finale di pallavolo

di Bloody_Amy
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** ansia pre partita ***
Capitolo 3: *** vittorie e sensazioni strane ***



Capitolo 2
*** ansia pre partita ***


CAPITOLO I
Fissava il quaderno rileggendo le parole appena scritte per controllare che non ci fossero errori di alcun genere. Dopo aver corretto l’unico errore commesso nel tema chiuse il quaderno dalla copertina verde e lo ripose ordinatamente al suo posto nella libreria. Si sedette sulla sedia per riposare un attimo la mente, ma non ce la fece a stare con le mani in mano quindi si alzò e si diresse nella sala da pranzo. Una volta lì rilesse con i suoi profondi occhi castani il bigliettino lasciato dalla madre sul tavolo, poi lo ripose con noncuranza. Se ne andò dalla stanza ignara del fatto che il ranocchio rosso l’aveva fissata dal giardino che affacciava dalla portafinestra del soggiorno, facendo finta di lucidare una delle sue molteplici armi. Si era accorto fin dal mattino presto che c’era qualcosa che non andava nella ragazza perché era assente e a volte quasi sbadata. Cosa la turbava? Avrebbe voluto scoprirlo ma un atteggiamento impiccione e premuroso non si addice ad un soldato del suo rango, quindi decise di osservarla in silenzio. Poco dopo Natsumi tornò con uno straccio da spolvero e un flacone di lucidante per mobili e cominciò le solite pulizie domenicali. Giroro, la osservava con discrezione mentre spolverava e lucidava i mobili ben tenuti. Aveva la grazia di una gazzella ma la tenacia di una tigre, era bellissima nella sua semplicità. Voleva stringerla e dirle che andava tutto bene  anche se non sapeva cosa avesse. Ma che gli succedeva? Era un keroniano e non doveva pensare certe cosa su una pekoponiana. Ad interrompere i pensieri di entrambi ci pensò Fuyuki che disse “Sorella, io sto uscendo.” “Va bene, ma ricordati di tornare in tempo per la partita. Lo sai che ci tengo.”disse la ragazza facendo l’occhiolino al fratello minore, il quale rispose con un ok del pollice,ed usci. Ma certo! La partita! Come aveva potuto dimenticarsene?! Persino la madre sarebbe uscita prima dal lavoro per riuscire a vedere la figlia giocare la finale del torneo regionale di pallavolo. “Giroro, tutto a posto?” disse l’umana riportando alla realtà l’alieno il quale si trovò il viso della ragazza ad un palmo dal naso. Immergendosi in quei occhi infiniti, riuscì a biascicare solamente “Sì, grazie.”. Il loro dialogo fu interrotto da una vocetta allegra che gridava a squarcia gola il nome di Natsumi. Era Keroro, che usciva dalla porta finestra tutto euforico per correre in contro alla ragazza. Una volta che l’alieno le arrivò in parte disse “Cosa vuoi, brutto ranocchio?”. Abbassando i toni della voce l’alieno verde disse “Volevo sapere a che ora iniziava la partita di questa sera. Io e il mio squadrone ci terremmo tanto a vederti giocare.”. La ragazza rispose diffidente “Che storia è questa? Per caso stai progettando uno dei tuoi soliti piani fallimentari?”, ma il ranocchio rispose subito “No, è solo che sappiamo quanto tu tenga a questo sport e vorremmo fare il tifo per te. Kero, kero, kero…”. Natsumi era sorpresa, ma non volle mostrare quell’emozione e, con una faccia totalmente indifferente disse “Come volete. La partita inizia alle 7.” e se ne andò. A quel punto il sergente si rivolse al soldato rosso e gli disse con un sorriso stampato in faccia “Allora è confermato. Questa sera andremo tutti alla finale di Lady Natsumi!” e uscì di scena anche lui, saltellando come una scolaretta innamorata. Il capo orale si ritrovò in piedi, da solo, nel bel mezzo del giardino con mille pensieri in testa. Avrebbe visto la sua guerriera preferita giocare un’importantissima partita dove avrebbe dato il massimo. Voleva che lei fosse felice. Decise quindi di andare nel quartier generale per ascoltare le opinioni degli altri membri del plotone a proposito della partita di quella sera. Mentre stava per scendere le scale, vide l’interno della camera della ragazza la quale portava sulla spalla destra un grosso borsone a tracolla contenente il materiale per la partita e si guardava allo specchio assorta in chissà quali pensieri. Doveva dirle qualcosa per tirarle su il morale. Prese coraggio e disse “N-Natsumi… volevo solo dirti… c-che… ecco… che so che giocherai benissimo questa sera e che tutti noi faremo il tifo solo per te…”. Natsumi esitò un attimo ma poi, con un dolce sorriso, disse “Grazie”. Poi guardò l’orologio e disse “Ora devo andare all’allenamento pre-gara.” e così, si diresse verso la porta d uscì. Giroro rimase fermo a guardare la porta d’ingresso con un leggero rossore che si stava facendo strada nel suo volto. Il suo sorriso gli faceva sempre battere il cuore e gli mozzava il respiro. Era felice. Tornato con la mente del mondo dei mortali, andò alla base dove, come previsto, tutti erano euforici per la partita ormai prossima. Il più agitato ed euforico era Keroro che non la smetteva un attimo di parlare e di muoversi da un angolo all’altro della stanza. Il ranocchio rosso si sedette su una sedia del tavolo quando Tamama e Keroro iniziarono a ballare e ad intonare una stupida canzoncina sulla sicura vincita della squadra di Natsumi, le VolleyRedCarpet.
 

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Capitolo 3
*** vittorie e sensazioni strane ***


CAPITOLO II
Le ore che separavano il pomeriggio dalla partita passarono in fretta. Alle 6.30 Aki arrivò a casa accompagnata da Fuyuki, e fu accolta dai piccoli ranocchi che, per l’impazienza di andare alla partita avevano già impostato i dispositivi per l’invisibilità. Alle 6.50 arrivarono alla palestra dove si sarebbe svolto l’incontro. Era una palestra molto bella, pulita, luminosa e ben attrezzata, e infatti tutti ne rimasero meravigliati una volta varcata la porta d’entrata. Si sedettero tutti sugli spalti non troppo lontani dal campo per non perdersi neanche un istante dell’incontro. Poco dopo arrivarono anche Koyuki e Momoka la quale salutò Fuyuki e si sedette accanto a lui spargendo cuoricini da tutte le parti. Alle 7 in punto le giocatrici di entrambe le squadre entrarono in campo e si schierarono tutte ai propri posti. Ovviamente Natsumi era una schiacciatrice. C’era molta tensione nell’aria e le pallavoliste si scambiavano occhiatacce di sfida.
A metà partita la squadra di Natsumi era in vantaggio di 7 punti ma la schiacciatrice della squadra avversaria, avendo capito che Natsumi era il membro più forte della sua squadra, le schiacciò la palla addosso con tutta la sua forza e la colpì i piena faccia, facendola cadere a terra sulla schiena. Tutti rimasero scioccati e l’allenatrice delle VolleyRedCarpet corse subito da Natsumi per soccorrerla. Per fortuna lei era una guerriera forte e senza scrupoli quindi si rimise subito in piedi più determinata che mai a farla pagare all’avversaria. Sapeva che la sua Natsumi era forte e avrebbe sfruttato la rabbia che aveva in corpo per giocare al meglio. Era bellissima.
Con una sorprendente schiacciata, Natsumi segnò l’ultimo punto della partita. Le VoleyRedCarper  vinsero 25 a 16.
Aki decise che quella era una buona occasione per festeggiare e, siccome i ranocchi non potevano andare al ristorante, decise di ordinare del cibo e di gustarlo tutti insieme a casa.
Nell’aria c’era un’atmosfera molto gioiosa. Tamama e Keroro, in piedi sopra il tavolo, intonavano una buffa canzone accompagnata da un simpatico balletto per onorare la vincita della squadra di Natsumi. Seduti intorno a loro Fuyuki, Aki, Kururu, Kuyuki e Momoka ridevano di gusto alla vista di quello spettacolo esilarante. Natsumi si era rassegnata al fatto che in quella casa non ci fosse nemmeno una persona normale e Giroro stava seduto con le braccia incrociate senza fare il minimo movimento.
La serata passò in fretta e venne il momento di congedarsi. Kuyuki  salutò gli amici e poi se ne andò saltando da un tetto all’altro. Momoka ringraziò i presenti per la bella serata e salutò Fuyuki  dicendogli che se avesse avuto bisogno di qualsiasi (e sottolineò la parola qualsiasi) cosa non avrebbe dovuto esitare a chiamarla, e se ne andò tenendo per mano Tamama che era alquanto assonnato. Kururu e il sergente decisero di andare a dormire nel quartier generale e se ne andarono augurando una buona nottata a tutti. Aki e Fuyuki andarono ognuno nelle rispettive camere e Giroro si rintanò nella sua tenda. Natsumi decise di fare una doccia. Si avviò al bagno, chiuse la porte, si spogliò, aprì l’acqua e vi si infilò sotto facendo attenzione che l’acqua non fosse troppo calda. Sentì un forte flusso d’acqua che le scivolava su tutto il corpo. Immersa in quella pace, la ragazza ebbe modo di ascoltare i suoi pensieri. Era felicissima per la vittoria della sua squadra, in fondo avevano lavorato duramente e i loro sforzi erano stati ricambiati. Sicuramente la squadra avversaria non si era sottoposta agli atroci allenamenti che lei e le sue compagne avevano sopportato. E poi era soddisfatta per il fatto che l’aveva fatta pagare a quella schiacciatrice smorfiosa e vanitosa. Ben gli stava, almeno la prossima volta avrebbe giocato correttamente. Sapeva di aver giocato bene e si sentì un po’ stupida pensando che quella mattina era spaventata a morte. Come poteva pensare una cosa del genere? Tutti credevano in lei, persino Giroro. Già, quello stupido ranocchio rosso le aveva dato la forza di superare l’ansia che la corrodeva dall’interno. Nel pensare al soldato rosso sentì farsi strada una strana sensazione. Le gambe erano deboli, le mancava il respiro, aveva un insopportabile fastidio allo stomaco, le batteva forte il cuore,guardava un punto fisso della doccia perché il suo corpo era lì ma la sua mente no. Dopo un attimo che non riuscì a stabilire se lungo o corto usci dalla doccia, si asciugò, si vestì e decise di andare a ringraziare lo stupido ranocchio rosso. Si diresse verso la porta finestra, uscì in giardino e vide il soldato keroniano seduto sul prato. Natsumi si fece coraggio e disse “Giroro”. L’interpellatosi alzò, si girò e rimase sorpreso della visita. Tirò un profondo respiro e poi disse “Natsumi, cosa ci fai qui? Dovresti essere a letto, è stata una giornata pesante.”. La terreste disse con fare gentile “Volevo solo ringraziarti per l’incoraggiamento che mi hai dato oggi…”. L’alieno era confuso ma felice e con un sorriso dolce disse “Figurati. In realtà, anche io ho una cosa da dirti. Hai presente quella ragazza che ti ha lanciato la palla addosso? Le ho dato una bella lezione.”. Per un attimo la ragazza sembrò perplessa poi, ridendo, disse “Immagino! Una bella lezione in stile Giroro. Grazie mille, davvero! Ciao, ti auguro una buona notte.” E così se ne andò, lasciando Giroro con il pensiero della schiacciatrice a cui aveva dato una lezione appesa a testa in giù negli spogliatoi della palestra con uno spara palle che le lanciava ripetutamente palle da tennis. Con questo pensiero felice se ne andò nella sua tenda. Intanto, una piccola figura rannicchiata in posizione fetale sul tetto della casa, piangeva perché per l’ennesima volta si erano dimenticati della sua esistenza.




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Ciao a tutti, spero che questa storia via sia piaciuta e se avete voglia recensite. Alla prossima.
 

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