Hi, i'm a psychic

di Red_Eye
(/viewuser.php?uid=616580)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Sogni premonitori. ***
Capitolo 2: *** E tu chi sei? ***
Capitolo 3: *** || Avviso. || ***



Capitolo 1
*** 1- Sogni premonitori. ***


 
La mattina è sempre un trauma alzarsi, soprattutto se sono le 7.00 del mattino e soprattutto se è il quattro agosto e devi andare alla tua prima lezione di Parapsicologia in un college della Virginia dove non conosci nessuno, eccetto il tuo migliore amico che ti seguirà solo per: fare sesso con le matricole e per starti vicino.

Tralasciando la parte sessuale, è stata una cosa davvero carina, insomma quale migliore amico lascerebbe Londra per seguirti in Virginia? Un posto triste sconosciuto e dimenticato da tutti, o quasi, dove fatti incredibili e terrificanti macchiano le prime pagine tingendole di rosso?

Nessuno, eccetto Niall Horan, tra noi non c'è mai stata una relazione incestuosa, ne nulla, solo qualche bacio che consideravamo ''fraterno'' niente lingue che sguazzano, niente sesso per dimenticare i problemi, niente uso di sostanze stupefacenti, solo un po’ di alcool, ma senza esagerare.

Non che lui non fosse il mio tipo, ma non mi sembrava il caso di complicare la situazione, gli voglio un bene infinito, solo lui sa chi sono realmente, solo lui sa cose di me che neanche mia madre sa.

-Allora, ti vuoi alzare dal letto o vuoi che Niall ti aspetti come al solito? Farai ritardo, muoviti Mimi- gridò mia madre dal piano inferiore.

Che tempismo da madre, stavo rivivendo attimi della mia vita in modo melodrammatico e lei cosa fa? Interrompe.

- Donna me la pagherai un giorno, stavo mentalmente ripercorrendo tutta la mia vita fino ad'ora- urlai scendendo dal letto di slancio.

Mi guardai allo specchio notando quel fastidioso colore dei miei occhi che ogni volta mi ricordava chi fossi.

Il blu elettrico dell'occhio destro, e il grigio opaco di quello sinistro.

Con un gesto secco della mano aprì la porta del bagno alla ricerca delle mie fedelissime lenti a contatto marroni fango, che gran colore.

Sempre meglio che quella stranezza ovvio.

- Ma se arriva Niall fagli caricare le valige che ci sono vicino alla mensola sinistra del salotto- gridai prima di entrare in doccia.

Non avevo udito una risposta, ma sapevo benissimamente che aveva alzato gli occhi al cielo.

L'acqua è sempre troppo calda per me, per questo dovevo fare la doccia  fredda, avendo un aura  troppo luminosa solo il freddo l'attenuava.

Che cosa strana, si lo so.

Uscì velocemente dalla doccia, asciugata, congelata e profumata.

Mi servivano solo dei vestiti.

Già, ma quali?

Presi a massaggiarmi il mento con le mani con fare interrogatorio quando qualcosa mi avvertii che non ero sola.

-Niall, quando capirai che non riuscirai mai a spaventarmi?- dissi allacciandomi il reggiseno e girandomi verso di lui con le braccia incrociate.

- Mia, non mi abituerò mai, ora muovi quelle chiappe e abbracciami strega- disse raggiungendomi a grosse falcate.

Gli baciai il collo nascondendomi tra le sue braccia, sapeva di pulito, di uomo, e di Calvin Klein.

- Hai già caricato le valigie?- gli chiesi infilandomi i pantaloncini e la canotta.

- Ovvio, con chi pensi di avere a che fare?- disse assumendo un aria offesa.

- Con uno che non ha chiuso il cofano della macchina e che non ha neanche messo il freno a mano alla macchina- risposi allacciandomi le vans azzurre immacolate.

-CAZZO, ti aspetto sotto.- gridò precipitandosi per le scale.

Come lo facevo a sapere? Niente domande, ho smesso di pormele io stessa qualche tempo fa, le cose le so e basta.

E la cosa positiva e che Niall mi ascolta senza domandare, sa che se dico una cosa è meglio seguirla.

La vita è fatta di sensazioni, e quest'ultime vanno seguite, a partire dalla più stupida.

Mi girai intorno alla stanza alla ricerca della sacca, del tablet e del mio fedelissimo grimorio.

-Eccoti- dissi raccogliendolo da sotto il materasso, ogni volta cambiava posto, o forse lo spostavo io nel sonno.

Scesi le scale con massima calma e arrivata in cucina Niall mi fece una riverenza.

-Vostra ritardità, la macchina è pronta, la colazione è in macchina, tua mamma la amo, a te un po’ meno- dice indicandosi la maglietta bianca attillata zuppa di sudore per la corsa fatta.

-Meglio sudato che la macchina a spasso- dissi facendo spallucce.

-Mimi la casa non sarà più la stessa senza di te, chiamami quando vuoi, torna quando vuoi, mamma ti aspetta a braccia aperte- farfugliò mia madre cercando di trattenere a stento le
lacrime che minacciavano di cadere copiose sul suo viso.

-Oh mami, tranquilla, mi adatterò sicuramente, verrò a trovarti domenica prossima con Niall, ok? Ti amo tanto- conclusi abbracciandola.

Non ero mai stata tanto brava con gli addì, e poi mia madre era sempre stata abituata ad avermi in giro per casa con Niall, aveva sempre tutto sotto controllo, o almeno lo pensava.

Saliti sulla Jeep salutammo mia madre un ultima volta, per poi affrontare 8 ore di un lunghissimo viaggio verso la Virginia.

Per non pensarci iniziai a fare conversazione con il mio biondino preferito.

-Allora biondino, raccontami il tuo sogno- lo incitai estraendo una sigaretta dalla borsa.

-Come diavol..ah giusto- disse per poi abbassare entrambi i finestrini e prendere anche lui una sigaretta.

-Era strano come sogno, c'eri tu seduta su una panchina dietro di te una quercia rossa, stavi leggendo un libro- lo fermai subito perché avevo appena avuto la visione del suo sogno.

-Stavo leggendo un libro, poi un ragazzo altro, con i capelli biondo-cenere, il viso d'angelo di un incarnato pallido e gli occhi di ghiaccio mi sorride e si siede affianco a me- continuai
facendolo sudare freddo.

-Hai esclamato ''Ti aspettavo'', e poi sei sparita con lui- aggiunse Niall.

-Per terra le foglie erano macchiate di sangue e una rosa giaceva ai piedi di della panchina- continuai io aspirando una boccata di nicotina.

-Bene, che cazzarola vorrebbe dire?- disse alzando leggermente la voce.

Un chiaro segno del suo nervosismo.

- Non lo so, ma quel ragazzo aveva qualcosa di sinistro- risposi non del tutto sincera.

Usavo l'esclamazione ''non lo so'' quando il significato mi spaventava.

E Niall lo sapeva benissimo.

- Mia, non credi sia abbastanza imprudente seguire delle lezioni di Parapsicologia in Virginia? Insomma, lo sai cu cosa è fondata vero?- chiese inforcandosi gli occhiali da vista sul naso.

-Si, lo so, è fondata su linee energetiche, ma sono curiosa e poi sarebbe un modo per controllare tutto quanto- dissi indicandomi.

-Lo so, sono solo preoccupato per te, non credo sia un reato- disse sfiorandomi la mano.

-No Niall, non lo è assolutamente, sei la mia famiglia, tutto ciò che ho, anche io mi preoccupo per te, non so cosa farei se ti succedesse qualcosa- conclusi appoggiando la testa sulla
sua spalla.

-Ti voglio bene piccola- mi sussurrò tra i capelli.

-Io di più- risposi baciandogli l'angolo della bocca.

 
 
Il viaggio continuò così, tra battute e risate ininterrotte.

-Ti son cresciute le tette svergognata?- mi chiede fissando la scollatura della mia canotta.

-Ma non credo e poi ehi, giù gli occhi dalle gemelle- dissi colpendolo sul naso.

-Sono o non sono il tuo  migliore amico? Ti ho vista molte volte in lingerie..- disse lasciando la frase a metà.

-E anche nuda- lo rimproverai.

- E' stato un incidente, voluto, ma pur sempre un incidente- tentò di giustificarsi.

Avverti un fastidioso bruciore agli occhi, segno che le lenti si erano sciolte, di nuovo.

Mi girai verso Niall impaurita, si scioglievano solo se nei paraggi c'era odio e sofferenza, capitava sempre così.

Faceva reazione con le emozioni che impregnavano il posto.

-Che sta succedendo?- mi chiese spalancando gli occhi.

-Non lo so- dissi, questa volta sincera.

Parcheggiammo nel lato ovest del campus, dovevo trovare una farmacia aperta, o qualcuno che vendesse lenti a contatto.

Non potevo farmi vedere così.

-Niall, lenti a contatto ora che faccio, non posso farmi vedere così- esclamai impaurita.

-Le ho io per te tesoro- disse tirando fuori una scatola di lenti a contatto sceniche totalmente nere.

-Come posso non amarti?- dissi infilandomi la prima.

Neanche il tempo di mettere la seconda, che si era di nuovo sciolta.

Qualcosa non andava, decisamente non andava.

Mi abbandonai all'istinto, odio, rancore, tristezza.

Era come una scia, non cosciente delle mie azioni iniziai a camminare.

La forza era sempre più intensa, le emozioni più marcate.

-Fes matos tribum nas exviras- pronunciai le parole latine del grimorio di mia nonna, dovevo vederci chiaro, e quella formula faceva al chiaro mio.

-Mimi, sono qui- disse Niall prendendomi la mano.

Mi girai verso di lui con gli occhi fiammeggianti, poi un rumore sordo, qualcosa che cadeva sul terreno.

Mi girai di scatto e di fronte a me c'era una panchina, alle sue palle una quercia rossa.

Sentivo Niall, si era irrigidito totalmente al mio fianco.

-Dirado- sussurrai e un vento imperturbabile si levò davanti a noi scoprendo ai piedi della panchina una rosa.

-Qualcuno mi sta cercando- sussurrai.






Ciao a tutte, Red è tornata ovviamente con una nuova e entusiasmente ff, segreti, amori e controversie, cosa succederà? Chi la sta cercando? Chi è il ragazzo misterioso? Fatemi sapere cosa ne pensate di questa nuova ff, vi amo già tutte aw <3 NON PRENDETE. FRUTTO DELLA MIA FANTASIA.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** E tu chi sei? ***


-Aspetta Mia, frena, chi ti sta cercando?- mi chiese nervoso.

Raccolsi la rosa con lentezza calcolata, non volevo ne graffiarmi ne nulla, non sapevo di chi fosse, ma sapevo che era destinata a me.

-Niall, come faccio a sapere chi mi sta cercando? So solo che tu hai sognato della rosa, e io l'ho vista mentre tu mi raccontavi del sogno fatto, se colleghi bene le due cose, arrivi alla
soluzione- sbuffai incamminandomi verso il lato ovest del campus sorpassando la panchina e la quercia rossa.

- Numero uno: sei tu la strega qua, abracadabra qualcosa dal tuo libro di magia e scopri chi è.- continuò sfoggiando un sorriso tutto denti.

-E poi l'hai già visto no? Biondo cenere, occhi azzurri.. cerchiamolo.- continuò imperterrito.

Cercai di placare l'istinto omicida che mi scorreva nelle vene, a volte quando ci si metteva diventava insopportabile.

-Niall, amore mio. SEI INSOPPORTABILE- sbottai dirigendomi a grosse falcate verso l'ingresso della Duke University.

Non sentendolo alle mie spalle mi girai vedendolo imbambolato a braccia incrociate che mi fissava.

-Che c'è ora Horan?- chiesi levando gli occhi al cielo.

- I tuoi occhi razza di babbuino dal culo piumato, vuoi entrare così?- disse indicando freneticamente i suoi e miei occhi.

Se non fosse tanto tragica la scena sarei scoppiata a ridere.

- Hai ragione, non ha più le lenti vero?- chiesi in un misto di speranza e adorazione.

-Ovviamente no, c'ho scritto ottica salva in fronte?- disse stizzito.

Un debole sorriso si formò sulle mie labbra.

Nessuno aveva mai visto il particolare dei miei occhi, nessuno ovviamente a parte Niall.

- Beh, di certo non posso non presentarmi, anzi non possiamo non presentarci..- borbottai cercando di trovare una soluzione.

Farmi vedere così era fuori discussione..

- Mia, sai.. c'è un solo accecante..- farfugliò Niall indicando i suoi fedelissimi occhiali da sole.

Lo guardai sorridendo come un ebete.

- Horan, sei il migliore amico di tutti i secoli.- esclamai inforcandoli sul naso.

Effettivamente il sole non c'era, ma si potevano cercare mille scuse per gli occhiali.

E neanche una, ovviamente, per avere un occhio diverso dall'altro.

Camminavamo fianco a fianco, per una volta in silenzio, entrambi persi nei propri pensieri e problemi.

Ma quanto può durare il silenzio con Niall Horan al tuo fianco?

Infatti..

- Sai Mimi.. non vorrei essere ripetitivo, ma.. non potresti tipo rintracciarlo o che so io..- lasciò la frase in sospeso gesticolando con le mani freneticamente.

Capendo dove volesse arrivare lo fermai subito.

- Non sono una sensitiva- gli canzonai scuotendo la testa.

- Tu sui qualcosa!- sbottò alzando la voce.

Quando sclerava era comico, e si arrabbiava anche se lo sfottevi, perché lo trovava ''inopportuno'' ed ''irrispettoso'' nei suoi confronti.

- Sarò qualcosa, ma non una sensitiva, almeno credo.. no so chi è, ma quando lo incontrerò sentirò qualcosa.- terminai il discorso toccando la rosa posta al sicuro nella mia tracolla.

- Come ti pare, sei comunque un essere leggermente sovrannaturale.- concluse alzando le spalle.

Un suo tic, dai tempi dell'asilo, anch'essa buffa e divertente.

Allungammo il passo notando il cielo farsi scuro, non che prima ci fosse il sole, ma non era così nero.

- Sei tu?- mi domandò cortesemente Niall salendo gli scalini dell'università.

Lo guardai spalancando gli occhi.

- Certo che no, insomma sono abbastanza tranquilla..- risposi vedendo i fulmini in lontananza.

- Sai ho letto che questo posto è fondato su linee energetiche, non vorrei che ci ritrovassimo in giro con vampiri e licantropi da passeggio, perché se così fosse io giuro che..- non gli
lascai il tempo di finire che gli pestai il piede con violenza.

Un ragazzo moro e dall'aria minacciosa ci passò davanti, voltandosi poco dopo per darci un occhiata veloce, il suo sguardo sicuro ed impertinente si fermò su di me squadrandomi dalla testa ai piedi.

- Non per turbare, ma lo sai che fissare è maleducazione da dove vengo io?- domandai infastidita.

- Senza offesa signorina, ma lo sa che portare gli occhiali da sole in un istituto è maleducazione?- rispose spostando la testa di lato e lasciando spazio ad un sorriso tutto fuorché amichevole.

- Sai amico, io penso che tu debba farti gli affari tuoi..- s'intromise Niall facendo un passo avanti.

- Sei molto coraggioso, ma non tutti sono amichevoli con i nuovi arrivati soprattutto se hanno un odore.. strano- confermò il moro avvicinandosi a noi.

Per istinto bloccai le difese, alzando un muro tra di noi, e cosa bizzarra il ragazzo era fermo ed immobile di fronte a me, mi guardava sorridendo come se sapesse cosa fossi.

- Tranquilla- mimò con le labbra senza farsi vedere da Niall.

- Io sono Zayn, lieto di conoscervi.- continuò accennando un lieve inchino.

- Mia- dissi noncurante.

- Niall, ed il piacere è tutto tuo.- concluse tirandomi verso la reception.

Mi voltai indietro dando un occhiata al ragazzo, Zayn, che per tutta risposta mi sorrise e guardando fuori dalla scuola, indicò il cielo.

-Attenta- mimò per poi salire le scalinate del dormitorio adiacente al nostro.

 
 
- Iniziamo bene, senta sono abbastanza sicuro d'aver chiesto due stanze per noi, insieme non separati.- neanche mi ero resa conto del fato che Niall stava già discutendo animatamente con la signora.

- Mi dispiace, sarete vicini di stanza, ma non insieme, i posti non si possono discutere caro.- sputò la vecchia acida.

- Oh andiamo, possibile che non si possa fare un eccezione?- chiese sfoderando un sorriso tutto fossette e miele.

Lo guardai disgustata, fare il provolone con una donna che al posto delle gambe aveva due lapidi talmente era vecchia.

- Mi dispiace ragazzo, ma non si transige, la tua è la numero 123, per te principessa..- cercò la chiave da sotto il cassetto.

-124, di fronte alla sua- indicò Niall e poi le scale.

- Ora muovetevi, tra poco c'è il coprifuoco.- esclamò spingendoci con le mani lontano da lei.

- Copri che?- mi domandò Niall a bassa voce.

Lo guardai interrogativa, se non lo sapeva lui come facevo a saperlo io?

- Non lo so biondo.- esclamai salendo le scale.

- Tu dovresti sapere tutto.- disse stizzito.

Mi tolsi gli occhiali velocemente inchiodandolo con lo sguardo.

- Non lo so, e lo scopriremo molto presto.- sentenziai lasciando abituare gli occhi alla sensazione della luce dei neon.

Mi guardai intorno, c'era un odore acre, non puzza, ma come se fosse candeggina, mi faceva bruciare le narici e la gola.

Ogni respiro, era una fitta al cuore, lo guardai cercando di capire cosa fosse tutto ciò, l'aria era tetra, sembrava di stare in un cimitero..

- Che senti?- mi domandò poggiando una mano sulle mie spalle.

- E come se fossimo in un cimitero.. non lo so..- buttai li con totale sincerità, con lui potevo essere me stessa senza preoccuparmi delle conseguenze o dei giudizi.

- Tranquilla, e comunque ecco le nostre stanza- le indicò, effettivamente erano una di fronte all'altra.

- Inizio a sistemare, dopo andiamo a prendere la roba in macchina.- dissi inserendo le chiavi nella toppa, era già aperta.

Girai la maniglia entrando lentamente..

- C'è qualcuno?- domandai.

Nessuna risposta, girai per l'appartamento curiosa di sapere chi ci fosse e sulla soglia del bagno trovai un ragazzo.

- Si, ci sono io.- rispose con tono incolore.

Non feci in tempo a coprirmi gli occhi, non mi interessava che avesse solo un asciugamano indosso, il vero problema erano i miei occhi, il colore.

- Per educazione rispondi.- terminai abbassando lo sguardo.

- Certo- pronunciò quella frase in modo lento e freddo.

- L'hai trovata la rosa Mia?- una semplice domanda, una sola, mi fece alzare la testa di scatto incrociando i miei occhi nei suoi.

L'avevo trovato. 






Ciao ragazze, sono tornata, scusate ma ero in Germania e tra una cosa e l'altra non ho avuto tempo, fatemi sapere cosa ne pensate xoxo

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** || Avviso. || ***


{ Ciao a tutti, sono io la vostra Red_Eye spero che non vi siate dimenticate di me e delle mie storielle strappa lacrime, ho avuto dei problemi e di conseguneza sono stata impossibilitata alla scrittura per parecchio tempo, mi sono trasferita e insomma, adattarsi in un posto che non é il tuo é particolaremente difficile ed angosciante, ma ora eccomi qui.. stavo rovistando tra le password e le varie e-mail e appena ho letto ''EFP'' mille ricordi mi hanno inondato la mente, facendomi tornare la voglia di scrivere per voi. Torno presto con una nuova ed avvincente storia, un bacio enorme. }

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2554124