Nai panni di un biondo e di una mora

di sonny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un anno e una settimana dopo ***
Capitolo 2: *** Un giono normale.. ***
Capitolo 3: *** Far away ***
Capitolo 4: *** Some body help me! ***



Capitolo 1
*** Un anno e una settimana dopo ***


Naruto Uzumaki? Mi chiedete se lo conosco? Bhe, vi sembrerà strano, ma la risposta è si. Come l’ho conosciuto? È un segreto. La prima volta che lo vidi avevo tredici anni. Ma all’epoca non sapevo nulla di lui, mi salvò. O meglio ci salvammo reciprocamente. Un gatto nero stava per essere investito, io mi lanciai per afferrarlo, ma non fui abbastanza veloce. Se non ci fosse stato lui, sarei morta. Sotto terra, carne putrefatta cosparsa di vermi. Oppure in cielo, su una nuvola, a osservare il mondo dall’alto. Impossibilitata, in entrambi i casi, di fare qualunque cosa. Ancora una volta sarei stata una spettatrice passiva della mia vita. Una vita che avevo sempre considerato inutile.  L’ho rivisto a sedici anni. Lui ne aveva diciotto,era tra i ragazzi più popolari della scuola. La solita fiaba? No. Un miracolo? Neanche, non sono credente. Lui non mi riconobbe, io non lo riconobbi. Non ci frequentavamo. Avevamo mondi diversi. Lui era tutto. Io ero nulla. Cioè, ero il tipo di ragazza che passa la ricreazione in classe, a ripassare per l’ora dopo. Quella che non era mai stata in discoteca, ma che faceva danza classica da quando aveva quattro anni. Fisicamente sarei stata anche carina, ma a me non importava. Ero già morta. Ero morta quando mia madre aveva lasciato il mondo dei viventi. Ero morta quando mio padre mi aveva dato per la prima volta dell’incapace. Ero morta quando l’avevo data via come se non fosse mia. Ero morta. Un sacco vuoto, privo di ogni emozione. Tutti i gesti che compivo erano meccanici, dettati dalla pura e fredda logica. Ma allora, perché dico di conoscere Naruto Uzumaki? Mistero. Come tutti l’ho visto, a volte, fare lo sbruffone fuori dalla scuola, con la sua bella moto. L’ho visto provarci spudoratamente con la bella Sakura-sempai. L’ho visto farsi sbattere fuori dalla classe dai prof, fare a botte con i suoi amici, insultare i primini,e addirittura una volta, l’ho visto farsi una del secondo anno su una cattedra. Non sono corsa a raccontarlo alle amiche. Non mi importava. Non ero pettegola. Non avevo amiche.  Avevo una vita di merda. Ma non ero abbastanza forte per farla finita. Così, ogni notte, pur odiando Dio, pregavo. Pregavo affinché io potessi  cambiare. E la mia preghiera fu esaudita, non come pensavo io. In modo leggermente diverso, forse migliore. È così che conobbi il vero Naruto Uzumaki. Quello che ama il ramen, che odiava il lato sbruffone di se stesso ma che non ne poteva fare a meno, l’orfano, il secondogenito, l’innamorato non ricambiato. È così che conobbi me stessa. È così che conobbi Hinata Hyuuga. Una preghiera, un desiderio, una settimana…Se ora credo in Dio? Forse…

 

 

 

Ho sempre pensato che vivere non avesse senso. Che il mondo fosse una merda. Eppure, non ho mai avuto il coraggio di farla finita. Ha quindici anni salvai una ragazzina che stava per essere investita, fu il terrore che lessi nei suoi occhi, a impedirmi di buttarmi sotto lo stesso camion. Sono sempre stato un gran fifone, anche se nessuno lo direbbe. A scuola mi definivano un Koakuma. Ne un angelo, ne un diavolo. E forse era anche per quello che ero sempre costantemente infelice. Perché non ero nulla. Ero la via di mezzo. Ho pianto, ho urlato e poi ho capito che forse, la mia rabbia, il mio disgusto, il mio odio, potevano diventare la mia fonte di sostentamento. E sono diventato il ragazzo più popolare della scuola. Uno dei belli e dannati. Uno con la moto. Con un lavoro e una bocciatura alle spalle. Con tanti amici e tante ragazze, una per giorno. Eppure l’unica che amavo davvero, non mi guardava neanche. Gli facevo ribrezzo. Sakura-chan era troppo perfetta per me, per questo l’amavo. Per questo l’odiavo. La volevo, volevo parte di qualcosa che mi era sempre stato negato. Ma…non l’ebbi mai.  Mio padre, prima di morire, me lo diceva sempre “siamo noi le cause dei nostri mali”. Ma alla fine è morto. Per l’errore di un altro, non suo. E da allora è stato tutta una finzione. Non sono più andato in chiesa dopo il suo funerale. Al limite le bruciavo…ma non ci entravo. Così la mia vita passava, i giorni sempre uguali, le solite cazzate, i soliti problemi. Mio fratello all’inizio si preoccupava per me, ma poi rinunciò. Mi spedì in una scuola privata, e mise a tacere la sua coscienza. Lo odiavo. Gli odiavo tutti. Ma forse l’unico che odiavo davvero era me stesso. Fino a quando non incontrai lei. La risposta alle mie preghiere notturne. Il mio angelo custode, colei che mi strappo al mio inferno privato, portandomi in paradiso. In cambio lo sapete cosa chiese? Un po’ del mio inferno. Era una strana creatura, una bellezza particolare. Una di quelle tipe che non facevano parte del mio giro, non era una cosiddetta bona, anzi…però una volta uscita dal guscio, divenne un tipo niente male. E fui io a salvarla, per la seconda volta, ci salvammo a vicenda.  E per la seconda volta la cosa fu del tutto involontaria. Ora non vado in chiesa, ma non le brucio più. Perché qualcuno permise a una normalissima settimana, di diventare speciale. Non so se lo fece per piacere, dovere o, per puro divertimento. Ma gli sono grato. Non so neanche se è stato Dio, Maometto,Gesù o Bhudda. Non importa. Ma cos’è che mi avevate chiesto? Se conosco Hinata Hyuuga? Meglio di quanto si conosca lei stessa. Ed è una persona stupenda…

 

 

 

Un anno e una settimana prima…

 

 

 

“Sai Pein, oggi osservavo la terra…” disse una splendida donna, sospesa tra i petali di rosa.

“La terra?” chiese l’uomo, un cappuccio nero a coprirgli lo sguardo, una falce nera in mano.  Lei annuì spazientita. Afferrò un petalo di rosa che, come per incanto, si trasformò in un letto. E

 ci si accasciò sopra, in modo sensuale. La figura incappucciata l’osservò con velato interesse. Era nuda, tranne per una collana da cui pendevano delle biglie colorate. Riluceva di luce propria. Con le mani, si accarezzava lasciva il ventre, mentre la lingua inumidiva le labbra perfette.

“Si, la terza palla della mia collana.” Sussurrò la donna, indicandogli la copia in miniatura della terra. “Beh, ci sono due persone che mi hanno colpito, e..” L’uomo sbuffò, con un gesto brusco fece rotare la falce, riducendo a brandelli alcuni petali di rosa. La donna lo osservò irritata.

“Konan, ti prego dimmi che non hai in mente un altro dei tuoi esperimenti.”disse Pein con tono supplichevole. Lei rise. Due rughe profonde solcarono gli angoli della bocca, donandoli un aria stranamente malvagia.

“è esattamente ciò che conto di fare. Ho intenzione di trasferire l’anima del giovane nel corpo della ragazza e, viceversa. Dicono di essere scontenti delle proprie esistenze, così io gliene faccio provare una nuova. Carino no?”  La donna rideva come una bambina, battendo le mani. Gli occhi splendevano come due stelle.

“Non so…” ribatte l’altro. Lei lo fisso come se gli avessero appena levato il giocattolo preferito.

“Ma io voglio fare l’esperimento…” supplicò, lo sguardo velato dalle lacrime” Ti prego, per favore…” sussurrò mettendo il broncio. Pein sospirò. Ma perché si era dovuto innamorare proprio di quella donna?

“Ok, Konan. Hai vinto, convoco gli altri.”  Disse abbattuto. Il fischio della falce che ruotava nell’aria, si unì alle risate della donna. Delicatamente, si sollevò a mezz’aria, sfiorando altri due petali di rosa. Due esseri senza sesso e senza mente, apparvero dal nulla. La pelle trasparente come il vetro, e i lunghi capelli di carta come veste. Si accinsero a vestire di stelle e raggi di sole la loro padrona. Mentre la morte, ormai stanca, spariva in un turbine di sangue.

“Grazie Pein. Ti amo…” urlò la donna, all’uomo,prima che diventasse solo un punto rosso. Aveva vinto. Ma dopotutto lei vinceva sempre.

 

 

 

Fatto!  Questa è l’unica storia che conto di finire in poco tempo. L’inizio è un po’… insomma così, però già nel prossimo capitolo tutto cambia. Si vedrà la vita dei due protagonisti e dei loro amici e conoscenti prima dell’esperimento di Konan, e poi le loro reazioni quando si sveglieranno in un corpo che non gli appartiene. Povera Hinata, ritrovarsi uomo per lei deve essere davvero un grave shock. Ciò che tutta via i due protagonisti non sanno, e non sapranno, è che l’esperimento dura solo una settimana, e poi possono scegliere se tornare nei propri corpi o restare così. I personaggi dell’akastuki sono elevati al ruolo di divinità, ma non tutti. Itachi, Tobi, Deidara e Sasori saranno umani. Spero che vi sia piaciuta, anche se non è gran chè e che commentiate. Le coppie definitive sono un po’ un mistero anche per me…diciamo che vorrei che i personaggi di questa storia si evolvessero e con loro i loro sentimenti. Di sicuro ci sarà il triangolo Temari Shikamaru Ino, ci sarà la Sakura Gaara e la Sakura Sasuke, forse anche la Sakura Rock lee ma questa non sarà in nessun modo definitiva, ci sarà la Saino e la Kiba Ino, la Tenten Nejie la Kankuro Tenten ( mi dispiace lasciarlo sempre solo), e la Temari Itachi (coppia insolita ma mi ispira), vorrei metterci anche la Hanabi Itachi (che personalmente adoro) , la Sasuke Karin anche se pure questa non sarà definitiva. Poi non so che altro mi verrà in mente, quindi aspettatevi di tutto! per quanto riguarda Hinata e Naruto, i protagonisti, bhe non ho ancora deciso con chi staranno, e se staranno con qualcuno, non è neanche scontato che si mettano insieme loro due. Voglio che i protagonisti si scelgano da soli chi amare, lo so può sembrare folle ma non saprei esprimerlo diversamente. Commentate se no lascio peredere….un bacio da sonny

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Capitolo 2
*** Un giono normale.. ***


Le sei e mezzo. Mezzora e la sveglia sarebbe suonata. Il riflesso di un raggio di sole filtrava dalle tende della finestra. Allungai un braccio. Il vuoto. Odiavo quel letto a due piazze, era troppo grosso. Avevo sempre avuto paura  delle cose troppo grandi. O forse, era il nulla  che temevo. Nulla è uguale a morte.  Mi stiracchiai, e sollevai il busto.   La camera era ancora avvolta nelle tenebre. Le cameriere sarebbero giunte a chiamarmi solo alle sette. Tuttavia, per chissà quale ragione, io mi svegliavo sempre prima.  Repressi uno sbadiglio, mentre la frangetta mi oscurava lo sguardo. Gattonai fino all’estremità del letto. Le candide lenzuola come unico ostacolo. Giunta al margine scesi. La lunga vestaglia di lino mi arrivava fino ai piedi. Era di mia madre.  Mi avviai, ancora intontita dal sonno, verso il bagno.  Entrai, e mi diressi verso la doccia. Scivolai fuori dalla veste troppo grande, abbandonandola per terra. Incurante. Lo scrosciare del acqua finì di svegliarmi. Acqua fredda. Acqua pura. Acqua infinita. Cadeva,e lavava via le mie paure. Il suo tocco leggero sulla mia pelle, la sua pesantezza quando si univa ai miei lunghi capelli. Mi abbandonai a quelle sensazioni.  Muovendo la testa al ritmo dei ricordi. Sperando, inutilmente, che la mia doccia potesse lavare via pure loro. Ingenua.

“Signorina Hinata? È ora di alzarsi. Signorina apra la porta. Signorina? Signorina!” Le urla di Rin stavano diventando fastidiose.  Chiusi l’acqua e, uscii dalla doccia. I capelli gocciolavano, bagnando il pavimento di marmo. Afferrai un asciugamano, coprendomi il più possibile, e aprii la porta. Gli occhi nocciola di Rin mi fissavano severi.

“Non dovrebbe alzarsi tanto presto signorina, fa male alla pelle.”  Io mi limitai ad annuire, dopotutto per me lei era come una madre.  La cameriera sorrise indulgente, poi mi trascinò verso la sedia davanti allo specchio d’oro. Anche quello era di mia madre. Mi sedetti, e Rin iniziò a spazzolarmi i capelli. Lo adorava. Poi, afferrò il phon, e li asciugò. Io stavo immobile. Come pietra. Non potevo fare a meno di pensare se fosse stata la stessa cosa se l’avesse fatto la mia mamma.

“Fatto.” Annunciò felice la mia cameriera.  Io mi alzai e osservai per qualche istante la mia chioma di capelli, simili a un cielo senza stelle.  Li raccolsi in una coda, e pettinai la frangetta, in modo che coprisse il più possibile i miei occhi grigio lilla.

“Se mi permette signorina, lei ha dei capelli così belli perché legarli? E poi ha degli occhi così insoliti, penso che molti ne rimarrebbero incantati se solo…”  Io non ascoltai i consigli di Rin. Non l’avevo mai fatto. Non avrei iniziato ora. Odiavo il mio aspetto perché mi faceva assomigliare a mio padre,e mi ricordava che per lui ero solo un fallita.  Mi diressi verso l’armadio di ciliegio, a cui appesa c’era la divisa. Perfettamente pulita. Perfettamente in ordine. Perfettamente perfetta. La mia cameriera mi aiutò a indossarla. Mi stava larga. L’avevo voluta apposta più grande. Mi sembrava di essere abbracciata da qualcuno quando la indossavo, era una bella sensazione.  Una volta pronta afferrai la cartella. Baciai sulla guancia Rin e mi diressi verso l’ingresso. Non mi fermai a osservarmi davanti a uno specchio. Non mangiai nulla per colazione. Non mi truccai. Scesi le scale delicatamente, come se le sfiorassi appena. All’entrata mi aspettavano, composti e formali, mio cugino e mia sorella. Hanabi aveva due anni meno di me, i capelli castani lisci e sciolti, le oscuravano gli occhi vivaci. La divisa impeccabile, ma della misura giusta. Il trucco pesante di chi vuole crescere troppo in fretta. Le gambe un po’ corte e un sorriso di sfida sulle labbra.  Neji, mio cugino, era simile a una scultura greca. Le vesti,che sembravano gli fossero state cucite addosso, gli occhi inespressivi e un viso da angelo. Faceva quasi paura, col suo cipiglio severo e con la sua innaturale compostezza. Ma bisognava ammetterlo era davvero fico. Era anche il più grande tra noi tre. Aveva diciannove anni. E presto avrebbe avuto la maturità. Ci avviammo in silenzio verso la metro. Non avevamo mai nulla da dirci, non so se fosse normale.  Quando arrivò il treno, io e Hanbi ci lanciammo verso i posti a sedere. E dato che siamo due ragazze fortunate, era tutto occupato. Sospirai. Questo voleva dire dover subire le palpatine dei maniaci. Per fortuna erano solo tre fermate. E poi la scuola.

 

“Naruto! Accidenti a te sai che ore sono?” Urlò Minato, entrando nella camera del fratello. Si fermò sulla soglia, osservando con occhio critico il caos che regnava sovrano nella stanza.  Bicchieri, mozziconi di sigarette e qualche porno giacevano immobili sul pavimento della stanza. Le ante dell’armadio semi aperte mostravano una serie infinita di vestiti appallottolati, una bottiglia di Vodka e un libro di algebra.  Sospirò affranto.  Naruto aprì un occhio, biascicando parole incomprensibili. Poi si girò da l’altro lato. Tralasciando però,un piccolo insignificante particolare. Il letto era a una sola piazza. Cadde sul pavimento, sbattendo la testa contro il libro di greco.

“Maledizione! Che cazzo rompi Minato? Voglio dormire porca puttana!” urlò furioso. Odiava i letti a una piazza, e ancora di più odiava suo fratello. Quell’essere del tutto marginale nella sua vita che si atteggiava a padre.  L’altro abbassò la testa, indossava un bel completo color sabbia.  Naruto, scosse il capo, frastornato. La sua attenzione fu catturata dall’orologio. Le sette e mezzo.

“Minato perché cazzo non mi hai svegliato prima?” chiese grattandosi la testa. Il fratello ispirò, cercando di contare fino a dieci. Al tre scoppiò.

“Come sarebbe a dire perché non ti ho svegliato prima? Ma sei scemo o cosa? È mezz’ora che ti chiamo!”

“Davvero? Strano non ti ho sentito, vorrà dire che dovrò sbrigarmi. “  il  più giovane dei due si alzò. E completamente nudo si diresse verso il frigo. Ne estrasse il cartone del latte, a cui si attaccò.  Tornò in camera sua, lasciando le porte aperte e le luci accese. Minato scosse la testa. Quando erano giunti a tanto?  Naruto era arrivato a un livello d’odio verso se stesso così grande,da non aver cura neanche delle sue cose? Forse doveva mandarlo da uno psicologo. O forse doveva andarci lui.  Prese la borsa e uscì di casa. Lui era un avvocato. Lavorava seriamente. E non aveva tempo da perdere dietro al fratello in piena crisi adolescenziale.  Naruto uscì dalla sua camera. La giacca della divisa aperta, la camicia fuori dai pantaloni e sbottonata sul petto scolpito, i capelli biondi scompigliati. Le scarpe da ginnastica slacciate,  gli erano costate centocinquanta euro. Tanto sborsava il fratellino.  Afferrò lo zaino, decisamente troppo leggero, segno che aveva dimenticato qualche libro, e si apprestò a uscire. Si fermò sulla soglia . Scaraventò lo zaino a terra, e rientrò in casa. Aveva dimenticato due cose importantissime.   Afferrò un pacchetto di sigarette abbandonato sul comodino. E quella era una. Poi si diresse in bagno, dove prese un piccolo cerchio d’oro. Se lo infilò all’orecchio destro, ora era pronto. Si fermò davanti allo specchio. Prova sorriso. Era stupendo, nessuna gli avrebbe resistito.  Uscì di nuovo di casa, prendendo di malavoglia lo zaino. Non chiuse la porta di casa. Non gli importava se qualcuno avesse rubato qualcosa. Tanto c’era il fratellino che sborsava. Salì in ascensore, e pigiò il pulsante del garage. Lì l’aspettava la sua bambina. La sua vera donna. La sua moto.  Arrivatole di fronte la osservò con orgoglio per qualche istante. Poi guardò l’orologio. Le otto. Fra dieci minuti chiudevano i cancelli. La scuola distava un quarto d’ora. Sorrise, salendo sulla moto d’un rosso fiammante. Questo voleva dire solo una cosa. Doveva correre. E nulla, eccitava Naruto uzumaki più della velocità. Aprì i cancelli del garage e diede gas.  Chissà, magari se c’è la faceva in sette minuti avrebbe pure potuto vedere Sakura. E poi, solo luci, colori sfocati, e suoni ovattati. Infine, la scuola. Sei minuti. Nuovo record.

 

 Neji avvistò Kankuro appoggiato a un albero, accanto a lui gli parve scorgere Tayuya e l’altra ragazzina, quella mocciosa irritante di cui non ricordava mai il nome. Ah si, Tenten.  Lasciò le cugine e si diresse verso il gruppo di amici. Durante il percorso salutò Sasuke, che insieme a Kiba,aspettava quel poco di buono dell’Uzumaki.  Sakura scherzava con Gaara, quindi la rosa si limitò a un sorriso.

“Hey Neji sei in ritardo.” Lo schernì il moro. L’altro non rispose,si limitò a lanciare un occhiataccia alla ragazza arpionata al braccio dell’amico. Lei capì, gli fece la linguaccia e poi disse al fidanzato.

“Kanki, io vado ci vediamo a ricreazione. Karin mi sta aspettando. “ gli scoccò un sonoro bacio sulla guancia e poi,Tenten si allontanò. Neji la fissò male, fin quando non sparì dalla sua visuale.

“Non mi piace quella.” Sibilò. Kankuro rise, scuotendo il capo.

“E quando mai a te piace qualcuno? Sarebbe un miracolo.” Disse ancora sorridendo.

“Cosa c’è Neji? Sei geloso?”  Li sussurrò all’orecchio Tayuya.  Il giovane Hyuuga scattò, allontanandosi dalla ragazza.

“Io geloso? E di chi di Kanki? Ma ti pare? Una come quella è meglio perderla che trovarla, date retta a me.” Ribatté, fissando l’ex fidanzata negli occhi.

“E chi parlava della mocciosa. Io chiedevo se sei geloso di Kankuro. “ poi la ragazza scoppiò a ridere. Neji  si trattenne dal prenderla a schiaffi. Aveva una reputazione da salvare. Si avvicinò a Tayuya e, le cinse la vita con le mani. Il suo viso si avvicinò pericolosamente a quello di lei, che arrossì.

“Tu, meglio di chiunque altro dovresti sapere che non sono gay, dopo tre anni di relazione certe cose si capiscono. “ Lei deglutì, mollando una sonora sberla in faccia al malcapitato. Kankuro ancora una volta scoppiò a ridere.

“Non ti permettere più di avvicinarti così tanto a me,capito stronzo!” urlò la ragazza. Neji si accarezzo una guancia.

“Sempre più femminile tu,eh?” rispose per nulla intimorito.

“Comunque, ragazzi, Tenten non è male a conoscerla. È molto carina e non è frivola. Inoltre ha un bellissimo sorriso. A me personalmente piace, e sarei contento se anche voi l’accettaste nel gruppo. “

“Ma è piccola!”  ribatté Tayuya. Neji rimase in silenzio, fissando il punto in cui la mora era sparita. Su una cosa era d’accordo. Aveva uno splendido sorriso.

 

Hinata si attraversò il grande cortile diretta alla sua classe. Sperava di passare inosservata e soprattutto di non incontrare…

“Hey,Hina-chan siamo qui!” urlò Rock Lee, attirando l’attenzione di metà cortile. Ecco, maledetta speranza. Abbassò la testa,ma perché la terra non la inghiottiva?  Si diresse, sconfitta verso un gruppo di ragazzi seduto su una collinetta.  Shino stava in silenzio, il cappuccio della felpa gli copriva il viso, donandoli un che di misterioso. Aveva sentito dire che di recente frequentava una ragazza, la poverina doveva avere gusti molto strani. Temari-sempai era seduta sul prato, giocava con delle ciocche d’erba. Era davvero molto carina. Pure abbastanza popolare, Hinata non riusciva a capire per quale strana ragione si ostinasse a passare le giornate con loro. O meglio un idea c’è l’aveva: Shikamaru Nara. Genio della scuola, svogliato, sedici anni, e suo migliore amico dai tempi dell’asilo. Shika era davvero prezioso per lei, l’aveva aiutata quando era in serie difficoltà. Tuttavia, quando era con lui si sentiva un po’ giudicata, quindi preferiva evitarlo. Lui e Temari erano sempre in competizione, tuttavia anche se frequentavano sezioni diverse, e dicevano di non sopportarsi, ormai era impossibile vedere l’uno senza l’altra. Eppure non si dichiaravano, non si toccavano e molto spesso si urlavano contro parole offensive. Ma lei era sicura che nessuno dei due poteva più vivere senza l’altra. Era solo questione di tempo. Poi si sarebbero fidanzati. Chissà che figli…povero mondo. Rock lee, era seduto accanto ad un addormentato Shikamaru.  Lui e Shino andavo nella stessa sezione. Non si erano molto inseriti, tuttavia non se ne preoccupavano. Personalmente Hinata, pensava che Rock Lee fosse completamente pazzo. Aveva spesse sopracciglia, e degli occhi enormi. Un insana passione per il verde,e spesso se ne usciva con frasi senza senso. Però era simpatico, e leale. Come un cagnolino.

“Hinat che la forza della giovinezza ti accompagni.!” A proposito delle frasi senza senso.

“Grazie Rock Lee…” borbottai sottovoce. Non era sicura che mi avesse sentita. Ma lui le sorrise dolcemente.

“Hey Shino sveglia quel pigrone di Shika, che fra un po’ suona.” Ordinò, autoritaria Temari. 

“Hey Shino, avvisa quattro codini che siccome non sa esprimersi senza urlare mi ha svegliato lei.” Ribattè secco il ragazzo.

“Shino di a Cry baby di portare rispetto nei confronti di chi è più grande di lui.”

“ Shino di alla nonnina di smetterla di sbraitare che non sento la campanella.”

“Cosa? Come mi hai chiamato razza di …”

“Io entro.” Non ero sicura che mi avessero sentito ma forse era meglio così, odiavo la confusione.  Mi allontanai di soppiatto, approfittando del fatto che Shino e Rock Lee erano impegnati a dividere i due piccioncini, che erano arrivati alle mani.  Temari era decisamente un grande, l’unica capace di tenere testa a Shikamaru. L’ammiravo. Finalmente entrai nell’atrio, e potei tirare un sospiro di sollievo.

 

Sakura stava appoggiata a un muretto, i capelli rosa mossi dal vento. Gaara le stava a pochi passi di distanza. Verde su verde. Verdi gli occhi di lei. Verdi gli occhi di lui.  Parlavano, ridevano, scherzavano. A un tratto, un fiore di ciliegio, portato dal vento, si posò sui capelli di lei. Lui allungò una mano, lo prese e glielo porse. Lei sorrise e se lo sistemò dietro un orecchio. Un rombo di una moto attirò l’attenzione dei due. Naruto Uzumaki era arrivato.

“è finita la pace.” Proclamò abbattuta la rosa. Il rosso rise.

“No, lo sai che è il mio migliore amico. Non ti importunerebbe mai in mia presenza.” Disse Gaara sicuro, avvicinandosi alla sua ragazza.

“ certo, peccato che tu non vieni a scuola qui” ribatte sconsolata Sakura. Non le piacevano le attenzioni che il biondino le riservava. Era solo uno sbruffone, viziato e prepotente. Pensava che siccome tutte le ragazze gli cadevano ai piedi,anche lei si sarebbe innamorata di lui. Bhe, si sbagliava. Non capiva come un ragazzo meraviglioso come Gaara,potesse essere amico di una bestia simile.

“Dai, non è così male se lo conosci.”

“beh, sinceramente preferisco conoscere te!” disse la rosa, avvicinandosi al ragazzo, che la prese per la vita.

“Sai a volte penso di non meritarti.” Sakura lo guardò con sguardo interrogativo, la stava lasciando? Ma no.

“Cosa intendi?” chiese sulla difensiva la rosa. Lo sguardo del rosso parve appannarsi. Poteva spiegarglielo davvero? No. I segreti sono una cosa meravigliosa, finchè rimangono tali.

“Che, non sono quello che pensi Sa-chan.” Sussurrò tristemente Gaara.

“A me piaci così, mi piaci come sei.” Lui alzò lo sguardo da terra colpito. Lei si alzò sulle punte. Le labbra si  sfiorarono.

“Sakura-chan dobbiamo entrare. “ urlò Ino.  I due si staccarono a malincuore.

“Stasera passo da te?” domandò la rosa.

“no.” Lei chinò il capo, triste. Era stata sciocca. Lui non era il tipo che faceva certe cose, eppure…

“Fatti trovare pronta per le otto ti porto a cena fuori. “ disse lui sorridendo. Lei annui felice.

“Ciao amore fa la brava a scuola. Hey Ino te l’affido.” La bionda osservò il rosso allontanarsi. Non le piaceva quel tipo, ma chi si credeva di essere? Ma Sakura era cotta, e lei non poteva farci nulla.  La rosa le si avvicinò carica di energie. Era successo qualcosa di bello.

“Avanti spara.”

“Cosa?” domandò l’altra colta alla sprovvista.

“Mi chiedi anche cosa?” disse indignata la bionda”Ma ti sei vista? Hai un sorriso ebete stampato in faccia, cammini come se sotto di te ci fosse una valle di uova e la tua fronte sembra addirittura più grande del solito.” La rosa strabuzzò gli  occhi. Ma come si permetteva? Ino lo sapeva che la sua faccia era il suo punto debole. Che strega.

“Beh, visto che sei stata poco gentile nei confronti della mia fronte non te lo dico. Sai Ino stai diventando acida,dovresti trovarti un ragazzo anche tu.” La bionda si fermò. La bocca spalancata. Sakura continuò a camminare come se niente fosse.  L’amica si riscosse,e corse per raggiungere la rosa. La gonna si sollevava e si abbassava seguendo il ritmo dei suoi passi.

“Dai non puoi lasciarmi così! Sono curiosa! E poi non posso avere un ragazzo per tre motivi. Uno sono il capitano delle cheerleader, due non avrei tempo per starci insieme, tre non sono innamorata di nessuno!”

“Ino!” la rimproverò la ragazza dalla fronte spaziosa.” Non dirmi che stai ancora aspettando il principe azzurro!” La bionda arrossì. Lei era delle ragazze più materiali e popolari della scuola. Eppure si. Stava ancora aspettando il ragazzo dei suoi sogni. Problemi? Fateveli passare.

“Quanto sei carina Ino-chan!”  disse Sakura sorridendo. “Dai non c’è la faccio resisterti ti do un indizio…Otto di sera…” L’altra si fermò. Che cavolo d’indizio era? Aspetta un secondo. No. Non poteva essere. Si voltò per cercare l’amica, ma la vide ormai in procinto di entrare.

“Sa-chan aspettami!” urlò. E in modo molto poco femminile, si mise a inseguire l’amica.

 

“Naruto.” Esclamò felice Kiba.

“Ciao sacco di pulci.” Replicò il biondino felice. Non aveva avuto uno splendido risveglio, ma i suoi amici riuscivano sempre a metterlo di buon umore. Sasuke, i magnetici occhi neri puntati a terra e,le mani in tasca si avvicinò strafottente. Naruto li andò incontro, facendoli un cenno con il capo a cui il moro rispose. Sai era appoggiato alla sua moto, con una mano cingeva la vita di Karin. Itachi, il fratello maggiore di Sasuke, parlava fitto fitto con Tenten. Il biondino sapeva che i due si erano lasciati da poco, lei si era messa con uno della sua sezione. Un amico di Neji. Il maggiore degli Uchiha non aveva accettato di essere stato scaricato.

“Novità?” chiese a Sasuke, che scosse il capo.

“Gaara se ne è appena andato, pare che stasera lui e Sakura si vedano, ma prima vuole incontrarti. Ha detto che ti mandava un messaggio.” Gli occhi azzurri del biondo si oscurarono. Sa-chan. Per qualche minuto rimase in silenzio.

“Se vuoi il mio parere lasciala perdere. Non è il tipo di ragazza che fa per te, dovresti cercarti qualcun altro. E anche Gaara. Lo vedo un po’ troppo coinvolto, lei lo farà soffrire.” Sasuke aveva tirato fuori il suo innato talento per le verità scomode. Forse aveva ragione. Al diavolo, in fondo era solo una donna.

“Te Kiba con la minore delle Hyuuga come va?” Il ragazzo che aveva degli strani segni rossi sulle guance, smise di parlare con Sai e si avvicinò agli amici.

“Non è il mio tipo. Hanabi è una testa calda, carina per carità. Ma quel genere di ragazza che vuole una storia seria. Non fa per me. “ disse scuotendo le spalle.

“Insomma a quanto pare ultimamente in amore le cose vanno bene solo a Sai.” Affermò scocciato Itachi. Aveva smesso di parlare con la moretta, che aveva raggiunto l’amica. I quattro ragazzi sospirarono abbattuti.

“Vabbè, che volete che sia, stasera si va al Club, e si rimorchia qualcuna.” Proclamò tranquillo sasuke. Il maggiore degli Uchiha l’osservò divertito. Certo che il suo fratellino era proprio un bel tipo. Naruto annui convinto.

“Andata.” Ordinò.

“Si ma sai non viene. “ annunciò deciso Kiba, osservando geloso l’amico che pomiciava con Karin come se niente fosse.

“Vuoi sapere una cosa strana? Una volta tanto sono d’accordo con te.” Disse Itachi. Il ragazzo con i segni rossi sulle guance lo fisso male. Il biondo scoppiò a ridere e, persino sasuke accennò l’ombra di un sorriso. Si, l’importante è avere degli amici. Naruto respirò a fondo, godendosi gli ultimi momenti di libertà, prima del suono della campana.

 

Hanabi si guardava intorno alla ricerca dei suoi amici. Non li vedeva. C’era troppa gente. Troppa confusione. Poi scorse Matsuri.

“Hey!” urlò nella direzione dell’amica. “sono qui.” Iniziò a saltrare per farsi vedere, purtroppo, al contrario della sorella non era alta. Non se ne era mai fatta un problema , ma era nei momenti del bisogno che odiava la sua bassa statura. Matsuri rideva alle battute di tobi, che le dava le spalle. Ma era davvero così bassa? Insomma, quel genio della sua amica poteva anche smettere di provarci con quell’imbecille. Perché quel’individuo chiamato Tobi,era l’essere più stupido dell’intero pianeta terra.  La sua amica ci provava dalla prima media, e lui non se n’era mai accorta.  Hanbi iniziava a pensare che fosse Gay. Matsuri non era una bellezza d’accordo, ma era un tipo. Acqua e sapone. Capelli corti. Vestiti leggermente alternativi. Ma niente non la vedevano. Le sarebbe toccato andare da loro. Sperava solo che la folla non la travolgesse. Tobi diceva che era alta un nano e un barattolo. Era proprio un imbecille. Però simpatico e tenerissimo. Le ricordava un po’ un orsacchiotto. Sgomitando,decise di cercare di raggiungere i suoi amici prima che suonasse la campana. Mission impossibile tre ha inizio. Forza Hanabi.

 

“Karin, mi ha appena chiamato Deidara, vuole che lo raggiungiamo dentro.” Disse Tenten. L’altra constatò che l’amica era di pessimo umore. Che si fosse già mollata con Kankuro? No, due giorni erano un record anche per lei. Si sistemò gli occhiali, e salutò sai. Ci stava insieme da un mese. Troppo tempo. Era ora di finirla. Lei e la moretta si diressero verso l’atrio. Deidara le aspettava li. Camminavano in silenzio. Erano amiche per convenienza, non perché si volessero davvero bene. Di conseguenza non avevano nulla da dirsi.

“Neji mi odia.” Disse a un tratto Tenten. Karin sospirò.

“Neji odia tutti.” Replicò tranquilla. “però resta un gran fico.” La mora la guardò come se fosse pazza. Però in fondo Tenten doveva ammetterlo. Neji era un gran fico. Deidara, i capelli biondi stranamente lunghi per un uomo, le aspettava nell’atrio. Era stata la prima volta di entrambe le ragazze. Perché proprio lui? Non lo sapevano neanche loro. Lui le salutò cordialmente e insieme tutti e tre si diressero verso le proprie classi.

 

Hinata era seduta al suo banco, un libro aperto. Ripassava. Prima ora greco, anche se non l’avrebbe interrogata non poteva rischiare. O forse, più semplicemente non aveva nient’altro da fare.

 

Naruto stava mettendo la catena alla sua moto, con la coda dell’occhio sbirciava sotto la gonna di due ragazze. Non avevano molto gusto nella scelta delle mutande, ma una aveva decisamente un bel culo.

 

“Ora?” chiese Zestu.

“no” rispose Konan”Stanotte. Tenetevi pronti” Pein, si appoggiò alla falce, amava una donna decisamente complicata.

 

E finalmente la campanella suonò.

 

Nuovo capitolo. È la prima volta che aggiorno una storia così presto. Anche se non è una delle mie più belle, ne di quelle più apprezzate, questa trama mi intriga. Presto aggiornerò anche Me, You and She She She and She e candy shop. Promesso!! Leggete in tanti e commentate in pochi…commentini? Grazie Sonny

 

Ember4NaruHina93: Già , ma tanto i guai per Hinata iniziano nel prossimo capitolo, sempre se non sviene prima…xd. Comunque anche naruto passera i suoi bruttissimi cinque minuti, te lo posso assicurare. Personalmente Konan in veste di divinità mi intrigava davvero tanto, ancora di più il povero Pein che deve sottostare a tutti i suoi capricci, purtroppo in questo capitolo è apparsa poco, ma si rifarà te lo posso assicurare!!  Sono felice che mi adori e spero di non averti deluso!! Grazie per i complimenti…a presto ^-^

 

Dryas: Grazie!! Mi fai davvero felice…le altre coppie saranno tante e piuttosto incasinate, Sakura si troverà a fare scelte difficili. Shika sarà conteso da due donne che  gli complicheranno parecchio la vita, Tenten piano piano s’innamorerà di un ragazzo che odia, Temari verrà conquistata dal fascino di Itachi (e chi non lo è) me alla fine si metteranno tra i due Shika e hanabi, Ino si troverà a fare i conti con Sai e Kiba, Sasuke sarà vittima di sakura esattamente come Gaara e Rock lee. Karin avrà il suo bel daffare e Matsuri dovrà scegliere tra Tobi e un bel rosso, senza contare i casini che faranno Naruto e Hinata. Spero di non averti deluso con questo capitolo e che continuerai a segurmi!! Ciao ^-^

 

 

 

Ringrazio anche chi ha avuto il coraggio di inserire questo storia tra i preferiti….e chi ha anche solo letto:

 

 

Ember4NaruHina93

 

Kya chan

 

Piccola teddy

 

E chi mi ha inserito tra i suoi autori preferiti ^-^ cioè:

 

Kana chan

 

Princess hina

 

Sabuko no temari

 

Spero che Saku_piccina 93 a cui la storia è dedicata sai riuscita a leggerla, e mi scuso ancora con i lettori di Candy Shop a cui prometto di aggiornare!! Un bacione Sonny

 

Ps la pianto di rompere…

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Capitolo 3
*** Far away ***


Hinata dormiva tranquilla nel suo letto. La stanza in ordine. La finestra socchiusa. Fu un attimo. Avvertì un leggero formicolio al piede destro, e poi la sua vita cambiò….solo, che lei non se ne accorse.

 

Naruto abbracciava la ragazza che si era portato a letto. Non ricordava il suo nome. Non gli importava. Dormiva. Sognava suo padre, e stranamente si sentiva  tranquillo.  A un tratto quel senso di pace parve interrompersi, ma fu solo un mezzo secondo. Non ci fece caso. E così tutto finì. O meglio, tutto iniziò…

 

Un uccellino curioso si posò, sulla finestra di un ristorante. Osservava due studenti. Un ragazzo e una ragazza. Troppo simili per potersi amare. Troppo convinti di poterlo fare. Lanciò un fischio basso e melodioso. Rossi  capelli di lui. Rosa quelli di lei. Ridevano, felici parlavano del più e del meno, perdendosi in due occhi identici. Lei quasi non aveva toccato cibo. Lui aveva finito tutto. Lei aveva il cellulare acceso, e ogni tanto qualcuno la chiamava. Lui l’aveva spento. Zampettò su e giù per il balcone, gli occhietti attenti. A un tratto i giovani si presero per mano e si diressero fuori dal locale. L’uccellino spicco il volo e li segui. Camminavano vicini, eppure non potevano essere più lontani. Si fermarono davanti un appartamento, entrarono. Li, il volatile non poteva seguirli. Eppure sapeva…aveva visto tante coppie fare cose simili, ma poche erano durate. Volò via, sparendo nel buio, udendo in lontananza i gemiti soffocati di Sakura.Ma presto tutto sarebbe cambiato…

 

Ino stava finendo un esercizio di greco. I capelli sciolti le ricadevano sulle spalle, insistenti. Odiava il greco. Colpa di suo padre. Lei non voleva fare quella scuola, non voleva fare quella vita! Eppure paparino aveva deciso, o così o lui non le pagava gli studi. Sospirò abbassando la testa. Non poteva neanche chiamare Sakura. Era con Gaara. Forse doveva davvero trovarsi un ragazzo. Anche solo per distrarsi. Un bel oggetto, un giocattolo. Da tenere con se fino a quando non si rompeva. Forse. Lanciò un occhiata all’esercizio. Quel verbo cos’era? Un aoristo? Forse.  Si alzò e si stiracchiò. Avrebbe copiato gli esercizi il giorno dopo. Si lasciò cadere sul letto,pesantemente. Chiuse gli occhi. Forse un giorno tutti i suoi forse sarebbero state certezze. Forse il principe azzurro esisteva davvero. Forse tutto sarebbe cambiato…ancora non sapeva quanto era vera la sua ultima affermazione…

 

Tenten spense il cellulare. Aveva appena finito di messaggiare con Kankuro. Era amore? No. Ma lei aveva smesso di crederci. Si diresse verso lo specchio e prese a sciogliersi i codini. Sorrise soddisfatta pensando a come aveva sistemato Itachi. Era una dura lei, e nessun ragazzo l’avrebbe mai fatta piangere. Ne sei sicura Ten? E se le cose cambiassero tutto a un tratto?...

Neji spense la radio. Era quasi l’una, ma allora perché non riusciva ad addormentarsi? Le aveva tentate tutte. Cosa lo turbava? Un sorriso. Una cosa così bella può davvero fare male? Si, specie se non è diretto a te. Si sdraiò sul letto, e socchiuse gli occhi. Lei era la ragazza del suo migliore amico. Lei  era tabù. Ma magari un domani non lo sarà più…

Kankuro si affacciò al balcone. Il vento in faccia gli piaceva. Tanto da lui non dormiva nessuno. Era solo. Lo era sempre stato. Neji, Tayuya, Tentyen, Gaara, Temari…in fondo erano solo lo sfondo della sua vita. Guardò le stelle. Erano tante, erano belle, erano sole. I miracoli esistono, credici…

 

Temari seduta sul tetto, afferrò il cellulare. Non le importava l’ora. Non le importava se era un gesto sciocco. Doveva farlo. Lui stava diventando la sua droga. La sua ossessione.  Ne era dipendente, eppure le piaceva. Digitò il numero che sapeva a memoria.

“Pronto?” chiese lui sorridendo. Sapeva che era lei. Lo sperava.

“Sono io.” Decisa. Diretta. Ma allora perché la voce tremava?” che sta facendo?”

“Nulla.” Sincero. Menefreghista. Ma allora perché tutta quella dannata felicità?  “Tu?”

“Niente.” E poi silenzio. Entrambi fissavano la stessa luna. Entrambi vivevano sotto lo stesso cielo. A lei bastava sapere che lui era la. A lui non servivano parole, solo la certezza di non perderla. E i loro respiri lenti, e muti, valevano più di mille parole. Chissà un giorno riuscirete a parlarvi, un giorno ormai vicino….

 

 

Sasuke stava baciando l’ennesima faccia. L’ennesima ragazza. L’ennesima fregatura. Lei ti farà soffrire. Ma non l’ha già fatto Saske? Lei è di un altro. Ma non era tua Saske? Lei non mi ama. Ma tu si giusto? E allora credici saske…credici….che questa notte è magica…

Kiba beveva. In ogni bicchiere lasciava un pezzo della sua dignità. In ogni bicchiere lasciava un pezzo della sua anima. Perché le persone hanno disperatamente bisogno di amare? E perché lui ne era incapace? L’ennesimo bicchiere vuoto sbattuto con violenza sul bancone. L’ennesimo bicchiere pieno pronto a rimpiazzarlo. Non ne sei incapace hai solo bisogno di qualcuno che ti insegni, e lo troverai…

Itachi camminava solo nei viicoli neri. Da piccolo il buio gli faceva paura. Sorrise. Era molto ingenuo, e forse si piaceva anche di più. Era cambiato. Come tutti. Ma perché allora gli riusciva così difficile accettare i cambiamenti? Non lo sapeva. Non voleva saperlo. Ma presto lo scoprirai…

 

Hanabi…Matsuri…Tobi…Tayuya…Deidara…Sai…Karin…Shino…Rock Lee…solo nomi? No esseri umani le cui vite scorrevano tranquille. Serene. Immutabili. Ma che presto, come tutti avrebbero avuto una serie di piccoli imprevisti, che gli avrebbero cambiato la vita…

 

Hinata si svegliò. C’era qualcosa che non andava. Perché il letto le sembrava essersi rimpicciolito tutto d’un tratto? E soprattutto chi era quella donna nuda che l’abbracciava?

 

Naruto si rigirò, e per la prima volta in vita sua non si trovo a contatto con il freddo pavimento di marmo. Miracolo? No. Oddio forse si. Tuttavia c’era qualcosa che non tornava. Aprì gli occhi, e si convinse di stare ancora sognando.

 

“I pazzi osano dove gli angeli temono andare.”Sussurrò konan.

“Alexander Pope.” Ribatté tranquillo Pein, sdraiato accanto a lei. Lei si voltò e lo baciò.

“Tutto ha inizio.”

“Già…che dio ci aiuti…”

 

Finito! Che ne dite? I commenti  sono aumentati, anche se non di tanto è già un inizio grazie a tutti! Un bacio sonny….

 

Dryas: Grazie tesoro!! Sono contenta che la storia ti piaccia…secondo te sto andando avanti abbastanza bene? Purtroppo in questo capitolo Hina e Nuro compaiono poco, ma nel prossimo ne vedrete delle belle!! Un bacio a presto…

 

Kokuccha: Amore!!Grazie, grazie e ancora grazie per i complimenti! Come hai potuto vedere sarà una Shika Tema anche se Ino ci metterà lo zampino, ma magari potrebbe anche rivelarsi un bene…continua a leggere e lo scoprirai…Scusa se ci ho messo un po’ ad aggiornare, ma ho avuto un sacco di cose da fare, questo è un capitolo di passaggio, ma già nel prossimo, ne vedrete delle belle….Hina e Naru si sono scambiati corpi…prevedo disastri a non finire…a presto un bacio ciao….

 

Mart: Ci si rivede…sei una delle poche che praticamente mi commenta tutte le storie, non puoi capire quanto mi faccia felice la cosa!!^-^…a ogni modo sono felice che la storia ti intrighi, spero di non averti deluso con questo capitolo e che continuerai a seguirmi…un bacione e a presto….

 

Grazie anche a chi l’ha aggiunta hai preferiti cioè…

 

1 - Anima
2 - Ember4NaruHina93
3 - kya chan
4 - melly658
5 - piccola teddy
6 - SilverSephiroth
7 - _darkyneesan_

Grazie all’infinito e oltre!!!!!!! Spero di non deludervi…un bacio immenso sonny ^-^

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Capitolo 4
*** Some body help me! ***


Ognuno ha la pretesa di soffrire molto più degli altri. Balzac

 

 

“Che dici ho esagerato?” chiese Konan, fissando preoccupata una delle palle della sua collana. La terra. Pein alzò un sopracciglio scettico. Da quando lei si faceva problemi se rovinava la vita degli altri? Insomma, a lui lo aveva dannato per l’eternità. E che cristo!

“Pein?” dolce. Melodiosa. Pericolosa. Arrabbiata. Il corpo dell’uomo fu scosso da brividi.  Girò lentamente la testa, e…incontrò i suoi occhi. Non potè fare a meno di pensare quanto fossero belli. Poi, lo sentì. Senti la parte superiore del corpo staccarsi da quella inferiore. Tanto non poteva morire. E lei lo sapeva.

“perché non mi ascoltavi?” le domandò. Impertinente. L’amava. L’odiava. Era tutta un eternità che le stava accanto. Pein non rispose. Si limitò a sparire in una nuvola di fumo. E la falce della morte ruotava…Konan sorrise. Già, la morte…Chissà magari avrebbe potuto… Si girò. E mentre compiva quel gesto tanto innocente, un leggero spostamento d’aria nacque. E col tempo divenne un uragano, che distruttore si riverso sugli essere umani. I suoi bei giocattoli. Lei sorrise.

“Si…” sussurrò”Mi sa che questa volta ho esagerato. “ E si lasciò cadere nella luce infinita, nuda, in un turbine di rose.

 

 

Ok. Calmiamoci. Bisogna essere razionali. Prima  regola, niente panico.  Dove sono? Perché ci sono? Chi è questa donna ? E…e…Io sto sognando. O così, o sono diventata matta. Non ho mai avuto tendenze particolari…insomma, a me piacciono i ragazzi! Il fatto che non ne ho mai avuto uno, bhe è un'altra storia… si, ma da questo a portarsi a letto una ragazza! Hinata riprenditi. Cerco di scrollarmela di dosso, allontanandomi appena. E cado. Mi ritrovo seduta per terra. Da quando il mio letto è a una piazza? Il pavimento è scomodo, ed è cosparso di indumenti e libri. Questa non può essere la mia camera. Sento qualcosa che mi punzecchia la gamba, un fumetto? No. Un porno! Lanciò un urlo e scaravento il giornalino lontano. La ragazza che dorme nel letto, mugugna qualcosa e si gira dall’altro lato.  Ok, se è un sogno sono una grandissima pervertita. Ma, da quando ho i peli sulle gambe? Insomma, mi sono fatta la ceretta ieri. E poi…perché sono biondi? Allungo una mano tremante e li tocco. Sono reali. Come il mio corpo. Ne tiro uno, e sento dolore. Sarà che mi sto facendo prendere dal panico, ma anche le mie gambe mi sembrano diverse. Più muscolose. Più grandi. Meno lisce e pallide. Il mio sguardo le accarezza, e sale…fino  a. Un momento. Cos’è quel rigonfiamento nelle mutande?  No. Questo è troppo. Non respiro. Non c’è la faccio. Io…io…cosa? La mia mente è andata in vacanza. L’ultimo neurone che avevo mi si è fuso. Ma i miei occhi, sembrano volermi dare il colpo di grazia. Da quando ho gli addominali scolpiti? E soprattutto, qualcuno mi spieghi che fine ha fatto il mio seno! No, io non sono pazza. Inizio a piangere. Mi tremano le mani, e nulla ha più senso. Poi lo vedo. Uno specchio. Mi alzo tremante. Le gambe quasi non mi sostengono. Mi avvicino, e …caccio un urlo. A pieni polmoni. La ragazza sul letto apre gli occhi di colpo, urlando anche lei. La porta si spalanca. Un ragazzo biondo che  mi assomiglia in maniera impressionante, entra nella stanza. Tra l’altro senza  bussare. Un momento perché ho detto che mi somiglia? Insomma io sono hinata non questo mostro! Rivoglio il mio corpo, la mia vita! Piango, sempre più disperatamente. E urlo.

“Naruto. Cosa diavolo…” Naruto. Le mie orecchie hanno ascoltato solo quel nome. Naruto.  Inizio a correre. Non so per andare dove. Non mi importa se sono nuda. Tanto, nulla ha più senso. Spingo via dalla porta il ragazzo biondo, e scappo. Scappo da una realtà che mi fa paura. Scappo perché è l’unica cosa che  so fare.

 

 

Va bene.  Se è un sogno, non svegliatemi. Insomma, sono in una specie di reggia, nel corpo di una ragazza molto carina, davanti a uno specchio. Cavolo, certo che chiunque sia questa è proprio fatta bene. I capelli neri,sono lunghi e lisci come la seta. Ha due tette da infarto. Penso che non smetterò più di guardarle. Pervertito anche mentre sogni, eh Naruto? Vabbè le vecchie abitudini sono dure a morire. Ha anche due gambe niente male, peccato per il fondoschiena…quello di Sakura è più bello.   Sospirò. Chissà quando quel rompiscatole di Minato verrà a svegliarmi. Spero tardi. Magari questa tizia esistesse nella realtà, me la sarei già fatta. Qualcuno bussa alla porta. Si parla del diavolo e spuntano le corna. Che palle.

“Signorina Hinata, posso entrare?” Ok. Se avessi un po’ più di cervello, mi sarei già messo in allarme. Ma io sono tardo di comprendonio. Hinata . Eleganza. Un nome grazioso quasi quanto me. Oddio, ma che dico? Quanto lei.

“Signorina’” Questa insiste.

“Entra.” Urlò, con mala grazia. Una donna, abbastanza giovane e carina mi fissa stupita. Mi esamina, con occhio critico. Ma che cazzo vuole?

“Signorina, perché è nuda?” Mi chiede confusa. Sarei tentato di risponderle la cosa più ovvia. Perché sto meglio nuda che vestita, no? Però mi sa che questa tizia avrebbe un infarto. Notando il mio silenzio, lei lascia correre. Si avvia verso l’armadio, e ne estrae una divisa femminile. Io quella non me al metto. Sogno, o no, ho una dignità da mantenere.

“Coraggio, signorina che è stranamente in ritardo, suo cugino Neji e sua sorella Hanabi sono già pronti. “ No. No.No. Fermi tutti. Hinata. La cugina di Neji. La sorella di Hanabi. Quella Hinata? Tutto inizia a farsi confuso intorno a me. Per la prima volta in vita mia, sto svenendo. Speriamo non diventi un abitudine. Poi buio.

 

 

Sakura si alzò dal letto. Gaara dormiva ancora. Lei non ci riusciva. C’era un aria strana, qualcosa di anormale. Si diresse, ancora addormentata verso la finestra. L’aprì, e lo vide. Li vide. Il sole. L’arcobaleno. Le nuvole. La luna.  No, c’era decisamente qualcosa di strano…

 

Temari si alzò, controllo il cellulare. Niente. Neanche un messaggio. Quello stupido s’è l’era dimenticato. Buongiorno. Una parola. Capace di cambiare una giornata. Scosse la testa, e si diresse verso la cucina. Quella era una pessima giornata. A un tratto si fermò. Girò la testa lentamente, e guardò fuori dalla finestra. Sgranò i grandi occhi verdi. Ok, decisamente non era una giornata normale…

 

Sasuke. Svegliati. È facile devi solo scendere dal letto. Puoi farcela. Aprì un grande occhio nero come la pece, e la sua attenzione fu catturata dalla finestra. Non poteva più farcela…decisamante no…

 

Da quando sua cugina era in ritardo? Da quando sognava una sorriso? Da quando Neji Hyuuga era confuso? E soprattutto, da quando era possibile uno spettacolo come quello che era visibile fuori dalla porta? Decisamente…cosa? Decisamente confuso.

 

Tenten si ammirò allo specchio soddisfatta. Era bella , vincente, dolce ed esigente. Se lo ripeteva da quando era piccola, ma dopotutto era la verità no? Sorrise. Si. Era la verità. Si girò per uscire ma, inciampò. Finì con il viso quasi spiaccicato contro la finestra. Aprì gli occhi, doloranti e…decisamente….

 

Fatto, tranquilli che nel prossimo capitolo dedicherò più attenzione a Sakura sasuke neji TenTen  Temari Shiakamaru  Ino Sai e karin….diciamo che questo capito è un capitolo di passaggio. Mi scuso per eventuali errori ma lo scritto in tutta fretta. Un bacio…

 

Rioko_Chan: Grazie!!! Sono contenta che la storia ti piaccia, mi dispiace di aver aggiornato così tardi ma tra vacanze  compiti e rotture varie….penso e spero che mi capirai^-^ Comunque mi pare che Hinatina è rimasta abbastanza traumatizzata e ancora non si è trovata ad aver a che fare con il gruppo di amici di Naruto, in particolare con Sasuke e con suo cugino…che dici noteranno il cambiamento? Un bacio

 

 

Dryas:  Tranquilla che dal prossimo capitolo inizano i guai anche per Neji e Tenten, eheh…poi vedrai povero kankuro….però che vuoi farci al cuor non si comanda e Tenten cadrà sotto il gelido fascino del bel Hyuuga….Comunque e si , si sono scambiati corpi e…iniziano i guai per tutti….vedrai vedrai….ah, piccola nota il cielo è opera di konan chi mi seguirà capirà…grazie di aver messo la storia nei preferiti, un bacio e scusa il ritardo….ciao ciao ^-^ un bacione

 

YRP: Grazie del very chic…io direi  anche very incasinata….sopratutto ora che il desiderio di konan si è avverato….sono casini amari per tutti….grazie per aver messo la storia tra i preferiti, me very very happy^-^  Scusa per il grande ritardo…farò mea culpa a vita e aggiornerò molto prima in futuro promesso….xd…perdonata’ Spero di si…comunque che ne pensi di questo capitolo? L’ho scritto in tutta fretta quindi è un po’ un casino ma nel prossimo mi rifarò…promesso…spero commenterai ancora un bacio….

 

Martnyny: Amore!!! Come è andato il pranzo tra amici? Spero di riuscire a vederti lunedi…se no si va a sabato prossimo….me molto triste…mi sono divertita tantissimo in tua compagnia e ti impongo di aggiornare presto…computer o no….usa la forza del pensiero! Un bacio grande come il centro commerciale in cui siamo state, o era troppo piccolo? Comunque il ragazzo non sio è ancora fatto vivo per fortuna….fatti sentire se no mi presento sotto casa tua…anche se non so dov’è me lo immagino, tanto siamo telepatiche…un altro bacio a presto…anzi alla prossima uscita….

 

Kokuccha:E fai benissimo a recensire! Non hai la più pallida idea di quanto mi faccia piacere…sono felicissima che trovi la storia pucciosa, dato che era un idea starna pensavo che non sarebbe piaciuta, ma tu mi dai la forza di continuare a scriverla…scusa per il ritardo…sono enormemente dispiaciuta…anche perché questo capitolo non è gran che ma il prossimo sarà splendido è una promessa e te lo dedico tutto! Comunque secondo me dovresti provare a pubblicarle le tue storie, sono convinta che sarebbero molto belle e poi io le seguirei tutte!  Se ti fa piacere io gradirei leggerne una fammi sapere così ti do il mio indirizzo…fai un po’ tu non deve essere un obbligo…un bacio ciao tesoro

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