Love Game

di Caster_Gamer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ragazzo nuovo ***
Capitolo 2: *** Non c'è due senza tre. ***
Capitolo 3: *** Love Game. ***
Capitolo 4: *** Castiel. ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni e decisioni. ***
Capitolo 6: *** Arrivi improvvisi. ***
Capitolo 7: *** A cena da Nathaniel. ***
Capitolo 8: *** Idee chiare. ***
Capitolo 9: *** Progetti. ***
Capitolo 10: *** Nuova occasione. ***
Capitolo 11: *** Trovare la soluzione. ***
Capitolo 12: *** Farsi perdonare. ***
Capitolo 13: *** L'inizio o... la fine. ***



Capitolo 1
*** Il ragazzo nuovo ***


Il ragazzo nuovo

 

Poco più di un anno, poco più di un anno era passato da quando avevo conosciuto Castiel.

Ricordavo ancora la prima volta che ci eravamo incontrati, era stata una pura coincidenza e lui aveva cominciato con una delle sue solite battutine.

All'inizio l'odiavo, con il passare del tempo però ci conoscemmo sempre meglio e cominciai ad adorare il suo modo di comportarsi, il suo senso dell'umorismo, la sua rabbia improvvisa, i suoi scatti di contentezza, la sua bravura nel suonare la chitarra...

Amavo tutto di lui.

Più passava il tempo più qualcosa dentro di me cresceva nei suoi confronti, quell'estate l'avevo anche incontrato a mare e lì grazie a Rosalya capii di essermene innamorata.

Era ovvio, io l'amavo e non potevo farci nulla, la mia paura però era che probabilmente non ricambiava i miei sentimenti e se mi fossi dichiarata...sarei rimasta con un pugno di mosche in mano.

Per tre mesi rimasi a pensare se dovevo dirglielo o meno, una settimana fa avevo deciso di non dirgli niente, ma adesso...dopo che lui mi aveva lasciata con una delle sue solite battutine per andare in palestra, l'unico mio pensiero era “Come dirgli che lo amo?”.

Con le parole non ero mai stata molto brava, quindi decisi di mandargli un messaggio, dato che la lettera era piuttosto vecchia e magari me l'avrebbe anche strappata davanti agli occhi, cosa che mi avrebbe ferita fino a frantumarmi il cuore.

Digitai velocemente “Ti amo” sulla tastiera ma subito dopo me ne pentii e cancellai tutto.

Provai con “Forse avrei dovuto dirtelo prima ma trovo solo adesso la forza per scriverlo: Ti amo” ma sostituii velocemente “Ti amo” con “Mi sono innamorata di te” che trovai alquanto patetico.

Cancellai tutto, ero confusa...non sapevo cosa fare, come dirglielo...

Alla fine cominciai a scrivere la prima cosa che mi passò per la testa.

Castiel, non riesco a dirtelo di persona perciò te lo scrivo in un messaggio. È da un po' che ci rifletto, non so se dirtelo o meno ma ho capito di essere innamorata di te. So che tu non ricambi ma è importante che tu lo sappia, ti prego di non urlarmi contro quando ci vedremo...Io sono innamorata di te.”

Era perfetto, le mie dita avevano scritto ciò che pensavo e non avrei cancellato una sola parola.

Feci per schiacciare il tasto invio ma sentii un “Ehi” probabilmente rivolto verso di me, dato che se non sbagliavo ero rimasta sola nel cortile.

Sollevai lo sguardo e vidi un ragazzo che non avevo mai visto prima di fronte a me.

Era alto, il sorriso governava sul viso dai lineamenti dolci e mi guardava dritto negli occhi con i suoi di un colore acceso, fucsia si potrebbe definire. Aveva i capelli di un azzurro intenso, l'abbigliamento vivace come quella che sembrava essere la sua personalità e delle cuffie appese al collo che teneva ancora con la mano, segno che doveva essersele tolte da poco.

« Scusami se ti disturbo...ma potresti accompagnarmi nella Sala Delegati? Ho bisogno di ultimare la mia iscrizione. » disse massaggiandosi la nuca, io mi alzai prendendo lo zaino e mettendomi accanto a lui.

« Certo! » fu la mia risposta.

Cominciammo a camminare per andare all'interno dell'Istituto, una volta dentro andammo avanti lungo ai corridoi.

Durante il tragitto mi raggiunse svelto mettendosi al mio fianco.

« Comunque mi chiamo Alexy, tu sei? » chiese per intraprendere il discorso, io lo guardai mentre continuavo a camminare.

« Ah già che maleducata! Sono Nancy...piacere! »

« Il piacere è tutto mio. » sorrise solare e ricambiai subito.

Sembrava un ragazzo davvero simpatico, chissà, magari saremmo anche diventati amici.

Lo accompagnai sino alla Sala Delegati sperando che Nathaniel fosse rimasto lì, solitamente gli auguravo di finire presto ma questa volta era l'opposto.

Bussai alla porta sentendomi dire un “Avanti” da parte di una ragazza, dopo qualche secondo capii che si trattava della voce di Melody.

Abbassai la maniglia ed entrai, vidi lì la ragazza che mi guardava un po' nervosa mentre Nathaniel era girato verso un cassetto a sistemare dei fogli.

Feci a Melody un cenno con la mano per poi guardare Alexy come per dargli il consenso di entrare.

« Nathaniel, c'è un ragazzo nuovo che dovrebbe ultimare la sua iscrizione... » lo avvisai, lui come sentì la mia voce si voltò verso di me sbattendo il fianco contro una sedia, ridacchiai sotto i baffi vedendolo imbarazzato.

« C-ciao Nancy! » esclamò, io mi limitai a sorridere « D-dimmi tutto. »

« Ehm...dicevo che c'è un- »

« Oh ah sì giusto! » si massaggiò la nuca ancora un po' rosso in viso « Alexy o Armin? » chiese guardando il diretto interessato.

« Alexy. » rispose lui sorridendo.

Armin? Quindi c'era un altro ragazzo nuovo?

« Bene...aspetta che controllo cosa ti manca. » e dicendo questo cominciò a cercare in una pila di fogli talmente alta che quasi lo nascondevano.

« Oggi hai tanto lavoro da fare, eh Nath? » costatai sorridendo.

« Già...per fortuna c'è Melody che mi da una mano. »

« Forse fra un po' te la darò anch'io, dato che mi sto candidando come rappresentante della mia classe ed avrò la scusa per poterti aiutare! » esclamai, lui trasalì.

« C-Cosa!? Davvero?! » sollevò lo sguardo dalla pila di fogli guardandomi con gli occhi dorati pieni di speranza, lo adoravo.

« Certo che sì! »

« Beh...anzi sei sempre stata così gentile che mi hai aiutato anche essendo una semplice alunna. » disse ritornando a cercare tra quei fogli, le sue gote erano tornate nuovamente rosse.

« Siamo comunque amici, no? E poi mi piacerebbe aiutarti oggi ma devo accompagnare Castiel a comprare un nuovo plettro per la chitarra. » mi giustificai, lo sguardo del ragazzo si spense.

« Capisco. »

Il mio sguardo si posò su Melody, che nonostante il sorriso sembrava avercela con me...non sapevo perché ma a volte si comportava come se mi odiasse e me lo dimostrava indirettamente.

« Ah finalmente l'ho trovato! » esclamò Nathaniel sfilando via un foglio « Eccolo qua, devi firmare e versare 25 euro. »

« D'accordo, ce li ho qua. » prese dalla tasca i soldi e li porse a Nathaniel che gli dette il resto in poco tempo.

« Quindi per quanto riguarda mio fratello Armin deve essere lui stesso a completare l'iscrizione? » s'informò Alexy firmando velocemente in fondo al foglio.

« Sì, o almeno, se vuoi puoi versare i soldi tu adesso al posto suo ma la firma deve essere la sua ovviamente. » spiegò il biondo prendendo il foglio e sistemandolo insieme a quelli sopra ad una scrivania.

« D'accordo, allora grazie ed a presto. » gli porse la mano che fu subito ricambiata, salutò Melody allo stesso modo e fece lo stesso con me ma gli spiegai che lo avrei accompagnato di nuovo fuori, Castiel infatti mi aspettava lì.

« Ciao Nath! Ciao Melody! » li salutai velocemente davanti alla soglia della porta, loro ricambiarono svelti e quando chiusi la porta Alexy si lasciò scappare una risatina.

Lo guardai con un punto interrogativo stampato in viso, nel frattempo cominciammo a camminare.

« E così quella ragazza è gelosa di te. »

« Gelosa di me? »

La mia espressione divenne perplessa, perché Melody dovrebbe essere gelosa di me?

« Sì...per quanto riguarda quel ragazzo... »

Nathaniel? Diceva sul serio?

« Ma io e Nath siamo amici... »

« Evidentemente lei pensa che ci sia qualcosa sotto. » mi fece costatare Alexy, io mi grattai la testa.

« Ma...anche se fosse a lei cosa... » mi bloccai subito...ma certo!

Come avevo fatto a non accorgermene? Era così palese che Melody provasse qualcosa per Nathaniel, era ovvio che fosse gelosa di me dato che io pur conoscendo il biondo da meno tempo ricevevo più attenzioni. Ma in fondo era indispensabile, eravamo amici, non c'era niente di più tra di noi!

Volevo ridere ma non ci riuscii, la situazione era tanto stupida e divertente quanto seria: non volevo che Melody mi odiasse per qualcosa che nemmeno esisteva.

« Nancy? » la voce di Alexy mi fece trasalire, lo guardai con l'espressione che parlava da sola « Perché non ci scambiamo il numero? Sai, mi farebbe piacere poterti conoscere meglio. » propose prendendo il telefonino, io annuii.

« Certo, allora il mio è... »

E cominciai a dettargli il mio numero, una volta finito ci ritrovammo nel cortile e lui mi dette il suo che salvai nella rubrica come “Alexy” appunto, chissà se un giorno gli avrei affibbiato un soprannome.

« Volevo ancora scusarmi per poco fa, magari ti ho disturbata... » disse sistemandosi la cartella sulle spalle, io misi le mani avanti.

« Scherzi? Anzi mi ha fatto piacere conoscerti! »

« Davvero? Sono felice! » sfoggiò un bel sorriso, uno di quelli che prima non aveva fatto.

Questo era il più spontaneo, quello seriamente felice, era solare, luminoso, bellissimo.

Fu come se il lieve venticello cessasse all'improvviso, come se niente a parte Alexy esistesse.

Credevo che quello fosse il sorriso più bello che abbia mai visto, e per qualche strano motivo avevo paura di non essere stata la prima a vederlo.

« Mh? Perché sei arrossita all'improvviso? » mi chiese inclinando la testa, io mi toccai subito le gote.

« N-non lo so! Sarà il vento... » provai a giustificarmi velocemente, lui ridacchiò.

« Non sapevo che il vento rendesse rossi. »

Abbassai lo sguardo, che figura...

Sentivo il cuore battere un po' più forte del solito perciò mi toccai il petto voltandomi dall'altra parte.

La porta della palestra si aprì e vidi i ragazzi uscirne.

« Oh Castiel starà uscendo! » esclamai, il ragazzo si mise accanto a me guardando uscire gli altri.

Di Castiel però nemmeno l'ombra.

« Mh? Ehm...io vado a cercare Castiel, un mio amico. Allora a domani? » avvisai Alexy sorridendogli, lui annuì.

« A domani! » feci per andarmene ma lui si riavvicinò « Ah e comunque...fortunata tu che puoi vedere quei figoni da vicino! » mi sussurrò all'orecchio per poi andarsene.

Vedere quei figoni da vicino...? Sapevo di essere fortunata ma...perché mi aveva detto “fortunata tu” come se anche lui volesse...

Un pensiero mi passò per la testa ma lo scacciai subito.

Non era il momento per farsi quel genere di film.

Andai quindi in palestra e la trovai vuota, dov'era finito Castiel?

« Castiel? » lo chiamai, ma non ricevetti risposta.

All'improvviso qualcuno mi posò le mani davanti agli occhi e mi spinse indietro, mi scontrai contro qualcosa.

Piombò il silenzio, non dissi nulla dato che immaginavo già di chi si trattava.

Non era la prima volta che me ne combinava una del genere, le prime mi spaventavo sempre ma ormai mi ci ero abituata.

Sentii però la pelle bagnarsi con delle gocce, spalancai gli occhi vedendo naturalmente il buio, le mani erano ancora posate sul mio viso, quasi lo circondavano completamente.

« Quando hai intenzione di lasciarmi? » gli chiesi mettendomi a braccia conserte, lui si lasciò scappare una risata.

« Ormai mi riconosci sempre. » disse lasciandomi, così mi voltai verso di lui ma prima di poter dire qualcosa fui bloccata dalla vista del rosso a petto nudo davanti a me.

Indietreggiai svelta sentendo qualcosa smuoversi dentro.

L'avevo visto in quelle condizioni solo a mare, e nemmeno. Quella volta non si era fatto il bagno perciò era completamente asciutto.

Invece in quel momento aveva i capelli bagnati e le gocce gli cadevano lentamente sul petto muscoloso, di certo non da palestrato, ma bello da guardare, sciogliendosi lentamente su di esso.

Mi sembrava così caldo, forse perché in quel momento io stessa credevo che presto o tardi sarei squagliata riducendomi in una pozzanghera.

Il cuore mi batteva forte, era come se volesse esplodere fuori dalla cassa toracica.

« Q-q-quando dici tu ti metti una maglietta! Svergognato! » riuscii ad urlare non so per quale miracolo, dato che le altre parole erano seccate nella gola.

« So di essere bello ma non credevo così tanto... » si avvicinò per prendermi le spalle ma mi allontanai appena in tempo voltandomi dall'altra parte.

« Dobbiamo andare a comprare questo plettro, sì o no? »

Stette in silenzio, forse non si aspettava una reazione simile. Dopo un po' però sentii i suoi passi raggiungermi ed in quel momento cominciai a camminare verso l'uscita.

« Ti aspetto fuori. »

Una volta nel cortile mi sedetti nuovamente sulla panchina ed afferrai il cellulare. Cancellai tutto quello che avevo scritto, che era rimasto salvato nella bozza e posando i gomiti sulle ginocchia mi coprii il volto con le mani.

Chissà cosa sarebbe successo se non avessi opposto resistenza...

No sicuramente non sarebbe accaduto niente di quel che immaginavo, mi avrebbe semplicemente avvicinata a sé per poi fare qualche battutina ed io mi sarei allontanata facendo la finta offesa.

Non sarebbe cambiato niente dal solito.

L'unico problema era che non me la sentivo di stargli vicino in quel momento, non sapevo cosa avrei potuto dire o fare ma sicuramente sarebbe stato qualcosa di assolutamente sbagliato.

Sospirai e decisi di non pensarci, quella doveva essere la prima volta che io e Castiel uscivamo soli per comprare o fare qualcosa, per me era un giorno importante.

Stavo già per rovinarlo una volta inviandogli quel messaggio...e poco fa lui mi aveva tentata! A volte era come se mi leggesse nella mente.

Lo aspettai per altri venti minuti seduta lì, si erano già fatte le quattro e mezza e solo allora lo vidi uscire dalla palestra e venirmi in contro.

Mi alzai ed insieme cominciammo a camminare ed a parlare, finsi di non ricordare quello che era successo poco prima, non volevo nemmeno aprire l'argomento e a quanto pare lui non aveva fatto molto caso al mio comportamento.

Il tragitto fu lungo ma non ce ne accorgemmo, tra le varie prese in giro e le chiacchiere arrivammo infatti dopo venti minuti davanti ad un negozio di strumenti, gadget e quant'altro.

Ci entrammo e rimanemmo lì per mezzora, Castiel si perse infatti a guardare ogni chitarra, ogni plettro, ogni tipo di oggetto inerente alla musica che amava.

Sembrava come ipnotizzato, amava davvero la sua musica, e non l'avevo mai visto così.

Mi piaceva scoprire i diversi lati di Castiel, vedere le sue espressioni e poterle tenere tutte per me, avrei voluto che questo capitasse più spesso ma non dipendeva da una mia decisione.

Quando finalmente si decise a comprare un plettro rosso, praticamente uguale a quello che aveva prima, uscimmo dal negozio facendo probabilmente fare salti di gioia al cassiere che ci aveva visto gironzolare nelle varie stanze toccando quasi tutto quello che ci capitava sotto mano.

Lui perché gli piaceva, io per curiosità.

« Ti devi essere annoiata a guardare tutte quelle cose. » disse infilando le mani nelle tasche.

« Mh? Veramente no, è stato bello vedere la tua espressione...sembrava che quelle cose ti piacessero davvero tanto. È stato un po' come prendere un pezzo di te. » non capii mai perché dissi quelle parole, in realtà mi scapparono, fu come se dopo aver aperto il rubinetto non fossi più riuscita a chiuderlo.

« Ah...ma davvero? » mi guardò con un'espressione soddisfatta, io solo in quel momento mi resi conto di ciò che avevo appena detto e guardai altrove arrossendo.

« Nel senso che mi piace vedere le persone appassionate! T-tutto qui! » fu la mia giustificazione.

« Sì immagino. » ridacchiò per poi riprendere a camminare guardando avanti.

Sollevai lo sguardo verso di lui, vedere la sua figura forte e sicura mi faceva sentire protetta.

Lo seguii per tutto il tempo senza dire altro, lui non accennò nulla e non mi disse nemmeno dove stavamo andando. Poi però riconobbi il posto: casa mia.

Ci fermammo davanti al cancello e voltandosi verso di me guardò prima il piano dove abitavo io e poi mi rivolse lo sguardo.

« A domani. » mi salutò svelto per poi riprendere a camminare, io mi voltai verso di lui.

« Non sei stanco? È un pomeriggio che camminiamo, se vuoi puoi salire da me. »

Anche in quel momento parlai senza volerlo, nessun ragazzo era mai salito a casa mia, sempre che Ken si potesse considerare un ragazzo dato che è stato per molto tempo il mio unico migliore amico.

Il rosso mi guardò inarcando un sopracciglio, lanciò un'altra occhiata alla mia finestra titubante.

Ci stava pensando, quindi c'era il 50% di possibilità che accettasse.

Forse stava pensando ai pro ed ai contro, una parte di me sperava soltanto che dicesse di sì, volevo passare ancora un po' di tempo con lui.

« Va bene, il tempo di riposarmi. »

La sua risposta fu in qualche modo sbrigativa e mi fece sorridere felice.

« Seguimi. » dissi non riuscendo a nascondere quel sorriso, lui arrossì violentemente e si passò una mano sul volto.

Non feci caso alla sua reazione ed entrai nel palazzo, salimmo velocemente le scale ed arrivati al quarto piano mi fermai davanti alla porta, presi la chiave e l'aprii facendogli spazio.

Adesso avremmo dovuto parlare per forza.

 

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Ciao, allora cosa ne pensate?
È il primo capitolo perciò spero di avervi incuriositi abbastanza, cosa posso dirvi per adesso? Beh, ringrazio chi ha letto e vi chiedo (se è possibile) di farmi sapere cosa ne pensate.
A presto :)

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Capitolo 2
*** Non c'è due senza tre. ***


Non c'è due senza tre.

 

Feci entrare Castiel in casa mia, per qualche strano motivo quando varcò la soglia mi sentii come se un peso fosse stato tolto dal cuore, per me era come un desiderio che si realizzava.

Lo invitai a sedersi, lui si buttò praticamente sul divano ispezionando quel piccolo salotto che aveva di lato un angolo cottura.

Era un semplice bilocale, le uniche due porte che c'erano erano infatti quella del bagno e quella della mia camera.

Era un appartamento modesto adatto ad una ragazza che sta semplicemente studiando, ero andata via dalla casa dei miei genitori perché avevano avuto problemi e così mi diedero il loro secondo appartamento di proprietà mandandomi novecento euro al mese. Forse erano troppi per una ragazza senza vizi che abitava in una casa di proprietà, ed in effetti la maggior parte di quei soldi erano conservati e li usavo a volte per il cibo o per i mezzi pubblici: non ero tipa da pub, massimo bar dove prendevo qualcosa da bere o un dolce con Rosalya, Kim o Violet.

« Vuoi qualcosa da bere? » gli chiesi avvicinandomi al frigorifero, lui fece spallucce.

« Sì, fai tu. »

Presi un succo di frutta famoso per il fatto di essere energetico, le pubblicità quasi lo urlavano e sullo scatolo era scritto a caratteri cubitali.

Glielo versai in un bicchiere di vetro che gli porsi subito dopo sedendomi di fianco a lui.

« ...Stasera non fai niente? » fui io a cominciare un nuovo discorso, se stavo ad aspettarlo non avremmo parlato.

« Fare qualcosa? Del tipo? »

« Non lo so...esci o che so io... »

« Ah in questo senso...beh no rimango a casa con Démon. »

Ridacchiai, era adorabile quando considerava Démon come sua compagnia.

« Perché, in che altro senso pensavi? »

Mi rivolse uno sguardo malizioso, quando capii a cosa si riferiva voltai la testa dall'altra parte arrossendo bruscamente.

Me lo faceva a posta?

Nel silenzio lo sentii muoversi finché il suo respiro non mi si posò sulla spalla, voleva forse uccidermi?

Il mio cuore cominciò a battere sempre più veloce, solo lui aveva questo potere...eppure quel giorno, anche il sorriso di Alexy mi aveva fatto aumentare il battito.

Sentii qualcosa vibrare nella tasca e sussultai, avevo preso un bello spavento...almeno in questo modo avrei potuto giustificarmi se si fosse accorto del mio batticuore.

I lost my way oh baby, this stray heart...

Non lasciai terminare la strofa e risposi velocemente senza controllare chi fosse il mio interlocutore.

« Pronto? »

« Ehi Nancy, sono io, Alexy! » come sentii quel nome alleggerii la presa del cellulare quasi facendolo cadere.

Che coincidenza...stavo proprio pensando a lui prima che mi chiamasse.

« Ah...! Ciao Alexy, come va? »

Castiel mi guardò stranito, io ricambiai lo sguardo facendogli cenno che dopo gli avrei spiegato.

« Tutto bene, a te? »

« Bene bene...come mai mi hai chiamata? »

« Ti ho disturbata forse? Se vuoi chiudiamo non è un problema! »

Disturbata? Beh, era semplicemente la prima volta che un ragazzo, e non uno qualsiasi ma Castiel, entrasse in casa mia.

« Certo che no! Dimmi tutto! »

« No è che...mi annoiavo. »

Questa volta strinsi il telefono, cosa intendeva con “Si annoiava”!?

C'eravamo conosciuti quello stesso giorno, non eravamo praticamente nulla se non conoscenti e lui chiamava me?

« Nancy? Ci sei ancora? »

« Ah sì certo! Scusa... »

« Oh, beh alla fine hai trovato quel ragazzo? » mi domandò, sicuramente voleva solo intraprendere un discorso.

« S-sì! Già... »

Cominciammo a parlare del più e del meno, alla fine mi dimenticai praticamente di Castiel ridendo e lasciandomi sprofondare sul divano.

Il ragazzo accanto a me si alzò con il suo borsone sotto braccio ed andò svelto verso la porta d'ingresso, io balzai in piedi e lo raggiunsi.

« Castiel! Dove... »

« Dato che te ne stai altamente fregando di me ho pensato che sarebbe stato meglio andarmene. Sai com'è, non voglio arrivare tardi a casa. » rispose con una freddezza così alta e distaccata che quasi fu peggio di ricevere uno schiaffo.

Rimasi davanti alla porta senza dire niente, lui se ne andò sbattendomi la porta in faccia.

Odiava essere ignorato, o comunque dopo che gli avevo dedicato molte attenzioni non avrei dovuto comportarmi così...doveva avercela a morte con me.

« Nancy? Nancy ma c'era il tuo amico con te? »

La voce di Alexy suonò solo come un lieve bisbiglio, come il fruscio del vento in una giornata piena di sole.

Avevo rovinato tutto, la prima e probabilmente ultima volta che Castiel saliva a casa mia, mi ero immaginata di riuscire a convincerlo a farlo rimanere preparandogli qualcosa di veloce.

Avremmo parlato, sarei riuscita a strappargli le parole di bocca...magari la nostra amicizia si sarebbe consolidata. E pensavo che magari...

« Ehi Nancy! Ho rovinato qualcosa? Mi dispiace Nancy se è così io- »

« No. » lo interruppi, mi voltai dall'altra parte e mi sdraiai sul divano « Non ti preoccupare, se ne stava già andando quando tu hai chiamato. »

« Ti ho chiamato...venti minuti fa. »

Lo sapevo perfettamente.

« Alexy è colpa mia. »

« Sei in tempo per raggiungerlo! » esclamò.

Trasalii, non volevo raggiungerlo, non potevo con le lacrime che fra un po' mi avrebbero inondata.

Oltre a non essere brava con le parole piangevo anche ogni volta che m'innervosivo. Non ero mai riuscita a trattenermi, ma la cosa positiva era che non mi usciva un solo lamento: lacrime e basta.

« Non c'è bisogno, piuttosto stavamo dicendo? »

« Nancy! Te ne pentirai, te lo- »

« Davvero, non ne voglio parlare. »

La mia voce divenne aspra in pochi secondi, mi pentii subito di non essere riuscita a trattenere la rabbia.

« S-scusa Alexy io- »

« Sei innamorata di Castiel? » mi chiese all'improvviso, io sobbalzai.

« Di...Castiel? »

« Certo, e di chi se no? » si lasciò scappare una risata, io rimasi in silenzio per poco.

Alla fine mi decisi a rispondere.

***

Il giorno dopo a scuola come entrai nel cortile vidi davanti alla porta d'ingresso i tre uccelli del malaugurio: Ambra e le altre due delle quali dimenticavo sempre il nome.

Era più forte di me, in fondo non riuscivo mai a ricordare il nome delle persone che contavano poco nella mia vita.

Se Ambra, quella che mi stava per rovinare l'anno precedente, era importante nella mia vita? Sì, era una parte oscura ma ne faceva comunque parte.

Quelle due invece erano soltanto il suo sfondo, il suo pubblico in un certo senso.

Sospirai sistemandomi bene lo zaino sulle spalle, avrei fatto meglio ad entrare dalla porta sul retro non facendomi vedere da loro.

Camminai il più lontano possibile ma non mi nascosi, non dovevo farmi condizionare troppo la vita da tre oche giulive, alle quali attribuivo ogni giorno aggettivi nuovi che mi facevano ricredere su me stessa: mi sentivo esageratamente crudele a volte.

Pur camminando a più di quindici metri di distanza circa, mi sentii chiamare da Ambra con la sua voce odiosa e suprema.

All'inizio la ignorai, quando però vidi che mi stavano raggiungendo mi fermai e guardandole abbastanza seccata mi decisi a rispondere.

« Che vuoi? »

Mi misi a braccia conserte, volevo davvero che capisse quanto poco valessero per me le sue parole.

« Mi hanno detto che ti stai candidando come rappresentante nella tua classe, è vero? » m'interrogò fingendo di non esserne interessata, ma sapevo bene che per lei una mia risposta era di grande importanza.

« Cosa dovrebbe interessarti? »

« Rispondi sì o no. » disse sbrigativa troncando quasi la mia frase sul nascere.

« Come siamo nervose oggi... »

« Vedi di darti una mossa! Non ho tempo da perdere con te! »

« Figurati io, miss “i miei appuntamenti mi riempiono l'agenda glitterata”. » non riuscivo a trattenere le mie battute, e questo mi capitava da quando avevo cominciato a passare del tempo con Castiel.

Le persone avevano sempre avuto una grande influenza su di me, e credevo che Castiel fosse quello che mi avesse condizionata maggiormente.

Mi afferrò il colletto della giacca, la signorina era diventata anche violenta?

« Rispondi. » sbottò a denti stretti, io la spinsi leggermente per farla allontanare e mi sistemai la giacca.

« Non toccarmi mai più. E comunque mi sono candidata per aiutare tuo fratello e no, non voglio abusare della sua conoscenza per prendermi gioco di te. Adoro Nathaniel, è uno dei migliori amici che abbia mai avuto e onestamente di te non me ne frega niente, non so nemmeno com'è possibile che siate fratello e sorella! » dissi tutto d'un fiato tanto che subito dopo fui costretta a respirare per bene, anche se a metà discorso vidi Ambra guardare oltre a me.

Dopo qualche secondo che finii di parlare mi voltai dall'altra parte e vidi Nathaniel dietro di me.

« Nath! » lo chiamai, ma la mia contentezza si spense quando vidi che a pochi metri di distanza da lui Castiel mi guardava con la sua aria furiosa.

« Castiel... » mormorai il suo nome, il biondo si voltò verso di lui che per non incontrare il suo sguardo, e probabilmente nemmeno il mio, se ne andò per la sua strada.

Che guaio...già ne avevo combinata una ieri sera! Speravo solo che il solito vecchio detto “Non c'è due senza tre” in quel caso non si applicasse.

Nathaniel, dopo che il rossore dal suo viso fu più lieve di prima (che eraquello di un peperone), mi guardò solo qualche millesimo di secondo per poi fissare il terreno facendo vagare lo sguardo ovunque alla ricerca disperata di un po' di contegno.

Stava cercando di dire qualcosa quando l'imbarazzo aumentò, si portò una mano alla bocca e sollevando lo sguardo su di me lo trovai completamente rosso.

« Nathaniel...? »

« Mi chiedo come faccia a piacergli tanto... » sentii mormorare dietro di me, capii sentendo il ticchettio dei tacchi alti forse un metro allontanarsi, segno che Ambra e le altre due se ne stavano andando.

« D-d-d-davve...davvero mi...mi a...ado...ri? » domandò all'improvviso il biondo, io annuii.

« Certo! Come si fa a non adorarti? Guardati, sei così dolce... » gli abbozzai un sorriso, lui si voltò dall'altra parte dandomi le spalle « Non è educato sai? » scherzai imitando la voce di una bambina offesa, poi lo vidi mettersi dritto.

« Tu invece sei sleale, sai? » cercò di imitare il mio tono però più basso, io inclinai la testa perplessa...ero sleale in cosa?

Cominciò a camminare per allontanarsi, io provai a chiamarlo ma nello stesso istante in cui pronunciai la N sentii il mio nome detto da qualcun altro.

Guardai Alexy che come ieri mi sorrideva spontaneo.

Sentii di nuovo quell'atmosfera, il cuore accelerò il suo battito e fu come vederlo avvicinarsi lentamente quando in realtà stava correndo.

Quando mi raggiunse infatti si appoggiò a me facendomi quasi cadere.

« Sta attento! » lo ammonii sorridendo « Ciao comunque. »

« Buongiorno! » mi salutò « Tutto bene? » il suo sguardo sembrava voler lasciarmi intendere qualcosa che non colsi al volo.

Di certo non sono mai stata una persona che intuisce subito le situazioni.

« Sì sì...tu? »

« Bene! » si voltò dall'altra parte indicando un ragazzo che stava venendo verso di noi.

Aveva in mano una PSP e sembrava talmente impegnato che neanche un allarme nucleare l'avrebbe smosso da quella console.

« Armin? Armin ascoltami! » il ragazzo lo strattonò facendolo risvegliare da quella specie di stato di trance.

« Eh sì dimmi! »

« Ecco, lei è Nancy. » gli occhi azzurri di quel ragazzo si spostarono dal viso di Alexy al mio, subito dopo mi guardò facendomi un cenno con la testa ed accennando un mezzo sorriso.

Era davvero molto simile ad Alexy, solo i colori erano diversi. Aveva i capelli neri dello stesso taglio, l'abbigliamento solo un po' più trasandato, aveva però una bella sciarpa che gli si posava un lato sul petto ed un altro dietro la schiena. Gli occhi azzurri confusi e la carnagione chiara. I lineamenti erano quelli di Alexy ma per qualche motivo anche se credevo fossero molto simili, in realtà mi sarei perfettamente aspettata il carattere opposto.

« Io sono Armin. »

« Piacere. » gli porsi la mano, lui la guardò per qualche istante per poi prenderla.

Mi sembrava un po' estraneo da ciò che lo circondava in quel momento, probabilmente era perché aveva subito un veloce e traumatico passaggio da un mondo ad un altro, questo pensiero mi fece ridere.

« Ecco vedi!? Ti fai deridere pure da chi non ti conosce, non so cosa devo fare con te! » esclamò Alexy dandogli una spinta, lui la ricambiò velocemente.

« Che vuoi da me? Non ho fatto niente! »

« Ehi non stavo ridendo per lui, pensavo ad un'altra cosa. » sistemai subito il malinteso mettendo le mani avanti, il ragazzo dai capelli azzurri fece un sorriso imbarazzato.

« In ogni caso scusalo, non riesce a parlare normalmente se non con i tizi dei Gd qualcosa... »

« GDR? » pronunciammo nello stesso istante, ci guardammo velocemente mentre Alexy si demoralizzava.

« Non dirmi che tu sei un'appassionata di videogiochi! Già che li odio quei cosi... »

« In realtà fino all'anno scorso ci giocavo ogni pomeriggio, adesso che ho più amici di quanto sia abituata ad averne quasi mi sono dimenticata come si usa un joystick! » dissi sarcasticamente, quello che doveva chiamarsi Armin abbozzò un sorriso.

« Io non potrei mai dimenticarlo... » mormorò come triste, il fratello gli dette un altro spintone.

« Se farai la sua conoscenza ricomincerai a giocarci quindi pretendo che non vi parliate! Adesso Nancy ti sequestro! »

« Eh? Ma- »

Non mi lasciò parlare e mi afferrò per un braccio, il ragazzo dai capelli neri si avvicinò a noi riaccendendo la PSP.

« Non lasciarmi da solo, è la prima volta che ci vengo qui! » esclamò guardando il fratello che gli fece la linguaccia.

« Almeno ti guardi un po' attorno! »

« Ehi no aspettatemi! »

E così mi lasciai trascinare da Alexy finché non arrivammo in aula, scoprii che sia lui che il fratello che tanto gli assomigliava avrebbero frequentato la mia stessa classe, infatti il ragazzo dai capelli azzurri si sedette accanto a me lasciando dietro l'altro, ma durante la lezione non lo abbandonò nemmeno una volta.

Sembrava tenerci davvero a lui, questo mi fece tanta tenerezza.

Due fratelli gemelli che dovevano sicuramente essere diversi...chissà che benefici avrebbero portato nella mia vita.

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Capitolo 3
*** Love Game. ***


Love Game.

 

Alla fine quel pomeriggio rimasi tutto il tempo con loro, più che altro con Alexy che mi aveva portato a fare compere in vari negozi, Armin invece era stato obbligato dal fratello a venire con noi ma fu come assente dato che giocava tutto il tempo con la PSP.

M'incuriosivano quei due modi completamente diversi di comportarsi, uno esuberante ed allegro e l'altro chiuso e riservato. Ogni tanto però si degnava di fare qualche battuta o di commentare su alcune situazioni che assomigliavano paradossalmente ad una delle sue realtà virtuali.

Anch'io ero come lui un tempo, perché non avevo nessun amico a parte Ken. Di lui avevo bei ricordi, se quel giorno non mi avesse chiamata io...

Mentre formulavo quei pensieri Alexy mi strattonava ovunque tanto che ad un certo punto fui obbligata ad oppormi, quindi ci fermammo in un bar per prendere una granita.

Era ancora settembre ed il cielo senza nuvole con un sole non troppo caldo ma piacevole.

Mentre bevevo la mia granita al limone, ad un certo punto Alexy cominciò a fissare un punto, io intercettai il suo sguardo per poi vedere Nathaniel dentro un negozio di abiti da...donna?

« Quello non è il tizio della Sala Delegati? » chiese perplesso, io annuii.

« Sì è Nathaniel...ma non capisco cosa ci fa là dentro. »

« Mh...è tuo amico no? Andiamolo a salutare! » il ragazzo balzò in piedi dalla sedia prendendo anche il mio sacchetto che conteneva una maglietta che mi aveva comprato...sì, era stato così gentile da comprarmi una bellissima maglietta a righe stile marinaio! Era bella, in qualche modo.

« Aspetta! Armin, tuo fratello è scappato di nuovo! » avvisai il bruno che mi lanciò appena un'occhiata.

Si alzò e mi venne in contro, dovevamo attraversare la strada perciò gli afferrai il braccio conducendolo, non mi fidavo di lasciarlo in mezzo alla strada con gli occhi puntati sulla console.

Alexy se ne accorse e dette una lieve spinta al fratello.

« Ehi! Che c'è!? »

« Ti fai trascinare come un bambino! »

Armin mi guardò ed io sorrisi, a quel punto inarcò un sopracciglio.

« Beh...grazie in qualche modo. »

« Figurati. »

E così entrammo in quel negozio di abiti da donna con i bicchieri di granita in mano, una cassiera girava tra le vie formate dai vestiti alla ricerca di qualcuno.

« Benvenuti...avete per caso visto un ragazzo biondo? » ci domandò gentilmente.

« Sì, siamo entrati proprio perché l'abbiamo riconosciuto. » risposi

« E per dare un'occhiata ovviamente! » l'intervento del ragazzo dai capelli blu mi stordì un istante, mi ripresi quando sentii un urlo seguito da un acuto “Nathaniel!”.

Mi voltai verso una porta, lì c'erano le cabine così entrammo tutti quanti vedendo Nathaniel appena uscito da una di esse completamente rosso.

« Nath. » lo chiamai sorridendogli, lui mi guardò cominciando a balbettare cose strane.

« Che c'è? Di chi era quell'urlo? »

« M-M-M-Me- »

Melody uscì da quella cabina completamente rossa e con una leggera maglietta a pois che si stava ancora ben sistemando.

Rivolsi nuovamente lo sguardo a Nathaniel accennandogli un sorriso malizioso, quindi mi avvicinai dandogli delle piccole gomitate.

« Pervertito... » mormorai mentre la ragazza parlava con la commessa, e mentre il biondo cercava di giustificarsi in sottofondo si sentivano anche i commenti di Alexy.

Mi accorsi che tutte le lettere o le sillabe che aveva pronunciato Nathaniel dovevano formare “Non è come pensi”.

« Allora perché sei entrato lì? »

Ottenni il silenzio, dopo un sospiro ed infine sembrò voler dire qualcosa.

« Vi avevo visto venire qui...non volevo che mi vedessi con Melody...magari potevi fraintendere e- »

« Ma Nath! Pensavo te ne fossi accorto! »

« ...Mh? »

Risi e mi poggiai al muro per poi rimanere con il sorriso.

« Trovo che tu e Melody siate una bellissima coppia! »

Il viso di Nathaniel da rosso divenne pallido, inclinai la testa perplessa e lui si voltò dall'altra parte.

« Na- »

« Sei sleale davvero. » disse con un tono estremamente serio.

Ancora? Cosa voleva significare il fatto che fossi sleale?

Piombò il silenzio, mi sentii quasi soffocare in quella stanza dalla tensione che si era creata.

Il mio braccio venne afferrato da Alexy che lo strattonò per attirare la mia attenzione.

« Allora noi andiamo dato che avevamo fretta! »

Avevamo fretta?

« Ah...sì. » risposi, in qualche modo avevo capito che la cosa migliore sarebbe stata stare al suo gioco.

« Arrivederci! » il ragazzo prese il braccio del gemello e velocemente ci portò fuori cominciando a camminare il più lontano possibile, una volta che ebbe trovato un vicolo si guardò attorno e subito dopo mi ci buttò dentro.

« Ahi! Che ti prende? » domandai perplessa massaggiandomi la testa, dato che avevo sbattuto contro il muro a causa della goffaggine momentanea di Alexy.

« Possibile che sei così lenta a capire!? » quasi mi urlò, il suo tono sembrava quello di chi è arrabbiato perché vorrebbe risolvere qualcosa che non può sistemare.

« Lenta a capire? Cosa dovrei capire? »

« Credo di aver capito come va avanti il gioco...e tu sei davvero troppo, tanto sleale mia cara! »

« Sleale!? Gioco!? Adesso basta dimmi che succede dato che hai capito! »

Cominciai ad odiare tutti quei giri di parole, se dovevano dirmi qualcosa che parlassero chiaramente!

Ci avevo visto giusto, ero una stupida! Ma di certo continuando a parlarmi con metafore non sarei diventata un genio!

« Il gioco dell'amore! » esclamò passandosi una mano fra i capelli « Non posso di certo essere io a svelarti le regole ed i tuoi avversari, posso solo augurarti che li capirai un giorno... »

Sbuffai, adesso capivo cosa credeva...e si era sbagliato.

« Ah capisco...tu pensi che Nathaniel sia innamorato di me? » chiesi lasciandomi scappare una risata, lui inarcò un sopracciglio.

« Lo trovi così impossibile? »

« Certo! Noi siamo amici! »

Dal suo sguardo intuii che aveva ormai perso la pazienza, ma io non potevo farci nulla se lui non capiva come stavano realmente le cose!

Lo vidi avvicinarsi a me più del dovuto e seguii con lo sguardo i suoi occhi, guardai le mani che mi afferrarono le braccia mentre lui mi metteva al muro tenendomi stretta e puntava gli occhi fucsia dritti nei miei cerulei.

« Solo perché tu lo reputi un amico questo non significa che lui provi la stessa cosa. È così ovvio che è innamorato di te...o comunque un minimo gli piaci per forza! Non si comporterebbe così, altrimenti! »

Lui parlava ma io non capivo una sola parola di quello che stava dicendo, i suoi occhi, il suo respiro, i suoi capelli, il suo viso, lui...mi avevano mandata come in estasi.

Era dolcissimo, si preoccupava per me senza conoscermi ancora molto bene, però sembrava già aver capito la situazione...anche se non del tutto correttamente.

Si era preso la briga di regalarmi una bella maglietta, mi aveva portata con lui in giro per i negozi e questo era...meraviglioso.

« Nancy...? Il telefono! »

Decifrai solo dopo qualche secondo le sue parole e sentendo anche la suoneria del cellulare lo tirai fuori dalla tasca e vidi il nome “Castiel” sul display, quindi rivolsi un veloce sguardo ad Alexy che m'intimò di rispondere.

« Pronto? »

« Nancy, ti ricordi che mi avevi detto che se avessi avuto bisogno del tuo aiuto me lo avresti dato? »

Sì sto bene grazie, tu? Oh se non ci siamo incontrati oggi è perché tu hai frainteso quello che intendevo su Nathaniel, ma certo capisco...anche io sono innamorata di te.

« In matematica intendi, no? »

« Eh, quindi stasera vieni a darmi una mano? »

Sussultai.

« Stasera? »

« Stasera! Ha detto stasera! » sussurrò Alexy al fratello mentre gli teneva il collo con il braccio.

« Sì, ti va bene? »

« Ah ehm...sì, a casa mia o- »

« No mia, mi secca uscire. »

« Casa...tua? »

Le mie gote si stavano infiammando sempre di più, solo ieri lui era salito per la prima volta da me e adesso io dovevo andare a casa sua?

« Sì va a casa sua! »

« NO! » l'esclamazione di Armin mi fece saltare in aria « Diamine Alexy mi hai fatto perdere! La smetti di toccarmi!? Era questione di vita o di morte...e adesso...! »

Il bruno guardò in cagnesco il fratello che ricambiò con uno sguardo innocente per poi buttarsi su di lui.

« Ma tu sai che ti voglio bene! Scusa scusa scusa! »

Mi allontanai velocemente non riuscendo a trattenere un sorriso, quindi mi rivolsi a Castiel.

« Pron- »

Tu Tu Tu Tu Tu Tu Tu

Mi aveva...chiuso la chiamata?

Allontanai il telefono dall'orecchio e costatai che era proprio così.

« No...CASTIEL! » urlai guardando verso l'alto « PERCHÉ SEI COSÌ!? »

Andai verso i due fratelli e mi ripresi il sacchetto, guardai Alexy con un'espressione arrabbiata ma non per lui, bensì per la permalosità di quell'idiota.

« Io vado, ci vediamo domani. »

Probabilmente risultai dura ma pensavo che avesse capito fosse a causa di Castiel...

Continuai a camminare lungo il marciapiede avviandomi verso casa, dovevo darmi una mossa se volevo arrivare prima delle otto di sera dato che era un po' lontana.

Non avevo un biglietto per il bus o il treno, quindi dovevo accontentarmi dei miei piedi...in fondo era da una giornata che camminavo ed un'altra mezzora in più non doveva farmi troppo male.

Poi camminare era utile per riordinare i pensieri, sempre meglio che urlare sopra ai mezzi pubblici il mio odio per quell'idiota dai capelli rossi.

All'inizio pensai di inviargli un messaggio, farlo però avrebbe evidenziato la mia debolezza e dipendenza da lui.

Giocherellavo con le cordicine rosa confetto che tenevano il sacchetto, lo dondolavo avanti e indietro vogliosa di avere Castiel tra le mani e...stringerlo fino a farlo diventare una formica nelle mie mani per poi schiacciarla con il piede!
O forse, ce l'avevo più semplicemente con me.

Quando lo capii mi fermai nel marciapiede tra la folla che mi camminava attorno, avrei potuto evitare una situazione del genere, poi non dovevo nemmeno accettare l'invito di Alexy dato che dovevo partecipare ad una conferenza tra chi si voleva eleggere come rappresentante della propria classe. Semmai i miei compagni mi avessero eletta di sicuro gli altri rappresentanti mi avrebbero guardata sempre dall'alto verso il basso.

Era proprio vero che “Non c'è due senza tre”.

All'improvviso, mentre riflettevo su tutti i guai che avevo combinato in quella giornata, mi sentii avvolgere il busto e veloce indietreggiai voltandomi dall'altra parte.

Il dolce sorriso di Rosalya ed i suoi contenti occhi dorati mi dettero un senso di tranquillità, fu come se il mio cuore si fosse disteso.

« Rosa! » esclamai abbracciandola, lei ricambiò subito.

« Che ci facevi nel bel mezzo del marciapiede tutta sola? » mi chiese quasi con un tono materno, io mi allontanai massaggiandomi la nuca.

« Lunga storia...credo che Castiel ce l'abbia con me, mi ha chiuso il telefono in faccia. » quando risollevai lo sguardo vidi la ragazza essere raggiunta da Leigh e Lysandre, il suo fidanzato ed il fratello, nonché migliore amico di Castiel.

« L'hai fatto arrabbiare? » mi chiese appunto lui con un sorriso, io sospirai.

« Penso di sì...solo perché ha sentito la voce di Armin e Alexy! »

« Armin e Alexy...non sono i nuovi della tua classe? » m'interrogò Rosalya.

« Sì...sono uscita con loro ed ho dimenticato della conferenza. »

« Allora non è solo mio fratello quello dalla memoria corta. » ironizzò Leigh abbozzando un sorriso che ricambiai subito per poi curvarlo nuovamente all'ingiù.

Mi sentivo turbata in un certo senso, non volevo perdere Castiel...non in quei giorni che avevo trovato la forza di dichiararmi! Avevo solo bisogno della giusta atmosfera!

« Ma perché ti aveva chiamata? » chiese curiosa la mia amica, io guardai altrove.

« Voleva che andassi a casa sua stasera per aiutarlo con i compiti di matematica... » mormorai, lei fece un sorriso a trentadue denti.

« Sì! Magari si è ingelosito ed ha pensato che preferissi la loro compagnia alla sua... »

« Non è così! Castiel vale molto di più di- » mi bloccai quando immaginai il sorriso di Alexy.

Fu come un flash, era qualcosa di meraviglioso.

Arrossii sicuramente perché Rosa mi guardò perplessa.

« A che pensi così sognante? O forse dovrei dire chi... » fece un sorriso malizioso, io scossi la testa.

« N-Nessuno! Davvero! » misi le mani avanti ormai rossa per l'imbarazzo.

« Castiel sarebbe nessuno? »

La guardai molto male, sapeva che non volevo che parlasse di lui in presenza di Lysandre...

« In ogni caso non stavo pensando a lui. » ammisi con lo sguardo basso, lei evidenziò il sorriso.

« Aaah...e così Castiel ha un rivale? »

« Rosa! Smettila non è vero! » urlai in preda al disagio, rivolsi lo sguardo a Lysandre che non riusciva a trattenersi dal ridere, per fortuna però che era molto, davvero molto moderato.

Che brutta figura...di sicuro lui sapeva già quello che provavo per Castiel ma poteva stare sicuro che non l'avrei mai ammesso davanti a lui! Già era fin troppo che Rosalya ne aveva parlato in sua presenza!

« Dai vado, meglio non arrivare a casa tardi. » dissi massaggiandomi la nuca, Rosa mi schioccò un bacio sulla guancia.

« Va bene, allora ci vediamo domani! » esclamò subito dopo, io salutai con la mano gli altri due e ripresi per la mia strada dopo vari e allegri “Ciao!”.

Una volta sola assunsi l'espressione triste di prima, ma in più ero sorpresa.

Alexy era una brava persona, dolce, allegro, esuberante, aperto ed anche un po' strano.

Forse...mi stava cominciando a piacere?

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Capitolo 4
*** Castiel. ***


Castiel.

 

I giorni seguenti provai a parlare con Castiel ma ogni volta che mi vedeva girava dall'altra parte o ignorava i miei tentativi di attirare la sua attenzione, quando lo andavo a cercare e lo trovavo solo afferrava il suo zaino e se ne andava oppure si metteva le cuffie.

Aveva creato un muro che continuava ad alzare e fortificare sempre di più ogni giorno che passava, ed anche se sapevo di contribuire alla costruzione di questo muro continuando a parlare con Alexy fingevo di non esserne interessata o più semplicemente di non saperlo.

Ero ingenua, sì, ma c'erano alcune situazioni in cui riuscivo a capire cosa succedeva.

Il giorno delle elezioni del rappresentante di classe nella mia, ero in ritardo (come se non bastasse) ed infatti quando arrivai a scuola i corridoi erano vuoti.

Prima di entrare nella mia classe però vidi Castiel ed anche se avevo fretta quella era forse l'unica buona occasione per parlargli.

Feci per andargli in contro ma quando vidi Ambra venire verso di lui mi nascosi dietro al muro e poggiandomi ad esso rimasi ad ascoltare adocchiando ogni tanto la situazione.

« Ehi Castiel, buongiorno. » lo salutò lei con la solita aria da sbruffona.

« Ti avviso che non ho tempo da perdere perciò levati. » fece per spostarsi andando avanti ma lei gli poggiò le mani sul petto, il ragazzo quindi indietreggiò.

Stranamente Ambra non era accompagnata da quelle due, ero sicura che avesse progettato questo “casuale” incontro con lui.

« Cosa vuoi. » le chiese piuttosto seccato, lei cominciò a giocherellare con la cerniera della giacca di pelle nera.

« Sai cosa io penso di te, e credo sia arrivato il momento di dirtelo di persona. »

Questa non volevo assolutamente perdermela...

« Ti amo Castiel. »

Guardai velocemente la scena, il rosso sembrava non essersi mosso...non vedendogli il viso però non sapevo se fosse rimasto indifferente o sbigottito.

Rimasero in silenzio per qualche istante, ad un certo punto lui le prese il volto e lo avvicinò al suo.

Per un momento pensai che stesse per baciarla ma mi smentii subito...perché avrebbe dovuto farlo? Lui non...

Non ebbi il tempo di pensarci, che già le loro labbra si erano unite.

Mi irrigidii di botto, fu come ricevere una, o meglio più e continue pugnalate al cuore.

Sentii lo stomaco attorcigliarsi, era come se dovessi vomitare ma la sensazione era peggiore.

Mi voltai dall'altra parte e vidi dei piedi, alzai lentamente lo sguardo fino a raggiungere i bellissimi occhi bicolore di Lysandre.

« Ehi. » lo salutai in un sussurro, non capii se era perché non riuscivo ad alzare la voce oppure perché non volevo farmi sentire.

« Sai che non si origliano le conversazioni degli altri? » mi domandò accennando un sorriso probabilmente per mostrarmi di non essere serio.

« Sì, lo so. » fu la mia unica risposta.

Feci un passo, poi un altro e un altro ancora, fino ad oltrepassarlo ed accelerare sempre di più per poi correre via.

Non mi sentivo in vena di ascoltare la lezione, la mia mente non faceva che ricordare quella scena, non faceva che immaginarla da diverse angolazioni come se volesse torturarmi.

Non ero mai stata masochista, eppure in quel momento mi stavo ricredendo.

Seguii le mie gambe che automaticamente servivano il cervello, perciò mi ritrovai nel retro della scuola davanti alla panchina sotto alla grande quercia.

Ricordavo perfettamente quel posto...lì l'avevo visto per la prima volta ed avevo avuto il mio primo ed unico colpo di fulmine.

 

Era il primo giorno di scuola, sia io che Ken eravamo molto ansiosi ma stando uniti come al solito non avremmo sentito il peso di tutte quelle persone che ci squadravano dalla testa ai piedi.

Io continuavo a camminare imperterrita e volevo che anche lui lo facesse, in fondo i bulli sembravano essere attirati dal suo fisico mingherlino e debole.

Mentre camminavo con la testa bassa ascoltando musica con le cuffie sulle orecchie, mi accorsi di essermi persa Ken per strada, di sicuro l'avevo perso già da un po' solo che con tutto quel rock mi era difficile vedere ciò che mi circondava.

Sollevai la testa e mi ritrovai davanti ad un muro nel bel mezzo del cortile, levai le cuffie e mi accorsi che il silenzio regnava sovrano lì.

Ad un certo punto sentii dei veloci passi dietro di me e qualcuno mi chiamò.

« Nancy! Sono qui! » era la voce di Ken, quindi mi voltai verso di lui e successe tutto in quell'istante.

Passò accanto ad un ragazzo seduto comodamente su una panchina, aveva gli auricolari alle orecchie e stava fumando una sigaretta. I capelli rossi gli ricadevano sulle spalle coperte dalla giacca di pelle nera, gli solleticavano però il viso dato che c'era un fresco venticello degno di un settembre inoltrato, capace di muovere le foglie della grande quercia che faceva ombra su di lui.

Si fermò tutto, ogni rumore era semplicemente un bisbiglio ed i colori stavano perdendo la loro luminosità. Esisteva solo lui in quel momento.

E fu la prima volta che il mio cuore cominciò a battere velocemente a causa di qualcuno, non mi era mai capitata una cosa simile, un effetto del genere...

Pensai quasi che fosse un Dio o un'entità superiore, dato che la mia mente fin troppo fantasiosa andava oltre ai limiti.

« Nancy, mi vuoi rispondere? » Ken mi stava scrollando il braccio, io scossi la testa e lo guardai « Perché sei rossa...? »

Rossa? Ero arrossita?

Mi massaggiai le guance velocemente guardando altrove, negai tutto il tempo il mio rossore e prima di andarcene da lì lanciai un'ultima occhiata a quel ragazzo.

Anche lui mi stava guardando, ed aveva dei bellissimi occhi grigi.

 

Ripensando a quel momento le lacrime scesero ancora più velocemente, perché avevo avuto un colpo di fulmine proprio per lui? Non poteva essere qualcun altro come Ken? O magari Nathaniel? Con lui sarebbe stato tutto più facile...

Ma che andavo a pensare? Io e Nathaniel di sicuro non potremmo mai essere stati più che migliori amici, proprio come lo ero con Ken e come ero diventata con Rosalya.

Sorrisi pensando a quelle tre persone, all'inizio pensavo che tra di loro poteva esserci un posto per Castiel ma...quello che provavo per lui non si limitava all'amicizia.

Per questo motivo le lacrime non riuscivano a stare al loro posto, cosa avrei fatto? Come avrei potuto bloccarle?

Qualcosa dentro di me andava crescendo, forse rabbia, odio, gelosia...sì era un miscuglio di tutte queste cose.

Mi sentii egoista, nella mia testa infatti cominciai a pensare a cosa avesse fatto Ambra, la voce dentro di me continuava a dire che aveva violato qualcosa di mio, qualcosa che non doveva essere toccata perché di mia stretta ed unica proprietà...ma Castiel non era mai stato mio e di sicuro mai lo sarebbe stato.

Se c'era qualcosa di certo che sapevo su di lui era che per quanto si fosse affezionato a me non mi amava, e continuavo con questa consapevolezza a stare accanto a lui con la speranza che un giorno si sarebbe accorto di me in quel senso.

Però ero fortunata, almeno mi conosceva, mi voleva bene e questo doveva bastarmi.

Eppure...io volevo di più.

E poi ora che ci riflettevo se c'era qualcuno con il quale dovevo prendermela era Ken...Se quel giorno non mi avesse chiamata io...avrei avuto quel colpo di fulmine?

« Nancy. »

Sentii pronunciare velocemente il mio nome e mi voltai dall'altra parte per non farmi vedere in quelle condizioni.

Mi strofinai velocemente gli occhi mentre la mia mente riconobbe che quella era la voce di Alexy.

« Nancy cos'è successo? » venne verso di me e quando si sedette al mio fianco gli detti le spalle.

« Niente, sto bene. »

« Non è vero, altrimenti saresti entrata in classe invece che rimanere qui a piangere. »

Rimasi in silenzio per qualche istante, quando capii che stava per rivolgermi la parola lo superai.

« Tu perché sei qui? »

« Il professore ha detto di averti vista scappare via poco prima di entrare e voleva sapere cos'era successo così ho chiesto di poterti venire a cercare. » spiegò...davvero si stava interessando a me?

« Perderai la lezione, non ne vale la pena per me. »

« Stai scherzando vero? Noi siamo amici! Di sicuro non ci conosciamo da tempo ma...sento che con te potrei andare d'accordo, se hai bisogno di qualcosa io ci sono e ci sarò sempre! » esclamò posandomi una mano sulla testa, lentamente mi accarezzò i capelli come per tranquillizzarmi ed io mi allontanai.

« Non voglio la tua compassione. »

Non seppi perché dissi quelle parole, ma me ne pentii subito dopo e voltandomi verso di lui lo vidi con un'espressione triste e preoccupata.

Non si era offeso per quello che gli avevo detto?

« Non ti sto offrendo la mia compassione, non mi fai pena. Tra amici ci si aiuta, e voglio vederti sorridere come quando sorridi a Nathaniel e Rosalya. » curvò le labbra all'insù facendo un sorriso forzato che serviva a consolarmi, io abbassai lo sguardo.

« Io...sorrido sempre spontaneamente. » mormorai massaggiandomi la nuca.

« Vuoi dirmi almeno cos'è successo? »

Presi un bel respiro e dopo qualche altra lacrima riuscii a raccontargli tutto, non sapevo perché tutti quei pianti, era vero che amavo Castiel ma non pensavo fino al punto di piangere così tanto per una cosa stupida alla fine, Alexy sorrise.

« Non credevo ci tenessi talmente tanto... » mi accarezzò la gota dolcemente mentre io tiravo su col naso « Però non voglio più vederti piangere per lui, d'accordo? »

Annuii, cosa potevo rispondergli a parte un “Sì”?

« Adesso entra in classe e- »

« Non riuscirei a seguire la lezione...preferisco fare un'assenza. » risposi alzandomi e prendendo la cartella, Alexy mi imitò.

« Va bene...ci sentiamo per telefono allora? »

« Sì...a più tardi. »

Prima che mi allontanassi troppo mi schioccò un bacio sulla guancia che mi fece arrossire fino a diventare dello stesso colore di un pomodoro, lo guardai sbigottita vedendo il suo meraviglioso sorriso.

« C-c-ciao! » ripetei ancora scappando.

Adoravo quel ragazzo, era una persona dolcissima e si preoccupava così tanto per gli altri...e poi il suo sorriso era qualcosa di speciale che non si riusciva a dimenticare subito.

Lui era speciale, era l'amico che tutti desideravano.

***

Aprii gli occhi lentamente, mi ritrovai sul letto vestita come quella mattina.

I capelli color cenere sparsi sul letto non troppo scombinato, ricordai solo in quel momento cos'era successo.

Dopo essermene tornata a casa avevo continuato ad immaginare quella scena piangendo sempre di più, con il tempo mi addormentai.

Non avevo mangiato, infatti lo stomaco brontolava in una maniera incredibile.

Controllai l'orario, erano le sei di sera passate ed il telefonino vibrava sul comodino.

Quando lo presi smise di suonare perciò controllai chi mi aveva cercato:

Cinque chiamate perse e due messaggi.

Per prima cosa vidi di chi erano le chiamate, tre di Nathaniel, una di Rosalya ed una di Alexy. I messaggi invece erano uno della mia migliore amica e l'altro di...Castiel.

Lessi prima quello di Rosalya che mi lasciò far scappare un sorriso.

Ehi Nancy, stai bene? Alexy mi ha raccontato quello che è successo...anche Lysandre mi ha accennato qualcosa. Se vuoi sfogarti io ci sono, per questo sono tua amica. Baci Rosa”

Era così dolce, anche se non aveva detto nulla di particolare potevo immaginare quanto fosse preoccupata per me.

Dovevo però leggere ancora quello di Castiel...ci cliccai su e lo lessi velocemente.

Perché te ne sei andata oggi?”

Quindi lui...mi aveva vista? No, probabilmente gliel'aveva detto Lysandre e...

Sgranai gli occhi.

Se gliel'aveva detto lui allora gli aveva anche detto che ero scappata dopo che li avevo visti baciarsi! Cosa avrebbe pensato di me in futuro?

Mi feci assalire dal panico ma non ebbi nemmeno il tempo di provare a calmarmi che suonarono al campanello della porta.

Scesi veloce dal letto e guardai attraverso l'occhiello...Lupus in fabula.

Non potevo lasciarlo là fuori dopo che si era preso la briga di venirmi a trovare.

Il mio aspetto non era dei migliori, semmai avesse chiesto gli avrei detto che avevo avuto sensi di nausea ed un forte mal di pancia.

Mentre aprivo la porta lui suonò, quando me lo ritrovai davanti senza la porta a dividerci il coraggio che avevo preso sfiatò subito.

« C-Castiel. » pronunciai il suo nome in un sussurro, lui venne verso di me.

« Che c'è, non mi fai entrare? »

Gli feci subito spazio e quando attraversò la soglia chiusi la porta, sospirai e vedendolo prendere posto sul divano rimasi in piedi guardando altrove, non volevo guardarlo negli occhi.

« Siediti...ti ho anche fatto spazio! » esclamò indicandomi il posto di fianco a lui, abbassai lo sguardo e feci come aveva detto cercando di stargli il più lontana possibile.

« Come mai oggi te ne sei andata? » chiese rivolgendo lo sguardo alla porta d'ingresso, io rimasi immobile, eccezione fatta per il piede che giocherellava con i piedi del divano.

« Ah...ho avuto nausea. »

« Vedermi baciare Ambra è così brutto? » il suo sarcasmo sarebbe dovuto servire a mettermi a mio agio ma non mi sfiorò nemmeno.

« Sì. »

Perché avevo confermato? Avrei dovuto negare la mia presenza!

« Ah...forse potrei farlo ancora... » sgranai gli occhi « Ancora e ancora... » sentii la sua mano sfiorare la mia finché con sicurezza non la prese obbligandomi a girarmi, subito dopo per bloccarmi mi prese il mento « Fino ad andare oltre... »

Non capii se il brivido che mi percorse la schiena fu provocato dalle sue parole o dal respiro che mi soffiava in faccia.

« F-fai... » esordii stringendo le palpebre « Fai quello che vuoi. » il coraggio che avevo perso tornò a galla « A me non interessa. »

Strinse le prese del mento e della mano facendomi addirittura male, provai a spingerlo ma lui continuò a tenermi.

« Non te ne importa davvero niente di me!? »

« Sì che m'importa, ma se vuoi stare con qualcuno non posso vietartelo. Posso solo darti consigli in quanto...tua amica. »

Dire quelle parole mi pesò talmente tanto che non riuscii a trattenere le lacrime, stupido Castiel...stupido anche il mio amore per lui.

Alleggerì la presa e balzò in piedi.

« Quindi mi consideri solo un amico? »

Non potevo rispondere di sì, avrei mentito ad entrambi. Ma forse...era meglio se cominciavo a considerarlo solo in quel modo, non saremmo mai stati insieme, non sarebbe mai capitato, non si sarebbe mai innamorato e non l'avrei mai avuto tutto per me.

Castiel era solo un amico, e così doveva essere, era l'ora di smetterla di illudermi.

« Sì. »

Risposi dopo un po', lui trasalì.

« SÌ! » quasi urlai « È a te che non importa niente di me! Fai quello che vuoi ma smettila di continuare a giocare! »

Lui sussultò e si lasciò scappare un sorriso andando poi verso la porta.

La aprì, ma prima di chiuderla disse qualcosa.

« Io non smetterò mai di giocare, amica. »

E subito dopo se ne andò lasciandomi con la voglia di prenderlo e sbattergli la testa al muro ripetutamente fino a fargli sentire un dolore superiore a quello che provavo io.

Però...forse avrei sofferto di più vedendo triste anche lui.

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Capitolo 5
*** Rivelazioni e decisioni. ***


Rivelazioni e decisioni.

 

Era ormai cominciato ottobre, non avevo più parlato con Castiel, non ci avevo nemmeno provato.

Credevo che provando ad essere ancora sua amica mi sarei solo fatta del male, e poi vederlo con Ambra era snervante.

Se non avessi mai avuto un buon autocontrollo la scuola sarebbe stata oggetto dei notiziari dopo che una ragazza di diciassette anni aveva commesso un omicidio (anche se in realtà non sarei mai stata capace di una cosa del genere).

Eppure, Castiel a parte, continuava tutto ad andare per il verso giusto, anzi, da quando passavo meno tempo ad accompagnarlo ovunque potevo stare di più con Rosalya, Nathaniel e anche Alexy ed Armin. Poi ero riuscita a diventare rappresentante di classe e passavo a volte interi pomeriggi nella Sala Delegati con Nath, dato che da quando c'ero io Melody non si era fatta vedere se non tre o quattro volte.

Non la credevo una persona così lavativa.

Comunque, quel pomeriggio era uno di quelli scritti sopra, solo che data la vicinanza del compito di matematica di Nathaniel, eravamo seduti accanto a studiare seriamente.

« Si tratta di un concetto molto semplice, devi solo seguire i passaggi che ti ho appena detto. » dissi per l'ennesima volta, lui annuì e provò a svolgere l'esercizio che gli indicai.

Volevo aspettare che finisse, ma avevo una domanda da fargli e non seppi trattenermi.

« Ma...come mai Melody non viene più? »

Lui sussultò, stette immobile per qualche istante riprendendo poi a scrivere. Quando finì l'esercizio me lo mostrò e contenta lo avvisai che ce l'aveva fatta.

Lo guardai, sapeva che se non mi avrebbe risposto non mi sarei arresa.

« Beh...è una storia lunga. » mormorò guardando verso il basso, io gli sollevai il mento per farmi guardare dritto negli occhi.

Rimase a fissarmi per qualche istante, poi si passò una mano fra i capelli.

« Sono innamorato di una persona che non ricambia i miei sentimenti, che mi vede solo come un amico. » sbottò, parlava di Melody?

« Ma Melody- »

« No, non è lei. Ha deciso di starmi lontano perché anche lei ha il mio stesso problema, è innamorata di me ma io non ricambio...ho gli occhi su un'altra persona che a sua volta ama la persona più idiota di questa scuola. »

La persona più idiota per lui era Castiel...chi conosceva che era innamorata di lui?

Non potevo essere io, non sapeva quello che provavo per il rosso...

« Ah...posso sapere chi è? » domandai, avevo bisogno di saperlo, avevo un po' paura di essere io quella persona...anche Alexy l'aveva detto...

Il biondo mi guardò e prese un bel respiro, arrossì bruscamente e mi afferrò la mano.

« Sei tu. » quasi soffiò quelle parole, ed il mio timore si era avverato.

Era tutto sbagliato, lui non doveva essere innamorato di me! Io non ricambiavo, ma non volevo che lui soffrisse! Come avrei potuto dirglielo!?

Però...forse il problema era proprio che lui sapeva già di non essere ricambiato.

Allora perché si era dichiarato?

« Nath io- »

« Lo so, tu non mi ami. Ti ho appena detto di esserne a conoscenza...ma dovevo dirtelo, dovevo togliermi questo peso. Mi fa male sentirti dire ogni volta che sono semplicemente il tuo migliore amico, non mi vedrai mai in nessun altro modo immagino...ed io non posso farci niente. Ma volevo almeno che smettessi di dirlo, odio questa cosa. A volte...vorrei non essermi mai comportato come amico, chissà, magari ti saresti innamorata di me invece che di Castiel... » disse con un tono di voce demoralizzato, ma aveva frainteso.

« Non sarebbe mai successo. » affermai sicura « Magari un giorno potrò anche innamorarmi di te, ma non avrei mai potuto non provare niente per Castiel se tu avessi avuto un comportamento diverso...ho avuto un colpo di fulmine. »

Il biondo sbottò a ridere, la sua risata si trasformò poi in un lamento.

« Cos'ha di speciale quello? È un irresponsabile e non è nemmeno capace di accettare le cose come sono...come puoi esserne innamorata? » m'interrogò con le mani che gli coprivano l'intero viso, io sospirai.

« Non lo so...neanch'io posso vederlo, a volte lo odio ma nello stesso momento lo amo...lo amo davvero. » ammisi con lo sguardo basso.

« Mi hai mai odiato? » chiese Nathaniel all'improvviso, in quel momento trasalii.

« Perché dovrei? Anzi, ti apprezzo, fai sempre la cosa giusta e sei stato così coraggioso da dichiararti...ti ho già detto che ti adoro. » abbozzai un sorriso, lui completamente rosso mi guardò con uno sguardo serio.

« Credi che un giorno riuscirai mai ad amarmi? »

« Chissà...lo spero. »

Lo sentii deglutire, non ebbi il tempo di rivolgergli lo sguardo che mi prese il viso tra le mani e mi baciò.

Fu una sensazione strana, l'imbarazzo s'impossessò di me tanto che non riuscii nemmeno ad allontanarlo, o forse non volevo.

Era la prima volta che qualcuno mi baciava, e di sicuro non avrei chiesto nessun altro dato che ero impacciata e lui sapeva come aiutarmi.

Quel bacio però non mi aveva dato niente di speciale, non mi aveva lasciato nulla di nulla se non un insegnamento, un acceso rossore sulle gote ed una scossa nello stomaco.

Quando si allontanò abbassai lo sguardo, lui sospirò.

« Non hai provato niente...non è così? »

Non volevo deluderlo, ma non potevo nemmeno illuderlo.

« Forse perché- »

« Perché non sei innamorata di me, è normale. Ma davvero non ti piaccio neanche un po'? »

« Sei un ragazzo meraviglioso! Sei bello, intelligente, comprensivo, disponibile...! È solo che io non riesco a vederti in quel senso! Non è colpa mia! Scusa! Scusa! »

Mi abbracciò stringendomi forte a sé, io rimasi impassibile sentendomi in colpa ed incapace di risolvere la situazione.

« Non ti preoccupare, va tutto bene. Io proverò a farti innamorare di me e se non ci riuscirò...me ne farò una ragione. » mi allontanò strizzandomi l'occhio, io gli abbozzai un sorriso.

« Ehi! Che ci fai lì? » sentii a distanza la voce di Alexy, mi voltai verso la porta e la vidi socchiusa, qualcuno stava là davanti.

Mi alzai ed andai lì trovando un ragazzo che non avevo mai visto prima.

Era alto ed aveva i capelli castani, due meravigliosi occhi color verde smeraldo e dei pantaloni stile militare, indossava una maglietta leggera e sopra una giacca, al collo aveva un qualcosa di familiare...

« Nancy! » mi chiamò Alexy venendo verso di me, Nathaniel uscì dalla Sala Delegati guardando quello strano ragazzo.

« Come ti chiami? » gli chiese perplesso, lui abbozzò un sorriso beffardo.

« Non mi riconosci? » dopo averglielo detto si voltò verso di me, effettivamente ricordavo quel bel verde ed il ciondolo che aveva al collo...

« Ken...? » sussurrai mentre gli occhi si spalancavano sempre di più, lui annuì « KEN! » gli saltai al collo sorridendo, ero così felice!

Era di nuovo lì, davanti a me! Il mio caro Ken, il mio primo migliore amico!

« Oh Ken...mi sei mancato tantissimo! » esclamai con le lacrime che sgorgavano a fontane dagli occhi, lui mi allontanò e dolcemente me le asciugò.

« Ehi, ti ricordo che ci siamo sentiti tramite cellulare. »

« Solo messaggi! E poi una volta ogni tanto! Io avevo bisogno di te, di sapere che c'eri e che non mi avevi dimenticata! » urlai continuando a piangere dalla gioia, ero così felice che avrei potuto fare l'impossibile in quel momento.

« Non avrei mai potuto. » disse accarezzandomi la guancia, io lo abbracciai ancora stringendolo più forte che potevo.

« Nathaniel. » disse il suo nome con un'aria di superiorità, il biondo lo guardò « Gioco anch'io. »

Sussultai, cosa intendeva con quelle parole?

Nath si schiarì la voce.

« Non so se riuscirai a battermi. »

« No dici? » sorrise beffardo « Beh, prima dobbiamo essere pari. »

Mi allontanò da sé prendendomi subito dopo il mento con una mano, e tenendomi il busto con l'altra mi avvicinò fino a baciarmi.

Non ci capii molto, era tutto così complicato, loro parlavano in codice...

Ken era davvero ancora innamorato di me? Ed io che credevo che con la lontananza gli sarebbe passata...

Forse amare era questo, non dimenticare mai una persona anche se quella è lontana o ti ha fatto soffrire o non ricambiava il tuo amore.

Il cuore mi batteva forte, perché? Ero innamorata di lui?

No, capii subito dopo che in realtà era solo la sorpresa di quel momento.

Lo allontanai quasi immediatamente ma rimasi a guardarlo negli occhi, con Nathaniel invece non ero nemmeno stata capace di continuare a fissarlo.

« Non sei innamorata di me...lo so, ma almeno adesso io ed il tuo caro Nath siamo pari. » mi fece l'occhiolino schioccandomi un altro bacio sulla fronte, poi prese la sua strada nel corridoio e se ne andò.

Qualcuno mi posò una mano sulla schiena, mi voltai e vidi Alexy, Nathaniel si era probabilmente chiuso in Sala Delegati.

« Come sei fortunata! Tutti questi bei ragazzi stravedono per te! » commentò facendo un sorriso, io inarcai un sopracciglio.

« Non sono fortunata, lo sarei se loro mi ritenessero amica come faccio io...e se Castiel ricambiasse quello che provo. » risposi « E poi dici questo perché tu vorresti che delle ragazze fossero innamorate di te? »

« Ragazze? Beh...forse dovrei dirtelo. » la sua espressione divenne seria « Io...preferisco i ragazzi. »

Con la frase “Io preferisco i ragazzi” intendeva di avere i miei stessi gusti perciò lui era...

« COSA!? » gridai allontanandomi ed allargando le braccia « D-dici sul serio!? »

« Già! Bello no? Posso darti consigli, no? Un po' è come se avessi un'altra amica, dipende dalle occasioni ovviamente, no? »

Continuò a parlare, a dire altre con un tono un po' impaurito...credeva forse che non gli avrei più parlato?

Era una bella cosa, o comunque, una cosa del tutto normale, non avevo mai avuto un amico gay ed un po' l'avevo sempre voluto.

Però...proprio lui...forse il fatto che fosse così gentile e speciale, diverso dagli altri ragazzi doveva farmelo capire subito.

Anche Nathaniel e Ken erano gentili, erano un amore, ma lui aveva qualcosa di particolare. E finalmente avevo scoperto cosa.

« Nancy? Mi stai ascoltando? » il ragazzo mi scrollò il braccio, io annuii.

« Ehm sì! Certo, sai ho sempre desiderato avere un amico come te! » esclamai accarezzandomi la nuca, lui sorrise ed infilò le mani nelle tasche della giacca.

« Beh...che ne dici se andiamo un po' in giro a fare compere? » mi propose, io annuii.

« D'accordo. »

Ero un po' confusa per quello che era successo ma non importava, avrei continuato a comportarmi come al solito...anche se probabilmente non avrei più avuto il coraggio di guardare negli occhi Ken e Nathaniel.

***

Passai una giornata tranquilla, Alexy come al solito mi aveva trascinata ovunque ed il che anche se stancante mi aveva fatto dimenticare tutto.

Era davvero un buon amico, ero felice di averlo incontrato, felice che quella volta si era rivolto proprio a me. Sicuramente mi aveva distolto da un'azione importante che probabilmente avrei portato a termine...ma alla fine me ne sarei pentita.

Solo quella sera che mi aveva chiamato mentre Castiel era a casa mia aveva rovinato qualcosa di importante...forse se non mi avesse chiamata tutto quello che mi aveva fatto stare male in quei giorni non sarebbe successo.

...Ma cosa andavo a pensare? Mica era stato lui ad obbligare a Castiel di baciare Ambra!

Che idiota, cominciai a sbattermi la testa al muro dato che gli stavo già dando le spalle, ed in quel momento squillò il cellulare.

Lo guardai all'inizio vibrare fino a che la suoneria non si alzò.

L'afferrai e controllai il numero, c'era scritto “Nathaniel”. Era da un po' che non mi chiamava la sera, perché l'aveva fatto proprio quel giorno dato che probabilmente saremmo rimasti in silenzio ad ascoltare il respiro dell'altro?

Decisi di rispondere, avevo deciso di comportarmi come se nulla fosse successo perciò dovevo almeno provarci.

« Pron- »

« Cos'hai combinato a mio fratello? »

La voce di Ambra, acuta e sprezzante come se volesse farmi sciogliere tramite telefono.

« Io? Che ho fatto? »

« Oggi è rimasto con te dato che gli hai dato una mano, no? Non credo sia una coincidenza la sua espressione...che gli hai fatto? »

« Cosa gli ho fatto? Ma di che stai parlando!? Oggi abbiamo lavorato come al solito! » esclamai, ma cosa voleva da me? Di che espressione stava parlando?

La sentii sospirare, come se da quel momento in poi avrebbe fatto un discorso serio.

« Senti Nancy, io ho capito quello che mio fratello prova per te e lo posso comprendere. Non credevo che l'avrei mai detto ma...per la sua felicità, mettiti con lui. » disse.

Quelle parole mi spiazzavano, proprio lei che mi aveva sempre minacciata di stargli lontano all'improvviso veniva a dirmi che dovevo starci?

« Ambra, sono a conoscenza dei sentimenti di tuo fratello...ma io non li ricambio, non pensi che stando con lui mentirei ad entrambi? Farei del male a tutti e due, e poi...io sono già innamorata di un'altra persona. » risposi con calma, non dovevo assalirla con tutte le frasi che avevo ipotizzato in una situazione del genere.

« Questa persona non ti ricambia, vero? »

Sussultai, sì era così.

« Non posso saperlo se non glielo dico chiaramente. » mentii, ero sicura che Castiel non provasse nulla per me se non affetto amichevole.

« Hai intenzione di farlo? »

« Nathaniel, Ken e Rosalya si sono dichiarati quando toccava a loro, sono i miei esempi ed io...io voglio seguirli. »

Perché le rispondevo? Non lo facevo neanche di mia iniziativa, le parole mi scappavano di bocca come mi succedeva ultimamente.

« Perché? Ti sentiresti peggio perché rifiutata, no? »

« Avrei il cuore in pace. »

« Non è così, fidati di chi già ci è passato. »

Rimasi in silenzio, non avevo voglia di risponderle in quel momento.

« Voglio solo difendere la vita mia e di mio fratello, proverò ad accettarti. »

Solita principessa, era lei che doveva abbassarsi per raggiungermi, e doveva anche fare un grande sforzo! Non sarebbe cambiata mai...

Ed i miei sentimenti per Nathaniel...sarebbero cambiati?

Feci per rispondere ma lei fu più veloce.

« Nathaniel è il fidanzato che tutte vorrebbero, non ti farebbe soffrire mai, per nessuna ragione. E poi se stai con lui...saremo tutti più felici. » spiegò per poi prendere fiato, anche lei doveva averne poco.

Quelle parole in qualche modo mi toccarono, forse mi sarei pentita della mia risposta così affrettata, ma l'unica cosa che volevo dire in quel momento era “Sì”.

Nuovamente provai a parlare ma la voce di Nathaniel quasi mi spaventò.

« AMBRA! CHE STAI FACENDO!? » sentii un fruscio e poi la sua voce più addolcita « Nancy? Spero che non ti abbia importunata come al solito...sc- »

« Sì. » dissi interrompendolo, non importava cosa sarebbe successo in futuro, volevo solo provare a rendere tutti felici per una volta « Voglio stare con te. »

Nathaniel non rispose, sentii solo un breve “Sì!” di Ambra, dei passi ed in seguito una porta chiudersi.

« S-stai dicendo che...no, pensaci, qualsiasi cosa ti abbia detto Am- »

« Voglio innamorarmi di te, sarei felice di riuscirci! Con te sarebbe tutto perfetto! Castiel è quello “sbagliato”! Devo dimenticarmi di lui e pensare solo a te! Voglio sentire il mio cuore rompere la cassa toracica quando guardo tuoi occhi! Voglio sentire qualcosa allo stomaco quando mi stai vicino o mi baci! Voglio poterti dire sinceramente che ti amo! » urlai, il perché non lo compresi subito, sapevo solo che ne avevo abbastanza di soffrire per qualcuno che non provava nulla di particolare per me...e poi per una volta Ambra aveva ragione.

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Capitolo 6
*** Arrivi improvvisi. ***


Arrivi improvvisi.

 

Il giorno seguente non andai a scuola, non me la sentivo di affrontare gli occhi di Ambra e nemmeno quelli di Nathaniel, poi come avrei detto a Ken che avevo deciso di stare con qualcuno che non amavo? Di sicuro anche se un giorno mi sarei innamorata di lui, Ken sarebbe rimasto quello fregato in tutto questo.

Avevo risposto troppo in fretta, ma loro volevano che facessi una scelta...ed a quanto pareva l'avevo fatta.

Avrei voluto chiamare Rosalya ma proprio la mattina precedente faceva i salti di gioia dato che doveva passare un pomeriggio e probabilmente anche una serata da sola con Leigh, non potevo disturbarla.

Lei sapeva sempre cos'era giusto dire e fare, ma mi lasciava libera scelta, e spesso quando non l'ascoltavo me ne pentivo. Forse prima di dire sì a Nathaniel avrei dovuto chiederlo a lei, o comunque prima di dire sì ad Ambra...

Passai parte della mattinata a rotolarmi sul letto tra i vari pensieri, neanche durante la notte ero riuscita a dormire, infatti dovevo avere delle occhiaie da far paura.

Almeno avevo smesso di lasciarmi scappare qualche lacrima ogni volta che pensavo ad Ambra e Castiel...forse perché probabilmente prima d'allora non ci avevo più riflettuto.

« Uffaaaaaaaaaaaaaa! » urlai infilando la testa sotto al cuscino, cominciai ad agitare i piedi come una bambina, più che altro volevo solo evitare di rattristirmi maggiormente.

All'improvviso sentii il campanello suonare, portai su la testa come uno struzzo colto da un rumore improvviso, balzai in piedi e corsi a darmi una spazzolata; ero in pigiama ma sarebbe bastato non sporgermi troppo, magari erano quei rompiscatole che giravano per le case a pubblicizzare prodotti.

Scostai di poco la porta e vidi Alexy sorridermi.

« Nancy! Posso entrare? » mi chiese facendo un passo avanti, io annuii lasciandogli maggiore spazio.

« Sì vai. »

Entrò in casa e si guardò attorno, lasciò scivolare giù dal braccio la cartella per poi guardarmi perplesso.

« Come mai sei rimasta a casa? » domandò curioso, io mi avvicinai al divano facendogli segno di accomodarsi.

« Beh...troppi pensieri per la testa, ultimamente non riesco a separare la scuola dalla vita privata. » risposi posando i piedi sui cuscini, lui mi raggiunse lasciandosi sprofondare.

« Capisco...è successo qualcosa ieri dopo che ti ho accompagnata? »

« Beh...mi ha chiamato Nathaniel. »

« Davvero? » cominciò a giocherellare con le cuffie levandole dal collo e tenendole fra le mani.

« Già...però a rispondermi è stata Ambra. »

« Davvero!? » ripeté più sorpreso, tanto da guardarmi negli occhi stupito.

« Sì! Voleva che mi mettessi con suo fratello per renderlo felice, ha detto diverse cose ed alla fine ho deciso...adesso sto con Nath. » raccontai velocemente, sapevo che voleva i dettagli ma non ne ero in vena.

« E...Castiel? »

« Non mi dichiarerò a lui, non sono coraggiosa come Ken, Nathaniel e Rosalya. » ammisi abbassando lo sguardo, Alexy sorrise.

« Nancy, tu fa quel che vuoi, sono sicuro che in fondo sai cos'è la cosa più giusta da fare... »

« Non condividi il fatto che sto con Nathaniel, vero? »

La mia domanda lo spiazzò, arrossì e guardò altrove un po' titubante sulla risposta da darmi.

« Non è che non sono d'accordo...è che secondo me dovresti cercare di non farti condizionare dagli altri e fare quello che vuoi. Dovevi dichiararti a Castiel, è importante che prenda in considerazione la tua felicità...non quella degli altri. » sbottò infine, io mi grattai la nuca.

« Sin da quando avevo solo Ken come amico pensavo prima a lui e poi a me...e poi senti chi parla, tu pensi sempre ciò che è meglio per tuo fratello. » gli abbozzai un sorriso che fu subito ricambiato.

« Sai Nancy, effettivamente tu sei l'unica persona dopo tanto tempo alla quale penso subito dopo di lui. » disse guardando avanti a sé, lo guardai negli occhi finché non si decise a farlo anche lui.

« Che vuoi dire? »

« Che ti penso spesso. »

Arrossii bruscamente, lui mi pensava...spesso?

Allora mi voleva davvero bene? Eravamo davvero amici?

Sì, volevo una persona del genere al mio fianco.

Lo abbracciai svelta lasciandolo con le braccia in aria ed un'espressione sorpresa.

« Eh...? »

« Grazie Alexy, a dire la verità...anche a me capita di pensarti. »

Ricambiò il mio abbraccio arrossendo appena, e nonostante un mio lieve imbarazzo che subito dopo passò, il fatto di stare così vicina ad Alexy mi fece dimenticare tutto il resto.

Scuola? Ambra? Ken? Nathaniel? Rosalya? Castiel? No, nemmeno quest'ultimo mi sfiorò la mente in quel momento.

Aveva davvero questo potere su di me?

Probabilmente sì, mi stavo affezionando in modo molto particolare a lui.

All'improvviso trasalii.

Dopo un po' mi allontanai, avevo le guance rosse e tenevo lo sguardo basso.

Cosa andavo a pensare? Per un momento avevo pensato ad Alexy in modo diverso dal solito, questo non andava bene.

« Che c'è? » mi chiese lui venendomi vicino, io indietreggiai e per poco non caddi dal divano.

Mi afferrò per bloccarmi e non farmi cadere, quando mi lasciò il braccio si schiarì la voce.

« Comunque, dato che immaginavo che non eri venuta perché come al solito eri triste...ho pensato di portarti da qualche parte a fare un giro. » mi avvisò strizzandomi l'occhio, io inarcai un sopracciglio.

« Cosa? Ma...non è che mi vada molto oggi... »

« Scherzi? Forza, adesso vai in bagno e ti fai una bella doccia, ti passi la piastra e tutto quello che vuoi mentre io ti aspetto qui! »

Mi spinse fino alla porta del bagno ma lo fermai.

« Ehi ehi! Devo prendere i vestiti prima! »

« E va bene... »

Andai a prendermi tutto il necessario, quando Alexy voleva qualcosa potevo stare sicura che l'avrebbe ottenuta.

Una volta entrata in bagno rimasi lì per circa mezzora, non avevo visto l'orario né prima né dopo uscita dalla doccia, mi vestii velocemente per poi piazzarmi davanti allo specchio.

Indossai una maglietta a maniche lunghe ma leggera a righe rosse e bianche larghe, sotto dei jeans scuri e delle semplici converse.

Passai il correttore sotto agli occhi, di solito non mi truccavo mai se non quando dovevo andare da qualche parte dove dovevo mostrarmi elegante, ma avevo delle occhiaie da far paura. E già che c'ero misi il rimmel e la matita immancabilmente nera.

Solo alla fine mi ricordai che dovevo farmi anche la piastra, quindi rimasi un altro quarto d'ora nel bagno finché non uscii guardando per prima cosa l'orologio.

Erano le sei di sera!

Quanto ero stata in bagno? O forse dovevo chiedermi: quanto tempo ero stata a letto prima che Alexy arrivasse?

« Scusa se ti ho fatto aspettare ma... » mi bloccai davanti ad una tenera vista.

Alexy stava disteso sul divano con un braccio che pendeva verso il pavimento, un ginocchio piegato e rivolto verso l'alto ed un viso d'angelo mentre dormiva.

Ogni tanto rabbrividiva probabilmente per il freddo, andai a prendere una coperta e gliela rimboccai per bene non riuscendo a trattenere una risata.

Gli scostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi accarezzargli la guancia, lui mi prese la mano mugugnando qualcosa.

Arrossii e cercai di riprendermi ciò che era mio ma lui aveva una presa ferrea.

Il campanello suonò facendolo sussultare, aprì per un attimo gli occhi per poi richiuderli e girarsi dall'altra parte, mi aveva finalmente lasciato la mano.

Rimasi col sorriso sulle labbra ed andai ad aprire, Nathaniel mi salutò un po' imbarazzato.

« Ehi... » mi guardò dalla testa ai piedi per poi arrossire fino a raggiungere il colore di un pomodoro « Sei bellissima... » mormorò tenendo lo sguardo basso.

« Oh...grazie! » il suo commento mi fece appena arrossire, c'ero abituata, me lo diceva spesso anche se io non avevo mai capito quello che in realtà provava per me.

Tornò a guardarmi per poi andare oltre a me, si sporse posando la mano sulla porta che si aprì maggiormente facendolo inciampare.

Alla fine si poggiò su di me e si mise dritto, poi tornò a guardare la figura di Alexy ispezionando subito dopo l'intera stanza. Era come se volesse evitare di vederlo, in un certo senso era geloso e sapevo che la curiosità lo stava divorando.

« Lui è venuto per consolarmi...voleva portarmi fuori ma mentre ero in bagno e mi aspettava si è addormentato quindi...non devi preoccuparti, è solo mio amico. » spiegai un po' a disagio, lui abbozzò un sorriso forzato.

« E quando qualcuno è tuo amico...hai difficoltà a provare qualcosa di più, vero? »

Sospirai, effettivamente aveva ragione...ma io non potevo farci niente.

Come al solito era ancora con la cravatta, gliela afferrai e tirandolo a me gli detti un bacio.

Perché? Perché non provavo niente?

Prolungai quel momento ma nulla, a parte il qualsiasi piacere che proverei nei confronti di chiunque non riuscivo a sentire nulla di più profondo.

Affondai una mano fra i biondi capelli di Nathaniel, voleva già allontanarsi e non potevo permetterglielo. Dovevo tenerlo con me finché non avrei provato qualcosa di concreto.

Alla fine anche lui mi prese il busto per tenermi stretta a sé, doveva essere contento, nel suo stomaco le farfalle stavano impazzendo, lo sentivo anche dal battito del suo cuore, dal calore delle sue guance...

Lo stavo solo illudendo.

Lo lasciai ed automaticamente lui si allontanò.

« S-sono...insistente? » la sua voce risuonò come un lieve sussurro, doveva sentirsi in colpa...ma non ce n'era motivo.

« No Nath, io ti ho trascinato...eviterò di farlo in futuro. » gli feci un sorriso, lui mi dette un bacio sulla guancia, che arrossì come mai era successo grazie a lui.

« Perché? Mi è piaciuto. » anche se completamente rosso fu capace di dirmi quelle parole, era questa la carica che riuscivo a dargli?

Il suo sorriso era sincero, felice...ma il mio?

« Vuoi sprecare il fatto di esserti sistemata stando a casa? Ti porto a cena a casa mia stasera! »

A cena...a casa...SUA!?

« A cena a casa tua!? Stai scherzando! »

Sbottò a ridere, anche lui sapeva che quello che aveva detto mi avrebbe sconvolta.

« Dico sul serio! In realtà Ambra mi aveva detto che questa sarebbe stata la serata migliore per presentarti ai nostri genitori... » spiegò...allora faceva sul serio?

« Ma stiamo insieme soltanto da ieri sera! E sai che Ambra farebbe di tutto per farmi sfigurare davanti a loro! »

« Non più, lo sai. » mi fece un sorriso d'incoraggiamento, uno di quelli che mi davano la capacità di adorarlo.

« Beh...se me lo dici con questo sorriso e questi occhi... » curvai le labbra all'insù, lui mi abbracciò sollevandomi in aria.

« Sì! E...lui? »

« Lascialo qui, gli lascio un biglietto...aspetta. »

Presi velocemente un foglio e lo posai sul piccolo tavolo in mezzo alla stanza, con una penna gli scrissi velocemente qualche rigo.

Ti sei addormentato e non sono riuscita a svegliarti, Nathaniel mi sta portando dai suoi genitori...augurami buona fortuna!”

E disegnando un occhiolino seguii Nathaniel giù da casa mia e cominciammo a camminare.

Prendemmo il bus, farcela a piedi sarebbe stato piuttosto scomodo dato che tra casa mia e la sua c'era una distanza di mezzora.

Scendemmo in un posto abbastanza isolato vicino ad un cancello che permetteva di entrare in un residence, entrammo al suo interno e salimmo lungo le scale di uno dei palazzi.

Non ero mai stata a casa di Nathaniel dato che se ci fossi entrata i suoi genitori avrebbero pensato che fossimo più di semplici amici, e adesso che lo eravamo sul serio potevo tranquillamente andarci.

Saliti al terzo piano ci fermammo davanti ad una porta, deglutii mentre Nathaniel mi stringeva la mano.

« Dai, non stai andando al patibolo. » mi strizzò l'occhio per darmi conforto, mi fidai dei suoi occhi dorati ed aspettai che aprisse la porta con le chiavi.

La aprii ed entrammo fermandoci per pulirci le scarpe sul tappeto.

Mi guardai attorno, ci trovavamo all'interno di un grande salotto arredato in stile moderno ed illuminato da una lieve luce dorata.

« Mamma, papà! Sono a casa! » esclamò il biondo avvisando i suoi genitori « Con me c'è Nancy...come vi avevo detto! » aggiunse, subito dopo sentii dei passi raggiungere il salotto e vidi una bella donna guardarmi sorridente.

Aveva i capelli mossi e biondi, mi ricordavano tanto quelli di Ambra solo con meno boccoli, in più aveva dei meravigliosi occhi dorati proprio come quelli del figlio.

« Piacere, io sono la madre di Nathaniel, chiamami pure Lorelai. » mi porse la mano che presi subito lasciandomi scuotere la mia.

« Sono Nancy, è un piacere conoscerla. »

Sentivo il cuore battermi forte, era come se stessi svolgendo gli esami di maturità, o forse peggio.

Avevo un po' paura di sbagliare a dire o a fare qualcosa, e se mi fosse capitato avrei perso per sempre la mia occasione di piacerle.

« Dov'è papà? » chiese Nathaniel posando la giacca, la donna indicò un corridoio dal quale si entrava grazie ad un arco.

« Nel suo ufficio, per adesso lascialo stare. Piuttosto, perché non ti fai una bella doccia così mi lasci un po' la tua fidanzata? » gli domandò facendo un sorriso, lui arrossì.

« Ehm...sì. » farfugliò allontanandosi, ci guardammo un'ultima volta prima di perderci di vista, poi rivolsi lo sguardo a Lorelai.

« Prego, siediti. » mi indicò il divano, io annuii e mi sedetti di fronte a lei « E così...stai con Nathaniel. Da quanto? »

« Ieri sera. »

Rimase un po' spiazzata dalla mia risposta, poi fece un sorriso.

« Quindi è così sicuro della vostra relazione da volerti presentare sin da subito? Mi fa piacere. »

Che sorriso stupendo, era spontaneo e dolce come quello di Nath.

« Già...Nathaniel è un bravo ragazzo, in realtà siamo amici sin dall'anno scorso, ovvero da quando mi sono trasferita al liceo...è sempre stato caro e gentile. » la mia risposta sembrò piacerle, lasciai riposare il petto che teneva il fiato sospeso e la vidi aprire la bocca.

Fu però interrotta dal campanello della porta, quindi si alzò scusandosi un attimo.

Aprì la porta e fece un verso d'esclamazione.

« Ecco qui anche te! Piacere di conoscerti, sono la madre di Ambra e puoi chiamarmi Lorelai. » disse guardando la persona accanto ad Ambra, che mi guardò per poi fare un sorriso soddisfatto.

Rimasi seduta non sapendo se alzarmi o meno, alla fine decisi almeno di avvicinarmi alla donna.

Quando si spostò però, non avrei mai immaginato di vedere proprio quella persona al fianco della figlia.

Il cuore cominciò a battere come mai aveva fatto, credevo fosse tutto un misto di gelosia, rabbia, disperazione e dolore. Come avevo fatto a non capirlo? Ambra voleva a tutti i costi che mi fidanzassi con suo fratello per tenermi lontana da Castiel...ed io? Io mi ero comportata come una marionetta nelle sue mani, quello che ero alla fin fine.

« Non so se vi conoscete dato che siete nella stessa scuola, ma per sicurezza vi presento... » la donna si fece da parte ed indicò entrambi « Nancy, lui è Castiel, il fidanzato di Ambra. Castiel, lei è Nancy, la fidanzata di- »

« Ci conosciamo già. Siamo amici. » la interruppe Castiel, io ero rimasta sorpresa.

Aveva preso la storia con Ambra così seriamente? Cos'era, una Candid Camera o una recita di fine anno scolastico ed io non ne sapevo nulla?

No, era tutto troppo realistico...e faceva tutto troppo male.

 




 

 

Nota dell'autrice: Ecco un altro capitolo che credo di aver letto mille volte, e questo grazie al fatto che ho deciso di modificare la storia. Sì sì, io, la pigrizia fatta persona, ho messo da parte i capitoli che avevo già scritto (in caso dovessero servirmi) e sto sviluppando un nuovo procedimento...in fondo c'erano molte cose che ho scritto troppo a caso e che non sapevo spiegarmi neanch'io, e tengo molto a questa FanFiction!
Grazie tante a tutti quelli che leggono, recensiscono, inseriscono la storia tra le seguite, preferite e così via.
Caster_Gamer (non avete idea di quando mi sia pentita di aver cambiato NickName...mi manca Matt_Kun çç)

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Capitolo 7
*** A cena da Nathaniel. ***


A cena da Nathaniel.

 

Subito dopo aver fatto entrare Ambra e Castiel, la madre dei due biondi ci fece accomodare sul divano e cominciammo a parlare del più e del meno come se fossimo tutti tranquilli. Ma io fingevo, non riuscivo a vedere quei due seduti accanto più vicini del solito, dato che Castiel aveva sempre preteso da lei una distanza minima di due metri.

Diceva di odiarla, non la poteva vedere, era quasi, e sottolineava sempre quasi, peggio del fratello, però si erano fidanzati.

Lo sapevo, sapevo perfettamente che stavano insieme sin da quando li avevo visti baciarsi, ma non avevo retto a continuarli a vedere...perciò se avevano voglia di baciarsi davanti a me non potevo giurare che sarei rimasta ferma ed impassibile.

I discorsi si prolungarono fino all'ora di cena, infatti Lorelai ci fece accomodare nella sala da pranzo mentre Nathaniel entrava finendo di mettersi la cravatta.

Lo guardai con un sorriso, aveva le gote lievemente rosse e la madre ridacchiò.

« Sei proprio emozionato, eh? Hai anche messo male la cravatta! » esclamò, subito dopo mi lanciò uno sguardo malizioso « Perché non gliela sistemi? »

Trasalii, ero abituata a mettere la cravatta a Nathaniel perché spesso mentre collaboravamo nella Sala Delegati si snodava. Ma era comunque imbarazzante farlo davanti ad altre persone, con la consapevolezza di essere considerata la sua ragazza.

Mi alzai ed andai da lui avvolgendogli le braccia attorno al collo per sistemarla sotto al colletto, poi rifeci il nodo e la strinsi per bene.

Immaginavo già cosa stava pensando Castiel in quel momento.

Stringi più forte, strozzalo!” ma non l'avrei mai fatto, in nessuna occasione.

Nathaniel era in completo imbarazzo, il che mi fece ridere, l'avevo sempre adorato in quello stato perché diventava un dolce ragazzo impacciato.

Perché non ero innamorata di lui?

Tornai a sedermi e lui fu al mio fianco, di fronte avevo Castiel con accanto Ambra. A capotavola c'era Lorelai, dall'altra parte un piatto di carne fumante aspettava il padrone di casa.

Infatti pochi istanti dopo, dalla porta entrò un uomo in camicia e cravatta dai capelli color castano biondo, gli occhi di un meraviglioso verde ed un lieve accenno di barba tagliata qualche giorno prima. Era un bell'uomo, mostrava appena i quarant'anni, e se me l'avessero chiesto non avrei saputo dargli un'età precisa.

Mi guardò con un sorriso che rivolse anche a Castiel, subito dopo porse la mano ad entrambi.

« È un piacere conoscervi, chiamatemi Martìn. » si presentò per poi sedersi al suo posto, la moglie gli fece un grande sorriso.

« Una bella famiglia seduta attorno al tavolo! Buon appetito, spero che sia tutto di vostro gradimento! »

Ognuno rispose con un grazie diverso, chi imbarazzato, chi indifferente, chi con semplicità.

E così cominciammo a mangiare perdendoci nei normali discorsi che si toccano a tavola, come cibo, scuola, lavoro, eccetera eccetera.

Sul punto di vista scolastico il padre non sembrò tanto contento di Castiel, effettivamente da ciò che mi aveva raccontato Nathaniel i suoi genitori non avrebbero mai approvato una persona del genere nella loro famiglia...ma chissà, forse per la felicità di Ambra l'avrebbero fatto.

A me invece rivolgevano sorrisi fieri quasi tutto il tempo, tanto che l'imbarazzo mi faceva rimanere senza parole a volte. Anche Nathaniel mi guardava contento con la coda dell'occhio, a quanto pareva andavo bene ai suoi genitori.

Erano delle brave persone, simpatiche, gentili e comprensive, spesso però si lamentavano del figlio identificandolo come una peste. Io smentivo tutto, era una delle persone più dolci che conoscevo e non avevo mai visto questo lato “pestifero” dato che da quanto lui stesso mi aveva raccontato era così solo da bambino.

Toccando vari argomenti, la cena terminò velocemente anche se passammo poco meno di un'ora a tavola, subito dopo ci spostammo nel salotto dove Martìn accese il televisore che servì come sottofondo ai vari discorsi.

« Forse sarò un po' impicciona, ma com'è stata la prima volta che vi siete baciati? » domandò curiosa Lorelai, io sussultai.

Com'era stata la prima volta? Non avevo provato nulla di particolare, e nemmeno la seconda.

Di sicuro quella non poteva essere la mia risposta.

« Ehm...beh... » balbettai perplessa, lei sbottò a ridere.

« Scusatemi, stavo scherzando, queste emozioni non penso si possano descrivere. »

Emozioni...

« In realtà vorrei conoscere il momento, se posso. » guardò sia me che Castiel, fu lui il primo a rispondere.

« Ero arrivato in ritardo ed andavo in classe, lei è apparsa dal nulla dichiarandosi e ci siamo baciati. »

Proprio come avevo visto io, nel sentirglielo dire con tanta indifferenza però sembrò come se non gliene importasse niente...e magari era proprio così.

« Capisco...e voi? » la donna mi guardò, quindi tutta l'attenzione si posò su di me.

« B-Beh...eravamo in Sala Delegati e parlando parlando...lui si è...si è dichiarato. Così...beh mi ha baciata. » raccontai imbarazzata, in fondo non avevo mentito...questo mi tranquillizzava.

« Patetico. » farfugliò Castiel, i due adulti lo guardarono perplessi.

« Come? »

« No niente. » rispose, evidentemente loro non avevano sentito...ma io sì.

« Diciamo che fratello e sorella sono stati i più coraggiosi. » commentò ancora la donna sorridendo, io annuii.

« Ho sempre pensato di prendere esempio dagli amici, si sono dichiarati tutti ed ho pensato che avrei dovuto farlo anch'io. »

« Beh, ma non c'è più bisogno ormai, o sbaglio? » chiese il signor Martìn, io lo guardai.

« No, infatti. Siamo tutti felici adesso, non bisogna fare altro. » risposi abbozzando un sorriso.

Ma non era vero, non potevo più vedere Castiel ed Ambra accanto, volevo che lui fosse con me, volevo sostituirlo con Nathaniel...mi dispiaceva pensarlo ma io lo amavo e non potevo farci niente.

« Posso andare fuori a prendere un po' d'aria? Io sono così, ogni tanto ne ho bisogno. » dissi usando una scusa, avevo solo bisogno di una pausa da quel teatrino.

« Ma certo, vai pure. »

Mi alzai e Castiel mi seguì a ruota.

« Anch'io, vado a fumare una sigaretta. » avvisò, io andai dove mi stava indicando la donna ed uscii nel balcone.

Era una sera di pieno autunno perciò tirava un fresco venticello.

Posai i gomiti sul davanzale, Castiel mi imitò mentre fumava la sua sigaretta.

« E così stai con quel coso. » sbottò guardando la vista che ci si presentava sotto agli occhi.

« Non parlare così di tuo “cognato”. »

« Non me ne frega niente di lui, tanto meno di quella. » rispose al mio sarcasmo con una sincerità crudele.

« Allora perché stai con lei? »

« Volevo solo divertirmi all'inizio... »

Inarcai un sopracciglio, pensava di poter usare le persone come voleva?

« E adesso? »

Mi guardò con un'espressione divertita, come se fosse sul punto di dire qualcosa di veramente cattivo.

« Mi diverto ancora. »

« Non capisco cosa c'è di divertente nel vederla soffrire. »

« Sei tu quella che mi diverte. »

Sussultai...che intendeva dire?

« Cosa...? » riuscii appena a pronunciare quella parola, lui ridacchiò.

« Le tue reazioni, i tuoi modi di fare e tutto il resto... »

Chissà perché diceva quelle cose, io riuscii a leggere tutti i suoi pensieri, tutto quello che voleva dire ma che non poteva, o che secondo lui era sbagliato.

Non mi toccarono minimamente le sue frasi, anche se in normali circostanze avrei urlato un “Idiota!” che avrebbe sentito l'intero vicinato.

Aprii appena le labbra e voltandomi verso di lui mi lasciai scappare un lieve sorriso.

« Tu...vuoi solo allontanarmi. »

Gli cadde la sigaretta dalle mani che fece un volo di quattro piani. Forse per la tensione, o forse per l'eccessivo silenzio, sentii il tonfo che fece quando cadde.

Guardando Castiel riuscii a scorgere nel suo volto uno sguardo perso, investito da mille pensieri.

« Castiel. » lo chiamai posandogli una mano sul braccio, lui mi guardò ancora con l'espressione sorpresa.

Subito dopo vidi sulle sue labbra farsi largo un sorriso che non avrei mai pensato di vedere su di lui, diverso da tutti gli altri, ma gli donava. Era un misto tra dolcezza e bontà, chi l'avrebbe mai detto?

Fu come provare un nuovo sentimento, non ero mai stata in imbarazzo per quel suo sorriso, era la prima volta che accadeva.

Non ebbi nemmeno il tempo di ricambiare quel sorriso però, che il suo viso s'incupì.

« Non è divertente. » farfugliò poggiando la testa sulle braccia incrociate sopra al davanzale, io posai una mano sulla sua spalla.

« Cosa? »

« Vederti soffrire, non lo è mai stato. »

Rimasi in silenzio per un po', poi mi decisi a parlare.

« Perché vuoi allontanarmi? »

Non rispose, il silenzio era così pesante da sostenere che quasi volevo tornare dentro ma...era importante, quella chiacchierata doveva arrivare al punto.

« Castiel, perché? » posai le mani sulle sue spalle ma si spostò quasi subito.

« Se hai capito che voglio allontanarti allora perché mi cerchi ancora? »

« Io...ti cerco? » sbottai a ridere dopo qualche secondo di perplessità, lui mi guardò inarcando un sopracciglio.

« Castiel, io tento di evitarti e mi vieni a dire che ti cerco? »

Sembrò stupirsi, non si era mica offeso?

« Che? »

Presi un bel respiro e la mia espressione da divertita divenne triste.

« Davvero non ti capisco a volte... » ammisi abbassando il capo « Però ti voglio bene comunque. Siamo...amici. » pronunciai l'ultima parola con disprezzo « E tra...amici...ci si sostiene. » con un piccolo sforzo tornai a guardarlo e gli feci un sorriso mentre un nodo di tristezza mi saliva in gola.

« Nancy... » mi posò una mano sul viso e con il pollice scacciò via le lacrime che avevano cominciato a scivolare, mi strofinai gli occhi lasciandogli la mano, mi faceva stare bene.

Con lui mi sentivo in trappola ma allo stesso momento protetta. Ed era una sensazione meravigliosa.

« È da un po' che siete fuori, i miei volevano offrirvi dei dolci. » la voce di Nathaniel mi paralizzò. Voltai la testa verso di lui con la mano di Castiel ancora sulla guancia, e la sua reazione mi provocò un brivido lungo la schiena.

Un sorriso amaro ma comprensivo era rivolto a me, insieme agli occhi tremanti che dovevano pizzicargli davvero tanto.

Mi allontanai di scatto dal rosso che mi guardò ad occhi sgranati, non sapevo che dire.

« Scusate, non volevo disturbarvi. »

« Nathaniel! » esclamai andando verso di lui « Non stavamo facendo niente di male! Abbiamo parlato e...davvero non ci siamo avvicinati più di quel che hai visto! »

Il biondo spalancò lentamente gli occhi, poi sorrise e mi abbracciò stringendomi a sé.

« Ti amo. » sussurrò vicino al mio orecchio, io arrossii.

M'irrigidii di botto mentre il cuore mi batteva all'impazzata...cosa mi prendeva? Perché mi sentivo così bene ed agitata contemporaneamente?

Mi lasciò rimanendo completamente rosso, abbassai lo sguardo e lo seguii dentro mentre mormorava un “Scusa” dal tono contento.

Ci sedemmo nuovamente sul divano uno di fianco all'altra, Lorelai lanciò uno sguardo al balcone.

« Castiel non entra? » chiese attirando anche l'attenzione di Ambra.

« Penso che sta fumando un'altra sigaretta... » mormorai tenendo gli occhi puntati sulle ginocchia.

« Ambra, non vai a chiamarlo? » domandò il padre, la ragazza si alzò ed andò nel balcone. Dopo circa cinque minuti rientrarono e mangiammo tutti una torta preparata dalla madre dei due, era davvero buona! Non perché era al cioccolato, ma perché era tra le più saporite che avevo mangiato!

Rimanemmo a parlare ancora un po', Castiel sovrappensiero non commentava nemmeno quello che a lui poteva interessare, probabilmente perché non stava ascoltando. Somigliava tanto a Lysandre.

« Suoni qualche strumento? » mi chiese all'improvviso Martìn, io agitai la mano facendola oscillare a destra in baso ed a sinistra in alto.

« Più o meno...Castiel fino a qualche mese fa aveva accettato di insegnarmi a suonare la chitarra. » il rosso trasalì e mi guardò come per chiedermi perché avevo fatto il suo nome « Dicevo che mi stavi insegnando a suonare la chitarra... »

« Ah...già. »

« E perché ora non più? » ci interrogò Lorelai perplessa, io non sapevo rispondere dato che non c'era un motivo preciso.

« Abbiamo semplicemente avuto una discussione e per un po' ci siamo evitati a vicenda. » spiegò lui con indifferenza, gli rivolsi uno sguardo un po' sorpreso...non pensavo che l'avrebbe detto.

« Oh capisco... »

E così si riprese a parlare del più e del meno finché non si fecero le undici.

« Si è fatto tardi, mi sa che fareste meglio ad andare. » consigliò la donna guardandoci, io mi alzai concordando.

« Nathaniel l'accompagni tu a piedi o va con Castiel? »

Sussultai e guardai prima uno poi l'altro, la risposta doveva partire o da me o da Nathaniel.

« L'accompagno io. » disse infatti il biondo facendomi fare un sospiro di sollievo, Castiel mi guardò male.

« Sicuro? Si potrebbe evitare e- »

« Mamma, ho detto che ci penso io. » nella sua voce spiccava nervosismo, io ridacchiai.

« Allora arrivederci. »

Ci salutammo tutti anche se Ambra era un po' dura nei miei confronti, anzi si era comportata bene con me davanti ai suoi.

Scendemmo le scale con Castiel stando in silenzio per tutto il tempo, una volta fuori dal portone non si voltò nemmeno una volta verso di noi e proseguì per la sua strada.

« Castiel! » lo chiamai dopo un po', lui mi guardò seccato « Ci vediamo! » gli sorrisi gentilmente sventolando la mano, avrei potuto giurare di averlo visto arrossire, la cosa mi stranì parecchio.

« Sì, ci vediamo. » rispose lui ridacchiando, perciò mi lasciai scappare un sorriso rilassato.

Mi voltai da Nathaniel e lo vidi poco più avanti di me.

« Prego signorina. » disse sarcastico invitandomi a superarlo, io lo raggiunsi e ridacchiai.

« Davvero gentile signore. » mi guardò con un sorriso gentile che non potei fare a meno di ricambiare.

Cominciammo a camminare anche se distanti l'uno dall'altra. La luna era piena quella notte, il fatto di essere stata sola con Castiel mi aveva tenuta così occupata che guardando il cielo nemmeno ci avevo fatto troppo caso.

Durante il tragitto non ci parlammo nemmeno una volta, solo quando ci trovammo sotto al mio condominio lo guardai e lo salutai.

« 'Notte Nathaniel. » mormorai assonnata.

« 'Notte... »

Feci per andarmene ma mi chiamò un'ultima volta.

« Mh? »

Mi abbracciò stringendomi forte, ricambiai l'abbraccio posando la testa sulla sua spalla. Dopo esserci goduti ognuno le calde braccia dell'altro ci allontanammo e mi stampò un bacio sulla guancia.

« Dormi bene. » con queste parole e con la guancia umida entrai nel palazzo facendo un sorriso che sparì subito dopo.

Mi ero rassegnata a Castiel? Forse sì...e con Nathaniel? Mi sentivo bene con lui.

Salii le scale ed aprii velocemente la porta, quando la richiusi mi ci poggiai.

Osservai perplessa il divano, era vuoto e mi sembrava di non averlo visto così l'ultima volta...ma certo! C'era Alexy! Cercai il tavolo con lo sguardo e mi accorsi che non c'era più il foglio, doveva averlo letto ed essersene andato.

Andai svelta in bagno, mi lavai i denti e mi struccai, poi indossai il pigiama che avevo lasciato sul mobile e svelta entrai nella mia camera...trovai però il mio letto già occupato.

Alexy dormiva beatamente sotto il lenzuolo, a quanto pareva era così stanco da non aver avuto la voglia di andarsene. Mi avvicinai all'armadio e presi una coperta leggera: avrei dormito sul divano quella notte. Feci per uscire dalla stanza ma un mugugno attirò la mia attenzione, rivolsi lo sguardo ad Alexy che mi guardava assonnato seduto sul letto.

« Dormi qui. » disse strofinandosi gli occhi, io trasalii.

« C-cosa? Ma Alexy... »

« Non devi preoccuparti, ti ricordo che non sono etero. » abbozzò un sorriso che ricambiai subito dopo.

« Va bene... » mi morsi le labbra, mi sentivo completamente a disagio ma in un certo senso sicura. Era da tempo che non dormivo nel letto con qualcuno e l'ultima volta era stata con mio padre quando avevo dieci anni.

Andai sotto le coperte accucciandomi accanto al muro, non volevo avvicinarmi troppo...mi sentivo già in colpa di dormire nel letto con un ragazzo, perché anche se era gay a volte mi era capitato di pensare che mi piacesse.

Per quanto io mi ero potuta allontanare però Alexy si voltò verso di me e mi abbracciò.

Per un istante credetti che il cuore si fosse fermato, per poi cominciare a battere come se volesse distruggere la cassa toracica. Sentivo un gran caldo non dovuto alle coperte pesanti, ma al suo calore, al fatto che mi stringeva a sé.

« A-Alexy...! »

« Buonanotte. » farfugliò sbadigliando, io annuii.

« 'N-notte... » risposi, anche se ad addormentarmi ci stetti molto più tempo del previsto.

 

 



 

 

 

Nota dell'autrice: Eccolo qua, il capitolo che ho modificato mille volte e finalmente ho deciso che lo lascerò così!
Mi scuso per il ritardo, avevo detto che l'avrei pubblicato prima ma le mie “vacanze” sono iniziate in anticipo e non ho avuto il tempo di dedicarmi ad Efp. Lo pubblico così tardi per una mia amica, in realtà avrei preferito rimandare a domani ma va beh ^^

Colpo di scena anche per me, Nancy sembra essere leggermente attratta da Nathaniel, devo ammettere che non era nei miei piani ma...non è ancora detta l'ultima parola. Come capitolo è anche più lungo del solito, il fatto è che non volevo eliminare l'ultima scena perciò ho deciso di adattarla ma non di cancellarla!
Ho aggiornato prima perché da domani fino al 2 agosto sono in “vacanza” se così la posso definire, perciò dovrete aspettare un po'.
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate, ma ringrazio anche chi legge in silenzio...grazie a tutti e “A presto” a tutti!
Caster_Gamer (mi sto abituando forse ma Matt_Kun era più bello çç)

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Capitolo 8
*** Idee chiare. ***


Idee chiare.

 

Aprii gli occhi lentamente, il soffitto della mia camera era del solito colore, il mio respiro era lieve come ogni mattina, eppure...c'era qualcosa di diverso. C'era qualcosa accanto a me, o forse sarebbe stato meglio dire qualcuno, dato che una volta giratami a destra vidi due meravigliosi occhi dalle tonalità violacei guardarmi accompagnati da un sorriso gentile.

« Buongiorno. » mormorò con la voce ancora un po' rauca, a quel punto mi voltai dall'altra parte per non far notare il rossore.

Era una strana situazione, ritrovarsi sveglia con un ragazzo nello stesso letto mi faceva sentire come se avessi dimenticato qualcosa, come se la sera precedente in discoteca mi fossi scatenata con un ragazzo che conoscevo già. E perciò contemporaneamente mi sentivo maledettamente in colpa nei confronti di Nathaniel.

« Nancy...? »

Quando pronunciò il mio nome sussultai, perciò mi misi seduta e gli rivolsi uno sguardo imbarazzato.

« Ehm scusa! È che...sai, è un po' strano... » ammisi per poi abbassare lo sguardo, lui mi abbracciò.

« Sei così tenera! » disse tra le risate, quando si allontanò volevo soltanto diventare una formica.

« Ah ehm...grazie! P-piuttosto Alexy, non cambi i vestiti per andare a scuola? » cercai di cambiare argomento mentre lui aveva un sorrisetto sulle labbra che avrei potuto giudicare malizioso...ma no: stavo guardando Alexy, non un qualsiasi ragazzo dai capelli azzurri.

« Oggi è sabato, scema. » rise divertito tanto che mi sentii davvero stupida, avevo dimenticato che era sabato?

Strano, solitamente non mi sfuggiva mai!

Il ragazzo si accorse probabilmente del mio disagio e storse le labbra.

« Scusa...non volevo offenderti. »

« Offendermi? Scherzi! » gli schioccai l'indice sul naso per poi alzarmi, uscii da quella stanza e sentii come se ogni preoccupazione fosse svanita. I sensi di colpa erano scivolati via come l'acqua, e l'unico problema che dovevo pormi era se avevo abbastanza cose per preparare la colazione.

Per fortuna c'erano sia il latte che i cereali, una busta intera ed un mezzo sacchetto. Mentre sistemavo tutto sul tavolo dalla forma rotonda guardai fuori dalla finestra. Il tempo era cupo, il cielo grigio e gli alberi collocati in fila sui marciapiedi stavano perdendo tutte le loro foglie.

« Oggi piove. » commentai mentre Alexy si sedeva sulla sedia, mi accomodai di fronte a lui e cominciai a mangiare.

« Allora mi presterai l'ombrello! So che Armin era felice di stare da solo a casa...ma so anche che non saprà come cucinare e combinerà un pasticcio facendosi qualcosa che lo manderà in ospedale per un'indigestione. » spiegò velocemente come se si riferisse a qualcosa di già accaduto.

« Chissà perché sono sicura che non è nuova questa storia... » costatai ridacchiando, lui annuì seccato.

« Lo faccio perché gli voglio bene, altrimenti rimarrei con te tutto il giorno a farti compagnia. »

« Non ti preoccupare, e poi credo che oggi dovrei parlare con Ken...è tornato già da qualche giorno ma non abbiamo avuto l'occasione di passare del tempo soli come facevamo prima...E poi devo dirgli di me e Nathaniel. » sospirai, non avevo idea di come girare la situazione a mio piacimento e non ero sicura che ci sarei riuscita. Certo, conoscevo Ken ma avevo paura di ferirlo.

« A proposito...ieri com'è andata? » la voce di Alexy mi riportò alla realtà, così un po' scoraggiata, gli raccontai ogni cosa.

 

***

 

Tenevo il cellulare in mano da più di dieci minuti, erano le due del pomeriggio e se non sbagliavo la madre di Ken preparava il pranzo verso l'una, perciò era libero. Però non sapevo se era meglio inviargli un messaggio o chiamarlo, e quando mi decisi a comporre il suo numero sul display mi apparse il nome “Castiel”: segno che mi stava chiamando.

Per quale strano motivo aveva deciso di chiamarmi? Lo faceva raramente perché di solito preferiva mandarmi messaggi.

Risposi con un “Pronto?” forse seccato perché la sua risposta non fu gentile.

« Non è che ti sono venute? »

« Scusa...mi è venuto spontaneo. »

« Oh, mi odi così tanto? » sospirai, sapevo che in quel momento sulle labbra aveva un sorrisetto divertito.

« Non è questo, è che stavo pensando a delle cose. Comunque perché mi hai chiamata? »

« Oggi io e Lysandre proviamo, vuoi venire a vederci? »

Era una proposta che non mi faceva da chissà quanto tempo, non potevo rifiutare anche se avrei dovuto chiedere a Ken di passare un pomeriggio insieme.

In realtà era la mia occasione per evitare questa tortura, se avessi potuto avrei evitato di parlargliene...ma dovevo farlo. Di sicuro se l'avessi fatto il giorno dopo non sarebbe cambiato nulla, perciò potevo accettare.

« Non ho tutta la giornata sai? » mi risvegliò Castiel, feci una smorfia.

« Ma se è già pomeriggio... »

« Allora la tua risposta? »

« Va bene sto venendo! Sempre nel garage del palazzo? »

« Sì sempre lì. »

« Ok arrivo! »

Fortuna che mi ero già vestita, perché se arrivavo troppo tardi Castiel mi avrebbe rimproverato proprio come una brava mammina rompiscatole. E poi mi sorrideva divertito mentre io ero già nervosa. Lo adoravo.

Scesi velocemente da casa dopo aver indossato una giacca, e con il telefono in tasca ed un passo svelto arrivai nel palazzo dove viveva Lysandre.

Entrai nel garage ma non vidi nessuno anche se era tutto pronto.

« Naaancy! » sentii una voce femminile chiamarmi ma prima di potermi girare qualcuno mi saltò addosso abbracciandomi da dietro.

« Rosa! » esclamai vedendo i suoi meravigliosi capelli bianchi, mi voltai verso di lei quando finalmente mi lasciò e le feci un grande sorriso.

« Che ci fai qui? » mi chiese gentile, io abbassai lo sguardo.

« Finalmente io e Castiel abbiamo chiarito. »

« Perché, avevate litigato? »

« Non esattamente... »

« Ooooh... » fece per poi strizzarmi l'occhio « Mi racconterai tutto! »

« Certo! » mi scombinò i capelli in un gesto affettuoso, in quel momento vidi Lysandre entrare in garage.

« Nancy, mancava la tua presenza qui. » disse abbozzando un sorriso, io lo imitai.

« Mi fa piacere ritornare a vedervi. » commentai, lui mi passò oltre posizionando il microfono.

« Nancy. » era entrato anche Leigh e lo salutai con la mano « È da tempo che non vieni. »

« Beh ora sono qua! »

« E Rosa ti ha già dato il benvenuto! » disse guardando la diretta interessata che gli schioccò un bacio sulla guancia.

Subito dopo entrò Castiel con in mano la custodia della chitarra, l'aprì e nel modo di tirarla fuori mi accorsi di un giornale ripiegato ordinatamente.

« Cos'è quello? » gli chiesi curiosa, lui mi guardò per poi intercettare il mio sguardo. Chiuse subito la custodia con fare frettoloso e distratto.

« Niente, un giornale. »

« E perché lo conservi? »

« Mi rende felice leggerlo. »

Avrei voluto rispondergli “Un giornale!?” ma sapevo che si sarebbe arrabbiato, quindi preferii evitare.

Ero però curiosa di sapere quale articolo lo rendeva felice...dovevo scoprirlo.

« Comunque ciao eh. » mi apostrofò lui con una finta aria offesa, io lo salutai con la mano.

« Ah sì, ciao. » ridemmo entrambi per poi posizionarci ognuno al suo posto. Io più che altro mi sedetti sopra ad un mucchio di scatoloni.

Castiel cominciò a suonare, subito dopo Lysandre attaccò con le parole e come al solito il tutto riuscì perfettamente: erano due geni per quanto riguardava la musica.

In realtà avevo sempre creduto che Lysandre fosse un genio un po' sbadato, ma Castiel lo era solo quando suonava o contribuiva a scrivere il testo. Spesso e volentieri lo reputavo un idiota.

Sorrisi, era da tanto tempo che non gli urlavo quanto fosse stupido ricevendo quindi uno spintone.

Quando finirono di provare la seconda canzone, si sentiva ancora qualcosa suonare.

 

I won't let you smother it...I won't let you murder it...Our time is running out! And our time is running out!

 

Sì, era il mio telefono.

Andai fuori e lessi sul display “Ken”...era destino che gli parlassi quel giorno.

« Ehi Ken! »

« Nancy. Come va? »

« ...Bene, a te? »

« Bene. » una terza canzone sovrastò la sua risposta, quindi mi allontanai maggiormente urlandogli di aspettare.

« Ok, adesso ti sento. Dicevamo? » si lasciò scappare una risata, era sempre stata così dolce...

« Che sto bene. »

« Ah sì! Beh ehm...volevi dirmi qualcosa? »

« Mi chiedevo se ti andava di prenderci una cioccolata...solo io e te. »

« Ah...sì! Con piacere! » forzai un sorriso anche se sapevo che non poteva vedermi.

« Allora ci vediamo fra mezzora al bar sotto casa tua? »

« Sì...d'accordo! »

« A dopo! » chiusi la telefonata e presi un bel respiro, non ci voleva.

Ero pronta psicologicamente per parlargli solo un'ora fa, non in quel momento. Però avrei dovuto farlo, non potevo rimanere così, era la mia unica giusta occasione per troncare ogni sua aspettativa.

« BUH! »

« AAAAH! » urlai voltandomi dall'altra parte, e vidi un Castiel tenersi lo stomaco dalle troppe risate « Ti diverti eh!? » l'apostrofai mettendo le mani sui fianchi, lui si asciugò delle finte lacrime.

« Spaventarsi per un “buh” mi sembra esagerato! »

« Non mi sono spaventata per il “buh” è che era improvviso! » urlai facendolo ridacchiare ancora, ero sul punto di prenderlo a pugni ma il pensiero di Ken mi fece tornare triste « Io...scusa ma devo andare. »

« Mh? E dove vai? » chiese perplesso.

« Devo...vedere Ken. »

« Non gli hai ancora detto che stai con il coso? »

« Non chiamarlo coso! E comunque no... » guardai altrove riponendo in tasca il cellulare, Castiel sorrise.

« Buona fortuna allora. »

« Grazie, ne avrò bisogno. » mormorai « Ah, salutami gli altri! » e aggiungendo quest'ultima cosa feci per andarmene, lui mi afferrò il braccio obbligandomi a guardarlo ancora.

« Che c'è? »

« Beh...niente è solo che...volevo dirti che ho mollato Ambra. »

Sul mio viso apparve un enorme sorriso soddisfatto e felice, gli saltai al collo e lo strinsi forte.

« Finalmente! Che aspettavi ancora? La benedizione? » quando mi allontanai lui aveva un sorrisetto divertito e le sopracciglia inarcate.

« Con questo non ti sto mica dicendo che hai campo libero... »

« Eh!? N-non pensavo questo! Io sto ancora con Nathaniel, se non l'hai capito! » dissi altezzosa, lui ridacchiò.

« Non per molto... »

« Mh? » lo guardai incuriosita, ma mi stava già dando le spalle « E invece ti stupirò Castiel! » esclamai seria, poi anch'io mi avviai per la mia strada.

 

In circa venti minuti arrivai davanti al bar sotto casa mia, sbirciai l'interno dalle grandi finestre con sopra stampate due grandi tazze fumanti, tra i vari tavoli in fondo scorsi Ken che giocherellava con il suo ciondolo. Deglutii e prendendo coraggio andai da lui.

Durante il tragitto avevo deciso che sarei stata abbastanza pronta psicologicamente, niente mi avrebbe fermato! Gli avrei detto tutto e...come avrei potuto?

I suoi meravigliosi occhi verdi sembrarono illuminarsi quando si accorsero di me, balzò in piedi e mi sorrise come aveva sempre fatto.

« Nancy...p-prego siediti. » ritornò al suo posto ed io mi sedetti di fronte a lui.

« Ciao Ken. » lo salutai, lui mi guardò torvo.

« Kentin... »

« Non eravamo amici noi un tempo? Posso o no usare un diminutivo? »

« Beh sì però... » abbassò lo sguardo facendo un sospiro « Mi sento ancora l'idiota che ero prima... »

« Non sei mai stato idiota, sei sempre stato perfetto. » gli sorrisi dolcemente, subito dopo lo vidi arrossire e guardare in basso, così lo imitai.

« Ah ehm...dov'eri prima? » domando come per sviare l'argomento.

« A vedere Castiel e Lysandre, sono davvero bravi! »

« Soprattutto Castiel... » commentò stranendomi.

« A dire il vero lo sono entrambi... » risposi, questa volta sembrò stranirsi lui.

Una cameriera ci portò due tazze di cioccolata fumanti, doveva aver ordinato già lui prima.

« Comunque Nancy, volevo proporti una sorta di uscita. » disse prendendo un nuovo argomento.

« Intendi un appuntamento? » mi lasciai scappare un sorriso amaro mentre lui annuiva contento.

« Su internet girano tanti modi per guadagnare biglietti gratis per il cinema, pensavo che saremmo potuti andare a vedere un film! » propose posando sul tavolo due biglietti probabilmente stampati.

« Mi sembra un'ottima idea! » esclamai, e pensai che quello era il momento giusto per dirgli tutto « Ma...naturalmente ci andremo come amici. »

Mi guardò male.

« Sai perfettamente quello che provo per te, mi sembra sia ovvio che sto cercando di conquistarti. » spiegò infastidito.

« Sì lo so ma...ecco è da un po' che non so come dirti una cosa. » abbassai lo sguardo, non riuscivo a tenerlo puntato su di lui.

« Cosa... » mormorò quasi come se se l'aspettasse.

« Io...sto con Nathaniel. »

In un istante lo vidi spalancare gli occhi e balzare in piedi, ed io che credevo fosse preparato.

« NATHANIEL!? Stai...stai scherzando spero! » gridò allargando le braccia, gli occhi delle altre persone erano tutti puntati su di noi. Gli feci segno di calmarsi e sedersi.

Una volta seduto mi guardò davvero male.

« Beh...se non riuscivo ad amare lui figurati te...siamo amici da una vita e...mi dispiace dirtelo ma- »

« Nancy. » pronunciò il mio nome come se adesso dovesse fare un discorso serio, lo guardai ma lui non ricambiava « Odio Castiel, non lo sopporto. »

Storsi le labbra.

« Che c'entra Castiel ade- »

« Ascoltami. » m'interruppe severo « Ma avrei preferito mille volte lui a Nathaniel. »

« C-cosa!? »

Mi guardò mentre io ero rimasta con la mascella a terra.

« Nathaniel era tuo amico...e poi non sopporto di aver perso contro di lui. Castiel invece non era nel gioco. »

Gioco, perso, vinto...ero stanca di tutti quei termini ed avevo capito parecchie cose.

Strinsi i pugni e mi alzai seguita dal suo sguardo.

« Non fate altro che parlare di giocare, vincere, perdere e cavolate varie. Ma io non sono un trofeo...Kentin, sei davvero cambiato in peggio. » e trattenendo a stento le lacrime lo lasciai da solo con due tazze di cioccolata che non erano nemmeno state toccate se non per soffiarci dentro.

« Nancy aspetta! » una volta fuori dal bar corsi via per non farmi raggiungere, non volevo ancora parlare con lui.

Probabilmente stavo solo assumendo la parte della vittima per sminuire quello che poteva provare lui, ma non ci potevo fare nulla...mi ero resa conto che facevo parte di un gioco dove finora ero stata soltanto immobile a guardare gli altri giocare, non mi ero impegnata sul serio e, cosa peggiore, ero diventata il trofeo da vincere.

Ma non lo ero, anch'io ero un giocatore ed avevo finalmente capito cos'era realmente il premio ed era troppo presto per vincerlo.

Sarebbero cambiate un po' di cose, sapevo già come avrei dovuto comportarmi e non m'importava come avrebbero reagito gli altri.

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Capitolo 9
*** Progetti. ***


Progetti.

 

Quando tornai a casa accesi subito il portatile e cercai come poter trovare dei biglietti per andare al cinema gratuitamente, e non solo trovai tanti siti e tanti modi per averli, ma anche altri diversi biglietti per il bowling, per il luna park e buoni per alcuni ristoranti stranieri.

Nel mio primo vero appuntamento avrei cercato di capire se potevo innamorarmi di Nathaniel, se così non fosse gli avrei parlato ed avremmo subito chiuso la relazione.

Avevo già programmato una mattinata in biblioteca dov'eravamo iscritti entrambi, un pranzo veloce in un bar abbastanza carino, un pomeriggio al cinema, una cena al ristorante italiano e per concludere con un po' di divertimento una serata al bowling.

C'era soltanto un piccolo problema: non avevo una stampante.

Avrei potuto chiedere a lui ma volevo fargli una sorpresa dato che volevo pagare tutto io, perciò pensai ad Alexy, sicuramente lui mi avrebbe aiutato!

Lo chiamai e gli chiesi questo piccolo favore, naturalmente accettò anche se fu difficile convincerlo pur non dicendogli che cosa avevo in programma...avevo un po' paura che mi avesse chiesto di venire ed anche se mi sarebbe piaciuto quella doveva essere la mia giornata con Nathaniel.

Dopo un'ora mi richiamò avvisandomi di aver stampato tutto, invitai sia lui che Armin così con la scusa avremmo passato un po' di tempo insieme.

Subito dopo chiamai Nathaniel.

« Pronto? »

« Ehi Nath! Che fai di bello? »

« Ah Nancy! Non avevo visto che eri tu...ehm sono in Sala Delegati, tu? »

« Oggi!? Ma...è sabato! »

Nemmeno terminai la frase che sentii una voce femminile chiedere gentilmente “Questo dove lo metto?” e subito dopo capii che era Melody. In quel momento qualcosa cominciò ad agitarsi nel mio stomaco.

« Nel primo cassetto dell'archivio. » sussurrò poco prima di rispondermi « La direttrice aveva delle cose da farmi sistemare e così mi ha proposto di- »

« C'è Melody con te? » chiesi con un tono di voce che non avrei mai pensato di usare. Era freddo, quasi senza sentimenti.

« Cosa? Sì... »

Strinsi maggiormente il cellulare mentre le labbra tremavano.

« Non potevi chiedere a me? »

« Penso che sia stata la direttrice ad avvisarla! E poi non volevo disturbarti così- »

« Ah! Non importa! » dissi più serena, quasi felice « Piuttosto, ti ho chiamato per chiederti se domani sei libero. »

« Domani? C-certo! Perché? »

« Perfetto! Domani mattina alle dieci in biblioteca! Ho bisogno del tuo aiuto per un libro! »

« Oh...sì... » sembrò demoralizzarsi, probabilmente credeva fosse finita lì, e così doveva essere.

« A domani allora! »

« A domani! »

Chiusi la telefonata e subito dopo suonò il campanello, una volta aperta la porta vidi Alexy con un enorme sorriso stampato in viso ed Armin con gli occhi puntati sulla PSP.

« Nancy! » il primo mi abbracciò stritolandomi tra le sue braccia, io lo imitai.

« Ciao Nancy. » mi salutò l'altro per poi ritornare a giocare, ridacchiai nel vedere il fratello che lo guardava malissimo.

« Armin posalo subito! »

« Lascialo stare, si annoierebbe a sentirci parlare. » giustificai il bruno che mi guardò come per ringraziarmi, perciò gli strizzai l'occhio.

« E va bene...ma quando mangiamo lo posi! »

« Sì sì... »

E così ci sedemmo tutti sul divano, Alexy in mezzo a noi ma con l'attenzione rivolta principalmente a me.

« Devi dirmi qualcosa? Per avermi invitato... »

« Che c'è? Non posso più invitarti che devo già confessarti qualcosa? Volevo solo passare del tempo con te! »

« Parla o ti obbligherò io! » mi schioccò le dita sul naso e me lo massaggiai « Allora cosa succede? »

Lo guardai assumendo un'aria seria, ed a quel punto gli spiegai ogni cosa, di aver ormai odiato quel “gioco”, di non essere il trofeo ma una giocatrice e...il vero premio in palio secondo me.

Mentre parlavo il suo sorriso non faceva che allargarsi sempre di più sulle labbra.

« Ooh...sembri davvero intenzionata a vincere. » costatò per poi lasciarsi sprofondare sul divano, spingendo così un po' più in là il fratello.

« Voglio solo porre fine a tutto il prima possibile e...beh se capita di poter vincere perché no? »

« Per questo hai organizzato una giornata per te e Nathaniel? » sussultai, allora aveva capito? Era proprio impossibile nascondergli qualcosa...

« Ehm sì...scusa se non te l'ho detto è che- »

« Ehi, posso capire. Non rovinerò la tua giornata. » il suo sorriso divenne dolce, tanto che mi sentii in colpa e guardai in basso.

« Scusa...m-ma non pensavo che l'avresti rovinata...solo che... »

« Capito! » m'interruppe strizzando l'occhio « Ma...sappi solo una cosa. » sollevai nuovamente lo sguardo sui suoi occhi e fui sorpresa nel vederli accentuati dalle sopracciglia basse ed accompagnati da un sorrisetto compiaciuto « Sarò io a vincere. »

Rimasi a guardarlo con l'espressione più inespressiva che mai, non sapevo che dire: non avevo capito perché l'aveva detto.

Così mi limitai a sorridere, e lui mi imitò lasciandosi scappare anche una risata leggermente malinconica e soddisfatta.

« Beh, allora che si mangia? » cambiò discorso rapidamente, quasi non riuscii a connettere le parole fra di loro.

***

Avevamo ormai finito di mangiare da mezzora ed io e Alexy non facevamo che ridere e chiacchierare, all'improvviso, cogliendo di sorpresa più il fratello che me, Armin imprecò.

« A-A-Armin...! » urlò l'azzurro, io ridacchiai « Ti sembra il modo di parlare davanti ad una ragazza!? »

Il bruno storse le labbra.

« Una sola? »

Risi ancora di più, Alexy mi guardò male per poi sfilare dalle mani del fratello la console.

« ALEXY! RIDAMMELA! » gridò balzando in piedi, l'altro si allontanò e cominciarono a correre per tutta la casa imprecandosi contro.

Io ridevo, non sapevo come fermarli e l'unica cosa che riuscivo a fare era tenermi lo stomaco.

Dopo essermi goduta la scena per un po', ricordai che da qualche giorno avevo ritrovato qualcosa che volevo assolutamente far vedere ad Armin.

« Oh Armin! » lo chiamai, i due si fermarono guardandomi « Io prima ero una fanatica dei videogiochi, infatti ho portato con me la mia vecchia PlayStation1! Ti va di giocarci con me? »

Gli occhi di Armin s'illuminarono.

« Sì è un'ottima idea! » esclamò, l'altro allargò le braccia in cerca di una spiegazione.

Gli feci l'occhiolino e li portai nella mia camera cominciando ad armeggiare dietro al televisore per collegare tutti i fili.

Si sedettero sul letto, quando finalmente terminai iniziai a fare la guerra con Armin per scegliere che gioco fare, alla fine ne trovammo uno che andava bene ad entrambi perché ci ricordava i vecchi tempi: Crash CTR.

Lui era Crash, ed io Coco, e ci sfidavamo continuamente in diverse piste, ci alleavamo, facevamo battaglie fra di noi, in poche parole ci stavamo divertendo al contrario di Alexy che fissava il vuoto in silenzio.

Trascorremmo un'intera serata così, tanto che arrivati alle undici Alexy si alzò nervoso dopo ore di silenzio.

« Andiamo Armin, si è fatto tardi. » disse sbrigativo, il fratello gli fece cenno di aspettare, ma lui sembrava abbastanza arrabbiato, quindi spense il televisore facendoci esclamare un lungo “NOOO” in coro.

« Alexy potevi aspettare altri due minuti! »

« Ho aspettato due ore in silenzio! Non ho la minima intenzione di rimanere un solo secondo a guardarvi mentre vi divertite ignorandomi! » urlò offeso, io mi alzai mentre Armin andava nell'altra stanza nervoso per prendere la giacca.

« Scusa...mi sono lasciata trasportare dal gioco. » mormorai con la testa bassa, lui guardò altrove.

« I videogiochi mi hanno portato via mio fratello, non voglio che mi portino via anche te. » disse con le gote lievemente rosse, mi lasciai scappare un sorriso.

« Non ti preoccupare! La prossima volta- »

« Volevo parlare e divertirmi con te...e magari anche con Armin. Invece i miei progetti sono stati rovinati da un coso su una macchina. » mi passò accanto per andare a prendersi anche lui la giacca, li raggiunsi e li vidi pronti davanti alla porta.

« Ciao Nancy. » mi salutò Armin con la mano, l'azzurro mi schioccò un bacio sulla guancia che mi fece arrossire.

« Ciao... » farfugliai un po' felice di quel bacio, gli aprii la porta e li vidi andarsene.

Tornai in casa e sistemai la PlayStation1, poi andai in bagno per farmi una doccia prima di andare a dormire.

Il giorno seguente mi aspettava un lungo appuntamento, avrei fatto una bella sorpresa a Nathaniel e lui sarebbe stato bene.

Quello era un giorno decisivo: la nostra relazione sarebbe continuata comunque o si sarebbe troncata la sera stessa. Dovevo essere dura.

 

***

 

La mattina seguente quando mi svegliai balzai subito in piedi, mi vestii in fretta e furia dato che avevo preparato tutto il giorno prima, poi andai in bagno e misi soltanto un po' di matita sugli occhi, del mascara e del lucidalabbra tanto per riuscire ad essere carina per lui.

Una volta pronta afferrai il telefono e mettendo la borsa sotto braccio uscii di casa leggendo i messaggi che mi erano arrivati.

-Buongiorno Nancy! Che ne dici se oggi andiamo a fare compere? Solo io e te...come due buone amiche!-

Fu il primo messaggio che lessi, ma dovetti rifiutare l'invito di Rosalya rimandandolo al prima possibile, dato che era da troppo tempo che non passavamo realmente bene del tempo insieme.

Il secondo invece era di Nathaniel.

-'Giorno...dormito bene? Io mi sono appena alzato.-

L'avevo ricevuto un'ora fa, perciò doveva essere già per strada.

Infine c'era un terzo messaggio, ed era di Ken...o meglio Kentin, ricevuto solo dieci minuti fa.

-'Giorno Nancy, spero tu abbia dormito bene perché io no. Penso alle parole di ieri, e non faccio altro che ripetermi che ti hai sbagliato ma...mi sento in colpa, forse non dovevo trattarti così. Scusami. Ti amo, anche se so che non capirai mai veramente quello che voglio dirti.-

Adesso eravamo in due a sentirci in colpa, ogni parola era stata una martellata al cuore, probabilmente avevo esagerato, ma è così che ci si comporta quando si è furiosi ed io lo ero.

Speravo solo che con quel messaggio non avrei perso di vista l'obbiettivo del giorno, ovvero cercare di comprendere appieno i miei sentimenti. Avrei chiarito con Ken, sì era decisamente Ken: sapevo quanto fosse testardo, era rimasto lo stesso, solo che la parte dolce e debole si era nascosta mentre quella forte era uscita.

Rimasi a pensare a lui, a come saremmo potuti tornare amici non trovando nessuna parola capace di chiarire.

Immersa nei miei pensieri raggiunsi la biblioteca, prima di entrare preparai un sorriso abbastanza convincente e subito dopo varcai la soglia salutando la signora che stava dietro alla cassa. Mostrai la mia tessera anche se andavo lì quasi ogni settimana, era la tipica persona che sta attenta alle regole.

Mi guardai attorno ma Nathaniel non era lì, a volte andava nella zona più riservata così andai a controllare. Ma non era neanche lì, segno che doveva ancora arrivare.
All'improvviso sentii delle lievi risate dovute sicuramente al severo avvertimento di non fare confusione, mi voltai per capire a chi appartenevano ed avrei preferito non farlo.

Nathaniel e Melody si guardavano sorridenti, io rimasi a fissarli finché non si accorsero di me.

Ero convinta che stessero bene insieme da tanto tempo, e adesso li trovavo semplicemente disgustosi.

« Oh Nancy, ciao. » il biondo mi venne in contro schioccandomi un bacio sulla guancia, io rimasi impassibile « Ti va bene se Melody rimane con noi? Era da un po' che dovevo farle vedere un libro e mi sembrava l'occasione giusta...così ieri gliel'ho proposto. »

Spostai lo sguardo su Melody che teneva il capo basso, subito dopo tornai a fissare Nathaniel.

« Ah. » fu la mia unica risposta, i due posarono tutta l'attenzione su di me.

Il biondo mi prese le spalle e voltandomi dall'altra parte mi fece sedere su una poltroncina.

« Ehm...vieni Melody! Siediti qua. » si sedette accanto a Nathaniel che perciò si ritrovò in mezzo, mi sembrava tanto di contenderlo con lei...ma lui era già mio.

Scossi la testa, non dovevo lasciarmi rovinare la giornata da una semplice sua amica, se non gli piaceva prima perché doveva piacergli proprio adesso che stavamo insieme?
Presi un bel respiro per poi voltarmi verso i due che stavano già parlando di un libro.

Ero rimasta in silenzio tanto da dargli il tempo di superare la presentazione? Forse la cosa mi preoccupava più di quello che credevo.

« Comunque sembra abbastanza interessante, lo leggerò! » disse lei mentre cercavo di insinuarmi nel discorso.

« Menomale, a dire il vero ci speravo. » le fece un sorriso, uno di quei sorrisi che più guardi più gli vuoi bene, e dal rossore delle gote di Melody era ovvio che la cosa non faceva eccezione per lei.

Strinsi i braccioli ma prima che potessi dire qualcosa il ragazzo si voltò da me.

« Allora, di quale libro volevi parlarmi? »

Lo guardai perplessa.

« Cosa...? »

« Il libro...siamo venuti qui perché dovevi chiedermi un consiglio. »

« Ah sì! » avevo quasi dimenticato perché ero lì ed il programma della giornata « Ti dispiace seguirmi? »

« Oh ok. » si alzò ed invitò anche Melody, lo guardai davvero male.

Era la mia occasione per rimanere sola con lui e dirgli che avevo altri progetti, e lui cosa faceva? Chiedeva a quella cosa di seguirci!

Faceva il finto tonto o cosa!?

Cercai il libro tra gli scaffali e come se qualcuno volesse farmelo a posta tra i titoli c'era “Il terzo incomodo”. Purtroppo non sono mai stata una persona cattiva, altrimenti avrei detto a Melody che era il libro adatto a lei. In questi momenti mi pentivo di essere così buona.

Alla fine trovai il mio libro e gli parlai di tutte le perplessità che avevo, dopo dieci minuti grazie a lui decisi che l'avrei letto.

In realtà sapevo sin dall'inizio che qualsiasi fosse stato il suo commento l'avrei letto, si chiamava “Love Game” e per qualche motivo m'incuriosiva.

« Allora...vogliamo rimanere un po' a leggere? » chiese, io annuii ed anche l'altra sembrava d'accordo.

Così rimanemmo in biblioteca per un'altra ora senza scambiarci più di qualche parola, stanca di leggere controllai l'orario ed era già mezzogiorno. Sollevai lo sguardo su Nathaniel che leggeva il suo libro tranquillo, mi accorsi che anche Melody lo stava guardando.

« Nath, dovrei parlarti. » sbottai all'improvviso, ero stata dura anche se non volevo realmente esserlo.

Lui mi guardò e rispose con un “Dimmi” accennando un sorriso.

« Da soli. »

L'avevo detto, finalmente ero stata capace di fargli capire che volevo liberarmi di quella sgualdrina il prima possibile.

Da quando odiavo così tanto Melody? Non ne avevo idea, sapevo soltanto che se Nathaniel non capiva adesso allora il suo era un tentativo di fingersi stupido.

« Perché soli? Non penso sia un discorso che potrebbe sconvolgere Melody. » disse abbozzando un altro sorriso palesemente forzato.

Sospirai, allora faceva proprio il finto tonto.

« Ascolta Nathaniel questa doveva essere la nostra giornata. Avevo preparato tutto, volevo stare sola, con te. Ah, si trattava anche di una sorpresa ma la sua presenza non fa che innervosirmi. » uscii dalla borsa dei biglietti posandoglieli accanto, poi mi alzai « Se ci tieni tanto alla sua compagnia portatela dove vuoi. » e così dicendo andai svelta verso l'uscita.

Stavo esagerando, proprio come avevo fatto il giorno prima, ma ero nervosa...furiosa. Perché l'aveva invitata? Perché faceva finta di non capire?

Mi stava nascondendo qualcosa e mi dava estremamente fastidio.


 

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Salve! Vi avviso da subito che la prossima settimana non pubblicherò il prossimo capitolo perché sarò in vacanza, e questa volta senza le virgolette...ma lo sto già scrivendo perciò quando tornerò credo che lo pubblicherò subito. Dovrei farlo l'1 o il 2 settembre, non più tardi.
Spero di non avervi deluso con questo capitolo dato che personalmente non mi convince molto...a presto e buone vacanze per chi deve ancora farle!
Caster_Gamer

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Capitolo 10
*** Nuova occasione. ***


Nuova occasione.

 

Mentre camminavo lungo il marciapiede, qualche istante dopo essere uscita dalla biblioteca, qualcuno mi afferrò il braccio tirandomi verso di lui, e quel lui era Nathaniel.

Tenni lo sguardo basso, non riuscivo a tenere gli occhi puntati sui suoi, non volevo farlo.

« Nancy, guardami. » disse severo, non mi aveva mai rivolto quel tono...era quasi un ordine.

Scostai maggiormente la testa dall'altra parte mentre mi scuoteva.

« Guardami! » mi afferrò il viso e lo sollevò per fare in modo che lo guardassi, i suoi occhi dorati emanavano una strana sensazione.

« Temevo che volessi lasciarmi. » ammise assumendo subito dopo un'aria triste « Per questo ho invitato Melody...almeno non saremmo stati soli e non avresti avuto l'occasione. »

Lo fissavo sorpresa, davvero aveva paura che l'avrei lasciato?

Beh...la mia intenzione era quella di capire se eravamo fatti per stare insieme, se io avrei potuto amarlo più di quanto amavo Castiel. Se così non era allora...l'avrei lasciato.

« Io... » mormorai non sapendo cosa fare, di certo non avrei potuto dire quello che pensavo realmente.

« Mi dispiace di aver rovinato i tuoi piani... »

« No. Scusami tu...è solo che... » mi bloccai e trasalii.

Ero gelosa.

Gelosa di lui e Melody, preoccupata che gli sarebbe potuta piacere...

Perché?

Il biondo sorrise divertito, sembrava così diverso dal solito in quel momento.

« Eri gelosa? » chiese avvicinando le mie labbra alle sue, io guardai altrove riuscendo però a vedere con la coda dell'occhio quanto fosse soddisfatto « Allora ti piaccio... »

Mi baciò come non aveva mai fatto, più aggressivamente come se volesse dirmi “Io sono qui con te, voglio solo te e se ti allontanerai ti riporterò da me!”.

Sentivo che se avessi fatto una mossa sbagliata sarei stata punita, era la prima volta che mi sentivo sottomessa, ed era una sensazione piacevole quanto orribile.

Ero in trappola, ma non era piacevole come con Castiel.

Era la prima volta che Nathaniel reagiva così, onestamente mi metteva paura.

Quando mi lasciò aveva un sorrisetto compiaciuto stampato in viso, io mi morsi le labbra.

« Allora...vogliamo passare questa bella giornata insieme? » domandò accarezzandomi la guancia, perciò annuii.

Rimasi ad aspettare fuori mentre lui rientrava per spiegare a Melody la situazione o per usare qualche scusa, quando uscirono la ragazza mi salutò con la mano e se ne andò dall'altra parte. Evidentemente era infastidita e mi odiava, ma non m'importava. Non me ne facevo niente della sua amicizia, avevo Rosalya che era più importante di tutte le altre.

Insieme a Nathaniel andammo a pranzare in un bar-ristorante molto carino ed economico, subito dopo andammo al parco, nonostante le nuvole grigie, in attesa che si facessero le cinque per andare al cinema.

Ci sedemmo su una panchina sotto ad un albero, poggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi per un po'. Cominciò ad accarezzarmi i capelli dolcemente, ma nonostante ciò mi sembrava sempre di rivedere gli occhi divertiti e quasi strafottenti che gli avevo visto fuori dalla biblioteca.

Proprio quando sollevai lo sguardo per incontrare l'oro, sentii il suono di una chitarra poco più lontano da noi.

Sussultai e mi voltai subito da dove proveniva il suono.

Pensai che fosse Castiel, a volte anche lui veniva in quel parco a suonare la chitarra acustica, dato che sarebbe stato scomodo portarsi l'amplificatore per quella elettrica.

Ma la ragazza dai capelli neri che la stava suonando non era sicuramente paragonabile a lui.

Delusa, tornai a poggiare la testa sulla spalla del biondo e chiusi gli occhi, lui mi abbracciò posando la mano sullo stomaco.

« Pensavi fosse Castiel, vero? » m'interrogò con un lieve accenno di serietà nella voce, io annuii leggermente « Preferiresti essere qui con lui che con me, ammettilo. »

Abbassai maggiormente il capo, in realtà non sapevo nemmeno io quello che volevo.

Sicuramente avevo cominciato ad interessarmi a Nathaniel, ma Castiel rimaneva comunque più importante da quel punto di vista.

« Forse...non sono abbastanza forte come lui? » mi prese il mento sollevandolo e mi allontanò poco da lui.

« Non c'entra se- »

« Non ti stuzzico come lui? » si avvicinò al mio orecchio mordicchiando il lobo, un brivido mi percorse la schiena e voltai la testa dall'altra parte.

Continuò col baciarmi delicatamente, quasi sfiorandomi, la guancia per poi sorridere e baciarmi appassionatamente, ancora più di quella mattina.

Sentivo lo stomaco attorcigliarsi, il cuore salirmi dal petto alla gola e tutto il mio corpo sembrava andare a fuoco.

Anch'io stavo al gioco anche se mi sentivo come una di quelle coppiette che si mangiavano la faccia a vicenda.

Quando ci demmo un attimo di tregua il suono di un'altra chitarra attirò la mia attenzione, guardai dietro di me e questa volta non era nessuna ragazza dai capelli neri, ma proprio Castiel.

Sbagliò una nota e dette un colpo allo strumento.

« Dannazione! » urlò riprendendo nervoso, io mi sentivo così in colpa.

In colpa di che poi? Probabilmente non si era nemmeno accorto di me...di noi. Non mi avrebbe potuta riconoscere, non ero il tipo che si baciava davanti a tutti e lui lo sapeva.

Ero indecisa, andare da lui a salutarlo o lasciar perdere? Sembrava già nervoso, e vedermi in compagnia di Nathaniel l'avrebbe infastidito parecchio.

Se non sapessi di essere solo un'amica per lui lo crederei geloso.

« Se vuoi andare...fallo. » m'incitò il biondo anche se non del tutto sicuro.

Sollevai lo sguardo felice su di lui che mi accennò un sorriso.

Una piccola curva capace di esprimere qualsiasi cosa...e quella esprimeva amarezza, sembrava quasi un sorriso di resa.

Ricambiai e balzando in piedi andai a sedermi di fianco a Castiel. Lui fece finta di nulla.

« Ehi, mestruati oggi? »

Si decise a rivolgermi l'attenzione anche se avevo un po' paura di quel suo sguardo furioso.

« Non rompere! » quasi urlò, perciò guardai in basso mentre tornava a strimpellare la sua chitarra.

« Scusa...volevo solo salutarti. »

« Bel modo di farlo. »

« Almeno mi hai guardata...se ti avessi detto ciao mi avresti ignorata. »

« Beh...non lo nego. » lo guardai con la coda dell'occhio vedendo che anche lui lo stava facendo, solo che ridacchiava.

« Posso chiederti perché così nervoso? »

« Non sono affari tuoi. »

« Non sono mai affari miei. » gli sorrisi ed anche lui mi rivolse l'intero sguardo.

« Visto? Hai capito tutto. » sbuffai per poi scompigliargli i capelli, cosa che mi procurò uno sguardo fulminante.

« Sarà la presenza del beota che ti fa stare così? »

« Ehi, non toccare il mio Nath! » esclamai trattenendomi a stento dal ridere, lui invece scoppiò in una sonora risata.

« Il tuo Nath!? » guardò il biondo che fissava il cielo come deluso da qualcosa.

« Scherzavo...comunque hai capito, non voglio più che lo assilli con le tue cretinate. »

« Le mie cretinate? »

« Lascialo perdere, tutto qui. » gli feci un altro sorriso che questa volta non fu ricambiato.

« Non dovresti essere qui, il tuo Nath si sentirà solo. »

Voltai la testa verso il diretto interessato ed in effetti mi sembrava davvero infastidito, per non dire triste.

« Ero...solo venuta per salutarti. » borbottai per poi alzarmi.

« Allora ciao. »

« Ciao... » rimasi a fissarlo per qualche istante, poi tornai a sedermi accanto a Nathaniel.

Come lo affiancai sentii una goccia d'acqua cadermi sulla testa, stava piovigginando.

« Ehm...che ore sono? »

« Ancora troppo presto per andare al cinema. » rispose secco, offeso.

« Nath... »

« Ma se preferisci puoi andarci con quello. »

Sussultai.

« Nathaniel che dici! È con te che voglio passare la mia giornata, non con lui! »

« E perché? In fondo in sua presenza ti divertiresti di più no? Hai ammesso proprio poco fa che lo preferisci a me. Qualsiasi cosa io faccia lo preferirai comunque a me. »

In effetti, non potevo dargli torto.

Per l'ennesima volta capii che tutto quello che avevo fatto era sbagliato.

Stare con Nathaniel non aveva reso felice nessuno, aveva solo provocato qualche illusione e purtroppo anche delle delusioni.

Ero proprio io allora a non andare.

Stava continuando a parlare, quasi urlava tanto che anche Castiel si era messo ad ascoltarlo, ed io...io ero scoppiata in lacrime.

 

***

 

Dopo che ho pianto per quindici minuti di fila l'ho guardato e l'ho abbracciato, subito dopo ci siamo scambiati uno sguardo d'intesa e dopo esserci detti chiaramente che dovevamo finirla...scappai dai troppi sensi di colpa.

Stava piovendo, per ripararmi mi accucciai accanto all'entrata di un negozio ma era poco riparato e mi bagnai completamente.

Quando arrivai a casa ero completamente fradicia, ma non mi lavai, mi gettai semplicemente sul divano posando la testa sul cuscino.

Avevo rovinato tutto, il giorno prima credevo di aver capito tutto mentre avevo soltanto compreso la situazione ma non cosa dovevo fare.

Forse sin da quel momento avrei dovuto lasciare Nathaniel e muovermi in maniera diversa...sapevo che se mi fossi innamorata di lui avrei avuto soltanto qualcun altro per la testa e probabilmente non avrei mai dimenticato Castiel.

Avevo solo voglia che tutto finisse, di svegliarmi e capire di essermi addormentata alla chiamata di Ambra...o ancora meglio, a quel pomeriggio quando Alexy mi aveva fermata.

Alexy...

Se non fosse stato per lui, dove sarei stata in quel momento? Con chi?

Mi era capitato più volte di pensarci, ma alla fine avevo sempre pensato che dovevo solo prendermi le mie responsabilità e non dare la colpa agli altri.

Ma riflettendoci, se dovevo prendermi le mie responsabilità, sarei dovuta andare da Castiel e dichiararmi ma...non ne avevo più il coraggio.

Più i giorni passavano più lo sentivo lontano.

Più i giorni passavano più sentivo di non avere occasione con lui...che dovevo abbandonarlo.

Non capivo se era solo una mia impressione o la realtà, e ci stavo male.

Proprio nel momento meno opportuno mi arrivò un messaggio da parte di Ken. Era sicuramente qualcos'altro per farmi sentire in colpa perciò evitai di leggerlo e misi la faccia sul cuscino.

Poi...mi addormentai.

 

 

Quando aprii gli occhi ed i sensi cominciarono a dare segno di esserci sentii il rumore della pioggia battere sulla finestra, mi voltai verso di essa vedendo il cielo grigio e cupo.

Mi misi seduta posandomi una mano sulla testa, avevo la bocca impastata dal sonno e al sapore di...fango? Sì, probabilmente perché non mi ero lavata e mi ero addormentata completamente fradicia.

Mi misi in piedi lentamente per evitare di far girare la testa, controllai l'orario ed erano già le otto...al massimo sarei entrata a seconda ora.

Andai a lavarmi e di corsa mi preparai, stranamente avevo un aspetto brillante che avrebbe fatto invidia alla costante perfezione di Ambra. Lo stomaco non brontolava anche se non avevo mangiato nulla.

Quando uscii di casa fui colta da una folata di vento ma l'unica cosa che sentivo era un costante caldo. Che si trattasse di scirocco? Eppure in autunno inoltrato era strano che ci fosse.

In effetti era tutto troppo strano, ma era meglio lasciar perdere.

Quando arrivai a scuola erano le nove meno venti minuti, dovevo farmi fare il permesso in Sala Delegati ed anche se avrei preferito non vedere Nathaniel almeno per il resto dell'anno scolastico purtroppo non potevo fare altrimenti.

Aprii la porta e lì dentro trovai Castiel seduto sul divano col suo casco accanto, seduto sulla sedia invece c'era Nathaniel che appuntava delle cose.

Avrei voluto chiedere a Castiel che ci faceva lì, ma aveva un'espressione arrabbiata. Chiederlo a Nathaniel invece avrebbe prolungato il mio dialogo con lui e non avevo intenzione di farlo.

Prima che potessi dire qualcosa il biondo si voltò verso di me prima dubbioso, poi sorrise.

« Ciao, tu devi essere Nancy Ferroir. Io sono Nathaniel, il segretario delegato. » mi porse la mano che io guardai stringendo le palpebre.

« Che? »

Forse voleva ricominciare tutto da capo? Che diavolo aveva in mente?

Mi voltai verso Castiel che non mi aveva guardata nemmeno una volta...avevo una strana sensazione di déjà vu.

« Ehm sono Nathaniel, il segretario delegato. » ripeté costringendomi a riportare l'attenzione su di lui.

Si era rincretinito o cosa?

« Nathaniel...che cosa stai- »

« Nancy potevi dirmi che eri qui! » era la voce di Ken, mi voltai dall'altra parte e vidi il vecchio Ken, quello che non pretendeva di essere chiamato Kentin.

« Ken...? »

Mi passò accanto guardando i due ragazzi nella stanza, lanciando un'occhiata sprezzante al rosso che si voltò verso di noi. A quel punto mi feci coraggio e parlai.

« Perché sei qui? »

« Fatti miei, ragazzina. » se solo avesse potuto mi avrebbe sputato, o almeno sembrava volesse farlo una volta conclusa la frase.

Perché mi trattava così? L'unica volta che me l'aveva detto era...

Sussultai, si comportavano tutti come il mio primo giorno di scuola, perché?

Indietreggiai uscendo dalla sala delegati, poi corsi lungo il corridoio scontrandomi con qualcuno e caddi a terra insieme a lui...o forse era meglio dire lei.

« Ragazzina! Si può sapere che cosa combini!? »

Aveva risposto così nella stessa situazione solo che correvo per seguire Ken.

« Ambra...che state cercando di fare!? Vi siete messi tutti d'accordo! » urlai balzando in piedi, lei si fece tirare su dalle sue due amiche e mi guardò sconvolta.

« Chi sei tu? »

Un'intensa rabbia mi travolse, le avrei spaccato la faccia se solo non si trattasse di lei. Tremavo, non ne potevo più di essere trattata come un'idiota!

Corsi fuori dall'istituto passando anche accanto a Violet senza rivolgerle la parola, volevo solo trovare Rosalya che di solito rimaneva in cortile per parlare con Leigh.

Infatti era lì su quella panchina, con il telefono sull'orecchio.

Mi avvicinai a lei, non mi avrebbe preso in giro come tutti gli altri.

Mi sedetti accanto a lei che dopo avermi lanciato un veloce sguardo si allontanò.

La guardai, lei abbassò il telefono porgendomi la mano.

« Piacere, sono Rosalya... »

« ROSA! » gridai « Perché vi comportate così!? Che sta succedendo! È una candid camera? Non è divertente! »

Mi guardava come se fossi una perfetta idiota, ed in effetti era quello che ero.

Si alzò e se ne andò ignorandomi del tutto, la sentii farfugliare un “Niente...c'era una pazza” e senza stupirmi più di tanto presi il mio telefono.

Ci fu una folata di vento, la luce improvvisamente diminuì.

Castiel, non riesco a dirtelo di persona perciò te lo scrivo in un messaggio. È da un po' che ci rifletto, non so se dirtelo o meno ma ho capito di essere innamorata di te. So che tu non ricambi ma è importante che tu lo sappia, ti prego di non urlarmi contro quando ci vedremo...Io sono innamorata di te.”

Era lì...era scritto tutto sul display, il destinatario era Castiel, il destino mi aveva dato una seconda possibilità.

Dovevo solo premere il tasto invio...solo quello, e magari sarebbe andato tutto diversamente.

« Ehi. »

Sussultai. Era...la sua voce.

 

 



 

 

 

Nota dell'autrice: Mi scuso tremendamente per il ritardo, ma non sapevo più cosa scrivere! Diciamo anche che me la sono presa comoda e solo ieri ho lasciato in pace Ask e mi sono messa seriamente a rileggere il capitolo che avevo cominciato a scrivere...ma niente. “L'illuminazione” mi è venuta non facendo niente su Ask...perciò amiamo Ask tutti insieme(?) No ok.
Allora non sono del tutto convinta del capitolo (come al solito) ma di sicuro è meglio del precedente...e scusate se c'è un po' di caos ma ho preferito velocizzare le cose, come quando nei film scelgono di omettere alcune scene.
Allora fatemi sapere quello che pensate! A presto :)
Castiel_Gamer

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Capitolo 11
*** Trovare la soluzione. ***


Trovare la soluzione.

 

Sollevai lo sguardo ed eccolo lì, con il suo sorriso smagliante e gli occhi che brillavano...

« Scusami se ti disturbo...ma potresti accompagnarmi nella Sala Delegati? Ho bisogno di ultimare la mia iscrizione. »

Rimasi a guardarlo in silenzio senza nemmeno sbattere le ciglia, cosa che lo stranì.

Storse le labbra ed inclinò la testa.

« Ehm...c'è qualcosa che non va? »

Era così...luminoso, avrei potuto dire. Il cuore aveva cominciato a battere talmente tanto forte che avevo paura di essere sentita.

« Alexy... » mormorai dopo un po', lui si strofinò la nuca.

« Ci siamo già visti prima...? » chiese perplesso, io annuii « Oh ehm...scusa ma non mi ricordo di te. » continuò triste.

Sbottai a ridere sonoramente, continuai a farlo finché lo stomaco non mi fece davvero male e probabilmente Alexy aveva già pensato che fossi una psicopatica.

Guardai il cellulare, il messaggio era ancora là pronto ad essere inviato.
Adesso capivo, era chiaro.

Non era colpa di Alexy, tanto meno mia! Era quello che tutti chiamano “destino”, pronunciandolo ormai con un tono d'ironia.

Quel messaggio non doveva essere inviato, io dovevo dirglielo di persona.

Alexy non era il problema, ma la mia ancora di salvezza.

Il suo sorriso, i suoi occhi, il suo modo di fare...erano tutte le cose che mi facevano stare bene ormai. Lui mi faceva stare bene.

Solo che...c'era un piccolo problema.

Era gay.

E questo mi riportava a Castiel.

Adesso sapevo benissimo cosa fare, avevo capito perché non riuscivo più a dir niente a Castiel a differenza di quel pomeriggio in cui avevo deciso di inviargli il messaggio.

Ero sicuramente innamorata di Alexy, anche se i miei sentimenti per il rosso non erano cambiati.

Bastava capire questa cretinata per trovare la risposta a tutto? Avevo veramente sprecato quel tempo con Nathaniel? Sì.

Avrei detto tutto a Castiel, non importava come sarebbe andata.

Guardai il ragazzo di fronte a me che era rimasto a fissarmi perplesso, gli feci un sorriso e scossi la testa.

« Non fa niente, magari ti ricorderai dopo di me. Comunque sì, ti accompagno. »

« Oh...d'accordo. »

E cominciammo a camminare fino ad arrivare in Sala Delegati, lui e Nathaniel si dissero le stesse identiche cose che si erano detti la prima volta.

Io ascoltavo come se non li avessi davvero mai sentiti prima parlare insieme, non gli dissi però “quanto lavoro aveva da fare”, perciò non si parlò di Castiel, non si parlò del fatto che in futuro l'avrei aiutato.

Io ed Alexy uscimmo subito dalla Sala Delegati, lui si lasciò scappare una risatina ed io risposi prontamente.

« Sì, Melody è gelosa di me. »

Mi guardò trasalendo, di sicuro ero troppo strana per i suoi gusti.

« Nancy... » smisi di ridacchiare e lo guardai...non mi ero ancora presentata a lui.

« Cosa- »

Mi abbracciò stringendomi forte, poi cominciò ad urlare il mio nome più e più volte, vidi correre Armin verso di noi che cercava di tranquillizzare il fratello.

Non capivo cosa stava succedendo, ma all'improvviso vedevo tutto sempre meno nitido...più opaco, scuro...

 

 

Aprii gli occhi mettendomi di colpo seduta, posai una mano sulla testa dolorante ed a quel punto qualcuno mi abbracciò.

« Nancy! Mi hai fatto venire un infarto! Stai bene vero!? Come ti senti!? »

« Mi fa...un po' male la testa. » mormorai mentre tutte le immagini ed i pensieri del mio sogno mi colpivano a raffica.

« Sei umida! Ho parlato con Melody e mi ha detto che tu e Nathaniel ieri vi siete lasciati! Non mi rispondevi e sono venuto qui di corsa! Che cos'hai combinato!? Raccontami tutto! Stai male? Hai la febbre? Armin prendi il termometro! » urlò tutte quelle domande e sembrò tartassarmi il cervello, peggiorava davvero la situazione.

« E dove lo trovo un termometro!? » anche il fratello gridò ed in preda alla confusione mi accucciai ad Alexy scuotendo la testa.

« Non gridare! » gli bisbigliò, cosa che evidentemente lo fece innervosire maggiormente.

Cominciò quindi ad aprire cassetti alla ricerca di questo termometro e quando lo trovò su un soprammobile lo porse all'azzurro che prontamente mi misurò la temperatura.

« QUARANTA! » con quell'urlo sembrò voler uccidere le proprie corde vocali, mi tappai le orecchie avvicinandomi maggiormente allo schienale del divano.

« S-scusa... » mormorò sedendosi di fianco a me per accarezzarmi i capelli, poi rivolse lo sguardo preoccupato ad Armin.

« Cosa facciamo? » mormorò continuando ad accarezzarmi sempre più velocemente, come in tensione.

« Non so...penso che prima di tutto dovrebbe cambiarsi i vestiti, sono ancora umidi! »

« Sì! Giusto! »

Corse in camera mia prendendo dei vestiti e subito dopo torno da me guardandomi come se non sapesse più cosa fare.

« Ehm...n-non possiamo cambiarla noi! » disse subito dopo, io riuscendo ancora a capire qualcosa mi misi seduta per poi alzarmi lentamente tutta tremante.

Alexy mi venne in soccorso tenendomi per il busto.

« N-non vi...preoccupate, m-mi cambio io... » accennai più con le labbra che con la voce, i due annuirono e mi accompagnarono in stanza.

Uscirono e nel frattempo mi cambiai, ci volle un bel po' per riuscire a mettermi i vestiti dato che ogni volta che toglievo o mettevo qualcosa prendevo aria ed il sudore m'imperlava l'intero viso.

Alla fine mormorai un “finito” e la porta si spalancò, mi fecero sdraiare sul letto mettendomi sotto le coperte, poi corsero a prendere una pezza bagnata che posarono subito dopo sulla fronte.

Sentivo il cuore battere all'impazzata, e questa volta non era più una sensazione sia piacevole che brutta, ma solo orribile perché sentivo il fiato mancare. Scansai le coperte e cercai di fare un sorriso, per quando ancora riuscivo a tenere gli occhi aperti.

« Andate...ci...penso io a m-me... » sussurrai, Alexy si sedette sul letto e prendendomi la mano mi accarezzò il viso.

« Non me ne andrò finché non starai bene...chiaro? » feci un altro sorriso ma questa volta per lo sforzo le palpebre si chiusero e proprio poco prima di cadere in un sonno profondo sentii il campanello della porta suonare.

 

***

 

POV CASTIEL

Merda!

Sapevo che quello era un periodo schifoso, ma non immaginavo così!

Da quando avevo ricevuto quella chiamata sapevo che avrei dovuto prendere una decisione alla svelta, ed in un primo momento avrei anche accettato...ma l'unica cosa che mi tenne ancorato al presente era Nancy.

Stranamente, quella stupida mi faceva una strana simpatia, e se volevo essere sincero era l'unica che mi aveva ridato le stesse sensazioni che provavo soltanto con una persona. E quella persona aveva bisogno di me, adesso più che mai. Come avrei potuto rifiutare?

Era una scelta difficile, ma ancora più difficile sarebbe stato dimenticare le parole di Rosalya.

«Tu non sai quanto lei è stata male per te! Ti ama, idiota! E tu non l'hai mai capito!»

Lei...stata male per me? Lei mi amava?

Prima pensavo che fosse innamorata di me, e quando lo pensavo lei era solo un'amica.

Avevo smesso di crederlo poco prima che si fidanzasse con quel beota, infatti non ipotizzai più una cosa del genere.

Ma se adesso Rosalya, la sua migliore amica, mi aveva urlato che era innamorata di me allora...dovevo credere a quello che vedevo o a lei?

Se mi amava, perché si era messa con quello?
Perché tutti decidevano di abbandonarmi proprio quando avevo più bisogno di loro?

Che avrei dovuto fare? Cosa avrei dovuto dire?

Là davanti alla porta mentre continuavo a formulare tutti quei pensieri cercavo di farmi aprire, e quando finalmente qualcuno si degnò di farlo trovai una delle persone che avrei voluto non vedere in quel momento.

Alexy.

« Castiel? Che ci fai qui? » mi chiese trasformando il suo viso da preoccupato a sorpreso, io non dicendo niente lo spinsi ed entrai in casa.

Mi fiondai nella camera di Nancy trovando suo fratello che le sistemava una pezza bagnata sulla fronte.

« Che ha!? » urlai al bruno che mi guardò anche lui un po' sorpreso.

« Febbre alta. » rispose sedendosi subito dopo su una sedia, l'altro idiota ci raggiunse e si sedette sul letto accanto a lei.

« Nancy...c'è Castiel, è lui...ti prego svegliati. » sussurrò preoccupato, era così ovvio che tenesse tanto a lei.

Lo spinsi più in là prendendo il suo posto, accarezzai il viso alla ragazza più rossa del solito e con il respiro affannato.

« Ehi...sono qua. »

« C-C-Cas...Castiel... » balbettò il mio nome con una voce che non pensavo di sentire mai provenire dalla sua bocca, perciò cercai di confortarla.

« Sì, sono qua, sono io. » continuavo a ripetere mentre lei non smetteva di pronunciare il mio nome.

Se pensavo che fra tre giorni sarei dovuto partire lasciandola in quelle condizioni mi sentivo uno schifo, un essere crudele.

« Penso che...tu abbia capito chi è più importante. » sbottò Alexy, mi voltai verso di lui per guardarlo.

« Che vuoi dire. »

« Né Nathaniel, né io...tanto meno Kentin, possiamo prendere il tuo posto. »

Continuai a fissarlo per evitare di dire qualcosa di compromettente.

« Perciò...non abbandonarla. Rimani qua, stai con lei. » disse quasi forzatamente, io non risposi.

Perché diceva questo? Era come se sapesse di quella telefonata...

Ricordai che mi era arrivata a scuola, ero andato in bagno...e lo strano rumore, i passi. C'era davvero qualcuno.

Mi voltai nuovamente verso di lui come se volessi incenerirlo, sembrò accorgersene ed alzandosi si allontanò.

« C-Castiel l'ho detto...in questo caso...v-voglio dire- »

« TU! MALEDETTISSIMO IDIOTA! » mi alzai anch'io per raggiungerlo e picchiarlo come non facevo ormai da tempo, ma non ebbi nemmeno il tempo di sferrargli il primo pugno che Nancy mi chiamò per l'ennesima volta. Ma questa volta sembrava aver urlato il mio nome, l'espressione del ragazzo si fece serena e voltandomi verso di lei la vidi seduta con la mano tesa verso di noi.

« Castiel! Non farlo! Tutto quello che fa...lo fa per cercare di aiutare gli altri! Non fargliene una colpa...lui è un grande amico...e se tu lo tocchi Castiel...io... »

Trasalii, era più importante lui di me? Fino a che punto avrei dovuto farmi pesare le parole di Rosalya?

Vidi Alexy abbassare lo sguardo come un colpevole, uno schifoso colpevole che non fa altro che fingere di essere amico della vittima.

Ma certo! Fingere di essere amico...adesso mi era chiaro.

« Lui un tuo amico? » sbottai incrociando le braccia, tutti mi guardarono perplessi « Chissà quante cose ha combinato, chissà quante carte false ha fatto per avvicinarti a lui! »

L'azzurro mi guardò torvo e fu pronto a darmi un pugno sulla mascella, ma mi scansai appena in tempo vedendo gli occhi di Nancy sgranarsi.

« Che c'è!? Non vuoi che dica la verità! »

« Mi danno solo fastidio le tue cavolate! Che cosa vorresti dire!? »

« Castiel...Alexy non- »

« Che sia tu che quegli altri idioti non finirete mai di prendere tutto questo come un gioco! Vi ho sentiti sai!? Ho sentito parecchie volte parlare di un “gioco”! Ma che grandi cazzate! » interruppi Nancy che probabilmente cercava di fermarci, quando l'altro cominciò a parlare lei continuava a chiamarci.

« Ho i miei motivi se lo chiamo così! »

« Cos'è!? Una specie di lavaggio del cervello? Sembri tanto idiota ma non lo sei! »

« Di sicuro non sono deficiente come un certo rosso tinto che ha intenzione di lasciare tutto! »

« SONO FATTI MIEI SE DECIDO DI ANDARMENE O MENO! »

E perdendo del tutto la calma gli detti un pugno allo stomaco che lo fece indietreggiare e piegare dal dolore.

« V-voi due smettetela! » urlò Armin alzandosi per cercare di mettersi fra di noi, ma lo scansai e mi avventai sul fratello che sembrava opporre resistenza meglio di come immaginavo.

Ad un certo punto mi sentii toccare la spalla come se qualcuno volesse spingermi, era un tocco così lieve che quasi sarei scoppiato a ridere se non fossi stato in quella situazione.

Spinsi chi mi aveva toccato, probabilmente Armin, che sentii gridare subito dopo.

« MA SEI CRETINO!? Nancy come ti senti? » sussultai voltandomi verso dove avevo scansato il bruno...ma capii subito che in realtà avevo buttato Nancy contro il muro.

Non ebbi il tempo di accorgermene che già Alexy mi aveva sferrato un pugno spingendomi indietro, poi corse verso la ragazza.

« Scusa...non avrei dovuto, scusa. » le sussurrò all'orecchio, ma stava piagnucolando e per questo lo sentii.

« Voi...tutti e due...fuori. » mormorò lei tenendo lo sguardo basso, l'attenzione di tutti le si posò addosso « Andatevene...Io devo parlare con Nathaniel, con Ken... » si mise in piedi lentamente poggiando la mano su Armin che automaticamente l'aiutò a stare in equilibrio.

« Nancy? » la chiamò cercando di farla sedere sul letto « Che c'è? »

« Armin, aiutami. » gli rivolse uno sguardo intenso, quasi quasi credetti che adesso voleva anche lui « Sei l'unico amico che ho. » si sorrisero l'un l'altra, poi il bruno si voltò verso di me ed il fratello.

« Andatevene, sto io qua con lei e chiamo Nathaniel. »

« Nathaniel!? » urlai alzando il pugno, che c'entrava ancora lui!?

« Voglio chiarire Castiel! Non ci siamo più parlati da quel momento! E devo parlare con Ken! Adesso so cosa devo fare! » disse la ragazza cercando di alzare la voce come per sembrare minacciosa. Guardai ad Alexy ed insieme, in silenzio, ci avviammo fuori di casa.

Una volta scesi le scale feci per andarmene per la mia strada, ma l'azzurro mi prese il braccio.

« Che vuoi. »

Il suo sguardo era totalmente diverso dal solito, era più serio e quasi minaccioso.

« Non m'interessa quello che farai...Ma sappi che alla fine sarò io a consolarla. » sorrise soddisfatto, strinsi gli occhi e gli sferrai un forte pugno allo stomaco.

« Andate a 'fanculo tu e questo maledettissimo gioco. » quasi lo sussurrai e me ne andai veloce, non avevo intenzione di rimanere ancora a litigare con lui.

Ero stanco, avevo bisogno di una doccia e di schiarirmi le idee.






 

Angolo dell'autrice: Sì è vero, sono in ritardo (molte di voi mi odieranno per quante volte lo scrivo) ma è un po' colpa della scuola e un po' colpa della mia giornata piena, anzi l'orario vero mi inizia la prossima settimana e non ho idea se un giorno uscirò alle quattro (e qui in questa meravigliosa città nelle scuole a malapena ci sono i riscaldamenti, figuratevi una mensa) ma comunque sorvoliamo i problemi scolastici...non vi ho risposto nelle recensioni perché non volevo deludervi, sembravate così entusiaste che era tornata indietro nel tempo che quasi volevo fare così...ma mi sono detta “Non è questa la storia fantasy, ne ho in mente tante altre e adesso è meglio non stravolgere le cose”...perciò odiatemi quanto volete. Non mi convince, ormai quasi più nessun capitolo mi convince...quando si dice che “sentimenti e lavoro” (lavoro per rimanere attinente al proverbio ewe) non vanno d'accordo insieme, beh...è vero.
Allora a presto, e grazie per chi continua a seguire la storia!

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Capitolo 12
*** Farsi perdonare. ***


Farsi perdonare.

 

Quando Castiel ed Alexy se ne andarono mi sedetti tranquillamente sul letto tenendomi la testa, mi faceva davvero male.

Ma con la febbre alta o senza quel giorno avrei cominciato a sistemare un po' di cose.

Prima di tutto dovevo parlare a Nathaniel e Ken, magari in momenti diversi...averli in casa entrambi nello stesso momento sarebbe stato tremendo.

Guardai Armin ancora in piedi con la mano in tasca pronto a prendere la sua PSP, lo fermai chiedendogli di prendermi il telefono.

Me lo porse e si sedette accanto a me.

« Grazie. » dissi rivolgendogli uno sguardo gentile.

« Di niente, non è poi così bello essere accerchiate da ragazzi che ti vogliono eh? »

Ridacchiai.

« In realtà non l'ho mai voluto, mi era sempre bastato Castiel...in fondo è da bambina che ho solo amici maschi, come potevo andare a pensare che Nathaniel volesse me? »

« Sei riuscita anche a fare innamorare di te Alexy, che, dettaglio irrilevante, è gay. » commentò sarcastico, io sussultai.

« Innamorare è una parola grossa... » mi massaggiai le tempie prima di portare il cellulare all'orecchio, gli squilli mi sembravano avere un suono amplificato rispetto a tutte le altre volte.

« Pronto? »

La voce di Ken, sorpresa probabilmente perché non si aspettava che l'avessi chiamato.

« Ken...ti devo parlare. »

« D'accordo...vengo da te? »

« Sì, vieni. » accennai un sorriso anche se sapevo perfettamente che lui non poteva vedermi, poi chiusi la chiamata e sospirai.

« Vuoi...qualcosa da mangiare? » chiesi ad Armin che scosse la testa, aveva già la sua amata, unica ed insostituibile PSP tra le mani.

« Sei un caso perso... »

« Ehi, se non ti sto bene me ne vado! »

« Dai scherzo, non voglio abbandonare l'unico amico che ho! » gli schioccai le dita sul naso facendolo ridere, poi mi alzai lentamente ed andai in cucina.

Dovevo mangiare qualcosa anche se non ne avevo per niente voglia, ma sin da bambina avevo sempre avuto il terrore di morire di fame, colpa di mia madre che come tutte le altre riescono a fare il lavaggio del cervello con solo qualche parolina messa insieme.

A volte provavo a pensare come sarebbe stata la mia famiglia, se si fosse sciolta proprio come la mia. Da quel che mi ricordavo avevo avuto tanti fratellastri e sorellastre...ma non avevo mai vissuto molto tempo con loro perciò non potevo dire di volergli bene.

Quando è stato possibile ero andata via di casa perché non ne potevo più di cambiare famiglia da un momento all'altro, mi trasferii in una città dove nessuno di loro avrebbe potuto darmi fastidio, genitori o fratelli che fossero.

Ero stanca di quell'aria ipocrita, tanto mia madre avrebbe comunque sempre cambiato vita, stessa cosa per mio padre.

Ora che ci pensavo in effetti era da un bel po' che non li sentivo, forse dalla fine dell'estate...eppure avevano continuato a mandarmi qualche soldo per mantenermi. Forse aspettavano me, e li avrei contattati non appena mi sarei rimessa.

Una volta passata la febbre avrei anche dovuto cercare un lavoro, non volevo fare soltanto la mantenuta, volevo essere autonoma come avevo promesso a loro.

Se c'era una cosa che non volevo assolutamente che facessero era sottovalutarmi, e non avrebbero mai dovuto pensare che mi approfittavo della situazione o che, peggio, dipendevo da loro! No, non sarebbe successo.

Presi uno yogurt dal frigorifero, ed anche se a malapena era un quarto di un pranzo normale, per me era già troppo. Il mio corpo doveva ringraziarmi se lo mandavo giù!

Quando buttai nel cestino il bicchierino sentii suonare alla porta, andai ad aprire e mi trovai davanti Ken con un sorriso forzato sulle labbra.

« Eccolo qua il mio Ken. » sorrisi sincera e lo abbracciai, forse mi buttai un po' a peso morto su di lui dato che avevo poche forze.
Capendolo entrò ed allontanandomi di poco notai che era arrossito.

Mossa sbagliata, non dovevo fargli capire niente di sbagliato.

Lo lasciai massaggiandomi la nuca.

« Nancy ti senti bene? Hai la febbre? » mi posò la mano sulla fronte scostandomi i capelli, poi ci posò sopra la guancia « Sarà alta! L'hai misurata? »

« Sì non ti preoccupare so già di avere la febbre, prima era a quaranta ma ora mi sento un po'- »

« COSA!? Hai preso l'antibiotico?! Vado a comprartelo! » fece per andarsene via ma gli afferrai il braccio cercando di farmi guardare.

« Ken, è tutto a posto, mi sento meglio. Alexy ed Armin mi hanno- »

« Dove sono? »

« Chi? »

« Quei due! »

Sospirai, possibile che doveva essere così nervoso? Da quando era tornato era decisamente molto più scorbutico del solito.

« Alexy se n'è andato, Armin è rimasto per darmi una mano...ma non ci disturberà, ho bisogno di parlarti. » spiegai sedendomi poi sulla sedia da un lato del tavolo, lui si mise di fronte.

« Va bene, dimmi. »

Presi un bel respiro e feci un sorriso per cercare di apparire tranquilla, anche se non lo ero per niente.

« Io e Nathaniel ci siamo lasciati, o più che altro ho capito che non aveva senso stare con lui. Ho fatto un sogno che mi ha aiutata a capire diverse cose... » mi presi una pausa a causa di una forte fitta alla testa, poi continuai « Ovvero che sono innamorata di Castiel come prima, ma anche di Alexy. Tutto ciò che mi ha fermato finora sono stati i miei sentimenti per lui, ma dato che Alexy è gay...o comunque, non può veramente innamorarsi di me, al massimo potrebbe essere confuso o che so io...Ne parlerò apertamente con Castiel, ed aspetterò una sua risposta. » conclusi con un altro grande respiro, Ken era rimasto tutto il tempo immobile a fissarmi.

« Ah. » fu la sua unica risposta, sapevo che non ne sarebbe stato felice.

« Ken io...so quello che tu provima...purtroppo tu per me sei soltanto un amico, vorrei esserlo anch'io per te. » feci per prendergli la mano ma la ritirai subito indietro, non era la mossa giusta.

Improvvisamente fu lui a prendere la mia mano e a tenerla stretta, lo guardai perplessa.

« Lo so, l'ho sempre saputo...ma speravo che un giorno...sai, avrei potuto fare colpo su di te. Comunque, dato che sono un amico per te, mi comporterò da tale. Perciò sono felice del fatto che vuoi parlare con Castiel. » fece un sorriso, anche questo forzato, ma più deciso. Finalmente aveva capito...avevamo chiarito!

Con tutte le belle ragazze in giro poi mi avrebbe dimenticata facilmente, adesso che si era rassegnato magari avrebbe iniziato a guardare anche le altre.

« Grazie Ken...per me è importante che tu abbia capito. » ricambiai il sorriso, ma a quel punto il suo svanì.

« Ti chiedo...solo una cosa. » mormorò stringendo ancora di più la mia mano.

« Dimmi... »

« Chiamami Kentin. »

Risi e mi alzai per abbracciarlo, una volta vicino al suo orecchio lo strinsi più forte.

« Non posso, tu rimarrai sempre Ken. » sussurrai per poi allontanarmi, anche lui si mise in piedi.

« Immaginavo che avresti rifiutato. » mi scompigliò i capelli ed andò verso la porta « Hai già sistemato tutto? »

« No...devo ancora parlare con Nathaniel e chiedergli scusa, quando mi riprendo dirò tutto a Castiel. »

« Va bene...mi raccomando sempre così decisa! » mi strizzò l'occhio ed uscì fuori di casa, lo salutai con la mano finché la porta non si chiuse.

Ero così contenta, aveva capito!

Adesso era il turno di Nathaniel, avvisai Armin che era andato tutto bene e subito dopo lo chiamai.

« Pronto? »

« Ciao Nathaniel...vorrei parlarti. »

« Mi spiace ora non posso. »

« Eh? »

Non mi aspettavo una risposta del genere, era poi eccessivamente fredda...evidentemente ce l'aveva con me.

« Ma Nathaniel...è importante, devo solo- »

« Se ho altro da fare è inutile insistere, ci sentiamo. »

« Aspetta! »

Lo sentii sospirare e lo feci anch'io.

« Dimmi. »

« Volevo...solo chiederti scusa, mi dispiace di averti illuso. Mi dispiace di averti fatto perdere tempo. So quanto hai provato a farmi innamorare di te ma...purtroppo non è successo. Scusa, mi spiace tantissimo...non ti chiedo di tornare amici, magari mi sputeresti in faccia...vorrei solo che mi perdonassi, anche se è difficile. »

Chiuse la telefonata non appena passò qualche secondo dalla fine del mio discorso, appena il tempo di capire che era finito.

Non pensavo che avrebbe reagito così, di solito si comportava diversamente...forse l'avevo veramente ferito e mi sentivo malissimo per questo.

Dopo qualche istante però suonarono alla porta, andai ad aprire e qualcuno mi travolse. In poco tempo le mie labbra erano posate su quelle di qualcun altro...il tocco così dolce e delicato era lo stesso di Nathaniel. Sì, era Nathaniel.

Ero riuscita a vedere i capelli biondi e la sua cravatta azzurra, ed aprendo gli occhi confermai la mia ipotesi già quasi accertata.

Non ebbi nemmeno il tempo di cercare di allontanarlo che già l'aveva fatto lui per abbracciarmi, sentirmi stretta dalle sue braccia mi dava una sensazione rassicurante.

« Certo che voglio tornare amico con te...non riuscirei a passare un solo mese fingendo che tu non esista, che non sia importante per me...non devi scusarti di niente, sapevo come sarebbe andata a finire perciò ero consapevole di illudermi. » disse stringendomi sempre più forte.

Lo lasciai fare abbandonando tutte le mie forze, mi prese il viso dandomi un altro bacio sulla fronte per poi tornare ad abbracciarmi con tutto l'affetto che potesse donarmi.

« Grazie...Nath...scusa... »

Scoppiai in lacrime, mi sentivo così tremendamente in colpa per tutto e tutti perché avevo capito in ritardo, come al solito.

Ed in quel momento ero così stupida, ogni lacrima non faceva che confermarlo.

Cominciò ad accarezzarmi i capelli per tranquillizzarmi, ed in effetti dopo un po' funzionò.

Ci sedemmo sul divano e presi un bel respiro, mi passò un fazzoletto così che potei soffiarmi il naso. Subito dopo poggiai la testa sullo schienale e fissai il soffitto.

« Grazie ancora Nathaniel... »

« Non devi ringraziarmi, non ho fatto niente. » mi prese per la spalla facendomi posare la testa sulla sua.

« Sì invece...hai fatto troppo, per una che ti ha ferito. »

« Non importa, io sono felice se tu sei felice. Voglio che torniamo ad essere amici...perciò quando andrai a dire tutto a Castiel vedi di dirmelo. » sorrise schioccandomi un dolce bacio sulla guancia.

« Va bene! Lo farò! » ricambiai il sorriso e sospirai, in quell'istante Armin uscì fuori dalla mia stanza.

« Hai chiarito anche con lui? » domandò sorridendo, annuii ridacchiando un po' per la reazione del biondo.

« Anche lui era qui!? »

« Sì mi ha aiutata dato che né Castiel né Alexy sono stati molto affidabili. »

« ...Alexy? »

« Mh... » mi allontanai per poi alzarmi lentamente.

« Ti senti meglio? » chiese il bruno.

« Sì...ma dovrei misurarla di nuovo. »

« Già... » mi passò il termometro e tornandomi a sedere, come se alzarmi fosse così facile da permettermi di farlo di nuovo tra qualche minuto, mi misurai la temperatura.

« Allora immaginavo bene...ti sentivo calda e stanca. »

« Sì...prima l'avevo a quaranta. » mormorai tenendomi il braccio, lui sussultò.

« Quaranta!? E non sei andata in ospedale?! »

« Non sono mica una bambina! E poi non ero sola...lui ed Alexy mi hanno aiutato, prima. »

« Ma se hai detto che Alexy non è affidabile... »

« Ha litigato con Castiel, per questo. »

« Ah...capisco. »

Quando il termometro suonò potei assicurarmi che era diminuita, certo non stavo poi così bene ma trentanove senza prendere nessuna medicina era decisamente un gran passo.

« Vado a prenderti qualcosa, torno subito. » disse Nathaniel, gli detti i soldi ed uscì di casa per andarmi a prendere un antibiotico.

Armin si sedette al mio fianco e riaccese la PSP, mi voltai verso di lui lasciandomi sprofondare sul divano.

« Sembra andare tutto così bene... » mormorai sorridendo, il ragazzo sospirò.

« Lo spero per te. »

Non continuai il discorso, non volevo disturbarlo dal suo mondo tecnologico dal quale io ero scappata solo qualche anno fa.

Forse se non l'avessi abbandonato a quest'ora non sarebbe qui, io sarei ancora a casa da uno dei miei perché tanto avevo uno sfogo. Forse non avrei mai incontrato né lui, né Castiel, né Alexy, né Nathaniel, né Rosalya.

Ken sarebbe stato il mio unico amico, e chissà magari sarei stata felice.

Ma avevo appena imparato che vivere nel passato, pensare a cosa sarebbe accaduto se avrei reagito diversamente, non serve a nulla, anzi. Era il primo passo per la depressione, ovviamente niente a che vedere con i miei stupidi problemi sentimentali.

Eppure per quanto stupidi dovevo risolverli.

Con tutti quei pensieri piano piano la mia mente si confuse, senza accorgermene tutto diventò sempre meno nitido, scuro, nero...

Mi addormentai in poco tempo, l'ultima cosa che riuscii a sentire fu la porta che si apriva.

Poi il nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: Udite udite... *rullo di tamburi* la storia sta per giungere al termine! Sì, in mezzora sono giunta alla conclusione che un finale *censored* non guasterebbe! Comunque, per non fare un angolo dell'autrice troppo censurato...vi dico che questo capitolo, stranamente, mi convince. Non l'ho scritto forzatamente, avevo già un'idea in testa di cosa fare, forse perché è stato molto semplice da scrivere dato che va tutto bene.
Sono curiosa di sapere come secondo voi potrebbe finire, giuro che non mi lascerò condizionare dalle vostre opinioni!
Allora al prossimo capitolo (penultimo)!
Caster_Gamer

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Capitolo 13
*** L'inizio o... la fine. ***


L'inizio o... la fine.

 

Quando riaprii gli occhi nessuno disse “Finalmente si è svegliata!”, sentivo solo il mio respiro regolare, il soffio del vento, la pioggia che batteva sulle finestre... ed un altro respiro in più.

Mi misi seduta, la testa non mi faceva per niente male, ero solo assonnata e non sentivo nessun tipo di dolore.

Ai miei piedi, con le ginocchia a terra ed il busto e le braccia sul letto, vidi Alexy che dormiva non beatamente, ma sembrava comunque un angelo.

Sorrisi ed avvicinandomi a lui gli accarezzai i capelli, solo dopo ricordai che l'avevo mandato via e che mi ero addormentata sul divano e non sul letto.

Il cielo era grigio e mi sembrava fossero le cinque, ma considerando il maltempo non ne ero poi così sicura.

Mi misi lentamente in piedi per evitare giramenti di testa ed andai nel soggiorno, che poi era anche un salotto ed una cucina. L'orologio segnava le 15:07 ed andai a prendere il cellulare.
Erano passati tre giorni.

Ero davvero rimasta a letto tre giorni senza svegliarmi? La mia febbre era così grave?

Evidentemente non tanto dato che ero rimasta a casa e non in un ospedale.

Quando mi voltai verso la mia camera vidi Alexy in piedi poggiato sulla porta.

« Ti sei svegliata finalmente. »

« Alexy... già. »

Venne verso di me abbracciandomi.

« Non sei più calda... »

« Penso che la febbre mi sia passata. »

« Quel dottore aveva ragione allora. » si allontanò mostrandomi un sorriso che ricambiai subito.

« Come mai... sei qui? »

« Sono rimasto con te per aiutarti, nessuno si è preso la briga di rimanere. »

« Mh? » lo guardai perplessa non capendo il senso dell'ultima frase.

« Armin l'ho mandato via io, e poi si sarebbe annoiato. Nathaniel doveva stare con i suoi, non poteva rimanere fuori di casa. Kentin anche se sarebbe rimasto qui da amico ha preferito evitare, vuole starti il più lontano possibile. » prese una pausa, in quel momento la mia espressione si fece triste, ma capii che non aveva poi tutti i torti.

« E Castiel doveva preparare le valigie, oggi parte col treno. »

Sussultai, Castiel partiva? E dove andava?

« Cosa? E dove va? »

« Ha ricevuto una proposta per far parte di una band... mi ha detto di salutarti. Dopo avermi preso a parole naturalmente. »

In meno di cinque secondi intuii che se non mi fossi sbrigata non l'avrei mai più rivisto.

Corsi nella mia camera per prendere dei vestiti a caso dall'armadio, tremavo talmente tanto da farmi cadere continuamente qualsiasi cosa dalle mani.

Non mi aveva detto di aver avuto una proposta per far parte di una band, perché? Eravamo tornati amici... oppure era successo nel periodo in cui stavo male?

Che band era? Come mai avevano cercato proprio lui? Aveva delle conoscenze? Perché non mi aveva mai detto niente allora?

Ero confusa, assorta talmente tanto nei miei pensieri che avevo chiuso la porta in faccia ad Alexy senza neanche accorgermene, cercava di dirmi qualcosa ma era come se non lo sentissi.

Quando mi vestii non pensai nemmeno di pettinarmi o di darmi una veloce truccata, mi sentii afferrare per il braccio e solo in quel momento ricordai di non essere sola in casa.

« Alexy... scusa. » scossi la testa e cercai di fare un sorriso « Ma devo andare da Castiel... devo salutarlo, devo dirgli quello che provo prima che parta. »

La voce tremava, gli occhi pizzicavano come non mai, raramente riuscivo a trattenere le lacrime e quella volta non volevo che uscissero.

« Vengo con te, abbiamo un'ora. » disse sorridendo, io aprii la porta.

« Andiamo allora. »

Uscimmo di casa velocemente mettendoci alla fermata dell'autobus, se arrivava presto quello giusto saremmo arrivati alla stazione venti minuti prima.

Arrivò dieci minuti dopo, per fortuna, perché altrimenti avrei urlato in preda al nervosismo.

Ci sedemmo sui sedili in fondo, per tutto il tempo avevo sbattuto freneticamente il piede a terra, dopo un po' Alexy mi prese la mano posandomi la testa sulla sua spalla.

« Stai tranquilla, andrà tutto bene. » fece il sorriso più confortante che poteva fare, mi sentivo così in colpa nel doverlo trascinare con me. Amavo Alexy ed avevo deciso di stargli lontana, non volevo confonderlo, lui era gay e non potevo piacergli.

Ma come potevo farlo? Stargli lontano era come abbandonare tutti, e non volevo.

Quando l'autobus si fermò davanti alla stazione balzai in piedi e corsi insieme a lui alla disperata ricerca in tutti i binari, mancavano soltanto dieci minuti secondo l'orario che mi aveva dato Alexy.

E finalmente lo trovai.

Seduto su una panchina con una valigia, un borsone e la sua fedele custodia per la chitarra dietro la schiena.

Sembrava nervoso, anche lui batteva il piede a terra.

Si guardava attorno, perciò si accorse subito della mia presenza. Spalancando gli occhi rimase a fissarmi per un po', a quel punto scoppiai in lacrime correndo verso di lui.

Lo abbracciai stringendolo con tutta la forza che avevo, piagnucolai sulla sua spalla come un'odiosa oca sentimentale probabilmente, ma non m'importava.

Provai a dire qualcosa ma non una sola parola uscì prima dei seguenti cinque minuti.

« Castiel ti amo! » urlai dando finalmente voce ai miei pensieri « Ti amo! So che non te ne fregherà niente... Ma io ti amo... e sono felice di sapere che farai parte di una band, ti seguirò sempre, cercherò di contattarti... Non dimenticarti di me, ti prego non farlo. »

Quando smisi di parlare per lasciare spazio ad altre lacrime di cadere, Castiel mi abbracciò avvolgendomi con le sue braccia calde. Mi sentii al sicuro, protetta da qualsiasi altra cosa.

Smisi di piangere e sentii improvvisamente il suo odore invadermi le narici, non volevo dimenticarlo, non volevo che se ne andasse, ma se solo in quel modo era capace di realizzare il suo sogno sarei stata più che felice di saperlo lontano da me a suonare con qualcuno.

« Nancy... ti voglio bene. »

Mi si strinse il cuore, ma nello stesso istante esultai.

Mi stava stringendo a se ed aveva appena detto di volermi bene, e questo mi bastava.

« Grazie... fa del tuo meglio, un giorno verrò a vederti. »

Ridacchiò divertito.

« Ma guardati, hai tutti i capelli scombinati e sembri uno zombie. » commentò scompigliandomi ancora di più i capelli, io mi lasciai scappare una risata.

«Il treno 897652 delle ore 16:14, diretto a Parigi, è in partenza dal binario quattro. Attenzione, allontanarsi dalla linea gialla.»

Ci lasciammo subito e gli stampai un bacio sulla guancia, prese le sue cose e salì sul treno.

Prima che le bussole si chiusero mi salutò con un sorriso.

« A presto. » disse sincero, e subito dopo riuscii a vederlo soltanto da un piccolo finestrino.

Il treno partì prendendo lentamente velocità, rimasi a seguirlo con lo sguardo finché non sparì e lasciandomi cadere a terra scoppiai in un altro sonoro ed interminabile pianto.

Era andato, probabilmente per sempre, e non avevo più altra occasione di ripetergli che l'amavo, di sentirlo, di guardarlo negli occhi, di toccare la sua mano o qualsiasi altra cosa.

Anche se lui aveva detto «A presto», nella mia mente avevo sussurrato un addio. Sapevo che non avrei mai più potuto avere l'occasione di passare del tempo con lui come avevamo sempre fatto.

Alexy si abbassò alla mia altezza stringendomi forte, non ricambiai, rimasi rigida continuando a piangere.

« Nancy... vi rivedrete sul serio, non dubitare. »

Sussultai, come faceva a sapere quello che pensavo? In effetti... lui l'aveva sempre saputo.

« Non hai idea di quanto mi faccia male vederti qui a piangere, vorrei soltanto che tu ridessi. Nancy, tu non hai idea di quello che provo per te. »

« No Alexy. » mormorai sorridendo « Tu non puoi amarmi, sei- »

« Chi dice che non posso? Perché no? So quello che provo! » m'interruppe voltandomi verso di lui ed obbligandomi a guardarlo « Ormai... conosco questo sentimento, è proprio per colpa di questo che sono stato deriso nella mia vecchia scuola. E giuro che non avrei mai pensato di potermi innamorare di una ragazza, dal momento che in passato ho provato in tutti i modi a farlo. Dovevi esserci tu. »

Mi tirò a sé, ed in un istante le mie labbra furono sulle sue. Fu un meccanismo così semplice che si azionò in meno di un secondo, non mi opposi, nonostante le mie parole, le mie decisioni.

Ricambiai il bacio, il primo vero bacio che avevo mai dato a qualcuno.

Mi avvicinò ancora di più a sé posandomi la mano sulla schiena, e avremmo continuato a lungo se un anziano non fosse venuto a ricordarci che eravamo seduti a terra vicino al binario quattro, dove tantissime persone ci osservavano.

Ci alzammo imbarazzati e tornammo a casa mia senza guardarci in viso neanche un istante, tenevamo gli occhi bassi e pensavamo.

Io, personalmente, non riuscivo a fare a meno di desiderare le labbra di Alexy ancora sulle mie, volevo che mi stringesse di più e mi sentivo così in colpa perché proprio cinque minuti prima piangevo per Castiel.

Dovevo dimenticarmi di lui, guardare in faccia la realtà e cercare di capire i veri sentimenti di Alexy. Se era davvero innamorato di me allora... non avrebbe avuto senso ignorarlo.

Giurai a me stessa che non avrei mai guardato nessun altro ragazzo oltre a lui, che degli altri non me ne sarebbe fregato niente.

E quando decisi di parlare seriamente con Alexy, scendemmo dall'autobus ed entrammo in casa mia guardandoci per la prima volta in faccia dopo più di mezz'ora.

« Ho preso una decisione. » annunciai seduti sul letto della mia camera.

« Ti ascolto. »

« Per l'ennesima volta ho fatto una scelta affrettata ma... sono convinta che questa volta funzionerà. »

Sui suoi occhi si accese un accenno di speranza, quindi sorrisi.

« Pensavo che... potremmo provarci, una volta e per tutte. »

« Senza ripensamenti? »

« Senza ripensamenti. »

Ci guardammo a lungo e finimmo per baciarci, ridendo in seguito di tutto quel che avevamo passato insieme fino a quel momento.

Forse avevo finalmente trovato un po' di tranquillità, forse quello era l'inizio di qualcosa di concreto o forse... era semplicemente la fine di una vita sentimentale fin troppo movimentata.

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice: Ok ok uccidetemi.
Torno dopo molti mesi e concludo il capitolo così miseramente che... mi odio. Il punto è che con il tempo questa storia mi sembrava infantile, ed ogni volta che aprivo la pagina la richiudevo subito sperando di non dover mai affrontare il fatto di continuarla...
Ma ehi, nella vita si cresce e si impara, per questo ho deciso che non pubblicherò nessun'altra FanFiction se non sono sicura al 100% che possa piacere sia a me che agli altri.
Dovevo chiudere questa storia con qualcosa di più forse, ma ho preferito lasciarla così per... vari motivi.
Non sentivo di poter mantenere il reating giallo, perciò lo modificherò in verde e... questa storia è davvero un fallimento perché non sono riuscita a mantenere tutto quel che mi ero prefissata sin dall'inizio, perdonatemi çç
Prometto che tornerò, tornerò con qualcosa di migliore! Probabilmente potrei tornare con qualcosa scritta a quattro mani ma anche soltanto con le mie... farò del mio meglio la prossima volta!
Ringrazio chi ha avuto la pazienza di seguirmi fino a qui e chi non mi ha abbandonata dopo tutti questi mesi, scusatemi!

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