Benvenuti nel locale più bizzarro del mondo!

di Vis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ace vs bambini ***
Capitolo 2: *** Vecchiette in vista ***
Capitolo 3: *** A bocca asciutta... in tutti i sensi ***
Capitolo 4: *** I parenti di Marco: la macedonia! ***
Capitolo 5: *** Don't Stop Me Now ***
Capitolo 6: *** Piccolo geni del male crescono ***
Capitolo 7: *** Happy Halloween Satch! ***
Capitolo 8: *** Ah, sono uno spogliarellista ***
Capitolo 9: *** Friend Zone...? ***
Capitolo 10: *** The pineapple's love: mayonnaise! ***
Capitolo 11: *** Ace e vecchiette: alla carica! ***
Capitolo 12: *** Stalking Izou ***



Capitolo 1
*** Ace vs bambini ***


Ace vs Bambini

 

-Ace!- il biondo sbatté un vassoio sulla testa del moro che, tanto per cambiare, dormiva.
E non si era svegliato!
Conoscendo il sonno pesante del ragazzo, e la scorza dura che aveva, senza tanti complimenti lo fece cadere a terra.
-Ahia!- Ace si svegliò, mentre si portava una mano alla testa, dove si trovava un bel bernoccolo.
-Marco, tu sei pazzo!-
Il biondo gli rivolse uno sguardo di sufficienza e gli disse:-Esagerato. Ed ora muoviti; stanno arrivano clienti-
Ace gli rivolse uno sguardo indispettito e imprecò a mezza voce, poi si alzò e seguì nella sala Marco.
Vide Satch che rideva insieme a Vista, Izou che sistemava alcune cose e Jaws che accoglieva i nuovi clienti: bambini.
Il sangue gelò nelle vene del ragazzo, che deglutì a fatica.
-Mi raccomando- gli sussurrò il biondo  -sii gentile, e non ti arrabbiare-
-Parli tu- disse Ace, conoscendo il carattere leggermente suscettibile dell’amico.
I bambini, accompagnati dai genitori, occuparono gran parte dei tavoli e iniziarono subito a fare un gran chiasso.
 Ace cercò di sgattaiolare via, ma sentì una strana sensazione addosso e voltandosi appena, vide lo sguardo truce di Marco su di lui. Il biondo, da grande amico qual’era, gli fece segno di andare a prendere le ordinazioni.
Ace scuoté con vigore la testa, ma un’altra occhiata del biondo fece arrendere il moro. Quello, trascinando i piedi, si avvicinò ad uno dei tanti tavoli e stampandosi un sorriso in volto disse:-Cosa prendete?-
Urla, manine che battevano, risate, e anche sputi forse, lo travolsero. Per un attimo rimase disorientato, poi prese a trascrivere i vari ordini, annuendo di tanto in tanto.
Poco dopo, si avvicinò alla cucina, dieci anni di vita in meno, e lasciò gli ordini. Si lasciò cadere su una sedia e sospirò. Una parte dell’incubo era andata.
 
“Vi starete chiedendo in che razza di situazione sono finiti i nostri cari amici; per uno strano scherzo della mia mente mi sono immaginata i pirati di Barbabianca che dirigono un locale. Situazione alquanto strana, no?”
 
Il riposo di Ace durò appena pochi secondi, poiché sentì i bambini richiedere il cibo, e le ordinazione arrivare. Si alzò e prese tre o quattro piatti. Fece in tempo ad avvicinarsi al tavolo, che quei piccoli mostri conosciuti come bambini urlarono più forte, si allungarono verso di lui per prendere i piatti.
Ace si allontanò, spaventato e vide Satch ridere; gli si avvicinò e poggiandogli una mano sulla spalla gli disse:-Ti lascio i mostriciattoli. Divertiti-
Il ragazzo continuò a ridere e si avvicinò ai tavoli.
Cosa rendeva così particolare quel locale? Per ogni tipo di cliente… c’era un tipo di cameriere.
Uno dei tipi di cameriere, era “lo stile Satch”: aspetto cordiale e scherzoso, un sorriso sempre dipinto sulle labbra, e la battuta pronta.
Quel tipo di cameriere piaceva ai bambini, per questo Ace aveva ceduto l’incarico all’amico, e Satch sapeva come farli divertire.
Gli altri tipi di camerieri…? Li scopriremo in seguito, ora torniamo dai pirati…
Marco si avvicinò ad Ace e sorridendo leggermente disse:-Non ce l’hai fatta, eh?-
-No- sospirò Ace -sono indistruttibili, quei cosi-
-Sai cosa significa, vero?-
-Sì- Ace si scompigliò i capelli -offro io-
Marco rise e si rivolse agli altri compagni:-Anche ‘sta sera offre Ace!-
Quelli gioirono.
Marco si avvicinò ad un lavagnetta e fece una x accanto al nome di Ace. Una delle tante.
Altra particolarità del locale, era questa: i camerieri scommettevano fra di loro; chi non riusciva ad affrontare il tipo di cliente adatto a lui… offriva la cena.
Indovinate un po’ chi perdeva più spesso?
 
 
 
 
 
 
Nda:
Ciao!
Una storiella stupida che mi è venuta in mente oggi pomeriggio, già in programma “vacanze” e l’immagine di Ace e Marco (beh, lui poteva anche non esserci) vestiti da camerieri mi è passata per la testa. Beh, la mia prima reazione è stata: *O*  poi… aggiungiamoci Satch e gli altri… e la storiella demenziale esce fuori xD
Un bacio, Temari.

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Capitolo 2
*** Vecchiette in vista ***


Vecchiette in vista

 


Satch aprì la porta del locale, sbadigliando. Entrò, seguito da Izou, Vista e Marco. Erano appena le nove, eppure dovevano già aprire; se era per lui e gran parte dei suoi amici e colleghi, avrebbero aperto verso le undici, mezzogiorno. Ma il diligente Marco, insisteva a voler aprire presto. Indossavano tutti già la divisa: camicia bianca, sobri pantaloni neri, con sopra un grembiule del medesimo colore. Al collo, un papillon e ai piedi scarpe nere. Il Babbo insisteva che la divisa era molto importante. Erano molto eleganti, e quell’aria affascinante che donava la divisa rendeva molto felici Ace, Satch ed altri: spesso le ragazze gli lanciavano sguardi di apprezzamento, altre si facevano anche avanti. Se fosse stato per i due amici, sarebbero stati molto, troppo amichevoli con le giovani clienti, ma Marco interveniva sempre.
La mattina avevano un solo tipo di clienti, quel tipo che Satch, Ace ed Izou non amavano: le vecchiette.
Dopo neanche un quarto d’ora, ecco uno dei gruppetti di amiche che entravano nel locale, assorte in chissà quali conversazioni.
-Buongiorno- Marco si avvicinò alle signore e rivolse loro un sorriso gentile.
Le accompagnò ad un tavolo e iniziò a prendere le ordinazioni.
-Eccomi!- esclamò Ace, spalancando la porta ed entrando, tutto trasandato.
Le vecchiette gli lanciarono delle occhiate di disappunto ed una, rivolta ad Ace esclamò:-Figliolo, come vai in giro! Segui l’esempio di queste giovinetto!- indicò Marco.
Ace guardò verso Izou e Satch, che alzarono le spalle e ridacchiarono.
Il moro si diresse vero il retro del locale, seguito a ruota da Satch e Izou.
-Odio la mattina!- esclamò Ace.
-Eh già, doversi alzare è un trauma per te, eh?- Izou rise insieme a Satch.
-Anche!- Ace sorrise -ma quelle vecchiette…! Mi chiedo come Marco e Vista le sopportino!-
Eh già; il tipo di cameriere che le vecchiette amavano erano i camerieri dall’aria matura, responsabile, e anche un po’ misteriosa.
Ace e i due amici tornarono in sala, e guardarono Vista servire le vecchiette che con leggeri sorrisini ringraziavano e apprezzavano qualcosa.
Arrivarono altre clienti, altri gruppi di vecchie amiche, e toccò anche ai tre amici dover servire.
Fu Izou la prima “vittima”, che con in mano il taccuino si avvicinò al tavolo a cui le donne si erano accomodate.
-Cosa desiderate?- chiese, con un sorriso cortese.
-Figliolo- intervenne una delle signore -non sono molto graziosi quei capelli lunghi-
Izou cercò di mantenere il sorriso sulle labbra e disse:-Beh… a me piacciono-
-E quella tinta sulle labbra?- si aggiunse un’altra.
Izou si affrettò a prendere le ordinazioni, poi fece una smorfia mentre si dirigeva verso le cucine.
-Pochi secondi, e mi hanno già criticato-
-Povero cucciolo- disse Satch, accarezzando scherzosamente i capelli all’amico.
Izou con un’occhiataccia scacciò la mano del ragazzo e quando sentì le clienti chiamare, disse:-Vai tu, cucciolo-
Satch ridendo si diresse verso le clienti, che per tutto il tempo in cui il moro portò le loro ordinazioni e e esaudiva ogni loro richiesta commentavano qualcosa:
-Quei capelli… che modo di portarli è?!-
-Quel pizzetto… bisogna tagliarlo!-
Satch cercava di ignorarle, mostrando un sorriso, che però difficilmente riusciva a mostrare e solo quando le vecchiette smisero di chiedere e chiedere, poté sospirare di sollievo.
Ace, Izou e Satch guardavano Marco e Vista che si alternavano per accontentare le clienti e si chiesero come potessero piacere a quelle arpie!
In fondo… i capelli di Marco non erano la chioma più bella che esistesse, ed i baffi di Vista…
Mha, per i tre amici, forse, quello sarebbe rimasto un mistero irrisolto.
Alcune delle clienti chiamarono un cameriere, e Marco essendo già impegnato fece segno al trio di andare.
I tre scuoterono con vigore la testa, in segno di diniego e il biondo andò a servire le signore. Poco dopo, si avvicinò ai tre e con un ghigno disse:-Sta sera vi dividete il conto?-
I tre annuirono, poi Ace guardando i due disse:-Beh, visto che siete dei miei cari amici…-
-No Ace- rispose subito Satch, avendo capito cosa voleva il moro.
-Ma non ho un soldo in tasca!- esclamò Ace. Poi, voltandosi verso Izou:-Ti prego..! Almeno tu, amico mio-
-E va bene- accettò con un sorriso Izou -ma ad una condizione…-
 
-Satch, dove sono Ace e Izou?- chiese il vecchio Barbabianca, non vedendo i due figli.
-Aspetta papà! Izou ed Ace stanno preparando… una sorpresa!- esclamò Satch, ridendo e dirigendosi verso il bagno della locanda, dove si erano rinchiusi i due.
-Allora?- sbirciò nel bagno e guardò Ace, che guardava imbrociato Izou.
-Quasi finito!- Izou passò un altro strato di rossetto rosso sulle labbra di Ace
-aiutami a sistemargli i capelli-
Satch prese la spazzola che il moro gli porgeva e prese a pettinare i capelli neri di Ace. Gli mise fra i capelli neri una bacchetta per capelli, adornata da deliziosi fiorellini rosa e rossi e con dei pendenti ricoperti di brillantini. 
-Basta!- Ace si divincolò dalla presa dei due -così può anche bastare!-
-Beh, allora andiamo dagli altri!- esclamò Izou, posando accuratamente i trucchi.
Satch uscì dal bagno, e attirò su di sé gli sguardi dei fratelli e del padre.
-Che state combinando!?- chiese Marco, cercando di guardare oltre le spalle del ragazzo.
Satch si andò a sedere insieme agli altri, e anche lui si voltò a guardare verso la porta da cui uscì Izou. Il moro si guardò alle spalle e ridendo disse:-Che fai? Vuoi pagare anche tu?-
Si sentì un sospiro e anche delle imprecazioni.
Barbabianca e i figli videro entrare Ace. Quando videro com’era conciato scoppiarono tutti a ridere.
Per non pagare il conto, Ace era stato costretto a mettere un kimono rosso con dei fiori rosa, alla vita era tenuto da una fascia rosa, ed i bordi erano gialli, arancioni e verdi.
-Smettetela!- esclamò Portuguese rosso in viso -se avessi dei soldi, non mi metterei così in ridicolo!-
-Ace, sai che quel rossetto ti dona?- esclamò Satch, ridendo e coinvolgendo i fratelli.
Il moro si lasciò cadere accanto ad Izou e prese a mangiare, borbottando fra un boccone e l’altro delle imprecazioni.


Nda:
Ringrazio tantissimo LaCla, che ogni volta mi aiuta a postare le immagini! T^T

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Capitolo 3
*** A bocca asciutta... in tutti i sensi ***


A bocca asciutta… in tutti i sensi
 



Ace bevve un sorso di granita, godendosi la fresca bibita in quel giorno caldo…
O meglio si sarebbe goduto la fresca bibita in quel giorno caldo se non fosse stato per Marco che con un pugno in testa gliel’aveva sfatta risputare tutta.
-Ma sei impazzito?!- sbraitò Ace, dopo essersi ripreso.
-Non si batte la fiacca durante l’orario di lavoro!- ribatté il biondo, allontanandosi.
-Ma non c’è nessuno!- esclamò esasperato Ace, guardando il locale vuoto.
In effetti, il moro aveva ragione: erano le due di pomeriggio e solo un pazzo sarebbe uscito fuori a quell’ora e con quel caldo.
Il moro, insieme a Satch, avrebbe chiuso il locale all’ora di pranzo, per poi riaprirlo verso le quattro, ma no, il caro Marco sosteneva che bisognava fare orario continuato!
Ace si riappoggiò al bancone, poi controllando che Marco se ne fosse andato, riprese fra le mani la sua bibita ghiacciata e ne bevve un altro sorso, speranzoso…
SBAM!
Un’altra sonora pacca si abbatté sulle spalle di Ace, facendogli così sputare di nuovo la granita.
-Ace!- Che combini qui tutto solo!?-
Era Satch. Ace gli rivolse un’occhiata omicida mentre si batteva una mano sul petto.
-Cos’è quell’espressione?- chiese il ragazzo, confuso.
Ace gli fece segno di lasciare stare e poiché oramai gli avevano fatto andare di traverso la bibita l’abbandonò al suo destino, sul bancone. Si alzò e se ne andò insieme e Satch, chiacchierando.
Di lì passò Izou che quando vide la gustosa granita nel bicchiere, invitante, esclamò:-Oh!-
E prese a mangiarla, indisturbato. Quando la finì, andò nel retro del locale, dove Ace e Satch si rilassavano ed esclamò, allegro:-Sapete cos’ho trovato?-
-Cosa?- chiesero i due, guardandolo.
-Sul bancone c’era una granita sola soletta. Non c’era nessuno e me la sono mangiata io!-
-E nessuno ti ha disturbato?!- chiese Ace, sgranando gli occhi.
-No!- rispose soddisfatto Izou.
-Neanche quel rompico… Marco?!- Ace era sull’orlo di una crisi di nervi.
-No! E’ fantastico, vero!?- Izou guardò contento i due.
Satch annuì, poi si voltò a guardare Ace che era indeciso se iniziare ad urlare o sbattersi la testa al muro.
-Io vado!- esclamò Vista, uscendo in quel momento dagli spogliatoi -ci vediamo domani!-
-Ciao Vista- lo salutarono all’unisono.
In quel momento, a salvare Ace da sé stesso, arrivò Marco:-Avanti, venite di là, sono arrivati dei clienti!-
Izou seguì Marco, mentre Satch dovette trascinare a forza Ace.
Ma una volta arrivati nella sala, qualcosa, o meglio qualcuno fece venir voglia a Satch e ad Ace di lavorare: un gruppetto di amiche era entrato nel locale, ma non un gruppo di anziane signore, ma di giovani a graziose ragazze.
Ace rapidamente prese il block notes e si diresse verso il tavolo a cui le ragazze si erano accomodate.
-Ehi- disse, mettendo in mostra un sorriso raggiante -cosa prendete?-
Le tre amiche, mentre sceglievano cosa prendere, si lanciavano sguardi di sbieco e sorrisini.
Ace tornò con le ordinazioni, un sorriso soddisfatto in volto.
-Hai fatto colpo, amico?- Satch rise vedendo come si era ripreso.
-Perché ti sorprendi Satch?!- Ace ridusse gli occhi a due fessure.
-Bha, scusa… è che ancora non hanno visto me!- il ragazzo rise, poi prese lui il vassoio con sopra gelati e bibite.
Si diresse al tavolo e lì diede alle clienti le loro ordinazioni, facendo qualche battuta per farle ridere.
-Tsk… ricorre alle battute per far colpo- Ace incrociò le braccia al petto.
-Che puoi farci… Satch sa come far ridere la gente… mentre tu fai ridere la gente-
-Che intendi, Izou?-
-Niente- il moro sghignazzò -solo che a volte fai certe figure…-
-Ma che stai blaterando!- Ace si allontanò -io non faccio mai brutte…-
Ma non terminò la frase, poiché era inciampato nei propri piedi ed era caduto in faccia avanti.
Sentì le risate delle clienti e si rialzò, il viso dolorante.
-Stavi dicendo Ace?- chiese Izou, mentre si sbellicava dalle risate.
-Zitto, Izou-
-Ace- arrivò Marco, che quando lo vide a terra chiese:-Ace, sei caduto?-
-No, Marco- ringhiò il moro -è che il pavimento si sentiva solo e l’ho abbracciato!-
-Okay- il biondo fece spallucce e se ne andò.
Ace lo guardò scandalizzato: poteva essere così ottuso?!
Il moro si alzò e si sedette accanto ad Izou che se ne stava per fatti suoi.
Satch tornò e disse:-Che ne dite, se dopo il lavoro, usciamo con quelle ragazze?-
Izou fece spallucce, senza curarsene.
-Va benissimo!- rispose Ace, illuminandosi.
-Ma loro lo sanno?- chiese Izou, guardando verso le ragazze.
-Certo- Satch si incamminò verso le clienti -… fra qualche minuto-
I due mori risero ed Ace chiese:-Izou quale ti piace di più?-
-Nessuna in particolare-
-E allora perché vieni?-
-Perché?- Izou sorrise -perché sono certo che offrirà uno di voi due-
-Poi date a me dello scroccone- brontolò Ace.
 
Satch abbassò la saracinesca e si voltò a guardare gli amici. Era sera, e finalmente avevano chiuso il locale.
-Bene, fra poco arriveranno Charlotte e le altre-
-Charlotte?- Izou guardò stranito l’amico.
-Ma sì, Charlotte, la biondina di oggi-
-Aaah…- Izou alzò gli occhi al cielo.
I quattro, sì c’era anche Marco, si erano già cambiati ed erano pronti ad uscire.
Aspettarono qualche minuto e poi, quando videro arrivare le tre ragazze, il biondo disse:-Bene, ora che mi sono assicurato che voi non distruggiate il locale, io vado- fece per allontanarsi, ma si sentì chiamare.
Vide la ragazza chiamata Charlotte correre verso di lui, e prendendolo a braccetto disse:-No, aspetta! Marco, io vorrei conoscerti meglio-
Gli occhi di Satch uscirono fuori dalle orbite, la bocca si spalancò:-COSA?!-
-È strano- ammise la biondina, arrossendo leggermente -ma qualcosa in lui mi ha colpita; forse l’aspetto maturo, la sua responsabilità…-
-Dai Satch, non ti buttare giù- disse Ace, dando una pacca sulla spalla all’amico.
-Piuttosto…- Ace si avvicinò con fare seducente ad una delle ragazze -Andiamo?-
-Veramente- la ragazza rivolse uno sguardo di scuse ad Ace e disse, abbassando lo sguardo -volevo uscire con Izou-
Ace si voltò a guardare il moro, sorpreso quanto lui.
-Con me?-
Lei annuì e disse:-H-hai… un qualcosa che mi ha stregata… Un fascino esotico, ecco!-
Timidamente si avvicinò a lui e gli prese le mani fra le sue.
-Dai Ace, non ti buttare giù- gli disse Satch, imitando l’amico.
I due guardarono la terza ragazza che quando notò i loro sguardi insistenti alzò un sopracciglio, stranita.
In quel momento arrivò Vista.
-Ehi Vista, tu che fi fai qui…?- chiese Satch, ma quando vide il sorriso che nacque sul volto della terza ragazza sospirando disse:-Ho capito-
-E quand’è che vi siete conosciuti, voi due?- volle informarsi Ace.
-Oggi quando stavo andando via- disse Vista sorridendo.
Il moro annuì, e accompagnato da Satch disse:-Beh, divertitevi almeno voi-
 
 
 
 
Nda:
Ciao!
Ed ecco il terzo capitolo; niente, mi diverto ad essere un po’ cattivella con Ace xD Poi, visto che nel capitolo precedente Satch si era divertito… beh, facciamo penare anche lui BD
Spero vi sia piaciuto!
Ps: in questi giorni sto cercando di aggiornare anche le altre storie, prima di una luuuunga vacanza *-*
Baci, Tem.

 

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Capitolo 4
*** I parenti di Marco: la macedonia! ***


I parenti di Marco: la macedonia!

 
-Marco muoviti!- Ace corse in avanti, reggendo le borse che portava.
-Ace, smettila di comportarti come un bambino di tre anni!- esclamò il biondo che invece avanzava lentamente.
-Ma lui è un bambino di tre anni!- esclamò Satch, ridendo.
-Senti chi parla, il poppante!- lo rimbeccò il moro.
Satch sgranò gli occhi, irritato, ma fu bloccato da Vista che scoppiò a ridere.
Finalmente erano arrivate le vacanze estive, anche per loro. Ci avevano messo un bel po’ a convincere Marco, ma finalmente ci erano riusciti; per due settimane niente locale, niente clienti, nada de nada. Solo pacchia, mare e sole.
Eh sì, come meta per le vacanze avevano scelto il mare.
Ace lasciò cadere le borse sulla sabbia candida e guardò soddisfatto il mare.
-Ehi, bella statuina, dacci una mano!- esclamò Satch.
Il moro si voltò a guardarlo, poi disse:-Non ci penso neanche!-
Fra un battibecco e l’altro si sistemarono e i ragazzi erano pronti a farsi un tuffo nell’acqua cristallina.
Satch si tolse la maglia, mostrando il fisico che non rimase indifferente agli sguardi delle donne e così anche Marco, Vista, Izou e Jaws. Solo Ace rimase con la maglia.
-Ti sei rincitrullito, Ace?- gli chiese Marco -sai che per fare il bagno bisogna togliersi i vestiti?-
-Lo so, Marco- rispose acidamente -stavo solo aspettando il momento opportuno…-
Gli amici del moro rimasero a fissarlo, alzando le sopracciglia.
Ace sghignazzando iniziò a tirare su la maglia, lentamente, molto lentamente.
Pian piano, ecco affiorare dalla maglia gli addominali scolpiti, i pettorali e i muscoli della schiena allenati. Subito molte ragazze adocchiarono il fisico del moro e questo non sfuggì a Satch.
-Iena…- digrignò i denti vedendo il successo che aveva il fisico di Ace; poi guardò il suo: non che non avesse muscoli, ma non erano sviluppati come quelli dell’amico.
-È facile pomparsi i muscoli, eh Ace?-
-Certo Satch, tutta invidia- il moro corse verso l’acqua per poi tuffarsi. Stranamente, la quantità di ragazze nell’acqua aumentò.
-Lascia perdere Satch, sai che Ace è il solito esibizionista- gli disse Izou, dandogli una pacca sulla spalla e correndo anche lui in acqua.
-Dai, Marco, facci vedere come un ananas nuota- disse Satch guadagnandosi un’occhiataccia da parte del biondo.
-Ora muori- il biondo iniziò a correre verso il ragazzo e lo buttò in acqua.
Marco guardò soddisfatto Satch tremare di freddo, ma si sentì afferrare da dietro e vide l’acqua avvicinarsi sempre di più.
SPLASH!
Ed ecco che anche l’ananas era in acqua.
-Jaws!- ruggì Marco, tremando di freddo.
-Chi la fa l’aspetti!- esclamò il moro, ridendo e tuffandosi anche lui.
Sguazzarono nell’acqua per un bel po’, come dei bambini, poi i sei amici si andarono a stendere al sole.
-Izou- Ace guardò il moro -posso farti una domanda?-
Il ragazzo annuì e anche gli altri stettero ad ascoltare, incuriositi.
-Abbiamo fatto il bagno, eppure sei ancora truccato; come fai?!-
-Semplice- rise Izou -resiste all’acqua-
-Impossibile!- Satch si sporse verso di lui -secondo me sono tatuaggi-
Izou schiaffeggiò via la mano del ragazzo e disse:-Macché tatuaggi!-
-Allora ci sei nato così?- chiese Ace.
Il moro inarcò un sopracciglio e Marco disse:-Ace, ma sei stupido?-
-Perché?- Ace guardò confuso il biondo -guarda Satch che faccia si ritrova; perché Izou non potrebbe essere nato così?-
-Che ha la mia faccia che non va?!- Satch gli mollò un pugno in testa, mentre gli altri ridevano.
 
-Chi ha fame?- chiese Ace alzandosi dall’asciugamano.
Tutti alzarono una mano e così si diressero verso il bar della spiaggia, borsellini in mano. Ace, per paura di ritrovarsi in situazioni imbarazzanti come era successo tempo prima (Nda: secondo capitolo), aveva iniziato a mettere da parte i soldi per accontentare il suo stomaco.
-Allora, cosa prendete?- chiese Jaws.
-Io prendo una macedonia- rispose Marco.
-Ma come- Satch lo guardò sconcertato -mangi i tuoi simili?!-
Vista, che in quel momento stava bevendo, sgranò gli occhi e sputò tutto in faccia ad Ace.
-Satch- ringhiò il biondo -quando ti prendo…-
-Dai, non te la prendere! Satch stava solo scherzando!- disse Izou, per placare Marco.
-A dire il vero no…- disse il ragazzo, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Izou seguita dalle risate degli altri.
-Io prendo un panino- disse Vista, per cambiare argomento -voi?-
-Panino- rispose Satch.
-Prenderò anch’io una macedonia- disse Izou.
-Panino- disse Jaws.
-E tu, Ace?- il ragazzo baffuto guardò il moro che studiava con aria assorta il listino prezzi.
-Io…- iniziò Ace -prenderò una bistecca…-
-MA NON C’È NEL MENÙ IDIOTA!- a quel punto Marco gli diede un pugno in testa.
-Davvero?-
-Poi parla per suo fratello Rufy…- sospirò Satch.
 
Tornarono in spiaggia, dopo aver consumato i loro pranzi. Ace alla fine si era preso solo sei o sette panini, non ricordava neanche lui, e Marco, mentre mangiava la sua macedonia, aveva dovuto sopportare le battutine di Satch riguardo la sua crudeltà nel mangiare quelli che potevano essere suo fratelli o parenti.
 
Ace aprì piano gli occhi, guardando la spiaggia. Notò sul bagnasciuga delle ragazze molto carine e mettendosi a sedere sul suo telo disse:-Vado a fare un bagno…-
Anche Satch notò le ragazze e disse:-Ace, aspettami, vengo con te-
I due si alzarono e si diressero verso il mare.
Ace si sgranchì le ossa, allungando sopra la testa le braccia e con soddisfazione vide le ragazze che lanciavano degli sguardi di sbieco al suo fisico.
Satch si irritò e prendendolo per i fianchi lo buttò in acqua.
-Satch!- il moro lo fulminò con lo sguardo, mentre l’amico si buttava in acqua.
-Andiamo, è solo uno scherzo innocente…- si giustificò l’amico.
Ace alzò gli occhi al cielo e iniziò a nuotare, mettendo in mostra le sue ottime qualità fisiche. Ogni tanto guardava le ragazze che parlavano fra di loro e non gli sfuggivano gli sguardi che gli lanciavano.
Una di esse, a detta di Ace la più carina, si allontanò dal gruppo e si tuffò in acqua. Il moro era sicuro che gli si sarebbe avvicinata ed era pronto a sembrare brillante quando…
-SATCH!- lo chiamò dalla spiaggia Izou.
-Che c’è?-
-Ace si è addormentato!-
-Anche in acqua!?- Satch si voltò velocemente e vide Ace dormire beatamente.
Nuotò verso di lui e passò un braccio sulla sua vita, per sorreggerlo. Iniziò a schiaffeggiarlo, per svegliarlo.
-Ahia!- Ace si svegliò e si massaggiò le guance -hai finito di prendermi a schiaffi?!-
-Ti sei addormentato, idiota- Satch iniziò a nuotare verso la riva.
-Cosa?!- Ace sgranò gli occhi e si voltò verso le ragazze; si erano spaventate, ma dopo aver visto che Ace stava bene, si erano allontanate.
-Cavolo!- Ace si batté una mano sulla fronte -me le sono fatte sfuggire!-
 
 
 
 
Nda:
Salve! Spero che vi stiate godendo le vacanze! :D Io più o meno…
Bene, questo capitolo è ambientato in spiaggia, ma anche il prossimo lo sarà, poiché sarà il continuo di questo.
Ringrazio con tutto il cuore Irix, per avermi ispirato… in spiaggia xD
Baci, Tem.

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Capitolo 5
*** Don't Stop Me Now ***


Don’t Stop Me Now
 


-Satch ma quanto ci metti?! Anch’io mi devo fare la doccia, sai?!- esclamò Ace davanti la porta del bagno.
Per tutta risposta, sentì il ragazzo cantare a squarciagola.
-È pure stonato- affermò Izou, portandosi le mani alle orecchie -mi sta spaccando i timpani!-
Il moro guardò Ace che era andato a prendere il cellulare.
-Ehi, che vuoi fare?- poi, vedendo che l’amico apriva il registratore disse, con aria complice -Ah, capito…-
Ace, Satch ed Izou erano finiti in stanza insieme, mentre Marco, Jaws e Vista erano in un’altra. Erano tornati in albergo dopo un’estenuante giornata in spiaggia, e mancava poco alla cena.
 
-Ah! Che bella doccia fresca mi sono fatto!- esclamò svariati minuti dopo Satch, uscendo dal bagno -Ace, tocca a te!-
-Grazie- rispose gentilmente il moro entrando in bagno.
Per qualche secondo il ragazzo non diede peso alla risposta di Ace, poi si bloccò, assottigliando gli occhi: la risposta di Ace era stata molto, troppo gentile. Diventando guardingo Satch controllò la stanza in cerca di una qualche trappola macchinata da Ace, ma non trovò nulla. Solo in quel momento si accorse dell’assenza di Izou.
-Ace!- chiamò -Izou?-
Ma non ottenne risposta. Ace non l’aveva sentito, o così sembrava. I sospetti di Satch aumentarono. Iniziò a vestirsi velocemente, avendo paura che le sue chiappe potessero essere fotografate dall’amico nascosto. Una volta pronto uscì dalla camera, in cerca di Izou. Ma non incontrò il moro, bensì Marco, Vista e Jaws.
-Hei ragazzi! - li chiamò -avete visto Izou?-
-Sì- disse Jaws -stava andando nella sala da pranzo. Forse starà già lì ad aspettarci-
-Ha detto che ci attenderà una sorpresa- aggiunse Vista con aria pensosa.
-Chissà cosa sarà…- Satch si unì ai tre ed insieme raggiunsero la sala da pranzo.
Si sedettero ad un tavolo tondo e ben presto li raggiunse Izou.
-Izou! Ma dov’eri?- gli chiese Satch, mentre si sedeva accanto a lui.
-Avevo un impegno- lo liquidò il moro -Ace?-
-Si sta facendo la doccia- rispose Satch, bevendo un sorso d’acqua.
Poco prima che iniziassero a mangiare, li raggiunse finalmente il moro.
-Certo che potevi anche aspettarmi, Satch- disse sedendosi a tavola.
-Hai sentito la mia mancanza, vero?- scherzò il biondo sbattendo ripetutamente le ciglia.
-Certo- rispose il moro, stando al gioco -non farlo mai più, sciocchino!-
I sei risero e finalmente iniziarono a mangiare. Il cibo era ottimo e mentre i sei amici banchettavano, pian piano la sala si riempiva.
Quando ormai era piena, e tutti i clienti dell’hotel erano presenti Izou guardò verso un cameriere e gli fece l’okay con il pollice.
-Che succede?- chiese Satch.
-Stai a sentire- disse Ace -ti piacerà-
Ma prima che Satch potessero parlare, in tutta la sala riaccheggiò il suo canto stonato sotto la doccia:
 
“Don’t stop me now I’m having such a good time
I’m having a ball
Dont’ stop me now
If you wanna have a good time just give me a call
Don’t stop me now (‘Cause I’m having a good time)
Don’t stop me now (Yes I’m havin’ a good time)
I don’t want to stop at all”
 
Le parti peggiori poi, erano gli acuti: un vero strazio.
Intanto, il nostro biondo era arrossito fino alla radice dei capelli, mentre Ace, Izou, Marco, Vista e Jaws se la ridevano alla grande insieme agli altri ospiti.
Lo strazio intanto continuava:
 
“Don’t stop me don’t stop me
Don’t stop me hey hey hey
Ooh ooh ooh, I like it
Don’t stop me don’t stop me
Have a good time good time
Don’t stop me don’t stop me ah
Oh yeah
Alright”
 
La cosa più esilarante era che Satch non pronunciava correttamente le parole del testo, ma le storpiava alla grande, roba da far rivoltare Freddie Mercury nella tomba!
 
Più tardi…
 
-Avanti Satch, non ti sarai arrabbiato per quel piccolo ed innocente scherzetto!- gli disse Ace, che ancora rideva.
-Piccolo ed innocente scherzetto?! Amico, ma sei fuori?!- gli urlò in faccia il biondo.
-Senti, non mi lasciavi il bagno, ti stavi forse lavando con uno spazzolino da denti?! Ero arrabbiato, ho visto il mio cellulare, lì, sul mobile, così carino…-
Satch gli lanciò un’altra occhiata omicida e si rivolse ad Izou:-E non credere di passarla liscia, tu! Ve la farò pagare, ad entrambi!-
I sei amici erano in giro per il paese, dove c’erano una fiera. C’erano bancarelle ovunque e in quel momento stavano passeggiando sul lungomare.
-Avanti andiamo a vedere cosa vendono quelle bancarelle- disse Marco, per distrarre l’amico.
Tornarono nella via principale e iniziarono a girovagare.
-Ehi, chi vuole fare una partita?- chiese Vista, indicando verso un tiro al segno.
Naturalmente tutti accettarono ma tutti sapevano che avrebbe vinto Izou: infatti il moro era conosciuto per la sua ottima mira.
Come previsto, vinse Izou. Gli toccava scegliere un premio; poteva scegliere fra vari peluche. Mentre si guardava intorno, notò una bambina che singhiozzava perché il fratello maggiore non era riuscito a prenderle niente.
-Scegli tu qualcosa- le disse gentilmente e sorridendole.
La bimba sorrise raggiante e iniziò a guardare i peluche. Poi, i suoi grandi occhi curiosi si fermarono su Marco.
-Voglio quello!- esclamò, puntandogli un dito contro.
-Lizzy, ma quel signore non è un pupazzo- le disse il fratello, mentre Jaws, Vista, Izou, Ace e Satch cercavano di trattenersi dal ridere.
Il biondo, invece, cercava di calmarsi e disse:-Dai piccola, guarda che bella scimmietta che c’è, il delfino anche…-
-NO! Io voglio l’ananas!- esclamò cocciuta la bambina.
A quel punto i cinque scoppiarono: Ace cadde a terra per le risate, a Satch faceva male la pancia, Izou e Vista si ressero a Jaws per non cadere.
-Prendo il pinguino- disse frettolosamente il bambino prendendo in braccio la sorellina e portandola via; intanto quella continuava a ripetere che voleva l’ananas nonostante avesse fra le mani un carinissimo e morbidissimo pinguino.
 
La disavven… ehm, la passeggiata dei nostri cinque protagonisti continuò; mangiarono dolci, si sfidarono a giochi per bambini, si fecero foto ricordo da dare al Babbo e tanto altro. Quando ad un certo punto…
Jaws guardava divertito Ace e Satch che si sfidavano ad un altro gioco per bambini, quando ad un certo punto sentì qualcosa vicino alla gamba. Vide un piccolo cagnolino annusarlo.
-Ciao- disse accarezzandogli la testolina.
Il cucciolo lo guardò scodinzolando, fece un giro su sé stesso, poi un altro, e un altro ancora. Dopo l’ultimo giro alzò la zampetta e… urinò addosso al moro. Quello sgranò gli occhi e si allontanò dal cagnolino, mentre la padrona si scusava vivamente per il gesto del cagnolino.
Inutile dire che i suoi amici ridevano. Vista aveva anche immortalato il momento con una foto.
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Nda:
Salve! Ecco il quinto capitolo :) come avevo già detto anche questo capitolo è ambientato in vacanza, ma anche il prossimo lo sarà! Con il sesto capitolo chiudo le vacanze dei nostri amici :) Va beh, i Queen ormai sono una mia fonte fissa di ispirazione xD Quest'immagine volevo postarla nello capitolo precendete ma non la trovavo :P beh, meglio tardi che mai!
Beh, spero che vi sia piaciuto :D
Baci, Tem.

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Capitolo 6
*** Piccolo geni del male crescono ***


Piccoli geni del male crescono

 


Il giorno seguente, i sei amici erano pronti a passare un’altra giornata in spiaggia. Quel giorno il mare non era calmo, sulla riva ogni tanto si infrangevano delle onde spumose.
Satch quella mattina era stramente calmo, silenzioso… non da lui; ma Ace e Izou, imprudentemente non diedero conto a questo cambiamento. Anzi, scherzarono e risero tutta la mattina.
Marco, dopo aver riacquistato la calma che lo caratterizzava, si godeva il sole, mentre leggeva un libro. Mancava poco al ritorno in città e si era promesso una giornata in pace e tranquillità, senza nessun tipo di preoccupazione.
Vista e Jaws anch’essi pronti a godersi una giornata rilassante erano stesi sugli asciugamani, dormicchiando.
-Ace, andiamo in acqua!- Izou si tolse la maglia e si tuffò nell’immensa distesa blu, seguito a ruota dal moro.
Senza farsi notare, Satch seguiva i movimenti delle due vitt… ehm, dei suoi cari amici, e prese una maschera. Aspettò che Ace ed Izou si divertissero spensieratamente e poi agì. Con un’espressione indifferente si alzò e si diresse sulla riva. Con uno sguardo di sbieco controllò che i due non si fossero accorti della sua presenza e mentre si tuffava un ghigno gli si dipinse sul volto. Indossò la maschera e si immerse, dirigendosi verso i due ignari ragazzi. Aspettò che arrivasse un’onda e agì velocemente.
Poco dopo uscì dall’acqua, la maschera in mano. Si stese al sole, per asciugarsi, ma senza staccare gli occhi da Izou ed Ace.
I due uscirono poco dopo dall’acqua e appena i loro corpi non furono coperti dall’acqua sentirono delle urla e delle risate espandersi su tutta la spiaggia.
-Questa non è la spiaggia dei nudisti!- esclamò un vecchietto.
I due si guardarono interrogativi, poi gettando uno sguardo verso il basso innoridirono. Subito cercarono di coprirsi come meglio potevano, mentre guardavano Satch ridere. Notarono vicino a lui i loro costumi ed esclamarono:-SATCH!-
Ed il caro Vista non poteva non immortalre un momento del genere e prese la fadele macchinetta fotografica e senza vergona e pietà scattò svariate foto alle due vittime. Quelli, rossi come dei pomodori, corsero, mentre cercavano di nascondere i gioiellini di famiglia agli occhi altrui, verso gli amici afferrando i costumi e indossandoli alla velocità delle luce. Poi, con sguardo truce si voltarono verso Satch che aveva le lacrime agli occhi.
-Tu…- iniziò Ace.
-… devi morire!- finì Izou.
Gli occhi scuri di entrambi erano feroci ed erano pronti a farla pagare cara all’amico se non fosse stato per un piccolo dettaglio.
Infatti, madri, padri, nonni, figlie e figli si dirigevano verso di loro chi con un’espressione schifata ed indignata sul volto, chi infuriata, e chi soddisfatta e maliziosa (indovinate chi!).
-Ehm… salve…- i due indietreggiarono di qualche passo -possiamo spiegare…-
-Spogliarsi in spiaggia!- iniziò un uomo -ci sono minorenni qui!-
-Esistono le spiagge per nudisti!- lo appoggiò un altro.
Gli uomini erano particolarmente infuriati, ma le donne, dopo una critica, rivolgevano ai due uno sguardo di apprezzamento o un sorrisino malizioso.
Così i due furono occupati per un po’, concedendo a Satch qualche altro minuto di vita; il ragazzo, però, non sembrava minimamente preoccupato; anzi, se la rideva alla grande! La sua vendetta era stata compiuta, ed era soddisfatto, molto soddisfatto. Il caro Satch era stato tutta la notte sveglio per pensare una vendetta adatta:
 
“Continuò a fissare i visi addormentati dei suoi amici, la mente che macchinava marchingegni malvagi. Stava seduto sul suo letto, le gambe incrociate e il mento appoggiato sulla mano. Far vedere Ace appena svegliato? No, il ragazzo si addormentava spesso durante la giornata. Fotografare Izou senza trucco? Poteva anche andare, come inizio naturalmente,  il problema era che Izou era truccato ventiquattro ore su ventiquattro. Avrebbe dovuto struccarlo, ma il ragazzo se ne sarebbe certamente accorto. Non era come Ace, che aveva un sonno pesantissimo. Per ore e ore stette seduto a pensare e pensare, poi il colpo di genio gli venne vedendo Ace in boxer: il moro andava tanto fiero del suo fisico, ma mostrare i gioiellini di famiglia sarebbe stato comunque imbarazzante.
La luce della luna illuminò il suo viso, mostrando così il suo sorriso maligno. Aveva deciso.”
 
Ma tutta quella confusione aveva infastidito anche il/la nostra/o povera/o ananas/peluche forse uomo Marco. Infatti il biondo, ancora seduto, stringeva nella mano destra un antistress ripetendosi:-Stai calmo Marco, sei in vacanza Marco, devi goderti la vacanza Marco, te la sei meritata Marco, tre idioti non ti rovineranno la giornata Marco…-
E così anche lui, forse la persona più normale di tutto il gruppo, passava per un pazzo scatenato. Quelli più calmi erano Jaws e Vista: il primo se ne stava per i cavoli suoi, mentre l’altro se la rideva sotto i baffi, mentre scattava qualche foto, come un paparazzo.
 
-Dolore-
-Torture-
-Pentimento-
-Paura-
-Molta paura-
-Morte-
Da ore ormai Ace ed Izou presagivano sofferenze a Satch, che davanti a loro camminava spensierato, le mani intrecciate dietro la testa.
-La volete smettere?!- esclamò Marco, affiancandoli -sto cercando di godermi gli ultimi giorni di vacanza-
-Quanto rompi Marco- sbuffò Ace, poi lanciando uno sguardo omicida a Satch -vuol dire che se non ti uccidiamo ora ti uccidiamo tornati al locale-
-Ti lascerò in mano alle vecchiette- disse Izou, sorridendo malignamente.
-Ed io non ti aiuterò- sentenziò Ace.
Satch, davanti al loro alzò gli occhi al cielo e con aria baldanzosa disse:-Non riuscirete a vendicarvi, cari, o almeno non arriverete ai miei livelli!-
-Questo lo dici tu- sibilarono in coro.
-Su, dobbiamo concentrarci- intervenne Jaws -cosa possiamo regalare al Babbo?-
-Vero!- Vista si battè una mano sulla fronte -i regali al Babbo!-
-Liquore- rispose prontamente Satch.
-Dobbiamo portargli anche altro- disse Marco.
I sei si misero a pensare:
-Una maglietta?-
-Delle scarpe?-
-Una cartolina? Dei souvenir?-
-Un costume?-
-Quella vecchietta laggiù?-
I cinque si voltarono a guardare straniti Satch che indicava una fragile vecchietta dai capelli candidi.
-Non penso al Babbo interessi- rispose Izou -dobbiamo regalargli qualcosa che rimanga…-
-Io avrei in mente una mezza idea- rispose Ace con un sorriso.
 
-Scusi, può scattarci una foto?- Vista si avvicinò ad un ragazzo, porgendogli la macchinetta.
Quello annuì e disse:-Pronti?-
I sei si misero in posa, dietro di loro il mare su cui si rispecchiava il sole.
-CHEESE!- esclamarono insieme, sorridendo.
-Grazie- Jaws riprese la macchinetta e mostrò agli altri le foto scattate.
-Bene, foto fatte- Marco si voltò a guardare Ace -ora cosa avevi in mente?-
Il moro si grattò il mento, mentre pensava. Nessuno si sorprese di vedere Ace così serio: quando si parlava del Babbo tutti erano pronti a fare tutto per lui, anche un burlone come Satch prendeva le cose sul serio. Poteva sembrare strano, ma tutti provavano un grande affetto per quell’uomo.
-Qualcosa di scherzoso?- tentò Satch -qualcosa che lo faccia ridere?-
-Odio essere d’accordo con lui- sospirò Izou.
Così i sei si misero alla ricerca di qualcosa di divertente.
-Un momento- Satch si bloccò e gli amici si voltarono a guardarlo -basta mostrargli Marco! Come può non ridere?!-
 
-Qualcosa di divertente- si disse Marco, mentre si allontanava da Satch, messo K.O da un suo pugno.
-Io prenderei anche questo- disse Ace, prendendo un cappello da giullare in un negozio.
-E cosa ci fa papà con quel coso?- chiese Satch scettico, dopo essersi ripreso.
-Non lo so- rispose Ace, mettendosi il capello -ma secondo me gli piacerà-
Il moro guardò Marco e quello accennando ad un sorriso disse:-E sia-
-Altro?- Marco guardò i compagni, ed Izou sorridendo disse:-Naturalmente gli racconteremo del peluche ananas-
-E gli faremo ascoltare Satch che canta- disse Ace, guardando di sbieco l’amico che si irritò.
-E gli faremo vedere tutte le foto che abbiamo fatto- Vista sorrise -e anche quelle di sta mattina-
Al solo ricordo Izou ed Ace arrossirono e gli altri risero.
 
Gli ultimi giorni passarono più o meno tranquillamente; Izou ed Ace avevano provato a vendicarsi di Satch ma senza molto successo. I due, però, non si erano arresi; eh no. Progettavano una vendetta ancora più crudele per Satch e divertente per loro. La vendetta va servita fredda no?
E così i sei tornarono in città, rimpiangendo il mare, la spiaggia a le vacanze estive. L’autunno era alle porte e iniziava a fare anche più freddo.
Quando tornarono, la stessa sera andarono da Barbabianca. Il Babbo, insieme agli altri rimasti lì, aveva organizzato una specie di festa di benvenuto.
Ace appena finito di mangiare mise il cappello da giullare al Babbo e come aveva sperato, gli piacque molto.
Poi, Satch si avventurò nel raccontare le loro avventure e naturalmente raccontò le disavventure di Marco nei minimi dettagli: figuriamoci se alleviava l’imbarazzo del biondo! Alla fine, fu messo a tacere da ques’ultimo che seccamente disse:-Dacci un taglio-
 
Ace sbadigliò e si strinse la sciarpa intorno al collo:-Quanto mi mancano le vacanze…-
-A chi lo dici, amico…- sospirò Izou, accanto a lui.
Era mattina e i due si stavano dirigendo al locale, per iniziare il turno mattutino.
-Uff… ancora non ci siamo vendicati di Satch- ricordò Izou, alzando gli occhi al cielo -quello che ha fatto non mi va proprio giù-
Ace fece per parlare, ma si bloccò: gli occhi neri si illuminarono di una luce maligna e un sorriso soddisfatto gli nacque sul viso.
-Che ti sei inventato ‘sta volta, eh?- chiese Izou, anche lui sorridendo.
-Vedrai, amico, vedrai- Ace lo guardò ridacchiando malignamente -dovrai solo aspettare che metta in atto la mia idea…-
Izou ghignò insieme a lui e disse:-Non vedo l’ora di sapere i dettagli-
 
 
 
 
 
 
Nda:
Ciao! :D
Cos’avranno architettato i nostri geni del male?? Mah! Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Uhm… (piccolo spoiler, forse) il prossimo capitolo sarà ambientato in questo periodo, ma in un giorno particolare… BD ottimo per la vendetta di Ace ed Izou. Anche se credo che voi lettrici avreste fatto di tutto per stare in quella spiaggia, quella mattina, ad assistere a quello spettacolo xD siete di sicuro dalla parte di Satch!
Spero vi sia piaciuto! :)
Baci, Temari.

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Capitolo 7
*** Happy Halloween Satch! ***


Happy Halloween Satch!

 




13 ottobre.
-Ah, mi sono già stufato di questo freddo!- esclamò Satch, chiudendo velocemente la porta dietro di sé e rabbrividendo.
Ace lo guardò con indifferenza e tornò a servire un cliente.
-Non vi scomodate, non ho bisogno di qualcosa con cui riscaldarmi!- continuò il ragazzo, andando verso la cucina.
Notò in un pentola tanta cioccolata calda. Leccandosi le labbra controllò che non ci fosse Marco nei paraggi e prendendo una tazza si versò della cioccolata fumante. Si sedette sul piano da lavoro e soffiando sul liquido iniziò a berlo. Sentì la gola andargli in fiamme, ma nel resto del corpo si propagò un calore piacevole.
Chiudendo gli occhi si leccò le labbra sporche di cioccolata e fece per berne ancora, ma la tazza non c’era più fra le sue mani. Poco più in là, Ace, appoggiandosi con la sua naturale eleganza ai fornelli spenti beveva la bevanda.
-Ehi!- esclamò Satch -era mia!-
-Appunto, era- ribatté il moro, ridendo sotto i baffi. Posò la tazza vuota e disse, tornado in sala:-Vieni ad aiutarci, piuttosto-
Ace cercò Izou con lo sguardo e lo vide intento a parlare con una ragazza.
-Dai- disse lei, sorridendo leggermente -ci divertiremo-
-Di cosa parlate?- si intromise il moro, rivolgendo un sorriso raggiante alla ragazza.
-Mi ha invitato ad una festa da Halloween- rispose Izou, guardandolo.
-Davvero?- Ace si fece più interessato -e quando ci sarebbe?-
-Beh, avevo pensato di farla il giorno stesso…- iniziò lei
-Allora non possiamo- rispose subito Ace.
Izou e la cliente lo guardarono interrogativi e il moro, arrossendo leggermente bisbigliò all’orecchio dell’amico:-Io e Sabo dobbiamo accompagnare Rufy a fare dolcetto e scherzetto…-
L’amico lo guardò sconcertato e sibilò:-Siete maggiorenni e fate ancora questi giochi da bambini?!-
Ace cercò di giustificarsi, mentre il rossore sulle sue guance aumentava:-Dillo a Rufy! Quando ce l’ha chiesto con quel broncio da bambino non abbiamo saputo dirgli di no…-
Izou sospirò e disse:-Beh, sarà per un’altra volta- sorrise in segno di scusa.
La ragazza rimase un secondo zitta poi disse, animandosi:-Aspettate, però! Posso anche anticiparla!-
Ace si abbassò verso di lei, accelerando involontariamente i battiti del suo cuore e disse, gli occhi illuminati di una strana luce:-Davvero?-
-Sì- rispose in soffio lei, mentre le sue guance si tingevano di rosso -posso farla anche qualche giorno prima… per esempio il ventisette-
-Perfetto allora! Possiamo portare anche altri due amici con noi, vero? Dimmi il posto e quando-
La ragazza segnò su un foglio l’ora e il posto e si presentò come Erika.
-Ci vediamo allora!- salutò un’ultima volta i due e poi uscì dal locale, allegramente.
-Ace, mi spieghi perché vuoi andare ad una stupida festa in maschera?- chiese a quel punto Izou, un po’ scocciato.
-Elementare, Izou- il moro ghignò -perché è arrivato il momento della nostra vendetta-
Anche sul volto dell’amico si dipinse un sorriso maligno e disse:-E che aspettavi a dirmelo?-
-Dovevo solo trovare un buon momento-
Ace si allontanò, poi si avvicinò a Marco:-‘Sta sera si mangia da me!-
-Come mai quest’atto di bontà?- chiese il biondo, sospettoso.
-Chiudo i debiti che ho con voi!- rispose il moro, che intanto andava in cerca di Satch.
Lo trovò negli spogliatoi, che poltriva. Si sedette di fronte a lui con fare disinvolto e disse, attirando la sua attenzione:-Ho rimorchiato una-
-Com’è?-
-Ti piacerà, tranquillo- Ace gli strizzò l’occhio -e so anche quando potrai farti avanti!-
-Continua, amico-
-Darà una festa in maschera ad Halloween. Ha invitato me ed Izou e ha detto di portare qualcun altro-
-Come mai me la cedi così facilmente?- si insospettì il biondo.
-Non mi interessa più di tanto- rispose Ace facendo un gesto noncurante; poi, sorridendo in modo complice disse:-Allora, ci stai?-
-Naturalmente!-
Chiese anche a Vista e Jaws di venire, ma a quanto pareva i due non potevano proprio.
 
-Dimmi, Ace, non hai cucinato tu questa zuppa, vero?- chiese Marco mischiando con il cucchiaio il liquido nel piatto.
-Tranquillo, l’ho comprata già pronta!- rispose dalla cucina il moro.
A quel punto Izou, Satch e Marco iniziarono a mangiare più tranquilli. Ace si sedette con loro e spiegò anche al biondo della festa.
-Non vengo- disse subito Marco.
-Ma dai, ci divertiamo!- esclamò Ace.
-No. È da bambini- ribatté con forza il ragazzo.
-Beh, giustamente il nonnino Marco è troppo anziano per queste cose… lui alle otto va già a dormire- Satch si voltò a guardare Ace -sei proprio un egoista; far fare queste scemenze ad un vecchietto! Mah, non so proprio cosa ti passa per la testa!-
Tutti e tre risero, tranne Marco che diede un pugno a Satch, esclamando:-Ma quale vecchietto e vecchietto! Vengo anche io-
Satch, senza farsi vedere dal biondo fece segno di vittoria.
-Bene- Izou guardò gli amici -da cosa ci travestiamo?-
-Oh, io lo so, io lo so!- esclamò Satch saltando sulla sedia -Marco fa l’ananas!-
Altro pugno da parte del biondo.
-Allora…- Izou si mise a pensare -Ace, tu cosa fai?-
-Io mi travesto da mummia- rispose il moro -Rufy da lupo mannaro e Sabo da vampiro-
-Io sarò lo stregone Satch! Attenzione ai miei poteri!- esclamò Satch, sorridendo.
-Mmm… io mi vesto da Frankenstein- si illuminò Izou -sono un asso con il trucco!-
-Ed io…- Marco si mise a pensare.
-Perché non ti vesti da fantasma? Un bel lenzuolo addosso e nessuno potrà vedere la tua faccia!- esclamò Satch.
Eh sì, come avrete capito quella sera il nostro Satch voleva morire.
Dopo l’ennesimo pugno da parte del biondo, Izou propose:-Visto che hai un’aria così ehm… elegante, perché non ti travesti fa maggiordomo?-
Il biondo alzò le spalle, e fu deciso. 
Dopo aver mangiato, Marco e Satch andarono via mentre Izou rimase ancora a casa di Ace, con la scusa di aiutarlo a sistemare.
I due si sedettero al tavolo, uno di fronte all’altro ed Ace con un sorriso sadico disse:-Questo è il piano-
 
27 ottobre.
-Marco, sei pronto?- Satch bussò alla porta del bagno in cui il biondo si era rinchiuso.
-Io non esco con questa roba addosso!- esclamò dall’altra parte Marco.
-Ma dai, è un solo un abito da maggiordomo… è simile a quella da cameriere…- provò a convincerlo il ragazzo.
-Non questo costume che mi avete preso! Ma dove avete pescato una porcheria simile?!-
-Era l’ultimo rimasto in negozio…- rispose Satch, guardando Ace seduto sul divano.
Di colpo la porta di spalancò, rivelando un rosso Marco. Satch posò lo sguardo sul petto del ragazzo e scoppiò a ridere, mentre Izou ed Ace si univano a lui. L’abito che Satch ed Ace avevano preso al biondo era a dir poco ridicolo: sotto la giacca nera si intravedeva un gilet fucsia; la giacca, anche se nera aveva ai bordi delle maniche e sul colletto dei pizzi in tinta con il gilet. La camicia bianca al colletto aveva anch’essa dei pizzi fucsia. I pantaloni neri, aderenti, mettevano in risalto la muscolatura del ragazzo e la rotondità del fondoschiena. Le code della giacca avevano i pizzi ai bordi, naturalmente fucsia. Al collo, non poteva mancare una fantastica cravatta nera.
Insomma, Marco era tutto un pizzo.
-Non c’è niente da ridere!- Marco era paonazzo in viso.
-S-sei… bellissimo…!- provò a convincerlo Satch che si copriva il viso con il mantello da stregone che indossava per nascondere il fatto che stesse ridendo. Sopra gli strani capelli castani aveva una tuba nera; indossava una camicia bianca con un foulard rosso intorno al collo e un gilet nero. Pantaloni neri anche per lui e le mani erano fasciate in dei guanti bianchi. Intorno alle spalle il ragazzo aveva un mantello fuori nero e all’interno rosso.
-Zitto se non vuoi morire- sibilò il biondo, mettendosi anche lui dei guanti bianchi che però al bordo avevano… indovinate un po’? Del pizzo!
Ace si asciugò una lacrima al bordo dell’occhio ed esclamò:-Marco copriti per favore! Sto morendo!-
-Tu non devi indossare un imbarazzante costume!- lo rimbrottò il biondo -anzi!- Tu non ti devi proprio vestire!-
In effetti Ace indossava solo dei pantaloni beige; il busto era ricoperto di bende, nascondendo gli addominali e i pettorali del ragazzo, per quanto della bende potessero nasconderli. Anche sulle braccia aveva delle bende e così anche intorno alla testa. Per completare l’opera di zombie-mummia si era fatto disegnare da Izou della cicatrici qua e là: una sulla guancia, una su un pettorale…
Accanto a lui, anche Izou cercava di non ridere: aveva raccolto i lunghi capelli e aveva indossato una parrucca di ispidi capelli neri e corti. Sul viso, sul collo, sul petto e sulle mani si era ricoperto di una qualcosa di verde. Ai lati della bocca si era disegnato con una matita nera della cicatrici e così anche sulla fronte. Indossava una camicia lasciata aperta sul davanti rattoppata e strappata in più punti e sotto dei jeans anch’essi nello stesso stato. Per completare l’opera si era messo sulla fronte un cerchietto con ai lati dei bulloni. Indossandolo, il fino pezzo di metallo scompariva e si vedevano solo i bulloni.
-Perché vi ho dato retta? Perché mi sono affidato a voi?!- si ripeteva il biondo mentre prendeva i proprio vestiti.
-Aspetta!- Satch bloccò Marco -non dirmi che ti vuoi cambiare…!-
-Ti pare che posso andare in giro in questo modo?!- esclamò il biondo.
-Dai, non sei poi così male…!- disse Satch.
Izou guardò l’orologio ed esclamò, sgranando gli occhi:-Cavolo, siamo in ritardo!-
Così Ace e Satch afferrare per le braccia Marco, che si dibatteva ed insieme ad Izou portarono il povero biondo alla festa vestito da… un qualcosa.
Marco, però, era riuscito a portarsi dietro la camicia che indossava quel giorno e se l’era messa per coprire quell’orrore fatto di pizzi. Ma non sapeva che risultava ancora più ridicolo.
 
21:30
I quattro amici si fermarono davanti ad una modesta villetta con le ragnatele finte sulle finestre e zucche illuminate sparse qua e là. Ace fu il primo ad entrare, seguito da Izou, Marco e Satch. Quest’ultimo, un secondo prima che il biondo entrasse strappò di dosso a Marco la camicia, rivelando il suo orrido costume. Marco emise un urletto acuto e cercò di nascondere con le braccia quell’orrore fatto di pizzi fucsia. Per qualche secondo pensò di scappare via, ma era troppo tardi: Ace aveva suonato il campanello ed era venuta ad aprir loro un’Erika vestita da strega:-Ciao!- gridò, per sovrastare il rittimo della musica -finalmente siete arrivati!-
-Abbiamo avuto qualche problema!- gridò in risposta Ace, accennando al biondo in fondo. La ragazza squadrò Marco, poi entrando scoppiò a ridere. Quando i quattro entrarono nella casa videro un ammasso di parrucche, cappelli e vestiti colorati di tutti i tipi, la musica proveniva dalla casse ad un volume esagerato accompagnato dal vociare dei ragazzi.
Satch si voltò verso Izou ed Ace, per proporgli di andare a prendere qualcosa da bere, ma i due erano scomparsi. Allora si voltò verso Marco, ma il biondo si era dileguato. Alzando le spalle si buttò nella mischia e prese a ballare.
Più in là, a fare tappezziera con il muro, Marco si stringeva nelle spalle e cercava di nascondere in tutti i modi il suo orrendo costume: per prima cosa si tolse i guanti che ficcò in tasca e con la giacca nera cercava di nascondere il gilet fucsia ma con scarsi risultati. Mentre cercava di sistemarsi, però, non notò il ragazzo che avanzava verso di lui.
-Ciao-
A quel punto alzò gli occhi e si ritrovò davanti la Morte: maschera bianca, mantello nero e falce.
-Ciao- rispose un po’ freddamente. Era di sicuro venuto per prenderlo in giro per il suo costume.
-Piacere, Chris- il ragazzo si tolse la maschera rivelando un viso sorridente contornato da corti capelli castani e occhi chiari.
-Marco- il biondo strinse la mano che Chris gli porgeva.
-All’inizio ti avevo scambiato per un cameriere- ammise il ragazzo, ridendo leggermente e a quell’affermazione Marco si irritò non poco.
-Poi però ho visto che andavi in questo angolino e ho capito che hai solo trovato un costume molto brutto-
-Grazie per avermelo ricordato- rispose acidamente Marco, che fece per andarsene; ci mancava solo uno stupido ragazzo che lo prendesse in giro!
-No, aspetta!- Chris lo afferrò per un braccio e facendo un sorriso di scuse disse -non volevo farti arrabbiare, scusa. Sono venuto per fare amicizia-
Il biondo si bloccò e sorrise appena. Chris gli porse un bicchiere ed insieme iniziarono a bere e a parlare.
 
In un’altra parte della casa, Izou ed Ace parlavano con Erika.
-Allora sei sicura che puoi aiutarci?- chiese ancora Izou.
Lei annuì di nuovo, facendo ondeggiare i ricci capelli biondi:-Sì! Non ci sono problemi-
-Grazie, allora!- Ace le poggiò una mano sulla spalla -sei fantastica!-
Lei arrossì leggermente ed iniziò a torturare una ciocca di capelli:-Esagerato, per così poco…-
-Allora a dopo!- i due mori si allontanarono, andando a divertirsi. Dovevano solo aspettare la mezzanotte per vendicarsi di Satch. Mentre sghignazzando si allontanavano Ace si bloccò e disse:-Me ne stavo dimenticando!-
Tornò da Erika e prendendola per mano le disse, sorridendole gentilmente:-Dovresti farmi un altro favore-
-Per voi questo ed altro- borbottò lei, mentre si perdeva nei profondi occhi di Ace.
-Vieni- il moro, insieme ad Izou ed Erika andò in cerca di Satch; lo trovarono che si serviva da bere.
-Satch!- lo chiamò Ace.
Il biondo si voltò e subito notò Erika. Andò incontro ai tre.
-Non mi presenti questa deliziosa streghetta?- chiese ad Ace.
-Erika, lui è Satch- disse, guardando di sbieco la ragazza che annuì e rivolse un sorriso allegro al ragazzo. Poi prendendolo per mano gli disse:-Andiamo a ballare, dai!-
Ed entrambi scomparirono nella folla.
-Funzionerà, vero Ace?-
-Naturalmente, Izou- rispose sicuro il ragazzo, fissando il punto in cui erano scomparsi i due.
-Bene, direi di goderci la festa- disse Izou, porgendo un bicchiere ad Ace.
Con i bicchieri di plastica brindarono scambiandosi sguardi e sorrisi malvagi:-Alla vendetta contro Satch-
 
Marco scoppiò a ridere, mentre le guance diventano rosse per l’alcool. Chris davanti a lui cercava di finire la battuta fra le risa, anche lui un po’ brillo.
-Scei davvero scimpatico!- esclamò il biondo, battendo una mano sulla spalla del ragazzo.
Gli occhi chiari del ragazzo brillarono di una strana luce e si fece più vicino al biondo; ma Marco non se ne accorse, essendo troppo occupato a ridere e a finire il contenuto del suo bicchiere. Solo ad un certo punto si accorse di un braccio del ragazzo che era passato attorno alla sua vita e al petto del ragazzo che premeva contro il suo. Lo guardò confuso e chiese:-Ma che stai fascendo?-
Chris si fece ancora più vicino al biondo con il viso e fu ad un nulla dalla sue labbra.
La mano che era appoggiata al fianco magro del biondo scese più giù, fino al sedere e a quel punto lo palpò. Il biondo, dopo quel gesto, si risvegliò e sgranando gli occhi arrossì e lo allontanò da sé.
-M-ma…! C-che stai facendo?!- esclamò.
-Sei così sexy con questo completo da maggiordomo- disse con fare sensuale Chris, mentre le sue mani andavano ai bottoni della giacca -ma sono sicuro che senza saresti anche meglio-
Marco allontanò le mani del ragazzo da se e scappò in mezzo alla folla, cercando di mettere più spazio possibile fra lui e Chris.
-Più scappi più mi piaci!- sentì urlare e questo lo spinse ad allontanarsi sempre di più.
 
23:15
-Izou!- Ace urlò il nome dell’amico accanto a lui per farsi sentire -che ore sono?-
-Mancano ancora tre quarti d’ora!- urlò in risposta il moro.
Ace annuì e riprese a ballare con una ragazza travestita da vampiro.
 
Satch si stava proprio godendo la festa: bibite e cibo gratis e la compagnia di un’adorabile ragazza.
Erika, da parte sua, apprezzava molto il ragazzo, e adorava il suo humor. In quel momento per la casa riecheggiava un lento, il motivo sconosciuto; ma al nostro Satch non dispiaceva, anzi! Erika gli circondava il collo con le braccia e teneva la testa appoggiata sul suo petto. Lui la teneva stretta a sé circondandole la vita con le braccia, beato. Ma non sapeva cosa l’aspettava.
 
Marco scrutò intorno a sé, le mani strette sul colletto della ciacca come per proteggersi. Non vedeva Chris nei paraggi, cosa che gli fece abbassare la guardia.
-Ecco dov’eri, dolcezza!- si voltò orripilato e vide Chris avanzare verso di lui, le guance rosse per la sbornia. Riprese a camminar velocemente, facendo lo slalom  fra i corpi degli invitati che ballavano. Ad un tratto un ragazzo travestito da scheletro gli disse:-Cameriere, mi porti un altro bicchiere di birra!-
-Ma quale cameriere e cameriere!- Marco lo scansò malamente con un gesto del braccio e riprese a scappare da Chris.
 
23:50
-Scusami- Ace allontanò da sé la vampira -devo andare-
Poggiando una mano sulla spalla dell’amico chiamò Izou. I due si allontanarono dalla pista da ballo e cercarono con lo sguardo Erika. La videro dire qualcosa a Satch e allontanarsi da lui. Poco dopo lei comparve accanto a loro e disse:-È ora?-
Ace annuì e tirò fuori da non si sa dove una macchinetta fotografica. Izou ed Erika sorrisero e la streghetta per l’ennessima volta scomparve fra la folla.
Izou sospirò, aggrottando le sopracciglia.
-Cosa c’è che non va?- chiese Ace, confuso.
-Non mi va di aspettare ancora-
-Dai, abbiamo aspettato per due mesi interi; un ultimo sforzo e poi la vendetta sarà ancora più dolce- rispose Ace, sorridendo in modo crudele.
Poi, accennando alla macchinetta fotografica:- Tu o io?-
-Io; tu richiesti di far andare tutto all’aria!-
-Esagerato!- Ace gli porse la macchinetta e cercò fra la folla Erika; intravide i suoi riccioli biondi ondeggiare vicino alle scale che portavano al piano di sopra.
-Bene… il pesciolino ha abboccato!-
 
24:00
I due si avvicinarono alle scale e accanto gli sfrecciò un impaurtio Marco, seguito da un altro ragazzo che urlava:-Mi fai impazzire!-
-Che starà succedendo?- chiese Izou, seguendo con lo sguardo Marco.
-Non lo so, e non è importante- lo liquidò velocemente Ace -ora occupiamoci di Satch-
Quando si furono assicurati che Erika e Satch erano saliti al piano superiore, anche loro salirono, in testa Izou con in mano la macchinetta.
Si avvicinarono ad una porta accostata e spiarono dentro. Come previsto, ecco Satch ed Erika.
Il biondo, per via della sua spavalderia e dell’alcool, baciava con trasporto la ragazza, che cingeva il suo collo con le braccia. I cappelli di entrambi erano a terra, vicino alla porta e così anche l’ingombrante mantello di lui. Le dita del ragazzo già erano ai bottoni della sua camicia ed Erika con un sorrisetto malizioso lo aiutava. Ben presto anche la camicia del ragazzo fu abbandonata e pretese che anche qualche strato di lei andasse via; Erika lentamente si tolse l’aderente gilet nero e rimase con la camicetta e la gonna; si tolse gli stivali, le calze e Satch riprese a baciarla, questa volta più lentamente a dolcemente. Erika gettò uno sguardo insicuro verso i due, appostati dietro la porta ed Ace le fece segno di procedere. Erika si convinse dicendosi che era Halloween. Si mise sulle punte e intrecciando le sue mani con quelle del ragazzo disse:-Spogliati-
Gli fece l’occhiolino e sciolse il foulard intorno al suo collo. Portando il viso ad un nulla da quello di Satch gli legò il foulard rosso intorno agli occhi.
-Dolcezza, ma non sarò l’unico a rimanere senza vestiti…- disse lui, sorridendo furbamente.
-Naturalmente- rispose lei, dandogli un bacio sulle labbra.
Rimanevano solo i boxer aderenti viola del ragazzo.
Lui si sporse verso di lei per baciarla, ma lei bloccandolo afferrò il cellulare da una tasca della gonna ed esclamò:-Aspetta! Prima dammi il tuo numero!-
Poco dopo, con soddisfazione enorme dei due ehm… amici di Satch le chiappe candide del ragazzo erano in mostra. Subito Izou iniziò a scattare. Ah, ma anche il caro Satch aiutò! Per l’ebbrezza, forse, si metteva in pose assurde per farsi bello davanti ad Erika, che però era davvero rapita da lui. Izou ed Ace se ne andarono e lei, dandogli un bacio gli disse:-Scusami; rivestiti, sotto ho degli ospiti-
Si rimise velocemente le calze e gli stivali e abbandonò la stanza.
Satch si tolse frettolosamente il foulard dagli occhi e cercò Erika con lo sguardo, sperando che fosse rimasta, ma poi vedendo che era solo e sentendo dei brividi di freddo che gli percorrevano il corpo iniziò a rivestirsi.

 
 
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Nda:
Salve! Buon Halloween a tutti! :D Che fate di bello?
Fiù, per fortuna sono riuscita a postarlo in tempo! Pensavo che non ce l’avrei fatta entro il trentuno :P ma invece sì! *-* che bello!
Beh, vi chiederete che fine ha fatto la nostra povera ananas molestata… beh, lo scoprirete nel prossimo capitolo, dove vi parlerò anche del Dolcetto e Scherzetto di Rufy, Ace e Sabo! ;) Vi lascio questa loro immagine che adoro! :D Rufy è un lupacchiotto pucciosissimo :3
Intanto con questo capitolo credo di dover alzare un po’ il rating, ma passerà a giallo… penso possa bastare! (?)

Che mi dite, cosa faranno Ace ed Izou con quelle foto? Il nostro Ace sarà un po’ più cattivo con Satch… ma la fine della vendetta credo che si scoprirà fra un paio di capitoli! c:
Beh, vi lascio e spero che vi sia piaciuto!
Baci, Temari.

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Capitolo 8
*** Ah, sono uno spogliarellista ***


Ah, sono uno spogliarellista

 



30 novembre
Marco spiò da dietro un angolo la via deserta, cercando con gli occhi un viso spruzzato di lentiggini circondato da mossi capelli castani e un paio di occhi chiari che lo perseguitavano dalla notte di Halloween, ormai.
Si sentì dare una forte pacca sulle spalle e guardò Satch girare tranquillamente l’angolo, dicendogli:-Ma di che hai paura, Marco! Figurati se quello ti corre ancora dietro!-
L’ananas/peluche assottigliò gli occhi, irritato e tornando in posizione eretta disse, gonfiando il petto:-Guarda caso, ricordo che una certa Charlotte ha preferito me a qualcuno di mia conoscenza…-
Vide Satch sussultare e non sentendo ribattere ghignò, soddisfatto. 1-0 per lui.
Marco tirò fuori dalla tasca del cappotto le chiavi del locale e iniziò ad aprire, mentre Satch accanto a lui ogni dieci secondi controllava il cellulare.
-Ma hai un tic, per caso?- chiese spazientito, guardando il ragazzo far scivolare il cellulare nella tasca.
-No, è che, sai, io ho la ragazza, e ci amiamo tanto-
Marco sbuffò e tornò a dedicarsi alla porta. Satch ghignò: 1-1.
Entrarono e iniziarono ad apparecchiare i tavoli, mentre aspettavano l’arrivo di Ace, che tanto per cambiare era in ritardo.
Ad un certo punto un’allegra suoneria riempì il locale vuoto e subito Satch abbandonò il lavoro per dedicarsi al cellulare.
Gli occhi gli brillavano ed era emozionato, ma appena vide che il messaggio non era della biondina tutto l’entusiasmo sciamò via.
-Chi è?- chiese Marco.
-Izou- rispose seccamente il biondo -che ti avverte che ha incontrato Chris. Dice che è nei dintorni-
Qualcosa scattò in Marco. Abbandonò la tovaglia sul tavolo e corse nello spogliatoio, a prendere il cellulare. Digitò il numero dell’inviato Izou:-Pronto!-
-Marco…?-
-Izou!-
-Che c’è?-
-Dov’è ora Chris?-
-Sono nascosto dietro la fontana nella piazza qui vicino e lo vedo, seduto su una panchina a leggere-
-Da quanto è lì?-
-Da… dieci minuti-
-Chiamami appena si muove!-
-Signorsì! Passo e chiudo!-
Il biondo sospirò, sollevato e mise il cellulare nella tasca anteriore del grembiule, dove solitamente teneva il taccuino con la penna.
Riprese a sistemare i tavoli, leggermente più tranquillo ma dopo qualche minuto il suo telefono squillò. Lo afferrò spaventato e sentì sibilare Izou dall’altra parte:-Mayday! Mayday! Il nemico si sta avvicinando! Oh no! Cazzo! Scappa, sta per attraversare la strada e sta venendo lì!-
Il biondo corse nello spogliatoio, e vide il castano entrare nel locale. Mentalmente pregava che Satch fosse così intelligente da non dirgli che era lì dietro.
-Buongiorno!- lo accolse il castano, andando incontro al ragazzo. Chris si voltò a guardarlo e quando lo riconobbe sgranò gli occhi e sorrise:-Ma tu sei l’amico di Marco!-
-Ah, e così ti ricordi di me…-
-Lavora qui?- chiese Chris, guardandolo implorante con i suoi grandi occhioni azzurri.
A Satch sembrò tanto un cagnolino e disse:-Beh, no… devi sapere che il nostro Marco fa un lavoro molto particolare…-
Il biondo stava origliando la conversazione da dietro la porta dello spogliatoio sussurrando:-Bravo Satch, allontanalo!-
Intanto, Satch continuava:-… il nostro Marco è… uno spogliarellista!-
Chris lo guardò, sgranando gli occhi:-Davvero!?-
Satch annuì, con fare di chi la sapeva lunga e disse:-Da quando lo conosco gli è sempre piaciuto mettersi in mostra…-
Il castano sorrise maliziosamente e disse:-In effetti, con quel bel fondoschiena che si ritrova farà milioni…-
Intanto, nello spogliatoio, Marco non sapeva se mettersi a piangere o a ridere: lui uno spogliarellista? Ma da dove era uscita a Satch quella cavolata? Dal buco del… no, non doveva essere volgare e soprattutto non doveva arrabbiarsi, l’importante era che Chris si allontanasse.
-E sai dirmi dove si trova il locale in cui lavora?-
Satch si soffermò a pensare e disse:-Aspettami qui, forse dovrei avere il volantino…-
E andò nello spogliatoio. Marco quando lo vide entrare sibilò:-Ma che stai facendo?!-
-Lo sto distraendo- sussurrò Satch -non fare l’ingrato!-
-Gli hai detto che faccio lo spogliarellista!- sibilò il biondo, alzando le braccia al cielo.
-Tranquillo, so quello che faccio!- Satch tirò fuori dalla tasca della giacca un volantino.
Marco alzò un sopracciglio:-E tu che ci fai con un volantino di un locale di spogliarellisti nella tasca?!-
-Volevano darlo ad Erika- sussurrò Satch -ma lo preso io e forse, vedendo questi qui potrebbe anche lasciarti in pace definitivamente…-
-Ehm… amico di Marco!- lo chiamò dalla sala Chris -che stai facendo…?-
-Arrivo!- urlò in risposta il castano -lo sto cercando… ah, eccolo!-
Prima di andarsene sussurrò all’orecchio dell’ananas/peluche:-Mi devi un grandissimo favore!-
-Lo so- ringhiò Marco. Satch uscì dallo spogliatoio con un sorrisino dipinto sul volto: 2-1 per lui.
Il biondo si rimise ad origliare e dopo un breve scambio di battute sentì la porta aprirsi per poi richiudersi. Prudentemente attese qualche altro secondo, poi sentì la porta aprirsi e guardò Satch:-Se ne è andato?-
-Se ne andato- rispose l’altro -ma credo che non mancherà mai la sera a quel locale-
Marco si rialzò e lisciando il grembiule disse:-Almeno non l’avrò più fra i piedi-
Satch con fare pensoso disse:-Mi chiedo come tu possa piacergli… una botta in testa, forse?-
Il biondo cercò di trattenersi e venne distratto dall’amico da Ace, che con il fiatone era entrato in quel momento nel locale.
-Alla buon’ora!- esclamò, avanzando con le mani sui fianchi verso il moro.
-Scusa…- ansimò il ragazzo, appoggiando le mani sulle ginocchia e riprendendo fiato -ma Rufy non voleva lasciarmi andare…-
-Che voleva?- si informò il biondo, alzando un sopracciglio.
-Visto che la sera di Halloween si era divertito… voleva di nuovo travestirsi e fare di nuovo un giro chiedendo dolcetto e scherzetto-
-E tu che hai fatto?-
-L’ho legato come un salame su una sedia- rispose alzando le spalle Ace -tanto fra poche ore tornerà a casa Sabo…-
Il biondo neanche si stupì della soluzione dell’amico; era abituato alle sue stramberie.
-Comunque- cambiò discorso Ace -che ci fa Izou appostato dietro una macchina? Non si rende conto che lo vedono tutti?-
-Ecco cosa mi stavo scordando!- Marco corse fuori dal locale e andò dall’amico fuori dal locale.
Poco dopo rientrarono i due, mentre Marco parlava.
-Quindi… ogni mattina, controllerai i dintorni e mi chiamerai in caso incontrassi Chris…-
-Sì, okay-
Ace si sedette su una sedia e guardò Marco, pensando che era fuori di testa: tutto quel casino per un ragazzo che si era preso una sbandata per lui?
Già gli era difficile capire come qualcuno potesse innamorarsi di Marco… ma in quel momento non era quello il suo problema. A casa sua, al sicuro da Rufy e da tutto, le foto della sera della festa erano sviluppate e pronte per essere usate. Oh, ma lui doveva ancora aspettare…
Lanciò uno sguardo di sbieco a Satch che stava scrivendo un messaggio alla sua Erika.
Doveva attendere che Satch e la biondina fossero all’apice della loro felicità…
Venne riscosso dai suoi piani malefici dal cellulare che squillava.
Guardò il numero e sgranò gli occhi, alzandosi: Rufy.
-Come hai fatto a liberarti!?- esclamò, portandosi il telefono all’orecchio.
-Non sai fare i nodi, mi spiace, Ace- rispose dall’altra parte Rufy -sai che ho trovato una cosa strana?-
Il moro si sentì gelare il sangue nelle vene: Rufy aveva forse trovato…
-C-cosa hai trovato?- chiese, cercando di sembrare il più naturale possibile.
-Delle strane foto…-
Ace non attese un secondo di più, uscì dal locale per correre a casa.
-Ma che gli è preso?!- esclamò Satch, guardando sconcertato il punto in cui Ace era sparito.
-È sempre stato strano- disse Marco, alzando le spalle e accogliendo i primi clienti.
 
Intanto, Ace era arrivato a casa, e con il fiatone aspettava che Rufy gli aprisse.
Appena vide il viso sorridente del fratellino esclamò, afferrandolo per le spalle:-Dove sono!?-
-Quelle foto? Le ho lasciate lì…-
Il moro corse davanti al tavolo, dove sparse qua e là c’erano le sue adorate foto. Tutte integre, per fortuna.
Tirò un sospiro di sollievo: per fortuna Rufy non aveva fatto niente di stupido.
-Ace…?-
-Che c’è, Rufy?- lo guardò sorridendo: in quel momento lo avrebbe accontentato in qualunque modo, gli avrebbe fatto fare tutto quello che voleva.
-Andiamo a fare dolcetto e scherzetto?-
Ace ritirò tutto: avrebbe accontentato Rufy in qualsiasi cosa, tranne che quello.
Ma il viso allegro e l’espressione innocente e speranzosa del fratellino lo fecero sospirare e dire:-Va bene…-
-Chiamo anche Sabo!- esclamò al settimo cielo il moro.
 
Izou si voltò verso la porta, pronto ad occuparsi di nuovi clienti ma appena vide chi c’era sulla soglia scoppiò a ridere.
-D-dolcetto o s-scherzetto…?- Ace alzò imbarazzatissimo gli occhi, mentre il viso gli si tingeva di rosso.
Nella sala arrivarono anche Satch, l’ananas, Jaws e Vista e anche questi scoppiarono a ridere.
-Basta…!- esclamò Ace, sbattendo un piede -o meglio una zampa- a terra.
-Cuccia lupacchiotto!- disse Satch fra le risa.
Ace sbuffò, si sedette e disse:-Credete che io mi stia divertendo?! È da tutta la mattina che Rufy mi fa andare in giro conciato in questo modo!-
Rufy aveva costretto Ace ad indossare una salopette nera, lasciando scoperte braccia e gambe. Alle mani e ai piedi delle pelosissime zampone da lupo marroni, più chiare sul palmo; al collo un enorme collare, anch’esso peloso. E naturalmente, non potevano mancare le orecchie: fra i capelli neri di Ace, ecco due morbidissime orecchie.
-E questa…?- Satch era andato dietro al moro, e gli stava tirando la folta coda.
-Giù le mani!- esclamò Ace, alzandosi e prendendo la coda fra le mani -non si tocca!-
-Ora finalmente capirai come mi sono sentito le sera della festa!- esclamò Marco, incrociando le braccia al petto.
-Eh no, Marco- rispose Ace, cercando di sembrare dignitoso -niente batterà il tuo orrido costume da cameriere… o quello che era!-
-Maggiordomo- puntualizzò il biondo.
Intanto, Vista, da bravo paparazzo, aveva inforcato il cellulare e stava scattando delle foto ad Ace.
-Smettila tu!- Ace corse verso l’amico e cercò di strappargli dalle mani il cellulare, ma la stazza dell’amico gli impediva di avvicinarsi al telefono.
In quel momento, saltellando arrivò Rufy, travestito da vampiro: indossava una deliziosa camicia bianca, dalle maniche larghe, con sotto dei pantaloncini a vita alta neri. In vita una fascia beige. Sul petto, aveva delle frange dello stesso colore della camicia e legato intorno al collo un mantello nero.
In testa una tuba nera, con una fascia rossa. Per sembrare un vero vampiro, naturalmente aveva dei bianchissimi canini affilati.
-Dolcetto o scherzetto?- chiese allegramente.
-Tieni Rufy- gentilmente Marco porse al dolce vampiro una scodella piena di caramelle, che il moro svuotò.
-Dov’è Sabo?- chiese Ace, togliendosi le orecchie dai capelli.
-Era dietro di me- rispose Rufy con aria confusa, guardandosi intorno -poi l’ho perso di vista…-
-Rufy! Ti avevo detto di aspettarmi!- sulla soglia comparve il biondo… o meglio, il biondo avvolto nella carta igienica. Infatti, Rufy per renderlo una perfetta mummia, aveva usato tutta la carta igienica che aveva Ace in casa, esagerando però. Il moro infatti gli aveva coperto anche la faccia.
-Certo che anche tu sei conciato male- disse Satch, ridendo.
-Lasciamo stare- rispose Sabo, iniziando a togliersi le bende dal cappello -mentre venivo qui sono andato a sbattere contro dieci persone, almeno-
Rufy, per l’entusiasmo, aveva fatto indossare a Sabo solo dei boxer e una canottiera, dicendo che non si è mai vista una mummia con i vestiti! Poiché erano il trenta novembre, Sabo stava leggermente morendo di freddo e chiese una tazza di caffè bollente.
Marco gliela portò e il biondo avidamente bevve la bevanda calda, sospirando soddisfatto.
 
-Buongi…-
Le clienti che erano entrate in quel momento si erano ritrovate davanti Sabo mezzo nudo, Ace seduto con indosso solo una salopette che lasciava intravedere i suoi muscoli e Rufy che si abbufava, con il personale al completo presente.
Rufy senza perdere tempo si era alzato e sorridendo era andato incontro alle clienti:-Dolcetto o scherzetto?-
-Non sei un po’ in ritardo?- chiese una di quelle, sorridendo e dando a Rufy una caramella.
Il moro alzò le spalle e soddisfatto continuò a mangiare.
Marco avanzò verso di loro, dicendo:-Accomodatevi, e non badate a loro; sono solo dei perdigiorno con qualche rotella fuori posto…-
-Marco!- esclamò Ace, offeso -guarda che ti sento benissimo!-
-Lo so!- l’ananas rivolse ad Ace un sorrisino e il moro lo fulminò con lo sguardo, borbottando un qualcosa come “io pazzo? Tsk, figuriamoci!”
 
-Cosa facciamo quest’anno a Natale?-
Ace e Sabo guardarono Rufy, che sorridendo aspettava una risposta.
-Non so- disse il biondo, guardando Ace -lo passiamo in famiglia?-
-Che ne dite di passare qualche giorno in un centro benessere?- propose Ace, continuando a mangiare.
-Ma è noioso!- esclamò Rufy.
-Ma ci sarà tanto cibo!- esclamò con enfasi Ace, per convincere il ragazzo.
-Davvero!?- a Rufy brillavano gli occhi.
Sabo rise e annuì.
-Chiederò anche a Satch e agli altri- disse Ace.
 
 
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Nda:
Sì… ehm… sono molto molto molto molto molto in ritardo, lo so! >.< In teoria questo era il capitolo di novembre… Pardon! ^^’ dedico questo capitolo a Shane92, che mi ha ricordato che era de secoli che non aggiornavo! ^^’
Prima della fine delle vacanze pubblicherò anche un altro piccolo capitolo, naturalmente incentrato sulla notte di Capodanno.
Intanto, visto che ho ritrovato quest’immagine, la posto, visto che Rufy aveva ancora voglia di Halloween!
Baci, Temari. 

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Capitolo 9
*** Friend Zone...? ***


Friend Zone…?

 




Nota: Mike=Chris. Ho deciso di cambiargli il nome perché ho modificato un po’ la trama. Prima era solo una comparsa, ma ora comparirà di più nella storia e quindi gli ho dato un nome più carino!
 
31 gennaio.
-Chi ha proposto questa fantastica vacanza al centro benessere?- chiese Satch, immergendosi nell’acqua calda termale.
-Ace- rispose Marco, chiudendo gli occhi e rilassandosi, finalmente.
-Allora non è più così fantastica-
-Grazie Satch- disse acidamente Ace, guardando male l’amico.
Satch da parte sua gli sorrise e mentre un’espressione pervertita gli nasceva sul viso disse:-Chissà cosa starà facendo in questo momento la mia Erika…-
-Ha accettato di venire?- Marco lo guardò stranito, alzando un sopracciglio.
-Certo che ha accettato!- rispose con foga Satch -non vedeva l’ora di passare il capodanno con me!-
-Immagino…- facendo leva con le braccia Marco uscì dall’acqua.
-Dove vai?- chiese Ace, seguendolo con lo sguardo.
-Ho scordato il libro che sto leggendo in camera- rispose il biondo mentre indossava il kimono che gli avevano dato -vado a prenderlo e torno-
Mentre percorreva i corridoi silenziosi, con un sorriso soddisfatto sul viso, Marco si godeva il silenzio di quel centro benessere.
Era arrivato davanti la porta della sua camera, l’aprì e se la chiuse dietro le spalle e mentre entrava nella camera da letto si disse:-E soprattutto non c’è nessun ragazzino a…-
Seduto sul suo letto vide Chris. I suoi occhi si illuminarono appena lo vide e vedendo il petto candido che si intravedeva dal kimono, con un sorrisino malizioso disse:-È forse un invito questo…?-
Il biondo, stringendo fra le dita il kimono per coprirsi, esclamò, la voce insolitamente acuta:-Che ci fai tu qui!?-
-Mi mancavi- rispose quello, mentre i suoi occhioni blu diventano leggermente tristi -e allora ho seguito il tuo amico con quei capelli strani… e beh, ti ho trovato!-
Marco indietreggiò, fino ad appoggiare la schiena sulla porta. Fece un respiro profondo e mentre tornava serio, disse:-Senti… Chris, io non so cosa non vada in te, cosa ti abbia spinto ad invaghirti di me… ma io sono etero, okay? Non mi interessano i ragazzi, e in questo momento, non desidero nessuna relazione-
L’espressione di Chris divenne ancora più triste; guardò a terra, cercando qualcosa da dire, e Marco, vedendo che non ribatteva aggrottando le sopracciglia chiese:-E poi… come hai fatto ad entrare!?-
-Il tizio con i baffoni non aveva chiuso bene-
Marco esasperato sospirò: i suoi amici per caso si erano messi d’accordo per aiutare quello stalker?!
Guardò Chris, la felpa rossa troppo grande per le sue spalle magre e i jeans strappati: era ancora un ragazzino. Poi soffermò gli occhi attenti sul suo viso, sui lineamenti delicati, le guance senza barba e quelle poche lentiggini che lo facevano sembrare tanto innocente; e poi quegli occhi azzurri, contornati da ciglia chiare, illuminati leggermente da una luce di speranza che difficilmente si sarebbe spenta.
-Quanti anni hai?- gli chiese, avanzando verso il comodino dove aveva lasciato il suo libro.
-Ne compio venti il mese prossimo- rispose il ragazzo, seguendolo con lo sguardo.
Marco si sedette sul letto e con un gesto della mano lo invitò a sedersi, e meccanicamente il castano si sedette sul bordo di esso, tenendo lo sguardo fisso su di lui.
Distrattamente il biondo sfogliava il libro, mentre parlava ad Chris-… Sei piccolo rispetto a me, ci saranno tante belle… ehm… tanti bei ragazzi che potresti incontrare, non perdere tempo con me…-
In quel momento dalle pagine del libro cadde una fotografia scattata da Vista, che volteggiando si posò sul parquet: raffigurava Marco, Ace, Izou, Satch e Jaws al mare; Jaws e Satch avevano preso per le braccia e per le gambe Marco, pronti a lanciarlo in mare, mentre Ace, già in acqua, li incitava a lanciare il biondo. Era inutile dire che Marco aveva protestato e che quando era uscito dall’acqua con gli occhiali da sole bagnati stretti in mano aveva fatto una bella ramanzina agli amici. Marco fece per raccoglierla, ma Chris fu più veloce e l’afferrò con entrambe le mani ed esclamò:-Amici!-
-Eh?- il biondo provò a sottrargli la foto, ma le dita del ragazzo rimanevano strette intorno alla foto.
-Diventiamo almeno amici! Se non possiamo essere fidanzati- mentre Chris diceva questo Marco arrossiva, immaginandosi insieme al castano -possiamo essere amici! Potremmo andare al cinema, a bere qualcosa, fare vacanze insieme!- Chris era entusiasta e guardava sorridendo Marco, raggiante.
Il biondo deglutì, pensando che l’ultima cosa che voleva fare era andare in un luogo chiuso con lui, ma in fondo diventare amici non era nulla di male.
Gli sorrise e disse:-Va bene, Chris-
Marco finalmente recuperò la fotografia che infilò fra le pagine del libro e passandosi una mano fra i capelli disse:-Ora che sei qui non puoi tornare in città, non subito almeno. Saranno almeno due o tre di viaggio!-
-Non c’è problema!- esclamò allegro Chris e mettendo una mano in tasca tirò fuori una chiave con attaccata una targhetta -ho già preso una camera e ho dei cambi-
-P-perfetto… beh… ti sai organizzare, bravo- rispose imbarazzato il biondo.
Uscì dalla stanza, assicurandosi di chiudere bene, e sorridendo gentilmente al ragazzo disse:-Vuoi rilassarti con noi nell’acqua termale?-
Chris annuì, felice, anche se Marco dovette ammettere che spogliarsi davanti a lui lo imbarazzava, e non poco: in fondo… due mesi prima aveva cercato di baciarlo!
Raggiunsero Ace e gli altri e quando gli amici lo videro arrivare insieme a lui tutti sgranarono gli occhi. Izou fu il primo a parlare:-Marco…? C’è qualcosa che non ci hai detto…?-
-Non pensate male- rispose arrossendo il biondo -è un mia amico, e da bravi amici, passeremo le vacanze tutti insieme- disse, evidenziando il “tutti”.
Marco si immerse, mentre Chris si cambiava per farsi il bagno con loro. Intanto Ace e Sabo cercavano di convincere Rufy a smettere di fare bollicine sott’acqua.
-Rufy!- esclamò Ace, mentre per l’ennesima volta tirava fuori dall’acqua la testa del fratello -quante volte, ancora, ti dovrò ripetere di smetterla?!-
-Ma Ace!- ribatté il moro, sfuggendo alla presa del maggiore -è divertente! Se provassi ti piacerebbe!-
-Ne dubito- rispose seccato Ace, mentre cercava appoggio in Sabo che sorridendo disse:-Ha ragione lui! E poi, se la smetterai, ti faremo mangiare il doppio… anche se dovremo pagare noi…-
Ace guardò scandalizzato Sabo: si rendeva conto di quello che aveva appena detto?! Pagare la cena a Rufy?! Gli avrebbe fatto usare tutti i suoi risparmi, che non erano neanche tanti!
Gli occhioni di Rufy si posarono sul volto di Ace, in cerca di conferma ed Ace cercando di sorridere disse:-Certo… faremo come ha detto Sabo!-
-Va bene, allora!- finalmente Rufy si mise dritto e si rilassò.
Ace tirò un sospiro di sollievo, ma la sua mente già macchinava qualcosa per non farsi svuotare il portafoglio da Rufy. Si guardava intorno, e guardò distrattamente Marco, che invitava Chris ad entrare nell’acqua. Fu allora che gli venne il colpo di genio. Sorrise malignamente e affondò con il corpo fino al collo nell’acqua calda, mentre decideva gli ultimi particolari del suo piano.
I suoi risparmi erano salvi.
 
Arrivò l’ora di cena, quella che per i tre fratelli equivaleva all’ora dell’ingozzata. Appena entrarono nella sala da pranzo, dove già qualche cliente mangiava tranquillamente, si fiondarono al tavolo dove dovevano servirsi. Tutti e tre afferrano un piatto ed iniziarono a riempirlo, finché verdure, carne e ad altro non strariparono dai bordi. A quel punto, sotto lo sguardo sconcertato degli altri clienti e quello rassegnato degli amici, si sedettero ad un tavolo, pronti a mangiare.
Chris, che seguiva Marco come un’ombra, aveva osservato Ace, Rufy e Sabo con interesse, e sembrava piacevolmente colpito, ripetendo “wow, che forza!”. Invece, la nostra cara ananas tranquillamente si serviva e adocchiò l’ananas come dessert. Notò lo sguardo di Satch e il sorriso che gli stava nascendo sul viso e sibilò:-Non osare dire una parola-
Ma quello non poté trattenersi:-Marco… sai che quell’ananas potrebbe essere tua sorella o uno dei tuoi genitori?-
Erika, a braccetto di Satch, scoppiò a didere, e quest’ultimo, molto compiaciuto, sorrise con spavalderia e gonfiò il petto.
Anche Chris non poté non ridere, ma appena vide l’espressione seccata di Marco smise di ridere e arrossendo lievemente disse:-Non assomigli per niente ad un ananas, Marco, tu sei molto più bello!-
Una volta seduti a tavola, tutti mangiavano e tutti non poterono come Ace quella sera stesse alzando il gomito; lo sguardo di Sabo si intristì lievemente e Rufy cercò di essere più allegro del solito, cercando di far ridere tutti, mentre Izou e gli altri non facevano niente: se avessero fatto capire ad Ace che cercavano di tirarlo su di morale per fargli scordare il suo compleanno… beh, il suo orgoglio ne avrebbe risentito. E quindi non dissero niente quando già dopo poco il moro era sbronzo.
Parlava tanto, chiacchierava con tutti, anche con gli oggetti e mentre Erika, accanto a lui lo guardava conversare con il bicchiere, di colpo Ace si addormentò. La biondina trattené un urlo, mentre Chris si sporse verso di lui per vedere che aveva. Fece prendere un colpo ad entrambi quando si risvegliò, alzandosi subito.
 
Mancavano pochi minuti a mezzanotte. Tutti erano riuniti nella sala da pranzo, chi con lo spumante in mano, chi con i bicchieri pronti, gli occhi puntati sull’orologio. Anche Ace, sbronzo, era pronto a festeggiare.
Iniziò il conto alla rovescia:

10

Rufy continuava a mangiare e Sabo cercava di fermarlo, mentre la maggior parte del cibo gli finiva in faccia.

9

Izou cercava di tenere Ace in posizione eretta togliendogli di mano i bicchieri che afferrava dai tavoli.

8

Chris parlava con entusiasmo dei propositi per il nuovo anno a Marco, che ascoltava e annuiva quando approvava e scuoteva con forza la testa quando il diciannovenne accennava “ad una relazione seria”.

7

Vista controllava che ci fosse abbastanza memoria nella macchinetta fotografica.

6

Jaws teneva in mano lo spumante, lontano da Satch che insisteva su quanto fosse in grado di aprirlo senza accecare qualcuno.

5

Erika rideva di fronte ai tentativi del fidanzato di rendersi figo e sexy, come quando si erano conosciuti.

4

Rufy finalmente aveva smesso di ingozzarsi e rideva alla battute di Sabo, che senza farsi vedere lo allontanava dal cibo.

3

Ace era sfuggito dalla presa di Izou ed era andato addosso al tavolo, rovesciandosi parecchi bicchieri d’acqua ed altro addosso.

2

Marco finalmente era riuscito ad azzittire Chris e gli stava dicendo dei fuochi d’artificio.

1

Ace, in un momento di lucidità sussurrò:-Festeggiamo un altro anno di merda-
Poi, si scatenò il pandemonio:
Urla, bottiglie che venivano aperte, risate, auguri, pacche sulle spalle e i fuochi d’artificio. Tutti uscirono fuori, nel grande giardino, gli sguardi rivolti all’immensa distesa nera che ad intervalli regolari si illuminava di mille colori.
Ace era riuscito a procurarsi un paio di bicchieri che scolò in un sorso e per poco non sputò tutto per delle forti pacche sulle spalle e un abbraccio. Guardò Rufy attaccato a lui che gli sorrideva e accanto a lui Sabo che gli sorrideva. Sorrise e urlò:-Festeggiamo!-
Risero per tutta la serata, e continuamente tutti lanciavano degli guardi furtivi ad Ace, per accettarsi di come stava; ma a quanto pare aveva così tanto alcool in corpo che era già un miracolo se si ricordava come camminare. Non sapeva neanche il motivo dei festeggiamenti. Ma forse era meglio così, per il momento. Sapevano che sarebbe arrivato il momento in cui si sarebbe ricordato tutto, in cui si sarebbe di nuovo come ogni anno maledetto, ma sarebbe stato meno lungo del normale.
Marco bevve in un sorso lo spumante e sentì la mente annebbiarsi; vide Chris fra la folla e istintivamente pensò di scappare, ma quando vide il sorriso innocente che aveva sul volto sorrise a sua volta e non represse quello stupido istinto. In fondo, da quel giorno in poi erano amici, e non si fuggiva dagli amici! Che pericolo c’era? Gli andò incontro e gli mise un braccio intorno alle spalle cantando a squarciagola la canzone che avevano messo a tutto volume. Il diciannovenne sorrise e iniziò a cantare con lui.
Marco, soddisfatto di quel rapporto, abbasso completamente la guardia e sussultò quando sentì una mano sul suo sedere. Sgranò gli occhi e con sguardo severo guardò Chris che sorrise con aria colpevole:-Scusa- gli disse nell’orecchio -non ho resistito!-
E per quella volta, forse per quello che aveva bevuto, la nostra ananas perdonò il ragazzo senza nessuna predica.
 
 
 
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Nda:
Ciao!
Ehm… sono in ritardo di tanti giorni, lo so, avevo detto che avrei aggiornato prima della fine della vacanze, ma mi spiace, non ce l’ho fatta ç_ç
Spero solo che questo capitolo vi faccia ridere! A parte l’ultima parte, forse, visto che è arrivato il compleanno di Ace…
Come avete letto, questo capitolo è anche incentrato su Chris (scusate il cambiamento del nome) e Marco, ma anche sui nostri fratellini!
Ma va beh! Questo è il capitolo di gennaio e cercherò di postarne uno al mese. Con l’inizio del pentamestre non credo di poter scrivere tanto e di conseguenza gli aggiornamenti saranno lenti e scostanti… mi spiace :c
Vi lasciò un’immagine divertente di Ace, Marco e Satch! ^^
Baci, Tem.

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Capitolo 10
*** The pineapple's love: mayonnaise! ***


The pineapple’s love: mayonnaise!

 






13 febbraio
 
-C’è proprio bisogno di tutte queste decorazioni a forma di cuore?- chiese acidamente Ace attaccando l’estremità di un festone rigorosamente con dei cuoricini.
-Sì, Ace. Non tutti abbiamo il romanticismo di un bradipo, come te- rispose Satch, mentre poggiava al centro di un tavolo un mazzo di rose rosse -è febbraio. San Valentino. La festa degli innamorati!- disse, il tono sognante.
-Sì, come no- il moro alzò gli occhi al cielo e scese dalla scala, chiudendola e portandola sul retro. Odiava febbraio. Non solo faceva freddo, ma doveva anche sorbirsi tutti quei cuoricini, tutto quel rosa…  tutte quelle coppiette felici.
-Forse soffri di carenza d’affetto- disse Vista, appoggiato al muro.
-No- rispose sempre acidamente Ace -è solo che tutti sono così… stupidi, a febbraio-
-Lo stupido sei tu- rispose Satch, poi animandosi disse -piuttosto dovete darmi un consiglio!-
Ace e Vista si voltarono e così anche Izou, che tornava dalla cucina.
-Voglio regalare alla mia Erika una serata indimenticabile!- esclamò il castano, spalancando le braccia. Ma, vedendo lo scarso entusiasmo degli amici, le abbassò e mise su un broncio dicendo:-Calmatevi, eh, siete troppo interessati-
-Portala a cena- disse Ace -almeno mangia-
-Non è come te, che pensa solo al cibo!- rispose Satch -voglio qualcosa che ci coinvolga entrambi!-
-Il luna park- disse Vista.
-Non è una bambina di cinque anni-
-Perché non la porti in riva al mare?-
Tutti si voltarono verso Izou che alzando un sopracciglio chiese:-Che c’è? E’ un’idea romantica! Un pic-nic sulla spiaggia, al lume di candela…-
-Sei il mio salvatore, Izou!- Satch gli gettò le braccia al collo e fece per dargli un bacio sulla guancia, ma il moro lo bloccò, disgustato.
Satch allora si staccò e riprese a sistemare i fiori sui tavoli, quando ad un certo punto si bloccò e si voltò verso Izou, una luce strana negli occhi. Quello lo guardò, preoccupato e chiese:-Perché mi guardi così…?-
-Izou, tu non sei male- iniziò Satch, con il tono di uno che la sa lunga.
-Beh, grazie Satch, ma non sei il mio tipo- rispose Izou ed Ace poco più in là scoppiò a ridere.
-Non intendevo questo- disse il castano, indignato -intendevo: non sei male, eppure… sei single-
-Sai Satch, la vita non si basa sull’essere single o no- Izou, essendosi accorto che Satch non stava dicendo niente di intelligente, prese il cellulare per controllare l’ora e sgranando gli occhi esclamò:-Cavolo, è tardissimo!-
-Per cos…- ma Satch non poté finire di parlare, poiché Izou, uscendo dal locale gli aveva lanciato il grembiule addosso.
-Dove starà andando così di fretta?- Ace fissava il punto in cui Izou era sparito, poi tornò a guardare i tovaglioli con i cuoricini e fece una smorfia.
 
Uscì dalla doccia, asciugandosi i capelli (se così si possono chiamare) biondi e mettendosi l’accappatoio. Uscì dal bagno e andò in cucina a bersi una tazza di caffè. Tutti sapevano che era mattiniero, sempre in orario che amava lavorare… ma amava svegliarsi tardi e fare tutto con calma, quando poteva.
Eh sì, il peluche si stava rilassando, a casa sua; per una volta non gli era capitato il turno di mattina e si stava preparando con molta calma… (ma tanto brutto era e brutto rimaneva.)
Posò la tazza sul bancone quando suonarono alla porta. Subito corse in camera e velocemente si infilò i pantaloni e la camicia, cercando, mentre si pettinava (anche quei quattro peli hanno bisogno di cure, cosa credete?), di chiudere i bottoni nel modo giusto.
Quando aprì la porta Chris gli sorrise ed esclamò:-Buongiorno Marco!-
Lo fece entrare, e si andarono a sedere nell’ordinato e moderno salone del biondo.
Chris mentre si guardava intorno ti tolse il giubbotto e dovette ammettere che si sentiva agitato: tutto in quella casa ricordava Marco; i mobili moderni e semplici,  i pochi soprammobili, segno che il ragazzo odiava il futile, e la lucentezza dei pavimenti, segno della sua mania di perfezione… ma si notava anche che era la casa di un single.
-Wow, la tua casa è ordinatissima!- esclamò Chris.
-Beh, se non si vive in una casa ordinata anche la vita è confusionaria-
Chris annuì e arrossì leggermente, pensando alla sua camera: il pavimento era coperto dai suoi vestiti, sul letto lattine vuote e buste di patatine vuote e beh… non era il regno dell’ordine.
Marco si sedette al tavolo di vetro e gli fece segno di sedersi davanti a lui. Il castano obbedì. Il biondo fece un respiro profondo e disse:-Sappiamo bene entrambi perché sei qui-
Chris annuì, concentrato.
-Se vuoi aiutarci qualche volta al locale, devi essere elegante, preciso e devi conoscere le basi delle buone maniere- vedendo lo sguardo confuso del ragazzo, Marco sospirò e annuendo disse:-So che può sembrar strano che due zucconi come Ace e Satch lavorino lì, ma anche loro, se vogliono sanno essere bravi. Ma ora- lo sguardo del ragazzo divenne duro -mettiamoci al lavoro-
Chris si alzò e Marco gli fece legare intorno alla vita un grembiule e gli diede un block notes.
-Bene- continuò il biondo -io sono un cliente e devo ordinare-
Chris si allontanò di parecchi passi, per poi tornare indietro e avvicinarsi al tavolo, dove Marco con disinvoltura fingeva di essere seduto in un locale.
-Buongiorno- disse cordiale il castano -vuole ordinare?-
Il biondo annuì e aprendo un libro sul tavolo fece finta di leggere velocemente il menù, poi disse:-Prendo…-
E il povero Chris dovette trascrivere tutto quello che l’ananas aveva nel frigo.
Il castano rileggendo quello che aveva scritto annuì e disse:-Torno subito-
A poco a poco portò al biondo tutto quello che aveva ordinato. Dopo aver accatastato tutto davanti a Marco, in piedi accanto a lui, affannato, aspettava un giudizio.
Marco, da bravo rompico… da bravo ragazzo diligente qual’era, disse:-Non ci siamo-
-Come no?- il ragazzo sospirò e si passò una mano fra i capelli, confuso: cos’aveva sbagliato?
-Hai dimenticato la cosa più importante- Marco si alzò e andò in cucina con calma, con calma aprì il frigo e tornò nel salone, nascondendo dietro la schiena qualcosa. Si avvicinò a Chris, e mentre il cuore del ragazzo galoppava nel petto, lo vide avvicinarsi pericolosamente a lui.
-Sai cosa hai dimenticato, Chris?- gli chiese, scrutandolo.
-… No- rispose con un filo di voce il diciannovenne, emozionato per la vicinanza di Marco.
-LA MAIONESE!- urlò quello, mettendogli davanti agli occhi il barattolo.
Chris sussultò, spaventato dall’ardore di Marco, che intanto diceva quanto fosse fantastica la medesima salsa:-… Ah, senza la maionese mangiare le patatine fritte non avrebbe più alcun senso per me! Ma anche mangiare il pane! E gli hamburger! E i nachos!-
Il castano, qualche metro lontano dal biondo osservava stranito il monologo di Marco, soffermandosi sugli occhi sgranati da pazzoide e il barattolo che volteggiava fra le mani di Marco. In quel momento, più che un elegante e meticoloso cameriere, sembrava un pazzo scatenato.
 
-Chissà perché Izou è corso via…- disse Satch, pensieroso appoggiato al bancone.
-Non lo so- rispose esasperato Ace, mentre apparecchiava un tavolo -e invece di farti gli affari degli altri, potresti anche darmi una mano!-
-Pff… naah, non mi va- Satch sorrise e disse:-Credo proprio che seguirò il consiglio di Izou…-
-Di che parli?-
-Della spiaggia, intendo. Se poi facesse freddo io ed Erika potremmo stringerci stretti stretti…- mentre il castano immaginava quella scena, le guance erano diventare rosse e la sua espressione quella di un pervertito.
Ace annuì distrattamente: non gli importava dove la portasse! Dovevano solo essere disgustosamente felici…
Ad un tratto, mentre pensava ai suoi piani malefici, Ace si ricordò dello “scherzetto” che aveva fatto a Marco la notte di Capodanno: possibile che non se ne fosse ancora accorto?
 
Quasi un mese prima…
 
Ace spiò Marco, che in quel momento parlava con Chris di qualcosa che non gli interessava.
Gli si avvicinò e stringendo le gambe come se dovesse correre urgentemente al bagno esclamò:-Marco, dammi le chiavi della tua camera!-
Quello si voltò verso di lui:-Perché?-
-Mi scappa!-
-E non puoi farla in camera tua!?- si spazientì il biondo.
-Ci sta andando Sabo!- esclamò Ace, mentre il complice correva via.
-E va bene- acconsentì Marco tirando fuori dalla tasca le preziose chiavi -ma non mettere in disordine!-
-Okay!- e corse via.
Quell’estate, quando erano andati al mare, Vista, mentre prendevano in giro la povera ananas, aveva rivelato loro che il biondo in fondo all’armadio aveva una cassettina rossa dove metteva i soldi che risparmiava. E a quanto pare Marco se la portava sempre in vacanza.
Il senso di colpa non lo sfiorò nemmeno e, dopo soddisfatto i propri bisogni aprì le ante dell’armadio. Capì qual’era il lato di Marco grazie agli orrendi vestiti e si accovacciò, allungando le braccia verso il fondo. Con un sorrisetto strinse fra le dita una scatolina di metallo. La trasse a sé e per qualche secondo studiò il metallo rosso, lucido. Poi, guardò la serratura, chiusa. Sospirò.
Prese il cellulare e digitò un numero. Attese qualche secondo, poi arrivò Sabo:-Problemi?-
-E’ chiusa- rispose Ace. Sabo allora tirò fuori dalla tasca una forcina e con mano esperta cercò di aprirla. Dopo qualche secondo di tensione sentirono un lieve scatto e si scambiarono degli sguardi soddisfatti:-Non sei peggiorato- osservò Ace.
Sabo lo guardò, ridendo.
Ace allora, senza perdere tempo, aprì la cassettina e ci trovò dentro molti bigliettoni.
-Ma come fa?!- esclamò, sfiorando le banconote..
-Non è come te- gli disse Sabo -che spendi tutto in cavolate-
-Il telefono che ho a casa a forma di hamburger non è una cavolata, okay!?- esclamò Ace, sicuro che si stesse riferendo al suo ultimo acquisto.
-Sì… come no. Dai, sbrigati- Ace afferrò un paio di banconote per poi richiudere la scatolina e rinfilarla al suo posto.
 
Si chiese cosa facesse Sabo, a San Valentino. Lui era un tipo leggermente più romantico di lui. Certo, non aveva il suo fascino, ma immaginava che le ragazze impazzissero per il viso da bravo ragazzo che si ritrovava. Sghignazzando pensò al loro passato di ladruncoli: le loro famiglie non gli davano mai abbastanza soldi per tutte le caramelle che volevano e beh… si erano arrangiati per anni.
In quel momento, accaldato tornò Izou, che si abbandonò su una sedia a riprendere fiato.
-Si può sapere che fine hai fatto?!- esclamò Satch, vedendolo rientrare.
Izou a gesti chiese dell’acqua e il castano gli portò una caraffa e un bicchiere. Subito il moro iniziò a trangugiare acqua su acqua e dopo aver svuotato metà caraffa disse:-Avevo… un impegno-
-Che genere di impegno?- volle sapere Satch, lo sguardo malizioso.
-Niente che t’interessi- rispose il moro, alzandosi e legandosi il grembiule intorno alla vita.
 
Intanto a casa di Marco…
 
-Bene- disse con forza il biondo -ora devi imparare come apparecchiare-
Chris annuì, anche se non capiva perché Marco dovesse insegnargli come mettere una forchetta e un coltello sul tavolo. Non era una scienza, apparecchiare la tavola!
Il biondo andò in cucina e preparò il pranzo, poi disse:-Su Chris, metti la tovaglia. La trovi nel secondo cassetto-
Chris andò in cucina e prese la tovaglia. Tornò davanti al tavolo e sentì su di sé lo sguardo vigile del biondo. Aprì la tovaglia e la stese sopra il tavolo.
-Guarda- accanto a lui comparve Marco che con voce calma gli spiegò come metterla correttamente. Chris rimase a fissarlo, incantato poi toccò a lui.
Il biondo sorrise e disse:-Impari in fretta!-
-Ma ora andiamo avanti- Marco, tornato serio, gli mise nelle mani i tovaglioli e le posate e disse:-Fammi vedere-
Chris annuì, ma non fece in tempo a mettere il primo tovagliolo che sentì la tosse palesemente falsa di Marco. Si voltò verso di lui e quello discretamente gli disse:-Devi piegarlo-
Piegò il tovagliolo. Fece lo stesso anche con l’altro.
Mise la prima forchetta e il coltello.
Tosse da parte di Marco.
Lo guardò di sbieco, mentre l’irritazione cresceva in lui e il biondo gli spiegò come apparecchiare.
“Va bene. Okay. Su, calma Chris, va tutto bene” si disse.
Marco allora gli passò i bicchieri. Fece per poggiare il primo bicchiere sulla tovaglia e sentì Marco che si preparava a tossire che esclamò:-Mostramelo tu allora!-
Marco, impreparato, sussultò: fino a quel momento Chris era sempre stato calmo, gentile…
Guardò il castano, che semplicemente se ne stava zitto. Poi, di colpo, il diciannovenne si accorse di quello che aveva fatto e si affrettò a scusarsi:-No, scusa Marco… non volevo, è che sei odioso con quell’aria da so-tutto-io… no, non è vero, sei maledettamente attraente è che…-
Marco guardava dubbioso Chris che si contraddiceva da solo.
-Va bene, per oggi basta. Ora mangiamo- finì di apparecchiare e poi portò in tavolo il pranzo. Si sedettero uno di fronte all’altro e in silenzio presero a mangiare. Marco notò lo sguardo preoccupato sul volto di Chris e pensò che quell’espressione angosciata non donava al suo viso delicato.
-Se ti va- iniziò -puoi venire ad aiutarci, qualche volta. Non te la cavi male-
Con un sorriso vide il sollievo negli occhi e il sorriso che gli nacque.
-Ti insegneremo qualcosa lì, se sarà necessario- aggiunse.
Chris, visibilmente più tranquillo, ricominciò a mangiare poi Marco si ricordò che la notte di Capodanno gli aveva detto che in quel mese compieva gli anni.
-Quand’è il tuo compleanno?- gli chiese.
-Oh, te ne sei ricordato!- disse Chris -comunque… è il 28-
 
14 febbraio
 
-Ace!- Sabo scuoteva con forza l’amico, sotto le coperte. Sentì un mugolio e allora prese il cuscino che il moro cercava di premersi sulla testa ed esclamò:-Ace, devi andare a lavoro!-
-Ma non mi va!- esclamò quello, afferrando il cuscino e cercando di riaddormentarsi.
-Ma non puoi non andare a lavoro!- esclamò il biondo -è San Valentino!-
-Appunto!- rispose quello da sotto il cuscino.
-Ho capito- disse Sabo, mollando le coperte e scrocchiandosi le dita -vuol dire che dovrò farti preparare io…-
Ace si tolse il cuscino dalla faccia e con orrore vide il sorrisino malefico dipinto sul viso di Sabo, che lo afferrava.
 
Aprì la porta, un broncio sul viso e vide Izou e Jaws che davano gli ultimi ritocchi alla sala.
-Di buon umore, eh?- Scherzò Jaws vedendo la sua espressione.
-Lascia stare- rispose sbuffando il moro, sbottonando i bottoni del cappotto. Poi, ricordandosi come era vestito se lo strinse addosso e corse nello spogliatoio.
Jaws e Izou si scambiarono degli sguardi confusi e seguirono Ace. Sbirciarono dalla porta socchiusa e quando videro come era conciato Ace scoppiarono ridere. Quello sussultò e si voltò, sbraitando:-Che ci fate qui!?-
-Ace ma ti sei vestito con gli occhi chiusi ‘sta mattina?!- chiese Izou, ridendo.
-Non c’è niente di divertente-
-Non ti sei guardato allo specchio!- esclamò Jaws.
-Sì che mi sono guardato!- rispose a tono il moro -è che… sta mattina mi ha vestito Sabo- l’ultima parte la disse bisbigliando e i due amici non capirono.
-Ripeti, per favore?- chiese Izou.
-Mi ha vestito Sabo, okay!?-
Altre risa.
Ace, ancora più irritato, iniziò ad aggiustarsi la divisa. A casa, Sabo gli aveva fatto indossare la divisa mentre lui cercava di sfuggire, e il risultato era una camicia abbottonata male, dei pantaloni senza cinta, i papillon tenuto intorno al collo e il grembiule allacciato alla bel meglio. Insomma, uno schifo totale.
Ace, dopo aver riabbottonato la camicia e sistemato il papillon si tolse il grembiule, ma i pantaloni gli caddero, rivelando agli sguardi divertiti di Izou e Jaws i suoi boxer rossi e le sue gambe infreddolite.
-Che vi guardate!- si tirò su i pantaloni e mentre cercava di tenere su i pantaloni  cercava di allacciare il grembiule a mò di cintura. Izou, allora, mentre ancora rideva lo aiutò.
Tornarono nella sala e con orrore di Ace, ben presto la sala si riempì di coppie pomicianti e di sospiri di felicità da parte delle ragazze.
Posò con malagrazia il bicchiere che reggeva su un tavolo, dove la coppietta lo guardò sconcertata, e senza aspettare altro se ne andò pronto per un nuovo ordine.
-Non ci siamo- disse Izou scuotendo la testa con fare sconsolato, quando Ace entrò in cucina.
-Eh?- Ace lo guardò, confuso.
-Ace, non puoi servire quelle persone con questa faccia!- esclamò il moro, alzando le braccia al cielo.
-Ti faccio notare- rispose a tono Ace -che è la faccia con cui sono nato!-
-Davvero?- Izou gli mise un vassoio davanti alla faccia ed Ace si ritrovò a fissare la sua espressione incazzata: le sopracciglia erano aggrottate, gli occhi neri fulminavano chiunque gli rompesse e gli angoli della bocca erano rivolti all’ingiù.
-Ho un’espressione da figo, invece- disse Ace, incrociando le braccia al petto.
-Certo, come no… ma non va comunque bene! Quei ragazzi là fuori stanno cercando di far passare un giorno speciale alle loro ragazze!- Izou parlò con foga.
Ace rimase colpito dall’ardore dell’amico e facendosi sospettoso chiese:-Izou… non è che mi stai nascondendo qualcosa…?-
Il moro sgranò gli occhi e arrossì. Divenne frettoloso e distogliendo lo sguardo da Ace disse:-No, Ace, ma che dici…! Cosa dovrei nasconderti?! Io? Pfff… figuriamoci!-
E sgusciò fuori dalla cucina.
Ace fece un sorrisetto: Izou stava nascondendo qualcosa a tutti i suoi amici… e lui voleva scoprirlo, naturalmente. Sapeva bene a chi doveva rivolgersi…
 
-Ace- rispose Satch acidamente al telefono -cosa vuoi, oggi?!-
-Tranquillo Satch, se non fosse importante non ti disturberei mentre stai facendo quello che stai facendo-
-Dai, mi hai incuriosito- Satch fermò il cellulare tra la spalla e l’orecchio e mentre ascoltava il moro chiuse il cestino da pic-nic.
-Ah, così Izou ci nasconde qualcosa?- la sua espressione da irritata passò subito ad interessata -hai fatto bene a chiamarmi…-
-Lo so- rispose dall’altra parte Ace, divertito da cambiamento repentino dell’amico.
-Fammi pensare…- Satch prese un’agenda e sfogliò velocemente le pagine -direi di iniziare a stalkerare Izou dalla settimana prossima. Se iniziamo ora sospetterà qualcosa-
-Ottimo. Divertiti oggi- e chiuse la chiamata.
Guardando il cellulare Ace sussurrò:-Perché poi non ti divertirai più così tanto…-
 
-Satch- alzò gli occhi castani sul viso del ragazzo.
-Sì?- il castano sorrise dolcemente alla biondina e lei dandogli un delicato bacio sulle labbra gli disse:-È tutto così perfetto-
-Ti meriti questo ed altro, piccola- Satch intrecciò le sue dita con quelle di Erika e le diede un altro bacio. Poi le sussurrò:-Ti amo-
Le guance della ragazza andarono a fuoco e bisbigliò che anche lei lo amava.
Stettero in silenzio per qualche secondo, lei appoggiata sul petto di lui, stesi sulla tovaglia e guardare le stelle. Satch si ricordò di dover ringraziare Izou: l’idea del pic-nic sulla spiaggia aveva funzionato alla grande.
-Satch?-
-Mmm?-
-Ho deciso- lei si alzò, mettendosi seduta e sciogliendosi dall’abbraccio di lui.
-Cosa?- il castano si puntellò sui gomiti e fissò in viso la fidanzata.
-Ti voglio presentare ai miei-
In quel momento, l’animo romantico del ragazzo andò in frantumi, lasciando in lui una paura cieca.
-C’è qualche problema?- Erika aveva notato il cambiamento d’umore del ragazzo e si tormentava una ciocca di capelli.
-N-no- rispose Satch, cercando di sembrare sicuro -va benissimo!-
Allora, rassicurata, la ragazza si gettò di nuovo fra le sue braccia, felice.
Satch fissava il vuoto: non era mai piaciuto ai genitori, lui. Aveva bisogno di un bravo ragazzo, e subito. Doveva fare bella figura con i genitori di Erika!
 
Il giorno dopo…
 
Satch, appoggiato al bancone, si scervellava, cercando un qualcuno che gli potesse “insegnare” come piacere ai genitori.
In quel momento, sentì la porta aprirsi, ma non degnò di uno sguardo il nuovo arrivato. Fu riscosso dai suoi pensieri burrascosi dalla voce di Ace che diceva:-Sabo, qual buon vento!-
-Testa vuota, hai dimenticato il portafoglio!-
-Ah-
-Appunto, “ah”-
-Beh, grazie!- Ace con tono scherzoso aggiunse -sei proprio un bravo ragazzo!-
E quelle due parole, fecero accendere la scintilla in Satch, che con sguardo spiritato corse verso Sabo e afferrandogli una mano esclamò:-Aiutami!-
 
 


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Nda:
Ah, ma io faccio proprio schifo! >.< Cioè, da quant’è che rimando questo benedetto scherzo!? Tre, quattro capitoli!?
Couff… couff… scusate lo sbrocco qui sopra, ma davvero, la fic oramai gira intorno a questo scherzo ç_ç no, è che ho dovuto per forzare tagliarlo, di nuovo, in questo capitolo! Era un mostro di capitolo! È che l’ossessione di Marco verso la maionese non era prevista xD e quindi mi si è allungata un po’ la parte con Chris ^^’
Come avete visto, si è scoperto come Ace ha salvato i suoi risparmi (nello scorso capitolo mi ero dimenticata di inserirlo xD) e… *rullo di tamburi* Izou nasconde qualcosa! Ma cosa?! Sono accettate le scommesse! ^^
Per quanto riguarda lo scherzo mi sono già fatta una scaletta per il prossimo capitolo, ed è in cima alla lista!
Volevo postare il capitolo, ma per ragioni a me sconosciute, ieri sera EFP non mi si apriva! è.é Alla fine, dopo tremiliardi di tentivi ho mollato =_=
Vi lascio questa fighissima immagine di Izou, dove anche l'ananas è figo! Un miracolo! ò.ò
Beh, spero vi sia piaciuto!
Baci, Tem.

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Capitolo 11
*** Ace e vecchiette: alla carica! ***


Ace e vecchiette: alla carica!

 



-Vedi? E' semplice?- gli disse Sabo, sorridendogli incoraggiante.
-Certo che è semplice, chi mai vorrebbe baciare un tale orrore?- disse Satch, allontanandosi da Ace.
-Ah sì?- rispose il moro, imitando quella che secondo lui doveva essere la voce di una ragazza -allora abbiamo chiuso, io e te!- e sculettando esageratamente se ne andò.
I tre non poterono non ridere; Ace vestito da ragazza era davvero qualcosa di sconcertante: avevano rimediato una canottiera fucsia, una minigonna aderente di jeans e Izou si era dato da fare con i suoi trucchi. La canottiera addosso ad Ace era così aderente che era come se non indossasse niente, anzi metteva in risalto i muscoli del petto. La minigonna nascondeva per pochissimo i boxer del ragazzo, ma non le gambe muscolose e alquanto pelose. E beh… La faccia del moro era la parte più esilarante: per divertirsi, Izou ci aveva dato dentro con un rossetto rosso, un ombretto rosa e del fard. Il risaltato era in bilico fra il ridicolo e il mostruoso.
Ai piedi Ace aveva preteso di tenere le sue scarpe da ginnastica, il che rendeva il tutto ancora più brutto.
-Su… Ehm… Ace-chan, torna qui!- lo chiamò Satch. Anche se avrebbe voluto vomitargli in faccia e sebbene avrebbe preferito essere a chilometri di distanza dalla faccia pesantemente truccata di Ace, Satch doveva per forza fare bella figura con i genitori d’Erika. Per la prima volta sentiva di voler andare fino in fondo in una relazione.
-Quindi- disse Sabo, seduto di fronte a Satch e ad Ace che era tornato a sedersi -è meglio che eviti battute troppo sciocche o equivoche, e che tenga le manine apposto e evita baci troppo lunghi e appassionati, ai genitori non piace vedere la propria figlia baciare un ragazzo; la reputano la loro bambina, eh.-
Satch annuì, concentrato.
-E poi…- continuò il biondo -l’abbigliamento.-
Il castano guardò i propri vestiti: una maglietta con stupide scritte sopra, jeans strappati, scarpe da ginnastica; con una smorfia, aggiunse:-Non dirmi che devo andarci in giacca e cravatta.-
-Questo no- rispose Sabo con un sorriso -ma evita qualcosa d’infantile.-
-Stai insinuando che io sia infantile?-
-Non lo sta insinuando. Anche un estraneo direbbe che tu sei infantile, Satch.- rispose Ace, appoggiandosi allo schienale del divano e accavallando le gambe.
-Ti prego- disse Satch, distogliendo lo sguardo disgustato -non metterti così.-
-Sono troppo attraente?- chiese Ace, con uno sguardo seducente.
-Naturale!- rispose ironico il castano.
-Ah, un’ultima cosa!- il biondo si ricordò qualcosa e guardò Satch -cerca di sembrare intelligente e sicuro di te, non un buffone, okay? Ah, non fare sorrisi che dovrebbero essere provocanti e attraenti!-
-E come dovrei sorridere?- chiese Satch, grattandosi il mento.
-Mah… Non so… In modo naturale, come sorridi ad un tuo parente… Così- e Sabo mise in mostra un sorriso da bambino dolce, di quelli che se anche se ti avessero chiesto di uccidere la tua famiglia gli avresti subito risposto di sì. Satch provò ad imitarlo ed Ace rabbrividendo esclamò:-È meglio che non sorridi!-
Sabo scoppiò a ridere mentre Satch rivolgeva al moro un gesto col dito medio non proprio cortese.
Il biondo alzandosi affermò:-Beh, direi che abbiamo messo in chiaro come dovrai presentarti! Abbiamo finito, no? Non vogliamo vedere Ace vestito così ancora per molto!-
-So che impazzite per me!- esclamò il moro, ridendo -davvero, muoviamoci, non sopporto più questa canottiera!-
-Aspetta, Sabo!- Satch lo afferrò per un braccio -sei proprio sicuro che io sia pronto e che il rischio di fare brutte figure sia basso?-
Il biondo annuì, sorridendogli.
-Sicuro sicuro?-
Annuì di nuovo.
-Sicuro sicuro sicuro sicuro sicuro sicuro?-
Sabo annuì di nuovo e gentilmente si staccò dalla presa di Satch.
Ace, una volta in camera sua, con un sorriso malefico borbottò mentre si cambiava:-Ah, Satch, povero illuso! Davvero credi che il pericolo sia basso? Non sai cosa ti aspetta!- e scoppiò in una risata malefica.
Dall’altra parte della porta Satch chiese:-Ace, perché ridi in questo modo malefico?-
Ace sgranò gli occhi, colto di sorpresa, poi fingendo un tono disinvolto e allegro esclamò:-Ho distrutto quello schifoso indumento!-
 
-Mmm…- si massaggiò con le dita le tempie, irritato. Era da ore che pensava cosa regalare a Chris per il suo compleanno, eppure non era riuscito a trovare niente. Si appoggiò al bancone, in un momento di quiete al locale, e si guardò intorno, cercando uno spunto per un regalo.
-Qual è il problema?- si voltò a guardare Izou, che lo guardava, le braccia appoggiate sul marmo e il busto proteso verso di lui.
-Il 28 è il compleanno di Chris e ancora non sono riuscito a trovargli un regalo…-
-Organizzagli una festa a sorpresa. A volte è il miglior regalo.- rispose prontamente il moro con un sorriso.
Marco ci rifletté, poi con un sorriso gli nasceva sul viso esclamò:-Hai ragione! Izou, sei un genio! È perfetto!-
Izou rise, poi si allontanò, essendo entrato un cliente.
Marco, ancora appoggiato al bancone, le braccia incrociate al petto, sorrideva, sollevato. Poteva organizzargli lì una festa, un tipo come Chris l’avrebbe di certo apprezzata. Poteva farla fra due o tre giorni, dopo la chiusura del locale. Avrebbe invitato Ace e gli altri e…
Si rese conto che non conosceva nessun amico di Chris. Grattandosi il mento rifletté su come potesse chiedere al ragazzo di fargli conoscere qualche amico senza destare sospetti.
-Ehi Izou.- vide il moro voltarsi verso di lui, gli occhi scuri leggermente sgranati.
-Che c’è?- gli chiese, tornando verso il bancone con l’ordinazione.
-Come posso contattare gli amici di Chris senza fargli sapere niente?-
Izou rifletté qualche istante, poi con un’espressione dubbiosa disse:-Un modo ci sarebbe ma non è il migliore…-
-Andrà benissimo!- esclamò Marco, impaziente.
-Guarda la sua rubrica del telefono.- disse semplicemente il moro. Marco annuì ma dallo sguardo angustiato dell’amico capì che non era entusiasta di quel metodo. Eppure, entrambi si rendevano conto che era l’unico modo per organizzare la festa per Chris senza che lui scoprisse niente.
-Buongiorno!-
I due amici si voltarono e salutarono a loro volta Chris che entrava di buon umore.
-Posso aiutare in qualche modo?- aveva gli occhi scintillanti di eccitazione, felice di poter aiutare.
Marco fece per dire che in quel momento non ce ne era bisogno, che -come poteva vedere- il locale era vuoto ma lo precedette Izou che con entusiasmo, troppo entusiasmo, esclamò:-Per fortuna che sei arrivato tu, Chris! Avevo proprio bisogno di un aiutino per una certa cosa…- gli passò un braccio intorno alle spalle, guidandolo verso il bagno.
-Il bagno?- sussurrò Marco, confuso. Poi capì: Izou gli stava dando un’opportunità per invitare gli amici di Chris!
-Aspetta!- esclamò, andando verso i due -Chris, togliti almeno il giubbotto, se no morirai di caldo.-
-Ma non ho caldo- rispose allegro il castano con una scrollata di spalle -sto bene.-
-Insisto- Marco allungò le mani verso il giubbotto -stare troppo coperti in locali chiusi fa male, non lo sai? Fatti consigliare da chi è più grande di te.-
A quel punto Chris non poté rifiutare e ringraziando porse il giubbotto a Marco.
Il biondo si diresse verso gli spogliatoi e una volta lì dentro cercò in tutte le tasche.
Bingo.
Estrasse dalla tasca destra del giubbotto il cellulare di Chris e andò subito alla rubrica.
Iniziò a leggere i nomi velocemente e segnò i numeri di quelli che gli sembravano più affidabili:-Sakura… Ma sì, tutte quelle che si chiamano Sakura sono ragazze tranquille… Yamato… Sì, sarà un bravo ragazzo anche lui… Misaki? Bah, chiamiamola…-
Fece in tempo a segnare altri tre o quattro nomi prima di sentire la voce squillante di Chris nella sala.
Si affrettò a posare il cellulare e a tornare dentro, passandosi una mano fra i capelli (perché quelli sono capelli! … Vero?) con disinvoltura.
-Allora?- chiese sorridendo -Chris ti ha aiutato?-
Izou annuì e Chris chiese, allegro:-Allora? Posso aiutare in qualcos’altro?-
Marco fece per parlare ma fu interrotto di nuovo, ‘sta volta da delle clienti: vecchiette. Il biondo controllò l’ora e vide che, effettivamente, quella era l’ora in cui i gruppi di vecchie amiche erano soliti riunirsi.
Marco si sistemò il colletto della camicia, pronto a servire quelle adorabili signore, ma a bocca aperta vide Chris superarlo e avanzare verso le signore, augurando loro buongiorno. Le invitò a sedersi e rivolgendo sempre qualche complimento prese le ordinazioni.
Tornò al bancone e mentre aspettava che gli ordini fossero pronti, si voltò verso Marco e chiese a bassa voce:-Come sto andando?-
Il biondo aveva capito che Chris era nervoso, lo aveva visto dal leggero tremore delle sue mani quando si era appoggiato al bancone e sorridendogli disse:-Continua così!-
Presto le ordinazioni arrivarono e il castano li portò immediatamente al gruppo di amiche. Ma prima che potesse sgusciare via dalle loro grinfie, quelle iniziarono a fargli domande:-Dimmi, figliolo, ce l’hai la fidanzatina? Sei così bello e gentile, sarebbe uno spreco…-
-Ehm… No, veramente no.- rispose quello con un sorriso teso.
-E perché?- s’intromise un’altra mentre girava con un cucchiaino il suo tè.
-Beh, perché… Lo studio non mi lascia molto tempo.- rispose il castano, chiaramente in imbarazzo.
-No, perché sai- la vecchietta si piegò verso di lui con fare confidenziale -mia nipote è davvero bella. Ha certi occhi e dei capelli così belli… Fa invidia a tutte! Ed è intelligente, molto intelligente!-
Marco, appoggiato al bancone, stava seguendo la conversazione, indeciso se intervenire o no: da una parte avrebbe aiutato Chris, sottraendolo alle incessanti e indiscrete domande delle anziane, ma dall’altra non lo avrebbe messo alla prova.
Decise di vedere come andava: se lo avrebbe visto troppo in difficoltà, lo avrebbe chiamato inventandosi una scusa.
“L’interrogatorio” intanto continuava:
-E cosa studi, figliolo?- volle sapere una, sistemandosi gli enormi occhiali sul naso raggrinzito per guardare meglio il viso di Chris.
-S-storia dell’arte, signora.-
-Ma che bravo! Proprio come mio nipote!- esclamò una di loro, gonfiando il petto d’orgoglio -ora il mio tesoro lavora in uno dei musei più importanti del paese!-
-Mia nipote invece è una dottoressa. Sin da bambina ha sempre dimostrato grande intelligenza e altruismo, ed è l’orgoglio della famiglia. Pensate che, sebbene sia molto impegnata, mi chiama ogni giorno!- rispose l’altra, per non essere da meno.
-Mio nipote invece è un avvocato! Ha parlato nei tribunali più importanti e mi chiama due volte al giorno!- esclamò un’altra, spostandosi i capelli cotonati dal viso.
Allora Chris, rivolgendo delle parole cortesi alle anziane, che però non l’ascoltavano più, troppo occupate a vantarsi dei nipoti, sgusciò via, tirando un sospiro di sollievo.
-Sono stato bravo?- gli chiese a bassa voce quando lo raggiunse. Marco sorrise e dandogli una pacca incoraggiante sulla spalla gli disse:-Bravissimo!-
Chris tirò un sospiro di sollievo, sorridendo.
 
Il momento era arrivato, Ace ne era sicuro.
Era pomeriggio e di turno al locale c’erano lui, Satch, Marco e Vista. Izou era misteriosamente scappato via, parlando di un certo impegno.
Non lo aveva programmato, era semplicemente successo: Satch aveva appena indossato la divisa e sulla soglia del locale era comparsa Erika, raggiante. Il castano aveva sorriso vedendola, ma dietro di lei comparve un uomo alto, dalle spalle larghe. Era alto almeno un metro e novanta e la figlia gli arrivava appena al petto. Il viso era asciutto e con qualche ruga intorno alla bocca e agli occhi. Sopra il labbro superiore, dei baffoni biondi, con qualche accenno di bianco. I capelli, anch’essi un misto fra biondo e bianco, erano tagliati corti. Indossava un completo gessato e aveva una cravatta blu sopra la camicia candida.
-Ciao, Satch!- esclamò tutt’allegra la ragazza, andandogli incontro e baciandolo sulle labbra.
Quel bacio per Satch fu come essere morso da una vipera: sussultò e si allontanò subito dalla ragazza, facendole inarcare le sopracciglia.
In mente gli tornarono le parole di Sabo:
“Evita baci troppo lunghi e appassionati, ai genitori non piace vedere la propria figlia baciare un ragazzo; la reputano la loro bambina, eh.”
Sbiancò, avendo già sbagliato. Non conosceva il padre di Erika da nemmeno cinque minuti e già aveva fatto qualcosa di proibito.
La biondina lo guardò, stranita, e voltandosi verso il padre disse:-Papà, lui è Satch, il mio ragazzo.-
L’uomo lo studiò per qualche minuto e il castano, sotto lo sguardo severo e attento di quegli occhi marroni si sentì messo sotto esame. Dopo un tempo che gli parve infinito, l’uomo gli porse una delle enormi mani e disse:-Piacere, Satch, sono John Hilton. Erika mi ha parlato tanto di te.-
“E spero bene!” pensò Satch, mentre stringeva la mano all’uomo.
-Buongiorno.- una voce acuta provenne da dietro le spalle dell’uomo. Satch e gli amici si allungarono per guardare una donna sulla sessantina, minuta e dall’aspetto mite. Aveva capelli lunghi e biondi, quasi sul bianco, legati in uno chignon sulla nuca. Indossava un abito a maniche lunghe, color lavanda, con sopra una giacca a vento color perla. Sorrideva e guardava con simpatia verso Satch.
-Satch- Erika avanzò verso la madre, portandola davanti al castano -lei è mia madre, Meg.-
-Buongiorno, signora Hilton. È un piacere conoscerla.-
-È un piacere anche per me, Satch. Chiamami pure Meg.- rispose cordiale lei.
-Volete sedervi?- chiese Satch che con un gesto del braccio invitò la famiglia a sedersi ad un tavolo tondo.
Quelli si sedettero e Satch fece per prendere il block notes, ma intervenne Ace:-Satch, tranquillo. Siediti con loro, conoscetevi meglio. Ci penso io a servirli.-
Il castano guardò il sorriso gentile di Ace e accettò sedendosi anche lui.
-Allora, signori Hilton? Che cosa prendete?- chiese Ace, rivolgendo sorrisi a tutti.
Satch lo guardava, seduto, e si stupì di tutti quei sorrisi: Ace non era il tipo di ragazzo che a lavoro era allegro come una Pasqua.
-Del tè, grazie.- rispose John Hilton, parlando sia per lui che per la moglie.
Ace annuì e si rivolse ad Erika:-E tu, Erika?-
-Lo stesso, grazie.- la biondina gli rivolse un sorriso raggiante.
Ace annuì di nuovo e poi se ne andò.
Intanto, al tavolo:
-Quindi lavori qui, Satch.- esordì John, intrecciando le dita davanti a sé e guardando la divisa che il castano indossava -sei un semplice cameriere o il posto ti appartiene?-
Satch annuì, teso, e disse:-Il locale è di nostro padre.-
-Siete tutti fratelli?- chiese il signor Hilton, inarcando un sopracciglio e guardando gli altri: non si assomigliavano per niente.
-No, no.- si affrettò a precisare Satch -è un po’ complicato da spiegare… In pratica, il proprietario del locale, Edward Newgate, ci considera tutti come dei figli.-
John annuì e guardò di sottecchi la moglie, che continuava a sorridere.
Ace uscì dalla cucina, in mano un vassoio con tre tazzine, una teiera da cui usciva del fumo, un vasetto con dentro dello zucchero e un altro con dentro del latte, nel caso gli Hilton gradissero il tè all’inglese. Si bloccò un secondo, guardando Satch che, teso come una corda di violino, rispondeva a tutte le domande dei genitori di Erika. Per un secondo lo sfiorò l’idea di non fargli quello scherzo, che parlare con quei due era già abbastanza, ma poi, sorridendo malignamente, si disse che no, Satch se lo meritava; aveva mostrato lui e Izou nudi in pubblico. Non si poteva cancellare una colpa così grave.
Si avviò verso il tavolo, sul viso stampato un sorriso angelico.
-Ecco il tè.- disse, poggiando davanti agli Hilton le tazzine e mettendo al centro del tavolo la teiera e i due vasetti.
-Volete anche qualche dolcetto per accompagnare il tè?- chiese, guardando in particolare la signora Meg. Lei annuì e lui disse:-Vi portò il menu, così potrete scegliere voi.-
Anche Marco aveva notato che Ace era particolarmente allegro e sorridente. Lui che di solito era imbronciato e brontolone. Sembrava molto felice. Fece spallucce, dicendosi che l’importante era che non facesse danni.
Ace andò a prendere due menu e senza farsi vedere da nessuno, inserì nelle copertine di plastica dove stavano i fogli, le foto di Satch scattate da Izou a Halloween. Ne mise due per foglio e chiuse i menu, pronto a darli. Si dispiacque solo che non ci fosse Izou a godersi il loro momento di gloria.
Tornò dagli Hilton e porse ai due genitori i menu per poi dileguarsi. Si appoggiò al muro, lontano dal tavolo quel tanto che bastava per sentire ma anche per non essere appiccicato a loro.
Meg fu la prima ad aprire il menu e quando girò la prima pagina, per andare a leggere quella dei dolci, sbiancò. Le labbra, fino a quel momento stese in un sorriso, divennero una linea orizzontale, poi spalancò la bocca, orripilata. Aveva sgranato gli occhi ed Erika, vedendo il colore terreo che il viso della madre aveva assunto, chiese:-Mamma, tutto apposto? Che ti succede?-
Anche John e Satch la guardavano, fra il curioso e il preoccupato, e il signore Hilton si decise ad aprire il menu, curioso di sapere cosa avesse scandalizzato in quel modo la moglie.
Se Meg Hilton era sbiancata alla vista delle foto di Satch, John Hilton divenne rosso per la rabbia, mentre con le mani grandi stringeva in modo convulso il menu.
-E queste?!- tuonò, fulminando Satch con lo sguardo.
Il ragazzo sbiancò, spaventato dalla furia del padre della ragazza e disse:-Mi scusi… non so a cosa si sta riferendo.-
Il signor Hilton prese il menu dalle mani della moglie, che intanto aveva riempito la tazzina di tè, aggiungendo molto zucchero per riprendersi, e sbatté il menu sotto il naso di Satch. Quello lo aprì e quando vide le foto, se possibile perse ancora più colore in viso. E quelle? Quando gliel’avevano scattato? Si voltò a guardare Erika, che guardava allibita le foto. La biondina iniziò a sentirsi in colpa, non pensava che quelle foto servissero a quello scopo. Pensava che Ace e Izou avessero voluto usarle per ricattare il suo ragazzo. Satch allora capì: alzò lo sguardo e fulminò Ace, che intanto se la rideva.
-E queste?! Quando me le hai fatte!?- chiese, rivolgendosi all’amico e sventolando il menu all’aria.
-Dovevo pur vendicarmi di quest’estate.- rispose sfacciatamente Ace, fissandolo negli occhi -Ricordi?-
Un ringhiò gutturale provenne dalla gola di Satch che però lasciò perdere l’amico e si rivolse al padre di Erika, che intanto gli aveva stretto una mano:-Signore, io non ne ero a conoscenza! Quel bastar… Quel pazzoide del mio amico me le ha scattate di nascosto per vendicarsi di un innocente scherzo! Non faccio questo genere di cose!-
-Ha ragione, papà.- lo appoggiò Erika -Satch non farebbe mai una cosa simile.-
Il signor Hilton chiuse il menu, disgustato, e afferrando per mano la moglie disse:-Andiamocene, Meg. Andiamo prima che strozzi con le mie mani questo qui.-
E detto questo, i signori Hilton se ne andarono, l’uno infuriato, l’altra scioccata.
-Ace.- Satch si voltò verso Portgas, ringhiando:-Questa volta hai davvero esagerato! Sai quanto ci tenevo a far bella figura con i genitori di Erika!-
-Satch, te lo meriti! E questo era anche da parte di Izou; neanche lui ha scordato, sai?- rispose a tono il moro, senza che quel sorriso sfrontato gli abbandonasse le labbra.
Marco e Vista intanto si erano avvicinati, non capendo la situazione: a cosa si riferivano i due? Presero i due menu e scoppiarono a ridere vedendo le imbarazzanti foto.
-E smettetela voi due!- Satch andò verso i due e strappò loro di mano i menu. Prese le foto e iniziò a strapparle, finché non rimasero che brandelli di quelle.
Erika non era arrabbiata quanto Satch, però si sentiva presa in giro:-Ace, non avevi detto che sarebbero servite a questo!-
Ace la guardò e disse:-All’inizio neanche io le avevo fatte per questo. A dir la verità avrei voluto farne tante copie e distribuirle in centro, poi però Satch ha parlato dell’incontro con i tuoi… E mi è sembrato perfetto.-
-Sapevi di questa storia!?- esclamò Satch, guardando sconvolto la ragazza.
-Sì… No… Cioè, sapevo che ti avevano scattato le foto, ma non sapevo il fine!- spiegò la biondina.
Fece per rispondere ma gli passò in mente un’altra frase di Sabo:
“Cerca di sembrare intelligente e sicuro di te, non un buffone, okay?”
Si lasciò cadere su una sedia, portandosi le mani fra i capelli:-Ho sbagliato tutto, cavolo. Ed è anche colpa tua, Ace! Grazie tante, eh!-
-Andiamo, non te la sarai presa per così poco?- rispose Ace, che non si sentiva per niente in colpa.
Erika si avvicinò al ragazzo e prendendogli una mano gli disse, le lacrime agli occhi:-Se l’avessi saputo non l’avrei mai fatto, scusa.-
Satch la guardò, poi appoggiando la fronte a quella della ragazza le sussurrò:-Dai, non piangere. Non sapevi tutta la storia, a differenza di qualcuno. Però non ti fidare più di Ace e Izou, eh.-
Lei sorrise, e cercando di tirare su di morale il castano, disse:-Non ti preoccupare per mamma e papà. Parlerò loro e vedrai che capiranno.-
Satch si alzò e guardò Ace:-Mi vendicherò.-
-Eh no, ora basta!- intervenne Marco, mettendosi in mezzo fra i due e guardandoli:-È da mesi che va avanti questa storia! Metteteci una pietra sopra, anche se, Ace, ci sei andato pesante, eh.-
Il moro ghignò, come se quello fosse stato un complimento.
-Allora?- chiese Marco, spostando lo sguardo da Ace a Satch -avete finito?-
-Sì.- sibilarono entrambi, fissandosi negli occhi. Nessuno si accorse, però, che Satch aveva incrociato le dita. La guerra non era ancora finita.
 
 
 
 


Nda:
Marzo… aprile… maggio… giugno! *gulp*
Okay, questo capitolo avrei dovuto pubblicarlo ben tre mesi fa… ma capitemi, da gennaio i professori non ci davano tregua e non ho avuto proprio tempo per finirlo. La prima parte, quella che vede protagonisti Ace, Sabo e Satch e la parte di Izou e Marco le ho scritte a marzo o ad aprile, non ricordo, e poi l’ispirazione è andata in vacanza per tutto maggio. Ed oggi, finalmente, dopo la bella notizia che sono stata promossa (yeee *^*), ho finito il capitolo!
Ace è stato proprio cattivo, eh? Forse ho esagerato un po’ ma la vendetta di Satch sarà quella che chiuderà questa serie di scherzi davvero cattivi.
Mentre Chris va avanti! A quanto pare anche lui riesce a piacere alle vecchiette, sarà forse l’influenza dell’ananas? Mi sono divertita in particolar modo a scrivere quel pezzo, con le vecchiette che si vantavano di quanto fossero intelligenti e belli i loro nipoti. Come me, Chris è vittima delle vecchiette che non smettono mai di parlare =___=
Il prossimo capitolo sarà incentrato su Izou e le sue continue sparizioni. Cosa combinerà il nostro bel moretto? E ci sarà anche la festa a sorpresa per Chris! Vedremo Marco alle prese con dei teenager che lo faranno uscire matto!
Bene, ora vado, sperando di riuscir a scrivere il prossimo capitolo entro gli inizi di luglio.
Fatemi sapere se vi è piaciuto! :3
Baci, Tallulah
 

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Capitolo 12
*** Stalking Izou ***


Stalking Izou
 
 
 
-Bene, signori, sappiamo bene tutti perché ci siamo riuniti qui oggi.- guardò uno ad uno i volti dei suoi amici: Vista, impassibile e attento, Jaws, che si chiedeva ancora come fosse finito lì, Ace, che cercava di non sbadigliare, e Sabo, che si era unito di sua spontanea volontà.
Purtroppo, con suo grande rammarico, non era riuscito a includere anche Marco nella sua schiera, ma un ananas piuttosto stressata gli aveva urlato addosso che non aveva tempo “per tali scemenze”.
Si schiarì la voce, pronto a spiegare come avrebbe proceduto, ma la risata di Ace ruppe il silenzio.
Satch scoccò un’occhiataccia al moro che si era piegato sul tavolo e continuava a ridere:-Soldato Portgas, spiegami perché diamine stai ridendo. Non stiamo giocando qui!-
Dopo qualche attimo, Ace si asciugò una lacrima all’angolo dell’occhio dovuta alle troppe risa e spiegò:-Scusa Satch, è che tu e la serietà appartenete a due universi paralleli e il tuo cercare di sembrare serio mi fa veramente morire.-
Satch alzò gli occhi a cielo, insultando l’amico e imponendosi di mantenere la calma:-Come ho già detto, prima che il soldato Portgas mi interrompesse, sapete qual è il nostro obiettivo: scoprire dove diavolo scappa Izou quasi tutti i giorni.-
I quattro annuirono, seri, e Satch pareggiando dei fogli, iniziò a spiegare come avrebbero proceduto:-Soldato Vista, soldato Jaws, voi dovrete cercare di ottenere delle informazioni dal nostro Soggetto, poiché risultereste meno sospetti di me o il soldato Portgas.-
-Ehi, ma perché mi chiami Portgas? Anche io ho un nome, sai?- si intromise Ace.
L’altro ignorò il suo intervento e continuò:-Soldato Portgas, tu dovrai riuscire a entrare nell’appartamento del Soggetto. Potrai usare i metodi che ti sembreranno più consoni, ma è preferibile che tu convinca lo stesso Soggetto a farti entrare per non destare sospetti.-
-Bello, e tu che farai?- chiese Ace.
-Ci sto per arrivare, soldato Portgas. Non mettermi fretta. Soldato Sabo, tu dovrai pedinare il soggetto. Fra i cinque sei quello che attira di meno l’attenzione e sono certo che saprai come passare inosservato. Ace, te l’ho già detto, non mettermi fretta.- aggiunse quando vide il moro muoversi irrequieto sulla sedia.
-Sono proprio curioso di vedere cosa farai tu, Satch!- esclamò quello, aggrottando le sopracciglia.
-Io- iniziò Satch -anche se dovrei cercare di conquistare la fiducia dei genitori di Erika, aiuterò Sabo a pedinare il Soggetto. Dai luoghi che frequenta e ciò che troveremo nel suo appartamento, riusciremo a capire cosa ci nasconde. Tutto chiaro, soldati?-
Jaws, Vista, Ace e Sabo, serissimi, annuirono.
 
Izou si alzò con calma, quel giorno. Aveva il turno pomeridiano al locale e per quella mattina non aveva preso impegni di alcun tipo.
Alzò le braccia sopra la testa e socchiudendo gli occhi si sgranchì le ossa. Restò steso per qualche istante ancora nel letto, giocando con le lenzuola bianche e facendo una scaletta mentale della giornata. Si distrasse solo quando il cellulare trillò, segno che gli era arrivato un messaggio. Prese il cellulare, poggiato sul comodino, e socchiudendo appena gli occhi, infastidito dalla luce del display, lesse il mittente: Alex.
Gli chiedeva se gli andasse di vedersi quella mattina. Sorrise, Izou, quando lesse che si ricordava dei suoi impegni al lavoro.
Canticchiando a bocca chiusa rispose al messaggio, chiedendo l’ora e il luogo dell’appuntamento.
Nemmeno due minuti dopo gli arrivò la risposta entusiasta di Alex.
Dopo aver lasciato il telefono sul letto, il moro si diresse verso il bagno, per farsi una doccia. Quando uscì dal box si pettinò i capelli corvini e guardandosi allo specchio constatò che da lì a poco avrebbe dovuto tagliarli: ormai le punte arrivavano quasi alle scapole. Li asciugò con cura e con ancora l’accappatoio addosso tornò in camera, per prendere i vestiti. Optò per qualcosa di sobrio per i suoi standard, scegliendo una camicia lilla con sopra un gilet grigio e dei pantaloni del medesimo colore.
Per Alex voleva essere diverso dal solito, al massimo. Dopo essersi vestito, tornò in bagno, da cui il vapore dell’acqua era uscito, e si chiese se truccarsi o meno. Il solito rossetto rosso che indossava e la pesante matita nera con cui amava contornarsi gli occhi avrebbero certamente stonato con l’abbigliamento elegante che aveva scelto. Ma la matita nera, poggiata sul bordo del lavandino vicino alla sua trousse, lo guardava invitandolo silenziosamente a usarla.
-Solo un po’.- si disse mentre sfilava il tappo di essa e se la portava agli occhi.
 
-Ho capito, Satch, non sono stupido!- Ace fulminò con lo sguardo l’amico, prendendo in mano il cellulare.
-Mi raccomando- ripetè di nuovo Satch, fissandolo con gli occhi sgranati -devi risultare assolutamente credibile!-
-Sabo, ti prego- Ace si voltò verso il biondo accanto a lui -o lo fai stare zitto tu oppure lo metto a tacere io. Per sempre.-
I tre erano accovacciati a terra in un vicoletto, distanti solo qualche strada dal palazzo in cui Izou abitava.
Satch alzò gli occhi al cielo di fronte alla minaccia di morte del moro e disse:-Su, non perdiamo altro tempo.-
Ace annuì e mentre Sabo e Satch trattenevano il respiro, evitando di muovere un solo muscolo per paura di fare rumore, si portò il cellulare all’orecchio.
-Izou!- esclamò, dopo che l’altro dall’altra parte gli aveva risposto.
-Che c’è, Ace?- chiese quello -Sono piuttosto occupato, ora.-
-Che devi fare?- chiese istintivamente Ace, il tono sinceramente incuriosito, mentre i suoi occhi neri correvano a quelli di Satch.
-Devo uscire, ho un impegno.- fu la risposta evasiva di Izou -Di cosa hai bisogno?-
-Il Babbo mi ha chiesto di fare una ricerca su Internet.- iniziò Ace, sperando con tutto il cuore che il moro gli credesse -e ho bisogno del tuo computer.-
-Ma non hai il tuo a casa?-
-L’ha rotto Rufy l’altra sera.- spiegò Ace, fingendo un tono infastidito e arrabbiato -ci ha fatto cadere sopra un’intera tazza di cioccolata calda. L’avrei ucciso se non ci fosse stato anche Sabo.-
Satch e Sabo gli fecero segno che stava andando alla grande, che “eri scorbutico come sempre” disse dopo Satch.
-Sto per uscire, Ace, te l’ho già detto. Se riesci ad arrivare a casa mia entro un quarto d’ora il computer è tutto tuo.-
“Il tuo appartamento sarà tutto mio.”  Pensò Ace mentre rassicurava Izou dicendo che sarebbe stato lì in un batter d’occhio.
Quando chiuse la chiamata, Satch entusiasta batté le mani e guardando Sabo esclamò:-È anche il nostro turno, Sabo! Non era previsto nel piano, ma capita a fagiolo! Per cui- spostò lo sguardo da Ace al biondo e vice versa -mentre Ace si farà un po’ gli affari di Izou a casa sua, cercando di non lasciare tracce, io e Sabo lo seguiremo.-
-Senza farvi scoprire.- aggiunse Ace, sbattendo le palpebre con fare innocente, imitando il tono di Satch di poco prima ed evidenziando le parole.
-Per chi mi hai preso, eh? Come mi faccio io gli affari degli altri non se li fa nessuno!- esclamò Satch, gonfiando il petto.
Ace sospirò e si tirò su:-Se fossi in te non ne andrei tanto fiero, sai?-
 
-Lo vedi?- Sabo spiò dietro un angolo, mentre Satch gli poggiava le mani sulle spalle e cercava di sbirciare senza sporgersi troppo.
-Sì, sta attraversando la strada.-
-Ah, sì! Diavolo, ma come si è conciato!?-
I due uscirono da dietro l’angolo dietro il quale si erano acquattati e iniziarono a camminare a passo lento, cercando di mantenere una distanza di sicurezza fra loro e il moro. Avevano lasciato Ace a casa di Izou nemmeno mezz’ora prima e si erano messi alle calcagna del moro che tutt’allegro era uscito di casa raccomando ad Ace di non svuotargli il frigo come l’ultima volta che era andato a casa sua.
-Credi davvero che Ace troverà qualcosa a casa di Izou?- chiese Sabo, affondando le mani nella giacca verde acido che indossava.
-Nah, Izou è un tipo parecchio ordinato e discreto. Non lascia troppe tracce in giro di quello che fa, anche a casa sua. Fidati, ho abitato con lui per un periodo.-
-E allora perché hai mandato Ace a controllare?- chiese Sabo, inarcando le sopracciglia bionde.
-Beh, innanzitutto per trovargli qualcosa da fare. Pedinare Izou con Ace sarebbe stato alquanto difficile, viste le sue manie di esibizionismo e l’assenza di discrezione. Probabilmente avremmo bisticciato tutto il tempo e addio pedinamento.- rispose Satch, facendo spallucce.
Sabo annuì, rendendosi conto di quanto Satch fosse intelligente rispetto a quanto dimostrasse tutti i giorni con tutte le battute e gli atteggiamenti infantili.
Continuavano a camminare come se niente fosse, gli occhi puntati su Izou.
-Come pensi se la stia cavando Ace?- chiese Satch.
-Probabilmente sarà andato in cucina. Mi spiace per Izou, ma al più presto dovrà fare la spesa. Probabilmente starà girovagando per casa, dando un’occhiata generale e decidendo da dove partire.-
-Già, probabilmente. Ace se vuole sa usare il sale in zucca che ha.-
 
-E questo cosa diamine è? Uno strumento di tortura?- portandoselo vicino al viso per studiarlo meglio, Ace studiò inorridito il piega ciglia che aveva trovato, azionandolo più volte per capirne la funzione.
Rabbrividendo lo poggiò dove l’aveva trovato e continuò la rassegna che stava facendo nel bagno di Izou.
Qualsiasi superficie piatta in quelle stanza era ricoperta di boccette colorate contenenti profumi, deodoranti, creme e tutte quelle schifezze per la pelle che pubblicizzavano sempre in tv. Per non parlare della quantità di trucchi presenti: si chiese a che ora Izou si dovesse alzare per truccarsi tutte le mattine.
Sopraffatto dall’ignoranza e dallo schifo, Ace uscì dal bagno, per poi tornare nel salone dell’appartamento: non era molto grande, per chi viveva da solo andava più che bene. Si sedette sul divano bianco del salone, il portatile di Izou sulle ginocchia e lo accese. Nelle varie stanze non aveva trovato niente che non fosse nell’ordinario o che facesse notare la presenza di qualcun altro nella casa. Ace sperava vivamente di trovare qualcosa.
 
-Sabo, ho visto bene? Izou è veramente entrato in quel luogo?- Satch guardò di sbieco il biondo accanto a sé, cercando conferma.
Sabo annuì e deglutì chiedendo:-Posto… Ehm… Colorato.-
-Colorato? Quel posto è un tripudio di fiori e colori. Anche per Izou è troppo.- disse Satch, guardando la caffetteria dalle tende rosa in cui il moro era entrato. Non aveva mai visto un posto così… Rosa. Ipotizzò che se l’amico era entrato lì dentro dovevano fare un caffè ottimo e dei dolci da leccarsi i baffi.
Si sedettero sul muretto dietro cui erano nascosti e dopo qualche attimo di silenzio Sabo chiese:-Ora che si fa?-
-Chiamiamo Ace e vediamo a che punto è.- disse Satch, tirando fuori dalla tasca della giacca il cellulare.
-Ace, scoperto qualcosa?- chiese quando l’amico rispose.
-Nah, niente. Sai com’è Izou, non lascia niente in giro. A voi come sta andando?-
-Bene, lo stiamo ancora tenendo d’occhio.- disse Satch voltandosi appena verso il caffè -Ora è dentro una caffetteria.-
-E che ci fa là dentro?-
-Beh, se non ci mette troppo potrebbe solo prendere qualcosa da bere o da mangiare.-
-Uhm, giusto. Altrimenti?-
-Non penso che lavori da qualche altra parte, non ne vedo il motivo.-
-Nah, infatti.-
-Beh, ti facciamo sapere dopo. Se tu hai finito puoi anche andartene.-
-Perfetto, anche perché Izou non aveva niente in frigo e sto morendo di fame.-
 
-Colleghi e amici, so cosa ci nasconde Izou!-
Tutti si voltarono a guardare Satch, sulla soglia del locale.
Jaws, una scopa fra le mani, Vista, delle tovaglie in mano, Ace, appoggiato sul bancone e Sabo accanto a lui lo guardarono e all’unisono chiesero:-Eh?-
Satch entrò, sfilandosi la borsa a tracolla che indossava e la giacca:-Ho scoperto cosa ci nasconde!- ripeté, come se dirlo di nuovo chiarisse tutto.
-E cosa?- chiese Vista.
Erano tutti incuriositi e sbalorditi visto che né Ace, né Jaws e Vista avevano ottenuto qualcosa. Izou era stato sbrigativo, furbo ed evasivo nelle sue risposte e cercare qualche indizio nel suo appartamento era stato un flop.
Solo Sabo e Satch avevano ottenuto qualcosa seguendolo, ma niente che potesse portare ad una pista concreta.
-Che aspetti a dircelo?!- Ace, che fino a quel momento si era lamentato di quanto fosse stanco e assonnato, di colpo era sveglio.
-Signori, il nostro Izou ha una rubrica in una rivista femminile!- esclamò fiero e convinto Satch, guardandoli entusiasta negli occhi.
Di nuovo, i quattro se ne uscirono all’unisono con un sonoro e deluso:-Eh?!-
-Ma sì, ragazzi, pensateci- Satch si sedette su un tavolo rimasto senza tovaglia e iniziò a spiegare, gesticolando animatamente -dà ottimi consigli a tutti. Le rubriche sulle riviste danno consigli, no? Dà consigli su come rendere speciale un appuntamento, come vestirsi nel modo corretto, come comportarsi! Izou è la persona perfetta per questo tipo di cose, per cui… Ha una rubrica, fidatevi di me.-
Erano scettici, eccome se lo erano.
-Bene- Ace si tirò su dal bancone e disse -allora quando Izou arriverà glielo chiederemo.-
-Chiedermi cosa?-
I presenti si voltarono all’unisono verso la soglia, dove un Izou curioso e sospettoso al tempo stesso li fissava.
Satch si schiarì la gola e dopo aver scoccato un’occhiata eloquente ai complici disse:-Izou, abbiamo scoperto il tuo segreto.-
Quello, con sorpresa di tutti, sbiancò. Iniziò a tormentare con le mani il manico della borsa a tracolla che teneva sulla spalla e spostando lo sguardo sui tavoli, le finestre, le sedie disse:-N-non so a cosa ti riferisca, Satch.-
-Lo sai benissimo, invece!- inveì l’altro, puntandogli un dito accusatore addosso -al fatto che hai una rubrica in una rivista femminile!-
-Eh?- Izou sgranò gli occhi e inarcò le sopracciglia, esterrefatto.
Minuti di silenzio passarono prima che il moro parlasse di nuovo:-Ma di che stai parlando?-
Ace guardò Satch con un sorriso soddisfatto sul viso e disse:-Che ti avevo detto?-
Quest’ultimo, a bocca aperta, fissava Izou, incapace di proferire parola. Ad un tratto, poi esclamò:-Ma sì, invece! D-deve essere così, è l’unica spiegazione logica…-
-Satch, credo tu abbia viaggiato troppo con la fantasia.- Izou si passò una mano sul viso, fra l’esasperato ed il divertito -non volevo dirvelo subito, caso mai le cose non fossero funzionate fra noi due… Ma… Chiamo Alex.-
Non diede il tempo di dire niente che uscì dal locale, il cellulare all’orecchio.
-Alex?- i cinque si scambiarono occhiate interrogative e Jaws chiese:-Che tipo piace ad Izou?-
-Uhm… Penso qualcuna molto femminile… Con tutti quei vestiti pieni di fronzoli e pizzi e perline…- Ace li guardò dubbiosi. In effetti, non sapevano proprio che aspettarsi: Izou raramente aveva presentato loro chi frequentava, non volendo smuovere le acque per niente, caso mai le cose non fossero durate. Era un tipo parecchio prudente, ecco tutto.
 
Le mascelle di loro cinque sfioravano il pavimento quando arrivò alla caffetteria la fantomatica Alex.
Oh meglio, il fantomatico Alex.
E non era neanche un tipo femminile o tutto pizzi come aveva pensato Ace: Alex era un tipo alto e magro, non particolarmente muscoloso. Indossava una giacca nera con sotto una maglietta con il logo di una band, sotto dei jeans parecchio strappati; dalla scollatura della maglietta spuntava una parte di un complesso tatuaggio che probabilmente occupava gran parte del petto e sul viso, dai lineamenti marcati, aveva una barba non troppo folta. Sul sopracciglio sinistro un anellino e gli occhi sottili, di un chiarissimo verde unito all’azzurro, li fissavano tetri.
I capelli neri erano portati lunghi, fino alle spalle e i ciuffi frontali, per evitare che infastidissero in alcun modo il ragazzo erano stati raccolti in un codino sulla nuca. Le orecchie, lasciate scoperte dai capelli, erano adornate da diversi anellini argentati, come quello al sopracciglio.
Izou era più basso del ragazzo e ora li guardava, imbarazzato.
-Alex- guardò con gli occhi scuri il ragazzo e con un gesto della mano gli presentò gli amici -loro sono Ace, Sabo, Satch, Jaws e Vista. Avrei voluto che fosse presente anche Marco, ma avremo un altro momento per farvi conoscere.-
Gli altri avevano salutato il nuovo arrivato con un gesto del capo e della mano.
-Ragazzi- Izou tornò a guardali -lui è Alex.- arrossì leggermente.
Sabo guardò gli amici, che sembravano incapaci di parlare, soprattutto Satch, e per frantumare il silenzio imbarazzato che si era creato chiese, accennando ad un sorriso:-Tè per tutti?-
 
Quando il tè fu pronto e tutti furono seduti ad un tavolo tondo, con la propria tazzina fumante davanti, Satch e gli altri si sentirono pronti per sostenere una conversazione.
-Allora… Come vi siete conosciuti?- chiese Vista, vedendo che nessuno proferiva parola.
Fu Izou ad iniziare:-Qualche settimana fa volevo comprare qualche nuovo cd, avevo voglia di ascoltare musica nuova- iniziò mentre con l’indice percorreva il bordo della tazzina -non sapevo dove andare, a dir la verità, non volevo andare in uno di quei grandi negozi di musica che ci sono al centro e prendere un cd a caso. Volevo che qualcuno mi consigliasse qualcosa, volevo andare in uno di quei piccoli negozi di cd che si trovano nelle stradine.-
-Ma come siamo romantici.- scherzò Ace e con quella prima battuta la tensione iniziò a sciogliersi.
Izou dopo un sorriso e uno scambio di sguardi con Alex, riprese a raccontare:-E così, mentre vagavo per il centro, incappai nel suo negozio. Ammetto che è stato difficile farlo aprire, sapete? È un tipo di poche parole!- e con un sorriso gli diede una spallata scherzosa, come ad incitarlo a parlare.
Alex ridacchiò: aveva una voce rauca, ma melodiosa.
Guardando la tovaglia, imbarazzato, spiegò:-Sono solo timido, tutto qui.-
Izou gli strinse una mano, per nulla imbarazzato di scambiarsi effusioni con il ragazzo di fronte agli amici ma non osò nulla di più, sapendo quanto il corvino fosse un tipo riservato.
-E poi? Come è andata?- ‘sta volta fu Ace a parlare, guardando negli occhi Alex: voleva metterlo a suo agio.
Quello accennò ad un sorriso e disse, giocherellando con qualche ciocca di capelli:-Izou non aveva una cultura musicale, sapete? Quando mi chiese un consiglio, dovetti partire da zero con lui.- si interruppe e alzò gli occhi al cielo, avendo sentito un “esagerato!” bisbigliato dal ragazzo.
-E sapete qual è il bello?- Izou guardò sorridendo prima Alex poi gli amici:-Ho dovuto ascoltare non so quanti cd prima che questo musone qui mi ritenesse degno di uscire con lui!-
Risero tutti, nettamente più rilassati e a proprio agio e bevendo il tè che Sabo aveva proposto iniziarono a conoscere Alex.
 
Alex poté trattenersi alla caffetteria per appena un’ora poi disse che “la gente ha bisogno di un po’ di sano punk rock” e se ne andò per andare ad aprire il proprio negozio di musica.
Quando stava per andarsene, Izou lo accompagnò fuori e Satch ed Ace, impiccioni come vecchietti, spiarono dalla soglia le poche parole che si scambiarono e il bacio dolce che si diedero: Izou dovette mettersi sulle punte ed Alex gli mise la mani sui fianchi, dolcemente. Non fu molto lungo, benché Izou scherzosamente avesse cercato di trattenere l’altro ancora un po’, e prima di andarsene definitivamente, Alex si abbassò di nuovo a sfiorare le labbra rosee del corvino, mordendogliele scherzosamente.
-Rivista, femminile, eh?- disse sarcasticamente Ace, guardando Satch che alzò gli occhi al cielo e borbottò un “Anche i migliori sbagliano!” mentre tornava all’interno del caffè.
 
 
 
Nota della super ritardataria:
Ancora un paio di mesi e l’ultimo aggiornamento sarebbe risalito a un anno fa. *gulp*
Sono una cattiva persona, I know, ma meglio tardi che mai, no?
Devo ammettere che questo aggiornamento è arrivato così in ritardo -così come quelli delle altre fanfiction ancora in corso- perché per parecchi mesi, fino a gennaio credo, non scrivevo più. Ma proprio zero. Nada de nada. Temevo che queste fanfics sarebbero rimaste incomplete per l’eternità.
Poi, oggi, invece, mi sono messa al pc e mi sono detta “scriviamolo!” le idee mi ero tornate, per cui, avendo anche tempo, mi sono messa a scrivere. E non so, lo sto pubblicando a quest’orario indecente perché volevo pubblicare entro oggi. Avevo deciso così e così è stato.
Questo capitolo lo dedico alla dolcissima Bibi e alla simpaticissima Revy che mi hanno incitata a scrivere.
E naturalmente a Shane , ormai la considero la fan numero uno di Izou! Aspettava con ansia (?) (see, domani) questo capitolo! Spero apprezziate il capitolo e che non sia venuto una schifezza! E che non ci siano errori grammaticali e di battitura, ew.
Oggi ho anche fatto una scaletta di quanti capitoli, a grandi linee, mancano alla fine di questa fanfiction: ne ho contati più o meno tre.
Bene, con questo mi congedo. Spero di tornare presto e cercherò di farlo, giuro! ;u;
So, spero non siate morte, care lettrici!
Baci

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