Lily e James: istruzioni per l'uso

di virgi_nihal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Amortentia ***
Capitolo 3: *** Dimenticare ***
Capitolo 4: *** Puramente malandrino ***
Capitolo 5: *** Che la guerra abbia inizio ***
Capitolo 6: *** Hogsmade ***
Capitolo 7: *** La festa ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni ***
Capitolo 9: *** Portami via ***
Capitolo 10: *** Riflessioni ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Prologo

 

Apro gli occhi di scatto mentre un rumore assordante mi perfora i timpani. Guardo con odio la sveglia con la voglia di lanciarla dalla finestra, ma poi, valutando che per farlo devo alzarmi in piedi, giungo alla conclusione che non ne vale la pena e mi giro dall'altra parte del letto con aria soddisfatta lasciandola squillare. Solo in questo momento il mio cervello assonnato arriva alla conclusione che forse dovrei alzarmi visto che sono già le dieci e mezza.

«Le dieci e mezza?» urlo scattando in piedi e afferrando la sveglia che finalmente ha smesso di suonare. Oh no, questo non va bene, non va affatto bene. Per arrivare alla stazione ci vogliono venti minuti di macchina, più preparare la mia valigia – perché diavolo non l'ho fatto ieri sera?- fare colazione, salutare i miei familiari, faccio un rapido calcolo mentale e.. oh merda,mi restano due minuti di tempo se non voglio perdere il treno. Scendo i gradini due a due e arrivo in cucina dove trovo Petunia seduta al tavolo intenta a sbriciolare un biscotto con aria annoiata. Appena entro mi guarda con odio e si volta dall'altra parte.

«Ciao Petunia» dico con un sorriso forzato «Sai dove sono mamma e papà?». Lei mi guarda di sbieco e non risponde.
Afferro una brioches dal tavolo e mi dirigo a grandi passi verso la camera dei miei genitori. «Mamma! Papà! E' tardissimo!» urlo bussando forte, sento la voce di mia madre dall'interno che dice che sono quasi pronti e così torno in camera mia. Guardo l'orologio: sono le dieci e trentacinque, quasi in orario. Apro l'armadio e prendo manciate di vestiti per poi gettarli a caso nel mio baule; quando la povera valigia è strapiena mi ci metto a sedere sopra per tentare di chiuderla. Dopo tre tentavi finalmente ce la faccio e guardo ancora l'orologio, mi resta appena il tempo di vestirmi.
Prendo un paio di jeans sbiaditi rimasti nell'armadio e una maglietta verde, un vecchio regalo di Petunia -quando ancora non mi odiava perlomeno- e me li infilo in fretta e furia guardandomi allo specchio. Quello mi rimanda la mia immagine: gli occhi verdi ancora pieni di sonno e i capelli rossi in uno stato inaccettabile.
Uso gli ultimi venti secondi per prendere una spazzola e rendermi presentabile. Appena scendo trovo tutta la famiglia al completo pronta per andare. Proprio tutta.

«Viene anche lei?» chiedo preoccupata indicando Petunia.

«Non fa piacere nemmeno a me sorellina» dice guardandomi con superiorità dai suoi dieci centimetri in più. Sospiro sconsolata, non capirò mai perchè odia il mio mondo.

Cercando qualcosa per controbattere il mio sguardo cade sull'orologio di papà.

Sono ufficialmente morta.

 

-------

 

Arriviamo al binario che manca un minuto alle undici e corro come una furia per arrivare al treno in tempo con i miei genitori e mia sorella che arrancano per venirmi dietro. Oltrepasso la barriera in fretta e vedo, tirando un sospiro di sollievo, che il treno rosso è ancora lì. Mi giro per salutare la mia famiglia e dopo aver dato un veloce bacio sulla guancia a mio padre e essermi sorbita tutte le raccomandazioni di mia madre mi giro verso Petunia con fare incerto.
A sorpresa di tutti lei mi abbraccia e -sì pensavo fosse un gesto di affetto- mi sussurra all'orecchio talmente piano che posso sentirla solo io «Io so cosa sei sorellina, nessuna persona normale fa le cose che fai tu. Tu non sei più Lily, sei solo un mostro. E per questo ti odio ». Mi tiro indietro barcollando: le sue parole mi hanno fatto male. Lei mi sorride falsamente e in quel momento penso che se fosse una strega sarebbe sicuramente una Serpeverde, ma questo non potrebbe mai accadere, lei è una semplice Babbana.
Corro verso il treno che ha già incominciato a fischiare, le porte si chiudono appena entro. Tempismo perfetto, se non fossi così triste lo troverei quasi divertente. Mi ricordo solo in questo momento che dovevo vedermi con Severus prima di salire sul treno e così comincio a cercarlo per vari scompartimenti. Apro l'ennesimo a caso dando un'occhiata veloce quando mi irrigidisco vedendo chi c'è dentro. Cerco di chiuderlo in fretta cercando di non essere notata. Tentativo vano.
«Evans!» mi chiama una voce fin troppo familiare. Apro lo scompartimento lentamente fino a posare lo sguardo sulle quattro persone lì presenti. I Malandrini.

«Hey Evans, sono qui!». Sposto svogliatamente lo sguardo su James Potter.

«Cosa vuoi Potter?» chiedo cercando di darmi un contegno ma senza riuscirci molto bene.

«Stavo parlando con Sirius di come Marlene, sì proprio la tua compagna di stanza» precisa facendomi l'occhiolino «sia perdutamente innamorata di me, non trovi Lily?». E poi continua a blaterare altre scemenze -e sì i suoi argomenti preferiti sono di quanto sia affascinante e di quanto sia bravo a quiddich- ma io non lo sto ascoltando più. Penso a Marlene e trovo impossibile che abbia una cotta per James, figurarsi esserne innamorata! Sono intenta nelle mie macchinazioni quando mi rendo conto che mi ha chiamato per nome e allora mi riscuoto pensando che in fondo a me non importa niente di James Potter e di chi esce con lui.

«Beh Lily, quando vuoi essere la prossima della lista fammi un fischio» dice sorridendo e scompigliandosi i capelli. Arrossisco fino alla punta delle orecchie.

«Mai Potter! Non sarò mai una delle tante!» urlo con quanto fiato ho in gola sbattendomi la porta alle spalle e riaprendola un secondo dopo solo per urlargli «E non chiamarmi Lily! Io per te sono solo Evans!». Sento le loro risate all'interno e mi arrabbio ancora di più. Possibile che l'abbia sempre vinta lui?

 

-------

 

Dieci minuti più tardi trovo Severus in uno scompartimento con altri Serpeverde.

«Puoi uscire un attimo?» chiedo con timidezza mentre sento lo sguardo dei suoi “amici” addosso. Lui si alza e mi segue senza dire una parola.

«Sev ho bisogno di parlarti» esordisco appena siamo nel corridoio. Lui alza gli occhi al cielo.

«Di cosa?» chiede arrabbiato «Di come ci siamo divertiti ad aspettare il treno insieme?». Sulle sue labbra aleggia un ghigno ironico. «Ti ho aspettata per un'ora Lily, un'ora» mi ringhia addosso.

«Mi dispiace» dico sentendomi tremendamente in colpa «ma ora ascoltami» sospiro «Petunia ha detto che mi odia, che sono un mostro» solo parlandone capisco quanto male mi ha fatto.

Lo guardo, nei suoi occhi ora non c'è più rabbia, soltanto tristezza, ma cerca di risollevarmi il morale.

«Avevi bisogno di una dichiarazione scritta?» chiede con un sorriso, un sorriso vero, non uno dei suoi soliti ghigni. Visto che non rispondo continua «Sappiamo entrambi che è gelosa di noi, è invidiosa dei tuoi poteri e si sente un'inutile Babbana» mi guarda «cosa che tra l'altro è» dice piano, ma io lo sento lo stesso e gli tiro un pugno scherzoso sul braccio per poi cominciare a ridere.
Incredibile, ma vero ha fatto passare in parte il dolore. Lo abbraccio felice e quando mi scosto vedo che si è avvicinato al mio volto.

«Ti voglio bene sai?» mormora guardandomi negli occhi.

«Lo so, sei il mio migliore amico dopotutto» dico con voce ferma accarezzandogli una guancia «ma ora devo andare siamo quasi arrivati e mi devo cambiare» mento cercando di sottrarmi a quel momento imbarazzante. 
Mi giro in fretta, ma non abbastanza per non vedere la smorfia di tristezza che gli attraversa il viso. Lui sembra accorgersene perché riacquista in parte il suo contegno «Devo chiamarti prefetto ,Lily? » mi urla. Sorrido e mi giro un secondo «Avevi qualche dubbio?». Scuote la testa e sento il suo sguardo sulla schiena mentre mi allontano e nella mia mente si allarga una consapevolezza nuova.
Sorrido amara: è il mio migliore amico ,sì, nulla di meno, ma nulla di più


ANGOLINO AUTRICE
Ciao a tutti!
Beh avrete già capito che è la prima storia che pubblico e l'ho fatto dopo un bel po' di indecisioni. Quindi... se lasciate anche una piccola recensione per sapere cosa ne pensate vi amerò per sempre!!
Innanzitutto volevo ringraziare la mia amica Irene che ha avuto la splendida idea di consigliarmi di scrivere una James/Lily e che mi ha sopportata. Cosa farei senza di te??
Detto ciò un ringraziamento a tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a quaggiù e non si sono annoiati prima. Grazie mille!!
Al prossimo capitolo
Nihal

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Capitolo 2
*** Amortentia ***


Capitolo 1

Amortentia

 

- Driiiiin -

Faccio un salto enorme ritrovandomi a sedere sul letto e guardo con occhi assonnati la sveglia di Marlene, che non solo squilla alle sei del mattino - per non rischiare di arrivare tardi alla colazione delle sette e mezzo - , ma fa anche un insopportabile rumore -per non rischiare di non sentirla-.

Possibile che ogni mattina ad Hogwarts debba rimpiangere la sveglia di casa mia?

Guardo Marlene che dorme ancora beatamente nonostante tutta la confusione e afferro il mio cuscino avvicinandomi barcollando al suo letto. Scosto la coperta stando attenta a non svegliarla - anche se penso non ci riuscirei neanche volendo- e dopo aver sollevato il cuscino glielo sbatto in faccia con tutta la forza che ho.

Lei sobbalza e si porta una mano al naso « Me lo hai quasi rotto cretina » borbotta, poi fa uno sbadiglio « Che ore sono? » chiede con voce impastata di sonno.

Sento l'irritazione salire « L'ora che tu spenga quella cavolo di sveglia! » strillo.

Solo in quel momento mi guarda « Hai cinque secondi e poi ti uccido » sibilo. Si alza in un lampo e si avvicina alla sveglia, sorrido soddisfatta mentre il suono cessa.

Superato questo primo trauma, iniziamo a preparaci e, come ogni mattina, lei si piazza davanti allo specchio lanciando un urletto appena vede la sua immagine riflessa.

« Dov’è la mia spazzola? » chiede con voce strozzata indicandosi i capelli.

Non mi giro neppure e comincio a infilarmi l'uniforme, notando che la gonna non mi entra e facendomi prendere dal panico.

« Quella è la mia uniforme! » urla indignata lei.

Tiro un sospiro di sollievo mentre cerco la mia divisa e alla fine la trovo in mezzo ad un mucchio di vestiti ancora in valigia, la batto sul materasso cercando di darle un aspetto presentabile e me la infilo in due secondi. Prendo la spazzola che Marlene ha lanciato sul pavimento e mi avvicino allo specchio, notando con una smorfia di disappunto che la mia compagna di stanza è ancora lì davanti che si ammira da tutte le angolature.

« Puoi sbrigarti? E’ da mezz’ora che stai davanti a quel maledetto specchio! ».

« Hai tu il mio dentifricio? » chiede lei guardandosi i denti

« Marlene, sul serio, adesso tocca a me! »

« Ce l’hai tu o no? »

« Marlene! »

« Ah eccolo! ». Si gira verso di me trionfante mostrandomi la bottiglietta del dentifricio.

Sbuffo ma sto per mettermi a ridere per la sua espressione soddisfatta mentre entra nel bagno.

Mi piazzo davanti al tanto agognato specchio e comincio a pettinarmi i capelli rossi che durante la notte si sono riempiti di nodi. Mi guardo un'ultima volta e poi urlando a Marlene di fare con comodo mi avvio verso Sala Grande.

Beh..se il buongiorno si vede dal mattino, sarà proprio una giornata di merda.

 

-------------

 

Quando arrivo nella Sala Grande, molti Grifondoro hanno già preso posto al tavolo e io mi siedo accanto ad Alice e Remus, che ieri sera ho incrociato solo per un attimo.

Alice non è cambiata durante l’estate: ha sempre quell'espressione dolce in faccia, quell’uniforme impeccabile che non ha mai visto una macchia e quei soliti capelli corti e lisci, accuratamente divisi in due parti da una riga laterale. Perché non posso avere anche io dei capelli così gestibili?!

Appena mi vede mi abbraccia e dice che le sono mancata tanto, poi si stacca e guarda in strano modo me e Remus. « Non mi sentirò più a mio agio in mezzo a voi due adesso! Scherzate? Tutti e due prefetti? Si lasciano indietro così le vecchie amiche? » dice scandalizzata e, incrociando le braccia al petto ,si gira dall’altra parte con aria offesa, ma solo per scoppiare a ridere un momento dopo.

Mi giro verso Remus con aria sorpresa e noto la sua spilla di prefetto sull’uniforme: non sapevo fosse lui il mio “collega”.

« Quindi saremo davvero io e te i prefetti quest’anno! » esclamo indicando le nostre spille.

Sono felice che sia stato scelto Remus tra gli studenti, perché è un mio grande amico e senz’altro sarà più divertente con lui, ma non mi farò mai una ragione su come un ragazzo come lui possa essere un malandrino!

« A quanto pare… » risponde sorridendo timidamente.

Cominciamo a mangiare, ma ad un certo punto noto Marlene, seduta dalla parte opposta del tavolo, intenta a lanciare strane occhiatine a qualcuno davanti a lei. Curiosa, scruto i visi dei ragazzi seduti in quel punto e mi accorgo che a rispondere a quelle occhiatine è.. Potter!

Lo vedo lanciarle occhiolini accompagnati da un ripetitivo gesto della mano che decifro con “Dopo”. Possibile che a Marlene piaccia sul serio uno dei malandrini? E proprio lui? Non posso credere che sia riuscito a corrompere anche lei, la mia migliore amica. Penso che dovrò assolutamente parlarle e farle capire che sta commettendo una sciocchezza e che a lui non importa di lei: gli importa solo di scrivere un nome in più sulla sua lunga lista di ragazze. Per quanto cerco di distogliere lo sguardo, mi ritrovo involontariamente a guardare nauseata questi scambi di gesti e occhiatine mentre annuisco distratta a qualunque cosa Alice stia dicendo, quando ad un certo punto noto che Potter si guarda intorno cercando qualcosa con lo sguardo e, quando incrocia il mio, sorride soddisfatto dicendo qualcosa a Sirius, accanto a lui.

Arrossisco fino alla punta delle orecchie e rivolgo, turbata, lo sguardo a Remus.

Ma che mi prende? - penso maledicendomi. Sia Remus che Alice, accorgendosi del mio rossore, si guardano intorno e vedono Potter e Sirius ridere come dei matti, guardando da questa parte.

« Immagino tu non abbia ascoltato niente di quel che ho detto… » dice divertita Alice, indicando con un cenno del capo i due malandrini.

« Cosa? Certo che ascoltavo…io… » balbetto maldestramente ma lei mi interrompe

« Non preoccuparti Lily, ho capito che avevi di meglio da fare. » ribatte facendomi l’occhiolino. Cosa? Crede davvero che stessi fissando Potter? Arrossisco ancora di più, doppiamente imbarazzata.

« No no no, non è affatto come credi! A me Potter non interessa minimamente… mi stavo solo guardando in giro, lui mi ha visto e si è messo a ridere. Sai che è talmente scemo che ride senza motivo! » esclamo non riuscendo a convincere nemmeno me stessa.

Alice annuisce per niente convinta, ma capisce che è meglio cambiare argomento e riprende a mangiare come se niente fosse. Io faccio lo stesso, evitando gli sguardi che si sono puntati su di me. Possibile che quel ragazzo debba sempre riuscire a sciuparmi la giornata?

In quel momento annunciano che ci stanno per consegnare i fogli con gli orari e ci alziamo tutti e tre per andare a prenderli.

« Secondo me, prima o poi gli dirai di sì »mi sussurra Remus all’orecchio.

Mi giro infastidita per controbattere, ma lui mi fa l’occhiolino e poi sparisce tra gli altri ragazzi.

 

- - - -

 

« Allora, dal momento che avremo due ore in comune e che quest’anno, in un certo senso, io comando, non provare a rispondere alle provocazioni dei malandrini, chiaro? Lasciali parlare, fai il superiore! » mi raccomando con Severus mentre ci dirigiamo in classe per l’ora di pozioni

« Specialmente non in quest’ora! Non oso immaginare che putiferio si verrebbe a creare! »

Severus si limita ad annuire annoiato, anche perché, se prova a ribattere, io lo sovrasto con altre raccomandazioni.

« Non sono mai io ad iniziare! » riesce a dire fra un mio discorso e l'altro « Cominciano a prendermi in giro e a fare l'idioti: non li sopporto! »

« Lo so, ma tu devi cercare di non darli retta! Lo fai per me? » chiedo, facendo gli occhi dolci. Scoppia a ridere e si arrende, promettendomi che non succederà niente.

Mentre parliamo arriviamo ai sotterranei e ci sediamo accanto cominciando a tirare fuori l'occorrente per preparare le pozioni. Il professor Lumacorno è a sedere dietro la cattedra e sulla lavagna vedo chiaramente il nome della pozione che dobbiamo preparare. Spalanco la bocca.

« Professore! »esclamo alzandomi in piedi di scatto « questa pozione è illegale! ».

Lumacorno mi guarda con i suoi occhietti e poi sorride sornione « Signorina Evans! Che piacere rivederla! » esclama « purtroppo, anche se è illegale, l'Amortentia sarà argomento di esame ai G.U.F.O. » dice soddisfatto « infatti, il Ministero ha mandato un gufo con questo avviso proprio un paio di giorni fa ». Mi rimetto a sedere scocciata cominciando a disporre gli ingredienti sul tavolo.

Dopo circa un'ora e mezzo che sto sopra il calderone fumante cercando di far diventare la pozione della perfetta sfumatura di “rosa confetto” vedo Potter che agita le mani per richiamare la mia attenzione. Mi giro sbuffando lanciandogli un'occhiataccia e mimando un “ Cosa vuoi? ” con le labbra. Lui mi guarda, fa un ghigno degno del più spregiudicato dei Serpeverde e lancia qualcosa nel calderone di Severus che non si accorge di niente, tutto intento com'è a scrivere sul libro di testo. Dopo circa un paio di secondi la sua pozione esplode schizzando tutti del liquido rosato.

Ed è in questo momento che scoppia il finimondo.

Se qualcuno vi ha mai detto che i Grifondoro e i Serpeverde non si sopportano, vi ha detto una grande cavolata. I Grifondoro e i Serpeverde si odiano.

Io e Sev siamo semplicemente l'eccezione che conferma la regola.

Spero quindi per voi che non vi siate mai trovati in una delle famose “battaglie” tra le due case - come in questo caso -, se sì.. beh, i miei complimenti per esserne usciti illesi.

Per la stanza cominciano a volare lampi di tutti i colori -la maggior parte Schiantesimi-e mentre penso a tutte le maniere in cui potrebbero morire James Potter e Severus- come se non l'avessi capito che sarebbe finita così-, vedo volare contro il mio banco una fialetta di vetro che esplode facendo schizzare il suo contenuto dritto sulla mia faccia, finendomi negli occhi.

Vedo confusamente il mio calderone alzarsi sotto l'effetto di un Wingardium Leviosa e il suo contenuto rovesciarmisi in testa. Annaspo cercando di riprendere fiato, buttando giù grandi sorsate di quel liquido che mi sta soffocando, quando qualcuno urla « FINITE INCANTATEM! ».

Sento l'aria entrarmi nei polmoni e subito dopo una spinta violenta seguita da un rumore assordante. Mi giro di scatto asciugandomi la faccia sul mantello della divisa e vedendo Potter in terra.

Solo in quel momento realizzo cosa è successo: il calderone in aria è caduto e mi stava finendo addosso lui ha evitato che ci finissi spiaccicata sotto. Ho la mente annebbiata e una sensazione lontana che diventa più forte ogni secondo che passa. Perché non sono accanto a lui? Dovrei essere accanto a lui. Devo essere accanto a lui. Vedo il mio corpo che si alza quasi muovendosi di volontà propria fino ad arrivargli accanto. Lui apre gli occhi e solo ora riesco a vedere quanto è bello

« Evans.. » sussurra flebilmente. Ed è allora che spinta da non so cosa poggio le mie labbra sulle sue. Lui spalanca gli occhi. Le tengo sulle sue solo due secondi poi mi allontano, la testa leggera.

Sento i passi del professor Lumacorno che si avvicina, ma non riesco ad alzarmi. Il mio posto è lì accanto a lui, in ginocchio su quel pavimento di fredda pietra.

Alzo lo sguardo e vedo le facce sbigottite dei miei compagni di casa, quella sorridente di Sirius e quella accigliata di Marlene. E poi lui, con un'espressione che non potrei mai più dimenticare.

« Severus.. »dico piano. Ma lui si volta, e se ne va, lasciandomi sola con i miei sensi di colpa.

« Signorina McDonald, accompagni Potter in infermeria » dice Lumacorno in tono prerentorio. Mary si alza e va verso James. Appena lo tocca sento una forte irritazione. Lui è mio. Faccio per alzarmi ma il professore mi mette una mano sulla spalla « e.. signorina McKinnon » dice rivolto a Marlene « accompagni anche Evans in infermeria »sosopira « è sotto l'effetto dell'amortentia ».

 

ANGOLINO AUTRICE rieccomi qui con un nuovo capitolo!! Okay mi pare un po' strano come capitolo, ma ci siamo divertite veramente tanto a scriverlo!! Volevo ringraziare le persone che mi hanno messo tra le seguite e quelli che hanno recensito. Spero che sia stato all'altezza delle vostre aspettative! Alla prossima! Nihal (e Ire)

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Capitolo 3
*** Dimenticare ***


Capitolo 3
DIMENTICARE
 

«Lasciami stare! Devo andare da lui, ha bisogno di me!» urlo divincolandomi sotto la presa di Marlene.

Mi sta letteralmente trascinando attraverso il corridoio che dall’aula pozioni porta all’infermeria, ma il pensare che James sia ferito nelle mani di Mary mi fa star male.

Devo andare da lui, non posso lasciarlo solo con…quella ! Cerco di ribellarmi tirando calci qua e là, ma anche Marlene è piuttosto forte.

«Non devo andare in infermeria, sto benissimo! Anzi devo andarci, ma con lui!»

«Adesso basta, calmati! Sei sotto l'effetto di una pozione, okay? E’ per questo che all’improvviso ti piace James!» ribatte visibilmente infastidita, spingendomi dentro la porta tanto agognata.

Non riesco a capire di cosa sta parlando. Quale pozione? Cerco di pensare, ma poi concludo che non mi interessa: devo solo uscire di lì!

Cerco di opporre resistenza, ma alla fine vengo letteralmente sbattuta sul lettino davanti all’infermiera, che ci guarda allibita per l’improvvisa entrata.

«Ha bevuto dell' Amortentia» spiega Marlene.

«Non so di cosa parla!» ribatto irritata «Sei solo gelosa che tu a James non interessi affatto! Noi ci amiamo, fatti da parte!» continuo rivolgendomi a lei.

«Ok ok, ho capito di che si tratta!» si intromette Madama Chips.

Vedo Marlene diventare rossa dalla rabbia e, conoscendola, mi aspetto che mi salti addosso tirandomi i capelli. Invece stringe i pugni, sospira e si trattiene dal dire o fare qualunque cosa. Intanto Madama Chips si è messa in disparte a consultare qualche libro sulla scrivania e, dopo un po’, si avvicina al letto dove sono stata sbattuta con sguardo preoccupato. Sposta lo sguardo da me a Marlene e dice: «Purtroppo al momento non disponiamo dell’antidoto per questa pozione. Come sapete è molto potente ed è difficile da annullare. Comunque mi occuperò personalmente della questione e speriamo di venirne fuori al più presto.»

Marlene annuisce poco convinta a tutto ciò che l’infermiera dice, lanciandomi sguardi preoccupati e arrabbiati insieme.

Ne ho abbastanza di questa storia, non so di cosa stiano parlando e non mi interessa: voglio solo andare da lui ! «Non sono sotto l’effetto di nessuna pozione! E adesso vado da James» dico scendendo dal letto per uscire da quella situazione assurda.

«No no no, non vai da nessuna parte, signorina!» ribatte Madama Chips, afferrandomi per un braccio e esortando Marlene a occuparsi dell’altro. Sbuffo, rinunciando per il momento a ribellarmi, e mi ritrovo di nuovo stesa su quello stupido letto.

«Tu resterai qui finché non troverò un rimedio.» Marlene mi guarda con aria furba, come se si fosse appena tolta una soddisfazione. Vuole prendersi James mentre sono chiusa qui, ecco cosa vuole. Ma se pensa si riuscirci con quelle stupide occhiatine di stamattina, si sbaglia di grosso. Apro la bocca per dirglielo, ma Madama Chips mi precede.

«Ora torna in classe Marlene, alla tua amica ci penso io.» Lei annuisce e fa per uscire, ma un attimo prima che chiuda la porta alle sue spalle, l’infermiera la richiama.

«Aspetta! Con chi si è attivata l’Amortentia? »

«Con James Potter» risponde Marlene un po’ infastidita.

 

Un lasso di tempo dopo, che a me sembrano secoli, ma che forse sono minuti, qualcuno bussa alla porta. Madama Chips mi lancia un’occhiata della serie "bada a cosa combini ragazzina", accompagnata da un finto sorriso, e la apre. E da questa entra proprio lui. E’ più bello che mai, nell’ uniforme che solo lui fa diventare bellissima, con i suoi capelli spettinati e con i suoi occhi perfetti. E’ sorretto da Sirius e si avvicinano al letto accanto al mio, mentre si trascina di peso la gamba destra. Appena lo vedo, mi alzo repentinamente e gli salto al collo, stringendolo forte. Lui all’inizio non reagisce, sorpreso, ma poi mi accarezza incerto le spalle, ricambiando l’abbraccio. Sirius ridacchia divertito e mi infastidisce, così gli do uno spintone e lo faccio cadere sul letto.

«Okay, signorina, adesso io e te andiamo di là!» Madama Chip mi afferra e mi spinge verso una porticina dall’altra parte della stanza.

«Non posso andarmene! Lasciami! Lui è il mio eroe, sei il mio eroe!» urlo a James facendogli l’occhiolino« Mi ha salvato, DEVO stare con lui!»

E’ tutto inutile e, prima di sparire da quella stanza, l’ultima cosa che vedo è il suo sguardo sbigottito e divertito. Mi ama, ne sono sicura. In un attimo mi ritrovo sola là dentro, così mi avvicino alla porta chiusa a chiave per sentire anche per un attimo la sua splendida voce.

«Mi è cascato un calderone addosso… ahi, ahi!... precisamente sulla gamba e… »

«Non preoccuparti, ci penso io» lo interrompe l’infermiera.

Segue un periodo di silenzio che mi fa innervosire e poi Madama Chips riprende la parola. «Allora, tieni questa fasciatura per un po’ e non fare attività fisiche. Ora puoi andare.»

«E lei?» chiede James. “Lei” sono io. Lui ha chiesto di me! Salto dalla gioia e vorrei buttare giù quella porta per stringerlo, ma non posso, così grido forte: «James sono qui! Tirami fuori, voglio stare con te!»

Sbatto i pugni contro la porta con quanta forza posso, ma sento solamente qualche risata e un’altra porta chiudersi. Se n’è andato. Lei l’ha fatto andare via! Mi lascio cadere sul letto, pianificando la mia fuga.

--------

 

Sono ormai le sei del pomeriggio e sto fissando il soffitto con aria annoiata.

Riesco a pensare solo a James, alle sue labbra sulle mie, al suo profumo, ai suoi occhi, al suo modo stupendo di arrotondare la esse finale del mio nome...

James.

Mi riscuoto quando sento dei passi lungo il corridoio e cerco di sollevarmi a sedere per vedere chi sia, ma non ci riesco; ho le lenzuola talmente strette attorno al mio corpo che anche solo muovere un braccio è uno sforzo enorme.

James.

Urlo frustrata davanti all'ennesimo tentativo fallito, quanto la porta della stanzetta dove sono tenuta prigioniera si scosta leggermente «James, sei tu?» chiedo con la voce colma di aspettativa divincolandomi ancora di più.

La tenda si apre del tutto mostrando il volto preoccupato di Alice.

«Ciao Lily» mi saluta Alice sedendosi con la solita grazia sulla sedia accanto al mio letto.

La guardo confusa per qualche secondo prima di abbozzare un timido sorriso.

«Alice!» esclamo alla fine. La voce mi esce strana, stridula, un' ottava sopra il normale «Dov'è? L'hai visto?» chiedo concitata, mentre sento il viso accaldato e il respiro affannato. Penso che il lenzuolo sia troppo stretto, davvero troppo stretto. Mi divincolo nella speranza che si allenti, ma quello sembra stringersi ancora di più. Un'ondata di rabbia mi assale mentre penso a come Madama Chips, dopo aver lasciato andare James, il mio James, mi abbia acciuffata e immobilizzata in mezzo a quelle coperte.

«Alice!» dico questa volta sull'orlo di una crisi isterica «Aiutami ti prego!». Sento le coperte muoversi e la tensione allentarsi mentre l'aria entra nei miei polmoni.

«Grazie» dico sollevata.

Lei mi rivolge uno sguardo cinico «Non stai molto bene ,eh?» mormora e vedo i suoi occhi azzurri riempirsi di preoccupazione.

La parte del mio cervello che ancora non pensa a James- una molto piccola parte- è grata ad Alice semplicemente per il fatto che mi sta accanto in tutti i momenti più difficili.

Cerco di tranquillizzarla «Ma no, cosa dici?» chiedo sorridendo «non capisco neanche perché sono in infermeria!»

Lei mi guarda con un sopracciglio alzato «Sei sotto Amortentia Lily,» sospira «hai presente? Quella pozione che ti fa innamorare pazzamente di qualcuno, che ti fa pensare sempre a lui..».

La interrompo di colpo «Tutto questo è ridicolo!» esclamo, ma mi fermo di colpo quando comincio a sospettare una cosa. Mi alzo in piedi sul letto puntandogli al petto un dito accusatore «TU! E MARLENE!» urlo ormai priva di controllo.

«Io e Marlene cosa?» chiede Alice calma.

«VOI, ME LO VOLETE RUBARE!» strillo «VI SIETE MESSE D'ACC..» il mio discorso viene interrotto dalla porta che si spalanca e da Madama Chips che entra come una furia nella piccola stanza guardando alternatamente me, in piedi sul letto con -molto probabilmente- lo sguardo da pazza e Alice, composta sulla sua sedia.

«Signorina Alice, ora se ne deve proprio andare» dice con voce autoritaria, «quanto a lei Evans le consiglio di rimettersi sdraiata».

Ubbidisco in silenzio lanciando uno sguardo di fuoco alla schiena di Alice che esce dalla porta.

Sposto lo sguardo su Madama Chips «L'antidoto arriverà domattina » mi annuncia con sguardo preoccupato, poi si volta e se ne va, questa volta senza stringermi nelle coperte.

Ghigno soddisfatta mentre un piano prende forma nella mia mente.

 

---------

 

Il buio è fitto quando mi alzo dal letto e a tastoni cerco la mia felpa per infilarmela. Per le scarpe è un altro paio di maniche, ma alla fine riesco a trovare anche quelle e facendomi luce con la bacchetta, apro lentamente la porta.

Mentre i miei piedi scivolano sul pavimento dell'infermeria senza far rumore ho un solo pensiero in testa.

James.

Devo trovarlo. A tutti i costi.

Sono talmente impegnata nelle mie riflessioni, che mi accorgo solo all'ultimo momento di un'ombra che si sta avvicinando nella mia direzione. Non faccio in tempo a spostarmi del tutto che quella figura si gira verso di me.

«Lily?» chiede una voce familiare, che però non riesco a definire. Quella alza una mano e si avvicina la punta della bacchetta luminosa al volto, rivelando un paio di occhi neri.

«Severus» dico con voce strozzata «cosa ci fai qui?».

«Potrei farti la stessa domanda».

Lo guardo male, attendendo la risposta.

Lui fa un sospiro «Venivo a trovarti» dice senza un'esitazione nella voce

Alzo entrambi i sopraccigli «A quest'ora?». Arrossisce visibilmente.

«Senti Sev, ne parliamo un'altra volta, ora devo andare» dico spazientita.

«Dove devi andare, da Potter?» chiede con un ghigno. Sento le orecchie in fiamme

«E se anche fosse?».

Lui mi guarda per un paio di secondi, fino a quando decido che ne ho abbastanza e faccio per girarmi, ma lui mi afferra per il polso avvicinandosi al mio corpo.

«Cos'ha lui che io non ho, eh Lily?» mi sibila ad un centimetro dalla faccia strattonandomi il braccio.

«Mi stai facendo male» dico gelida, ma lui non molla la presa. Con il braccio libero stringo forte la bacchetta.

«Stupeficium!» Severus cade di schianto e io sorrido trionfante, ma un pensiero mi riporta alla realtà.

James.

Mi affretto verso le scale

 

Mi ritrovo davanti alla porta di James, ma ovviamente è chiusa.

Dopo un attimo di smarrimento, ho un colpo di genio e frugo nella tasca in cerca della mia forcina di emergenza, che metto e levo dai capelli come serve.

Prendo la bacchetta, per creare un po’ di luce con “Lumos” e mi avvicino in modo da trovarmi faccia a faccia con la serratura. L’ho visto fare alcune volte da Marlene e non mi è sembrato difficile, anche se non l’ho mai fatto prima d’ora, ma sento che per lui posso fare questo ed altro e comincio a deformare la forcina. Dopo alcuni tentativi, fatti però nel più totale silenzio, la porta si apre. Soddisfatta, la rimetto a posto e mi avvicino lentamente al letto di James. «Nox!» sussurro alla bacchetta, che si spegne.

Nonostante il buio, riesco a scorgere il suo viso e rimango qualche istante ad osservarlo mentre dorme come un angelo. Mi stendo accanto a lui e subito lo sento sussultare.

Si mette a sedere di scatto e mi punta gli occhi assonnati addosso, cercando probabilmente di distinguermi. «Tranquillo, sono io. Sono scappata per stare con te!» gli sussurro all’orecchio, accarezzandogli una guancia. «Lily, non dovresti essere qui!» esclama incerto.

Rimane per un po’ a fissarmi titubante, come se gli incutessi paura. Sorrido, felice di provocare in lui quell’esitazione, e poggio la testa sulla sua spalla. «Lo so, ma sono pronta a infrangere ogni regola per te!» dico scompigliandogli i capelli. Accenna un sorriso, ma rimane immobile, così decido di fare la prima mossa e avvicino le mie labbra alle sue.

All’inizio James si allontana, ma poi mi stringe fra le braccia e le nostre labbra si incontrano per qualche istante.

Mi stringo a lui più che posso, ma dopo un po’ lui si stacca da me. «Adesso ti riporto in infermeria!» dice cercando di apparire convinto. Fa per alzarsi dal letto, ma non voglio rimanere di nuovo chiusa da sola in quella stanza, cosi gli getto le braccia al collo.

«Lily adesso basta, sul serio!» esclama cercando di liberarsi dalla mia presa, ma io non demordo e mi avvicino ancora di più. Lui lancia un'occhiata allarmata all'amico che dorme nel letto accanto.

«Sirius!» lo chiama James preoccupato «Sirius sul serio svegliati!»

 

---------

 

Mi giro infastidita mentre vedo Sirius che si muove nel letto e rivolgo uno sguardo imbronciato a James. «Pensavo che anche tu volessi stare con me» sbuffo arrabbiata. Vedo l'indecisione nei suoi occhi, ma un secondo dopo scuote la testa e chiama a voce ancora più alta «Sirius!».

Lo spingo sul letto mettendomi a cavalcioni su di lui e guardandolo trionfante, ma lui si divincola cercando di sottrarsi alla mia presa.

Ad un certo punto sento la voce di Sirius che chiama James disperato, cercando la bacchetta.

«James! Che succede? Ti stanno aggredendo! Oh mio dio James!» alzo gli occhi al cielo pronta ad urlargli che è un cretino, ma un raggio di luce mi interrompe.

A quanto pare il cretino ha trovato la bacchetta.

Mi sposto velocemente e sento subito dopo il corpo di James irrigidirsi sotto di me. Mi giro verso Sirius con occhi di fuoco e, dopo aver illuminato la stanza con un “Lumos” mi alzo dal letto.

«L'hai ucciso!» strillo infuriata, lui mi guarda terrorizzato «E' solo un incantesimo della Pastoia, che era diretto a te» tenta di difendersi, ma io non lo ascolto e mi lancio contro di lui brandendo la bacchetta.

Sirius guarda la porta, James e poi me.

Si gira e scappa nel corridoio. Lo seguo senza un attimo di esitazione.

«TU! DISTRUTTORE DI SOGNI!» urlo «HAI UCCISO LA MIA UNICA RAGIONE DI VITA,IDIOTA!». Corro ancora più veloce di prima. «Non è morto!» mi grida lui di rimando.

Il corridoio sembra non finire più. Al mio ennesimo urlo si aprono alcune porte e vedo dei ragazzini del primo anno che mi guardano confusi. «Cosa avete da guardare, primini!» gli sbraito in faccia. Mi fermo davanti ad una porta a caso e esclamo «Colloportus!». Quella si chiude violentemente e dopo alcuni istanti sento un grido di dolore provenire dalla stanza. Probabilmente ho rotto il naso al quel ragazzino, ma ora non ho il tempo per preoccuparmene. Riprendo a rincorrere Sirius che sta attraversando il corridoio che porta in Sala Comune in canottiera e boxer.

Riderei fino alle lacrime se non fossi troppo intenta a schiantarlo.

Mi fermo improvvisamente e alzo la bacchetta «STUPEFICIUM!» Lo manco di pochi centimetri perché si allontana di scatto.«STUPEFICIUM, STUPEFICIUM!» urlo più infuriata che mai. Un getto di luce rossa lo colpisce proprio sulla schiena e lui cade di schianto. Mi avvicino con il fiatone, poi mi giro e torno nella camera di James.

Appena mi avvicino noto che effettivamente è solo pietrificato e con un semplice controincantesimo lo faccio tornare normale. Sto per parlare quando la porta dietro di me si spalanca e appaiono tutti i Malandrini. Faccio per scappare di nuovo, ma quasi subito mi sento afferrare per le mani e i piedi. Mentre mi portano di peso in infermeria urlo il suo nome un'ultima volta.

 

---------

 

Quando Madama Chips mi vede, mi fulmina con un occhiataccia e costringe i ragazzi a tenermi ferma mentre mi rimbocca le coperte nella sua maniera “spaccacostole”. Di nuovo.

Poi esce dalla stanza per andare a prendere l'antidoto arrivato mezz'ora prima.

Rimasta sola, giro la testa dall'altra parte - praticamente l'unica parte del corpo che mi è concesso muovere - e lui è lì.

Seduto nella sedia accanto al letto, gli occhi fissi nei miei. La luce della luna che entra dalla vetrata si riflette sul suo viso facendo sembrare i capelli molto più chiari.

Sono troppo impegnata nella contemplazione per notare un mantello argentato in terra accanto a lui.

Sento un groppo in gola e non ne capisco il perché.

Lui si alza e, dopo essersi avvicinato, si inginocchia alla mia altezza. Noto la tristezza nei suoi occhi «Quando Madama Chips ti avrà rimesso a posto non ricorderai più niente...» Un sorriso amaro gli increspa le labbra. Allora si piega verso di me e mi bacia, un bacio vero, di quelli che ti fanno girare la testa e avere il fiato corto. Quando si scosta da me ho il viso accaldato «E' stato bello vedere che non mi odi in fondo Evans» dice triste. Chiudo gli occhi mentre una lacrima mi riga la guancia.

Quando li riapro lui non c'è più, ma al suo posto vedo la figura di Madama Chips con una pozione in mano.

Ha un sapore amaro mentre mi scende per la gola.

Amara come il suo sorriso, mentre scompare dalla mia mente.

 

 

ANGOLINO AUTRICE

Ed eccoci giunti qui alla fine di questo capitolo veramente ENORME.

Un grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui!

Un ringraziamento particolare a chi ha messo la storia nelle preferite, seguite e anche a chi legge in silenzio.

Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!!

Un bacio

Nihal e Ire

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Capitolo 4
*** Puramente malandrino ***


Capitolo 3

PURAMENTE MALANDRINO

 

Sento improvvisamente un fastidioso ronzio vicino al mio orecchio.

Mi giro dall’altra parte, ma dopo qualche istante ritorna. Cerco di scacciarlo con la mano, qualunque cosa sia, ma sembra non avere niente di meglio da fare che ronzarmi intorno alla faccia. Apro gli occhi infastidita e scorgo la mosca che mi ha svegliato allontanarsi lentamente.

«Adesso te ne vai, eh!» sbuffo.

Sospiro e guardo l’orologio: sono le undici di mattina! Mi giro di scatto verso il letto accanto, ma è tutto ordinato e non c’è nessuno dentro. Non capisco: perché Marlene non mi ha svegliata? Scendo dal letto e mi accorgo di avere uno strano mal di testa: mi chiedo come possa essermi venuto. Cerco di ricordarmi cosa ho fatto ieri sera, ma mi rendo conto che l’ultimo ricordo che ho è la lezione di pozioni. E poi cosa è successo? Mi dirigo scombussolata in bagno e guardo la mia immagine riflessa nello specchio.

Ho un’aria davvero stanca, ombre scure sotto gli occhi verdi, come se non avessi dormito tutta la notte. Eppure mi sono svegliata nel mio letto, anche se non ho idea di come ci sono finita.

Prendo la spazzola e lo spazzolino e cerco di rendermi presentabile, con l’intenzione di scendere per pranzo a chiedere spiegazioni. Quando esco dal bagno, mi accorgo di una lettera sul davanzale della finestra aperta: a quanto pare il gufo mi ha fatto visita!

La prendo incuriosita e noto che è scritta su un normale foglio di pergamena.

La apro e comincio a leggere:

 

Ciao Lily,

come stai stamattina?

Dopo essere praticamente svenuta nell’ora di pozione ieri, spero che ti sia ripresa bene!

Mi sei cascata tra le braccia, sai? No, non è vero, ma mi sarebbe piaciuto… Come vedi ti abbiamo lasciata dormire, quindi mentre tu te la spassi, io sono a lezione.

Aspetta, forse, conoscendoti, stai studiando lo stesso per non rimanere indietro, vero?

So che probabilmente non lo farai, ma mi piacerebbe se mi rispondessi: almeno, tramite lettere, non puoi urlarmi in faccia come fai sempre!

Magari, così, riusciremmo a fare una conversazione quasi normale...

Salvami dalla noia,

James.

 

Allora è questo che è successo: sono svenuta! E ho dormito per un giorno intero?

Incredula, rileggo la lettera con uno strano sorriso stampato in faccia, che non riesco a togliere. Mi chiedo se James smetterà mai di provarci con me, ma invece di esserne infastidita mi sento stranamente felice. Sospiro e penso che è meglio non rispondergli, ma concludo che non ho niente di meglio da fare. Così prendo una piuma e, dopo qualche esitazione, rispondo:

 

Ciao Potter,

come speravi sto meglio e sono felice di non essere cascata tra le tue braccia ieri.

Comunque non ricordo niente: possibile che abbia dormito un giorno intero?

Ah, e per tua informazione non sto studiando, riesco a fare anche altro nella vita, che tu ci creda o no.

Salvato dalla noia,

Evans”.

 

Prima di spedirgliela, penso a cosa accadrebbe se il professore della lezione di James ci scoprisse: sicuramente non sarebbe una cosa conveniente per un prefetto come me…

Faccio per accartocciarla e buttarla nel cestino, ma poi ripenso alle parole della sua lettera.

 

Aspetta, forse, conoscendoti, stai studiando lo stesso per non rimanere indietro, vero?

 

Mi rendo conto di essere famosa per fare sempre la cosa giusta, anche se noiosa, e questo non mi piace.

Non ho mai rischiato, mai fatto qualcosa di sbagliato: sono sempre stata perfetta.

Prima di potermi pentire, chiamo il gufo e spedisco la lettera.

Stupido, stupido James penso con un sorriso.

Mi ritrovo a guardare la finestra dalla quale il gufo se ne è andato con una strana gioia mai provata prima. Si prova questo a rischiare?

Mi lascio cadere sul letto e poco dopo scoppio a ridere.

«Ma che ti prende, Lily?» mi rimprovero.

Fantastico sto anche cominciando a parlare da sola.

 

--------

 

A mezzogiorno decido di scendere per il pranzo, anche per capire cosa mi sia successo ieri. Appena arrivo, scorgo Severus.

Sperando che possa chiarirmi le idee, gli corro incontro sorridente.

Quando mi vede, il suo sguardo si rabbuia un po’, ma mi dico che è soltanto una mia impressione. Così lo abbraccio e inizialmente lo sento distaccato, ma poi mi stringe un po’ a sé. Mi allontano e il suo sguardo è stupito, felice e turbato insieme.

«Ciao Sev! Ma cosa mi è successo ieri? Io non ricordo niente… » Lo vedo titubante, come se voglia parlare ma qualcosa lo stia bloccando.

Tutto il mio entusiasmo nel vederlo si spegne in quel momento.

«Sei solo svenuta in aula pozioni e …» scrolla le spalle, come se le parole gli fossero morte in bocca.

Sento che mi sta nascondendo qualcosa e lo guardo negli occhi, cercando di capire il suo atteggiamento, ma lui abbassa semplicemente lo sguardo. «E ho dormito per un giorno intero?» chiedo confusa, immaginando già la risposta. Lui, infatti, si limita ad annuire e quando apro la bocca per ribattere mi precede con uno sbrigativo: «Scusa Lily, devo prendere posto a tavola.» È la scusa più banale che abbia tirato fuori da quando ci conosciamo. Lo sento terribilmente distante e non riesce neanche a guardarmi negli occhi: sembra che ce l’abbia con me, lo conosco troppo bene.

Lo guardo senza capire e pochi secondi dopo semplicemente sparisce.

Sospiro, sconvolta da quella fantastica conversazione, e mi dirigo al tavolo dei Grifondoro. Scorgo da lontano Marlene, Alice e mi avvicino a loro.

«Ciao ragazze!» urlo nella loro direzione.

Appena mi vedono, fanno entrambe una smorfia.

Ma, subito dopo, Alice si ricompone e assume il suo solito sorriso cordiale e Marlene la imita, anche se con più fatica.

Rimango delusa dalla loro reazione: insomma, non è la classica espressione da “Ciao, che bello vederti!”, ma più da “E questa che ci fa qui?”.

Per un attimo la sensazione che anche loro possano avercela con me invade subito la mia mente. Poi cerco di controllarmi e e di non pensarci, convincendomi che sto esagerando. Finalmente Alice ci salva tutte da quella situazione imbarazzante:

«Ciao Lily! Ti senti meglio oggi? » Mi sforzo di sorridere e rispondo: «Si, ma ancora non mi spiego come possa essere svenuta per così tanto tempo.»

Le due si lanciano un rapido sguardo complice, poi Marlene si alza.

«Vado un attimo in bagno!» esclama con un sorriso tirato.

La guardo stupita allontanarsi e poi torno a guardare Alice come per chiederle spiegazioni. «Sei svenuta e hai sbattuto un po’ la testa: è normale.» risponde, come se niente fosse, alla mia domanda.

Annuisco e le altre cose che volevo dire mi muoiono in bocca. Mi limito a mangiare silenziosamente, accorgendomi che Marlene non ha alcuna intenzione di tornare a sedersi accanto a me.

Non capisco cosa possa aver fatto di così sbagliato e continuo il pranzo ripercorrendo le mie azioni di ieri prima di essere svenuta.

Il pranzo si svolge nel più totale imbarazzo e alcuni tentativi da parte mia di instaurare una conversazione falliscono miseramente davanti allo sguardo di Alice.

Appena finito di mangiare vedo la figura di Marlene avvicinarsi e sento la sua voce domandare ad Alice qualcosa.

Dopodiché entrambe si girano verso di me e vedo confusamente le labbra di Alice muoversi, ma io non sento niente.

 

La sensazione di una mano sul braccio e di Marlene che mi trascina per un corridoio e infine la sala bianca dell'infermeria. Il mio urlare un nome continuamente.

 

Vedo Marlene formulare il mio nome sventolandomi una mano davanti agli occhi e solo allora mi riscuoto. Cosa mi sta succedendo?

Mi alzo di scatto guardandola negli occhi e allora lo vedo, un lampo di freddezza, come di rabbia repressa.

È solo un attimo ma mi basta.

E' successo qualcosa di cui sono all'oscuro.

Alzo gli occhi per cercare conforto nelle iridi azzurre di Alice, ma anche quelle sono come lastre di ghiaccio, taglienti e affilate. Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?

Sento le lacrime riempire i miei, di occhi.

Non piangere penso mentre punto lo sguardo su una candela appesa al soffitto.

La luce forte ricaccia indietro le lacrime.

Non piangere mi ripeto come una cantilena.

La scuola è cominciata da pochissimo e già sono riuscita a farmi odiare da tutti i miei amici.

Sento lo sconforto prendere il sopravvento.

Mentre sento il mio autocontrollo cedere, mi alzo di scatto e mi avvio verso il dormitorio femminile.

 

----------

 

Entro in camera, mi chiudo la porta alle spalle e la sigillo con un “Colloportus”.

Solo allora mi permetto di sfogare tutta la mia rabbia e frustrazione cominciando a singhiozzare come una bambina e prendendo a pugni il cuscino.

Lo sforzo fisico mi distrae per un po', ma quando ormai il cuscino è ridotto ad una palla informe noto la sveglia di Marlene sul comodino.

Sento un moto di rabbia particolarmente forte verso quell'odiosissima sveglia.

La afferro decisa e dopo aver aperto la finestra la lancio con tutta la forza che ho dal quarto piano del castello. Sorrido soddisfatta, ma dopo pochi minuti arriva il senso di colpa.

Urlo frustrata. Odio le mie emozioni; mi fanno sentire vulnerabile e debole.

E' quello che sei Lily: vulnerabile e debole. Tutto ti ferisce.

«Non sono debole!» urlo, e poi più piano «e non sono vulnerabile».

Il mio patetico tentativo di auto convincimento si scontra con un altro singhiozzo.

«Basta» mi dico e questa volta smetto di piangere.

Prendo la bacchetta e ritrovo la sveglia ormai fatta a pezzi di Marlene con un incantesimo di appello e poi la riparo. Non servirà a niente rompere le sue cose .

Mi alzo dal pavimento e mi avvicino allo specchio valutando per l'ennesima volta le mie condizioni: capelli arruffati, occhi gonfi e rossi, ciglia bagnate e guance scarlatte.

Prendo con un sospiro il fondotinta dalla borsa e comincio a darmi una sistemata.

Un ultimo sguardo e, dopo essermi lisciata il maglioncino e la gonna mi avvio alla lezione di Incantesimi.

 

---------

 

Più che avviare, comincio a correre come un'ossessa visto che sono in un ritardo mostruoso.

Scendogiù per una rampa di scale, poi giro a destra verso il corridoio arrivando così ad un'altra scalinata; sto cercando di ricordarmi quale è il gradino che scompare quando sento qualcosa venirmi addosso. O meglio qualcuno.

«Evans..» mormora confuso James prendendomi al volo prima che cada per un paio di rampe.

Alzo gli occhi incontrando i suoi e arrossisco improvvisamente sotto lo strato di fondotinta «Potter» dico imbarazzata. Non è che ora comincerà ad odiarmi anche lui vero?

Nota subito che c'è qualcosa che non va «Ehy, tutto bene?» chiede... apprensivo!? Non ho mai visto James Potter apprensivo. «Si si..» borbotto piano cercando di non guardarlo negli occhi. Il tentativo fallisce miseramente.

«Ma tu hai pianto!» urla puntandomi un dito contro.

Mi giro offesa «E se anche fosse?» chiedo forse un tantino acida. «Cosa te ne importa?». Vedo i suoi occhi accendersi di una strana scintilla «Tu sei mia» dice attirandomi a sé.

Sto fin troppo bene tra le sue braccia, ma per non dare l'impressione sbagliata comincio a divincolarmi con poca convinzione.

Quando alzo gli occhi i suoi sono a due centimetri dai miei e io sobbalzo.

Avevo sempre avuto ragione dopotutto sugli occhi di James che tutti reputavano banalissimi occhi marroni. Li osservo attentamente e noto un cerchio verde scuro intorno alla pupilla e numerose pagliuzze dorate. Sono straordinari.

Mi accorgo di aver messo una mano sulla sua guancia solo quando sussulta lievemente.

La ritiro immediatamente maledicendomi per l'ennesima volta, ma le mie considerazioni vengono interrotte bruscamente quando la distanza tra i nostri visi si annulla del tutto e io mi ritrovo con la schiena al muro a baciare James.

E' tutto così familiare: le sue mani sulla schiena, il suo respiro affannato..

 

La luce della luna si riflette sul suo volto e sul suo sorriso triste quando si china a baciarmi «James..» sussurro piano e cerco di stringerlo a me ma non ci riesco. Coperte mi immobilizzano tutto il corpo.

 

Mi irrigidisco staccandomi da lui « E' successo di nuovo..» mormoro pianissimo.

«Cosa?» chiede confuso.

Scuoto la testa lentamente e punto di nuovo i miei occhi nei suoi.

Cavolo quanto è facile perdere la concentrazione solo guardandolo.

Potrei veramente uscire con lui se non fossi turbata dal pensiero che probabilmente sono solo una delle tante, un altro stupido nome da aggiungere alla sua stupida lista.

Stupido Potter.

Come intuendo i miei pensieri mi prende la mano e mi fa un cenno di seguirlo

«Cosa..» la mia frase viene interrotta nuovamente dalle sue labbra «Vieni con me, fidati Evans» dice sicuro.

Osservo l'orologio, l'ora è saltata ormai.

Guardo il suo viso e gli stringo appena la mano.

«Se ci scoprono ti uccido» lo avverto con però un accenno di sorriso sulle mie labbra.

Lui sfodera un ghigno puramente malandrino e comincia a scendere le scale.

La sua mano ancora nella mia e io, con un sorriso ebete in faccia.

 

ANGOLINO AUTRICE

Vi prego non uccidetemi!

So di essere in un ritardo pazzesco, ma ho avuto una settimana veramente piena e sono riuscita ad aggiornare solamente ora.

So che il capitolo non è lunghissimo e sì è un po' deprimente, ma state tranquilli: i prossimi saranno più movimentati :)

Altra cosa importante: aggiorneremo probabilmente una , massimo due volte alla settimana perché non ce la facciamo davvero a tenere questo ritmo.

Detto questo.. un grazie enorme a quelli che hanno letto la nostra storia e a quelli che recensiscono perchè, ricordate: più recensite MEGLIO E'.

Un grazie anche a quelli che hanno messo la storia tra le seguite, ricordate e preferite e anche a chi legge in silenzio.

Un bacio

Nihal (e Ire)

 

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Capitolo 5
*** Che la guerra abbia inizio ***


Capitolo 4

CHE LA GUERRA ABBIA INIZIO

 

«Potter, se ci scoprono…»

«Ti vuoi calmare? Non ci scopriranno, te lo prometto!» mi interrompe con quel suo sorrisetto furbo. «Stai tranquilla!»

Mi chiedo ancora perché lo stia seguendo.

È successo tutto così in fretta in questi due giorni che sto semplicemente lasciando che gli eventi mi travolgano, senza far niente per oppormi, e non è da me.

Sto facendo la cosa giusta? Mentre attraverso questo conflitto interno, arriviamo al Lago Nero e James mi fa cenno di sedermi sull’erba, accanto a lui.

Sto davvero cominciando a chiamarlo “James” nella mia testa?

Mi siedo, dando un ultimo sguardo circospetto attorno a me.

«Non pensavo che mi avresti risposto alla lettera stamattina.» esclama incrociando le gambe «Mi hai sorpreso.»

Cerca continuamente il mio sguardo con quei suoi occhi maliziosi e devo per forza evitarlo, se non voglio arrossire.

Scrollo le spalle e fisso un punto qualunque nell’acqua scura. «Forse perché non sono quella che credi.»

«Forse è così» ribatte prontamente. «Forse sei anche meglio!»

Solo in quel momento realizzo che lui sta apertamente flirtando con me e l’ultima cosa che voglio è che fraintenda quel che c’è tra noi, e cioè assolutamente niente.

D’altronde come può pensarla diversamente se prima di arrivare qui ci siamo baciati e abbiamo camminato tenendoci per mano?

Mi sento una stupida, non posso credere che sia cascata nella sua ragnatela.

Valuto seriamente l’idea di alzarmi e tornarmene in camera, ma rischiare di farsi vedere mentre avrei dovuto essere a lezione è ancora peggio.

Così sospiro e mi limito a cercare di rimediare la situazione. «Non montarti la testa! Semplicemente non avevo niente di meglio da fare» esclamo gesticolando come una scema

«Non avevo dubbi: ci doveva essere un serio motivo per cui Lily Evans in carne ed ossa mi avesse dedicato qualche minuto della sua preziosa vita.» dice ironico.

Cerco di rimanere seria, ma poi i nostri sguardi si incontrano e scoppiamo entrambi a ridere, senza che io possa farci niente.

Fa una faccia estremamente sconvolta «Stai davvero ridendo? Allora ci riesci anche tu!»

Sbuffo divertita «Solo se è estremamente necessario.»

“Solo se è estremamente necessario”? Brava Lily, se non volevi che fraintendesse stai facendo un ottimo lavoro!

«Non che questa volta lo sia…» mi affretto a rimediare

«Ovviamente.» mi interrompe subito.

Rimaniamo qualche secondo in silenzio e, mentre guardo il lago, sento che lui guarda me. Arrossisco tutta e prego davvero che la smetta, ma non sembra intenzionato a mettermi a mio agio. «Sei diversa dalle altre, Lily.» dice diventando improvvisamente serio «Per esempio, non so assolutamente niente di te!»

«Perché dovrei dirti qualcosa di me?» chiedo, riuscendo a sfidare il suo sguardo per un po’.

«E’ esattamente questo di cui parlavo.» continua, scompigliandosi i capelli.

«Quasi tutte le ragazze del nostro anno sono mie amiche. Scherziamo, parliamo, insomma ci conosciamo. Tu, invece, sei sempre così riservata, sempre sulle tue.»

Scuoto la testa e sorrido pensando alle “amiche” di James.

Non dubito del fatto che sappia molte cose di loro: è stato praticamente con tutte.

Io sono “diversa” solo perché mi sono sempre rifiutata di uscire con lui e questo conferma che non posso cedere proprio adesso.

«Quelle non sono tue “amiche”!» puntualizzo divertita.

«Sapevo che l’avresti detto!» dice sbuffando «Forse sei esattamente come pensavo.»

Mi da una piccola spinta affettuosa con il gomito e scoppio di nuovo a ridere, ma questa volta vengo interrotta da un forte fracasso proveniente dal castello e dalla vista di tanti studenti che corrono nel prato.

«Meglio che me ne vada prima che qualcuno mi veda con te» dico alzandomi.

Non faccio in tempo a finire la frase che con una piccola spinta mi fa ricadere sulle sue gambe. «Stavamo così bene..» dice a mo' di spiegazione. Sbuffo esasperata e sto per rispondergli in maniera molto poco appropriata, quando vedo un figura familiare avvicinarsi a noi.

Trasalisco riconoscendola «Potter!» dico terrorizzata scattando in piedi come una molla «Sta arrivando Marlene!».

Si guarda intorno fino a quando non la riconosce «Però, se ha delle belle gambe!» esclama studiandola meglio mentre si avvicina.

Sento un' ondata di irritazione travolgermi e il pugno che gli tiro sul braccio, questa volta, non ha niente di affettuoso.

«Non è il momento di fare valutazioni sulle gambe delle altre ragazze» strillo.

Se Marlene mi vedesse con James adesso sarebbe la fine della nostra amicizia.

Ho visto come lo guarda, quando lui è impegnato a fare altre cose e so che non me lo perdonerebbe mai, conoscendola.

«Nascondimi!» mi guardo intorno alla ricerca di un rifugio «Subito!».

Marlene è sempre più vicina e io sempre più isterica.

Mi giro verso James e scorgo un lampo nei suoi occhi.

Non promette niente di buono.

Mi si avvicina lentamente e dopo avermi messo le mani sui fianchi sussurra al mio orecchio «Cerca di non urlare okay?»

«Potter, che cosa..» la mia frase viene interrotta a metà dalla violenta spinta che mi fa finire dritta nel Lago Nero.

Nonostante tutti i miei buoni propositi, mentre cado insulto James Potter una ventina di volte.

 

--------

 

Quando finalmente esco dall'acqua gelata è passata circa mezz'ora e oltre che bagnata fradicia, sono anche incazzata nera sia con Marlene, che non ha smesso un attimo di provarci con James, sia con James, a cui non sembravano dispiacere troppo le attenzioni della mia amica.

Una voce mi fa tornare alla realtà «Evans!».

Mi giro verso quel viso che sta diventando fin troppo familiare per i miei gusti.

«Cosa vuoi Potter?» sibilo.

«Tutto bene?» chiede apprensivo

«Certo che va bene! Perchè non dovrebbe andare bene?» sbraito «Sono solo stata buttata nel Lago Nero e costretta a rimanerci per mezz'ora!» fa per interrompermi, ma lo fulmino con un' occhiataccia «a sentire te e Marlene » sottolineo bene il secondo nome «che vi dicevate cose indecenti!» concludo il mio brillante monologo con una voce di parecchie ottave sopra il normale.

James sorride appena «Allora sei gelosa..» dice divertito.

La mia rabbia esplode definitivamente «NON. SONO. GELOSA.!» prendo una grossa boccata d'aria cercando di calmarmi «Non mi importa niente se esci con Marlene e di cosa fai con lei!».

Mi si rivolta lo stomaco ripensando a tutti i doppi sensi del loro discorso.

Continua a sghignazzare «Certo, certo» mi dice come se stesse parlando ad una bambina.

La mia pazienza è a livelli drastici e, infatti, alla sua ennesima risatina mi avvicino e gli tiro un pugno. Proprio sul naso. Vedo i suoi occhi, prima stupiti, poi appannati per il dolore.

«Guardiamo quante “amiche” avrai dopo questo» dico gelida.

Faccio per voltarmi e andarmene, quando mi afferra un braccio.

«Tu.. mi hai tirato un pugno?!» dice sbalordito

«Beh, a quanto pare era un bel gancio» rispondo ironica «Ma ora scusami, devo andare in bagno: sento il bisogno di vomitare da quando hai avuto quella brillante conversazione con Marlene.»

Sorrido sardonica mentre libero il braccio dalla sua presa e mi avvio verso il castello, lasciandolo in sulla riva del lago, con il labbro sporco di sangue e un'espressione stupita sul volto.

Uno a zero per me, ma la partita è appena cominciata.

 

---------

«Cosa hai fatto?!» mi urla Mary contro.

Non ho resistito alla tentazione di non raccontarlo a nessuno, ma ora sto cominciando a pentirmi della scelta.

«Mary, Mary calmati» dico «Non penso di avergli fatto male, cioè... non così tanto male» faccio un sorrisino angelico.

Lei prende un cuscino e me lo lancia.

Siamo in camera mia, Marlene è andata da Alice e Mary è venuta qui da me.

«E lui?» chiede curiosa «Cosa ha fatto, detto, pensato? Voglio sapere tutti particolari!»

Rido divertita davanti a tanta insistenza «E' rimasto imbambolato a fissarmi per un po' e poi ha balbettato qualcosa riguardo al fatto che gli avessi tirato un pugno. Come se non fosse così ovvio» dico con un'aria da donna di mondo.

Mi interrompo all'improvviso solo per scoppiare a ridere un attimo dopo «Sembriamo due vecchie zitelle impiccione» . Mary sorride divertita «E in qualità di vecchia zitella molto impicciona ti ordino di dirmi tutto!» esclama con vocina stridula solo per farmi ridere nuovamente.

«Non so cosa ha pensato, forse che sono una pazza isterica, ma questo probabilmente l'ha già capito da un pezzo» dico sorridendo «e poi sono uscita di scena con una bellissima frase ad effetto in risposta alla sua domanda “Dove vai?”». Solo parlandone mi rendo conto di quanto sono soddisfatta.

Lei fa un gesto spazientito con la mano «Sì, questo lo so di già, voglio sapere che ha fatto quando lo hai rivisto a cena».

«A cena niente, ma dopo...» dico tenendola sulle spine.

«Andiamo Lily, non farti pregare raccontami!» mi guarda con una faccia buffissima. Cedo subito.

«Mi ha preso in disparte e mi ha detto che... »

«Ti ha detto che?» chiede lei sporgendosi sempre più in avanti

«Che domani sarei dovuta andare con lui a Hogsmade»

Mary salta in piedi «Oh mio Dio Lily! Sai già cosa ti metterai? A che ore è? Ma ti rendi conto? James Potter vuole uscire con te! E tu gli hai tirato un pugno e...» la sua raffica di domande viene interrotta bruscamente dal mio sguardo confuso, mentre capisce cosa mi passa per la testa.

«Non ci pensare neanche!» esclama scandalizzata «Tu ci andrai sicuramente!»

Faccio finta di controllare l'orologio ed esclamo «Mary è veramente tardissimo! Dovresti andare a dormire» mi alzo e la trascino fuori dalla camera.

«Lily sono solo le nove!» protesta solo per accorgersi un secondo dopo che voglio solo evitare la conversazione.

«Ricordi Mary? Io sono convalescente!» dico dandole un bacio sulla guancia e chiudendo la porta. Sento la sua voce dietro al legno massiccio «Non finisce qui!»dice decisa.

Mi infilo sotto le coperte «Oh, sì se finisce qui..» mormoro prima di addormentarmi.

 

-------

 

«Marlene, esci da quel bagno!» grido per circa la sesta volta.

Sono le 7:00 e vorrei rendermi presentabile prima di scendere a colazione.

Sbuffo, non sentendo risposta, e mi alzo dal letto pronta ad usare le maniere forti.

Mi avvicino al bagno e faccio per bussare, quando qualcuno mi precede e bussa alla porta della camera.

Mi lascio prendere dal panico per qualche istante, pensando alle condizioni dei miei capelli, ma poi mi faccio forza e afferro la maniglia.

Appena apro la porta, vengo letteralmente sbattuta contro il muro da una scopa volante che entra e attraversa la stanza a 100 km/h.

E, ovviamente, a guidarla c’è quell’idiota di Potter. «Scusami!» esclama, scendendo e assicurandosi che stia bene.

«Tu sei pazzo! Perché sei venuto su una scopa?» chiedo sconvolta.

«Non posso camminare nei corridoi dei dormitori femminili!» dice come se questo spiegasse tutto in modo ovvio.

Scuoto la testa e prendo la scopa per scaraventarla fuori dalla porta, ma lui mi prende un braccio e mi ferma. «Ti prego Lily, vieni a Hogsmade con me! Dai, ti divertirai e …»

Mi libero della presa e gli lancio la scopa contro. È il ragazzo più testardo che abbia mai conosciuto! Possibile che non abbia imparato la lezione... eppure avrei giurato che quel pugno lo avesse lasciato interdetto.

«Per l’ultima volta: non verrò con te, James! E lasciami in pace!» esclamo, cercando di mantenere la calma.

Ma invece che imbronciarsi come un bambino, come fa sempre se non ottiene ciò che vuole, lo vedo sorridere divertito.

Mi chiedo che problemi abbia questo ragazzo: lo ho appena rifiutato e lui ride!

Comincio a innervosirmi e continuo: «Perché ridi?Ti ho detto di andartene!»

«Mi hai chiamato James!» esclama ridendo.

Adesso è ufficiale: sto perdendo le staffe.

Mi scaglio contro di lui e lo spingo verso la porta, quando Marlene esce dal bagno già vestita e pettinata.

Ci guarda confusa per qualche istante e poi esclama: «Che succede?» scandendo le parole come se stesse parlando a due bambini.

Cerco di ricompormi e mi allontano da James e lui fa lo stesso. «Potter» rispondo sottolineando questo nome «ti cercava.»

Rimango io stessa sorpresa da queste parole, ma poi lo guardo fulminandolo per chiedergli una conferma.

Lui si limita a balbettare: «Esatto, ecco…». Mi guarda implorante, ma, scoraggiato dalla mia fermezza, conclude: «Ti cercavo!»

Vedo un enorme sorriso spuntare sulla faccia di Marlene, che comincia, lusingata, a sistemarsi i capelli con le mani.

«E cosa volevi?» chiede speranzosa. Oddio sto per vomitare. Di nuovo.

«Io…» mi lancia un altro sguardo in cerca di aiuto e decido di approfittarne: vuole una guerra? E guerra avrà.

«Voleva invitarti ad andare con lui a Hogsmade» mi affretto a dire.

In un primo momento James annuisce convinto poi, come se avesse appena realizzato ciò che ho detto, mi fulmina con lo sguardo.

Fatico a non scoppiare a ridere di fronte alla sua espressione.

Marlene sorride eccitata e in un batter d’occhio afferra prima la sua borsetta e poi il braccio di James.

«Sono pronta, andiamo!» Lui sembra piuttosto pallido, ma si sforza di sorridere, mentre apre la porta il più lentamente possibile.

Prima di sparire, mi lancia un ultimo sguardo e poi chiude la porta.

Sto vincendo su tutta la linea.

ANGOLINO AUTRICE
Ed eccoci qui con un nuovo capitolo!
Devo dire che sono parecchio abbastanza soddisfatta di come è venuto, ma il parere lo lascio a voi!
Se volete, recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un grazie enorme a tutti quelli che hanno messo tra le seguite, ricordate e preferite e anche a chi legge in silenzio.
Un bacio e alla prossima!
Nihal e Ire (che non vuole essere messa tra parentesi)


 

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Capitolo 6
*** Hogsmade ***


Capitolo 5

HOGSMADE

 

Rimango sola nella stanza, divertita e un po' infastidita da ciò che è appena successo.

Sto ferma per un po' e mentre penso a cosa combineranno quei due, decido di rendermi presentabile, così mi pianto davanti allo specchio e cerco di dominare i miei capelli ribelli.

Proprio mentre sto combattendo contro un enorme nodo, qualcuno bussa alla porta.

Se è James giuro che lo uccido!

Mi dirigo incerta verso questa e la apro molto lentamente, affacciandomi prima con la testa.

Sospiro sollevata quando vedo che è Mary e le dico di entrare.

«Chi pensavi che fossi?» chiede divertita «dovevi vedere il tuo sguardo!»

«Nessuno» dico cercando di essere credibile.

Si lascia cadere sul letto e mi guarda maliziosa: «Quando arriva lui?» chiede.

«Lui chi?» rispondo con noncuranza.

Lei sorride e si mette a sedere sul letto, fissandomi curiosa: «”Lui” James!»

La guardo scrollando le spalle, come se non capissi di cosa stia parlando.

«Andiamo, Lily! Credi che James di arrenderà solo per un tuo rifiuto?»

Abbasso lo sguardo e sospiro, scuotendo la testa, scoraggiata. «In realtà è già venuto…»

«Che cosa? E perché non sei con lui ora?» esclama subito Mary, scattando in piedi.

Aspetta una mia risposta, che però non ho intenzione di darle, e continua a fissarmi in attesa.

«Che c’è?» ribatto io, «Ti avevo detto che non ci sarei andata, no?»

Mary scuote rigorosamente la testa, visibilmente delusa.

«O Lily, Lily! Quante cose devi imparare!» dice, accarezzandomi la testa come fossi un cucciolo ferito. Mi libero, infastidita, dalla sua presa e continuo il mio racconto:

«Ma…»

«Ma cosa?»

Sorrido divertita e riprendo a parlare: «Io non volevo andare con lui, così appena Marlene è uscita dal bagno le ho detto che era lì per andare ad Hogsmade con lei.»

Mary mi guarda sbigottita per qualche istante, poi scoppia a ridere, rotolandosi sul letto.

«Oddio, Lily, non ci credo!» riesce a dire tra una risata e un’altra «Mi immagino la faccia di Marlene! E la sua!» scoppia nuovamente a ridere.

Non so se ridere con lei o sprofondare dalla vergogna e nell’indecisione rimango a guardarla impassibile.

«Non ci credo che, pur di non uscire con lui, ti sei inventata tutto questo!» esclama, asciugandosi le lacrime. Faccio un gesto stizzito con la mano.

«Perfetto, ti ho fatto ridere! Ora mi lasci da sola, per favore?» chiedo indicandole la porta.

Lei diventa improvvisamente seria e scuote decisa la testa. «Non se ne parla! Questo è solo un motivo in più per andarci!» dice convinta e, nonostante le mie proteste, mi ritrovo fuori da Hogwarts in un batter d’occhio, in viaggio verso Hogsmade.

 

-------

 

Appena arriviamo, cominciamo a passeggiare, ma vedere Mary così attenta a chi la circonda non mi piace affatto.

«Se lo vedo scappo» mi riprometto per la centesima volta.

Perfetto, sto anche ricominciando a parlare da sola. Sospiro sconsolata.

«Senti Mary...» comincio mugugnando ancora arrabbiata con lei per avermi trascinata fino a lì.

Lei si gira verso di me, gli occhi verdi accesi di eccitazione per quella ricerca

«Sì? Lo hai visto?» chiede speranzosa.

Sorrido divertita e scuoto la testa quando mi viene in mente un' idea brillante: se riesco a distrarla per qualche ora, James e Marlene avranno tutto il tempo di tornare al castello.

Il mio sorriso si trasforma in un piccolo ghigno.

«Sai che Lumacorno ha appena organizzato una festa per l'inizio dell'anno?».

Vedo la sua testa girarsi di scatto: ora ho la sua completa attenzione. Il solo sentire la parola “festa” la manda fuori di testa.

«Un festa?» chiede, ancora un po' circospetta.

Annuisco con un cenno del capo «Sì, sai, le solite feste di Lumacorno.... naturalmente riservate al Luma Club, di cui io faccio parte» sottolineo bene e la guardo per assicurarmi che abbia capito.

La vedo annuire impercettibilmente «Quindi» continuo con un gesto della mano «se mi aiuti a trovare un vestito decente, potrai venire con me».

Mi sento una meraviglia: ho fatto in modo che Mary si dimentichi di James e nello stesso tempo che non si inventi qualcosa per farmi andare con lui, visto che se così facesse, lei non potrebbe più venirci.

Questo sorrisino sadico sta diventando un po' troppo frequente.

Mary mi guarda con una faccia paonazza «Andiamo subito a comprarlo?» mi chiede suppicandomi con lo sguardo.

«Certo!»rispondo. Forse un po' troppo felice.

 

--------

 

Tutto sembra andare bene mentre andiamo al negozio, quando all'improvviso Mary fa un gridolino soffocato e mi dice di abbassarmi.

Ci accucciamo dietro una siepe e lei mi indica qualcuno nel parco:

Ti prego fa che non sia lui!

Mi sporgo timorosa e mi accorgo che le mie preghiere non sono servite a niente: seduti su una panchina ci sono James e Marlene.

Faccio per andarmene, ma Mary mi afferra per un braccio e mi tiene giù.

«Dove vai? Dobbiamo vedere che fanno!» sussurra seria.

La magia della parola “festa” e “vestito” sono sparite.

«Tu sei matta! A me non interessa niente di cosa lui fa o non fa!» ribatto un po’ troppo arrabbiata per essere credibile.

Mi zittisce con la mano e sbuffo, cercando di non mostrarmi interessata.

Dopo un po, però, sento il forte bisogno di vedere come la guarda, se gli interessa o no, se sta solo a gioco o se ci sta provando con lei, se ridono o si annoiano, se si tengono per mano o…

Allungo l’occhio e vedo Marlene ridere e sistemarsi i capelli, mentre lui le parla un po’ troppo vicino per i miei gusti.

Mi ricorda irrimediabilmente la nostra conversazione del giorno prima e questo mi infastidisce non poco.

«Non posso credere che Marlene ci sia cascata.» dico disgustata, sforzandomi di smettere di guardarli.

Mary mi guarda maliziosa e divertita e fa per dire qualcosa, ma la precedo:

«Adesso andiamo via!» esclamo decisa.

Lei non oppone resistenza e si allontana con me malvolentieri.

 

----

 

Appena arriviamo al negozio, quasi mi pento di aver insistito tanto per andarci. La vetrina è piena di vestiti di tutte le misure, taglie e colori .

Mary appiccica il naso al vetro fissando un vestito rosa, corto e attilato.

Rabbrividisco pensando a cosa mi aspetta.

Faccio una faccia disgustata che per mia sfortuna viene vista nel riflesso della vetrina e che la riscuote dai suoi pensieri.

Mi fa un sorriso incoraggiante «Allora entriamo?» trilla eccitata.

Annuisco terrorizzata da tutta quella stoffa, ma visto che non mi decido, mi prende per una mano e mi trascina all'interno, portandomi davanti ad un tavolo, dove sta seduta una ragazza di circa una ventina d'anni con i capelli biondi e ricci raccolti in una coda disordinata.

Mi giro verso Mary per chiederle se la conosce, ma non faccio in tempo ad aprire bocca che si lancia contro la bionda «Ciao Cami!» esclama abbracciandola di slancio.

Quella punta gli occhi nocciola su di lei «Mary! E' tantissimo che non vieni nel mio negozio! Come stai?» esclama felice.

Mi sento una stupida.

E' così ovvio che Mary conosce questa Cami visto che ha trascorso quasi tutto il secondo e terzo anno fissa qui.

Aspetto un paio di minuti in silenzio sentendomi il terzo incomodo, ma visto che non accennano a smettere di spettegolare mi giro per dare un occhio ai vestiti che ci sono.

Mi faccio prendere dal panico guardandomi intorno e cerco di ricordarmi come fa Mary di solito a trovare quello che vuole.

Se non ricordo male sceglie per prima il colore! Sorrido soddisfatta di me stessa mentre mi avvicino ad un angolo di quell'immenso stanzone.

«Vestiti blu...» mormoro sovrappensiero cercando tra file ordinate di capi qualcosa che possa andarmi bene.

Vedo un lampo azzurro in mezzo a quel mare di stoffa e cerco di capire da dove venga.

Lancio quasi un grido di giubilo quando mi ritrovo davanti una maglietta di pelle nera con qualche inserto azzurro sul davanti. Ho trovato qualcosa che c'entri con il blu!

«Bella scelta! Questo vestito starà benissimo con la tua carnagione» dice Cami alla mie spalle facendomi sobbalzare.

Il grido mi muore in gola quando registro la parola “vestito”. Un vestito? Quello? Quasi mi metto a ridere.

«Ma se non mi coprirebbe niente!» dico scandalizzata

Cami mi strizza un occhio «è questo il bello dei vestiti» dice sorridendo spingendomi verso il camerino.

Fa quasi paura con quel sorrisino sulla faccia.

Appena mi ritrovo dentro il camerino cerco con lo sguardo la mia amica senza trovarla

«dove è andata Mary?» chiedo preoccupata.

Cami fa una faccia strana «Oh, non preoccuparti! E' andata solo a cercare una persona...» dice vaga.

Faccio per uscire, ma lei mi blocca il passaggio «Uscirai solo con quel vestito addosso, a costo di metterti sotto Imperius» mi avvisa. Retrocedo terrorizzata mentre lei chiude la tendina.

Non mi resta altra scelta. Sospiro sconsolata mentre inizio a togliermi la maglietta.

 

-------

 

«Bene Lily» dico per farmi coraggio«lo specchio è fuori, quindi per bocciare un vestito, se possiamo chiamarlo tale, prima devi perlomeno darti un' occhiata».

Mi tiro giù nervosamente l'orlo che mi arriva a meno di metà coscia e spalanco la tenda, ritrovandomi davanti allo specchio.

La prima cosa che penso è che a Mary piacerebbe da impazzire, la seconda è che probabilmente piacerebbe parecchio anche a James.

James? James?! Ma cosa vado a pensare? Arrossisco fino alla punta delle orecchie fissando la mia immagine riflessa.

A parte i miei pensieri sconvenienti devo dire che non mi sta male: mi fascia nei punti giusti e mi fa apparire uno stecchino anche se per me è comunque troppo corto.

«Beh Cami» dico osservandomi «avevi ragione, ma..»

«Ma niente, ti sta benissimo» dice una voce, che non è sicuramente quella della ragazza, facendomi venire un infarto.

Questa storia delle voci deve finire. Subito.

«Ci avrei scommesso un milione di galeoni che Mary ti avrebbe fatto venire qui» mi giro molto lentamente «James».

Lui sorride leggermente sorpreso «Perspicace come sempre vedo» dice ironico avvicinandosi.

Indietreggio stando attenta che quel minuscolo vestito-maglietta non si alzi troppo «Tranquillo Potter, non comprerò mai questo abito» dico sicura.

Noto una scintilla di divertimento nel suo sguardo «Tu no» dice tentando ancora di avvicinarsi «ma io l'ho già fatto».

Sono troppo imbambolata a fissarlo per capire ciò che ha detto.

Mi riscuoto quando mi bacia a fior di labbra, veloce, per poi staccarsi subito dopo per guardarmi con quel sorrisetto malandrino che sta diventando sempre più familiare.

Come diavolo ci sono finite le sue mani sui miei fianchi?

«Sarai perfetta alla festa di Lumacorno con questo » dice indicando la “maglietta”.

Non faccio in tempo a protestare che se ne è già andato, lasciandomi sola a fissarmi con aria persa allo specchio.

James Potter ha iniziato a giocare.

 

 

ANGOLINO AUTRICI

Ciao a tutti!

Mi scuso innanzitutto per il ritardo mostruoso e per l'ora indecente con cui pubblico questo capitolo.

Volevo ringraziare coloro che hanno messo questa storia tra le ricordate, seguite e preferite e a chi ha recensito lo scorso capitolo; in fondo una recensione fa sempre piacere soprattutto se si è alle prime armi come noi.

Quindi fateci sapere cosa ne pensate!

Un bacio e alla prossima

Nihal e Ire

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Capitolo 7
*** La festa ***


Capitolo 6

LA FESTA 

 

Per tutto il ritorno cammino circa cinque metri davanti a Mary: non ho intenzione di rivolgerle la parola.

È da quando siamo uscite da quel negozio che, mentre io corro, lei mi insegue chiedendomi scusa e inciampando più volte nelle sue buste piene di vestiti.

Il problema è che, anche se la sua voce dice frasi come “Dai, Lily, perdonami! Non pensavo che ci saresti rimasta così male…” o “Ti prometto che non succederà più!”, il suo tono esprime più qualcosa del tipo “Andiamo, smettila che alla fine ti è piaciuto!”.

Ma non mi è piaciuto! È stata una delle situazioni più umilianti della mia vita!

Non faccio altro che immaginarmi di nuovo davanti allo specchio con quel vestitino minuscolo e lui dietro di me che sorride soddisfatto.

Ma la cosa che più di tutte mi fa arrabbiare è che non sono arrossita. Né mi sono coperta. Né sono tornata nel camerino: sono rimasta imbambolata e perfettamente a mio agio di fronte al suo sguardo arrogante!

Non mi riconosco più: quel ragazzo mi fa uno strano effetto e, nonostante non riesca ancora a decifrarlo, so che non mi piace.

Per tutto il viaggio di ritorno ad Hogwarts non penso ad altro e, una volta arrivate, Mary riesce finalmente a raggiungermi e mi strattona per un braccio.

«Non vuoi proprio perdonarmi, eh!» esclama cercando di assumere un espressione afflitta.

Sospiro: ma certo che voglio perdonarla, è che la conosco e so che questo non la fermerà.

La faccio rimanere ancora un po’ sulle spine, poi butto gli occhi al cielo e annuisco debolmente. Mary mi getta le braccia al collo, facendomi quasi perdere l’equilibrio.

«Grazie, grazie, grazie!»

«Aspetta un attimo.» la interrompo staccandola da me, «Tu mi devi promettere che non ti metterai più in mezzo tra me e James..» mi blocco di colpo.

Tra me e James?

Così sembra che possa esserci qualcosa tra noi!

Mi correggo velocemente: «…insomma che non cercherai di farmi uscire con lui!»

Mary assume l’espressione più angelica e falsa che abbia mai visto e annuisce con vigore «Ma certo, te l’ho detto, non mi metterò più in mezzo.»

La conosco troppo bene, così insisto: «Voglio un giuramento!»

Mary sospira e per un attimo sembra in difficoltà, poi sorride e continua: «Ti giuro che non cercherò più di farti uscire con James!»

La squadro da capo a piedi ancora una volta, poi accenno un “va bene” con la testa ed entriamo nel castello.

 

-------

 

Il pomeriggio dopo, nel giorno della festa di Lumacorno, mi avvio all’ora di incantesimi da sola. Marlene è entrata in camera poco fa solo per prendere i suoi libri e poi, senza rivolgermi la parola, è uscita.

Proprio come ieri sera e stamattina.

Non le ho chiesto niente perché non mi è difficile immaginare cosa possa avere… Così vado in aula da sola, sperando di non incontrare James.

Appena arrivo, scorgo Alice, che sembra tornata la ragazza allegra e solare di sempre.

Se ci penso, mi chiedo ancora cosa avessero tutti contro di me …

«Ciao Lily! Come va?» chiede come se niente fosse.

Decido di assecondarla, così rispondo cercando di sembrare il più tranquilla possibile «Tutto bene. Tu?»

Alice non risponde e guarda curiosa Marlene, che se ne sta sovrappensiero in mezzo ad alcune ragazze.

Ha un’aria triste e mi chiedo se non dovrei preoccuparmi: Marlene non è mai stata la persona che si piange addosso.

«Hai sentito cosa è successo a Marlene ieri?» chiede cambiando argomento.

«N…no, non credo…» balbetto imbarazzata.

Cosa dirà adesso? Che James l’ha mollata in paese per venire da me? Marlene ci ha visti? Improvvisamente il cuore comincia a battermi all’impazzata e mi sento la peggiore amica di sempre.

«E’ uscita con James ad Hogsmade e ad un certo punto lui l’ha praticamente mollata…»

«Cosa?» chiedo un po’ troppo sorpresa di quanto si aspettasse.

Spero con tutto il mio cuore che non si accorga che mi sto sentendo male.

«Si! E non è tutto: lei stava andando a cercarlo, quando le arriva incontro Sirius, che cerca di trattenerla.» fa una breve pausa, forse per osservare la mia reazione.

Il punto è che sono troppo sconvolta per reagire.

«E dopo vari tentativi di farlo andare via, lui ammette che è lì perché gliel’ha a chiesto James!»

Mi sento allo stesso tempo sollevata e peggio di prima: nessuno sa che James è venuto da me, ma ora io so in che modo ha trattato la mia migliore amica!

Ha mandato Sirius a stare con lei, così aveva tutto il tempo di venire a divertirsi con me, che sicuramente sono un passatempo migliore!

Mi sento così in colpa per quello che è successo, che per un istante vorrei correre da Marlene a dirle come stanno le cose, piuttosto che essere la complice di un idiota come lui.

Ma mi trattengo, perché oltre alla sua, c’è in ballo anche la mia reputazione.

«Lily, stai bene?» chiede Alice preoccupata. Apro la bocca per rispondere, ma arriva Mary e ci abbraccia entrambe, salvandomi la vita.

«Ciao ragazze! Pronte per stasera? Ci sarai anche tu, Alice, vero?» chiede eccitata.

Alice annuisce con meno entusiasmo e un attimo arriva la McGranitt.

Entriamo tutti in classe e io ce la metto tutta per non incrociare lo sguardo di Marlene o James.

Vorrei sedermi accanto a Mary, ma quando mi giro per chiederglielo, lei punta sicura verso un banco in ultima fila, dove poco dopo si siede anche lui.

La cosa non mi piace affatto, ma Mary mi ha giurato di non mettersi più in mezzo, quindi cerco di non pensarci.

Prendo posto accanto ad Alice e inizia la lezione, durante la quale non riesco a pensare ad altro che a ieri mattina e al ballo di stasera, dove vorrei non andare con tutta me stessa.

 

-------

 

«Verde, rosso o nero?» Mary mi sta sventolando tre diversi vestiti davanti al naso.

Cerco di mostrarmi coinvolta nella scelta, ma finisco solo per stamparmi un sorrisino ebete in faccia «Emh..» faccio scivolare distrattamente lo sguardo sui tre abiti «Non potevi comprarne solo uno?» chiedo esasperata alla fine.

Lei alza gli occhi al cielo «Mi piacevano tutti» dice con tono ovvio, guardandomi come se fossi troppo stupida per capire

«E ora, per favore, dammi questo parere» mi ordina indicandoli.

Guardo afflitta quei capi che dovrebbero essere illegali per la loro lunghezza e alla fine opto per quello più vicino alla decenza «Rosso» dico convinta.

Mary mi sorride raggiante mentre lo afferra e scompare nel bagno.

Mi lascio cadere di peso sul letto e arrossisco di botto quando sento il “vestito” nuovo alzarsi irrimediabilmente lungo la coscia. Un po' troppo in alto. Le mie mani saettano all'orlo e cercano di tirarlo in basso, ma siccome non ottengo nessun risultato lascio perdere quasi subito.

I minuti passano con lentezza esasperante mentre sento le mie palpebre abbassarsi mentre la stanchezza del pomeriggio ritorna.

«Mary, sei viva?» urlo alla porta del bagno senza ricevere risposta.

Sto per alzarmi e andare a vedere se è successo qualcosa, ma poi valuto la distanza che dovrei percorrere per accertarmene.

Storco la bocca contrariata e guardo la sveglia sul comodino di Marlene.

Sono le sette e mezza.

La festa di Lumacorno comincia alle nove.

Sospiro sconsolata pensando alla condizione pietosa dei miei capelli.

Finalmente sento la porta sbattere «Pensavo che fossi affogata nel water» ghigno divertita vedendola avvicinarsi al letto.

«Ah, ah,ah davvero molto divertente» storce la bocca guardandomi con insistenza.

Visto che sto in silenzio fa una giravolta e poi torna a guardarmi carica di aspettativa.

Vuole un tuo commento Lily.

Sembra che anche la voce nella mia testa sia seccata per la mia stupidità in fatto di moda.

La guardo cinica, ma poi sorrido.

Il vestito è rosso scuro, molto semplice, aderente e.... beh corto; molto corto.

Cosa mi dovevo aspettare in fondo?

«E' bellissimo» dico con un'ondata di affetto nella voce «Girati...»

Mary mi da le spalle facendomi venire un mezzo infarto.

Sentendomi improvvisamente silenziosa si gira a guardarmi preoccupata «Che c'è? Non ti piace?» mi chiede toccandosi la schiena praticamente nuda.

Apro la bocca nella mia solita espressione beota di quando sono sorpresa.

«Hai uno spacco enorme!»esclamo scandalizzata «Ti copre appena il culo! Ma lo sai che saranno presenti dei professori?» annaspo alla fine.

Lei mi guarda e sorride per poi fissare inorridita un punto sopra la mia testa «Mio. Dio. I tuoi capelli!» sbuffo spazientita.

Fantastico è riuscita a cambiare discorso senza che neanche me ne accorgessi.

Alzo gli occhi al cielo un'ultima volta prima che mi trascini nel bagno per la tortura finale.


-------

Alle nove in punto Mary mi trascina come una furia lungo la scalinata di Grifondoro urlando che faremo tardi.

«Mary» dico calma per la centesima volta «la festa è dalle nove» sospiro «se arriviamo con dieci minuti di ritardo, non morirai!».

Lei borbotta qualcosa che a me pare come un “ favore.... capelli” e dopo avermi preso nuovamente la mano tenta di uccidermi correndo per quelle scale con la massima naturalezza su tacchi dodici, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Arriviamo davanti alla porta della saletta alle nove e due minuti e, dopo essere entrate veniamo accolte dal professor Lumacorno.

«Oh, signorina Evans! Pensavo che non sarebbe più arrivata» ridacchia divertito.

Più arrivata? Abbiamo fatto due minuti di ritardo!

«Ha portato anche la signorina McDolan!» sorride a Mary con scarso interesse e faccio di tutto per non mettermi a ridere davanti alla sua espressione.

«McDonald» sibila lei come risposta.

Il professore fa un cenno con la mano come se non avesse alcuna importanza, poi torna a sorridermi.

«Spero che si diverta» mi strizza l'occhio e poi si avvicina alla porta per salutare un Corvonero del settimo anno appena entrato.

In un attimo Mary mi trascina accanto ad un gruppo di Tassorosso che sbarrano gli occhi davanti al suo vestito.

Lei fa finta di niente e comincia a parlare lanciando però alcune occhiatine alle spalle di tanto in tanto. Non appena vedo il primo ragazzo avvicinarsi, mi giro cercando un modo per andarmene, quando lo vedo.

Severus. La mia ancora di salvezza.

Scappo via non appena vedo Mary sistemarsi i capelli già perfetti e con un sorrisino seducente cominciare a parlare con il Tassorosso.

«Ciao Sev!» esclamo quando sono abbastanza vicino perchè mi possa sentire.

Impallidisce non appena mi vede, ma subito dopo diventa del colore dei miei capelli quando vede come sono vestita.

«Ma cosa ti sei messa addosso?» dice acido.

«Dolce come sempre vedo.. » dico con un ghigno «Non è mio comunque»

Alza un sopracciglio con aria perplessa «Di chiunque sia dovrebbe essere illegale» dice con un sorriso.

Comincio a ridere come una scema quando mi immagino James con quel vestito.

In fondo l'ha comprato lui, è suo.

Severus mi guarda come se fossi pazza, ma poi si limita a sospirare «L'ho sempre saputo che eri schizzata» sentenzia mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio «e ti sei anche pettinata» aggiunge.

Apre la bocca per parlare di nuovo, quando il suo viso viene distorto dalla rabbia.

Mi giro e per poco non mi viene un infarto.

James Potter si sta avvicinando a larghe falcate a noi. Spero con tutto il cuore che tiri dritto e ci lasci in pace, ma le mie preghiere non vengono ascoltate.

«Ehi Mocciosus» lo saluta con un ghigno «ti porto via la Evans un attimo» dice afferrandomi per un braccio e portandomi fuori dalla sala.

«Cosa vuoi?» urlo divincolandomi in preda alla rabbia appena siamo in corridoio.

Lui mi guarda e sorride.

Che gran idiota.

«Vedo che il vestito ti è piaciuto» dice sicuro.

Ecco, ci risiamo. Ci sta provando sfacciatamente con me. Di nuovo.

«Tu» dico guardandolo negli occhi , visto che ora sono alla sua altezza «smettila di perseguitarmi». Lo vedo sorridere sardonico e questo non fa che aumentare la mia rabbia «Per colpa tua ho litigato con i miei migliori amici, ho il terrore di incrociarti nei corridoi e non riesco a dormire!» strillo un'ottava sopra del normale, quando mi rendo conto di cosa ho detto.

Non riesco a dormire? Brava Lily, brava davvero! Ora ti darà il tormento.

Ma in fondo ciò che ho detto è vero.

Ogni notte, ogni dannatissima notte sogno sempre la stessa cosa: un'infermeria, la luna e James. Che mi bacia come se davvero gli importasse qualcosa di me.

Mi salgono le lacrime agli occhi mentre penso che non succederà mai; che per lui sarò solo e sempre uno stupido passatempo.

Allora lo spingo via e corro per i corridoi con un braccio sugli occhi per evitare che qualcuno veda le lacrime, fino a quando non sbatto contro qualcuno. Alzo lo sguardo solo un attimo, ma è sufficiente per riconoscerla.

Marlene.

Vede le mie lacrime e allora capisce, mi si avvicina e aspetto ormai rassegnata parole sferzanti e cattive, che però non arrivano.

Si accuccia davanti a me «Pensi di amarlo Lily, ma non è così» dice con voce dolce «ma quando l'effetto sarà scomparso del tutto lo capirai».

«L'effetto?» chiedo con voce roca.

Lei annuisce «L'Amortentia ci metterà ancora un paio di giorni a lasciare il tuo corpo» si limita a dire.

Quindi, dopo avermi fissata per qualche momento si alza e se ne va.

«Amortentia?» sussurro un'ultima volta nel buio.

Amortentia?

Continuo a ripeterlo nella mia mente fino a quando le lacrime non si fermano e le gambe ritrovano la via verso la torre di Grifondoro.

ANGOLINO AUTRICE

Ok, ok vi do il permesso di linciarci, picchiarci e chi più ne ha più ne metta ahahaha.

A parte gli scherzi.. dunque.. mi scuso per l'enorme ritardo, ma non siamo riuscite a scrivere durante le vacanze (colpa della marea di compiti) e poi volevo ringraziare tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Grazie mille! Siete la mia gioia (e anche quella di ire).

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e se anche a questo giro volete lasciarci una recensioncina nloi ne saremo felici.

Beh, che dire ancora?

Un bacio e alla prossima

Nihal e Ire

 

 

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Capitolo 8
*** Rivelazioni ***


Capitolo 7

RIVELAZIONI

 

La mattina dopo sono più esausta della sera.

Non ho chiuso occhio tutta la notte, pensando a ciò che mi ha detto Marlene.

Ieri sera sono corsa via dalla festa a una velocità che non avrei mai creduto di avere e, arrivata in camera, mi sono buttata nel letto a piangere.

Poco dopo è arrivata anche Marlene e ha cercato di consolarmi come poteva, fallendo miseramente. Mi ha detto che sono stata del tutto innamorata di lui per un giorno intero (quello in cui credevo di essere svenuta), ma che poi l’infermiera ha trovato un antidoto e gran parte dell’effetto della pozione è svanito, anche se non tutto.

Non oso pensare a cosa possa aver fatto in quel giorno e non ho provato nemmeno a chiederlo a Marlene, né lei me lo ha detto.

Lei sì che è una vera amica!

Se penso a quel che le ho fatto io, invece… forse, in questo caso, mi consola sapere che sono sotto pozione.

Poi siamo andate a “dormire”, o almeno quella era l’intenzione.

In realtà, non ho fatto altro che pensare a tutto quello che è successo in questi ultimi giorni e il sapere che ciò che provo per James, quanto siamo stati bene insieme in quell’ora al lago e quel continuo sogno che faccio su di lui siano solo frutto di una pozione d’amore, mi fa sentire malissimo.

Forse è per questo che non ho nemmeno provato a chiudere un occhio: per non ripetere quel sogno…

Stamattina voglio voltare pagina.

Niente più James Potter tra i piedi: tornerò ad essere la Lily Evans di sempre.

Così mi alzo di botto al suono della sveglia di Marlene e riesco ad infilarmi nel bagno prima di lei. Mi guardo per un attimo allo specchio e, come sempre, il mio aspetto non è al massimo delle sue potenzialità, la mattina.

La cosa più spaventosa, dopo il pianto e la notte insonne, sono gli occhi: rossi e con delle occhiaie enormi.

Mi metto due gocce di collirio e un grosso strato di fondotinta per nascondere le occhiaie e ritorno a guardare il mio volto: molto meglio.

Adesso fai vedere chi sei, Lily!

Esco soddisfatta dal bagno con un’inaspettata carica per affrontare la giornata, spalancando la porta decisa.

Forse un po’ troppo.

Il mio momento di gloria viene interrotto bruscamente quando realizzo che Marlene si è lanciata sul suo letto, portandosi le mani al viso.

Getto la spazzola che ho in mano, correndo verso di lei, che ha cominciato a piagnucolare sempre più insistentemente.

«Oddio, Marlene, mi dispiace! Sono la solita frana…» esclamo mortificata.

Cerco di guardare quale fosse il danno e quando vedo le sue mani e il suo naso insanguinati, devo reggermi al letto per non svenire: non ho mai sopportato la vista del sangue.

«Mi hai rotto il naso!» mi urla contro.

Mi sento come se avessi già vissuto una scena del genere…

Rimango paralizzata a guardarla, senza sapere come comportarmi, quando le sue urla mi riportano bruscamente alla realtà:

«Hai intenzione di continuare a fissarmi o credi sia meglio DARMI UNA MANO?»

«Certo, certo…» balbetto imbarazzata, alzandomi di scatto.

Corro in bagno e bagno un fazzoletto, poi torno indietro e glielo offro cercando, con un timido sorriso, di toglierle quello sguardo assassino.

Lei afferra il fazzoletto e se lo porta al naso, avviandosi verso il lavandino del bagno, dove si rinchiude.

Sento aprirsi l’acqua del rubinetto e mi chiedo se non debba aiutarla, per poi concludere che, per il momento, ho fatto già troppo.

«Allora io vado a cola…»

«Vai!» Mi interrompe lei da dietro la porta, con un tono non proprio calmissimo.

«Bene».

Esco dalla stanza, pensando che la giornata è cominciata un po’ peggio di quel che mi aspettavo. Ora devo solo ignorare del tutto James, come ho fatto tutti gli scorsi anni.

Per il corridoio scorgo Severus e gli corro incontro, decisa a riallacciare il nostro rapporto, che negli ultimi giorni si è indebolito.

«Hey, Lily! Allora come… stai?» chiede impacciato.

«Tranquillo, Sev: Marlene mi ha detto dell’Amortentia e che l’effetto deve ancora sparire, quindi non mi resta che aspettare quel momento».

Cerco di sembrare tranquilla, ma non sono così sicura di esserlo.

Vedo il suo sguardo farsi pensoso per un attimo per poi posarsi sul mio viso colmo di aspettativa.

«Okay, perfetto!» risponde alla fine lui, cingendomi le spalle con un braccio «Allora dimentichiamoci di questa storia e ricominciamo ti va?»

Sorrido e annuisco.

«Anche perché non l'ho mai sopportato quello stron....»

«Severus!» lo interrompo proprio mentre passa un gruppetto di ragazzine del primo anno.

Lui mi guarda con un ghigno «Mi scusi, prefetto Evans».

Scoppio a ridere per poi avviarmi con lui in Sala Grande.

Solo ora capisco quanto mi è mancato.

 

------

 

«Bene ragazzi, ricordate che gli incantesimi non verbali richiedono una grande concentrazione» il professor Vitious alza la bacchetta e senza spiccicare parola manda in frantumi una finestra.

Sobbalzo quando un piccolo pezzo di vetro rimbalza sul mio banco, per poi sparire subito dopo grazie ad un altro leggero movimento del polso.

Mi giro verso la finestra. Intatta.

Sento i mormorii eccitati della classe e quando mi giro per chiedere silenzio, scorgo James e Sirius che scrivono qualcosa sul bordo del libro di pozioni.

Il libro di pozioni?

James alza appena lo sguardo, ma non fa in tempo a incontrare i miei occhi che mi sono già girata. Mi metto una mano sulla guancia in fiamme sorridendo amara.

«Quanta concentrazione ci vuole secondo te?» chiedo a Mary seduta accanto a me.

Lei non solleva nemmeno lo sguardo dai suoi appunti «Stai tranquilla Lily» dice continuando a scrivere «Non deve essere difficile per te considerato i voti che hai».

Ho la leggerissima sensazione che ce l' abbia con me.

Sbuffo stufa di tutti questi giochetti

«Ce l'hai con me?» chiedo senza tanti giri di parole.

Lei ferma la piuma e alza lentamente lo sguardo.

«No» dice con freddezza.

Certo e i miei genitori non sono babbani.

«Andiamo Mary, dimmi la verità» insisto senza abbassare lo sguardo.

Lei sbuffa esasperata per ritornare un secondo dopo a concentrarsi sulla pergamena.

«Non farti pregare»

«Lily» dice spazientita alla fine «Non sono arrabbiata, sono delusa» sospira passandosi una mano tra i capelli fini «Pensavo che io e te fossimo amiche» dice piano alla fine.

«Ma noi siamo amiche!» alzo la voce un po' troppo tanto che ricevo un' occhiataccia da Vitious. «Non mi è sembrato quando mi hai mollato a quella festa» dice triste «Hai idea di quanto ti abbia cercata?»

No, non ne ho idea.

Mi sento uno schifo.

Sto qualche minuto in silenzio a cercare una risposta adatta, ma non la trovo.

«Mi dispiace » riesco a farfugliare alla fine.

«Lo so che ti dispiace» dice seria «ma dovresti pensare a ciò che le tue azioni provocano nelle persone che ti stanno accanto Lily».

L'ora è già finita, ed io non me ne sono neppure accorta.

Mi lancia un'ultima lunga occhiata prima di alzarsi per andare a Trasfigurazione, lasciandomi a sedere nell'aula vuota con le sue parole che pesano come macigni sul mio cuore.

 

-------

 

Dopo lezione io e Marlene (con il naso tornato perfettamente normale grazie all'intervento di Madama Chips)  andiamo in biblioteca per studiare.

Io studio, è chiaro; Marlene invece mi accompagna solo perché c'è un giocatore di Corvonero che si siede sempre al nostro tavolo.

E che lei trova adorabile.

Cosa che mi rinfaccia per tutto il tragitto fino alla biblioteca tra le mie alzate di occhi e i miei sbuffi.

«E poi hai visto che occhi?» chiede per la centesima volta con un sorrisino ebete.

Annuisco convinta, senza ascoltarla, mentre le parole di Mary continuano a ronzarmi in testa.

«E come gioca poi! L'avessimo noi un portiere del genere!» esclama alla fine per poi rivolgersi a me «non credi Lily?»

«Certo, certo» borbotto distratta.

Solo in questo momento si accorge del mio sguardo assente «Tutto bene?» chiede preoccupata.

Mi riscuoto immediatamente «Sto benissimo» rispondo cercando di sembrare il più tranquilla possibile.

Lei scrolla le spalle continuando a camminare, ma di tanto in tanto la sorprendo a guardarmi di sottecchi.

«Sei molto strana da quando hai saputo dell'Amortentia» dice alla fine.

Già, l'Amortentia.

«Sto bene » dico convinta «Davvero, non preocc..»

Mi interrompo di botto quando ricevo un illuminazione.

Afferro Marlene per un polso prima che possa dire una sola parola cominciando a correre.

Non sento le sue urla isteriche, nè le persone che urto involontariamente in quella mia corsa sfrenata.

Arrivate davanti ai pesanti battenti della biblioteca mi fermo con il fiatone.

«LILY! COSA PENSI DI FARE?!» mi strilla Marlene.

Le lascio il polso e senza guardarla apro la porta.

Il tonfo delle ante sul muro fa girare più di una testa, ma io cerco solo una persona.

«Madama Prince!» chiamo la bibliotecaria a tono un po' troppo alto seguito da una sua occhiataccia quando mi vede.

«De Potentissimis Potinibus» dico fermandomi davanti a lei, con il volto congestionato per la corsa.

«La prego, mi dica dove posso trovarlo» chiedo supplicandola.

Lei alza gli occhi al cielo per poi avviarsi verso un reparto dai libri con la copertina scura, non nera, ma quasi.

«Sa che dovrebbe avere un permesso firmato da un professore?» chiede con sguardo inquisitorio.

Arrossisco violentemente e sparo la prima cosa che mi viene in mente «Ecco..» comincio titubante «Io l'ho dimenticato... l'ho dimenticato in camera.. e»

«Me lo risparmi signorina Evans» dice interrompendomi «le posso concedere solo una breve lettura».

Penso di amarla.

«Sì sì andrà benissimo, la ringrazio!».

Lei fa un gesto con la mano e si allontana lasciandomi con quel libro.

Mi avvicino ad un tavolo qualsiasi per poi aprirlo e andare a cercare il paragrafo che mi interessa.

Eccolo.

Amortentia.

Mi metto a leggere febbrilmente diventando più pallida man mano che vado avanti.

Mi fermo su un paragrafo in particolare.

 

L'Amortentia,

conosciuta come la più potente pozione d'amore mai creata e scoperta da mago o strega, può agire in due modi:

1- la persona che la beve si innamora di colui che l'ha somministrata

2-la persona che la beve si innamora della prima persona vista dopo l'ingerimento.

 

Non ricordo la persona vista appena dopo, ma ricordo quella vista appena prima.

Quella stramaledetta persona che mi ha sorriso un attimo prima che succedesse il finimondo.

E se fosse stato lui a gettarmi l'Amortentia addosso?

Chiudo il libro di scatto colta da una rabbia atroce, cercando Marlene con lo sguardo.

Appena la individuo mi avvicino.

Mi siedo accanto a lei e le chiedo la cosa che più mi interessa sottovoce.

«Dimmi che sono rimasta tutta la notte in infermeria» la supplico.

Vedo i suoi occhi appannarsi

«No, sei andata da lui» dice in un sussurro.

Mi alzo facendo cadere la sedia e mi avvio fuori dalla biblioteca.

Avrò le risposte che cerco.

Con le buone o le cattive maniere.
 

-------

 

Corro prima di potermi pentire in giardino, dove so che troverò Potter.

Perché è così che ho deciso di ricominciare a chiamarlo: Potter.

Appena arrivo mi guardo intorno e mi ci vuole solo un attimo per individuarlo: è l’unico circondato da cinque ragazze adoranti.

Irrompo violenta nel bel gruppetto e afferro Potter per il braccio, trascinandolo bruscamente fuori dall’occhio del ciclone e provocando un gridolino collettivo di disapprovazione.

Ma, come se tutto stesse andando troppo bene per i miei standard, un attimo dopo, correndo per allontanarmi velocemente da lì, perdo l’equilibrio e casco a faccia in giù trascinandomi il cretino dietro che finisce così sopra di me.

Sento la mia faccia andare in fiamme per l’ennesima volta, mentre tutti i ragazzi riuniti nel cortile si avvicinano per godersi meglio lo spettacolo.

«Alzati subito!» ordino a Potter, che sembra non essere intenzionato a farlo.

Lui si mette a ridere e si alza quel poco che mi basta per girarmi a pancia all’aria, per poi avvicinare la mia faccia alla sua.

Decisamente TROPPO vicina.

«Sapevo che eri pazza di me, ma non credevo fino a questo punto!» esclama divertito.

Mi divincolo per liberarmi della sua presa, inutilmente.

«Ti ho detto di alzarti!» sibilo a i denti stretti, incenerendolo con lo sguardo.

Lui si mette seduto e alza le mani in segno di resa, ma non senza quel sorrisetto malizioso.

Mi alzo di scatto, cercando di sistemarmi come meglio posso.

Poi riafferro Potter e lo trascino lontano da quegli sguardi divertiti.

«Dobbiamo parlare» dico, arrivati nel corridoio del castello.

«Ancora? Ma non ti stanchi mai?» feccia ironico.

Il mio sguardo non ammette obbiezioni, così sospira e abbassa lo sguardo in segno di resa. «Finiamola subito con questa storia e dimmi cosa è successo tra noi quella sera»

Il suo sguardo è inizialmente confuso, poi stupito e infine indeciso.

Che gli abbiano ordinato di non dirmi niente?

Dopo un evidente conflitto interiore, sospira e risponde.

«Niente» dice semplicemente.

Lo guardo per niente divertita, ma lui non accenna ad aggiungere altro.

«Niente?» chiedo incerta

«Niente di niente»

«Niente…» commento, scrutando il suo sguardo.

«Vuoi dire che io ero pazzamente innamorata di te, sono entrata nella tua stanza di notte e tu non ne hai approfittato?» dico incredula.

«Beh forse un bacetto…» ridacchia «Ma nient’altro.»

«Non ti credo» ribatto subito.

«Lo so. Ma è solo perché non mi conosci affatto, Lily.»

«E perché lo avresti fatto?» chiedo confusa, cercando di credergli.

«Perché sarebbe stato come baciare una ragazza ubriaca: non c’è gusto. Se tu sei innamorata di me, voglio che sia per quel che sono e non per una stupida pozione».

Ci metto tutta me stessa per non ridergli in faccia.

Io dovrei amarlo per quello che è?

Crede davvero che potrei mai amarlo per quello che è?

Un arrogante, provocatorio, testardo, maleducato e stupido malandrino: ecco cosa è.

E allora perché gli credo?

Per un attimo, ma solo per un attimo, ho l’impressione che di me gli importi più di quel che pensavo.

Sospiro e pongo l’ultima domanda.

«Quindi non sei stato tu a farmi cadere l’Amortentia addosso?»

Scuote la testa.

Lo guardo ancora una volta negli occhi e mi allontano, ancora più a pezzi di prima.

 

 

ANGOLINO AUTRICE

Ciao a tutti!

Come sempre (e sì, sto cominciando ad essere ripetitiva) mi scuso per il ritardo.

Il fatto è che ci siamo rese conto che con la scuola è diventato molto difficile pubblicare regolarmente.

Ma abbiate fede (?) che troveremo un modo al più presto!

Per il resto spero che il capitolo vi sia piaciuto e che la storia non cominci a diventare noiosa.

Perchè ho questo terrore?

Ringrazio tutte le persone che hanno recensito lo scorso capitolo e tutte quelle che hanno messo la storia tra le seguite, preferite ecc..

Spero quindi che ci farete sapere cosa ne pensate.

Un bacio e a presto (si spera)

Nihal e Ire

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Capitolo 9
*** Portami via ***


Capitolo 8
PORTAMI VIA

«E quindi?»

«E quindi lui non mi ha lanciato la pozione addosso!» concludo afflitta.

Sev sospira e si appoggia al muro grigio dell’aula di pozioni, adesso completamente vuota.

Dove tutto ha avuto inizio.

Per un attimo mi guardo intorno, cercando il posto in cui ero seduta quel giorno, come se in questo modo possa ottenere le risposte alle mie domande.

Poi abbasso lo sguardo e mi lascio cadere su una sedia, pensando che forse non saprò mai cosa è davvero successo quella mattina.

Alla fine, se ci penso, mi rendo conto che non è poi così importante: ma allora perché ho un disperato bisogno di sapere chi è stato?

«Senti, Lily, io credo che tu debba lasciar perdere questa storia una volta per tutte, e con lei anche Potter.» esclama come se mi avesse letto nella mente.

«Non posso.» ribatto.

«Non puoi. E perché?» chiede lui visibilmente infastidito.

Apro la bocca per rispondere, ma lui riprende a parlare, anticipandomi.

«La verità è che ti importa di quel Potter molto più di quel che credi.» dice, un po’ troppo ad alta voce.

Non capisco cosa gli prenda: davvero non riesce a capirmi?

Per un attimo non mi sembra nemmeno lui.

Comincia a camminare per la stanza scuotendo la testa, fuori di sé.

«Sai una cosa? Se non vuoi aiutarmi, non preoccuparti. Non ho bisogno di te. » dico arrabbiata.

Faccio per uscire dall’aula, ma lui mi raggiunge e mi tira per un braccio, obbligandomi a guardarlo negli occhi.

«Che cos’ha di così speciale, Lily? Perché hai perso la testa per lui?»

«Lasciami, adesso. Mi fai male!» cerco di liberarmi dalla sua presa, inutilmente.

«Non fai altro che parlare di lui! Ti stai rendendo ridicola, Lily!»continua, ignorandomi.

Le sue parole mi feriscono più di quanto dovrebbero e per un istante riesce veramente a farmi sentire malissimo.

«Adesso basta!» urlo «Non so di cosa parli»

«Lo sai benissimo. Smettila di fingere con me! Nemmeno l’Amortentia ha funziona… » si blocca di colpo.

Di cosa sta parlando? Scruto il suo sguardo piuttosto vicino, che si trasforma da furioso a impaurito. Molla la presa e si allontana lentamente da me, portandosi le mani tra i capelli.

«E questo cosa vorrebbe dire?» chiedo con voce tremolante.

Abbassa lo sguardo e si morde il labbro inferiore, come maledicendosi.

Così, questa volta sono io ad avvicinarmi e ripeto la domanda con più risolutezza.

«Cosa vorrebbe dire “l’Amortentia non ha funzionato”?»

«Perché lui si e io no, Lily?» chiede, quasi scoppiando in lacrime.

«Perché?»

Non posso credere a ciò che penso stia per dire.

«Appena siamo saliti su quel treno per arrivare ad Hogwarts ho capito che qualcosa era cambiato. Non saremmo più stati “io e te”: ci sarebbe sempre stato Potter tra i piedi. Devi vedere come lo guardi!»

Scuoto energicamente la testa: non voglio sentire il resto.

Poi lui poggia le sue mani sulle mie spalle e riprende a parlare:

«Non lo sopportavo. Non lo sopporto! Così, dopo l’ennesimo insulto da parte sua nell’aula pozioni non ce l’ho fatta e…»

«Basta!» mi rendo conto di star piangendo.

«Non posso credere che tu l’abbia davvero fatto!»

«Lily,…»

«A me! La tua migliore amica! Cosa speravi, che mi sarei innamorata per sempre di te per una stupida pozione?» cerco di trattenere i singhiozzi, invano.

Mi sento del tutto tradita da quello che avrebbe dovuto essere quasi un fratello per me.

«Non capisci che io posso amarti più di così, Lily?» chiede, quasi urlando.

Si avvicina velocemente a me e poggia le sue labbra sulle mie.

Per un istante rimango immobile, incapace di reagire.

Poi ritrovo quel briciolo di forza che non mi ha ancora abbandonato e mi stacco da lui, tirandogli uno schiaffo.

Il suono risuona secco e nitido nell'aula vuota.

«Stai diventando un Serpeverde proprio come tutti gli altri. Spero tu sia felice, ora.»

Mi allontano dall’aula senza aggiungere altro, cercando di nascondere il mio viso rigato dalle lacrime.

 

-------

 

«Ha fatto cosa?!» Mary spalanca gli occhi incredula fermandosi di botto in mezzo al corridoio pieno di studenti.

Per poco non le finisco addosso.

«Certo che hai una vita proprio complicata..» commenta dopo avermi scrutato per qualche secondo. «Più che complicata direi che fa proprio schifo» borbotto riprendendo a camminare.

«Beh, hai una cotta stratosferica per Jam..» un mio sguardo ammonitrice la interrompe «Va bene, va bene, lo chiameremo “tizio” da ora in poi» sbuffa infastidita.

Scoppio a ridere.

«Dove ero rimasta?... Ah giusto. Hai una cotta stratosferica per tizio, che però potrebbe essere data da una pozione d'amore che ti ha rovesciato addosso non proprio accidentalmente il tuo migliore amico che sappiamo solo ora essere innamorato di te» riprende fiato sorridendo «sembra la trama di una fiction».

Sorrido amara «Di cui io sono la protagonista» commento alla fine.

A forza di parlare siamo arrivate all'aula di Storia della Magia.

«Prendi i posti in fondo: voglio sapere più particolari» dice appena entro.

Mi affretto verso i banchi più lontani dalla cattedra, ma noto che questi sono già occupati da James e Sirius.

Da POTTER e BLACK. Mi rimprovero mentalmente.

Non voglio fare la figura della scema imbambolata in piedi e perciò prendo posto nei banchi immediatamente davanti.

Mi giro verso Mary che sta prendendo posto accanto a me.

«Cosa vuoi sapere?» chiedo appena il professor Ruf inizia a parlare.

«Perchè ogni volta mi fai la stessa domanda?» sorride alzando gli occhi al cielo.

«Okay.. allora: diciamo che dopo che ho urlato addosso a tizio sono andata da Severus» mi interrompo «Andiamo Mary, sai già tutte queste cose! Perchè le vuoi risentire?».

«Sono la principale fonte di gossip del nostro anno, vuoi farmi finire sul lastrico o no?» chiede innocente

«Come la principale font..» mi interrompo di botto «Oh no! No, no, non mi dirai che tutta la scuola sa cosa mi sta succedendo!».

Lei ridacchia divertita mentre mi vede arrossire «Tranquilla, Lily! Ti farò avere la tua parte di soldi.»

Quasi cado dalla sedia «Girano scommesse?» chiedo con voce strozzata.

«Non sai quante» mi strizza l'occhio.

Sto per avere un istinto omicida.

«Da quanto va avanti questa storia?»

«Più o meno da quando mi hai mollato a quel ballo» il suo sguardo si rabbuia un po'.

«Lo stai facendo per vendetta?» chiedo incredula.

«La vendetta è per le Serpi, io sto solo accelerando tutto» dice tranquilla

«Tutto cosa? Non c'è niente!»

«Si, solo un bacio e una dichiarazione in piena regola» commenta alzando gli occhi al cielo.

«Cosa hai raccontato di preciso?» sono esterrefatta

Lei mi strizza l'occhio «Segreti del mestiere».

Dopodiche ogni tentativo di scoprire che cosa ha raccontato, quando, dove ecc.. fallisce miseramente.

Dopo circa cinque minuti passati ad ascoltare il professor Ruf parlare in maniera soporifera mi guardo intorno, sia per distrarmi, sia per accertarmi che nessuno ci abbia sentite.

Speranza vana.

«Ehi, Evans!» Potter mi chiama da dietro.

«Hai sentito tutto vero?» chiedo esasperata sapendo già la risposta.

Lo vedo annuire.

«Ci vieni alla partita stasera?» chiede dopo alcuni momenti di silenzio.

Grifondoro contro Tassorosso.

Ho una voglia di andarci pari a meno settanta.

Anche perchè so già come andrà a finire visto che Tassorosso fa pena.

Non vogliamo che la gente pensi che ti sei imboscata con Severus da qualche parte vero Lily?

«Certo» dico cercando di mettere su un sorriso convincente.

Il suo viso si illumina «Perfetto» dice con un piccolo ghigno «perchè ho una sorpresa per tirarti su il morale»

 

-------

 

Quello stesso pomeriggio, quindi, mi ritrovo seduta sugli spalti strapieni, circondata da un gruppo di ragazzine che continuano a urlare il nome di James.

Bellissimo inizio, considerato che ancora le squadre non sono in campo.

«Lily!» sento una voce familiare che mi chiama.

Quando mi giro mi trovo davanti lo sguardo allegro di Alice.

«Ehi!» la saluto «vieni a sederti accanto a me prima che lanci una fattura a qualcuno».

La vedo sorridere e solo quando si accomoda al mio fianco mi rendo conto di essere l'unica non vestita di giallo e oro.

«Anticonformista?» Alice mi strizza l'occhio mentre arrossisco.

Non faccio in tempo a replicare che Grifondoro fa il suo ingresso in campo.

L'urlo delle ragazzine quasi mi spacca i timpani.

Quando poi ricominciano a urlare il suo nome perdo la pazienza.

«Silencio» mormoro con la bacchetta in mano.

Molto meglio.

La partita inizia e devo ammettere che è meno noiosa di quanto mi aspettassi, nonostante Tassorosso sia nettamente inferiore.

Esulto insieme a tutta la mia casa quando i punti vengono segnati alzandomi in piedi e battendo le mani.

Arrivo persino a trasfigurare il mio maglione verde con i colori dei Grifoni.

Ogni volta che la Pluffa passa attraverso gli anelli avversari mi giro verso Alice, e quando i nostri sguardi si incrociano scoppiamo a ridere.

Il nostro divertimento dura poco, ma è seguito da una gioia più grande.

James Potter riesce a prendere il boccino in meno di un quarto d'ora.

La partita si conclude con 190-20.

«Wow... siamo in cima alla classifica» esclama Alice emozionata.

«Già.. sempre che Potter non perda tutti i punti di oggi con qualche scherzo» ribatto nascondendo un sorriso.

Il suddetto Potter sta volando proprio in questo momento rasente le tribune e sembra cercare qualcuno.

Ho la vaga idea di sapere chi sia quel “qualcuno” e infatti cerco di nascondermi dietro Alice, anche se è più bassa di me.

Il mio maglione, ritornato al suo colore originale, mi tradisce.

«Evans!» mi chiama mezzo metro sopra di me.

Vedo le ragazzine isteriche del ClanPotter fulminarmi con un'occhiataccia.

«Come hai fatto a trovarmi?»

«Beh.. solo uno stupido metterebbe i colori delle Serpi nella tribuna dei Grifondoro» mi risponde con un sorriso.

Non sembra far caso al fatto che mi ha dato della stupida.

«Allora monti?» scende lentamente verso di noi arrivando alla mia altezza.

Lo guardo allibita.

«Ma sei scemo?» esclamo «Lo sai che soffro di vertigini, idiota!»

Mi guarda confuso «Da quando?»

Gli tiro un pugno sul braccio e lui scoppia a ridere di fronte alla più grossa balla che io abbia mai detto.

«Allora sali?» mi guarda negli occhi

«No!» esclamo di nuovo «Ho..» mi guardo intorno «la gonna! Sì ho la gonna!»

Lui mi guarda come se fossi scema «Di quale gonna stiamo parlando?»

Abbasso lo sguardo sui miei jeans scoloriti.

Merda.

Sospira mentre si rialza in volo e finalmente ritorno a respirare.

Solo per avere un infarto un secondo dopo quando sento la sua voce amplificata per il campo.

«Vorrei ringraziare la mia fan numero uno, colei che mi ha sempre sostenuto e aiutato in modi che neanche immagina» fa una pausa teatrale «Lily Evans!»

La tribuna esplode in un boato.

Voglio sotterrarmi.

Aiutato? Sostenuto? Secondo me si è bevuto qualcosa.

«E' un cretino..» sussurro ad Alice mentre mi faccio piccola piccola.

La sento ridere tra i miei capelli «Penso che sia solo innamorato»

«Ti sei bevuta qualcosa pure tu?» chiedo guardandola male.

Lei scoppia nuovamente a ridere per poi farsi indietro.

Mi giro davanti a quegli occhi verdi

«Se salgo mi lasci in pace?» chiedo nascondendo un sorriso.

Lo vedo annuire, e allora monto a cavalcioni sulla scopa.

«Portami via da qui» lo supplico.

«Dove vuoi andare?» mi guarda incuriosito.

Ci penso un paio di secondi

«In alto» dico infine.

Prendiamo quota lentamente.

Quando siamo abbastanza in alto da far sembrare tutti solo puntini neri si ferma.

Mi guardo intorno meravigliata e sorrido involontariamente.

Restiamo così per un tempo che mi sembra infinito: abbracciati a contemplare il nostro mondo.

«Grazie» sussurro alla fine, quando torniamo al campo ormai deserto.

Prima che possa rispondere sono già scappata via verso il castello.

 

 

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Capitolo 10
*** Riflessioni ***


Capitolo 9
RIFLESSIONI
Il giorno dopo, nonostante sia Domenica mi alzo prestissimo.
Faccio molta attenzione a non svegliare Marlene che dorme beata e, guardando il suo viso addormentato sono travolta da un’ondata di affetto.
Abbiamo litigato, è vero, ma resta comunque la mia migliore amica.
E in fondo, è normale litigare tra amiche no?
Mi tranquillizzo pensando che sì, è normalissimo e metto da parte i pensieri  che riguardano Petunia e il nostro rapporto rovinato dalla scoperta della magia.
Prendo la coperta di lana rossa caduta a terra e la copro stando ben attenta a non toccarla, per paura che si svegli.
Dopo aver saltato mucchi di vestiti sul pavimento ed aver “preso in prestito” la spazzola di Marlene esco dalla stanza assaporando il silenzio che mi circonda.
Mi avvio verso il bagno dei Prefetti mentre pregusto già di immergermi in quella vasca enorme piena di acqua calda e profumata.
Appena entrata mi chiudo la porta alle spalle e apro tutti i rubinetti, premendo a caso vari bottoni colorati per far uscire il sapone.
Il vapore che si crea dopo qualche secondo mi tranquillizza e comincio a ridacchiare scoppiando le varie bolle colorate.
Smetto quando mi rendo conto che sembro una bambina di due anni, ma il sorriso non mi abbandona le labbra.
Quando finalmente, dieci minuti dopo mi immergo completamente, mi permetto di ripensare alla sera prima.
I ricordi mi investono come un’onda; il vento tra i capelli, il panorama mozzafiato e la schiena di James stretta tra le mie braccia.
Naturalmente era stretta tra le mie braccia solo perché avevo paura di cadere.
Perfettamente ragionevole.
Stupido orgoglio Grifondoro.
La mia vocetta interiore torna a farmi visita.
«Certo che avevo paura di cadere» borbotto da sola «vola come un pazzo».
Annuisco davanti al mio ragionamento, soddisfatta di me stessa.
Mi scappa un’altra risatina pensando a come sono scappata via e cerco di trovare una scusa abbastanza convincente per non ammettere che ero imbarazzata.
Alla fine giungo alla conclusione che sì, ero imbarazzata.
E neanche poco.
Sento le guance scaldarsi al ricordo dei suoi occhi, del suo sorriso dolce e…
«Andiamo basta!» mi rimprovero da sola.
Appoggio la testa sul bordo della vasca e chiudo gli occhi piano, mentre la stanchezza torna prepotente.
Assaporo ancora qualche momento l’acqua calda che mi scorre addosso e per un istante mi sento felice, completamente appagata.
Poi la mia mente scivola nel buio.
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Mi sveglio di soprassalto quando qualcosa mi accarezza i capelli.
Apro gli occhi e tutto quello che riesco a mettere a fuoco sono un paio di piedi che stanno fermi sul bordo.
Quando poi alzo lo sguardo ho un mezzo infarto.
«Porco Godric!» urlo mettendomi in piedi.
I ricordi tornano piano piano e troppo tardi mi rendo conto di essere nella vasca del bagno dei Prefetti. In piedi. Vicino al bordo. Senza vestiti.
Mi esce un urlo strozzato e tento di rimettermi seduta, inciampando sulle mattonelle scivolose.
Batto i piedi cercando di creare più schiuma, o bolle, o qualsiasi cosa che mi possa aiutare a coprirmi dallo sguardo indagatore di James-sono-un-idiota-Potter.
 «Pervertito!» urlo cercando la bacchetta per lanciargli uno Schiantesimo.
Lui alza le mani per coprirsi gli occhi e solo ora noto dalla sua posa rigida che oltre ad essere in totale imbarazzo ha il viso rosso come i miei capelli.
«Lily aspetta!»
Alza le mani per dire che è innocente e così facendo si scopre gli occhi serrati.
«Non volevo..» tenta di spiegarsi, ma io lo interrompo subito.
«Esci.Da.Questo.Bagno..» sibilo nuotando fino a dove l’acqua è più profonda e per restare a galla devo battere continuamente i piedi.
«Lily ascoltami» la sua voce è supplicante.
«Puoi aprire gli occhi» dico rischiando di affogare .
Dio se è faticoso stare a galla.
«Tanto ormai penso che tu abbia visto tutto» continuo acida.
«Non volevo guardare. Te lo giuro!» dice teso lasciando cadere le mani ai lati del corpo.
 «Marlene voleva vederti» mi dice frettoloso «ma siccome non ti trovava da nessuna parte ha chiesto a me di cercarti!»
Si infila una mano in tasca e estrae la chiava del bagno «Remus mi ha prestato la chiave» continua sempre più sicuro «Ti volevo solo svegliare» mugola alla fine.
«Va bene, va bene» dico veloce.
«Esci così mi cambio» ordino.
Lui annuisce.
«Ti aspetto fuori?» chiede con sguardo tornato immediatamente malizioso.
Quasi affogo del tutto.
 «No!»
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Mi vesto sconvolta per diversi motivi.
Primo: James Potter mi ha visto, spero non completamente grazie alla schiuma, nuda.
Il che mi imbarazza tanto che vorrei rigettarmi nella vasca e affogare, in modo da dimenticare l’accaduto.
Secondo: James Potter è molto probabilmente fuori dalla porta che mi sta aspettando quando io vorrei solo morire dall’imbarazzo.
Terzo: Marlene vuole parlarmi.
Marlene vuole parlarmi!
Mi getterò ai suoi piedi implorando perdono, le racconterò di James e di  Severus  e poi, se mi perdonerà, organizzeremo un omicidio di massa.
Mi fermo un attimo.
Detto così suona molto catastrofico.
«Marlene..» mormoro piano.
Mi manca così tanto, e il fatto che non mi ricordi neanche perché abbiamo litigato mi lascia un po’ spiazzata.
Improvvisamente ho un’illuminazione.
L’Amortentia.
Tutto è iniziato per quella stupida pozione.
Vorrei poter tornare indietro nel tempo ed evitare tutto questo.
Sospiro sconsolata mentre mi allaccio l’ultima stringa e sistemo le pieghe dei jeans.
Respira Lily, respira e stai calma.
Respiro e cerco di calmarmi.
Come da copione James Potter mi aspetta fuori dal bagno.
«Ti avevo detto di sparire» grugnisco cominciando a camminare a passo di marcia per i corridoi.
«Emh.. Lily?» cerca di fermarmi con una mano.
«Cosa c’è?» chiedo scocciata.
«Hai i capelli bagnati» mi dice semplicemente indicandomi la testa.
Mi tocco i capelli e con orrore sento che sono pieni di nodi e effettivamente bagnati fradici.
«Posso morire adesso?» gli dico esasperata.
Lui ride e con un colpo di bacchetta me li asciuga, lasciando però tutti i nodi al loro posto.
«Grazie» dico involontariamente.
Prendo la spazzola e comincio a pettinarli in mezzo al corridoio senza curarmi degli sguardi sorpresi delle persone che nel frattempo si sono svegliate.
Quando ho finito rimetto a posto la spazzola e mi incammino verso la torre di Grifondoro.
«Lily?» mi chiama nuovamente lui.
Mi giro di scatto.
«Cosa c’è?» chiedo leggermente più aggressiva di quando avrei voluto essere.
«Marlene è in Sala Grande» mi dice tranquillo.
«Oh, certo. Lo sapevo» rispondo impacciata.
Cambio direzione e mi avvio verso il corridoio giusto.
«Vuoi che ti accompagni?» mi chiede mentre mi allontano «non vorrei che ti perdessi» mi fa l’occhiolino.
Ecco il vero James Potter che torna a galla.
«NO!»
Lo sento ridacchiare in sottofondo.
Solo allora mi lascio sfuggire anche io un piccolo sorriso.
 ***
ANGOLINO AUTRICE
So cosa state pensando e sì, riesco a sentire i vostri insulti anche a chilometri di distanza ahahahahah.
Mi dispiace di non aver aggiornato per così tanto tempo, ma ho avuto alcuni problemi in famiglia e Ire si è ritirata.
Quindi mi trovo ora sola soletta a scrivere questa fan-fiction che però amo alla follia.
Sono pronta anche a eventuali critiche.
Volevo sapere da voi se la storia continua a piacervi e se vale la pena di continuare anche da sola.
Grazie
Nihal
 
 
 
 
 
 

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