sei ragazzi per me

di eli09
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La 'vacanza' ***
Capitolo 2: *** L'ossessione dei Bolen ***
Capitolo 3: *** Catherine ***
Capitolo 4: *** Il reggiseno ***
Capitolo 5: *** Serata tra fratelli ***
Capitolo 6: *** Sensi di colpa ***
Capitolo 7: *** Sono una della tante? ***
Capitolo 8: *** Amici ***
Capitolo 9: *** Perfect two ***
Capitolo 10: *** L'ultima sera? ***
Capitolo 11: *** Ti amo, Jake ***
Capitolo 12: *** Pentimento ***
Capitolo 13: *** Brayan ***
Capitolo 14: *** L'incontro con i signori Collins ***
Capitolo 15: *** D.T.R ***
Capitolo 16: *** Gita in montagna ***
Capitolo 17: *** Il lago ***
Capitolo 18: *** Obbligo o verità? ***
Capitolo 19: *** Ciao Mark... ***
Capitolo 20: *** Tess, ti amo ***
Capitolo 21: *** Arrivo a N.Y. ***
Capitolo 22: *** Vuoi sposarmi? ***
Capitolo 23: *** Sindy ***
Capitolo 24: *** Addio, Jake ***
Capitolo 25: *** Jeremy ***
Capitolo 26: *** Caro diario ***
Capitolo 27: *** AVVISO ***
Capitolo 28: *** Il cambiamento di Jake ***
Capitolo 29: *** Tormento ***
Capitolo 30: *** Speranza ***
Capitolo 31: *** Devo dirti una cosa ***
Capitolo 32: *** ancora per un minuto, ancora per sempre ***
Capitolo 33: *** Theresa Bolen ***
Capitolo 34: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La 'vacanza' ***


-“ mamma, io... io non so se è il caso”

-“ scherzi Theresa!? la famiglia Bolen è nostra amica da anni, e si sono offerti di darti ospitalità per tutta l'estate in un altra città!”

-“ ma mamma, io qui sto bene”

-“ dai, hai già i bagagli pronti, ora te li carichiamo in auto e tu vai a salutare Claudia”

mia madre, quanto è testarda. Devo assolutamente salutare Cla, adesso. Quando arrivai davanti alla sua porta ero un po' titubante. Infondo era mia amica, non la avrei disturbata. Alzai il pugno e bussai. La porta si aprì e comparve la mia amica in camicia da notte.

-“ Tessa!” gridò il mio nome e mi butto le braccia al collo

-“ ciao Cla, mi mancherai tantissimo!”

-“ per tutta l'estate non ci vedremo, ma ti voglio sentire ogni giorno. Cerca di chiamarmi se puoi, o sennò mandami sms e-mail, non mi importa, basta che ci terremo in contatto!”

-“ ma certo... se solo penso che sarò a 1500 km di distanza... mi vengono i brividi!”

-“ non pensarci tesoro, goditi il soggiorno. E poi magari ti troverai anche un ragazzo...”

-“ missà che quando tornerò non vorrò più saperne di ragazzi per un po'. In quella casa ce ne sono sei!”

-“ COSA?! Se fossi in tè farei i salti di gioia tesoro!”

stavo per rispondere alla mia amica sovra eccitata, e che riusciva sempre a farmi ridere, che io non avevo motivo di essere felice. Mi sarebbe mancata troppo. Ma in quel momento vibrò il mio cellulare nella tasca posteriore dei jeans attillati. Era mia madre, le valige erano caricate e dovevo andare sennò perdevo l'aereo. Salutai la mia amica con un abbraccio di dieci minuti e ci promettemmo nuovamente di sentirci.

Nel vialetto di via Barletta c'era la macchina di mio padre, con lui al volante.

-“ allora Tess, andiamo?”

-“ si papà, ci puoi contare!”

in fondo non ero proprio così triste di andarmene. È vero, l'estate è lunga, ma riuscirò a sopportarla.

Arrivati in stazione una voce meccanica chiamo il mio volo, quello per Palermo e mi avviai sull'aereo, ignara di tutti i casini che mi aspettavano.

Dopo due ore di volo arrivai a Palermo, erano le 18.00 e già ero stremata. Dopo che scesi e che recuperai il mio bagaglio, una donna slanciata dai capelli biondi e boccolosi, occhi nocciola, più o meno sulla quarantina mi venne in contro tutta trafelata con un sorriso raggiante. Dietro di lei c'era un' uomo, anch'esso sulla quarantina, con capelli neri e corti, occhi azzurro cielo e lo stesso sorriso della donna.

-“ Tessa? Tessa sei tu?” mi chiese la donna, evidentemente felice

-“ si, sono io, e voi suppongo siate i signori Bolen”

-“ si piccola, siamo noi. Da quanto tempo, tua madre me lo aveva detto che ti eri fatta una bella donna. Sono così felice di vederti!” la donna, di cui ancora ignoravo il nome e mi vergognavo a chiederlo mi gettò le braccia al collo.

-“ anche io, grazie mille per la vostra ospitalità” mi divincolai dall'abbraccio insistente della signora Bolen. Quello che volevo ora era un letto e un bagno caldo.

-“ sarai stanca, vieni, ti portiamo a casa.” parlò per la prima volta il signor Bolen.

Durante tutto il viaggio rimasi distaccata, quando mi si rivolgeva qualche domanda mi limitavo a rispondere in modo secco, troncando ogni volta la conversazione. Io non ero così di solito, ma quel giorno ero nervosa, stanca e anche un po' triste. L'unica frase che riusci a recepire dalla signora Bolen, che avrei chiamato così finché non avrei scoperto il suo nome, fù “ speriamo che tu riesca a sopravvivere tre mesi con sei ragazzi. In caso ti causassero problemi vieni subito da noi, faremmo il possibile perchè tu ti senta a tuo agio!” ero riuscita a rispondere con un misero “grazie” per poi chiedermi cosa mi aspettava.

Quando arrivammo non notai nemmeno il nome della via, sapevo però, che tra più o meno una settimana, sarebbe iniziato il corso estivo a cui mi ero iscritta lì a Palermo. Il corso era un buon pretesto per tenere allenata la mente in quei mesi, dato che il prossimo anno avrei dovuto affrontare gli imminenti esami del liceo. Appena arrivati i signori Bolen mi aiutarono a prendere i miei bagagli dal bagagliaio, e il signor Bolen mi sussurrò all'orecchio

-“ in caso non ti ricordassi, io mi chiamo Richard, e mia moglie si chiama Charlotte” così dicendo mi guardò e mi fece l'occhiolino, per poi tornare a dedicarsi alle mi valigie. Appena varcai la soglia ed entrai in casa, un nanetto con capelli castani e dritti come spaghetti, che li arrivavano fino a metà viso, mi venne addosso, facendomi barcollare. Il bimbo alzò gli occhi verso di mè, due splendidi occhi nocciola, poi mimò con la bocca uno “scusa” e se ne andò verso il divano, per poi sistemarsi in braccio ad uno dei tre ragazzi che ci stavano sopra. Tre erano seduti comodamente sul divano, e gli altri due erano per terra. Tutti rivolti verso la tv, con popcorn e bandiere in mano, questo voleva dire partita di calcio in tv. Cinque bellissimi ragazzi, tutti più o meno della mia eta, a parte due che avranno avuto sedici anni. Io avevo appena compiuto i diciotto, e stavo letteralmente impazzendo per quella visione. Quando Chartotte gridò, distogliendomi dai miei pensieri

-“ Ragazzi, siamo arrivati con l'ospite. Alzate quelle chiappe e venite a salutare!”

mi ritrovai al centro dell'attenzione, completamente imbambolata e senza parole. Poi un ragazzo stupendo dagli occhi blu cielo del padre e capelli biondi della madre si fece avanti e disse

-“ ciao, tu sei Teresa vero?!”

-“ si, ma potete chiamarmi Tessa...” avevo la gola secca, ed ero costretta a stare in piedi con dei jeans attillati neri e una camicetta bianco-trasparente che lasciava intravedere il mio reggiseno grigio.

-“ su ragazzi aiutatela coi bagagli, noi andiamo in cucina a preparare la cena” disse Charlotte, per poi scomparire dietro una porta.

Rimanemmo diversi minuti in salotto, nei quali io diventai bordeaux, e i ragazzi mi fissavano

-“ forse sarebbe meglio sbrigarci. Non so voi ma io voglio tornare a vedere la partita” disse un dei due ragazzi che avranno avuto sedici anni. Aveva i capelli scuri, del padre e occhi chiari della madre, sarebbe stato affascinante, se non per il suo carattere.

-“ Okay, hai ragione, sarebbe meglio iniziare con le presentazioni” disse il ragazzo stupendo

-“ io mi chiamo Jake” aggiunse, e io fui felice di dare un nome a un volto perfetto.

-“ Luke” disse un ragazzo di più o meno sedici anni, coi capelli castani e occhi nocciola

-“ Marco” anche lui un ragazzo di sedici anni, che non mi ispirava simpatia poiché aveva anteposto la partita alle conoscenze. Era tutto vestito di nero, con occhi nocciola e capelli anch'essi neri.

-“ Matt”lui era identico al padre, ad occhio e croce aveva la mia stessa età, era alto, con occhi azzurri e capelli neri.

-“ Rick, e lui è Max” disse quest'ultimo, prendendo in braccio l'ammasso di capelli che mi era venuto addosso prima. Rick aveva capelli, non del tutto neri, ma molto più scuri degli altri e occhi azzurri. Cazzo, Rick, Jake e Matt erano fottutamente affascinanti.

Quando mi resi conto che tutti mi stavano osservando e che proprio i tre carini stavano ridendo sotto i baffi, probabilmente per il mio rossore, mi decisi a parlare

-“ felice di conoscervi, mi chiamo Tessa. Vorrei andare in camera mia ma non so dove sia e...”

merda, sembravo una macchinetta.

-“ tranquilla, vieni e te la mostriamo” così dicendo Rick mi prese una valigia, Matt l'altra e Jake i miei due borsoni e salimmo le scale per andare al piano superiore. Finalmente non avevo tutto quel peso sulle spalle.

Solo quando raggiunsi la porta della 'mia' camera notai che eravamo solo noi quattro. Probabilmente gli altri erano davanti alla partita. Come per confermare i miei sospetti dal piano di sotto partì un' urlo -“ GOAL!”

Vidi tutti i ragazzi drizzare le orecchie, guardarsi a vicenda e poi entrare in camera.

-“ ecco qua!” disse Rick

-“ Grazie...”

-“ tu che scuola fai?” chiese Jake

-“ liceo scientifico. Tu?”

-“ anche Matt!” disse questo entusiasta e poi continuò “mentre io faccio le professionali”

-“ ah... ” cosa dico ora? Proprio quando stavo per cadere in crisi, una voce parlò, e fu la mia salvezza

-“ okay, capito, sei esausta, togliamo il disturbo” disse Matt

-“ grazie, ci vediamo a cena”

tutti e tre si girarono, mi sorrisero e chiusero la porta. ODDIO, sto per avere un' infarto a soli diciotto anni! Ero esausta, stremata, stavo collassando e non avevo neanche fame. Mi distesi sul letto e aprì la mia valigia. Tirai fuori shampoo, doccia schiuma e un asciugamano e mi spogliai, rimanendo in mutande e reggiseno. Una bella doccia è quello che mi ci voleva. Mi avviai decisa verso il bagno e aprì la porta... non lo avessi mai fatto! Mi ritrovai davanti Jake con un asciugamano in vita, con solo un asciugamano in vita. Come una scema mi fermai ad ispezionare ogni centimetro del suo corpo, fin dove il mio occhio poteva arrivare. Ci mancava solo che sbavassi. Poi, d'improvviso mi resi conto di essere in intimo anche io, quindi presi l'asciugamano e lo misi attorno al mio busto, in modo da fermarlo sul seno

-“ ehm... scusa... io non... non volevo... non sapevo ci fosse qualcuno!” cercavo una scusa decente, mentre il rossore faceva capolino sul mio viso.

-“ nono, tranquilla, infondo non sono nudo.” ancora quel suo fottuto sorriso... rischiavo di eccitarmi solo per come mi guardava, con quegli occhi blu enormi.

-“ okay, beh, allora esco.” ma certo, è ovvio. STUPIDA, STUPIDA, STUPIDA! Girai i tacchi e feci per aprire la porta, quando lui parlò

-“ se vuoi puoi... restare qui”

-“ mentre ti fai il bagno?!” o mio dio... non ci credevo, che sperava che facessimo?!

-“ nel senso, tu puoi fare la doccia e io il bagno. Non pensare male, la doccia è sulla destra del bagno, e c'è un muro che divide vasca da bagno e doccia. Te lo dico perchè a breve si cena, e non so se hai notato il numero di persone della mia famiglia, ma credo tu riesca a capire che dopo cena poi non potrai più farti la doccia”

non sapevo cosa dire, come articolare la frase, volevo accettare ma...ma l'idea che ci fosse un ragazzo nudo ad un muro di distanza da mè non mi facilitava le cose, e nemmeno sapere che ero in astinenza da sesso da un' anno. E se avesse finito prima lui? O se avessi finito prima io? Ci saremo visti nudi e... okay, okay, dovevo finire prima io!

Riuscii a bofonchiare un “va bene” e mi diressi verso il muro. Dietro il muro mi tolsi intimo e asciugamano e li appesi alla doccia. Quando stavo aprendo l'acqua sentii l'asciugamano di Jake cadere a terra, e il mio cuore perse un battito. Quando lo sentii entrare nella vasca, però, mi rilassai e aprì il getto d'acqua, che mi fece sentire a mio agio. Il mio povero cuore però era destinato all'infarto dato che mentre mi insaponavo avvertì che lui era uscito dalla vasca. Tutta nervosa mi sporsi e afferrai al volo il mio asciugamano... che non era il mio! Ma di chi cazzo era quell'asciugamano... oh no, no, NO! Sono un disastro, avevo afferrato per sbaglio il suo asciugamano!

-“ ehm...” mi girai e vidi Jake davanti alla doccia “ quello è il mio asciugamano...” continuò

-“ oh, si scusa, è che io ne avevo afferrato uno a caso per...” non mi lasciò finire la frase che mi interruppe

“ beh, puoi sempre togliertelo e ridarmelo...” ammiccò, con un ghigno

-“ c-cosa?!” non poteva essere vero, lo guardai minacciosa e dissi “ te lo ridarò quando sarò andata in camera mia, e avrò indosso qualcos'altro oltre che quest'asciugamano.

Così dicendo mi appiattì contro il muro, per passarli affianco e sgattaiolare via... ma non fù così facile, perchè mi prese per un polso, mi mise di schiena contro il muro e mi baciò. Fu un bacio lieve, a fior di labbra, che fece correre il mio cuore. Dopo poco si staccò, e rivolgendomi uno dei suoi migliori ghigni si diresse verso la porta, fermandosi sulla soglia e dicendo

-“ci vediamo a cena Tess” con tono eccessivamente sensuale. Poi mi voltò le spalle e se ne andò, lasciandomi contro il muro, con il fiato corto, con indosso il suo asciugamano, tutta insaponata, con le guance in fiamme e il suo sapore sulle labbra. Sarebbe stata l'estate più lunga della mia vita!

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ciao a tutti... spero che vi piaccia la mia storia, dato che io mi perdo nel scriverla. dico già che nelle note sarò breve, a meno che non ci sia qualcosa da dirvi. in alcuni capitoli non ci saranno neanche le note finali, ma mi sembrava giusto metterle nel primo capitolo. la storia mi appassiona tanto e spero che lo farà anche con voi. dovrei pubblicare ogni due/tre giorni. dato che ho già scritto alcuni capitoli prima di pubblicare questo. aspetto i vostri giudizi,

un bacio

Eli :3

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Capitolo 2
*** L'ossessione dei Bolen ***


-“ te lo giuro Cla... sto letteralmente per morire!”

-“ wow, che scena ragazzi, avrei voluto esserci... ma lui era nudo?”

-“ no, aveva preso il mio asciugamano... ora è in camera sua, non so se andare e riprenderlo o starmene qui, in camera.”

-“ vai, ma non per l'asciugamano, per vedere come ha reagito!”

-“ uff... va bene, farò come dici” '... forse' pensai tra me e me

-“ e brava la mia Tess! Sai che non sbaglio mai. Tu sei una Collins, fai vedere quanto vali”

-“ vorrei che ci fossi tu!”

-“ lo vorrei anche io. Ma non ci buttiamo giù, un'estate e poi di nuovo insieme!” ci fù una breve pausa, e poi la mia amica mi chiese in modo euforico “ sennò il viaggio com'è andato? Come sono tutti gli altri ragazzi? E i loro genitori?”

-“ beh, i genitori sono decisamente...” la frase rimase in sospeso, perchè un' urlo, probabilmente di Charlotte, annunciava l'imminente pranzo. -“ ...sono decisamente puntuali in quanto a orari.” dissi ridendo, e contagiando anche Cla. “ scusami tanto, ci sentiamo in sms o domani, ti voglio bene!”

-“ ciao tesoro, e non darci troppo dentro con quel Jake!”

-“ ha-ha-ha molto spiritosa, ti richiamo domani. Notte”

-“ notte Tessa!”

e cosi finì la mia breve conversazione con la mia migliore amica pazza. Presi un bel respiro, apri la porta, e sgattaiolai fuori. Avevo una fottuta paura di incontrarlo a cena, e sperai vivamente che o non avesse fame, o che mangiasse fuori, o che non ne parlasse con nessuno. Io proprio quel ragazzo non lo capivo, era stato così calmo e gentile perchè doveva trasformarsi? Forse era solo un' attacco, forse lui in fondo era davvero gentile, e quel ghigno era stato un caso raro, forse...

ma tutte le mie speranze svanirono quando, scese le scale e preso posto vicino a Charlotte, lui si sporse e mi fece l'occhiolino. Ma come si permetteva? Gran bello sfacciato! Risposi con una smorfia, non proprio carina. Durante la cena passai tutto il tempo a guardare il mio piatto mezzo vuoto. Non avevo molta fame, così mi defilai, dicendo che dovevo sentire i miei genitori entro un certo orario e quindi dovevo lasciare il tavolo. Scusa al quanto banale, ma i signori Bolen mi sorrisero e annuirono. Salii le scale di fretta, e mi precipitai in camera. Ero esausta, e l'unica cosa che desideravo era andare a letto. Ci avrei pensato domani se affrontare Jake oppure lasciare correre, così mi tolsi i pantaloni, mi misi una maglietta a maniche corte che fungeva da mio pigiama e mi addormentai.

Mi svegliai divinamente, aria fresca mattutina, cinguettio degli uccellini, profumo di colazione e sorriso sulle labbra. Quando però mi misi a sedere la mia espressione cambiò. Sulla porta c'era Jake, tutto pimpante, e mi osservava ghignando. Poi capì perchè. Chi indossa il reggiseno di notte? Non io sicuramente. A quel pensiero mi tirai le lenzuola fino al mento e chiesi in un sussurro

-“ come mai qui?”

-“ pensavo di avvisarti, la colazione è pronta”

-“ non sono... presentabile” dissi un po' esitante

dal mio tono di voce lui fece una giravolta su se stesso ridacchiando e mi rispose

-“ come vedi nessuno è presentabile, qui stiamo tutti in boxer, compreso Max.”

al pensiero di Max in boxer risi, involontariamente, facendo avvicinare Jake.

Quando lui si sedette sul bordo del etto sussultai, facendo aumentare il suo, già abbondante, ghigno

-“ non ti mangio, tranquilla!”

a quelle parole le mie guance diventarono bordeaux, e abbassai istintivamente lo sguardo.

-“ volevo chiederti...” continuò lui con tono serio, guardandomi intensamente e facendomi portare lo sguardo dal pavimento ai suoi occhi “ ti andrebbe di uscire questo pomeriggio? Volevo farti vedere un parco stupendo, il parco di villa Trabia. È qui vicino, ci stai?”

per un momento mi sembrò di aver sentito un tono di supplica. Come potevo dire di no? Infondo anche io volevo conoscerlo meglio, e lui mi guardava con l'espressione da cucciolo bastonato...

-“ va bene, a che ore?” il suo viso alle mie parole si illuminò, e sorridendo mi rispose

-“ ti busso alle tre. Sono felice di farti vedere qualcosa di bello.” ammiccò con tono sensuale

-“ okay, beh, allora a dopo” risposi, evitando accuratamente il doppio senso

-“ a dopo Tess” sussurrò, per poi alzarsi dal letto e darmi un bacio sulla fronte. Chiusi istintivamente gli occhi e quando li riaprì mi accorsi che mi stava guardando... in ghigno era tornato. Si giro, andò alla porta, mi fece l'occhiolino e se ne andò. Era impossibile, inimmaginabile, era la seconda volta che rimanevo spiazzata dall'uscita di scena di Jake.

Mi resi conto in quel momento che ero in ritardo per la colazione, così mi misi un reggiseno sotto la maglia che fungeva da pigiama e scesi, rendendomi conto troppo tardi di essere in mutande, ma poco importava, perchè quello che mi ritrovai davanti era indescrivibile a parole. Tutti i sei ragazzi, e dico TUTTI, indossavano solo i boxer. Mi sembrò di svenire, ma dov'erano Richard e Charlotte?

-“ ciao!” disse raggiante Matt

-“ hei” riuscì a bofonchiare, tenendo gli occhi rigorosamente abbassati sul pavimento

-“ ben svegliata, Richard e Charlotte sono al lavoro...” disse Rick, e io lo ringraziai mentalmente per avere risposto alla mia domanda non espressa ad alta voce.

-“ oh, io non credo si sia appena svegliata.” sghignazzò Jake, che prendendo un'altra ciambella alla crema aggiunse “ hai messo il reggiseno vedo”

a quelle parole la mia rabbia salì dal livello di 0,5% a quello di 100%. diventai rossa come un pomodoro maturo, ma dovevo tenergli testa, mi imposi di tenerli testa. Così riusci a formulare una frase di senso compiuto.

-“ non ho molta fame, scusate, e comunque lo stesso mangerò tanto di pomeriggio, visto che verso le tre esco con un'amica conosciuta ieri grazie ai vostri genitori.”

alzai il viso per guardarli tutti in faccia, e notai che quattro ragazzi avevano un'espressione normale e comprensiva, Max non mi aveva ascoltato e Jake... beh, la faccia di Jake era uno spettacolo! Un misto del tipo: 'Mi sta prendendo in giro? E se si fosse dimenticata?'. Insomma, aveva spalancato i suoi stupendi occhi blu ed era rimasto con la forchetta sollevata in aria, tra la sua bocca e il piatto. Felice come una pasqua mi girai e trotterellai su per i gradini con espressione ebete in volto, per poi entrare in camera, distendermi sul letto e ripetermi mentalmente “infondo come risveglio poteva andare peggio”

distesa sul mio letto da oltre mezz'ora, metabolizzai che avevo detto a Cla che sarei andata a riprendermi l'asciugamano, ma sinceramente volevo aspettare che fosse lui a venire da mè, anzi, speravo venisse incavolato. Avevo già pianificato tutto, lui sarebbe entrato in camera mia arrabbiato, io avrei fatto la parte della mente superiore, trattenendo le risate e tenendoli testa, lui si sarebbe girato per andarsene dalla camera sbattendo la porta e io lo avrei fermato, prima che uscisse, lo avrei chiamato per nome con voce suadente, lui si sarebbe girato aspettandosi le mie scuse (o chissà cosa) e io gli avrei detto “riportami l'asciugamano, grazie”. Poi quando sarebbe uscito sarei scoppiata a ridere. Anzi, già ridevo come una ebete al solo sperare del realizzarsi della mia folle idea.

Avevo bisogno di una chiacchierata con Cla, ne avevo proprio bisogno, ma prima dovevo prendere un po' d'aria. Mi sporsi sul comodino e guardai la sveglia... le 12? erano già le dodici?! Ma quanto tempo ero stata distesa sul letto?! È vero, avevo pensato a un mucchio di cose: la mia famiglia, Cla, il liceo, la futura sfuriata di Jake, Jake in accappatoio, Jake che mi baciava, ancora Jake che rimaneva a bocca aperta per la mia risposta... insomma, una buona metà del tempo che ero rimasta lì sdraiata lo avevo passato a metabolizzare Jake. Che, mi resi conto solo in quel momento, non si era ancora fatto vedere. Rimanei profondamente delusa e sconsolata, ma fui riscossa dai miei pensieri da un' urlo

-“ Ragazzi, sono a casa, tra mezz'ora si mangia!” a parlare era stata indubbiamente Charlotte, lo avevo capito da quell'urlo acuto.

Come se fossi stata fulminata mi fiondai verso l'armadio cercando qualcosa da mettere, cavolo, ero ancora in mutande! Optai per dei leggins neri a tre quarti, che stavano bene con la maglia verde scuro della Starbucks, che fungeva da mio pigiama. Avendo totalmente capovolto la mia valigia, buttai tutti i vestiti sul letto, con l'intenzione di sistemarli, ma neanche dopo aver piegato metà dei vestiti un' altro urlo acuto si levò dalla cucina

-“ Ragazzi a tavola!”

Maledizione. Dovevo proprio capitare nella famiglia che pranzava alle 12.30?! Uffa, speriamo che almeno il pranzo sia buono!

Uscì dalla mia stanza e chiusi la porta velocemente, ma quando mi girai andai a sbattere contro un muro umano. Jake, Jake, fa che sia Jake. Alzai lo sguardo e vidi... Matt. Sussultai, non mi aspettavo di trovarmelo davanti, invece avevo sperato che non fosse lui, volevo Jake... e questo mi impauriva non poco.

-“ hey, vai di fretta? ” disse lui, quasi ridendo del fatto che ero sussultata

-“ oh, Matt, ciao. Mi hai fatto prendere un' infarto!” mentii, ma comunque sorridendoli, per poi rendermi conto con immenso sollievo che aveva dei pantaloni.

-“ scusa allora, non intendevo spaventarti”

-“ figurati”

-“ mi chiedevo... ti andrebbe di uscire sta sera, magari ti faccio vedere la città o la spiaggia...”

ma cosa ha questa famiglia? Un'ossessione comune per caso?! Almeno lui mi ha chiesto di uscire prima di baciarmi... e poi mi piace anche, come carattere almeno, e non posso dire di conoscerlo meno di quanto conosca Jake.

-“ perchè no, ma vorrei vedere la spiaggia, se per tè è okay.” spero solo che non pensi voglia fare una passeggiata romantica, perchè sarebbe un disastro. Ecco, come non detto, il suo volto si è acceso di speranza. Sono un disastro!

-“ certo, ora sarebbe meglio andare a pranzo però, o mia madre non ci lascerà uscire” disse sorridendo, ma un po' in imbarazzo. Mi limitai ad annuire e insieme scendemmo le scale. Infondo avrebbe anche potuto funzionare, era un ragazzo dolce e simpatico, il suo sorriso era bello... ma quello di Jake era fantastico! Uffa, mi detestai da sola per quel pensiero. Da un lato avevo Jake, terribilmente affascinante, che mi aveva baciata, ma con cambi di umore repentini, prima dolce e disponibile e poi malizioso e arrogante, come in bagno che mi aveva trattata come se fossi sua, e che dovevo ancora conoscere. E dall'altra avevo Matt, bello lo era, senza cambi di umore continui come se fosse perennemente nel periodo premestruale, e che mi aveva chiesto di uscire, e anche lui dovevo ancora conoscerlo.

Ho deciso, non posso prendere una decisione basandomi sulle prime impressioni. Conoscerò meglio sia l'uno che l'altro e poi deciderò, per intanto l'unica certezza è che entrambi mi attraggono, fisicamente. Questo pomeriggio conoscerò Jake, mentre sta sera conoscerò Matt. Spero solo di non crearmi problemi...

avevo appena raggiunto il piano di sotto, Matt era andato in cucina a sedersi e mi aveva lasciata sola con sua madre.

-“ ciao Tessa, ti sei trovata bene qui?”

-“ ma certo signora Bolen, qui sono tutti... disponibili” non potevo scegliere parola migliore, il problema era che Charlotte non aveva capito che cosa i suoi figli erano disponibili a fare. Ricacciai indietro una risata, non era il momento migliore per ridere da sola.

-“ ti prego tesoro, non chiamarmi cosi, chiamami Charlotte!”

-“ va bene, grazie Charlotte” speravo con tutta me stessa che Charlotte capisse che volevo troncare li la conversazione, dato che non ero mai stata brava a mentire, non volevo intuisse che ero rimasta a dir poco spossata da quei ragazzi. E Charlotte sembrò comprendere, perchè mi augurò amorevolmente buon pranzo e scomparve in cucina.

Ma proprio in quel momento dalla scala scesero Luke e Marco con indosso... i miei reggiseni! Mio dio, li avrei spaccato il culo! Dietro di loro si sentiva Rick urlare. Quei due marmocchi mi girarono intorno facendo battutine, fin quando Rick prese Marco per un braccio e Jake, che si era alzato dal tavolo nel frattempo, immobilizzò Luke. Avrei voluto gridare, urlare contro a quei due stronzi, avrei voluto strapparli via a forza i miei reggiseni dal loro torace nudo, avrei voluto salire le scale e sbattere la porta. Avrei voluto fare tutto questo, ma incapace di muovermi rimasi ferma, come una statua di sale. Cazzo, volevo una chiave a quella porta!

In più, come se non bastasse, tutte le mie mutande erano sparse per le scale, e Matt le stava raccogliendo. Avrei voluto sprofondare, avrei voluto che la terra si aprisse a metà e mi inghiottisse. Rick e Jake mi porsero i miei reggiseni, e Matt le mie mutande. Vidi tutti e tre guardarmi con sguardi dispiaciuti, mentre io sentivo le lacrime pungermi gli occhi come aghi. Vidi Matt sillabare un “mi dispiace” prima che io mi voltassi e salissi le scale. Lacrime salate ormai mi rigavano il viso in silenzio. Non volevo farmi vedere piangere, non volevo mettermi ancora più a nudo difronte a loro, non più di quanto già non fosse successo. Perchè era cambiato tutto così drasticamente? Perchè questa mattina ero felice e ora piangevo per la vergogna? Perchè Luke e Marco lo avevano fatto? Perchè, perchè, perchè?

 

 

 

Angolo autrice:

ciao a tutti, sono molto felice di sapere che la mia fanfic piace, ma comunque vi chiedo un parere anche su questo capitolo, che ne dite, ho sconvolto troppo la nostra Tessa? Spero proprio di no! :'D

so che sono solo al secondo capitolo, e quindi alcuni non recensiscono, ma mi farebbe proprio molto piacere :)

Intanto ringrazio honoka98, che già dal primo capitolo ha recensito ed è stata carinissima!

Spero che il capitolo vi piaccia, ora me ne sto zitta. Un bacio

Eli

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Capitolo 3
*** Catherine ***


smisi di piangere dopo una decina di minuti, ora provavo solo rabbia. Mi sentivo terribilmente frustrata, per fortuna che quei marmocchi non avevano trovato gli assorbenti! Volevo parlare con Cla, avevo bisogno di sentire la sua voce e avevo bisogno di essere rassicurata. Lei sapeva sempre farmi vedere il lato positivo delle cose, e ogni volta che la vedevo mi faceva sorridere. Lei è una di quelle persone a cui non frega niente di cosa la gente pensa di lei, a lei importa solo dei suoi amici e del suo ragazzo, solo loro devono crederla il meglio... ed io lo credo. Non si fa problemi con i trucchi, ne con la moda, lei si fa distinguere per il suo carattere. Anche se avevo un disperato bisogno della mia pazza amica bionda non potevo correre da lei ogni volta che mi sentivo giù. Non potevo sempre trattarla come il mio guscio, come la mia protezione dal mondo esterno, dovevo cavarmela da sola, e quello che è successo oggi non accadrà più!

Proprio mentre finivo il mio monologo interiore, qualcuno bussò alla porta... Jake.

-“ ciao”

-“ ei...” cosa dovevo dirli?! 'spero che tu abbia sgridato i tuoi fratelli '? no, non sarebbe stato giusto

-“ scusami... non dovevano... mi dispiace tanto!” oh, che dolce.

-“ non ti devi scusare tu, sono stati loro, e poi... infondo era della biancheria”

-“ niente che non abbia già visto” sghignazzò. C-cosa?!

-“ non mi importa...” ero ancora in piena crisi di vergogna.

-“ ehi, ehi, io volevo farti sorridere cucciola, non pensavo che ci fossi rimasta così male” disse carezzandomi una guancia ancora umida. Cucciola? Ma questo cosa si è bevuto? Non che mi dispiaccia...

-“ cucciola?” non resistetti, volevo capirlo ma era una cosa impossibile.

-“ non posso? Appartieni già a qualche carciofo?” ah, era li che il signorino voleva andare a parare...

-“ no, niente CARCIOFI per il momento” non riusci a non trattenere una risata.

-“ bene.” fece una piccola pausa, sul suo viso era apparsa un'espressione soddisfatta, sorrideva, poi continuò “quindi possiamo ancora uscire questo pomeriggio?”

-“ sempre se i tuoi fratelli non mi rubino le scarpe!” scherzai, ma ancora leggermente ferita da prima.

-“ fidati, mi assicurerò personalmente che nessuno ci impedisca di uscire.” regalandomi uno dei suoi migliori sorrisi uscì dalla porta, per poi urlare quando era in mezzo al corridoio “Ti busso alle tre!”

Corsi all'armadio, vestito o pantaloni? Optai per i pantaloni a vita alta, era meglio, mi sentivo più a mio agio... più coperta. Camicia o maglietta normale? Scelsi una camicia blu scuro, da tenere dentro i pantaloni in modo non troppo attillato e ci abbinai delle scarpe leggere da ginnastica beige, con una borsa da spalla bianca. Look perfetto, non da appuntamento formale ma da passeggiata con le amiche, non troppo sexy o accattivante, ma fresco e femminile.

In quel momento bussarono alla porta, così andai ad aprire. Jake era bellissimo, camicia bianca e pantaloni tre quarti nocciola e scarpe bianche da ginnastica.

-“ wow. Sei bellissima”

maledetto Jake e maledetta vergogna. Perchè riusciva sempre a farmi arrossire?

-“ grazie, anche tu... stai bene”

-“ allora, andiamo?” mi chiese

-“ si si, va bene”

e così dicendo ci avviammo verso le scale. Prima di scendere al piano di sotto Jake mi fece segno di aspettare sulle scale, poi scese velocemente, diede un'occhiata veloce al piano di sotto e poi risalì.. quando finalmente riportò l'attenzione su di me aggrottai la fronte, e lui liquidò il mio gesto scuotendo la testa. Poi allungò un braccio e mi avvolse la vita, accompagnandomi giù dalle scale e aprendomi la porta. Lo guardai stranita, e lui mi scoccò un' altro sorriso, lasciandomi senza fiato, poi mentre stavo uscendo, mi cinse la vita da dietro la schiena, si piego e mi sussurrò all'orecchio

-“ sono felice che tu sia potuta uscire con me, mi dispiace per prima, ma oggi ti farò ridere” quel soffio caldo all'orecchio mi mandò i brividi, facendomi fremere contro di lui, che mi strinse a sé con più impeto. Poi all'improvviso mi lasciò, e si girò per chiudere la porta. E di nuovo io rimasi imbambolata come una statua a guardare il vuoto. Una voce femminile però mi riscosse

-“ Jake, Jake tesoro ciao!”

-“ Catherine? Cat?!”

cosa?! Mi girai e vidi una zoccola bionda ossigenata, con tette rifatte, tacchi a spillo, rossetto rosso e un vestito con una minigonna rosa fluorescente. Io non mi sarei mai, e dico MAI vestita così!

Poi com'è che lo aveva chiamato?! Tesoro?!

Le orecchie iniziarono a fischiarmi, quindi non riuscì più a capire cosa stessero dicendo, ho solo visto la bionda che buttava le braccia al collo di Jake e lui che sorrideva chiaramente sorpreso. Era come se io non esistessi, si era totalmente dimenticato di me! Oddio, sto per vomitare. Sto seriamente per vomitare! Okay, non ho intenzione di stare qui a guardare le loro effusioni, men che meno la tipa bionda ossigenata che si struscia e ci prova con lui manco fosse un'assetata che ha appena trovato un'oasi. Mi voltai, decisa ad andarmene in casa, ma un braccio mi afferrò saldamente, facendomi portare lo sguardo dalla tipa in calore a un ragazzo alto, muscoloso e moro che mi sorrideva in lieve imbarazzo.

-“ ehm... scusa, non dovevo afferrarti così, è che non avrei avuto il coraggio di seguirti fin dentro casa...”

-“ tu saresti?” non volevo essere scortese, anche perchè ero appena arrivata e non avevo amici, ma aveva preso un brutto momento.

-“ mi chiamo Thomas. Sono un' amico di vecchia data dei Bolen... ma tu abiti qui?”

-“ si, sono ospite per tutta l'estate”

-“ oh, ma quindi tu sei Tessa? Me l'avevano detto che saresti arrivata... avevi in programma di fare qualcosa di importante?”

-“ si beh, stavo per uscire ma a quanto pare...” lasciai la frase in sospeso, per girarmi a guardare la 'coppietta' che ora stava parlando animatamente, e la tipa stava continuamente toccando Jake sul torace. “ci sono stati... IMPREVISTI” calcai così tanto sull'ultima parola che sembrava mi desse fastidio. E fastidio infatti me ne dava parecchio, ma non volevo farlo vedere, almeno finché non avrei capito il perchè.

-“ se mi dici dove Jake ti stava accompagnando, potrei portartici io. So che sei appena arrivata, e quindi non conosci bene la città.”

rimasi un' attimo in silenzio, ma poi chiesi

-“ e chi ti dice che era Jake che mi stava accompagnando?”

-“ beh, dato che tu convivi per ora con loro, vi trovate entrambi fuori, e siete usciti insieme...” disse, per poi aggiungere sorridente “ e non credo che Catherine sia il tuo tipo di amicizie...”

-“ ah beh, su questo sono pienamente d'accordo” a quella mia affermazione entrambi ci mettemmo a ridere. Ma dopo poco fu lui ad interrompere le risate, sempre sorridente

-“ allora, mi permetti di farti da guida?”

non dovevo buttarmi giù. Jake ha le sue amichette?! Bene, ma è ora che conosca anch'io un po' di gente! Se lui non mi vuole accompagnare okay, ma io non starò ad aspettarlo. Io oggi avevo in programma di andare al parco di villa Trabia e oggi ci andrò, e siccome la loro conversazione sembra andare per le lunghe io ci andrò con qualcun' altro. In questo caso con Thomas. Questa occasione sarebbe servita per conoscerci, ma se lui preferisce passare il tempo con una troietta, se lui non vuole avere niente a che fare con me è uguale, ma la prossima volta che tenterà di baciarmi si beccherà uno schiaffo. Io non dipendo da lui, io non ho bisogno di lui, io non sono un giocattolo, da poter guardare solo quando si ha voglia.

Presa da una rabbia che non sapevo neanche potesse esistere accettai la proposta di Thomas con un sorriso, ampiamente e rigorosamente falso. Quando uscì in strada non mi girai neanche a guardare indietro, il mio orgoglio non me lo permise, non volevo vederli avvinghiati a baciarsi o a fare altro, non volevo vedere che Jake non si fosse nemmeno accorto che me ne ero andata, perchè era intento a fare altre 'cose'. Non lo avrei sopportato.

Passai un bel pomeriggio con Thomas, all'inizio i miei pensieri erano rivolti solo e soltanto a Jake, poi sono passati a Matt, con il quale dovevo uscire stasera ma non so a che ore, poi ai miei genitori, i quali dovevo contattare sta sera per e-mail e poi mi concentrai su quel bellissimo parco e... su Thomas. Era un ragazzo dolce e gentile, il contrario di Jake. Si era offerto di accompagnarmi, ed era stato tutto squisitamente bello. Avevo ammirato le orchidee dei laghi e anche le statue antiche, avevo visto fiori stupendi e annusato il loro odore speziato. Era stato tutto molto bello, così quando mi ripropose di uscire, quel sabato, non potei non accettare, mordendomi subito dopo la lingua perchè quel giorno iniziava il corso estivo. E oggi era già Giovedì, cavolo!

Così, detestandomi per la figura da imbranata che stavo per fare, dissi

-“ scusa, non avrei dovuto accettare per sabato Tom, io inizio in corso quel giorno, e sarò piena.”

-“ dai, sul serio? Anche io sabato inizio un corso, con Matt e Jake. Non sarà per caso...”

ma non lo lasciai finire la frase perchè mi alterai. Se non fosse stato per la mia dignità e perchè non ero un cane, mi sarei messa a girare su me stessa con la coda tra le gambe

-“ no, no, no!” al solo pensiero di ritrovarmi nello stesso corso con tre ragazzi che mi avevano chiesto di uscire mi venivano i brividi

-“ va bene, scusa!” o cavolo, lo avevo spaventato! Ma che brava che sono, complimenti!

-“ no, ascolta non volevo scioccarti...”

-“ ma no, tranquilla. Capisco, sarai scioccata di doverti ritrovare i Bolen perfino ad un corso, li vedi già abbastanza.” mi disse, facendo una finta risata. Ma non potei non ride anche io, perchè non aveva proprio capito niente!

Dopo venti minuti, alle 19.30 mi riaccompagnò a casa, e mi lascio sulla soglia. Non entrai subito, ma rimasi un momento a guardarlo

-“ buonanotte Tessa”

-“ notte Tom” feci per girarmi, ma lui mi prese il polso, mi attirò a sé, mi prese dolcemente il mento tra due dita, facendolo sollevare portandolo all'altezza del suo. Poi, con cautela si chinò e... la porta si aprì. Thomas scattò indietro, lasciandomi andare all'istante. Un po' irritata guardai verso la porta, e vidi Jake, livido in viso, che fissava truce Thomas. Quest'ultimo sostenne il suo sguardo, per poi addolcirlo e dire

-“ ei Jake, che sorpresa.” non era molto convinto che fosse stata una sorpresa, si sentiva dal tono di voce, ma poco importava. Io non lo avevo disturbato nel tentativo di portarsi a letto la sgualdrina, perchè ora deve interrompere un innocuo bacio a stampo?

-“ ciao Tom, scusa ma la cena è pronta e a mia madre non piace si freddi il mangiare. Vi vedrete un'altra volta okay?”

Tom si rivolse a me, con sguardo dispiaciuto

-“ ti chiamo dopo, per Sabato okay?”

annuì, tenendo lo sguardo basso e sentendolo andare via.

Dopo svariati secondi alzai lo sguardo. Ed ero arrabbiata, ma non perchè io volessi il bacio, ma lui non aveva il diritto di interrompere niente, dato che se fosse successo qualcosa la causa era lui!

-“ quindi è così, io ti invito fuori poi mi giro e non ci sei più”

-“ io c'ero, ma poi ti ho visto troppo impegnato con CAT, e ho pensato che avrei potuto vedermela da sola villa Trabia” pungente e acida

-“ e vuoi farmi credere che quel carciofo lo hai incontrato per strada?! Per favore!” stava perdendo la pazienza, lo sentivo dal suo tono della voce, che andava crescendo.

-“ siccome non conosco Palermo, lui si è gentilmente offerto di accompagnarmi” calma e pacata. Volevo vederlo impazzire, impazzire di gelosia, impazzire per me.

-“ peccato che come ricompensa volesse infilare la sua lingua nella tua bocca!” ora stava praticamente urlando, era tutto rosso in viso e i lineamenti contratti. Così, sempre calma e pacata mi avvicinai a lui, e, puntandoli l'indice contro il torace dissi

-“ e anche se fosse? Lui è stato così gentile, e ha fatto quello che tu non sei stato in grado di fare, perchè pensavi ad altre COSE...” calcai troppo sull'ultima parola, ma non lo lasciai parlare perchè continuai “ io non sono tua Jake. Oggi volevo conoscerti, ma è arrivata una delle tante zoccole che ti muoiono dietro e ti sei dimenticato di mè... beh, ti dirò, io mi sono divertita un mondo oggi, con o senza di tè” eravamo pericolosamente vicini, quando stavo per allontanarmi lui mi prese per i fianchi e mi fece scontrare contro il muro, per poi schiacciarmi tra esso e il suo corpo. Mi guardò negli occhi e mi sorrise maliziosamente

-“ vedremo cucciolotta, vedremo se dopo sta sera tu non sarai mia.” detto questo si chinò, ghignando, per baciarmi, ma proprio quando la sua bocca stava sfiorando la mia, un urlò partì dalla cucina

-“ ragazzi, svelti a tavola o si fredda!”

a quelle parole Jake staccò di pochi centimetri il viso dal mio, abbastanza per farmi riprendere lucidità, e con l'ultimo briciolo di autocontrollo presente nel mio corpo, posai l'indice sulle labbra di Jake, che continuava a fissarmi, ma arrabbiato perchè eravamo stati interrotti, mi alzai in punte e gli sussurrai all'orecchio

-“ vedremo...”

sentì ogni suoi muscolo tendersi, ma prima che potesse fare anche un solo movimento, sgattaiolai via, impedendoli di imprigionarmi nuovamente col suo corpo. Quando raggiunsi la porta sentì un'imprecazione detta indubbiamente da Jake. Così, felice e appagata, mi diressi in cucina dicendo tra me e me

“ cellulare a me, Cla deve essere aggiornata!”

 

 

Angolo autrice:

ciaooo a tutti, prima di tutto mi scuso per l'ora, ma volevo aggiornare dato che ho pubblicato solo i primi due capitoli, poi ringrazio di cuore Isabelle02, yrisa e honoka98 per aver recensito il secondo capitolo. Come dico sempre le recensioni sono importanti perchè sono interessata ai vostri pareri :))

Anche in questo capitolo la nostra Tessa ha dei cambi d'umore e passa dal felice, all'arrabbiato al provocatorio. Questo capitolo è importante, qui fanno la comparsa due nuovi personaggi: Tom, un' amico di vecchia data dei Bolen; e Cat, un'avventura passata di Jake, che vorrebbe essere l'avventura presente di Jake.

Questi due personaggi torneranno nei prossimi capitoli, magari scompariranno per un po', ma prometto che torneranno! Che ne pensate di questi personaggi? E del capitolo?

Tessa è rimasta scossa dall'arrivo di Cat... la quale potrebbe rivelarsi una minaccia? che la nostra protagonista si gelosa? Che cosa sarà Tom per Tessa?

Spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto. Un bacio

Eli

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Capitolo 4
*** Il reggiseno ***


ciao mamma e papà,

la famiglia Bolen è gentile e disponibile.

Oggi è già il secondo giorno che sono qui, e ormai è sera. Abbiamo finito di cenare da un po'.

Qui sono molto puntuali in quanto a orari. Ho già chiamato Cla, e la ho tranquillizzata.

Oggi ho visto un giardino di una villa, vi racconterò tutto quando torno.

Sabato inizia il corso, e partecipano anche Jake e Matt, due dei figli di Charlotte e Richard. Mi mancate un po', ma 'presto' torno a casa. Buona notte

Tessa

 

durante tutta la cena ho alternato lo sguardo tra il piatto e i piedi. Come avevo fatto ad essere così provocante poco fa? Non lo aveva mai fatto con nessuno, eppure mi sono divertita un mondo!

La cena non durò molto, perchè Marco e Luke si sono fiondati verso la tv, dicendo che c'era un bel film, ed erano stati seguiti da tutti i ragazzi. Così avevo potuto andarmene in stanza per scrivere un e-mail ai miei genitori. Non potendo raccontare ai miei li eventi accaduti con Jake, Thomas, Matt e i due marmocchi di sedici anni, mi ero limitata a scrivere poche righe dicendo che stavo bene. Avevo troppa fretta di chiamare Cla, così presi il cellulare in mano e digitai veloce in numero, ma non riuscii a premere il tasto di chiamata perchè in quel momento bussarono alla porta. Esasperata buttai con un gesto secco il cellulare sul letto, che rimbalzò un paio di vole e andai ad aprire. Di nuovo mi aspettavo Jake e mi ritrovai davanti Matt.

-“ ciao Tessa, allora, per stasera va bene?”

-“ oh, si certo, mi dai un'ora per prepararmi?” cavolo, me ne ero dimenticata. Bella figura da idiota!

-“ te ne eri dimenticata vero?” disse ridacchiando. Ma legge nel pensiero? Okay, trova una scusa al più presto, ricordati nega,nega e nega!

-“ no, ma figurati... come potrei dimenticare una passeggiata di sera sulla spiaggia...“ mi stavo arrampicando sugli specchi.

-“ non mi offendo, tranquilla.” come faceva ad essere così maledettamente calmo?

-“ okay okay, è vero mi ero dimenticata però...” non mi lasciò finire che mi mise un dito sulle labbra. 'Ma complimenti è, nega nega nega, tu si che sei coerente.' mi rimproverai da sola, mentre lui riprese a parlare, sempre col suo dito sulle mie labbra.

-“ tranquilla, sei appena arrivata, avrai tante cose per la testa posso capirlo” e li mi sentii maledettamente in colpa, perchè ultimamente pensavo solo a Jake.

-“Ora va a prepararti, ti vengo a chiamare alle 20.00”

detto questo si girò e se ne andò in camera sua, che condivideva con Jake e Rick.

Quasi esausta mi buttai sul letto, girai la testa e vidi il cellulare. Mi era passata la voglia di sentire la mia amica, anche perchè non avevo tempo, così le mandai un sms

ci sentiamo domani, oggi non posso, scusa.

Tessa”

mi resi conto solo ora che metà dei miei vestiti erano buttati per terra, e mi ricordai perchè. Ricordai che stavo sistemando la valigia, quando ero dovuta scendere per la cena, così avevo lasciato metà vestiti nell'armadio piegati e metà sul letto spiegazzati. Quando avevo finito la cena ero esausta così mi ero infilata nel letto, buttando tutti i vestiti per terra.

Ora però avevo altro a cui pensare, così mi misi a frugare nel mucchio di vestiti, buttandoli tutti in giro per la stanza. Trovai un reggiseno giallo fluorescente, e senza pensarci lo buttai dietro di mè.

-“ Eccolo!” dissi tutta euforica stringendo al petto un abitino turchese con una fascia in vita blu. Era perfetto, aveva una gonna ampia e fresca, la fascia intorno alla vita però, metteva in evidenzia le curve. Quando feci per girarmi però sentì un fischio provenire dalla soglia della porta, e subito dopo questa si chiuse. Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti Jake, più bello che mai, in pantaloncini corti da pigiama. Ma poi lo guardai meglio e vidi che stava facendo girare intorno all'indice il mio reggiseno. Strabuzzai gli occhi e strinsi i pugni.

-“ hai intenzione di vestirti come un uccello sta sera? Matt non ne sarà felice!” ghignò

“ridamelo immediatamente!” e così dicendo mi fiondai su di lui, che sollevò il braccio per impedirmi di riprendermi il reggiseno, che era stretto nel suo pugno. Scoppiò a ridere mentre io saltavo come una cavalletta ma senza successo. Poi lo guardai minacciosa, socchiudendo gli occhi e mi venne un'idea. Mi misi dietro di lui, lo afferrai per le spalle e misi una gamba davanti alle sue, tenendomi in equilibro solo su una, e poi lo spinsi in avanti, cercando di farlo cadere. Ovviamente non funzionò. Lui si girò tra le mie braccia e mi prese in braccio. Io mi dimenai come una bambina cercando di scendere e dopo poco mi ritrovai distesa supina sul letto. Alzai la testa di scatto per vedere dove fosse, e vidi che era seduto vicino a me, con la schiena appoggiata alla spalliera del letto. Mi guardava sghignazzando, mentre continuava a giocare con il mio reggiseno. Senza pensarci due volte mi lanciai contro di lui, e finì a seduta sulle sue cosce. Quel bastardo continuava a tenere in alto il braccio, così dovetti alzarmi in ginocchio, finendo col metterli le mie tette in faccia. Era una posizione molto compromettente, ma finalmente riuscì a chiudere la sua mano tra le mie, tentando di aprire il suo pugno. Ma quando stavo per riuscire a riprendere il mio adorato reggiseno canarino, lui aprì la mano e lo lasciò cadere per terra. Lo guardai stranita, ma subito dopo sentì due mani calde carezzarmi la schiena e schiacciarmi contro di lui. Subito dopo lui scivolò di schiena sul letto, portandomi sopra di sé. Continuando ad accarezzarmi la schiena con una mano, mise l'altra dietro la mia nuca e mi attirò ancora di più contro di lui. Sprofondò il viso tra il mio collo e la mia spalla, immergendolo nei miei capelli, poi si avvicinò al mio orecchio e mordicchiandomi il lobo sussurrò

-“ non dovevi provocarmi cucciolotta”

-“ io... io adesso devo uscire... con Matt... tra meno di un'ora...” ma la frase mi morì in gola, perchè lui mosse il bacino, facendolo incontrare col mio e facendomi gemere. Tirò via il viso dai miei capelli e si fiondò sulle mie labbra, facendole socchiudere. Non perse tempo e ci infilò dentro le lingua. Sapeva baciare da dio, come muoveva la lingua, come giocava con la mia, come mi mordicchiava il labbro, dio era stupendo!

Non mi resi nemmeno conto che avevamo invertito le posizioni, ora lui mi stava sopra e faceva leva sui gomiti per non schiacciarmi.

Ma cosa stavo facendo?! Non potevo concedermi a lui, non c'ero neanche uscita insieme, non sapevo cosa provava per me, né tanto meno cosa provavo io per lui... anche se un'idea ce l'avevo. Sarebbe stato comunque fin troppo imbarazzante dopo, sarebbe stato troppo imbarazzante uscire con Matt, sarebbe stato troppo imbarazzante vederlo tutti i giorni e non poter dire 'questo è il mio ragazzo', sarebbe stato fin troppo imbarazzante andare al corso con lui, e ovviamente, sarebbe stato troppo imbarazzante vivere con lui! No, non dovevo cedere, dovevo sapere che cosa io ero per lui, se ero un giocattolo oppure ci teneva a me. Dovevo allontanarmi, e dovevo farlo ora, prima che diventasse troppo tardi.

-“ fermo Jake, fermati.” dissi ansimando

staccò le labbra dalla mia clavicola e alzò il viso per guardarmi.

-“ cosa? Perchè?” era chiaramente frustrato e ansioso

-“ perchè sarebbe troppo... strano, noi non ci conosciamo ancora, non siamo mai usciti insieme e … hai preferito una zoccola a mè.” ero triste... perchè ero triste? Non sarà perchè io volevo che succedesse qualcosa vero?! Maledetto autocontrollo del cavolo! E maledetti ormoni!

-“ hai ragione. Ma sia chiaro che io non ho preferito lei a tè. Quando la ho vista volevo liquidarla subito, ma lei si è appiccicata come una sanguisuga... cercava sempre di baciarmi e mi toccava in continuazione. Quando sono riuscito a liquidarla non c'eri più, sono tornato in casa a cercarti ma non eri neanche li, e dopo ore di sensi di colpa ti ho vista fuori dalla finestra con quel carciofo! Sono andato su tutte le furie, volevo uscire e tirarli un pugno, ma poi mi sono limitato ad interrompere il suo tentativo di ispezionarti le tonsille con la lingua.” risi, risi sguaiatamente, e lui si buttò affianco, sconsolato, per poi dirmi

-“ sono le otto meno dieci, e il coprifuoco è alle 23:00, riusciremmo ancora a uscire”

rimasi per qualche secondo con il sorriso sulle labbra e lo fissai negli occhi, quanto era bello, ma non lo conoscevo quindi dovevo mettere in freezer i miei ormoni e concentrarmi sul conoscerci. La mia espressione però si trasformò quasi subito da sorriso sognante in terrore. E Jake se ne accorse.

-“ Tess? Tess tutto bene?”

-“ che ore hai detto che sono?” quasi urlai, isterica, drizzandomi immediatamente a sedere

-“ le 19:50... perchè?”

in quel momento bussarono alla porta

-“ Tessa? Tessa posso entrare?” era Matt... oh cazzo e ora?

-“ No Matt, non sono presentabile, dieci minuti e arrivo!” urlai dal letto, poi guardai Jake preoccupata che... che rideva? Cosa?! Io ero in un pasticcio colossale e lui... lui rideva?!

Mi chinai e li sibilai all'orecchio

-“ non parlare ne tanto meno ridere, quando io esco tu nasconditi nello sgabuzzino e esci solo quando io sono già fuori casa!” seria e severa, come una maestra che sgrida un suo alunno

-“ perchè? Non abbiamo niente da nascondere, non abbiamo fatto niente!” voleva farmi ammettere che io avevo pensato che avessimo potuto farlo. Pensai di fare l'offesa, ma ormai mi eccitava l'idea di risponderli per le rime... così con tono sensuale mi chinai sopra di lui, che era ancora disteso sul letto e gli sussurrai all'orecchio

-“ io non ho niente da nascondere, tu invece...”

e così dicendo li feci una lieve carezza sul suo membro coperto dai pantaloni e già sufficientemente eretto. A quel mio gesto lui si alzo di scatto, portandoci uno difronte all'altro e allontanò la mia mano

-“ ho promesso di fare il bravo e di conquistarti, di uscire insieme e vedere se funziona prima di fare certe cose... ma il mio autocontrollo ha un limite e se mi ecciti così...” non li lasciai finire la frase perchè li misi un dito sulle labbra. Mi alzai, presi il mio vestito che era ancora vicino alla porta e, con un sorriso furbetto andai nello sgabuzzino che c'era in camera mia per cambiarmi, dopo aver chiuso la porta alle mie spalle.

Quando uscì, vestita a pennello dallo sgabuzzino, mi ritrovai Jake disteso sul letto. Appena arrivai alzò lo sguardo su di me e disse

-“ è mio fratello, perchè non farli vedere che sei con mè, ci crederà anche se li diciamo che sono venuto a prendere una saponetta!” disse esasperato lui

-“ non credo che tu, ogni volta che prendi una saponetta, ti ti riduci in questo stato” dissi sorridendo nell'abbassare lo sguardo sul rigonfiamento molto vistoso nei suoi pantaloni da pigiama. “ e parla piano che ci può sentire!” aggiunsi tornando a guardarlo negli occhi, questa volta accigliata.

-“ allora domani ti porto a mangiare fuori. E sappi che non accetto un no come risposta!”

-“ come vuoi tu.”

-“ tu vuoi pranzare fuori con me si o no?” mi chiese, ma sapeva benissimo la risposta, è che voleva sentirmelo dire.

-“ io ho già tentato svariate volte di conoscerti, ma siamo sempre stati... intralciati, se questo sarà l'ennesimo tentativo, proviamoci.”

-“ questa volta andrà bene, ti giuro.” era serio

-“ ti voglio credere... ora devo andare però, ci vediamo domani!”

-“ Tess...” mi chiamò, lui era l'unico a chiamarmi così, solo Cla qualche volta lo faceva.

“... ci vedremo molto prima. Matt ti riporta a casa alle 22, ma poi noi ragazzi andiamo in un bar, dato che i nostri genitori partono alle 21, tra mezz'ora più o meno. Ci vedremo perchè Matt ti riporterà in stanza e poi tornerà in salotto con noi, e io ho tutta l'intenzione di seguirlo nella tua stanza” deglutii a fatica. Infondo erano fratelli, era... normale che uscissero insieme. Non mi dovevo fare tutte queste paranoie.

-“ okay, vi augurerò dopo il divertimento, ora devo andare! Ciao Jake”

lui si alzò fulmineo dal letto, e quando avevo la mano sulla maniglia della porta mi girò e mi diede un bacio sulla guancia. Li sorrisi, e lui sorrise di rimando. Lo guardai poi voltarsi e sgattaiolare verso lo sgabuzzino, prima che con un gesto secco aprii la porta

“ alla faccia dei dieci minuti!” disse sorridendo Matt

-“ si, scusa ci ho messo un po'...” scuse, scuse, ho bisogno di scuse plausibili

-“ è valsa la pena aspettare, se questo è il risultato” disse, facendomi arrossire. “ sei bellissima”

-“ grazie. Anche tu stai molto bene.” déjà vu.

-“ Vogliamo andare?” disse sempre sorridente. Annuì anche io con un sorriso tirato e ce ne andammo.

 

 

Angolo autrice:

Ciaoo a tutti e rieccomi con un'altro capitolo. Che ne pensate? Questo capitolo è un po' noiosetto, se non per quello che succede con Jake, ma comunque gradirei anche i vostri pareri :3. Il prossimo capitolo sarà molto meglio, perchè i ragazzi ne combineranno una delle loro, e toccherà alla nostra Tessa 'risolvere' la situazione.

Intanto ringrazio di cuore honoka98 e yrisa che hanno recensito il mio ultimo capitolo e mi hanno spronata ad andare avanti. Un bacio e al prossimo capitolo

Eli :3

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Capitolo 5
*** Serata tra fratelli ***


Jake

sto impazzendo per caso? Se è così per favore ditemelo e riportatemi con i piedi per terra! Da quando in qua sono geloso di una ragazza? Io le ho sempre avute tutte, tutte quelle che volevo, e con tutte quelle con cui sono stato non mi era mai importato più di tanto, invece con lei... solo pensarla e mi si accelerano i battiti. Quando la vedo il mio cuore sembra che stia per uscire dal petto, iniziò a sudare ed a chiedermi come comportarmi... che scherzo è questo? Che cos'ha di diverso lei dalle altre?

Eppure quando la vedo con un' altro impazzisco, non lo so perchè, ma ho questo bisogno di sentirla mia. Vorrei stringerla a me, accarezzarle i capelli e dirle che andrà tutto bene. Mi piace provocarla, mi piace avere dei dolci battibecchi con lei, ma vorrei anche uscirci, imparare a conoscerla.

È una cosa normale che mi piaccia così tanto? È arrivata qui da pochi giorni, ma da quando l'ho vista mi sono perso in quegli occhi nocciola. Sembrava così tenera e fragile che il mio primo pensiero è proteggerla e aiutarla, e ogni volta che lo penso mi mordo la lingua e mi maledico perchè so che non è mia. Speriamo che la prossima sia la volta buona che riusciamo a conoscerci, perchè altrimenti non so se reggerei...

Tessa

era stata una serata piacevole. Avevamo passeggiato lungo il bagnasciuga, avevamo parlato, ma cosa più importante lui non mi aveva messo pressioni. Non aveva cercato di baciarmi, né di abbracciarmi, né tanto meno di prendermi la mano. Normalmente sarei stata infastidita dal suo comportamento, come se avessi una qualche malattia infettiva, ma in quel momento gliene fui grata, anche perchè ero un po' spossata da quello che era successo prima, e mi sarei sentita leggermente una prostituta, che prima stava per andare a letto con uno e un'ora dopo tiene per mano e bacia un' altro. Mi riscossi dai miei pensieri quando sentii Matt parlarmi...

-“ Tessa... ehm... mi vergogno un po' a dirtelo, perchè so che tu non sei una baby-sitter ma... mi chiedevo se potevi badare a Max per sta sera. Sai, non capita spesso che i miei vadano a trovare i miei nonni paterni che vivono in Germania, quindi quando succede cerchiamo di sfruttare al meglio questi quattro giorni. Oggi pensavamo di uscire io, Jake e Rick. Marco e Luke sono a dormire da amici e ci staranno tutti i quattro giorni, quini manca solo Max da sistemare...” la frase rimase in sospeso, ma a me non pesava affatto badare a quell'ammasso di capelli, quindi annuì velocemente e dissi

-“ non c'è problema. Io e Max non abbiamo dialogato molto, vorrei... conoscerlo meglio.” ed era vero

-“ grazie mille Tessa! Non sai che favore ci hai fatto. Magari domani sera ti facciamo conoscere dei nostri amici, vieni con noi in un bar e parli con qualche ragazza. ” sperai tacitamente che non tutte le ragazze che conoscevano loro fossero come la bella Cat, perchè se fosse così io non voglio conoscerne nessuna!

-“ ma sabato io inizio un corso e...”

-“ ma domani è venerdì... dai, non puoi rinchiuderti in casa!” eh? Mi girai per guardarlo stupita, e lui mi sorrise dicendo

-“ facciamo così, pensaci su e domani pomeriggio dimmelo, okay?”

-“ okay”

eravamo praticamente arrivati, quando lui si fermò e mi chiese

-“ aspetta... hai detto sabato?! Anche io inizio un corso sabato... con Jake e Tom. Se è lo stesso vuoi che ti accompagno in moto?”

-“ ehm... io... “ e adesso? Infondo perchè no?! Non avevo voglia di farmi a piedi tutto il tragitto, e non avrei tradito nessuno dato che finora solo Matt me lo aveva chiesto. Alzai lo sguardo e vidi che mi fissava

-“ si, grazie!”

-“ okay, ci mettiamo d'accordo domani” disse sorridendomi, poi prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni e sussultò

-“ ti ho trattenuto troppo? Se si mi scuso...” non volevo farlo arrivare in ritardo dai suoi fratelli.

-“ l'importante è che l'intrattenimento sia stato di mio gusto” disse facendomi l'occhiolino, e io sorrisi timidamente, arrossendo e abbassando lo sguardo.

Eravamo arrivati davanti alla porta di casa, che si aprì rivelando sorridente Rick, che esclamò

-“ signorina, c'è costata mezz'ora di ritardo, spero per lei che ci sia un'ottima ragione!” stava sorridendo pimpante. Fui grata a Matt che diede uno scappellotto a suo fratello, facendolo entrare. Matt si fermò sulla soglia della porta, mi prese per mano e mi portò dentro. Mi trascinò davanti alle scale e mi disse

-“ ti accompagno su?”

annuii debolmente, quando sentii una mano cingermi il fianco. Matt? Ovviamente no, Jake!

Mi girai alla mia destra e lo guardai truce. Lui in risposta fece lo sguardo da cucciolo, tirando fuori il labbro inferiore, e lasciò ricadere la sua mano dal mio fianco. Mi sentivo a disagio in mezzo a loro, così aumentai il passo e salì spedita le scale, lasciandoli indietro di un paio di gradini.

Quando arrivai in camera mi sedetti sul bordo del mio letto, e guardai i due ragazzi che erano fermi sulla porta.

-“ quindi Tessa a te non crea problemi occuparti di Max?”

-“ no, te lo ripeto, a me non da nessun...” la frase però rimase in sospeso perchè uno gnomo capellone sgattaiolò in mezzo ai due ragazzi e si butto a pancia in su sul mio letto

io scoppiai a ridere, mentre Jake e Matt lo rimproveravano

-“ Max, non si fa così, non è camera tua!”

-“ massi, lascialo fare...” dissi comprensiva guardando da seduta Max. Poi mi distesi accanto a lui e inizia a farli il solletico. Lui si dimenava e rideva e io non smettevo, sentendo ridere anche Jake e Matt mi decisi a lasciarlo in pace. Si tirò su e sbuffando si raggomitolò nel mio letto, ed io spostai lo sguardo ai due sulla porta, che erano letteralmente divertiti. Poi Max si alzò in ginocchio, e mi sussurrò all'orecchio

-“ io ho paura di dormire da solo, di solito ci sono sempre i miei fratelli ma oggi...”

allora io, sorridendo li risposi nell'orecchio

-“ okay, oggi puoi dormire qui.”

lui fece un sorriso a trentadue denti e uscì dalla stanza

-“ che ti ha detto?” chiese curioso Jake

-“ che è gay” scherzai, scoppiando a ridere alla vista della faccia inorridita dei due

-“ se non la pianti veniamo li e ti facciamo il solletico!” disse Jake minaccioso

a quel punto mi inorridì, e smisi di ridere, non solo perchè lo soffrivo terribilmente, ma anche perchè il pensiero di ritrovarmi Jake sopra mi metteva i brividi... ma non di paura. Mi ricordavo ancora il suo profumo da prima, sapeva di muschio, dopobarba e i suoi capelli odoravano di cocco. Cercai di riprendere il controllo di me stessa e così mi decisi ad avvicinarmi alla porta. Quando mi ritrovai di fronte a loro dissi

-“ state già tardando, tra poco viene su Rick e mi uccide... grazie mille per la bella serata Matt. Notte.” e così dicendo chiusi la porta e mi lasciai cadere sul letto.

Dopo una mezz'ora arrivò Max, che mi disse che aveva già mangiato e che quindi era a posto. Io non avevo mangiato niente, ma poco importava perchè non avevo fame. Non mi sentivo bene a sapere che loro erano fuori. Ma cercai di non pensarci, infondo non ero la loro madre... non avevo nessun diritto per farli tornare a casa... uffa, cazzo mica erano in pericolo. Saranno in qualche bar a spettegolare. Erano già le 23, e non riuscivo a dormire, forse per via di Max che occupava più di metà letto essendo comodamente spaparanzato. Così mi alzai, lo presi in braccio e lo riportai nel suo letto, convinta che sarei riuscita a dormire. Ma niente, sono stata un mucchio di tempo a guardare il soffitto, a vedere le ombre danzare su di esso, e a cercare di rilassarmi. Ad un certo punto, esasperata guardai l'orologio... le 2?! erano già le 2?! ma dove cazzo erano finiti quelli?

In quel momento sentii la porta aprirsi, e subito dopo delle urla e delle risate poco sobrie.

Scesi di corsa le scale, noncurante di essere coperta solo dalle mie mutande e dalla maglia di Starbucks. Quando finalmente arrivai al piano di sotto mi ritrovai tre ragazzi ubriachi fradici, che ridevano e gemevano facendo finta di fare sesso tra loro. Scandalizzata dalle loro gesta mi misi in mezzo a quella pseudo orgia e li divisi

-“ oh, Tess amore!” disse urlando Jake

-“ lei è mia, gira al largo!” esclamò Matt, mettendo le mani al petto del fratello e spintonandolo come segno di sfida.

-“ okay, okay, basta ora tutti a nanna!” presi il braccio di Matt e lo misi dietro al mio collo, per poi trascinarlo su per le scale. Ogni tanto lo sentivo palparmi il sedere, e ogni volta li tiravo una sonora gomitata in pancia. Quando raggiungemmo la sua stanza era sfinito anche solo per parlare, e si buttò sul letto, cadendo in un sonno profondo. 'meno uno. Me ne mancano solo due!' pensai tra me. Quando scesi però il mio cuore perse un battito, perchè mi ritrovai Jake e Rick sul tavolo da cucina a fare uno spogliarello. Erano entrambi già senza maglia, e si stavano sbottonando i pantaloni. Non potei non fermarmi un' attimo, contemplando Jake. Era bellissimo, con i capelli arruffati, lo sguardo sognante, e il suo solito ghigno, che in quel momento trovavo terribilmente seducente. Aveva muscoli abbastanza definiti e mi immaginai come sarebbe stato bello, come sarebbe stato maledettamente bello andare li e toccarli, baciarli, leccarli... 'ho mio dio Tess! Torna con i piedi per terra!' di nuovo la mia ramanzina mentale... però era vero, non potevo lasciarli continuare, avrebbero svegliato Max e tutto il vicinato con quegli urletti poco sobri! Dovevo portare Rick a letto, e subito!

Mi avventai su di loro, ma ormai i pantaloni avevano raggiunto il pavimento. Salii sul tavolo, e presi Rick per la nuca, facendoli posare un piede su una sedia e poi facendolo tornare in piedi sul pavimento. Reggendolo per un braccio e lasciando libera la mia presa sulla sua nuca, mi resi conto che non potevo lasciare Jake da solo sul tavolo, avrebbe cercato di scendere e si sarebbe fatto male, così lasciai il braccio di Rick, che cadde immediatamente a terra e corsi da Jake.

Quest'ultimo aveva le mani sull'elastico dei boxer, già pronto a sfilarseli e a mostrarmi quello che non avrei dovuto vedere, ma che desideravo vedere. Senza pensarci misi le mani sulle sue. Lui mi guardò stranito e io gli allontanai le mani da quel pezzo di stoffa, poi li cinsi la vita col mio braccio e lui si accasciò alla mia spalla. Scendemmo insieme dal tavolo, dove ai suoi piedi c'era ancora sdraiato Rick, che tentava di rialzarsi senza successo. Portai Jake in soggiorno e lo misi sul divano, poi gli puntai un dito contro e dissi sibilando e incenerendolo con lo sguardo

-“ siete degli indisciplinati, per poco non svegliavate Max! Domani facciamo i conti, ora resta qui buono che porto tuo fratello di sopra, prima che si addormenti del tutto!” sul suo viso comparve un'espressione ebete, mentre io, esasperata mi dirigevo in cucina per pensare a quell'altro idiota.

Lo ritrovai come lo avevo lasciato, ovvero disteso su un fianco in posizione fetale. Ormai aveva rinunciato all'idea di alzarsi, ma quando il mi accucciai affianco a lui e li cinsi la vita per tirarlo su, sembrò rianimarsi e mi aiutò nell'impresa. Una volta in piedi lo trascinai su per le scale, ignorando i suoi lamenti e le sue suppliche insistenti per dormire sulle scale. Lo portai in camera matrimoniale, non volevo rischiare di svegliare Max o Matt!

Una volta raggiunta la meta lo lasciai mettere comodo, prendendo una coperta dall'armadio e coprendolo. Ora rimaneva Jake.

quando scesi, passai per la cucina, presi tre post-it gialli e con una penna nera ci scarabocchiai sopra una frase. Poi mi diressi in salotto dove trovai Jake sul divano ad occhi chiusi. Perfetto, ora dovevo pure svegliarlo...

-“ Jake, Jake svegliati!” dissi dandoli delle leggere sberle sulle guance.

-“ mmmh...” ottenni solo un mugolio

-“ Jake, aiutami a portarti nella tua stanza su!” e così dicendo lo feci alzare. Con una forza a me sconosciuta lo portai praticamente di peso su al piano di sopra.

-“ ho sonno Tess, lasciami dormire!”

lo appoggiai allo stipite della mia camera e gli dissi piano

-“ aspetta qui, io do questi ai tuoi fratelli e poi ti porto in camera!” dissi sventolandogli davanti al naso i tre post-it. Non aspettai neanche un risposta, perchè girai i tacchi e me ne andai. Quando tornai lui era sparito e la porta della mia camera era aperta. Senza neanche pensarci su mi fiondai in camera e me lo ritrovai nel mio letto.

-“ Jake, Jake che ci fai qui?” sibilai

-“ ho sonno, zitta!”

-“ cosa? Io dovrei stare zitta quando tu sei nel mio letto?!” stavo sussurrando, ma avrei voluto gridare. Lui parlava in tono calmo e pacato, come se non fosse sta gran cosa intrufolarsi nel letto di una ragazza che hai QUASI scopato. Anzi, forse lui non se ne rendeva neanche conto... infondo era completamente sbronzo

-“ dai su Tess, calmati e vieni qui cucciolotta.” a quelle parole mi prese per la vita e mi fece distendere accanto a lui. Dopo pochissimo tempo lui si addormentò, e anche io, finalmente tranquilla che quei ragazzi fossero a casa.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

allora... che ne pensate del capitolo? Ora tutti sappiamo come si sente Jake, il che dimostra che anche se è uno stronzetto ci tiene davvero tanto a Tessa... il problema è che lui non sa spiegarsi i suoi sentimenti. Tessa invece è sempre più confusa... Matt o Jake? Jake o Matt? Se ascoltasse il cuore, Jake sarebbe la sua prima scelta, ma la sua mente la frena perchè sa che lui è ben noto per divertirsi con le ragazze, e non è il tipo da relazioni serie o fisse, che guarda caso è proprio quello di cui la nostra Tessa ha bisogno: una relazione fissa.

Spero proprio che il capitolo vi sia piaciuto, e nel prossimo saprete come reagirà la nostra Tessa. Ringrazio Isabelle02 e honoka98 per aver recensito, dato che per me le recensioni sono molto importanti, perchè a mio parere non ha senso scrivere una storia senza sapere se piace o meno... e poi io faccio i salti di gioia quando vedo che ci sono nuove recensioni u.u

ora vi lascio, che parlo troppo

un bacio

Eli :3

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Capitolo 6
*** Sensi di colpa ***


mi svegliai con i raggi del sole caldi sul viso. La notte prima mi ero dimenticata la tapparella completamente alzata, e quindi ora la stanza era invasa dalla luce. Ero sdraiata su un fianco, e guardavo il pavimento sotto di me. Sentivo dolore ovunque, dato che la notte prima avevo sbattuto varie volte contro spigoli e mobili, e come se non bastasse ero continuamente inciampata sulle scale. Dopo che mi risvegliai dallo stato di trans post-dormita mi ricordai di aver fatto dormire Jake con me. Un Jake parecchio sbronzo, e mi ricordai anche che dovevo dire due paroline a tutti... a lui in particolare, mi aveva proprio delusa. Così mi alzai, presi un reggiseno e la prima gonna che trovavo, misi l'ultimo post-it che mi rimaneva sulla fronte di Jake, abbassai la tapparella e uscì dalla stanza.

Andai direttamente in cucina e preparai la colazione per uno, dato che non sapevo quando quei tre idioti avrebbero fatto ritorno da sbronzilandia. Appena pronto il mio caffè lo assalii come una drogata in astinenza forzata e che ha bisogno della sua 'medicina'. Io avevo una scusante, anzi... no. Avevo solo bisogno di caffeina, un bisogno che chiunque mi avesse negato sarebbe finito nella ciotola del gatto tutto tagliuzzato. Quando finii di bere il mio caffè, che mi diede la carica di cui avevo bisogno, presi una brioche al cioccolato e mi sdraiai comodamente sul divano, che sapeva di tutti i sei ragazzi. Era bello non essere osservati, quella non era casa mia e non mi sarei mai comportata così in presenza dei padroni di casa, ma dato che nessuno poteva testimoniare che stavo spaparanzata sul divano, a mangiare brioche e a ridere davanti alla tv, perchè non approfittarne?!

Dopo circa un'ora che guardavo Tom&Jerry e Spongebob dal piano di sopra sentii delle voci, e una chiara imprecazione detta indubbiamente da Matt. Mi avventai sul telecomando e spensi la tv, poi mi diressi verso il tavolo e mi sedetti aspettando che i ragazzi scendessero. Non potevo non ridere sotto i baffi al pensiero delle loro facce quando avevano letto i post-it scritti da me. Ogni fogliettino aveva la stessa frase sopra:

ora facciamo un bel discorsetto. Scendete a fare colazione, sempre che non vomitiate anche l'anima dopo.

Tessa”

dei passi veloci che scendevano le scale mi riscossero dai miei pensieri, facendomi capire solo una parte del discorso che stavano facendo i tre ragazzi

-“ ma dimmi, tu che ci facevi in camera di Tessa?” oh cavolo, era Matt!

-“ è così importante? Sappiamo tutti che muori di invidia nei miei confronti, ma i dettagli non credo ti piacerebbero. Inoltre...” e questo era Jake... ovviamente! Non potevo farlo continuare, era fin troppo imbarazzante, così mi schiarì la gola, portando l'attenzione su di me

-“ oh bene, tornati tutti da sbronzilandia?!” ero seria, con le braccia incrociate al petto e profondamente indignata. Vidi Matt e Rick abbassare lo sguardo, e Jake sorridere. Cosa che mi mandò in bestia, così scattai in piedi facendo sbattere la sedia contro il forno.

-“ cosa vi è saltato in mente?! Non sapete cosa ho dovuto fare ieri sera per riportarvi a letto! Ho dovuto perfino fermare uno di voi che cercava di togliersi le mutande davanti ai miei occhi! Ho interrotto uno spogliarello, sorretto pesi morti che mi pregavano di dormire sulle scale, smorzato urletti e gemiti da bambini delle scuole medie e mi sono ritrovata in mezzo ad una pseudo orgia! E sia chiaro, io sono rimasta 'vestita' fino ad ora.” stavo praticamente urlando e il mio sguardo era puntato su Matt, che guarda caso si trovava al centro dei tre e, sinceramente, era quello da cui ero stata più delusa, da lui proprio non me lo aspettavo.

-“ Tessa, io... io ti posso spiegare...” non lo lasciai finire perchè urlai

-“ NO. Non voglio spiegazioni da uno con l'alito di chi si è appena scolato venti bottiglie di Martini. Ne parleremo quando la vostra sbronza sarà passata e io mi sarò calmata” così dicendo mi diressi a grandi passi verso la porta e uscii. Senza neanche sapere dove andare, senza neanche temere di perdermi, senza neanche guardare dove mettevo i piedi. Volevo camminare, volevo correre, volevo tramutare la mia rabbia in energia, e così corsi, corsi per la via e non mi fermai fino a che non sentì i polmoni bruciare e gridare pietà. Vidi una panchina e mi ci stravaccai sopra senza tanti preamboli, per poi rendermi conto che indossavo le ciabatte infradito blu, ma poco importava, perchè mi sentivo meglio.

Ovviamente questa sensazione durò poco, perchè delle dita mi carezzarono una guancia. Saltai a sedere e mi girai. Jake era in piedi e mi guardava ghignando.

-“ cosa vuoi?” seria e acida come una zitella

-“ voglio te” ma sentilo questo! non poteva dirmi così, non poteva perchè mi sarebbe passata l'arrabbiatura e questo non doveva succedere, assolutamente. 'Riprendi il controllo di te stessa Tessa e non osare cedere!'

-“ beh mi dispiace tanto ma non puoi avermi” 'brava, continua così!'

-“ sai...” disse piano avvicinandosi a me per poi sedermi affianco “... non capisco perchè tu sia arrabbiata... da quello che ho capito tu hai: assistito ad uno spogliarello, ti sei ritrovata in mezzo a ragazzi in estasi e hai dormito col ragazzo più bello del pianeta, e ti lamenti anche?!” aveva assunto l'espressione finta indignata. Voleva farmi arrabbiare, il problema è che ci riusciva!

-“senti, lo spogliarello non lo volevo, e nemmeno vedervi in estasi. Mi avete fatto prendere un colpo tu e Rick su quel tavolo!” mi morsi la lingua subito dopo aver detto quella frase

-“ ah, quindi gli spogliarellisti siamo io e Rick!” era divertito, non ci credevo! Mi girai e lo guardai sbigottita. Poi aggiunsi

-“ e ti dirò di più, Rick si è fermato alle mutande, tu invece sei STATO fermato alle mutande” avevo calcato sulla parola stato per far intendere che io non volevo vederlo nudo, anche se era per l'ottanta percento una balla.

-“ oh, quindi sarei io il maniaco che si voleva togliere le mutande. Che scoperte ragazzi!” e continuava a scherzare

-“ la pianti di sorridere?! Ti sei intrufolato nel mio letto!” tutto a un tratto divenne serio, si avvicino a me e disse

-“ Tess, io sono pentito di quello che è successo ieri, non doveva andare così, ma siamo finiti in uno Strip Club, abbiamo bevuto e poi più niente, buio totale. ma...” aggiunse, annullando la distanza tra i nostri corpi.

-“ ma?” dissi in preda all'ansia

-“ ma...” continuò lui “ se c'è una cosa di cui non mi sono pentito è di aver trovato il coraggio, anche se da sbronzo, di intrufolarmi nel tuo letto.” a quelle parole sbarrai gli occhi, e un secondo dopo mi ritrovai le sue labbra sulle mie. All'inizio il bacio fu lieve, quasi dolce, ma poco dopo io ho iniziato a baciarlo con impeto e passione e... desiderio. Lui a risposto con la stessa intensità e il bacio da dolce diventò passionale. Mi feci trasportare e così mi abbandonai a lui. Le sue mani percorrevano la mia schiena a palmo aperto, mentre le mie gli si allacciavano dietro la nuca e si infilavano tra i suoi capelli biondi. Le nostre lingue si cercavano, la sua cercava la mia, quando la trovava ci giocava e poi la ritraeva, aspettando che fossi io a cercarla. Andò avanti così per un paio di minuti, ma poi io mi staccai, rossa in viso e con le labbra gonfie per il bacio.

-“ Jake... io...”

-“ shhh, ora vieni che ti riporto a casa.” così dicendo si alzò, mi strinse a se e mi sollevo.

-“ Jake, Jake sei pazzo?! Non puoi portarmi fino a casa così!” in quel momento era terribilmente dolce

-“ ho la moto qui dietro, tranquilla.” disse, sempre sorridendomi

-“ grazie” dissi guardandolo solo un secondo negli occhi, per poi ritornare a guardare il pavimento.

Durante il viaggio in moto nessuno dei due parlò, e io fui sollevata da essere seduta dietro, in modo che lui non potesse vedere il mio rossore e nemmeno la mia espressione ebete. Quando arrivammo io scesi dalla moto e feci per rientrare in casa, ma una mano si chiuse sul mio polso e mi trascinò indietro. Andai a sbattere contro qualcuno e poi due braccia possenti mi cinsero la vita, facendomi automaticamente girare. Jake mi stava abbracciando e mi guardava come se volesse mangiarmi, io non potei fare a meno di sorridergli e mi accoccolai sul suo petto. Lui mi strinse con più forza e mi sussurrò all'orecchio

-“ ti va se dopo pranzo andiamo a prendere una caffè?” senza smettere di respirare il suo odore e tenendo gli occhi chiusi annuì contro di lui e dissi

-“ a meno che Cat non ci rovini i piani.” stavo sorridendo ma ero ancora parecchio alterata

-“ sai, quando l'ho incontrata mi ha subito chiesto di uscire, ma io le ho detto che avevo un'altra, e che quel pomeriggio sarei dovuto uscire con lei. Ma mi sono pentito di averlo detto...” a quello parole mi irrigidì. Ero passata da felice e incredula a triste e sconsolata. Non ci potevo credere, si era pentito di avermi definito la sua ragazza perchè voleva avere ancora a che fare con la troietta. Feci per staccarmi da lui, e misi le mani sul suo petto per allontanarlo, senza volerlo fare davvero. Lui mi strinse di più a sé e continuò

-“... mi sono pentito perchè appena le ho detto così lei mi si è appiccicata come una cozza, per non farmi andare via e ha rovinato i miei piani.” disse sospirando

-“ e che piani avevi?” chiesi in preda all'ansia, abbassando lo sguardo. Ero di nuovo felice e con il cuore colmo di...amore?! Era possibile che mi fossi innamorata?

-“ di farti perdere la testa per me” disse, prendendomi il viso tra le mani, sciogliendo l'abbraccio e costringendomi a guardarlo negli occhi. Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata, e la mia mente continuava a urlare “ non sarebbe servito, NON SAREBBE SERVITO A NIENTE! Io sono già pazza di tè! Ti prego amami, ti prego sposami, ti prego non farmi soffrire e vieni a vivere con me. Ti prego, ti prego, TI PREGO!”

per fortuna non diedi voce ai miei pensieri e mi limitai a guardarlo con occhi lucidi e sognanti.

Ma ovviamente, sfigata com'ero, qualcuno doveva interrompere il momento più bello della mia vita, e quel qualcuno era Matt, che aprì la porta e si fiondò verso di noi, costringendo Jake a mollare la presa su di me, e di conseguenza sentii le ginocchia cedermi come se avessi perso il sostegno che da sempre mi aveva tenuta in piedi.

-“ Tessa, Tessa sei qui!” disse Matt abbracciandomi “ scusa, scusa veramente, non avrei dovuto lasciarmi andare così.” disse mormorandomi nell'orecchio e affondando il viso nei miei capelli. Non potei fare a meno di guardare Jake che ci fissava con aria omicida. Così sciolsi l'abbraccio ritraendomi, e per poco non caddi all'indietro, ma cercai di non darlo a vedere.

-“ no, non dovevi, ma non dovevi tu...” dissi indicando Matt “...non doveva lui...” dissi puntando il dito contro Jake, che aveva perso lo sguardo omicida e mi fissava dispiaciuto “... e non doveva quell'altro!” dissi indicando la casa spazientita

-“ mi farò perdonare, hai impegni per il pomeriggio? Potremmo andare a fare un giro”

-“ ehm... io...” all'improvviso persi tutta l'autorità che avevo fino a un secondo prima e diventai rossa

-“ lei oggi pomeriggio esce con me” disse tranquillamente Jake avvicinandosi e mettendosi affianco a me.

-“ oh...” sussurrò Matt, accigliandosi all'istante

-“ si, mi fa vedere dove posso trovare un buon caffè!” mi sbrigai a rimediare io, tentando di arrampicarmi sugli specchi.

I due ragazzi si guardarono seri, come se volessero comunicarsi qualcosa nella mente, così che io non possa capire. Poi Matt parlò

-“ okay, beh, l'invito per la festa di sta sera è sempre valido, ci saranno tutti, anche Jake, quindi decidi tu se venire o meno. Ora sarebbe meglio entrare, ho fame.”

così dicendo si girò e se ne andò. Appena fu entrato in casa io aggredii Jake

-“ ma sei pazzo? Non puoi dirglielo così, lo sai che sono uscita anche con lui!”

-“ lui non si fa problemi a chiederti di uscire davanti a me, quindi perchè io dovrei farmene a dire che oggi esci con me?”

-“ Jake, lui non aveva idea che anche tu mi avessi chiesto di uscire!”

-“ beh, poteva arrivarci anche da solo a capire che...”

-“ che cosa Jake? Che cosa?” lo interruppi infastidita, quasi urlando.

-“ che tu mi piaci Tess. Mi piaci sul serio, non è così tanto difficile da capire sai?! Solo che tu sembri non accorgertene” e da li non capii più niente. Volevo dirgli 'neanche tu sei molto brillante, perchè, indovina un po', se io ti piaccio tu mi hai fatto perdere la testa.' oppure ' come avrei fatto ad accorgermene, non siamo neanche mai usciti insieme' ma non uscii niente dalla mia bocca, zero assoluto, ma in compenso le mie braccia e le mie game, come se avessero una volontà propria si lanciarono su Jake. Lui mi prese in un abbraccio e affondò il viso nei miei capelli. Poi sussurrando disse

-“ scusa, scusa non avrei dovuto dirtelo così, non qui e non adesso. Scusa, scusa e scusa... sono un disastro...” volevo solo tappargli quella bocca perchè non avrei sopportato altre scuse da lui. No, non le avrei sopportate, semplicemente perchè per me era stato il momento più bello della mia vita e sentimi dire che in realtà non sarebbe dovuto succedere era come accoltellarmi. Così appoggiai le mie labbra sulle sue e dissi

-“ tu sei tutto, tutto tranne un disastro!”

lui mi prese da dietro la nuca e mi baciò dolcemente, poi si staccò e sorridendo mi disse

-“ ora entriamo, perchè ho fame anch'io!” disse lui con un sorriso sornione. Risi e insieme percorremmo quel minuscolo tratto di strada che ci separava dal cortile di casa Bolen.

Per pranzo preparai della semplice pasta al sugo, dato che lì nessuno era molto bravo in cucina mi dovetti arrangiare. Per tutto il pranzo Max mi faceva domande, su di me, su cosa mi piaceva, su dove vivevo e poi iniziò con l'argomento ragazzi, attirando l'attenzione di Matt, Jake e Rick. Io arrossii praticamente subito e cercai di sviare l'attenzione, chiedendogli delle sue ragazze, ma Max mise il broncio e mi disse che non si rispondeva ad una domanda con un'altra domanda. Avevo quattro sguardi insistenti su di me, così misi in bocca l'ultimo boccone di pasta, dissi a Max che ne avremmo parlato l'indomani e mi ritirai in camera.

verso le 14.30 bussarono alla mia porta. Ero decisamente impresentabile: avevo i capelli arruffati, ero senza trucco, con indosso una maglietta ormai consumata e dei pantaloni orrendi, ma non ci feci caso e andai ad aprire.

-“ ehi cucciola... vedo che stavi dormendo” disse, dando un'occhiata veloce a me e poi al letto di sfato dietro di me.

-“ forse mi sono appisolata...” dissi ridacchiando

-“ posso entrare?” chiese sorridendo e mettendo la faccia dentro camera mia, restando con i piedi sulla soglia

-“ ho-ho mi devo forse preoccupare? Da quand'è che chiedi il permesso?” chiesi allargando il mio sorriso

-“ infatti...” disse lui fingendosi pensieroso, e un secondo dopo era dentro camera mia e si guardava intorno. Poi si fiondò sulla mia valigia e iniziò a tirare fuori dei vestiti e a buttarli sul letto

-“ ehi, che fai?!” chiesi avvicinandomi curiosa

-“ scelgo cosa metterai” rispose lui con ovvietà, concentrato sui vestiti

-“ quindi non ti piace come mi vesto?!” dissi con aria offesa. Lui si girò mi guardò e fece il suo solito ghigno, poi si avvicino mi prese la vita tra le braccia e mi guardò

-“ mi piace tutto di te, a parte...”

-“ a parte... cosa?” lo intimai minacciosa

-“ a parte quanto ci metti a scegliere cosa mettere” mi lasciò a bocca aperta, senza darmi il tempo di controbattere “ora va a metterti questi e poi esci, che andiamo a bere un caffè” disse porgendomi una canotta verde chiaro senza maniche e dei pantaloni a tre quarti neri.

-“ spero che starò nei tempi...” dissi fintamente indignata

-“ lo spero anch'io” ammiccò lui con un ghigno e guadagnandosi una gomitata nello stomaco.

“ ahi, sei sempre così violenta?” chiese divertito

-“ no...” dissi alzandomi in punte e arrivando alla sua altezza per poi chinarmi a raggiungere il suo orecchio. Mordicchiai il lobo e continuai “ solo con i bambini cattivi che mi fanno arrabbiare”

sentii il suo corpo tesissimo sotto il mio, sentivo ogni suo muscolo indurirsi. TUTTI i suoi muscoli indurirsi. Ridacchiando mi rifugiai in bagno prima che lui mi prendesse e mi buttasse sul letto.

Lo dovevo ammettere, nel scegliere il look non era proprio una frana, anzi, dovevo dire che mi piacevo così, semplice ma femminile. Peccato che molto probabilmente aveva scelto quei vestiti a caso, e non ci aveva pensato su più di due secondi. Uscii dal bagno, mi misi un po' di profumo, delle scarpe da ginnastica bianche e dissi

-“ eccomi! Sono pronta” sorrisi

-“ perfetto, ora andiamo su” e cosi dicendo indicò la porta, mi fece uscire dalla stanza e poi se la richiuse alle spalle.

-“ allora cucciola, oggi festa!”

-“ bho, non so... domani mattina mi devo alzare presto e...”

“ e niente!” mi interruppe lui “goditi la vita. Io e Matt abbiamo lo stesso problema, non pensarci, ti verrò a svegliare io. Promesso.”

-“ promesso?!” chiesi un po' titubante ma sorridendo

-“ giuro!” disse mettendosi una mano sul cuore e sorridendomi.

In quel momento mi venne in mente che avevo detto a Matt che mi avrebbe accompagnato lui... ma ora non ne ero poi così sicura che lo avrebbe fatto. Mi rattristai al pensiero di averlo ferito, e scesi le scale con Jake in silenzio.

Arrivammo al bar in un silenzio alquanto imbarazzante. Mi persi nei miei pensieri, ignorando Jake involontariamente, ma l'arrivo del cameriere mi riportò a quella che sarebbe stata una brusca realtà. Mi limitai ad ordinare un frappè alla fragola, mentre Jake ordinò un caffè. Non mi accorsi nemmeno che era già passata mezz'ora da quando eravamo entrati in quel semplice bar, e tutto il tempo ero rimasta a guardare il pavimento, contando ogni crepa e ogni imperfezione delle piastrelle.

-“ che cos'hai? Non ti ho mai vista così silenziosa...” mi svegliai dal mio stato di semi-coscienza immediatamente, come se fossero le cinque di mattina e qualcuno mi avesse tirato dell'acqua gelata sul viso. Alzai gli occhi, puntandoli nei suoi

-“ nono, niente... stavo solo pensando a Matt... mi dispiace per lui, quando se ne è andato era stravolto, non sopporto l'idea di averli fatto del male...”

-“ Tess, ti prego, non deprimerti così, ti ho portato solo a prendere un caffè”

-“ si, però tu hai detto che uscivamo... sembrava tanto un' appuntamento” arrossii e tornai a guardare il pavimento

-“ ma cosa te ne frega?! Perchè tieni tanto a lui?” disse indignato, alterandomi.

-“ io ci tengo alle persone, non come tè! Dio, è tuo fratello e te ne freghi se è ferito!” sbottai alzandomi

-“ io li voglio bene, ma non può ottenere sempre tutto lui! Non sei l'unica ragazza, e non vale la pena per nessuna stare male!” a quelle parole mi smorzò il respiro, sentì la bile salire alla bocca ma la ricacciai giù. Mi venne subito in mente Cat... e se anche io fossi un giochino? E se anche io fossi solo una che si vuole portare a letto? E se io fossi una delle tante? Sentì le lacrime pungermi gli occhi, ma non volevo piangere, non davanti a lui, non volevo rendermi più vulnerabile di quanto non fossi già. Profondamente indignata e con un mal di testa atroce mi diressi verso la porta. Stavo per abbassare la maniglia ma sentii della dita calde poggiarsi sul mio polso sinistro e stringermelo. Senza neanche pensare mi voltai e lo guardai negli occhi. Non volevo sentirlo, non volevo vederlo, almeno non ora che aveva ammesso che ero una delle tante. Che stupida che ero, una stupida ragazzina che perde la testa per uno stronzo che se la vuole solo portare a letto. Strattonai il polso e mi liberai dalla sua presa, ormai le lacrime era impossibile contenerle. Le sentii rigarmi le guance e poi scendere sulla gola. aprii la porta d'impeto e me ne andai correndo, perchè io ero fatta così, quando un problema o una cosa che mi feriva mi si abbatteva contro, io scappavo, correvo via, come se scappando dal male quello non ti potrà raggiungere e ferire nuovamente. Ero una codarda, ma in quel momento volevo solo scappare via dal male, dalla cosa che mi aveva ferita, da Jake.



 

 

Angolo autrice:

Ciao a tutti ed ecco un nuovo capitolo, in cui vediamo di nuovo la nostra Tessa che piange, ed è solo grazie a Jake, che involontariamente le ha detto che lei è una delle tante e che non è speciale. Ovviamente Tessa non ha retto e se ne va piangendo.

Questo capitolo è abbastanza lungo, quindi il prossimo sarà più corto. Sempre nel prossimo capitolo Tessa cercherà di capire cos'è veramente lei per lui, e solo leggendo saprete se ce la farà o meno... ^--^

ringrazio di cuore chi legge senza recensire e ovviamente anche tutti quelli che hanno recensito fino adesso. Un grazie speciale a honoka98; Isabelle02 e bradleyssmile, che hanno recensito il capitolo scorso :D. Ancora grazie grazie e grazie a tutte voi ragazze che mi sostenete e mi spronate u.u

un bacio

Eli

 

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Capitolo 7
*** Sono una della tante? ***


Mi ritrovai su una strada asfaltata, almeno non mi ero persa in un vicoletto, questo era già un passo avanti. Mi sedetti sull'asfalto bollente, ai margini della strada e guardai avanti. Si poteva ancora vedere la scritta al neon del locale lampeggiare e illuminarsi di mille colori. Quando eravamo arrivati non avevo neanche fatto caso al nome del locale, ma ora mi interessava, così mi misi in piedi e cercai di mettere a fuoco. Subito dopo una macchina verde scuro si fermò di fronte e me, vidi il finestrino del guidatore abbassarsi e un uomo sulla quarantina vi si affacciò. Aveva lunghi capelli neri e una barba molto folta, anch'essa nera.

-“ stai guardando il Jackass?! Anche se non è bello ti conviene andarci, non ce ne sono molti qui vicino, e li si sta bene...” mormorai un grazie e il tipo mi rispose prontamente con un “non c'è di che” poi delle urla di neonato arrivarono alle mie orecchie dai sedili posteriori dell'auto. Il tipo strano si sporse, fece una smorfia e se ne andò a tutta velocità.

'che tipo...' pensai tra me e me, ma poi mi dissi che non potevo starmene li fino a sera, e che quindi dovevo capire dove mi trovavo e... e cosa?! Non ricordavo nemmeno il nome della via in cui abitavo... merda! Avrei dovuto chiamare qualcuno della casa e chiederli di venirmi a prendere...

Opzione 1: chiamavo Jake, mi scusavo di essere scappata e mi facevo venire a prendere... assolutamente no! Ero una delle tante e io non avevo niente per cui scusarmi.

Opzione 2: chiamavo Matt e gli chiedevo scusa... ma probabilmente si sarebbe arrabbiato, mi avrebbe gridato contro, mi sarei sentita peggio e non mi sarebbe venuto a prendere.

Opzione 3: me ne restavo su questa via tutta la notte a infreddolirmi, prendendomi una polmonite e probabilmente passando per barbona

mi presi la testa tra le mani e mi tirai le ginocchia al petto. Mi sentivo sola, indifesa, triste e senza speranze.

-“ Tessa? Tessa sei tu?!” alzai la testa, incuriosita e impaurita.

-“ Tom?! Oh Tom, grazie al cielo!” grazie mistica divinità che hai fatto apparire Tom su una moto per me! Il mio viso si illuminò e iniziò a piovere. Il mio umore rispecchiato nel tempo...

-“ che ci fai qui? Ti prego dimmi che non c'entra quel coglione di Jake perchè...” lo interruppi

-“ no, cioè si, abbiamo litigato e io mene sono andata correndo. Quindi lui non centra, sono scappata io, mi sono persa io, lui non voleva che io lo facessi.” dissi tutto d' un fiato, sperando di rassicurarlo... non volevo se la prendesse con Jake, erano amici e io non volevo mettere fine alla loro amicizia. Anche se Jake non avrebbe messo fine ad una amicizia per un giocattolino. Vidi la mascella di Matt indurirsi e poi rilassarsi.

-“ dai, salta su, che se la gente ti vede qui e in questo stato...” disse con un sorriso lievemente accennato e scrutandomi, ero completamente bagnata.

-“ grazie” non me lo feci ripetere due volte, mi porse un casco e io salii dietro di lui sulla moto.

Scesa dalla moto, mi tolsi il casco e mi fiondai dentro casa. Non volevo sentire nessuno, dio quanto odiavo quel posto. Odiavo Jake, che sta sera sarebbe tornato con una tipa da farsi, odiavo i miei che mi avevano costretta a venire in sto posto schifoso, e odiavo me stessa, si, mi odiavo. Mi odiavo per aver anche solo pensato che a lui potessi interessare, che per lui fossi speciale, mi odiavo per essermi per aver chiuso il mio cuore e per aver dato a lui la chiava, mi odiavo perchè stavo male quando mi scontravo con la realtà, quando mi diceva che per lui ero come tutte, che ero un giocattolo, un fazzoletto, da usare e poi buttare. Odiavo tutto questo, e speravo che tornando a casa la cosa mi sarebbe passata.

Raggiunsi in fretta le scale, dando una veloce occhiata in soggiorno. In casa c'erano Matt e Rick, sul divano. Matt si era girato, guardandomi, ma quando poi si era reso conto che ero io si è rimesso a guardare la tv, come se io non esistessi, come se io non fossi li.

Di nuovo le lacrime sgorgarono sul mio viso. Quello era l'annuncio di un'imminente pianto, così corsi su per le scale e aprì la porta di camera mia, poi la richiusi sbattendola e mi buttai sul letto.

Iniziai a piangere copiosamente, tra singhiozzi e soffiate di naso. Sul mio comodino ci saranno stati una ventina di fazzoletti, ma poco importava, mi aveva ferito, io li avevo permesso di ferirmi. Infondo cosa mi aspettavo? Uno bello come lui non poteva perdere tempo dietro una come me, a meno che non volesse usarmi. Lo avevo sentito in giro, lui era un donnaiolo, si divertiva con le donne e poi le faceva andare via di casa, le usava per i suoi bisogni e poi le liquidava. Voleva solo portarmi a letto, ma io non glielo avrei permesso. Mi aveva ferita, mi ero scottata, ma non gli avrei permesso di distruggermi. Come ci sarei rimasta se lui approfittasse di me, se io mi concedessi a lui, e poi lui mi liquiderebbe? O se non mi rivolgesse piu la parola? O se ancora peggio si vanterebbe coi suoi fratelli di avermi avuto, di avermi fatta sua, quando lui mio non era? No, non lo avrei sopportato. Ma devo capire, devo capire se per lui io sono una delle tante oppure no. Perche fa le scenate di gelosia quando lui può scoparsi chi vuole?

Le lacrime avevano smesso di scendere da dieci minuti, ma io rimanevo comunque a pancia in giù con la testa sprofondata nel cuscino. Avevo un mal di testa da far paura, mi alzai e andai a buttare tutti quei fazzoletti, poi spalancai la finestra di camera mia e presi una bella poccata d'aria. Dovevo parlare con Cla, così composi il numero sul mio cellulare e premetti il tasto di chiamata...

-“ Cla, Cla ti prego ho bisogno di parlarti...”

-“ tesoro, cos'è successo? Sembra che stai per scoppiare a piangere”

-“ io... Cla...” non reggettia quella domanda perchè il mio corpo fu nuovamente scosso dai singhiozzi

-“ ommioddio tesoro, non riesco a sentirti così, ti prego, respira e spiegami...” ma io non riuscivo più a formulare una frase di senso compiuto, solo parole interrotte dai singhiozzi

-“ io...bar...Jake...una come tutte...” e poi mi rimisi a piangere

-“ io li spezzo le gambe... giuro che gliele spezzo! Se ti ha fatto del male...” la mia amica era così, nessuno poteva spezzarmi il cuore senza far incavolare lei. peccato che ci fossero circa 1500 km a separarci... e questo non rendeva le cose facili

-“ ora calmati e spiegami, ti prego tesoro...” si era calmata, e voleva che lo facessi anche io, per sfogarmi.

Li raccontai per filo e per segno quello che aveva fatto e quello che mi aveva detto, poi dalla mia amica partì un fiume di imprecazioni e di “come si è permesso?!” “quello non ti merita!” “dimenticatelo, è uno stronzo” e avanti così...

la conversazione con lei mi calmò, fino a quando arrivammo al punto della festa

-“ tesoro, tu ci stai male no?! Bene, fallo sentire come ti senti tu... sta sera osa col vestito, col trucco e col push-up. Poi non lo degnare di uno sguardo per tutta la sera, anzì, guarda gli altri, fai conquiste, e vedi di essere sempre nella sua visuale. Diventerà pazzo se ci tiene a te, se invece farà l'indifferente vuol dire che sei il suo giochino, e quindi ci starai alla larga e ti divertirai con altre persone... infondo vuoi sapere cosa sei per lui no?!”

aveva ragione, e questa volta la avrei ascoltata davvero, il problema era... con chi ci andavo alla festa?

Matt? no.

Jake? no.

Rick? Andava con Matt...

ero fottuta.

In quel preciso istante la porta si aprì e comparve Matt.

-“ scusami Cla, ma devo riattaccare...”

-“ tranquilla splendore, anche io, devo andare a buttare la pattumiera, uff..” la sentii sbuffare e sorrisi “ comunque fa quello che ti ho detto!”

-“ lo farò... ti chiamo appena possibile, notte”

-“ notte tesoro” e riattaccammo.

Ora dovevo affrontare Matt...

-“ ciao...” dissi titubante, che voglia fare 'pace'?

-“ siccome io mantengo quel che dico, sono venuto a chiederti se volevi venire alla festa... ho appena preso la patente e guidiamo la macchina di mia madre, dato che i miei sono via con quella di mio padre.” era freddo come un ghiacciolo... non entrava neanche nella mia stanza, se ne stava sulla soglia come fosse un' estraneo. Anche se non credo sia arrabbiato, credo stia mettendo in pratica la regola “non si toccano le ragazze dei fratelli e/o amici” peccato che io fossi solo un ripiego per Jake. E a quella consapevolezza sentii il mio stomaco contorcersi, di nuovo.

-“ si, perfetto, ma...” non mi lascio finire perchè mi interruppe

-“ okay, noi saremo giù alle 22.00, vedi di esserci. La festa finisce alle 03.30, noi andiamo via a quell'ora, quindi deve andarti bene” così dicendo se ne andò, lasciandomi in piedi al centro della stanza con un milione di domande “ ma Max?” “ suppongo non mi presenterete ai vostri amici, quindi... rimarrò sola?” “ e se io volessi andarmene prima cosa sarebbe successo?” “ era una buona idea andare a quella festa, col rischio di tornare con il cuore spezzato o sotto i piedi?”

troppe domande, la mia testa mi diventò pesante e mi sedetti al bordo del letto, dicendomi che forse un po' arrabbiato lo era...

mi presi la testa tra le mani, mi feci forza e diressi verso il guardaroba, con già bene in mente come vestirmi, ma non tanto sicura di volermi vestire così. Infondo avevo giurato che non mi sarei mai vestita come Cat, che sicuramente ci sarebbe stata alla festa... chissà se Jake sarebbe stato con lei o la avrebbe liquidata e se ne sarebbe trovata un'altra... infondo era anche lei un fazzolettino, come me. L'unica differenza è che lei era un fazzoletto usato, trovato per strada e tutto accartocciato, io invece ero uno bello piegato nella mia confezione ancora chiusa.

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Ciaooo a tutti, allora... piaciuto questo capitolo? Lo so, mi scuso per la dimensione, ma siccome quello precedente è stato molto lungo questo l'ho fatto cortino. Anche perchè voglio riservare un capitolo intero solo alla festa...

che ne dite, vedremo il nostro Jake geloso oppure no? Farà le sue solite scenate Jake-style?

Siccome i vostri pareri sono essenziali per me, vi prego di continuare a farmi sapere come molte persone hanno già fatto fin'ora, e se un capitolo vi fa schifo, tranquilli, non abbiate peli sulla lingua :)

Un ringraziamento speciale a yrisa che ha recensito ogni capitolo, compreso quello precedente :). Ringrazio anche tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite e ovviamente grazie a tutti quelli che fino ad ora hanno recensito. Sappiate che mi fate letteralmente saltellare dalla gioia!!

p.s pensavo di mettere un'immagine a inizio capitolo. Ne ho create due e mi piacciono entrambe allo stesso modo, quindi pensavo di lasciare decidere a voi... fatemi sapere... sta tutto a voi :D

Un bacio

Eli :3

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Capitolo 8
*** Amici ***


mi guardai più e più volte nello specchio... sarei veramente uscita così?! E solo per un ragazzo poi! Si, è vero, un ragazzo stupendo... ma pur sempre un ragazzo! Cla doveva essere pazza per consigliarmi una cosa del genere, e ancor più pazza io a darle corda! Santo cielo sembravo una troietta! Indossavo un mini vestito turchese che mi arrivava a meno di metà della mia coscia, e mi ci strizzavo dentro. È vero, metteva in mostra le curve, però restava il fatto che ci ero strizzata dentro... mi sentivo una sardina! Per non parlare delle scarpe, una sottospecie di sandalo aperto blu, come gli occhi di Jake, con un tacco vertiginoso. L'unica cosa con cui non avevo esagerato era stato il trucco, avevo messo solo un po' di mascara, eye-liner e fondotinta. Pensai di cambiarmi, ma guardai l'orologio e mi paralizzai. Oh cazz... erano già le 21:50

presi la mia pochette blu e corsi giù dalle scale chiudendomi la porta alle spalle. Infondo la festa era in un night club, ci sarebbero stato persone messe peggio di me...

appena scesi mi ritrovai Rick davanti alla porta, per fortuna solo Rick.

-“ wow splendore! Sei fan.ta.sti.ca” disse sorridendomi e facendomi segno di girare su me stessa. Lo feci con piacere e ridemmo insieme. Lui aveva dei jeans neri attillati e una camicia bianca che usciva dai pantaloni. I capelli erano scompigliati, e li davano un look sbarazzino mentre mi fissava con i suoi occhi meno blu di quelli di Jake, che sembravano due oceani.

-“ anche tu non vai male! Ma dimmi... perchè così felice?” chiesi curiosa

-“ oh, oggi io e gli altri abbiamo intenzione di portarci a casa delle tipe, quindi devo essere al massimo!” disse ancora più euforico e facendomi l'occhiolino. Da li non capii più niente. A Jake non sarebbe fregato niente, anzi, si sarebbe portato a casa qualche tipa da quattro soldi solo per soddisfare i suoi bisogni. Fazzoletti e giochini, quello eravamo noi per lui, per loro. Un magone mi si formò allo stomaco e la mia espressione cambiò, ma Rick non sembrò accorgersene perchè in quel momento scesero anche gli altri due. Cercai di non guardarli, perchè guardare Matt mi faceva male, e guardare Jake ancora di più dato che sapevo che al novanta percento mi sarei persa in quegli oceani e avrei realizzato che non sarebbero mai stati miei, che lui non sarebbe mai stato mio, che quella stessa notte sarebbe stato di qualcun'altra. Matt mi passò affianco, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo, andando al posto del guidatore, facendomi sentire ancora più peggio. Il colpo di grazia me lo diede Jake fermandosi in mezzo alle scale e mi guardandomi rabbioso, stringendo il pugno sinistro e indicandomi con l'indice destro

-“ tu non esci così!” disse secco per poi si rivolgersi a Rick, che era ancora difronte a me “ti prego, non dirmi che lei non esce così!” quasi urlò

-“ dai Jake, non fare il bambino, li tutte sono vestite così, non è mica trasparente il vestito.” poi vedendo che l'espressione del fratello non cambiava aggiunse “santo dio, è un night club, Jake!”

-“ non me ne frega, vestita così non esce! Sembra una...” ma non lo lasciai finire, perchè sbottai senza più trattenermi. Come osava insultare come mi vestivo?! Era un'idiota!

-“ UNA DI QUELLE CHE TI PORTI A LETTO? Perchè non mi sembra di essere così sconcia!” dissi urlando. Poi senza neanche lasciarli il tempo di rispondere, uscii dalla porta inciampando più volte nei miei stessi passi, raggiunsi l'auto e salii dietro maledicendo i tacchi, Jake, il night club e me stessa.

Dopo pochi minuti Rick e Jake ci raggiunsero. Ovviamente Jake salì davanti con Matt, e io dietro con Rick, il quale per tutto il viaggio mi guardò con la coda dell'occhio senza spiccicare parola, cosa che mi irritò più di quanto non lo fossi già. Appena l'auto si fermò in una strada molto trafficata aprii la portiera e scesi di corsa. Una cosa positiva almeno c'era... avevo preso più confidenza con i tacchi, così non mi incespicai. Vidi un'insegna nera enorme messa in orizzontale sopra la porta d'ingresso che lampeggiava la scritta bianca “Withe Devil” ed entrai. Appena varcai la soglia del fumo bianco mi investii. L'aria era soffocante, la musica altissima, e non si vedeva dove si mettevano i piedi. Decisi di avviarmi al bancone, forse li avrei visto, o meglio, intravisto qualcosa. Andai a sbattere ripetutamente contro della gente che ballava freneticamente, ricevetti anche qualche gomitata. Poi andai a sbattere contro una tipa, che emise un' urletto fastidioso. Cercai di dirle scusa, ma la musica era troppo alta, e di conseguenza la tipa mi prese per un braccio e mi trascinò verso il bancone dei coktail, aiutandomi a raggiungere la meta, anche se lievemente terrorizzata. La prima cosa che notai furono le scarpe... tacco dodici... come caspita aveva fatto a trascinarmi?! Non ero una piuma... forse aveva più dimestichezza di me con i tacchi. Poi la seconda cosa che notai fu un abitino cortissimo che non copriva neanche il sedere, tutto viola scuro e a tubo, davvero sexy, ma troppo osé a parer mio... e poi vidi il volto a cui apparteneva quel corpo tutto curve. Catherine. Merda, avrei voluto spararmi, scomparire! Perchè tutte a me?! Non mi bastava soffocare in un locale schifoso che iniziavo ad odiare, ma dovevo pure incontrare miss sono-molto-più-sexy-di-te in versione puttana. Dio quanto la odiavo, il suo corpo sarebbe stato da invidiare, se non per i capelli ossigenati e le tette chiaramente rifatte. Se si mettesse a saltare l'edificio sobbalzerebbe più delle sue tette, o meglio, più di quel balcone che si ritrovava davanti al petto.

-“ hai visto Jake?” mi chiese con fare superiore, e anche un po' irritata

-“ no.” dissi seria, quasi ringhiando, sperando che girasse sui quei sui tacchi a spillo e se ne andasse prima di ritrovarsene uno nel culo. Ovviamente non lo fece

-“ so che ora sei il suo giochino personale, e quindi ti porta in giro, ma fidati, si stuferà presto di te...” poi si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò “ uno come lui non perde tempo con una come te, quindi non ci sperare, solo perchè ti porta a letto non vuol dire che starete mai insieme. Non ti illudere” disse poi risistemandosi davanti a me ghignando. In quel momento persi il controllo, non si poteva permettere quella...

-“ non ci sono andata a letto, brutta vacca ossigenata, e non ci andrò, dato che sono più furba di te. Perchè, vedi, tutte e due sappiamo che lui le ragazze le usa, la differenza e che io lo ho realizzato prima di andarci a letto.” sottolineai il prima 'colpita e affondata. La prossima volta ripensaci.' Pensai tra me e me. Poi con espressione vittoriosa me ne andai. Aveva preso la giornata sbagliata, avevo pianto abbastanza, e non avevo intenzione di piangere ancora, ben che meno di essere giudicata da una con quel vestito.

soddisfatta mi sedetti su uno sgabello, alla fine del bancone, il più lontano possibile da quella vacca che cercava il mio Jake. 'Cazzo. Basta Tessa, basta. Non è tuo!' di nuovo predica mentale.

-“ quel signore all'inizio del bancone le ha offerto un drink” mi girai di scatto e vidi il bar man che mi porgeva un bicchierino di cristallo con dentro del liquido trasparente, simile ad acqua ma che sicuramente acqua non era, e con uno spiedino con sopra infilzata un'oliva. Mi sporsi in avanti e vidi un uomo sulla trentina che mi salutava. 'Un po' troppo vecchio' pensai, ma accettai ugualmente il drink. Volevo annegare la sofferenza e la delusione nell'alcol. Lo bevvi in un' unica sorsata, tanto che il barista mi guardò sbigottito, per poi girarsi e andarsene da un' altro cliente. Chissà cos'era quella roba... sentii l'alcol scendere per gola e bruciarmi lo stomaco, ma poco importava.

Stavo soffocando, mi mancava l'aria e non vedevo niente. Dalla sedia riuscii a scorgere una macchiolina rosso fuoco in lontananza... si, si, si! Non avevo le allucinazioni, era proprio un divanetto! Presi la mia pochette e mi allontanai dal bancone. Spintonai un po' di gente qua e la e finalmente arrivai alla mia comoda meta. Mi sedetti e accavallai le gambe, cercando di stare tranquilla, ma quella sensazione durò poco, perchè vidi Catherine e un'altra tipa mora avvicinarsi a Jake e Matt. Ovviamente, da masochista quale ero mi sporsi in avanti, cercando di intravedere qualcosa.

Vidi la vacca bionda lanciare le braccia al collo di Jake e metterli le tette in faccia, poi vidi che lui la staccava. Il mio cuore si riempii di felicità... ma questa sensazione durò poco, perchè Jake prese a parlare con l'altra tipa mora. Catherine a quanto pare ci era rimasta male, e si era appiccicata a Matt, il quale l'aveva respinta. Poi vidi chiaramente Rick avvicinarsi a lei e iniziare a palpargli il culo. La vacca bionda si era girata e aveva infilato la lingua nella sua bocca, così come quell'altra zoccola mora aveva fatto con il mi... con Jake. Caddi dal divanetto e finii di faccia contro il pavimento, provocando delle risate da delle oche comodamente spaparanzate affianco a me. Mi alzai e le fulminai con lo sguardo, subito dopo queste se ne andarono sghignazzando. Che serata di merda, volevo tornarmene a casa... che ore erano? Tirai fuori il cellulare dalla borsetta appoggiata affianco a me. Le 01.30... uffa!

Avrei potuto prendere un taxi, se solo conoscessi la via dove abitavo momentaneamente, ma niente, io dovevo essere così stupida da accettare l'invito ad una festa da maniaci senza sapere dove abitavo. Volevo andarmene, dio quanto odiavo Palermo!

-“ Tessa, ciao!” oh, perfetto, chi è che mi disturba ora, giuro che se è un'altra zoccola le tiro un pugno in...

-“ Tom, ciao! Che sorpresa” Tom?! E siamo già a due sorprese... direi che per oggi può bastare è!

-“ che ci fai qui tutta sola? Pensavo fossi venuta con Matt e gli altri” disse lui sedendosi affianco a me. Perfetto, ora gli dovrò spiegare tutto... che bella figura da associale avrei fatto!

-“ si, beh, abbiamo avuto un battibecco e loro si sono trovati altre compagnie migliori di me” in quel momento due tizi si buttarono affianco a me e iniziarono a baciarsi animatamente, con tanto di lingua e ansimi, schiacciando me contro Tom e Tom contro il bracciolo del divano.

-“ quelli sfigati ti hanno lasciato da sola?” chiese lui

-“ si, a quanto pare...”

-“ vuoi andartene? Se vuoi ho la macchina qua fuori” mi si illuminò il viso... sarei stata egoista e dire di si, infondo non potevo farlo andare via da li, magari si stava divertendo... comunque restava il fatto che lui era l'unica persona conosciuta che non odiavo a Palermo. Stavo per rispondergli di si e buttargli le braccia al collo per ringraziamento, quando lui mi cinse la vita con un braccio e mi sollevò, portandomi sulle sue ginocchia. Lo guardai stranita e lui rispose mortificato al mio sguardo

-“ quei due si stanno spingendo troppo oltre... la tipa ti stava per tirare una gomitata in faccia...” disse mezzo imbarazzato. Stavo per dirgli di non doversi sentire in imbarazzo, che li ero grata, mi avrebbe risparmiato una notte insonne dal male, ma in quel momento qualcuno afferrò il mio braccio e mi sollevò... Jake. Dio quanto lo detestavo quando faceva il bimbo piccolo che vuole avere controllo su tutto, anche su quello che non gli appartiene.

-“ Jake ma che...?!”

-“ andiamo a casa Tess.” era serio... che la tipa lo avesse mandato in bianco?

-“ veramente Jake stavo accompagnando io Tessa a casa...” disse prontamente Tom, mentre io sembravo un gatto davanti alla tv che fissa un' incontro di tennis, facendo andare il mio sguardo dall'uno all'altro...

-“ Tess è venuta con me, quindi viene a casa con me” disse serio lui rivolgendosi a Tom, mentre io non ci capivo niente. Con lui? Io non ero venuta con lui, io era venuta con LORO!

Poi Jake si voltò e mi trascinò via per un braccio, senza neanche lasciarmi parlare o ribattere.

Quando fummo fuori dal locale e i miei polmoni respirarono aria fresca, il mio cervello riprese a funzionare e riuscii a parlare.

-“ ma che cosa ti è saltato in mente Jake?” dissi infuriandomi e fermandomi in mezzo al marciapiede. Lui lasciò il mio braccio e mi guardò intensamente

-“ non...non mi piace vederti con altri...” disse piano

cosa?! Io non potevo stare con altri e lui invece poteva farsi chi voleva?

-“ Jake, ti rendi conto che tu mi stai dicendo questo quando eri pronto a portarti a casa quella zocc... tipa mora?” presi un bel respiro, cercando di calmarmi, ma non ci riuscii e alzai la voce “ fammi indovinare, quella ti ha mandato in bianco, tu ti sei depresso e ti sei ricordato di me?!” stavo urlando, per fortuna che il marciapiede era deserto

-“ se proprio lo vuoi sapere, no, non è andata così. Anzi, io stavo tranquillo con Francesca, fino a quando sono andato a prenderle da bere e ti ho vista addosso a quel carciofo...” fece una pausa, come se volesse pensare a cosa dire, poi scosse la testa e continuò. “... mi sono ricordato che ti avevamo lasciata da sola, senza qualcuno con cui parlare, e mi sono reso conto che a me non sarebbe piaciuto, così ho salutato tutti e mi sono offerto di portarti a casa.”

quindi era stato LUI a mandare in bianco lei, e lo aveva fatto per me, per me! Senza volerlo un sorriso mi comparve sul volto

-“ perchè sorridi?” chiese “ti prego, ti prego Tess, aiutami a capirti, prima mi urli contro e poi sorridi... io... io non ti capisco proprio” si passo una mano sulla faccia

-“ niente niente, grazie comunque... morivo dalla voglia di tornare a casa...”

-“ e quindi è per questo che sei saltata addosso a Thomas?” ora non urlava più, ma aveva i pugni chiusi e la mascella serrata.

-“ no, non è come sembra, una tipa mi stava per tirare una gomitata e lui mi ha preso in braccio per evitare che mi facessi male...” okay, detta così sembrava una pessima scusa, ma era la verità, no?!

-“ si, e ovviamente era quello il suo intento... suppongo che era talmente preoccupato che tu ti potessi fare male che è per quello che ti ha offerto un passaggio, tu e lui, da soli, in una macchina e al buio... senza contare poi che come sei vestita metti a tutti la voglia di sbatterti al muro.”

sbarrai gli occhi a quelle parole. Tom voleva davvero quello?

-“ dai, vieni, ti riporto a casa...” disse addolcendosi e cingendomi la vita con un braccio proprio mentre chiamava con la mano un taxi.

Durante tutto il viaggio lui mi tenne il braccio attorno alla vita ed io stetti zitta, parlai solo una volta, ancora con la testa pesante per il fumo e per quella giornata stressante.

-“ Jake...”

-“ si?”

-“ siamo... amici?” lo sentii irrigidirsi con tutto il corpo e la presa sulla mia vita si fece più salda. Non mi guardò neanche negli occhi, ma nonostante ciò mi sorrise e mi disse in un sussurro poco convincente

-“ ma certo. Tu sei mia... amica”

non sapevo perchè glielo avevo chiesto, o forse lo sapevo. Volevo una definizione, un'etichetta di quello che eravamo, e siccome io non volevo andarci a letto perchè non volevo rimanere ferita, amici mi sembrava la cosa più giusta per ora. Gli amici escono, parlano e non scopano. Perfetto.

Così mi appoggiai alla sua spalla e mi addormentai, respirando il suo profumo e con la sua mano che era salita sul mio braccio.

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

ciaoo e grazie a tutti voi che leggete e recensite. Oggi non ho molto da dire, spero che la descrizione della festa vi sia piaciuta e sia stata abbastanza soddisfacente e... niente :3

un grazie speciale a yrisa Isabelle02 e SeseSmile_ che hanno recensito il capitolo scorso e mi hanno fatto sorridere! Nel prossimo capitolo ci sarà un salto temporale... spero non perdiate interesse per la mia storia, dato che a me questo sembra il modo migliore per continuarla :3

p.s ho optato per l'immagine con lo sfondo rosso, spero non vi dispiaccia ;)

tanti baci

Eli 

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Capitolo 9
*** Perfect two ***


non ci potevo credere, l'estate era volata, luglio era volato, e anche quasi tutto agosto, e in tutto questo tempo io e Jake eravamo rimasti 'amici', anche se spesso la voglia di baciarlo era fortissima, e lui mi abbracciava e faceva l'iperprotettivo, e quando vedevo che si portava a casa qualche zoccola soffrivo sempre e piangevo, anche se sapevo benissimo che non avevo il diritto di essere gelosa. Cazzo, perchè la vita è così complicata?!

Ero nella camera che avevo da quando ero arrivata e che ormai consideravo mia e fissavo il soffitto... erano appena le cinque di mattina. Sembrerà strano, ma mi trovavo più a mio agio li di casa mia. L'unica persona che mi mancava era Cla... mi mancavano i pomeriggi con lei, le risate, le pedalate in bici, le giornate in piscina, le notti ai pub... se lei fosse qui sarebbe tutto perfetto. Anzi, quasi tutto, dato che ero confinata nella friendzone. Mi si contorse lo stomaco al pensiero, che stupida che ero stata quella notte circa due mesi fa fa, mi era sembrata la cosa più giusta da fare, ma pochi giorni dopo, quando lui e Rick erano tornati a casa con Cat e un'altra tipa, avevo capito di aver fatto una grande cazzata. Ero stata tutto il pomeriggio a piangere, cercando di non badare agli urli acuti di quelle due. I signori Bolen erano al lavoro e Matt era fuori. Matt... da quando mi ero resa conto di cosa provassi per Jake non ci ero più uscita con lui, se non come amici. Mi aveva portata un paio di volte a bere un frappè oppure mi aveva accompagnata al centro commerciale. Ogni volta mi diceva che avrei dovuto farmi degli amici, e si era anche offerto di presentarmi qualcuno, ma io non me la sentivo di fare conoscenze. Cazzo, uscivo più con Matt che con Jake. Sentivo l'ansia salire dentro di me, il cuore mi iniziò a martellare nel petto e le lacrime minacciavano di uscire, ma le ricacciai dentro.

Era l'alba, ed io non riuscivo a dormire, così mi alzai, mi diressi verso il piano di sotto, presi il cellulare e aprii wathsapp... 253 messaggi.

-“ zeus! Ma quegli imbecilli dei miei compagni di classe non hanno altro da fare durante il giorno che si mettono a mandare messaggi a raffica nel gruppo classe?! Ora mi si impalla il cellulare!” dissi a me stessa esasperata. Infastidita cancellai tutta la chat e mi venne in mente Cla, facendomi rattristare ulteriormente. Lei mi aveva sempre detto di cancellarmi dal gruppo, ed io le avevo risposto che mi faceva comodo restarci, dato che i secchioni inviavano per foto i compiti svolti. Ricordo che scoppiammo e ridere e lei mi tirò un cuscino, dando inizio alla più sfrenata battaglia della storia. Risi a quel ricordo, e alcune lacrime scesero lungo la mia guancia, mi feci coraggio e me le asciugai con il dorso della mano. Raggiunsi in fretta il salotto e il mio ricadde su un pacchetto di sigarette buttato in malo modo sul divano. Mi fermai difronte ad esso ad osservarlo e mi dissi che non dovevo farlo, ma poi un paio di frasi dette da Cla mi tornarono in mente, “ in fumo ti rilassa, scioglie i nervi, ti stacca la mente e ti trasporta in un mondo parallelo dove i problemi e i nervi non esistono”. Cla aveva iniziato a fumare grazie al suo ragazzo, e da quel giorno era sempre più rilassata. Mi resi conto che era proprio di quello che avevo bisogno, volevo staccare la mente e sciogliere i nervi, ero fin troppo tesa e nervosa ultimamente e anche troppo incline agli sbalzi d'umore, così, senza pensarci, mi sporsi nella direzione del divano, afferrai il pacchetto e l'accendino nero che c'era dentro e mi diressi sul poggiolo.

Attraversai la porta a vetri, mi appoggiai con i gomiti alla ringhiera argentea e misi in bocca quel bastoncino di carta con dentro tabacco. Portai l'accendino alla bocca e presi un lungo respiro. Al primo tiro quasi soffocai, tolsi la sigaretta dalla bocca e iniziai a tossire comvulsivamente, poi mi feci coraggio e ripresi da dove ero rimasta. La mente si fece più leggera e mi concentrai solo sulle nuvolette di fumo che uscivano dalla mia bocca. I miei nervi si scioglievano, mi sentivo in pace, finalmente in pace con me stessa.

Quando mi accorsi che la sigaretta era a metà decisi di cercare un portacenere, mi girai e sentii delle voci provenire dal salotto. Il mio cuore iniziò ad accelerare quando sentii la voce di Marco quasi urlante

-“ chi cazzo mi ha fottuto una sigaretta e il mio accendino?” chiese scocciato. Subito dopo udii un coro di “no” e di “non io” e poi Jake che diceva

-“ te ne presto una io, tranquillo”

mi pietrificai... chissà chi c'era di là... che fumassero tutti? In preda all'ansia iniziai a fissare la porta-finestra appena in tempo per vedere Jake spuntare e guardarmi stupito

-“ da quando fumi?” mi chiese a mo di saluto avvicinandosi e mettendosi affianco a me, nella mia posizione di prima e iniziando a fumare. Io mi girai con tutto il busto verso di lui, dimenticandomi di avere il mozzicone tra due dita e dissi prontamente

-“ io... io non fumo”

-“ ed hai una sigaretta accesa e mezza consumata tra le mani perchè non fumi vero?” chiese sorridendomi e girando il capo nella mia direzione, per poi girare la testa verso il tavolino bianco che stava dietro di noi ed aggiungere “ecco dov'era l'accendino di Marco!”

- “non so cosa mi sia preso, veramente, io non fumo...” ripetei più a me stessa per auto convincermi. In quel momento entrarono dalla porta-finestra Marco, Luke e Rick

-“ Tessa?! Non sapevo fumassi” disse quest'ultimo

-“ no, invatti...” dissi pensierosa “ siete voi che mi portate sulla cattiva strada!” dissi scherzando e prendendo un' altro tiro

-“ oh, il mio accendino, il mio adorato accendino!” così dicendo Marco si fiondò verso il tavolino e mise il suo accendino in tasca, per poi riservarmi un'occhiata truce. Luke e Marco si misero dall'altra parte del poggiolo e iniziarono a fumare, lasciando noi da soli.

-“ quindi, in pratica, qui fumate tutti tranne che Matt.” dissi pensierosa

-“ beh, se non conti Max e mamma... si, qui tutti fumatori” disse sorridendomi Rick e mettendosi alla mia sinistra... perfetto, Jake da una parte e Rick dall'altra...

-“ oggi che si fa?” chiese Rick sorridente “ black mumba come l'altra sera?”

-“ si, perchè no...” disse Jake. Poi si voltò verso di me che avevo rigorosamente abbassato lo sguardo verso le aiuole al piano terra. “tu vieni?” alzai lo sguardo e lo piantai nei suoi occhi/oceani. Deglutii rumorosamente e dissi sussurrando

-“ no, mi è bastata l'altra sera e comunque devo uscire con Tom...” vidi Jake prima sembrare addolorato e poi mettere la sua solita maschera che usava per nascondere le emozioni. Una maschera fatta di battutine, frecciatine, testardaggine e superficialità.

Non avrei dovuto sentirmi male, e neanche lui. Dio Jake, non hai il diritto di addolorarti, no, non ce l'hai dato che ogni sera te ne sbatti una diversa e mi spezzi il cuore ogni volta. E il mio stupido cuore non dovrebbe spezzarsi, perchè eravamo amici, solo amici.

In quel momento il mio cellulare squillò dalla cucina, io spensi la mia sigaretta e a testa bassa me ne andai, sentendo gli sguardi pesanti di Jake e Rick addosso.

Ogni volta che incontravo Jake le sensazioni mi sovrastavano, il cuore mi batteva all'impazzata, le mani mi pizzicavano dalla voglia di stringerlo a me e gli occhi diventavano lucidi se lo pensavo con un'altra. Andai in cucina, e sul tavolo c'era il mio cellulare e dei pacchetti che non avrei neanche dovuto guardare, ma che ahimè feci. Estrassi una sigaretta ed un' accendino da un pacchetto a caso e presi il cellulare tra le mani che ancora suonava le note di “perfeckt two”. Lessi il nome sullo schermo scritto a caratteri cubitali 'Tom' e lo strinsi nella mia mano sinistra, poi mi precipitai all'entrata, afferrai una felpa e uscii di casa.

Avevo già due chiamate perse da parte di Tom, e il telefono continuava a suonare. Ogni secondo mi ripromettevo di rispondere, ma non riuscivo a mettere fine a quella musica stupenda e... perfetta. Ero seduta contro un muro grigio di una via non molto distante da quella dov'era la mia casa... perchè era così che la consideravo ora, la mia casa, e stringevo tra le labbra la sigaretta accesa. Avevo camminato un po', ma poi avevo visto il muro di una scuola e mi ero seduta a terra, appoggiandoci le spalle, in memoria dell'anno scorso... io e Cla ci sedavamo sempre così, dando le spalle al muro del nostro liceo e parlando.

L'aria si era fatta pungente, e mi ero tirata sulla testa il cappuccio della felpa grigia, anche se avevo i pantaloncini corti e verdi del pigiama e le infradito. Canticchiavo nella testa la mia suoneria, mentre sentivo i miei polmoni abituarsi alla nicotina e la mia mente liberarsi da ogni preoccupazione.

 

You can be the hero and I can be your sidekick tu potresti essere l'eroe ed io il tuo

braccio destro

you can be the tear that I cry if we ever split tu potresti essere la lacrima che

piangerei se ci lasciassimo

you can be the rain from the cloud when its stormin tu potresti essere la pioggia che

cade da una nuvola quando diluvia

or you can be the sun when it shines in the mornin o potresti essere il sole quando

brilla al mattino

 

perchè? Perchè tu sei così importante per mè? Perchè a saperti con un'altra mi si spezza il cuore e i miei occhi pizzicano?...

 

Cuz your the apple to my pie perchè tu sei la mela sulla mia torta

your yhe straw to my berry sei il mio ago nel pagliaio

your the smoke to my high sei il mio fumo troppo elevato

and your the one I wanna marry e tu sei l'unico che voglio sposare

 

io dipendo da te, il problema è che non so se tu dipendi da me e la cosa mi fa impazzire...

 

Cuz your the one for me for me perchè sei l'unico per me

and I'm the one for you for you ed io sono l'unica per te

you take the both of us of us tu prendi entrambi...

and we're the perfect two ...e siamo una coppia perfetta

we're the perfect two siamo la coppia perfetta

 

vorrei solo capirti, vorrei solo che tu mi dicessi che per te sono di più, di più di una semplice amica, e vorrei che fosse vero.

 

You can be the prince and I can be your princess tu potresti essere il principe ed io

la tua principessa

you can be the sweet tooth I can be the dentist tu potresti essere il dente cariato ed

io la dentista

you can be the shoes and I can be the laces tu potresti essere le scarpe ed io i lacci

you can be the heart that I split on the pages tu potresti essere il cuore che verso

sulle pagine

 

perchè io credo di non potercela fare se ti considero solo un' amico... credo proprio di non riuscire a sopportare l'idea che tu esca con altre, e mi sembra impossibile anche solo l'idea di frequentare qualcun' altro oltre a te.

 

Don't know if I could ever be non so come potrei mai stare

without you cuz boy you complete me senza di te, perchè ragazzo tu mi completi

and in time I know that we'll both see e col tempo so che entrambi vedremo

that we're all we need che noi siamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno

 

la musica si interruppe all'improvviso, riportandomi con i piedi per terra e facendomi rendere conto di avere il viso bagnato di lacrime. Probabilmente Tom si era rassegnato e aveva messo giù, e io dovevo richiamarlo, perchè se anche non me la sentivo di iniziare una relazione, volevo uscire con qualcuno e volevo qualcuno con cui confidarmi che non fosse troppo distante, che non fosse della famiglia Bolen e che trovasse più simpatica me di Jake così che tenesse la bocca chiusa. Io avevo messo subito in chiaro con Tom la parola 'amici' e lui aveva accettato, dicendo che poteva essere anche solo quello finché io lo volessi.

Buttai a terra la sigaretta e la spensi col piede, poi mi alzai pian piano e mi diressi verso casa sotto una leggera pioggia con ancora l'ultima strofa della canzone che mi risuonava in testa...

-“ Tom, ciao, scusa ero in doccia e non ho sentito il cellulare...” innocue bugie per evitare di ferire gli altri e cacciarsi nei pasticci.

-“ grazie al cielo mi hai richiamato, avevo temuto il peggio!”

-“ tranquillo, sono sana, salva e non sono stata violentata.” dissi scherzando

-“ okay, meglio così, allora per sta sera?” strano, non aveva scherzato, possibile fosse successo qualcosa? Ormai avevo già raggiunto la porta di 'casa' e volevo entrare, dato che la lieve pioggerellina si era trasformata in un diluvio

-“ non lo so... ti faccio sapere più tardi, ora devo scappare a... asciugarmi i capelli. A dopo.” e chiusi la chiamata.

Tutta infreddolita e tremante suonai il campanello e mi aprii Jake preoccupato con indosso una giacca. Possibile che andassero già al blak come diavolo si chiamava?

-“ oh, Tess, mi hai spaventato a morte! Stavo per venire a cercarti!” si tolse la giacca e me la posò sulle spalle, facendomi entrare

-“ oh, ero solo andata a fare due passi... ora che conosco un po' meglio la zona.”

-“ Tess, ci sono zone in cui non dovresti andare” disse serio lui guardandomi negli occhi e inchiodando il mio sguardo nel suo. Quando mi guardava così io non riuscivo più a capire niente, non capivo cosa era giusto o sbagliato, non capivo dove fosse la destra e la sinistra, non capivo la gente che mi parlava... avevo solo un forte bisogno di baciarlo. Quando stavo per attirarlo a me lui mi lasciò libera da quello sguardo e si diresse in cucina, lasciandomi con le mani a mezz'aria.

Cosa intendeva con 'ci sono zone in cui non dovresti andare...' era così strano quel ragazzo!

-“ Tess, vieni un' attimo” Rick mi chiamava dalla cucina

-“ ditemi. che c'è?” chiesi scrutando i tre ragazzi di fronte a me.

-“ oggi ti portiamo in un bar a giocare a biliardino e calcetto!” disse entusiasta Rick

-“ oh, ma non dovevate andare al blak... coso?” chiesi tra lo stupito ed il emozionato

-“ no, Jake ha insistito tanto a non andare ed ad invitarti a venire con noi.” subito dopo quella frase si sentì un tonfo sonoro, e Rick era a terra. Io sbarrai gli occhi e Jake disse

-“ no, non è assolutamente vero... infondo è l'ultima sera che passiamo tutti insieme, volevamo salutarti come si deve...” non riuscii a trattenere un sorriso, alzando le sopracciglia e vedendolo abbassare lo sguardo, per poi riportarlo fisso su di me.

-“ va bene. Visto che non andate in discoteca uscirò con voi. Infondo sarà divertente!”

dissi girandomi per andare a cambiarmi. Poi sentii due mani poggiarsi sulla mia vita e un soffio caldo sul collo mi fece fremere

-“ ti prometto che lo sarà” sentii Jake sorridermi sul collo mentre lasciava la presa sui miei fianchi e io sgattaiolavo via, con un sorrisone stampato in faccia.

Mandai un messaggio veloce a Tom scusandomi e che ci saremo rivisti un'altra volta, rendendomi conto solo troppo tardi che quella sarebbe stata l'ultima sera che passavo a Palermo. Poi scesi le scale di fretta e mi ritrovai Jake in cucina intento a prendersi una sigaretta. Feci quasi per fare dietro-front quando lui mi chiamò

-“ Tess, vieni.” disse sorridendomi. Io mi avvicinai un po' titubante “ non ti mangio, tranquilla. Vuoi?” mi chiese porgendomi la sigaretta

-“ no, io fumo solo quando sono stressata.” risposi sorridendogli e aspettandomi una battutina, che non arrivò

-“ quindi eri stressata? Da cosa? Se posso chiedere ovviamente”

-“ da una cosa stupida... tranquillo” li sorrisi nel modo più convincente possibile, ma dal suo sguardo capii che non ero stata sufficientemente convincente.

Quando scesero dalle scale Rick e Matt, Jake mi prese per la vita e mi strinse a se. Gli altri due ci guardarono sorridendo e uscirono. Io mi girai per guardarlo, ma lui non me ne diede il tempo, si fermò sulla soglia della porta e posò le sue labbra morbide sulla mia fronte, per poi sussurrarmi contro la pelle

-“ scoprirò cos'è che ti turba... perchè non voglio che tu sia turbata in nessun modo... Perchè so che se tu sei felice lo sono anche io.” così dicendo mi diede un leggero bacio sulla fronte, sciolse l'abbraccio e mi cinse la vita con un braccio. Io mi lasciai fare, perchè con lui mi sentivo a casa, così mi accocolai contro il suo petto, e lui mi fece salire sui sedili posteriori dell'auto, abbracciandomi e tenendomi stretta, come se potessi scappare... come se volessi scappare, cosa che non mi sarei nemmeno sognata di fare, perchè finalmente mi sentivo al mio posto.

 

 

 

 

Angolo Autrice

Allooora... prima di tutto mi scuso per l'ora ma volevo assolutamente riuscire ad aggiornare oggi, poi in questo capitolo c'è un piccolo salto temporale (che vi assicuro valeva la pena fare per vedere il colpo di scena che ci sarà al capitolo 11) e spiega come si è sentita Tessa durante quasi tutta l'estate :3. siccome ho visto che le visite alla mia storia e le recensioni sono molte vorrei ringraziare tutti quelli che leggono, e che ovviamente recensiscono. Un grazie speciale a _tribute__, Tonia1d, yrisa e Isabelle02 che hanno recensito il capitolo scorso e mi hanno spronata. Spero che il capitolo vi sia piaciuto... fatemi sapere

tanti baci

 

Eli :3

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Capitolo 10
*** L'ultima sera? ***


Tessa

la berlina scura si fermò di colpo, facendoci sobbalzare tutti. Jake fece cadere il suo

braccio, a malincuore, lungo il fianco ed io mi allontanai un po', maledicendo Matt che era alla guida.

-“ che cos'è successo?” chiese preoccupato il ragazzo bellissimo a fianco a me.

-“ niente!” gli rispose Matt entusiasta. “siamo solo arrivati. Se perdevate meno tempo con le smancerie ve ne saresti accorti” concluse entusiasta. Io diventai rossa e rigida come un manico di scopa, mentre Jake sbuffando si sporse dal finestrino aperto, guardò fuori, si girò, mi sorrise e poi aprii la portiera prendendomi per un braccio e trascinandomi fuori. Si fermò davanti alla porta del locale e la aprii sorridente. Non lo avevo mai visto sorridere così, ed era stupendo.

-“ allora... ti piace?” mi chiese speranzoso, sempre tenendomi per un braccio. Il locale era semplice, c'era un bancone in legno scuro lungo quanto tutta la parete ovest e dietro si vedevano tre baristi correre da una parte all'altra per servire i clienti, attaccate ed in un angolo alla parete nord c'erano delle slot machine che lampeggiavano colori diversi ogni secondo, nella parete opposta al bancone c'era una grande finestra, che andava dal soffitto al pavimento, i tavolini da bar erano disposi solo in metà del locale, mentre vicino alle slot machine c'erano tavoli da calcietto, da biliardo e da ping pong su tutte le pareti c'erano riferimenti alla pesca e alla caccia, ad esempio sopra il bancone era appeso un'enorme salmone che metteva i brividi. Il locale era praticamente pieno, c'era gente che esultava e correva da una parte all'altra con dei boccali di birra in mano. Rimasi pietrificata... era qui che saremo stati? Io non sarei riuscita a sopravvivere... ma povero, non potevo dirgli in faccia che mi faceva schifo

-“ è... speciale.” li risposi sorridendo

lui mi guardò e rise, poi da dietro sbucarono Rick e Matt

-“ dai Jake, l'hai spaventata abbastanza” disse Rick divertito, facendomi corrugare la fronte

-“ vieni Tessa, vedrai che dove ti portiamo ti piacerà” disse facendomi l'occhiolino Rick e porgendomi una benda. Se prima ero confusa ora lo ero ancora di più.

-“ devi mettertela” mi sussurrò all'orecchio Jake, mandandomi i brividi in tutto il corpo e facendo reagire ogni mio muscolo. “ aspetta, girati...” disse dolcemente e mi prese per la vita, facendomi girare su me stessa, poi prese la benda dalle mie mani e me la poggiò sugli occhi, per poi chiuderla con un fiocco leggero sulla mia nuca. Sentii due mani poggiarsi sui miei fianchi e Jake sussurrarmi “ ti fidi di me?” annuii contro il suo petto, lui mi stampò un leggero bacio sulla spalla e mi guidò chissà dove.

-“ dove mi state portando?” chiesi con voce più calma possibile

-“ pazienza principessa” dalla voce era indubbiamente Matt. Sotto il mio piede sentii la mancanza del terreno, per poi ritrovarla poco più sotto... scale?! Deglutii rumorosamente e mi schiacciai contro il petto di Jake. Lo sentii sorridere sui miei capelli e poggiare la testa nell'incavo tra il collo e la spalla. Amici... amici... amici... si certo, vai convinta Tessa!

-“ Eccoci arrivati, ora la puoi smettere di strusciarti contro Jake” arrossii violentemente alla voce di Matt

-“ geloso fratellone?” stavano scherzando ma io mi allontanai con uno scatto in avanti, dove sbattei contro qualcosa e imprecai a voce alta.

-“ wow principessa, sai il fatto tuo eh!” Rick mi prese per un braccio e mi allontano da quel qualunque cosa fosse

-“ che cos'era?” chiesi con una smorfia sofferente

-“ un tavolo” disse pimpante Jake. Se avessi potuto lo avrei fulminato con lo sguardo.

Poi sentii Rick che mi passava ad un'altra persona che mi stringeva a se per la vita. Io mi irrigidii e feci un passo indietro, fermandomi immobile per evitare di fare ulteriori danni a me, agli altri o ai mobili. Sentii qualcuno avvicinarsi e mi morsi il labbro inferiore, poi due mani si poggiarono sulla benda e la slacciarono. Davanti a me c'erano Rick e Jake, e quest'ultimo mi guardava ferito, forse perchè mi ero allontanata bruscamente poco prima, e dietro di me c'era Matt con in mano la benda e mi sorrideva. Mi guardai attorno. Le pareti erano bianche, un'enorme lampadario a forma di palla da discoteca illuminato pendeva dal soffitto e proiettava ombre e colori ovunque, a pochi centimetri da me c'era un tavolo con sopra una tovaglia rosa e una torta decorata con panna e con sopra scritto in blu ' Tessa'. Qui sotto c'era meno gente di sopra, e soprattutto ragazzi della nostra età, c'era qualche bevanda alcolica, ma non molte, c'erano delle sedie vicino alle pareti e in centro alla sala si trovavano dei tavoli da gioco come quelli del piano di sopra. Mi girai verso tutti loro e saltai sul posto

-“ una tortaaa!” dissi in preda all'entusiasmo e mi fiondai ad abbracciarli tutti, continuando a dire ' grazie' come fosse una cantilena. Io adoravo i dolci, ma molto spesso mi mettevo dei limiti per la linea. Quando arrivai a Jake ero indecisa se abbracciarlo o no, ma poi decisi di farlo, infondo era giusto ringraziarlo. Lui mi prese in braccio e mi diede un bacio sulla guancia. Ed eccole, le mie guance, che reagivano! Maledette! Mi fiondai sulla torta e me ne tagliai una fetta, poi mi girai e vidi i tre ragazzi scrutarmi divertiti

-“ mmh?” mugolai con la bocca piena

-“ niente, niente tranquilla, noi andiamo a fare una partita a biliardo, ci vediamo quando hai finito l'assalto alla torta” disse Rick passandomi affianco ridacchiando seguito dagli altri. Li guardai dirigersi verso il tavolo e io mi sedetti su una sedia... oh, al diavolo Tess, è l'ultima volta che li vedrai, l'ultima volta che vedrai Jake, vuoi davvero startene su una sedia a trangugiare torta?! Per una volta i miei pensieri dovevano essere ascoltati così mi diressi in direzione del biliardo. Jake si girò verso di me e iniziò a parlarmi

-“ hey... pensavo volessi...” non li lasciai finire la frase perchè li misi un dito sulla labbra e dissi rivolta a tutti ma incatenando il mio sguardo al suo

-“ voglio passare questo giorno con voi, non vi rivedrò più, e quindi al diavolo tutto.”

dopo un attimo di silenzio nel quale i nostri occhi parlavano per la bocca mi prese per la vita e mi strinse a se, sotto lo sguardo allibito di tutti, ma non me ne importava, lo volevo sentire vicino, volevo sentire le sue labbra sulle mie, volevo lui.

Prese tra le mani le mie guance con lo sguardo liquido, senza mai interrompere il contatto visivo coi miei occhi si chinò su di me... ma quel momento magico doveva essere interrotto da una tipa alta coi capelli rosa che lo chiamava. Lui girò di scatto la testa, come me del resto, e appena vidi che si trattava di una ragazza misi le mani sul suo petto e lo allontanai. Lui mi guardò dispiaciuto, abbassando lo sguardo. La tipa, barcollò nella nostra direzione... forse per i tacchi troppo alti o per i troppi alcolici bevuti e iniziò a parlargli animatamente, con tanto di risatine e occhiolini, e io non ci capii più niente, poi lei lo afferrò per un braccio e se lo trascinò dietro. Capii solo una frase detta dalla maliziosamente dalla tipa: 'non mi offri neanche da bere?! Io ti ho offerto molto di più!' mi venne un coniato di vomito e andai dall'altra parte del tavolo per parlare con Rick e Matt.

-“ volete giocare ancora o...”

-“ non lo ho mai visto comportarsi così” dissi Rick serio

-“ ovvero?”

-“ ovvero, non ha mai portato nessuna ragazza alle nostre serate, e non aveva mai fatto storie quando una tipa sexy ci provava così con lui... Tessa, tu gli sconvolgi la vita.” Matt mi guardava sorridendo. Presi un lungo respiro e mi sedetti sul tavolo da biliardo.

-“ lui mi fa soffrire... non posso starci seriamente insieme, perchè lui mi spezzerebbe il cuore. Mi userebbe e poi si libererebbe di me. Quindi siamo amici.”

-“ hahahaha, ma chi volete prendere in giro? Vi fa male stare lontani, vi fa male vedervi con altri e non potete fare a meno di guardarvi negli occhi, io ho delle amiche, vere amiche, con cui non ci vado a letto, e ti assicuro che non le guardo come ti guarda Jake, ovvero come se tu fossi una torta e lui fosse te.” disse Matt “ e poi, te lo ho già detto, se tu non fossi speciale credi ti parlerebbe ancora? Credi che se tu per lui fossi come le altre avrebbe accettato di esserti amico senza portarti a letto e non ti avrebbe scaricata? Credi che non se ne sarebbe trovato un'altra e non ti avrebbe più parlato? Ha accettato di esserti amico solo per starti il più vicino possibile. Ma lui vorrebbe di più, fidati.” ora Matt mi guardava negli occhi, come per farmeli aprire a farmi vedere la palese verità, come se fino ad ora fossi stata cieca.

-“ il problema non è lui, sono io, sono io che non so cosa voglio, sono io che ho paura, che temo per il mio cuore...” sussurrai

in quel momento la musica partì, e non potei fare a meno di guardare in direzione di Jake. Lui mi stava guardando e la tipa lo implorava di ballare. Io distolsi in fretta lo sguardo e in quel momento un ragazzo mi chiese di ballare. Io, senza neanche guardarlo in faccia, accettai e me ne andai da quella situazione che mi faceva male.

Jake

ma perchè? Perchè tutte a me?! Stavo per baciarla, dio, stavo per baciarla. Vorrei che sta tipa di cui non ricordo neanche il nome si strozzasse col suo drink e la smettesse di toccarmi. Mi girai per vedere dov'era... stava parlando con i miei fratelli, e sembrava triste, in quel momento si girò per guardarmi, e mi persi nei suoi occhi nocciola. Lei distolse in fretta lo sguardo e poi la tipa difronte a me mi strattonò, dicendomi qualcosa riguardante il ballo, e mi resi conto che era stata messa la musica. Dovevo ballare con Tess, volevo ballare con Tess, con la MIA Tess.

-“ sisi, ci vediamo in giro, ora devo tornare da loro.” dissi alla tipa che mi guardava supplichevole. Mi fiondai dalla mia Tess, ma non c'era. Il panico si impossessò di me

-“ dov'è?” chiesi a Matt. Lui mi indicò la pista, e la vidi tra le braccia di un tipo. Stavo per andare in mezzo alla pista, portarla via da quel carciofo e baciarla, lì, davanti a tutti, ma Rick mi tenne per un braccio.

-“ te la sei cercata.” disse serio. Lo fulminai con lo sguardo

-“ se non vuoi un pugno sul naso lasciami stare.” dissi minaccioso

-“ questo è il prezzo per scoparsene una ogni notte. Lei ci soffre, e ogni volta venite interrotti. Ora lei è li, con un' altro ricordatelo” non ci vidi più e gli tirai un pugno

-“ e tu ricordati, non faccio mai più di un' avvertimento.” Rick cadde a terra e mi guardò storto, coprendosi con una mano il naso. Il tonfo attirò l'attenzione di tutti, specialmente quella di Tess, che si precipitò nella nostra direzione. Mi guardò triste, e abbassò lo sguardo su Rick, che si stava alzando.

-“ cosa vi è saltato in mente?!” chiese preoccupata

-“ tranquilla, è solo un pugno...” la rassicurò Matt, ma lei sembrava nel panico. È questo che mi faceva impazzire di lei, si preoccupava per gli altri, mentre tutte quelle con cui ero stato si preoccupavano solo di se stesse.

-“ ma sta sanguinando!” poi si girò verso di me “ Jake, tu stai bene?” io annuii sorridendole, e vedendo il suo sguardo farsi più calmo

-“ dai, andiamocene di qui, torniamo a casa, ci divertiremo anche li...” poi si girò e si diresse verso la macchina.

Matt si sedette al posto del guidatore, e Rick davanti con lui, così io e Tess rimanemmo soli nei sedili posteriori.

Tutto il viaggio lo passammo in silenzio e Tess guardò fuori dal finestrino senza mai incrociare il mio sguardo, poi quando arrivammo sentii la sua voce chiedere

-“ che ore sono?”

-“ mezza notte...” le risposi

-“ che facciamo?” chiese sbuffando e buttandosi sul divano

-“ io vado a prendere del ghiaccio” disse secco Matt. Mi discpiaceva avergli tirato un pugno, ma si sa, uomo avvisato mezzo salvato, e poi lo sapeva che parlare di Tess mi mandava il sangue al cervello.

-“ io mi guardo un film...” dissi guardandola

-“ ehm... io sono stanca vado a letto, notte” si affrettò a dire, e corse su per le scale a passo spedito.

Cosa avevo fatto adesso?! Che se la sia presa per la tipa dai capelli rosa? Dio, sono un coglione.

-“ allora, che film guardiamo?” chiese Matt

-“ mi è venuto sonno, vado a letto, a domani.” dissi scazzato. Volevo parlarle, non la avrei lasciata dormire finché non mi avesse parlato, è da quando siamo tornati dal bar che mi evita.

Corsi su per le scale e davanti alla sua porta trovai un' asciugamano bagnato, un reggiseno, bagnoschiuma e shampoo, quindi era appena uscita dalla doccia, così bussai.

-“ si, è aperto!” la sua voce mi invitò ad entrare, e così feci, chiudendomi la porta alle spalle.

-“ oh, Jake, ciao..” indossava solo una camicia da notte azzurrino chiaro, ed era terribilmente sexy

-“ che hai Tess?” le chiesi

-“ niente, sono solo un po' stanca” disse infilandosi sotto le coperte. Lasciai passare un po' di tempo, nel quale restammo in silenzio, poi dissi

-“ okay, allora dormiamo” e detto questo mi infilai nel letto con lei. La sentii irrigidirsi metre le passavo un braccio intorno alla vita

-“ Jake...”

-“ tranquilla, voglio solo dormire... fammi un po' di spazio” le soffiai nell'orecchio, facendole venire i brividi. Dato che le avevo detto 'dormire' forse era meglio tenere a bada gli ormoni, ma la consapevolezza che era contro il mio petto, nel mio stesso letto, con solo una vestaglia addosso e senza reggiseno... non mi rendeva per niente le cose facili, così cercai di concentrarmi su una crepa nel muro.

-“ okay, ma solo perchè è l'ultima sera” disse accoccolandosi ancora di più contro il mio petto. Alle sue prole sorrisi e lei si addormentò, così fui costretto a farmi morire in gola una frase non poco importante e mi addormentai stringendola a me

questa non sarà l'ultima sera, domani lo saprete tutti.”

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ciaooo a tuttii... in questo capitolo c'è un pov Jake che spero mi sia venuto bene e che vi sia piaciuto. Ringrazio tutti i lettori e ovviamente tutte le persone che aggiungono la mia storia tra i preferiti/seguite/ricordate, il mio intento è quello di farvi emozionare e sentire come si sente Tessa, e spero proprio di riuscirci :)

un grazie speciale a Tonia1d e yrisa che hanno recensito il capitolo precedente ^-^

P.s: ho visto che nel capitolo precedente ci sono state meno recensioni del previsto, e spero che non sia perchè la mia storia ha iniziato a stufarvi, se è così fatemelo sapere comunque che tenterò di ravvivarla un pò.

un bacio, e grazie ancora a chi ha recensito fino ad ora

Eli

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Capitolo 11
*** Ti amo, Jake ***


Ieri al bar era stato insolito, all'inizio bello e dopo triste, ma la notte passata rannicchiata con Jake era stata... stupenda! Io ero fatta così, odiavo soffrire e odiavo il dolore, per questo non avevo piercing, non avevo tatuaggi, e custodivo gelosamente le chiavi del mio cuore, ovviamente fino a quest'estate, quando i miei occhi nocciola si sono persi in quegli blu oceani di Jake, il quale aveva strappato le chiavi dalle mie mani e aveva fatto del mio cuore il suo regno. Gli avevo permesso di dormire con me perchè sapevo che non lo avrei più rivisto, e che differenza potrà fare una notte se poi non ci si vede più? Quel giorno stesso sarei tornata a Bolzano e avrei archiviato mr. occhi blu come una cotta che sarebbe passata col tempo e la lontananza.

I miei genitori avevano detto che potevano capire che mi mancava Cla e la mia città, così avevano deciso che sarei rimasta li solo due mesi. Io non avevo ribattuto, perchè stare li mi faceva male... anche se avevo Matt e Tom come amici, vedere Jake che se ne sbatteva una diversa a settimana mi faceva venire le lacrime e il vomito, e non vedevo l'ora di dimenticarlo, così da potermi rilassare senza usufruire della nicotina.

In quell'istante tornai con i piedi per terra e mi girai di scatto nel letto, per dire a Jake di andarsene o ci avrebbero visto, ma con mia sorpresa lo trovai vuoto, così mi alzai in piedi come una furia e scesi al piano di sotto con lo stomaco che brontolava.

Sarei partita quel pomeriggio, e quindi mi aspettavo un saluto coi fiocchi, ma quando scesi vidi Charlotte saltare di gioia e abbracciare Jake, e quell'abbraccio diventò presto un' abbraccio di famiglia.

-“ oh, ciao Tessa, ti sei alzata!” disse Charlotte raggiante. Tutti felici che me ne andavo insomma...

-“ si, ma non volevo interrompere...” dissi scocciata

-“ oh, nono, tranquilla... siamo così felici perchè Jake ha trovato lavoro!” disse allargando il sorriso, cosa che credevo fosse impossibile. Distesi le labbra, fingendo che me ne importasse qualcosa... infondo non lo avrei più rivisto! (cosa che continuavo a ripetermi per non so quale ragione)

-“ mamma...” lo sentii lamentarsi

-“ cosa tesoro? Guarda che non ti devi vergognare! Anzi, ti racconterà tutto lui visto che prenderete l'aereo assieme” sbarrai gli occhi, sbigottita

-“ cosa?!” sussurrai. Forse stavo sognando, tiratemi l'acqua gelata, presto!

-“ si, mi hanno offerto un posto proprio a Bolzano, in centro. Un'officina abbastanza famosa mi ha assunto come meccanico”

-“ oh, wow, è...” non riuscivo a dire niente... ero felicissima e spaventatissima al tempo stesso... se me ne volevo andare era proprio per smettere di soffrire vedendolo. Ma non potevo certo fare la figura della maleducata davanti a tutti. “...è fantastico” dissi sorridendo. Un secondo dopo mi ritrovai fra le sue braccia e lui mi tirò su di peso, prendendomi in braccio e sussurrandomi all'orecchio

-“ sono così felice che tu sia contenta per me!”

-“ io ci sarò sempre per te Jake. So come ci si sente ad andare in un'altra città, e se hai bisogno di un'amica o di una... persona con cui parlare io ci sarò” dissi sussurrando, così che gli altri non mi sentissero. Mi sentivo in debito, infondo lui per me c'era stato.

-“ grazie.” disse sorridendo contro il mio collo e mandandomi i brividi in tutto il corpo. Poi mi rimise a terra e disse.

-“Vado a prendere le valigie, tu fa colazione che abbiamo l'aereo alle 13.30” e sorridente salì le scale, lasciandomi da sola con la sua famiglia che mi guardava a bocca aperta. In silenzio mi misi a tavola e mangiai. Verso metà della mia colazione, che comprendeva pane e nutella, Charlotte mi disse che aveva avvisato i miei genitori e che quindi Jake sarebbe venuto a casa con me, giusto per salutarli, e poi se ne sarebbe andato. Poi la famiglia Bolen iniziò a girare per la casa, facendo non so cosa, ero troppo agitata per accorgermene. Avrei presentato Jake ai miei, come amico, avrei passato giornate intere con lui, da soli, e chissà, magari sarei anche uscita dalla fiendzone se si decideva a provarci, ma fifona com'ero non so se lo desiderassi veramente... avevo ancora in mente la vacca bionda e le sue parole molto poco carine.

 

Richard ci accompagnò fino in aereo porto, con tutta la famiglia. Io, Jake, Rick e Matt in macchina con lui; mentre Max, Marco e Luke con Charlotte. Aspettammo l'aereo per dieci minuti, nei quali ci salutammo, anzi, si salutarono dato che io abbracciai solo Rick, Matt e Max, strinsi la mano a Charlotte e a Richard e feci un cenno col capo ai due sedicenni.

Per tutto il viaggio Jake mi parlò del suo nuovo lavoro, io gli dissi che lo avrei aiutato a orientarsi e lo avrei presentato alla mia famiglia, poi gli dissi che sarei andata a trovarlo e lui arrossì lievemente e abbassò lo sguardo, cosa che trovai molto dolce.

Quando scendemmo dall'aereo mia madre mi corse incontro e mi abbracciò

-“ Tessy, oh Tessy come ci sei mancata!” poi sciolse l'abbraccio e si rivolse a Jake “e tu sei Jake vero?!”

-“ si, signora Collins” disse lui sorridendole e porgendole la mano

-“ oh tesoro, chiamami mamma.” io inorridii a quelle parole e Jake la guardò perplesso, mentre mia mamma si mordeva la lingua, arrossiva e si arrampicava sugli specchi “si, beh, perchè qui tutti gli adolescenti mi chiamano mamma!” se ne uscì mia madre con un sorriso tirato, imbarazzato e in finto entusiasmo.

-“ okay, allora... ciao mamma...” disse Jake con un'espressione divertita dalla quale si capiva che si stava trattenendo dal ridere in faccia a mia madre, che se lo sarebbe proprio meritato. Rossa in viso, mia madre si avviò verso la macchina e noi due la seguimmo.

-“ wow, si direbbe che a tua mamma piaccio. Ora possiamo anche sposarci mi considera già suo genero” disse ghignando e guadagnandosi un mio sguardo di fuoco in risposta alla frecciatina... ero di nuovo rossa come un pomodoro maturo. Salimmo in macchina, e dopo circa un'ora e mezza arrivammo a casa. Quando scendemmo dall'auto mio padre tolse i nostri bagagli dal bagagliaio e chiuse lo sportello

-“ bene ragazzi, io e Richard dobbiamo andare dai vicini per un paio d'ore, tu sistema i bagagli...” disse indicandomi “e poi aspettatici, quando saremo di ritorno accompagneremo Jake al suo appartamento. Ah, Tessy, ricordati di chiamare Claudia, ha chiesto di te. Ciao ciao.” mi limitai ad annuire ed ad avviarmi verso casa, seguita da Jake. Mentre portavo dentro i bagagli e li lasciavo sulla soglia perchè ero sfinita dal viaggio mi vennero in mente due cose: 1. dove cavolo la aveva presa l'idea di quel soprannome orrendo mia madre? E perchè si comportava come una quindicenne pompata... 'ciao ciao'? 2. dovevo chiamare subito Cla! Però quello che feci fu girarmi verso Jake e chiedergli

-“ appartamento? Hai comprato un' appartamento?”

-“ no, ma ho trovato un coinquilino. Ho affittato una camera.” disse fieramente, per poi lasciare a terra la sua valigia e sedersi sul divano.

-“ vieni qui” mi disse tirandomi per un polso e facendomi sedere sopra di lui nel divano arancione di casa mia.

-“ Jake...” dissi paziente, ma lui mi prese la vita tra le mani e mi baciò la nuca, facendomi fremere.

-“ mmm...”

-“ Jake, siamo...” ma lui non mi lasciò finire perchè staccò bruscamente le labbra dal mio collo e mi interruppe

-“ amici... si, lo so” disse sconsolato lasciando ricadere le mani a peso morto lungo i fianchi. Io mi girai e posai le mie mani sulle sue guance, perdendomi in quegli oceani blu.

-“ io stavo per dire nel salotto di casa mia...” il suo viso si illuminò e si avventò sulle mie labbra. Dio quanto mi mancavano i suoi baci, era circa due mesi che non sentivo le sue labbra sulle mie. Poi si alzò dal divano, senza mai smettere di baciarmi e tenermi in braccio a lui per le cosce, e si diresse verso una porta a caso, che fortuna volle era proprio camera mia. Si sedette sul letto con me sopra, e si staccò lievemente dalle mie labbra per prendere fiato.

-“Tess, io... io non so cosa provo, so solo che quando qualche mio amico cazzone mi chiedi di presentarti gli vorrei tirare un pugno sul naso... sto cercando di dirti che non mi era mai successo con nessuna...” disse tenendosi la testa tra le mani. Poi portò una mia mano sul suo petto, all'altezza del cuore, che batteva all'impazzata “... senti cosa mi fai Tess?! Senti la tua vicinanza cosa fa scatenare in me?! senti il mio cuore che chiama il tuo nome?” Quanto era bello, ed io lo amavo, si, io lo amavo.

-“ guardami...” dissi dolcemente. Lui alzò lo sguardo e lo piantò nei miei occhi “ ti amo, ti amo Jake” non mi fregava se lo avrei spaventato, non mi importava se sarebbe scappato via, io avevo portato quel peso da troppo, troppo tempo e dovevo liberarmene, non ce la facevo più. Il suo sguardo divenne liquido e si sporse a baciarmi, prendendomi per i fianchi e rialzandomi, portandomi così di nuovo in braccio a lui. Poi mi fece distendere sul letto e dopo un secondo fu sopra di me riprendendo a baciarmi appassionatamente. La sua lingua si faceva strada nella mia bocca, io assaporavo il suo odore. Sentii le sue mani calde tracciarmi il profilo delle braccia per poi arrivare ai fianchi e stringere il bordo della mia maglietta, io tirai in altro le mani mentre lui me la sfilava. Quando fui in reggiseno prese a baciarmi il collo, per poi scendere alla gola e iniziare a baciarmi la clavicola, facendomi boccheggiare. Strinsi anche io con forza il bordo della sua T-shirt e gliela sfilai con il suo aiuto. Le mie mani corsero libere sui suoi addominali asciutti e tesi. La sua mano scese al bottone dei miei jeans, e con un' attimo di esitazione li sbottonò, con un movimento veloce me li sfilò di dosso e li gettò sul pavimento, facendo lo stesso con i suoi. Mise le mani dietro la mia schiena e lo sentii armeggiare con il laccetto del reggiseno, mentre emetteva un ringhio basso contro il mio petto e schiacciava la sua erezione contro la mia gamba. Dio, il bisogno che aveva di me era davvero grande. Quando, finalmente, riuscì a liberarsi del mio reggiseno, sollevò la testa dal mio petto e mi guardò

-“ dio, sei bellissima Tess” non resistetti e lo tirai nuovamente su di me. Lui si fiondò sul mio seno destro con la bocca, leccandolo, baciandolo e mordendolo, mentre stringeva il sinistro con la mano. Ormai non riuscivo più a parlare, ero tutta gemiti e ansimi, così mi attaccai all'elastico dei suoi boxer e glieli sfilai. Lui stacco, a malincuore, la bocca dal mio seno, mi guardò con lo sguardo liquido e con un sorriso malizioso. Dal mio capezzolo iniziò a scendere e a lasciarmi baci lievi su tutto il mio corpo, seguendo un percorso immaginario. Arrivò all'ombelico, e quando sentì il mio gemito farsi più forte stacco la bocca dalla mia pancia e infilò una mano sotto le mie mutande, facendomi boccheggiare e ansimare nuovamente.

Mi tolse le mutande e le lanciò da qualche parte nella stanza, con un movimento veloce prese dalla tasca dei suoi jeans ormai per terra una bustina argentata che strappò coi denti, per poi infilasi il preservativo. Sostenendosi sui gomiti, si sistemò tra le mie gambe e dopo un secondo fu dentro di me. Iniziò a muoversi lentamente, ma poi aumentò il ritmo, e quando stavo per raggiungere il totale piacere mi aggrappai alla sua schiena come un koala, cercando di far durare quel momento il più a lungo possibile.

-“ Jake...” dissi con voce talmente roca e piena di desiderio che non sembrava neanche la mia

“... sto per...”

-“ vieni per me amore. Vieni con me” disse ansimante, e a quelle parole mi lasciai andare, non pensai alle conseguenze che l'indomani avrebbe avuto, me ne fregai di tutto. Incurante del mio gemito troppo forte e del suo gemito troppo forte mi abbandonai a lui.

Subito dopo uscì da me e mi si distese affianco, cingendomi la pancia con un braccio e facendomi accoccolare sul suo petto.

-“ grazie, grazie davvero Tess.” grazie?! E per cosa? e con quella domanda non detta mia addormentai.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciaoo a tutte, oggi nelle note finali sarò molto breve, anche perchè sto morendo di vergogna, quindi se trovate errori ditemelo perchè ho evitato di rileggere il capitolo, altrimenti lo pubblicavo per metà... spero solo di non avervi deluse, e se è così fatemelo sapere che rimedierò al più presto! :(

un grazie particolare a Tonia1d, Isabelle02, chicchina 89, Portgas D Denis x ac e yrisa, ovvero le cinque mitiche ragazze che mi hanno supportato nell'ultimo capitolo e mi hanno tirato su il morale ^-^

un bacio grandegrande (fatemi sapere i vostri pareri sul capitolo u.u)

Eli

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Capitolo 12
*** Pentimento ***


Tessa

Mi svegliai con calma... non ricordavo neanche perchè dormivo in realtà, ma dalla luce che entrava dalla finestra spalancata era sicuramente giorno. Mi guardai stranita la gamba nuda, poi mi toccai la pancia, anch'essa nuda, poi mi toccai il seno... ma cosa ci facevo nuda nel letto? Mi girai su un fianco e il mio fiso si fisso su quello beato di Jake. Sbarrai gi occhi e saltai a sedere, mi guardai intorno nella stanza... c'erano vestiti ovunque, i miei e i suoi, le mie mutande erano sulla scrivania e poco lontano dai suoi jeans c'era un preservativo chiaramente usato. Alla vista di quel macello di vestiti tutto mi tornò di botto in mente, come un' uragano che si abbatteva sulla mia povera testa gia stremata. Ricordai i miei ansimi e i suoi gemiti, ricordai il suo stringermi e ricordai chiaramente che lui era entrata in me.

Scattai in piedi terrorizzata. Io non ero quel tipo di ragazza, io ero il tipo da 'niente sesso senza amore' ma io non lo so se mi amava... non sapevo neanche se io lo amassi. Bel casino... oddio, i miei genitori! Dove cazzo sono i miei genitori?! Che siano già tornati?! Oddio, oddio, oddio. Ma perchè ero così stupida? Così incredibilmente stupida? Non dovevo farlo, sapevo quali erano le conseguenze, e ora ero terrorizzata, terrorizzata dal fatto che lui non dasse peso a quello che era successo, che lui continuasse la sua solita vita nel modo di prima, ovvero facendosi chiunque li sembrava femmina... terrorizzata dal fatto che lui mi spezzasse il cuore, perchè ora non potevo fare a meno di considerarlo mio, e lui mi avrebbe fatto capire dolorosamente che mio non era.

Senza neanche accorgermene ero già vestita e stavo aprendo la porta di camera mia. Diedi una veloce occhiate dietro di me e pensai di coprirlo col lenzuolo, solo per non far scandalizzare i miei genitori in caso lo avessero visto. Non sapevo se svegliarlo o no, ma sicuramente non mi avrebbe lasciato scappare via... ma io volevo dimenticarmi di lui, non vederlo mai più e dimenticarmene. Non volevo un cuore spezzato, non di nuovo.

Corsi fuori da camera mia, imboccai il corridoio, raggiunsi il soggiorno, agguantai al volo la mia borsa con dentro cellulare e chiavi e uscii sbattendo la porta più forte che potevo... magari così si sarebbe svegliato.

Chiamai in fretta l'ascensore, dicendomi che se in cinque secondi non fosse arrivato avrei preso le scale. In quel momento le due porte metalliche si aprirono e mi fiondai dentro, trovandoci un ragazzo con li occhiali ed i capelli marroni scuro... aveva l'aria buffa, ma non ero in grado di ridere in quel momento, il mio stato d'animo era un misto di ansia, terrore e nervosismo.

-“ ei...” mi disse il ragazzo. Io mi votai di scatto e lo guardai in modo assaino

-“ che?” dissi secca

-“ l-la maglia...” disse titubante indicandomi. Sbuffando feci una giravolta su me stessa per guardarmi nello specchio che stava difronte alle porte dell'ascensore. Sussultai. Avrei fatto paura perfino ad un maniaco suicida! La maglia era alla rovescia, i capelli un groviglio che assomigliava a un gomitolo di lana, le labbra gonfie e morsicate, un succhiotto sul collo e, il gran finale, le scarpe di mio padre.

Trattenni un urlo e diventai rossa in viso. Appena le porte si aprirono il ragazzo schizzò fuori e io guardai a destra e a sinistra fuori dall'ascensore. Non potevo tornare in camera, sicuramente Jake era sveglio, e io sarei stata costretta a parlargli, e lui mi avrebbe detto che non li importava niente. Vidi il portone del palazzo difronte a me, e vicino un' attaccapanni, con sopra una miriade di giacche tra le quali un lungo cappotto marrone con cappuccio di pelliccia di cincillà. Mi avrebbero preso tutti per deficiente se fossi andata in giro con una pelliccia, dato che c'erano trenta gradi, ma piuttosto che finire al manicomio per come ero vestita... preferivo la pelliccia. Presi un bel respiro, mi misi la borsa a tracolla, diedi un'ultima occhiata fuori dall'ascensore e corsi. Corsi come una pazza, agguantai all'ultimo secondo la pelliccia e schizzai fuori, indossandola in malo modo. Sapevo dove andare, ora dovevo solo correre.

Jake

sentii la porta sbattere. Cazzo, i suoi genitori erano tornati. Mi alzai dal letto inspirando affannosamente e sgranando gli occhi. Mi girai per svegliare Tess, ma lei non c'era. Il mio cuore perse un battito... no, due... no, tre! Mi alzai in preda al panico, agguantai i miei boxer, i miei pantaloni e la mia camicia, per poi fiondarmi di sotto.

Ero solo, completamente solo in casa, e quindi questo voleva dire che non era entrato nessuno, bensì qualcuno era uscito. Il panico e l'ansia si impossessarono di me, mi vestii e feci per aprire la porta, quando questa si spalancò da sola.

I signori Collins. Deglutii a vuoto, spostando lo sguardo dall'uno all'altro come un ladro appena scoperto... stavo impazzendo.

-“ Jake!” la madre di Tess mi buttò le braccia al collo, mentre il padre mi diede una pacca sulle spalle “ porta i tuoi bagagli fuori, ti portiamo al tuo appartamento...” disse sorridendomi amorevolmente, per poi aguzzare lo sguardo e farsi curiosa “... dov'è Tessy? Te la chiamo così la saluti” oddio...

-“ lasci stare signora Collins, sta riposando, io sono stato sul divano e lei è andata a dormire... il viaggio è stato stancante, ci rivedremo di sicuro.” perchè ci saremo rivisti... vero?!

-“ oh...” disse lei un po' sconsolata “ okay!” esclamò sorridendomi e uscendo dalla porta, seguita da suo marito e da me.

Il viaggio lo passai tormentato... dov'era? Perchè cazzo se ne era andata poi? Le avevo fatto male? Dio, ditemi che non è così, altrimenti mi sarei auto-distrutto.

Lasciala andare, infondo ti sei divertito, hai fatto la stessa cosa che fai con tutte da sempre, cos'ha lei di speciale? Niente! Non vale la pena per nessuna stare male, che se ne vada, te ne troverai un'altra... non ci vorrà molto! Questo era quello che un angolo della mia mente diceva... ma erano tutte cazzate. Lei era speciale, lo era in tutto, e la volevo con me, la volevo per me, la volevo mia. Non la avrei lasciata andare, anche perchè non ero pronto ad accettare di vederla tra le braccia di un altro, nel letto di un altro... il solo pensiero mi mandava in bestia e mi faceva venire voglia di picchiare a sangue qualcuno.

Scesi dall'auto, e i signori Collins mi dissero qualcosa. Io annuii distrattamente, senza neanche sapere a cosa stavo dando consenso. Trascinai il mio bagaglio fino a quando non arrivai difronte ad un palazzo. Suonai il campanello e mi definii il nuovo inquilino, subito dopo vidi scendere dalle scale del condominio un tipo alto, con una zazzera di capelli neri ed un sorriso amichevole. Mi aprii la porta e mi guidò su per le scale... niente ascensore... iniziamo bene! Il sarcasmo mi usciva da tutti i pori, così come l'amarezza e l'incazzatura. Mi guidò nella mia stanza, dove buttai la valigia per terra, lo ringrazia con il sorriso migliore che potessi fare in quel momento e mi buttai di schiena sul letto, pensando a come e a dove avrei potuto rivederla...

Tessa

mi bloccai davanti all'enorme portone in legno della casa... un po' titubante se bussare o no... cosa le avrei raccontato? Oh, al diavolo, tutto, era la mia migliore amica, doveva sapere della sorpresa di quella mattina, del viaggio, dell'inconveniente di quel pomeriggio e della fuga con la coda tra le gambe e la maglia rovesciata di poco prima. Così bussai...

mi aprii la mia migliore amica, buttandomi le braccia al collo, poi allontanarsi da me e squadrarmi con aria disgustata

-“ sei orripilane Teso... un vero pugno in un occhio!”

-“ fa sempre piacere la sincerità...” dissi più divertita che infastidita “ fammi entrare rincoglionita che qui mi vedono tutti!” dissi ridendo e facendo ridere anche Cla, che si spostò per farmi passare.

Mi trascinò su per le scale e poi in camera sua, poi prese in mano spazzola, trucchi vestiti e scarpe. Portavamo lo stesso numero e lei sembrava una bancarella. Barcollava per la camera chiedendomi aiuto, e io la guardavo divertita, poi buttò tutto sul letto e mi disse di mettermi un vestito. Mi cambiai in fretta, poi mi fece sedere su un sedia e iniziò a spazzolarmi delicatamente, per poi mettere mano al trucco.

Sentii la sua mano vibrare e subito dopo tutto l' eye-liner sbavato su tutta la mia palpebra.

-“ Cazzo!” la sentii imprecare

-“ Cla, tutto bene?”

-“ no!” disse lei esasperata, prendendo in mano lo stuccante e armeggiando con un batuffolo di cotone “ non può dirmi di essere andata a letto con il tipo figo e che poi ti sei pentita e sei scappata quando sto facendo una cosa la cui servono calma e pazienza!” disse rivolgendomi un'occhiata torva, per poi inginocchiarsi di fronte a me e facendomi segno di chiudere gli occhi. Subito dopo sentii il contatto del cotone morbido e umido sulla pelle. “comunque... capisco perchè sei scappata, ti conosco e tu odi soffrire, e quel tipo li, da come mi hai detto, non è in cerca di una relazione seria. Tu non sei il tipo da 'solo sesso', tu sei fragile... hai fatto bene ad andartene. Abita in città, no?! Forse lui ti considererà un'avventura e ti lascerà in pace, e tu potrai trovarti un ragazzo capace di darti quello che vuoi.” si stacco da me ed io aprii gli occhi, abbracciandola.

-“ grazie Cla, grazie davvero... si, forse hai ragione, si dimenticherà di me.” dissi sorridendole

-“ figurati tesoro, e adesso guardati allo specchi ed elogiami!” disse fiera. Mi alzai dalla sedia e mi rimirai nel suo grande specchio dietro la porta. Era davvero brava, sia nel scegliere gli abiti che col trucco, per le scarpe aveva optato per una zeppa non troppo alta, e il risultato finale era un look femminile e sobrio.

-“ okay, ora va, ci sentiamo domani...”

-“ grazie mille Cla!” dissi stampandole un bacio sulla guancia

-“ prego!” e mi fece l'occhiolino.

-“ a... non hai da darmi una sigaretta?” chiesi voltandomi sulla porta

-“ fumi?” mi chiese allibita “ lo sapevo... non dovevo lasciarti andare fin li giù da sola!” mi disse scherzando e riferendosi a Palermo

-“ senza tante cerimonie... me ne dai una o no?” chiesi sorridendo sinceramente

-“ va bene... ma non mi diventare dipendente.” disse seria

-“ tranquilla, fumo solo quando sono nervosa” dissi allontanandomi nel corridoio

-“ sisi, fidati, è così che si inizia!” mi urlò dietro canzonandomi mentre uscivo da casa sua e mi chiudevo la porta alle spalle.

Avevo girato un po' per il parco e poi mi ero diretta alla biblioteca della scuola. Mi avrebbe fatto bene leggere, io amavo leggere, ero in grado di perdermi in un libro e di farlo mio. Appena dissi alla bibliotecaria il mio nome scoprii che avevo già un libro preso in prestito. Non mi era mai successo che avessi un libro e me lo dimenticassi, perchè di solito quelli che prendevo mi affascinavano sin dalla copertina... forse ero solo stata distratta da altro. Così uscii dalla biblioteca senza nessun libro, per la prima volta, e mi diressi verso casa.

Controllai il telefonino, rigorosamente silenzioso. Due chiamate perse e tre messaggi da Jake. Voleva sapere perchè me ne ero andata come una ladra da casa mia. Non risposi, spensi il cellulare e lo buttai a caso in borsa.

Appena arrivai a casa salutai velocemente mio padre e mia madre, e prima che quest'ultima potesse iniziare con l'interrogatorio mi fiondai in camera, gettai le scarpe da qualche parte nella stanza e mi buttai sul mio letto che sapeva ancora di Jake.

Avevo troppe cose da assimilare, ero di nuovo a Bolzano, Avevo rivisto Cla, e poi c'era quel piccolo dettaglio dell'essersi concessa ad un'idiota che usa le ragazze e a cui probabilmente non fregava niente di me. Le parole di Catherine mi trafissero la mente come un dardo infuocato 'uno come lui non perde tempo con una come te.'... e se fosse vero? Sentivo le lacrime pungermi gli occhi, ma mi feci forza e decisi di abbandonare il pensiero di Catherine e quello di Jake, e il miglior modo che conoscevo era leggere, quindi mi fiondai nella libreria e, stando un attimo ad ammirare lo scaffale che preferivo, ovvero quello con sopra tutta la serie dei libri 'shadowhunters' cercai il misterioso libro che avevo preso in prestito. Dopo una buona mezz'ora che non lo trovavo mi rassegnai e mi buttai a pancia in su sul letto, urtando con la gamba il comodino e facendolo rovesciare, mi alzai in piedi di scatto, dolorante e fu lì che lo trovai, sotto il comodino, il che mi sembrò strano, ma nonostante ciò decisi di portarmelo in grembo e spolverarlo con la gonna del vestito. Mi colpii la copertina, sulla quale era scritto a caratteri cubitali e rosa 'uno splendido disastro' e in basso a sinistra, si vedeva una piccola scritta in bianco che si stagliava contro lo sfondo nero, diceva:

'Ho chiuso il mio cuore

Tu sei il ragazzo sbagliato

Ma solo tu hai la chiave.'

una fitta mi trafisse il petto e lanciai il libro sul pavimento, per poi chiedermi cosa fare... sarei davvero riuscita ad andare avanti come se lui non fosse mai esistito?

Il buio mi avvolse all'improvviso, tutto il sonno accumulato tra il viaggio e i giorni precedenti mi si riversò addosso in quel momento, facendomi crollare nel mondo dei sogni su un letto che sapeva di Jake e con il suo viso ben stampato in mente.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciaoo a tutte, in questo capitolo Tessa è un po' spossata da quello che è successo perchè pensa che Jake abbia ottenuto quello che sempre aveva voluto e che ora se ne fregerà, dato che lei non ha niente di speciale... ovviamente lui non la pensa affatto così! :D

Ho pubblicato così in fretta per due ragioni...

1. domani probabilmente non riuscirò a pubblicare perchè sarò in montagna tutto il giorno

2. perchè volevo tranquillizzarvi e dirvi che la storia non finisce qui, non so di preciso quanto diventerà lunga, ma di sicuro più di 13/14 capitoli. :)

Un grazie a tutte voi ragazze che leggete e recensite, e soprattutto grazie a _tribute__, Tonia1d e chicchina 89 che hanno recensito il capitolo precedente ;)

fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo,

un bacio :*

Eli

 

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Capitolo 13
*** Brayan ***


mi svegliai di soprassalto, erano le sei del mattino e qualche imbecille del mio palazzo, ascoltava la musica a tutto volume. Presi un bel respiro, e tentai di rimettermi a dormire. Oggi sarebbe stato il mio primo giorno di scuola del mio ultimo anno, e avevo ancora mezz'ora per dormire, ma ovviamente non potevo non stressarmi già prima di arrivare a scuola. Mi sembrava di aver passato la notte ad ingoiare gesso, tanto la mia bocca era impastata, così mi alzai sbuffando e mi diressi in bagno. Puntai la manopola del rubinetto tutta sul blu e mi lavai la faccia con le mani, tentando di svegliarmi. 'fanculo, qui ci voleva molto di più di una semplice 'lavata' di faccia, avevo bisogno di calmarmi, così entrai nella doccia e mi richiusi la tenda alle spalle, lasciando che il getto gelido lavasse via il mio sudore e mi rinfrescasse.

Era passata una settimana, una settimana dalla volta che avevo visto Jake, e mi mancava tremendamente, mi aveva trasformata, anzi, io mi ero trasformata, IO mi trasformavo ogni giorno che passavo in sua assenza. Ogni giorno mi mandava messaggi, mi chiamava, mi implorava di parlargli, e io ogni volta riattaccavo o lo ignoravo. Solo una volta li avevo risposto, quando mi diceva che sarebbe venuto fin sotto casa mia e mi avrebbe tirato sassi fino allo svenimento, li avevo detto chiaramente che se ci provava avrei fatto una scenata e lo avrei cacciato anche a costo di chiamare la polizia. Molti direbbero 'ma che problemi hai Tessa? Tu lo ami, e lui ti ama!' ma il problema, anzi i problemi sono due... inanzi tutto io non so se mi ama o se si diverte particolarmente con me, e il secondo, forse quello che mi spinge a fare tutto questo, è la mia mente, la mia mente contorta che ogni volta mi dice: 'dimenticatelo, dimenticatelo perchè ti farà soffrire, così come ha fatto Brayan, dimenticatelo, perchè tu non li potrai mai fare cambiare il suo modo di vivere, non potrai mai fargli smettere di sbattersene una diversa a sera, e tu ci soffrirai sempre di più se ora non te lo dimentichi.' Ovviamente non era facile dimenticarlo, dato che era pure in grado di venire fin sotto casa mia e tirare sassi come nel medioevo, ma più li avrei dato corda, più mi sarei abbandonata a lui, più avrei lasciato trapelare il mio amore nei suoi confronti, più ci avrei sofferto... e io odiavo soffrire. Forse questo lo aveva capito anche lui, forse aveva capito la mia idea di dimenticarci e la aveva accettata, dato che era da ieri sera che non si faceva vivo. Sembrerà strano, ma a me piaceva che lui si interessasse a me, mi piaceva che mi mandasse continuamente i messaggi, anche se non li rispondevo, perchè a ogni messaggio una piccola vocina mi sussurrava nella mente, facendomi sorridere 'oh, si ricorda di te, di te gli importa, sei importante!' ecco perchè era così difficile dimenticarlo, perchè continuava a interessarsi a me e mi faceva sentire speciale... tutto fino a ieri sera.

Chiusi l'acqua con un colpo secco, consapevole di essere rimasta più di mezz'ora sotto la doccia e che probabilmente avevo consumato tutta la riserva d'acqua del pianeta. Uscii distrattamente, mi avvolsi i capelli in un' asciugamano rosso e mi feci piccola piccola dentro il mio accappatoio arancione. Mi diressi al mio armadio e tirai fuori una canottierina bianca aderente, con sopra scritto a caratteri cubitali 'new york' in nero, con attorno strane sfumature di rosa, verde a blu. Era la mia preferita, e la abbinai ad un paio di leggins neri. Poi agguantai una spazzola e mi avventai sui trucchi dirigendomi infine in bagno. Ero sola a casa, come capitava gran parte delle mattine, dato che i miei lavoravano in un bar e quindi entrambi si alzavano molto presto. Avverrai il mascara e lavorai alle mie ciglia, dopo mi diedi una spazzolata veloce e poggiai sulla palpebra sinistra l' eye-liner nero, provando a concentrarmi sulla riga che avrei dovuto fare. La musica era assordante e avrei voluto tanto andare giù da quel brutto idiota e spaccargli le sue cazzo di casse in testa. Cercai di mantenere la mano ferma e feci la riga meglio che potevo. Chi sene fotte, pensai, tanto questo era l'inizio della fine. Presi la mia cartella grigia della eastpack e me la misi, agguantai al volo le chiavi e il cellulare e uscii di casa. Chiusi al volo la porta, e guardai il cellulare. Per poco non urlai vicino alla porta della signora Peackock, la zitella acida e col super udito. Ero in un ritardo megagalattico! Sicuramente Cla sarà già andata, penso, e così corro giù dalle scale, col rischio di rompermi l'osso del collo e con la consapevolezza che forse la doccia è durata più di mezz'ora.

Arrivai alle scale del liceo col fiatone, e mi piegai su me stessa per riprendere fiato. Il primo giorno lo avrei passato in presidenza, ma che fortuna! Guardai la schermo del cellulare, sul cui c'era scritto 'nessuna chiamata persa' e imprecai, spegnendolo e buttandolo a caso nello zaino. Allora anche lui voleva dimenticarmi? Che stupida che ero stata anche solo a pensare di poter essere speciale, per lui eravamo tutte uguali, tutte un contenitore in cui liberare i suoi bisogni. Incazzata come pochi salii le scale e spalancai la porta. Percorsi un brava tratto di corridoio e andai ad una scrivania riservata ai bidelli. Sulla sedia, difronte a me, era seduta Vanessa, la bidella più odiosa di tutte. Aveva capelli corvini e delle grandi rughe le solcavano il viso, era una tappa grassa che tutti odiavano.

-“ in ritardo eh?” disse ghignando. La guardai truce.

-“ vorrei avere l'elenco di dove ho lezione, se non è troppo disturbo.” la bidella si chinò ed aprii un cassetto della scrivania nera logorata dal tempo. La sentii borbottare un qualcosa simile a 'se non è troppo disturbo la prossima volta venga puntuale.' dopo un paio di minuti tirò fuori una cartella piena di fogli

-“ nome e cognome?” chiese burbera

-“ Theresa Collins” la vecchia strega mi porse un foglio

-“ che bel nome.” disse grondando sarcasmo

-“ grazie, bidella.” le risposi con finto disgusto, io non avevo nulla contro i bidelli, anzi, era un lavoro rispettabile, ma sapevo che a quella li le dava fastidio essere chiamata così. Mi guardò in modo assassino e me ne andai.

Sono morta, morta, morta e sepolta. La prima ora avevo Conti, avrei voluto spararmi. Corsi come una furia su per le scale, avevo dieci minuti buoni di ritardo. 'Questa volta non la scampi, Tessa.' mi disse la vocina odiosa nella mia testa. Raggiunsi il secondo piano e aprii la terza porta a destra del bagno delle ragazze. Appena varcai la soglia mi ritrovai puntati addosso tutti gli occhi dei miei compagni, compreso quello del professore.

-“ signorina Collins, spero abbia un valido motivo del suo ritardo.” disse rosso in viso per la rabbia “ sa bene che odio i ritardatari!”

-“ mi scusi professore...”

-“ questa volta chiuderò un' occhio, ma che non succeda più!” mi disse minaccioso. Io annuii e con la testa bassa mi richiusi la porta alle spalle.

Una cosa che odiavo di quella classe è che i posti erano contati, e che quindi restava solo un posto per me. Alzai lo sguardo e presi un colpo. Nel banco affianco a me c'era Brayan. Brayan, ragazzo molto, molto figo, alto, spalle larghe, capelli rossi, sguardo magnetico, fisico atletico, e carattere molto, ma molto stronzo. Era il mio ex-ragazzo e mi aveva spezzato il cuore. Lo ricordo benissimo, ed è per colpa sua se ora ho così paura di soffrire, se ho così paura ha lasciarmi andare con Jake. Eravamo stati insieme per quasi sette mesi, il primo mese era stato un sogno, esistevo solo io per lui, si comportava in modo perfetto, mi trattava come se fossi l'unica ragazza sulla terra, e ogni giorno mi chiedevo come mai uno come lui stesse con una come me... pensavo fosse possibile solo nelle favole. Poi verso il secondo mese mi trascurava un po' di più, finché verso il sesto non mi filava proprio. Pensavo che si fosse stufato di me, che volesse chiudere, e così ho deciso di concedermi a lui. Pensavo che così non mi avrebbe lasciata, pensavo che fosse l'ultima speranza per far si che non se ne andasse, e così mi ha preso la verginità. Poi un giorno, dopo che avevamo fatto sesso, perchè noi non facevamo l'amore, noi facevamo sesso, solo e soltanto sesso, avevo preso il suo cellulare per farli una foto di nascosto mentre dormiva, e avevo visto che c'era un messaggio ricevuto. Senza pensarci su troppo lo avevo letto e il mio cuore si era spaccato in due. Facendomi forza mi ero alzata dal letto di casa sua, ancora tutta nuda, ed ero andata alla finestra per leggere la conversazione. Ero uno straccio mentre leggevo quella conversazione erotica e non esattamente da amici, avevo continui coniati di vomito, le lacrime scendevano copiosamente sulle mie guance e tremavo come una foglia. Avevo scoperto che da circa tre mesi se la faceva con un'altra, e anche quella volta l'unica cosa che ero stata capace di fare era stato vestirmi e correre via. Ero andata da Cla e le avevo raccontato tutto, poi avevo chiuso con quella merda per messaggio. Dio che stupida ero stata, me ne rendo conto solo ora.

Mi guardava sorridendo sornione e avrei voluto tirargli un pugno su quei denti perfetti. Buttai per terra la cartella e misi sul banco il mio libro. Cercai di ascoltare il professore, mentre Brayan continuava a fissarmi come un maniaco. Aprii il quaderno per fare gli esercizi e mi lasciai cullare dalla mia dolce fisica. Ero una delle poche ragazze del liceo a cui piaceva, ma non me ne fregava molto, io la capivo e riuscivo anche negli esercizi più difficili... quindi ero soddisfatta!

-“ ragazzi, lavora a coppie, ogniuno con il proprio compagno di banco, sapete che oddio gli spostamenti.” a quelle parole la mia testa schizzò su dal mio libro come una molla e puntai il mio sguardo supplicante sul professore. In risposta si limitò a dire un 'non accetto obiezioni.' e a girarsi per scrivere gli esercizi da fare in coppia alla lavagna.

Girai lentamente il mio busto sulla sedia e gli scoccai una delle mie occhiate peggiori.

-“ ei, come vanno le cose Tere?” lui mi chiamava così quando stavamo insieme, un soprannome che odiavo, anche se probabilmente lo facevo solo perchè mi ricordava lui.

-“ bene, grazie Brayan.” dissi guardando in basso “iniziamo con l'esercizio 20?”

-“ si, che palle.” disse sbuffando. Iniziammo a fare gli esercizi, e lui non mi chiese niente, per fortuna, finché, all'ultimo esercizio mi spiazzò

-“ Tere, ti va di andare a mangiare la pizza uno di questi giorni?” chiese guardandomi con un sorriso a trentadue denti. Mi girai di scatto e lo fissai con occhi spalancati.

-“ Brayan, in questo periodo non me la sento di iniziare una relazione, scusa, ma sono ancora scossa da dei fatti recenti” dissi abbassando lo sguardo e calcando sulla parola 'fatti'

-“ bhe, potremmo anche essere solo amici, infondo che male c'è? Gli amici si mangiano una piazza assieme” insistette lui, molto convinto e come sempre sorridente.

scocciata alzai lo sguardo e lo piantai nei suoi occhi, come si permetteva anche solo a propormi di uscire? Lui e quell'altra sciacquetta da quattro soldi e coi capelli blu mi avevano calpestato e distrutto il cuore... e ora veniva a fare l'amicone e mi chiedeva di uscire?! Vai a farti fottere bello, ci dovevi pensare prima! Mi voltai per dirgliene quattro

-“ senti Brayan, ci dovevi pensare...” ma la mia voce venne sovrastata dal suono della campanella. Tutti si alzarono dalle sedie, e rimasi spiazzata... ma non era la prima ora quella?!

-“ vabbé, mi fai sapere a pausa, a dopo.” si alzò e mi fece l'occhiolino. Tirai fuori in fretta il pezzo di carta che mi aveva dato la bidella stronza e controllai velocemente... 'Cazzo!' pensai. La prima ora del Lunedì avevo laboratorio di fisica, quindi quella non era la mia classe. Chiusi l'astuccio e lo butta a casa in cartella, caricai quest'ultima in spalla e afferrai il libro. Corsi fuori dalla classe ormai vuota e scesi in fretta le scale fino ad arrivare al piano di sotto, con i capelli che mi svolazzavano intorno alle spalle in maniera odiosa e disordinata.

Le ore sembravano non passare mai, avevo passato tutto il tempo a guardare dalla finestra, e la pausa la avevo fatta in classe, con la scusa che dovevo ripetere alcune materie, sperando che Brayan intuisse il mio chiaro messaggio. Quando finalmente suonò la campanella di fine scuola/incubo corsi fuori dalla classe e scesi le scale di fretta, storcendomi una caviglia. Maledicendomi ma continuando a camminare raggiunsi l'uscita e mi nascosi dietro una colonna il più indifferente possibile e mandai un sms Cla dicendole dov'ero. Dopo un secondo uno sciame di ragazzi si riversò fuori dalle porte, e io sperai di non incontrare Brayan.

-“ ei, eccoti Tere!” cazzo, quanto lo odio! Ora do in escandescenza

-“ Brayan, senti, tu mi hai spezzato il...” in quel momento lui mi schiacciò contro la colonna e il suo corpo, e mi bloccò i polsi sopra la testa.

-“ dai Tere, non negarlo a te stessa, non negarlo a noi, tu mi vuoi così come ti voglio io...” noi?! Noi niente, non esisteva un noi, esistevo io e una merda di nome Brayan!

-“ Brayan, no, io non ti... voglio.” dissi schifata

-“ a si?!” mi chiese curioso, poi prese a baciarmi il collo, scendendo sempre più in basso.

“ ne...” bacio sulla mascella

“ sei...” bacio sulla gola

“ sicura?” bacio sulla clavicola

-“ Brayan, Brayan lasciami!” dissi quasi urlando. Lui mollò la presa sui miei polsi che si erano arrossati e mi facevano male.

-“ Tere, non mentire, si vede che mi vuoi, ti devo ricordare gli urli che facevi a letto?” chiese malizioso. mi mancò il fiato

-“ Brayan, tu sei una cosa passata, finita, uccisa per me. Tu mi piacevi molto, ma i miei sentimenti sono cambiati da quando ho saputo...” non riuscii a finire la frase, mi faceva male ricordare quello che ni aveva fatto, mi faceva aumentare l'odio nei suoi confronti.

-“ ho sbagliato Tere, ho sbagliato e me ne sono pentito, ma ora voglio tornare con te...” disse avvicinando il suo viso al mio “...voglio di nuovo...” proprio quando stavo per tirargli uno schiaffo, lui si interruppe e si allontanò bruscamente da me. Estremamente sollevata e stupita vidi che lui non si era allontanato, era stato allontanato. Jake lo teneva per un braccio e lo strattonava, urlandogli su cose del tipo 'se ti azzardi a toccarla ancora te le taglio le mani!' rimasi senza fiato

-“ Jake...” dissi avvicinandomi mentre lui buttava Brayan a terra.

-“ e lui chi è?” chiese impaurita la merda ancora sdraiata sull'asfalto.

-“ sono il suo ragazzo, quindi smamma pidocchio, prima che ti ritrovi col naso rotto.” rimasi senza fiato... cos'è che era?! Il mio ragazzo? Il mio cuore fece una piroetta.

-“ 'fanculo, non mi servi tu, posso avere di meglio!” mi urlò contro Brayan, alzandosi indignato e andandosene.

-“ cos'è che sei?” chiesi ignorando Brayan e incapace di trattenere un sorriso

-“ perchè te ne sei andata?” chiese a sua volta, serio “ mi hai fatto prendere un colpo!”

-“ lo sai che è maleducazione rispondere ad una domanda con un'altra domanda?” buttai li, tentando di sviare l'argomento, ma lui non demordeva.

-“ tecnicamente anche tu ora hai risposto ad una domanda con un'altra domanda.” disse con un'espressione indecifrabile sul viso

-“ io... io avevo...” paura

-“cosa? Cosa Tess?” quasi urlò

-“ paura okay?! Paura che tu mi usassi come hai fatto con tutte le altre!” sputai acida. Ci fu un' attimo di silenzio, nel quale la sua mascella si indurì e io feci per andarmene, poi finalmente parlò.

-“ Tess, io non potrei mai ferirti, non ce la faccio senza ferire anche me stesso... tu sei... speciale” disse rilassando i muscoli e abbracciandomi dolcemente

-“ scusa, scusa se ho reagito così... io...” dissi, rendendomi conto solo in quel momento, tra le sue braccia, quanto mi era mancato il suo sapore

-“ shhh, vuoi un passaggio?”

annuii contro il suo petto. Lui mi accarezzò i capelli e si scostò leggermente, guardandomi in viso e cingendomi le spalle, per poi portarmi alla sua moto noleggiata recentemente e facendomi salire dietro.

 

 

 


 

Angolo autrice

ciaoo a tutte, cosa ne dite di questo capitolo? Com'è venuto? Spero bene u.u

finalmente capiamo perchè Tessa non vuole lasciarsi andare con Jake, ovvero perchè ha paura che uno come lui possa tradirla e di conseguenza spezzarle il cuore, come le è già successo in passato. Ringrazio di cuore _tribute__, Tonia1d, Portgas D Denis x ace e Isabelle02, che hanno recensito il capitolo precedente e mi hanno resa felicissima con le loro parole *-*

Lasciatemi un parere che mi fa sempre piacere ;)

grazie di leggere, supportarmi, recensire e scrivermi

un bacio

Eli

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Capitolo 14
*** L'incontro con i signori Collins ***


Alloraa... in questo capitolo non ci saranno le note finali perchè altrimenti rovinerei “l'atmosfera” che si creerà alla fine... quindi niente, fatemi sapere cosa ne pensate e grazie a tutti per leggere e recensire ^-^

Ringrazio di cuore Portgas D Denis x ace, Tonia1d e Isabelle02 che hanno recensito il capitolo precedente e mi sostengono molto spesso *-*

un bacio

Eli

Tessa

la moto si fermò in via Barletta, davanti a casa mia. Appena Jake spense il motore scese abilmente mentre io quasi mi spaccai la faccia nel tentativo di imitarlo. Lui rise e mi tenne per un braccio, poi si tolse il casco e lo appoggiò al manubrio. Si fermò davanti a me e mi guardò strizzando gli occhi e sorridendo. Sbuffai sonoramente e cercai di levarmi il casco, ma senza successo.

-“ lascia, faccio io...” disse avvicinandosi a me e facendomi arrossire

-“ grazie...” sussurro piano. Lui appoggia anche il mio e mi guarda divertito

-“ posso entrare o devo sloggiare?” mi chiede dopo un po', alzando un sopracciglio

-“ vieni idiota” rispondo ridendo. Mi avvio verso casa seguita a ruota da lui e apro la porta

-“ ciao mamma, ciao papà, sono a casa.” urlo, facendo segno a Jake di salire in camera mia. Lui mi sorride allibito, e da li capisco che la sua mente contorta pensa io voglia fare chissà cosa, mentre lo stavo solo invitando di sopra... non nel mio letto!

-“ Tessy, vieni un attimo di sotto!” mi urla mia madre. Alzo un sopracciglio e mi avvio verso la cucina seguita da Jake. Mia madre se ne sta in piedi con mio padre al centro della cucina e tiene un mazzo di rose rosse in mano. 'Ma che.... ?!' penso stordita 'papà che regala dei fiori alla mamma?! E se anche fosse cosa me ne dovrebbe fregare?'

-“ oh, ciao Jake...” disse mia madre, che rivolse a Jake un sorriso smagliante per poi portò il suo sguardo su di me “Tessy, il tuo ex ragazzo è venuto qui con queste e ti voleva chiedere di uscire, ha detto di chiamarlo... per me e per tuo padre è un buon partito, ora è al primo anno di università ed è un bravo ragazzo, forse dovresti provare a vedere se funziona...” mi disse sorridente mentre io mi paralizzavo e sentivo Jake irrigidirsi. Mark... era da un bel po' che non ci uscivo, quasi da due anni, e ha il coraggio di presentarsi a casa mia con delle rose?! Lo avevo lasciato io perchè era un ragazzo strano, non lasciava mai trapelare le sue emozioni, sembrava una statua, e mi trattava come una bambola che sarebbe rimasta per sempre in suo possesso.

-“ mamma, ti prego, lasciale decidere a me certe cose!” dissi spazientita

-“ tesoro, ce ne sono pochi di ragazzi così, dovresti approfittarne, e inoltre...”

-“ peccato che vostra figlia si già impegnata” la interruppe Jake. Sgrano gli occhi... che?!

-“ Tessy, non ci avevi detto di avere un fidanzato...”

-“ no, infatti, è una situazione... complicata” dissi in preda al panico e pregando tacitamente che Jake la smettesse

-“ si, per 'complicata' intende dire che non può uscire con il ragazzo d'oro perchè se ne sbatte già un' altro” disse velenoso Jake. Sbiancai, ma si rendeva conto che stava parlando con i miei GENITORI?! Avrei voluto spaccargli il vaso di quei cazzo di fiori sulla sua zucca vuota.

-“ sei incinta?” chiese preoccupato mio padre, mentre mia madre sembrava essere entrata in uno stato catatonico e mi fissava completamente immobile... era inquietante.

-“ ha-ha-ha, ma per favore!” esclamò Jake sarcastico

-“ Jake, dobbiamo parlare! Subito!” dissi trascinandolo furiosa e impaurita fuori per una manica della maglia e chiudendomi la porta dietro la schiena

-“ che cos'hai in quell'involucro vuoto e inutile che tu chiami cranio, si può sapere che ti è preso? Non puoi andare dai miei genitori e sputargli in faccia una cosa del genere!” dissi quasi urlando

-“ lo sai che mi fa imbestialire l'idea di...” disse sulla difensiva. Non lo lasciai finire perchè sbottai

-“ no Jake, no! Non ti puoi permettere, non avresti dovuto, ora sono nei guai!” dissi esasperata e con gli occhi lucidi per la rabbia

-“ si, lo so, non...” lo interruppi di nuovo

-“ risparmiati il fiato e la benzina, domani non mi venire a prendere a scuola, me la cavo da sola.” e mi girai amareggiata iniziando a correre verso la casa di Cla, il mio piccolo rifugio.

Jake

no, no, no ti prego Tess, non andartene, non di nuovo. Che scemo, idiota, imbecille senza speranze che sono, lo so benissimo che quando si presenta un problema, o rimane ferita, o si arrabbia lei scappa, perchè non mi riesco a controllare?! Lei è fragile, e cerca di scappare dai problemi... e io non voglio essere considerato un problema. Quando c'è lei impazzisco, non penso, non mangio, mi chiedo se sono vestito bene, inizio a sudare, agisco ignorando le conseguenze... cosa che, devo ammettere, facevo anche prima, ma la differenza è che prima me ne fregavo delle suddette conseguenze, me ne fregavo se rimanevo ferito o scottato, invece adesso ho paura che sia lei a scottarsi, e per colpa mia. Non riesco a starmene qui a guardarla andare via, non ce la faccio, rischio di cedere, collassare, cadere. Così, senza neanche rendermene conto le sto correndo dietro, e le mie gambe sembrano muoversi con volontà propria. Correndo la raggiunsi e le cinsi la vita in un abbraccio. Non singhiozza, ma è tesa tra le mie braccia, e la cosa non mi piace. Mi appoggio al suo orecchio e le sussurro piano

-“ oddio Tess, non volevo, scusami sono un'imbecille senza speranza, ma se te ne vai ancora io crollo. Ti prego, non scappare, non scappare via da me, non rinchiuderti nel tuo guscio estraneo al mondo, e se lo fai chiudimi dentro con te, estranea anche me dal mondo, perchè a me non frega niente se gli altri pensano che non esisto, a me importa solo sapere che per te esisto. Fai di me il tuo guscio, la tua protezione, perchè io ti amo Tess, ti amo, e qualunque cosa sia l'amore è questo il sentimento che provo per te.” spero non mi respinga, non ora che ho aperto il mio cuore, non ora che ho abbattuto le mie difese per lei, non ora che le ho detto quello che ho negato a me stesso fino adesso. Si gira tra le mie braccia, con le guance completamente bagnate, e mi sorride, mi sorride prima di buttarmi le braccia al collo. La stringo forte a me, non la lascio andare, è come se fosse la mia unica ancora di salvezza. Posa le sue labbra sulle mie e ci sussurra contro

-“ ti amo. Ti amo Jake. Ti amo come non ho mai amato nessuno, come non credevo fosse impossibile amare... ma...” il mio cuore cessa di battere... ma, ma cosa? Mi stacco lievemente da lei per guardarla in faccia, pienamente consapevole che il mio sguardo rispecchia tutta l'ansia e la paura che sto provando “ ti prego, non spezzarmi il cuore.” mi dice mordendosi le labbra e abbassando lo sguardo. Non resisto e mi sporgo a baciarla. Il bacio è dolce, il più dolce che abbia mai dato ad una ragazza, e lei sa di sale e lavanda. Le premo una mano dietro la nuca, facendo entrare ancora di più in contatto le nostre bocche e facendo scontrare i nostri denti. Il bacio da dolce si trasforma in disperato, quasi fosse l'ultimo di due innamorati che stanno per andare incontro a morte certa, quasi fosse indispensabile come l'aria, anche se credo che senza di lei morirei, perchè lei mi ha rubato il cuore, e se se ne andasse lo porterebbe via con se. Quando lei si stacca da me la rimetto con i piedi per terre. È bellissima, rossa in viso, con le labbra gonfie, gli occhi lucidi, i capelli arruffati e non posso fare a meno che stringerla di nuovo a me.

-“ perchè hai paura che ti possa spezzare il cuore?” chiedo sussurrandole all'orecchio

-“ perchè ormai non è più mio, ormai appartiene a te, ed io non ho più nessun controllo su esso... solo tu puoi decidere cosa farne.” dice tutto d'un fiato contro il mio torace. Poggio il mio mento sopra la sua testa

-“ promettimi che non scapperai più via da me, promettimi che mi porterai sempre con te.”

-“ anche in bagno?” mi chiede divertita

-“ mmmh, perchè no, anche in bagno.” dico ghignando

-“ depravato” ride

-“ cucciolotta” mi stringe la vita tra le braccia ed io le circondo il corpo con le mie. stiamo così per un po', i minuti più belli della mia vita, poi mi suona il cellulare.

Tessa

Mi sembrava un sogno, mi ama, mi ama, mi AMA! Continuavo a ripetermi mentre ero stretta tra le sue braccia. Avevo la sensazione che lui non mi avrebbe fatta soffrire, ora mi sentivo a mio agio, al sicuro. Da come aveva detto lui, da quando eravamo partiti non aveva più avuto rapporti con le troiette, ed io ero certa che se avesse voluto non avrebbe avuto problemi a farsene una diversa a sera anche qui, ma il fatto era che non voleva, LUI NON VOLEVA! Il mio cuore mi martellava come un tamburo contro la mia cassa toracica... mi sembrava di impazzire. Io lo amo, e quindi mi fiderò di lui, devo fidarmi di lui, perchè non ho scelta, soffro più a starli lontana di quanto soffrirei se mi tradisse.

Lui mi dava bei baci nei capelli e me li carezzava, mentre io respiravo contro la sua maglia quasi a voler imprimere a memoria il suo profumo. Un suono acuto e altamente fastidioso mi riporta alla realtà, sposto lo sguardo sul suo viso e lo vedo corrugare la fronte davanti al display del cellulare. Subito dopo mi guardo sorridendo

-“ scusami devo rispondere” mi dice, poi mi stampa un bacio sulle labbra e porta il cellulare all'orecchio

mi alzo in punta di piedi a mi avvicino alla sua faccia, cercando di origliare. In tutta risposta lui mi guarda divertito e mi prende per mano, trascinandomi verso una panchina e facendomi sedere sulle sue ginocchia

-“ nono, tranquillo, tu mangia pure, io non so a che ore arrivo a casa.... no, non è come pensi... mmmm, vedremo sta sera... si, ti racconto dopo... si, stai rompendo!.... hahaha, ciao a dopo.” poi chiude la telefonata sorridendo allo schermo e se lo rinfila nella giacca.

-“ ti sto trattenendo?” chiedo... déjà vu

-“ no, tranquilla, Eric mi ha chiesto se tornavo per pranzo, gli ho risposto di iniziare a mangiare.” mi sorride ed io sto per sciogliermi sotto il suo sguardo limpido.

-“ oh!” sussulto alzandomi, imitata da Jake.

-“ che c'è?” mi chiede spaventato

-“ è solo che devo tornare a casa... i miei si infurieranno.” abbasso lo sguardo

-“ vieni a mangiare da noi!”mi propose entusiasta Jake

-“ mi dispiace, ma non credo Eric abbia preparato per tre, e poi... non potrò certo evitare i miei per tutta la vita.” rispondo sconsolata.

-“ ci vediamo di pomeriggio?” mi chiede dopo una lunga pausa, sollevandomi il mento con due dita e portando il mio sguardo nel suo

-“ se lo chiedi tu hai miei va bene... missa che rimarrò segregata per settimane... i miei sono... come dire... all'antica” vedo la scintilla di poco prima spegnersi nei suoi occhi

-“ almeno mi lasci venirti a prendere a scuola?” quasi supplica

-“ si, certo! Dico a Cla che non la aspetto e vengo con te.” dico sorridendogli e ricevendo un sorriso di rimando.

-“ vieni, ti accompagno...” mi dice incamminandosi e io lo fiancheggiai “... anche perchè ho lasciato davanti a casa tua la moto... con le chiavi sopra” mi dice grattandosi la testa con aria imbarazzata. Faccio tanto d'occhi e mi blocco

-“ cosa?! E se te la rubano?!”

-“ beh, tu sei corsa via... non potevo non correrti dietro, poi non sarei stato più in grado di raggiungerti!” dice sulla difensiva, lo prendo per mano e inizio a correre trascinandomelo dietro

-“ tu sei pazzo!” gli urlo

-“ di te!” mi risponde piano ma abbastanza forte da permettermi di sentirlo. Mi sorride, un sorriso vero e sincero, un sorriso che mostrava solo alle persone che amava. Il mio cuore si riempì, nel mio stomaco si formarono le farfalle, i miei occhi si perdettero nei suoi oceani e mi sembrò di volare, mentre, mano nella mano, correvamo indietro verso casa mia.

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Capitolo 15
*** D.T.R ***


Non sono forte,

non lo sono mai stata,

ma quando mi abbracci,

sento che niente può ferirmi.

 

 

Era un venerdì pomeriggio, il che implicava l'inizio del primo week-end dell'anno. Ero distesa sul mio letto e guardavo il soffitto. Non ero mai stata così felice, faticavo a crederci! Non era possibile... lui, Jake Bolen, mi amava! Il mio cuore aveva cessato di battere, la mia lucidità era partita, e avevo voglia di... di leggere, ma questa volta avrei letto diversamente, come una nuova Tessa, una Tessa che non teme più di innamorarsi né di soffrire, una Tessa che è pronta a rischiare tutto per l'uomo che ama, per Jake, per il mio Jake!

Sorridevo, avevo le lacrime agli occhi e stavo per mettermi a urlare. Dovevo chiamare Cla, avrei voluto vederla ma i miei... oh, che si fottano i miei, ho diciotto anni, e loro non possono tenermi segregata in casa, al diavolo! Mi misi le scarpe e aprii la finestra... no, non era il caso di fare come le belle principesse delle favole, che sciolgono la loro folta chioma e scappano dalla finestra della fortezza per avere la libertà, anche perchè io non sono una bella principessa, non ho una chioma lunga quattro piani e non abito in una fortezza. Così decisi di usare la porta principale. Sgattaiolai giù dalle scale, agguantai la borsa e come una furia uscii di casa. Ero consapevole degli urli dei miei genitori dietro le mie spalle mentre correvo per la piccola via circondata da alberi, ma poco importava. Corsi a casa di Cla e bussai alla porta con il fiatone.

-“ ciao tesoro!” Cla mi si butta addosso, e io la stringo forte in un abbraccio “cosa c'è ora? Hai bisogno di piangere?” mi chiede triste

-“ si!” le dico e inizio a piangere dalle felicità. Lei mi guarda perplessa

-“ tesoro, non capisco se ridi o piangi?” mi chiede preoccupata “sei sicura di stare bene? Cosa ti sei fumata?”

-“ Jake... JAKE MI AMA!” urlo

-“ c-cosa?! Te lo ha detto lui?” mi chiede sorridente, e probabilmente sotto shock come me appena lui me lo aveva detto. Io annuisco e lei mi getta le braccia al collo urlando

-“ si, si, si, SI! Lo sapevo!” mi dice saltellando “ finalmente si è deciso a dirtelo!” scoppiamo a ridere

-“ ma allora... state insieme?” mi chiede curiosa. Cosa le rispondo? Stiamo insieme? Non lo so. Lui non ha detto niente... il mio sorriso si spegne

-“ non lo so...” sussurro e lei si incupisce. Cla è quel genere di persona che si addossa tutte le colpe del mondo, e non riesce a sopportare di far rattristare qualcuno.

-“ tranquilla, dagli tempo, sono sicura che a breve te lo chiederà!” mi dice raggiante, incoraggiandomi

-“ boh, non lo so, per ora mi basta, so che lui fa fatica a esternare queste cose, e sono felice che con me ci sia riuscito!”

non so perchè, ma mi è venuta un'improvvisa voglia di vederlo, quindi accendo il cellulare e gli scrivo

'ciao... sono 'libera', quindi possiamo vederci, se ti va...' dopo qualche minuto mi risponde

'certo! Che ne dici di venire a vedere il mio appartamento?'

'Si, dammi l'indirizzo che ti raggiungo!' Sono così felice... ma la domanda che mi pongo è... cosa siamo? 'Oh, dai Tessa, hai appena detto che gli davi tempo dio santo!' Mi rimprovero mentalmente

'Via Alessandra n° 11... sei sicura che non vuoi che ti vengo a prendere?'

'Nono, tranquillo, anche perchè non ci starebbe la mia amica sulla moto!'

Sorrido compiaciuta e butto il cellulare in borsa.

-“ Cla, vuoi accompagnarmi da Jake? Non mi sentirei a mio agio da sola con due ragazzi”

-“ due?” mi chiede a sua volta confusa

-“ si, c'è anche il tipo che gli ha affittato l'appartamento” la vedo illuminarsi “ frena, non ti posso assicurare che sia carino, non lo ho mai visto!”

-“ okay, andiamo, ti accompagno!” ho la brutta sensazione che non mi abbia più ascoltato da quando ho pronunciato la parola 'tipo'... ma vabbhè, almeno non sarò sola!

Usciamo di casa e prendiamo le bici. A me mi rifila quella di sua madre, ma meglio che correrle dietro a piedi. Arriviamo dopo circa dieci minuti, e stiamo un po' a cercare il palazzo, quando lo troviamo entro nel panico... che campanello devo suonare? Oddio... e adesso?

Sento qualcuno chiamarmi, mi giro ma non vedo nessuno, poi alzo gli occhi e vedo una testa bionda sbucare da un balcone. Jake mi mima un 'scendo' e mi fa un segno col dito, così rimaniamo lì ad aspettarlo

-“ sono così elettrizzata! Finalmente vedrò il Jake di cui parli sempre... quello figo, che ti ha fatta piangere, che ti ha fatto innamorare, che ti ha fatto andare in paranoia, che ti ha detto che ti amava, che ti ha...”

-“ okay, okay, sei ansiosa di vederlo. Punto.” dico ridendo. Lei mi sorride e annuisce, e proprio in quel momento si apre il portone davanti a noi.

-“ ciao” dice, e ci sorride, facendomi quasi boccheggiare.

-“ ciao...” dico dopo qualche minuto, sorridendo e riacquistando il dono della parola. Cla è praticamente andata, se ne sta lì a bocca aperta, e quasi scoppio a ridere, peccato che io sia concentrata su altro. Stiamo un po' li, con il mio sguardo incatenato in quello di Jake e quello di Cla che probabilmente si sta facendo una radiografia completa del sul suo fisico, poi Jake si riscuote e si rivolge a Cla

-“ piacere, Jake” le dice sorridente

-“ Claudia, ma per tutti sono Cla.” dice, e io non provo nessuna fitta di gelosia, perchè mi ricordo che al nostro primo incontro io ero impacciata, arrossivo e abbassavo lo sguardo in continuazione, questo vuol dire essere innamorati, mentre Cla... Cla non è insicura, anzi, gli ha stretto la mano e ha ricambiato il suo sorriso. Ho l'impressione che diventeranno amici, e questo mi riempie di gioia.

-“ bene, ora che ti conosco potete entrare!” ci dice Jake, ma con sguardo famelico fisso su di me. Lui apre la porta, e Cla sguscia subito dentro, per iniziare a salire le scale e a parlare da sola, probabilmente convinta che noi la stiamo seguendo. Io sorrido, abbasso lo sguardo e gli passo affianco, ma Jake entra con me, mi supera e mi blocca, poi mi prende il viso tra le mani e mi schiaccia al muro

-“ ciao” sussurra, e io sento il suo fiato caldo sul collo, poi punta il suo sguardo sulle mie labbra e mi bacia. Io mi sporgo in avanti e gli metto le mani sulla nuca, assaporando le sue labbra.

-“ ei, ma dove siete?” la voce acuta di Cla ci riporta con i piedi per terra, Jake si stacca da me e il lo guardo con gli occhi lucidi. Sono senza fiato e boccheggio.

-“ ciao” dico guardandolo intensamente. Mi sorride suadente e poi porta lo sguardo alla rampa di scale. È da quando siamo arrivate che lo fisso, e sembro leggermente ossessionata... forse un pochino lo sono, ma non voglio che se ne accorga! Così mi costringo a portare lo sguardo su Cla, che ne frattempo ci ha raggiunti. Ha il fiatone e lo sguardo minaccioso.

-“ pensavo di avervi dietro!” ci dice disperata

-“ si, adesso arriviamo” le risponde Jake e mi cinge la vita con un braccio.

saliamo le scale e ci fermiamo davanti a un'enorme porta di legno, Jake gira la chiave nella toppa e ci apre la porta. Io mi ci fiondo dentro e rimango senza fiato. È un appartamento bellissimo, con il pavimento di piastrelle nere e i muri bianchi, le sedie della cucina bianche e il tavolo di vetro. In soggiorno c'è un'enorme tappeto blu notte peloso, e al centro c'è un tavolino di marmo con sopra spaparanzato un gatto multicolore, una tv gigantesca è appesa alla parete difronte al divano, anch'esso di pelle nera e dietro al divano ci sono delle finestre enormi che lasciano vedere il balcone.

-“ wow, è... wow!” rimasi a bocca aperta, avevo visto solo due stanze e già mi piacevano da impazzire... fortunato Jake, avrei voluto viverci io lì!

-“ felice che ti piaccia!” mi girai di scatto. In cucina c'era un ragazzo non troppo muscoloso, con i capelli marroni scuro scompigliati e degli enormi occhi verdi. Aveva un fisico esile, ed era più basso di Jake di qualche centimetro, nonostante tutto poteva essere considerato attraente. Io gli invidiavo gli occhi, dio quanto glieli invidiavo, avevo sempre desiderato di avere degli occhi verdi. Non che non mi piacessero quelli di Jake, anzi, li trovavo stupendi, ma mi piaceva pensare che fossero unici al mondo, e io non volevo che fossero miei ma volevo che fossero per me. I suoi occhi per me.

-“ tu devi essere Eric!” mi girai verso Cla, che era... dov'era?! Cioè, fisicamente era dietro di me ma aveva fissato lo sguardo sul tipo, e tra un po' iniziava a sbavare... chissà in che galassia si trovava, magari nella stessa in cui mi trovavo il quando guardavo Jake. Sorrisi al pensiero, ma poi tornai sulla Terra. Ero impossibile, con una casa da esplorare e una persona da conoscere ogni due secondi mi fissavo su Jake. Ma come facevo?!

-“ e tu devi essere la famosa Tessa... sai che mi devi tipo nove ore di sonno?!” chiese sorridente. Corrugai la fronte

-“ ma 'sta zitto!” Jake si era avviato in cucina e aveva tirato fuori due coca-cole in lattina dal frigo. I due scoppiarono a ridere e io rimasi a guardarli. Era bello vedere Jake ridere con qualcuno e divertirsi, mi faceva stare bene.

-“ ne vuoi una?” mi chiede Jake sventolando in aria una lattina. Io annuisco e lui prima mi guarda sospettoso e poi me la lancia. Sbarro gli occhi e chiudo le mani alla cieca davanti alla mia faccia. La lattina si ferma tra i miei mignoli, e io, dopo aver tirato un enorme sospiro di sollievo, riservo uno sguardo truce a Jake che mi manda un bacio e io arrossisco maledicendolo. I due vengono presi da una conversazione di cui io non mi interesso poiché sono troppo concentrata a guardare Cla. È ancora immobile come una statua davanti alla porta.

-“ terra chiama Claudia... è tutto a posto?” le chiedo sventolandogli una mano davanti al naso

-“ ma dico, lo hai visto quello?!” sussurra continuando a guardare Eric. Io scoppio a ridere e attiro l'attenzione di tutti. Cla mi tira uno scappellotto e abbassa lo sguardo mentre io faccio una smorfia

-“ sei la solita violenta” sbuffo

-“ che succede?” Jake mi guarda quasi ridendo. Chissà perchè i ragazzi trovano esaltanti le risse tra ragazze, io le trovo semplicemente ridicole così come tutte le risse. Dio ci ha dato una bocca e il dono della parola, quindi perchè non si può risolvere i conflitti comunicando?!

-“ niente, niente!” si affretta a rispondere la mia amica mentre io mi dirigo verso il tappeto e prendo in braccio quel batuffolo di pelo arancione-bianco-nero, affrontando le mie riflessioni personali

-“ è adorabile! Come si chiama?” chiedo a Eric

-“ Curch” mi risponde. Prendo ad accarezzarlo e una mano mi si poggia sul fianco. Mi giro e mi ritrovo la faccia di Jake a meno di un millimetro dalla mia.

-“ vieni, ti faccio vedere la mia camera.” mi sorride malizioso e io deglutisco a vuoto mentre divento come un pomodoro. Do un' occhiata oltre la sua spalla e vedo Cla iniziare a parlare timidamente con Eric, e mi ricorda tanto la prima volta che ho parlato con Jake.

Una mano prende la mia e mi trascina per un lungo corridoio pieno di piastrelle bianche e nere e illuminato da dei faretti al soffitto

-“ ma siete voi due soli in tutto l'appartamento?” chiedo curiosa

-“ si, finalmente un po' di pace, non ce la facevo più con cinque fratelli!” mi dice e sembra esasperato, ma so che in fondo gli mancano

-“ ti mancano vero?” lui mi lascia la mano e si ferma davanti ad una porta, poi si gira e mi sorride amabilmente.

-“ dimenticavo Theresa Collins, con te è inutile fingere, tu mi leggi come un libro aperto”

' posso leggerti in faccia come un libro aperto, molto aperto e molto porno. E ne farei volentieri a meno.' quella frase mi arrivò alla mente prima che potessi reprimere il pensiero! Maledetta Cassandra Clare che hai scritto la serie più bella del mondo! Sorrisi di rimando, e mi morsi violentemente il labbro per evitare di mettermi a ridere sguaiatamente al pensiero di shadowhunters. Lui mi prese in braccio, e mi trascinò dentro la porta, un secondo dopo mi ritrovai sul suo letto con lui sopra. Ridevo e li accarezzavo i capelli, mentre lui sembrava fare le fusa come un gattino a cui è stato appena dato da mangiare.

Un suono a dir poco acuto arrivò alle nostre orecchie, dire che Cla rideva era dire poco, quasi come quando da piccole ci trovavamo a dormire a casa mia e mettevamo le vecchie puntate di 'paperissima' sul mio portatile minuscolo e rosa.

-“ la tua amica si diverte!” esclamò Jake

-“ oh, ci mancava poco che sbavasse di là...”

-“ si, ce ne siamo accorti” ghignava quel piccolo bastardello, eh!

-“ perchè fai quella faccia?” chiedo curiosa

-“ perchè è sempre bello vedere una ragazza che ti sbava dietro, così come facevi tu con me, mia piccola Tess...” mi guarda e allarga il ghigno. Spalanco la bocca e mi tiro a sedere

-“ cosa? Io non ti ho mai mangiato con lo sguardo, ne tanto meno ti sbavavo dietro!”

-“ si beh... tu ti limitavi ad abbassarlo e ad arrossire... adoro quando arrossisci per me!” mi guarda come se io fossi una gazzella e lui un leone affamato, il suo corpo imponente mi sovrasta nuovamente e mi schiaccia contro il materasso.

-“ io non arrossivo per te... magari lo facevo per Matt, o per Tom, che ne sai?!”

-“ oh-oh, devo dire che mi hanno dato parecchio fastidio quei due... ma ora sei qui con me, è questo che conta no?” inizia a baciarmi il collo

-“ e poi tu mi sei saltato addosso il primo giorno che ti ho conosciuto, come potevo non arrossire?!” mi metto sulla difensiva. Non dovevo lasciarmi distrarre dai suoi baci, dovevo essere forte e rimanere lucida per sostenere la mia versione. Mi piaceva troppo giocare con lui!

-“ dai, lo so che ti è piaciuto!” mi dice, scendendo a baciarmi la pelle in fiamme sopra la maglietta

-“ mi hai fatto prendere un' infarto, ma dimmi a quale ragazza non piacerebbe!” lui solleva la testa dal mio petto e ghigna.

-“ lo so, sono irresistibile!”

-“ e un' idiota” rido

-“ ma pur sempre un bel idiota!” mi dice. Scoppio a ridere e lui mi scambia le posizioni, facendomi finire a cavalcioni sopra di lui

-“ un bellissimo idiota” sorrido e mi chino a baciarlo. Lui mi preme le mani sulla schiena e accarezza la mia pelle nuda sotto la maglietta

-“ sai, mi piace questa maglietta, ma ti preferisco senza...” sorride predatore sulle mie labbra

-“ o mio dio, cosa avete intenzione di fare buon uomo?” chiedo fingendomi una dama del 1900 indignata

-“ cose sconce e clandestine mia signora” mi bacia frenetico il collo e mi strappa la maglietta facendomi sussultare.

-“ quindi devo temere per la mia virtù, signore?”

-“ proprio così dolce donzella, ora siete nelle mie mani e non vi lascerò più andare!” inizia a baciarmi con foga ed io rispondo al bacio, un secondo dopo è senza maglietta e sento i suoi pettorali asciutti contro il mio petto. Sento le sue mani armeggiare con il laccetto del reggiseno, il mio cuore accelera i battiti, e in quel momento si apre la porta.

-“ oddio!” sentiamo una voce maschile scioccata e la porta che si richiude con un sonoro 'sbam'

-“ non volevamo interrompervi, continuate pure!” Cla se la sta ridendo, ma io do un bacio veloce a Jake che rotola via dal mio corpo a malincuore.

-“ beh, ci avete interrotto!” esclama frustrato Jake

-“ la prossima volta metti fuori un cartello!” lo canzona Eric

si certo, un cartello con su scritto 'non entrate perchè sto dispensando la mia ragazza.' lo sento borbottare. La mia ragazza, la mia ragazza... ha detto così giusto?!

-“ che cosa volevate?” chiedo curiosa. Infondo ero qui per vedere la casa e conoscere Eric, non per andare a letto con Jake. Un po' di contegno Tessa!

-“ possiamo entrare?”

-“NO!” urla Jake. Io mi giro e lo guardo perplessa, e lui mi indica con fare ovvio. O cazzo, sono in reggiseno! Cerco la mia maglia nella stanza e la trovo strappata a metà sul pavimento

-“ dovevi proprio strapparla?” sussurro a Jake

-“ cosa vuoi che ti dica... la foga del momento!” mi risponde allargando le braccia con i palmi rivolsi verso l'alto con fare ovvio. Alzo gli occhi al celo e lui mi tira addosso qualcosa. Tra le mani ho una maglia blu scuro come i suoi occhi e sopra c'è una scritta che dice “ poi dirmi dove trovo da bere?”. La indosso senza tante cerimonie e poi apro la porta. Divento di nuovo bordeaux e abbasso lo sguardo, ma poi una mano si chiude sul mio polso e mi trascina via. Sento Cla urlare un 'noi siamo in cucina' e poi mi ritrovo seduta su una sedia bianca con un budino davanti e Cla intenta a ridere e a canzonarmi

-“ proprio non ti sai trattenere, eh?” la fulmino con lo sguardo

-“ zitta tu, che ti sentivamo ridere fin dalla camera”

-“ beh, almeno io non ho provato a farmelo sul divano”

-“ io non stavo... io non ho... lasciamo stare và!” dico sorridendo

-“ ma quindi state insieme?!” ed ecco che la gola mi si chiude “ lo so tesoro che questa domanda non ti piace per niente, ma fidati, lo faccio per te, perchè ti conosco e so che ami, anzi, che hai bisogno di dare un'etichetta a tutti i rapporti. So anche che tu sei il tipo da 'niente sesso senza amore' ma qui l'amore c'è... devi solo definire il rapporto, altrimenti ci starai male tu...” mi guarda triste ed io annuisco

-“ sto cercando di dargli tempo, solo oggi mi ha detto che mi ama e so che è stato difficile per lui ammetterlo, quindi cerco di farmelo bastare. Non si può avere tutto e subito...”

-“ hai ragione, ma prima o poi dovrai farlo, ed io sarò sempre e comunque dalla tua parte, sappilo tesoro!” si sporge e ci abbracciamo. Come farei senza di lei?

 

 

 

 

Angolo autrice:

Alloraa... innanzitutto scusate per l'ora e per il ritardo, ma ultimamente rallenterò un po' i tempi e aggiornerò ogni due giorni circa, solo perchè ho esaurito i capitoli già pronti e devo farli al momento. Poi volevo ringraziare tantissimo tutte voi perchè leggete e recensite. Se i capitoli vi annoiano potete tranquillamente tartassarmi, se invece vi piacciono faccio i salti di gioia, quindi fatemi sapere anche a proposito di questo capitolo :). Sono ben accette tutte le recensioni, sia negative che positive, ovviamente, ma non posso lamentarmi perchè in tutti i capitoli ne ho avute. Vi amo, vi adoro e vi sono grata perchè leggete la mia storia. Un grazie speciale a Portgas D Denis x ace, Tonia1d, Momoko21 e Isabelle02 che hanno recensito il capitolo precedente... grazie grazie *-*

Un bacio e al prossimo capitolo :*

Eli

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Capitolo 16
*** Gita in montagna ***


sono il genere di ragazza che ha sempre:

un libro aperto tra le mani,

una voce nelle orecchie,

e un ragazzo nella mente.

 

 

mi trovavo sul divano nero di Eric, con Church ai miei piedi, Cla alla mia destra e un braccio di Jake attorno alle spalle. Stavamo guardando un film poliziesco e in tv c'era una tipa alta coi capelli neri che le arrivavano sopra le orecchie. Aveva una pistola in vita e dei tacchi altissimi e girava per la stazione di polizia con nonchalance. Il film ormai stava finendo e io non mi ricordavo neanche il nome della tipa... ma poco importava no?! Mi alzai dal divano per andare a prendere una bibita, fregandomene di perdere qualche fotogramma. Mi diressi in cucina e aprii uno sportello a caso, ci trovai dentro pentole e robe varie, così chiusi e ritentai con quello affianco. Al secondo tentativo trovai piatti e bicchieri, poi feci scorrere un po' l'acqua del rubinetto e subito dopo riempii il mio bicchiere. Mi sedetti su una sedia e controllai l'ora. Erano già le otto, e tra poco sarei dovuta essere a casa, visto che i miei non sapevano dov'ero.

Avevamo passato tantissimo tempo insieme a chiacchierare e a scambiarci battutine, e dovevo ammettere che Eric era molto simpatico. È un ragazzo con un debole per la musica, e ha messo su un piccolo gruppo, ma si vergogna a farci sentire qualcosa. Solo Jake aveva ascoltato qualche brano, ma non aveva commentato, per cui io e Cla non sapevamo niente, zero assoluto. Stavo fissando l'acqua dentro il mio bicchiere che sembrava ipnotizzarmi quando due mani si poggiarono sulle mie spalle. Dal tocco forte e deciso, ma allo stesso tempo delicato come se avesse tra le mani porcellana capii subito di chi si trattava.

-“ bella addormentata, il film è finito...” mi alzai dalla sedia e guardai Jake

-“ ah si?!”

-“ già... suppongo ti sia piaciuto molto!”

-“ suppongo mi sarebbe piaciuto se avessi prestato attenzione” sorrisi suadente

-“ ho trovato incredibilmente sexy la tipa con la pistola...” si prese il mento tra due dita e guardò il soffitto con aria pensierosa

-“ allora la prossima volta vai vedere a lei la tua camera!”

-“ non mi sembrava ti dispiacesse” mi sorride malizioso. Adoravo il nostro modo di stuzzicarci, facendo battutine e allusioni. Era troppo divertente...

-“ e come fai a essere sicuro che in realtà io non volessi?”

-“ lo deduco dai versi osceni e poco ortodossi che facevi... per non parlare dei fremiti e...”

-“ okay, okay. Stop. Hai vinto!” lo interrompo alzando le mani in segno di resa e mettendo il broncio, facendolo ghignare. Mi dimentico sempre che è lui il maestro, ma come si dice sempre, prima o poi l'allieva supera il maestro.

-“ non accetti la sconfitta cucciolotta?” mi sussurra malizioso all'orecchio “credo che tu non abbia visto bene la mia camera, vuoi tornarci?”

certo che non l'avevo vista bene! Dimmi quale svitata osserva una camera quando può godersi lo spettacolo di Jake senza maglia!

-“ terrai i pantaloni?”

-“ vuoi che tengo i pantaloni?! Sarebbe difficile... ma non impossibile.” mi sorride. Mi passo una mano sugli occhi e lo guardo torvo

-“ ragazzi, venite un' attimo!” Eric richiama la nostra attenzione e ci dirigiamo insieme verso il divano “ allora, io pensavo che sarebbe bellissimo andare tutti insieme in montagna! Conosco un posto stupendo, e sarebbe anche bello per Jake, dato che non ha mai visto una montagna in via sua... allora, che ne pensate?”

-“ io ci sto!” dice Jake, e subito dopo una Cla entusiasta sventola le mani verso l'alto

- “ anch'io!” urla. Mi dispiace rovinare il momento, ma non credo che i miei mi avrebbero lasciata andare dato che ero 'scappata' di casa.

-” tu Tessa?” Eric mi guarda speranzoso.

-“ io non so se posso...”

-“ facciamo così, sta sera mi chiami e ci fai sapere se puoi, okay?” Jake mi guarda con il suo tipico sguardo che significa 'non ammetto repliche'

-“ sissignore!”

-“ bene, poi faremmo a voi due una sorpresa. Se venite vi diciamo per telefono cosa portare.” ci dice Eric mentre si alza dal divano e porge una mano a Cla che la usa per tirarsi su. Quei due non me la raccontano giusta... sono così carini!

-“ ora meglio andare...” dice Cla, ma non riesco a capire il resto della frase perchè Jake mi si para davanti con fare interrogativo

-“ devi andare?” mi chiede con gli occhi dilatati a causa della poca luce

-“ si... sono uscita di casa 'di nascosto' e ora i miei daranno di matto!”

-“ cerca di convincerli. Vorrei andarci in montagna!” mi dice sorridendo, e questa volta è il mo turno di essere confusa. Avvicino le sopracciglia.

-“ in che senso... tu ci andrai in montagna, sono io che forse non ci vado”

-“ Tess, se non ci vai tu è ovvio che non ci vado neanche io!” spalanco gli occhi. Ma perchè tutte le cose più dolci del mondo me le dice come se fossero cose ovvie? Bah, ci rinuncio, lui non sarà mai un romanticone!

-“ ma no, tu ci devi andare, ti divertirai!”

-“ non ammetto discussioni!” mi sorrideva

-“ va bene, va bene. Farò del mio meglio”

-“ okay.” mi guardò intensamente e mi attirò a se, e io mi accoccolai contro i suo petto e inspirai il suo profumo.

-“ Tessa, dobbiamo andare se vuoi avere una minima speranza di venire con noi domani” Cla mi stava parlando, ma io tenevo gli occhi chiusi contro il petto del mio Jake. Sentivo il suo cuore battere, e non mi sarei mai stancata di sentirlo. Era così regolare, così a suo agio. Il mio cuore iniziò a battere ritmicamente come il suo, e io non mi ero mai sentita così calma. Mi ricordai quando, da bambina, mi sentivo protetta sotto le coperte del mio letto... ora la mia coperta era Jake, e desso avevo più che mai il bisogno di sentirlo vicino

-“ si okay, andiamo...” mi staccai da Jake e lo guardai negli occhi.

-“ ciao... ci sentiamo dopo.” dissi. Non sapevo cosa fare, se baciarlo o meno, e così scelsi la seconda opzione. Feci per salutare Eric quando una mano si poggiò sulla mia vita e mi fece voltare. Mi ritrovai a pochi millimetri di distanza dalla bocca di Jake, che mi sorrideva predatore.

-“ eh no eh, se mi saluti così mi ferisci...” si chinò e mi baciò. Misi le mani dietro la sua nuca e lui mi sollevò da terra, prendendomi in braccio. Attorcigliai le mie gambe alla sua vita e lo tenni stretto per un bel po', ma poi lui non si allontanò e mi rimise giù. “ molto meglio!” ancora quel sorriso, e quello sguardo che mi facevano impazzire. Deglutii a vuoto e annuii, poi salutai velocemente Eric e mi fiondai fuori dalla porta con Cla alle calcagna.

-“ Tessa, dio, quel povero ragazzo lo hai steso, è creta nelle tue mani!” Cla era raggiante e sprizzava energia da tutti i pori

-“ oh, fidati che io sono molto più cotta di lui...” e così dicendo ci avviammo alle bici e iniziammo a pedalare.

Io ero innamorata persa di quel fottutissimo ragazzo dagli occhi blu. Lui ha quel suo modo di fare, quel modo di farmi sentire importante, quel modo di farmi sentire speciale, quel suo modo di farmi sentire sua, che nessuno era mai riuscito o riuscirà ad eguagliare. Con uno sguardo era capace di far crescere in me mille emozioni, e la cosa mi elettrizzava non poco.

Arrivammo davanti a casa mia in poco tempo, e decisi di provarci subito con i miei genitori. Corsi in casa e urlai a Cla di aspettarmi in strada. Entrai dalla porta e salutai i miei genitori, che quasi mi scagliarono addosso un piatto. Dopo circa venti minuti uscii di casa pimpante e andai incontro alla mia migliore amica che ormai era seduta rassegnata sul marciapiede e giocava col cellulare

-“ Cla, si, si, si e si! Posso venire!” urlai eccitata

-“ davvero?!” Cla si alzò in piedi e saltellò sul posto battendo le mani “siii!”

-“ chiamo subito Jake... domani ci facciamo trovare tutte e due sotto casa mia okay?”

-“ perfetto!” disse entusiasta. Dopo una conversazione lunga e piena di battutine si era deciso che saremmo partiti alle sette di mattina, avrei dovuto portare uno zaino, una maglia larga, una felpa e un costume. Mi era stato proibito di replicare o di fare domande, ma i due ragazzi svitati con cui stavo parlando sembravano parecchio esaltati, e la cosa mi terrorizzava e piaceva allo stesso tempo. Dissi a Cla di farsi trovare alle 6:50 sotto casa mia e di portarsi le stesse cose che avevano detto a me. Cla mi guardò perplessa quando nominai il costume, ma poi annuì e ci salutammo. Appena lei se ne andò corsi in camera mia e mi buttai sul letto. Alcune volte mi capitava di non avere voglia di fare niente, e oggi era una di quelle volte. Presi dallo sgabuzzino uno zaino e lo riempii con tutte le cose che dovevo portare, poi mi diressi in bagno e feci una lunga, calda e rilassante doccia. Lasciai che l'acqua lavasse via i miei dubbi, le mie incertezze e le mie ansie, e mi infilai il mio pigiama, che consisteva in una maglia enorme e logora dal tempo con sopra un disegno di Titti e in un paio di pantaloni viola e orrendi che non avrei mai usato per uscire di casa in tutta la mia vita. Verso le dieci mi buttai nel letto e mi misi a leggere. Io mi riuscivo a perdere nella lettura, era una cosa che amavo perchè mi estraniava dal mondo e spesso perdevo anche la cognizione del tempo. Non avevo idea di che ore fossero, ma ad un certo punto crollai e intorno a me ci furono solo il buio e il rumore silenzioso della notte.

Mi svegliai e mi guardai intorno, cercando di fare mente locale ma senza successo. Ero appoggiata alla spalliera dal letto, avevo 'uno splendido disastro' sulle gambe e ero incredibilmente scomoda. Mi alzai tutta dolorante e piena di crampi e guardai la sveglia. Presi un colpo... cosa?! Erano già le sei e mezza?! Oddio, dovevo muovermi!

Saltai giù dal letto, incurante del dolore alla gamba sinistra e al collo, e mi precipitai in cucina. Mi preparai alla velocità della luce la colazione, che consisteva in cereali e latte caldo, e poi ritornai in camera mia. Mi guardai allo specchio e feci una smorfia... sembravo uscita da un film horror! Presi una spazzola e iniziai una battaglia contro i miei capelli ribelli, poi mi diressi in bagno e mi sciacquai il viso con dell'acqua gelata. Ora rimanevano solo cinque minuti all'arrivo di Cla, il tempo per lavarsi i denti e vestirsi. Presi lo spazzolino e lo infilai in bocca, mentre correvo in camera a scegliere cosa mettere. Ricordati, devi essere COMODA, stai andando in montagna mi diceva la vocina nella mia testa, e anche sta volta aveva ragione... okay, ero pazza, ma pazienza, non avevo tempo per le preoccupazioni!... optai per dei leggins neri e una maglietta a maniche corte blu. In caso avessi avuto freddo avevo anche una felpa bella pesante nello zaino, quindi non c'erano problemi. Mi vestii al volo, misi le scarpe da ginnastica bianche che usavo solo per la montagna, e mi avviai alla porta. Proprio mentre stavo per uscire qualcuno suonò il campanello, facendomi sobbalzare, e aprire la porta di scatto. Sulla soglia c'era Cla, sorridente e piuttosto assonnata, con uno zaino nero in spalla. Aveva una maglia a maniche lunghe gialla, dei leggins blu scuro e delle scarpe da ginnastica rosso fuoco che, spero, non usasse mai per andare in città o a fare una passeggiata. Almeno metteva allegria con tutti quei colori, mentre io ero tutta scura a parte le scarpe.

-“ ciao tesoro” mi disse socchiudendo gli occhi e sbadigliando

-“ ciao Cla!” mi avvicinai e le baciai una guancia. Io non avevo sonno, dato che fino ad un minuto fa correvo avanti e indietro per la casa, e poi ero anche emozionata all'idea di passare un giorno intero con Jake. 'Un giorno intero con Jake'... più ci pensavo e più sentivo le farfalle nello stomaco e i miei neuroni andavano in tilt. Chissà quei due pazzi che cosa avevano in mente, chissà come sarebbe andata a finire questa giornata, chissà se un giorno io e Jake avremmo DTR (Definito il Tipo di Relazione), chissà se lui non si sarebbe stancato di me... troppi dubbi mi affollavano la mente, e non riuscivo a concentrarmi su niente. Il mio pensiero costante era Jake, volevo mettere le cose in chiaro con lui. Volevo e dovevo, ma mi spaventavano tantissimo le conseguenze. Forse ero io quella problematica, ma volevo fare un po' di chiarezza... con quel ragazzo era tutto un punto di domanda, e io ero stanca di fare salti nel vuoto, ero stanca di fare un passo avanti e rischiare di cadere nel vuoto.

 

 

 

Angolo autrice

Ciaoo a tutti, devo ammettere che questa volta è stata difficile la stesura del testo, e ho avuto qualche difficoltà, ma spero comunque non sia troppo noioso e spero anche di ricevere le vostre opinioni che sono molto importanti, oserei dire indispensabili ;)

il prossimo capitolo sarà decisamente migliore, perchè racconterò la giornata passata in montagna, e aggiornerò anche presto, dato che adesso ritorno a scrivere. Un grazie specialissimo a Isabelle02, Tonia1d, Asahina e romi2007 che mi hanno supportato :*

scusate per il ritardo di questo capitolo ma sono stata sballottata qua e là in questi giorni e quindi non ho avuto molto tempo.... ma prometto che rimedierò!

Un bacio e grazie a tutte

Eli :3

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Capitolo 17
*** Il lago ***


lui è l'unica roccia

alla qualle lei

può aggrapparsi.

 


il suono del clacson della macchina di Eric ci fece sobbalzare. Poi una testa marrone sbucò dal finestrino

-“ ehilà belle ragazze, volete venire a fare un giro?” Cla sghignazzò e mi superò aprendo la portiera alla destra del guidatore e sedendosi vicino a Eric, così io mi sistemai vicino a Jake.

-“ sei riuscita a convincerli allora?” mi sussurrò all'orecchio

-“ a quanto pare...” sorrisi

-” allora... qual'è la sorpresa?” la voce di Cla risuonò sopra la musica ad alto volume

-“ che ci fermeremmo li per la notte” disse Eric con nonchalance. Spalancai gli occhi

-“ c-cosa? No, io non posso... io... fatemi scendere!” così dicendo mi fiondai alla portiera, ma Jake mi bloccò e mi fece sedere sulle sue gambe.

-“ dai cucciolotta, ci divertiremo!” lo guardo truce

-“ di una cosa sono certa, tu non ti divertirai.” fa l'espressione da cucciolo bastonato e tira fuori il labbro inferiore.

-“ io credo proprio di si!” mi dice poi suadente mordendomi il lobo e tenendomi stretta tra le sue braccia. Scoppio a ridere e si sente il rombo del motore. Un minuto dopo sfrecciamo sulla strada con la musica altissima. Metto la testa fuori dal finestrino e penso che non mi sono mai sentita così libera.

Man mano che si sale e ci allontana dalla città l'aria si fa più pura, più leggera e più fresca, e io respiro a pieni polmoni, lasciandomi avvolgere completamente dall' odore di legna e resina e trasportare indietro nel tempo. Ricordai quando, da bambina, mia madre mi trascinava in montagna con mia nonna e mia cugina. Mi ricordai che avevo fatto del bosco il mio rifugio personale. Il vento faceva sventolare i miei capelli in faccia a Jake, che dopo poco mi scostò e mise il suo viso vicino al mio.

-“ è fantastico!” urlava il mio amore, cercando di sovrastare la musica altissima, anche se le sue parole si perdevano nel vento e quindi solo io riuscivo a sentirlo, poiché era molto vicino a me. Lo guardai piena di gioia mentre sorrideva e spostava lo sguardo da un' albero all'altro.

-“ questa è la montagna...” sussurrai con sguardo liquido e perso nei ricordi.

-“ tutto bene là dietro?” Eric urlava a squarcia gola. A sta ora domani saremo stati tutti senza voce.

-“ si, qui va alla grande!” urlai di rimando

e poi, tutti insieme, iniziammo a cantare 'I'm in love' che al momento veniva trasmessa alla radio. Io e Cla iniziamo a ballare sui sedili e Jake e Eric scoppiano a ridere. Jake mi prende in braccio e si muove sotto di me, che continuo a ballare da seduta, agitando braccia e capo. Si, ci saremmo proprio divertiti!

La macchina si ferma su un piccolo prato verde, e non troppo lontano si vede il bosco. Mi sdraio sul prato e inspiro forte l'odore dell'erba appena tagliata. Quanto mi era mancata. Vicino a me si stende Jake e mi passa un braccio sotto la schiena, attirandomi a se e facendomi appoggiare la testa contro il suo petto. Sento il suo cuore martellare, come se da un momento all'altro esplodesse. Si capiva dal suo sguardo che era emozionato, si sentiva come mi ero sentita io quando per la prima volta mi avevano fatto vedere il bosco. In pace. E questo mi riempii il cuore di gioia e mi fece venire un' irrefrenabile voglia di baciarlo.

-“ bene ragazzi, noi dormiremo qui, ma prima andiamo a fare un giro.” detto questo Eric prese Cla per mano e la trascinò via.

-“ sarebbe meglio seguirli...” dissi alzandomi e passando le mani sui miei pantaloni. Jake fece una smorfia e si mise seduto

-“ non ci tengo... chissà quei due cosa fanno” scoppiai a ridere. Jake si alzò e mi prese per mano.

-“ credi che tra quei due nascerà qualcosa?”

-“ credo che sia già nato!” mi dice con fare ovvio

-“ io credo che Cla voglia qualcosa di serio... quindi credo che stia aspettando un suo segnale” Jake mi guarda sbalordito e poi si rassegna

-“ ora mi spieghi come mai, se un ragazzo vi manda tutti i segnali possibili sulla terra voi vi domandate ancora se gli piacete! È una cosa assurda!” e si mette a gesticolare con le mani. Quanto è dolce.

-“ i tuoi di segnali era sempre molto confusi!” mi giustifico corrugando la fronte

-“ che?! Ma se il primo giorno che ti ho vista ti ho baciato!” mi dice con fare incredulo

-“ touché...” dico “... ma comunque un bacio non è un segnale. Ti ho odiato in quel momento!”

-“ dai, non fare l'ingenua. Come potevi pretendere che me ne stessi buono nella vasca se a due passi c'eri tu nuda!” mi disse sorridendo maliziosamente. Spalancai la bocca

-“ brutto porco approfittatore! Avevi detto che non ti faceva differenza e che dovevo per forza farmela subito!”

-“ ho mentito” ancora quel sorriso. Eh no eh, adesso me la paghi! Sbuffo e me ne vado via camminando

-“ ti sei arrabbiata?”

-“ si!” in realtà no...

-“ bene, così puoi utilizzarmi come antistress!” lo sento correre per raggiungermi e inizio a correre anch'io, ridendo. Lui è molto più veloce di me, quindi mi raggiunge e mi fa distendere per terra, poi mi fa il solletico. Mi manca il respiro e mi fa male la pancia da quanto sto ridendo.

-“ basta...” supplico annaspando. Lui toglie le mani dalla mia pancia per un' attimo, e mi guarda. “... maledetto!” sussurro ridendo

-“ come, come? Non sei nella posizione di aggredirmi!” mi dice e cala le mani per ricominciare a farmi il solletico. Gliele fermo, cercando disperatamente un'idea per farlo smettere. E me ne viene in mente una.

-“ a no?” chiedo suadente. Poi mi sporgo per baciarlo e subito dopo lui mi sovrasta. Inizio a togliergli la maglia, e la butto alla mia destra. Lui mugola contro le mie labbra e mi toglie anche la mia. Lo guardo negli occhi e lo faccio alzare in piedi, mentre io mi metto in ginocchio davanti a lui e lo guardo predatrice

-“ lascia fare a me...” e gli sbottono i pantaloni. Lo vedo guardarmi allibito

-“ dio Tess, mi fai impazzire. Non la smetti di sorprendermi!” mi dice mentre mi alzo e mi metto difronte a lui. Gli ho sbottonato i pantaloni, e ora è rimasto in boxer

-“ vedrai tra un po' come ti sorprenderò!” dico, forse un po' troppo divertita. Temo che abbia capito il mio giochetto, ma poi mi tranquillizzo vedendolo sorridere e allungare le mani verso di me

-“ tu sei rimasta un po' troppo vestita...” dice mentre cerca di slacciarmi il reggiseno. Io lo fermo e gli faccio ricadere le mani lungo i fianchi. Poi punto lo sguardo in basso e sorrido

-“ dovresti calmare un po' i bollenti spiriti...” mi guarda perplesso, ma ovviamente ha già la battuta pronta

-“ ho già in mente come calmarli...” mi guarda malizioso

-“ si, anch'io!” esclamo, e mentre lui si sporge in avanti per baciarmi io lo precedo e lo spingo indietro. Lui sbarra gli occhi e poi cade nel lago. Io scoppio a ridere mentre lui riemerge bagnato fradicio

-“ ma che cazz...” si guarda intorno sperduto mentre io rotolo per terra dalle risate. La pancia ricomincia a farmi male. “ tu...” dice indicandomi “ hai approfittato dei miei istinti maschili per vendicarti! Giochi sporco!” non riesco più a parlare, solo a ridere. Mi manca il fiato. “adesso me la paghi!” cerca di uscire dal lago, e la mia espressione diventa di puro terrore.

-“ Jake... sono vestita... fammi prendere il costume almeno...” ma lui non vuole sentire ragioni, esce completamente fradicio dal lago e mi guarda con un sorriso angelico. Sembra tanto un angelo vendicatore!

-“ Tess, ti do un consiglio... inizia a correre!” mi volto e corro come una forsennata, urlando. Ovviamente però mi raggiunge dopo poco e mi carica su una spalla.

-“ Jake... Jake mettimi giù!” gli dico, terrorizzata.

-“ non ci penso neanche, cucciolotta chi la fa l'aspetti!”

-“ Jake!... Aiutoo! Aiutatemi!” grido, mentre dimeno le gambe e batto i pugni sulla sua schiena. Lo sento ridere sguaiatamente. “ Jake, non te lo ripeto più. Mettimi giù!” cerco di imitare il tono di mia madre quando mi sgrida. Serio, punitivo e che non ammette repliche.

-“ va bene principessa, lo hai voluto tu eh! Ti lascio!” mi spavento ancora di più e un secondo dopo sono tutta fradicia. In quel momento arrivano di corsa Eric e Cla, quest'ultima si ferma paralizzata alla vista di Jake in boxer e si gira immediatamente, coprendosi gli occhi con le mani. Eric lancia un'occhiata assassina a Jake che alza le mani in segno difensivo.

-“ che ci fai tu in mutande e tutto bagnato?” chiede il moro

-“ E dov'è Tessa? La abbiamo sentita chiedere aiuto!” dice Cla ancora girata di schiena

-“ ormai non si può più aiutare!” sghignazza Jake, e in quel momento esco dal lago

-“ non sono sicuro di voler sapere cos'è successo...” ammette Eric spaventato

-“ tranquillo...” dice Jake, poi mi guarda con un sorriso complice e tra noi nasce un tacito accordo “... perchè capiterà la stessa cosa anche a te!” e così dicendo Jake si fionda su Eric, lo prende per la camicia e lo butta senza tante cerimonie nel lago. Eric impreca e subito dopo si ritrova in quella meravigliosa pozza blu. Si sente un sonoro 'splash' e Eric è sparito. Cla si gira e si toglie le mani dagli occhi in preda al panico

-“ Eric...?!” io mi fiondo su di lei e, con un po' di difficoltà la butto nel lago. Cla emette un urlo strozzato subito prima di scomparire sotto la distesa di acqua blu.

-“ siii! Siamo i più forti! Ha-ha-ha beccatevi questo!” mi giro sculettando verso Jake per battere il cinque e vedo che vicino a lui c'è Eric e si sorridono in maniera complice. Il panico si impossessa di me quando loro iniziano a camminare nella mia direzione

-“ scusami Tess...” mi dice Jake, e tutti e due si avvicinano a me con passo felpato

-“ tu...” sussurro guardando Jake, poi inizio a correre in reggiseno giù per il prato urlando. Li sento dietro di me, ma ce la faccio a raggiungere la macchina. Apro il bagagliaio in cerca di qualcosa da usare e trovo della nutella. Mi stanno raggiungendo, così afferro un cucchiaio e apro il barattolo

-“ mi volete?!...” urlo “ allora venite a prendermi!” e mi preparo a lanciare. Eric vede che cos'ho in mano e cerca di avvisare Jake, ma lui si fionda su di me ignaro. Inizio a bombardarlo di nutella, lui fa una smorfia e grida

-“ nooo! Quella ci serve per colazione!” io rido e continuo a tirargliela. Eric viene verso di noi, io sono troppo occupata a innutellare Jake e quindi non mi accorgo che sta prendendo una torta. Dopo due secondi mi ritrovo la faccia ricoperta di glassa. Apro la bocca per dire qualcosa e qualcuno me la riempie di nutella. Non riuscendo più a dire niente mi sento sollevare e portare via. Scosto la panna dagli occhi e sputacchio qua e la un po' di nutella sul prato mentre sono in braccio a Jake

-“ vi odio!” dico

-“ e tra poco ci odierai ancora di più!” mi dice Eric. Io mi rivolgo a Jake

-“ ti vuoi vendicare per prima?” chiedo a Jake infondo ero stata io a buttarlo in acqua

-“ ci puoi giurare. Mi hai spezzato il cuore. Credevo che volessi...” ridero ancora “ ti conviene non ridere e chiudere la bocca...” sussurra piano Jake. Temo la sua risposta ma glielo chiedo lo stesso, a bassa voce. Ora si è fermato, ma mi sta ancora tenendo in braccio.

-“ perchè?”

-“ PERCHÈ SENNÒ BEVI!” urla quel bellissimo e fottutissimo ragazzo dagli occhi blu. E dopo due secondi mi ritrovo in acqua. Appena riemergo una Cla felice mi guarda.

-“ uh-uh... sei tutta sporca!” mi dice divertita. È distesa sull'acqua e sembra rilassata.

-“ ma no!” le dico ridendo “ bella l'acqua?” nuoto verso di lei, che annuisce piano tenendo gli occhi chiusi.

-“ perchè sei in reggiseno?” mi chiede poi, aprendo gli occhi divertita. Io arrossisco. O cazzo, dov'è la mia maglia?! Mi metto le mani al petto e guardo verso Jake, che sfoggia tranquillamente i suoi boxer neri. Appena vede il colore delle mie guance si tuffa in acqua, facendo bere Cla che inizia a tossire, e nuota verso di me. Quando mi raggiunge mette le sue braccia sul mio petto, coprendo il reggiseno.

-“ adesso ho i pantaloni bagnati!” gli sussurro all'orecchio minacciosa

-“ solo i pantaloni sono bagnati?” gli tiro una gomitata nello stomaco.

-“ si, solo quelli...!” dico ridendo

-“ mmmh...?!” mi sussurra mordendomi il lobo, poi mi gira e mi cinge la vita con le braccia “ sei bellissima.”

-“ sei stupendo” dico di rimando. Subito dopo ci stiamo baciando. Le sue mani stringono i miei fianchi, e le mie gli accarezzano i pettorali tesi. Le nostre gambe si toccano, ma è lui che tiene a galla tutti e due. Mi mordicchia il labbro inferiore e io gemo nella sua bocca, lui fa un sorrisino compiaciuto e sussurra

-“ sai di nutella...”

-“ pff...” soffio infastidita “ chissà perchè!”

-“ se avete finito di baciarvi possiamo andare un attimo ad organizzarci per sta notte” ci dice Eric

-“ e se non avessimo finito?” gli chiede Jake, sempre guardandomi intensamente

-“ in quel caso voi dormirete nel lago” sembrava serio... scostai piano Jake, che però si mise davanti a me, coprendomi.

-“ okay, okay, adesso arriviamo!” gli risponde scocciato

-“ Bene!” così dicendo Eric esce e aiuta Cla a fare lo stesso. Quando sono entrambi fuori Jake esce e mi prende in braccio.

-“ Jake, Jake prendi la mia maglietta!” gli dico

-“ solo se mi prometti che sta notte te la togli” mi risponde sorridendo sornione

-“ okay, okay. Ora va a prenderla... e vestiti magari!” rido e lui mi rimette con i piedi per terra.

-“ va bene mamma” mi bacia, si veste e va a raccogliere la mia maglietta, poi me la tira e io me la rimetto

-“ ti preferivo senza...” sussurra sconsolato

-“ shhh, fai il bravo bambino!” gli rispondo. Lui mi cinge la vita con un braccio e insieme ci dirigiamo verso la macchina.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ciaoo a tutte... come vi è sembrato il capitolo?? io ogni volta che lo rileggo scoppio a ridere... spero che lo facciate anche voi :*

Ne è valsa la pena usare un' intero capitolo per descrivere solo la mattinata??? fatemi sapere, vi prego *-*

oggi non ho tanto da dire, ma ringrazio di cuore tutte voi che leggete e recensite, specialmente romy2007, Momoko21, Portgas D Denis x ace e Tonia1d che hanno recensito il capitolo precedente >.<

un bacio grandegrande :3

Eli

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Capitolo 18
*** Obbligo o verità? ***


voci, risate, urla, gente.

Ma l'unica cosa che sentiva

era il rumore del suo cuore che,

lentamente, si spezzava.

 

 

stavo tremando, faceva freddissimo!

-“ non abbiamo una coperta?”

-“ no, solo i sacchi a pelo per dormire” mi rispose Eric. Rabbrividii e mi strinsi le braccia al corpo, cercando di riscaldarmi. Era appena calato il sole e non ne ero molto contenta, dato che ero ancora bagnata fradicia.

-“ mi prenderò una polmonite” bofonchiai incavolata. Sentii Jake mettersi dietro di me e subito dopo ero accasciata contro il suo petto. Ovunque mi toccasse andavo a fuoco, e la cosa era anche piacevole, visto che morivo di freddo.

-“ meglio?”

-“ mh-mh” mi strusciai contro il suo petto

-“ mi stai facendo le fusa cucciolotta?” sento il suo petto alzarsi e abbassarsi velocemente mentre ridacchia

-“ forse...” sorrido e gli do un bacio sulla maglietta. Lui mi cinge completamente con le braccia e restiamo così.

Io mi sporgo un attimo e da sopra la spalla di Jake vedo Eric sdraiato vicino a Cla che la sta tenendo per mano. Sorrido e penso che sono incredibilmente dolci. Ad un certo punto Cla si gira di scatto verso di me e mi becca a fissarli. Io arrossisco e mi ritiro nel mio guscio, ovvero Jake, ma Cla non me la lascia passare e parla. Interrompendo quel bellissimo silenzio

-“ che ne dite di giocare a 'obbligo o verità'?”

-“ io ci sto” le risponde Eric

-“ okay...” Jake toglie le mani dal mio corpo e si gira. Io maledico Cla mentalmente e mi sforzo di fare un sorriso, anche se sto tremando e dentro di me vorrei prenderla a schiaffi.

-“ perchè no...” dico

-“ perfetto allora...!” esclama Cla. “inizio io!” dice poi

-“ e perchè?” le chiede Jake

-“ perchè ho avuto io l'idea, ovvio no?!” le risponde lei

-“ okay...”

-“ mmm, vediamo...” Cla si mette un dito sul mento e ci scruta tutti. Io tengo lo sguardo basso, sperando di non essere scelta. Odiavo quel gioco da quando, alle medie, avevo dovuto baciare un mio compagno di classe orrendo che mi veniva dietro. Appena lo avevo fatto per tutta la scuola si era sparsa la voce che stavamo insieme. Che rabbia.

-“ Tessa!” alzo lo sguardo sbigottita “ obbligo o verità?”

-“ verità! Lo sai che non sceglierò mai, e dico MAI obbligo!”

-“ per quella cosa di Marco alle medie?” mi chiede ridendo Cla

-“ si, esatto! Che schifo, me lo ricordo ancora!” faccio una smorfia

-“ che cos'è successo alle medie?” chiede interessato Eric

-“ e cosa più importante... chi è Marco?” Jake mi guarda con uno sguardo indecifrabile.

-“ niente di importante!” minimizza Cla sventolando la mano “ una cosa stupida che ha traumatizzato Tessa”

okay, la conversazione sta diventando troppo imbarazzante e... schifosa!

-“ okay, okay. Allora, cosa vuoi che ti dica?”

-“ tu e Jake... state insieme?” mi paralizzo. Cla adesso ti strozzo!

-“ è?!...”

-“ ho chiesto se...”

-“ ho sentito!” sbotto

-“ siamo amici...” se ne esce Jake. E il mio cuore si spezza in tante piccole schegge e mi viene da piangere. Amici?! Amici un bel cazzo! Lui alle sue amiche gli dice che le ama? Lui le sue amiche se le porta a letto? Probabilmente si, ma io no. Io non vado a letto con i miei amici. Lo guardo con le lacrime agli occhi, e Cla si paralizza.

-“ a-amici?!” sussurro. Probabilmente non mi ha sentito, perchè sta parlando con Eric, il quale gli sta scegliendo un obbligo. Sento le voci ovattate, sono in uno stato di trans e non capisco più niente. Vorrei morire. Quindi tutti i filmini mentali che mi ero fatta, tutte quelle volte che ero andata a dormire felice, convinta che noi due stavamo insieme e che per lui ero importante, erano falsità. Erano delle fantasie che non si erano realizzate e che mai si realizzeranno.

-“ io e Tessa andiamo un attimo nel bosco... in memoria dei vecchi tempi” sentii Cla prendermi per un braccio e trascinarmi via, proprio mentre delle lacrime mi rigavano le guance. “ tesoro, no. Non fare così, ti prego...” Cla mi asciuga le guance con il dorso della mano.

-“ lui... lui ha detto che... che siamo...” scoppio a piangere, non riuscendo più a trattenere i singhiozzi. La frase mi muore in gola. Mi fa troppo male dirlo ad alta voce. Mi ero fatta delle illusioni, solo tante, stupide e inutili illusioni. Mi ero innamorata e ora soffrivo. Lo sapevo, d'ora in poi non mi innamorerò mai più, il mio cuore si è chiuso. Definitivamente. Il problema è che lui sarà sempre in grado di riaprirlo e di ferirmi. Sempre.

D'ora in poi mi sarei comportata come un'amica. Non mi sarei lasciata toccare ne baciare, ne tanto meno gli avrei permesso di fare i doppisensi erotici. Niente più ripensamenti, niente più 'per lui sono importante' niente più 'sono confinata nella friendzone' e soprattutto, niente più sesso.

-“ Tessa, lascialo perdere, ti prego. Guarda come ti riduce, guardati! Non puoi andare avanti così, finirai per distruggerti. Finirà per distruggerti.” annuii lentamente “ ora vai di la e fregatene, fai vedere chi sei Tessa!” c'era un piccolo problema... io chi ero?! Io non ero niente senza Jake, ma lui si approfitta di me. Sarei davvero riuscita a rimanere sua amica? No, non ce la avrei fatta. Io non ero come Cla. Non ero capace di prendere e fare una scenata, e quindi avrei fatto quello che facevo di solito. Correre.

-“ Cla... scusa, mi dispiace tanto...” lei mi guarda confusa e subito dopo sto correndo verso il bosco. Sento la mia amica urlare, ma non mi fermo. Continuo a correre, un piede davanti all'altro, sguardo fisso all'orizzonte, fronte sudata, fiato corto, aria pungete, vestiti bagnati e piedi doloranti.

Ormai ho perso la cognizione del tempo, e non ho idea da quanto sto correndo. Inizia a farmi male la pancia, così mi piego su me stessa mettendo le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. I polmoni mi bruciano, il cuore mi martella contro il petto, le gambe mi cedono e le mie caviglie urlano pietà. Anche se ci ho provato mi sento come prima, anzi, leggermente più impaurita. Ormai si è fatto completamente buio e delle gocce mi cadono sulle mani e sulla faccia. Alzo lo sguardo e sopra di me c'è un'enorme nuvola nera minacciosa. Cerco di tornare indietro, ma appena muovo un passo le gambe mi cedono, facendomi crollare su me stessa. Ho bisogno di riposo, ho bisogno di calore, ho bisogno di casa mia e ho bisogno di Jake. Ho davvero bisogno di lui, ormai sono crollata, fisicamente e emotivamente, e lui era l'unica cosa che mi teneva in piedi, e ora non ce neanche più lui, sono sola. Sono completamente sola e sono persa. Le mie lacrime si mischiano alla pioggia e i miei singhiozzi ai tuoni.

Non so di preciso quando è successo, ma piano piano mi accascio contro un pino, chiudo gli occhi e mi addormento.

 

Sento qualcosa camminarmi sul braccio. Prima penso che sia piacevole, ma poi mi viene in mente che razza di insetto potrebbe essere. Nella mia mente vedo un'enorme coleottero corpulento tutto verde, con antenne gigantesche, occhi enormi e neri, zampe munite di chele e una bocca pronta a divorarmi. Spalanco subito gli occhi e salto a sedere tirandomi uno schiaffo sul braccio. Appena apro le palpebre una luce accecante mi invade, facendomi tirare indietro la testa di scatto e richiudere gli occhi. Dopo un po' decido di riprovarci e li apro pian piano. Davanti a me c'è una testa bionda che si guarda sbalordito la mano, completamente rossa. Ora che sono tornata coi piedi per terra e sono stata svegliata bruscamente dal mio sogno in cui ero su un cavallo bianco seduta dietro Jake, mi rendo conto del male che ho al braccio. Mi pulsava ed era tutto rosso. Cazzo! Hey, hey, fermi tutti... una testa bionda?! Oddio il coleottero mutante mi vuole mangiare! Quando stavo per urlare e colpire quella massa bionda con una scarpa, questa si alza e rivela due splendidi, bellissimi, unici occhi azzurri. In quel momento pensai che se anche fosse stato un coleottero mutante mi sarei lasciata mangiare. Ma, ahimè, era qualcuno di più gradevole e allo stesso tempo più triste e stronzo e insensibile e ipocrita e imprevedibile di un coleottero. Si, davanti a me si stagliava, contro il cielo azzurro, quella perfezione di ragazzo che si chiamava Jake Bolen. Certo, sarebbe stato un bel quadretto se non fosse per la sua smorfia dolorante...

-“ ahi!” mi dice a mo di saluto

-“ che ti è successo alla mano?”

-“ mi hai tirato uno schiaffo sulle dita!” mi dice gesticolando “ ma che ti è saltato in mente?”

-“ non pensavo fossi tu che mi accarezzavi! Sai com'è, mi sono addormentata sola e nel bosco...” mi giustifico

-“ e chi altro poteva essere?!” mi guarda curioso, quasi infastidito. Avrei voluto dirgli che anche io mi ero fatta male, che IO avevo passato una notte a morire di freddo nel bosco, che sempre IO ero stata a piangere sotto la pioggia facendo perdere i miei singhiozzi nel rumore della tempesta. E tutto questo era solo colpa sua, e che quindi lui mi aveva fatto ben più male. Ma invece di sputargli addosso la acida verità mi limitai a bofonchiare un

-“ pensavo fosse un gigante coleottero assassino...” ovviamente non mi ha sentito, perchè si rilassa e mi guarda dolce.

-“ l'importante è averti trovata... ora vieni, ti riporto indietro. Si torna a casa!” non so perchè non mi ha neanche chiesto il perchè della mia fuga, forse ha intuito che comunque non ne avrei parlato, e allora si era rassegnato. Lo vedo sporgermi e un secondo dopo sono in braccio a lui. “ sarai tutta intorpidita, è meglio che ti porto io, così non rischi di farti male...” ammicca, sussurrando suadente contro il mio collo. Ma io per lui cos'ero?! Il suo rimpiazzo?la sua amica di letto?! No, io avevo un cuore. Rotto e stupido, ma era pur sempre un cuore. E non sono un robot, ho le mie emozioni, e tutto questo casino mi sta facendo soffrire già abbastanza. Sarà dura, lo so, ma devo allontanare Jake. Lo devo fare se non voglio soffrire ulteriormente. Devo smetterla di legarmi a lui, dato che lui non prova la stessa cosa. Amici?... se per lui eravamo amici io avrei rispettato la sua scelta, così come lui avrebbe dovuto rispettare le mie, e la mia scelta era: se siamo amici lo siamo in tutto. Morale della favola... non andiamo a letto insieme. Sarebbe stata un'impresa distaccarsi da lui, ma avrei dovuto farlo. Mi sarei costretta a vederlo come un amico, e se non ce la avrei fatta avrei almeno represso la voglia di scoparmelo.

-“ no Jake. No, mettimi giù, ce la faccio a camminare.” lo dissi tirando fuori a forza le parole dalla bocca. Lui mi guardò perplesso

-“ Tess... e dai, lo so che lo vuoi anche tu, almeno quanto lo voglio io...” mi strofina il naso sul collo.

-“ no Jake. Io non voglio. Quindi ora lasciami.” gli misi le mani sul petto e mi staccai da lui, poggiando i piedi per terra e iniziando a camminare per il sentiero sterrato. Lo sentii emettere un sospiro ferito, ma non fece una piega, niente di niente, mi lasciò camminare davanti a lui in completo silenzio. Non riuscivo più a trattenere le lacrime, e così iniziai a piangere, mordendomi il labbro inferiore a sangue e ripetendomi fino allo sfinimento di non fare rumore. Non poteva giocare con me, non poteva fare finta che il mio cuore fosse un puzzle, da poter sfasciare e dopo rimettere a posto, come se fosse nuovo. Ormai nel mio cuore c'era una crepa profonda, e quella crepa aveva la forma della faccia di Jake.

Tornammo all'auto in circa un'ora. Seduto nel bagagliaio c'era Eric, e sulle ginocchia di lui c'era Cla che stritolava agitata un... un profilattico? Feci tanto d'occhi quando vidi che non era un semplice profilattico, era pure usato! Spalancai la bocca per qualche secondo, ma uno schifoso insetto si infilò nella mia gola, facendomi tossire e sputacchiare sul terreno. Che schifo! Quando riaprii gli occhi Cla si era mi si era lanciata addosso e mi aveva abbracciata.

-“ ma dove sei stata? Ti ho cercato dappertutto! Mi hai fatto venire un' infarto!” incapace di parlare, oh anche solo di manifestare segni di vita, mi limito a far diventare la mia bocca una linea sottile e ad indicare l'involucro trasparente che tiene in mano Cla con nonchalanche. Le sue guance si colorano di rosso e nasconde le mani dietro la schiena.

-“ beh, l'importante è che tu sia tornata” soffia, e poi si gira entrando in macchina.

-“ wow. Che giornate... intense” dice Eric a Jake. Io mi giro e gli riservo un'occhiata poco amichevole, per poi salire sui sedili posteriori e schiacciarmi contro il finestrino. Volevo andarmene, e subito.

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciaooo a tutte!! yeee, oggi sono riuscita a pubblicare in anticipo :D

allora, come prima cosa non odiate ne me ne Jake per tutto il finimondo successo nel capitolo. Anche se, povera la nostra Tessa, non se lo meritava di essere definita un'amica. Proprio no! Comunque fatemi sapere le vostre opinioni che mi fanno letteralmente saltare di gioia! Forse la storia durerà un po' più del previsto, saranno all'incirca ( numero molto vago) 25 capitoli, anche se la cosa si sta divulgando un po' tanto... cercherò di farcela :)

Poi... beh, niente, ringrazio come al solito le fantasticose ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, ovvero: romy2007, Momoko21, _tribute__ e Tonia1d. Ringrazio anche tutti quelli che leggono senza recensire e aggiungono la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite. Vi adoro tutte! ^-^

un bacio :*

Eli 

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Capitolo 19
*** Ciao Mark... ***


Angolo autrice

Allora... questo capitolo è speciale, ovvero è enorme :). È un modo per festeggiare le 6 recensioni dello scorso capitolo. Quindi graziee mille a tutte voi che leggete e recensite la storia, vi adoro e spero che questo mega capitolo vi piaccia!

Un grazie specialissimo a Portgas D Denis x ace, Tonia1d, _tribute__, romy2007, Momoko21 e AllySmith, che hanno recensito lo scorso capitolo!

Un bacio

Eli *-*

 

solo perchè non stiamo insieme,

non significa che

non ti amo.

 

 

Tessa

tutto il viaggio lo passai in silenzio. Avevo smesso di piangere, ma non per questo avevo smesso di stare male. Ogni tanto portavo il mio sguardo a Jake, che guardava fuori dal finestrino con aria assente. In sottofondo si sentivano Cla e Eric sussurrare tra loro. Lei sembrava così felice, rideva, ammiccava, faceva battutine, mentre io... io mi stavo distruggendo pian piano.

La macchina si fermò davanti a casa di Cla. Era mattina presto e il sole era appena sorto.

Feci per uscire dall'auto, ma Eric mi fermò

-“ aspetta! Ti accompagniamo a casa noi!”

-“ nono, tranquillo, casa mia è qui vicino... ce la faccio ad andare da sola...” lo vedo annuire e scendere dalla macchina

-“ vado a fare una chiamata, torno subito.” non ho realmente capito a chi si era rivolto Jake, fatto sta che sotto i miei occhi apre la portiera e esce, cercando con lo sguardo un nome nella rubrica. Cerco di non pensarci e esco dalla macchina per andare a prendere il mio zaino. Jake è li vicino, e sta parlando sorridente con qualcuno al telefono. In quel momento Eric mi porge lo zaino e io lo prendo distrattamente in mano. Sono concentrata su Jake, con chi parla? Con la sua famiglia forse? Mi avvicino per capirlo, lui è girato di schiena.

-“ si, Kitty, ti passo a prendere questo pomeriggio.” faccio un mezzo singhiozzo e Jake si gira allarmato. Quanto mi amava, io ero proprio il suo suo unico amore! Basta, sono stufa di starmene qui a guardarlo rimorchiare una squillo conosciuta in un bar per alcolisti, preferisco andarmene a casa. Non lo guardo neanche in faccia, non ce la faccio. Non saluto neanche Cla e Eric, che probabilmente staranno pomiciando dietro un cespuglio e me ne vado. Il mio cuore ormai è a pezzi, e temo proprio di non essermi mai sentita più sola e più persa di così, il che significa che...avevo toccato il fondo. Era finita, non mi sarei più permessa di provare sentimenti per uno come lui. Mai più. Ho dimostrato di avere ragione, innamorarsi è la più grossa cazzata che uno possa mai fare nella vita. D'altronde, se cosa che ho imparato con shadowhunters, è che amare è distruggere. Apro la porta di casa mia e mi si para davanti mio padre. Sono infreddolita, arrabbiata, depressa, triste, scomoda, tutta rotta e mi devo pure sorbire la predica

-“ cosa ti è successo?! Hai fatto venire un infarto a tua madre! Come ti salta in mente di stare fuori tutta la notte e non avvertirci?!” non gli avevo avvertiti? Ops...

-“ non era programmato, scusa papa...” bisbiglio

-“ ora ti dico io una cosa che TU non hai programmato...” mi guarda minaccioso “ sei in punizione! A tempo da definirsi, e non voglio che vedi più quel tipo...”

-“ Jake.” interviene mia madre, mettendosi di fianco a mio padre. 'COSA?! Tempo da definirsi?! Ma siete pazzi?! E non potete impormi chi frequentare!' grida una vocina nella mia testa, ma decido di stare zitta. Se ce una regola in ogni casa è che i genitori hanno sempre ragione, anche quando hanno torto. E la cosa è frustrante.

-“ non avevo comunque intenzione di vederlo.”

-“ ora vattene in camera tua. Ti chiamiamo per pranzo.” mi dice mio padre. Io tengo lo sguardo basso

-“ non ho fame” mi giro e me ne vado in camera. Sento mio padre spazientirsi, e dopo sono in camera mia che guardo fuori dalla finestra. Cazzo, devo fare i compiti! Corro alla cartella e tiro fuori il libro di chimica. In quel momento entra mia madre.

-“ ei... Tessy, che ti succede? Mi devo preoccupare?” mi chiede, e fa per sedersi sul letto. Mi alzo e la blocco a metà del gesto

-“ no. Ora devo fare i compiti, quindi ti dispiacerebbe...”

-“ okay principessa, ma se ne vuoi parlare io ci sono.” detto questo uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Era questo il problema, io non volevo nessuno, nessuno che non fosse Jake, che a quest'ora era in giro con una troia. Si dice che per studiare si ha bisogno di silenzio e concentrazione, e in quel momento mi venne in mente il preside del liceo, che, quando mi aveva convocata nel suo ufficio l'anno scorso, mi aveva detto la tipica frase. 'Theresa, come faccio a farti entrare i libri in testa?!'. Quella frase aveva provocato tante conseguenze, avevo iniziato a leggere, a studiare e mi era venuta un'emorragia al labbro inferiore perchè lo avevo morso fino a farlo sanguinare tentando di non ridere in faccia al preside. Come frase era stata un fiasco memorabile, però aveva portato a tante svolte nella mia vita. Oggi, però, avevo intenzione di provare la parte pratica della frase, così strinsi le mani sul bordo della scrivania (su cui era poggiato il libro) talmente forte da far sbiancare le nocche, e ci tirai una forte testata contro. Pessima idea. La testa iniziò a girarmi vorticosamente, così caddi dalla sedia e mi sdraiai sul pavimento a pancia in su. Che balla stratosferica era quella di vedere le stelline?! L'unica cosa che vedevo era nero. Tutto nero, come era ora lo stato del mio cuore. Un buco nero. Mi alzai lentamente e mi misi seduta sul bordo del letto, reggendomi la testa tra le mani. Ahi, la prossima volta ci ripenso. La testa mi pulsava, e ora non ero neanche in grado di finire i compiti. Può una giornata andare peggio di così? Probabilmente no.

-“ Tessy, tutto bene?” mia madre urla dal salotto.

-“ si mamma, tranquilla.” dico facendo una smorfia

-“ okay, va a farti una doccia.” ti prendo in parola mamma. Mi fiondai in bagno e lasciai che l'acqua lavasse via almeno lo sporco di quella domenica di merda.

Circa trenta minuti dopo uscii dalla doccia. Ero profumata, pulita, fresca, meno stressata e mi sentivo più pura. Fuori, dentro mi sentivo uno schifo. Feci un'altra smorfia e mi misi intorno al busto un asciugamano rosso che mi copriva a malapena il sedere,per poi fermarlo sul seno. Dovevo smetterla di autocommiserarmi, era Jake che si doveva sentire sporco, non io. Andai in camera, presi il cellulare per controllare i messaggi e mi feci uno chignon veloce. Nessun messaggio, bene. Lanciai il cellulare sul letto e mi diressi alla porta. Dovevo vergognarmi di scendere così? Ma certo che no, infondo erano i miei genitori, e non ero mica nuda. Aprii la porta decisa. D'ora in poi sarei stata forte, sicura di quel che facevo, menefreghista, senza peli sulla lingua, indipendente e soprattutto senza vergogna. Sento che dalla cucina provengono delle voci, sembra che i miei stiano parlando con qualcuno. Perfetto, il momento giusto per far vedere che non mi vergognavo ne di me stessa, ne del mio corpo. Quella che stava per oltrepassare la porta della cucina era una nuova Tessa. Spalancai la porta con espressione fiera. Incontrai prima lo sguardo di mia madre, inorridito, e poi quello di mio padre, furioso, e poi quello di... oh cazzo!

-“ ciao Mark...” mi immobilizzai. O-mio-dio, ero mezza nuda! Mi nascosi dietro la porta e sbucai fuori con la testa

-“ hey, volevo parlarti, ma forse è meglio se prima ti...” mi guarda facendo un sorriso imbarazzato... quello era un sorriso imbarazzato vero?!

-“ torno subito.” chiudo la porta, essendo consapevole di essere come un pomodoro maturo. Si, ero proprio una nuova Tessa, non mi bastava più soffrire per amore, ora facevo anche le figure di merda. Mi presi la testa tra le mani e tornai in camera. Ero un caso disperato. Misi un paio di jeans neri e un t-shirt con sopra scritto ' I'm that girl.' e cercai di racimolare gli ultimi granelli autostima e dignità. Quando constatai che potevo farcela mi diressi di nuovo verso la cucina.

-“ eccomi...” abbozzai un mezzo sorriso. Questa volta è senza fiori almeno.

-“ ciao...” mi viene incontro cauto “hai tutti i capelli bagnati” ridacchia, guardandosi le scarpe

-“ già...” faccio un mezzo sorriso e mi costringo a essere cordiale

-“ ti posso parlare?”

-“ si certo, andiamo fuori” lo supero e apro la porta.

-“ insomma, ci tenevo adirti che...” lo interruppi.

-“ ti dispiace se vado un' attimo in bagno?” gli chiedo. Ci rimane un po' stupito ma annuisce.

-“ certo, fai pure. Io ti aspetto qui.”

-“ grazie.”

mentre mi chiudevo la porta del bagno alle spalle la mia testa era un vortice di pensieri. Sapevo benissimo dove voleva andare a parare Mark, il problema è che io non sapeva cosa volevo fare. Avrei sopportato di uscire con un altro che non fosse Jake?... Jake. Una parola, quattro sillabe e un vulcano di insicurezze e imprecisioni. Jake, che aveva messo in chiaro cos'eravamo, ovvero amici. E quindi perchè mi sentivo in colpa e tremendamente sporca dentro a uscire con un altro ragazzo quando lui non si faceva problemi a portarsi a letto chiunque? Eravamo amici, e questo voleva dire poter frequentare altra gente, no?! Forse Mark sarebbe stato in grado di alleviarmi il dolore, infondo era un bravo ragazzo. Forse sarebbe stata una buona idea uscire con lui. Mi feci forza e tornai fuori, sperando nel meglio.

-“ scusa, dovevo fare una cosa e...” lasciai la frase in sospeso

-“ tranquilla, stavo dicendo che non mi è piaciuto il modo in cui è finita la nostra storia. E, sinceramente mi manchi. Ti volevo chiedere se ti andava di uscire sta sera, tanto per parlare e chiarire un po' le cose.” rimasi ferma dov'ero, leggermente spiazzata. È vero, me l'ero aspettato, ma la verità è che non ero abbastanza pronta. Era stato come ricevere un pugno in faccia, puoi prepararti al meglio, ma la verità è che non sarai mai preparata abbastanza.

-“ allora... ti va di uscire?” il suo tono si era fatto incrinato. Pensava gli avessi detto di no.

-“ ma certo che mi va di uscire.” misi la maschera che usavo coi parenti, quella della ragazza perfetta con il sorriso sempre stampato sulla faccia, e mi incamminai con lui.

 

Per tutto il pomeriggio avevamo parlato, o meglio, lui aveva parlato, tentando disperatamente di coinvolgermi nel discorso. Non ero dell'umore adatto, e quindi non parlavo molto, ne ascoltavo. Mi limitavo ad annuire continuamente. Probabilmente se mi avesse chiesto di sposarlo avrei dato il mio consenso.

Quando, finalmente, mi riportò a casa erano circa le 18.00 e io ero sfinita e annoiata. Non vedevo l'ora di mettermi davanti alla tv, che si fottano i compiti, che si fottano i miei genitori e che si fotta anche Jake.

-“ è stata una piacevole giornata” mi dice, con un sorriso fin troppo convincente

-“ si” mi limito a rispondere

-“ sarebbe da rifare, no?!” faccio tanto d'occhi. Oggi era stato un fiasco totale, ma forse perchè ero io quella assente... gli avrei dato un'altra possibilità e mi sarei comportata normalmente, rendendomi partecipe della conversazione. Se volevo che funzionasse come distrazione dovevo crederci io per prima.

-“ okay Mark, il mio numero lo conosci, chiamami quando sei libero.”

-“ perfetto...” si stava avvicinando pericolosamente al mio viso. Cosa mi inventavo ora?! Sussultai e mi scansai. Lui mi guardo stupito.

-“ avevi un insetto enorme sulla spalla...” mi giustifico, sorridendo mortificata. “sarà meglio che vada ora, ci sentiamo Mark.” e mi rintanai in casa

Jake

ero stato un cretino, lo riconoscevo, ma non credevo se la prendesse tanto. Non la capivo, cosa voleva che le dicessi?

Mi trovavo steso sul mio letto in casa di Eric, senza maglia e i pantaloni sbottonati. Lui era in giro e quindi la casa era libera. Avevo passato tutto il pomeriggio con Kitty, una mia collega di lavoro, e poi ero riuscito a portarmela a casa. Pensavo di poter annegare la rabbia contro me stesso e contro Tess in lei, ma il problema era che pensavo male. La avevo portata nel mio letto, continuando a baciarla, poi lei si era iniziata a togliere la camicetta e io mi ero reso conto che non ne avevo voglia. Mi ero davvero spaventato, perchè io ne avevo sempre di voglia, eppure sentivo che non era giusto. Mi sembrava di stare tradendo Tess, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era lei, per quanto mi concentrassi, per quanto desiderassi bramare altro, lei era sempre nei miei pensieri. Mi riaffiorò alla mente l'ultima volta che la avevo vista, lo sguardo nocciola pieno di delusione e sofferenza puntato su di me mentre ero al telefono, le sue piccole labbra piegarsi in una smorfia, le sue gambe esili tremare e infine la avevo guardata mentre si allontanava da me. La tipa se n'era accorta e io la avevo cacciata di casa. Non le avevo dato nemmeno il tempo di vestirsi, avevo aperto la porta e la avevo cacciata fuori. Cosa cazzo mi succedeva? Sentivo solo una forte voglia di andare da lei, di chiederle cosa le era preso, di supplicarla di perdonarmi perchè ero un cretino e di stringerla fra le mie braccia. Volevo baciarla, baciarla finché non avrei avuto più aria nei polmoni, fino a consumarmi le labbra, fino alla morte. Così senza pensarci su ulteriormente presi la giacca e uscii di casa. Erano le sei meno dieci, non è tardi e probabilmente era ancora a casa. Salii sulla moto e dopo due minuti arrivai nel suo vialetto, appena arrivato vicino al portone grigio di casa sua parcheggiai e scesi dalla moto, mettendomi le chiavi in tasca. È il momento di chiarire, sarò anche stupido, ma proprio non capisco cosa le sia preso. Mi sembra di impazzire. Avvicino il dito al campanello e sento la sua voce. Proviene dalla strada, e non so per quale oscuro motivo non avevo proprio voglia di farmi vedere li, così la cosa più astuta da fare è nascondermi, quello che alla fine faccio. Mi nascosi dietro una colonna che sporgeva dal lato destro del porticato e aspettai. La vidi arrivare con un tipo, parlava tranquillamente, era come se... come se io non fossi mai esistito, come se si fosse dimenticata di me. Il tipo si avvicina di più a lei, e se la bacia giuro che salto fuori e gli tiro un pugno. Lei è mia, è mia e di nessun altro. Tess si scosta e entra nel giro scale. Sospiro e mi appiattisco contro il muro. Ma perchè cazzo fa così? Cose le ho fatto? Io proprio non capisco, non sopporto l'idea di averla ferita, così come non sopporto l'idea di vederla allontanarsi. So benissimo che per lei sarebbe meglio starmi lontano, io faccio solo soffrire tutte le ragazze con cui sto e sono anche un'egoista bastardo. Ma è proprio perchè sono egoista che non la lascio andare. Antepongo la mia felicità al suo essere felice. La sua vita sarebbe migliore senza di me, ma la mia finirebbe. Da quando la ho incontrata è cambiato tutto, il mio modo di pensare, di fare, di vivere... e mi chiede perchè cazzo non sono capace di dirgli queste cose a parole, ma che cos'ho che non va? Sbatto un pugno contro al muro. Lo faccio con talmente tanta violenza che le nocche mi prendono a sanguinare. Nono sento dolore, mi sento solo... vuoto. E odio questa sensazione. Vado verso la moto imprecando e sfreccio via. Non so bene dove voglio andare, ma peso che andrò in un bar a ubriacarmi. L'alcol ti annebbia i pensieri, e la cosa di cui avevo bisogno ora era non pensare, altrimenti diventavo pazzo.

Mentre ingoiavo l'ennesimo bicchiere di tequila ragionavo su come mi sentivo nei suoi confronti. Ero arrabbiato, dio se ero arrabbiato! Come aveva potuto uscire con quel carciofo orrendo? Cosa le avevo fatto? Cosa le avevo fatto di così orrendo per meritarmi di essere escluso dalla sua vita, guardato con disprezzo e di non poter nemmeno esigere una spiegazione? Non mi lasciava nemmeno il beneficio del dubbio, cazzo! Le avrei parlato, avrei chiarito, ma ora ero troppo ubriaco, e domani sarei stato troppo infuriato. Non volevo andare a litigare o a fare una sfuriata, quindi sarebbe stato meglio aspettare un po'... certo, avrei aspettato fin quanto sarei riuscito a sopravvivere in sua assenza.

Mi scoppiava la testa, vedevo tutto sdoppiato, mi veniva da vomitare e la cosa peggiore era che stavo ancora pensando a Tess. La suoneria squillante del mio cellulare mi penetrò in testa, facendomi tappare le orecchie

-“dio Jake, finalmente hai risposto!” dall'altro capo del telefono c'era un Eric preoccupato

-“ Eric... ciao!” biascicai

-“ dimmi dove cazzo sei.”

-“ calmati amico.... sono al Java Jones...”

-“ che cosa ci fai li?”

-“ ho bevuto un pochino...” in quel momento cado dalla sedia, ormai non riesco più a stare seduto

-“ cristo santo, non dirmi che hai continuato a bere dalle sei alle dieci!” mi urla addosso

-“dipende... mmmh... che ore sono?”

-“ Jake, sono le 22! merda, non ti muovere, vengo a prenderti.” ha-ha-ha, come se potessi muovermi

-“ ci conto amico!” subito dopo mi riattaccò in faccia.

Dopo circa mezz'ora vidi una testa scura terribilmente famigliare sbucare dalla porta.

-“ Jake, merda, che cosa ti è successo?” un braccio mi avvolse le spalle e un altro la vita, sollevandomi “riesci a stare in piedi?”

-“ si, lasciami” mi scostai, non volevo l'aiuto di nessuno. Peccato che dopo due secondi fossi con il culo per terra. Di nuovo.

-“ smettila di fare la femminuccia permalosa e fatti aiutare.” mi rimprovera il mio amico. Non ho neanche più la forza di controbattere, cerco di ribellarmi con tutte le mie forze, di imprecare, tirargli un pugno, ma riesco solo a dire una parola, un nome

-“ Tess...” sussurro. Le mie palpebre iniziano a farsi pesanti.

-“ Jake, no. Jake, resta sveglio. Cazzo Jake, guardami guardami!” 'mi dispiace amico, sarà per la prossima volta.' penso, e dopo intorno a me c'è solo il buio.

Tessa

mi alzo, è un lunedì mattina. La sveglia suona sopra il mio comodino, io di riflesso allungo una mano per spegnerla ma non la trovo. Alzo di scatto la testa e un'atroce dolore al collo mi fa paralizzare. Mi ero addormentata seduta sulla scrivania ieri sera. Abbasso lo sguardo. Il libro di inglese è aperto, e c'è un esercizio fatto a metà. Non avevo nemmeno finito la metà dei compiti che avevo, ma pazienza... avevo ben altre cose per la testa. Spero che Jake mi venga a prendere a scuola. Anzi, non lo so cosa voglio. Non so se lo voglio vedere oppure no, non so cosa farei se si presentasse. Decido di non pensarci, avrei risolto il problema quando si sarebbe presentato. Al momento dovevo prepararmi.

Finita la mia solita routine mattiniera, ovvero: colazione, doccia, vestiti e trucco, mi fiondo fuori dalla porta. Incontro Cla a metà strada e insieme ci dirigiamo verso scuola.

-“ hei...” la saluto

-“ ciao tesoro” mi dice, affiancandosi “ è da un po' che non ti vedo... perchè te ne sei andata senza salutare ieri? E non mi hai neanche chiamata!” mi sgrida.

-“ scusa io... non mi sentivo nel migliore dei modi.”

-“ è per Jake?” mi chiede triste. Io annuisco e subito dopo mi ritrovo stretta nel suo abbraccio

-“ tranquilla, non ci pensare okay?” ormai siamo arrivate all'entrata di scuola, e a campanella suona. “ ciao tesoro, ci vediamo a ricreazione!” mi saluta

-“ ciao splendore...” sussurro mentre lei corre su per le scale. Non avevo neanche avuto il tempo di dirgli di Mark. Era facile a dirsi, ma purtroppo lui era sempre nella mia testa. 'non ci pensare' mi aveva detto, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare... in questo caso l'oceano Atlantico. Oggi avevo lezione al primo piano, così entro in classe e mi siedo al mio banco. Appena il professor Paolizzi entra in classe un silenzio di tomba regna fra i banchi e una domanda mi fa accapponare la pelle: gli ho fatti i compiti, vero?!

La mattinata a scuola sembra non finire mai. Mi ero beccata come minimo due note disciplinari per via dei compiti, e la cosa mi mandava fuori di testa.

Esco correndo dall'edificio. L'unica cosa che voglio è andare a casa e mettermi sui libri, devo assolutamente recuperare. Attraverso il mini cortile del liceo e mi guardo attorno con lo sguardo. Cerco disperatamente la moto di Jake, ma non c'è. Non c'è ne lui ne la sua moto. Mi sento terribilmente male, e voglio stare con qualcuno, qualcuno che mi capisca e che non mi giudichi. Ho bisogno di un supporto, e Cla è la prima persona che mi venga in mente. Così la chiamo. Il cellulare squilla parecchie volte, ma lei non risponde, e alla fine cade la linea. Provo a richiamarla, e dopo due squilli lei chiude la chiamata. Spalanco gli occhi e rimango parecchi secondi ad ascoltare il bip-bip di fine chiamata. Cosa le avevo fatto? Cosa avevo fatto per meritarmi di stare da sola, per essere odiata da tutti?

Ancora una volta le lacrime hanno la meglio, ma questa volta non vengono i singhiozzi, rimango solamente seria. Non piango per la tristezza, ma per la solitudine, piango perchè non capisco il motivo, non capisco perchè sono sola. Me ne vado via, con il mascara lungo tutte le guance. Entro dalla porta, e i miei genitori sono a casa. Che sfiga.

-“ Tessy, oggi usciamo più tardi, quindi mangiamo tutti insieme!” batte le mani entusiasta mia madre

-“ mamma, io veramente non... non ho molta fame” mi è passato tutto l'appetito.

-“ non esiste signorina, una volta che possiamo mangiare tutti insieme ti sforzerai. Tua madre ci tiene, ricordatelo.” mio padre... spesso mi chiedo, andrò all'inferno se ora ammetto pubblicamente che lo odio?

-“ okay...” mia madre mi riempie un intero piatto di pasta e io pian piano, una forchettata dopo l'altra, lo finisco. Mi accascio sulla sedia, ho un forte bisogno di vomitare. Durante tutto il pranzo loro mia avevano parlato delle loro vite e delle loro esperienze e io avevo sorriso, come se me ne importasse qualcosa. Appena io avevo finito entrambi si erano alzati dalla sedia e erano schizzati fuori dalla porta. Appena sentii l'ascensore partire mi fiondai in bagno, vomitando anche l'anima, che tra parentesi era l'unica cosa che mi rimaneva.

Sono le quattro del pomeriggio, sto finendo i compiti e anche la pazienza. Mi dirigo in cucina, ho bisogno di cioccolata. Mi sembra ancora di sentire il sapore acre e disgustoso del vomito in bocca. Apro il frigo e cerco qualcosa da mangiare, qualunque cosa. Nascoste dietro all'anguria trovo delle fragole e un tubetto di panna. Sembra tanto un invito, e così, senza pensarci due volte, metto le fragole in una scodella, le lavo e le ricopro interamente di panna. Prendo un cucchiaio e faccio dietro-front, tornando in camera per mangiare davanti alla tv... ci vuole una pausa merenda, no?! Proprio mentre porto il cucchiaio alla bocca suona il campanello, facendomi sobbalzare e sbrodolare. Ho la maglia ricoperta di panna, così come la bocca. Impreco, prendo un fazzoletto e mi dirigo al citofono.

-“ chi è?” chiedo. Sento bussare, e da li capisco che chi aveva suonato era alla porta di casa mia e non al portone di sotto. Sbuffo e spalanco la porta, con aria accigliata. Appena vedo di chi si tratta mi cade il fazzoletto per terra. Mark mi sta guardando divertito

-“ sei... ehm... sporca.” mi sorride

-“ si, io stavo mangiando le fragole e...” abbasso lo sguardo

-“ sei... bellissima.” mi dice, passando due dita agli angoli della mia bocca, pulendomi.

-“ g-grazie” balbetto e abbasso lo sguardo. Lui ritira la mano e se le mette entrambe in tasca

-“ volevo chiederti se ti andava di... uscire” mi dice, guardandomi speranzoso

-“ i-io non sono presentabile, cioè...” cerco una scusa decente

-“ tranquilla, ti lascio il tempo di cambiarti” quanto era insistente!

-“ okay, beh, allora accomodati” gli dico sorridendo e spostandomi dalla porta “ io arrivo subito.” annuisce e mi supera, andandosi a sedere sul divano. Io mi incammino verso la camera mia, dove mi vesto e mi ritrucco con calma, poi esco e raggiungo il salotto.

-“ ecco, sono pronta” sorrido

-“ sei sicura che ti va di uscire?” il sorriso mi si spegne sulla labbra, trasformandosi in una smorfia disgustosa. Ero sicura? No, per niente. volevo uscire? Si che volevo. Volevo uscire con Mark? No... con Jake. Cavolo, dovevo dimenticarmelo, ma più cercavo di farlo più lo desideravo vicino, più lo sognavo, più mi mancava e più lo volevo mio. Ma restava il fatto che dovevo dimenticarmelo, eravamo A-MI-CI, fine della discussione.

-“ si, certo che mi va” gli risposi. Da oggi in poi mi metterò in testa che Jake è mio amico. Solo e soltanto un amico. Mi dispiaceva usare Mark per dimenticare i sentimenti che provavo, ma era l'unica cosa che potessi fare per smettere di soffrire.

-“ okay, allora andiamo!” si alzò dal divano e mi prese sottobraccio. Io sbarrai gli occhi... okay, okay, dovevo dimenticarlo, però erano appena passati due giorni ed ero ancora arrabbiata con lui, non me la sentivo di iniziare un relazione. Sfilai il braccio con la scusa che dovevo chiudere a chiave la porta, cosa che realmente dovevo fare, e poi mi infilai in ascensore, schiacciandomi contro il muro.

La serata passò e, come temevo, si era rivelata un secondo fiasco. Ora, però, avevo realizzato che il mio silenzio non era dovuto all'odio verso Mark o al fatto che ero un associale, ma era dovuto a Jake, sempre e solo a Jake. Mi sembrava di tradirlo, e io non ero una ragazza che fa cose del genere. Appena mi lasciò davanti alla porta di casa io lo ringraziai e lo salutai. Lui mi chiese se il giorno dopo ero libera, e io gli avevo risposto che ero occupata per tutta la settimana, sperando che lui capisse il mio segnale. I miei genitori erano ancora al lavoro, e quindi mi buttai sul letto, finendo i compiti. Quando gli ebbi finiti mi feci la cartella e andai a farmi una doccia calda, sperando mi rilassasse. Ovviamente questo successe, io adoravo la doccia, e spesso ci stavo sotto anche un'ora. Adoravo quella sensazione di pace e di tranquillità che mi trasmetteva il getto caldo. Uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano viola. Andai a cambiarmi e mi feci una cipolla. Ero pronta per andare a letto, così mi rintanai sotto le coperte, usando quelle ore libere per guardare una serie in streaming e per leggere il secondo libro della serie di beautiful creature ' la diciassettesima luna.' ormai il primo lo avevo finito, e mi aveva proprio appassionata, così avevo preso anche il secondo. Non so a che ora, ma verso la centesima pagina del mio libro mi addormentai, e per una volta non sognai Jake, ma i protagonisti di quella favola surreale. È per questo che mi piaceva così tanto leggere, perchè se un libro mi prendeva mi trasporta nel suo universo, facendomi disconnettere il cervello e dimenticare tutte le mie ansie e preoccupazioni.

È mattina presto, sono le cinque e mezza e sono già pienamente sveglia. Tra circa un'ora sarebbe partita la canzone 'good morning', eppure io non riuscivo a riaddormentarmi. Così uscii dal letto e andai in cucina. Mi preparai la colazione con calma e la andai a mangiare in poggiolo. Verso le sei sentii i miei genitori uscire di casa, molto probabilmente loro credevano dormissi ancora, anzi, speravo lo credessero, visto che non mi andava proprio di parlarci. Appena si chiusero la porta alle spalle andai a farmi la doccia, usando solo lo shampoo. Avevo letto che fare la doccia tutti i giorni con il bagnoschiuma rovinava la pelle, ma siccome l'ora scarsa in cui mi lasciavo cullare dal getto di acqua bollente molto spesso era l'unico momento di tranquillità in un giorno intero, solitamente io me ne facevo anche due al giorno. Era anche vero, però, che a vent'anni volevo avere ancora la pelle bella, e così la mattina non utilizzavo il bagnoschiuma e mi limitavo a rinfrescarmi con l'acqua.

Dopo la doccia e il mio monologo interiore sulla pelle e il bagnoschiuma mi truccai e mi vestii, uscendo poi di casa. Almeno questa volta sarei stata in anticipo!

Le lezioni passarono in fretta, cercai di tenermi concentrata sul professore e di ascoltare. Se la mia mente vagava troppo iniziavo a prendere appunti, così da obbligarmi ad ascoltare. Insomma, per farla breve, alla fine delle lezioni avevo mezzo blocco tutto scritto e una decina di pagine con su scritto: Jake. Esasperata buttai il blocco in cartella, tirando gli occhi al cielo. Possibile che mi stesse venendo una malattia? Che ne so, la Jakeossessione o robe del genere!

Presi un lungo respiro... stavo diventando una stalker. Mi sedetti per terra a gambe incrociate e aspettai Cla. In quel momento sentii una moto fermarsi dietro di me. Oddio. Mi voltai di scatto e Jake scese dalla moto

-“ hei...” gli feci un cenno col capo “ senti, si può sapere che hai?” mi chiese, quasi infastidito. Già, che avevo? Gli amici si parlano, che stupida! Non dovevo tagliare i rapporti con lui, semplicemente comportarmi come facevo con Eric

-“ niente, niente, scusa. Ero solo... sovrappensiero.” mi giustifico, guardandolo e sorridendogli

-“ oh, wow, facciamo progressi, ora mi sorridi! Quindi devo dedurre che hai passato la fase 'io odio Jake con tutto il cuore.' ”

-“no, io non ti odio Jake, è solo che...”dico titubante, lasciando la frase a metà

-“ che?” mi incalza lui

' che mi hai deluso e spezzato il cuore' penso. Ovviamente non lo dico ad alta voce, e mi limito a risponderli con un misero 'niente'

-“ lo sai che odio la gente che dice 'non ho niente' quando gli si legge negli occhi che c'è qualcosa che non va... ti prego Tess, non mentirmi. Non a me”le lacrime minacciano di uscire. Come vorrei buttargli le braccia al collo e baciarlo. Ma non posso

-“ così è questo che leggi nei miei occhi? Che c'è qualcosa che non va?”

-“ nei tuoi occhi leggo sofferenza e solitudine. E io non voglio che tu ti senta così”

-“neanche io” sussurro, abbassando lo sguardo e riportandolo nei suoi occhi blu. In quel momento arriva Cla e ci guarda perplessa senza dire una parola, mentre il mio sguardo si è perso in quello di Jake. Non posso permettermi di soffrire, io odio soffrire. Distolgo in fretta lo sguardo, alzandomi e puntandolo sul viso di Cla, la quale sembra sorpresa a vederci insieme

-“ ciao Cla. Possiamo andare.” gli dico, voltandomi.

-“ puoi venire con me. Come fai sempre” ora Jake mi guarda preoccupato e una piccola ruga gli si forma tra le sopracciglia

-“ no, non posso. Oggi avevo promesso a Cla di andare con lei.”

-“ ma veramente...” interviene la mia amica, ma io gli tiro una gomitata, sperando di non essere vista “ ahi! Okay, okay.” mi dice. In quel momento mi suona il cellulare

-“ ciao Mark” rispondo. Mi giro completamente, dando la schiena a Jake

-“ ciao... mi stavo chiedendo se volevi un passaggio a casa...” mi dice

-“ oh no, tranquillo, sono già a metà strada. Non ce bisogno che ti disturbi.”

-“ va bene... ti piacciono i tulipani?” 'cosa' penso tra me e me

-“ s-si... perchè?”

-“ così, ora devo scappare. Ci sentiamo, ciao” e chiude la telefonata. Inorridisco. Forse non aveva capito che non avevo più intenzione di uscirci

-“ Mark?” sento una voce alle mie spalle che pronuncia quel nome quasi fosse un insulto. Mi giro e vedo Jake che strabuzza gli occhi “ ma fai sul serio?” mi chiede incredulo e sorridendo, come se fosse un patetico tentativo di farlo ingelosire, come se fosse incredibile che io esca con un altro, come se avessi offeso la sua persona. Ma cosa pensa, che lo stia facendo per fare un dispetto a lui?! Apro la bocca, per ribattere o gridargli contro, ma Cla mi prende braccio e mi trascina via.

-“ Cla, che fai, lasciami! Non si può permettere di dirmi queste cose!” dico esasperata e furiosa

-“ fidati, non ci vuoi litigare sul serio. Mi ringrazierai, ora sta buona.” apro la bocca per ribattere ma lei mi zittisce “shhh” mi guarda con fare assassino e capisco che è meglio stare zitta e lasciarla fare. Mi trascina fino a casa mia, dove mi saluta e mi lascia entrare.

-“ Tessy, com'è andata a scuola?” vorrei tanto che non me lo avesse chiesto, perchè sono fuori di me

-“ non è andata” rispondo scocciata

-“ in che senso? Hai marinato?” mio padre si alza dalla sedia preoccupato

-“ quanta fiducia che hai in tua figlia, secondo te sarei capace di una cosa del genere?”

-“ non lo so più nemmeno io di cosa sei capace” mi limito a guardarlo male

-“ non ho fame, vado in camera.”

era una cosa assurda. Tutto ormai era diventato assurdo, il comportamento di Jake, quello dei miei genitori, che prima mi dicevano che ero in punizione e due minuti dopo mi lasciavano uscire con Mark, Mark stesso era una cosa assurda. Nella mia testa c'erano troppe domande con troppo poche risposte: 'perchè Mark era tornato dopo due anni? Perchè Jake diceva che eravamo amici e poi faceva il geloso? Perchè mi dovevo innamorare di uno stronzo?' dio, mi sembrava di impazzire. Mi distesi sul letto, sparpagliando i miei capelli a ventaglio sul cuscino blu mare.

Mi stavo quasi per addormentare, ma il suono del campanello mi aveva fatto sedere di scatto sul letto, provocandomi un calo di pressione. Tenendomi una mano sulla testa,respiro profondamente e mi incammino verso la porta. Indosso ancora i vestiti e non mi sono messa il pigiama, così vado alla porta e guardo dallo spioncino. Non c'è nessuno, e quindi chiunque sia è al portone. Alzo il citofono e parlo.

-“ chi è?”

-“ sono io, Jake.” rimango a bocca aperta

-“ Jake, ti rendi conto che sono le...” guardo l'orologio appeso al muro “ le una di notte?! Che cazzo ci fai qui?”

-“ volevo solo... parlarti”

-“ hai bevuto?”

-“ merda Tess, io non parlo attraverso un coso di metallo. Scendi?!”ci penso su. Infondo è solo Jake, non mi farà del male.

-“ arrivo.” così dicendo corro in camera e prendo le chiavi, poi chiudo la porta della camera dei miei che già dormono e esco di casa. Chiamo l'ascensore e un minuto dopo sono al piano terra. C'è solo una porta di vetro che separava me da Jake, il quale è svogliatamente appoggiato di spalle a una colonna del mio porticato. Prendo la maniglia, abbassandola, e un minuto dopo sono fuori. Un vento gelido mi entra sotto la maglietta e penetra nelle mie ossa, facendomi tremare

-“ hai freddo?” mi chiede

-“ che vuoi Jake?” faccio io, più acida del solito

-“Perchè? Perchè Tess?”mi chiede. Si vede che è preoccupato, ma io proprio non riesco a capire

-“ cosa?” chiedo corrugando la fronte

-“ perchè ti comporti così con me? Perchè adesso mi eviti quasi? Perchè non mi sorridi più, non scherzi più con me, non mi baci più? Che cosa è successo?”

-“ non ti bacio più? Che intendi dire con questo?”

-“ lo sai benissimo. Voglio solo sapere perchè da quando siamo tornati in città tu ti comporti diversamente.” ora non è più appoggiato alla colonna, ora è in pedi davanti a me. Come faccio a dirgli che io lo baciavo perchè avevo capito che stavamo insieme, e che quando lui aveva detto quella parola, quella fottutissima parola da cinque lettere, mi aveva spezzato il cuore?

-“ Jake, io prima ti baciavo perchè avevo... frainteso. Ora è tutto chiaro.” dico abbassando lo sguardo

-“ cosa? Cosa è chiaro, Tess? Io... io non capisco...” dice mettendosi le mani nei capelli.

-“ IO NON CAPISCO PIÙ NIENTE!” urla, e subito dopo tira un pugno sul muro, facendosi sanguinare le nocche

-“ Jake! Jake, ma che ti è preso? Stai bene?” mi fiondo su di lui e prendo la sua mano tra le mie. Lui la ritira e la lascia penzolare ungo il fianco. Tutto il sangue cola dalle sue nocche e raggiunge la punta delle dita.

-“ no, non sto bene. Devi dirmelo Tess, devi dirmi che ti ho fatto per farti comportare così.”

-“ abbiamo un'idea diversa di amicizia, tutto qui...” sospiro

-“ amicizia?! Ma cosa stai dicendo?”

-“ io?! Io cosa sto dicendo?! Sei tu che hai detto che siamo amici, io mi sto solo comportando come tale!” sbotto

-“ Tess, santo cielo, io... io non lo ho detto per ferirti! Ti ho vista in difficoltà per quella domanda e non volevo prendermi la libertà di definirci... insomma...”

-“ no, Jake. Non mentire a me. Ti prego, non mi mentire. So benissimo che tu non hai detto che eravamo fidanzati perchè hai paura.” lui abbassa lo sguardo, e sta in silenzio. Credo chela conversazione sia finita qui, per cui tiro fuori le chiavi e le infilo nella toppa. Prima che riesca ad aprire la porta una mano si posa sul mio braccio, facendomi sussultare e perdere la presa sulle chiavi.

-“ si, è vero, ho paura. Ma sai di che cosa ho paura? Ho paura di ferirti. Ho paura che se mi prendo un impegno così importante non ne sarò all'altezza, che lo farò nel modo sbagliato e che poi tu ci soffrirai. E io non riesco ad accettare l'idea di farti soffrire, non ci riesco.”

-“ oh, Jake...”

-“ Tess, mi dispiace, ma io ho questa paura che mi frena a definire quello che siamo, e non riesco a superarla. Mi ci vorrà tempo, ma sono sicuro che tra un po' saprò darti una risposta, saprò dirti che sono pronto a iniziare una relazione, ma per ora quello che posso dirti sono due misere parole. Ti amo. Ti amo Tess, e se mi ami anche tu per ora ti dovrai accontentare di queste parole. Niente etichette, solo il nostro amore. Pensi di poterlo accettare? Pensi di poter baciarmi senza stare insieme?” che bella domanda... potevo? Potevo continuare ad amarlo sapendo che lui non era pronto a iniziare una relazione? La risposta era semplice. Si. Si, lo avrei accettato, perchè io lo amo, lo amo e non ce la faccio a stargli lontana. Se per stargli accanto dovrò avere pazienza che superi la paura, allora avrò pazienza. Perchè lo sapevo, sapevo di poter aspettare anni con lui accanto, perchè se avevo lui avevo tutto. E così lo feci, feci quella cosa che avrei voluto fare ogni minuto in cui lo avevo tenuto a distanza, mi alzai sulle punte, gli misi le braccia al collo e sussurrai

-“ si” lui mi mise le mani sulla schiena e mi schiacciò a se. Fu un bacio disperato, ma pieno di passione. Sapevo che lui non era bravo con le parole, ma il suo amore per me lo dimostrava con i gesti. Dalle carezza sulla schiena ai baci appassionati sul mio seno. Lui era Jake, il mio Jake, e per una volta ero sicura di quello che volevo, volevo lui, e se per averlo avrei dovuto aspettare mi sarei armata di pazienza. Perchè niente è forte come l'amore.

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Capitolo 20
*** Tess, ti amo ***


ti amo col respiro,

i sorrisi,

le lacrime

dell'intera mia vita.

 

 

Tessa

era un mercoledì sera, e io me ne stavo sdraiata sul divano davanti alla tv e facevo zapping tra i canali. Dire che ero nervosa era dire poco, diciamo che il mio stato d'animo era uguale ad un' anatroccolo che non ha mai nuotato in vita sua e che l'indomani sarebbe stato gettato nel Po.

Domani mattina sarei dovuta andare a scuola e avrei dovuto cimentarmi nell'incubo dell'orale. Solo quella parola mi provocava la pelle d'oca, 'orale... orale...orale!' sussultai sul divano e mi coprii con la coperta. Era giugno e faceva freddo, o forse ero io ad avere i brividi... comunque la cosa non era normale! O lo era? Dio, ora impazzisco!

Cla aveva già esposto la sua tesina, e lei era uscita col sette, ma aveva cercato di rassicurarmi dicendo che era simile a quella delle medie. Peccato che Cla fosse pessima a dire le bugie, e glielo leggi in faccia quando non pensava una cosa, per questo quando me ne aveva parlato io ero stata invasa dall'ansia. Un rumore improvviso mi riportò brutalmente con i piedi per terra, anzi, col sedere per terra, visto che per il colpo ero saltata giù dal divano, provocandomi sicuramente un bel livido. Dolorante tirai un'occhiataccia truce alla tv, dove c'erano tom & jerry intenti a rincorrersi. Mi tirai su piano e andai in cucina, dove avvistai una torta al cioccolato sul tavolo e mi avventai a mangiarla. Mentre stavo finendo la mia adorata fetta il mio cellulare si illuminò e iniziò a vibrare. Risposi al secondo squillo... forse era Jake.

-“ TESOROO, ho una notizia fantastica!” Cla mi urla nelle orecchie con voce squillante, facendo scomparire anche la minima traccia di sonno che avevo accumulato.

-“ ho proprio bisogno di una bella notizia con cui distrarmi, dimmi tutto Cla.”

-“ oggi stavo progettando una seratina romantica per me ed Eric, e cercavo il gel per...”

-“ okay, okay, ho capito che gel... bleach! Tralascia i dettagli e arriva al punto.” feci una smorfia e rabbrividii come se Cla potesse vedermi. Che schifo! Non volevo sapere quali fossero le preferenze sessuali e i giochini vari che adoperavano la mia migliore amica ed Eric a letto. Rabbrividii di nuovo.

-“ vabbhè, insomma cercavo il gel e ho aperto il cassetto dove di solito lo teniamo, ma li ho trovato qualcos'altro...” odiavo quando Cla faceva le pause ad effetto.

-“ cosa...?” sussurrai piano, temendo la sua risposta

-“ UN' ANELLO! Un' enorme, bellissimo e costosissimo ANELLO DI FIDANZAMENTO!” urlò, e questa volta urlai anch'io.

-“ ommioddio Cla, sono così felice per te!”

-“ adesso sono in ansia, però! Non so quando me lo chiederà ed io non voglio essere impreparata, voglio essere pronta, e...” si sentì un colpo, come una porta che sbatte e poi Cla inspirò di scatto per poi sussurrarmi “ Eric è rientrato, ci sentiamo dopo, ciao devo scappare!” e mi chiuse il telefono in faccia. Ma... ma... cavolo! Ora ero ancora più in ansia! Ero contenta per lei, anche perchè era da un po' che si era trasferita da Eric (e Jake), e loro due mi sembravano una coppia stupenda, ed ero felicissima che si volessero sposare! Iniziai a saltare in tondo come una malata mentale con un sorriso ebete. Dal giorno che eravamo andati tutti insieme in montagna quei due mi erano sembrati fatti l'uno per l'altra, ma avevo paura che facessero le cose troppo in fretta. E, infatti, avevo ragione, visto che in meno di un' anno erano andati a vivere insieme e ora progettavano di sposarsi. Certo, erano messi meglio di me e Jake, che eravamo fermi al punto di partenza, o forse non eravamo neanche mai partiti. Per tutto l'anno ci eravamo comportati da perfetta coppietta, ma poi quando saltava fuori l'argomento fidanzati lui si irrigidiva, metteva il broncio e sviava l'argomento. Ovviamente, ogni volta che faceva così la cosa mi tormentava e mi arrivavano alla mente pensieri come 'e se mi stesse solo usando? Cioè, quale ragazzo dopo un anno non è pronto ad una relazione seria?' okay, mi aveva detto di stare tranquilla e che mi amava, e questo mi rassicurava non poco, ma c'era sempre una parte di me che voleva chiarezza. Avrei dovuto capirlo subito, sin dal primo giorno in cui sono entrata in casa Bolen... Jake è come il vento, è impossibile incatenarlo.

Per stare in pace con me stessa avevo bisogno di sapere se secondo lui era una cosa seria, ma non mi azzardavo ad avanzare pretese, avrei potuto perderlo per sempre e ne sarei morta. Perchè doveva essere tutto così dannatamente complicato?

Senza neanche rendermene conto ero già in camera mia e stavo buttando le coperte in un groviglio disordinato ai piedi del letto. Mi ci infilai senza tante cerimonie e presi in mano il libro in cui mi stavo perdendo ultimamente. Che coincidenza no?! Avevo diciannove anni e stavo leggendo l'ultimo libro di beautiful creatures: 'la diciannovesima luna' mi colpii la scritta in verde sul retro del libro:

'Da morto, giaci, da vivo, piangi.

Portatemi a casa per ricordare,

per essere ricordato'

la lessi e rilessi tante di quelle volte che me la impressi a fuoco nella mente e mi addormentai con quelle parole in testa, mentre migliaia di suoni, dubbi, parole e volti mi vorticava in testa, facendomela pesare e girare.

 

Mi alzai al suono non troppo piacevole della sveglia. La canzone 'good morning' al massimo volume era ormai una cosa odiata per me, e rimbombava contro le pareti bianche della mia stanza. Scagliai il cellulare fuori dalla porta di camera mia e mi portai il cuscino sopra la testa, cercando di riaddormentarmi.

-“ Theresa Margherita Collins, tira giù quel culo dal letto e scendi a fare colazione!” la voce imponente di mio padre tuonò dalla cucina e mi fece sbuffare. Odiavo essere chiamata con il mio nome intero. I miei genitori, sin da quando ero bambina volevano rovinarmi la vita, già era orrendo il nome Theresa, poi ci mettevano pure un secondo nome che ci stonava così tanto! Almeno mi facevo chiamare Tessa. L'unico lato positivo ad avere quel nome orrendo era il bel soprannome, e mia madre come mi chiamava?! Tessy... un giorno o l'altro mi sarei buttata giù dal balcone.

-“ si Tessy, hai gli esami!” alle parole di mia madre balzai in piedi. 'Gli esami'... un campanello d'allarme si era attivato nel mio cervello e ripeteva ripassa, ripassa, ripassa... come un pappagallo fastidioso.

Corsi in cucina, inciampando nei miei piedi e trangugiai in fretta i miei cereali con il latte, poi mi cambiai e mi lavai i denti, infine diedi un colpo di spazzola ai miei capelli e presi al volo la borsa. Sapevo che sarei arrivata a scuola con un anticipo di circa un'ora rispetto all'orario fissato per il mio orale, ma era meglio essere in anticipo che in ritardo, no?! Sapevo anche che avrei dovuto ripetere mentalmente la tesina mentre camminavo verso la fermata del bus, ma l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare era la saga di beautiful creatures. Mi ricordai come, quando ero andata in biblioteca quattro mesi fa, avevo buttato accidentalmente per terra un libro e lo avevo raccolto per rimetterlo sullo scaffale. Mi ricordai di come ero stata colpita dal titolo 'la sedicesima luna' scritto in maniera strana, e ricordai che avevo girato il libro e che il mio occhio era stato catturato da delle parole scritte in viola scuro:

'sedici anni, sedici lune

nelle tue orecchie scoppi di tuoni

sedici miglia perchè lei si avvicini

sedici cerca quel che sedici teme... '

e da quando le avevo lette me le ero ripetute fino allo sfinimento. Quelle parole mi aiutavano ad andare avanti nei momenti di difficoltà e di tristezza. Quando credevo di non farcela a superare qualcosa, o quando ero stressata e ansiosa, quelle parole mi riaffioravano automaticamente nella mente, tranquillizzandomi.

Ora il mio stressmometro segnava il livello massimo, e io mi ripetevo quelle parole con voce lieve, quasi inudibile.

Diciamo pure che passai la mattinata più pesante di tutta la mia vita, ma la passai. Uscii con fare vittorioso dalla scuola e mi fermai un' attimo sui gradini per guardarla un'ultima volta. Addio scuola, è finita! Lo so, lo so, avrei dovuto essere più felice, ma la verità era che mi dispiaceva un po' lasciare il liceo. Insomma, infondo si passavano più ore a scuola di quante se ne passassero, svegli, a casa e quindi per me quello era un luogo... come dire... speciale, ecco tutto. Non che non fossi contenta di aver finalmente finito cinque, stressantissimi anni, per carità, ero al settimo cielo!

Ora potevo andare a casa a rilassarmi... se così si poteva dire, dato che ero emozionatissima per Cla. Presi il bus e mi infilai le cuffiette nelle orecchie felice come una pasqua.

-“ ciao mamma, ciao papà, sono a casa!” urlai dalla porta

-“ Tessy, ciao! Dicci com'è andata, su!”

-“ si dai mamma, è andata bene.”

-“ con cosa sei uscita?” mio padre stava mangiando un panino e era seduto sul divano con i gomiti sulle ginocchia.

-“ sono uscita con l'otto!” battei le mani entusiasta

-“ brava, sono fiero di te.” sapendo bene che quelle parole stavano a segnare la fine del discorso sussurrai un grazie a mio padre e feci per prendere il telefono. Lui non dimostrava mai molto affetto nei miei confronti, a differenza di mia madre che di affetto me ne dava anche troppo

-“ anch'io Tessy, fatti abbracciare!” e così dicendo mi stritolò in un abbraccio micidiale, annebbiandomi la vista a causa della quantità esagerata del profumo di mia madre.

-“ grazie mamma, grazie.” le diedi delle pacche sulle spalle, sperando che capisse che non respiravo e poi riuscii a sottrarmi dall'abbraccio. Le sorrisi più gentilmente possibile e corsi in camera mia agguantando il cellulare. Composi in fretta il numero di Cla, e lei rispose al primo squillo

-“ tesoro, stavo per chiamarti io!” esclamò a mo di saluto

-“ indovina Cla... sono uscita con l'otto, non è incredibile?!” dissi tutta pimpante

-“ è favoloso, ma ora ti dico una cosa ancor più incredibile...” nella sua voce percepivo l'emozione, l'ansia e una punta di paura

-“ dimmi tutto...” ci pensai un' attimo e poi realizzai balzando in piedi sul letto pronta a ballare freneticamente. “ Eric te lo ha chiesto?!”

-“ no...” la sentii rabbuiarsi e mi rattristai anch'io, tornando seduta “ ma comunque ho da dirti una cosa fantastica tesoro. Anzi, da chiederti.”

-“ su dai, non tenermi sulle spine!”

-“ Eric mi ha chiesto di trasferirci a new york, e io ho detto si dato che ho finito gli studi, ma abbiamo deciso che sarebbe più divertente andare in compagnia, quindi...” la sentii prendere un lungo respiro, poi dire tutto d'un fiato “... tu e Jake verreste con noi? Ti prego, ti prego, ti prego!” rimasi spiazzata. Cla aveva un tono supplichevole e io non me la sentivo di dirle di no. E poi, se convivessi con Jake vorrebbe dire che noi eravamo una coppia fissa, e avrei potuto finalmente mettere le cose in chiaro sul nostro rapporto! Non potevo farmi scappare un'occasione così, avevo diciannove anni, ed era il momento di vivere la vita. Sarei subito passata da Jake, quello stesso giorno e gliene avrei parlato... incrociamo le dita!

-“ devo chiedere a Jake e dovrò anche dirlo ai miei, ma per me è semaforo verde!” la sentii fare un urletto di gioia

-“ ora vado, ci risentiamo tra poco... cerca di mettere le cose in chiaro con Jake...” ci fu un attimo di pausa e poi la voce di Cla mi arrivò all'orecchio “ ...ci divertiremo tesoro, te lo prometto!” e subito dopo la linea tornò libera. Si, ci sarà da divertirsi... speriamo bene. Ora dovevo solo parlare con Jake... al solo pensiero mi sudavano le mani. Presi la borsa e uscii di casa piena d'ansia, oggi era la seconda volta che mi capitava, e la cosa non mi faceva impazzire di gioia.

Jake

ero solo in casa, Eric era andato da Claudia e mi aveva scaricato. Quei due correvano troppo, ma era meglio non pensarci. Infondo io e Tess stavamo bene no?

Ero comodamente disteso sul divano a guardare la tv, e mi resi conto che dovevo chiamarla, anzi, che dovevo vederla. Chissà com'era stato tenere gli esami del liceo, avrà bisogno di un sostegno, e poi... mi mancava, lo ammetto. Proprio mentre spegnevo la tv e agguantavo il cellulare il campanello suonò. Mi alzai e andai alla porta. La mia Tess era sul giro scale e mi guardava tra il preoccupato e l'eccitato.

-“ hei, qual buon vento?” non mi rilassava troppo la sua espressione, volevo sdrammatizzare un po', ma a quanto pare era meglio rimanere seri. Che mi volesse lasciare? Io sarei crollato, non poteva lasciarmi, avrei fatto qualunque cosa per tenerla con me, qualunque.

-“ Jake... Cla e Eric si trasferiscono a new york e mi hanno chiesto se volevo andare con loro...” il mio cuore si fermò. No, no, ti prego.

-“ Tess, non andartene, non mi lasciare ti prego, lo sai che...” non mi lasciò finire la frase perchè mi mise un dito sulle labbra

-“ hanno invitato anche te. Staremmo in un' appartamento da quattro persone e...” mi avventai su di lei e la presi in braccio. Il mio cuore aveva ripreso a battere e ora ero in grado di pensare lucidamente.

-“ dio, mi hai fatto prendere un' infarto Tess. Non farlo mai più, mai.” affondai il viso nei suoi capelli. Sapeva di lavanda, un profumo che amavo così come amavo lei. Alla follia.

-“ non fare più cosa?” ridacchia contro di me

-“ non farmi più pensare che te ne andrai. Non andartene mai. Rimani con me, per sempre, perchè senza di te io crollo.” la sentii inspirare profondamente e irrigidirsi.

-“ Jake, io pensavo di andare, però...”

-“ tranquilla, per me è okay se per te va bene” non riuscivo a capire di cosa avesse paura... forse che non sarei voluto andare?

-“ no Jake, non è okay. Proprio per niente.” si staccò da me e il mio cuore andò in tanti pezzettini che mi trafissero come pugnali. Mi sembrò di sentirlo cigolare e poi spaccarsi a metà.

-“ Tess io... ti prego” 'non capisco, Tess, non capisco, dimmi cosa c'è che non va!' pensai frustrato

-“ Jake... io non posso andarmene a new york con te. Non posso perchè non so cosa siamo. Per tutti questi mesi ho avuto paura di chiedertelo, paura che tu non potessi reggere la domanda e che quindi mi abbandonassi, ma ho capito che nemmeno io posso reggere una situazione del genere, un punto di domanda. All'inizio lo capivo, capivo che tu non eri in grado di capire se volevi stare seriamente con me, ma adesso... Jake, adesso è passato un anno, e se non ti senti pronto per una relazione forse è perchè non lo sei, o magari non lo sei per iniziarne una con me. Ma devi decidere, o si o no. Perchè io ho bisogno di chiarezza, sono stufa di tormentarmi, sono stufa dei punti di domanda, sono stufa di forse, sono stufa dei salti nel vuoto, io ho bisogno... ho bisogno...” delle lacrime le rigarono le guance

-“ Tess, shhh, calmati adesso, calmati.” mi avvicinai a lei e la strinsi in un' abbraccio, poi le presi il viso tra le mani e la guardai negli occhi, lucidi e pieni di lacrime. Ecco perchè da un po' di tempo mi era sembrata così rigida e distante, lei pensava che io non volessi prendermi l'impegno di considerarmi il suo ragazzo. Era così bella, e trovavo assurda l'idea che potesse anche solo pensare che per me non era importante, anzi, che non era abbastanza importante per definirsi la mia ragazza.

-“ io ti amo Tess, lo so che non lo dico spesso ma ti amo. Queste due parole che non ho mai detto a nessuno per me significano tutto, tu significhi tutto. Tu sei il mio tutto, e lo sarai sempre. Da quando ti ho detto cosa provavo, da quel bellissimo giorno in cui ti ho aperto il mio cuore io ti sono appartenuto e tu mi sei appartenuta. Io ti considero la mia ragazza, lo ho sempre fatto e sempre lo farò. Te l'ho detto, non ti lascerò più andare via da me, tu sei mia, in ogni modo possibile tu sei mia. Ti amo Tess, ti amo e ti prego, non scordarlo mai.” le asciugai le ultime lacrime e lei mi sorrise

-“ davvero? Non sto sognando? Mi sembra tutto così... perfetto, avevo atteso da tanto questo momento e ora...” mi guardò sorridente, con le guance ancora bagnate

-“ no, non stai sognando.” lei si sporse in avanti e mi baciò, mettendomi le mani a coppa sulla nuca. Le mie mani vagarono libere sulla sua schiena e lei mi sussurrò all'orecchio

-“ allora, vuoi partire con me?”

-“ se voglio? Non vedo l'ora di convivere con te, cucciotta!” sorrise sulle mie labbra e la baciai ancora, questa volta con più passione. Volevo farle dimenticare a suon di baci quelle stupide e insensate supposizioni. Lei era mia e io la amavo. E se per farla felice bisognava definire il nostro rapporto io lo avrei fatto, perchè, infondo, se lei era felice lo ero anch'io.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ciaoo a tutte! Allora... questo capitolo è stra importante, perchè finalmente la nostra Tessa potrà smettere di farsi strane ansie/domande e si può definire the Jake's girlfriend!! ;)

poi qui si scoprono un mucchio di cose interessanti, l'anello di Eric, la partenza per new york e, ovviamente, l'inizio di una nuova vita... ma vi giuro che non sarà tutto rose e fiori... :D

fatemi sapere cosa ne pensate e se vi piace/ fa schifo :S

un grazie enorme a Isabelle02, Tonia1d, romy2007 e AllySmith che sono state dolcissime nelle recensioni del capitolo precedente!

Grazie a tutte, vi adoro *-*

un bacio

Eli

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Capitolo 21
*** Arrivo a N.Y. ***


talvolta è meglio perdersi sulla strada

di un viaggio impossibile,

che non partire mai

 

 

quella mattina mi sentivo benissimo, nessuno avrebbe potuto rovinarmela. Finalmente basta drammi, basta insicurezze, basta punti di domanda e basta salti nel vuoto. Finalmente io e Jake stavamo insieme, e io non ero mai stata più felice.

Alle 11 mi sarei fatta trovare davanti a casa mia, dato che Cla conviveva con Eric, e saremmo partiti. Avevamo programmato l'arrivo a New York per le 20.30, poiché saremmo andati all'aeroporto di Milano e da lì avremmo volato fino a New York.

Ero tutta eccitata all'idea... cavoli, per una come me che vive in una cittadella circondata dalle montagne questo è un sogno! Avevo già tutte le valige pronte, la colazione nello stomaco, i denti puliti, i vestiti addosso e ora mi rimanevano solo i saluti. Ieri avevo salutato zii e parenti vari, cosa non troppo gradita, e adesso toccava a mamma e papà. Mia madre era davanti alla porta e stava annaffiando i fiori con le sue lacrime. Una decina di fazzoletti usati ero sparsi intorno ai suoi piedi e gli occhi erano tutti arrossati.

-“ T-Tessy, m-ma tu tornerai, v-vero?” mi chiese tra un singhiozzo e l'altro

-“ certo mamma, lo sai che tornerò a farvi visita ogni tanto” la rassicurai, scendendo dalle scale e abbracciandola forte. Lei mi mise le mani sulle spalle e mi sussurrò qualcosa come

-“ mi mancherai piccola mia”

-“ anche tu mamma” le diedi un bacio sulla guancia umidiccia e mi diressi in salotto, dove mio papa stava guardando la gara di tennis alla tv.

-“ ciao papa, io vado...” lui si alzò dal divano e si mise davanti a me

-“ ciao Tessa, fa buon viaggio” così dicendo mi abbracciò e mi sussurrò all'orecchio “ potrai tornare quando lo vorrai”

-“ se lo vorrò, papà” lo guardai dritta negli occhi

-“ ma certo, ma certo, se lo vorrai” così dicendo sciolse l'abbraccio proprio quando un clacson suonava e annunciava l'arrivo dei miei compagni di viaggio, e tra un po' anche di vita.

-“ devo andare, mi aspettano...” mi girai per andare alla porta, dove davanti c'era ancora mia madre in lacrime che annuiva a ripetizione, quasi fosse un tic. Si scansò brevemente e, quando afferrai la maniglia mi chiese

-“ Tessy, io... io sono s-stata una b-buona madre?” mi girai per guardarla negli occhi. Era tenerissima con addosso le sue ciabatte rosa, la sua camicia da notte bianca, i capelli lunghi fino alle spalle tutti ammassati in un groviglio disordinato, le guance umide di lacrime, gli occhi rossi per il pianto, le labbra gonfie e l'espressione più triste che mai.

-“ la migliore” le dissi guardandola. Lei mi sorrise, quel sorriso che una persona fa quando veramente le si è d'aiuto per alleviare la sofferenza, un sorriso pieno di gratitudine. Di nuovo il suono del clacson mi fece sobbalzare, e si udì un urlo

-“ Tessa, dove sei? Muoviti che perdiamo l'aereo!”

-“ si, arrivo!” urlai di rimando “ appena atterro vi chiamo, okay?” dissi a ma madre, che annuì consapevole che se avesse aperto bocca sarebbe scoppiata in lacrime. Aprii la porta di scatto e uscii, trascinandomi fuori la mia valigia.

Appena aprii la portiera posteriore dell'auto di Eric, un braccio mi avvolse e mi trascinò dentro. Sapevo benissimo chi era, quindi mi misi a ridere

-“ niente atti molesti nella mia auto!” ci minacciò Eric puntandoci un dito contro

-“ scommetto che questa macchina ne a viste un casino di cose sconce e moleste...” disse di rimando Jake, facendo arrossire Cla. Eric ridacchiò sotto i baffi

-“ vieni Tessa, mettiamo la tua valigia dietro”

-“ okay Eric” risposi prontamente. avevamo tutti dei sorrisi ebeti stampati in faccia, cosa che, devo ammettere, mi succedeva raramente la mattina, ma ero troppo elettrizzata! Mi ripetevo mentalmente 'New York, Tessa, New York con Jake!'

-“ tutti pronti per New York?” ci chiese Eric, che nel frattempo si era rimesso al posto di guida.

-“ sii!” urlò Cla, battendo le mani. Jake fece una sottospecie di ululato che mi fece sbellicare. Non vedevo l'ora di iniziare tutto da capo, nuovi amici, nuova vita, nuova relazione, nuova città, nuove esperienze, nuovi viaggi, nuove opportunità... insomma, un mucchio di novità mi aspettavano, e me le sarei godute tutte!

Dopo tre lunghissime ore di viaggio in macchina, arrivammo a Milano. Tutte quelle tre ore le avevo passate rannicchiata sul petto di Jake, il quale mi cingeva amorevolmente le con le braccia e mi sussurrava all'orecchio, facendomi venire i brividi e la pelle d'oca. Cla era immersa in una conversazione fitta fitta con Eric, il quale sembrava parecchio interessato. Oh, cavoli! Mi ero completamente dimenticata della questione dell'anello! Mi allontanai un po' dal petto di Jake per sistemarmi più comodamente, ma le sue braccia ebbero un guizzo e mi strinsero ancora più forte. Girai la testa per guardarlo e vidi che dormiva. Poveretto, avrà passato la notte in bianco. Era così bello, con il volto rilassato, privo di quella maschera che tanto mi infastidiva, la sua bocca era lievemente schiusa, senza quella odiosa piega di finto sarcasmo usato per nascondere la paura e la sofferenza, la fronte riposata e il respiro regolare. Poggiai la testa sul suo petto e ascoltai i suoi respiri profondi. Il cuore gli martellava contro il petto, e le palpebre iniziarono a muoversi come se stesse guardando un film registrato fatto andare avanti velocemente per saltare la pubblicità, come se stesse inseguendo delle immagini nella sua mente e fosse determinato a farlo finché non le avesse catturate. Chissà cosa stava sognando...

-“ hei, Romeo e Giulietta, siamo arrivati!” disse Eric, rivolgendosi a me e a Jake e stiracchiandosi pigramente sul sedile

-“ vado a mangiare qualcosa, qui c'è un bar che mi... ispira!” esclamò raggiante Cla, anche se non avevo idea a chi stesse parlando

-“ ispira... che parolona!” la cantilenò Eric

-“ senti, eh... ho fame!” si giustificò quell'altra. Oddio, ero finita in uno di quegli odiati finti-battibecchi che fanno le coppiette. Come quando si gira per la città e si sentono quei fidanzatini farsi le smorfie e dire 'ti amo. Io di più. No io. No io. No io. Nono, io. No, io amore...” e avanti all'infinito. Levai gli occhi al celo.

-“ abbiamo capito!” sussurrai acida, facendoli voltare “ se avete fame andate a mangiare, ma Jake dorme, quindi fate i battibeccucci sdolcinati fuori!” mi guardarono sbalorditi sollevando le sopracciglia

-“ va bene, va bene!” scattò Cla, aprendo la portiera e trascinandosi fuori Eric.

Jake dormiva ancora, con il viso così rilassato sembrava un angelo. I suoi capelli sembravano ancora più biondi sotto la luce che entrava dai finestrini dell'auto. Sapeva di Jake. Sapeva di casa. Sapeva di suo. Un'ondata di amore e desiderio mi avvolse all'improvviso. Volevo un po' chiacchierare con lui

-“ Jake, Jake, svegliati!”

-“ cinque minuti, Eric...” biascicò

-“ mmmh...” mi piegai su di lui, sussurrandoli all'orecchio “ non sono Eric!” e gli morsi il lobo con forza. Lui scatto a sedere, portandosi una mano all'orecchio

-“ ahi!” io ridacchiai. “ mi stai diventando un po' troppo violenta!” mi dice ridendo, per poi portarmi a sedere sulle sue ginocchia

-“ siamo arrivati... e poi mi hai chiamato Eric!” mi giustifico

-“ oddio, no, per favore, scusa!” mi dice scandalizzato. Io rido e lui mi strofina il naso sul collo “ a proposito...” mi sussurra contro il collo mentre ci lascia baci lievi “ dove sono Eric e Claddy? Dove siamo?” la sua abitudine di chiamare Cla Claddy ormai è diventata una cosa seria, quasi una malattia, e più lei gli dice che odia quel soprannome più lui, ovviamente, continua a infierire... ma infondo non sono problemi miei, no?! Io mi diverto sempre!

-“ siamo a Milano, e quei due sono andati a mangiare, e molto probabilmente staranno facendo qualcosa di sdolcinato, come bere un frappè con due cannucce o mangiare un panino lui da una parte e lei dall'altra, cosicché, quando il panino finirà, finiranno per baciarsi. Tipo quella scena con gli spaghetti in Lilly e il vagabondo...” sospiro

-“ oh, quindi noi...” mi prende la vita e mi fa girare, in modo che i nostri visi siano uno difronte all'altro e i nostri occhi si incatenino

-“ noi...?”

-“ noi siamo in macchina da soli... che tentazione!” io scoppio a ridere e lui inizia a baciarmi freneticamente il collo e il decolletè

-“ fai sul serio?!” dico non smettendo di ridere e prendendo tra le mani il suo viso arrossato “ con tu che ti sei appena svegliato, io esausta e nella macchina di Eric?! Che tra parentesi potrebbe tornare da un momento all'altro con Cla...”

-“ A: lui e Claddy, probabilmente, staranno facendo qualcosa di poco casto in un bagno pubblico...” il mio corpo ebbe un coniato di vomito a pensare a quei due chiusi in bagno “... e B: a me piacciono le sfide” mi sorrise suadente e mi trascinò sotto di se, schiacciandomi contro il sedile. Il mio corpo era tutto uno spasmo per via delle risate.

-“ Jake, Jake... sei incredibile!” gli dissi, non smettendo più di ridere

-“ si, lo so, me lo dicono in tante. Sono incredibile e instancabile, quindi donna, apri le gambe”

-“ ou...”gli dissi minacciosa

-“ scherzavo amore mio...” mi disse con un sorriso angelico

-“ mh-mh... non ne dubito” sorrisi di rimando. Mi afferrò la vita e mi baciò il collo, mentre le mie gambe si attorcigliavano intorno al suo bacino e le mie mani stringevano i suoi capelli. Subito dopo riportò il viso sul mio e iniziammo un bacio appassionato. Talmente appassionato che rimasi senza fiato e dovetti staccarmi per respirare, ma lui non me ne diede il tempo, perchè mi afferrò da dietro la nuca e infilò prepotentemente la lingua nella mia bocca. Risposi al bacio con altrettanto desiderio e passione, e fu in quel momento che la porta si aprii di scatto. Jake era senza la maglia e stava armeggiando con il bordo della mia camicetta.

-“ dios mio!” esclamò Eric, coprendosi gli occhi “ amico, vedo che ti sei svegliato, ma fammi il piacere, aspetta che arriviamo nell'appartamento per fare... certe cose, e risparmia la mia macchina” ci sorrise sornione Eric. Jake si scostò riluttante da me

-“ ma tu, spiegami... sei peggio di una piattola! È mai possibile che ogni volta, dico, ogni volta che io e la mia ragazza ci troviamo in queste situazioni piacevoli, tu entri in scena e ci rovini tutto?!” il mio cuore perse un battito, o forse due quando al mio cervello arrivarono le parole 'la mia ragazza...' un sorriso ebete mi si formò sulle labbra. Nel tono di Jake non c'era rabbia e nemmeno acidità, solo puro sarcasmo e ironia. Era un piacevole scambio di battute tra due amici

-“ oh-oh, hai ragione, d'ora in poi ti chiederò il permesso per entrare nella mia auto!” gli rispose Eric

-“ ecco,bravo” gli rispose Jake, sempre sorridendo predatore

-“ dai gigolò, rivestiti!” Eric gli lanciò la maglietta in faccia, lui se la rimise e in quell'istante arrivò Cla, che con una mossa suadente e sciolta si infilò dentro la portiera vicino al posto del guidatore e si girò verso di noi

-“ oh, ciao Jake! Ben tornato dal mondo dei sogni!”

-“ secondo me il risveglio è stato più gradevole del sogno...” lo stuzzicò Eric, peccato che Jake avesse sempre la battuta pronta.

-“ lo sarebbe stato, se non ci fossero state... come dire... impreviste interruzioni dagli occhi verdi.” Eric se ne stette in silenzio, ma sogghignò e si avviò al posto del guidatore. Cla mi lanciò un'occhiata confusa, che io evitai accuratamente abbassando la sguardo e arrossendo, subito dopo Jake mi stampa un bacio sulla fronte e Eric parcheggia l'auto vicino all'aeroporto.

-“ Eric, ma con la macchina? Non possiamo lasciarla qui mentre siamo tutti via a New York...” dico, quasi rendendomene conto solo in quel momento

-“ tranquilla, quest'auto non è mia, è di mio cugino che vive a casanova. Lui me la impresta tutte le volte che voglio, così gli ho detto che la lasciavo qui e più tardi viene a prendersela.” tiro un sospiro di sollievo, per un attimo avevo temuto che Eric non potesse partire con noi. Una volta inserito la macchina nel parcheggio scendiamo tutti e prendiamo i nostri pagagli.

L'aereo arriva puntuale, alle 14, e appena saliamo Jake e Eric si fiondano a occupare i posti. Jake ne occupa due sulla destra dell'aereo, mentre Eric ne occupa due sulla sinistra. Io mi siedo vicino al finestrino. Anche se, devo ammetterlo, ho un po' paura di volare, non mi piace stare seduta ignara, ignorando a che altezza stiamo volando e sopra cosa stiamo volando,preferisco guardare giù dal finestrino ed essere consapevole del 'pericolo'. Nonostante tutto mi irrigidisco un po', e Jake se ne accorge.

-“ tutto okay?” mi chiede dolcemente. Io annuisco nervosa

-“ si, è solo che è come il dentista, anche se ci vai un mucchio di volte ti mette sempre ansia tornarci... non so se mi spiego...” dico frustrata

-“ ti spieghi benissimo... io odio i dentisti!” rido di nuovo

-“ sicuro di aver capito?” lui mi guarda e mi perdo nel blu immenso dei suoi occhi, cosa che mi succede sempre

-“ vediamo, tu sei già salita su un aereo, e questo ti tranquillizza, ma nonostante ciò non ti senti tranquilla a non stare con i piedi per terra. Giusto?” annuisco, diventando rossa “ visto che ho capito!” mi dice poi, girandosi e guardando davanti a se.

L'aereo si solleva piano piano e io trattengo il fiato. Odiavo quella sensazione, quella che quando l'aereo si stacca da terra è come se una pressione mostruosa mi schiacciasse contro il sedile e mi pesasse sul petto, impedendomi il respiro. Sentii la mano di Jake scivolare nella mia e lo guardai negli occhi. Le sue pupille erano dilatate, e il blu era stato quasi completamente inghiottito dal nero

-“ ci sono io, Tess, ci sono io qui con te” annuii lentamente. Mi mancava il fiato anche per spiccicare una sola sillaba, e temevo che se avessi aperto bocca mia sarebbe uscito un suono strozzato e poco gradevole. Lui mi prese la testa e me la fece poggiare sulla sua spalla, mentre passava un braccio attorno alla mia schiena e mi accarezzava e baciava i capelli.

-“ meglio?” sussurrò

-“ molto meglio” dissi di rimando. Il contatto con lui mi aveva trasmesso sicurezza, annullando l'ansia e il peso sul petto di poco prima e facendomi riconquistare l'uso della parola. Lui inclinò leggermente la testa e mi diede un leggero e casto bacio a stampo, che bastò a mandare scosse di adrenalina in tutto il mio corpo. Sentii aereo prendere in volo e per la prima volta non mi sentii male,anzi, ero stretta tra le braccia di Jake con le sue labbra sulle mie.

 

Il resto del viaggio lo passai tra le braccia di Jake,che mi sussurrava parole dolci all'orecchio e mi faceva un'anteprima di come sarebbe stata la nostra vita insieme. Probabilmente ad un certo punto mi addormentai anche, perchè persi la cognizione del tempo, ma tutto questo aveva poca importanza, perchè chiunque avrebbe perso la cognizione del tempo se stretto tra le braccia di Jake.

-“ ben svegliata...” mi sussurrò all'orecchio lui. Io mi stiracchiai sorridente e riposata

-“ quanto ho dormito?”

-“ parecchio, siamo già arrivati” spalancai gli occhi e guardai fuori dal finestrino, dal quale si vedevano gli enormi grattacieli di New York

-“ e tu non hai dormito?” chiesi, sistemandomi sul mio sedile

-“ ho dormito abbastanza in macchina” ammise soddisfatto. Feci una risatina.

-“ quando atterriamo?”

-“ tra pochi minuti, abbi pazienza cucciolotta, so che non vedi l'ora di arrivare all'appartamento per riprendere da dove ci siamo interrotti in auto, ma non possiamo atterrare in mezzo a una strada...” mi sorrise sensuale

-“ mmmh, Jake, sono esausta!” mi lamentai con una smorfia

-“ così mi ferisci profondamente!” disse lui, sporgendo il labbro inferiore assumendo l'espressione da cucciolo bastonato

-“ pfff, sì clemente... possiamo farci le... coccole?” chiesi speranzosa

-“ vada per le coccole” gli sorrisi e lui mi abbracciò ancora, questa volta fui io a baciarlo e l'aereo atterrò subito dopo.

Appena scendiamo ci vengono restituiti i bagagli, e poi riusciamo a prendere, per culo, un taxi. Ci infiliamo dentro mettendo le valigie nel bagagliaio e aspettiamo di arrivare a casa. Abbiamo affittato un appartamento di un semplice condominio, e ci divideremmo le spese. Non potevamo permettercene uno di un grattacielo, ma di un condominio... la spesa era abbordabile. A Eric avevano già consegnato le chiavi e tutto, e sinceramente, non avevo la minima idea di come avesse fatto a essere così veloce e scrupoloso, ma nemmeno me ne importava. In quel momento volevo soltanto stendermi su un letto, e dall'espressione esausta di Jake capivo che per lui era lo stesso. Mentre Cla sprizzava adrenalina da tutti i pori, e la cosa era fastidiosa. Era sempre arzilla, anche se si dovesse arrampicare per ore lungo una parete rocciosa e scivolosa lei lo avrebbe fatto col sorriso. Questa era una qualità che ammiravo e invidiavo in lei, così come il colore splendido dei capelli. Ma quelli li invidiavo di più a Jake, quel biondo splendido che sembra sia tintura che il colore naturale. Sbuffando mi diressi verso il portone e trascinai la mia valigia nell'ascensore. Arrivati al terzo piano ci fermammo con un cigolio e le porte si aprirono. Eric fu il primo a uscire, e girò la chiave nella toppa della porta dell'appartamento.

-“ finalmente!” mi lasciai scappare quell'esclamazione. Cla rise

-“ stanca tesoro?”

-“ mi prendi in giro?! Sono esausta!” soffiai. Lei mi sorrise e mi diede una pacca sulla spalla

-“ io vado a fare la spesa per domani.. Eric, vieni?” chiese Cla. Il poveretto era quasi più sfinito di me, ma per accontentare la sua bella accettò, mentre io mi dirigevo in una camera a casa. Non mi guardai nemmeno in torno, l'unica cosa che volevo fare era sdraiarmi sul letto con Jake e dormire

-“ ti prego, dimmi che tu non vuoi andare in giro come Claddy e che ce ne possiamo restare sdraiati comodi comodi...” mi supplico Jake

-“ Tranquillo, se facessi un altro passo probabilmente collasserei a terra!” lo rassicurai. Abbassai la maniglia e aprii la porta. La stanza aveva due letti singoli, separati da un comodino. Mi sgonfiai. E io che pensavo che io e Jake avessimo dormito insieme

-“ è no è, non se ne parla!” disse subito lui alle mie spalle. Mi voltai per guardarlo interrogativa, ma aveva già abbandonato la valigia in corridoio e si era fiondato in camera. Aveva tolto di mezzo il comodino, trascinandolo a sinistra della stanza, vicino alla finestra con tende bianche e di pizzo e aveva unito i due letti. Compiaciuto di se ci si butto sopra e esclamò

-“ coccole!!” io risi e buttai la valigia nella stanza, accoccolandomi sopra di lui. Sulla scrivania, messa difronte al letto, c'era una piccola tv, che accendemmo e iniziamo a girare i canali. In quel momento entrò Cla nella stanza

-“ io e Eric andiamo a fare un giro e anche delle spese, ma probabilmente mangeremmo fuori... è un problema?” chiese

-“ no, tranquilla, ordineremmo una pizza!” le feci l'occhiolino e lei uscii dalla stanza, urlandoci

-“ divertitevi!” sentii Jake ridacchiare

-“ lo faremmo sicuramente!” gli tirai una gomitata e lo guardai

-“ mettitelo in testa, signor instancabile, oggi niente sesso” dissi decisa

-“ e chi ha parlato di sesso?! Noi ci facciamo le coccole...” strofinò il naso contro la mia guancia

-“ ma ora lei penserà che faremmo...” non mi lasciò finire la frase

-“ che ti importa di cosa penserà? Tanto noi ci divertiremmo comunque a stare qui, guardando un vecchio film in tv, mangiando della semplice pizza e coccolandoci...” mi sorrise

-“ okay...” dissi con espressione dolce “ ti amo” sussurrai

-“ ti amo anch'io” mi disse baciandomi il mento “ e ora guardiamo se c'è qualcosa di bello in tv...” così dicendo afferrò il telecomando e iniziò a girare i canali mentre io cercavo una pizzeria nell'elenco telefonico e componevo il numero sul cellulare. Mi rispose un tipo e io gli dissi le ordinazioni. Dopo circa mezz'ora arrivarono le pizze, e Jake andò ad aprire la porta.

-“ mmm, peperoni!” disse entusiasta, mentre mi porgeva un cartone di pizza

-“ yeee, salame piccante!” squittii entusiasta.

Iniziammo a mangiare subito, divorando tutto in pochi minuti. Erano le 20.30 e fui felice di mettere qualcosa sotto i denti, almeno per cena. Finita la pizza buttammo i cartoni ai piedi del letto, e guardammo un film in bianco e neroche trasmettevano alla tv. Io ero stretta nelle sue braccia calde, e non mi ero mai sentita più a casa. A un certo punto non riuscii più a capire le parole che dicevano i personaggi del film, la vista mi si annebbi, le palpebre si fecero pesanti e l'ultima cosa che vidi fu la folta chioma bionda di Jake e le sue labbra che si sporgevano sulle mie per baciarmi, poi il buio mi avvolse e iniziai a sognare...

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ciaooo a tutte! Allora, è molto tardi quindi sarò breve, sono molto felice di essere riuscita a pubblicare in tempo, e sono anche molto felice delle cinque recensioni dello scorso capitolo! Graziegrazie ^-^

spero che questo vi piaccia e se ci sono errori fatemelo presente, comunque, ringrazio le splendide ragazze che hanno recensito il capitolo 19, ovvero romy2007, Portgas D Denis x ace, Tonia1d, Isabelle02 e AllySmith *-*

un bacio grandegrande e alla prossima,

Eli

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Capitolo 22
*** Vuoi sposarmi? ***


non ti amo per noia,

per solitudine,

o per altro,

ti amo perchè il desiderio di te

è più forte di qualsiasi felicità

 

 

ero seduta sulla poltrona rosso porpora della casa a San Stino di mia nonna, in salotto, e mi guardavo le mani. Mi sembrava strano ma non mi sembravano le mie, non le riconoscevo, assomigliavano a quelle di una donna di mezza età. La tv era accesa e trasmetteva uno di quei noiosissimi documentai sugli animali. Mi alzai dalla poltrona e mi diressi nella stanza dove dormivano i miei nonni. 'Che strano...' pensai '… dove sono le loro cose?' la stanza era completamente diversa da come la ricordavo. Le pareti, un tempo bianche, erano state tinte di azzurro, il pavimento, un tempo di piastrelle, era stato sostituito da un parquet scricchiolante, il vecchio guardaroba in legno che un tempo ricopriva tutta la parete est della camera era stato buttato via e al suo posto, in un angolino, era situato un armadio a due ante bianco. I vecchi mobili di legno c'erano ancora, infatti la scrivania in cui disegnavo da bambina era attaccata alla parete, sotto la finestra, e il comodino dove mio nonno teneva le pillole per il cuore era ancora situato affianco al letto, solo che al posto delle pillole c'erano delle foto. Un grande specchio a forma ovale era attaccato al muro opposto alla finestra. Mi avvicinai cauta al comodino e guardai. C'era una foto di me da piccola, e stavo in braccio a mio padre, poi ce n'era un'altra, affianco, che raffigurava me neonata al battesimo, davanti a questa c'erano due foto, le quali raffiguravano mia nonna e mio nonno, e infine, in primo piano, c'erano altre due foto. La prima raffigurava una splendida bambina, con i riccioli dorati e gli occhi nocciola che sorrideva felice, e nella seconda c'ero io, ma non ero sola. Avrò avuto più o meno trent'anni ed avevo un'enorme, bellissimo, vestito bianco. Tenevo in mano un bouquet fantastico, e sorridevo. Di fianco a me c'era un uomo in smoking, anche lui sulla trentina ed aveva una massa di capelli biondi, come quelli della bambina, e dei fantastici occhi blu che avrei riconosciuto ovunque. Iniziarono a tremarmi le gambe e mi sedetti sul letto. 'ma che scherzo è questo...?' pensai tra me e me.

-“ mamma?! Mamma, sei a casa?” una voce squillante da adolescente mi riportò con i piedi per terra. Mi alzai di scatto

-“ chi c'è? Sei tu nonna?” chiesi io incerta. Corsi in salotto e mi ritrovai una ragazza bellissima, alta e bionda, con gli occhi grandi e nocciola.

-“ ecco mamma, ti ho fatto la spesa, ora posso uscire? ...Si o no?” mi chiese impaziente

-“ mamma?! ma... ma tu chi sei?” mi guardò sbalordita

-“ non so cosa ti sia bevuta, ma io sono tua figlia, Serena... hai presente?! senti, non mi puoi obbligare a stare in casa, ora io esco e chiamo papa. Ti terrà compagnia lui.” così dicendo l'adolescente si voltò e uscì di casa. Rimasi senza fiato. 'Mamma?! Ma che cavolo succedeva?! Perchè ero in casa di mia nonna?' in quel momento un uomo massiccio entrò dalla porta, ma aveva i capelli scuri, non biondi.

-“ M-Mark?” chiesi balbettando

-“ ciao amore, com'è andata la giornata?” mi chiese, avvicinandosi e baciandomi

-“ ma cosa fai?! Non mi toccare!” lo spinsi via e lui mi guardò con espressione ferita.

-“ amore, che c'è? Che cosa ho fatto?”

-“ perchè... perchè sono qui? Perchè quella tipa mi chiama mamma? Dov'è mia nonna? Dov'è Jake?” la testa mi scoppiava, le gambe mi tremavano, sudavo freddo e formulare una frase mi risultava la cosa più dura che avessi mai fatto.

-“ tesoro, tua nonna è morta, e tu ti sei sposata con Jake. Insieme avete avuto Serena, quella bellissima bambina, ma poi lui ti ha tradita. Aveva un'amante, e, una sera, quando stava andando a incontrarla in un motel, è stato investito da un ubriaco che si era messo alla guida. Tu ti sei distrutta e te ne sei andata da New York. Sei venuta a vivere qui, in casa di tua nonna, e hai cresciuto Serena da sola. Poi noi ci siamo rincontrati e ora stiamo progettando di sposaci...” mi guardò confuso e paziente “... amore, stai bene? Sembra che tu abbia appena visto un fantasma, sei pallidissima, forse è meglio che ti siedi...” disse porgendomi una mano

la testa iniziò a girarmi. 'no, no, non può essere vero. Jake mi ha tradita, ho avuto una figlia con lui. E ora... ora lui è... è morto... lui ora è morto. Jake è morto!' un'ondata di terrore mi invase ogni cellula del corpo e urlai. 'no, non è possibile...' delle lacrime iniziarono a scendermi sulle guance mentre i miei urli si facevano più acuti.

-“ Tess, Tess... dio, chiamo un'ambulanza!” Mark si diresse verso il telefono e io gli afferrai il braccio

-“ non chiamarmi così! Non osare...” sibilai minacciosa

-“ tesoro, adesso calmati...”

-“ come faccio a calmarmi?! L'amore della mia vita è morto!... Jake è... è morto!” scoppiai a piangere e mi piegai su me stessa

-“ stai delirando. Ora chiamo aiuto” corse verso il telefono e lo sentii comporre freneticamente il 118. La vista mi si appannò, il mio cuore iniziò a frullarmi nel petto e svenni. Il buio si impossessò di me, e subito dopo sentii due mani forte stringermi le braccia

-“ Tess, Tess... svegliati, svegliati!”

aprii di scatto gli occhi e balzai a sedere.

-“ J-Jake... oddio...” mi presi la testa tra le mani, sdraiandomi supina sul letto. Che sensazioni terribili avevo provato, tradimento, perdita, paura, confusione, tristezza... rabbrividii al solo pensiero. Ero stesa sul letto dell'appartamento a New York, di fianco a me, seduto, Jake mi guardava impaurito.

-“ tutto bene? È da un po' che cerco di svegliarti... che cosa sognavi?” mi chiese, distendendosi al mio fianco e puntando il suo sguardo nel mio

-“ io... veramente... non lo so. Non ricordo.” anche se ricordavo benissimo, non aveva senso dire a Jake del suo presunto tradimento e, successivamente, della sua morte. Magari lo avrebbe interpretato come una mancanza di fiducia nei suoi confronti o ancora peggio avrebbe potuto pensare che io abbia dei sentimenti repressi per Mark. Cosa che sicuramente non era. E poi non ci volevo pensare nemmeno io al significato di quello stupido sogno. Magari era solo causato dallo stress, e non ne valeva la pena farsi rompicapi assurdi nel cercare una spiegazione logica e plausibile. 'Avevamo detto basta drammi e insicurezze, no?! Bene, cerchiamo di riuscirci' mi dissi mentalmente

-“ okay, sono le sei e mezza... ti va una tazza di tè?” mi chiese

-“ sarebbe meglio caffè...” sibilai. Per quanto mi riguardava avevo 'sognato' abbastanza. Jake annuì lentamente e scese dal letto, andando in cucina. Feci un grosso sospiro e mi ficcai le mani tra i capelli. Qual'era la cosa migliore da fare per non pensare? Leggere. Peccato che a me servisse silenzio, e con Jake era quasi impossibile ottenerlo. Mi infilai in fretta le ciabatte ai piedi e scesi di sotto.

-“ ecco qua. Caffè fumante con due cucchiaini di zucchero...” mi porse una tazza bianca di ceramica, sulla quale avvolsi a coppa le mani.

-“ grazie...” sussurrai. Poi portai lo sguardo su di lui “... scusa se ti ho svegliato, se vuoi torna pure a letto” gli dissi dispiaciuta

-“ tranquilla, cucciolotta, ti faccio compagnia” mi disse, avvolgendo le braccia attorno al mio busto e facendo entrare in contatto la mia schiena col suo torace. Sentivo i suoi muscoli flettersi sotto la sottile maglietta grigia e bucata che fungeva da pigiama. Iniziò a mordicchiarmi il lobo

-“ le coccole di ieri non ti sono bastate, eh, signor instancabile?!” gongolai, prendendolo in giro

-“ non te lo dovevo dire... ora mi tormenterai per il resto dei miei giorni!” disse esasperato, mentre io poggiavo la tazza sul ripiano della cucina e lui mi faceva voltare tra le sue braccia. Cercai con gli occhi il suo sguardo, e quando finalmente lo trovai smisi di pensare lucidamente.

-“ no, non dovevi...” sussurrai mordendomi il labbro inferiore

-“ e comunque, adesso, siamo belli riposati, no?!” mi disse suadente, sollevandomi e facendomi attorcigliare le gambe intorno al suo bacino.

-“ uh-uh, mi stai per caso provocando?!”

-“ dipende... funziona?” mi guardò languido. Le pupille si erano dilatate e fatte lucidi a causa del desiderio

-“ oh si...” non mi lasciò nemmeno il tempo di finire la frase che mi catapultò a pancia in su sul divano, con lui sopra. Ansimai e boccheggiai, mentre le mie mani correvano libere sul suo corpo e le sue sul mio. I suoi gomiti si conficcarono nel divano per non schiacciarmi. La sua bocca si posò sulla mia, poi scese lungo il collo e si fermò sulla clavicola, dove iniziò a succhiare, mordere e leccare.

-“ J-Jake...” soffiai con l'ultimo briciolo di lucidità presente in me

-“ mmmh...?!” mugolò lui, contro il mio petto.

-“ hai fame...? cosa vuoi per colazione?” lui alzò il viso di scatto da me, smettendo di fare quella cosa che tanto mi piaceva. Detestavo dover farlo smettere, ma non ero sicura di voler fare sesso a quell'ora. Mi guardò con un espressione che sembrava tanto dire 'ma sei seria?!'

-“ voglio te” oh, al diavolo tutto. Maledetto Jake che sapeva sempre come sciogliermi. C'è... come potevo resistere a una frase del genere?! Gli lanciai le braccia al collo e lo baciai con foga, mentre i nostri vestiti si ammucchiavano sul pavimento. Lui tirò fuori la solita bustina argentata e subito dopo fu dentro di me.

Mi ero sbagliata, leggere non era l'unica cosa che mi evitava di pensare, ce n'era anche un'altra... decisamente più piacevole.

-“ molto meglio di un libro...” bofonchiai, mentre Jake, esausto, si sollevava dal mio corpo. Mi guardò con aria interrogativa prima di sedersi sul divano e portarmi in braccio a lui

“ niente, lascia stare...” gli dissi strusciandomi sul suo petto. Quando mi girai stava per chiudere gli occhi. Lo sentii sussurrare pianissimo contro il mio collo.

-“ t-ti dispiace se ora io schiaccio un...” ci fu una breve pausa “...un...” e la frase rimase a metà, perchè lui crollò nel mondo dei sogni con me tra le braccia e un sorriso sulle labbra. Era così bello e dannatamente fragile quando dormiva e pensava di non essere visto da nessuno, e mi fece prudere le labbra dal desiderio di baciarlo. Gli diedi un veloce e casto bacio sulla fronte e poi mi lasciai cullare dai suoi respiri profondi e regolari, nel modo dei sogni.

 

Mi svegliai qualche ora dopo. Ero seduta sopra Jake, il quale dormiva ancora profondamente. Decisi che era meglio vestirsi, dato che non eravamo soli in casa, quindi mi alzai, raccattai la mia biancheria dal pavimento e me la misi.

-“ Jake...Jake, svegliati” gli sussurrai, scrollandolo per le spalle. Lui in risposta fece un lungo sbadiglio

-“ perchè...?” mi chiese seducente

-“ boh, vedi tu... tra poco Cle e Eric si sveglieranno e tu sei tranquillamente sdraiato nudo sul divano...” lo guardo sorridente mentre gli lancio i boxer

-“ sicuramente saranno già svegli...” borbotta lui ghignando. Io mi paralizzo e lo guardo interrogativa, spronandolo a continuare la frase -“ ...facevi certi versi”

'c-cosa?!' Apro a bocca e divento tutta rossa.

-“ n-non è vero” balbetto

-“ oh si che è vero!” mi dice lui alzandosi “ JAAKE, ti prego, ancoraa!” mi imita con voce acuta e aprendo le braccia in maniera teatrale. Io mi sporgo e prendo un cuscino dal divano.

-“ tu menti!” lo accuso, dopodiché gli tiro una cuscinata. Lui scoppia a ridere e cade di nuovo sul divano

-“ io non dico le bugie cucciolotta!” mi dice, guardandomi ferino. Io comunque non ci credo, me ne sarei accorta se avessi detto...certe cose. E sono sicura di non averle dette. “ vieni qui...” mi dice poi, trascinandomi sulle sue ginocchia

-“ ti prego, almeno vestiti!” dico ridacchiando

-“ perchè?” mi domanda strafottente “ per caso non ti piace quello che vedi?” io scoppio a ridere e mi giro per guardarlo negli occhi

-“ a me piace,ma voglio essere l'unica a poter guardare...”dico gli dico suadente

-“ mmmh... non mi tentare!” mi sussurra contro il collo. Subito dopo mi fa alzare e si riveste.

-“ Jake... il mio caffè si è freddato” dico sporgendo fuori il labbro inferiore con aria triste. Lui in risposta ridacchia e va in bagno. Io do un'ultima occhiata a quel liquido marroncino dentro la tazzina di porcellana e subito dopo lo butto nel lavandino con una smorfia. Mi prendo quei pochi minuti che ho per me per guardarmi in giro. Quel pomeriggio avrei avuto un colloquio di lavoro in una piccola azienda, credo che avessero bisogno di un'assistente tecnica o di un'impiegata... speriamo bene. Andai verso il balcone e uscii. Notai con sorpresa che era più piccolo di quello di casa mia. C'erano delle sedie di plastica bianche intorno a una tavolo, anch'esso di plastica e attaccato al muro c'era un piccolo stenditoio. Attaccata al muro c'era una poltrona con sopra una coperta rossa e vicino ad essa c'era un piccolo bidoncino rosa con una scritta verde. Mi sedetti sulla poltrona e mi portai le gambe al petto. Avevo un po' di nostalgia, e questa era una cosa abbastanza strana, primo perchè era solo da un giorno che ero a New York e secondo perchè io non ne avevo mai avuta, nemmeno quando, a dieci anni, sono andata da mia zia di secondo grado in montagna. C'ero rimasta un mese e per tutto qel tempo l'idea dei miei non mi aveva sfiorato minimamente. Mi ricordai in quel momento che avevo promesso di chiamarli, così presi il telefono e, sbuffando, digitai il numero di mia madre

-“ TESSY! Finalmente ti sento!” mia madre urlò attraverso il telefono e io dovetti allontanare l'orecchio

-“ ciao mamma...” dissi

-“ come va li? Com'è l'appartamento? Vi siete già sistemati? Avete già un lavoro per pagare le spese” in due secondi conversazione quella donna era riuscita a farmi saltare i nervi.

-“ mamma...” dissi con calma, respirando per mantenere l'autocontrollo. “ora mi spieghi come posso avere già trovato un lavoro se sono arrivata ieri sera e mi sono appena alzata.” dissi infastidita. Lei, ovviamente, fece finta che io non avessi aperto bocca

-“ facciamo così Tessy, mi mandi una foto in wathsapp dell'appartamento” oh, perfetto, ora usava anche wathsapp! Alzai gli occhi al cielo e in quel momento mi raggiunse anche Jake, che mi mimò con le labbra la frase

-“ c-o-n c-h-i s-t-a-i p-a-r-l-a-n-d-o?” io girai lo schermo del cellulare, sul quale lampeggiava fastidiosamente la scritta 'mamma', nella sua direzione. Lui annuì rassegnato e si sedette affianco a me

-“ si mamma, contaci. Ora devo andare” dissi sbrigativa, sperando che mollasse l'osso, invece insistette

-“ ma come Tessy, non mi hai ancora raccontato niente...”

-“ mamma, mi devo preparare per un colloquio, non ho tempo!” sbottai esasperata alzandomi

-“ hai un colloquio?! E non sei ancora pronta?”

-“ è di pomeriggio... e no, sono in intimo” ammisi sussurrando. Jake intanto se la ridacchiava tranquillamente sotto i baffi. Mi girai per fulminarlo con lo sguardo e poi tornai a fissare il marciapiede sotto il condominio.

-“ e che ci fai in intimo?!” mi chiese scandalizzata mia madre.

-“ mamma, non te lo ripeto, devo andare...” quasi supplicai

-“ e va bene, ma dopo scrivimi come è andato il colloquio”

-“okay”

-“ ciao Tessy, ti voglio bene!”

-“ anch'io mamma” e così, finalmente, chiusi la conversazione. Mi era definitivamente passata la crisi nostalgica, così mi diressi alla porta a vetri per entrare in casa.

-“ prima non ho avuto tempo di dirtelo...” iniziò lui, facendomi bloccare con un piede dentro casa e l'altro ancora fuori sul balcone

-“ cosa?” mi voltai piano, in preda al panico. Lui si avvicinò e mi abbraccio, poi mi guardò negli occhi e sussurrò con un sorrisetto

-“ buon giorno” io gli sorrisi di rimando e lo baciai.

-“ buon giorno a te”

in quel momento entrarono in cucina Eric e Cla

-“ mio dio, prendiamo sempre i momenti sbagliati!” disse esasperata Cla, buttando le braccia al cielo “ certo che abbiamo proprio un tempismo, eh!” io mi staccai piano da Jake

-“ tranquilli, non avete interrotto niente” Cla guardò stupita Jake, che aveva un sorriso da orecchio a orecchio. Non lo so perchè, ma notavo qualcosa di strano in Eric, e quando mi resi conto che c'era veramente qualcosa che non andava in lui scoppiai a ridere, indicandolo. In cambio ricevetti solo sguardi assassini e confusi, ma io proprio non riuscivo a smettere di sganasciarmi dalle risate.

-“ Eric... hai... hai la...” non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto, così cercai di respirare e di riprendere il controllo, abbassai il dito e guardai Eric “ hai la maglietta al contrario...” sussurrai. In quel preciso istante Cla diventò rossissima e Eric si guardò la maglia. Sentivo Jake ridere come una iena, per poi piegarsi su se stesso e indicarli

-“ beccati!” esclamò Jake, riprendendo a respirare

-“ emmh... vado a... cambiarmi” Eric indicò il corridoio e guardò Cla in cerca di consenso, la quale si limitò ad annuire ed ad abbassare lo sguardo.

-“ devi raccontarmi qualcosa?” le chiesi, avvicinandomi a lei mentre Jake si stravaccava sul divano.

-“ no. Tu?” questa volta toccò a me arrossire

-“ no” bofonchiai, sorseggiando il mio caffè. Dopo una lunga pausa lei parlò

-“ è avanzata una fetta di pizza?” mi sussurrò all'orecchio. Io quasi mi strozzai

-“ ti prego, dimmi che non hai intenzione di fare colazione con la pizza!” la guardai con una smorfia di disgusto

-“ beh, a me piace la pizza...” si giustificò. Io la guardai strabuzzando gli occhi e annuii, dirigendomi in camera. Quando tornai era intenta a guardare giù dal balcone. Gliela misi nel microonde e gliela scaldai.

-“ ecco qua!” dissi euforica. In quel momento arrivò Eric, con indosso una maglietta blu e dei pantaloni beige. Sembrava stesse per uscire, era molto sobrio come look. Si avvicinò a Cla molto lentamente. La mia migliore amica sembrava stupita quanto me... sembrava che Eric stesse sudando freddo. Ma capimmo tutti cosa avrebbe voluto fare, quando, sotto i nostri sguardi si inginocchio di fronte a Cla. La mia povera migliore amica quasi si strozzò.

-“ molla la pizza” sussurrai in preda all'ansia, e lei, come si fosse appena svegliata da uno stato di incoscienza, lasciò cadere la pizza che si spiaccicò sul pavimento. Ci fu una breve pausa, poi Eric sollevò i suoi occhi verdi su di lei e disse, molto lentamente

-“ Claudia Hemilton, vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo, sposandomi?” Cla sorrise ed emise un gridolino

-“ si, si che lo voglio! Mille volte si!” Eric si sollevò da terra sorridendo sollevato e gli buttò le braccia al collo. Quanto gli invidiavo, erano così felici...

-“ quando vuoi sposati amore?” gli chiese lei

-“ so che tu adori l'inverno, quindi...” lei batté le mani entusiasta

-“ quindi abbiamo solo cinque mesi” d'improvviso sbiancò

-“ ce la faremmo amore, vedrai!” e così dicendo Eric la prese in braccio e la buttò sul divano. Io ero ancora in poggiolo con la tazza di caffè tra le mani. Decisi che era meglio berlo, prima che si freddasse anche quello, così portai il bordo di ceramica alle labbra. In quel momento due mani mi cinsero i fianchi e un soffio caldo mi solleticò la nuca. Jake.

-“ sai, forse sarebbe meglio parlarne...” mi disse

-“ di cosa?”

-“ c'è un mese in cui ti piacerebbe sposarti?” mi chiese, così a bruciapelo, facendomi soffocare con il caffè. Ma dimenticavo che a Jake piaceva fare uscite di scena ad effetto, e quindi si rifugiò con nonchalance in bagno, mentre il mio cuore si era trasformato in un frullatore impazzito.

 

 

 

 

 

 

 

Eccomi qui con un nuovo capitolo :) mi scuso per l'enorme ritardo, ma ho avuto problemi di cuore e non riuscivo a concentrarmi... per il resto spero che sia venuto bene e ringrazio tutti voi che leggete! Grazie a delle MITICHE ragazze siamo arrivati a 88 recensioni, e la cosa mi riempie il cuore di gioia, sul serio, non vi ringrazierò mai abbastanza! *-*

ovviamente dico grazie e mando un bacio anche alle ragazze che sono state dolcissime e hanno recensito lo scorso capitolo: Portgas D Denis x ace, Tonia1d, romy2007, Isabelle02 e Allysmith <3

fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima,

un bacio e grazie ancora

Eli :3

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Capitolo 23
*** Sindy ***


Mi ero promessa di non lasciarti andare,

poi mi sono ritrovata

a vederti andar via

 

 

erano passati appena sei mesi da quando ci eravamo trasferiti a New York, e già mi sembrava di aver trascorso i momenti più belli di tutta la mia vita. La mia migliore amica si sarebbe sposata e avrebbe messo su famiglia, io ero impegnata in una relazione favolosa con un uomo fantastico, il mio uomo, ero a New York, una delle città in cui avrei sempre voluto vivere e avevo un lavoro stabile e pulito. Si, è vero, facevo la impiegata in una piccola azienda, ma almeno avevo il mio stipendio. E poi avevo molti amici li, persone con cui ero felice di scambiare due chiacchiere. Specialmente con Jeremy. Lui è un tipo simpatico, ha venticinque anni e si, lo considero abbastanza attraente. Molto probabilmente, se non avessi conosciuto Jake, mi verrebbe subito da provarci. Sembrava il tipo con cui si poteva subito iniziare una relazione seria, un tipo a cui piaceva etichettare le cose e le relazioni per avere tutto in ordine e ben definito... insomma, il contrario di Jake che era uno spirito libero e indomabile. Ma, insieme ai suoi occhi, era questo che più mi affascinava di Jake, il suo modo di sconvolgermi la vita, anche se mi ci era voluto un po' di tempo per abituarmi ai continui punti di domanda.

Mi girai su un fianco, nel letto e lo guardai. Non era mattina, era pieno pomeriggio, e dio solo sa cosa ci facevo nuda nel letto con Jake. Mi alzai con un sorriso furbetto e raccolsi i miei vestiti da terra. Mi rimisi svelta l'intimo e poi mi infilai maglia e jeans

-“ te ne vai già?” mi chiese lui, puntando i gomiti nel materasso e sollevando il busto per metà. In quella posizione tutti i muscoli erano in tensione, e si vedeva benissimo la tartaruga ben definita imperlata da un sottile strato di sudore. Distolsi in fretta lo sguardo e fulminai il bottone dei miei jeans, che era determinato a restare aperto.

-“ si, lo sai, devo tornare al lavoro” il suo sguardo sconsolato mi obbligò a continuare la frase “ è già stato un miracolo che sia potuta tornare a casa per pranzo, di solito sono costretta a mangiare in mesa”

-“ si, stai sempre al lavoro e stai sempre con JEREMY” mise tanto odio in quel nome e tanto disprezzo che al solo sentirlo pronunciare sembrava un'imprecazione.

-“ cosa scusa?! Sei geloso?” chiesi, non poco divertita

-“ no.” si impuntò lui, mettendosi a sedere “ è solo che passi più tempo con lui che con me” mi misi a quattro zampe sul letto e trotterellai verso di lui, quando fui abbastanza vicina gli diedi un bacio sulla fronte

-“ dai Jake, resisti, questo è l'ultimo giorno di lavoro, poi entrambi abbiamo una settimana di ferie” lo vidi rianimarsi

-“ hai ragione. Non vedo l'ora di salutare la tua famiglia! Chissà se saranno felici di vedermi” fece una faccia pensierosa e divertita, alla quale io risposi arricciando il naso in una smorfia. “ a proposito, sei venuta qui per mangiare e invece hai solo bruciato calorie...” ammiccò con un ghigno “vuoi che ti preparo qualcosa?” mi allontanai da lui, scesi dal letto e afferrai la borsa, poi mi fermai sulla soglia e lo guardai

-“ sono già in ritardo, quindi devo proprio scappare... come vado?” dissi, facendo una giravolta su me stessa

-“ vai benissimo, sei adorabile e bellissima. Anche se sei troppo sexy...” lo guardai stupida e poi mi guardai i vestiti. Jeans neri attillati e maglietta a maniche lunghe bordò, con sopra una felpa grigia.

-“ fai sul serio?”

-“ oh, si.” disse, alzandosi dal letto e mettendosi dietro di me. Mi spostò i capelli su una spalla e iniziò a baciarmi il collo

-“ J-Jake...” bofonchiai, girandomi e mettendogli le mani sul petto “ arriverò in ritardo...”

-“ eh già, Jeremy mi ucciderà...” mi rispose e io scoppiai a ridere, dopo mi prese in braccio e mi buttò sul letto. Un secondo dopo fu sopra di me e stava armeggiando con la zip della felpa, ma io, a malincuore, lo fermai. Dovevo farlo smettere subito, prima che perdessi anch'io il controllo e mi abbandonassi al piacere

-“ Jake... Jake, guardami!” gli dissi in tono deciso, fermando le sue mani che già stavano armeggiando con il bordo della maglia. Portò il suo sguardo sul mio viso e per poco non ebbi un infarto. Era così sexy, così carico di desiderio... “ quando torno, adesso no.”

fece un verso sconsolato e mi rotolò di fianco. Io mi alzai e lui mi accompagnò alla porta.

-“ sicura di non voler mangiare niente?” mi chiese quando ormai era già nel giro scale

-“ ho dei creckers nella borsa, mi arrangerò...” in quel momento le porte dell'ascensore si aprirono e io mi diressi verso di esse, ma una mano mi prese il polso e mi attirò contro un muro umano

-“ ciao” mi sussurrò Jake all'orecchio. Lo guardai negli occhi

-“ ciao”

lui mi prese il viso tra le mani e ci baciammo. Non so bene chi baciò chi, ma l'importante era che le nostre labbra si fossero incontrate. Mi staccai io per prima da lui, per impedirgli di trascinarmi nella camera da letto. E temevo che se avessi aspettato ancora qualche minuto ci sarei sicuramente finita.

Lo guardai dritto negli occhi, gli accarezzai una guancia e sparii dietro le porte dell'ascensore. Poteva la mia vita andare meglio di così? No, avevo tutto quello che volevo e sempre avrei voluto... una vita con Jake, il mio Jake.

Sorridendo come un'ebete entrai nel primo taxi disponibile e dissi l'indirizzo al guidatore che mi portò a destinazione.

Salii in fretta le scale dell'edificio alto tre piani e colorato di grigio e rosso. Mi inciampai pure nella scala a chiocciola e benedissi le mie Victoria. Mi ero sempre chiesta come facessero certe donne a portare i tacchi vertiginosi quando salivano le scale, e il bello era che erano pure aggraziate come delle farfalle, mentre io assomigliavo più a un gorilla. Ma quello non era certo il momento di farsi strane domande.

Appena raggiunsi il mio piano entrai nella sala dove sedevano già tutti i miei colleghi e mi sedetti alla mia scrivania. Accesi il computer di fretta e guardai l'ora. Ero in anticipo di un minuto. Tirai un plateale sospiro di sollievo e aprii il file di programmazione di un sito web. Avevo imparato recentemente a parlare il linguaggio di programmazione C++, e ne andavo particolarmente fiera.

In quel momento Jeremy mi avvicinò

-“ heilà”

-“ ei” sorrisi cordiale. Lui avvicinò il viso al mio collo e io arrossii selvaggiamente. Ma che cosa faceva?! Dopo pochi secondi si rimise dritto e mi guardò sorridendo furbo

-“ hai un buon profumo”

-“ g-grazie... ora io dovrei...” buon profumo? Non avevo messo profumo! Non mi lasciò finire la frase che disse piano, soffiando

-“ sai di colonia” oddio! Arrossii ancora più di prima e desiderai di scomparire

-“ si, ehmm, è il profumo del mio ragazzo... forse lui... ecco... ha per sbaglio...”

-“ okay, okay, non voglio sapere!”alzò le mani in segno di resa e tornò a sedersi sulla sua sedia girevole infondo alla stanza.

Possibile che il profumo di Jake mi sia rimasto sui vestiti?! Evidentemente si... oddio, ma che bella figura, Complimenti! Mi presi la testa tra le mani e decisi di concentrarmi sul mio lavoro, almeno così avrei seppellito la vergogna. Oggi dovevo impegnarmi, mancavano solo quattro ore, e dopo avrei avuto una settimana di vacanza! Avrei rivisto i miei, e sarei andata al matrimonio di Cla... 'o mamma, il matrimonio di Cla è domani!' quel pensiero mi fece tremare le ossa. Io ero una delle damigelle, cavolo... Cla mi aveva ripetuto un infinità di volte che non c'era da preoccuparsi perchè le prove erano andate bene, ma credo che lo abbia detto solo per auto-convincersi di stare calma. Ovviamente mi ero calmata anch'io, ma volevo che tutto fosse perfetto per lei, per il bene che le volevo, per il suo impegno nella relazione con Eric e per il suo amore nei confronti di lui.

La mia testa era piena di tensione, e, come risultato, fu come se il mio cervello si spegnesse, andasse in stand-by, si distaccasse dal corpo. Vedevo le mie mani muoversi velocemente sui tasti del computer e le guardavano stranite, quasi come non fossero le mie ma fossero quelle di un robot programmato per schiacciare i tasti a caso.

Quando il suono stridulo e acuto di una campanella decretò la fine dell'orario lavorativo e l'inizio delle vacanze, io salvai e spensi il computer. Non ero del tutto sicura di aver scritto cose giuste oppure numeri a caso e senza senso, si dal caso, però, che qualcosa avevo fatto.

Appena scesi in strada una folata di vento freddo mi costrinse a stringermi nella felpa. Tirai su al massimo la zip e cercai un taxi. In quel momento mi affiancò Jeremy

-“ Tessa, ti va un passaggio?” mi chiese. Oh, si che mi andava un passaggio! Gli avrei dovuto un favore enorme, altrimenti sarei dovuta stare qui a congelarmi in attesa di un taxi

-“ si, ma certo. Grazie”

-“ okay...” mi sorrise “per fortuna che ho portato due caschi” disse lui allontanandosi. Probabilmente si aspettava che io lo seguissi ma il sorriso mi si spense sulle labbra. Due caschi? Era in moto? E credeva che con questo freddo sarei salita in moto? Ma anche no, grazie.

-“ ehmmm, io veramente...” cercai le parole e in quel momento vidi un taxi. Mi sbracciai, quasi finii in mezzo alla strada, ma almeno ero riuscita fermarne uno, impresa ardua a N.Y.

“ veramente preferirei andare in macchina, sai, al caldo, riparata dal vento...” lui annuì sorridendo e io mi intrufolai in macchina, chiudendomi la portiera alle spalle e dando l'indirizzo al tassista, subito dopo abbassai il finestrino. “ ci vediamo tra una settimana Jeremy, buone vacanze” dissi a mo di saluto. Lui mi fece un cenno col capo di rimando e poi mi immersi nel traffico newyorchese.

 

La macchina gialla si fermò davanti al condominio e io uscii. Quella carretta puzzava in un modo obbrobrioso, sembrava che degli adolescenti in piena crisi ormonale, tutti sudati, fumatori e bevitori accaniti avessero alloggiato dentro quell'auto per anni. Lieta di respirare aria più decente pagai il tizio seduto al posto di guida e mi diressi verso il portone. Chissà se Jake aveva finito il turno di lavoro, e chissà se Eric e Cla erano già tornati a casa, anche se con tutti i preparativi che avevano da fare ne dubitavo. Infondo speravo che fossimo solo io e Jake, avevamo un conto in sospeso da quel pomeriggio che dovevo assolutamente saldare. Tutta felice trotterellai dentro l'ascensore e schiacciai il pulsante del terzo piano.

Appena l'ascensore si aprì mi fiondai in casa, chiudendomi la porta alle spalle. Rimasi non poco perplessa all'immagine di Jake, seduto scomposto e con aria triste sulla sedia della cucina. Si teneva il mento contro il palmo della mano, e nella mano libera stringeva il collo di una bottiglia di vino. Feci un passo verso di lui egli toccai una spalla, facendolo girare per guardarmi negli occhi.

-“ Jake, va tutto bene?” lui in risposta abbassò lo sguardo e mise la bottiglia sul tavolo

-“ ti devo raccontare una cosa”

-“ dimmi tutto, ti ascolto” cercai di essere più comprensiva possibile e mi sedetti sulla sedia affianco a lui

-“la mia ex ragazza, Sindy... mi amava, o almeno così diceva. Il fatto è che io non le credevo, non le ho mai creduto, secondo me l'amore, prima che arrivassi tu, era una cosa inesistente, una cosa da deboli, una cosa da evitare e che non faceva per me. Le continuavo a ripetere che non era vero amore quello che provava, ma che era solo attrazione fisica, ma più che a lei lo ripetevo a me stesso. Mi rifiutavo di credere che lei mi amasse, perchè io la stavo usando. A me piaceva un'altra ragazza, ed ero convinto che anch'io piacessi a lei, così ho accettato l'idea di diventare il ragazzo di Sindy solo per ingelosire quell'altra. Lo so, è una cosa orribile, ed è ancor più orribile come questa storia mi ha cambiato, poiché, quando finalmente ho trovato il coraggio di chiedere a quella che mi piaceva di uscire lei mi aveva detto che era già impegnata e che era pure innamorata di sto tizio palestrato. Mi ricordo ancora le parole orribili che le ho detto, 'Sindy non significa niente, non è mai significata niente, è solo un rimpiazzo, una cosa temporanea, un esperimento per vedere le TUE razioni...'. Ho odiato l'altra tipa, della quale mi piaceva solo l'aspetto fisico e non ricordo nemmeno il nome, mi sono odiato, ci sto male tuttora per quello che ho fatto perchè, ovviamente, Sindy lo è venuto a sapere e mi ha mollato. Mi ha insultato, a gridato, pianto, e la cosa peggiore è che a me non importava niente. Da quel giorno, dal giorno in cui ho visto Sindy in quello stato ho capito due cose, la prima era che lei mi amava, e la seconda era che il suo cuore era stato distrutto e poi ridotto in cenere per colpa mia, per colpa dell'amore. E da quel momento ho sempre avuto paura dell'amore, mi sono negato sempre di amare perchè l'ho sempre associato al male, al dolore. 'amare è distruggere e essere amati è essere distrutti'

dovetti trovare la forza per parlare, anche se gli occhi erano gonfi per le lacrime e la gola mi bruciava dal desiderio di gridare

-“ è orribile... povera ragazza, tu... tu l'hai usata.” lo guardai. Quasi non ci credevo. Lui si limitò ad annuire lentamente, senza darmi risposta. “ è per questo quindi che tu non volevi definire il nostro rapporto, che dicevi che eravamo amici, che negavi a te stesso di amarmi. Perchè temevi potesse succederti come Sindy?”

-“ si, è vero. È per questo, ma tu mi hai insegnato che l'amore, se contraccambiato ci rende più forti.” lo guardai e stetti in silenzio per un po'. Poi mi venne un dubbio.

-“ perchè mi hai detto tutto questo? Perchè se fino ad ora non me lo hai detto decidi che questo è il momento giusto?”

-“ perchè ora viene il peggio.” lo guardai e il mio cuore ebbe un balzo. 'Il peggio? Il peggio non era ancora passato?!' deglutii rumorosamente e aspettai che lui si sentisse pronto. Poi mi riscossi. Lui era Jake, il mio Jake, l'uomo con cui stavo convivendo e che amavo, non uno sconosciuto da giudicare, non era più quello del passato, e si era pentito, era ferito, talmente ferito che si era negato l'amore per anni. Mi feci forza e gli presi la mano. Lui mi fece un sorriso triste, prese un bel respiro e continuò

-“ Sindy abita a Palermo, come me, e di recente ha... avuto un incidente” sobbalzai

-“ c-che genere di incidente?”

-“ con la sua auto, lei... lei è andata a sbattere contro un palo della luce. È molto grave e i dottori non sanno se ce la farà. Adesso è cosciente, ma molto probabilmente domani non lo sarà più. I suoi genitori e parenti fanno di tutto per farla sentire a suo agio, ma lei... ha solo un desiderio...” mi guardò dritto negli occhi e io non riuscii a tener chiusa la bocca

-“ ma è... è terribile! E qual'è il suo desiderio?”

-“ è vedere me. Vuole vedermi prima di morire.” ritrassi di scatto la mano e singhiozzai, alzandomi dalla sedia.

-“ c-cosa?! I-io...” non trovando le parole lo guardai

-“ devo andare Tess, glielo devo, per tutto quello che le ho fatto. Credo che questa sia anche un'opportunità per scusarmi, mi scuserò e questo peso diventerà meno opprimente, perchè saprò che almeno ho provato a farmi perdonare.”

-“ ma certo, ma certo. Va pure” alzò lo sguardo su di me

-“ grazie.” annuii lentamente, sorridendo. “ lo sai che ti amo, vero?!”

-“ si, e tu lo sa che ti amo anch'io, vero?” questa volta annuì lui e mi cinse la vita con un braccio, poi mi fece sedere sulle sue ginocchia e mi baciò

-“ devo andarci domani, capisci, è molto grave...”

-“ domani?! Ma domani c'è il matrimonio!” 'cosa?! Domani?! Domani no!'

-“ Tess, è sul punto di morte, ti prego...” cercai di calmarmi e feci un lungo sospiro

-“ e va bene, chiederemo a Eric di trovarsi un nuovo testimone, sono sicura che se chiamo Jeremy lui lo farà”

-“ perfetto”

-“ vieni a letto? Se vuoi possiamo anche solo dormire” dissi sincera. Io ero esausta e avevo troppe cose da metabolizzare e lui sembrava distrutto

-“ n-no, io... io credo che uscirò. Ho bisogno di ubriacarmi.” disse lui, alzandosi e prendendo la giacca e il portafogli

-“ Jake, sei sicuro che annegare la sofferenza nell'alcol sia la cosa migliore?” chiesi, seriamente preoccupata. Lui si fermò sulla soglia, e girò di poco la faccia, in modo da farmi vedere il profilo in controluce.

-“ si, ne sono sicuro.” e con quelle parole uscì di casa, lasciandomi infreddolita e sola al suo interno. Non potevo dare nemmeno la colpa a lui del suo comportamento, era devastato e lo sarei stata anche io, ma ora dovevo chiamare Cla e avvisarla... anzi, meglio un sms, non vorrei sentirla sclerare, non reggerei proprio. Presi il cellulare e scrissi a Cla che Jake non poteva venire al matrimonio, che si scusava e che io avrei rimediato. Non aspettai nemmeno la sua risposta sotto forma di urlo-messaggio e andai sotto la doccia. Quando ne uscii ero profumata e pulita, così mi misi sotto le coperte e aspettai che qualcuno rientrasse in casa.

 

Erano passate circa otto ore, nelle quali avevo sonnecchiato e guardato cartoni animati. Erano le 1.00 e di Jake nessun segno. Il cellulare lo aveva dimenticato a casa e quindi non potevo nemmeno provare a rintracciarlo. Capii che quella notte non si sarebbe fatto sentire, quindi spensi le luci e la tv e andai a letto. Forse dormirci su mi avrebbe aiutata, anche se le parole di Jake mi rimasero impresse... amare è distruggere e essere amati è essere distrutti... le avevo già sentite, ma dove? Oh, ma certo, nella mia saga preferita. Quando chiusi gli occhi mi apparve in sogno il volto di Sindy, coperto di tubetti di plastica che gridava il nome di Jake. Rabbrividii al pensiero e mi addormentai subito dopo, con l'orribile sensazione che Jake stesse combinando casini.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ed ecco qui il prossimo capitolo! Ieri sono andata a letto alle 3 per finire di scrivere, ma non ce l'ho fatta comunque a pubblicare, e mi dispiace tantissimo! Comunque sta mattina ho corretto gli errori di battitura ( spero non ne troverete tanti >.<)

e niente, spero che il capitolo vi piaccia! Ci ho messo un po', indecisa se rivelare o meno la verità del perchè Jake ha paura dell'amore, ma poi, rileggendolo mi sembrava fosse venuto abbastanza bene ;)

adesso invece devo proprio ringraziare voi ragazze che leggete e recensite! Siamo quasi a 100 recensioni e io... io non ci posso credere!! grazie a tutte, siete il meglio <3 un grazie specialissimo a yrisa, romy2007, Tonia1d, AllySmith e Isabelle02.

un bacio, alla prossima e grazie ancora *-*

Eli

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Capitolo 24
*** Addio, Jake ***


Angolo autrice

Ciaooo a tutte!

Devo proprio ammettere che mentre scrivevo questo capitolo ho pianto! Vi giuro che la storia non è ancora finita, ma tra poco finirà e questo mi rattrista molto... niente, siccome ho visto le scarse recensioni nel capitolo scorso (anche se so che molte di voi sono a godersi gli ultimi giorni di vacanza) spero proprio che non sia perchè ormai la mia ff vi stia stufando o sia diventata monotona... se è così fatemelo sapere, vi prego, farò di tutto per renderla interessante e adatta alle vostre esigenze!! vi ringrazio e ci tengo che sappiate che è prevalentemente per le recensioni che continuo a scrivere, quindi grazie ancora, mi aiutate tantissimo! <3

spero proprio che il capitolo vi piaccia, grazie anche a Momoko21 e Tonia1d che hanno recensito lo scorso cappy... siete il meglio >.<

un bacio grandegrande

Eli

a volte devi essere l'eroe di te stesso,

perchè spesso le persone senza le quali

non puoi vivere

possono vivere senza di te

 

 

Tessa

erano le cinque... le cinque del mattino e io ero già in piedi. Dov'era Jake? La mia mente continuava a vederlo attraversare una strada e poi un'auto in corsa lo... oddio, devo andare a cercarlo. Buttai le coperte infondo al letto e mi alzai. Corsi in bagno e mi lavai la faccia. Una cosa positiva in tutto questo c'era, almeno oggi non dovevo andarmene al lavoro e potevo concentrarmi su di lui. dovevo trovarlo, ero sicura che se me ne avesse parlato, se mi avesse confidato la sua sofferenza forse... ma certo, Jake che si apre e confida i suoi sentimenti, quando mai?! Avevo già le valigie pronte, dato che io e Jake avevamo deciso che dopo il matrimonio, quella stessa sera, avremmo preso l'aereo e saremo passati a fare un saluto ai miei. Siccome avevo solo una settimana di vacanza, pensavamo di restare nella mia vecchia casa si e no tre giorni e dopo passavamo a Palermo. Mi mancavano tantissimo Matt e Rick, in pochi mesi erano diventati i miei migliori amici. Ma, ovviamente, se non riuscivo a trovare quell'idiota del mio fidanzato con un po' troppi sensi di colpa non avrei nemmeno rivisto i Bolen. Mi vestii con quei pochi vestiti che avevo lasciato nell'armadio e sgusciai fuori di casa. Ora, se fossi un uomo, devastato dentro, combattuto se andarsene e non partecipare al matrimonio del suo migliore amico o andare a dire addio a una ragazza in punto di morte... in che locale andrei a ubriacarmi?

Oddio, ma perchè i maschi devono comportarsi sempre così? Hanno i sensi di colpa? Bevono. La ragazza gli ha lasciati? Bevono. Problemi famigliari? Bevono. Gli è morto il gatto? Bevono. Tutti dicono che le ragazze sono complicate, ma non è vero,

noi siamo assolutamente normali, sono loro quelli complicati! Noi riusciamo ad aprirci, se ci fidiamo abbastanza di qualcuno, e invece loro... loro si rifugiano e annegano il dolore nella wodka e nella birra.

Okay, ora devo concentrarmi... qual'è il locale più frequentato della città? E se fosse andato in una discoteca? O ancora peggio, in uno strip club? Oddio...

decisi di andare nell'unico locale dov'ero andata con Cla. Era vicinissimo alla nostra palazzina, quindi c'era una certa probabilità che fosse andato li. Dubitavo di trovarlo steso per terra o accovacciato sul marciapiede a vomitare anche l'anima... però speravo di trovare un indizio. Mi sentivo come quel cartone animato per ragazzini che danno su super... ah, ecco, detectiv conan!

Entrai nel locale. Quell'enorme porta a vetri mi metteva sempre l'ansia, come se ogni volta che la toccassi si potesse rompere in mille pezzi. Era strabiliante come il 'blackout angels' si trasformasse da mattina a sera. La sera era sempre pieno di gente, ubriaconi, ragazze mezze nude, scapoli in cerca di avventure, drogati e fumatori, invece la mattina ci potevi trovare gente rispettabile che andava al lavoro o che si incontrava con varie persone. Mi avvicinai al bancone e sentii qualcosa sotto la suola delle mie carpe rompersi. Sussultai e balzai all'indietro.

-“ posso fare qualcosa?” alzai lo sguardo inviperita. Chi buttava per terra dei bicchieri? E qual'è il barista che lasciava per terra i cocci?

-“ si, vede ecco...” non sapevo come spiegarmi, non potevo certo prendere e dire 'scusi signore ha visto un uomo/ragazzo incredibilmente affascinate, alto, biondo, con occhi stupendi, sulla ventina?'

-“ aspetta, io mi ricordo di te!” disse lui, indicandomi come se fossi una dea da venerare

-“ ah, si...?”

-“ si, tu e quel tizio... quello alto... siete venuti qui giorni fa con altri due tizi” per 'due tizi' si riferiva a Eric e Cla probabilmente e invece con 'quel tizio' si riferiva sicuramente a Jake. Mi illuminai.

-“ scusi, si ricorda per caso com'era fatto il ragazzo che stava affianco a me? Se si, potrebbe dirmi, gentilmente, se lo ha visto da queste parti ieri sera?”

-“ oh, mi creda, una faccia così è difficile da scordare...” disse lui ghignando. Subito dopo da una porta in legno che probabilmente conduceva al bagno sbucò un ragazzo alto coi capelli neri e ricci e si mise di fianco al barista. Questo girò la faccia e lo baciò. Spalancai gli occhi... oddio, proprio non me lo aspettavo! Non avevo assolutamente niente contro i gay, anzi, alcuni erano pure simpatici, è solo che... boh, non melo aspettavo proprio. Il tizio che fino ad un secondo fa parlava si girò verso di me e con un sorriso beato continuò. “comunque, tornando a noi, si, lo ho visto, ma se né andato di qui circa alle una, mi pare che tenesse tra le braccia un paio di ragazze ma... forse mi sbaglio.” il mio cuore si divise in tante minuscole parti e io avrei voluto salire sul bancone e urlargli in faccia 'NO, NO E POI NO! IO MI FIDO DI JAKE, SO CHE LUI NON LO FAREBBE MAI E TI SBAGLI GRASSONE, TI SBAGLI DI GROSSO! AVRAI CONFUSO IL MIO JAKE CON QUALCUN'ALTRO, IDIOTA!' repressi il mio istinto omicida, limitandomi a un “credo che si sbagli, ma grazie comunque.”, poi girai i tacchi e uscii dal locale. Proprio quando ero sulla porta il tizio mi urlò dietro

-“ mi sembrava avesse una bici.” non mi fermai neanche, ma annuii al nulla e uscii dal locale

Jake

la testa mi fa male, non capisco più niente... dove sono? Dov'è Tess? Perchè ho tanta voglia di vomitare? Cerco di aprire gli occhi per vedere dove sono disteso, allungo una gamba e cado. Credo che sia un pavimento di marmo, perchè cadendo provoco un tonfo sordo e mi faccio male alle ginocchia e ai palmi delle mani. Ma almeno l'impatto mi fa aprire gli occhi di scatto

-“ oddio, tesoro, stai bene?” una ragazza, alta e bionda ossigenata incombe su di me, mi prende per un braccio e mi solleva. Ora posso andare nel panico. Dove cazzo sono? Chi è sta tipa che fa paura? Dov'è la mia Tess, voglio la mia Tess!

-“ BENE?!” chiedo ironico, quasi urlando “ ma tu chi cazzo sei? Perchè sono in questa casa? Cos'è successo?... oddio, mi scoppia la testa...”

-“ rilassati, hai bevuto troppo ieri sera.” poi mi guardò delusa “ma come, non ti ricordi di me? Ci siamo incontrati in un locale, tu mi hai detto che mi amavi e poi abbiamo iniziato a bere... anch'io ricordo poco, so solo di averti fatto entrare in casa mia, nel mio letto e...” la interruppi prima che dicesse quello che temevo avevamo fatto

-“ oddio, Tess, quando lo verrà a sapere le... le si spezzerà il cuore, io non posso permetterlo...” sussurrai, prendendomi la testa tra le mani e sedendomi sul divano

-“ chi è Tess?!”
-“ è la donna che amo” dissi senza pensarci. Ero troppo impegnato ad autocommiserarmi ed ad insultarmi mentalmente per prestare attenzione alle parole della tizia senza-nome

-“ ma tu hai detto che ami me!” disse la gallina, incrociando le braccia al petto. Quella frase mi fece portare lo sguardo su di lei e risi amaramente.

-“ MA TI PARE?! ERO U.BRI.A.CO! Non mi innamorerei mai di una tipa che va nei locali squallidi per rimorchiare e sentirsi meno sola!” dissi, in preda ad uno scatto di rabbia delle lacrime rigarono il viso di lei, che corse in una camera e si chiuse dentro. Ma non me ne importava proprio niente. Mi lasciai cadere sul divano. Il mio unico pensiero era Tess... come glielo avrei detto? Cosa gli avrei detto? Non sapevo nemmeno io cosa avevo fatto! Avrei permesso che d'ora in avanti mi guardasse con odio e disprezzo solo perchè mi ero lasciato trasportare dall'alcol? Avrei sopportato il peso di raccontarle una bugia? E se poi scoprisse che le ho mentito? Peggiorerei solo le cose! Dio, la avevo tradita, la donna che amo... o forse no?

Un improvviso conato di vomito mi riscosse dai miei pensieri e aprii una porta a caso. Fortunatamente, dietro c'era il bagno.

Quando finii di rimettere mi alzai e andai verso il lavandino. Mi lavai distrattamente la faccia e feci per aprire la porta. Volevo andarmene da li. Quando tirai verso il basso la maniglia mi ritrovai la tipa sulla soglia con in mano la mia maglietta. Non che lei fosse molto vestita, anzi, era in intimo. La cosa strana è che, se qualche anno fa avessi visto una ragazza con un corpo così... beh... il mio amico di sotto avrebbe subito reagito, ma ora, l'unica cosa che provavo era paura. Paura che avessi tradito la mia ragione di vita. L'unica e la sola. Sempre

-“ è stato bello, ma ora addio. Ho un ragazzo e altre cose a cui pensare, quindi rivestiti e vattene.” la guardai stranito... ero io ad avere le traveggole o quella un minuto prima piangeva perchè non la amavo? Mach... che gente strana. Feci come disse e mi diressi in salotto. Ora che ero completamente sveglio riuscivo a vedere dove mi trovavo. Ero in una piccola camera d'albergo, e, sulla parete sinistra del salotto c'era la porta d'ingresso, era molto accogliente, ma davvero, volevo sparire. 'Cazzo, che bastardo senza speranze che sono! Non la merito...' Sperai che la notte passata fossi troppo ubriaco per fare sesso e mi sedetti sul divano. Presi un bel respiro e mi misi la maglietta. In quel momento la porta si aprii.

 

 

Tessa

Svoltai in parecchie strade e, finalmente, quando stavo per arrendermi, eccolo li, un segno dal cielo, una traccia, una pista! La bici di Jake era buttata distrattamente su un marciapiede, hai piedi di una scalinata che portava all'entrata di un... albergo? Un moto di paura e tristezza mi invase. Che ci faceva in un albergo? Scesi di corsa dal taxi, senza nemmeno pagarlo, ma poco importava. Salii di fretta le scalette e aprii la porta. Mi diressi alla reception, dove una tipa con unghie finte e capelli viola mi sorrise

-“ posso fare qualcosa per lei?”
-“ si. no. Ehmm...” da come la tipa mi guardò capii che sembravo una pazza psicopatica omicida appena scappata da una prigione. “ chiara...” continuai, la tipa inizialmente mi guardo strabuzzando gli occhi e rimanendo senza fiato. Probabilmente si stava chiedendo se la conoscevo o avevo poteri soprannaturali, ma poi si rese conto che avevo solo letto la targhetta “ ha per caso visto questo ragazzo 'sta notte?” tirai fuori una foto di me e Jake dal portafoglio. Adoravo quella foto e amavo il ragazzo che ci stava dentro. Lo avrei aiutato, tutto il dolore si può superare con la giusta persona affianco.

-“ si! Era con una ragazza... vuole che le dico la camera?” con una ragazza? Forse avrei dovuto dire di no e risalire in macchina. Non ero sicura di quello che volevo davvero, se volevo sapere cosa avesse fatto Jake e cosa ci facesse in un albergo o se avrei preferito andarmene a casa e risparmiarmi una verità altrimenti insostenibile, anche perchè non sapevo cosa avrei fatto se lo avessi scoperto con un'altra... avrei potuto dimenticare?

No, non dovevo pensarlo! Infondo era di Jake che stavamo parlando, io mi fidavo e mi sarei fidata anche adesso. Ma volevo sapere, volevo entrare in quella stramaledetta stanza e vederlo steso per terra, ubriaco, e da solo, senza nessuna ragazza. Era una prova, una prova per noi, per il nostro futuro, per la nostra coppia. Dentro di me pregai che Jake la superasse e annuii

-“ si, grazie” la tizia si dimostrò gentilissima e mi diede una copia delle chiavi. Da quel che avevo capito la tizia che abitava quella camere non le andava a genio. La ringrazia e salii le scale. Il cuore mi martellava nel petto e nella mia testa iniziò un conto alla rovescia. Mancano pochi secondi alla verità, 10...9...8...7...6...5...4...3...2...1... ora!

Aprii la porta con un colpo secco, e un moto di sollievo mi colpii. Jake era seduto su un divano, vestito, e senza ragazze. Ma quella sensazione durò poco. Stavo per buttarmi tra le sue bracia, abbracciarlo, baciarlo e dirgli che avremmo superato tutto, che ero pronta a dargli tutto, a farlo entrare nella mia vita, a non essere più un io ma un noi, e poi... e poi arrivò al mio orecchio una voce femminile.

-“ tesoroooo, ti ho detto di andartene!” Jake balzò in piedi, e allungò una mano nella mia direzione. Il sorriso mi morì sulle labbra. Spostai lo sguardo da lui alla tipa in intimo e il mio cuore cedette. Le lacrime si fecero strada sui miei zigomi, sulle mie guance, sulla mia gola. Guardai Jake, era terrorizzato

-“ Tess, Tess io... ti posso spiegare...”

-“ no. NO. Non chiamarmi così!” urlai “hai fallito, Jake, hai fallito.” sussurrai poi, probabilmente lui non mi sentii nemmeno e io me ne andai, corsi giù dalle scale e raggiunsi in fretta il piano terra. Lo sentivo dietro di me, lo sentivo correre, gridare, supplicare il mio nome, ma io non ce la facevo. Perchè? Forse non eravamo destinati a stare insieme e basta. Maledizione, Tessa, hai vent'anni, ci sarà qualcun altro... mi continuavo a ripetere, ma la verità era che non ci sarebbe stato nessuno come lui. Uscii, calpestando l'asfalto ghiacciato e poi non sentii più dei passi dietro di me. Mi resi conto che era a piedi scalzi. Vidi la sua bici per terra, e la presi a calci. Sfogai tutta la mia rabbia, il mio dolore, la mia solitudine, la mia tristezza, la mia delusione, sfogai tutto, tutto quello che mi portavo dentro. I singhiozzi scuotevano il mio corpo da capo a piedi e io decisi di andarmene. Era strano, non avevo nemmeno la forza di correre, di scappare, in quel momento, così appena vidi un muro di una casa abbandonata e mi ci accasciai contro. Non riuscivo a smettere di piangere, perchè ogni cosa a cui pensavo c'era lui. Lui era una parte di me, la parte oscura, imperfetta, imprevedibile, la parte che amavo. Perchè, se una persona ti tradisce, non smetti di amarla metti solo di credere in lei, e un rapporto non può andare avanti senza fiducia e io la avevo persa in Jake. Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine, siamo noi gli stupidi che crediamo nell'infinito, e io, sinceramente, avevo creduto che io e Jake fossimo una cosa sola, fossimo l'infinito. Altri singhiozzi mi scossero il corpo, mi strinsi le gambe al petto e nascosi la testa tra esse. Il cellulare iniziò a suonare. Cla. 'Oddio, il matrimonio... che cosa dovevo fare?' decisi di fare la cosa più egoista, ingiusta e menefreghista di sempre, decisi di non andarci. Era sbagliato, lei era la mia migliore amica ma... non me la sentivo di mettere un finto sorriso sulla faccia. Dovevo andarmene, dovevo far uscire Jake dalla mia vita, e sicuramente non ci sarei riuscita se avrei continuato a stare a N.Y. Sapevo cosa fare, dovevo solo decidermi a farlo. Alzai lo sguardo e lo portai sul cielo grigio e nuvoloso.

-“ mamma... sto arrivando” sorrisi tristemente e mi tirai su. Chiamai un taxi e diedi l'indirizzo dell'appartamento. Eric e Cla erano fuori e anche Jake... sarebbe stato più facile andarsene senza salutare, avrei mandato un messaggio a Cla quando sarei stata sull'aereo. Mi passai una mano sugli occhi e mi feci forza. Io ce la potevo fare, ce la potevo fare ad andare avanti senza di lui, ce l'avrei fatta.

 

Il taxi mi lasciò proprio davanti alla porta di casa. Io, questa volta, lo pagai e il tipo mi salutò, per poi sgommare via. Tirai fuori velocemente le chiavi dalla borsa e sperai che non ci fosse nessuno in casa. Chiamai l'ascensore che mi portò al terzo piano ed entrai in casa. Era deserta, le luci erano spente e festoni bianchi erano appesi dappertutto. Tirai un sospiro di semi-sollievo, ero ancora distrutta, ma dovevo essere forte, avrei pianto in aereo, in silenzio, con le cuffiette nelle orecchie. Avrei riparato il mio cuore, non so ancora come, ma lo avrei fatto. Avevo già la valigia pronta, quindi sarebbe stato tutto più semplice. Mi diressi nella camera che condividevo con Jake e aprii un armadio. Dentro c'era la mia mini valigia trolley già chiusa e pronta per essere caricata sull'aereo. Mi sedetti un attimo sul letto e pensai a cosa avrei fatto... sarei andata all'aeroporto e avrei aspettato li fino a sera, era la cosa più sensata da fare, ma... oh, che stupida, dovevo andare ad impacchettare le mie cose al lavoro! Balzai in piedi e corsi in sgabuzzino. Per fortuna trovai i cartoni che avevo usato per impacchettare i miei libri quando ero arrivata a N.Y. e decisi che quelli erano perfetti. Non sapevo ancora come sarei sopravvissuta senza i miei libri, dato che quando avevo preparato la valigia pensavo di andarmene con Jake e solo per sette giorni, ma in qualche modo farò... forse me li ricomprerò... non lo so, e non è il momento di pensare ai libri! Presi la mia valigia e gli scatoloni e uscii di casa, chiudendomi la porta alle spalle.

Appena raggiunsi il piano terra aprii il portone e uscii. Ci volle un po' per fermare un taxi, ma per fortuna ci riuscii. Quando il taxi si fermò io salii e gli dissi la via dove lavoravo. Un pensiero terribile mi si formò nella mente... non avevo visto Jake né a casa né nel tragitto... se non mi stesse cercando? Se non si fosse pentito di quel che aveva fatto? Forse allora non teneva a me come diceva, forse non mi amava. Altre lacrime, ma questa volta non ero ferita, mi sentivo solo stupida, perchè se a Jake non importava niente di me avevo sprecato quasi un anno della mia vita per niente.

Proprio quando il tassista premette l'acceleratore una testa bionda sbucò da dietro l'angolo. Appena mi vide nel taxi si sbracciò e si buttò in mezzo alla strada. Lo sentivo gridare il mio nome, supplicarmi di scusarlo. Mi resi conto che sarebbe stato più facile andarmene se a lui non fosse importato niente, perchè a lasciarlo andare mi distruggevo io come si distruggeva lui, e sentirlo supplicare di fermarmi e tornare da lui mi faceva prudere la mani dalla voglia di aprire la portiera e lanciarmi tra le sue braccia a piangere. Ma resistetti e l'unica cosa che dissi fu:

-“ non si fermi, gli passi affianco, come se non ci fosse.” il tizio barbuto che c'era al volante annuii, e io guardai per l'ultima volta Jake. Adesso piangevo più di prima, perchè mi ero resa conto che a lui importavo e anche perchè mi ero resa conto che se mi fossi concessa di scendere dal taxi e lasciarlo 'spiegare' poi avrei dimenticato e lo avrei perdonato. Ma c'era un piccolo problema... io non volevo dimenticare. Mi aveva fatto soffrire già troppe volte, e ora aveva superato il limite, basta, ormai il mio cuore era ridotto ad un mucchietto di cenere e non era più in grado di farsi false speranze e di sopportare in silenzio.

-“ mi dispiace Jake... addio” sussurrai, guardando nello specchietto retrovisore dell'auto la sagoma dell'uomo che amavo scomparire piano piano, man mano che la macchina avanzava, come fosse un bel ricordo ormai perduto, irrecuperabile, distrutto. Così era la nostra storia, distrutta.

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Capitolo 25
*** Jeremy ***


Sai perchè non ti dimenticherò mai?

Perchè mi hai amata

quando io ancora non amavo me stessa

 

 

-“ ecco signorina, siamo arrivati” mi disse il tassista. Mi aveva lasciato davanti al palazzo dove lavoravo. Dovevo solo impacchettare le mie cose ed andarmene. Fiera, sicura, impassibile e ferma. Così avrei dovuto sentirmi, ma invece mi sentivo immensamente sola. La solitudine è un tipo di dolore, ed io non riuscirò a sopportarlo, me lo sento, ma è meglio sola che sofferente. È meglio sola che con Jake, l'amore della mia vita. È tutto così dannatamente complicato... a chi devo dare ascolto? Al mio cuore masochista, che mi dice di buttarmi tra le braccia di Jake o alla mia mente e al mio istinto, che mi dicono di scappare via dal dolore come ho sempre fatto?

-“ grazie...” sussurrai. Pagai velocemente l'autista e salii le scale a chiocciola che portavano al mio piano. Dovevo fare in fretta, non avrei retto un confronto faccia a faccia con Jake, non ce l'avrei fatta e lo avrei perdonato. Okay che era triste, okay che si sentiva in colpa, okay che volesse ubriacasi, ma a tutto c'era un limite, e lui non poteva usare l'alcol come scusa per il tradimento. Non poteva biasimarmi, sapeva com'ero fatta, sapeva che scappavo, e il tradimento... beh, è un dolore troppo grande. Raggiunsi correndo la mia scrivania. Aveva iniziato a piovere, e il rilassante rumore della pioggia che sbatteva contro i vetri mi tranquillizzò. Misi i cartoni per terra e inizia a metterci dentro tutto, dalle cartelle ai numeri di telefono dei clienti alle calamite regalo che sponsorizzavano l'azienda.

-“ ei, vai di fretta?” alzai di scatto la testa

-“ oh, ciao Jeremy...” dissi asciugandomi le lacrime. Stavo piangendo? Evidentemente si, ma non me n'ero accorta, come non mi ero accorta che ci fosse qualcun altro nella stanza... “ si, beh, direi abbastanza infatti...” sussurrai tirando su col naso e sorridendo triste

-“ ehi, ehi, shhht” alcune lacrime mi bagnarono il viso “ perchè piangi?” alzai lo sguardo su di lui e notai che stava anche lui inscatolando le sue cose. Raggirai la domanda e ne feci una a mia volta... non me la sentivo di ricordare Jake e quel che aveva fatto.

-“ perchè prepari gli scatoloni?”

-“ ehmm, beh, vediamo... niente di importante, eh, mi sono solo... licenziato” disse sorridente

-“ che? Fai sul serio?”

-“ serissimo!” mi rispose, tranquillamente

-“ e perchè?” chiesi confusa

-“ ho sempre desiderato visitare l'Italia, e la telecom mi ha offerto un lavoro a Roma!non potevo rifiutare ” disse entusiastico

-“ wow! Sono felicissima per te! Ma ora devo scappare, ho il volo tra...” guardai distratta l'orologio “ oddio, tra meno di un'ora!” urlai in preda al panico. Aprii tutti i cassetti della mia scrivania e buttai alla rinfusa tutto negli scatoloni, poi presi il nastro adesivo e inizia a strapparlo con i denti. Sentivo Jeremy parlarmi, ma io ero troppo occupata a scotchcciare per prestargli attenzione

-“ quindi, potremmo andarci insieme...” continuò lui. A quelle parole alzai gli occhi e lo guardai stranita... che cosa mi ero persa?

-“ mmmh?!” chiesi, con un pezzo di scotch tra i denti

-“ dicevo....” disse divertito, avvicinandosi e togliendomi il nastro grigio dai denti. Lo guardai perplessa e... incuriosita “ io ho il volo al tuo stesso orario e per la tua stessa nazione, quindi è molto probabile che saremmo sullo stesso aereo... mi chiedevo se tu volessi andarci con me, adesso, se al tuo ragazzo non da fastidio”

-“ ehmmm... io...” mi interruppe

-“ aspetta, un'ultima cosa prima che tu risponda.” Si avvicinò pericolosamente a me e rimase ad un palmo di distanza dal mio naso “ lui ora NON è qui...”disse carezzandomi una guancia “ma ci sono io” sorrise predatore e io avvampai, arrossendo

-“ noi... noi ci siamo... lasciati” dissi a denti stretti. Jeremy si allontanò da me e si sedette sulla scrivania, guardandomi negli occhi

-“ so che lo amavi...” io annuii lentamente e mi rimangiai un 'e lo amo ancora, è per questo che è così difficile' “ ma io te lo posso far dimenticare” a quelle parole alzai lo sguardo su di lui, sbarrando gli occhi. Era sceso un silenzio alquanto imbarazzante, e quando capii che si aspettava una risposta, parlai

-“ Jeremy noi... cioè, io e Jake, abbiamo rotto oggi ed io non me la sento di...”lasciai la frase a metà, sperando che capisse

-“ tranquilla, sono un uomo paziente. Ti datò il tuo spazio e te lo farò dimenticare. È una promessa.” disse prendendomi la mano. Io sorrisi, e in quel momento mi resi conto che quel sorriso, quel sorriso che stavo facendo, non era niente a confronto a quelli che mi faceva fare Jake. In questo sorriso non c'era felicita, non c'era speranza, solo... dolore, dolore di una perdita. Probabilmente era sbagliato che in quel momento pensassi a Jake, ma non ne potevo fare a meno, lui era la mia anima, la vita, il mio amore, il mio tutto, e per me era impossibile non pensarlo. Avrei voluto dire la verità a Jeremy, dirgli che non c'era la minima speranza, nemmeno in un futuro lontano, che dimenticassi Jake, eppure... eppure ne avevo bisogno. Avevo bisogno di una speranza, un'opportunità per dimenticarlo ed andare avanti con la mia vita, di trovare l'uomo giusto, anzi, l'uomo sbagliato che non mi faccia soffrire. Era terribilmente egoista da parte mia illudere Jeremy che il mio cure sarebbe mai stato pronto ad amare di nuovo una persona fuorché Jake, ma in quel momento decisi che, per una volta, avrei fatto quello che mi rendeva felice e mi sarei comportata egoisticamente. Tutto, ero disposta a fare tutto per dimenticare, per dimenticarlo.

 

Il viaggio in aereo mi sembrò durare anni. Vicino a me era seduto Jeremy, che cercava disperatamente di fare conversazione, peccato che la mia mente fosse nel viale dei ricordi e non lo ascoltasse. Mi ricordai il viaggio in aereo con Jake, il primo giorno a N.Y, la felicità che c'era in quella casa... poi mi ricordai di Cla. Sicuramente mi starà odiando per quello che avevo fatto, ma per fortuna io non ero l'unica damigella e quindi non ero indispensabile, ma Jake invece... beh, lui era indispensabile in tutto. 'oddio, devo smetterla di pensare a Jake!' mi ammonii mentalmente

quando scesi dall'aereo mia madre mi venne a prendere con la sua aut ed io salutai Jeremy.

-“ allora...beh...ci vediamo” dissi un po' titubante

-“ si...si...ehm, io verrò molto spesso a farti visita. Ogni volta che mi è possibile.”

-“ Jeremy, io non mi sento ancora pronta per una impegnarmi in relazione seria, figuriamoci in una a distanza... io credo che finché saremmo lontani è meglio vedersi come amici” ed era vero, io non volevo una relazione, soprattutto non con Jeremy! Era meglio se andavo avanti con la mia vita. Non che non ci potessimo più vedere ma avrei preferito un rapporto di semplice amicizia. Potevamo uscire qualche volta, imparare a conoscerci, vedere se funzionava o se avrebbe mai funzionato, ma queste cose richiedevano tempo, come anche la mia decisione di imbarcarmi in un nuovo groviglio di dilemmi e gelosie con Jeremy richiedeva tempo.

-“ okay, beh, potremmo uscire qualche volta e vedere come va...” wow. Forse era telepatico...

-“ si, è perfetto!” dissi entusiasta. Lui mi guardò con uno sguardo divertito

-“ gli amici si abbracciano?!” annuii e subito dopo me lo ritrovai tra le braccia. Non sapendo bene cosa fare non ricambiai e rimasi in attesa che si staccasse, mentre lui affondava il viso nei miei capelli in una maniera che mi fece ricordare Jake. Appena nella mia testa balenò l'immagine di quegli occhi color dell'oceano il mio stomaco mi si strinse in una morsa e la bile mi salì alla gola. Diedi dei colpetti sulla spalla a Jeremy e lui si stacco soddisfatto, poi una strana macchina giallo canarino con dentro un tizio che fumava e sembrava un Hippy.

-“ okay, beh, ora vado... ci sentiamo presto! Ciao Tessa...” si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte. Io rimasi a bocca aperta e lui, con nonchalance, salì in auto per poi sorridermi smagliante. Quando vidi allontanarsi la macchina gialla tra il traffico rilassai le spalle e inspirai forte. In cosa mi stavo cacciando?

Ovviamente la mia giornata di merda non era finita, perchè ora avrei dovuto spiegare ai miei il reale motivo del perchè Jake non c'era, il perchè avevamo rotto, e sopratutto il perchè della mia fuga. Non avevo intenzione di restarmene a N.Y perchè appena lo avrei rivisto mi sarei gettata tra le sue braccia a piangere ed a urlargli contro, il che implicava che mi sarei sfogata e poi lo avrei perdonato, ma non era nemmeno una cosa saggia tornarsene a casa, perchè, conoscendo Jake, mi avrebbe seguito fino in capo al mondo per riportarmi da lui, e sicuramente inizierà le ricerche da casa mia. È per questo che ho deciso di andarmene, di fare le valigie e trasferirmi. Non avevo la minima intenzione di farmi trovare, quindi avrei dato il mio indirizzo solo ai miei e a Jeremy. Avevo già in mente il posto. Era una piccola casetta a Como, quella di mia nonna, la quale si era trasferita a casa dei miei fino a tempo indeterminato. Era perfetta, una nuova casa, un nuovo indirizzo, una nuova città, nuove persone... insomma, una nuova opportunità per ricominciare da zero!

-“ Tessy!” appena girai la faccia mia madre mi buttò le braccia al collo “ci sei mancata così tanto!” disse, poi mi prese la mano e mi trascinò verso la macchina.

-“ oh, anche tu mamma...” risposi, cercando di starle dietro. Quando lei aprì lo sportello io mi ci buttai dentro, sfuggendo alla presa di ferro di mia madre

-“ ma... dov'è Jake?” chiese lei, impaziente mentre si sedeva davanti affianco a mio padre, che puntualmente non proferiva parola e metteva in moto.

-“ ehmm... lui, io, noi ci siamo, ehmmm. Noi ci siamo mollati.”

-“ cosa?! Tessy, mi sembrava ti rendesse felice...”

-“ si, lo faceva ma...” “ papà, ferma la macchina! FERMA, FERMA!” gridai, alzandomi in piedi. Mio padre sterzò, facendoci sobbalzare tutti, e accostò a lato della strada

-“ Theresa, ma dico, sei impazzita?” dice lui, girandosi e guardandomi

-“ io non... non voglio andare a casa”

-“ eh?! Dai Rex, metti in moto e andiamocene...” dice esausta mia madre, ma io mi sporgo e afferro il braccio di mio padre, che guarda la mia mano attorno al suo bicipite in modo assassino

-“ n-no, io sono seria! Non voglio andare a casa, perchè poi Jake verrebbe a cercarmi li e io non... non voglio farmi trovare” ammetto sconsolata

-“ e dove vorresti andare, sentiamo? Non sei già stata abbastanza lontano da casa, Theresa?”

-“ no, vi prego... pensavo di andare nella casa della nonna...” vedendo lo sguardo scandalizzato di mia madre, mi sbrigai ad aggiungere “ s-solo per un po'... finché le acque non si calmano tra noi, ovvio” gesticolai, spalancando gli occhi.

-“ Tessy, io non so...”

-“ oh, ti prego... non credo che reggerei il confronto con lui” dissi piagnucolando

-“ e va bene. Ma solo finché non chiarirete.” disse mia madre, poi mi padre fece una brusca in versione a U e si diresse verso Como. Ora potevo rilassarmi, non avrei visto Jake per un bel po di tempo. Spero che la lontananza me lo faccia dimenticare.... o almeno che mi faccia passare il dolore.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ed eccomi con un nuovo capitolo! Spero solo vi piaccia. Fatemi sapere che ne pensate, sono ben accetti anche commenti negativi! Intanto ringrazio di cuore Tonia1d, romy2007, Momoko21 e Isabelle02 :3

un bacio

Eli :*

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Capitolo 26
*** Caro diario ***


per colmare un vuoto devi inserire ciò che l'ha causato.

Se lo riempi con altro, aumenterà sempre di più.

non si chiude un abisso con l'aria

 

 

Caro diario,

ho sempre trovato stupido scrivere i propri sentimenti su un pezzo di carta, a cui tutti hanno facilmente accesso. Anche quando ero una bambina mi tenevo tutto dentro, senza lasciar trapelare i miei sentimenti, mia madre mi diceva di scrivere su un diario. Diceva che mi sarei sentita meglio. Diceva che mi avrebbe aiutato molto avere uno spazio tutto per me, il mio piccolo paradiso, il mio piccolo, grande, segreto. Il problema era che non riuscivo ad essere me stessa, perchè a ogni lettera, di ogni parola, di ogni frase che scrivevo avevo l'angosciante consapevolezza che quello non era il mio spazio. Che chiunque, anche un perfetto estraneo, avrebbe potuto aprire quel misero contenitore di fogli rosa ed entrare nel mio mondo segreto. Così, mi ricordo che strappavo dei fogli dal diario di scuola, che consisteva in una piccola agenda, e ci scrivevo sopra i miei sentimenti e le mie giornate. Poi, quando avevo finito di espormi, mi dirigevo in cucina e mi sedevo davanti al caminetto, dove ardeva sempre un bel fuoco vivo. Davo un'ultima occhiata al foglio bianco macchiato di inchiostro che stringevo tra le mani e alle piccole fiammelle dorate che danzavano sul soffitto creando ombre lugubri, e subito dopo lo gettavo nel fuoco. La sensazione di libertà che provavo quando vedevo le piccole fiammelle alzarsi dal caminetto è tutt'ora una cosa indescrivibile. Eppure, eccomi qui, a scrivere su un diario.

Non so proprio come raccontare come mi sento... è passato un anno ormai, ma io, ogni giorno, sentivo un pesante vuoto nel petto, al posto del cuore. Jake. Pensavo di dimenticarlo, mi ero imposta di farlo, ma non ci ero riuscita. Con Jeremy... beh, ogni tanto veniva a farmi visita, e quando ero con lui la sensazione angosciante, quel senso opprimente che di solito caratterizzava le mie giornate, spariva. Ed era per questo che avevo ricambiato il bacio che mi aveva dato un sabato sera, prima di tornare a Roma. Subito dopo quel gesto, che non so se identificare come errore o puro egoismo, Jeremy era venuto puntualmente ogni fine settimana a farmi visita. Mi portava dei fiori, cioccolatini, gioielli e biglietti per il cinema. Ogni volta mi imponevo di dirglielo, di dirgli quanto pensassi a Jake, quanto lui fosse perennemente nei miei pensieri: tutti i giorni e tutti le notti. Sempre. A parte quando ero in compagnia di Jeremy... ma ogni volta non ci riuscivo. Mi preparavo il discorso la sera prima di vederlo, ma poi, ogni volta, un senso di terrore mi opprimeva, lasciandomi senza fiato. Da quando non avevo Jake, Jeremy era l'unica cosa che mi rimaneva, l'unico in grado di farmi sentire meglio. Nemmeno Cla riusciva più a farmi sorridere. Le mie giornate erano tutte buie e deprimenti, caratterizzate da urli diurni e pianti notturni. Non mi sarei permessa di perdere anche Jeremy, ma avevo paura, anzi, ne ero certa, che se avessi troncato quella 'relazione' lui se ne sarebbe andato per non tornare, e io non avrei più avuto giorni felici. Ma anche quella situazione non mi faceva sentire bene, anzi, ogni volta che Jeremy mi dava la mano io mi sentivo una traditrice. Mi sentivo sporca. E in più, già sto male di mio, non mi serve una relazione a distanza. Ci sono state tante notti, troppe, in cui pensavo a cosa sarebbe successo se non avessi mai preso quell'aereo, se non avessi visto Jake in quell'appartamento, se la tizia stupida che è andata a sbattere contro quel fottutissimo palo non fosse quasi morta. Più di una volta mi sono riproposta di tornare da lui, di cercarlo, ma ogni volta mi sono bloccata con il cellulare in mano. Era lui che aveva sbagliato, era lui che doveva pentirsi, e se io tornassi da lui, soffrirei di nuovo, perchè con Jake è così, mi sono illusa di poter domare il vento, ed io odio illudermi. Non lo so, forse sono io che ho qualcosa che non va, ma sono sicura che non sono l'unica a cui non piace soffrire per amore, eppure... eppure in questi ultimi mesi mi sono resa conto che la distanza tra noi mi sta distruggendo di più del dolore causato suo presunto tradimento.

Caro diario, rispondimi tu, ho fatto male a lasciarmi cullare dalla dolcezza delle labbra di Jeremy? Lo sto illudendo? Anzi, sto illudendo me stessa di poter avere una vita felice con un uomo che non sia J?

Ti farò sapere al più presto se riuscirò a smettere di scappare con la coda tra le gambe e se riuscirò a dire a Jeremy la verità sui sentimenti che provo per lui (amicizia)... certo, sempre che non ti bruci!

Sbuffai in modo poco signorile e buttai il diario sul letto. Credevo che scrivere dei miei sentimenti mi aiutasse a liberarmi, e invece mi sono ritrovata ad auto-commiserarmi. Mi manca tantissimo. Mi sentivo sempre quella voragine profonda nel petto che si ingrandiva e ingoiava tutto. I primi giorni senza di lui, senza le sue braccia, il suo profumo, le sue parole, la sua bocca perfetta e senza i suoi occhi, quei fottutissimi occhi unici al mondo, erano stati sopportabili. Anche perchè avevo tantissime cose a cui pensare, il trasloco, un lavoro... insomma, la confusione non mancava. Eppure, adesso, quando la casa di mia nonna si è trasformata nella mia ed il mio cervello è libero di lasciarsi andare ai ricordi, mi sento come se qualcuno mi abbia estirpato l'anima. Come se non servisse più a niente avere le mani, senza che possa toccare il suo torace muscoloso, come se non servisse più a niente avere le orecchie, senza poter udire la sua voce, come se non servisse più a niente avere le labbra, senza poterle posare sulle sue, come se non servisse più a niente avere un cuore, senza permettere al suo sovrano di governarlo. Come se non servisse più a niente vivere, senza Jake, la mia droga personale, che se smettevo di prendere sarei morta, ma anche continuando a prenderla mi sarei auto-distrutta. Con Jake era così, non dovevi permetterti di innamorartene, perchè poi ci rimettevi solo tu. Venivi ridotta in cenere dall'interno, lentamente e inesorabilmente.

Scesi le scale e mi avviai in cucina. Mi mancavano tutti, i miei genitori, Cla, perfino i miei parenti! La cosa si stava facendo preoccupante.

Afferrai una tazza e la riempii di latte caldo. Amavo il latte caldo con i biscotti, mi faceva sentire ancora una fragile ragazzina con sogni e speranze per il futuro. Una di quelle che tappezza la propria camera di poster e che custodisce gelosamente nel comodino accanto al letto la foto scattata a tradimento del ragazzo che le piace. Sorrisi e mi alzai. Un po' di sana tv era il massimo di sabato mattina. Sfortunatamente non avevo calcolato la tazza pericolosamente piena di latte bollente, che mi si rovesciò addosso. Lanciai un urlo di dolore e mollai la presa sulla tazza, la quale cadde a terra e si infranse in un milione di pezzettini. Imprecai e mi tolsi la maglietta. Andai al balcone del piano di sopra, e mi immobilizzai nel vedere il signor Starkweather, più vecchio di sessant'anni rispetto a me, seduto beato su una sdraio a prendere il sole fissando il mio reggiseno che mi copriva a stento. Le mie guance, quasi a farmi un dispetto, si colorarono di rosso ed io portai una mano sul mio petto per coprire il più possibile. Con l'altra salutai amabilmente il signor Starkweather, incoraggiandolo a girarsi, ma il vecchio non demordeva e continuava a godersi lo spettacolo. Sbuffai di nuovo e mi girai verso lo stenditoio. Per fortuna che avevo steso un telo-mare in poggiolo, così mi coprii e mostrai, poco amabile questa volta, un particolare dito al tizio, che sbalordito si girò ed entrò in casa.

-“ okay... vediamo di ricordarci dov'è la scopa...” sussurrai a me stessa. “ ah si, è nell'armadio!” mi avvicinai alla parete del poggiolo e aprii un'enorme anta blu scuro. Dentro era stata buttata in malo modo una scopa verde. Feci per tirarla fuori quando sentii il campanello suonare insistentemente più di una volta “ ma porca merda, tutte oggi?” sibilai indispettita guardando il cielo. Qualcuno si divertiva a tormentarmi. Ah-ah-ah. Di nuovo il campanello. Esasperata chiusi l'anta dell'armadio, lasciando la scopa al suo posto, e corsi giù al piano di sotto. Avere una casa a due piani aveva i suoi pro e i suoi contro. Sfortunatamente per me il telo rimase incastrato e mi scivolò via dal corpo senza tante cerimonie, il problema è che, concentrata com'ero alla serie di insulti che avrei urlato in faccia al tipo sulla porta, non me ne resi nemmeno conto. Avevo un'aria a dir poco da zombi, con gli occhi cerchiati da borse nere, le labbra screpolate, un reggiseno troppo piccolo, i nervi a fior di pelle e i capelli arruffati in maniera disordinata su una spalla a causa di una nottata irrequieta passata a girarsi e rigirarsi da una parte all'altra del letto. Misi le mani sui fianchi e spalancai la porta, leggermente infuriata.

-“ chi cazzo sei per...” le parole mi morirono in gola quando vidi quegli occhi. Quegli occhi che tanto desideravo rivedere, che tanto avevo sognato, che tanto avevo odiato, quegli occhi per i quali avevo pianto tutte le notti, quegli occhi che mi avevano fatto passare le notti più insopportabili della mia vita, quegli occhi che tanto avevo amato. Il cuore mi si riempii e mi fece tre o quattro capriole nel petto 'CALMATIIII!!' mi sgridò la mia vocina interiore. “Jake...”

-“ si, sono proprio io...” disse divertito, guardandomi negli occhi. Poi abbassò lo sguardo e lo passò fluido sul mio corpo, scrutandomi dalla testa ai piedi. Io arrossii violentemente e mi coprii con le braccia. Era gia la seconda volta oggi, solo che la differenza era che ero troppo sconvolta per mostrargli il medio. “ sei uguale a come ti ricordavo. Non sei cambiata affatto...” sussurrò più a se stesso che a me, guardandomi negli occhi. Per un attimo vidi i suoi occhi incupirsi e il suo sguardo farsi dolce, lo stesso sguardo che avevo io quando mi perdevo nei ricordi. Aveva perso quel suo tono divertente di poco prima... almeno per un attimo, perchè poi, come se si fosse risvegliato da uno stato di trance sbattè le palpebre velocemente e mi mostrò un sorriso tirato, passandomi affianco. Lo ringraziai tacitamente per essersene andato dalla porta, visto che io non ero stata in grado di farlo, anche se avrei preferito che uscisse di casa, non che entrasse. Era davvero strano l'effetto che Jake aveva su di me. Ero in estremo imbarazzo, rossa come un pomodoro, eppure ero rimasta li, immobile, seminuda davanti a lui, incapace di distogliere lo sguardo dai suoi occhi e dal suo corpo perfetto. Ma ora toccava a me risvegliarmi dalla trance, e tutta la rabbia che avevo accumulato in questo anno mi si riversò nelle vene. Sbattei la porta e mi diressi in cucina, trovandolo in piedi a guardare le sedie.

-“ tu...” sibilai minacciosa. Poi gli puntai un dito al torace e gli urlai contro “TU! Come hai fatto a trovarmi?! Subito fuori da casa mia lurido basta...” non mi lasciò finire la frase che mi tappò la bocca con una mano, ridendo triste.

-“ non serve che mi insulti, possiamo parlare civilment0e...” non mi preoccupai nemmeno di cercare di identificare il tono della sua voce. Tolsi in malo modo la sua mano dalla mia bocca e sbraitai

-“ io non voglio parlare, non voglio ascoltarti!” dissi tappandomi le orecchie. Sembravo una bambina, ma non me ne fregava. Lui si avvicinò e mi prese i polsi, cercando di toglierli dalle mie orecchie. E quando ce la fece io tesi le braccia e gli diedi uno spintone. Lui, preso alla sprovvista cadde all'indietro con gli occhi spalancati, ma siccome teneva ancora salda la presa sui miei polsi mi trascinò giù con lui. Lui cadde sul divano ed io finii senza tante cerimonie sopra di lui. Imbarazzata come non mai arrossi di nuovo e cercai di ritirare le mani per alzarmi, ma lui non mollava la presa. Lo vidi abbassare lo sguardo sul misero indumento di stoffa che copriva il mio petto e avvampai, chiudendo le braccia a croce e impedendoli la vista. Ma lui non alzò lo sguardo e continuò a fissare il punto il cui le mie braccia coprivano il mio seno. E la cosa mi fece imbestialire.

-“ Jake...” cominciai, ma venni interrotta di nuovo da un suo sussurro. Continuava a tenere lo sguardo basso.

-“ non... non coprirti Tess...” spalancai gli occhi e liberai i polsi dalla sua presa. Subito dopo mi alzai e lo guardai allibita

-“ Jake... cosa...” chiesi confusa, e poi mi ripresi “NO! Jake, cosa ti salta in mente? Non sono una di quelle sgualdrine che ti porti a letto!” dissi, velenosa come una vipera. Lui si mise a sedere sul divano e si prese la testa tra le mani

-“ scusa Tess, io avevo giurato... avevo giurato a me stesso che non l'avrei fatto... che sarei cambiato... l'avevo giurato!” in quel momento sembrava distrutto, ed io non resistetti all'impulso di sedermi affianco a lui

-“Jake ma che... che dici?”

-“ Tess, ti prego non... non abbandonarmi. Dammi un'altra possibilità. L'ultima. Ti prego...” sussurrò, guardandomi intensamente. E li mi sentii scoppiare. Il mio cuore iniziò a battere a mille e io sussultai. Era quello che volevo? si. no. Forse... io volevo Jake... ma non volevo soffrire. Ora dovevo solo scoprire se volevo Jake più di quanto non volessi soffrire. Certo, solo...

-“ PER COSA?” urlai, scattando in piedi “ per ferirmi di nuovo? Per andare a letto con un'altra con la scusa dell'alcol? Per usarmi di nuovo? Per dirmi che mi ami e poi distruggermi? No, Jake, io... non posso.” dissi risoluta. Feci per andare in cucina per prendere un bicchiere d'acqua ma lui mi bloccò, prendendomi per un braccio e schiacciandomi contro il muro. Lo sentii prendere un bel respiro prima di inizare a parlare, e colsi l'occasione per respirare il suo profumo. Il profumo di Jake.

-“ sono cambiato Tess, e se non lo sono ancora voglio cambiare per te! Non lo capisci... io in quest'anno ti ho cercata dappertutto. Ti ho cercata a New York, a Bolzano perfino a Roma quando ho saputo che quell'idiota carciofo del tuo collega si era trasferito lì. Quando sono con te mi trasformo, sono un uomo migliore. Tu sei entrata nella mia vita come una palla da demolizione e hai distrutto tutto ciò che di brutto c'era in me. Hai distrutto tutto quel marcio nel mio cuore che diceva che l'amore non esiste e sapevo, ne ero certo, che ogni bacio che mi davi, che ci davamo, mi portava sempre più vicino a quella perfezione di cui tu sei sovrana. Ma una cosa rimane. Anche se tu puoi pulire in gran parte lo sporco della mia anima, essa sempre sporca rimarrà. E un'anima sporca, contaminata e piena di demoni interiori commetterà sempre degli sbagli. Non sto cercando di giustificarmi, sto cercando di dirti che io non ti merito, o almeno non ti meritavo, ma lasciami provare, un'ultima volta, a convertirmi. Lasciami provare a meritarti.” disse, riprendendo fiato. Delle lacrime mi punsero gli occhi ma le trattenni. Mi aveva cercata, mi aveva cercata per farsi perdonare. Voleva il mio perdono, ma... questa volta era stato troppo, troppo da sopportare, e io non ero pronta a perdonarlo così, su due piedi

-“ Jake, credi, io non so...” sussurrai

-“ ti dimostrerò che posso cambiare. Ti corteggerò come un tempo non ho fatto, ti aspetterò, aspetterò i tuoi tempi, aspetterò che tu sia pronta, aspetterò il tuo si, il tuo ti ho perdonato. Ti aspetterò questa volta, e non farò come prima, quando ero troppo stupido per capire l'importanza della donna che avevo, troppo stupido per riuscire a pensare di meritarla. Aspetterò te, e lo farò finché vorrai.” mi morsi con violenza il labbro, fino a farlo sanguinare pur di trattenermi dal piangere. Un rivoletto rosso colò lungo il mio mento e Jake lo asciugò con la sua maglietta bianca.

-“ va bene...” sussurrai, e lui si allontanò di qualche centimetro da me, sospirando. Vidi il suo viso illuminarsi, quasi come se, per un attimo, avesse perso la sua convinzione, la sua sicurezza e la sua autostima che continuavano a ripetergli che lui era il migliore e che riusciva in tutto. Jake che perde l'autostima?... possibile che sia davvero disposto a cambiare per me? “ ma come intendi fare a... come intendi iniziare tutto da capo tra noi?”

-“ semplice, voglio fare finta che non ci siamo mai conosciuti. Fingeremmo che ci siamo appena incontrati. Voglio iniziare tutto da capo con te, a partire dalle nostre presentazioni.”

-“ ma come io non capisco...” sussurrai. Lui mi mise un dito sulle labbra e mi zittii, poi, con la mano libera, strinse la mia mano e mi abbracciò. Io rimasi li impalata, ricambiando il suo dolce abbraccio con il più meccanico e confuso che conoscessi, poi lui si staccò e disse

-“ ciao, tu devi essere Theresa... il mio nome è Jake” e fece un sorriso a trentadue denti. Prima rimasi allibita, poi, vedendo che faceva sul serio mi costrinsi a rispondere

-“ c-chiamami Tess...” sussurrai piano, guardandolo ancora confusa.

-“ allora, Tess, ti và di uscire?”

-“ adesso?” dissi con una vocina acuta

-“ io pensavo 'sta sera...” disse corrugando la fronte “ ma se vuoi...” questa volta lo interruppi io

-“ 'sta sera va benissimo. Grazie” mi sorrise e si avvicinò a me. Fece toccare le nostre fronti e lo sentii sorridere. Io mi aspettai un bacio, così chiusi gli occhi e socchiusi le labbra. Ma quando il bacio non arrivò aprii lentamente gli occhi e lo vidi nella stessa posizione di prima, solo che adesso ridacchiava

-“ Tess, Tess, Tess, ho promesso che avrei aspettato. Io mantengo le promesse” soffiò. Il suo alito fresco sapeva di menta e alcol. Mi baciò velocemente sulla punta del naso e poi si avviò alla porta. La aprì con estrema facilità e quando raggiunse la soglia si voltò di poco, mostrandomi il profilo che veniva illuminato dalla luce del sole di prima mattina. Sembrava un angelo vendicatore. Bello e terribile allo stesso tempo.

-“ però non mi rendi la vita facile se stai li in intimo... cerca di vestirti questa sera, sai, sono un uomo di parola ma non resisto a una bella donna.” disse sogghignando. Io in risposta li lanciai un cuscino in testa. Lui si massaggiò la nuca, mi fece l'occhiolino e uscii di casa.

Appena sentii la porta chiudersi corsi in bagno e mi guardai allo specchio. Per poco non lancia un urlo di gioia quando vidi la mia immagine. Un'enorme, largo e maestoso sorriso si stendeva sul mio volto, andando da un orecchio all'altro. Era da un anno che non sorridevo. Temevo di essermi dimenticata come si faceva, ma è impossibile dimenticarsi una cosa del genere con Jake. La cosa che sapeva fare meglio era rimetterti a posto il cuore meglio di prima, dopo averlo spezzato.

Un'improvviso bruciore mi sorse alla bocca dello stomaco... di solito questo succedeva quando avevo fame o quando avevo la consapevolezza di aver fatto qualcosa di sbagliato... ma che cosa c'era di sbagliato nel voler ricominciare con Jake? Appena realizzai cosa cera di sbagliato il respiro mi si mozzò e le ginocchia iniziarono a tremarmi, costringendomi a sedere. Jeremy, ecco cosa c'era di sbagliato, io stavo con Jeremy.

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

ciaoooo a tutti! E grazie infinite a tutte voi! Wow, 102 recensionii! Sto saltellando in giro per la casa in preda a uno stato di euforia :) in più, mi fa sentire benissimo sapere che alcune di voi, anche se sono in vacanza, sprecano un po del loro tempo per leggere e recensire!! grazie, veramente grazie! È la prima fanfiction che scrivo che ha così tanto 'successo' u.u ( anche perchè una che ho scritto precedentemente a quanto pare non piaceva così tanto e quindi è finita male :d )

questo capito è dedicato a voi, speciali ragazze che recensite e che leggete, e alle 102 recensioni!! :D

per finire ringrazio romy2007, Tonia1d e Momoko21

spero proprio che il capitolo vi piaccia

un bacio enorme *-*

Eli

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Capitolo 27
*** AVVISO ***


Avviso:

Mi dispiace moltissimo, ma a causa di un problema con il mio pc non potrò aggiornare nei prossimi 4 giorni,
appena si sistemerá prometto che aggiornerò, ma potrebbe volerci anche una settimana o più :d
comunque, ho deciso che siccome per un po non potrò pubblicare, appena riceverò indietro il mio computer aggiustato guarderò le recensioni dell'ultimo capitolo e, se ce ne saranno tantine, pubblicherò due capitoli uno di seguito all'altro :D
mi scuso ancora per questa notizia ma spero recensirete lo stesso e non mi odierete w.w
un bacio
Eli 

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Capitolo 28
*** Il cambiamento di Jake ***


e potrò andar via anche un milione di volte,

ma sappi,

tornerò sempre da te

 

 

'Cazzo' pensai tra me e me buttandomi a pancia in su sul letto. Possibile che due ragazzi possano tormentarti così la vita? La mia mente era un continuo vortice di lettere. Per essere più precisi di una lettera, quella lettera che continuava a tormentarmi la mente; la J. A qualunque cosa pensassi, a chiunque pensassi, questa fastidiosa lettera mi si insinuava nel profondo del mio subconscio, come un fastidioso moscerino che ti ronza intorno. Sapevo che sbagliavo, sapevo che avevo sbagliato e che avrei sbagliato, ma dovevo piantarla di auto-commiserarmi, in fondo, non avevo fatto nulla di sbagliato dato che con Jeremy le cose non erano proprio ufficiali e che non avevo promesso niente a Jake. Iniziavo a sentirmi un po' meglio, un po' meno un approfittatrice e una falsa, ma in quel momento mi squillò il cellulare. Jeremy.

“mi spiace tesoro, ma questo weekend non sono potuto venire... ti farò visita il prossimo... tutto bene li?” ingoiai a vuoto e mi drizzai a sedere. Misi le mani sulla tastiera qwerty del cellulare quando questo suonò di novo. Jake.

-“ preparati cucciolotta, tra un paio d'ore passo a prenderti” quando lessi il messaggio scaraventai il cellulare contro la finestra e mi presi la testa tra le mani. Ma chi volevo prendere in giro?! Ero falsa e non li meritavo. Nessuno dei due. Ero stata stupida a scappare, stupida a pensare di essere pronta per una nuova relazione, stupida ad innamorarmi di un ragazzo impossibile e stupida, stupida a pensare anche solo per un secondo che quella situazione non avrebbe distrutto Jeremy. Ma infondo forse era meglio così. Forse era meglio lasciarsi andare ad una vita con Jeremy, ai suoi fugaci baci, ai suoi sguardi riverenti e alle sue maniere da gentiluomo. Forse era meglio vivere così. Forse.

 

La testa iniziò a girarmi. Sapevo quel che volevo, e quel che volevo era Jake. Io avevo sempre voluto Jake, e lo volevo ancora. Mi tornò alla mente con un flashback di come, con sguardo implorante, Jake mi aveva chiesto un'altra possibilità. Di come il suo sguardo fosse sincero, disperato e... innamorato. Di come fosse simile al mio. Ma non potevo permettere che Jeremy ci soffrisse, non potevo lasciarlo così, non potevo andare da lui e dirgli 'hey, ciao, allora, per farla breve il mio ex-ragazzo che non vedevo da circa un anno e che probabilmente si è scopato un'altra da ubriaco fradicio quando ancora stavamo insieme e che ha fatto soffrire innumerevoli donne, nonché la sottoscritta, è tornato. Io lo amo, lo ho sempre amato e quindi ti lascio. Non avrebbe potuto funzionare. Addio.'

diciamo che se avessi detto così avrei detto la pura verità... ma avanti, chi non ha mai detto una piccolissima bugia a fin di bene? Chi non ha mai trovato una via più comoda e meno dolorosa per dire la verità, omettendo magari qualche dettaglio? Tutti lo hanno fatto, tutti mentono, chi più chi meno. Perchè noi siamo persone, non robot, noi sbagliamo e mascheriamo i nostri errori con bugie, occhiolini, sorrisi tirati e sguardi colpevoli. Noi soffriamo e non vogliamo che le persone a cui teniamo passino la stessa cosa. Quindi mentire non é sempre un male, spesso significa avere un cuore. Spesso significa tenere a qualcuno. E io a Jeremy ci tengo.

Forse sarebbe meglio non dire niente. Tacere fino a quando non avessi capito se Jake era davvero disposto a cambiare. Non valeva la pena rovinare i miei rapporti con Jeremy solo per una promessa, e, se con Jake sarebbe andato tutto bene, avrei pregato l'angelo Raziel perchè mi concedesse la grazia di restare amica di Jeremy. Avrò detto tutto... prima o poi... ma a pensarci bene, conoscendomi, lo avrei detto poi.

Mi alzai dal letto e mi diressi in cucina. Erano più o meno le 18.00, ma avevo voglia di una tazza di latte e cereali, così presi da una mensola la scatola gialla di cartone contenente i cereali 'Vital' e ce ne versai un pochi dentro un'enorme ciotola blu riempita fino all'orlo da latte caldo.

Jake sarebbe passato di li a poco, ed io ero vestita, ma non ero affatto pronta! Mi ci sarebbero voluti come minimo venti minuti per prepararmi psicologicamente... mi serviva tempo, l'unica cosa che non avevo.

Finii la mia ciotola di latte e cereali e corsi in bagno, dove mi piastrai, mi pettinai, mi misi un po' di trucco e infine mi spruzzai un po' di profumo sul collo e sui polsi. Infine, andai in salotto e mi sedetti sul divano. Mancavano solo pochi minuti. Mi portai le gambe al petto e appoggiai la fronte sulle ginocchia, dondolando piano a ritmo di musica. Nello stereo le note di 'clarity' riempivano la stanza, rispecchiando esattamente il mio umore. Quella canzone aveva un non so che di... di travolgente, cosmico, romantico e disperato che, dalla prima volta che la ascoltavi, ti si insinuava in una parte remota del cervello... un po' come la droga, che non puoi più farne a meno. Iniziai a lasciarmi trasportare da quelle parole ricche di significato e canticchiai leggermente il ritornello insieme al cantante:

If our love is tragedy, why are you my remedy?

If our love is insanity, why are you my clarity?

 

'Tragico', a pensarci bene è solo una parola, ma ha mille significati, almeno per me. È possibile? Una parola, una misera parola costituita da 7 lettere, può racchiudere le sofferenze e la distruzioni di una vita. Però, quelle sette lettere per me erano più di una misera parola, era la mia vita. Era il mio amore. Era il mio essere, il mio io. Era la mia esistenza. Era il mio mondo. Il mio piccolo, tragico, contorto e insano mondo.

Il suono del campanello mi fece sobbalzare, strappandomi di botto dalle mie riflessioni. Jake era arrivato. Trassi un bel respiro profondo, mi alzai in piedi e andai ad aprire.

-“ ciao Tess”

-“ ciao” dissi, abbozzando un sorriso tirato e abbassando gli occhi sulle sue scarpe nuove. Non volevo vedere il suo sguardo. Non volevo vedere se sorridesse.

-“ allora forse è meglio and...”

-“ si, lasciami prendere una cosa” lo interruppi io, scansandomi dalla porta e sgattaiolando il soggiorno. Agguantai con una mossa veloce le chiavi di casa e misi la segreteria telefonica. 'Che inizi la serata' urlò la vocina fastidiosa dentro di me.

 

-“ che cosa volete ordinare?” chiese con raffinatezza il cameriere che si era avvicinato al nostro tavolo.

-“ per me un risotto alle vongole e un'impepata di cozze...” disse Jake, lasciando la frase a metà scrutandomi. Voltai il viso nella direzione del cameriere che era tutto intento a scrivere nel suo mini-taccuino in pelle verde e ordinai.

-“ per me invece il salmone alla griglia, grazie” il cameriere mi guardò, poi annuì e chiese nuovamente “da bere?”

-“ portaci una bottiglia di...” disse, guardandomi. Voleva che scegliessi io, così rivolsi un sorriso al cameriere e risposi

-“ bianco grazie” il cameriere annuì nuovamente e si dileguò, lasciandoci soli.

-“ allora...” iniziò Jake

-“ allora?” lo incalzai io

-“ com'è stato questo anno? Hai fatto...hmm... nuove amicizie?” sputò la parola 'amicizie' con tanta acidità che mi fece quasi paura. Quasi, dato che ero già ampiamente terrorizzata all'idea di raccontare a Jake di Jeremy e a Jeremy di Jake.

-“ si, beh, diciamo che sto... frequentando qualcuno” dissi all'improvviso. Jake si strozzò col vino e tossì ripetutamente, poi, dopo qualche secondo, si batté una mano sul petto e si calmò. Alzò il suo sguardo su di me e mi guardo male, ma cercò di trattenersi. Almeno si ricordava la sua promessa!

-“ ah si?”

-“ si, ecco perchè non mi sembrava una buona idea quella di... ehm... ricominciare da capo.” quelle parole sembrarono colpirlo come uno schiaffo, tanto che diventò completamente rosso di rabbia.

-“ a me non sembrava ti dispiacesse quell'idea...” sussurrò. Poi il suo ghigno sfumò in un'espressione più dura e i suoi lineamenti si tesero “ avete fatto sesso?” chiese, sibilando minacciosamente. Io rimasi a bocca aperta. Credeva davvero che avrei fatto sesso con un'altra persona che non fosse lui soltanto per vendicarmi del suo presunto tradimento?! “Theresa, rispondimi” disse, alzando la voce. Allora mi decisi a parlare.

-“ no Jake! Ovvio che no! Come puoi anche solo pensare una cosa simile?!” lo vidi rilassarsi. Speravo di vedere almeno un pizzico del rossore che sarebbe spuntato a me dopo una domanda del genere, e invece niente. Ma d'altronde che mi aspettavo? Jake Bolen che si emoziona? Pff, quando mai.

A parte quella stupida e fastidiosa domanda tutta la cena proseguì in modo liscio. Jake sembrava davvero cambiato, non faceva più battutine, si comportava in modo maturo... insomma, sfoggiava i lati migliori di se. E questo mi preoccupò. Io mi ero innamorata del ragazzino spensierato e con un cuore fragile, che per tenersi al sicuro dalle tempeste mortali dell'amore aveva deciso di negarselo, mi ero innamorata di quel piccolo bastardo capace di farti sciogliere con un solo sguardo, del ragazzo che allontana tutti, ma che se hai fiducia in lui, resisti e impari il suo modo di pensare entrerai nel suo guscio e scoprirai un ragazzo fragile e pronto ad amare.

Un insolito terrore mi scosse le viscere. E se avessi ferito troppo Jake? Se allontanandolo gli avessi dato un ulteriore motivo per tornare ad essere freddo ed a evitare l'amore? Se ora non c'è più speranza che lui torni come prima, pronto ad amarmi ed a essere amato? Ho paura di avergli dato il colpo di grazia. Ho paura che non si lascerà più andare a provare certi sentimenti. Ho paura che ora lui abbia una valida ragione per chiudersi in se stesso e tornare come prima. Ho paura per la sua vita, ho paura per lui... ed ho paura per me. Non riesco ad immaginare un mondo senza un Jake pronto ad amarmi. Senza un Jake pronto a fare di tutto per me.

Sbirciai il suo viso da sopra il bicchiere di vino. Era sorridente e mi guardava divertito.

-“ Tess... è da mezz'ora che mi fissi con sguardo assorto. Ho qualcosa sul viso?” sbattei velocemente le palpebre e abbassai lo sguardo sui miei piedi.

-“ no, no. Certo che no.” farfugliai. Poi decisi di metterlo alla prova. Lasciai cadere il mio tovagliolo ad un lato del tavolo e poi, alzandomi, mi piegai in avanti sotto i suoi occhi. Jake, come lo conoscevo io, non avrebbe resistito e mi avrebbe dato un'adorabile pacca sul sedere, invece tutto quello che otteni fu uno sguardo assente. Imbarazzata per la posa molto compromettente che avevo assunto agguantai velocemente il tovagliolo e tornai a sedermi. Quello non era Jake, era una brutta copia che non scherzava e non rideva e non faceva battutine, era... era uno stupido clone! Alieni, restituitemi il mio Jake! Ora!

Quando arrivarono i piatti presi un boccone enorme di salmone e lo misi in bocca. Le spezie pregiate mi fecero toccare il celo con un dito e il salmone era semplicemente delizioso.

-“ ti piace?” domandò il presunto Jake.

-“ è delizioso” dissi, per poi annuire e continuare a mangiare, vedendolo sorridere.

' Dio, ti prego, fa che lui non sia diventato veramente così. Fa che si stia comportando così perchè è il primo appuntamento e pensa che sia quello che voglio vedere, che sia come voglio vederlo comportare. Ti prego, dimmi che ce ancora speranza. ' pensai, mentre trangugiavo l'ennesimo boccone di salmone in rigoroso e stressante silenzio.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Ed eccoci qui, booksreader!

Come state? È da tanto che non possiamo sentirci e che non posso aggiornare, ma il computer mi è arrivato mercoledì mattina, ieri ho fatto qualche modifica al capitolo ed ora ve lo pubblico ;) Che mi dite? Vi sono mancata un pochino? :D E del capitolo, che ne pensate? Jake sarà veramente diventato monotono? Tessa ce la farà a scegliere tra i due?

Come promesso, domani ci sarà suuubito il prossimo capitolo, quindi vi prego, recensite e lasciatemi un parere!  intanto ringrazio Portgas D Denis x ace, Momoko21, Tonia1d e yrisa per aver recensioto lo scorso capitolo ;)

grazie a tutte voi ragazze siamo arrivate a 110 recensioni *-*!! alèalèalè

vi mando un bacio e un angelo custode per essere sempre così dolci e sincere nei commenti... non vedo l'ora di pubblicare il prossimo capitolo ^-^

un bacio

Eli

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Capitolo 29
*** Tormento ***


Angolo Autrice

eccoci qui ragazze! *-*

Allora, prima di tutto mi scuso per l'enorme ritardo ma la scuola mia ha preso tantissimo e quel poco tempo libero che avevo lo ho usato per leggere altrimenti andavo in astinenza! Spero di farmi perdonare con il capitolo visto che se ne vedranno delle belle.

Ammetto che ci sono rimasta un po male nel vedere che nessuno a recensito lo scorso capitolo :( quindi spero che almeno qui mi lasciate un parere piccolopiccolo ^-^

ringrazio già in anticipo tute voi che leggete e recensite,

un bacio grandegrande

Eli

ci lamentiamo del fatto che le persone

non riescono a vedere il dolore nei nostri occhi,

quando noi siamo i primi

ad essere ciechi

 

 

-“ tu lo ami?” chiese poi, di scatto, facendomi incespicare nel marciapiede e sbattere il mignolo sul cemento. La cena era finita da circa un'ora, e ora Jake mi stava accompagnando a casa. Dolorante mi rimisi in equilibrio, facendo tanto d'occhi.

-“ chi scusa?”

-“ lui. L'altro tipo.”

-“ Jake, ma che domande sono...” tentai di finire la frase ma lui mi interruppe, prendendomi la mano

-“ Tess, se tu non lo ami, non devi starci insieme. Ti ricordi come mi amavi? Come mi hai amato? Ora guardami negli occhi e dimmi che lo ami come hai amato me.” io non accennavo a rispondere, ma abbassai lo sguardo e mi morsi il labbro “guardami.” sussurrò “guardami Tess!” poi prese il mio mento tra il suo indice e il suo pollice e me lo sollevo, spingendomi di schiena contro la porta di casa e incastrando i suoi occhi nei miei, dando il via a un tacito ed inespresso discorso. Quando finalmente ritrovai il dono della parola risposi

-“ non amerò mai nessuno come ho amato te” sussurrai. Una parte di me gridava 'e come ti amo! Diglielo, digli che lo ami ancora' ma io non riuscii a pronunciare un'altra sillaba, perchè subito dopo le labbra di Jake, leggere e sensuali, si posarono sulle mie, e il mio corpo fu irradiato da una scossa che mi fece fremere sotto le sue labbra. Il suo bacio non era invadente, nemmeno violento o precipitoso, era soltanto calmo e amorevole. Come fosse una domanda. Mi stava chiedendo il permesso di approfondire il bacio, cosa che non era mai successa, mi stava chiedendo se io volevo baciarlo, anche questa una cosa a lui estranea. Ero completamente conscia che avrei potuto scansarmi, spintonarlo o addirittura schiaffeggiarlo se avessi voluto... ma il punto era proprio questo, io non volevo. Forse c'è ancora speranza per il vero Jake, forse sarei stata in grado di farlo riemergere da sotto quello spesso, freddo, strato di ghiaccio. Serviva solo la giusta motivazione. Gli gettai le braccia al collo e risposi al bacio, incoraggiandolo ad approfondire quel contatto. Lui mi strinse di più a se e sentii la sua lingua carezzarmi il labbro inferiore. Con una fretta troppo eccessiva e con gli occhi chiusi, cercai a tentoni le chiavi di casa che avevo buttato nella borsa. Jake premeva il mio corpo contro la porta, togliendomi il respiro. Finalmente trovai le chiavi, e, senza staccarmi un attimo dalle sue labbra, le inserii nella toppa e aprii la porta. Jake mi spinse dentro casa e si chiuse la porta alle spalle, subito dopo tornò a baciarmi, ma con più urgenza di prima, con più desiderio. Mi circondò la vita con una mano e si sedette sul pavimento, poi mi fece distendere affianco a lui e dopo un secondo fu sopra di me. Le sue pupille, completamente dilatate, mi stavano spogliando con lo sguardo. Sapevo che si stava trattenendo, lo vedevo. Sentii le sue mani passare abili sulla mia schiena, poi arrivare al ventre, stringere con forza il bordo della maglia e sfilarlo con una velocità impressionante dal mio corpo. Mentre tracciava una lunga scia di baci sul mio collo io non potevo fare a meno di gemere e di stringere le mie gambe attorno alla sua vita.

-“ J-Jake...” sussurrai. Lui si staccò preoccupato, guardandomi negli occhi.

-“ oddio, scusa, sono andato troppo oltre...” disse, prendendosi la testa tra le mani. Pensava che volessi che si fermasse. Pensava che non volessi, che non volessi lui. Fece per alzarsi ma io lo bloccai, tenendolo per un braccio

-“ n-non farlo...” ansimai socchiudendo gli occhi “n-non andartene, non fermarti.” vidi un bagliore nei suoi occhi, e subito dopo ricominciò a baciarmi. Misi le mani sul suo petto e gli sfilai la maglietta.

In quel momento suonò il telefono di casa.

-“ non rispondo” sussurrai “ tanto c'è la segreteria” lo sentii sorridere contro il mio colle e poi iniziò a tracciare una lenta scia di baci lungo tutto il mio corpo, carezzandomi piano l'interno coscia con il palmo destro aperto mentre io gli sbottonavo goffamente i pantaloni. Quando arrivò all'ombelico mi lasciai sfuggire un gemito e inarcai la schiena, ma poi un'altra voce mi giunse all'orecchio.

-“ oh, tesoro, non sei a casa? Pazienza, ti chiamerò più tardi... sappi che mi manchi, non vedo l'ora di vederti. Ho una buona notizia, domani ho il permesso di un paio di giorni di vacanza, così potrò venire a trovarti! Non mi sembra il caso di parlare di queste cose alla segreteria, ti spiegherò tutto domani. Richiamami quando senti il messaggio... Notte”

a quelle parole mi drizzai a sedere, cogliendo Jake di sorpresa. Abbassai lentamente il mio sguardo sul mio corpo semi-nudo.

-“ Tess, va tutto... tutto bene?”

-“ no...” sussurrai in preda ad uno stato di shock. “no, forse è meglio che te ne vai, Jake” dissi poi, guardandolo negli occhi

-“ c'è qualcosa che devi dirmi?”

-“ no. Ora vattene.” ma che cosa stavo facendo? Ero davvero così egoista? Così egoista da non pensare a Jeremy? Al suo viso stravolto? Stavo davvero per fare l'amore con Jake solo per tentare di dimostrare a lui e a me stessa che c'era ancora un briciolo del ragazzo che mi aveva fatto perdere la testa? Un briciolo di quel ragazzo che non ti chiede il permesso di baciarti, che fa le battutine stupide, che vuole avere sempre tutto sotto controllo, che si distrugge per qualsiasi cosa, che fa tanto il duro però poi ha una sottilissima autostima, che costruisce un muro intorno a se solo per impedirsi di crollare? no. Non potevo davvero permettermi di farlo. Per Jake lo avrei fatto, ovvio, ma quello non è Jake, e se vuole comportarsi come un pezzo di ghiaccio faccia pure, ma non è un problema mio. Non farò soffrire me e Jeremy per un tentativo di riavere il ragazzo che ho amato e che potrebbe anche fallire. Il mio cuore sarà anche a pezzi, ma non posso permettere che succeda qualcosa a Jeremy, non mi posso permettere di 'tradirlo', non lui che è l'unica persona che mi è rimasta. Devo chiarire questa situazione

-“ chi era?”

-“ quello che ha lasciato il messaggio era... era il mio ragazzo...” parlai senza pensare. Avevo appena definito Jeremy il mio ragazzo? E, per giunta, lo avevo detto come se fosse stata la cosa più naturale del mondo?! 'se così si può chiamare' disse la vocina dentro di me. Lo vidi alzarsi. Qualcosa brillava nei suoi occhi, ma non avevo la forza di incontrare di nuovo il suo sguardo. Lo avevo ferito?

-“ è meglio se fai chiarezza su questa cosa. Io voglio riconquistarti e mi va bene che frequenti un altro ragazzo... ma poi voglio che scegli. Quando sarà il momento, quando ti avrò dimostrato che sono cambiato, promettimi che sceglierai con chi dei due tu vuoi stare. Non mi piace chi fa il doppio gioco...” poi mi guardò intensamente e aggiunse “per ora, però, forse è meglio se smettiamo di ficcarci in queste situazioni.” e mi indicò il reggiseno.

-“ non ti sembra di volere troppe cose?” chiesi, di botto, alzando gli occhi. Non era quello che avrei voluto dire. Avrei dovuto dirgli 'te lo prometto' oppure 'io non sono il genere di ragazza che fa il doppio gioco', ma niente, non ero riuscita a frenare la lingua. Lui mi guardò stupito e poi minaccioso. Aveva gli occhi ridotte a due fessure

-“ ti sembra troppo chiedere che mentre usciremmo, che mentre decideremmo di stare di nuovo insieme, di diventare nuovamente una coppia, tu non mi tradisca e non vada a letto con un altro?”

-“ ti ho già detto che non ci vado a letto!” sputai acida. Lui mi guardò e aprì la bocca, per ribattere, ma poi la richiuse. Passarono un paio di minuti in cui rimasimo a guardarci, poi, finalmente, parlò

-“ non hai risposto alla mia domanda. Me lo prometti che se ti impegnerai in qualcosa con me, non mi tradirai con lui?”

'come tu hai tradito me? No, non lo farò' urlò la mia vocina interiore. La sentii talmente forte dentro di me che quasi credetti che anche lui la avesse sentita, ma per fortuna ciò era impossibile. Abbassai lentamente lo sguardo.

-“ te lo prometto. Non tradirei mai ne te ne lui” una mano si posò repentina sulla mia, e con un movimento veloce mi attirò contro il petto di Jake. Sentii le sue labbra posarsi sui miei capelli e io inspirai forte il suo profumo.

L'abbraccio durò meno del previsto, e fu come se mi avessero strappato via le gambe, tanto che dovetti afferrare il bracciolo del divano per tenermi in piedi. Dopo meno di cinque minuti mi ritrovai mezza nuda, in mezzo ad una stanza semi buia e completamente sola. Mi strinsi nelle spalle e mi sedetti sul divano. Lo stomaco mi si strinse in una morsa per la paura e la angoscia. Ma in che casino mi stavo cacciando?! dovevo dirlo a Jeremy, prima che lui iniziasse a considerarci una coppia fissa (sempre che non lo facesse già), ma soprattutto, prima di dirlo a lui, dovevo capire cosa volevo io. Io amavo Jake, ma la mia fiducia in lui era crollata. Se volevo sperare ad un futuro con Jake l'unica possibilità era lasciarlo provare, provare a dimostrarmi com'era cambiato, provare e dimostrarmi che mi amava, provarmi a dimostrare che ci teneva a me e non mi voleva perdere, ma che allo stesso tempo non era cambiato così tanto, che non aveva raso al suolo la parte che mi aveva fatta innamorare. Ma io non voglio che Jeremy soffra... il problema è che ogni giorno che passo senza dirglielo la situazione peggiora. Ogni giorno che passo stando zitta lui pensa che tra noi non ci siano problemi, e infatti non ce ne sono, a parte uno, piccolissimo... ovvero la diversità sulla classificazione che noi diamo al nostro rapporto. Ma Jake aveva ragione, non potevo mettermi a fare il doppio gioco. Non con le persone che più amavo al mondo. Era il momento di rispettare la decisione che avevo preso, mi sarei lasciata cullare dalle promesse di una vita con un nuovo Jake, e avrei messo in chiaro le cose con Jeremy. Una volta per tutte. Una volta per sempre.

 

-“Tessa! Ciao!” quasi urlò Jeremy dall'altro lato della strada. Aveva in mano una borsa blu strapiena e nell'altra mano una specie di mappa stampata su cui probabilmente aveva controllato le tappe durante il viaggio in aereo.

-“ Jeremy!” dissi, correndogli incontro e buttando le braccia al suo collo. Lui mi circondò la vita e affondò il viso tra i miei capelli. Doveva essere solo un normala abbraccio tra amici-forse si forse no-fidanzati, un normale abbraccio, di quelli che ci scambiavamo io e Cla ogni volta che ci vedevamo, ma poi lui tolse il viso dall'incavo del mio collo, mi guardò negli occhi, mi prese la nuca con la mano libera e i baciò. Fu un bacio a stampo, leggerissimo e a fior di labbra, ma io non potei evitare di rabbrividire, e non per il piacere, e di sentirmi uno schifo, una traditrice. Sentivo ancora sulle labbra il sapore che ieri mi aveva lasciato Jake. Mi ero fatta un bagno e una doccia, tentando di lavare via a suon di bagnoschiuma e strofinate i miei sensi di colpa, ma era finita che fuori ero splendente e lucida come l'omino bianco e dentro mi sentivo talmente marcia da far pena. Questa situazione doveva finire, non ce la facevo più a sentirmi così! Quasi inconsciamente misi le mani sul petto di Jeremy e lo allontanai. Lui mi guardò perplesso, io mi morsi il labbro e senza dire niente mi girai, entrando in casa e facendoli segno di seguirmi. Era arrivato il momento della verità, ed era giusto ammetterla ad alta voce, per Jeremy e per me. Infondo soffrirebbe di più se gli tenessi nascosta la cosa con Jake.

-“ Tessa, va tutto bene?” chiese lui, entrando e lasciando il borsone all'entrata. La sua preoccupazione si sentiva a un miglio di distanza, e questo rendeva le cose ancor più difficile. Sentii gli occhi che iniziavano già a pizzicarmi e mi chiesi se sarei mai riuscita a finire il discorso senza tramutarmi in un fiume in piena

-“ no. Non va niente bene.” mi girai piano, fino a guardarlo negli occhi. Lui fece per avvicinarsi, ma io lo respinsi

-“ ti ho fatto qualcosa?” chiese. Io ignorai la domanda e ne feci una a mia volta

-“ dimmi che cosa siamo, Jeremy. Dimmi che cosa sono per te.” sussurrai

-“ beh, mi sembra ovvio, tu sei la mia ragazza. Stiamo insieme” disse quasi piagnucolando

-“ no, Jermey... noi non... mi sembra di averti usato, anzi, sono sicura di averti usato per dimenticare una persona”

-“ ma ora la hai dimenticata no?! Perchè non possiamo semplicemente stare insieme?” chiese esasperato

-“ perchè non è vero!” gridai, e una lacrima scese solitaria sulla mia guancia, ma io mi ordinai di non piangere “io non lo ho dimenticato! È sempre qui” dissi, toccandomi la tempia “ e qui...” e questa volta mi portai una mano sul cuore “ e nessuno può farmelo dimenticare. Nemmeno una persona speciale come te.” ci fu un attimo di silenzio e poi lui finalmente parlò

-“ cos'è, mi hai preso in giro per tutto questo tempo? Stavi con me e pensavi a lui?”

-“ noi non stavamo insieme...” sussurrai, non sapendo che altro dire

-“ oh, andiamo Theresa, sei patetica! Solo questo mi sai dire? Che non avevamo ufficializzato le cose? Perchè per me non ce n'era bisogno, ma a quanto pare per te si. Io ti consideravo mia... e tu ti consideravi sua.”

-“ non volevo che succedesse!” urlai esasperata “ non lo ho fatto a posta! Credi che a me piaccia soffrire? Credi che io volessi rincontrarlo? Credi che io non abbia provato a dimenticarlo e ad andare avanti? Ad andare avanti con te? Io ci ho provato, ci ho provato con tutta me stessa ad immaginarmi al tuo fianco, ma la verità è che era già abbastanza dura così, non mi servivano altri problemi, per no parlare di una relazione a distanza...”

-“ QUESTO ERA PER TÈ? SOLO UNA RELAZIONE A DISTANZA?!” urlò lui, avvicinandosi. Io indietreggia istintivamente, sbattendo contro lo spigolo del tavolo da cucina. Lui mi guardò ferito, aspettandosi che io rispondessi, ma non trovai le parole. Perchè era così, per me era solo una relazione a distanza. Quando lui mi baciava non provavo le vertigini e le farfalle nello stomaco, non provavo quella bellissima sensazione di stare per cadere e che ci fosse qualcuno pronto a prendermi e a portarmi al sicuro.

-“ si. Solo questo. Capita a tutti di sbagliare” sussurrai, con voce spezzata. Lui indietreggiò scioccato, quasi come lo avessi appena colpito in pieno viso.

-“ se per te è stato uno sbaglio, allora non ti disturbare a commetterne altri. Non cercarmi più.” disse poi, e così, girandosi, prese la borsa e se ne andò via. Io rimasi li, immobile per qualche minuto, pensando a quello che avevo appena fatto. Lo avevo distrutto, quindi mi meritavo che lui non volesse avere più a che fare con me, ma ne era valsa la pena? Ricordai tutti i momenti felici passati insieme, ricordai che lui, quando mancava Jake era l'unico in grado di farmi sorridere e realizzai che, se Jake non fosse più tornato come prima, non ci sarebbero più stati momenti felici, per me. Stringendomi forte le mani in grembo mi lasciai scivolare lungo il frigo, fino a sedermi sul freddo pavimento, poi mi portai le ginocchia al petto e sussurrai a me stessa e a mezza voce

-“ ora il discorso è finito.” e quelle parole furono come il permesso che concedeva alle mie lacrime di sgorgare libere sulle mie guance. E così scoppiai a piangere, lasciai che i singhiozzi invasero la stanza e che scossero il mio corpo. Mentre piangevo pensavo a Jeremy, a quanto lo avessi fatto soffrire e a quanto mi era costato dire la verità. Ora non lo avrei più rivisto, più sentito, e solo perchè avevo ancora dato la precedenza all'amore, un amore che forse non esisteva più.

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Capitolo 30
*** Speranza ***


È più importante che una donna sia felice

che fedele,

perchè una donna felice non tradisce,

è sempre fedele.

 

 

Il sole di primo mattino batteva sulle finestre e mi costrinse ad aprire gli occhi. Non avevo la forza di alzarmi dal letto, così distesi le mani lungo i fianchi e iniziai a guardare il soffitto. Già, molto interessante. Avevo bisogno di qualche minuto per me stessa, per riflettere senza auto-commiserarmi o, peggio ancora, a farmi strani dubbi ed a insultare tutto e tutti. La storia con Jeremy era finita, ma era finita semplicemente perchè io non la consideravo una storia. È difficile da spiegare, ma credo che io l'ho sempre visto come un amico, e per paura di perderlo avevo dato inizio a quella stupida ed insensata sottospecie di relazione. Ovvio, ci sono stati dei momenti in cui ero felice, altri in cui provavo ad immaginarmi un futuro con lui, ma la verità era che mi facevo tutti questi filmini mentali per impedirmi di pensare a Jake. Purtroppo, non avevo calcolato che, se non volevo perdere Jeremy, avrei dovuto respingerlo sia dal primo bacio che ci siamo dati. Non potevo biasimarlo se ora non voleva avere più niente a che fare con me, avevo sbagliato tutto. Avevo sbagliato a dare il via al mio rapporto con Jeremy solo per paura che se lo avessi respinto lui avrebbe fatto lo stesso con me, troncando la nostra amicizia, avevo sbagliato a pensare di poter andare avanti senza Jake, avevo sbagliato a credere che una relazione non rovini una amicizia, specie se lasci il tuo attuale ragazzo per un altro che forse è cambiato o forse no. Insomma, ora mi chiedo, che cosa ho ottenuto? La amicizia di Jeremy persa per sempre e un Jake che forse non è Jake ma una sottospecie di alieno con dei tentacoli osceni e viola.

In un certo senso, lasciare così Jeremy mi aveva fatto tornare in mente quando io avevo rotto con Jake. Era possibile che anche Jeremy si fosse sentito tradito in quel momento? E se si fosse sentito come mi ero sentita io quando avevo visto Jake con quell'altra? Non avrei potuto accettarlo. Non potevo nemmeno pensare che lui stesse passando quello che avevo passato io. Era una cosa troppo straziante. Non potevo permettermi di pensarlo perchè se prendessi in considerazione, anche solo per un secondo, l'idea che lui possa sentirsi così distrutto e tradito probabilmente verrei sommersa dai sensi di colpa e dalla tristezza, e in questo periodo ne ho in abbondanza sia dell'una che dell'altra, non me ne servono altre. Quel che è fatto è fatto ed è giusto così. Jeremy merita di trovare la persona giusta per lui e io merito... non lo so quello che merito, ma sono certa che la cosa che più desidero è stare con Jake.

Così feci la prima cosa che mi passò perla testa appena quel nome mi sfiorò i pensieri. Lo chiamai. Ascoltai diverse volte il 'biip' fastidioso che si ripeteva meccanicamente ogni straziante secondo. Aspettai soltanto circa dieci secondi, ma mi sembrò il tempo più lungo della mia vita.

-“ Pronto? Tess?” la sua voce mi risvegliò, e per una volta mi sentii viva, come se non avessi più sangue nelle vene, ma un liquido incandescente che si espande dal cuore fino alla punta dei capelli

-“ Jake io devo... ho bisogno di parlarti. Potresti venire qui un attimo?” all'improvviso mi resi conto che non eravamo più una coppia, così mi affrettai ad aggiungere “certo, sempre se non sei impegnato, posso sempre aspettare...” sembravo una macchinetta, ma lui mi interruppe ridacchiando.

-“ no, tranquilla, non stavo facendo niente di speciale...” disse, mentre sentii il rumore di una tazza che veniva posata nel lavandino. Stava facendo colazione. “ arrivo subito”

e così chiuse la chiamata. Mi si strinse il cuore. Jake arriva, adesso, arriva per me.

Corsi allo specchio. Ero uno straccio. Avevo due enormi borse nere sotto gli occhi, un pigiama bianco con sopra disegnate un centinaio di mucche che ridevano e i capelli che si erano tutti aggrovigliati sulla nuca in maniera scomposta. Sembravo una di quelle ragazze problematiche che odiano se stesse. Beh, io problematica lo ero sul serio.

Il campanello mi fece sobbalzare. Maledicendo i miei capelli mi avviai alla porta e buttai la spazzola nel porta-ombrelli. Era inutili cercare di domarli, sarebbero sempre stati un disastro totale.

-“ ei...” sussurrai

-“ ei!” disse lui di rimando, entrando proprio mentre io mi spostavo dalla porta e la richiudevo alle sue spalle. “ ti sei appena alzata?”

-“ si, cioè no, anzi...vabbhè, non è per questo che sei qui.” risposi, avviandomi in salotto e sedendomi sul divano. Lui si sedette accanto a me

-“ a no? E perchè sono qui?” chiese lui divertito “volevi un po' di compagnia?”

-“ ma va! Non fare lo stupido!” dissi io, ma sorrisi. Forse pian piano il suo guscio stava ricominciando a sgretolarsi, di nuovo... forse c'era ancora speranza

-“ io ho... parlato con Jeremy...”

-“ con Jeremy? E chi è?” all'inizio lo guardai scettica e irritata. Okay che magari stava ritornando Jake, ma non era proprio quello in momento per scherzarci su, mi sentivo ancora triste, ma quando lo guardai mi morsi la lingua. Non lo avevo mai chiamato per nome davanti a lui, sempre e solo 'il mio ragazzo' oppure 'qualcuno'.

-“ cioè, ho parlato con quello che frequentavo e... ho scelto.” lo guardai, ma non riuscii a decifrare niente, si impegnava sempre moltissimo nascondere le sue emozioni per non sentirsi debole, ma prima che distolsi lo sguardo vidi un bagliore nei suoi occhi blu.

-“ E...” mi incalzò lui, con dolcezza

-“ e ho deciso che hai ragione. Non è giusto fare il doppio gioco, non che mi sarei mai permessa di farlo, non con voi, ma era meglio mettere le cose in chiaro rima di iniziare una potenziale relazione. Non voglio che ci siano casini dopo. Voglio che per una volta sia tutto... perfetto” sussurrai, abbassando lo sguardo tormentandomi le mani. Lui si avvicinò a me. Potevo sentire il calore che il suo corpo irradiava attraverso i vestiti. Mi prese il mento tra due dita e mi costrinse a guardarlo.

-“ lo hai lasciato per me?” 'la domanda giusta sarebbe se lo ho lasciato anche per te' mi disse la mia voce interiore, ma io non le diedi ascolto

-“ no. No, non lo ho fatto per te. Lo ho fatto per me. Per lui. Io merito di essere felice e lui merita di non essere tradito. È una brava persona” lui alle mie parole sorrise e poggiò le labbra sulle mie. Bacio più dolce penso di non averlo mai ricevuto. Potevo sentire la dolcezza del cornetto al cioccolato ancora nella sua bocca. Passò delicatamente la mano dietro la mia schiena e mi portò sul suo grembo.

-“ dio Tess, non immagini nemmeno quanto ti amo. Quanto amo il tuo modo di preoccuparti sempre per le persone a cui tieni” sussurrò tra un bacio e un altro. Gli cinsi le mani a coppa sulla nuca mentre lui mi prendeva il viso tra le mani. Dopo poco mi staccò dal suo viso e mi guardò con uno sguardo così lucido... così pieno d'amore, che mi fece ricordare i primi mesi inseme.

-“ vieni.” sussurrò poi, prendendomi per la vita e alzandomi, alzandosi poi dopo di me

-“ dove?”

-“ tra poco lo vedrai.” sorrideva come un bambino. Un sorriso così contagioso...

mi prese per mano e iniziammo a correre per il vialetto, ridendo come due bambini. Svoltammo svariate volte, prima a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra e infine ci trovammo davanti un cancello. Era verniciato di azzurrino chiaro ed aveva dei disegni in oro, come quelli delle fiabe. Mi portò vicino al cancello e mise le mani a coppa, poi mi guardò e il suo sorriso si allargò

-“ sali...”

lo guardai strabuzzando gli occhi, poi guardai me e mi accorsi che ero in pigiama. Arrossii subito, lui se ne accorse e mi prese tra le braccia, stringendomi forte contro il su petto possente. “ ti prometto che dove stiamo andando non ti vedrà nessuno” poi mi baciò i capelli e io gli baciai il petto sotto la t-shirt nera. Infine mi decisi e mi feci aiutare a scavalcare. Lui ovviamente non ebbe bisogno di aiuto, e con un movimento fulmineo scavalcò e atterrò divinamente in piedi affianco a me. Mi sorrise e poi mi prese di nuovo la mano, ma questa volta camminò e mi tenne stretta.

-“ dove siamo?” sussurrai. Ma lui non fece in tempo a rispondermi che girammo l'angolo e fu come la prima volta che vidi il mio amore – lui –. Rimasi abbagliata, a bocca aperta. Davanti a me si estendeva il più grande giardino mai visto, con tanto di rose, orchidee, ninfee, mimose e tantissimi altri fiori spettacolari che insieme formavano un'infinità di colori. Un'immagine a dir poco unica, sembrava di essere in mezzo ad un arcobaleno.

-“ ti piace?”

-“ è da... da mozzare il fiato” sussurrai, mentre lui mi lasciava la mano e mi faceva un cenno col capo di andare. Io lo guardai interrogativa, ma poi capii, e iniziai a correre. Mi diressi verso un prato completamente giallo e mi ci buttai dentro senza tante cerimonie, sollevando sbuffi di polline giallo e un profumo delizioso. Subito dopo Jake era accanto a me, che rideva a crepapelle e mi metteva fiori nei capelli.

Dopo circa un'ora avevamo girato tutto il giardino, arrampicandoci su alberi giganteschi, correndoci dietro intorno alla villa nascondendoci tra i fiori, fino a non avere più fiato per ridere. Ora eravamo sdraiati sull'erba appena tagliata dietro all'enorme casa, e lui mi metteva margherite nei capelli.

-“ Jake, sei sicuro che non sia proprietà privata?” domandai d'un tratto, girandomi verso d lui e facendo cadere tutte la margherite. Lui mi guardò prima dispiaciuto e poi mise il suo adorabile finto broncio.

-“ ovvio che lo è” feci tanto d'occhi e scattai a sedere

-“ allora forse è meglio uscire, se ci beccano passiamo dei guai...” ma lui mi prese il polso e mi tirò giù, facendomi mettere nella posizione di prima.

-“ tranquilla, i proprietari sono non so dove in Spagna, non c'è pericolo!” mi sorrise e prese in mano altre margherite. Io ridacchiai e mi accoccolai contro il suo petto

-“ quindi noi potremmo... insomma...” non sapevo come esprimermi. Stavamo insieme?

-“ non essere precipitosa Tess, lasciami riconquistarti.” disse lui, quasi come mi riuscisse a leggere i pensieri. non riuscii a trattenere la mia linguaccia e quindi gli risposi

-“ in pratica mi stai dicendo 'aspetta e spera'?” lui mi guardò sorpreso e poi si mise a ridere

-“ mmmhh, in pratica si!” mi sorrise e si chinò a baciarmi. Prima che il bacio si intensificò riuscii a sussurrare contro le sue labbra un

-“ vedi di non metterci troppo, principe azzurro” lui mi sorrise e aumentò la presa sui miei fianchi, trascinandomi sotto di se e piantando i gomiti nel terreno per non schiacciarmi. In quel momento partirono gli spruzzatori, inzuppandoci completamente. Io scoppiai a ridere, seguita da Jake, che si alzò in fretta e mi tese una mano. Scappammo, letteralmente, a gambe levate da quel magnifico posto e scavalcammo il cancello. Eravamo tutti bagnati, completamenti gialli e verdi, tutti e due con gli sguardi pieni d'amore, io in pigiama e con le ciabatte, ma era da tanto tempo che non mi sentivo così felice. Così innamorata.

Percorremmo a ritroso la strada che avevamo fatto prima, sempre per mano. Lui mi accompagnò fino al vialetto e intanto io gli raccontai di quest'anno. Probabilmente ripetei circa dieci volte che mi sentivo molto triste e sola, ma omettei dettagli come i pianti notturni e la nostalgia nei suoi confronti. Non era il caso che avesse la conferma di quanto io in realtà dipendessi da lui. Arrivati sotto casa lui mi guardò e si fermò sotto la soglia

-“ non entri?” chiesi, un po' speranzosa.

-“ no... ti lascio cambiarti. Così magari mi dici di si per sta sera...”

-“ sta sera?”chiesi io

-“ si, pensavo che magari ti andrebbe di vedere un film” disse grattandosi la testa in modo amabile. Io sorrisi

-“ ma certo” il suo volto si illuminò e io mi domandai se ogni volta che io lo vedevo succedesse la stessa cosa al mio di volto

-“ allora ti passo a prendere per le 19...?”

-“ è perfetto. Adesso vado a mangiare, ci vediamo dopo?”

-“ si” disse. Poi si avvicinò e mi baciò. Prima che si allontanasse io lo presi per il colletto e lo guardai negli occhi. Non so come ma mi feci coraggio e riuscii a pronunciare quella fottutissima frase.

-“ sappi che non ce bisogno che mi riconquisti. Lo hai già fatto. Ma tu questo lo sai, vero?” i suoi occhi brillarono e i nostri sguardi si incatenarono.

-“ io so che ti amo, e so che mi amavi. Spero solo di non essere arrivato troppo tardi, spero solo che tu possa provare ancora qualcosa per me dopo quello che è successo, che ho fatto. Spero ci sia ancora una speranza” mormorò sconsolato

-“ c'è sempre una speranza” dissi io “ sempre” e poi feci di nuovo incontrare le nostre labbra.

-“ allora a dopo Tess”

-“ a dopo” dissi io. E con un ultimo sguardo mi chiusi la porta alle spalle e mi diressi in cucina, dove accesi la tv e preparai un pranzo veloce che consisteva in una semplice pasta al sugo. Non riuscivo a togliermi un sorriso ebete dalla faccia. Con Jeremy non avrei mai potuto avere questo. Questa felicità, questo senso di pace, la sensazione di fare la cosa giusta anche quando fai quella sbagliata. Non vedo l'ora che faccia sera, perchè già mi manca.

Ah, l'amore, che sentimento pazzo e rischioso. Può essere la tua rovina o la cosa più bella che potesse mai capitarti, dipende solo da te e dalla tua metà.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

ciao a tutte ragazze! Scusate per l'ora ma volevo proprio pubblicare!

Spero mi perdonerete il ritardo, ma la scuola mi prende tantissimo e quel poco tempo libero che ho o leggo o esco, quindi per scrivere mi rimane ben poco, ma comunque cerco di fare del mio meglio.

E niente, spero che il capitolo vi piaccia, se è monotono o ci sono tanti errori fatemelo notare, non mi offendo ;)

ringrazio Portgas D Denis x ace e Momoko21 per aver recensito lo scorso capitolo <3

fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione che mi spronate sempre tantissimo (se non fosse per voi ragazze di efp non saprei proprio come fare!)

grazie a tutte!!

un bacio grandegrande :*

Eli

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Capitolo 31
*** Devo dirti una cosa ***


Angolo autrice:

Lo so, lo so. Sono pessima! Quasi due settimane di attesa, non ci credo! Spero solo non mi odierete. Mi spiace per tutta questa attesa, non ho scuse. Mi spiace davvero, ma il tempo proprio mi mancava, quasi non lo trovo nemmeno per respirare e nei week-end vengo sballottata da una parte all'altra come una bambola :(

comunque, venendo a noi, oggi vi devo dare una brutta notizia. La fanfiction sta per finire. Ci saranno ancora massimo due capitoli, di cui uno sarà un epilogo :( mi addolora moltissimo mettere una parola fine a questa storia, ma prima o poi doveva succedere. Voi siete state magnifiche, che mia avete supportato in tutti questi 29 capitoli! Senza di voi non ce l'avrei mai fatta, ed è per questo che vi chiedo di fare un piccolo sforzo e di lasciarmi magari qualche recensione in più, che ultimamente sono un po' calate ^-^

per ora ringrazio di cuore Momo che ha recensito lo scorso capitolo *--*

alla prossima,

un bacio enorme

Eli

E piangerai,

finché qualcuno non asciugherà le tue lacrime.

E ti odierai,

finché qualcuno non ti amerà per davvero.

 

 

Sono le 18.30 e sono pronta da un pezzo. L'ansia mi sta divorando lo stomaco e non so nemmeno perchè, infondo sono sicura che con Jake sarà una serata piacevole, ma perchè mi sento così irrequieta? Lo considero forse un appuntamento? Non so cosa pensare... quindi penserò al film e ai miei libri. Il mio piccolo rifugio fatto di inchiostro e carta. Accendo la tv e cerco qualcosa da guardare, anche se non c'è niente di interessate, così prendo il computer e rispondo a un po' di mail. Appena entro nella casella 'posta' ricevo due lettere. Una da mamma e papa e una da Cla. Decido di aprire prima quella dei miei, infondo si dice sempre via il dente via il dolore, no?!

' ciao Tessy, ci manchi tanto, a me e a papa. Magari un giorno potresti venire su a casa o noi potremmo venire a trovarti.

A proposito, come sta Jeremy? È così un bravo ragazzo, saremmo felici di rivederlo, magari quando vieni lo porti con te. Ora vado tesoro, ci sentiamo presto.

Mamma e Papà '

mi tremarono le mani quando risposi al messaggio, tanto che dovetti riscriverlo tre volte per farlo senza errori

' ciao mamma, ciao papà. Mi mancate tanto anche voi, appena posso verrò a farvi visita. Per Jeremy però credo che non sia possibile. Ecco, noi abbiamo... rotto, più o meno. Ma non ne sono uscita distrutta, anzi, vi dirò di più, sono stata io a chiudere. Ho capito che non era quello giusto. Perchè voi lo sapete come lo so io chi è quello giusto. Ora sto cercando di superare i sensi di colpa per averlo fatto soffrire, ma credo che sia meglio così. Al limite potrete incontrare Jake. Anche lui è un bravo ragazzo, solo che è lui quello giusto per me.

Un bacione. Vi voglio tanto bene'

 

appena schiacciai il pulsante 'send' un moto di nostalgia mi pervase le viscere. Adesso avrei sentito Cla, finalemnte.

' Tesoroo!

Non ci crederai mai! Ho una notizia fantastica, vedi di chiamarmi, sono cose che non si possono dire per e-mail e io ho finito i soldi :/

ho saputo di Jeremy... ma è una cosa seria o è solo per dimenticare Jake??

non vedo l'ora di sentirti. Mi manchi tanto <3. '

a quelle parole andai nel panico. Anche perchè non sapevo nemmeno io cosa rispondere. Jaremy ero sicuro che non lo amavo, ma mi piaceva perchè era dolce, ma io lo avevo sempre visto come un amico... la testai iniziò a girarmi. Maledizione, mi ero ripromessa di non pensarci più! Così presi il maus, spostai il puntatore nel riquadro bianco e iniziai a premere velocemente i tasti sulla tastiera

' ciaoo! Anch'io ho tantissime cose da raccontarti, bellissima.

Ti chiamerò sta sera, così mi dirai tutto! Con Jeremy... no, non era una cosa seria, ma non te lo so dire se era per dimenticare Jake o cosa, ti so dire però che ho deciso di non pensarci più su. Sai che non vado molto d'accordo col dolore e i sensi di colpa...

Ci sentiamo sta sera per gli aggiornamenti. Ti voglio bene sorellina. '

avevo deciso che era meglio chiarire da subito che con Jeremy era finita. Lei nella e-mail aveva usato il presente, ma io pensavo che non aveva senso mentire... non a lei, almeno. Proprio nel momento il cui inviai il messaggio il campanello suonò. Io sobbalzai sulla sedia e corsi ad aprire. Era Jake, ed era vestito in modo impeccabile. Gli sorrisi timidamente, invece lui in risposta sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, destabilizzandomi.

-“ ei, pronta per il film?” io feci una smorfia

-“ dipende, di che film si tratta”

-“ tranquilla, niente di eccessivamente sanguinolento...” dopo aver finito la frase mi porse il braccio. Io chiusi a chiave la porta di casa e camminammo verso la fermata del bus a braccialetto.

Quando il bus si fermò e le porte si aprirono con un cigolio io sgusciai dentro e mi sedetti, seguita da Jake. Ci avremo messo circa mezz'ora ad arrivare al cinema, e il silenzio frustrante che c'era tra noi mi fece rizzare i peli sulla nuca. L'aria in quel bus era a dir poco fetida, c'era puzza di marcio e quando provai a sedermi su uno di quei seggiolini marroncini poco invitanti sentì un rumore simile a quando, quando da piccola andavo in montagna, mi divertivo a sfregare le scarpe sul muschio bagnato producendo quei fastidiosi suoni. Appena sentii che i sedili erano umidi mi alzai di scatto, cercando di aggrapparmi a uno dei pali blu che affiancavano la porta dell'uscita. Con un sospiro guardai Jake. Se c'era qualcosa che più odiavo di quel bus forse era proprio il silenzio tra noi. Jake non stava mai zitto!

-“ tutto bene?” sussurrai, guardandolo. Lui si voltò e mi guardò a sua volta. Era così bello, ma sembrava molto agitato, preoccupato... insicuro. Si limitò ad annuire e a rispondermi con un mugoli, proprio mentre il guidatore faceva una brusca curva per immettersi in una strada un po' più affollata. Io, colta alla sprovvista, persi la presa sul palo scivoloso ed andai a sbattere contro un'anziana signora che probabilmente aveva fatto un ampio miscuglio di profumi. Mi mancò il fiato quando il mio viso affondò nel suo cappotto. Lei per tutta risposta si girò e mi guardò male con in faccia stampata una smorfia di disgusto. Stavo giusto per chiederle scusa quando qualcuno mi afferrò il braccio, facendomi scattare la testa di lato. Quando vidi che Jake era li, vicino a me, mi tranquillizzai un po' e gli sorrisi. Lui mi sorrise, e quel sorriso bastò a farmi preoccupare nuovamente. Era un sorriso cario di insicurezza. Che avesse deciso di non volerci riprovare? Che avesse deciso che non gli bastavo più? Che avesse deciso di ritirare la sua proposta sul nostro futuro? Un moto di ansia mi strinse la bocca dello stomaco, facendomi sfumare il sorriso in un'espressione triste. Abbassai lo sguardo sulle mie converse nere. Erano un nuovo acquisto, anzi, un regalo, più precisamente un regalo di Cla. Aveva detto che le mancavo tanto. Al pensiero di Cla mi venne in mente che avrei dovuto chiamarla quella sera, chissà, magari c'erano sviluppi con Eric. Mi sentivo così in colpa per non esserci stata al loro matrimonio, ma quel giorno non sarei mai riuscita a guardare in faccia Jake. Era davvero buffo, tristemente buffo, ma sembrava che la nostra storia, il nostro bisogno l'uno dell'altra, il nostro ferirci e tormentarci di continuo distruggesse tutti i nostri rapporti con gli altri. La nostra storia ci aveva fatto andare via dalla casa di Jake e lui aveva lasciato i suoi fratelli, la nostra storia aveva fatto soffrire Matt e Tom e Jeremy, la nostra storia mi aveva fatto mancare al matrimonio della mia migliore amica, la nostra storia mi aveva fatto lasciare casa, la nostra storia aveva fatto si che mi trasferissi a NY, come aveva fatto si che lasciassi NY dopo poco tempo... e la cosa peggiore era che la nostra storia aveva diviso me e la mia migliore amica. Guardai Jake con le lacrime agli occhi, ma lui aveva ancora quella strana aria pensierosa, mentre guardava fuori dal finestrino. Stavo per abbassare lo sguardo e rassegnarmi. Jake era cambiato, io avrei dovuto combattere per lui, per riaverlo, per l'ultima speranza che tutti i sacrifici fatti finora per amore valessero qualcosa, ma ero troppo stanca per combattere. Proprio quando stavo per sotterrare le mie speranze da ragazza follemente innamorata Jake si voltò, e quando vide la mia espressione triste mi prese tra le braccia e mi sussurrò all'orecchio, con un tono di voce talmente calmo e caldo che mi fece fremere e ricordare il nostro primo incontro, nel suo bagno. Sembrava passata una vita.

-“ ei, ei... non devi piangere! Stiamo per andare a vedere un film insieme” mi disse, chinandosi per baciarmi il collo e con un dito mi asciugò una lacrima di cui non mi ero nemmeno accorta.

-“ Jake, perchè sei così distante oggi?” chiesi, tirando su col naso. Lui mi guardò colpevole e mi strinse più forte

-“ scusa, è che mi sto facendo delle seghe mentali perchè devo dirti una cosa e sono parecchio teso...”

-“ bhe, dai dimmela... sai no, si dice via il dente via il dolore” risposi, veramente incuriosita. Fino ad un attimo fa pensavo che lui non volesse più avere a che fare con me, che si fosse pentito della sua proposta di ricominciare e che volesse tornare alla sua vita come se non fossi mai esistita, ma qualcosa nel modo in cui mi aveva abbracciato mi aveva convinto del contrario.

-“ no, non qui. Non adesso” sussurrò sorridendomi. Io corrugai la fronte, pronta a rispondergli, ma il guidatore del bus si fermò ad una fermata e Jake si staccò da me prendendomi la mano e trascinandomi fuori

-“ ecco, dieci minuti e siamo arrivati!” disse, e mano nella mano camminammo in silenzio verso il cinema.

 

 

Davanti a me si stagliava un palazzo molto alto e con una tinta azzurrina pallida. Rimasi a fissarlo per un po', chiedendomi se era un'ospedale o un orfanotrofio. Diciamo che da fuori non era proprio accogliente. Quando arrivai difronte alla porta a vetri del cinema Jake mi superò e spinse con forza quest'ultima, che si spalancò invitandoci ad entrare. Appena la porta si aprì una soffiata di aria calda e profumata mi investii, riscaldandomi immediatamente.

Il posto, per quanto ingannasse l'apparenza, era molto accogliente. Un piacevole profumo di pop-corn dolci si diffondeva nell'aria. Come leggendomi nel pensiero Jake si avviò a passo svelto verso i pop-corn e io lo seguii. Siccome stava zitto parlai io.

-“ salati...” sussurrai tra i denti. Lui in tutta risposta annuì e ripeté le mie parole alla tipa col grembiule blu che sfrecciava dietro il bancone. Lei appena sentì la voce di Jake alzò lo sguardo e sembrò perdersi in lui. Lo studiava come fosse un topo di laboratorio, ma io non ero gelosa. Non proprio. Mi faceva più che altro pena, visto che lui guardava molto assorto i pop-corn. Anche io, all'inizio, ero rimasta incantata. Insomma, era come guardare un sogno, poiché i sogni sono impossibili, insensati, ma soprattutto non sono la realtà. Per questo all'inizio per me lui era un sogno, perchè non mi sarei mai aspettata che potessimo avere una storia, io e lui, lui e io, nella vita reale. E la ragazza, quella che ora aveva abbassato lo sguardo in modo timido non appena aveva colto la mia presenza alle spalle di lui, quasi come se ammirarlo fosse un reato, mi faceva pena. Perchè io avevo trasformato il mio sogno in realtà, lei invece non lo avrebbe mai potuto fare, visto che Jake aveva occhi solo per me, come io solo per lui. Persa nei miei pensieri non mi accorsi nemmeno che Jake stava venendo nella mia direzione e mi stava guardando sorridente. Io corrugai la fronte

-“ sai, mi piacerebbe proprio sapere a cosa pensi quando ti perdi nel tuo universo” mi disse, incamminandosi e passandomi affianco. Io girai veloce su me stessa e gli camminai dietro.

-“ non credo che vorresti. Non sono così interessante come credi...” lui voltò il viso verso di me

-“ è che ti invidio... invidio quel tuo modo di perderti, di staccarti dal mondo, dove stare in pace. Come se ci fosse un tuo universo dove nessuno ti può disturbare. Vorrei averlo io un posto così”

-“ Jake, io mi stacco dal mondo solo quando sono con te. Sono in pace solo quando sono con te. Non quando sono sola con i miei pensieri. Quella io non la chiamo pace, la chiamo solitudine.”

-“ oggi ho bisogno di calmarmi.” disse lui, quasi a se stesso “ devo dirti una cosa... dio, devo dirtela. Non reggo la tensione, vorrei liberarmi da questo peso ma non è il momento giusto.” mi disse lui, e per poco non fece cadere i pop-corn. Si stava proprio tormentando. Io lo tenni per un braccio.

-“ mi stai facendo preoccupare. Se proprio vuoi dirmela dimmela!” insistetti io, un pò spazientita

-“ sta sera. Sta sera lo saprai.”

-“ mi fai morire, Jake” gli risposi, lasciandoli libero il braccio

-“ in senso positivo o negativo?” mi chiese ghignando

-“ negativo! Ovvio!” risposi ridendo

-“anche tu mi fai morire, fidati!” disse, poi si chinò e mi baciò la fronte. “ecco, siamo arrivati.” disse, poi si raddrizzò e mi aprì la porta. Io avanzai sotto le luci della sala che si dovevano ancora spegnere e trovai posto in una delle file centrali. Era il momento di vedere step-up, almeno, nei biglietti che avevamo comprato c'era scritto che si trattava di questo film. Anche se riuscivo a pensare solo alle parole di Jake: 'devo dirti una cosa...' mi sarei impegnata tantissimo per prestare attenzione al film. Rabbrividii sulla sedia, ma subito dopo il suo braccio fu sulle mie spalle. Girai di poco il viso e incontrai i suoi occhi.

-“ ti amo” sussurrai

-“ ti amo anch'io” rispose. Subito dopo il buio fu intorno a noi e sentii una voce maschile. Il film era iniziato.

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Capitolo 32
*** ancora per un minuto, ancora per sempre ***


io ci sarò sempre per te,

poiché chi ama

resta.

 

 

Mentre le luci piano piano si accendevano non potevo fare a meno di guardare Jake. Era così bello, e mi amava, ma per quasi due ore mi ero tormentata. Cos'è che mi doveva dire? Cos'era tanto importante da farlo diventare così terribilmente insicuro?

-“ piaciuto il film?” la sua voce, nitida contro il vociare indistinto di sottofondo, mi costrinse a risvegliarmi.

-“ mh?!” mugolai. Lui ridacchiò e si alzò, tendendomi la mano. Io la presi e mi alzai a mia volta.

-“ ti è piaciuto il film?”

-“ oh, si... molto bello” dissi sorridendo. Lui intrecciò le sue dita alle mie e insieme uscimmo dalla sala.

-“ anche se ho trovato molto stronzo da parte dei compagni di ballo del tipo abbandonarlo dicendo che non volevano più ballare e poi andare a 'the vortex'...” dissi sovrappensiero

-“ si, diciamo che potevano evitarlo” ribattè lui. A quel punto girai il viso per guardarlo negli occhi. Lui mi restituì il mio sguardo.

-“ cio'è, poi sono pure stati capaci di arrabbiarsi! Ma che razza di persona fa una cosa del genere? Io proprio non capisco...” dissi, gesticolando e mettendo il broncio. Lui scoppiò a ridere e mi attirò a se

-“ se mai li incontrerò per strada gli urlerò addosso che non devono mai più fare arrabbiare la mia ragazza!” disse, bacandomi la fronte.

La sua ragazza?! Cioè, io mi consideravo tale da parecchio tempo... però sentirglielo dire mi faceva sentire meravigliosamente bene. Lo guardai ancora, ma questa volta lui guardava assorto davanti a se.

-“ ripetilo” sussurrai. Lui mi guardò interrogativo, corrugando le sopracciglia

-“ ripetere cosa?”

-“ cosa sono” lui mi sorrise amabilmente

-“ la mia ragazza. Sei la mia ragazza” io mi misi sulle punte e lo baciai, mettendoli le mani sul petto. Lui mi circondò la vita, attirandomi a se. Quando mi staccai i suoi occhi brillavano.

-“ e questo perchè?”

-“ una ragazza non può baciare liberamente il suo ragazzo?” lui sorrise al mio sorriso

-“ no, una ragazza DEVE baciare liberamente il suo ragazzo” io risi contro le sue labbra e abbracciati ci dirigemmo verso la fermata.

 

Scendemmo dal bus tutti infreddoliti. Il sole era tramontato e io stavo gelando. Mi girai verso Jake che sembrava insensibile al freddo, ma ero scura che sentisse le folate di vento gelido oltrepassare i vestiti e infrangersi sulla calda superficie della pelle. Io rabbrividii

-“ resisti, siamo quasi arrivati” in tutta risposta battei forte i denti. Lui si levò la giacca e me la mise sulle spalle. Sgranai gli occhi

-“ ma sei pazzo? Non hai freddo? Non voglio che ti becchi un raffreddore o peggio, rimettiti subito la giacca!” dissi

-“ bene, vedo che ti è tornata la parlantina, segno che stai già meglio, quindi tienila” sghignazzò. Io gli feci una smorfia, e poi sorridendo gli dissi

-“ Jake... siamo quasi arrivati, non serve che mi dai la tua giacca, veramente...” lui mi guardò diffidente. Io annuii e me la tolsi.

-“ però se hai freddo dimmelo eh...”

-“ certo” dissi. Lui mi baciò una mano.

Quando arrivai difronte alla mia porta avrei giurato di essere un ghiacciolo. Cavolo, era estate, perchè faceva così freddo?! Mi strinsi nelle spalle e girai la chiave nella toppa, poi mi rivolsi a Jake.

-“ Jake, non fa troppo freddo per uscire? Vuoi fermarti per un po'?” lui annuì e entrò dopo di me.

Io mi diressi in salotto e buttai la borsa su divano, poi mi butta io stessa sul divano.

-“ ah, al calduccio!” esclamai. Subito dopo Jake fu sdraiato accanto a me e mi cinse in un abbraccio. Io poggia la mia testa sulla sua spalla.

-“ io mi faccio un te... ne vuoi?” lui annuì ma restò muto. Io feci per alzarmi ma lui mi trattenne.

-“ aspetta... resta qui con me... ancora per un minuto, ancora per sempre” io sorrisi e i miei occhi divennero lucidi, poi mi accasciai contro di lui, lasciando che la sue braccia e il suo profumo mi circondassero, ancora un minuto... ancora per sempre.

Dopo circa una decina di minuti che stavamo accoccolati sul divano io gli carezzai i capelli biondi e lui alzo lo sguardo su di me.

-“ fidati, ho tanta voglia di restare qui, abbracciata a te su questo divano, ma per quanto lo possiamo desiderare il te non si farà da solo... e i ho proprio voglia di scaldarmi” lui annuì e insieme ci alzammo.

Il tè fumava nelle tazze di ceramica in cui lo avevo versato. Misi le mani a coppa attorno alla tazza, e immediatamente mi riscaldai. Io e Jake bevemmo il te in silenzio, anche perchè gli sguardi dicevano più delle parole, poi andammo a vedere le tivù, tornammo ad abbracciarci sul divano. Non so come, e nemmeno perchè, ma ad un certo punto le mie palpebre iniziarono a farsi pesanti, il mio respiro si fece regolare, così come quello di Jake. Sentivo il suo torace abbassarsi e alzarsi ritmicamente contro la mia schiena. Con le poche forze che mi rimanevano girai di poco la faccia, giusto per vedere i suoi meravigliosi occhi blu nascosti dietro le palpebre abbassate. Sorridendo mi sistemai meglio contro di lui e mi lasciai cullare dal movimento del suo torace e dalla regolarità dei battiti del suo cuore.

 

 

Un sparò mi svegliò. Un tonfo sordo e un urlo seguirono. Questi suoni mi trafissero il timpano e io scattai a sedere, con la bocca impastata e gli occhi che ancora si dovevano abituare alla luce del mattino. Girai di scatto la testa alla mia destra, e il sole che filtrava dalle tapparelle completamente alzate mi bruciò gli occhi. Di riflesso li chiusi, girai la faccia e balzai indietro, cadendo dal divano. Con una smorfia di dolore dipinta sul viso mi strofinai gli occhi e poi mi massaggiai il fianco. Appena mi voltai, per vedere da dove era partito lo sparo vidi che la tivù era rimasta accesa tutta la notte. In quel momento c'era un film western. Sbuffai e mi diressi dolorante verso quella scatola infernale. Poi la spensi. Quando mi girai vidi Jake che dormiva beatamente sul divano e stringeva un cuscino in modo adorabile. Sorridendo mi sedetti affianco a lui e gli toccai una guancia. Lui mugolò qualcosa e si girò dall'altra parte. Io scoppiai a ridere e per poco non caddi di nuovo dal divano. La mia ristata sembrò svegliarlo, perchè si tirò su e si strofinò gli occhi. Aveva i vestiti tutti stropicciati e i capelli sparati in ogni direzione. Quando incontrò i miei occhi un sorriso divertito gli di dipinse sul viso, poi si unì alla mia risata.

-“ ti ucciderò! Stavo facendo un bel sogno...” mi disse, scagliandomi contro un cuscino

-“ sei bellissimo quando dormi” sussurrai, lui mi prese tra le braccia

-“ tu lo sei sempre” mi disse all'orecchio. “ torno subito.” disse poi, alzandosi. Lo guardai scomparire nel corridoio e decisi di alzarmi per andare a preparare la colazione.

 

Pov. Jake

ci misi circa cinque minuti a trovare il bagno, ma alla fine lo trovai. Corsi sotto la doccia e mi lavai velocemente. Poi uscii e cercai di sistemarmi alla meno peggio. Trovai pure un pettine, imboscato in un cassetto. Mi pettinai, poi presi i miei pantaloni e frugai nella tasca. Mi calmai subito quando le mie dita si chiusero sopra il morbido coperchio in velluto della scatolina blu, che tirai fuori e aprii. L'anello c'era ancora, e mi piaceva tantissimo. Brillava come una sella. Delle domande mi tormentavano da quando lo avevo comprato: le piacerà? Dirà di si? Non è troppo presto? E se magari non mi ama più? E se fosse troppo tardi?

Ma non potevo continuare a tormentarmi. Sapevo quello che volevo. Sapevo che lei avrebbe potuto rendermi felice e sapevo che avevo bisogno di lei, bisogno di essere salvato. Sinceramente qualche anno fa non mi sarei nemmeno sognato di sposarmi, ma poi avevo conosciuto la mia Tess e tutto è cambiato.

Chiusi in fretta la scatola e me la infilai di nuovo in tasca. Respirai profondamente e uscii dal bagno. Con tutte quelle cose per la testa dovetti fare mente locale per ricordarmi dove si trovava il salotto, ma alla fine lo trovai e entrai. Tess aveva preparato la colazione. Era bellissima, anche con il viso assonato. Fece mezzo giro verso di me e mi guardò come mi guardò la prima volta che la vidi, con uno sguardo così meraviglioso da lasciare senza fiato, con quel modo di sorridere con gli occhi, con quel modo, quel suo modo, di amare incondizionatamente e sinceramente. Rimasi li, in piedi, a fissarla

-“ wow. Eri già bello prima, ora sei...” sorrise timidamente e abbassò lo sguardo “ mi fai sentire la barbona della situazione” io risi e le andai incontro, abbracciandola e posando il mento sulla sua testa.

-“ non so più come dirtelo, sei bellissima.” dissi, e le baciai la fronte. Poi presi coraggio e mi staccai. “ Tess... a me oggi è piaciuto, nel senso, mi è piaciuto addormentarmi abbracciato a te e svegliarmi con te...” iniziai, guardandola. Lei annuì

-“ anche a me...” disse sorridendo

-“ sul serio, il più bel risveglio della mia vita e vorrei che ce ne fossero degli altri così, identici a questo, perfetti come questo... molti altri. Vorrei che tutti i giorni fossero così, vorrei potermi coricare guardandoti dormire e vorrei potermi alzare baciandoti la fronte e stringendoti a me. Vorrei poter preparare la colazione per due persone, solo per vedere quel tuo sguardo pieno di gioia, solo per vederti guardarmi come mi guardi quando pensi che io non ti veda, mentre con la coda dell'occhio mi godo quel tuo modo di sorridere timidamente e arrossire. Vorrei potermi arrabbiare con te, solo per poi correrti incontro e abbracciarti. Vorrei baciarti. Baciarti sempre, ogni secondo di ogni minuto di ogni ora di ogni giorno per tutto l'anno, fino a quando tu non ti staccherai da me senza fiato. Vorrei fare tutte queste cose, farle con te, se tu me lo permetti. Per questo ti chiedo, vuoi rendere le mie giornate meravigliose... e sposarmi?” le dissi, mostrandole l'anello

vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime, mentre io riprendo fiato. La vedo annuire, con tanta foga che mi viene quasi paura che la sua testa posso staccarsi dal collo e volare via. Si butta addosso a me, allacciando le mani dietro il mio collo, mentre io la abbraccio tenendola stretta a me.

-“ si, certo che voglio!” quasi urla. Io sorrido contro il suo collo e lei si stacca da me per asciugarsi una lacrima che scende solitaria lungo la sua guancia.

-“ dobbiamo dirlo a tutti, a Cla, a Eric, alla tua famiglia, alla mia... a tutti!” dice lei entusiasta

-“ già...” sussurro io, abbracciandola “ io trovo che suoni benissimo...” dico pensieroso

-“ che cosa? “ mi chiede lei. Io la guardo e sorrido, poi la bacio e contro le sue labbra sussurro

-“Theresa Bolen, Tess Bolen... mi piace!” sento che sorride

-“ piace anche a me” dice, prima di baciarmi.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

allora, oggi sarò molto breve, anche perchè devo correre a studiare T.T

cooomunque, intanto grazie Momo per lo scorso capitolo, graziegrazie veramente <3

e mi piacerebbe avere un po di più di recensioni, capisco che c'è la scuola, ma ormai siamo agli sgoccioli della storia e ci terrei che mi lasciaste un piccolo parere :( anche negativo, tranquille...

ora faccio un piccolo piccolo SPOILER

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a quanti di voi mancano i fratelli Bolen? Nel prossimo capitolo li rivedremo, visto che descriverò il giorno delle nozze! :)

io sono davvero impaziente di far incontrare Tessa e i fratelli, muoio dalla voglia!

Allora ci scriviamo al prossimo capitolo

un bacio enorme a tutte

Eli 

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Capitolo 33
*** Theresa Bolen ***


Angolo autrice:

così, questo è l'ultimo capitolo :(

Io ho pianto tanto nel finirlo! Spero di commuovervi o farvi ridere un po' e ora passo ai ringraziamenti.

Ringrazio tutte voi che leggete e recensite per avermi accompagnato in questo folle e stupendo viaggio che mi ha aiutato a crescere e spero abbia avuto un ruolo importante anche per voi. Senza il vostro supporto questa storia probabilmente non sarebbe nemmeno iniziata, quindi vi meritate un buon 70% di merito! Complimenti fangirl & booksreader, grazie dal profondo del cuore! Ci scriviamo all'epilogo -settimana prossima- :( <3

Ora vi lascio leggere.

Un bacio

Eli

wake me up,
when all it's over




Le mani mi tremavano mentre le passavo leggere sul morbido vestito
che indossavo. Iniziai a girare per la stanza, contando i minuti e pensando. 1: sono vestita di bianco. Due: tra poco mi sposerò. 3: lo sposo sarà Jake. 4: e se tutto questo fosse un sogno? 5: e se fosse troppo presto? 6: sono sicura di aver dimenticato il suo tradimento? 7: sono sicura che si trattasse di un tradimento? 8: e se mi avesse tradito veramente... l'ho accettato?

Mentre mi sedevo sulla sedia a dondolo in legno posta al centro della stanza feci un lungo respiro. Certo che lo avevo accettato. Infondo, una ragazza piccola e insignificante, una ragazza che vive di libri e di sogni, una ragazza che la sera guarda il cielo scuro fuori dalla finestra ed esprime un desiderio, una ragazza semplice... come me, era riuscita a curare un ragazzo così speciale come Jake. Certo, aveva fatto uno sbaglio, ma è umano. A pensarci bene, era scontato che lo perdonassi, perchè posso essere, anzi, sono una delle ragazze più insicure sul pianeta Terra, ma se c'è una cosa di cui sono sicura è che io lo amo. Io lo amo. E questo cambia tutto. L'amore cambia tutto. L'amore è più importante di qualsiasi cosa. Di qualsiasi tradimento, di qualsiasi persona... io credo che sia anche più importante della morte, poiché la morte è un obbligo: tutti prima o poi moriamo; ma l'amore... l'amore è quel sentimento che infrange le regole, quel sentimento che può provocarti una gioia immensa come un dolore immenso. Un dolore più grande di quello che può procurarti la morte, poiché il dolore fisico è minore di quello sentimentale. Dura meno.

Se si guarda da questa prospettiva io sono, per la prima volta, una ragazza fortuna, dato che ho trovato l'amore e adesso lo stavo per rendere ufficiale. Sto per sposarmi. Tra pochi minuti mio padre mi avrebbe preso sottobraccio e portato da Jake. Tra pochi minuti avrò al mio dito un piccolo anello d'oro che simboleggerà finalmente che io appartengo a Jake come lui appartiene a me. Non che servano simboli o testimonianze scritte, ma non posso fare a meno di fremere immaginandomi Jake con al dito la fede nuziale. Lui, con l'anima imprevedibile e indomabile, legato per sempre alla mia di anima, piccola e fragile.

Il mio sguardo si posò sulla punta delle mie scarpe. Erano di mia madre, quando si sposò con mio padre. Sorrisi ripensandoci. Mi spinsi leggermente all'indietro, facendo leva sulle punte dei piedi, per far dondolare la sedia. Guardai dritta davanti a me. Un'enorme specchio che scorreva lungo tutta la parete mi rifletteva. 'Tra meno di cinque minuti mi sposo' canticchiava la mia vocina interiore. E io avevo un sorriso ebete stampato sulla faccia.

Ah, il matrimonio... sinceramente mi aspettavo questi minuti -quelli precedenti al grande momento- pieni di ansia, ma io non ero stressata, anzi ero... felice. Continuavo a sorridere. Okay, stavo per dire davanti ad una cinquantina di persone che lo amavo a tal punto da voler trascorrere il resto della mia vita con lui, di sposarlo, ma cosa cambiava? Se davvero si ama una persona si è disposti a dirlo anche al mondo intero, ed io ero disposta a farlo. Per questo non mi spaventavano quelle persone la fuori.

Guardai il mio riflesso, ma senza guardarlo davvero. Era uno dei momenti che più amavo, quando mi incantavo a guardare qualcosa. Perchè, sinceramente, in questo mondo non ci sono molti posti in cui essere se stessi a parte all'interno delle mura di casa. Io ho sempre desiderato un posto per me, che non sia però la mia casa, ma piuttosto un posto all'aperto... ho sempre sognato un enorme prato fiorito, un grande salice dal tronco spesso, il sole accecante dell'estate, io con indosso un vestitino bianco e un libro sulle ginocchia, mentre leggo all'ombra dell'albero. Però, siccome non ho mai trovato questo mio posto ideale -veramente non so nemmeno se esista un posto così...- l'unica cosa che mi rimane da fare è sognarlo. Così, quando mi incanto, mi rifugio in quel prato, all'ombra di quel salice, con gli uccellini che cinguettano sopra la mia testa. Ora mi immagino stesa sull'erba appena tagliata, con lo sguardo perso nel blu del cielo, e mentre guardo il cielo penso a lui. I miei occhi giocano con le nuvole, e immediatamente due braccia possenti mi avvolgono la vita. Giro lentamente la testa di lato e do un bacio a Jake. D'ora in poi, quel posto, il posto che pian piano ho fatto mio e che immagino sempre, non sarà più solo mio, sarà nostro. Tutto sarà nostro.

La porta che sbatte mi fa sussultare sulla sedia e abbandonare quel luogo perfetto. Giro la testa con uno scatto veloce, che mi provoca dolore lungo tutto il collo, facendomi contorcere la bocca in una smorfia di dolore. Matt è sulla porta, che mi guarda.

-“ sei... ehmmm... bellissima.” dice, grattandosi il capo e abbassando lo sguardo. È vestito elegantissimo

-“ è già ora di uscire?” domando. Okay, forse un po' ansiosa lo sono. Voglio stringere le dita intorno a quell'anello.

-“ no, no figurati”

-“ ah...” sospiro, sedendomi nuovamente. “bhe comunque grazie, anche tu stai benissimo” sorrido cordiale. Lui annuisce.

-“ preferisci che...” lascia la frase in sospeso, indicando la porta. Io scuoto la testa, decisa.

-“ no, resta!” dico velocemente “resta a farmi compagnia. Io, tu, voi... mi siete mancati” lo vedo avvicinarsi, inginocchiarsi davanti a me e sento le sue mani chiudersi sulle mie.

-“ anche tu, tanto. Sei stata la prima ragazza ad avvicinarsi così a noi. Specialmente a mio fratello” sorride, e io ricambio, con le lacrime che bruciano infondo agli occhi

'no, non devo piangere... mi colerà il trucco' mi avverto. Non riesco a rispondergli, altrimenti scoppio a piangere, ma mi butto tra le sue braccia. Lui ricambia l'abbraccio, stringendomi più forte. Con la coda dell'occhio vedo altri quattro ragazzi entrare nella stanza.

-“ woow, Matt, quella è la sposa di nostro fratello... giù le mani” scherza un voce che conosco troppo bene

-“ zitto Rick!” sibila indignato Matt. Io mi scollo da lui e abbraccio quell'altro stupido.

-“ ciao Tessa” mi dice. Le lacrime minacciano di scendere, e trattenerle è pura agonia, infatti una mi scappa, e bagna la mia guancia destra.

-“ oh no, splendore, non piangere!” mi rimprovera Rick “poi Jake ci fa un culo così se gli sciupiamo la sposa” dice ridendo. Io gli do un'amorevole pacca sulla spalla e rido anch'io. Poi un urlo mi trapassa i timpani. Mi giro, giusto in tempo per vedere un elfo abbracciarmi con così tanto trasporto che potrei cadere. Vacillo un po', tentando di riacquistare l'equilibrio. Poi abbasso lo sguardo.

-“ Tessa...” sussurra il nanetto.

-“ ciao Max” dico sorridendo. Lo guardo negli occhi e gli scompiglio i capelli. Lui ride, e si struscia sulle mie gambe come un gatto che fa le fusa. Subito dopo vedo qualcosa di grosso e rosa entrare dalle porta. Cla. Anzi, Cla e la sua enorme pancia! Tiro un urlo quando la vedo, e le corro incontro. La abbraccio, mettendole le braccia attorno al collo. Ogni volta che inspiro non inspiro aria, ma il suo profumo, quel profumo che ci lega da anni.

-“ Cla.” dico. Buttando fuori l'aia dai polmoni con quelle sole tre lettere, anche se pronunciarle mi costa uno sforzo tale che poi bevo boccheggiare per riprendere aria. Lei, nemmeno in grado di proferire parola, scoppia a piangere.

-“ Tessa... lo sapevo, lo ho sempre saputo. Jake ti ha riportata da me.” esclama. A quel punto l'unica cosa che riesco a fare è mandare sonoramente affanculo il trucco, perchè non riesco più a trattenere le lacrime, che mi rigano le guance. Per fortuna il mascara è water-proof e non sono nemmeno molto truccata.

-“ te lo avevo detto che non sarebbe stata una buona andare in vacanza per tutta l'estate in un posto così lontano... sapevo che mi si sarebbe capovolta la vita.” dico scherzando. È strano: mi viene da ridere, ma ho le lacrime agli occhi. Cla è nella mia stessa situazione.

-“ ragazze, non vorrei interrompere questo momento ma...” iniziò Matt, ma Cla lo interruppe, guardandolo malissimo.

-“ non vorresti ma lo stai facendo.” sibilò “ tu chi sei per dirmi che mi devo staccare dalla mia migliore amica dopo anni che non la vedo? Anzi... dimmi chi sei e basta. Come mai sei al matrimonio?” aggiunge, guardandolo minacciosa. Poi, un'idea le si dipinge in volto, e senza lasciarmi proferire parola si stacca da me e prende Matt per il colletto. “ sei un'imbucato! Un'imbucato! Aiutooo, sicurezzaaa!” strilla la mia amica, in piena crisi ormonale. Intanto, gli altri ragazzi ridono di gusto, mentre il povero mal capitato ribatte con qualcosa del genere:

-“ lasciami brutta svitata balena rosa. Non sono un'imbucato, sono stato invitato!”

vedo la mano di Cla alzarsi, pronta a tirare uno schiaffo sulla guancia di Matt... ma per fortuna intervengo in tempo, fermandola a metà atto. Lei sbuffa sonoramente, guardandomi arrrabbiata, mentre Matt mi guarda riconoscente e fa un sospiro di sollievo.

-“ per favore! È il mio matrimonio ragazzi!”dico esasperata. “allora, Cla, questi sono i fratelli Bolen, ragazzi questa è la mia pazza migliore amica... al momento è un po'... come dire... incinta, ma di solito non è così nevrotica.” le sorrido, e lei mi fa una smorfia, poi si rivolge a Matt con tono di scuse.

-“ scusa, cioè, non volevo aggredirti...”

-“ tutto apposto. Sono sopravvissuto, no?!” ridacchia, massaggiandosi il gomito. “comunque, prima di essere stato interrotto, stavo per dire che è meglio uscire. Tra poco la sposa farà il suo ingresso.” io annuisco, e tutti escono. Cla rimane dentro qualche secondo di più.

-“ pronta?” mi chiede, come se fosse una mamma che accompagna la figlia dal dentista a farsi togliere una carie per la prima volta. Io annuisco. “è normale sentirsi un po' ansiosi, inquieti o insicuri adesso, ma poi, quando sarai sull'altare non avrai più stupide insicurezze.” dice, sicura di se. Io la guardo e le sorrido.

-“ non ho insicurezze, nemmeno ora. Io lo amo. So che lui è l'uomo giusto, ha avuto due anni per dimostrarmelo e io ho avuto due anni per capirlo, quindi non c'è motivo di essere ansiosi o inquieti. L'ho scelto allora e lo scelgo anche adesso.”

-“ giusto... l'amore è una cosa così bella...” dice lei, stampandomi un bacio sulla guancia e trotterellando via. È proprio vero, l'amore è una cosa stupenda.

Sottobraccio di mio padre mi dirigevo all'altare, dove, in piedi contro uno sfondo di marmo bianco, si stagliava la figura snella e vestita di nero di Jake. Lui mi guardava come se fossi l'unica stella in cielo, e io lo guardavo come fosse il mio sole.

Mio padre mi scrutò di sottecchi, e mi sussurrò all'orecchio un:

-“ puoi ancora tirarti indietro.” io lo guardai e mimai con la bocca un 'non voglio'

lui annuì e tornò a guadare davanti a se. Una volta passata la navata passai dal braccio di mio padre a quello di Jake. Così la cerimonia iniziò e tutti sedettero.

 

Ero pienamente consapevole di una cosa, nel momento in cui infilai la fede al dito di Jake e Jake al mio:

Da oggi iniziava una nuova vita per me. Una vita in cui non sarei stata la ragazzina insicura che ero due anni fa, ma la moglie di un uomo che ama e che la ama. Una donna sicura sé, fedele e sincera. Per una volta in tutta la mia vita ho la sensazione che le cose andranno per il meglio, e tutto grazie a Jake. Grazie all'amore, che ha il potere di cambiare anche una vita banale, come la mia, in un'altra piena di avventure e di emozioni. L'amore mi ha insegnato a vivere. E ora posso dire... chiamatemi Theresa Bolen.

 

 

 

 

Fine

 

 

 

grazie a ciccina01, Momoko21 e Alwaysonmymind per aver recensito lo scorso capitolo <3

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Capitolo 34
*** Epilogo ***


Angolo autrice

questo è l'Epilogo, quindi sarò breve...

ringrazio tutte voi per avermi accompagnato in questo viaggio. Mi avete insegnato una cosa importante: ad avere fiducia in me stessa; a credere in me. Mi avete aiutata a crescere, e per questo vi sono grata.

Ringrazio, come mio solito, chi di voi a letto lo sorso capitolo e lo ha recensito. Grazie mille: Twilele, Momoko21, Alwaysonmymind e Isabelle02. *-*

spero questo sia un arrivederci, e scriverò sicuramente altre storie.

Un bacio -vi auguro il meglio-

Eli

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per amore si può rinunciare

a tante cose,

ma nessuno dovrebbe mai rinunciare

a se stesso.

 

 

Sono tranquillamente seduta sul tavolo in cucina a giocare a scala quaranta -un gioco che ho scoperto amare- con Cla. La mia amica continua a farmi i complimenti per la casa e l'arredamento ogni volta che mi vede, il che succede anche abbastanza spesso visto che è la mia vicina di casa. Esatto, vicine di casa, proprio come ai vecchi tempi. Ora io e Jake abbiamo un piccolo appartamento a Palermo, visto che sia a lui che a me mancava la sua famiglia. A proposito di loro, sono tutti sistemati. – a parte Max, che sta ancora sperimentando quel dilemma che è adolescenza.- Eh si, tra qualche mese Matt festeggerà il suo secondo anno di matrimonio, Rick ha una fidanzata seria da quasi un anno e infine Marco e Luke sono diventati davvero, e dico davvero, dei ragazzi da favola, e sicuramente hanno una ragazza, anche se per ora non hanno annunciato niente pubblicamente.

-“ ha-ha! Ho chiuso!” esclama Cla, mentre balza in piedi sulla sedia.

-“ non darti tante arie, siamo pa...” nel bel mezzo della frase vengo interrotta da una vocina.

-“ MAMMAA! Io non lo sopporto più” si, proprio Aurora. Mia figlia.

Scambio un'occhiata preoccupata a Cla, che alza le spalle.

-“ cosa c'è tesoro?” chiedo, uscendo dalla porta aperta di casa

-“ è Josuè! Non ce la faccio più, mi ha buttata giù dall'altalena e mi ha tirato addosso il fango!” si lamenta mia figlia. In quel momento arriva Josuè, – o Jojo, come lo chiamo io- il figlio di Cla, un anno più grande di Aurora.

-“ lei mi ha versato la bottiglia piena d'acqua addosso!” ribatte il bimbo, completamente mizzo. Io e Cla ci guardiamo molto divertite e, manca poco, ma molto poco, che scoppio a ridere in faccia ai due piccolini. Mi devo mordere con forza il labbro inferiore, ma una risatina sommessa mi sfugge lo stesso dalle labbra. Per fortuna i due nanetti non si sono accorti di niente, presi come sono a discutere. In quel momento mia figlia non sembra avere dieci anni, ma molti meno.

-“ sei sempre il solito!” sbuffa Aurora

-“ io l'avevo detto che l'altalena era mia! L'avevo prenotata!” esclama il bambino

-“ l'avevo presa prima io! E tutti sanno che l'altalena è di chi arriva prima!”

-“ solo perchè TU sei partita prima, sennò la prendevo io!” Jojo sembra davvero esasperato, e scuote con forza la testa. È la coppia sputata del padre, se non fosse per il fisico -alto e atletico- preso dalla madre. La mia bambina invece, spazientita, sbuffa nuovamente e si incastra una ciocca di lunghi capelli biondi dietro l'orecchio. I suoi occhi marroni scrutano Jojo con aria di sfida. Ormai è diventata una questione personale.

-“ sei partito esattamente come me. Lo sai anche tu che sono più veloce io!” dice lei, sorridendo furba. Eh si, il viso è tutto suo padre, a parte gli occhi... quelli almeno sono i miei... anche se non so se esserne dispiaciuta o meno.

-“ okay, allora vado.” le risponde lui con nonchalance

-“ dove vai?”

-“ a prendermi l'altalenaaa!” urla Jojo, che con uno scatto gira su sé stesso e corre verso il cortile.

-“ così non vale!” strilla mia figlia, ma lui è già molto più avanti. “ torna quiii!” sbraita lei, sbracciandosi. Vorrei tanto andare li e consolarla... ma si riprende quasi subito, visto che incrocia le braccia al petto, mette il muso, urla un “ TI ODIO” e gira sui tacchi, dirigendosi al parco, che è dall'altro lato della strada, verso destra. In pratica, Jojo si trova a sinistra della casa, mentre Aurora è accuratamente dalla parte opposta, sulla destra.

Io e Cla ci permettiamo di ridere di gusto.

-“ si sposeranno sicuro!” annuncia la mia migliore amica.

-“ eh gia, chi disprezza compra!” le rispondo io, strizzandole l'occhio. “ e comunque, signorina, basta parlare, ci aspetta una partita di scala. Voglio straccarti!” canticchio io

-“ intanto siamo pari!” ribatte lei

-“ intanto dai le carte” le rispondo, a tono. Lei mi fa la lingua e inizia a mescolare le carte.

Dopo circa un'oretta, le carte sono sparse per terra, Cla mi minaccia di non dire a nessuno che la ho battuta, e Jake e Eric entrano in casa. Lavorano nella stessa officina, e anche solo pensare a come sono diventati amici in questi anni basterebbe a farmi piangere di gioia. Vado verso Jake, mi avvicino e lo abbraccio. Poi lo bacio. Sento le sue labbra incresparsi in un sorriso. Potrei stare un'eternità tra le sue braccia, ma una porta che sbatte mi strappa dalla pace. Mio figlio, un quattordicenne appena entrato nell'adolescenza, è appena entrato in casa.

-“ Zach!” esclamo. Lui si gira, lentamente, troppo lentamente.

-“ mh?!”

-“ ehm.. com'è andata a scuola?” sento degli sguardi pesanti su di me. Quello di mio marito e quello di mio figlio. Probabilmente anche Eric e Cla mi fissano.

-“ bene.” risponde. Secco. Io mi avvicino, ma lui si scosta dalla porta, velocemente, ma non abbastanza velocemente. Riesco a vedere un livido viola sulla mascella. Lo fisso, stupita.

-“ che diamine hai fatto alla faccia?” gli chiedo, spaventata.

-“ niente.”

-“ come niente?” chiedo, isterica.

-“ N-I-E-N-T-E” dice, facendomi lo spelling. Io lo guardo. Non so più cosa dire. Lui si allontana, mi scosta con un braccio e va verso camera sua. Poi, girandosi per metà verso di me, ghigna e aggiunge “ dovresti vedere come sta adesso quello che ha osato colpirmi... a, dopo viene Mike. Andiamo a farci un giro.” io, scioccata, gli urlo dietro poichè lui è già andato verso la sua camera

-“ non devi studiare?!”

-“ non devi farti i cazzi tuoi?!” mi urla, di rimando. Io spalanco la bocca, e sto per andarci dietro, ma Jake mi tiene per un braccio.

-“ è l'eta... comprendilo, gli sembra di portare il mondo sulle spalle.” mi sussurra. L'unica cosa che mi viene da fare è sbuffare.

-“ è così dura crescere un'adolescente... quasi come lo è esserlo.” ammetto, sconsolata. Subito dopo Jake mi riabbraccia e in casa ritornano i due mostriciattoli, Aurora e Jojo, che si guardano in cagnesco per una frazione di secondo e poi mia figlia corre in camera, mentre Jojo prende la mano di Cla -che la chiude in modo protettivo dentro la sua- e insieme a Eric tornano a casa loro. Io la saluto, mentre si chiude la porta alle spalle. Jake mi carica in braccio mentre gli bacio la fronte.

-“ com'è andata al lavoro?” chiedo, mentre mi distende sul divano.

-“ bene. Ma mi mancavi.” sussurra, mentre poggia la fronte sulla mia. Io sorrido

-“ Jake...” sussurro, lui mi fissa, con quell'oceano negli occhi che si sta già sbiadendo col passare del tempo. “ tra due giorni festeggiamo sedici anni. Sedici anni di matrimonio... ci pensi? Sedici anni di noi. Mi sembra impossibile.” lui mi sorride.

-“ a me sembra impossibile che, dopo sedici anni, io ti trovi ogni giorno più bella e interessante... ogni giorno più perfetta.” a quelle parole mi faccio piccola piccola, mi rannicchio contro il suo torace, lascio che il mio respiro si fonda al suo, che i suoi battiti diventino i miei, che il suo calore mi scaldi tutto il corpo mentre i suoi baci mi scaldano il cuore. Ed è così che ci addormentiamo, abbracciati, l'uno all'altro, con la tivù accesa come i vecchi tempi. Perchè, anche se la vita non è eterna, l'amore lo è, e noi ne abbiamo la prova.

Ne siamo la prova.

 

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