The music of the heart.

di _nanni_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Pausa. ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo. ***






 Sono le 4 del mattino e sto tornando adesso da lavoro, mi faccio una doccia veloce e poi mi metto a letto consapevole che tra soltanto 4 ore mi sarei dovuta alzare, in pochi minuti chiudo gli occhi e sprofondo in un sonno che si interrompe con la sveglia che suona, mi alzo veloce e mi faccio una doccia, controllo che nel borsone ci sia tutto e poi velocemente passo la musica che ho scaricato in una penna per poi a lavoro poterla mixare, prendo tutto e filo fuori mettendo le mie amate cuffie.

Oh scusate non mi sono presentata, mi chiamo Marissa ho 21 anni e abito a Los Angeles, abito da sola in uno dei quartieri più poveri di Los Angeles e per vivere faccio 2 lavori, di giorno lavoro nella mia palestra non che anche scuola di danza e di sera come chiudo vado a lavorare in un bar. Sono sicura vi starete chiedendo come mai vivo da sola, beh forse è meglio partire dall’inizio. All’età di 4 anni mio padre mi portò per la prima volta a scuola di danza e da lì iniziai a studiare danza. quando avevo 7 anni mio padre morì per un tumore al cervello e io e mia madre ci ritrovammo da sole, fin da quando ero piccola mia madre però non era mai stata d’accordo con la danza ma solo per non vedermi sempre in casa mi mandava in una scuola di danza nelle vicinanze, la mia famiglia era ricca quindi abitavamo in uno dei quartieri più ricchi del paese, andavo in una scuola molto prestigiosa e diciamo che mi avevano anche scritto il futuro, per loro dovevo andare Stanford, dovevo sposarmi un uomo ricco ed essere come loro. Io invece volevo fare tutt’altro e all’età di 18 anni quando capii che tutti erano contro di me e che nessuno mi appoggiava per cercare di realizzare i miei sogni, me ne andai di casa, all’inizio lavoravo in questa palestra che adesso è di mia proprietà, poi la proprietaria morì e lasciò a me la palestra, all’inizio sembrava essere andare bene ma poi tutto iniziò a non andare molto bene e io mi dovetti trovare anche un altro lavoro. Ora mai sono quasi 2 anni che lavoro sia in palestra che nel bar e l’unico giorno che ho libero è la domenica tutto il giorno e il sabato pomeriggio. Ma torniamo a noi.

Ero appena arrivata in palestra così m sfilai le cuffie e presi le chiavi, appena entrai mi cambiai e iniziai a dare una pulita in giro. Mentre pulivo sentii dei rumori e vidi una ragazza si guardava in giro, forse alla ricerca di qualcuno.


Io: “ha bisogno di qualcosa?” dissi avvicinandomi
X: “oh si, cercavo la proprietaria”
Io: “sono io la proprietaria”
X: “ah, piacere mi chiamo Chantal e volevo avere delle informazione per noleggiare”

Oh dimenticavo che affittavo anche la stanza dove facevo lezioni di danza e tutta la palestra, c’e anche una cucina e un giardino quindi molti vengono a chiedermi, anche se quella ragazza non sembrava un tipo da noleggio di un luogo così e credo non sia neanche di queste parti.

Io: “cosa desidera sapere di preciso?”
C: “vorrei sapere se per sabato potevo noleggiare l’intero locale”
Io: “dipende l’orario”
C: “sicuramente di sera dopo le 21, però credo verremmo qualche ora prima per preparare tutto”
Io: “il sabato io chiudo alle 16 quindi se arrivate prima dell’orario di chiusura vi lascio la copia delle chiavi”
C: “quindi per sabato è libero?”
Io: “si sabato non c’e nessuno”
C: “ok, per il prezzo quanto verrebbe?”
Io: “il prezzo compreso il giardino e cucina è di 800 euro circa, però essendo che dovete stare anche il pomeriggio il prezzo potrebbe alzarsi un po’”
C: “per me va bene anche 900 euro, se vuole procediamo già alla compilazione delle carte”
Io: “certo, ecco qui” dissi porgendole i fogli da compilare

Mentre parlavo con quella ragazza erano arrivate i soliti anziani a fare palestra. Dopo qualche minuto la ragazza finì e mi porse i fogli per mettere la mia firma e dargli la copia da portare a casa come ricevuta.

Io: “per il noleggio è nostro solito ricevere una parte dei soldi subito e l’altra parte alla consegna delle chiavi, inoltre prima di lasciare il locale si deve ripulire tutto e ogni eventuale danno dovrà essere ripagato”
C: “lo so, sono stata anche in altri posti e so tutto” disse con aria di superiorità
Io: “è la prassi”
C: “sisi la prassi, ecco a lei direttamente tutti i soldi che le servono e ci vediamo sabato” disse porgendomi un assegno.
Io: “grazie mille, a sabato” dissi sorridente

La ragazza se ne andò e io andai in sala danza per mixare un po’ di canzoni. Si fece pomeriggio e come tutti i pomeriggi iniziai le mie lezioni di danza, iniziavo alle 16 con i bambini dai 3 ai  7 anni, poi alle 18 avevo i ragazzi dagli 8 ai 18 anni. Il pomeriggio passò molto presto e si fecero subito le 20, chiusi la palestra e corsi subito al bar per iniziare la mia serata. La serata sembrava molto calma ma poi arrivarono un gruppo di ragazze tra cui riconobbi  la ragazza che era venuta la mattina per noleggiare la palestra, stesero tutta la sera a ubriacarsi e ballare e poi verso le 3 tutte se ne andarono lasciando Chantal da sola. Sentii Gary, il mio capo chiamarmi così andai da lui.

Io: “dimmi Gary”
G: “le amiche di quella ragazza l’hanno lasciata da sola, ti dispiacerebbe se l’accompagni tu a casa? Sai è ubriaca e non può guidare” disse indicandomi Chantal
Io: “ok, ci vediamo dopo” dissi un po’ contro voglia
G: “no poi vai a casa, tanto non abbiamo nulla da fare”
Io: “ok grazie” dissi andando a cambiare

Dopo 10 minuti presi Chantal sotto braccio e la portai fuori, presi le chiavi dalla sua borsa e dopo un po’ che giravo nel parcheggio trovai la sua auto e la misi sul sedile, neanche il tempo di sedersi che si addormentò. A quel punto non sapevo cosa fare, non sapevo dove portarla e così rimasi un po’ ad aspettare seduta in macchina. Dopo un po’ suonò il telefono della ragazza ed essendo che era troppo sbronza per sentirlo risposi io.

Io -pronto?-
X -pronto, scusa ma chi parla? E come mai hai il telefono della mia amica?-
Io – mi chiamo Marissa e ho il telefono della tua amica perché lei è sbronza e la dovrei riportare a casa, solo che si è addormentata-
X – ah ok, io mi chiamo Demi e Chantal si da caso sia la mia coinquilina quindi se mi dai un attimo ti do la via-
Io –ok-


Mi diede la via e poi staccò la chiamata. Misi la via nel navigatore e partii, dopo circa mezz’ora di viaggio mi ritrovai davanti una villa gigantesca, presi la ragazza in braccio e suonai il campanello, dopo pochi secondi aprì una ragazza che a primo impatto non riconobbi ma poi capii che mi trovavo davanti ad uno degli idoli dei ragazzini dai 13 ai 16 anni o anche più grandi, come me che ho 21 anni ma che ascolto anche la sua musica. Mi fece posare la sua amica sul divano e poi mi fece accomodare in cucina per non dare disturbo alla sua amica.

D: “ma come hai fatto a prenderla in braccio? Non era pesante?”
Io: “sono proprietaria di una palestra quindi mi alleno molto spesso, poi insegno anche danza quindi diciamo sono molto in forma”
D: “wow, quindi sei una ballerina?”
Io: “lo ero, adesso invece insegno soltanto”
D: “e non ti ritagli mai un po’ di tempo per te stessa?”
Io: “lo farei solo che non ho mai tempo, tra la palestra di giorno e il bar di notte quel po’ di tempo libero lo uso per trovare nuova musica o per dormire”
D: “fai bene, anche io quando sono in casa dopo un tour o dopo un periodo particolarmente impegnativo passo tutto il tempo riposandomi”
Io: “già, a volte ci vuole veramente. Comunque si è fatto tardi e domani devo alzarmi presto”
D: “ok allora vieni che ti accompagno”

Salimmo in macchina e mi accompagnò a casa, appena arrivammo la salutai ed entrai in casa.

La settimana passò subito e sabato arrivò, erano all’incirca le 15:30 quando vidi la ragazza che aveva prenotato arrivare con circa 10 cassette di birra, altri sacchi pieni di altri alcolici e scatoli con festoni e cose cose varie. Gli diedi le chiavi e visto già non c’era nessuno me ne andai a casa così riposavo un po’, quella sera non dovevo lavorare visto che il locale era chiuso per lutto, così passai la serata a guardare la tv e poi finii per addormentarmi sul divano.

All’incirca alle 5 del mattino mi svegliai con il telefono che suonava, era un numero privato e non so perché dentro di me avevo un brutto presentimento.



SPAZIO AUTRICE.

salve sono tornata con un'altra fanfiction.
so che avevo messo in pausa l'altra ma non so come mi si è cancellata e non ho i capitoli salvati, quindi visto che ho avuto ispirazione per una nuova ho deciso di iniziarla, spero che come inizio vi piaccia :)
come nell'altra a 2 recensioni continuo.
fatemi sapere i vostri pareri, al prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***






All’incirca alle 5 del mattino mi svegliai con il telefono che suonava, era un numero privato e non so perché dentro di me avevo un brutto presentimento.

Io –pronto-  dissi ancora mezza addormentata
X –la signorina Sullivan?-
Io –si, chi parla?-
X –sono l’agente Rivera e la chiamo per informarla che c’e stato un incendio nella sua palestra-
Io –che cosa?- dissi scattando giù dal letto
X –si, se poteva venire e dirci come potrebbe essere successo-
Io -5 minuti e sono lì- dissi staccando e correndo per le scale.


Appena arrivai davanti la palestra vidi del fumo uscire dalla finestra del piano di sopra e dei vigili del fuoco uscire dalla mia palestra, per entrare avevano sfondato la porta di vetro e scassinato la saracinesca, già quello ammontava sui 500 euro, immagino quando dovrei spendere per riparare sopra. Stavo cercando di entrare quando un poliziotto mi fermò.

Poliziotto: “signorina non può entrare”
Io: “sono la proprietaria della palestra”
Poliziotto: “non può comunque entrare, dobbiamo aspettare che i vigili del fuoco ci diano il via, venga le dico cosa probabilmente può aver provocato il fuoco” disse facendomi  segno verso la sua macchina
Io: “ci sono molti danni?”
Poliziotto: “il piano superiore è completamente distrutto, ma il piano di sotto non è stato toccato”
Io: “come è potuto succedere?” dissi con gli occhi lucidi
Poliziotto: “a quanto pare è stata una candela, credo sia stata lasciata accesa sulla sedia e con il vento la tenda delle finestre è finita sopra e si ha innescato il fuoco. È stata lei a lasciare la candela accesa?”
Io: “no, avevo noleggiato il locale ad una ragazza ieri”
Poliziotto: “fin a che ora era il contratto?”
Io: “alle 3 di notte”
Poliziotto: “questo è un problema perché il fuoco è iniziato all’incirca alle 4 quindi non ci sono prove che sia stata colpa di questa ragazza”
Io: “adesso cosa posso fare? Non posso permettermi di ristrutturare nulla”
Poliziotto: “mi dispiace ma non avendo prove non possiamo fare nulla”

Io mi sedetti sulla macchina e misi le mani tra i capelli iniziando a piangere silenziosamente, avevo perso la sala dove insegnavo danza e perdendo quell’aula ho perso anche quei ragazzi che stavo cercando di aiutare salvandoli dalla strada, ma adesso non potevo fare nulla se non chiudere tutto. Mentre ero immersa nei miei pensieri un vigile del fuoco si avvicinò a noi.

V.F: “la struttura è accessibile, se vuole entrare”
Io: “grazie” dissi asciugandomi le lacrime e entrando.

Mentre salivo le scale iniziavo a vedere le macchie nere e sentivo ancora il calore per il fuoco appena spento, appena arrivai alla fine delle scale vidi subito i muri e il pavimento carbonizzati, avanzai verso quella che una volta era l’aula di danza e appena vidi tutto carbonizzato scoppiai in lacrime e caddi a terra in ginocchio, mentre piangevo sentii delle mani toccarmi le spalle e stringermi, all’inizio non capii chi fosse ma poi quando mi girai e vidi il viso dispiaciuto di Demi. L’allontanai subito, non volevo la sua compassione perché sapevo che in mezzo a tutto c’era anche lei.

Io: “cosa vuoi? Che ci fai qui?”
D: “stavo tornando da casa di una mia amica e ho visto la polizia, poi ti ho visto salire e ti ho seguito. Mi dispiace”
Io: “ti dispiace? Mi avete rovinato la vita tu e la tua amica” dissi urlandogli contro
D: “ma cosa dici? Noi non abbiamo fatto un bel niente” disse difendendosi
Io: “si certo, allora ho lasciato io quelle candele sulla finestra”
D: “noi abbiamo spento tutte le candele”
Io: “si certo allora quella si è accesa da sola”
D: “senti mi dispiace, ma non è così grave, poi la palestra è giù non qui”
Io: “tu non capisci un cazzo, questa stanza era ciò che amavo di più, qui era dove aiutavo tutti i ragazzi e dove li facevo divertire, adesso il mio sogno si è distrutto ed è distrutto” dissi con le lacrime che scorrevano di nuovo sulle mie guance.
D: “puoi ristrutturarla, ci vorrà un po’ ma per un paio di mesi potrai farne a meno di ballare”
Io: “non capisci e forse non capirai mai. Forse se te ne vai è meglio”
D: “fammi capire tu allora”
Io: “vuoi veramente capire di cosa parlo?”
D: “si, visto che sono così stupida per te”
Io: “ok allora lunedì se c’e bel tempo vieni qui, ti farò vedere di cosa parlo”
D: “a che ora?”
Io: “alle 16:45”
D: “ok, allora ci vediamo” disse salutandomi e andandosene

Io aspettai 5 minuti e poi scesi anche io, i poliziotti mi fecero firmare dei fogli e poi se ne andarono, io sbarrai tutto facendo in modo che non entrasse nessuno e poi tornai a casa a preparare le cose per il lunedì, cioè il giorno dopo.

Erano ora mai le 16:30 così decisi di scendere per aspettare Demi, appena arrivai erano le 16:40 così mi sedetti ad aspettare. Erano ora mai le 17 e ancora non si vedeva, così decisi di andarmene, ma mentre lo feci mi sentii chiamare.


X: “ehii aspettamii”

 

SPAZIO AUTRICE

ed ecco anche il secondo capitolo, spero vi piaccia.
continuo a 2 recensioni.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***





  Erano ora mai le 16:30 così decisi di scendere per aspettare Demi, appena arrivai erano le 16:40 così mi sedetti ad aspettare. Erano ora mai le 17 e ancora non si vedeva, così decisi di andarmene, ma mentre mi alzai per andarmene sentii qualcuno chiamarmi.

X: “ehii aspettamii”

Mi girai e la vidi, aveva una tuta attillata che risaltava le sue curve e un paio di scarpe da ginnastica.

Io: “finalmente, siamo in ritardo”
D: “si, scusa ma ho avuto un contrattempo” disse scusandosi
Io: “ok andiamo”
D: “non possiamo andare in auto?”
Io: “è solo ad un chilometro di distanza”
D: “solo?”
Io: “che c’e non ti piace camminare?” dissi sorridendo
D: “si, chiedevo soltanto”
Io: “ok comunque visto che siamo in ritardo dobbiamo aumentare il passo”

Lei annuì e iniziammo a camminare a passo moderato.
Dopo circa 10 minuti arrivammo al campo da basket abbandonato dove avevo incontrato alcuni dei miei ragazzi e li vidi, erano tutti seduti e stavano ridendo. Appena mi videro il più piccolo di tutti, Tobias, mi corse in contro e mi saltò in braccio.


T: “come mai sei in ritardo? Di solito arrivi prima di noi” disse con un tono di voce che ti verrebbe di mangiarlo a baci
Io: “la nostra ospite qui” dissi indicando demi “ha fatto tardi”
T: “è una tua amica?”
Io: “no, l’ho conosciuta ieri e gli ho detto se voleva vedere cosa facevamo. Ma comunque tu non sei nel turno dopo? Come mai sei qui adesso?”
T: “mio fratello mi ha portato con se perché a casa mamma e papà stavano di nuovo litigando” disse un po’ triste.

Io lo abbracciai, aveva solo 5 anni e non faceva altro che assistere ai litigi dei suoi genitori. Suo padre era un alcolizzato e molto spesso picchiava suo fratello, ricordo che quando era venuto la prima volta era uno di quei ragazzi da evitare, ma adesso è cambiato, è tornato a scuola e con la danza si era aperto e stava meglio.
Mi diressi verso tutti gli altri e li salutai uno per uno li salutai, in fine mi misi in mezzo al gruppo e iniziai a parlare.


Io: “come tutti sapete l’aula di danza è stata distrutta ed essendo che non ho abbastanza soldi per ricostruire tutto purtroppo dovremmo accontentarci di stare qui quando c’e bel tempo”
X: “e quando piove o nevica?” chiese uno dei ragazzi
Io: “beh in quel caso annulleremo la lezione. In più essendo che la palestra non frutta abbastanza per pagare tutto ho deciso di affidare ad un mio amico tutto e di trovare un altro lavoro, cioè significa che avrò solo 3 giorni a settimana liberi e che dovremmo dividere le lezioni”
X: “in che senso?” chiese sempre lo stesso ragazzo.
Io: “nel senso che non faremo più tutti e tre i corsi in una sera, ma ne faremo una ogni giorno. Quindi una lezione a settimana per ciascun gruppo” dissi un po’ triste.

“nooo” dissero in coro, sapevo gli avevo spezzato il cuore ma era l’unica soluzione. Vidi Demi che li guardava tristemente tutti e finalmente capiva cosa intendevo il giorno prima.

Io: “prima di iniziare vorrei presentarvi una persona, lei è Demi e oggi ci assisterà”
D: “ciao a tutti, piacere di conoscervi” disse salutando e sorridendo
X: “io ti ho già visto da qualche parte” disse Allie una ragazza di circa 15 anni “tu sei Demi Lovato, l’attrice e cantante di camp rock”
D: “già sono proprio io”
X: “se sei un attrice e anche cantante avrai anche tanti soldi, invece di spenderli in cazzate da ricconi perché non li spendi per qualcosa di utile come aiutare Marissa?” disse Micheal, uno dei più grandi e non ce uno dei più problematici.
Io: “micheal smettila”
D: “no lascia stare, ha ragione dovrei fare qualcosa, solo che io prima di adesso non sapevo che stese facendo tutto questo quindi non ho fatto nulla per questo”
Io: “Demi non fa nulla, comunque iniziamo la lezione, tu puoi sederti su quella panchina vicino a Tobias” dissi a Demi e lei si andò a sedere.

Cominciammo la lezione con “Bailando” di Enrique Iglesias, Demi ci guardava e sorrideva. Dopo circa mezz’ora che avevamo iniziato la lezione iniziò a piovere e sfortunatamente visto che eravamo all’aperto dovetti mandare tutti a casa e tornare a casa anche io. Presi tutto di corsa e insieme a Demi iniziammo a correre fin ad un portico di una casa, dove non potevamo bagnarci.

Io: “se corriamo abbastanza veloci in 5 minuti c’e la facciamo ad arrivare a casa mia” dissi a Demi
D: “ok, allora andiamo”

Iniziammo a correre e mentre facevamo ciò iniziammo a ridere perché eravamo completamente bagnate e perché avevamo capito che era stata un idea stupida. Dopo qualche minuto arrivammo a casa mia e ci schiacciammo nel muro per non bagnarci più, quando mi girai non mi accorsi di avere il mio viso un po’ troppo vicino a quello di Demi…



SPAZIO AUTRICE.

eccomi tornata, mi scuso per la mia assenza ma sono stata in vacanza e non avendo ne internet e neanche il computer non mi sono potuta collegare.
mi scuso anche per il capitolo che è un pò corto ma poi non sapevo come lasciare un pò di souspance.
al prossimo capitolo, sempre a 2 recensioni.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***






Iniziammo a correre e mentre facevamo ciò iniziammo a ridere perché eravamo completamente bagnate e perché avevamo capito che era stata un idea stupida. Dopo qualche minuto arrivammo a casa mia e ci schiacciammo nel muro per non bagnarci più, quando mi girai non mi accorsi di avere il mio viso un po’ troppo vicino a quello di Demi, i battiti del mio cuore aumentavo e sapevo che se non mi fossi allontanata adesso l’avrei baciata così mi allontanai di scatto ed entrai dentro con Demi che mi seguiva a ruota. Quando arrivammo davanti  la porta vidi un fogliettino attaccato alla porta, sapevo cosa c’era scritto così lo tolsi senza guardarlo e appena dentro lo lanciai sul tavolo.

Demi: “bella casa” disse guardandosi in giro.
Io: “piccola ma accogliente” risposi “vuoi qualcosa da bere?” aggiunsi aprendo il frigo e prendendo una birra per me.
Demi: “si, un bicchiere d’acqua grazie” rispose sedendosi a tavola.

Presi un bicchiere e l’acqua e mi sedetti vicino a lei porgendogli l’acqua e bevendo la mia birra.

Demi: “ho visto che hai preso quel foglio dalla porta, dalla faccia che hai fatto sembra qualcosa di brutto”
Io: “non è niente di che, sono solo in ritardo a pagare l’affitto”
Demi: “posso leggere?” disse indicando il foglio
Io: “fai pure”

lei prese il foglio e si sedette a leggerlo attentamente.

Demi: “qui c’e scritto che se non paghi entro una settimana ti sfratteranno”
Io: “oh beh che novità, lo dicono sempre ma non lo fanno mai”
Demi: “e se lo facessero tu dove andresti?” chiese preoccupata.
Io: “beh andrei ad abitare nel mio ufficio in palestra ma siccome adesso non esiste più molto probabilmente mi toccherà tornare dai miei genitore e abbandonare tutto” dissi giocando con la bottiglia ormai vuota di birra.
Demi: “i tuoi genitori non ti appoggiano?”
Io: “non è che non mi appoggino, a loro interessa solo che io abbia un lavoro importante, per loro interessano solo i soldi”
Demi: “loro che lavoro fanno?”
Io: “mia madre è un avvocato e mio padre gestisce una delle più grandi aziende di Los Angeles”
Demi: “genitori assenti presumo”

Io annuii tristemente, continuando a giocare con la bottiglia.

Io: “beh cambiamo discorso, parlami un po’ di te”
Demi: “beh non so se lo sai ma io sono una cantante, tra qualche mese inizierò il mio tour mondiale che durerà circa 6 mesi e poi farò una bella vacanza”
Io: “wow, splendido”
Demi: “già, comunque si è fatto tardi io dovrei andare” disse alzandosi.

io a mio seguito mi alzai e l’accompagnai alla porta.

Demi: “ci rivedremo vero?” disse speranzosa.
Io: “sai dove trovarmi” dissi sorridendo.
Demi: “allora a presto”
Io: “a presto” dissi sorridendo e chiudendo la porta.

Nonostante tutto quello che era successo mi sentivo felice, Demi mi rendeva felice e tutto ciò mi faceva capire quanto importante sarebbe potuta diventare per la mia vita.

                                                                                                                                 *****

Dopo quella volta passò di più di una settimana da quando vidi Demi, non che mi aspettassi che sarebbe venuta alla lezione dopo o che me la ritrovassi il giorno dopo a casa, ma dopo una settimana credo sarebbe potuta passare.
Il sole splendeva su Los Angeles e con i ragazzi stavamo provando dei nuovi passi quando la vidi, vestitino elegante, tacchi e quel sorriso che rendeva anche le giornate più buie le più luminose. Smisi di ballare e mi diressi verso lei, lasciando uno dei ragazzi più grandi ad aiutare gli altri.


Io: “guarda chi si rivede, la popstar Demi Lovato”

Lei rise e poi mi salutò abbracciandomi, un abbraccio che volevo durasse in eterno.

Demi: “scusa se non mi sono fatta sentire ma ho avuto da fare”
Io: “non fa niente, anche io ho avuto molto da fare”
Demi: “a proposito ho una cosa da mostrarti” disse prendendo un raccoglitore dalla borsa.
Io: “di cosa si tratta?”
Demi: “vieni sediamoci” disse indicando una panchina più in là.

Quello che doveva farmi vedere era una piantina di un locale abbandonato, era di un piano solo ma era il triplo più grande della mia palestra.

Io: “wow è bellissimo, peccato non possa permetterlo” dissi abbassando la testa.
Demi: “non ho mai detto che devi acquistarlo tu, insomma il danno l’ha fatto la mia amica quindi in qualche modo deve ripagare e siccome lei non ne vuole sapere faccio tutto io”
Io: “no Demi, non te lo permetto, ha fatto lei il danno non tu, deve ripagare lei se vuole”
Demi: “ho abbastanza soldi per poterne comprare 5 di quei locali, quindi non ti preoccupare”
Io: “ok che hai tanti soldi, ma io no e non posso restituirteli”
Demi: “eh chi ha mai detto di volerli restituiti, io avevo pensato di gestire il locale insieme, io acquisto il locale, lo sistemiamo e lo paghiamo insieme”
Io: “ok mi arrendo, hai la testa così dura che non potrei farti cambiare idea mai”
Demi: “esatto” disse ridendo.
Io: “comunque torno da i ragazzi” dissi alzandomi
Demi: “posso assistere un po’? magari poi andiamo di nuovo a casa tua”
Io: “certo, sarebbe un piacere”

Corsi da i ragazzi e continuammo a ballare. La lezione durò poco perché avevamo già iniziato da molto. Finito tutto presi le mie cose e insieme a Demi ci dirigemmo verso casa mia, c’era un silenzio un po’ imbarazzante tra di noi ma poi io ruppi il ghiaccio con una domanda che mi girava in testa da quando mi disse del locale.

Io: “perché lo fai?”
Demi: “fare cosa?” disse un po’ perplessa.
Io: “tutto questo, il volermi aiutare acquistando il locale, il fare amicizia con me, tutto. Perché lo fai?  Sono solo una ragazza normale e tu invece sei una popstar di fama internazionale, cosa ho fatto di così importante per meritare questo?”

Lei stette un po’ in silenzio ma poi dopo qualche minuto rispose.

Demi: “sono sempre stata quel tipo di persona che aiuta gli altri, non così come ho fatto come non te ma un minimo ho sempre aiutato. Con te invece è stato diverso, vedere cosa facevi anche se era un grosso sacrificio, vedere la felicità negli occhi di quei ragazzi è stato qualcosa che mi ha fatto capire che dovevo fare qualcosa per aiutarti e nel frattempo mi sono affezionata a te, so che ci siamo viste solo 3 volte ma io mi sono già molto a te”
Io: “non credevo di aver fatto cose così importanti e che ti hanno colpito, e comunque anche io mi sono affezionata molto a te” dissi sorridendo e aprendo il portone che portava nelle scale e successivamente al piano del mio appartamento.

Arrivata nel mio piano vidi degli scatoloni davanti la porta e un foglio attaccato sopra, lo presi e lo lessi.

“cara signorina Marissa,
le avevamo dato 1 settimana di tempo per pagare i 3 mesi arretrati di affitto,
ma visto che lei non l’ha fatto siamo così costretti a sfrattarla.”

Ero arrabbiatissima, così accartocciai il foglio e lo lanciai nell’altro lato del corridoio, dalla rabbia iniziai a dare calci agli scatoloni ma Demi subito mi fermò e mi fece appoggiare con la schiena al muro, tenendomi ferme le spalle con le mani.

Demi: “ehi cosa è successo?”
Io: “mi hanno sfrattata, ecco cosa succede” dissi arrabbiata e trattenendo le lacrime
Demi: “oddio mi dispiace” disse abbracciandomi forte.

Tra le sue braccia mi sentivo protetta, quell’abbraccio mi fece come rivivere e volevo non finisse mai, ma purtroppo questo non successe e dopo poco lei si straccò.

Demi: “adesso dove andrai?”
Io: “purtroppo mi toccherà tornare dai miei e rinunciare a tutto per sempre”
Demi: “non puoi rinunciare a tutto, non adesso”
Io: “cosa posso fare? Non ho un posto dove andare” dissi ovvia

Lei non rispose subito e sembrò pensare un po’ a ciò che avevo detto.

Demi: “se venissi a stare da me?” disse all’improvviso
Io: “no, è già tanto quello che stai facendo, non voglio darti altro fastidio”
Demi: “non mi dai per niente fastidio, anzi mi fa piacere avere una coinquilina”
Io: “scusa ma tu non abitavi con la tua amica?”
Demi: “dopo la bravata alla tua palestra l’ho buttata fuori di casa, quindi adesso vivo da sola”
Io: “ah ok”
Demi: “allora accetti o no?”



 

SPAZIO AUTRICE.

si lo so vi lascio sempre un finale da schifo (sono cattiva gnegne), ma lo faccio solo per lasciarvi un pò di souspance.
spero vi piaccia anche se non ho avuto molte idee e credo sia un pò banale.
come il solito a 2 recensioni continuo. :)

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Capitolo 5
*** Pausa. ***


Ciao a tutti, so che vi aspettereste un nuovo capitolo ma purtroppo questo non è un nuovo capitolo.
vi sarete accorti che è qualche mese che posto raramente e cerco scuse, beh la verità è che ho dei problemi personali e non me la sento per niente a scrivere, mi dispiace molto lasciarvi così ma purtroppo devo bloccare qui la fanfiction per un pò, ma vi prometto che appena risolverò tutto tornerò a rompervi le scatole :)
stay strong raga <3

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