Kingdom Hearts - Quando un Mondo muore di Prince Lev Swann (/viewuser.php?uid=318960)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luce a Mezzanotte ***
Capitolo 2: *** Le tenebre dei boschi ***
Capitolo 3: *** Forza di volontà ***
Capitolo 1 *** Luce a Mezzanotte ***
Castello Dei Sogni
Mezzanotte meno
dieci
Cenerentola era seduta su un lato della
grande fontana al centro del cortile del Castello; osservava la luna,
della cui luce il castello risplendeva. Il principe era andato a
portare i topini a dormire, e lei lo aspettava lì, dove finalmente
sarebbero stati un po' da soli. Era il loro decimo anniversario e per
festeggiare avevano tenuto un ballo a cui Cenerentola, naturalmente,
aveva invitato tutti i suoi amici. Portava un abito azzurro, proprio
come quello che la fata Smemorina le aveva fatto la notte in cui
aveva conosciuto suo marito, tanti anni prima. Allora era una
sguattera, una povera orfana schiava di quella malvagia matrigna.
Poi, con l'aiuto dei suoi amici topini, della Fata e tre ragazzi
speciali, tutto cambiò. Lady Tremaine aveva tentato di ostacolarla
in tantissimi modi: in principio impedendole subdolamente di andare
al ballo, organizzato dal principe per trovare moglie, poi
rinchiudendola per nasconderla al Gran Duca, e infine, un anno dopo,
rubò la bacchetta magica alla Fata Smemorina e fece tornare indietro
nella linea temporale probabilmente tutto il mondo, per poi incantare
il Principe Azzurro e sostituendo Anastasia, sua figlia, a
Cenerentola nei suoi ricordi, ma non nel suo cuore. Alla fine
Anastasia stessa si era ribellata alla madre, con un fatidico “non
lo voglio” davanti all'altare, sostenendo che voleva sposare una
persona che l'amava davvero, e facendosi perdonare. Invece Lady
Temaine e Genoveffa, l'altra sua figlia, furono inizialmente messe a
lavorare nel castello e poi esiliate. Anastasia aveva sposato il
fornaio, di cui era follemente innamorata; Cenerentola e il principe
erano finiti per risposarsi, prima che la Fata Smemorina,
pietrificata per tutto quel tempo, una volta liberata
dall'incantesimo spiegò a tutti cos'aveva fatto la matrigna, per poi
ripristinare la loro epoca d'origine reale. Non erano ancora
riusciti ad avere figli, era l'unica cosa che non andava, ma il re,
che voleva dei nipotini, non era poi tanto vecchio come sembrava e
sarebbe potuto vivere un altro po'. Comunque, niente di tutto ciò
che li aveva ostacolati -tempeste, uragani, conflitti- era riuscito a
dividerli. Probabilmente non ci riuscirà neanche la morte,
pensò la fanciulla con un sorriso.
Ma un pensiero la turbava;
era successo qualcosa, poco prima, che l'aveva allarmata, e non era
sicura di esserselo immaginata, cosa che sosteneva il principe, ma
cosa di preciso, e perché..?
Dei passi, la porta si aprì e
Cenerentola spostò lo sguardo sul coniuge: sorrideva, era più
spettinato e si era tolto la giacca. Il sorriso si trasformò in
un'espressione preoccupata alla vista della moglie.
“Che
succede?” sussurrò, abbassando un sopracciglio con fare allarmato;
era tipico di quando era preoccupato.
Istintivamente, Cenerentola
fissò il cielo. Il marito lo imitò. Un suono quasi impercettibile,
come lo scoppiettio di un fuoco. Durò alcuni secondi. Poi una
stella, uno dei più luminosi fra quei misteriosi punti nel cielo,
quello da cui era arrivato il suono, ebbe un flash istantaneo.
Rimpicciolì. Non se l'era immaginato, allora: suo marito ne aveva la
prova.
Si spense.
INTANTO
Isole del Destino
Il
ragazzo di nome Sora combatteva l'enorme mostro nero che aveva già
incontrato in sogno, stavolta con una spada a forma di chiave.
Keyblade...
keyblade,..
keyblade...
Keyblade?
Che cosa significa? Pensò disperato.
Poi la tempesta ruggì più
forte e lo scaraventò via. Sopra di loro un enorme sfera oscura
aspirava e distruggeva tutto... Si aggrappò all'estremità
dell'isoletta, ormai l'unico pezzo di mondo ancora intatto... Il
gigante nero fu aspirato dal vortice oscuro.
Dov'era Kairi?
Dov'era Riku?
Poi, Sora fu trasportato via a sua volta, e tutto
divenne buio.
Castello
dei Sogni
Mezzanotte
Il vento cominciò a soffiare
improvvisamente, lacerando la pace e il cielo si coprì. I due sposi
si abbracciarono stretti. Fulmini cominciarono a cadere vicino a
loro. Strane creature, dapprima ombre, si alzarono da terra e
divennero materiali: erano esserini neri, con mani e piedi a punta,
una testa tonda e delle antenne, completamente neri, tranne per gli
occhi, gialli. Le lacrime di Cenerentola bagnavano la camicia del
Principe. Una sagoma nera, spaventosa, con mantello e corna, era
comparsa davanti all'ingresso. Era di spalle verso di loro,
Lui,
disperato, urlò: “Che succede?!”
“Bibidi Bobidi Bu!”
Una
saetta di luce si scagliò contro la sagoma nera, ma questa rimbalzò
in cielo..
“Ve lo dico io che succede!” urlò la Fata
Smemorina, furente. Era appena apparsa dietro di loro e aveva
lanciato un incantesimo contro la sagoma.
“Questa
è una strega, e vuole rapirti, Cenerella! Dobbiamo scappare! Sa chi
sei, vuole i tuoi poteri! E il mondo sta cadendo nell'Oscurità! Non
c'è tempo... Bibidi Bobi.. No!” la fata fu intrappolata in
un'enorme bolla oscura che, la strega, con il suo bastone, aveva
evocato.
Si era finalmente voltata. Portava un mantello molto
lungo, nero e viola, dal collo alto e un grande copricapo nero con
corna ricurve. Li guardava, ridendo follemente: era una risata
malvagia, fredda e acuta. Aveva un viso sottile, dagli zigomi alti e
il mento pronunciato. Il copricapo le copriva la fronte e il collo e
le circondava completamente il viso verdastro e gli occhi gialli.
La
Fata non poteva parlare, e si agitava nella bolla in cui era
intrappolata. Gli esserini neri li circondavano, ma non li
attaccarono.
“Cosa vuoi, Strega?!” urlò Cenerentola, ancora
avvinghiata al marito, col viso rigato dalle lacrime e i capelli non
più legati a causa del vento. Da tutto il villaggio si udivano urla
di panico. Un vortice oscuro si stava espandendo in cielo.
La
strega si avvicinò.
“Il mio nome è Malefica. Tu hai ciò che
può darmi parte del potere di cui ho bisogno”, spiegò.
“Cosa?!”
esclamò il Principe. “Tesoro, scappiamo di qui!”
“Ma..
Smemorina?” chiese lei disperata. I due si squadrarono per un
attimo.
“Ora.. ora non possiamo fare niente per lei, ma se
restiamo qua anche noi...” mentre parlava, nel panico, la prese per
mano e i due corsero verso il portone, tentarono di aprirlo: era
chiuso.
“Scappare!”
urlò Malefica, e rise ancora. “Se vuoi scappare scappa, stolto, ho
già avuto a che fare con principi come te, ma tu mi sembri davvero
stupido! Non vedi che questo mondo sta morendo? Presto sarà
completamente avvolto nell'oscurità, come gli altri!”
Il
cortile era delimitato da mura così alte da impedire loro di vedere
cosa stava accadendo al regno, ma sopra di loro il vortice, ora
enorme, stava portando via alberi sradicati e abitazioni
distrutte... Le finestre del castello sbattevano e ora si sentivano
grida di terrore anche da lì. Le creature intorno a loro agitavano
le antenne, la testa e gli arti a scatti, non erano molto spaventose
e non sembravano molto pericolose, ma ora il principe non aveva con
sé la spada.
“E a me”,
continuò Malefica, “interessa solo lei”.
Poi
alzo il bracciò che teneva in mano il bastone, sulla cui estremità
superiore c'era un cristallo verde, verso l'alto, e ordinò:
“Miei
piccoli Heartless, obbedite a me, abbandonatevi al mio volere!
Prendetela!”, e indicò Cenerentola.
La fanciulla era
sconvolta, non aveva mai avuto così paura in vita sua, eppure non
poteva fare a meno di notare una certa somiglianza tra quella strega
di nome Malefica e Lady Tremaine.
“Dovrete passare sul mio
cadavere!” esclamò il principe mettendosi davanti alla moglie e
cercando ci coprirla il più possibile con le braccia.
“Come
vuoi! Miei piccoli servi, trasformatelo!”
Gli “Heartless”
assalirono il principe, che cadde a terra, agitandosi.
“No!”
Cenerentola, ancora più disperata, si lasciò cadere sul suo amato e
provò a liberarlo dalle ombre, ma queste ormai lo coprivano
interamente, tenendolo legato a terra.
Sull'orlo delle lacrime,
Cenerentola era sdraiata a terra.
Ormai
sarà un Heartless, pensò Malefica soddisfatta.
“No!
Avevamo promesso! Niente e nessuno ci avrebbe separato!” La
principessa è proprio stupida, è questa la conseguenza dell'avere
un cuore pieno di luce? Chi sta supplicando? Il principe non può
tornare indietro, ho ordinato di trasformalo in Heartless.
“Ti
prego, non abbandonarmi! Io
ti amo!”
disse
la principessa, e riuscì ad afferrare la mano del principe.
Povera
illusa, l'amore è solo debolezza.
Ma
c'era qualcosa che non andava. Nella mano di lei comparve una luce
intensa.
No, no, no!
Che
cos'è questa luce?
La
luce si espanse, era accecante e proveniva da lei... Era incredula,
ma allo stesso tempo sapeva che così avrebbe salvato il principe.
Cercò con lo sguardo la Fata Smemorina, ma questa non c'era più.
Probabilmente il vortice
l'aveva portata via. Allora cos'era? Era questo il
suo potere?
Gli
Heartless volarono via e sparirono, rivelando il suo vero amore. Egli
aprì gli occhi, esclamò un grido di gioia, si alzò di scatto,
prese Cenerentola fra le sue braccia e la fece girare.
Cenerentola
lo guardò negli occhi e lesse il suo sguardo.
Grazie.
“Commovente”
disse Malefica con una smorfia.
“Ma mi sono stufata. Finiamola
qui. Ah!” con l'ultima esclamazione, evocò un portale oscuro, poi
puntò il bastone su Cenerentola, che fu separata dal principe e
scaraventata nel portale.
E
il principe, come tutto il resto, come il castello, ormai distrutto,
volò via, nel vortice, e buio fu.
Nel portale oscuro
Cenerentola
Non
le faceva alcun effetto, era come tuffarsi in acqua, un acqua sporca,
però. Non importa, torneremo insieme.
Siamo
inseparabili. E,
inconsciamente, lo seppe: un'altra stella si era spenta.
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Capitolo 2 *** Le tenebre dei boschi ***
Il Bosco dei
Nani
Verso le sei e un quarto del pomeriggio
Un leggero venticello si sentiva
soffiare dalla finestra
della casetta dei nani, davanti alla quale Biancaneve stava preparando
la sua
famosa torta di mele. Una volta assicurati che i nanetti fossero andati in miniera
a lavorare come di
consuetudine, lei e il principe si erano intrufolati in casa loro per
fargli
una sorpresa. Anche se da quanto si era stabilita per la prima volta da
loro,
dieci anni prima, i nani avevano imparato a tenere un po’
più in ordine, i due
sposi avevano trovato lo stesso il caos, e si erano impegnati per
pulire, con
l’aiuto dei cari animaletti del bosco, e ora stavano
cucinando una ricca
cenetta per loro. Mentre lei faceva il dolce, il principe era impegnato
a
preparare la zuppa, la stessa che lei aveva preparato per i nani il
giorno in
cui si erano conosciuti. Biancaneve smise di impastare per guardare il
marito
farsi scivolare la mano e mettere una dose troppo alta di una spezia
nella
zuppa e dovette trattenere una risata quando lui si mise a imprecare
contro sé
stesso per aver sbagliato. Il principe non aveva mai cucinato prima, ci
aveva
sempre pensato il personale del suo castello, ma da quando lei viveva
con lui
aiutava i cuochi perché cucinare le piaceva molto. Poco
prima, quando il
principe si era offerto di fare qualcos’altro mentre lei
avrebbe pensato alla
cena, aveva insistito per coinvolgerlo. E in realtà non se
la cavava neanche
male, per essere la sua prima volta.
La guardò implorante.
“Va bene, ci penso io alla zuppa, ma qualcuno deve occupare
della torta. Su,
vai a impastare, e lavati le mani prima, ora odorano di
spezie” disse.
Lui acconsentì senza fare storie e
s’impegnò molto per finire la torta: era
decisamente più facile!
Il Dominio Incantato
Quasi mezzogiorno
Aurora stava passeggiando nei
giardini del bosco,
leggermente in ansia. Filippo era in viaggio da alcuni giorni e non
aveva
specificato quando sarebbe tornato. Il giorno dopo sarebbe stato il
loro
anniversario e lui era ancora chissà dove, ce
l’avrebbe fatta a tornare? Al castello
stavano già preparando un banchetto per festeggiare la
ricorrenza; sarebbe
dovuta essere felice, invece era turbata dall’assenza del
marito.
Filippo non le aveva detto niente; se n’era andato senza
avvisare, tre giorni prima,
al mattino presto, mentre lei faceva il bagno. Le avevano detto che si
scusava,
che erano affari urgentissimi e che non poteva aspettare un secondo di
più. Si
fidava di lui, certo, in dieci anni non aveva
mai dubitato che potesse tradirla o abbandonarla. Eppure
qualcosa in
quella faccenda puzzava: era già capitato che Filippo si
fosse assentato per
qualche giorno, ma l’aveva sempre avvisata; non se
n’era mai andato, neanche
per un’ora, senza salutarla e assicurarla. Si recò
nella torre più alta, dove
si poteva facilmente osservare tutto ciò che c’era
intorno al castello. Nessuna
traccia di lui né del suo cavallo. Dov’era?
“Ci si rivede, cara. Vi sono mancata?”
Quasi paralizzata, Aurora si voltò. Malefica, la fata
malvagia, la signora di
ogni male, la osservava dall’alto al basso, con un sorriso
beffardo.
Il Bosco dei Nani
Le sette e quaranta
I nani stavano per tornare, la torta era in forno e la zuppa
quasi pronta.
Il sole era calato da un po’ e il cielo si era coperto; una
leggera pioggia
iniziò a scendere. Biancaneve e il principe stavano o per
iniziare ad
apparecchiare la tavola, quando una scossa e un rumore fortissimi
fecero
tremare tutto, rovesciare
la zuppa e
cadere i piatti dalla dispensa spalancata, che s’infransero. Nello stesso momento
fulmini cominciarono a
cadere sulla foresta lì intorno; e capirono che uno di
quelli aveva colpito la
casetta dei nani. La tempesta divenne sempre più forte e
devastante. Dalla
finestra - non potevano uscire – sbirciarono fuori,
terrorizzati: non pioveva più,
ma un enorme vortice oscuro e tenebroso stava annientando la foresta
che li
circondava.
“Che… che cos’è quello?
Amore, che cos’è? Che cosa significa?”
gli chiese lei,
iniziando a piangere. Era persino più bianca del solito.
Come avrebbero
fatto i nani a tornare?
Erano già nel tragitto verso casa o al sicuro nella miniera?
“Cucciolo, Brontolo, Dotto! E tutti gli altri!”
esclamò disperata.
“Andrò a cercarli io” la
rassicurò il principe. “Ma… ma se ti
dovesse succedere
qualcosa?” Lui esitò per un momento, con sguardo
inquieto.
“No, vengo con te” gli disse lei
avvicinandosi, ma lui si era già
coperto per bene e stava per uscire. “Non ci pensare nemmeno,
qui sarai al
sicuro”, un altro botto. “Beh, più al
sicuro che là fuori, comunque”.
“Non temere, ci rivedremo,”.
Si baciarono.
“Te lo prometto” e uscì, in mezzo alla
tempesta sovrannaturale.
Dominio Incantato
Mezzogiorno e venti
“Tu… tu sei…
Malefica!” esclamò
la
Principessa, sconvolta.
“No, no, sono la tua fata madrina!” rispose la
strega sarcasticamente. “Certo
che sono Malefica” continuò, mentre Aurora
indietreggiava .“Pensavi che io,
Malefica, la Regina di tutti i Mali, cessassi di esistere
così facilmente? No,
me ne sono andata, ho allargato i miei orizzonti. Quella ragazza, Aqua,
o come
si chiama, non te l’ha raccontato?”
“Aqua? Ti riferisci a una di quei tre ragazzi con la
chiave?” chiese Aurora.
“Keyblade, precisamente.
Quell’arma
misteriosa, credevo fosse essenziale per i miei piani, ma per fortuna
c’è un
altro modo. Comunque non sono qui per parlarti di me?”
“E perché, allora? Cosa vuoi ancora, precisamente,
da me?” Oh, adesso mi si scaglia
contro, che coraggio.
“Non ho mai ottenuto niente da te, neanche la
vendetta”. Su questo, non voglio
dilungarmi.
“Vendetta?” chiese lei, “Malefica, mi
spieghi cosa ti ho mai fatto? Perché
cerchi vendetta?” Cosa faccio?
Glielo
dico?
“Tu, niente. Fu
tuo nonno, ma se tuo
padre non te l’ha mai raccontato, non vedo perché
dovrei farlo io, ora. E non
siamo qui per parlare di me” La
ragazza
non sembra aver paura, è un effetto della sua
radiosità?
“Stavo dicendo che la vendetta non m’interessa
più. Non dico che non ce l’avrò,
non sono ancora sicura di ciò che succederà a te,
ma hai ciò che mi serve. Tu
sei speciale, hai una caratteristica rarissima, comune a poche, forse
te ne
hanno già parlato”.
Oh, sì che me ne hanno parlato, un
cuore
pieno di luce, il mio.
“Quindi è per questo che te ne sei andata, sette
cuori di pura luce, vero? Ma forse avresti fatto meglio a
prendere il mio
per primo, così non avresti dovuto
tornare, non credi?” Non mi faccio
mettere sotto da questa donna.
“L’ho fatto, l’ha fatto uno di quei tre
ragazzi per me, ma il suo amico me l’ha
rubato per restituirtelo, “Sei stata tu, hai manipolato quel
giovane con i tuoi
malvagi poteri” Cosa sto facendo?
La cos
migliore, prendo tempo, magari qualcuno verrà a cercarmi non
vedendomi
scendere…
“Vedila un po’
come vuoi. Certamente, per quanto riguarda
l’oscurità,
ora ne so molto di più. Ma basta con le chiacchiere. Sono
qui per darti
un’informazione. Il tuo caro principe non tornerà,
preferisce passare il vostro
anniversario con un’altra donna”.
L’espressione sul volto della principessa
mutò. Da spavalda divenne insicura, ferita, vulnerabile, e
solo in pochi
secondi. Ho fatto centro. Ho toccato un
punto dolente, e il sarò facile ingannarla ora.
“Non ci credo”. Patetica,
è ovvio che ora
dubita seriamente di lui.
“Non mi credi, ecco a te la prova” e Malefica mosse
leggermente la mano
sinistra.
Una
finestra magica
si aprì per mostrarle una scena; questa mostrava chiaramente
Filippo,
avvinghiato a una donna giovane, dai capelli di un rosso scuro e gli
occhi a
mandorla, che lo baciava appassionatamente, in una casetta piuttosto
familiare. Non è vero, non può essere
vero, quella scena è un’illusione creata da
lei. Filippo non lo farebbe mai. Controllati.
La principessa scosse la testa,
piangendo.
“Mi dispiace, è così, tutti gli uomini
sono così, infondo. Vuoi cambiare vita?
Unisciti a me. Io potrei aiutarti, potremo vendicarci. Insieme, saremo
straordinarie…”
Continua a scuotere la testa.
Perché è
così cocciuta? Forse il principe è stato sedotto
solo dalla magia di Ursula, ma
non è riuscito a contrastarla, il suo amore non ha vinto,
non ha battuto il
nostro potere.
Mentre parlavamo non si era neanche accorta che la tempesta
sovrannaturale
stava iniziando anche lì al Dominio
Incantato… Doveva sbrigarsi. Anche Aurora se
n’era finalmente accorta. Poi,
un tuono, e la ragazza scattò: corse verso la porta
piangendo, con una mano
sugli occhi, e prima che riuscisse a uscire, Malefica aprì
un portale oscuro.
La ragazza ci entrò dentro senza accorgersene, e Malefica la
seguì.
Il Bosco dei Nani
Le otto meno un quarto
L’oscurità invase la stanza ; Biancaneve
tentò di uscire ma era buio e non
trovava la porta… Riusciva solo a vedere occhietti gialli di
creature simili a
ombre… Aiuto.
Poi il pavimento sotto di lei perse consistenza e divenne come sabbia
mobile.
Biancaneve ne fu inghiottita, poi cadde, cadde…
E finalmente, una luce fioca. Toccò terra, e perse i sensi.
Portale oscuro – il Dominio
Incantato.
Mezzogiorno e mezza
Aurora si era trovata in uno strano
passaggio buio per
qualche secondo e, senza smettere di correre, ne uscì fuori
e si ritrovò nella
camera da letto di una casetta nel bosco dove per anni aveva vissuto,
sotto la
protezione delle tre fate buone.
Malefica la seguì, camminando tranquillamente.
“Ecco a te”, disse, indicando Filippo e la donna
dagli occhi a mandorla,:
seduti sul letto, si stavano ancora baciando. Prima che Aurora potesse
dire
qualcosa, la porta si spalancò violentemente e Flora, Fauna
e Serena, le tre
fate buone, penetrarono nella stanza. Tutte e tre, infuriate, puntarono
le
bacchette sulla donna, che si trasformò orrendamente in un
essere ibrido, la
cui metà superiore del suo corpo era quella di una donna -
obesa, con capelli
bianchi e la pelle indaco - mentre la metà inferiore era
quella di un polpo -
nero e con sei tentacoli nero-violacei. Poi le puntarono sul principe,
lanciarono un incantesimo e i suoi occhi s’illuminarono
quando incontrarono
quelli di Aurora; era spiazzato. Fu Flora a intervenire.
“Quella strega, la
strega del mare, gli ha fatto un incantesimo su Filippo, non farti
ingannare!”
urlò, e le altre due fate l’appoggiarono annuendo
vigorosamente.
Maledette
oche di tre
fate, pensavo che se ne fossero andate!
“Come volete, facciamola finita!” tuonò
Malefica, esasperata. Intanto Ursula se
l’era data a gambe, o a tentacoli, nel suo caso.
Vigliacca.
“Heartless, prendete la Principessa!”
ordinò Malefica, esasperata.
“No!” solo ora il principe si era accorto di
Malefica. “Tu, qui, di nuovo! Non
ti permetterò a causarci altri guai!” ma sia lui
che le tre fate erano
imprigionati da un incantesimo
Intanto la tempesta, fuori, stava facendo il suo corso. Presto anche
quel mondo
sarebbe andato.
“Mi hai seccata abbastanza, moscerino!”
urlò la strega in risposta. Gli
Heartless avevano afferrato le braccia di Aurora e la stavano portando
nel
varco oscuro, lei aveva perso i sensi.
Aurora vagava nella totale oscurità, un buio senza tempo e
spazio. Era la fine
del mondo, eppure si sentiva alleggerita: il suo Filippo non
l’aveva mai
tradita.
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Capitolo 3 *** Forza di volontà ***
Castello
della Bestia
Qualche ora dopo la distruzione del Castello dei Sogni.
Tarda serata
La Bestia l’aveva
condotta sulla terrazza appena fuori dalla Ballroom,
e la
contemplava dolcemente. Belle lo
guardò a sua volta: finalmente in
lui riusciva a vedere qualcosa di profondo. Non erano gli occhi di una
bestia
quelli che la guardavano; erano gli occhi più umani che
avesse mai incrociato. L’amore
è il lato più umano delle persone.
E una sensazione strana la invase, una sensazione di
inquietudine: era
sicura di averla già provato. Comunque, forse per
l’istinto o forse perché
l’aveva appena fatto la Bestia, alzò lo sguardo e
lo spostò sul meraviglioso
cielo stellato. Stellato.
Accadde qualche istante dopo: la stella più luminosa si
spense con un suono
quasi impercettibile.
Più tardi.
Foresta intorno al castello.
Fino
a poco prima era
tutto così perfetto, perché tutto era finito? in
quel momento Belle era nel
panico, e la serata di poco prima sembrava quasi un sogno, ormai
lontano da
lei. La fanciulla, così felice insieme alla Bestia, si era
quasi dimenticata di
suo padre. Non che non gliene importasse, suo padre era tutto per lei,
ma si
era convinta che stesse bene, che non sarebbe
tornato, che non
avrebbe più rischiato la vita, neanche per recuperare lei. E
invece l’aveva
fatto, e solo per salvarla da un pericolo che ormai non esisteva
più.
Ovviamente non lo incolpava per questo, lui non avrebbe potuto saperlo
in alcun
modo. Però, ora lei lo
sapeva: la Bestia poteva anche avere
l’aspetto di un mostro, ma dentro era dolce e gentile, molto
più di
esseri come Gaston.
Non si tolse nemmeno il vestito da ballo che aveva indossato per la
serata;
montò sul cavallo e si avviò nella foresta
oscura. Poco prima il cielo era
stellato e meraviglioso, ora era nuvoloso e scuro. Lampi cominciarono
ad
abbattersi sulla foresta e un vento feroce iniziò a
soffiare. L’atmosfera ad un
tratto così terrificante peggiorava di gran lunga la
situazione.
“Papà! Papà!”
chiamò.
Non ci mise molto a trovarlo: per terra, senza sensi, lo vide e si
avvicinò
velocemente. Pensò di strattonarlo, ma prima di poterlo
toccare, successe
qualcosa di spaventoso…
“Ah! Aiuto! Papà!”
il vecchio corpo fu avvolto
dall’Oscurità e si trasformò in una
strana
creatura. Piccola, nera, con la testa tenda, le antenne, gli arti
prolungati e
senza dita. Si uniformava con la terra sotto e diventava
un’ombra, poi si
rimaterializzava nella creaturina e muoveva a scatti la testa, il
corpicino e
le antenne. Per occhi aveva due luminosi punti
gialli.
“Pa..papà… Sei tu?” Belle era
terrorizzata dal fenomeno, e così concentrata sul
piccolo mostro che non si accorse nemmeno dell’enorme vortice
oscuro sopra il
castello. L’esserino fece un rapido balzo, con
l’artiglio teso. L’avrebbe
colpita, non c’era niente da fare. Ma questo non avvenne.
“ARGH! Andatevene, stupide creature!”
La Bestia era accorso e si era piazzato davanti alla ragazza. Il
vortice,
sempre più esteso e devastante, stava ormai portandosi via
alberi e piccoli
pezzi del castello, come i tanti Gargoyle, ed erano comparse tante
creature
simili a quella in cui era mutato suo padre.
“Bestia! Oh, grazie al cielo sei qui! Che sta
succedendo? È
terribile!”
La Bestia la proteggeva con le enormi zampe e si guardava intorno in
allerta.
“Te lo dico io, mia cara
Principessa. Questo mondo sta per essere
inghiottito dall’Oscurità, come tutti gli altri, e
la cosa migliore per te,
ora, è venire con me” rispose una voce femminile.
Uscita dall’immensa oscurità,
a parlare era stata una donna alta e vestita di nero. Un lungo mantello
nero e
purpureo, la pelle verdastra, un mento pronunciato, gli occhi gialli e
un
copricapo nero con due grandi corna.
“Inchinatevi a me, Malefica, la Regina di
Tutti i Mali!”
“Chi sei tu, che vuoi?” Urlò la Bestia.
“Calmo, bestione. Non m’interessi tu, ma la tua
amichetta lì” rispose Malefica.
Intanto aveva cominciato a piovere e la tempesta era sempre
più violenta. Le
creature c’erano ancora, ma erano evidentemente tenute a bada
dalla strega.
“Che ne hai fatto di mio padre?” urlò
Belle prima che la Bestia potesse
rispondere.
“Io? A quel povero vecchio? Un bel niente. Sono stati gli
Heartless: stanno
entrando nel Cuore di questo mondo, hanno trovato la serratura, proprio
nei
sotterranei di quel tuo castello. Avresti dovuto fare più
attenzione” e rise.
Una risata acuta e fredda.
“Ma questo è proprio ciò che mi
serviva. La tua fanciulla, lì, è una delle
Sette Principesse Del Cuore, dal cuore puro e pieno di
luce”.
“Non m’interessano le tue chiacchiere, strega, e
Belle non viene da nessuna
parte!”
“Quindi volete diventare degli Heartless, è questo
che mi stai dicendo? Se
resta qui, o diventerà un Heartless, o sarà
trasportata in un altro mondo”.
“Non c’interessa!” esclamò
Belle. “Non ci separeremo, noi, e di sicuro non
verrò con te, non sembri molto amichevole… Non
credo che la mia sorte sarà
migliore con te, in ogni caso!”
Un’enorme scossa fece staccare dal castello il pezzo
più alto di una delle
torri e volò all’interno del vortice.
Belle, spaventata, strinse più forte la Bestia e si
riparò sotto il suo
mantello.
“Ah-ah-ah. Forse non ve ne siete accorti, ma sono proprio io
che sto
trattenendo l’Oscurità e gli Heartless, altrimenti
sareste già andati! Ma anche
la mia magia ha dei limiti… Dobbiamo fare in
fretta!”
La Bestia si limitò a ringhiare, e Belle rimase nascosta.
“Ti pongo di fronte a una scelta, Bestia. Decidi,
cos’è più importante per te?
La tua cara Belle, o questa?” chiese infine la strega, e alle
ultime parole
agitò il suo bastone ed evocò una rosa,
splendente dentro una teca di vetro.
“La rosa! La mia rosa…” la Bestia
abbassò la testa e strinse ancor di più la
ragazza, che piangeva, e rimase in silenzio.
“Allora!?” esclamò Malefica, spazientita.
“Sono stufo di magia” rispose infine la Bestia.
“Sono stufo di voi fate, buone
e malvagie. Fai quello che vuoi, io non abbandonerò Belle, e
comunque se
davvero stiamo per morire quella rosa, ammesso che sia quella vera,
è inutile…”
“Hmph”, la rosa scomparve e Malefica si
avvicinò. “Va bene. Non mi lasciate
altra scelta”. La fata malvagia agitò lentamente
la mano e aprì un varco oscuro
dietro di sé.
“Gaston, signori! Ecco la bestia di cui vi parlavo! Ha ucciso
il padre della
ragazza e vuole tenere prigioniera la figlia! È un pericolo
per voi e per le
vostre famiglie! Ora potete ucciderlo, finalmente!”
Per la prima volta Belle alzò il capo.
Una folla inferocita, con forconi e fiaccole, sbucò dal
varco aperto da
Malefica. Gaston, con grandi stivali, camicia rossa, robusto, alto e
con i
capelli neri legati in una coda, era al comando.
“Eccola! La Bestia! Forza, amici miei, facciamola fuori prima
che possa
mangiare i nostri bambini e le nostre mogli!”
esclamò Gaston, e dalla folla
sentirono provenire grida di approvazione. Malefica rise ancora, di
gusto. La
folla, comunque - Gaston incluso -, pareva non accorgersi che il mondo
intorno
a loro stava per essere distrutto, come se fosse soggiogata da un
incantesimo
di Malefica.
La Bestia stava fu travolta dagli uomini, e Belle, trascinata via dagli
Heartless, finì nel varco oscuro, subito seguita da
Malefica.
Fortezza Oscura
Qualche minuto dopo
Fu così che, dopo il buio opprimente, Belle si
ritrovò in una piccola stanza, quasi
buia, con luci soffuse, vicino ad altre ragazze di cui non
riuscì ad vedere
bene i volti.
Castello
della Bestia
Intanto
Le porte del cortile furono sfondate dai servitori della Bestia, tutti
mobili
od oggetti di medie dimensioni, che corsero fuori e raggiunsero la
Bestia.
Attaccarono gli uomini nei modi più strani: rinchiudendoli
in un armadio,
bruciandoli con le candele, versandogli addosso del tè
bollente… Comunque,
dopo poco, questi scapparono. Intanto, l’incantesimo di
protezione di Malefica
era svanito e Gaston fu trasformato in un grande Heartless molto
impressionante. Una creatura sferica, nera, con vari tentacoli nel
corpo (due
più lunghi sul capo), due anelli d'acciaio a testa, le punte
di tutti i
tentacoli di colore arancione, la bocca a zig-zag con l'interno rosso e
piccoli
occhi circolari gialli brillanti, delle occhiaie nere e infine due
catene
avvolgevano tutto il corpo, terminando con due pesi di forma conica.
L’enorme
mostro, comunque, fu inghiottito dall’Oscurità e
non ne rimase traccia. La
Bestia era svenuta e i servitori lo stavano portando dentro. Prima che
ci
riuscissero, però, finirono nel vortice Oscuro e la Bestia
rimase da solo sul
ponte che conduceva al castello, ormai l’unico pezzo di mondo
rimasto. Quando
anche questo scomparve, la Bestia non finì nel vortice, ma
non si trasformò
neanche in un Heartless.
Sospeso
a mezz’aria,
nell’oscurità, non udì più
suoni.
Cosa
succede? Dov’è Belle!? Dove sono io?
“Io, principe Adam, sono la fata che ti ha trasformato, la
vecchina che con
crudeltà cacciasti, e sono qui per concederti un
aiuto”.
Di che si tratta? La rosa è ancora salva?
“Tranquillo, lo è. La fata Malefica ha i miei
stessi poteri e non è stato difficile
per lei crearne una copia, un falso. Hai dimostrato nobiltà
d’animo, ma non è
ancora sufficiente. Il cammino è ancora lungo, stai andando
bene, ma non posso
ancora scogliere l’incantesimo”.
Non… non m’interessa. Io voglio
solo… Belle! Ho bisogno di.. lei.
“È
l’aiuto che ti voglio
dare. Ma devi volerlo. Solo la tua volontà potrà
creare la luce che ti condurrà
dalla tua amata. La tua forza di volontà è la tua
chiave. La tua salvezza, e
quella di altri. Sei tu che devi scegliere. Il tuo destino potrebbe
intrecciarsi con quello di molti altri”.
Sì, è quello che voglio, sono disposto a
tutto! Non ho paura! Io voglio farlo!
Voglio raggiungerla, devo raggiungerla! Altrimenti non avrò
mai pace, se non
sarò sicuro che lei sta bene. E non avrò mai la
felicità, se lei non
sarà accanto
a me…
“Allora il tuo percorso è tracciato. Ti
darò il potere che ti serve. Ma ti devo
comunicare che questo è il mio ultimo intervento. La tua
trasformazione
dipenderà solo da te!”
Certo! Mi sta bene!
“E scorderai questa conversazione! Scorderai di
aver parlato con me! Sarà
la tua volontà ad aprirti la via, e questo ricorderai. Ti
devo dire addio,
principe Adam”.
Addio.
“Segui
la luce”.
E
una luce si propagò nell’oscurità che
circondava la Bestia. Dopo
qualche giorno, egli si risvegliò, nel mondo
chiamato Fortezza
Oscura.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia fino a questo punto, e
ci
tengo a darvi alcune informazioni. Come forse già sapete se
avete letto la mia
“presentazione” nella pagina del mio profilo di
EFP, le mie fanfiction di
Kingdom Hearts sono tutte collegate da un filo logico. In altre parole,
nessuna
è in contrasto con un’altra a meno che non sia
specificato nell’introduzione (e
finora non è ancora successo), quindi tutte appartengono a
uno stesso
“universo”, che tende a rispettare gli avvenimenti
della serie principali e,
anzi, a spiegarne i “buchi mancanti”.
Effettivamente questa storia è collegata
in modo particolare alla serie che ho intitolato “I viaggi di
Alice” (non c’è
un motivo specifico per il quale l’ho pubblicata sotto forma
di serie e non di
storia con più capitoli), e finora diciamo che fa un
po’ da “prequel” a questa
serie, raccontando, parallelamente a come ho fatto per Alice, i
rapimenti delle
Principesse da parte di Malefica e la distruzione di mondi che abbiamo
visto
solo in Birth By Sleep o
in Kingdom Hearts II.
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