Luci, motore e...azione!

di kikka_67
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Loki e Sigyn. ***
Capitolo 2: *** Sotto le stelle. ***
Capitolo 3: *** Dietro le apparenze. ***
Capitolo 4: *** Un'ombra senza volto. ***
Capitolo 5: *** Compromessi. ***
Capitolo 6: *** Gossip. ***
Capitolo 7: *** Ben tornato. ***
Capitolo 8: *** Mrs. Hiddleston. ***
Capitolo 9: *** Profondo come un oceano. ***
Capitolo 10: *** Panico! ***
Capitolo 11: *** Mi vuoi sposare? ***



Capitolo 1
*** Loki e Sigyn. ***


Salve, nel racconto ho citato per nome dei personaggi,  che io , purtroppo, non conosco. La trama della storia è assolutamente inventata. Qualsiasi riferimento a cose e persone è assolutamente casuale. Spero comunque che vi piaccia. Grazie.




LOKI E SIGYN.

Tom stava leggendo attentamente il copione di  quella che sarebbe diventata la parte più apprezzata, attesa ed agognata da tutte le fans dei film di “ Thor” ed in particolare del “Dio dell’Inganno”,  questo  secondo l’opinione dei produttori, del regista, dell’ aiuto regista e degli  addetti vari, senza escludere le ragazze del make-up e le signore della sartoria.
Tutte le fans, non  aspettavano altro  che, finalmente, fosse introdotto il personaggio che poi sarebbe diventata, la moglie di Loki Laufeyson. Poveraccio! Pensò Tom ridacchiando, Loki aveva già un bel po’ di guai a cui pensare, gli  mancava una moglie!
      -Perché ridi Tom? – gli chiese Luke, il suo fidato agente-amico.
             - Pensavo che questa volta Loki avrà un nemico molto speciale! Una moglie!!- e scoppiò   a ridere pensando al caro Gigante di Ghiaccio, infastidito da una donnetta petulante.
              -Non scherzare!! I produttori, hanno investito parecchio su questa parte del film, hanno fatto una pubblicità serrata su ogni canale possibile  e prevedono di incassare cifre con tanti zeri!!-
               -Tutto questo perché Loki prende moglie?- si stupì Tom.
               -Beh non è una donna qualsiasi, è la Dea della Fedeltà, una guerriera molto bella, e molto devota al tuo personaggio. E’ stato molto difficile scegliere l’attrice che l’interpreterà.-
               -La conosco? – chiese distrattamente Tom mentre girava le pagine del manoscritto.
Luke non rispose e continuò a consultare lo schermo  del portatile che aveva davanti, quando si accorse che l’attore  lo stava guardando perplesso perché non aveva ancora ricevuto una risposta, sbuffò.
-E va bene!! Questa è l’attrice a cui è stato affidato il ruolo di Sigyn…tua futura moglie!- e girò lo schermo del computer verso di lui.
Tom si alzò lentamente dalla poltrona per guardare meglio la donna che gli sorrideva  dallo schermo.
  Occhi blu,  profondi  come il mare, contorniati da lunghe ciglia nere, capelli biondi mossi, delle labbra ben disegnate e leggermente tumide  che si aprivano in un sorriso smagliante, nonostante fosse molto alta il suo fisico era flessuoso e  Tom sapeva che dietro a quell’apparenza fragile, si nascondeva un carattere fermo e determinato.
 No, non era possibile! Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi  comprensivi del suo agente.
                -Non ho avuto il coraggio di dirtelo, quando mi hanno confermato, che era lei l’attrice scritturata. Ho visto il suo provino, era perfetta, spettacolare nella scena dei combattimenti. I produttori erano entusiasti, devi rassegnarti!-
Julienne Catherine Bennett, era la migliore del suo corso di recitazione, avevano studiato e recitato nella stessa Accademia.
Jules non ostentava mai il proprio talento, non ne aveva bisogno, ma chi lavorava con lei era destinato ad essere distrutto e umiliato, se non le piaceva. Era una donna fredda, almeno così ricordava, saccente e fastidiosamente perfetta.
 Più di una volta avevano discusso violentemente, le loro opinioni erano sempre agli antipodi.  Avevano addirittura rischiato l'espulsione l'ultimo anno, perché avevano scatenato una rissa.
Un potente flash-back gli invase la mente, erano a scuola e recitando sul palco, per caso l’aveva urtata. Aveva subito scatenato una scenata.
                         - Brutto bestione, stupido somaro ragliante, non puoi fare attenzione?! Se non hai rispetto per te stesso, abbi rispetto per chi ti sta vicino!!-
                          - Non la fare tanto lunga, lo so che non sei abituata ad essere toccata, ma vedi, noi poveri mortali le riconosciamo le streghe quando ne incontriamo una! Le evitiamo! - Lei non aveva risposto, molto semplicemente con un destro, degno di un pugile professionista, lo colpì sul viso, spaccandogli il naso.
 E quella volta che lei lo sorprese in sartoria con indosso degli abiti di scena femminili,  mise in giro la voce che era gay e che andava ad abbordare i ragazzi nei pub, travestito da donna.  Al ricordo digrignò i denti, per mesi aveva ricevuto delle avances da tipi strani. 
Si riscosse dalle sue fantasie e ascoltò più attentamente Luke che si era informato su di lei, le critiche della stampa sulle sue interpretazioni, erano quasi sempre entusiastiche, era una professionista seria e pignola e recitava donando tutta se stessa  al suo personaggio. L’aveva vista recitare anche in teatro, dal vivo era ancora più bella, riusciva ad incantare il pubblico appena entrava  sul palco.
Non era preoccupato di rivederla, pensò, ormai era un professionista affermato, un uomo adulto e sicuro di sé. Annuì e si sistemò il nodo, già perfetto della sua cravatta, e arrossì come un idiota quando si accorse dello sguardo compassionevole con cui lo scrutava il suo agente.
                        - Tranquillo Tom, è passato tanto tempo, magari non si ricorda neanche più dei vostri battibecchi. Ha accettato questo ruolo, sapendo che sei tu uno dei protagonisti.-
 All'improvviso l’attore rabbrividì, sentendosi molto solidale con il suo personaggio, - Caro Loki,  è meglio che ci  prepariamo bene  prima di  affrontare la tua futura moglie!-

La casa di Jules si trovava nel Surrey era un cottage a due piani, aveva studiato nei minimi dettagli sia l'arredamento che la disposizione degli spazi, era un mix di roccia, legno e acciaio, l'insieme finale era armonioso e confortevole. Appena era libera dagli impegni di lavoro vi  si rifugiava per ritrovare sé stessa.
 Il suo coinquilino, un labrador nero, Faster, era mollemente abbandonato sul tappeto ai piedi del suo letto, su cui era seduta con le gambe incrociate mentre visionava sul portatile, il contratto d'ingaggio che le aveva inviato la sua agente quella mattina.
Il copione le era già arrivato con un corriere e  avrebbe  iniziato a leggerlo l'indomani. Scorrendo la lista dei  nomi che formavano il cast, si soffermò su di  uno  in particolare: Thomas William Hiddleston.
Meraviglioso! si disse Tom "Orangoragliante" Hiddles, le venne in mente un ragazzino magrissimo, con i riccioli biondo rossicci sempre sugli occhi, un babbuino  travestito da dandy, irrequieto e chiassoso, che non stava mai zitto!
Fece una ricerca veloce e si aggiornò sul suo ex compagno di accademia. Ingrandì l'immagine che accompagnava la sua scheda personale e rimase sorpresa nel constatare che il passare degli anni gli aveva giovato. Occhi azzurri luminosi, leggera barbetta bionda sul mento e sorriso affascinante, aveva una corporatura atletica ed elegante e sembrava sicuro di sé. Mentre studiava altre foto che aveva trovato in rete, squillò il cellulare.
                - Ciao Amanda, si ho ricevuto tutto e stavo appunto dando un'occhiata ai miei futuri colleghi, on line.
 Amanda Bear, era la sua agente da parecchi anni, erano diventate amiche, nonostante i caratteri diversi, lei era riflessiva e riservata e  Amanda estroversa e spumeggiante.
                  - Hai visto il tuo futuro marito? Che schiantoooo!! Non vedo l'ora di conoscerlo!! Bellissimo! E che fisico!!.
                   - Sei una maniaca Amanda!- scoppiò a ridere
                   - Tesoro, se non fosse che è già sposato, io mi prenderei Thor!! Ma posso ripiegare tranquillamente sul Dio degli Inganni, è single! Grazie a Dio!- sospirò.
                    - Ti aspetto domani, in ufficio. Andiamo a fare spese. Sabato al party, dobbiamo lasciare tutti senza fiato! E non voglio scuse! Ciaooo- e chiuse la comunicazione.
Julienne gemette, andare a fare shopping con Amanda sarebbe stata una tortura. Ma decise che, questa volta aveva ragione lei, doveva presentarsi al meglio delle sue possibilità.


La sala dove si teneva il party organizzato dalla produzione, era gremita di gente. Gli attori e le personalità intervenute, quella sera, venivano fotografati e filmati dalla stampa di tutto il mondo.
Julienne fece il suo ingresso accompagnata da Ben, il suo personal trainer e guardia del corpo, era un bel uomo silenzioso e discreto che si fece da parte quando lei  si mise in  posa  sorridente davanti agli obbiettivi, per le foto di rito.
 Il morbido tessuto, del suo abito, blu notte, la fasciava perfettamente e metteva in risalto il suo personale, un'elaborata acconciatura le lasciava scoperte le spalle e la profonda scollatura sulla schiena, un trucco leggero e un  paio di orecchini di zaffiri completavano la sua mise.
Venne subito accolta da uno dei produttori, Eric Mcdowell,  che aveva conosciuto, dopo il suo provino.
                       - Tesoro, sei incantevole! Vieni, ti presento un po’ amici.- , indicando con la mano nessuno in particolare, ma lei sapeva che in quella sala erano riuniti i più influenti personaggi del mondo del cinema. Armata di un bel sorriso avanzò sicura tra la gente.
Tom era già arrivato da un'ora e si era scolato tre flûte di champagne, parlando e ridendo in continuazione,  fu felice di rivedere tutti i suoi colleghi.
 Quando Julienne  entrò nella sala catturò subito la sua attenzione, era stupenda e sorrideva sensuale verso i fotografi che reclamarono appena si fu allontanata al braccio di Eric, uno dei produttori. L'osservò da lontano mentre seguiva docile il suo accompagnatore, quando si avvicinarono abbastanza al suo gruppo, le tese la mano.
                            - Ciao Julienne, è da tanto che non ci vediamo. Come stai?- appena finito di parlare, si pentì immediatamente delle parole che aveva appena pronunciato. E il premio per l'originalità va a ............quello zuccone di Tom!!! Accidenti!!
                             - Ciao Thomas, è un piacere rivederti  anche per me.- rispose garbata, sfiorandolo appena con lo sguardo e interrompendo quasi subito  il contatto con la sua  mano. Considerazione zero...Come inizio non c’è male. pensò Tom.
Durante la serata venne servito un rinfresco e  fiumi di alcolici.  Alcuni ospiti avevano già perso i propri freni inibitori e quando un complesso iniziò a suonare, si scatenarono sulla pista da ballo.
 Sembrava che si conoscessero tutti, tanti pavoni in mostra, pensò  Jules era nauseata da tanta falsità, aveva imparato a sue spese a non fidarsi di nessuno in quel ambiente.
Eric  che non si era allontanato da lei per tutta la sera, iniziava a mostrare i primi segni degli effetti dell'alcol trangugiato, le stava troppo vicino per i suoi gusti e continuava a lanciarle dei chiari segnali che le fece capire in che modo voleva finire la serata in  sua compagnia.
Negli occhi di Jules balenò un lampo metallico, odiava chi, forte della propria posizione cercava di ottenere delle prestazioni sessuali. Sorrise brevemente e senza una parola, cercò di allontanarsi da quell’ idiota mezzo ubriaco, quando si sentì stringere in una morsa un braccio.
                                -Vieni con me tesoro, si gode una vista meravigliosa dalla terrazza.- le disse, guardandola con quello che doveva essere il suo miglior sguardo affascinante da play-boy.
Per evitare scenate davanti a tutta quella gente, lo seguì e non si accorse che anche Tom aveva assistito alla scenetta silenziosa, se avesse notato anche solo una leggera inclinazione consenziente da parte dell'attrice si sarebbe fatto gli affari suoi, ma aveva colto, nell'atteggiamento rigido di Jules, una ritrosia a seguire l'uomo molto eloquente,  conoscendo la fama del produttore, e  presagendo guai, decise di seguirli.
Tutto successe molto velocemente, Tom vide sparire la coppia al di là delle pesanti coltri di velluto che celavano la terrazza, sentì chiaramente dei gemiti seguito  da un tonfo terribile. Si mosse velocemente pronto a difendere Jules, ma la scena che gli si parò davanti lo spiazzò.
Jules era in piedi vicino alla ringhiera della terrazza che guardava il panorama, mentre il povero Eric era stramazzato sul pavimento agonizzante,  che si proteggeva il basso addome. Tom immaginò che quello fosse il risultato, di una tentativo di seduzione, andato male.
Quando Jules si girò verso di lui, le sorrise - Tutto bene, Jules? - le chiese.
                                - Tutto bene, grazie Thomas.  Eric è stato colto da un malore, vuoi aiutarlo tu, per favore?  Davvero una vista spettacolare da questa terrazza, non è vero? - gli fece l'occhiolino e si allontanò.
Tom si chinò e aiutò l’uomo ad alzarsi  - Vieni Eric siediti, vuoi che ti chiami qualcuno per farti accompagnare a casa? Non hai una buona cera, sicuramente un pò di influenza. - Tom ebbe compassione e non infierì oltre,  Eric aveva già un "grande" dolore da superare.
Jules, appena entrata in sala,  con uno sguardo richiamò vicino a sé Ben,  che si avvicinò, le cinse i fianchi e fece finta di chinarsi sul suo collo, uno dei suoi compiti era fingere di essere il suo uomo, per scoraggiare gli ometti troppo intraprendenti, ma non sempre funzionava.
                             - Ti prego, non ne posso più, portami via da qui.- gli sussurrò. L'uomo le sorrise e lentamente la guidò fuori dalla sala.
Mentre aiutava Eric, Tom continuava a sorridere tra sé, a quanto pare Julienne non era cambiata. Sapeva difendersi e non era scesa a compromessi con l’incauto play boy.


Qualche giorno dopo, iniziarono le prove dei costumi, Tom venne passato da una sarta all’altra come se fosse un manichino.
Le signore non erano particolarmente  interessate ad avere davanti un uomo praticamente nudo, e quando intravvide Chris  sconvolto, circondato da due donnette armate di spilli e forbici scoppiò a ridere e lo salutò da lontano.
 Il suo collega rispose con un gesto un po’ volgare e poi  gli fece capire che aveva bisogno di un break.
Non ne posso più!! Guarda!! E’ tutta la mattina che mi bucano con gli  spilli!!- si lamentò, mostrandogli il braccio tutto arrossato
Dai, non ti lamentare!, per fortuna è quasi finita!.- gli rispose ridendo Tom .
Ma Chris non lo ascoltava, si era incantato a guardare qualcosa dietro le sue spalle.
 Curioso di sapere ciò che lo aveva distratto, si girò e vide Jules che parlava con Alex, Lady Sif, mentre uscivano da un camerino di prova, vestite solo con la biancheria intima e un leggero kimono cortissimo, erano uno spettacolo straordinario per un uomo stressato con la moglie incinta di otto mesi.
 Tom sorridendo comprensivo,  lo scosse da quella visione mormorando che forse, sua moglie non avrebbe gradito vederlo in quello stato.
Non glielo dirai vero? Ultimamente è peggiorata, non mi lascia in pace due minuti di fila! Non vedo l’ora che mia figlia nasca! – esclamò depresso.
Da una parte però, ti invidio. - continuò Chris osservando meglio le due attrici -  Questa volta avrai la scusa per mettere le mani addosso ad una donna. Io sono riuscito a rimediare solo due baci e dieci schiaffoni! Julienne è una bella donna, invitala per un drink.-
Lo sai che non mischio il lavoro con il personale e poi sono sicuro che Julienne non accetterebbe mai.-
E perché no? Non la stai invitando nel tuo letto, Tom,  sarebbe solo un drink, per conoscervi meglio.
Raccontò al suo amico, come aveva conosciuto Jules e continuò a parlare mentre si rivestivano e uscivano dalla sartoria e s'incamminavano verso la palestra messa a loro disposizione per iniziare gli allenamenti.
                               - Ok, ho capito, hai paura di lei! Finalmente una donna che ti intimidisce!! -  sogghignò  perfido.
                                - Io non ho paura di Jules e non sono per nulla intimidito e solo che non vorrei, scontrarmi con lei come in passato, non siamo più a scuola e sono sicuro che riusciremo a superare, se si presenteranno, le diversità di......ehm mm...... opinione. -  Concluse soddisfatto Tom, si era espresso in modo ragionevole. Chris scosse la testa e lo guardò scettico.

Nei film precedenti, Tom  aveva affrontato parecchie scene pericolose in  combattimenti e fughe spericolate, in questo copione era previsto un  feroce duello con Thor, qualche azione veloce e poi naturalmente le scene hard con la sua Lady Sigyn. Preso da una sottile ansia osservò Jules che si allenava con Alex, era in forma e sapeva muoversi bene era  decisamente più sciolta di lui. Si girò subito verso Chris e alzò la spada che aveva in mano e iniziarono a combattere.
                                   - Tom, adesso combatti con Julienne, così posso inquadrarvi con  la macchina. - gridò il regista dal fondo della palestra. 
I due attori si posizionarono uno davanti all'altro e Jules con un sorrisino  sfrontato, lo guardò decisa.
                                    - Ti chiedo scusa in anticipo Hiddles, se non ci vado piano, non te la prendere!-
                                     - Jules, sono solo delle prove non è necessario ammazzarmi! - le rispose mettendosi in guardia.
Iniziarono a girarsi intorno e a studiarsi finché  Jules vibrò il primo fendente con forza, continuò a attaccarlo e Tom fu costretto ad impegnarsi parecchio per parare tutti i colpi.
                                       - Quando sei stanco dimmelo Hiddles, non vorrei rovinarti i riccioli!!-  
                                       - Abbiamo appena cominciato, mia cara, il divertimento è appena iniziato!-  rispose sorridendo Tom, che cambiando tattica  iniziò a colpirla duramente. Se voleva la guerra l'avrebbe ottenuta!
Solo le grida del regista  fermarono, quello che sembrava essere uno scontro tra titani
                                        - Ragazzi fermi! Datevi una calmata! Basta così per oggi, potete andare.-


Quella sera Jules aveva tutti i muscoli indolenziti, aveva esagerato con Hiddles, doveva ammettere che era prevenuta,  il ricordo di com'era a scuola, le impedivano di  comportarsi normalmente con lui. Era un collega come un altro, si disse e di conseguenza doveva trattarlo con rispetto, stava lavorando come lei.
 D'altronde non aveva notato in Tom la benché minima animosità nei suoi confronti, anzi le stava lontano, avendo notato una certa  freddezza nei suoi confronti, da parte sua.
 Si vergognò di se stessa, era una professionista, il suo lavoro non aveva mai risentito della vicinanza di colleghi, che lei personalmente non sopportava, doveva chiedergli scusa.   
                              
Seduto sul divano di casa, Tom stava studiando il copione, si era preparato un tea, cercando di rilassarsi, senza riuscirci.
 Ogni attore studia la propria parte a memoria, certo,  ma esprimere le sensazioni e  i pensieri del proprio  personaggio e trasmetterli al pubblico, non era facile.  Quando si trasformava nel Dio degli Inganni,   la sua antitesi,  metteva a nudo una parte del proprio io che non mostrava mai a nessuno.
 Loki era diventato la sua ombra oscura, interpretandolo riusciva ad esternare  le emozioni violente,  che gli procuravano, il costante controllo  che esercitava su sé stesso, per non perdersi nell'identità del personaggio che di volta in volta gli veniva affidato.
Gli spiaceva che Jules non riuscisse a superare i sentimenti contrastanti che, evidentemente, il ricordo dei loro dissapori a scuola, le suscitavano.
Il trillo del telefono lo distolse dai suoi pensieri - Pronto?-
                                      - Ciao Tom, sono Julienne, mi ha dato il tuo numero la mia agente e ti ho chiamato per chiederti scusa per come mi sono comportata in palestra.- lo disse tutto d'un fiato per togliersi l'impiccio. Odiava chiedere scusa e soprattutto quando aveva torto, ma era per lei un punto d'onore essere sempre giusta, con chiunque, a qualsiasi costo.
                                        - Ciao Jules, non ti preoccupare, non è successo nulla, che ne dici se proviamo a dimenticare, ciò che abbiamo combinato a scuola. Siamo due persone adulte che stanno lavorando insieme, ricominciamo tutto daccapo?? Vieni a prendere qualcosa da bere con me, questa sera?- le chiese cauto non sapendo cosa aspettarsi.
Qualcosa nel suo silenzio, suggerì a Tom che forse aveva travisato le intenzioni dell'attrice.
 Wow , come sei maturo Hiddles, sono quasi impressionata!!! pensò  acida. Ok..ok aveva detto che l'avrebbe trattato come gli altri colleghi. o no?
                                          - Sono d'accordo, Tom. Ci vediamo alle nove al  Hilton, a questa sera. -                                                                         
Quando giunse in albergo, trovò la ragazza che lo aspettava nella hall. Indossava dei jeans aderenti, una maglia blu e un  giubbotto in pelle nera, erano vestiti praticamente allo stesso modo. Appena lo vide gli sorrise per la prima volta da quando si erano incontrati.
                                        - Ciao Tom, ti dispiace se restiamo in albergo? Il bar è molto accogliente.-
Spiazzato dal suo atteggiamento cordiale e rilassato, accettò volentieri e si sedettero ad un tavolo, ordinando due birre.
                                         - Non pensavo bevessi birra, ti credevo un tipo da cocktail..-
                                         - Sono un tipo da scotch whisky invecchiato, quando ne ho voglia..- gli sorrise
                                          - Come hai detto tu prima al telefono, dimentichiamo i trascorsi del passato e concentriamoci sul presente. In fondo non ci conosciamo, hai voglia di parlarmi di te?-
Passarono la serata  a chiacchierare animatamente. Tom era divertente e Jules si divertì un mondo ad ascoltarlo mentre raccontava le sue avventure. Scoprirono che entrambi facevano parte di un'associazione che si occupava di raccolta fondi per i bisognosi e la ragazza rimase piacevolmente sorpresa quando seppe che Tom si prestava a fare degli spettacoli in maschera negli ospedali pediatrici.
                                         - Volevo farti i complimenti per come hai gestito la questione di Eric. Poche donne sarebbero rimaste controllate, come hai fatto tu. Hai continuato con la boxe? – Le chiese sorridendo.
                                         - Adesso sono passata al kick-boxing. Mi devi credere, quando ti dico che non l’ho sfiorato neanche con un dito. Ha fatto tutto da solo, ha urtato una poltrona sulla terrazza ed è caduto. –                                                                                  
                                         - Va bene farò finta di crederci.  E' ora che vada, sono quasi le due. Mi ha fatto piacere parlare con te.-  le disse alzandosi, era rimasto colpito dalla personalità singolare dell’attrice, favorevolmente colpito.
                                         - Sono stata bene anche io, grazie per la bella serata. – gli tese la mano e lui dopo una breve  esitazione la prese tra le sue e posò un bacio leggero sul dorso.
                                          - Buonanotte, Jules.-
                                          - Buona notte Tom. -  Forse si era sbagliata davvero  su di lui.
 

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Capitolo 2
*** Sotto le stelle. ***


Metà della troupe e addetti vari  erano  stati  trasferiti negli Studios americani,  entro due settimane anche Tom e Jules avrebbero raggiunto i colleghi per girare le scene che li riguardavano, sarebbe stati lontani da casa per almeno quattro mesi.  Senza contare le serate,  nelle principali città del mondo per promuovere il film.
 Per tacito accordo cercavano di collaborare il più possibile l’uno con l’altro, studiavano insieme il copione  e  provavano  anche le scene dei combattimenti,  che Tom avrebbe dovuto affrontare contro Thor,  in palestra, Julienne era una degna avversaria e non risparmiava al Dio degli Inganni nessun colpo.
Quella mattina, erano in un camerino intenti a studiare le loro battute, ma il baccano assordante  che proveniva dall’esterno, dove stavano smontando delle scenografie,  impediva agli attori di concentrarsi.
Jules aveva due cuscinetti sopra le orecchie e ripeteva a bassa voce le sue battute a occhi chiusi, cercando di immaginarsi la scena, quando uno schianto tremendo fece tremare anche le pareti della stanza, l’attrice con un verso rabbioso si alzò con veemenza, raggiunse Tom gli tolse le cuffie dalla testa, che l’attore usava per non sentire il rumore e gli disse
                     – Io non rimango un minuto di più qui dentro!  Ti aspetto tra un’ora davanti al mio albergo, portati il necessario  per il weekend, andiamo a casa mia a lavorare!!-   Aprì la porta e uscì di corsa, lasciando Tom senza parole.  
Mentre preparava il suo borsone, Jules si era già pentita dell’invito rivolto all’attore, quando era arrabbiata, agiva sempre impulsivamente.  Doveva chiarire subito la situazione con lui, prima che si facesse strane idee sul suo conto.                            
Tom arrivò puntuale,  si fece annunciare in portineria, e attese Julienne  seduto nella hall. Era piuttosto perplesso riguardo all’invito ricevuto. Di solito lui studiava la parte da solo, ma provare le scene più delicate con Jules, era necessario, visto lo scarso feeling che li univa.
 Si riscosse dai suoi pensieri, quando Jules lo raggiunse sedendosi sul divano accanto a lui, guardandolo dritto negli occhi.
- Ciao Thomas, vorrei essere chiara su un punto in particolare, normalmente tengo  ben separati il lavoro e la mia vita privata e se hai pensato che ci fosse un motivo diverso,  dal lavoro, dietro il mio invito, puoi tornartene a casa. –
- Non ti preoccupare, non avevo il minimo dubbio sulle tue intenzioni. Non sarei venuto altrimenti, non sono in cerca di complicazioni neanche io. Sei più tranquilla? – le sorrise
- Si, ti ringrazio. Purtroppo mi faccio prendere la mano quando sono fuori di testa e divento …..ehm……impulsiva.- rispose  sorridendo sollevata.
Il tragitto lungo la campagna inglese fu molto piacevole, parlando di un po’ di tutto, ascoltarono alcuni cd, passando  dalla musica di Mozart a quella degli U2.
Appena arrivati nel paese si fermarono a fare un po’ di spesa e poi si fermarono davanti alla  casa di Jules.
- Hai una casa bellissima Julienne, sei fortunata. – le disse Tom ammirando dall’esterno la villetta a due piani.
- Ti ringrazio,  entra pure,  accomodati, ti faccio vedere la tua stanza.
Prima di spalancare la porta Jules si girò appena e lo guardò stranamente – Mi auguro che tu non abbia paura dei cani…-  , dopo aver pronunciato quelle parole Tom intravvide una montagna di pelo nero che veniva loro incontro, dopo le feste che riservò alla padrona, il labrador si fermò ad osservarlo.
- Tom, questo è Faster, è molto coccolone e molto ben educato, vedrai che andrete d’accordo.- 
Tom non ne era tanto convinto, il cane lo osservava con quello che sembrava un cipiglio severo. Entrarono in casa e Jules gli fece fare il giro della casa e  gli mostrò la stanza dove avrebbe dormito, le vetrate si aprivano sul balcone da cui s’intravvedeva il giardino,  l’arredamento era  in legno chiaro  e i colori vivaci del piumone e dei tendaggi completavano l’insieme.
- Il bagno è in fondo al corridoio e troverai la biancheria dentro l’armadio a muro. Vado a preparare un tea, ti aspetto in cucina. Ci vediamo  dopo.-
Dopo aver preparato un vassoio con dolcetti e panini, Jules corse in soggiorno a prendere il cellulare che squillava dentro la borsa. Riconoscendo il numero, sospirò.
- Ciao Annie, si siamo arrivati da poco, no non penso usciremo questa sera, sono distrutta, abbiamo passato una settimana terribile. Si certo che ti chiamo se abbiamo  bisogno di qualcosa. Grazie, ciao. –
- Tutto bene? – le chiese Tom appena entrato in cucina, si era cambiato ed era visibilmente rilassato.
- Annie è la mia vicina di casa, si occupa di Faster, quando io non ci sono. L’ho avvertita che sarei tornata per il weekend e con chi. Ha ottanta anni ed è una gran pettegola e impicciona, ma ha un cuore d’oro. Pensa che l’ultima volta,  che non l’ho avvisata che tornavo per il weekend, ha chiamato la polizia, appena ha visto le luci accese in casa, pensando che ci fossero i ladri.- gli disse ridendo.
-  Sembra simpatica. Io adoro le vecchiette petulanti.-
- Perfetto, è una tua fan, non le sfuggirai!!-
Prepararono insieme una cena veloce, che consumarono davanti alla televisione guardando dei  vecchi film.
- Se pensavi di passare una serata mondana, in qualche locale, sarai rimasto deluso.  Abbi pazienza ma quando sono qui, mi rilasso così tanto, che non ho voglia di uscire. –
- Stai scherzando? Questa è una serata perfetta! Cucina semplice, vecchi film divertenti e compagnia rilassante. Ti devo ringraziare, se per sta sera mi accetti così, come sono, è faticoso essere sempre brillante e affascinante. – scherzò Tom.
- Dai, non ti sminuire! Un uomo come te è nato affascinante e brillante o no?? – lo prese in giro Jules  - Pensandoci bene, non ho capito se devo offendermi o no……quindi io sarei una compagnia rilassante ?? o noiosa? –
Furono interrotti dal campanello che suonava , mentre Jules si alzava per andare ad aprire, lo avvertì
- Questa è Annie, la tua fan, fammi il piacere di riprendere le sembianze dell’attore famoso e affascinante, così la fai contenta.-
La vecchia signora fece subito amicizia con Tom, che  fece onore alla crostata di mele che Annie gli aveva portato, mentre Jules veniva completamente ignorata da tutti e due, si consolava accarezzando il cane. Quando fu l’ora per Annie di rientrare, i ragazzi l’ accompagnarono a casa e lasciarono che Faster  corresse libero per i campi .
Jules  si sentiva in pace e ogni tanto osservava Tom, che appoggiato ad un albero, contemplava il cielo pieno di stelle perso in chissà quali pensieri. Era diventato un bel uomo, ma non era quello che la attirava, si perché Tom, adesso la incuriosiva  come persona, sentiva che dietro il suo l’atteggiamento scanzonato, si nascondeva un uomo diverso.
Quando si girò verso di lei, gli sorrise.
- Stai bene? Sembravi perso in galassie lontane, ti manca Asgard? –
- No, sento la mancanza di Odino e Frigga!! Oggi non sono riuscito a distruggere nulla, non ho tentato di ammazzare mio fratello, e cosa strana non ho tentato di procurarmi un trono, anche un principe come me deve riposarsi ogni tanto! – rise l’attore.
                      -     Va bene, non ne vuoi parlare. Inizio ad avere freddo, ti spiace se rientriamo? Domani si lavora. –
- Certo, andiamo capo! Domani si lavora!- le rispose allegro e richiamò il cane che accorse subito e lo seguì ubbidiente. Il fascino di Tom aveva colpito anche lui.
L’indomani, dopo colazione, iniziarono a studiare e poi a provare alcune scene più semplici. Poi iniziarono a discutere su come impostare il rapporto di Loki con Sigyn .
- Jules, ascoltami, Loki è un principe arrogante, un sadico assassino pluri omicida, ti pare che possa perdere tempo a corteggiare  una donna? Deve conquistare un trono lui!!- disse convinto Tom.
- Senti, sarà anche un principe, ma è un uomo. Sigyn è una guerriera molto bella,  il  cui compito è  proteggere  e controllare il Dio degli Inganni, quindi  ha più arguzia di lui !- ribatté Jules
Era già da mezz’ora che discutevano  e non andavano avanti con le prove, Tom propose di rimandare la questione davanti al regista. Riprese il copione in mano e continuò a leggere.
-  Allora, andiamo avanti, con la scena  hard dopo il ballo?- scherzò l’attore.
- Che scene hard?? A che pagina sono?  -chiese in fretta Jules sfogliando i suoi fogli.
- Mi sono espresso male, sono solo baci e carezze! Loki tortura psicologicamente Sigyn e poi la bacia e bla bla bla…dopo un po’ la ragazza risponde al bacio. Questa è la prima scena sexy e dobbiamo farla bene ……non è il caso che Sigyn sobbalzi ogni volta che Loki la tocca!!-
- Io non sobbalzo, sia ben chiaro!! Comunque va bene facciamola bene questa scena,  Annie sarà il  nostro pubblico, se sviene lei, siamo convincenti!-
Si misero uno davanti all’altro guardandosi negli occhi, ognuno stava entrando nel suo personaggio.
Loki guardava la ragazza sorridendo sornione,  le si avvicinò piano e con calma le accarezzò un braccio, fino a raggiungere la curva delicata della spalla e seguì la linea del collo, si soffermò a giocare con i suoi capelli, che tirò leggermente per costringerla a girarsi verso di lui.
- Sembri tesa, mia fedele Sigyn, cosa ti turba?- le chiese il suo principe.
- Il mio signore si sbaglia, sono solo vigile, come sempre. – gli rispose pacata.
Lo sforzo che le costava, mantenere la posizione, la stava logorando.  Fissò quegli occhi verdi , senza nascondergli il desiderio che provava e la determinazione che la frenava, ma l’uomo sapeva già tutto.
 Loki fece un altro passo verso di lei e le sfiorò i capelli con le labbra. Ancora pochi centimetri e l’avrebbe toccato.
- Non compiacere il tuo principe restando inerme, mia dolce Sigyn, vorrei che esternassi molto di più, di ciò che posso solo immaginare…..- le parlava vicino all’orecchio , il suo fiato le scivolava sulla pelle, come una carezza.
- Sono certa che il mio Signore conosce già la mia devozione.  Cosa posso fare d’ altro per Voi,  lusingarvi?- gli rispose sottovoce.
- Oh, mia cara Sigyn, questa volta mi hai deluso. - le ripeté con voce roca e si chinò a sfiorare con le labbra,  questa volta, la fronte.
Sigyn tremava leggermente, Loki le circondò il viso con le mani e trovò le sue labbra socchiuse,si chinò ad assaporarle senza soffermarsi a lungo, sentiva la pelle della ragazza bruciare.
- Toccami…….- le sussurrò con voce suadente e tenera.
Era inutile lottare contro di lui e contro  sé  stessa, alzò entrambe le mani posandole sul suo petto, il battito irregolare del suo cuore, smentì la tranquillità dei suoi gesti, s'avvicinò ancora ma aspettò e pretese che fosse lui a colmare la distanza che li separava.
Il dio degli inganni la baciò e mai si pentì, né mai ammise di aver ceduto, semplicemente,  all’amore per la sua devota guerriera.
 

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Capitolo 3
*** Dietro le apparenze. ***


Il cigolio di una porta che si apriva, ebbe sulla mente annebbiata di Julienne l’effetto di una cannonata, sobbalzò violentemente e sapendo di essere ancora strettamente avvinghiata a Tom, lo allontanò da sé con una tale veemenza da mandarlo a sbattere contro il muro dietro di lui.
- Ehm….Disturbo? Stavate provando una scena? Per la cronaca: ho bussato, ma visto che non rispondevate, ho usato le mie chiavi. - disse con fare innocente Annie.
Jules la guardò in cagnesco – Come hai fatto a capire che stavamo provando una scena? –
- Beh è facile, vi ho osservati un po’ dalla finestra e  se aveste fatto sul serio non sarei  mai  entrata, mia cara.-
- Annie, stavamo provando una scena, che deve essere di grande impatto, una scena che darà una  svolta alla trama del film, cosa non  ti convinceva? -  le chiese Tom, mentre si controllava il bernoccolo che gli era venuto in testa.
- Guardatevi,  non avete neanche il fiatone! Mancavate di convinzione! – asserì convinta.
- Non ci hai dato il tempo di scaldarci, Annie!! E poi siamo due attori, due colleghi, non siamo amanti! – esclamò Jules irritata
- Se avessi avuto una relazione con tutte le attrici che ho baciato, avrei un harem adesso!!- scherzò Tom.
 Jules lo fulminò con lo sguardo – E che c’era questo adesso??  La smetti di dire stupidaggini?- e si girò verso Annie.
- Allora Annie, cosa non ti convinceva?- le chiese di nuovo
- Tom, il tuo Loki, nonostante sia un assassino, bastardo e traditore è molto affascinante e sensuale…ma eri un po’ rigidino….- disse la donna girandosi verso l’attore che subito sorrise soddisfatto.
- Molto gentile, Annie! Sentito Jules? Il mio Loki è sexy!- affermò convinto.
- E tu Julienne, ti ho già visto recitare delle scene di sesso particolarmente coinvolgenti, ma in questo caso sembravi una vergine frigida!-
- Una vergine frigida?? Sei forte Annie!- Tom scoppiò a ridere e molto prudentemente decise di allontanarsi da Jules, temendo una reazione violenta.
-  Naturalmente capite che una donna trova difficile eccitarsi vicino ad un pesce lesso!-Commentò perfida Jules . Tom smise subito di ridere.
- Ehi!! Non è colpa mia se sei un pezzo di ghiaccio!!-
-   Un pezzo di ghiaccio?....Brutto..- Jules si alzò decisa a vendicarsi.
- Smettetela di fare i bambini! Le mie sono critiche costruttive.  Di solito cosa fa il regista, quando non gli piace una scena? La rifilma finché non è perfetta! Continuate a provare, finché  la scena  non risulterà. ….Credibile! – concluse  sorridendo.
I due attori si guardarono in cagnesco, non sarebbe stato facile ritrovare quel poco di intesa che avevano faticosamente raggiunto.
         
Quella sera Jules decise, che forse era meglio, uscire un po’ e  distrarsi dal copione, così propose a Tom di andare a bere qualcosa nell’unico pub del paese. Tom accettò subito.
           
Dopo un paio di birre, Jules era sorridente e rilassata e continuava a raccontare, alcuni anetodi divertenti  che le erano capitati con colleghi durante le prove di alcuni spettacoli.
 Era simpatica e spiritosa, quando voleva, Tom la vide fare amicizia con alcune persone nel pub e buttarsi in un’accesa discussione sul risultato di una partita persa dalla sua squadra del cuore. Quando un paio di persone iniziarono a suonare, si buttò sulla pista per ballare e si trascinò dietro anche lui. Cantarono delle vecchie  ballate tutti insieme   e  solo quando la vide salire sul bancone e intonare l’inno nazionale con una tovaglia in testa che Tom decise che era ora di riportarla a casa.
- Vieni, Julienne è ora di andare a dormire, sei ubriaca. – le disse vicino all’orecchio.
- Noooo, devo ballare! Non ho sonno!-  gli disse mentre appoggiava la fronte sul suo petto.
- Va bene, sono io che sono stanco, mi accompagni a casa?- le disse mentre la faceva uscire dal locale, dopo che ebbe salutato tutti i suoi nuovi amici.
   All’aria aperta Jules, si calmò un poco, ma sembrava che non riuscisse a camminare senza appoggiarsi al braccio di Tom.
- Come stai, Jules?  - le chiese a voce bassa, trattenendo una risata.
- Male, grazie! Ho bevuto troppo, e domani sarò uno straccio.- si lamentò con voce lugubre.
Appena entrati in casa, Jules si lasciò cadere sul divano con un sospiro, nel frattempo Faster  che l’aveva raggiunta per salutarla rimase a fissarla con il suo guinzaglio in bocca, scodinzolando.
- Tom, ti prego non mi reggo in piedi. Lo porti tu a fare un giretto?- lo pregò con la testa sotto il cuscino.
- Va bene, ma sei sicura che posso lasciarti da sola? Mi prometti che stai lì buona e mi aspetti? Jules……?- Tom si chinò a guardarla e si accorse che si era addormentata.
- Ok Faster! Andiamo a fare un giro, la  tua padrona è nel mondo dei sogni.- il cane abbaiò felice.
Tom ripensò alla serata appena trascorsa  e sorrise,  non l’avrebbe mai detto che Jules fosse una persona così effervescente da ubriaca. In realtà era stato bene con lei anche prima, che iniziasse a bere, gli sembrava che volontariamente preferiva  presentarsi  agli altri sempre molto composta e fredda.
A dire la verità, non gli era sembrata tanto fredda, quando stavano provando in casa nel pomeriggio, Annie si sbagliava, Jules non voleva lasciarsi andare, come se avesse paura di  perdere il controllo.
All’improvviso gli venne in mente un’idea meravigliosa, si girò di scatto e si trascinò dietro il povero cane mentre tornava a casa, di corsa.
Trovò subito quello che stava cercando, inserì il dvd nel lettore e si sedette per terra vicino al divano, togliendo l’audio per non disturbare Jules, che dormiva tranquilla.  Sarebbe stato interessante guardare le scene di sesso a cui aveva fatto riferimento Annie, senza che la principale protagonista  fosse “cosciente”.
Il film era abbastanza scorrevole Jules impersonava un’agente segreto e faceva sfoggio di elevate doti atletiche nei combattimenti e anche nelle scene più movimentate, quando iniziarono le prime scene erotiche, Tom mise in pausa, andò in cucina a prepararsi uno spuntino,  prese da bere e tornò davanti al film.
Julienne si muoveva sinuosa e senza pudore mostrava il suo corpo seminudo, interagiva   con il suo partner trasformando l’atto sessuale in un’esplosione di passione e sensualità. E quando la scena raggiunse il suo culmine, Tom senza rendersi conto si avvicinò allo schermo, proprio nel momento in cui riprendevano in primo piano il seno dell’attrice.
- Ti stai divertendo?!- le chiese una voce dura dietro le spalle.
Tom fece un salto e si girò di scatto, Jules lo stava osservando accigliata.
- Julienne, mi hai spaventato! Cavolo! Volevo guardare….ehm….un film……e ho trovato questo…..e …..poi…..-
Tom arrossì penosamente, lo aveva trovato davanti alla televisione, con il tappeto pieno di snack  e birra che si godeva le scene hard di un suo film, come un maniaco represso!
-  S-Scusami…..ma volevo solo vedere…..cioè…..da un punto di vista tecnico…..non è che guardavo solo quelle scene…..ho visto tutto il film…..e non è come pensi….davvero…- s’interruppe quando la vide alzarsi e avvicinarsi a lui, quasi minacciosa.
All’improvviso Jules scoppiò a ridere – Sei meraviglioso Tommy!! dovresti vedere che faccia che hai!! Sei anche arrossito!! Sei stato beccato ……in atteggiamenti…… equivoci e ti stai giustificando…mortificato…sei impagabile!!!!!…- Jules  era piegata in due dalle risate.
Se era possibile Tom arrossì ancora di più e meditò terribili e violente vendette su quella strega che si rotolava sul tappeto, decise di usare quella che più gli si confaceva,  il sarcasmo.
- Dai Jules, non volevo metterti a disagio. Si vede che quella che recita di spalle non sei tu. Hai usato la tua controfigura anche in altre scene? Quella scena  della gara con le moto, era spettacolare!  -                
- Prego??!! Ma stai dicendo a me? Io non uso le controfigure, sia ben chiaro! – rispose stizzita.
- In realtà, era il mio partner ad essere molto in gamba! - era un colpo basso, lo sapeva,  ma se veniva provocata non risparmiava nessuno.
Tom fece finta di non averla sentita, girandosi verso lo schermo mentre mostravano la schiena nuda dell’attrice, rimase stupito di intravvedere tra le pieghe delle lenzuola, un tribale dalla forma contorta.
- Se mi fai vedere il tribale, ritiro tutto quello che ho detto!- esclamò sorridendo.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte, si girò di schiena e spostando leggermente i jeans e gli mostrò il tatuaggio.  
- Contento? Se adesso la smetti di fare il bambino, possiamo magari andare a dormire.  Domani dobbiamo lavorare ! Naturalmente prima metti in ordine tutto questo caos!! –
Così Tom,  per “punizione” fu costretto a pulire tutto il tappeto e lavare i piatti che aveva sporcato, solo quando Jules vide tutto in ordine gli permise di allontanarsi dalla cucina. 
Era quasi l’alba quando sentì dei rumori provenire dal piano di sotto, facendo attenzione a non far rumore, scese dal letto e andò a dare un’occhiata. Trovò  Jules, in cucina, che impastava un dolce e intorno a sé, aveva mucchi di farina, uova e cioccolato  e  due enormi teglie pronte con dei meravigliosi cookies da infornare.
- Ciao Ti ho svegliato? Scusa, quando sono nervosa e non riesco a dormire, cucino. –
- Non importa, mi accontento di assaggiare i biscotti appena sono pronti. – le rispose Tom guardando  le teglie con cupidigia.
- Non mi hai detto se il film che stavi guardando ti è piaciuto. Sembravo convincente nelle scene sexy o no? – lo guardò sorridendo.
- Beh, eri molto convincente!! Sembravate davvero presi l’uno dall’altro. –
- Già…..almeno io non stavo fingendo, ero all’inizio della carriera e per lui fu facile abbindolarmi.  Nonostante fosse sposato, si concedeva ogni tanto un’avventura con una donna,  era un balsamo per il  suo ego smisurato.  Pensavo di essermi innamorata, finché non lo vidi tra le braccia di un’altra attrice.
- Mi spiace, è stata sicuramente una lezione dura. – la guardò serio.
- Molto dura, ho conosciuto anche sua moglie, una bella donna , ma remissiva,  che l’amava così tanto da chiudere gli occhi su suoi tradimenti. Ero pronta a portarglielo via, ma  quando capii che quella sottospecie di ometto era tutta la sua vita, ho troncato.  Non ti è mai capitato di prenderti una sbandata per una donna  “sbagliata”? –
- Sicuro! Ma fa parte della vita, nel nostro ambiente le tentazioni sono tante e alcune persone, non riescono a scindere la realtà dalla finzione. – di nuovo Jules ebbe l’impressione di aver toccato un argomento che Tom non voleva affrontare, almeno  non con lei.
- Tornando ai nostri Sigyn e Loki  come faremo a renderli un po’ più compatibili?-    le chiese, cercando di cambiare discorso.
- Io avrei una proposta da sottoporti, se mi prometti che non ti metti in testa idee strane e mi giuri che mi lasci fare come voglio, senza muoverti.
- Va bene, sono aperto a tutte le nuove idee. Non vorrai approfittarti  di me vero? – la canzonò.
- Spiritoso! Siediti e  non ti muovere!-  ordinò.
 Jules si mise seduta vicino a lui e lo guardò a lungo: gli occhi trasparenti, le fossette che comparivano quando Tom rideva, con una mano gli accarezzò  una guancia, seguì il profilo del naso, del mento.  Ma la faccia è una zona erogena? Pensò sbalordito l’uomo.
- Posso sapere che stai facendo? Per caso non ti ho detto che soffro il solletico? – le chiese  esitante.
- Ma quanto parli!!  Pensavo che probabilmente  non sono riuscita a recitare sciolta con te ieri, forse perché ancora, a livello inconscio,  il ricordo di come eravamo a scuola mi impedisce di lasciarmi andare . Sto prendendo confidenza con il tuo corpo….. ..tranquillo non ho intenzione di approfittare di te! – gli rispose facendogli il verso.
Iniziò a sfiorargli il petto e le spalle, seguì la forma delle braccia e poi intrecciò le dita con le sue.  Tom era in imbarazzo totale, era strano farsi toccare così da una collega, ma decise di non interromperla, voleva scoprire cosa aveva in mente. Julienne vide il suo sguardo sconcertato seguire i suoi movimenti e  gli disse sorridendo.
-  Vedi Tom, il contatto fisico è importante per conoscere  una  persona,  e se  ti fidi di me e mi dai il permesso di  continuare, chiudi gli occhi.  – . Tom non rispose , ma annuì e chiuse gli occhi tranquillo.
Avvicinò il viso a quello dell’uomo , gli mise le braccia intorno al collo,  appoggiò la guancia alla sua e  lentamente girò il viso fino a raggiungere e sfiorare  le sue  labbra ma senza baciarlo realmente.  Aveva la pelle morbida, e il leggero accenno di barba la solleticava, infilò le dita tra i suoi capelli saggiandone la morbidezza,  quando sfiorò la pelle delicata dietro l’orecchio Tom fece un salto.
- Che succede?  - gli chiese stupida.
- Mi fai il solletico! - le risposte Tom seccato notando che Jules non sembrava tanto turbata dalla sua vicinanza.
- E adesso tocca a me!! – deciso.
- Che vorresti fare? – gli chiese sorpresa e sospettosa.
- Potrei trovare qualche tortura efficace, da usare su di te, se m’impegno!!- sogghignò perfido, trattenendola tra le sue braccia.
- Non ci pensare neanche! – gridò lei cercando di scappare.

L’arrivo improvviso di Faster che si buttava sulla padrona per giocare, abbaiando festosamente e dispensando umide leccate a tutte e due, li costrinse a separarsi.
- Fermo Faster! Brutto cagnaccio cattivo! – Jules ridendo lo spinse lontano da sé e si alzò dal divano,  il labrador si buttò allora su Tom, il quale iniziò a strillare non riuscendo a liberarsene.
- Jules richiamalo!! –
- Così impari ad importunare la sua padrona! – gli disse scherzando prendendo il cane dal collare   e spingendolo  fuori dalla porta.
- A dire la verità, sei tu che mi hai messo le mani addosso. – puntualizzò Tom  alzandosi in piedi.
- Esagerato! Voi uomini non siete in grado di trattenere i vostri bassi istinti primordiali, io non sarei andata oltre, avevo la situazione perfettamente sotto controllo. – disse in tono convincente.
- Quindi noi uomini saremmo schiavi dei nostri bassi…istinti…primordiali? Mentre tu non hai queste  debolezze? – le chiese muovendosi  verso di  lei con uno sguardo magnetico.
- Non ho detto di non averle, diciamo che riesco a gestirle. – rispose indietreggiando, il suo atteggiamento la metteva  a disagio.
- Quindi se ti toccassi  come tu hai fatto con me, non  mi chiederesti mai  di continuare, anche se ti piace ciò che ti faccio. -   si fermò di fronte a lei e le prese una mano.
- N-no…. – rispose esitante, mentre  Tom la stringeva  a sé e chinava il viso verso il suo  e le sfiorava un orecchio con le labbra e la stringeva a sè.
- C-che fai? – boccheggiò
- Nulla, prendo confidenza con il tuo corpo…ma tranquilla non ho intenzione di approfittare di te..- le sussurrò ripetendo le sue parole.
- Tom…. Dobbiamo partire…è meglio sbrigarci, tornare a Londra con il traffico  del rientro sarebbe snervante…..e poi io devo ancora fare le valigie….lo sai che la settimana prossima raggiungiamo gli altri…Thomas smettila…..- gli disse esitante mentre lui continuava a darle bacetti leggeri sul viso.
- Mhmm… -    mugugnò l’uomo mentre si chinava deciso sulle sue labbra, posandole un bacio umido sull’angolo della bocca, Jules rabbrividì  e schiuse le labbra per evitare di andare in apnea.
- Se sei sicura di quello che mi hai appena detto….perchè mi stai stritolando la camicia? - le fece notare lui, sorridendo soddisfatto, di averla messa in difficoltà solo sfiorandola.
 
Jules aveva appena finito la seduta del make-up in uno dei camerini messi a disposizione degli attori negli studios americani, dove avevano raggiunto, da un paio di giorni, il resto della troupe.
Lady Sigyn fece il suo ingresso sul set, accompagnata dalla sua assistente, che le parlava velocemente e con chiarezza, l’attrice voleva essere informata su tutti i più piccoli cambiamenti sul copione o sulle scene.
- Sei stupenda Julienne, sei pronta? Queste sono le pagine della scena, verrà tra poco il regista a parlarvi, vuole spiegarvi come intende impostare la scena. –
- Dov’è Tom? Non l’ho ancora visto truccato da Loki. – disse cercandolo tra la folla che si aggirava intorno al set, non si accorse di un uomo alto dai capelli neri e un costume nero e verde che camminava verso di lei, finchè non le fu di fianco.
- E’ un piacere conoscerla, mia cara lady Sigyn, io sono Loki  principe di Asgard. – le sussurrò
una voce vicino alle sue spalle. La guerriera lentamente si girò ad affrontare lo sguardo magnetico e il sorriso ironico che piegava le labbra del principe.
- Il piacere è un’emozione effimera, mio signore, la devozione non lo è. Vi seguirò  in qualsiasi vostra impresa, almeno finchè  non mi ordinerete di abbandonarvi. – gli rispose pacata.
- Me ne rammenterò. Siete bellissima, oggi,  mia devota Sigyn. – disse un Tom-Loki sorridente.
- La ringrazio mio signore, ma non credo che tali complimenti facciano parte del vostro modo di procedere, quindi sono doppiamente lusingata dalle vostre parole. – s’inchinò brevemente.
Il regista li chiamò, per spiegare loro come voleva la scena, riguardarono le battute e poi gli attori presero il loro posto.
- Luci….motore…e azione!- urlò
Le riprese andarono avanti a lungo, il regista sembrava soddisfatto dell’intesa creatasi tra i suoi attori
- Ok, state lavorando molto bene, nella prossima scena, dopo il ballo, dovrete affrontare quella del primo bacio tra i due personaggi, la voglio perfetta, mi sono spiegato? Voglio che prestiate attenzione sia all’atteggiamento dispotico di Loki  che a quello fintamente remissivo della guerriera. Voglio vedere un’attrazione travolgente e passione. Ricominciamo dopo pranzo a dopo. –  e li lasciò seguito dai suoi assistenti.
- Attrazione travolgente e passione?? – ripetè Jules sgomenta.
- Sei preoccupata? – scherzò Tom
- Vedrai che con un paio di bacetti te la caverai, non è questa la parte clou del film. – disse convinto l’attore.
Quando ripresero a girare, Tom si accorse di aver parlato troppo presto. La scena non era come la voleva il regista, che continuava a stoppare l’azione.
- Sigyn lo desidera quest’uomo, lo anela, lo ama con tutta sé stessa, darebbe la vita per lui!! Non può fare a meno di toccarlo quando ne ha l’occasione!! Non hai una paralisi alle mani vero? Allora toccalo, abbraccialo, usa quelle mani  maledizione!! – urlò dopo l’ennesima scena andata male secondo lui. Poi si girò verso Tom.
- Quando è il momento baciala, come se lo volessi sul serio!! Esci dai tuoi panni di lord inglese e lasciala senza fiato!  CHIARO!?!??  -
Jules si girò verso Tom, riprese la sua posizione e con uno sguardo molto determinato, si avvicinò all’uomo..
- Luci….motore…e Azione!! –
Non ci fu esitazione in quel bacio, quando Loki la strinse a sé, Sigyn   gli mise le mani tra i capelli e aprì le labbra per accogliere quelle del suo signore, finalmente libera di baciarlo come aveva sempre desiderato.  Senza lasciarle fiato, l’uomo prese a baciarle la pelle delicata del collo e quando la sentì gemere, riprese a baciarla con un impeto così violento da farle sanguinare un labbro.
- STOOOPP!  Perfettaa! – esclamò il regista controllando la scena sul video.
- Andate a cambiarvi, tra poco giriamo la scena del duello con Thor e Sif – disse  l’assistente di regia.
Tom accompagnò nel camerino Jules senza parlare, entrò con lei e chiuse la porta, guardandola con un’espressione stranamente accigliata, s’avvicinò alla donna e con un dito le sfiorò il labbro leggermente lacerato.
- Scusami, ti ho fatto male…- mormorò mortificato.
- Non è nulla, devi dire al tuo Loki di non usare le maniere  forti con me, sarò costretta, la prossima volta che mi bacia, ad alzare la spada contro di lui e non per lui…- gli rispose sorridendo Jules.
Con un sospiro Tom si chinò su di lei, nel momento in cui Jules lo raggiunse e lo strinse a sé, si baciarono lentamente, senza porsi domande sul motivo che li spingeva uno nelle braccia dell’altro, perché era quello che volevano in quel momento.
- Dobbiamo andare a cambiarci…Tom….- gli ricordò Jules con rammarico.
- Va bene….dimmi di lasciarti…- sospirò sulle sue labbra.
- Lasciami Tom…non continuare a fare quello che stai facendo…- gli disse ansimando e alzandosi in punta di piedi per baciarlo di nuovo.
- Ma  tu chi sei? E dov’e’ quella che aveva la situazione sempre sotto controllo…. e non sapeva dove fossero i suoi istinti primordiali…- le disse tra un bacio e l’altro.
- E’ una povera pazza….dimenticala …- gli  sfiorò per l’ultima volta le labbra e poi si allontanò da lui.
-Lo sai che non finisce qui, vero? – le chiese l’uomo senza lasciarla andare
 

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Capitolo 4
*** Un'ombra senza volto. ***


- Lo sai che non finisce qui, vero? – le chiese l’uomo senza lasciarla andare.


Quelle parole rimasero sospese nell’aria carica di elettricità. L’uomo vide  la calda luce che illuminava gli occhi di Jules trasformarsi in un lampo metallico.
- No, Tom finisce proprio così e subito. Non unisco mai il lavoro con il mio privato, l’avevo già chiarito,  se fai parte della mia sfera lavorativa, non avrai spazio in quella privata. Ma ti chiedo scusa, forse non sono così brava a gestire i miei istinti primordiali. –
- Voglio essere assolutamente sincera con te, non sono interessata al sesso fine a sé stesso. –
Tom la lasciò andare e si allontanò di qualche passo.
- Non mi sembra di avertelo proposto. – le rispose scrutandola attento, non arrivava a capire la causa del cambiamento d’umore  di Jules. 
- Le tue parole lasciavano intendere un seguito, all’attrazione fisica…. appena saggiata. –
- Ammetto di averci pensato, ma credo sia una reazione normale, se mi eccito   solo baciandoti, immaginarti nuda contro di me e….-
- Ho inteso! Non c’è bisogno di continuare! – esclamò irritata.
- Di cosa hai paura Jules?  Di me o di te stessa? Ma forse non vale la pena, perdere il controllo di te stessa a causa di un uomo, non è così?  – le chiese sorridendo amaramente.
- Pensavo fossi cambiata, invece sei fredda e controllata come ti ricordavo. – senza aggiungere altro uscì dal camerino.
Julienne rimase immobile a fissare la porta chiusa per qualche minuto e  rivide lo sguardo ferito e deluso di Tom.

Le scene che dovevano girare,  all’interno della sala del trono, prevedevano  anche  una sfida armata tra le guerriere Sigyn e Sif.
 Le due attrici  avevano provato a lungo in palestra, ma continuarono ad esercitarsi  aspettando di iniziare le loro scene. A turno si allenavano con uno degli stuntman che in quel momento non era occupato con le riprese.
Jules colpiva la spada del suo avversario con eccessiva forza, si muoveva veloce,  compiendo affondi e piegamenti che impegnarono parecchio l’uomo che le stava di fronte.
 Era la rabbia a sostenerla, una rabbia immensa verso sé stessa e un po’ verso Tom che l’aveva messa di fronte ad una scomoda verità, forse aveva ragione lui,  aveva paura di perdere il controllo della sua vita affidandosi ad un’altra persona.
Aveva sofferto molto in passato e non aveva intenzione di permettere  più  a nessuno di ridurla in pezzi, razionalmente sapeva di comportarsi  da codarda,  ma  la forte attrazione che sentiva verso Tom l’aveva spaventata, e inconsciamente aveva reagito nell’unico modo che aveva per difendersi,  l’aveva allontanato da sé con fredda determinazione.
  Quel breve periodo in cui avevano creduto di intendersi era finito. Tom sorrideva e parlava con tutti tranne che con lei, non che si aspettasse né sperasse in qualcosa  di diverso, sia ben chiaro!
 Si limitavano a recitare le scene che condividevano e poi per il resto del tempo si ignoravano. In realtà ogni tanto Jules cedeva alla tentazione di osservarlo mentre girava le sue scene, Loki era carismatico e come aveva detto Annie, affascinante nella sua malvagità, le piacevano anche i suoi capelli lunghi. Si ritrovò a rimuginare che forse, l’attrazione che la spingeva verso l’attore era causata dal costume del Dio degli Inganni, sorrise tra sé, aveva veramente  bisogno di una vacanza.
Durante una seduta del make-up particolarmente lunga, Julienne  ascoltava distrattamente le chiacchere delle ragazze.
- Con questa nuova tecnica posso cambiare il colore dei capelli senza fare la tinta. Posso allungarli e acconciarli come voglio, è fantastico! – strillò entusiasta Candy.
- Pensa  cambiare  look ogni sera! Di giorno bruna e occhi scuri e la sera bionda con gli occhi verdi!......Adesso che ci penso potrei farlo anch’io, mi piacerebbe controllare ciò che mi dice il mio fidanzato sia vero! –
- E cioè ?? – chiese l’amica curiosa.
- Che non guarda nessuna, oltre me! –  concluse e scoppiò a ridere.
- Questa è una bella idea Candy!  -  s’intromise Jules nella conversazione, mentre un’idea perfidamente geniale  le si delineava  in mente,.
- In che cosa consiste esattamente questa tecnica? Ragazze ho bisogno del vostro aiuto! –  esclamò.
Almeno una sera durante la settimana lavorativa,  i ragazzi della troupe si davano appuntamento in un pub dove si poteva  mangiare, bere e divertirsi fino a notte inoltrata. Finora sia Tom che Chris avevano sempre declinato i loro ripetuti inviti, quella sera però erano entrambi bisognosi di cambiare aria e così si unirono alla compagnia.
Il locale era diviso in una zona bar  e una zona dove si poteva anche ballare, delle ampie vetrate dividevano le sale da un parco ben illuminato e una piscina.
Tom si guardò intorno interessato, il locale era pieno di gente che parlava e rideva e la musica spacca timpani  investiva quelli buttati sulla pista.  Insomma c’era un baccano infernale.  Proprio quello che mi ci vuole  questa sera. Si disse Tom.
Appena entrati attirarono l’attenzione di tutti e dopo aver occupato dei tavoli, iniziarono  a girare dei boccali enormi  di  birra, hamburger e patatine. Dopo qualche ora il loro gruppo era raddoppiato,  gruppi di ragazze più o meno audaci cercavano di attirare la loro attenzione e in tanti  passavano a salutare soprattutto Chris-Thor e Tom-Loki  e quando si alzarono per andare a ballare, furono pedinati e accerchiati da molti  fan.
Tom riuscì a scappare dalla pista, aveva la testa che gli scoppiava e se non fosse uscito subito all’aria aperta avrebbe sicuramente dato davanti a tutti uno spettacolo indegno di sé, beh indegno di chiunque, aggiunse il suo alter ego sbronzo.
Si nascose nel parco sotto un albero i cui  lunghi rami, arrivando a toccare terra,  formavano  una sicura coltre che lo celava a quel gruppo schiamazzante di ragazzine che lo assediava da ore.
 Si appoggiò al tronco stremato, si pentì solo per un attimo di aver abbandonato Chris nelle grinfie di quelle ragazze impazzite, ma era un uomo grande e grosso, era sicuro che  se la sarebbe cavata alla grande. 
- Tom…- lo chiamò una  dolce voce femminile, che attraversò i fumi dell’alcool  che gli ottenebravano il cervello. Cercò di aprire gli occhi, ma non riuscì a distinguere i lineamenti della donna vicino a lui. Dannazione lo avevano trovato!
- Ciao…scusa ma sono alquanto ubriaco… non riesco a vederti….chi sei? – le chiese con voce strascicata.
- Chi sono  non ha importanza…...voglio solo stare con te….- quel  sussurro suadente gli solleticava le orecchie.
Sentì che la donna  gli si avvicinava e con un gesto improvviso la strinse a sé con un braccio e nascose il viso nell’incavo del suo collo, aveva un profumo straordinario che gli ricordava qualcosa. Era quasi sicuro di averlo già sentito.
- Vieni più vicina allora… - le disse sfiorandole con le labbra una guancia.
 La ragazza rimase sorpresa dalla sua  prontezza di riflessi, nonostante fosse ubriaco, la presa era forte e sicura.    Ma decise di approfittare  della sua nuova  posizione per stringersi a lui e posargli tanti piccoli  umidi baci sul collo.
Tom mugugnò soddisfatto. – Finalmente una donna con le idee chiare! – disse socchiudendo gli occhi per guardarla. La sua vista leggermente appannata, le lenti a contatto dov’erano finite? , riconobbe una massa di capelli  lunghi e scuri, degli occhi verde chiaro abbaglianti. – Dimmi il tuo nome..- la sentì ridere  piano.
- …”….Tu che non scegli dall'apparenza,  hai sorte benigna  e scegli bene poiché ti è arrivata la fortuna , sii contento e non cercarne un'altra…”....chiamami come vuoi…. questa notte. – 
  Lentamente   gli aprì la camicia e con le labbra seguì la linea delle spalle e del collo finché non lo sentì sospirare.  Si chinò per  baciarlo con trasporto e non lo fermò  quando con mani impazienti le aprì il vestito  per  accarezzarle i seni morbidi, ma s’inarcò di più contro di lui, gemendo.
- …” Guarda la notte, presto si mostrerà, i fantasmi andranno e verranno come feroci premonizioni…”….le sussurrò mentre le cercava di nuovo le labbra.
-  Tesoro, non sono in me in questo momento…. Non vorrei che tu facessi qualcosa di cui potresti pentirti….- nonostante tutto Tom era sempre un gentleman, anche se in questa occasione, era lui ad essere  stato circuito riconobbe ridacchiando.
-  Tesoro dipende da te, che io non me ne penta……mi vuoi? – gli chiese baciandogli il petto e arrivando con una mano ai suoi pantaloni.
Di nuovo con un gesto repentino, che la sorprese, le fermò  la mano. –  Si , ti voglio…. non sai quanto….. e  più di quanto io stesso pensassi…..ma…. come te….non sono interessato al sesso fine a sé stesso, Jules…. – aprì gli occhi e la  trafisse con uno sguardo bruciante. La donna s’irrigidì e riuscì ad  allontanarsi  di qualche passo.
- Citi Shakespeare…. mentre mi tocchi…sei....meravigliosa..…pensavi davvero che non ti riconoscessi? Non sono così ubriaco.  -  le disse con voce roca.
Senza dargli il tempo di reagire, la donna si girò e corse fuori da quella gabbia di rami e foglie. Tom cercò di fermarla ma  non riuscì a raggiungerla prima che la donna sparisse dentro il  locale.
La cercò ovunque e mentre stava per rassegnarsi ad aspettare di tornare in albergo per trovarla,  vide Julienne  seduta ad un tavolo con delle  persone che rideva con un bicchiere in mano. Deciso di diresse verso di lei.
La guardò attentamente, mentre si avvicinava,  indossava un vestito  chiaro molto aderente ed era con i capelli raccolti ….perfetta…come sempre.  Il dubbio scosse la sua sicurezza,  non avrebbe avuto il tempo di cambiarsi, raggiungere il tavolo e ordinare da bere.
  Parlava rilassata con i suoi compagni e non aveva alzato lo sguardo su di lui quando era entrato nel locale, quindi non lo stava aspettando.  Passandosi una mano tra i capelli sospirò,  possibile che si fosse sbagliato? Era così sicuro che fosse lei sotto quella parrucca scura, o forse l’aveva solo sperato? Chi era, allora, la donna che lo aveva fatto quasi impazzire nel parco?  Si chiese sgomento.
  Raggiunse  Chris e gli altri ragazzi e si fece portare una birra. Sentiva ancora il profumo delicato della donna  su di sé e ricordava perfettamente la morbidezza della sua pelle.
- Ehi amico, che ti succede? Sembra che tu abbia incontrato un fantasma!!-   – una pacca potente lo colpì  sulla spalla che  lo fece quasi cadere  dalla sedia.
- No, ho incontrato una donna…….meravigliosa…. – gli rispose vagando con lo sguardo per la sala.
- Wow! Davvero? E dov’è? – Perché Chris faceva sempre delle domande inutili? Si chiese Tom.
- Mi è saltata addosso nel parco e poi è scappata quando le cose si sono fatte interessanti, ero mezzo ubriaco e non sono riuscita a fermarla! – ammise sospirando.
- Ti è saltata addosso? E poi è scappata? – esclamò  Chris  spalancando gli occhi.
- Dimenticala! Se è scappata, è perché l’hai baciata da schifo  !!! – scoppiò a ridere l’amico.
Adesso capiva Loki,  anche lui non aveva mai desiderato tanto avere un martello a portata di mano, come in quel momento.
Una biondina seduta in un tavolo dall’altra parte della sala, stava  osservando  l’attore con interesse.
- Ok,  ti puoi rilassare Jules, sembra essersi rassegnato e sta bevendo  con i suoi amici. – le disse Candy ridacchiando.
- Sei sicura? Non sta guardando più da questa parte? – sentì ridacchiare anche la sua amica  Abby.
- Questa volta lo abbiamo fregato! Sai che ti dico?  Potresti partecipare al Guinness dei primati per il cambio d’abito più veloce della storia moderna!!.. Comunque ho visto perfettamente l’espressione sconvolta che aveva quando è entrato da quella porta, sono convinta che quell’uomo sia  pazzo di te. – affermò sicura.
- Vedremo….. –  le rispose mentre  un  dolce sorriso  le fiorì sul volto.
L’adrenalina che ancora le scorreva in corpo, per aver ingannato Tom, le faceva girare la testa. Aveva rischiato parecchio, se l’avesse scoperta, sarebbe morta dalla vergogna.
 All’inizio voleva solo giocare con lui, l’aveva accusata di essere fredda e controllata,  per fargliela pagare aveva deciso di provocarlo, lo voleva ai suoi piedi tremante di desiderio. Invece si era ritrovata a tremare  lei stessa  per merito suo.
Ripensò alle sue mani sulla sua pelle e  per un attimo pensò di portarselo in camera e…buttarlo sul suo letto. Davanti ai suoi occhi si aprirono ampi scenari di lenzuola stropicciate e gemiti sommessi…
Alzò gli occhi per guardarlo,  si era abbottonato la camicia di fretta e aveva ancora i capelli stropicciati dalle sue carezze. La sua espressione  era ancora accigliata e fissava il suo bicchiere senza bere.
 Avrebbe dato qualsiasi cosa per raggiungerlo e continuare dove erano rimasti. Forse era ora di smetterla di bere! Pensò tra sé.
 All’improvviso fu lui a fissarla e Jules trasalì come se l’avesse toccata,  a disagio decise di usare il più vecchio trucco a disposizione delle donne, per eclissarsi: andare alla toilette.
Tornò in albergo che era notte inoltrata era sicura di non incontrare nessuno della troupe a quell’ora, ma si sbagliava. Mentre entrava nell’ascensore venne raggiunta da Tom.
-  Buonasera Jules, sei rientrata tardi. Hai trovato compagnia? – le chiese ironico.
- Anche se così  fosse non sono affari tuoi! – gli rispose sgarbata, non le piaceva la velata insinuazione che lei cercasse o accettasse la  compagnia di uomini sconosciuti nei locali.
- Hai ragione naturalmente.  Spero almeno che sia  valsa la pena fare tanta strada per trovare ciò che cercavi…–  uno strano sorriso gli piegò le labbra.
- Non è detto che abbia fatto tanta strada, ma ti posso assicurare che  ho  speso il mio tempo come più mi aggradava! – cercò di scansarlo per poter andare in camera sua,  ma lui l’afferrò un braccio in una morsa ferrea.
- Quindi mi stai dicendo che  qui  non avresti trovato ciò che cercavi? – le chiese seccato.
- Avrei potuto…..ma non mi andava di accontentarmi!! E adesso lasciami! – gli ordinò alzando la voce .
Per un momento  vide una rabbia terribile offuscare  i suoi occhi.  – Scusami…... – le disse lasciandole il braccio. Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma evidentemente rinunciò perché scosse la testa e si allontanò senza più aggiungere altro.  
Il regista quella mattina, indì una riunione per tutta  la troupe.  Si riunirono nella sala del trono e dopo averli osservati uno ad uno iniziò a parlare.
- Il film  è a buon punto, vi ringrazio  per tutta la disponibilità e l’ottimo lavoro fatto fino ad ora. Stiamo per affrontare la parte finale del film che ci impegnerà molto tutti quanti.   Vi  prego di continuare a dare il massimo, so che siete stanchi e lo sono anche io….ma non dobbiamo mollare!…..Grazie.  – concluse sorridente il discorso, sicuro  che nessuno avesse travisato le sue parole, pretendeva il massimo da tutti.
Le scene venivano  rifilmate all’infinito, finché non erano perfette.  Il regista divenne così insopportabilmente pignolo che Jules era al limite della sopportazione.  Le parti  in cui Loki e Sigyn  si scambiavano baci e carezze, diventarono difficili da affrontare,  la tensione tra i sue attori era evidente a tutti, tranne che al loro aguzzino.
 Quando Loki baciava e stringeva a sè Sigyn alternava momenti di passione a quelli di  risentimento,  non poteva  fare a meno di toccarla e nel contempo la puniva, attribuendole la colpa di questa sua debolezza.
 Jules-Sigyn  sopportò quest’atteggiamento,  fino al giorno in cui, durante una scena, che avrebbe dovuto risultare sensuale e coinvolgente, sentì  le labbra dell’attore  torcere e schiacciare le sue con violenza. Lo allontanò da sé con forza,  dopo avergli morso un labbro.
L’attore gemette dal dolore e con un gesto si deterse  il sangue,  che usciva copioso dal labbro. Jules lo guardava  allibita, incredula di avergli fatto del male apposta.
-  Adesso si, che mostri il tuo vero  temperamento mia cara Sigyn, ma riserva questi trucchi per i tuoi avversari. – disse con voce dura, continuando a recitare.
Nonostante il labbro ferito e le battute fuori copione non venne fermato dal regista. Tutti osservavano la scena con il fiato sospeso.
- Sigyn…ti sovviene in mente il motivo della tua presenza vicino a me?  Potrei richiedere che tu venga allontanata da Asgard e relegata in qualche oscuro e remoto angolo dello spazio....ma non lo farò….vieni qui …. – le sibilò con l’espressione di un folle.
Sigyn fece qualche passo e si fermò davanti al suo signore, alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Per i crimini commessi, quell’uomo,  avrebbe meritato la morte e lei  sapeva che nulla l’avrebbe fermata quando sarebbe arrivato il momento, di consegnare la propria vita,  pur di salvare quella del Dio degli Inganni.
 Forse per la consapevolezza raggiunta, dopo secoli passati fedelmente  al suo fianco, si mosse per ottenere una briciola del suo signore tutta per sé,  per la prima volta da che aveva posto lo sguardo sulla sua figura  e  avergli dedicato l’anima, lentamente  alzò una mano e gli accarezzò il viso.
                      –  Perdonate la mia debolezza,  mio principe. – mormorò. 
Loki chiuse gli occhi, assaporando il lieve tepore che quella piccola  mano sprigionava, nulla in confronto al fuoco che quel gesto aveva scatenato nel  suo petto.
 Era la prima volta che lo toccava di sua volontà e conoscendo bene la ritrosia di Sigyn ad esternare i suoi sentimenti, era come se gli avesse urlato il suo amore.
                       - E tu perdona la mia….- le sussurrò attirandola a sé.  Senza smettere di baciarla, la sollevò tra le braccia e la depose sul suo letto. 

SSTOOOPPPP!  BELLISSIMA!! –
Si complimentarono tutti, la scena era riuscita bene nonostante avessero improvvisato,  il regista era  veramente soddisfatto. All’improvviso qualcuno in mezzo alla folla gridò.
- Ehi Principe Loki,  devi fare attenzione,  perché se continui a toccarla così, otterrai solo dei guai!!  Ti ricordo che,  secondo la  mitologia norrena,  sei tu quello che sforni i marmocchi!! -
Scoppiò una risata generale a cui si unirono anche gli attori.
 

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Capitolo 5
*** Compromessi. ***


Le lenzuola erano attorcigliate intorno ai loro corpi, quasi come a testimoniare l’esistenza di quel filo sottile che li univa. La penombra che li avvolgeva, rendeva qualsiasi pensiero superfluo,  lo  sentiva  respirare accanto a sé, la  mano posata sul suo petto attendeva il susseguirsi dei battiti di quel cuore di ghiaccio, una riprova che non era stata ingannata dalle sue fantasie.
Sigyn  lentamente si volse verso il suo compagno,  amarlo con lo sguardo, era una  soave tortura solo sua, non volendo sfiorare  ciò che ammirava, evitando così di  disturbare il suo sonno.  La sua espressione nel riposo non era rilassata, abbandonato il cipiglio ironico, gli rimaneva impresso  sul viso un segno del tormento che gli sgorgava dal cuore.    
Le sue labbra  morbide, attirarono i suoi occhi, vi alleggiava una piega curva, quasi un sorriso,  e la donna non si rese conto del  loro lieve movimento finché non sentì anche la sua voce.
- Qual’ è la malia di cui sei schiava,  mia dolce Sigyn? Sei così presa dal tuo signore che lo desti  da un meritato riposo? – la derise dolcemente.
- Siete un vanesio incantatore di giovani fanciulle anche quando dormite, mio principe…ed io non sono diversa da tutte le altre donne…forse… solo più  fortunata….visto che siete qui vicino a me …adesso...- le  sorrise l’idea di  burlarsi di lui ancora, ma era contraria a perdere gli attimi preziosi in sua compagnia in discorsi inutili.

All’improvviso l’uomo fu travolto da un dolore più forte di lui, la guerriera lo sostenne stordita, nella stanza non vi era alcuna minaccia, da cui difenderlo, il dolore straziante proveniva  da dentro il suo corpo . I violenti gemiti a cui seguivano delle urla terribili la facevano impazzire……… l’uomo tremante s’irrigidì e dopo un interminabile momento di silenzio seguì……………..il vagito di un bambino… che la distrasse dall’uomo vicino a lei….
In lente sequenze, la sua mente sconvolta,  osservò le azioni che si svolgevano  davanti ai suoi occhi.  Thor furioso,  sfondò la porta della camera di Loki con gran fragore e si precipitò, richiamando a sé il  Mjöllnir , verso il letto deciso a colpire il piccolo neonato  che strillava, tra le braccia del Dio del Caos.  Con un gesto repentino alzò la sua spada per contrastare il pericolo incombente………
 
IL  VAGITO DI UN BAMBINO??!!

Julienne si svegliò grondante di sudore e senza fiato, con le mani cercò tra le lenzuola  il bimbo di cui, ancora,  sentiva il pianto nelle orecchie. …………….Era solo un sogno!!
Decise immediatamente di uscire dal quel letto, si fece una doccia quasi gelata e con indosso una  tuta leggera si precipitò fuori dalla sua stanza e si diresse verso  il  parco vicino all’albergo, sotto i primi bagliori dell’alba.
Dopo qualche minuto, vide un’altra povera anima che non riusciva a dormire, come lei.  La sorpresero le lunghe falcate con cui macinava metri su metri, sembrava quasi che fosse rincorso da qualcuno, tanto era sostenuto il ritmo della sua corsa. La superò  senza degnarla di uno sguardo, il viso celato dal cappuccio della felpa che indossava.
Presumendo che fosse un ospite dell’albergo,  decise di seguirlo, se non nella velocità, almeno nella direzione, non era saggio rimanere da sola nel parco a quell’ora.
Quando ormai il sole era alto, Tom decise di buttarsi nella prima panchina che avesse raggiunto, era stremato, ma finalmente più sereno, il ricordo dell’incubo notturno lo sfiorava appena.
Decise di rallentare la sua corsa quando si accorse, che semi sdraiata, su di una panchina, senza fiato come lui, c’era  una dei protagonisti del suo incubo: Jules.
Quando  sentì i passi del suo compagno di corsa sconosciuto,  arrestarsi vicino a lei, aprì un occhio per guardarlo, era Tom.  Magnifico! Doveva immaginarlo, la stava perseguitando! O era lei a rincorrerlo inconsciamente? Mah…  Mentre arrancava dietro di lui,   aveva ammirato i muscoli delle gambe e il…lato B…del corridore sconosciuto…..ma neanche sotto tortura lo avrebbe ammesso.
-  Ah….sei tu! Ciao…. – mimò con le labbra, visto che non aveva fiato e gli fece un gesto con la mano, per salutarlo.
- Già, non ti avevo riconosciuta…..E’ da tanto che sei qui? - ansimò lui
- Ti seguo nella corsa da tre ore quasi…. – rispose con un filo di voce.
- Seguivi me? – si stupì l’attore.
- Non essere ridicolo! Seguivo te, senza sapere che eri tu, per non rimanere da sola nel parco. Stavo scappando da un incubo notturno. – ammise riprendendo fiato.
- Anche io, strano vero?  - sbuffò sorridendo Tom.
Si girarono contemporaneamente l’uno verso l’altro e si guardarono negli occhi, ponendosi la stessa identica domanda.
- Non avrai sognato anche tu…..? – dissero in coro.
- Un bambino che piangeva e Thor con il martello? – di nuovo pronunciarono la stessa  frase insieme.
Due secondi dopo erano entrambi piegati in due dalle risate, con le lacrime agli occhi Jules esclamò.
- Ti ho sognato mentre partorivi!!.....OmmiiioooDiiioooo, che incubo! Tre minuti prima eri tutto carino addormentato e poco dopo che fai?? Allatti il pupo!!  – non riusciva a smettere di ridere.
-  Ehi !! Un po’ di rispetto, per il tuo signore e principe!! Beh…. nel mio sogno…tu ti stavi trasformando in un Jötunn…eri tutta blu!! Ahahahah…..quando hai partorito il bimbo... Loki è rimasto interdetto! Aveva una faccia…… poveraccio!......-  dal gran ridere Tom piangeva copiosamente.
- Ma sei matto??!! Hai una fantasia morbosa e malata!! – gli disse guardandolo allibita.
- Dovremmo andare tutti e due da un buon psicologo! Oppure suggerire al registra questo nuovo risvolto della storia! – Tom scoppiò a ridere più forte e scivolò per terra.
- Opterei per un dignitoso silenzio! Se qualcuno ci sente ci rinchiudono! – continuò a ridere tenendosi i muscoli dell’addome doloranti.
Jules con un sorriso si chinò sull’uomo per aiutarlo ad alzarsi, ma inciampò su i suoi piedi e gli piombò addosso. Scossi da altre risate, cercarono di tirarsi su aiutandosi reciprocamente, finché non si accorsero di essere abbracciati,  rimasero a fissarsi,  incatenati l’uno nello sguardo dell’altro.
Lentamente Tom si avvicinò il viso  a quello di  Jules, dandole  tutto il tempo di fermarlo, se ne  avesse avuta l’intenzione, ma fu la sua mano, dopo avergli accarezzato il viso a guidarlo verso le sue labbra, che si socchiusero per accogliere le sue.
La trasse a su di sé per evitarle il gelo del terreno e le sfiorò  la pelle delicata della schiena infilando una mano sotto la sua maglia. Jules mugugnò una lieve protesta.
- Tom …hai le mani fredde!......Mi vuoi spiegare perché, per un motivo o per un altro, finiamo sempre in questo modo? – sospirò la donna, ammirando il bagliore azzurro dei suoi occhi.
- Su questo argomento ci siamo già pronunciati ampiamente entrambi. Propongo,  per evitarci ulteriori tensioni, un piccolo compromesso. – l’abbagliò con uno sguardo seducente.
- C- compromesso? Esprimi il tuo pensiero….mio signore! – gli disse, baciandogli il mento.
- Allora, noi sul set, saremo solo colleghi. Ma….quando finiamo le riprese, lontano da tutti se preferisci, ci comporteremo come una qualsiasi coppia, che vuole conoscersi e frequentarsi…che ne dici? – ammiccò allegro.
Jules si sistemò meglio sul suo petto, e lo fissò pensierosa, si rese conto solo  in quel momento,  quanto le era costato restargli  lontano. Le era mancata la sua compagnia, la sua risata e anche la sua presenza vicino a sé, certo, lo aveva visto tutti i giorni, ma non  era la stessa cosa. Voleva fidarsi di lui, aveva bisogno di fidarsi di lui.
-  Senti  Jules, faremo come vuoi,  sarà una cosa solo nostra, ma ti prego,  proviamo a frequentarci. Ti assicuro che  in pubblico non mi avvicinerò a te, a meno che tu non lo voglia. Magari …..potresti  indossare di nuovo la tua parrucca nera,  trasformarti in quella bellissima  donna dell’altra sera e venire da me di notte!! Cosa non farei per la tua tranquillità!  -  
Julienne possedeva  una mimica facciale molto efficace, quando non recitava, Tom le lesse sul viso una miriade di emozioni, una più forte dell’altra, ma fu quando vide le sue gote risplendere di un bel color rosso vermiglio, che le sorrise e la baciò  teneramente.
- Mi avevi quasi ingannato nel pub, quando mi hai ignorato volutamente, sono stato preso dal dubbio di  aver solo immaginato che ci fossi tu dietro quel travestimento, perché speravo che fosse così.  Non riuscivo a  credere  di aver incontrato un’altra donna che mi sconvolgesse… come fai tu. – Jules lo guardava in silenzio.
- Come hai fatto a riconoscermi? – gli chiese sottovoce,  ammettendo  così le sue azioni.
- Il tuo profumo, e non parlo delle essenze che trovi nei negozi, intendo il profumo della tua pelle.  Quando ti ho rivista in albergo, l’ho riconosciuto subito, mi rendevo conto, però,  che non eri dell’umore adatto ad affrontare un confronto.  –
- Puoi dirmi, il perché di quella messinscena? – chiese curioso.
- Ehm….. non potevo starti vicina come Julienne e ho pensato di creare un’altra donna che  fosse  libera di farlo. …...scusami. – gli disse con un sorriso colpevole.  Chinandosi per  baciarlo di nuovo, decise di ammettere  solo una parte dei veri motivi che avevano  guidato i suoi gesti, si giustificò con sé stessa,  pensando che una mezza verità era sempre  meglio di una bugia…forse.
- Non sei libera di stare vicino a me? – le sussurrò l’uomo.
- Peccavo d’orgoglio, avevi ragione tu, avevo paura di mettermi in gioco per un uomo. Dopo il terribile fallimento di quella storia così importante per me, non mi fidavo più di nessuno. –
- Ma con te…è diverso.  Mi piace e sto bene in tua compagnia, mi rilasso, sento che sono dove dovrei essere. So di essere un bagaglio ingombrante e seccante, ma vorrei  conoscerti  meglio e frequentarti ….se sei sicuro di volerlo….  – continuò osservandolo con attenzione.
- Apprezzo molto la tua sincerità e immagino di doverti ricambiare….anzi voglio ricambiarti,  raccontandoti  che anche a me è capitata una storia similare alla tua, pensavo di essere innamorato finché non ho scoperto che stava con me per interesse,  appena adocchiò  un uomo  più interessante, mi scaricò immediatamente. –
-  Quindi ti capisco e vorrei  riprovare con te….a costruire qualcosa, non ti sto chiedendo di sposarmi, ma di  vivere quello che abbiamo trovato l’uno nell’altro….- 
 Le parole che aveva sperato di sentire….o no…adesso mi commuovo! …….una lacrima solitaria bagnò la guancia di Jules.
- Si, lo voglio anche io.
 

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Capitolo 6
*** Gossip. ***


Il messaggio diceva: “Ciao cara, ti conviene dare un’occhiata, on line, al sito del Magazine X. Baci”

Julienne era perplessa, Annie  non mandava mai messaggi, telefonava a qualsiasi ora le saltasse in testa l’idea di parlarti. Prese il portatile e dopo pochi passaggi, entrò nel sito del giornale e sobbalzò quando vide le foto e  lesse i titoli della prima pagina:
-Stretti in un travolgente abbraccio  i due protagonisti…..- , ma questi sono pazzi!, pensò tra sé.
- All’alba  scoperto l’amore segreto tra i due attori inglesi….……. – Cheeeee???!!........
Nella foto un uomo e una donna stesi per terra in mezzo ad un parco si sorridevano,  il fotografo non aveva la mano ferma, ma era indubbio che quei due fossero lei e Tom.
Jules si passò una mano sugli occhi, non era possibile!!
In quel momento qualcuno bussò alla porta. – Jules, sei pronta??- la chiamò l’attore.
La porta si aprì di colpo e Tom venne arpionato da una mano impaziente  e trascinato dentro la stanza e spintonato verso il letto.
- Wow, Julienne quanta irruenza sta mattina!!! Se lo dicevi chiaramente, non ti avrei mai lasciata da sola ieri sera! – ridacchiando si sistemò meglio sui cuscini e aprì le braccia in muto invito a raggiungerlo.
-  Vuoi per favore smetterla di fare l’idiota e guardare sullo schermo del portatile?? – lo aggredì la donna.
Il viso dell’uomo di afflosciò in una maschera di delusione. – Mi pareva troppo bello per essere vero! Accidenti!  – borbottò
- Spiritoso! Leggi, per favore.. – lo invitò con un gesto e quando lo sentì sobbalzare dalla sorpresa, si sedette vicino a lui.
- Ma….come??!.....e …quando???.... – chiese rauco.
Era così stupefatto che rispose al cellulare che squillava insistentemente da qualche minuto, senza guardare il numero che lo chiamava.
- Pronto!  …. –
Tom si era irrigidito ascoltando la persona che gli parlava velocemente,  senza dargli il tempo di  ribattere, quando volse gli occhi verso di lei, Jules seppe chi era uno degli argomenti della conversazione.
-  No mamma, non è la mia fidanzata! Sono foto pubblicitarie, lo sai come funziona nel nostro ambiente.- continuò ad ascoltare con gli occhi chiusi e la mascella leggermente contratta.
- Si mamma, te lo dirò se cambiano le cose, ma ti ripeto che non stiamo insieme . Si, lo so è molto bella. Ciao. –
- Solo per aver ricevuto questa telefonata, dovrei denunciare il giornale! Ha risvegliato gli istinti materni di mia madre!! – buttò il cellulare sul letto con un gesto rabbioso.
- E allora? Si preoccupa per te! Sei suo figlio! -
- Già, il problema sta nel fatto, che lei è più preoccupata dell’assenza di un altro nipote, vicino a lei! I figli di mia sorella non le bastano più….vuole a tutti i costi che io metta su famiglia!! – esclamò indignato.
Jules lo guardò incredula per un momento, poi scoppiò a ridere – Non essere ridicolo! Sei un uomo adulto, non può costringerti! –
-  Tu non conosci mia madre! – le rispose offeso.
La sua espressione depressa si rilassò subito quando sentì il cellulare di Jules trillare, era sicuro che fossero dei guai anche per lei. Jules alzò gli occhi al cielo mentre ascoltava il fiume di parole che le trapanavano le orecchie.
-   Ciao mamma. No, non è il mio fidanzato! Sono solo foto pubblicitarie, lo sai come funziona nel nostro ambiente. Stai tranquilla……… lo uso solo per il sesso! Ciao –
Tom la fissava senza parole – Ma con chi stavi parlando?  -
-  Era Annie, ti saluta……- e gli rise in faccia di nuovo.
L’uomo indispettito prese un cuscino e la  colpì con forza, scatenando così una vera e propria  battaglia di cuscinate. Le risate e le grida che provenivano   dalla stanza di Jules inondarono  anche il corridoio.
- La vuoi finire di urlare?  Se non la smetti, manderanno la vigilanza! – le sibilò Tom mentre la bloccava sul materasso usando i cuscini.
- Ti lascio libera, se prometti di non urlare! – le intimò seccato. 

Il quieto assenso di Jules lo insospettì, ma decise di fare affidamento al suo buon senso. E fece un grosso sbaglio.
- Se il buongiorno di vede dal mattino, vuol dire che oggi sarà una giornata infernale!! – commentò irritato.
- Hai ragione…………………Buongiornoooo!! – esclamò la donna mentre gli versava addosso il contenuto della caraffa d’acqua appoggiata  sul suo comodino.
L’acqua ghiacciata gli colava dai capelli, e Tom chiudendo gli occhi per  un attimo, cercò di mantenere  la calma. Rifletteva velocemente per trovare una punizione adeguata per quella pazza che aveva accanto.
- E dai Tom…..non te la sarai presa??.....Era uno scherzo!! – l’espressione seria dell’uomo iniziava a preoccuparla.
Con un gesto repentino la bloccò di nuovo sul letto – Adesso basta piccola strega!! – le intimò con tono severo mentre si chinava sul suo viso.
Jules non si aspettava il bacio dolce con cui le sfiorò una guancia. – Buongiorno…..- disse a voce bassa.
- Buongiorno……. – ripeté  per la seconda volta,  baciandole la fronte.
- Buongiorno……. -  la fissò negli occhi per un lungo momento e iniziò a  baciarla  lentamente.
Jules si ritrovò ad abbracciarlo e stringerlo a sé,  infilò le  mani sotto la sua camicia bagnata e gli accarezzò con gesti lenti le spalle e la schiena.  Tom prese a baciarle il collo per farle riprendere fiato ma  un gemito gli sfuggì quando  Jules raggiunse la pelle morbida appena sotto la cintura dei suoi jeans .
- Tesoro… il mio autocontrollo ha un limite! Nonostante  questo pigiamone, ti trovo estremamente sexy….anche se  sei totalmente inaccessibile! – scherzò sorridendole.
- E’ davvero una fortuna, allora,   che abbia  questo pigiama che mi difende da te. Ancora qualche minuto e….ti avrei permesso di togliermelo!  – riconobbe sincera e fece lo sbaglio di guardare i suoi occhi accesi da una calda luce sensuale.
 Doveva allontanarsi da lui subito!  Prima di rendersi ridicola, pregandolo di baciarla ancora!
- Vado a farmi una doccia!!…Ci vediamo più tardi! –  esclamò  praticamente correndo verso il bagno.
- Vengo anche io ??!!-  chiese speranzoso.  Jules gli indicò la porta e si chiuse a chiave nel bagno.
Tom scuotendo la testa divertito, uscì dalla camera e si scontrò con Chris che rimase a fissarlo  senza parole;  era completamente bagnato, la sua  camicia era quasi del tutto sbottonata sul petto e solo un lembo era ancora infilato dentro i jeans , come se qualcuno avesse tentato di strappargliela di dosso.  Alzò una mano per zittirlo e gli intimò:
- Non una parola!!  -

Furono invitati la settimana seguente, ad una iniziativa organizzata da un ente che aiutava  le donne i bambini  in difficoltà, si trattava di intrattenere i bimbi con scenette divertenti e la visita di Thor e Loki sarebbe stato il clou della manifestazione, naturalmente tutti si resero disponibili a partecipare  a devolvere il proprio compenso in beneficenza.
Si organizzarono in  piccoli gruppi per assicurare ai piccoli spettatori  svariati e  divertimenti spettacolini. Anche il regista si prestò a partecipare in veste di presentatore. Tom e Chris vennero accerchiati dai bambini,  che rimasero incantati dal martello di Thor e dallo scettro di Loki.
Jules si travestì da clown, armata di parrucca arancione e vestito a righe,  girava per i locali messi a disposizione per la festa con palloncini e un cesto di dolci.
- Sei molto carina con questo costume Julienne, ti dona molto. – le disse una voce strascicata.
Stupita Jules si girò a guardare un uomo che le sorrideva, che capì subito dal puzzo di birra che emanava, aveva già festeggiato a sufficienza. Cercò con lo sguardo Tom, era troppo lontano per accorgersi che aveva bisogno di aiuto per allontanare quell’uomo mezzo ubriaco senza spaventare i bambini.
- Ehm…grazie, perché non vai a prendere un po’ d’aria fresca, mi sembra che tu ne abbia bisogno. – gli disse gentilmente, offrendogli un palloncino.
- Ti sei accorta che sono brillo? Non ti preoccupare, lo reggo bene l’alcool. Ho visto le foto sui giornali, ti piace farlo ovunque, tu si che sei una vera donna! Vieni con me! – le afferrò un braccio e  ridacchiò barcollando.
- Toglile le mani di dosso…..adesso!   – a quella voce dura seguì la comparsa di un uomo alto con un costume nero e verde,  la fredda determinazione  che lesse in quegli occhi azzurri, convinse l’uomo ad indietreggiare di un passo.
Furono accerchiati  da un folto pubblico, che credeva di assistere ad uno spettacolo organizzato in precedenza, Jules fece un paio di inchini e qualche piroetta per dare il tempo a Tom  di portare fuori dalla sala,  senza attirare l’attenzione,  quell’uomo il cui viso arrosato  non prometteva niente di buono.
- Mi state prendendo in giro? Adesso ve la faccio pagare!! – gridò.
Così dicendo si avventò su Tom, che lo  schivò agevolmente e lo colpì con forza all’addome, l’uomo cadde a terra senza fiato.  Lo scroscio delle risate  e gli applausi che seguirono  la sua  caduta,  lo fecero  infuriare di più e  urlando  si diresse verso Jules, che per paura che finisse addosso ai bimbi dietro di lei, si sollevò leggermente e gli sferrò un terribile calcio che lo colpì in viso tramortendolo.
Il clown  s’inchinò al suo pubblico sorridente  e ringraziò con dei baci e si girò verso Tom, parlandogli velocemente.
                    –      Aiutami a tirarlo su e a portarlo fuori da qui –
Nel frattempo arrivò anche Chris – Thor che con un insolito sguardo serio aiutò Tom  a sollevare l’uomo e lo trascinarono nel corridoio, dove,  poco dopo,  arrivarono di corsa gli addetti della sicurezza, che  portarono via l’uomo ancora incosciente.
- Stai bene? – le chiese Tom abbracciandola.
- Certo, sto benissimo.  Adesso mi tremano un po’ le gambe, ma è la reazione nervosa alla violenza. Tanti di questi bambini hanno vissuto delle situazioni terribili e la mia preoccupazione era che nessuno  si spaventasse. –
 Quella sera tra loro c’era una strana atmosfera, avevano organizzato di cenare insieme e dopo aver mangiato decisero di ammirare  il tramonto  dalla terrazza. Entrambi sapevano  che mancavano ancora pochi giorni al termine delle riprese delle scene dedicate a Sigyn , quindi Jules avrebbe fatto ritorno in Europa. 
- Non andare via….. –.
Jules sorrise – Spiace anche a me andare via. Ma ho preso degli impegni, e non potrei rimanere neanche volendo, Tom. –
- Si, lo so. Forse me ne avevi già parlato, ma uno può sempre sperarci no? – finalmente si girò a guardarla.
- Anche tu tornerai a casa presto, cinque o sei settimane…….se tutto va bene. – mormorò in attesa di una conferma.
- Già…..purtroppo anche io, ho già preso degli impegni e forse dovrò prolungare il mio soggiorno qui. –
La donna si mosse per abbracciarlo e posò la testa sul suo petto,  rimase ad ascoltare i battiti del suo cuore in silenzio, mentre Tom la stringeva.
- Non voglio che tu vada via, non adesso che ci siamo appena avvicinati. Ho come la sensazione che se ti lascio partire, non ti troverò più al mio ritorno. – le sussurrò tra i capelli.
- Hai descritto esattamente tutti i miei più mesti pensieri. – alzò il viso verso di lui e lo guardò attentamente.
- Quando torni,  vieni subito a casa mia, io e Faster ti aspetteremo lì. Adesso però, voglio  che tu mi faccia una promessa. –
- Quale? -  le chiese.
- Se uscite una sera a bere una birra per rilassarvi, evita di dare confidenza alle sconosciute…..potrei non essere io…..questa volta. – Ton le sorrise e si chinò a sfiorarle le labbra.
- Promesso. –
 

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Capitolo 7
*** Ben tornato. ***


Aeroporto Heathrow London.
Jules aspettava con impazienza l’arrivo dei passeggeri  appena sbarcati dall’aereo, i  noiosi e lunghi controlli  a cui i passeggeri dovevano sottostare, sembravano protrarsi all’infinito.  Quando finalmente intravvide il suo uomo preferito, cercarla tra la folla, sorridente gli corse incontro.
Tom trascinava i suoi bagagli di fretta e aveva chiesto a Luke  di mandare qualcuno a prenderlo e di procurargli una macchina, aveva un impegno inderogabile da onorare.  Era riuscito, lavorando anche venti ore al giorno a sbrigare tutti gli impegni fissati negli States. 
Si fermò stupito quando vide sua sorella che gli correva incontro  - Toooommmmm, ciao, ben tornato! – esclamò buttandogli le braccia al collo.
- Emma! Ciao!  Sto bene, grazie. Sono contento di vederti, come state tutti e la mamma? – le chiese ridendo, stringendola tra le braccia. Alzò gli occhi su Luke che seguiva sua sorella di pochi passi.
- Ciao, ben tornato.  – gli disse  abbracciandolo.
- La macchina è nel parcheggio, queste sono le chiavi……ma dove  devi andare così di fretta? – gli chiese Emma curiosa.
- Non avrai fatto guidare la mia macchina a questa matta appena patentata?? – chiese irritato, fulminando Luke con uno sguardo.
- Sto scherzando dai!!! – scoppiò a ridere vedendo la faccia offesa di sua sorella.
- Questa me la paghi! – mormorò sotto voce a Luke, che ridacchiò divertito.
Si avviarono verso l’uscita – Ho preso un impegno molto importante a cui devo, tener fede, assolutamente e…….poi non sono affari tuoi!! – concluse esibendo il suo miglior sorriso.   
Raggiunse velocemente la macchina e dopo aver salutato Emma e Luke, sorrise,  finalmente avrebbe rivisto Julienne. In realtà non aveva smesso di parlare con lei neanche per un giorno, erano sempre in contatto telematico e la sera restavano ore a parlare raccontandosi la giornata, solo una cosa le aveva nascosto, per farle una sorpresa, la data e l’ora del suo ritorno.
Si diresse in paese, prima di raggiungere, la casa di Jules, doveva trovare dei fiori. La signora sorridente che gli confezionò il bouquet , arrossì deliziata quando Tom oltre a lasciarle un autografo, si fece fotografare con lei.
Uscendo dal fioraio però rimase folgorato vedendo una figura familiare stretta al petto di un uomo che le sorrideva e si chinava a baciarle dolcemente una guancia . Riuscì a nascondersi dietro alla porta del negozio e continuò ad osservare  la coppia che  si affrettava a salire in macchina.  Una pioggia ghiacciata iniziò a cadere fitta, bagnando quasi completamente Tom che non si curò di trovar riparo mentre si dirigeva verso la sua auto.
Davanti ai suoi occhi sfilarono veloci immagi terribili: vide Jules in una succinta mise sorridere sensuale, abbracciare l’uomo e poi……..serrò  gli occhi con forza. Non era possibile.
Guardò i fiori che aveva in mano e li buttò sul sedile posteriore della sua auto. Voleva guardarla negli occhi e dirle…………già cosa le avrebbe detto?........Perché non mi ami?  Mi hai mai amato?
Bussò con forza alla porta del cottage, era deciso ad urlarle la sua rabbia,  si era fidato, aveva creduto che, oltre l’attrazione fisica, avessero qualcosa di più intimo ed esclusivo da condividere e…..lei dopo poche settimane  di separazione forzata….passeggiava  per strada abbracciata felice ad un altro uomo. Maledizione! Sei un emerito idiota! Si disse.
 L’avrebbe  esclusa dalla propria vita immediatamente! Era impossibile ignorare il dolore sordo,  che gli provocava il solo pensiero di non  vederla più.
Fece per allontanarsi da quella casa, quando la porta venne aperta piano e una sorridente Julienne,  spalancò gli occhi sorpresa e felice di vederlo, ma subito dopo l’espressione sul viso di Tom la spiazzò.
- Ciao Tom!....... quando sei arrivato?.............Cosa ti è successo? – gli chiese cauta.
- E’ successo mia cara Jules, che ho aperto finalmente gli occhi, ti assicuro che sei riuscita  ad ingannarmi, mi fidavo di te, credevo veramente che potessimo  costruire qualcosa di importante insieme, ma evidentemente mi sbagliavo. – strinse i denti per mantenere la calma.
- Stai farneticando!! –  rimase a fissarlo, era assolutamente sbalordita.
-  Mi chiedo solo quale fosse il motivo per cui stavi vicino a me, visto che  appena hai potuto sei corsa tra le  braccia di un altro uomo! – indicò con un gesto della mano l’uomo che tranquillamente seduto sul divano  li osservava  con interesse.
- Se mi lasci spiegare…… - gli rispose basita.
- Non le voglio sentire le tue scuse!!! – le urlò contro infuriato.
- Scuse??! Non so di cosa tu stia parlando e da che ho aperto la  porta che non fai che strillare  senza motivo! – rispose alzando la voce.
- Ehm…scusate se vi interrompo….forse è meglio che continuate da soli. Jules vado a salutare Annie. –  disse sorridendo lo sconosciuto, mentre  passava accanto a Tom e si chiudeva lentamente  la porta alle spalle.
- Si grazie papà, a lui penso io…-  rispose rigida.
- P-Papà? – mormorò stupefatto mentre sbiancava in viso.
- Bravo genio, quel uomo è mio padre! E adesso spiegami per bene che diavolo ti eri messo in testa, per aggredirmi in quella maniera e prega di essere convincente!! –
L’espressione assolutamente scioccata di Tom, l’avrebbe trovata quasi comica, se non avesse deciso che meritava una bella ramanzina per come si era comportato. Mentre entrava in casa, Jules ebbe l’occasione di osservarlo meglio, era pallido e le sembrava anche dimagrito, ma non doveva farsi prendere dall’ansia per la sua salute. Dovevano chiarirsi e subito.
-  Hai perso la voce? Bene, inizio io!  Presumo che tu sia passato in paese  e che  avendomi  vista con mio padre mentre passeggiavamo,  il tuo cervello malato abbia  fatto subito uno più uno. Ogni sera ti tedio con le mie chiamate che durano ore, ti ho raccontato nel dettaglio, ogni dannata cosa che io abbia fatto durante la tua assenza e appena torni, cosa fai?? Mi urli contro, dandomi torto a prescindere??!! Questa è la fiducia che mi merito? – gridò
Mentre Jules sfogava la sua rabbia su di lui, Tom sentì che  l’angoscia che lo aveva soffocato fino a quel momento lo abbandonava, la guardò in silenzio, aveva gli occhi lucidi ed il viso arrossato, non gli era mai  sembrata più bella,  conscio di meritarsi le sue urla,  decise di sopportare la sua sfuriata e di scusarsi appena si fosse calmata, trovare le parole adatte per convincerla a perdonarlo sarebbe stato molto difficile.
-  Mi sono sforzata di farti capire quanto  abbia sofferto a causa di quella storia disastrosa e con quanta speranza e fiducia mi sia avvicinata a te.  E tu mi vedi da lontano con un altro uomo e non mi fermi per salutarmi e chiedere spiegazioni!!!?? – continuò imperterrita  puntandogli un dito sul petto.
-  Non so quali donne tu abbia frequentato fino ora, ma per quanto mi riguarda trovo sia assolutamente necessario seguire e pretendere  una cerca etica di comportamento in una relazione, se sto con te…..non vado a letto con il primo uomo che incontro…..mi sono spiegata?!!!! – concluse  gridando con quanta voce aveva in corpo.
- Hai ragione, non ho avuto fiducia e non ho altre scusanti tranne una……mi sono innamorato di te……la gelosia mi ha accecato… - lasciò che le sue parole la raggiungessero  attraverso lo scudo di rabbia e dolore dietro cui si era nascosta.
- Se non fossi stata importante per me…..dopo averti vista con un altro, non mi sarei posto domande complicate, avrei girato la macchina e non ti avrei rivista più. Ma…. non potevo sopportare l’idea che ci fosse qualcun altro, al posto mio vicino a te…..non potevo andare via senza….guardarti negli occhi e così….. essere sicuro che…… - la donna  non lo lasciò finire e si buttò tra le sue braccia.
In  quel bacio Jules sentì la paura e  l’angoscia provati  da quel uomo complicato, che con uno sguardo le faceva perdere la testa. Con impazienza gli sfilò il soprabito lanciandolo su una poltrona, stessa sorte ebbe  la sua  giacca e finirono sul divano avvinghiati,  le carezze e i baci sostituirono le parole che,  in quel momento, non erano importanti.
Davanti alla finestra si soffermarono brevemente  due ombre che passeggiavano sotto la pioggia. Annie diede un’occhiata veloce dentro  casa e sorrise.
- William, i ragazzi stanno provando una scena. Ti invito a cena da me, così li lasciamo lavorare in santa pace, che ne dici? – gli disse allegra.
- Penso  che questa sia un’ottima idea Annie, accetto volentieri!  Ti sembra il caso di avvertirli? – le chiese ironico.
- Sono giovani Will, non sentirebbero neanche il campanello adesso, e poi gli avevo promesso che non li avrei disturbati il giorno in cui mi fossi accorta che facevano sul serio! – rispose ridendo piano.

 Tom la prese in braccio e correndo per le scale, entrò nella camera di Jules e la depose sul letto con delicatezza e si stese vicino a lei iniziando a baciarla con foga.  Con una mossa degna di una karateka lo costrinse a stendersi supino e cominciò a sbottonargli  la camicia, lasciando una scia di umidi baci sulla sua pelle. Fu in quel momento che si accorse che Tom era bollente, alzò lo sguardo  e notò le occhiaie e il pallore del viso, segno di una grande stanchezza a cui si erano aggiunte delle chiazze rosse proprio sotto gli occhi.
- Tom, hai la febbre! Ma perché non mi hai detto che stavi male? – lo rimproverò.
- Adesso non è importante, ti voglio, non posso aspettare ancora perché…….ectiùùù!! –
Prontamente Jules si attivò in modalità infermiera e in breve tempo, aveva recuperato il bagaglio di Tom in macchina, lo aveva obbligato a fare una doccia bollente mentre lei gli preparava il letto con un piumone caldo e morbido.
 Non aveva ascoltato le sue proteste e aveva  chiamato  un medico di sua conoscenza, perché lo visitasse. Mentre il dottore era in camera con Tom, Jules  avvertì  suo padre ed Annie ed infine chiamò anche Luke.

- Ciao Luke, sono Julienne.  Come stai? –
- Ciao Jules, sono contento di sentirti, è arrivato Tom da te? Ho provato a chiamarlo ma non mi risponde. – rispose allegro.
- Ti chiamo proprio a proposito di Tom, quando è arrivato qui da me, non stava molto bene. Gli è venuta la febbre e adesso un medico di mia fiducia lo sta visitando, vorrei sapere se è allergico a qualcosa, tu lo conosci meglio di tutti. – aveva realizzato in quel momento quanto poco sapessero l’uno dell’altro.
- Lo sapevo che prima o poi sarebbe crollato! Ha lavorato molto duramente negli States,  per riuscire a liberarsi da tutti gli impegni,  il più in fretta possibile . Ha preso una ventina di aerei in queste settimane…..aveva fretta di tornare a casa…..-
- Se hai bisogno di aiuto, posso raggiungervi anche subito. – si offrì Luke.
- No, non è necessario, grazie. Tom , qui da me, avrà ogni cura necessaria e quando starà meglio, un po’ di vita di campagna gli farà bene. Ti chiedo solo il favore di avvertire la sua famiglia, rassicura tutti, che mi assicurerò personalmente, che prenda tutte le medicine che il medico gli prescriverà, ma vorrei comunque che ti informassi su sue eventuali allergie. Aspetto una tua chiamata. Ciao e grazie. –
Luke scosse la testa sorridendo, immaginando Tom con il raffreddore e Jules che gli rimboccava le coperte, era proprio un grande attore. Forse avrebbe dovuto far presente a Jules che la volontà ferrea di Tom non gli aveva consentito, in  passato,  di mancare ad nessun impegno lavorativo nonostante avesse  la  febbre a 40°. Ma chi era lui per impedire a Tom di godere delle amorose cure che Jules non vedeva l’ora di offrirgli? Ah….questi innamorati!
Il dottore sorridendo la rassicurò sulla salute di Tom,  che si era ormai addormentato come un bimbo  da una mezz’ora,  lo avevano indebolito un mix di  stanchezza per il troppo lavoro e un po’ di stress accumulato nel tempo. Gli prescrisse alcuni medicinali e le raccomandò solo di farlo mangiare e bere regolarmente e le fissò una seconda visita per la settimana successiva.
Nel pomeriggio arrivarono anche Annie con un’enorme pentola del suo ottimo passato di verdure e carne e suo padre che era andato in farmacia a prendere le medicine per il suo ospite.
- Adesso che siamo più tranquilli e il tuo amico riposa mi vuoi raccontare qualcosa di lui? – suo padre la conosceva bene e raramente l’aveva vista in ansia per qualcuno che non fosse molto importante per lei.
- Ecco…..io e Tom….eravamo compagni di classe all’Accademia, sicuramente non ti ricorderai di lui ma…. – rispose esitante.
- Sua figlia mi chiamava  “lo scimmioneragliante”! . – finì una voce roca dietro di lei. Tom in pigiama e pantofole  avvolto dal piumone da capo a piedi, tese imbarazzato la mano al padre di Jules.
- Tom Hiddleston, le chiedo scusa per la scenata a cui ha assistito questa mattina, Sig. Bennett.  –
- Tom! Cosa fai in piedi? Il medico ha detto che devi stare a letto e riposarti, hai ancora la febbre alta! – esclamò Jules facendolo sedere sul divano.
- Tranquillo Tom, conosco mia figlia ed ero sicuro che ti avrebbe chiarito in breve. Ehm…..l’equivoco di cui eri vittima. – lo rassicurò l’uomo con simpatia stringendogli la mano.
- Ciao Tom come ti senti? – gli chiese Annie arrivando dalla cucina con un vassoio di tea e Cookies  al cioccolato.
- Ciao Annie, un po’ debole, ma sto molto meglio, grazie. – le sorrise prendendo un biscotto dal vassoio che Annie gli porgeva.
- Annie non lo viziare, deve bere spremute e mangiare sano per rimettersi in forma. – sogghignò Jules guardando Tom addentare soddisfatto il biscotto preferito.
 In quel momento iniziò a  squillare il cellulare di Tom e Jules glielo porse in silenzio. Guardando il numero che lo chiamava fu attraversato da un brivido, è mia madre, mimò con le labbra a Jules che lo guardava incuriosita. Tenendosi con una mano la testa, che gli pulsava dolorosamente, si decise a rispondere.
- Ciao mamma, stai tranquilla, sto meglio. No, non è necessario che tu venga qui, Julienne si prende cura di me e ti farà piacere sapere che parla di propinarmi spremute e cibo sano. –
Jules sentendo quelle parole  gli fece una smorfia e rimase alquanto sorpresa quando, poco dopo, Tom le passò il telefono, sconsolato.
- Vuole parlare con te….. –
La madre di Tom  era una donna simpatica e ignorando lo sguardo terrorizzato e  i grandi  gesti di diniego  dell’attore, dopo poche parole Jules la invitò a casa sua per il weekend per stare vicino al figlio, la signora la ringraziò così a lungo che Jules la salutò un po’ imbarazzata.
- Brava! Perfetto!! Adesso ti sei messa nei guai!! Mia madre ti esaminerà senza pietà, quale candidata al ruolo  di nuora!!.....E se le piaci……non mi darà tregua!!  – esclamò irritato.
William e Annie rimasero a bocca aperta a  fissarlo, mentre Tom arrossendo vistosamente spiegava con una vocina sottile.
- Vedete, mia madre….ehm…..vuole che trovi una brava mogliettina e in  questo non ci sarebbe nulla di male……se non volesse sceglierla insieme… a me!  Mi sta con il fiato sul collo per quanto riguarda questo argomento! L’ambiente in cui lavoro e frequento è meraviglioso, ma non per trovare una donna da sposare…..sono le parole di mia madre! - colse lo sguardo comprensivo del Sig. Bennett  che annuiva di nascosto.
Annie invece scoppiò a ridere insieme a Jules – E dai Tom, sei un uomo adulto! Comunque questa è una visita di cortesia e sei tra amici….ehm…. – fissò per un attimo Julienne che capì al volo la situazione.
- Effettivamente ho invitato Tom, qui da me, per una vacanza e che poi sfortunatamente si è ammalato….fino a qui tutto normale no? – disse guardando Tom.
- Mia madre non è un’ingenua, basterà far caso a come ti guardo e….. –
- Scusate ma dovrei sapere qualcosa di cui ancora non sono stato informato? – chiese questa volta il Sig. Bennett curioso.
- Ecco….papà….non ho ancora avuto tempo di parlarti…..è avvenuto tutto così all’improvviso e…- tre paia di occhi la fissarono mentre aspettavano con ansia che continuasse a parlare.
- Ehi ragazzi datemi tregua!!  - esclamò Jules a disagio.


 

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Capitolo 8
*** Mrs. Hiddleston. ***


- Vorrei parlare ad ognuno di voi…..ma separatamente! Chiaro? –
Tutti e tre annuirono insieme e solo l’arrivo allegro di Faster mise fine all’imbarazzo generale. Tese una mano al suo ospite.
- Vieni Tom ti accompagno di sopra, perché  sei sceso? Avevi bisogno di qualcosa? – gli chiese.
- Avevo bisogno di te…. – le sussurrò nell’orecchio.
- Avanti a letto! Tra poco ti porto la cena e la medicina. – lo sospinse dolcemente sorridendo, era proprio vero che gli uomini, tornavano bimbi, quando erano malati.
Dopo aver mangiato, Tom la invitò sul letto vicino a lui e Jules si sistemò sopra le coperte appoggiando la testa sul suo petto.
- Non era così, che immaginavo la mia prima notte a casa tua. – le disse piano Tom accarezzandola. Jules rise sommessamente e alzò il viso per guardarlo negli occhi.
- Questo ti insegna a fare più attenzione, quando mi dici una bugia sulla data del tuo arrivo.  Avevo organizzato tutto,  per accoglierti nel migliore dei modi.  Ho invitato mio padre questa settimana, per poter essere libera per quando, finalmente, fossi ritornato. –
- Ehm….esattamente cosa avevi organizzato per il mio ritorno? – le chiese con voce roca sfiorandole le labbra.
- Ti avrei rapito e rinchiuso qui in casa con me….e avevo pensato ad una cena a lume di candela e di indossare uno degli acquisti,  piuttosto interessanti, che avevo fatto ultimamente  in un negozio di lingerie… avrei voluto sottoporli….ehm…. al tuo giudizio…- prese l’iniziativa e lo baciò lentamente mentre Tom l’avvolgeva tra le braccia.
DRIIIIIINNNNN……………
- Ma in questa casa, non si riesce a stare tranquilli! Hai fatto caso che, ogni volta che sei vicino a me, veniamo interrotti??! – sbottò Tom irritato.

Il campanello della porta d’ingresso?? Si sorprese Jules.  Erano solo le dieci di sera, ed avendo salutato da poco Annie, non riusciva ad immaginare chi volesse farle visita a quell’ora…..un sospetto improvviso la spinse a cercare una conferma nello sguardo di Tom, che in quel momento, guidato da un’impellente urgenza,  cercava disperatamente di aprire la serie di messaggi ricevuti nel pomeriggio sul cellulare a cui non si era dato pena di dare neanche un’occhiata.
Dopo aver controllato  tutta la lista dei messaggi, i suoi occhi rimasero  insolitamente immobili per un paio di minuti.  Jules iniziava seriamente a pensare che avesse ricevuto una brutta notizia tanto era sconvolta la sua espressione,  quando finalmente la guardò  aprì la bocca per parlare senza riuscire ad articolare neanche una sillaba.
- Tom, ma cosa succede? Brutte notizie? Dì qualcosa, per favore! –
- Jules ti spiace venire di sotto? Abbiamo un’ospite. – la chiamò sul padre.
Tom la fermò con una mano – Non andare, ti prego. Stai qui con me. –  .
- Non ti preoccupare, arrivo subito. – gli rispose accarezzandogli il viso.
Scese con calma le scale e si bloccò sull’ultimo gradino,  incredula,  riconoscendo la donna bruna fasciata in un vestito di seta che in quel momento parlava sorridente con suo padre.
- Julienne……questa signora dice di essere……la moglie di Tom….vorrebbe vederlo… - mormorò chiaramente a disagio.
- Julienne, chèrie!! Quanto tempo è passato!! Sei sempre…uguale! Ma come stai? – avvicinandosi per abbracciarla.
- Renèe ……..Tom non  mi ha avvisato del tuo arrivo…. – rispose rigidamente, riproponendosi di fargliela pagare cara al suo ospite, quando ne avesse avuto la possibilità.  Non le aveva  mai detto che, ancora, frequentava la sua “ex” moglie.
Renèe aveva convinto, ai tempi dell’Accademia, con metodi di dubbio gusto, a farsi sposare “solo sulla carta”, da un ingenuo Tom  all’epoca appena ventenne, per ottenere la cittadinanza inglese, essendo lei a Londra per motivi di studio con un permesso temporaneo. La sentenza di divorzio su emessa esattamente un anno dopo  e Renèe dopo aver ottenuto ciò che voleva, scaricò il caro maritino.
- Oh ma il “mio” povero tesoro malato, non lo sapeva che sarei corsa da lui, quando ho saputo da Emma, che stava male, ho deciso immediatamente di raggiungerlo, spero di non arrecarvi troppo disturbo…… -
L’espressione falsamente innocente di Renèe, irritò profondamente Julienne, forse, molto di più di essersi trovata davanti la ex moglie dell’uomo che stava baciando fino a cinque minuti prima.
Ripensandoci, Tom “meritava” di rivedere la sua ex moglie, il sorriso ironicamente malevolo che fiorì sul volto di Jules non prometteva nulla di buono, ma Renèe  non se ne accorse, occupata com’era a parlare da sola.
- Vieni con me, il malato è di sopra. – l’invitò.
Il Sig. Bennett seguì, con uno sguardo preoccupato, le due donne.  Tom gli era simpatico, ma non aveva idea in che guaio si era cacciato questa volta.

- Tom, hai una visita……- disse Jules aprendo la porta.
Dei terribili colpi di tosse e starnuti giunsero dalla penombra in cui s’intravvedeva il malato completamente sepolto sotto le coperte. Decine di fazzoletti stropicciati tappezzavano il pavimento e Jules stupita di trovare la stanza in quelle condizioni, colse l’occhiata nauseata di Renèe prima di avvicinarsi al letto per controllare l’uomo tremante.  Era appena caldo, ma il suo viso era stranamente sudato, di nuovo Tom simulò un attacco di tosse violenta e Jules cogliendo, finalmente, il senso di quella messinscena, lo sostenne premurosa.
- Forse è meglio che vada a chiamare il medico, sai ieri notte non ha smesso un attimo di tossire. Vado a procurarti degli asciugamani, dovrai aiutarlo a cambiarsi è totalmente  bagnato dal sudore.  Sono contenta che sia arrivata anche tu, sono sicura che Tom con te sarà più tranquillo. – le disse assumendo un’espressione sollevata.
-  Non pensavo che fosse ridotto così, non pensi che sia contagioso, vero? Mi sto sottoponendo a delle cure perché ho le difese immunitarie basse, non penso di poterlo accudire tutta la notte, senza risentirne io stessa. – replicò indietreggiando verso la porta, sembrava quasi che avesse paura che Jules la rinchiudesse nella stanza con il malato,  per forza.
- Mi spiace, ma sei sua moglie, non ti dà noia che un’altra donna si prenda cura di tuo marito? – lei personalmente non lo avrebbe tollerato.
- Assolutamente no! A dir la verità, io  e Tom siamo divorziati da quasi dieci anni e ci vediamo molto raramente,  però sono in contatto con le sue sorelle . -
Jules,  dopo aver “ regalato” un dolorosissimo pizzicotto al malato, mentre gli sistemava le coperte, si raddrizzò e  fece capire alla donna  di seguirla con un cenno della mano.
- Pensavo,  da come ti sei precipitata qui, che  fossi  in pena per lui. – iniziava a ricordarsi il perché non riuscisse a sopportare quell’idiota  a scuola.
- Oh ma lo sono …..davvero.  La verità è che sono veramente “provata” anche io, sai? Sono appena uscita da una relazione terribile che si trascinava ormai da parecchio e avevo bisogno di cambiare aria …….- sospirò tristemente.
- E hai  pensato che  fare una bella rimpatriata con Tom sarebbe stato divertente, vero?- ormai Jules aveva perso la pazienza e velocemente scese le scale per condurla nell’ingresso.
- Beh …Tom è un bel uomo e fisicamente siamo sempre andati molto d’accordo…- continuò a parlare lisciandosi delle pieghe immaginarie sul vestito…o voleva farle notare le sue curve??  Pensò tra sé Julienne.
- In realtà ero anche molto curiosa di sapere in che modo lo avevi attirato qui da te….Se hai intenzione di incastrarlo, vorrei saperlo….Non avrei mai detto che proprio tu fossi il suo tipo… - fece una pausa e la sfidò a contraddirla con lo sguardo.
- Se non ricordo male..non vi amavate molto a scuola. Anzi ..ricordo che proprio non ti sopportava! – concluse perfida, ridendo.
Julienne si mise di fronte a Renèe e la fissò dritto negli occhi e cercò di parlare scandendo bene le parole, in modo che anche una mente limitata come la sua capisse bene ciò che le stava dicendo.
- L’unica ragione per cui Tom di ha sposata, nell’età in cui è difficile gestire i propri ormoni, è perché l’hai convinto con qualche scopata, a farsi usare da te per non essere rimpatriata in Francia e solo per questo avresti dovuto  essere denunciata. Con il senno di poi, molto lentamente, lo ammetto, si è reso conto che la sua più grande fortuna è stata quella di divorziare da te…..- facendo un passo verso di lei e alzando leggermente il tono della voce continuò ad inferire.
- E per finire, ciò che io e Tom eravamo, siamo e mai saremo non ti riguarda in nessun caso e ti avverto che se vai ancora in giro, facendoti chiamare Mrs. Hiddleston, mi assicurerò personalmente di farti recapitare una diffida che ti vieti di usare il suo nome, sono stata chiara? –
Renèe indispettita si rivolse al Sig. Bennett che aveva assistito silenzioso a quello scambio di battute.
- Lei mi è testimone, questa donna mi ha minacciata e vuole diffamarmi!!- dichiarò petulante.
- Vede Signora, se lei mi chiamasse a testimoniare, io dovrei dire la verità e cioè che lei difatti, si è presentata dicendo di essere la moglie di Tom, quando la sentenza del divorzio è stata emessa già da parecchi anni e si potrebbe addirittura arguire che lei, sfruttando la  fama da lui raggiunta nel  suo lavoro, usi il suo nome per tornaconto personale, e questa potremmo chiamarla truffa……ma sicuramente non è il suo caso…non è vero? – le chiese sorridendo tranquillo.
- No di certo!! Ma non finisce qui! Ti conviene  cercarti un bravo avvocato, chèrie! – disse minacciosa, guardando Jules infuriata.
- Ce l’hai davanti il mio avvocato e ti posso assicurare che è molto in gamba!! E adesso fuori da casa mia! –
Con grande soddisfazione le chiuse la porta in faccia ricambiando lo sguardo divertito di suo padre.
- E’ stata una visita breve, non è vero?!- esclamò scoppiando a ridere.

 

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Capitolo 9
*** Profondo come un oceano. ***


Il sig. Bennett prese sua figlia per mano e la fece sedere sul divano vicino a lui, la guardò attentamente aspettando che trovasse le parole giuste per raccontargli di Tom.
-  Dedicami un po’ di tempo e parlami del tuo amico. –
- Adesso? Dai papà è tardi e sono stanca, devi ammettere che è stata una giornata faticosa! Buona not….- suo padre l’interruppe.
- Julienne….sto aspettando. - Jules ricambiò il suo sguardo incerta e si decise a parlare.
- Tom è  una persona particolare…..è intelligente, sensibile, spiritoso e…mi piace che voglia ottenere quanto più possibile dalla vita, nel contempo è generoso con tutti, potrei azzardarmi a paragonarlo ad uno oceano…..i cui abissi più oscuri sono celati gelosamente…..dolori…delusioni…paure,   penso addirittura che ci sia davvero un po’ di Loki in lui ….- rise leggermente.
- Loki? E cosa sarebbe  questo Loki? – chiese suo padre sgomento.
- E’ il dio degli inganni…… forse è meglio che te lo spiego un’altra volta. – scherzò.
- Quando sono con lui, sto bene, sono sempre al centro delle sue attenzioni e mi parla in continuazione di qualsiasi cosa…è logorroico….ma simpatico.- sorrise.
- Sei innamorata di lui? –  le chiese suo padre e Jules sospirò.
- Se voglio stare vicino a lui anche quando è malato, sudato, raffreddato….arrabbiato…. e quando ride…..ha una magnifica risata sai? Quando è pensieroso poi….è spettacolare, i suoi pensieri non modificano la sua espressione, il suo viso è immobile……ma…. i suoi occhi….cambiano colore, profondità….. c’è un mondo immenso là dentro  …..…anche quando resta in silenzio è interessante, dimmelo tu papà… vuol dire che…..lo amo?.........lo amo…… - ormai Jules era persa nei meandri delle sue elucubrazioni  che le fluttuavano davanti agli occhi attorcigliandosi in luminose spirali.  Le sue frasi potevano sembrare poco coerenti l’una con l’altra, ma nel luogo in cui si era rifugiata anche ciò che non era coerente …aveva un senso.
-  Da come ne parli, mi fai intendere  che hai usato  il tuo tempo libero per osservarlo bene. Ti sei chiesta il perché? – il sig. Bennett sorrise emozionato.
Dopo la morte di sua madre,  Jules si era rinchiusa in sé stessa,   non mostrava mai a nessuno il suo “io” più intimo, non voleva mostrarsi fragile e  indifesa. Ma gli era chiaro ormai che Tom era riuscito a superare le sue difese e che forse, finalmente, sua figlia aveva trovato ciò che cercava.
Jules non gli rispose, si rese conto che per la prima volta esprimeva  a voce alta, ciò che sentiva   realmente per Tom  e per il solo fatto, che incredibilmente,  fosse riuscita a raccontarli a suo padre,  i suoi sentimenti le  sembravano  più veri, forse non aveva più paura di nascondersi……non doveva più combattere per non farsi coinvolgere…era già deliziosamente coinvolta.
 Guardò suo padre  dritto negli occhi, era sempre stata sincera con lui.
- Non abbiamo ancora fatto l’amore….....non gli ho ancora detto …..-
-  Jules……. Dimmelo adesso….-   disse una voce dolce  dietro le sue spalle.
Tom era seduto sui gradini della scala con una coperta addosso, aveva gli occhi lucidi nascosti dietro gli occhiali e le sorrideva tenero, sembrava un piccolo gufetto arruffato. 
Jules gli  si avvicinò  piano e s’inginocchiò davanti a lui, rimasero per un tempo indefinito a scrutarsi, non si sarebbe dimenticata facilmente del caldo bagliore che illuminava i  suoi occhi.
- Non sono sicura…di non essere arrabbiata con te…..in questo momento non ricordo il motivo per cui dovrei esserlo…….ma prima o poi mi tornerà  in mente…..e allora saranno guai….. – sentì suo padre lasciare la stanza e chiudersi la porta dietro le spalle.
- Dimmelo Jules. – era un ordine
- Io…… vorrei….. -  deglutì con fatica. 
- Vorrei…amarti…. – alzò una mano per accarezzargli il viso e Tom scostò la coperta, l’accolse nel caldo bozzolo per  stringerla  a sé .
- Grazie… per le parole che hai detto. – la baciò leggermente.
- Dimmi che non hai sentito tutto…..tutto!!!.... –  gli chiese aggrappandosi al suo pigiama arrossendo all’istante.
– ….. Se voglio averti vicina….anche quando……sei arrabbiata….delusa, ubriaca… isterica….…quando sei triste…..euforica……vuol dire che ….. –  le sussurrò  le  parole che aveva pronunciato poco prima.
- Oh no!!!….….. – gemette.
- Hai la febbre di nuovo…..- gli disse nascondendosi sotto il suo mento. 
- Sei una fifona… ma aspetterò che tu abbia il coraggio di guardarmi negli occhi e di  dirle a me quelle parole stupende. Stai con me questa notte…ti prego. – le sussurrò con voce roca.
- Ti ricordo che c’è mio padre in casa, e poi stai male….e poi…..Ectiuuuu!!! –
Ecco cosa si guadagna a fare la buona samaritana!! Pensò  irritata Jules  nel suo letto, tremante dalla febbre. Aveva passato tutta la notte a starnutire e tossire e il medico che suo padre aveva chiamato per lei questa volta, ripeté  la diagnosi che aveva pronosticato per Tom.
- Guesta me la baghi cara!! – borbottò minacciosa guardando Tom che sorrideva .
- Jules stai tranquilla, non ti fa bene agitarti, hai la febbre alta. Non è colpa mia, se i miei batteri ti trovano simpatica! – le rispose tranquillo, .
- Barli bede du!! Be li hai dadi dutti a be!! E……abesso stai bede!! Berchè sei qui a ribermi in faccia??–  lo aggredì irritata, durante la notte sembrava che il raffreddore  di Tom fosse completamente sparito.
- E che sei buffa……ma carina….hai gli occhi gonfi e arrossati, sei pallida,  ma hai delle graziose chiazze rosse sulle guance che fanno pendant con quelle che hai sul naso….e …..-
Con un movimento fulmineo afferrò  la bottiglia dello sciroppo che Jules gli aveva scagliato contro e poi   scoppiò a ridere.
-   Julienne smettila!  Va bene, sto zitto. Vuoi un po’ d’acqua? – gli chiese premuroso.
- Boglio che lassi la bia sdanza subido!! – gli ordinò perentoria e si coprì con le coperte offesa.
Tom uscì dalla stanza e andò in cucina, dove il sig. Bennett preparava qualcosa da mangiare.
- Come va la malata? – gli chiese girandosi appena, mentre controllava le pentole.
- E’ di cattivo umore Will, mi ha tirato addosso la bottiglia dello sciroppo! – scherzò Tom.
- Davvero?  Per caso le hai elencato il numero delle chiazze che ha in faccia? – rise scuotendo la testa divertito.
Mentre Jules dormiva, Tom e suo padre avevano parlato a lungo e avevano scoperto di avere  delle conoscenze e degli interessi in comune. Con molto tatto Will aveva sottoposto Tom ad  un “piccolo interrogatorio”  per sondare quali fossero i suoi sentimenti per sua figlia e l’attore di buon grado aveva risposto senza remore.
- Non voglio farle del male, Will. L’ambiente in cui lavoriamo è un mondo meravigliosamente fatuo e abbagliante. E’ difficile avere  una persona accanto,  che capisca i ritmi e i sacrifici che ogni attore deve affrontare, gli orari, i viaggi. All’improvviso, sei famoso e la tua vita non è più solo tua,  non fraintendermi, amo ciò che faccio e ho lavorato duro per ottenerlo.  Ma quando si spengono le luci, ritorno ad essere solo un uomo, con le paure e debolezze di tutti,  che ha bisogno di una compagna  accanto a sé  che lo aiuti a non perdere la presa sulla realtà e Jules è una persona vera. Ti voglio ripetere le stesse parole che ho detto a lei, non le sto chiedendo di sposarmi, ma vorrei  avere  il tempo necessario per  comprendere se siamo giusti uno per l’altra, mi capisci? – concluse serio.
- Si capisco e ti ringrazio,  sei stato sincero. Vi auguro che conoscendovi, decidiate di costruire un rapporto duraturo. –  rispose Will soddisfatto.

Mrs. Hiddleston era stata avvisata delle condizioni di Jules e d’accordo con il figlio aveva rimandato la sua visita. Tom aveva passato praticamente tutto il pomeriggio  al  telefono, in pochi giorni si erano accumulati una quantità impressionante di impegni per uno che doveva essere in vacanza.
- Ciao malata, come stai? – chiese allegro Tom sbirciando dentro la stanza di Jules.
- Ciao sto meglio, grazie. Vieni non mordo!  La febbre ha lasciato il posto ad un mal di testa martellante, ma il peggio sembra essere passato. Novità?  – rispose sospirando la donna.
- Qualcuna, devo essere a Londra domani. Luke mi ha fissato delle interviste e delle visite a cui non posso mancare. – rispose sedendosi vicino al letto.
- Perfetto! Non dovevi essere in vacanza? – brontolò imbronciata.
- Cercherò di tornare per il weekend e se stai bene dovrò portarmi dietro mia madre, ho faticato parecchio a rimandare la sua visita, quando ha saputo che stavi male anche tu, voleva partire subito per rendersi utile. Le sei simpatica e avete parlato solo dieci minuti. –
Se non fosse stato per il mal di testa, Julienne sarebbe scoppiata a ridere, era divertente pensare che  un uomo grande e grosso come Tom  avesse  un timore reverenziale per la madre.
- Secondo me stai esagerando,  con questa storia che tua madre ti vuole  vedere sposato per forza, sono sicura che preferirebbe saperti scapolo che divorziato! -
- Il divorzio non è contemplato nel vocabolario di mia madre per quanto mi riguarda, comunque hai ragione. Una volta dovresti parlare a Chris e chiedergli della sua dolce mammina, ti racconterà degli episodi molto interessanti. – sogghignò
- L’hai sentito recentemente? – gli chiese curiosa.
- Verranno a Londra per la première del  film all’inizio del mese prossimo, anche se ormai sua moglie è quasi prossima al parto, non lo vuole lasciare venire da solo! –
- Beh, la capisco. Lasciare tuo marito in pasto a delle fans scatenate non è un pensiero piacevole. Poi ci sono le bellissime attrici, senza scrupoli, che appena vedono un bel ragazzo tirano “fuori” il meglio di sé stesse! – disse osservandolo bene,  tenendosi con una mano la fronte.
- Ehm……a cosa stai pensando esattamente? Non mi piace il tuo sguardo scrutatore! – rise Tom davanti alla sua espressione sospettosa.
- Tu con chi ci vai alla première? – gli chiese serafica.
- Quest’anno per la prima volta, dopo tanto tempo, avrò una bellissima donna al fianco. Finalmente potrò partecipare  al party che seguirà, senza essere inseguito anzi braccato da tutte le donne presenti! – le rispose con sufficienza  guardandosi le unghie della mano.
- Poverino! Quando ti ho rivisto la prima volta, non mi sembrava che tu fossi tanto indaffarato a schivare le avances delle donne presenti! Anzi eri da solo nel gruppo degli uomini  single…….vi stavate consolando a vicenda? - commentò ironica.
- Ehi!! Era un momento di calma! – ribatté quasi offeso.
- Quindi? – lo rimbeccò Jules mettendosi seduta, aspettando che continuasse.
- E va bene…..vuoi farmi l’onore di accompagnarmi e stare con me tutta la sera…….e magari anche tutta la notte? – le chiese mostrando tutti i suoi trentadue denti.
Julienne gli sorrise – Vedremo….. lo sai vero? Che cosa leggerai su tutti i giornali il giorno dopo ….. –
- Mhmmmmm…..Il Dio degli Inganni e Sigyn….sarà vero amore?- rispose Tom con voce stentorea.
- Oppure………..Sigyn ha incastrato Loki?......senti questo…….. E se ti bacio davanti a tutti e così  la facciamo finita  di nasconderci? -  la fissò tenero.
- Sicuramente faresti un favore ai produttori! Ma sei sicuro di voler rinunciare a tutte le tue donne? Pensaci bene, finora,  quando una donna ti piaceva eri libero di provarci…- continuò a guardarlo attentamente.
- Non  ci provare! Non ti tirerai indietro adesso, che ho deciso di dirlo a tutti! – esclamò convinto.
- Quando torni da Londra, dobbiamo parlare seriamente..-
- Puoi iniziare ora a parlare non ho niente da fare! – cominciava ad irritarsi e non lo nascondeva.
- Come vuoi………. – si alzò dal letto lentamente, cercando di resistere  alle vertigini, con pochi passi raggiunse Tom e si sedette sulle sue ginocchia.
- Voglio fare l’amore  con te… sentire la tua pelle sulla mia e voglio sentirti gemere quando ti tocco….voglio imparare ad  amarti e voglio essere amata in tutti i modi che riuscirai a trovare……ma non voglio e non posso dividerti con nessuno….- gli sfiorò le labbra mordendole leggermente.
- Wow………amarti in tutti i modi che troverò? …è veramente interessante come premessa…- scherzò debolmente Tom.
Jules sorridendo gli sfilò la t-shirt  e con calma prese a  sfiorargli il petto e le spalle, poi con voluttà tuffò le dita tra i suoi capelli e lo tirò verso di sé.
- Ehm…Jules c’è tuo padre di sotto e tu ….hai la febbre…..e io non ho più un briciolo di autocontrollo da utilizzare con te…..ti prego smetti subito. – le disse deglutendo con fatica.
- Ti ho mai detto che parli troppo? Sta zitto e baciami! -  gli  disse aprendo le labbra per accogliere quelle dell’uomo.
Smettendo di farsi guidare dalla ragione,  la sollevò tra le braccia e spinse sul letto e con impazienza si liberarono dei vestiti, Tom la baciò e accarezzò a lungo prima di coprirla con il suo corpo e   Jules lo accolse in sé con un   gemito di soddisfazione.  Le profonde spinte a cui andava incontro senza respiro,  la portarono in un’altra dimensione di puro piacere dove  poco dopo anche l’uomo la raggiunse.
Ancora strettamente allacciati si guardarono,  non avevano bisogno di parole, ripresero a baciarsi per non smarrire quel senso di appartenenza che avevano aggiunto amandosi.
Solo il rumore di passi che salivano le scale  li costrinse a separarsi velocemente e Tom raccogliendo tutti i loro vestiti sparsi in giro spinse Jules dentro il bagno.
- Tom i tuoi boxer!!! Sbrigati!! – le sussurrò sottovoce  Jules.
Con un balzo disperato raccolse anche l’ultimo indumento e si precipitò in bagno chiudendo la porta a chiave, Jules nel frattempo aveva aperto il getto della doccia. Rimasero immobili respirando appena, quando sentirono Will bussare alla porta.
- Jules…come stai? – perplesso si guardò intorno finché non riconobbe lo scroscio dell’acqua della doccia.
- Jules stai bene? – chiese di nuovo bussando alla porta del bagno questa volta. Non ricevendo risposta si decise  a scendere in cucina, le avrebbe portato il tea più tardi si ripromise.
Con un sospiro di sollievo Tom si abbandonò contro il muro. – Non mi sono fatto mai beccare da ragazzo in situazioni simili …e alla mia età  sarebbe veramente ridicolo! – le disse sottovoce sorridendole.
Jules lo raggiunse e si abbandonò contro di lui che strinse  tra le braccia, alzò il viso per incontrare il suo sguardo  - Vieni amore, l’acqua è calda….- gli disse prendendogli la mano.
Con le mani piene di sapone si permisero  il piacere di accarezzarsi  con calma, come avevano  sempre desiderato  e quando le carezze non bastarono più, si lasciarono cadere sul pavimento e si amarono  di nuovo.
Si rassegnarono  a rivestirsi ed a uscire dalla porta del bagno con circospezione,  non dovevano farsi sentire da Will. Jules ritornò sul suo letto e Tom dopo averle sfiorato le labbra con un bacio si accinse ad uscire dalla sua stanza in punta di piedi.
- Ah ma sei qui Tom?? Ti ho cercato dappertutto! – esclamò una voce dietro la porta.
Se nelle sue intenzioni  aveva deciso di sedersi sulla poltrona vicina al letto per darsi un contegno,  dopotutto erano vestiti e tutto sembrava “normale”, nel momento in cui vide il padre di Jules sobbalzò violentemente dallo spavento e si schiantò per terra avendo mancato di alcuni centimetri il mobile.
L’allegra risata di Jules lo irritò profondamente e mentre cercava di tirarsi su prometteva sottovoce terribili vendette. – Scusami, ma sei veramente ridicolo! “Alla tua età”….non riuscire a centrare una sedia è grave! – lo prese in giro ridendo con le lacrime agli occhi.
- Non volevo spaventarti, ti ho cercato per un po’ in casa ma non ti ho trovato. –
- Sono andato a fare una passeggiata e quando sono tornato non ci siamo incrociati probabilmente, sono andato in camera mia a fare una doccia e poi sono venuto a vedere come stava Jules. – gli snocciolò tutti i suoi spostamenti sperando di essere convincente.
- Avevi bisogno? – gli chiese sedendosi  con attenzione avvertendo un doloretto al fondoschiena.
- Annie ci ha invitato a cena, ma visto che Jules non sta ancora bene ed  è meglio che stia a casa al caldo, verrà qui a cucinare e a farci compagnia. – rispose posando il vassoio con il tea sul tavolino.
- NO!! Ehm…voglio dire. Papà vai tranquillo a cenare da Annie. Io e Tom restiamo a casa…..cucini tu vero? E poi la febbre mi è passata, mi sento meglio davvero! Ho fatto anche la doccia. – disse ridacchiando nervosamente Jules indicandosi i capelli ancora un po’ umidi.
- Si Will vai tranquillo, penserò io alla malata! – lo incitò sorridente.
Will li guardò stranamente per un attimo – Se proprio non vi dispiace rimanere da soli per tutta la sera, io ed Annie avevamo intenzione di andare a vedere uno spettacolo nel teatro nel paese vicino e potremmo  rimandare la cena ad un’altra sera. Potremmo tornare tardi……molto tardi. – mormorò ironico.
- Davvero? Che opera rappresentano? – chiese curioso Tom.
- Tom!! – il richiamo di Jules lo riportò alla realtà.
- Ahaa……si certo! Ehm….non ti preoccupare ce la caveremo! Le preparo la cena e poi le leggo un libro…che ne dici? – si rivolse a Jules con un espressione innocente.
- Va bene, vado ad avvisare Annie e prenoto i biglietti, ci vediamo dopo. -  li salutò uscendo dalla stanza.
- Non se l’è bevuta!  - disse convinto Tom.
- No, non è tonto. Cosa mi prepari di buono per cena? – gli chiese curiosa.
- Gulasch, mi auguro che ti piaccia…..è l’unica cosa che so cucinare!! -  rispose ridendo.
 

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Capitolo 10
*** Panico! ***


- Fai tanti auguri a Chris e Elsa da parte mia. Non vedo l’ora di vedere la bambina! E’ andato tutto bene? E Chris come si comporta da papà? – esclamò entusiasta.
- E’ quasi svenuto quando l’ha vista la prima volta, ma adesso è innamorato pazzamente di sua figlia, l’hanno chiamata India Rose, è bellissima! Chris è rimasto davanti al vetro della nursery a piangere dalla felicità gran parte della sera! Elsa è un po’ stanca ma felicissima! – le rispose parlando velocemente Tom, che non aveva ancora smaltito l’emozione di aver accompagnato d’urgenza i due amici in ospedale, si sentiva come se avesse  guadagnato un’altra  nipote.
- Tom calmati, mi sembri agitato anche tu….ma proprio un pochino. – rise Jules.
- Hai ragione sono ancora emozionato, quando ci vediamo ti racconto tutto. Pensa che Chris è talmente fuori che già parla di farne un altro!! Dovrò dargli delle lezioni su come evitare incidenti di percorso in quest…….. – s’interruppe all’improvviso trattenendo il fiato.
Jules sentì uno schianto tremendo  e la linea venne interrotta bruscamente.  Aspettò un paio di  minuti e poi provò a richiamare il numero di Tom, che non si decideva a rispondere.
- Pronto?! – disse una voce concitata.
- Chris?! Ciao sono Jules, tanti auguri per tua figlia….ehm….tutto bene? Stavo parlando con Tom ma dev’essere caduta la linea. –
- Ciao Jules e grazie per gli auguri! No,  non è caduta la linea ehm……è Tom che è crollato per terra. Pensavo fosse arrivata una brutta notizia….. -  le rispose esitante,  Jules sentì che  parlava sottovoce con qualcuno.
- E’ caduto per terra in che senso? E’ inciampato o è svenuto?  Chris per favore, vuoi spiegarmi? -  iniziava a preoccuparsi.
- Ehm….Sta bene non preoccuparti…adesso non posso passartelo perché sta parlando con una persona. Ti faccio richiamare ok?  Scusa ma devo andare da Elsa.  Ci sentiamo presto. Ciao – la linea venne interrotta di nuovo.  Jules rimase a guardare il telefono senza parole, le aveva praticamente sbattuto il telefono in faccia!
Mentre il medico  curava il taglio che Tom  si era procurato  sulla fronte, cadendo  su una serie di sedie nella sala d’attesa, Chris lo guardò preoccupato.
- Mi vuoi spiegare cosa è successo? Perché non hai voluto parlare con Julienne? Mi scusi dottore, vorrei sapere perché il mio amico ha assunto questo  colorito verdognolo e non mi risponde da circa venti minuti…gli avete fatto dei test? Non avrà riportato dei danni spaccandosi la testa? – chiese rivolgendosi al medico, Tom continuava ad avere uno strano sguardo vitreo e non dava segni di essere in sé.
- Stia tranquillo, abbiamo eseguito tutti i test necessari, il Sig. Hiddleston non ha riportato danni cerebrali è solo sotto shock e per quanto riguarda il colorito…..penso che dipenda dalla forte nausea cui è soggetto. Vi lascio tranquilli, dopo aver visionato i risultati di tutte  le altre analisi, lo potrà accompagnare a casa. – rispose  pacato il giovane medico che uscì dalla stanza sorridendo lievemente.
- Tom….non vuoi parlare? Qualsiasi sia il problema, ti do una mano io. Dì qualcosa, accidenti!-
- Jules….. – mormorò Tom muovendo  appena le labbra.
- Vuoi parlare con lei? La chiamo?  Era preoccupata, se non le fai sapere come stai ci urla contro a tutte e due! – disse convinto Chris prendendo il cellulare, ma Tom lo fermò.
- No! Aspetta….- con grande fatica Tom sembrò riemergere dall’abisso in cui era caduto e iniziò a raccontare al suo amico le circostanze per cui, era crollato a terra come una sacco di patate.
Quando Tom ebbe finito di parlare era stravolto e il suo colorito era passato da un verdino salvia ad un marroncino rossastro tipo argilla. – H-…hai capito Chris? – mormorò tristemente, appoggiando la testa fasciata sul cuscino.
Chris non sapeva se ridere o arrabbiarsi con l’amico, ma decise di avere pietà di lui, sapendo che era vittima solo di un potente attacco di panico, ci era passato anche lui, alcuni mesi prima.
- Tom ti pongo due anzi tre domandine semplici e vorrei tre risposte concise e chiare: perché diavolo non le hai chiesto se  prendeva la pillola e secondo, se fosse incinta, le chiederesti di abortire? E terzo hai pensato all’eventualità che magari Jules  non lo vuole  un figlio? -  lo scrutò attentamente  mentre l’amico alzava lo sguardo su di lui incredulo.
- Ma sei pazzo??!! Non le chiederei mai di abortire!!  Dovrei uccidere mio figlio per un errore che ho commesso io?? Se Julienne è incinta, la sposerò e mio figlio nascerà e io lo crescerò!! – urlò furioso, omettendo di rispondere all’ultima domanda .
- Ben tornato! Mi sembrava che ti fossi bevuto  il cervello con quella botta che hai preso!!- esclamò soddisfatto Chris, dandogli una leggera pacca sulla schiena.
- Grazie….Quando abbiamo fatto l’amore, ho perso la testa……e non ho pensato….agli effetti collaterali…- ammise incredulo  e  sentendosi un idiota colossale.
Chris scoppiò a ridere e preso dall’entusiasmo lo abbracciò all’improvviso. – Congratulazioni socio! Sono contento per te!! Così non sarò l’unico a aver a che fare con pannolini, pappe, ruttini e rigurgiti!...Ti devo passare tutti i dvd che ci hanno consegnato al corso preparto! Sono terribili, ma almeno sai a  cosa vai incontro! –  gli disse convinto.
Davanti agli occhi di Tom passarono vaghi ricordi di Emma da piccola che piangeva in continuazione e di pannolini che emanavano  dei gas potenti pari al gas nervino, e di rigurgiti nauseabondi che puntualmente gli finivano addosso. Lo stomaco gli si rivoltò dalla nausea e tenendosi la testa dolorante dovette correre in bagno e dare di stomaco. La risata divertita di Chris lo urtò immensamente  e per vendicarsi dopo essersi ripreso gli lanciò addosso un asciugamano bagnato.
- Ehi che schifooo!! Ok ci do un taglio! Telefonale, quando le hai parlato vieni alla nursery, ti aspetto lì. Coraggio. – lo salutò con un gesto della mano uscendo dalla stanza.
- Chris aspetta…… ma……che le dico??? Scusa sai, ma prima di fare l’amore con te non ti ho chiesto se per caso prendevi la pillola?! No, perché io ero talmente arrapato che non ho pensato di procurarmi un diavolo di preservativo!!? Mi prenderà per un demente!!! – gli urlò dietro depresso,  Chris non gli rispose ma la risata dell’amico gli giunse chiara da dietro la porta, che carogna!
Facendosi coraggio prese il telefono e per qualche minuto continuò a fissare immobile il display: Julienne.  No, non poteva parlarle per telefono di una cosa così importante. In poco tempo era vestito e mentre chiamava Luke e gli spiegava brevemente cosa era successo, lo pregò di disdire tutti gli appuntamenti della giornata e di portargli la macchina.
- Luke vado da solo, non ti preoccupare, farò attenzione. – gli ripeté all’amico che non  aveva intenzione di lasciargli guidare l’auto.
- Non se ne parla neanche! Oh  sali in macchina come passeggiero  o torniamo in ospedale e parliamo con il medico! – gli disse risoluto. Senza perdere altro tempo salì in macchina  imbronciato.
Durante il viaggio spiegò anche a Luke cosa era successo e perché aveva tanta fretta di parlare con Jules.
- E se Jules non lo volesse un figlio? Ero sicuro che ti saresti  preso le tue responsabilità, ma devi essere pronto anche ad accettare la sua di opinione. – lo vide scuotere la testa come a scacciare un’eventualità del genere.

 Tom rifletté  sull’evoluzione del suo rapporto con Jules, da antagonisti ad amanti. Ripensò alle serate insieme, alle discussioni, alla carezze e i baci che avevano condiviso.  Non riusciva ancora a credere di essere stato così avventato, si era abbandonato al desiderio di lei senza pensare a null’altro e queste considerazioni gli chiarivano finalmente, fino a che punto era innamorato di Jules.  Un forte senso di angoscia gli serrava il cuore,  aveva già sentito di attrici che consideravano una gravidanza una disgrazia per la loro carriera  e addirittura sapeva di alcune che avevano risolto il “problema” in una clinica privata.
- Siamo arrivati. -  lo avvisò Luke, spegnendo l’auto.
Quando uscirono dall’auto videro spalancarsi la porta della casa e Jules correre verso di loro con Faster alle calcagna.
- Tom ! Cosa è successo? Hai avuto un incidente? Come stai?  - il suo sguardo preoccupato valse più di mille parole e l’uomo in silenzio l’abbracciò forte.
- Non è successo nulla, sono caduto da solo come un idiota! E  sono venuto a trovarti, perché mi mancavi. – le sussurrò tra i capelli.
Jules si girò verso Luke  - Almeno tu, dimmi la verità! Perché l’hai portato tu qui?  Perché non guidava lui, la sua  macchina?  Tom riconoscimi un minimo di buon senso, ti prego. –  Nel frattempo sopraggiunse anche Will chiaramente preoccupato e  invitò tutti ad entrare in casa.
- Ho bisogno di parlarti. Scusate. –  disse rivolgendosi ai due uomini, l’atteggiamento serio di Tom sorprese Jules, ma tranquillizzando suo padre con uno sguardo,  lo seguì in camera sua.
Dopo aver chiuso la porta dietro di sé, Tom guardò incerto la donna in silenzio. Jules lo prese per mano e lo fece sedere vicino a lei sul letto e lo baciò leggermente, sentiva che aveva bisogno del suo sostegno, riusciva a percepire la sua paura e l’angoscia.
- Qualsiasi cosa sia quello che ti tormenta, dimmela. Ti aiuterò in ogni modo possibile. –
- Ti devo parlare di una cosa molto importante, di cui non abbiamo mai parlato e….ti chiedo scusa se ti sembrerò confuso, incoerente, illogico…..ma fino a questa mattina non avevo realizzato ciò che è successo…….-  Jules lo ascoltava con attenzione ma continuava a non capire quale fosse il problema.
- Abbi pazienza ma dovresti arrivare al punto, non ti leggo nel pensiero ancora! Parla chiaro, mi stai facendo preoccupare! – Tom deglutì con difficoltà.
- Non ho preso precauzioni quando abbiamo fatto l’amore…….ero così  preso da te che….-  s’interruppe  incapace di continuare arrossendo lievemente.
- Fammi capire, sei corso fin qui, dopo esserti frantumato il cranio perché sei caduto a terra dallo spavento realizzando che poteva esserci la possibilità che io fossi incinta di tuo figlio, perché tu non hai preso delle precauzioni? –  esclamò basita cercando  di essere il più sintetica e chiara possibile.
- Ehm…si…..Detto così suona male e mi fai sembrare un demente invertebrato peggio di come mi sento in realtà! Questa mattina, mentre parlavo con te, ero così felice per la nascita della bambina, che quando ho realizzato la situazione….che non avevo…..e….mi sono guardato intorno e ovunque c’erano donne incinte che si lamentavano….e neonati urlanti e pannolini….e rigurgiti…..- s’interruppe senza fiato in preda al panico…..di nuovo.
Jules sorrise dolcemente e lo strinse a sé. – Calmati, sei un uomo meraviglioso e ti ringrazio di aver riconosciuto che ti faccio perdere la testa…..succede anche a me. Ma non devi preoccuparti, io prendo la pillola anticoncezionale da parecchio tempo a fini curativi, la uso per regolarizzare il ciclo e non è una cosa che confido a chiunque e se ti può consolare  devo ammettere che neanche io ho pensato molto….in quel momento..-
Tom si lasciò cadere sui cuscini con un sospiro di sollievo, stranamente una parte di sé era restia ad abbandonare l’immagine che si era creata nella sua mente di un bimbo con gli occhi azzurri che gli tendeva le manine paffute.
- Adesso vorrei farti io una domanda e vorrei che rispondessi sinceramente, se fossi stata incinta di tuo figlio, cosa avresti fatto? – gli chiese osservandolo attentamente.
- Ti avrei sposata e avrei accettato mio figlio, l’avrei visto nascere e sarebbe cresciuto con un padre accanto. – rispose convinto.
- Jules…..se tu fossi stata incinta cosa avresti fatto? – le pose la stessa domanda  aspettando la risposta con ansia.
- Avrei accettato mio figlio, l’avrei visto nascere e sarebbe cresciuto con tutto il mio amore. – ripeté le sue stesse parole con convinzione.
- Ehm….non mi avresti chiesto di sposarti? – le chiese incredulo.
- E perché mai??!! Se vuoi sposarmi “SOLO” perché sono rimasta incinta! Vorrei che il mio uomo,  mi amasse come donna e poi come madre di suo figlio….mi capisci?  -
- Questo non toglie che due persone possano essere dei bravi genitori anche se non si sposano a seguito della nascita di un bambino non programmato. -
-  Che bel pensiero….ma non pensi che anche il padre abbia dei diritti? Non pensi che vorrebbe stare vicino alla sua donna durante tutta la gravidanza…coccolarla e ringraziarla tutti i giorni del meraviglioso miracolo che custodisce in sé e accompagnarla alle visite e assistere alle ecografie e…magari anche al parto?  E in seguito vedere crescere suo figlio ogni giorno e aiutarlo con il suo sostegno in qualsiasi occasione? -  il suo tono era duro e si rendeva conto che stava esagerando, dopotutto non c’era nessun bambino in arrivo.
- Nessuno ha messo in discussione i diritti dei padri! Ma non pensi che una donna voglia essere amata per sé stessa prima di formare una famiglia? – rispose irritata.
- Saresti gelosa dell’amore del tuo uomo per  suo  figlio? – esclamò sbalordito.
- Sii serio e cresci!! Ti pare che ad una madre possa mai sfiorare il pensiero di far mancare qualcosa al proprio figlio, compreso l’amore del padre e il calore di una famiglia serena?!  Ma perché stiamo discutendo?  – concluse a voce alta.
- Scusa,  non avrei dovuto. Mi sono lasciato trasportare, io sono cresciuto cercando di compiacere mio padre per farmi amare ed accettare per quello che ero…che sono. – disse con  amarezza.
- Mi dispiace…. – lo abbracciò senza parlare, sentiva che Tom non era pronto a condividere il dolore che gli causava il suo rapporto con il padre.  Gli propose di andare in cerca di Will e Luke e  li trovarono  in cucina a ridere e scherzare mentre preparavano la cena.
- Ciao, ( Avete chiarito? Qual era il problema grave? Ok sintetizzo le domande… ) tutto bene? Spero abbiate fame, io e Luke ci siamo impegnati parecchio per fare la cena! – disse allegramente  Will, guardando di sottecchi sua figlia.
- Bravi! Tranquillo papà abbiamo una fame tremenda! – gli rispose schioccandogli un bacione sulla guancia.
Passarono una bella serata e quando i suoi ospiti decisero di ritornare a Londra per la notte, non volle insistere per farli dormire a casa sua. Sentiva che Tom aveva partecipato solo con una parte di sé stesso alla serata e che aveva bisogno di riflettere da solo e  forse ne aveva bisogno anche lei.
 

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Capitolo 11
*** Mi vuoi sposare? ***


Jules si affrettò con  il padre all’aeroporto, strascinando velocemente le valigie riuscirono a raggiungere in tempo il gate per espletare le formalità per potersi imbarcare. Aveva deciso all’improvviso di accompagnare suo padre a Dublino, dove  Will viveva e lavorava. 
–  Sei sicura che non vuoi avvertire Tom, che vieni con me? – le chiese suo padre guardandola attentamente.
– Papà ne abbiamo già parlato, lo chiamerò sta sera. Qual è il problema? Passerò qualche giorno a casa di mio padre, santo cielo, non mi sto trasferendo! – rispose irritata.
Non sapeva bene perché non  lo aveva avvertito, quando aveva deciso di partire con il padre, Annie l’aveva chiamata perché doveva occuparsi di Faster in sua assenza, si giustificò tra sé.  Aveva bisogno di allontanarsi da tutto e da tutti, doveva riflettere e ritrovare sé stessa.
Arrivarono a Dublino in serata e dopo cena, nella sua camera, si decise a telefonare a Tom.
- Ciao tesoro, come stai? – le rispose allegro.
- Ciao Tom, tutto bene e tu? Sento dal rumore in sottofondo che non sei a casa.  Ti disturbo? Posso richiamarti più tardi, se vuoi. – il rumore del traffico londinese era inconfondibile.
- No,  figurati. Sono appena uscito dall’ufficio di Luke e pensavamo di andare a mangiare un boccone in un pub qui vicino, ormai è tardi  e  sono stanco morto. Abbiamo pianificato alcuni impegni e ci siamo dilungati. Cosa fai? Tuo padre è partito? –
- Si, siamo partiti oggi,  è per questo che ti chiamo, ho deciso di accompagnarlo a Dublino e rimarrò da lui per qualche giorno….Tom mi hai sentito?-
- Scusa,  ma forse non ho capito bene, il caos per strada è indescrivibile! Mi hai detto che sei partita anche tu con tuo padre? – forse era una sua impressione, ma il tono  della sua voce si era indurito un poco.
- Si siamo arrivati da un paio d’ore, era da tanto che non tornavo in Irlanda e visto che  ancora per qualche settimana non ho impegni….- all’improvviso un forte  capogiro le causò un spasmo allo stomaco, si sentiva malissimo, tremava e un leggero strato di sudore freddo le inumidì il viso. Ebbe appena la forza di interrompere la comunicazione, correre in bagno  e dare  di stomaco. Rimase a lungo appoggiata alla parete tremante, non le sembrava di aver mangiato nulla di strano, forse era solo la stanchezza del viaggio pensò.
Dopo essersi cambiata e infilata sotto le coperte, spense il telefono, non aveva voglia di parlare con nessuno. Si sentiva strana, una  forte sensazione di abbandono e solitudine le pesava sul petto. Senza che potesse fermarle alcune lacrime le sfuggirono dalle ciglia.
Loki la  baciava furiosamente e il suo abbraccio la feriva – Lasciatemi! – gli urlò scostandolo brutalmente da sé.
Il suo principe la fissava con uno sguardo feroce e la smorfia crudele che gli sfigurava il viso la terrorizzò, d’istinto  sguainò la sua spada puntandola contro il suo petto, determinata.
- Mio signore, non costringetemi a scegliere………. –  lo supplicò.
- Non lo avrai mai…lui è mio!!…… - le ringhiò contro. 
 I suoi occhi avevano raggiunto una sfumatura rossastra, sapeva che in pochi minuti avrebbe completato la sua trasformazione in Jotun e che avrebbe dovuto usare la spada per allontanarsi da lui,  viva.
Non poteva permettergli di toccarla, l’avrebbe contaminata e poi  uccisa e avrebbe ucciso anche ciò che custodiva. Si volse e iniziò a correre ma le sue gambe non la reggevano e nella nebbia oscura che l’avvolgeva  vide Loki  raggiungerla  e alzare il suo pugnale per colpirla e…..  con un urlo Jules si svegliò dal suo incubo. Passandosi una mano sugli occhi, rise di sé, ci mancava solo che permettesse a  Loki di  seguirla  nell’incoscienza!
- Jules……..che succede?! Ti ho sentito gridare……… – le chiese preoccupato Will trovandola in cucina  mentre svaligiava il frigo.
- Non è nulla…è stato solo un incubo!  Una stupidaggine! – lo tranquillizzò la figlia  sorridendo imbarazzata.
- Vedo che hai fame…. -  osservò stupito dalla quantità esagerata di  cibo sparso sul tavolo.
- Sto preparando la colazione…che c’è di strano? – chiese tranquilla, prima di assaggiare un cetriolo condito con senape e maionese.
- Sei sicura di stare bene? – le chiese il padre cauto.
- Certo…perché me lo chiedi? In realtà da quando sono arrivata qui, non dormo bene, anzi di notte non dormo per niente! – sospirò addentando un cookie al cioccolato.
- Ehm…..prova ad assaggiare questo formaggio affumicato è delizioso! – le disse sorridendo sedendosi vicino a lei,  dopo aver preso dal frigo un pezzo di formaggio confezionato sottovuoto.
- No, ti prego mettilo via! Ha un aspetto rivoltante  ed emette un fetore terribile! – esclamò la figlia tappandosi il naso.
- Come fai a sentirne l’odore? E’ ancora sigillato! – scoppiò a ridere suo padre.
 Uscì dalla cucina con il naso stretto tra due dita e andò a cercare  il telefono e fece il numero di Tom, anche se era mattina presto, doveva sentirlo…..subito!
- P-pronto Jules….. – la voce assonnata dell’uomo la fece sorridere.
- Scusami, ti ho svegliato? – gli chiese ridacchiando.
- Mhmm…..si…. ma non importa…ieri sera non sono riuscito a richiamarti….- bofonchiò.
- Ehm..già  le comunicazioni sono saltate ieri….. era tutto in tilt qui in città!!  – gli mentì spudoratamente con voce innocente.
- Davvero?  Che strano! ….Ma che ore sono?...... – sospirò quasi rassegnato ad aprire gli occhi.
- Non lo so…..volevo solo darti il buongiorno prima di uscire a correre… scusa ma ora devo andare. Ciao – lo salutò interrompendo la comunicazione bruscamente, lasciando Tom sgomento.

 Questa fu la prima di una serie di telefonate,  senza senso,  che Tom ricevette da Jules durante la sua permanenza in Irlanda.
- Tom…sono io ….che fai? – gli chiese sottovoce.
- …..Dormivo…..Jules ….sono le tre del mattino….. non riesci a dormire? – sbuffò assonnato.

- Tom….sono io….secondo te…io sono lunatica? – gli chiese all’una della notte successiva.
- Jules scusami non ho inteso…mi puoi ripetere?.. . –le chiese il più gentilmente possibile.
- Ah…..vedo che non hai voglia di parlare con me…. ti ringrazio della cortese attenzione…. – gli rispose  chiaramente offesa.
In seguito passò ai messaggi:
- Ciao Tom… non mi hai mai detto se ami gli animali….- ore 00.24
- Ciao Tom…ti piace il cioccolato con la focaccia?.... dovresti provarla è squisita! – ore 01.45
- Ciao Tom… ho trovato dei versi meravigliosi…leggi…..” Sia che tu taccia, taci per amore. Sia che tu parli, parla per amore. Sia che tu corregga, correggi per amore. Sia che tu perdoni, perdona per amore….ti piacciono? – ore 02.35
- Oh…Romeo…Romeo….perché sei tu …Romeo……..sei sveglio?……Romeoooooo. – 04.53
Se durante il giorno non la sentiva, Tom  era sicuro che durante la notte Jules gli avrebbe scritto almeno venti messaggi a cui ovviamente lui doveva preoccuparsi di rispondere subito, per non subire lunghi monologhi  di lamentele sulla sua mancanza di sensibilità, durante le brevi telefonate .
Doveva ammettere che i suoi messaggi erano fantasiosi e Jules riusciva, ogni volta,  a stupirlo e quando ne riceveva uno lo leggeva immediatamente per vedere  cosa si era studiata di più stupefacente del messaggio precedente.
Jules decise di tornare a casa dopo una settimana, la sua insonnia notturna iniziava a pesarle, senza contare che “costringeva” anche Tom a stare sveglio con lei, decisamente l’aria di Dublino non  le faceva bene!
 Appena arrivata a casa, prenotò  una visita dal medico quando iniziò a notare altri strani “malesseri” , le si era indurito il seno ed era diventata insofferente a un qualsiasi odore pungente, mangiava in continuazione ed era soggetta a cambiamenti di umore repentini e molto preoccupanti. Una sera guardando un film drammatico in televisione  iniziò a singhiozzare disperatamente e subito dopo girando canale né trovò uno comico e un forte  attacco di risa la colse  lasciandola senza fiato. Anche Faster sembrava guardarla con sospetto, prima di avvicinarsi alla padrona,  cercava di capire il suo umore.
 Il medico la visitò e le fece fare alcune analisi e mentre aspettava  i risultati in una  sala d’aspetto, finì  di compilare  un dossier con i suoi dati, controllando con crescente irritazione  la porta dello studio, non era possibile che il tecnico di laboratorio lavorasse  così lentamente!!
Non aveva detto nulla a Tom riguardo alla visita, per non farlo preoccupare. Sarebbe ritornato a casa tra pochi giorni, dopo esser stato impegnato in Francia con alcune riprese e le aveva promesso che si sarebbe preso una pausa, per stare insieme a lei…che tenero! Pensò felice.   Poco dopo,  un’infermiera entrò nello studio per consegnare una busta e il medico finalmente la chiamò per finire la visita.
                                   -  Allora Jules, lei è in salute, non ci sono grandi novità…..tranne una: lei è  incinta. – le comunicò sorridendo.
                                   - Ma….non è possibile! Non ho mai smesso di prendere la pastiglia!!! E’ sicuro? – gli chiese sbalordita.
                                   - Le analisi sono positive, è probabile che durante l’influenza lei abbia dimenticato di prendere qualche pillola o sono stati i medicinali che ha assunto ad annullare la protezione della pillola anticoncezionale.  Dovrebbe  essere entrata nella decima o dodicesima  settimana al massimo  e quindi la settimana prossima faremo la prima ecografia……- le disse osservandola bene.
Jules continuò a fissare il dottore con occhi sgranati senza riuscire a parlare, poi piano piano dentro di sé sentì una calda emozione invaderle il corpo e infine scoppiò a piangere e a ridere al contempo e veloce la sua mano di posò sul suo ventre.
                       -      Le ho già fissato una visita con una dottoressa di mia fiducia che la seguirà con  degli appuntamenti mensili per controllare l’evoluzione della sua gravidanza. Congratulazioni! –
                        -    Grazie dottore. – lo salutò correndo fuori dallo studio felice.
Prese subito il telefono e chiuse gli occhi aspettando che suo padre rispondesse – Ciao tesoro come stai? –
Jules aprì la bocca per parlare ma l’emozione le serrava la gola – P-Papà…….stai per diventare nonno! – riuscì a mormorare piangendo dall’emozione.
- Cosa..?...Oh tesoro sono così contento!  Ti voglio un bene immenso! -– le rispose con voce roca.
- Non mi sembri stupito più di tanto…come mai? Io sono ancora sconvolta dalla notizia! – esclamò stupita.
Will rise sommessamente  - Non ero sicuro,  ma vedi…tua madre quando era incinta di te...mangiava delle pietanze ehm…stravaganti, era sempre iperattiva e aveva sbalzi umore stupefacenti  e non sopportava gli odori forti…come te..adesso.  Tom lo sa? –
- No, non ancora. Torna tra qualche giorno e devo organizzare qualcosa di speciale! Ti voglio bene! Devo andare, ciao. -
Vagò per le strade in un limbo di felicità, una vetrina piena di pesciolini di peluche multicolorati attirò la sua attenzione  e sorridendo entrò nel negozio. Tornò a casa carica di pacchetti contenta come una bambina, doveva pensare bene  in che maniera comunicare la bella novità al futuro papà, subito decise di parlargli  dopo  che si  fosse seduto lontano da  mobili su cui crollare e magari doveva procurarsi anche i Sali.
Gli impegni di Tom si protrassero per qualche giorno in più di quello che aveva preventivato e decise di raggiungere subito  Jules una volta sceso dall’aereo. Recuperata la sua macchina,  percorse la strada velocemente e quando si fermò davanti al cancello vide la donna  sbracciarsi per salutarlo, con  un grande sorriso l’accolse tra le braccia.
                                     - Ciao amore, come stai? Mi sei mancato. – sospirò contro il suo petto.
                                      - Anche tu, ho  fatto la strada di corsa per raggiungerti il più presto possibile. Sono stanco morto.  – ammise entrando in casa tenendola stretta a  sé.
Jules lo coccolò in tutti i modi che le vennero in mente e dopo cena lo fece sedere sul divano vicino a lei alludendo ad una sorpresa.
                                    - Una sorpresa? Ok , devo chiudere gli occhi? – ammiccò allusivo.
                                    - No, voglio che apri prima questi due pacchetti, poi ti mostrerò un filmato che ho girato ieri apposta per te!- le tremava un po’ la voce e le brillavano gli occhi dall’emozione.
                                    - Anche io avrei una sorpresa per te….. – confessò innocentemente.
                                    - Davvero? Sono sicura che questa sarà una serata interessante!  Ma ti prego prima apri i miei regali! –
Sorridendo dell’entusiasmo incontenibile che mostrava Jules aprì il primo pacchetto e perplesso tirò fuori un biberon a forma di banana e un pesciolino blu e su  un piccolo  biglietto c’era scritto un nome: Sebastian. Dal  secondo pacchetto tirò fuori un biberon a forma di stella e un pesciolino rosa accompagnato da un biglietto: Charlene.  
                                    - E’ uno scherzo? – le chiese guardando  Jules che con un dito gli indicava la televisione.
Tom ci mise un paio di minuti per capire che cosa fossero quelle ombre che si muovevano nello schermo in bianco e nero, un vago sospetto si delineò nella sua mente e incredulo si girò verso Jules che gli sorrideva con le lacrime agli occhi.
                                   - Adesso gira i biglietti e uniscili…ti prego….-  Tom tremando leggermente fece come gli era stato detto e lesse.
“Ciao sono Sebastian e lei è mia sorella Charlene, siamo dentro la pancia della mamma. Tra qualche mese ti aspettiamo, non puoi mancare al nostro primo spettacolo: La nostra nascita. A presto PAPA’. “
Rilesse molte volte il biglietto e molto lentamente alzò gli occhi lucidi di lacrime e tentò di parlare, ma Jules lo precedette. Lo prese per mano e insieme si avvicinarono allo schermo.
                                     - Per una serie  di coincidenze che ti spiegherò in seguito, la pillola non ha funzionato bene e …….sono incinta di due gemelli, vedi i cuoricini che battono?  Diventerai padre a Dicembre. Mi vuoi sposare? – gli chiese emozionata.
Le gambe gli cedettero e Tom  cadde a terra come un sacco di patate, lacrime silenziose percorsero le guance dell’uomo e con un dolce sorriso commosso le strinse entrambe le mani  e le consegnò una piccola scatolina blu. Fu Jules, questa volta, a spalancare gli occhi dalla sorpresa e a rimanere senza parole, guardando Tom infilarle un  bellissimo anello al dito.
                                     - Ti amo…..Ti  sposerei  anche se non fossi incinta e voglio averti vicina anche quando sei felice, triste, arrabbiata, delusa, malata, isterica….Mi vuoi sposare? – le sussurrò sulle labbra.

THE END.

Ringrazio tutti i lettori silenti di EFP che hanno speso del tempo per leggere le mie righe ed in particolare quelli che hanno speso due parole per incoraggiarmi a finire la mia storia. GRAZIE.


 

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