Di Bacchette Centenarie e Serragli Stregati

di Ms_Arj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di Bacchette Centenarie... ***
Capitolo 2: *** ... e di Serragli Stregati. ***



Capitolo 1
*** Di Bacchette Centenarie... ***


- Angolo Autrice -
Allora non fucilatemi, è parecchio (troppo a dirla tutta) che non pubblico qualcosa, lo so!
Ho un sacco di idee ma non ho ho mai tempo di metterle su file word, tra l'università, il rugby e le altre cose non ce la posso fare.
Me triste, me sconsolata. 


Era una soleggiata domenica pomeriggio di luglio quando nel giardino della Villa si sentirono pronunciare queste parole: - Domani io e te dobbiamo andare a Diagon Alley! Ho ordinato le divise e devi provarle e poi dobbiamo fare tutti gli altri acquisti. È ormai tempo che tu abbia la tua bacchetta e forse, se fai il bravo potremmo andare al Serraglio Stregato - Il bambino, che l’ascoltava assorto, fece un gran sorriso e corse ad abbracciare la madre.
-  Di grazia cosa vorreste andare a fare al Serraglio Stregato? – disse l’uomo dai capelli biondissimi distogliendo lo sguardo dall’articolo che stava leggendo - Scorpius… Hai già il gufo che ti ha regalato la nonna per i tuoi 11 anni, non vuoi portare lui con te? -.
- Senza offesa papà ma Efesto è ancora piccolino e fa spesso confusione! Ricordi la settimana scorsa: invece di portare la lettera a Edward l’ha consegnata a casa della zia Daphne! E la strada da qui a scuola è lunga… - Draco doveva ammettere, a malincuore, che aveva ragione quel barbagianni era davvero tonto! – Va bene, va bene… Tesoro ricorda che dovete prendere un regalo per Edward, mercoledì sarà il suo compleanno e siamo invitati a cena da loro – disse l’uomo rivolto alla moglie.
 
La mattina dopo, di buon ora Scorpius e la madre saltarono in un camino apparendo nel cortiletto del Paiolo Magico a Londra. Mentre apriva il portale verso Diagon Alley Astoria disse: - Allora da dove vuoi partire? - - Prima le cose noiose mamma! Così dopo ci divertiamo un po’! – Sentenziò il bambino prendendo per mano la madre.
Andarono prima da Madama McClan per le divise e poi al Ghirigoro e in Farmacia per tutte le cose della scuola e ancora da “Accessori di prima qualità per il Quidditch” per comprare il regalo di Edward. Ma la parte divertente era appena cominciata. Ora li attendeva Olivander.
 
Il bambino entrò nel negozio ad occhi sbarrati! Un uomo dagli capelli ormai bianchi e dal viso segnato lo osservò seduto sulla sua sedia mentre un giovane, aitante e slanciato, sistemava delle scatole dietro il bancone.
- Buon pomeriggio. – disse Astoria entrando. – Buon pomeriggio a lei Signora Malfoy, questo deve essere Scorpius, mi chiedevo quando sareste venuti. Bene, Owen* del Signorino Malfoy mi occupo io. – 
- Come preferisce Mastro Olivander. Io vado a mettere a posto alcuni scaffali là dietro allora. Se ha bisogno di me basta che chiami. – disse Owen dirigendosi verso il retro del negozio.
- Il mio apprendista, è un bravo ragazzo, sono parecchi anni che è con me e prenderà lui il mio posto quando non ci sarò più. Ma ora concentriamoci su di te Signor Malfoy. Sai l’arte delle bacchette è una cosa seria, è la bacchetta che sceglie il mago Signor Malfoy e io credo di sapere cosa possa fare per lei.  –
Scorpius lo osservava quasi in trance, vedeva quell’omino così vecchio e raggrinzito, provato dagli anni e dalla guerra, muoversi tra uno scaffale e l’altro in cerca di scatoline di colori e dimensioni diverse.
Arrivò con tre scatoline e le pose sul bancone poi, prese la prima e la passò a Scorpius dicendo: - Biancospino, crine di unicorno, 12 pollici sufficientemente flessibile – Scorpius la prese in mano, provò a muoverla ma non successe nulla. – No, ottimo, ottimo davvero, un cambiamento importante per la sua famiglia, proviamo questa, per una… prova del nove. Olmo, corda di cuore di drago, 11 pollici, rigida. – Astoria iniziava a capire cosa volesse provare il vecchio venditore di bacchette e ora era curiosa anche lei, ma stette in silenzio mentre il figlio agitava ancora una volta la bacchette senza sortire effetto positivo alcuno.
- A quanto pare è ancora un no, molto molto bene, davvero molto bene… - a questo punto Scorpius lo interruppe dicendo: - Come fa ad essere ‘molto bene’ se nessuna delle due è la mia? –
- Vedi giovanotto – disse Olivander con tono pacato – Le bacchette, in alcuni casi ci mostrano l’attitudine di chi le possiede e tu, a quanto pare, non rientri nei canoni classici della tua famiglia. E ciò, a mio parere, è molto bene! Significa che c’è speranza nella nuova generazione! – Scorpius non capiva. Si limitò ad annuire e Olivander continuò: - Prova questa ora: Abete, crine d’unicorno, 10 pollici, tendenzialmente rigida.- Scorpius la prese in mano e l’agitò, nulla!
Dopo aver rimesso la bacchetta sul bancone, voltandosi verso gli scaffali a sinistra si sentì attirato. Quasi come se sentisse che qualcosa lo chiamava. Olivander allora disse: - Ragazzo, la senti vero… dai un occhiata a prendi la prima scatoletta che ti attira… - Scorpius lo guardò quasi spaventato. Poi guardò la madre che gli fece un sorriso d’incoraggiamento. Il bambino prese una scatoletta color senape molto scuro e la portò sul bancone. Olivander rimase stupito: - Questa? Questa ragazzo? Beh sono stupito. Provala su, non morde mica… è la bacchetta che sceglie il mago Signor Malfoy… Legno di Cedro, Sangue di Chimera, 13 pollici, estremamente rigida! Sono 400 anni che quella bacchetta attende di essere venduta.  – Scorpius la prese in mano e subito scintille rosse e verdi scaturirono dalla punta. La madre lo guardava con tanto d’occhi, Owen apparso magicamente alle parole di Olivander lo osservava e il ragazzo si sentì completo - Que… questa bacchetta ha davvero 400 anni? – chiese Scorpius incredulo.
– Si giovanotto – rispose Olivander – l’ha confezionata il padre di mio padre in persona e devi sapere che il sangue di Chimera è estremamente raro! Non è stato facile ottenerlo… - Scorpius lo guardava ancora più incredulo e a bocca aperta mentre la madre sembrava alquanto pensierosa.
Vedendo che il bambino sembrava confuso Olivander cominciò: - Ragazzo, sai come è fatta una Chimera? – Scorpius fece no con la testa e il fabbricante di bacchette continuò: - Si tratta di un animale mitologico con tre teste di tre animali diversi. Ognuna rappresenta una caratteristica dell’animale stesso: c’è la capra che lo rende testardo, la serpe che simboleggia l’astuzia e la furbizia e, in fine, il leone che rappresenta il coraggio e l’orgoglio. – Scorpius, a quelle parole rimase un attimo interdetto. Cosa poteva mai centrare un leone con lui? Lui sarebbe stato un Serpeverde! Non c’erano dubbi! – Dopo tutto c’è speranza, come dicevo prima, nella nuova generazione! – disse il vecchio mago.
- Sono d’accordo con il Signor Olivander, tesoro. Direi proprio che hai tutte le caratteristiche della Chimera: sei testardo, furbo (a volte fin troppo), e coraggioso! – disse Astoria, rivolgendo al figlio un gran sorriso. Il ragazzo sembrava ancora alquanto perplesso però, in cuor suo, non poteva che ammettere che la madre aveva ragione e, solo allora, si tranquillizzò un poco.
- Mastro Olivander, se non sbaglio è la terza bacchetta pluricentenaria che vendiamo questo mese – disse Owen tutto d’un tratto. – Si, non sbaglia, Signor Caldwell. Melo, Crine di Sfinge, 11 pollici e ¾, sufficientemente elastica venduta ad una dolce e intelligente ragazzina dai capelli rossi e Larice, Corde di cuore di Ungaro Spinato, 10 pollici,  abbastanza elastica ad un giovanotto dagli occhi verdi proprio un paio di giorni fa. Avevano tutte e due più o meno 400 anni come la sua. –
-Sono sicuro che farà grandi cose con quella bacchetta Signorino Malfoy – disse Owen mentre Astoria pagava Olivander. Scorpius sorrise ancora un po’ perplesso poi si voltò verso la porta insieme alla madre. Olivander li vide uscire dal suo negozio ancora pensierosi. Quando la porta si chiuse disse: - Ho il dubbio che il Cappello parlante avrà molto da scrutare nella testa di quel ragazzo. La scelta sarà difficile… molto difficile Signor Caldwell. –
 
- Mamma sono un po’ preoccupato… La mia bacchetta ha 400 anni e il signor Olivander dice che è a posto ma… non è che non funziona più tanto bene dato che è tanto vecchia? E se poi non mi vengono le magie perché è così vecchia? – Astoria lo guardò con fare materno poi disse: - Se davvero ti aspettava da così tanti anni non credi che sia una cosa buona invece: prima di te chissà quanti magni e quante streghe l’hanno provata senza che per loro fosse giusta. Si è conservata per te! Ti aspettava. Io credo che farete grandi cose insieme. E poi hai sentito Olivander, ne ha vedute altre tanto vecchie e non si è lamentato nessuno. Ora andiamo al Serraglio Stregato, non  mi hai ancora detta che animale vorresti. –
Il bambino sembrava quasi rinfrancato dalle parole della madre ma sospirò ugualmente, poi disse: - Oh vedrai… Diciamo che è da un po’ che ho questa idea… Spero solo che l’abbiano. –
 
N.D.A.:
*Owen Caldwell – Tassorosso – 1994- 2001. Prefetto, Caposcuola. La Rowling lo menziona nello smistamento del Calice di Fuoco. Io penso che Olivander abbia bisogno di un aiuto e chi meglio di un giovane e volenteroso Tassorosso pronto ad imparare l’antica e nobilissima arte delle bacchette?

 
-Angoletto finale -
Allora?? Che dite?? Valsa l'attesa?? Questa è solo la prima parte.... tempo 10 minuti e pubblico anche la 2° parte. Mi sono divertita troppo a scriverla e il bello viene adesso... 
Leggete e vedrete... Ci sarà da ridere, il giovane Malfoy sceglierà un animaletto candido e non troppo amato in famiglia... Ahahahah
Se lasciate una recensioncina piccola piccola non mi offendo, lo sapete.

 

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Capitolo 2
*** ... e di Serragli Stregati. ***


  - Angoletto -
Come promesso ecco il seguito...


Entrando nel negozio si sentivano talmente tanti versi d’animali da far venire il mal di testa a chiunque in pochi secondi. Un commesso si avvicinò ai nuovi venuti chiedendo: - Posso aiutarvi? Abbiamo uno sconto sui conigli giganti se vi interessa. – Astoria sorrise cordiale poi disse: - Grazie, mio figlio vorrebbe un animaletto da portare con se a scuola – Il commesso osservò Scorpius poi sentenziò: - Magari non il solito gufo scommetto! Magari un corvo o un bel gatto? – mentre diceva queste cose indicava gli animali nelle loro belle gabbie e questi al sentirsi nominati emettevano qualche suono.
Scorpius si guardò intorno poi, calmo, disse: - Io pensavo più ad un furetto nero. Tutto nero… Ne ho visto uno due settimane fa con la nonna – guardò la madre che sembrava sull’orlo di una crisi di pianto. Tratteneva così tanto le risate che due grossi lacrimoni si stavano affacciando dai sui occhi ridenti.
- Mi sembra un ottima idea tesoro – disse la donna ma il commesso, con viso funereo riprese: - Mi spiace ma ho venduto l’ultimo furetto nero proprio la settimana scorsa. Però ho uno stupendo furetto bianco, è maschio ed è completamente bianco una rarità -. Scorpius apparve visibilmente deluso, gli occhi bassi e il sorriso di vittoria che, fino a poco prima gli campeggiava in viso, scomparve. Ma quando vide quell’esserino bianco candido in mano al commesso mise da parte la delusione. Assomigliava terribilmente alla descrizione sentita qualche mese prima mentre origliava una discussione tra i genitori.
Erano appena tornati da una gita al mare e avevano incontrato altri maghi, più o meno dell’età dei suoi genitori, uno di loro aveva chiamato il padre “furetto” e lui era voluto tornare a casa immediatamente. La sera poi aveva sentito i genitori discutere di una cosa successa quando erano a scuola. A quanto pareva un professore completamente matto l’aveva trasformato in furetto per dispetto l’aveva fatto volare qua e là. A quel punto Scorpius aveva iniziato a fare  ricerche sui mustelidi e si era convinto che un furetto sarebbe stato l’animaletto ideale da portare a scuola e addestrare per fare scherzi! Gli aveva anche trovato il nome perfetto in un libro di nonna Narcissa, “The Spirit of Solitude” di una certa Shelley.
- Si, si è lui… Mamma, mamma voglio lui!! Ti prego! – lo prese in braccio e iniziò ad accarezzarlo mentre il commesso iniziava a dire: - Stia attento quando non conoscono bene qualcuno potrebbero essere un po’… violenti – finì la frase solo perché odiava lasciare le cose a metà ma rimase basito dall’atteggiamento dell’animale: appena l’aveva preso il furetto si era acciambellato tra le braccia di Scorpius e, pacatamente, si lasciava accarezzare tra un paio di fusa e l’altro.
Astoria riuscì a trattenere le risa a stento. Era curiosa di sapere come mai al figlio fosse venuto in mente proprio quell’animale, come lo avrebbe chiamato ma soprattutto non vedeva l’ora di vedere la faccia del marito alla vista del nuovo animaletto di casa.
 
Poche ore più tardi, quando Draco Malfoy entrò in casa vide il figlio Scorpius, nel grande salone della Villa, intento a giocare con qualcosa che non riusciva a scorgere. – Ciao Scorpius, allora hai fatto tutti gli acquisti con la mamma? – disse, avvicinandosi al tappeto sul quale stava il figlio.
In quel momento successero tre cose:
1) Astoria passò dallo studio al salone, dopo aver sentito la voce del marito, con in mano un libro e uno strano sorriso sul volto.
2) Scorpius si girò, tenendo in braccio il suo nuovo amichetto, dicendo: - Ciao papà! Si abbiamo preso tutto. Guarda che bello il mio nuovo furetto!! –
3) Draco Malfoy svenne. Prima ovviamente sbiancò, osservò gelido il figlio e l’animaletto e guardò in cagnesco la moglie, poi svenne. Tutto in circa… cinque secondi.
L’impavida Signora Malfoy scoppiò a ridere. Scorpius osservò la madre confuso, cosa stava succedendo. Era colpa sua se il padre era svenuto? Lui non voleva che succedesse questo. Pensava che si sarebbe preso una bella sgridata, magari anche una punizione, ma non che il padre finisse gambe all’aria!
Draco si rialzò abbastanza scosso poi disse: - Un furetto bianco, perché un furetto bianco? Riporterai indietro quel furetto domani stesso! In questa casa i furetti non entrano! – mentre ancora stava sbraitando verso il figlio, il furetto e il nulla tutto insieme, la moglie arrivò al suo fianco dicendo: - Draco, calmati! Non succederà nulla di tutto questo! È stato Scorpius a chiedere un furetto, dice che gli sembra un animaletto tranquillo e simpatico, facile da addestrare e noi eravamo d’accordo che non avrebbe portato Efesto a scuola. Quindi, tesoro, CALMATI! – Draco era ancora furente tanto che sembrava davvero che piccole spirali di fumo gli uscissero dalle orecchie. Portandosi indietro i capelli disse: - Ok, sono calmo. Puoi tenerlo va bene. Ora cara, cosa stavi leggendo? – la moglie gli passò il libro e lui si accingeva a leggerne il titolo mentre chiese al figlio: - Allora come l’hai chiamato? -
- Alastor papà! È il protagonista di quel libro…-
Non si seppe mai se fu il libro o le parole del figlio, fatto sta che Draco Malfoy svenne, di nuovo, gambe all’aria.
 
- Angolo finale -
Ora potete anche trucidarmi... fate pure... vi capirò! Io intento mi sbellico dal ridere!!! 
Siam sempre lì, se mi lasciate un commentino ben venga.
Nel mentree ringrazio già che leggerà questo momento di rincoglionimento che m'è preso tra un esame e l'altro...
Thank You very much!!
Arj =)

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