Storia Distorta

di pxranoiae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Scoperta ***
Capitolo 2: *** Le tre ragazze ***
Capitolo 3: *** Klaus ***
Capitolo 4: *** Ora? Proprio ora? ***



Capitolo 1
*** La Scoperta ***



 

                                                                Storia Distorta
 



“Okay. Devo solo aspettare dai 3 ai 5 minuti. Posso farcela.”

07:34

“E fosse positivo? No! Non lo sarà!”

07:35

“Anche perché se fosse positivo dovrei affrontare il problema più grande: di chi è? Ecco no. Non potrei neanche pensarci.”

07:36

“Ok ce la posso fare. E poi perché dovrebbe essere positivo. In fondo il ciclo potrebbe anche saltarmi questo mese, che c’è di strano. E’ già successo più volte. E perché ora mi è venuto questo dubbio”
Non servì a tranquillizzarla.

07:37

Quanto ci vuole?!”
Una piccola striscia rosa apparve sullo stick. E per Elena non ci furono altre parole se non:
-Oh cazzo!

Si butto sul letto e si coprì la testa con un cuscino verde acido. Era una bella giornata. Dalla finestra filtrava una luce pura che faceva brillare le foglie degli alberi bagnate dalla brina mattutina. Ma forse la bella giornata non avrebbe aiutato Elena a superare lo shock. Dopo dieci minuti di stallo si alzò di scatto.
-Devo chiamare Caroline. Ora!
Jeremy si affacciò dalla porta con una faccia sospettosa.
-Elena va tutto bene?
-Si si Jeremy, tranquillo. Ora però esco. Ci vediamo più tardi.
 
Mentre si avviava verso il Mystic Grill, cercò affannosamente il cellulare e chiamò l’amica che subito rispose:
-Elena? Ciao. Ti stavo giusto per chiamare. Dobbiamo organizzare la fest…
-No Caroline, ascoltami ora. Vediamoci tra dieci minuti al Grill. E’ importantissimo, è successa una cosa che mi sta facendo impazzire.
-Si, ma così mi spaventi. Arrivo subito.
 
Elena com’era prevedibile arrivò prima e si sedette ad un tavolino sotto una finestrella abbastanza in disparte. Non voleva che orecchi indiscreti potessero ascoltarle. Ad un certo punta, di fretta e furia, arrivò Caroline che inciampò nella porta e per poco non cadde. Matt per fortuna la afferrò e tra una e risata disse:
-Capisco che non puoi starmi lontana ma questo è troppo, sto lavorando.
-Molto spiritoso Matt, ma ora non posso parlare devo raggiungere Elena. E’ importante.
-E’ successo qualcosa di grave?
-Non ne ho la minima idea. Quindi se non ti dispiace.
Matt perplesso la lasciò andare e continuò a servire i tavoli. Caroline raggiunse l’amica che intanto si era accasciata sul tavolino che la sorreggeva per poco.
-Eccomi! Che cosa succede di tanto importante da farmi allontanare dai preparativi per la mia adorata festa?
-Quando te lo dirò, non sarai tanto sorpresa che ti ho chiesto di venire e credo che dovremo ripensare anche alla festa.
E glielo disse talmente sottovoce che per poco Caroline non la sentì. Glielo disse pacatamente per fargli capire che avrebbe dovuto rispondergli a voce ancor più bassa. Ma Caroline non afferrò questa sfumatura. E infatti urlò:
-Oh porca miseria!
E se qualcuno si fosse trovato anche fuori dal loro continente, l’avrebbe sentita. Elena dopo quell’urlo ebbe l’autorizzazione per seppellirsi viva in quel momento. Non cercò neanche di calmare l’amica che era andata in escandescenza e che continuava a dire cose senza senso presa dalla sorpresa e dall’euforia. Quando finalmente si calmò, cosa che per Caroline Forbs accadeva solo nelle situazioni importanti, prese il polso dell’amica che aveva poggiato la testa sul tavolo in segno di sconforto.
-Okay. Okay. Okay. E’ una cosa strana, ambigua e molto importante ma lo affrontiamo insieme.
Silenzio. Elena era ancora quasi distesa sul piccolo tavolino e non aveva nessuna espressione. Caroline tentò di tirarla su.
-Dai almeno non hai il problema di dirlo ai tuoi.
Elena alzò di scatto il viso e la fulminò con lo sguardo. Poi però, pensandoci, le comparve un piccolo sorriso malinconico e si rimise nella stessa identica posizione di prima.
-Ah-ha! Ti ho fatto sorridere, è un buon segno. Ora affrontiamo il problema. Perché io so cosa ti preoccupa oltre al fatto stesso. Di chi è?
-NO! No e poi no! Ora è il momento peggiore per parlare di questo. So che dovrò affrontarlo prima o poi ma spero di doverlo fare il più tardi possibile.
-E quando?! Quando arriverai con un pancione enorme e non potrai passare neanche attraverso la porta della tua camera?!
Caroline aveva pienamente ragione ed Elena lo sapeva. Ma era il suo peggior incubo dover scegliere di nuovo tra Stefan e Damon
.

 

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Capitolo 2
*** Le tre ragazze ***


Aveva detto a Caroline che sarebbe tornata a casa, si sarebbe fatta un bagno per chiarirsi le idee e poi si sarebbe rilassata. E Caroline le aveva proposto di dire tutto a Bonnie. All’inizio era stata riluttante ma poi aveva pensato: “Perché no in fondo? Bonnie è una delle mia amiche più strette e ho veramente bisogno di tutto l’appoggio possibile per affrontare la situazione.”
Si erano date appuntamento a casa di Bonnie, così sarebbero state lontane da orecchie indiscrete. Ma non solo per questo. Ormai Elena e Jeremy vivevano stabilmente dai Salvatore, dopo che Elena aveva dato fuoco alla loro amata casa quando aveva spento i sentimenti. Ah già…quando aveva spento i sentimenti. Quel ricordo la spaventò perché non aveva considerato quella parte della sua vita come propria. E aveva rimosso ingenuamente e anche stupidamente tutte le azioni compiute in quel periodo. Ma ora non era il momento di pensarci. Si fece un bagno caldo come stabilito e cercò di rilassarsi ma senza successo. Le passarono per la testa mille pensiero:”E quando lo dirò a Damon e Stefan? E se fosse di Stefan? Io amo Damon, non lo sopporterà ed io lo perderò. Non potrei sopportare di perderlo di nuovo. E poi cosa farò riguardo al bambino? Lo terrò? Sicuramente devo prima scoprire di chi è e poi devo dirlo al padre. Così eviterò di illudere l’altro.” Fissati questi propositi si vestì senza prestarci troppe attenzioni e si avviò verso la casa di Bonnie. Durante il tragitto il telefono squillò e per poco non ebbe un infarto. Non sentì affatto meglio quando vide chi la chiamava.
-Damon! Cosa c’è? Sto andando da Bonnie per una serata tra ragazze.
Pronunciò queste parole con fare molto schietto dato che non voleva far trapelare dalle parole le sue preoccupazioni
-Anche per me è un piacere sentirti!
La fece sorridere. Il sarcasmo di Damon la faceva sempre sorridere, anche nei momenti peggiori.
-Dai scusami!
-Perdonata. Ti volevo avvisare che tra due giorni c’è la festa di Caroline e qui ci sono ancora un bel po’ di inviti incompleti. Non vorrei trovare la mia ragazza uccisa dalla sua migliore amica!
Gli inviti! Se ne era completamente dimenticata! “Vabbè”pensò “Caroline mi perdonerà date le mie condizioni.
-Tranquillo, me ne occuperò al più presto. Ora scusami devo andare, sono arrivata a casa di Bonnie.
-Va bene. Ma Elena…va tutto bene? Ti sento strana.
-Tutto okay. Sono solo un po’ stanca per il fatto della casa bruciata e tutto. Ci vediamo domani. Ti amo.
-A domani allora, ti amo anch’io!
E la telefonata finì. Ad Elena cominciarono a salire i sensi di colpa. Perché! Perché! Perché era in quella situazione!
 
-Elena! Sei qui! Giusto in tempo. Caroline non fa altro che dirmi cose vaghe sottolineando la gravità della situazione ma senza dire il fatto stesso.
Come al solito Bonnie era la più tranquilla del gruppo, riusciva a trarre tutto il buono anche nelle situazioni peggiori.
-Non è vero Bonnie! Io ti ho solo detto che non potevo dirti cosa era successo anche se era piuttosto grave e importante. E che la situazione era delicata e complicata e che ti avrebbe detto tutto Elena.
-Sono incinta, okay?
La reazione di Elena era totalmente imprevedibile e sia Caroline, che era già al corrente della situazione, sia Bonnie rimasero letteralmente a bocca aperta e senza fiato.
-Chiudete quelle bocche e ricominciate a respirare.
Le ragazze sorrisero ma un attimo dopo Bonnie si sedette con aria sconvolta e cominciò con una raffica di domande a cui Elena rispose a tutte con un ‘Non lo so’ generale.
-Elena la prima cosa importante da capire è di chi è! Non puoi condizionare sia la vita di Damon e Stefan!
-Lo so Bonnie! E comunque prima scopro di chi è e poi glielo dico. Non voglio farli preoccupare inutilmente e nemmeno farli entrare in una sorta di “competizione”.
Il silenzio calò nella stanza. Le tre ragazze erano evidentemente assorte nei loro pensieri quando Caroline sbottò:
-Aspetta! C’è una cosa che non mi è chiara! Tu stai con Damon ormai da un paio di settimane; e non c’è dubbio che con lui di sei data da fare.-a questo punto sorrisero tutte insieme- Ma quello che non mi è chiaro è: perché hai il dubbio di chi sia il padre? E’ evidentemente Damon! Oppure c’è qualcosa che non sappiamo?
-Già Elena non è che in un momento di debolezza sei caduta di nuovo in Stefan?
-No! Questo assolutamente no! Amo Damon più di ogni altra cosa e gli sono stata sempre fedele. Ma il problema è il periodo nel quale avevo spento i sentimenti. Io…potrei aver accidentalmente…puramente accidentalmente…aver sedotto Stefan. Ma non ero assolutamente in me, lo sapete! Dai ho persino bruciato la mia adorata casa!
-Elena Gilbert!
Bonnie e Caroline urlarono all’unisono e fecero sobbalzare Elena dallo spavento.
-Non giudicatemi male ragazze. Mi avete visto durante quel periodo, ero un’altra persona!
In realtà Elena non aveva tutti i torti. In quei giorni aveva dato sfogo a tutta l’antipatia che aveva in corpo. Essendo senza sentimenti era uscita l’Elena crudele e impassibile che fino a quel momento era riuscita sempre a coprire soprattutto grazie alla sua dolcezza e indulgenza.
-Va bene, va bene. Ti “perdoniamo”. Ora quindi ci è tutto più chiaro. Però un’altra cosa: le precauzioni?
-No dai Caroline non voglio parlare di queste cose!
-Perché?! Siamo noi! E poi è l’unico modo per aver un minimo di idea su chi possa essere il padre!
-Elena, Caroline ha ragione! Se ti ricordi qualcosa potrai quasi del tutto escludere o  l’uno o l’altro! Sforzati a diccelo! Non c’è problema, siamo solo noi.
Ma per Elena il problema c’era invece.
-Non mi ricordo nulla! Okay? Nulla! Anche perché con Stefan ero anche ubriaca e ho solo ricordi vaghi di quella notte. E con Damon…non lo so. Ci sono state più volte! Non saprei proprio come orientarmi.
Bonnie e Caroline si guardarono senza più risorse e Caroline disse:
-Come sei complicata bella mia! Ma ho un’idea: devi dirlo a Stefan. Chiediglielo. Magari si ricorda se avete provveduto alle precauzioni o no…
-Mai! Non potrei chiedergli una cosa del genere senza fargli venire dubbi. Non voglio correre nessun rischio. Promettete che non farete nulla senza prima parlarmene.
Le ragazze promisero. La situazione era veramente complicata e nel cuore di Elena l’angoscia e la pura di ferire qualcuno aumentavano. Finché non aveva pensato a tutti questi particolari la cosa le era sembrata quasi fattibile. Ma ora, affrontandola meglio, aveva paura. E molta.

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Capitolo 3
*** Klaus ***


La narrazione si sposta ora su Caroline la quale tornò a casa dopo l’incontro con le ragazze. Appena entrata, notando subito tutte le finestre e le serrande chiuse, dedusse che la madre non c’era. Aprì le finestre e fece entrare la bella luce di quel giorno. Doveva ancora ragionare sull’accaduto e andò in cucina per farsi una camomilla. Lì trovò un biglietto e pensò subito che fosse da parte della madre. Si sorprese quando, senza neanche aver letto il messaggio, notò la firma. In un bel corsivo elegante, pieno di ghirigori e curvature c’era scritto Klaus. Non lo vedeva e non ne aveva notizie da quando Elena aveva riacceso i sentimenti. Era andato a New Orleans per ‘creare nuovi ibridi’ aveva detto. Ma in realtà Caroline sapeva che non poteva crearne altri poiché ormai Elena era una vampiro e quindi l’unico sangue di dopelganger che avrebbe potuto aiutare Klaus era inutilizzabile. Ma non si era chiesta cosa era andato a fare, anche perché poco gli importava. I rapporti con lui erano sempre stati di amore-odio,ma per lei la loro ‘storia’ si era conclusa con odio. Klaus aveva fatto molte cose spregevoli: aveva ucciso la madre di Tyler e poi lo aveva costretto a scappare minacciando di ucciderlo se fosse rimasto. Già, Tyler. Era da molto che non lo sentiva e non lo vedeva e non sapeva neanche bene il perché. Ma questa era un’altra storia.
Klaus. Klaus era Klaus. Non meritava neanche delle ragione per le quali disprezzarlo. Non meritava nulla. Per questo Caroline si stupì nel trovare un suo biglietto, e la sorpresa aumentò di gran lunga quando lo lesse. Il biglietto diceva:
“Cara Caroline
Sono passato per Mystic Falls per delle questioni d sbrigare. Sarei lieto se potessimo vederci uno di questi giorni. Per l’appunto vorrei invitarti oggi al Grill verso le 17:00.
Tuo, Klaus”
 
Tuo?! Tuo?! Lo sconcerto che provava Caroline era alle stelle. Cosa pretendeva quell’assassino, quel criminale. L’idea di andare all’appuntamento la escluse immediatamente. Non si sarebbe abbassata ai livelli di Klaus, il manipolatore. In realtà Caroline, nel suo profondo sapeva di non volerci andare anche per paura di ricadere in lui, nella loro attrazione fisica Perché lei sapeva che c’era un’attrazione fisica, e anche molto forte. Passarono le ore e le 17:00 si avvicinavano piuttosto velocemente. Caroline stava seduta sul divano guardano fisso l’orologio, tentata di romperlo e di levare tutti gli orologi presenti in casa. Circa mezz’ora prima del fantomatico appuntamento, decise di uscire. Si, era la cosa giusta da fare. Si sarebbe schiarita le idee sia su Klaus sia sulla situazione di Elena. Passeggiò nel parco. Era una giornata splendida. A tratti fiocchi di nuvole bianche macchiavano il cielo perfettamente azzurro. I sole illuminava ogni cosa, rendendo tutto luminoso quando veniva sfiorato dai raggi. Caroline dovette coprirsi gli occhi per poter camminare. Ad un certo punto un’ombra le si stagliò davanti. Smise di coprirsi il viso e cercò di capire cosa o chi fosse. I raggi di sole faceva brillare i riccioli biondi di una figura maschile piuttosto alta.
-Mia cara Caroline, da quanto tempo non ci vediamo.
-Klaus! Ei come stai?
Per Caroline l’imbarazzo era totale. Non era andata al suo appuntamento ma si era fatta trovare mentre passeggiava beatamente in un parco.
-Io bene. Vorrei poter dire la stessa cosa di te ma non posso saperlo dato che non ti sei mai fatta sentire.
Il Klaus che conosceva non era cambiato di una virgola. Sarcastico,presuntuoso e insopportabile.
-Senti Klaus non mi va di  litigare ora, quindi se non ti dispiace vorrei andare a casa.
-Ma questa non è la strada per casa tua, anzi. Stai andando in tutt’altra direzione. Forse mi evitavi?
-Magari si! Chi può dirlo? Ora se non ti dispiace vorrei fare inversione di marcia  e prendere la strada di casa.
-Come mai non eri intenzionata a venire al mio appuntamento? Non sarà ancora per la storia di Tyler e del suo esilio? E’ una vecchia storia e mi pare che si sia conclusa anche in tuo favore.
-Si! E’per quella storia. Ma anche per altre storie. E’ per tutto Klaus. E’ perché sei tu.
-Mi addolora sentire queste parole ma io ero venuto proprio per aggiustare le cose tra noi due.
-Non ci sono ‘cose’ tra noi due Klaus! E non ci sarann…vabbè lasciamo stare.
-C’è qualcosa che ti turba, lo vedo dalla tua espressione. Intendi dirmela?
-Niente mi turba! Sono solo stanca, molto stanca. Per tutto quello che sta succedendo, per Tyler, per la gravidanza di Elen…
Caroline si zittì di botto e spalanco gli occhi insieme a quelli di Klaus. Le espressioni sui loro volti erano diverse ma in fondo in fondo uguali. Sgomento totale.
-Non avrei dovuto dirtelo! Non avrei dovuto dirtelo! Non avrei dovuto dirtelo! Stupida, stupida, stupida me!
-Elena è incinta?!?! Come è successo? Chi è il padre? Che succederà ora?
-Senti Klaus ora tu te ne torni a casa e te ne stai buono e zitto per mooolto tempo. Non devi dire niente a nessuno e guai se ti vedo anche solo dialogare con Stefan o con Damon! Se farai qualunque cosa sarai un uomo morto, anche se sei un’originale difficile da uccidere. Attento a te!
Sul viso di Klaus apparve un sorrisetto ironico e maligno allo stesso tempo. Era quello che il tipo di persona che era Klaus amava sentire. Uno scoop. Una notizia importante. E lui sapeva come usare le notizie come quelle.
-Tranquilla! Mi terrò il più lontano possibile dai Salvatore e da tutti voi se è questo che vuoi.
-Non fare il sarcastico. Fai un passo falso e te ne pentirai.
Non era molto credibile detto da Caroline, una ragazza tutt’altro che spaventosa. Klaus sorrise maliziosamente e disse:
-Vorrei dirti che il tuo segreto è in buone mani, ma non lo è! Ti saluto mia cara, devo svolgere alcune faccende.
E si allontanò quasi correndo. Aveva una bomba in mano e non vedeva l’ora di farla scoppiare. Caroline d’altra parte si sentiva la peggior amica mai esistita. Aveva peggiorato la situazione rendendola più complicata di quello che già era. Perché sapeva che Klaus voleva a tutti costi usare l’informazione nel momento meno opportuno, quando avrebbe potuto avere l’effetto più catastrofico.
 
Qualche ora dopo Caroline andò a casa dei Salvatore sperando di trovare Elena e riferirgli l’accaduto. Aveva molti dubbi sul dirle che Klaus sapeva. Bussò alla porta e venne ad aprire Damon.
-Ciao Caroline! A cosa devo questa visita?
-Devo parlare con Elena. C’è?
-Si, è in camera con Jeremy.
Di fretta e furia Caroline si fiondò su per le scale e entrò di scatto in camera dell’amica.
-Elena non puoi capire cos’è successo!
-Calma Caroline! Andiamo di sotto Jeremy deve studiare.
Si recarono al primo piano e incrociarono Stefan che disse loro:
-Ei Caroline come vanno i preparativi per la festa?
-Ah..la festa..si, in questi ultimi giorni non me ne sto occupando molto. Anzi credo che dovrò rimandarla.
-Caroline Forbs che rimanda una festa. Cosa succede? Ti senti bene?
-Divertente, ora se non ti dispiace dovrei parlare da sola con Elena.
Entrarono nello studio e chiusero la porta.
-Klaus mi ha dato un appuntamento, io non ci sono andata ma lui mi ha trovata lo stesso. E la cosa folle è che lui sembra sereno e tranquillo nel parlarmi, come se non fosse successo nulla.
-Perché cosa è successo?
-Bhe…niente di particolare però…vabbe Elena, Klaus è Klaus.
-Non ci trovo niente di male se lui ti parla, è pur sempre una persona, e in alcuni casi non si è dimostrato tanto pessimo.
Il suono della porta che si apriva le interruppe. Non aspettavano visite quindi le ragazze si sporsero fuori dallo studio per vedere chi fosse. Il viso di Caroline di contorse in un’espressione di terrore. Sentì Damon salutare l’ospite:
-Non abbiamo ordinato pizza d’asporto Klaus, quindi non so cosa ti porta nella nostra umile dimora.
Klaus era lì, sulla porta con la sua espressione sorridente e mal’intenzionata. Era l’ultima cosa che Caroline avrebbe voluto sentire o vedere.
-Prendi pure in giro mio caro Damon! Quando però saprai perché sono qui non riderai molto. Posso entrare?
-Accomodati!
Caroline e Elena li raggiunsero. Elena era stranita nel vedere Klaus e guardò con sguardo interrogativo Caroline la quale avrebbe voluto essere in qualunque altro posto. Cercava di attirare l’attenzione di Klaus mandandogli occhiatacce e allo stesso tempo tranquillizzava Elena con sguardi poco convincenti.
-Cosa ti porta in casa nostra?
Perfetto! Ci mancava solo che Stefan scendesse dalla sua camera! Ora erano al completo. La bomba che stava per far scoppiare Klaus avrebbe avuto un risultato ancor più disastroso.
-In realtà mio caro Stefan sono qui perché mi è giunta alle orecchie una notizia piuttosto interessante. Appena l’ho appresa mi sono sentito in dovere di conoscere le vostre opinioni a riguardo.
Caroline voleva solo scomparire, e a peggiorare le cose ci si mise anche Damon che disse:
-Avanti Klaus, non girarci troppo intorno.                                                                              
-Ci arriverò a breve!
Ormai anche in Elena stava nascendo un brutto presentimento, e guardava preoccupata Caroline che intanto si stava sotterrando dalla paura e dalla vergogna.
-Per prima cosa volevo fare le mie congratulazioni alla nostra cara Elena e al bel bimbo che nascerà tra qualche tempo!
 Nel sentire quelle parole le quattro persone presenti ebbero reazione diverse: Elena si tinse di verde per la rabbia e  per lo sconforto e andò a rifugiarsi nella propria camera; Caroline, la cui paura più grande si era avverata, raggiunse l’amica per consolarla e spiegarli neanche lei sapeva bene cosa. E Stefan e Damon…ci misero un po’ a capire la situazione ma quando afferrarono il concetto le loro facce si tramutarono in delle smorfia di sgomento e sorpresa.
-Ah…non lo sapevate?

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Capitolo 4
*** Ora? Proprio ora? ***


Elena era furente. Caroline era pentita. Damon e Stefan erano sorpresi. Klaus era felice.
Era riuscito nel suo intento. Elena si era rifugiata in camera sua e Caroline le era corse dietro per consolarla e tentare di spiegare.
-Elena ti prego ascoltami!
-Come lo sapeva? Chi glielo ha detto? Tra i poteri di un super originale ibrido non c’è quello di leggere le menti altrui.
-Lo so, lo so. Per questo vorrei spiegarti.
-Tu? E che mi devi spiegare? Vi siete visti solo in quel momento veloce in cui ti ha incontrato al parco. Non puoi averglielo detto tu.
Caroline, che fino a quel momento guardava l’amica negli occhi, abbassò lo sguardo come per nascondersi.
-Vero Caroline? Non glielo hai detto tu? Non lo faresti mai non è vero?
Lo sconforto in Caroline era totale; avrebbe voluto nascondersi e far si che tutto ciò che era accaduto svanisse. Guardava Elena con uno sguardo che supplicava pietà.
-Elena scusami! Scusami tantissimo! Mi è scappato, ero talmente shoccata dalla notizia che parlando con lui mi sono fatta prendere un po’ la mano ed è uscito fuori. Se avessi potuto evitarlo lo avrei fatto, lo sai vero? Ti giuro non l’ho fatto apposta!
Negli occhi di Elena c’era un misto di rabbia, dispiacere e sorpresa che spaventò Caroline. L’aveva fatta grossa, non c’erano dubbi.
-Come hai potuto! Ti è scappato, ma perché ti è scappato! Perché lo hai fatto. Ora lo sanno entrambi e io non so ancora che è il padre.
Si mise il viso tra le mani e non disse più una parola. Caroline tentava di consolarla e di scusarsi ma l’amica era impassibile. Ad un certo punto bussarono alla porta. Elena guardò spaventata la porta e tentò di trovare una via di fuga ma purtroppo l’unica porta era quella a cui avevano bussato.
-Posso?
Damon si affacciò con un’espressione che per fortuna pareva benevole e non troppo scioccata. Caroline comprese la situazione e uscì dalla camera. Elena non aveva intenzione di parlare con nessuno, figuriamoci con uno dei possibili padri di suo figlio.
-Damon ti prego, non adesso. Non voglio vedere nessuno.
-Solo una cosa, tu stai bene?
Quanto lo amava. Quanto.
-Si.
Rimase per un po’ da sola, a piangere, a pensare, poi si addormentò sul divanetto.
 
Qualche ora dopo qualcuno la stava accarezzando. Con le mani morbide, la cullava come se volesse farla dormire meglio, non svegliarla. Socchiuse gli occhi per vedere chi fosse e gli occhi di ghiaccio di Damon sembrarono due fiaccole nel buio. Aveva dormito parecchio. Dalla finestra infatti entrava solo una flebile luce, come al tramonto.
-Finalmente ti sei svegliata, dormigliona!
Prima di aprire completamente gli occhi si fermò a riflettere: oltre a dover affrontare la situazione via via più complicata, avrebbe dovuto spiegare a Damon perché non sapeva chi fosse il padre e gli avrebbe dovuto confessare di essere stata con Stefan. Al solo pensiero nascose in  viso nel cuscino stringendo gli occhi come per non farsi vedere. Non era un vero e proprio tradimento, ma lei lo considerava tale.
-Dai pigrona, apri gli occhi.
-Giuri che non mi ucciderai?
-Non lo farei mai, e lo sai. Qualunque cosa sia successa.
Elena si mise a sedere e lo abbracciò. Damon, confuso, ricambiò e l’aiutò ad alzarsi. Andarono in cucina, dove c’era Stefan intento a leggere non so quale libro. Appena li vide si irrigidì e posò di scatto il libro. Si sedettero sul divano e Elena capì che era il momento di parlare. Per fortuna non dovette cominciare lei perché Damon disse subito:
-Perché non me lo hai detto subito? Lo sai che sarei stato felice e avremo affrontato tutto insieme. Anche se è un po’ presto per entrambi, un figlio è sempre una cosa bellissima…
Mentre Damon continuava il suo discorso, Elena si sentiva sempre peggio. Avrebbe dovuto bloccarlo e spiegarli tutto ma sentire quelle parole la facevano sentire bene anche se solo per una frazione di secondo. Quanto avrebbe voluto essere sicura che il padre fosse lui! Con Damon affianco la sentiva come una cosa quasi positiva. Ma il dubbio la uccideva.
-Ma perché mi sembra che le mie parole non ti facciano sentire meglio?
Elena si sentiva la peggior persona del mondo, anche se sapeva di non aver fatto nulla di completamente sbagliato come tradire.
-Perché ti sei rabbuiata?
Inconsciamente Damon sapeva che c’era qualcosa di sbagliato in quella situazione, anche perché la reazione di Elena era stata eccessivamente catastrofica per il tipo di situazione, ma non voleva chiedere nulla. Lei intanto metteva insieme nella sua mente un piccolo discorso, avrebbe voluto farlo soffrire il meno possibile.
-Damon…io…noi….c’è una cosa che devo dirti. Prometti che non agirai impulsivamente e tenterai di capirci e soprattutto di capirmi.
Stranamente notò che Stefan la guardava con uno sguardo strano, e con dei gesti nascosti sembrava volesse dirle di stare zitta. Ma lei era troppo presa ad osservare Damon.
I suoi occhi infatti da comprensivi e teneri che erano stati fino a qualche minuto prima, cominciarono a incupirsi e a cambiare. Non si riusciva a capire se era preoccupato, spaventato o cos’altro.
-Noi, quando, insomma, io quando avevo spento i sentimenti, ti ricordi,ero impulsiva, senza freni. Una sera sia io che Stefan eravamo ubriachi e siamo stati insieme. Ma era quando non stavamo insieme,quando non ti amavo, o almeno quando non credevo di amarti. Non avevo i sentimenti. Ero solo un’Elena impulsiva, cattiva e del tutto menefreghista a cui non importava niente degli altri. E quella volta non ha significato nulla. Né per me né per Stefan e lo sappiamo entrambi. Quindi ora che ho scoperto di essere incinta sono rimasta sconvolta anche perché non sono sicura di chi sia il padre. Ti prego non giudicarmi male, cerca di capire.
Elena aveva gli occhi lucidi per le lacrime e le guance rosso fuoco. Aveva detto ciò tutto d’un fiato per non permettere a nessuno di interromperla. Però mentre parlava si era accorta delle espressioni di Damon che cambiavano. Dalla sorpresa iniziale alla rabbia finale. Conosceva quella rabbia. La rabbia del Damon tradito, del Damon furioso, e del Damon deluso. La rabbia del Damon che non si sforza nel cercare capire, che agisce impulsivamente e che a  stento perdona. Le faceva male vederlo così, perché perdeva ogni briciolo di umanità che aveva.
Damon si alzò, fece qualche passo alla cieca mettendosi le mani tra i capelli e respirando a fondo come se stesse cercando di calmarsi. Poi però se ne andò, si chiuse in camera sua e si sentirono rumori di oggetti lanciati che si rompevano cadendo a terra. Tipica reazione alla Damon. Era un bene che non fosse andato a sgozzare qualche innocente solo per calmare la sua rabbia. Elena e Stefan rimasti soli, sobbalzavano ad ogni schianto. Dopo qualche minuto nel quale non si sentirono rumori nefasti Stefan prese la parola:
-Perché glielo hai detto? C’è una cosa che tu non ricordi o che forse non sai proprio.
Elena non faceva molto caso alle sue parole. Si sentiva pessima e sapeva di aver deluso l’uomo che amava. Stefan proseguì noncurante della poca attenzione che lei gli rivolgeva.
-Quella notte, beh eravamo ubriachi si, ma tu di più. Io ero abbastanza lucido dall’usare le precauzioni. Forse non te ne ricordi ma stato così. Siamo stati insieme, ma non credo sia possibile che tu sia rimasta incinta quella notte.
Il volto di Elena cambiò di colpo. Si alzò di scatto e fece qualche giro della camera. Pensava e ripensava alle parole di Stefan.
-Dillo di nuovo.
-Non credo di poter essere io il padre!
Un sorriso enorme comparve sul viso della ragazza. Era una delle notizie più belle che avesse mai ricevuto. Tutto le sembrò più facile, più bello. E fu felice. Voleva correre adirlo  Damon, rendere felice anche lui. Sperava che chiarendo questo punto, lui avrebbe dimenticato o almeno ignorato la storia del “tradimento”  e avrebbe potuto chiarire le cose con entrambi. Uscì dalla camera lasciando Stefan con un ‘grazie’ veloce e felice mentre correva su per le scale. Entro in camera di Damon e non lo vide. Per terra, cocci rotti di vasi e lampade e la finestra aperta che faceva entrare il fresco venticello serale. Se ne era andato. Ora? Proprio ora?
 
 
 
 
            NOTA DELL’AUTRICE
Purtroppo devo comunicarmi che domani
partirò per una vacanza-studio in Inghilterra.
Cercherò di scrivere il più possibile,
ma la storia potrebbe avere un’interruzione piuttosto lunga.
 In ogni caso, alla prossima!
Pxranoiae

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