Once upon a time in Hogwarts

di Emily Gold
(/viewuser.php?uid=397014)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La terra pianse lacrime, d'aceto e grandine ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Henry avvertì un brivido lungo la schiena. Era così emozionato, non riusciva a trattenersi dal sorridere. Il binario 9 ¾ era stracolmo di persone. Si appoggiò al suo bagaglio e guardò negli occhi il gatto, che aveva acquistato tempo prima a Diagon Alley, che continuava a contorcersi chiuso nella sua gabbia. Sentì il tocco lieve di una mano guantata poggiarsi sulla sua spalla destra.
-Mamma! E se finissi in Grifondoro?
La donna alzò gli occhi al cielo visibilmente infastidita da una domanda così sciocca.
-Tesoro, non accadrà. Il cappello parlante saprà cosa fare. E poi non preoccuparti, nel caso accadesse troveremmo una soluzione.
Il ragazzo era leggermente preoccupato, impaurito dall’essere sottoposto a questo genere di pressioni. Era il suo primo anno, finalmente qualcuno gli avrebbe insegnato come controllare quello di cui durante la sua intera infanzia si era vergognato. Ma era bastato dirlo. Tutto gli era stato rivelato. Lui era un mago, un purosangue. Non uno di “quegli sporchi mezzosangue”, come li chiamava sua madre. Era il figlio di una strega molto potente, un’insegnante alla scuola di magia e stregoneria più famosa al mondo. Era Henry Mills e poteva dire a tutti di andarne fiero.
Il capostazione annunciò l’arrivo della locomotiva a vapore.
-Mi raccomando tesoro, ricordati ciò che ti ho detto.
L’accordo era quello non avrebbe dovuto rivelare a nessuno di essere suo figlio, o altrimenti gli altri non lo avrebbero visto di buon occhio. Il ragazzo aveva protestato per i primi tempi, poi si era arreso. Sarebbe stato un bene distaccarsi dalla figura che sua madre rappresentava.
-Va bene, signora Mills.
-Preferisco professoressa, mi sembra più appropriato.
Gli disse rivolgendogli un caldo sorriso e ricordandogli in un certo senso che non ne avrebbe ricevuti per un bel po’ di tempo. Henry roteò gli occhi e si allontanò dalla madre, trascinando con sé il pesante bagaglio.
Oltrepassò la calca di tutti i parenti che piangevano a causa della partenza dei propri cari e raggiunse il proprio vagone, quello che lo avrebbe portato, sperava, in un posto migliore.
 
 
-Tutti in carrozza!
La voce del ferroviere era sempre più concitata e assordante. Belle French si mosse al meglio che il peso del proprio bagaglio le permettesse. Era arrivata in ritardo. Non riuscì quasi a crederci in 6 anni non era mai accaduto. Salì, e ringraziò qualsiasi Dio in cui lei credesse per esserci riuscita.
Era l’ultimo anno di studi per la giovane Corvonero, non era stata certa di essere pronta ad affrontarlo sino all’ultimo giorno. Avrebbe voluto restare a casa ad aiutare suo padre, ma lui aveva insistito affinché completasse il suo percorso d’istruzione. Studiare ed acculturarsi le era sempre piaciuto, otteneva voti eccellenti in ogni disciplina. Alcuni l’avevano definita la strega più brillante della sua età.
Si trascinò in fretta tra i corridoi dell’espresso alla ricerca di una cabina da occupare. Lo sguardo fisso sulla moquette. Era inevitabile che accadesse, andò a scontrarsi contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
-Signorina! Potrebbe stare più attenta?
-Mi scusi…
La ragazza volse lo sguardo al suo interlocutore.
-…Professor Gold. Non l’ho vista.
-Ho notato, signorina French. Farebbe meglio a trovare una sistemazione, non crede?
-Ma certo.
Rimase lì ferma ancora scossa dalla vicinanza di quell’uomo che le incuteva fin troppo timore.
-Mi lascia passare?
-Oh, certo. Mi scusi.
Si scostò di lato e lo guardò sparire in una cabina in lontananza. Non l’aveva neanche ringraziata, ma non se ne fece un cruccio. Era noto per essere il docente più oscuro che si potesse mai incontrare. Ironia della sorte, la sua materia era proprio Difesa contro le arti oscure. Difficile a credersi. 
 
 
Emma Swan maledì sé stessa per essere arrivata così in anticipo. Il treno era completamente vuoto quando vi ci era salita, aveva preso posto su di una delle comode poltrone e vi ci si era adattata. Se solo Emma Swan avesse saputo non lo avrebbe mai fatto. Se solo Emma Swan avesse saputo avrebbe evitato tutto ciò. Era immersa nella lettura di una rivista per intrattenere il tempo.
-Quello è il mio posto.
Le fece notare una voce sconosciuta. La donna alzò il capo per capire da dove provenisse. Le si mozzò il fiato al solo vederla dopo tanti anni.
-Regina…- sussurrò con un filo di voce quasi come se non parlasse all’altra ma bensì a sé stessa. Stentava a credere ad i suoi occhi. Era persino più bella di come la ricordasse.
-Emma? Cosa ci fai qui?- domandò stupefatta, incredula.
-Io, ecco, sono la nuova insegnante di Incantesimi. Tu, invece?- doveva esserle sembrate così ingenua perché alla sua nuova domanda la bruna si aprì in uno dei suoi classici sorrisi che illuminavano il mondo.
-Mia cara, insegno Pozioni da ormai 4 anni- un rumore di passi squarciò il silenzio imbarazzante che si era formato unicamente nelle menti delle due donne.
Emma cercò di guardare oltre la spalla della sua vecchia amica. Un uomo sulla quarantina con fluenti capelli castani si avvicinava sempre più. –Spero di non aver interrotto nulla- disse ghignando poi si sedette dirimpetto alle due. Non si degnò di presentarsi, ma avrebbe imparato a conoscerlo in futuro. Gold, la persona più scostante che avesse avuto mai il piacere di incontrare. La bruna era in piedi, indecisa sul da farsi, ancora visibilmente scossa.



Si sedette di fianco ad Emma come era accaduto per 7 anni consecutivi nei precedenti. Le faceva male ma non l’avrebbe dato a vedere, aveva superato quella fase. Regina era una donna forte ed indipendente, ora. Per tutto il viaggio si limitò a rubarle qualche occhiata attenta a non incontrare il suo di sguardo. Un’esplosione di emozioni le danzavano dentro, ma più di tutto, Regina Mills, era preoccupata.
 
 
-French, qui.- Ruby la chiamò dall’altro lato del corridoio. Il treno era partito, solcava ormai campagne sconfinate, ma Belle era ancora alla ricerca di un posto dove potersi rilassare. La spumeggiante amica la condusse dove era stata rintanata sino a poco tempo prima. C’erano seduti due bambini dall’aria simpatica, ma cosa più importante Belle vide uno spiraglio di luce in quel posto libero, forse l’unico dell’intero espresso. –Grazie Ruby, mi hai salvato la vita. Mi ero rassegnata al rimanere in piedi in corridoio.- disse alla sua cara Tassorosso. –Non dire sciocchezze.- ribattè –Belle, questi sono Henry e Paige. Sono al primo anno e stavo appunto dicendo loro quanto fosse orribile Hogwarts.-
I bambini sembravano crederle, l’altra scoppiò a ridere e li rassicurò come avrebbe fatto solo una sorella maggiore.











N.A. Salve! Beh, non picchiatemi se non vi piace, ma per l'appunto fatemi sapere cosa ne pensate, anche se vorreste davvero picchiarmi! Poi allora dovevo trovare uno sfogo e riversarci due ossessioni in un solo colpo. Da come si capisce sarà prevalentemente una Rumbelle e Swan Queen, ma ho intenzione di inserire molti altri personaggi nei capitoli seguente, se mai la continuassi. Bene, buona serata e Au revoir ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La terra pianse lacrime, d'aceto e grandine ***


Giunsero al castello a sera inoltrata, ma l’atmosfera era tutt’altro che cupa. Migliaia di lanterne illuminavano l’oscurità formando giochi di luci e colori. L’edificio torreggiava in cima ad una vetta in tuta la sua maestosità. I pavimenti in marmo attutivano il rumore dei passi di centinaia di studenti. Ciò che più li stupì fu il soffitto che ricopriva la sala grande.
-Deve essere una magia, è finto. – disse Paige. Ma ad Henry gli occhi non smettevano di brillare dallo stupore e dall’eccitazione.
Vennero condotti in cima ad una scala, il loro gruppo seguiva un donna dai capelli neri come l’ebano, le labbra rosse come il sangue e la carnagione bianca come la neve.
-Benvenuti al vostro primo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Io sono la professoressa Blanchard, la vostra insegnante di Erbologia e sarò lieta di avervi come studenti.- sorrise, sembrava una persona tanto gentile. Henry sentì uno strano calore al cuore e si rilassò. –Bene, ora. Chiamerò il vostro nome e voi verrete avanti. Metterò il cappello parlante sulle vostre teste e sarete smistati nelle vostre Case.-


 
 
-Belle, non credo questa sia stata una buona idea.-  Ruby avanzava con circospezione nella fitta boscaglia che si dipanava tutt’intorno, stringeva la bacchetta tra le dita, la faceva sentire al sicuro. –Non credi ci sia un motivo per cui è chiamata Foresta proibita? Non potremmo andarci!-
L’amica fingeva di non ascoltarla, nessuno l’aveva obbligata, era stata lei ad offrirsi come accompagnatrice. Era sua amica, certo, ma non riusciva a comprendere come potesse essere così poco entusiasta di avventurarsi di notte in un luogo che gli sembrava inaccessibile, Belle trovava quella prospettiva molto allettante, forse era lei quella strana. –Non preoccuparti, siamo quasi arrivate.-
-Comunque, credo che saremmo dovute restare al castello. Qualcuno avrà notato la nostra assenza, non credi?
Belle non riuscì a trattenere un sorriso sarcastico –Non credo importi a qualcuno!
La ragazza tentò di ribattere, ma le parole le morirono in gola alla vista di una piccola costruzione che si ergeva al centro di un’altrettanto piccola radura.
-Eccoci arrivate.- esclamò con gioia e fierezza la Corvonero.
 
 
Si era vestita completamente di nero, aveva sempre creduto quello fosse il suo colore. Poi, Regina Mills, si era diretta nella sala grande ed aveva preso posto al tavolo dei professori, alla destra del trono centrale, quello era occupato dalla preside ancora assente. Era arrivata in un improponibile ritardo, ma per fortuna lo smistamento tardava ad iniziare. Guardandosi intorno notò che alcuni docenti non erano presenti, sentiva la mancanza di una chioma bionda e di quegli insolenti occhi verdi che le facevano tornarono alla mente molti ricordi, troppi ricordi… No, non si sarebbe abbandonata in quel mare di memorie anche se queste minacciavano di poterla cullare per sempre. Il passato non avrebbe intaccato il presente. Quel presente che aveva costruito con fatica e sudore con Henry, lasciandosi il resto alle spalle. Vide Robert Gold avvicinarsi con passo malfermo, le avrebbe chiesto una nuova pozione per il dolore, pensò.
-La preside sarà in ritardo, mi ha chiesto di proporti di fare il discorso di benvenuto.- le sussurrò ad un orecchio. La strega annuì, poco convinta ma consapevole di dover attenersi ai suoi obblighi lavorativi.
Si alzò e diresse lo sguardo ai nuovi studenti, riuscì a scorgere Henry che ricambiò lo sguardo. Le sembrò preoccupato, avrebbe voluto abbracciarlo e dirgli che sarebbe andata bene, come solo una madre sa fare, ma dovette limitarsi ad ammiccare per incoraggiarlo. Si schiarì la voce per attirare l’attenzione su di sé, nella sala calò il silenzio.
-Benvenuti alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Io sono la professoressa Mills, la vostra insegnante di Pozioni. E avete avuto già modo di conoscere la Professoressa Blanchard, l’insegnante di Trasfigurazione. E permettetemi di presentarvi il professor Gold, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Il professor August Booth,  insegnante di Storia della Magia. La professoressa di Volo, Astrid Acker. Il professore di Erbologia, Graham Humbert. Il professor Will Scarlet, insegnante di Astronomia. E…-
Il panico la pervase, come avrebbe spiegato a dei ragazzi di 11 anni che ci si poteva fidare di loro quando un’insegnante non si presentava alla cena di benvenuto? Pensieri che furono stroncati, quando si voltò alla sua destra e la vide sorriderle. –E la nostra ultima arrivata, la professoressa Emma Swan, la vostra nuova insegnante di Incantesimi.- uno scroscio di applausi seguì quel discorso che terminò sfoggiando uno dei suoi sorrisi più sicuri e splendenti.
 
 
Li guardava da lontano e provavo un certo rammarico, tutti quei ragazzi erano dei giovani maghi e delle giovani streghe, avrebbe potuto invidiarli, ma il suo cuore era troppo pieno per provare un sentimento di quel genere. David Nolan non aveva fatto altro che lavorare negli ultimi giorni, la scuola avrebbe dovuto essere perfetta per la grande apertura e lui aveva dovuto far risplendere ogni singolo angolo del castello. Aveva costantemente il fiato della preside sul collo, al primo passo falso sarebbe stato licenziato. Era un magonò ma la sua famiglia faceva, purtroppo, parte dell’aristocrazia magica. “Era stato una delusione su tutti i punti di vista.” gli avrebbero detto. Essendo privo di poteri magici, gli era stato consigliato di vivere lontano da quei luoghi intrisi di arti che non avrebbe potuto comprendere. I suoi genitori avevano organizzato per lui anche un matrimonio con una babbana, una babbana molto facoltosa, ma che restava tale. E David ci aveva provato, per l’ennesima volta aveva cercato di non deluderli, aveva provato ad innamorarsi di Katryn. Ma al contempo aveva conosciuto Mary Margaret e tutto il resto gli era apparso frivolo e privo di significato, al cuor non si comanda quindi aveva scelto di seguire la donna che gli aveva letteralmente stregato il cuore. La professoressa Blanchard lo aveva aiutato ad ottenere il posto come custode del castello. Benchè non potessero lasciarsi andare a troppe effusioni sapevano che sarebbero stati felici, finchè sarebbero restati uniti.
 
 
L’ambiente era accogliente come Belle lo ricordava e la compagnia di Leroy le era mancata, soltanto se si volesse usare un eufemismo. Avevano preso il thè seduti ai piedi del camino che li avrebbe riscaldati in quella fredda sera di settembre. Avevano chiacchierato e Ruby si era persino divertita, dimenticandosi in fretta di tutte le lamentele che aveva espresso nella foresta.
-Non dovreste essere al castello a quest’ora?- chiese sorpreso Leroy
Belle osservò attentamente l’orologio appeso alla parete era molto più tardi di quanto avesse creduto.
-Hai ragione, forse faremmo meglio ad andare.- e lanciò all’amica un’occhiata colpevole, consapevole che il perdono dell’altra era già arrivato dalla sua faccia divertita dai momenti appena trascorsi.
Quando si fermarono fuori la porta a salutare Leroy lui disse loro ciò che avrebbe voluto chiedere sin dal primo istante ma gli era parso scortese. –E Astrid? Come sta?-
Belle non potè fare a meno di arrossire tutti erano a conoscenza del debole che il guadiacaccia aveva per la professoressa, poco chiari erano invece i sentimenti di lei. –Sta bene, le dirò di venire a farti visita.-
Gli occhi dell’uomo si illuminarono di speranza e la scintilla dell’amore si riaccese in lui, Belle potè vederlo.
-Grazie Belle, grazie di tutto.- si scambiarono una serie di sorrisi, poi le due amiche si allontanarono.
“Lumos” La foresta era fitta, e la luce della luna piena fioca, erano costrette ad avanzare con le bacchette alla mano. –Leroy si era accorto ci fossi anch’io? Non ha fatto altro che guardarti con occhi sognanti.-
Le parole di Ruby scatenarono nell’altra una risata spontanea e genuina. –Non essere stupida, è che io mi interesso a lui. E credo nella loro storia d’amore. Tu per i primi dieci minuti non hai pronunciato una sillaba.-
-Credevo che saremmo tornate subito, quando ho visto l’orario mi sono accorta che ci avrebbero ucciso comunque e ho deciso di rilassarmi.-
Belle decise che si era meritata un affettuoso pugno sul braccio “Ahia!”, entrambe scoppiarono a ridere sonoramente. Dopo che ebbero fatto vari passi, un ululato in lontananza squarciò il silenzio. Brividi freddi percorsero le schiene delle due giovani streghe.
-Questa non è stata affatto una buona idea.- rifletté Ruby, l’altra dovette darle ragione.
Riuscivano quasi ad intravedere le luci che illuminavano il castello quando un urlo di dolore atterrì la Tassorosso. Belle si sentì trascinata per una gamba, un dolore lancinante al polpaccio. Zanne che le laceravano i vestiti, carne che veniva strappata, il lupo che la dilaniava. Poi, fu tutto buio.
 
 
“Grifondoro!” il cappello parlante aveva parlato ed Henry era stato investito dagli applausi e dalla gioia proveniente dal tavolo di quella che sarebbe stata la sua Casa. La sua nuova casa.


Il cuore di Regina sussultò mancando un battito, il respiro le mancò. Non era quello che si sarebbe aspettato per il suo bambino, un’ondata di sentimenti contrastanti la invase. Era visibilmente turbata. Emma, che era al suo fianco, le strinse la mano poggiata sul tavolo. Regina la ritrasse.
 
 
Robert Gold si allontanò a metà della cena, non facendosi notare. Zoppicante si avviò ai suoi alloggi quando una concitata richiesta d’aiuto attraversò le pareti.
Ruby Lucas trascinava stanca una compagna sanguinante. L’uomo si affrettò a prestare soccorso controvoglia. Da vicino la ferita era molto più profonda e grave di quanto potesse apparire. Lo squarcio si estendeva lungo tutta la gamba sinistra di… Belle French. L’uomo sgranò gli occhi, assicurandosi fosse lei.
-La dia a me, signorina Lucas.- la ragazza lasciò andare l’amica che Robert Gold prese tra le braccia.
Sofferente e priva di conoscenza Belle aprì gli occhi a poco a poco. Davanti ai suoi occhi le si parò una faccia conosciuta. – P-professor Gold… - poi risprofondò nell’oblio.
La osservò svenire di nuovo tra le sue braccia, letteralmente. Poi ignorando le fitte al ginocchio, si avviò deciso a condurla in infermeria. 









N.A. Non sono molto soddisfatta di tutto ciò, chiedo venia per l'improponibile ritardo e per l'immancabile scadenza del capitolo. Spero comunque lascerete una recensione, anche per farmi sapere come state. Insomma, sono disperata è dire poco! Ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate e soprattutto quelli che hanno recensito il capitolo precedente.
Ci si legge, bellezze! 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2551441