Kimi to Kare to Boku to Kanojo to

di Saralasse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Le mani si serrarono più strette attorno al volante mentre fissava il cartello che dava il benvenuto a Magnolia.

Mancava dalla sua città da quasi dieci anni ormai, da quando aveva preso il diploma e si era iscritto all'università; era rimasto a lavorare a Crocus e non sarebbe tornato se il matrimonio di una cara amica non fosse stato imminente.

Lisanna Strauss stava per sposarsi con un tizio che lui neanche conosceva, e lo aveva invitato alle nozze, minacciandolo di morte violenta se non si fosse presentato. Sorrise, rimettendo in moto per raggiungere la città: molto tempo prima era sicuro che sarebbe stato lui suo marito. Stavano insieme ai tempi del liceo e avevano fatto coppia fissa per poco più di tre anni. Fino a quando una nuova ragazza si era trasferita a Magnolia e nella loro scuola e lui aveva perso la testa per quella biondina, spezzando il cuore a Lisanna. Inutilmente, visto che la ragazza nuova era diventata in breve la fidanzata del suo migliore amico.

Gray Fullbuster e Lucy Heartfilia, la coppia più ammirata della scuola: entrambi belli e intelligenti, sembravano fatti l'uno per l'altra, talmente affiatati da aver deciso di iscriversi alla stessa università, accennando addirittura a una vita futura insieme.

E piuttosto che fingere di essere felice per loro, lui aveva preferito lasciare la città, con la scusa di voler frequentare la prestigiosa università della capitale. Natsu Dragneel non era un codardo, non scappava di fronte alle difficoltà; ma Lucy, senza saperlo, gli aveva conficcato un pugnale nel cuore.



"Natsu!", esclamò Lucy entrando tutta trafelata nella sua camera. "Devo dirti una cosa!".

"Ehi, ehi calma! Coraggio, spara".

"Gray mi ha chiesto di uscire!", strillò tutta eccitata mentre saltellava per la stanza. "E tu dovevi saperlo per primo!".

"Davvero? E perchè?", chiese lui ridendo.

Lucy lo guardò, seria. "Sei il mio migliore amico, Natsu. Lo sarai per sempre".

Crac. Natsu avrebbe giurato di aver sentito il proprio cuore frantumarsi in quel momento. Lucy gli aveva appena confermato di vedere in lui niente di diverso da un amico e faceva male, troppo male.

Nonostante tutto si costrinse a sorridere. "È tutto come volevi, giusto?".

Lucy annuì, prendendogli le mani. "Sì. E grazie di essermi stato sempre vicino".



Natsu sfiorò la collanina che portava al collo, un regalo di Lucy. Era un pegno di amicizia che si erano scambiati quando lui le aveva detto che sarebbe partito presto; Lucy aveva pianto, abbracciandolo, chiedendogli di ripensarci ma era stato irremovibile. C'era un limite al dolore che poteva sopportare e lo aveva superato da tempo.

Scosse la testa scacciando quei pensieri, e schiacciò più forte l'acceleratore. Prima fosse passata quella settimana, meglio sarebbe stato per tutti.



Natsu parcheggiò l'auto nel vialetto della casa dei suoi genitori e scese spiando con la coda dell'occhio la villetta accanto: la casa di Lucy. Sembrava disabitata e si permise di guardare con più attenzione. Le finestre erano tutte chiuse e il giardino recava evidenti segni di abbandono. I genitori della ragazza erano mancati per un tragico incidente qualche anno prima ma non credeva che lei avrebbe mai lasciato quell'abitazione.

La osservò ancora per qualche minuto prima di decidersi a entrare in casa sua. Anche questa era disabitata, i suoi si erano trasferiti a Crocus quando anche sua sorella aveva deciso di iscriversi lì all'università, ma avevano lasciato un incaricato che la mantenesse in ordine. Natsu non poté non pensare che stava facendo un ottimo lavoro, tutto era esattamente come lo ricordava, sembrava che sua madre vi vivesse ancora.

Lasciò le valigie nell'ingresso ed entrò in salotto, lasciandosi cadere pesantemente sul divano. Prese il cellulare e scorse la rubrica fino a trovare il numero che cercava; esitò un secondo, poi avviò la chiamata.

"Lisanna? Sì, sono io, sono appena arrivato... Stasera? Perché no, sarà divertente rivedere qualche faccia conosciuta... Sì... Sì, non preoccuparti, sarò puntuale! A stasera".

Natsu si sdraiò sul divano, lasciando il cellulare sul tavolino basso lì accanto. Temeva di vedere Lucy in compagnia di Gray quella sera ma non poteva più scappare: quando avesse visto che erano felici, forse si sarebbe rassegnato e avrebbe potuto trovare qualcuna con cui condividere lo stesso amore.



Si accorse di essersi addormentato solo quando fu svegliato dal cellulare che squillava; la voce acuta di sua madre quasi gli perforò i timpani mentre la donna gli rimproverava di non averla chiamata per farle sapere di essere arrivato. Natsu dovette scusarsi per dieci minuti abbondanti prima di poter chiudere la telefonata e iniziare a prepararsi alla serata che lo aspettava.

Fece una doccia veloce e si cambiò in fretta: voleva uscire presto e raggiungere il luogo dell'appuntamento a piedi, aveva molta nostalgia di Magnolia e gli avrebbe fatto piacere una passeggiata.

Fu felice di costatare che la città era cambiata davvero poco, sembrava che il tempo si fosse fermato: lungo il tragitto incontrò un gruppo di studentesse che portava ancora la stessa divisa di quando lui frequentava il liceo. Persino il posto dove aveva appuntamento con Lisanna era rimasto esattamente lo stesso: un locale piccolo e accogliente che aveva ospitato spesso l'allegra combriccola formata dai suoi amici.

L'interno era come sempre caldo e luminoso al punto giusto, quello che ci voleva in quella fresca serata autunnale. Natsu si guardò intorno alla ricerca di Lisanna e scorse una ben nota capigliatura albina a qualche metro da sé.

"È occupato questo posto?", le chiese sopraggiungendo alle sue spalle.

"Veramente sar... Natsu!", esclamò Lisanna saltandogli letteralmente fra le braccia. "Non ci posso credere, sei proprio tu! Ero sicura che mi prendessi in giro!".

Natsu rise divertito. "Non mi sarei perso il tuo matrimonio, Lisanna".

Lei gli prese le mani, scostandosi leggermente per osservarlo. "Ma guardati, stai benissimo! Credo che mi ruberai la scena alle nozze!".

"Esageri, come sempre", rispose lui con un sorriso. "E lo sposo?".

"Oh, Aki è qui fuori, è uscito a telefonare. E fra poco vedrai che saranno tutti qui, gli altri non vedevano l'ora di incontrarti, manchi da...".

"Dal funerale dei genitori di Lucy. È da allora che non tornavo a Magnolia".

Lisanna sorrise comprensiva e annuì. "A proposito di Lucy...", fu interrotta dall'ingresso proprio della persona in questione e tacque.

Natsu restò gelato sentendo la voce di Lucy che salutava Lisanna. Si voltò, permettendole di vederlo in viso e la vide reagire allo stesso modo, bloccata dove si trovava.

Lucy scosse la testa incredula: quello era Natsu, era proprio lui! Dopo cinque lunghissimi anni, finalmente poteva rivederlo, poteva riabbracciare la sola persona in grado di ridare un senso alla sua vita.

"Natsu...", mormorò andandogli incontro, mentre lui faceva lo stesso, ritrovandosi l'uno fra le braccia dell'altra. "Natsu... non riesco a credere che tu sia qui, mi sei mancato così tanto!".

Natsu la strinse più forte possibile, posandole un bacio fra i capelli. "Mi sei mancata anche tu, Lu".

Lucy chiuse gli occhi, godendosi il calore di quell'abbraccio, il suo rifugio sicuro. Non si erano praticamente più sentiti dal funerale dei suoi genitori, lei non riusciva a superare la perdita e non voleva angustiarlo coi suoi drammi: così aveva progressivamente rarefatto le telefonate e le mail fino a ridurle al minimo. Ma per qualche giorno poteva fingere che fosse tutto come prima.

Natsu le sollevò il viso, baciandole la fronte e lei sentì la pelle pungere a contatto con la sua barba incolta ma non se ne curò.

Lisanna li guardava, stupita e commossa al tempo stesso e tossì per attirare la loro attenzione quando il resto della comitiva entrò nel locale. Natsu fu letteralmente rapito dai loro amici, tutti desiderosi di salutarlo e sapere come se la cavasse; lui, dal canto suo, era stato felicissimo di rivederli, non aveva idea di quanto gli fossero mancati. Ammutolì di stupore quando vide Gray arrivare in compagnia di una donna che non conosceva e che il suo amico gli presentò come Juvia, la sua fidanzata; ma ancora di più quando vide la stessa ragazza salutare e parlare amabilmente con Lucy che sembrava assolutamente tranquilla.

"Natsu, cosa c'è che non va?", gli chiese Gray vedendolo turbato.

"Tu e Lucy...".

"Non stiamo più insieme da anni, Natsu. Lei non ti ha detto niente?".

Natsu scosse la testa, fissando Lucy: era tranquilla, non fingeva di star bene con Juvia, o lui se ne sarebbe accorto, la conosceva troppo bene. Si ripromise di parlarle non appena avessero avuto l'occasione, mancavano troppe tessere in quel puzzle.

Lisanna si avvicinò per presentargli Aki che nel frattempo era rientrato, e Natsu gli strinse la mano con decisione: non lo conosceva ma se Lisanna voleva sposarlo doveva essere una brava persona e questo gli bastava.

Sedettero attorno ai tavoli disordinatamente e facendo confusione come di consueto; il proprietario non si lamentava a proposito, sapeva che nonostante tutto alla fine non veniva rotto nemmeno un bicchiere. Una spinta involontaria catapultò Lucy fra le braccia di Natsu, facendola scoppiare a ridere.

"Scusa Natsu!", disse quando si fu calmata. "Gajeel è il solito".

Lui le sorrise, rafforzando la stretta anziché lasciarla andare. "Fortuna che c'ero io e non il muro, eh?".

"Già, avrei finito per presenziare al matrimonio col naso rotto, vero Gajeel?!".

"Scusa coniglietta!".

Lucy sbuffò divertita. "È proprio incorreggibile". Tornò a voltarsi verso Natsu, osservandolo: era sempre come lo ricordava ma adesso i suoi lineamenti erano quelli di un uomo e la barba incolta gli dava un'aria da cattivo ragazzo che gli donava moltissimo. "La porti ancora", disse notando la collanina che lei stessa gli aveva regalato.

Lui annuì, mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Anche tu porti la tua".

Lucy sorrise, leggermente arrossita. "Non la toglierei mai".



La serata passò fra le risate e il divertimento, com'era prevedibile visti i partecipanti, e alla fine erano rimasti solo Natsu e Lucy a tenere compagnia ai futuri sposi.

"Beh credo sia ora di andare anche per noi", disse Aki guardandosi intorno. "Direi che ci siamo divertiti un sacco come al solito!".

Lucy ridacchiò. "Hai ragione, Aki!".

"Vi vedete spesso?", chiese Natsu.

"Tutti quanti insieme una volta al mese, sempre qui; ma capita di uscire con qualcuno di loro anche in altre occasioni, in fondo viviamo tutti qui!", rispose Lisanna mentre si alzava. "E ora scusateci ma si è fatto tardi, dobbiamo proprio andare. Ci vedremo ancora nei prossimi giorni?".

"Sicuramente. Lucy, ti va se facciamo un po' di strada assieme?".

Lucy sorrise e prese sotto braccio Natsu. "Andiamo?".

Senza averlo deciso, si incamminarono verso la casa di Natsu, in silenzio, godendosi la reciproca compagnia. Giunti a destinazione, si fermarono entrambi a osservare la casa di Lucy.

"Non ci vivi più?", chiese a bruciapelo lui.

"No. Dopo l'incidente è venuto fuori che mio padre aveva sbagliato un investimento e questa casa è diventata troppo costosa per me. Ho la mia e va bene così, anche se non è una villa, è bella e spaziosa".

Inaspettatamente, Natsu la strinse, cingendola in un abbraccio protettivo. Anche se parlava con tranquillità, lui poteva sentire la tempesta che le si agitava dentro.

"Perché non parli più con me, Lucy? Mi fa male sentirti solo per telefonate di circostanza, lo sai che puoi dirmi tutto".

Lucy alzò la testa per guardarlo e si perse in quello sguardo di pece: non poteva più tenersi tutto dentro, non con lui. "Non riesco ad accettare quello che è accaduto ai miei; forse perché è successo in un periodo già brutto di suo, io e Gray avevamo appena rotto... non so se è questo il motivo ma non posso rassegnarmi".

Lui le carezzò il viso dolcemente, fissando quegli occhi color cioccolato che tanto aveva amato... O amava? "Dovevi dirmelo".

"Non volevo rattristarti coi miei problemi, hai la tua vita, lontano da qui".

Natsu la strinse più forte, quasi con violenza. "Non pensare mai che non abbandonerei tutto e tutti per te. Mai".

"Natsu...", sussurrò lei; erano talmente vicini che poteva respirare il suo respiro e fu sul punto di baciarlo ma all'ultimo istante si ritrasse, posando la fronte contro la sua. Non poteva baciare Natsu e chissà che altro solo per scacciare la solitudine. "Dovrei andare adesso, è tardi".

"Resta", disse lui. "È davvero troppo tardi e c'è tanto spazio da me".

Lucy sorrise e annuì. "Va bene".

Natsu le mise un braccio attorno alle spalle, conducendola verso casa. Era proprio come quando erano studenti e si ritrovò a pensare che forse Lisanna aveva ragione riguardo il suo ritorno in città: non sarebbe stato così terribile alla fine.

"È rimasto tutto esattamente com'era!", esclamò Lucy quando ebbe varcato la porta d'ingresso.

"Ho avuto la stessa sensazione", ridacchiò Natsu mentre la precedeva al piano di sopra. "Allora, vieni?".

"Arrivo!", esclamò lei affrettandosi a raggiungerlo.

Lo trovò nella stanza degli ospiti, intento a controllare che fosse tutto a posto, e lo raggiunse, abbracciandolo alle spalle. "Mi sei mancato, Natsu".

"Mi sei mancata anche tu", rispose Natsu, guardandola con un sorriso. "Non pensarci adesso, abbiamo un'intera settimana prima che io riparta, ci rifaremo! E dopo non ci sentiremo solo per le feste o i compleanni".

Lucy colse un lieve rimprovero in quelle parole e tirò fuori la lingua. "Me lo rinfaccerai per l'eternità, vero?".

"Ovviamente".

Lei rise, lasciandolo per spostarsi davanti a lui. "Grazie".

Natsu alzò le spalle, andando verso la porta. "Non mi ringrazierai quando dovrai lavare i piatti domani mattina".

Lucy mise su una finta faccia scandalizzata. "Cosa?! Brutto...". Lanciò un cuscino che colpì la porta mentre Natsu le augurava la buonanotte dall'altra parte.

"Buonanotte Natsu".



Natsu si girò per l'ennesima volta, gettando un'occhiata alla sveglia: le 4:07 del mattino, praticamente non aveva chiuso occhio da quando era rientrato. E il motivo dormiva a pochi metri da lui, tormentandolo con la sua sola presenza.

Non aveva resistito all'idea di chiedere a Lucy di restare ma adesso si rendeva conto che forse non era stata una grande pensata: ora ne era sicuro, la amava ancora e faceva ancora male, e ancora desiderava sentire quella pelle morbida a contatto con la sua.

"Basta Natsu!", esclamò all'improvviso, alzandosi dal letto. "Una doccia fredda è quello che ti ci vuole".

Raggiunse e spalancò la porta, deciso a mettere in atto il suo proposito, ma restò pietrificato al suo posto trovandosi davanti niente meno che l'oggetto dei suoi pensieri: Lucy era lì, la mano ancora bloccata a mezz'aria. E la maglietta che le aveva prestato lasciava ben poco all'immaginazione.

"Lucy... Hai... Bisogno di qualcosa?".

Lei lasciò scorrere lo sguardo sul corpo di Natsu, chiedendosi se era sempre stato così perfetto e tornito. "Io... Ecco... Non riesco a dormire e mi chiedevo se... No, lascia perdere, sicuramente ti avrò anche svegliato... Scusami... Buonanotte Natsu".

Lui la fermò, afferrandola per un braccio e l'attirò a sé, trascinandola nella stanza. "Aspetta".

Si chinò su di lei e la baciò, esitante, temendo che lo respingesse; Lucy lo sorprese, ricambiando più che entusiasta. Gli cinse il collo, infilando le dita nei suoi capelli e Natsu le strinse le braccia attorno alla vita, strappandole un sospiro compiaciuto quando i loro corpi aderirono, perfetti come le tessere di un puzzle.

Fu solo il bisogno d'aria che li spinse a fermarsi, e lui posò la fronte contro quella di Lucy, sfiorandole le braccia con carezze leggere.

"Lucy...", cominciò, ma lei gli pose l'indice sulle labbra.

"Sh... Natsu... Non dire niente".

Gli posò la mano sul viso, accarezzandolo teneramente. Era cambiato molto ma dentro era sempre il suo Natsu, l'unico che conoscesse tutti i suoi pensieri. Era stata troppo accecata dall'amore per Gray per capire quanto per lei contasse davvero quando si erano separati.

Si staccò dal suo corpo solo il tempo necessario per togliere la maglietta che indossava e lo abbracciò di nuovo, baciandolo quasi con prepotenza.

Natsu non si fece pregare e l'afferrò per la vita, facendola arretrare fino al letto dove lei si lasciò cadere, stendendo le braccia perché la raggiungesse; lui raccolse l'invito e si distese su di lei, reggendosi sui gomiti per non pesarle addosso.

Si prese un momento per osservarla, e la trovò bellissima come sempre, forse anche di più. Le accarezzò il viso con reverenza e chinò il capo fino a baciarla, di nuovo possessivo, di nuovo bramoso, le mani libere di percorrere il suo corpo.

Lucy lo aiutò a liberarsi dei pantaloni e gli posò i palmi aperti sulla schiena, stringendolo più forte nel momento in cui lo sentì dentro sé. "Natsu", gemette sul suo collo un momento prima di baciarlo e cominciare a muoversi con lui.

Natsu le afferrò i polsi, costringendoli gentilmente sul materasso e prese a baciarle il viso, il collo, il seno, lasciando una scia infuocata su quel corpo che tanto aveva desiderato, per cui provava tanto amore. Il pensiero che lei potesse non provare lo stesso gli incupì per un istante lo sguardo ma lo scacciò deciso, dedicandosi soltanto a portare entrambi al massimo del piacere.

Crollò accanto a Lucy, stringendola a sé mentre si voltava supino. Le tirò su il viso e la baciò, un dolce sfiorarsi di labbra. "Ti amo Lucy", sussurrò.

Lei rimase gelata da quelle parole e tacque, limitandosi a sorridere ed abbracciarlo, il viso nascosto sul suo petto perché lui non la vedesse: non sapeva ancora cosa provasse davvero per Natsu, non sarebbe stato giusto mentire solo per farlo contento.

Natsu dal canto suo, ingenuo com'era sempre stato, non percepì minimamente il turbamento di Lucy e si sistemò più comodo, tenendola stretta. Non ci mise molto ad addormentarsi, al contrario di lei che trascorse le ore successive a tormentarsi: lui era importante, lo era sempre stato ma era amore quello che sentiva? Poteva esserlo considerate le circostanze? Natsu era stato il suo confidente, il suo migliore amico, non aveva mai pensato a lui nelle vesti di fidanzato, e adesso la situazione tra loro era totalmente cambiata... non era una romantica vecchio stampo e non si aspettava certo che diventassero una coppia, ma Natsu non era tipo da 'amicizia particolare', lui sicuramente l'amava davvero.



Lucy era stata tanto tormentata da quei pensieri, da riuscire ad addormentarsi solo quando era già mattina inoltrata.

Dormì appena un paio d'ore, e quando si svegliò si accorse che Natsu non era lì. Si guardò intorno e recuperò la maglietta che indossava la sera prima - scendere a controllare la cucina senza niente addosso non sembrava una buona idea.

Lui era lì, intento a combinare qualcosa ai fornelli, e Lucy sentì un piacevole rimestio al basso ventre costatando che indossava a malapena i boxer.

'Lucy non è il momento!'. Scosse la testa dandosi un buffetto sulla guancia e lo raggiunse. "Togliti di lì, lo sai che sei un disastro in cucina!", scherzò spingendo via Natsu con un colpo di fianchi.

Lui per tutta risposta la prese fra le braccia e la baciò fino a toglierle il fiato. "Buongiorno".

Lucy chinò la testa, sentendosi improvvisamente colpevole per la felicità che sentiva e gli strinse la mano. "Natsu... io...".

"Lo so che credi di non amarmi", disse Natsu tirandole su il viso. "Invece è così, ne sono certo".

Lei gli sorrise teneramente. "E cosa ti da questa sicurezza?".

"Stanotte non è stato solo sesso, ho percepito qualcos'altro. Siamo fatti per stare insieme noi due... Gray si è messo in mezzo ma non lo permetterò mai più a nessuno".

Lucy rise sommessamente, posando la fronte sul petto di Natsu. "Se anche avessi ragione... Sei il mio migliore amico, Natsu. Non voglio rischiare di perderti".

Natsu le posò un bacio fra i capelli. "Dammi questa settimana. Dopo il matrimonio di Lisanna devo tornare a Crocus: se sarai sempre dello stesso avviso, non ne parleremo più; ma se ammetterai quello che già so, non ti libererai di me".

Lucy lo guardò, divertita. "E va bene, abbiamo un patto!", esclamò prima di voltarsi a guardare il piano cottura. "Natsu... ma che diavolo è successo qui?", chiese vedendo il tutto ricoperto di schizzi di... che cos'era quella cosa?!

"Stavo preparando la colazione!".

Lucy ridacchiò nervosamente. "E cos'è questa roba?".

"L'impasto per i pancakes", rispose candidamente Natsu. "Non li vuoi?".

"È meglio che li lasci preparare a me, fidati. Dopo mi aiuterai a ripulire, a tua madre verrebbe un infarto se vedesse!".

Natsu sbuffò fingendosi offeso, e sedette al tavolo, senza staccare gli occhi da Lucy: doveva regalarle quella maglietta, a lei stava decisamente meglio.

"Ecco a te!", la voce di lei lo riscosse e si vide piazzare davanti una porzione enorme di pancakes: doveva ammettere che lui non sarebbe mai riuscito a prepararli, era bravo solo a mangiare!

Lucy sedette di fronte a lui con una tazza di caffè fra le mani. "Cosa vuoi fare oggi?".

"Fofa?".

"Natsu, inghiotti prima di parlare!".

"Scusa", disse Natsu dopo aver ubbidito. "Cosa volevi dire?".

"Ti sarai fatto un programma di come passare questa settimana, o intendevi restare chiuso in casa fino al giorno del matrimonio?".

"Beh... A dire il vero, io...".

"Non hai fatto nessun programma, ho capito", sospirò Lucy. "Oggi andiamo al parco, che ne dici? Devo solo passare da casa mia per cambiarmi".

"Andata!", esclamò Natsu con un enorme sorriso.

Lei non poté fare a meno di ricambiare, felice come non era più stata da troppo tempo: Natsu, ora lo capiva, era da sempre l'unico che potesse rendere completa la sua vita. Lo aveva lasciato andare via una volta, ingannata dai suoi sogni di adolescente, ma avrebbe impedito che accadesse di nuovo; non si sarebbe negata la possibilità di un amore tanto grande.

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Buonasera a tutti!

Sono tornata dopo un'assenza abbastanza lunga e la prima cosa che voglio dirvi è grazie: grazie a tutti voi che continuate a leggere le mie storie e a farmi sapere cosa ne pensate, è una gioia immensa!

Ma bando alle ciance: quante di voi hanno strillato come fangirl impazzite dopo aver visto le nuove opening ed ending dell'anime? Oltre alla sottoscritta intendo :D

Beh, personalmente ho rischiato il collasso e dopo aver letto anche il testo dell'ending - che riporto - la storia ha preso vita da sola nella mia mente, non potevo fare a meno di trascriverla! Come avrete notato, il finale è abbastanza aperto, non è escluso che divenga una long in futuro ;)

Grazie mille se avrete la bontà di leggere e grazie anche se deciderete di lasciarmi il vostro pensiero sulla storia.

Il testo in inglese della canzone - che da anche titolo alla shot:

"From the beginning I have been thinking that we are just simply good friends.
Starting to like you, who now has a boyfriend, is something not possible, am I right?

I, too, have somebody that's on my mind, and I have told you this many times as well.
But around these days, we no longer interact with one another.

The sound of the summer rain that began to fall,
and the sound of stepping on fallen leaves,
it was you who were listening to it besides me.

In my mind I hope that you, he, me, and she,
All of us will be able to laugh with each other even more."

Alla prossima <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Natsu accompagnò Lucy all'indirizzo che gli aveva dato, nella zona più nuova della città e la seguì all'interno di un palazzo imponente ma elegante. Sembrava essere stato costruito interamente in marmo ed era così bianco e lucido da far quasi male agli occhi.

Lucy controllò la cassetta della posta non appena misero piede nell'atrio, facendogli cenno di seguirla verso l'ascensore mentre scorreva rapidamente le buste che teneva in mano.

"Ne, Natsu", esordì all'improvviso pigiando il pulsante del quarto piano. "Ti ricordi quando hanno costruito questi palazzi?".

Natsu annuì e le prese la mano, sorridendo del fatto che anche lei ricordasse. "Dicevamo sempre che saremmo venuti a vivere qui perché eravamo stufi delle vecchie ville del nostro quartiere".

Lei rise lievemente, ricambiando la stretta delle sue dita. "E pensare che adesso tutta Magnolia vorrebbe vivere proprio in quel vecchio quartiere!".

"Sul serio?".

Lucy rise di nuovo, questa volta più apertamente. "Per mia fortuna", disse, tirandosi dietro Natsu verso una porta rossa sulla destra. "Con il rischio di perdere affittuari ogni settimana, la padrona non fa più la tiranna sul concederci di tenere animali in casa".

"Animali?! Ma non ne hai mai voluti!".

"Beh, per lui dovevo proprio fare un'eccezione", rispose la ragazza andando verso il salotto mentre Natsu richiudeva la porta. "Coraggio, vieni!".

Lui seguì la direzione da cui sentiva provenire la voce e restò di sasso vedendo che Lucy teneva in braccio Happy, il suo adorato gatto creduto perso tanti anni prima.

"L'ho trovato tutto infreddolito nel giardino dei miei quando sono andata a riprendere le ultime cose", disse dolcemente lei. "Sapevo che credevi di averlo perso e così mi sono ripromessa di tenerlo soltanto fino al tuo ritorno ma... Tu non sei più tornato prima di ieri".

Natsu la raggiunse in due falcate e l'afferrò per le braccia, spaventando Happy che saltò giù con un miagolio di protesta. "Lucy, io... Dio, ti amo!", esclamò schiantando le labbra sulle sue.

Lucy sorrise in quel bacio, sentendo il proprio cuore martellare violentemente contro la cassa toracica, una sensazione che non provava più da tanto tempo; aveva amato Gray ma il loro era stato un sentimento per certi versi acerbo che impallidiva rispetto a quello che provava per Natsu e che - cominciava a capirlo - era lì da sempre.

"Mi dai mezz'oretta?", gli chiese quando la lasciò libera di parlare.

"Per fare cosa?".

Natsu aveva messo su il broncio e Lucy non riuscì a trattenersi dal ridacchiare. "Voglio solo fare una doccia prima di cambiarmi, credi di potermelo concedere?".

"Forse se mi lasciassi venire con te...", mormorò lui chinandosi a baciarle il collo.

"No!", esclamò la ragazza, rossa d'imbarazzo. "Aspetta qui e fai pure come se fossi a casa tua!".

Sgattaiolò dalla sua stretta scappando nell'altra stanza e questa volta fu il turno di Natsu di ridere, prima di afferrare Happy e lasciarsi cadere sul divano. "Allora, dove diavolo eri fuggito?!".

 

Lucy sospirò di piacere quando il getto d'acqua calda le scorse addosso, gli occhi chiusi per godersi quel momento di perfetta beatitudine. Era felice, sì, finalmente poteva dire con sicurezza di esserlo di nuovo.

Da quando Natsu era tornato nella sua vita, dichiarando con la sua solita irruenza di amarla, le sembrava di camminare su una nuvoletta rosa di felicità. Persino la mancanza dei suoi genitori si faceva sentire meno quando c'era lui, il suo chiassoso migliore amico che sosteneva con sicurezza di sapere che loro due erano destinati a stare insieme. Sorrise a quel pensiero, in fondo ci credeva anche lei che fosse così: se lui non fosse stato davvero la sua anima gemella, per quale altro motivo avrebbe dovuto essere l'unico in grado di farle provare certe sensazioni?

Eppure, non riusciva ancora a lasciarsi andare totalmente: una parte di lei temeva che quello che sentiva fosse influenzato da Natsu e che se avesse ceduto avrebbe finito con il perdere anche la sua amicizia, qualcosa che la faceva rabbrividire al solo pensiero.

"Lucy!".

Lucy si lasciò scappare un urletto di paura nel momento in cui Natsu aprì il box doccia senza tanti complimenti.

"Natsu!", esclamò, tentando inutilmente di coprirsi. "Che diamine ci fai qui, esci!", strillò lanciandogli contro la bottiglia dello shampoo.

"Ahia", si lamentò lui, colpito dritto sul naso. "Avevi detto mezz'ora, sei qui da quasi cinquanta minuti!".

"Esci!", urlò di nuovo Lucy, la voce ancora più acuta.

A Natsu non restò che ubbidire, prima che gli lanciasse contro l'intero schieramento di cosmetici che teneva lì dentro. "Non me la ricordavo così manesca", borbottò massaggiandosi il naso. Stava per uscire dal bagno quando un'ultima occhiata alle sue spalle gli rivelò la figura sinuosa di Lucy ancora sotto la doccia. 'E no mia cara Lucy, non te la cavi così!'.

Senza pensarci oltre, si liberò in fretta dei vestiti che gettò con noncuranza in un angolo e raggiunse quella che riteneva a tutti gli effetti la sua donna, infilandosi con prepotenza nella doccia e schiacciandola contro le piastrelle alle sue spalle.

"Natsu!", esclamò lei, per la seconda volta in troppo poco tempo. "Ti avevo detto di and…".

Il ragazzo la zittì con le proprie labbra, stringendola a sé nel timore che si sottraesse o lo respingesse, ma per tutta risposta Lucy si avvinghiò a lui, afferrandogli i capelli con una mano e tirandogli indietro la testa.

"Questo è un colpo basso, Natsu".

"È colpa tua che sei troppo bella", rispose per le rime Natsu, rivolgendole un ghigno ferino prima di avventarsi sul suo collo. "E io ti amo troppo per resistere".

 

"Stavolta tu resta qui!", intimò Lucy a Natsu che se ne stava comodamente sdraiato sul letto con un sorriso soddisfatto a distendergli i tratti, coperto appena il necessario dalle lenzuola.

"Come vuoi, Lu", rispose con uno sbadiglio lui, voltandosi di schiena. E facendo scivolare del tutto il lenzuolo nel movimento.

"Che faccia di bronzo!", disse fra i denti la ragazza rifugiandosi in bagno.

Natsu ridacchiò sentendo la chiave girare nella toppa e si dedicò all'esplorazione della stanza di Lucy. Solo visiva, ovvio, non aveva nessuna intenzione di muoversi dal letto. La sua ragazza - perché lui era assolutamente convinto di avere ragione e già la considerava tale - aveva decorato tutto con uno strano miscuglio di rosa e rosso; non ci volle molto a fare due più due, il rosso era sempre stato il suo colore preferito e il rosa quello di lei. Forse non era stato intenzionale ma anche lei aveva già capito quanto fossero legati. Una delle pareti era disseminata di foto dei loro amici e dei genitori di Lucy e la parte centrale di quello strano mosaico era occupato da una foto di loro due che era stata scattata poco prima che lei facesse coppia con Gray: erano entrambi sereni e sorridevano sinceramente.

Altre foto che li ritraevano insieme, alcune minuscole, erano disposte su quello che Natsu suppose fosse il comodino di Lucy, quello vicino alla parte di letto che occupava abitualmente. Sospirò appena, pensando che anche lei doveva aver sentito molto la sua mancanza: chissà se immaginava che anche la sua stanza nella sua casa di Crocus era piena delle loro foto.

"Hai scoperto il mio segreto".

La voce di Lucy lo raggiunse improvvisa, facendolo sussultare e nel voltarsi scoprì che lo aveva raggiunto sul letto senza che se ne accorgesse.

"Non ti ho sentita uscire".

"Lo vedo". Si chinò a baciarlo con un sorriso, sfiorandogli il viso con un tocco lieve. "Dai, va' a darti una ripulita, volevamo andare al parco, no?".

Natsu le prese la mano nella sua e vi posò un bacio prima di alzarsi e raggiungere il bagno. Lucy distolse lo sguardo da lui, preferendo concentrarsi sulla scelta dei vestiti piuttosto che su quel corpo statuario. Dopotutto, voleva proprio uscire con lui.

 

Giunti a destinazione, Natsu restò imbambolato a fissare l'ingresso del parco, talmente a corto di parole da sembrare un pesce all'amo. Era rimasto praticamente identico rispetto a quando era partito, avrebbe giurato che ci fossero anche gli stessi ciuffi d'erba attorno al palo che reggeva l'insegna. A Lucy non lo aveva mai detto naturalmente ma era proprio in quel posto che aveva capito di essere irrimediabilmente innamorato della sua migliore amica.

 

Stavano attraversando il parco per tornare a casa, come facevano tutti i giorni, quando Natsu si era improvvisamente fermato e Lucy aveva fatto lo stesso, voltandosi a guardarlo.

"Natsu?".

"Credo di voler lasciare Lisanna, Lu".

La sua amica lo aveva afferrato per un braccio e portato entrambi verso una panchina, sulla quale si erano seduti. "Ricomincia da capo. Perché vorresti lasciare Lisanna?".

"Perché mi piace un'altra ragazza ed è evidente che non sono più innamorato di Lisanna come lo ero una volta", rispose Natsu, lo sguardo incollato sulle proprie mani giunte in grembo.

"Come fai a dire di non amarla, ne sei certo?".

"Lucy, non ho occhi che per l'altra! Anche quando siamo insieme, se per caso passa lei, dimentico persino che Lisanna esista! Non è giusto continuare in questo modo, è una brava ragazza e merita di meglio".

Lucy aveva steso la mano a prendere quella di Natsu, stringendola nella sua. "Non pensare mai di essere meno di quello che qualsiasi ragazza meriterebbe: stai prendendo una decisione difficile, anche per il bene di Lisanna. Se fossi una cattiva persona non ti importerebbe della situazione miserevole in cui il vostro rapporto la sta trattenendo".

Lui aveva finalmente alzato lo sguardo, incrociando quello color cioccolato della sua Lucy; lei sapeva sempre cosa dire per mettere a posto le cose, sapeva dargli i consigli migliori  e lo ascoltava sempre, non fingeva di farlo. Ma se avesse saputo di essere proprio lei l'altra? Se fosse stata consapevole del suo sguardo che la seguiva sempre, immaginando come sarebbe stato fare coppia con lei? Se solo avesse potuto sentire come il suo cuore batteva furiosamente ogni volta che i loro occhi si incontravano.

"Però... Lei ne soffrirà, Lu", disse, preferendo deviare il corso dei propri pensieri.

"Certo che ne soffrirà, Natsu. Però alla fine capirà che lo stai facendo perché le vuoi bene e non vuoi che stia con te dal momento che non la ami più. Ci vorrà del tempo ma tornerete amici".

Lucy gli sorrise incoraggiante e Natsu riuscì a risponderle con un piccolo sorriso.

"Andiamo, puoi fare di meglio! Il mio Natsu ha il sorriso più bello del mondo!".

Aveva gonfiato le guance, indispettita e a quella vista lui era scoppiato a ridere, tenendosi la pancia. "Smettila Lu, sai che trovo troppo comica quella faccia!".

"Beh almeno adesso ridi!".

Lucy aveva riso con lui, abbracciandolo di slancio e gli aveva baciato la guancia. "Ti voglio bene, Natsu. Questo non dimenticarlo mai, ci sarò sempre per te".

Natsu aveva ricambiato l'abbraccio e annuito, convinto che quella splendida amicizia sarebbe diventata qualcosa di più una volta che lui avesse rotto con Lisanna; non si sarebbe lasciato sfuggire Lucy.

 

Natsu scosse la testa, ridendo fra sé della propria ingenuità: allora non sapeva che Gray si sarebbe messo in mezzo, causandogli anni di sofferenza.

"Natsu va tutto bene?".

La voce di Lucy lo riportò coi piedi per terra e le sorrise, annuendo. "Sì, tutto bene".

Lei aggrottò le sopracciglia, fissandolo. "Natsu", sbottò con tono ammonitore.

"È la verità, Lu, solo dei ricordi!".

Lucy decise di lasciar perdere e scrollò le spalle con noncuranza. "Va bene, se lo dici tu", disse. "Ma prima o poi dovrai dirmelo", aggiunse, gli occhi ridotti a due fessure.

Natsu scoppiò a ridere e le cinse le spalle con un braccio, attirandola a sé. "Sei proprio unica", disse, voltandole il viso per poterla baciare. "Dai entriamo!".

Lei gli sorrise e annuì, portando un braccio attorno alla sua vita mentre si incamminavano lungo i sentieri che attraversavano i prati: quella settimana da trascorrere con lui prometteva proprio bene.

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Salve ragazze/i ^-^

Visto che me lo avete chiesto in tanti, ho deciso di riprendere in mano questa storia e farla effettivamente diventare una long; ho in programma di aggiornare almeno una volta a settimana ma se non mi dovesse riuscire vi prego di essere pazienti ^^”

Credo che sarà una storia fluffolosa come poche, questo contesto mi ispira troppa tenerosità fra i miei tesori >w<

Mi ripeto ma non posso farne a meno, grazie se avete letto e due volte se recensite!

Alla prossima <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Convincere Natsu a tornare a casa sua, dopo averla riaccompagnata, non fu per niente facile: Lucy dovette praticamente minacciarlo di sciogliere il loro patto, ottenendo però di mandarlo via con un broncio arrabbiatissimo.

Quando lo vide scomparire dentro l'ascensore, richiuse la porta, lasciandovisi scivolare contro. Era sempre più convinta di essere follemente e irrimediabilmente innamorata di lui ma Natsu era estenuante e a quanto pareva, totalmente incapace di capire quando lei aveva bisogno di qualche ora per se stessa. Sospirò appena e Happy le trotterellò accanto, strusciandosi contro le sue gambe.

"Ciao Happy! Allora", disse lei, mettendoselo in grembo, "sei contento di aver ritrovato Natsu, vero?".

Il gatto miagolò come in risposta e Lucy ridacchiò alzandosi per spostarsi in cucina. "Sai", disse rivolta all'animale, mentre versava dei croccantini nella sua ciotola, "credo che alla fine non dovrai scegliere fra i tuoi padroni. Penso proprio che io e Natsu non ci separeremo più".

Sorrise a se stessa dopo aver pronunciato quelle parole, perché era vero e lo aveva finalmente ammesso ad alta voce: Natsu era sì sfiancante ma le mancava già tantissimo e non stava nella pelle al pensiero di rivederlo.

 

Dopo aver giocato un po' con Happy, raggiunse la sua stanza e si lasciò cadere pesantemente sul letto, rimpiangendo subito quella pessima idea dal momento che le lenzuola erano impregnate del profumo di lui. "Oh insomma, Lucy! Chiamalo, adesso!", si disse ad alta voce. Afferrò il cellulare e prima di poterci ripensare, avviò la chiamata.

"Cosa?!", fu la risposta scocciata.

"Stavo pensando... Ti andrebbe di tornare qui?".

La comunicazione fu bruscamente interrotta e Lucy si ritrovò senza parole a fissare lo schermo del suo telefono fin quando si spense. "Dannato idiota!", esclamò stizzita, posandolo con malagrazia sul comodino. Affondò il volto contro il cuscino, indirizzando una serie di insulti molto coloriti a Natsu e al suo caratteraccio e a furia di imprecare dovette sollevare la testa per respirare. "Brutto str...".

Driiiin.

Si guardò intorno smarrita per qualche momento prima di rendersi conto che quel suono era stato il campanello; si ripeté e questa volta si precipitò alla porta, sperando proprio che fosse lui. Aprì piano, osservandolo con cautela nel timore che fosse arrabbiato e in effetti quello che si ritrovò davanti non era un Natsu esattamente contento.

"Ciao".

"Mi hai mandato via, Lu", rispose, la fronte contro il braccio appoggiato allo stipite fisso della porta. "Non è stato per niente carino".

Lucy si fissò i piedi, imbarazzata. "Domani devo andare a lavorare e gli ultimi due giorni sono stati un'altalena emotiva... Possiamo parlarne dentro, per favore?".

Natsu annuì, entrando non appena lei si fu spostata e la aspettò mentre bloccava la porta per la notte. Lei lo raggiunse alle spalle e gli afferrò la mano, tirandoselo dietro verso la sua stanza.

Lo costrinse gentilmente a stendersi e gli si accoccolò contro, lasciandosi sfuggire un lieve sospiro. "Non è che non voglia stare con te, Natsu, anzi; è proprio il contrario, starti lontana è diventata una tortura".

Lui la abbracciò, posando il mento sulla sua testa e prese ad accarezzarle la schiena. "Perché mi hai mandato via?".

"Ho bisogno di capire se quello che sento è amore o solo una fantastica intesa a letto", rispose Lucy, senza mezzi termini. "Ti ho già detto quanto male mi faccia il pensiero di perderti come amico se questa cosa fra noi andasse male, non voglio rischiare di essere proprio io la causa affrettando tutto".

"E lo hai capito?".

"No".

"Perché mi hai chiesto di tornare allora?".

Lucy sollevò il viso per guardare Natsu e gli posò una mano sulla guancia. "Faceva troppo male sapere che eri lontano da me con un'arrabbiatura che è solo colpa mia".

"Credevo che ti fossi già pentita", ribatté lui mettendo di nuovo il broncio.

"No, Natsu! Perché avrei dovuto pentirmi, sto trascorrendo i giorni più belli della mia vita".

"Non lo so, Lu. Amarti ha fatto tanto male e dieci anni sono lunghi".

Lei si mosse fino a posare la fronte contro la sua, sforzandosi di trattenere le lacrime che premevano per uscire. Razionalmente sapeva di non avere nessuna colpa ma sentiva una sorta di vocina interiore che le rimproverava di essere stata cieca a quell'amore. "Mi dispiace... Mi dispiace così tanto".

"È passato ormai. E inoltre, non puoi controllare ciò che provi, ti eri innamorata di Gray e non c'è niente di sbagliato in questo. Io... Ho aspettato". Natsu le cinse la vita con entrambe le braccia, stringendosela contro. "Valeva la pena se adesso lo sai anche tu che siamo fatti per stare insieme".

"Non ne sono ancora del tutto sicura", ammise Lucy, lo sguardo basso nel timore di vedere la delusione sul volto del suo amore.

"Sì che lo sei. Ti mancavo così tanto che mi hai fatto tornare indietro dopo aver sudato sette camicie per mandarmi via!".

Lei scosse la testa, ridacchiando a quella risposta e si alzò dal letto, andando verso la cassettiera.

"E adesso dove vai?!", la raggiunse la voce di Natsu.

"Ti ho detto che domani devo lavorare, ho bisogno di dormire", rispose Lucy aprendo un cassetto e tirandone fuori il proprio pigiama.

"Ma... Io volevo farti le coccole!".

"Sappiamo entrambi cosa volevi davvero e no, voglio riposare". Davanti all'ennesimo broncio, Lucy sospirò pesantemente; certe volte era come avere a che fare con un bambino. "È proprio così difficile passare la notte insieme a dormire e basta?".

Natsu scosse la testa e le sorrise, allargando le braccia in un tacito invito a raggiungerlo. "No, non lo è, Lu".

Non lo fece attendere troppo e si tuffò letteralmente su di lui, rannicchiandosi il più possibile contro il suo corpo. "È meglio se ti togli questi vestiti, starai più comodo".

Il ragazzo le rivolse uno sguardo contento, avvicinandosi per baciarla. "Se non ti dà fastidio che stia poco vestito nel tuo letto ".

"Ma sei serio?! Questo povero letto ha visto di peggio stamattina".

Risero entrambi a quella battuta e quando finalmente tornarono ad aggrapparsi l'uno all'altra, Natsu si ritrovò a pensare che dormire insieme sapeva di intimità anche più del sesso: sapeva di vita insieme, della vita di una coppia innamorata. Lucy si era addormentata quasi subito e lui restò sveglio ad osservarla ancora per un po', trovandola più bella ad ogni occhiata. Sapeva che anche lei lo amava, poteva dirlo da come si era avvinghiata a lui, quasi disperatamente; e abbandonarsi al sonno con quel pensiero in mente fu quanto di più vicino alla beatitudine avesse provato fino a quel momento in vita sua.

 

Lucy aprì gli occhi al primo suono della sveglia e la bloccò immediatamente prima che svegliasse Natsu, ancora profondamente addormentato. Si distese sullo stomaco, sollevandosi sui gomiti per poterlo osservare e un sorriso le tirò indietro gli angoli della bocca quando pensò che era magnifico svegliarsi accanto a lui.

"E già, credo proprio di amarti", disse chinandosi a baciargli le labbra.

Decise di lasciarlo dormire ancora un po' mentre faceva la doccia e preparava la colazione per entrambi ma non si sorprese più di tanto quando sentì le sue braccia afferrarla per la vita e farla voltare verso di lui; Natsu aveva sempre avuto tanta di quella energia che non riusciva a dormire più di tanto.

"Buongiorno". Gli sorrise, portando le mani dietro il suo collo e fra quelle ribelli ciocche rosa, le bocche già una sull'altra a togliersi reciprocamente il respiro.

"Lucy… Devi proprio andare?".

"Devo, sì. Però posso chiedere a Mira se mi concede qualche giorno di ferie".

"Tu lavori con Mirajane?!". Natsu era a dir poco sconvolto: la sorella maggiore di Lisanna non ci aveva messo poi molto a capire perché avesse spezzato il cuore alla sua sorellina e per un lungo periodo di tempo non era stata bendisposta verso Lucy. Sentirla dire che lavoravano insieme era davvero troppo strano.

"Sì, certo". La voce di Lucy lo riportò al presente e si costrinse a darle retta. "Io e Levi lavoriamo da lei sin da quando ha trasformato il suo bar in un Caffè Letterario, avevamo entrambe perso il nostro posto alla Biblioteca Pubblica e ci è sembrata un'ottima soluzione; il locale di Mira è sempre stato affollato, adesso abbiamo solo una categoria di clienti in più!".

Lui le sorrise, chinandosi a baciarle il naso. "Cosa ne diresti di venire a vivere a Crocus?".

"Cosa?!".

"Sì, insomma, io ho il mio lavoro laggiù e non mi va di restare lontano da te. Ci sono molte biblioteche nella capitale, per via delle università, non farai fatica a trovare un impiego".

Lucy lo abbracciò, posando la guancia contro il suo petto. "È vero, però… Non so se voglio lasciare Magnolia".

"Lo capisco, è difficile lasciare la città in cui hai vissuto per tutta la vita ma Crocus ti piacerà, fidati di me!", esclamò Natsu, baciandole la testa. "O se proprio non ti va di lasciare Magnolia, troveremo un altro modo, non intendo mettere tutti quei chilometri tra noi".

"Per favore, non affrettiamo le cose, Natsu".

Fu appena un sussurro ma lui la sentì comunque e le posò due dita sotto il mento, tirandole su il viso. Non aveva più dubbi sul fatto che Lucy ricambiasse il suo amore ma non voleva in nessun modo farla sentire forzata; forse, quello di chiederle di trasferirsi era stato un passo falso.

"Scusami Lu, hai ragione. Non ne parleremo più, non per il momento almeno, va bene?".

Lei gli sorrise e annuì, stampandogli un altro bacio sulle labbra prima di tornare alla colazione. Sapeva di essere molto fortunata ad avere l'amore di un ragazzo come Natsu, che metteva sempre lei e i suoi desideri al primo posto; Gray era stato dolcissimo e l'aveva amata molto ma era stato il motivo che le aveva impedito di frequentare l'università della capitale.

 

Lucy non riusciva proprio a capire cosa ci trovasse di strano Gray nel fatto che lei volesse studiare a Crocus; l'università di Magnolia era molto valida ma gli istituti della capitale erano di tutt'altro livello e lei aveva tutte le carte in regola per accedervi. Tuttavia, quando aveva accennato al suo ragazzo la possibilità che si trasferisse laggiù per studiare, avevano finito per litigare. Quel pomeriggio, l'argomento era saltato fuori di nuovo e nemmeno rivelargli che anche Natsu avrebbe studiato a Crocus era servito a qualcosa.

"Lucy vuoi spiegarmi perché il fatto che ci sia Natsu dovrebbe farmi cambiare idea?!".

"Come perché! È il migliore amico di entrambi, almeno saprai che non sono sola!".

Gray sbuffò rumorosamente, lasciandosi cadere su una sedia. Si trovavano nella stanza di Lucy e invece di passare il pomeriggio a scambiarsi baci ed effusioni, come avrebbe voluto, avevano finito per parlare dell'università. Di nuovo. Giocarsi la carta di Natsu, poi, lei doveva essere totalmente cieca per non accorgersi di come la guardava il suo amico. Pur ammettendo a se stesso che non aveva mai fatto niente per mettersi fra loro, non gli piaceva lo sguardo carico di amore e tristezza che il suo migliore amico rivolgeva a Lucy e temeva quello che sarebbe potuto accadere se lei si fosse trasferita a Crocus.

"Gray, sei ancora tra noi?!".

"Davvero non capisci cosa prova davvero Natsu, Lucy?", sbottò all'improvviso Gray. "Lui non è tuo amico, è innamorato di te! Se foste soli a Crocus, chissà cosa potrebbe accadere e tra noi finirebbe tutto!".

Lucy era scattata in piedi, rossa di rabbia. "Natsu è il mio migliore amico e non voglio più sentire questa stupida gelosia! Non si è mai comportato in maniera diversa da come un amico avrebbe fatto e tu dovresti saperlo bene visto che lo conosci da molto più tempo di me!"

"Proprio perché lo conosco ti posso garantire che senza me fra i piedi, finiresti per cedere!".

Gray si era alzato a sua volta, fronteggiandola e la ragazza lo schiaffeggiò con violenza, indicandogli la porta: non l'aveva mai vista così furiosa.

"Esci subito di qui, Gray. Adesso!".

 

La voce di Natsu che fischiettava mentre giocava con Happy la riscosse dai ricordi e la fece sorridere immediatamente: quell'uragano umano dai buffi capelli rosa l'aveva spuntata alla fine, riempiendole la vita come nessuno aveva potuto.

"Ne, Natsu".

"Sì?".

"Perché non vieni a prendermi stasera? Potremmo cenare fuori e dopo andare al cinema se ti va".

"Qualsiasi cosa va bene se posso stare con te!", esclamò convinto Natsu, baciandole la guancia mentre le passava accanto e sedeva a tavola. "Però mi fai scegliere il film".

"Niente affatto, tu sceglieresti uno di quegli schifosissimi horror!".

"E tu una di quelle commedie melense!".

Lucy batté un piede per terra in segno di protesta. "I miei gusti sono cambiati!".

"E allora sentiamo, cosa vorresti vedere?", chiese il ragazzo, estremamente divertito.

"Deciderò quando saremo lì", borbottò lei, concentrandosi sulla propria tazza di caffè.

Natsu ridacchiò, stendendo la mano verso Lucy per trascinarsela in grembo. "Certo che vengo a prenderti, e ti porto a mangiare dove vuoi. Ma il film lo scelgo io!".

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Buonasera!

Ho mancato la NaLu Week anche quest'anno e questo capitolo non mi piace per niente T_T

Detto questo – per la serie "I piagnistei di Saralasse", vi mancavano XD? – voglio innanzitutto ringraziare tantissimo le gentilissime ragazze che hanno commentato il capitolo scorso, mi avete sommersa di complimenti immeritati, siete troppo buone! E adesso temo di deludere le vostre aspettative a ogni capitolo, vi chiedo perdono in anticipo T_T

Tornando a noi, ho cercato di dare un po' di quotidianità e qualche piccola battuta d'arresto alla settimana d'amore dei nostri colombi, spero di esserci riuscita XD

Come sempre, vi ringrazio tantissimo se leggete e ancora di più se commentate!

Alla prossima <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Sei sempre il solito e io idiota che ti do retta!", sbuffò Lucy infilandosi nell'ascensore con le braccia strette addosso.

"Dai, vieni qui, stai gelando!". Natsu si avvicinò per abbracciarla ma lei si scansò, incollandosi letteralmente alla parete; sembrava un gatto pronto a saltare addosso al suo aggressore.

"Tieni giù quelle zampacce".

"Non dirmi che sei arrabbiata per il film!".

"Certo che sono arrabbiata per il film! Chiamalo film poi, avresti fatto prima a portarmi al mattatoio!".

"Scema", disse dolcemente lui, stringendola a sé con la forza. "Di' la verità, ti è piaciuto starmi avvinghiata addosso tutto il tempo!".

Lucy borbottò qualcosa di incomprensibile contro la sua giacca e alzò appena la testa. "Cretino".

"Non è una gara di insulti, Lu".

"Lo so, Natsu, ma sei un cretino lo stesso".

Natsu le afferrò il volto fra le mani e la baciò con foga, spingendola fuori dall'ascensore non appena raggiunsero il loro piano. "Lo sai che mi eccita vederti così arrabbiata?".

Lei sorrise maliziosamente, baciandogli la mascella fino ad arrivare all'orecchio. "E tu lo sai che dovrai tenerti i bollenti spiriti tutti per te?".

"Non dici sul serio!".

"Ah no?".

"Lucy!".

Stava praticamente piagnucolando e Lucy scoppiò a ridere, abbracciandolo. "Per questa volta ti lascio restare ma solo perché devi farti perdonare".

Natsu ghignò soddisfatto, dandole appena il tempo di entrare in casa e chiudere la porta prima di tornare a stringerla e baciarla prepotentemente. Rischiarono di calpestare Happy e lasciarono una scia di indumenti per tutto il tragitto fino alla stanza di Lucy, raggiungendola senza separarsi per più di un momento.

Finirono uno sull'altra sul letto, liberandosi freneticamente dei pochi vestiti che portavano ancora addosso, e lei sospirò il nome di Natsu quando finalmente lo sentì dentro di sé, quello che aveva desiderato dal momento in cui si era trovata stretta a lui nel cinema. Natsu la sollevò e si mise seduto, così da averla in grembo e Lucy si mosse con lentezza su di lui.

"Lucy!", gemette Natsu piegando la testa indietro ed esponendo così il collo ai dolci tormenti della sua donna.

Aveva una cicatrice lì, che si era procurato in un incidente quando era bambino, e aveva scoperto che lei la trovava molto eccitante: anche adesso le stava dedicando tutta la sua attenzione, sfiorandola con la lingua e le labbra. Percorse la sua pelle con piccoli baci fino a tornare a impossessarsi delle sue labbra e Natsu la strinse, invertendo di nuovo le posizioni e inchiodandola sotto di sé.

"Ti amo, Natsu", mormorò d'un tratto Lucy, stringendogli le braccia al collo e baciandolo.

Natsu sentì gli occhi inumidirsi davanti a quella confessione e posò la fronte contro la sua, muovendosi in sincrono con lei, dolce e premuroso. Era stato sicuro che anche lei provasse lo stesso amore che lo divorava da tempo ma sentirla finalmente ammetterlo era una gioia senza pari, una felicità così perfetta che gli sembrò quasi di fondersi in lei, diventando un tutt'uno.

 

Il suono della sveglia spaventò Lucy che tentò inutilmente di divincolarsi dalla presa di Natsu e alzarsi.

"Natsu! Dai mollami, devo andare a lavoro!".

"Mira ti ha concesso le ferie...", mugugnò lui col viso infilato fra i suoi capelli biondi.

"Ah... Hai ragione". Lucy ridacchiò imbarazzata, bloccandosi di colpo quando sentì una mano di Natsu posarsi molto poco castamente sul suo seno. "Natsu?".

"Uhm?", fece lui, già impegnato a disseminarle il collo di baci.

"Cosa stai facendo?".

"A te cosa sembra?". Natsu si spostò, finendo col distendersi sopra di lei, il peso sostenuto dagli avambracci.

"Guarda che non ho intenzione di passare la settimana di ferie a rotolarci nel letto!".

Lucy pretendeva di dargli a intendere di essere infastidita ma Natsu seppe che mentiva nel momento in cui si mosse per accoglierlo fra le sue gambe.

"Dillo di nuovo, Lucy".

Lucy spalancò appena gli occhi, mentre un lieve rossore le si diffondeva sulle gote e la bocca si piegava inevitabilmente all'insù: i ricordi della notte precedente le si presentarono davanti agli occhi e si rivide confessare a Natsu il suo amore, un attimo prima che lui le facesse provare il piacere più intenso di tutta la sua giovane vita. Posò le mani sul viso del suo ragazzo e si tese a dargli un veloce bacio. "Ti amo".

Natsu le sorrise e scivolò in lei all'improvviso, strappandole un gridolino compiaciuto. "Ti amo anch'io, Lucy", mormorò sulle sue labbra un momento prima di coinvolgerla in un bacio peccaminoso.

Si staccò dalla sua bocca soltanto quando i polmoni bruciarono in cerca d'aria, lasciandole le labbra per dedicarsi al suo viso, al collo, a ogni centimetro di pelle nivea che riusciva a raggiungere da quella posizione.

Lucy si inarcò sotto le sue spinte, afferrandogli i capelli fra le dita di una mano quando sentì la sua bocca chiudersi sul proprio seno. "Natsu...", gemette all'apice del piacere, stringendo le gambe attorno ai suoi fianchi.

Qualche altro movimento frenetico e Natsu si accasciò su di lei, abbracciandola forte, con la testa posata sul suo seno. Sorrise quando sentì le dita di Lucy affondare fra i suoi capelli, accarezzandolo delicatamente.

"Mi hai reso la persona più felice della terra, Lucy", disse quando il suo respiro tornò regolare. "Ti prego, non ripensarci adesso".

"Mai. Mai Natsu; adesso lo so, ti amo e non ci ripenserò mai". Sorrise, tenendolo stretto a sé. "Sei bloccato con me per il resto della tua vita".

"Lo spero tanto".

Lucy continuò quella rilassante carezza ai capelli ribelli del suo ragazzo e non si accorse che si era placidamente addormentato su di lei. "Ehi Natsu, perché non andiamo al mare oggi pomeriggio? Non è stagione, è vero, siamo in autunno, ma di giorno non fa ancora freddissimo e poi non dobbiamo mica fare il bagno, che ne dici?".

Attese che gli rispondesse per qualche momento ma quando non sentì una sola parola, si chinò leggermente per guardarlo e sorrise intenerita, posandogli un bacio sulla testa. Probabilmente avrebbero dovuto rimandare la gita che aveva programmato all'indomani, eppure, per una volta nella sua vita, non le importava proprio nulla che i suoi piani fossero andati all'aria.

 

"Pronto?".

"Natsu?! Credevo di aver chiamato il cellulare di Lucy".

"Lisanna". Natsu si svegliò completamente rendendosi conto di aver effettivamente risposto a una telefonata destinata a Lucy; il suono del telefono nel dormiveglia lo aveva fatto agire per istinto. "Sì, è il cellulare di Lucy", aggiunse. Dopotutto Lisanna era ancora al telefono. "Sono a casa sua".

"Capisco", ribatté lei con un tono di voce malizioso che non sfuggì a Natsu. "Me la passi?".

"Sta dormendo".

"Alle cinque del pomeriggio?! Non voglio nemmeno sapere cosa state combinando!", esclamò Lisanna, trattenendo a stento una risata. Non le era sfuggita la voce impastata di Natsu, era evidente che avesse svegliato anche lui. "Dille di richiamarmi, va bene?".

"Certo, lo farò".

"Ti ringrazio. Ah... Natsu?".

"Sì?".

"Sono contenta per voi".

"Grazie, Lisanna", rispose prima di riagganciare.

Natsu sentì le proprie labbra distendersi in un sorriso felice e si voltò verso Lucy, trovandosi davanti uno sguardo di panico che non riusciva a spiegarsi.

"Lucy! Cosa c'è, ti senti male?".

"Lisanna sa di noi?".

"Io non le ho detto niente ma credo ci sia arrivata da sola". Natsu afferrò la sua ragazza, stringendosela contro. "Qual è il problema, Lu?".

"Non è un problema, Natsu... Ma sai anche tu come sono i nostri amici, non lo fanno per cattiveria però sono dei terribili impiccioni. Entro stasera persino le pietre sapranno di noi!".

"E tu non vuoi che si sappia".

Lucy si sollevò, mettendosi seduta sul letto per poterlo guardare negli occhi. "Volevo solo che avessimo un po' di giorni di pace, solo per noi. Pensavo che il matrimonio di Lisanna sarebbe stata una buona occasione per farlo sapere ai ragazzi".

Natsu si mise a sedere a sua volta, tenendo lo sguardo basso. "Non è che per caso non volevi farlo sapere a Gray?".

"A Gray?! Natsu ma cosa dici, io e lui ci siamo lasciati sei anni fa!".

"Beh, magari ci speri ancora di riprendertelo, in fondo lui e quella Juvia non sono mica sposati".

Lucy prese un grosso respiro per calmarsi; sapeva che Natsu non pensava quello che stava dicendo, erano solo una vecchia paura e una feroce gelosia che lo facevano parlare in quel modo. "Natsu". Si avvicinò a lui e gli circondò il collo con le braccia, stringendolo forte a sé. "Tu non hai niente da temere da Gray. È te che amo, non lui. Abbiamo un passato insieme ma è tutto quello che è: passato".

"E se ti ricordassi che è migliore di me?".

"Non è migliore di te, nessuno lo è! Sei il ragazzo più dolce, gentile e premuroso che conosca, sei tanto forte da aver tenuto vivo il nostro amore fino a quando anch'io mi sono resa conto che era lì da sempre, da quando i nostri sguardi si sono incrociati per la prima volta. E io sono la donna più fortunata della terra perché sei tutto mio".

Natsu la abbracciò finalmente, nascondendo il viso contro il suo collo. "Scusami. Non dovevo dire quelle cose".

"So che non le pensi". Lucy portò una mano sul suo capo, accarezzandolo piano.

Lui scosse appena la testa, rafforzando la stretta attorno al suo corpo. "Mi dispiace lo stesso, Lu. È solo che... Stammi vicina".

Lucy si distese sul letto assieme a Natsu, tenendolo abbracciato: eccolo, il suo uomo ancora un po' bambino che temeva di non essere mai abbastanza. "Lo sai", disse a un certo punto, nel tentativo di smorzare la tensione, "credo che ti metterò un guinzaglio al matrimonio di Lisanna; ci saranno molte ragazze e non voglio rischiare di dover fare a botte con qualcuna di loro!".

Lo sentì ridacchiare e si permise anche lei un sorriso divertito. "Guarda che dico sul serio! Non posso proprio permettere che qualcuna ti noti, e che ti creda disponibile soprattutto".

"Non mi muoverò dal tuo fianco", disse Natsu sollevando il viso e riportandolo all'altezza del suo. "Sei la mia preziosa Lucy, non permetterò che qualcuno ti porti via da me. Anzi, ti metterò al collo un cartello con su scritto Proprietà di Natsu Dragneel".

Lucy esplose in una risata divertita, coprendosi la bocca con una mano. "Che bella coppia saremmo, io con il cartello al collo e tu al guinzaglio!"

Lui le sorrise, stendendosi a darle un bacio sulla fronte. "Basta che siamo insieme, non trovi?".

"Sì", rispose lei, accoccolandosi contro di lui.

Natsu la guardò e la sua mano corse in automatico a intrecciarsi fra i suoi capelli biondi. "Ehi Lu, vuoi andare al mare domani?".

Lucy sollevò la testa di scatto, gli occhi spalancati dallo stupore. "Ma tu non stavi dormendo quando te l'ho chiesto?".

"Non capisco cosa vuoi dire".

"Poco fa... Beh stamattina in effetti, ti avevo chiesto se ti andava di andarci nel pomeriggio ma ti eri già riaddormentato".

Natsu ridacchiò, dandole un bacio sul naso. "Siamo proprio in sintonia noi due".

"Perfettamente".

Sobbalzò quando sentì le mani di Lucy posarsi con disinvoltura sul suo sedere.

"Lu?".

Lei gli sorrise, maliziosa. "Sono ancora un po' arrabbiata per quello schifo che mi hai fatto vedere ieri sera".

Natsu rispose con uno dei suoi sorrisi più ferini. "Dovrò proprio fare ammenda, allora".

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Buonasera ragazze/i!

Sono in anticipo questa settimana ma dal momento che sarò fuori per il week-end e anche nei prossimi giorni sarò un po' impegnata, ho preferito postare prima piuttosto che in ritardo :P Tenterò di non tornare all'appuntamento del sabato ma aggiornare prima, così non dovrete aspettare troppo però è un tentativo, lo ribadisco XD

Dunque, questo capitolo era già stato scritto quando ho postato il precedente quindi chiedo scusa a quelle di voi che si aspettavano il racconto dell'appuntamento, come vedete l'ho saltato a piè pari XD In compenso, Natsu ha decisamente recuperato la delusione della notte precedente, non trovate :D?

Permettetemi di ringraziare di nuovo tutte le gentili ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ridandomi fiducia, siete impagabili!

Di nuovo, grazie mille se leggete e doppiamente se recensite!

Alla prossima <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il clima di Magnolia sembrava aver deciso di regalare un'improvvisa estate fuori stagione, per la gioia di Lucy che non vedeva l'ora di andare al mare.

Quella mattina si era svegliata con la sensazione di soffocare per il troppo caldo, tra le coperte e le braccia di Natsu che la avvolgevano ed era sgusciata via dalla sua stretta per correre a infilarsi sotto la doccia, prima che anche lui si svegliasse; era la sensazione più bella del mondo quella di averlo sempre attorno, ma quando stavano troppo vicini l'aria tendeva a surriscaldarsi in fretta e Lucy voleva davvero andare in spiaggia. Inoltre, quel caldo improvviso la faceva ben sperare sulla possibilità di fare un bagno, e la cosa le stirò le labbra in un ampio sorriso.

Si voltò di scatto sentendo il box doccia aprirsi, e spiaccicò una mano sul viso di Natsu che stava per entrare disinvolto. "Fermo! Aspetta il tuo turno".

"Come il mio turno?!", esclamò lui, togliendosi la sua mano dalla faccia. "Che problema c'è se entro anch'io adesso?".

"Voglio andare al mare, Natsu e voglio andarci fra mezz'ora al massimo. Lasciami finire e poi avrai la doccia tutta per te".

"Ma...".

"Ti mando in bianco fin quando non ritorni a Crocus".

"Hai proprio ragione Lu, è meglio che aspetti il mio turno".

Lucy gli sorrise e si tese a baciarlo. "Bravo", disse, tornando a lavarsi mentre Natsu si allontanava borbottando.

Lo sentì biascicare un "Tiranna" ma preferì lasciar perdere, decisa com'era a godersi quella giornata al mare che si prospettava bellissima. E il fatto che ci fosse lui, rendeva tutto più eccitante.

 

Lucy restò a dir poco perplessa quando giunti alla spiaggia si trovò davanti tutta l'allegra combriccola formata dai loro amici. L'orribile sospetto che li avessero pedinati cominciò a prendere forma nel momento in cui si accorse che i loro occhi curiosi non li lasciavano per un momento, sottolineati da stupidi risolini che non fecero altro che aumentare il suo disagio.

Natsu la vide farsi piccola piccola per l'imbarazzo e decise che fosse meglio tagliare la testa al toro: ignorando lo sguardo allarmato della sua ragazza, le afferrò il viso fra le mani e la baciò davanti a tutti, sorridendo sulle sue labbra quando sentì le urla di giubilo dei loro amici. Rise apertamente quando una rossissima Lucy nascose il volto contro il suo torace mentre le ripeteva che in quel modo stava solo peggiorando la situazione.

Non c'era uno solo fra i loro compagni che non stesse sorridendo, perché li vedevano felici finalmente ma soprattutto perché speravano che Natsu non lasciasse più Magnolia. Festeggiare tutti insieme la sera in cui era tornato era stato come fare un salto nel passato e lui era sempre stato il cuore del loro incasinatissimo gruppo: avevano sentito tutti la sua mancanza.

Una pacca sulla spalla fece voltare Natsu che si ritrovò faccia a faccia con Gray. Il suo sguardo si incupì per un istante, ricordando quanto aveva sofferto quando il suo amico aveva conquistato la ragazza che lui amava; ma quella stessa ragazza, ormai donna, era fra le sue braccia in quel momento e non c'era motivo di sentirsi ferito. "Gray".

"E così ce l'hai fatta alla fine, eh?".

"Se tu non ti fossi messo in mezzo, io e Lucy saremmo felici da anni!".

"Guarda che era Lucy a venirmi dietro, non il contrario!".

Lucy sbuffò e si liberò della stretta di Natsu, lasciandoli litigare come al solito; lo facevano da sempre, si volevano un gran bene ma non potevano fare a meno di punzecchiarsi e inevitabilmente scoppiava una rissa.

Individuò Levy e si diresse in quella direzione per sedersi accanto a lei sulla sabbia; non fece in tempo a posare il fondoschiena a terra che fu raggiunta da tutte le sue amiche. La guardavano in maniera inquietante.

"R-ragazze! Vi serve qualcosa?".

"Non fare la finta tonta, Lucy!", esclamò Lisanna. "Vogliamo i dettagli".

Lucy assunse la stessa tonalità di rosso dei capelli di Erza e si coprì il viso con le mani, scuotendo la testa. "Non vi dirò proprio niente, pervertite!".

"Oh andiamo! Natsu è a dir poco focoso, posso solo immaginare quanto lo sia a letto", intervenne Cana sorseggiando la solita birra.

"Non immaginarti niente!", sbottò la bionda alzando la testa di scatto.

"Dai Lucy, non essere gelosa, solo per qualche innocente fantasia!".

"Cana!".

Le ragazze risero dell'imbarazzo di Lucy e lei si ritrovò a invidiare Natsu che invece sembrava perfettamente a suo agio nella rissa scatenata da lui e Gray e ben presto estesasi all'intera componente maschile del gruppo.

"Lucy".

La voce di Mirajane la riscosse dall'attenta osservazione dei muscoli ben definiti del suo ragazzo, costringendola a prestare attenzione alla sua amica. "Mira non mettertici anche tu, ti prego!".

"No, no, Lu-chan!", sorrise Mira. "Volevamo solo dirti che siamo contente per te, anche se forse non siamo state capaci di dimostrarlo! Ti meriti l'amore di Natsu e lui merita di essere finalmente felice. È bellissimo vedervi insieme e speriamo che lui rimanga questa volta: sei radiosa da quando è tornato".

Lucy si gettò fra le sue braccia, sforzandosi di non piangere. "Grazie ragazze!".

"Però qualche dettaglio piccante lo vogliamo lo stesso".

"Cana!".

La bionda non fece in tempo a protestare più vivacemente che quella specie di tornado umano rispondente al nome di Natsu, la afferrò e incurante dei suoi strilli, se la caricò in spalla, gettandosi in acqua con lei.

 

Lucy riemerse tossendo e sputando acqua, e colpì Natsu in testa, rivolgendogli uno sguardo omicida. "Razza d'idiota, volevi uccidermi?!".

"Ahia".

"Che razza di risposta sarebbe, Ahia?!".

"Dai Lu, stavo solo giocando!".

Lo guardò per qualche momento e lo abbracciò prima che mettesse il broncio. Gli morse lievemente una spalla quando si accorse del sorriso furbo che gli aveva piegato la bocca e lui le afferrò il viso, avventandosi sulle sue labbra e fingendo di morderle a sua volta.

"Non fare così, Lu. O ti prendo qui, davanti a tutti", le soffiò nell'orecchio.

Lucy si sentì avvampare e ringraziò mentalmente che fossero immersi nell'acqua fredda quando sentì un'ondata di desiderio incendiarle il ventre.

"Lo faresti?".

"Lucy".

Lei gli si strinse maggiormente contro, schiacciando il seno contro il suo torace solido. "Lo faresti?", ripeté.

"Vuoi mettermi alla prova?".

Lucy decise di capitolare quando incontrò i suoi occhi decisi: se lo avesse sfidato davvero, Natsu sarebbe stato capace di mettere in pratica la sua minaccia, odiava perdere. "Certo che no, scemo. Alcune cose sono riservate a noi due soli".

Natsu le sorrise e la baciò di nuovo, accarezzandola delicatamente. "Certo che è così. Tu sei mia e solo mia".

Riportando lo sguardo verso la spiaggia, vide Gray e Juvia insieme e gli tornò in mente che non aveva ancora chiesto a Lucy perché avesse rotto con il suo migliore amico.

"Ehi Lu... Perché tu e Gray vi siete lasciati?".

Lucy alzò le spalle, seguendo lo sguardo di Natsu. "Non ci amavamo più da tempo, stavamo trascinando il cadavere della nostra relazione tentando inutilmente di rianimarlo. Ne abbiamo parlato con franchezza e abbiamo deciso che sarebbe stato meglio se le nostre strade si fossero divise. Juvia è più adatta a lui".

"Tutto qui?".

"Cosa ti aspettavi, una lite in grande stile e piatti e stoviglie lanciati come proiettili?!", chiese lei, ridacchiando.

"Beh più o meno... Sembrava un amore epico il vostro".

"Sembrava". Lucy sorrise rassicurante, stringendo le mani di Natsu. "Il nostro lo è davvero".

 

Natsu non ricordava una giornata così bella da molto tempo ormai: aveva degli amici a Crocus, naturalmente, ma niente e nessuno avrebbe mai potuto sostituire il gruppo che lo aspettava a Magnolia. Era la sua seconda famiglia, quella che nei momenti più travagliati della sua vita era stata lì, pronta a sostenerlo, e ora rimpiangeva di essere scappato piuttosto che affidarsi a loro; avrebbero sicuramente trovato il modo di fargli superare il dolore senza che fosse costretto a lasciare la sua città. Guardò Lucy rannicchiata fra le sue braccia, sotto le coperte, e le posò un bacio fra i capelli, stringendola appena un po' di più. Avevano deciso di restare tutti insieme sulla spiaggia ma quando il sole aveva cominciato a calare, il freddo si era fatto sentire, così nel giro di poco tempo, Natsu aveva preparato e acceso un falò: occuparsi del fuoco era sempre stato il suo compito.

Lucy alzò lo sguardo su di lui, un po' preoccupata. Sembrava malinconico e non le piaceva affatto vederlo così; lui aveva sempre sorriso tantissimo, vederlo triste o arrabbiato era davvero un pessimo segno. "Natsu", lo chiamò, piano. "Va tutto bene?".

"Certo, Lu".

"Sicuro?".

Natsu le sorrise finalmente, uno dei suoi soliti sorrisi contagiosi. "Stai tranquilla, Lucy! Niente può andare male ormai, ci sei tu con me". Un bacio veloce. "Stavo solo pensando che i ragazzi mi sono mancati troppo, avrei dovuto restare invece di scappare a Crocus".

"Invece no", ribatté lei, stringendosi di più a lui. "Quando sei andato via ho cominciato pian piano a capire quanto fossi importante per me; è stato doloroso ma anche una fortuna". Afferrò la coperta, tirandola sopra le loro teste e strinse le braccia al collo di Natsu, avvicinandosi di più al suo viso. "Non potrei proprio rinunciare alla felicità che sento adesso", gli disse un momento prima di baciarlo.

"Ehi Lucy, vogliamo dare un'occhiata anche noi!".

La voce di Cana, arrochita dall'alcool, giunse da fin troppo vicino per i gusti di Lucy e prima che potesse impedirglielo, aveva tirato via la coperta che copriva lei e Natsu.

"Cana, insomma!".

"Dai Lu, non arrabbiarti!", rise Natsu, riprendendo la coperta dalle mani di Cana. "E tu dammi quest'affare, razza di ubriacona! Vogliamo esserci al matrimonio e fa freddo!".

Cana si congedò con un'alzata di spalle, un sorrisetto inquietante a curvarle le labbra. "Divertiti con quelle bellezze, sono davvero morbide!", esclamò mimando il seno di Lucy e ridendo a crepapelle quando vide la bionda arrossire furiosamente.

"Ehi Lu", cominciò Natsu, tornando a sedersi dietro di lei. "Cosa ne sa Cana di com'è il tuo seno?".

Lucy sbuffò, accomodandosi nel suo posticino fra le braccia del suo ragazzo. "Qualche volta lo ha toccato a tradimento, a quanto pare farlo la diverte moltissimo".

"Posso capirla".

"Natsu!".

Natsu rise di nuovo, sfiorandole il viso con il dorso della mano. "Ascolta, Lu... Per te andrebbe bene se tornassi a vivere a Magnolia? Dopo il matrimonio di Lisanna, intendo; mi sembra che tu non voglia venire a vivere a Crocus e non mi va di starti lontano". Vide gli occhi di Lucy dilatarsi e per un momento - un orribile, lunghissimo momento - pensò di aver affrettato tutto, di nuovo. "Naturalmente non devi rispondermi adesso, non voglio metterti fret...".

"Sì!", lo interruppe lei. "Cento e mille volte sì, non voglio che mi lasci mai più!".

Lucy lo abbracciò di slancio, facendolo cadere all'indietro e questa volta non provò nessun imbarazzo quando fu lei a baciarlo fra gli schiamazzi dei loro amici.

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Buongiorno ^_^

Ci sono riuscita, ho aggiornato prima di sabato XD

Dunque, questo capitolo è un po' particolare, perché volevo inserire il gruppo di amici di Natsu e Lucy – prima del famigerato matrimonio - ma non sapevo bene come farlo; l'occasione della spiaggia mi è sembrata la più adatta, anche se vi ho di nuovo negato l'appuntamento fra i nostri due colombi, gomen XD

Ah, la rottura tra Lucy e Gray: voglio troppo bene a quel moretto nudista perché potessi scrivere qualcosa di traumatico, ho preferito una rottura "easy" :P

Spero che il capitolo sia comunque di vostro gradimento, ormai dovremmo essere in dirittura d'arrivo: la mia idea è di scrivere un capitolo per ogni giorno di questa benedetta settimana anche se la storia potrebbe allungarsi ;)

Al solito, grazie a chi legge e due volte a chi recensisce!

Alla prossima <3

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Non appena intravide il cartello che dava il benvenuto a Magnolia, il sorriso di Natsu si fece immediatamente più largo, tanto che pensò di avere un'espressione alquanto ebete in quel momento; non che gli importasse, felice com'era.

Cinque anni prima, quello stesso cartello gli aveva fatto credere di essere sulla strada per l'inferno, salvo poi scoprire che la felicità più perfetta lo aspettava nelle sembianze della sua Lucy. Lei si era scoperta innamorata di lui nel momento esatto in cui lo aveva rivisto, e avevano trascorso insieme una settimana meravigliosa che aveva permesso loro di rinsaldare i sentimenti che entrambi provavano con tanta forza da lasciarli storditi; e Natsu, impetuoso com'era sempre stato, le aveva chiesto di sposarlo la sera stessa del matrimonio di Lisanna, l'occasione che li aveva riuniti.

 

Gli sposi diedero inizio alle danze e ben presto tutte le coppie presenti li imitarono, riempiendo la sala di colori e risate. Natsu aveva letteralmente trascinato Lucy su una delle terrazze che si affacciavano sul giardino, mugugnando qualcosa sul fatto che avesse bisogno di parlarle in privato.

"Allora, di cosa volevi parlarmi con tanta urgenza?!", chiese lei, lievemente stizzita per non aver potuto ballare.

"Ecco... Non so da dove cominciare, Lu".

Lucy non poteva vedersi ma era sicura di essere impallidita: il giorno successivo alla loro gita al mare, Natsu era uscito prima che lei si svegliasse, lasciandole solo un biglietto ed era stato strano sin da quando era rientrato, quella sera. E il pensiero fisso di Lucy, di conseguenza, era che si fosse pentito di quello che c'era tra loro.

Si costrinse a sorridergli e gli prese la mano per incoraggiarlo. "Natsu puoi dirmi tutto, va bene?".

Natsu la guardò e assunse un'espressione risoluta mentre si piegava su un ginocchio davanti a lei e tirava fuori dalla tasca un anello. "So che stiamo insieme soltanto da pochi giorni e che per te è stato e sarà difficile superare le tue insicurezze; ma io ti amo e sono certo che tu sia la mia anima gemella. E so anche che ci sono ancora tante cose da sistemare e da decidere, e che inevitabilmente finiremo per passare attraverso delle difficoltà ma non esiste nessun'altra che vorrei al mio fianco, perciò... Lucy Heartfilia, vorresti diventare mia moglie?".

Lucy sbarrò gli occhi stupita, la bocca aperta in cerca d'aria mentre tentava di rispondere. Se non fosse stato così timoroso della sua risposta, Natsu l'avrebbe trovata adorabile.

"N-Natsu... Io... Sì! Certo che voglio sposarti, sì!".

Natsu si rialzò immediatamente e la prese fra le braccia, baciandola con impeto, mentre alle loro spalle esplodeva un coro di grida di giubilo: grazie evidentemente a qualche dote sovrannaturale - o alla grande capacità di non farsi mai gli affari propri - Cana si era accorta di quello che stava accadendo e aveva trascinato lì l'intero gruppo dei loro amici.

Natsu e Lucy si voltarono a guardarli ridendo, felici che ci fosse la loro famiglia ad assistere a quel momento così speciale per loro.

 

Natsu ridacchiò a quel ricordo, pensando come l'imbarazzo li avesse paralizzati nel momento in cui avevano sentito quelle urla, salvo poi rendersi conto che si trattava delle persone a cui volevano più bene nella vita.

Lui e Lucy si erano sposati un anno dopo, nella loro amata Magnolia ed erano andati a vivere nella vecchia casa dei genitori di lei. Natsu aveva temuto che potesse risvegliare in sua moglie dei ricordi dolorosi ma dopo i lavori di ristrutturazione - entrambi volevano una casa per una famiglia, non una specie di piccola reggia - la dimora aveva cambiato volto e Lucy gli aveva assicurato che pur sentendo la familiarità di quelle mura, la vedeva come una casa completamente nuova, solo per loro e per i figli che l'avrebbero riempita.

 

Imboccando il vialetto di casa, vide i giochi sparsi nel giardino e davanti alla porta del garage, dove avrebbe dovuto entrare, ma piuttosto che arrabbiarsi, scosse la testa ridacchiando: avrebbe trovato Lucy distrutta, poco ma sicuro.

Lázuli aveva appena due anni ma aveva già tutta l'energia di suo padre e l'intelligenza spiccata di sua madre. Ricordava la sua nascita come se fosse avvenuta appena il giorno prima, soprattutto ricordava gli insulti coloriti che Lucy gli aveva rivolto in sala parto, mentre tentava in maniera non troppo celata di frantumargli tutte le ossa della mano; però, ricordava benissimo anche la gioia immensa che aveva provato quando aveva visto quel fagottino rosa fra le braccia di sua moglie e la stessa sconfinata felicità riflessa sul viso della sua Lucy.

Scese dall'auto, ripromettendosi di tornare più tardi a parcheggiarla nel garage, e si diresse quasi di corsa alla porta d'ingresso: era stato via un paio di giorni per lavoro, e la sua famiglia gli era mancata troppo.

Non appena varcò l'ingresso, sentì lo scalpiccio di minuscoli piedini che precedeva la comparsa della piccola Lázuli e la sua bambina lo raggiunse più veloce che poté, ridendo quando lui la sollevò fra le braccia.

"Papa!", esclamò felice, adagiandosi completamente contro il torace del suo papà.

"Ciao Lázuli. Come stai?". Natsu le posò una mano sulla schiena, baciandole la testolina.

"Bebe. Maccato papa!".

"Anche tu mi sei mancata, bambolina".

"E la mamma non ti è mancata?".

Natsu alzò lo sguardo e incrociò quello di Lucy che lo osservava con un dolce sorriso; la raggiunse in due falcate e la strinse forte, sentendo le sue braccia cingerlo di rimando. Lei si sollevò sulle punte e gli sfiorò le labbra con le proprie, in un bacio lieve; non potevano permettersi molte effusioni quando c'era Lázuli, gelosa com'era di entrambi i genitori.

 

Più tardi, quando Lázuli fu tranquillamente addormentata nel suo lettino, i suoi genitori poterono ritirarsi nella loro stanza e prendersi un po' di tempo per loro; amavano alla follia la loro bambina ma era estenuante dover stare lontani in sua presenza.

Lucy si rannicchiò contro Natsu nel loro letto, la testa poggiata sul suo torace, e lui le cinse la schiena con un braccio.

"Sei passato a trovare i tuoi?".

"Sì. Mio padre ha chiamato con tutta quell'urgenza soltanto perché volevano dirmi che torneranno a vivere qui".

"Dici davvero? Ma è meraviglioso! E Wendy?".

Natsu scrollò lievemente le spalle. "Lei vuole restare a Crocus per il momento ma non vive più con i nostri genitori da un paio d'anni, quindi loro non vedono il motivo di restare nella capitale. Vogliono tornare a Magnolia e fare i nonni a tempo pieno!".

Lucy rise divertita, alzando il viso per poter guardare Natsu. "A proposito di questo... Avranno il loro bel da fare l'anno prossimo, a badare a due nipoti".

"Due? Ma come, Wendy non mi ha detto niente quando ci siamo visti!".

Lei sospirò lievemente, pizzicandogli la guancia. "Perché devi rendermi sempre tutto così difficile!".

"Ahia! Insomma, di che stai parlando, Lu?!".

"Uffa Natsu! Non è Wendy che aspetta un bambino, siamo noi! Lázuli avrà un fratellino o una sorellina".

Natsu sbarrò gli occhi e posò le mani sul viso di Lucy, guardandola fisso negli occhi. "Dici davvero? Aspettiamo un altro bambino?".

Lucy rise piano, abbracciandolo e tendendosi a baciarlo. "Sì, dico sul serio, presto sarai papà per la seconda volta".

Lui premette la fronte contro la sua, stringendola forte a sé. "Tu sei la donna più fantastica che potessi avere al mio fianco, Lucy".

"Guarda che i figli si fanno in due, non è tutto merito mio".

"A proposito di questo...". Natsu sfoggiò il suo sorriso più ferino, sovrastandola. "Mi sei mancata, mogliettina", disse sulle sue labbra un istante prima di baciarla.

Lucy lo abbracciò, intrecciando una mano fra i suoi capelli e proprio quando lui fece per afferrare il bordo della sua camicia da notte, lo strillo acuto di Lázuli riempì la stanza attraverso la trasmittente posata sul comodino.

"Ma porc...".

Natsu sbuffò accasciandosi su Lucy che invece sembrava trovare la cosa molto divertente. "Fatti forza Natsu, fra un anno a quest'ora il tempo a nostra disposizione sarà praticamente zero!", esclamò ridendo mentre lo spingeva via per alzarsi e andare da Lázuli.

Lui si passò una mano fra i capelli, sbuffando leggermente, ma tutto il suo disappunto svanì come fumo non appena Lucy tornò con la loro bambina fra le braccia: la piccola piangeva e farle tornare il sorriso divenne subito molto più importante che passare del tempo con la madre.

"Vieni da papà, Lázuli".

Lázuli gli tese immediatamente le braccia e Natsu la mise distesa sul suo torace, accarezzandole la schiena. "Non piangere, era solo un brutto sogno, ci sono papà e mamma con te".

Lucy si sdraiò al suo fianco, sfiorando con delicatezza i capelli di sua figlia. "Sorridi, bambolina", mormorò, chinandosi per baciarle il visino. Si accoccolò anche lei nell'abbraccio di suo marito, che l'aveva stretta col braccio libero e non ci volle molto perché entrambe si addormentassero tranquille.

Natsu rimase sveglio a guardarle per un po', ancora incredulo che tanta gioia fosse toccata proprio a lui; aveva sofferto per Lucy ma ormai erano talmente felici assieme che quel periodo sembrava appartenere a un'altra vita, non ricordava più neanche come fosse. Aveva lottato per vincere le insicurezze della sua donna, per farle capire che quello di stare insieme era il loro destino da sempre, e alla fine aveva vinto quella piccola battaglia, ottenendone la vita più bella che avesse sognato e che nel giro di poco lo sarebbe diventata ancora di più, con l'arrivo del loro secondogenito. Sorrise beato mentre scivolava nel sonno, immaginando che aspetto avrebbe avuto e come sarebbe stato avere a che fare con le loro due piccole pesti.

Ma quella è un'altra storia.

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Perdono, pietà, scusatemi tanto ç.ç

So di averci messo un secolo ad aggiornare ma ho avuto il mio da fare ad abbattere un blocco dello scrittore che non voleva proprio saperne di andarsene, mi dispiace T_T

In realtà non credevo di scrivere il capitolo conclusivo ma dopo il precedente mi sembrava di aver ormai scritto tutto quello che c'era da dire sui miei Natsu e Lucy, e per quanto il fluff mi piaccia, non mi piace che sia fine a se stesso; perciò dopo aver scritto e cancellato tre o quattro versioni diverse della conclusione della famigerata settimana che trovavo tutte ugualmente orrende, ho optato per un time-skip. Spero vi piaccia questa conclusione, personalmente apprezzo molto questo tipo di finali :P

Per quanto riguarda il nome della bambina: so che ormai tutte o quasi le versioni della piccola si chiamano Nashi ma oltre a trovarlo abbastanza bruttino come nome, nel corso delle mie ricerche da NaLuista schizoide sono incappata in diversi commenti di persone che sostengono che quella parola in giapponese significhi "niente", il che vorrebbe significare che il nostro beneamato trollmaster Mashima-sensei ci ha presi in giro tutti alla grande :D Per questo - e anche per ripagare il povero Natsu di quello che si era perso in quel caso :P - ho optato per lo stesso nome che avevo già dato alla loro bambina in un'altra mia fic :)

Detto questo, io vi ringrazio tantissimo, infinitamente, di essere stati/e sempre con me a spronarmi e incoraggiarmi con le vostre gentilissime recensioni, grazie, grazie e ancora grazie, siete fantastici/he!

Alla prossima <3

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