Sam, Cat e gli studenti della James K. Polk dispersi in una città fantasma dell'Arizona!

di Alfred il sanguinario
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno spiacevole... ehm... equivoco ***
Capitolo 2: *** Nuovi arrivati ***
Capitolo 3: *** Terzo Capitolo ***



Capitolo 1
*** Uno spiacevole... ehm... equivoco ***


Sam & Cat – Ned, scuola di sopravvivenza

 
Cat fissò la strada deserta dal finestrino dell’auto. Poi voltò lo sguardo verso l’amica bionda, che stava guidando.
“Dove siamo, Sam?” chiese lei, con la sua solita vocetta stridula.
Sam alzò gli occhi al cielo. “Siamo… siamo…”
“Non lo sai, vero?”
“Sì, ci siamo perse! E ho voglia di pollo fritto!”
Cat scosse la testa. “E perché non me l’hai detto prima?”
La rossa frugò nella borsa a fiori e ne estrasse una piccola borsa frigo.
“Qui dentro ho tutto il pollo fritto che vuoi!”
Sam la guardò per un po’, titubante.
“Quello è pollo fritto, sei sicura Cat?”
“Ma certo, Sam!”
“E dove l’hai comprato?” chiese la bionda.
Cat estrasse un pollo fritto tutto marrone. “L’ho fatto io. Solo che il burro era finito…”
“Hai usato l’olio?”
“Sì!”
Sam rischiò di sbandare sulla strada stretta e curvosa, per prendere un pezzo di pollo e morsicarlo con voracità. Inutile dire che lo sputò.
“Che schifo!”
“Ah, non ti piace l’olio?” chiese Cat, raccogliendo i resti del pollo dal cruscotto dell’automobile.
“Ma non avevi detto di averci messo l’olio!?”
“Sì, ma quello di olive era finito. Così ho preso l’olio di fegato di merluzzo per insaporire e… l’olio della tua auto!”
Sam spalancò la bocca. “Cosa!? Ecco perché continua a dirmi che l’olio sta finendo!”
Cat fece spallucce. “Tanto non serve per guidare, vero Sam?”
Dallo sguardo all’acido solforico dell’amica, capì che invece serviva.
Dopo essere entrati in una squallida cittadina, vuota e deserta, l’auto si fermò.
“Siamo arrivate a Phoenix?” chiese entusiasta Cat.
Sam scosse la testa. “Ma dove l’ho trovata questa?” bisbigliò, mentre scendeva dall’auto.
Ad accogliere le due fu un paesaggio nebbioso, un campo da baseball deserto ed un pozzo di pietra inutile.
“Ho come l’impressione che questa non sia Phoenix.” disse stupita, Cat.
“Ma dai!” fece Sam. “cerchiamo un telefono pubblico, visto che QUALCUNO ha perso i cellulari nel water turco, all’Autogrill!”
“Già! Che gente che c’è in giro!”
Sam mise le mani alla fronte. “Stavo parlando di te, Cat!”
“Ohhh. Potevi dirlo!”
Le due s’incamminarono per la nebbiosa cittadina, alla ricerca di un telefono pubblico.
“Chissà se da queste parti vendono dei Bibble?” disse Cat.
Sam osservò lo squallore della città fantasma: le erbacce che crescevano sulla strada e i lampioni spenti.
“Sicuro!” fece, ironica.
 
“Ned, puoi finirla un secondo con quella stupida guida!” sbottò Susie Crabgrass.
“Okay!” disse sommessamente Ned.
Moze si voltò dal suo sedile verso quello di Ned e Susie.
“Vi prego aiutatemi! Sono vicina a Martin, non fa che parlare!”
Ned annuì. “Puoi venire qui dietro, tanto lui continuerebbe a parlare lo stess…”
Un tonfo sordo. Moze precipitò dietro di testa, mentre Susie e Ned colpirono il sedile davanti e Martin continuò a parlare imperterrito.
“Cosa diavolo è successo?” sbottò Susie, mentre si riaggiustava i capelli.
“Temo che ci sia stato uno… spiacevole imprevisto.” disse il professor Bender.
“Ehi guardate, abbiamo scontrato un albero… anche una volta ero con mio cugino in macchina e ho scontrato un albero… ovviamente non guidavo io… ma chissà che albero ha scontrato? Forse una quercia? Mi piacciono le querce! Anche le betulle! Ma non so se sono così…”
“Va bene, basta, Martin ne ho abbastanza!” disse Moze.
Tutti gli alunni scesero dal pullman.
Si ritrovarono in un luogo desolato e nebbioso, lo stesso dove Sam e Cat si erano ritrovate poco prima.
“E ora che diavolo facciamo?” disse Missy, mentre si riaggiustava i capelli.
“Scusa ma non hai un telefono?” chiese Doris Trembly, la bulletta innamorata di Ned, circondata dalle due amiche che annuivano qualsiasi cosa dicesse.
“Ah, gonza!” cominciò la cheerleader “non mi riferivo al fatto che siamo dispersi in un posto nebbioso, ma che con l’incidente mi sono spezzata un’unghia!”
“Gonza a chi?!” sbraitò Doris. Il professor Monroe dovette intervenire per sedare una rissa che non avrebbe certo portato a buoni risultati, soprattutto perché Doris era come minimo il doppio di Missy.
“Ehi, guarda Sam!” strillò Cat all’amica, che nel frattempo stava mangiando una coscia di pollo rinvenuta per strada.
“Non vedi che sto mangiando!” sbraitò l’amica con la bocca piena.
“Ci sono delle persone, forse possono aiutarci!”
Sam non sembrò curarsene, e continuò a mangiare la lercia coscia di pollo, e fu solo Cat a correre verso il gruppo di studenti.
“Guarda c’è una paesana!” disse Susie.
Cat arrivò sfinita accanto alla scolaresca.
“Dove siamo?” chiesero contemporaneamente la babysitter e Susie.
“Non credo che sia una paesana!” disse Moze.
Cat fece spallucce. “Comunque, passiamo a cose più importanti…”
“Avete un cellulare per avvisare qualcuno? Io ho lasciato il mio a casa, soprattutto perché era scarico…”
Cat fece per rispondere, ma si bloccò dato che Martin continuava a parlare.
“a mio cugino è caduto il cellulare nel pozzo, non gliel’hanno più ricomprato… o forse gliel’hanno regalato per Natale, beh non lo so… comunque forse Moze ce l’ha…”
“Basta!” strillò Cat, con gli occhi fuori dalle orbite. “che bambino logorroico, si sarà traumatizzato per l’incidente!”
Tutti restarono in silenzio. “Che frase intelligente che ho detto, wow!” si disse da sola.
Poco dopo anche Sam arrivò.
“Tanto i cellulari non prendono, e quindi i miei genitori non vengono!” disse Missy, cantilenando da brava cheerleader.
Doris scosse la testa, imitata dalle sue amiche. “Non è possibile.”
Quindi si trovavano tutti dispersi in una misteriosa cittadina… niente telefoni, niente contatti, niente di niente. All’improvviso comparvero delle figure sulla soglia, e tutti si spaventarono non poco.
Chi saranno? Paesani? Altri dispersi?
Riuscirà Ned a baciare Susie, e Susie a non vomitare? E Moze sopravviverà alle chiacchiere di Martin? E Missy e Doris riusciranno a non picchiarsi?
Scopritelo nel prossimo capitolo (se non me ne dimentico)!
PS: Vi assicuro che alla fine di questa serie non ci sarà un solo personaggio senza l’anima gemella! 
 
 

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Capitolo 2
*** Nuovi arrivati ***


“Okay, manteniamo la calma” disse Mr. Monroe, mentre le sagome si avvicinavano sempre di più.
Missy non parve molto spaventata, dato che si soffiava sulle unghie per far asciugare lo smalto.
“Come si chiama lei?” chiese Claire Sawyer, futuro avvocato, rivolta a Cat. Quest’ultima si guardò intorno. “Lei si chiama Sam!” disse indicando l’amica.
Il ‘futuro avvocato’ si voltò altrove e rivolse uno sguardo interrogativo a Sam.
“E’ nata così.” rispose la bionda.
Le ombre arrancarono nella nebbia, fino a giungere vicinissimi al gruppo.
Erano tre ragazzi, uno sui sedici anni alto e con i capelli rossi, l’altro basso con i capelli castani e l’unica femmina, carnagione olivastra e capelli neri sciolti, più o meno sui tredici anni.
“Altri dispersi?” chiese Ned, rivolto a Susie, la quale lo ignorò completamente.
“E voi chi sareste?” domandò scontrosa Sam.
Il più alto di loro, dai capelli un po’ lunghi e rossi le si avvicinò. “Perché t’interessa?”
“Perché sì.”
“Perché ci siamo persi.”
“Vuoi discutere con me?”
“Sai che paura!”
“Vedo già le lacrime che scendono!”
“E io la pipì!”
Sam rimase indignata e a bocca spalancata. Prese la borsa frigo e ne estrasse un calzino.
“Vorresti stenderlo con un calzino?” domandò Doris.
Sam si voltò e annuì. “Specialmente se è ripieno di burro surgelato!”
L’avversario ne estrasse uno identico. “Vogliamo vedere?”
“Basta!” interruppe Cat.
“Ecco, sentite che ha da dire la svampita!” sentenziò Loomer.
“Dunque” cominciò Cat “sapete dirmi dove si vendono dei Bibble?”
“Cat, loro non sono di qui!” le rispose arcigna Sam.
Il vicepreside interruppe il dialogo. “Allora, da dove venite?” chiese rivolto ai nuovi arrivati.
“Noi da Phoenix!” rispose la ragazza.
“Grandioso” strillò Mr. Monroe “allora potete dirci da dove siete arrivati!”
La ragazzina scosse la testa. “Io e mio cugino” disse, indicando il ragazzino più basso “veniamo da New Orleans, e non conosciamo per niente la zona. Questo tizio” disse indicando quella testa calda simile dai capelli fulvi. “viene da Santa Barbara, e si è perso pure lui!”
“Grandioso!” disse sarcastica Susie.
“Un momento!” sbottò Ned “nessuno di voi ha idea di dove ci troviamo, giusto?”
Tutti scossero la testa. “però” continuò “il mio amico Cookie potrebbe riuscire a localizzare la zona grazie al suo GPS incorporato negli occhiali…”
Si voltò verso Cookie. “Vero che ci puoi riuscire?” chiese speranzoso.
L’amico annuì. “Modestamente!”
“Sì, e io sono Babbo Natale!” disse Sam.
“Piuttosto la Befana!” ribatté il ragazzo di prima.
“Sai dove ti infila la scopa la befana?”
Ned rimase per un attimo silente. “Dopo questo… scambio di complimenti, possiamo procedere, Cookie?”
“Ehi!” strillò il genio dell’informatica.
“Che c’è?” chiese Testa di Cocco, spuntando fuori dalla folla.
“Qualcuno ha disattivato la mia WiFi!”
Cat rise. “Forse sono stata io” estrasse il pezzo di quello che una volta era un modem in miniatura.
Sam sospirò e alzò gli occhi al cielo. “Che hai fatto stavolta?”
“L’ho usato per il chinotto!” disse lei.
Doris spinse Testa di Cocco e Martin per farsi spazio e arrivare ad un pelo dalla ragazza. “Scusa… noi stiamo cercando un modo per andarcene da qui, e tu fai il chinotto?”
“Pensavo che sarebbe stato simpatico” si difese lei.
“Forse dovrei aggiungere due o tre pagine nella guida su come sopravvivere se ti ritrovi intrappolato in una città deserta…”
“Puoi lasciar perdere un attimo quella stupida guida!” sbottò Doris.
Tutti restarono sorpresi, e tra gli studenti della Polk si levarono versi di stupore.
“Ma come non eri innamorata di lui?” chiese Moze.
Doris prese un respiro profondo e strinse i pugni, poi si allontanò.
“Signorina Trembly, lei non può…” disse Mr. Monroe.
“Mi lasci in pace!” strillò quella, con tutto il fiato che aveva in gola.
Tutti restarono in silenzio, mentre Doris si allontanava per la strada nebbiosa in solitudine, tutti la vedevano allontanarsi sempre di più fino ad essere ingoiata dalla nebbia.
“Volete del chinotto?” chiese allegramente Cat.
“Beh, un lato positivo c’è” disse Martin.
Cat bevve un sorso di chinotto.
“Non abbiamo più Doris tra i piedi!” concluse.
Cat sputò il chinotto a pioggia sopra Ned.
“Si può sapere perché l’hai fatto?” chiese il malcapitato.
“Forse il nanerottolo ha detto qualcosa che ti ha sorpresa?” chiese Sam.
Cat fece spallucce. “No, volevo provare.”
Ned s’infuriò. “Sapete una cosa!? Questa situazione è uno schifo! Già sono bloccato senza nessun aiuto in un nebbioso paese dell’Arizona, insieme a due pazzi scatenati che usano il burro surgelato e le calze come armi, tre inutili professori, uno che non fa che parlare raccontando episodi stupidi della sua vita e, la peggiore, una che usa la nostra unica possibilità di salvezza per fare il chinotto!”
Cat spense il sorriso, e poi replicò, offesa: “Se non ti piace non è il caso di fare questa scena!”
“E per giunta mi hai anche sputato la tua porcheria disgustosa in faccia!”. Concluso l’urlo, anche Ned si allontanò solitario nella nebbia.
“Beh una volta mi è successa una cosa simile: mia sorella mi ha dimenticato al luna park e i miei mi davano per disperso, così hanno chiamato la polizia, poi ero solo andato a fare un giro nelle giostre…”
Il ragazzino nuovo arrivato estrasse un fazzoletto dalla tasca e lo mise in bocca a Martin, che smise di parlare.
Calò un silenzio profondo.
“Beh, suppongo che dovremmo passare luuunghi momenti insieme… quindi io sono Cat, e lei è Sam!” si presentò la ragazza. “E voi chi siete?”
Ognuno si presentò a turno, fino ad arrivare ai nuovi arrivati. Il più grande, quello feroce come Sam, disse: “Io mi chiamo Jake.”
“Io sono Noah” disse l’altro. “E io Violet” fece l’unica femmina. 

Eccoci ad un altro capitolo. Aggiorno così in fretta perché domani parto per New York, e quindi per una settimana non potrò aggiornare, ma risponderò comunque a recensioni e messaggi privati. :)
Non sono proprio convinto di questo capitolo, temo di aver usato troppi dialoghi... ma era già pronto così l'ho pubblicato prima di partire. 
Beh, alla prossima! 

 

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Capitolo 3
*** Terzo Capitolo ***


Dato che Martin aveva un fazzoletto in bocca, calò il silenzio.
“Verso dove andiamo?” chiese, rompendo il silenzio, Cookie.
“Possiamo andare dove sono andati Doris e Ned” propose Moze.
Martin sputò il fazzoletto che aveva in bocca. “E’ un’idea, quindi si dovrebbe accendere una lampadina, ahahah! La lampadina l’avete capita?”
Sam si portò una mano alla fronte.
“Non c’era molto da capire!” disse Violet.
Testa di Cocco si mise a ridere, solo per aiutare l’amico in difficoltà, ma, tranne Lisa, nessun’altro lo imitò.
“Okay, mi avete stufata!” sbottò Sam “io vado a vedere se ho dell’olio nella macchina!”
“D’olive?” chiese Cat.
Tutti rimasero per un attimo silenti, e molti erano stufi degli stupidi dialoghi di Cat.
“Oh” sbottò Missy “per carità, l’olio no! Fa ingrassare!”
“Santa Maria!” tuonò una voce alle loro spalle. Missy fece un salto, poi si voltò e corse verso una figura che arrancava nella nebbia.
“Doris!” disse, quando era a pochi centimetri da lei “non voglio mica diventare grassa come te!”
Doris si avventò su Missy, che in pochi secondi dovette correre via, spaventata.
“Razza di deficienti!” urlò Sam, mentre Cat beveva chinotto e Doris inseguiva Missy, furente. “parlavo dell’olio della macchina! Cosa me ne farei dell’olio d’olive!?”
Doris inciampò e cadde per terra. Si rialzò, ancora infuriata con Missy, che nel frattempo si era nascosta dietro al professor Bender.
“Va bene basta!” disse Susie, mentre si avvicinava a Doris, braccandola per impedirle di picchiare Missy. “dove sei stata mentre eravamo qui?”
Doris si riaggiustò il giacchino di jeans. “C’è un albergo a pochi isolati da qui. C’è una signora, magari ha un telefono.”
“Beh, andiamo lì allora!” Testa di Cocco.
“Sai una volta…” cominciò Martin.
“Dì un’altra parola e ti picchio!” gli strillò Sam, arrabbiata.
Jake rise. “Farebbe più male una mosca morta.”
“Ah, quindi tu sei convinto di fare più male di me, dato che sei una mosca morta!”
Vi fu una risatina tra la folla. “No, vedi, stavi guardando lo specchio, ecco dov’era la mosca morta!”
“Dateci un taglio!” sbottò Susie. “non possiamo litigare continuamente!”
Sam le si avvicinò infuriata. “E chi l’ha detto?”
Susie non si spaventò minimamente. “Va bene, allora tu e Jake picchiatevi a sangue, Doris e Missy si picchino a sangue… chi se ne frega!”
Probabilmente Susie si aspettava che le sue parole pungenti zittissero tutti, invece le presero sul serio.
La ragazza, sfinita, si sedette per terra.
Moze le si sedette accanto e le disse. “Che ne dici se mentre si picchiano, io, te, Cookie, Seth, Lisa, Martin e Testa di Cocco ce ne andiamo all’albergo che ha visto Doris?”
Susie annuì, ma invitò anche Billy Loomer, che non fece che guardare Moze per tutto il tragitto.
 
Ecco un nuovo capitolo. Scusate l'accoglienza di un cameriere del McDonald's ma sono di fretta. Ciao!!

 

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