A tre passi da te

di Letiziajromano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mirrors ***
Capitolo 2: *** -Who are you ***
Capitolo 3: *** -A tre passi da te ***
Capitolo 4: *** What are you doing? ***
Capitolo 5: *** love ***
Capitolo 6: *** scelte. ***
Capitolo 7: *** (per le fans) ***



Capitolo 1
*** Mirrors ***


La mattina ti svegli, ti guardi allo specchio, e vedi qualcosa che non ti é mai appartenuto, un fisico sproporzionato, capelli arruffati, statura media e un sentimento auto distruttivo verso ciô che fai e pensi.
Non mi sono mai piaciuta, mi sono sempre guardata con quel sorriso spezzato, ho sempre pensato che forse non era mio destino essere bella, magari avrei sbancato, oppure fatto successo nel campo della scienza, l'importante era quello, avevo perso fin troppo tempo dietro ciò che non era mai stato del tuo mio, in tutti i sensi.
Quella mattina ero li, a cercare di regalare un sorriso al mio riflesso , ma nulla, uno sguardo impassibile dipingeva il mio volto.
Dalla coda alta, scendevano ciocche di capelli biondi, avevo indosso solo una camicia azzurra, e dei calzini bianchi. Sentivo mio fratello ridere dal piano inferiore, una risata squillante tamburellava verso le pareti delle camere da letto, Scherzavano serenamente, mio fratello adorava mia mamma, adorava anche me in fin dei conti, spesso mi diceva che le assomigliavo molto.
La mamma é sempre stata il modello di persona a cui avrei voluto somigliare, é sempre stata dolce, in tutto ciò che faceva metteva parte del suo cuore, è la persona per cui continuavo a ripetermi che ce l'avrei fatta pure io.
Quella mattina pioveva, il cielo ricoperto di nuvole ritraeva perfettamente l'umore che tormentava il mio vivere, tristezza mista ad euforia, nemmeno io so con certezza di cosa si tratti, ma non c'è da preoccuparsi.
Calzai a pennello i miei vestiti non troppo colorati,e con attenzione inizia a tracciare parte del contorno del mio viso. Ero pallida, la mia carnagione era di un rosa candido, le occhiaie scavavano i miei zigomi e due pupille verdi brillavano nelle tenebre, era una delle poche cose colorate che possedevo, i miei occhi.
Mio fratello lanciò un urlo dalla cucina e di scatto ritirai le dita che tastavano le mie guance.
"Camilla datti una mossa" disse con fare nervoso "Faccio tardi a lezione".
Scesi le scale velocemente, i mie passi andavano a ritmo e formarono alcuni suoni melodici,mio fratello era già al posto di guida della sua macchina scura.
Mi posizionai al posto del passeggero e senza aspettare il motore emise un forte ruggito.
Durante il tragitto analizzai con curiosità il suo aspetto.
Michael era un bel ragazzo, dalla carnagione scura non come la mia, i suoi occhi scuri erano profondi, le sue mani erano salde al volante e d'istinto si voltô e lasciò intravedere il piccolo tatuaggio sulla clavicola, Alzò il sopracciglio e mi chiese:
"
Anche tu hai notato che questa mattina sono da togliere il fiato?"
Sorrideva mentre lasciò trasmettere nell'aria quelle parole. "Idiota" iniziò a ridere e io lo seguì e dolcemente gli stampai un bacio a schiocco sulla sua guancia, mi lasciò proprio davanti il cancello principale della mia scuola.
Scesi dalla macchina e mi incamminai verso i gradini iniziali, mi voltai e lui mi sorrideva.
Mi voleva bene era evidente.
La mia classe era al completo, quando entrai in aula camminai a sguardo basso verso il mio banco, la professoressa non mi richiamò, per miracolo, forse era soprappensiero, magari aveva scoperto il marito mentre se la faceva con la bidella dell'ala superiore.
Li avevo intravisti mentre lui la baciava con foga dietro il cortile, ben nascosti, da quel giorno i bigliettini con il mittente anonimo con i dettagli sul bacio non fanno respirare questa povera donna, che sfoga le sue frustrazioni verso noi poveri alunni.
Ero sola, seduta sopra una sedia di legno, e può sembrare scomoda, ma che rimanga un segreto, li in quel preciso punto ho fatto le migliori dormite di tutta la mia vita. Quando le ore passarono ritornai a piedi a casa, la mamma non era nei paraggi mi sdraiai sul letto e iniziai a guardare il soffitto sbiadito, da un colore bianco latteo. Pensieri su pensieri si ammassavano nella mia mente e non potevo far altro che rispondere a tutte quelle domande che mi facevo automaticamente.
Dopo un po mi ritrovai nuovamente sul primo punto che raggiunge il mio corpo la mattina appena sveglia, davanti la lastra riflettente.
Ed altre domande risalgono nella memoria. " Ce la farò mai?"

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Capitolo 2
*** -Who are you ***


E' preferibile ascoltare questo brano durante la lettura del nuovo capitolo: 

Emili Sande: https://www.youtube.com/watch?v=0OHX_PA25Ok

 
 
 
BUONA LETTURA..
 
 
Ero li, ferma su quell'unico punto che raggiungevo ogni mattina prima di recarmi a scuola.
A volte mio fratello mi raggiungeva e mi abbracciava da dietro, mi accarezzava il collo e mi lasciava delicati baci su di esso.
Quella mattina però lo sentivo ridere dal piano inferiore, era con qualcuno.
Una voce maschile che non riconoscevo mi incuriosì, indossavo la solita camicia azzurra e i calzini di lana bianchi che la mamma si preoccupava di stirarmi e rammentare.
Scesi dalle scale con il solito suono che mi accompagnava.
In cucina c'era un ragazzo che non conoscevo.
I suoi capelli non erano corti, erano leggermente più lunghi del solito taglio che sfoggiava mio fratello.
Michael si voltò e mi guardo,i suoi stessi occhi iniziarono a parlare senza che la sua bocca emanasse suono:
"COPRITIII"
Il ragazzo fece un passo verso destra e guardò prima le mie gambe e poi il mio volto.
Era un viso non conosciuto, bello da togliere il fiato.
Era così diverso dagli altri, i suoi capelli erano di un nero intenso e i suoi occhi riflettevano le stesse nuvole del cielo.
Aveva il mare negli occhi.
Indossava una maglia bianca e un giubbino di pelle e il solito jeans rotto sulla base delle ginocchia, mia nonna al suo posto sicuramente avrebbe rimediato a quei buchi sopra il tessuto, la stessa cosa aveva fatto con mio fratello Michael.

Una mattina d'inverno i suoi indumenti ricoprivano il pavimento di casa e lei senza pensarci rimediò al disastro.
Dopo due ore Michael iniziò ad urlare come una donna, chi mai avrebbe potuto "aggiustare" i suoi jeans nuovi da 70£ ?

Mi ero soffermata troppo sul suo aspetto, quando ne fui cosciente, le mie guance si colorarono di un rosso vivo, e notai il suo labbro, che si piegò in un ghigno malefico.
Michael, interruppe questo scambio di sguardi e mi ordinò di salire e di prepararmi.
Quando stavo per chiudere la porta della mia camera sentì le stesse parole che pronunciò mio fratello al ragazzo.
" Se ci provi con lei io ti faccio fare la fine di quel tonno in scatoletta"
Tra me e me pensai: Andiamo solo la fine del tonno?

Inizia a ridere silenziosamente, sapevo con certezza che il ragazzo del piano di sotto non ci avrebbe mai provato, almeno con me.
La macchina era parcheggiata sul retro del giardino, non era la nostra auto.
Ma una decappottabile di un nero intenso. Lui era sul posto del guidatore, mio fratello dietro e il posto al suo fianco era vuoto.
 Quella mattina indossai un semplice vestitino nero di una semplice stoffa che anche la figlia del parroco "Lucy" avrebbe potuto indossare.
Con lentezza aprì lo sportello e mi posizionai minuta sul sedile.
Lui mi sorrise e si porto sul naso gli occhiali.
Mio fratello iniziò a spiegargli il luogo dove si trovava la mia scuola.
Il silenziò porto a galla mille pensieri, e il suo volto cosí perfetto era come una calamita verso i me.  non facevo altro che osservarlo in silenzio.
 Notai dallo specchietto retrovisore lo sguardo di mio fratello che mi osservava.
La sua voce roca catturò il mio udito e mi girai nuovamente verso di lui.
"Comunque, con il permesso di tuo fratello, potrei sapere, almeno, come ti chiami?"
Le mie labbra si trasformarono in un sorriso e in quel momento le mie mani diventarono molto interessanti, silenziosamente pronunciai il mio nome.
"Camilla"
Non rispose, sorrise soltanto, mi lasciò uno dei sorrisi piú belli che avessi mai ricevuto.
La sua macchina si fermò, il vento smise di soffiare. Aprí lo sportello e salutai con un cenno prima Michael e poi il ragazzo e lui aggiunse:
"Ci vediamo dopo, Camilla"
Non mi lasciò riabbattere,la sua auto sfreccio verso nord e altri 1000 pensieri invasero la mia mente in tre piccoli secondi.
 
 
 
 
SPAZIO AUTORE**
 
Salve, io sono Letizia, vorrei ringraziarvi per le visualizzazioni.
"A tre passi da te " è una nuova fanfiction puramente inventata da me, Credo sia opportuno ringraziarvi nuovamente di nuovo, magari se la storia vi colpisce lasciatemi qualche piccolo consiglio,quindi: Recensite.
La vostra Writer 

-Letizia 

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Capitolo 3
*** -A tre passi da te ***


E' preferibile ascoltare questo brano durante la lettura del nuovo capitolo:  

Evanescencehttps://www.youtube.com/watch?v=Ih61MJ72v1Y



 
 
Le lezioni quella mattina erano tutto tranne che interessanti, i flashback delle ore precedenti mi impedivano di rimanere attenta, ero ancora persa in quei occhi, persa in un mare di incertezze e di paure.
Non potevo essermi invadita di un qualcuno che fino a poche ore fa non conoscevo minimamente.
Quando questi pensieri raggiunsero il mio sistema nervoso, mi alzai di scatto, mi reputai pazza, chi mai potrebbe pensare in questo modo a una persona che non conosce fino in fondo.
Mi alzai dalla sedia di legno, e chiesi semplicemente con cordialità al professore di letteratura di uscire fiori per recarmi in bagno.
e lui con sicurezza e senza esito disse:
Certo Miss, ma per favore, non ci cada in bagno
Con un ghigno divertito mi segui con gli occhi fino a quando non lasciai il reparto.
Le pareti del bagno scolastico erano perennemente ricoperte di scritte e colori.
Una piccola scritta in verde mi incuriosì:
Jimmy e Giuly”e al lato della scritta delle cifre in carattere più piccolo indicano l’inizio e la fine, 4 anni.
Cavolo 4 anni.
Io non credo di essere capace di amare così immensamente, sinceramente non amo nemmeno fino in fondo me stessa, chi mai potrei amare?
Quando ritornai in classe guardai il professore e sorridendo gli riferii:
Professore ho fatto ritorno, sono sana e salva, per vostra sfortuna
Ero una delle più brave del corse,potevo permettermi un po di confidenza in più, la letteratura era un qualcosa che mi permetteva di esprimermi in tutte le mie sfumature, quello stesso giorno il Prof lasciò un nuovo libro da leggere.
“Orgoglio e pregiudizio”Uno dei libri che avrò letto come minimo 100 volte, uno dei libri che con il suo orgoglio e il suo pregiudizio ha lasciato il segno in ogni cosa, in ogni desiderio e in ogni sensazione che provo.
Le lezioni terminarono recuperai tutti i miei strumenti da lavoro e senza fretta mi recai al cancello, rimasi immobile quando vidi il suo corpo, fermo al lato dell’auto, mi salutò con un cenno del capo e mi indico di raggiungerlo.
Mio fratello gli lascio l’incarico di recuperarmi da scuola.
Si posiziono al lato del guidatore e mise in moto l’auto, in grembo stringevo il libro che in realtà già possedevo, ma ero lo stesso sacro in tutti i sensi.
I suoi occhi lo scrutarono con interesse, e disse:
Dunque, ti piace orgoglio e pregiudizio
Sgranai gli occhi, lui, conosceva, orgoglio e pregiudizio.
Che c’è, credi che io non sia tipo da questo genere di cose?”
Lo guardai per pochi secondi senza dire nulla, era così bello, così irraggiungibile, ritornai sul pianeta terra e aggiunsi:
No è che, non credevo che tu…
Non mi fece finire la frase, eravamo giunti ormai sulla soglia di casa, il vialetto era illuminato da fioca luce, ma pima di afferrare le chiavi dell’entrata principale, mi accarezzò il polso, e disse:
Credo che sia opportuno dirti il mio nome.. sono Valentino
Ripetei ad alta voce il suo nome, come per memorizzarlo…
Rimarrò con voi per un certo periodo di tempo, sto cercando casa
Annui con un semplice sorriso, la sua mano lasciò il mio polso e afferrai questa volta con precisione le chiavi.
La mamma e mio fratello erano intenti nel cucinare, aspettate Michael cucinare?
Paralizzata entrai in cucina e con gli occhi sbarrati iniziai a dire:
Mamma, sai sono giovane, sono convinta che se lasci cucinare lui, proverà ad avvelenarmi così avrà più spazio per i suoi ospiti”
Valentino era li, a tre passi da me, stava ridendo, tutti ridevano, Michael mi lanciò uno sguardo anch’esso divertito e aggiunse:
Che buona idea
Quella sera notai uno strano comportamento in me.
Forse era la presenza di quella strana canaglia che rendeva tutto, un po più,diverso.
Le scale annunciarono il mio arrivo nella stanza con quello strano strepitio, ero li ferma, nuovamente davanti allo specchio, mi accarezzavo con delicatezza i capelli i miei occhi scintillarono al riflesso, mi avvicinai e tracciai il contorno dell’immagine,cosa avrei potuto fare per amarmi ?
 
 
 
 
SPAZIO AUTORE*
 
Questo è il terzo capitolo di "A tre passi da te".
Spero che la storia vi abbia colpito, grazie per le nuove visualizzazioni, se avete qualche consiglio da riferirmi o un semplice commento, RECENSITE.
La vostra Writer
-Letizia

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Capitolo 4
*** What are you doing? ***


E' preferibile ascoltare questo brano durante la lettura del nuovo capitolo: 

Avril Lavigne:https://www.youtube.com/watch?v=AqajUg85Ax4

 
BUONA LETTURA...
 
 
 Continuavo a leggere ogni mio singolo movimento mi piaceva accarezzare i miei capelli e vedere le mie mani delicate che scioglievano i piccoli nodi all’estremità delle punte, il biondo tenue spezzava con la carnagione delle mie piccole mani, quella mattina le occhiaia posizionate sopra i miei zigomi erano di un viola meno intenso delle scorse volte.
La camicia ricadeva delicata sopra la mia coscia, ne accarezzai il tessuto,era così semplice quasi quanto me.
Quella sera, con il permesso di mia madre, avrei partecipato ad una festa, una di quelle dove la musica martella rumorosamente nella tua testa e l’alcol rende il tuo percorso più semplice.
 
Ma io ero solo stata invitata, non avrei fatto nulla che avrebbe potuto rovinare la mia reputazione da barava ragazza.
Io ero una semplice ragazza che sapeva come comportarsi, certo mi divertivo, ma non nelle maniere “spericolate” di ogni tipo di individuo che conoscevo, compreso Michael.

 
Quella mattina si era presentata con altre 100 domande, senza risposta, ero li ferma ad osservarmi, era presto, solo le 6:30. 
Decisi di andare  a fare una leggera colazione giù.
Scesi le scale e mi recai in cucina.
 
Non ero la sola che si preparava una colazione degna.
Valentino era li, denudato.
Le sue spalle erano definite, ben piazzate, l’elastico del pantalone del pigiama gli stringeva delicatamente i fianchi, e una striscia nera ne fuoriusciva.
Cercai di fargli capire che non era solo in cucina, si volto, e si appoggiò sul pannello della cucina, le sue labbra formarono un sorriso, e i miei occhi  non smisero di guardare il pavimento, cavolo non avevo mai notato che fosse così lucido.
Mi avvicinai al frigorifero, le mie gambe nude di passo in passo si avvicinarono al mobile e con delicatezza lo aprì  togliendo dal suo interno del succo d’arancia. 
 
I suoi occhi mi scrutarono con attenzione, 
Il suo viso era fresco, sentivo una fragranza alla menta, il suo sorrivo era scintillante, lascio il lavello e si avvicino dicendo:
Buongiorno, Camilla,anche tu hai passato la notte in bianco, magari a pensare?”
Cosa ne poteva sapere lui, di cosa faccio la notte, o dei miei stupidi pensieri e domande senza risposta?
Mi avvicinai cosi tanto da far sfiorare le nostre guance, e gli sussurrai:
Ovviamente… non sono affari tuoi
Me ne andai sculettando.
Andiamo che mi sta facendo? Non riesco a riconoscermi,cosa sto diventando? 
 
 
Le lezioni iniziarono con leggero ritardo, la tematica che quest’oggi avremmo affrontato, erano abbastanza interessanti da non farmi  focalizzare quegli occhi così mostruosamente belli.
Alcuni versi di Shakespiare iniziarono a rimbombare nella mia scatola cranica:
 
Se io sapessi scrivere la bellezza dei tuoi occhi 
 e in nuovi metri misurare tutte le tue grazie,
 l’eta a venire direbbe”«Questo poeta mente,tali tocchi celesti non toccheranno mai volti terreni  » “ 
 
Dopo tre ore, iniziò l’intrepida ricerca: Cosa avrei indossato questa sera ? 
Scrutavo tutti i mi miei vestiti, nessuno di essi mi colpi una seconda volta, quella sera era opportuna  per rendermi conto che avrei potuto essere di più, la mia mamma entrò senza bussare. 
Non era opportuno.
Mi accarezzò il volto con le sue mani, così curate, 
E disse:
Amore che stai facendo?
Sto cercando un vestito per questa sera, ma non ne trovo uno opportuno” dissi con tono molto basso, quasi abbattuto.
Seguimi” 
 La mamma mi prese per mano e mi porto nella sua  “immensa” cabina armadio, io non ne avevo bisogno.
Questo potrà andare
Misi le mani sopra una stoffa così morbida e delicata, apri gli occhi, era di un color panna tenue, senza spalline. 
E’ il vestito del giorno in cui ho conosciuto tuo padre
Quelle parole inondarono un fiume ormai in piena,e un flashback parti nella mia memoria, qualcuno aveva premuto play per la centesima volta.
 
Il mio papà stava tranquillamente guidando la sua auto quando il buio pesto strappo il nastro del mio incubo più grande. 
Nessun corpo fu mai trovato, solo questo ricordo spezzato che vaga ormai da 10 anni nella mia memoria.
 
Rimasi in coma per 6 mesi, e ancora oggi le sue braccia così forti mi mancano, il mio papà ci aveva lasciato, per colpa mia.
 
 
 

SPAZIO AUTRICE*

 
 
Questo quarto capitolo svela uno dei fatti passati che tutt'oggi tormentano Camilla.
Grazie per le nuove visualizzazioni, vi ringrazio. 
Con il passare del tempo cercherò di complicare le cose con nuovi personaggi.
La vostra Writer

-Letizia 

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Capitolo 5
*** love ***


CONCENTRATEVI SUL CAPITOLO

 
 

buona lettura:

"Anticipazioni per il prossimo capitolo" 
Ho deciso di complicare la storia quindi trasformare questa storia d'amore in un THRILLER 
Ovviamente la storia tra Valentino e Camilla continuerà.. 
 
LEGGETO QUI SOPRA.
 
l vestito mi cadeva delicato sui fianchi, i capelli erano posizionati perfettamente, acconciati come mai avevo fatto.
Quando la mamma comparse da dietro iniziò a piangere, la sua bambina ormai era cresciuta, 
Tu, sei, bellissima”
Solo queste poche parole riuscì a pronunciare, la sua bocca si muoveva ma niente ne uscì.
I suoi occhi lucidi mi scrutavano con attenzione, mi accarezzo il volto e delicatamente mi aggiustò una piccola ciocca fuori posto. 
Michael apri la porta senza guardarmi anche lui era preparato per una festa, anche se, non credo sia il luogo nel quale starò pure io. 
Cercava qualcosa nel cassetto, ma quando lo trovo si voltò verso di no. 
Mi scrutò anch’esso, i sui occhi non lasciarono l mio corpo nemmeno per un secondo, si avvicino,  tentò di toccarmi, ma la sua mano tremava, aveva paura di rovinare quel capolavoro d’artista.
La mamma smosse Michael e gli afferrò la spalla:
Avanti Michael, esprimiti, questa sera tua sorella farà conquiste”Inizio a muovere le spalle e a battere le mani, era così felice. 
MIchael rimase li imbronciato, era così carino
No..No.. lei viene con me”
 
Iniziò a rincorrere mia madre, e gli strappo dalle mani l’invito della festa.
Ah ma andiamo nello stesso locale, sarò il tuo nuovo bodyguard” 
Si posizionò gli occhiali sul naso e le sue braccia si incrociarono, era così bello, assomigliava molto a papà.
oh papà.
Se solo ora fossi qui.
 
L’auto era parcheggiata nel vialetto, lasciammo casa, mamma era sulla soglia di casa, mentre con il dorso della mano si asciugava le lacrime.
Mio fratello mi guardava spesso e mi sorrideva come solo lui sapeva fare. 
I suoi occhi marroni erano così scuri, così definiti.
Camilla, m devi dire, forse, qualcosa? Il suo tono era turbano anche lui aveva paura, come la mamma.
Cosa dovrei dirti”Ormai ero incuriosirà cosa mai avrei potuto fare?
Tu, hai un.. ragazzo?” 
iniziai a ridere come mai avessi fatto, mi stavo quasi per affogare, 
“No, e comunque, saresti l’ultimo a cui lo direi
I suoi occhi diventarono due fessure e dolcemente allungai la mano per accarezzarlo e gli sussurrai:
Scherzo,comunque no, non sono interessata a nessuno
Ecco la prima bugia, io sapevo di aver mentito, e quei occhi celesti tornarono nella mia mente. 
 
 
La musica martellava verso i miei timpani, e mille corpi si strusciavano verso di me, ballavano tutti insieme, alzavano le mani e si toccavano senza pietà. 
Michael si allontanò da me urlando:
Vado a prendere da bere”Altri corpo si strusciarono su di me e io mi allontanai verso i tavolini di pelle rossa.
Un ragazzo si accomodò al mio fianco e usò un tono abbastanza acuto per essere almeno un po udito
Piacere Lucas” disse.
"Camilla" risposi 
Lucas era biondo con un ciuffo rialzato, due occhi di un grigio intenso, quasi ghiaccio, i suoi bicipiti erano forti, solo al vederli sentivo la loro pienezza. 
Mi prese per mano e iniziò a ballare vicino a me. 
Io rimasi ferma fino a quando le sue mani si posizionarono sui miei fianchi e le mani iniziarono a scendere fino alla carne.
Rimasi immobile ipnotizzata, fino a quando la sua mano prese la mia e inziò a tirarmi verso l’esterno, e il mio corpo si dimenò , ero immune alla sua brutalità,ma prima che i nostri corpi potessero toccare il terreno fuori. 
Una stretta catturò il mio polso e fermò la nostra corsa
Camilla dove credi di andare”Guardai solo i suoi occhi, i suoi occhi, così a azzurri. 
Andiamo amico stiamo andando a divertirci” Nel suo alito riuscivo a percepire un fragranza di vodka. 
“Divertiti con questo” Senza che me ne accorgessi il suo pugno si posiziono sullo zigomo di Lucas, e il suo corpo cadde a terra. 
Valentino iniziò a correre verso l’uscita quasi raggiunta e i suoi passi erano molto più lunghi dei miei. 
Ci fermammo in un vicolo ceco senza alcun uscita al di la dei nostri corpi, il suo fiatone si posizionava sulla mia fronte e quella fragranza di menta catturo nuovamente il mio olfatto..
Lo guardavo senza alcun interesse.
Valentino iniziò a ridere, era una risata così melodica, musica per le mie orecchie. 
Il mio battito cardiaco accelerò era solo a tre piccoli passi da me.
Dolcemente stese la mano e l’appoggio al muro. 
Accorciò lo spazio tra le nostre bocche e lasciò un delicato bacio sulle mie labbra.
Quando mi guardò  il mio mondo cominciò a girare ancora più veloce, quasi mi girava la testa. 
E in un istante le mie labbra dolcemente si appoggiarono alle sue, fino a quando i nostri corpi diventarono un tutt’uno. 
Mi staccai da lui, il suo sorriso era così sincero, ma le parole di mio fratello ritornarono nella mia testa e iniziai a preoccuparmi.
Oddio MIchiael, adesso mi ammazza”dissi  alzando le mani verso la testa. 
Starà bene,tranquilla”Mi afferrò il polso così delicatamente e mi accarezzo le mani con il suo indice.
 
 
 

SPAZIO AUTRICE*

 
Salveeeee eccoci, come vi ho già anticipato,questa storia diventerò più movimentata del solito,per favore recensite.. Almeno così capirò se siete d'accordo
La vostra Writer

-Letizia

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Capitolo 6
*** scelte. ***


BUONA LETTURA FANCIULLE 

 
 
Quando non ti piaci, niente può farti cambiare.
Non ci sono spiegazioni a questo, ho sempre pensato che tutto ciò che contasse fosse l’aspetto, lo penso tutt’ora.
Ogni volta che vedo il mio riflesso, sento una grande fitta, ma non al cuore, tutto parte dalla mia testa.
Il dolore è una cosa mentale, quasi immune a chi lo può controllare. 
Ho desiderato di morire, ho immaginato il mio corpo sommerso da un mare senz’aria. 
L’ho immaginato, ma mai provato, mi manca anche solo il coraggio. 
Come se qualcosa mi fermasse. 
E’ solo colpa mia. 
 
Me lo ripeto cosi tante volte, avrei voluto rimanere in coma, avrei voluto ascoltare infinitamente le voci di chi mi sta intorno senza poterle guardare.
La camicia era rovinata segno delle tante volte in lui l’avevo indossata.
Un’ondata di vento si infranse sul mio corpo, e i suoi occhi scintillanti si mostrarono sul riflesso. 
Non ero solo io, ma lui dietro di me, osservava il mio riflesso, si avvicinò a me e mi strinse in un abbraccio così familiare. 
Cosa stai facendo”Sussurro così vicino al mio orecchio, baciando il mio collo delicatamente. 
Niente”. La mia più che un’affermazione fu un lamento.
“Stai mentendo, di cosa hai paura?”Sentivo le sue mani contro di me fremere.
Di non essere abbastanza,di far morire tutte le persone che mi amano”Mi voltai verso di lui, i suoi occhi erano così amari, immersi in un mare, quasi in tempesta.
Tu sei abbastanza per tua madre, per Michael, per me”Le sue ultime parole mi colpirono, lo guardai fisso negli occhi.
Come fai a saperlo?”
Io,lo sento
Mi bacio delicatamente la fronte, ero priva di coscienza. 
 
 
La mattina seguente non mi guardai allo specchio, il mio specchio ormai era Vale. 
Era più tardi del solito, scesi in fretta le scale, ed  emisero lo stesso rumore del solito.
Una donna era seduta sopra uno degli sgabelli che si affacciava sulla veranda. 
I suoi capelli erano legati in un elegante tuppo, così alto da sembrare quasi un nido per rondini. 
Indossava indumenti da lavoro, la solita giacca scura. 
I miei occhi si posizionarono un suo cartellino 
Che vuole una tizia dell’FBI nel mio salotto. 
 
Valentino mi seguiva, teneva il passo dietro di me,quasi a tre passi. 
 
La donna mi mostrò un ampio sorriso. quasi sincero. 
Tu sei camilla, vero”Disse mostrando nuovamente il suo sorriso così smagliante. 
Si”sospirai.
Devo parlarti
Ascolto
“Io so dov’è tuo padre
In quel momento sentii crollare dietro di me cento grattacieli, 
Mia madre si alzò di scatto,e appoggiò una mano sulla spalla della donna.
Non è pronta per questo
Pronta per cosa?”
La mia mamma sussurrò qualcosa all’orecchio della donna ed essa si alzò in piedi lasciandoci soli. 
Tutta la mia famiglia era rannicchiata sul divano, ero pronta per ascoltare la verità.
La mia mamma sospirò e iniziò a parlare.
Amore mio, è giunto il momento che tu sappia tutta la verità
Il mio cuore inizio a battere così forte, quale verità ?
“il 6 settembre il giorno in cui hai avuto l’incidente tuo padre non è morto…. è stato rapito
Le macerie dei grattacieli si rincoposero e caddero nuovamente su di me.
Abbiamo cercato in lungo e il largo finché non abbiamo fatto una scelta
Io e tuo fratello e Valentino siamo come quella donna"
Mi alzai di scatto dalla mia posizione, questa era la verità ?
Abbiamo bisogno di te
 
 
 

SPAZIO AUTRICE*

 
Come vi avevo già anticipato ecco il nuovo capitolo fresco fresco, grazie per ne nuove visualizzazioni, avrei bisogno di qualche recenzione per capre se questa storia vi piace o no.
Graize
La vostra Writer

-Letizia

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Capitolo 7
*** (per le fans) ***


Hei ragazze questo è un messaggio di bordo per voi.
So che sarete dispiaciute per la mia incostanza a pubblicare l'ottavo capitolo, ma sono molto impegnata nella creazione del TRAILER.
Ebbene si, avete capito bene, ho quasi terminato di farlo,si suppone che domani sia già in rete, ma anche questa sera,  chi lo sà!
Lo troverete sotto la trama,bacioni
xx

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