thunderstorm

di Mary Ann
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Show me what it's like to be Set Free ***
Capitolo 2: *** Don't change the way you think of me, We're from the same story. ***
Capitolo 3: *** Pictures and some memories will have to help me through... ***
Capitolo 4: *** I don't deserve to fall this way, by a man who felt betrayed; ***
Capitolo 5: *** I don't believe in fairy tales and no one wants to go to Hell; ***
Capitolo 6: *** I see my vision burn, I feel my memories fade with time; ***



Capitolo 1
*** Show me what it's like to be Set Free ***


Sì, ho avuto la folle idea di iniziare a scrivere un'altra FF ! Bene, mi sembra il caso di dovervi delle spiegazioni.

Dunque, è da un sacco di tempo che ho questa FF nelle note sul mio telefono, esattamente dal 23 Novembre 2013, ovvero il giorno in cui ho visto per la prima volta i Sevenfold a Milano.

Ecco, questo che segue è frutto della mia depressione post-concerto, dalla quale devo ancora uscire !

Comunque, io spero vi piaccia, e se avete consigli o critiche sappiate che non sono permalosa, anzi accetto tutto di buongrado ! Quindi bando alle ciancie, ecco a voi questo mio nuovo pensiero !

Xoxo Mary Ann.





 

Fanny's moment.

Ed eccomi ancora qua. 
Huntington Beach non è cambiata di una virgola nonostante sia o passati anni dall'ultima volta.
Dopo nove anni, finalmente torno a vivere dove sono  nata e cresciuta.
Un bel giorno mia madre decise che dovevamo seguire il suo nuovo compagno a Boston, così persi tutto e tutti. 
Sono stati nove anni di inferno, di abusi fisici e psicologici da parte di questo maniaco,  9 anni di psicologi e farmaci che non hanno mai funzionato,  9 anni con il suicidio sempre in attesa. 
Ora sono qui,  su un taxi che mi sta riportando a casa, alle mie origini. 
Sto tornando dal mio vero padre,  l'uomo che non ho mai smesso di amare neanche per un secondo.
Scendo dal taxi e scarico la valigia,  ed eccola qui la mia bellissima casa sulla spiaggia. 
Mi avvio verso la porta e non faccio in tempo a suonare che mio padre è già li
<< Fanny... piccola mia >>
<< Ciao papà...>>
Mi butto fra le sue braccia, e il tempo di quell'orologio inceppato riparte da dove si era bruscamente fermato.

Tutto è come lo avevo lasciato,  addirittura nella mia stanza ci sono ancora tutte le mie vecchie bambole
<< Beh come vedi tutto è rimasto come prima. Ovviamente adesso non hai più bisogno delle bambole>>
<< Eh no, ma a quelle ci penseremo dopo...>>
Un'altra cosa oltre a mio padre mi ha spinta a tornare.
I miei vecchi amici,  i miei compagni di avventure mi erano mancati moltissimo, uno in particolare,  il mio primo amore.  Non l'ho mai dimenticato.

<< Papà,  che fine hanno fatto i ragazzi ?>>
Mio padre si siede con me sul letto e mi guarda amorevolmente
<< Hanno mantenuto la promessa tesoro.  Ora sono un gruppo, si stanno facendo conoscere.  Sono gli Avenged Sevenfold >>
Dopo le parole di mio padre, un flashback si impossessa della mia mente,  e ritorno indietro di nove anni

-Non piangere Fanny...
-Non ci riesco !
-Ci terremo in contatto e verremo a trovarti ! Mica ci dimentichiamo di te !
-Promettimi che anche se dovessimo perderci per sempre, voi continuerete a suonare...
-Sì te lo prometto ! Ma non ci perderemo,  mai ! 
-Mi mancherai Brian... Ti voglio bene

<< Vivono ancora qui papà ?>>
<< Certo che vivono ancora qui ! Anzi ho una piccola sorpresa per te >>
Mio padre mi porge un volantino che leggo ad alta voce
<< Il nuovo gruppo emergente "Avenged sevenfold", il 24 Marzo alle ore 21.00 si esibirà al Johnny's.  Ingresso libero>>
Guardo l'orologio che segnava le nove meno venti, poi guardo mio padre che, sorridendo, mi porge le chiavi della sua auto. 


 


 

Brian's moment.

Stasera è una grande serata, perché noi ci esibiremo dove tutto è cominciato. 
Questo posto è lo scenario dei miei ricordi più belli.
Le partite infinite a biliardo con i ragazzi, la prima sbronza, e anche tutte le risse. 
Già... Picchiavo chiunque osasse solo guardarla
Ripensando a tutte queste cose, uno strano formicolio si impossessa del mio stomaco, e per un istante giuro di aver sentito la Sua risata rimbombare nella mia testa. 
Jimmy mi batte una pacca sulla spalla, e poi in segno di scherno, mi pianta il suo dito medio davanti a gli occhi.
Il solito stronzo. 
Io e i ragazzi siamo su di giri e non c'è sensazione migliore
<< Ragazzi stasera spacchiamo tutto !>>
Jimmy è energico come al solito, è peggio di un giocattolo caricato a molla... Rev è dinamite pura. 

Johnny si affaccia da dietro il tendone per vedere quanta gente ci aspetta sotto al palco, e come un bimbo al parco urla e saltella
<< C'è il pienone ragazzi !!!>>

Ora è il momento di prendere la scena e fare quello che ci riesce meglio: Suonare e fare più macello possibile.


Saliamo sul palco e veniamo accolti da una folla urlante.

Nonostante avessimo già dato altri concerti, essere qui è la cosa più emozionante del mondo, e per questo tutto ha un sapore diverso, un sapore nuovo e allo stesso tempo fottutamente familiare.

Matt è in gran forma,  Zacky non smette un attimo di ridere, Johnny è il solito esaltato e Jimmy è il padrone assoluto con la sua batteria. 
Io mi lascio completamente trasportare mentre suono, e le luci bluastre sulla folla mi fanno fare un viaggio lontano. 
Tutto iniziò qui molto tempo fa, eravamo sempre insieme e qualcuno, tra una birra e un'altra,  ci mise in testa la folle idea di formare un gruppo. 
È grazie a Lei se ora siamo ciò che siamo,  Gli Avenged Sevenfold, ma chissà dov'è adesso. 
Non ho mai dimenticato il giorno in cui Lei se ne andò via, e soprattutto la promessa che le facemmo. 
Ma adesso è inutile,  forse non si ricorderà neppure chi siamo. 
Mi avvicino alla folla e mi stampo sul cuore tutte le facce che seguono il canto di Matt,  fino a che il mondo mi crolla addosso.

Finito lo spettacolo torniamo in camerino.
Gli altri discutono su quanto sia stato epico, mentre io mi siedo per terra con la mia birra in mano e gli occhi piantati sul muro bianco.
<< Gates sei silenzioso, stai male?>>
Jimmy mi prende in giro,  ma non sa che sto per dargli la notizia più sconvolgente.
<< Lei era qui >>
<< Lei chi Gates ?>>
Mi alzo e guardo i miei compagni sentendo una strana gioia dentro.
<< Fanny era qui !>>
I miei amici ammutoliscono mentre io corro fuori dal camerino con il cuore in gola. 

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Capitolo 2
*** Don't change the way you think of me, We're from the same story. ***


Ed ecco qui il 2 capitolo di questa mia follia ! Spero davvero vi possa interessare e piacere, io ce la metto tutta ^^ Bene, come al solito se avete dubbi, curiosità, appunti da fare, critiche, sono ben propensa ad ascoltarvi !
Ultima cosa, ma non di certo meno importante: Grazie a chi ha letto e recensito il primo capitolo, e un grazie per i consigli che mi sono stati dati !  Buona lettura !!!
XOXO
Mary Ann.






Fanny's moment.

Non potevo credere di averli rivisti. 
Dopo tanti anni si sono ricordati di quella promessa che avevamo fatto stappando l'ennesima birra assieme, di quella promessa assurda ripetuta al fumo di una sigaretta, e ci sono riusciti.
Quel sogno si è materializzato davanti ai miei occhi, e questo mi regala la gioia più grande.
Spengo la sigaretta sotto la scarpa e mi siedo sulla spiaggia ad ascoltare il mare.
Un tempo passavano ore e ore insieme a scherzare qui, adesso invece sono sola ad affogare nei più dolci, e ormai lontani ricordi . 
Non sono cambiati neppure di una virgola, hanno tutti gli stessi sorrisi, e negli occhi ancora quel sogno che brilla più di un diamante, soltanto Jimmy ha subito un cambiamento estetico radicale. 
Prima aveva quei folli capelli biondo-rossicci sparati in aria, quegli occhiali spessi ben piantati sul naso, per i quali lo sfottevamo sempre, e si vestiva in un modo a dir poco agghiacciante, adesso invece ha uno stile tenebroso e terribilmente attraente che fa spiccare ancora di più l'azzurro ghiaccio dei suoi occhi, è meraviglioso, come tutti gli altri, ma alla batteria è rimasto il solito genio mostruoso che era un tempo.
Sento dei passi dietro di me che mi riportano sulla Terra, ma non ho voglia di voltarmi, adesso voglio solo star sola, voglio che solo il rumore delle onde mi faccia compagnia.
I passi si fanno più veloci, per poi fermarsi repentinamente. Sicuramente mi sono sbagliata, chi mai potrebbe venire qui alle una di notte ?
<< Scusa...?>>
Mi paralizzo all'istante, ma faccio comunque finta di non sentire, forse non è riferito a me, ma... Già, chi mai potrebbe venire qui alle una di notte? Ovvio, nessuno oltre a me.
Quindi, senza pensarci più di tanto mi alzo in piedi e, dopo aver spazzato via la sabbia attaccata ai miei Jeans, mi volto verso la voce che avevo appena sentito.
 Quel volto, perplesso e  familiare mi fa collassare il cuore, e capisco subito di chi si tratta.
Lui è a pochi passi di distanza, in piedi che mi osserva come si osserva un fantasma che viene a farti visita dall'al di la, così mi avvicino anche io e osservo in silenzio quei lineamenti sempre più perfetti e più adulti. Infine noto quegli occhi castani, che lampeggiano nella penombra come il faro del molo, sì, proprio quelli che riconoscerei ovunque. 
<< Brian...?>>
Lui ancora perplesso e interdetto, si avvicina cauto, e a fior di labbra pronuncia il mio nome, come se avesse timore, come se non fosse ancora certo di avermi riconosciuta
<< Fanny...>>
<< Ciao Brian >>
Lui mi sorride con la solita inconfondibile dolcezza, ed io, ormai con la certezza di avermi riconosciuta, lo raggiungo correndo per poi buttarmi fra le sue braccia. 
Solo adesso mi rendo conto di quanto io abbia cercato questo abbraccio, così caldo e familiare.  
<< Ma allora sei proprio tu! Oh... Ben tornata piccola Fanny !!!>>
<< Che gioia, ti ricordi di me! Pensavo che dopo tutti questi anni avresti dimenticato... Tutto...>>
Brian mi sorride inarcando il sopracciglio, come era solito fare, e scompigliandomi i capelli rossi rimuove ogni traccia di dubbio che avevo incrostata sul cuore.
<< Avevi dei dubbi a riguardo? Sul serio, pensavi che Io, Brian Haner,  mi fossi dimenticato di Te ? Non l'ho mai fatto, e inoltre come vedi abbiamo pure mantenuto la promessa... Io piuttosto pensavo che tu ti fossi dimenticata di me e che non saresti più tornata, ormai ci avevo perso le speranze... Tutti noi lo credevamo, ci sei mancata tanto...>>
Sciolgo l'abbraccio per guardarlo dritto in faccia, e metto le mani sui fianchi
<< Brian Haner Jr. Sappi che la sottoscritta non hai mai smesso un attimo di pensare a Te  e gli altri, e ora come vedi sono qui, in carne ed ossa ! >> 

Brian's moment.

Ed alla fine eccola qui.
Ero certo che fosse lei, dal momento in cui l'ho riconosciuta fra la folla a quando mi sono avvicinato al mare. Solo lei sarebbe potuta venire qui.
Eccola con i soliti capelli lunghi e rossi spostati dal vento, la solita corporatura minuta e fragile, i soliti occhioni verdi, ma soprattutto il solito sorriso splendente come una stella, solo che adesso davanti a me c'è una donna. Una piccola donna. 
Trovarmela di nuovo tra le braccia mi da una sensazione stupenda. 
Gioia, felicità, pace. 
Non riesco a staccare gli occhi dai suoi, e continuo a ridere come un imbecille mentre la porto dai ragazzi.
Se è un sogno, non mi voglio svegliare. 
<< Non oso immaginare cosa faranno gli altri non appena entrerai in camerino, non mi hanno creduto quando gli ho detto di averti vista fra la folla... Io stesso ancora non ci credo! Cavolo, sei davvero qui! >>
Entro nel locale e mi dirigo con Fanny verso il corridoio nel quale è situato il nostro camerino.
<< Pronta a conoscere il nostro sogno?>>
La vedo sospirare, e mentre annuisce mi regala un sorriso convinto, quindi con decisione, spingo la porta di ferro sbilenca davanti a me, e i ragazzi mi guardano con aria interrogativa. 
<< Ragazzi giuro che non sono ubriaco! Guardate chi c'è ...>>
Mi sposto di lato lasciando che Fanny si mostri ai ragazzi, i quali ammutoliscono all'istante, tutti tranne Jimmy, ovvio, il quale si stropiccia gli occhi e aguzza la vista da talpa che si ritrova, poi si avvicina con cautela, e con il polpastrello del suo indice pizzica la guancia rosea della ragazza di fianco a me
<< Sei davvero Tu ?>>
<< S-si James sono io, smettila di pizzicarmi, sono io ! >>
Grida di gioia, risate, baci e abbracci colorano le pareti sbiadite del camerino, e inaspettatamente una lacrima riga le guance tese in un sorriso della mia piccola donna. 
<< Porca di quella miseria, sei cresciuta !>>
Jimmy, un gigante in confronto a Fanny, la prende tra le braccia e la stringe forte. 
<< Piantala di prendermi in giro per la mia altezza, tu invece non hai perso la tua vecchia abitudine di sfottermi ! Comunque sei mancato tanto anche a me... Mi siete mancati tutti ! >>
Fanny apre le braccia, e tutti la raggiungiamo per un immenso abbraccio collettivo, come ai vecchi tempi.

Fanny's moment.
Sono di nuovo a casa da circa tre settimane, e dato che ho finito gli studi, adesso lavoro al ristorante di mio padre come cameriera. 
Purtroppo il mio diploma della scuola d'arte non è servito a molto, e io ho bisogno di soldi per non pesare del tutto sulle spalle di mio padre.
Sono cresciuta in questo ristorante, il quale prima era gestito da entrambi i miei genitori.
Bei momenti. 
Ricordo benissimo che mia madre si occupava della sala e i clienti,  e mio padre stava in cucina a sfornare piatti unici, e questo per fortuna non è cambiato. 
L'orologio segna le sei del pomeriggio, il che implica la fine del mio turno. 
Poggio il grembiule rosso al bancone e saluto mio padre amorevolmente prima di uscire e raggiungere casa. 

Cammino svelta lungo il marciapiede che costeggia la spiaggia, e come al solito non guardo dove metto i piedi, finendo per scontrarmi contro qualcuno. 
Appena tornata, e già comincio a provocare danni fisici alla gente.
<< Oddio scusami non l'ho fatto apposta!>>
Alzo gli occhi per scusarmi col malcapitato, e come per magia Jimmy è difronte a me anche se ancora faccio fatica a riconoscerlo conciato così.
<< Sempre la solita sbandata Fanny! Sempre nel mondo dei sogni...>>
<< Non prendere in giro questa povera ragazza spaesata James >>
<< Non ti sto prendendo in giro. È la mera realtà mia cara >>
<< Piantala !>>
Il nostro rapporto è sempre stato così.
Ci conosciamo da sempre e ho sempre visto James come il fratello che non ho mai avuto, era ed è il migliore amico che si possa avere. Ci prendevamo in giro da mattina a sera, ma poi finivamo sempre col ridere l'uno dei difetti dell'altra. Grazie a lui ho imparato a convivere con i miei difetti, paure e insicurezze.

Cominciamo a rincorrerci per tutta la spiaggia come dei bambini che litigano per un giocattolo, finché Jimmy, col fiato corto e una mano sul petto, si volta chiedendo la resa 
<< Basta ti prego, mi arrendo! >>
<< Ehi prima non eri così arrendevole James, stai invecchiando, eh? >>
Ridendo, mi spettina i capelli e si siede sulla sabbia fredda vicino a me.
<< Poi ero io a prendere in giro... Sai Fanny, più passa il tempo e più qualcosa nelle persone cambia. Inesorabilmente...>>
Il blu dei suoi occhi incontra il mare, e con aria persa in chissà quale mondo, guarda lontano
<< Tu non sei cambiato più di tanto Jimmy >>
Dopo la mia affermazione, il ragazzo si volta e mi osserva come se fosse tornato da un viaggio lontano, come se volesse dirmi qualcosaltro.
<< Grazie lo prendo come un complimento. Neanche tu sei tanto diversa Fanny... >>
Oh, se solo tu sapessi cosa ho passato in tutto questo tempo Jimmy sono certa che non la penseresti allo stesso modo. 
<>
Una proposta inaspettata che mi lascia di sasso, una proposta che fino a qualche anno prima era di routine mi stava creando il panico dentro. 
<< Allora vieni ? >>
Jimmy mette le mani in preghiera e mi guarda con gli occhioni da cucciolo che si ritrova. Sa sempre cpome convincermi, e sa che basta così poco.
<< Sì certo ! Mi fa piacere passare di nuovo il mio tempo con voi !>>
James esulta, e dopo averci dato appuntamento alle otto  a casa di Matt, ci salutiamo, e io corro velocemente a casa.

Casa di Matt è sempre la stessa. 
Lo stesso cancello in vernice nera, forse un po più usurato dal tempo, e il giardino sempre verde e pieno di fiori proprio come piaceva a sua sorella Amy. 
Dal garage sento già le voci allegre dei miei amici, e tanti ricordi ritornano a galla come relitti sepolti in fondo al mare per troppo tempo. 
Mi incammino verso quel vociferare e ad accogliermi è la risata inconfondibile di James, che come al solito si burla del povero Johnny. 
<< Sei troppo piccolo per arrivare a prenderlo! >>
<< Smettila Sullivan! Posso sempre arrampicarmi sul mobile >>
<< Se cadi sono fatti tuoi!... Ehi Fanny, eccoti, pensavo non arrivassi più !>>
Jimmy mi viene incontro e, inaspettatamente il suo abbraccio mi copre di felicità
<< Ciao ragazzi ! Ma Brian ?>>
Jimmy si stacca da me, quasi stizzito, e con un sorrisino malizioso mi squadra da capo a piedi
<>
<< Fidanzatino? Che diavolo stai dicendo Jimmy ?>>
Matt ci raggiunge, e mostrando le sue splendide fossette, asserisce 
<< Avanti Fanny, è da quando siamo piccoli che vi rincorrete senza mai avere il coraggio di fermarvi l'uno davanti all'altra>>
Mi sento arrossire, come se avessero scoperto il più squallido dei miei segreti, come se mi avessero denudata in mezzo ad una piazza piena di gente. 
<< Lui non è...>>
In quell'istante Brian entra in casa e, come il raggio di sole dopo la tempesta, riporta allegria e alleggerisce la situazione. 
<< Scusate ma ho dovuto contrattare con Barny il prezzo delle birre... Fanny ci sei anche tu! >>
In faccia mi si stampa uno dei miei soliti sorrisi ebeti, e andando verso di lui rispondo
<< Sì, sei sorpreso?>>
<< A dir la verità no... Il tempo ha solo ripreso a scorrere e tu sei tornata al tuo posto, con noi come al solito >>
Brian mi fa l'occhiolino e si incammina verso la cucina.

Passiamo una serata allegra e spensierata, mi erano mancati questi animali, e nonostante i centimetri e gli anni in più sono sempre gli stessi elementi da Zoo.
Dopo qualche bottiglia di birra e sigarette di troppo, decido di tornare a casa e mentre saluto tutti mi dirigo verso porta.
<< Fanny aspetta ti accompagno, tanto me ne sto andando anche io >>
Brian mi raggiunge infilando il giacchetto di pelle 
<< Brian non sei costretto ad accompagnarmi, se vuoi restare ancora un pò...>>
<< Sul serio pensi che ti faccia andare da sola di notte? Questo posto non è più la vecchia oasi tranquilla, e preferisco che tu non faccia il tragitto da sola>>
In effetti non ero troppo sicura nel voler tornare a casa  da sola, quindi sorrido a Brian  e usciamo salutando il resto della truppa. 
Camminiamo un po l'uno di fianco all'altra senza parlare o guardarci, poi Brian si blocca di scatto
<< Ti ricordi quella ?>>
Guardo il punto indicato dal ragazzo, e con un tuffo al cuore noto il parco dove da piccoli ci imbattevamo nelle nostre scorribande e inventavamo storie fantastiche. 
Ma Brian indica un albero in particolare,  l'albero sul quale risiedeva la nostra base, quella casetta che ci eravamo costruiti da soli era ancora la, inpiedi a dispetto del tempo. 
<< Cavolo ma c'è ancora !>>
<< Pazzesco vero? Ci torno ogni tanto...>>
<< Perché? Insomma, cosa ci vai a fare in una casetta sgangherata?>>
Brian si accende una sigaretta, e sorridendo mi risponde quasi con vergogna
<< Beh, a volte quando mi sento giù vado la perché so di poterci trovare qualcosa di buono. Ricordi, sogni, speranze di quando eravamo piccoli... Poi dopo mi sento un po' più forte e motivato. Buffo vero ? Affidare la propria esistenza a quattro mura sgangherate...>>
<< Buffo ma intenso. Non sei cambiato affatto, ma non ti facevo così... Profondo>>
Ricominciamo a camminare, ma stavolta i nostri sguardi si sfiorano, e così decido si iniziare una conversazione patetica, giusto per non ricadere nel silenzio.
<< Allora Brian, come va con Michelle ?>>
Al nome della ragazza il sorriso di Brian svanisce, e lui smette di guardarmi. 
<< Ti ci metti anche tu adesso ?>>
Michelle è una nostra vecchia amica che ha sempre avuto un debole per Brian. 
Lei è sempre stata la tipica ragazza popolare, bella e ricercata, la ragazza che odiavo e temevo, e come se non bastasse vivevo questa realtà ogni giorno a scuola.
<< Ehy era solo una domanda... Pensavo che alla fine vi frequentavate, insomma, eravate la coppia più popolare all'epoca...>>
<< Non c'è più nulla tra me e lei. Non c'è mai stato.>>
<< Ok... Scusa se ti ho dato fastidio>>
Abbasso lo sguardo, ma in un certo senso mi sento sollevata dopo la sua risposta.
<< No scusa sono stato io lo scontroso... Ma odio che le persone vengano a parlarmi di lei, non hai idea da quanto va avanti questa stupida storia >>
Arriviamo davanti a casa mia, e sento Brian ridacchiare tra sé e sé 
<< Sei contento che me ne vado? >>
<< Affatto, mi è solo tornata in mente una cosa..>>
<< A cosa pensavi?>>
Lui si avvicina a me, e il sorriso che aveva fino a poco fa era sparito, e sfiorandomi i capelli con l'indice, mi risponde sospirando.
<< Pensavo che... Ogni volta che mi capitava di passare da qui mi domandavo se saresti mai tornata, ma adesso sei qui e...>>
Non lo lascio finire di parlare, e mi butto fra le sue braccia
<< Ora sono qui, e sono tornata per restare >>

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Capitolo 3
*** Pictures and some memories will have to help me through... ***


Ed ecco qui il 3 capitolo ^^ Mi è stato gentilmente fatto notare che nello scorso capitolo avevo fatto un po di macello durante la pubblicazione ç____ç Chiedo venia ç____ç, comunque spero di rifarmi in questo capitolo :)
Come sempre mi auguro che sia di vostro gradimento, e ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito fino ad ora ! 
Bene, andiamo al capitolo!  
Un abbraccio,
Mary Ann
.










Brian's moment.

Fuori piove, ed oggi non ho proprio la minima intenzione di uscire.
Sono due giorni che non vedo i ragazzi, ma so che sono tutti insieme a divertirsi, tutti tranne me.

" No Shadows, non ho per niente voglia di uscire oggi..."
" Ok... Ehy Gates, se poi cambi idea chiamami !"


Scusa fratello, ma non ho cambiato idea...
Non mi dispiace stare solo, anzi molto spesso sono io stesso che cerco la solitudine o un angolo tranquillo dove riposare la mente, non per essere asociale o altro, giusto per avere un briciola di spazio in un mondo tutto mio.
Cerco di scacciare questi pensieri negativi, e corro a rotta di collo su per le scale verso la mia stanza, e nonappena la raggiungo, mi ci chiudo a chiave tirando un sospiro di sollievo, così neppure quella rompi scatole di mia sorella può disturbarmi, e mi butto a peso morto sul letto, come se non mi riposassi da anni.
Finalmete un pò di pace...
Con la faccia contro il cuscino, chiudo gli occhi in cerca di riposo, ma all'improvviso come un fulmine, una voce rimbalza violentemente nella mia testa, cacciando via ogni singola traccia di sonno.

"Sono tornata per restare".

Le parole di Fanny mi rimbombano nel cervello, e la sua figura sorridente non mi lascia spazio sufficiente per respirare, per vivere.
Ricordo che quando se ne andò fu davvero un brutto colpo, e anche se ora tutto è tornato alla normalità, non so perché, ma non riesco a stare per niente tranquillo, come se avessi paura di perderla ancora una volta, come se ci fosse qualcuno pronto a portarmela via, di nuovo.
Mi volto verso la mia scrivania sulla quale vecchie canzoni mai finite, fogli appallottolati, matite spuntate e penne senza inchiostro, stanno a morire da mesi e così, con la voglia di gettare via tutto, mi alzo dal letto e prendo in mano tutte quelle macerie cartacee, ma prima di farle morire per sempre, sfoglio quelle pagine che, nel bene o nel male, parlano di me.
Rido nel vedere tutte quelle frasi insensate, tutte quelle parole vuote e prive di significato, per non parlare poi di quante notti ho passato insonni per scrivere tutte queste stronzate...
Ed ecco l'ultima pagina della mia vita, l'ultimo foglietto, il più logoro e sporco d'inchiostro. 
Leggo le prime righe per caso, giusto per ricordare che mi passava per il cervello quella notte.

"A lonely road, crossed another cold state line 
Miles away from those I love purpose hard to find 
While I recall all the words you spoke to me 
Can't help but wish that I was there 
Back where I'd love to be, oh yeah..."


Un flash, mi riporta indietro nel tempo, e con un'assurda malinconia, ricordo il momento in cui scrissi queste parole.

" Dear God the only thing I ask of you is 
to hold her when I'm not around, 
when I'm much too far away 
We all need that person who can be true to you 
But I left her when I found her 
And now I wish I'd stayed..."


Ma certo. 
Come ho potuto dimenticare questo testo... Avevo cominciato a scrivere quasta canzone molto tempo fa, in una notte piovosa, proprio come oggi, una di quelle tante notti in cui non riuscivo a prendere sonno, una di quelle tanti notti in cui Lei non lasciava la mia mente, proprio come oggi.
Getto via tutte quelle inutili scartoffie, tutte tranne questo pezzo di carta malconcio, che nonostante il tempo, le sue parole ardono ancora vive dentro di me, e si fanno prepotentemente spazio nella mia memoria.
Mi siedo sul pavimento freddo con la schiena poggiata al muro e con la mia inseparabile chitarra tra le mani, prima canticchiando, poi pizzicando lievemente le corde, inizio a cercare una melodia che mi faccia venire in mente Lei, una melodia adatta per queste parole, parole che forse Lei non sentirà mai.

" 'Cause I'm lonely and I'm tired 
I'm missing you again oh no 
Once again... "




Fanny's moment.

Seduta sul divano nel salotto di casa Sullivan, osservo le goccioline di pioggia che scivolano lente sul vetro della finestra. 
I ragazzi stanno giocando ai videogiochi, e non me ne stupisco, hanno da sempre avuto questo amore spassionato per i mondi virtuali, e quando qualcuno di loro perde, il male scende sulla terra.
<< Hai barato Zacky ! Non vale... >>
Sento urlare il povero Johnny quasi in un lamento.
<< Che stai dicendo nanerottolo, sei tu che non sai giocare ! >>
<< Piantatela, sembrate due comari ! >>
<< Comare a chi... scusami Matt, ma con questo nano da giardino non si può proprio giocare... E' sleale !>>
Il loro vocio è solo un leggero brusio di sottofondo, mentre la mia mente vaga per mondi distinti e lontani, al di là della siepe, del mare e delle nuvole...
Di solito anche Brian si divertiva a stare con noi, ma oggi non c'è, e la sua assenza si nota inesorabilmente.
Avrebbe riso come un matto alle offese per Johnny e poi avrebbe risistemato tutto con una birra, ma invece chissà cosa starà facendo realmente.
Seguo col polpastrello del mio indice il piccolo rivolo d'acqua di una goccia di pioggia sul vetro freddo, finché non arriva qualcuno a riportarmi sulla terra.
<< Birra ? >>
Jimmy è dietro di me, e mi poggia una birra eccessivamente fresca sulla schiena facendomi rabbrividire
<< Hey... >>
Jimmy si siede vicino a me sul divano e mi porge la birra, cosa che io accetto di buon grado, e poi dopo averne preso un sorso, mi volto verso il ragazzo e, con un cenno della testa, indico la TV 
<< Tu non vai a giocare ?>>
<< Nah... Si potesse giocare una partita in cui nessuno bara lo farei ma...>>
<< Capisco...>>
Jimmy osserva la bottiglia che tiene tra le mani, e dopo averla poggiata nervosamente a terra, si volta di scatto verso di me facendomi sobbalzare per la seconda volta in meno di cinque minuti.
<< A cosa, o meglio, a chi stai pensando Fanny ? >>
Rischio di strozzarmi con la birra che stavo sorseggiando, e tossendo rispondo a Jimmy con voce strozzata
<< Ma che diamine... Non sto pensando a niente James, smettila di attentare alla mia vita !>>
<< E tu smettila di mentirmi Fanny, lo so a chi stai pensando... Pensi a Brian vero ?>>
Mi ritrovo con le spalle al muro, e gli occhi di James puntati dritti nei miei, sono da sempre stati un'arma a doppio taglio per me, così mi ritrovo ad annuire senza volerlo.
<< Sì...Ecco, io ...Mi chiedevo perché non fosse qui, cosa starà facendo...>>
Lo sguardo di quel gigante buono si addolcisce, tanto da far tranquillizzare anche me, e mi regala uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi.
<< Sicuramente sarà nella sua stanza a strimpellare note a caso per poi crearne un capolavoro... Non preoccuparti, conosco bene Brian, e a volte necessita di un pò di solitudine... Sono certo che domani ce lo ritroveremo tra i piedi, più rompi palle di prima !>>
L'ultima affermazione del mio amico mi fa ridere a crepapelle e, sospirando, butto un ultimo sguardo fuori dalla finestra notanto con stupore che un arcobaleno si faceva prepotentemente spazio nel cielo grigio.



Brian's moment.

Dopo ore di clausura nella mia stanza in compagnia dei miei spartiti edel la mia chitarra, non mi ero reso conto che fosse passato il temporale e che ora al posto dei fulmini un immenso arcobaleno si era fatto spazio nel cielo e, sparso qua e la,  qualche piccolo raggio di sole faceva capolino da dietro le nuvole.
<< Wow...>>
Poggio la chitarra sul piedistallo, e mettendo il giacchetto di pelle, corro fuori di casa per vedere da vicino quello spettacolo meraviglioso.
Cammino sull'asfalto bagnato e l'odore della pioggia mi fa ricordare di una vecchia leggenda che mi raccontava sempre mia madre, se non mi sbaglio riguardava dei folletti e delle pentole piede d'oro alla fine dell'arcobaleno... 
<< Via, che assurdità... >>
Mormoro a me stesso chiudendomi alle spalle il cancelletto di casa, e poi senza mai staccare gli occhi da quella tavolozza dei colori volante, come un bambino credulone mi avvio a testa alta verso la fine dell'arcobaleno, in fondo cosa ho da perdere ?

Cammino svelto sul marciapiede che costeggia il parco, e una voce familiare mi fa distogliere la concentrazione dalla mia assurda e totalmente inutile missione.
<< Che palle, io sono stanco ! >>
<< E dai, da qualche parte dovrà pure essere ! >>
<< Giurami che non ci credi davvero... >>
<< Invece si ci credo ! >>
Mi fermo all'istante.
Proprio davanti a me  ci sono i miei amici che camminano nella mia direzione, e Lei ride e fa finta di picchiare il mio migliore amico, James.
Provo una sensazione strana, perché non sono io a provocarle quelle risate, o forse perché non dovrei essere qui, così faccio finta di non averli visti e rialzo il naso verso l'arcobaleno, ancora più splendente di prima.
<< Brian ! >>
Oh, no...
 
" We all need that person who can be true to you 
But I left her when I found her 
And now I wish I'd stayed..."


Fanny ha appena urlato il mio nome e le parole della mia canzone bombardano il mio cervello, e la sua voce è come se fosse la melodia per fetta. 

"And how I miss someone to hold 
when hope begins to fade..."


Mi volto, e la vedo correre con le braccia aperte verso di me e, come quando eravamo piccoli, arriva buttandosi fra le mie braccia.
<< Ciao ! La stavi cercando anche tu ? >>
Guardo la ragazza senza capire che cosa voglia dirmi 
<< Eh? Cosa dovrei cercare scusa? >>
<< Ma come ... La pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno ! >>
Questa sua aria da bambina nel mondo dei sogni mi infonde tanta serenità, e poi mi lascio andare e rido a più non posso pensando che infondo stavo pensando anche io a quella vecchia leggenda.
<< Hey, perché ridi ? >>
<< No no niente... E dimmi l'hai trovato il tesoro ? >>
<< No... E tu ? >>
Io sì, ed è proprio qui davanti ai miei occhi.
Continuo a ridere e, mentre raggiungo i ragazzi, prendo per mano la piccola cercatrice.

La mia splendida melodia
.

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Capitolo 4
*** I don't deserve to fall this way, by a man who felt betrayed; ***


Ehm... Sì, a volte aggiorno anche io * YAY * Comunque, questo è un nuovissimo capitolo di questa mia follia che mi ritrovo ormai a scrivere nei momenti spezzati della mia giornata.

Spero comunque che vi piaccia, e chiedo immensamente scusa per il ritardo :(

Come sempre vi mando tanti baci, e buona lettura !

XOXO Mary Ann.




 


 





 

Fanny's moment.
 

La pioggia battente di stanotte ha finalmente cessato di cadere, e ora dall'asfalto umido sale uno strano odore.
Cammino in direzione di casa e con la musica sparata a mille nelle orecchie ripenso a tutto ciò che mi ha portata fino a qui, o meglio, riportata.

"Portami una birra Donna, ora !"

La voce del compagno di mamma risuona ancora nel mio cervello, e le immense cicatrici che ho sparse sul mio corpo, bruciano e si aprono voragini che mi lacerano il cuore.
Mi strofino la faccia, quasi come se volessi cancellare quei brutti ricordi una volta per tutte, e un flebile raggio di sole mi riporta al presente, lasciando spazio nel mio cervello ad altri pensieri.
Per quanto sia felice di essere qui, non posso fare a meno di notare che non tutto è lo stesso, purtroppo anche i ragazzi sono cambiati...
Non esistono più i vecchi Brian, Matthew, James, Jonathan e Zachary,  no, ora sono Synyster Gates,  Matt Shadows,  The Rev, Johnny Christ e Zacky Vee. 
A volte mi sento a disagio nel stare con loro, mi sento l'unica a non aver fatto nemmeno un passo avanti,  mentre loro adesso sono gli Avenged Sevenfold.

Mi volto verso la spiaggia e una figura familiare si staglia nitida contro il brillare dell'oceano sotto i caldi raggi solari. 
Capelli corvini al vento, come la giacca nera che sventola con grazia, e allo stesso tempo incornicia alla perfezione la corporatura del ragazzo che mi sta dando le spalle.
Jimmy, Jimmy The Reverend Sullivan. 
Il gigante buono del gruppo, il ragazzo energico dietro alle percussioni, adesso difronte all'immensità del mare sembra così piccolo ed esile.
Mani in tasca e cuffie nelle orecchie, quante volte lo vedevo così nel passato che eravamo soliti condividere. 
Mi avvicino cercando di fare meno rumore possibile, ma la sabbia scricchiola sotto i miei piedi e si innalza in piccole nuvolette polverose al vento.
《Hey...》
Al suono della mia voce Jimmy sobbalza e, voltandosi verso di me, si toglie le cuffie dalle orecchie. 
《Fanny... cristo, mi hai spaventato !》
《Perdonami, non volevo... 》
Jimmy si volta di nuovo verso l'oceano, e facendomi cenno di guardare il punto indicatomi, esso sorride più a se stesso che a me. 
《Bello spettacolo, non trovi?》
《Si... Mi era mancato l'oceano. Ti ricordi dei bagni a mezzanotte?》
《Certamente... Vedi Fanny, essere diventati i Sevenfold non significa aver dimenticato da dove veniamo》
Bum. Colpita e affondata. 
《A volte invece mi sembra il contrario... Vorrei solo che non fosse cambiato nulla tra di noi...》
Sottolineo il noi con una punta di malinconia. Quel Noi è riferito ad altro, e anche Jimmy sembra averlo capito, infatti il ragazzo sospira profondamente,  e con disprezzo calcia in acqua la conchiglia con la quale stava giocando.
《Sempre persa di Brian, eh?》
Arrossisco, e puntando il mio sguardo a terra come se questo servisse a nascondermi, in fine annuisco debolmente senza emettere un fiato.
《Immaginavo... Sarò chiaro e schietto, ma non è proprio il Brian che ti ricordi》
Un brivido freddo mi sale su per la schiena, e con un modo eccessivamente scattoso e poco femminile mi volto verso il mio amico, sentendomi gli occhi quasi colmi di lacrime.
《Che... che vorresti dire James? Come...》
Le parole mi muoiono in gola non appena i suoi occhi di ghiaccio incrociano i miei, e non riuscendo piu a parlare, mi lascio guidare da un'emozione fastidiosa, e le lacrime escono dai miei occhi senza che io possa farci niente.
Lui è lì difronte a me, non esprime nessuna emozione, e con un gesto fulmineo mi prende fra le sue braccia, cullandomi in silenzio. 
Restiamo così, abbracciati davanti al tramonto per un tempo interminabile,  finché il ragazzo si scosta e mi osserva con curiosità. 
《Non volevo farti piangere. Volevo solo metterti in guardia e, beh... 》
Così,  in un attimo tutto si ferma, e inaspettatamente le labbra, di quello che un tempo era uno dei miei migliori amici, si posano sulle mie.
Sgomento, rabbia, paura...
Non so cosa mi stia passando per il cervello, ma per un secondo, solo per un fottuto secondo, credo di aver pensato che tutto questo fosse giusto.





Brian's moment.

 

In una delle esplorazioni domenicali della soffitta con mia sorella ho ritrovato delle vecchie foto, ed ora sono qui sul mio letto ad affogare in un mare di ricordi bellissimi ma paurosamente lontani.

Foto di attimi distinti e luoghi differenti, ma l'unica cosa che accomuna questi pezzetti di carta lucida è lei.
Fanny è sempre stata l'altra mia metà,  la parte più bella di me, quella più razionale, la parte di me di cui ora ho piu bisogno
Ecco invece un'altra foto, questa è più recente, e in questa lei non c'è. 
Siamo io e i ragazzi al nostro primissimo concerto al Red, e con noi spesso cantava anche Val la attuale ragazza di Matt.
Da quando Fanny non ha più imboccato la mia strada io mi sono totalmente lasciato travolgere dalle onde di un mare in tempesta. 
Non c'era più chi mi tratteneva dal fare a pugni ovunque, né chi mi toglieva le sigaretta di troppo che pendeva dalle mie labbra, e non c'era neppure chi mi prendeva dalle mani il bicchiere pieno di alcool. No, la mia parte razionale e forse più umana se n'era andata, e io ero in balia di un mondo troppo ingiusto e crudele per essere vissuto da soli.
Per anni Fanny era riuscita ad essere la mia ancora, colei che mi permetteva di salvare la mia anima, poi dopo la sua partenza è finito tutto, e mi sono lasciato tramutare nella carcassa umana che sono adesso.

Prendo l'ultima foto dalla scatola, quella più sbiadita e logorata dal tempo. 
Eccoci,  io e la mia metà.  
Qui avevamo circa 13 anni, e questa fu una delle ultime foto che ci scattarono insieme.
Lei era sulle mie spalle e teneva le sue braccia attorno al mio collo, con in faccia quel sorriso che conosco meglio di me, mentre io la tengo per le gambe, sono leggermente piegato in avanti per restare in equilibrio,  e in faccia ho il mio ultimo sorriso.
Rimetto tutte le foto nella scatola,  tutte tranne quella.
Con velocità infilo le scarpe e corro a rotta di collo giu per le scale incrociando mia sorella che invece rientrava in casa.
《Brian dove stai andando ?》
Quella curiosona mi urla dalla veranda,  ma io non mi volto,  e con il cuore a mille mi dirigo verso casa di Fanny,  e per lei ho un sorriso e uno straccio di ricordi fra le mie mani.

Sono quasi arrivato,  ma per fare prima passo dalla scorciatoia che passa dalla spiaggia, la usavamo sempre da ragazzi, così salto la staccionata e mi incammino stavolta con più calma.
Osservo l'acqua dorata da un tramonto mozzafiato,  e intanto mi faccio mille discorsi nella testa, mille discorsi inutili perché tanto so che non appena lei aprirà la porta di casa sua farò la mia solita figura da idiota.

Vedo già casa di Fanny, e poco distanti da essa noto due sagome indefinite.
Aguzzo la vista, e quasi per veder meglio, metto una mano a mo' di visiera sulla fronte per ripararmi dal sole e...
Una fitta lancinante allo stomaco e il freddo si impadronisce di me.
《Non può essere...》
Cerco di autoconvincermi di aver visto male, così butto di nuovo uno sguardo su quelle due sagome ormai più che distinte davanti ai miei occhi.
In un secondo tutto diventa grigio, e davanti aimiei occhi noto solo loro che si scambiano un bacio, il bacio tra colui che dovrebbe essere il mio migliore amico e la mia ancora.
Lascio ricadere le braccia lungo il mio corpo, quasi fossero dei macigni, e lo straccio di quel ricordo ormai screziato come il mio cuore lo lascio piombare sulla sabbia, sperando che come me si lasci trascinare via dal vento proveniente dal mare.
Corro via in silenzio, corro dove nessuno mi può disturbare,  corro ormai senza speranza verso il male che invece speravo potesse scomparire per sempre dalla mia vita.

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Capitolo 5
*** I don't believe in fairy tales and no one wants to go to Hell; ***


Eccomi qui ! Altro giro, altra corsa... Dunque, nuovo capitolo !!! Qui ho voluto sperimentare una cosuccia, ovvero contrentrarmi maggiormente sul personaggio di Brian, e spero davvero che vi arrivi il modo in cui lo vedo io nella mia storia... Comunque, come al solito spero davvero vi piaccia e se avete consigli o critiche da fare saranno tutte quante prese in considerazione dalla sottoscritta ^_^

Buona lettura!!!

XOXO

Mary Ann.




 








 

Fanny's moment.
 

Apro violentemente le palpebre, finalmente rendendomi conto di ciò che è appena successo e, con tutta la forza che ho, spingo James abbastanza lontano dalle mie labbra e dal mio corpo. 
Lui mi guarda con soddisfazione, ma nei suoi occhi vedo anche un ombra di vergogna e paura.
Restiamo in silenzio l'uno di fronte all'altra, e le uniche cose udibili sono l'infrangersi violento e perenne delle onde sulla riva e il mio respiro, pesante e affannato, come se avessi corso per ore ed ore senza sosta. 
《Fanny...》
James cerca di richiamare la mia attenzione chiamandomi dolcemente, ma io sono come paralizzata, come se fossi fatta di ghiaccio, e i miei occhi non fanno altro che guardare le mie scarpe sporche di sabbia.
《Fanny ascolta, io volevo dirti...》
《No James, non rendere tutto più difficile!》
Faccio per andarmene, ma il ragazzo mi afferra per un polso e prima che io possa correre via mi stringe forte a sé. 
《Perché ti ostini ad amare lui? Io... Ti sto affidando tutto me stesso, tutto il mio cuore, non hai idea da quanto volevo dirti tutto questo... Ci ho provato in tutti i modi a fartelo capire, ma tu sei sempre stata accecata da lui, il mio migliore amico...》
La voce sofferente di Jimmy arriva come un proiettile, diritta e crudele, mi spezza il cuore in mille frammenti. Vorrei sprofondare, sparire per sempre, vorrei... Vorrei che le braccia attorno al mio corpo non fossero quelle di Jimmy. 
《Oh Jimmy, mi spiace io...》
Le braccia del ragazzo scivolano via lente dai miei fianchi, e sospirando si allontana di qualche passo da me, e mi osserva quasi con aria di sfida, col suo solito sguardo beffardo, quello sguardo con il quale conquistava i nostri sorrisi... Solo che ora il suo scopo è diverso.
《Ho capito, però pensa a quello che ti ho detto Fanny. Ci vediamo!》
Vorrei ribattere con un “NO!” secco, vorrei corrergli dietro e prenderlo a pugni, ma prima che io possa fare qualsiasi mossa, James mi ha gia voltato le spalle e con la sua solita andatura aggrazziata e sicura si allontana, lasciandomi sola e persa nell'oblio dei miei pensieri.

 


 

Brian's moment.

 

Vago senza meta nelle strade della città, e sinceramente mi sento così confuso e perso che non ho la minima idea di dove io stia realmente andando. 

Perché?

Nel mio cervello scorre sempre lo stesso film nel quale io sono il protagonista, Lei è la ragazza che amo da una vita ma non riesco mai a dichiararle i miei sentimenti. Poi un giorno  Lei  bacia l'Altro e di conseguenza l'Altro bacia Lei... Ovvio, il finale del film è che lei si innamora dell'Altro, il mio migliore amico. Scuoto la testa come se servisse a svuotarla di tutto, invece ho l'effetto contrario. 

Ancora piu confusione, ancora più dolore.

Mi aggrappo a un muro, freddo e pungente, ma allo stesso tempo mi da un senso di protezione e stabilità.  Inarco la testa all'indietro, poggiandomi stanco e scosso a causa di tutti quei pensieri, e cerco di respirare a fondo per recuperare un minimo di chiarezza mentale, poi mentre riapro lievemente le palpre, davanti a me noto il Nostro vecchio punto di ritrovo.

Quel vecchio locale nei pressi del parco nel quale passavamo serate intere a ridere, giocare a biliardo e bere alchool di nascosto. 

Erano i tempi in cui Fanny non c'era già più, ma erano anche i tempi in cui Jimmy e gli altri mi avevano teso una mano e con fare rassicurante mi dicevano "Amico, vedrai che lei tornerà. Ci siamo noi adesso"
Erano i tempi in cui Jimmy era il miglior compagno di sbronze, il miglior consigliere e ascoltatore... Il migliore amico che si possa desiderare.
Menzogne.

Mi spingo via dal muro staccandomi quasi a fatica e con una rabbia disumana dentro mi incammino riluttante verso il locale.
Cammino a testa alta verso la distruzione, quella che credevo ormai fosse solo un ricordo lontano.
Spingo la porta di vetro e, appena prima di entrare, sento la Sua bellissima voce che mi screzia l'anima "Brian, ora sono qui per restare" mentre l'immagine del suo volto fresco e sorridente mi pugnala alle spalle come un Killer.
Cazzate. Solo cazzate.
Spingo la porta, e entrando mi dirigo a passo svelto verso il bancone.
Lloyd, il vecchio proprietario è sempre la dietro, nulla è cambiato qui dentro. 
I tavolini rotondi ricoperti di tela verde sono ancora tutti qui, ed anche lo straccio con il quale il buon vecchio Lloyd  sta asciugando i bicchieri sembra non essere stato neppure sfiorato dal tempo. 

Mi siedo sullo sgabello davanti al bancone e, ormai stanco, poggio i gomiti sul legno logoro e scheggiato, così Lloyd si volta aspettandosi di trovare davanti qualsiasi altro cliente, chiunque ma non me.
Il vecchio mi riconosce, e mi guarda con occhi preoccupati, quasi paterni.
《Brian, ragazzo mio che ci fai qui? Avevi smesso di fare stronzate o sbaglio? Non mi dire che...》
Senza rispondere a Lloyd mi frugo nelle tasche dei pantaloni dove plettri e ricordi mi battono sotto mano, poi fialmente trovo i soldi, per poi sbatterli tutti quanti sul bancone.
《Dammi da bere Lloyd!》
Il vecchio sospira e si volta prendendo la bottiglia di Jack Daniel's dallo scaffale per poi riempirmi il primo bicchiere, il primo di una lunga serie.
Io e i ragazzi lo prendevamo sempre, sopratutto io e James...
Smettila di pensare!
《Non condivido ciò che stai facendo ragazzo mio, ma come vedi non ho dimenticato le tue vecchie abitudini...》
Una risata amara e stanca esce dalla mia bocca riguardo all'affermazione di Lloyd, poi prendo il bicchiere e lo avvicino alle labbra mentre penso a Lei per l'ultima volta. 
Mio caro Lloyd, Io invece adesso voglio solo dimenticare...


 

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Capitolo 6
*** I see my vision burn, I feel my memories fade with time; ***




Taaadaaaan ! Rieccomi qui con un altro capitolo della mia solita follia notturna ^_^

Bene, anche in questo capitolo mi sono dedicata, o almeno ho cercato di dedicarmi maggiormente sul personaggio di Brian, soprattutto ho cercato di studiare un po' più in dettaglio le sfumature del carattere di questo ragazzo... Premetto che questo è come lo immagino io :)

Come sempre, io spero vi piaccia, se avete consigli, critiche etc... Fatele e io ascolterò i vostri pareri che magari siete più esperti di me.

A voi il capitolo !

XOXO

Mary Ann.


 



 


 

 

Fanny's moment. 

 

Sono tornata a casa nella più completa inquietudine e sapendo di essere da sola mi butto sul divano dedicandomi alla minuziosa contemplazione del soffitto,  mentre la mia mente inizia a divagare su quello che è appena successo tra me e Jimmy. 
Jimmy...
Ricordo ancora perfettamente di quei pomeriggi spensierati  nei quali si rifugava a casa mia e, dopo una fuga, con le guance arrossate e il fiato corto, tirava fuori dallo zainetto nero tutto rovinato, merendine e birre rubate al supermercato più vicino, e con quel suo solito modo di fare da sbruffone esordiva con il solito

" Il mago ha colpito ancora! "
Lui, da sempre il gigante buono, da sempre come un fratello per me, lui... Da sempre il migliore amico della Ragione che mi ha riportata indietro.
James è sempre stato il burlone del gruppo,  quello che ogni volta era pronto a fare scherzi e prendere bonariamente in giro le persone che gli stavano attorno, ma se stavolta non fosse uno scherzo?

E se Jimmy provasse davvero qualcosa per me? E Se invece, come dice lui, Brian non fosse più quello che conoscevo? 
Infondo, chi è Synyster Gates?...
Mi rigiro a pancia sotto, quasi sofferente come se qualcuno mi avesse appena dato una botta in testa, mentre quel bacio, troppo sbagliato e inaspettato, scotta ancora sulla mia pelle.
《Perché, perché... Perché? 》
Inizio a prendere a pugni il cuscino nel quale lascio affondare la mia faccia nell'inutile tentativo di cancellare ogni traccia di Jimmy su di me, mentre qualche singhiozzo comincia a farsi prepotentemente spazio nella mia gola.
No, non devo piangere. 
Mi tiro su cercando di ficcare più aria possibile nei polmoni, così inspiro talmente forte che quasi mi sento male e istintivamente porto le mani al collo come se stessi soffocando.
I miei polpastrelli urtano qualcosa di ruvido e freddo... 
《Già, me ne ero quasi dimenticata!》
Da quando ero andata a vivere con mia madre ero solita portare una collanina, un qualcosa che mi avrebbe tenuta ancorata ai miei ricordi nonostante la lontananza e il tempo.
Mi basta accarezzare il ciondolo a forma di ala d'angelo per calmarmi e fare un inesorabile tuffo all'indietro negli anni.

" Tieni Fanny."
Brian e Jimmy sono difronte a me, seduti sul tappeto della mia vecchia casa. La casa grandissima che stavo per lasciare.
I miei migliori amici mi sorridono e Brian, dopo aver sventolato la mano davanti ai miei occhi, la apre lasciandomi vedere quel bellissimo ciondolo. 
" Un ciondolo ! "
Lo prendo delicatamente e, rigirandolo tra le dita, osservo quella piccola ala d'angelo argentata.
" Beh, così ti ricorderai di me ! "
Jimmy abbassa lo sguardo, mentre Brian allarga le braccia per regalarmi uno dei suoi soliti abbracci.

Riapro gli occhi ormai inumiditi dal pianto.
Non importa.
Non importa se lui è cambiato. 
Sento una strana forza, e con convinzione mi asciugo le lacrime che rigavano le mie guance. 
Non puo essere così inesorabile un cambiamento, non può aver chiuso in un cassetto tutto quello che è stato...
Mi alzo dal divano stringendo i pugni e, sorridendo al punto di spaccarmi le labbra, afferro il mio giubbino di pelle e con una convinzione disumana mi avvio sicura verso la porta.
Mi spiace Jimmy, ma io devo riportare una delle due ali al mio angelo per permettergli di volare ancora.


 

 

Brian's moment. 

 

Ho la bocca impastata e il cuore che batte a mille.
Da quanto non mi sentivo così? 
Sono stato appena portato fuori dal locale con la forza, e ora mi ritrovo qui seduto per terra come un cane abbandonato.

Ragazzo mio, non la conquisterai con la forza che ti da un bicchiere... Tu vali molto di più...

Ripenso alle parole sussurrate al mio orecchio del buon vecchio Lloyd prima che mi cacciasse, e con l'ultima scintilla di lucidità guardo il cielo che ormai sta sbiadendo, colorandosi di un rosa pallido e freddo, mentre dentro di me sento crescere sempre più la confusione, tanta confusione.
Sento il vociferare della gente ma non capisco cosa stanno dicendo, forse parlano male di me... Beh chi non lo farebbe vedendo qualcuno ridotto così?
Provo ad alzarmi e dopo svariati tentativi riesco, arrancando e non poco, a raggiungere la strada principale.
Vorrei solo lei fosse qui...
Mi lascio trasportare passivamente dai miei sentimenti e le gambe spezzate come il mio cuore, anche se sinceramente non mi interessa dove alla fine andrò a smaltire questa sbronza paurosa, basta andarmene da questo casino.
Tutto intorno a me si muove vorticosamente e la paura di cadere mi fa ancorare alla staccionata di legno scheggiato che separa la spiaggia dalla strada.
Dove andare?
Cosa fare?
Non lo so. Ormai non so più nulla. 
Di solito dopo una sbronza,  o semplicemente in un momento di tristezza andavo da Jimmy, e con un sorriso e una pacca sulla spalla mi accoglieva sempre con un:

" Ehi, che è quel muso lungo? Avanti amico, andiamo a suonare un po! "

Pieno di rabbia comincio a calciare qualsiasi cosa mi capiti sotto al naso, compresa la staccionata che intanto si sbriciola sotto ai miei piedi, e così senza volerlo mi ritrovo con le ginocchia piantonate nella sabbia gelida della sera mentre l'oceano riflette il colore rosa-viola ce ha assunto il cielo poco dopo il tramonto.
Quello stesso colore che hanno i Suoi occhi quando ride...
Il vento soffia forte, e nell'intervallo tra un'onda e l'altra è come se sentissi la sua voce. 
Sorrido, e nel più completo disincanto adesso so cosa fare.
Ormai, per inerzia mi lascio trasportare dai miei piedi verso la riva, verso quella voce. 
Vicino, sempre più vicino all'acqua, fin direzione di quella striscia, quella che divide il cielo e il mare, è li che devo andare...

Poi una sensazione stranissima,  quasi liberatoria.
Il tocco fresco dell'acqua alle caviglie mi inebria a tal punto di mettermi a correre, e con lultimo straccio di equilibrio mi avvio verso l'orizzonte, verso il viola dei suoi sorrisi che piu cerco di acchiappare e più  diventano lontani e irraggiungibili. 


***************


Volevo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno letto fino ad ora la mia storia, anche tutti quelli che hanno gentilmente commentato ç____ç Davvero grazie mille! 
Soprattutto un ringraziamento SPECIALE va alla mia splendida collega e amica Schecter ( date un'occhiata alle sue storie, scrive paurosamente bene !!!) Perché mi ha aiutata a dissolvere ogni mio dubbio e incertezze su tale capitolo.
Grazie <3 
Un bacio
 
Mary Ann.

 

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