Our secret, my friend

di ClaireCarriedo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nice to meet you... uhn ***
Capitolo 2: *** I've changed my mind ***



Capitolo 1
*** Nice to meet you... uhn ***


Nice to meet you... uhn.

 

 

 

 

Riunione con il cast di “Manson's Field of Destiny”.
 

Era nervosa, perchè sarebbe stata la prima volta che avrebbe lavorato per un regista di tale livello.

Quel momento sarebbe arrivato, prima o poi! Lauren l'aveva avvertita.
 

Da quel film sarebbe dipesa la sua carriera, se lo sentiva nelle ossa.
Se solo non avesse dovuto prendere la metro per raggiungere il palazzo dove si sarebbe tenuto l'incontro.
Aveva anche lei una misera fama ed era già la decima volta che veniva fermata per una foto.
Le faceva piacere, ma era talmente su di giri che non si impegnò affatto nel tentare di assumere una faccia tranquilla. Povere foto.

Nona fermata, Russell Square.

Doveva solo scendere e camminare con naturalezza. Eppure le tremavano le gambe, sentiva le mani sudate.
Certi “ostacoli” non riusciva proprio ad affrontarli diversamente. Sentiva il bisogno di un sostegno morale, ma la sua manager aveva pensato bene di andare a Toronto proprio in quei giorni.
Se non fosse stato per il fatto che le doveva rimediare un provino, l'avrebbe già maledetta in tante diverse lingue.

Spinse la porta d'ingresso con tutta la forza di cui era disponibile in quel momento.
Quale oscenità!! Era rimasta l'impronta della sua mano sudata sul vetro trasparante dell'entrata.
Provò a fare finta di nulla, mentre si asciugava il palmo sul giacchetto.
 

Fece in tempo a fare due passi nella Hall che immediatamente venne intercettata da un omone dalla lunga barba nera.
«Sei la prima! Bravissima! Mi piacciono gli attori puntuali!» disse l'uomo, con evidente entusiasmo. «Allora dimmi, Chloe: agitata?»
Le parlò in modo talmente veloce che ci mise un po' a capire bene che si trovasse di fronte a Stephen McHill, il regista.
«Terribilmente.» rispose, facendo un sorriso forzato.


Ammettere che fosse agitata sarebbe stato un eufemismo. Se avesse avuto le sembianze di un chihuahua si sarebbe messa a tremare e se la sarebbe fatta sotto.
Continuava a pensare alle parole di Lauren, al fatto che un'occasione simile l'avrebbe potuta portare molto lontano come ad inabissarsi totalmente. Ciò la faceva sentire disgustosamente sotto pressione.
«Che cucciola. Fatti dare un abbraccio!» esclamò Stephen.
Allarme spazio vitale! Chloe si lasciò stringere, ma non senza un certo disagio. Si sentiva come una bomba pronta ad esplodere.

Una volta liberata dalla morsa di McHill, lui le fece strada lungo un illuminatissimo corridoio.
«Oggi parleremo molto e concluderemo altrettanto poco.» disse Stephen, mentre ancora camminavano «Ma ho bisogno che si inizi a creare un'atmosfera amichevole tra colleghi. Più sintonia c'è, più possibilità abbiamo di creare qualcosa di apprezzabile.»
Superarono altre due porte, prima di raggiungere la sala che avrebbe accolto la riunione.


Il posto sembrava un po' asettico. Pareti bianche, un lungo tavolo al centro della stanza e sedie dove accomodarsi e discutere come fosse stato un incontro aziendale.
«Siedi pure dove vuoi. Torno alla Hall per recuperare gli altri.»
Chloe non se lo fece ripetere due volte e si accomodò in una delle sedie opposte all'entrata, in modo di dare le spalle alle finestre.

Il regista mosse la sua imponente figura ed uscì, lasciandola da sola in quel posto decisamente sterile.
La ragazza si tolse il giacchetto ed appoggiò la borsa al tavolo, tirandone fuori il proprio cellulare. Avrebbe dovuto mettere il silenzioso? Sì, assolutamente.
Era una riunione seria, niente a che vedere con i pranzi passati con i precedenti produttori.
Si doveva mettere in testa che quello sarebbe stato il suo trampolino di lancio per diventare una professionista. Quindi: cellulare spento.

L'impazienza si fece sentire velocemente.
Erano solo dieci minuti che stava in completa solitudine, immobile su quella sedia: già fremeva.

Passarono altri svariati minuti prima che McHill si presentasse di nuovo, con al suo seguito altri due attori.
Le gambe di Chloe scattarono sul posto e lei si ritrovò in piedi, intenta a circumnavigare il tavolo, pronta a salutare i nuovi arrivati.
Si prese in giro da sola mentalmente, dandosi del robottino.

«Dunque, mancano ancora delle persone.» sbuffò Stephen, guardando l'orologio al polso «Intanto facciamo le prime presentazioni. Chloe, ti presento Diana Marcus e Tom Hiddleston.» accompagnò quella frase con un gesto teatrale.
La ragazza sorrise ed allungò la propria mano per poter stringere quella dei nuovi colleghi. Sperava solo che non fosse sudata come prima.
«È un piacere. Chloe Harvey.»
Diana ricambiò il gesto con una poderosa stretta, forse fin troppo forte, mentre Tom la strinse con più delicatezza, rimanendo per svariati secondi a scuoterle il braccio.

Non poteva davvero credere a quello che le stava accadendo.
La Marcus era una delle attrici più in voga nella BBC. Nonostante il suo talento, aveva votato la propria carriera a film indipendenti ed era certamente la più richiesta in Inghilterrra.
Hiddleston invece aveva ampliato la sua fama, volendo sfondare anche fuori dall'isola britannica. E lo aveva fatto magistralmente.

Erano quelli i momenti in cui Chloe si sentiva una piccola nullità. Fuori luogo, accanto a due pilastri simili.
Ma si riprese velocemente, cercando di essere ottimista riguardo al proprio lavoro.
 

«Accomodatevi pure, vado a recuperare i ritardatari. Poi possiamo iniziare.»
Per essere un omone gigantesco, McHill si muoveva tantissimo.
 

Ad ogni modo, la ragazza tornò al posto che aveva occupato in precedenza e i due colleghi le sederono accanto, uno a destra e l'altra a sinistra.
Si trovava precisamente tra i due, che ora erano rivolti con il viso verso di lei.
 

«Nervosa, eh?» le chiese Diana, sogghignando.
«È così evidente?» disse Chloe.
«Un po'. Ma ti capisco, sai? Anche io agli inizi della mia carriera ero sempre agitata. Poi, stai per lavorare con un maestro della regia. Stephen sa dare vita a cose eccezionali.»
La ragazza continuò a guardare con ammirazione la collega mentre questa le parlava, continuando a non credere a quella situazione. Un sogno. Decisamente un sogno.

«Se ti ha scelta ai provini deve aver visto un gran potenziale in te. Lo conosco da anni e so per certo che ha buon occhio.» continuava a dire la Marcus.
«Grazie, quale onore in tal caso.»
Si sentiva a disagio, doveva ammetterlo. C'erano tante aspettative su di lei e nessuno glielo stava nascondendo.
 

«Non mettiamola sotto pressione.»
Fu Tom a parlare. Chloe si stupì nel sentire la sua voce, dato che fino a quell'istante era rimasto in silenzio a sorridere delle parole di Diana.

Ad ogni modo, tutto quello che la ragazza riuscì a fare fu una risatina sommessa, anche perchè da quel momento in poi si trovò letteralmente nel mezzo di una discussione, seppur pacifica, tra i due colleghi.
«Metterla sotto pressione?! Sia mai! Voglio solo che sappia con chi ha a che fare.» replicò Diana.
«Sono estremamente certo che lo sappia. Non tirartela come al solito.» le disse a quel punto Hiddleston.

La conversazione tra i due andò avanti in quel modo per un po' e, se non fosse stato per il sorriso sulle labbra di entrambi, Chloe arrivò quasi a convincersi che stessero litigando sul serio.
Si intromise quindi, raddrizzandosi sulla sedia.
«Posso assicurarvi che conosco benissimo quello a cui vado in contro. Però vi prego, basta parlarne. Mi sento vagamente a disagio.» ammise in fine.
«Ma figurati! È che sono sul campo da un bel po' di tempo, volevo solo metterti in guardia. Questo lavoro richiede concentrazione.» si giustificò Diana.
«Perdonaci, non era certo nostra intenzione metterti in ulteriore agitazione.» disse Tom, portandosi una mano al petto.

Per averli conosciuti da meno di un quarto d'ora si erano rivelate comunque due personalità interessanti.
La cosa stranamente tranquillizzò Chloe, la quale si era appena resa conto che l'esperienza delle riprese sarebbe stata molto più intrigante del previsto, specie se in compagnia di due persone 'si particolari.

La porta della stanza si aprì di nuovo.
Era McHill accompagnato dagli ultimi attori principali del film.
Decisamente un bel gruppetto di gente. Si aggiunsero altre figure come Ronald Palmer, Paul Ellis, Margareth Chapman e – un ventiduenne come Chloe – Terence Lloyd.

«Ora che siamo tutti presenti, direi di dare il via a questo incontro.» iniziò Stephen «Siete un gruppo piuttosto eterogeneo di gente con più o meno esperienza nel campo di film storici per la BBC. “Manson's Field of Destiny” si incentrerà sul periodo ottocentesco e sul destino, per l'appunto, di Elizabeth Price che verrà interpretata dalla nostra cara signorina Harvey.»

In quel momento tutti si girarono verso di lei, che mostrò un ampio sorriso.

Stephen riprese subito la parola.

«Gli altri ruoli saranno rispettivamente: Samuel Davis interpretato da Tom Hiddleston; Richard Price da Ronald Palmer; Teresa Price da Diana Marcus; George Shaw da Terence Lloyd; Mavis Young da Margareth Chapman. Per ultimo, ma non per importanza, Francis Webb interpretato da Paul Ellis. Tutto chiaro?»

Asserirono tutti quanti, quasi all'unisono.

La riunione si incentrò principalmente sull'esposizione della trama.
Storia che prevedeva una serie di vicende, tra cui sotterfugi, tradimenti e seri litigi, fino ad arrivare alla coclusione, dove la protagonista capiva che il suo destino in realtà era legato alla persona che più aveva odiato al mondo: Samuel Davis, in quel caso.
 

Discussero di location per le riprese, di date, costumi e tutto il necessario per rendere quel film storicamente credibile.
Venne data a ciasciuno di loro una busta con la copia della parte che avrebbero dovuto studiare.

Passarono un paio di ore, prima che l'incontro arrivasse a conclusione.

«Perfetto, il prossimo giovedì ci vedremo direttamente sul set. Voglio farvi fare un giro per la villa del Signor Patterson e magari provare qualche scena. Per quanto riguarda il ballo, ho già contattato qualcuno che vi mostrerà come dovrete muovervi. Vi lascio liberi! A presto!»

A quelle parole, Chloe sentì immediatamente sollievo.
L'ansia era sparita già da un po', quello di cui invece aveva bisogno in quel momento era sgranchirsi le gambe.

Non appena si mise in piedi, sentì ogni articolazione gridare di gioia.
Si sarebbe stiracchiata volentieri, ma non voleva sembrare rude.
Girò quindi lo sguardo intorno a lei e, con cordialità, salutò tutti i colleghi. Erano un gruppetto particolare, anche se erano solo in due ad avere ancora ventidue anni.

Con un umore diverso da quando era arrivata, uscì da quel palazzo, tornando alla fermata della metro.
A quell'ora c'era molto meno gente, sicuramente nessuno l'avrebbe bloccata.

Infatti il rietro fu decisamente tranquillo.
Dopo essersi liberata di borsa e giacchetto, si andò a preparare un buon tè. Avrebbe passato le ore successive a sfogliare il copione ed iniziare a farsi un'idea del personaggio che avrebbe interpretato.
Era fermamente decisa ad impegnarsi per quella parte. Doveva, se voleva il successo sperato.

Tazza fumante in una mano e copione nell'altra, si accomodò sulla poltrona situatata accanto alla finestra della propria camera.
Sfiorava le pagine con la punta delle dita; lo sfogliava soffermandosi ogni tanto su alcune delle sue battute.
Fino ad arrivare a pagina 49.

“Samuel stringe la vita di Elizabeth tra le proprie braccia, iniziando a baciarla sul viso, asciugando le lacrime.
Lei alza lo sguardo su lui e si lascia baciare sulle labbra.
Con fermezza Samuel la riporta all'interno della stanza, facendola poi distendere sul letto. Stanno per passare la loro vera prima notte di nozze.”

Chloe, per la sorpresa, mandò giù un sorso di tè troppo grande e caldo. Iniziò a tossire, portando una mano a coprirsi la bocca.
Posò la tazza sul tavolino di fronte a lei e, passata la tosse ed il bruciore alla gola, si concentrò molto di più su quella pagina.
 

Una volta finito di leggere, guardò dritta davanti a sé, mentre lottava psicologicamente con il proprio pensiero.
 

Avrebbe dovuto girare la sua prima scena di sesso, in assoluto.
In un film da cui sarebbe dipesa la sua carriera.

Una scena di sesso... con Tom Hiddleston.








______
Angolino dell'autrice

Pensare che questa in realtà sarebbe dovuta essere una OS.
Ero partita con tutte le intenzioni di creare una storiella da un capitolo solo, invece sono finita ad elaborare una long.

Spero di avere sempre il tempo di aggiornarla. Mi rendo conto di essermi presa un impegno grosso, dando inizio a questo progettino.
Incrociamo le dita.

Come avete sicuramente notato, Tom è un personaggio quasi marginale in questo primo capitolo. Ora vi spiego il perchè.
Ero un po' stufa di vedere tutte queste belle giovincelle che incontravano il loro idolo per caso, iniziando a sbavargli dietro in modo disgustoso. In questa storia, Chloe sa perfettamente chi sia Hiddleston e ne ammira moltissimo il talento (sfido io a non farlo) ma non è una sua fan accanita, non sente brividi indiscreti quando lui le stringe la mano; tanto meno lui vede la luce divina in lei.

Vi invito a seguire la storia se siete rimasti incuriositi da questo incipit.

Lasciatemi qualche recensione. Sono apertissima alle critiche purchè siano fatte con cortesia e siano costruttive. Sarò la prima a dare eventualmente spiegazioni o a prendere atto dei miei errori.
Se la storia vi fa semplicemente schifo e avete voglia di insultare qualcuno, fatemi il favore di andarvi a sfogare in qualche altro modo.

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Per qualsiasi cosa, non esitate a contattarmi.

Pace e amore
Claire~

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Capitolo 2
*** I've changed my mind ***


I've changed my mind

 

 

Il riscaldamento dell'automobile era eccessivamente alto. Chloe tentava di resistere, si era già tolta giacca e sciarpa ma la temperatura stava diventando insopportabile.
«Potreste gentilmente abbassare di qualche grado l'aria condizionata?» chiese, sporgendosi verso il posto del guidatore e quello del passeggero.
«Non vorrai dirmi che hai caldo?» chiese stupita Lauren.
«Mi sto lentamente sciogliendo.»
A quelle parole la donna allungò una mano verso il cruscotto e spense il riscaldamento, facendo tirare un sospiro di sollievo alla ragazza.

Lauren era la sua agente, tra loro c'era un legame molto stretto, qualcosa che andava al di là del semplice lavoro. Una delle poche e vere amicizie che Chloe potesse vantare.
Era tornata da Toronto con la buona notizia di un nuovo provino per l'attrice. Informazione che aveva fatto saltare, letteralmente parlando, di gioia la ragazza.

In quel breve periodo stava vedendo talmente tanti cambiamenti nella propria vita, tra l'altro tutti positivi, che a stento riusciva a camminare senza sentirsi ad un palmo da terra.

Quella volta, per fortuna, non si sarebbe dovuta muovere in metro: sarebbe stato impossibile raggiungere la villa.
La manager aveva noleggiato macchina ed autista per potersi spostare liberamente e raggiungere il luogo che avrebbe fatto da set per il film.

La villa di Sir Jonathan Patterson si trovava molto fuori Londra, sperduta per le campagne dello Yorkshire.

Anche se la loro sarebbe stata solo una visita di ricognizione prima dell'inizio delle riprese, erano partiti molto presto quella mattina data la distanza dalla capitale.

«Credi mi faranno qualcosa ai capelli?» chiese Chloe, con un velo di disperazione.
«Forse no. Al massimo ti schiariranno le sopracciglia per farti sembrare bionda naturale. Tranquilla!»
In quel preciso istante, la ragazza si toccò la fronte come a voler constatare che le sopracciglia fossero ancora al loro posto.

Nelle sue prime apparizioni non aveva mai trovato l'ostacolo dei capelli. Ai registi il suo biondo chiaro, per quanto non naturale, era sempre andato bene.

In questo caso si sarebbe trattato di ben altra produzione e non aveva idea se le avrebbero toccato la chioma o no.
 

Il viaggio si protese per tre lunghe ore, piene di domande per Lauren, alla quale venne richiesto di colmare le curiosità di Chloe.
 

Una volta imboccata la strada acciottolata che avrebbe portato alla residenza, la ragazza si sporse verso il finestrino per poter osservare il panorama. Un luogo luminoso e sorprendentemente allegro.
Il prato lungo tutta la strada rasentava la perfezione.

In meno di due minuti si trovarono a parcheggiare l'auto nell'ampio cortile di fronte alla villa di Mr Patterson.
 

Un paio dei suoi colleghi erano già presenti nel luogo: Ronald Palmer e Tom Hiddleston.

Mentre Lauren si preoccupava di chiamare il regista, tanto per sapere che fine avesse fatto, Chloe si avvicinò, stringendosi nella giacca, ai due attori con la quale avrebbe lavorato, non riuscendo a nascondere a se stessa un vago disagio al solo pensare che con uno dei due avrebbe dovuto girare una scena di sesso.
 

«Buongiorno! È molto che siete qui?» chiese lei, con tutta l'educazione di cui disponeva.

«'Giorno. Siamo arrivati insieme, dieci minuti prima di voi.» rispose Ronald, con evidente sonno. A quanto sembrava anche lui era stato costretto ad un alzataccia per presentarsi sul set.

«Stavamo pensando di fare un giro lungo il cortile, il padrone di casa ci ha intercettati appena siamo scesi dalla macchina per elogiare i suoi giardini. Ti vuoi unire a noi?» domandò simpaticamente Tom.

«Declino l'offerta. Vorrei aspettare Stephen qua, avrei da fargli un paio di domande riguardo il copione prima di iniziare a visitare il posto nella sua totalità.»

Chloe si sentiva in dovere di chiedere a McHill se ci fosse la vaga possibilità di “alleggerire” la scena di pagina 49.
Ancora non era riuscita a metabolizzare per bene la cosa, le serviva tempo o forse la promessa di una possibile modifica.
 

«Come vuoi. Ron, andiamo a farci ques-... a quanto pare non lo faremo nemmeno noi.» disse Tom poco prima di muovere un passo, osservando le macchine di Stephen e Diana fare la loro apparizione nel cortile della residenza.
Le labbra in avanti a formare un'espressione buffa sul viso di Hiddleston fecero ridacchiare Chloe spontaneamente, attirando l'attenzione dell'attore che rise a sua volta, forse non ben conscio del motivo per cui avessero iniziato a farlo.
 

«Buongiorno, splendori!» esclamò, con voce baritonale, Stephen McHill.

Uno alla volta, i tre già presenti salutarono il regista, che pensò bene di regalare un altro abbraccio “mortale” alla ragazza. Una persona decisamente affettuosa, che non risparmio né Tom, né Ronald, salutandoli con una sonora pacca sulla spalla.
«Gli altri non ci raggiungeranno oggi, ma per ora mi sta bene. I vostri personaggi sono quelli che sfruttano molto di più l'interno della villa, piuttosto che i loro.» precisò McHill.

Chloe fu attirata immediatamente dalla figura di Diana che, in modo quasi regale, si apprestava a scendere dalla macchina che l'aveva trasportata fin lì, per poi avvicinarsi al gruppo.
Quella donna la affascinava terribilmente, sempre così posata, sicura di sé. Il solo pensare alla carriera che aveva intrapreso e le ginocchia della ragazza iniziavano a tremare. Recitare in un film insieme a lei si prospettava un sogno.
«Buongiorno.» disse seccamente la donna. Dovevano averla svegliata davvero troppo presto data l'arroganza con cui salutò i colleghi.
«Scommetto che Sir Patterson ha già provveduto a fare i dovuti elogi alla residenza, quindi non mi dilungherò in parole. Appena finirà di discutere con il mio autista, magari deciderà di guidar-... Patterson, che piacere!» esclamò in fine McHill, sollevato dal fatto che il padrone di casa si fosse deciso a collaborare con loro.

Jonathan Patterson era un uomo molto magro, decisamente troppo basso per il lungo cappotto che indossava, sembrava potesse finirgli sotto la suola delle scarpe ad ogni singolo passo. Aveva una voce molto profonda, tradita da una terribile “s” moscia.
«Buondì! Ftavo fuggerendo al fuo autifta di pofifionare l'auto in un pofto più riparato.»
A stento Chloe riuscì a trattenere una risata, dovette portarsi una mano alle labbra per poter camuffare il sorriso.
«Dunque, fe volete cortefemente feguirmi...»
Si apprestarono tutti a seguire il piccolo Sir Patterson per poter visitare la gigantesca residenza.
 

Quando entrarono, ognuno di loro rimase affascinato, lo sguardo perso all'interno dell'immenso atrio.
Era un po' come quei castelli eleganti a volte principi indiscussi dei sogni delle bambine: ampiamente illuminato, le pareti ricoperte di antichi dipinti e, più importante di tutti, al centro del posto un'enorme scalinata di marmo che conduce ai piani superiori.

«Qualfiafi cofa voi vedete in questo luogo ha almeno duecento anni, da quando la villa è ftata cofruita.»
L'enfasi che Patterson metteva nelle sue parole ogni tanto gli faceva sfuggire qualche sputacchio di troppo, di cui purtroppo Diana sembrava il preciso bersaglio a giudicare dagli scatti improvvisi e la faccia oltremodo disgustata.

La visita proseguì per almeno due ore.
Neppure una stanza della residenza fu esclusa e tanti, troppi, pregi furono decantati dal padrone di casa prima che quest'ultimo si sentisse soddisfatto e decidesse di liberare il gruppo di attori.
 

Immediatamente Chloe si mosse verso il regista per poter parlare con lui del copione, ma Stephen venne “rapito” da Diana che, facendo scivolare il braccio sotto il suo, lo trascinò con sé per i meandri del grande giardino della villa.

La ragazza rimase imbambolata a guardarli andare via, vedendo la possibilità di parlare subito con McHill sfumare lentamente.
Avrebbe avuto altre occasione questo era certo, ma doveva assicurarsi di farlo prima dell'inizio ufficiale delle riprese.
 

Ormai rassegnata, pensò di farsi un altro giro per la residenza, andando a studiare meglio quelle stanze che sarebbero state lo sfondo di numerose scene.

Stava salendo le scale, quando si sentì chiamare e voltò la testa per osservare chi fosse.

«Si?» chiese, mostrando un sorriso cordiale.
«Ti dispiace se ti disturbo un attimo?» le domandò Tom, raggiungendola con tre semplici e lunghissimi passi che coprivano tre scalini alla volta.
«Ehm, no. Figurati.»
«Grazie. Stavi per fare un giro?» chiese lui, raggiungendola con tre passi talmente ampi da riuscire a coprire tre scalini alla volta.
«Sì. Avevo intenzione di andare a rivedere un paio di stanze scelte. Vuoi farmi compagnia?»
«Molto volentieri.» rispose lui, sorridendole.

Nel classico imbarazzante silenzio che si interpone tra due conoscenti, si inoltrarono di nuovo nel primo piano della villa, fino a trovare una delle sale che la ragazza aveva intenzione di guardare.

«Fin da quando ho iniziato a recitare, mi è sempre piaciuto girare per il palco, o set in questo caso, per osservarlo nei minimi particolari.» disse lei per tentare di interrompere quel silenzio fastidioso.

«Beh, molti attori lo fanno per entrare in contatto con quello che li circonda.» osservò Tom.
«A te non è mai capitato di farlo?» chiese Chloe ingenuamente, mentre con le dita sfiorava la pesante stoffa verde delle tende.
«A teatro spesso, su un set cinematografico quasi mai.»
«Allora approfitta di questo momento.»
Chloe si girò verso il collega sorridendo di quella che nella sua testa voleva essere sia una frase giocosa, sia un consiglio vero e proprio.
 

In quel momento non calò il silenzio assoluto. Certo, loro non parlavano più, ma erano entrambi concentrati a guardare tutto quello che gli si parava davanti e si poteva sentire chiaramente il rumore che facevano spontando, sfiodando, alzando oggetti.
Erano in una specie di sala di lettura privata piena di polvere, tanti libri e gingilli su cui fermare la propria attenzione.
La ragazza stava togliendo con un dito un leggero velo di polvere da sopra una scatolina per poterne leggere le iniziali incise sopra, quando Tom le si avvicinò ed iniziò a parlare attirando la sua attenzione.

«Mi stavo chiedendo: hai per caso già letto il copione?»
Il tempo per lei di distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo e puntarlo su quello dell'uomo, che la sua testa aveva afferrato il nucleo del discorso che si era appena aperto.
«Sì. L'ho letto tutto, più di qualche volta. Perchè me lo chiedi?» domandò scioccamente, immaginando già la risposta.
«Più di qualche volta? Affascinante. Comunque te lo chiedevo perchè, avrai sicuramente visto quello che dovrà succedere tra i nostri personaggi, no?»
Tom le sembrava vagamente a disagio, possibile? Ad ogni modo tentò nel migliore dei modi di non cadere nello stesso baratro, altrimenti quella discussione non sarebbe mai andata a termine.
«Sì.» non riuscì a dire altro.
«Non so se ti è mai capitato di dover girare scene d'amore simili, ma ci tenevo a farti sapere che qualsiasi cosa vorrai fare per non sentirti a disagio, non devi far altro che chiedere. Possiamo andare da Stephen e farla aggiustare, modificare. Insomma, come preferisci.»
Parlò talmente in fretta che Chloe dovette prendere possesso di tutta la propria concentrazione per capire cosa stesse dicendo.

Rimase stupita, piacevolemente stupita.
Lui poteva benissimo fregarsene e fare il suo lavoro, mentre alla prima occasione l'aveva fermata per poterne parlare.
Lauren le aveva descritto un po' il carattere dei suoi colleghi: “Meglio non partire impreparati!” le aveva detto. Ma questo – per quanto minimo – gesto l'aveva spiazzata.

Ciò le fece pensare a quella vena di presunzione che era aleggiata in lei nel momento in cui aveva sperato di poter far cambiare la scena in questione.

«A voler essere sincera, sarà la prima volta in assoluto in cui arriverò ad interpretare un momento simile.» era come dover rispondere a qualcuno che le avesse chiesto se fosse ancora vergine o meno «Ma, voglio dire, da qualche parte si deve pur iniziare, no? All'inizio avevo pensato di parlarne con Stephen ma se voglio che questo film riesca immagino di dovermi attenere principalmente ai suoi progetti.»
Aveva cambiato idea. In meno di due secondi, tutto quello che prima l'avrebbe spinta a tentare di richiedere una modifica era svanito nel nulla.
Il motivo? La cortesia di Tom, senza dubbio. Fu come se le avesse donato della sicurezza in più.
 

«Ripeto: come preferisci. A tempo debito ne riparleremo, se vorrai.» disse, sorridendole di nuovo e mostrando un'espressione comprensiva.
«Ti ringrazio.»
«Non c'è di che. Dunque! Vogliamo continuare lo studio del set?» esordì Tom, in modo scherzoso.
Chloe annuì e rise, riprendendo distrattamente quello che stava facendo poco prima.
 

Sentiva di essere stata un po' troppo volubile con le proprie scelte, ma si rese conto di quanto effettivamente non avesse mai ragionato abbastanza su quanto quella vicenda avrebbe potuto influire sulla propria carriera.
Se la fortuna fosse stata dalla sua parte e il tanto sperato successo fosse arrivato, di scene simili ne avrebbe potute dover girare molte altre. Era arrivato il momento di iniziare.
 

Quando successivamente, sempre in compagnia di Tom, si unì di nuovo al gruppo di colleghi, si rese conto di aver appena iniziato a stringere una prima amicizia.
Si sentiva contenta e soddisfatta come una bambina – e facendo un confronto tra la sua età e quella degli altri, poteva risultare un immagine decisamente realistica.
 

Recuperò Lauren ed una volta in macchina il loro viaggio di ritorno ebbe inizio.

“Una grande giornata.” questo fu il suo ultimo pensiero, prima di addormentarsi con la testa appoggiata al finestrino.







__________
Angolino dell'autrice

Dopo non so quanto tempo, finalmente ecco il secondo capitolo.
Non mi metterò qua a giustificare l'mmensa attesa, vi chiedo solamente di aver pietà di me.

Come avrete sicuramente notato, la figura di Tom inizia a prendere un certo spessore. Con calma, darlings. Con calma.
In questo capitolo si inizia a conoscere un po' meglio anche Chloe sia fisicamente che caratterialmente, tra l'altro spero vi piaccia (sono in un periodo di crisi mistica per quanto riguarda i miei personaggi).
Che aggiungere?
Non saprei, se non un infinito GRAZIE a le personcine che hanno scelto di seguire questa storia. Io già vi voglio bene, anche se magari in realtò state seguendo solo per potermi lanciare una di quelle critiche spaziali. No problema! Anzi, vi invito a lasciarmi i vostri commenti. Potete tranquillamente immaginarmi come una barbona che elemosina consigli.
Vi chiedo solo educazione, niente di più semplice.

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Bon~
Mi eclisso, altrimenti l'angolino diventa un angolONE.

Pace e amore
Claire~



 

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