto a sé, si avvicinò maggiormente a lui, poggiandosi sul suo petto.

Passò diverso tempo in cui i due rimasero abbracciati e Mamoru, a malincuore, decise che era meglio per lui recarsi nella sua stanza. Avrebbe voluto rimanere accanto ad Usagi, ma sapeva che sarebbe stata una pessima idea con il futuro suocero che lo sorvegliava di continuo.

Cercò di spostarsi lentamente, ma si rese conto che i suoi movimenti erano resi più difficili dalla forte presa che Usagi aveva su di lui. Sembrava come se la ragazza non volesse lasciarlo andare. Fu in quel momento che si accorse che ella era sveglia e lo stava trattenendo a sé di proposito.

“Scusa, ti ho svegliato!” disse Mamoru dispiaciuto.

Usagi scosse la testa e  si strinse maggiormente a lui.

“Sono sveglia già da un po’, ma tu non te ne sei accorto a causa dei pensieri che affollavano la tua mente!”

Il ragazzo sorrise per poi notare che la sua amata gli stava facendo quegli occhioni da cucciolo che lo scioglievano sempre, quello stesso sguardo che faceva Chibiusa quando voleva qualcosa.

“Dove stai andando? Resta ancora qui con me, per favore!” disse Usagi.

Il ragazzo arrossì e rispose “V-vorrei, ma…” cominciò, indicando poi una parete della stanza “…tuo padre si è sistemato nella stanza accanto. Immagina perché. Meglio che non mi trovi qui quando deciderà di farti visita!”

Serenity si tirò su e ridacchiando disse “Dovevo aspettarmelo! Dovremo fare come in passato, quando per vederci, dovevamo nasconderci!”

“Che poi nasconderci non funzionava tanto. La regina Selene conosceva tutte le nostre scappatelle!” rise Endymion.

“Già!” rispose Usagi, per poi chiedere curiosa “Non ti sembra strano che la regina non ci abbia mai ostacolato? Di tanto in tanto mi rimproverava sul fatto che il nostro era un amore proibito, ma non sembrava poi metterci così tanto impegno!”

“I miei genitori invece con i rimproveri ci andavano pesante. Mi hanno anche presentato un centinaio di ragazze, sperando che mi scordassi di te!” disse Mamoru per poi spalancare gli occhi.

“Non credevo avessi tutti questi ricordi! Non me ne hai mai parlato!” disse Usagi interessata.

“In realtà….non so da dove siano venuti fuori!” rispose sinceramente il ragazzo.

“Forse il fatto che siamo trasformati in principi da diverso tempo, sta facendo riaffiorare in noi diversi ricordi!”

Mamoru sembrò d’accordo con quella teoria, ma Usagi improvvisamente si rattristò.

“Cosa c’è?” chiese il primo, notando la sua espressione.

“Ecco…io…mi stavo domandando se…se questi ricordi continueranno a riaffiorare, chi saremo noi infine? Saremo ancora Usagi e Mamoru o diventeremo solamente Serenity ed Endymion?”

Il ragazzo sembrò riflettere sulla questione posta e disse “Se credi che una personalità possa prevalere sull’altra, io credo che saremo chi scegliamo di essere, ma sinceramente io non considero i noi stessi del presente e quelli del passato due entità diverse. Entrambi fanno parte di noi, è ciò che siamo. Adesso anche se indosso i panni di Endymion, non mi sento diverso dal solito e i ricordi del passato del me stesso di un tempo, aumentano solo il numero di esperienze fatte, che possono tornarmi utili. Se siamo davvero destinati a diventare re e regina, non credi che avere un po’ della personalità e ricordi dei noi stessi del passato possa tornarci utile?”

“Si, forse. Ora come ora, non saprei nemmeno da che parte partire a governare un paesino, figuriamoci un mondo intero!” disse s Usagi sospirando.

“E poi cosa importa chi siamo, io ti amerò per sempre comunque, che tu sia Usako o Serenity!” disse Mamoru per poi poggiare le labbra su quelle della ragazza per iniziare a scambiarsi un bacio passionale, il quale venne interrotto da Serenity.

“Ma non preferiresti che fossi più intelligente, meno pasticciona e più elegante come lo era Serenity?”

Usako, non è la prima volta che ti fai queste paranoie. Non so più come dirtelo. Io ti amo per la persona meravigliosa che sei, non mi interessano quali sono i tuoi difetti!” disse Mamoru, prendendole una mano e portandosela al viso.

“Ma anche Neo Queen Serenity sembra essere così diversa da me. Sembra essere così perfetta e…” cominciò Usagi, prima di essere interrotta.

“Tu l’hai mai vista? Hai mai visto come si comporta quando non deve avere a che fare con il pubblico? Chibiusa ne parla bene, come se fosse la donna più perfetta al mondo, ma è logico. È pur sempre sua madre, no? Difficilmente quando si parla di una persona che si ama, si lasciano intravvedere i difetti, perché in fin dei conti, questi hanno poca importanza!”

Usagi annuì.

“E poi un lato non perfetto dei Neo Queen Serenity lo conosciamo e questo ti fa capire quanto della vecchia Usagi sia rimasto in lei!” disse Mamoru divertito.

“Di che parli?” Chiese Usagi confusa.

“Ti ricordi la lettera di accompagnamento che Chibiusa ci ha fatto leggere quando è tornata per la prima volta dal futuro? Era piena di errori di ortografia e soprattutto scritta tutta in hiragana. Anche uno straniero farebbe lo sforzo di metterci qualche Kanji!” disse Endymion prendendola in giro.

“Hai ragion….Mamo-chan. Vuoi dire che non so scrivere?” disse Usagi mettendo il broncio.

“Quello che voglio farti capire che nessuno è perfetto, nemmeno la te stessa del futuro e se anche lei sembra più sicura di sé, non è detto che tu non lo possa diventare. Ma devi essere tu a volerlo e non diventarlo perché ti senti costretta. D’accordo?”

Usagi sorrise e annuì.

“Bene. Ora riposa, ci vedremo domani mattina!” disse Mamoru  per poi uscire dalla stanza.

 

Aprì gli occhi sentendosi improvvisamente strana. Si guardò intorno e apparentemente sembrava tutto nella norma, anche se l’atmosfera che regnava nella sua stanza era più cupa, rispetto a prima.

Si alzò uscendo nel corridoio, dove quella strana sensazione non l’abbandonò.

Sentiva dei brividi percorrerle tutto il corpo mentre si inoltrava sempre più fra le mura del palazzo, luogo dove poco prima era tornata la vita e che in quel momento  sembrava essere nuovamente caduto in rovina.

Chiamò Mamoru, le sue amiche e i suoi genitori, entrando nelle varie stanze, ma non trovò nessuno, né alcuna risposta giunse alle sue orecchie.

Iniziando a sentire il panico aumentare, continuò a cercare nelle altre ali del palazzo, giungendo poi fino alla parte più remota dell’edificio.

Non ricordava a cosa servisse quel luogo, ma le sembrava strano che tutte le persone che amava, si trovassero in quel posto. Non ne vedeva il motivo.

Fece per andarsene quando il suono di alcune voci attirò la sua attenzione.

Provenivano da dietro a una porticina diverse dalle altre, più vecchia e mal tenuta. Dietro doveva trovarsi la cantina.

Incuriosita aprì leggermente la porta e vide che all’interno della stanza vi erano le sue amiche che discutevano tra di loro.

Si domandò perché mai avessero indetto una riunione senza avvertirla. Pensò che probabilmente volevano discutere a proposito di un piano per proteggerla e quello spiegherebbe il motivo per cui erano andate a rintanarsi in quel posto “sperduto”, ma un altro dubbio l’assalì.

E se si erano riunite per complottare alle sue spalle?

Sussultò a quel pensiero. Mai aveva dubitato delle sue compagne e si domandò da dove quel pensiero fosse venuto fuori.

Le sue amiche non l’avrebbero mai tradita e proprio quando decise di tornare nelle sue stanze, sentì dire da Sailor Mars “Io non ne posso più di quella patetica di Usagi!”

L’interpellata sgranò gli occhi incredula a quelle parole.

Rei era solita insultarla quando la prendeva in giro, ma le parole dette non erano mai pronunciate con cattiveria, come era successo in quel momento.

“Nemmeno io. Se non fosse stato per la sua incapacità, ora ci troveremo ancora sulla terra!” disse Sailor Mercury, lasciando senza parole Usagi.

“Cosa ti aspettavi? Non è poi così potente. Come potevamo sperare che salvasse tutto il pianeta?” chiese Sailor Venus.

“Già, non so cosa pensavo quando l’ho scelta per diventare Sailor Moon!” disse Luna, per poi sbuffare.

“Tutti commettiamo errori Luna. Non ti cruciare!” disse Sailor Jupiter.

Usagi strinse i pugni a quelle parole. Non riusciva a capire come le sue amiche potevano cambiare faccia alle sue spalle. Prima la elogiavano, le facevano credere di essere capace di fare l’impossibile, poi invece loro erano le prime a non credere in lei.

“Ora però il problema rimane. Dobbiamo sbarazzarci di lei!” disse Sailor Urano.

Serenity fece un passo indietro inorridita. Sperava che almeno le Outher fossero ancora dalla sua parte. Si erano dimostrate dure molte volte, ma non perché ce l’avessero con lei, o almeno così credeva.

“Perché non la consegniamo a Kendra? Ci penserebbe lei a sbarazzarsi di quella piagnucolona!” disse Sailor Nettuno, sedendosi su di un barile.

“Io non credo sia una buona idea. Una volta che saprà che l’abbiamo tradita, si unirà a lei e prima che la nostra nemica possa fare qualcosa, la principessa potrebbe utilizzare il suo potere per annientarci!” disse Sailor Pluto.

“è vero, solo perché la principessa è un’imbranata che non sa fare un passo senza di noi, non vuol dire che il cristallo sia da sottovalutare!” disse Sailor Saturn.

Usagi non riuscì più a trattenere le lacrime, ma un barlume di speranza si riaccese in lei quando sentì la voce di Chibiusa.

“Ehi, ma che cosa vi prender a tutti quanti? Vi rendete conto di quello che state dicendo? Volete davvero eliminare Usagi? Non potete farlo!” disse la piccola guerriera.

“E perché mai?” chiese infastidito Artemis.

“Perché è mia madre!” disse semplicemente.

“Oh già, eliminata lei, tu sparisci!” disse Sailor Mars, alzando le spalle.

“Grazie tante, per esservelo ricordate. Per quanto non mi piaccia Usagi, io voglio nascere!” disse la bambina, mettendo il broncio e facendo crollare l’ultima speranza della principessa.

Dall’ombra uscì una persona che Serenity, fino a quel momento, non aveva visto: Mamoru.

Dall’espressione del viso, non provò nemmeno a pensare che lui fosse lì per difenderla.

Non aveva mai visto tanto disprezzo sul volto del suo amato, nemmeno quando cercava di farsi odiare quando l’aveva lasciata per proteggerla.

“Vorrà dire che non nascerai.  Non ho la minima intenzione di stare con quella solo per te. Ogni volta che ti guardo mi ricordi lei e non so chi delle due odio di più!” disse Mamoru infastidito.

Serenity si strinse le mani attorno alla testa. Quella doveva essere per forza un’illusione. I suoi amici non potevano essere così cattivi senza che lei si fosse accorta di niente e Mamoru non poteva dire quelle cose orribili a riguardo della loro figlia futura.

Ma nonostante pensasse quelle cose, la ragazza non riusciva a trovare pace. Se era solo un’illusione, lei non avrebbe dovuto sentirsi come se il suo cuore venisse fatto a fettine. Non dovrebbe sentire tutto quel dolore che provava dentro l’anima.

Bhe un modo per nascere ci sarebbe, ma avresti probabilmente un diverso colore di capelli!” disse Rei.

“Cosa vuoi dire?” chiese Chibiusa confusa.

“Potrei essere io tua madre!” rispose la guerriera di Marte, mentre Mamoru si avvicinò a lei, cingendole la vita, per poi darle un bacio passionale.

Usagi sentì le gambe cedere al suo peso e si ritrovò in ginocchio, incapace di staccare gli occhi dalla scena.

Non poteva credere che Rei e Mamoru la tradissero in quel modo.

Poi una voce nella sua mente disse “Di cosa ti sorprendi? A Rei è sempre piaciuto Mamoru. Sono anche usciti insieme ricordi? Si è fatta da parte solo per quella faccenda di Endymion e Serenity, ma la verità è che non ha mai scordato Mamoru e lui è rimasto insieme a te solo perché si sentiva costretto!”

“No! Non è vero, Mamo-chan mi ama, me l’ho detto prima!” disse la ragazza rannicchiandosi e scuotendo sempre più la testa, sperando di scacciare quella voce.

“Lo ha detto solo per farti stare zitta e per andare presto a dormire. Se ti amasse veramente, sarebbe stato con te tutta la notte, non si sarebbe spaventato per la presenza di tuo padre!”

“No, questo non è vero, no!” urlò la ragazza attirando l’attenzione delle guerriere, che la circondarono immediatamente.

“Guarda, guarda un po’ chi c’è qui!” disse Sailor Urano con disprezzo “La principessina non riusciva a dormire per caso? Forse sotto al materasso c’era qualcosa che la disturbava?”

“Oh bene. Sono contenta che le cose siano venute a galla, almeno non dovrò più fingere!” disse Sailor Mercury.

Heles, Ami-cha…vi prego, ditemi che non è vero?” disse Usagi in preda alle lacrime.

“è tutto vero baka. Non so come tu non sia riuscita a capirlo prima eppure…no, non mi sorprende la cosa. Infondo sei solo una stupida!” disse Sailor Mars abbracciando Mamoru.

“Mamo-chan…” sussurrò Usagi disperata.

“Non chiamarmi in quel modo. Mi puoi chiamare Chiba-san. Sono stanco di giocare con te. Voglio stare finalmente con la donna che amo!” disse il ragazzo dando un bacio nei capelli di Rei.

“No! Vi prego!” disse dal basso verso l’alto, mentre vedeva le guerriere avvicinarsi maggiormente vicino a lei.

“Ragazze!” disse, sempre più impaurita.

“Finalmente avrò la madre che mi merito!” disse Chibiusa, facendo sussultare Usagi, la quale vide che i codini della bambina dal rosa, si stavano colorando di nero.

“No!” disse piano.

“No!” urlò poi con tutto il fiato che aveva in gola.

 

Le urla di Serenity destarono tutti, i quali, temendo per l’incolumità della principessa, si precipitarono nella stanza della ragazza. La trovarono che si dimenava tra le coperte e fradicia di sudore, come se qualcuno cercasse di farle del male.

Endymion fu il primo ad affiancare Chibiusa, la quale si trovava già nella stanza, avendo deciso di dormire con la sua futura mamma, proprio come faceva sulla terra.

La bambina era spaventata, soprattutto perché i suoi sforzi per svegliare Usagi, erano stati vani.

Usako, Usako, svegliati!” disse Mamoru scuotendo la ragazza. “Usako, mi senti?”

Anche le sue amiche la chiamarono ripetutamente, senza che questa però si destasse dal suo sonno. Sailor Mars le aveva dato anche uno schiaffo, sperando che funzionasse, ma nemmeno quello ebbe un buon esito.

La ragazza continuava a dormire e a farfugliare cose incomprensibili, non facendo comprendere alle guerriere cosa stesse sognando.

“Questo non è un incubo qualunque. È creato da qualcuno!” disse Sailor Mercury, mentre usava il suo portatile per controllare le condizioni della sua amica.

“Il suo cervello sta lavorando di più rispetto a quanto farebbe per un sogno e questo non è normale!” disse la guerriera di mercurio.

“Potrebbe essere Kendra? Le sta facendo nuovamente il lavaggio del cervello?” chiese Chibiusa terrorizzata.

“ Non è da escludere!” disse Ami, chiudendo il computer.

Usagi continuò ad agitarsi finchè urlando, non si mise di scatto a sedere.

Si guardò intorno con occhi sgranati, in un primo momento non riconoscendo né il posto  dove si trovava, né i suoi amici, che preoccupati la fissavano in attesa che dicesse loro qualcosa.

Usagi, tesoro…tutto bene?” chiese Ikuko sedendosi ai piedi del letto e accarezzandole una gamba.

La ragazza guardò tutti i presenti e capì dai loro sguardi di non trovarsi in pericolo.

“E-era s-solo u-un sogno?” chiese rilassando le mani, che fino a quel momento erano rimasti serrati.

“Si, tesoro. Ci hai fatto spaventare. Non riuscivamo a svegliarti!” disse Kenji preoccupato.

“M-mi dispiace!” disse in un sussurro la ragazza, abbassando la testa.

“Cosa hai sognato?” chiese Chibiusa curiosa.

“Io…io…” cominciò Usagi scuotendo la testa “Io non lo ricordo!” disse con voce tremante.

“Io non ti credo!” disse Sailor Urano, che era rimasta un po’ in disparte con le braccia conserte a osservare.

“Sailor Urano non mi sembra il caso di sforzarla a…” cominciò Sailor Nettuno, ma che venne interrotta dall’amica.

Michiru, lo vedi anche tu in che stato è. È terrorizzata e shoccata per quanto ha visto in sogno e se è davvero opera di Kendra, dobbiamo obbligarla a parlare o faremo solo il gioco della nostra nemica!” disse seria la ragazza.

“Sailor Urano ha ragione Usako. Dicci cosa hai visto. Potremo aiutarti se…” Mamoru non terminò la frase sorpreso dal gesto della ragazza.

Questa infatti, quando Endymion le afferrò la mano per tranquillizzarla, si scosse da lui velocemente, come se non volesse essere assolutamente toccata da lui.

Usagi!” disse sorpresa Rei, la quale fu sorpresa quando Serenity le regalò uno sguardo di ghiaccio. Anche se questo durò una frazione di secondo, prima che i suoi occhi tornassero normali, il tempo fu abbastanza perché tutti potessero accorgersi di quel cambiamento improvviso.

“Come temevo? Non è normale che si comporti così. Cosa può aver visto da portarla a rifiutare una carezza del principe e a guardarci in quel modo?” chiese Sailor Urano dura, ma preoccupata  allo stesso tempo.

“Principessa, qualsiasi cosa tu abbia visto, non è reale!” disse Sailor Pluto ansiosa.

Usagi abbassò il capo e annuì “Si, credo…è che…” cominciò, prima di sentire nuovamente la voce del sogno.

“Chi ti assicura che quello che stai vivendo ora, non sia una menzogna?”

La ragazza si portò le mani alla testa e ripeté quello che aveva appena sentito.

“Cosa? Usagi cosa stai dicendo? Questo non è una bugia. Noi siamo qua davanti a te!”

La ragazza guardò le persone confusa e chiese “Si vi vedo, ma…chi mi garantisce che non state indossando una maschera. Chi mi garantisce che non avete intenzione di tradirmi?” disse ripetendo sempre quello che la voce le diceva. Era come se nella sua testa ci fosse una battaglia fra le sue paure e la ragione.

Le guerriere sussultarono.

“No, non lo faremo mai! Sei una nostra cara amica Usagi, ti vogliamo bene!” disse Sailor Venus allarmata, inginocchiandosi a terra accanto al suo letto per afferrarle una mano e stringerla forte.

“E tu queste cose le sai bene. È solo quella perfida strega che ti mette la pulce nell’orecchio e quello che  mi fa arrabbiare e che tu le stai anche dando retta!” disse Urano stringendo i pugni.

“Non sto dando retta a niente è solo che…!” cominciò Usagi mettendosi sulla difensiva, inutilmente.

“Si invece, hai appena messo in dubbio la nostra fedeltà principessa!” disse Sailor Saturn rattristata.

Quelle parole furono come una doccia fredda per Usagi, la quale cominciò a piangere.

“M-mi dispiace io…io non volevo. S-sono così confusa, io…io so che quanto ho visto non corrisponde a verità, ma una parte di me ha sempre paura che voi mi abbandoniate. Non importa quale sia il  modo in cui lo facciate!” disse cercando questa volta l’abbraccio di Mamoru, che non glielo negò.

“Se mai ti dovessimo abbandonare, lo faremo solo perché siamo morte e non perché vogliamo tradirti. Io e Michiru ti abbiamo fatto credere di averti tradito nella lotta contro Galaxia, ma solo per arrivare a lei. Non c’è mai passato per la testa di voltarti le spalle…né a noi due, né alle altre ragazze. Quindi non dubitare mai più della nostra fedeltà…MAI!” disse Sailor Urano con sguardo duro “Hai capito?”

Serenity la guardò, si morse il labbro e debolmente rispose “Si!”

“Ragazze, se la nemica sta giocando con la sua testa, è davvero difficile riuscire a resistere. Sono riusciti a fare il lavaggio del cervello anche a me una volta!” disse Chibiusa.

“Sailor Chibiusa ha ragione. Quando il nemico gioca con le tue paure, a volte è difficile far prevalere la ragione. Ci sono quasi cascata anche io, anni fa. Se non avessi fatto prevalere i miei sentimenti verso di voi, vi avrei attaccato quella volta!” disse Sailor Mercury.

“Si, ma alla fine hai resistito. Non hai ceduto!” disse Sailor Nettuno.

“Prima di tutto, Usagi non ha ancora ceduto, secondo i miei dubbi sono stati  inferti da un semplice automa, non dalla fonte che lo ha creato, come è successo a Chibiusa e sta succedendo ora a lei. La loro influenza è di sicuro maggiore, probabilmente al loro posto, anche io sarei crollata!” continuò la guerriera di mercurio.
“Questo succede quando non si crede in se stessi!” disse Sailor Urano.

Sailor Mercury alzò la voce e rivolgendosi alla guerriera di urano disse “Non possiamo essere tutti come te Heles o come voi Outhers. Voi siete più fredde di noi inners e non so se questo vostro modo di essere sia dovuto alla vicinanza del sole ai nostri pianeti o per il modo in cui siete cresciute, ma questo non toglie il fatto che la differenza tra noi e voi si vede lontano un miglio!”

“Più fredde, cioè senza sentimenti?” chiese Sailor Urano infastidita.

“Sailor Mercury non intende dire questo!” cominciò Sailor Pluto “Noi siamo più riflessive e ci lasciamo condizionare meno dai sentimenti, questo per il compito che ci è stato assegnato. Noi ai tempi del Silver Millennium siamo sempre  state a guardia del regno rimanendo nei nostri rispettivi posti, mentre le inners, sebbene avessero il nostro stesso compito, potevano incontrarsi e andare alle feste di palazzo e fare amicizia tra di loro. Noi abbiamo sofferto la solitudine e questo ci ha reso come dice Sailor Mercury più fredde, cioè meno incline a esternare i nostri sentimenti. Non è un offesa, anzi forse in questo momento per lei è più un complimento, vero?” chiese dolcemente la guerriera di Plutone.

Ami annuì “Ho sempre ammirato la vostra forza e il fatto che non vi fate intimidire da nessuno!”

Un silenzio cadde fra i presenti finchè un sospiro si sentì.

“Mi dispiace. Non volevo creare contrasti fra di voi!” disse Usagi.

“Nessun contrasto. Diciamo che questa situazione ci ha permesso di conoscerci un po’ meglio. Non credete?” chiese Sailor Saturn alle altre, le quali annuirono.

 Serenity sorrise riconoscente del fatto che non le facessero pesare la sua momentanea debolezza, ma per quella volta, non aveva la minima intenzione di tornare a dormire e di permettere a Kendra di giocare nuovamente con lei.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Un grave reato ***


Capitolo 15: Un grave reato

 

Dopo quanto successo, Serenity difficilmente veniva lasciata sola.

Le sue amiche volevano proteggerla dai giochi di mente a cui Kendra la sottoponeva, ormai non solo più di notte, ma anche durante il giorno.

Accadeva tutto in pochi secondi, un attimo prima la ragazza era tranquilla e serena, un attimo dopo sembrava congelarsi sul posto a causa di alcune visioni che iniziavano a tormentarla.

Quando ella diventava scostante, o iniziava a parlare da sola, significava che la voce, di cui aveva parlato loro, era tornata alla carica.

La voce che le rimbombava in testa, era uguale alla sua, tanto da renderle difficile distingue quando le cose erano vere o false.

Cominciava quindi a domandarsi fino a che punto fosse Kendra a giocare con lei e quanto di quello che sentiva fossero veramente i suoi pensieri e paure.

A volte si ci mettevano anche le immagini a complicare il tutto. Vedeva infatti i volti delle loro amiche cambiare da un momento all’altro. Se magari la guardavano dolcemente, vedeva le loro espressioni tramutarsi in disprezzo o vedeva ghigni malvagi.

Anche ciò che dicevano era diverso da quello che corrispondeva a verità.

Infatti una volta, quando Sailor Mars le chiese se andava tutto bene, quando la vide impallidire improvvisamente, Usagi nella sua immaginazione la sentì esprimere l'odio che provava nei suoi confronti.

L’unica cosa che riusciva a non farla cedere, era il senso di colpa che aveva provato quando Sailor Saturn le aveva fatto notare che aveva messo in dubbio la loro fiducia. Si era sentita malissimo e ogni volta cercava di aggrapparsi a quel sentimento per scacciare via i brutti pensieri.  

 

La regina Selene osservava la figlia con preoccupazione, temendo che quanto successo in passato si verificasse nuovamente.

Aveva paura che la sua bambina potesse cedere al male, proprio come era successo con sua sorella.

Non potendo stare a vedere la storia ripetersi, andò a cercare Mamoru “Principe Endymion, c’è una cosa che vorrei mostrarti!”

Il ragazzo annuì e dopo aver chiamato anche Sailor Mercury, secondo la richiesta della regina, i due seguirono quest’ultima in una stanza che sembrava non venire utilizzata da molto prima che il regno venisse distrutto, dato che essa non era tornata come nuova come tutto il resto del Silver Millennium.

 

Per passare il tempo, Sailor Venus, Sailor Jupiter, Sailor Saturn e Sailor Nettuno, andarono a fare un giro per assicurarsi che tutto fosse tranquillo, mentre il restante delle guerriere rimaneva a palazzo a sorvegliare la principessa.

Anche la famiglia di quest’ultima si unì al tour sulla luna, i quali rimasero alquanto sorpresi nel vedere che tutto era molto simile alle città terrestri. Infatti, sebbene il regno fosse esistito tempi orsono, era molto avanzata. Le abitazioni però erano basse, infatti niente doveva risultare più alto del palazzo reale.

Vi erano luci colorate, schermi in giro come a Tokyo che in momenti normali probabilmente avrebbero proiettato qualcosa, invece di essere spenti come in quel frangente. Vi erano negozi ovunque, con le saracinesche chiuse e la gente andava in giro incuriosita, anch’essi cercando di esplorare il satellite.

Le strade erano molto affollate, tanto che le guerriere si domandarono se ci fosse spazio per tutti. Facendo un rapido calcolo, avrebbero dovuto essere presenti all’incirca due miliardi di persone provenienti da tutto il mondo e la luna non era mai arrivata ad avere tanti abitanti.

Infatti videro che molte persone si erano sistemate per strada, non trovando un rifugio libero, mentre altri, che avevano preso possesso per primi di un’abitazione, si erano resi disponibili a offrire ospitalità a chi non aveva trovato un posto dove stare.

Molte persone erano spaesati da quel drastico cambiamento. Non avevano più un lavoro o qualcosa da fare,  molti rimpiangevano i loro cari perduti, soprattutto le popolazioni maggiormente colpite, dove molti bambini si erano ritrovati improvvisamente soli. Quella pace e felicità che si respirava un tempo sulla luna, sembrava ben lontano dall’essere ripristinata.

Le guerriere si guardarono preoccupate. Dovevano fare qualcosa per spiegare alla gente quanto stava succedendo e trovare un modo per sistemare tutti, dato che nessuno probabilmente sarebbe tornato sulla terra.

 

“Ma questo posto è….è incredibile. Mai visti tanti macchinari in vita mia!” disse Sailor Mercury entrando in una stanza ricca di computer, installati per garantire una maggiore sicurezza al regno.

“Questa è la sala di controllo, dove il sistema solare veniva perennemente monitorato, cercando di captare presenze negative che le guerriere Sailor non riuscivano a intercettare, dandoci modo di pensare a un attacco offensivo o difensivo in caso di bisogno!” disse la regina Selene.

“Potrebbe tornarci molto utile!” disse Mamoru, che venne assalito da un dubbio quando si guardo  intorno.

La tecnologia in quel posto sembrava essere molto avanzata o per meglio dire, la tecnologia terrestre sembrava assolutamente obsoleta rispetto a quei macchinari.

Ricordava di aver visto qualcosa di simile a Cristal Tokyo anni fa ed era rimasto affascinato da cosa si poteva fare con dei marchingegni simili.

Selene abbassò il capo “Avrei dovuto dirvi subito di questa sala, ma il fatto è che dubitavo che foste in grado di utilizzarli, essendo una tecnologia diversa rispetto alla vostra e inoltre…io non posso esservi utile. Non so come accenderlo, né se sono ancora funzionanti. Nessuno li ha più usati nessuno da quando…diciamo che non vengono usati da parecchio!” rispose la regina per poi sospirare.

“Sailor Mercury, ho chiamato te perché ho  visto che col computer te la cavi piuttosto bene e speravo che con la tua intelligenza fossi in grado di capire come farlo partire e tu, principe Endymion, se te la senti, vorrei affidare a te il compito di sorvegliare il satellite. Ovviamente non sarai solo. Potrai chiedere aiuto ai più esperti informatici del vostro pianeta!” continuò la regina.

“Accetto il compito…ovviamente se va!” disse Endymion, cominciando a studiare il computer alla ricerca del tasto di accensione. Nemmeno Sailor Mercury, che aveva studiato la macchina col suo pc era riuscita a venire a capo dell’enigma.

“Niente, non riesco a capire come funziona. Peccato, avremmo potuto scoprire dove si nasconde Kendra!” disse Sailor Mercury, premendo il suo orecchino sinistro per togliersi gli occhialini.

Mamoru si rivolse alla regina chiedendole “Maestà, non dovremo già essere a conoscenza della base segreta della nostra nemica? Da quanto ci ha detto, sei stata tu a mandarla su un pianeta ai confini del sistema solare!”.

La regina chiuse gli occhi e scosse la testa “Io l’ho solo esiliata dal sistema solare, ma ha scelto lei dove recarsi e da quanto mi stai dicendo Endymion, vedo che non ha obbedito alle mie imposizioni!” disse per poi sospirare.

Mamoru guardò nuovamente il computer “Allora questo è un motivo in più per far funzionare questa macchina!” disse determinato, sebbene non avesse la più pallida idea di dove cominciare.

“Serve una password!” disse una voce alle loro spalle.

Chibiusa!” disse la regina Selene sorpresa di vederla, non essendosi accorta che la bambina li aveva seguiti e ascoltati.

“Questo computer è molto simile a quello che usa mio padre nel 30° secolo, quindi immagino ci sia una password che permetta la sua accensione e per di più questa deve essere detta a voce, in modo tale che nessuno possa accendere al suo contenuto per scopi personali.  Ad esempio nel mio tempo, solo mio padre può accenderlo, anche se ha fatto si che il computer riconosca anche la mia voce e quella di mamma, in caso di necessità, ma sinceramente se mia madre dovesse mettere mano sulla macchina, credo esploderebbe. Lei e la tecnologia non vanno molto d’accordo!” Disse Chibiusa, strappando un sorriso a Mamoru.

Ami aveva cominciato a riflettere. Le probabilità che il suo proprietario si fosse reincarnato come tutti loro e che fosse scampato alle calamità della terra, erano molto scarse “Maestà, chi era l’utilizzatore del computer?”

La regina Selene guardò la guerriera di mercurio, la quale fu sorpresa di vedere negli occhi della donna, molto dolore.

Ella esitò un po’, poi rassegnandosi disse “Il re!”

I presenti sussultarono a quelle parole. Nessuno mai aveva pensato all’esistenza di un re, nonostante avrebbe dovuto essere una cosa normale in quanto la regina aveva avuto una figlia che non era considerata illegittima. Ma per quanto Endymion e Sailor Mercury cercassero di sforzare i loro ricordi, nessun re veniva loro in mente.

Chibiusa invece senza dire niente uscì dalla stanza per rientrarvi poco dopo con Usagi, seguita da Sailor Pluto, Urano e Mars.

Le nuove arrivate ebbero la stessa reazione di Mamoru e Ami quando videro la stanza. Vennero poi messi al corrente di quanto i due avevano appreso e a parte Serenity, anche le altre guerriere sembravano cascare dalle nuvole a sentire nominare il re della luna.

“Regina Selene, davvero pensi che io sia in grado di accendere quest’arnese?” chiese Usagi confusa.

L’interpellata alzò le spalle “è stata Chibiusa a pensarlo, io in realtà non credo sia possibile! Anche nel caso tuo padre abbia registrato la tua voce, eri una bambina molto piccola. Probabilmente il computer non riconoscerà la tua voce, né tu ricorderai la password!”

Usagi annuì pensando esattamente la stessa cosa.

“Aspettate un attimo. Qualcosa non mi torna. Io sono la custode del tempo, so quanto accade in diversi tempi e ho conosciuto tutte le dinastie reali, ma non mi risulta che la principessa abbia avuto un padre!” disse Sailor Pluto confusa.

“A meno che non sia nata da un cavolo o l’abbia portata la cicogna, tecnicamente una figura maschile nella vita della regina ci dovrà pur essere stata!” disse Sailor Urano.

“Non  lo metto in dubbio, ma la cosa strana è che nessuno se ne ricorda. Nessuno di noi si è mai domandato chi potesse essere l’altro genitore della principessa. Eppure  credo sia una domanda più che legittima da porsi, non credete?” disse Sailor Pluto.

“Hai ragione. Però a quanto pare Usagi se lo ricorda, in quanto non ha fatto una piega a sentire nominare il re!” disse Sailor Mars confusa.

Usako, tu sai chi è?” chiese Mamoru, mettendole una mano sulla spalla.

La ragazza abbassò il capo e annuì “Si, lo so! Anzi diciamo che conosco il nome e da dove viene, ma non ho nemmeno io alcun ricordo di lui, né  mi sono mai chiesta chi fosse. Le poche cose che so, me le ha detto la regina Selene quando abbiamo discusso i particolari per il nostro teletrasporto sulla luna, ma sono convita che ci sia qualcosa che non ci ha raccontato!” disse Usagi, spostando lo sguardo sulla regina “Ci sono troppe cose che non coincidono. Il fatto che nessuno si ricordi di lui o che si sia posto il problema sulla sua esistenza e anche il fatto che Sailor Pluto non avesse nemmeno alcun ricordo di Kendra, né io sapevo di avere una zia. Non sarò un genio come Ami, ma a capire che le cose siano collegate ci arrivo anche io. Ho ragione?”

 Tutti gli occhi erano puntati sulla regina, la quale capì di non poter più tenere nascosto il suo segreto, sebbene non fosse più necessario in quanto le cose erano cambiare rispetto a un tempo.

“Voi tutti sapete che la famiglia reale della luna può avere una sola figlia e per quanti tentativi si facciano, un secondo figlio non è ammesso eppure io sono l’eccezione vivente alla regola. Vi domanderete perché. Le leggi cosmiche possono cambiare se qualcosa va storto, ma solo per correggere un errore. Nel mio caso io sono nata per rimediare al fatto che mia sorella Kendra, nascondesse qualcosa di malvagi dentro di sé fin dalla nascita. Se io non fossi stata concepita, il cristallo d’argento, non potendo passare nelle sue mani, si sarebbe perso per sempre.

“Un secondo figlio può nascere per rimediare a un errore!” disse Sailor Pluto in un sussurro, per poi guardare la Piccola Lady, che intimorita le aveva lanciato un’occhiata.

“Nonostante questo, mia sorella da bambina non aveva mai mostrato segni di gelosia o brutti sentimenti nei miei confronti, questi sono venuti fuori quando comprese, venendo a conoscenza delle regole del cosmo, che non avrebbe mai ereditato il potere del cristallo d’argento. La sua rabbia nei miei confronti aumentò sempre più, ma io le volevo bene e cercavo in tutti i modi possibili di aiutarla a combattere questi sentimenti negativi, ma poi…poi le cose peggiorarono. Io conobbi un ragazzo durante la festa dei miei diciotto anni e me ne innamorai perdutamente. Non sapevo chi fosse e non avrei mai potuto immaginarlo in quanto questo ragazzo non avrebbe dovuto trovarsi al mio compleanno. Pensavo fosse uno del posto, per quanto sentivo che in lui ci fosse qualcosa di diverso da noi abitanti della luna, ma non ci feci molto caso. Mi importava solo stare con lui e ci incontravamo ogni volta che c’era la luna piena e soprattutto di nascosto. Non capivo il motivo per cui dovessimo agire lontano dagli occhi di tutti, né perché lui faceva tanta resistenza per  incontrare i miei genitori. Alla fine riuscii a convincerlo e fu in quel momento che scoprii chi era realmente. Era il principe del sole, un regno con cui la luna non aveva praticamente mai a che fare e tra cui le relazioni tra gli abitanti erano severamente proibiti!” fece un attimo di silenzio per vedere la reazione delle guerriere e della figlia. Erano tutti in attesa che continuasse, sperando di scacciare la confusione che avevano in mente.

“I miei genitori si opposero con tutte le forze alla nostra relazione e ci tennero separati, ma quando mia madre si ammalò di una malattia incurabile e il suo tempo stava per scadere, i miei mi vollero parlare. Mi dissero che il cristallo d’argento prigionava la sua forza dall’amore che si ha verso il proprio popolo, ma soprattutto dall’amore che si prova verso la propria anima gemella. Da quando non vedevo più Apollo, questo era il nome del re, io ero diventata quasi come un fantasma. Non mi importava quasi più di  nulla, andavo avanti solo perché ero viva e non potevo fare altrimenti. In quelle condizioni il cristallo d’argento non avrebbe potuto svolgere i suoi compiti. Fu allora che presero la decisione di lasciarmi vedere il principe del sole, anch’egli nella mia stessa situazione.

Ci fidanzammo ufficialmente e il giorno in cui il cristallo d’argento passo nelle mie mani, ci unimmo in matrimonio.

Kendra era presente al giorno del passaggio del nostro cimelio di famiglia e mai ho visto occhi tanto carichi di odio.

Apollo mi mise in guardia da lei più volte, ma io non volli ascoltarlo. Era mia sorella e non volevo assolutamente abbandonarla.

Contro la mia volontà il re volle mettere Kendra sotto sorveglianza, per poi scoprire che stava tramando un colpo di stato, anche se molto piccolo dato che le persone che avevano aderito alla sua ribellione erano molto poche.

Arrendendomi all’evidenza della sua cattiveria, dovetti farla arrestare per tradimento. La morte non era contemplata nelle nostre leggi. Se qualcuno veniva accusato di tradimento, veniva chiuso in una cella al buio più totale, senza che potesse ricevere visite, tranne per le persone che le portavano cibo e acqua. Un destino a mio avviso peggiore della morte.  Rimase rinchiusa in cella per quattro anni, nel frattempo io diedi alla luce Serenity che avrebbe ereditato il cristallo d’argento, in quanto femmina e mia figlia!” disse per guardare la ragazza, che aveva capito che il peggio doveva arrivare.

“Per tre anni siamo stati una famiglia felice, fin quando tutto venne cancellato dalla morte del re!”

Usagi strinse i pugni, non riuscendo a ricordare niente di suo padre nonostante gli sforzi. Sapeva che era molto piccola quando lo perse, ma qualcosa, anche una minima, avrebbe dovuto rimanerle nel cuore. Non era possibile che l’amore che suo padre provava per lei e che lei provava verso di lui, fosse solo scomparso.

“La morte del re portò a conseguenze a cui, né io, né lui avevamo pensato. Nessuno dei due si immaginava un omicidio e la sua scomparsa, portò alla sparizione del cristallo solare, in quanto nessun erede maschio era in vita. Questo era un cimelio potete quasi quanto il cristallo d’argento, che aveva il compito di alimentare in eterno il sole.  Inoltre senza la protezione del cristallo del sole, il regno che risiedeva sulla sua superficie venne distrutto in meno di un battito di ciglia. Per quanto gli abitanti della stella potessero essere abituati ad alte temperature, il cristallo li proteggeva dalle quelle massime e impediva loro morire carbonizzati. L’unica cosa positiva in questo dramma è che nessuno si  sarà accorto di niente!”

Sailor Urano intervenne “Quindi se il sole era alimentato dal cristallo, la causa del suo esaurimento, per quanto avverrà fra miliardi di anni, è dovuto alla sua scomparsa! La nostra convinzione che il sole fosse solo un astro senza vita era del tutto errata!”

La regina annui.

“Maestà, chi è stato ad uccidere il re… non dirmi che…” cominciò Rei.

“Si, pensi bene Sailor Mars. Kendra è la causa della morte del re!” disse abbassando la testa “Non so come, ma è riuscita a fuggire dalle prigione e, non so se mirasse veramente a lui o gli sia capitato per caso, ma lo ha ucciso a sangue freddo!”

Sailor Pluto scosse la testa incredula “Ma un fatto del genere è inammissibile, come è possibile che nessuno si ricordi di questa faccenda?”

Selene guardò negli occhi la guerriera del tempo e con sguardo addolorato ammise le sue colpe “Sono stata io. Io ho cancellato la memoria di tutto il sistema solare per quanto riguardava Apollo e il regno del sole. Io sola sarei stata capace di ricordare e mi sarei caricata sulle spalle la colpa dello squilibrio del sistema solare che la mia famiglia aveva portato. Mi dispiace che le cose ora ricadano su di te Serenity. Pensavo di essermi liberata di Kendra. Speravo che l’esilio fosse sufficiente, ma a quanto pare mi sbagliavo!”

“Maestà, si rende conto che anche lei ha commesso un crimine? Non è permesso cancellare e i ricordi delle persone!” disse Sailor Pluto seria, mentre Serenity si irrigidì a sapere che quanto aveva fatto sua madre era considerato un reato, anche se sperava che non ci sarebbero state ripercussioni in quanto ormai lei era solo uno spirito.

“Regina Selene, se quanto dice Sailor Pluto è vero, perché hai fatto una cosa del genere?” chiese la principessa.

“Non lo immagini figlia mia? Era l’unico modo per conservare la pace. Hai idea di cosa sarebbe successo se si fosse venuto a conoscenza che il re del sole, la stella che permette la vita, era stato ucciso da una principessa della luna?” disse la regina con occhi spaventati alla sola idea.

“Una guerra che avrebbe coinvolto l’intero sistema solare. C’è chi si sarebbe schierato con la luna, chi invece contro e sarebbe stato il caos!” disse Mamoru, rendendosi conto dell’assurda situazione che si era venuta a creare, per colpa dell’egoismo di uno solo.

“Avrò anche infranto la legge cancellando la memoria alle persone dei vari regni, ma almeno, anche se alla fine quasi tutto il sistema che esisteva una volta è caduto per colpa di Periglia, almeno alla fine qualcosa si è salvato. Anche se solo la terra è sopravvissuta, per quell’unico pianeta ne è valsa la pensa. Non mi pento di ciò che ho fatto. In quanto ancora oggi non ho trovato un modo diverso che avrei potuto usare per garantire la salvezza di più regni!” disse la regina convinta di quanto detto.

“Purtroppo però, a causa di quanto successo, prima o poi il sole si trasformerà in una stella rossa gigante che inghiottirà la terra,  non lasciando scampo a nessun essere vivente!” disse Sailor Mercury.

“No, una speranza che le cose si sistemino esistono e ora le domande che frullavano in testa a me e alla piccola Lady, hanno trovato risposta!”

“Davvero?” chiese la bambina, non arrivando alla stessa conclusione della guerriera di plutone.

Questa sorrise dolcemente alla piccola e le accarezzò i capelli “Maestà, avete detto che le leggi cosmiche possono essere infrante per rimediare ad errori. Magari queste leggi considerano la sparizione permanente del cristallo solare un errore e potrebbero fare in modo che le cose si sistemino!”

“E come?” chiese Serenity confusa.

Mamoru arrossì mentre Sailor Urano sorrise, comprendendo entrambi dove Sailor Pluto voleva arrivare.

 “Tu non puoi ereditare il cristallo solare, in quanto sei una femmina, ma porti in te i geni del re del sole, geni che puoi trasmettere a tua volta!” disse la guerriera di urano.

“Ho capito!” disse Chibiusa  battendo un pugno sulla mano.

Serenity guardo confusa la sua futura figlia “Come potrebbe Chibiusa rimediare a questo errore? È anche lei una femmina!”

“Sei proprio lenta a capire!” disse la bambina scuotendo la testa rassegnata “Bhe lascia che ti dica una cosa. Mia madre è incinta di  cinque mesi, cosa che non dovrebbe essere possibile. Ora ti è chiaro?”

Usagi sgranò gli occhi e guardò incredula Mamoru, che era arrossito  maggiormente e ringraziò il cielo che Kenji non fosse presente in quel momento.

“H-ho capito b-bene?” chiese Serenity guardando Sailor Pluto.

Quest’ultima annuì “Si, è vero. Siamo rimasti tutti sorpresi quando lo abbiamo scoperto, Neo Queen Serenity soprattutto, in quanto non conoscevamo questa storia, in quanto questo fatto non è mai venuto a galla nel futuro!”

“Pensa un po’, è addirittura svenuta!” disse Sailor Chibiusa, che era presente al momento in cui Ami aveva dato loro la notizia.

“Probabilmente è svenuta anche a causa della gravidanza!” disse Sailor Pluto.

“E papà allora?”

“Lui è svenuto per lo shock!” disse divertita la guerriera del tempo.

Chibiusa rise, per poi tirare un sospiro di sollievo “Per fortuna. Stavo cominciando a pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato in me e che il futuro nascituro, avrebbe dovuto rimediare a quello sbaglio!”

La regina Selene prese parola “Dato che questo evento è quasi impossibile, è certo allora che sarà un maschio!” disse sorridendo e felice all’idea di avere non uno, ma ben due nipoti.

“Un maschio…avrò anche un maschietto?” chiese ancora incredula Usagi, avendo troppe informazioni da digerire, ma passato il primo momento di shock, fu entusiasta della cosa, così come Mamoru che non riuscendosi a trattenere, l’abbracciò e le rubò un bacio.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16:Brillamento solare ***


Capitolo 16:Brillamento solare

 

Lo scoprire che in futuro la sua unione con  Mamoru, l’avrebbe portata ad avere non solo Chibiusa, ma anche un secondo figlio, riempì Usagi di una serenità che non sentiva da qualche tempo a causa di Kendra, ma potè godersi quella sensazione solo per pochi istanti, in quanto, fu presto portata alla realtà dalle sue compagne.

Le chiesero se si fosse ricordata come accendere il computer di suo padre, ma a malincuore dovette scuotere la testa.

Ci fu una delusione generale, ma nessuno potè incolparla. Nessuno di loro aveva buoni ricordi della loro vita passata e non potevano pretendere che la ragazza avesse addirittura i ricordi dei suoi primi tre anni di una vita come Serenity.

 

Quando il resto delle guerriere Sailor e i genitori di Usagi rientrarono, vennero messi a conoscenza di quanto accaduto e non potendo fare niente per quanto riguardava l’accensione del computer, Sailor Nettuno, Sailor Venus, Sailor Jupiter e Sailor Saturn informarono i presenti sulle condizioni dei nuovi abitanti della luna.

Andarono a sistemarsi in un salone enorme, dove il colore dominante era bianco. Vi erano diversi divani , disposti attorno a un grosso tappeto, sul quale poggiava un tavolino, dove erano stati poggiati i biscotti che Makoto aveva fatto quella mattina.

La conversazione intrapresa interessò tutti e ognuno cercò di dire la sua, in modo da riuscire a trovare la soluzione più consona al problema.

La regina Selene, rendendosi conto che la luna non era attrezzata per ospitare così tante persone, rese disponibile ad aprire le porte del palazzo al popolo per ospitane qualcuno, sebbene non risolvesse il problema in modo definitivo.

“Non credo sia una buona idea Maestà. Gli umani sono pieni di sentimenti negativi, emozioni con i quali Kendra gioca e può usare le persone a suo vantaggio!” disse Sailor Pluto prendendo la parola.

“Ma non  possiamo lasciare quella gente per strada. È disumano. Inoltre è colpa mia se si trovano in questa situazione!” cominciò Usagi e prima che qualcuno potesse fiatare, disse “E non ditemi che non è vero, perché Kendra ha fatto tutto sto casino solo perché voleva me e il cristallo, quindi in qualsiasi modo girate la frittata, sebbene non volontariamente, la colpa è mia!”

Mamoru sospirò e prese la parola “Io avrei una proposta, che non esclude l’idea della regina. Sebbene gli uomini abbiano un lato oscuro, vi è qualcuno tra noi che questo lato non l’ha ancora sviluppato appieno, mantenendo quel lato innocente che la nostra nemica di certo non può usare a suo vantaggio!”

“Ti riferisci ai bambini immagino!” disse Sailor Nettuno, sedendosi sul bracciolo del divano, accanto a Sailor Urano.

Il ragazzo annuì “Molti sono rimasti orfani dopo quanto successo e sapendo cosa significa, direi che dover superare la perdita dei genitori, è già abbastanza traumatico senza doversi preoccupare di trovare un posto per la notte per evitare l’assideramento!” disse preoccupato.

Usagi seduta accanto a Mamoru gli strinse la mano, dicendo “Mi sembra un’idea fantastica!”

Le guerriere si guardarono e annuirono convinte.

“È comunque un rischio, ve ne rendete conto?” chiese Haruka, prendendo la parola.

Bhe, tecnicamente tutti noi qui presenti possiamo essere una minaccia per mia figlia a dirla tutta, in quanto non siamo immuni da quei sentimenti negativi che caratterizzano l’uomo!” disse Kenji.

“Purtroppo le devo dare ragione!” disse Sailor Urano, rassegnata all’evidenza.

“Bene, allora la decisione è presa. Che ne dite se destiniamo un paio di stanze ad aule scolastiche?” disse Usagi sorprendendo i presenti, i quali tutti le lanciarono diverse occhiate meravigliati.

“Questa proposta è davvero uscita dalla bocca di mia sorella?” chiese Shingo sorpreso.

Usagi mise il un finto broncio all’affermazione del fratello.

“è una buona idea. Potremo chiedere alla prof.ssa Haruna se vuole riprendere il suo ruolo  da insegnante e se c’è qualche altra persona che faceva questo mestiere sulla terra, vedere se si rende disponibile!” disse Ami.

“Io direi di cercare anche qualche architetto e cominciare a pensare di costruire nuove abitazioni!” propose Kenji prendendo la parola per la prima volta.

“Il problema è che il perimetro abitabile della luna non è molto esteso ed è stato quasi tutto utilizzato. Non credo che le nuove costruzioni bastino per tutti!” intervenne la regina Selene “Sperando che i miei avi non me ne vogliono a male, si potrebbe abolire la legge che le costruzioni non devono essere più alte del palazzo, così da aggiungere piani anche ad abitazioni già esistenti!”

Le ragazze annuirono.

“Riapriamo anche gli ospedali e le altre attività commerciali, in modo da creare una vita il più normale possibile!” disse Sailor Nettuno, che venne appoggiata dai presenti.

“Sarà un lavoraggio!” disse Sailor Venus.

“Si, ma è necessario. Io dico di riunire la popolazione e di spiegare loro la completa situazione. Forse sarà un po’ shoccante per loro scoprire che non torneranno mai a casa, ma poi vedrete che cominceranno ad organizzarsi da soli, infondo uno dei pochi istinti rimasti attivi nell’uomo, è l’istinto di sopravvivenza!” disse Sailor Mars.

 

Dopo essersi accordati sui provvedimenti, i presenti cominciarono a organizzare il tutto, compresi i genitori di Usagi, che volevano dare una mano.

Serenity fu l’unica sollevata dal compito e seguendo Luna, insieme a Chibiusa e Selene, si recò nella stanza che la gatta, ai tempi del Silver Millennium, utilizzava per educare la principessa.

“Io riprenderò il mio ruolo di educatrice Usagi. Hai molto da imparare per essere una degna reale. Direi di cominciare con il discorso che dirai davanti al popolo e poi con il comportamento da tenere in loro presenza!” disse Luna con un tono che non permetteva repliche.

Usagi spalancò gli occhi “Cosa? Dovrò parlare io alla popolazione? Davanti a tutta quella gente?”

Luna abbassò la testa rassegnata “Benedetta ragazza, fino a prova contraria sei tu la regnante della luna. È una tua responsabilità!”

La regina Selene vedendo l’agitazione della ragazza disse “So che non ti senti ancora pronta, ma vedrai che andrà tutto bene. Io ti aiuterò come mi è possibile in queste condizioni!”

Per Usagi le ore sembravano non trascorrere mai. Doveva fare i diversi esercizi, che di solito aveva visto fare alle aspiranti principesse nei film, come camminare con una pila di libri sulla testa, senza farli cadere. Il compito si dimostrò molto più arduo di quanto si aspettasse. Chibiusa, che era più allenata, le fece vedere come fare e riuscì a percorrere il perimetro della stanza senza problemi, mentre Usagi, dopo pochi passi dovette chinarsi a raccogliere i libri e riprovare. Questo diverse volte, finchè Luna decise che poteva bastare.

Preparare il discorso fu ancora più difficile. Non sapeva nemmeno da che parte iniziare. Luna voleva che usasse un linguaggio più consono a una principessa, utilizzando parole di cui nemmeno sapeva il significato.

La gatta sospirò quando vide che dopo mezz’ora, Usagi non aveva ancora scritto niente che venisse da lei, perché quelle poche righe che aveva scarabocchiato, le erano state suggerite da Selene. Quest’ultima, vedendo la figlia in difficoltà le dimostro come tenere un discorso, sperando di aiutarla, ma a vedersi sembrava molto più facile che a farsi.

Anche Chibiusa provò a scrivere un discorso e, sebbene ci fossero parecchie cose che non erano proprio corrette, Luna  fece notare alla sua allieva, quanto la bambina fosse più avanti rispetto a lei.

Usagi all’ennesimo rimprovero si arrabbiò. Quando Luna le rimproverava di essere goffa, pigra e sbadata sulla terra, non ci faceva molto caso, perché sapeva che infondo poteva fare di meglio se solo si impegnava, ma non le piaceva passare per una idiota perché non era in grado di fare cose che non aveva mai fatto.

“Adesso mi hai stancato Luna!” disse alzando la voce.

La gatta sgranò gli occhi sorpresa dalla reazione della ragazza.

“Sono principessa da solo un paio di giorni senza avere mai ricevuto un’istruzione per esserlo e tu mi paragoni a Chibiusa che sta a contatto con queste cose da quando è nata? Questo non è giusto Luna!”

“Ma parte di te è una principessa e queste cose le dovresti saper già fare!” disse Luna agitando la coda nervosamente, rendendosi conto improvvisamente di aver esagerato, ma voleva spronare la ragazza a ricordare cose che erano parte di lei.

Serenity le sa già fare, non Usagi e se non te lo ricordi, la prima è morta secoli orsono. E io, Usagi, mi ritrovo a vivere quella che sarebbe stata la sua vita e quello che ti chiedo e di concedermi del tempo per imparare senza farmi sentire una stupida!” urlò la ragazza con le lacrime agli occhi, prima di correre fuori, lasciando Chibiusa e Luna a scambiarsi degli sguardi.

La ragazza percorse a passo svelto il corridoio che l’avrebbe condotta verso la sua camera, quando per strada incontrò sua madre e suo padre che erano appena rientrati.

Usagi!” disse Kenji sorpreso di vedere la figlia sconvolta.

La ragazza incrociò gli sguardi con i genitori e si buttò tra le braccia di Ikuko.

“Mamma, papà!” disse, tra i singhiozzi.

La madre le accarezzò i capelli e poi dirigendosi verso la stanza della principessa per avere più privacy, le chiese “Tesoro, cosa ti è successo?”

Serenity si sedette sul letto e asciugandosi le lacrime disse “è tutto così difficile. Io…io non sono una principessa eppure tutti si aspettano che mi comporti come tale e io…so già che deluderò tutti. Non ho combinato niente con Luna oggi e questo è così frustrante. Perché non posso essere una ragazza come tutte le altre!” disse abbassando la testa.

Ikuko le si sedette accanto “Usagi, nessuno ti chiede di essere perfetta. Imparerai a essere una principessa col tempo. Nessuno ti giudicherà se dimentichi qualche inchino o altri comportamenti reali!”

“è qui che ti sbagli. Luna sembrava così amareggiata vedendo che non riuscivo a fare niente. In queste ore non ha fatto altro che paragonarmi a Chibiusa, di quanto lei fosse più brava di me e… posso capire se mi paragonasse a lei avendo tutti i miei ricordi della mia vita passata, ma di fatto quei pochi ricordi che ho, non mi insegnano a essere una principessa ed è sleale paragonarmi a una bambina che è cresciuta come tale! Insomma una principessa è elegante, composta,  ben educata, conosce il galateo, praticamente è l’esatto opposto di me. Allora mi viene da chiedermi, se io sono l’incarnazione di Serenità, perché io sono così diversa da lei!”

Kenji la chiamò per farsi guardare in faccia e dolcemente le disse “Non devi prendertela troppo per quello che dice Luna. Non credo voglia farti sentire inutile, cerca solo di insegnarti le usanze regali in modo forse un po’ troppo severo, vuole spronarti, non capendo che non sempre si ottengono risultati rinfacciando gli errori commessi. Su certa gente questo metodo funziona perché voglio far vedere di cosa sono capaci, ma per altri, le critiche dette in modo sgarbato possono solo essere distruttive e credo che questo sia il tuo caso. Ascolta il mio consiglio, parla con Luna e falle capire quello che provi, è il gatto più intelligente che abbia mai visto, capirà!” disse Kenji sorridendo “E poi non è vero che deluderai tutti e credo che questa tua convinzione sia anche colpa mia” disse l’uomo abbassando la testa “Ti chiedo scusa Usagi. Non è vero che mi hai deluso, quel giorno ero solo molto arrabbiato e ho ti ho detto questa cosa orribile senza pensare alle conseguenze. Sappi che mi hai reso il padre più orgoglioso al mondo e sono davvero fiero di te!” disse, per poi essere abbracciato da una figlia commossa.

Ikuko si alzò e si unì all’abbraccio “Anche io sono molto orgogliosa di te. Sei una persona fantastica Usagi, una di quelle che raramente si incontrano. Non cambiare mai figlia mia!”

Usagi sciolse l’abbraccio per incupirsi di nuovo “Mi domandavo quanto…quanto di Usagi resterà in me, se imparo a essere come Serenity. Insomma mi ritroverò a dover soffocare me stessa per essere la principessa di questo regno e… questa cosa mi spaventa!”

Ikuko scosse la testa “Non devi rinnegare te stessa Usagi, dovrai solo tenere comportamenti più consoni alla tua condizione di principessa quando sarà necessario e essere te stessa quando sarai con noi e con i tuoi amici!”

“Tua madre ha ragione. Se a casa tua metti tranquillamente i piedi sul tavolo, a casa di altri non lo fai perché è un comportamento più consono da tenere, giusto? Bhe è la stessa cosa. Se in presenza del popolo devi essere elegante, fare inchini e via dicendo, una volta che sei nel castello, puoi anche andare in giro in pigiama e pantofole… al diavolo la regalità!”

Usagi si fece scappare una risata. 

Ikuko sorrise a vedere che la figlia si era finalmente tranquillizzata, ma qualcosa di curioso attirò la sua attenzione.

Le porte che davano sul balcone erano spalancate e, essendo il cielo visibile, la donna potè vedere dei giochi di colore che ornavano il cielo.

Era una aurora boreale, un fenomeno sulla terra visibile solo in determinate coordinate e cosa alquanto assurda da vedere sulla luna, non essendoci un’atmosfera.

“È bellissimo!” disse Serenity uscendo sul balcone, seguita dai suoi genitori.

“Se l’essere umano è in grado di vivere sulla luna, perché vedere un’aurora boreale su di essa mi sorprende tanto?” si domandò Kenji.

“Mi domando come sia possibile una cosa del genere. È scientificamente impossibile!” disse Ikuko sbalordita.

“La cupola creata dal cristallo d’argento funziona come l’atmosfera terrestre e il fatto che non sia solo di colore verde come sulla terra, lo si deve al fatto che quando un cristallo viene colpito dalla luce, questa viene riflessa mostrando i diversi colori che la compongono!” disse una voce accanto a Usagi, la quale trasalì non essendosi accorta della presenza di Luna sul corrimano.

La gatta sorrise  e mosse la coda nervosamente, mentre guardava la sua principessa con occhi tristi.

“Hai ascoltato la conversazione, vero?” chiese Usagi, riuscendo a interpretare il linguaggio del corpo della sua amica.

Luna annuì “Non avrei dovuto comportarmi in modo sgarbato, mi dispiace!”

La ragazza scosse le spalle “A chi non è capitato di origliare le conversazioni di altri!”

“Mi riferivo al mio comportamento durante la lezione. So di essere stata sgarbata, ma Usagi io voglio che tu tiri fuori il meglio di te stessa e so che ci puoi riuscire. Puoi fare molto più di quello che credi!” rispose la gatta.

Usagi sospirò e rispose “Vorrei solo che la smettessi di rimproverarmi ogni volta che faccio un errore o non sono capace a far qualcosa, perché se non commettessi errori e sapessi fare tutto, cosa mi dovresti insegnare? Vorrei che ti rendessi conto che da un giorno all’altro mi sono ritrovata sulle spalle un regno da governare e…si, sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, ma pensavo di avere ancora del tempo per crescere e maturare. E invece a sedici anni mi ritrovo questo peso sulle spalle, senza essere pronta. Mi sento come se mi mancasse l’aria e a volte vorrei poter mollare tutto e scappare, ma so che non posso, perché è una mia responsabilità!”

Luna abbassò le orecchie colpita dalle parole della ragazza “Avrei dovuto capire meglio i tuoi sentimenti e andarci più leggera e invece…invece ho solo dato importanza al mio compito. Ti chiedo scusa, cercherò di essere meno severa, te lo prometto!”

Usagi sorrise e tornò a guardare le luci colorate nel cielo, che improvvisamente divennero più forti e il sole, ben visibile, più caldo e abbagliante.

“Cosa succede?” chiese Ikuko proteggendosi gli occhi da quella luce intensa.

“È un brillamento solare. Non ho mai visti di così potenti! Se fossimo ancora sulla terra, l’atmosfera avrebbe fatto fatica a proteggere gli esseri viventi e probabilmente tutti i sistemi di comunicazioni sarebbero andati in tilt. Per fortuna il cristallo d’argento è in grado di contrastare questa potenza e di assorbire le radiozioni che altrimenti ci ucciderebbero!” spiegò Luna, la quale aprì leggermente gli occhi per osservare Serenity, la quale aveva preso a parlare apparentemente da sola

“Chi sei?” disse infatti la ragazza preoccupando i presenti “Fino ad ora non sono riuscita a capirti. Cosa vuoi da me?”

Usagi che succede? È Kendra?” chiese Luna agitata.

La ragazza fece cenno ai presenti di tacere e continuò ad ascoltare la voce, finchè la luce non tornò normale e l’aurora boreale scomparve.

Usagi, tutto bene?” la chiamò Ikuko, vedendo che aveva ancora gli occhi chiusi e continuava a ripetere tra sé una frase detta in una lingua sconosciuta.

L’interpellata aprì gli occhi di scatto, per poi correre fuori dalla stanza.

Luna e i suoi genitori la chiamarono ripetutamente, mentre la rincorrevano e tutto quel trambusto mise in allarme le guerriere, le quali corsero a controllare se ci fosse qualche minaccia.

“Luna, cosa succede?” chiese Sailor Mars, raggiungendo la gatta insieme alle altre.

La gatta dovette arrestare la sua corsa per rispondere alle guerriere, perdendo così di vista la principessa.

“Non lo so. Usagi ha cominciato a comportarsi in modo strano e…sembra come se qualcuno si fosse messa in contatto con lei!” spiegò

Kendra?” chiese Sailor Venus preoccupata.

“è l’unica persona che mi viene in mente!” rispose Luna, cominciando nuovamente a correre verso la direzione in cui la ragazza si era diretta, sebbene non sapesse esattamente dove dirigersi.

“Dove si è cacciata? Potrebbe essere in pericolo!” disse Sailor Jupiter, prima che la regina Selene apparisse e le indirizzasse verso la sala computer.

 

Tutti si recarono nella stanza indicata. Usagi era lì e si guardava attorno, cercando un pulsante specifico, che si trovava ben nascosto sotto la tastiera del computer.

Le ragazze stavano per fare delle domande, ma Ikuko e Kenji fecero cenno loro di non intervenire, avendo capito che la loro figlia necessitava di concentrazione.

Una piccola botola sul tavolo da lavoro, non visibile fino alla sua apertura, si aprì facendovi  uscire un piccolo microfono. Una voce computerizzata chiese un riconoscimento vocale e la password per l’accensione.

Le guerriere si guardarono confuse, quando sentirono Usagi parlare in una lingua a loro sconosciuta. La ragazza infatti, aveva preso un respiro profondo per poi pronunciare quella stessa frase che per diversi minuti aveva dovuto ripetere per non dimenticarla.

Tutti rimasero meravigliati quando il computer, illuminandosi ed emettendo diversi suoni, si accese. Ci fu uno scoppio di gioia e le ragazze corsero ed abbracciare Serenity per l’ottimo lavoro compiuto.

“Figlia mia, come hai fatto?” chiese Selene.

“Durante il brillamento solare, ho cominciato a sentire una voce. Mentre parlavo con Luna ho cercato di ignorarla pensando che si trattasse di kendra. Inizialmente sentivo solo dei sussurri ed era impossibile capire quello che diceva, ma poi quando il brillamento solare è diventato più forte, quella voce si è intensificata e ho cominciato a prestare attenzione. Mi sono accorta che non era Kendra o la mia mente che mi faceva brutti scherzi, come mi succede ultimamente, ma era una voce era maschile e dolce. Non sentivo nessuna minaccia provenire da lui. Inoltre parlava una lingua strana che non appartiene al regno argentato. Ho capito di chi si trattasse quando ho riconosciuto il linguaggio. Era…!”

Selene sorrise dolcemente e continuò “La lingua con cui spesso ti parlava tuo padre, vero?”

Serenity annuì e cercò di trattenere le lacrime commossa “Era lui. Ancora non ricordo il suo volto o altro, ma ho sentito ho sentito tutto l’amore che prova nei miei confronti. È…è stato bellissimo. Voleva aiutarci già da tempo, ma ha dovuto aspettare un brillamento solare abbastanza forte da cui trarre un po’ di energia per farsi almeno sentire, ma una volta finito è scomparso!” disse tristemente.

Bhe principessa, quando ci sei tu in giro, gli aiuti arrivano sempre nei momenti più opportuni!” disse sorridendo Sailor Pluto.

Mamoru era stato mandato a chiamare e messo al corrente di quanto successo, con l’aiuto di Ami, si misero a studiare il funzionamento del macchinario.

Mamoru, guarda!” disse Ami, notando qualcosa sullo schermo.

“è il sistema solare!” disse Mamoru non trovandoci niente di strano.

“Conta i pianeti!” disse Ami “Sono dieci!”

A sentire quel numero, nella mente di Mamoru, solo un nome comparve “Nemesis!”

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Acque rosse ***


Capitolo 17:Acque rosse

 

Nemesis?” disse Mamoru incredulo “Possibile? Avremmo dovuto scoprire quel pianeta solo nel 30° secolo!”

“Non è detto che con queste apparecchiature avanzate, non possiamo essere in grado di rintracciarlo prima, ma comunque quel pianeta non è Nemesis! Da quanto ne sappiamo quest’ultimo ha un’orbita oscura, quindi il sole non lo illumina mai, mentre questo, anche se debolmente, è illuminato!” rispose Ami osservando le coordinate del pianeta per essere sicura che il suo pensiero fosse giusto.

“Allora si tratta di…” cominciò Mamoru.

Ami annuì comprendendo cosa il ragazzo stesse per dire “Esatto.  Si tratta di Sedna. Viene considerato più che altro un planetoide o un pianeta nano. La sua orbita è talmente eccentrica che fino a pochi anni fa non era visibile in quanto molto lontano dal sole e completamente al buio. Ma la descrizione corrisponde al pianeta di cui parlava Kendra!” rispose Ami.

Mamoru annuì “Guarda i dati. Risulta che su di esso ci sia una grande quantità di energia negativa. L’unica spiegazione a questo fenomeno è che abbiamo trovato la base segreta del nemico!”

“Lo credo anch’io. Mi domando se monitorandolo, possiamo anticipare le mosse della nostra nemica, in modo tale da tenere al sicuro sia Usagi che la luna!” si domandò la guerriera di mercurio, che successivamente si recò a informare le altre della scoperta.

Mamoru era intenzionato a raccontare tutto alla sua amata e si diresse verso la stanza di Usagi. Si fermò quando la vide socchiusa e sbirciò al suo interno. Un sorriso gli sfuggì, quando vide la ragazza camminare goffamente per la stanza con dei libri in testa, facendoli cadere a terra dopo pochi passi.

Bussò alla porta ed entrando disse “Vedo che non sono l’unico impiastro a fare questo esercizio!”

“Mamo-chan!” disse Serenity sussultando, non sentendolo entrare “Vuoi dire che sei stato incastrato da Luna anche tu?”

“Il mio tutore è Artemis, ma credo che lo faccia più che altro per accontentare Luna!” disse Mamoru alzando le spalle.

“Non pensavo che avrebbero addestrato anche te, infondo sei molto più composto ed elegante di me. Non ti immagino mentre fallisci in questo esercizio!” disse Usagi stranita.

“è perché mai? Io i libri li ho sempre portati in spalla, mai sulla testa!” disse avvicinandosi alla ragazza, la quale approfittò della vicinanza per appoggiare la testa sul suo petto.

Mamoru la cinse la vita e respirò il suo profumo. Si sentiva rilassato tra le braccia della ragazza e di fatto non volle sciogliere l’abbraccio per diverso tempo, cosa che a Usagi non dispiacque. Non la informò nemmeno di quanto scoperto. Glielo avrebbe detto in un momento più idoneo in quanto, in quei giorni, era parecchio tesa a causa del discorso che si sarebbe tenuto tra breve e non voleva affollarle la testa con ulteriori preoccupazioni.

Le guerriere furono d’accordo con la sua decisione, ma loro non persero di vista il nuovo pianeta nemmeno per un secondo. Dopo un paio di giorni le ragazze poterono affermare che l’emissione di energia negativa da parte di Kendra era diminuita. In proporzione con il calo del potere nero proveniente da Sedna, erano diminuite anche le voci e le visioni nella testa di Usagi, la quale però attribuì la loro scomparsa alla sua totale concentrazione per prepararsi al fatidico giorno in cui avrebbe parlato al popolo, cosa che impediva a Kendra di intrufolarsi nella sua mente e di manipolare i suoi pensieri.

Mamoru, Selene e le guerriere però non tirarono un sospiro di sollievo. Questa rinuncia da parte della nemica, poteva voler dire che ella si stava preparando per qualcosa di ben peggiore.

 

Il giorno del discorso al popolo arrivò velocemente, tanto in fretta che Usagi non si sentiva ancora pronta. Non sapeva nemmeno se sarebbe stata in grado di affrontare una prova del genere nemmeno se avesse avuto cento anni a disposizione per prepararsi.

La ragazza si trovava davanti a un portone che dava su una grossa balconata, pensata proprio per dare annunci importanti alla popolazione.

Sotto di essa si estendeva un’enorme piazza, circondata da alte colonne con capitelli simili a quelli corinzi, da dove fuori usciva un piccolo zampillo d’acqua che ricadeva da entrambi i lati  della colonna, per poi tuffarsi nella lunga e stretta vasca che si trovava ai piedi di ogni pilastro.

Queste vasche d’acqua erano circondate da fiori di ogni genere e  colore, sebbene il più diffuso fosse proprio la rosa rossa, fiore che Serenity, nella sua vita passata, aveva portato sulla luna dalla terra, meravigliata dalla sua bellezza.

Oltre questi giardini erano inoltre visibili diversi tendoni eretti qualche giorno prima. Deturpavano il panorama lunare che si poteva ammirare dal palazzo, ma erano necessari per  dare un rifugio a coloro che non l’avevano trovato.

Il portone si aprì con un forte cigolio. La prima a comparire agli occhi degli abitanti fu Sailor Pluto che, alzando in aria il suo bastone, attirò l’attenzione del popolo, il quale si azzittì. Come prevedeva la tradizione, la guerriera di plutone introdusse il principe e la principessa, sebbene nel Silver Millennium questo compito toccava al consigliere personale della regina.

I due interpellati, Serenity ed Endymion avanzarono fino a giungere molto vicino al parapetto.

Il secondo poteva ben vedere l’agitazione della ragazza, la quale non aveva smesso di giocare nervosamente con le dita e non aveva ancora trovato il coraggio di alzare lo sguardo.

Quando i suoi occhi guardarono le migliaia di persone presenti, in attesa che ella parlasse, Usagi ebbe un vuoto di memoria. Aprì la bocca per parlare, ma nessun suono si udì.

Endymion, intuendo che Usagi stava avendo un attacco di panico, le strinse una mano e prendendo parola, cominciò il discorso.

Presentò se stesso e la sua amata in maniera più approfondito, tralasciando il motivo per cui avevano convocato tutti. Voleva che fosse Usagi a dare loro le spiegazioni dovute. Avevano provato quel momento centinaia di volte. Si erano messi a studiare insieme come essere dei sovrani, facendo esercizi su come migliorare la camminata, su come ci si dovesse inchinare e imparando anche qualche ballo tipico della luna.

Serenity era pronta per tutto quello e lui lo sapeva, doveva solo trovare il coraggio di cominciare.

Sospirò quando vide il suo mutismo e cominciò a pensare di dover parlare da solo, ma prima che potesse anche solo pensare a come cominciava il discorso, la sua amata lo sorprese, facendo sentire finalmente la sua voce.

“Sono molto felice che abbiate accolto la nostra richiesta a presenziare a questo incontro. Quanto sto per dirvi è molto importante. Tutti voi avete la convinzione e speranza che un giorno non troppo lontano, tornerete a vivere sulla terra. È con grande rammarico  che devo informarvi  che il nostro caro pianeta  purtroppo è stato pesantemente danneggiato e una sua completa guarigione richiederà secoli, un tempo troppo lungo per la vita di un uomo!” disse, per poi fermarsi per permettere alla gente di assorbire la notizia. Un brusio cominciò ad alzarsi tra la folla e un certo timore si diffuse tra la gente.

Sailor Pluto vedendo che l’attenzione cominciava a calare, richiamò le persone all’ordine, permettendo così a Serenity di continuare.

“So che questa notizia è difficile da digerire, lo è anche per noi, tuttavia cercheremo di rendere la vostra permanenza sulla luna il più simile alle vostre vite terrestri. Sono a conoscenza del fatto che la luna non dispone di abbastanza edifici per garantire una vita normale a molti di voi e per questo abbiamo deciso di porre rimedio a questo problema con i mezzi a nostra disposizione.

Costruiremo nuovi edifici, aggiungeremo piani alle abitazioni esistenti e così via. Non ci fermeremo finchè tutti non avranno una sistemazione stabile e adeguata alle proprie esigenze. Perché questo avvenga, chiedo gentilmente la vostra collaborazione. Ci serviranno architetti per ideare case, medici per curare i malati, insegnanti che siano disposti a diffondere la loro conoscenza.

Vi sono molti negozi chiusi pronti a riprendere la loro attività. Se ci fosse qualche panettiere, sarto, calzolaio e altri che hanno bisogno di aprire un esercizio per svolgere il proprio nobile mestiere, non ha che da riferirlo e io e le mie guerriere studieremo il da farsi per far si che venga assegnato ad ognuno un posto. Noterete che ogni due colonne, c’è una della mie guardiane sedute ad un tavolino. Andate da loro in modo ordinato, registratevi comunicando i vostri dati personali, i quali serviranno per fare un censimento degli abitanti qui presenti e indicate la vostra professione. Studieremo le richieste di ognuno e prenderemo i giusti accorgimenti!”

Ci fu un applauso generale, ma Serenity con un gesto della mano, fece comprendere che non aveva ancora terminato.

“Per mettere tutto questo in pratica ci vorrà ovviamente qualche tempo e so che i tendoni innalzati per offrire ospitalità a molti di voi, sono molto affollati. Per diminuire almeno un po’ questo disagio, abbiamo deciso di aprire le porte del palazzo ai bambini orfani e senza casa, per offrire loro ospitalità. Inoltre abbiamo allestito diverse stanze del palazzo ad aule scolastiche, in modo tale che tutti i bambini possano riprendere le lezioni quanto prima, fino a quando non ci sarà l’apertura ufficiale della scuola presente sulla superficie lunare!”

Serenity diede le ultime indicazione su come avrebbero agito, dopo di chè con un elegante inchino, salutò il popolo e si ritirò insieme ad Endymion.

Una volta che il portone venne chiuso, Usagi si appoggiò su di esso e si lasciò lentamente cadere a terra.

“Sei stata grande Usako!” disse Mamoru, inginocchiandosi al suo fianco e spostandole uno dei codini dietro la spalla.

“Sembravi una vera principessa! Non sembravi nemmeno tu Usagi, ho pensato che fossi addirittura posseduta!” disse Shingo prendendola un po’ in giro.

La ragazza abbozzò a un sorriso “Forse lo ero. Inizialmente non trovavo nemmeno le parole, poi qualcosa si è sbloccato e…”

“Credo che i ricordi di Serenity siano venuti a galla nel momento più opportuno. Il tuo modo di parlare e di formulare il discorso era diverso da quello che abbiamo preparato. Hai fatto proprio un buon lavoro Usagi, sono orgogliosa di te!” disse Luna compiaciuta.

“Sai, mi è quasi sembrato di sentire parlare mia madre!” disse Chibiusa “Certo lei è più sicura di sé e la sua voce non trema, ma ormai lei è abituata a questa situazioni!”

“Era un complimento?” chiese confusa Usagi.

Ikuko sorrise “Credo proprio di si, tesoro!”

“Bene, visto che questa è fatta, direi di lasciare la principessa…” cominciò Artemis, prima di essere interrotto da delle urla provenienti dall’esterno.

Serenity si mise subito in piedi, allarmata, ma il suo tentativo di aprire le porte della balconata per comprendere cosa stesse succedendo, venne impedito da Sailor Pluto.

“Principessa, andrò io a controllare. Tu, Endymion e la Piccola Lady rimanete qui al sicuro!” disse la donna, prima di correre fuori.

Sussultò a quanto vide. La gente correva in ogni direzione in preda al panico, allontanandosi da dove si stava tenendo lo scontro.

In lontananza infatti, Sailor Pluto poteva vedere le altre guerriere lanciare ripetuti attacchi a Scorpio, uno dei sei segni zodiacali che non erano stati purificati nel precedente attacco.

Raggiunse le altre e solo allora si accorse che qualcosa era diverso in lui. Il segno zodiacale era quattro volte più grosso rispetto alla sua prima manifestazione. I suoi occhi erano rossi e sembrava ricoperto da una corazza, tipica degli scorpioni, che lo proteggeva dagli attacchi delle sue compagne, soprattutto da quelli che erano  meno efficaci, come fuoco e terra, in quanto lui era un segno d’acqua.

Kayoko fece improvvisamente la sua comparsa, sedendosi sulla spalla di Scorpio e sorrise divertita.

“Ci si rivede guerriere Sailor!”

“Di nuovo tu?” disse Sailor Mars seccata.

“Ehi brutta befana, che cosa gli hai dato per farlo crescere così? Degli asteroidi? A mio parere era già abbastanza pompato come era prima!” disse Sailor Venus.

“Si è vero, ma così lo trovo più minaccioso e potente, proprio come piace a me!” disse Kayoko.

“E allora perché non te lo sposi e in luna di miele non ve ne andate molto lontano da qui?” chiese Minako.

“Vedi, lui in realtà non vuole abbracciare me, vuole stringere voi nella sua calorosa morsa velenosa!” disse la nemica rispondendo a tono alla guerriera dell’amore.

Bhe noi non siamo interessate!” disse Sailor Urano, lanciando il suo attacco e notando che il suo colpo aveva incrinato la corazza del nemico.

“Sailor Jupiter, io e te siamo le uniche ad avere un attacco che consente di creargli qualche danno. Concentriamo i nostri attacchi in un punto preciso, fino a rompere la corazza, in modo tale che anche le altre possano fare qualcosa!” disse Sailor Urano, che venne appoggiata dall’interpellata.

I loro attacchi andarono a segno, ma quando la corazza venne colpita, questa esplose, sciogliendosi in veleno, che come pioggia cadde sopra di loro.

“Scudo di Saturno!” urlò la piccola Hotaru, che dovette dare fondo a parecchia energia per espandere il suo scudo in  modo tale da proteggere tutte le guerriere.

“Bravissima Sailor Saturn!” disse Sailor Nettuno strofinandole la schiena, quando la ragazzina cadde in ginocchio per riprendere fiato.

“Ragazze, c’è qualcosa di strano!” disse Sailor Mercury, controllando i dati sul suo computer “Nel suo pungiglione non c’è veleno!”

“Ottimo, è una buona notizia!” disse Sailor Venus.

“C’è sangue!” disse infine Ami, sorprendendo tutti.

“Sangue? Cosa vorrebbe significare?” chiese Sailor Pluto.

Kayoko scoppiò a ridere “Lo scoprirete presto. Avanti Scorpio, fai quello per cui sei stato mandato a fare!” ordinò la ragazza e il  segno zodiacale, si recò verso una delle tante vasche d’acqua e versò dentro di esse il contenuto della sua coda, macchiando l’acqua.

Le guerriere si guardarono confuse, ma stettero comunque all’erta.

Kayoko sorrise compiaciuta, vedendo che le guerriere non riuscivano a comprendere quanto stesse succedendo.

“Quali sono le tue intenzioni?” chiese Sailor Mars “Dubito che tu sia giunta fino a qui solo per far pulire la coda del tuo amichetto dentro a una fontana, sebbene fino ad ora si sia limitato solo a difendersi!”

“Se ti dicessi che è proprio così?” disse Kayoko.

“Certo, siamo così stupide da crederci!” disse la guerriera di fuoco.

“Ma quanto astio nei miei confronti!” disse Kayoko alzando le spalle poi, rivolgendosi al segno zodiacale disse “Ottimo lavoro Scorpio. Ora non mi servi più, puoi tornartene da dove sei venuto!” disse la ragazza schioccando le dita. A quel gesto, un ombra nera uscì dal segno zodiacale, il quale urlando, tornò al suo aspetto normale.

Proprio come era successo agli altri segni guariti, anch’esso non ricordava quanto successo negli ultimi tempi e passato l’attimo di perplessità, se ne andò come se niente fosse.

Le guerriere confuse spostarono l’attenzione verso la nemica, la quale con un gesto della mano le salutò “Dato che non c’è più niente che mi trattiene, direi che posso anche andarmene. Buona bevuta!” disse sollevando lo sguardo verso la balconata, dove Serenity la stava guardando da lontano.

Le ragazze rimasero ammutolite. Si erano aspettate molto di più di una semplice visita senza uno vero e proprio scopo. Avevano compreso che Scorpio aveva fatto qualcosa all’acqua, ma a parer loro, qualsiasi cosa avesse fatto, sarebbe bastata ripulirla. Che danno poteva fare l’acqua sporca di una fontana, che nemmeno pulita nessuno avrebbe bevuto.

“Guardate! Tutta l’acqua sta diventando rossa!” disse Sailor Jupiter.

“Deve essere una sorte di sortilegio. Quel poco sangue che il segno dello scorpione ha versato nella fontana, ha infettato tutta l’acqua come un virus!” disse Sailor Mercury, sebbene anch’essa non ne capiva il motivo.

Le guerriere tornarono a palazzo dove il principe e la principessa erano ansiosi di capire cosa fosse successo.

La spiegazione che le senshi diedero loro, li inquietarono non poco, dato che sotto un attacco di Kendra, anche se sembrava inefficace, c’era sempre una conseguenza.

Durante il loro consulto, sussultarono quando sentirono un grido provenire  dalla cucina e il rumore di un vetro che si rompeva.

Chibiusa!” urlò Usagi correndo verso la stanza. Il cuore perse un battito quando vide la bambina con gli occhi spalancati, con ai suoi piedi del vetro e tanto sangue a terra.

Usagi  la raggiunse immediatamente chiedendole se stesse bene. Le controllò le mani, le gambe, tutte le parti del corpo, sospirando nel comprendere che quel liquido rosso non era il suo.

Chibiusa, cosa è successo?” chiese la ragazza, portando la bambina via di lì.

“Io non capisco. Ero venuta a prendere un bicchiere d’acqua ed è uscito sangue dal rubinetto!”

“Cosa?” chiese Usagi, per poi guardare Mamoru, il quale non sapeva trovare una spiegazione.

Sailor Urano fece la fatidica domanda “ Usagi, l’acqua della fontana è collegata con l’intero impianto idraulico della luna?”

“Ecco…io non lo so!” rispose sinceramente la principessa.

“L’acqua creata dal cristallo d’argento elimina tutte le impurità e quindi è costantemente pulita, non è necessaria una divisione. In qualsiasi parte della luna, l’acqua è potabile!” disse Luna, appoggiato da Artemis.

“Avremmo dovuto comprendere subito che l’avvelenamento dell’acqua della fontana era solo l’inizio!” disse Sailor Nettuno.

“Volete farmi intendere che Kendra ha puntato sulle nostre riserve d’acqua per annientarci?” chiese Sailor Venus scioccata.

Usagi lo guardò spaventata. Si poteva sopravvivere per diversi giorni senza mangiare, ma pochi senza bere.

“Ragazze, voglio che andiate a controllare ogni pozzo, ogni cisterna, ogni tubo o qualsiasi cosa che porti dell’acqua e controlliate la situazione!” ordinò Serenity, sperando vivamente che la situazione non fosse messa così male come pensavano.

Un’ora dopo le ragazze si riunirono nuovamente.

“Ragazze, qui la situazione è grave. L’acqua nelle bottiglie e nelle poche cisterne presenti sulla luna è pulita, ma dato che di fatto contiamo sull’acqua che esce dai rubinetti, ci fa capire che le riserve d’acqua scarseggiano e la gente, comprendendo la situazione si sta già scannando per accaparrarsi più acqua possibile!” disse Sailor Mars.

“Le Outher stanno cercando di calmare gli animi, ma è un’impresa ardua. Come si fa a dire alla gente di stare calma, quando non c’è praticamente più acqua!” disse Sailor Jupiter.

Usagi camminava avanti e indietro nervosamente mentre cercava una soluzione a quel pasticcio. Aveva appena ottenuto un po’ di fiducia dal suo popolo con le promesse di rendere le loro vite migliori e queste promesse non erano esattamente iniziate con il piede giusto.

“Non capisco. Cosa crede di ottenere Kendra in questo modo? Che Usagi si consegni è fuori discussione dato che alla fine farà fuori comunque tutti, sia che rimanga, sia che obbedisca alla sua volontà!” disse Sailor Mercury.

“Vuole far stancare Serenity!” disse Selene comparendo dal nulla e facendo saltare i presenti, i quali non la vedevano dal quella mattina.

“Una principessa debole. È più facile da piegare alla sua volontà!” continuò la regina “Il cristallo d’argento potrebbe anche eliminare la maledizione, ma Serenity sta già facendo diverse cose contemporaneamente. Tiene in vita il regno, allontana la luna dalla terra, guarisce il pianeta azzurro e contemporaneamente sta ridando vita agli esseri umani rimasti vittima delle calamità avvenute a causa dello squilibrio naturale. Tutto questo, come ben sapete lo fa chiedendo energia a mia figlia e se aggiungiamo anche la depurazione dell’acqua, potete ben immaginare che sarà un’ulteriore utilizzo di energia!”

“Ho altra scelta?” disse Usagi esasperata.

Le guerriere sbuffarono.

“Potresti depurare l’acqua lentamente, in modo tale da consumare meno energie, e finchè questa non sarà nuovamente potabile, nel frattempo potresti purificare l’acqua delle cisterne a cui il popolo avrà accesso in determinati momenti. Dovremo stabilire dei turni e la quantità di acqua giornaliera che necessita ogni persona. Dovremo fare tutti dei sacrifici, ma questa è a mio avviso l’unica soluzione per non gravare troppo su di te Usagi. Cosa ne dici?” disse Sailor Mercury.

“D’accordo. Io, Mamoru, Sailor Mercury, Sailor Mars, Luna e Artemis studieremo il da farsi. Sailor Venus e Sailor Jupiter, voi raggiungete le altre, riferite loro ciò di cui abbiamo discusso e tra due ore, fate in modo che la gente si riunisca  in piazza o nei luoghi dove si trovano le auto parlanti. Riferiremo loro quanto sta succedendo e daremo loro le indicazioni su come comportarsi. Tutto chiaro?” chiese Serenity guardando i presenti, i quali annuirono allibiti.

“E io cosa faccio? Voglio aiutare anche io!” chiese Sailor Chibiusa.

Serenity ci pensò su un attimo e disse “Giù nelle cantine dovrebbero esserci diverse bottigliette d’acqua. Prendine quante ne riesci a trasportare e distribuiscile ai bambini. Senza acqua e strumenti per difendersi loro saranno i primi a patire la sete. Ti senti in grado di farlo?!”

Chibiusa guardò Usagi con uno sguardo determinato e disse “Si. Vado immediatamente!”

“Sta attenta!” le urlò la ragazza, vedendola scomparire dietro a un muro. Successivamente Usagi si ritirò nelle sue stanze, lasciando le guerriere incredule a quanto videro, Mamoru compreso.

“Chi era quella?” chiese Sailor Venus “Non ho mai visto Usagi comportarsi con un tono così autoritario.

Luna sorrise, la parte dormiente di Usagi, quella che rappresentava la principessa si stava risvegliando sempre di più. Ne era sicura, la sua protetta sarebbe diventata una sovrana degna di questo nome.

 

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18:Acqua e vegetazione ***


Capitolo 18:Acqua e vegetazione

 

Tutto si svolse come Serenity aveva ordinato.

Le guerriere radunarono nuovamente il popolo come meglio poterono, mentre i principi, con l’aiuto di Ami e Rei, decidevano il piano da attuare.

La distribuzione dell’acqua sarebbe cominciata quella sera stessa, ma i problemi non mancarono.

Il perimetro lunare era diviso in una ventina di quartieri, ognuno con una sola cisterna d’acqua utilizzabile. Dato la loro grandezza non eccessiva, portò le sailor a realizzare che, per quanti sforzi avrebbero fatto a lunga andare, quando sarebbero finite le scorte che ogni persona aveva in casa, non sarebbero riuscite a donare a tutti l’acqua necessaria per garantire la sopravvivenza.

Inoltre l’egoismo umano tornò nuovamente a galla e durante la distribuzione dell’acqua disponibile, alcune persone fecero di tutto pur di sottrarre acqua ad altri, per accaparrarsene il più possibile.

Era una situazione insostenibile e Usagi comprese che avrebbero dovuto trovare una soluzione alternativa, perché, oltre a non riuscire a soddisfare le esigenze di tutti, lei si stancava facilmente e questo non le consentiva di depurare più acqua di quanto avevano stabilito, senza che il suo corpo subisse danni eccessivi.

Infatti, continuando per quella sera con il piano deciso, alla ventesima cisterna la ragazza si ritrovò a essere sostenuta da Mamoru, il quale le impedì di cadere a terra a causa della mancanza di forze. Nonostante avesse utilizzato anche l’energia solare per resistere più a lungo, il costante utilizzo del cristallo che faceva per garantire la vita sulla luna, per guarire il pianeta terra e ora per la depurazione dell’acqua, le sottraeva parecchia energia.

Il ragazzo prese tra le sue braccia Usagi e la condusse, prima al castello e successivamente nella sua camera, sotto l’occhio attento di Kenji, che voleva assicurarsi che la sua bambina stesse bene. Tirò un sospiro di sollievo quando comprese che ella stava solamente dormendo.

Rimase sulla porta e guardò la scena.

Mamoru depositò Usagi nel letto e, dopo averla coperta amorevolmente, le diede un bacio sulla fronte.

“Sono carini, vero?” Chiese una presenza alle spalle di Kenji, il quale non si girò, riconoscendo la voce della moglie.

Kenji sospirò “Devo ammettere che quel ragazzo, comincia a guadagnare qualche punto!”

Ikuko sorrise “Pochi ragazzi sarebbero rimasti accanto alla propria amata, dopo quanto sta succedendo, e avrebbero fatto quello che sta facendo lui!”

Kenji però non si lasciò andare completamente e rispose “Ti ricordo che anche lui è immischiato in questa faccenda, quindi ci è dentro fino al collo. Forse se fosse un ragazzo qualunque, se la sarebbe data a gambe, facendo soffrire nostra figlia!”

“No, non credo! Non mi sembra quel tipo di ragazzo!” disse Ikuko convinta “E poi il loro amore è sopravvissuto a una guerra e alla morte secoli orsono e a tante battaglie nel presente. Dubito che il loro legame si possa spezzare facilmente!”

“Già, nemmeno le mie minacce funzionano!” disse Kenji sospirando e incrociando le braccia.

Ikuko si lasciò scappare una risata “Avanti caro, sapevi che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Prometti che proverai ad andarci d’accordo?”

Kenji guardò la moglie con un attimo di incertezza, poi abbracciandola e dirigendola verso la stanza accanto, le disse “Ci proverò tesoro, ma non garantisco che comincerà a piacermi!”

 

Durante la notte ci furono diversi disordini sul suolo lunare e le guerriere fecero non poca fatica a calmare gli animi agitati delle persone, tanto che non videro l’ora di andare a riposare.

Ikuko si apprestò a preparare un pranzo abbondante che desse la carica alle ragazze, dato che tutti ormai avevano saltato la colazione. Non avendo però a disposizione molta acqua, decidere cosa preparare fu abbastanza complicato, dato che anche una semplice insalata richiedeva l’utilizzo dell’elemento per essere lavata.

Mentre era alle prese con la cucina, sentì la porta della stanza aprirsi con un cigolio.

“Ciao tesoro!” disse la donna, vedendo Usagi entrare con uno sguardo assonnato, per poi sedersi al tavolo e  poggiando la testa su di esso.

Ikuko le si sedette accanto “Cara, sembri stravolta. Dovresti riposare!”

“Non ci riesco. Gli incubi mi perseguitano!” disse, per poi sospirare.

Ikuko si fece curiosa “Vuoi raccontarmi cosa hai sognato?

Usagi scosse la testa e chiese “Meglio se ne parlo con Mamoru. Che tu sappia sta ancora dormendo?”

“No, lui e tuo padre sono andati a raccogliere informazioni sugli abitanti, dato che dopo quanto successo le tue amiche non hanno potuto continuare!” rispose la donna.

“Cosa? Mamoru è con chi?” chiese incredula Usagi.

“Con tuo padre!”

“Mio padre!”

Ikuko annuì, per poi vedere la figlia alzare gli occhi al cielo e poi portarsi una mano alla fronte “Bene, non bastano i problemi che causa Kendra, ora devo pure muovermi per preparare un funerale per Mamoru!”

Ikuko sorrise divertita, ma rincuorò la figlia sulle sorti del suo amato.

 

Infatti il ragazzo rientrò un paio di ore dopo sano e salvo. Doveva dire che nonostante la presenza del suo futuro suocero lo mettesse a disagio inizialmente, collaborando insieme, era riuscito a sciogliere un po’ di quel ghiaccio che c’era tra di loro.

Percorse i corridoi per dirigersi verso la sala computer, dove avrebbe inserito i dati di ogni abitante nella macchina, in moto tale da facilitare il loro compito in futuro, ma quando entrò, trovò Usagi al suo interno che guardava lo schermo dove apparivano i dati su Sedna.

Usako, cosa ci fai qui?” chiese sorpreso “Pensavo dormissi!”

La ragazza sorrise “Controllavo che non ci fossero problemi con la base nemica, anche se leggendo i dati non capisco niente, né so dove mettere le mani per avere informazioni più chiare!”

Mamoru le si avvicinò e le accarezzò una guancia “Usako, questo è compito mio. Se ti occupi anche di sorvegliare il territorio nemico, io non servo a niente!”

La ragazza lo guardò perplessa “Cosa dici? Sei sempre stato prezioso per la squadra, per me soprattutto e questo lo sai! Io non sarei qui se non fosse stato per te, mi sei sempre stato di grande aiuto, sei la mia roccia, la mia ancora di salvezza e…”

“Si, ma…vorrei poter fare di più. Hai un grande peso sulle tue spalle, vorrei alleggerirlo!” disse sconsolato il ragazzo.

“Attento a quello che desideri!” disse Usagi, per poi parlargli delle sue intenzioni.

Usako, è troppo pericoloso!” disse Mamoru preoccupato.

“Ho usato molto più potere per sconfiggere i nemici!” disse Usagi alzando le spalle.

“Infatti il tuo corpo non ha retto il più delle volte!” le ricordò il ragazzo, che ancora aveva i brividi al solo pensiero di quando la stringeva tra le sue braccia a causa della sua debolezza o peggio…della sua morte.

Mamoru, hai visto anche tu. Ieri sera abbiamo distribuito l’acqua, ma non serve un genio per capire, che le cose andranno sempre peggio. A lungo andare sarò sempre più debole e riuscirò a depurare sempre meno acqua, ci saranno guerre tra gli abitanti e i più deboli periranno. Inoltre Kendra mi è apparsa in sogno questa notte. Quanto sta succedendo ora è solo l’inizio, ci saranno cose peggiori e se ho compreso bene quanto mi ha detto, il prossimo attacco coinvolgerà le piante. La fonte di cibo maggiore sulla luna è dovuta ai vegetali, in quanto non abbiamo molti animali a disposizione e quelli presenti servono per di più per il latte e uova, non sono da macello. Passeranno anni, prima che ci saranno abbastanza animali da poter aggiungere la carne come alimento base per tutta la popolazione.  Io non potrò trasformare l’acqua e curare le  piante per tutti, siamo troppi!” disse Usagi portandosi dispiaciuta le mani al petto.

“Allora permettimi di aiutati. Le piante che abbiamo provengono dalla terra, sono del mio territorio, posso usare il cristallo d’oro per garantire la nostra sopravvivenza!” disse Mamoru alzandogli il volto per guardarla negli occhi.

Usagi sorrise “è proprio qui che volevo arrivare. L’attacco alle piante è già iniziato. Adesso non si stanno nutrendo di acqua e delle sostanze minerarie della terra, ma di sangue e queste le ha già portate ad ingiallire e controllando il giardino del palazzo e le nostre riserve, ho visto che diverse cose sono già da buttare. Uniremo le nostre forze e insieme depureremo tutta l’acqua presente sul satellite e ridaremo energia alle piante. Cosa ne dici?”

“Se mi garantisci che non c’è pericolo per te, va bene!” disse Mamoru arrendendosi “Ma dovremo dirlo anche alle ragazze!”

 

“Cosa? Vi è dato di volta al cervello?” disse Rei alzando la voce.

“Abbassa la voce, Rei-chan!” disse Usagi mettendo il broncio.

“Non abbasso un bel niente. Eravamo d’accordo, tu non avresti fatto la pazzia di esaurire la tua energia a rischio della tua vita tutta in un colpo. Avevamo detto poco alla volta!” disse Rei incrociando le braccia.

“Però Usagi e Mamoru hanno ragione!” disse Ami “Forse non c’è alternativa!”

“Ma Ami, sei stata proprio tu a proporre la soluzione di depurare l’acqua poco per volta!” disse Minako.

“Questo è vero, ma mentre decidevamo il da farsi, avevo capito che questo sistema non funzionava e Rei, tu eri presente, quindi anche tu dovresti averlo capito!” disse la guerriera di mercurio, guardando la compagna.

Rei sbuffò, non potendo smentire quanto detto dalla ragazza.

“Io credo possa funzionare senza troppi pericoli per la principessa!” cominciò Michiru “Il principe l’aiuterà e ben poco sappiamo sul cristallo d’oro, non sappiamo quali siano i suoi reali poteri, potrebbe sorprenderci!”

“Inoltre se ci sono di mezzo anche le piante, poco possiamo fare. Fra una cosa e l’altra, Usagi corre comunque dei pericoli!” disse Haruka.

“Io appoggio la proposta. Continuando così, avremo anche i ribelli che si creeranno tra il popolo a crearci problemi e ne abbiamo già abbastanza!” disse Setsuna.

“Possiamo fare qualcosa per aiutarti principessa?” chiese Hotaru.

“Magari dandoti i nostri poteri!” disse Makoto speranzosa di poter essere d’aiuto.

“No, meglio di no. Come vi ho riferito prima, Kendra ha ancora intenzione di attaccarci. Non possiamo lasciare la luna e i suoi abitanti indifesi. Se io sarò troppo debole, dovrete pensare voi a contrastarla!” disse Usagi sospirando.

Hotaru, come mai voi non avete avvertito il pericolo? Di solito voi outher siete le prime a capire cosa sta succedendo!” disse Chibiusa curiosa.

“Si, abbiamo avvertito qualcosa e ho fatto anch’io un sogno che mi metteva all’erta, ma la principessa ci ha anticipato con informazioni più dettagliate, quindi…” disse Hotaru sbuffando.

“In genere sono i tuoi poteri quelli che maggiormente percepiscono il pericolo, come è possibile che sia Usagi quella che ha avuto più informazioni attraverso il sonno? Anch’io ho percepito poco leggendo il fuoco magico!” disse Rei confusa.

“La spiegazione è semplice. Quello che noi avvertiamo, arriva dai nostri poteri premonitori, mentre Usagi è stata contattata direttamente da Kendra, per questo tutto è più chiaro per lei, ma se la nostra nemica non le avesse fatto visita, avremo solo le nostre informazioni, che ci avrebbero fatto intuire solo che le cose stanno per peggiorare!” disse Setsuna.

“Io non capisco, perché non attacca in prima persona!” chiese Chibiusa spazientita.

“Anche gli altri nemici mandavano sempre degli emissari, per poi attaccare quando andavamo a stanarli!” disse Luna scodinzolando nervosamente.

“Allora perché non attacchiamo, sappiamo dove si trova. La eliminiamo e così sta storia avrà fine!” disse Minako spazientita.

“Sarebbe rischioso. Non conosciamo quali siano i suoi veri poteri!” disse Artemis.

“Non siamo mai certi dei poteri dei nostri nemici, eppure li abbiamo affrontati!” ribadì Minako.

Mamoru si fece sentire per la prima volta da quando era iniziata la riunione e disse “Sembra che attorno a Sedna ci sia un forte campo di forza. Se proviamo ad avvicinarci, rischiamo di essere sparpagliati nello spazio. Dovremo riuscire a indebolire la nostra nemica, in modo che questo campo cada e solo ad allora potremo affrontarla direttamente, sempre ammesso che non si decide lei a fare la prima mossa!”

“Fantastico. Qualche altra bella notizia?” chiese Rei  seccata.

Usagi si alzò e guardando i presenti disse “Io direi di concentrarci su di un problema per volta. Mamoru, se tu sei pronto io direi di cominciare!”

L’interpellato annuì e tutti si recarono verso la sala dove era stato posto il cristallo d’argento.

Esso volteggiava a pochi centimetri dall’ara su cui era depositato, segno che era perennemente al lavoro.

Usagi si avvicinò e lo prese con la mano sinistra. Quando lo afferrò sentì la sua energia invaderle il corpo e afferrando la mano del suo principe, lo guardò e annuì per dare il via al loro piano.

“Sta attenta figlia mia!” disse la regina Selene, presente nella sala, in quanto aveva deciso di tenere sotto controllo il potere della stirpe lunare.

Entrambi i reali chiusero gli occhi e si concentrarono. Pensarono intensamente a quello che volevano realizzare e silenziosamente innalzarono le loro preghiere ai loro cristalli.

Questi sembrarono prestare attenzione perché ricoprirono i loro custodi con un intensa luce. Questa luminosità si espanse sempre più, fin quando questa non invase anche l’esterno del palazzo reale, confondendo i cittadini che dovettero coprirsi gli occhi per evitare di restare accecati.

Quando questa si spense, diversi mormorii si diffusero tra la gente, i quali cercarono di capire cosa stesse succedendo. Avevano già visto la luce del cristallo d’argento e del cristallo d’oro al momento del loro teletrasporto sulla luna, sebbene meno intensa, e si domandarono cosa i loro sovrani stessero combinando.

Dato che il loro potere aveva già salvato loro la vita, molti sperarono vivamente che essi stavano cercando di risolvere il problema dell’acqua, altri, quelli che cominciarono a pensare a un complotto che li aveva portati a trovarsi in quella assurda situazione, temettero che qualche altra disgrazia stava per compiersi.

I primi gioirono di gioia, quando dopo un po’ videro trasformare l’acqua delle fontane da rossa a rosa fino a diventare nuovamente trasparenti.

A loro insaputa, dato che non si erano ancora resi conto delle piante che cominciavano ad ammalarsi, anche la vegetazione tornò rigogliosa.

Quando la luce svanì, sia Mamoru che Usagi caddero sulle ginocchia spompati.

La seconda ringraziò il primo, dato che grazie alla sua presenza non si sentiva poi così a pezzi come avrebbe immaginato. Certo, non vedeva l’ora di rimettersi a dormire, ma tutto sommato stava bene. Mamoru invece si sentiva strano. Non aveva praticamente mai usato il cristallo in quel  modo e sentendosi così privo di forze lo spaventava un po’. Ora poteva comprendere cosa Usagi provasse ogni volta che usava il suo potere.

Ci pensarono Rei e Haruka ad aiutare i loro amici a rialzarsi e a portarli nelle loro stanze.

“Grazie Rei-chan!” disse Usagi sbattendo le palpebre che si facevano sempre più pesanti.

Rei sorrise dolcemente per poi punzecchiarla un po’ “Certo che fare la principessa è una pacchia, sei sempre a letto. A noi guerriere invece tocca il lavoro sporco!” le disse facendole l’occhiolino.

Usagi sorrise, ma si preoccupò appena vide la sua amica girarsi di scatto verso la finestra.

“Rei…cosa…” cominciò a dire temendo il peggio.

“Avverto una presenza negativa!” disse semplicemente, per poi alzarsi e recarsi verso il balcone.

Videro nuovamente la gente scappare e sta volta al posto di Scorpion si trovava Taurus.

“Un altro segno zodiacale!” disse Usagi, che aveva raggiunto la guerriera di marte.

“Logico, ora Kendra ci sta mandando contro i segni rimasti. Speriamo solo che questo qui non abbia spiacevoli sorprese come l’ultimo!” disse per poi trasformarsi e recarsi ad informare le altre guerriere.

Usagi rimase nella sua stanza, sotto ordine di Rei. Guardava l’esterno e con le mani giunte al petto, pregava perché tutto andasse bene.

 

 Taurus più che attaccare le persone, si divertiva a spaccare le cose e lanciare tutto quello che aveva a tiro per mostrare la sua potenza.

Kayoko, venuta insieme al segno, si manteneva a debita distanza evitando così che l’essere lanciasse in orbita pure lei.

“Avanti Taurus, smetti di fare il gradasso e fai quello che ti è stato ordinato!” disse Kayoko spazientita.

Il segno però non sembrava volersi fermare.

Era come impazzito e continuava il suo cammino.

“Fermati brutta bistecca troppo cresciuta!” disse Sailor Venus lanciandogli contro la sua spirale di venere, con il quale gli imprigionò una gamba.

Nemmeno questo lo fermò e afferrando l’arma della guerriera, riuscì quasi a lanciarla in aria, se prontamente Minako non avesse lasciato la sua catena.

“Fulmine azione!” urlò Sailor Jupiter, ma le corna intercettarono le saette, che andarono a scaricarsi a terra.

“Accidenti. Chi mai avrebbe immaginato che le corna di un toro potessero funzionare come un parafulmine!” disse seccata la guerriera di giove.

Le Outer colpirono il nemico contemporaneamente e colpendolo, lo mandarono a terra.

Taurus era fumante, a causa dei peli bruciacchiati e sembrava quasi non volersi rialzare.

“è stato troppo facile!” disse Sailor Pluto del tutto convita che la storia non era finita lì. L’essere durante il loro primo incontro si era dimostrato più insidioso.

Infatti sotto incitamento di Kayoko, il toro si rimise in piedi in men che non si dica e cominciò a strusciare una gamba a terra, indicazione che era pronto a caricare.

“Quelle corna stanno puntando contro di noi!” disse poco felice Sailor Saturn a pensare all’eventualità di essere trafitta da una di quelle cose.

“Sailor Mars, dato che sei rossa, perché non lo distrai mentre noi attacchiamo?” disse Sailor Urano, per essere poi corretta da Mercury, la quale affermò che i tori in realtà non vedevano i colori e che la storia del rosso che faceva inviperire i bovini era solo una diceria.

“Rei, però il tuo potere dovrebbe riuscire a contrastarlo. Taurus è un segno di terra e il fuoco lo indebolisce!” disse Sailor Mercury.

L’interpellata non se lo fece ripetere due volte e chiamò a sé il suo potere, ma prendendola di sorpresa, il nemico con un agile movimento, le comparì dietro la schiena, colpendola poi con la coda e facendola cadere a terra per diversi metri. Sailor Mars non demorse e sebbene fosse malconcia, scoccò la freccia, che lo colpì all’addome.

Il toro urlò dal dolore e solo allora si decise ad attuare il piano che Kendra gli aveva ordinato. Aprì la bocca a dismisura dalla quale uscì quello che inizialmente sembrava del vomito, poi con uno sguardo più attento, Sailor Mercury, vedendo che questo si muoveva, comprese che si trattava di insetti…locuste precisamente…migliaia e migliaia di locuste.

Kayoko sorrise a vedere nuovamente i volti confusi delle guerriere e schioccando le dita, liberò Taurus dalla sua prigionia e nuovamente Sailor Mars, vide quell’aurea nera familiare uscire dal corpo del segno, prima che questo tornasse da dove era venuto.

“Bene, anche per questa volta il mio compito è finito! Buon divertimento!” disse Kayoko prima di scomparire.

Le locuste, si alzarono in volo e si sparpagliarono sul suolo lunare.

Vani i tentativi furono quelli delle guerriere di usare il loro potere per ucciderle. Solo alcune perirono, ma la maggior parte era sfuggita al loro controllo.

“Questa non ci voleva. Ora si che le nostre scorte di cibo sono in pericolo!” disse Ami cupa in volto, in quanto quegli insetti erano capaci di divorare la vegetazione come se niente fosse.

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