Condividi se hai un cuore di pietra

di ToraStrife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cuore di padre ***
Capitolo 2: *** Non (soc)correre, pensa a me ***
Capitolo 3: *** Incinta e contenta ***



Capitolo 1
*** Cuore di padre ***


SS01 - Cuore di Padre
CUORE DI PADRE


Il ragazzo entrò nel bagno, e trovò suo padre intento a farsi la barba, come tutte le mattine.
Di solito l'attività veniva liquidata con una certa fretta, ma quel giorno era la tanto sospirata Domenica, per cui il genitore si stava prendendo la dovuta calma, passando la lama sulla pelle, con la dovuta attenzione.
Il ragazzo era particolarmente eccitato: era la vigilia del suo diciassettesimo compleanno, e non stava più nella pelle.

- Papà! - Subentrò con tale impeto da far sobbalzare il padre.

Questi, particolarmente concentrato,
in quel momento, a passare, aderente alla pelle, l'affilato rasoio, nell'intento di togliere i residui di schiuma e peli dalla gola, reagì con uno scatto improvviso.
Fu un vero miracolo che nello spavento non si fosse procurato, da solo, uno squarcio degno di qualche gangster da film, o peggio,  che la lama del rasoio non avesse (ma ci era andata davvero vicino) fatto una netta recisione della giugulare.
Regalare al figlio una scena da film horror, con lui riverso sul lavandino in una pozza di sangue, mentre vispi zampilli ne fuoriuscivano dalla gola, non era proprio nel suo programma.
Col muscolo cardiaco che ancora gli batteva a mille, il padre tentò faticosamente di riprendersi dallo spavento, cercando con lo sguardo il grave motivo che gli aveva appena fatto rischiare la vita.

- Sì, figliolo? - Domandò, tentando di ricacciare il cuore ancora in gola.

- Cosa mi regali per il diciottesimo compleanno? -

Il padre lo guardò di traverso.

- Per il diciassettesimo, semmai. -

Il ragazzo sbuffò, con aria annoiata.

- Oh, ma quello lo so già : la solita torta e il solito I-phone ultimo modello. -

E sti cazzi, pensò il padre.
Era il 'solito' esborso da novecento euro. Il sudatissimo stipendio di un mese. Praticamente una tredicesima dedicata a lui.

- Io volevo sapere cosa mi regalavi per il diciottesimo compleanno! -

- Ma manca più di anno! - Obiettò il padre.

- Sì, ma io voglio saperlo adesso! - Protestò il giovane.

- Ah, proprio mentre mi faccio la barba? - Chiese il padre. - Figlio mio, c'é ancora tanto tempo! Lasciami racimolare qualche sold... ehm, aspetta con calma quando sarà il momento. -

Il ragazzo voltò le spalle e se ne andò, deluso. Il discorso cadde lì, per circa un anno.

Il giorno del diciottesimo compleanno si avvicinava sempre di più. Il figlio già pregustava le gioie che poteva fare un diciottenne.
Andare legalmente a battone, votare il ladro che gli ispirasse di più, bere alcolici fino allo svenimento, ma soprattutto, avere una fantastica patente, e di conseguenza il macchinone, per poter caricare pollastrelle, strombazzare e trombare girovagando in ogni posto, ad ogni ora, senza dipendere da nessuno.
Già pregustava il SUV che sicuramente sarebbe stato il sacro premio per la maggiore età.
- Diciotto anni, arrivo! -
L'emozione era così intensa, ma così intensa, che il minorenne si accasciò a terra, privo di sensi.
Fu portato all'ospedale.
A lui il ricovero parve eccessivo: quante storie per un misero svenimento!
Lo chiese anche all'infermiere.
- E dai, gente, mica si saranno messi in testa che ho la pressione bassa o puttanate del genere? -
Il paramedico lo rassicurò.
- Assolutamente, no! Gli esami lo escludono categoricamente! -
- Ah, mi pareva... -
- Stai soltanto per morire. -
- CHE COSA?!?!? -

Saltò fuori che aveva dei gravi scompensi cardiaci. Una grande sfortuna. Beh, anche gli anni passati a devastarsi di crack e pere (quelle appuntite) avevano abbastanza contribuito allo scatafascio del suo organismo.
Praticamente, come organismo era già più che maggiorenne: sembrava un novantanovenne in decadimento.
Il ragazzo, sul lettino, chiese al padre, venuto a trovarlo.
- Ti hanno detto che sto per morire, vero? -
Il padre pianse.
Si era fatto una marea di debiti solo per racimolare quel dannato SUV, finendo per rimanere sul lastrico, e con l'acqua alla gola.
E solo per apprendere che lo aveva fatto inutilmente, data la prossima dipartita del festeggiato, che, oltretutto, gli stava per accollare nuovi debiti per il funerale.

Arrivò il tanto sospirato compleanno, che coincise con il giorno della sua dimissione dall'ospedale.
Aveva subìto un'importante operazione, e passato poi tre giorni tra la vita e la morte, ma aveva miracolosamente vinto la sua battaglia: era vivo!
Ringraziò Dio per la grazia concessagli: era sopravvissuto alla minore età.
Adesso era un adulto a tutti gli effetti!
Corse immediatamente a casa a controllare il garage.
Controllò all'interno, all'esterno e nel giardino. Diede un'occhiata anche nei viottoli laterali.
- Papà burlone, dove hai messo il SUV? -
Cercò ancora un po', poi decise che lo scherzo era durato abbastanza, e decise di entrare in casa per chiederlo direttamente alla fonte.
Tutto ciò che trovò fu la madre in lacrime.
- Mamma, hai visto papà? -
A quella domanda la mamma scoppiò in singhiozzi, e con un dito tremante indicò una busta appoggiata sulla scrivania.
Una strana ansia si impossessò del giovane, che aprì l'involucro e cominciò a leggere.


Figlio mio, se stai leggendo questo è perchè tutto è andato bene. Ricordi il giorno in cui mi chiedesti cosa ti avrei regalato per il tuo compleanno?
Ti ho donato il mio CUORE.
Buon compleanno figlio!


P.S. Il SUV l'ho venduto per pagare le spese dell'operazione e il mio funerale.
P.P.S. Ti lascio in eredità  circa un milione e centomila euro di debiti.
Ma non ti preoccupare, ora che sei maggiorenne puoi finalmente trovarti un lavoro e cominciare a pagarli.
P.P.P.S. Lo so benissimo che esistono apposite banche degli organi, ma io ormai ero spacciato, mi avrebbero comunque ucciso i mafiosi, i terroristi di Al Qaeda o le Triadi Cinesi ai quali avevo chiesto dei prestiti per i tuoi regali.
E poi, sono o non sono tuo padre? Se non ci mettessi personalmente il cuore....
Baci dall'al di là.

Tuo adorato
Papino.



Giorni dopo, il diciottenne venne nuovamente ricoverato in ospedale, ma questa volta nel reparto di neuro-psichiatria.
Diversi testimoni affermeranno di aver visto il ragazzo, al funerale del padre, parcheggiare sulla tomba di quest'ultimo con un SUV rubato.





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Capitolo 2
*** Non (soc)correre, pensa a me ***


SS02 - Non (soc)correre, pensa a me!
Non (soc)correre, pensa a me


Sullo schermo della TV si proietta il solito filmone serale, quello che allieta i Sabato sera delle persone anziane, mentre le loro piccole creature partorite con sudore, cresciute con sacrifici e ripaganti con pernacchie, arraffano la loro macchina vanno a bailar ( in caso di due figlie, solo la primogenita con patente: la sorella minore resta a casa a sputare maledizioni, rosa dall'invidia)
Il marito di solito finisce per stendersi sul divano, con i piedi nudi in mezzo all'aria, per via delle gambe stese fuori dal bracciolo.
La moglie, se non impegnata al telefono con un'amica o a sferruzzare, si prepara la scatola dei fazzoletti di carta per l'appuntamento immancabile con la pellicola strappalacrime, la storia d'amore più finta delle tette in silicone, ma purtuttavia così avvincente da sembrare più credibile, e soprattutto preferibile alla storia d'amore della loro vita.
Nello schermo, afrodisiaci gemiti e bollenti lenzuola di passione in un letto, fuori dal tubo catodico, squallido russare e puzzolenti piedi da marito trascurato.
Almeno in TV, è bello sognare.
Ma alla scena clou, il momento tanto atteso dove lui finalmente dichiarerà il suo amore per tutta la vita, che spesso è una vita che dura dieci minuti perché lui parte in guerra, muore di malattie o incidenti o arriva direttamente il The End del lieto fine (E vissero tutti felici e contenti, ma lo sa chiunque che quella è una balla bella e buona), arriverà la tanto odiata


Edizione Straordinaria



Interrompiamo il filmone che ormai saprete a memoria, dal momento che il Sabato fanno solo repliche, per farvi sapere cosa fa vostra figlia mentre voi l'avete mandata a ballare.
Vi aveva assillato tutta la settimana con richieste continue, alla fine siete voi che avete pregato lei di levarsi da casa per avere un po' di pace.
Ma diamo la linea al nostro inviato Xyz.
Xiz, ci sei?


Pronto? Qui Xyz, inviato del TGNews 24.
Il luogo dove mi trovo è teatro di uno dei più grossi tamponamenti mai avvenuti il Sabato Sera. Sicuramente questo incidente riaprirà le polemiche sul consumo di alcolici e sugli orari delle discoteche, anche se a furia di anticipazioni di orario e divieti di alcolici, qua servono solo succo di frutta e la chiusura è a mezzanotte, da qui il nome della discoteca: Cenerentola.
E per l'alcool, l'unica speranza è che il succo non sia proprio fresco, e quindi che, passando un po' di tempo, la frutta abbia potuto fermentare un po'.
Ma qui abbiamo uno dei feriti... Gesù, qua c'è un immediato bisogno di cure. Meglio che mi allontani a chiamare aiuto.

- Dove va... signor giornalista?

Che diavolo di domande fai, ragazza? Non immagini neanche le condizioni in cui versi. Persino io che non ho alcuna nozione medica, riesco a percepire la gravità della situazione.

- Rimanga, la prego! Deve registrare.... Voglio che lei scriva per me un messaggio per la mia mamma...

Ma non c'è tempo, diamine, stai perdendo sangue! Oddio no, quanto zampillare. E' una fontana rossa... rossa!

- Faccia il suo dovere... di giornalista... Prenda taccuino e penna.... non c'è molto tempo...

E' quello che dico io! Devono tamponare la ferita! Trasportarti in ospedale!

- Mamma, sono uscita con amici...

Dannazione, ha cominciato. Non posso sottrarmi, mio malgrado, alle probabili ultime volontà di questa coraggiosa fanciulla! Prendo immediatamente taccuino e penna. Ma voi, laggiù, in studio, chiamate immediatamente qualcuno!

- Sono andata ad una festa e mi sono ricordata di quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, quindi ho preso una Sprite.
BEEUURP!

Il rutto devo anche scriverlo?

- Chiedo scusa, forse ho preso un po' di più di una Sprite.

E quante, di grazia?

- Credo quindici o venti...

QUINDICI O VENTI?

- Beh, sa, non essendo alcolici, pensavo di poterci andar giù pesante senza conseguenze...

E invece?

- Gran mal di stomaco e fuoriuscita d'aria da tutte le parti. Ops, chiedo scusa. Ho rilassato l'addome.

Sì, me ne sono accorto dalla puzza. Ma sarà il caso che continui. Il tempo stringe e la ferita si allarga. Allora, questi paramedici quando arrivano? Un'ambulanza! Un elisoccorso! Siamo in diretta, porco diamine!

Non si bestemmia in Tv, Xyz!

Dite tanto voi lì in studio, ma qua si tratta di vita o di morte.

- Ehm, giornalista...

Chiedo scusa. Continua.

- Mi sono sentita orgogliosa di me stessa. anche per aver ascoltato il modo in cui,  dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di  quello che dicono alcuni amici.

Per curiosità, qual era questo modo dolce?

- Ha agitato una bottiglia di Jack Daniel's minacciando di rompermela sulla testa.

A me sembra una minaccia.

- Ma non voleva rompermela sul serio! Mica è una pazza! Mia madre non lo farebbe mai!

Sfido, Con quello che costa il Jack Daniel's, a farlo sarebbe davvero una pazza. Meglio continuare...

- Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto.

A vederti qui, incollata tra lamiere e asfalto, direi che qualcosa non torna...

- Ci sto arrivando. Dunque. Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo.

Te compresa.

- No, io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava...

Potresti ridurre queste pause ad effetto, diamine? Stai annegando nel tuo sangue! Paramedici! Dove siete?

- Qualcosa di inaspettato!

Non mi dire!

- Ora sono qui sull'asfalto e sento un poliziotto che dice: "Il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco". Giornalista, che sta facendo?

Mi aggrappo disperatamente alla collottola dell'agente. Finalmente qualcuno! Signor poliziotto! Questa ragazza sta morendo! Quanto diavolo ci mettono questi soccorsi del...
Il poliziotto mi scrolla via. Perdo l'equilibrio e sbatto con il sedere sul pavimento.
Vedo con orrore che i miei glutei si bagnano. Si bagnano di sangue. Il sangue della ragazza.
Sembra una diga di emoglobina a cui sono ceduti gli argini! Mi rialzo e confusamente riprendo il taccuino, di cui ormai metà è imbrattata di rosso. Addio appunti.

- Mamma, la sua voce sembra così lontana. Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze, di non piangere.

Oddio, sta cominciando a delirare, non si accorge neanche più di me!

"Si sposti"

Sento finalmente una voce scocciata che mi annuncia l'arrivo dei paramedici. Mi faccio da parte, mentre la ragazza respira a fatica.
Gli infermieri applicano le prime cure di emergenza.

- Posso sentire i medici che dicono...

"Questa ragazza non ce la farà".

E' lo scioccante commento di uno degli addetti. Dopo una pausa, lo stesso aggiunge anche...

"Cosa cavolo pretendono che facciamo? Se ci chiamavate dieci minuti prima, qualcosa la si poteva ancora fare! Chi è quell'imbecille che ha aspettato tanto?"

Arrossisco, facendo finta di niente. Eppure lo avete visto anche voi, no? E' lei che mi ha scongiurato di lasciare la sua testimonianza al TG, prima ancora che essere curata.
Un momento, sta continuando!

- Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità.

Ma cosa ti importa di quell'altro? Pensa a te stessa, che ci stai lasciando le penne!

- Alla fine lui ha deciso di bere e io devo morire... Perché le persone fanno questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente. Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, dì a mio papà di essere forte. Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare. Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva... La mia respirazine si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura.

Meno male che hai la respirazione debole, hai sparato un pianto greco con riflessioni filosofiche che neppure un docente universitario!

- Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata...Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente. Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene per questo... Ti voglio bene e.... addio.

La linea piatta dell'elettrocardiogramma annuncia la fine delle sofferenze della poveretta.

Un messaggio in sovrimpressione riempe lo schermo.

Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente.
La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva...scioccato.
Scioccato da quanto riuscisse, e abbia preferito far scrivere il suo pianto greco piuttosto che farsi salvare.
Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza.
E anche contro la guida sotto l'effetto di acidi, l'unica razionale spiegazione di  tale strano comportamento della giovane.
Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo ignori... Potresti perdere l'opportunità, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la tua stessa vita è in pericolo. Questo piccolo gesto può fare la differenza.


L'edizione straordinaria si concluse.

La madre non aveva ascoltato neppure metà di quello splendido e commovente dettato.
Si era addormentata, come capita sempre, alle persone della sua età.
Ma anche in mancanza di film, la storia commovente c'era stata lo stesso, in TV.
Il padre, lasciamo stare, un sonno così pesante che non sarebbe stato scalfito neppure se a morire fosse stato lui.
La sorella? Immaginate lo spavento che le sarebbe preso, l'indomani, di avere una camera tutta per lei e una rivale in meno per la macchina (Ma anche una macchina in meno, purtroppo, sì, quello sarebbe stato indubbiamente scioccante).
Avevamo scordato l'ultimo particolare.
La defunta era studentessa di teatro, con una grande passione per la tragedia.
Ma il suo sogno era di apparire in Tv, per fare conoscere le sue doti recitative a tutto il paese.
Quella sera le erano capitate le entrambe le occasioni.
Infatti, dopo "Addio", aggiunse un commento mormorato, che sfuggì al giornalista e a tutti i presenti.

- ...... Adesso posso anche morire felice.

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Capitolo 3
*** Incinta e contenta ***


SS03 - Incinta e contenta
Incinta e contenta



Oggi sono felicissima! Sono appena tornata da una visita ginecologica, e il medico ha confermato i risultati del gravitest.
Nella mia pancia c'è vita!
No, che avete capito, razza di cafoni? Non è un verme solitario, un pollo mangiato che era ancora vivo, e neppure i batteri dell'intestino!

Mi sto riferendo al miracolo della vita, quella notizia che fa gridare di meraviglia tutte le amiche e farti dire dalle stesse: "Congratulazioni!"

Sono incinta!

Gigi, il neo-padre, non lo sa ancora. Ho deciso quindi di fargli una sorpresa.
L'ho chiamato al cellulare e gli ho dato appuntamento, davanti alla fermata del bus, per le 14.30... non vedo l'ora!
Gli darò finalmente l'agognata notizia!


Sono le 13.45....il mio cuore batte talmente forte che è al limite della sopportazione. Sono in un anticipo mostruoso, quindi penso che far passare un po' di tempo prenderò un caffé.

Alla fine di caffé ne ho presi tre. Come risultato i miei nervi ora sono tesi come una molla. Sono così agitata che temo di mettermi a balbettare al momento della notizia.

Sono le 14.30, è giunta finalmente l'ora.
Non lo vedo ancora, ma sicuramente sarà questione di momenti.

E' in ritardo... guardo l'orologio: è passato un quarto d'ora. Ma non è grave, la colpa è mia che sono agitata.

Riguardo l'ora: 15.35. Va bene un margine di ritardo, ma più di un'ora è troppo! Lo chiamo... sento dei lunghi squilli, ma nessuno che risponde.

Sono le 16.20.
Sia io che il mio bambino stiamo mettendo le ragnatele.
Dove diavolo si è cacciato quel mentecatto? Proprio oggi che lo volevo sorprendere...

Ore 17.10. Adesso basta! Mi sta facendo buttare via il pomeriggio e quello stronzo non si fa ancora vedere? Ancora cinque minuti poi lo mando al diavolo!

Ore 17.15. In extremis, vedo in lontananza un amico. Il signorino aveva così da fare che si è degnato di mandare qualcuno al posto suo? Vedi adesso quante gliene dico, far aspettare una povera donna incinta....

Mi devo calmare. Midevocalmaremidevolcalmaremidevocalmare.

MI DEVO CALMARE, DANNAZIONE!

E' Luca.

Lo assalgo scuotendolo per la collottola in preda a una furia che mi fa sembrare l'incredibile Hulk.
Lui è frastornato, balbetta. Farfuglia qualcosa che non capisco.

- Gi! Gi! Gi! Gi! Gi!

- Gi cosa? Dannato? GI COSA?

Poi comprendo. Il nome di Gigi!

- E allora? Dov'è quel mentecatto? - Urlo, scuotendolo con maggior vigore.

Gianni aggiunge qualcos'altro, sempre in maniera poco comprensibile.
Ma quello che capisco non mi piace per nulla.
Mi placo d'improvviso e lascio la presa.
Il suo sedere sul marciapiede provoca un tonfo sordo alle mie orecchie.

Mi chiedo se può gentilmente ripetere.

Mi ridice la notizia.

Gigi ha fatto un incidente in macchina............
E' morto...............
.......................
...................
..............
......Devo smetterla con questi puntini.



Ho maturato una triste, ma necessaria decisione.
Prendo quindi il mio tempo per scrivere due righe ai miei, prima di andarmi a buttare dal ponte della ferrovia.

"Cari genitori..vi scrivo questa lettera per farvi sapere che il mio Marco non c'è più.. e che aspettavo un bambino da lui..
Vi dico "aspettavo"..perchè io e la mia creatura abbiamo deciso di raggiungerlo... Vi vorrò sempre bene.."



Eccolo, finalmente, il cancello del Paradiso.
Pensavo che il trapasso sarebbe stato doloroso. Me lo avevano detto in tanti.
Sapete, quando vi dicono: Non ha sofferto. E' stato il mio caso.
Scusate ancora, genitori cari, ma ho preferito raggiungere nell'al di là il mio caro.
Adesso il mio bimbo non è più una creatura rannicchiata in un ventre.
E' stato qui, accanto a me. Un fantasma, esattamente come me.
Devo dire che ha subito tentato di uccidermi (fortuna che io sia già morta), urlando sproloqui che nessuno gli aveva mai insegnato, prima che venisse rinchiuso nel Limbo, il posto dove vengono relegate le anime dei bambini mai nati.
Figlio ingrato, ha pure una sistemazione, mi domando da chi abbia appreso dei comportamenti così violenti.

Scusa ancora, figliolo, ma devo assolutamente dare la bellissima notizia a tuo padre.
Ti prometto che torneremo, entrambi.


Eccolo, Gigi, lo vedo. Mi riconosce, il coniglio.
E' stupito.

- Che ci fai tu qui?

Sorrido.

- Per annunciarti una grande notizia! - Gli dico. - Sono incinta!

Ta-dah.

Lui rimane impietrito dalla notizia. Vedo il terrore nei suoi occhi. Poi si rende conto della situazione e fa un sospiro di sollievo. Poi assume (anzi, finge) un'aria triste.

- Che bello! - Mi dice. - Ma io sono morto... ormai. Siate felici, almeno voi due... senza di me.

- Ah, no! - Sbotto io. - Non è una buona scusa per sottrarti alle tue responsabilità.

- Quali responsabilità? - Mi risponde con un certo tono nervoso. - Io sono ormai morto, un'anima libera.

- Libera, eh? - Gli faccio, con tono ironico. - Sai, prima di suicidarmi, ho estorto qualche informazione al tuo amico Luca ...

- In che senso, cara? - Chiede lui.

- Nel senso che tu già sapevi della mia gravidanza.

- Ma... ma è impossibile! - Mi risponde Gigi. Ma la voce gli trema.

- E quell'incidente di macchina... Luca mi ha detto che dopo aver appreso la notizia ti eri fiondato subito in auto ed eri partito a razzo...

- Ma... ma che dici? - Obietta, con la voce sempre più traballante.

- ... Salvo andarti a schiantare contro il primo muretto. Ecco il tuo incidente in macchina. - Spiego, mentre lo punzecchio. - Poverino, eri così preso dal panico?

- Ma... ma.... - Balbetta il poverino.

- Dimmi caro, - Lo preparo per la domanda diretta. - Volevi per caso... scappare?

- N-no...no... - Risponde, sempre più agitato, confermando il fatto che lui già sapesse.

- Ti sarai sentito solo quaggiù. Quindi sia io che tuo figlio abbiamo pensato bene di raggiungerti. Che gran gesto d'amore, eh?

La frecciatina sembra seccarlo, mentre raccoglie il suo coraggio e obietta, questa volta con voce decisa.

- Ah, no. "Finché morte non ci separi", lo dice chiaramente il testo sacro. Quindi ora non ho più vincoli.

Ma io sono irremovibile come un cyborg.

- Vivo o morto, tu verrai con me! (citazione)

Lo prendo per un orecchio e lo trascino.

- Vieni, tesoro. C'è nostro figlio che è molto ansioso di conoscerti.


Mentre lo getto nel Limbo a fare la gradevole conoscenza con nostro figlio, sento le sue atroci urla di gioia, miste al ruggito del bambino, tranquillizzata dal fatto che tanto nessuno di noi può morire ulteriormente.
E intanto mi domando perché il mio piccino tratti suo padre con tanto astio.

Chissà, magari perché (ma questo lo confesso solo a voi) in realtà il vero padre era Luca?

Poco importa, e anche se i cancelli del paradiso ci negano per ovvi motivi l'ingresso, vivremo insieme qui, nel Limbo, noi tre.... per sempre.

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