La notte della rinascita

di FinalBunny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quel gusto ***
Capitolo 2: *** Liberi ***



Capitolo 1
*** Quel gusto ***


prova



La notte della rinascita
DISCLAIMER: One piece e tutti i suoi personaggi appartengono al grande maestro Eiichiro Oda^^
La fanart di Nami e Zoro è proprietà di nikoniko



Nami finalmente era libera dall’angoscia che l’aveva attanagliata per tutto quel tempo.

Otto lunghi anni passati a soffrire per un mostro che le aveva rubato l’infanzia, l’adolescenza e l’aveva gettata in un baratro di sconforto.
Lei aveva sempre combattuto con speranza e con forza, andando contro i suoi stessi compagni, cercando di proteggerli e nello stesso tempo allontanandoli da se stessa.
Le era costato tanto questa volta mentire, recitare quella parte che non era la sua.

Il suo capitano le aveva teso una mano, non aveva mai smesso di avere fiducia in lei, e questo pensiero le aveva dato la forza di chiedergli aiuto alla fine.
Ora era davvero finita, stava di nuovo in quella che per lei era la sua nuova casa, la sua nuova famiglia, con i suoi veri compagni.
Era calata la notte da quando erano salpati dal suo villaggio, il braccio le faceva ancora un po’ male per il nuovo tatuaggio, ma era cosi felice che quel piccolo dolore la facesse sentire tanto forte.
Aveva impresso i simboli che più erano importanti per lei, a ricordo di tutto l’amore che provava per le due persone a lei più care.
La cicatrice che le era rimasta sulla spalla invece, era il ricordo dell’odio, dell’aver cancellato e strappato via dalla sua carne un simbolo cosi infamante.
Ma andava bene cosi, il passato non si cancella mai del tutto, pensò, avrebbe finalmente ricominciato a vivere.

Era libera.

Quella mattina erano salpati molto presto, non aveva avuto il coraggio di salutare gli abitanti del suo villaggio come avrebbe dovuto, si era limitata a rubargli i pochi spiccioli che avevano, cosi, a ricordo che in fondo lei era sempre la stessa Nami, sbracciandosi poi in saluti per tutti, ridendo come la monella che era sempre stata.
Fu una giornata tranquilla sulla Going Merry, come se lei non l'avesse mai abbandonata.
Sanji le preparò mille ghiottonerie e la trattò sempre come una principessa. Rufy si rimpinzò al suo solito, per nulla sazio del cibo della festa fatta la sera prima al villaggio.
Usopp stava escogitando nuove invenzioni, mentre Zoro si vide solo a pranzo e cena, ma stette sempre in silenzio, per tutto il resto non fece altro che starsene in alto di vedetta.
Lei sorrise sempre, per tutto il giorno, sapeva che i suoi compagni ora conoscevano la sua storia grazie a sua sorella, ma non fecero troppe domande, e lei non scese nei particolari, voleva solo dimenticare. Era davvero grata a tutti quanti loro, per tutto.

Ma adesso che era da sola di notte, senza il frastuono di una festa di liberazione, senza le urla sgangherate della ciurma, più voleva dimenticare, più in realtà ricordava, alcuni flash la travolgevano all’improvviso, cosi si strinse nelle ginocchia, sotto i mandarini dove si sentiva protetta.
Tutti quanti dormivano, il rumore delle onde e del vento la rilassavano un pò, il profumo dei suoi alberi la confortava come faceva sua madre quando era piccola.

Ad un tratto sentì la porta della cabina aprirsi, e vide lo spadaccino uscire, posizionarsi sotto l’albero maestro, dove si sedette.

Per Nami fu come se il tempo si fosse fermato in quel momento. Come un ondata i ricordi la travolsero.

Lui, gettarsi con mani e piedi legati, davanti i suoi occhi.
Aveva capito subito il suo bluff e l’aveva sfidata.
"Non sforzarti a fare finta di essere malvagia, non riesci neanche a veder morire una persona!"
E ripensava al momento in cui lei, col cuore in gola, aveva lanciato le sue scarpe per aria gettandosi in acqua per salvarlo, e lui che la guardava fisso mentre affondava giù, con un sorrisetto sarcastico, che si smorzò quando incrociò lo sguardo di lei.
Non l’aveva mai vista cosi prima, smarrita, spaventata e cosi vera.

Con gli occhi Nami cercava di fargli capire quanto le stesse costando quella farsa.

Lei gli cinse la schiena mentre risalivano verso la superficie, ma avrebbe voluto che quel momento non fosse mai finito, in quei pochi secondi dove era veramente se stessa, al di sotto della realtà che l’attendeva in superficie.
Lui la strattonò cercando di liberarsi da quella presa. Con la testa gli fece cenno di scappare verso il cancello di uscita che collegava quella piscina al mare aperto, di andare via da li, ma lei gli girò dietro le spalle e lo afferrò per i polsi legati, costringendolo a nuotare verso l’alto.
Zoro non avrebbe mai saputo che le lacrime di Nami erano tutt’uno con l'acqua in quel momento.
Anche dopo, quando lo liberò dalla cella, non ebbe quasi più il coraggio di guardarlo negli occhi, voleva solo che se ne andasse il più lontano possibile da quella miseria.
Lei aveva sperato con tutta se stessa, che in fondo, i suoi compagni sarebbero venuti lo stesso, che avrebbero capito, e quando aveva visto quello spadaccino, con i suoi modi rudi e sbruffoni combattere per lei, con quella grave ferita nel petto e la febbre altissima, tranciare avversario su avversario, senza fermarsi, avrebbe voluto dirgli quanto questo avesse significato per lei. Per tutto il giorno poi, Zoro era stato l'unico con cui non aveva avuto modo di parlare, ne di litigare, il che era ancora più strano.
Prese coraggio, e si decise.
"...Ehi Zoro, non dovresti riposare nelle tue condizioni?"
Lo spadaccino alzò lo sguardo in direzione della sua voce, sorpreso.

Non poteva più evitarla, come aveva fatto durante il giorno, in alto di vedetta.

"E tu che ci fai ancora in piedi?"
Nami non era preparata a questo, aveva pensato solo a cosa dire, non a cosa rispondere.
"...Io…nulla, non riuscivo a dormire" le usci senza pensarci.
Zoro non parlò, ma si alzò. Forse c'era ancora una possibilità di andarsene da li.
"In questo caso, ti lascio sola, goditi la serata e i tuoi pensieri allora, buonanotte Nami."
"Zoro!...Io volevo ringraziarti per quello che hai fatto!". Non badò ai suoi modi bruschi, senza respirare la frase le uscì da sola.
Lo spadaccino si bloccò di colpo. Decisamente non se lo aspettava da lei. Non aveva senso comportarsi come un bambino e scappare.

Il ragazzo salì le scale e si sedette accanto a lei, sotto quei mandarini. Si voltò verso di loro, indeciso se prenderli o no, curioso. Profumavano divinamente...come lei.

"Ti avverto, toccali e te le suono!" disse lei un po’ seria, un po’ divertita.
Lo spadaccio si fece una grassa risata di scherno.
"Certo, forse quando nevicherà all’inferno ci riuscirai!"
"Cosa vorresti dire?"
Nami alzò la mano per scagliargli uno dei suoi famosi pugni, ma lui le bloccò il polso per aria.
La ragazza ebbe un brivido a quel contatto, quella stretta era forte e gentile allo stesso tempo, lui la fissò negli occhi.
"Se ce ne avessi parlato prima, ti avremmo aiutato subito, sei stata un idiota a tenerci all’oscuro di tutto!"
Nami strattonò la sua presa e si liberò, ma solo perché lui la lasciò andare.
"I-io...non volevo farvi correre pericoli che non vi riguardavano!"
Zoro sgranò gli occhi, infuriato.
"Cosa diavolo pensavi mocciosa?? Che ti avremmo lasciato nella merda da sola a combattere la tua guerra? Ci credi cosi vigliacchi? Eri la nostra compagna prima, lo sei adesso, e lo sarai sempre, cerca di ricordartelo, razza di idiota! La ciurma non si abbandona mai!"
L’ultimo nodo che Nami aveva dentro di se finalmente si sciolse in quell’istante. Non badò neanche a quei "gentili" aggettivi con cui lui l'aveva appellata, perchè dopo essere stata coccolata da tutti, per tutto il giorno, sentiva di meritarsi anche un rimprovero sincero. E da Zoro, anche se le costava un pò ammetterlo, poteva accettarlo.
"Zoro…"
Il viso di Nami si rilassò in un espressione dolce, mentre pronunciava il suo nome senza guardarlo, il ragazzo si irrigidì.

Per tutto il giorno, rifugiatosi di vedetta, non aveva fatto altro che pensare alla rossa.
Avrebbe voluto stringerla e gridare al mondo intero tutta la confusione che aveva in testa.
Quella ragazza, conosciuta da poco, lo faceva impazzire continuamente con i suoi modi di fare.

Era autoritaria e voleva avere sempre ragione, voleva mettere il naso ovunque e avere l’ultima parola, era fastidiosamente attaccata al denaro, era forte e tenerle testa non era facile.
E a lui tutto questo piaceva da morire, ma non voleva confessarlo neanche a se stesso.

Odiò il fatto di non aver distrutto lui Arlong, di non avergli spaccato la faccia personalmente, di non avergli lacerato, tranciato, affettato quell'essere ignobile che l’aveva fatta soffrire in modo cosi atroce, cosi mostruoso.
Se fosse stato più in forze lo avrebbe certamente fatto, e avrebbe potuto essere il suo eroe, come lo era Rufy.
In più si era fatto battere da quell'uomo di nome Mihawk, una sconfitta di cui avrebbe portato per sempre il segno nel petto. Forse era accaduto per la sua inferiorità.
Forse perchè la sua testa e le sue gambe bramavano di volare da lei il prima possibile in quel momento, distraendosi dallo scontro.

E poi...quello che aveva fatto gettandosi in quel modo in acqua...quasi non si riconosceva più. Era andato fuori di testa da quando lei aveva lasciato la nave.

Cercò di riprendere il discorso.
"....Noi tutti qui abbiamo un sogno, e vogliamo raggiungerlo ad ogni costo."
Nami annuì.
"So già che vuoi diventare lo spadaccino più forte del mondo"
"esatto, l’ho promesso ad una persona molto importante per me in passato…ora, come diavolo credi che io possa realizzare il mio sogno, se mi suicido deliberamente?
Io sapevo che non mi avresti fatto affogare in quel dannato mare, la sotto, io ti ho aspettato…e se ci penso la cosa mi fa diventare pazzo, io non ho mai messo la mia vita nelle mani di qualcuno prima d’ora, sai cosa significa questo?"
Zoro sapeva cosa realmente significava, e sudò freddo per quella fottuta paura dei suoi sentimenti, ma non lo avrebbe mai detto.
Nami scosse la testa.
"...che per me sei un pericolo, mi mandi in pappa il cervello strega, e questo è male"
La rossa sorrise.
"Andiamo Roronoa...ho tutto questo potere su di te?"
Il ragazzo gettò la testa indietro, fra le foglie dell'albero di Bellmer.
"Cerca di non approfittartene, potrei estinguere il mio debito con tutte le volte che ti salvo il culo!"

Si preparò a ricevere un pugno, che non arrivò. La ragazza si voltò verso il suo viso, e inclinò la testa sorridendo.
"E' cosi bello avere dei compagni…ringrazio anche te per quello che hai fatto Zoro"

"Non ho fatto nulla di chè."

Nami vide quanto era pensieroso, alzò un braccio e senza guardare staccò un mandarino dall' albero dietro la sua schiena. Cominciò a sbucciarlo con cura e attenzione, mentre Zoro guardava la scena alzando un sopracciglio. Con sua sorpresa si vide offrire uno spicchio di quel prezioso frutto.

"Tieni…te lo sei meritato" Nami glielo porse sotto il naso, senza guardarlo.
Zoro arretrò la testa in segno di rifiuto.
"Che cosa?? Guarda che non sono il tuo cane!! E poi sentiamo, questo quanto dovrei pagarlo?!"
Nami si voltò a guardarlo con un ghigno arrabbiato.
"E’ un regalo, un regalo preziosissimo che probabilmente non ti ricapiterà mai più in tutta la vita, quindi accettalo senza fare storie, o per l’offesa ricevuta non accettandolo, mi dovrai altri 100mila berry!" Nami spinse ancora di più lo spicchio verso di lui.
"Prendilo avanti! Con delicatezza mi raccomando, ci tengo tantissimo!" disse sorridendo come una bambina.
Zoro la guardò di sbieco, pensando in quale trappola si stesse cacciando, l’istinto lo portò ad afferrarle il polso con uno scatto e mettere in bocca quelle dita sottili che stavano tenendo quello spicchio profumato ed invitante.

In bocca senti il sapore della sua pelle mista a quella del mandarino, una combinazione che trovò eccitante da morire.
Nami ebbe un sussulto.
Il tocco delle sue labbra e della sua lingua, era stato un millesimo di secondo, ma ora che aveva ritratto la mano di scatto, sentiva le dita calde e ancora umide. Non era certa di averle sentite anche leggermente succhiate alla fine.

"Uhm...non male..." Zoro ci mise meno di un secondo a masticare ed inghiottire quel minuscolo pezzetto.

Nami si riprese all'istante non appena lui pronunciò quela frase.
"Ma che diavolo fai??! Mi hai sbavato le dita!!"cercò di riprendere un contegno meglio che potè.
"Colpa tua che me lo hai offerto, non volevo sporcarmi!"
"Ah si, il signorino non voleva sporcarsi? Ma smettila!!"
In un impeto di risa miste a rabbia dimenticò la sua solita cura nel maneggiare i mikan, e aprì con tutte e due le mani il mandarino facendolo schizzare ovunque, e prese a spalmarglielo con le mani impiastricciate tutte sulla faccia, mentre lui cercava invano di ripararsi. Da che erano uno di fianco all’altro, Nami gli si piazzò davanti, seduta per terra con le gambe incrociate, le braccia protese in un attacco alla frutta.
"Brutta idiota maledetta, questa me la paghi!!"
Zoro osò staccare anche lui un mandarino dall’albero per fare lo stesso con lei, con le dita affondò sul frutto come fosse burro, ne mangiò metà ingurgitandolo di corsa mentre lei cercava invano di sottrarglielo, e spiaccicò la buccia sui suoi capelli.

"Ecco quello è il suo posto, si sentirà a suo agio li in mezzo!" rise sguaiatamente battendo le mani per terra.
"Come osi!! Solo io posso toccarli!!"Nami riagguantò l’altra metà del mandarino, salvandolo dalle sue grinfie, e lo tenne saldamente.
Si sforzò di sembrare arrabbiata, ma il suo tono rivelava divertimento. Stava benissimo in quel momento, stava ridendo di cuore.
Ora anche Zoro rideva vedendola con i capelli arruffati, sporca di succo di mandarino ovunque.

"Sei proprio ridicola!!"
"Ma tu guarda come mi hai conciata!"disse sbarazzandosi della buccia del frutto sulla sua testa.

Cominciò a leccarsi le dita di una mano distrattamente, mentre nell’altra teneva stretta l’altra metà superstite del piccolo mikan, guardando il cielo per controllare il tempo. Stava cambiando improvvisamente, nuvole scure si stavano avvicinando, e il vento stava per alzarsi piano piano.
"Fra poco pioverà, meglio rientrar.."
In tutto questo, non si era accorta che Zoro stava seduto con le gambe incrociate e con gli occhi chiusi.
"Ti metti a meditare adesso? Fra poco ci sarà il diluvio!" Per tutta risposta Zoro fece un ghigno.
"Il mio premio non è ancora finito vedo..ne vorrei ancora" disse guardando il frutto poggiato nel grembo della ragazza.
Nami fece una faccia scocciata.
"Beh...non credo che tu possa meritarne un altro…ma sarebbe un peccato sciuparlo però...io non ho più fame."

Con dita sicure staccò piano uno spicchio, sentendo gli occhi dello spadaccino poggiarsi come un ombra su di se, e glielo porse in silenzio, stando ancora davanti a lui.
Ma Zoro non si mosse, continuando a guardarla negli occhi.
Nami prese un mezzo respiro, senza sapere come e perché il cuore ebbe di nuovo lo stesso sussulto di prima. Tutto era silenzio fra loro, persino il suono delle onde del mare le giungeva ovattato. I suoi pensieri tristi, Arlong…tutto si stava sfocando, lasciando vivida solo l’immagine di Zoro davanti a lei.

Con lentezza e dita tremanti avvicinò lo spicchio alla bocca dello spadaccino, che schiuse le labbra, in un gesto che Nami trovò cosi sensuale da farle venire i brividi lungo la schiena, e assieme a quel pezzetto di frutta, qualche centimetro della sua pelle entrò di nuovo in contatto con lui.
Zoro stavolta masticò piano, assaporando più a lungo quella combinazione.
Nami lo guardò rapita. C’era qualcosa di mistico nel piacere che stava provando in quel momento.

"Dammene ancora."
Gli piaceva vederla in difficoltà, per una volta.

Lei non ebbe la forza di sottrarsi, o di controbbattere, era come trascinata da una strano magnetismo che la attraeva, staccò un altro spicchio riuscendo ad abbassare lo sguardo su di esso, ma quando stava per avvicinarlo alla bocca di Zoro, lui lo rubò dalle sue dita, avvicinando quel piccolo pezzo grondante di succo alle labbra della ragazza.
Nami non sapeva se accettare o no, serrò le labbra su cui ormai poggiava il frutto, ma quello sguardo cosi penetrante le fece chiudere gli occhi, e aprire piano la bocca.
Una sensazione di dolce e fresco si propagò all’interno di essa, e con lei, il sapore leggermente salato della pelle di Zoro.
Con un impulso fugace e leggero, gli morse la punta di quelle dita dure, rese ora più morbide dal contatto col mandarino.

Il ragazzo si avvicinò di più a lei, e ripetè di nuovo quel gesto, e di nuovo Nami accolse quel frutto e quelle dita con piacere.
Riaprì gli occhi per la sorpresa, sentendo il respiro caldo dello spadaccino vicino il suo viso.

Si era avvicinato, completamente catturato dal suo magnetismo, eccitato da quella creatura che sapeva essere ingenua e candida come una bimba, provocante e maliziosa come un diavolo.
Il cuore le batteva sempre più forte, mentre lui sfiorava le sue labbra con la punta delle dita, facendole scendere in basso verso il collo, per poi farle risalire con più forza di nuovo sulla bocca, alzandogli leggermente il labbro superiore, per poi carezzarle tutto il viso.
Nami richiuse gli occhi a quel gesto, ogni tanto quelle dita cercavano la sua bocca e lei le lasciava entrare, stuzzicandosi a vicenda in un gioco che stava diventando pericoloso per entrambi.
Sentì la lingua del ragazzo scorrergli piano sul collo, mentre la sua mano affondava sotto i sui suoi capelli color mandarino.

"Sei buona...Nami…"

La ragazza si morse le labbra chiudendo gli occhi, lasciando cadere la sua testa indietro abbandonata a lui, al suo tocco rude mentre le tirava piano i capelli sulla nuca.

Era la cosa più sensuale e sconvolgente che le fosse capitata, la sensazione della sua pelle, il suo profumo, il sapore fruttato e dolce che strideva a contatto con lui, ma che creava un mix sublime e unico.

Sentiva il suo respiro caldo, farsi sempre più affannoso e vicino, sul collo, sull'orecchio scatenandole brividi pungenti sulla schiena.

Allora stava accadendo davvero…?

Dal collo, la lingua di Zoro risalì sulla guancia, ancora bagnata di succo, fu allora, proprio allora che i loro sguardi si incrociarono di nuovo, più coinvolti che mai, e si baciarono con foga e desiderio.
La realtà era che non aspettavano altro che quello, da molto tempo.
E al diavolo l’orgoglio, pensò lo spadaccino mentre finalmente poteva toccarla e sentire da vicino quel profumo, di cui percepiva solo la scia quando lei gli passava accanto.
Gli dava alla testa come neanche il miglior rhum del mondo riusciva a fare.
La trasse a se in un abbraccio, costringendola a sedergli cavalcioni sopra, senza mai staccarsi dalle sue labbra. Sentirla fra le sue braccia in questo modo gli parve la cosa migliore di tutta la sua vita.

Nami sentiva le sue mani grandi prenderla tutta, scendere lungo la schiena, fermandosi per stringerle il sedere curvilineo e morbido nascosto sotto la sua leggera gonna.

Le prime gocce di pioggia caddero, Nami se ne accorse solo quando le senti fresche sul viso. Sapeva che adesso non si sarebbero fermati, anche se fosse arrivata una tempesta.
Parole inutili in quel momento le si affacciarono, confuse per lo sconvolgimento che stava subendo tutto il suo essere.
"Che stiamo facendo…Zoro…che stiamo facendo…"
Zoro capovolse la posizione, reggendola per il sedere e tenendole la testa, sdraiandola sotto di se.
Quella era la sua risposta.

Nami si lasciò sfuggire un leggero gemito, quel corpo sopra di lei, quelle braccia forti che la comandavano, le scatenavano tremiti in tutto il corpo, il respiro di lui e la voglia che leggeva nei suoi occhi, la fecero sentire voluta, e desiderata come mai prima.
Al diavolo davvero tutto quanto.
Ripensava ai momenti quando lui si allenava nella nave, non poteva togliergli gli occhi di dosso, i suoi muscoli in tensione, il suo sguardo concentrato e determinato, si chiedeva sempre a cosa stesse pensando in quei momenti, forse a perseguire il suo sogno, e si sentiva cosi orgogliosa di lui, da volerlo infinitamente.

La pioggia cominciò a cadere forte e fitta all’improvviso, rendendo la semplice maglietta bianca che indossava la ragazza subito trasparente. Sotto non indossava nulla,convinta com’era che di li a poco sarebbe tornata in camera per cercare di dormire.
Zoro osservò il cambiamento dei suoi seni al solo sfiorarli con la sua mano attraverso la maglia e Nami non era certa di aver visto un leggero arrossamento sul volto del ragazzo.

"Che c’è spadaccino, ti stai imbarazzando?" disse volendolo provocare, sorridendo nel suo solito modo ammiccante e sensuale.
"Piantala mocciosa…" Zoro cercò di nascondere il suo rossore, scendendo con dita incerte nel bordo in basso della maglietta, che le tirò su di scatto, fermandola appena sotto il collo della ragazza.

Davanti a lui si stagliavano due meraviglie che stavano orgogliosamente su, perfette come nessun capolavoro lo era mai stato. Fu il turno di Nami nell'arrossire leggermente al suo sguardo ammirato, ma le diede anche un senso di potenza che le piaceva molto.

Zoro guardandola, provò una fitta di gelosia che gli infiammò l’anima, chissà quanti uomini l’avevano sognata, immaginata, toccata, non aveva importanza se con la mente, o con le mani, era comunque dannatamente geloso, soprattutto di quel cuoco pervertito che non perdeva mai occasione per starle intorno.
Lei doveva essere sua e di nessun altro.

Le sfilò la maglietta, Nami accompagnò i suoi movimenti febbrili, ma lui bloccò le braccia distese della ragazza con le sue, intrappolandogliele.
Ebbe cosi libero accesso a quel petto cosi morbido, sensuale, bianco come la luna, caldo come il sole della passata mattina.
Nami contorse la schiena al tocco delle sue labbra sul suo seno. Era in balìa della sua lingua, della sua imprevedibilità, della sua velocità, della sua pressione.
Zoro la liberò dalla stretta, e le fu concesso cosi di poggiare le sue dita fra i capelli dello spadaccino, bagnati di pioggia.
Le afferrò il seno, come a volerlo marchiare di sua proprietà, facendole mordere le labbra per il piacere che gli provocava.

Con le sue sottili dita da ladra, veloci e leggere, la navigatrice gli tolse piano la maglietta bianca, e sul suo petto ampio vide le bende, accarezzò la ferita che quella lunga spada di quel potente avversario gli aveva inferto, ma non disse nulla sulle sue preoccupazioni, per non ferire il suo orgoglio.
Scrutò tutte le cicatrici che si era procurato in quegli anni, ne sfiorò qualcuna seguendone i contorni tortuosi, con sguardo interdetto. Sentimenti di preoccupazione, fascinazione, orgoglio, paura ed eccitazione si sovrapposero tra loro, confusi, indecisi.

Desiderò che mai più nessuna lama, arma o uomo, avessero mai più lasciato una cicatrice su quel corpo, ma sapeva che era impossibile per uno come Zoro, che si buttava su ogni sfida, sprezzante di ogni pericolo.
Zoro le sorrise nel suo classico modo da sbruffone strafottente.
Si baciarono di nuovo, scoprendo entrambi il piacere della lentezza questa volta, strana, sconosciuta per due impulsivi esagitati come loro, ma tremendamente appagante a confermare che quella era ancora una volta la realtà di quella notte.

Incessante, la pioggia cadeva sui loro corpi.

Le dita bagnate dello spadaccino cominciarono ad insinuarsi seguendo le curve della sua donna, imprevedibili ed instancabili, attirate inesorabilmente sempre più in basso.
Nami ebbe un sussulto di sorpresa e di sollievo, quando esse imboccarono quella strada, scivolosa più della pioggia.
Si sentì inerme per qualche secondo, sentendo la sua dolorosa tensione finire a quel contatto che le sciolse i sensi, si staccò dalle sue labbra per affondare il viso contro di lui, cercando di zittire i suoi gemiti affannati.
Zoro si stupì della sua stessa intraprendenza, il suo corpo si muoveva da solo, seguendo l’istinto naturale che non lo aveva mai tradito.
Sentì la risposta del corpo della navigatrice, la guardava estasiato ed orgoglioso che tutto quello fosse provocato dalla sua vicinanza. Ma non era abbastanza, da lei voleva di più.
Interruppe il contatto con le sue dita, Nami aprì gli occhi di scatto come se si fosse svegliata da un bel sogno finito bruscamente troppo presto.
Il ragazzo si alzò leggermente, allontanandosi da lei.

"Zoro..?"
Il respiro affannoso di Nami, rivelò preoccupazione nel tono della voce. Che stava succedendo? Se lui avesse avuto intenzione di finirla li, sarebbe stata un umiliazione insopportabile.

Note dell'autrice

Ciao a tutti, questa è in assoluto la mia prima fanfiction su Zoro e Nami, coppia di one piece che adoro! Beh non so cosa dire XD, fatemi sapere che ne pensate se vi va ciao!! :)

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Capitolo 2
*** Liberi ***


capitolo2                                                                                              nami

La notte della rinascita

DISCLAIMER: One piece e tutti i suoi personaggi  appartengono al grande maestro Eichiro Oda^^
la fanart è copyright del rispettivo autore (che non so chi sia ma è bravissimo XD )


"Zoro..?" 
Il respiro affannoso di Nami, rivelò preoccupazione nel tono della voce. Che stava succedendo? Se lui avesse avuto intenzione di finirla li, sarebbe stata un umiliazione insopportabile.

Il ragazzo si portò un dito alla bocca in segno di silenzio con uno sguardo che lasciava intendere di non avere nessuna intenzione di andarsene, anzi.

Lasciandole addosso solo la gonna le tolse gli slip, e con le labbra, dal suo petto si apprestava a scendere sempre più in basso, sempre più in basso…
Nami sorrise dandosi della stupida pensando che se ne stesse andando via per qualche oscuro motivo, ma a quel gesto si sentì una ragazzina nelle sue mani, e come in una guerra, voleva dimostrargli che il suo avversario non era tanto facile da conquistare.
Fece un tentativo di resistenza. Falso, ma lo fece.

"Cosa ti fa pensare che io te lo lasci fare…?" cercò un tono di sfida, ma era troppo difficile non cedere. Zoro si fermò per un attimo, e la guardò ironicamente.
"Cosa ti fa pensare che io ti ascolti adesso?" Con sguardo malizioso, sparì di nuovo sotto la sua ampia, ma corta gonna a pieghe.
 Prese a stuzzicarla con la punta della lingua, per poi ritirarsi, in una eccitante tortura.
"Smettila…"

Nami non sapeva di nuovo se continuare a far finta che non le piacesse che avesse lui il controllo della situazione, o se lasciarsi andare.
Solo lui era capace di darle quelle emozioni cosi contrastanti, e mentre cercava di allontanare debolmente la sua testa da li sotto, come fosse un gioco, si sentiva incredibilmente confusa, come se lui l’avesse ubriacata.
Zoro continuava a giocare con lei, stuzzicandola in tutti i modi. Nami si contorceva, ritraendo le dita dei suoi piedi nudi sul pavimento di legno.

"..ah…ghh.. ti...ti stai divertendo stupido spadaccino??"
Nami respirando forte, stava perdendo il controllo. Ormai il gioco stava diventando serio, non lo allontanava più, le tremavano le dita delle mani, cosi le mise a coprirle la bocca cercando di filtrare gli spasmi provocati dai gemiti che non poteva trattenere. Lo voleva, dannazione se lo voleva. 

"Vuoi... che mi fermi del tutto allora?" Zoro alzò lo sguardo, gli occhi ridotti a due fessure, ansante.
Si guardarono per un secondo che sembrò infinito. Il desiderio di averlo, di sentirlo suo, fece impazzire Nami.
Lo accolse affondando le mani nei suoi capelli, spingendolo in basso, inarcando la schiena all’indietro arrendendosi a lui, chiudendo gli occhi.
Completamente persa, si sentiva trasportare da una strana corrente, che cancellava tutti i suoi pensieri, tutti quei rumori, come se stesse galleggiando a mezz'aria, c’erano solo lei e lui.
"Non ti fermare…è...un ordine …" biascicò quelle parole, non essendo neanche sicura di averle realmente pronunciate.
Zoro fu autorizzato a scoprire un nuovo sapore dalla navigatrice, e se aveva sentito bene, quello era senza dubbio un ordine che avrebbe eseguito volentieri stavolta.
Solo la pioggia che stava cadendo fitta e pesante sui loro corpi si frapponeva fra loro. Il profumo della terra bagnata degli alberi di mandarino, pungente e meraviglioso, li avvolse.
Nami strinse le cosce attorno alla sua testa, un lungo gemito trattenuto dalle sue nocche le morì sulle labbra. Pensò di essere al limite, ma non voleva che tutto fosse finito cosi presto.
Voleva che quel momento arrivasse avendo Zoro dentro di se, la smania di sentirlo le si poteva leggere in faccia, ma non ci badò. In fondo, il pudore non aveva mai fatto parte di lei.
"A..aspetta...!!"
Lo spadaccino riemerse da sotto la sua gonna, ansimando, col volto arrossato, la bocca e il mento lucido come madreperla.
Vide la sua donna respirare a fatica, con gli occhi che le brillavano, e su cui si posava una nuova luce. Desiderio.
Non ci fu bisogno di nessuna parola, era chiaro come il sole. Mentre si toglieva l'ingombro dei suoi pantaloni, Zoro guardava il petto della ragazza alzarsi e abbassarsi velocemente.
Lei fece la stessa cosa, sfilandosi la gonna appiccicata alle cosce, zuppa di pioggia.

Completamente nudi e veri l'uno di fronte l'altra, si ammirarono estasiati per un attimo, probabilmente era la pazzia più grossa,  più selvaggia e proibita che stavano commettendo. 

Non sarebbero mai più tornati indietro. Forse sarebbe cambiato tutto tra loro, forse nulla.

Zoro si avvicinò, tenendola saldamente per proteggerla dal pavimento. Aprendo tremante le sue gambe, Nami non volle pensare a nessuna conseguenza.

La navigatrice ebbe un brivido di calore nella sua parte più intima, guardando quella potenza che le si stagliava davanti. Le si mozzò il respiro, poi lui avvicinò il proprio bacino al suo.
Si aggrappò con forza alle sue spalle, stringendo i denti mentre lui scivolava piano dentro di lei. Soffocò un gemito contro il suo petto, mentre affondava le unghie nella sua pelle.
Zoro controllò la sua forza, almeno all’inizio pensò, il suo cuore accompagnava quel momento, impazzito per l’emozione.
"Ah..."
Gli morse piano una spalla, mentre lo sentiva scendere più in fondo, sentì sciogliere tutta la tensione che aveva, i suoi muscoli si rilassarono, completamente appagata e riempita dal suo essere, fece scivolare le sue mani in basso, sul fondoschiena del ragazzo.
Era tutto cosi perfetto da non sembrare vero, in silenzio, ad assaporare finalmente la sensazione sconosciuta di trovarsi l’uno dentro il corpo dell’altra.
Nami accompagnava con le sue mani il movimento di quelle spinte, dapprima timidamente, poi sempre più convinta, man mano che il suo corpo le dava la sicurezza che non avrebbe ceduto sotto quella calda forza che diventava sempre più trascinante.

Zoro sentì che poteva lasciarsi andare al suo istinto più selvaggio, senza avere paura di spezzare quel sottile, ma fortissimo corpo, cosi flessuoso ed aggraziato.
Completamente zuppi ormai, sotto una pioggia pungente e sopra il mare che cullava la nave, si amarono scomposti, come agitati da un demone che voleva saziarsi l’uno dell’altro.

C’era qualcosa nel loro modo di amarsi che somigliava ad una sfida, volta però a chi fosse stato più capace nel donare all’altro tutto se stesso.

L’energia che sprigionavano  insieme era una sensazione mai provata prima d’ora per entrambi. Nami aprì gli occhi un istante e tutto le sembrò sfocato e confuso, si era persa sotto quel corpo che la stava facendo sua. Abbracciò forte il ragazzo. Forse cercava protezione, forse cercava amore, ma era certa che voleva solo lui.

Occhi negli occhi, ipnotizzati l’uno dall’altra, le loro espressioni abbandonate al piacere che si stavano scambiando, li faceva impazzire sempre di più, i loro lombi stretti in ogni ritmo che Zoro decideva per lei.
Inizialmente lento e profondo, dove entrambi protraevano all'infinito la sensazione di sentirsi bruciare fin dentro le viscere, poi sempre più veloce e costante, fatto di rudi e brusche spinte, da far aggrappare la sua donna tenacemente al suo collo.
Nami non abbassò mai i suoi occhi da quelli di Zoro, perennemente in sfida con lo spadaccino, ma cercò la sua mano, che lui prese intrecciandone le dita.
Fu in quel momento che Nami si rilassò, fece cadere la sua ultima maschera, e chiuse gli occhi voltando il viso, arresa, prigioniera e libera mentre lui aumentava la velocità e la profondità di quelle spinte, udendo il tintinnìio dei suoi orecchini che seguivano il suo incedere vigoroso.

La navigatrice sentì sulla pelle la pioggia che formava rivoli d’acqua sul suo corpo, scendendo fin sotto la sua femminilità, rinfrescandola e rendendo i loro movimenti ancora più fluidi.

Il ragazzo si gettò sul suo petto, succhiandolo avidamente,  mentre lei cercava di soffocare le urla liberatorie che avrebbe voluto lanciare, che le rimbombavano in testa. 

Era incredibile come fossero perfetti l’uno dentro l’altra, si completavano e si incastravano come due pezzi unici, identici, eppure cosi diversi l’uno dall’altro.

Nami battè un pugno per terra, e inarcò la schiena all’indietro, decidendo di spingere di rimando col suo bacino, fuori di senno.
"oh Zoro…"
Era sconvolgente per lui vederla cosi fuori controllo.

"ti sento Nami…"

La sua voce. Rude, bassa, passionale, rotta dall'affanno. Nami sentiva tutto il rispetto che lo spadaccino aveva nel modo di amarla, cercando il suo piacere prima del proprio.
Nessuno prima l’aveva mai rispettata come donna, era solo un pezzo di carne, una sporca traditrice.
E lei della sua bellezza, se ne era servita tante volte pur di sopravvivere tra la gentaglia incontrata durante la sua vita. Aveva una profonda cicatrice nel suo cuore, non solo nella sua spalla, che solo lui poteva guarire.

Non sapeva se poteva chiamarlo amore quello che stavano facendo, ma non faceva differenza, finchè lei si sentiva una dea tra le sue braccia, cosi al sicuro, e insieme eccitata dal brivido di non sentire più la terra sotto i suoi piedi, di non avere più nessuna certezza se non quella che stava provando al momento.

Voluta, desiderata, mangiata, baciata, assaggiata in ogni centimetro del suo corpo, accarezzata rozzamente con forza e gentilezza allo stesso tempo dalle mani dello spadaccino.
Non aveva modi leggeri, e lei amava sentire finalmente la sua forza pressare su se stessa.

Zoro osservò la ragazza sotto di se, totalmente mischiata a lui, la sua pelle morbida, sensuale e bellissima, la sua femminilità cosi seducente e naturale, il suo corpo cosi sottile eppure forte, e le sue unghie dolorosamente nella sua schiena, meravigliosamente perduta nel suo godimento. 
Molte notti aveva sognato di lei in quel modo, e se ne vergognava.
Spesso avrebbe voluto finire i loro litigi baciandola con forza contro un muro per farla star zitta, e poi fare ciò che stava facendo adesso, ma con rabbia, passione sfrenata ed egoismo, facendola gridare per tutta la nave, soprattutto dopo che lei lo aveva comandato come il suo personale burattino.
Ma i sogni e la realtà erano diversi, questa non era la fine di una battaglia, ma l’inizio di qualcosa di più sublime, e più alto del mero sesso.
Si stavano davvero conoscendo, nessuna maschera, nessuna bugia, nessun testardo orgoglio fra loro che li proteggeva da quello che provavano realmente.
La pelle di Zoro per il sudore e la pioggia divenne lucida sotto un raggio di luna ancora visibile fra le nuvole scure, cosi come quella di Nami che sembrava trasparente e luminosa, ad ogni spinta il suo seno seguiva il suo movimento, in una danza che per lui divenne ipnotica, la baciò facendo incontrare la sua lingua profondamente con la sua, mentre con un braccio circondava il suo corpo.

Nami sentì Zoro sempre più potente dentro di se, e spinse il suo bacino contro il suo, stavolta con violenza.
Finalmente, lasciò che un urlo vibrante e liberatorio esplose dalle sue corde vocali, affondò le unghie sulla sua schiena mentre veniva travolta da tante scosse che partirono profondamente da dentro di lei, per diffondersi su tutto il corpo.
Era viva come non lo era mai stata, due lacrime le scesero rigandole le guance senza che se ne accorgesse, tanto era l’intensità di quell’apice, Zoro rallentò leggermente, dandole il tempo di riprendere fiato, ma sempre dentro di lei.
La baciava sul collo, bagnato di lacrime e pioggia mentre lei sorrideva felice portandosi una mano sulla fronte, ancora incredula di essere sulla terra dopo quella sensazione.

Non si sentiva completa se anche lui non avesse finito, se anche lui non avesse provato le sue stesse emozioni. E voleva che fosse meraviglioso, come lo era stato per lei.
Voleva dargli se stessa più che poteva, sentiva che non avrebbe potuto negarli nulla, non voleva negargli nulla.

Le nuvole nel cielo si stavano diradando.

Respirando velocemente, guardandolo intensamente fisso negli occhi, Nami alzò le gambe incrociandole dietro la testa di Zoro.
Il ragazzo aprì la bocca in un gemito muto, sgranando gli occhi, ebbe la sensazione che ogni suo centimetro fosse completamente dentro la navigatrice, che lo stava ancora portando verso sensazioni mai provate. Stavolta fu lui a gettare per un secondo le testa indietro, la bocca affannata e gli occhi chiusi.

Nami sentì l’orgoglio crescere in lei, provocargli questo piacere era bellissimo ed appagante, vederlo cosi selvaggiamente senza controllo, valeva più di ogni cosa mai avuta.
La passione che lei gli trasmetteva facevano sentire di già Zoro l’uomo più forte del mondo. La guardava estasiato, socchiudendo poi i suoi occhi immersi nel piacere.

Con tutta la forza che aveva, e oltre, afferrandola per i fianchi facendola sussultare con veemenza.
Per la seconda volta inaspettatamente, stavolta assieme a lui, Nami riprovò la sensazione di un attimo prima, ancora più intensa dovuta al sottile dolore che adesso provava, felicemente stremata.
Si strinsero cosi forte da sentire la pelle bruciare, entrambi scossi da quel godimento primordiale.
Zoro si lasciò cadere di fianco alla sua donna, ad ogni suo respiro, il petto gli si gonfiava raddoppiando di molto il volume della sua figura.

Nami sorrise col cuore, era troppo bello per essere vero.
Distesi uno di fianco all’altro, in pace col mondo e con loro stessi. La pioggia ormai rallentata, lavava i loro corpi accaldati, ansimanti e vivi.
Le loro membra stanche e vicine, erano silenziose compagne, appena tornate da un viaggio straordinario, vincenti e soddisfatte per la scoperta di un tesoro solo sognato prima d'ora.
Forse…era quella la felicità?

Nami fissava le stelle in alto, mentre si portava una mano sulla fronte, scostando i capelli bagnati. Girò il viso verso di lui, e con la punta delle dita seguì il profilo regolare dello spadaccino. La sua ampia fronte, il naso, l'incavo delle sue labbra. 

"...Zoro...lo sai....sai perché il tuo debito è cosi alto…e perché continuo ad alzare sempre gli interessi?"
Il ragazzo incrociò le braccia dietro la testa, sbadigliando con la bocca aperta.
"No…e non mi interessa saperlo adesso…"
Nami sorrise avvicinandosi al suo orecchio, sussurrando.
"Allora non ti importa sapere…che quegli interessi saliranno sempre di più…cosi che non riuscirai mai a pagarli...e liberarti di me?"
"Venale come al solito eh?" bofonchiò accennanno un vago sorriso.

Anche se erano tutti bagnati, non c'era per niente freddo, e il vento stava calando.
Nami lo osservò sentendosi stringere le viscere. C’era una frase all'improvviso, che le stava scoppiando nella pancia, nel petto, nel cuore, nella testa, e se non l’avesse detta in quel momento, avrebbe poi avuto paura che non ci sarebbe mai più riuscita in tutta la sua vita.

"Zoro io...per tutto questo tempo...credo di essermi innamorata di te..." disse mentre respirava forte e due lacrime le scendevano cadendo lateralmente, fu grata alle gocce di pioggia che lui non avesse visto.
Non si voltò per vedere l’espressione che aveva fatto il ragazzo, non voleva sapere nulla, non voleva sentire nulla che avrebbe rovinato quel momento. A lei bastava solo il fatto di essere riuscita a dire qualcosa di cosi importante e vero, per la prima volta.

Zoro non rispose, avrebbe voluto dire mille cose, ma quello che aveva sentito era cosi grande che si sentì sopraffatto. Ancora una volta la forza di quella ragazzina l’aveva sorpreso.
Capì che non si era meno uomini accettando il fatto di essersi innamorato. Adesso poteva concedersi di ammetterlo.

Sorrise, libero.

"Non c'è bisogno che usi il denaro per legarmi a te, ma se vuoi sono pronto a pagare tutta la vita, fai pure arrivare gli interessi alle stelle, non mi importa. Anzi non chiedo altro."
Nami si voltò verso di lui, incredula. Zoro sgranò gli occhi, alzando un sopracciglio.
"Che c’è mocciosa? Non sai che ogni mia promessa è debito?" Nami sorrise perdendosi nei suoi occhi neri.
"Affare fatto, certo...non che sia un cosi bell'acquisto da parte mia però..." Rise battendo un piede a terra alla sua espressione indignata.
"Sbaglio o mi hai appena detto che mi ami? Che serpe bugiarda!!"
"Non ti ho mai detto che ti amo!!"

Lo spadaccino fece per alzarsi imbarazzato e rosso in viso, ma lei lo prese per un braccio, facendolo ricadere giù con un tonfo, ridendo come una matta.

Zoro trattenne a stento un sorriso.
Era riuscito finalmente a far cadere quel muro di difesa su cui lei si era trincerata tutta la vita, si sentì orgoglioso ed onorato che una tale donna avesse scelto lui come suo uomo.
Certo, era completamente matta, questo andava detto. Ma ormai l'aveva nella sua pelle.

La navigatrice vide accanto a lui l’ultimo pezzo di mandarino rimasto. Lo prese avvicinandosi sopra il corpo del ragazzo, mise in bocca la frutta, e si abbassò per baciarlo.
Era un modo per suggellare quel patto. Lui rispose a quel bacio, dolce e lento, fatto di piccoli assaggi, dominato dalla figura della ragazza che si stagliava su di lui.
Quello che aveva appena provato, era stata una tempesta. La sua confusione si affievoli, ora aveva una certezza in più.

Doveva difendere quello che provava, doveva imparare ad aprirsi a quella ragazzina cresciuta troppo in fretta. Troppo a lungo era stato da solo, cosi come lei, che aveva sopportato immensi sacrifici, da quando era ancora una bambina.
E non avrebbe più permesso a quel terrore che lo accompagnava, quella paura di perdere di nuovo una persona cara, di prendere il sopravvento sulle sue emozioni.
Amavano per la prima volta dopo tanto tempo di nuovo, lo avrebbero fatto insieme.
Sarebbe stato la sua spalla su cui appoggiarsi ogni volta. Si sentiva più forte per lei.
Compagni... compagni ...compagni...la parola gli risuonava in mente, allargandogli il cuore.
Le accarezzò i capelli, abbassando la testa della ragazza sul suo petto. Fu li che lei si senti in dovere di chiedere della sua ferita. Tutte le bende si erano bagnate, ma fortunatamente non sembrava essersi aperta. La accarezzò leggermente.
"Ti fa male?"
Zoro ringraziò mentalmente il dottore del villaggio che lo aveva medicato e richiuso per bene, non gli faceva neanche più male, il calore del sole e la salsedine avevano accellerato la sua guarigione. Prima o poi la sua strada e quella del suo avversario si sarebbero incrociate di nuovo, e lui non avrebbe perso mai più, lo aveva giurato al suo capitano. E avrebbe dimostrato anche a  Nami, non più solo a Kuina, quanto valeva.
Le tolse la mano con fare noncurante.
"Mi avrebbe fatto più male se fosse successo sulla schiena, per la vergogna, averla sul petto è un onore"
Nami balzò in avanti mettendosi quasi seduta.
"Tu e il tuo onore…e comunque è meglio mettere delle bende asciutte al più presto."
Zoro fece un sorrisetto sarcastico.
"Ti preoccupi per me stregaccia?"
"Certo che no razza di bifolco!! E comunque, visto che sei guarito allora, è proprio una benda esagerata!"
"La realtà è che non avevo vestiti nuovi, è per questo! "
Sorrisero come due bambini a cui piaceva ritrovarsi nel loro vecchio gioco preferito.

Lentamente, adesso aveva smesso di piovere.
All’improvviso sentirono qualcuno di sotto aprire la porta.
Nami sgranò gli occhi, afferrando subito la maglietta e chiudendo le gambe, portandosi una mano alla bocca.
Zoro rimase in attesa tendendo l’orecchio, immobile, sentì qualcuno fare alcuni passi verso di loro. Nami indietreggiò verso gli alberi di mandarino, e vi si nascose dentro, gettando verso Zoro dei vestiti.

"Fermo, non fare un altro passo" disse lo spadaccino mentre si infilava i suoi pantaloni.
"Marimo?? Che diavolo ci fai mezzo nudo nel campo di mandarini della mia amata Nami? Volevi rubarli eh bastardo?? Razza di pervertito ti piace giocare da solo con i mandar…ah…"
Sanji si bloccò vedendo spuntare la punta di un piede femminile da dentro i due alberi, che oscillava nervosamente, guardò per terra disperato e vide una gonna che giaceva in una pozzaghera di pioggia, bucce di mandarino per terra, presumibilmente due.
Sanji cerco di ricomporre la sua espressione disperata.
Si voltò di nuovo verso Zoro che lo guardava con una specie di ghigno vittorioso. Poi si rivolse a Nami, alzando leggermente la voce nella direzione dove si trovava la ragazza,ma senza muoversi di li.
"Stai...stai bene mia adorata? Questo maniaco ti ha fatto qualcosa di male...???!!"
Nami si  morse le labbra, portandosi una mano fra i capelli, per il povero Sanji.
"E'...è tutto a posto Sanji, non preoccuparti...grazie..."
Silenzio...ecco, era successo. Indietreggiò di tre scalini e si accese una sigaretta, visibilmente nervoso. Dopo la prima boccata, si rivolse a Zoro, in tono calmo e pacato, trattenendo suo malgrado la voglia di saltargli al collo e prenderlo a cazzotti.
"…Ti avverto idiota…falla soffrire e te le suono...tu… fortunato bastardo!" 
"Sai stupido cuoco…io amo i mandarini, da questo momento sarò io a fargli la guardia…direi...per sempre!"
Accentuò quel "per sempre"sorridendo come un bambino, e Sanji andò via cercando di mantenere un contegno.
"Mi auguro per te che ne sarai in grado" scese le scale in silenzio e richiuse la porta.

Mentre Zoro aiutava una imbarazzatissima Nami ad uscire da dietro i cespugli, entrambi sentirono un ululato di dolore espandersi su tutta la Going Merry.
Zoro si piegò in due dalle risate, Nami rivestendosi, gli diede uno spintone sulle spalle.

"Sei un mostro!!!! Chissà che delusione avrà avuto!"
"Spero solo domani di non trovarmi del veleno nel piatto!! E tu picchia pure quanto vuoi!" disse mentre raccoglieva la sue spade. 
"Ma quanto sei antipatico!!" disse ridacchiando.

La brezza del mare si alzò e Nami si fece scompigliare i capelli dal vento, sentendo il suo cuore più leggero.
"Buonanotte spadaccino, domani ti aspetta una dura giornata…e un'altra notte come questa, ma nella mia cabina, sono stata chiara??" disse ferma, con un dito puntato verso di lui, indecisa se scoppiare a ridere o mantenere una faccia seria.
Zoro sorrise "Attenta...potrei farci l'abitudine a questo genere di ordini...".
"DEVI!" Gli lanciò un ultimo mandarino staccato di corsa dall'albero, che lui afferrò al volo con una mano. Uno sguardo, cosi carico di promesse che non ci fu bisogno di dire altro.

Lo guardò mentre tornava in cabina, ma prima di fare lo stesso, si voltò a guardare i suoi mandarini.
Adesso avrebbe per sempre pensato a quella notte come il momento della sua rinascita.
Ora più che mai, avrebbe seguito il suo sogno con tutte le sue forze.

Note dell'autrice

Ciao a tutti!!Mi scuso davvero per il ritardo dell'aggiornamento! Mi fa piacere vedere quante zonamiste ci siano!^^

Ringrazio tutti quelli che hanno letto e messo la mia fic nei preferiti, ma soprattutto chi mi ha scritto una recensione, siete gentilissime e vi ringrazio per i vostri complimenti, consigli e incoraggiamenti, mi hanno fatto molto piacere^^ grazie davvero!
Un grazie al mio ragazzo per averla letta e per avermi dato dei preziosi consigli, e tutte le ragazze del midori mikan a cui questa fanfiction è dedicata^^
Che dire, se vi va di scrivermi una recensione anche qui, mi farà piacere sapere cosa ne pensate della conclusione della storia^^vi ringrazio tutte in anticipo!
Oda sensei, ti adoriamo!!

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