Harry e Voldemort sotto accusa: chi l'avrà vinta?

di Greg90_h
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Harry e Voldemort sotto accusa: chi l'avrà vinta?

HARRY E VOLDEMORT SOTTO ACCUSA!

CHI L’AVRÀ VINTA?

Era una tranquilla mattinata a Hogwarts e sottolineo la parola era, perché proprio in quel momento apparve nel corridoio che conduceva all’aula di Trasfigurazione un Patronus tutto nero a forma di teschio con un serpente in bocca.

«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Il Marchio Nero!» urlò Ron buttandosi a terra e coprendosi il volto con le mani.

«Ma no, Ron! È un Patronus!» fece Hermione saputa.

«Non ti credo!» strepitò Ron. A seppellire le parole dei due litiganti fu lo stesso teschio che parlò con una voce acuta e sinistra che fece rizzare i capelli in testa a tutti, creando delle acconciature molto originali.

«Harry Potter – disse il teschio – ho capito quello che vuoi fare! Vuoi uccidere tutti i miei Horcrux! Ma io te lo impedirò! Non penserai di battermi, vero? Io sono molto più intelligente di te!»

«Bè, non mi pare – disse tranquillo Harry – hai appena rivelato a tutti di avere costruito degli Horcrux!»

«Oh, cacchio, è vero!» disse il teschio. «Vabbè più tardi li faccio secchi…»

«Che vuoi a quest’ora Tom?» disse la voce di Silente da dietro Harry.

«Professore e lei da dove è apparso?» chiese Harry allibito

«Mi sono Materializzato»

«Ma non ci si può Materializzare o Smaterializzare nei confini di Hogwarts!» gli fece Harry

«Vedo finalmente che hai cominciato ad aprire qualche libro. Sono fiero di te!»

«Veramente no… ma…»

«Silenzio, piccolo, non vedi che sto parlando col signor teschio?» fece gentile Silente dando ad Harry uno zuccherino invitandolo a stare zitto.

«Allora, Tom, che vuoi a quest’ora?»

«Non chiamarmi Tom!»

«Ti chiamo così da molto tempo e tu sai come sia difficile ammazzare le vecchie abitudini, vero?» fece Silente ironico

«Non so a cosa ti riferisca!» fece il teschio diventando tutto rosso.

«Ma come non hai capito? Mi riferivo al fatto di Shakespeare! Da quando ti ho portato a vedere una sua opera teatrale ti sei messo anche tu a dire “essere o non essere” con un teschio in mano! Da allora i teschi sono il tuo simbolo preferito!» fece Silente con uno sguardo malinconico.

«Ah, quello!» fece il teschio più rilassato.

«Comunque sia – riprese il Patronus – sono qui per dirti che ho intenzione di trascinare Harry Potter in tribunale!» disse.

«E perché?» chiese Harry.

«Per il fatto degli Horcrux! Tu vuoi uccidermi!»

«Se è per questo anche tu vuoi uccidermi!»

«Si, ma io sono l’antagonista, quindi è perfettamente naturale!»

«Non ci avevo proprio pensato…» disse Harry meditabondo.

«Non riuscirai a farla franca!» disse Silente

«Non mi chiamo Franca, idiota!»

«Ho scusa, pensavo ad un'altra persona…»

«E a chi? Stando alla Rowling, tu sei gay!»

«Davvero? Io non lo sapevo! Perché non l’ha detto subito?»

«Non ha detto molte cose…» fece Hermione.

«Comunque sia, ti aspetto al Wizengamot alle sette della mattina del lunedì prossimo.» detto questo sparì lasciando tutti col fiato sospeso.

«E ora?» chiese Harry ad un Silente piuttosto turbato.

«Ora ti insegnerò un po’ di cose sull’amore.» disse Silente

«Professore così mi spaventa…» fece Harry memore della rivelazione del teschio.

«Ma che hai capito! Parlavo dell’amore verso il prossimo!»

«Ah… - fece Harry – ed è molto importante?»

«Senza di quello non saresti vivo!» disse Silente

«Si riferisce, forse, al fatto che mia madre è morta per salvarmi?» disse harry piano.

«No. Al fatto che senza amore verso il prossimo nessuno si sarebbe impedito di strangolarti per la fine che hai fatto fare a quasi tutti i personaggi della serie da quando sei nato!» rispose il Preside.

 

Questa ff mi è venuta così all’improvviso che ho voluto subito iniziare a pubblicarla! Spero che vi abbia fatto divertire e che recensirete numerosi. Ci vediamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** 2 ***


bla

La sera dopo, Harry, aveva il suo incontro con Silente.

«Se ti fa qualche avance, colpiscilo con un destro!» stava dicendo Ron ad Harry.

«Ma no – desse Hermione – vai semplicemente in pace e pronto a trattare» e cacciò fuori dal nulla una bandierina bianca. Harry gliela prese e gliela ficcò su per il naso.

«Dai retta a me rispondi al fuoco col fuoco!» continuò Ron

«Non vedo perché dobbiate preoccuparvi così tanto – disse Harry – tralaltro proprio tu, Ron, non ti devi preoccupare per me. Stando alla Rowling sei tu che piaci a Silente…». Ron si alzò di scatto dalla poltrona e corse via urlando con le braccia in aria verso il dormitorio dei maschi fino a sbattere contro la porta chiusa.

«Che cosa gli è preso?» chiese Harry guardando l’amico che si rialzava da terra, apriva la porta del dormitorio e ricominciava a correre urlando.

«Boh, lo sai come è fatto» disse Hermione togliendosi la bandiera dal naso. Harry prese la bandiera bianca di Hermione con l’intento di ficcarla nell’occhio a Silente se mai si fosse comportato in modo strano. Fatto questo si avviò per uscire dal buco del ritratto, dopo che uscì sentì la voce della Signora Grassa.

«Parola d’ordine?» disse

«Ma come? Anche all’uscita, ora?» chiese Harry

«È che volevo sentire la tua voce per un ultima volta, prima del tuo incontro col professor Silente…» disse lei commossa.

«Ma la volete piantare, tutti quanti?!» disse Harry spaventato e scappò via. Salì nello studio del preside e poco ci mancò che non fuggì di nuovo alla vista di molte candele che galleggiavano a mezz’aria intorno alla scrivania di Silente.

«Professor Silente… quella candele…?» chiese Harry mentre iniziava a sentirsi leggermente agitato

«Servono solo per fare luce – disse Silente sulla difensiva – non ti starai facendo prendere la mano dal fatto che… be’…»

«Cosa? – fece Harry imbarazzato – Oh, no, non ci pensa quasi più nessuno…».

«Molto bene – disse Silente rilassato indicando una sedia – se vuoi sederti»

Harry preferiva di gran lunga restare in piedi, ma per cortesia si sedette. Silente alzò la bacchetta e la serratura scattò.

«Così non ci disturbano». Harry deglutì.

«Allora, Harry è arrivato il momento che ti spieghi qualcosa sull’amore (Harry si aggrappò ai lati della sedia). L’amore verso il prossimo. (Harry si rilassò)» Silente continuò.

«L’amore verso il prossimo è la più importante delle forma d’amore; quella che ci spinge a mettere gli altri prima di noi stessi, quella che spinse tua madre a donare la vita per te.». Silente guardò Harry con gli occhi penetranti. Harry dal canto suo iniziò a sbadigliare.

«Quando Voldemort arrivò qui ad Hogwarts – continuò il preside – io capii subito che era un tipo di cui non ci si poteva fidare…»

«E come la capì?» chiese Harry

«Be’, impiccare coniglietti, spaventare gli latri bambini e guardare le opere di Shakespeare senza addormentarsi sono il segno sicuro di un bambino fuori dal comune e malvagio!» disse Silente con fare teatrale.

«E quando all’inizio della saga, dicevate di sapere che Voldemort si trovava in Albania, mentre tutti dicevano che era morto e (tralaltro neanche i Mangiamorte sapevano dove si trovasse)? Come lo sapeva?»

«Questo è uno dei tanti misteri irrisolvibili della storia!»

«Si, ma almeno voi che sapevate, dovevate sapere come potevate sapere!» disse Harry veemente.

«Ma certo, caro» disse Silente che non ci aveva capito un acca. Harry trasalì a sentirsi chiamare “caro” da Silente, ma non lo diede a vedere. Silente ricominciò a parlare dell’amore con un tale trasporto che Harry non potè non sentirsi commosso. Alla fine del discorso il preside restò a guardarlo per un po’ e Harry si chiese teso a cosa mai pensasse… poi, senza preavviso.

«Spero di averti detto abbastanza per farti vincere la causa» disse

«Non direi – commentò Harry – ha cianciato tanto sull’amore, ma non mi ha detto molto su come fare bella figura davanti al Wizengamot!»

«Tranquillo, alla tua difesa penserò io!» disse il preside assumendo una posa da superman che spicca il volo. Harry lo guardò sconcertato.

«Be’ credo che la nostra lezione sia finita qua. Mi pare che l’autore di questa Fanfiction non sappia più cosa scrivere»

«Io vincerò – disse Harry – sono il protagonista»

«Vincerai TU?» fece Silente

«Si, vincerà tu… cioè, no… vincerò io cha detto da voi è tu, ma che in realtà sono io e… cosa stavo dicendo?» chiese confuso

«Se non lo sai tu…».

«Sei uguale a tuo padre lo sai?» disse Silente guardandolo

«E ho gli occhi uguali a quelli di mia madre, lo so!»

«Ah, si… dovevo mettere anche lei nella frase, dopo…». Harry si trattenne con tutte le sue forze dal ficcare la bandiera nell’occhio di Silente come voleva fare prima e si alzò per andarsene, voleva uscire di lì al più presto.

«Oh, te ne vai?» chiese deluso

«Eh, sì, io vado a letto presto… sa, devo crescere!» disse harry inventando una scusa sul momento.

«Ah, ok…». Harry era già con la mano sulla maniglia quando il preside lo richiamò.

«Harry…»

«Sì?»

«Me lo dai il bacino della buonanotte?» chiese speranzoso

«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRGH!»

 

Rieccomi col secondo capitolo. Stamattina mi era venuto meglio, ma non ho potuto scriverlo, così… Spero che vi abbia fatto sorridere lo stesso! Ci vediamo al prossimo chap!

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Capitolo 3
*** 3 ***


asdaf

«Com’è andata ieri?» chiese Ron ad Harry che si trovava steso sul suo letto; sfinito.

«Cosa?»

«Com’è andata con Silente?». A quelle parole Harry balzò sul letto e afferrò il lumetto dal comodino agitandolo con furia.

«Dov’è? Dov’è Silente? DOV’È?» disse furioso.

«Calmati, Harry, non è qui – fece Ron – eppoi dove lo hai preso un lumetto babbano?» chiese allibito. Harry guardò il lumetto per un istante. Poi lo mise daccapo sul comodino e prese invece uno scomodo lumino a gas.

«Così va meglio…» disse Ron uscendo dal dormitorio soddisfatto mentre Harry ricominciava a far roteare il lumino a gas.

«Dov’è Harry?» chiese Hermione vedendo Ron che scendeva da solo dal dormitorio maschile.

«Oh… Sta facendo ginnastica!» rispose velocemente il rosso col pensiero rivolto alla colazione.

Dopo un po’, Harry scese a colazione nella sala grande insieme agli altri. Allo scranno d’oro del tavolo delle autorità, Harry poteva vedere tutti i professori che lo avevano istruito fino ad allora, e anche Silente… Preso da una leggera nausea cominciò a mangiare il suo piatto di aringhe affumicate di prima mattina: col chiaro intento di farsi fuori il pancreas. Anche Ron guardò verso Silente e il professore li fece l’occhiolino.

«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!» urlò Ron fuggendo dalla sala grande in preda al panico.

«E ora che aveva?!» chiese Harry allibito mentre molti studenti si  giravano a vedere Ron che si dileguava alla velocità del suono. Hermione scosse la testa. Dopo la colazione Harry si alzò dal tavolo e fece per andarsene, ma Silente lo raggiunse e lo bloccò.

«AIUTO! AIUTO! AIUTO! AIUUUUUUTOOOO!» urlò Harry mentre il preside lo strattonava per il braccio.

«Calmati, Harry! – disse gioviale – volevo solo dirti l’orario del nostro appuntamento! Ti va bene alle otto?»

«No… e va bene!» fece scocciato l’occhialuto.

«Molto bene! A stasera! Bye, Bye!» fece il preside allontanandosi mentre lo salutava con la mano da dietro le spalle. Harry vomitò prima di allontanarsi seguito dalle urla di Gazza che imprecava contro tutto quel vomito.

Quella sera Harry era in preda alle lacrime.

«Buhuuu! Non voglio andare da quel barbuto (ovviamente si riferisce a Silente NdA)» piangeva Harry mentre Ron e Hermione lo tiravano dai piedi e lui restava attaccato con le mani ai bordi del buco del ritratto.

«Su dai, Harry, non fare il bambino!» disse Ron.

«Ah, sì? – disse Harry – Te lo ricordi ancora chi è il preferito di Silente tra noi due, vero?». Ron fuggì via urlando come al solito.

«Meno uno! Sono un genio!» Harry si congratulò con se stesso per essersi liberato del rosso. Ma Hermione tirò più forte e parte del muro si ruppe ed Harry venì via suo malgrado.

«E ora vai!» gli disse Hermione puntandoli contro la bacchetta.

«Uffa!» disse il moro avviandosi.

Arrivò di fronte al Gargoyle e si fermò

«In fondo non so la parola d’ordine…» pensò Harry valutando la possibilità di andarsene con una scusa, ma Silente arrivò da dietro le sue spalle.

«Ehilà, bel moro! Vuoi entrare con me nel regno dell’amore?» chiese Silente vedendolo.

«In-in che senso?» chiese Harry tremante.

«Nel senso metaforico del discorso che affronteremo nel mio ufficio – fece Silente scontato – perché, che pensavi?» chiese inquisitorio

«N-niente» disse Harry. Silente disse la parola d’ordine

«Lord Voldemort e sono stupido!»

«Che razza di parola d’ordine è?»

«Be’ è molto sicura, tanto per cominciare tutti avrebbero troppa paura di dire il nome di Voldemort per voler dire la parola d’ordine eppoi se Lord Voldemort in persona volesse entrare qui non oserebbe mai dire di essere stupido, è troppo orgoglioso, non ti pare?»

«Ma Voldemort non entrerebbe mai qui ha troppa paura di me che sono l’unico di cui lui abbia paura!» disse fiero il preside.

«Al momento, anch’io ho un po’ paura di voi…» disse Harry

«Come, scusa?»

«Niente» disse veloce Harry mentre con aria depressa si apprestava a salire nell’ufficio del preside dietro al preside.

All’arrivo nell’ufficio, tutti i quadri iniziarono a cantare la marcia nuziale. Forse dipendeva dal fatto che erano entrati a braccetto…

«Ma perchè mi sono lasciato convincere ad entrare in questo modo idiota?» si chiese Harry mentre Silente lo lasciava e andava a sedersi dietro la scrivania. Di nuovo chiuse la porta a chiave ed Harry si sentì di nuovo in trappola.

«Allora, Harry – cominciò a parlare – Ho saputo chi sarà il difensore di Voldemort»

«L’ha saputo allo stesso modo in cui ha saputo che Voldemort si trovava in Albania prima di risorgere?» chiese Harry.

«Sì.»

«Allora non si saprà mai come l’ha saputo»

«Infatti»

«Chi è comunque?»

«Peter Minus, altrimenti detto Codaliscia!». Harry cadde dalla sedia in preda alle risate.

«AHAHAHAHAHAHAHAH. S-si f-farà d-difendere da q-quell’idiota! AHAHAHAHAHAHAHAH! Allora abbiamo già vinto!»

«Non sarei così ottimista, le stesse fonti che mi hanno rivelato che Voldemort era in Albania, Hanno detto che Codaliscia ha studiato il codice magico a memoria!»

«Conoscendolo avrà sbagliato codice e si sarà imparato quello stradale!»

«È possibile tuttavia questa Fanfiction è piuttosto piena di colpi di scena, quindi dobbiamo stare attenti: potrebbe diventare un ottimo avvocato!»

«Peter Minus un ottimo avvocato? Ma è illogico!» disse Harry rivelando la sua abissale conoscenza della lingua italiana.

«Ma perché, secondo te in questa fic c’è qualcosa di logico??» disse Silente ovvio.

«In effetti…» fece Harry risedendosi (tutta l’ultima parte del discorso l’aveva affrontata seduto per terra). Il resto della lezione passò tra Silente che componeva poesie sulla potenza d’amore e Harry che dormiva perché del discorso non gliene fregava niente. Prima che Harry andasse a letto, dovette ammettere di aver capito una grande verità: l’amore è una cosa potente, fa dormire alla grande, si chiese solo come lo avrebbe difeso in tribunale…

 

Questo chap mi è venuto di getto alle dieci, ma internet non voleva funzionare… così l’ho pubblicato stamattina, spero che vi sia piaciuto. Recensite e al prossimo capitolo!

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Capitolo 4
*** 4 ***


hgcdyj

Scusate se vi ho fatto aspettare, ma non ero riuscito a trovare il tempo per scrivere altro. Ho ripostato il capitolo perché mi sono finalmente venuti in mente dei pezzi che mi ero dimenticato di scrivere… J

Detto questo, vi lascio all’ultimo chap!

Leggete e recensite!

 

Erano passati cinque giorni dalla seconda lezione di Harry con Silente. Ora l’occhialuto era lì nello studio del preside per la loro ultima lezione prima dell’inchiesta del giorno dopo.

«Bene, Harry, spero di averti chiarito un po’ di cose sull’amore… - fece Silente – ma che fai dormi?!»

«Eh?... – fece Harry svegliandosi di colpo – no, no stavo solo riposando gli occhi…» farfugliò per nascondere il fatto evidente che dormiva.

«Insomma, domani dovrai vedertela con Lord Voldemort, e ora dormi?»

«Chiedo scusa…»

«Vabbè và, andiamo a dormire» disse Silente scocciato spegnendo la luce dello studio con la bacchetta.

«Professore, non mi fa uscire?» chiese Harry al buio

«Ah, be’… pensavo… vuoi dormire qui? Sai domani c’è la battaglia legale contro Voldemort e io ho paura…»

Harry alzò gli occhi al cielo

«Professore non faccia così, infondo è solo una causa legale, e io non posso dormire qui… la mamma mi aspetta a casa!» disse Harry orripilato

«Quale mamma? – chiese Silente – mi sono perso qualcosa?»

«Era un modo di dire, ma ora mi faccia uscire!»

«E va bene» la porta si aprì. Harry scappò via nell’oscurità.

L’occhialuto tornò nella sala comune di grifondoro. Disse la parola d’ordine alla signora grassa («Spero di scamparla domani!» la signora grassa pianse «Così si fa figliolo» disse commossa) ed entrò dentro.

La sala era piena di stendardi neri.

«Che è successo? Chi è morto?» chiese a Ron

«Non preoccuparti, gli abbiamo messi nel caso domani non ce la dovessi fare, così sono già pronti». Harry gli diede un pugno in faccia.

«Ma era un idea di Hermione!» si lamentò il rosso

«Oh, scusa! Appena la vedo rimedio!».

Il giorno dopo Harry venì svegliato alle cinque. Per un po’ si guardò intorno intontito, poi vide Ron che lo guardava.

«Devi andare all’udienza» gli disse il rosso. Harry, furioso con Ron che lo aveva svegliato lo fece scappare via urlando dicendoli che Silente voleva avere un appuntamento al buio con lui. Purtroppo così svegliò il resto del dormitorio e alla fina dovette alzarsi per forza pure lui.

Fece una veloce colazione e poi si diresse nell’ufficio di Silente.

«Eccolo qui il mio impavido eroe – fece Silente vedendolo – pronto a morire per la patria, l’amore, la gloria, la fame…»

«Ma che si è fumato oggi?!» chiese Harry al preside

«E che non ho fatto colazione»

«Ora capisco perché ha detto fame invece di fama…»

«Ah, no, quello è solo un errore di battitura».

«Come ci andiamo al Ministero?»

«Che Ministero?»

«Della Magia»

«E perché dovremmo andarci?»

«Per l’udienza con Voldemort, no?»

«Ah, già… scusa ma quando non faccio colazione non ragiono mai tanto bene»

«Allora non avete mai fatto colazione in vita vostra!» scherzò Harry e rise alla sua battuta come un idiota.

Silente non l’ascoltò. Prese un pizzico di polvere volante e la buttò nel camino. La polvere volò via…

«Accidenti a questa polvere Volante – ringhiò Silente – vabbè vuol dire che ci Materializzeremo.». Prese Harry per mano (Harry rabbrividì), girò su se stesso e sparì. In un secondo arrivarono al Ministero.

«Professore Silente, come ha fatto a Smaterializzarsi dall’interno del castello»

«E non ti ci mettere anche tu, come Hermione, co’ sta storia! Era più comodo così, no?». Si diressero verso l’aula delle udienze del Wizengamot.

«Ci siamo» disse Silente teso. Harry lo guardò e vedendolo così teso si chiese perché il preside dovesse fare stratcing proprio ora.

Entrarono. La stanza era completamente diversa dal solito. Le sedie con le catene non c’erano; al loro posto era comparso un palchetto con una sedia. In alto c’era Caramel, la Umbridge, e molte altre persone convinte che Voldemort fosse morto e che si chiedevano cosa diamine ci facevano lì.

All’improvviso arrivò verso di loro una donna vestita di giallo, con degli occhiali stressati (ovvero pieni di strass…) che si avvicinò ad Harry; era Rita Skeeter.

«HARRY POTTER! – urlò estasiata abbracciandolo – Come ti senti prima della tua udienza? Sei agitato? Depresso? Ti cadono i capelli?».

«No Comment!» disse Silente vestito in giacca e cravatta e con degli occhiali da sole.

«Professore, ma come si è vestito?!» chiese Harry

«Da guardia del corpo…» disse Silente prima di schioccare le dita e tornare normale.

«Scusatelo – disse Harry a Rita Skeeter – è agitato per l’udienza… sa, non ha il mio stesso sangue freddo…» e si lisciò i capelli ammiccando.

«Quindi non sei agitato all’idea di affrontare tu-sai-chi?» chiese lei tirando fuori la sua penna prendi appunti e cominciando a succhiarla come un ciucciotto.

«Ma perché si succhia quella cosa davanti a tutti? Lo sa che fa leggermente senso?»

«Che ci vuoi fare le penne prendi appunti funzionano solo così» rispose lei.

«Allora vuoi dirmi una parolina?» disse lei.

«Si avrei proprio una parolina da dirle: vaff******!».

«Harry! – disse Silente dopo aver lanciato un urlo acuto scandalizzato – Cos’è questo linguaggio scurrile e babbano?!»

«Mi scusi: è dal quarto anno che glielo volevo dire, ma Rowling non lo voleva scrivere…» disse lui. Rita prese un aria offesa (chissà perché) e se ne andò. Subito dopo apparve Voldemort in una nuvola di fumo nero.

«AHAHAAH!» rise. Intorno urlavano spaventati, Caramel disse:

«Ma allora è tornato davvero!».

«Che idiota!» fece Silente scuotendo la testa. Voldemort si avvicinò ad Harry, seguito da Codaliscia.

«Malvenuti a voi» fece Voldemort ironico guardando i suoi acerrimi nemici.

«Malvenuti a voi! – ripetè Silente ridacchiando – hai sempre avuto un grande senso dell’umorismo, Tom!». Voldemort incrociò mani e piedi e si dondolò sul posto, rosso per il complimento.

«Oh, grazie, non dovevi!» disse ridendo come un idiota. Codaliscia e Harry si guardarono sconcertati. Caramel abbaiò:

«Vogliamo muoverci?» ma nessuno lo capì così ripetè la frase senza abbaiare. Tutti presero i loro posti mentre partiva la musichetta di Forum.

«Dunque: Gli imputati Harry James Potter e Tom Orvoloson Riddle…» iniziò Caramel

«Come mi hai chiamato? – disse Voldemort rabbioso – Crucio!».

«AAAAAAAAAAAH!». Voldemort si ricompose.

«D-dunque – fece Caramel rialzandosi – gli imputati… qui presenti, sono stati chiamati sotto espressa richiesta… di quello a destra di Potter, per via del meditato assassinio di quest’ultimo verso il primo»

«Obiezione!» disse Silente

«Di già?» chiese Caramel

«Già, di già?» disse Voldemort prima di congratularsi con se stesso per la rima.

«Anche Voldemort ha tentato di uccidere Harry!» disse Silente in mezzo al silenzio

«Chi Tom Riddle? – fecero alcuni – era un così bravo ragazzo!»

«A me ha fato fuori mia suocera! – disse un uomo affianco a Rita Skeeter – non lo ringrazierò mai abbastanza!». Voldemort agitò una mano come a dire “sciocchezze, lo faccio tutti i giorni”.

«Comunque sia – disse Caramel – l’obiezione è accolta» Voldemort lo fulminò con gli occhi prima di salire sul piccolo podio accompagnato di nuovo dalla musichetta di Forum…

«L’avvocato alla difesa di Potter incroci la sua bacchetta con quella dell’imputato per il giuramento» disse asciutto Caramel. Silente si avvicinò a Voldemort e fece toccare la sua bacchetta con quella di Tom.

«Giuri di dire tutta la verità, nient’altro che la verità? Dì lo giuro.» disse Silente

«Neanche morto!» fece Voldemort deciso

«E dai peppiacere!» disse Silente facendo gli occhi da cane bastonato.

«ARGH! Ok, ok, lo giuro!» fece Voldemort schifato.

«Eh, eh, funziona sempre!» bisbigliò Silente rimettendo a posto la bacchetta.

«Dunque – fece Silente camminando avanti e indietro davanti a Voldemort – Dov’eri la sera dell’11 agosto del 2008?» chiese.

«Obiezione!» fece Voldemort

«Gli imputati non possono fare obiezioni!» disse Caramel

«Obiezione ho detto! Crucio!»

«AAAAAAAAAAAAHH! Ok, obiezione accolta!»

«Molto gentili! – disse Voldemort con un gran sorriso – la mia obiezione è: che diamine di domanda è? Non centra niente col discorso!»

«No, è che quel giorno mi era sparita la mia collezione dei cartoni di Dragon Ball, e così mi chiedevo se non eri stato tu…» si spiegò Silente.

«Non sono stato io, ho un alibi!» disse Voldemort

«E quale?»

«Stavo torturando uno del chiosco dei gelati perché mi aveva portato un ordinazione sbagliata»

«Quest’uomo può testimoniare?» chiese Caramel

«Se qualcuno qui sa parlare con i morti, sì…» disse Voldemort.

«Vabbè, non mi interessa poi tanto – fece Silente – faranno le repliche…».

«Quindi continuiamo?» fece Caramel impaziente

«Sì, sì…  - disse Silente – stavo solo approfittando un po’ dell’occasione…»

«Allora – riprese più seriamente – di cosa accusi esattamente il signor Potter?»

«Prima di tutto io “signore” non lo chiamerei, comunque, lo accuso di tentato omicidio nei miei confronti!»

«Chi Harry Potter? – fecero alcuni – è un così bravo ragazzo!»

«Però lui mia suocera non l’avrebbe mai uccisa! – disse l’uomo affianco a Rita Skeeter – Brutto cattivo!»

«È un accusa molto grave, hai delle prove?» chiese Silente

«Sì ho un filmato… cioè un ricordo di te che lo addestri a farlo!» rispose Voldemort

«E dove lo hai preso?» chiese Caramel

«E che ve ne frega? A Silente-forza-dell’amore non glielo chiedete mai come sa le cose…»

«Vabbè ma lui è dalla parte dei buoni, ci fidiamo…» disse Caramel

«Comunque vedremo il video» aggiunse passando un pensatoio a Voldemort.

«È l’ultimo modello – disse Caramel – non c’è bisogno di ficcarci tutti dentro, l’immagine del ricordo verrà proiettata sul muro»

Voldemort si sfilò il ricordo dal cervello (chissà cosa si prova) e lo ficcò nel pensatoio. Sul muro apparve l’immagine di Harry con pantaloncini e guantoni da boxe che tirava pugni alle mani guantate di Silente. In sottofondo si sentiva la sigla di Roky…

«Più forte, Harry – diceva il Silente del ricordo – Più forte, razza di sfigato! Devi sconfiggere Voldemort, devi essere spietato!»

«ADRIANA!» urlò l’Harry del ricordo dando un pugno fortissimo a Silente che volò fuori dall’inquadratura. Il filmato finì.

«Quindi è vero!» disse Caramel.

«Chi è Adriana?» chiese Silente.

«Era in un film babbano» rispose Harry vago.

«Aspettate comunque – disse Silente alla corte – Anch’io ho un video compromettente su Voldemort!»

«Se si tratta di quando facevo il bagno…» iniziò Voldemort minaccioso

«Non è quello» disse Silente agitando una mano impaziente e si sfilò un pensiero anche lui per inserirlo nel pensatoio. Ancora una volta sul muro apparve un filmato. Era un cimitero. Di colpo una dozzina di maghi mascherati apparvero dal nulla abbracciati a Voldemort cantando:

«Andiam, andiam Harry ad ammazzar… (fischio) Lallà lallà, lallà lallaà, si Harry ad ammazzar, yeh!».

Il vero Voldemort si asciugò le lacrime al ricordo.

«Bei ricordi!» disse Voldemort.

«Allora lo ammetti che è successo? – disse Silente – ammetti che lo vuoi uccidere?»

«Be’ vabbè…» fece Voldemort imbarazzato…

«Obiezione!» urlò Codaliscia

«Oh, mamma che giornata – disse Caramel – che vuoi?»

«Non abbiamo ancora sentito cosa ha da dire Harry in sua difesa!» disse Peter. Harry sbiancò diventando più pallido di Voldemort.

«Mi pare giusto… - disse Caramel – Il signor Harry James Potter sarà sottoposto ad interrogatorio!». Harry si alzò mentre ripartiva la solita sigla di Forum

«E togliete ‘sta musica ridicola!» abbaiò Caramel. La musica si spense di botto mentre una donna uscì piangendo dall’aula.

«Chi era quella?» chiese la Umbridge a Silente

«Era quella che fischiettava la musica di Forum, credo che si sia offesa» disse Silente. Harry si sedette sul podio mentre il preside gli faceva il segno di vittoria. Codaliscia cominciò l’interrogatorio.

«Giuri di dire tutta la verità, nient’altro che la verità? Dì lo giuro.» disse Codaliscia incrociando la sua bacchetta con quella di Harry.

«Uff, se proprio devo…» rispose sbuffando l’occhialuto.

«Bene, dov’eri la sera dell’ 11 agosto del 2008?» chiese Codaliscia

«Anche tu?» chiese Harry

«Eh, si, anche a me è sparita la serie completa di Dragon Ball…»

«O fa gola a molti o c’è in giro un ladro particolarmente attivo… – fece Silente con aria da detective privato – comunque non pensavo che lo vedessi anche tu… anche tu hai una tv babbana?»

«No, ho la sfera magica con la via cavo…»

«Ah, capisco…» disse il preside.

«Vogliamo continuare l’interrogatorio di Potter? Anzi incominciare?» disse Caramel

«Ah, si… giusto…» disse Codaliscia facendo cadere a terra i fogli con gli appunti.

«Ih, ih, ih! Ora ci divertiremo!» disse Silente a Voldemort

«Io punto dieci galeoni che Codaliscia non caverà un ragno dal buco…» disse Voldemort

«Ma ti deve difendere… perchè punti a suo sfavore?» chiese Silente allibito

«Almeno ci guadagno lo stesso!» disse Voldemort divertito.

«Ora ho capito perché hai scelto lui…»

«Esatto!».

«Allora? Ci muoviamo?» abbaiò Caramel a Codaliscia

«Come scusi?» chiese Codaliscia. Caramel ripetè senza abbaiare…

Finalmente Codaliscia iniziò l’interrogatorio.

«Voldemort ti ha accusato di tentato omicidio, che fai concili?» disse estraendo il blocchetto delle multe. Harry lo  guardò allibito.

«Ma che fa, quello? È scemo?» urlò Voldemort.

«Lo sapevo – pensò Harry divertito – ha studiato il codice stradale!»

«Metti via quel coso, idiota! Non ti serve in tribunale!» urlò Voldemort

«Devo invitarla a fare silenzio!» disse Caramel a Voldemort

«E io non ti lancio un cruciatus perché ho la mano stanca!» ribattè Voldemort acido. Caramel stette zitto. Codaliscia fece sparire il blocchetto delle multe con la bacchetta e ricominciò:

«Allora – disse – Voldemort ti ha accusato di un tentato omicidio. Cosa puoi dire in tua difesa?».

«Anche lui vuole uccidermi! – disse piangendo – è brutto e cattivo!»

«Cattivo sì, ma brutto no!» disse Voldemort specchiandosi negli occhiali di Silente e pettinandosi, prima di ricordarsi di essere pelato.

«Che fusto!» disse Silente.

«ARGH!» fece Voldemort. Harry smise di piangere e cominciò a difendersi.

«Tanto per cominciare – disse l’occhialuto – Voldemort ha assassinato i miei genitori, poi ha cercato di far fuori anche me, dopo non si capisce bene cosa sia successo, ma pare che fosse morto…»

«Non ero morto del tutto!» disse Voldemort

«Allora cos’eri?» disse Harry

«Be’ non lo so di preciso…»

«Visto?». Harry riprese:

«Quando è tornato…»

«Aah, il momento del mio trionfo!» disse Tom soddisfatto

«E chiudi quel buco dentato, Riddle! – disse Silente – fallo parlare! Vai così Harry! E ricordati del nostro amore!».

«Il “vostro” amore?» chiese Voldemort

«Tu non capiresti…». Harry parlò ancora.

«Quando tornò, dicevo, uccise Bertha, un babbano, Cedric Diggory, poi cercò di uccidere me, poi me, e poi… chi altro… ah, sì: me».

«In pratica, anche… lui – chiese Caramel guardando Voldemort in tralice – ha tentato di ucciderti?»

«Sì!»

«Sicuro?»

«Sì!»

«Sicuro, sicuro?» chiese con una vocetta.

«Che c’è ha paura della reazione di Voldemort?» chiese Harry. Voldemort alzò due dita in segno di vittoria.

«Io… be’…». Silente si buttò in ginocchio e pianse dicendo:

«Pietà, signor Caramel!»

«Qui non ci sono signori!»

«Pietà, signor Cavaliere!»

«Qui non ci sono cavalieri!»

«Pietà, signor Commendatore!»

«E piantala con la recita di  Pinocchio!» abbaiò Caramel spazientito.

«Però alle elementari mi applaudivano tutti alla recita» disse Silente triste. Ci fu un momento di silenzio in cui il silente Silente rispettò silenziosamente il silenzioso silenzio. Alla fine Caramel parlò di nuovo:

«Le difese degli imputati sono state valutate e soppesate, giudicate e rigiudicate, e, alla fine…». Tutti trattennero il fiato. Silente e Voldemort masticavano pop-corn per alleviare la tensione. Harry e Codaliscia facevano una partita a scacchi. Caramel si schiarì la voce:

«Be’… riteniamo colpevole…»

«Non me, vero?» disse Voldemort rigirandosi la bacchetta magica tra le dita. Caramel prese coraggio e parlò una volta per tutte:

«Il colpevole è Harry James Potter»

«Cosa?» dissero Harry e Silente

«Evvai!» dissero Voldemort e Codaliscia prendendosi sotto braccio e cominciando a ballare.

«Ci dev’essere un errore!» disse Harry

«No, vedi, - spiegò Caramel – tu vuoi uccidere gli Horcrux di Voldemort che sono sette, quindi vuoi ucciderlo sette volte!». Harry prese Silente per il collo della tunica e gli disse ringhiando:

«È arrivato il momento di dimostrare che le vostre chiacchiere sull’amore valgono qualcosa!». Silente lacrimò.

«Oh, Harry, ti rendi conto che non siamo mai stati tanto vicini?» disse. Harry lasciò il preside di botto per girarsi e vomitare, mentre Silente si rivolgeva alla corte.

«Esimi colleghi della giuria – cominciò – è vero! Questo ragazzo ha intenzione di uccidere Voldemort!»

«Ma che diamine sta dicendo?» bisbigliò Harry col volto tra le mani.

«Tuttavia – riprese il preside – è da aggiungere che lo fa per amore!». Tutti i presenti scoppiarono a ridere.

«Bella questa, Albus! Ma dove le impari tutte queste battute?» disse Caramel. Silente ridacchiò per la sua reazione.

«No, no. Dico davvero! Se non vado errato, Voldemort è morto quando ha cercato di uccidere il piccolo Harry…

«Non ero veramente morto!» esclamò Voldemort spazientito

«Si, vabbè, quello che era. Comunque sei scomparso perché eri debole! Debole perché l’amore della madre di Harry è stato più forte dell’odio di Voldemort.» tutti ascoltavano rapiti il preside mentre Rita Skeeter prendeva velocemente appunti ( o meglio, li faceva prendere alla sua penna fai-da-te, mentre lei stava con le braccia incrociate senza fare un piffero). Silente continuò:

«Senza l’amore della madre di Harry, Voldemort non sarebbe mai stato sconfitto! Potrà essere sconfitto solo col potere più grande: l’amore! Harry ha questo potere» e indicò Harry che annuì dandosi l’aria di sapere tutto da prima…

«Chi può condannare un ragazzo perché ama?» concluse Silente in tono melodrammatico e con le lacrime agli occhi. Tutti esplosero in grandi applausi per la performance di Silente che si inchinò davanti a tutti.

«Ma che sono queste baggianate!» esclamò Voldemort dando prova anche lui di una grande conoscenza linguistica come Harry al capitolo precedente. Si avvicinò a Silente.

«Una cosa così melensa l’ho vista giusto in Giulietta e Romeo, un’altra opera di quel babbano di Shakespeare!».

«Be’ ma ti piaceva» fece Silente

«Mi piaceva Amleto, ma non tutte le opere di quello lì…» spiegò Voldemort.

«Vabbè, anche se fosse non puoi negare che l’amore è più forte di te!»

«Non ci scommetterei!» disse lui con orgoglio.

«Insomma ci decidiamo o no? Chi è che deve vincere questa causa?» sbottò Harry

«Potremmo fare una gara di recita!» disse Codaliscia

«Ma stai zitto!» esclamò Voldemort dandoli un pugno in testa.

«Si, si. Che bello! – esclamò Silente eccitato – Io faccio Pinocchio!»

«Credo che la decisione sia solo della giuria» disse Voldemort guardando Caramel a braccia incrociate che a sua volta guardava allibito Silente per via della sua fissazione con pinocchio.

«In effetti Voldemort ha ragione. La decisione spetta alla corte» disse Silente.

«Ma non teme che possano favorire Voldemort?» chiese Harry

«Tranquillo, l’amore vince sempre!» lo tranquillizzò Silente. Harry era ancora agitato. Caramel parlò dopo essersi schiarito la voce:

«La corte si pronuncia a favore di…» ma fu interrotto da Voldemort.

«Aspetta!»

«Che c’è?» chiese Silente

«Io… io non ce la faccio più!»

«In che senso?»

«Ecco… io…» fece Voldemort attorcigliando le dita tra di loro

«Stai cercando dirmi che anche tu…?» fece Silente allibito avendo già capito (come al solito)…

«Sì! Io sono gay!» esclamò Voldemort. Tutta la sala trattenne il respiro; e anche le persone che vi erano dentro…

«Tu… tu sei… perché non me lo hai detto prima?» fece Silente

«Be’ ecco, tu eri sempre così buono con me, mi portavi a vedere le opere di Shakespeare e tutto il resto e io non riuscivo mai a dirti cosa provavo davvero per te.

«Ho cercato anche di diventare il più terribile mago di tutti i tempi, ma tu non ti accorgevi di me! Capisci perché si dice che tu sei l’unico che mi intimorisce??»

«Oh, se solo lo avessi saputo!» si rammaricò Silente

«Mi perdonerai?» chiese Voldemort

«Sì.»

«In cambiò lascerò in pace Harry, lo prometto!».

«Hai visto che l’amore vince sempre? Te l’avevo detto!» disse Silente ad Harry che guardava la scena pizzicandosi per vedere se era un sogno.

«E dall’oltretomba Voldemort è qui!» disse Harry ironico mentre la donna che prima fischiettava la musica di Forum rientrava per cantare la sigla di “Carramba che sorpresa!” mentre Codaliscia piangeva dicendo:

«Oh, povero me, adesso rimarrò solo!».

Silente si rivolse di nuovo a Voldemort.

«Andiamo – disse – abbiamo molte cose da recuperare!» e, prendendo Voldemort per mano, uscì con lui dalla sala.

 

Finita! Scusate la lunghezza del chap! Spero vi abbia fatto ridere! Ora finalmente ogni comportamento di Voldemort è stato spiegato!

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