Kingdom Hearts - Quando un Mondo muore

di Prince Lev Swann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luce a Mezzanotte ***
Capitolo 2: *** Le tenebre dei boschi ***
Capitolo 3: *** Forza di volontà ***



Capitolo 1
*** Luce a Mezzanotte ***


Castello Dei Sogni
Mezzanotte meno dieci


Cenerentola era seduta su un lato della grande fontana al centro del cortile del Castello; osservava la luna, della cui luce il castello risplendeva. Il principe era andato a portare i topini a dormire, e lei lo aspettava lì, dove finalmente sarebbero stati un po' da soli. Era il loro decimo anniversario e per festeggiare avevano tenuto un ballo a cui Cenerentola, naturalmente, aveva invitato tutti i suoi amici. Portava un abito azzurro, proprio come quello che la fata Smemorina le aveva fatto la notte in cui aveva conosciuto suo marito, tanti anni prima. Allora era una sguattera, una povera orfana schiava di quella malvagia matrigna. Poi, con l'aiuto dei suoi amici topini, della Fata e tre ragazzi speciali, tutto cambiò. Lady Tremaine aveva tentato di ostacolarla in tantissimi modi: in principio impedendole subdolamente di andare al ballo, organizzato dal principe per trovare moglie, poi rinchiudendola per nasconderla al Gran Duca, e infine, un anno dopo, rubò la bacchetta magica alla Fata Smemorina e fece tornare indietro nella linea temporale probabilmente tutto il mondo, per poi incantare il Principe Azzurro e sostituendo Anastasia, sua figlia, a Cenerentola nei suoi ricordi, ma non nel suo cuore. Alla fine Anastasia stessa si era ribellata alla madre, con un fatidico “non lo voglio” davanti all'altare, sostenendo che voleva sposare una persona che l'amava davvero, e facendosi perdonare. Invece Lady Temaine e Genoveffa, l'altra sua figlia, furono inizialmente messe a lavorare nel castello e poi esiliate. Anastasia aveva sposato il fornaio, di cui era follemente innamorata; Cenerentola e il principe erano finiti per risposarsi, prima che la Fata Smemorina, pietrificata per tutto quel tempo, una volta liberata dall'incantesimo spiegò a tutti cos'aveva fatto la matrigna, per poi ripristinare la loro epoca d'origine reale. Non erano ancora riusciti ad avere figli, era l'unica cosa che non andava, ma il re, che voleva dei nipotini, non era poi tanto vecchio come sembrava e sarebbe potuto vivere un altro po'. Comunque, niente di tutto ciò che li aveva ostacolati -tempeste, uragani, conflitti- era riuscito a dividerli. Probabilmente non ci riuscirà neanche la morte, pensò la fanciulla con un sorriso.
Ma un pensiero la turbava; era successo qualcosa, poco prima, che l'aveva allarmata, e non era sicura di esserselo immaginata, cosa che sosteneva il principe, ma cosa di preciso, e perché..?
Dei passi, la porta si aprì e Cenerentola spostò lo sguardo sul coniuge: sorrideva, era più spettinato e si era tolto la giacca. Il sorriso si trasformò in un'espressione preoccupata alla vista della moglie.
“Che succede?” sussurrò, abbassando un sopracciglio con fare allarmato; era tipico di quando era preoccupato.
Istintivamente, Cenerentola fissò il cielo. Il marito lo imitò. Un suono quasi impercettibile, come lo scoppiettio di un fuoco. Durò alcuni secondi. Poi una stella, uno dei più luminosi fra quei misteriosi punti nel cielo, quello da cui era arrivato il suono, ebbe un flash istantaneo. Rimpicciolì. Non se l'era immaginato, allora: suo marito ne aveva la prova.
Si spense.

INTANTO
Isole del Destino

Il ragazzo di nome Sora combatteva l'enorme mostro nero che aveva già incontrato in sogno, stavolta con una spada a forma di chiave.


Keyblade...
keyblade,..
keyblade...

Keyblade? Che cosa significa? Pensò disperato.
Poi la tempesta ruggì più forte e lo scaraventò via. Sopra di loro un enorme sfera oscura aspirava e distruggeva tutto... Si aggrappò all'estremità dell'isoletta, ormai l'unico pezzo di mondo ancora intatto... Il gigante nero fu aspirato dal vortice oscuro.
Dov'era Kairi? Dov'era Riku?
Poi, Sora fu trasportato via a sua volta, e tutto divenne buio.



Castello dei Sogni
Mezzanotte


Il vento cominciò a soffiare improvvisamente, lacerando la pace e il cielo si coprì. I due sposi si abbracciarono stretti. Fulmini cominciarono a cadere vicino a loro. Strane creature, dapprima ombre, si alzarono da terra e divennero materiali: erano esserini neri, con mani e piedi a punta, una testa tonda e delle antenne, completamente neri, tranne per gli occhi, gialli. Le lacrime di Cenerentola bagnavano la camicia del Principe. Una sagoma nera, spaventosa, con mantello e corna, era comparsa davanti all'ingresso. Era di spalle verso di loro,
Lui, disperato, urlò: “Che succede?!”
“Bibidi Bobidi Bu!”
Una saetta di luce si scagliò contro la sagoma nera, ma questa rimbalzò in cielo..
“Ve lo dico io che succede!” urlò la Fata Smemorina, furente. Era appena apparsa dietro di loro e aveva lanciato un incantesimo contro la sagoma.

Questa è una strega, e vuole rapirti, Cenerella! Dobbiamo scappare! Sa chi sei, vuole i tuoi poteri! E il mondo sta cadendo nell'Oscurità! Non c'è tempo... Bibidi Bobi.. No!” la fata fu intrappolata in un'enorme bolla oscura che, la strega, con il suo bastone, aveva evocato.
Si era finalmente voltata. Portava un mantello molto lungo, nero e viola, dal collo alto e un grande copricapo nero con corna ricurve. Li guardava, ridendo follemente: era una risata malvagia, fredda e acuta. Aveva un viso sottile, dagli zigomi alti e il mento pronunciato. Il copricapo le copriva la fronte e il collo e le circondava completamente il viso verdastro e gli occhi gialli.
La Fata non poteva parlare, e si agitava nella bolla in cui era intrappolata. Gli esserini neri li circondavano, ma non li attaccarono.
“Cosa vuoi, Strega?!” urlò Cenerentola, ancora avvinghiata al marito, col viso rigato dalle lacrime e i capelli non più legati a causa del vento. Da tutto il villaggio si udivano urla di panico. Un vortice oscuro si stava espandendo in cielo.
La strega si avvicinò.
“Il mio nome è Malefica. Tu hai ciò che può darmi parte del potere di cui ho bisogno”, spiegò.
“Cosa?!” esclamò il Principe. “Tesoro, scappiamo di qui!”
“Ma.. Smemorina?” chiese lei disperata. I due si squadrarono per un attimo.
“Ora.. ora non possiamo fare niente per lei, ma se restiamo qua anche noi...” mentre parlava, nel panico, la prese per mano e i due corsero verso il portone, tentarono di aprirlo: era chiuso.

Scappare!” urlò Malefica, e rise ancora. “Se vuoi scappare scappa, stolto, ho già avuto a che fare con principi come te, ma tu mi sembri davvero stupido! Non vedi che questo mondo sta morendo? Presto sarà completamente avvolto nell'oscurità, come gli altri!”
Il cortile era delimitato da mura così alte da impedire loro di vedere cosa stava accadendo al regno, ma sopra di loro il vortice, ora enorme, stava portando via alberi sradicati e abitazioni distrutte... Le finestre del castello sbattevano e ora si sentivano grida di terrore anche da lì. Le creature intorno a loro agitavano le antenne, la testa e gli arti a scatti, non erano molto spaventose e non sembravano molto pericolose, ma ora il principe non aveva con sé la spada.
“E a
me”, continuò Malefica, “interessa solo lei”.
Poi alzo il bracciò che teneva in mano il bastone, sulla cui estremità superiore c'era un cristallo verde, verso l'alto, e ordinò:
“Miei piccoli Heartless, obbedite a me, abbandonatevi al mio volere! Prendetela!”, e indicò Cenerentola.
La fanciulla era sconvolta, non aveva mai avuto così paura in vita sua, eppure non poteva fare a meno di notare una certa somiglianza tra quella strega di nome Malefica e Lady Tremaine.
“Dovrete passare sul mio cadavere!” esclamò il principe mettendosi davanti alla moglie e cercando ci coprirla il più possibile con le braccia.
“Come vuoi! Miei piccoli servi, trasformatelo!”
Gli “Heartless” assalirono il principe, che cadde a terra, agitandosi.
“No!” Cenerentola, ancora più disperata, si lasciò cadere sul suo amato e provò a liberarlo dalle ombre, ma queste ormai lo coprivano interamente, tenendolo legato a terra.
Sull'orlo delle lacrime, Cenerentola era sdraiata a terra.


Ormai sarà un Heartless, pensò Malefica soddisfatta.

No! Avevamo promesso! Niente e nessuno ci avrebbe separato!” La principessa è proprio stupida, è questa la conseguenza dell'avere un cuore pieno di luce? Chi sta supplicando? Il principe non può tornare indietro, ho ordinato di trasformalo in Heartless.
“Ti prego, non abbandonarmi! Io
ti amo!” disse la principessa, e riuscì ad afferrare la mano del principe.
Povera illusa, l'amore è solo debolezza.

Ma c'era qualcosa che non andava. Nella mano di lei comparve una luce intensa.
No, no,
no!

Che cos'è questa luce?
La luce si espanse, era accecante e proveniva da lei... Era incredula, ma allo stesso tempo sapeva che così avrebbe salvato il principe. Cercò con lo sguardo la Fata Smemorina, ma questa non c'era più. Probabilmente il vortice l'aveva portata via. Allora cos'era? Era questo il suo potere?
Gli Heartless volarono via e sparirono, rivelando il suo vero amore. Egli aprì gli occhi, esclamò un grido di gioia, si alzò di scatto, prese Cenerentola fra le sue braccia e la fece girare.
Cenerentola lo guardò negli occhi e lesse il suo sguardo.

Grazie.
Commovente” disse Malefica con una smorfia.
“Ma mi sono stufata. Finiamola qui. Ah!” con l'ultima esclamazione, evocò un portale oscuro, poi puntò il bastone su Cenerentola, che fu separata dal principe e scaraventata nel portale.

E il principe, come tutto il resto, come il castello, ormai distrutto, volò via, nel vortice, e buio fu.




Nel portale oscuro

Cenerentola


Non le faceva alcun effetto, era come tuffarsi in acqua, un acqua sporca, però. Non importa, torneremo insieme.
Siamo inseparabili. E, inconsciamente, lo seppe: un'altra stella si era spenta.

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Capitolo 2
*** Le tenebre dei boschi ***


Il Bosco dei Nani
Verso le sei e un quarto del pomeriggio

Un leggero venticello si sentiva soffiare dalla finestra della casetta dei nani, davanti alla quale Biancaneve stava preparando la sua famosa torta di mele. Una volta assicurati che i nanetti  fossero andati in miniera a lavorare come di consuetudine, lei e il principe si erano intrufolati in casa loro per fargli una sorpresa. Anche se da quanto si era stabilita per la prima volta da loro, dieci anni prima, i nani avevano imparato a tenere un po’ più in ordine, i due sposi avevano trovato lo stesso il caos, e si erano impegnati per pulire, con l’aiuto dei cari animaletti del bosco, e ora stavano cucinando una ricca cenetta per loro. Mentre lei faceva il dolce, il principe era impegnato a preparare la zuppa, la stessa che lei aveva preparato per i nani il giorno in cui si erano conosciuti. Biancaneve smise di impastare per guardare il marito farsi scivolare la mano e mettere una dose troppo alta di una spezia nella zuppa e dovette trattenere una risata quando lui si mise a imprecare contro sé stesso per aver sbagliato. Il principe non aveva mai cucinato prima, ci aveva sempre pensato il personale del suo castello, ma da quando lei viveva con lui aiutava i cuochi perché cucinare le piaceva molto. Poco prima, quando il principe si era offerto di fare qualcos’altro mentre lei avrebbe pensato alla cena, aveva insistito per coinvolgerlo. E in realtà non se la cavava neanche male, per essere la sua prima volta.

La guardò implorante.
“Va bene, ci penso io alla zuppa, ma qualcuno deve occupare della torta. Su, vai a impastare, e lavati le mani prima, ora odorano di spezie” disse.
Lui acconsentì senza fare storie e s’impegnò molto per finire la torta: era decisamente più facile!

Il Dominio Incantato
Quasi mezzogiorno


Aurora stava passeggiando nei giardini del bosco, leggermente in ansia. Filippo era in viaggio da alcuni giorni e non aveva specificato quando sarebbe tornato. Il giorno dopo sarebbe stato il loro anniversario e lui era ancora chissà dove, ce l’avrebbe fatta a tornare? Al castello stavano già preparando un banchetto per festeggiare la ricorrenza; sarebbe dovuta essere felice, invece era turbata dall’assenza del marito.
Filippo non le aveva detto niente; se n’era andato senza avvisare, tre giorni prima, al mattino presto, mentre lei faceva il bagno. Le avevano detto che si scusava, che erano affari urgentissimi e che non poteva aspettare un secondo di più. Si fidava di lui, certo, in dieci anni non aveva  mai dubitato che potesse tradirla o abbandonarla. Eppure qualcosa in quella faccenda puzzava: era già capitato che Filippo si fosse assentato per qualche giorno, ma l’aveva sempre avvisata; non se n’era mai andato, neanche per un’ora, senza salutarla e assicurarla. Si recò nella torre più alta, dove si poteva facilmente osservare tutto ciò che c’era intorno al castello. Nessuna traccia di lui né del suo cavallo. Dov’era?
“Ci si rivede, cara. Vi sono mancata?”
Quasi paralizzata, Aurora si voltò. Malefica, la fata malvagia, la signora di ogni male, la osservava dall’alto al basso, con un sorriso beffardo.

Il Bosco dei Nani
 Le sette e quaranta


I nani stavano per tornare, la torta era in forno e la zuppa quasi pronta. Il sole era calato da un po’ e il cielo si era coperto; una leggera pioggia iniziò a scendere. Biancaneve e il principe stavano o per iniziare ad apparecchiare la tavola, quando una scossa e un rumore fortissimi fecero tremare tutto,  rovesciare la zuppa e cadere i piatti dalla dispensa spalancata, che s’infransero.  Nello stesso momento fulmini cominciarono a cadere sulla foresta lì intorno; e capirono che uno di quelli aveva colpito la casetta dei nani. La tempesta divenne sempre più forte e devastante. Dalla finestra - non potevano uscire – sbirciarono fuori, terrorizzati: non pioveva più, ma un enorme vortice oscuro e tenebroso stava annientando la foresta che li circondava.
“Che… che cos’è quello? Amore, che cos’è? Che cosa significa?” gli chiese lei, iniziando a piangere. Era persino più bianca del solito.
  Come avrebbero fatto i nani a tornare? Erano già nel tragitto verso casa o al sicuro nella miniera?
“Cucciolo, Brontolo, Dotto! E tutti gli altri!” esclamò disperata.
“Andrò a cercarli io” la rassicurò il principe. “Ma… ma se ti dovesse succedere qualcosa?” Lui esitò per un momento, con sguardo inquieto.                                                                                                                               “No, vengo con te” gli disse lei avvicinandosi, ma lui si era già coperto per bene e stava per uscire. “Non ci pensare nemmeno, qui sarai al sicuro”, un altro botto. “Beh, più al sicuro che là fuori, comunque”.
“Non temere, ci rivedremo,”.
Si baciarono.
“Te lo prometto” e uscì, in mezzo alla tempesta sovrannaturale.

Dominio Incantato
Mezzogiorno e venti

“Tu… tu sei… Malefica!”  esclamò la Principessa, sconvolta.
“No, no, sono la tua fata madrina!” rispose la strega sarcasticamente. “Certo che sono Malefica” continuò, mentre Aurora indietreggiava .“Pensavi che io, Malefica, la Regina di tutti i Mali, cessassi di esistere così facilmente? No, me ne sono andata, ho allargato i miei orizzonti. Quella ragazza, Aqua, o come si chiama, non te l’ha raccontato?”
“Aqua? Ti riferisci a una di quei tre ragazzi con la chiave?” chiese Aurora.
Keyblade, precisamente. Quell’arma misteriosa, credevo fosse essenziale per i miei piani, ma per fortuna c’è un altro modo. Comunque non sono qui per parlarti di me?”
“E perché, allora? Cosa vuoi ancora, precisamente, da me?” Oh, adesso mi si scaglia contro, che coraggio.
“Non ho mai ottenuto niente da te, neanche la vendetta”. Su questo, non voglio dilungarmi.
“Vendetta?” chiese lei, “Malefica, mi spieghi cosa ti ho mai fatto? Perché cerchi vendetta?” Cosa faccio? Glielo dico?
“Tu, niente.  Fu tuo nonno, ma se tuo padre non te l’ha mai raccontato, non vedo perché dovrei farlo io, ora. E non siamo qui per parlare di me” La ragazza non sembra aver paura, è un effetto della sua radiosità?
“Stavo dicendo che la vendetta non m’interessa più. Non dico che non ce l’avrò, non sono ancora sicura di ciò che succederà a te, ma hai ciò che mi serve. Tu sei speciale, hai una caratteristica rarissima, comune a poche, forse te ne hanno già parlato”.

Oh, sì che me ne hanno parlato, un cuore pieno di luce, il mio.
“Quindi è per questo che te ne sei andata, sette cuori di pura luce, vero? Ma forse avresti fatto meglio a prendere il mio per primo, così non avresti  dovuto tornare, non credi?” Non mi faccio mettere sotto da questa donna.
“L’ho fatto, l’ha fatto uno di quei tre ragazzi per me, ma il suo amico me l’ha rubato per restituirtelo, “Sei stata tu, hai manipolato quel giovane con i tuoi malvagi poteri” Cosa sto facendo? La cos migliore, prendo tempo, magari qualcuno verrà a cercarmi non vedendomi scendere…

“Vedila un po’ come vuoi. Certamente, per quanto riguarda l’oscurità, ora ne so molto di più. Ma basta con le chiacchiere. Sono qui per darti un’informazione. Il tuo caro principe non tornerà, preferisce passare il vostro anniversario con un’altra donna”. L’espressione sul volto della principessa mutò. Da spavalda divenne insicura, ferita, vulnerabile, e solo in pochi secondi. Ho fatto centro. Ho toccato un punto dolente, e il sarò facile ingannarla ora.
“Non ci credo”. Patetica, è ovvio che ora dubita seriamente di lui.
“Non mi credi, ecco a te la prova” e Malefica mosse leggermente la mano sinistra.

Una  finestra magica si aprì per mostrarle una scena; questa mostrava chiaramente Filippo, avvinghiato a una donna giovane, dai capelli di un rosso scuro e gli occhi a mandorla, che lo baciava appassionatamente, in una casetta piuttosto familiare.  Non è vero, non può essere vero, quella scena è un’illusione creata da lei. Filippo non lo farebbe mai. Controllati.

La principessa scosse la testa, piangendo.
“Mi dispiace, è così, tutti gli uomini sono così, infondo. Vuoi cambiare vita? Unisciti a me. Io potrei aiutarti, potremo vendicarci. Insieme, saremo straordinarie…”
Continua a scuotere la testa. Perché è così cocciuta? Forse il principe è stato sedotto solo dalla magia di Ursula, ma non è riuscito a contrastarla, il suo amore non ha vinto, non ha battuto il nostro potere.
Mentre parlavamo non si era neanche accorta che la tempesta sovrannaturale stava iniziando anche lì al Dominio Incantato… Doveva sbrigarsi. Anche Aurora se n’era finalmente accorta. Poi, un tuono, e la ragazza scattò: corse verso la porta piangendo, con una mano sugli occhi, e prima che riuscisse a uscire, Malefica aprì un portale oscuro. La ragazza ci entrò dentro senza accorgersene, e Malefica la seguì.

Il Bosco dei Nani
Le otto meno un quarto

L’oscurità invase la stanza ; Biancaneve tentò di uscire ma era buio e non trovava la porta… Riusciva solo a vedere occhietti gialli di creature simili a ombre… Aiuto.
Poi il pavimento sotto di lei perse consistenza e divenne come sabbia mobile. Biancaneve ne fu inghiottita, poi cadde, cadde…
E finalmente, una luce fioca. Toccò terra, e perse i sensi.

Portale oscuro – il Dominio Incantato. 
Mezzogiorno e mezza

Aurora si era trovata in uno strano passaggio buio per qualche secondo e, senza smettere di correre, ne uscì fuori e si ritrovò nella camera da letto di una casetta nel bosco dove per anni aveva vissuto, sotto la protezione delle tre fate buone.  Malefica la seguì, camminando tranquillamente.
“Ecco a te”, disse, indicando Filippo e la donna dagli occhi a mandorla,: seduti sul letto, si stavano ancora baciando. Prima che Aurora potesse dire qualcosa, la porta si spalancò violentemente e Flora, Fauna e Serena, le tre fate buone, penetrarono nella stanza. Tutte e tre, infuriate, puntarono le bacchette sulla donna, che si trasformò orrendamente in un essere ibrido, la cui metà superiore del suo corpo era quella di una donna - obesa, con capelli bianchi e la pelle indaco - mentre la metà inferiore era quella di un polpo - nero e con sei tentacoli nero-violacei. Poi le puntarono sul principe, lanciarono un incantesimo e i suoi occhi s’illuminarono quando incontrarono quelli di Aurora; era spiazzato. Fu Flora a intervenire. “Quella strega, la strega del mare, gli ha fatto un incantesimo su Filippo, non farti ingannare!” urlò, e le altre due fate l’appoggiarono annuendo vigorosamente.

Maledette oche di tre fate, pensavo che se ne fossero andate!
“Come volete, facciamola finita!” tuonò Malefica, esasperata. Intanto Ursula se l’era data a gambe, o a tentacoli, nel suo caso. Vigliacca.
“Heartless, prendete la Principessa!” ordinò Malefica, esasperata.
“No!” solo ora il principe si era accorto di Malefica. “Tu, qui, di nuovo! Non ti permetterò a causarci altri guai!” ma sia lui che le tre fate erano imprigionati da un incantesimo
Intanto la tempesta, fuori, stava facendo il suo corso. Presto anche quel mondo sarebbe andato.
“Mi hai seccata abbastanza, moscerino!” urlò la strega in risposta. Gli Heartless avevano afferrato le braccia di Aurora e la stavano portando nel varco oscuro, lei aveva perso i sensi.

Aurora vagava nella totale oscurità, un buio senza tempo e spazio. Era la fine del mondo, eppure si sentiva alleggerita: il suo Filippo non l’aveva mai tradita.

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Capitolo 3
*** Forza di volontà ***


Castello della Bestia
Qualche ora dopo la distruzione del Castello dei Sogni.
Tarda serata

La Bestia l’aveva condotta sulla terrazza appena fuori dalla Ballroom, e la contemplava dolcementeBelle lo guardò a sua volta: finalmente in lui riusciva a vedere qualcosa di profondo. Non erano gli occhi di una bestia quelli che la guardavano; erano gli occhi più umani che avesse mai incrociato. L’amore è il lato più umano delle persone. 
E una sensazione strana la invase, una sensazione di inquietudine: era sicura di averla già provato. Comunque, forse per l’istinto o forse perché l’aveva appena fatto la Bestia, alzò lo sguardo e lo spostò sul meraviglioso cielo stellato. Stellato. 
Accadde qualche istante dopo: la stella più luminosa si spense con un suono quasi impercettibile.

 
Più tardi.
Foresta intorno al castello.

Fino a poco prima era tutto così perfetto, perché tutto era finito? in quel momento Belle era nel panico, e la serata di poco prima sembrava quasi un sogno, ormai lontano da lei. La fanciulla, così felice insieme alla Bestia, si era quasi dimenticata di suo padre. Non che non gliene importasse, suo padre era tutto per lei, ma si era convinta  che stesse bene, che non sarebbe tornato, che non avrebbe più rischiato la vita, neanche per recuperare lei. E invece l’aveva fatto, e solo per salvarla da un pericolo che ormai non esisteva più. Ovviamente non lo incolpava per questo, lui non avrebbe potuto saperlo in alcun modo. Però, ora lei lo sapeva: la Bestia poteva anche avere l’aspetto di un mostro, ma dentro era dolce e gentile, molto più di esseri come Gaston.
Non si tolse nemmeno il vestito da ballo che aveva indossato per la serata; montò sul cavallo e si avviò nella foresta oscura. Poco prima il cielo era stellato e meraviglioso, ora era nuvoloso e scuro. Lampi cominciarono ad abbattersi sulla foresta e un vento feroce iniziò a soffiare. L’atmosfera ad un tratto così terrificante peggiorava di gran lunga la situazione. 
“Papà! Papà!” chiamò.
Non ci mise molto a trovarlo: per terra, senza sensi, lo vide e si avvicinò velocemente. Pensò di strattonarlo, ma prima di poterlo toccare, successe qualcosa di spaventoso…
“Ah! Aiuto! Papà!” 
 il vecchio corpo fu avvolto dall’Oscurità e si trasformò in una strana creatura. Piccola, nera, con la testa tenda, le antenne, gli arti prolungati e senza dita. Si uniformava con la terra sotto e diventava un’ombra, poi si rimaterializzava nella creaturina e muoveva a scatti la testa, il corpicino e le antenne.  Per occhi aveva due luminosi punti gialli.
“Pa..papà… Sei tu?” Belle era terrorizzata dal fenomeno, e così concentrata sul piccolo mostro che non si accorse nemmeno dell’enorme vortice oscuro sopra il castello. L’esserino fece un rapido balzo, con l’artiglio teso. L’avrebbe colpita, non c’era niente da fare. Ma questo non avvenne.
“ARGH! Andatevene, stupide creature!” 
La Bestia era accorso e si era piazzato davanti alla ragazza. Il vortice, sempre più esteso e devastante, stava ormai portandosi via alberi e piccoli pezzi del castello, come i tanti Gargoyle, ed erano comparse tante creature simili a quella in cui era mutato suo padre. 
“Bestia! Oh, grazie al cielo sei qui! Che sta succedendo?  È terribile!”
La Bestia la proteggeva con le enormi zampe e si guardava intorno in allerta. 
“Te lo dico io, mia cara Principessa.  Questo mondo sta per essere inghiottito dall’Oscurità, come tutti gli altri, e la cosa migliore per te, ora, è venire con me” rispose una voce femminile. Uscita dall’immensa oscurità, a parlare era stata una donna alta e vestita di nero. Un lungo mantello nero e purpureo, la pelle verdastra, un mento pronunciato, gli occhi gialli e un copricapo nero con due grandi corna. 
“Inchinatevi a me, Malefica, la Regina di Tutti i Mali!”
“Chi sei tu, che vuoi?” Urlò la Bestia.
“Calmo, bestione. Non m’interessi tu, ma la tua amichetta lì” rispose Malefica.
Intanto aveva cominciato a piovere e la tempesta era sempre più violenta.  Le creature c’erano ancora, ma erano evidentemente tenute a bada dalla strega.
“Che ne hai fatto di mio padre?” urlò Belle prima che la Bestia potesse rispondere.
“Io? A quel povero vecchio? Un bel niente. Sono stati gli Heartless: stanno entrando nel Cuore di questo mondo, hanno trovato la serratura, proprio nei sotterranei di quel tuo castello. Avresti dovuto fare più attenzione” e rise. Una risata acuta e fredda.
“Ma questo è proprio ciò che mi serviva. La tua fanciulla, lì, è una delle Sette Principesse Del Cuore, dal cuore puro e pieno di luce”. 
“Non m’interessano le tue chiacchiere, strega, e Belle non viene da nessuna parte!”
“Quindi volete diventare degli Heartless, è questo che mi stai dicendo? Se resta qui, o diventerà un Heartless, o sarà trasportata in un altro mondo”.
“Non c’interessa!” esclamò Belle. “Non ci separeremo, noi, e di sicuro non verrò con te, non sembri molto amichevole… Non credo che la mia sorte sarà migliore con te, in ogni caso!”
Un’enorme scossa fece staccare dal castello il pezzo più alto di una delle torri e volò all’interno del vortice.
Belle, spaventata, strinse più forte la Bestia e si riparò sotto il suo mantello.
“Ah-ah-ah. Forse non ve ne siete accorti, ma sono proprio io che sto trattenendo l’Oscurità e gli Heartless, altrimenti sareste già andati! Ma anche la mia magia ha dei limiti… Dobbiamo fare in fretta!”
La Bestia si limitò a ringhiare, e Belle rimase nascosta.
“Ti pongo di fronte a una scelta, Bestia. Decidi, cos’è più importante per te? La tua cara Belle, o questa?” chiese infine la strega, e alle ultime parole agitò il suo bastone ed evocò una rosa, splendente dentro una teca di vetro.
“La rosa! La mia rosa…” la Bestia abbassò la testa e strinse ancor di più la ragazza, che piangeva, e rimase in silenzio.
“Allora!?” esclamò Malefica, spazientita.
“Sono stufo di magia” rispose infine la Bestia. “Sono stufo di voi fate, buone e malvagie. Fai quello che vuoi, io non abbandonerò Belle, e comunque se davvero stiamo per morire quella rosa, ammesso che sia quella vera, è inutile…”
“Hmph”, la rosa scomparve e Malefica si avvicinò. “Va bene. Non mi lasciate altra scelta”. La fata malvagia agitò lentamente la mano e aprì un varco oscuro dietro di sé.
“Gaston, signori! Ecco la bestia di cui vi parlavo! Ha ucciso il padre della ragazza e vuole tenere prigioniera la figlia! È un pericolo per voi e per le vostre famiglie! Ora potete ucciderlo, finalmente!”
Per la prima volta Belle alzò il capo. 
Una folla inferocita, con forconi e fiaccole, sbucò dal varco aperto da Malefica. Gaston, con grandi stivali, camicia rossa, robusto, alto e con i capelli neri legati in una coda, era al comando. 
“Eccola! La Bestia! Forza, amici miei, facciamola fuori prima che possa mangiare i nostri bambini e le nostre mogli!” esclamò Gaston, e dalla folla sentirono provenire grida di approvazione. Malefica rise ancora, di gusto. La folla, comunque - Gaston incluso -, pareva non accorgersi che il mondo intorno a loro stava per essere distrutto, come se fosse soggiogata da un incantesimo di Malefica.
La Bestia stava fu travolta dagli uomini, e Belle, trascinata via dagli Heartless, finì nel varco oscuro, subito seguita da Malefica. 


Fortezza Oscura
Qualche minuto dopo


Fu così che, dopo il buio opprimente, Belle si ritrovò in una piccola stanza, quasi buia, con luci soffuse, vicino ad altre ragazze di cui non riuscì ad vedere bene i volti.

Castello della Bestia
Intanto

Le porte del cortile furono sfondate dai servitori della Bestia, tutti mobili od oggetti di medie dimensioni, che corsero fuori e raggiunsero la Bestia. Attaccarono gli uomini nei modi più strani: rinchiudendoli in un armadio, bruciandoli con le candele, versandogli addosso del tè bollente…  Comunque, dopo poco, questi scapparono. Intanto, l’incantesimo di protezione di Malefica era svanito e Gaston fu trasformato in un grande Heartless molto impressionante. Una creatura sferica, nera, con vari tentacoli nel corpo (due più lunghi sul capo), due anelli d'acciaio a testa, le punte di tutti i tentacoli di colore arancione, la bocca a zig-zag con l'interno rosso e piccoli occhi circolari gialli brillanti, delle occhiaie nere e infine due catene avvolgevano tutto il corpo, terminando con due pesi di forma conica. L’enorme mostro, comunque, fu inghiottito dall’Oscurità e non ne rimase traccia. La Bestia era svenuta e i servitori lo stavano portando dentro. Prima che ci riuscissero, però, finirono nel vortice Oscuro e la Bestia rimase da solo sul ponte che conduceva al castello, ormai l’unico pezzo di mondo rimasto. Quando anche questo scomparve, la Bestia non finì nel vortice, ma non si trasformò neanche in un Heartless.

Sospeso a mezz’aria, nell’oscurità, non udì più suoni.


Cosa succede? Dov’è Belle!? Dove sono io?

“Io, principe Adam, sono la fata che ti ha trasformato, la vecchina che con crudeltà cacciasti, e sono qui per concederti un aiuto”.

Di che si tratta? La rosa è ancora salva?


“Tranquillo, lo è. La fata Malefica ha i miei stessi poteri e non è stato difficile per lei crearne una copia, un falso. Hai dimostrato nobiltà d’animo, ma non è ancora sufficiente. Il cammino è ancora lungo, stai andando bene, ma non posso ancora scogliere l’incantesimo”.

Non… non m’interessa. Io voglio solo… Belle! Ho bisogno di.. lei.

“È l’aiuto che ti voglio dare. Ma devi volerlo. Solo la tua volontà potrà creare la luce che ti condurrà dalla tua amata. La tua forza di volontà è la tua chiave. La tua salvezza, e quella di altri. Sei tu che devi scegliere. Il tuo destino potrebbe intrecciarsi con quello di molti altri”.

Sì, è quello che voglio, sono disposto a tutto! Non ho paura! Io voglio farlo! Voglio raggiungerla, devo raggiungerla! Altrimenti non avrò mai pace, se non sarò sicuro che lei sta bene. E non avrò mai la felicità, se lei non sarà  accanto a me…

“Allora il tuo percorso è tracciato. Ti darò il potere che ti serve. Ma ti devo comunicare che questo è il mio ultimo intervento. La tua trasformazione dipenderà solo da te!”


Certo! Mi sta bene!

“E scorderai questa conversazione! Scorderai di aver parlato con me! Sarà la tua volontà ad aprirti la via, e questo ricorderai. Ti devo dire addio, principe Adam”.

Addio.

“Segui la luce”.

E una luce si propagò nell’oscurità che circondava la Bestia. Dopo qualche giorno, egli si risvegliò, nel mondo chiamato Fortezza Oscura.


Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia fino a questo punto, e ci tengo a darvi alcune informazioni. Come forse già sapete se avete letto la mia “presentazione” nella pagina del mio profilo di EFP, le mie fanfiction di Kingdom Hearts sono tutte collegate da un filo logico. In altre parole, nessuna è in contrasto con un’altra a meno che non sia specificato nell’introduzione (e finora non è ancora successo), quindi tutte appartengono a uno stesso “universo”, che tende a rispettare gli avvenimenti della serie principali e, anzi, a spiegarne i “buchi mancanti”. Effettivamente questa storia è collegata in modo particolare alla serie che ho intitolato “I viaggi di Alice” (non c’è un motivo specifico per il quale l’ho pubblicata sotto forma di serie e non di storia con più capitoli), e finora diciamo che fa un po’ da “prequel” a questa serie, raccontando, parallelamente a come ho fatto per Alice, i rapimenti delle Principesse da parte di Malefica e la distruzione di mondi che abbiamo visto solo in Birth By Sleep o in Kingdom Hearts II. 

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