Diciannove anni d'attesa per altri cento di guai - Hogwarts, ancora una volta

di fanny_slytherin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso una nuova storia ***
Capitolo 2: *** Ammiratrici pericolose... ***
Capitolo 3: *** CONCLUSIONE DEL SECONDO CAPITOLO ***



Capitolo 1
*** Verso una nuova storia ***


CAPITOLO UNO


"VERSO UNA NUOVA STORIA"

                                                                                                                                                                                                                                                                     A chi ha amato Hogwarts
come Wendy amò L'Isola Che Non C'è,
o forse anche di più.


 
Un fischio si levò nell’aria, Albus si voltò di scatto: una scopa guidata da un ragazzo dall’aspetto divertito tagliava l’aria in modo rapido e selvaggio, accompagnata dalle urla di ragazzine eccitate e dagli sguardi profondi di ragazzi lividi, che assistevano alla scena con un misto di fastidio e meraviglia. Scorpius Malfoy continuava a fissare Albus insistente, con l’atteggiamento di chi sta lanciando una sfida da cui solo un codardo potrebbe tirarsi indietro: aveva gli stessi grandi occhi azzurro cielo di suo padre, lo stesso sorriso arrogante e beffardo, e gli stessi capelli color biondo platino, un po’ più spettinati, che ricordavano quelli di Draco quando cadeva in crisi di pianto, e assumeva un aspetto tanto disordinato quanto affascinante.
Tutte le ragazzine della casa di Serpeverde cadevano palesemente ai suoi piedi, e quelle di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero si sforzavano di arrestare quel rossore che sembrava stesse per avvolgerle ogni qualvolta gli occhi del ragazzo incontravano i loro distrattamente. Eppure Scorpius era totalmente immune a tutto questo, come se i suoi interessi non sfiorassero nemmeno lontanamente l’idea di una di loro, neanche della più bella. Il momento in cui avrebbe sentito le guance scottare, e non di certo per il Sole forte, era ancora lontano.
Come era ormai abituato a fare, ignorò quella folla di studentesse in calore dall’alto della sua scopa e mantenne lo sguardo fisso su Albus.
« Allora? » gridò, gli occhi carichi di frenesia. Anche la voce somigliava terribilmente a quella di Draco.
Dal canto suo, Albus Severus Potter ricordava tanto suo padre, solo con il sorriso di sua madre e senza gli occhiali. I neri capelli spettinati gli cadevano sulla fronte a corte ciocche ribelli, i chiari occhi verdi erano profondi e celavano ricchezza di audacia e coraggio, proprio come quelli di Harry, mentre il sorriso sveglio e prepotente era esattamente come quello che Ginny sfoggiava ogni giorno.
Capì che la pazienza di Scorpius era agli sgoccioli, quindi afferrò la bacchetta e mormorò «Accio Nimbus», e il nuovissimo modello della Nimbus gli sfrecciò in mano. Quella di Scorpius era una Fastfleet, la scopa lanciata sul mercato di recente, la più prestigiosa di cui il mondo dei maghi avesse mai potuto vantarsi. « Mio padre può permettersi il meglio » amava recitare Draco anni addietro, come una specie di nenia; effettivamente, i Malfoy non avevano mai avuto di questi problemi, ma Scorpius sembrava comunque non pavoneggiarsi. Dopotutto, suo padre imparò a sue spese l’importanza di molti valori, ed Harry era sicuro che l’umiltà fosse uno di quelli.
« Non cambi mai » mormorò Albus a denti stretti con un pizzico di disturbo nel tono. Montò in sella e lo raggiunse, sollevando gli applausi dei Grifondoro e i fischi dei Serpeverde. Tutte le volte che Scorpius e Albus si alzavano in volo, gli altri davano l’impressione di essere tanti tifosi nel bel mezzo di una partita mondiale di Quidditch.
Albus sapeva quanto questa situazione infastidisse il suo avversario, e di conseguenza anche questa volta formulò la solita domanda: « Cosa hai in mente oggi? » chiese sorridendo. Da Scorpius non sapeva mai cosa aspettarsi: un giorno avrebbe potuto condurlo sulla Torre di Astronomia, un altro nelle profondità nel lago. A malincuore doveva ammettere con se stesso che non c’era mai da annoiarsi, per quanto si ostinasse a non dare mai a Malfoy alcuna soddisfazione. C’era comunque una sorta di rivalità fra i due, la stessa che legò Harry e Draco anni addietro, forse un po’ più sana. Più volte Draco aveva scagliato ad Harry una Maledizione senza Perdono, e due volte si erano salvati la vita a vicenda. I loro figli non si erano mai ridotti a tal punto, ma dopotutto erano ancora al terzo anno. Entrambi, in cuor loro, speravano che le cose mantenessero l’andazzo attuale.
« Alla foresta proibita » cominciò Malfoy « Ho lasciato il boccino dalle parti dei Centauri. Se vinco io…»
« Lo so, lo so » lo anticipò Albus « Se vinci tu, sei libero di usare il mio mantello dell’invisibilità per un giorno, se vinco io, posso fare lo stesso con la tua scopa, non ho dimen… »
« Aspetta! » lo interruppe Scorpius « Questa volta ho in mente qualcos altro ». A quelle parole, Albus lo guardò con più attenzione, incuriosito e un po’ spaventato. « Ho pensato » continuò Scorpius « che potremmo fare in questo modo: se vinco io, vorrei che tu mi accompagnassi in un posto dove sarebbe prudente andare in compagnia… se vinci tu, a te la decisione »
« Per me va bene l’uso della scopa, come prima » tagliò corto Albus, ancora pensieroso: di che posto stava parlando Malfoy?
« Sei noioso » mormorò Scorpius, interrompendo le sue riflessioni.
« E tu sei strano » convenne Albus.
Scorpius inarcò un sopracciglio. « Meglio strano che noioso » si affrettò a rispondere.
« Sto aspettando » disse Albus.
« Fai male » mormorò Scorpius con un sorriso beffardo, e prima ancora che il compagno potesse rendersene conto, stava sfrecciando ad una velocità supersonica in direzione della foresta.
Con il volto scarlatto e la stizza alle stelle, Albus si sbrigò ad inseguirlo: avrebbe voluto urlargli che era andato contro le regole, che non aveva rispettato la partenza, ma sapeva che sarebbe stato inutile, che gli avrebbe risposto di svegliarsi, di mandare al diavolo quel noiosissimo regolamento. Quindi, appena lo raggiunse, respinse l’impulso, ed entrambi iniziarono a guardarsi intorno in cerca della piccola sfera dorata. Il caso volle che i due la vedessero nello stesso momento, e che si lanciassero all’inseguimento con quanta più determinazione possibile, agitandosi talmente tanto da far muovere violentemente anche le foglie degli alberi intorno. Albus non aveva mai visto Scorpius così deciso, così abile nel volare fra la vegetazione senza urtare un solo ramo, così capace di individuare ogni singolo movimento del boccino, così rapido da essere persino più avanti di lui…e così impeccabile da tenere il boccino stretto in mano dopo solo pochi minuti, quando l’altro non lo aveva ancora del tutto raggiunto.
« Bene, deve interessarti tanto questo posto, a quanto pare » sussurrò Albus con l’affanno.
« Già, è piuttosto importante. E forse potrebbe interessare anche te » disse Scorpius senza riuscire a nascondere quel po’ di esaltazione per il trionfo.
« Di che si tratta? » chiese Albus, che faceva fatica a guardarlo negli occhi. Non riusciva mai ad affrontare del tutto il suo avversario dopo la sconfitta, per cui lasciò che lo sguardo si perdesse nel contemplare ciò che li circondava. Una fitta vegetazione regnava sovrana, animata a volte dalla corsa di un centauro, altre dal canto di un uccello, altre ancora dal fruscio delle foglie che di giorno offriva una piacevole compagnia, di notte incuteva timore.
« Dimentica » disse Scorpius.
« Dimenticare cosa? » Albus lo guardava con aria perplessa.
« La sconfitta » rispose Scorpius « abbiamo altro a cui pensare »
« Non mi importa della sconfitta » mentì Albus « Parla »
« E’ una lunga storia, non credo sia l’ideale raccontartela a parole, non capiresti »
« Mi credi così stupido? » reagì Albus stizzito.
« In certi casi sì » replicò Scorpius « Quando travisi le cose, intendo. Sarebbe difficile per chiunque seguirmi, c’è troppo da dire…il Pensatoio, dobbiamo usare il Pensatoio! »
« Nell’ufficio della Preside? Sei impazzito!? ». Albus non credeva alle proprie orecchie.
« Non è ad Hogwarts adesso, me l’ha detto papà ».
Draco lavorava all’Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, al Ministero, e conosceva anche i movimenti della Professoressa McGranitt. Era lei la Preside, da quando Voldemort si era sbarazzato di Piton. Tutti gli alunni la scelsero senza esitare, essendo una delle personalità più stimate da Silente e da loro stessi.
« Mmm…e il ricordo? » Albus non era ancora convinto.
« Ci ho già pensato » disse Scorpius, estraendo con euforia una piccola fiala dalla tasca della divisa.
Albus non vedeva via d’uscita. «…E va bene » furono le sue ultime parole.







SPAZIO AUTRICE

Salve gente!
Innanzitutto grazie: già il fatto che abbiate letto queste poche righe significa per me più di quanto possiate immaginare e bla bla bla.
Sapete, le persone a cui ho proposto questo capitolo dopo averlo scritto mi hanno detto "Promette bene". E sapeste la mia testa cosa frullava intanto! Qualcosa del tipo "Come no. Destinato ad essere archiviato e abbandonato come gli altri 2946164 che tieni salvati su quel dannato computer".
Poi non so quale assurdo lampo di genio (e ce ne vuole a chiamarlo così...) mi ha suggerito di pubblicarlo su EFP...Forse avrò già deluso le aspettative di molti, sono consapevole io stessa che il capitolo qui sopra non è il massimo...Posso fare di meglio, non mancheranno le one-shot per dimostrarvelo! Ci sto già lavorando, mentre mi sto consumando il cervello per il secondo capitolo di questa storia...
Però ho bisogno di voi...di una recensione di due righe, di una critica, di una precisazione, di un'osservazione, di un complimento, di un incoraggiamento...altrimenti mi conosco, tenderei a non voler pubblicare nient'altro...mi verrebbe lo sconforto, insomma! A volte me ne stupisco io stessa...una Serpeverde non dovrebbe badare al parere di nessuno, eppure...forse è proprio per questo che il Cappello Parlante ha rischiato di diventare pazzo al momento del mio Smistamento...non sapeva se spedirmi a Serpeverde o Grifondoro...alla fine, inutile dirlo, ho scelto io!
Un forte abbraccio a tutti!
P.S. Mi rivolgo alle lettrici: quel frescone di Scorpius è mio!

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Capitolo 2
*** Ammiratrici pericolose... ***


CAPITOLO 2

"AMMIRATRICI PERICOLOSE"





Non appena atterrarono nel cortile della scuola, l’attenzione di Albus e Scorpius fu inevitabilmente catturata dal chiacchierio di due Corvonero dall’aria poco familiare: dovevano essere del primo anno. Stavano fantasticando a voce molto alta, e seppur avessero abbassato il tono, l’eccitazione che si palesava sui loro volti le avrebbe comunque tradite. Poiché, come la regola vuole, un Grifondoro e un Serpeverde in collaborazione non sono indice di buon senso, Albus e Scorpius si scambiarono due sguardi complici e si accomodarono dietro una siepe per ascoltare indisturbati.
E dire che la prudenza ad Hogwarts non era mai troppa. ‘Quello che è accaduto nei sotterranei tra te e il professor Raptor è segretissimo, perciò naturalmente tutta la scuola lo sa’. Albus sorrise nel ricordare quell’episodio, che suo padre gli aveva raccontato così tante volte. Quelle due incoscienti avrebbero dovuto ricomporsi, altrimenti le loro confidenze avrebbero fatto la stessa fine del duello nei sotterranei. Neanche a parlarne.
<< Sono sicura che i miei cioccolatini imbevuti di filtro d’amore avranno già fatto effetto! A quest’ora dovrebbe essere alla mia ricerca con  il batticuore!>> gridò quasi una delle due, con le mani incrociate sul petto. Aveva folti capelli ricci e corvini, che le cadevano morbidi su due guance tonde dello stesso colore del rossetto, per niente steso con cura, e che anzi dava l’idea di esser stato messo in modo piuttosto maldestro.
<< Davvero? Come hai fatto a spedirglieli dritti in camera? >> chiese l’altra con un  sorriso a trentadue denti, restando fedele allo squillante tono di voce dell’amica.
Fu quando l’altra rispose << Grazie a Lily Potter! >> che Scorpius diede una gomitata così forte ad Albus da fargli cadere la scopa di mano. Il tonfo fece girare le due Corvonero, che incrociarono lo sguardo dei due ragazzi e si diedero alla fuga rischiando di inciampare nei loro stessi piedi, con il volto segnato dalla vergogna. Albus le seguì con lo sguardo finché non scomparvero, sentendosi addirittura in colpa, dopodiché guardò il compagno in cagnesco, in attesa di una spiegazione. Poiché Scorpius restava zitto e inginocchiato, con fare passivo, Albus parlò per primo.
<< Malfoy, non ti sarai preso una cotta per mia sorella?>>
L’altro lo guardò male, poi scoppiò a ridere. << Lo dicevo io, prima, che tu travisi le cose! >>
A quel punto, Albus tirò un sospiro di sollievo. << Allora niente di grave >> sentenziò. << Ma vorrei vederci chiaro anche in questa storia >>. Non appena finì di parlare, sentì Scorpius mormorare un << Pazze. Completamente pazze. >>


 

 ***

 

Quella mattina, Scorpius si era alzato dal letto prima del solito, ostinato a concludere “un’importante faccenda con Albus”. Aveva maledetto il russare del suoi compagni, che gli aveva riservato una noiosissima notte in bianco, e si era lavato con quel latte profumato all’Hibiscus syriacus che sua madre gli aveva infilato nell’enorme valigia. << Sempre profumato >>, aveva ripetuto per l’ennesima volta a King’s Cross, prima di salutarlo. Dopodiché aveva infilato un pantalone nero che gli fasciava le gambe già incredibilmente lunghe, nonostante rasentasse solo i quattordici anni, e aveva scelto una camicia bianca con delle toppe celesti cucite sui gomiti. Si era guardato allo specchio meno distrattamente del solito, e ciò che aveva visto non gli era affatto dispiaciuto. Deciso com’era, però, ad incontrare Albus in Sala Comune, non si era soffermato su quel riflesso di ragazzo dal bel visino e col fisico slanciato, e si era avviato verso la porta con l’immancabile scopa stretta in mano. Si era appena chiuso la porta alle spalle quando una ragazzina dai rossi capelli ribelli gli si parò davanti ansimante.
<< Lily! >> aveva esclamato Scorpius, spalancando gli occhi incredulo.
Una sola volta la piccola dei Potter lo aveva rincorso fin dentro il dormitorio maschile: era stato quel giorno in cui voleva ad ogni costo presentarsi con tutti i Serpeverde, dopo la cerimonia di smistamento. In quelle circostanze Scorpius si era semplicemente convinto che in quella famiglia erano tutti fuori di testa, e aveva saggiato per la prima volta la schiettezza di Lily.
<< Questi te li manda una delle tue ammiratrici, che non potrebbero essere più numerose nemmeno se ognuna di loro si sdoppiasse di notte! E il loro numero è direttamente proporzionale al fastidio che danno! >> gli aveva detto piazzandogli in mano un pacchetto e lanciandogli un’occhiata penetrante. << E ti conviene mangiarli dal primo all’ultimo, mi sono quasi rotta un piede per consegnarteli in tempo! >> aveva aggiunto poi urlandogli in faccia, ancora con il fiato corto.
Il ragazzo l’aveva guardata divertito e aveva riaperto la porta quel tanto che bastava per lanciare la confezione – decisamente di cattivo gusto – sul suo letto. Aveva quindi pregato Salazar che i suoi compagni non decidessero di fare colazione proprio con quei cioccolatini, e poi si era rivolto a Lily: << Possiamo anche andare in Sala Comune, il tempo stringe, e io ho da fare con tuo fratello >>.
<< Da quando in qua tu e Albus fate qualcosa che non sia   sfidarvi    a  Quidditch? >>
<< A mali estremi, estremi rimedi >> aveva risposto lui con un’alzata di spalle. 

<< Di che mali parli? >>
La Lily nervosa e trafelata  aveva ora lasciato il posto ad una Lily semplicemente tanto curiosa. Ma Scorpius aveva già iniziato a salire velocemente le scale, non le stava più dando ascolto. O forse aveva soltanto preferito fingere di non aver sentito.
Quando Lily lo aveva creduto abbastanza distante aveva esclamato sbuffando << Uomini! >>
Pochi istanti dopo le era giunta alle orecchie un’inconfondibile voce proveniente dall’alto. I quadri del Castello e Lily stessa avrebbero giurato che avesse urlato qualcosa del tipo << Donne! >>


 

 ***

 

Albus scoppiò in quella risata che stava trattenendo dall’inizio del racconto: l’espressione di Scorpius era quanto di più divertente avesse visto quell’anno ad Hogwarts.
<< Che ridi? A breve mi avveleneranno, ne sono sicuro! >>
Albus rise ancora di più. Anche l’altro sorrise, poi aggiunse << Il Pensatoio ci sta aspettando, diamoci una mossa! >>
E il Grifondoro si rassegnò all’idea che quella giornata sarebbe stata davvero intensa, mentre Scorpius si augurava con tutto se stesso che i suoi compagni avessero divorato quei cioccolatini.







SPAZIO AUTRICE

Heilà,
chi si risente! :D  Che ve ne pare di questo capitolaccio su cui ho lavorato circa quattro ore e mezza oggi pomeriggio? Accetto tutto, anche le più aspre critiche, anche le recensioni più insignificanti, purchè mi facciate sentire che siete vivi, sto iniziando a preoccuparmi!..Non è che mi siete svenuti tutti sulla tastiera!? D:
D: Spero sarete più numerosi questa volta, detto ciò ho il cervello fuso per il troppo lavoro e vi lascio augurandovi una buona serata...Che io, anche se non ve ne può fregar di meno, trascorrerò schiattata sul divano con un libro in mano!
Arrivedeeeeeerci, vi abbraccio!
P.S. Il prossimo capitolo riserverà non poche sorprese ;) Ma per qualcosa in più (su cui so che mooolti di voi staranno già fantasticando), mettetevi l'anima in pace...tempo al tempo...

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Capitolo 3
*** CONCLUSIONE DEL SECONDO CAPITOLO ***


 CONCLUSIONE DEL SECONDO CAPITOLO (CORRETE A LEGGERE I PRIMI DUE, NE VARRA' LA PENA...PAROLA DI UNA SERPEVERDE!)





L’Ufficio della McGranitt era, come ai tempi di Silente, una delle stanze più importanti e ben protette della scuola: un gargoyle in pietra si stagliava dinanzi ad Abus e Scorpius, impedendo loro il passaggio.
<< Succo al mirtillo! >> gridò quasi Scorpius, con fare goffo e sbrigativo.
Il gargoyle si aprì immediatamente rivelando una luminosa scala a chiocciola, quella stessa scala che Harry Potter aveva salito tanti anni prima.
<< Come facevi a conoscere la parola d’ord…? >> Albus non fece in tempo a terminare la domanda che Scorpius lo precedette con un non poco enigmatico << A dopo le domande, Potter. Ne avrai tante da fare >>.
Albus sbuffò e seguì l’amico fin dentro all’ufficio: era grande, spazioso e di forma ovale, e sulle larghe pareti facevano la loro figura i quadri di tutti i presidi di Hogwarts. Uno in particolare li osservava infondendo loro serenità, con uno sguardo dolce, ma velato di un’amarezza quasi impercettibile. Dietro i due occhiali a mezza luna, trasparivano gli occhi di quello che era stato un uomo dalla natura bizzarra, ironica e brillante, rimasto sempre fedele ai suoi scopi e alle sue idee, disposto a concedere sempre fiducia alle persone, convinto che in ognuno ci sia qualcosa di positivo e di incredibile. Su Scorpius ed Albus si stava posando lo sguardo del mago più rispettato del suo tempo, l’unico che Lord Voldemort avesse mai tenuto, ma soprattutto di un uomo mantenutosi sempre incredibilmente forte per il bene, fino alla veneranda età di 115 anni.
<< Miei cari ragazzi >>, sussurrò.
Albus quasi incampò, Scorpius sorrise.
Dopo qualche batter di ciglia trascorso nel silenzio, il preside continuò: << C’è qualcosa che vi turba? >>
Scorpius annuì. << So qualcosa, >> cominciò << in cui devo vederci chiaro. Mi preoccupa, non posso starmene con le mani in mano. Finirei col farmene una malattia. >>
<< Hai ragione, Scorpius >>
Un’improvvisa ondata di stupore misto ad incoraggiamento pervase il Serpeverde: Albus Silente conosceva il suo nome.
<< Capire è il primo passo per accettare >>, e qui il vecchio rivolse uno sguardo anche ad Albus, << e solo accettando si può guarire >>. Sorrise di nuovo - se qualcun altro avesse udito quelle parole, gli sarebbero suonate familiari - , poi indicò il Pensatoio e chiuse gli occhi, quel caro sorriso stanco ancora lì.






My space...

Salve gente!
Non voglio perdermi in chiacchiere come al solito, vi prego soltanto di leggere questi primi due capitoli che ho pubblicato e di lasciare una recensione...un consiglio, una critica, un incoraggiamento, purchè vi facciate vivi. Dedicando 5 minuti del vostro tempo a questa storia di certo non andrete incontro alla morte, ma io andrò incontro a quell'esplosione di vitalità di cui ho tanto bisogno! Vi bacio, Francesca

 

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