Percy Jackson e l'Arena dei mostri

di lexus988
(/viewuser.php?uid=683838)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Percy-Un risveglio diverso ***
Capitolo 2: *** Jason- Babbo Natale vuole la nostra morte ***
Capitolo 3: *** Percy-Quanto potrà mai essere terribile un'arena? ***
Capitolo 4: *** Jason- Sono un VIP?! ***
Capitolo 5: *** Percy-Tempo di riflettere ***
Capitolo 6: *** Jason-Corridoi interminabili ***
Capitolo 7: *** Percy-La cornucopia di Piper era meglio! ***
Capitolo 8: *** Jason-Ricerche disperate ***
Capitolo 9: *** Percy-Dagli inferi con furore! ***
Capitolo 10: *** Jason-Incontri ravvicinati ***
Capitolo 11: *** Percy-Quante domande! ***
Capitolo 12: *** Jason-Si balla! ***
Capitolo 13: *** Percy-Incubi notturni(premonitori?) ***
Capitolo 14: *** Jason-Claustrofobia non è una parolaccia! ***
Capitolo 15: *** Percy-Un bel ritratto pre-morte ***
Capitolo 16: *** Jason- Portiamo un po di teste! ***
Capitolo 17: *** Percy-Fisica applicata ai ragni... ***



Capitolo 1
*** Percy-Un risveglio diverso ***


Era accaduto tutto in pochissimi attimi. Io e Jason soltanto la sera prima stavamo ridendo e scherzando con Annabeth e Piper ed ora eravamo ammanettati all'interno di quello che aveva tutta l'aria di essere un hovercraft. "Bene" penso tra me e me "ho sempre desiderato essere legato all'interno di un hovercraft", con questi pensieri cerco di allontanare i vari sentimenti che si sovrappongono nella mia mente: odio, rabbia e malinconia. L'odio è rivolto agli Dei: perché doveva succedere tutto a me? La rabbia non è diretta a nessuno in particolare, forse ce l'ho più con me stesso per essere stato così stupido da farmi catturare da un paio di omaccioni vestiti di nero. La malinconia penso che la porterò con me per l'intera durata di questa sventurata avventura.....il motivo è ovvio per la seconda volta temo di aver perso Annabeth. Proprio mentre questi pensieri affollano la mia mente mi ricordo che nella mia stessa situazione si trova Jason. Penso che anche lui sia triste per l'allontanamento da Piper e così decido di avvicinarsi a lui per scambiare due parole. "Ehi amico, situazione assurda eh?" lui un pò sconfortato risponde "Assurda a dir poco....mi sento spaesato dentro questa stanza, sento che siamo molto in alto ma non riesco a parlare con i venti...penso che ci troviamo in un'area particolare in cui i miei poteri risultano nulli.". Questa frase mi sconvolge, se Jason non sente più i suoi poteri semidivini sul vento lo stesso varrà per me quando ci troveremmo in un ambiente marino.

No,non ci voglio pensare. Non posso pensare che il mio potere più importante, quello su cui faccio affidamento quando sono in difficoltà sia messo fuori uso da non so quale invenzione umana o divina! Proprio in quel momento in cui i pensieri si accavallano nella mia mente i motori del velivolo iniziano a rallentare la velocità e dopo tre, due, uno...BUM. Un atterraggio a dir poco brusco. "Temo che il pilota di questo coso non abbia i dovuti brevetti" Jason accenna un sorriso in segno di approvazione.

Mentre ci scambiamo questa occhiata d'intesa, dietro le nostre spalle, avvertiamo un insieme di cigolii. Il portellone "megagalattico" in pochissimo tempo si spalanca dinnanzi a noi e ci lascia a bocca aperta. Quello che vedo non appartiene alla mia epoca, i palazzi che ho davanti sono futuristici e sono a dir poco fantastici, penso per quanto Annabeth avrebbe potuto parlare di questi monumenti dell'ingegneria . Rimango ancora più sorpreso quando i due miei rapitori ci accompagnano, rigorosamente ammanettati, attraverso una via per le grandi parate (a parer mio). Percorriamo questa strada con un odore dolce che mi perseguita, non capisco da dove provenga fino a quando non vedo ai lati del viale circa mille rose bianche.


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Jason- Babbo Natale vuole la nostra morte ***


Tutto quello che avevo davanti ai miei occhi non mi era nuovo, avevo la sensazione di averlo già visto in passato e sapevo che non voleva dire nulla di buono. È un posto futuristico, tutti i palazzi sono di vetro, e la via principale è veramente bella, ha un non so che del periodo classico. Mi giro verso Percy e vedo che è a disagio.

"Ei amico cosa ti preoccupa?"

Percy è talmente assorto nei suoi pensieri che sembra non sentire la domanda, o forse mi sta ignorando, comunque non la ripeto e lo lascio in balia dei suoi pensieri. Percorriamo all'incirca un kilometro fino ad arrivare davanti ad un edificio bianco perla. Non posso fare a meno di notare che davanti a noi, come per magia, si spalanca una porta di legno massiccio che conduce all'interno della villa. Sinceramente non ho molta voglia d'entrare ma appena mi giro per cercare una via di fuga vedo solo il petto robusto di uno delle nostre due "scorte". Non so chi possano essere quei due ma sembrano molto atletici e pronti per affrontare uno scontro fisico. Sento dentro la mia tasca la dracma d'oro fredda e pesante più del solito, penso sia un segno degli dei e la lascio al suo posto.

I due ci accompagnano attraverso una sala decorata e arredata in un modo un pò pacchiano a parer mio . Penso sia un pensiero che anche Percy condividerebbe pienamente se non fosse ancora in quello stato di trance. Passiamo attraverso due sale e quattro corridoi ed infine le nostre due guardie ci lasciano davanti ad una porta d'oro, poi se ne vanno. Prima di entrare scuoto Percy per farlo uscire dallo stato di trance e dopo un paio di ceffoni ci riesco.

"Ehi ma c'era proprio bisogno di farlo?" sembra abbastanza irritato ma appena gli spiego come non rispondeva a nessuno stimolo mi fa l'occhiolino e dice:

"La prossima volta prova a gettarmi un pò di acqua fredda in faccia, possibilmente salata così non avrò lividi permanenti sulle mie belle guance!". Non riesco a trattenere una sonora risata che si infrange contro la porta d'oro. Guardo Percy ed insieme mettiamo le mani, non più ammanettate, sulla maniglia d'ottone fredda e arrugginita.

"Al mio tre OK?" Percy mi guarda e sfoggia un sorriso raggiante "OK". Uno, due e tre....la porta si apre e davanti a noi si presenta un vecchio con la barba bianca e folta. Nei suoi occhi riseco a vedere solo odio e rabbia.

"Buongiorno miei cari ragazzi a quanto pare mi hanno ripescato dal tartaro solo per progettare la vostra morte".

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Percy-Quanto potrà mai essere terribile un'arena? ***


Wow quel tizio era veramente terrorizzante, la sua voce roca mi faceva tremare e incuteva timore anche a Jason il quale aveva gli occhi rossi, non so spiegare se erano così ridotti per un pianto precedente.

A pensarci bene mi ero perso parecchie cose da quando ero sceso dall'hovercraft. L'ultima immagine che ricordo nitida sono le mille rose bianche che costeggiavano il viale principale, poi buio totale. Non sapevo come fossi arrivato davanti a quella porta d'oro.

Per tutto il tragitto non avevo visto nient'altro che l'immagine sfocata di Annabeth davanti a lui. In quello stato di trance i miei occhi riuscivano a focalizzare solamente delle rovine oltre i palazzi. Erano rovine alte almeno quanto un grattacielo newyorkese. Ero più che convinto che quelle maestose rovine appartenessero ad una città grandiosa, forse prima era una capitale o roba del genere.

Ma ora non avevo tempo di soffermarmi su quello che avevo visto, dovevo affrontare il vecchio barbuto che era in piedi davanti a noi. Ha un'aria molto arrabbiata, molto probabilmente ce l'ha con noi, anche se non ho mai visto questo tizio in 17 anni di vita, e sinceramente la sua frase di presentazione non è stata molto dolce o delicata. Nessun buon babbo natale che si rispetti si presenterebbe con una frase del tipo:

"Buongiorno miei cari ragazzi a quanto pare mi hanno ripescato dal tartaro solo per progettare la vostra morte", non sembra esattamente una dichiarazione d'amore. Sono sicuro che quell'uomo assomigli a babbo natale più di tutti gli attori che lo hanno interpretato nei mille film su di lui, ma  a parte la somiglianza non ha nulla non ha nulla di dolce o giocoso. È accigliato e sembra sul punto di esplodere per la rabbia appena ci vede, anzi appena poggia i suoi occhi azzurri su Jason.

"Ragazzi sono contento che siate arrivati qui in tempo per la presentazione" ci guarda negli occhi con un finto sorriso stampato in faccia e si presenta "comunque non mi voglio dilungare più del dovuto; sono l'ex presidente Snow" sottolinea la parola ex come se avesse un sapore amaro "una volta ero il capo di uno stato composto da 12 anzi...13 distretti. Tutto era tranquillo dopo la guerra che aveva portato all'unificazione di Panem. Ero il presidente di Capitol City, una città maestosa e piena di vita fino a quando un gruppo di ribelli ha messo in atto un colpo di stato e mi ha miseramente spodestato" aveva un aria triste, non più piena di odio  ma piena di rammarico, forse stava rimuginando sulle cose che aveva fatto per portare uno stato pacifico alla distruzione. Vedo una lacrima che riga la sua guancia, ma forse è solo una mia impressione. Si schiarisce la voce e riparte con la sua presentazione "dopo la mia TRAGICA morte sono stato esiliato prima nei campi elisi e poi sono stato miseramente gettato nel tartaro. Ecco è li che ho conosciuto le forze della padrona ed è in quel posto, solitario e pieno di sventura, che ho deciso di unirmi alla causa comune per cui da secoli le forze del male lottano dalla stessa parte: la distruzione della vostra misera razza, semidei".

Non mi piace per niente il modo in cui sottolinea disgustato la parola semidei, era capitato che cercassero di uccidermi mostri, titani, giganti e perfino alcuni Dei (ebbene si il signor D. non è mai stato molto gentile con me, ha promesso più volte di farmi diventare un delfino), ma non ho mai ricevuto minacce di morte da un mortale! Dopo le ultime parole pronunciate da Snow Jason sembra tornare lucido, di sicuro è meglio che tenga lui il discorso con il presidente in carica del Tartaro, dopo tutto aveva tenuto una pacifica conversazione con il suo fratellastro "Sono Il Migliore" Ercole e non era molto facile solitamente. Gli lancio un occhiata come per dire "Ei amico che ne dici di farti una bella chiacchierata con questo vecchio bisbetico?" lui sembra cogliere il concetto al volo ma quando sta per porre l'infinità di domande che turbano tutti e due, Snow si affretta a chiudere il discorso:

"Beh, forse per ora vi ho annoiati abbastanza con le mie storie di guerra e sofferenza quindi vi lascio alle vostre. Molto probabilmente saranno di gran lunga peggiori delle mie. Nell'arena vi aspettano vecchie conoscenze e amici che non riconoscerete minimamente, ora vi accompagneranno nei vostri appartamenti. Spero siano di vostro gradimento!" con un sorriso malevolo ci apre la porta e ci "affida" alle guardie. Mi giro verso Jason e cerco di accennare un sorriso mentre gli dico:

"Ei amico la terrorizzante arena ci attende, ma prima facciamoci un bel giro dei nostri appartamenti!"

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Jason- Sono un VIP?! ***


Non che la frase di quel "simpaticone" di Percy mi avesse veramente divertito, ma in qualche modo anche io dovevo sdrammatizzare quindi mi stampo un bel sorriso finto sulla faccia e mentre le guardie ci scortano per la villa cerco di sembrare il più disinvolto possibile. La cosa non mi riesce facile per quello che ho visto nella stanza di Snow.

Nei suoi occhi, quando aveva accennato ai vecchi amici e nemici che avremmo incontrato nella fantomatica Arena, brillava una luce accesa di rabbia. Perché avrebbe dovuto accennare ad una cosa del genere? Inizio a pormi tante (forse troppe) domande, ma quella che mi turba e mi spaventa di più è la stessa che affligge Percy ne sono più che sicuro! Così sperando di aver intuito i suoi pensieri gli pongo la domanda:

 " Percy ma tu pensi che tra i nostri amici nell'arena potrebbero esserci anche..."  Percy si ferma di scatto nel bel mezzo di un corridoio ampio quanto una pista da bowling e con voce tremante si affretta a interrompermi 

"No Jason, sono troppo furbe per farsi catturate da questi due omaccioni. Spero non vi offendiate! " lancia un occhiata alle due guardie. Ecco è in questi momenti che penso quanto io sia fortunato a trovarmi in questa orrenda situazione con Percy. Avrà tanti difetti, diciamo troppi, ma in queste situazioni disastrose sa sempre come tirarti su di morale. Quindi raccolgo la sua risposta e in un silenzio religioso ci incamminiamo per il lungo corridoio.

Wow ma quanto tempo era passato dall'ultima volta che ci eravamo fermati a riprendere fiato? Mi sembra un'eternità, ma quando vedo un cartello con su scritto “APPARTAMENTI PER OSPITI VIP" tiro un sospiro di sollievo e tiro una gomitata a Percy:

"Amico siamo dei VIP ormai!!" lui sorride e grattandosi la testa dice:

" Io non tirerei conclusioni affrettate...l'ultima volta che sono stato un VIP ero da quell"acchiappamostrimarini" di Forco ed ero un Very Important Prigioner". Anche lui non aveva tutti i torti, in tutta la mia vita da semidio ho imparato che l'apparenza inganna SEMPRE.

Le due guardie ci lasciano sulla soglia di un ampio loft e ci lasciano "liberi" di entrare in quella stanza luminosissima. Percy si offre di entrare per primo per vedere se ci sono eventuali trappole ed io non mi oppongo. Tutti mi dipingono molto coraggioso e spavaldo, pensano "wow un pretore figlio di Giove, dovrà per forza essere uno degli eroi più coraggiosi di sempre!" ma non è affatto vero. L'unica persona che sa veramente chi sono è colei per cui mi sveglio la mattina e per cui solcherei mille mari pieni zeppi di mostri solo per darle un bacio: Piper. Sa tutto di me. Non posso nasconderle niente. E solo lei conosce il mio lato timido e introverso. Devo dire che probabilmente, se non ci fosse Percy al mio fianco, sarei impaurito e spaesato. Ebbene si Percy Jackson sei la mia bussola. Ovviamente non glielo direi mai in faccia, si monterebbe la testa e probabilmente mi sfotterebbe per il resto della vita!

Eccolo che arriva di ritorno dal sopralluogo "Ei Perseus ci sono malignità all'interno di questa inquietante dimora?" lui mi guarda per tre, forse quattro secondi poi scoppia a ridere:

"Ti ho detto che non devi chiamarmi Perseus...mi ci possono chiamare esclusivamente gli ex-residenti del tartaro bello! E secondo poi non parlare più come il mio bisnonno sennò ci potrei fare l'abitudine !" Scoppiamo a ridere entrambi.

 Non ho bisogno di una risposta, lo sguardo di Percy mi dice che la stanza non presenta insidie e quindi entriamo (sempre con gli occhi attenti per ogni eventualità). La stanza è ampia e soleggiata c'è un salotto una cucina ma non c'è traccia dei letti. Questo non può significare altro che per la notte non ci fermeremo qui. Per ora però cerco di rilassarmi e di cancellare tutti i pensieri presenti nella mia mente confusa. A dirsi sembrerebbe facile, ma la mole di pensieri da smaltire è impressionante.

Ah finalmente mi sdraio sul divano della sala vicino a Percy il quale dorme da quando si è poggiato su quel capolavoro di tessitura. Chiudo gli occhi e subito odo un tonfo proveniente dal tetto sopra la mia testa. Sento i passi fuori dalla porta del nostro "appartamento". Sono molti piedi che si avvicinano con passo deciso e pesante.

Non faccio in tempo a scuotere Percy che dieci, forse undici guardie invadono il loft e in modo poco educato ci afferrano per la vita e ci caricano sulle loro spalle muscolose. Devono avere una forza sovrumana perché sia io che Percy pesiamo circa una settantina di kili e loro ci portano come sacchi di patate da due kili. Saliamo una rampa di scale e....oh odio questi stupidi hovercraft.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Percy-Tempo di riflettere ***


Non è possibile! Ogni santissima volta che chiudo gli occhi e mi rilasso un pò succede qualcosa che sconvolge il corso degli eventi. Santissimi Dei, dato che sicuramente sono finito in questo "casino" per colpa vostra, vi costerebbe tanto concedermi cinque, dico solamente CINQUE minuti di relax? Non mi sembra una cosa molto difficile per Zeus e compagnia bella no? Non mi sembra neanche il caso di farvi tributi particolari per invogliarvi ad aiutare un vostro discendente, dato che nell'ultimo tributo a Dioniso, anzi Bacco, abbiamo fatto affondare sei milioni di dollari in oro….

I rapporti con mio padre andavano via via migliorando, a pensarci bene nella sua forma mortale l'ultima volta mi aveva anche stretto la mano, ma penso che in una situazione del genere il suo intervento sarebbe impossibile.

Ma dove siamo finiti? Dove ti giri c'è un hovercraft pronto a trasportarti (come un detenuto) da una parte all'altra di quella che una volta era Panem. Un attimo prima sono sdraiato su un soffice divano in un loft ben arredato e un attimo dopo sono sulle spalle di un uomo muscoloso che mi porta all'interno del velivolo. Per un secondo penso di essermi separato da Jason, ma poi lo vedo caricato sulle spalle di un'altra guardia a circa cinque metri da me. Quel biondo "romano" è la mia ancora, non lo direi mai apertamente a lui perché è un tale spavaldo che si metterebbe a fare la ruota come un pavone per vantarsi. Quando sono con lui so sempre che qualunque cosa succeda non ci metterà mai in difficoltà!

Sinceramente non mi sembra il caso di parlare di questioni private durante il viaggio visto che a differenza dell'andata, attorno a noi ci sono delle guardie alle quali non vorrei far sapere gli affaracci miei. Restiamo in silenzio per l'intera durata del viaggio. Senza distrazioni esterne anche un semidio con carenza di attenzione come me riesce a concentrarsi e a riflettere, così nella mia testa si forma un turbinio di pensieri e decido che forse è meglio sgrovigliare un pò di dubbi.

1) Annabeth è da qualche parte (spero il più lontano possibile) che cerca di contattarmi in qualsiasi modo, ne sono sicuro. Ma come posso farle sapere che sono vivo? di certo non posso mandare un messaggio iride senza attirare troppa attenzione su di me...no, non posso contattarla, non in questo momento, forse più avanti ne avrò l'occasione.

2) Dove ci stanno portando? beh sono piuttosto sicuro che non ci stanno accompagnando in un resort 5stelle, non che mi dispiaccia eh, ma non sono neanche capace di immaginarmi una prigione o roba del genere in mezzo alla steppa che vedo dal finestrino. Spero solo che ovunque ci portino ci sia un ricco rinfresco! Si lo so, penso sempre al cibo, ma è da ieri sera che non metto niente sotto i denti ed inizio a sentirmi un pò debole.

Mhh mi sta venendo fame, cerco di allontanare l' idea del banchetto di benvenuto, cosa che mi riesce molto facile quando butto l'occhio fuori dal finestrino di fianco a me.

Il paesaggio brullo è scomparso e sotto di noi ora si estende una foresta, anzi una foresta con al centro una spiaggia che costeggia quello che potrebbe tranquillamente sembrare un lago molto agitato. Al centro c'è un isolotto da cui si stacca una lingua di terra che conduce fino alla spiaggia. Bene, anzi molto bene se quella sarà la nostra "prigione" almeno sarò nel mio ambiente naturale, l'acqua. No, non devo pensare in questo modo così positivo, troppe volte l'acqua mi ha tirato brutti scherzi, non vorrei che anche quella sia avvelenata o roba simile.

Ecco che inizia la veloce discesa verso la foresta, anzi no stiamo andando di nuovo nella steppa. L'hovercraft inizia a scendere in picchiata e appena sta per impattare con il terreno quest'ultimo si spacca e lascia una apertura per il passaggio del velivolo.

Sono stato molte volte sotto il suolo ma quello che vedo appena scendo è grandioso. C'è una sala immensa. Tutte le pareti sono di acciaio. Su una di queste, quella più ampia, ci sono ventiquattro corridoi. In quel momento do l'ultimo sguardo a Jason mentre una guardia lo accompagna lungo il corridoio numero uno. Non faccio in tempo a chiedermi dove portino quei corridoi che una guardia mi spinge verso il corridoio numero due.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Jason-Corridoi interminabili ***


Da quanto stavo camminando in quel corridoio freddo e vuoto?

Non ne ho la più pallida idea. Le mie gambe sono affaticate e questo mi fa capire che è da un bel pò che percorro questa "strada" desolata. La guardia che mi scorta non sembra a suo agio, a dire il vero non ha un'aria da duro come le altre. Non so se sia una buona scelta, ma dato che ancora non vedo la fine del corridoio, decido di intraprendere una conversazione con l'uomo che ho di fianco.

"Ehi amico ma voi siete come le guardie svizzere? No, lo chiedo solo perché se avete i loro stessi compiti dovreste avere anche i loro magnifici cappelli pelosissimi!!".

Forse non è stata la frase migliore per spezzare il ghiaccio, ma mi sembra di vedere un accenno di sorriso sul suo volto. Ecco che inaspettatamente l'uomo in divisa mi guarda negli occhi e dice:

"Jason Grace fai bene a scherzare adesso, divertiti e spassatela in questi ultimi cinque minuti. Dopo non avrai alcun motivo per sfoggiare il tuo bel sorriso da figlio di Giove. Nell'arena soffrirai come non hai mai sofferto. Spero che tu riesca ad uscire sano e salvo da quell'inferno, dopotutto anch'io sono un semidio come te".

 Cosa? un semidio? no...non è possibile che un semidio brami contro lui e Percy. Il figlio di Poseidone era il beniamino del campo mezzosangue ed io ero il pretore di nuova Roma. Ogni semidio ci conosce e ci porta rispetto per le nostre imprese eroiche. Tutti a parte quelli morti penso... Mi guarda negli occhi. Sono vuoti. Non lasciano trapelare nessun sentimento. Bene, sto parlando con un "morto vivente". La domanda mi sorge spontanea:

"Chi sei tu?" la guardia mi guarda e con quello che ritengo un ghigno risponde:

"Sono una tua vecchia conoscenza Jason Grace". Non mi piace affatto il modo in cui sottolinea il mio nome. Gli unici che mi chiamano per nome e cognome sono sempre i miei nemici. Quel ragazzo aveva un'aria familiare. Cerco di fare mente locale. Mi sto spremendo le meningi per tirare fuori qualche ricordo su quel semidio. Quando ormai sto perdendo le speranze di trovare un collegamento tra me e lui, la guardia parla.

"Ci siamo visti nella casa del lupo noi due Jason. Tu eri forte e senza paure così Lupa ti ha preso sotto la sua ala protettrice. Non si può dire lo stesso di me. Ero un ragazzino pieno di timori e con un passato alle spalle molto burrascoso. Appena vidi Lupa con il suo branco al seguito mi prese un attacco di panico e...beh tu sai bene cosa fanno i lupi quando sentono l'odore della paura." si scopre un fianco e vedo segni indelebili di morsi. Non pensavo che Lupa fosse in grado di uccidere un semidio. Sapevo perfettamente che l'iniziazione degli eroi romani era crudele ma non pensavo fino a questo punto. Mentre penso alla crudeltà e alla spietatezza di Lupa intravedo la fine del corridoio.

"Eccoci" dice la mia scorta. Mi ritrovo in una piccola sala. Al centro c'è un tubo di vetro. Potrebbe essere un ascensore perché la base sembra una piattaforma.

"Questo sarà il tuo ingresso trionfale nell'arena figlio di Giove! Ora ti lascio ai preparativi con il tuo "stilista" personale. Entra Cinna!" in quello stesso istante la porta alla mia destra si spalanca e rivela una sagoma scura nell'oscurità. Quando la sagoma esce allo scoperto vedo un uomo sulla trentina forse. Pelle olivastra e capelli afro. È un bell'uomo. Indossa un abito turchese che su molti sarebbe sembrato esageratamente sgargiante, ma su lui sembra fine e raffinato. Si presenta:

"Piacere, io sono Cinna. Ero uno stilista di Capitol City fino a quando non mi coalizzai con Kat.."

"Fermo non dire altro sennò ti rispedisco nell'aldilà" si affrettò a dire la guardia.

"Ah ragazzo non hai una minaccia migliore? Comunque sono qui per prepararti ai nuovi Giochi. Ti farò splendere anche con questa sciatta muta che indosserai" con un ampio gesto indica una muta appesa al muro. "Guardia, ci lasci soli! Devo far splendere questo ragazzo!"

Wow quando Cinna finì di acconciarmi notai che allo specchio c'era un altro ragazzo. I miei capelli ora sono in ordine e la mia pelle è lucida. Sono sorpreso e mentre ammiro l'opera di Cinna una campana d'allarme stappa le mie orecchie. Cinna mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio "Ricorda, anche la migliore prigione ha un punto debole" poi mi da una spintarella verso il tubo di vetro che adesso è aperto. Entro e la piattaforma mi solleva. Sento la superficie che si avvicina. Appena la mia testa è sopra la superficie vedo quello che non volevo vedere. Troppe faccie conosciute sono intorno a me.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Percy-La cornucopia di Piper era meglio! ***


Non è possibile. I miei incubi, nonché gli incubi di Jason si stavano mano mano realizzando.

Pian piano che la piattaforma mi innalzava sopra il livello del terreno la voglia di serrarmi gli occhi diventava sempre più grande. Ero in un cerchio formato da ventiquattro piattaforme uguali alla mia. Le uniche persone che riuscivo a distinguere nitidamente  erano Jason che era in piedi alla mia destra e...oh mio Dio.

Ho quasi paura a fissarla perché si sa che chi la guarda negli occhi si "pietrifica" per così dire. La fisso più attentamente e solo allora ne sono convinto: alla mia sinistra si erge maestosa Medusa, la madre di tutte delle gorgoni. Nel momento in cui penso alle altre mostruosità che potrebbero celarsi dietro le restanti piattaforme, il cielo viene spezzato da un'immagine proiettata in aria.

Il volto di Snow ingigantito in quel modo mi incute ancora più timore, ma cerco di farmi forza e di sentire le sue parole che riecheggiano nell'arena.

"Benvenuti nell'arena dei 75esimi Hunger Games, probabilmente l' ultimo posto che vedrete. Prima di lasciarvi alla vostra morte ahimè vi devo dire le "regole" del gioco:

1)   davanti a voi avete la cornucopia, dentro di essa si trovano la migliori armi in circolazione, o almeno era così l'ultima volta...prendetene quante più potete senza rimanere uccisi nella mischia mi raccomando!

2)   La più importante: in questa sfida si vince in due. Voi direte: perché questo vecchio bruto farebbe vincere due persone anziché una sola? Beh diciamo che ho avuto brutte esperienze con la vecchia formula del gioco. Detto questo vi lascio al vostro destino! Possa la buona sorte essere sempre dalla vostra parte!".

Beeeeene le parole di Mister-Babbonatale-deltartaro sono sempre molto confortanti e ricche di incoraggiamento. Sono proprio uno stupido! Come avevo fatto a non accorgermi dell'enorme corno di metallo al centro dell'isolotto? Allora, cerco di mettere un po di pensieri insieme. Nella cornucopia ci sono armi, ma andare li significherebbe non uscirne vivo molto facilmente. Mi giro verso Jason. Io guardo lui e lui guarda me. L'unica cosa che mi viene in mente per prendere delle armi è abbastanza assurda, ma le cose assurde sono la mia specialità!!

"Ehi amico te la senti di evocare giusto un fulmine piccolo piccolo?" chiedo speranzoso.

 

"Non sento il pieno controllo dell'aria, ma penso che evocare un paio di saette non sia difficile"

"Io nemmeno sento il pieno controllo dell'acqua però ci devo provare lo stesso" lo dico con un tono di voce un po troppo impaurito perché Jason si spaventa e si affretta a chiedere:

"Perceus Jackson cos'hai intenzione di fare?"

"Non ti preoccupare. Appena scendo sotto la superficie dell'acqua evoca un fulmine dritto al centro del lago. Gli altri non si azzarderanno ad entrare in acqua, ma io essendo già in profondità non DOVREI morire carbonizzato" cerco di accennare un sorriso forzato. Penso che mi riesca bene perché Jason non fa ulteriori domande.

Una voce suona nel cielo e inizia il count-down. Cinque, quattro, tre, due, uno, ZERO....mi fiondo in acqua in tempo record e mi immergo giusto in tempo per sentire il rombo del tuono sopra la mia testa. All'inizio penso che il mio piano stia funzionando. Logicamente quando penso che qualcosa stia andando bene, mi arriva una scarica di elettricità dietro la schiena (sembra un continuo déjà vu della mia vita sventurata). L'acqua non mi risponde come vorrei quindi percorro l'intero tragitto dalla mia piattaforma alla cornucopia in apnea. Sono un figlio di Poseidone, non sono abituato a stare in apnea nell'acqua.

Riemergo dopo circa 3 minuti e mi trovo da solo davanti alla cornucopia. Jason aveva fatto del suo meglio, ma ora che i suoi fulmini avevano cessato di abbattersi contro lo specchio d'acqua gli altri 22 concorrenti si erano fiondati nella disperata ricerca di uccidermi. Entro nella maestosa cornucopia e vedo un'infinità di armi. Nulla che potesse servire a me e Jason. Decido quindi di prendere un paio di zainetti-sorpresa e oh bene c'è una spada nera davanti a me. Ha un non so che di familiare quindi allungo la mano per prenderla. Tutt'un tratto qualcosa blocca il mio braccio.

Una sagoma esce dall'oscurità e per la prima volta sono veramente felice di vederlo. "Nico!!"

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Jason-Ricerche disperate ***


Avevo fatto del mio meglio. Anche se l'aria non mi apparteneva completamente avevo richiamato una saetta abbastanza forte e prolungata da tenere alla larga tutti i mostri e i non mostri. Ma ora ecco che si riversavano verso la cornucopia. Percy era ancora lí dentro. Ne ero sicuro. Non lo avevo visto uscire dalla bocca del corno. Ora i mostri si riversavano all'interno di esso. Percy non era uscito! Che fine ha fatto? Mentre rifletto sulle altre vie di fuga che avrebbe potuto utilizzare, una gorgone si gira verso di me e mi viene incontro. Ho due possibilità:

1) Andare verso la cornucopia per tentare di recuperare Percy;

2) Andare verso il bosco e nascondermi da qualche parte in attesa che Percy mi trovi.

La prima opzione sarebbe abbastanza da suicida, andare in mezzo a una marea di mostri non migliorerebbe la situazione di Percy... Opto per la seconda e così corro verso la spiaggia. La gorgone non mi segue più, quindi avendo la strada libera mi incammino verso il bosco. Sono stanco, non sono in condizione di combattere, quindi decido di arrampicarmi su un albero alto per avere la visuale completa della cornucopia. Semmai Percy dovesse uscire da li lo avvisterei e attirerei la sua attenzione più facilmente che da terra.

Sta calando la notte e sento le palpebre pesanti. Non è una buona idea dormire senza un'altra persona che fa il turno di guardia, ma sono veramente a pezzi e penso che un sonnellino non mi faccia male. Prima di chiudere gli occhi sento lo sparo di un cannone, ma sono cosí esausto che non mi chiedo da dove provenga.

Mi sveglio. Penso di aver dormito solo pochi minuti, ma appena apro gli occhi vedo che il sole è quasi sopra la mia testa, deve essere quasi mezzogiorno. Avevo perso già mezza giornata utile per cercare Percy, quindi mi dovevo mettere alla ricerca. Senza di lui ho scarse possibilità di riuscire a scappare da questa trappola.

Scendo dall'albero rapidamente e mi fiondo verso la cornucopia. Entro in acqua, nuoto per una cinquantina di metri e approdo sull'isolotto dove è situato il corno d'acciaio. Impugno il gladius e mi dirigo verso l'interno. È freddo e buio. L'unica luce che illumina la strada è il barlume dell'oro romano. Non è rimasta nessun arma. Cerco tracce che possono ricondurmi a Percy, ma non trovo niente. Ormai perdo la speranza e mi accascio in fondo al corno. Schiena contro il muro e gambe rannicchiate al petto. È colpa mia se Percy è scomparso. Io gli ho detto di andare nella cornucopia. Mi sento in colpa. Una lacrima solca il mio viso e si infrange a terra. La seguo con lo sguardo e vedo che si ferma su uno zainetto arancione. Quel colore non fa che ricordarmi il campo mezzosangue. Lo prendo e lo apro. Dentro ci sono due barattoli di ambrosia e un sacco a pelo. Sono stato fortunato dopotutto. Prendo lo zaino e decido di tornare al mio rifugio con le provviste.

Appena tornato al mio albero apro la prima confezione di ambrosia e me ne trangugio metà. Mi sento meglio e inizio a sentire i primi effetti del nettare degli dei. Sarà più o meno l'ora di pranzo e questo è un pasto abbondante che mi darà energia per il resto della giornata. Tutt' un tratto sento un grido femminile.

"Piper!!" la voce proviene dal bosco, alla mia sinistra. Mi precipito alla velocità della luce nell'entroterra. Le urla sono sempre più vicine, e io sono sempre più veloce:

"Piper dove sei!" cerco di parlarle, ma lei risponde solo con urla e gemiti. La sento vicino così esco da una fila uniforme di alberi e mi ritrovo in uno spiazzo erboso. Sento le sue urla attorno a me ma non vedo nessuna sua traccia.i guardo intorno e all' improvviso da un albero spuntano fuori centinaia e centinaia di corvi con la voce straziata di Piper. Dove sono finito?

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Percy-Dagli inferi con furore! ***


Giuro di non essere mai stato così contento di vedere il figlio di Ade nell'oscurità all'improvviso. Ma una cosa non mi è chiara....come ha fatto ad arrivare prima di me alla cornucopia? Penso non sia il momento adatto per fare domande così mi faccio trascinare da lui nel buio. Con i miei due zainetti-sorpresa brancolo nel buio fino a quando Nico non mi spinge dentro una buca in fondo al corno. Ma cosa gli dice il cervello? Cado dall'altezza di circa un metro e atterro di schiena (non proprio una sensazione piacevole). Come se non bastasse il mio zainetto arancione è rimasto in fondo alla cornucopia!
"Ma sei impazzito?" dico a Nico con aria di rimprovero "potevo cadere male e rompermi qualche osso, che diamine!"
"Sono felice anch'io di rivederti eh! Comunque scusa ma si stavano avvicinando troppo rapidamente e ho dovuto accelerare i tempi"
"Ahh, ma al diavolo la caduta, fatti dare un abbraccio, dopotutto mi sei mancato piccolo Nico"
"Si, ti abbraccio, ma solo se la pianti di chiamarmi piccolo Nico o piccolo diavoletto! Ti ho già detto che il diavolo è una leggenda, si sa che il più cattivo dell'Inferno è mio padre!"
"Sisi certo Nico....ti posso chiamare almeno orsacchiotto degli inferi? Ti prego è dolcissimo!"
"Mhhhh...vabbene, ma ricorda che IO NON SONO DOLCE! Ora proseguiamo e vediamo dove riesco a farci sbucare."
"Proseguiamo dove?" davanti a noi c'è un muro di pietra solida e probabilmente infrangibile anche per Ercole. "Nico vorrei ricordati che non sei dotato di super-forza, lo dico giusto per rinfrescarti la memoria eh...."
"Percy conosco molto bene i miei poteri e i miei limiti. Diciamo che ho appreso un pò di "conoscenze" da mia sorella Hazel.... Quindi ora DOVREI riuscire a creare una galleria sotterranea dal nulla"
"Nico....quando dici DOVREI intendi CI RIUSCIRÒ vero??"
"Beh diciamo che con la buca ha funzionato...." indica la buca che tutt'un tratto si era richiusa sopra le nostre teste.
"Bene, grazie Nico il mio fantastico zainetto-sorpresa arancione è rimasto nella cornucopia. Chissà quale orribile mostro se ne approprierà!"
"Percy stai zitto un secondo, sto cercando di concentrarmi"
"Dai Nico non ti rimarrà molto difficile con quella testolina che ti ritrovi......ahahahah"
Proprio in quel momento si apre davanti ai nostri occhi increduli (i miei di sicuro ma penso che anche Nico non pensasse di essere così bravo) una spaccatura ampia e lunga che conduce nell'oscurità. Sfodero Vortice e illumino la strada con la poca luce fioca del bronzo celeste. È un corridoio lungo circa cento/centocinquanta metri. Mi giro verso Nico con grande entusiasmo e lui si affretta a dire: "Questo corridoio dovrebbe bastarci per arrivare ai margini del bosco!"
"Wow Nico sei meglio di Hazel! Non ti montare la testa è molto più carina di te! Sei stato incredibile!"
"Ti ringrazio, ma potresti evitare di fare questi commenti su mia sorella?"
"Dai....mica ho detto che è una gorgone non ti dovresti offendere se dico che è più bella e più intelligente di te..."
"Dai ora stai zitto e pensiamo ad arrivare nel bosco per cercare quel Romano"
È vero! Solo ora ricordo che mi manca una parte di me. Fino ad ora era stata colmata da Nico, ma dovevo assolutamente trovare Jason. Probabilmente sarà a secco di provviste e impaurito.
"Sbrighiamoci ad uscire da questo tunnel!"

In pochi attimi percorriamo in corridoio e sbuchiamo davanti al bosco. Sento delle urla. Provengono dalla mia destra così dico a Nico di incamminarci e di cercare di capire da dove provengano.... Appena sono più vicino sento le urla di aiuto più nitide. Sono di una femmina. Non una qualsiasi, il mio volto diventa rosso per la rabbia, sono le urla di Annabeth! Corro verso il rumore e dopo svariate centinaia di metri mi ritrovo in uno spiazzo erboso. Vuoto. Nessuna traccia di Annabeth. Mi giro di colpo e vedo uno stormo di corvi (forse ma non ne sono sicuro) avvicinarmisi con la voce della mia ragazza. L'ultima immagine che vedo mentre cado a terra svenuto è il corpo di Jason inerme assediato da quegli uccellacci.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Jason-Incontri ravvicinati ***


Da quanto era che avevo perso conoscenza? L'ultima cosa che ricordo è la voce di Piper straziata dal dolore. Dove sono adesso? È tutto bianco. Non è una stanza. Non è un corridoio. Allora cosa è? È uno spazio senza limiti. Bene è sempre così che avevo immaginato il paradiso, forse con qualche nuvoletta e ninfa in più però si avvicinava molto al mio ideale. Sono da solo. Non so se questo sia un bene o un male. Potrebbe significare che IO sono morto e nessun altro dei miei cari è in queste condizioni. No non posso essere morto. Ho ancora molte cose da fare nel mondo terreno.

Mentre mi massacro il cervello di pensieri e di grovigli irrisolvibili, mi vedo spuntare alle spalle una figura vestita di bianco con una tunica lunga fino alle caviglie. Mi giro di scatto e davanti a me trovo Zeus. È strano trovarmelo così vicino. Teoricamente non è mio padre, ma è un altro suo lato. Diciamo che mio padre è bipolare e quello è l'aspetto che non ho mai visto.

"Figlio da quanto tempo. Non è affatto un piacere vederti qui al mio fianco. Non mi fraintendere sono felice di rivederti ma avrei preferito in un momento diverso."

"Cosa vuoi dire padre? Dove siamo?"

"Figlio mio, siamo nell'anticamera dell'Olimpo. È il posto dove i figli degli Dei riposano in pace per l'eternità. È un posto bello, ben arredato e pieno di vita semidivina."

"Padre non so se ti sei guardato intorno, ma questo posto non è ne bello, ne ben arredato e ne tantomeno pieno di vita...."

"Certo perché tu sei ancora in una fase di transito. Sei in viaggio dalla terra mortale all'Olimpo in questo preciso istante. Arriveremo presto non temere."

"No no no! Io NON VOGLIO morire. Ho troppi affetti sulla Terra, troppe persone a cui tengo veramente. Padre, c'è un modo per tornare indietro?"

"Jason, un modo ci sarebbe, ma è una possibilità molto remota. Devi affrontare una prova la cui difficoltà è immensa. Se vincerai la sfida potrai tornare nel mondo terreno altrimenti sarai costretto a vagare in questo posto desolato. Accetti la sfida?"

"Di che tipo di prova si tratta? È fisica o mentale?"

"Non sei tenuto a saperlo figlio, ma sarà una sfida ardua anche per il più valoroso dei semidei."

"Padre....accetto la sfida!"

"Bene sarò felice di assistere alla prova. Ci vediamo più tardi."

Allo schioccare delle dita di Zeus lui scompare e mi ritrovo tra le rovine di una casa antica. Il posto non mi è nuovo. Sono alla casa del Lupo. È un paesaggio desolato molto diverso da quello in cui sono diventato un romano.

Tutt'un tratto dall'oscurità esce un lupo grosso e spaventoso...

"Lupa!"

"Jason da quanto tempo! Sapevo che prima o poi ti avrei rivisto per questa sfida, sei sempre stato il mio pupillo."

"Lupa ti prego spiegami in cosa consiste questa prova!"

"Non c'è bisogno di spiegazioni ora. Te lo mostrerò direttamente."

Lupa si inchina davanti a me e mi invita a salire sulla sua groppa. Salgo e corriamo alla velocità della luce verso una porta.

Dopo dieci minuti circa di viaggio arriviamo davanti ad una porta. Wow è favolosa. Per metà è fatta di bronzo celeste, per metà d'oro imperiale.

"Questa è la porta che ti ricondurrà nel tuo corpo mortale"

"Mhh Lupa così mi sembra troppo facile..."

"Allora sarà facile anche battere mio figlio.."

"Tuo figlio?"

"Ebbene si. Lupus ha una chiave e un biglietto. La chiave aprirà questo portale, invece, il biglietto conterrà un'informazione che sarà utile sia a te che a quel impertinente di Perceus"

"Lupus? Un pò di inventiva in più?"

"Entra figlio mio!"

Beh wow. Lupus è veramente spaventoso. Ha il torace e le gambe umane, ma la testa e le braccia da lupo.

"Jason Grace, mia madre mi ha parlato molto di te. Pensa che tu sia in grado di sconfiggermi, ma sappiamo entrambi che è una cosa impossibile!"

"Non mi sottovalutare cucciolo...avanti iniziamo!"

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Percy-Quante domande! ***


"Percy, Percy, svegliati. Dai non puoi morire sotto un mucchio di uccellacci! Ti pensavo più forte!"

"Chi sta parlando? Sono forse nell'olimpo?"

"Ah per tutti gli Dei sei vivo! Comunque.....no non sei sull'Olimpo per tua sfortuna, ma sei vicino al più attraente figlio di Ade!"

Apro gli occhi e vedo Nico che con fare disinvolto si scosta la frangia da destra verso sinistra, come se fosse un divo di Hollywood.

"Amico, perché sei seduto sopra il mio petto? E perché ho questo saporaccio sulle labbra?"

"Saporaccio? Quello, mio caro, è il sapore delle MIE labbra!"

"C-c-cosa? Tu mi hai baciato? Bleah!"

"Ah si certo non mi ringraziare per averti fatto una perfetta respirazione bocca a bocca..... Sempre il solito rompiscatole Jackson!"

"Grazie mille Nico, pensi che ora puoi scendere dalla mia pancia? Mi sento un po compresso..."

"Mhhhh OK!"

Appena Nico scende dal mio petto, oltre a essere più leggero, ho la possibilità di alzarmi in piedi. Sono ancora un po rintronato. Devo essere svenuto subito dopo aver sentito le urla di Annabeth. Mi metto in piedi e accanto ai miei piedi, sdraiato, inerme, giace Jason....

"Jason! Jason! Sveglia amico!" urlo a squarciagola cercando di scuotere il figlio di Giove.

"Nico, perché io sono sveglio e lui è ancora in queste condizioni?"

"Percy in realtà non lo so. So solo che non è morto! È in uno stato di trance. Sta combattendo tra la vita e la morte."

"Perché? Perché a lui è successo questo mentre io sono solo svenuto?"

"Non lo so Percy, lui sicuramente si trovava da più tempo sotto l'attacco di quegli uccellacci..."

"È vero...gli uccelli! Dove sono finiti?"

"Vi ho trascinati via da lì!"

"Come? Perché tu non sei stato vittima di quelle voci?'

"Percy io ho a che fare tutti i giorni con voci del genere. Negli inferi le voci mi perseguitano e non mi fanno piú nessun effetto."

"Come possiamo svegliarlo?"

"Non possiamo. È questo il punto! Da quello che posso pervenire sta tenendo una battaglia personale per la sopravvivenza. L'unica cosa che possiamo fare è stare uniti e allontanare eventuali attacchi! Ora cerchiamo un riparo."

Nico prende in braccio Jason e si incammina verso l'entroterra, io lo seguo a pochi metri impugnando vortice e guardando con circospezione in ogni direzione.

Dopo circa venti minuti di camminata tra alberi enormi e cespugli spinosi, ci troviamo di fronte ad una caverna vicino ad un fiumiciattolo. Un posto perfetto per accamparci per un paio di giorni.

"Nico fermiamoci qui!" indico la caverna.

"Concordo. Sono esausto! Un po di riposo non ci farà che bene..."

Entriamo e ci sediamo su un gradino di pietra all'interno della grotta. Tiro fuori il mio zainetto viola e lo apro per la prima volta. Con mio grande stupore noto che all' interno ci sono un paio di barattoli di ambrosia.

"Niiiiiicoooo guarda un po cosa ho nello zaino?"

"Wow ti prego dimmi che ce ne possiamo prendere un paio di cucchiaiate stasera..."

"Mhhh vabbene! Non ti si può dire no alla tua faccia cucciolosa!"

"Percy quante volte ti ho detto di non darmi nomignoli......oh ma al diavolo i tuoi soprannomi, dammi un po di dolce e rigenerante ambrosia!"

Dopo esserci trangugiati tutto il barattoletto di ambrosia e dopo aver controllato i parametri vitali di Jason decidiamo di alternarci alla guardia della caverna. Il primo turno tocca a Nico così mi rannicchio vicino al corpo caldo di Jason e mi lascio andare tra le braccia di Morfeo.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Jason-Si balla! ***


Dire che Lupus mi metteva soggezione è dir poco! Ora che stava svanendo l'adrenalina iniziale, il mio avversario mi appare grande muscoloso e molto, ma moooolto più forte di me!

"Avanti Jason Grace fatti sotto!"

"Emh si......ma la tua sconfitta dove verrà attuata?" lo chiedo con un pizzico di speranza. Non voglio combattere li, quello è il SUO territorio! Di sicuro la casa del lupo avrebbe portato più fortuna a lui che a me.

"OK piccolo umano, il campo di battaglia lo sceglierai te. In questo modo però lascerai a me la scelta delle armi...ti sta bene?"

Mhhh il campo di battaglia sarebbe stato di mia scelta, (una cosa grandiosa!!) in cambio Lupus avrebbe scelto le armi. Mi sembra un patto equo. Anche le sue armi non mi aiuteranno avrò sempre in tasca il mio gladius!

"Certo! Mi raccomando scegli bene l'arma con cui affetterò le tue "chiappe lupine". Lascio prima a te la scelta delle armi, poi io sceglierò il campo di battaglia!"

"Grrrr io scelgo......di combattere corpo a corpo."

È una scelta che mi sarei aspettato, dopotutto Lupus ha braccia forti e l'agilità di un lupo! Devo scegliere bene il luogo in cui avverrà lo scontro. Un posto che ha dei vantaggi solo per me e che metta in difficoltà il mio avversario.

"Il campo di battaglia sarà il Grand Canyon!"

Appena pronunciato il nome del posto da me scelto, la casa del lupo svanì nel nulla e attorno a noi si materializzò il Grand Canyon. Wow quanto tempo era passato dall'ultima volta che ero stato li?

Circa un anno. Quello era il posto in cui scoprii di poter governare il vento, ma sopratutto il posto in cui avevo salvato per la prima volta Piper. Non so perché ho scelto questo posto, forse perché so che il vento soffia incessante. Ma se non riuscissi a governarlo come nell'arena? Ecco la parola che mi dovrà portare alla vittoria. Arena. È lì che ho abbandonato Percy. Ed è li che devo tornare con l'informazione che Lupus tiene il mano!

"Ok figlio di Giove, è ora di far vedere a mamma quanto valgo!" Appena pronunciata la frase si gettò all'attacco. È velocissimo. Metto la mano in tasca per tirare fuori la dracma d'oro, ma non trovo niente! È troppo vicino quindi decido di rotolare su un fianco e di togliermi dalla sua traiettoria. Schivo il primo attacco.

"Lupus! Dove è il mio gladius?"

"Te lo avevo detto....corpo a corpo!"

Ecco, questo era un piccolo imprevisto che non avevo calcolato.

"Ah-ah-ah veramente pensavi che ti avessi lasciato la tua sporca arma romana? Sei proprio uno sciocco Grace! Preparati per andare nell'Ade!!"

"Non ci tengo cucciolo, piuttosto te pensa alle scuse da dare alla mammina dopo questa sonora sconfitta!"

"Grrrrr" Lupus visibilmente più arrabbiato si lancia contro di me tendendo le sue zampe dotate di artigli affilatissimi. Appena è ad un paio di metri da me salto il aria richiamo il potere dei venti e gli salgo in groppa.

"I-aaaaaa galoppa cavallino!"

"Scendi piccolo impertinente! Mi stai solamente facendo arrabbiare ulteriormente!'

È quello il mio scopo. Se riesco a mandare Lupus fuori dai gangheri avrà la mente appannata e sarà più facile da sconfiggere.

"Ei bello, ma te lo hanno fatto l'antipulci? No perché qui sopra noto che ce ne sono parecchie..."

"Piccolo moccioso come osi? Scendi immediatamente sennò giuro sugli dei che....."

"Che? Ti vorrei ricordare che sono IL figlio di Giove. Si hai capito bene Giove. Il quale potrebbe far scomparire la tua mammina con un battito di ciglia!"

Ecco, sento che i suoi peli si stanno drizzando e che il battito del suo cuore ha aumentato la frequenza. È questo il suo tasto dolente! Lupa!

"Con cosa ti ha allattato Lupa da piccolo per farti diventare così mostruoso? Latte di Gorgone?'

"Piccolo figlio di.....io ti uccido!!"

Eccolo, è arrivato al punto massimo. È ora di attaccare come meglio posso. Scendo dalla groppa e mi dirigo di corsa verso un ponte di vetro. Lui infuriato mi insegue con la bava alla bocca.

"Graceeeeeee!"

È un incitamento a correre più veloce. Appena arrivo sul ponte mi giro e vedo che Lupus mi è a circa cinque metri di distanza e che arriva a velocità supersonica. Non ci penso due volte e mi getto a capofitto nell'oscurità del grand canyon. Passano circa due secondi e vedo la sagoma di Lupus che si lancia nel vuoto. Si come avevo previsto. Controllando i venti rallento la mia corsa verso il fondo del Canyon e mi metto alla stessa altezza dell'uomolupo. Nella mano destra ha la chiave, mentre nella sinistra ha il biglietto con l'aiuto. Riesco a sfilare senza farmi scoprire la chiave, ma quando sto per prendere il biglietto, Lupus mi artiglia il braccio. Un dolore mostruoso, ma tra un lamento ed un altro riesco a strappare dalle sue grinfie anche il biglietto.

Risalgo alla velocità della luce in superficie e appena riemergo mi ritrovo nuovamente nella casa del lupo davanti al cancello. Sento dei passi alle mie spalle, mi giro e vedo Lupa.

"Congratulazioni Jason. Sei stato astuto e molto scaltro. Ora torna nel mondo dei viventi e aiuta Percy ed il suo amico! In bocca al.....bhe buona fortuna."

Impugno la chiave la inserisco nella serratura e giro. Una luce mi acceca e mi ritrovo straiato vicino a Percy.

"Amico, sono tornato!"

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Percy-Incubi notturni(premonitori?) ***


Il risveglio di Jason da quello stato di trance era stato la ciliegina sulla torta, perfetto per concludere la mia nottataccia! Un normale mortale potrebbe pensare che il peggio che si possa provare durate la notte sia l'insonnia? Beh l'insonnia a confronto dei miei terribili incubi era un giochetto!

Tutta la notte perseguitato da terribili immagini più vicino al reale che al sogno. Mostri, amici che piombavano giù da un dirupo.. Di questi ormai non mi preoccupo quasi più da tempo, la cosa che mi ha turbato maggiormente il sonno però è stata un'altra: la faccia di un mio nemico molto particolare impressa nella terra. Parlava: "AH-AH-AH finalmente ci si rivede Perceus! Da quanto tempo... L'ultimo incontro non è stato particolarmente esaltante, ma avrò l'opportunità di riscattare la mia ignobile sconfitta. Ci si vede nell'ARENA!"

La voce con cui pronunciò quella parola mi gelò il sangue. Ora avevo focalizzato bene il suo volto, ora riuscivo a distinguere nitidamente la sua voce: Luke Castellan era nell'arena per riscattare la sua sconfitta!

Ora però sono sveglio. È mattino, e vedo il sole poco alto sopra il bosco, sono le 9 circa. Guardo Jason il quale ha un'aria stralunata.

"Amico, allora come è stato il tuo viaggio "spirituale"? È durato un bel po...."

"Percy, non è stata una cosa piacevole...combattere a mani nude con un lupo, beh diciamo che non è proprio da tutti i giorni.."

"Un lupo? A mani nude? Wow ti potrei quasi chiamare Ercole!"

"TUTTO TRANNE ERCOLE!'

"Ah, vero tu non lo ami particolarmente.....comunque sei riuscito a prendere qualche souvenir da questo viaggio?"

"A dire il vero....si!"

"Dimmi che è una bistecca o un piatto di pasta ti prego!"

"Emh Percy, non so se ti vada bene comunque ma ho solamente un biglietto che ci aiuterà nel momento del bisogno..."

"Nulla è meglio di un piatto di pasta! Ma diciamo che mi posso accontentare..."

"Percy, quando sono tornato nel mio corpo e mi sono svegliato ho visto che eri disteso letteralmente in una pozza di sudore, non è stato il mio miglior risveglio! Hai avuto una nottataccia?

"Diciamo che ho avuto un po di incubi....." colgo al volo l'occasione e racconto a Jason come ho passato la notte.

Lo guardo negli occhi alla fine del racconto e noto che è pensieroso....penso anche di sapere il motivo.

"Jason, sono più che sicuro che dentro questa maledettissima trappola ci siano tutti i nostri peggiori nemici. Non avversari nuovi, bensì mostri che avevamo spedito nel tartaro io e te."

"Penso proprio che tu abbia ragione. Una volta tanto metti in moto il tuo cervello....ammirevole!"

"Ah-ah-ah simpaticissimo questo figlio di Zeus"

"GIOVE, GIOVE! Quante volte devo ripetertelo?"

"Si si tu sei romano, sei piú bello più forte e più intelligente...lo dici ogni volta, e io ogni volta puntualmente faccio finta di annuire e acconsentire! Ora passiamo a un fatto più importante: dove è Nico?"quando mi ero svegliato non avevo notato la sua assenza, forze perché è sempre silenzioso e non si fa mai notare, ma ora sentivo la sua mancanza....

"Jas tu ti sei svegliato prima di me, hai visto dove sia andato?"

"Mi dispiace, quando mi sono svegliato lui già non c'era, sarà andato a farsi una passeggiata..."

"Una passeggiata? Una passeggiata? Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Siamo intrappolati in un'arena piena zeppa di creature mostruose e terribili e tu mi dici che probabilmente è andato a fare una misera passeggiata?"

Non sono mai stato così arrabbiato! Sono su tutte le furie e per di più ora ho paura che Nico sia da solo in pugno a chissà quale mostro!

"Percy calmati, se non sei tranquillo così andiamo a cercarlo!"

Ecco questa già mi sembra una frase più ragionevole....

"Andiamo!"

Ci avviamo verso la grotta che ci ha ospitati per la notte per prendere gli zainetti, la nostra unica risorsa di sostentamento!

Arrivati in fondo alla caverna noto una buca per terra; è profonda ma sembra che alla fine ci sia un corridoio. Ecco che fine ha fatto Nico! Si è messo a fare la talpa e a costruire un pò di gallerie....

"Ehi Jas, ti piacciono i sotterranei?"

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Jason-Claustrofobia non è una parolaccia! ***


La domanda di Percy mi ha scombussolato all'improvviso! Sono figlio di Giove! Dio del cielo e degli dei! Ovviamente non possono piacermi i sotterranei. Forse non l'ho mai detto a nessuno perché non ce n'era mai stato il bisogno, ma penso che ora dovrei dirlo a Percy.

"Emh non so come dirtelo ma.." mi blocca e cerca di finire la frase

"Hai una cotta per me?"

"No diamine, ma come ti è venuto in mente? Bleah!"

"Ah menomale perché volevo ricordarti che ho una SPLENDIDA ragazza a casa!" mi sorride e mi fa l'occhiolino "e poi se anche fosse, non sei il mio tipo Jas." lo dice con una risata strozzata in gola.

"Per tutti gli dei, vuoi sentirmi invece di continuare a sputare parole a caso da quella tua boccaccia?"

"Mhh penso di poterci riuscire.... Spara!"

"Sono claustrofobico!"

"Claustroche???? È un insulto o qualcosa del genere?"

"No! A volte penso proprio che tu mi stia prendendo in giro. Comunque vuol dire che ho paura degli spazi chiusi e stretti!"

"Mi dispiace per te amico, questo è l'unico modo per raggiungere Nico"

"Bene, allora mi sforzerò...." lo dico con una voce talmente abbattuta che anche Percy capisce che è un'azione che faccio contro voglia, però sembra non dargli tanto peso perché si gira e si getta nella voragine. Io lo seguo a capofitto.

Devo dire che in quanto a atterraggi non sono molto fortunato, diciamo che sono una specie di gatto al contrario, e anche questa volta, per non smentire nessuno, atterro rumorosamente di schiena.

"Ahia!" esclamo.

"Amico dovresti curare il tuo atterraggio o rischi di romperti qualcosa, un giorno di questi!" mi guarda sorridendo.

"Già" dico rialzandomi in piedi "se usciamo vivi di qua mi darai un pò di ripetizioni tu giusto?"

"Ai suoi ordini Giove Junior"

Non obbietto sulla scelta del soprannome perché so che poteva capitarmi di peggio, molto di peggio.

Il tunnel è lungo e stretto e a me già manca l'aria. Non so come faccia Percy a sentirsi a suo agio nonostante sia figlio di Poseidone. Di solito mare e terra non vanno molto d'accordo!

"Ehi Percy" dico con il respiro affannato "perché sei così a tuo agio sotto terra?"

"Diciamo che un po mi hanno aiutato le metropolitane di New York"

"E l'altro po? Chi ti ha aiutato?" chiedo con il fiato corto

"Diciamo che è uno dei pochi benefici che porta essere stato nel tartaro..."

Lo dice in tono cupo quindi preferisco non continuare il discorso.

Camminiamo, camminiamo e CAMMINIAMO. Da quanto tempo ormai? Ho perso il conto delle ore dentro questa trappola ma sto tenendo quello dei giorni. È appena il secondo e sento già venire meno le mie forze. Non appena inizio a pensare a dove poter trovare cibo nelle prossime ore, Percy mi ferma con un gesto della mano. Sta sbirciando da dietro un angolo di roccia. Cosa sta spiando? Mi avvicino a lui e mi affaccio.

No. Non è possibile. Non può essere lei. Solo qualche mese fa avevamo distrutto la sua casa, le sue fantastiche opere ed ora era di nuovo davanti ai miei occhi. Dopo averla vista trascinarsi nel tartaro anche i miei amici?

Non faccio in tempo a chiedere a Percy se era davvero lei che il figlio di Poseidone è scomparso. Ora è in mezzo all'ampia stanza che ospita quell'orrendo mostro! Tira fuori Vortice dalla tasca e subito dopo urla:

"Aracne sporca tessitrice!" il mostruoso ragno si volta lentamente come per assaporare l'odore di quelle parole. Vorrei andare al fianco di Percy ma sono sicuro che sarò più d'aiuto se resterò nella penombra ad aspettare.

"Perceus Jackson, fidanzato di Annabeth Chase, non che figlio di Poseidone e di Sally Jackson. Potrei chiamarti sporco mezzosangue per ricambiare la tua offesa ma dato che sono al di sopra dei tuoi insulti ti chiamerò solo moscerino, perché è questo che sei!" la sua voce non è alta, non sta urlando eppure mi fa irrigidire come se lo stesse facendo. In quel momento Aracne "spara" una ragnatela addosso a Percy il quale viene attratto verso una rete più fitta e più grande.

"Ecco" penso tra me e me "è questo il momento giusto per uscire allo scoperto!". Faccio un passo verso la sala, ma poi mi blocco. No, non posso andare, almeno non senza una strategia. Ed è in quel momento che vedo che la missione sarà più ardua. Appeso, apparentemente privo di sensi, a testa in giù c'è un ragazzo.

"Nico!"

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Percy-Un bel ritratto pre-morte ***


Ma cosa diavolo mi è saltato in mente? La prima cosa che mi hanno insegnato al campo mezzosangue è "Non fare azioni avventate, altrimenti ne subirai le conseguenze" e io cosa faccio? Puntualmente mi presento faccia a faccia con Aracne (la spietata tessitrice) armato solo di vortice! Cosa mi è preso? Ah io lo so bene cosa mi è preso, quella sporca donna-ragno solo pochi mesi fa aveva attentato alla vita della mia Annabeth! E come se non fosse bastato ci ha trascinati nel tartaro. Una reazione non controllata è stato il minimo in effetti! Ma ora sono in una posizione un pò scomoda per insultarla o tentare di ucciderla. Diciamo che essere appeso a testa in giù su una viscida ragnatela tessuta da Aracne non è il massimo. Più mi dimeno e più sento la ragnatela stringersi attorno al mio corpo. La trama è talmente fitta da aver la stessa consistenza delle sabbie mobili. Molto ingegnoso per una che si è fatta intrappolare da delle manette cinesi.

Ora che sono più calmo posso osservare bene che cosa ho attorno: Aracne, vortice, Nico...

Cosa? Nico? No, non è possibile!

"Nico" cerco di tenere un tono di voce basso cosicché Aracne non mi senta.

"Nico ci sei? Dai rispondi, mi stai facendo preoccupare!" nessuna risposta.

"Nico Di Angelo rispondimi ORA!" adesso sto urlando. Me ne accorgo solo quando Aracne fa per voltarsi verso di me.

"Il tuo amico sta solamente "riposando" non c'è bisogno di agitarsi Jackson, probabilmente morirai prima te che lui..." pronuncia la parola riposando con una calma apparente, troppo apparente.

"Che cosa gli hai fatto?"

"Diciamo che non tutti i mali vengono per nuocere. Quando Atena mi ha trasformato in questa creatura mostruosa non si è ricordata, forse, che i ragni sono dotati di veleni molto particolari.....ad esempio il mio è un siero paralizzante."

"Lo hai paralizzato sporca bugiarda?" sono infuocato di rabbia

"Si mio caro....ma a differenza di altri veleni paralizzanti il mio arriva agli organi vitali in meno di due ore."

"Lo stai uccidendo lentamente" la mia voce è più bassa e più fragile di quanto io la voglia far sembrare, ma continuo il discorso "c'è un antidoto a questo veleno?"

"Certo! Come tutti i ragni, o animali velenosi in generale, ho una sacca di veleno e una contenente l'antidoto." sibila lei con un sorriso maligno stampato sulla faccia

"Dai l'antidoto a Nico e io farò tutto quello che vuoi, lo prometto!" sto piangendo. Me ne accorgo solo quando le lacrime solcano le guance.

"Perceus ammiro il tuo spirito di sacrificio ma l'unica cosa che voglio da te è la tua morte! Cosa che potrei soddisfare anche adesso se solo volessi."

"Ma tu non vuoi questo giusto? Almeno non vuoi che sia cosí la mia morte vero?"

"Vedo che hai intuito caro ragazzo. Voglio vederti crollare, cadere a pezzi dopo che avrai subito le perdite più dolorose. Voglio vedere il tuo viso spezzarsi sotto le mille difficoltà che la vita ha in serbo per te. Proverai per la prima volta il dolore, il vero dolore!"

Sento le guancie infuocarsi per la rabbia verso quell'insulso essere.

Solo due ore o poco meno per salvare la vita di Nico e magari anche la mia.

Mi guardo intorno. Cosa potrei trovare di utile? Vortice è troppo lontana da me e non so per quale motivo non mi torna in tasca, dovrei trovare un essere vivente, magari un ragazzo alto biondo e romano. Lo cerco dappertutto e alla fine eccolo! Da dietro l'angolo spunta la sua faccia da schiaffi. Non provo neanche a dire una parola perché so che metterei in difficoltà Jason. Per fortuna è lui a fare la prima mossa. Non sono bravo al gioco dei mimi, ma so riconoscere i gesti che mi sta facendo. Il messaggio arriva perfettamente.

"Parla, parla e parla. Cerca di distrarla più tempo possibile. Io ho un piano!"

L'ultima "frase" (se così si può dire) è quella che mi rassicura di più. Sono felice che abbia un piano per tirarci fuori da qui.

"Ei bella tarantola! Non è che ti va di farmi un ritratto su arazzo? So che sono il tuo forte!"

"Quando si parla di tessitura TUTTO è il mio forte! Perché vorresti che io ti facessi un ritratto?"

"Beh ovvio, sono un bellissimo figlio di Poseidone e vorrei un arazzo come si rispetti prima della mia misera morte se per te va bene..."

"Mhhhh" è perplessa, devo inventarmi qualcos'altro.

"Sempre che tu ne sia all'altezza...potrei sempre chiederlo ad Atena una volta che arriverò nell'aldilà!"

"No Atena no! Io sono all'altezza, scegli me ti prego!!!" ovvio Atena è il suo punto debole.

"Ho compiuto la mia scelta e la tessitrice sarà....." Aracne incrocia le zampe e mi guarda con gli occhi speranzosi "Aracne!"

"Si, ho vinto io! Non te ne pentirai ragazzo, sarà il miglior ritratto pre-morte che un semidio abbia mai avuto!"

"Non ne dubito, ma, senti non è che mi puoi allentare un po la ragnatela così mi metto in posa?"

"Certamente!" si avvicina e slaccia un paio di fili "ora stenditi con un braccio sotto la testa"

"Aracne mi vuoi per caso rappresentare come Rose del Titanic?"

"Ovvio! È il mio film preferito. Solo che nell'altra mano impugnerai un tridente!"

"Perfetto allora! Si parte!"

Sono passati circa trenta minuti e Aracne è a metà dell'opera. Jason si deve sbrigare. Proprio mentre penso a cosa si stia inventando ecco che entrano in "stanza" centinaia di serpenti senza coda!!

Sono terrorizzato, ma in fondo  a tutti quei mostriciattoli c'è Jason con in pugno la testa, ormai calva, di Medusa!!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Jason- Portiamo un po di teste! ***


Allora.....diciamo che tagliare la testa a quella sporca gorgone di Medusa è stata la cosa più facile che mi sia capitata nell'arco delle ultime due ore!

Dopo che ho visto Aracne avvolgere tra le sue ragnatele il povero Percy, la prima cosa che mi è saltata in mente è:

"Jason, fuggi il più lontano possibile e cerca una soluzione da un posto sicuro!" questo però voleva dire dover ripercorrere tutto il tunnel a ritroso fino alla grotta. Non sarebbe stata la scelta più saggia anche perché, nella caverna non avrei potuto escogitare nulla di complicato per mancanza di materie prime! Quindi, ho rivisto la mia scelta iniziale e l'ho trasformata in un:

"Jason, corri il più lontano possibile PROSEGUENDO LA GALLERIA".

Di sicuro dall'altra parte del tunnel non avrei trovato una grotta accoglievole e scaldata dal fuoco, ma sicuramente avrei avuto più possibilità di trovare idee utili per tirare fuori Percy e Nico da quella trappola. E così infatti è stato.

Il tunnel, infinito ormai ai miei occhi, mi ha fatto uscire dal terreno sottostante un grande albero crollato e bruciato -probabilmente da elettricità dato che era avvolto da cavi elettrici-. Da qui in poi è stato tutto più arduo. Ho ucciso una donna con due teste, entrambe orrende, solamente con il mio gladius in uno scontro ad armi pari. Anche lei utilizzava un gladius d'oro imperiale, ma era evidente che era un'arma non adatta ai suoi poteri. Quindi prima uccisione in questo posto atroce!

Passeggiando tra fiori e cadaveri, sono arrivato finalmente davanti a Medusa. Questo scontro non è stato molto equo, non è facile affrontare un mostro che ti potrebbe pietrificare da un momento all'altro. Ovviamente non potevo guardarla negli occhi, quindi ho affidato la mia vita agli altri 4 sensi. Essendo un pretore romano sono stato addestrato a combattere nelle situazioni più impensabili, ma questa è una cosa che non si puo provare in una palestra. Sinceramente non so neanche come abbia fatto a sconfiggere quella megera!

Mi sono fidato dell' udito e dato che i suoi "capelli" sibilavano in continuazione non è stato molto difficile individuarla. La cosa complicata è stata colpirla, ma una volta superata anche quella difficoltà ecco che impugnavo in mano la sua testa ancora gocciolante di un liquido bluastro. Avevo sentito dire che il sangue blu appartenesse ai nobili, non ai mostri provenienti dal tartaro!

         *          *          *          *          *

Ripercorrere a ritroso la galleria non è stato nulla di speciale. L'unica cosa che lo ha reso pesante e difficile (apparte la brutta sensazione di impugnare la testa di Medusa) è stato il fatto che non avevo ancora un piano e stavo correndo contro la mia morte certa!

Ecco. Mi sono sempre chiesto perché i viaggi di ritorno siano più corti di quelli di andata, pensavo fosse un'impressione del tipo il ritorno sembra più corto perché hai meno interesse a raggiungere l'obbiettivo finale e quindi puoi essere rilassato e goderti il viaggio (si, ogni tanto anche i bellocci tirano fuori pensieri profondi). E invece mentre corro a capofitto per il tunnel noto che il ritorno non è affatto più corto quando alla fine del viaggio dovrai salvare la vita a due amici! Anzi è ETERNO!

Ma anche l'eternità ha un limite. E alla fine riesco a raggiungere la "sala" dove è intrappolato Percy. Sono qui ormai! Devo avere un piano. Ho il piano. È folle, ma è l'unico che ho in mente. Se tutto va bene dovrò ringraziare anche il mio insegnante di "osservazione degli animali selvatici"!

1...2...e 3 faccio un balzo verso il centro della sala atterrando rumorosamente per attirare attenzione. Aracne si volta di scatto allarmata e, appena poggia gli occhi su di me, lascio cadere i serpenti dalla testa di Medusa, rimanendo con in mano la nuca calva.

E come previsto, grazie prof, Aracne inizia a agitarsi e a strofinarsi le zampe in segno di angoscia. È questo il momento!

Corro per il perimetro della stanza in direzione di Percy. Aracne è talmente presa dai serpenti che nemmeno presta attenzione a quello che sto facendo. Nel giro di pochissimo arrivo da Percy, sfodero il Gladius e taglio la ragnatela che lo imprigionava.

"Maledetto romano, pensavo che mi avessi lasciato nelle grinfie del " Ragno Tuttofare"! La prossima volta, non so, mandami un SMS con scritto così non penserò che sei uno sporco traditore!"

"Dai testa d'alghe mi puoi ringraziare piú tardi. Ora prendiamo Nico e l'antidoto!"

"Quel soprannome ha il copyright. Lo può usare solo ed esclusivamente Annabeth capito?"

Mi guarda in cagnesco e poi scoppia in una fragorosa risata.

"Dai Poseidone Jr. Salviamo Nico"

"Ahhh così va meglio! Mi si addice di più...."

Ci avviamo verso Nico, ma proprio quando siamo a due passi da lui, Aracne distoglie lo sguardo dalle serpi e lo poggia su di noi. Non è affatto contenta.

"Jason tu vai da Nico io mi occupo della tessitrice!"

"Ma Percy...." faccio per dire ma lui mi blocca

"Ho un conto in sospeso che devo aggiustare. Tu vai!"

E così corro verso Nico, mentre con la coda dell'occhio vedo Percy che sguaina vortice e urla:

"Che i giochi abbiano inizio!"

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Percy-Fisica applicata ai ragni... ***


E così, mentre Jason cerca disperatamente di trascinare il corpo inerme di Nico in un luogo più sicuro, io mi lancio all'attacco di quel mostriciattolo con cui ho fin troppe cose di qui parlare, ovviamente quando con "parlare" intendo più una regolazione di conti. Per colpa sua ho sofferto le pene dell'Inferno (non è un modo di dire, è la triste realtà) e ho rischiato di perdere l'amore della mia vita: non mi farò più mettere in difficoltà da quel ragno, mai!
E così tra un pensiero e l'altro Aracne era ad un palmo di naso da me, trasudante di veleno e di rabbia.
"Tu, figlio di un pescatore, non sai in che guaio ti sei cacciato."
"Tessitrice vuoi assaggiare la mia penna? E così sia!"
Faccio per tastarmi la tasca e finalmente trovo la sagoma di Vortice, santa penna, quante volte dovrò ringraziarti? Tempo di sfoderarla e sono corpo a corpo con lei. Parte subito all'attacco, cerca di affondare al primo colpo con le sue zanne aguzze, ma con un fendente la sbalzo lateralmente e così evito l'impatto. Prima di ripartire all'attacco, Aracne tira fuori dalle sue zampe, pelose e lunghe, delle sporgenze acuminate, probabilmente lame. Un motivo in piú per stare in guardia. Eccola pronta alla carica, stavolta cerca di balzarmi addosso, ma con scarsi risultati apparentemente, non mi sfiora neanche eppure senza essere entrati in contatto sento un bruciore sul fianco sinistro, cosa mi ha fatto? I miei vestiti sono stati liquefatti e la mia pelle è visibilmente ustionata.
"Cosa mi hai fatto megera? Mi hai tagliato con una di quelle cose?!"
"Ragazzo, queste 'cose' non servono a tagliare, bensì sono molto utili per provocare gravi ustioni alla vittima...."
Solo ora riesco a vedere nitidamente le sporgenze che Aracne possiede sulle zampe, non sono lame, non hanno una punta affilata, ma un foro, un piccolo buco quasi insignificante.....
"È veleno?"
"Diciamo che è più il mio siero per digerire le prede...è molto efficace anche quando lo impiego come arma a quanto vedo..."
Il dolore è lancinante, ma in mente ho solo un pensiero, che sgomita per emergere tra gli altri. Come farò a sconfiggere di nuovo il Demone? Scontro fisico? Lo escluderei a priori,ma in mente non mi vengono altre opzioni più efficaci o più semplici. A meno che..... Decisamente la peggior decisione che potrei fare, ma devo farlo se voglio salvarmi la pellaccia, e sapete com'è....vorrei poter riabbracciare la mia Beth prima di morire chiedo troppo?
"Aracne so che sei molto intelligente...."
"Sporco semidio non cadrò più nei vostri sporchi trucchi. Credete di poter approfittare delle mie debolezze, ma io non ho debolezze!"
"Su questo si potrebbe discutere all'infinito..."
"Cosa vorresti insinuare con questo, ragazzino?"
Ok, sta andando piuttosto bene, speriamo abbocchi.
"Beh sai che io nutro il massimo rispetto nei tuoi confronti..."
"Non fare il ruffiano, che con me non funzionano queste manfrine"
"...e che penso che tu sia un gran bel animaletto, ma secondo me dovresti affinare il tuo sesto senso, sai tutti i ragni lo possiedono, ma in te è un po carente"
"Il mio sesto senso è tra i piú fenomenali di tutti i ragni, moccioso ti riuscirei a battere ad occhi chiusi solo grazie ai miei recettori!"
Ebbene è molto più stupida del previsto, meglio per me, decisamente! Si è infilata in un vicolo cieco e da li non uscirà facilmente.
"Ah sì? Io non ne sarei così sicura fossi in te....se combattessi bendata sarei molto avvantaggiato e vincerei sicuramente, ma sarebbe troppo facile sconfiggerti così, senza che tu opponga nessuna resistenza.... Fa nulla, combatteremo nella maniera più convenzionale...ma sei parecchio noiosa, non introduci mai nulla di nuovo per sconvolgere la  convenzione dei combattimenti greci, convenzione ovviamente che ha è stata stipulata da Aten..."
"Non ti azzardare a nominare quella poco di buono! Non quando sei al mio cospetto Perceus, non davanti ai miei occhi..."
Ed ecco che il ragnetto è rimasto intrappolato nella sua stessa ragnatela, costituita da superbia e intrecciata da rancore.
"Per caritá la convenzione della dea della saggezza è molto buona anzi ottima ma se provassimo cose nuove..."
"E va bene nanerottolo bendami e ti mostrerò il mio sesto senso!"
E ora con cosa la bendo? Ah ovvio la sua ragnatela, sperando che regga abbastanza per favorirmi. Taglio con Vortice una striscia e dopo essermi arrampicato sul dorso di Aracne (sensazione affatto piacevole) la bendo.
"Mi vedi millepiedi?"
"Non ti vedo ma ti sento Jackson, sei mio ora!"
Mentre si lancia all'attacco noto che si sta affidando solo alle sue antenne, che rilevano i suoni.... Molto bene, è vulnerabile! Evito il suo attacco e mi rifugio dietro una concavità della grotta. Cosa dicevano a lezione di fisica? Qualcosa sulle onde sonore, sull'eco in ambienti ampi... Wow la fisica che mi potrebbe tornare utile per sopravvivere? Sensazioni nuove ogni dove! Costeggio il muro e arrivo davanti ad un angolo di pietra.
"Aracne...vieni, affrontami se hai il coraggio!"
La voce rimbomba e sembra provenire dalla parte opposta alla mia, puntualmente Aracne si tuffa da quella parte. Perfetto. Mi posizione dalla parte opposta alla ragnatela, urlo: "A vuoto anche sta volta eh spider-girl!? Ritenta sarai più fortunata...".
E va in rete!
"Pesca grossa oggi, il mio padre pescatore sarebbe orgoglioso di me non trovi?"
Mi avvicino e quando lei fa per parlare gli pianto Vortice nel centro della corazza, uno spruzzo appiccicoso esce di getto e non facendo in tempo a spostarmi mi fa una bella doccia. Ma poco conta, Aracne è li morente. Prima di lasciarla, riesco a trovare il coraggio e la forza di infilare il braccio nella fessura creata da vortice per estrarre la sacca dell'antidoto. Nico, gli sarà rimasto poco tempo ormai, devo trovare lui e Jason, immediatamente!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2612149