Un Nuovo Piano

di Luna di Angelo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La spiaggia ***
Capitolo 2: *** La battaglia ***
Capitolo 3: *** Ferite troppo profonde ***
Capitolo 4: *** La sfera nera ***
Capitolo 5: *** Il riscatto ***
Capitolo 6: *** Everywhere, but not here ***
Capitolo 7: *** Gemelle ***
Capitolo 8: *** Segreti e Riappacificazioni ***



Capitolo 1
*** La spiaggia ***


 

  Un nuovo piano

 

 

capitolo primo

la spiaggia

 

 

Era una calda mattina estiva a Venture Falls. Su una piccola spiaggia c'erano solo 4 ragazzi.

Un ragazzino di colore che costruiva un castello di sabbia a riva, un ragazzino moro con gli occhiali che leggeva all'ombra, una ragazzina bionda che nuotava a circa 80 m dalla riva e un ragazzino biondo che saltava di scoglio in scoglio per cercare il punto più alto da cui tuffarsi.

SPLASH!

Nick sollevo gli occhi dal libro e guardò contrariato il fratello che ora emergeva dall'acqua ridendo.

-Toby, anche se non ci sono mamma e papà, non puoi tuffarti dagli scogli, potrebbe essere bass...

-Nick rilassati! Siamo in vacanza!- lo interruppe Toby, Nick sbuffò; era impossibile dire qualcosa a suo fratello, agiva di testa sua e appena poteva disubbidiva...

La ragazzina tornò sulla spiaggia e guardò male il biondo poi si avvicinò al castello dell'amico.

-Lucas, ti posso aiutare?

-Sì! Sto cercando delle conchiglie per decorare il castello...

-C'è un punto sott'acqua dove ce ne sono una decina!- esclamò una voce dagli scogli.

Lucas guardò Toby con gli occhi semi-chiusi

-Dove?

-Sotto quello scoglio. Che c'è, non ti fidi?

-Vado a prenderle io...-sospirò Jessica

"E' strano" pensò "Durante il resto dell'anno sono amici e scherzano, arriva l'estate e quasi non si sopportano...MASCHI!"

Si fece indicare da Toby lo scoglio e si tuffò. Almeno sott'acqua non sentiva Lucas e l'altro che si punzecchiavano.

"Come fa Nick a sopportare Toby ogni giorno e già da un bel po' di anni?" si chiese. Capì di non poter ottenere una risposta.

Raccolse alcune delle conchiglie più belle e riemerse. Appena messa la testa fuori fu travolta da uno schizzo.

Non ci fece caso e tornò al castello di sabbia per decorarlo. il ragazzino di colore ara in acqua a discutere con l'amico.

-Lucaaas!!

-Arrivo!- escalmò, guardò storto Toby con cui stava discutendo e si avvicinò per continuare la costruzione del palazzo.

dopo un po' si avvicino anche l'altro, più che per aiutare, per continuare a discutere.

Jessica cercò di non ascoltare i battibbecchi tra i 2 ragazzi, un po' difficile visto che erano accanto a lei. Quando iniziarono ad esagerare, la ragazza si alzò nervosa.

-Mi spiegate perchè durante l'estate non fate altro che litigare e poi durante i resto dell'anno "amici più di prima"?

Silenzio totale. Quella domanda li aveva presi alla sprovvista. I ragazzi, dopo lo stupore iniziale senza proferir parola, quasi avessero paura della reazione dell'altro. Jessica con aria arrabbiata li osservava per capire chi avrebbe parlato per primo.

Vedendo questa scena di indecisione, Nick si alzò e si mise accanto a Jessica.

-Che succede?-Nick cercava di capire il problema che si stava creando.

Visto che i 2 non rispondevano Jessica spiegò a Nick la situazione.

 

 

Quando ebbe finito Lucas e Toby si osservavano ancora con gli occhi semi-chiusi.

Dopo 10 minuti circa di insopportabile silenzio Toby si decise a parlare

-Litighiamo perchè, come è chiaro, non mi sopporta visto che mi prendo troppe libertà, cosa che pensa anche Nick!

Lucas si irriggidì e Toby continuò a fissarlo con gli occhi azzurri pieni di rabbiosa verità.

-Lo sapevo che non l'avreste presa bene...-Nel suo tono, però, c'era più angoscia che rabbia. Si voltò e si tuffò, come se allontanarsi potesse cancellare ciò che aveva detto.

Sulla spiaggia tutti erano rimasti immobili per qualche secondo, fino a quando l'affermazione non si fosse stabilizzata nelle menti dei tre ragazzini. Lucas si era voltato dando le spalle all'acqua ed era andato all'ombrellone. Nick aveva la bocca aperta, non riusciva a credere che il fratello avesse detto che lui non lo sopportava!

Jessica dal canto su era piuttosto turbata. Non riusciva a credere che il motivo di tutte queste astiosità fosse solo perchè Toby si prendeva tutte le libertà che voleva invece che rispettare le regole.

Tra gli scogli, ad un centinaio di metri dalla spiaggia, c'era Toby immerso in una piccola piscinetta naturale nascosta dalle roccie.

"Ok, ho detto la verità. Ho detto ciò che penso, perchè se gli altri dicono ciò che pensano sono presi bene?! Lucas c'è rimasto alquanto male...Jessica poteva anche evitare di fare certe domande. Però forse mettere in mezzo anche Nick non è stata una buona mossa..." si prese la testa tra le mani e si immerse totalmete in acqua "Fantastiche queste vacanze! All'insegna dei litigi!"

Riemerse e si guardò intorno come a controllare che non ci fosse nessuno. Sobbalzò quando vide la figura che si stava avvicinando, sperò che non lo avesse visto. Inutile sperare, Jessica non si satarebbe avvicinando così velocemente se non lo avesse visto.

Toby si alzò e cercò di non scivolare sul fondo pieno di alghe.

Un sibilo alle sue spalle lo fece voltare. Non si sa da dove eera spuntata una sfera d'acqua che stava precipitando verso terra. Il ragazzo portò istintivamente le braccia davanti la faccia, ma la sfera lo colpì sulla spalla.

La pressione della sfera che in caduta, il fatto che era acqua bollente e il fondo scivoloso portarono Toby a cadere in acqua. Quando si riprese dal colpo cercò di rimettersi in piedi e di sedersi su una roccia. Controllò la spalla colpita. La carne era rossa. Ustionata. In più bruciava perchè si era bagnata di acqua salata. Strinse i denti e cercò di riprendersi.

-Estate fantastica! Prima il polso, ora la spalla! Da dove dovrebbe essere quella poca fortuna che ognuno deve avere?- escalmò ad alta voce.

Una voce gli rispose dalla piscinetta:

-Non è che l'hai consumata tutta con i voti della pagella? 7 e 8! Come hai fatto? Hai incominciato a studiare?

-Jessica, io quei voti me li meritavo! I compiti li faccio! certo a volte alle interrogazioni... ma mica sempre! Comunque penso che la fortuna mi servirà anche a settembre quando andremo in 2a!

-Ok, come vuoi. Che è successo?

-Bha! Sta succedendo qualcosa su Gorm secondo me... perchè normalmente non cadono sfere d'acqua bollente dal cielo, o le vacanze tu le passi così?-rispose il ragazzo con aria di sfida, che non aveva ancora perdonato Jessica per la domanda di poco prima.

-No, le vacanze non le passo così. Comunque secondo me hai fatto male ad andartene così. Senza sapere nemmeno il parere di Lucas...

Toby sbuffò.

-Dobbiamo per forza parlarne ora che mi...

-"Mi..." cosa?-chiese la ragazza con aria maliziosa.

-Niente. Scusa banale. Possiamo riparlarne dopo?

-Ok, almeno torni alla spiaggia? Se ne cadono altre, qui è un po' difficile muoversi.

Altro sbuffo. Il biondo si alzò cercando di non muovere la spalla.

-Ti sei ustionato tutta la spalla?

-Sì, anche un po' di braccio... Ahi!

Procedettero in silenzio fino alla spiaggia dove Lucas e Nick stavano parlando sotto l'ombrellone. Lucas vedendo Toby non potè evitare di farsi attraversare il viso da una smorfia di rabbia. Notando però che il ragazzino non indossava il suo solito sorriso strafottente, alzò le sopracciglia con aria di sfida.

-Com'è che ora non sei più tanto superiore?

Prima che si scatenasse un altro litigio, Jessica parlò in modo pratico.

-Prima di spiegare che è successo vorrei che vi chiariste e la smetteste di comportarvi in modo infantile, ok!?-Ora era un tantino irritata, Toby stava aprendo la bocca per ribattere ma Nick fu più veloce.

-Sono dello stesso parere. E' noioso sentirvi litigare. Quindi chiaritevi. Prima Lucas perchè tu hai già parlato.- concluse indicando Toby.

-Penso che quello che dovevo dire lo ha già detto lui- disse il ragazzo di colore lanciando uno sguardo tagliente al ragazzino che intanto si era allontanato per evitare di intromettersi -E ha ragione, mi da fastidio il suo modo di ragionare. Non ci si può prendere tutta quella libertà, è sbagliato. E anche il fatto che non dà retta a nessuno e fa solo quello che gli passa per la testa mi da fastidio.

Jessica fece un respiro prima di parlare.

-Hai ragione a dire che prendersi tutta quasta libertà è sbagliato, ma soprattutto PERICOLOSO- disse l'ultima parte della frase ad alta voce in modo che anche Toby sentisse

-AH! Quindi solo io, che mi prendo delle "libertà pericolose" sono in errore!?

-Quello che voglio dire-continuò la ragazza- E' che eccedere è sbagliato, ma noi abbiamo 12 anni e certe libertà abbiamo il diritto di prendercele!

Toby da lontano sorrise compiaciuto per quello che aveva detto la ragazza.

Nick fece la domada che tutti aspettavano

-Ora ci spiegate cosa è successo?

Jessica si sedette sul suo telo e rimase in silenzio.

-Allora?- Lucas si era seduto sulla sabbia accanto a lei.

SPLASH!

I 3 ragazzi si voltarono verso Toby che a pochi metri da loro fece spallucce. Se ne pentì un attimo dopo quando la spalla ricominciò a bruciare più forte di prima.

-Prima è "piovuto" un... è "piovuta" una sfera d'acqua e...

-Che, tra l'altro, mi ha colpito...-si intromise il ragazzino biondo- Ed era acqua bollente, particolare importante.

Nick e Lucas rimasero un po' sconcertati, ma Jessica riprese a parlare.

-E noi pensiamo- al noi indicò se stessa e Toby- che stia succedendo qualcosa su Gorm.

-Torniamo subito a casa o rimaniamo acora un po'?- chiese Lucas

-Meglio se andiamo subito, potrebbe essere grave.- rispose Nick

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

primo capitolo... non mi sembra il massimo... cercherò di migliorare.

non l'ho fatto apposta a mettere quel litigio. è uscito da solo. spero non abbia dato fastidio. aggiorno presto.

potreste lasciare qualche recenzione? anche piccola piccola!

ciaoo Lux

Ps: aggiorno il 2 perchè nella fine di agosto sono stata occupata. A presto :)

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Capitolo 2
*** La battaglia ***


Un nuovo piano

capitolo 2

la battaglia

 

I 4 ragazzi erano riuniti davanti lo schermo nel Tempio degli Elementi. Stavano osservando quello che stava succedendo su Gorm da un bel po', ma per qualche motivo non erano ancora su quel pianeta. Qualcosa li tratteneva lì inconsciamente. Nick diede voce a questa sensazione, trovandone la causa.

-Ragazzi, dov'è Razzle?

Un giro d'occhiate fece capire che nessuno ne aveva idea. Dove poteva essersi cacciato?

Jessica cominciò a preoccuparsi.

-Facciamo così- disse con la sua usuale praticità -se tra un quarto d'ora ancora non c'è andiamo giù, perché la situazione si sta mettendo male.

Continuarono a studiare la situazione. I Gormiti del Vulcano avevano attaccato il Popolo del Mare radunando tutti i guerrieri alati che potevano. Ce n'erano anche alcuni del Popolo dell'Aria alleati con Magmion.

Il quarto d'ora passò veloce e Razzle non si vide.

-Tempo scaduto! Si va.

Si misero dietro gli Occhi della Vita e pronunciarono la frase di rito.

-Occhi della Vita dell'aria, dell'acqua, della roccia, della foresta scegliete il keeper ed assegnategli il comando!

Ci fu uno strano silenzio mentre sulla sedia del keeper appariva il simbolo del prescelto.

Jessica esultò quando apparve il simbolo dell'aria. Era sicura che quella situazione aveva qualcosa di sospetto.

La sua sensazione si rivelò condivisa quando Toby si trattenne un po' di più prima di saltare nel varco dimensionale come avevano già fatto Nick e Lucas.

perché non vai?

-Secondo me è una situazione troppo strana per essere accidentale. Magmion non radunerebbe tutti i guerrieri alati per combattere contro il Popolo del Mare... Ho l'impressione che sia tipo una trappola. Da usare contro di noi.

- Anch'io pensavo la stessa cosa... Ora è meglio che ti sbrighi, però, vai!

Gli diede una spinta per farlo cadere nel varco dimensionale e lui non poté opporsi, stava già precipitando.

-Ok ragazzi. Siete... a meno di 50 m dalla battaglia. A voi il divertimento!

In riva al mare la battaglia infuriava. I ragazzi si trasformarono, poi si buttarono anche loro nella mischia.

Magmion vedendo i Signori della Natura arrivare sorrise malefico. Quando però notò che il Signore dell'aria non c'era, sbiancò (sempre che uno fatto di lava può sbiancare! XD!). Si riprese subito, rendendosi conto che non era un grave danno.

I 3 ragazzi avevano già ognuno un avversario, alcuni degli scagnozzi del Signore del Magma più forti e fedeli.

Gli altri Gormiti del Mare combattevano con dei Gormiti del fuoco, soldati senza valore. Però ogni volta che qualche Gormita del Fuoco veniva sconfitto, altri 2 ne prendevano il posto. Sembrava che non finissero più.

La lotta dei Signori della Natura stava prendendo una brutta piega per entrambi i lati. Una situazione equivalente.

Jessica dalla sua postazione seguiva tutto con il fiato sospeso, sperando che non accadesse nulla di irreparabile.

Si rese conto che qualcosa non andava quando si accorse che tutti i Gormiti del Mare avevano problemi con gli attacchi. Nel senso che i poteri avevano meno potenza del normale. automaticamente la ragazza si voltò.

-Razzle, secondo te cos...Giusto, sei sparito.

Su Gorm anche Toby se ne accorse. Subiva molti più colpi di quanti ne subisse il suo avversario.

Lanciò uno sguardo di fuoco a Magmion che assisteva alla battaglia da un promontorio.

-Che incantesimo avrà attuato?

Lucas, Nick e tutti i guerrieri del Signore del Magma erano in gran forma...

Iniziò a concentrarsi sulla difesa per evitare di essere colpito troppo pesantemente. Questo però doveva apportare qualche effetto collaterale sull'energia dell'Occhio della Vita, perché Jessica gli consigliò di andarci piano.

-Vorrei attaccarlo, ma finirei subito ko. E' l'unico modo, Jess.

-Ok...Fa attenzione, allora...

Dopo circa 15 minuti Toby dovette arrendersi all'evidenza:

Lavion aveva avuto la meglio, ma il ragazzo continuava a combattere nonostante  avesse un brutto taglio sotto l'occhio che riversava sangue.

Jessica apparve nuovamente accanto a lui sotto forma di ologramma.

-Sicuro che non vuoi che venga?

-Sicuro- Mormorò il ragazzo mentre cercava ancora di difendersi.

-A me non sembra che sia andando tanto bene...

- Jessica! Non devi venire!

- Perché?!

Toby tentennò un po' prima di rispondere. Cercò la scusa migliore.

-Chi aprirebbe il portale per tornare su?

-Va bene, sta volta l'hai vinta tu... Vedremo poi...

 

Nick guardò preoccupato il fratello.

"Come fa a continuare a lottare in queste condizioni? Mi deve anche spiegare perché non vuole che scenda Jessie..."

Si voltò e cercò Lucas con lo sguardo era da un po'che non lo vedeva.

Infatti, Lucas era corso nella foresta lì vicino. Voleva chiamare più Gormiti della Foresta possibile.

Arrivato al villaggio gli si parò davanti uno spettacolo spaventoso. I Gormiti del Vulcano avevano attaccato anche lì. I combattimenti si stavano ancora svolgendo e Lucas si unì al suo Popolo.

                                                                * * *

Nick era l'unico che ancora lottava senza grossi problemi.

Il Signore dell'acqua non aveva intenzione di cedere.

Jessica nel tempio degli elementi camminava nervosa dagli schermi al portale e ritorno.

Dopo circa 10 minuti di andirivieni si decise. Aprì un portale di ritorno non troppo distante ma ben protetto, programmò l'occhio della vita per la trasformazione e saltò nel portale.

Le emozioni di Toby nel vederla sul campo di battaglia furono veloci a succedersi sul suo viso. Prima lo stupore, poi la rabbia, poi la preoccupazione.

Il ghigno di Magmion si ampliò solamente alla vista del Signore dell'Aria.

- Jessica!- Toby cercò di mettere nel tono di voce tutta la rabbia che aveva -che ti è venuto in mente!?

-Volevo aiutarvi.

-Stai vicino a me e finiamola velocemente.

- Toby non è il momento né il luogo migliore per litigar…

- Maturo da parte tua scendere quando Magmion si prepara a darti il benservito...- borbottò il ragazzo decisamente contrariato -Ah, non volare.

-perché?

-Ci sono troppi guerrieri alati. Se ho ragione io, sono qui per un motivo ben preci-

so.

Una nuova forza diede una svolta alla battaglia. I signori della natura iniziarono a prendersi la rivincita.

La situazione si stava capovolgendo, ma gli scagnozzi più fidati di Magmion non si preoccuparono. Il piano che il Signore del Magma aveva messo a punto prevedeva di dare un falso senso di sicurezza ai Signori della Natura, e quando avrebbero abbassato la guardia, sicuri della vittoria… (Beethoven inizia a suonare la nona sinfonia).

La battaglia continuava a infuriare nella spianata di sabbia. I Signori della Natura combattevano al meglio. Jessica si imponeva di non staccarsi da terra, Nick stava stendendo una grossa quantità di "fiammiferi" e Toby faceva attenzione a coprire le spalle a Jessie.

Andava tutto per il meglio. Ancora qualche sforzo e sarebbero riusciti a sopraffare il nemico.

Negli ultimi minuti di lotta un silenzio innaturale per una sanguinosa guerra si era sollevato.

Poi un urlo. Tutta la sicurezza crollò.

 

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice

Scusatemi scusatemi scusatemi! Ci ho messo un sacco perché ho passato 3 giorni al Salerno in Fantasy, dalle 10 alle 22. Non sono proprio riuscita ad aggiornare... Mi impegnerò di più.

Spero che vi sia piaciuta! Devo migliorare, ne sono sicura...

Mi potreste lasciare una piccola recenzione, giusto per sapere chi è che la legge? mi piacerebbe sapere chi legge...

alla prossima! il più presto possibile!

ciaoo Lux

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Ferite troppo profonde ***


un nuovo piano

capitolo terzo

Ferite troppo profonde

[...]

 

Toby si voltò spaventato; Jessica era in aria nelle grinfie di uno dei Gormiti alati più forti.

-No...- mormorò comprendendo che stava accadendo tutto quello che si era ripromesso di non far succedere. Ora non poteva fare più niente. Guardava Jessie con un misto di paura e resa, sapendo di aver perso.

Quando il guerriero alato fu sicuro di aver portato la ragazza ad un altezza considerevole per una caduta, la lasciò.

In principio Jessie era spaventata. Sapeva che cadere sarebbe significato qualcosa di rotto, ma volare equivaleva fare il gioco di Magmion. Scese in picchiata il più velocemente possibile facendo attenzione a frenare prima di schiantarsi. Appena si rimise in piedi iniziò a correre cercando di raggiungere il suo amico e di allontanarsi dall'aggressore.

Il ragazzo lottava affiancato dal fratello sperando con tutto il cuore che Jessica fosse abbastanza agile da sfuggire.

La ragazza era a pochi metri di distanza da loro quando una specie di gabbia di vetro scese su di lei imprigionandola. Toby si allontanò dalla battaglia per raggiungerla.

- Jessica!!

-Aiutami!- Dall'interno della gabbia la voce arrivò debole e affievolita. La ragazza si appiattì ad una parete per evitare che il vetro le finisse a dosso.

Il tonfo del colpo arrivò senza portare con sé schegge di vetro. Quel materiale era resistentissimo...

- Je è particolare, mi sa che non si può rompere così facilmente...

-Riprova...-La delusione sulla faccia di essa era ben visibile.

Un altro colpo, schegge solo all'esterno. Altri 2 pugni, nessuna riuscita. Sembrava impossibile rompere quel vetro. Toby si arrese solo quando il sangue aveva coperto la mano.

Arrivò Nick che esaminò il vetro, poi disse:

-Non è vetro, è cristallo magico sovrapposto. Non si spezzerà mai.

La ragazza si accasciò a terra poggiando una mano sul vetro come per spostarlo, ma senza fare pressione. Toby si inginocchiò di fronte a lei.

-Mi dispiace, è colpa mia se è successo tutto questo...

-Forse io non sarei dovuta scendere...

Stava succedendo qualcosa di strano: Jessica e la gabbia stavano diventando trasparenti, come se si stessero teletrasportando molto lentamente.

- Jessica...Jessica ti giuro che faremo il possibile per risolvere tutto... Je...

Poi la ragazza sparì del tutto.

Toby rimase lì, seduto fissando il punto in cui prima c'era l'amica.

La trasformazione si invertì e tornò umano. Per qualche minuto non si mosse, poi si alzò e si dirisse verso il varco dimensionale aperto prima. Appena arrivato al tempio degli elementi si trovò davanti Razzle che si spaventò nel vedere il ragazzo con il viso coperto di sangue.

Il ragazzo corse sopra dopo aver borbottato qualcosa contro la lucertola.

Entrò in camera a chiuse a chiave, per poi buttarsi sul letto, troppo scosso per piangere rimase steso singhiozzando. La porta rimase chiusa per un paio d'ore.

Nick rimase per un po' fuori dalla porta osservandola in silenzio. Capiva, o almeno cercava, il fratello. Sapeva anche che l'unica persona in grado di farlo ragionare o calmare fosse la causa di quel turbamento.

Lucas era rimasto al Tempio degli Elementi osservando la postazione del Keeper con sguardo vuoto. Era strano pensare che solo quella mattina aveva costruito un castello di sabbia con Jessica. Erano passate massimo 5-6 ore...

Razzle gli apparve davanti, ma Lucas non se ne accorse.

La lucertola aveva capito che c'era qualcosa che non andava. Toby era corso su senza manco salutarlo, Nick aveva risposto in modo strano e ora Lucas non dava segni di "vita".

-Ehi!!- la lucertola cercò di catturare l'attenzione del moro.

-Vado a chiamare...gli altri... Dobbiamo dirti una...cosa...

-Lucas, cos...

Ormai però il ragazzo era fuori dalla stanza.

-Nick! Vieni! Dobbiamo...scendere!

IL ragazzo scese velocemente le scale e lo raggiunse con una faccia decisamente depressa.

-Dobbiamo dirlo a Razzle... Subito...

-Andiamo-Non erano molto felici di dire che Jessie era stata presa dai Gormiti nemici, perchè significava arrendersi al fatto che non erano riusciti a fare niente contro di loro e significava ammettere che era stata rapita. Cercavano di pensare ad una fuga a questo avvenimento... Ma era la realtà.

Scesero nella sala di controllo e si misero davanti Razzle.

Parlarono insieme per evitare di fermarsi prima e per darsi forza davanti questa situazione.

-Oggi è successa una cosa molto sgradevole...-Presero un respiro- Jessica è stata rapita dai Gormiti del Vulcano.

Lo dissero tutto di un soffio, come se dirlo velocemente potesse portare meno dolore. Razzle era a bocca aperta. Non riusciva a crederci. Era mancato un giorno e...

Boccheggiò prima di parlare.

-Cavolo. Questo è un bel problema... Ora dov'è Toby?

Nick indicò il soffitto.

-Su, in camera. Non vuole vedere nessuno...

-Dove eri finito?

-Sono dovuto andare su Gorm per risolvere una cosa... Ma ora c'è un problema più grande!

-Pensi che rusciremo a liberarla?

-Chiederanno il riscatto, ne sono sicuro... Sempre che non è qualcosa di più grande...

* * * *

 

Nella camera al piano di sopra...

Il biondino era steso sul letto scosso dai brividi. Il cuscino in cui aveva affondato il viso era impregnato di sangue.

-Jessica...Mi dispiace... E' colpa mia... Dovevo stare più attento. Non dovevo voltarmi! Scusa...- mormorava queste parole piangendo, torturato dai singhiozzi.

Lui non poteva saperlo, ma qualche magia si era attuata.

Jessica in un altra dimensione riusciva in qualche modo a vedere questa scena straziante.

Voleva dirgli che non era affatto colpa sua. I Gormiti del Vulcano erano stati troppo intelligenti stavolta. In sogno cercò di avvicinarsi all'amico, ma non riusciva a muoversi nell'ambiente. Osservava la figura stesa al buio. Quanto desiderava essere lì in quel momento...ma era impossibile. Il dolore iniziò a rodere dentro la ragazza, che si abbandonò sul pavimento freddo della cella, piangente.

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

ciao! Sono tornata al più presto! spero che i capitolo precedenti vi siano piaciuti e che continuiate a seguire questa storia!

ho visto una ventina di visualizzazioni, ma nessuna recenzione...:( per favore... recensite! mi basta anche "é carina" o "non mi piace, è fatta male". vorrei veramente che chi legge mi scriva cosa pensa. mi può aiutare a migliorare! e così potrò rendere la storia e tutte quelle che scriverò migliori!

spero che questo capitolo sia piaciuto, ma a me sembra corto.. fatemi sapere che ne pensate!

ciaoo alla prossima!

Luna

Ps: imploro perdono se non aggiorno ma correggo solo i capitoli, li sto rileggendo per riuscire a scrivere il quarto!

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Capitolo 4
*** La sfera nera ***


Un nuovo piano

capitolo 4

La sfera nera

 

Era già passata una settimana da quel triste giorno.

Dopo essere andati dai genitori di Jessica, i ragazzi erano molto più traumatizzati di prima.

I primi giorni i genitori li avevano esonerati dalla scuola, anche perché i poliziotti che svolgevano l'indagine volevano giustamente interrogarli.

 

I 3 ragazzi stavano tornando a casa dopo una stressante giornata di scuola. Camminavano lentamente senza parlare.

Arrivati a casa Tripp decisero di andare a controllare la situazione al tempio degli elementi.

Appena scesi giù trovarono Razzle seduto a leggere un tomo largo il doppio di lui e spesso il triplo. Le pagine erano di pergamena antica e ingiallita. I caratteri erano piccolissimi e Toby fu felice di non aver un libro così da studiare a scuola.

-Ciao Razzle.

Il tono di Nick non era tra i più allegri ma cercò di non renderlo ancora più depresso.

-Ciao ragazzi! Sto cercando una mappa della reggia di Magmion, per farci una mezza idea di dove dobbiamo andare...

Queste parole accesero qualcosa nei tre ragazzi perché poi esclamarono:

-Quindi finalmente faremo qualcosa!

-Sì, ma ci dobbiamo organizzare bene. Sarà pericoloso... Spero non esageratamente, ma dobbiamo fare particolare attenzione ai dettagli.

I ragazzi si sedettero accanto al rettile per mettere a punto un piano per andare nel Vulcano e uscirne intatti.

-Ma come è scritto 'sto libro?!

Stavano cercando di leggere il volume davanti la lucertola, ma non sembravano caratteri conosciuti.

-Questa è l'antica lingua di Gorm...

-Non la dovremmo studiare, vero?

-No.... Trovata!

-Hai trovato la mappa?!

-Sì... Sembra ben dettagliata...

-I corridoi sono piccoli, ma le stanze sono gigantesche!- Lucas indicò una stanza delle dimensioni del salone del re persiano Dario III -Che stanza è?

-E'la sala del trono. E'così grande perché deve entrarci un esercito gigantesco. Ora stanno abbastanza larghi, ma al tempo della costruzione di questo palazzo l'esercito era molto più fornito e con guerrieri molto forti e sanguinari.

-Sono morti molti Gormiti durante la 1a guerra?- Nick sembrava incuriosito da questi fatti.

-Sì. Ma non solo combattenti, anche molti Gormiti in fuga sono stati catturati e poi uccisi...

-Brr! Dobbiamo proprio parlarne adesso?- Il resoconto dei prigionieri di guerra dei Gormiti del Vulcano non faceva molto piacere a Lucas.

-Va bene. Pensiamo al piano in sé. Bisognerebbe entrare da qualche corridoio minore per evitare la sicurezza.

 

Dopo un paio d'ore avevano messo su carta un abbozzo di piano. Ovvero la copia della mappa con segnate le vie più pratiche per entrare con meno problemi possibili. Ora il vero problema era capire dove potesse essere Jessica.

-Se conosceste quel posto alla perfezione... dove mettereste i prigionieri? Io il più sotto possibile o almeno in un posto molto isolato... tipo questa zona opposta all'entrata. c'è un solo corridoio piuttosto ampio e le stanze sono piccole rispetto a tutte le altre. Stanze più piccole uguale più stanze in una stessa zona. -  rifletté Nick osservando attentamente i corridoi.

Toby si era steso a terra osservando il soffitto di pietra con sguardo assorto.

Lucas stava osservando la mappa originale.

-Penso che la cosa migliore sia trovare quella stanza direttamente lì. Quando ci andremo.- Toby si alzò e aggiunse -Tanto vale cercarla quando possiamo guardarci in giro, no? Sarà più facile e concreto di fare ipotesi, però...però sarà più pericoloso.

Si voltò verso il varco dimensionale guardando gli occhi della Vita. Sussultò guardando quello dell'Aria.

Era diventato nero.

-Che cosa è successo? Razzle, che significa?

Anche Razzle nel vedere cos'era successo, sussultò.

-Potrebbero essere successe tante cose.... Dobbiamo agire alla svelta...

-Razzle, che cosa può essere successo?- Insistette Nick

-Potrebbe non riuscire a ricaricarsi visto che Jessica rimane su Gorm. Potrebbe esserci qualche problema che non permette all'occhio della Vita di percepire l'energia vitale del Signore dell'Aria...

-E... quindi può anche essere successo qualcosa di più...drastico, vero?- chiese Toby pietrificato dal pensiero che gli era venuto.

-Sì. Potrebbe essere successo... Ma non lo possiamo sapere. Torniamo al nostro piano. Dobbiamo fare in fretta!

Il biondo rimase in piedi al centro della stanza perso nei suoi pensieri, poi scosse la testa come per scacciarli e uscì dal tempio.

Sperava con tutto il cuore che quello che aveva pensato non fosse la realtà.

Steso sul letto pensò a tutte le possibilità che causavano l'annerimento della sfera.

Si addormentò dopo un paio d'ore di riflessione.

Quella strana magia interdimensionale si riattivò, però stavolta successe il contrario.

All'inizio il ragazzo si stupì di quella strana visione. Tutto appariva semi-trasparente come se anche l'ambiente fosse un fantasma azzurrognolo e tremolante. Era in una cella di pietra, molto buia e chiusa. L'unica fonte di luce veniva da una porticina in un estremità della stanza fatta di sbarre di metallo. Dalla parte opposta c'era una figura minuta. Era seduta nell'angolo più buio della stanza, come per nascondersi. Il ragazzo non la notò subito, si avvicinò alla porta e osservò l'esterno.

Era dentro il Vulcano. C'erano numerose guardie che andavano e venivano nell'ampio corridoio. Davanti tutte le celle c'erano due soldati, ma a fare la guardia davanti alla prigione in cui era rinchiuso i guerrieri erano cinque e sembravano pronti a tutto pur di non lasciar entrare nessuno.

Una guardia si voltò e lui spaventato si allontanò di scatto dalla porta e si nascose dietro il muro. Si voltò e notò la figura, si avvicinò cercando si non far rumore ma urtò uno spigolo e gridò. La figura però non sembrava essersene accorta; in quel momento Toby si rese conto che era invisibile.

Si avvicinò ancora di più. Era quasi sicuro di sapere chi fosse.

Ne fu certo quando questa sollevò il capo.

Gli occhi vivaci di Jessica, che di solito lanciavano scintille di furbizia ora erano colmi di tristezza. Il viso era quasi bianco e graffiato, così come le braccia che circondavano le gambe tenendole vicino al petto, come a difendersi.

Era in forma umana ed era viva.

I sensi di colpa afferrarono di nuovo il ragazzo, facendolo precipitare nello sconforto degli occhi della ragazza. Toby non riusciva a distogliere lo sguardo dal viso dell'amica. Il dolore ricominciò a tormentarlo, sentiva un peso incombere nero tra lo stomaco e il cuore, minacciando di soffocarlo.

Si svegliò in un bagno di sudore e con l'eco delle sue grida nella gola.

Per un attimo saettò l'immagine degli occhi di Jessica colmi di terrore e si chiese cosa le stesse succedendo nel Vulcano per spaventarla così.

Controllò l'orologio. Erano le 17. Decise di fare una passeggiata per prendere aria. Sentiva ancora quel peso sul cuore.

 

                                                                         * * * * * *

 

Nella sala del trono del Vulcano, Magmion sorrise compiaciuto. Il piano stava andando per il meglio. Voleva eliminare per una buona volta i Signori della Natura e aveva avuto un'idea geniale: avrebbe indebolito sempre di più il leader, quello che dava più spirito alla squadra, e per farlo avrebbe contemporaneamente indebolito gli altri. Aveva iniziato dal Signore dell'Aria perché era la più tosta, quella con più forza di volontà.

Il Signore del Mare piano piano si sarebbe sentito troppo sconfitto per continuare a combattere e allora … BAM! la vittoria sarebbe stata del Signore del Magma.

Lo scricchiolio delle grandi porte lo fece voltare. Con le guardie entrò la sua nuova aiutante. Sarebbe stato l’asso nella manica che avrebbe dato il colpo di grazia ai Signori della Natura. L’abito nero frusciò sul pavimento. Un sorriso complice si disegnò sulle labbra sottili di quel volto. Sembrava un angelo, un angelo assassino.

 

                                                                          * * * * * *

 

Nella periferia della cittadina di Venture Falls c'era un muro coperto di graffiti, firme, dichiarazioni d'amore e pensieri. Mentre la pioggia faceva brillare le scritte e le saette illuminavano gli angoli bui, un ragazzo, incurante dell'acqua che inesorabile lo bagnava, era appoggiato alla vernice che di giorno era molto più allegra.

Era luglio e nonostante la pioggia che scrosciava sui tetti faceva abbastanza caldo. Il ragazzo rabbrividì per il freddo che sentiva vibrare nelle ossa e nei polmoni ma che non aveva niente a che fare con il maltempo a cui era esposto. Chiuse gli occhi, fulminato dalle immagini che però continuavano a proiettarsi anche sulle palpebre chiuse.

Decise di spostarsi. Ormai il freddo si era diffuso in tutti muscoli e riusciva a malapena a muoversi. Iniziò a correre per riscaldarsi e non si fermò finché non fu davanti casa. Entrò grondando acqua sul parquet e una voce lo riprese.

- Toby!

-Sì, mamma? - rispose lui stancamente.

- Dove sei stato, con questo tempo?

-Mamma vado a cambiarmi.

Interruppe la conversazione e salì al piano di sopra. Cambiò i vestiti e provò ad asciugare i lunghi capelli con un asciugamano, rinunciando quasi subito.

Scese di nuovo ed entrò nello sgabuzzino per poter accedere al Tempio degli Elementi.

Al centro della stanza c'erano ancora gli amici che lavoravano su una grande mappa.

-So dov'è Jessica.- esordì Toby.

Nick si voltò a guardarlo.

-Dove eri finito?

-In camera. A riflettere.

-Ok. Comunque dove dici che sia?- si intromise Lucas.

Il biondo si avvicinò e si accucciò vicino la mappa. Indicò un corridoio.

-Dove avevate detto che fosse.

Ci fu un secondo di silenzio poi Nick esclamò

-Allora...Come facciamo ad entrare?

Iniziarono a discutere vivacemente e alla fine il piano era questo:

sarebbero entrati di notte, così il buio li avrebbe nascosti, attraverso dei condotti che portavano alle fucine. Dalle fucine sarebbero andati alla "piazza": era un punto d'incontro di tutti i corridoi principali e da li sarebbero passati ai corridoi secondari per poi raggiungere le prigioni. Lì avrebbero cercato la ragazza e l'avrebbero liberata. Poi Razzle avrebbe aperto un varco dimensionale e sarebbero tornati sulla Terra.

Un segnale acustico li fece voltare verso il computer dove la faccia di Magmion sorrideva furba.

-Penso che ormai vi stiate organizzando per liberare la vostra amica.- iniziò il Gormita nello schermo - E io voglio venirvi incontro. Pensate a quanto sangue verrebbe sparso... Vi propongo uno scambio.

I ragazzi si erano avvicinati allo schermo dubbiosi.

-Vi restituirò la ragazza e in cambio uno di voi si farà sottoporre a degli esperimenti. Non tratterò in modo diverso. O questo o verrete a riprenderla con la forza e non è detto che ne uscireste vivi.- sogghignò il Signore del Magma.

Poi lo schermo si spense e tutti rimasero paralizzati, a riflettere su quelle parole.

 

 

HELLO!

finalmente ho aggiornato dopo troppo tempo. chiedo venia.

Non avevo più idee e non sono stata aiutata un granché.

Comunque vorrei ringraziare KatGale97 e BlackChesire per aver recensito. Grazie dei consigli e del sostegno.

Voglio ringraziare FloxVaniglia94, mia grande amica per avermi aiutata a scrivere questo capitolo, anche se non ha mantenuto a pieno le sue promesse.

Mi dispiace constatare che non state lasciando recensioni, e la cosa mi rattrista un po'  perché vedo comunque che c'è un numero abbastanza alto di visualizzazioni, eppure nessuno lascia mai un commento... Non voglio sentirmi dire che sono brava o che la mia storia è la più bella di tutte, voglio sentirmi dire da voi, in modo sincero cosa non va, dove ho sbagliato e come posso migliorare.

 

alla prossima che sarà molto più vicina di questa!

a presto,

luna!

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Capitolo 5
*** Il riscatto ***


Un nuovo piano

Capitolo 5

Il riscatto

 

Il silenzio che era calato nella sala venne rotto da Nick che si voltò verso il fratello ed esclamò:

- NO! Non lo farai!

- Non sai nemmeno che volevo fare!- si difese il ragazzo.

- L’hai appena ammesso. So precisamente che vuoi fare e lascia che ti dica che è un suicidio.

Lucas era a dir poco interdetto. Il messaggio e la breve discussione tra i 2 lo avevano confuso troppo.

- Ragazzi, per favore. Facciamo mente locale su quello che è appena successo.

- Che vuoi che ti dica: Magmion vuole un riscatto e Toby vuole suicidarsi consegnandosi.- borbottò Nick.

- Toby mi spieghi che vorresti ottenere consegnandoti?- chiese Razzle – Riavremo Jessica ma avremo perso, forse per sempre, te.

- Che ottimismo. Comunque , potrei sempre ribellarmi al momento dello scambio, quando Jessica sarà salva. E’ un buon piano, è talmente superficiale che potrebbe funzionare. Magmion non se l’ha aspetterebbe tanta idiozia dai SUPER GORMITI DELLA NATURA!

- Almeno te lo dici da solo che sei stupido. – mormora scettico Lucas.

- tu sei troppo intelligente per Magmion. Lui si aspetterebbe più superficialità da te. - aggiunse Nick ironico.

- Eh dai ragazzi!- esclamò Toby – Ma è davvero così stupido questo piano?

-Sì!

- Ok… però secondo me regge! – loro lo guardarono scettici – va bene! Che proponete?PREFERITE SAPERE CHE E’ LI’ DENTRO A SUBIRE CHISSA’ COSA MENTRE NOI SIAMO QUI’ A DISCUTERE?

- PREFERIAMO SAPERE CHE STIA BENE, MA POI NON VOGLIAMO STARE IN PENSIERO PER TE!- gli urla contro Lucas.

Toby ammutolì.

Gli altri si scambiarono un occhiata veloce poi Razzle disse:

- La cosa migliore è non andare.

- COSA?!  STATE SCHERZANDO VERO?! PENSATE CHE JESSICA SE LA SPASSI NEL VULCANO?! - esclamò il biondo.

- No, effettivamente no…

Dopo un po’di silenzio però ricominciò:

- Potrei infiltrarmi come spia lì dentro...- poi mormorò tra se e se – Brillantissimo piano Toby!

Allora Lucas esplose:

- SEI VERAMENTE STUPIDO COME SEMBRI!  CREDI CHE MAGMION SIA TALMENTE IDIOTA DA NON ASPETTARSI UNA COSA SIMILE!?

-  Hai detto che non si aspetterebbe un simile piano per la sua superficialità!

- MA CRESCI UNA BUONA VOLTA! L’IRONIA. L’IRONIA NON LA CONOSCI?!- esplose Nick.

- SE PROPRIO VUOI FARTI UNA PASSEGGIATA  FINO  AL PATIBOLO, VAI! PERO’ NON ASPETTARTI UN SUICIDIO ANCHE DA PARTE NOSTRA! CI TENGO ALLA MIA VITA! SONO TROPPO GIOVANE PER UNA MORTE PRECOCE E NOI NON CI SPINGEREMO VERSO I CONFINI DEL POSSIBILE PER I TUOI STUPIDI SENSI DI COLPA!- terminò Lucas.

Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso. Eccolo lì, solo. I suoi migliori amici gli avevano voltato le spalle davanti alle difficoltà. Toby supplicò che quella goccia di troppo non avrebbe fatto traboccare anche i suoi condotti lacrimali, ma pretendeva troppo. Piccoli rivoli di lacrime roventi e salate più che mai presero a scorrere lungo le guance rosse, furenti di rabbia. Una di loro bagnò anche il profondo taglio sotto l’occhio che si era procurato il giorno che Jessica era uscita dalla sua vita. La ferita incominciò a bruciare, ma il ragazzo non se ne accorse, tanta era la sua rabbia da superare il dolore. Strinse le mani a pugno e si morse il labbro, talmente forte da far fuori uscire un po' di sangue.

- Adesso dovrei andarmene, vero? Ma sono stanco di fare tutto io e perlopiù questa è anche casa mia- la sua voce era ferma e dura, addirittura aspra e nonostante le lacrime, non singhiozzava –Quindi stavolta uscite voi da qui … ANDATEVENE SUBITO!

Lucas e Nick guardarono interdetti l’amico e lentamente uscirono fuori  dal tempio degli elementi.

- Che ci fai ancora qui tu?!- si rivolse stavolta a Razzle.

- A dir la verità io abito qui.- rispose il rettile con voce fioca e tremante. Era la prima volta che Toby lo vedeva così terrorizzato .

- Esci da qui, SUBITO! Segui Nick, o … non mi importa quel che farai, ma LASCIA QUESTA STANZA! 

Il rettile balzò fulmineo verso la porta e lasciò la stanza.

Toby, ormai solo, si lasciò cadere sulla sedia imbottita su cui di solito sedeva il keeper e riprese a piangere tremando per la rabbia, architettando un piano per liberare l’amica , che gli aveva procurato fin troppi rimorsi.

 

 * * * * * * *

 

Nella cella buia Jessica rabbrividì. Vedeva sul muro le scene a cui aveva praticamente assistito, quelle strane visioni erano tornate ed erano molto più frequenti.

Non era riuscita a sentire tutto, più cercava di controllare quelle visioni più queste le sfuggivano, aveva però ascoltato un litigio tra Nick, Lucas e Toby e quest'ultimo sembrava molto più nervoso del solito. Non aveva capito precisamente perchè stavano litigando, però aveva a che fare con Magmion e qualcosa che voleva fare Toby.

Un guerriero entrò nella stanza e le ordinò di seguirlo. La portò in una stanza di pietra bianca con solo due sedie al centro. Entrò Magmion. Jessica fece una smorfia disgustata nel vederlo. Lui la notò e disse:

- Non fare quella faccia. Non fingere che non ti dispiaccia stare qui. Dopotutto sulla terra.. erano sempre in conflitto. Qui almeno hai un po'di pace. - sorrise malefico.

- Che vuoi da me?

- Voglio che tu mi dia qualche informazione. Ho scoperto che hai un... collegamento con i tuoi amichetti. Mi devi dire che cosa ti hanno detto.

- Non mi hanno detto niente- rispose lei con tono insolitamente pacato. La voce era diversa, era molto più roca del normale.

- Non ci credo.

- Che vuoi che ti dica? Non mi hanno detto niente. IO ho visto loro, non loro me.

- Allora che hai sentito?- sbuffo l'uomo spazientito.

- Ah. Non ho capito di che discutevano e comunque non sono sicura che te lo direi, se lo sapessi. Mi hai fatto una proposta molto allettante, ma ancora non ti ho risposto. Io ti odio e loro sono miei amici.- sibilò lei

- Sicura di non sapere nulla? Se dici che sono tuoi amici, spiegami perchè il Signore del Mare non ha risposto alla mia domanda di riscatto?

Jessica sbiancò

- Io mi fido di loro! - esclamò , iniziando a rimuginare sulle parole di Magmion.

- Sei sicura di poterti fidare di loro? Sicura che non ti volterebbero mai le spalle? Riflettici. Anche sulla mia proposta.

 

Jessica nella cella iniziò a pensare a ciò che aveva appena detto l'uomo. I tasselli iniziarono a riordinarsi nella sua testa. Magmion li aveva ricattati. Toby era pronto a tutto. Magmion non si sarebbe fermato davanti a niente pur di eliminarli e Toby non sapeva che Magmion sapeva. Mai più di quel momento si era sentita sola e inutile.

"Ti puoi fidare veramente di loro? Sicura che non ti volterebbero le spalle?" Quella voce le rimbombò nelle orecchie.

Toby...l'aveva veramente abbandonata?

 

* * * * * * *

 

Era quasi mezzanotte. Nel tempio degli elementi una figura si muoveva svelta.

- Non mi interessa che non vogliono aiutarmi. Farò tutto da solo. E se dovessi morire... Sarò un altra colpa sulla coscienza. Se ci riesco.... tanto meglio. Dovranno ammettere che io non ero nel torto. Perchè tutte le idee giuste vengono solo da Nick e le mie non hanno senso? Saranno costretti a rimangiarselo. Se va male, va male. Meglio per loro, no? Si saranno tolti un peso, no?

Mentre parlava si stava sistemando una cintura in cui aveva infilato un paio di coltelli, un temperino e una corda.

Toby si avvicinò alla consolle e spostò dei cristalli aprendo un varco dimensionale.

Si guardò in torno e decise di lasciare un biglietto per il fratello. Poi si tuffò nel portale, pensando che forse sarebbe stata l'ultima volta che passava in quella stanza.

Di una cosa era certo: non si sarebbe mai tirato in dietro. I sensi di colpa erano fortissimi, gli incombevano sul cuore. Ora più che mai si sentiva così solo, un pesce fuor d'acqua. Lui era diverso. Diverso.

Pian piano veniva trasportato giù, negli abissi della malinconia e della solitudine. Aveva tanto bisogno di qualcuno che gli stesse accanto in quei periodi bui, che spesso parlava da solo. Ma non lo ammetteva. Lui cercava di convincere se stesso di non avere bisogno di nessuno. Ma chi può vivere isolato dal mondo?

"Non avere pietà per i morti, Harry, abbila per i vivi, e soprattutto per coloro che vivono senza amore".

La frase dell'anziano preside di Hogwarts gli ritornò in mente.

Toby incominciò a tremare. I pugni si chiusero velocemente e sentiva le unghie lacerare la pelle delle sue mani. Immaginava di stringere le mani di qualcun altro, ma stava solo afferrando aria. Sentiva il suo corpo accartocciarsi e sciogliersi come plastica sul fuoco, che cerca di cacciare fumo, ma non ci riesce. Così si sentiva lui. Plastica inutile che si accartocciava nei suoi sentimenti più arcani e cercava di cacciarli via come fumo dalla mente. Ma la plastica bruciata non caccia fumo. Emana solo un terribile odore acre.

Si intravedeva una luce, era arrivata l'ora di agire, anche se fra le fauci della paura.

 

* * * * * *

 

Magmion camminava avanti e indietro. Aveva il presentimento che sarebbe successo qualcosa. Aveva allertato le guardie di una possibile "visita". Non fu sorpreso quando una sentinella entrò nella stanza dicendo che era stata vista la luce di un tunnel dimensionale non distante da lì.

Il signore del Magma sogghignò e disse semplicemente:

- Bene! Prepariamoci ad attaccare e secondo quello che penso... Ah... Incatenate la mia ospite speciale, credo che le farà piacere questa visita.

La faccia dell'uomo si distorse in un sorriso sadico. La sentinella si inchinò e andò a svolgere gli ordini.

 

* * * * * *

 

POV TOBY

"Su, ce la posso fare" penso mentre osservo i lampi di fuoco delle torce sulle mura del castello.

Respiro profondamente e poi inizio a scendere lentamente lungo la collinetta su cui sono atterrato.

Sono molto distante dal Vulcano, non possono avermi ancora visto. Decido di andare verso le porte, voglio avvicinarmi abbastanza da poter vedere quante guardie ci sono all'entrata.

Se sono troppe userò il piano di attacco che avevamo preparato e passerò dal retro.

Cammino per un bel po' e quando sono abbastanza vicino mi nascondo dietro un cespuglio.

Mi si blocca il respiro. Magmion è in piedi davanti al portone, a soli duecento metri da me. Poi noto una cosa: c'è una sfera iridescente non troppo lontano dal mio grande nemico.

E... nella sfera c'è Jessica.

Sento la rabbia montarmi dentro. Lei è imprigionata da quella magia e anche dalle corde.

Sono lì per liberarla. Una cosa che avrei dovuto tenere a mente dopo, quando ne avrei avuto bisogno di un obiettivo.

Man mano che mi avvicino il calore si espande nel mio corpo. Le mani, dapprima fredde si stanno sciogliendo, mentre la mia anima rimane fredda, in preda al panico ma decisa a combattere.

Prima di andare mi trasformo.

 

Sono a pochi metri da Magmion. Mi guarda sorridendo e io cerco di mantenere un'espressione distaccata e seria.

- Vedo che la mia proposta è stata accettata.

- Non per quello che credi.

- E allora per cosa? Volevi cercare un modo per morire?

Il fatto che dà così per scontato che sarei morto mi inquieta.

Provo a ridere e vengo spaventato dal suono: è una risata sadica e maniaca. Raggelo. Immagino che i miei occhi riflettano la mia risata perchè sulla faccia del mio avversario passa un lampo di sconcerto.

- Sei pronto a combattere, allora, Signore del Mare?

- Sono pronto, Magmy.

Il signore del vulcano aggrotta le sopracciglia.

- Cosa? Come mi hai chiamato?- Esclama gonfiandosi di orgoglio.

- Magmy. Che c'è? Non ti piace?- Si, come nomignolo non è un granché, ma almeno prenderlo in giro mi distrae dal panico che si diffonde come acqua ghiacciata dentro di me.

Mi attacca e io evito il fuoco per un pelo. La risposta mi arriva ben chiara, non gli piace.

Rispondo all'attacco e il getto d'acqua si scontra contro la sua palla di fuoco. Approfitta dell'attimo di confusione dopo l'esplosione per provare a colpirmi. L'ho evitato... Poi sento il fianco che brucia e un lampo di dolore mi attraversa e stringo i denti. Non provo neanche a guardare la ferita, ne a toccarla. Rimetto a fuoco la scena e lo attacco. Lo prendo alla sprovvista con una specie di finta e lo colpisco sullo stomaco. Si piega su sé stesso e indietreggia, ma non devo avergli fatto così male perchè si rialza subito arrabbiatissimo.

Continua a bersagliarmi e io un po' evito, un po' indietreggio, un po' provo ad attaccarlo. Certo che è veloce! Schiva gli attacchi facilmente e altrettanto velocemente si riprende dai pochi colpi che subisce.

Do un'occhiata in torno. Tutti i soldati sono ammucchiati sotto il muro per evitare di essere coinvolti. Jess è accanto a Lavion che la tiene sott'occhio.

La sua espressione non mi piace. La mia amica coraggiosa, ora non riesce a guardarmi. Mi lancia occhiate preoccupate, si vede che è molto nervosa e disegna con il piede cerchi concentrici sul pavimento. I suoi occhi risplendono alla luce delle fiaccole. Cerco di attirare la sua attenzione, ma il mio avversario mi colpisce in petto con un pugno, riportandomi bruscamente alla realtà.

Tengo d'occhio Magmion e intanto mi guardo intorno. Cerco un punto per saltare sopra il mio avversario, c'è una roccia non lontano da me, se mi ci avvicino abbastanza...

FFFZZZZZZZZZ!!!!!!

Sento un fischio accanto all'orecchio e tutto il lato destro del viso bruciare.

"No. Non mi ha colpito, ci è andato vicino però, devo stare attento."

Lo attacco con tanti dardi di ghiaccio. Finalmente sono riuscito a ferirlo in modo più "duraturo". Mentre prova a estrarre le punte io lo attacco di nuovo con una sfera d'acqua.

Cade a terra e io corro verso quel masso, ma mi fermo un po'prima, ho bisogno dell'effetto sorpresa.

- CHE FAI? SCAPPI? NON COMBATTI PIU'?

La voce del mio nemico riecheggia nella valle. Mi volto con una luce folle negli occhi.

- VIENI TU QUI'! RAGGIUNGIMI SE VUOI "UCCIDERMI"!

Se non avessi avuto la mente offuscata dalla voglia di combattere probabilmente non avrei mai urlato una frase simile.

Lui ruggisce e corre verso di me come un toro, inizia a bombardarmi di proiettili di lava. Sono tanti e piccolissimi, per quanto cerchi di evitarli sento lo stesso il corpo in fiamme.

Provo a raccogliere le forze per respingerlo o almeno spegnere l'incendio che mi sta bruciando la  pelle. Urlo di dolore e per quanto provi a "spegnere" le ustioni mi sembra comunque di essere avvolto dal fuoco. Maledizione.

Indietreggio verso il masso e Magmion mi viene dietro continuando a cercare di colpirmi.

Sento la pietra dietro il tallone. Mi volto e salto sul sasso, prendo la rincorsa e mi lancio sopra di lui. Il masso era abbastanza alto da potermi slanciare sopra la sua testa. Mi sono buttato in avanti, di testa. Appena sono dietro la sua schiena lo colpisco con un getto potente d'acqua. Lui cade in avanti mentre io precipito a terra. Cerco di non far sbattere la testa, ma non ci riesco. Rimango steso a terra, il dolore mi confonde. Provo a sollevarmi sulle braccia e sento un dolore lancinante al destro. La vista si appanna di nuovo e tutto ruota. Torno umano, sono proprio distrutto, non credo che riuscirò a combattere. E' stata una mossa poco astuta. Mi giro sulla schiena e stringendo al petto il braccio sanguinante e probabilmente rotto. Provo lentamente a mettermi a sedere, no, non riesco a stare dritto. Però se mi accasciassi sarei un bersaglio facile. L'istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e mi appoggio di nuovo a terra. Metabolizzo lentamente il pensiero della morte sempre più vicina. Ho visto Magmion rialzarsi e adesso non potrò fare niente per difendermi. Respiro a fatica e sento il sapore del sangue in bocca. Cerco con gli occhi Jess, è crollata sulle ginocchia e sta piangendo, probabilmente ha deciso di guardare la mia morte perchè tiene il viso sollevato anche se non riesce a sostenere che cosa sta succedendo e gli occhi fuggono veloci senza riuscire a concentrarsi su qualcosa in particolare. Appena si accorge che la sto guardando distoglie lo sguardo abbassando le iridi color cielo. I singhiozzi la scuotono così forte che trema tutta. Non riesco a vederla soffrire così. Per colpa mia, come sempre.

Intravedo un'ombra sovrastarmi. E' l'ombra della morte, non posso fare più niente per fuggire. Prima di abbandonare la vita guardo la mia migliore amica e con le labbra le dico semplicemente "Mi dispiace".

Spero che abbia letto le parole che le ho sussurrato.

Il mio ultimo pensiero vola a lei.

Tutto quello che sento dopo è un calore fortissimo e un urlo disumano che squarcia l'aria.

Poi il buio.

 

 

 

HEY!!

ciaoo! siamo tornate! perché, per chi non lo avesse capito, a scrivere siamo io e la mia grande amica FloxVaniglia.

Ecco il nostro regalo di natale! Abbiamo pubblicato entro una data!! Scherziamo, speriamo che il capitolo (il vero regalo) vi sia piaciuto.

Noi ci siamo divertite da matte a scriverlo.

BlackChesire ci aveva chiesto combattimenti. Non siamo molto brave, ma ci abbiamo provato.

Ringraziamo le fantastiche 21 persone che hanno letto il capitolo precedente.

Secondo voi che succederà a quel povero ragazzo?

Vi toccherà aspettare, ma con le vacanze di natale speriamo di metterci di meno!

 

 Al rapporto FloxVaniglia!

Ecco, è la prima volta che scrivo in un angolo dell'autrice!!!!!! E' strano, non mi capita spesso di pubblicare delle storie. Allora... Vi piace come scrivo? Il litigio e qualcos'altro è opera mia. Devo riconoscere che il combattimento l'ha scritto Luna e io ho dato un po' il mio tocco in alcune frasi. Vi piace il nostro lavoro? A breve, qualche giorno dopo l'Epifania riceverete il sequel. Qualche giorno dopo la pubblicazione di un nostro capitolo rimanete attaccati al computer perchè nelle recensioni scriverò di mio pugno la trama del prossimo capitolo e scriverò anche tre parole che descriveranno il prossimo episodio insieme all'anagramma del titolo. 


Continuiamo a sperare che qualcuno recensisca, ci farebbe molto piacere.

A prestoo!

Ciaoo!

Luna e Flox

 

PS: per chi possa essere interessato sto scrivendo (Luna) un'altra storia, "reale" stavolta. Sto per pubblicare il secondo capitolo.

Mi piacerebbe che faceste un salto! Si chiama "Il ballo delle debuttanti". Non sono capace di mettere il link. :P

 

 

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Capitolo 6
*** Everywhere, but not here ***


UN NUOVO PIANO
 
CAPITOLO 6

 

EVERYWHERE, BUT NOT HERE


TOBY
Niente. Penso che sia la parola che descrive meglio la mia situazione. Non sento niente, non vedo niente, non provo niente. Non pens... No, sto pensando e sto anche respirando. Non sono morto! Mi sembra impossibile. Piano piano tutto si fa meno lontano, irreale, ovattato. La prima cosa che percepisco è il dolore. Ovunque nel corpo, è fortissimo. Continuo a non sentire rumori, forse però qualcosa... sì, sono fiamme che danzano e ogni tanto schioccano producendo un rumore secco, come quando si spezza un bastoncino di legno. Sento anche il vento. E' fresco sulla pelle.
Apro gli occhi, all'inizio non riesco a capire dove sono. Non riesco a muovermi, sento tutti i muscoli intorpiditi e bloccati. Lentamente la vista si mette a fuoco e vedo la volta celeste con tante piccole stelle. Giro la testa e sento le ossa scricchiolare, ma non come se si stessero rompendo, più come se fossero felici muoversi di nuovo. Un onda di terrore mi avvolge quando vedo ciò che mi sta di fronte: il Vulcano. I tessere che compongono il mosaico si incastrano perfettamente nella mia mente. Ricordo tutto. Solo... quanto tempo è passato? Poi un altro pensiero mi fulmina: se Magmion mi ha praticamente ucciso, perché ora non sono in qualche laboratorio a far da cavia a qualche esperimento? Non lo so. Decido di alzarmi e tornare a casa. Più facile a dirsi che a farsi: ho il tronco ustionato e tutti i muscoli doloranti. Il braccio sinistro non risponde perfettamente ai miei comandi e le vene pulsano più che mai. Non mi ci vuole molto tempo per capire che è rotto e non mi sarà d’aiuto per tornare a casa. Sarà l’ennesimo intralcio. Mi metto a sedere, poi cerco di mettermi in ginocchio. Sento le articolazioni ululare dal dolore. Dopo un paio di tentativi sono in piedi. Sono totalmente distrutto quando arrivo al tunnel interdimensionale. Sento di star per diventare polvere, ma mi faccio forza e torno sulla Terra. Non pensavo di riuscir a rimettere piede in casa. Esco dal portale e barcollo. Mi appoggio al muro e cado sulle ginocchia. Cerco di toccare il braccio sinistro ma una fitta più forte delle altre me lo impedisce. Provo a tornare a prendere fiato normalmente. Non mi ero reso conto di aver iniziato a respirare veloce quanto il battito del mio cuore. Chiudo gli occhi e sento i sensi che si offuscano ancora. Dolore. Trattengo il respiro e appoggio il braccio sano sul muro per riprendere l'equilibrio. Sento dei passi scendere veloci le scale. Il fianco brucia e le fitte alla nuca mi fanno stringere i denti. Sento una mano poggiarsi sulla spalla. Espiro e inspiro, ma non apro gli occhi. Mi sento debole, ma non fisicamente, sono fragile emotivamente, incline a lasciarmi sopraffare da ciò che mi ferisce, che mi ricorda che ho solo dodici anni e che non posso sostenere le imprese che mi impongo, che non posso difendere chi amo senza lasciare me senza protezione.
-Toby...
Singhiozzo e sollevo la testa. Provo a sorridere ma è una smorfia di sofferenza. Mio fratello mi aiuta ad alzarmi ma sento la forza scivolare via e mi devo appoggiare a lui. La prossima volta non accetterò di combattere con Magmion così alla leggera.
- Che cosa hai combinato?
- Non si capisce?- si intromette Lucas.
- Ehm, sentite ragazzi, possiamo litigare dopo?
Mi guardano senza capire. Indico il braccio rotto e sospiro. Usciamo dal tempio degli elementi e ci fermiamo nello stanzino tentennando su cosa fare: chiamare i miei genitori o no? Come glielo spiegheremmo? Vedo la stanza girare e mi sostengo alla parete. Come potremmo arrivare al Pronto Soccorso a piedi?
- Glielo diciamo.
Apro la porta ed esco fuori barcollando. Una sfilza di scuse mi scorre davanti. Scelgo la più ovvia. Vedo una figura pararsi davanti a me e un brivido mi scuote mentre mi lampeggia davanti agli occhi l'immagine di Magmion sopra di me.
- Tobias! Che cosa hai combinato!
- Ehm... - Lancio un occhiata a Nick, sperando che mi possa aiutare, ma anche lui mi guarda disperato. Mi fa più paura mamma che l’intero esercito di Lavion. Attacco con la scusa. - Ehm... Stavamo giocando in giardino, a calcio. Sono inciampato e sono caduto male su uno scalino...
Lei mi guarda per qualche secondo a metà tra il preoccupata e la diffidente. Probabilmente pensa che mi sia fatto male facendo qualche cretinata e direi che avrebbe ragione. Alla fine sospira.
- Andiamo, muovetevi.
Sorrido (almeno credo) e mi giro di nuovo verso mio fratello che si passa una mano sulla fronte. Voglio capire che ha Lucas, da un po' di tempo è strano. Che ce l'ha con me è sicuro, ma voglio sapere il motivo.

****

Mi mordo il labbro inferiore. Vorrei urlare. Gemo. Sento il mio corpo agitarsi. Vedo le mie dita tremare, sono totalmente bianche. Anche la saletta del pronto soccorso è completamente bianca. La vedo dondolare come su una giostra. Fisso il medico che mi sta sistemando l'osso del braccio rotto. L'ingessatura è l'unica cosa simpatica. Simpatica ho detto,ma non altrettanto comoda. Esco dalla stanza cercando di trattenere i fiumi di parolacce contro il signore in camice bianco che premono dietro le labbra nel tentativo di uscire allo scoperto. Ci stiamo dirigendo all’uscita del pronto soccorso e tra poco potrò nascondermi da qualche parte e sfogarmi.
“Non pensare al dolore. Non pensare al dolore. Quello fisico ti indebolirà. Non puoi permetterti questo. Se poi sopraggiunge quello emotivo ti soffocherà. Cadresti in depressione. Non puoi permetterti che le tue manie suicide prendano il sopravvento” Penso fra me e me. E’ vero, non posso rischiare.
Mi guardo intorno per distrarmi e noto una ragazzina della mia età che corre lungo il marciapiede. Non riesco a smettere di guardarla. Indossa una gonna un po’sopra il ginocchio di velluto celeste, decorata con pizzo, fra cui spiccano borchie azzurre. Ha un pantacollant color panna con fiamme scintillanti di tutte le tonalità del blu. Dal più chiaro al più scuro. Sono gli stessi colori del cappottino che indossa, con borchie sulle spalle. Anche questo è color panna con motivi a fiamme. E’ legato in vita con una cintura. Anche qui le fiamme sono il tema predominante. Poi noto che sul cappotto è appuntata una spilla d’oro. Non ne ho mai vista una simile. Raffigura un volatile in un cerchio che impugna nel becco una freccia. Calza stivaletti lucidi bianchi. Ha il volto pallido un po’ appuntito. Ha labbra carnose, di un rosa tenue e qualche lentiggine è stata spruzzata sulle sue guance. Capelli color rame le contornano il volto. Scendono come lunghi boccoli sulle sue spalle. Indossa degli orecchini a forma di fiocco di neve e al secondo e terzo buco brillano dei punti luce bianchi e azzurri. Al sole sembra che lei scintilli come fra le fiamme. Sembra una ragazza di fuoco.
Per una frazione di secondo i nostri occhi si incontrano e mi sorride. Ha degli occhi stupendi: azzurro spento, come se fosse inscurito dalla cenere, con sfumature color miele. Ci guardiamo per un momento finché una voce non la chiama col nome di Celeste. Lei si volta e corre via. Poi noi entriamo in macchina e non la vedo più. So il suo nome, ma se dovrei rincontrarla la ricorderei come “la ragazza di fuoco”.

****

In una stradina laterale di Venture Falls due ragazzine stavano chiacchierando. Erano molto diverse l'una dall'altra, ma avevano qualcosa che le rendeva simili. Una era appoggiata al muro con un aria annoiata e stava giocando con un fiammifero. L'altra era seduta su un borsone da palestra nero e stava disegnando su un blocco.
- Fai attenzione con quel fiammifero.
La ragazza in piedi guardò di sottecchi la sorella, poi tornò a passare il dito sulla fiamma.
- Di che dovrei preoccuparmi? Noi giochiamo da sempre col fuoco. Lui si può domare, può diventare docile come un cagnolino. Ma questo lo sai, ce l'ha insegnato il nostro Maestro quando avevamo quattro anni. Sei tu che dovresti fare attenzione . Quello che stiamo per fare è abbastanza pericoloso, più di infilare le mani in un falò. Ci vediamo qui, domani.
La ragazza seduta sorrise sollevando gli occhi dal foglio. L'altra mise in tasca la scatola di fiammiferi sollevando il proprio borsone e lo sistemò in spalla.
– Ricorda chi è il vero nemico.
- Che i giochi abbiano inizio.- mormorò l’altra di risposta, prima che la sorella si allontanasse nell'oscurità.

****

TOBY
“Sono un codardo”. E’ la frase che sto ripetendo da almeno dieci minuti. Sono appena scappato (di nuovo), ma stavolta non ho intensione di tornare. Di ritorno dall'ospedale mi sono rifugiato in camera mia, fra i pantaloni e le giacche nel mio armadio, prima che Lucas potesse iniziare a urlare il resoconto delle imprese “eroiche” che ho compiuto. Ho già i rimorsi. Se adesso iniziassero a dirmi quanto sono stato incosciente e stupido probabilmente non potrei più guardarmi allo specchio. Ho preso un borsone e ci ho infilato qualche vestito, il cellulare, l'i-Pod, qualche libro e i miei risparmi (che non sono molti). Ho strappato un foglio da un quaderno e ho lasciato un messaggio a Nick. Mi dovrei preoccupare di cosa spiegherebbe a mamma e papà, ma tanto Lucas è bravo a mentire, non avranno problemi a inventare qualcosa.
Ora sto correndo per le strade del centro, non molto lontano dal mio quartiere ma abbastanza affollato da nascondermi. Non so dove andare, ma ho bisogno di allontanarmi da tutto quello che conosco e che amo. Come potrei fare qualcosa che aiuti se ho bisogno del suolo solido sotto i piedi anch'io? Le cose stanno accadendo troppo velocemente, non ho più certezze. Basta filosofia, ora ho bisogno di un posto dove passare la notte. Penso che rimarrò sveglio fino all’alba. Non sono abbastanza spietato da dormire tranquillamente dopo quello che ho fatto. Sta iniziando a far buio e io continuo a camminare sul corso illuminato. Attraverso una piazza per passare in una stradina laterale dove c'è una bella fumetteria. Qui non è ben illuminato come tra i negozi perché sono per di più case e così non mi accorgo di una figura che cammina verso di me così ci scontriamo. Mi trovo davanti due occhi azzurri, ma non proprio azzurri, grigio azzurri con delle sfumature color miele. So a quale volto appartengono quegli occhi. Lei per lo spavento lascia cadere il borsone per terra. Sbatto le palpebre e mi sveglio da un incanto momentaneo, farfugliando delle scuse. La ragazza sorride e si china per riprendere la sacca.
- Mi sembra di..
- Di avermi già vista? Anch'io ho la stessa impressione, sai?
- Forse... Davanti all'ospedale?
Fa scivolare lo sguardo dal mio viso al braccio ingessato e di nuovo al mio viso.
- Direi di si.
Inizia a diffondersi un imbarazzato silenzio. Intanto i suoi occhi brillano alla fioca luce di un lampione in lontananza. Accanto al viso una ciocca dei suoi capelli color rame è raccolta in una treccina, legata con un elastico con una piuma azzurra. E’ strano. Mentre lei mi fissa, mi sento come se quello sguardo scrutasse i miei sentimenti. Poi un pensiero mi folgora:
-Cosa ci fai qui a quest’ora con un borsone da palestra?
Nel momento stesso in cui articolo quella frase mi rendo conto che è molto ovvio: starà tornando a casa dopo un pomeriggio trascorso in palestra!
– Beh, potrei proporti la stessa domanda!
In quell’istante capisco che non sta tornando a casa. Non ci tornerà più. Abbiamo le stesse intenzioni. E, a conferma della mia ipotesi, non indossa alcuna tuta.
In quel momento, un lampione dietro di noi si accende e ci abbaglia. Stropicciamo un po’ gli occhi, finche non riesco a mettere a fuoco un livido che deturpa quel bel viso che avevo visto poco tempo fa.
- Non tornerai più a casa. Vero o non vero?- Mi azzardo a chiedere.
Lei scuote la testa. – Nemmeno tu. Vero o non vero?
-Vero. Dove stavi andando?- Lei fa qualche passo avanti. Fa scorrere le sue dita lungo il mio palmo, finché non afferra la mia mano. I suoi polpastrelli sono insolitamente caldi. Sanno di fuoco, di camino, di cenere, di casa. Insieme ci dirigiamo verso una strada coperta dalla semioscurità. So che di lei mi posso fidare, al contrario di molte altre persone.

****

In un isolato della cittadina si sente un tonfo. Un ragazzo occhialuto è inginocchiato ai piedi di una scrivania. In mano regge un foglio di carta a righe rozzamente strappato dalle spillette di un quaderno. Sopra c’è scritto qualcosa con inchiostro verde, ma non è firmato. Non c’è bisogno che vi sia riportato un nome. E’ fin troppo chiaro chi sia l’autore di quel biglietto.
Nick si alza piano dal pavimento e fa scorrere le dita sullo scranno di legno. Pensando a una scusa da presentare ai genitori per giustificare l’assenza del fratello. Quel vigliacco del fratello che pensava sempre e solo a sé. Mai al dolore che avrebbe provocato a lui e ai suoi genitori con un comportamento simile. Senza mai riflettere.
Con un gesto della mano si pulisce le guance rigate da una ed una sola lacrima, che scompare, sostituita dal rossore della rabbia. Velocemente va in cucina, raggiungendo i genitori che, perplessi domandano al figlio
–E tuo fratello?
-Non ha fame e vuole essere lasciato in pace, ha chiuso la porta a chiave-dice lui facendo roteare l’oggetto di metallo nelle tasche della felpa –Dice di avere la febbre e che non dovete preoccuparvi per lui. Domani non andrà a scuola, ma vuole che voi andiate a lavorare. Non mangerò nemmeno io.
Queste sono le sue ultime parole, prima che scompaia in camera sua. Nick sfila le scarpe e prende una felpa azzurra dall'armadio. Mentre se la infila pensa alle parole scritte su quel pezzo di carta: "Everywhere, but not here". Senza deciderlo si infila nel letto accanto al proprio e si rannicchia nella maglia del ragazzo che probabilmente non tornerà più.
Però, per quanto sia arrabbiato non può nascondere che gli manca, che sta creando un vuoto nel suo cuore. Perchè nonostante tutto Toby è suo fratello e anche se prendesse le decisioni più sconsiderate, sarebbe sempre stato un po' dalla sua parte.                                                                                      

                                                                                ****
TOBY
Sta quasi per sorgere il sole. Le montagne lasciano passare qualche fioco raggio del sole fra le loro cime. Sono circondato da erbetta umida, in un parco di ciliegi. E’ un posto stupendo e il mio sacco a pelo è caldo e confortevole. Questo luogo sa di casa. E’ proprio questo che turba i miei pensieri.
Volto la testa in direzione della mia accompagnatrice. Ha i capelli sul viso e le coprono le lunghe ciglia. Anche se non posso vederle, so che quelle palpebre sono rimaste sollevate per tutto questo tempo. Sempre. Nel silenzio della notte riuscivo a sentire il suo cuore palpitare fra qualche singhiozzo trattenuto. Scommetto che lei ha i mie stessi rimorsi. Ho un disperato bisogno di parlare con qualcuno.
- Hei!? Sei sveglia per caso?- Anche se so che lo è glielo chiedo ugualmente. Non voglio farle capire che ho sentito i suoi pianti.
- Si, ma credo che tu lo sappia già. Non farmi credere che sono stata molto brava a mimetizzare il rumore della mia scontentezza- dice lei rimanendo sdraiata nel suo sacco a pelo. Non posso fare a meno di fare un piccolo risolino. Lei intanto scoppia a ridere. Volta la testa, poggiando il mento sul piccolo cuscino, mostrando un sorriso radioso e portando un ciuffo di capelli dietro all’orecchio sinistro.
–Come ti chiami? Non ci siamo mai presentati, non so il tuo nome .- Altra bugia, ma ho un disperato bisogno di parlare e non sono bravo a trovare argomenti .
- Lo sai che non sai mentire? So benissimo che conosci il mio nome, Celeste. L’hai sentito quando mi hanno chiamato sul marciapiede! Oppure l’hai già dimenticato?-
-No, no l’ho dimenticato-.
La sua bocca si allarga in un sorrisetto compiaciuto. Intanto anche io assumo la sua posizione, così posso guardarla dritta negli occhi.
-Comunque io sono Toby. Come mai eri davanti all’uscita del pronto soccorso?
-Per via di mia sorella, Bianca. Credevamo che si fosse fratturata un dito giocando a pallavolo. E’ la mia gemella. Non ci somigliamo granché all’apparenza e siamo abbastanza diverse. Non siamo come acqua e fuoco, perché sarebbe una lotta eterna per la supremazia di uno dei due elementi. Siamo più che altro come aria e acqua. Una in cielo, l’altra in terra e non possiamo neutralizzarci. Condividiamo le stesse passioni, ma le manifestiamo in modi completamente differenti-. Lei continua a guardarmi aspettandosi che dica qualcosa. Ma le sue parole mi hanno ricordato di qualcuno: Jessica e me. Aria e acqua. Una in cielo l’altra in terra, ma noi siamo divisi per davvero. Questo pensiero balena nella mia mente. Non posso continuare a fingere di star bene. Ma non posso fidarmi di nessuno. Vero o non vero? Celeste ha notato il mio volto malinconico. Anche i suoi occhi hanno cambiato espressione.
-Qualcosa non va?- Mi chiede. “Non vero”, penso. In quel momento capisco chi è degno di tenere la chiave della mia fiducia. In tutta risposta le dico:
–Ti devo parlare-.

ANGOLO DELLE AUTRICI
Prima di tutto: scusate il ritardo, ma non riusciamo a scrivere un capitolo in meno di un mese. scusate, Scusate SCUSATE!
Per seconda cosa vorrei ringraziare quei due santi di _eternity0_ e alinasasusaku02 che hanno recensito questa cosa, che senza FloxVaniglia Luna starebbe ancora cercando di farla passare come storia, perché i suoi scheletri di capitoli…
grazie Grazie GRAZIE per aver recensito!
Ora parliamo del capitolo vi è piaciuto? Speriamo di sì. Vogliamo aggiungere due persone alla storia, crediamo e speriamo che vi staranno simpatiche.
PARLA FLOX
Mi diverte tantissimo scrivere! E’ un gioco e un’esperienza fantastica. Poi abbiamo raggiunto 7 pagine word con questo capitolo. 7! Non sono solo tante, ma è il numero che adoro. 7! Qualcuno mi capisce? Ho voluto inserire riferimenti anche ad alcune saghe di libri in questo capitolo, come farà anche la mia amica Luna. Insieme siamo due LUNATICHE. Questi riferimenti faranno impazzire chi come noi adora alcune saghe e saranno stati gradevoli alla lettura per chi non le conosce. Vorrei ringraziare mio fratello che mi ha suggerito il cognome per le gemelle, anche se voleva che Toby si innamorasse dell’infermiera del pronto soccorso. Vi aspetto nelle recensioni per il mio solito appuntamento con l’anagramma del titolo del capitolo successivo e con la trama di quello che accadrà nella prossima puntata. Restate sintonizzati su questa frequenza d’onda se siete divorati dalla curiosità e ci vediamo alla prossima!
VI SALUTANO LE DUE PAZZE

ps: l'editor che usavo non mi funziona più. ora ne sto usando un altro ma non riesco a capirlo bene. spero che si legga tutto. :P

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Capitolo 7
*** Gemelle ***


UN NUOVO PIANO

CAP 7

Gemelle

 

 

JESSICA

L'altro ieri. Solo l'altro ieri. 48 ore. 2880 minuti. 172800 secondi. Solo l'altro ieri, a quest’ora, ho assistito alla morte di una persona di cui mi potevo fidare. Di chi mi posso fidare? Ci sarà qualcuno disposto ad ascoltarmi, a consolarmi? Prima qualcuno c'era. Ora non più.

Non ho mai provato a restare sveglia tutta la notte. Non sono mai stata costretta dai miei incubi a compiere un atto simile. Non ho mai voluto. Neanche durante le due notti scorse. Ma a volte sei obbligata. Le notti peggiori della mia vita. Come ho trascorso quella appena finita? Contando. Un lungo countdown fino a 86400, i secondi in una giornata. Ciò è durato fino a pochi secondi fa. I numeri mi impedivano di pensare. Riempivano il vuoto lasciato dai miei ricordi frantumati. Di litigi e sorrisi. 86400. 86400. 86400 secondi mi separavano da questo momento. Ora posso sciogliere le mie ginocchia e le mie lacrime.

Ma se la notte appena passata è stata colmata dai numeri... la prima no. E anche con il sole che filtra tra le sbarre quelle immagini mi perseguitano. Le immagini di un combattimento che non avrei mai voluto vedere.

Chiudo gli occhi per un attimo e il terrore mi assale. Fantasmi. Non ho mai creduto ai fantasmi. Infatti, quello non è un fantasma. E' un ricordo. Un ricordo fin troppo nitido. Le notti insonni mi hanno fatto venire le allucinazioni? No. C'è veramente. Toby. Un ologramma di un combattimento mortale che non doveva finire com'è terminato.

Non mi rendo nemmeno conto di essere crollata in ginocchio e che le lacrime mi stanno rigando le guance. Mantengo gli occhi incollati su quel ricordo, che volta la faccia guardandomi. Il mio sguardo fugge ma mi impongo di tenerlo fermo. Non ci riesco e abbasso gli occhi. 

"Guardalo Jessica, sta morendo per te." mi dico e lo faccio.

Vedo le sue labbra muoversi: "Mi dispiace" sussurra.

Magmion è sopra di lui. Il calore del fuoco arriva fino a me. E' fin troppo reale. Non sento le risate di Lavion e degli altri, sento solo un fischio nelle orecchie.

Urlo. Libero tutta la rabbia, l'angoscia, il dolore, l'odio in un unico urlo che squarcia il cielo, ma non le catene che mi legano le ali.

Vogliono spezzarmi. Però non posso cedere. E'morto. Per me. Ho accettato la realtà. Nessun fantasma.

86400 secondi. Ora posso piangere.

* * *

NICK

Ho appena detto a Lucas che mio fratello è fuggito. Lui è rimasto inespressivo, come se la cosa non gli facesse né caldo né freddo. In questi momenti mi fa salire la rabbia. Si comporta come se tutta questa faccenda non lo riguardi. Ho intensione di scoprire che cosa lo spinge ad odiarlo tanto. Probabilmente avranno litigato, ma quale argomento può aver minato così profondamente il loro rapporto?

Camminiamo in silenzio fino al cancello della scuola ogni tanto lo guardo per cercare di decidermi a chiederglielo. Sono sempre stato timido, ma questa timidezza mi inquieta.

E' un mio amico, però mi fa un po' paura... non so spiegarmelo...

Entrati nel cortile ci dividiamo per andare dai nostri compagni di classe.

Dopo qualche minuto suona la campanella ed entriamo nell'edificio. Passando accanto ad una finestra vedo il mio riflesso e involontariamente sussulto. Indosso i vestiti di mio fratello, che sono totalmente diversi dai miei, anche perché mi vanno piuttosto larghi. Alla prima occhiata mi era sembrato di vedere il ragazzino biondo tendente alle imprese impossibili. Siamo totalmente diversi, ma quando una persona ti manca la vedi ovunque. Inizio a capire come si sentiva quando Jess è stata rapita...

Alcuni miei amici mi guardano come se non mi avessero mai visto. Non gli darei torto, non mi sento più io.

Mi siedo al mio banco e tiro fuori un libro, quello di antologia.

<< Bene ragazzi, andate a pagina 394, oggi cominciamo il racconto fantasy!>>

La voce stridula dalla mia prof mi irrita più che mai. Era l'insegnante che Toby odiava in assoluto. << Ok, Nick! Leggi per favore.>> Ho la voce roca. Non ci riesco << Nick! Ci sei?>>

Decido di leggere.

<< Pagina 394. La lettera. Tratto da Fairy Oak il potere della luce. Autore: Elisabetta Gnone. Riadattamento a opera di Silvia Egar. “Il postino consegnò una lettera a Pervinca, dicendo che era una Brevelettera Ufficiale del Gran Consiglio ed era molto urgente. Vì la sistemò in bella vista sul tavolino poi tornammo alle nostre faccende. Ad un certo punto la ragazza tornò in salotto e prese la busta, che era già aperta. I suoi occhi scorsero veloci le poche righe telegrafiche: Ritenuta la situazione di guerra troppo pericolosa non invieremo nuove fate-tate. Litigammo, perché non voleva dirmi qualcosa di importante, diceva che era troppo pericoloso. Disse di dover andare via, per salvarci. Prese uno zaino e divenne invisibile. Aprì la finestra e saltò giù. Il signor Cicero ed io iniziamo a cercarla dappertutto, inutilmente. Tornarono Tomelilla, Dalia e Babù. Ci dividemmo per cercare la gemella di Vaniglia, ma sembrava che nessuno l’avesse vista. Finalmente poi due ragazzi dissero di averla vista uscire dalle mura. Non saremmo ma riusciti a recuperarla ma non ci arrendemmo ed entrammo nel bosco.”>> 

C'è l'immagine della copertina del libro, raffigura un paesaggio innevato e due ragazzine che si tengono per mano, avvolte da una luce brillante. Il titolo sembrava fatto di ferro battuto "Fairy Oak". Mi chiedo come andrà a finire con le gemelle, spero che anche nella mia realtà finisca bene...

Suona l'ora e io tiro fuori dallo zaino Percy Jackson e la Maledizione del Titano. Inizio a leggere e il tempo passa. Dopo mezz'ora il prof di matematica non è ancora arrivato. Sollevo gli occhi quando mi rendo conto che non si è ancora nessuna vocetta acuta che strepita di "aprire i libri, bambini", anche se siamo ormai (finalmente) in prima media.

Nel caos creato dai miei compagni entra a fatica Nancy, la bidella, che urla qualche ordine. Tutti ammutoliscono e lei inizia a parlare. Non ci faccio molto caso, sono troppo preoccupato per Bianca che sta "combattendo" contro Talo...

Sapevo già che ci avrebbero divisi, abbiamo tre ore con quel professore. Mi alzo e mi diriggo verso il corridoio continuando a tenere gli occhi incollati alle pagine. Ci fermiamo davanti ad una classe. Alzo lo sguardo per leggere la targhetta della sezione, "2 E". Mi si secca la gola, la classe di Toby. Apro la porta e saluto il professore di Inglese. Un amico di Toby mi fa segno di sedermi accanto a lui. Mentre mi avvicino al banco di Ryan cerco con lo sguardo Lucas, accanto a lui c'è una ragazza con i capelli cortissimi, lisci e neri, con una ciocca rossa vicino al viso chiarissimo. Gli occhi sono azzurro spento e al centro venati d'oro. Ha un'espressione tra l'annoiato e l'innervosito. Mi incuriosisce questa ragazza, anche perché non avevo mai visto Lucas seduto vicino ad una ragazzina.

Anche qui il professore ha tardato e sta iniziando in quel momento a fare l'appello. Non ci presto attenzione, ma lo stomaco involontariamente si stringe quando chiamano "Tripp Tobias". Sento gli occhi di tutti puntarsi su di me ma io non sollevo i miei.

Passano altri nomi e il professore chiama una ragazza che non avevo mai sentito.

<< Wimon Bianca.>>

La ragazzina accanto a Lucas alza la mano. Poi torna a concentrarsi sul volumone appoggiato sul banco. Chiedo informazioni al ragazzo accanto a me.

<< Chi è quella ragazza?>>

<< E' arrivata ieri. Come hai sentito si chiama Bianca. E'... particolare, passa tutto il tempo da sola a leggere. Ha totalmente snobbato le ragazze e ha passato un po' di tempo con noi maschi. E' la prima volta che una ragazza si presenta così interessata al calcio. Però non ha mai detto niente di sé.>>

Sollevo le spalle e non dico nient' altro. Il professore inizia a spiegare. Dopo una ventina di minuti chiede a qualcuno di leggere e poi tradurre un testo.

Tutti tentennano. Do uno sguardo alla lettura: "Oxford and Hogwarts". Il mio cuore manca un colpo. Adoro questo libro, il caso è chiuso.

Bianca fa scattare la mano in aria, sembra stia imitando Hermione Granger.

Inizia a leggere. Scopro che in uno dei college ci sono le scale dove Gazza ha "accolto" Harry e Ron nella Camera dei Segreti. Naturalmente il nome del Magonò è scritto in inglese, Filch. Quando la ragazza traduce quella frase lo chiama Gazza. Il professore la interrompe e la corregge. Lei fa una smorfia contrariata mentre io rido sotto i baffi.

Nel testo parlano anche della scena in cui Malocchio trasfigura Malfoy in un furetto. Appena finisce di leggere il paragrafetto in inglese e sta per iniziare a volgerlo in italiano il professore esclama:

<< Qui non ti posso aiutare, non ho mai visto Il Calice di Fuoco.>>

Negli occhi azzurri della giovane passa un lampo omicida mentre io mormoro:

<> Il professore la guarda allibito.

<< Che professore babbano!>> mormora fra sé e sé.

Forse non lo mormora, lo dice abbastanza a voce alta. Per sua fortuna il prof non capisce, o almeno fa finta.

La guardo e le sorrido.

Qualche minuto dopo suona la campanella.

Ora successiva: educazione fisica!

Approfitto dell'assenza momentanea del prof per alzarmi e raggiungere Lucas.

<< Ehi! Com'è stare vicino ad una ragazza?>>

Sbuffa.

<< Si può stare. Preferivo tuo fratello, però.>>

Lo guardo malissimo. Non si parlavano da secoli, non vedo come potrebbe preferire di stare seduto vicino a lui.

Si allontana e mi volto. Bianca è in fila avanti a me. Ne approfitto e le tocco la spalla. Si volto e si ritrova davanti i miei occhiali.

<< Conosci Harry Potter?>> le chiedo.

<< Hogwarts è la mia casa.>> fa un piccolo inchino.

<< Bianca Wimon.>> si presenta << Serpeverde, Distretto 7, figlia di Ade, Intrepida Divergente, Elfo.>>

Esclama con voce interrogatoria e mi porge la mano.

La stringo come se stessi cadendo in un burrone e quella fosse la mia unica ancora di salvezza. Sorrido.

<< Nicholas Tripp. Corvonero, Distretto 9, figlio di Ermes, Erudito, Hobbit.>>

<< Lieta di conoscerti.>> Accenna un altro inchino. << Che stai leggendo?>>

<< La Maledizione del Titano. Sono nella discarica di Efesto.>>

<< Sto per tornare da mio padre allora!>> scherza accennando a un sorrisetto. Pare che la mia esclamazione sia l’unica cosa decente che le è capitata in tutta la mattina.

<< Hai ragione, Bianca di Angelo.>>

<< Che gent... professore a ore 10.>> in un lampo sparisce, dopo un attimo è seduta col naso sprofondato nel libro.

Tutti tornano ai propri posti continuando però a fare confusione. Scendiamo in cortile solo dopo un quarto d'ora. I ragazzi mi chiedono di giocare con loro a calcio, manca il portiere. Accetto, non voglio stare seduto a non fare nulla. Le mie compagne di classe vanno a giocare a pallavolo con quelle di seconda. Vedo la lettrice rimanere in disparte sulle scale, naturalmente sta leggendo. Mi chiedo se si stacca mai dalle pagine rilegate. Nel tempo in cui vanno a prendere il pallone io continuo ad osservarla. Nel momento in cui mi accorgo che il mio sguardo non si stacca da lei  mi sale il rossore alle guance. Il mio sguardo è tratto dalla sua testa china sulle pagine come una calamita. Noto comunque che ogni tanto alza lo sguardo e guarda desiderosa il campo da calcio. E' la prima ragazza che vuole giocare con noi. Mi faccio due calcoli: mio fratello non c'è, quindi manca un attaccante, non c'è neanche il portiere, perché è infortunato, ma lì ci sono io. Rimane un posto vuoto in attacco, allora.

Mi si avvicina Ryan.

<< Vorrei avere Bianca in squadra già che c'è un posto vacante. L'ho vista giocare un pomeriggio da sola in un parchetto, è una forza della natura, il pallone quasi non si vedeva.>>

<< Allora perché non le chiedi di venire?>>.

Mi guarda stortissimo.

<< Per quanto siano oneste le mie intenzioni tutti inizierebbero a prendermi in giro. Questo è solo un gioco, preferisco rimanere senza un giocatore che essere deriso a vita.>>

<< Ok!>> alzo le mani << Vado io!>>

Provo a superare il campo di pallavolo il più velocemente possibile.

<< Divergente! Vuoi giocare con noi?>>

Mi fulmina con lo sguardo per averla interrotta. Poi mi guarda perplessa.

<< Che? Stai dicendo sul serio?>>

<< Certo! Provare per credere. Vieni?>>

Si alza, mettendo il segnalibro. Si passa le mani sul jeans nero strappato, toglie una gomma da masticare dalla bocca e la attacca sul retro dello schienale della sedia del professore.  Poi scende le gradinate con passo sicuro, pronta a iniziare una partita.

Ryan mi guarda riconoscente e ci mettiamo ai nostri posti. Il professore fischia per dare inizio al gioco. Il professore? Guardo meglio, è il portiere, con un braccio rotto. Osservo i miei compagni di squadra. Si avvicinano sempre di più alla porta avversaria, poi però si fanno soffiare la palla. Vabbè, è solo l'inizio della partita. I difensori intercettano un tiro in porta e la passano a Massimiliano, il terzo attaccante con il capitano e l'unica ragazza. Gira attorno all'avversario che gli viene incontro e passa il pallone a Ryan che la passa a Bianca. Corre verso la porta dall'altro lato del campo e quando è sicura di non poter sbagliare il tiro e di non essere in fuorigioco colpisce con forza la sfera che saetta verso quel povero ragazzo che probabilmente non la vede neanche. GOAL!!

Esultiamo tutti e lei torna raggiante un po' più indietro, per poter osservare meglio il gioco.

Dopo una ventina di minuti di passaggi, Mariano, un nostro avversario riesce a tirare in porta. Riesco solo a deviarla e la palla colpisce il palo. Lucas la recupera e continuano a giocare. L'ora passa e noi vinciamo la partita 2-1. Praticamente tutto merito di Bianca, perché il secondo goal l'ha impostato lei. Torniamo in classe grondanti di sudore ma felici, nonostante l'altra squadra che borbotta contro di noi. Il nostro gruppo festeggia la ragazzina che ci ha permesso di vincere dopo un mese di sconfitte a bruciapelo. Spero che continueranno a farla giocare, perché è un vero mito.

I sessanta minuti successivi li passiamo a sorbirci una spiegazione di storia. Quando suona la campanella devo tornare in classe per due ore di torture di geografia e francese. Mi trascino fuori come un condannato a morte intonando la nona sinfonia di Beethoven. Sento i miei amici ridere, ma so che voltandomi vedrei Lucas molto imbronciato, così non lo faccio.

* * * *

Tornando a casa il mio amico continua a stare zitto. La voglia di sapere per cosa hanno litigato lui e quello stupido di mio fratello, mi arde dentro.

<< Lucas, per cosa avete litigato?>> chiedo in un soffio.

Mi guarda perplesso.

<< Come hai fatto a scoprirlo?>> c'è quasi rabbia nel suo tono.

Alzo le spalle.

<< Ho tirato a indovinare.>>

Volta la faccia.

<< Forse te lo dirò. Ma non contarci. Se torna te lo racconta lui, se vuole.>>

Vabbè, io ci ho provato. Poi, se non vuole... tanto sono sicuro che Toby tornerà, non subito ma tornerà.

 

 

 

 * * * 

 

 

 

 

da ascoltare con il sottofondo di Let her go, di Passenger  

 

TOBY

 

<< Ti devo parlare>>

Celeste Wimon mi guarda spalancando curiosa i suoi occhi gentili. Capisce perfettamente che sto per metterla a conoscenza di qualcosa di importante e difficile da accettare e comprendere a pieno.

Cerco di trovare l'inizio della mia storia. Posso raccontarle di Gorm e tutto quello che implica? Mi prenderebbe per pazzo, ma forse è l'unico modo per parlarle di cosa mi ha spinto a dormire in un parco. Ci sarebbe un altro modo, però non sarebbe la verità. Non voglio continuare a mentire. Prendo un bel respiro e torno con la mente ai primi giorni.

<< Ti sembrerà strano, ma è totalmente la verità. Te lo dimostrerei se potessi, cioè volessi, tornare a casa.>>

Le prime frasi mi escono difficili, non sapendo bene come esprimermi. Però poi le parole sgorgano irrefrenabili, desiderose di condividere un segreto rimasto tale per troppo tempo.

Parlo di quando Razzle è apparso la prima volta e di quando ci ha mostrato il Tempio. Mi osserva sempre più stupita, ma ascolta in silenzio, senza commentare.

<< Eravamo fuori in giardino e stavo stracciando mio fratello a pallone.>> dico sorridendo al ricordo di quella giornata di giugno << Era finita da pochi giorni la scuola ed eravamo eccitatissimi all'idea delle vacanze. Mentre stavo per tirare in porta sento una vocina acuta alle mie spalle. Per lo spavento sbaglio e inciampo sul pallone. Poco lontano c'era una lucertola molto più grande del normale in piedi sulle zampe posteriori. Rimanemmo a guardarla sconcertati per qualche minuto mentre quella si presentava dicendo di essere il custode del Tempio degli Elementi e che noi eravamo i Signori della Natura, tipo i Leader di alcuni popoli su un pianeta in un altro universo. Hai tutto il diritto di non crederci, finchè non ce lo dimostrò pensavamo che fosse una buffonata. Ci portò nel Tempio degli Elementi e ci spiegò tutto quello che c'era da sapere. Ovvero quasi nulla perchè tutto quello che so su quel posto l'ho imparato dalle numerose battaglie.>>

Gliene narro alcune, tra le più epiche o faticose e arrivo fin troppo velocemente al rapimento. Mentre inizio a parlare di Jessica tentenno un po', non so come la  mia nuova amica potrebbe reagire. Lei non sembra affatto infastidita o cos'altro ma ascolta con ancora più attenzione percependo che quello è l'argomento più doloroso che devo affrontare.

<< Ci conoscevamo da... tre, quattro anni. Lei era arrivata qui in quarta elementare. Nella nostra classe eravamo solo dieci, quattro maschi e sei femmine... Quest'ultime erano odiose, non erano il tipo di ragazze che ti aspetteresti di trovare in una cittadina così piccola. Erano delle vipere, a 9 anni avevano già tre cellulari, vestiti firmati e i genitori ricchi sfondati. Tranne una che era veramente simpatica, Gina, ed era la nostra unica amica. Poi arrivò Jessica e diventammo undici. Automaticamente snobbò quelle cinque serpi che provavano a farsela amica inutilmente, per quanto come interessi più o meno gli si avvicinava. Si vedeva che aveva già avuto a che fare con quel tipo di persone. All'inizio si avvicinò solo a Gina, che passava praticamente tutti i pomeriggi con noi ragazzi, così anche Jess si unì al gruppo. Con la fine della scuola primaria perdemmo i contatti con gli altri due maschi che si trasferirono, mentre Lucas, Jess, Gina ed io andammo tutti alla stessa scuola media. Mio fratello è più piccolo di me di un anno quindi non era in classe con noi però faceva lo stesso parte della combriccola.>>

<< Gina per fortuna non era nel giardino quando apparve Razzle perchè non faceva parte di questo nostro gruppo di Gormiti. Negli ultimi giorni d'agosto noi quattro siamo andati su Gorm per combattere ancora. Qualcosa però non mi tornava. Magmion, il nostro più acerrimo nemico, aveva attaccato il Popolo del Mare con una decina di guerrieri alati. Avevo chiesto a Jessica di rimanere sulla Terra perchè era chiaramente troppo pericoloso.>>

 

Well, you only need the light when is burning low

Only miss the sun when it's start to snow

Only know you love her when you let her go

 

Chiudo gli occhi, sopraffatto dai pensieri. Sarebbe stato meglio che non l'avessi fatto. Il sole è stato oscurato dalle nuvole e tutto è diventato più tetro, anche se le nuvole lattiginose sembrano quelle che portano neve. Anche se ho le palpebre abbassate vedo lo stesso quel parco, solo anni prima, a gennaio. Era tutto coperto da un mantello bianco e stavamo giocando a palle di neve. Avevamo dieci anni. Rivedo il viso sorridente di Jess quando ci eravamo lanciati dall'altalena su una collinetta di neve. Risento la sua risata. Fa male. Torno a guardare gli alberi coperti di foglie arancioni.

 

Hoping one day you'll make a dream last

But dreams come slow and they go so fast

 

Si dice che gli occhi siano una finestra sull'anima. Vorrei avere uno specchio, per controllare se è vero. Da come mi guarda Celeste probabilmente lo è. Nel mio riflesso vedrei un ragazzino distrutto, tormentato dai ricordi che tornano più vivi e nitidi, come fotografie. Se poi accanto allo specchio ci mettessi una mia foto di un paio di mesi fa... Un ragazzino biondo pieno di vita che sorrideva sempre. Che fine ha fatto la sua risata?

Cosa darei per tornare indietro, anche solo per pochi secondi, per ritornare a pensare positivo. Certo quella era una pace apparente, è normale che sarebbe sparita in fretta.

 

<< La... la battaglia peggiora sempre di più.>> mi costringo a riprendere, con la voce incrinata<< Lei non mi ascolta e ci raggiunge. Ero stanchissimo ma non mi interessava. Dovevo proteggerla, ad ogni costo.>>

Più vado avanti più mi è difficile respirare. Mi faccio forza e continuo.

<< Tutti hanno un difetto fatale... tutti combattono per un obiettivo e hanno paura di perdere qualcosa. Il mio difetto fatale è che mi fido troppo dei miei amici, non sarei mai in grado di tradirli e alcuni li proteggerei anche a costo della vita... In quella battaglia il mio obiettivo era proteggere Jess e le avevo fatto promettere che non avrebbe volato. Era quello che voleva Magmion. Ad un certo punto... ad un certo punto riescono a prenderla. Non posso niente per evitarlo. La portano via, al Vulcano, il palazzo del Signore del Magma.>>

Sento le lacrime inondarmi gli occhi, il rimorso che torna dopo tanti sforzi per metterlo a tacere.

<< Per settimane sono consumato dal senso di colpa. Ho fallito e mentre mio fratello cercava di non farmi pesare la cosa, Lucas ci si metteva d'impegno a rovinarmi la vita. Mi odiava dopo un litigio fatto qualche giorno prima. Con l'inizio della scuola avevamo iniziato a preparare un piano d'attacco per liberarla. Mai finito. Due giorni fa Magmion manda un videomessaggio in cui propone uno scambio: libererà Jessica se uno di noi si fosse consegnato e avesse vinto un duello. Nel caso avessimo perso, quello che si era offerto sarebbe stato usato per non so che torture.>>

Sento il viso bruciare ma neanche una lacrima scendere. La ragazza si copre la bocca con le mani, esterrefatta, avendo capito che cosa era successo dopo. Mi guarda col terrore dipinto nelle iridi color cielo. Presto però la paura diventa confusione. E' veramente intelligente, ha capito subito che qualcosa non va.

<< Magmion ha colpito nel centro.>> dico con un sorriso amaro.

Alza la mano come si fa a scuola. Le faccio un cenno con la testa e lei espone la sua domanda, che non mi stupisce.

<< Sono certa che sei andato tu. Una cosa non mi torna: sei qui, quindi dovresti aver vinto il duello, però appunto sei qui. Sono sicura che non saresti fuggito da casa se fossi riuscito a liberare la tua amica. Quindi o hai vinto e Magmion non ha rispettato il patto o non so cosa può essere successo.>>

<< Hai ragione nel dire che ci sono andato. Il più grande errore della mia vita. E hai ragione anche nel dire che Magmion non ha rispettato il patto. Però io il combattimento l'ho perso e sono quasi morto, solo che per qualche motivo il Signore del Magma non mi ha sfruttato per esperimenti e chissà cos'altro. Per fortuna. Sono tornato a casa e sono andato all'ospedale. Poi sono fuggito. E ti ho incontrata in quel vicolo. Il resto lo sai.>>

 

See her when you fall asleep

But never to touch and never to keep

'Cause you loved her too much

And you dived too deep

 

Appena finisco di parlare abbasso la testa. Vorrei potermi addormentare e fuggire dalla mia vita. Ricordo che ogni tanto me lo diceva Nick, solo che lui in quel caso prendeva un bel libro e si tuffava tra le pagine alla ricerca di un'altra esistenza, anche per pochi minuti. Io preferivo dormire. Solo che so già cosa sognerei, o meglio che incubi farei. Perchè rivivrei i momenti più felici, con la consapevolezza che non torneranno. Perchè vedrei lei, che ho lasciato andare via senza alzare un dito e solo con il suo rapimento ho capito quanto fosse importante la sua presenza nelle mie giornate per darmi la forza di respirare, di andare avanti.

 

Only know you been high when you feeling low

Only hate the road when you missing home

Only know you love her when you let her go

 

Staring at the ceiling in the dark

Same old empty feeling in your heart

'Cause love comes slow and it go so fast

 

Sento un braccio posarsi sulle mie spalle. Celeste che mi abbraccia. Mi ha sempre dato un po' fastidio che qualcuno mi abbracciasse, ma le emozioni sono così tante che rimango impassibile. Con la consapevolezza che Jessica si è portata via una parte del mio cuore e che in questo momento vorrei lei ad abbracciarmi. A quel pensiero divento rosso e mi rilasso, permettendo ai sentimenti di uscire fuori. Abbraccio a mia volta la rossa, felice di essere riuscito a liberarmi di un peso. Mi sento meglio, senza il tormento perenne a premere sui polmoni e lo stomaco.

Stringiamo un patto muto. Rimarremo uniti in questa strana esperienza di fuga e magari potremmo aiutarci a risolvere i nostri problemi.

Solo una cosa non mi torna: ha accettato tranquillamente tutta la faccenda di Gorm.

Non gli do importanza sul momento. Voglio rimanere qui cercando di convincermi che tutto andrà bene. In un modo o nell'altro.

 

 

 

 

 

 

NOTE DELLE AUTRICI

Tanti auguri a te! Tanti auguri a te! Tanti auguri a FloxVaniglia! Tanti auguri a te! E la torta degli Intrepidi a me!

Per il compleanno della mia migliore amica ho deciso di unire le due cose che odia di più: i Gormiti e Passenger!

Scherzo, comunque spero che le sia piaciuta la parte in cui Toby parla con Celeste. Sì! L’ho scritta tutta io! Ci ho messo tutta me stessa per far uscire bene un discorso pieno di sentimenti!

Spero che sia piaciuta anche a voi.

Come vi sembra Bianca? Io la adoroo! :P

Passo la parola alla festeggiata!

 

FLOX

Ringrazio prima tutti cloro che stanno pensando “ Auguri cara Flox!” ( anche se non credo che i nostri lettori siano abbastanza occupati per crogiolarsi nel capitolo anche solo per pensare a i miei anni)

Non è vero che odio i Gormiti, è solo che preferisco i maghi, i tributi, i semidei, i divergenti e le gemelle Periwinkle. Parlando di gemelle abbiamo adottato due personaggi, sì adottati perchè non si può scrivere un racconto senza sentirli parte di sé. All’inizio doveva essercene una sola, ma c’erano due nomi e volevamo tenerli entrambi. Gemelle!

Ringrazio la mia cara amica LunaTonks per il regalo e so che veramente ci si è impegnata perché so che odia parlare di sentimenti. Voglio informarla che scriverò anch’io qualcosa per lei il giorno del suo compleanno ma mentre in questo capitolo ho scritto la parte di Jessica e nella parte di Nick ho partecipato, in quel capitolo non le faro mettere penna, anzi tasto. Mi dispiace di non aver fatto la recensione dello spoiler, sarà la prossima volta. Ciao!

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Capitolo 8
*** Segreti e Riappacificazioni ***


Un nuovo piano
Capitolo 8

Segreti e riappacificazioni*
* un termine generale per indicare scuse strappalacrime e litigi inconcludenti


TOBY

 

Non voglio parlare. Stiamo dicendo tutto e niente. Niente. Non esiste il "niente". Come non esiste il silenzio. Mentre noi non sentiamo, esiste il rumore del nostro cuore che batte, del nostro respiro, di una piuma che cade. Tutto ciò ha un rumore, anche se spesso impercettibile.
Piccoli suoni iniziano ad affiorare nella mia mente. È il suo respiro. È regolare. Non ha paura. Non è spaventa. Possibile che per lei tutto ciò non sia inusuale? Mi volto. È il mio primo movimento. Lei scioglie il suo abbraccio.
<< Hai parlato tu. Ora parlo io. Credo di avere un segreto che valga il tuo tempo. >>
I nostri sguardi si incrociano. Il suo è forte. Pieno di fermezza. Il mio no. Non riesco a reggere il peso di tanto coraggio. Torno a fissare un punto lontano nell'orizzonte. Come fa l'orizzonte a essere così lineare? Come fa a non avere niente che gli tolga la sua regolarità? Solo quando fa molto caldo quella linea si sfoca e il cielo e la terra si mischiano, come se fossero la stessa cosa. Non mi piace questo fenomeno, mi dà un senso di incompletezza, mentre l'orizzonte ben definito mi aiuta a schiarire le idee, con la sua linearità.
<< C'erano una volta due gemelline... >>.
È concentrata. I suoi occhi sono spenti, pasta vitrea colorata. Riesce a togliere emozione anche a una frase del genere, che solitamente introduce una storia gioiosa. Ma questa non è una storia a lieto fine. È ben chiaro.
<< ... Che vivevano una vita felice come due ragazzine normali. Ma non erano normali. Per la gente della Terra uscivano fuori dai parametri del comune. Perché non vivevano sulla Terra. Ma in un luogo oggi ben conosciuto da quattro ragazzini terrestri. GORM.
<< Ma neanche su Gorm erano semplici bambine. Erano le guardiane del fuoco, ma almeno vivevano una vita felice fra persone felici. Molti le temevano, ma tutti le rispettavano. Altri facevano finta di non sapere dei loro poteri, per non farle sentire più importanti di quanto loro stesse volessero. Ma naturalmente in una storia così deve esserci il cattivo, il dittatore che voleva toglierle di mezzo. Colui che disprezza la pace, che invidia chi è più potente di lui e che ignora, negando la possibilità di essere secondo. E chi può essere se non la persona che poco tempo dopo rase al suolo la popolazione del fuoco, se non i suoi alleati? E le gemelle lo conoscevano bene. Era il loro amato zio. Odiato zio, tanto meschino e vigliacco che tentò di rapire le gemelle e rubò loro gli occhi della vita, e con quelli anche i sogni delle prime.
<< Le ragazzine, figlie di umani gormiti, vennero nascoste sulla Terra, per sfuggire all'ira dello zio, il Signore della Terra del Fuoco. Lui per rabbia o per vendetta, fece uccidere i genitori delle due che rimasero da sole in un mondo del tutto estraneo, chiuse in un orfanotrofio. Nella fuga da Gorm le bambine diedero prova dei loro eccezionali poteri. Lo zio, dopo qualche tempo capì che era meglio convincerle ad allearsi con lui invece che inseguirle sulla Terra. Mise allora in atto il suo perfido piano. Le fanciulle avevano bisogno dei loro Occhi della Vita per sopravvivere in quel mondo, così il Signore li distrusse, per dare alle giovani il pretesto di tornare nella loro terra natale. L'essenza vitale contenuta nelle sfere entrò nei loro corpi, marchiandoli. Per quanto buona parte del potere contenuto lì dentro si perse, almeno era diventato parte delle due gormite. Tornarono sulla Terra e vennero adottate da una famiglia non troppo gentile. Una di loro due fuggì, incontrando un ragazzino e rivelandogli il suo passato, mentre lo zio è ancora in circolazione a terrorizzare Gorm.>>
Il mondo si è fermato. Io mi sono fermato. Per un momento anche il mio cuore si è fermato.
<< Credo che tu sappia fare 2+2 , Tobias>>
Così dicendo alza la manica, scoprendo un tatuaggio a forma di fiamma dentro un cerchio. Lo preme e con un cenno della mano scompare, lasciandomi solo. A riflettere, con un unico pensiero: trovare la sorella.

 

****

 

LUCAS

 

A volte mi viene un dubbio:
Ho fatto male a prendermela così tanto per quella stupidaggine? Una cretinata tira l'altra e siamo arrivati a questo punto. A non avere più fiducia negli altri.
Scuoto la testa e mi dico che è colpa di Toby se quello che è successo è accaduto. Troppo fiducioso negli altri e troppo poco in se stesso. Oltre tutto innamorato e questo ha portato a qualche errore in più e di conseguenza anche a più rimorso del necessario.
Ora se ne è andato. Così potrà riflettere meglio sulle sue azioni.
Faccio finta di no, ma in fondo sono preoccupato. È comunque il mio migliore amico. O almeno lo era fino a quel litigio.
Quella discussione mi ha dato la conferma che essere innamorati crea solo problemi .

 


****


TOBY


Poco tempo dopo sto correndo, i polmoni che bruciano ad ogni respiro e il naso che formicola all’entrare dell’aria. Non ho mai avuto un grande senso dell’orientamento e la bussola in dotazione nel mio zaino non può essermi d’aiuto senza la cartina.
Oltrepasso la fermata dell’autobus, con il veicolo che ingrana l’acceleratore. Ho il biglietto, ma non mi fermo. Ho bisogno di muovermi. Richiamo alla mente le immagini di qualche sera prima. Un incrocio,una strada , un lampione, la scuola. So dove sono e dove mi dovrei trovare: a scuola. È l’una. Fra trenta minuti suonerà la campanella. Devo arrivare lì. Costi quel che costi. Richiamo alla mente la faccia di Celeste. Ha la mia età, quindi farà la seconda. So che riuscirò a riconoscere la sorella. Imbocco una curava ed eccomi davanti all’edificio rosa antico. L’una e venticinque. Mi nascondo dietro un bidone della spazzatura vicino ai gradini, in un vicoletto. Guardo l’orologio fissando la lancetta dei secondi.
A un tratto suona la campanella. Mi sposto verso la fine del vicoletto, per guardare le classi uscenti. Escono le prime. Ecco le seconde. Seconda A, B,C… nessuna traccia di una persona vagamente somigliante alla mia amica. Arriva la E. Cerco di nascondermi e avere una buona visuale, non voglio farmi vedere da Lucas, che solitamente,al contrario di Nick, imbocca la strada che dà sul vicolo.
Intravedo una figura sul ciglio delle scale che si guarda intorno: alta, slanciata, capelli neri, ciocca rossa, zaino a tracolla, tre orecchini e un libro in mano. Trovata. Tredici gradini ci separano. 12… e se non è lei?... 10… Quando è arrivata?... 7… Possibile che tutto ciò sia reale?... 5 … Perché è in coda con Lucas?… 3… Cosa le dirò e come saprò convincerla?... 1… Appena passa per il vicolo e saluta l’amico, scatto e l’afferro per il polso, tirandola verso il mio nascondiglio. Lei ha gli occhi azzurri con sfumature miele, come la sorella. Le pupille sono dilatate e nere, in contrasto con l’iride. Apre la bocca x gridare, ma io le faccio segno di fare silenzio. Lucas si volta verso di noi. Io mi appiattisco contro la parete, e così il mio ostaggio,finché lui non volta lo sguardo, scuotendo il capo desolato e proseguendo il su cammino con Nick.
<< Chi diamine sei e cosa vuoi?>>
Indaffarato, le tiro su la manica destra , fra i suoi “hei?!”, finché non trovo ciò che cerco: il tatuaggio a forma di fiamma. Lei libera la mano dalla mia presa allentata e mi dà uno schiaffo.
<< Chi sei e cosa vuoi? >> è di poco più alta di me e lancia fiamme dagli occhi. Mette i brividi.
<< Calmati!>> urlo di rimando. Cala il silenzio, entrambi inquietati dalle grida dell’altro.
<< Attendo una risposta >> dice lei in tono calmo e pacato, spesso più perforante di un urlo.
<< Conosci Celeste Wimon, vero? >>
<< Come fai a conoscere mia sorella? Dov’è? Cosa vuoi?>> dice, stavolta in tono supplichevole.
Mi allontano da lei, sapendo che mi seguirà come un cane abbandonato cerca si seguire il padrone. E così accade. Il cortile è deserto.
<< Dove stai andando? Mi devi delle risposte!>> ricomincia a infuriare.
<< Vuoi chiudere il becco? >>
Lei incomincia a correre e mi taglia la strada. È più veloce di me. Mi punta un dito sul petto.
<< Dimmi dov’è mia sorella… O io…>>
Afferra il collo della mia maglia e mi tira su, mentre mi dimeno, non riuscendo a toccare a terra. I nostri sguardi si incrociano. Sto lacrimando. Non riesco a respirare. I suoi occhi sono duri come la pietra. Qualche secondo dopo vedo li vedo addolcirsi, e mi lascia cadere a terra. Lei rimane ferma, impalata. Mi rialzo velocemente, spolverandomi i pantaloni. Sto per ricambiare la violenza, quando mi accorgo che ha gli occhi lucidi.
<< Sta bene. So tutto e il vostro segreto è al sicuro. Ti devi fidare di me come lei si è fidata di me e di te.>>
Lei annuisce, scuotendo via le lacrime dagli occhi.
<>
<< Anche tu sei… >>
<< Si. Seguimi. >>
Corriamo. La sto conducendo all’albero. Per quanto sia dura è in pensiero per sua sorella. Mi chiedo se è la stessa cosa per Nick.
Dopo un po’ arriviamo. Ci sediamo sotto l’albero e le racconto la nostra storia.
<< Non ci credo.>> commenta lei << Mia sorella non si sarebbe fidata subito di te solo perché sei un fuggiasco.>>
<< Tua sorella non sarebbe mai scappata di casa, eppure lo ha fatto!>> La sgrido. Sto perdendo la pazienza. << Dove si ritrova di solito quando ritorna da Gorm?>>
<< Nel posto dove …>>
Non termina la frase che si sente uno sfarfallio alle mie spalle. È tornata. Mi volto. Ha gli occhi spalancati alla vista della sorella. Solo adesso mi rendo conto della loro somiglianza inquietante.
Le due scattano in piedi contemporaneamente, non facendo caso a me. Sembra di assistere a una scena allo specchio.
<< Bianca! >> esclama Celeste, cercando di tenderle la mano, bruscamente rifiutata.
<< Ho sofferto la tua mancanza, ma non ti ho perdonata>> afferma in tono gelido. << Perché non mi hai portata con te? Credi che io non subisca le stesse violenze? Quando ho saputo che eri scappata non ho dormito. Ho cercato di ricordarti leggendo i tuoi libri e indossando i tuoi accessori.>>
Strappa bruscamente un cordoncino dal collo. Vi è appeso un ciondolo trasparente a forma di onda, pieno di un liquido azzurro, e lo lascia cadere nella mano tesa della sorella.
<< Nonostante questo trovo ridicolo dover sopportare la lontananza fra noi se ciò causa più dolore a me che a te>>
<< Non sei l’unica che ha sofferto. Non dire così>> balbetta sussurrante Celeste, che fino ad ora aveva ascoltato in silenzio.
<< Allora perché non sei tornata dalla tua famiglia: me. Sono io la tua famiglia ora!>>
<< Ma…>>
<< Non mi interrompere!>>
È evidente che ha sognato con dolcezza e rancore questo momento, e così ha sognato le parole da dire.
<< Trovo inutile respingerti, ciò causa più dolore a me che a te. Io ti voglio bene, ma sappi che non ti ho perdonato. Bentornata.>>
Le ragazzine si abbracciano, in un miscuglio di emozioni tremende, dall’odore talmente forte che persino io riesco a inspirarlo. Devo tornare da Nick. L’unione fa la forza.
<< Riuscirai a perdonarmi un giorno?>>
<< Forse…>>
Celeste spinge Bianca a terra e si lascia cadere al suo fianco, facendole il solletico. Ridono e piangono insieme. È il suono di una vera amicizia. Sembrano riappacificate, ma forse il terrore della solitudine vivrà ancora come un cancro nel cuore di Bianca. Il loro rapporto dovrà essere ricostruito piano piano come un ponte d’arcobaleno.
<< Scusaci Toby, ma io e Bianca ora abbiamo del tempo da recuperare.>>
<< Fate pure, io devo raggiungere Nick.>>
<< Nick? Il ragazzino della prima L?>> chiede Bianca.
<< Si, lo conosci?>>
<< E’ venuto in classe da me perché è stato diviso. E’ tuo fratello?>>
<< Si >>
<< E’ un bravo erudito. Tienitelo stretto.>>
<< E’ quello che farò. Ci vediamo qui, domani alla stessa ora.>>
<< A domani>> esclamano all’unisono, alzando la manica, sfiorando il tatuaggio e diventando evanescenti.


****


Sono davanti alla porta di casa, sull’ultimo gradino, davanti all’uscio. Respiro profondamente e suono il campanello. Mi getto lateralmente nei cespugli. Ci ho ripensato, non riesco ad affrontare il suo sguardo di rimprovero. È più piccolo di me, ma più maturo e responsabile.
Nick apre la porta e si guarda intorno, gli occhi pieni di speranza affogare nella delusione. “Vigliacco” una voce mi risuona in testa. “Lurido vigliacco, non vedi con quanta speranza ha spalancato la porta?”. “Hai ragione, cioè… Ho ragione”. Balzerò fuori prima che chiuda la porta? Conosco la risposta a questa domanda, e va contro i miei dubbi.
<< Toby! >>
<< Nick! >>
<< Toby?!>>
<< Si, è il mio nome. Ti è mancato pronunciarlo?>>
Mio fratello mi dà uno schiaffo sulla guancia già dolorante. Lo merito.
<< No, non mi è mancato. L’ho pronunciato spesso ad alta voce durante l’ultima notte>>
Solo ora mi accorgo che indossa la mia felpa celeste.
<< Quando l’hai indossata?>>
<< Stamattina, per averti accanto. Sei uno stupido!>> mi sgrida.
<< Lo so>> spero che il mio atteggiamento di resa lo plachi, ma nulla lo calma. Sento il suo sguardo potente come le saette di Zeus, pronte a incenerirmi. Non l’ho mai visto così.
<< Chi è, Nick?>> la voce di Lucas rimbomba nelle mie orecchie. Vado nel panico ed eccolo comparire. Rimane interdetto.
<< Idiota! >> rimbecca Lucas
<< Se volevo essere insultato non sarei tornato!>>
<< Perché sei tornato?! Per essere applaudito? Bene, applaudiamo lo scemo che ha fatto soffrire gli amici!>>
<< Chiudi il becco Lucas!>> Nick dimostra ancora una volta la sua maturità.
<< Ho conosciuto una, anzi due persone, due gormite. Voglio il loro aiuto per liberare Jessica e… mi mancavate. Ho sofferto, e siete i miei due migliori amici.>>
<< Sai che dovrai sudare per riottenere la nostra fiducia vero? Se non vuoi faticare, beh… sei già sull’uscio.>>
<< Non sarei tornato se non avessi avuto intenzione di recuperare un rapporto.>>
<< Sei consapevole che dovrai guadagnarti il nostro perdono?>> Chiede Nick.
<< Si>>
<< Allora bentornato>>.
Un abbraccio riscalda i nostri tre cuori solitari. Entro in casa e racconto tutto. Questa è la mia casa.


****


Sono nel letto. I miei genitori non hanno fatto molte domande. Penso a domani. Domani sarà un nuovo giorno.





Angolo delle autrici


FLOX
Tanti auguri Luna! Questo è il mio nuovo capitolo per Luna di Angelo. Lei mia ha aiutato solo nella prima parte. Mi sono impegnata per raggiungere le sette pagine solo per lei! Ho mostrato Bianca un po’ più tenera del solito perchè dovete imparare a conoscere questo suo lato dolce, per una successiva sorpresa. Mi scuso per il tremendo ritardo a nome di entrambe. Spero che le sia piaciuto, perché io( al contrario di lei ) adoro parlare dei sentimenti e adoro la mia bimba, Celeste. 

Spero che qualcuno abbia capito i miei riferimenti ad Allegiant (il ciondolo di Celeste)e il ponte che collega Asgard alla Terra in Thor (il ponte d'arcobaleno quando parlano di ricostruire i rapporti). 

Spero di aver raggiunto le aspettative dei nostri lettori e vi auguro tante lacrime, quanti sono gli anni di Luna.

A presto!

 P.S:lo spoiler del capitolo successivo si terrà a ogni fine capitolo, non più nelle recensioni e oggi non lo farò perchè non sappiamo precisamente cosa inserire nel prossimo capitolo(mancano più o meno dai 5 agli 8 capitoli (( a meno che non ci appassioniamo troppo e riusciamo a dilatare fatti relarivamente corti))). (adoro((le (((parentesi(((( nelle ((((( parentesi((((((!))))))))))))))))))))))


LUNA

Per prima cosa: non vi preoccupate, Flox è già in lista d'attesa per il reparto per le persone con forti disturbi psicologici. im joking. Seconda cosa: voglio complimentarmi con quella pazza di Flox perché questo capitolo è meraviglioso. Come al solito è grandiosa.
Voglio scusarmi per il ritardo pazzesco. Più di due mesi e questo capitolo è stato scritto quasi totalmente ieri da Flox. Da sola. 
La scuola mi ha totalmente privato della fantasia. Sto portando avanti altre due o tre ff e mi sono bloccata con tutte. Meno male che c’è la mia grande amica.
Spero vi sia piaciuto, perché a me da morire. Anche se il vero regalo che mi ha fatto ieri è infinitamente più bello (8 cd dei Green Day! Ho pianto quando Flox mi ha annunciato la notizia), questo rimane fantastico.
Grazie Flox. E grazie a tutti voi lettori che ancora seguono la storia, in particolare Bianca_Witch, alinasasusaku02 e _eternity0_. A presto (lo spero veramente.)
Luna di Angelo

Ps: non sono tanto vecchia come Flox ha fatto intendere. Vado ancora a scuola :P

 

 

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