Ringrazio anche solo chi legge.
La vedova a caccia
Cap.3 La pazienza del ragno
Natasha guardò
l’uomo davanti a lei avanzare lungo la
stanza, raggiungere la finestra e tornare indietro ripetutamente. Gli
occhi di
Winter scattavano a destra e a sinistra, un rivolo di sudore gli scese
lungo la
guancia.
-Ha ovvi dubbi sulla mia
copertura anche se l’ho costruita
bene. Devo ringraziare il generale che mi ha permesso di avere
abbastanza
comparse per i miei scopi- rifletté.
“Vuole che le
faccia un po’ di the? Me la cavo abbastanza in
cucina” mormorò gentilmente. Soldier si
voltò di scatto verso di lei e corrugò
la fronte.
“Il suo
appartamento è soffocante” ammise.
“Le direi di
aprire la finestra, ma è meglio prima che tolga
i fogli” disse affabile. Si alzò dal divanetto,
afferrò i fogli sopra la
scrivania davanti a lei e ne fece una pila.
“E’ da
una settimana che lei si presenta tutti i pomeriggi a
casa mia. Posso sapere a cosa le servono le mie ricerche?”
domandò.
“Ho chiesto di
lei in giro. E’ abitudinaria secondo quanto
dicono edicolante e barista” sibilò Winter.
Natasha sgranò gli occhi e sbatté
un paio di volte le palpebre.
“Guardi che se
lei si mette in testa di spiarmi, chiamerò la
polizia. Sono una signorina perbene, io, anche se non sono
sposata” mentì. Fece
finta di rabbrividire e si portò la mano alla guancia.
“Non mi
fraintenda, è stato un caso” mentì
Bucky. Raggiunse
la scrivania, infilò dei segnalibri presi da un contenitore
di latta in cui ce
n’erano una quarantina in tre libri diversi, chiudendo i
testi.
“In ogni caso,
sembrerebbe che sia stato creato, diciamo, un
altro campione di siero. Ed è stato iniettato a uno di quei
soldati. Secondo
alcuni agenti del governo potrei essere io”
borbottò Winter. Natasha piegò di
lato il capo facendo oscillare i boccoli rossi.
“Scusi, non se
lo dovrebbe ricordare?” domandò. Soldier si
specchiò nelle iridi di lei.
“Allora
è davvero bella quanto geniale. Semplice, io ho perso
la memoria” rispose. Natasha
mise la
mano su un fianco e sorrise.
“Spera che
quelle informazioni possano farle sovvenire
qualche ricordo?” domandò. Winter annuì.
Natasha si
portò le mani alle guance che le si arrossarono.
“E’
così eccitante andare alla ricerca del passato di
qualcuno” mentì. Winter si passò la
mano tra i capelli, grattandosi il capo.
“Vada per il
tè” borbottò.
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