Kimi to Kare to Boku to Kanojo to di Saralasse (/viewuser.php?uid=32399)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Le
mani si serrarono più strette attorno al volante mentre
fissava il
cartello che dava il benvenuto a Magnolia.
Mancava
dalla sua città da quasi dieci anni ormai, da quando aveva
preso il
diploma e si era iscritto all'università; era rimasto a
lavorare a
Crocus e non sarebbe tornato se il matrimonio di una cara amica non
fosse stato imminente.
Lisanna
Strauss stava per sposarsi con un tizio che lui neanche conosceva, e
lo aveva invitato alle nozze, minacciandolo di morte violenta se non
si fosse presentato. Sorrise, rimettendo in moto per raggiungere la
città: molto tempo prima era sicuro che sarebbe stato lui
suo
marito. Stavano insieme ai tempi del liceo e avevano fatto coppia
fissa per poco più di tre anni. Fino a quando una nuova
ragazza si
era trasferita a Magnolia e nella loro scuola e lui aveva perso la
testa per quella biondina, spezzando il cuore a Lisanna. Inutilmente,
visto che la ragazza nuova era diventata in breve la fidanzata del
suo migliore amico.
Gray
Fullbuster e Lucy Heartfilia, la coppia più ammirata della
scuola:
entrambi belli e intelligenti, sembravano fatti l'uno per l'altra,
talmente affiatati da aver deciso di iscriversi alla stessa
università, accennando addirittura a una vita futura insieme.
E
piuttosto che fingere di essere felice per loro, lui aveva preferito
lasciare la città, con la scusa di voler frequentare la
prestigiosa
università della capitale. Natsu Dragneel non era un
codardo, non
scappava di fronte alle difficoltà; ma Lucy, senza saperlo,
gli
aveva conficcato un pugnale nel cuore.
"Natsu!",
esclamò Lucy entrando tutta trafelata nella sua camera.
"Devo
dirti una cosa!".
"Ehi,
ehi calma! Coraggio, spara".
"Gray
mi ha chiesto di uscire!", strillò tutta eccitata mentre
saltellava per la stanza. "E tu dovevi saperlo per primo!".
"Davvero?
E perchè?", chiese lui ridendo.
Lucy
lo guardò, seria. "Sei il mio migliore amico, Natsu. Lo
sarai
per sempre".
Crac.
Natsu avrebbe giurato di aver sentito il proprio cuore frantumarsi in
quel momento. Lucy gli aveva appena confermato di vedere in lui
niente di diverso da un amico e faceva male, troppo male.
Nonostante
tutto si costrinse a sorridere. "È tutto come volevi,
giusto?".
Lucy
annuì, prendendogli le mani. "Sì. E grazie di
essermi stato
sempre vicino".
Natsu
sfiorò la collanina che portava al collo, un regalo di Lucy.
Era un
pegno di amicizia che si erano scambiati quando lui le aveva detto
che sarebbe partito presto; Lucy aveva pianto, abbracciandolo,
chiedendogli di ripensarci ma era stato irremovibile. C'era un limite
al dolore che poteva sopportare e lo aveva superato da tempo.
Scosse
la testa scacciando quei pensieri, e schiacciò
più forte
l'acceleratore. Prima fosse passata quella settimana, meglio sarebbe
stato per tutti.
Natsu
parcheggiò l'auto nel vialetto della casa dei suoi genitori
e scese
spiando con la coda dell'occhio la villetta accanto: la casa di Lucy.
Sembrava disabitata e si permise di guardare con più
attenzione. Le
finestre erano tutte chiuse e il giardino recava evidenti segni di
abbandono. I genitori della ragazza erano mancati per un tragico
incidente qualche anno prima ma non credeva che lei avrebbe mai
lasciato quell'abitazione.
La
osservò ancora per qualche minuto prima di decidersi a
entrare in
casa sua. Anche questa era disabitata, i suoi si erano trasferiti a
Crocus quando anche sua sorella aveva deciso di iscriversi
lì
all'università, ma avevano lasciato un incaricato che la
mantenesse
in ordine. Natsu non poté non pensare che stava facendo un
ottimo
lavoro, tutto era esattamente come lo ricordava, sembrava che sua
madre vi vivesse ancora.
Lasciò
le valigie nell'ingresso ed entrò in salotto, lasciandosi
cadere
pesantemente sul divano. Prese il cellulare e scorse la rubrica fino
a trovare il numero che cercava; esitò un secondo, poi
avviò la
chiamata.
"Lisanna?
Sì, sono io, sono appena arrivato... Stasera?
Perché no, sarà
divertente rivedere qualche faccia conosciuta... Sì...
Sì, non
preoccuparti, sarò puntuale! A stasera".
Natsu
si sdraiò sul divano, lasciando il cellulare sul tavolino
basso lì
accanto. Temeva di vedere Lucy in compagnia di Gray quella sera ma
non poteva più scappare: quando avesse visto che erano
felici, forse
si sarebbe rassegnato e avrebbe potuto trovare qualcuna con cui
condividere lo stesso amore.
Si
accorse di essersi addormentato solo quando fu svegliato dal
cellulare che squillava; la voce acuta di sua madre quasi gli
perforò
i timpani mentre la donna gli rimproverava di non averla chiamata per
farle sapere di essere arrivato. Natsu dovette scusarsi per dieci
minuti abbondanti prima di poter chiudere la telefonata e iniziare a
prepararsi alla serata che lo aspettava.
Fece
una doccia veloce e si cambiò in fretta: voleva uscire
presto e
raggiungere il luogo dell'appuntamento a piedi, aveva molta nostalgia
di Magnolia e gli avrebbe fatto piacere una passeggiata.
Fu
felice di costatare che la città era cambiata davvero poco,
sembrava
che il tempo si fosse fermato: lungo il tragitto incontrò un
gruppo
di studentesse che portava ancora la stessa divisa di quando lui
frequentava il liceo. Persino il posto dove aveva appuntamento con
Lisanna era rimasto esattamente lo stesso: un locale piccolo e
accogliente che aveva ospitato spesso l'allegra combriccola formata
dai suoi amici.
L'interno
era come sempre caldo e luminoso al punto giusto, quello che ci
voleva in quella fresca
serata autunnale. Natsu si guardò intorno alla ricerca di
Lisanna e
scorse una ben nota capigliatura albina a qualche metro da
sé.
"È
occupato questo posto?", le chiese sopraggiungendo alle sue
spalle.
"Veramente
sar... Natsu!", esclamò Lisanna saltandogli letteralmente
fra
le braccia. "Non ci posso credere, sei proprio tu! Ero sicura
che mi prendessi in giro!".
Natsu
rise divertito. "Non mi sarei perso il tuo matrimonio, Lisanna".
Lei
gli prese le mani, scostandosi leggermente per osservarlo. "Ma
guardati, stai benissimo! Credo che mi ruberai la scena alle nozze!".
"Esageri,
come sempre", rispose lui con un sorriso. "E lo sposo?".
"Oh,
Aki è qui fuori, è uscito a telefonare. E fra
poco vedrai che
saranno tutti qui, gli altri non vedevano l'ora di incontrarti,
manchi da...".
"Dal
funerale dei genitori di Lucy. È da allora che non tornavo a
Magnolia".
Lisanna
sorrise comprensiva e annuì. "A proposito di Lucy...", fu
interrotta dall'ingresso proprio della persona in questione e tacque.
Natsu
restò gelato sentendo la voce di Lucy che salutava Lisanna.
Si
voltò, permettendole di vederlo in viso e la vide reagire
allo
stesso modo, bloccata dove si trovava.
Lucy
scosse la testa incredula: quello era Natsu, era proprio lui! Dopo
cinque lunghissimi anni, finalmente poteva rivederlo, poteva
riabbracciare la sola persona in grado di ridare un senso alla sua
vita.
"Natsu...",
mormorò andandogli incontro, mentre lui faceva lo stesso,
ritrovandosi l'uno fra le braccia dell'altra. "Natsu... non
riesco a credere che tu sia qui, mi sei mancato così tanto!".
Natsu
la strinse più forte possibile, posandole un bacio fra i
capelli.
"Mi sei mancata anche tu, Lu".
Lucy
chiuse gli occhi, godendosi il calore di quell'abbraccio, il suo
rifugio sicuro. Non si erano praticamente più sentiti dal
funerale
dei suoi genitori, lei non riusciva a superare la perdita e non
voleva angustiarlo coi suoi drammi: così aveva
progressivamente
rarefatto le telefonate e le mail fino a ridurle al minimo. Ma per
qualche giorno poteva fingere che fosse tutto come prima.
Natsu
le sollevò il viso, baciandole la fronte e lei
sentì la pelle
pungere a contatto con la sua barba incolta ma non se ne
curò.
Lisanna
li guardava, stupita e commossa al tempo stesso e tossì per
attirare
la loro attenzione quando il resto della comitiva entrò nel
locale.
Natsu fu letteralmente rapito dai loro amici, tutti desiderosi di
salutarlo e sapere come se la cavasse; lui, dal canto suo, era stato
felicissimo di rivederli, non aveva idea di quanto gli fossero
mancati. Ammutolì di stupore quando vide Gray arrivare in
compagnia
di una donna che non conosceva e che il suo amico gli
presentò come
Juvia, la sua fidanzata; ma ancora di più quando vide la
stessa
ragazza salutare e parlare amabilmente con Lucy che sembrava
assolutamente tranquilla.
"Natsu,
cosa c'è che non va?", gli chiese Gray vedendolo turbato.
"Tu
e Lucy...".
"Non
stiamo più insieme da anni, Natsu. Lei non ti ha detto
niente?".
Natsu
scosse la testa, fissando Lucy: era tranquilla, non fingeva di star
bene con Juvia, o lui se ne sarebbe accorto, la conosceva troppo
bene. Si ripromise di parlarle non appena avessero avuto l'occasione,
mancavano troppe tessere in quel puzzle.
Lisanna
si avvicinò per presentargli Aki che nel frattempo era
rientrato, e
Natsu gli strinse la mano con decisione: non lo conosceva ma se
Lisanna voleva sposarlo doveva essere una brava persona e questo gli
bastava.
Sedettero
attorno ai tavoli disordinatamente e
facendo confusione come di consueto; il proprietario non si lamentava
a proposito, sapeva che nonostante tutto alla fine non veniva rotto
nemmeno un bicchiere. Una spinta involontaria catapultò Lucy
fra le
braccia di Natsu, facendola scoppiare a ridere.
"Scusa
Natsu!", disse quando si fu calmata. "Gajeel è il solito".
Lui
le sorrise, rafforzando la stretta anziché lasciarla andare.
"Fortuna che c'ero io e non il muro, eh?".
"Già,
avrei finito per presenziare al matrimonio col naso rotto, vero
Gajeel?!".
"Scusa
coniglietta!".
Lucy
sbuffò divertita. "È proprio incorreggibile".
Tornò a
voltarsi verso Natsu, osservandolo: era sempre come lo ricordava ma
adesso i suoi lineamenti erano quelli di un uomo e la barba incolta
gli dava un'aria da cattivo ragazzo che gli donava moltissimo. "La
porti ancora", disse notando la collanina che lei stessa gli
aveva regalato.
Lui
annuì, mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Anche
tu porti la tua".
Lucy
sorrise, leggermente arrossita. "Non la toglierei mai".
La
serata passò fra le risate e il divertimento, com'era
prevedibile
visti i partecipanti, e alla fine erano rimasti solo Natsu e Lucy a
tenere compagnia ai futuri sposi.
"Beh
credo sia ora di andare anche per noi", disse Aki guardandosi
intorno. "Direi che ci siamo divertiti un sacco come al
solito!".
Lucy
ridacchiò. "Hai ragione, Aki!".
"Vi
vedete spesso?", chiese Natsu.
"Tutti
quanti insieme una volta al mese, sempre qui; ma capita di uscire con
qualcuno di loro anche in altre occasioni, in fondo viviamo tutti
qui!", rispose Lisanna mentre si alzava. "E ora scusateci
ma si è fatto tardi, dobbiamo proprio andare. Ci vedremo
ancora nei
prossimi giorni?".
"Sicuramente.
Lucy, ti va se facciamo un po' di strada assieme?".
Lucy
sorrise e prese sotto braccio Natsu. "Andiamo?".
Senza
averlo deciso, si incamminarono verso la casa di Natsu, in silenzio,
godendosi la reciproca compagnia. Giunti a destinazione, si fermarono
entrambi a osservare la casa di Lucy.
"Non
ci vivi più?", chiese a bruciapelo lui.
"No.
Dopo l'incidente è venuto fuori che mio padre aveva
sbagliato un
investimento e questa casa è diventata troppo costosa per
me. Ho la
mia e va bene così, anche se non è una villa,
è bella e spaziosa".
Inaspettatamente,
Natsu la strinse, cingendola in un abbraccio protettivo. Anche se
parlava con tranquillità, lui poteva sentire la tempesta che
le si
agitava dentro.
"Perché
non parli più con me, Lucy? Mi fa male sentirti solo per
telefonate
di circostanza, lo sai che puoi dirmi tutto".
Lucy
alzò la testa per guardarlo e si perse in quello sguardo di
pece:
non poteva più tenersi tutto dentro, non con lui. "Non
riesco
ad accettare quello che è accaduto ai miei; forse
perché è
successo in un periodo già brutto di suo, io e Gray avevamo
appena
rotto... non so se è questo il motivo ma non posso
rassegnarmi".
Lui
le carezzò il viso dolcemente, fissando quegli occhi color
cioccolato che tanto aveva amato... O
amava? "Dovevi dirmelo".
"Non
volevo rattristarti coi miei problemi, hai la tua vita, lontano da
qui".
Natsu
la strinse più forte, quasi con violenza. "Non pensare mai
che
non abbandonerei tutto e tutti per te. Mai".
"Natsu...",
sussurrò lei; erano talmente vicini che poteva respirare il
suo
respiro e fu sul punto di baciarlo ma all'ultimo istante si ritrasse,
posando la fronte contro la sua. Non poteva baciare Natsu e
chissà
che altro solo per scacciare la solitudine. "Dovrei andare
adesso, è tardi".
"Resta",
disse lui. "È davvero troppo tardi e c'è tanto
spazio da me".
Lucy
sorrise e annuì. "Va bene".
Natsu
le mise un braccio attorno alle spalle, conducendola verso casa. Era
proprio
come quando erano studenti e si ritrovò a pensare che forse
Lisanna
aveva ragione riguardo il suo ritorno in città: non sarebbe
stato
così terribile alla fine.
"È
rimasto tutto esattamente com'era!", esclamò Lucy quando
ebbe
varcato la porta d'ingresso.
"Ho
avuto la stessa sensazione", ridacchiò Natsu mentre la
precedeva al piano di sopra. "Allora, vieni?".
"Arrivo!",
esclamò lei affrettandosi a raggiungerlo.
Lo
trovò nella stanza degli ospiti, intento a controllare che
fosse
tutto a posto, e lo raggiunse, abbracciandolo alle spalle. "Mi
sei mancato, Natsu".
"Mi
sei mancata anche tu", rispose Natsu, guardandola con un
sorriso. "Non pensarci adesso, abbiamo un'intera settimana prima
che io riparta, ci rifaremo! E dopo non ci sentiremo solo per le
feste o i compleanni".
Lucy
colse un lieve rimprovero in quelle parole e tirò fuori la
lingua.
"Me lo rinfaccerai per l'eternità, vero?".
"Ovviamente".
Lei
rise, lasciandolo per spostarsi davanti a lui. "Grazie".
Natsu
alzò le spalle, andando verso la porta. "Non mi ringrazierai
quando dovrai lavare i piatti domani mattina".
Lucy
mise su una finta faccia scandalizzata. "Cosa?! Brutto...".
Lanciò un cuscino che colpì la porta mentre Natsu
le augurava la
buonanotte dall'altra parte.
"Buonanotte
Natsu".
Natsu
si girò per l'ennesima volta, gettando un'occhiata alla
sveglia: le
4:07 del mattino, praticamente non aveva chiuso occhio da quando era
rientrato. E il motivo dormiva a pochi metri da lui, tormentandolo
con la sua sola presenza.
Non
aveva resistito all'idea di chiedere a Lucy di restare ma adesso si
rendeva conto che forse non era stata una grande pensata: ora ne era
sicuro, la amava ancora e faceva ancora male, e ancora desiderava
sentire quella pelle morbida a contatto con la sua.
"Basta
Natsu!", esclamò all'improvviso, alzandosi dal letto. "Una
doccia fredda è quello che ti ci vuole".
Raggiunse
e spalancò la porta, deciso a mettere in atto il suo
proposito, ma
restò pietrificato al suo posto trovandosi davanti niente
meno che
l'oggetto dei suoi pensieri: Lucy era lì, la mano ancora
bloccata a
mezz'aria. E la maglietta che le aveva prestato lasciava ben poco
all'immaginazione.
"Lucy...
Hai...
Bisogno
di qualcosa?".
Lei
lasciò scorrere lo sguardo sul corpo di Natsu, chiedendosi
se era
sempre stato così perfetto e tornito. "Io... Ecco...
Non
riesco a dormire e mi chiedevo se... No,
lascia perdere, sicuramente ti avrò anche svegliato... Scusami...
Buonanotte
Natsu".
Lui
la fermò, afferrandola per un braccio e l'attirò
a sé,
trascinandola nella stanza. "Aspetta".
Si
chinò su di lei e la baciò, esitante, temendo che
lo respingesse;
Lucy lo sorprese, ricambiando più che entusiasta. Gli cinse
il
collo, infilando le dita nei suoi capelli e Natsu le strinse le
braccia attorno alla vita, strappandole un sospiro compiaciuto quando
i loro corpi aderirono, perfetti come le tessere di un puzzle.
Fu
solo il bisogno d'aria che li spinse a fermarsi, e lui posò
la
fronte contro quella di Lucy, sfiorandole le braccia con carezze
leggere.
"Lucy...",
cominciò, ma lei gli pose l'indice sulle labbra.
"Sh...
Natsu... Non
dire niente".
Gli
posò la mano sul viso, accarezzandolo teneramente. Era
cambiato
molto ma dentro era sempre il suo Natsu, l'unico che conoscesse tutti
i suoi pensieri. Era stata troppo accecata dall'amore per Gray per
capire quanto per lei contasse davvero quando si erano separati.
Si
staccò dal suo corpo solo il tempo necessario per togliere
la
maglietta che indossava e lo abbracciò di nuovo, baciandolo
quasi
con prepotenza.
Natsu
non si fece pregare e l'afferrò per la vita, facendola
arretrare
fino al letto dove lei si lasciò cadere, stendendo le
braccia perché
la raggiungesse; lui raccolse l'invito e si distese su di lei,
reggendosi sui gomiti per non pesarle addosso.
Si
prese un momento per osservarla, e la trovò bellissima come
sempre,
forse anche di più. Le accarezzò il viso con
reverenza e chinò il
capo fino a baciarla, di nuovo possessivo, di nuovo bramoso, le mani
libere di percorrere il suo corpo.
Lucy
lo aiutò a liberarsi dei pantaloni e gli posò i
palmi aperti sulla
schiena, stringendolo più forte nel momento in cui lo
sentì dentro
sé. "Natsu", gemette sul suo collo un momento prima di
baciarlo e cominciare a muoversi con lui.
Natsu
le afferrò i polsi, costringendoli gentilmente sul materasso
e prese
a baciarle il viso, il collo, il seno, lasciando una scia infuocata
su quel corpo che tanto aveva desiderato, per cui provava tanto
amore. Il pensiero che lei potesse non provare lo stesso gli
incupì
per un istante lo sguardo ma lo scacciò deciso, dedicandosi
soltanto
a portare entrambi al massimo del piacere.
Crollò
accanto a Lucy, stringendola a sé mentre si voltava supino.
Le tirò
su il viso e la baciò, un dolce sfiorarsi di labbra. "Ti amo
Lucy", sussurrò.
Lei
rimase gelata da quelle parole e tacque, limitandosi a sorridere ed
abbracciarlo, il viso nascosto sul suo petto perché lui non
la
vedesse: non sapeva ancora cosa provasse davvero per Natsu, non
sarebbe stato giusto mentire solo per farlo contento.
Natsu
dal canto suo, ingenuo com'era sempre stato, non percepì
minimamente
il turbamento di Lucy e si sistemò più comodo,
tenendola stretta.
Non ci mise molto ad addormentarsi, al contrario di lei che trascorse
le ore successive a tormentarsi: lui era importante, lo era sempre
stato ma era amore quello che sentiva? Poteva esserlo considerate le
circostanze? Natsu era stato il suo confidente, il suo migliore
amico, non aveva mai pensato a lui nelle vesti di fidanzato, e adesso
la situazione tra loro era totalmente cambiata... non era una
romantica vecchio stampo e non si aspettava certo che diventassero
una coppia, ma Natsu non era tipo da 'amicizia particolare', lui
sicuramente l'amava davvero.
Lucy
era stata tanto tormentata da quei pensieri, da riuscire ad
addormentarsi solo quando era già mattina inoltrata.
Dormì
appena un paio d'ore, e quando si svegliò si accorse che
Natsu non
era lì. Si guardò intorno e recuperò
la maglietta che indossava la
sera prima - scendere a controllare la cucina senza niente addosso
non sembrava una buona idea.
Lui
era lì, intento a combinare qualcosa ai fornelli, e Lucy
sentì un
piacevole rimestio al basso ventre costatando che indossava a
malapena i boxer.
'Lucy
non è il momento!'. Scosse la testa dandosi un buffetto
sulla
guancia e lo raggiunse. "Togliti di lì, lo sai che sei un
disastro in cucina!", scherzò spingendo via Natsu con un
colpo
di fianchi.
Lui
per tutta risposta la prese fra le braccia e la baciò fino a
toglierle il fiato. "Buongiorno".
Lucy
chinò la testa, sentendosi improvvisamente colpevole per la
felicità
che sentiva e gli strinse la mano. "Natsu... io...".
"Lo
so che credi
di non amarmi",
disse Natsu tirandole su il viso. "Invece
è così,
ne sono certo".
Lei
gli sorrise teneramente. "E cosa ti da questa sicurezza?".
"Stanotte
non è stato solo sesso, ho percepito qualcos'altro. Siamo
fatti per
stare insieme noi due... Gray si è messo in mezzo ma non lo
permetterò mai più a nessuno".
Lucy
rise sommessamente, posando la fronte sul petto di Natsu. "Se
anche avessi ragione...
Sei
il mio migliore amico, Natsu. Non voglio rischiare
di
perderti".
Natsu
le posò un bacio fra i capelli. "Dammi questa settimana.
Dopo
il matrimonio di Lisanna devo tornare a Crocus: se sarai sempre dello
stesso avviso, non ne parleremo più; ma se ammetterai quello
che già so,
non ti libererai di me".
Lucy
lo guardò, divertita. "E va bene, abbiamo un patto!",
esclamò prima di voltarsi a guardare il piano cottura.
"Natsu...
ma che diavolo è successo qui?", chiese vedendo il tutto
ricoperto di schizzi di... che cos'era quella cosa?!
"Stavo
preparando la colazione!".
Lucy
ridacchiò nervosamente. "E cos'è questa roba?".
"L'impasto
per i pancakes", rispose candidamente Natsu. "Non li
vuoi?".
"È
meglio che li lasci preparare a me, fidati. Dopo mi aiuterai a
ripulire, a tua madre verrebbe un infarto se vedesse!".
Natsu
sbuffò fingendosi offeso, e sedette al tavolo, senza
staccare gli
occhi da Lucy: doveva regalarle quella maglietta, a lei stava
decisamente meglio.
"Ecco
a te!", la voce di lei lo riscosse e si vide piazzare davanti
una porzione enorme di pancakes: doveva ammettere che lui non sarebbe
mai riuscito a prepararli, era bravo solo a mangiare!
Lucy
sedette di fronte a lui con una tazza di caffè fra le mani.
"Cosa
vuoi fare oggi?".
"Fofa?".
"Natsu,
inghiotti prima di parlare!".
"Scusa",
disse Natsu dopo aver ubbidito. "Cosa volevi dire?".
"Ti
sarai fatto un programma di come passare questa settimana, o
intendevi restare chiuso in casa fino al giorno del matrimonio?".
"Beh...
A
dire il vero, io...".
"Non
hai fatto nessun programma, ho capito", sospirò Lucy. "Oggi
andiamo al parco, che ne dici? Devo solo passare da casa mia per
cambiarmi".
"Andata!",
esclamò Natsu con un enorme sorriso.
Lei
non poté fare a meno di ricambiare, felice come non era
più stata
da troppo tempo: Natsu, ora lo capiva, era da sempre l'unico che
potesse rendere completa la sua vita. Lo
aveva lasciato andare via una volta,
ingannata
dai suoi sogni di adolescente, ma avrebbe impedito che accadesse di
nuovo;
non si sarebbe negata la possibilità di un
amore tanto grande.
***********************************************************************************************************************************
Buonasera a tutti!
Sono tornata dopo un'assenza
abbastanza lunga e la prima cosa che voglio dirvi è grazie:
grazie a tutti voi che continuate a leggere le mie storie e a farmi
sapere cosa ne pensate, è una gioia immensa!
Ma bando alle ciance: quante di
voi hanno strillato come fangirl impazzite dopo aver visto le nuove
opening ed ending dell'anime? Oltre alla sottoscritta intendo :D
Beh, personalmente ho rischiato
il collasso e dopo aver letto anche il testo dell'ending - che riporto
- la storia ha preso vita da sola nella mia mente, non potevo fare a
meno di trascriverla! Come avrete notato, il finale è
abbastanza aperto, non è escluso che divenga una long in
futuro ;)
Grazie mille se avrete la
bontà di leggere e grazie anche se deciderete di lasciarmi
il vostro pensiero sulla storia.
Il testo in inglese della
canzone - che da anche titolo alla shot:
"From
the beginning I have been thinking that we are just simply good friends.
Starting to like you, who now has a boyfriend, is something not
possible, am I right?
I,
too, have somebody that's on my mind, and I have told you this many
times as well.
But around these days, we no longer interact with one another.
The
sound of the summer rain that began to fall,
and the sound of stepping on fallen leaves,
it was you who were listening to it besides me.
In
my mind I hope that you, he, me, and she,
All of us will be able to laugh with each other even more."
Alla prossima <3
|
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Natsu
accompagnò Lucy all'indirizzo che gli aveva dato,
nella zona più nuova della città e la
seguì all'interno di un palazzo imponente
ma elegante. Sembrava essere stato costruito interamente in marmo ed
era così
bianco e lucido da far quasi male agli occhi.
Lucy
controllò la cassetta della posta non appena misero
piede nell'atrio, facendogli cenno di seguirla verso l'ascensore mentre
scorreva rapidamente le buste che teneva in mano.
"Ne,
Natsu", esordì all'improvviso pigiando il
pulsante del quarto piano. "Ti ricordi quando hanno costruito questi
palazzi?".
Natsu
annuì e le prese la mano, sorridendo del fatto che
anche lei ricordasse. "Dicevamo sempre che saremmo venuti a vivere qui
perché eravamo stufi delle vecchie ville del nostro
quartiere".
Lei
rise lievemente, ricambiando la stretta delle sue
dita. "E pensare che adesso tutta Magnolia vorrebbe vivere proprio in
quel
vecchio quartiere!".
"Sul
serio?".
Lucy
rise di nuovo, questa volta più apertamente.
"Per mia fortuna", disse, tirandosi dietro Natsu verso una porta
rossa sulla destra. "Con il rischio di perdere affittuari ogni
settimana,
la padrona non fa più la tiranna sul concederci di tenere
animali in
casa".
"Animali?!
Ma non ne hai mai voluti!".
"Beh,
per lui dovevo proprio fare
un'eccezione", rispose la ragazza andando verso il salotto mentre Natsu
richiudeva la porta. "Coraggio, vieni!".
Lui
seguì la direzione da cui sentiva provenire la voce e
restò di sasso vedendo che Lucy teneva in braccio Happy, il
suo adorato gatto
creduto perso tanti anni prima.
"L'ho
trovato tutto infreddolito nel giardino dei
miei quando sono andata a riprendere le ultime cose", disse dolcemente
lei. "Sapevo che credevi di averlo perso e così mi sono
ripromessa di
tenerlo soltanto fino al tuo ritorno ma... Tu non sei più
tornato prima di
ieri".
Natsu
la raggiunse in due falcate e l'afferrò per le
braccia, spaventando Happy che saltò giù con un
miagolio di protesta.
"Lucy, io... Dio, ti amo!", esclamò schiantando le labbra
sulle sue.
Lucy
sorrise in quel bacio, sentendo il proprio cuore
martellare violentemente contro la cassa toracica, una sensazione che
non
provava più da tanto tempo; aveva amato Gray ma il loro era
stato un sentimento
per certi versi acerbo che impallidiva rispetto a quello che provava
per Natsu
e che - cominciava a capirlo - era lì da sempre.
"Mi
dai mezz'oretta?", gli chiese quando la
lasciò libera di parlare.
"Per
fare cosa?".
Natsu
aveva messo su il broncio e Lucy non riuscì a
trattenersi dal ridacchiare. "Voglio solo fare una doccia prima di
cambiarmi, credi di potermelo concedere?".
"Forse
se mi lasciassi venire con te...",
mormorò lui chinandosi a baciarle il collo.
"No!",
esclamò la ragazza, rossa d'imbarazzo.
"Aspetta qui e fai pure come se fossi a casa tua!".
Sgattaiolò
dalla sua stretta scappando nell'altra stanza
e questa volta fu il turno di Natsu di ridere, prima di afferrare Happy
e
lasciarsi cadere sul divano. "Allora, dove diavolo eri fuggito?!".
Lucy
sospirò di piacere quando il getto d'acqua calda le
scorse addosso, gli occhi chiusi per godersi quel momento di perfetta
beatitudine. Era felice, sì, finalmente poteva dire con
sicurezza di esserlo di
nuovo.
Da
quando Natsu era tornato nella sua vita, dichiarando
con la sua solita irruenza di amarla, le sembrava di camminare su una
nuvoletta
rosa di felicità. Persino la mancanza dei suoi genitori si
faceva sentire meno
quando c'era lui, il suo chiassoso migliore amico che sosteneva con
sicurezza di
sapere che loro due erano destinati a stare insieme. Sorrise a quel
pensiero,
in fondo ci credeva anche lei che fosse così: se lui non
fosse stato davvero la
sua anima gemella, per quale altro motivo avrebbe dovuto essere l'unico
in
grado di farle provare certe sensazioni?
Eppure,
non riusciva ancora a lasciarsi andare
totalmente: una parte di lei temeva che quello che sentiva fosse
influenzato da
Natsu e che se avesse ceduto avrebbe finito con il perdere anche la sua
amicizia, qualcosa che la faceva rabbrividire al solo pensiero.
"Lucy!".
Lucy
si lasciò scappare un urletto di paura nel momento
in cui Natsu aprì il box doccia senza tanti complimenti.
"Natsu!",
esclamò, tentando inutilmente di
coprirsi. "Che diamine ci fai qui, esci!", strillò
lanciandogli
contro la bottiglia dello shampoo.
"Ahia",
si lamentò lui, colpito dritto sul
naso. "Avevi detto mezz'ora, sei qui da quasi cinquanta minuti!".
"Esci!",
urlò di nuovo Lucy, la voce ancora più
acuta.
A
Natsu non restò che ubbidire, prima che gli lanciasse
contro l'intero schieramento di cosmetici che teneva lì
dentro. "Non me la
ricordavo così manesca", borbottò massaggiandosi
il naso. Stava per uscire
dal bagno quando un'ultima occhiata alle sue spalle gli
rivelò la figura
sinuosa di Lucy ancora sotto la doccia. 'E no mia cara Lucy, non te la
cavi
così!'.
Senza
pensarci oltre, si liberò in fretta dei vestiti che
gettò con noncuranza in un angolo e raggiunse quella che
riteneva a tutti gli
effetti la sua donna, infilandosi con prepotenza nella doccia e
schiacciandola
contro le piastrelle alle sue spalle.
"Natsu!",
esclamò lei, per la seconda volta in
troppo poco tempo. "Ti avevo detto di and…".
Il
ragazzo la zittì con le proprie labbra, stringendola a
sé nel timore che si sottraesse o lo respingesse, ma per
tutta risposta Lucy si
avvinghiò a lui, afferrandogli i capelli con una mano e
tirandogli indietro la
testa.
"Questo
è un colpo basso, Natsu".
"È
colpa tua che sei troppo bella", rispose per
le rime Natsu, rivolgendole un ghigno ferino prima di avventarsi sul
suo collo.
"E io ti amo troppo per resistere".
"Stavolta
tu resta qui!", intimò Lucy a Natsu
che se ne stava comodamente sdraiato sul letto con un sorriso
soddisfatto a
distendergli i tratti, coperto appena il necessario dalle lenzuola.
"Come
vuoi, Lu", rispose con uno sbadiglio lui,
voltandosi di schiena. E facendo scivolare del tutto il lenzuolo nel
movimento.
"Che
faccia di bronzo!", disse fra i denti la
ragazza rifugiandosi in bagno.
Natsu
ridacchiò sentendo la chiave girare nella toppa e
si dedicò all'esplorazione della stanza di Lucy. Solo
visiva, ovvio, non aveva
nessuna intenzione di muoversi dal letto. La sua ragazza -
perché lui era
assolutamente convinto di avere ragione e già la considerava
tale - aveva
decorato tutto con uno strano miscuglio di rosa e rosso; non ci volle
molto a
fare due più due, il rosso era sempre stato il suo colore
preferito e il rosa
quello di lei. Forse non era stato intenzionale ma anche lei aveva
già capito
quanto fossero legati. Una delle pareti era disseminata di foto dei
loro amici
e dei genitori di Lucy e la parte centrale di quello strano mosaico era
occupato da una foto di loro due che era stata scattata poco prima che
lei
facesse coppia con Gray: erano entrambi sereni e sorridevano
sinceramente.
Altre
foto che li ritraevano insieme, alcune minuscole,
erano disposte su quello che Natsu suppose fosse il comodino di Lucy,
quello
vicino alla parte di letto che occupava abitualmente.
Sospirò appena, pensando
che anche lei doveva aver sentito molto la sua mancanza:
chissà se immaginava
che anche la sua stanza nella sua casa di Crocus era piena delle loro
foto.
"Hai
scoperto il mio segreto".
La
voce di Lucy lo raggiunse improvvisa, facendolo
sussultare e nel voltarsi scoprì che lo aveva raggiunto sul
letto senza che se
ne accorgesse.
"Non
ti ho sentita uscire".
"Lo
vedo". Si chinò a baciarlo con un sorriso,
sfiorandogli il viso con un tocco lieve. "Dai, va' a darti una
ripulita,
volevamo andare al parco, no?".
Natsu
le prese la mano nella sua e vi posò un bacio prima
di alzarsi e raggiungere il bagno. Lucy distolse lo sguardo da lui,
preferendo
concentrarsi sulla scelta dei vestiti piuttosto che su quel corpo
statuario.
Dopotutto, voleva proprio uscire con lui.
Giunti
a destinazione, Natsu restò imbambolato a fissare
l'ingresso del parco, talmente a corto di parole da sembrare un pesce
all'amo.
Era rimasto praticamente identico rispetto a quando era partito,
avrebbe
giurato che ci fossero anche gli stessi ciuffi d'erba attorno al palo
che
reggeva l'insegna. A Lucy non lo aveva mai detto naturalmente ma era
proprio in
quel posto che aveva capito di essere irrimediabilmente innamorato
della sua
migliore amica.
Stavano
attraversando il parco per tornare a casa, come
facevano tutti i giorni, quando Natsu si era improvvisamente fermato e
Lucy
aveva fatto lo stesso, voltandosi a guardarlo.
"Natsu?".
"Credo
di voler lasciare Lisanna, Lu".
La
sua amica lo aveva afferrato per un braccio e portato
entrambi verso una panchina, sulla quale si erano seduti. "Ricomincia
da
capo. Perché vorresti lasciare Lisanna?".
"Perché
mi piace un'altra ragazza ed è evidente che
non sono più innamorato di Lisanna come lo ero una volta",
rispose Natsu,
lo sguardo incollato sulle proprie mani giunte in grembo.
"Come
fai a dire di non amarla, ne sei certo?".
"Lucy,
non ho occhi che per l'altra!
Anche quando siamo
insieme, se per caso passa lei, dimentico persino che Lisanna esista!
Non è
giusto continuare in questo modo, è una brava ragazza e
merita di meglio".
Lucy
aveva steso la mano a prendere quella di Natsu,
stringendola nella sua. "Non pensare mai di essere meno di quello che
qualsiasi ragazza meriterebbe: stai prendendo una decisione difficile,
anche
per il bene di Lisanna. Se fossi una cattiva persona non ti
importerebbe della
situazione miserevole in cui il vostro rapporto la sta trattenendo".
Lui
aveva finalmente alzato lo sguardo, incrociando
quello color cioccolato della sua Lucy; lei sapeva sempre cosa dire per
mettere
a posto le cose, sapeva dargli i consigli migliori
e lo ascoltava sempre, non fingeva di farlo.
Ma se avesse saputo di essere proprio lei l'altra?
Se fosse stata consapevole del suo sguardo
che la seguiva sempre, immaginando come sarebbe stato fare coppia con
lei? Se
solo avesse potuto sentire come il suo cuore batteva furiosamente ogni
volta
che i loro occhi si incontravano.
"Però...
Lei ne soffrirà, Lu", disse,
preferendo deviare il corso dei propri pensieri.
"Certo
che ne soffrirà, Natsu. Però alla fine
capirà
che lo stai facendo perché le vuoi bene e non vuoi che stia
con te dal momento
che non la ami più. Ci vorrà del tempo ma
tornerete amici".
Lucy
gli sorrise incoraggiante e Natsu riuscì a
risponderle con un piccolo sorriso.
"Andiamo,
puoi fare di meglio! Il mio Natsu ha il
sorriso più bello del mondo!".
Aveva
gonfiato le guance, indispettita e a quella vista
lui era scoppiato a ridere, tenendosi la pancia. "Smettila Lu, sai che
trovo troppo comica quella faccia!".
"Beh
almeno adesso ridi!".
Lucy
aveva riso con lui, abbracciandolo di slancio e gli
aveva baciato la guancia. "Ti voglio bene, Natsu. Questo non
dimenticarlo
mai, ci sarò sempre per te".
Natsu
aveva ricambiato l'abbraccio e annuito, convinto
che quella splendida amicizia sarebbe diventata qualcosa di
più una volta che
lui avesse rotto con Lisanna; non si sarebbe lasciato sfuggire Lucy.
Natsu
scosse la testa, ridendo fra sé della propria
ingenuità: allora non sapeva che Gray si sarebbe messo in
mezzo, causandogli
anni di sofferenza.
"Natsu
va tutto bene?".
La
voce di Lucy lo riportò coi piedi per terra e le
sorrise, annuendo. "Sì, tutto bene".
Lei
aggrottò le sopracciglia, fissandolo.
"Natsu", sbottò con tono ammonitore.
"È
la verità, Lu, solo dei ricordi!".
Lucy
decise di lasciar perdere e scrollò le spalle con
noncuranza. "Va bene, se lo dici tu", disse. "Ma prima o poi
dovrai dirmelo", aggiunse, gli occhi ridotti a due fessure.
Natsu
scoppiò a ridere e le cinse le spalle con un
braccio, attirandola a sé. "Sei proprio unica", disse,
voltandole il
viso per poterla baciare. "Dai entriamo!".
Lei
gli sorrise e annuì, portando un braccio attorno alla
sua vita mentre si incamminavano lungo i sentieri che attraversavano i
prati:
quella settimana da trascorrere con lui prometteva proprio bene.
******************************************************************************
Salve
ragazze/i ^-^
Visto
che me lo avete chiesto in tanti, ho deciso di
riprendere in mano questa storia e farla effettivamente diventare una
long; ho
in programma di aggiornare almeno una volta a settimana ma se non mi
dovesse
riuscire vi prego di essere pazienti ^^”
Credo
che sarà una storia fluffolosa come poche, questo
contesto mi ispira troppa tenerosità fra i miei tesori
>w<
Mi
ripeto ma non posso farne a meno, grazie se avete
letto e due volte se recensite!
Alla
prossima <3
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Convincere
Natsu a tornare a casa sua, dopo averla
riaccompagnata, non fu per niente facile: Lucy dovette praticamente
minacciarlo
di sciogliere il loro patto, ottenendo però di mandarlo via
con un broncio
arrabbiatissimo.
Quando
lo vide scomparire dentro l'ascensore, richiuse la
porta, lasciandovisi scivolare contro. Era sempre più
convinta di essere follemente
e irrimediabilmente innamorata di lui ma Natsu era estenuante e a
quanto
pareva, totalmente incapace di capire quando lei aveva bisogno di
qualche ora
per se stessa. Sospirò appena e Happy le
trotterellò accanto, strusciandosi
contro le sue gambe.
"Ciao
Happy! Allora", disse lei, mettendoselo
in grembo, "sei contento di aver ritrovato Natsu, vero?".
Il
gatto miagolò come in risposta e Lucy ridacchiò
alzandosi per spostarsi in cucina. "Sai", disse rivolta all'animale,
mentre versava dei croccantini nella sua ciotola, "credo che alla fine
non
dovrai scegliere fra i tuoi padroni. Penso proprio che io e Natsu non
ci
separeremo più".
Sorrise
a se stessa dopo aver pronunciato quelle parole, perché
era vero e lo aveva finalmente ammesso ad alta voce: Natsu era
sì sfiancante ma
le mancava già tantissimo e non stava nella pelle al
pensiero di rivederlo.
Dopo
aver giocato un po' con Happy, raggiunse la sua
stanza e si lasciò cadere pesantemente sul letto,
rimpiangendo subito quella
pessima idea dal momento che le lenzuola erano impregnate del profumo
di lui.
"Oh insomma, Lucy! Chiamalo, adesso!", si disse ad alta voce.
Afferrò
il cellulare e prima di poterci ripensare, avviò la chiamata.
"Cosa?!",
fu la risposta scocciata.
"Stavo
pensando... Ti andrebbe di tornare
qui?".
La
comunicazione fu bruscamente interrotta e Lucy si
ritrovò senza parole a fissare lo schermo del suo telefono
fin quando si
spense. "Dannato idiota!", esclamò stizzita, posandolo con
malagrazia
sul comodino. Affondò il volto contro il cuscino,
indirizzando una serie di
insulti molto coloriti a Natsu e al suo caratteraccio e a furia di
imprecare
dovette sollevare la testa per respirare. "Brutto str...".
Driiiin.
Si
guardò intorno smarrita per qualche momento prima di
rendersi conto che quel suono era stato il campanello; si
ripeté e questa volta
si precipitò alla porta, sperando proprio che fosse lui.
Aprì piano,
osservandolo con cautela nel timore che fosse arrabbiato e in effetti
quello
che si ritrovò davanti non era un Natsu esattamente contento.
"Ciao".
"Mi
hai mandato via, Lu", rispose, la fronte contro
il braccio appoggiato allo stipite fisso della porta. "Non è
stato per
niente carino".
Lucy
si fissò i piedi, imbarazzata. "Domani devo
andare a lavorare e gli ultimi due giorni sono stati un'altalena
emotiva...
Possiamo parlarne dentro, per favore?".
Natsu
annuì, entrando non appena lei si fu spostata e la
aspettò mentre bloccava la porta per la notte. Lei lo
raggiunse alle spalle e
gli afferrò la mano, tirandoselo dietro verso la sua stanza.
Lo
costrinse gentilmente a stendersi e gli si accoccolò
contro, lasciandosi sfuggire un lieve sospiro. "Non è che
non voglia stare
con te, Natsu, anzi; è proprio il contrario, starti lontana
è diventata una
tortura".
Lui
la abbracciò, posando il mento sulla sua testa e
prese ad accarezzarle la schiena. "Perché mi hai mandato
via?".
"Ho
bisogno di capire se quello che sento è amore o
solo una fantastica intesa a letto", rispose Lucy, senza mezzi termini.
"Ti ho già detto quanto male mi faccia il pensiero di
perderti come amico
se questa cosa fra noi andasse male, non voglio rischiare di essere
proprio io
la causa affrettando tutto".
"E
lo hai capito?".
"No".
"Perché
mi hai chiesto di tornare allora?".
Lucy
sollevò il viso per guardare Natsu e gli posò una
mano sulla guancia. "Faceva troppo male sapere che eri lontano da me
con
un'arrabbiatura che è solo colpa mia".
"Credevo
che ti fossi già pentita", ribatté lui
mettendo di nuovo il broncio.
"No,
Natsu! Perché avrei dovuto pentirmi, sto
trascorrendo i giorni più belli della mia vita".
"Non
lo so, Lu. Amarti ha fatto tanto male e dieci anni
sono lunghi".
Lei
si mosse fino a posare la fronte contro la sua,
sforzandosi di trattenere le lacrime che premevano per uscire.
Razionalmente sapeva
di non avere nessuna colpa ma sentiva una sorta di vocina interiore che
le
rimproverava di essere stata cieca a quell'amore. "Mi dispiace... Mi
dispiace così tanto".
"È
passato ormai. E inoltre, non puoi controllare
ciò che provi, ti eri innamorata di Gray e non
c'è niente di sbagliato in
questo. Io... Ho aspettato". Natsu le cinse la vita con entrambe le
braccia, stringendosela contro. "Valeva la pena se adesso lo sai anche
tu
che siamo fatti per stare insieme".
"Non
ne sono ancora del tutto sicura", ammise
Lucy, lo sguardo basso nel timore di vedere la delusione sul volto del
suo
amore.
"Sì
che lo sei. Ti mancavo così tanto che mi hai
fatto tornare indietro dopo aver sudato sette camicie per mandarmi
via!".
Lei
scosse la testa, ridacchiando a quella risposta e si
alzò dal letto, andando verso la cassettiera.
"E
adesso dove vai?!", la raggiunse la voce di
Natsu.
"Ti
ho detto che domani devo lavorare, ho bisogno di
dormire", rispose Lucy aprendo un cassetto e tirandone fuori il proprio
pigiama.
"Ma...
Io volevo farti le coccole!".
"Sappiamo
entrambi cosa volevi davvero e no,
voglio riposare". Davanti all'ennesimo broncio, Lucy sospirò
pesantemente;
certe volte era come avere a che fare con un bambino. "È
proprio così
difficile passare la notte insieme a dormire e basta?".
Natsu
scosse la testa e le sorrise, allargando le braccia
in un tacito invito a raggiungerlo. "No, non lo è, Lu".
Non
lo fece attendere troppo e si tuffò letteralmente su
di lui, rannicchiandosi il più possibile contro il suo
corpo. "È meglio se
ti togli questi vestiti, starai più comodo".
Il
ragazzo le rivolse uno sguardo contento, avvicinandosi
per baciarla. "Se non ti dà fastidio che stia poco vestito
nel tuo letto
".
"Ma
sei serio?! Questo povero letto ha visto di
peggio stamattina".
Risero
entrambi a quella battuta e quando finalmente
tornarono ad aggrapparsi l'uno all'altra, Natsu si ritrovò a
pensare che
dormire insieme sapeva di intimità anche più del
sesso: sapeva di vita insieme,
della vita di una coppia innamorata. Lucy si era addormentata quasi
subito e
lui restò sveglio ad osservarla ancora per un po',
trovandola più bella ad ogni
occhiata. Sapeva che anche lei lo amava, poteva dirlo da come si era
avvinghiata
a lui, quasi disperatamente; e abbandonarsi al sonno con quel pensiero
in mente
fu quanto di più vicino alla beatitudine avesse provato fino
a quel momento in
vita sua.
Lucy
aprì gli occhi al primo suono della sveglia e la
bloccò immediatamente prima che svegliasse Natsu, ancora
profondamente
addormentato. Si distese sullo stomaco, sollevandosi sui gomiti per
poterlo
osservare e un sorriso le tirò indietro gli angoli della
bocca quando pensò che
era magnifico svegliarsi accanto a lui.
"E
già, credo proprio di amarti", disse
chinandosi a baciargli le labbra.
Decise
di lasciarlo dormire ancora un po' mentre faceva
la doccia e preparava la colazione per entrambi ma non si sorprese
più di tanto
quando sentì le sue braccia afferrarla per la vita e farla
voltare verso di
lui; Natsu aveva sempre avuto tanta di quella energia che non riusciva
a dormire
più di tanto.
"Buongiorno".
Gli sorrise, portando le mani
dietro il suo collo e fra quelle ribelli ciocche rosa, le bocche
già una
sull'altra a togliersi reciprocamente il respiro.
"Lucy…
Devi proprio andare?".
"Devo,
sì. Però posso chiedere a Mira se mi concede
qualche giorno di ferie".
"Tu
lavori con Mirajane?!". Natsu era a dir
poco sconvolto: la sorella maggiore di Lisanna non ci aveva messo poi
molto a
capire perché avesse spezzato il cuore alla sua sorellina e
per un lungo
periodo di tempo non era stata bendisposta verso Lucy. Sentirla dire
che
lavoravano insieme era davvero troppo strano.
"Sì,
certo". La voce di Lucy lo riportò al
presente e si costrinse a darle retta. "Io e Levi lavoriamo da lei sin
da
quando ha trasformato il suo bar in un Caffè Letterario,
avevamo entrambe perso
il nostro posto alla Biblioteca Pubblica e ci è sembrata
un'ottima soluzione;
il locale di Mira è sempre stato affollato, adesso abbiamo
solo una categoria
di clienti in più!".
Lui
le sorrise, chinandosi a baciarle il naso. "Cosa
ne diresti di venire a vivere a Crocus?".
"Cosa?!".
"Sì,
insomma, io ho il mio lavoro laggiù e non mi va
di restare lontano da te. Ci sono molte biblioteche nella capitale, per
via
delle università, non farai fatica a trovare un impiego".
Lucy
lo abbracciò, posando la guancia contro il suo
petto. "È vero, però… Non so se voglio
lasciare Magnolia".
"Lo
capisco, è difficile lasciare la città in cui
hai vissuto per tutta la vita ma Crocus ti piacerà, fidati
di me!",
esclamò Natsu, baciandole la testa. "O se proprio non ti va
di lasciare
Magnolia, troveremo un altro modo, non intendo mettere tutti quei
chilometri
tra noi".
"Per
favore, non affrettiamo le cose, Natsu".
Fu
appena un sussurro ma lui la sentì comunque e le
posò
due dita sotto il mento, tirandole su il viso. Non aveva più
dubbi sul fatto
che Lucy ricambiasse il suo amore ma non voleva in nessun modo farla
sentire
forzata; forse, quello di chiederle di trasferirsi era stato un passo
falso.
"Scusami
Lu, hai ragione. Non ne parleremo più, non
per il momento almeno, va bene?".
Lei
gli sorrise e annuì, stampandogli un altro bacio
sulle labbra prima di tornare alla colazione. Sapeva di essere molto
fortunata
ad avere l'amore di un ragazzo come Natsu, che metteva sempre lei e i
suoi
desideri al primo posto; Gray era stato dolcissimo e l'aveva amata
molto ma era
stato il motivo che le aveva impedito di frequentare
l'università della
capitale.
Lucy
non
riusciva proprio a capire cosa ci trovasse di strano Gray nel fatto che
lei
volesse studiare a Crocus; l'università di Magnolia era
molto valida ma gli
istituti della capitale erano di tutt'altro livello e lei aveva tutte
le carte
in regola per accedervi. Tuttavia, quando aveva accennato al suo
ragazzo la
possibilità che si trasferisse laggiù per
studiare, avevano finito per
litigare. Quel pomeriggio, l'argomento
era saltato fuori di nuovo e nemmeno rivelargli che anche Natsu avrebbe
studiato a Crocus era servito a qualcosa.
"Lucy
vuoi
spiegarmi perché il fatto che ci sia Natsu dovrebbe farmi
cambiare
idea?!".
"Come
perché! È il migliore amico di entrambi, almeno
saprai che non sono
sola!".
Gray
sbuffò
rumorosamente, lasciandosi cadere su una sedia. Si trovavano nella
stanza di
Lucy e invece di passare il pomeriggio a scambiarsi baci ed effusioni,
come
avrebbe voluto, avevano finito per parlare dell'università.
Di nuovo. Giocarsi
la carta di Natsu, poi, lei doveva essere totalmente cieca per non
accorgersi di
come la guardava il suo amico. Pur ammettendo a se stesso che non aveva
mai fatto niente per mettersi fra loro, non gli piaceva lo sguardo
carico di
amore e tristezza che il suo migliore amico rivolgeva a Lucy e temeva
quello
che sarebbe potuto accadere se lei si fosse trasferita a Crocus.
"Gray,
sei
ancora tra noi?!".
"Davvero
non capisci cosa prova davvero Natsu, Lucy?", sbottò
all'improvviso Gray.
"Lui non è tuo amico, è innamorato di te! Se
foste soli a Crocus, chissà
cosa potrebbe accadere e tra noi finirebbe tutto!".
Lucy
era
scattata in piedi, rossa di rabbia. "Natsu è il mio migliore
amico e non
voglio più sentire questa stupida gelosia! Non si
è mai comportato in maniera
diversa da come un amico avrebbe fatto e tu dovresti saperlo bene visto
che lo
conosci da molto più tempo di me!"
"Proprio
perché lo conosco ti posso garantire che senza me fra i
piedi, finiresti per
cedere!".
Gray
si era
alzato a sua volta, fronteggiandola e la ragazza
lo schiaffeggiò con violenza, indicandogli
la porta:
non l'aveva mai vista così furiosa.
"Esci
subito di qui, Gray. Adesso!".
La
voce di Natsu che fischiettava mentre giocava con
Happy la riscosse dai ricordi e la fece sorridere immediatamente:
quell'uragano
umano dai buffi capelli rosa l'aveva spuntata alla fine, riempiendole
la vita
come nessuno aveva potuto.
"Ne,
Natsu".
"Sì?".
"Perché
non vieni a prendermi stasera? Potremmo
cenare fuori e dopo andare al cinema se ti va".
"Qualsiasi
cosa va bene se posso stare con
te!", esclamò convinto Natsu, baciandole la guancia mentre
le passava
accanto e sedeva a tavola. "Però mi fai scegliere il film".
"Niente
affatto, tu sceglieresti uno di quegli
schifosissimi horror!".
"E
tu una di quelle commedie melense!".
Lucy
batté un piede per terra in segno di protesta.
"I miei gusti sono cambiati!".
"E
allora sentiamo, cosa vorresti vedere?",
chiese il ragazzo, estremamente divertito.
"Deciderò
quando saremo lì", borbottò lei,
concentrandosi sulla propria tazza di caffè.
Natsu
ridacchiò, stendendo la mano verso Lucy per
trascinarsela in grembo. "Certo che vengo a prenderti, e ti porto a
mangiare dove vuoi. Ma il film lo scelgo io!".
******************************************************************************
Buonasera!
Ho
mancato la NaLu Week anche quest'anno e questo
capitolo non mi piace per niente T_T
Detto
questo – per la serie "I piagnistei di
Saralasse", vi mancavano XD? – voglio innanzitutto
ringraziare tantissimo
le gentilissime ragazze che hanno commentato il capitolo scorso, mi
avete
sommersa di complimenti immeritati, siete troppo buone! E adesso temo
di
deludere le vostre aspettative a ogni capitolo, vi chiedo perdono in
anticipo
T_T
Tornando
a noi, ho cercato di dare un po' di quotidianità
e qualche piccola battuta d'arresto alla settimana d'amore dei nostri
colombi,
spero di esserci riuscita XD
Come
sempre, vi ringrazio tantissimo se leggete e ancora
di più se commentate!
Alla
prossima <3
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
"Sei
sempre il solito e io idiota che ti do
retta!", sbuffò Lucy infilandosi nell'ascensore con le
braccia strette
addosso.
"Dai,
vieni qui, stai gelando!". Natsu si
avvicinò per abbracciarla ma lei si scansò,
incollandosi letteralmente alla
parete; sembrava un gatto pronto a saltare addosso al suo aggressore.
"Tieni
giù quelle zampacce".
"Non
dirmi che sei arrabbiata per il film!".
"Certo
che sono arrabbiata per il film! Chiamalo
film poi, avresti fatto prima a portarmi al mattatoio!".
"Scema",
disse dolcemente lui, stringendola a
sé con la forza. "Di' la verità, ti è
piaciuto starmi avvinghiata addosso
tutto il tempo!".
Lucy
borbottò qualcosa di incomprensibile contro la sua
giacca e alzò appena la testa. "Cretino".
"Non
è una gara di insulti, Lu".
"Lo
so, Natsu, ma sei un cretino lo stesso".
Natsu
le afferrò il volto fra le mani e la baciò con
foga, spingendola fuori dall'ascensore non appena raggiunsero il loro
piano.
"Lo sai che mi eccita vederti così arrabbiata?".
Lei
sorrise maliziosamente, baciandogli la mascella fino
ad arrivare all'orecchio. "E tu lo sai che dovrai tenerti i bollenti
spiriti tutti per te?".
"Non
dici sul serio!".
"Ah
no?".
"Lucy!".
Stava
praticamente piagnucolando e Lucy scoppiò a ridere,
abbracciandolo. "Per questa volta ti lascio restare ma solo
perché devi
farti perdonare".
Natsu
ghignò soddisfatto, dandole appena il tempo di
entrare in casa e chiudere la porta prima di tornare a stringerla e
baciarla
prepotentemente. Rischiarono di calpestare Happy e lasciarono una scia
di
indumenti per tutto il tragitto fino alla stanza di Lucy,
raggiungendola senza
separarsi per più di un momento.
Finirono
uno sull'altra sul letto, liberandosi
freneticamente dei pochi vestiti che portavano ancora addosso, e lei
sospirò il
nome di Natsu quando finalmente lo sentì dentro di
sé, quello che aveva
desiderato dal momento in cui si era trovata stretta a lui nel cinema.
Natsu la
sollevò e si mise seduto, così da averla in
grembo e Lucy si mosse con lentezza
su di lui.
"Lucy!",
gemette Natsu piegando la testa
indietro ed esponendo così il collo ai dolci tormenti della
sua donna.
Aveva
una cicatrice lì, che si era procurato in un
incidente quando era bambino, e aveva scoperto che lei la trovava molto
eccitante: anche adesso le stava dedicando tutta la sua attenzione,
sfiorandola
con la lingua e le labbra. Percorse la sua pelle con piccoli baci fino
a
tornare a impossessarsi delle sue labbra e Natsu la strinse, invertendo
di
nuovo le posizioni e inchiodandola sotto di sé.
"Ti
amo, Natsu", mormorò d'un tratto Lucy,
stringendogli le braccia al collo e baciandolo.
Natsu
sentì gli occhi inumidirsi davanti a quella
confessione e posò la fronte contro la sua, muovendosi in
sincrono con lei,
dolce e premuroso. Era stato sicuro che anche lei provasse lo stesso
amore che
lo divorava da tempo ma sentirla finalmente ammetterlo era una gioia
senza
pari, una felicità così perfetta che gli
sembrò quasi di fondersi in lei,
diventando un tutt'uno.
Il
suono della sveglia spaventò Lucy che tentò
inutilmente di divincolarsi dalla presa di Natsu e alzarsi.
"Natsu!
Dai mollami, devo andare a lavoro!".
"Mira
ti ha concesso le ferie...", mugugnò lui
col viso infilato fra i suoi capelli biondi.
"Ah...
Hai ragione". Lucy ridacchiò
imbarazzata, bloccandosi di colpo quando sentì una mano di
Natsu posarsi molto
poco castamente sul suo seno. "Natsu?".
"Uhm?",
fece lui, già impegnato a disseminarle
il collo di baci.
"Cosa
stai facendo?".
"A
te cosa sembra?". Natsu si spostò, finendo
col distendersi sopra di lei, il peso sostenuto dagli avambracci.
"Guarda
che non ho intenzione di passare la settimana
di ferie a rotolarci nel letto!".
Lucy
pretendeva di dargli a intendere di essere
infastidita ma Natsu seppe che mentiva nel momento in cui si mosse per
accoglierlo fra le sue gambe.
"Dillo
di nuovo, Lucy".
Lucy
spalancò appena gli occhi, mentre un lieve rossore
le si diffondeva sulle gote e la bocca si piegava inevitabilmente
all'insù: i
ricordi della notte precedente le si presentarono davanti agli occhi e
si
rivide confessare a Natsu il suo amore, un attimo prima che lui le
facesse
provare il piacere più intenso di tutta la sua giovane vita.
Posò le mani sul
viso del suo ragazzo e si tese a dargli un veloce bacio. "Ti amo".
Natsu
le sorrise e scivolò in lei all'improvviso,
strappandole un gridolino compiaciuto. "Ti amo anch'io, Lucy",
mormorò sulle sue labbra un momento prima di coinvolgerla in
un bacio
peccaminoso.
Si
staccò dalla sua bocca soltanto quando i polmoni
bruciarono in cerca d'aria, lasciandole le labbra per dedicarsi al suo
viso, al
collo, a ogni centimetro di pelle nivea che riusciva a raggiungere da
quella
posizione.
Lucy
si inarcò sotto le sue spinte, afferrandogli i
capelli fra le dita di una mano quando sentì la sua bocca
chiudersi sul proprio
seno. "Natsu...", gemette all'apice del piacere, stringendo le gambe
attorno ai suoi fianchi.
Qualche
altro movimento frenetico e Natsu si accasciò su
di lei, abbracciandola forte, con la testa posata sul suo seno. Sorrise
quando
sentì le dita di Lucy affondare fra i suoi capelli,
accarezzandolo delicatamente.
"Mi
hai reso la persona più felice della terra,
Lucy", disse quando il suo respiro tornò regolare. "Ti
prego, non
ripensarci adesso".
"Mai.
Mai Natsu; adesso lo so, ti amo e non ci
ripenserò mai". Sorrise, tenendolo stretto a sé.
"Sei bloccato con me
per il resto della tua vita".
"Lo
spero tanto".
Lucy
continuò quella rilassante carezza ai capelli
ribelli del suo ragazzo e non si accorse che si era placidamente
addormentato
su di lei. "Ehi Natsu, perché non andiamo al mare oggi
pomeriggio? Non è
stagione, è vero, siamo in autunno, ma di giorno non fa
ancora freddissimo e
poi non dobbiamo mica fare il bagno, che ne dici?".
Attese
che gli rispondesse per qualche momento ma quando
non sentì una sola parola, si chinò leggermente
per guardarlo e sorrise intenerita,
posandogli un bacio sulla testa. Probabilmente avrebbero dovuto
rimandare la
gita che aveva programmato all'indomani, eppure, per una volta nella
sua vita,
non le importava proprio nulla che i suoi piani fossero andati all'aria.
"Pronto?".
"Natsu?!
Credevo di aver chiamato il cellulare di
Lucy".
"Lisanna".
Natsu si svegliò completamente
rendendosi conto di aver effettivamente risposto a una telefonata
destinata a
Lucy; il suono del telefono nel dormiveglia lo aveva fatto agire per
istinto.
"Sì, è il cellulare di Lucy", aggiunse. Dopotutto
Lisanna era ancora
al telefono. "Sono a casa sua".
"Capisco",
ribatté lei con un tono di voce
malizioso che non sfuggì a Natsu. "Me la passi?".
"Sta
dormendo".
"Alle
cinque del pomeriggio?! Non voglio nemmeno sapere
cosa state combinando!", esclamò Lisanna, trattenendo a
stento una risata.
Non le era sfuggita la voce impastata di Natsu, era evidente che avesse
svegliato anche lui. "Dille di richiamarmi, va bene?".
"Certo,
lo farò".
"Ti
ringrazio. Ah... Natsu?".
"Sì?".
"Sono
contenta per voi".
"Grazie,
Lisanna", rispose prima di
riagganciare.
Natsu
sentì le proprie labbra distendersi in un sorriso
felice e si voltò verso Lucy, trovandosi davanti uno sguardo
di panico che non
riusciva a spiegarsi.
"Lucy!
Cosa c'è, ti senti male?".
"Lisanna
sa di noi?".
"Io
non le ho detto niente ma credo ci sia arrivata
da sola". Natsu afferrò la sua ragazza, stringendosela
contro. "Qual
è il problema, Lu?".
"Non
è un problema, Natsu... Ma sai anche tu come
sono i nostri amici, non lo fanno per cattiveria però sono
dei terribili
impiccioni. Entro stasera persino le pietre sapranno di noi!".
"E
tu non vuoi che si sappia".
Lucy
si sollevò, mettendosi seduta sul letto per poterlo
guardare negli occhi. "Volevo solo che avessimo un po' di giorni di
pace,
solo per noi. Pensavo che il matrimonio di Lisanna sarebbe stata una
buona
occasione per farlo sapere ai ragazzi".
Natsu
si mise a sedere a sua volta, tenendo lo sguardo
basso. "Non è che per caso non volevi farlo sapere a Gray?".
"A
Gray?! Natsu ma cosa dici, io e lui ci siamo
lasciati sei anni fa!".
"Beh,
magari ci speri ancora di riprendertelo, in
fondo lui e quella Juvia non sono mica sposati".
Lucy
prese un grosso respiro per calmarsi; sapeva che
Natsu non pensava quello che stava dicendo, erano solo una vecchia
paura e una
feroce gelosia che lo facevano parlare in quel modo. "Natsu". Si
avvicinò a lui e gli circondò il collo con le
braccia, stringendolo forte a sé.
"Tu non hai niente da temere da Gray. È te che amo, non lui.
Abbiamo un passato
insieme ma è tutto quello che è: passato".
"E
se ti ricordassi che è migliore di me?".
"Non
è migliore di te, nessuno lo è! Sei il ragazzo
più dolce, gentile e premuroso che conosca, sei tanto forte
da aver tenuto vivo
il nostro amore fino a quando anch'io mi sono resa conto che era
lì da sempre,
da quando i nostri sguardi si sono incrociati per la prima volta. E io
sono la
donna più fortunata della terra perché sei tutto
mio".
Natsu
la abbracciò finalmente, nascondendo il viso contro
il suo collo. "Scusami. Non dovevo dire quelle cose".
"So
che non le pensi". Lucy portò una mano sul
suo capo, accarezzandolo piano.
Lui
scosse appena la testa, rafforzando la stretta
attorno al suo corpo. "Mi dispiace lo stesso, Lu. È solo
che... Stammi
vicina".
Lucy
si distese sul letto assieme a Natsu, tenendolo
abbracciato: eccolo, il suo uomo ancora un po' bambino che temeva di
non essere
mai abbastanza. "Lo sai", disse a un certo punto, nel tentativo di
smorzare la tensione, "credo che ti metterò un guinzaglio al
matrimonio di
Lisanna; ci saranno molte ragazze e non voglio rischiare di dover fare
a botte
con qualcuna di loro!".
Lo
sentì ridacchiare e si permise anche lei un sorriso
divertito. "Guarda che dico sul serio! Non posso proprio permettere che
qualcuna ti noti, e che ti creda disponibile soprattutto".
"Non
mi muoverò dal tuo fianco", disse Natsu
sollevando il viso e riportandolo all'altezza del suo. "Sei la mia
preziosa Lucy, non permetterò che qualcuno ti porti via da
me. Anzi, ti metterò
al collo un cartello con su scritto Proprietà di
Natsu Dragneel".
Lucy
esplose in una risata divertita, coprendosi la bocca
con una mano. "Che bella coppia saremmo, io con il cartello al collo e
tu
al guinzaglio!"
Lui
le sorrise, stendendosi a darle un bacio sulla
fronte. "Basta che siamo insieme, non trovi?".
"Sì",
rispose lei, accoccolandosi contro di
lui.
Natsu
la guardò e la sua mano corse in automatico a
intrecciarsi fra i suoi capelli biondi. "Ehi Lu, vuoi andare al mare
domani?".
Lucy
sollevò la testa di scatto, gli occhi spalancati
dallo stupore. "Ma tu non stavi dormendo quando te l'ho chiesto?".
"Non
capisco cosa vuoi dire".
"Poco
fa... Beh stamattina in effetti, ti avevo
chiesto se ti andava di andarci nel pomeriggio ma ti eri già
riaddormentato".
Natsu
ridacchiò, dandole un bacio sul naso. "Siamo
proprio in sintonia noi due".
"Perfettamente".
Sobbalzò
quando sentì le mani di Lucy posarsi con
disinvoltura sul suo sedere.
"Lu?".
Lei
gli sorrise, maliziosa. "Sono ancora un po'
arrabbiata per quello schifo che mi hai fatto vedere ieri sera".
Natsu
rispose con uno dei suoi sorrisi più ferini.
"Dovrò proprio fare ammenda, allora".
******************************************************************************
Buonasera
ragazze/i!
Sono
in anticipo questa settimana ma dal momento che sarò
fuori per il week-end e anche nei prossimi giorni sarò un
po' impegnata, ho preferito
postare prima piuttosto che in ritardo :P Tenterò di non
tornare all'appuntamento
del sabato ma aggiornare prima, così non dovrete aspettare
troppo però è un
tentativo, lo ribadisco XD
Dunque,
questo capitolo era già stato scritto quando ho
postato il precedente quindi chiedo scusa a quelle di voi che si
aspettavano il
racconto dell'appuntamento, come vedete l'ho saltato a piè
pari XD In compenso,
Natsu ha decisamente recuperato la delusione della notte precedente,
non
trovate :D?
Permettetemi
di ringraziare di nuovo tutte le gentili
ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, ridandomi fiducia,
siete
impagabili!
Di
nuovo, grazie mille se leggete e doppiamente se
recensite!
Alla
prossima <3
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Il
clima di Magnolia sembrava aver deciso di regalare
un'improvvisa estate fuori stagione, per la gioia di Lucy che non
vedeva l'ora
di andare al mare.
Quella
mattina si era svegliata con la sensazione di
soffocare per il troppo caldo, tra le coperte e le braccia di Natsu che
la
avvolgevano ed era sgusciata via dalla sua stretta per correre a
infilarsi
sotto la doccia, prima che anche lui si svegliasse; era la sensazione
più bella
del mondo quella di averlo sempre attorno, ma quando stavano troppo
vicini l'aria
tendeva a surriscaldarsi in fretta e Lucy voleva davvero
andare in
spiaggia. Inoltre, quel caldo improvviso la faceva ben sperare sulla
possibilità di fare un bagno, e la cosa le stirò
le labbra in un ampio sorriso.
Si
voltò di scatto sentendo il box doccia aprirsi, e
spiaccicò una mano sul viso di Natsu che stava per entrare
disinvolto.
"Fermo! Aspetta il tuo turno".
"Come
il mio turno?!", esclamò lui, togliendosi
la sua mano dalla faccia. "Che problema c'è se entro anch'io
adesso?".
"Voglio
andare al mare, Natsu e voglio andarci fra
mezz'ora al massimo. Lasciami finire e poi avrai la doccia tutta per
te".
"Ma...".
"Ti
mando in bianco fin quando non ritorni a
Crocus".
"Hai
proprio ragione Lu, è meglio che aspetti il mio
turno".
Lucy
gli sorrise e si tese a baciarlo. "Bravo",
disse, tornando a lavarsi mentre Natsu si allontanava borbottando.
Lo
sentì biascicare un "Tiranna" ma preferì
lasciar perdere, decisa com'era a godersi quella giornata al mare che
si
prospettava bellissima. E il fatto che ci fosse lui, rendeva tutto
più
eccitante.
Lucy
restò a dir poco perplessa quando giunti alla
spiaggia si trovò davanti tutta l'allegra combriccola
formata dai loro amici.
L'orribile sospetto che li avessero pedinati cominciò a
prendere forma nel momento
in cui si accorse che i loro occhi curiosi non li lasciavano per un
momento,
sottolineati da stupidi risolini che non fecero altro che aumentare il
suo
disagio.
Natsu
la vide farsi piccola piccola per l'imbarazzo e
decise che fosse meglio tagliare la testa al toro: ignorando lo sguardo
allarmato della sua ragazza, le afferrò il viso fra le mani
e la baciò davanti
a tutti, sorridendo sulle sue labbra quando sentì le urla di
giubilo dei loro
amici. Rise apertamente quando una rossissima Lucy nascose il volto
contro il
suo torace mentre le ripeteva che in quel modo stava solo peggiorando
la
situazione.
Non
c'era uno solo fra i loro compagni che non stesse
sorridendo, perché li vedevano felici finalmente ma
soprattutto perché
speravano che Natsu non lasciasse più Magnolia. Festeggiare
tutti insieme la
sera in cui era tornato era stato come fare un salto nel passato e lui
era
sempre stato il cuore del loro incasinatissimo gruppo: avevano sentito
tutti la
sua mancanza.
Una
pacca sulla spalla fece voltare Natsu che si ritrovò
faccia a faccia con Gray. Il suo sguardo si incupì per un
istante, ricordando
quanto aveva sofferto quando il suo amico aveva conquistato la ragazza
che lui
amava; ma quella stessa ragazza, ormai donna, era fra le sue braccia in
quel
momento e non c'era motivo di sentirsi ferito. "Gray".
"E
così ce l'hai fatta alla fine, eh?".
"Se
tu non ti fossi messo in mezzo, io e Lucy
saremmo felici da anni!".
"Guarda
che era Lucy a venirmi dietro, non il
contrario!".
Lucy
sbuffò e si liberò della stretta di Natsu,
lasciandoli litigare come al solito; lo facevano da sempre, si volevano
un gran
bene ma non potevano fare a meno di punzecchiarsi e inevitabilmente
scoppiava
una rissa.
Individuò
Levy e si diresse in quella direzione per
sedersi accanto a lei sulla sabbia; non fece in tempo a posare il
fondoschiena
a terra che fu raggiunta da tutte le sue amiche. La guardavano in
maniera
inquietante.
"R-ragazze!
Vi serve qualcosa?".
"Non
fare la finta tonta, Lucy!", esclamò
Lisanna. "Vogliamo i dettagli".
Lucy
assunse la stessa tonalità di rosso dei capelli di
Erza e si coprì il viso con le mani, scuotendo la testa.
"Non vi dirò
proprio niente, pervertite!".
"Oh
andiamo! Natsu è a dir poco focoso, posso solo
immaginare quanto lo sia a letto", intervenne Cana sorseggiando la
solita
birra.
"Non
immaginarti niente!", sbottò la bionda
alzando la testa di scatto.
"Dai
Lucy, non essere gelosa, solo per qualche
innocente fantasia!".
"Cana!".
Le
ragazze risero dell'imbarazzo di Lucy e lei si ritrovò
a invidiare Natsu che invece sembrava perfettamente a suo agio nella
rissa
scatenata da lui e Gray e ben presto estesasi all'intera componente
maschile
del gruppo.
"Lucy".
La
voce di Mirajane la riscosse dall'attenta osservazione
dei muscoli ben definiti del suo ragazzo, costringendola a prestare
attenzione
alla sua amica. "Mira non mettertici anche tu, ti prego!".
"No,
no, Lu-chan!", sorrise Mira.
"Volevamo solo dirti che siamo contente per te, anche se forse non
siamo
state capaci di dimostrarlo! Ti meriti l'amore di Natsu e lui merita di
essere
finalmente felice. È bellissimo vedervi insieme e speriamo
che lui rimanga
questa volta: sei radiosa da quando è tornato".
Lucy
si gettò fra le sue braccia, sforzandosi di non
piangere. "Grazie ragazze!".
"Però
qualche dettaglio piccante lo vogliamo lo
stesso".
"Cana!".
La
bionda non fece in tempo a protestare più vivacemente
che quella specie di tornado umano rispondente al nome di Natsu, la
afferrò e
incurante dei suoi strilli, se la caricò in spalla,
gettandosi in acqua con
lei.
Lucy
riemerse tossendo e sputando acqua, e colpì Natsu in
testa, rivolgendogli uno sguardo omicida. "Razza d'idiota, volevi
uccidermi?!".
"Ahia".
"Che
razza di risposta sarebbe, Ahia?!".
"Dai
Lu, stavo solo giocando!".
Lo
guardò per qualche momento e lo abbracciò prima
che
mettesse il broncio. Gli morse lievemente una spalla quando si accorse
del
sorriso furbo che gli aveva piegato la bocca e lui le
afferrò il viso,
avventandosi sulle sue labbra e fingendo di morderle a sua volta.
"Non
fare così, Lu. O ti prendo qui, davanti a
tutti", le soffiò nell'orecchio.
Lucy
si sentì avvampare e ringraziò mentalmente che
fossero immersi nell'acqua fredda quando sentì un'ondata di
desiderio
incendiarle il ventre.
"Lo
faresti?".
"Lucy".
Lei
gli si strinse maggiormente contro, schiacciando il
seno contro il suo torace solido. "Lo faresti?", ripeté.
"Vuoi
mettermi alla prova?".
Lucy
decise di capitolare quando incontrò i suoi occhi
decisi: se lo avesse sfidato davvero, Natsu sarebbe stato capace di
mettere in
pratica la sua minaccia, odiava perdere. "Certo che no, scemo. Alcune cose
sono riservate a noi due soli".
Natsu
le sorrise e la baciò di nuovo, accarezzandola
delicatamente.
"Certo che è così. Tu sei mia e solo mia".
Riportando
lo sguardo verso la spiaggia, vide Gray e
Juvia insieme e gli tornò in mente che non aveva ancora
chiesto a Lucy perché
avesse rotto con il suo migliore amico.
"Ehi
Lu... Perché tu e Gray vi siete
lasciati?".
Lucy
alzò le spalle, seguendo lo sguardo di Natsu.
"Non ci amavamo più da tempo, stavamo trascinando il
cadavere della nostra
relazione tentando inutilmente di rianimarlo. Ne abbiamo parlato con
franchezza
e abbiamo deciso che sarebbe stato meglio se le nostre strade si
fossero
divise. Juvia è più adatta a lui".
"Tutto
qui?".
"Cosa
ti aspettavi, una lite in grande stile e
piatti e stoviglie lanciati come proiettili?!", chiese lei,
ridacchiando.
"Beh
più o meno... Sembrava un amore epico il
vostro".
"Sembrava".
Lucy sorrise rassicurante,
stringendo le mani di Natsu. "Il nostro lo è davvero".
Natsu
non ricordava una giornata così bella da molto
tempo ormai: aveva degli amici a Crocus, naturalmente, ma niente e
nessuno
avrebbe mai potuto sostituire il gruppo che lo aspettava a Magnolia.
Era la sua
seconda famiglia, quella che nei momenti più travagliati
della sua vita era
stata lì, pronta a sostenerlo, e ora rimpiangeva di essere
scappato piuttosto
che affidarsi a loro; avrebbero sicuramente trovato il modo di fargli
superare
il dolore senza che fosse costretto a lasciare la sua città.
Guardò Lucy
rannicchiata fra le sue braccia, sotto le coperte, e le posò
un bacio fra i
capelli, stringendola appena un po' di più. Avevano deciso
di restare tutti
insieme sulla spiaggia ma quando il sole aveva cominciato a calare, il
freddo
si era fatto sentire, così nel giro di poco tempo, Natsu
aveva preparato e
acceso un falò: occuparsi del fuoco era sempre stato il suo
compito.
Lucy
alzò lo sguardo su di lui, un po' preoccupata.
Sembrava malinconico e non le piaceva affatto vederlo così;
lui aveva sempre
sorriso tantissimo, vederlo triste o arrabbiato era davvero un pessimo
segno.
"Natsu", lo chiamò, piano. "Va tutto bene?".
"Certo,
Lu".
"Sicuro?".
Natsu
le sorrise finalmente, uno dei suoi soliti sorrisi
contagiosi. "Stai tranquilla, Lucy! Niente può andare male
ormai, ci sei
tu con me". Un bacio veloce. "Stavo solo pensando che i ragazzi mi
sono mancati troppo, avrei dovuto restare invece di scappare a Crocus".
"Invece
no", ribatté lei, stringendosi di più a
lui. "Quando sei andato via ho cominciato pian piano a capire quanto
fossi
importante per me; è stato doloroso ma anche una fortuna".
Afferrò la
coperta, tirandola sopra le loro teste e strinse le braccia al collo di
Natsu,
avvicinandosi di più al suo viso. "Non potrei proprio
rinunciare alla
felicità che sento adesso", gli disse un momento prima di
baciarlo.
"Ehi
Lucy, vogliamo dare un'occhiata anche
noi!".
La
voce di Cana, arrochita dall'alcool, giunse da fin
troppo vicino per i gusti di Lucy e prima che potesse impedirglielo,
aveva
tirato via la coperta che copriva lei e Natsu.
"Cana,
insomma!".
"Dai
Lu, non arrabbiarti!", rise Natsu,
riprendendo la coperta dalle mani di Cana. "E tu dammi quest'affare,
razza
di ubriacona! Vogliamo esserci al matrimonio e fa freddo!".
Cana
si congedò con un'alzata di spalle, un sorrisetto
inquietante a curvarle le labbra. "Divertiti con quelle bellezze, sono
davvero morbide!", esclamò mimando il seno di Lucy e ridendo
a crepapelle
quando vide la bionda arrossire furiosamente.
"Ehi
Lu", cominciò Natsu, tornando a sedersi
dietro di lei. "Cosa ne sa Cana di com'è il tuo seno?".
Lucy
sbuffò, accomodandosi nel suo posticino fra le
braccia del suo ragazzo. "Qualche volta lo ha toccato a tradimento, a
quanto pare farlo la diverte moltissimo".
"Posso
capirla".
"Natsu!".
Natsu
rise di nuovo, sfiorandole il viso con il dorso
della mano. "Ascolta, Lu... Per te andrebbe bene se tornassi a vivere a
Magnolia? Dopo il matrimonio di Lisanna, intendo; mi sembra che tu non
voglia
venire a vivere a Crocus e non mi va di starti lontano". Vide gli occhi
di
Lucy dilatarsi e per un momento - un orribile, lunghissimo momento -
pensò di
aver affrettato tutto, di nuovo. "Naturalmente non
devi rispondermi
adesso, non voglio metterti fret...".
"Sì!",
lo interruppe lei. "Cento e mille
volte sì, non voglio che mi lasci mai più!".
Lucy
lo abbracciò di slancio, facendolo cadere
all'indietro e questa volta non provò nessun imbarazzo
quando fu lei a baciarlo
fra gli schiamazzi dei loro amici.
******************************************************************************
Buongiorno
^_^
Ci
sono riuscita, ho aggiornato prima di sabato XD
Dunque,
questo capitolo è un po' particolare, perché
volevo
inserire il gruppo di amici di Natsu e Lucy – prima del
famigerato matrimonio -
ma non sapevo bene come farlo; l'occasione della spiaggia mi
è sembrata la più adatta,
anche se vi ho di nuovo negato l'appuntamento fra i nostri due colombi,
gomen
XD
Ah,
la rottura tra Lucy e Gray: voglio troppo bene a quel
moretto nudista perché potessi scrivere qualcosa di
traumatico, ho preferito
una rottura "easy" :P
Spero
che il capitolo sia comunque di vostro gradimento,
ormai dovremmo essere in dirittura d'arrivo: la mia idea è
di scrivere un
capitolo per ogni giorno di questa benedetta settimana anche se la
storia
potrebbe allungarsi ;)
Al
solito, grazie a chi legge e due volte a chi
recensisce!
Alla
prossima <3
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Non
appena intravide il cartello che dava il benvenuto a
Magnolia, il sorriso di Natsu si fece immediatamente più
largo, tanto che pensò
di avere un'espressione alquanto ebete in quel momento; non che gli
importasse,
felice com'era.
Cinque
anni prima, quello stesso cartello gli aveva fatto
credere di essere sulla strada per l'inferno, salvo poi scoprire che la
felicità più perfetta lo aspettava nelle
sembianze della sua Lucy. Lei si era
scoperta innamorata di lui nel momento esatto in cui lo aveva rivisto,
e
avevano trascorso insieme una settimana meravigliosa che aveva permesso
loro di
rinsaldare i sentimenti che entrambi provavano con tanta forza da
lasciarli
storditi; e Natsu, impetuoso com'era sempre stato, le aveva chiesto di
sposarlo
la sera stessa del matrimonio di Lisanna, l'occasione che li aveva
riuniti.
Gli
sposi diedero inizio alle danze e ben presto tutte le
coppie presenti li imitarono, riempiendo la sala di colori e risate.
Natsu
aveva letteralmente trascinato Lucy su una delle terrazze che si
affacciavano
sul giardino, mugugnando qualcosa sul fatto che avesse bisogno di
parlarle in
privato.
"Allora,
di cosa volevi parlarmi con tanta
urgenza?!", chiese lei, lievemente stizzita per non aver potuto ballare.
"Ecco...
Non so da dove cominciare, Lu".
Lucy
non poteva vedersi ma era sicura di essere
impallidita: il giorno successivo alla loro gita al mare, Natsu era
uscito
prima che lei si svegliasse, lasciandole solo un biglietto ed era stato
strano
sin da quando era rientrato, quella sera. E il pensiero fisso di Lucy,
di
conseguenza, era che si fosse pentito di quello che c'era tra loro.
Si
costrinse a sorridergli e gli prese la mano per
incoraggiarlo. "Natsu puoi dirmi tutto, va bene?".
Natsu
la guardò e assunse un'espressione risoluta mentre
si piegava su un ginocchio davanti a lei e tirava fuori dalla tasca un
anello.
"So che stiamo insieme soltanto da pochi giorni e che per te
è stato e
sarà difficile superare le tue insicurezze; ma io ti amo e
sono certo che tu
sia la mia anima gemella. E so anche che ci sono ancora tante cose da
sistemare
e da decidere, e che inevitabilmente finiremo per passare attraverso
delle
difficoltà ma non esiste nessun'altra che vorrei al mio
fianco, perciò... Lucy
Heartfilia, vorresti diventare mia moglie?".
Lucy
sbarrò gli occhi stupita, la bocca aperta in cerca
d'aria mentre tentava di rispondere. Se non fosse stato così
timoroso della sua
risposta, Natsu l'avrebbe trovata adorabile.
"N-Natsu...
Io... Sì! Certo che voglio sposarti,
sì!".
Natsu
si rialzò immediatamente e la prese fra le braccia,
baciandola con impeto, mentre alle loro spalle esplodeva un coro di
grida di
giubilo: grazie evidentemente a qualche dote sovrannaturale - o alla
grande
capacità di non farsi mai gli affari propri - Cana si era
accorta di quello che
stava accadendo e aveva trascinato lì l'intero gruppo dei
loro amici.
Natsu
e Lucy si voltarono a guardarli ridendo, felici che
ci fosse la loro famiglia ad assistere a quel momento così
speciale per loro.
Natsu
ridacchiò a quel ricordo, pensando come l'imbarazzo
li avesse paralizzati nel momento in cui avevano sentito quelle urla,
salvo poi
rendersi conto che si trattava delle persone a cui volevano
più bene nella
vita.
Lui
e Lucy si erano sposati un anno dopo, nella loro
amata Magnolia ed erano andati a vivere nella vecchia casa dei genitori
di lei.
Natsu aveva temuto che potesse risvegliare in sua moglie dei ricordi
dolorosi
ma dopo i lavori di ristrutturazione - entrambi volevano una casa per
una
famiglia, non una specie di piccola reggia - la dimora aveva cambiato
volto e
Lucy gli aveva assicurato che pur sentendo la familiarità di
quelle mura, la
vedeva come una casa completamente nuova, solo per loro e per i figli
che
l'avrebbero riempita.
Imboccando
il vialetto di casa, vide i giochi sparsi nel
giardino e davanti alla porta del garage, dove avrebbe dovuto entrare,
ma
piuttosto che arrabbiarsi, scosse la testa ridacchiando: avrebbe
trovato Lucy
distrutta, poco ma sicuro.
Lázuli
aveva appena due anni ma aveva già tutta l'energia
di suo padre e l'intelligenza spiccata di sua madre. Ricordava la sua
nascita
come se fosse avvenuta appena il giorno prima, soprattutto ricordava
gli
insulti coloriti che Lucy gli aveva rivolto in sala parto, mentre
tentava in
maniera non troppo celata di frantumargli tutte le ossa della mano;
però,
ricordava benissimo anche la gioia immensa che aveva provato quando
aveva visto
quel fagottino rosa fra le braccia di sua moglie e la stessa sconfinata
felicità riflessa sul viso della sua Lucy.
Scese
dall'auto, ripromettendosi di tornare più tardi a
parcheggiarla nel garage, e si diresse quasi di corsa alla porta
d'ingresso:
era stato via un paio di giorni per lavoro, e la sua famiglia gli era
mancata
troppo.
Non
appena varcò l'ingresso, sentì lo scalpiccio di
minuscoli piedini che precedeva la comparsa della piccola
Lázuli e la sua
bambina lo raggiunse più veloce che poté, ridendo
quando lui la sollevò fra le
braccia.
"Papa!",
esclamò felice, adagiandosi
completamente contro il torace del suo papà.
"Ciao
Lázuli. Come stai?". Natsu le posò una
mano sulla schiena, baciandole la testolina.
"Bebe.
Maccato papa!".
"Anche
tu mi sei mancata, bambolina".
"E
la mamma non ti è mancata?".
Natsu
alzò lo sguardo e incrociò quello di Lucy che lo
osservava con un dolce sorriso; la raggiunse in due falcate e la
strinse forte,
sentendo le sue braccia cingerlo di rimando. Lei si sollevò
sulle punte e gli
sfiorò le labbra con le proprie, in un bacio lieve; non
potevano permettersi
molte effusioni quando c'era Lázuli, gelosa com'era di
entrambi i genitori.
Più
tardi, quando Lázuli fu tranquillamente addormentata
nel suo lettino, i suoi genitori poterono ritirarsi nella loro stanza e
prendersi
un po' di tempo per loro; amavano alla follia la loro bambina ma era
estenuante
dover stare lontani in sua presenza.
Lucy
si rannicchiò contro Natsu nel loro letto, la testa
poggiata sul suo torace, e lui le cinse la schiena con un braccio.
"Sei
passato a trovare i tuoi?".
"Sì.
Mio padre ha chiamato con tutta quell'urgenza
soltanto perché volevano dirmi che torneranno a vivere qui".
"Dici
davvero? Ma è meraviglioso! E Wendy?".
Natsu
scrollò lievemente le spalle. "Lei vuole
restare a Crocus per il momento ma non vive più con i nostri
genitori da un
paio d'anni, quindi loro non vedono il motivo di restare nella
capitale.
Vogliono tornare a Magnolia e fare i nonni a tempo pieno!".
Lucy
rise divertita, alzando il viso per poter guardare
Natsu. "A proposito di questo... Avranno il loro bel da fare l'anno
prossimo, a badare a due nipoti".
"Due?
Ma come, Wendy non mi ha detto niente quando
ci siamo visti!".
Lei
sospirò lievemente, pizzicandogli la guancia.
"Perché
devi rendermi sempre tutto così difficile!".
"Ahia!
Insomma, di che stai parlando, Lu?!".
"Uffa
Natsu! Non è Wendy che aspetta un bambino,
siamo noi! Lázuli avrà un fratellino o una
sorellina".
Natsu
sbarrò gli occhi e posò le mani sul viso di Lucy,
guardandola fisso negli occhi. "Dici davvero? Aspettiamo un altro
bambino?".
Lucy
rise piano, abbracciandolo e tendendosi a baciarlo.
"Sì, dico sul serio, presto sarai papà per la
seconda volta".
Lui
premette la fronte contro la sua, stringendola forte
a sé. "Tu sei la donna più fantastica che potessi
avere al mio fianco,
Lucy".
"Guarda
che i figli si fanno in due, non è tutto
merito mio".
"A
proposito di questo...". Natsu sfoggiò il
suo sorriso più ferino, sovrastandola. "Mi sei mancata,
mogliettina",
disse sulle sue labbra un istante prima di baciarla.
Lucy
lo abbracciò, intrecciando una mano fra i suoi
capelli e proprio quando lui fece per afferrare il bordo della sua
camicia da
notte, lo strillo acuto di Lázuli riempì la
stanza attraverso la trasmittente
posata sul comodino.
"Ma
porc...".
Natsu
sbuffò accasciandosi su Lucy che invece sembrava
trovare la cosa molto divertente. "Fatti forza Natsu, fra un anno a
quest'ora il tempo a nostra disposizione sarà praticamente
zero!", esclamò
ridendo mentre lo spingeva via per alzarsi e andare da
Lázuli.
Lui
si passò una mano fra i capelli, sbuffando
leggermente, ma tutto il suo disappunto svanì come fumo non
appena Lucy tornò
con la loro bambina fra le braccia: la piccola piangeva e farle tornare
il
sorriso divenne subito molto più importante che passare del
tempo con la madre.
"Vieni
da papà, Lázuli".
Lázuli
gli tese immediatamente le braccia e Natsu la mise
distesa sul suo torace, accarezzandole la schiena. "Non piangere, era
solo
un brutto sogno, ci sono papà e mamma con te".
Lucy
si sdraiò al suo fianco, sfiorando con delicatezza i
capelli di sua figlia. "Sorridi, bambolina", mormorò,
chinandosi per
baciarle il visino. Si accoccolò anche lei nell'abbraccio di
suo marito, che
l'aveva stretta col braccio libero e non ci volle molto
perché entrambe si
addormentassero tranquille.
Natsu
rimase sveglio a guardarle per un po', ancora
incredulo che tanta gioia fosse toccata proprio a lui; aveva sofferto
per Lucy
ma ormai erano talmente felici assieme che quel periodo sembrava
appartenere a
un'altra vita, non ricordava più neanche come fosse. Aveva
lottato per vincere
le insicurezze della sua donna, per farle capire che quello di stare
insieme
era il loro destino da sempre, e alla fine aveva vinto quella piccola
battaglia, ottenendone la vita più bella che avesse sognato
e che nel giro di
poco lo sarebbe diventata ancora di più, con l'arrivo del
loro secondogenito.
Sorrise beato mentre scivolava nel sonno, immaginando che aspetto
avrebbe avuto
e come sarebbe stato avere a che fare con le loro due piccole pesti.
Ma
quella è un'altra storia.
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Perdono,
pietà, scusatemi tanto ç.ç
So
di averci messo un secolo ad aggiornare ma ho avuto il
mio da fare ad abbattere un blocco dello scrittore che non voleva
proprio
saperne di andarsene, mi dispiace T_T
In
realtà non credevo di scrivere il capitolo conclusivo
ma dopo il precedente mi sembrava di aver ormai scritto tutto quello
che c'era
da dire sui miei Natsu e Lucy, e per quanto il fluff mi piaccia, non mi
piace
che sia fine a se stesso; perciò dopo aver scritto e
cancellato tre o quattro
versioni diverse della conclusione della famigerata settimana che
trovavo tutte
ugualmente orrende, ho optato per un time-skip. Spero vi piaccia questa
conclusione, personalmente apprezzo molto questo tipo di finali :P
Per
quanto riguarda il nome della bambina: so che ormai
tutte o quasi le versioni della piccola si chiamano Nashi ma oltre a
trovarlo
abbastanza bruttino come nome, nel corso delle mie ricerche da NaLuista
schizoide sono incappata in diversi commenti di persone che sostengono
che
quella parola in giapponese significhi "niente", il che vorrebbe
significare che il nostro beneamato trollmaster Mashima-sensei ci ha
presi in
giro tutti alla grande :D Per questo - e anche per ripagare il povero
Natsu di
quello che si era perso in quel caso :P - ho optato per lo stesso nome
che
avevo già dato alla loro bambina in un'altra mia fic :)
Detto
questo, io vi ringrazio tantissimo, infinitamente,
di essere stati/e sempre con me a spronarmi e incoraggiarmi con le
vostre
gentilissime recensioni, grazie, grazie e ancora grazie, siete
fantastici/he!
Alla
prossima <3
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