I dare you.

di Vivien9
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova me. ***
Capitolo 2: *** casa dolce casa ***
Capitolo 3: *** Niklaus Mikealson ***
Capitolo 4: *** Tornare a sorridere ***
Capitolo 5: *** La sete. ***
Capitolo 6: *** Un abbraccio Originale. ***



Capitolo 1
*** Una nuova me. ***


Primo capitolo

 

 

Caroline entrò in casa,non nell'asettica e spoglia stanza del College che spartiva con Elena, ma nella sua vera casa a Mystic Falls che condivideva con la madre.

Era la casa in cui era cresciuta,in cui aveva coltivato sogni,ambizioni e speranze,la casa che era stata teatro di moltissimi cambiamenti.

Per i primi undici anni della sua vita aveva vissuto con entrambi i genitori, poi la separazione : l'inizio della fine. Con la separazione era finita l'illusione di una famiglia perfetta,di una vita perfetta, ed era iniziata una nuova epoca della sua vita tesa a ricostruire quest'illusione, a cercare la perfezione in tutto e l'approvazione di tutti.

E' in quella casa che era maturato il rapporto con la madre,così complicato all'inzio e così semplice,seppure imperfetto,adesso.

L'aveva capito : la perfezione non esisteva, questa nuova rivelazione così scontata e banale per molti le era costata anni di lotte,di sacrifici,di negazioni... e si anche di rimpianti.

Aveva pagato con la vita il costo di questa rivelazione,anzi sarebbe meglio dire con la morte, perchè era stata la sua trasformazione in vampiro che le aveva reso lampante quello che per anni era stato latente. Essere diventata vampiro era per lei la cosa più bella e al contempo la più brutta che le fosse potuta capitare.La più bella perchè finalmente si sentiva forte,senza età,sicura di sé come non lo era mai stata, e la più brutta perchè non rimpiangeva affatto la sua vita umana e questo le creava dei forti sensi di colpa che non riusciva ad ammettere nemmeno a se stessa.

Di colpo, le vennero in mente le parole di Klaus il giorno in cui le aveva chiesto se avrebbe preso la cura e sarebbe diventata umana se ne avesse avuto la possibilità...Klaus sapeva già la risposta a quella domanda, perchè nonostante tutto lui era l'unico che aveva inspiegabilmente capito i suoi pensieri più profondi, era l'unico che conosceva quella parte di lei che aveva sempre voluto nascondere al mondo intero. Ma adesso non più.

Questa nuova presa di coscienza riguardo alla sua vita le diede il coraggio di fare quello che non aveva mai fatto,accettarsi e amarsi per quello che era.

Lei era Caroline Forbs,vincitrice di Miss Mystic Falls, e lo sarebbe sempre stata; ma in lei c'era anche molto di più. Era diventata una donna con mille sfaccettature ed era arrivato il momento per lei di prenderne atto.

 

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Capitolo 2
*** casa dolce casa ***


Secondo capitolo

 

Entrò in casa e istintivamente gli occhi perlustrarono velocemente il primo piano alla ricerca di qualche cambiamento che non trovarono. Nulla era cambiato.

Anche i giornali di moda che Caroline aveva scrupolosamente conservato negli anni si trovavano allo stesso posto di sempre,ordinati cronologicamente dal più vecchio al più recente.L'ultimo giornale in cima alla lista portava la data del 18 Dicembre 2014.

«Accidenti»pensò Caroline, «sono quasi sei mesi che non torno a casa».

Certo,il College le piaceva e la convivenza con Elena e Bonnie era fantastica; sebbene Bonnie fosse un Ancora e Elena un vampiro, tutti alla Whitmore concordavano sul fatto che quelle ragazze sapevano divertirsi. Nell'ultimo semestre Caroline aveva fatto nuove conoscenze ed era andata praticamente a tutte le feste, sperimentando la vita al College che aveva sempre sognato,con le amiche di sempre.

Eppure dietro a quella faccia sorridente si nascondeva una profonda inquietudine e un pensiero fisso che cercava di scacciare costantemente, ma a cui aveva finalmente deciso di abbandonarsi.

 

Un post-it attaccato davanti allo specchio in corridoio le ricordò che la madre lavorava fino a tardi quella sera, «Lo sceriffo Forbs è sempre all'azione» pensò sorridendo.

Salì le scale e si trascinò nella sua camera,lasciando la valigia ai piedi del letto. L'arduo compito di disfare la valigia poteva aspettare, ora aveva bisogno di una bella doccia calda e di mettersi uno di quei tutoni inguardabili che indossava solo in casa e che si era vergognata di portare anche al College, uno di quei tutoni che le sembravano sussurare: «Tranquilla,sei a casa adesso,con noi puoi essere te stessa».

Rientrata in camera dopo una lunga doccia ristoratrice e dopo aver indossato la sua tuta preferita, decise di occuparsi della valigia, aprì quindi l'armadio e di colpo vide un vestito di cui si era completamente dimenticata,un vestito che indossò una sera sola,ad una festa.

Era di certo il vestito più bello che avesse mai avuto;era blu,di un blu intenso capace di risaltarle il colore degli occhi e la carnagione chiara della sua pelle e la sera che lo indosso fù l'unica volta in cui si sentì una vera principessa;il suo cavaliere quella sera era l'uomo che le aveva donato il vestito, e che probilmente le aveva donato anche il suo cuore,che lei aveva deciso di calpestare con noncuranza.

Presa da una morsa allo stomaco si buttò sul letto e si rannicchiò sotto le coperte,tra le lenzuola profumate di lavanda appositamente cambiate e stirate per il suo ritorno...ed ecco che in attimo riaffiorò tutto quello che da mesi cercava di reprimere, i suoi sentimenti per Klaus,per un tiranno.

Nonostante tutte le cose terribili che aveva fatto, Caroline non riusciva a non provare affetto per lui e in un certo qual modo anche compassione... “Perchè chiunque sia capace di amare,può essere salvato” ricordò Caroline, ma allora perchè non salvarlo lei stessa?Perchè rinunciare?Cosa aveva da perdere?

Immersa in questo vortice di pensieri chiuse gli occhi e lentamente si addormentò.

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Capitolo 3
*** Niklaus Mikealson ***


Terzo capitolo

 

A molti chilometri da Mystic Falls Klaus sedeva sulla sua poltrona preferita sorseggiando del buon brandy e guardando ipnotizzato le fiamme del camino che sembravano danzare solo perchè lui le potesse ammirare.

La casa era deserta, Elijah ed Hayley erano andati ad una festa organizzata da Marcel nel locale dove lavorava Cami, ma lui non aveva voglia di compagnia,non di quella compagnia e non quella sera..da buon ibrido Originale quale era,abituato per mille anni ad essere l'unico della sua specie,si era ormai assuefatto alla solitudine, e anzi la cercava talvolta.

Le cose a New Orleans stavano andando bene e grazie alla diplomazia di Elijah, vampiri,streghe e lupi mannari convivevano pacificamente.

Per mesi aveva riposto tutte le sue energie per far risorgere la città che più amava e che aveva costruito, New Orleans, e ora che l'operazione era stata compiuta si sentiva incredibilmente vuoto.

Quando era tornato a New Orleans aveva fatto di tutto per togliere il potere a Marcel e per riappropiarsi di ciò che era suo,per diventare quello che avrebbe sempre voluto essere,il Re.

.L'effimera gioia che ricavò da tutto ciò era ben lontana da ciò che si aspettava.. perché nel frattempo tutti si erano allontanati “dal tiranno”, e sebbene gradisse la solitudine di tanto in tanto, aveva sempre immaginato la sua famiglia finalmente riunita con lui a capo di un Impero;ma Rebekah se ne era andata, Hailey lo trattava con indifferenza, e persino Elijah aveva assunto quello che si può definire un comportamento “cordiale e distaccato” .

Decisamente la gita a Mystic Falls avvenuta tre mesi prima fu ciò che più di tutto gli fece capire che essere temuto non era paragonabile all'essere accettato,baciato,abbracciato da quelli che amiamo..e ancora una volta ripercorreva con la mente i brevi istanti che era riuscito a rubare alla controllatissima Caroline, che per una volta si era lasciata andare e si era abbandonata completamente a lui.

E così se ne stava seduto,riassaporando attimo per attimo ogni istante passato con lei, ignaro che,a molti chilometri di distanza Caroline faceva lo stesso.

Avrebbe voluto vederla, o perlomeno sentire il suono della sua voce, ma la paura di venire respinto lo fece desistere dal farlo..non avrebbe sopportato un altro no,non avrebbe aperto ancora il suo cuore a qualcuno che non lo ricambiava... a meno che..qualcosa fosse cambiato da parte sua, se avesse scorto anche un minimo cambiamento avrebbe fatto di tutto per averla, avrebbe tentato un'ultima volta, si disse, del tutto cosciente del fatto che l'ultima volta è sempre la penultima in amore.

«Però ricambiò i miei baci con un fervore maggiore del mio, e sorrise dolcemente alle mie carezze, tutto questo non può essere solo attrazione fisica» pensò Klaus, e senza rendersene conto, aveva composto il suo numero di telefono e ora il telefono squillava, e lui era lì,con il cuore e il telefono che battevano all'unisono,seduto sulla sua poltrona preferita con il brandy ancora in una mano a guardare le fiamme danzare e ad aspettare ancora una volta una sua risposta.

 

 

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Capitolo 4
*** Tornare a sorridere ***


 

Quarto Capitolo

 

 

Caroline sentì il telefono squillare, e con gli occhi ancora semichiusi per il sonno rispose istintivamente senza guardare il numero.

- «Pronto..» disse Caroline quasi in un sussuro.

Klaus stette in silenzio, con la mente annebbiata e la paura che la voce lo tradisse.

- «Pronto..» ribadì Caroline,« Stef, sei tu?» chiese, tirandosi leggermente su e appoggiando la schiena sul cuscino.

-«No tesoro, non sono Stefan. Sei delusa?» la schernì Klaus, e gli sembrò che le parole gli uscissero da sole e il tono in cui le pronunciò riuscì ad essere quello di sempre, beffardo e inquisitore al contempo.

-« Klaus ...» fu tutto quello che riuscì a dire.Seguì un istante di silenzio che a Klaus sembrò un'eternità, in cui stette lì fermo ad ascoltare il respiro forte della vampira bionda attraverso la cornetta.

Rinvenuta dallo shock, Caroline si schiarì la voce e riuscì a chiedergli il motivo della chiamata.

- «Ti ho promesso che non sarei più tornato a Mystic Falls, non che non ti avrei mai più chiamato.

Come stai?» e improvissamente la sua voce si addolcì nel pronunciare quelle parole, tanto che Caroline non riuscì ad essere sferzante come al solito.

-« Sto bene, grazie. E tu come stai?»

-«Un po' meglio adesso» confessò Klaus quasi sottovoce,« Sei felice ora che ti sei liberata di me?»

-« Certo, si sta meglio senza un Ibrido Originale a mettere in sobbuglio la città» disse ridendo.

-«Ti chiamo perchè ho degli affari che richiedono la mia presenza a Mystic Falls. Pensi che potresti revocarmi l'esilio per un paio di giorni?O hai paura di non saperti controllare come l'ultima volta?».

Di colpo Caroline diventò paonazza e fu felice che lui non potesse vederla.

Che essere odioso e spregevole! Come se l'avesse dovuto pregare quel pomeriggio nel bosco, come se fosse stata solo lei a volerlo!Cercò di ricomporsi,non voleva fargli credere che la sua provocazione aveva assortito l'effetto da lui desiderato.

-«Torna pure», disse in tono di sfida, «sarò ben felice di piantarti un paletto nel cuore, te lo meriti tutto» e riattaccò, sprofondando nel letto e alzando le lenzuola fin sopra la testa.

 

A New Orleans,Klaus pensava a quali scuse avrebbe potuto inventare per spiegare il suo ritorno a Mystic Falls... Ma la gioia che provava in quel momento era troppo forte e non permetteva a nessun altro pensiero di oscurarla, così il suo viso si aprì in un sorriso che da diversi mesi sembrava ormai scomparso... Era felice.

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Capitolo 5
*** La sete. ***


Quinto Capitolo

 

 

Era stata una settimana davvero dura per i vampiri di Mystic Falls, e ovviamente anche per lei.

Gli ospedali della zona si erano accorti dei furti delle scorte di sangue e i controlli erano drasticamente aumentati, così come la sua sete d'altronde, che sopprimeva con gli unici mezzi di cui disponeva: alcool e caffè.

E così Damon aveva deciso che sarebbe stato più prudente aspettare che le acque si calmassero prima di rubare altre sacche e Caroline non aveva trovato niente con cui controbattere.

 

A complicare quella settimana orrenda ci si era messo anche Klaus.

Ogni volta che ripensava a quella chiamata sentiva un'ondata di rabbia pervaderle tutto il corpo.

Si ripromise di non pensarci più, o almeno di non pensarci quella sera..avrebbe passato una bella serata con il suo migliore amico,e forse avrebbe trovato il coraggio di raccontargli anche della chiamata..Dopotutto, perchè non farlo?Lei non aveva fatto nulla di male.

 

Prese con sé le chiavi della macchina che infilò distrattamente in borsa e si avviò al Grill.

Appena entrata buttò un'occhio per vedere se Stefan fosse già arrivato. Non c'era.

Avrebbe iniziato a bere senza di lui, ne aveva davvero bisogno.

Mentre si avvinava al bancone le sembrò di sentire una voce familiare, che aveva un'inconfondibile accento britannico.

Niklaus Mikealson era lì a pochi metri da lei, sorseggiava un liquore e parlava al telefono..Caroline rimase per alcuni istanti a fissarlo imbambolata, e si destò solo quando capii che lui aveva chiuso frettolosamente la chiamata perchè si era accorto della sua presenza.

-«Buonasera Caroline» le disse sorridendo sornione,¬« Bevi qualcosa con me?»

-« No», fu tutto quello che riuscì a dire, ma dopo aver visto l'espressione sul visto di Klaus le parole “E va bene” le uscirono dalla bocca senza che lei nemmeno se ne accorgesse.

Klaus, senza aspettare l'arrivo della cameriera, prese uno dei bicchieri riposti dall'altra parte del bancone e lo riempì fino all'orlo del liquore che custodiva gelosamente vicino a sé.

-«Tieni» sussurrò, «sembra che tu abbia un disperato bisogno di bere. Posso illudermi che sia per causa mia?».

Prima che avesse finito la frase, Caroline aveva già scolato il contenuto del bicchiere e glielo porgeva nuovamente.

Il bicchiere fu riempito fino all'orlo nuovamente, ma Klaus questa volta lo trattenne ancora un po' fra le sue mani come se attendesse una sua risposta.

«Sono a corto di sacche, ok?» disse sbuffando, ma la sua voce rivelò un nota di isteria che avrebbe voluto celare.

Non le piaceva ammettere che lei non era affatto un vampiro diverso dagli altri, bramava il sangue, come tutti i vampiri. Il fatto che il sangue che beveva provenisse da una sacca e non da una vena non la rendeva migliore, perchè nonostante tutto il suo autocontrollo, ora, ogni fibra del suo corpo desiderava del sangue umano.. Doveva bere di più per poter annebbiare quel pensiero fisso che la tormentava.

Dopo il quarto bicchiere decise che poteva concedersi un attimo di tregua e finalmente si volse a cercare gli occhi di Klaus, che trovò posati su di lei e che tradivano tensione, agitazione e qualcos'altro che Caroline non riuscì bene a definire. In una frazione di secondo, Klaus aveva distolto lo sguardo, aveva ripreso a bere dal suo bicchiere assumendo quel suo atteggiamento di noncuranza che gli riusciva così bene.

-«Allora», esordì Caroline «che affari ti portano qui?»

Una frase gli balenò nella mente, una parte di se avrebbe voluto essere sincero e potergli dire : «Tu, l'affare che mi porta qui sei tu. Perchè tu potresti essere la mia migliore possibilità di essere felice».

Ma una vocina nella testa ribatteva che non era ancora il momento per essere sinceri,che lei non era ancora pronta per sentire quelle parole, e chissà se mai lo sarebbe stata.

 

 

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Capitolo 6
*** Un abbraccio Originale. ***


Sesto capitolo

 

A dispetto di quella verità nascosta che nella sua testa combatteva per uscire, ciò che realmente disse fu «Tesoro, non ficcanasare il tuo bel nasino in affari che non ti riguardano. Pensa alla tua sete piuttosto, ecco bevici su»e nel mentre le versò un altro bicchiere.

Non aveva pensato ad una scusa che spiegasse il suo ritorno a Mystic Falls, ma per sua fortuna non c'è ne fu bisogno.A pochi passi dai due vampiri la nuova cameriera del Grill aveva fatto cadere dei bicchieri e si era procurata così una piccola ferita da cui ora usciva del sangue.

Il volto di Caroline si trasformò di colpo, i suoi occhi blu come il ghiaccio ora erano rossi e fissavano la nuova cameriera che maldestramente tentava di recuperare i cocci.

 

Anche il volto di Klaus si trasformò, non per la sete di sangue, ma per la preoccupazione nei confronti di lei.

Perchè era tanto preoccupato? Non sarebbe stata la fine del mondo se Caroline avesse attaccato la cameriera, dopotutto lei era un vampiro proprio come lui e lui durante la sua vita millenaria aveva fatto cose molto piu terribili.

Eppure, l'idea che Caroline si sporcasse le mani lo terrificava. Non per lui, ma per lei. Aveva paura di ciò che avrebbe potuto provocare in lei, paura che quel senso di colpa l'avrebbe distrutta.

 

Afferrò il braccio di Caroline con una mano e una bottiglia nell'altra e uscirono dal Grill dirigendosi verso il parcheggio.

A poco a poco, il volto di Caroline cominciò a riassumere un colorito sano e lei fu in grado di dire:

«Grazie. Non so cosa sarebbe successo se non mi avessi portato fuori. Probabilemente l'avrei uccisa.Sono un mostro.» e una lacrima iniziò a rigarle le guance.

Lentamente, Klaus le si avvicinò e la abbracciò, e Caroline ci si fiondò in quell'abbraccio.

Poi, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, lei appoggio la sua testa sulla sua spalla e lui iniziò a toccarle delicatamente i capelli, come una coccola, come si fa ai bambini la sera per farli addormentare.

Caroline non sapeva perchè, ma sentiva che quello era il posto giusto in cui stare. Tra le braccia di Klaus, mentre la sua bocca le sussurrava parole di conforto e le sue mani le coccolavano i riccioli biondi.

«Forse dovrei andare a casa, sono stanca», disse alla fine Caroline.

«No, sei ubriaca tesoro. E' diverso.» la schernì Klaus. «Non puoi guidare in queste condizioni. Non che mi importi, ma non voglio averti sulla coscienza.».

«Già, perchè ormai hai esaurito lo spazio. Giusto?» rispose Caroline abbozzando un sorriso.

«Lei è esilarante signorina Forbes. Dai salga in macchina, la porto a casa.».

 

Klaus la scortò fino alla porta, la baciò delicatamente sulla guancia e scomparve nel buio della notte mentre lo sceriffo Forbes apriva la porta d'ingresso.

Le poche parole che riuscì a scambiare con sua madre la informarono che quella notte Caroline avrebbe dovuto combattere i suoi demoni da sola, perchè lo sceriffo stava uscendo per una segnalazione.

Giusto il tempo per un abbraccio frettoloso ed eccola lì, ancora nell'ingresso, sola piu che mai..O forse no.

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