Defying Gravity

di Snow_Queen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Give me love, like her ***
Capitolo 2: *** ‘Cos lately I’ve been waking up alone ***
Capitolo 3: *** No, I just wanna hold you ***
Capitolo 4: *** Give a little time to me We'll burn this out ***



Capitolo 1
*** Give me love, like her ***


 


 I PARTE
Give me love, like her
 
I suoi piani non erano andati come sperava, quella donnina insulsa, dai capelli biondo fragola, aveva spazzato via in un attimo tutto il suo duro lavoro per salire al trono di Arendelle.
Come se non bastasse ora per “punizione”, i suoi fratelli avevano concordato nel mandarlo, con il Visconte di Dram, nelle isole del Nord dove avevano preso accordi con il Re e la Regina.
 
“-Il duro Nord farà a caso tuo, siamo alleati da anni vedi di non far crollare la nostra alleanza-”
 
Dannati, cosa volevano? Che dopo aver passato tre anni in una cella lavorasse come scudiero fino a che non si mettesse a strisciare e chiedere perdono al Re di spedirlo ad Arendelle a chiedere perdono ai piedi della donna dai capelli d’argento.
-Siamo arrivati altezza, potete osservare la maestosità di DunBroch- disse il capitano indicando il castello sulla collina.
 
Hans odiava ammetterlo ma non aveva mai visto una struttura più imponente, certo il castello della regina delle nevi era imponente ma non era la stessa cosa, quello era stato costruito con la magia, questo invece. no! Era rude e non era paragonabile ai castelli nobiliari che aveva visitato ma qualcosa lo attirava affascinandolo. Distolse lo sguardo osservando poi la famiglia reale che attendeva al porto il loro arrivo, poteva notare quattro teste rosse e arruffate e una castana.
Re, Regina e tre gemelli.
Lì per lì non pensò minimamente che la famiglia reale di DunBroch comprendesse sei membri e non cinque.
 
-Altezza, mia Regina- salutò con la dovuta educazione i reali. –Non so quale destino mi attenda qui, se vorreste essere così gentili da illuminarmi- il tono voleva essere canzonatorio, una specie di: So che è una punizione stare qui vediamo di farla finita.
La Regina Elinor lo fissava da quando aveva poggiato piede sulla passerella per scendere a terra. I suoi occhi castani non l’avevano abbandonato un secondo, sembrava nascondere un velo di rabbia, forse non dovuta neanche a lui in se per se.
 
-Principe Hans i vostri fratelli vi hanno mandato qui contro la vostra volontà e voi credete che sia una punizione, come se voi foste un bambino di cinque anni ma ciò che non sapete è che vi hanno fatto un favore, potevate passare il resto della vostra vita rinchiuso nelle prigioni di Arendelle, la Regina Elsa è stata magnanima e ha concesso il compito di perdonarvi o condannarvi ai vostri fratelli, se siete qui, almeno da quel che sappiamo, è un viaggio di vacanza per così dire.- la voce di Re Fergus era strana rude ma anche divertente si può dire.
 
-Un viaggio di vacanza?! Ma mi state prendendo in giro?! Tre anni in una cella senza niente se non una branda e una coperta per poi essere esiliato qui per una vacanza?- dopo tutto ciò che aveva passato tutto quello era davvero intollerabile per i suoi confronti.
-Principe, avrete maggiori notizie questa sera vogliate scusarmi ora-, fu la risposta che ebbe alla Regina, nulla più. Li osservò stupito andare via a cavallo verso il castello sulla scogliera come se nulla fosse successo.
Odiava già la Regina, era lei a comandare in realtà bastava guardare il quadretto, tre gemelli dispettosi, un Re, probabilmente ubriaco e visionario fissato con gli orsi, e una donna sola a comando di un regno. Se era uno scherzo era di cattivo gusto, erano passati tre anni da quando tentò di uccidere le due sorelle, non passava giorno in cui non rimpiangesse il suo errore, errore che gli era costato tre anni di isolamento in una cella fredda con solo una coperta infeltrita a riscaldare i suoi inverni. Non stava rimuginando o quant’altro. Sapeva ammettere i propri errori ma da qui ad organizzare quella messa in scena.. qualcosa non andava.
-Dovrò fare qualcosa qui vero Visconte? Pulire le stalle magari, i miei fratelli avranno avuto di sicuro un gran senso dell’umorismo nel scegliere la mia condanna..-
 
Ci vollero una decina di minuti circa dal porto al castello, il ciambellano gli indicò la sua camera e lì vi si barricò per tutta la sera, non aveva la benché minima voglia di uscire se non fosse stato per le ripetute percussioni che sentiva provenire dalla camera accanto. Sembrava che stessero dando dei colpi agli assi portanti della camera con una spada.
Infastidito non poté fare a meno di uscire e bussare alla porta accanto. –Non so chi occupi questa camera ma vi pregherei di smetterla con questi rumori- i tre anni da solo gli avevano fortificato il carattere ma per sua fortuna i modi gentili erano ancora la prima opzione durante una discussione.
-Non mi interessa! Per quel che mi riguarda potete cambiare stanza o ancora meglio tornarvene a casa vostra!- disse una voce femminile dall’altra parte della porta.
-Oh Principe vedo che siete uscito finalmente, forza venite la cena è pronta- il visconte lo rapì prima di poter avere l’occasione di rispondere a tono, doveva essere la cameretta di qualche servetta, ulteriori umiliazioni, come se non fossero state abbastanza, la porta del misterioso inquilino si aprì e prima che il principe girasse l’angolo riuscì a intravedere un cespuglio rosso scarlatto oltrepassare l’uscio.
 
-Principe, come le dicevo al porto, si voi siete qui per una “vacanza” ma durante questa vacanza i vostri fratelli vogliono che voi passiate quanto più tempo è possibile con nostra figlia- disse la regina un po’ preoccupata dell’affidare la loro unica figlia a quell’uomo che aveva bramato per avere il trono di un piccolo regno pacifico, dopo la loro avventura si fidava della figlia, della figlia si, ma non di lui.
 
La grande porta cigolò quando iniziò ad aprirsi, la ragazza sembrava non volesse entrare, indossava un abito verde smeraldo, molto leggero probabilmente, le spalle chiare erano scoperte e le maniche le arrivavano ai polsi. Il corpetto e la gonna le aderivano come una seconda pelle lasciando chiunque la guardasse senza la benché minima immaginazione sulle sue fattezze, il corpo magro e alto, la pelle diafana e un dettaglio che le saltò subito agli occhi, gli stessi indomabili capelli di fuoco che aveva intravisto nel corridoio, le ricadevano dietro la schiena senza nessuna costrizione.
 
-Principe Hans vi presento nostra figlia, Merida- decretò il Re dopo aver buttato giù l’ennesimo bicchiere di vino. La principessa non sembrava contenta , quanto lui tra l’altro, dell’incontro e della clausola che lo bloccava in quel regno a Nord.
-Principe Hans..-
-Principessa.. –
I loro sguardi si incrociarono per un breve attimo potevano entrambi annegare gli uni negli occhi dell’atro. I primi verdi come i prati e i secondi azzurri come le acque indomite e cristalline. L’ardore che si poteva leggere nei loro sguardi non prometteva nulla di buono. Nessuno avrebbe scommesso di poter vivere una convivenza pacifica.
 
La punizione era del fare da balia ad una ragazzina viziata e da quell'unica frase che le aveva ascoltato pronunciare sembrava essere anche arrogante, quasi rimpiangeva la fin troppa ingenuità di Anna.
Le lanciò qualche sguardo durante la cena, sovrastata dai racconti del Re su un certo orso oramai morto, mai una volta i suoi occhi incrociarono quelli della ragazzina e sinceramente era meglio così.
I suoi fratelli avevano voluto umiliarlo ancora una volta mettendolo a fare da balia a quella donna, donna.. ragazzina.
-Se volete scusarmi.. Mi ritiro in camera mia..- la principessa aveva tentato di essere educata ma dal suo tono si comprendeva benissimo in sottotesto: Mi sono rotta di questa messa in scena io me ne vado prima di esplodere.
Che ella rimanesse o no non gli importava, la sua unica preoccupazione era se dietro quel fare da balia c'era dietro altro.
 
-Regina Elinor, il passare del tempo con vostra figlia e il fatto che lei sia in età da marito non saranno per caso collegati vero?- era un ipotesi ma non era da sottovalutare. Un matrimonio così anche se vantaggioso, per quel che valeva, non l'avrebbe accettato, era un ulteriore presa in giro.
Sembrava dire: Volevi un regno? Eccolo
Se così fosse stato si sarebbero innemicati i clan e quell'ipotesi gli rendeva improbabile la domanda che aveva appena posto.
-Ad essere sinceri i vostri fratelli in principio volevano che voi veniste qui per chiedere la mano di mia figlia ma.. Dopo alcuni avvenimenti di qualche anno fa abbiamo deciso che sarebbe stata lei sola a scegliere il suo futuro marito e così sarà..- rispose pacata la Regina osservando, dapprima davanti a se e poco dopo il Re, quest'ultimo poggiò il bicchiere di vino sul tavolo e si alzò.
 
-Come già sapete noi siamo al corrente di ciò che é accaduto ad Arendelle nei minimi dettagli..- iniziò a dire, la sua voce ora era seria e lugubre, non c'era più nulla di divertente.
-Mia figlia sa difendersi e non sono preoccupato per la sua incolumità.. ma azzardatevi a farle del male e vi assicuro che nelle isole del sud il vostro corpo tornerà senza testa..-
La minaccia era grave in se per se ma la rendeva peggiore il fatto che i bambini infilzarono un pomodoro imitando le picche.. poteva definire il sentimento che provava quasi ammirazione per la devozione che avevano al significato della famiglia.
 
-Se non volete che la vostra testa resti appesa su una picca, badate a quel che fate..- appena il Re concluse il suo discorso la Regina Elinor si alzò e portò via i bambini.
-Su è ora della nanna, con permesso- e detto ciò uscirono dalla stanza lasciando soli il principe e il re.
-Domande?- chiese bevendo un altro sorso di vino il sovrano.
-E se io non avessi nessun interesse per questo posto dimenticato da Dio?-
-Allora credo che possiate tornare nelle vostre isole del sud tutto intero.-
 
La cena non fu certo delle migliori, che razza di situazione. Avrebbe preferito fare lo stalliere che passare del tempo con quella ragazzina.
Mentre tornava in camera sua decise di uscire fuori per prendere una boccata d'aria e un rumore tonfo attirò poco dopo la sua attenzione.
Si sporse appena dietro un angolo delle stalle una figura aveva iniziato a lanciare dei secchi a destra e a manca, c’era poca luce ma quelle fiamme vive le avrebbe riconosciute ovunque oramai.
La Principessa Merida sembrava sfogare la sua rabbia e la sua frustrazione prendendosela con i secchi, le balle di fieno e qualsiasi altra cosa potesse trovare nel box del cavallo, ad un tratto sembrò calmarsi e sospirò avvicinandosi al cavallo, gli carezzò appena il manto e poi poggiò la fronte a quella del cavallo.
-Angus portami via- disse mentre saliva a cavallo di un possente Clydesdale nero come la notte con il muso avorio. Era il doppio se non il triplo della ragazza eppure sembrava a non far neanche il minimo sforzo nel galoppare all’amazzone.  Il Principe Hans si chiese da quando gli importasse cosa combinasse quella ragazzina, non gli passò neanche per un secondo l’idea di seguirla, la osservò galoppare via e poi rientrò in camera, dopotutto, avrebbe dovuto fargli da babysitter nei giorni successivi se le accadeva qualcosa era a suo favore, osservò il caminetto con oramai poca brace viva continuare a scoppiettare a fatica.. lo sguardo gli cadde un ultima volta fuori dalla finestra e scoprì con sorpresa che affacciava proprio sull’atrio dove aveva visto lo sfogo della ragazzina. Il cavallo non era nel box segno che non era tornata, non che gli importasse, si cambiò e si infilò sotto le coperte.
In quel momento avrebbe preferito essere di nuovo in quella prigione fredda e umida, quel finto essere gentili con lui, quel finto discorrere, era tutto finto.
Tutto dannatamente finto.






Note di un autrice disgrazieta: Salve a tutti!, lo so ultimamente sto scrivendo tante fanfic ma non ho completata neppure una xD a differenza delle altre però questa l'ho già finita e non mi costerà nulla postare i capitoli contenti?*le arrivano i pomodori che prova ad evitare* okok lo prendo per un no x.x
Tornando a noi, come potete ben vedere questa coppietta è del tutto nuova :D non credo abbiate mai visto Hans con Merida :'D Io li trovo letteralmente adorabili e con l'aiuto di una mia carissima amica spero di poter scrivere ancora di loro^^ trovo che si completino a vicenda u.u
Detto ciò vi pregherei di commentare anche negativamente con un: Ma va via fa schifo!
Grazie della vostra attenzione <3
Un bacio ghiacciato dalla vostra..
Snow Queen
 

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Capitolo 2
*** ‘Cos lately I’ve been waking up alone ***


II PARTE
Cos lately I’ve been waking up alone
 
Il giorno dopo a risvegliare il principe fu un tenue raggio di sole. Si sollevò appena dal letto, che era poco più di una piazza e mezza, non aveva la benché minima voglia di andare ad incontrare di nuovo la famigliola reale e quella ragazzina... ma, non gli piaceva restare troppo tempo steso a letto perciò si alzò e con estrema lentezza eseguì la toletta mattutina e passando davanti alla finestra cercò con lo sguardo il cavallo nel box, non che gli importasse se la ragazza fosse tornata dalla fuga o meno ma era pura curiosità. Il magnifico animale era lì e nascosta dietro la sua stazza c'era anche la padrona dai ridicoli capelli rossi e con la solita indifferenza con la quale aveva iniziato ad osservarla, smise pochissimi istanti dopo
"Mi tocca fare da babysitter" pensò mentre raggiungeva la sala da pranzo dell'imponente maniero.
 
Dalla camera accanto non provenivano rumori ergo, la proprietaria non era ancora tornata.
C'erano delle probabilità di incontrarla per i corridoi dunque.. "Evviva.." pensò di umore contrario a ciò che aveva pensato.
 
Ricordava abbastanza chiaramente la strada da fare e con suo immenso piacere non incontrò la rossa. -Buon Giorno altezza- disse facendo un cenno col capo al Re.
-Mia Regina- concluse i saluti con un lieve inchino alla regina prima di sedersi a tavola.
Il Duca non era presente, così come i gemelli, la principessa entrò poco dopo da un entrata secondaria. Pensando alla strada che aveva percorso la sera prima per uscire fuori avrebbe dovuto entrate dalla porta alle sue spalle e invece entrò da una porticina di fronte a lui, che a dir il vero, non aveva notato..
-Sapete cavalcare immagino, vero?- disse la principessa avvicinandosi al tavolo e incrociando le braccia al petto. Iniziò ad avere dei dubbi sul fatto che conoscesse l'etichetta o quanto meno un briciolo di educazione arrivati a quel punto.
-Meglio di quello che crediate Principessa-
-Allora quando avete finito raggiungetemi alle stalle- e detto ciò se ne andò. Non lo guardò mai davvero negli occhi probabilmente per lei era una tortura quanto per lui.
 
Consumò la sua colazione abbastanza velocemente, voleva evitare ulteriori “avvisi” su ciò che comportava qualsiasi ferita inferta volontariamente o meno alla principessa. Tornò in camera il tempo necessario per recuperare il mantello e raggiunse le stalle.
La principessa era già in groppa al suo cavallo e uno stalliere non si fece attendere nel passargli le briglie di Sitron, il cavallo sembrava quasi turbato ma era quasi certo che era dovuto al fatto che lui fosse di pessimo umore.
-Reggete il mio passo, non tornerò indietro a cercarvi- sbruffò la ragazzina spronando il cavallo al galoppo e il principe fece lo stesso.
 
La cavalcata fu silenziosa, la principessa lo guidava per i boschi scozzesi come se potesse orientarsi lì dentro ad occhi chiusi e gli raccontò con poca voglia il significato di alcuni luoghi.
-Non c'è bisogno di tutto questo- disse il tredicesimo principe delle Isole del Sud osservando la principessa nordica, che aveva fatto fermare il proprio cavallo al centro di un cumolo di pietre disposte in modo strano, erano in cerchio. -Lo so, ma cosa dovrei raccontare alla regina una volta che torneremo? Che abbiamo cavalcato per miglia e miglia senza dire una parola? Ohw molto interessante- ribatté lei tirando indietro il cappuccio del mantello così da rendere libero l'ammasso di capelli che il principe trovava alquanto ridicolo.
-Credo che qualche piccola bugia non abbia mai ucciso nessuno-
La principessa lo fissò ma il suo sguardo cristallino nascondeva dietro di sé tutto un filo di pensieri che non avrebbe pronunciato, se non sotto provocazione.
-Muoviamoci- fu l'unica cosa che disse fino a che arrivati alle rovine di un antico palazzo non scese da cavallo. -I cavalli non possono proseguire- disse legando il suo al ramo di un albero avvizzito.
Il principe percepiva chiaramente la pazienza defluire dal suo corpo e l'odio verso i suoi fratelli, che lo avevano mandato lì, aumentava a dismisura. Odiava quella ridicola situazione, quel dover essere obbligato a passare del tempo con una ragazzina, per quanto potessero scambiarsi pochi anni tra l’altro.
-Attento a dove mettete i piedi..- lo avvisò iniziando a incamminarsi verso l'interno di quello che una volta doveva essere un castello ancora più imponente di DunBroch.
 
-Questo castello apparteneva ad un re saggio, il re aveva quattro figli, il minore era saggio, il terzo compassionevole, il secondo giusto e il primogenito era forte. Quando si ammalò, in punto di morte, decretò che il regno non dovesse andare soltanto al primogenito, ma che, invece, i quattro figli dovessero regnare insieme così da completarsi a vicenda. Il primogenito si sentì disonorato e il seme dell’egoismo iniziò a fiorire, egli mise i fratelli ad una scelta, o accettavano di prostrarsi a lui oppure lì avrebbe sconfitti in guerra.-
“Immagino la scelta”
-Il destino del regno fu cambiato, gli scontri arrivarono ad un punto di stallo.Assetato di vittoria il principe maledisse il proprio destino e girando per i boschi si ritrovò al centro di un cumolo di pietre e lì gli apparvero i fuochi fatui..-
-I cosa?-
-Fuochi Fatui, alcuni credono che ti guidino verso il proprio destino.. Comunque, i fuochi lo guidarono alle rive di un lago e al centro di esso vi era la casa di una strega. Egli chiese alla fattucchiera un incantesimo che avrebbe potuto cambiare il suo destino... la strega lo avvertì però che la pozione l’avrebbe messo ad una scelta, tra la forza che tanto desiderava per poter annientare i fratelli oppure risanare i legami con questi ultimi facendo tornare la pace... lui scelse la prima e bevve la pozione…
Non si può dire se il principe l'avesse ascoltata o meno con interesse ma il tono della principessa era cambiato.. Come se quella leggenda la toccasse da vicino.. Non che gli importasse ovvio..
-La pozione deve aver fallito miseramente, i clan sono ancora in quattro..- se non avesse visto la regina di Arendelle creare ghiaccio dal nulla non avrebbe mai creduto a quella storia strampalata.
-Accadde qualcosa che lui non aveva previsto, venne trasformato in un orso nero..-
Hans la fissò, per qualche istante il tono di voce che aveva assunto era strano. All'improvviso, però, il terreno franò sotto i suoi piedi e cadde tra le mura del castello. Merida d'istinto tentò di prenderlo per non farlo cadere ma ciò comportò anche la sua caduta. "E di nuovo qui dentro no!" pensò la ragazza mentre si alzava.
-Principe Hans? State bene?- chiese cercandolo con lo sguardo, trovandolo poco lontano da lei che provava ad alzarsi.
-Vi importa sul serio?- fu la risposta che ricevette.
-Ovvio altrimenti il Duca non la finirà più di blaterare!- sbottò mettendo su un piccolo broncio.
-Forza cerchiamo una via d'uscita..-
-Non potremmo provare ad uscire da dove siamo entrati?-
-È troppo alto principessa, se volessimo usare le rovine del luogo per formare una qualche scala, non sarebbe sicuro per la vostra incolumità.- constatò il principe guardandosi intorno alla ricerca di qualcosa da poter usare.
-E da quando vi interessa la mia incolumità?-
-Da quando vostro padre ha minacciato di infilzare la mia testa su una picca se vi accadesse qualcosa in mia compagnia- sospirò appena alzandosi dal pavimento e togliendosi la polvere di dosso.
Quel luogo sembrava immenso e per loro fortuna la sala dov'erano caduti non era senza uscita. Avanzare nel buio non era una buona idea così non poté far altro che strapparsi un lembo della camicia, che legò ad un ramo trovato lì vicino per creare così una torcia.
-Cosa fate?-
-Creo una torcia. Non possiamo brancolare nel buio, no?- detto ciò scheggiò tra di loro due pietre creando una piccola scintilla. Dovette rifare la stessa operazione più e più volte per far si che il pezzo di stoffa prendesse fuoco.
Sperava di non dover ricreare un altra torcia ma, in tal caso, prese un altro pezzo di legna, non poteva sapere se avrebbero trovato qualcosa dopo con cui crearne un'altra .
-Non ci resta che incamminarci principessa.-
 
I resti del castello non erano in condizioni migliori, molte volte dovettero tornare indietro e cercare un altra via a causa di un vicolo cieco. Non si vedeva molto ma, durante il tragitto alle volte, appesi a alle pareti o abbandonati a terra, c'erano degli arazzi consumati dal tempo o dalle fiamme. I pezzi migliori furono raccolti dalla principessa. Hans non badava molto a lei ma quelle rare volte che si voltava, per osservare se lo stesse seguendo, notava che ella sembrava alquanto strana.
-Principessa, perdonate una domanda..- doveva essere passata un oretta o poco più da quando giravano a vuoto per i cunicoli.
-Se proprio dovete..- sospirò lei scostandosi dei riccioli dal viso.
-Non avrete per caso paura del buio vero?- chiese con un mezzo ghigno sul viso.
-Non del buio altezza.. Ma di ciò che questo luogo nasconde..- rispose rabbrividendo affrettando il passo per raggiungerlo, era rimasta un po' indietro.
-A cosa vi riferite?-
-Ricordate la leggenda che vi stavo raccontando? Del principe e dell'incantesimo?-
-Avete detto che l'incantesimo lo trasformò in un orso- non capiva dove volesse arrivare con tutto quel discorso insensato.
-Il principe si trovò ad un bivio, accettare la bestia o riappacificare i legami con la famiglia, accettò il mostro e massacrò i fratelli- le passò un brivido lungo la schiena e si fermò per qualche secondo.
-Il regno sprofondò nelle tenebre e il flagello del suo dominio si abbatté, preferì il potere alla famiglia e fu bloccato per sempre in un guscio oscuro..- spiegò mentre restava sempre all'erta.
Lui non c'era più ma il suo ricordo aveva terrorizzato il regno per anni..
-Il castello era la sua tana ed era lui l'orso di cui mio padre vi parlava ieri sera. Mor’du era sanguinario sia come uomo accecato dall'orgoglio sia come orso.. -
-Temete un fantasma allora, vostro padre mi ha raccontato, anche se non nei particolari, che ora è morto.-
-Lo strappo causato dall'orgoglio non é facile da riparare..- sospirò come assorta da qualche ricordo.
-Voi dovreste saperne qualcosa immagino. Avete un espressione funerea in viso-
-Non credo di essere tenuta a raccontarvi fatti della mia vita privata- sbottò incrociando le braccia al petto. Un piccolo broncio le apparì sulle labbra ma poi si dissolse e sospirò.
-Tre anni fa.. Mia madre mandò delle lettere d'invito ai Lord. I loro figli avrebbero partecipato ai giochi dei clan e il vincitore avrebbe avuto in premio la mia mano.. Ero infuriata e non volevo sposarmi, con uno sconosciuto poi.. Alla fine all'insaputa di tutti partecipai io stessa, vinsi e feci infuriare tutti i lord, mia madre compresa.. Scappai e i fuochi fatui mi guidarono da una strega e in cambio di un ciondolo di famiglia mi diede un dolcetto che mia madre avrebbe dovuto mangiare, credevo le facesse cambiare idea sul matrimonio e invece la trasformò in un orso..-
-Se era la stessa del principe della leggenda, doveva avere una passione per gli orsi..- disse con ironia interrompendola ma la principessa non poté fa a meno di ridere appena nel sentirlo.
-Oh si, diceva di essere un intagliatrice e nel suo laboratorio aveva solo statue in legno ritraenti orsi, ho dovuto comprarle tutte per attirare la sua attenzione!-
-Abile negli affari la strega non si può negare-
 
Non parlarono davvero di qualcosa durante il giro in quel labirinto, non sapevano per quanto tempo avevano vagato in quella oscurità, il principe dovette ricorrere addirittura alla seconda torcia, ma alla fine riuscirono ad uscire.
-Mio padre mi ucciderà, me lo sento- disse la principessa mentre saltava in groppa al cavallo.
-O ucciderà me- ribatté il principe convinto dell’opportunità.
Arrivati a DunBroch, infatti, ad andarli in contro, c’erano le guardie che li scortarono nella sala del trono.
“Per mandare la scorta deve essere tardissimo accidenti..” la principessa era preoccupata, di solito il ritardo al coprifuoco comportava alcuni scritti extra da studiare, qualche sonetto in latino da imparare a memoria o altro ma ora non aveva idea di cosa potesse accadere.
Arrivati nella sala del trono quasi si stentava a riconoscerla, c’erano soltanto due candelabri ad illuminare l’enorme sala, per un totale di dodici candele, abbastanza da illuminare appena il trono del sovrano dove suo padre e sua madre sedevano.
-Avete la più pallida idea di che ore siano?! Non solo è calato il sole ma anche la luna sta per calare!- disse la Regina osservando la figlia.
-Mamma. Non è stata col..-
-SCHIOCCHEZZE!- Re Fergus la interruppe immediatamente, sembrava molto arrabbiato, come mai l’aveva visto a dir il vero. Iniziò a inveire contro il principe con una rabbia che Merida non aveva mai visto in suo padre, neanche contro Mor’dù.
-Smettila!- gridò Merida per superare la voce del padre.
-Papà smettila! Non è colpa del Principe Hans se abbiamo tardato. La colpa è mia, l’ho portato a visitare le rovine dell’antico castello ma il terreno è ceduto sotto i nostri piedi e siamo precipitati nelle antiche sale! Che colpa ne ha il Principe se cercavamo di uscire senza successo dal castello ? Sai meglio di me che quel luogo è un labirinto- disse cacciando fuori dalla bisaccia gli arazzi che aveva trovato e raccolto nelle sale. –Se non fosse stato così dove pensi che li avessi presi questi!- fu una fortuna che avesse raccolto quegli arazzi, erano la loro salvezza probabilmente.
Il Principe Hans non sapeva bene cosa pensare, non ricordava qualcun altro che lo avesse difeso in quel modo, così prontamente! Non sapeva se sentirsi umiliato o meno dall’essere difeso da una ragazzina prima ancora che lui potesse difendersi per primo. Non era certo di cosa doveva pensare, o dire, aveva voglia di dire qualcosa del tipo: Ve l’avevo detto, ma per prima cosa, non aveva fatto in tempo a dire niente e secondariamente, non che aveva paura sia chiaro, ma preferiva evitare di proferire parola.
-Andate via..- disse il Re passandosi una mano sul viso.
Merida non se lo fece ripetere due volte e per il bene di tutti i presenti prese il Principe per un braccio e lo portò via con sé.
-Perdonate la mia irruenza ma non potevo rischiare che continuasse a inveire contro di voi, soprattutto perché la colpa era mia e non vostra..- disse la principessa sospirando e lasciando il braccio del principe una volta al sicuro dalle ire del padre.
-Non c’è n’era bisogno.. ma vi ringrazio per aver preso le mie difese..-
-Non c’è bisogno che mi ringraziate. La colpa era mia, fine della storia, buona notte Principe Hans - erano arrivati alla camera del principe e con sua leggera sorpresa notò che la principessa si fermò alla porta accanto. Non ne era sicuro ma ora aveva la conferma che la sua camera era proprio quella accanto alla sua. La vicina di stanza maleducata.
Non sapeva cosa doveva pensare sul conto della principessa, non sapeva se poteva fidarsi o meno di lei, ma era senz’altro l’unica da tre anni a questa parte che..
Spezzò il filo dei suoi pensieri, così da non arrivare a pensare altro..
-Buona notte principessa..-




Note di un autrice disgrazieta: Salve a chi segue e a chi legge soltanto :D come vedete ho davvero tutto pronto ahah :'D per la prima volta ho finito una fanfic e sono contenta che sia questa   
Un bacio ghiacciato la vostra 
Snow Queen
 

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Capitolo 3
*** No, I just wanna hold you ***


III PARTE

No, I just wanna h
old you
 


I giorni passavano lenti nel regno di DunBroch, Merida aveva imparato che era meglio non allontanarsi troppo dal regno per non attirare l’ira del padre sull’ospite, aveva notato una certa ostilità nei suoi riguardi, ostilità che imperversava nonostante non fosse accaduto nulla di grave, per ora. Certo, lei era a conoscenza dell’accaduto con la Regina e la Principessa di Arendelle, sapeva bene delle sue azioni vili e meschine e sapeva che era stato rinchiuso in prigione per tre anni.
Sapeva che non doveva fidarsi, la regina gliel’aveva ripetuto tante volte da quando il Principe era arrivato e lei lo sapeva bene, se aveva attentato alla vita delle reali di Arendelle cosa gli impediva di riprovarci qui?
“Forse il fatto che è già stato smascherato una volta? Non sembra così idiota da ripetere i propri errori” non voleva difenderlo o quant’altro ma sembrava una persona intelligente e, il passare dei giorni in sua compagnia gli confermarono la sua idea.
All’inizio non sopportava il fatto di doverlo avere sempre intorno ma, cercando di fare attività che potessero coinvolgere entrambi, la principessa aveva reso più piacevole il soggiorno del principe per tutti e due: cavalcate, battute di caccia, cose così insomma.
Quel giorno aveva esaurito le idee ma c’era una cosa che l’aveva sempre incuriosita...
-Come ve la cavate con la spada?- gli chiese mentre scendeva da cavallo dopo l’ennesima passeggiata intorno al castello a parlare di cose probabilmente già dette e ridette.
-Con tutto il rispetto principessa, credo di essere uno spadaccino migliore di voi.-
-Staremo a vedere-
 
Si avviò con passo deciso verso l’armeria e recuperò due spade, una delle quali, la porse al principe.
-Fatemi vedere di cosa siete capace, senza favoritismi- lo provocò mettendosi in posizione di guardia.
-Non era mia intenzione farne altezza..- ribatté il principe con un mezzo sorriso che lasciava trasparire una vera sfida. –E sinceramente, per quanto mi sia difficile ammetterlo, credo che non ve ne servano neppure..-
 
Stoccate, finte, ridoppi, la principessa nordica e il tredicesimo principe delle Isole del Sud offrirono ai pochi presenti uno spettacolo senza precedenti. Entrambi, al contempo, sembravano ammirarsil’un l’altro, ma nessuno dei due sarebbe stato talmente gentile da confessarlo.
Merida non era una sprovveduta e neppure il principe, infatti schivò velocemente un suo fendente dall’alto, spostandosi di lato così da sferrare un attacco a sua volta ma la principessa lo schivò.
Iniziarono ad attaccarsi e a difendersi colpo su colpo come se in quel momento stessero chiacchierando, era un balletto di spade che aveva qualcosa di ipnotico e affascinante, in una situazione di perfetto equilibrio come se fossero nati per quello, sembravano danzare, movimenti veloci e precisi. Gli assalti erano veloci e quasi non davano attimi di tregua.
Nessuno dei due si rese conto che attorno a loro si era creato un piccolo pubblico formato anche da re e regina.
-Sembra che duellino insieme da anni non trova altezza?- chiese il duca di Bram osservando Re Fergus.
-Già.. devo darne atto.. per quanto tempo ancora avete detto che rimarrete qui?-
-Meno di una settimana vostra altezza.-
 
Le due altezze reali erano gli uni sorpresi dell’abilità dell’altro. Non avrebbero creduto di aver a che fare con qualcuno altrettanto abile. La principessa nordica agli occhi del principe, per qualche istante, parve forte e bella come mai aveva notato prima, i suoi movimenti erano precisi ma forti sembrava quasi volteggiare, i capelli rossi le andavano da tutte le parti ma non per questo le causavano disturbo durante la sua “danza”. D’altro canto lei non poté far a meno di notare la tecnica che il principe stava impiegando in quello scontro. Parata, attacco, difesa, finta, stoccata. Non aveva combattuto così con nessuno in vita sua. Lo fissava ammaliata a tal punto da far si che notasse i muscoli tesi e delineati al di sotto della camicia azzurrina che indossava. Gli occhi verdi le ricordavano i prati in piena estate, le trasmettevano forza e coinvolgimento vivo, e sotto sotto sapeva che anche lui si stava divertendo in quello scontro perché non aveva mai visto quel strano luccichio nei suoi occhi, come se fossero anni che non passasse un momento come quello. Erano incantati l’uno dall’altra ma nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso l’orgoglio era troppo forte. All’improvviso però quella magia fu interrotta, le lame si spezzarono per il contraccolpo e i due rimasero ad osservarsi ansimanti dallo sforzo compiuto, come se lo spezzarsi delle spade non avesse interrotto la loro complicità.
Per la prima volta, da quando il principe era arrivato due mesi prima, i loro occhi erano puntati gli uni negli altri  e sembrava quasi non avessero intenzione di distogliere lo sguardo, come se quel “balletto” di spade non fosse altro che un incantesimo. Fu un istante come se fossero collegati..
 
 
I'm way up high, I'm defying gravity,
And you won't bring me down
 
 
Un timido applauso partì dai presenti.
-Forza è ora di prepararvi per questa sera principessa- disse Moudie avvicinandosi a Merida iniziando a trascinarla via. –Cosa?- la principessa non capiva perché dovesse andare a prepararsi, era una cena come le altre dopotutto. –Oh principessa, vi siete dimenticata ?- la donna paffutella si avvicinò tirandole piano una guancia, per un attimo Merida notò nello sguardo del principe un velo di confusione, come se neanche lui capisse di cosa parlasse la donna. –Oggi arrivano i clan! E stasera ci sarà un ballo in loro onore! Non siete contenta che i vostri pretendenti ritornino?- squittì con fare civettuolo portando via di peso la ragazza.
 
Il principe non capiva cosa fosse accaduto, il combattimento era finito alla pari ma tuttavia si sentiva sconfitto, per quanto avesse osservato distrattamente gli occhi della principessa in quei due mesi, soltanto ora, gli sembrava di averli visti per la prima volta. Ad essere sinceri più tempo passava lì, e più gli sembrava di sentirsi strano e ciò non riusciva a sopportarlo. Quelle strane sensazioni che lo turbavano giorno e notte fino a farlo star male stavano passando il limite.. Basta
 
 
I'm dying to catch my breath
 
 
La sera giunse in fretta, troppo in fretta per i gusti della principessa, odiava vestirsi in quel modo, non aveva libertà nei movimenti, le cose tra lei e sua  madre erano cambiate ma l’idea di farla diventare una brava principessa era sempre viva nella mente della Regina. Le aveva fatto preparare un vestito che le stava davvero d’incanto, il corpetto smeraldo le aderiva come una seconda pelle, la gonna non era la solita stile impero ma poteva definirsi degno di una principessa, le maniche a tre quarti terminavano con dei veli, l’abito le dava un aspetto letteralmente diverso, femminile, la principessa che sua madre avrebbe sempre desiderato, una volta. Al collo, invece, portava una collana d’argento con un rubino incastonato al centro. –Oh Merida sei bellissima! I figli dei Lord potrebbero far fatica a riconoscerti sai?- Moudie esagerava come sempre, guardò un suo riflesso e quasi non sembrava lei, la regina le raccolse i capelli in modo che non sembrassero il solito ammasso ribelle. Erano stati costretti un uno chignon a metà testa, si chiedeva quasi come avesse potuto farlo mantenere con poche forcine.
-Oh sei ancora qui, andiamo cara i ragazzi aspettano!- la spronò il Re a scendere ed uscire in giardino. La festa in onore dei clan si sarebbe svolta intorno al  castello. Poco lontano dai festeggiamenti principali era stato creato un falò così che la gente potesse ballare mentre attendevano che il Re desse il via all’attrazione più importante della serata “Trova Mor’dù”.
Il principe Hans non era particolarmente in vena di festeggiamenti o cose simili, le rimpatriate non erano certo qualcosa che attirasse la sua attenzione, ma il duca di Bram aveva insistito sul fatto che doveva essere presente così, controvoglia, si preparò. Non indossò un completo particolare, dopotutto tra tanti guerrieri in gonnella, sarebbe stato leggermente ridicolo.
Indossò dei pantaloni grigi che infilò negli stivali neri, una camicia del medesimo colore e infine recuperò il mantello.
I clan riuniti creavano un fracasso incredibile, neanche l’incoronazione di Elsa aveva creato tanto baccano.
Gente che cantava, rideva, chi ballava, chi combatteva e poi lo sguardo del principe colse la testolina rossa, ma non era libera, era rinchiusa in un acconciatura che non le donava per niente e per di più volteggiava tra le braccia di un ragazzo in gonnella, se l’avesse visto di spalle l’avrebbe scambiato di sicuro per una donna, data la folta chioma.
-Chi è che balla con la principessa Duca?- chiese osservando l’espressione della principessa, sembrava imbarazzata, forse dal fatto che il suo accompagnatore non indossasse nulla al di fuori della gonnella, e avrebbe scommesso qualsiasi cosa che cercasse di fuggire mentre ballavano.
-E’ uno dei pretendenti il figlio di Lord Macintosh, si mormora che sarà lui a sposare la principessa..- non seppe spiegarsi perché iniziò a sentirsi di nuovo strano, quella fastidiosa sensazione che sentiva ogni volta che era in compagnia della principessa. Doveva trovare un modo per farla finire o sarebbe impazzito.
-Ci sono altri due pretendenti vero?-
-Esatto altezza, il figlio di Lord MacGuffin- rispose indicando un ragazzo robusto e biondo. –E infine, Wee Dingwall, sapete vinse lui i giochi dei clan- continuò indicando un altro biondo che sembrava dormire in piedi.
-Cosa?-
-Già, tre anni fa furono indetti i giochi dei clan e la principessa scelse il tiro con l’arco e..-
-So la storia, la principessa batté tutti e tre i pretendenti-
-Esatto ma alla fine non era valido e se non fosse stato per la Regina Elinor, avrebbe sposato lui-
Ascoltava le parole del Duca ma i suoi occhi seguivano la principessa costretta a ballare con i tre pretendenti. Non ne aveva le prove ma era certo che non volesse ballare con loro.
-Allora!- il vocione di Re Fergus interruppe il litigio tra Lord Macintosh e Lord Dingwall.
-E’ giunta l’ora di entrare al castello e partecipare a: Trova Mor’du!- trovare Mor’du altro non era che trovare i tre gemelli vestiti da orso nero e portarli nella sala del trono. Il primo che riuscisse a trovare e catturare  uno dei tre gemelli avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa volesse.
–Vostra altezza voi non siete esentato dal gioco sappiatelo- disse il duca tirando il principe verso il Re.
–Spero che stiate scherzando..-
-Mai stato così serio altezza-
Fu trascinato dal duca a destra e a manca per il castello, trovare quei gemelli non sembrava un impresa facile poi, all’improvviso, proprio nella sala del trono, notò la scultura di un orso che si muoveva. –Dove credi di andare?- chiese indirettamente prendendo il gemellino.
-Principe l’avete trovato..- Re Fergus non sapeva cosa pensare, nessuno aveva mai vinto a Trova Mor’du!
–Non rimangio la mia parola cosa volete chiedere Principe Hans?-
Hans non sapeva bene cosa avrebbe potuto scegliere, tra l’altro era stato un puro caso se aveva trovato Hubert. –Cosa dovrei chiedere … un ballo con la principessa?- disse per dire.
–Va bene andate a ballare con Merida, Hubert fila a nasconderti di nuovo! Ora si vince una botte di vino!-
-Aspettate io non intendevo...- non finì la frase perché sospirò, almeno ora poteva evitare di correre avanti e indietro per le sale del castello dietro al duca. Tornò fuori e si avvicinò alla principessa che stava osservando il falò.
-Moudie ha fatto la spia ?- gli disse voltandosi cercando di trattenere una risata.
-E’ stato un caso, sia trovare il gemello, sia la richiesta- si difese, non aveva intenzione di ballare.
-Dobbiamo o mio padre potrebbe pensare a male non trovate?-
Nel sentire quelle parole il principe sospirò e fece un mezzo inchino alla principessa. –Mi concedete questo ballo?- chiese mentre si sollevava.
 
I know you, the gleam in your eyes..
 
-Posso rifiutare?- la principessa era ironica ma guardandola per un breve secondo negli occhi poté notare un espressione diversa rispetto a quando ballava con Macintosh o con gli altri pretendenti.
 
..is so familiar a gleam.
 
–Se dobbiamo ballare però...- non seppe spiegarsi perché fece quel gesto, si sorprese di se stesso, infatti, mentre scioglieva l’acconciatura della principessa che teneva imprigionati i folti capelli, sembravano essere un tutt’uno con le fiamme, le passò un braccio intorno alla vita e la strinse appena a sé, alla luce del fuoco poté notare le guance della principessa tingersi di un lieve color cremisi mentre recuperava un fiore bianco dal centrotavola e glielo infilava tra i capelli..
 
I know you..
..I walked with you..
Once Upon a Dream
 
Ballarono volteggiando appena intorno al falò, le chiacchiere, le grida, le risate, sembrava tutto ovattato e fu difficile dire quanto quel ballo durò... ma sembrò quasi che quella strana connessione che si era instaurata tra di loro mentre stavano combattendo, si fosse riconnessa e li unisse ancor di più. Entrambi, senza saperlo, si sentivano troppo storditi e confusi per i loro gusti, quasi non si resero neanche conto di quanto fossero vicini in realtà, si fermarono soltanto quando la musica smise di suonare, stava iniziando a piovere. La festa era finita.
 
Yet I know it’s true
that visions are seldom
all they seem
 
-Oh cavolo- si lasciò sfuggire la principessa notando il temporale che stava per avvicinarsi. L’abito era leggero e le piccole folate di vento la fecero rabbrividire, non era in programma un temporale di primavera.
-Tenete o vi prenderete un malanno-
Il principe si sfilò il mantello poggiandolo sulle spalle della fanciulla. –E’ meglio tornare al castello- disse accompagnandola poi nella sua camera. –E’ la seconda volta che ci salutiamo qui o sbaglio?- la risata appena accennata dalla rossa gli fece distogliere lo sguardo dal pavimento, aveva di nuovo quella tremenda sensazione che non sapeva bene come definire, ed era bastato ripensare di nuovo a quei tre idioti che strappavano l’uno la principessa dalle braccia dell’altro.
–Durante i balli sbaglio o non vi siete divertita con i vostri pretendenti?-
-Scherzate? Ero al culmine della felicità non si notava?- disse sarcastica restituendogli il mantello davanti alla porta. –Non credo che sposerò mai uno di loro, stasera mi hanno letteralmente usata come mostra per far contenti i loro padri..-
Per un attimo quella sensazione mista a dolore cessò di esistere in lui..
-Beh buona notte altezza, grazie per il mantello- il principe non rispose si limitò ad osservarla raggiungere la sua camera e, dopo aver buttato un ultimo sguardo verso di lui, chiedere la porta di quest’ultima.
 
 
 Your baby blues
So full of wonder
Your curly cues
Your contageous smile
And as I watch
 
Quei due mesi che aveva trascorso lì gli sembrarono essere volati in qualche modo, non capiva cosa stesse accadendo, l’unica cosa di cui era certo, era quel dolore al petto che provava ogni volta che incontrava la principessa Merida o quando si sorprendeva anche solo a pensare a lei per qualche istante.
Pensò a come quel dolore si fosse intensificato fino a farlo stare davvero male mentre la osservava tra le braccia dei suoi pretendenti, e a come fu stringerla a se intorno al fuoco.
 
And storms will race in
 
Iniziò a fare le cose senza farci caso mentre un turbine di pensieri si aggirava nella sua mente, dovevano essere passate poco più di tre ore da quando si era steso, vestito, da sopra le coperte.
Non si rese conto di essersi alzato e di essere uscito dalla stanza..
Tutto ciò non ci sarebbe se...
Il combattimento, le cavalcate, la caccia. Quel dolore aumentava in sua presenza...
Se lei non ci fosse, non ci sarebbe neanche lui..
Non si accorse di essere entrato nella camera accanto, quella dove la principessa dormiva..
Il dolore finirebbe.. pensò, infine, mentre carezzava appena il profilo del collo della donna nel momento in cui notò che una sola mano bastava per avvolgerle il collo..
Lo scrosciare irruento della pioggia e i tuoni lo risvegliarono dai suoi pensieri..
Ma cosa? Che cosa ci faccio qui?
Ricordava i suoi pensieri ma non le sue azioni e si guardò intorno cercando di capire..
Stavo per.. spostò immediatamente la mano con cui stava per strangolarla e lo sguardo gli cadde su di lei, ignara di tutto, ignara di ciò che aveva rischiato.
 
Castles they might crumble
Dreams may not come true
 
 
I lunghi capelli rossi erano sparsi sul cuscino immacolato come schizzi di sangue sulla neve. In quel momento gli sembrò la creatura più fragile e delicata del mondo, sapeva che la realtà era ben lungi da essa ma gli sembrava così.. così.. indifesa, si, indifesa era il termine esatto.
 
Waves will crash all around
 
Lo avrebbe negato in futuro ma in quel singolo attimo, in quel singolo momento il tredicesimo  principe delle Isole del Sud sapeva esattamente cosa stava facendo, come se la sua vita avesse iniziato ad avere senso nel momento in cui poggiò le sue labbra su quelle scarlatte della principessa nordica..
 
But you will be safe in my arms


 
Note di un autrice disgrazieta:

Eccoci qui al terzo capitolo :'D c'è solo Lia a leggerla ma non mi importa io la scrivo lo stesso mi spiace per voi ù.ù ma vabbè ci si legge ciaù

 
Snow Queen

 

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Capitolo 4
*** Give a little time to me We'll burn this out ***


IV PARTE
Give a little time to me
We'll burn this out
FINAL
 
3
 
-E così tra poco ripartirete?-
-Già, tra tre giorni principessa, vi sentirete sollevata immagino, la vostra tortura avrà fine..- disse, allontanandosi, il Duca di Bram doveva assicurarsi che fosse tutto pronto per il ritorno a casa.
“Sollevata?” perché doveva sentirsi sollevata? Di che tortura parlava?
Sarebbero andati via.
Quella convivenza forzata sarebbe cessata. Tutto sarebbe tornato come prima.
“No, non tutto”
 
Non sapeva come sentirsi, non negava che, per i primi tempi, eseguiva un conto alla rovescia dei giorni che mancavano alla partenza del principe ma ora era come se le dispiacesse, avrebbe ammesso senza problemi infatti che si era divertita durante quel periodo passato con lui e ora che stava per finire.. si sentiva strana.
Arrivò ai box e prese Angus spronandolo al galoppo, non notò neppure di essere osservata, cavalcò senza pensare davvero a dove stesse andando fino a che il cavallo non si fermò per brucare dell’erba.
“Questo posto mi perseguita..” pensò, osservando la collinetta con le pietre in circolo.
Scese da cavallo e si sedette appoggiandosi ad una di esse all’interno del cerchio, di solito andava lì per pensare ma ultimamente le capitava che l’amico quadrupede la portasse in quel luogo senza che lei glielo chiedesse, non la infastidiva ma era strano che finisse sempre lì.
Angus si avvicinò e nitrì come se le avesse detto qualcosa –Non ci pensare neanche Angus..- non aveva davvero capito cosa volesse dirle, la sua fu una risposta involontaria a ciò che aveva soltanto pensato per un secondo.
-Altezza?-
La principessa spalancò gli occhi nel vederlo lì.
-Cosa ci fate qui principe Hans?- chiese osservandolo scendere da cavallo e avvicinarsi.
-Stavo cavalcando quando vi ho visto correre via al galoppo..- non era una vera risposta ma in realtà non sapeva neanche lui perché l’avesse seguita.
-Non è una risposta questa ma, qualunque essa sia, non c’era bisogno che mi seguiste- in quel momento si sentiva fragile, restare da sola era la cosa migliore che potesse fare, ma il principe non la aiutava sedendosi accanto a lei.
L’erba era appena umida la sera prima aveva piovuto di nuovo, l’estate stava andando via e con sé avrebbe portato a casa il principe del sud.
C’era uno strano silenzio nell’aria, sembrava carico di tensione. Eppure c’erano tante cose da dire..
-Avete finito di prepararvi per la partenza? Ho visto il Duca piuttosto agitato-.
“Che cosa banale da chiedere”
-Sì, ho notato, anche se non era di mio interesse- le rispose con la sua solita gentilezza.
La nordica notò solo in quell’istante che lo sguardo del principe era rivolto verso l’alto, ad osservare il cielo azzurro coperto, a tratti, da delle nuvolette paffute.
-Beh, dovreste essere contento. La vostra reclusione è giunta al termine, non dovrete più sopportare i gemelli, mio padre, mia madre... me...- non capiva perché avesse scandito ogni parola, in particolare l’ultima.
-Si, sarà un sollievo tornare alla tranquillità, senza avere sguardi assassini puntati contro, non vedevo davvero l’ora- scherzava ma Merida, già turbata, non poteva saperlo.
La principessa, infatti, spostò lo sguardo dalla figura del principe e infilò il cappuccio.
-Allora dovreste anticipare la partenza se restare qui vi causa tanto disturbo- detto ciò si alzò e fischiò richiamando Angus che si era allontanato un po’, gli salì sulla groppa e senza che il principe potè controbattere andò via lasciandolo lì ad osservare la sua figura che diventava indistinta man mano che si allontanava.
“Resterò solo se sarai tu a chiedermelo..”
 
2
I'm out of touch, I'm out of love
 
 
I preparativi per l’imminente partenza erano oramai ultimati, mancava davvero poco, la principessa non uscì dalla sua stanza, di conseguenza, il principe, dovette sopportare la compagnia del Duca. Se fosse restato anche lui in camera, quando poi le loro due camere erano ad un soffio, avrebbe dato troppo nell’occhio e il Principe Hans preferiva evitare di fare frittate gli ultimi giorni. Durante un momento propizio si scusò col duca e si allontanò dirigendosi alla biblioteca che gli era stata mostrata i primi giorni.
Era davvero enorme e poté notare appesi alle mura gli arazzi che la regina, ed altre ancelle, avevano riportato alla vita. Erano passati due mesi da quel giorno, il giorno in cui caddero nell’antico castello. Ripensandoci ora gli sembrava quasi strano che fosse accaduto tutto ciò  in così poco tempo e ora che restava ad osservarsi intorno, percepì di nuovo quel dolore insopportabile che l’aveva assillato tutta la sera del ballo per i clan.. non si era mai posto domande per il futuro, domande di quel tipo ad esempio. “Chissà chi sceglierà..” si sentì un completo idiota nel pensare cose simili ma oramai la sensazione di stordimento che avvertiva gli era diventata familiare.
“Devi smetterla.. è qualcosa che nessuno può avere..”
 
1
I think my braces are breaking
and it's more than I can take
 
Merida non uscì dalla sua stanza neanche una volta da quando ritornò al castello come una furia. Inutili furono i tentativi della Regina Elinor e del Re Fergus per farla uscire. Diceva di non star bene ma loro sapevano bene che la loro “bambina” non si era mai ammalata in vita sua.
-Merida, tesoro, non vuoi uscire neanche per dire addio ai nostri ospiti? Partiranno all’alba di domani- la regina non ebbe risposta, né un rumore, né un sussurro, nulla.
-Cosa facciamo Fergus?-
-Uscirà quando sarà pronta mia Regina.. non possiamo fare altrimenti-
“Uscirò soltanto quando lui sarà andato via” non capiva perché dovesse stare così male per un esclamazione di un uomo di  cui non gli importava niente.
Voleva tornare a casa, bene! Tanto meglio! Eppure.. eppure la principessa non poteva non restare sorpresa ogni volta che una lacrima le rigava il viso.
Non avete alcun senso smettetela di scorrere.. pensò asciugandosi per l’ennesima volta le lacrime. Non riusciva ad ammettere a se stessa che lei, si proprio lei che aveva iniziato ad odiarlo dal primo momento in cui  seppe cosa aveva fatto,  che l’aveva odiato quando seppe cosa i suoi fratelli tramassero, quando lo vide per la prima volta con quel suo sguardo menefreghista osservarla dalla testa ai piedi, probabilmente per studiarla.. odiava anche se stessa infondo per aver permesso a quell’odio di mutarsi in altro in quel momento di follia in cui nulla era come doveva essere, lui non poteva amarla davvero, era un uomo che non sarebbe mai stato capace di amare, aveva avuto il presentimento che forse, avrebbe potuto avere qualche occasione ma..
Lo sguardo le cadde sul fiore bianco che le aveva infilato tra i capelli la sera del ballo. Lo prese tra le mani e lo strinse a sé e fu in quel momento, quando il sole iniziò a sorgere, che ricordò.. Lo strappo dell’orgoglio da riparare..

 
0
 
No.. questa volta non sarebbe successo, non si sarebbe lasciata guidare dall’orgoglio. Si alzò di scatto e si diresse veloce alla camera accanto, bussò alla porta del principe ma non ebbe risposta..
Il sole è appena sorto non possono essere già andati via
Aprì con cautela la porta e i suoi dubbi furono fondati, la stanza che il principe aveva occupato in quei mesi era vuota. Il letto intatto e nessun segno del passaggio dell’uomo.
No
 
You gotta be out there
You gotta be somewhere
Wherever you are
I’m waiting
 
Scese le scale con una velocità che stupì anche se stessa.
-Angus giuro su Odino che ti do tripla razione di carote e avena se riusciremo ad arrivare in tempo- disse sellando, il più in fretta possibile, il cavallo che, appena la ragazza fu salita in groppa, iniziò a correre più veloce che poté verso il porto. Incrociò la sua famiglia risalire, e sperò con tutta se stessa che fossero andati via prima della partenza, non gli importò cosa avrebbero potuto pensare di lei in quel momento. Doveva arrivare prima che fosse stato troppo.. tardi..
Arrivata al porto, ancora deserto, osservò l’imbarcazione, che aveva condotto il principe lì, essere oramai quasi in alto mare.
 
I used to be scared of
Letting someone in
But it gets so lonely
Being on my own
 
-Hans!- iniziò a gridare con quanto più fiato avesse nei polmoni ma sembrava che lui non riuscisse a sentirla, eppure era lì, sul ponte, riusciva a vederlo, riusciva a vedere quel “damerino”, come lo chiamava all’inizio, osservare il mare aperto. –Hans!- si voltò per un breve istante, o meglio, le sembrò che il principe si voltasse. Non le restava da tentare un ultima mossa.
 
Hear me
Hear me
Can you hear me?
 
“O la va o la spacca buona fortuna Merida..” pensò da sola mentre tirava fuori dalla bisaccia un pezzo di carta sul quale, delicatamente con la punta di una sua freccia scrisse poche righe. Arrotolò il foglio a mo’ di pergamena e lo legò con uno spago di fortuna alla freccia.
 
I’m screaming for you to
Please, hear me
 
Gli istanti in cui scoccò quella freccia furono i più lunghi di tutti la sua vita. Non riuscì ad essere certa di aver colpito il bersaglio, la nave oramai era dritta verso il sole e troppo distante.
Aspettò qualche istante ma essa non mutò traiettoria, il suo principe era andato via..
Diede le spalle al mare e cercò di trattenere le lacrime mentre le gambe le cedevano e la costringevano a sedersi a terra, non credeva possibile che quell’addio le avrebbe fatto tanto male..
 
Ad un tratto le mancò il respiro, si ritrovò bloccata in una morsa fredda.. e bagnata..
-Non ci voleva poi così tanto a chiedermi di restare prima sapete? Avrei fatto volentieri a meno di una nuotatina all’alba, siete in debito principessa- un respiro leggero sul collo, le braccia appoggiate appena sui suoi fianchi, leggere ma possessive. Era lui!
-Ma cosa?- i suoi occhi azzurri incrociarono il verde dei prati estivi.
Si voltò e presa dalla felicità lo abbracciò lasciandolo cadere all’indietro, stringendolo a sé con quanta più forza avesse in corpo. Era tornato a nuoto per lei, la freccia non aveva mancato il bersaglio.
Essere stretta tra le sue braccia le trasmetteva come un senso di protezione mai avvertito prima, se non tra le braccia del padre da bambina, sentire i suoi muscoli tesi, il suo respiro tra i capelli.. si scostò appena ma fu abbastanza per far si che le loro labbra si sfiorassero.
 
Can you still see the heart of me
all my agony fades away
when you hold me in your embrace
 
In quel momento non sapeva neanche lei cosa pensare lo stava guardando negli occhi come se da quello sguardo dipendesse tutta la sua vita, ma fu lui ad agire, si chinò appena su di lei poggiando delicatamente le labbra sulle sue, labbra che sapevano di mare, di acqua salata, di un timido amore pronto a crescere ma che cosa più importante, sapevano di lui.
Non poté fare a meno di ricambiare quel bacio e di arrossire appena quando le passò una mano tra i capelli, stringendola a sé passandole il braccio libero intorno alla vita carezzandole appena un fianco.
 
Make my heart a better place
Give me something
I can believe
 
Il principe non credeva ancora possibile tutto quello che aveva fatto fino a quel momento.
Andare via stava peggiorando il dolore al petto ma poi una freccia per poco non lo colpì, osservò la pergamena avvolta intorno ad essa e osservò verso il porto, quel rosso ribelle l’avrebbe riconosciuto ovunque.
 
“Non mi importa di nulla, né passato, né presente, nè futuro, resta con me..”
Ciò che comportò la lettura del breve messaggio era ancora confuso nella mente del principe che aveva lasciato tutti, se stesso per primo, senza parole. Erano molto lontani dalla riva ciò nonostante si tuffò tornando indietro. Salì sulla banchina e lei era ancora lì, vederla bastò a far cessare il dolore lancinante ma baciarla era servito a farlo sparire per sempre.
Stavolta non c’erano inganni, non c’erano trucchi.
 
It's time to try defying gravity
I'm way up high, I'm defying gravity
Kiss me goodbye
 
I'm defying gravity
-Resterai?-
-Fino a che vostra altezza mi vorrà al suo fianco..-
 
And you won't bring me
You won't bring me down
 
 
Song inserite:
 
Give me love-Ed Sheeran
Defying Gravity-Idina Menzel
All I Need-Within Temptation
Once Upon a Dream-Lana Del Rey
In my Arms-Plumb
Lego House-Ed Sheeran

 
Note di un autrice disgrazieta:

Eccoci giunti all'ultimo capitolo della fanfic, in molti hanno letto in pochi hanno commentato ma non mi interessa, mi vanto da sola dicendo che mi piace com'è venuta e mi piacciono gli ultimi due capitoli, che a mio avviso sono fuori pg però Molti di coloro che hanno letto si son chiesti: Perchè Hans con Merida? Perchè Merida con Hans? Cercherò in qualche modo di rispondere perchè descrivere il perchè e il percome del loro rapporto è davvero un giro dantesco, meraviglioso ma complicato..
Ho posto ad una ragazza che come me supporta la coppia e che alla mia domanda: Perchè loro? Perchè stanno bene insieme? Ha risposto così:

 
Allora, Hans e Merida stanno bene insieme perché: Sono entrambi orgogliosi, non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno, ma sanno quando possono abbassare le difese nel caso in cui hanno bisogno dell’altro, allo stesso tempo, il loro orgoglio non li rende una coppia come le altre, difficilmente dichiareranno all’altro i sentimenti che nutrono, ciò non significa che non si amino. Farebbero qualsiasi cosa l’uno per l’altra.
Si tengono testa a vicenda, non cederebbero mai per far contento l'altro sapendo che la compassione non piace a nessuno dei due, ma anzi, continuano a darsi contro, sentendosi vivi nel parlare davvero con l'altro, senza carinerie smielate.
Hans sta bene con Merida perché lei è una ragazza risoluta, determinata, che non gli fa mai abbassare la guardia, lo tiene vivo con i suoi occhi decisi e con il suo carattere forte, che non indietreggia sulle sue opinioni solo per far contento il prossimo.
 
Ecco Lia, (si tesoro alla fine ho fatto il tuo nome visto?) a differenza di ciò che non riuscivo a fare, è riuscita a centrare il perché LORO. Perché LORO ma proprio LORO stiano bene insieme.
Allo stesso modo Merida sta bene con Hans perché, principalmente, non è il damerino che sembra essere lui è molto di più che subdolo e calcolatore, non accetta il suo comportamento nei confronti delle reali di Arendelle questo si, ma tutti possono commettere errori e chi meglio di lei lo sa? Lei che ha rischiato di far restare sua madre e i suoi fratelli orsi neri per tutta la vita? Lei può immaginare cosa provi lui, può immaginare cosa ha dovuto passare durante la sua vita, ha dovuto seguire delle regole, un po’ come lei, a differenza della madre però forse lui ha avuto una marea di precettori e insegnanti che gli stavano sempre col fiato sul collo ecc.. (il primo che commenta citando: Be the good girl you always have to be dicendo che Hans in questo è come Elsa e dovrebbe stare con lei giuro gli tiro una mela in testa.. niente Helsa qui..)
Difficilmente gli dirà: Hans io ti amo, oppure: Sei la luce della mia vita, o smilate così eppure lei sa di amarlo con tutta se stessa e non ci vede nulla di sbagliato, in lui vede uno spirito affine con cui può essere libera come quando viveva il SUO giorno, libera di tirare con l’arco e correre libera col vento tra i capelli in groppa ad Angus.
 
Detto ciò vi saluto avvisandovi però, che scriverò ancora su di loro
Un bacio ghiacciato


Snow Queen

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