Baciata dall'oscuro.

di Knifelover94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Normalità ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Mostro ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Normalità ***


 
Un lampo interruppe la concentrazione di Kellyn e la spinse a distogliere lo sguardo dal libro che teneva in mano per guardare fuori dalla finestra. Il cielo era scuro come la pece e molto presto sarebbe stato squarciato dai tuoni.
"Meglio tornare a casa"pensò la ragazza dagli occhi di ghiaccio. Raccolse le sue cose e si precipitò fuori dall'edificio. Un altro lampo spinse la rossa ad accellerare il passo, casa sua era distante dalla biblioteca e le vie stavano cominciando a svuotarsi.
"Chissà come sarà andata la festa di Valerie" pensò la ragazza. Non amava le feste ed era per questo che nonostante le suppliche delle sue compagne aveva deciso di non andarci. Lo sapeva benissimo che nessuno avrebbe sentito la sua mancanza.
"Sono dappertutto!" disse ad un tratto una voce familiare dietro Kellyn.
La giovane si girò e vide un' anziana dai capelli bianchi e spettinati che indossava una vestaglia consumata: era la vecchia Mona, la sua vicina.
"Mona, cosa fai qui?" chiese corrugando la fronte, "Sta per piovere, dovresti tornare a casa."
"No! Casa...non è sicuro! Demoni! Demoni!" rispose la vecchia con gli occhi spalancati, avvicinandosi sempre più alla ragazza,  con le mani in avanti. La giovane ignorò la frase della donna, tutti sapevano che da quando suo figlio era morto in un incendio, la vecchia Mona era impazzita dal dolore.
"Mona, stai tranquilla, non c'è nessuno a casa tua, se vuoi ti accompagno" suggerì Kellyn, prendendo le mani fredde della vecchia tra le sue. 
"Andrà tutto bene" aggiunse sottovoce e sorrise alla sua vicina, che per un istante parve tranquillizzarsi. Pochi secondi dopo un lampo illuminò il cielo e Mona si liberò dalle mani della giovane. "Non capisci!" urlò la vecchia prima di spingerla. Kellyn fece fatica a rimanere in piedi, non si aspettava che l'anziana usasse così tanta forza. 
"Aspett-" cercò di dire, ma non fece in tempo a finire la frase: la vecchia Mona era scomparsa.
Kellyn cercò il cellulare nella tasca del suo cappotto grigio e digitò un numero. 
"Pronto, Kells?" disse una voce stanca, nell'altra parte della cornetta.
"Bob, ho visto Mona e stava di nuovo delirando, ho provato ad accompagnarla a casa ma è scappata...cosa faccio?" chiese tutto d'un fiato la figlia, gesticolando in mezzo alla strada, come se l'uomo potesse vederla.
"Appena torni a casa, telefona alla figlia di Mona e avvisala, ok? Il numero è scritto in un post-it all'entrata" rispose il padre tranquillo.
"Va bene...grazie, a proposito, quando torni?"
"Fra tre giorni, riuscirai a non metterti nei guai nel frattempo?"
"Certo Bob, ti voglio bene" disse la ragazza, chiudendo la chiamata e proseguendo sulla via verso casa. 
I suoi pensieri si spostarono dalla vecchia Mona a Bob. Era via da una settimana e già sentiva la sua mancanza. Nei suoi seidici anni di vita, l'unico genitore che aveva conosciuto era lui: il suo patrigno. A molti era parso strano che uno sconosciuto si fosse presa cura di una bambina che non aveva nessun legame di sangue con lui, ma per Kellyn era la cosa più normale del mondo e pian piano anche gli altri cominciarono ad accettare la loro strana famiglia.
I pensieri della ragazza vennero interrotti dalla vista di due strane figure in mezzo alla strada. "Ora ci mancavano pure due ubriachi" protestò sottovoce, mentre si avvicinava ai due, sperando che non la notassero. Grazie alla luce della luna, la giovane riuscì a vedere meglio la scena e capì che i due stavano litigando. Infatti, il più alto aveva le mani alzate per difesa, come se trattenesse  qualcuno non invisibile dall'avvicinarsi, mentre l'altro, spostava il peso da un piede all'altro, come un leone impaziente pronto a saltare sulla sua preda. 
"Parla!" aveva intimato, con una voce sicura e potente.
"Mai!" rispose l'uomo.
Alla risposta, il ragazzo si scagliò contro di esso e lo colpì con un destro. L'uomo cadde per terra, vicino alla luce del lampione, e Kellyn vide il suo volto. Era un uomo sulla ventina, indossava un completo grigio ed e aveva due occhi verdi e ridenti, come se la violenza che aveva appena subito lo divertisse. Si alzò, spostando una ciocca dei suoi capelli castani all'indietro. Nonostante la sua bellezza, qualcosa in lui fece rabbrividire la ragazza.  L'altro si avvicinò di nuovo e la giovane sperò di vedere il volto dell'aggressore ma  riuscì a vedere solo i suoi capelli biondi.
"Sono ubriachi" si disse tra sè Kellyn "Meglio andare via prima di mettermi nei guai".

Il giovane guardiano era bravo nel combattimento e doveva essere anche molto coraggioso visto che aveva avuto il corraggio di attacarlo in piena notte da solo. Lo aveva seguito dopo il "lavoro" e lo aveva minacciato, voleva delle informazioni su Baal. Al ricordo della scena, Khadim rise. Lui era il braccio destro del grande Baal e un giovane guardiano non sarebbe mai riuscito ad ucciderlo. "Tempo 5 minuti e l'avrò fatto fuori, non mi devo neanche trasformare" pensò.
Gli occhi grigi del ragazzo lo fissarono, era uno sguardo freddo ma sicuro. Lo stava sfidando e lui di certo non odiava le sfide.  Il demone si passò la lingua sui denti, il pugno che il ragazzo gli aveva appena dato, l'aveva fatto sanguinare. Annoiato si diresse verso il suo nemico con una velocità sovraumana e gli diede un pugno sul mento. Il demone non si accontentò solo di quello, infatti, prese i capelli dorati del ragazzo e li tirò e diede un pugno sullo stomaco , facendolo inginocchiare su se stesso. 
"Hai proprio sbagliato ad attaccarmi" disse Khadim al ragazzo, che sentite le sue parole, rise.
"Perché ridi!?" chiese Khadim, alzando la voce e tirando i capelli del giovane.
"Peché sei stupido, Khadim, per essere il braccio destro di Baal, sei proprio stupido" rispose con un tono beffardo.
"Guardiano, come mai dice questo?" 
"Per questo!" urlò il ragazzo, tirando dai suoi stivali neri una lama.
Khadim lasciò andare il ragazzo e scoppiò a ridere. "Sono stupido perché non ho notato che avevi una lama?"
Nel volto del guardiano apparve un sorriso beffardo, la sua mano destra teneva la lama. Il demone rimase fermo a guardare il ragazzo. Qualche secondo dopo, l'arma si illuminò e Khadim indietreggiò. Era stato ingannato. Quello non era un giovane ed inesperto guardiano, quello era uno dei migliori, lo dimostrava il fatto che avesse abbastanza forza e poteri da utilizzare una lama benedetta.
"Dovevi capirlo Khadim...un giovane guardiano non sarebbe mai riuscito a resistere al tuo pugno" disse il ragazzo, mentre si preparava a colpire l'avversario.
Il demone continuò ad indietreggiare ma il suo nemico si mosse velocemente, in neanche pochi secondi, si trovava già dietro di lui e stava sollevando la lama. Khadim chiuse gli occhi mentre incassava il colpo. Sentì una fitta sulle spalla destra e si rannicchio per terra per il dolore. Sentì che il suo corpo stava bruciando. Quando un demone e un oggetto benedetto entravano in contatto, questo era il risultato. 
"Ratos...in nome di Baal, vieni a me!" disse sottovoce, sperando che il suo assalitore non lo sentisse.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Mostro ***


Kellyn tratenne il respiro. Erano passati una decina di minuti da quando aveva deciso di andarsene ma qualcosa in quella scena l'aveva fermata. Poteva giurare di aver visto l'uomo alto, che era stato chiamato Khadim, muoversi ad una velocità sovraumana e poteva giurare che la lama in mano al ragazzo biondo si fosse illuminata. Estrasse il cellulare dalla tasca e iniziò a digitare il numero della polizia.
"Pronto polizia?"
"Pront-". La ragazza smise di parlare e riattacco la chiamata.
Era apparso dal nulla un'altra persona, di corpuratura robusta, che stava per colpire con una spada dalla lama rossa il giovane ragazzo. I piedi di Kellyn si mossero da sole e corsero verso i tre.
"Attento!" aveva urlato al giovane "dietro di te!"
Il ragazzo si girò e riuscì ad evitare che la lama lo trafisse. La giovane poi corse verso la figura sconosciuta e cercò di spingere via l'uomo con tutta la sua forza. L'impatto con l'essere massiccio la fece chiudere gli occhi. Non si era mosso neanche di qualche centimetro. Kellyn alzò la testa e i suoi occhi incrociarono quello dello sconosciuto. Gli occhi rossi dell'uomo la facero saltare all'indietro. Si girò verso il ragazzo biondo e vide che al posto dei suoi occhi verdi, Khadim aveva gli occhi dello stesso colore del suo compagno.
"Ratos, occupatene del guardiano! Io mi occupo dell'umana!" disse con una voce possente e minacciosa.
Kellyn fissò Khadim con uno sguardo attonito. Che cosa intendeva per guardiano? E per umana? Che cos'erano? Poi vide che sul capo dell'uomo erano apparsi due corne nere e i suoi denti erano diventati affilati.
"Sembri avere un buon odore" disse Khadim. Con un azione veloce, l'uomo si avvicinò con la bocca al collo di Kellyn, che in quel momento sentì una strana pressione sulla zona. Non capì se fosse stata la paura a darle quella sensazione o se l'uomo, con la sua velocità sovraumana, l'avesse morsa. Non aveva tempo per pensarci perché Ratos aveva afferrato per il collo il giovane che iniziò a soffoccare e fece cadere la lama per terra.
"Stupido guardiano" disse l'uomo alto guardando il ragazzo, che stava per soccombere.
Kellyn tratenne il respiro e un solo pensiero le passò per la testa: devo salvarlo.
Fu così che la giovane, approffitando del momento di distrazione dei due, afferrò la lama.
"Lasciatelo, sono armata!" disse con tutto il corraggio che aveva dentro. I due mostri risero.
"Tu, folle umana! Lui era un guardiano, è per questo che è riuscito a ferirmi, ma tu...tu sei umana, quella lama non ha nessun potere nelle tue mani!" disse Khadim, con Ratos che continuava a ridere. "Su, avanti! Colpiscimi pure!" la invitò.
Kellyn fece un profondo respirò e con un gesto secco colpì l'uomo alla gola.
Il demone urlò e Ratos spalancò gli occhi. Era stupito e Niall sentì che la sua presa alla sua gola si stava indebolendo, talmente era stato colto dalla sprovvista. Anche lui era sopreso ma non aveva tempo per occuparsi dell' umana, doveva prima sconfiggere Ratos.
Strinse la mano destra in un pugnò e colpì il mostro in faccia con tutte le forze che aveva. Ratos lanciò Niall lontano da sè e si accarezzò la faccia.
"Bene" pensò il ragazzo "Gli ho fatto male."
Il demone lo guardò e lui gli sorrise. Uno sguardo collerico apparve nella faccia del nemico e Niall si compiacque. Ratos era forte ma era stupido, di certo con un po' di provocazione avrebbe perso la pazienza e lo avrebbe attaccato con mosse frontali. E così fece. Il demone iniziò a muovere le mani stretti in pugni verso Niall, senza pensare e il ragazzo riuscì con facilità ad evitarli. Poi con una mossa veloce, prese due lame dal suo cappotto e lo lanciò sulle gambe del demone che cadde per terra.
Il guardiano sorrise soddisfatto. Certo, Khadim era morto, ma aveva ancora Ratos.
Il ragazzo spalancò gli occhi e socchiuse la bocca, poi si girò intorno e capì che la ragazza era scappata.
Il cuore di Kellyn batteva forte e le sue mani tremanti stavano ancora stringendo la lama sporche di sangue. Dopo aver usato l'arma contro l'uomo, era scappata via come una vigliacca, abbandonando il ragazzo. Fece un profondo respiro e le lacrime scesero. Aveva ucciso un uomo e aveva abbandonato il suo corpo per strada. Era un mostro. Le sue gambe cedettero e si sedette per terra. Fissò la lama tra le sue mani.
"Sono un mostro" disse sottovoce a sè stessa.
"Non sei un mostro" disse una voce familiare dietro di lei.
La ragazza alzò gli occhi e incrociò lo sguardo di due bellissimi occhi grigi. "Ti conosco..." disse, dopo qualche minuto in silenzio.
"Sì, sono il ragazzo che hai salvato..." rispose il ragazzo, alzando gli occhi al cielo e muovendo le dita a mo' di virgolette quando pronunciò la parola salvato.
Kellyn smise di piangere,si alzò in piedi, si passò le maniche fra gli occhi per asciugarsi le lacrime e infine disse "Ti ho salvato...e tu lo dici come se avessi fatto una cosa sbagliata!"
Farle perdere la pazienza era un'impresa quasi impossibile e questo ragazzo ci era riuscito in neanche cinque minuti.
"Perché lo era" rispose con voce cupa. Gli occhi del ragazzo si erano fatti freddi.
La giovane spalancò gli occhi, lanciò la lama verso il ragazzo e strinse la mano destra in un pugno. "Io ho ucciso una persona...e tu...tu... mi dici che non dovevo!?" accusò infine, rossa in faccia.
"Tu non sai in che guaio ti sei cacciata."
"Sì che lo so! HO UCCISO UN UOMO!"
"Quello non era un essere umano".
"E' pazzo" pensò fra sè Kellyn "deve essere pazzo."
"Pensi che sia pazzo?" chiese il ragazzo e la giovane ansimò. "Non sono pazzo, quello era un demone!" continuò, avvicinando la ragazza.
"Un demone...ma...cosa...demone...non è ver-" non riuscì a finire la frase. Le girava la testa.
"Stai bene?" chiese il ragazzo. Kellyn cercò di rispondere ma dalla sua bocca uscirono solo parole senza senso e soffocate. E poi non ce la fece più, le sue gambe iniziarono di nuovo a cedere. Il ragazzo la tenne per il braccio.
"Cosa hai?" chiese serio.
Cercò di parlare ma non riuscì più, sentiva che le sue forze stavano abbandonando il suo corpo.
"Stupida!" le urlò nell'orecchio il ragazzo allarmato "Sei stata baciata dall'oscuro!"

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