Benvenuti nel locale più bizzarro del mondo! (/viewuser.php?uid=147069) Lista capitoli: Capitolo 1: *** Ace vs bambini *** Capitolo 2: *** Vecchiette in vista *** Capitolo 3: *** A bocca asciutta... in tutti i sensi *** Capitolo 4: *** I parenti di Marco: la macedonia! *** Capitolo 5: *** Don't Stop Me Now *** Capitolo 6: *** Piccolo geni del male crescono *** Capitolo 7: *** Happy Halloween Satch! *** Capitolo 8: *** Ah, sono uno spogliarellista *** Capitolo 9: *** Friend Zone...? *** Capitolo 10: *** The pineapple's love: mayonnaise! *** Capitolo 11: *** Ace e vecchiette: alla carica! *** Capitolo 12: *** Stalking Izou *** Capitolo 1
Capitolo 2
|
Capitolo 3
*** A bocca asciutta... in tutti i sensi ***
A bocca asciutta… in tutti i sensi Ace bevve un sorso di granita, godendosi la fresca bibita in quel giorno caldo… O meglio si sarebbe goduto la fresca bibita in quel giorno caldo se non fosse stato per Marco che con un pugno in testa gliel’aveva sfatta risputare tutta. -Ma sei impazzito?!- sbraitò Ace, dopo essersi ripreso. -Non si batte la fiacca durante l’orario di lavoro!- ribatté il biondo, allontanandosi. -Ma non c’è nessuno!- esclamò esasperato Ace, guardando il locale vuoto. In effetti, il moro aveva ragione: erano le due di pomeriggio e solo un pazzo sarebbe uscito fuori a quell’ora e con quel caldo. Il moro, insieme a Satch, avrebbe chiuso il locale all’ora di pranzo, per poi riaprirlo verso le quattro, ma no, il caro Marco sosteneva che bisognava fare orario continuato! Ace si riappoggiò al bancone, poi controllando che Marco se ne fosse andato, riprese fra le mani la sua bibita ghiacciata e ne bevve un altro sorso, speranzoso… SBAM! Un’altra sonora pacca si abbatté sulle spalle di Ace, facendogli così sputare di nuovo la granita. -Ace!- Che combini qui tutto solo!?- Era Satch. Ace gli rivolse un’occhiata omicida mentre si batteva una mano sul petto. -Cos’è quell’espressione?- chiese il ragazzo, confuso. Ace gli fece segno di lasciare stare e poiché oramai gli avevano fatto andare di traverso la bibita l’abbandonò al suo destino, sul bancone. Si alzò e se ne andò insieme e Satch, chiacchierando. Di lì passò Izou che quando vide la gustosa granita nel bicchiere, invitante, esclamò:-Oh!- E prese a mangiarla, indisturbato. Quando la finì, andò nel retro del locale, dove Ace e Satch si rilassavano ed esclamò, allegro:-Sapete cos’ho trovato?- -Cosa?- chiesero i due, guardandolo. -Sul bancone c’era una granita sola soletta. Non c’era nessuno e me la sono mangiata io!- -E nessuno ti ha disturbato?!- chiese Ace, sgranando gli occhi. -No!- rispose soddisfatto Izou. -Neanche quel rompico… Marco?!- Ace era sull’orlo di una crisi di nervi. -No! E’ fantastico, vero!?- Izou guardò contento i due. Satch annuì, poi si voltò a guardare Ace che era indeciso se iniziare ad urlare o sbattersi la testa al muro. -Io vado!- esclamò Vista, uscendo in quel momento dagli spogliatoi -ci vediamo domani!- -Ciao Vista- lo salutarono all’unisono. In quel momento, a salvare Ace da sé stesso, arrivò Marco:-Avanti, venite di là, sono arrivati dei clienti!- Izou seguì Marco, mentre Satch dovette trascinare a forza Ace. Ma una volta arrivati nella sala, qualcosa, o meglio qualcuno fece venir voglia a Satch e ad Ace di lavorare: un gruppetto di amiche era entrato nel locale, ma non un gruppo di anziane signore, ma di giovani a graziose ragazze. Ace rapidamente prese il block notes e si diresse verso il tavolo a cui le ragazze si erano accomodate. -Ehi- disse, mettendo in mostra un sorriso raggiante -cosa prendete?- Le tre amiche, mentre sceglievano cosa prendere, si lanciavano sguardi di sbieco e sorrisini. Ace tornò con le ordinazioni, un sorriso soddisfatto in volto. -Hai fatto colpo, amico?- Satch rise vedendo come si era ripreso. -Perché ti sorprendi Satch?!- Ace ridusse gli occhi a due fessure. -Bha, scusa… è che ancora non hanno visto me!- il ragazzo rise, poi prese lui il vassoio con sopra gelati e bibite. Si diresse al tavolo e lì diede alle clienti le loro ordinazioni, facendo qualche battuta per farle ridere. -Tsk… ricorre alle battute per far colpo- Ace incrociò le braccia al petto. -Che puoi farci… Satch sa come far ridere la gente… mentre tu fai ridere la gente- -Che intendi, Izou?- -Niente- il moro sghignazzò -solo che a volte fai certe figure…- -Ma che stai blaterando!- Ace si allontanò -io non faccio mai brutte…- Ma non terminò la frase, poiché era inciampato nei propri piedi ed era caduto in faccia avanti. Sentì le risate delle clienti e si rialzò, il viso dolorante. -Stavi dicendo Ace?- chiese Izou, mentre si sbellicava dalle risate. -Zitto, Izou- -Ace- arrivò Marco, che quando lo vide a terra chiese:-Ace, sei caduto?- -No, Marco- ringhiò il moro -è che il pavimento si sentiva solo e l’ho abbracciato!- -Okay- il biondo fece spallucce e se ne andò. Ace lo guardò scandalizzato: poteva essere così ottuso?! Il moro si alzò e si sedette accanto ad Izou che se ne stava per fatti suoi. Satch tornò e disse:-Che ne dite, se dopo il lavoro, usciamo con quelle ragazze?- Izou fece spallucce, senza curarsene. -Va benissimo!- rispose Ace, illuminandosi. -Ma loro lo sanno?- chiese Izou, guardando verso le ragazze. -Certo- Satch si incamminò verso le clienti -… fra qualche minuto- I due mori risero ed Ace chiese:-Izou quale ti piace di più?- -Nessuna in particolare- -E allora perché vieni?- -Perché?- Izou sorrise -perché sono certo che offrirà uno di voi due- -Poi date a me dello scroccone- brontolò Ace. Satch abbassò la saracinesca e si voltò a guardare gli amici. Era sera, e finalmente avevano chiuso il locale. -Bene, fra poco arriveranno Charlotte e le altre- -Charlotte?- Izou guardò stranito l’amico. -Ma sì, Charlotte, la biondina di oggi- -Aaah…- Izou alzò gli occhi al cielo. I quattro, sì c’era anche Marco, si erano già cambiati ed erano pronti ad uscire. Aspettarono qualche minuto e poi, quando videro arrivare le tre ragazze, il biondo disse:-Bene, ora che mi sono assicurato che voi non distruggiate il locale, io vado- fece per allontanarsi, ma si sentì chiamare. Vide la ragazza chiamata Charlotte correre verso di lui, e prendendolo a braccetto disse:-No, aspetta! Marco, io vorrei conoscerti meglio- Gli occhi di Satch uscirono fuori dalle orbite, la bocca si spalancò:-COSA?!- -È strano- ammise la biondina, arrossendo leggermente -ma qualcosa in lui mi ha colpita; forse l’aspetto maturo, la sua responsabilità…- -Dai Satch, non ti buttare giù- disse Ace, dando una pacca sulla spalla all’amico. -Piuttosto…- Ace si avvicinò con fare seducente ad una delle ragazze -Andiamo?- -Veramente- la ragazza rivolse uno sguardo di scuse ad Ace e disse, abbassando lo sguardo -volevo uscire con Izou- Ace si voltò a guardare il moro, sorpreso quanto lui. -Con me?- Lei annuì e disse:-H-hai… un qualcosa che mi ha stregata… Un fascino esotico, ecco!- Timidamente si avvicinò a lui e gli prese le mani fra le sue. -Dai Ace, non ti buttare giù- gli disse Satch, imitando l’amico. I due guardarono la terza ragazza che quando notò i loro sguardi insistenti alzò un sopracciglio, stranita. In quel momento arrivò Vista. -Ehi Vista, tu che fi fai qui…?- chiese Satch, ma quando vide il sorriso che nacque sul volto della terza ragazza sospirando disse:-Ho capito- -E quand’è che vi siete conosciuti, voi due?- volle informarsi Ace. -Oggi quando stavo andando via- disse Vista sorridendo. Il moro annuì, e accompagnato da Satch disse:-Beh, divertitevi almeno voi- Nda: Ciao! Ed ecco il terzo capitolo; niente, mi diverto ad essere un po’ cattivella con Ace xD Poi, visto che nel capitolo precedente Satch si era divertito… beh, facciamo penare anche lui BD Spero vi sia piaciuto! Ps: in questi giorni sto cercando di aggiornare anche le altre storie, prima di una luuuunga vacanza *-* Baci, Tem. |
Capitolo 4
*** I parenti di Marco: la macedonia! ***
I parenti di Marco: la macedonia! -Marco muoviti!- Ace corse in avanti, reggendo le borse che portava. -Ace, smettila di comportarti come un bambino di tre anni!- esclamò il biondo che invece avanzava lentamente. -Ma lui è un bambino di tre anni!- esclamò Satch, ridendo. -Senti chi parla, il poppante!- lo rimbeccò il moro. Satch sgranò gli occhi, irritato, ma fu bloccato da Vista che scoppiò a ridere. Finalmente erano arrivate le vacanze estive, anche per loro. Ci avevano messo un bel po’ a convincere Marco, ma finalmente ci erano riusciti; per due settimane niente locale, niente clienti, nada de nada. Solo pacchia, mare e sole. Eh sì, come meta per le vacanze avevano scelto il mare. Ace lasciò cadere le borse sulla sabbia candida e guardò soddisfatto il mare. -Ehi, bella statuina, dacci una mano!- esclamò Satch. Il moro si voltò a guardarlo, poi disse:-Non ci penso neanche!- Fra un battibecco e l’altro si sistemarono e i ragazzi erano pronti a farsi un tuffo nell’acqua cristallina. Satch si tolse la maglia, mostrando il fisico che non rimase indifferente agli sguardi delle donne e così anche Marco, Vista, Izou e Jaws. Solo Ace rimase con la maglia. -Ti sei rincitrullito, Ace?- gli chiese Marco -sai che per fare il bagno bisogna togliersi i vestiti?- -Lo so, Marco- rispose acidamente -stavo solo aspettando il momento opportuno…- Gli amici del moro rimasero a fissarlo, alzando le sopracciglia. Ace sghignazzando iniziò a tirare su la maglia, lentamente, molto lentamente. Pian piano, ecco affiorare dalla maglia gli addominali scolpiti, i pettorali e i muscoli della schiena allenati. Subito molte ragazze adocchiarono il fisico del moro e questo non sfuggì a Satch. -Iena…- digrignò i denti vedendo il successo che aveva il fisico di Ace; poi guardò il suo: non che non avesse muscoli, ma non erano sviluppati come quelli dell’amico. -È facile pomparsi i muscoli, eh Ace?- -Certo Satch, tutta invidia- il moro corse verso l’acqua per poi tuffarsi. Stranamente, la quantità di ragazze nell’acqua aumentò. -Lascia perdere Satch, sai che Ace è il solito esibizionista- gli disse Izou, dandogli una pacca sulla spalla e correndo anche lui in acqua. -Dai, Marco, facci vedere come un ananas nuota- disse Satch guadagnandosi un’occhiataccia da parte del biondo. -Ora muori- il biondo iniziò a correre verso il ragazzo e lo buttò in acqua. Marco guardò soddisfatto Satch tremare di freddo, ma si sentì afferrare da dietro e vide l’acqua avvicinarsi sempre di più. SPLASH! Ed ecco che anche l’ananas era in acqua. -Jaws!- ruggì Marco, tremando di freddo. -Chi la fa l’aspetti!- esclamò il moro, ridendo e tuffandosi anche lui. Sguazzarono nell’acqua per un bel po’, come dei bambini, poi i sei amici si andarono a stendere al sole. -Izou- Ace guardò il moro -posso farti una domanda?- Il ragazzo annuì e anche gli altri stettero ad ascoltare, incuriositi. -Abbiamo fatto il bagno, eppure sei ancora truccato; come fai?!- -Semplice- rise Izou -resiste all’acqua- -Impossibile!- Satch si sporse verso di lui -secondo me sono tatuaggi- Izou schiaffeggiò via la mano del ragazzo e disse:-Macché tatuaggi!- -Allora ci sei nato così?- chiese Ace. Il moro inarcò un sopracciglio e Marco disse:-Ace, ma sei stupido?- -Perché?- Ace guardò confuso il biondo -guarda Satch che faccia si ritrova; perché Izou non potrebbe essere nato così?- -Che ha la mia faccia che non va?!- Satch gli mollò un pugno in testa, mentre gli altri ridevano. -Chi ha fame?- chiese Ace alzandosi dall’asciugamano. Tutti alzarono una mano e così si diressero verso il bar della spiaggia, borsellini in mano. Ace, per paura di ritrovarsi in situazioni imbarazzanti come era successo tempo prima (Nda: secondo capitolo), aveva iniziato a mettere da parte i soldi per accontentare il suo stomaco. -Allora, cosa prendete?- chiese Jaws. -Io prendo una macedonia- rispose Marco. -Ma come- Satch lo guardò sconcertato -mangi i tuoi simili?!- Vista, che in quel momento stava bevendo, sgranò gli occhi e sputò tutto in faccia ad Ace. -Satch- ringhiò il biondo -quando ti prendo…- -Dai, non te la prendere! Satch stava solo scherzando!- disse Izou, per placare Marco. -A dire il vero no…- disse il ragazzo, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Izou seguita dalle risate degli altri. -Io prendo un panino- disse Vista, per cambiare argomento -voi?- -Panino- rispose Satch. -Prenderò anch’io una macedonia- disse Izou. -Panino- disse Jaws. -E tu, Ace?- il ragazzo baffuto guardò il moro che studiava con aria assorta il listino prezzi. -Io…- iniziò Ace -prenderò una bistecca…- -MA NON C’È NEL MENÙ IDIOTA!- a quel punto Marco gli diede un pugno in testa. -Davvero?- -Poi parla per suo fratello Rufy…- sospirò Satch. Tornarono in spiaggia, dopo aver consumato i loro pranzi. Ace alla fine si era preso solo sei o sette panini, non ricordava neanche lui, e Marco, mentre mangiava la sua macedonia, aveva dovuto sopportare le battutine di Satch riguardo la sua crudeltà nel mangiare quelli che potevano essere suo fratelli o parenti. Ace aprì piano gli occhi, guardando la spiaggia. Notò sul bagnasciuga delle ragazze molto carine e mettendosi a sedere sul suo telo disse:-Vado a fare un bagno…- Anche Satch notò le ragazze e disse:-Ace, aspettami, vengo con te- I due si alzarono e si diressero verso il mare. Ace si sgranchì le ossa, allungando sopra la testa le braccia e con soddisfazione vide le ragazze che lanciavano degli sguardi di sbieco al suo fisico. Satch si irritò e prendendolo per i fianchi lo buttò in acqua. -Satch!- il moro lo fulminò con lo sguardo, mentre l’amico si buttava in acqua. -Andiamo, è solo uno scherzo innocente…- si giustificò l’amico. Ace alzò gli occhi al cielo e iniziò a nuotare, mettendo in mostra le sue ottime qualità fisiche. Ogni tanto guardava le ragazze che parlavano fra di loro e non gli sfuggivano gli sguardi che gli lanciavano. Una di esse, a detta di Ace la più carina, si allontanò dal gruppo e si tuffò in acqua. Il moro era sicuro che gli si sarebbe avvicinata ed era pronto a sembrare brillante quando… -SATCH!- lo chiamò dalla spiaggia Izou. -Che c’è?- -Ace si è addormentato!- -Anche in acqua!?- Satch si voltò velocemente e vide Ace dormire beatamente. Nuotò verso di lui e passò un braccio sulla sua vita, per sorreggerlo. Iniziò a schiaffeggiarlo, per svegliarlo. -Ahia!- Ace si svegliò e si massaggiò le guance -hai finito di prendermi a schiaffi?!- -Ti sei addormentato, idiota- Satch iniziò a nuotare verso la riva. -Cosa?!- Ace sgranò gli occhi e si voltò verso le ragazze; si erano spaventate, ma dopo aver visto che Ace stava bene, si erano allontanate. -Cavolo!- Ace si batté una mano sulla fronte -me le sono fatte sfuggire!- Nda: Salve! Spero che vi stiate godendo le vacanze! :D Io più o meno… Bene, questo capitolo è ambientato in spiaggia, ma anche il prossimo lo sarà, poiché sarà il continuo di questo. Ringrazio con tutto il cuore Irix, per avermi ispirato… in spiaggia xD Baci, Tem. |
Capitolo 5
*** Don't Stop Me Now ***
Capitolo 6
*** Piccolo geni del male crescono ***
Piccoli geni del male crescono Il giorno seguente, i sei amici erano pronti a passare un’altra giornata in spiaggia. Quel giorno il mare non era calmo, sulla riva ogni tanto si infrangevano delle onde spumose. Satch quella mattina era stramente calmo, silenzioso… non da lui; ma Ace e Izou, imprudentemente non diedero conto a questo cambiamento. Anzi, scherzarono e risero tutta la mattina. Marco, dopo aver riacquistato la calma che lo caratterizzava, si godeva il sole, mentre leggeva un libro. Mancava poco al ritorno in città e si era promesso una giornata in pace e tranquillità, senza nessun tipo di preoccupazione. Vista e Jaws anch’essi pronti a godersi una giornata rilassante erano stesi sugli asciugamani, dormicchiando. -Ace, andiamo in acqua!- Izou si tolse la maglia e si tuffò nell’immensa distesa blu, seguito a ruota dal moro. Senza farsi notare, Satch seguiva i movimenti delle due vitt… ehm, dei suoi cari amici, e prese una maschera. Aspettò che Ace ed Izou si divertissero spensieratamente e poi agì. Con un’espressione indifferente si alzò e si diresse sulla riva. Con uno sguardo di sbieco controllò che i due non si fossero accorti della sua presenza e mentre si tuffava un ghigno gli si dipinse sul volto. Indossò la maschera e si immerse, dirigendosi verso i due ignari ragazzi. Aspettò che arrivasse un’onda e agì velocemente. Poco dopo uscì dall’acqua, la maschera in mano. Si stese al sole, per asciugarsi, ma senza staccare gli occhi da Izou ed Ace. I due uscirono poco dopo dall’acqua e appena i loro corpi non furono coperti dall’acqua sentirono delle urla e delle risate espandersi su tutta la spiaggia. -Questa non è la spiaggia dei nudisti!- esclamò un vecchietto. I due si guardarono interrogativi, poi gettando uno sguardo verso il basso innoridirono. Subito cercarono di coprirsi come meglio potevano, mentre guardavano Satch ridere. Notarono vicino a lui i loro costumi ed esclamarono:-SATCH!- Ed il caro Vista non poteva non immortalre un momento del genere e prese la fadele macchinetta fotografica e senza vergona e pietà scattò svariate foto alle due vittime. Quelli, rossi come dei pomodori, corsero, mentre cercavano di nascondere i gioiellini di famiglia agli occhi altrui, verso gli amici afferrando i costumi e indossandoli alla velocità delle luce. Poi, con sguardo truce si voltarono verso Satch che aveva le lacrime agli occhi. -Tu…- iniziò Ace. -… devi morire!- finì Izou. Gli occhi scuri di entrambi erano feroci ed erano pronti a farla pagare cara all’amico se non fosse stato per un piccolo dettaglio. Infatti, madri, padri, nonni, figlie e figli si dirigevano verso di loro chi con un’espressione schifata ed indignata sul volto, chi infuriata, e chi soddisfatta e maliziosa (indovinate chi!). -Ehm… salve…- i due indietreggiarono di qualche passo -possiamo spiegare…- -Spogliarsi in spiaggia!- iniziò un uomo -ci sono minorenni qui!- -Esistono le spiagge per nudisti!- lo appoggiò un altro. Gli uomini erano particolarmente infuriati, ma le donne, dopo una critica, rivolgevano ai due uno sguardo di apprezzamento o un sorrisino malizioso. Così i due furono occupati per un po’, concedendo a Satch qualche altro minuto di vita; il ragazzo, però, non sembrava minimamente preoccupato; anzi, se la rideva alla grande! La sua vendetta era stata compiuta, ed era soddisfatto, molto soddisfatto. Il caro Satch era stato tutta la notte sveglio per pensare una vendetta adatta: “Continuò a fissare i visi addormentati dei suoi amici, la mente che macchinava marchingegni malvagi. Stava seduto sul suo letto, le gambe incrociate e il mento appoggiato sulla mano. Far vedere Ace appena svegliato? No, il ragazzo si addormentava spesso durante la giornata. Fotografare Izou senza trucco? Poteva anche andare, come inizio naturalmente, il problema era che Izou era truccato ventiquattro ore su ventiquattro. Avrebbe dovuto struccarlo, ma il ragazzo se ne sarebbe certamente accorto. Non era come Ace, che aveva un sonno pesantissimo. Per ore e ore stette seduto a pensare e pensare, poi il colpo di genio gli venne vedendo Ace in boxer: il moro andava tanto fiero del suo fisico, ma mostrare i gioiellini di famiglia sarebbe stato comunque imbarazzante. La luce della luna illuminò il suo viso, mostrando così il suo sorriso maligno. Aveva deciso.” Ma tutta quella confusione aveva infastidito anche il/la nostra/o povera/o ananas/peluche forse uomo Marco. Infatti il biondo, ancora seduto, stringeva nella mano destra un antistress ripetendosi:-Stai calmo Marco, sei in vacanza Marco, devi goderti la vacanza Marco, te la sei meritata Marco, tre idioti non ti rovineranno la giornata Marco…- E così anche lui, forse la persona più normale di tutto il gruppo, passava per un pazzo scatenato. Quelli più calmi erano Jaws e Vista: il primo se ne stava per i cavoli suoi, mentre l’altro se la rideva sotto i baffi, mentre scattava qualche foto, come un paparazzo. -Dolore- -Torture- -Pentimento- -Paura- -Molta paura- -Morte- Da ore ormai Ace ed Izou presagivano sofferenze a Satch, che davanti a loro camminava spensierato, le mani intrecciate dietro la testa. -La volete smettere?!- esclamò Marco, affiancandoli -sto cercando di godermi gli ultimi giorni di vacanza- -Quanto rompi Marco- sbuffò Ace, poi lanciando uno sguardo omicida a Satch -vuol dire che se non ti uccidiamo ora ti uccidiamo tornati al locale- -Ti lascerò in mano alle vecchiette- disse Izou, sorridendo malignamente. -Ed io non ti aiuterò- sentenziò Ace. Satch, davanti al loro alzò gli occhi al cielo e con aria baldanzosa disse:-Non riuscirete a vendicarvi, cari, o almeno non arriverete ai miei livelli!- -Questo lo dici tu- sibilarono in coro. -Su, dobbiamo concentrarci- intervenne Jaws -cosa possiamo regalare al Babbo?- -Vero!- Vista si battè una mano sulla fronte -i regali al Babbo!- -Liquore- rispose prontamente Satch. -Dobbiamo portargli anche altro- disse Marco. I sei si misero a pensare: -Una maglietta?- -Delle scarpe?- -Una cartolina? Dei souvenir?- -Un costume?- -Quella vecchietta laggiù?- I cinque si voltarono a guardare straniti Satch che indicava una fragile vecchietta dai capelli candidi. -Non penso al Babbo interessi- rispose Izou -dobbiamo regalargli qualcosa che rimanga…- -Io avrei in mente una mezza idea- rispose Ace con un sorriso. -Scusi, può scattarci una foto?- Vista si avvicinò ad un ragazzo, porgendogli la macchinetta. Quello annuì e disse:-Pronti?- I sei si misero in posa, dietro di loro il mare su cui si rispecchiava il sole. -CHEESE!- esclamarono insieme, sorridendo. -Grazie- Jaws riprese la macchinetta e mostrò agli altri le foto scattate. -Bene, foto fatte- Marco si voltò a guardare Ace -ora cosa avevi in mente?- Il moro si grattò il mento, mentre pensava. Nessuno si sorprese di vedere Ace così serio: quando si parlava del Babbo tutti erano pronti a fare tutto per lui, anche un burlone come Satch prendeva le cose sul serio. Poteva sembrare strano, ma tutti provavano un grande affetto per quell’uomo. -Qualcosa di scherzoso?- tentò Satch -qualcosa che lo faccia ridere?- -Odio essere d’accordo con lui- sospirò Izou. Così i sei si misero alla ricerca di qualcosa di divertente. -Un momento- Satch si bloccò e gli amici si voltarono a guardarlo -basta mostrargli Marco! Come può non ridere?!- -Qualcosa di divertente- si disse Marco, mentre si allontanava da Satch, messo K.O da un suo pugno. -Io prenderei anche questo- disse Ace, prendendo un cappello da giullare in un negozio. -E cosa ci fa papà con quel coso?- chiese Satch scettico, dopo essersi ripreso. -Non lo so- rispose Ace, mettendosi il capello -ma secondo me gli piacerà- Il moro guardò Marco e quello accennando ad un sorriso disse:-E sia- -Altro?- Marco guardò i compagni, ed Izou sorridendo disse:-Naturalmente gli racconteremo del peluche ananas- -E gli faremo ascoltare Satch che canta- disse Ace, guardando di sbieco l’amico che si irritò. -E gli faremo vedere tutte le foto che abbiamo fatto- Vista sorrise -e anche quelle di sta mattina- Al solo ricordo Izou ed Ace arrossirono e gli altri risero. Gli ultimi giorni passarono più o meno tranquillamente; Izou ed Ace avevano provato a vendicarsi di Satch ma senza molto successo. I due, però, non si erano arresi; eh no. Progettavano una vendetta ancora più crudele per Satch e divertente per loro. La vendetta va servita fredda no? E così i sei tornarono in città, rimpiangendo il mare, la spiaggia a le vacanze estive. L’autunno era alle porte e iniziava a fare anche più freddo. Quando tornarono, la stessa sera andarono da Barbabianca. Il Babbo, insieme agli altri rimasti lì, aveva organizzato una specie di festa di benvenuto. Ace appena finito di mangiare mise il cappello da giullare al Babbo e come aveva sperato, gli piacque molto. Poi, Satch si avventurò nel raccontare le loro avventure e naturalmente raccontò le disavventure di Marco nei minimi dettagli: figuriamoci se alleviava l’imbarazzo del biondo! Alla fine, fu messo a tacere da ques’ultimo che seccamente disse:-Dacci un taglio- Ace sbadigliò e si strinse la sciarpa intorno al collo:-Quanto mi mancano le vacanze…- -A chi lo dici, amico…- sospirò Izou, accanto a lui. Era mattina e i due si stavano dirigendo al locale, per iniziare il turno mattutino. -Uff… ancora non ci siamo vendicati di Satch- ricordò Izou, alzando gli occhi al cielo -quello che ha fatto non mi va proprio giù- Ace fece per parlare, ma si bloccò: gli occhi neri si illuminarono di una luce maligna e un sorriso soddisfatto gli nacque sul viso. -Che ti sei inventato ‘sta volta, eh?- chiese Izou, anche lui sorridendo. -Vedrai, amico, vedrai- Ace lo guardò ridacchiando malignamente -dovrai solo aspettare che metta in atto la mia idea…- Izou ghignò insieme a lui e disse:-Non vedo l’ora di sapere i dettagli- Nda: Ciao! :D Cos’avranno architettato i nostri geni del male?? Mah! Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Uhm… (piccolo spoiler, forse) il prossimo capitolo sarà ambientato in questo periodo, ma in un giorno particolare… BD ottimo per la vendetta di Ace ed Izou. Anche se credo che voi lettrici avreste fatto di tutto per stare in quella spiaggia, quella mattina, ad assistere a quello spettacolo xD siete di sicuro dalla parte di Satch! Spero vi sia piaciuto! :) Baci, Temari. |
Capitolo 7
*** Happy Halloween Satch! ***
Capitolo 8
*** Ah, sono uno spogliarellista ***
Capitolo 9
*** Friend Zone...? ***
Capitolo 10
*** The pineapple's love: mayonnaise! ***
Capitolo 11
*** Ace e vecchiette: alla carica! ***
Ace e vecchiette: alla carica! -Vedi? E' semplice?- gli disse Sabo, sorridendogli incoraggiante. -Certo che è semplice, chi mai vorrebbe baciare un tale orrore?- disse Satch, allontanandosi da Ace. -Ah sì?- rispose il moro, imitando quella che secondo lui doveva essere la voce di una ragazza -allora abbiamo chiuso, io e te!- e sculettando esageratamente se ne andò. I tre non poterono non ridere; Ace vestito da ragazza era davvero qualcosa di sconcertante: avevano rimediato una canottiera fucsia, una minigonna aderente di jeans e Izou si era dato da fare con i suoi trucchi. La canottiera addosso ad Ace era così aderente che era come se non indossasse niente, anzi metteva in risalto i muscoli del petto. La minigonna nascondeva per pochissimo i boxer del ragazzo, ma non le gambe muscolose e alquanto pelose. E beh… La faccia del moro era la parte più esilarante: per divertirsi, Izou ci aveva dato dentro con un rossetto rosso, un ombretto rosa e del fard. Il risaltato era in bilico fra il ridicolo e il mostruoso. Ai piedi Ace aveva preteso di tenere le sue scarpe da ginnastica, il che rendeva il tutto ancora più brutto. -Su… Ehm… Ace-chan, torna qui!- lo chiamò Satch. Anche se avrebbe voluto vomitargli in faccia e sebbene avrebbe preferito essere a chilometri di distanza dalla faccia pesantemente truccata di Ace, Satch doveva per forza fare bella figura con i genitori d’Erika. Per la prima volta sentiva di voler andare fino in fondo in una relazione. -Quindi- disse Sabo, seduto di fronte a Satch e ad Ace che era tornato a sedersi -è meglio che eviti battute troppo sciocche o equivoche, e che tenga le manine apposto e evita baci troppo lunghi e appassionati, ai genitori non piace vedere la propria figlia baciare un ragazzo; la reputano la loro bambina, eh.- Satch annuì, concentrato. -E poi…- continuò il biondo -l’abbigliamento.- Il castano guardò i propri vestiti: una maglietta con stupide scritte sopra, jeans strappati, scarpe da ginnastica; con una smorfia, aggiunse:-Non dirmi che devo andarci in giacca e cravatta.- -Questo no- rispose Sabo con un sorriso -ma evita qualcosa d’infantile.- -Stai insinuando che io sia infantile?- -Non lo sta insinuando. Anche un estraneo direbbe che tu sei infantile, Satch.- rispose Ace, appoggiandosi allo schienale del divano e accavallando le gambe. -Ti prego- disse Satch, distogliendo lo sguardo disgustato -non metterti così.- -Sono troppo attraente?- chiese Ace, con uno sguardo seducente. -Naturale!- rispose ironico il castano. -Ah, un’ultima cosa!- il biondo si ricordò qualcosa e guardò Satch -cerca di sembrare intelligente e sicuro di te, non un buffone, okay? Ah, non fare sorrisi che dovrebbero essere provocanti e attraenti!- -E come dovrei sorridere?- chiese Satch, grattandosi il mento. -Mah… Non so… In modo naturale, come sorridi ad un tuo parente… Così- e Sabo mise in mostra un sorriso da bambino dolce, di quelli che se anche se ti avessero chiesto di uccidere la tua famiglia gli avresti subito risposto di sì. Satch provò ad imitarlo ed Ace rabbrividendo esclamò:-È meglio che non sorridi!- Sabo scoppiò a ridere mentre Satch rivolgeva al moro un gesto col dito medio non proprio cortese. Il biondo alzandosi affermò:-Beh, direi che abbiamo messo in chiaro come dovrai presentarti! Abbiamo finito, no? Non vogliamo vedere Ace vestito così ancora per molto!- -So che impazzite per me!- esclamò il moro, ridendo -davvero, muoviamoci, non sopporto più questa canottiera!- -Aspetta, Sabo!- Satch lo afferrò per un braccio -sei proprio sicuro che io sia pronto e che il rischio di fare brutte figure sia basso?- Il biondo annuì, sorridendogli. -Sicuro sicuro?- Annuì di nuovo. -Sicuro sicuro sicuro sicuro sicuro sicuro?- Sabo annuì di nuovo e gentilmente si staccò dalla presa di Satch. Ace, una volta in camera sua, con un sorriso malefico borbottò mentre si cambiava:-Ah, Satch, povero illuso! Davvero credi che il pericolo sia basso? Non sai cosa ti aspetta!- e scoppiò in una risata malefica. Dall’altra parte della porta Satch chiese:-Ace, perché ridi in questo modo malefico?- Ace sgranò gli occhi, colto di sorpresa, poi fingendo un tono disinvolto e allegro esclamò:-Ho distrutto quello schifoso indumento!- -Mmm…- si massaggiò con le dita le tempie, irritato. Era da ore che pensava cosa regalare a Chris per il suo compleanno, eppure non era riuscito a trovare niente. Si appoggiò al bancone, in un momento di quiete al locale, e si guardò intorno, cercando uno spunto per un regalo. -Qual è il problema?- si voltò a guardare Izou, che lo guardava, le braccia appoggiate sul marmo e il busto proteso verso di lui. -Il 28 è il compleanno di Chris e ancora non sono riuscito a trovargli un regalo…- -Organizzagli una festa a sorpresa. A volte è il miglior regalo.- rispose prontamente il moro con un sorriso. Marco ci rifletté, poi con un sorriso gli nasceva sul viso esclamò:-Hai ragione! Izou, sei un genio! È perfetto!- Izou rise, poi si allontanò, essendo entrato un cliente. Marco, ancora appoggiato al bancone, le braccia incrociate al petto, sorrideva, sollevato. Poteva organizzargli lì una festa, un tipo come Chris l’avrebbe di certo apprezzata. Poteva farla fra due o tre giorni, dopo la chiusura del locale. Avrebbe invitato Ace e gli altri e… Si rese conto che non conosceva nessun amico di Chris. Grattandosi il mento rifletté su come potesse chiedere al ragazzo di fargli conoscere qualche amico senza destare sospetti. -Ehi Izou.- vide il moro voltarsi verso di lui, gli occhi scuri leggermente sgranati. -Che c’è?- gli chiese, tornando verso il bancone con l’ordinazione. -Come posso contattare gli amici di Chris senza fargli sapere niente?- Izou rifletté qualche istante, poi con un’espressione dubbiosa disse:-Un modo ci sarebbe ma non è il migliore…- -Andrà benissimo!- esclamò Marco, impaziente. -Guarda la sua rubrica del telefono.- disse semplicemente il moro. Marco annuì ma dallo sguardo angustiato dell’amico capì che non era entusiasta di quel metodo. Eppure, entrambi si rendevano conto che era l’unico modo per organizzare la festa per Chris senza che lui scoprisse niente. -Buongiorno!- I due amici si voltarono e salutarono a loro volta Chris che entrava di buon umore. -Posso aiutare in qualche modo?- aveva gli occhi scintillanti di eccitazione, felice di poter aiutare. Marco fece per dire che in quel momento non ce ne era bisogno, che -come poteva vedere- il locale era vuoto ma lo precedette Izou che con entusiasmo, troppo entusiasmo, esclamò:-Per fortuna che sei arrivato tu, Chris! Avevo proprio bisogno di un aiutino per una certa cosa…- gli passò un braccio intorno alle spalle, guidandolo verso il bagno. -Il bagno?- sussurrò Marco, confuso. Poi capì: Izou gli stava dando un’opportunità per invitare gli amici di Chris! -Aspetta!- esclamò, andando verso i due -Chris, togliti almeno il giubbotto, se no morirai di caldo.- -Ma non ho caldo- rispose allegro il castano con una scrollata di spalle -sto bene.- -Insisto- Marco allungò le mani verso il giubbotto -stare troppo coperti in locali chiusi fa male, non lo sai? Fatti consigliare da chi è più grande di te.- A quel punto Chris non poté rifiutare e ringraziando porse il giubbotto a Marco. Il biondo si diresse verso gli spogliatoi e una volta lì dentro cercò in tutte le tasche. Bingo. Estrasse dalla tasca destra del giubbotto il cellulare di Chris e andò subito alla rubrica. Iniziò a leggere i nomi velocemente e segnò i numeri di quelli che gli sembravano più affidabili:-Sakura… Ma sì, tutte quelle che si chiamano Sakura sono ragazze tranquille… Yamato… Sì, sarà un bravo ragazzo anche lui… Misaki? Bah, chiamiamola…- Fece in tempo a segnare altri tre o quattro nomi prima di sentire la voce squillante di Chris nella sala. Si affrettò a posare il cellulare e a tornare dentro, passandosi una mano fra i capelli (perché quelli sono capelli! … Vero?) con disinvoltura. -Allora?- chiese sorridendo -Chris ti ha aiutato?- Izou annuì e Chris chiese, allegro:-Allora? Posso aiutare in qualcos’altro?- Marco fece per parlare ma fu interrotto di nuovo, ‘sta volta da delle clienti: vecchiette. Il biondo controllò l’ora e vide che, effettivamente, quella era l’ora in cui i gruppi di vecchie amiche erano soliti riunirsi. Marco si sistemò il colletto della camicia, pronto a servire quelle adorabili signore, ma a bocca aperta vide Chris superarlo e avanzare verso le signore, augurando loro buongiorno. Le invitò a sedersi e rivolgendo sempre qualche complimento prese le ordinazioni. Tornò al bancone e mentre aspettava che gli ordini fossero pronti, si voltò verso Marco e chiese a bassa voce:-Come sto andando?- Il biondo aveva capito che Chris era nervoso, lo aveva visto dal leggero tremore delle sue mani quando si era appoggiato al bancone e sorridendogli disse:-Continua così!- Presto le ordinazioni arrivarono e il castano li portò immediatamente al gruppo di amiche. Ma prima che potesse sgusciare via dalle loro grinfie, quelle iniziarono a fargli domande:-Dimmi, figliolo, ce l’hai la fidanzatina? Sei così bello e gentile, sarebbe uno spreco…- -Ehm… No, veramente no.- rispose quello con un sorriso teso. -E perché?- s’intromise un’altra mentre girava con un cucchiaino il suo tè. -Beh, perché… Lo studio non mi lascia molto tempo.- rispose il castano, chiaramente in imbarazzo. -No, perché sai- la vecchietta si piegò verso di lui con fare confidenziale -mia nipote è davvero bella. Ha certi occhi e dei capelli così belli… Fa invidia a tutte! Ed è intelligente, molto intelligente!- Marco, appoggiato al bancone, stava seguendo la conversazione, indeciso se intervenire o no: da una parte avrebbe aiutato Chris, sottraendolo alle incessanti e indiscrete domande delle anziane, ma dall’altra non lo avrebbe messo alla prova. Decise di vedere come andava: se lo avrebbe visto troppo in difficoltà, lo avrebbe chiamato inventandosi una scusa. “L’interrogatorio” intanto continuava: -E cosa studi, figliolo?- volle sapere una, sistemandosi gli enormi occhiali sul naso raggrinzito per guardare meglio il viso di Chris. -S-storia dell’arte, signora.- -Ma che bravo! Proprio come mio nipote!- esclamò una di loro, gonfiando il petto d’orgoglio -ora il mio tesoro lavora in uno dei musei più importanti del paese!- -Mia nipote invece è una dottoressa. Sin da bambina ha sempre dimostrato grande intelligenza e altruismo, ed è l’orgoglio della famiglia. Pensate che, sebbene sia molto impegnata, mi chiama ogni giorno!- rispose l’altra, per non essere da meno. -Mio nipote invece è un avvocato! Ha parlato nei tribunali più importanti e mi chiama due volte al giorno!- esclamò un’altra, spostandosi i capelli cotonati dal viso. Allora Chris, rivolgendo delle parole cortesi alle anziane, che però non l’ascoltavano più, troppo occupate a vantarsi dei nipoti, sgusciò via, tirando un sospiro di sollievo. -Sono stato bravo?- gli chiese a bassa voce quando lo raggiunse. Marco sorrise e dandogli una pacca incoraggiante sulla spalla gli disse:-Bravissimo!- Chris tirò un sospiro di sollievo, sorridendo. Il momento era arrivato, Ace ne era sicuro. Era pomeriggio e di turno al locale c’erano lui, Satch, Marco e Vista. Izou era misteriosamente scappato via, parlando di un certo impegno. Non lo aveva programmato, era semplicemente successo: Satch aveva appena indossato la divisa e sulla soglia del locale era comparsa Erika, raggiante. Il castano aveva sorriso vedendola, ma dietro di lei comparve un uomo alto, dalle spalle larghe. Era alto almeno un metro e novanta e la figlia gli arrivava appena al petto. Il viso era asciutto e con qualche ruga intorno alla bocca e agli occhi. Sopra il labbro superiore, dei baffoni biondi, con qualche accenno di bianco. I capelli, anch’essi un misto fra biondo e bianco, erano tagliati corti. Indossava un completo gessato e aveva una cravatta blu sopra la camicia candida. -Ciao, Satch!- esclamò tutt’allegra la ragazza, andandogli incontro e baciandolo sulle labbra. Quel bacio per Satch fu come essere morso da una vipera: sussultò e si allontanò subito dalla ragazza, facendole inarcare le sopracciglia. In mente gli tornarono le parole di Sabo: “Evita baci troppo lunghi e appassionati, ai genitori non piace vedere la propria figlia baciare un ragazzo; la reputano la loro bambina, eh.” Sbiancò, avendo già sbagliato. Non conosceva il padre di Erika da nemmeno cinque minuti e già aveva fatto qualcosa di proibito. La biondina lo guardò, stranita, e voltandosi verso il padre disse:-Papà, lui è Satch, il mio ragazzo.- L’uomo lo studiò per qualche minuto e il castano, sotto lo sguardo severo e attento di quegli occhi marroni si sentì messo sotto esame. Dopo un tempo che gli parve infinito, l’uomo gli porse una delle enormi mani e disse:-Piacere, Satch, sono John Hilton. Erika mi ha parlato tanto di te.- “E spero bene!” pensò Satch, mentre stringeva la mano all’uomo. -Buongiorno.- una voce acuta provenne da dietro le spalle dell’uomo. Satch e gli amici si allungarono per guardare una donna sulla sessantina, minuta e dall’aspetto mite. Aveva capelli lunghi e biondi, quasi sul bianco, legati in uno chignon sulla nuca. Indossava un abito a maniche lunghe, color lavanda, con sopra una giacca a vento color perla. Sorrideva e guardava con simpatia verso Satch. -Satch- Erika avanzò verso la madre, portandola davanti al castano -lei è mia madre, Meg.- -Buongiorno, signora Hilton. È un piacere conoscerla.- -È un piacere anche per me, Satch. Chiamami pure Meg.- rispose cordiale lei. -Volete sedervi?- chiese Satch che con un gesto del braccio invitò la famiglia a sedersi ad un tavolo tondo. Quelli si sedettero e Satch fece per prendere il block notes, ma intervenne Ace:-Satch, tranquillo. Siediti con loro, conoscetevi meglio. Ci penso io a servirli.- Il castano guardò il sorriso gentile di Ace e accettò sedendosi anche lui. -Allora, signori Hilton? Che cosa prendete?- chiese Ace, rivolgendo sorrisi a tutti. Satch lo guardava, seduto, e si stupì di tutti quei sorrisi: Ace non era il tipo di ragazzo che a lavoro era allegro come una Pasqua. -Del tè, grazie.- rispose John Hilton, parlando sia per lui che per la moglie. Ace annuì e si rivolse ad Erika:-E tu, Erika?- -Lo stesso, grazie.- la biondina gli rivolse un sorriso raggiante. Ace annuì di nuovo e poi se ne andò. Intanto, al tavolo: -Quindi lavori qui, Satch.- esordì John, intrecciando le dita davanti a sé e guardando la divisa che il castano indossava -sei un semplice cameriere o il posto ti appartiene?- Satch annuì, teso, e disse:-Il locale è di nostro padre.- -Siete tutti fratelli?- chiese il signor Hilton, inarcando un sopracciglio e guardando gli altri: non si assomigliavano per niente. -No, no.- si affrettò a precisare Satch -è un po’ complicato da spiegare… In pratica, il proprietario del locale, Edward Newgate, ci considera tutti come dei figli.- John annuì e guardò di sottecchi la moglie, che continuava a sorridere. Ace uscì dalla cucina, in mano un vassoio con tre tazzine, una teiera da cui usciva del fumo, un vasetto con dentro dello zucchero e un altro con dentro del latte, nel caso gli Hilton gradissero il tè all’inglese. Si bloccò un secondo, guardando Satch che, teso come una corda di violino, rispondeva a tutte le domande dei genitori di Erika. Per un secondo lo sfiorò l’idea di non fargli quello scherzo, che parlare con quei due era già abbastanza, ma poi, sorridendo malignamente, si disse che no, Satch se lo meritava; aveva mostrato lui e Izou nudi in pubblico. Non si poteva cancellare una colpa così grave. Si avviò verso il tavolo, sul viso stampato un sorriso angelico. -Ecco il tè.- disse, poggiando davanti agli Hilton le tazzine e mettendo al centro del tavolo la teiera e i due vasetti. -Volete anche qualche dolcetto per accompagnare il tè?- chiese, guardando in particolare la signora Meg. Lei annuì e lui disse:-Vi portò il menu, così potrete scegliere voi.- Anche Marco aveva notato che Ace era particolarmente allegro e sorridente. Lui che di solito era imbronciato e brontolone. Sembrava molto felice. Fece spallucce, dicendosi che l’importante era che non facesse danni. Ace andò a prendere due menu e senza farsi vedere da nessuno, inserì nelle copertine di plastica dove stavano i fogli, le foto di Satch scattate da Izou a Halloween. Ne mise due per foglio e chiuse i menu, pronto a darli. Si dispiacque solo che non ci fosse Izou a godersi il loro momento di gloria. Tornò dagli Hilton e porse ai due genitori i menu per poi dileguarsi. Si appoggiò al muro, lontano dal tavolo quel tanto che bastava per sentire ma anche per non essere appiccicato a loro. Meg fu la prima ad aprire il menu e quando girò la prima pagina, per andare a leggere quella dei dolci, sbiancò. Le labbra, fino a quel momento stese in un sorriso, divennero una linea orizzontale, poi spalancò la bocca, orripilata. Aveva sgranato gli occhi ed Erika, vedendo il colore terreo che il viso della madre aveva assunto, chiese:-Mamma, tutto apposto? Che ti succede?- Anche John e Satch la guardavano, fra il curioso e il preoccupato, e il signore Hilton si decise ad aprire il menu, curioso di sapere cosa avesse scandalizzato in quel modo la moglie. Se Meg Hilton era sbiancata alla vista delle foto di Satch, John Hilton divenne rosso per la rabbia, mentre con le mani grandi stringeva in modo convulso il menu. -E queste?!- tuonò, fulminando Satch con lo sguardo. Il ragazzo sbiancò, spaventato dalla furia del padre della ragazza e disse:-Mi scusi… non so a cosa si sta riferendo.- Il signor Hilton prese il menu dalle mani della moglie, che intanto aveva riempito la tazzina di tè, aggiungendo molto zucchero per riprendersi, e sbatté il menu sotto il naso di Satch. Quello lo aprì e quando vide le foto, se possibile perse ancora più colore in viso. E quelle? Quando gliel’avevano scattato? Si voltò a guardare Erika, che guardava allibita le foto. La biondina iniziò a sentirsi in colpa, non pensava che quelle foto servissero a quello scopo. Pensava che Ace e Izou avessero voluto usarle per ricattare il suo ragazzo. Satch allora capì: alzò lo sguardo e fulminò Ace, che intanto se la rideva. -E queste?! Quando me le hai fatte!?- chiese, rivolgendosi all’amico e sventolando il menu all’aria. -Dovevo pur vendicarmi di quest’estate.- rispose sfacciatamente Ace, fissandolo negli occhi -Ricordi?- Un ringhiò gutturale provenne dalla gola di Satch che però lasciò perdere l’amico e si rivolse al padre di Erika, che intanto gli aveva stretto una mano:-Signore, io non ne ero a conoscenza! Quel bastar… Quel pazzoide del mio amico me le ha scattate di nascosto per vendicarsi di un innocente scherzo! Non faccio questo genere di cose!- -Ha ragione, papà.- lo appoggiò Erika -Satch non farebbe mai una cosa simile.- Il signor Hilton chiuse il menu, disgustato, e afferrando per mano la moglie disse:-Andiamocene, Meg. Andiamo prima che strozzi con le mie mani questo qui.- E detto questo, i signori Hilton se ne andarono, l’uno infuriato, l’altra scioccata. -Ace.- Satch si voltò verso Portgas, ringhiando:-Questa volta hai davvero esagerato! Sai quanto ci tenevo a far bella figura con i genitori di Erika!- -Satch, te lo meriti! E questo era anche da parte di Izou; neanche lui ha scordato, sai?- rispose a tono il moro, senza che quel sorriso sfrontato gli abbandonasse le labbra. Marco e Vista intanto si erano avvicinati, non capendo la situazione: a cosa si riferivano i due? Presero i due menu e scoppiarono a ridere vedendo le imbarazzanti foto. -E smettetela voi due!- Satch andò verso i due e strappò loro di mano i menu. Prese le foto e iniziò a strapparle, finché non rimasero che brandelli di quelle. Erika non era arrabbiata quanto Satch, però si sentiva presa in giro:-Ace, non avevi detto che sarebbero servite a questo!- Ace la guardò e disse:-All’inizio neanche io le avevo fatte per questo. A dir la verità avrei voluto farne tante copie e distribuirle in centro, poi però Satch ha parlato dell’incontro con i tuoi… E mi è sembrato perfetto.- -Sapevi di questa storia!?- esclamò Satch, guardando sconvolto la ragazza. -Sì… No… Cioè, sapevo che ti avevano scattato le foto, ma non sapevo il fine!- spiegò la biondina. Fece per rispondere ma gli passò in mente un’altra frase di Sabo: “Cerca di sembrare intelligente e sicuro di te, non un buffone, okay?” Si lasciò cadere su una sedia, portandosi le mani fra i capelli:-Ho sbagliato tutto, cavolo. Ed è anche colpa tua, Ace! Grazie tante, eh!- -Andiamo, non te la sarai presa per così poco?- rispose Ace, che non si sentiva per niente in colpa. Erika si avvicinò al ragazzo e prendendogli una mano gli disse, le lacrime agli occhi:-Se l’avessi saputo non l’avrei mai fatto, scusa.- Satch la guardò, poi appoggiando la fronte a quella della ragazza le sussurrò:-Dai, non piangere. Non sapevi tutta la storia, a differenza di qualcuno. Però non ti fidare più di Ace e Izou, eh.- Lei sorrise, e cercando di tirare su di morale il castano, disse:-Non ti preoccupare per mamma e papà. Parlerò loro e vedrai che capiranno.- Satch si alzò e guardò Ace:-Mi vendicherò.- -Eh no, ora basta!- intervenne Marco, mettendosi in mezzo fra i due e guardandoli:-È da mesi che va avanti questa storia! Metteteci una pietra sopra, anche se, Ace, ci sei andato pesante, eh.- Il moro ghignò, come se quello fosse stato un complimento. -Allora?- chiese Marco, spostando lo sguardo da Ace a Satch -avete finito?- -Sì.- sibilarono entrambi, fissandosi negli occhi. Nessuno si accorse, però, che Satch aveva incrociato le dita. La guerra non era ancora finita. Nda: Marzo… aprile… maggio… giugno! *gulp* Okay, questo capitolo avrei dovuto pubblicarlo ben tre mesi fa… ma capitemi, da gennaio i professori non ci davano tregua e non ho avuto proprio tempo per finirlo. La prima parte, quella che vede protagonisti Ace, Sabo e Satch e la parte di Izou e Marco le ho scritte a marzo o ad aprile, non ricordo, e poi l’ispirazione è andata in vacanza per tutto maggio. Ed oggi, finalmente, dopo la bella notizia che sono stata promossa (yeee *^*), ho finito il capitolo! Ace è stato proprio cattivo, eh? Forse ho esagerato un po’ ma la vendetta di Satch sarà quella che chiuderà questa serie di scherzi davvero cattivi. Mentre Chris va avanti! A quanto pare anche lui riesce a piacere alle vecchiette, sarà forse l’influenza dell’ananas? Mi sono divertita in particolar modo a scrivere quel pezzo, con le vecchiette che si vantavano di quanto fossero intelligenti e belli i loro nipoti. Come me, Chris è vittima delle vecchiette che non smettono mai di parlare =___= Il prossimo capitolo sarà incentrato su Izou e le sue continue sparizioni. Cosa combinerà il nostro bel moretto? E ci sarà anche la festa a sorpresa per Chris! Vedremo Marco alle prese con dei teenager che lo faranno uscire matto! Bene, ora vado, sperando di riuscir a scrivere il prossimo capitolo entro gli inizi di luglio. Fatemi sapere se vi è piaciuto! :3 Baci, Tallulah |
Capitolo 12
*** Stalking Izou ***
Stalking Izou
-Bene, signori, sappiamo bene tutti perché ci siamo riuniti qui oggi.- guardò uno ad uno i volti dei suoi amici: Vista, impassibile e attento, Jaws, che si chiedeva ancora come fosse finito lì, Ace, che cercava di non sbadigliare, e Sabo, che si era unito di sua spontanea volontà. Purtroppo, con suo grande rammarico, non era riuscito a includere anche Marco nella sua schiera, ma un ananas piuttosto stressata gli aveva urlato addosso che non aveva tempo “per tali scemenze”. Si schiarì la voce, pronto a spiegare come avrebbe proceduto, ma la risata di Ace ruppe il silenzio. Satch scoccò un’occhiataccia al moro che si era piegato sul tavolo e continuava a ridere:-Soldato Portgas, spiegami perché diamine stai ridendo. Non stiamo giocando qui!- Dopo qualche attimo, Ace si asciugò una lacrima all’angolo dell’occhio dovuta alle troppe risa e spiegò:-Scusa Satch, è che tu e la serietà appartenete a due universi paralleli e il tuo cercare di sembrare serio mi fa veramente morire.- Satch alzò gli occhi a cielo, insultando l’amico e imponendosi di mantenere la calma:-Come ho già detto, prima che il soldato Portgas mi interrompesse, sapete qual è il nostro obiettivo: scoprire dove diavolo scappa Izou quasi tutti i giorni.- I quattro annuirono, seri, e Satch pareggiando dei fogli, iniziò a spiegare come avrebbero proceduto:-Soldato Vista, soldato Jaws, voi dovrete cercare di ottenere delle informazioni dal nostro Soggetto, poiché risultereste meno sospetti di me o il soldato Portgas.- -Ehi, ma perché mi chiami Portgas? Anche io ho un nome, sai?- si intromise Ace. L’altro ignorò il suo intervento e continuò:-Soldato Portgas, tu dovrai riuscire a entrare nell’appartamento del Soggetto. Potrai usare i metodi che ti sembreranno più consoni, ma è preferibile che tu convinca lo stesso Soggetto a farti entrare per non destare sospetti.- -Bello, e tu che farai?- chiese Ace. -Ci sto per arrivare, soldato Portgas. Non mettermi fretta. Soldato Sabo, tu dovrai pedinare il soggetto. Fra i cinque sei quello che attira di meno l’attenzione e sono certo che saprai come passare inosservato. Ace, te l’ho già detto, non mettermi fretta.- aggiunse quando vide il moro muoversi irrequieto sulla sedia. -Sono proprio curioso di vedere cosa farai tu, Satch!- esclamò quello, aggrottando le sopracciglia. -Io- iniziò Satch -anche se dovrei cercare di conquistare la fiducia dei genitori di Erika, aiuterò Sabo a pedinare il Soggetto. Dai luoghi che frequenta e ciò che troveremo nel suo appartamento, riusciremo a capire cosa ci nasconde. Tutto chiaro, soldati?- Jaws, Vista, Ace e Sabo, serissimi, annuirono. Izou si alzò con calma, quel giorno. Aveva il turno pomeridiano al locale e per quella mattina non aveva preso impegni di alcun tipo. Alzò le braccia sopra la testa e socchiudendo gli occhi si sgranchì le ossa. Restò steso per qualche istante ancora nel letto, giocando con le lenzuola bianche e facendo una scaletta mentale della giornata. Si distrasse solo quando il cellulare trillò, segno che gli era arrivato un messaggio. Prese il cellulare, poggiato sul comodino, e socchiudendo appena gli occhi, infastidito dalla luce del display, lesse il mittente: Alex. Gli chiedeva se gli andasse di vedersi quella mattina. Sorrise, Izou, quando lesse che si ricordava dei suoi impegni al lavoro. Canticchiando a bocca chiusa rispose al messaggio, chiedendo l’ora e il luogo dell’appuntamento. Nemmeno due minuti dopo gli arrivò la risposta entusiasta di Alex. Dopo aver lasciato il telefono sul letto, il moro si diresse verso il bagno, per farsi una doccia. Quando uscì dal box si pettinò i capelli corvini e guardandosi allo specchio constatò che da lì a poco avrebbe dovuto tagliarli: ormai le punte arrivavano quasi alle scapole. Li asciugò con cura e con ancora l’accappatoio addosso tornò in camera, per prendere i vestiti. Optò per qualcosa di sobrio per i suoi standard, scegliendo una camicia lilla con sopra un gilet grigio e dei pantaloni del medesimo colore. Per Alex voleva essere diverso dal solito, al massimo. Dopo essersi vestito, tornò in bagno, da cui il vapore dell’acqua era uscito, e si chiese se truccarsi o meno. Il solito rossetto rosso che indossava e la pesante matita nera con cui amava contornarsi gli occhi avrebbero certamente stonato con l’abbigliamento elegante che aveva scelto. Ma la matita nera, poggiata sul bordo del lavandino vicino alla sua trousse, lo guardava invitandolo silenziosamente a usarla. -Solo un po’.- si disse mentre sfilava il tappo di essa e se la portava agli occhi. -Ho capito, Satch, non sono stupido!- Ace fulminò con lo sguardo l’amico, prendendo in mano il cellulare. -Mi raccomando- ripetè di nuovo Satch, fissandolo con gli occhi sgranati -devi risultare assolutamente credibile!- -Sabo, ti prego- Ace si voltò verso il biondo accanto a lui -o lo fai stare zitto tu oppure lo metto a tacere io. Per sempre.- I tre erano accovacciati a terra in un vicoletto, distanti solo qualche strada dal palazzo in cui Izou abitava. Satch alzò gli occhi al cielo di fronte alla minaccia di morte del moro e disse:-Su, non perdiamo altro tempo.- Ace annuì e mentre Sabo e Satch trattenevano il respiro, evitando di muovere un solo muscolo per paura di fare rumore, si portò il cellulare all’orecchio. -Izou!- esclamò, dopo che l’altro dall’altra parte gli aveva risposto. -Che c’è, Ace?- chiese quello -Sono piuttosto occupato, ora.- -Che devi fare?- chiese istintivamente Ace, il tono sinceramente incuriosito, mentre i suoi occhi neri correvano a quelli di Satch. -Devo uscire, ho un impegno.- fu la risposta evasiva di Izou -Di cosa hai bisogno?- -Il Babbo mi ha chiesto di fare una ricerca su Internet.- iniziò Ace, sperando con tutto il cuore che il moro gli credesse -e ho bisogno del tuo computer.- -Ma non hai il tuo a casa?- -L’ha rotto Rufy l’altra sera.- spiegò Ace, fingendo un tono infastidito e arrabbiato -ci ha fatto cadere sopra un’intera tazza di cioccolata calda. L’avrei ucciso se non ci fosse stato anche Sabo.- Satch e Sabo gli fecero segno che stava andando alla grande, che “eri scorbutico come sempre” disse dopo Satch. -Sto per uscire, Ace, te l’ho già detto. Se riesci ad arrivare a casa mia entro un quarto d’ora il computer è tutto tuo.- “Il tuo appartamento sarà tutto mio.” Pensò Ace mentre rassicurava Izou dicendo che sarebbe stato lì in un batter d’occhio. Quando chiuse la chiamata, Satch entusiasta batté le mani e guardando Sabo esclamò:-È anche il nostro turno, Sabo! Non era previsto nel piano, ma capita a fagiolo! Per cui- spostò lo sguardo da Ace al biondo e vice versa -mentre Ace si farà un po’ gli affari di Izou a casa sua, cercando di non lasciare tracce, io e Sabo lo seguiremo.- -Senza farvi scoprire.- aggiunse Ace, sbattendo le palpebre con fare innocente, imitando il tono di Satch di poco prima ed evidenziando le parole. -Per chi mi hai preso, eh? Come mi faccio io gli affari degli altri non se li fa nessuno!- esclamò Satch, gonfiando il petto. Ace sospirò e si tirò su:-Se fossi in te non ne andrei tanto fiero, sai?- -Lo vedi?- Sabo spiò dietro un angolo, mentre Satch gli poggiava le mani sulle spalle e cercava di sbirciare senza sporgersi troppo. -Sì, sta attraversando la strada.- -Ah, sì! Diavolo, ma come si è conciato!?- I due uscirono da dietro l’angolo dietro il quale si erano acquattati e iniziarono a camminare a passo lento, cercando di mantenere una distanza di sicurezza fra loro e il moro. Avevano lasciato Ace a casa di Izou nemmeno mezz’ora prima e si erano messi alle calcagna del moro che tutt’allegro era uscito di casa raccomando ad Ace di non svuotargli il frigo come l’ultima volta che era andato a casa sua. -Credi davvero che Ace troverà qualcosa a casa di Izou?- chiese Sabo, affondando le mani nella giacca verde acido che indossava. -Nah, Izou è un tipo parecchio ordinato e discreto. Non lascia troppe tracce in giro di quello che fa, anche a casa sua. Fidati, ho abitato con lui per un periodo.- -E allora perché hai mandato Ace a controllare?- chiese Sabo, inarcando le sopracciglia bionde. -Beh, innanzitutto per trovargli qualcosa da fare. Pedinare Izou con Ace sarebbe stato alquanto difficile, viste le sue manie di esibizionismo e l’assenza di discrezione. Probabilmente avremmo bisticciato tutto il tempo e addio pedinamento.- rispose Satch, facendo spallucce. Sabo annuì, rendendosi conto di quanto Satch fosse intelligente rispetto a quanto dimostrasse tutti i giorni con tutte le battute e gli atteggiamenti infantili. Continuavano a camminare come se niente fosse, gli occhi puntati su Izou. -Come pensi se la stia cavando Ace?- chiese Satch. -Probabilmente sarà andato in cucina. Mi spiace per Izou, ma al più presto dovrà fare la spesa. Probabilmente starà girovagando per casa, dando un’occhiata generale e decidendo da dove partire.- -Già, probabilmente. Ace se vuole sa usare il sale in zucca che ha.- -E questo cosa diamine è? Uno strumento di tortura?- portandoselo vicino al viso per studiarlo meglio, Ace studiò inorridito il piega ciglia che aveva trovato, azionandolo più volte per capirne la funzione. Rabbrividendo lo poggiò dove l’aveva trovato e continuò la rassegna che stava facendo nel bagno di Izou. Qualsiasi superficie piatta in quelle stanza era ricoperta di boccette colorate contenenti profumi, deodoranti, creme e tutte quelle schifezze per la pelle che pubblicizzavano sempre in tv. Per non parlare della quantità di trucchi presenti: si chiese a che ora Izou si dovesse alzare per truccarsi tutte le mattine. Sopraffatto dall’ignoranza e dallo schifo, Ace uscì dal bagno, per poi tornare nel salone dell’appartamento: non era molto grande, per chi viveva da solo andava più che bene. Si sedette sul divano bianco del salone, il portatile di Izou sulle ginocchia e lo accese. Nelle varie stanze non aveva trovato niente che non fosse nell’ordinario o che facesse notare la presenza di qualcun altro nella casa. Ace sperava vivamente di trovare qualcosa. -Sabo, ho visto bene? Izou è veramente entrato in quel luogo?- Satch guardò di sbieco il biondo accanto a sé, cercando conferma. Sabo annuì e deglutì chiedendo:-Posto… Ehm… Colorato.- -Colorato? Quel posto è un tripudio di fiori e colori. Anche per Izou è troppo.- disse Satch, guardando la caffetteria dalle tende rosa in cui il moro era entrato. Non aveva mai visto un posto così… Rosa. Ipotizzò che se l’amico era entrato lì dentro dovevano fare un caffè ottimo e dei dolci da leccarsi i baffi. Si sedettero sul muretto dietro cui erano nascosti e dopo qualche attimo di silenzio Sabo chiese:-Ora che si fa?- -Chiamiamo Ace e vediamo a che punto è.- disse Satch, tirando fuori dalla tasca della giacca il cellulare. -Ace, scoperto qualcosa?- chiese quando l’amico rispose. -Nah, niente. Sai com’è Izou, non lascia niente in giro. A voi come sta andando?- -Bene, lo stiamo ancora tenendo d’occhio.- disse Satch voltandosi appena verso il caffè -Ora è dentro una caffetteria.- -E che ci fa là dentro?- -Beh, se non ci mette troppo potrebbe solo prendere qualcosa da bere o da mangiare.- -Uhm, giusto. Altrimenti?- -Non penso che lavori da qualche altra parte, non ne vedo il motivo.- -Nah, infatti.- -Beh, ti facciamo sapere dopo. Se tu hai finito puoi anche andartene.- -Perfetto, anche perché Izou non aveva niente in frigo e sto morendo di fame.- -Colleghi e amici, so cosa ci nasconde Izou!- Tutti si voltarono a guardare Satch, sulla soglia del locale. Jaws, una scopa fra le mani, Vista, delle tovaglie in mano, Ace, appoggiato sul bancone e Sabo accanto a lui lo guardarono e all’unisono chiesero:-Eh?- Satch entrò, sfilandosi la borsa a tracolla che indossava e la giacca:-Ho scoperto cosa ci nasconde!- ripeté, come se dirlo di nuovo chiarisse tutto. -E cosa?- chiese Vista. Erano tutti incuriositi e sbalorditi visto che né Ace, né Jaws e Vista avevano ottenuto qualcosa. Izou era stato sbrigativo, furbo ed evasivo nelle sue risposte e cercare qualche indizio nel suo appartamento era stato un flop. Solo Sabo e Satch avevano ottenuto qualcosa seguendolo, ma niente che potesse portare ad una pista concreta. -Che aspetti a dircelo?!- Ace, che fino a quel momento si era lamentato di quanto fosse stanco e assonnato, di colpo era sveglio. -Signori, il nostro Izou ha una rubrica in una rivista femminile!- esclamò fiero e convinto Satch, guardandoli entusiasta negli occhi. Di nuovo, i quattro se ne uscirono all’unisono con un sonoro e deluso:-Eh?!- -Ma sì, ragazzi, pensateci- Satch si sedette su un tavolo rimasto senza tovaglia e iniziò a spiegare, gesticolando animatamente -dà ottimi consigli a tutti. Le rubriche sulle riviste danno consigli, no? Dà consigli su come rendere speciale un appuntamento, come vestirsi nel modo corretto, come comportarsi! Izou è la persona perfetta per questo tipo di cose, per cui… Ha una rubrica, fidatevi di me.- Erano scettici, eccome se lo erano. -Bene- Ace si tirò su dal bancone e disse -allora quando Izou arriverà glielo chiederemo.- -Chiedermi cosa?- I presenti si voltarono all’unisono verso la soglia, dove un Izou curioso e sospettoso al tempo stesso li fissava. Satch si schiarì la gola e dopo aver scoccato un’occhiata eloquente ai complici disse:-Izou, abbiamo scoperto il tuo segreto.- Quello, con sorpresa di tutti, sbiancò. Iniziò a tormentare con le mani il manico della borsa a tracolla che teneva sulla spalla e spostando lo sguardo sui tavoli, le finestre, le sedie disse:-N-non so a cosa ti riferisca, Satch.- -Lo sai benissimo, invece!- inveì l’altro, puntandogli un dito accusatore addosso -al fatto che hai una rubrica in una rivista femminile!- -Eh?- Izou sgranò gli occhi e inarcò le sopracciglia, esterrefatto. Minuti di silenzio passarono prima che il moro parlasse di nuovo:-Ma di che stai parlando?- Ace guardò Satch con un sorriso soddisfatto sul viso e disse:-Che ti avevo detto?- Quest’ultimo, a bocca aperta, fissava Izou, incapace di proferire parola. Ad un tratto, poi esclamò:-Ma sì, invece! D-deve essere così, è l’unica spiegazione logica…- -Satch, credo tu abbia viaggiato troppo con la fantasia.- Izou si passò una mano sul viso, fra l’esasperato ed il divertito -non volevo dirvelo subito, caso mai le cose non fossero funzionate fra noi due… Ma… Chiamo Alex.- Non diede il tempo di dire niente che uscì dal locale, il cellulare all’orecchio. -Alex?- i cinque si scambiarono occhiate interrogative e Jaws chiese:-Che tipo piace ad Izou?- -Uhm… Penso qualcuna molto femminile… Con tutti quei vestiti pieni di fronzoli e pizzi e perline…- Ace li guardò dubbiosi. In effetti, non sapevano proprio che aspettarsi: Izou raramente aveva presentato loro chi frequentava, non volendo smuovere le acque per niente, caso mai le cose non fossero durate. Era un tipo parecchio prudente, ecco tutto. Le mascelle di loro cinque sfioravano il pavimento quando arrivò alla caffetteria la fantomatica Alex. Oh meglio, il fantomatico Alex. E non era neanche un tipo femminile o tutto pizzi come aveva pensato Ace: Alex era un tipo alto e magro, non particolarmente muscoloso. Indossava una giacca nera con sotto una maglietta con il logo di una band, sotto dei jeans parecchio strappati; dalla scollatura della maglietta spuntava una parte di un complesso tatuaggio che probabilmente occupava gran parte del petto e sul viso, dai lineamenti marcati, aveva una barba non troppo folta. Sul sopracciglio sinistro un anellino e gli occhi sottili, di un chiarissimo verde unito all’azzurro, li fissavano tetri. I capelli neri erano portati lunghi, fino alle spalle e i ciuffi frontali, per evitare che infastidissero in alcun modo il ragazzo erano stati raccolti in un codino sulla nuca. Le orecchie, lasciate scoperte dai capelli, erano adornate da diversi anellini argentati, come quello al sopracciglio. Izou era più basso del ragazzo e ora li guardava, imbarazzato. -Alex- guardò con gli occhi scuri il ragazzo e con un gesto della mano gli presentò gli amici -loro sono Ace, Sabo, Satch, Jaws e Vista. Avrei voluto che fosse presente anche Marco, ma avremo un altro momento per farvi conoscere.- Gli altri avevano salutato il nuovo arrivato con un gesto del capo e della mano. -Ragazzi- Izou tornò a guardali -lui è Alex.- arrossì leggermente. Sabo guardò gli amici, che sembravano incapaci di parlare, soprattutto Satch, e per frantumare il silenzio imbarazzato che si era creato chiese, accennando ad un sorriso:-Tè per tutti?- Quando il tè fu pronto e tutti furono seduti ad un tavolo tondo, con la propria tazzina fumante davanti, Satch e gli altri si sentirono pronti per sostenere una conversazione. -Allora… Come vi siete conosciuti?- chiese Vista, vedendo che nessuno proferiva parola. Fu Izou ad iniziare:-Qualche settimana fa volevo comprare qualche nuovo cd, avevo voglia di ascoltare musica nuova- iniziò mentre con l’indice percorreva il bordo della tazzina -non sapevo dove andare, a dir la verità, non volevo andare in uno di quei grandi negozi di musica che ci sono al centro e prendere un cd a caso. Volevo che qualcuno mi consigliasse qualcosa, volevo andare in uno di quei piccoli negozi di cd che si trovano nelle stradine.- -Ma come siamo romantici.- scherzò Ace e con quella prima battuta la tensione iniziò a sciogliersi. Izou dopo un sorriso e uno scambio di sguardi con Alex, riprese a raccontare:-E così, mentre vagavo per il centro, incappai nel suo negozio. Ammetto che è stato difficile farlo aprire, sapete? È un tipo di poche parole!- e con un sorriso gli diede una spallata scherzosa, come ad incitarlo a parlare. Alex ridacchiò: aveva una voce rauca, ma melodiosa. Guardando la tovaglia, imbarazzato, spiegò:-Sono solo timido, tutto qui.- Izou gli strinse una mano, per nulla imbarazzato di scambiarsi effusioni con il ragazzo di fronte agli amici ma non osò nulla di più, sapendo quanto il corvino fosse un tipo riservato. -E poi? Come è andata?- ‘sta volta fu Ace a parlare, guardando negli occhi Alex: voleva metterlo a suo agio. Quello accennò ad un sorriso e disse, giocherellando con qualche ciocca di capelli:-Izou non aveva una cultura musicale, sapete? Quando mi chiese un consiglio, dovetti partire da zero con lui.- si interruppe e alzò gli occhi al cielo, avendo sentito un “esagerato!” bisbigliato dal ragazzo. -E sapete qual è il bello?- Izou guardò sorridendo prima Alex poi gli amici:-Ho dovuto ascoltare non so quanti cd prima che questo musone qui mi ritenesse degno di uscire con lui!- Risero tutti, nettamente più rilassati e a proprio agio e bevendo il tè che Sabo aveva proposto iniziarono a conoscere Alex. Alex poté trattenersi alla caffetteria per appena un’ora poi disse che “la gente ha bisogno di un po’ di sano punk rock” e se ne andò per andare ad aprire il proprio negozio di musica. Quando stava per andarsene, Izou lo accompagnò fuori e Satch ed Ace, impiccioni come vecchietti, spiarono dalla soglia le poche parole che si scambiarono e il bacio dolce che si diedero: Izou dovette mettersi sulle punte ed Alex gli mise la mani sui fianchi, dolcemente. Non fu molto lungo, benché Izou scherzosamente avesse cercato di trattenere l’altro ancora un po’, e prima di andarsene definitivamente, Alex si abbassò di nuovo a sfiorare le labbra rosee del corvino, mordendogliele scherzosamente. -Rivista, femminile, eh?- disse sarcasticamente Ace, guardando Satch che alzò gli occhi al cielo e borbottò un “Anche i migliori sbagliano!” mentre tornava all’interno del caffè. Nota della super ritardataria: Ancora un paio di mesi e l’ultimo aggiornamento sarebbe risalito a un anno fa. *gulp* Sono una cattiva persona, I know, ma meglio tardi che mai, no? Devo ammettere che questo aggiornamento è arrivato così in ritardo -così come quelli delle altre fanfiction ancora in corso- perché per parecchi mesi, fino a gennaio credo, non scrivevo più. Ma proprio zero. Nada de nada. Temevo che queste fanfics sarebbero rimaste incomplete per l’eternità. Poi, oggi, invece, mi sono messa al pc e mi sono detta “scriviamolo!” le idee mi ero tornate, per cui, avendo anche tempo, mi sono messa a scrivere. E non so, lo sto pubblicando a quest’orario indecente perché volevo pubblicare entro oggi. Avevo deciso così e così è stato. Questo capitolo lo dedico alla dolcissima Bibi e alla simpaticissima Revy che mi hanno incitata a scrivere. E naturalmente a Shane , ormai la considero la fan numero uno di Izou! Aspettava con ansia (?) (see, domani) questo capitolo! Spero apprezziate il capitolo e che non sia venuto una schifezza! E che non ci siano errori grammaticali e di battitura, ew. Oggi ho anche fatto una scaletta di quanti capitoli, a grandi linee, mancano alla fine di questa fanfiction: ne ho contati più o meno tre. Bene, con questo mi congedo. Spero di tornare presto e cercherò di farlo, giuro! ;u; So, spero non siate morte, care lettrici! Baci |