Living in a castle

di LadyMaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E tutto fu buio ***
Capitolo 2: *** Il conte di Coldobrosa ***



Capitolo 1
*** E tutto fu buio ***


Mi sentivo stanca. Avevamo vagato per ore senza capire dove ci trovassimo effettivamente. L’idea di raccogliere i funghi di notte nel bosco non era stata così eccellente. Mi ero vestita con abiti pesanti,ma il freddo della notte mi penetrava le vene. I jeans lunghi mi fasciavano le gambe fino agli scarponi da trekking dove i miei piedi trovavano un po’ di caldo nei grossi calzini di lana. Mio fratello non era altrettanto fortunato,non si era vestito affatto in modo adeguato,aveva insistito tanto per venire con noi che alla fine si era pentito della scelta fatta.
-Sarebbe stato meglio se ti fossi vestito un po’ di più-, gli disse la nonna in modo di rimprovero, mentre toglievamo dei grossi rami che ci coprivano la visuale.
-Sarebbe stato meglio se fossi rimasto a casa a giocare alla playstation-,borbottò lui. Io lo presi per un fianco e gli sorrisi per tranquillizzarlo un po’.
-Non temete ragazzi miei,non credo che siamo molto lontani dalla strada principale-, disse la nonna per confortarci,anche se avevo intuito che nemmeno lei sapesse dove eravamo finiti.
-Sì,Matteo…-, dissi fiduciosa verso mio fratello
- Vedrai che la nonna ha ragione. Arriveremo presto alla strada principale e ritroveremo lo spiazzo dove abbiamo lasciato in sosta la macchina.-
Lui sbuffò,anche se aveva solo dieci anni  riusciva a distinguere le verità dalle bugie.  Iniziavo anche io a perdere le speranze. Mi immaginavo già morta in un dirupo. Qualcuno avrebbe ritrovato il mio cadavere, e tutto il paese ci avrebbe pianto. Una povera ragazza di solo 18 anni,col fratello di 10 e la nonna di 68 morti perché stupidamente si erano inoltrati nel bosco. Tutti i telegiornali ne avrebbero parlato,poi come tutte le notizie anche noi saremmo passati di moda,e allora altre tragedie ci avrebbero sostituito. La gente vuole solo qualcuno da compiangere,o noi o qualcun altro avrebbe fatto poca differenza.
-Eccoci ci siamo-, urlò la nonna entusiasta. -La strada è laggiù,la vedo…-, e iniziò a correre col bastone per aria contenta. Poi si bloccò d’improvviso. Io feci uno scatto per raggiungerla. Quando mi affacciai alle sue spalle non vidi la strada,ma vidi un viottolo. La nonna si era sbagliata.
-In ogni caso vediamo dove ci conduce-, dissi poggiando una mano sulla spalla della nonna. Fece un segno di approvazione scoraggiata. Dopo poco la voce di Matteo iniziò a tartassarci.
-Dove siamo? Fra quanto arriviamo alla strada? Ho fame…. Sono stanco…Mi fanno male i piedi..-, e all’ennesima frase ripetuta cento volte mi voltai di scatto e urlai ---BASTA! TACI PER UN SECONDO. CHE DIAMINE!!-.
Matteo si mise a piangere e la nonna corse ad abbracciarlo.
-Non devi prendertela con lui se ci siamo persi…. Stai calmo Matteo. Non è successo niente-, mi disse la nonna con lo sguardo torvo.
-Lo so,ma sono stanca anche io nonna. Non solo Matteo-, risposi arrabbiata.
-Lo so…- aggiunse la nonna. -..Andiamo ,sei un ometto. Comportati da ometto grande. -, disse la nonna accarezzandogli un ciuffo di capelli che gli ricadeva sulla fronte. Mi parve di vedere una casa in lontananza e inizia a correre a perdifiato urlando -Ci siamo!!! Abbiamo trovato qualcuno!! Ci indicheranno la strada.-, mi bloccai davanti ad un enorme cancello. Al di là si trovava un castello, di architettura gotica ( lo sapevo solo perché da poco avevamo studiato lo stile gotico a scuola). Mi aggrappai forte al cancello avendo paura di sentirmi mancare improvvisamente dalla bellezza tetra di quel posto. Adoravo i film horror e quello ne era uno scenario perfetto. Poi mi sentii colpire dietro al collo e caddi. E tutto fu buio.

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Capitolo 2
*** Il conte di Coldobrosa ***


Mi svegliai in una stanza a me sconosciuta, una stanza fredda e ombrosa. Misi meglio a fuoco e finalmente vidi che mi trovavo in una cella. Il mio primo istinto fu quello di aggrapparmi alle sbarre e urlare -Che cazzo succede??-.
Una voce mi rispose -Per favore, non essere così volgare cara…tuo fratello ti sente…-, era la nonna. Fu un sollievo sentire che stavano anche loro vicino a me. --Nonna!!!Come state??- chiesi stupidamente senza riflettere.
-Tesoro mio come vuoi che stiamo…siamo imprigionati..- rispose lei sarcastica.
-Grazie nonna… questo lo so… Ma dove diavolo siamo capitati??- chiesi ad alta voce.
-Nel mio antro segreto…- disse una voce profonda e minacciosa. Cercai di capire da dove provenisse la voce. -Chi sei?Abbi il coraggio di mostrarti…- urlai io.
-Io non ho problemi a farmi vedere ragazzina…-, rispose la voce misteriosa. E finalmente riuscii a capire dove effettivamente si trovasse,tutta la sua figura era immersa in un’ombra fitta e tetra. Lentamente vidi che avanzava verso la mia cella e si fece vedere. Era un uomo sui trenta anni,dai capelli neri e dagli occhi color avorio,ma non era tutta la sua persona in sé a far paura,era il suo sguardo. Uno sguardo gelido,calcolatore….da assassino.
-Cosa vuoi da noi??- gli chiesi. -Mi voglio divertire ragazzina. Sai qui ci si annoia troppo.- mi rispose ridendomi in faccia. La mia collera stava aumentando,tanto che mi venne spontaneo sputargli in faccia. Lui rimase esterrefatto,si pulì lo sputo con la mano destra e si avvicinò al mio viso sussurrandomi -Mi piace il tuo carattere,ragazzina-. Mi fece talmente schifo che fui costretta ad allontanarmi. Lui mi rispose con un’occhiata torva e poi girò i tacchi e se ne andò.
-Nonna… ho paura..- era la voce di Matteo.
-Stai tranquillo,vedrai che si sistemerà tutto.- gli dissi dall’altro capo della stanza.  -Chi è questo pazzo ?- mi chiese.
Non feci in tempo a rispondere che il pazzo era tornato.
-Caro figliolo dicesi che il pazzo altro non sia che il Conte di Coldobrosa. Uno degli uomini più ricchi e temuti al mondo.- ci spiegò con voce suadente.
-Claudio….CLAUDIO!- urlò a squarciagola il pazzo. Arrivò in meno che non si dica un uomo vestito da cameriere o comunque da servitore
-Sì,padrone?- chiese sommesso con la faccia rivolta a terra.
-Siamo pronti per trattare coi nostri ospiti..prepara il mulino…- disse sogghignando.
-Signore,il mulino? Ma…- cercò di replicare Claudio.
-NIENTE MA,CLAUDIO!FAI IL TUO LAVORO!- urlò sputandogli addosso da quanto forte urlava.
-Come volete,mio Signore..- rispose Claudio guardandoci con commiserazione e andandosene subito.
-Adesso ci divertiamo…- disse il pazzoide verso di me. Aprì la mia cella e mi prese per un braccio.
-Prima portiamo te….- disse, mi stringeva troppo forte,mi sentivo i muscoli spezzati ed evitai di urlare dal dolore per non spaventare né la nonna né Matteo. Soffocai tutto in un gemito sommesso.
-Fai bene a fare la dura… ma vedremo quanto dura tu sia effettivamente…- mi disse lo schizzato sottovoce. Mi condusse per una scala e poi in un sotterraneo. Eravamo in una cripta buia senza finestre.
-Claudio sorvegliala te… io vado a prendere il resto della merce..- disse il Conte. Ecco essere considerati come della merce mi mise i brividi addosso. Aspettai quella che mi parve un’eternità,Claudio se ne stava zitto e si guardava i piedi.
-Dove siamo?- provai a chiedergli. Ma lui non rispose.
-Per favore,dimmi dove mi trovo…ti prego..- lo supplicai ormai in lacrime. -Signorina non posso parlarle, altrimenti il Conte mi bastona…- replicò lui senza guardami in faccia.
-Oddio mio,in che posto sono capitata??- pensai con orrore. In quel momento il Conte tornò con la nonna e Matteo. Li spinse verso di me e ci stringemmo tutti e tre in un abbraccio disperato.
-Bene…bene…bene …- sogghignò lui -..era da tanto tempo che non avevamo merce fresca,eh Claudio?-.
Il servitore non disse una parole né alzò mai lo sguardo.
-Ma il dilemma è il seguente….da chi comincio??- si chiese stuzzicandosi il mento con la mano destra. Notai che indossava dei guanti di pelle color nero. Altro brutto segno, sembravano quei guanti che si vedono ogni tanto nei film thriller… i guanti dell’assassino che non lasciano mai traccia di ciò che hanno compiuto le luride mani che vi sono dentro. Mi gelò il sangue,e Matteo sentì il mio brivido di terrore perché mi abbracciò ancora più forte e io gli accarezzai teneramente la testa.  
-Che il mulino sia fatto entrare..- ordinò. Il servitore iniziò a girare un piccolo e strano congegno in senso antiorario e davanti a noi apparve una cosa insolita:una specie di ruota della tortura,ma con due assi di legno orizzontali e un’altra ruota sotto. Era una macchina di tortura. Lo Schizzato si avvicinò a noi e prese Matteo per un braccio. Io istintivamente gli urlai contro -Nooo…Nooo- e mi misi tra lui e Matteo
-Non fare loro del male..lasciali a dare e …- esitai sulle ultime parole -..e prendi solo me..-.
-Mmmm…cosa hai di tanto speciale da potermi convincere a lasciare due delle mie merci?- disse avvicinandosi a me e accarezzandomi il viso.
-Ho molto da poter offrire.- riuscii a dire a malapena dallo schifo che sentivo addosso.
-Vediamo…fammi pensare… NO-, fu come una pugnalata al cuore. Mi immaginai già tutti e tre impalati su quella macchina tremenda,col sangue che ci usciva dalla bocca. Io potevo fare quella fine,ma loro no. Mi misi a piangere e mi inginocchiai mormorando -Non hai cuore….-. Non so se cambiò idea commosso dal mio stato di disperazione o semplicemente godeva nel vedere la gente soffrire,comunque sia si inginocchiò verso di me e disse ad alta voce -Io ho un’idea migliore… tu diventerai la mia serva personale e loro due invece faranno compagnia ai miei servitori generali.-
Iniziò a ridere fragorosamente e mi prese in braccio come se fossi una foglia.
-Claudio porta i nostri nuovi due servi nella stanza della servitù- e Carlo obbedì subito
-In quanto a te…tu starai con me per sempre…- e mi baciò in bocca. Mi paralizzò, mi tolse il fiato dalla violenza che usò,ma non appena mi lasciò andare gli tirai un pugno sulla guancia .
-Pure violenta… è una cosa che mi piace sai…-, disse ridendo a più non posso e mi portò con sé. Non era quello che avevo in mente,volevo che la nonna e Matteo fossero liberi e invece li avevo condannati. Mi accasciai nella sua presa,stanca distrutta e affamata. E caddi in un sonno senza apparente riposo,un mix tra la dormiveglia e il sonno vero e proprio. Per un attimo lasciai la mente libera,mi dimenticai dove mi trovavo in realtà e mi ritrovai improvvisamente a casa,Matteo davanti alla playstation e la nonna che cucinava. Poi ad un tratto entrambi sparirono,e io mi ritrovai sola in una foresta con una pioggia fitta che mi bagnava da capo a piedi. Poi sentii delle voci a me sconosciute.
-Credo che una grave febbre l’abbia colpita molto gravemente …la tenga al caldo e vedrà che sua nipote si riprenderà alla svelta…-, allora la nonna era vicino a me,ma poi sentii un’altra voce che non era certo quella nonna,ma era la voce di un uomo
-Grazie dottore.Claudio la accompagnerà alla porta-. Allora realizzai tutto quello che mi era successo. Eravamo stati rapiti da un pazzoide che viveva in un castello. Un pazzoide che si divertiva a torturare la gente con delle macchine assurde e strambe. Mi sentivo delirare,non potevo reagire benché ci provassi.
-Nonostante tu stia male ti ribelli…. Che carattere…..- disse l’uomo vicino a me. 

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