Confusione.

di Sognatrice23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ciò che mi rimane di lei. ***
Capitolo 2: *** Partire o restare? ***
Capitolo 3: *** Ci divide solo una porta. ***



Capitolo 1
*** Ciò che mi rimane di lei. ***


La mia dolce mamma era morta ormai da quattro mesi quando su Facebook mi giunse questo messaggio: "Sei uguale a tua madre sai?" 
Lo ignorai. Lo ignorai per parecchi giorni. Non scrisse più e me ne dimenticai per un po', o meglio mi costrinsi a non pensarci. Non volevo soffrire, era un stupido scherzo di cattivo gusto. Un giorno poi presa dallo sconforto più totale risposi. Non tanto per curiosità ma per avere qualcuno su cui sfogare tutta la mia rabbia. Ero furiosa. Ero furiosa con mia madre perchè era morta così giovane, ero furiosa con me perchè ero troppo grande e orgogliosa per chiedere a qualcuno di aiutarmi e soprattutto ero furiosa con quell'essere che due anni fa se n'era andato... non che prima avesse fatto qualcosa. Alla mia risposta acida e cattiva ne giunse però una, dolce e comprensiva.
Era Ricy.
Il migliore amico di mia madre che io però non avevo mai conosciuto. Lei me ne parlava raramente, andava a trovarlo una volta all'anno per un sola settima. L'ultima volta avevo insistito parecchio per seguirà. Una settimana a Londra. Avrei dato qualsiasi cosa per seguirla inoltre ne avrei approfittato per scattare qualche foto. Ma lei fu categorica. "Non puoi venire, forse prima o poi ti spiegherò perché " Ora di sicuro non l'avrebbe più fatto. Come non mi avrebbe più abbracciato la sera. Non mi avrebbe più preparato il caffè dopo pranzo. Non avrebbe più visto le mie foto. Non rimaneva più nulla di lei. Se non io, sua figlia. E quell'uomo che aveva vissuto tutta la sua vita prima di me. 

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Capitolo 2
*** Partire o restare? ***


Mi ammorbidì subito quando mi chiese: " Come stai?" Non me lo aveva chiesto nessuno. Tutti mi portavano da mangiare, vestiti, mi domandavano se mi servivano passaggi o soldi. Ma nessuno che mi avesse chiesto come stessi. Nessuno tranne lui che per me era una sconosciuto. L'educazione mi avrebbe imposto di rispondere: " Bene grazie, e lei?" Ma non ci riuscì. 
"Male"
Digitarono velocemente le mie dita. Ed era vero, eccome se lo era. Lui capì. Non si scandalizzò davanti al dolore come capita a molti. Forse ne aveva provato così tanto da diventare normalità, oppure per quel che sapevo di lui poteva persino essere un psicologo. Non mi importava, in quel momento avevo solo bisogno di essere consolata  e ascoltata. E' l'egoismo di chi soffre. Parlammo per un paio di giorni ma di lui non seppi quasi nulla. Alla fine cedetti alla mia curiosità e gli feci la domanda che mi balenava in testa da parecchi anni: "Tu e mamma stavate insieme?" La risposta fu negativa. Si conoscevano da quando avevano tre anni. Erano anime affini. Ma niente sesso. Solo amore, fraterno. Una sera dal nulla decise di parlarmi di se, mi capiva così bene perchè anche suo padre non lo aveva mai amato, se ne fregava di lui, gli importava solo di se stesso. Era freddo, violento, egocentrico e cattivo. Proprio come il mio e lui proprio come me tentò il suicidio. Per fortuna eravamo ancora entrambi qui e potevamo parlarne. Di sua madre non mi disse nulla e quando tentai di ricavare qualche notizia cambiò discorso. Mi fece una domanda che mi lasciò a bocca  a aperta: 
"Vuoi venire a stare da me per un po'. Mia figlia va al College e non la vedo quasi mai. Avresti un sacco di spazio. So che studi fotografia e qui c'è una bellissima camera oscura e i soggetti non mancano. Sento che abbiamo bisogno uno dell'altro"
Sisisisisissisi urlava il cuore.
Nonononono sussurrava il cervello.
Non lo conoscevo e se mamma non mi aveva mai voluto portare un motivo doveva esserci ma... dovevo fuggire da li dove tutto aveva il suo profumo, tutto mi ricordava lei. Dovevo ricominciare.

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Capitolo 3
*** Ci divide solo una porta. ***


Era il 4 agosto 2012 quando presi l'aereo da Bologna per andare a Londra. Nessuno tra i mie famigliari aveva opposto resistenza, forse perchè a nessuno importava più di tanto.  Non avevo mai viaggiato tanto e soprattutto non avevo mai preso un aereo in vita mia. Già andare in tram, mi metteva una certa ansia, immaginatevi un aereo. E poi... mi ero vestita nel modo giusto? Con quel caldo il sudore aveva sciolto il trucco? I miei capelli erano abbastanza rossi? Avevo portato abbastanza abati e libri? Tante domande e nemmeno una risposta. Chissà cosa mi attendeva in quel Cottage? Dopo il check- in decollammo e in due per e trenta atterrammo a Heathrow. Volare mi piaceva. Mi piaceva tremendamente. Non sarei mai voluta scendere, ma purtroppo dovetti farlo. L'ultimo messaggio di Ricki diceva che sarebbe venuto a prendermi uno dei suoi collaboratori perchè lui aveva un incontro di lavoro ( sapere quale fosse il suo lavoro, naturalmente non mi era concesso). Dopo aver recuperato la valigia però mi bloccai. Io il suo collaboratore mica lo conoscevo! E a differenza dei  vari film che avevo visto non cera nessuno con un foglio con sopra scritto il mio nome. Potevo chiamare Ricki ma non volevo che non mi sopportasse più ancor prima di conoscermi quindi mi sedetti sulla prima panchina che trovai ed aspettai. Prima o poi se ne sarebbero andati tutti e gli unici spaiati saremmo stati io e il mio accompagnatore, ma questo non ebbe il tempo di accadere perchè un giovane ragazzo, biondo e piuttosto carino mi si avvicinò. "Sei tu Desdemona vero?" chiese, con un adorabile accento in inglese. "Ehm...si..." risposi " e tu sei ...il ragazzo che ha mandato Ricki?" Fece di si con la testa, mi prese la valigia e mi accompagnò ad una macchina meravigliosa. Sembrava d'epoca anche se non ne capivo nulla. Viaggiammo per così tanto tempo che mi addormentai. Non lo facevo mai durante i viaggi, ma l'aria, i profumi, i colori...era tutto così rilassante da mettermi a mio agio. fortunatamente mi svegliai poco prima di giungere a destinazione evitando così la brutta figura. Quando la macchina si fermò davanti a quella che doveva essere la mia nuova casa rimasi di stucco. Un enorme e delizioso cottage si stagliava davanti a me, intorno mille colori. Sembra un sogno. "Seguimi, ti accompagno da lui"  
Nooo. Di già? Non ero pronta. Il mio accompagnatore aprì il caratteristico portone e mi fece entrare in paradiso. Era elegante, sobrio e pieno di fiori questo paradiso. La  prima cosa che mi colpì fu una foto di mia madre sul tavolino all'ingresso. Era giovanissima e altrettanto bella. Provai una stretta al cuore. Sarebbe dovuta essere lì con me. Avremmo cento tutti e quattro in insieme come una famiglia, si sarebbero messi a raccontare le loro avventure da giovani ribelli poi un po' brilli ce ne saremmo andati tutti a letto felici. Non sarebbe andata così. Il biondino, di cui non mi era dato sapere il nome, mi riportò sul pianeta terra:
"E' in quella stanza, vai pure, ti sta aspettando." Mi avvicinai e appoggia la mano sulla maniglia.Nooo. Di già? Non ero pronta. Il mio accompagnatore aprì il caratteristico portone e mi fece entrare in paradiso. Era elegante, sobrio e pieno di fiori questo paradiso. La  prima cosa che mi colpì fu una foto di mia madre sul tavolino all'ingresso. Era giovanissima e altrettanto bella. Provai una stretta al cuore. Sarebbe dovuta essere lì con me. Avremmo cento tutti e quattro in insieme come una famiglia, si sarebbero messi a raccontare le loro avventure da giovani ribelli poi un po' brilli ce ne saremmo andati tutti a letto felici. Non sarebbe andata così. Il biondino, di cui non mi era dato sapere il nome, mi riportò sul pianeta terra: "E' in quella stanza, vai pure, ti sta aspettando." Mi avvicinai e appoggia la mano sulla maniglia.

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