I 124esimi Hunger Games

di La_ghiandaia_imitatrice
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 123esimi Hunger Game ***
Capitolo 2: *** Il ritorno di Max ***
Capitolo 3: *** È cambiato tutto ***
Capitolo 4: *** Inizia l'allenamento ***
Capitolo 5: *** La mietitura ***
Capitolo 6: *** Il viaggio ***
Capitolo 7: *** La parata dei tributi ***
Capitolo 8: *** L'addestramento ***
Capitolo 9: *** La valutazione ***
Capitolo 10: *** L'intervista ***
Capitolo 11: *** Tra le nuvole ***
Capitolo 12: *** Che i 124esimi Hunger Games abbiano inizio ***
Capitolo 13: *** Il nostro primo giorno ***
Capitolo 14: *** Traditore ***
Capitolo 15: *** Veleno ***
Capitolo 16: *** Lupi ***
Capitolo 17: *** Morire di caldo ***
Capitolo 18: *** Giungla ***
Capitolo 19: *** Conoscenza ***
Capitolo 20: *** Caccia all'uomo ***
Capitolo 21: *** Voler morire ***
Capitolo 22: *** Suicidio ***
Capitolo 23: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 24: *** Se il tuo dono vorrai trovare il suono dell'acqua dovrai ascoltare ***
Capitolo 25: *** Rifornimento ***
Capitolo 26: *** Schiena ***
Capitolo 27: *** Vendetta ***
Capitolo 28: *** Sbaglio ***
Capitolo 29: *** Vecchi racconti ***
Capitolo 30: *** Inseguimento ***
Capitolo 31: *** Ritrovo ***
Capitolo 32: *** insieme fino alla fine ***



Capitolo 1
*** 123esimi Hunger Game ***


Sono giorni che non torno a casa, la
mia famiglia passa intera giornata davanti alla TV, dovrei farlo anche io visto che mio fratello è dentro l'arena dei 123esimi Hunger Game.
Mio fratello si chiama Max, ha 16 anni (la mia stessa età) e sa utilizzare molti tipi di armi, un particolar modo l'ascia.
Io non ci riesco a guardare la TV, ho paura di vedere Max Soffrire, di vederlo morire, anche se lui è in gamba.
Sta facendo buoi e la foresta è stranamente più spaventosa del solito, si vede solo una prima fila d'alberi il resto è tutto scuro, così decido di tornare a casa.
Il distretto 7 sempre disabitato durante questa notte, non può essere così ma non c'è anima viva, solo quando vedo i pacificatori capisco che c'è qualcosa che non va, indietreggio pensando a cosa fare con lo sguardo fisso nel vuoto.
Due mani fredde mi prendono da dietro,vengo trascinata dentro una casa e sbattuta sopra dei sacchi di farina, il mio aggressore chiude la porta ed apre la luce. Il mio aggressore è una ragazza della mia età,capelli biondi e mossi, gli occhi verdi, alta e magra. È Erika, la mia migliore amica.
-Catharine! Ma sei impazzita?- mi chiede con gli occhi fuori della orbite.
-ma che succede qui al sette?- le chiedo con tono sorpreso.
-come se non lo sapessi...- mi risponde sarcasticamente.
-veramente no....sono giorni che non torno a casa- la inforno guardando verso il basso.
-d'accordo....andiamo al piano di sopra, qui si crepa di caldo-conclude Erika, poi mi fa cenno di salire con lei.
Faccio le scale subito dopo di lei, sono venuta molte volte a casa di Erika ma non lo mai trovata così pulita, forse perché sono  tre giorni che dormo sulla terra umida.
Mi siedo accanto a lei, Erika accende la TV e io evito subito subito di guardarla.
-ce ti prende?- mi chiede la bionda.
-lo sai che non voglio guardare gli Hunger Game.- le risponde continuando ad evitare la TV.
- c'è tuo fratello in quell'inferno!- mi dice Erika toccandomi la spalla.
-non c'è la faccio d'accordo, hai detto bene, quel posto è peggio dell'inferno.- scendo qualche lacrime -io è mio fratello siamo una cosa sola e se lui soffre, soffro anch'io- concludo infine.
-sappi che io li sto seguendo, tuo fratello va alla grande, piace molto al pubblico- mi racconta Erika, io la ascolto con tanta attenzione.
La bionda continua a raccontare - Max ha fatto fuori tutti i favoriti, tranne quello del due, ha anche protetto Gemme, la ragazza del nostro distretto-.
-E come sta adesso, Gemme?- le chiedo curiosa.
-è morta circa tre ore fa'... La ragazza dell'uno le ha tagliato la gola quando tuo fratello era assente- mi racconta Erika con tono un pò triste.
-poverina, che brutta fine.- commento.
-tuo fratello è stato un àncora di salvezza per lei- mi dice la bionda.
Finalmente mi decido a voltarmi verso la TV.
Arrivo al momento giusto per vedere il gran finale, Max ed il ragazzo del due, un combattimento all'ultimo sangue, Mio fratello è castano, ha gli occhi grigi, è alto e robusto, mentre il ragazzo del due è di colore, alto e robusto.
Max sfrutta il buio che c'è scomparendo, infine mio fratello lo attacca alle spalle, sento il colpo di cannone e capisco che è tutto finito.
Erika mi abbraccia ed io piango di gioia, non riesco a credere che c'è l'ha fatta.

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Capitolo 2
*** Il ritorno di Max ***


Il ritorno di Max
È mattina presto, ho dormito sul divano di Erika insieme a quest'ultima. 
Mi alzo e vado a lavarmi, prendo in prestito un vestito di Erika e mi rimetto sul divano.
Accendo la TV ed inizio a guardare l'intervista di Max, ieri mi sono addormentata prima, meno male che la ripetono.
Max non sembra essere felice, si siede vicino al commentatore degli Hunger Games.
-Allora...Max come hai trovato l'arena?- chiede il commentatore.
-un labirinto, sembrava di girare sempre in tondo.- risponde Max, sorridendo divertito.
-bene, vuol dire che gli strateghi hanno fatto bene a ristrutturare l'arena-gli dice il commentatore ridendo.
-se volevano farci diventare pazzi...allora sì- commenta Max.
Il pubblico scoppia a ridere ed inizia ad applaudire soddisfatto. 
-parliamo di Gemme...-inizia il commentatore, il pubblico rimane in silenzio così come Max. -cosa c'era tra te e Gemme?-gli chiede il commentatore.
-Gemme era una ragazza speciale, non meritava di morire in quel modo. Era dolce, se sono vivo è anche grazie alla forza che lei mi dava.- quando Max fini di parlare gli scesero qualche lacrima.
-capisco... Chi ti aspetta a casa?-continua il commentatore facendo finta di niente.
-ho lottato fino alla fine anche per mia sorella, Catherine.- sono davvero sorpresa che Max abbia parlato di me.
-Wow! Tuo fratello ha parlato di te.- una voce femminile mi parla da dietro. E' Erika.
-arriverà al distretto 7 fra circa due ore- la inforno girandomi verso la TV.
L'ultima cosa che vedo dell'intervista   è il commentatore che dice -Panem! Sono orgoglioso di presentarvi il vincitore dei 123esimi Hunger Games!-
Spengo la TV e mi alzo per andare da Erika, lei è già vestita ed insieme scendiamo per andare fuori casa.
Finalmente c'è gente che parla e cammina, ieri sera sembrava una città abbandonata.
Io ed Erika passeggiamo spensierate quando un ragazzo alto, robusto dagli occhi neri ed i capelli di un marrone molto scuro ci sorprese da dietro.
È Jake. Io, Jake e Erika siamo amici da sempre anche se da qualche mese Jake e Erika sono diventati molto più che amici.
-ehi ragazze!- esclama Jake abbracciando dolcemente Erika.
-stiamo andando alla grande piazza- dico io guardando la coppietta felice.
-così presto? Mancano due ore all'arrivo di Max...- ci dice Jake.
-se partiamo dieci minuti prima troveremo un sacco di gente- dice Erika accarezzando leggermente il viso di Jake.
-vengo con voi- conclude Jake.
Durante il tragitto nessuno apre bocca, nessuno di noi sa se riuscirà a guardare o trattare Max nello stesso modo, dopo tutto quello che ha passato nell'arena sarà sicuramente cambiato.
*************************************
Mancano cinque minuti ed io non sto nella pelle, solo adesso vedo i miei genitori che si sono situati vicino alla ferrovia, vorranno essere i primi ad abbracciare il loro vincitore.
Mi avvicino a loro ed mi notano a malapena, non mi chiedono nemmeno dove sono stata in questi ultimi giorni.
Il treno è arrivato e Max scende praticamente subito, quest'ultimo saluta velocemente gli abitanti del sette e si reca direttamente da me.
-mi sei mancata tanto!- mi sussurra Max poi mi abbraccia. Io non resisto e scoppio a piangere dalla felicità. 
-io mantengo sempre le mie promesse- continua Max.
I nostri genitori ci guardano per un pò dopodiché vengono entrambi verso di noi e facciamo un caldo abbraccio di famiglia.
Restiamo così per qualche secondo poi ci incamminiamo verso casa senza aggiungere altro.

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Capitolo 3
*** È cambiato tutto ***



Mi risveglio sul mio caldo letto all'interno della mia stanza mi giro verso la finestra. Il cielo è ancora buio prendo l'orologio per vedere l'ora, sono le 5:47, un ora perfette per uscire senza che nessuno se ne accorga.
Mi vesto velocemente ed per la prima volta in tre settimane mi guardò allo specchio. È strano come l'aspetto di una persona possa cambiare, al giorno della mietitura ero un pò pallida, capelli color marrone chiaro ed i occhi verde chiaro, indossavo un vestito grigio lungo fino alle ginocchia e delle ballerine nere (quanto erano scomode). Adesso sono più colorita (forse per via di tutto il tempo che ho passato in natura) capelli legati con treccia stretta, una camicia grigia e dei pantaloni nero e per concludere stivali neri con lacci.
Prendo un panino dalla cucina ed esco silenziosamente.
Cammino piano e quando arrivo alla periferia noto un gruppo di pacificatori alle mie ore nove ed un'altro alle mie ore otto, non ho più nessuna scelta devo andare verso la foresta ma se mi beccano mi uccidono. 
Mi giro per vedere se ci sono altre vie d'uscite ma no, niente.
Corro verso la foresta solo quando mi giro per vedere dove si trovano i pacificatori vado a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Cado a terra e lo stesso succede all'estraneo.
Alzo la sguardo, sono andata a sbattere contro un pacificatore, gli è caduto il casco e riesco a vedere il suo viso. Un ragazzo giovane, avrà massimo vent'anni, occhi scuri e capelli anche, un ragazzo dalla carnagione scura.
Io lo non mi alzo ne gli staccò gli occhi di dosso.
-va, muoviti!- mi dice il pacificatore indicando la foresta.
-grazie! Davvero.- lo ringrazio, credevo che mi avrebbe giustiziato sul posto, forse c'è qualche pacificatore con una coscienza, buono a sapersi.
Mi rialzo corro verso la foresta.
Questa volta guardo dove vado ma la testa è altrove, non riesco a smettere di pensare a quel ragazzo.
Perché mi ha lasciata andare? 
Perché non mi ha giustizia?
Se lo scoprissero sarebbe lui quello ad essere giustiziato?
Ci saranno altri pacificatori come lui?
Solo quando sento il terreno sotto i piedi più morbido e sento il rumore dei ruscelli capisco di essere nella foresta.
Mi fermo di botto e mi guardo attorno, alberi, solo questo vedo. Vado a cercare un ruscello quando noto Jake seduto su un tronco a terra.
Mi avvicino a lui. Quest'ultimo sembra sapere della mia presenza ma rimane immobile.
Quando finalmente parla -anche tu non dormi?- mi chiedo con un tono i po' triste.
-no!- gli rispondo, e aggiungo-che ore saranno?-.
-le sette del mattino- mi risponde alzando il viso per guardare il mio.
-che tu prende?- gli chiedo sedendomi alla sua destra.
-questa mattina quando sono venuto qui ho visto...- si ferma per prendere fiato,- ho visto dei pacificatori in strada che tenevano una donna per i capelli, e le hanno sparato al cuore-.
-c'è il coprifuoco, che viene sorpreso in strada verrà giustiziato sul posto- mi dici imitando la voce del capo pacificatore.
-allora perché sei uscita?- mi chiede con un sorrisi un po' maligno.
- non lo so, ho un desiderio di morte- gli dico sarcasticamente.
Lui ride divertito, e si alza di scatto.
-hai sentito qualcosa?- gli chiedo sussurrando.
Lui tira fuori il suo pugnale, non è un buon segno.
Solo adesso lo sento, due passi di un essere abbastanza pesante. Arriva da dietro. Mi alzo e mi metto accanto a Jake, lui sembra forte e sicura di se mentre io sembro una bambina impaurita.
-da quanto è che siete qui?- chiede qualcuno alla nostra sinistra.
Ci giriamo entrambi di scatto. 
È Max e dietro di lui c'è Erika.
- ci hai fatto venire un colpo!- questa frase mi esce spontaneo.
-scusate, Max voleva parlarvi di un paglia di cose- ci dice Erika.
Io e Jake ci sediamo nello stesso punto mette Erika e Max si siedono davanti a noi.
-volevo parlarvi di alcuni cambiamenti fatto agli Hunger Games. La prima è "ad ogni familiare dei vincitori verrano doppiati la quantità dei biglietti" , due "dai 124esimi Hunger Games in poi ci saranno 4 tributi da ogni distretto"-non appena Max conclude il discorso io, Erika e Jake ci giriamo a guardarci per qualche secondo, tutti e tre riusciamo a leggere la paura che c'è nei nostri occhi, so molto bene se quello che dice Max è vero sarò tra i tributi di quest'anno e il nome di Jake e Erika c'è molte volte.
Tutti noi spostiamo lo sguardo altrove senza aggiungere altro.

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Capitolo 4
*** Inizia l'allenamento ***


5-Inizia l'allenamento
Non riesco a smettere di pensare a quello che mi ha detto Max,  "ad i familiari dei vincitori verrano raddoppiati i biglietti" questa frase mi è rimbombata nella testa tutta la notte.
Mi siedo sul letto e guardo la mia camera, respiro quell'odore che forse non avrò più la possibilità di sentire. Forse sono io quella paranoica.
Suona la sveglia, sono le 7:30.
Mi alzo e vado direttamente in cucina.
Trovo mia madre e mio padre seduti a tavola mentre Max prepara un panino.
-buongiorno tesoro!- dice mia mamma dolcemente.
-è davvero raro vedervi per colazione-dice mio padre ridacchiando.
Io mi siedo accanto a loro è prendo una mela, non ho voglia di mangiare altro.
Max si siede davanti a me, nessuno di noi apre bocca finché -ci vediamo alla foresta fra venti minuti- mi dice Max poi si alza ed esce senza aggiungere altro.
Vado su a cambiarmi, scendo, saluto i miei e inizio il tragitto verso la foresta.
La strada e piena di gente ma è come se fossi sola, nessuno mi nota, sono invisibile.
Quando arrivo alla periferia mi guardo intorno se nel caso ci fosse qualche pacificatore ed entro nella foresta.
Come farò a trovare Max, la foresta e enorme.
-sapevo che saresti venuta di qua.- una voce maschile un po' grossa mi parla da dietro. Mi giro ma non c'è nessuno. - qui su Catharine- continua quella voce.
Alzo la sguardo. È Max.
-che ci fai la su?- chiedo con tono un pò brusco.
-era per dirti che gran parte della gente non guarda mai quello che ha sopra la testa, solo quello che c'è davanti a noi- mi dice Max sorridendo.
-di cosa volevi parlarmi?- gli chiedo con tono freddo.
-ti ricordi quello che ho detto ieri?-mi chiedo Max.
-come non ricordarselo- gli rispondo sarcasticamente.
-sei mia sorella e ti voglio bene, quindi ti voglio aiutare- dice mio fratello.
-che vuoi dire?-gli chiedo freddamente.
Lui prende per un braccio ed inizia a camminare, si ferma davanti ad un grosso albero, si abbassa e tira fuori qualcosa dal cespuglio.
Dei coltelli da lancio, non capisco.
-voglio che tu trovi il tuo cavallo di battaglia, se nel caso venga estratto il tuo nome saprai fare qualcosa- mi dice Max, la sua espressione cambio, gli angoli della bocca iniziano ad andare verso il basso, solo parlare dell'arena lo rende triste.
-come si usano?- chiedo incuriosita, non so perché ma mi piacciono.
Lui inizia a spiegarmi come utilizzarli ed il mio primo bersaglio è un albero, colpito!
- non male per la prima volta!- commenta Max, - hai bisogno di molto allenamento- continua poi si gira a guardarmi ed mi dice -io parto per il tour della vittoria domani alle sette. Voglio che ti alleni tutti i giorni, promettimelo.- sembra serio, capisco che sia preoccupato per me ma non lo mai visto così.
Io continuo cambiando continuamente bersaglio, per un attimo mi concentro solo sui coltelli fino ad non pensare ad altro.
Passano almeno tre quarti d'ora, mi fermo per la stanchezza.
Max non c'è più.
È strano che non mi abbia avvisata.
Si fa sera ed io mi rimetto in cammino verso casa.
Quando esco dalla foresta non c'è nessuno neanche  un pacificatore. 
Attraverso velocemente la strada e cammino vicino alle case sul lato destro fino ad arrivare a casa mia.
I miei sono già in camera, vado in cucina ad rubare qualcosa poi salgo in camera.
Non appena arrivo al piano di sopra trovo Max davanti a me.
-hai fatto tardi- mi rimprovera.
- non eri tu quello che diceva che dovevo allenarmi?- gli chiedo un po' divertita.
-ti volevo salutare perché forse domani non ci riuscirò- quando Max conclude la frase mi abbraccia poi entra in camera sua.
Io continuo il mio cammino fino alla mia camera.
***********************************************
È mattina ed io mi affaccio giusto in tempo per vedere mio fratello che entra in macchina per andare alla stazione.
Lui non ci sarà per molto tempo ed io voglio imparare ad usare tutti i tipi di armi possibili.
Max ha ragione, devo essere pronta sia mentalmente che fisicamente ed infatti inizierò ad allenarmi seriamente.
 

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Capitolo 5
*** La mietitura ***


È passato un anno e mio fratello non è ancora tornato a casa, non abbiamo sue notizie da mesi. Cosa gli sarà successo?
Suona la sveglia ed io mi alzo in un lampo, mi metto una camicia bianca, dei pantaloni nero e gli stessi stivali di sempre.
Mi guardo allo specchio, fra poco compierò 16 anni ma non sembra di essere diversa dall'anno scorsa, solo un po' più robusta.
Scendo per le scale e prendo una mela dal tavolo poi apre la porta ed inizio a camminare verso la foresta.
******************
Arrivo alla foresta e inizio a guardarmi attorno, la mia attenzione verso attirata da una lepre che si trova vicino al cespuglio, io mi avvicino lentamente.
L'animale  mi vede ed inizia a scappare, io gli sto dietro, la lepre si trova esattamente davanti a me solo che non riuscirò a prenderlo così mi fermo, non ha raggiunto una distanza adeguata tiro fuori un coltello e l'ho lancio contro l'animale.
Come era previsto non sbaglio mai un colpo.
Mi avvicino per prenderlo quando Jake e Erika si presentano davanti a me.
-lo dividi con noi?- chiede Erika.
-Cos'è che non ho mai condiviso con voi?- le chiedo sarcasticamente.
Jake prepara della legna per accendere un fuoco mentre Erika prende l'animale ed inizia a pulirlo.
Io mi siedo a riposarmi mentre aspetto che loro finiscano.
 *****************************
La lepre era molto buona. 
Abbiamo finito da poco e nessuno di noi apre bocca.
Non abbiamo niente di cui parlare, tranne la mietitura.
-quante volte c'è il vostro nome?- ci chiede Erika tenendo lo sguardo basso.
-12- la risposta di Jake è corta, come se avesse risposto giusto per educazione.
- raddoppiati, 88-rispondo io guardando ed affilando un coltello.
-io 121, uscirà il mio nome vedrai. Ho chiesto ha qualche coetaneo ma sono tutti sotto i settanta.- dalla voce della bionda sembrerebbe che stia per piangere.
Jake si avvicina ad Erika per consolarla ma è tutti inutile, Erika è disperata.
Non nego di esserlo anch'io ma preferisco non esternare i miei sentimenti.
- dobbiamo restare uniti- ci consola Jake, lui non ha paura, è forte e scaltro, se uscisse il suo nome avrebbe buone possibilità di vittoria.
***********************************************
È ora.
Usciamo velocemente dalla foresta ed in qualche minuto arriviamo alla grande piazza.
La grande piazza è piena di gente, io ed Erika andiamo nel lato femminile mentre Jake nel lato maschile.
Un donna truccata in modo esagerato dai capelli a forma di piramide ed un vestito luccicante sale sul palco.
-benvenuto! Felici Hunger Games, e possa la fortuna sempre essere a vostro favore.- dice al microfono la strana donna, -iniziamo subito, per chi non lo sapesse da quest'anno ci saranno quattro tributi da ogni distretto. Iniziamo, prima le due giovani donne-.
La donna si avvicina ad una scatola di vetro, prende due fogli, devono essere davvero in fondo perché ci sta mettendo tutto il braccio.
La donna ritorna davanti al microfono.
-Erika Todd- gli abitanti del sette si girano a guardare Erika, quest'ultima ha il pianto in gola.
Io la abbraccio e la lascio andare.
Non appena Erika arriva sul palco la capitolina apre l'altro biglietto.
-Catharine Foxs-, ancora non credo alle mie orecchie, Sarò un tributo del distretto sette.
Raggiungo Erika sul palco e mi mero alla sua sinistra.
-ed adesso i giovani uomini-esclama la capitolina.
Quest'ultima si avvicina ad un altra scatola di vetro. Questa volta ha preso i primi che c'erano.
- Blue Suetrong-, quando la capitolina disse quel nome un gruppo di ragazzi scoppiò a ridere.
Un ragazzo orientale basso, magro, capelli scuri e occhi a mandorla esce dalla fila e si dirige verso il palco.
La capitolina apre il prossimo biglietto.
-Sam...- quest'ultima non finì nemmeno la frase che si vede una mano alzata.
È Jake.
-mi offro volontario come tributo- urlò per farsi sentire.
Jake si dirige verso il palco.
Erika è schioccata, non vuole che Jake faccia gli Hunger Games e nemmeno io.
-eccoli, i tributi del distretto 7- concluse la capitolina.

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Capitolo 6
*** Il viaggio ***


Stiamo viaggiando da quattro o cinque ore e la capitolina non ha smesso di parlare neanche un attimo.
Erika e Jake si sono addormentati sul divano dalla noia, mentre io ci sono quasi.
-e con questo abbiamo finito- questo fu l'unica cosa che sentì del suo lunghissimo discorso.
Mi muovo per svegliare Blue e dò un colpo al gomito di Erika per farla svegliare.
Erika si sveglia di scatto ed insieme a lei anche Jake.
-non ricordo....come hai detto che ti chiami?- chiede Jake strofinandosi un occhio.
- veramente non l'ho detto, mi chiamo Jinx- rispose la capitolina.
- sono curiosa di sapere dove si trova il nostro mentore...- commento.
-sta arrivando- mi risponde Jinx dandomi una tazza di Tè.
Alcuno entra dalla porta.
È Max.
Quest'ultimo non riesce nemmeno a guardarmi in faccia, ed anch'io se fossi in lui non avrei il coraggio di farmi vedere.
Come si fa a sparire per un anno senza dare notizie?
-sono qui per aiutarvi a vincere- inizia a parlare il nostro mentore -quest'anno ci saranno 48 tributi, cioè il doppio degli anni passati-.
-possiamo conoscere il livello dei tributi?- chiede Blue.
Max lo guarda per qualche secondo poi accende la TV.
-era esattamente quello che stavo per fare- aggiunse il mentore.
I primi tributi che vediamo sono quelli dell'uno.
Sono tutti alti e robusti.
Il primo ragazzo ha l'aria molto minacciosa, ha i capelli ricci e rossi, gli occhi trasmettono odio.
-Josh. 18 anni. Si allena dall'età di dieci anni. Sa usare tutti i tipi di lance- descrive Max.
La prima ragazza ha la carnagione scura, i capelli neri. 
-Liana. 13 anni. Determinata e Sadica. È un'ottima arciera.-
Il secondo ragazzo è di carnagione molto chiara, i capelli biondi e gli occhi blu mare. Sembra diverso, ha l'area minacciosa quanto gli altri due ma sembra diverso.
-Charlie. 18 anni. Sa usare tutti i tipi di armi. È il più pericoloso di tutti. Stategli alla larga- quando Max finisce mi lancia un occhiata.
La seconda ragazza è di carnagione bianca. Ha i capelli biondi cenere e gli occhi azzurri. È davvero molto bella.
-Lucia. 17 anni. Direi che è la più scarsa ma non da sotto valutare. Questi erano i tributi dell'uno, tutti favoriti- continua a parlare Max.
I prossimi ragazzi sono del due.
Il primo ragazzo è di carnagione scura, pelato e molto robusto ma più basso degli altri.
-Dean. 18 anni. Usa tutti i tipi di spade e pugnali.- descrive Il nostro mentore.
La prima ragazza è alta e robusta. Ha lunghi capelli neri ed occhi tondi, fanno quasi tenerezza ma si vede che nel profondo è cattiva.
-Sandra. 16 anni. Combattimento corpo corpo e ottimo usi dei pugnali- descrive Max.
Il secondo ragazzo è alto e robusto. Carnagione chiara, capelli marroni ed occhi anche, ha l'aria molto minacciosa.
-Peter. 14 anni. Un pò scarso ma sempre da non sotto valutare.- ci racconta Max.
La seconda ragazza è piccola ma sembra cattiva, ha gli occhi pieni di odio. Capelli rossi ed occhi verdi.
- Victoria. 12 anni. Molto pericolosa, è un'assassina. Gli piace mettere la sua firma su ogni sua vittima, da tenere alla larga- Max sembra più serio adesso, come se dovessimo stare molto attendo a quella ragazza.
-questi erano i favoriti, i più pericolosi tutti. Degli altri tributi sono pochi quelli bravi, per il resto saranno prede per i più bravi-.
-gli altri distretti?-gli chiede Blue.
-la ragazza dell'undici sembra in gamba ma per il resto....tutti avversari facili-continua a parlare Max.
Mi giro a guardare il treno, è molto diverso, pieno di cose costose e cibi freschi.
-eccola Capitol City!- esclama Jake guardando la finestra.
Io mi alzo e vedo davanti alla finestra.
Capitol City è bellissima, il prima cosa che vedo sono grattacieli estremamente dettagliati.
Sento la presenza di una persona accanto a me.
È Blue.
- fuori sembra tutto bello ma entrambi conosciamo il motivo per cui siamo qui- mi sussurra per non farsi sentire da Jinx.
Blue ha ragione. 
Fuori sembra bellissima, un paradiso ma la gente che vive lì è superficiale, riescono a vedere solo quello che c'è fuori mentre a quello che c'è dentro neanche ci pensano.
Il treno si ferma e le porte si aprono.
Siamo arrivati a Capitol City.





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Capitolo 7
*** La parata dei tributi ***



Jinx ci porta verso un grande palazzo, avrà come minimo cinquanta piano.
Entriamo dalla porta principale, ci sono sei grandi ascensori davanti a noi tutti di vetri.
Quando arriva un ascensore ci entriamo tutti e sei.
L'ascensore è grande per ciò c'è molto spazio per tutti.
-dunque....- solo a sentire Jinx parlare mi viene sonno -gli appartamenti dei tributi sono dall'undicesimo piano in poi, noi siamo del sette quindi siamo al 17esimo piano-
-secondo te come sarà l'arena?- mi chiede sussurrando Erika.
Le porte si aprono, siamo al diciassettesimo.
Usciamo tutti dall'ascensore.
L'appartamento è bellissimo, davanti a noi c'è grande tavolo in legno pregiato, alla destra sembra esserci la zona notte mentre alla sinistra c'è il soggiorno.
-perchè non andate a lavarvi prima della prova costume- ci suggerisce Jinx.
-Jake e Blue seguite me, vi porto nelle vostre camere- Max chiama i due ragazzi.
-mentre voi, signorine vi porto io- ci dice Jinx dirigendosi verso due stanza.
Io entro subito nella mia.
La camera è grandissima con un letto matrimoniale dall'aria molto confortevole, alla destra c'è una terrazza molto grande.
Mi avvicino alla portafinestra che porta alla terrazza e noto che è in comune con le altre stanza.
Apro la porta e mi affaccio per vederla meglio.
Jake è fuori, sembra che stia guardando il panorama.
Mi avvicino e mi metto accanto a lui a fare lo stesso.
-nervoso?- gli chiedo con un sorriso confortante.
-perchè dovrei- mi risponde sarcasticamente.
-chissà cosa ci faranno mettere- pensa a voce alta.
-forse dei costumi da falegnami- mi risponde Jake ridendo.
Improvvisamente Max esce insieme ad un'altra persona. 
Quest'ultima è una donna basso e un pò in carne, ha la carnagione chiara ,il viso...non so cosa pensare, ha talmente tanto trucco.
-Lei è Mina. La vostra stilista.- la presenta Max.
-cosa indosseremo per la parata?- le chiedo.
-i vostri abiti sono in soggiorno-ci risponde Mina.
Io e Jake andiamo in soggiorno.
Quando arriviamo troviamo Blue ed Erika ad osservare i costumi.
Io mi avvicino ad uno dei manichino con il mio nome scritto sopra, deve essere il mio vestiti per la parata dei tributi.
È lungo, arriverà alle caviglie, è color nocciola, dai dettagli sembrerebbe che la stilista volesse imitare il legno.
Tocco la parte interna del vestito, è molto morbida mentre la parte esterna e ruvida.
-vi piace?- ci chiede una voce femminile molto familiare.
Mi giro è vedo Jinx.
Questa volto ha i capelli raccolti a forma di rosa ed un vestito rosso e corto.
-il mio non è niente male- risponde Erika girando attorno il suo abito.
Il suo è più corto del mio ma per il resto sono uguali.
Gli abiti dei ragazzi hanno lo stesso colore dei nostri.
Mi avvicino a guardare l'abito di Blue, lui sembra sorpreso che
Mi sia avvicinata, copre il collo ed ha i pantaloni un po' larghi.
- é ora, andate a cambiarvi- ci dice una voce maschile abbastanza grossa da dietro.
È Max.
Una donna in acqua e sapone ed un vestito bianco prende il mio abito e va in camera mia.
-lei ti aiuterà a vestirti- mi dice la stilista.
Io seguo la ragazza ed entrò in camera mia.
******************************
Ci è voluto un po' per me metterlo ma alla fine ce l'ho fatta.
Esco dalla camera e vedo i miei compagno di distretto già fuori.
- avanti o sarete i ritardo- borbotta Max facendoci andare verso l'ascensore.
Arriviamo velocemente al piano terra e i tributi dell'uno e del due sono già qui.
I ragazzi dell'uno indossano dei vestiti bianchi con gemme sopra mentre quelli del due sono hanno armature d'acciaio.
I favoriti ci guardano, Erika sembra a disagio e Blue anche, Jake li ignora e credo che se faccio lo stesso sarà la cosa migliore.
Nel giro di qualche minuto la sala si riempie di tributi.
Questa è una occasione per vedere il comportamento dei miei avversari.
Quelli del tre bisbigliano qualcosa tra loro mentre guardano i favoriti. Sembrano tutti molto piccoli quello più alto avrà massimo quattordici anni.
Non faccio a tempo a guardare gli altri che ci dicono di salire sui carri.
Sul carro davanti a me c'è Erika insieme a Blue mentre Jake è sul mio stesso carro.
-speriamo di essere notati, non ho passato venti minuti per entrare questo tronco per niente- mi sussurra Jake velocemente.
Mi scappa una risata che attira l'attenzione di Max, lui mi guarda, non capisco la sua espressione però.
Usciamo e la folla impazzisce, i capitolini sono tutti uguali ma diversi, vestiti strani e tutti truccati come clown ma ognuno ha il suo modo di essere strano.
Passiamo davanti alla presidentessa, una donna abbastanza anziana ma curata, lei mi guardo ed io guardo lei poi mi giro e guardo in avanti.
Finalmente la parata è finita e posso scendere dal carro.

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Capitolo 8
*** L'addestramento ***


Non ho chiuso occhio tutta la notte, non riesco a smettere di pensare alla presidentessa.
Perché mi ha guardato in quel modo?
Mi alzo da letto e guardo verso la terrazza, il sole sta sorgendo.
Mi metto la divisa degli Hunger Games e mi sistemo velocemente i capelli, coda di cavallo e treccia.
Esco dalla mia camera e vado in salotto.
Non c'è ancora nessuno così vado a vedere cosa c'è nel frigo. Vuoto.
-la colazione ce la portano della cucine- mi dice una voce maschile non familiare.
Mi giro per vedere di chi si tratta.
È Blue.
-e tu, come lo sai?- gli chiedo.
-me l'ha detto Jinx- mi risponde sorridente. 
Si avvicina leggermente e sempre sorridente. Cosa avrà da essere così felice?
Si aprono le porte dell'ascensore e vediamo un carrello pieno di cibo.
-mangiate quanto volete- ci dice il ragazzo che spinge il carrello.
Quest'ultimo spinge il carrello fino al tavolo ed ritorna all'ascensore senza aggiungere altro.
-finalmente, muoio di fame- dice Jinx andando a sedersi a tavola seguita da Max, Erika e Jake.
**********
Non ho mai mangiato così tanto, di solito a casa sgranocchio una mela e basta. Durante la colazione nessuno ha parlato, neanche Jinx che da quando la conosco non ha smesso di parlare neanche un secondo.
Usciamo dall'ascensore, Jinx si dirige verso esterno del palazzo mentre io, Erika, Jake e Blue andiamo verso il centro d'addestramento.
Max rimane lì dove, sembra che stia aspettando qualcuno.
Ci sono solo i favoriti mentre gli altri non sono ancora arrivati.
Dean e Charlie stanno dando un'occhiata alle spade mentre Liana cerca un arco adatto alla sua potenza.
Lucia sembra davvero un'oca, non mi piace.
Victoria, la più piccola ma sembra la più pericolosa, è seduta zitta vicino a Peter.
Quest'ultimo sembra simpatico, è sempre sorridente, se non fossero gli Hunger Games sarebbe il burlone del gruppo.
Sandra ha preso qualche pugnale e si è seduta ad affilarli.
Ognuno sembra avere una personalità diversa ma sono tutti assassini.
Passano cinque minuti e gli altri tributi iniziano a scendere.
Un uomo molto in forma dalla pelle chiara, pelato e gli occhi scuri si dirige verso di noi.
-ascoltate- urla, - io sono Thomas, controllerò l'allenamento di ognuno di voi. Saranno allenamenti individuali solo due sono obbligatori, un consiglio, non ignorate le tecniche di sopravvivenza....- si ferma per qualche secondo e guarda i ragazzi più piccoli, - ne avrete bisogno- .
Appena Thomas finisce di parlare i tributi iniziano a dividersi.
Erika e Blue vanno al reparto nella quale insegnano le tecniche di sopravvivenza mentre io sono andata al reparto coltelli.
Trovo Sandra e Lucia, sembra che stiano facendo amicizia, mi lanciano entrambe frecciate ma non mi intimidiscono, non voglio avere paura di loro.
Cerco i coltelli che più preferisco e vado dai manichini.
Tengo una distanza di venti metri impugno il coltello e lo lancia con facilità. Centro il cuore.
Mi giro a guardare dove si trova Jake, a Erika e Blue neanche ci penso, saranno all'angolo della sopravvivenza.
Jake è al reparto della spada, Dean e Charlie lo guardano stupiti, effettivamente Jake si sa difendere.
Il secondo ragazzo dell'uno mi guarda ed io guardo lui, passa qualche secondo ed io continuo ad allenarmi.
**********
Ho distrutto tutti i manichini, non ho più niente da fare.
Mi avvicino a Jake, si sta allenando con la lancia.
-ciao- mi faccio sentire.
-ti devo parlare- sembra turbato.
Entrambi andiamo a sederci.
-i favoriti ci vogliono come alleati- decrebbe essere contento ma non lo è.
-e quindi?- gli chiedo.
-vogliono noi due!-mi aggredisce.
Sono sorpresa.
-chi ci pensa ad Erika? Io sono qui per lei, per starle vicino. Io la amo.- sembra distrutto.
-Erika sembra forte ma è molto debole e delicata-gli dico.
-cosa vuoi dire?- mi chiede Jake.
-non ce la farà- sono sul punto di piangere ,-lo sai anche tu, cercherò di non farla soffrire ma lo so come finirà- scende una lacrima dai miei occhi.
Lui è sorpreso ma dalla sua espressione ho capito che farà di tutto per non farla morire lì dentro, non se l'ho merita.
**********
È l'ultimo giorno d'addestramento ed io voglio sfruttare il tempo per migliorare anche in altro.
Max dice che potrei essere un ottima arciera se voglio e provare non costa nulla.
Vado al reparto dell'arco e mi faccio spiegare dal istruttore come usare arco e frecce quando vedo il gruppo dei favoriti venire verso di me.
-credo che tu è il tuo compagno di distretto abbiate avuto abbastanza tempo per pensare- mi dice Josh.
Sto per rispondere quando Jake viene e lo fa per entrambi.
-no, grazie ma non vogliamo la vostra alleanza- gli risponde il mio compagno di distretto.
La bionda sembra felice, le due più piccole sembrano indifferenti alla nostra risposta.
-vi pentirete della vostra risposta-questa fu l'unica cosa che ci disse il biondo dell'uno poi il gruppo si divise e andò ad allenarsi.
-sono giorni che ci alleniamo forse è meglio andare al reparto della sopravvivenza.
Io annuisco ed appoggio l'arco.
Andiamo al reparto della sopravvivenza e troviamo la ragazza dell'undici, è davvero alta e informa, ha i capelli corti e ricci e la carnagione scura, i suoi occhi sono neri ma trasmettono dolcezza.
Mi giro intorno per guardare gli altri tributi e gli unico che hanno l'area sveglia sono i quattro ragazzi del tre, quelli del dodici sembrano strani, il secondo ragazzo dell'ottobre ha l'area di una persona in gamba e gli altri non credo che siano una minaccia.
**********
È ora di cena ed anche se mi sono allenata tutto il giorno non sento il bisogno di mangiare.
-domani vi faranno entrare uno a uno e vi valuteranno, mi dovete dire qual'è il vostro cavallo di battaglia- ci  dice Max tra un sorso d'acqua e l'altro.
-io so fare le trappole- risponde Blue, l'ha detto a bassa voce, sembra che non vada così fiero della sua capacità.
-ho imparato ha usare le lancia oltre alle spade- dice Jake.
-io so usare i coltelli da lancio e sto imparando ad usare l'arco- non so perché ho risposto, Max sa molto bene cosa so fare.
Max si gira a guardare Erika, lei rimane in silenzio e tutti capiamo che quel silenzio era la sua risposta.
Erika non ha voluto imparare ad usare niente, mi sempre detto che i giochi non cambieranno il suo modo di essere e che avrebbe preferito morire al posto di uccidere.
Il silenzio viene interrotto -perché non andate a riposare? Domani dovete essere belli informa per le valutazioni-  dice Jinx pulendosi le labbra con un tovagliolo.
Erika si alza, - non ho più fame- avvisa poi va dritta in camera.
Jake la sta per seguire ma io gli faccio cenno di restare, ci vado io a parlare con Erika.
Mi alzo e seguo la bionda.
Apro la porta, Erika non c'è ma la portafinestra è aperta.
Entro senza avvisare ed esco in terrazza, Erika sta guardando il panorama.
Mi metto accanto a lei a guardare le stelle.
-è così diverso, non trovi?- mi chiede la bionda.
-sì- la mia risposta è corta.
-loro vogliono spettacolo ma non lo avranno da me- sussurra la bionda.
-tu non ucciderai, vero?- le chiedo, anche se so già la risposta.
Lei mi guarda e fa un respiro profondo.
Al momento dell'arena non so se potrò uccidere, credo di non averne il coraggio.
-io vado a dormire, domani ci aspetta una giornata faticosa- Erika mi saluta e rientra in camera sua.
Io rimango a guardare le stelle.
-neanche tu dormi?- mi chiede una voce maschile da dietro.
È Max.
Io lo ignoro, non ho digerito il fatto con non si sia fatto vivo per un anno.
-sei arrabbiata con me?- mi chiede il mio mentore.
Io non rispondo.
-mi dispiace essere sparito in quel modo ma credimi, non avevo altra scelta- si giustifica lui.
Io continuo ad ignorarlo.
-io ti voglio bene e non voglio che l'ultimo ricordo che abbiamo sia un litigio- continua a parlare lui.
-perché?- gli chiedo. 
-perché sei sparito? Voglio solo sapere il perché- continuo a chiedergli.
-non posso dirtelo ma posso dirti che la mia famiglia mi è mancata, tanto- dice infine.
Io non rispondo, per me non esiste una scusa per essersi comportato in questo modo.
Vado in camera mia senza aggiungere altro.



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Capitolo 9
*** La valutazione ***


Noi tributi siamo seduti in una stanza alla destra del campo d'addestramento, i favoriti parlano tra loro, quelli del tre anche mentre il resto dei tributi sono seduti a fissare il vuoto, saranno preoccupati per la valutazione.
Blue si gira a guardarmi ma io faccio finta di niente finché non ce la faccio più.
-hai bisogno di qualcosa?- gli chiedo girandomi a guardarlo.
-no, volevo sapere come avresti reagito se mi fossi messo a fissarti- si vede lontano un miglio che mente ma faccio finta di crederci.
-ehi sette!- sento una voce femminile abbastanza alta davanti a me.
Alzo lo sguardo per vedere di chi si tratta.
È Lucia, la seconda ragazza dell'uno.
Si mette davanti a me costringendomi ad alza molto il capo.
-cosa farai per la valutazione?- mi chiede con tono arrogante.
-ti interessa?- gli rispondo con lo stesso modo con cui lei mi ha fatto la domanda.
-volevo semplicemente sapere su che cosa dovevo ridere- cerca di provocarmi ma devo rimanere calma.
Stringendo i denti mi alzo e mi reco da Jake ed Erika che sono da un'altra parte.
-perché non mi rispondi?- continua a chiedermi la bionda dell'uno.
Mi prende per un braccio costringendomi a girarmi da lei.
Mi libero dalla presa e la allontano con una spinta, lei perde per qualche secondo l'equilibrio ma riesce comunque a stare in piedi.
Ci guadiamo male, lei mi fissa con odio ed io faccio lo stesso con lei.
- distretto uno, Lucia- quando sentiamo questa frase la bionda va dentro il centro mentre io mi siedo accanto ad Erika.
**********
-distretto sette, Catharine-
Mi alzo dalla sedia e mi incammino verso il centro d'addestramento.
-ehi, Catharine!- sento Jake da dietro.
Mi giro a guardarlo.
-buona fortuna.... E non farti male- mi dice sarcasticamente.
Mi scappa una piccola risata e continuo a camminare verso il centro d'addestramento.
Il centro è vuoto, c'è solo un tavolo.
Mi reco verso il tavolo, ci sono tutti i tipi di coltelli e pugnali. Prendo i coltelli da lancio più lunghi e mi preparo per la dimostrazione.
Non ci sono manichini e mi chiedo a dove debba mirare.
Le luci si abbassano e dei raggi giallo girano per la stanza.
I raggi si uniscono e formano la figura di una persona che corre verso di me.
Miro e tiro, il coltelli prendo il petto in pieno e la figura si sforma.
Un'altra figura si forma dietro di me, tiro senza mirare, il coltello becca comunque il petto.
Un sbaglio neanche un bersaglio.
Un'ultima figura mi prende da dietro, io gli do una gomitata e gli metto un coltello al collo, la figura si sforma.la stanza si illumina.
-distretto sette, Jake-
Quando sento questa frase si apre una porta d'uscita.
Sono sollevata credo di essere andata bene.
**********
Sono dieci minuti che aspettiamo davanti alla TV e finalmente il commentatore darà le votazioni.
-come sapete viene assegnato un voto da uno a dodici ad ogni tributo.
Distretto Uno
1. Josh= 11
2. Liana= 11
3. Charlie=12
4. Lucia= 10
Distretto Due
1. Dean= 11
2. Sandra= 11
3. Peter= 10
4. Victoria= 12
Quelli del distretto tre hanno preso tutti 8 mentre gli altri hanno meno di 7.
Finalmente arrivano le votazioni del distretto sette.
1. Blue= 6
2. Erika= 6
3. Jake= 11
Il commentatore si ferma prima di dire la mia, è andata così male?
Quest'ultimo sorride.
4. Catharine= 12
-eccezionale!- esultò il commentatore.

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Capitolo 10
*** L'intervista ***


Sono trenta minuti che aspetto seduta nel mio camerino.
Mi tremano le gambe, sono nervosa, ho paura di fare qualche stupidaggine, ho paura di non piacere agli spettatori, ho paura che il commentatore mi faccia domande troppo personali.
Mi guardo allo specchio, sono cambiata, sembro più colorita di prima, ho il viso leggermente più tondo e per la prima volta mi sono truccata.
Mi alzo e cammino da una parte all'altra del camerino, magari così riesco a rilassarmi.
I tacchi mi danno fastidio e inciampo sull'abito per me troppo lungo ma riesco a stare miracolosamente in piedi.
Sento bussare.
-avanti-
Entra la mia stilista.
-sei pronta dobbiamo andare ad aspettare fuori-mi informa la stilista.
Un secondo dopo è già fuori insieme agli altri.
Io alzo leggermente la gonna per non inciampare e finalmente riesco a camminare decentemente.
Ci mettiamo in fila.
All'inizio della cosa ci sono a favoriti, riuniti in gruppo, stanno parlando.
Quelli del tre e del cinque stanno osservando pian piano tutti tributi.
Finalmente ho la possibilità di tutti i tributi veramente, quelli con l'aria più minacciosa sono sicuramente i favoriti, specialmente quella bambina del due.
Il secondo ragazzo dell'uno, Charlie, mi guarda ed io guardo lui, nessuno dei due distoglie lo sguardo, ad un altro questa espressione farebbe paura ma non a me.
Vengo interrotta dalla ragazza dell'undici.
-scusami, ti sei Catharine vero?- mi chiese sorridente. Ha un bellissimo sorriso, sembra dolce e simpatica ma l'apparenza può ingannare.
-si, e tu sei la ragazza dell'undici, non ricordo se mi hai detto come ti chiami- rispondo io ricambiando quel bellissimo sorriso.
-io sono Sasha, volevo proporti un alleanza- mi chiese, quel sorriso tanto bello stava sparendo e la sua espressione divenne seria.
-hai altri alleati?- rispondo alla sua domanda con un altra domanda.
-i ragazzi- inizia a sussurrare -i ragazzi del mio distretto sono abbastanza scarsi e ho promesso alle loro famiglie che li protetti fino ad un certo punto- lei guarda i ragazzi del suo distretto e li guardo anche io.
Sembra molto magri e timidi, avranno quattordici anni appena, stanno parlando con i ragazzi del dodici e solo in quel momento noto una ragazza in particolare.
La seconda ragazza del dodici, sembra bastian contraria e non ho l'aria di una simpaticona.
Lei mi guarda e si avvicina a me e Sasha.
-ciao, io sono Debby- si presenta sorridente, al contrario di quel che sembra qualche secondo fa.
-io sono Catharine e lei è- non faccio in tempo a finire la frase che vengo interrotta da Sasha.
-noi due ci conosciamo già-
-esatto, Sasha ti ha già parlato dell'alleanza?- mi chiese la ragazza seconda la ragazza del dodici.
-io o i tributi del sette?- le chiedo.
-i tuoi compagno sembrano svegli- commentò Debby.
-tranne la biondina, non sembra pericolosa- aggiunse Sasha.
-Erika non sarà abile a combattere ma è la nostra infermiera- solo adesso, quando ho cercato di coprire Erika mi è venuta in mente una sua abilità, è un ottima infermiera, sa curare ogni tipo di ferita.
-abbiamo già il primo ragazzo del dodici e comunque l'abbiamo proposta te- concluse Sasha.
-io non voglio abbandonare i miei compagni i distretto e quindi la mia risposta è no-rispondo, alla fine vado dai miei compagni senza aggiungere altro.
-cosa volevano?- mi chiese Jake.
-niente- mento ma Jake mi guarda e capisce che sto mentendo e soprattutto a capito cosa mi hanno chiesto.
-cosa hai risposto?- mi chiese.
-volevano solo me è così rifiutato- risposi io sussurrando per non farmi sentire da Erika.
-Erika Todd- urlò un uomo da una porta che porta al palco dell'intervista.
Erika è bellissima, indossa un vestito rosa.
Cammina verso l'uomo e si dirige verso il palco.
Io, Jake e Blue andiamo verso lo schermo per vedere la nostra compagna di distretto.
-benvenuta Erika!- il commentatore la accoglie calorosamente.
Il pubblico applaude ed osserva il tributo attentamente.
-sei pronta?- chiese il commentatore.
Erika sembra rilassata.
-si, mi sento davvero prontissima- rispose Erika.
-mi piace questa grinta!- aggiunge il commentatore, -allora c'è qualche ragazzo che ti aspetta al distretto?-
Il pubblico è in silenzio in attesa della risposta.
-un ragazzo ci sarebbe...- rispose Erika, sembra che stia iniziando a chiudersi a riccio.
-allora avrai un'amore che ti sta aspettando a casa- 
-veramente no-aggiunge Erika.
Il commentatore è stupito.
-allora dove si trova?- chiese il commentatore.
-il ragazzo che amo è qui, con me-concluse il tributo.
Il pubblico è colpito, nessuno dice niente.
Mi sento osservata così mi giro intorno e vedo la bambina del due al uscita mi sta fissando, la cosa strana e perché è ancora qui.
Sento dei passi alla mia destra.
È Erika, ha finito l'intervista.
Blue si prepara per intervista e va dal commentatore.
-per la prima volta in tutta la storia degli Hunger Games abbiamo una straniero come tributo, fate un bel applauso per Blue-
Il pubblico sembra molto curioso e Inizia ad applaudire.
-allora Blue, sei nato nel distretto sette o ti sei trasferito dopo a Panem?-chiese il commentatore avvicinandosi un pò di più al tributo.
-sono nato a Panem-rispose Blue.
-e hai qualche problema?- chiese il commentatore abbassando un pò la voce.
-non piaccio a molte e secondo me sono anche contenti di liberarsi di me in questo modo- rispose Blue.
-e c'è qualche ragazza che ti aspetta al sette?- continuò a chiedere il commentatore.
-ci sarebbe una ragazza per cui ho una cotta da sempre ma non credo di interessargli- rispose il tributo.
-allora va nell'arena e vinci per lei- incoraggiò il commentatore.
**********
È il mio turno, ho le farfalle nello stomaco, improvvisamente non so cosa dire.
Vado dal commentatore ed il pubblico Inizia ad applaudire.
-benvenuta Catharine! Allora di cosa possiamo parlare?- mi chiede il commentatore.
Ha l'aria molto simpatica, pensavo che sarebbe stato peggio. Adesso posso vederlo meglio, è abbastanza anziano, ha i capelli bianchi.
-di quello che vuoi-rispondo cercando di sorridere.
-allora.... È vero che tuo fratello è Max?-
-sì!-
Il pubblico esulta.
-qual'è il rapporto tra te e lui?-
Penso prima di rispondere, non so se Max è d'accordo che parli del nostro rapporto ma lo farò comunque.
-ci vogliamo molto bene, lui è sempre stato molto protettivo nei miei confronti-
-un rapporto tra fratellone e sorellina- 
Io rido ed il pubblico continua ad applaudire.
-se fossi tu la vincitrice diventereste i fratelli degli Hunger Games- commenta lui, - e speriamo che sia così, Catharine- 
Il pubblico applaude ed io sono sollevata, credevo che sarebbe andata peggio.
Me ne vado salutando un pò il pubblico, dall'altra parte c'è Max che mi aspetta, sembra contento.
-sei stata bravissima- mi dice Erika da dietro.
Mi giro per vedere Jake, è già seduto accanto al commentatore.
-allora Jake, come hai trovato Capitol City?- chiede il commentatore.
-una bellissima città, diversa dai boschi del sette-
-mi sono giunte voci che tu, Catharine ed Erika eravate molto amici-
Il pubblico rimane in silenzio e Jake sembra un po' imbarazzato.
-noi tre insieme a Max siamo migliori amici da sempre- 
L'espressione del commentatore cambia, gli angoli della sua bocca vanno verso giù.
-ti sei offerto volontario, lo hai fatto per stare accanto a loro?-
-Catharine è in gamba, è determinata e molto forte ma io sono qui per stare accanto alla ragazza che amo, Erika-
L'amore tra Erika e Jake sembra intenerire il pubblico, anche il commentatore mentre Jake sembra triste.
Mi giro a Guardare Erika, sta piangendo. Deve essere commossa dal coraggio di Jake.
Io le sorrido e lei ricambia ed entrami ci giriamo a guardare il nostro compagno di distretto.




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Capitolo 11
*** Tra le nuvole ***


Continuo a guardare l'orologio 11:45, 12:20, 12:35, non riesco ad addormentarmi.
Mi alzo e vado in terrazza, ci sono Jake ed Erika seduti per terra vicino alla ringhiera.
-neanche tu riesci a dormire?-mi chiede Erika girandosi a guardarmi.
-con quello che ci aspetta domani..- gli rispondo sedendomi accanto a lei.
-secondo voi come sarà l'arena?- ci chiede Jake.
-non ne ho idea, chissà a che punto possono arrivare gli strateghi- penso a voce alta.
Rimaniamo in silenzio e guardiamo il celo.
Non voglio pensare all'arena di domani, voglio godermi queste ultime ore di serenità. 
Guardo Jake ed Erika. Chi l'avrebbe mai detto? Tre amici come noi si trovano a fare gli Hunger Games insieme.
Chi di noi riuscirà a sopravvivere? Per quanto io è Jake fossimo legati non mi lascerebbe vincere ma farebbe di tutto per far sopravvivere Erika, la ragazza che ama.
Sento una porta aprirsi e dei passi che si avvicinano verso di noi.
-non dovreste riposare, domani iniziano gli Hunger Games?- chiede una voce Maschile, non c'è bisogno di guardare per sapere chi è.
-dimmi che è solo un incubo- penso a voce alta mentre caccia dentro le lacrime.
-vi voglio raccontare una cosa-dice Max poi si siede accanto a me.
Prima che lui cominci vediamo Blue uscire dalla sua stanza entrando nella terrazza.
-scusate! Chissà perché oggi hanno tutti voglia di venire in terrazza- disse Blue tornando in camera sua.
-aspetta, Blue!- lo chiamo.
Lui si ferma immediatamente e si gira a guardarmi, la sua espressione sembra contenta.
- vieni a stare con noi- lo invito.
Blue si siede accanto a Max formando in semi-cerchio.
-come stavo dicendo.... Io l'anno scorso ero come voi, la notte prima degli Hunger Games l'avevo passata proprio qui, insieme a Gemme- a mio fratello non piace parlare di Gemme, era il suo amore, non è riuscito a proteggerla e non se lo perdonerà mai.
Jake si è irrigidito forse perché anche lui ha paura di fare lo stesso errore.
Blue è in silenzio, guardo il cielo stellato mentre Erika si sta addormentando sulla spalla di Jake.
-noi due andiamo a dormire- ci avverte Jake facendo alzare Erika.
Siamo rimasti in tre, io, Max e Blue.
-credo che cercherò di riposare anche io, buonanotte- ci saluta Blue e su dirige un camera sua.
Io mi alzo e mi affaccio per vedere il panorama, non voglio pensare a domani preferisco pensare al passato.
-posso chiederti una cosa?- chiedo a Max.
-dimmi- mi risponde lui alzandosi e mettendosi accanto a me un'altra volta.
-perché hanno cambiato le regole in questo modo?-
-è stata un idea della presidentessa ma nessuno sa con certezza perché abbia voluto farlo-
-posso sapere almeno con quale scusa abbia cambiato le regole?-
-gira voce che l'abbia fatto per suo nonno, un giorno ha trovato delle lettere scritte da Ex presidente Snow nella quale diceva che avrebbe voluto vedere quarantotto tributi in un'edizione ma sarà sicuramente una balla- mi dice Max, si gira a vedere il cielo stellato ed io faccio lo stesso.
Sono persa tra i miei pensieri finché una stella cadente non attira la mia attenzione.
-una stella cadente! Esprimi un desiderio- mi dice Max indicando il cielo.
-l'unica cosa che vorrei è uscirne viva insieme ad i miei amici- gli rispondo.
-io vorrei che quella ad uscirne fossi tu, non mi fraintendere, voglio molto bene a Jack ed Erika, siamo amici da sempre ma tu sei mia sorella- questa parole mi commuovono, non mi aveva mai parlato così prima d'ora.
Mi prende e mi abbraccia ed io faccio lo stesso con lui, lo stringo a me perché potrei non rivederlo più, e la seconda volta che ci separiamo, siamo nato e cresciuti insieme sin dal primo respiro.
-possa la fortuna sempre essere a vostro favore- conclude poi mi lascia e va nella sua stanza.



 

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Capitolo 12
*** Che i 124esimi Hunger Games abbiano inizio ***


Sono sul piedistallo, alla mia sinistra c'è la secondo ragazza del dodici e alla mia destra uno dei ragazzi del tre.
Sono esattamente davanti alla cornucopia, Erika si trova tra i favoriti, Jake è tra Sasha (una delle ragazze dell'undici) e Debby (la seconda ragazza del dodici) mentre Blue mi è abbastanza vicino.
Dò un'occhiata alla cornucopia, i coltelli ed i pugnali sono all'interno della cornucopia mentre gli zaini sono tutti all'esterno, alle tende neanche ci penso.
5, 4, 3, 2, 1, inizio a correre verso la cornucopia sono la prima ad arrivare, prendo uno zaino di passaggio e vado subito a prendere un set di coltelli.
-sei morta sette!- mi urla una voce femminile da dietro, è la stessa voce che ha cercato di provocarmi il giorno delle valutazioni.
Prendo un pugnale qualsiasi e mi giro di scatto.
È Lucia, la seconda ragazza dell'uno.
Mi viene addosso e cerca di colpirmi con un coltello.
Le blocco la mano armata e la spingo via, va a sbattere contro un tavolo pieno di armi, cade a terra ed armi di tutti i tipi le cadono addosso.
Non la voglio uccidere, non ne ho il coraggio perciò la lascio lì e vado a cercare Jake ed Erika.
Esco dalla cornucopia e si presenta uno scenario orribili, i favoriti stanno uccidendo a volontà.
I ragazzi del tre scappano nella foresta senza prendere niente, quelli dell'undici e del dodici non si separano ed anche loro sembrano cercare rifugio nella foresta.
Finalmente vedo i miei compagni. Erika sta per essere uccisa da Sandra (la prima ragazza del due) ma Jake la blocca e la scaraventa per terra senza difficoltà, entrambi scappano verso la foresta ed a me neanche ci pensano.
Sono un po' offesa ma un po' li capisco, non possono rischiare la pelle per cercarmi in mezzo al bagno di sangue.
Smetto di pensare e cercò Blue.
Sta cercando il materiale per la sopravvivenza non molto distante da me e sta per essere colpito da uno dei ragazzi del nove.
Tiro fuori uno dei miei coltelli miro e tiro, centro la schiena del ragazzo.
Blue mi ha notata ed io gli faccio segno di venire, lui mi recupera il coltello e corre da me.
-cosa hai preso?- gli chiedo velocemente mentre iniziamo ad allontanarci per maggiore sicurezza.
Speravo di passare i miei ultimi giorno con i miei amici ma purtroppo non è stato possibile.

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Capitolo 13
*** Il nostro primo giorno ***


Abbiamo corso per circa dieci minuti, dovremo essere abbastanza lontani dalla cornucopia.
Ci fermiamo e Blue cade per terra dalla stanchezza ed io non mi reggo i piedi.
Appoggiamo la roba a terra.
-cosa hai preso?- gli chiedo ancora senza fiato.
-un pò di tutto, tu?-
-un set di coltelli da lancio, qualche pugnale ed ho preso uno zaino qualsiasi-
Lui prende lo zaino e lo perquisisce. C'è una borraccia, un accendino, dei fiammiferi, dei coltellini, una bussola ed un sacco a pelo.
Blue mi da la borraccia e rimette tutto a posto.
-meglio trovare l'acqua- gli consiglio guardando la mia borraccia.
Lui prende il suo zaino, mi da il mio e ricominciamo a camminare.
-non saremo gli unici a cercare acqua- mi dice Blue osservando attentamente il territorio. So molto bene cosa vuole dire, troveremo qualcuno, se siamo fortunati troviamo Jake ed Erika ma se la fortuna non è a nostro favore il peggio che ci può capitare e di trovare i favoriti.
Mi giro ad osservare il territorio, gli alberi sono alti ma lasciano passare molta luce, l'aria è fresca c'è sempre un po' di venticello rendendo questa foresta come quella del sette.
Sento il rumore di un ruscello e mi fermo di colpo, Blue mi guarda come fossi impazzita.
Mi concentro sul suono del ruscello, non è molto distante da noi è dovrebbe essere a nord.
Ci rechiamo verso nord, qui gli alberi hanno più foglie rendendo la via leggermente più buia ma non mi faccio certo intimidire e continuo a camminare.
Credo di essermi sbagliata, non era un ruscello è un fiume in pieno.
Blue si avvicina per vedere meglio il fiume, sembra sorpresa, chissà per cosa.
-l'acqua sembra pulita- mi urla quest'ultimo.
Io gli lancio un'occhiataccia, come può urlare proprio qui, nel punto più cercato da tutti.
Mi avvicino guardandomi intorno, non c'è nessuno.
-ma sei pazzo ad urlare proprio qui-gli sussurro.
-scusa-
Il fiume è circondato da grandi rocce molto piatte rendendo la zone simile ad una semplice pianura.
Prendo un po' d'acqua ed il mio compagno fa lo stesso.
Mi bagno leggermente il viso con l'acqua del fiume, mi fa sentire più sveglia sopratutto perché le temperature delle acque dei fiumi sono quasi sempre molto basse.
Sento delle risate non molto distanti ed una voce femminile molto familiare, sono sicura che sia Lucia.
Prendiamo velocemente le nostre cose e ritorniamo nella foresta.
-secondo te sono i favoriti?- mi chiedi il mio compagno di distretto.
-riconoscerei quella voce da oca anche a distanza- gli rispondo con tono arrabbiato.
-stiamo camminando a vuoto, cosa facciamo?- mi chiede sedendosi per terra.
-cerchiamo i nostri compagni- sono determinata a trovare i miei amici.
-credo che siano andati a sud- mi risponde Blue.
-se i favoriti sono al fiume vuol dire che non c'è più pericolo-
-Catherine. Ragiona, queste foreste sembrano calme quelle del sud non potrebbero essere così-
Gli sto per rispondere quando sentiamo il colpo di cannone.
-scappate!- gride una voce maschile.
Una delle ragazze dell'otto arriva dalla cornucopia seguite da un'altro ragazzo ed un altra ragazza.
-i favoriti stanno arrivando- ci dice una delle ragazze.
Iniziamo tutti a correre e dal panico ci siamo separati.
Sono da sola e non so dove andare, improvvisamente mi ricordo della bussola e la tira fuori la appoggio e cerco di capire dove il sud.
Il sud è alla mia esattamente dietro i me. Mi alzo ed inizio nuovamente a correre.
Sto mettendo la bussola nello zaino, neanche guardo dove vado quando vado a sbattere contro qualcuno.
È alto e muscoloso, è sicuramente un ragazzo, potrebbe essere Jake se la fortuna è a mio favore e se la fortuna non e a mio favore è una dei favoriti.
Alzo lo sguardo per vedere il viso del ragazzo, è a terra ance lui. 
È Charlie, il secondo ragazzo dell'uno.
Mi guarda mentre continua a stringere la sua spada, io invece continuo a ripetermi che sono arrivata alla fine.
-Charlie!- urla la voce da oca a distanza.
-dove sei Charlie?- una altra voce maschile lo chiama.
Lui però continua a guadarmi, perché non si sbriga?
Quando sentiamo che i passi sono sempre più vicino mi fa cenno di andarmene.
-Grazie- gli sussurro mentre mi alzo ed inizio a correre.
Purtroppo i passi si sentivano da Sud, così sono costretta ad andare a nord.
Corro fino a rimanere senza fiato e solo quando ho la sicurezza di essere abbastanza distante mi fermi a riposarmi.
Non capisco perché non mi abbia uccisa, avrebbe potuto uccidermi in pochi secondi ma niente.
 

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Capitolo 14
*** Traditore ***



Sono al fiume da sola, dalla luce del sole sembra che sia pomeriggio.
Anche se non vedo nessuno mi sento osservata e non mi piace. Mi giro attorno ma continuo a non vedere nessuno; sento dei passi, non sono pesanti ma sono vicini, quando mi accorgo da dove vengono è troppo tardi. 
Sono a terra; Victoria (la seconda ragazza del due) e sopra di me, mi guarda con odio mi fa un cicatrice profonda sulla guancia, solo a sentirlo sembrerebbe una V.
-Charlie ti ha risparmiato ma questo non significa che non ti possa uccidere io- mi sussurra avvicinandosi al mio orecchio.
Mi sta per tagliare la gola, non credevo che sarebbe finita così, solo quando sento la lama nella gola apro gli occhi. Era solo un incubo.
Mi trovo nella foreste, senza certezza se è stato il brutto sogno o la luce del sole a svegliarmi so solo che non sembra mattina presto.
Mi alzo e do un'occhiata veloce al territorio, sono sola e questa mi tranquillizza; meglio sola che malaccompagnata.
Ho fame, cerco qualcosa nella zaino ma non trovo niente e da queste parti non sembra essere abitata da animali.
Sento un campanellino, mi giro per vedere di cosa si tratta; un cilindro di metallo mi stava quasi per cadere in testa, deve essere un dono dagli sponsor.
Lo apro abbastanza in fretta, ci sono delle piccole mele insieme ad un biglietto.
< Io ti aspetto qui fuori. Ti voglio bene, Max.
Ps: ricordati cosa realmente vogliono>>
La sua ultima frase; me l'ha detto solo una volta, "loro vogliono spettacolo e se non sei i grado di farli divertire... allora sei già morta".
Lascio il cilindro di metallo e prendo le mele, le mangio mentre mi incammino verso sud quando sento due colpi di cannone, chi potrebbe essere?
Continuo a camminare mentre rifletto.
Vedo Dean (il primo ragazzo del due) abbastanza distante ma riesco comunque a vedere le sue espressioni; ha l'aria soddisfatta, Liana (la prima ragazza dell'uno) lo segue e scherzano insieme.
I tre più piccoli li seguono anche loro con l'aria soddisfatta; dopo vedo Charlie, seguito da quella oca di Lucia. Lucia cerca di avvicinarsi ma Charlie sembra voler mantenere le distanze. Sto per ridere, questa scena mi ha fatto venire il buon umore anche se passa subito e viene sostituita dalla curiosità.
Appena il gruppo dei favoriti è lontano mi reco da dove sono venuti. Trovo il corpo ormai senza vita delle due ragazze dell'otto, entrami hanno una V sul viso, questo significa che è opera della bambina del due.
Ci sono delle impronte che portano alla parte opposta dei favoriti, potrebbero essere di uno dei ragazzi dell'otto.
Lo seguo quando sento delle voci.
-secondo te siamo abbastanza lontani?-
-si....chissà dove sono adesso i favoriti-
-saranno andati alla cornucopia- queste voci sono molto familiari; la prima deve essere la voce di Blue e questo mi rende serena.
Mi faccio vedere avvicinandomi ad i due tributi.
-dove eri finita?- mi chiede il mio compagno di distretto.
-mi sono persa-gli rispondo.
-tu sei Catharine?- mi chiede il ragazzo dell'otto.
-si ma io non conosco te- lui si avvicina e mi da la mano; è alto e muscoloso ma non quanto i favoriti ,ha i capelli neri e ricci, gli occhi marroni ed la carnagione i po' scura.
-io sono Sean- mi risponde il ragazzo dell'otto, -per caso sai dove sono i favoriti?- sarà arrabbiato per i suoi compagni di distretto e anch'io lo sarei se fossi in lui.
-li ho visto andare a sud- gli rispondo.
-volete andare a sud? a me sembra un suicidio- ci dice Blue con l'espressione preoccupata.
-quei figli di puttana hanno ucciso i miei compagni, voglio vendicarli ma se voi non volete posso andare da solo- ribatte Sean.
-io non ho problemi ad andare a sud- aggiungo io.
Blue mi guarda preoccupato ma le conosce molto bene le mie motivazioni, voglio ritrovare i miei amici.
Io e Sean ci incamminiamo verso sud seguiti da Blue.
***
In una ora abbondante arriviamo alla cornucopia, non c'è nessuno.
-ultima volta che ho visto Jake ed Erika sono andati da quella parte- dico a Blue mentre indico il sud.
-tu cerchi i tuoi compagni mentre io cerco il nemico, c'è qualcuno che ti sta antipatico in particolare, Catharine?- mi chiese Sean.
-ci sarebbe l'oca dell'uno ma è l'unica che vorrei fare fuori con le mie stesse mani- gli rispondo stringendo i denti.
-cosa ti ha fatto Lucia?- mi chiede Blue ingenuamente.
-durante il bagno di sangue ha cercato di uccidermi- gli rispondo.
-i favoriti sono fatto così non prenderla sul personale- si intromette Sean.
-quella è venuta a cercarmi per prima! Tu che dici?-
-se volete trovarli sarà meglio sbrigarsi- aggiunse Blue infine.
Arriviamo finalmente a sud e la prima cosa che vediamo è un precipizio, sarà profondo almeno cento metri.
-è un bel volo da qua su- commenta Blue.
Inizia a fare buio e quella poca luce che c'è inizia a sparire.
-sarà meglio trovare un posto per la notte-suggerisco.
-possiamo stare qui- dice Sean sdraiandosi a terra.
-facciamo la guardia a turno, nel caso ci dovessero scoprire- suggerisce Sean.
Blue fa lo stesso e tira fuori il suo sacco a pelo.
Io mi siedo e prendo una mela avanzata da questa mattina; Sean sembra ben sveglio al contrario di quello che sono io.
-viste le vostre condizioni posso farlo il primo turno-ci dice prendendo una barretta dallo zaino.
-il secondo turno se vuoi lo faccio io- mi offro volontaria.
Prendo il mio sacco a pelo ed cerco di dormire.
Passano cerca venti minuti e non riesco a dormire, sono girata dall'altra parte per non far vedere che sono sveglia.
Qualcuno si sta avvicinando a me, la luce della luna non è forte come quella del sole ma riesco comunque a vedere. Riesco a vedere l'ombra della persona che si sta avvicinando, stringo tra le mani i miei pugnali; dall'ombra si vede che questa persona sta tirando fuori un coltello.
Esco di scatto dal sacco a pelo e mi metto in piedi.
È Sean, quel ragazzo che sembrava affidabile mi stava accoltellando Ale spalle.
-tu non dovresti dormire?- mi chiede lui sarcasticamente.
-e tu non dovresti fare la guardia?- gli rispondo con lo stesso tono.
Lui mi viene addosso ma riesco ad evitarlo, il suo coltello si conficca contro un tronco e quando cerca di tirarlo fuori lo coltello alle spalle, una, due e tre, bastano per farlo cadere a terra senza vita.
Blue mi guarda stupito.
-non guardarmi così! Ha cercato di uccidermi- gli dico per farlo smettere di fissarmi.
-forse è meglio trovare un'altro posto-mi suggerisce lui.
Raccogliamo le nostre cose e andiamo via.
Certe persone sembrano affidabili ma alla fine ti accoltellano alle spalle, non posso fidarmi di nessuno qui dentro neanche dei miei compagni; loro vogliono sopravvivere tanto quanto me.





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Capitolo 15
*** Veleno ***


Dopo quello che è successo ieri notte non sono riuscita a chiedere occhio; mi fido di Blue ma mi fidavo anche di Sean e se non fossi stata sveglia il cannone avrebbe suonato anche per me.
-non sei ancora riuscita a dormire?- mi chiede Blue; è sorridente e sembra di buon umore.
-come posso dormire dopo quello che è successo ieri notte- gli rispondo scontrosa.
-non ci pensare-
-non ci pensare? Non ci pensare! Un mio alleato mi stava accoltellando alle spalle e io non ci dovrei pensare!?!- gli urlo contro.
Lui non mi risponde, continua a guardarmi con l'espressione dispiaciuta; ho esagerato, lui stava cercando solo di tranquillizzarmi.
-mi dispiace- le uniche parole che riesco a dirgli.
La sua espressione cambia; inizia nuovamente a sorridere.
-non importa. Andiamo a cacciare, o meglio: tu cacci e io cucino- mi propone porgendomi il mio set di coltelli.
Io annuisco e sorrido.
Mi guardo intorno, la foresta sembra identica a quella del nord solo più calda.
La mia attenzione viene attirata da una lepre, si muove in fretta e si allontana; preparo un coltello e mi avvicino silenziosamente, miro e tiro, il coltello prende il collo e l'animale muore velocemente.
-brava!- si congratula Blue.
Quest'ultimo va a prendere il coniglio  e inizia a lavorar lo mentre io penso a fuoco, non deve troppo fumo o qualcuno si accorgerà della nostra presenza.
Blue è molto più veloce di Erika e in dieci minuti mangiamo.
Stiamo per finire la nostra "colazione" quando Blue si alza e dice -mi sono appena ricordato di aver visto delle erbe aromatiche, daranno un sapore migliore. Non magiare; vado a cercarle-
Blue torna abbastanza in fretta e mi aiuta ad usare le erbe al meglio e devo dire che aveva ragione, ha decisamente un sapore migliore.
-non so tu ma io ha sete; vado a cercare l'acqua- gli dico mentre mi alzo e controllo i miei pugnali e coltello nel caso dovessi essere attaccata.
-vengo con te; anch'io ho sete- 
Camminiamo per circa cinque minuti prima di trovare un ruscello.
Blue si china per prendere l'acqua quando un serpente esce dall'acqua e gli morde la mano; il mio compagno grida dall'dolore e il serpente non molla la presa finché la mano del tributo inizia a diventare nera.
Il serpente striscia via veloce mentre Blue cade a terra.
Trascino quest'ultimo lontano dal ruscello; il mio compagno mi guarda e gli scendono alcune lacrime.
Non so niente riguardo i serpente ma sono sicura che quello doveva essere stato sicuramente modificato geneticamente dai laboratori di Capitol City.
Non so cosa fare; l'unica cosa che spero e che Max mi mandi qualcosa perché non ho la minima idea di cosa fare.
-la notte prima degli Hunger Games ho visto una stella cadente e l'hai vista anche tu, cosa hai desiderato?- sembra essere senza voce. Gli guarda la mano ed il nero è arrivato fino al gomito, non ho idea di cosa sia.
-ho desiderato di uscire viva con i miei amici- cerco di essere gentile e più dolce delle altre volte.
-io ho desiderato di poterti stare accanto e sono felice che tu sia l'ultima cosa che vedrò- non riesco a capire le sue parole.
-il primo giorno di scuola delle superiori i bulli mi avevano lanciato la spazzatura addosso e tu sei stata l'unica ad aver preso le mie difese, anche se non mi conoscevi- con altra mano mi sfiora leggermente il viso. -sono felice di aver passato gli ultimi giorni della mia vita con te, Catherine- il nero ha raggiunto il collo e credo anche il cuore; il colpo di cannone rimbomba per tutta l'arena; quei occhi a mandorla che mi fissavano il giorno della valutazione mi fissano anche adesso.
Scoppio a piangere; quel ragazzo che è sempre stato dolce e gentile con me adesso non c'è più, solo adesso sento la necessità di ringraziarlo per la sua dolce e calorosa compagnia di cui adesso ho finalmente capito la motivazione.
Gli chiudo gli occhi e lo bacio sulla fronte.
-addio Blue- queste sono le ultime parole che riesco a dirgli.
 

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Capitolo 16
*** Lupi ***


-attenzione tributi, attenzione: oggi è il terzo giorno dei 124esimi Hunger Games e siete rimasti in trenta; verrete a conoscenza dei tributi caduti dopo il tramonto-
Una parte di me vuole vedere quelle persone per capire come muovermi ma ho paura, ho paura di vedere i miei amici tra loro.
Anche questa notte non ho chiuso occhio. Ho passato tutta la notte a pensare a Blue; mi manca tanto, la sua compagnia era piacevole.
I miei pensieri vengono interrotti da un colpo di cannone; chissà chi è?
Passano dieci minuti e risento quel campanellino, il mio dono arriva lentamente con un piccolo paracadute; è il solito cilindro di metallo, lo apro facilmente.
La prima cosa che noto e un biglietto.
< P.S: so che sai usarlo quindi non deludermi>>
Prendo la cosa che c'è in fondo al cilindro di metallo, si apre velocemente e su forma un arco e circa venti frecce.
I miei coltelli non soddisfano i capitolini, vogliono altro ma io non sono un esperta; ho provato qualche tiro ma tutto qui.
Metto a posto le frecce e l'arco dietro la schiena poi mi incammino alla ricerca dei miei compagni di distretto.
**********
Il sole sta per tramontare ed io mi cerco un albero sulla quale salire; non mi va di stare giù stanotte.
Sento l'inno di Panem e alzo il capo per vedere le foto dei tributi caduti.
1.la prima ragazza del distretto tre
2.il primo ragazzo del distretto quattro
3. La seconda ragazza del distretto quattro
4.il primo ragazzo del distretto cinque
5. La prima ragazza del distretto cinque
6.la seconda ragazza del distretto cinque
7.la prima ragazza del distretto sei
8.il primo ragazzo del distretto sei
9. La seconda ragazza del distretto sei
10.il secondo ragazzo del sei
Poi vedo Blue; mi sento come se qualcuno mi avesse pugnalato allo stomaco e ricomincio a piangere ma mi asciugo le lacrima e rialzo lo sguardo.
12. La prima ragazza del distretto otto
13.il primo ragazzo del distretto otto
14.la seconda ragazza del distretto otto
15. Sean (il secondo ragazzo dell'otto)
16. Il primo ragazzo del distretto nove
17. La prima ragazza del distretto nove
18. La seconda ragazza del distretto dieci
I tributi del undici e del dodici sono ancora tutti vivi; Sasha e Debby si staranno impegnato al massimo per tenere vivi i loro compagni di distretto.
Riesco nuovamente a sorridere perché i miei amici sono vivi e non riesco a smettere di sorridere.
Adesso non ho niente da fare perciò prendo le frecce e inizio ad affilare le punte.
Sarà circa l'una del mattino ed riesco finalmente a dormire ma il mio sono viene interrotto da una luce che viene da sotto l'albero. Mi affaccio per vedere cos'è o chi è.
È Charlie (il secondo ragazzo dell'uno).
Il tributo sembra perso, ha una lancia sulla quale la punta continua a bruciarsi. Improvvisamente vedo dei lupi, sono piccoli ma sembrano molto aggressivi; Charlie è circondato.
- non ho tutta la notte!- gli urla il tributo; sembra non avere paura dei lupi ed è a combattere.
Sto pensando di lasciarlo stare, se morisse allungherei la vita a molti tributi ma poi ripenso al primo giorno che ho passato nell'arena; lui poteva uccidermi ma mi ha lasciata andare; sono indecisa se l'ho aiutassi gli ricambierei il favore ma lui mi può anche uccidere se scendo.
Uno dei lupi lo morde e lui sembra perdere le forze. Smetto di pensare e faccio ciò che la mia coscienza mi dice di fare, scendo dall'albero con arco e frecce.
Miro e tiro velocemente e prendo molti lupi fino a farli scappare.
-Wow!... Grazie!- mi dice il tributo dell'uno avvicinandosi a me.
Io rimetto apposto l'arco e vado altrove nella speranza che lui non mi segua ma purtroppo Charlie mi sta dietro.
Io mi giro e lo guardo negli occhi; ha dei bellissimo occhi azzurri, vorrei tanto dire che non mi piacciono.
-hai bisogno di qualcosa?- gli chiedo con tono freddo e cercando di mantenere una distanza di sicurezza.
-volevo ringraziarti per avermi aiutato- il suo tono è distaccato.
-prego; qualcos'altro?- gli chiedo con tono distaccato.
Mi sta per rispondere quando vedo una grossa bestia alle sue spalle. Lui si gira ed rimane a bocca aperta tanto quanto me.
La bestia sembra uno di quei lupi che abbiamo appena incontrato ma venti volte più grossa.
Si avvicina velocemente.
-corri!- mi suggerisce Charlie visto che mi sono pietrificata.
Iniziamo entrambi a correre senza  guardare dove andiamo siamo concentrati su quello che c'è dietro di noi.
Cadiamo entrambi per una discesa; sembra infinita fino a quando mi ritrovo su un terreno leggermente morbido e caldo, apro gli occhi e vedo la bestia; rimane distante da noi poi se ne va.
Questa deve essere opera degli strateghi, forse nessuno è ancora venuto in questa parte dell'arena ed hanno cercato un modo per farci venire qui.



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Capitolo 17
*** Morire di caldo ***



Qui si muore di caldo, il sole è fortissimo, non ci sono alberi e la terra e di un colore simile all'oro; siamo nel deserto.
Charlie sembra essere su tutte le furie, si alza velocemente va dritto verso la foresta ma non ci riesce.
-sembrerebbe un campo di forza- penso a voce alta.
Lui è rosso ma non sono sicura se è per il caldo o per la rabbia. Il biondo dell'uno colpisce con un pugno a martello il presunto campo di forza facendo tremare leggermente la parate invisibile; guardo i tremolii che continuano ad andare verso il cielo e noto una cosa direi abbastanza importante: il cielo della foresta e di un azzurro più scuro di quello del deserto; la differenza tra questi due colori è abbastanza visibile; continuo a guardare quella linea sottile che separa quei due colori così diversi.
Dopo qualche minuto di osservazione scopro che il deserto ha la forma di un semi-cerchio, si trova hai confini della arena alla nostra destra mentre alla nostra sinistra e dietro è confinata con la foresta.
-quei figli di puttana ci vogliono morti- mi dice Charlie con lo sguardo rassegnato.
Sono indecisa: se gli parlo della mia strategia potrebbe farmi fuori e seguirla anche senza di me ma non voglio lasciarlo morire qui.
-dobbiamo trovare un modo per uscire da questo forno- gli dico sedendo davanti a lui.
-forse gli strateghi vogliono che solo uno di noi esca vivo- aggiunge Il biondo. 
Mi allontano da lui e stringo il mio pugnale; ho paura, non posso competere contro di lui. Lui ha l'aria sorpresa; si alza e si avvicina a me, io continuo a mantenere le distanze; ho paura.
-se tu mi lasciassi finire di parlare magari capiresti meglio- mi aggredisce con rabbia.
Inizia a calmarsi e ricomincia a parlare, -dovremmo aiutarci a vicenda, magari possiamo uscirne vivi poi ognuno per la sua strada-.
L'accordo mi piace; credo che accetterò, tanto non ho niente da perdere.
Charlie mi tende la mano in attesa della mia stretta; io penso ma alla fine la stringo.
-alleati?- gli chiedo cercando di mantenere un tono freddo.
-alleati-mi risponde con un sorriso un po' sadico che mette i brividi.
- ho un piano ma ti devi fidare di me: dobbiamo attraversare il deserto - gli dico indicando il sud.
-moriremo prima di arrivarci- mi dice perplesso.
-se stiamo qui a fare nulla moriremo comunque tanto vale provarci- cerco di convincerlo.
Lui annuisce ed iniziamo il cammino verso il sud.
Sono venti minuti che camminiamo e nessuno dice niente e si lamenta del caldo; mi giro a guardarlo, ha l'espressione delusa, triste completamente diversa da quella che avevo visto il primo giorno, vorrei chiedergli cosa ha ma mi potrebbe mandare a quel paese.
-dov'è il tuo amico dagli occhi a mandorla?- mi chiedo con tono freddo.
Io sento nuovamente le lacrime ma mi controllo e cerco di mantenere l'espressione distaccata.
-non le hai viste le foto dei tributi caduti?- gli chiedo distaccata.
-lo so dove si trova adesso quello che volevo sapere e come ci è andato- mi risponde con il suo solito tono.
-veleno di serpente. E tu, come mai no sei con i tuoi amici?- gli chiedo per togliermi la curiosità.
-hai presente La bambina del due?-
Io annuisco.
-sembrerebbe una bambino innocente ma è più furba di quanto pensi- mi racconta il biondo.
-cosa avrà mai fatto?- gli chiedo io.
-a cercato di buttarmi giù per il precipizio! E sai qual'è stata la sua scusa? "Tu sei l'unico che non posso uccidere"- continua il biondo.
Io lo trovo logico: fai fuori quelli che non riuscirai ad uccidere in un combattimento corpo a corpo e Victoria non ha possibilità di uccidere Charlie in un corpo a corpo.
-io non c'è la faccio più!-si lamenta il biondo.
-allora riposiamo- gli dico appoggiando lo zaino a terra.
Lui si siede e la prima cosa che prende e la borraccia; io mi siedo accanto a lui, non ho molta acqua perciò la devo razionare per almeno due o tre giorni.
-hai fame?- mi chiede Charlie.
-un pò, perché?- gli rispondo fredda.
Lui tira fuori delle mele dallo zaino e me ne lancia una, io la prendo al volo, lo ringrazio ed inizio a consumarla.
-dovremmo dormire a turno- gli dico guardando attorno.
-va bene. Faccio io il primo turno- mi risponde tirando fuori la sua spada.
-io non ho sonno, posso farlo io il primo turno- insisto e lui sembra essere d'accordo; il biondo si sdraia e terra usando il zaino come cuscino, chiudo gli occhi ed inizia a prendere dei lunghi respiri; ho subito capito che non si fida di me, impugna la spada con la mano sinistra ed un coltello con la destra; come non capirlo, dopo la sua esperienza con i favoriti di certo non si può fidare di una ragazza conosciuta qualche giorno fa'.
Mi appoggio al mio zaino e cerco di rimanere concentrata su quello che mi sta attorno.
Inizio a sentirmi stanca; devo trovare qualcosa da fare prima di addormentarmi così prendo i miei preziosi coltelli da lancio ed inizio ad affilarli lentamente per far passare il tempo.
È arrivato il turno di Charlie e senza che glielo dica quest'ultimo si alza e mi fa segno di andare a riposare.
Mi giro dall'altra parte, stringo i miei coltelli appena affilati e cerco di dormire.
È mattina ed il sole è ancora più forte di ieri.
-ci saranno cinquanta gradi in questo posto!- si lamenta il biondo.
Sento la pelle secca ed ho sete, cerco disperatamente la mia borraccia, mi è rimasta poca acqua e se la bevo adesso non ne avrò per la sera, mi controllo e ne bevo solo qualche goccia.
-iniziamo a camminare; voglio uscire da questo inferno- continua a lamentarsi Charlie.
Guardo il cielo e riesco a vedere il cielo di un azzurro più scuro; siamo vicini alla foresta.
Anche se sono assetata e non vedo bene a causa della mancanza di acqua riesco comunque un ringhio non molto distanti da me. Mi giro per controllare anche se so di cosa si tratta; quei maledetti lupi non sono molto distanti da noi.
-Charlie- chiamo il biondo dell'uno; lui si gira a guardarmi quando la sua attenzione viene attirata dalle bestie dietro di me.
Cado per terra; inizio a non farcela più.
-mi dispiace che la nostra sofferenza annoi gli strateghi- mi dice lui con tono sarcastico mentre mi tiro su con violenza.
Iniziamo nuovamente a camminare anche se siamo entrambi distrutti dalla sete e dalla fame.
È pomeriggio ed il sole è ancora più forte; sudo, sudo tantissimo e muoio di sette. Mi guardo le braccia e la pelle è asciutta e spaccata, non credo di potercela fare.
Mi guardo intorno e non vedo nient'altro oltre alla sabbia quando una donna si presenta no molto lontani da me; è alta e magra, ha i capelli biondo cenere come i miei ed gli occhi verdi; anche se non riesco a crederci è mia madre, è proprio lei.
-mamma!- urlo con la poca voce che mi è rimasta mentre corro verso di lei. Non ho forze ma voglio raggiungerla a tutti i costi, mi manca, ma mancano i suoi sorrisi, i suoi modi di fare e sopratutto i suoi dolce ed affettuosi abbracci.
-Catharine! Ferma!- mi urla una voce maschile da dietro.
Due mani mi prendo le braccia da dietro; cerco di ribellarmi ma non ne ho le forze.
-lasciami!- urlo al mio aggressore.
-sei impazzita! Per poco stavi per andare addosso ad un cactus- mi risponde il mio aggressore buttandomi a terra; solo quando sono a terra riesco a vederlo. È Charlie.
Mi giro verso mio madre e mia madre pian piano svanisce ed al posto di quest'ultima c'è un cactus; il sole mi deve aver dato alla testa.
-è colpa del sole- mi giustifico cercando di alzarmi.
Sto in piedi a malapena e cammino come uno zombie.
Charlie sembra stanco tanto quanto me ma non si lamenta e sembra più determinato che mai.
Vedo degli alberi, spero che non sia un'altra allucinazione.
-avevi ragione!- mi dice Charlie gioendo.
Gli rispondo con un sorriso e continuo a camminare. La foresta non è lontana ma quei pochi metri sembrano chilometri. 
Cado a terra, non voglio arrendermi devo arrivare alla foresta; raccolgo tutte le mie forze e cerco di rialzarmi ma ogni tentativo è inutile perché cado a terra.
Non riesco ad aprire gli occhi ma forse è meglio così; Charlie non penserà a me un'altra volta perciò è meglio che accetti la morte. Improvvisamente ripenso a quella allucinazione e mi fa sorridere, non dovrò più soffrire e ne sono felice.
I miei pensiero vengono interrotti da qualcosa che mi sfiora la pelle; senti dei rumori come se qualcosa mi stesse odorando e capisco subito che sono i lupi; oltre a morire dal caldo dovrò diventare anche la cena di un branco di lupi, che morte.......
Sento quei cagnacci piagnucolare; due calde mani mi prendono in braccio, a giudicare dal busto credo che sia Charlie; non credevo che sarebbe tornato a prendermi.
Ancora non apro gli occhi non ne ho la forza, sento l'ombra e smetto di sudare; ho finalmente raggiunto la foresta.

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Capitolo 18
*** Giungla ***


18- giungla
Il biondo dell'uno mi fa sdraiare a terra poi sparisce per circa un minuto. Io sono ancora nelle stesse condizioni, sono ancora cosciente ma non riesco a muovere nessuna parte del mio corpo.
Improvvisamente sento dell'acqua sulla bocca, riesco finalmente ad aprire gli occhi e afferro subito la borraccia, in questo momento l'unica cosa di cui abbiamo bisogno è proprio questo, acqua.
-grazie, Charlie- lo ringrazio con la poca voce che mi è rimasta.
-hai tutta la pelle spaccata- mi dice Charlie con il suo solito tono freddo. Come posso non essere in queste condizione, è già tanto che sono viva.
-e tu credi di essere tanto diverso- gli rispondo con stesso tono.
Lui mi sorride e continua a bere. Adesso che sto molto meglio mi guardo attorno ed il paesaggio: è una giungla, con tanto di animali.
-ne hanno di fantasia- commenta il biondo osservando il paesaggio.
Io cerco di alzarmi ma sono ancora troppo debole così cerco di camminare appoggiandomi agli alberi.
L'acqua non è molto distante per questo Charlie ci ha messo poco a trovarla.
Mi avvicino al fiume e riempio la mia borraccia, ci metto poco a bere tutta l'acqua e la riempio nuovamente.
Guardo il mio riflesso sull'acqua, oltre alla pelle secca sono cambiata in molte altre cose, la mia treccia e tutta rovinata così la sciolgo e faccia una coda alta ed una treccia veloce, sono pallida e magra e noto una macchia di sangue sul collo, deve essere di Sean. Mi lavo la macchia di sangue e bagno leggermente la mia pelle.
Continuo ad osservare il paesaggio ed è calmo, troppo calmo; forse gli strateghi vogliono farci respiro o forse questa giungla è solo una trappola.
L'acqua è molto bassi e riesco a vedere dei pesci.
-hai fame?- mi chiede una voce maschile da dietro.
È Charlie.
Mi dà il mio arco e le frecce; mi preparo e scocco una freccia contro un pesce poi un altro ed altro.
Charlie scendo in acqua per prendere i pesci e l'acqua è davvero bassa, gli arriva a malapena alla ginocchia.
- ci pensi tu al fuoco- mi chiede mentre esce dall'acqua.
Io annuisco.
Credo di aver finalmente capito perchè Charlie abbia bisogno di un'alleanza; l'anno scorsa Max mi aveva detto che i favoriti danna la caccia all'uomo ma non sanno cacciare animali, lui aveva bisogno di una cacciatrice e ha trovato me; il fatto che non abbia preso lui i pesci lo conferma.
Accendo velocemente il fuoco, non fa molto fumo; meglio, così non ci noterà nessuno.
Mangiamo in silenzio, io fisso il mio pesce e cerco di non alzare lo sguardo; ogni volta che mangio nella foresta ripenso ad i miei amici, a quando stavamo per ore nella foresta del sette a chiacchierare ed a cacciare; dove saranno adesso?
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce del primo stratega.
-attenzione tributi; vi comunico che è passata la prima settimana degli Hunger Games e non è stata come noi speravamo. I tributi che avranno ucciso almeno due avversari potranno avere un dono a loro scelta. Grazie per la vostra attenzione-
È chiaro che gli strateghi inizino a trovare i giochi noiosi e vogliono un pò d'azione. Se avessi la capacità di uccidere due tributi il dono che chiederei sarebbe una scorsa di cibo oppure l'acqua; dopo qualche giorno nel deserto ho davvero capito quanto l'acqua sia fondamentale per la mia sopravvivenza.
-ti va una caccia all'uomo?- mi chiede Charlie con l'espressione sadica sul viso.
Io lo guardo stupita ma poi ripenso alle parole del primo stratega e annuisco.
-facciamo il giro lungo per la foresta- gli dico preparandomi.
Lui da un'ultimo morso al pesce e si alza già con lo zaino in spalle.
-sinceramente non credevo che avresti accettato- mi dice cercando la sua borraccia.
Iniziamo nuovamente a camminare e nessuno apre bocca.
C'è molta umidità nell'aria e rende la camminata faticosa; mi guardo attorno e noto i cespugli muoversi, ho un brutto presentimento; sento qualcosa intorno a me e vedo una coda ma non tocca la terra è sospesa in aria, questo significa che non è un serpente.
Alla nostra sinistra c'è il fiume che qualche minuto fa' era calmo ma adesso si sta muovendo; degli animali escono fuori dall'acqua, sono coccodrilli da due metri l'uno.
-qualcos'altro?- chiede Charlie con tono sarcastico.
Esamino velocemente la zona e trovo un'albero abbastanza robusto da tenere sia il mio peso che quello di Charlie.
-andiamo- gli dico trascinandolo per il braccio verso l'albero.
Sono molto veloce ad arrampicarmi e quando sono già ad una buona altezza sento un'urlo di dolore.
È Charlie.
Un coccodrillo ha un bocca la sua gamba sinistra; prendo un coltello, miro e tiro alla enorme bocca dell'animale.
Il coccodrillo muore sul colpo ma ha ancora in bocca la gamba del tributo; gli altri animali si avvicinano a Charlie ed io tiro fuori l'arco e li uccido uno ad uno. Quando sono sicura che siano tutti morti scendo a vedere come sta il biondo dell'uno.
-ti aiuto- gli dico mentre cerco di aprire la bocca dell'animale; i denti rimangono sulla gamba di Charlie ma riesco ancora a muoverla senza problemi.
Lo aiuto ad alzarsi e ci allontaniamo dal fiume.
Appena raggiungiamo una distanza sicura lo faccio sedere appoggiandosi ad un'albero.
-ho del disinfettante nello zaino; ti aiuto a togliere i denti- gli dico mentre mi lavo le mani.
Ho le mani pulite ed inizio a toglierli uno ad uno i denti che gli sono rimasti sulla gamba; gli scappa qualche lamento quando tiro troppo forte ma niente di più.
-perchè lo hai fatto?- mi chiede Charlie; ha lo sguardo fisso nel vuoto  e questo non mi tranquillizza affatto.
-fatto cosa?- chiedo facendo finta di non capire.
-perchè mi hai aiutato?- questa volta i suoi occhi azzurri si spostano verso di me.
-tu non mi hai lasciato morire nel deserto.... Ed io non ti ho lasciato morire mangiato dai coccodrilli- mi sembra una risposta logica ed l'unica che mi è venuta in mente.
-allora grazie. Anche se la nostra alleanza si sarebbe dovuta spezzare  all'uscita del deserto- non so perché l'abbia detto, forse vuole spezzare l'alleanza, spero di no perchè sentirei la sua mancanza. Sono indice cosa su cosa rispondere e quando sono immersa tra i miei dubbi e lui mette seduto a schiena dritta e mi dice -ti voglio come alleata-
-perchè?- chiedo a Charlie.
-perchè anche se odio ammetterlo sei in gamba e io non voglio principianti come compagni- la sua voce ritorna fredda come prima e la sua espressione diventa nuovamente  sadica; lui è un favorito e se scelgo di allearmi con lui dove prepararmi a molte sfide; non sono sicura di esserne pronta e capace.
Continuo a curargli la ferita senza rispondere e cerca di sembrare distaccata tanto quanto lui.

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Capitolo 19
*** Conoscenza ***


19- conoscenza 
È da un po' che camminiamo ed questo silenzio mi sta deprimendo, so di dover mantenere una giusta distanza ma sono troppo curiosa, prima mi sembrava un'assassino a sangue freddo ma adesso voglio sapere altro su di lui; lo guardo di profilo, non ha dei lineamenti dolci come i miei, i suoi capelli sono di un biondo quasi oro mentre gli occhi sono azzurri; credo che si sia sentito osservato e si gira a guardarmi.
-chi ti sta antipatico tra i tributi?- mi chiede con il suo solito tono.
La prima persona che mi viene in mente è la bionda dell'uno ma me la tengo, potrebbe prenderla male.
-la bambina del due- gli rispondo.
-Victoria? Credo che sarà la prima della mia lista; ha cercato di uccidermi- non mi piace quando la sua espressine diventa sadica; i da i brividi.
-non è una cosa personale, lotta per vincere- ho appena difeso il diavoletto di questa edizione e voglio ritirare subito le mie parole.
Mi prende per un braccio e ci fermiamo in mezzo alla foresta e mi fissa con aria sorpresa.
-adesso ti dirò una cosa che forse non sai; Victoria oltre alla sua firma fa' un taglio lungo la colonna vertebrale alle ragazze bionde- stranamente mi si accende la lampadina; questo spiega il modo in cui mi guardava la sera dell'intervista, sono una ragazza biondo cenere; questo significa che farà lo stesso con Erika e Lucia, per quest'ultima sinceramente mi fa' anche sorridere.
 - perché bionde?- chiedo curiosa mentre dò un'occhiata al braccio preso da Charlie, lui mi molla all'istante e fa' un passo indietro; vorrà tenere le distanze e questo mi sta più che bene.
-Dean ha detto che durante l'elementari veniva presa in giro da un gruppo di bionde e con il tempo ha sviluppato un odio molto profondo- mi risponde Charlie.
Chissà com'era Victoria prima; forse era una ragazza vivace e simpatica ma adesso è un'arma da guerra, un'assassina senza pietà.
Riprendiamo a camminare ma lentamente.
-perché proprio la schiena?- continuo a chiedere curiosa.
-questo l'ha detto anche nell'intervista; la sua ultima presa un giro prima di entra in accademia è stato uno sgambetto davanti a tutta la scuola poi gli hanno rovesciato bevande i ogni tipi lungo la schiena- mi racconta Charlie. 
-tu?- mi chiede il biondo dell'uno.
-io cosa?-
-come era la tua vita al distretto sette?- mi chiede Charlie.
-sicuramente diversa dalla tua- la vita del lussuoso distretto uno è molto diversa da quella dei distretto remoti e non voglio sentirlo parlare della sua vita da nababbo e parlare della mia vita in mezzo alle foreste del sette.
-sentiamo- dice il biondo dell'uno; vuole proprio farmi parlare.
-la vita di una ragazza come me è diversa da quella degli abitanti del distretto uno- gli rispondo con tono secco; non voglio dire altro.
-perché? Come credi che fosse la mia vita prima della mietitura?- mi chiedo; gli scappa una risata nervosa.
-sicuramente migliore della mia; ma sai una cosa, io ero soddisfatta della mia vita, dei miei amici e della mia routine- gli rispondo sicura; io ero felice anche se in certi momenti avrei voluto avere di più.
-credo che la mia vita fosse stata come quella di Lucia o Josh o Liana?- sembra arrabbiato.
-beh...si- rispondo insicura, vedendo la sua espressione ho paura della risposta.
-lascia che ti spieghi una cosa; i miei genitori mi hanno abbandonato in accademia quando avevi quattro anni, mi ha cresciuto il mio mentore. All'età di sei anni iniziai ad imparare le tecniche di combattimento e tornavo in camera mia con almeno un livido al giorno; quindi se pensi che abbia avuto una vita da nababbo ti sbagli- sono un po' scioccata dalle sue parole; mi sento in colpa, soprattutto perché ora mi guarda in un modo diverso.

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Capitolo 20
*** Caccia all'uomo ***


20-caccia all'uomo
Stranamente ho dormito bene l'ultima notte. Dopo aver capito che tipo di persona è Charlie adesso so come muovermi.
Mi siedo in posizione verticale mentre Charlie dorme ancora, è girato dall'altra parte e non riesco a capire se è sveglio. Quest'ultimo si alza di scatto quando tre colpi di cannone rimbombano nell'arena.
-la caccia è già iniziata- dice sospirando il ragazzo dell'uno.
-meglio iniziare o non ci rimarrà molto- commento alzandomi.
-chi vuoi prendere per primo?- mi chiede Charlie mentre si strofina gli occhi.
-la mia è una missione suicida....- dico sospirando. Voglio Lucia morta ma lui non sarà molto d'accordo.
Sento il suo respiro vicino e mi dice -vuoi dare la caccia al cacciatore?- so molto bene che si riferisce ad i favoriti ed annuisco.
Mi allontano per mantenere una giusta distanza.
-tu sei uno di loro, non so se sei molto d'accordo...-commento.
Lui si mette le mani in tasca e si appoggia ad un albero.
-io ERO uno di loro, adesso ho un unica alleata, sei tu- queste parole mi sorprendono, non ha mai usato un tono del genere, sembra quasi che gliene importi.
Riprendo il tono freddo e gli rispondo -visto che eri uno di loro potresti dirmi come si muovono?- gli chiedo.
-questa è la settimana della caccia, potrebbero essere ovunque. Dove si nascondono di solito i tributi?- mi chiede Charlie.
-in un posto dove i favoriti non andrebbero- gli rispondo.
-se non fosse la settimana della caccia i favoriti non si allontanerebbero molto dalla cornucopia- è strano come una ragazza da un distretto remoto ed un favoriti riescano a mettere insieme le idee.
Mi si è accesa la lampadina; accenderò un fuoco per attirare ma metterò una trappola.
-io ho un idea- gli dico sospirando.
Lui si avvicina nuovamente ma rimane comunque abbastanza distante.
-sai fare una trappola abbastanza grande per un uomo?- gli chiedo.
-conosco una trappola abbastanza grande per un uomo- mi risponde lui.
-se abbiamo fortuna riusciremo a prendere un cacciatore...- gli dico sospirando.

Impieghiamo circa dieci minuti; io penso al fuoco mentre Charlie pensa alle trappole, quest'ultimo a costruito otto trappole non molto distanti dal fuoco.
Sento un'altro colpo di cannone; ho paura che sia Erika o Jake, ho paura che Charlie abbia ucciso i miei amici.
Quest'ultimo sbuca fuori da dietro spaventandomi; prendo l'arco al volo e punto una freccia contro Charlie.
-mai sei impazzita?-mi urla contro il biondo dell'uno.
-il colpo di cannone è opera tua?- gli chiede con tono aggressivo.
-no! Sono venuto a vedere se era opera tua o se era suonato per te- mi risponde normalmente.
Cerco di riprendermi e butto via l'arco a terra.
-mi dispiace. Non so cosa mi sia successo- spero che possa dimenticare questo cosa.
-chi penso che sia?- mi chiede Charlie.
Mi siedo a terra e cerco di non pensare, stavo per uccidere il mio alleato per colpa delle mia paranoie.
-spero non i ragazzi del sette- sussurro per non farmi sentire.
Sentiamo un grido da nord e mi preparo per la battaglia.
Charlie corre verso Nord ed io lo inseguo.
La trappola è stata spezzata, questo significa che il tributo è scappato.
-ciao Sette..- mi saluta una voce femminile da dietro; non è Lucia, la voce è un po' più grossa.
Mi sposto velocemente e manco la freccia, mi preparo alla battaglia tirando fuori i miei coltelli da lancio.
È una ragazza alta più o meno quanto me, ha la carnagione scura ed i capelli neri e mossi. È Liana, la ragazza dell'uno.
Lei mi viene addosso sbattendomi contro un'albero; mi sta per infilare una lama in gola, l'unica cosa che blocca l'arma è la mia mano sinistra.
Ho la destra libera ma non so cosa fare. Esaminano il corpo del mio avversario per trovare un punto debole e noto un taglia abbastanza
Profondo sul polpaccio sinistro di Liana. Le do un calcio con tutta la forza che ho.
Liana urla di dolore e si allontana; il mio calcio deve aver provocata molto la ferita perché sta iniziando a
Sanguinare.
La ragazza dell'uno è in svantaggio; non voglio combattere, non potrei vivere con questo rimorso. 
Stranamente la ragazza sembra stare meglio nonostante la ferita sembra ancora molto frescha.
Quest'ultima butta arco e frecce via e tira fuori un'ascia. Io metto a posto i coltelli da lancio e tiro fuori i miei due pugnali. Non voglio combattere; ho paura, Liana è decisamente molto più brava di me è non so se ne uscirò viva.
La ragazza dell'uno mi sta per colpire con la sua ascia ma fortunatamente la blocco in tempo con i miei due pugnali; l'ascia è pesante e Liana sembra non averne il controllo visto che il peso dell'arma mi è addosso; faccio ruotare lascia in modo da far andare a terra l'arma e la blocco con i piedi. Liana è senza copertura mentre io ho i miei pugnali liberi; le infilo uno dei miei pugnali al collo. Il colpo di cannone suona per la primo favorito.

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Capitolo 21
*** Voler morire ***


21-Voler morire
La settimana della caccia è quasi finita e non ho ancora raggiunto il numero di vittime giusto per ricevere il mio dono.
La foresta è tranquilla, troppo tranquilla. Non si sente un colpo di cannone da quattro o cinque ore, è strano.
È il mio turno di guardia, guardo il cielo dell'arena mentre Charlie dorme tranquillamente. Sono contenta che si fidi di me tanto da dormire senza nessun problema, io sinceramente non ci riuscirei anche se mi fido di lui.
Sento un campanellino; deve essere sicuramente un dono, ma perché ora?
Un cilindro di metallo mi cade sulle gambe; lo apro e trovo un biglietto.
"La vittoria è vicina. Impegnati al massimo.
Ti voglio bene, Catherine. Max"
Non c'è altro.
È strano come un bigliettino con oche parole ti possa far sentire meglio.
-non credo che riuscirò a dormire- disse Charlie. Credevo che stesse dormendo.
-non dormi?- gli chiedo io.
-andiamo a caccia- mi propone il biondo dell'uno.
-perché non riposiamo- gli dico mentre trattengo uno sbadiglio.
-la notte è perfetta per la caccia. Andiamo, dai- insiste Charlie. Non so perché ma non riesco a dirgli di no ed annuisco.

Giriamo per circa un'ora quando mi venne una buona idea.
-dividiamoci, se uno dei due trova qualcosa manda un segnale-
-che tipo di segnale?- mi chiede Charlie perplesso.
-non siamo molto lontano. Possiamo fare il verso del gufo; da quando sono qui non ne ho visto neanche uno; non ci sbaglieremo- gli propongo. Charlie annuisce e si dirige verso morte mentre io vado ad est.
Sento un lamento non molto distante e mi sbrigo per raggiungere il presunto tributo.
Una delle ragazze del tre è finita in una trappola (sicuramente costruita da i favorito).
È praticamente in fin di vita; il suo sangue continua a bagnare la terra umida dell'arena mentre io sono indecisa se mettere fine alla sua tortura.
-uccidimi- mi implora la ragazza.
Io mi siedo accanto a lei e le asciugo un pò il sudore.
-perché sporcarmi le mani se stai per morire?- le chiedo con tono freddo.
-non voglio dare questa soddisfazione ad i favoriti- un pò la capisco ma non me la sento di sporcarmi le mani.
-tu prego!- continua ad implorarmi - non morirò in tempo; i favoriti verranno a momenti ed io non voglio dargli questa soddisfazione-
La ragazza del tre prende un suo pugnale e me lo dà un mano; vuole morire ed in questo momento mi sembra la cosa più gusta.
Chiudo gli occhi, la infilzo dritta al cuore ed il colpo di cannone suona anche per lei.
Sento la petulante voce di Lucia e me ne vado all'istante.
Vado nella stesso posto in cui io e Charlie ci siamo divisi e trovo quest'ultimo a guardarmi appoggiato ad un albero.
-come è andata?- mi chiede il biondo dell'uno.
-abbastanza bene. Scusa se non ti ho chiamato ma stavano per venire i tuoi ex-alleati- gli racconto mentre mi guardo attorno.
Lui fa foto di niente, sembra quasi che non gliene importi.
-tu?- gli chiedo io.
-un ragazzo del sei...- il fatto che lo dica così tranquillamente mi spaventa ma lui è e rimane un favorito, cattivo e sadico.

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Capitolo 22
*** Suicidio ***


22- suicidio
Manca un giorno alla fine di questa settimana e non vedo l'ora che finisca, non vedo l'ora di ricevere il mio dono.
Questa volta sia io che Charlie abbiamo dormito su un albero, così abbiamo avuto la possibilità di dormire entrambi.
È l'alba ed sentiamo sei colpi di cannoni praticamente tutti insieme; chissà chi è.
I colpi di cannone hanno svegliato Charlie ed adesso sembra molto stordito.
-hai fame?- gli chiedo io.
-sì, sono giorno che non mangio-
-perché non vai a cercare dell'acqua, l'abbiamo finita mentre io vado a cacciare qualcosa- il fatto che i favoriti non sappiano andare a caccia di animali mi fa' davvero ridere e purtroppo mi scappa una risata soffocata.
-che c'è?- sembra arrabbiato.
-niente, niente- mento.
Lui fa finta di niente anche se lo sa molto bene perché mi è scappata una risata soffocata.
Charlie scende dall'albero e si reca al fiume.
Io affilo velocemente e miei coltelli da lancio e scendo per la caccia.
Ormai conosco queste foreste come quelle del sette, sarà praticamente impossibile perdersi. 
Sono vicino al precipizio e ancora niente. 
Continuo a cercare quando sento un pianto, una voce femminile molto familiare ma non è Lucia; continuo a pensare fino a quando mi viene in mente...Erika.
Corro verso il precipizio nella speranza di poter ritrovare i miei amici, sarebbe il dono più bello di sempre. 
Non appena arrivo trovo Erika davanti al precipizio che piange disperatamente.
-Erika!- la chiamo per farmi notare.
-non ti avvicinare!- cosa vuole fare, ma è pazza!
-non voglio più andare avanti, soffro e basta- mi dice piangendo.
-non fare cazzate e scendi di lì- cerco di confortarla.
-morirò comunque- sembra ancora più disperata.
-io credo in te e so che puoi farcela- non voglio che muoia in questo modo, è la mia migliore amica.
Mi avvicino a lei senza che se ne accorga.
-ti voglio accanto a me fino all'ultimo giorno- insisto.
-Jake è morto- questa notizia mi fa scendere le lacrime fino a non riuscire a controllarmi.
-hai ancora me- continuo a insistere.
Lei si gira a guardarmi a mi da la mano. Finalmente l'ho convinta ma quando si gira per scendere scivolare e cade, siccome la tenevo per mano sono caduta anche io e ho sbattuto la pancia contro una roccia. Mi scendono le lacrime dal dolore ma non mollo la presa, non la lascerò cadere.
Il peso di Erika e della mia testa mi fanno scivolare. Non posso credere che stia finendo così. Morirò senza poter rivedere Jake o Max o Mamma... O Charlie, non so perché penso a lui ma so solo che vorrei che fosse qui.
Tengo ancora stretta la mano di Erika quando qualcuno mi prende per la caviglia. Sono a testa in giù; mi concentro su stretta di mano tra me è Erika mentre cerco allo stesso tempo di alzare lo sguardo e capire chi è. Chiunque sia deve essere molto forte; piano piano mi sento tirare su. Quando riesco a toccare terra vedo Charlie e riesco a sorridere, anche se mi scoccia il fatto che mi abbia salvato, vuol dire che sono in debito con lui.
Entrambi tiriamo su Erika. 
La ragazza dai capelli biondi come il miele è disperata e lo sono anche io per la morte di Jake, entrambe scopiamo a piangere quando ci guardiamo in faccia e ci stringiamo l'una all'altra. Siamo felici di essere di nuovo insieme ma allo stesso tempo piangiamo per Jake.

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Capitolo 23
*** Di nuovo insieme ***


23-di nuovo insieme
Erika si allontana da Charlie affermando uno dei miei pugnali.
-sta calma! Lui sta con me...- mi viene difficile dirlo, prima degli Hunger Games non volevo saperne di favoriti ma adesso non posso fare a meno della presenza di Charlie.
-ho sempre pensato che stare troppo tempo nella foresta ti faccia male e adesso ne ho la conferma- mi dice Erika ancora con il coltello puntato verso Charlie.
Cerco di calmarla ma sembra inutile fino a quando non sceglie lei di abbassare il coltello.
-vi va qualcosa da mangiare?- cerco di cambiare discorso per alleggerire la tensione e sembra funzionare....per ora.
Erika sembra ancora molto scossa mentre Charlie è abbastanza arrabbiato per la nuova alleata.
-io vado a cercare dell'acqua...- ci dice Charlie mentre va via abbastanza infuriato.
- spiegami- mi dice Erika abbastanza perplessa.
-è una lunga storia- non ho voglio di raccontare tutta la storia, specialmente la morte di Blue.
-mi aiuti a fare una trappola?- cerco di cambiare discorso.
Sono felice di aver ritrovato la mia migliore amica ma Charlie non sembra esserne tanto felice.

È notte e il primo turno la faccio io. Durate la cena nessuno dei tre ha aperto bocca e questo non è una cosa bella.
È quasi notte ed è l'ultimo giorno della settimana, chissà cosa riceverò come dono.
Sono seduta con la schiena appoggiata ad un albero; alla mia destra c'è Erika che si è addormentata praticamente subito anche se con le lacrime agli occhi. Alla mia sinistra c'è Charlie che si è appena alzato e sta venendo verso di me.
-non dormi?- gli chiedo io.
Lui mi guarda per qualche secondo poi si siede accanto a me.
-non ho sonno- mi risponde con tono freddo.
-dovresti riposare o non riuscirai a fare il tuo turno- non perché ma mi preoccupo per lui.
-perché le hai dato false speranze?- mi chiede il biondo dell'uno guardando Erika.
-lei è la mia migliore amica e non voglio che se ne vada o almeno non un quel modo- voglio molto bene a Erika, è come una sorella per me.
-preferisci che finisca tra le mani di Victoria?- cerca di provocarmi.
Mi trattengo poi rispondo - Erika è la mia migliore amica e non voglio certo che faccia stupidagini, perchè morire in quel modo-
-devi volerle davvero tanto bene- la voce di Charlie cambia, sembra più dolce di prima.
Siamo molto vicini, riesco perfino a sentire il suo respiro ma tutto questo dura poco e viene interrotto dalla voce di uno degli strateghi.
-attenzione tributi, la settimana della caccia è finita ed i pochi tributi che riceveranno sono : Josh, Charlie, Dean, Sandra, Victoria, Catherine, Sasha-
Dopo di che hanno iniziato a far vedere le foto dei tributi caduti.
1. La prima ragazza del distretto uno.
2. La prima ragazza del distretto tre
3. La seconda ragazza del distretto tre
4. Il primo ragazzo del distretto quattro
5. La prima ragazza del distretto quattro
6.la seconda ragazza del distretto quattro
7. Il primo ragazzo del distretto sei
8. La prima ragazzo del distretto dei
9. Il secondo ragazzo del distretto sette
Quando vedo la foto di Jake mi viene da piangere, non ho avuto neanche la possibilità di vederlo.
10. Il primo ragazzo del distretto nove.
11. Il primo ragazzo del distretto undici
12. Il secondo ragazzo del distretto undici
13. Il primo ragazzo del distretto dodici
14. Il secondo ragazzo del distretto dodici.

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Capitolo 24
*** Se il tuo dono vorrai trovare il suono dell'acqua dovrai ascoltare ***


Siamo rimasti in venti nell'arena ed i giochi si faranno più difficili.
Mi sono appena svegliata e trovo Charlie mezzo addormentato e solo dopo pochi secondi mi accorgo di essermi addormentata sulla sua spalla. Mi allontano prima che si svegli e farò finta di niente.
Erika dorme ancora e approfitto della situazione per prendere una boccata d'aria da sola.
È strana l'arena la mattina, il tributi non sono ancora partiti per la caccia ed il posto diventa quasi piacevole con questo silenzio.
Un piccolo bigliettino cade dal urlo dell'arena; c'è scritto Catherine così lo apro. È Un indovinello "se il tuo dono vorrai trovare il suono dell'acqua dovrai ascoltare" penso proprio che i doni di trovino vicino ad una fonte d'acqua.... Ma quale. Molti ruscelli sono delle semplicissime trappole.
Torno da Charlie ed Erika e li trovo già in piedi. Loro ancora non mi vedono ma io vedo loro; stanno leggendo un biglietto, deve essere il bigliettino di Charlie. Chissà cosa c'è scritto.
Mi avvicino ad i due tributi.
-solo chi a superato la prova riceve il dono, hai per caso ricevuto un bigliettino o qualcosa del genere?- mi chiede Erika.
Io annuisco e le passo il mio bigliettino.
Charlie mi passa il suo e gli dò un'occhiata veloce.
"Se il dono vorrai trovare il suono dell'acqua dovrai ascoltare" è la stessa frase che c'è scritta sul mio bigliettino, questo potrebbe significare morte certa, se ci vogliono attirare in un posto preciso saremo costretti ad incontrarci; a questo punto non so se voglio ancora avere quel dono.
-è una trappola- dice Charlie sospirando.
-sicuramente... Ma non lo sapremo se non ci andiamo- gli rispondo io ci stesso tono.
-votiamo!- aggiunge Erika, -quelli a favore- io alzo la mano, sarà anche un trappola ma in un modo o nell'altro dovrò pur morire. Charlie la alza ma non ne sembra tanto convinto.
Erika ha lo sguardo rassegnato, sa molto bene che deve venire con noi.
Iniziamo la nostra ricerca dell'acqua e solo dopo ore di cammino troviamo un ruscello.
Questo ruscello è familiare, sembra il ruscello che avevo visto circa due settimane fa, sembra il ruscello di quel serpente maledetto, sembra il ruscello dove è morto Blue.
Ho paura, non mi piace questo posto, prendo Charlie e Erika e li allontano subito di lì.
Dopo altre due ore di camminata troviamo il grande fiume.
Charlie appoggia lo zaino vicino ad i cespugli e prepara le sue armi. Io do uno dei miei pugnali ad Erika e mi preparo al combattimento nel caso ci dovesse trovare qualcuno.
"Se il dono vuoi trovare il suono dell'acqua dovrai ascoltare"
Il fiume è molto rumoroso, soprattutto sul punto dove si trova un piccola cascata. Mi avvicino al punto più chiassoso, cioè l'impatto dell'acqua contro la roccia.
"Se il dono vorrai trovare il suono dell'acqua dovrai ascoltare" continuo a ripetermi questa frase ed il mio intuito mi dice di cercare proprio qui.
-qui non c'è niente- borbotta Erika.
-andiamocene- aggiunge Charlie.
Io credo che bisogno essere più dettagliati nelle cose che si fanno; continuo a guardare attentamente quella zona e solo adesso noto un piccolo passaggio.
-guardate!- chiamo Erika e Charlie.
Charlie è il primo ad arrivare e mi guarda curioso.
Indico il passaggio abbastanza stretto.
-ci vuole una persona molto agile per passare- dice sospirando Erika appena arrivata.
Tutti e tre sappiamo molto bene che è la persona più adatta a questo tipo di "lavoro" quindi non faccio discussioni e mi concentro sul non cadere in acqua.
Il passaggio è stretto e molto scivoloso, sento l'acqua sulla schiena e la pancia strisciare contro la roccia. Sono arrivata, finalmente.

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Capitolo 25
*** Rifornimento ***


25-Rifornimento 
-venite, ragazzi!- urlo ad i miei alleati.
La prima ad arrivare è Erika che ha rischiato di cadere un paio di volte mentre Charlie è arrivato completamente zuppo.
-spero che tu abbia una buona motivazione per essere qui perché io mi sono letteralmente fatto la doccia- commenta sarcasticamente il biondo dell'uno.
Erika rimane in silenzio ed osserva il passaggio.
Iniziamo a cammino lungo il passaggio uno dopo l'altro perché la strada è molto stretta e l'aria è irrespirabile.
Arriviamo in un grande magazzino pieno di armi, cibo, tende e tutto il necessario per la sopravvivenza. Gli strateghi hanno voluto premiare solo i più forti e chi avesse avuto il testa e la concentrazione per capire dov'era il bottino.
Sono al settimo cielo e la prima cosa che vado a vedere è il cibo; ho una fame da lupi e prendo dei panini mettendoli dentro il mio grande zaino.
Erika è andata a vedere il reparto del pronto soccorso mentre Charlie sta cercando armi.
Riempio una buona parte della zaino di cibo poi passo alle armi.
Prendo altri coltelli da lancio e qualche freccia, Charlie mi passa un pugnale ed io lo accetto senza dire niente.
-secondo voi i favoriti troveranno il bottino?- chiede Charlie mentre va a sgranocchiare qualcosa.
Vado a prendere una scatola del pronto soccorso e vedo che Erika sta nascondendo un coltellino nella. Zaino. Capisco che si voglia difendere ma se vuole farlo davvero dovrebbe prendere altro. Erika si gira a guardarmi ed io mi avvicino lentamente a lei.
-se vuoi un coltello decente puoi chiedere a Charlie o a me- le dico osservando la tasca nella quale ha messo il coltello.
-non è da me....- mi risponde lei.
-questi sono gli Hunger Games; sai quanto sono cambiata io in queste due settimane...- io voglio che si sappia difendere.
Usciamo dal magazzino e ci rifugiamo nella foresta.
Charlie rimane davanti a noi mentre Erika cammina accanto a me.
Sento le dita di Erika sfiorarmi il polso e capisco subito che vuole parlarmi faccia a faccia da sole. Lasciamo allontanare leggermente Charlie ed Erika di gira a guardarmi.
-quando hai intenzione di eliminarlo?- mi chiede la bionda. Questo domanda mi fa rimanere di sasso; era una cosa a cui non avevo mai pensato; l'idea di uccidere Charlie mi fa stare male e sinceramente adesso preferisco che lo faccia un'altro.
-vuoi ucciderlo?- le chiedo sorpresa.
-Catherine, devi farlo prima che lui uccida te- mi dice Erika.
Erika ha ragione se non mi do una mossa potrebbe essere lui a fare fuori me ma non di esserne capace; dopo tutto quello che abbiamo passato è impossibile pensare ad una cosa del genere.
Smetto di pensare e continuo camminare senza aggiungere altro; solo dopo qualche secondo Erika comincia a camminare.

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Capitolo 26
*** Schiena ***


È mattina presto ed io non riesco a smettere di pensare a quello che mi ha detto Erika; c'è solo un vincitore e se non lo uccido io mi ucciderà lui.
-buongiorno- mi dice Charlie venendo da me.
-stiamo per finire l'acqua; dammi la borraccia che vado a prenderne- mi dice il biondo dell'uno.
-buona idea. Io vado a cacciare qualcosa con Erika- gli rispondo io.
Lui sembra sorpreso come se stessi per fare qualcosa che non ha mai visto fare in tutta la sua vita.
-la tua amica sa cacciare?- mi chiede con tono sorpreso.
Adesso capisco la sua espressione.
-giusto per farmi compagnia- gli dico mentre affilo i miei coltelli da lancio.
Erika dorme ancora e come ogni mattina la trovo con gli occhi gonfi di lacrime, sarà disperata per la morte Jake e lo sono anch'io solo che cerco di concentrarmi sulla sopravvivenza.
Charlie è andato ed io vado a sedermi accanto ad Erika; la guardo mentre piange per la persa che ama e che a perso mentre io la guardo e ripenso a quello a Jake, a quello che lui a fatto per lei. 
-smettila di guardarmi, mi fai paura- mi dice Erika con gli occhi ancora chiusi.
-scusa, dai alzati così andiamo a caccia- le dico.
Erika si alza velocemente e si sistema un po i capelli.
Le do un pugnale che ho preso dal magazzino.
Lei lo prende ma non sembra tanto convinta.

Abbiamo preso degli scoiattoli ed una lepre ma niente di grosso.
-facciamo una pausa- le dico mentre poso la mia roba a terra. la bionda si siede a sgranocchiare una vacca ed io sto per fare lo stesso quando sentiamo uno strano rumore.
Mi avvicino al punto da dove proviene il rumore quando finisco in una trappola, è una rete molto robusta, sono all'interno della rete che è appesa ad un albero come un sacco. Come ho fatto ad essere così stupida. 
-dove credi di andare biondina?- chiede una voce femminile da dietro.
Mi giro da Erika e vedo Victoria che la tiene in pugno.
-ciao, sette!- mi dice guardandomi.
Victoria è più robusta e forte di Erika e la butta a terra a pancia in giù.
La bionda è disperata mentre supplica la ragazzina del due di lasciarla andare.
Victoria prende un pugnale e mi dice guardando la schiena da Erika -Charlie deve averti raccontato che mi piace torturare le bionde, quindi saprai che tu sei la prossima-.
Io non ho niente per tagliare la rete quindi non posso uscirne.
Victoria passa il suo pugnale lungo la schiena di Erika, il taglio sembra molto profondo perché sta uscendo molto sangue. Erika sta urlando a più non posso fino a rimanere senza voce, cerca di ribellarsi senza riuscirci.
Posso ancora aiutarla, cerco di liberarmi a tutti i costi ma non ci riesco fin quando mi ricordo di tenere un coltello dietro la schiena e lo prendo subito; non è molto affilato ma meglio di niente.
Victoria sembra eccitata da tutto quel sangue e ha nessuna intenzione di fermarsi; appena ha finito il suo lavoro mette la sua vittima a pancia in sù e fa quello che fa a tutte le sue vittima: una V sulla guancia. Erika a smesso di ribellarsi ma respira ancora. Io ce l'ho quasi fatta e questione di secondi ma in questo pochi secondi Victoria può fare tanto.
Victoria guarda la sua vittima attentamente poi impugna il suo coltello e la pugnala al cuore, in quel momento mi sembra di aver ricevuto la stessa pugnalata, non posso fare altro che urlare. 
Finalmente sono posso uscire, quello che davanti non è una ragazzina di dodici anni ma un animale; quello che in mano non sarà letale come quello che ha lei ma voglio vendicare Erika e Jake, Victoria ha ucciso i miei amici barbaramente ed io voglio che soffra come ha fatto soffrire quelle persone che erano importanti per me.
Cammino verso Victoria, lei prende il pugnale e si prepara a combattere ma io le strappo via il pugnale con un movimento veloce; il bambina del due sembra impaurita ma non mi interessa, metto i coltelli a posto e prendo Victoria per la maglia, siamo faccia a faccia e la sua espressione cambia, sembra quasi che abbia paura. La sbatto un paio di volte contro un tronco e la butto per terra.
-ti prego! Lasciami- mi supplica la ragazzina.
-e perché dovrei farlo? Tu non l'hai fatto con Erika....- le rispondo impugnando il coltello.
Sta per piangere ma non mi importa perché voglio soffra come ha fatto soffrire la mia migliore amica.
Impugno il coltello e le faccio una profonda cicatrice a forma di C; Victoria urla dalla disperazione ma non mi fa nessun effetto e per finire le taglio la gola in un colpo solo ed il colpo di cannone suona anche per Victoria.
-Catherine!- mi chiama una voce maschile. Un qualche secondo Charlie si trova accanto a me.
-ho ucciso una bambina...- sussurro.
Mi guardo le mani sporche di sangue; l'arena mi ha cambiata, prima non ero così aggressiva e vendicativa e solo adesso mi pento del modo in cui ho ucciso Victoria.
-sono una persona orribile, come faccio a vivere con questo rimorso?- mi chiedo.
-meglio andare, o ti troveranno i favoriti- mi consiglia Charlie.
Io mi alzo lentamente con lo sguardo fisso sul viso della bambina del due con gonfi di lacrime; lei era sadica e uccideva come se fosse una cosa normale ma io ho i miei valori e facendo così sono arrivata ad i suoi livelli; vorrei piangere ma non ho più lacrime.
Charlie mi da una borraccia e un asciugamano per lavarmi via il sangue anche se lo vedrò sempre.

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Capitolo 27
*** Vendetta ***


Non ho chiuso occhio tutta la notte, non credo di poter andare avanti di questo passo.
Sono sdraiata sulla terra umida e cerco di trovare una posizione comoda per dormire così mi giro dall'altra parte ma mi ritrovo a qualche centimetro di distanza da Charlie; non ricordo se mi sono avvicinata io o si è avvicinato ma so che non deve saperlo, non voglio che mi veda così vulnerabile.
Mi sento osservata, ma questo dovrebbe straboccare di telecamere ed infatti ne sento una muoversi non molto lontano da me.
-Già sveglia?- mi chiede il biondo dell'uno.
-la domanda giusta è se ho dormito?- gli rispondo io.
-non hai ancora chiuso occhio? Si vede, sembra uno zombie appena uscito dalla terra- cerca di farmi ridere io effettivamente mi scappa un sorriso ma niente di più.
-vado a cacciare qualcosa per colazione, prepari il fuoco?- 
-va bene.- mi risponde Charlie.
Cammino per circa qualche minuto prima di trovare un animale ma è molto familiare, mi sembra di averlo già visto, sembra un lupo ma le stazze sono il triplo; sembra proprio il bestione che ci cacciati nel deserto, l'ultima cosa che voglio e che mi nota così cerco di allontanarmi.
La bestia deve aver fiutato il mio odore e mi ha notata, non riesco a pensare a niente, non posso scappare, non sono abbastanza veloce; preparo i miei pugnali.
Il bestione si prepara e mi viene addosso, io preparo il lancio e miro alla gola quando si sta per lanciare contro di me e riesco a ucciderlo con un colpo alla gola.
È morto ma il problema e che il suo corpo è sopra le mie gambe e con quello che pesa non ce la faccio a sollevarlo.
Sento dei passi, spero che sia Charlie ma il tributo che si è avvicinato Dean, il primo ragazzo del due.
-ciao sette!- mi saluta. C'è odio nei suoi occhi e mi ricordo di Liana.
-sai che io è Victoria ti cerchiamo di molto giorni....- saprà sicuramente che ho ucciso Victoria e vorrà vendicare sia Liana che Victoria.
-Victoria è una macchina per uccidere, era una macchina per uccidere- continua a parlare per farmi capire quali sono le sue intenzioni.
Dean prende la sua ascia e si prepara, io chiudo gli occhi. Io ho vendicato Erika e Dean vuole vendicare Liana e Victoria, credo di meritarmi questo fine.
Sento del liquido cadermi in faccia ma non sento dolore.
Riapro gli occhi, Dean è a terra pieno di sangue mette accanto a me c'è Charlie.
-cosa faresti senza di me?- mi chiede con tono sarcastico.
-cosa! Guarda che lo stavo uccidendo io!- mento ma sono così poco convincente che scoppiamo a ridere.
-ma se nemmeno tu credi alle tua parole- mi dice Charlie -dai, ti aiuto ad alzarti.
Charlie il più forte tra i tributi e non ci mette molto a trascinare via la bestia.
Mi tira per un braccio per farmi alzare e gli finisco addosso; non siamo mai stato così vicini. 
-hai un po' di sangue sulla guancia- Charlie mi accarezza la guancia con dolcezza, è la prima volta che lo fa; prima pensavo che un favorito fosse solo una macchina per uccidere ma Charlie è la prova che non è vero perché adesso che siamo faccia a faccia noto che ha gli occhi di una persona che ha sofferto e che quel modo di compattarsi non nient altro che una corazza per non far vedere il vero lui.
Charlie si avvicina ancor di più a me e le nostre labbra si sfiorano lentamente.
Per la prima volta riesco a dimenticare l'arena e godermi questo momento intenso.
Le mani di Charlie scendono fino ad arrivare ad i fianchi mentre i gli sfioro leggermente il viso.

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Capitolo 28
*** Sbaglio ***


Io è Charlie ci allontaniamo di qualche passo; il biondo dell'uno sembra imbarazzato ed io anche, nessuno dei due apre bocca. Certo che tutto mi sarei aspetta ma non questo.
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce del primo stratega. -attenzione tributi, siamo alla quarta settimana ed sono rimasti solo dieci tributi tra cui:
1. Josh, distretto uno.
2. Charlie, distretto uno.
3. Lucia, distretto uno.
4. Sandra, distretto due.
5. Peter, distretto due.
6. Cleo, distretto tre.
7. Kyle, distretto tre.
8. Catherine, distretto sette.
9. Sasha, distretto undici.
10. Debby, distretto dodici.
Grazie per la vostra attenzione- concluse il primo stratega.
Sasha e Debby sembrano molto forti e sarà difficile ucciderle mentre quelli del tre sono intelligenti e molto furbi.
C'è silenzio e nessuno dei due parla così spezzo il silenzio dicendo -io vado a togliermi il sangue dal viso-, lui annuisce sorridendo.
Mi incammino verso il fiume e ripenso al bacio, è stata una delle emozioni più intense che abbia mai provato ma dove cercare di rimanere distaccata e ricordarmi che qui non c'è spazio per l'amore.
Sono arrivata al fiume e mi lavo il viso con l'acqua; guardo il mio riflesso nell'acqua, era da tanto che non mi vedevo, devo aver peso molti chili che ho il viso magro e pallido, i miei capelli sono rovinati e sporchi.
Devo tagliare i ponti con Charlie prima che sia troppo tardi, anche se mi mancherà tantissimo la sua presenza e compagnia lo devo fare, non voglio che le cose vadano avanti perché sarebbe troppo doloroso per entrambi; solo l'idea mi fa piangere ma non ho altra scelta.
Preparo il mio zaino e vado a parlare con Charlie ma quando mi giro vedo lui che sta venendo da me.
-ti devo parlare-mi dice lui.
-anche io- gli rispondo cercando il stare calma.
-senti; forse e meglio che spezziamo l'alleanza- sono contenta che abbia pensato alla stessa cosa che ho pensato io.
-ti stavo per dire la stessa cosa- gli rispondo.
-non prenderla male, non voglio farti del male- continua a parlare.
-quelli che è successo è stato uno sbaglio ed è meglio dimenticarlo- gli dico io. Evito il suo sguardo, non ce la faccio a guardare quei occhi blu mare nella quale sono annegate giusto una ventina di minuto fa.
-io non voglio dimenticare, semplicemente non voglio farti del male e credo che questo sia il modo migliore- conclude lui.
-bene. Allora buona fortuna- non gli do il tempo di rispondermi che mi giro ed inizio a camminare via da lui.
Quando sono già lontana mi fermo ed le lacrime iniziano a scendere, piango per tutto, per Jake, Erika, Blue, la modo barbaro con cui ho ucciso Victoria e lo sbaglio con Charlie. Voglio sfogarmi una volta per tutte perché non ca la faccio a tenermi tutto dentro.

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Capitolo 29
*** Vecchi racconti ***



Siamo all'ultima settimana degli Hunger Games, siamo rimasti in dieci ed io devo capire come eliminarli.
È notte fonda e non c'è anima viva, non riesco a dormire ma se non riposo non reggerò molte giornate.
Le giornate si fanno più corte e fredde; sette o otto ore e il sole già tramonta e la notte dura ancora meno.
Mi alzo e prendo lo zaino per cercare qualcosa da mangiare; ho qualche mela un pò di scoiattolo avanzato da ieri.
Sono curiosa di sapere dove sono Sasha e Debby, magari con un pò di fortuna posso trovarle e formare un'alleanza, non mi va di stare sola.
Mi metto in cammino verso il nord, l'ultima volta che ho visto Sasha e Debby stavano andando verso il nord dell'arena.
Preparo il zaino,affilo velocemente le mie armi.

Cammino per delle ore ma non trovo nessuno; chissà dove sono i favoriti.
Ci sono buone probabilità che trovi i favoriti alla cornucopia per ciò faccio il giro. 
Ripenso a Charlie e mi viene da piangere ma non ho più lacrime, anche se odio ammetterlo Charlie mi manca tanto. 
Libero la testa da questi pensieri e mi concentro su quello che è attorno a me; più vado verso nord più sento freddo e questo non mi incoraggia per niente, io non sopporto il freddo.
Continuo a camminare fino ad arrivare alla cornucopia quando sento delle risate; Josh, Lucia, Peter e Sandra sono seduti a ridere spensierati come se non fossero neanche nell'arena come se la perdita di tre alleati non fosse niente.
Mantengo un distanza giusta per vederli ma non farmi vedere e continuo a camminare fino ad arrivare a nord.
Qui gli alberi sono molto robusto e alti, salire su uno di questi ma farà avere un visione migliore di tutta arena.
Lo zaino è pesante e mi rallenta ma non voglio commentare lo stesso errore con Victoria e lo porto su con me.
Sarò a cinque metri da terra e ancora non vedo bene così lego lo zaino al tronco e continuo ad arrampicarmi. 
Vedo la foresta ma non vedo nessun tributo, forse mi devo rassegnare a passare gli ultimi giorni dell'ala vita, almeno ho dei bei ricordi a cui pensare. Si fa buio ed io non voglio passare la notte giù perciò cerco un tronco che mi regga il mio peso e mi preparo per la notte.
Riesco finalmente a dormire quando sento un verso a me familiare; guardo giù e vedo dei piccoli lupi, gli stesso che hanno attaccato Charlie il giorno che ci siamo incontrati, stano dormendo sotto il mio albero e questo significa morte certa; se scendo mi mangiano viva, se rimango muoio di fame e di sete, come potrebbe andare peggio.
Magari con un po' di fortuna se ne vanno quindi non mi resta che aspettare.

È quasi mattina ed io ho dormito giusto qualche ora, i lupi se ne stanno andando quando sento delle urla e due colpi di cannone; i lupi corrono verso est ed io posso finalmente scendere.
-attenzione tributi. Vi comunichiamo che Cleo, distretto tre e Kyle distretto tre sono deceduti;  grazie per la vostra attenzione- dice il primo  stratega.
Devono essere morti per mano dei lupi; che brutta fine diventare la colazione di un branco di lupi.
Tengo il pugnale in mano nel caso trovi nemici e inizio a perquisire la zona.
Vedo un del fumo da ovest, devono essere Sasha e Debby. Corro verso il punto da dove proviene il fumo e trovo le due ragazze dei distretti remoti, sembrano sorprese di vedermi.
-Catherine?- esclama Sasha.
-non sembrate felici di vedermi- le rispondo sorpresa.
-non pensavamo di rivederti- mi dice Debby.
-mi credevate morta?- le chiedo io.
-no! Semplicemente non pensavamo di rivederti- specifica Sasha.
-posso unirmi a voi?- le chiedo.
Le due ragazze si guardano a vicenda poi Debby si volta verso di me ed annuisce. Io le sorrido e mi avvicino a loro.
-come ci ha trovato?- mi chiede Debby.
-il fumo del vostro fuoco mi ha portato qui- sembrano sorprese.
Sasha si alza e spegne immediatamente il fuoco quando cala il buoi nell'arena.
-siamo fregate- commenta Debby.
-non ancora; nascondiamoci sugli alberi, no ci vedrà nessuno- le suggerisco.
-non siamo molto abili ad arrampicarci sugli alberi- risponde Sasha.
-allora stiamo qui! Dubito che ci vedano i favoriti- aggiunge Debby.
Ci sediamo tra i dietro i cespugli in modo da non esser visti.
-mi chiedo quale strategia abbiano usato Katniss e Peeta per vincere?- sussurra Sasha.
Questo nomi mi sono molto familiare ma non riesco a ricordare da dove vengono.
-chi sono?- chiedo a Sasha.
Le due ragazze mi guardano come se fossi un aliena.
-non conosci la storia della ragazza in fiamme?- mi chiede Debby, dal suo tono sembra che abbia commesso chi sa quale reato.
-veramente no!- confesso.
-non c'è da sorprendersi, ormai sono poche le persone che ricordano la rivolta- aggiunge Sasha.
-potete raccontarmi qualcosa?- le chiedo io.
Debby si mette vicino a le ed inizia a parlare - stiamo parlando dei 74esimi Hunger Games, gli Hunger Games dove la ghiandaia imitatrice ha vinto insieme al ragazzo del pane, Katniss Everdeen e Peeta Mellark. Sono gli unici Hunger Games dalla quale sono usciti due vincitori - gli occhi di Debby sembrano brillare quando parla di loro, come se fossero stati un punto di salvezza. -Katniss riuscì a scatenare una rivolta contro Capitol City ma morirono tutti durante una battaglia, non c'è nessuno vivo-.
-ti sbagli! Si dice che Enobaria, la vincitrice dai denti come squalo sia viva e che viva nei punti più remoti del distretto due- la corregge Sasha.
-sono solo voci! Avrebbe più di ottant'anni!- aggiunge Debby.
-non è poi così anziana!- aggiungo.
-si, ma con tutte le tortura subite qui a Capitol City è difficile che sia sopravvissuta per così tanto tempo- continua Debby.
-quali torture?- chiedo curiosa.
-quando Katniss distrusse l'arena della terza edizione della memoria Peeta, Enobaria e Johanna sono stati catturati da Capitol City e torturati- mi racconta Debby.
-l'unica persona che conosco di tutta questa rivolta è Johanna, Meson giusto?- chiedo per la conferma.
-esatto! La vincitrice del distretto sette!- aggiunge Sasha.
-questo è tutto quello che sappiamo- conclude Debby.
-nei distretti che parla di questa storia in pubblico e viene beccatosi prende venti frustrate- continua Sasha.
-sapevo che i pacificatori dei distretti più remoti sono molto severi ma non pensavo che potessero arrivare a questo punto- rispondo sorpresa.
-non esiste libertà. Dopo la rivolta i pacificatori sono peggio di prima- commenta Sasha.
-beh! Cambiamo discorso, anzi dormiamo o domani non mi sveglio- dice Debby, dopo di che ci sdraiamo dietro i cespugli ed iniziamo a riposare.

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Capitolo 30
*** Inseguimento ***


È mattina presto; la
foresta sembra calma, troppo calma.
-sei sveglia- mi dice una voce femminile da dietro. È Sasha.
-è difficile dormire qui, sopratutto all'ultima settimana- le rispondo.
-andiamo a caccia- mi invita Sasha svegliando Debby.
-è già mattina?- chiede un pò stordita la ragazza del dodici.
Mi alzo e do un'occhiata in giro, sembra che non ci sia nessuno nell'arena; c'è un silenzio di tomba, un pò fa paura.
Debby prende la rincorsa e sale su un albero, in qualche secondo e già sul punto più alto. Sono sorpresa; ho la faccia da ebete, non ho mai visto nessuno fare una cosa del genere.
-è l'unica cosa che sa fare...- mi dice Sasha.
Debby deve averla sentita e non sembra tanto soddisfatta di quello che a detto Sasha.
-è una mia impressione o non siamo da sole- mi dice Sasha.
-non sei l'unica ad avere questa impressione- urla Debby dall'albero.
In pochi secondi Debby inizia a scendere dall'albero quando una freccia le finisce dritta in gola ed il colpo di cannone suona un'altra volta; il corpo ormai senza vita della ragazza del dodici cade a terra.
Mi giro intorno per vedere il viso dell'assassino quando vedo un volto familiare, una ragazza dal viso dolce e gli occhi tondi e capelli neri; è Sandra, la prima ragazza del distretto due.
-scappa!- avverto Sasha.
Quest'ultima inizia a correre senza una meta ed io la seguo; non voglio trovarmi sola, soprattutto ora che i favoriti ci hanno trovati.
Preparo i miei coltelli da lancio nel caso dovessi essere attaccata.
-Catherine! Aiutami!- urla Sasha.
Sento un altro colpo di cannone e vedo il corpo di Sasha cadere a terra insanguinato. Peter, il ragazzo del due mi sta per lanciare una lancia addosso ma riesco ad evitarla per poco; mi nascondo dietro un albero quando mi trovo faccia a faccia con Sandra ed i suoi grandi occhi tondi. La ragazza cerca di colpirmi ad un occhio con un coltello senza successo poiché sono riuscita ad evitarle per un pelo anche questa volta.
Non ho nessuna speranza contro di loro per questo credo che la soluzione più giusta sia quella di scappare via il più lontano possibile.
Faccio cadere Sandra a terra e corro via con tutte le forze che ho.
I favoriti mi stanno alle calcagna e si avvicinano sempre di più, mi sembra che sia arrivata la mia fine. Continuo a correre anche se addensò neanche guardo dove sto andando; penso ad Erika, Jake, Blue, Debby, Sasha ed ha Charlie, chissà dove sarà adesso. Libero la testa da tutti i miei pensieri e mi concentro sui favoriti che sono sempre più vicini.
Sono arrivata al fiume ed oggi è più movimentato del solito; adesso avrò la possibilità di scegliere come morire, non so nuotare e se mi butto nel fiume non ne uscirò viva mentre se sto qui i favoriti mi troveranno e mi uccideranno.
Vedo il ragazzo del due, non ha l'aria minacciosa ma quello che mi preoccupa è chi arriva dopo.
Senza pensare mi butto in acqua e provo a nuotare ma non riesco a stare a galla; la corrente mi sta portando via e questa è una cosa buona. Riesco a tenere il viso fuori dall'acqua per respirare ma non per molto.
Le acqua si calmano e riesco finalmente a stare a galla; mi avvicino alla riva piano piano, non ho idea di dove sono so solo che non ho la forza per alzarmi, striscio fuori dall'acqua per allora marmo dal fiume ma non riesco a fare altro. Rimango lì mentre chiudo gli occhi e mi immergo in un sonno profondo. 

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Capitolo 31
*** Ritrovo ***


Mi risveglio esattamente nello stesso posto in cui mi ero addormentata esausta solo che adesso il fiume è nuovamente movimentato.
Dalla luce del sole sembra che sia già passata una buona parte della giornata.
Cerco di alzarmi quando noto che ho entrambe le braccia tremolanti, muoio di fame ma non ho la forza di andare a caccia.
Cerco nuovamente di alzarmi; con le gambe tremolanti cammino verso il fiume per bere un po' d'acqua.
Cerco del cibo nello zaino e trovo delle mele, neanche ci penso a quanto tempo erano lì dentro le prendo ed inizio a mangiarle.
Finisco di mangiare le mele quando sento dei passi non molto distanti.
L'arco è appoggiato alla mia destra, non devo fare movimenti bruschi; mi inchino leggermente e prendo l'arco e mi giro più veloce che posso; miro e tiro senza neanche capire chi era, solo adesso vedo che è Charlie che manca per un pelo la mia freccia.
Il ragazzo del uno scatta verso di me è cerca di colpirmi con una spada ma mi manca per poco; mi allontano e prendo i miei due pugnali più lunghi, non scapperò come ho fatto con i favoriti.
Lui si avvicina nuovamente ed iniziamo a combattere; ogni volta che la sua spada e i miei pugnali di scontrano mi viene da cadere per terra ma prendo tutte le forze del mio corpo e riesco a disarmarlo ma il ragazzo del uno mi lascia un taglio abbastanza sul braccio destro. Continuo ad attaccare ma evita senza problemi i miei colpo. Con una mossa svelta mi blocca entrambe le mani. Ci ritroviamo faccia a faccia; guardo quei suoi occhi azzurri in cui qualche giorno prima sono annegata.
Ricordo adesso di avere un coltello nascosto dietro la schiena, prendo segretamente il coltello, posso ancora muovere un braccio e con una mossa svelta gli faccio un taglio profondo sul braccio. Charlie mi lascia e si allontana di scatto.
Continuiamo a combattere fino a finire le forze e cadiamo entrambi a terra.
-tu ci riesci?- mi chiede lui con il sguardo fisso nel vuoto.
Io lo guardo con un espressione incredula.
-tu riusciresti ad uccidermi?- ero proprio quello che non volevo sentire, abbiamo combattuto ma quando è arrivato il momento nessuno dei due c'è la fatta.
-uno di noi deve comunque morire- aggiungo, sono praticamente senza voce.
-ma fino ad allora voglio starti accanto- le sue parole mi fanno scendere le lacrime, come potrò mai ucciderlo, ma mi manca tanto e non so se potrei senza di lui.
-insieme?- gli chiedo cercando di alzarmi.
Lui si alza e aiuta anche me.
-fino alla fine- conclude il biondo dell'uno.
Con le sue possenti braccia mi stringe a lui e finalmente riesco a sentire il suo calore che mi fa sentire sicura e protetta. Con una mano mi alza il mento e ci guardiamo negli occhi mentre il sue labbra sfiorano le mie con delicatezza e dolcezza.

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Capitolo 32
*** insieme fino alla fine ***


Sono passati due giorno da quando ho trovato Charlie e sento che non staremo ancora a lungo insieme; sono sdraiata accanto a lui, mi giro a guardarlo ed inizio ad acarezzarlo, è diventato pallido e magro oltre ad essere pieno di ferite.
Non avrei mai pensato di poter provare qualcosa del genere per un favorito, e pensare che all’inizio lo vedevo come un nemico ma adesso è l’unica persona di cui mi fido.
Ora capisco perchè si dice che una volta entrati si muore lo stesso, se non avrò fortuna moriro fisicamente ma se mai dovessi uscirne vive è come se fossi morta dentro; ho perso Erika, la mia migliore amica, la persona con cui ho condiviso tutto fino a qualche settimana fà, ho perso Jake e perderò Charlie se mai soppraviverò.
Charlie si sta svegliando.
-da quanto sei sveglia?- mi chiede sfiorandomi dolcemente la guancia.
-non ho chiuso proprio occhio- gli rispondo. Mi chiedo come faccia a dormire, specialmente in questi giorni.
Mi alzo e comincio a stiracchiarmi e lui fa lo stesso. Il ragazzo dell’uno si guarda attorno per vedere se ci sono gli altri tributi nei dintorni ma fortunatamente non c’è ne sono.
-Vado a darmi una sciaquata, torno fra un minuto- mi dice Charlie dirigendosi al fiume.
Lo aspetto dove abbiamo dormito quando sento un campanellino dall’alto. Alzo lo sguardo per vedere cosa hanno mandato gli sponsor e vedo una scatola abbastanza grande scendere lentamente dal cielo. Sopra la scatola c’è scritto sette, probabilmente è per me.
Apro la scatola e vedo dei sandwich, deve essere stato Max. Al lato della scatola vedo una lettera. La apro e comincio a leggere.
 
Cara Cath, siamo quasi alla fine dei giochi e se continui a questo passo penso che ti potrò riabbraciare molto presto. Ricuperate le energie , il grande massacro arriverà stanotte.
Non farti distrarre da altro, concentrati su come soppravivere.
Ti voglio bene.
Tuo fratello, Max
 
“non farti distrarre da altro” so bene che si riferisce a Charlie, avrà visto il modo in cui lo guardo e il nostro bacio.
Sento Charlie arrivare, non voglio che veda la lettera così la metto nella tasca di dietro.
Quando si avvicina mi lancia una borracia d’acqua e si siede accanto a me.
-da dove viene quel pacco?- mi chede Charlie.
-gli sponsor ci hanno mandato qualcosa da mettere nello stomaco, hai appetito?- lui mi guarda come per dire “e me lo chiedi anche”.
Non aspetto che mi risponda e gli do un sandwich. Iniziamo a mangiare ed a chiaccherare. Ed una delle poche volte che riesco a rilassarmi da quando sono un questo inferno.
Lo guardo attentamente e mi chiedo se mai potrò vederlo morire, dopo quello che abbiamo passato insieme. Inizio a chiedermi il perchè lo abbia mi abbia lasciato andare la prima volta che ci siamo visti, il perchè non lo abbia lasciato morire mangiato dai lupi, il perchè lui non mi abbia lasciato marcire nel desserto. Perchè l’ho aiutato anche se lui dovrebbe il mio nemico più pericoloso, e perchè lui abbia aiutato me?
-ehi- mi tocca una spalla. –e che pensavi?- mi chiede lui.
Se quello che mi ha scritto mio fratello è vero allora questo sarà l’ultimo girno che lo vedrò. Continuo a guardarlo e gli chiedo.- e se rimarremo noi due?-
Lui cambia espressione, sembra triste e guarda altrove. –se mai dovessimo rimanere in due. Preferirei morire piuttosto che ucciderti con le mie mani-.  Non mi aspettavo queste parole da lui.
Sto per rispondergli quando vado in incendio in lontanaza ci alziamo entrambi si scatto. Non faccio a tempo a prendere la roba perchè il fuoco si avvicina infretta. Charlie mi tirà un braccio per scappare. Iniziamo a correre ci dirigiamo verso nord.
Mentre corriamo penso a quali armi ho appresso; la busta con i coltelli da lancio, un pugnale ed un semplice coltello.
Arriviamo in un punto senza alberi e noto che il fuoco si ferma, dopo appena un secondo vediamo Peter e Sandra arrivare.
-Traditore!-urla Sandra a Charlie quando si butta addosso a lui con una spada.
Io mi giro a guardare Peter, è un ragazzo magrolino. Prende in mano la sua spada e me la punta contro ma dal suo sguardo noto che ha paura.
Tiro fuori i miei coltelli da lancio e ne tiro un contro di lui mirando al petto. Il coltello si confica nel suo stomaco e lui cada a terra. Sono indecisa se finirlo o lasciarlo morire ma poi vedo sandra che sta avendo la meglio cosi mi giro per mirare alla ragazza quando sento delle braccia prendermi per la gola. È Peter che con un coltello cerca di tagliarmi alla gola ma mi muovo perchè mi manchi ferendomi gravemente una spalla.
Cerco di bloccargli la mano armati e mi butti all’indietro facendolo cadere a terra. Riesco a liberarmi dalla presa.
Prendo il mio pugnale e glielo confico al centro del petto ma anche lui mi ferisce un’altra volta all’anca.
Urlo di dolore e mi allontano, sanguino ma vedo che il mio avversario è ormai morto e credo che fra poco lo raggiungerò.
Mi alzo in piedi, sento in dolori in tutto il corpo ma mi concentro sulla mira. Voglio colpire Sandra con un coltello da lancio.
Charlie sbatte Sandra contro un albero ed io riesco a prendere la mira e tiro il coltello con tutta la mia forza. La prendo per la gola e sento il colpa di cannone.
Non c’e la faccio più e mi lascio andare cadendo a terra.
Sento Charlie urlare il mio nome ed in poco tempo e già accanto a me. Mi prende tra le sue braccia. E per la prima volta lo vedo piangere.
-lo sai che non mi invieranno niente vero- gli dico guardandomi le ferite.
Lui si strappa la maglia con intenzione di curarmi le ferite ma non mi resta altro che fermarlo.
Siamo rimasti in due. O lui o me.
Non smetto di sanguinare ed il dolore che provo in questo momento è immenso.
Non ho paura, sono felice che sia Charlie il vincitore. Almeno potrò rivedere Erika, Jake, Sasha, Debby e Gemme.
Ho la vista annebiata vedo Charlie a malapena ed sento la sua voce come se fosse lontana. Non riesco più a tenere gli occhi aperti.
-non voglio che te ne vada- sento la voce di Charlie insieme a qualche singhiozzo.
-doveva succedere....-cerco di respirare profondamente. Lo guardo e sento le sue lacrime cadere sul mio viso, mi stringe sempre più a se.
-addio Charlie-
Ci baciamo per l’ultima volta ed infine il colpo di cannone suona anche per me.

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