-*Dream*-

di Freija
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Arrivo ***
Capitolo 2: *** 2.Risveglio ***
Capitolo 3: *** 3.Jasper ***
Capitolo 4: *** 4.Avviso ***
Capitolo 5: *** 5.Rosalie ***
Capitolo 6: *** 6.Dubbio ***
Capitolo 7: *** 7.Rimembranza ***
Capitolo 8: *** 8. Abbandono ***
Capitolo 9: *** 9.Disgrazia ***



Capitolo 1
*** 1.Arrivo ***


dream Ciao a tutti, credevate di esservi liberati di me, eh??XDD Invece eccomi qua con una fanfiction nuova di zecca ed è la mia prima ff a capitoli.E' ambientata nel periodo in cui L e Light frequentano l' università, ma qui la trama di DN è solo accennata, non ha un' importanza basilare nello svolgersi della storia.Essendo una yaoi è inoltre probabile che L e Light  cadano un pò nell'OOC, soprattutto Light.Chiedo scusa, farò il possibile per mantenere la loro caratterizzazione originale ç__ç E chiedo scusa anche per questo capitolo che, diciamolo, è stato scritto di getto ed è abbastanza breve.Gli altri dovrebbero essere più lunghi e interessanti.PS:è una faticaccia scrivere dal punto di vista di Light O__O

Un grazie anticipato a chi leggerà e a chi commenterà.^O^

*Dream*


Capitolo 1. A rrivo


Scesi dalla macchina, sbattendo lentamente la portiera nera.Presi le due valigie che, meno di venti minuti prima, avevo poggiato sui sedili posteriori e mi girai a contemplare quella che, per i mesi successivi, sarebbe stata la mia nuova casa.

L' università Touou

Non era un' università qualsiasi, tutti gli studenti che la frequentavano potevano vantare un cervello brillante e un reddito familiare ben sopra la media.
Era, in effetti, un campus dotato di tutti i comfort : piscine, dormitori, campi sportivi, aulee e laboratori attrezzati, bar e giardini ben curati, dove sorgevano una miriade di ciliegi in fiore.
Ebbi la sensazione di entrare in un piccolo paradiso.

-Grazie papà, ma adesso puoi tornare a casa.Me la cavo da solo.-dissi a mio padre, che aveva insistito tanto per accompagnarmi.
Già da mesi avevo in mente di sistemarmi nel dormitorio, almeno non avrei dovuto prendere continuamente l' autobus per raggiungere la scuola.Inizialmente i miei genitori e Sayu opposero una debole resistenza in merito alla mia decisione, ma alla fine dovettero riconoscere che la mia idea era, effettivamente, la più logica e comoda.

Era solo una scusa, naturalmente.

La verità era che non mi sarei mai sentito tranquillo a lasciare nascosto in camera il Death Note, alla mercè dei miei familiari, nonostante avessi preso tutte le dovute precauzioni.Lanciai un' occhiata impaziente e fugace alla valigia più piccola che tenevo nella mano sinistra dove, in mezzo ai quaderni di scuola, avevo nascosto accuratamente il Death Note.

-Va bene, Light.Allora, mi raccomando, stai attento e chiama la mamma, ogni tanto.-rispose mio padre, mentre risaliva in macchina, una mano sul volante e una sulla mia spalla.
-D' accordo papà.-lo rassicurai.
Dopo esserci salutati, la macchina nera sparì oltre la curva del vialetto alberato.

Sospirai sommessamente e cominciai a incamminarmi verso il dormitorio trascinandomi dietro le valigie.
Il campus pullulava di ragazzi e ragazze ridenti che si dirigevano verso i diversi edifici, mentre in lontananzasi udivano le grida di incoraggiamento e di tifo dei club sportivi.
Arrivato al dormitorio, una donna di mezz' età mi diede la chiave della mia stanza, che avrei condiviso con atri due studenti universitari.Un giovane ragazzo biondo e alto mi venne incontro, prese le mie valigie e mi condusse nella camera 203.Aperta la porta rimasi di stucco:era un locale rettangolare, spazioso, interamente in legno.
L' arredamento era modesto, ma grazioso: un divanetto antico a due posti, tre letti singoli, un comodino a lato di ogni letto.Su ognuno di essi sovrastava un abat-jour a forma di rosa finemente decorata e, appese ai muri, alcune mensole sorreggevano libri di ogni tipo e spessore.
Nonostante fosse pieno giorno l' interno della stanza era solo lievemente illuminato, poichè due pesanti tende smorzavano il passaggio della luce.
Strabuzzai gli occhi per abituarmi a quella semi oscurità.Notai una figura sformata raggomitolata sotto le coperte, probabilmente profondamente addormentata.
Feci qualche passo all' interno della stanza e notai che si trattava di un ragazzo dai capelli neri e indomabili, il volto quasi completamente celato dalle coperte.

E fu un brivido freddo.


[Continua]

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Capitolo 2
*** 2.Risveglio ***


risveglio

Capitolo 2. Risveglio


Quella sensazione estranea durò un quarto di secondo, un battito di cuore.

Forse anche meno.

Nemmeno me ne accorsi che era già terminata, rapida esattamente come si era manifestata.
Il ragazzo biondo mi seguì nella camera e appoggiò le mie valigie nere accanto a un letto vuoto e perfettamente intatto.

-Va bene se le lascio qui?- mi sussurrò, premurandosi di non svegliare il moro.
-Sì, non si preoccupi.Grazie.-gli risposi, mentre lui già usciva dalla camera, chiudendo lentamente la porta.

Rimasi nella semi oscurità per qualche secondo, finchè non raggiunsi l' interruttore dell' abat-jour e nell' ambiente si diffuse una luce soffusa.
Ebbi modo, così, di dare meglio un' occhiata intorno.
A parte il mio letto e quello su cui stava riposando il ragazzo, ce n'era un terzo che sembrava essere appena uscito dalla furia di un tornado:c'erano attrezzi da ginnastica sparsi sulle lenzuola candide, poster di atleti stranieri appesi ai muri, sul comodino accanto al letto svettavano coppe e trofei di ogni dimensione e materia.Il pavimento era completamente sepolto da una miriade di riviste sportive dove scintillavano, in copertina, i sorrisi di tennisti, campioni di nuoto o ciclisti.

Accidenti, chiunque sia questo tizio deve essere un vero fanatico.

I miei occhi stavano già esplorando il locale in lungo e in largo, al momento un solo pensiero aveva la priorità su tutto:

Dove diavolo posso nascondere il Death Note?

Poi le mie pupille si posarono di nuovo su quella figura tra le coperte.Mi stupii del fatto che il ragazzo non si fosse il svegliato, nonostante la luce delicata della lampada colpiva il suo volto come una lama tagliente.Ma lui continuava imperterrito a riposare, il silenzio rotto solo dal rumore del suo lieve respiro regolare.
Mi avvicinai lentamente al suo letto, cercando di evitare il fastidioso scricchiolio che le assi di legno provocavano a ogni mio passo, anche leggero.
Mi abbassai per osservarlo meglio in volto, tra le ciocche corvine.
Era un viso sottile, magro e pallido, gli zigomi appena pronunciati, le labbra erano sottili e di un tenuecolor rosato.Gli occhi leggermente cerchiati alla base, segno che non dormiva da molto tempo;il pollice destro, lungo e affusolato, portato alle labbra.Così, addormentato e raggomitolato su se stesso, emanava un' aria innocente e pura come quella di un bambino.Sicuramente a più di un individuo di sesso femminile avrebbe suscitato sentimenti di tenerezza e affetto.

Proprio mentre la mia testa era impegnata a fantasticare su quei pensieri, mi resi conto che il giovane non mi era affatto estraneo.
Aveva un' aria familiare.
Troppo familiare.
Ero sicuro di averlo già incontrato da qualche parte e in un' occasione non proprio piacevole, a giudicare dalle sensazioni che stavo provando.Un reverenziale timore misto ad una morsa di orrore e angoscia che mi serrava il petto.
Il battito del cuore che accellerava ogni istante di più, tanto che potevo sentirlo pulsare fin dentro le viscere.

E poi arrivò la risposta.
Lucida, abbagliante, disarmante, così ovvia che mi stupii di non esserci arrivato prima.

L

Maledizione, sì, ne ero sicuro, non avrei potuto sbagliarmi.
Quello era lo stesso ragazzo che, in occasione della cerimonia d' entrata dell' università, si era rivelato, a me solo, come il più grande detective del mondo:L
A tutto questo si univa anche il fatto che L sospettava di me già da tempo.Inutile dire che tra di noi si era subito ingaggiata una silente battaglia celata da inganni e menzogne.
E adesso mi ritrovavo nella stessa scuola e a condividere la stessa stanza col mio peggior nemico.

No, questo non deve essere decisamente il mio giorno fortunato.

Il mio cervello stava già lavorando freneticamente:analizzando, catalogando, ricercando una nozione, un' idea che mi avrebbe aiutato a uscire da quel casino.
Un modo sicuro per sviare i suoi sospetti, allontanarlo da me.

Aprì gli occhi.
Apparentemente un gesto normalissimo, comune.
Non ci fu niente di normale o comune nel modo in cui lo fece.
Non erano gli occhi assonnati di una persona appena uscita dalle confortanti braccia di Morfeo;quegli ochhi erno già svegli, attivi, quasi nervosi.
Come se non si fosse mai addormentato.
Sapevo solo di star guardando un paio di occhi esageratamente spalancati che, con la velocità del fulmine, si erano sostituiti a due palpebre chiuse.

Il mio viso era troppo vicino al suo, quasi riuscivo a percepire il suo respiro sulla mia pelle.Mi ritrassi indietro velocemente, stupito.In quel momento avrei desiderato solo sprofondare sottoterra.
Cercai di ricompormi, di riacquistare quella poca, quella minima padronanza di linguaggio che mi restava.

-Ehm...scusa, sono appena arrivato.Non volevo svegliarti...-dissi.
Lui si alzò, scostandosi di dosso le coperte in un unico movimento sinuoso.Era completamente vestito.
-Non importa, a quest' ora del pomeriggio era necessario-rispose, cominciano a squadrarmi.
-Ma tu sei Light Yagami.-sul suo viso si dipense un lieve sorriso.
-E' un piacere rivederti, L-
Gli tesi la mano, che lui prontamente strinse.

Sì, come no...
Stupido, Light, perchè non sei rimasto a casa oggi?

Ma non potevo permettermi errori, dovevo comportando normalmente, sfruttando la mia fittizia natura, così tipica di Light.
Quel Light gentile, perfetto, fedele non si poteva definire me.Quell' identità era solo un comodo nascondiglio che celava la mia essenza al resto del mondo.

Nessuno, nessuno, poteva capirlo.
Tranne lui.
Forse era proprio lui,che nutriva forti sospetti sulla mia reale natura, a comprendermi più degli altri.

-Light, ti sarei grato se non mi chiamassi L quando c'è gente.Chiamami Ryuga Hideki-
-Hai ragione, me ne ricorderò.-e aggiunsi-Scusa, ma da quanto è che sei qui?-
-All' incirca da una settimana.Mi sono portato il lavoro da casa e poi mi tengo sempre in contatto con il resto della squadra investigativa-
Era vero,accanto al letto giaceva il suo portatile,gettato con noncuranza sul pavimento.L non se ne separava mai.

Il mio sguardo ritornò al suo volto, precisamente ai suoi occhi.
C'era qualcosa in quelle due immense galassie, in quei due cieli notturni senza stelle, privi di ognu impurità, che mi attraeva indissolubilmente e, allo stesso tempo, mi incuteva timore.
Per un attimo corsi il rischio di perdermi.
Occhi di una bellezza disarmante.Assolutamente splendidi.

-E tu come mai sei qui?-
La sua voce profonda mi risvegliò da quella specie di oscuro sogno in cui mi stavo inoltrando.
-Questioni di comodità.Io...-

Il nostro discorso fu interrotto dallo sbattere violento della porta.
Una figura umana aveva appena varcato la soglia.

[Continua]

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Dovevo postare questo capitolo ieri, ma il mio maledettissimo pc non mi ha salvato il testo, quindi ho dovuto rifare tutto da capo...
Ringrazio infinitamente lemnia, Hilarysan,Geruko, momoko89, nadia e marghe88!!!^__^
Senza i vostri commenti non sarei riuscita ad andare avanti ç___ç
Adesso ho poco tempo, ma nel prossimo capitolo prometto che vi ringrazierò una per una.Un bacione a tutte dal profondo del cuore.

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Capitolo 3
*** 3.Jasper ***


jasper Ciao a tutti, dopo una lunga assenza dovuta ai problemi del mio caro pc, eccomi di ritorno!!!beccatevi il terzo capitolo...


Capitolo  3. Jasper


Ma che diavolo...

Mi voltai immediatamente verso la porta alle mie spalle per constatare chi avesse provocato quel rumore.
L inclinò il capo impercettibilmente, in un gesto quasi contemporaneo al mio.Di sicuro lui già sapiva chi avremmo trovato.
Ritto sulla soglia stava un ragazzo.
Era statuario, il tipo di bellezza che si può trovare facilmente su una patinata rivista di moda o in un telefilm ambientato sulle soleggiate spiaggie delle Hawaii, di quelle che infliggono duri colpi all' autostima degli altri uomini.
Fisicamente era impeccabile: magro, muscoloso e molto alto.Aveva i capelli color biondo miele, che ben contrastavano con la carnagione abbronzata; gli occhi erano resi inaccessibili da un paio di enormi occhiali da sole.Indossava una semplice camicia bianca, le cui maniche erano rimboccate fino al gomito, in modo da mettere in risalto gli avambracci perfetti; un paio di jeans enormi terminavano poco sotto il ginocchio.Ai piedi aveva delle scarpe da ginnastica, probabilmente di una qualche celebre marca.
Una bellezza completamente diversa dalla mia, che amavo definire "sobria" o "elegante".

Sicuramente non è giapponese.

Non avrei potuto stabilirlo con assoluta certezza, eppure l' aspetto e i tratti del viso erano tutto fuorchè giapponesi.Ero quasi certo che quel ragazzo fosse europeo o americano.

Entrò a passo misurato e aggraziato nella stanza, sfoderando un bellissimo sorriso.
Tutto in lui sembrava emanare un' enorme fiducia in se stesso.
Dapprima guardò L.

-Ciao Ryuga.E' arrivato un nuovo inquilino, vero?-

Poi il suo sguardo si posò su di me.

-Piacere di conoscerti.Mi chiamo Jasper Dahler-

Mi tese la mano, mentre con l' altra si levò gli occhiali dal viso e li getto sul suo letto.Constatai che i suoi occhi non erano, come credevo, azzurri, ma di un verde brillante.Corsi a stringergli la mano.

-Piacere mio.Light Yagami.-
-Ah sì, ho sentito parlare di te.Anzi, per la precisione, in questi giorni non si parla d' altro che di te e di Ryuga.Sei quello che ha ottenuto il punteggio perfetto all' esame di ammissione!!Davvero incredibile, sono in camera con i due migliori studenti dell' università!Però devo avvertirti subito che io non sono affatto un geniaccio come voi due, quindi mi sa che dovrete darmi un pò di ripetizioni...-

Rise, una risata leggera e musicale.I suoi occhi tradivano una certa curiosità, che si trasformò in un' espressione allarmata quando si accorse in che stato versava la stanza.

-Oddio, mi scuso per il disordine! Se fossi stato informato del tuo arrivo avrei messo un pò in ordine-
-Informato?-ripetei, stupito.Lanciai un' occhiata a L che era rimasto immobile come una statua alle mie spalle.
-Sì, Jasper fa parte del gruppo di studenti responsabile del funzionamento dei dormitori.-
-Già, chissà perchè non mi hanno avvisato...-proseguì Jasper, pensieroso.-Oh, beh...è meglio che mi sbrighi a riordinare questa stanza, prima che diventi completamente invivibile!-

Non che ora sia proprio una meraviglia...

Mi voltai per ritornare al mio letto, aprii le valigie e cominciai a estrarre tutti i miei vestiti posandoli con cura sulle lenzuola e dividendoli per riporli nell' ultimo cassetto dell' armadio, l' unico ancora vuoto.
Di tanto in tanto lanciavo un' occhiata furtiva a L, che, nel frattempo, aveva ripreso a lavorare sul portatile.Non badava minimamente alla mia presenza, ma sapevo che stava già studiando un piano per sfruttare al meglio l' occasione.Sicuramente ben presto sarebbe venuto da me a recitare la parte del buon amico, del compagno di stanza, giurandomi amicizia.Standomi così vicino, avrebbe potuto controllarmi costantemente.

Il detective che sorveglia l' assassino.

Ma era anche vero che, in questo modo, poteva avvenire anche il contrario e io non mi sarei certo lasciato sfuggire l' occasione di tenerlo d' occhio.
Perchè evidentemente lui non si rendeva conto che per me la sua espressione era quasi un libro aperto.

L' assassino che sorveglia il detective.

Era troppo eccitante.Era questo ciò che volevo.Solo a pensarci l' adrenalina cominciava a scorrere nelle vene, calda e indomabile.Light sfuggiva al mio controllo e, come un incubo senza fine, riaffiorava nuovamente Kira.Ma nessuno avrebbe scorto quell' entità che scalpitava di gioia bestiale e impazienza, sotto la mia pelle.
Le pupille si dilatano, la bocca si apre in un ghigno di sfida.
Quello che tanto amavo sfoggiare davanti alle mie prede, a quelle anime dannate che andavano incontro alla morte, colpevoli di aver cercato di fermare il nuovo Dio.

Morte più che meritata.
Quei maledetti non meritano di vivere.

D' improvviso mi riscoprii a pensare di nuovo agli occhi di L, a quello che vi avevo scorto poco prima.
E il ghigno scomparve immediatamente.
Che diavolo era quella sensazione?
Paura, timore, ossessione non avrebbero sortito lo stesso effetto.
E allora che cos' era?

Eppure in quell' istante...ho creduto di morire.
Trascinato in un meraviglioso incubo.

Scacciai dalla testa quei pensieri che tanto mi tormentavano.
Avevo ben altro a cui pensare.
Un' idea mi guizzò alla mente, rapida come un fulmine.Dovevo trovare il prima possibile un nascondiglio per il quaderno.Sicuramente L non avrebbe perso l' occasione di perlustrare il mio angolo di stanza da cima a fondo per trovare qualcosa di compromettente da usare contro di me e lo avrebbe fatto da solo, sicuro di non essere osservato.Quindi di nascondere il quaderno tra i miei oggetti era fuori discussione.Ma forse L non avrebbe frugato tra le cose di Jasper e, se anche l' avesse fatto e avesse trovato il quaderno, la colpa sarebbe ricaduta su di lui.
In quanto a me, sarebbe bastato negare di aver mai visto quel misterioso oggetto.Forse non avrebbe ancora convinto L, ma almeno sarei stato fuori pericolo.
Mi alzai e mi diressi verso Jasper, che stava raccogliendo le riviste sparse sul pavimento in una pila ordinata.

-Senti, Jasper, ti aiuto a sistemare le tue cose.In due faremo più in fretta.-
-No,no, grazie, ma faccio da solo.In fondo sono sempre io che lascio la camera in questo stato disastroso.-
-Non farti problemi, tanto lo faccio più che volentieri.-
-Beh, allora grazie tante.-concluse Jasper, l' ombra di un sorriso sul suo volto.

Mi chinai a raccogliere una delle tante riviste sul pavimento.La copertina raffigurava un ciclista di fama mondiale.

-Sbaglio o ti piacciono proprio gli sport?-azzardai, incuriosito, lanciando un' occhiata ai molti trofei sul comodino.
I suoi occhi si illuminarono a quelle parole.
-Non sbagli, amo il mondo sportivo!Fin da quando ero piccolo seguo le gesta di molti grandi atleti, è stato mio padre che mi ha insegnato ad amare le più varie discipline.Era un grande giocatore di basket, molto conosciuto in America.E io spero un giorno di diventare come lui.-
-Jasper non è solo uno dei responsabili del dormitorio, è anche presidente di numerosi club sportivi: calcio, tennis, nuoto, scherma, basket e altri.E' una specie di celebrità, qui al campus.Tutti lo conoscono.-si intromise L.
Mi premurai bene di non voltarmi a osservarlo.Purtroppo, presto mi sarei dovuto abituare alla presenza sgradevole di quegli occhi che mi avrebbero seguito continuamente.

Le gote di Jasper, a quelle parole, si imporporarono lievemente.
Scostai le coperte e infilai la testa sotto il letto del ragazzo per prendere gli ultimi giornali.
Trattenni a stento un urlo di gioia, mentre il mio cuore perdeva un battito.
Quello era esattamente ciò che mi serviva.
Là sotto, un asse del pavimento in legno era leggermente rialzata, sarebbe bastato solo fare un pò più di presa per poterla sollevare del tutto.Inoltre c' era spazio a sufficenza per poter nascondervi qualcosa di medie dimensioni, senza dare troppo nell' occhio.

Bingo...


[Continua]

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E ora i ringraziamenti!!!

nadia: ti ringrazio, le tue recensioni sono sempre molto costruttive e mi spronano a migliorare sempre più.spero che anche i prossimi capitoli siano di tuo gradimento^:_^

MelloLover: non sono poi così brava, ti assicuro.se la storia ti piace, continua a seguirmi.Mi farà molto piacere^^

lemnia: tatina, ti ringrazio dal profondo del cuore per le recensioni.sapere che le mie storie ti piacciono, per me è motivo di orgoglio.Un bacione.

Gerucko:grazie per i complimenti, non merito tanto T__T  spero che Jasper come compagno di stanza sia di vostro gradimento!

Marghe88:sono felice di aver realizzato i tuoi desideri, dimmi che ne pensi del nuoco chappy.^_^

aka_z e blueciel: grazie infinite anche a voi, raga.ç_ç un megabacione

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Capitolo 4
*** 4.Avviso ***


avviso

Capitolo 4. A v viso



Mi rialzai velocemente, trattenendo con le braccia un' altra mezza dozzina di riviste e riponendole nel comodino di Jasper.
Nessuna espressione illuminava quei miei occhi solitamente tanto freddi, nemmeno l' ombra di una qualsiasi emozione riusciva a trapassare il mio volto dai lineamenti perfetti.Non so se questo contribuisse a donarmi un' aria ancora più disumana, ma certamente dovevo assomigliare sempre più a quel modello di Dio vendicatore e giusto che tanto idolatravo.
Un quarto d' ora più tardi riuscimmo finalmente a trovare una giusta collocazione per ogni suo oggetto.

-Uff, ti ringrazio, Light.Senza il tuo aiuto avrei impiegato un' eternità.-disse Jasper.
-Figurati...-

Mi diedi un' occhiata attorno.
Effettivamente la stanza aveva ritrovato, se non il suo ordine, per lo meno la sua normalità.

Mi voltai ad osservare il detective.
L era sul letto, accucciato nella sua solita posizione, il pc appoggiato alle ginocchia.Era ancora intento a lavorare sul suo portatile, completamente estraneo a ciò che io e Jasper avevamo fatto fino a poco prima.Si era di nuovo chiuso ermeticamente nel suo mondo, trovando pace e sollievo a ogni riga del file- sicuramente di qualche celebre caso, magari proprio il mio- che stava contemplando con tanta attenzione.Gli occhi scorrevano sul computer a una velocità vertiginosa, l' espressione marcata da quella concentrazione quasi svogliata che tanto lo contraddistingueva.Era strano pensare che, forse, i file che stava esaminando contenessero informazioni sulle persone che avevo ucciso, foto anonime scattate da poliziotti anonimi che li avevano trovati senza vita, simili a pupazzi privi di anima, acciambellati in un angolo di strada o dietro le sbarre di un qualche lurido carcere.

Centinaia e centinaia di vite riassunte in poche righe.
Non fanno onore alle loro esistenze.
Non che questo interessi a qualcuno, ormai sono tutti morti, no?

Così è davvero questa la tua vita, L?
Scrutare queste foto insopportabili alla vista, marchiate dal sangue di innumerevoli innocenti?
Le hai osservate così a lungo che sono divenute ormai ripetitive, vero?
Osservale, osservale attentamente, perchè è esattamente questa la fine che farai.

Però, L...dimmi...
Che cosa ti resta alla fine del giorno?

La voce di Jasper mi arrivò ovattata e lontana.
-...dare?-
-C-cosa?- balbettai, risvegliandomi dai miei pensieri.
-Ho detto che è ora di andare a mensa, ragazzi.Siamo già in ritardo, consideriamoci fortunati se troviamo qualcosa da mettere sotto i denti.Light, scoprirai presto che in questo campus vige la legge del "chi dorme non piglia pesci", soprattutto se si parla di cibo...-
-Perchè? A che ora apre la mensa?-
-Alle 7.15 e adesso sono già le 7.45-rispose Jasper, un grande sorriso sul volto e un dito che indicava l' orologio al polso opposto.

Ecco, potrei sfruttare questo...
In fondo mi bastano solo pochi minuti...

 Nel frattempo, L aveva già spento il portatile e l' aveva riposto sotto il letto.Si era alzato e stava per uscire dalla stanza, seguito a ruota da Jasper.Io restai ritto all' interno della camera, per nulla intenzionato a seguirli.

-Light, che fai? Vieni!-
-Vado un attimo in bagno a sistemarmi.Arrivo subito.-dissi, mentre mi incamminavo verso la porta del bagno e vi entravo, chiudendola dietro di me, ovviamente a chiave.
-Se vuoi, ti aspettiamo qua fuori.-La voce rauca e bassa -ma, Dio, così melodiosa...- di L trapassò la porta giungendomi all' orecchio.Ebbi un tuffo al cuore.
-No, non importa, voi andate pure.Vi raggiungo subito.Conosco la strada-
-Ok-Jasper terminò la conversazione.

Sentii la porta della camera chiudersi di botto e i loro passi allontanarsi nel corridoio.
Aspettai ancora qualche minuto e poi entrai nella stanza, dirigendomi verso il letto di Jasper.Lo scostai leggermente da un lato, in modo da non fare troppo rumore.Indossai dei guanti che avevo preso dalla valigia e cominciai a fare presa sull' asse di legno che avevo scoperto poco tempo prima.Tenendola sollevata con una mano, con l' altra presi il Death Note, chiuso in una busta di plastica, e lo inserii sotto l' asse, spingendo il quaderno verso il fondo.Richiusi bene il nascondiglio, spostando un poco il tappeto per coprirlo.
Dopodichè risistemai tutto com' era prima e uscii dalla stanza, chiudendola a chiave.

Nei corridoi non vi era anima viva ed era strana quella totale assenza di voci in un' università così grande.
Uscii e mi ritrovai nella quasi totale oscurità.Il sentiero alberato che conduceva alla mensa era illuminato solo da fiochi lampioncini.Affrettai il passo e mi ritrovai vicino a una piscina.Poco distante c' era un' enorme hall, simile a quella degli alberghi di lusso.Vi entrai, ammirando le bellissime decorazioni, i lampadari a gocce che scendevano dal soffitto e le pitture che ricoprivano i muri e le colonne.Sembrava di essere in un castello europeo e non in un' università giapponese...

Chiunque ha costruito questo posto non ha proprio badato a spese...

Entrai nella mensa, una stanza gremita di tavoli da tovaglie candide che toccavano terra.Scorsi L e Jasper in fondo alla sala e mi avvicinai a loro velocemente.

-Per fortuna sei arrivato o mi sarei divorato anche la tua cena!Tieni, era rimasto solo un pò di riso e del formaggio.Ah, sì, c' erano anche un paio di budini, ma se li è già mangiati il nostro amico.-rise Jasper, rivolgendosi a L.
-Non importa, odio i dolci.Riso e formaggio vanno più che bene-
-Odi i dolci?-L mi rivolse questa domanda come se ciò che avevo detto fosse la cosa più assurda che avesse mai sentito dire.Questo suo atteggiamento mi fece ridere.
-Beh, diciamo allora che preferisco altri cibi-gli risposi, sorridendo.

Quel solito sorriso di circostanza che avevo imparato a gestire in ogni occasione e che, diamine, sapeva essere davvero utile, nei momenti difficili.Del resto, chi sospetterebbe mai del gentile, perfetto ed impeccabile Light Yagami?Il solo fatto di essere figlio del capo della polizia era sicuramente un vantaggio e se a questo si aggiungevano anche tutte le altre doti di cui in possesso diventava praticamente assurdo accusarmi di un qualsiasi reato.

Peccato che L non la pensi esattamente così...

Finimmo la cena parlando del più e del meno, anche se principalmente fu Jasper a raccontare.Era proprio un tipo molto estroverso, amava essere al centro dell' attenzione e se non ci fosse stato lui, non sarei riuscito a sostenere per tutta la sera lo sguardo di L, che mi seguiva costantemente.
Uscimmo dalla mensa e optammo per una passeggiata tra i vialetti della scuola.Era piacevole camminare di sera, una brezza leggera e fresca scompigliava i capelli e si respirava ovunque un buon profumo di fiori.Incrociammo pochi studenti, per lo più ragazze, che soffermavano il loro sguardo su di me più del dovuto e se ne andavano bisbigliando tra di loro febbrilmente e scoccandomi occhiate anche di spalle.Questi atteggiamenti mi avevano sempre irritato  moltissimo.

Avevamo raggiunto il centro del parco, quando all' improvviso un paio di ragazzi corsero verso di noi, raggiungendosi.

-Jasper!!Jasper!!- gridò uno dei due, abbastanza tarchiato.
-Ti dobbiamo dire una cosa, puoi venire un attimo?E' importante, si tratta di Rosalie.-terminò l' altro ragazzo dai capelli scuri, molto più alto e slanciato dell' amico, che teneva in mano un cellulare.
-Rosalie?Ma ne sei sicuro, Jim?Ok, arrivo-disse.Poi si rivolse a me e L-Scusate, ragazzi, ma devo proprio andare, non dovrei metterci molto.Ci vediamo dopo- e se ne andò con i suoi due amici, prendendo il cellulare dalle mani dell' amico e allungando il passo.

Io e L rimanemmo soli, nel buio.Dopo un primo attimo di sgomento, ricominciammo a camminare, in silenzio.Ero terribilmente a disagio, non sapevo che cosa avrei dovuto dirgli.Ma L non sembrava affatto turbato.
Dopo pochi minuti, si fermò sotto un ciliegio e si sedette appoggiandosi al tronco.Io lo imitai, stupito.Quel silenzio imbarazzante, gelido come il ghiaccio, venne interrotto da lui.

-E' bello passeggiare la sera tardi.Questo giardino è terribilmente affascinante, soprattutto al buio.Mi piacerebbe uscire più spesso, dopo cena.-
-Sì, hai ragione.-
-Allora, ti trovi bene, qui?-
-Sì, quest' università mi piace molto.E' dotata di tutto ciò che uno studente possa desiderare e poi mi piace stare in camera con te e Jasper.E' un ragazzo simpatico-
-Sì, molto.Ed è anche terribilmente ingenuo-rispose, lo sguardo assente.-Però non sopporti la mia presenza, vero?-
-Perchè dici questo? Ti ho fatto questo effetto, forse?-
-Non ci vuole un genio per capirlo.Stare in camera con uno dei più  famosi detective del mondo, che sospetta che tu sia uno dei più grandi assassini del mondo...non deve essere una situazione piacevole.-
Mi guardò con quei suoi occhi penetranti, sembrava intento a scavalcare ogni lieve barriera della mia anima, della mia coscienza.
-Non è piacevole, hai ragione, però io so di essere innocente, quindi preferirei comportarmi con te come mi comporterei con chiunque altro ragazzo.Va bene, Ryuga?-
-Mi sta bene, però mi sa che dovrai abituarti alla mia presenza.Adesso torniamo al dormitorio.Non possiamo superare l' orario del coprifuoco-

Ci alzammo e riprendemmo la strada del ritorno.Anche adesso i corridoi erano completamente deserti.Sembrava di essere persi in un mondo solitario, abitato soltanto da me e L.Girai la chiave nella toppa e ci ritrovammo di nuovo nella stanza.
Io mi tolsi le scarpe e mi sdraiai sul letto, mentre L si sfilava la maglia bianca e la riponeva sul divanetto.Era davvero molto magro.Strano, vista la quantità assurda di dolci che ingoiava in ogni momento della giornata.
Quella pelle bianca spiccava nel chiarore lunare che entrava della finestra.Lo osservai per un minuto buono, incapace di staccare gli occhi dalla sua figura longilinea.
Lui se ne accorse e io distolsi subito lo sguardo, girandomi su di un fianco.Sentivo le gote leggermente accaldate e una sensazione di nervosismo che pervadeva il mio corpo.Cercai di calmarmi, chiudendo gli occhi.L' ultima cosa che vidi fu L che entrava nel bagno.

Poco dopo sentii che da lì provenivano strani rumori, simili a conati di vomito e sputi.L' acqua del rubinetto che veniva fatta scorrere.Mi alzai, allarmato, e bussai alla porta.

-L, tutto bene?-

La sua voce mi giunse debole da sopra lo scrosciare dell' acqua.

-Sì, sì,-
-Hai rimesso?-
-Un pò di nausea, a volte mi capita.Adesso va meglio-
-Dovresti mangiare meno dolci, ti fanno male.Sono sorpreso che non tu non sia già morto di diabete-

Uscii poco dopo dal bagno.Aveva il viso e i capelli bagnati.Stranamente davano un tocco di sensualità al viso troppo pallido e al corpo troppo scarno.Meccanicamente presi un' asciugamano e glielo poggiai in testa, asciungandolo frettolosamente.Lui rimase un poco stupito dal mio gesto, ma non mi disse nulla.

-Se stai di nuovo male stanotte, chiamami.-

Dio, che assurdità.Come se non volessi la sua morte...

Senza dire una parola tornammo a letto e ci infilammo entrambi sotto le coperte.
Stavo per addormentarmi quando lo sentii chiamarmi.

-Light...-
-Che c'è?-
-Grazie per esserti preoccupato per me.-
-Figurati, tu avresti fatto lo stesso.-
-Buonanotte-
-'Notte-


Mi svegliai circa un' ora dopo, quando sentii qualcuno entrare nella stanza, trascinando pesantemente i piedi e chiudendo la porta- non proprio delicatamente-.
Jasper.

-Ragazzi, grandi notizie, domani vi farò conoscere una persona speciale.-disse, la voce piena d' entusiasmo.
-Una persona speciale?E chi sarebbe?-ripetè L, che, con mia grande sorpresa, era perfettamente sveglio e lucido, appoggiato al cuscino.
-Questa è una sorpresa.Ve la presenterò domani mattina.-

Ero distrutto.Non riuscii più ad ascoltare nient' altro.
Il sonno si impossessò di me.

[Continua]
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Per questioni di tempo devo fare dei ringraziamenti lampo:

Grazie a
aka_z: le tue recensioni mi fanno sempre arrossire^___^grazie.Sei un mito!!!
momoko:Felice di sapere che la storia ti piaceXD
Geruko:lo sai che ti adoro?grazie per la tua gentilissima recensione.Il nome Jasper ( e Rosalie, nel prossimo capitolo) sono i nomi di due personaggi presi dal libro Twilight della Meyer.Il cognome l' ho leggermente modificato dal cognome dello scrittore Roald Dahl.

un grazie infinite e un bacione anche a hay-chan, hilarysan, blueciel90 e la nuova lettrice RenAlchemist93.Vi adoro*_____*

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Capitolo 5
*** 5.Rosalie ***


rosalie

Capitolo 5. Rosalie


Una lieve luce filtrava debolmente dai vetri dell' unica finestra presente nella stanza, squarciando l' oscurita e accarezzandomi dolcemente il volto.
Ero assonnato e non avevo nessuna voglia di alzarmi, di scivolare via dalle dolci e confortanti braccia di Morfeo.Mi trovavo sicuramente in uno stato di completo dormiveglia. Cominciare una nuova giornata fatta di inganni, di illusioni e menzogne.Di dolci parole mai veramente pensate, di dolci sorrisi che non mi appartengono, di dolci gesti che mi disgustano.
Cercare di emanare calore da questi occhi così freddi, per poterli rendere più umani.
Riprendere la sfida dal punto in cui l' avevo interrotta e portarla a compimento con fierezza e coraggio.
Ancora per oggi.
Resisti, ancora per oggi...

Forse domani, sarà diverso...
Perchè voglio illudermi in questa maniera così spietata?

NO,CAZZO! Lasciatemi dormire!!

Purtroppo la voce squillante di Jasper che proveniva dal bagno aveva raggiunto il suo scopo.Stava sicuramente parlando al telefono.Ne era una prova inconfutabile il suo tono di voce, che aveva raggiunto un livello di decibel insopportabile.
Per la prima volta, da quando l' avevo conosciuto, provai l' impellente impulso di strangolarlo.

Ma come diavolo fa a essere già così pimpante e allegro alle 6.30 di mattina?

Perfettamente sveglio, mi misi a sedere sul letto, stropicciandomi gli occhi e scostandomi i capelli castani dal volto.
Ripensai a quello che era successo la sera prima con L.
Perchè mi ero comportato in quel modo?
L era seduto sul letto alla mia destra e si stava infilando la solita, anonima, maglietta bianca.Gli donava moltissimo, quel colore candido.In qualche modo, contrastava con i capelli e gli occhi neri, mentre somigliava terribilmente al colore della sua pelle...
La sua pelle...chissà come sarebbe stata al tatto?Forse calda e morbida, anche se sarei stato più propenso a dire il contrario...

Ho paura di questi pensieri.Non dovrebbero nemmeno sfiorarmi.
Ogni volta che mi guarda, è come se avvertissi un terremoto, dentro di me.Qualcosa di devastante.
Devo essere pazzo, non c' è altra spiegazione.
Altrimenti non proverei tutto questo.
Cercherei di negare l' evidenza, almeno a me stesso.

-Dai, ragazzi, sbrighiamoci o arriveremo tardi alle lezioni!-

Jasper entrò nella stanza all' improvviso e si diresse verso il suo letto, cercando la sacca dove teneva i libri di scuola, mentre con l' altra mano prese l' adorato berretto della Nike e se lo mise in testa.Era un bisogno impellente.Non ne usciva mai senza.
L aveva appena spinto il portatile sotto il letto con un piede e si stava infilando le scarpe da ginnastica.
Tossiva.Forte.
Era da tutta la mattina che quella tosse lo stava facendo impazzire.

-Di solito non sei così euforico di andare a scuola.E' perchè devi vedere questa Rosalie, vero?-
-Già.Non ti si può proprio nascondere niente, Ryuga-disse Jasper, un grande sorriso dipinto sul volto abbronzato.
-E chi sarebbe?Perchè non ce ne hai mai parlato?-
-Lo scoprirete a tempo debito, arriverà nel pomeriggio-Jasper chiuse la questione.

Mi trascinai in bagno, dove mi lavai, mi vestii e mi pettinai velocemente, rasettandomi il colletto della camicia nera con movimenti decisi.
In pochi minuti ero pronto e stavamo già percorrendo il corridoio.Quando passammo davanti alla reception salutammo Dorothy, la donna a cui era stato affibbiato l' incarico di sistemare i ragazzi nelle camere dei dormitori.

Uscimmo nell' aria mattutina.I petali dei ciliegi in fiore danzavano nel vento, cadendo dolcemente sul sentiero.Respirai a pieni polmoni il meraviglioso profumo della vegetazione e mi beai del leggero calore del sole.La scuola non era ancora affollata, ma nemmeno deserta.Ovunque si avvertiva il viciare dei giovani che si riunivano all' ingresso dell' università o alla caffetteria per scambiare quattro chiacchiere con gli amici e i fidanzati oppure per fumare in pace.Quelle voci crescevano di intensità ogni volta che noi tre passavano davanti a un gruppo di persone.Era estremamente irritante perchè anche i professori ci riservavano lo stesso tipo di trattamento.Del resto, fa sempre scalpore vedere le tre celebrità dell' istituto camminare fianco a fianco.

Jasper Dahler:il classico belloccio americano, così alto e muscoloso da fare invidia ai surfisti di Miami.Praticamente il re dei club sportivi, nonostante non brilli nello studio.E uno dei custodi dei dormitori.Colui che conosce tutto di tutti gli studenti.
Light Yagami:il cinico, perfetto Yagami.Il ragazzo che ha conquistato il punteggio perfetto in tutte le materie.Un genio, insomma.Come se questo non bastasse, è dotato di un corpo e di un viso assolutamente perfetti, il sogno di molte fanciulle.Non posso assolutamente dire che la natura non sia stata generosa con me.
Ryuga Hideki:omonimo di una famosa star, con cui condividi però solo il nome (falso).Lo puoi percepire lo sguardo di delusione delle ragazzine, quando sentono questo nome e poi posano gli occhi su di te, L?Probabilmente se non fossi stato l' altra perla di intelligenza in quest' istituto, nessuno si sarebbe mai curato della tua presenza.Le persone si sentono a disagio di fronte a individui come te.Tutti avrebbero cercato di evitarti...

Già, tutti...
Tranne me...
Perchè io ho bisogno della tua presenza, di sapere che esisti, di sapere che non ti fidi di me.
Di sapere che, in qualche modo, anche in quello più meschino, io sono importante per te.
Altrimenti la sfida non avrebbe lo stesso sapore.

Sì, non si poteva negare che non suscitassimo scalpore.Attiravamo l' attenzione di tutti, grazie anche ai luminosi sorrisi che Jasper distrubuiva a tutte le ragazze che ci stavano ammirando.
Entrammo nell' ampio atrio dell' università.Somigliava molto a tutti gli edifici adiacenti:stessi lampadari a gocce che pendevano dal soffitto, stesse lussuose decorazioni che ricoprivano muri e colonne.
Si differenziava solo per pochi elementi: una statua di gesso raffigurante il fondatore della scuola spiccava nell' angolo destro della sala, vicino a un' enorme pianta di orchidea.A sinistra vi erano due scrivanie in mogano, dove alcuni segretari e professori stavano compilando scartoffie e registri.I corridoi erano separati tra di loro grazie a immense vetrate che creavano splendidi giochi di luce.Sembrava di essere all' interno di un labirinto di specchi.
Quel posto non avrebbe mai smesso di stupirmi.

Jasper e L mi guidavano attraverso i corridoi.Sembravano trovarsi perfettamente a loro agio.
Jasper aprì la porta dell' aula, che scoprii essere, con mia enorme delusione, un' aula esattamente come tutte le altre.Tipica.Solo, forse, un pò più ampia.Lì dentro avrebbero potuto starci comodamente circa duecento alunni.
Mi sedetti in una delle ultime file, al centro tra L e Jasper, che aveva cominciato a parlare con Jim, uno dei due ragazzi che avevamo incontrato la sera prima.Stavano sicuramente discutendo su questa fantomatica Rosalie...
Chissà chi diavolo era?
_____________________________________________________________________________________

Quella dell' ultima ora fu una delle lezioni più noiose che abbia mai avuto il piacere di ascoltare.Prendevo appunti svogliatamente e la voce del professore basso e tarchiato risuonava nell' aula come una costante e fastidiosa cantilena.La maggior parte degli studenti erano impegnati in altre attività, come ascoltare il lettore mp3, inviare messaggi con il cellulare e dormire.
Al mio fianco L era seduto nella solita posizione, in mano aveva una matita.I grandi occhi puntati sulla lavagna dove il professore stava scrivendo una formula complessa di geometria.
Avrei dato qualunque cosa per sapere a cosa stesse pensando, poter captare i suoi pensieri e agire di conseguenza.Poter scorgere che cosa si nascondeva dentro quello sguardo onirico, carico di evanescente bellezza...

Per fortuna suonò improvvisamente la campanella che ridestò tutti i ragazzi che si erano appisolati.
Io, L e Jasper ci avviammo verso il cortile, mentre la calca di studenti si affrettava verso l' uscita.
Non parlammo molto durante il tragitto che ci condusse alla mensa.
Passammo di fronte ai campi sportivi, dove alcuni ragazzi si stavano allenando.Quando ci trovammo di fronte al campo da tennis, L si voltò verso di me.

-Yagami, ti andrebbe una partita a tennis?-
-Cosa?-
Ero stupito, non avrei mai immaginato una richiesta del genere.
Non da un tipo come lui, per lo meno.

-Ti ho chiesto se ti andrebbe una partita a tennis.Mi sono piazzato primo nel campionato Junior, in Inghilterra, alcuni anni fa.Inoltre, mi sembra che anche tu abbia vinto diversi tornei, giusto?Ho pensato che sfidarci sarebbe stato divertente.Naturalmente, sarà un match amichevole...-

Amichevole.Certo.

-D' accordo.Per fortuna stamattina abbiamo avuto ginnastica, così ho con me i vestiti per cambiarmi.-
-Ok-
-Wow!!!Siete stati campioni di questa splendida diciplina e non me l' avete mai detto?-gridò euforico Jasper-Corro subito da Adrian a prenotare il campo!Credo proprio che sarà una partita memorabile!- e corse via, diretto verso un ragazzo dai capelli rossi.
-Dio, che entusiasmo...beh, andiamo a cambiarci-dissi al moro.


La partita contro L si rivelò più ardua del previsto.Dovevo ammetterlo:l' avevo sottovalutato.Era davvero un campione.Nonostante all' apparenza fosse sembrata una partita amichevole, fu estremamente tesa.
Non fu un semplice match di tennis, fu una vera e propria guerra d' intelletto.
Un' estrema, sottile, battaglia dei sensi.

Quale sarà la tua prossima mossa?

Come posso sviare i tuoi sospetti?

Che cosa pensi su di me?

Le persone attorno a noi non riuscivano a captare quell' atmosfera.Le loro grida di incoraggiamento erano distanti da noi come se si trovassero lontani chilometri.

Fu dura, ma vinsi io, alla fine...
A termine partita, strinsi la mano di L.
Non era fredda, ruvida o sgradevole al tatto,no...
Era una sensazione diversa.
La trovai indescrivibilmente calda.

A termine partita, Jasper ci venne incontro.

-Lo sapevo, lo sapevo!!Dio, che emozione, siete stati fantastici, ragazzi!!Parola mia, mai vista una partita come questa e sì che ne ho viste tante, in vita mia.Adrian vi vorrà sicuramente nella squadra.Vedrete che...-
-Jasper!E' arrivata!-
Un gruppo di tre persone si stava dirigendo verso di noi, gridando a squarciagola, per sovrastare le voci degli altri studenti.Due erano i ragazzi della sera prima-Jim e il suo amico Alan- l' altra era una ragazza sui vent' anni.
Era davvero molto bella.Molto più di Misa.
Alta e slanciata, i lunghi e ondulati capelli rossi, che le arrivavano a metà schiena, giocavano con il riflesso dei raggi del sole.I grandi occhi verdi spiccavano in un viso ovale e sorridente.Ogni suo movimento trasmetteva un profondo sentimento di dolcezza e gentilezza.Indossava una leggera giacchetta di jeans e una gonna blu lunga fino alle caviglie.Ai piedi portava degli stivali neri lunghi fino al ginocchio.

-Rosalie!Non ci credo, sei tornata!!-esclamò Jasper, correndo ad abbracciare la ragazza.
-Sono così contenta di vederti, Jasper.Mi sei mancato tantissimo.-
Jim spiegò sottovoce a me e L.
-Ragazzi, vi presento Rosalie Lewis, è la fidanzata di Jasper da più di due anni, l' ha conosciuta quando abitava in America.Lei ha appena concluso un viaggio in Grecia per studiare delle rovine.Sapete, è laureata in archeologia.E' partita nove mesi fa.Per Jasper è stata dura...-

Jasper e la sua ragazza, dopo essersi sciolti dall' abbraccio, si rivolsero a noi.
-Light, Ryuga, questa è Rosalie, la mia fidanzata.Rosalie, ti presento Ryuga Hideki e Light Yagami, i miei compagni di corso.Hanno ottenuto il massino dei voti in ogni materia, all' esame d' entrata.-
-Lieta di conoscervi-Rosalie proferì queste parole con l' intonazione più melodiosa che le permettesse di assumere la sua voce.Strinse la mano di L e poi corse a stringere la mia.

In quell' istante accadde qualcosa
Rosalie mi fissava con un' espressione strana, quasi rapita, dipinta sul niveo viso.
Gli occhi sgranati.
Dall' istante in cui il suo sguardo si incatenò al mio, non riuscì più a sottrarsi a quell' aura megnetica.
Non voleva lasciare la mia mano.

La ragazza cercò di ricomporsi.
Distolse a forza il suo sguardo dal mio, le gote leggermente imporporate.
Non vi erano dubbi: era evidente che cercava di nascondere quel nuovo sentimento, tanto piacevole quanto spaventoso, che stava sbocciando in lei.
Con scarsi risultati.
Per fortuna Jasper non era assolutamente un buon osservatore.

-Bene, vieni Rosalie, ti faccio vedere dove alloggio.-

Jasper cinse il fianco della ragazza con un braccio e cominciarono a incamminarsi, seguiti da Jim e Alan.Io e L osservammo le quattro figure che si allontanavano.
Richiamai la loro attenzione.

-Ehm, Jasper, ti spiace se io e Ryuga rimaniamo qui? Fra poco servono la cena.Sai, non vorrei che finisse come ieri sera...-
-D' accordo, allora ci vediamo!-gridò il mio amico.
Poco dopo il gruppetto voltò l' angolo e sparì.

-Hai visto come ti ha guardato Rosalie, poco fa?-mi chiese L.
-Sì, sembra proprio che abbia preso una cotta per me.Povero Jasper...-
-Per fortuna non è molto attento a questo genere di cose...-

C' era qualcosa di strano nell' espressione del suo viso.
I suoi occhi apparivano stanchi, o forse solo amareggiati.Guardava lontano, verso il cielo, verso le pallide stelle che facevano capolino dal cielo colorato d' arancio e d' oro.
La bocca piegata in una smorfia di tristezza.

-L, cosa c' è che non va?Sei preoccupato?-
-Sì.-
-E perchè? Sei ancora convinto che io sia quel maledetto assassino?Le morti non si sono ancora placate, nonostante mi sorvegli praticamente 24 ore su 24?Sei deluso per questo?-La mia voce si era trasformata in un debole ringhio.
-Kira non c' entra.-
-E allora che cosa c'è?-
-Sono triste per due motivi.Posso solo dirti che in uno di questi occupi un ruolo importante.Però non posso, nè voglio rivelarteli.-
-D' accordo, tieniti pure i tuoi segreti, se ti fa piacere.-sbottai, irritato.

Non parlammo più per tutta la sera, complici di un silenzio agghiacciante.
Quando tornammo al dormitorio, Jasper non era ancora rientrato.Sulla porta aveva attaccato un bigliettino con lo scotch.

Resto con Rosalie, Jim e un paio di amici tutta la notte.
Non aspettatemi.
Jasper

-Almeno ha avuto il buon senso di avvertirci.Da uno come lui, non me lo sarei aspettato-

Probabilmente non l' avremmo rivisto fino al mattino dopo.

[Continua]
_________________________________________________________________________________

Grazie mille a tutti quelli che sono sopravvissuti anche a questo chappy!!!!
Diciamo che le cose cominceranno a farsi serie ( e molto più tristi) dal prossimo capitolo.
Mi raccomando, recensite, anche solo per fare l' elenco degli enormi difetti di questa storiaXD

E ora i ringraziamenti!!
aka_z: te l' ho mai detto che sei una grande*____*? Tu mi commuovi sempre di piùç.ç!! sul fatto della voce di L, devo dire che ci hai azzeccato.Quella voce è troppo splendida*////* però mi piace molto anche quella della versione americana,zizi.Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento.Un enorme bacione e alla prox, carissima^_____^
hay-chan:siiiii, sono tenerissimi>.< un bacio!!
Hilarysan:Eccoti accontentata.Spero che ti sia piaciuto.kiss8 e alla prossima^__^
Geruko:nuuuu, io adoro la rosalie della Meyer (sisi, lo so, me pazzaXD)Comunque ecco svelato l' arcano (che poi tanto arcano nn eraXD)Ti ringrazio molto per i complimenti, non li merito.Per esempio, questo chappy mi sembra scritto da cani.fammi sapere che ne pensi^^.PS:si, me adora scrivere sul POV di Light, anche se lo detesto...
Un mega smak, gioia!!

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Capitolo 6
*** 6.Dubbio ***


dubbio

Capitolo  6: D u b b io

Dicono alcuni che finirà nel fuoco
il mondo, altri nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco
che mi fa scegliere il fuoco.
Ma se dovesse due volte finire,
so pure che cosa è odiare,
e per la distruzione posso dire
che anche il ghiaccio è terribile
e può bastare.

Robert Frost, Fuoco e ghiaccio




Non riuscivo più a ricordare qual era stata l' ultima volta in cui avevo visto Jasper e Rosalie passeggiare allegramente nel parco, mano nella mano, con i volti sorridenti e le occhiate complici.I petali di ciliegio che sancivano quel patto silenzioso fatto di abbracci e carezze.I passi leggeri che risuonavano negli infiniti viali del parco, accompagnati dalle dolce note di una musica toccante ed indescrivibile:quella dell' amore.
Quella melodia mi era così estranea da risultare quasi insopportabile.
Dolorosamente intrappolata nei più remoti anfratti del mio cuore empio, mi trascinava via, verso la più totale delle apatie.
Era un circolo vizioso su cui non avevo il minimo controllo.
E, per quanto ci provassi, non riuscivo ad uscirne di un millimetro.

Perchè?
Non si può forse definire amore il mio sconfinato altruismo?
Aiutare il prossimo, proteggerlo dai pericoli, vendicarlo dai torti subiti...
Ripagare i malvagi con la loro stessa moneta...
Non è forse una delle più autentiche forme di amore esistenti sulla terra?

No, Light.
Non lo è...




Era trascorso più di un mese dal giorno del mio arrivo al campus.
Le giornate si susseguivano tranquille e monotone nel piccolo mondo che ora mi fungeva da casa.
Mi ero già guadagnato la stima dei professori e di numerosi compagni di scuola, mentre metà del corpo studentesco femminile aveva già praticamente perso la testa per me.
Era stato semplice, dannatamente semplice.Avere un QI superiore alla media può essere incredibilmente utile anche nei rapporti interpersonali.
Tolte le ore di scuola, non riuscivo più a incontrare Jasper assiduamente come nei primi tempi.Era sempre impegnato nei campi sportivi, dove si curava di allenare tutte le squadre in vista dei tornei che dovevano svolgersi a Osaka poche settimane dopo.Non brillava certamente negli studi, ma era dannatamente bravo se lo si osservava in quei momenti.
Adesso che la sua Rosalie era tornata a casa sembrava incredibilmente felice, anche se una volta, confidandosi con me e Ryuga, disse che negli ultimi tempi lei era diventata più scostante e tendeva a chiudersi in se stessa.Il suo viso non era più lieto come negli anni passati, ma un espressione di velata tristezza le si dipingeva sul viso ogni volta che lui tentava di baciarla o di starle vicino.
Era diversa.
Per un attimo ebbi paura che L gli volesse raccontare tutto, che dalle sue parole potesse trasparire la semplice motivazione per cui la ragazza era diventata irriconoscibile: si era innamorata di me.
E doveva essere un amore davvero intenso, se aveva avuto il potere di cancellare anni di relazione con Jasper.
Niente di tutto ciò comunque.L non disse nulla e gliene fui davvero molto grato.Del resto, non era affatto il tipo di persona che andava a spiattellare segreti a destra e a manca senza una motivazione valida.
Riguardo a L, la situazione si era trasformata da una convivenza forzata e tesa a una coabitazione abbastanza serena.Del resto, avrebbe potuto continuare a sperare in eterno che trovasse qualche prova riguardante la mia colpevolezza, ma non avrebbe ottenuto proprio nulla.Il Death Note che avevo nascosto sotto l'asse di legno nel pavimento, ora si trovava in una buca profonda sottoterra vicino a un enorme quercia, nel parco annesso alla scuola.Per il trasferimento avevo sfruttato un momento in cui i miei due compagni di stanza erano assenti.
Tanto quel quaderno non mi era più di nessuna utilità.Avevo lasciato a Misa il compito di continuare a giustiziare i criminali in mia assenza, grazie al quaderno che le aveva donato Rem e avevo intimato a Ryuk di sorvegliarla, per assicurarsi che i miei ordini fossero eseguiti alla lettera.Ero più fiducioso nei confronti di uno shinigami, che di quella sciocca di Misa.

Negli ultimi tempi, la tosse di L si era attenuata, ma in alcuni momenti, soprattutto nel cuore della notte, si svegliava di soprassalto, di nuovo vittima di quel malessere e si chiudeva a chiave in bagno, dove trascorreva molto tempo.
Vomitava, per lo più.
Una volta mi capitò di aspettarlo nella stanza, in attesa che uscisse, con in mano una tazza di the bollente che gli offrivo e che sorseggiava seduto stancamente sul divano, vicino a me, senza proferire parola.
I miei occhi che vagavano lentamente per tutta la sua figura.
Notai che un leggero tremito attraversava costantemente il suo corpo come una scossa.

-L, stai tremando.Hai freddo?- mi portai più vicino a lui sussurrandogli queste parole per non svegliare Jasper, che dormiva ancora beatamentea pochi metri di distanza.
-Un pò...ma non preoccuparti, sto bene-
-Aspetta...-
Mi alzai dirigendomi verso il mio armadio.Aprii l' anta e afferrai una coperta blu di lana che mi aveva regalato Sayu prima della partenza.Secondo lei, mi avrebbe aiutato a sopportare il freddo.

Il freddo...
Come potevo soffrirne, quando il mio intero corpo sembrava essersi arrestato in quella morsa di ghiaccio che mi opprimeva il cuore, simile a una lama sottile?

Mi sedetti nuovamente accanto a lui, scrollai leggermente la coperta e gliel' avvolsi attorno alle spalle.Le mie mani indugiarono un istante in quel punto, la mia testa chinata davanti al suo petto.Sentivo gli occhi vigili e attenti di L perforarmi il cranio.
Molto lentamente, feci scivolare i miei palmi, le mie dita lungo tutta la lunghezza delle sue braccia, giungendo alle mani.
L aveva delle belle mani, lunghe e morbide.Le dita erano affusolate e sottili, con delle unghie curate.
Era una sensazione strana, quel contatto.Nè io, nè lui avevamo mai ricercato qualcosa di simile, un approccio  fisico di nessun tipo.
Ma so che ebbe il potere di confondermi, mi diede la forza di invadere una terra vergine per puro capriccio.

Eppure lo desideravo profondamente.

Le mie mani si chiusero attorno alle sue per scaldarle.
Erano molto fredde.
Le portai più vicino alla mia bocca, cominciando a soffiarci sopra  dolcemente.L' alito caldo provocava dei leggeri brividi sulla pelle del mio compagno, che chiuse gli occhi.
Sperando di riuscire ad alleviare quell' oppressante senso di vuoto e gelo dalla mia anima e dal suo corpo gracile.

Il mondo si era arrestato.I secondi si erano ben presto trasformati in secoli.
Gli sguardi che lentamente si sfioravano, sembravano voler dire tutto e niente in quegli istanti tanto preziosi.
I cuori che battevano all' unisono, raccontando ogni singola sfumatura dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, delle nostre paure.
Non potevo- non volevo- spezzare quel precario equilibrio, quegli attimi di apparente felicità con inutili parole.
Troppo futili, avrebbero stonato in quel contesto quasi irreale.
I silenzi erano la nostra strategia di attacco e difesa.

Lasciai le sue mani e appoggiai le mie sul suo volto pallido, che la semioscurità e la pallida luce lunare avevano reso dannatamente attraente.
Con un movimento impercettibile, portai la mie labbra alla sua fronte, baciandola con una delicatezza che non credevo di possedere.
Desiderai con tutto il cuore che L non mi fermasse, che mi lasciasse consumare quell' attimo di benessere senza respingermi.

Del resto, non lo sapevo neanch' io perchè lo stavo facendo...

Lasciai scivolare la mia fronte, poggiandola sulla sua.
I nostri visi erano troppo vicini, gli occhi socchiusi.
Riuscivo a sentire il suo respiro lento e caldo sbattere contro la mia bocca.Ed era così buono...un misto di vaniglia e cioccolato che mi penetrava fino al cervello.
L azzerò le distanze, lambendo le mie labbra in un bacio impercettibile, sfuggevole.Casto.
Era soffice.E morbido.E...
Non riuscivo a definirlo.Nessuna ragazza con cui avevo avuto le mie esperienze era mai riuscita a farmi sentire così...così confuso.

Dio, ma che cazzo sto facendo?
Lui è L, non un fottuto ragazzo comune!
Light, riprenditi per Dio, ti stai facendo trascinare troppo...


Uno sfiorarsi di labbra che non durò più di qualche secondo, interrotto da un mio movimento brusco.Feci pressione contro il suo petto, staccandolo da me.
I suoi occhi erano interdetti, ma conservava l' espressione pacata di sempre.
Imbarazzato, incapace di proferire parola, mi alzai dirigendomi verso la finestra, lontano da lui, nel lato opposto della stanza.
Scoccai una fugace occhiata a Jasper nel letto vicino: era ancora profondamente addormentato.
Rimanemmo in un imbarazzato silenzio per qualche minuto, ripensando a quello che avevamo fatto poco prima.
Le sue mani.
I suoi occhi.
Le sue labbra.
Se aveva reagito così voleva dire che qualcosa provava per me, no?
Non ne ero sicuro, conoscendo L, avrebbe potuto anche essere un trucco per portarmi fuori strada, per farmi perdere la partita.
Per L esisteva solo il lavoro, quel lavoro che tanto amava e che tanto lo appagava.Non aveva bisogno di altre cose futili come l' affetto o l' amore.
Non gli interessavano e non le ricercava.

Ma la cosa più sconcertante è che sicuramente anche lui, in quel preciso istante stava pensando le stesse cose di me.

Decisi di rompere il ghiaccio.

-Credo che tu debba andare a farti vedere da un medico, quella tosse non mi piace per niente.-
-Non ce n' è bisogno.E' solo un malanno passeggero, presto smetterà.-
Stava mentendo, riuscivo a capirlo dal tremore della voce.Aveva la stesso tonodi chi cerca di convincere più se stesso, che gli altri.
-E comunque queste cose non dovrebbero interessarti, Light.-riprese.
Strinsi i pugni, mi sentii ribollire dalla rabbia.Ma come si permetteva?
-Certo, visto che sono Kira è ovvio che non mi deve importare assolutamente nulla di te.-dissi sarcasticamente, tra i denti.
-Non ho detto questo...-
-Non l' avrai forse detto, ma l' hai pensato ed è peggio!Tanto il significato di ciò che hai detto era quello, non cambia niente.-
Mi fermai un istante per cercare di calmarmi, per riprendere fiato.Le parole che uscivano stentate dalla mia bocca.
-Non dirmi queste cose.Mi interessa quello che ti succede, quello che fai, ciò che senti.Sei mio amico e vorrei starti vicino, se posso.Per favore, vai a farti vedere da un medico.Ci andrai?-
Sorrise impercettibilmente, con un' espressione di sconfitta dipita sul volto.
-D' accordo Light.-

Sollevai la mano, portando l' indice ad accarezzarmi le labbra.

-Un' ultima cosa, L...-
-Cosa?-
-Perchè mi hai baciato?-


-E tu perchè hai ricambiato?-


Mi aveva spiazzato.
Non seppi rispondere.
La risposta non la conoscevo nemmeno io.
___________________________________________________________________________________

Nei giorni seguenti non parlammo più di ciò che era successo quella sera.
Agli occhi di tutti eravamo i soliti Light Yagami e Ryuga Hideki.
L riprese a lavorare al caso Kira con rinomato vigore.Era sempre più determinato a scovare quell' assassino.
Era diventata quasi un' ossessione, per lui.

Se solo avesse saputo per certo che Kira era così vicino, che gli sarebbe bastato così poco.
Ironia della sorte.

Era pomeriggio inoltrato.
Me ne stavo sdraiato sul letto in attesa che Jasper e L rientrassero dalle loro attività.
Sentii la porta aprirsi e vidi entrare L da solo.

-Ciao Light-
-Ciao.Dov è Jasper?-
-E' insieme al club di basket.Temo che ne avrà ancora per un bel pò.Comunque ho incontrato una persona che vuole vederti.Ti sta aspettando fuori dal dormitorio.-
Ero sorpreso.Non ricevevo visite da settimane, se si volevano contare le domeniche, quando Sayu veniva a trovarmi con i suoi amici.
Ma non era domenica.

-E chi è?-
-La ragazza di Jasper-
-Cosa?Rosalie?-
Scesi dal letto di fretta e mi infilai le scarpe davanti alla porta.
Potevo immaginare la ragione che aveva spinto la ragazza a chiedere di parlarmi.
Poco importa.Le avrei fatto un bel discorso e mi sarebbe stata a sentire.

Presi il leggero giubbotto e mi apprestai a uscire, una mano sulla maniglia della porta.
Percepii una forte presa sul mio polso.Il sangue che pulsava.
Alzando gli occhi incrociai lo sguardo inespressivo di L.

-Light, non fare idiozie.E' la fidanzata di Jasper.Lo farai solo stare male, se scopre qualcosa di strano.-

Sorrisi.
Liberai il mio polso dalla sua presa con una movimento aggraziato della mano.

-Non preoccuparti, non ho intenzione di assecondarla.Ma tu prometti che non dirai nulla al nostro amico, intesi?-
-Ok...-

Varcai la soglia e attraversai i corridoi fino a giungere all' esterno.
Era una bella giornata di sole, nemmeno una nuvola copriva il cielo limpido.
Poco lontana, appoggiata a un' albero con aria tesa, stava Rosalie.

Non avrei mai dovuto accettare quell' invito.
Fu l' inizio della fine.

[Continua]
________________________________________________________________________________

Ed ecco qua anche il sesto capitolo**
Mi scuso enormemente con tutti coloro che seguono questa storia perchè li ho fatti aspettare tanto=.=
Mea culpa, purtroppo la scuola mi sta ammazzando e se aggiungiamo anche il fatto che bisogna aspettare l' ispirazione  ç.ç Ma non disperate, dovrei riuscire ad aggiornare con un pò più frequenza, da adesso in avanti...
Beh, spero che questo capitolo vi sia piaciuto^O^

Innanzitutto ringrazio chi ha recensito:

Adaralbion: ma grazie tante dei complimenti^^ In effetti non ho idea di come riesco a scrivere dal POV di Light visto che è un personaggio che odio.Però il 95% delle volte che scrivo fanfiction hanno sempre lui come protagonista.BohXD mi raccomando, fammi sapere se ti è piaciuto il chappy^^
Aka_z: Una delle mie fedelissime*.* Sei un tesoro a scrivere delle recensioni lunghe come un papiro, mi rendi felicissima^^Per rispondere alle tue domande
1)no, non mi sono ispirata a nessuna scuola in particolare per descrivere l' università.Visto che la Toei è una scuola prestigiosa, ho sbizzarrito la mia fantasia e l' ho resa un campus supelusso*.* come vorrei andare a scuola lìXD
2)Ryuk non l' ho inserito per il semplice motivo che odio vederlo sempre attaccato come un francobollo a Light..Inoltre nela storia non ha un ruolo primario, quindi l' ho tagliato fuori.
3) la tosse di L è un punto importante della storia e non è affatto una bella cosa ç__ç ma non voglio spoilerarti.
Bene, continua a seguirmi, le tue recensioni sono molto costruttive e fammi sapere che ne pensi di questo chappy^^alla prox, gioia!
Hay-chan: azzeccato!(più o meno) Un bacione  e continua a seguirmiXD
Andy14:Una nuova lettrice**Ma benvenuta^^Grazie mille per i complimenti, alla prossima!Mi raccomando continua a seguire questa pazza fanfic^^
momoko89: la tosse di ellino sta facendo preoccupare tutti, vedo^^'' grazie per la calorosa recensione, un bacioneXD
Geruko: tesora!! ecco un'a ltra mia fedelissima** sono felice che la storia ti piaccia, ti prometto che ci saranno più sviluppi in futuro (e alcuni anche belli tosti, in effetti sto pensando di cambiare il rating  della fanfiction in rosso.bah, vedrò...) Grazie tantissime per i complimenti, sono sempre ben accetti e naturalmente fammi sapere che ne pensi di questo capitolo^.^ alla prossima un bacioneXD
 
e ringrazio chi ha inserito la storia tra i preferiti, ovvero:

RenAlchemist93
Jael
Hay_chan
Geruko
Frecchan
Ardespuffy
Andy14
e aka_z

e naturalmente, chi è riuscito ad arrivare fin qui^^
alla prossima.

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Capitolo 7
*** 7.Rimembranza ***


rimembranza

Capitolo 7. Rim em b ran za

Non potrò essere a casa stanotte
Tornerò, va bene
Nessuno potrà mai amarmi
La metà di quanto lo fai tu
Non riuscirai a essere forte stanotte
L'amore ti rende triste, va bene
Nessuno potrà mai preoccuparsi
La metà di quanto lo fai tu.

When angels fly away-Cold




Sbuffai.

Che seccatura...

Mi costrinsi ad assumere un' espressione palesemente  irritata, mentre mi avvicinavo alla rossa.
Rosalie cercò di mostrarsi tranquilla, ma l' espressione incerta del viso rendeva vano il tentativo.
Si sollevò velocemente dalla corteccia robusta e mi venne incontro.
Quel giorno indossava una leggera maglia viola, con una scollatura a V non troppo provocante.Un paio di jeans neri e stretti le fasciavano le gambe magre.Tacchi a spillo.
Nè  volgare, nè troppo anonima.Aveva buon gusto, la ragazza.
Quando si fu avvicinata abbastanza notai che il trucco del viso era composto prevalentemente dalla tonalità lilla, che richiamava il colore della maglia.
Rosalie era davvero bellissima.Non ci sarebbe stato nulla da stupirsi se qualcuno l' avesse scambiata per una modella.
Ma essere "bellissime" non significa affatto avere Light Yagami ai propri piedi.Anzi...
Niente di più sbagliato.


Rosalie si bloccò di fronte allo sguardo tagliente che le rivolsi.
Non che volessi spaventarla...è solo che volevo risolvere quella situazione il più in fretta possibile.Inoltre mi sentivo abbastanza incline ai litigi, quel giorno.

-Mi...mi dispiace di averti disturbato, Yagami...forse eri occupato...-balbettò imbarazzata.

No, così non va...
Sarà meglio che mi mostri più cordiale...

-No, non preoccuparti, Rosalie.Non stavo facendo nulla di importante.Allora, cosa vuoi dirmi?-

Sfoderai uno dei miei migliori sorrisi di circostanza.Uno di quelli che riuscivano a far sciogliere il cuore di mezza popolazione mondiale femminile.
Ottenni l' effetto sperato.

Le sue gote si imporporarono violentemente e scostò lo sguardo dal mio viso, completamente succube di quelle sensazioni che non poteva controllare.

-Yagami, sarebbe meglio se ci allontanassimo da qui.Sai, conosco molta gente e non vorrei che ecquivocassero... capisci, vero?- riprese Rosalie
-Certo. Allora, dove ti piacerebbe andare?-
-Intanto facciamo un giro per la città.Quando troveremo un posto dove poter parlare tranquillamente ti spiegherò il mio problema...-

Rosalie afferrò il mio braccio, si voltò e cominciammo a incamminarci verso il cancello che separava la scuola dal resto di Tokio.
Effettivamente era una buona idea uscire a prendere un pò d' aria.Da quando ero arrivato al campus non avevo più sentito l' urgenza di uscire da quelle mura.L' università era diventata come una seconda casa, per me.Inoltre avevo davvero tanti, troppi pensieri che mi frullavano per la testa e, tra la scuola e i miei problemi, non ero più riuscito a staccare un pò la spina...

-D' accordo.Però mi faresti un favore, Rosalie? Anzi, consideralo più come un ordine...-
-Cosa, Yagami?-
-Chiamami solo Light-

La ragazza volse il viso, intrecciando i suoi occhi ai miei.Sorrise felice.

_______________________________________________________________________________

Durante il tragitto parlammo principalmente di cose futili: dove era nata, che studi aveva fatto, dove aveva incontrato Jasper la prima volta...
Impiegammo una ventina di minuti a raggiungere una delle principali - e più affollate- piazze di Tokio.

Al centro esatto della piazza svettava una fontana di dimensioni macroscopiche.Oltre i limpidi zampilli d' acqua si potevano intravedere le figure di due bambini e due leoni, scolpiti nel marmo.
Per i giovani quella fontana non aveva nulla di particolarmente significativo.Noiosa e priva di ogni attrattiva, era utilizzata solo come luogo di incontri con i coetanei.Ma per gli anzani non era così.
Loro la chiamavano Fontana della Tragedia.
Si narrava, infatti, che più di mille anni prima, dei bambini intenti a giocare, fossero stati sbranati da alcuni leoni-  appartenenti a dei mercanti africani-che erano sfuggiti dalle loro gabbie.
Pura leggenda, naturalmente.Non credo che un leone affamato si preoccupi di cibarsi solo con dei bambini lasciando inermi tutti gli adulti presenti alla strage.
Eppure era bastata quella sciocca credenza popolare perchè quella costruzione fosse ribattezzata con un nomignolo del tutto spiacevole.

Ai lati della piazza sorgevano due imponenti edifici.
Alla nostra sinistra, si trovava il Tribunale di Tokio, con Facoltà di Legge annessa.L' ingresso era ricolmo di bandiere colorate, simboli dei più svariati Stati del mondo.
L' edificio a destra era una Chiesa ortodossa, principale luogo di incontro per tutti coloro che praticavano il cristianesimo.Questa religione si era particolarmente sviluppata in Giappone a partire dal XVI-XVII secolo, grazie all' aiuto di alcuni volenterosi missionari europei.Si poteva notare infatti che la Chiesa era di costruzione abbastanza recente, probabilmente una delle meglio conservate.
Però la vera meraviglia di quell' edificio era considerato il campanile, che sovrastava tutta la piazza.Da lassù si poteva ammirare una veduta della città nella sua interezza.I turisti giungevano da tutte le città del Giappone per questo.
Quando avevo circa sette anni mio padre mi portò fino alla cima del campanile.Ricordo che era notte e che pioveva.
Non riuscirò mai a scordare ciò che vidi.Mai.

Come posso spiegare?
Era come essere immersi  in un sogno, catapultati in un' altro universo, in un' altro luogo, distante dalle preoccupazioni e dalla vita frenetica che assalgono i cuori delle persone.
Lontano dal mondo terreno, sospeso tra cielo e terra, inerme di fronte a qualcosa di così irreale, da sembrare puramente illusorio.
Era una visione così bella che mi mozzò il fiato.Le lacrime scendevano lentamente dalle mie guance.

Le luci colorate della città.

Le gocce di pioggia che cullavano i sogni di Tokio e i rumori della notte.

La luce della luna che trapassava debolmente l' oscurità, rendendola consistente.

Quell' atmosfera pacata e imperitura.

Agli occhi di un bambino tutto questo risultò ancora più estastico di quanto non lo fosse nella reltà.


Splendido.Splendido.

L...




-Ehm...Light?Ehi, Light!-

Una vocina sgradevolmente acuta mi ancorò nuovamente alla realtà.

-Light, stai bene? Sei pallido...-
-Non ti preoccupare, Rosalie.Non è niente.Stavo solo pensando...-

Portai una mano a massaggiarmi le tempie, che avevano improvvisamente cominciato a dolere.
Mi sentii afferrare nuovamente il braccio, mentre Rosalie mi trascinava verso i portici, accanto al Tribunale.
Vi erano una marea di graziosi tavolini, coperti da bianche tovaglie di pizzo.Mi fermai di colpo alla vista dell' insegna sopra la porta d' entrata, su cui vi era riportata la scritta "Golden Bar".

-Un bar?-
-Beh, sì.E' sempre pieno zeppo di gente, così potremo parlare senza che qualcuno faccia caso a noi e ci disturbi.
Inoltre adoro questo locale...dai, entriamo!-

Rosalie mi precedette, entrando nel bar.
Un quarto degli uomini presenti nei paraggi interruppero le loro attività e si voltarono a guardarla estasiati.
Altri cominciarono a esaminare me con sguardi di puro odio.

Povero me, ma in che razza di situazione mi sono cacciato?
Forse era meglio se davo retta a Ryuga e me ne restavo al dormitorio...

Sospirai sommessamente e la seguì.
Prendemmo posto a un tavolo in un angolo appartato, uno di fronte all' altra.Arrivò subito una cameriera bionda -sicuramente tinta- che prese le nostre ordinazioni: una Coca Coca per Rosalie, un caffè macchiato per me.
Intavolai immediatamente il discorso.

-Forza Rosalie, dimmi tutto.Sappi che se avessi bisogno del mio aiuto, per risolvere questo problema, lo avrai.-
-Grazie Light, sei gentile a dirmi questo.Purtroppo non credo che tu possa aiutarmi...non direttamente, per lo meno.-

Sollevai un spracciglio con fare interrogativo.
Riprese il discorso.

-Ecco, io non voglio che tu mi consideri ciò che non sono...forse Jasper ti ha parlato male di me, negli ultimi tempi...il fatto è che sono così confusa e non so cosa fare...ti sarai chiesto perchè ti ho trascinato qui, nonostante praticamente non sappia nulla di te e della tua vita.-
-Rosalie, ma che stai dicendo? Guarda che Jasper non mi ha mai detto nulla, lui ti ama da morire, dico davvero.Insomma, si vede lontano un miglio...però non capisco perchè non sei corsa da lui a cofidarti.E' il tuo ragazzo, credo che vorrebbe sapere se hai dei problemi, quindi...-

La ragazza mi interruppe

-Non posso semplicemente perchè è lui il problema-

Assunsi un' aria cortesemente sorpresa.
Rosalie era rossa in volto, sembrava sul punto di scoppiare a piangere da un momento all' altro.

-Non capico, è un bravo ragazzo.Per caso ti ha fatto qualcosa?Avete litigato?- le domandai
-Oh, sì, hai ragione, è il migliore ragazzo del mondo, sempre allegro e disponibile con tutti.Farebbe qualsiasi cosa per vedermi felice...però...è come se ci fosse qualcosa che mi blocca, non riesco più a parlare con lui apertamente. Questa sensazione mi sta facendo impazzire...-

Prese il tovagliolo e si asciugò alcune lacrime che minacciavano di scendere dai suoi begli occhi verdi.
Il discorso fu interrotto dall' arrivo della cameriera che posò le nostre ordinazioni sul tavolo con un movimento elegante.
Presi il caffè e cominciai a sorseggialo lentamente.

Chissà cosa sta facendo L, in questo preciso momento?

 La figura del suo viso, dei suoi capelli e dei suoi occhi neri riaffiorarono nella mia testa,  provocandomi un leggero brivido, mentre il cuore si arrestava per un misero, piccolo istante.

Perchè continuo a pensare a lui?
Basta, Light, devi smetterla subito!!

Mi concentrai nuovamente sulle parole da riferire a Rosalie, sperando che quell' assurda situazione terminasse in fretta...

-Vorrei fare qualcosa per aiutarti, Rosalie, ma continuo a non capire.Cos è che ti turba tanto?
-Sai, io non riesco proprio a capire, però mi sento così da quando ti ho conosciuto...-

Abbassò lo sguardo, incapace di fronteggiare i miei occhi indagatori, le guance in fiamme e gli occhi lucidi.

-Sì, da quando Jasper ti ha presentato a me, non sono più...riuscita...a cancellare il tuo volto e i tuoi occhi dalla mia testa.Perdonami, sicuramente ti sto mettendo a disagio, ma non so proprio come esprimermi, altrimenti...-
-Rosalie, io...-
-Light...credo...credo di essermi...innamorata di te...-

Pronunciò quelle parole con una fatica colossale, gli occhi sempre ancorati alla latina di Coca Cola che teneva fra le mani.

-Non è bello dirtelo così.Adesso che cosa penserai di me?Io sono fidanzata da anni con Jasper e ho paura di deluderlo, di spezzargli il cuore.Ma, allo stesso tempo, non posso continuare a fingere che tu non esista...-

Per la prima volta, durante quella strana discussione, alzò gli occhi ofuscati dalle lacrime e mi guardò intensamente.

-Io ti amo, Light.Ti amo come non ho mai amato nessun' altro in vita mia, nemmeno Jasper...-

Mi alzai lentamente dalla sedia.

-Bene, credo che non abbiamo più nulla da dirci.- le dissi
-Ma...ma te ne vai così? E la tua risposta?-
-Mi spiace, Rosalie, tu sei una bella ragazza, ma non sei il tipo che fa per me.Inoltre due persone possono dirsi innamorate solo dopo essersi conosciute profondamente.Io la penso così.Vedrai che questa tua infatuazione per me è solo passeggera, presto tornerai a pensare solo a Jasper.Quindi ti prego di non dargli un dispiacere.In quanto a noi due, non ce l' ho con te per avermi rivelato i suoi sentimenti, credo non ci sia nulla di male.Per adesso, però, consideriamoci solo amici, ok?-

Rosalie si alzò di fretta dalla sedia.Si avvicinò a me e, improvvisamente, mi abbracciò stretto, affondando il volto inondato di lacrime sul mio petto.Le mai che stringevano disperatamente la mia camicia.Le sue parole rotte dai singhiozzi del pianto.

-No, non ce la faccio, Light.Ti supplico, stai con me o non potrò mai più essere felice...ti supplico...-
-Mi spiace, Rosalie, ma non posso...-

Le presi le spalle e la allontanai da me.Aveva il volto devastato e gli occhi cerchiati di rosso.
Qualche sguardo curioso cominciò a soffermarsi su di noi.
Lasciai i soldi della consumazione sul tavolo.

-Mi spiace tanto...- le ripetei in un sussurro, mentre mi voltavo e camminavo, via, lontano, verso l' esterno, verso la luce.

L' unica cosa che ricordo è Rosalie che si accascia debolmente su una sedia, l' espressione del viso sconvolta, i gemiti di dolore assordanti che mi accompagnavano verso la porta d' uscita.

Non preoccuparti, Rosalie, presto giungerà anche il tempo dei saluti...
_______________________________________________________________________________

Appena uscii alla debole luce del sole, che si preparava ad accogliere la sera, cominciai a correre via, più in fretta che potevo.Verso l' università.
Mi sentivo sporco, molto più sporco di quando giustiziavo i criminali o ferivo le persone con le mie continue menzogne.
Volevo soltanto dimenticare tutto, ogni immagine di quel pomeriggio, il ricordo di quel volto sfigurato...
In realtà volevo solo scappare da me stesso.E non capivo perchè.
In fondo era lei ad essere nel torto, era lei che si era innamorata di un altro.
Allora perchè non riuscivo a spiegarmi quel senso di opprimente vuoto che mi attanagliava nei -rari- momenti di dolore?
L' unica cosa che sapevo per certo era che volevo vedere L.Dovevo vederlo, ne avevo bisogno adesso più di ogni  altra cosa...

Arrivai al dormitorio, sudato, ansimante, i capelli ramati appiccicati alla fronte.Continuai a camminare fino alla porta della mia stanza, la 203.
Aprii la porta e vi trovai solo il moro, seduto sul suo letto, intento a leggere un libro.
Appena mi osservò trattenne a stento un' espressione stupita.

-Ma dove diavolo sei andato? Non mi sembra che tu abbia una bella cera...-
-Lascia stare, dov è Jasper?-
-Credo che sia con Adrian, quello del club di tennis.Devono finire i preparativi al torneo.Comunque prima è venuto a cercarti...-
-Sa che sono uscito con Rosalie?-
-No, non credo.A meno che qualcuno non gliel' ha riferito, ma ne dubito...allora, come è andata con lei?-

Mi sedetti sul letto, vicino a lui.

-Non poteva andare peggio...-

Poggiai delicatamente un palmo della mia mano sui suoi capelli corvini, vicino alla nuca, accarezzandoli delicatamente.


[Continua]



Sono riuscita a ritagliare un pò di tempo dai terribili impegni scolastici per scrivere questo settimo capitolo.
L' ho scritto in fretta, quindi potrebbe anche essermi venuta fuori una schifezza, eh XD
Dal prossimo chappy sto pensando seriamente di cambiare il rating in rosso, perchè cominceranno a saltare fuori della scene un pò pesantuccie fino alla fine, però, nello stesso momento, sono tentata di tenere l' arancione...quindi chiederei dei consigli, please^.^
Muy bien, questa volta, ringraziamenti-lampo ( sorry ç.ç)
Grazie mille a:
Jael
aka_z
Hay_chan
momoko89
Reichan86
e Andy14

Senza di voi, non avrebbe senso questa storia^.^ fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo.Un bacione*.*

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Capitolo 8
*** 8. Abbandono ***


abbandono

Capitolo 8. A  b b an don o

Non posso restare, non posso vivere qui.
Proprio come tutto ciò che ho amato, faccio finta di
aver immaginato il mio cuore, svanisco.
Sembra…nessuno apparirà e mi renderà reale

Non ci sono fiori, no, non questa volta
Non ci saranno gli angeli ad abbellire le linee, solo queste tetre parole che trovo.
Vorrei mostrare un sorriso, ma sono troppo debole.
Vorrei condividere con te, se solo potessi dirtelo,
Proprio questo dolore.

This time imperfect- AFI


Le mie dita scorrevano sui suoi capelli neri con movimenti lenti, ipnotici, misurati.Non mi sarei mai aspettato che quei fili d' ebano fossero così morbidi e soffici.
Sentii il corpo di L irrigidirsi, sottoposto a quelle insolite attenzioni da parte del suo acerrimo nemico.Non osava guardarmi in volto.Scrutava-o meglio, fingeva di scrutare- con attenzione la finestra della camera davanti a sè, ma in realtà sapevo che il mio gesto non lo aveva lasciato indifferente.
Mi avvicinai al suo niveo viso portando l' altra mano alla sua guancia e premendo delicatamente, costringendolo a voltarsi verso di me in modo da guardarlo meglio.
Mi sentii stringere lo stomaco in una morsa quando esaminai da vicino quei due occhi magnetici, scuri come una notte senza stelle.Era una sensazione troppo estranea, inverosimile, che non avevo mai provato in vita mia.
L aveva abbandonato la solita espressione indifferente e apatica.Quel paio d' occhi che mi studiavano erano intrisi di un sentimento diverso.
Qualcosa di molto simile al timore o allo stupore.
Lo accarezzai con movimenti continui che partivano dalla tempia e terminavano al mento, sperando che si rassicurasse.

Non avere paura di me...
Non voglio farti del male...non adesso...

Mi convinsi disperatamente, cercai di non pensare al fatto che il ragazzo che mi stava osservando, che io stavo accarezzando con desiderio, fosse in realtà il mio opposto, la mia nemesi, il nemico che, prima o poi, avrei dovuto eliminare.Non sarei riuscito a sfuggire a questo destino.
Scacciai velocemente dalla testa quei pensieri: erano insopportabili.
Le mie dita sottili scivolarono sulla sua bocca, mentre l'indice e il medio tracciavano il contorno delle sue labbra rosa, bagnandosi un pò di saliva.

-Light...che...- cominciò L, confuso.

Non gli permisi di terminare la frase.
Premetti sulla nuca per farlo avvicinare di più e mi avventai sul suo collo.Lo sfiorai con le labbra, mentre la punta della lingua già faceva capolino e  iniziava a tracciare lievemente una scia di calda saliva sulla pelle.Sentii il moro rabbrividire a quel contatto.Brividi che si fecero ancora più intensi quando corsi a mordere leggermente il lobo sinistro e a spingere la lingua dentro il suo orecchio, con foga.Le dita della mano adagiate tra i suoi capelli corvini che scendevano a sfiorare la colonna vertebrale.

L non osava muoversi, sembrava che per lui il mondo si fosse arrestato in quel momento, sotto quelle piacevoli torture che le mie mani e la mia bocca continuavano a dispensare.Quando sentii i primi gemiti morire tra quelle rosee e sottili labbra, feci fatica a controllarmi e a rimanere lucido.Avrei voluto consumare quella passione il più presto possibile, dritta verso il culmine, goderne appieno, invece qualcosa mi suggerì di non forzare i tempi.
L' unica cosa che riusciva a sfondare le barriere del pensiero irrazionale era la paura.
Paura che il mio compagno si ritrasse, si allontanasse sempre più da me.Mi risultava impossibile pensare a un L che metteva il cuore prima della testa, perfino nelle relazioni interpersonali che non avevano nulla a che fare con una relazione di coppia.

In fondo io ero Kira.E lui era L.
Come possono due persone così diverse essere unite?Condividere un qualsiasi tipo di affetto?
Non esisteva la fiducia reciproca.Quindi, come avremmo potuto gestire un rapporto così precario?

La mia bocca si spostò, scivolando sulla guancia e ricoprendola di baci vibranti e dolci, fino a raggiungere le sue labbra.Con mia grandissima sorpresa vidi che anche lui ricercava avidamente la mia bocca.
Fu molto più intenso del casto bacio che ci eravamo scambiati notti prima.Questo era avvolgente, delizioso, riuscii a stordirmi e a  farmi rabbrividire di piacere.
Le nostre labbra unite cominciarono a schiudersi, le lingue che si ricercavano, si rincorrevano quasi per gioco.All' inizio lentamente, con dolcezza; dopo con passione, mentre la propria saliva si mescolava.
Le nostre bocche che danzavano, assecondando i movimenti dell' altro.
Le mie mani che premevano sulle sue guance, cercando di trattenerlo.
Sentivo il cuore partire a galoppo nel petto, il sangue che mi dava alla testa, il caldo intossicante che mi avvolgeva completamente.
L portò le mani tremanti al mio petto, stringendomi la camicia nera.

Dio. Dio. No
Non è possibile, non può essere vero.
Deve essere un sogno, non c' è altra spiegazione.
Sì, deve esserlo...

Dopo attimi che sembrarono anni, ci staccammo per riprendere fiato.
Mentre le nostre fronti si sostenevano a vicenda, poggiate l' una sull' altra, aprii lentamente le palpebre.Notai che il suo viso era arrossato, gli occhi lucidi.La bocca, ancora vicinissima alla mia, tanto che riuscivo a sentire il suo respiro ansimante addosso, era ancora schiusa.
Mai quelle labbra mi sembrarono tanto attraenti e delicate.
Ero convinto che L non avrebbe più nemmeno provato a sottrarsi alle mie attenzioni.Mi sbagliavo.
L' ennesima prova di quanto fosse imprevedibile prevedere le sue intenzioni e le sue mosse.
All' improvviso le mani mollemente posate sul mio indumento mi staccarono da lui con forza, quasi con rabbia.
La sua espressione mi colpì con una violenza devastante, provocandomi un sordo dolore al petto.
Era una maschera di dolore, ira e sconforto.Gli occhi scintillarono per un attimo verso di me, carichi di rabbia.Ma forse non riusciva davvero ad odiarmi, forse era solo un modo per difendersi da tutto ciò che cercava di scalfire la gabbia di razionalità in cui si era rinchiuso da tempo.Probabilmente non aveva mai calcolato che la situazione potesse degenerare in questo modo.Non con me, per lo meno.
La rabbia lasciò ben presto il posto a un altro sentimento: la tristezza.
La consapevolezza di aver fallito, di non poter più tornare indietro.

Rimasi spiazzato da quel cambio repentino d' umore.Non riuscivo a capire:perchè si era arrabbiato così?In fondo era stato lui, che, qualche sera prima, aveva preso l' iniziativa per baciarmi!
Lo vidi alzarsi velocemente dal letto e dirigersi alla finestra di fronte.I pugni chiusi.
La copia esatta di ciò che avevo fatto io in occasione del nostro primo bacio.
Cercai di restare calmo, non volevo mandare tutto a rotoli.Se non consideravo quel ragazzo come il mio carnefice, riuscivo a capire che era importante, per me.

-Scusa...-biascicai, forse a voce troppo bassa perchè lui riuscisse a sentirmi.

Rimasi immobile qualche istante, indeciso su cosa dovessi fare, esattamente.
Lo seguii, poche falcate e lo raggiunsi.Lui era ancora voltato di schiena, non riuscivo a capire a cosa pensasse.

-L...mi dispiace, io...-dissi, un pò più forte.

Attesi una sua risposta, che, prontamente, non arrivò.Mi sentii prendere dallo sconforto di fronte a quel freddo silenzio.Mi venne perfino voglia di piangere.Non riuscivo più a ragionare, ero distrutto, disperato.Proprio io, una delle persona più fredde e calcolatrici del mondo intero!Dio, che spreco...

Mi avvicinai a lui, portai i nostri corpi a contatto l' uno con l' altro e lo abbracciai sotto le spalle, le mani ancorate al suo petto.
Poteva pensare ciò che voleva:che fosse una menzogna, che fosse un altro modo per sottometterlo psicologicamente ed eliminarlo, che fosse solo un modo per sfogare i propri istinti come un uomo che paga una puttana per portarsela a letto.

Davvero, non mi importa cosa pensi su di me.
Tu sei mio.Solo mio.
Perciò non mandarmi via.

Sentivo gli occhi bruciare e pizzicare, mentre mi sforzavo a scacciare le lacrime che minacciavo di versare.
L non si muoveva.Avrei voluto guardarlo di nuovo nel viso, in quegli occhi, per capire che sensazioni aveva suscitato il mio gesto.
Le parole uscivano a stento dalla mia bocca.Cercai di mantenere lo stesso tono di voce di sempre, non volevo fargli capire che il suo comportamento mi stava annientando a poco a poco.
Lo strinsi ancora più forte, serrando i pugni attorno alla sua maglia bianca, il volto appoggiato alla sua schiena.

-Vorrei che tu potessi capire...il tormento...che provo quando sei vicino a me.E, allo stesso tempo,l' angoscia...di...di stare con te, perchè tu mi reputi una delle persone peggiori che siano mai esistite.Sento continuamente un enorme vuoto, dentro l' anima.Speravo che tu potessi cancellare...l' agonia.Anche solo per un attimo.Riesci a comprendere?-

No, certo che non ci riusciva.Come avrebbe potuto? Per lui era solo un lavoro e quando L seguiva una pista niente avrebbe potuto fermarlo, tantomeno le preghiere di un miserabile indiziato come me.
Sì, ecco, per lui ero solo questo: un miserabile indiziato.
L si liberò dalla mia presa e si voltò a guardarmi, con calma.Il suo viso era inespressivo come sempre.Dovevo immaginarlo, le mie parole non l' avevano toccato minimamente.

Non sarei mai riuscito a prevedere ciò che accadde in quell' attimo.
Fu tutto molto veloce.
Sentii solo un lieve fischio, uno spostamento d' aria e un preciso dolore alla guancia.Nient' altro.
Il suo schiaffo mi colpì così forte da farmi perdere l' equilibrio e mi sentii spingere all' indietro.Per poco non caddi.
Appena ebbi il tempo di realizzare che cosa fosse successo e perchè mi faceva tanto male la guancia sinistra, vidi il moro abbassare la testa, senza dire una parola.
Io, che fino a quel momento mi ero sforzato di trattenere le lacrime, ne sentii scendere una- una sola- e scivolare sulle mie labbra, lasciandomi uno strano sapore sul palato.

Poi, vidi L avvicinarsi a me.Sentii il palmo della sua mano posarsi sulla mia guancia e ricercare nuovamente la mia bocca.Le labbra si incastrarono di nuovo, in un bacio sfuggevole.In un attimo ritornò tutto:il calore asfissiante, il tocco bagnato delle lingue, la saliva...
I sentimenti di desiderio contrastanti a quelli di odio.
Lo abbracciai e lo trattenni con foga mentre il bacio si riempiva di passione, con la sua lingua spinta fino in gola e i gemiti che erano scosse di puro piacere nell' orecchio dell' altro.

L...che diavolo intendi fare?

L scese sul mio collo e cominciò a lambirlo, lasciando una scia di saliva bollente e il marchio rosso dei suoi baci.Le sue mani carezzavano il mio petto con movimenti circolari, soffermandosi più del dovuto sui capezzoli.Il suo respiro si fece ansimante.Risalì e ricatturai la sua bocca, la sua dolce bocca, che sapeva mandarmi in Paradiso.
Avvicinai ancora di più il mio bacino al suo, le nostre erezioni già perfettamente risvegliate.Ben presto avremmo dovuto liberarci dei pantaloni.Le nostre intenzioni erano ben poco caste.Lo sentii gemere sulle mie labbra mentre  accerezzavo docilmente i suoi fianchi e artigliavo i lembi della maglietta bianca, facendola passare sopra i nostri baci e le nostre carezze.
Lo feci voltare e lo adagiai sul letto.Non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi occhi, non potevo combattere per resistergli.Era più forte di me.Mi chinai a baciare le sue palpebre, con tutta la delicatezza che possedevo in corpo, mentre lui adagiava le mani sulla mia schiena, accarezandola.Scivolai di nuovo sulle sue labbra ed ecco che l' incantesimo si ripeteva.Mi sentivo sbalzato oltre il tempo, preda degli avvenimenti e intrappolato sotto quello sguardo-sotto quel corpo- che non avrei voluto abbandonare mai, ma che un giorno avrei dovuto distruggere con le mie stesse mani.
Le sue dita si spostarono sulla mia camicia, sfilando un bottone dopo l' altro, con calma.Quando slacciò completamente l' indumento mi aiutò a sfilarla e venne adagiata vicino a dove prima avevo gettato con noncuranza la sua maglia.
Contemplai la sua figura per qualche istante, mentre lui si bloccò sotto i miei occhi indagatori.
Passai il palmo lungo tutto il suo petto, riuscivo a percepire perfettamente la sporgenza delle costole sul suo corpo scarno.

-L...Light...non..non guardarmi così...- 

L non era attraente, non era assolutamente ciò che la gente avrebbe definito un bel ragazzo, eppure...
Le ciocche corvine incorniciavano il viso scavato e rosso, creando un indefinibile contrasto di colori.
Portai una mano al suo viso, accarezzandolo e mi chinai a baciare il petto.La lingua che si muoveva frenetica e che lasciava ovunque tracce di saliva e segni rossi dove la pelle bianca era stata lambita e morsicata con troppa foga.
Le mie labbra sfiorarono i capezzoli carnosi e sentii il mio compagno sussultare e ansimare, mentre li leccavo, desiderando che quelle iridi intrise di piacere fossero solo per me.
Sperai che ogni attimo passato assieme fosse scolpito nella sua memoria...

Non ero più io, non in quel momento e non con quelle mani che esploravano il mio corpo.
Sentivo il mio cuore battere fino a star male, fino ad uscire dal petto.Il suo che batteva all' unisono.

-L...sei troppo magro...- biascicai, senza fiato, la bocca posata vicino all' ombelico del mio compagno.

...eppure mi piaci lo stesso...

L si inarcò leggermente in modo da portare il suo bacino a contatto con il mio, ripetendo più volte il mio nome.
Ero completamente perso in quel corpo, nella pelle liscia e calda, nel profumo agrodolce dei suoi capelli neri,così non mi resi nemmeno conto di quando sfilai il bottone dei suoi jeans e aprii la cerniera per sfilarglieli.


[Continua...]


Ed ecco qua l' ottavo capitolo^_____^ (Finalmente, sfaticata!!!!>_____< nd i lettori)
Sisi, avete ragione, ho impiegato troppo ad aggiornare ç____ç il fatto è che sono tornata pochi giorni fa dalle vacanze e questo capitolo è stato un suicidio, non mi veniva mai l' ispirazione, ci ho messo un sacco di tempo per buttare giù qualcosa di decente... a dire la verità questa scena avrebbe dovuto starci tutta in questo capitolo, però mi sono dilungata un pò troppo^^''' comunque  cercherò di  non farvi più aspettare così tanto...

Ringraziamenti^___^
Jael:grazie dei complimenti.Eh già, rosalie ha fatto pena pure a me , mentre scrivevo quella scena ç__ç poveretta...a presto, un bacione^^
Aury BV:Wow, nuova lettrice, mi fa piacere che la storia ti piaccia (oddeo, che gioco di paroleXD) dimmi che ne pensi del chappy.ciao!
aka_z:ma no, ma che dici, gioia? non sei stata affatto sintetica, e poi le tue recensioni mi fanno sempre molto piacere, lo sai *__* non ho metto il rating rosso perchè c' è della gente che mi ha chiesto di lasciarla con l' arancione, così specificherò a inizio capitolo se ci sono scene forti... un baci8 cara, tvtb
momoko89:eccoti accontentata (anche se non ho ancora finito la scena ^^''') grazie mille per i complimenti, un bacione e alla prossima^.^
hay_chan: ciao cara, aspetto una tua recensione, mi raccomandoXD kiss8

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Capitolo 9
*** 9.Disgrazia ***


disgrazia Prima di lasciarvi al capitolo (che ha il rating rosso), ci terrei a ringraziare Frecchan, Shaida Black e Betta90  che hanno recensito la mia scorsa fanfiction +Letter and rain+.Grazie mille^_^

Capitolo 9. Disgrazia

Il sacrificio era troppo grande.
La nostra avidità ci ha resi tutti ciechi.
Abbiamo cercato di nascondere ciò che abbiamo temuto.
Oggi è la fine del domani.

Ora il giorno è giunto
Siamo stati abbandonati
Non c’è più tempo.
La vita ci passerà accanto
Siamo stati abbandonati
Solo le rovine restano indietro.

Forsaken-Within Temptation




Razionalmente,non riuscivo ancora a capire come diavolo ci ero finito, in quell' assurda situazione.
Ad amoreggiare con la persona sbagliatissima, nel momento sbagliato e nel posto sbagliato-del resto non sapevo quando Jasper sarebbe rientrato in camera e farci sorprendere impegnati in certe attività non avrebbe certo giovato nè a me, nè a L.-

Già, L....
Forse non dovrei nemmeno ripetertelo, ma devi sapere che in realtà io ti detesto con tutte le mie forze...

Odio il tuo volto diafano e i tuoi soffici capelli corvini.
Odio il profumo costante di vaniglia che emetti.
Odio la semplicità disarmante del tuo nome.
Odio la voce melodiosa che ti contraddistingue.
Odio la cappa di vetro dietro cui ti sei rifugiato per sfuggire alla realtà-quella stessa realtà che tanto hai tentato di proteggere e che ti spaventa-
E odio il destino che ci ha fatti incontrare.

Eppure sbagliavo.
Assurdamente, ero certo di non essere stato sincero fino in fondo con me stesso.Forse era solo il risultato delle continue menzogne che raccontavo agli altri.
Forse non riuscivo nemmeno più a distinguere ciò che era vero da ciò che invece non era reale.
Chissà perchè...

Sapevo solo di essermi completamente scordato di tutto ciò che non comprendesse me stesso, il ragazzo che sovrastavo e il piacere che scaturiva dai baci e dalle carezze reciproche.Anche il mio udito si era totalmente estraniato da tutti i rumori circostanti, tranne dai deboli gemiti di piacere del moro e dalle pulsazioni irregolari che provenivano dalle mie stesse arterie.
Le sue pupille nere non emanavano più quell' incredibile effetto magnetico che aveva il potere di inquietarmi, ma si erano trasformate in puro onice liquido, tanto belle da mozzarmi il fiato.Ancora impegnato a baciare delicatamente l' ombelico del mio compagno, sfilai i jeans chiari dalle sue gambe magre, gettandoli sul pavimento di legno.
Ripercorsi con il palmo delle mani il suo corpo-perfetto e, allo stesso tempo, spigoloso-iniziando dalle spalle e poi giù, sulle braccia, fino a premere con più forza sui fianchi esili.Ogni centrimetro di quella pelle nivea e morbida che stavo carezzando mi procurava veri e propri fremiti che attraversavano tutto il corpo.Mi sembrava di solcare un mare ostile, in tempesta, dove ogni minimo movimento può farti sbalzare fuori dalla prua e farti cadere nella acque ghiacciate.
Ecco, era proprio questa sensazione che mi dava toccare il suo corpo.
In quell' istante un' idea folle mi penetrò nel cervello.
Avrei potuto ucciderlo.
In quello stesso momento.
Del resto, nessuno ci stava osservando, no?Chi avrebbe mai potuto dare la colpa a me?
Percepii lo stomaco chiudersi in una morsa, la mente attratta da quell' idea allettante.
No, era assurdo, sarebbero risaliti a me in ogni caso e poi...avevo promesso che non gli avrei fatto del male.
Provavo fame di lui tanta quanta Kira ne provava per la sua vittoria assoluta.
Beh, avrei aspettato.Presto sarei stato accontentato.

L sentii che mi ero irrigidito e, distogliendo lo sguardo dal soffitto, si fermò a fissarmi.
Onice contro Ambra.Inutile dire quale dei due fosse il più prezioso.
Solo le mani continuavano a scorrere docilmente sulla mia schiena in movimenti lievi.

-A cosa stai pensando?-chiese.Aveva la voce leggermente roca, forse dovuta al turbine di passione in cui eravamo precipitati prima.

Non potevo nascondere qualcosa a quelle iridi.Mi scrutavano dentro, trapassandomi il cranio.
Strana sensazione, devo dire.
Prima di conoscere lui, se qualcuno mi avesse detto che esisteva un essere umano con degli occhi del genere, non ci avrei creduto.Invece eccoli lì, tanto impenetrabili quanto sensibili.
Sospirai, sorridendo leggermente.Il solito sorriso.Inutile mentire.
Portai una mano sulla sua guancia.

-Niente...pensavo a te.Non dovrei?-

All' improvviso le sue mani si staccarono dalla mia schiena e le premette sul viso, afferrandolo e portandomi più vicino al suo volto.Il tono di voce che usò mi stupì profondamente.Era poco più di un sussurro, scandiva lentamente le parole e la tonalità era dolce,  ma c' era qualcosa di strano.Come se avesse la voce rotta dal pianto.

-Ti rendi conto di ciò che stiamo facendo?Delle conseguenze che porterà tutto questo?-

Rimasi un attimo zitto.Certo che me ne rendevo conto, ma era difficile ammetterlo.

-Sinceramente non lo so.Forse un giorno potrei anche finire col pentirmene, ma adesso è questo che desidero.Per te non è forse lo stesso?-

Feci scivolare una mano sul suo cuore.Lo sentivo battere rapidamente, impazzito.
Anche lui provava le stesse cose.Gli stessi sentimenti sbagliati, uniti a quelli di sconfitta, rinuncia e paura.La paura irrazionale di venire ucciso.Di venire ferito irriparabilmente.
Piegò leggermente la testa per distogliere lo sguardo, vedevo il sangue affluire alle gote, spolverandole di di un intenso rosato, poco consono per una pelle chiara come la sua.
I rilucenti capelli corvini sparsi sul cuscino che incorniciavano la pelle nivea e liscia del viso, il petto nudo e glabro, l' espressione di lieve imbarazzo dipinta sul volto...a vederlo così il mio cuore mancò un battito.
Mi chinai per baciargli di nuovo il collo, la mano che andava a sfiorare la sua intimità.
E ricominciarono i gemiti.Lo abbracciai stretto,lo baciai di nuovo, le lingue che ancora si cercavano, in sincronia come se fossimo un' entità unica.Nelle brevi pause tra un bacio e l' altro potevo sentirlo ripetere il mio nome.Tante, tante volte.Volevo sentirlo gemere fino a farlo impazzire, fargli abbandonare ogni pudore, volevo sentire i suoi respiri affannati.Vederlo perdere il controllo.Sarebbe stato il massimo.
Artigliai l' elastico dei boxer neri e glieli sfilai, ancora scosso dai brividi.Decisi di offrirgli ciò che voleva, l' avevo fatto attendere abbastanza.
Presi delicatamente in mano il suo caldo membro per iniziare a massaggiarlo con foga, mentre la mia bocca lambiva con ardore ogni centimetro di pelle, i muscoli, la carne...
L, completamente preso in contropiede, cominciò a gemere senza freni, quasi urlando di piacere.Si strinse di più a me, sollevando il bacino e premendo forte sulla schiena.Le labbra schiuse alla ricerca di più aria, il corpo scosso da brividi, il respiro affannato e la pelle bollente...Dio, era ancora meglio di ciò che pensassi...
All' improvviso mi fermai, prima che giungesse all' orgasmo.Aprii la cerniera dei miei pantaloni e sfilai i boxer.Non riuscivo a credere che stesse davvero per accadere, era meraviglioso.Con la mano libera corsi ad afferarrare il suo polso, portandolo alle labbra e deponendo leggeri baci sul palmo e sulle falangi.Il mio gesto fece fremere entrambi ancora di più.

-Ti desidero...-

La voce ansimante che rispose mi apparve estranea e distante chilometri.Il suo volto aveva preso fuoco, gli occhi spalancati all' inverosimile.
Era davvero timore quello che scorgevo sul suo volto?
Allora anche il grande detective L conosce la paura...

-No, Light...per favore...non adesso...-

Lo desideravo completamente, avrei voluto prenderlo subito per soddisfare entrambi, ma forse aveva ragione, forse non era affatto una buona idea.Era per entrambi la prima volta con un altro ragazzo e l' inesperienza si faceva comunque sentire.L, infatti, dopo aver perso la foga iniziale, si era ritratto e ora a malepena osava toccarmi.Senza contare che Jasper era famoso all' università per gli strani orari di rientro.Gettai una veloce occhiata alla sveglia accanto al comodino, che segnava le 21.10.Se la fortuna era dalla mi parte, Jasper non sarebbe tornato prima delle 23.00

Presi le gambe del moro e gliele feci leggermente divaricare.L si fece guidare docile, ansioso.Portai la bocca all' interno coscia, la lingua umida che faceva capolino dalle labbra per salire docilmente verso l' inguine.

Era incredibile quello che stavo facendo, quello che stavo donando ad un' altra persona.
Non mi ero mai curato di ciò che gli altri pensassero o desiderassero da me, soprattutto nei rapporti carnali.
Non provavo nessuna attrattiva per l' atto sessuale in sè, era solo una maniera come un' altra per sfogare le proprie frustrazioni.
E un essere umano adulto sa quanto la vita possa essere frustrante, credetemi.
Alla fine, era solo uno spiraglio di luce immerso nelle tenebre più profonde.
Ma in quel momento ho capito che non me ne importava.
Ho sentito il rumore di una certezza che si incrinava e si frantumava in schegge di vetro.

Lo afferrai per i fianchi mentre leccavo, baciavo e mordevo in mezzo alle gambe.L si era completamente abbandonato alle mie attenzioni, ubriacato dalla situazione portò una mano ad accarezzarmi i capelli, sentivo le sue dita infiltrarsi tra le ciocche ramate, accarezzandole.
Iniziò a sospirare e gemere di piacere, gratificato da quella dolce torura, quando con la lingua percorsi tutta la lunghezza del suo sesso, per poi prenderlo in bocca.Le labbra e la lingua si muovevano veloci, menre sentivo le sue dita stringersi sui miei capelli, per non permettermi di interrompere ciò che stavo facendo...

-Light...Light...ti prego...-

La sua voce ansimante mi fece capire che era pericolosamente vicino all' orgasmo.Rilasciai il suo membro dalla bocca e continuai a masturbarlo con la mano.
La sentii bagnarsi poco dopo, mentre L emetteva un urlo strozzato, coprendosi gli occhi con un braccio.

Quando tutto terminò, ritrassi la mano, lasciai un lieve bacio sulla sua guancia e  mi accasciai al suo fianco, il viso voltato dal lato opposto al suo.
Mi sentivo...strano.Una lieve sensazione di angoscia si impadronì di me, sbattendo sulle mura dell' anima.
Il respiro ansimante del moro vicino a me, si spense poco a poco.Ora che l' euforia si era spenta, eravamo rimasti sudati, nudi-nel corpo e nel cuore-, soli.
Irrimediabilmente soli.
Anche se potevamo allungare una mano e scoprire che c' era un corpo caldo accanto a noi, non sarebbe comunque cambiato nulla.
Fu lui il primo a parlare.

-Come stai?-
-Bene-mentii.Non era vero, avrei dato ogni cosa in mio possesso per poter essere qualcun altro, in un altro posto.Per poter fuggire via da lui.
-Scusami...-
-E di cosa?Non hai niente di cui scusarti...-
-Scusa se ti ho fermato...lo so, sono stato egoista, ma proprio non me la sentivo...-
-Non fa niente...-

Altro silenzio.Sordo, saturo, imbarazzante silenzio.

-MA NON HAI PROPRIO UN CAZZO DA DIRE?-avevo urlato, senza nessun motivo, al ragazzo vicino a me.Non ne potevo più di quella situazione.

Era troppo ingiusto, terribilmente.
E non serviva a nulla convincermi che era stato un passatempo, una notte e tanti saluti.
Inconsciamente, l' avevo bramato dal primo istante in cui avevo posato lo sguardo nel suo.
E, allo stesso tempo, la sua morte avrebbe risolto tutti i miei problemi.
 
L sembrava rassegnato.Per nulla turbato dai miei classici scatti d' ira.
Sospirò.

-Non saprei, Light...che cosa dovrei dirti, dopotutto?Nel preciso istante in cui sei entrato nella mia vita, ho perso.Ammazzami pure se ti fa piacere, Kira.-
-Ancora con questa storia?La smetterai mai di farmi impazzire?-sbottai, furioso.

Respirai profondamente per mettere a tacere la rabbia, mentre mi sedevo sul letto.Chinai la testa, portandomi le mani alla fronte e chiusi gli occhi.Rimasi in quella posizione per un pò, mentre sentivo che L si era alzato dal letto e si stava rivestendo.
Ascoltai il rumore dei suoi passi venire verso di me, dall' altra parte del letto.I miei occhi, coperti dalle mani, vedevano parzialmente la sua figura.Poi L si chinò leggermente verso di me e sentii le sue braccia stringermi, il viso affondato fra i miei capelli.Niente a che vedere con gli abbracci passionali di prima, questo era assolutamente intriso di gentilezza.Come si abbraccerebbe un fratello, un amico, nei momenti di sconforto, quando le parole non bastano per consolare qualcuno.Quel gesto mi fece rimanere spiazzato, non seppi più che fare.E mi sorprese molto più di ogni cosa avessimo fatto quella sera.
Sentii il cuore accellerare di un poco i battiti.

Quando mi lasciò andare gli occhi erano ancora tristi, ma sul volto si era dipinto un leggero sorriso.

-Dai, andiamo-disse, offrendomi una mano per alzarmi.

La strinsi.L' angoscia era sparita.
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Chiudemmo la porta e ci ritrovammo nel corridoio.All' improvviso mi ricordai di una cosa.

-Per caso, sei andato dal dottore per quella tosse?-

Mi guardò di sottecchi per un attimo.

-Certo, Light.Ha detto che non era niente di grave, solo malattie di stagione.Che vuoi che mi succeda per un pò di tosse?E poi adesso è da qualche settimana che è sparita...-

Lasciai perdere il discorso, mentre ci dirigevamo verso il parco.Avevo fame, ma la mensa era già chiusa da un pezzo, quindi optammo per una passeggiata.Passò un quarto d' ora che mi ritrovai davanti agli occhi Jasper, seduto sotto una quercia-stranamente non era insieme nè ad Alan, nè a Jim-.Appena vide me ed L ci venne incontro.Ripensai per un attimo a Rosalie.Chissà dove era finita...

-Ciao ragazzi, tutto bene?Non vi ho visti in mensa, anche se vi aspettavo.Come mai?-
-Light non si sentiva molto bene e io non avevo fame..-rispose L con la stessa espressione di sempre.
-Sì è vero, ma adesso ho proprio fame-sorrisi leggermente
-Beh, dai, ti rifarai domattina a colazion...ops, scusate, il cellulare-rispose Jasper, estraendo dalla tasca il telefonino e portandolo all' orecchio.

-Pronto?Ah, ciao Rose, dimmi...come?...ma perchè?Che è succes...Alla piazza principale, eh?Ok, arrivo...-e chiuse la telefonata.Si rivolse a noi.
-Era Rosalie, non so, mi è sembrata...strana...ha detto che è alla Fontana della Tragedia e mi deve parlare.Mi sa che è successo qualcosa di grave...ragazzi, io vado.A domani-e fece per voltarsi, ma lo interruppi.

.No, aspetta, anche noi volevamo fare quattro passi e andare alla piazza.Ti accompagnamo.-
-Ma no, non vi disturbate, è un problema tra me e Rose...-
-Insisto.-dissi, cercando di mantenere un espressione severa e fredda.

Jasper ci osservò per un attimo, incerto sul da farsi, ma alla fine cedette.

-Uff, e va bene, andiamo.-



Arrivammo dopo una ventina di minuti e ci ritrovammo nel ben mezzo della piazza che pullulava di persone.Effettivamente c' erano fin troppe persone, raggruppate tutte ai piedi della Chiesa, formando una folla enorme di curiosi.Si sentivano urla di terrore, un immenso vociare che veniva coperto dal frastuono delle sirene della polizia e dell' ambulanza.Gli agenti tentavano di allontanare la folla.

-Ma che diavolo è successo qui?-chiese L, ad alta voce, più rivolto verso se stesso, che verso gli altri.

Ci avvicinammo correndo alla ressa, facendoci strada tra i curiosi, spintonando, se necessario.Per poco non caddi addoso a un uomo pelato sulla trentina che iniziò a sbraitare alcune bestemmie contro di me.Quando fummo tutti e tre abbastanza vicini da vedere l' oggeto di tanto clamore, mi si raggelò letteralmente il sangue nella vene e le gambe mancarono.

Stesa al centro della folla, illuminata dalla fioca luce dei lampioni, ai piedi di due poliziotti, c' era Rosalie.I capelli rossi sparsi scompostamente sull' asfalto e gli occhi verdi aperti in un' espressione vuota.Una pozza di sangue che sgorgava dal centro del corpo, macchiando il marciapiede.Le braccia, le gambe e la testa inclinati in angolazioni strane, innaturali.Era una visione orribile.
Si era gettata dal campanile, non c' era dubbio.

La mia mente era ovattata, vuota, non coglieva più i rumori.Neppure l' urlo disperato di Jasper e i suoi tentativi di convincere i poliziotti che era il fidanzato di quella giovane morta.Oppure le urla di L che mi intimavano di alzarmi, di non restare lì seduto sull' asfalto, di fermare Jasper che era irrimediabilmente impazzito.
Non osavo muovermi da quella posizione.Ai miei occhi tutto scorreva al rallentatore, non coglievo più nemmeno le immagini sfocate.

Che c'è Light?
Hai paura, per caso?
Dopotutto, non sei forse tu Kira?Il più grande assassino di tutti i tempi?
Perchè la vita di una stupida ragazzina dovrebbe preoccuparti?

Sì, ma...uccidere con un quaderno è diverso, no?
Vedere la morte in faccia, senza nessuna barriera a dividervi era molto più spaventoso.
Avevi visto la solitaria compagna dal velo nero a cui vevi giurato obbedienza, raccogliendo quel quaderno.
E tutto quel sangue...Dio...
Non eri preoccupato per lei, ma...lo sapevi che la colpa era tua.
Avresti dovuto capirlo che era tanto fragile.
Avresti dovuto...

La luce si fece debole, gli occhi stanchi.
L' ultima cosa che sentii era L che urlava.
Caduta.Stop.
Buio.


[Avevamo studiato per l' aldilà
Un fischio, un segno di riconoscimento.
Mi provo a modularlo nella speranza
Che siamo tutti già morti senza saperlo.]

Satura-E.Montale


[Continua...]
________________________________________________________________________________

Capitolo triste, stavolta*si soffia il naso*
Bene, non ho molto tempo, quindi stavolta ringraziamenti lampo, la prossima volta sarò più dettagliata.
Grazie infinite a aka_z, Aury BV, hay_chan, momoko89, misa_chan, pei_chan, cicoria, Mello sexy doll e soprattutto a lemnia, che è tornata*_________*
Vi adoro ragazze*risoffia il naso* ç_______ç

Alla prossima gente!!!!^__^

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