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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** Cap. 1: Raduno a casa Kinomiya *** Capitolo 3: *** Cap.2: Arriva Margot! *** Capitolo 4: *** Cap.3: Decisioni *** Capitolo 5: *** Cap.4: Il primo incontro di Hilary *** Capitolo 6: *** Cap.5: Duello al crepuscolo *** Capitolo 7: *** Cap.6: Comincia il torneo! *** Capitolo 8: *** cap.7: Le eliminatorie *** Capitolo 9: *** Cap.8: Il 5o elemento della BBA *** Capitolo 10: *** Cap.9: I nuovi compagni *** Capitolo 11: *** Cap.10: Allenamento alla residenza *** Capitolo 12: *** Cap.11: Comincia la sfida!! *** Capitolo 13: *** Cap.12: PSO VS NeoMajesty *** Capitolo 14: *** Cap.13: Momenti di pace *** Capitolo 15: *** Cap.14: Progetti pericolosi *** Capitolo 16: *** Cap.15: Il salvataggio *** Capitolo 17: *** Cap.16: Le semifinali (parte I) *** Capitolo 18: *** Cap.17: Le semifinali (parte II) *** Capitolo 19: *** Cap.18: Chi sei? *** Capitolo 20: *** Cap.19: Doppio segreto *** Capitolo 21: *** Cap.20: Il compleanno di Eve *** Capitolo 22: *** Cap.21: Avvisaglia di tempesta *** Capitolo 23: *** Cap.22: A capofitto! *** Capitolo 24: *** Cap.23: Operazione Psaico avviata *** Capitolo 25: *** Cap.24: La verità *** Capitolo 26: *** Cap.25: Scontro al parco (a second change) *** Capitolo 27: *** Cap.26: Shiro *** Capitolo 28: *** Cap.27: Prima della battaglia (ciò che il cuore sussurra...) *** Capitolo 29: *** Cap.28: Chi scende in campo? *** Capitolo 30: *** Cap.29: Le spire della Vipera *** Capitolo 31: *** Cap.30: Il turno di Kei *** Capitolo 32: *** Cap.31: Hunters, una notte movimentata *** Capitolo 33: *** Cap. 32: Le domande di Margot *** Capitolo 34: *** cap.33: Scontro violento! Eve scende in campo! *** Capitolo 35: *** Cap.34: La resa dei conti. *** Capitolo 36: *** Cap.35: Il futuro di ognuno *** Capitolo 37: *** Cap.36: E poi... ***
Salve a tutti. So che
questa fanfic è stata conclusa (un sacco ^^"") di tempo fa, quindi
capisco la domanda generale "ma perché c**** è tornata?!" :P: vedete,
questa è stata la mia prima fanfic, e ci sono particolarmente legata; con gli
anni, però, ho sempre pensato che avrei potuto migliorarla, ma eliminarla mi
dispiaceva, anche perché avrei perso i commenti di tutti coloro che mi hanno
seguito la prima volta, che sono stati il mio incoraggiamento e la mia gioia. Ho
deciso, quindi, di sostituire i capitoli vecchi con quelli nuovi senza
eliminare la storia originale J. Scriverò man mano che pubblico i capitoli aggiornati, chi
avesse già letto P.s.a.i.c.o. e chi non l'ha mai letta, a voi la lettura (o
rilettura ;)) e spero in tanti commenti e consigli ^^! Bye by ~♪!
PROLOGO
« Ed eccoci di nuovo
qua, cari amici! »
La voce di Djman
riecheggiava per lo stadio gremito di gente forte e decisa.
« Forza, facciamo
tutti un bell’applauso al campione del mondo TAKAO!!! »
Le urla di fan
sfegatati e gridolini delle ragazzine si fusero in un unico boato che rimbombò
tra le mura dell’edificio, mentre il giovane Takao saliva sulla pedana,
cappellino in testa e sorrisino ebete sulla faccia:
« He, he, grazie,
grazie mille… »
“Finalmente il grande
momento è arrivato – pensò il ragazzo – Una nuova finale e una nuova sfida mi
attendono…”
Sorrise soddisfatto,
mentre Djman annunciava il nome del suo avversario; le urla si fecero più
forti,tanto che Takao percepiva a stento i suoi pensieri… Ma di chi era quella
voce che sentiva nell’orecchio?
« …ao…Takao… »
« Uhm… »
« TAKAO!! »
L'urlo poderoso di Hilary trapanò l'orecchio del moretto,
che lanciato uno strillo strozzato, cadde con un botto sonoro dal banco; il
ragazzo si premette la testa con le mani – testa che aveva avuto un infelice tête à tête col pavimento – e gemette:
« Ahi…Hilary, ma sei impazzita? »
« E tu sei stupido, - sibilò lei - non ti sei accorto di
essere a scuola?! »
« Eh?… »
Solo in quel momento il cervello di Takao connesse il fatto di non essersi
solamente addormentato, ma addirittura addormentato durante la lezione di
storia.
« Se quel tuo russare era un modo di dirmi che la lezione è
noiosa, Takao, ci sei riuscito… »
Sospirò rassegnata l'insegnante.
« N-no signorina.. Davvero mi scusi, io… »
« Tu resterai dopo
l’orario di lezione per pulire la classe!! » fece Hilary severa
« Cosa?! Oh, no, Hilary, non puoi farmi questo!!! »
« Eccome!! »
Ribadì lei mettendosi le mani sui fianchi minacciosa. Il
prof K tirò un sospiro: ogni giorno era la stessa storia…
« Sembra che quei due non andranno mai d’accordo, eh Prof? »
disse il ragazzo biondo al suo fianco
« Temo che tu abbia ragione, Max… Nonostante si sconoscano
ormai da tre anni, litigano sempre come il primo giorno… »
L’americano sorrise un po’ rassegnato, guardando i due
amici, proprio mentre Hilary faceva segno a Takao di sedersi. Il moretto si
sedette mesto mesto nel banco dietro all’amico,
condannato ormai alla punizione, borbottando sommessamente:
« Non è giusto, perché deve mettermi in punizione tutti i
giorni? E perché deve farlo lei?! Manco
fosse l’insegnante… »
« Beh, forse, ripeto, forse,
perché tu tutti i giorni o sei in
ritardo, o ti addormenti, o dimentichi qualche libro… »
Takao guardò torvo l'amico che elencava sarcastico contando
le mancanze dell'amico sulle dita:
« Grazie, Max, se non ci fossi tu a tirarmi su di morale… -
grugnì tra i denti - Quasi quasi preferivo quando facevi avanti e indietro
dagli USA, averti fisso qui e pure a scuola è una sofferenza. »
« Ma che gentile, guarda che potrei offendermi! »
Hilary, che si era rimessa seduta, si alzò nuovamente di
scatto, battendo il libro di storia sul banco con quanta forza aveva e
fulminando la nuca di Max, voltato verso Takao:
« Ma insomma, ora ti ci metti anche tu?! »
« Ehm, scusa Hilary… *gocc* »
La ragazza sbuffò e si risedette al posto: Max ormai aveva
deciso di restare in pianta stabile in Giappone e di andare alla loro stessa
scuola, ma Hilary non aveva ancora capito se la sua presenta avrebbe acquietato
Takao o lo avrebbe reso ancora più irresponsabile.
Speriamo di no… Se
continua così uno di questi giorni dimenticherà la testa!
*______
« Ehi nonno, Takao non è ancora tornato? »
Il ragazzino dai capelli color fiamma e i vivacissimi occhi
verdi si era affacciato dall’ingresso di casa Kinomiya, aprendo con foga la porta
d’ingresso.
« Oh ciao Daichi. No, no ancora. »
Daichi sbuffò ed entrò dentro senza troppe cerimonie, quindi
si sedette a gambe incrociate al tavolino basso, mentre veniva servito con un
bel vassoio di dolcetti, come era ormai d’abitudine tra lui e nonno J (per
"somma gioia" di Takao, che non vedeva ormai più modo di disfarsi
dell'amico).
Daichi cominciò a mangiarli nervoso, continuando a guardare
verso la porta.
« Cos’ hai Daichi, mi sembri arrabbiato. »
« Sì che lo sono, nonno J! - esclamò - Quell’idiota di
Takao… Eppure dovrebbe sapere che giorno è oggi… »
« Come minimo Hilary l’avrà messo in punizione, - sospirò
l'anziano rassegnato - ma stai tranquillo, arriverà… »
Daichi deglutì un boccone enorme di dolciumi e sbuffò:
« Sempre colpa di quell’ochetta… »
« CHI E’ CHE HAI CHIAMATO OCHETTAAA?!???!???!!!! »
Daichi non fece in tempo ad accorgersene, che il pugno di
Hilary l’aveva già colpito in testa con un rumore così secco che nonno J
credette gliel’avesse rotta.
« AHIIII…. Ma perché fai sempre così? OCA! »
« Brutta scimmia, ho già avuto una giornataccia, non ho
tempo di prendermela anche con te! »
Fece velenosa, mentre nonno J – con una calma che rasentava
l'ascetismo, data la situazione – le porgeva una tazza di the, ridacchiando.
« A proposito… Takao non è ancora arrivato? »
« Sembra di no… - sospirò il nonno - Vuoi anche tu un
dolcetto? »
« No, grazie nonno J, - sorrise repentinamente lei - è
meglio che noi raggiungiamo Max e il Prof, ci aspettano alla nuova sede della
BBA ed è già tardi. »
« Cos’è, sei venuta a prendermi perché avevi paura me ne
fossi dimenticato? Io non sono Takao. »
Disse Daichi a denti stretti.
« Uhmp, per me… E’ stato Hitoshi a chiedermelo, quindi zitto
e vieni. Arrivederci nonno J! »
Daichi borbottò qualche insulto non meglio definito, si
infilò un altro dolcetto in bocca e uno in tasca e salutò nonno J, che ricambiò
osservandoli andar via mentre continuavano a bisticciare.
Speriamo che
quell’insensato di mio nipote non si sia davvero dimenticato di oggi…
*_______
Takao stava correndo a più non posso, non ce la faceva
davvero più: ma perché accidenti si era addormentato, maledizione! E dire che
aspettava quel giorno da settimane…
Quando il presidente Daitenji lo
aveva chiamato a casa, tutto trafelato, Takao aveva addirittura pensato
assurdamente che fosse tornato Vorkov per comprare la BBA, o comunque un
disastro delle stesse proporzioni. Fortunatamente si trattava di tutt’altro: a
quanto pareva, una misteriosa squadra aveva fatto un’altrettanto misteriosa
proposta a lui e a tutti i blader che avevano partecipato agli scorsi
campionati, e probabilmente la proposta consisteva proprio in un torneo
particolare. Ma per settimane il presidente non aveva potuto confermare nulla,
solamente due giorni prima aveva annunciato a Takao, Max, Daichi e gli altri
che si sarebbero dovuti riunire quel giorno:
« Proprio oggi, cavolo!! – il ragazzo accelerò, correndo sempre più forte - E
sono in ritardo mostruosoooo!!!!!!!!! »
Con un ultimo scatto, il ragazzo
raggiunse l’ingresso della nuova BBA, un altissimo edificio in vetro e acciaio,
e come un fulmine si fiondò verso l’ascensore; quando la porta si riaprì i vari
impiegati degli uffici dell’ultimo piano scrutarono interdetti una saetta rossa
e blu sfrecciare nel corridoio e quindi lanciarsi praticamente di testa
nell’ufficio di Daitenji. Takao spalancò di botto la porta della sala
d’attesa, dove Hilary, il Prof, Daichi e Max stavano tranquillamente seduti:
« Alla buon’ora! Ti davamo già per disperso! »
Fece sarcastica la ragazza; il moretto avrebbe volentieri
voluto insultarla, ma era già tanto se riusciva a non svenire, e si limitò ad
ansimare senza fiato gettandole un'occhiataccia.
« Takao, ripigliati…»
sospirò Max rassegnato.
« Tze, lascialo stare maestro; è
una pappamolle, per questo è sfinito. » sentenziò Daichi maligno
« Tu…puff… brutto… »
Il ragazzino non fece in tempo a ricevere l’insulto, perché
la porta dell’ufficio di Daitenji si aprì, facendo uscire il presidente e
Hitoshi.
« Allora ce l’ hai fatta fratellino. »
Lo canzonò il ragazzo coi capelli azzurri; Takao schioccò la
lingua irato e si ricompose, rivolgendosi al presidente:
« Allora… panf… si può sapere cos’è questa storia… puff… della squadra misteriosa? »
« He, he, tranquillo, ora vi racconterò tutto. – rispose con
un sorriso affettuoso Daitenji - Forza, entrate. »
Il nuovo ufficio del presidente, costruito da pochi mesi,
come tutto il resto dell’edificio, era stato arredato esattamente come il
precedente: la grande scrivania scura dava la schiena alla finestra, con
visuale panoramica sulla città; sulla parete di fronte i trofei vinti dalla BBA
e le foto delle squadre migliori, tra cui quella dei Bladebreakers e dei
Bladebreakers Revolution. Takao si soffermò sulla loro vecchia foto, dov’era
immortalato con tutti i suoi ex-compagni “
Chissà come stanno Rei e
Kei, e dove sono ora…
Aveva avuto notizie di Rei perché corrispondevano
regolarmente, ma Kei era letteralmente sparito dalla circolazione; certo Takao
non era preoccupato, il suo amico era capace di badare a se stesso, ma sapere
qualche cosa non gli avrebbe sicuramente fatto dispiacere. Aveva perfino
chiesto a suo fratello, rientrato nell’organico della BBA, se ne avesse saputo
qualcosa, ma buio assoluto. A quel pensiero il moretto scrollò le spalle, lui e
gli altri ci avevano ormai fatto il callo: quando Kei fosse voluto rispuntare,
l’avrebbe fatto.
Il silenzio fu interrotto da Max, avvicinatosi trepidante alla
scrivania di Daitenji:
« Presidente, c’è qualche novità? Ormai sono settimane che
non ci ha più detto nulla. »
Il presidente fece uno dei suoi sorrisi gentili, si
accoccolò per bene sulla poltrona e guardò uno per uno i ragazzi:
« Sì, effettivamente ci sono grandi notizie. Vedete,
ultimamente c’è una squadra che si sta facendo un nome tra i blader più forti;
qualche settimana fa mi hanno contattato per farmi una grande proposta. Uno
speciale torneo a squadre, che saranno formate dai blader che hanno partecipato
ai precedenti campionati mondiali.
La proposta mi è sembrata interessante, anche perché con la
ricostruzione della BBA e tutto il resto ci sono non pochi problemi per
l’organizzazione del prossimo mondiale, almeno per quest’anno: così mi sono
messo d’impegno per analizzare tutta la faccenda; qualche giorno fa, è nato il
progetto finale, e alcuni giocatori hanno ricevuto l’invito personale alle
eliminatorie. Questi sono i vostri. »
E così dicendo diede a Takao, Max e Daichi tre piccole buste
bianche, su ognuna delle quali era stato scritto in blu, con un’elegante
calligrafia, il loro nome e l’indirizzo della sede della BBA. Takao aprì la sua
lettera e cominciò a leggere:
Gentile S.g. Takao Kinomiya,
Siamo lieti di conferirle
l’invito per il nostro specialissimo torneo, che si terrà a partire dal giorno
14 p.v. del mese d’Ottobre.
Vi potranno partecipare solo i blader che sono stati
riconosciuti dalla nostra organizzazione come i più valenti e abili,
certificati da noi con questa lettera; alle iscrizioni potranno perciò accedere
solamente coloro che saranno provvisti di quest’ultima.
Le modalità e il regolamento
del torneo vi saranno illustrati alla vigilia delle gare, il giorno 13 Ottobre
p.v., prima delle eliminatorie.
Se intende accettare, la
preghiamo di confermare la sua adesione al signor Daitenji.
Distinti saluti
PSO. Association
.
« Però… Che seriosi… »
« Si chiama "invito formale", Daichi. » replicò
Hilary
« Quindi – mormorò alla fine il Prof – se accettassimo
daremmo vita ad una specie di nuovo torneo mondiale. Con in più (beh, almeno
credo, non si capisce benissimo) forte qualche nuovo blader che non sì è
riuscito a qualificare alle finali… Ma magari decisamente forte? »
Gli occhi – anzi le lenti degli occhiali – del Prof brillarono, l'idea di nuove
sfide – nuovi bey da studiare – lo mandava in brodo di giuggiole. Daitenji
annuì sorridendo:
« Esattamente. »
« Mi sembra un’idea grandiosa! »
Esclamò Takao; anche i suoi occhi brillavano per la
contentezza e lui e i ragzzi si scambiarono uno
sguardo d'intesa.
Nuove sfide, nuovi
avversari! Fantastico!
« Se davvero questa squadra è così forte da riuscire a
convincerla a dar vita ad un torneo, presidente, e se davvero ci saranno tutti
i migliori blader, io parteciperò di certo! »
« Se partecipa Takao parteciperò anch’io! - disse a gran
voce Daichi - Sarà l’occasione per batterlo, dimostrerò che sono io il campione
del mondo!! »
« Inutile, rassegnati bertuccia! »
« Taci, scimpanzé!! »
« Credo che mi iscriverò anch’io – disse Max – Mi alletta
l’idea di poter fronteggiare dei nuovi avversari dopo tanto tempo. Ma credo di
essere un po’ arrugginito… »
« E’ una scusa per non esserti più allenato come si deve,
Max? »
La voce stranamente famigliare di un ragazzo si diffuse dal
corridoio, facendoli voltare per lo stupore. Il sorriso del presidente si fece
più largo:
« Siccome anche loro hanno ricevuto quell’invito, ho pensato
di invitarli qui in Giappone prima dell’inizio del torneo, per farvi una
sorpresa. »
« Mi sa che la sorpresa è stata eccessiva, signor Daitenji,
si sono ammutoliti. »
« Non ci credo! »
Takao sorrise con tutta la faccia, scatenando le risate dei
nuovi arrivati alla sua espressione rincretinita.
« E invece siamo proprio noi, caro Takao! »
Ridacchiò una voce femminile; Hilary lanciò un urletto e si
gettò ad abbracciare l'amica:
« Mao! Sei tu, come stai? »
« Bene, Hila, ma non stringere così, mi soffochi! »
« Rei! Lai! Ci siete anche voi! »
« Ovvio, no? – disse Lai – In un torneo dove sono invitati
solo i migliori del mondo, dovevano per forza chiamarci. »
« Abbassa la cresta, o mi costringerai a sfidarti, e mi
dispiacerebbe stracciarti dopo averti rivisto da appena 50 secondi. »
« Davvero, Takao? » sogghignò provocatorio Rei, sollevando
un sopracciglio
« Certo! »
I due si fissarono con un sorriso sprezzante, per poi
scoppiarono a ridere con tutti gli altri: era fantastico poterli finalmente
rivedere.
Poco dopo essersi rincontrati, il gruppetto si avviò verso la casa di
Takao: Hitoshi aveva proposto ai tre amici cinesi di allenarsi assieme agli
altri fino all’inizio del torneo, così suo fratello minore si era ritrovato ad
ospitarli a casa loro
Data la
"cortezza" del prologo, per oggi pubblicherò anche il primo capitolo…
Anche se pure questo è cortino ^^"".
Qui si scorgono già i
primi piccoli cambiamenti che ho apportato alla trama originale (tranquilli, gli
avvenimenti principali sono rimasti gli stessi ;P) togliendo anche qualche
incongruenza qui e lì ;). Non credo che sarò così veloce a ripubblicare gli
altri capitoli ^^"", ma spero di fare comunque presto J. Commentate in tanti, alla prossima! Nyah
^w^!
CAPITOLO
1
Poco dopo essersi rincontrati, il gruppetto si avviò verso
la casa di Takao: Hitoshi aveva proposto ai tre amici cinesi di allenarsi
assieme agli altri fino all’inizio del torneo, così suo fratello minore si era
ritrovato ad ospitarli a casa loro.
« Ma sei sicuro che non disturbiamo, Takao?- gli domandò Rei titubante - Guarda che noi
possiamo anche andare in albergo. »
« Cos’è, hai paura che possa spiare le tue mosse? –
ridacchiò il moretto - Stai tranquillo, casa mia è sempre aperta per gli amici.
»
« Ha ragione, e poi il nonno sarà felice di avere degli
ospiti. »
« Guarda, pidocchio, che quello è mio nonno! – sbraitò Takao - E poi tu ti sei praticamente stabilito
sotto il mio tetto senza permesso, non te l’ ho proposto io! Anzi, visto che
sono in argomento, perché non torni un po’ a stare da Max? »
« Beh, sì è fatta una
certa *gocc*…! Ci conviene muoverci, andiamo su *gocc*! »
Rei sospirò e si affrettò a star dietro a Max, che sembrava
inseguito da un orso feroce tanto camminava svelto.
Sulla strada di casa si fermarono in un piccolo bar per
prendere qualcosa da mangiare, visto che - come al solito - a Daichi era venuta
fame; si sedettero così sui tavolini di fronte all’entrata, assaporando il
venticello leggero di quell’autunno fin troppo caldo.
Dopo qualche minuto il Prof K accese il computer e cominciò
a battere freneticamente sulla tastiera.
« Cofa
(gnam) stai fafendo (gnom) Prof? » biascicò il rossino
a bocca piena.
« Niente di particolare, - rispose sovrappensiero - sto solo
cercando una cosa… »
« Ah, ma quello…-
Max si allungò un altro po' da dietro la spalla dell'amico, sbirciando lo
schermo - E’ il sito del PPB. »
« Esatto. Voglio avere la conferma se… AHA! »
L’urlo del Prof fece sobbalzare tutti quanti; Takao quasi si
strozzò con la bibita:
« Prof, ti sei rincretinito *gocc*?! »
« Lo sapevo! – continuò il brunetto incurante - Guardate:
qui sopra c’è scritto che gli All Stars hanno ricevuto un invito ufficiale per
un torneo qui in Giappone esattamente tra due settimane! Però non dice altro… »
Concluse tra sé e sé. Rei annuì:
« Beh, non mi stupisce. Se tutte le squadre del campionato
sono state convocate… »
« Quindi anche gli All Stars parteciperanno a quel
misterioso torneo… - il sorriso di Takao si allargò - La cosa si fa più
interessante! »
I ragazzi gironzolarono ancora un po’ per le vie della
città, finchè si ritrovarono all’ingresso di casa Kinomiya.
« Ehi, nonno! Abbiamo ospiti stasera! »
« Sì, nonno, dove sei? »
« Piantala di urlare, pidocchio, e anche di chiamarlo nonno! » grugnì Takao.
« Io lo chiamo nonno quanto mi pare, deficiente! »
« Cos'hai detto?! Bertuccia
che non sei altro! »
« Oh accidenti *gocc*… »
« Su ragazzi, - cercò di lambirli Rei - smettetela! Non
serve litigare per una cosa del genere. »
« Ha ragione! Diglielo anche tu, Lai! »
« *gocc* ma voi sperate ancora di far ragionare questi
cervelli di gelatina? »
La sorella lo guardò scandalizzata: come gettare benzina sul
fuoco!
« Lai! »
« E tu chiudi il
becco! » gli urlarono in coro i due ragazzi.
Un colpo maledettamente secco troncò l’aria, quando il pugno
di Hilary colpì entrambi sulla testa. Mao strinse i denti, solidale, aveva
l'impressione che le loro teste fumassero.
« PIAN-TA-TE-LA! Pezzi
di deficienti! - sillabò Hilary sull’orlo di una crisi nervosa – sono arcistufa
di vedervi stuzzicarvi tutto il tempo! Passate basta 24 ore senza scannarvi, o
giuro che impedirò per sempre che possiate litigare con qualcuno! »
« Sissignora *gocc*… »
Fu il lamento simultaneo che giunse in risposta. Gli altri
guardarono la scena con espressione esterrefatta (Lai aveva gli occhi più o
meno della forma di due uova al tegamino).
« … *gocc*… Quella ragazza… »
« … E’ davvero pericolosa se si arrabbia, concordo Max. »
mormorò Rei rassegnato.
I ragazzi fecero una smorfia dubbiosa, ma il nonno sembrò
non farci caso e guardò con rimprovero Takao e Daichi che, per il pugno subito,
stavano a terra tenendosi la testa dolorante.
« Siete sempre i soliti, quando mai la finirete? Comunque
sapevo già che avremmo avuto degli ospiti, benvenuti ragazzi! »
« Grazie, nonno J. »
Gli ospiti entrarono, ricambiando il saluto dell'uomo con un
sorrisino ancora tirato.
« Come sarebbe (ahi)
che lo sapevi già? Te l’ ha detto mio fratello? »
« Sì, è arrivato circa dieci minuti fa. Comunque non è stato
solo lui… - il nonno fece uno strano sorrisetto – Forza, c’è qualcun altro che
vi aspetta, tutti dentro. »
I ragazzi si guardarono, perplessi. Entrati in casa, il
nonno lì scortò fino in sala da pranzo, dove videro Hitoshi parlare con
qualcuno; quel “qualcuno” alzò lo sguardo sorridendo appena appena,
probabilmente per l’espressione completamente inebetita che avevano assunto i
ragazzi nello scorgerlo:
« Ciao. » fece asciutto.
« K… - Takao sembrò troppo stupito per reagire. Ma per il
suo interlocutore lo stupore non lo bloccò per abbastanza tempo– KEI!»
Il moretto si fiondò dall’amico, seguito a ruota dagli
altri, dando a Kei una gran pacca sulla schiena; il ragazzo lo fissò di sbieco
con una strana smorfia, un misto tra rassegnazione e seccatura.
Sì, decisamente il suo
stupore è durato troppo poco…
Rei e Max sorrisero, ben sapendo che al blader dava sempre
un po’ fastidio l’eccessiva espansività dell’amico.Anche Hilary si era avvicinata per salutarlo,
ma quando incrociò i freddi occhi grigio-porpora del ragazzo, avvertì una
strana sensazione, come avesse delle farfalle nello stomaco:
« Ciao… »
Un mormorio a mezza voce fu l’unica cosa che le uscì; e la
voce le sparì del tutto quando vide che il ragazzo, diversamente dal solito,
rispose lievemente al saluto senza passare dritto. Pregò che la sua faccia non
avesse assunto il sorriso ebete che sentiva, invece, premere contro le guance.
Perchè quando serve
nessuno ti colpisce sul naso con un estintore?
« Allora Kei, si può sapere che ci fai qui? » continuò Takao
trillando.
« Questa ti dice niente? »
Rispose lui, il volto tornato impassibile, e mostrò un
invito come quello che Daitenji aveva dato loro poche ore prima:
« Questa PSO Association me l’ ha spedita circa tre
settimane fa.»
« E poi – continuò per lui Hitoshi – è venuto qui per vedere
se anche voi eravate stati invitati »
« Ma perché, Kei, ne dubitavi? »
Fece Daichi pomposo; il ragazzo sollevò un sopracciglio:
evidentemente ne dubitava
« Per il semplice motivo che tu e Takao perdete più tempo a
fare i buffoni che ad allenarvi. »
I due inquisiti emisero lamentele di protesta, mentre gli
altri ridevano: Kei non era proprio cambiato…
« Quando ha avuto la conferma del vostro invito – intervenne
nonno J – era già ben deciso a sparire nuovamente, ma io l’ho convinto a
fermarsi. »
Sorrise orgoglioso; il platinato mandò un impercettibile
sospiro.
« E io ora tentavo di convincerlo a restare anche per
allenarsi. Scommetto che lui ha continuato ad esercitarsi col bey tutti i
giorni dopo la conclusione del torneo, al contrario di qualcun’altro… »
Lo sguardo di rimprovero di Hitoshi si fermò su Takao, che
voltò la testa dall’altra parte fischiettando.
« La sua presenza potrebbe aiutarvi. »
« E’ inutile, - replicò laconico il ragazzo - dovresti
saperlo bene che preferisco non… »
« Eddai Kei! »
Takao lo agguantò, gettandogli un braccio dietro al collo;
Hilary notò che Kei ora superava Takao di una manciata di centimetri buoni, e
per assecondare – di malavoglia – l'entusiasmo dell'amico, il platinato era
costretto a chinarsi di un bel po'.
« Ci alleneremo come ai vecchi tempi! »
« Ha ragione. Su Kei… »
Kei alzò la coda dell'occhio verso Hilary, che sorrideva di
nuovo, entusiasta. Tirò un sospiro, e Takao esultò:
« Questo vale come un sì! »
Ci fu uno scoppio di risa e il resto dei Bladebreakers si avvicinò
all'amico, riaccogliendolo nel gruppo.
« Beh, allora preparatevi,– fece Hitoshi di colpo serio – perché da domani dovrete impegnarvi
seriamente. Un’associazione misteriosa e una squadra di cui non si sa nulla e
per di più molto forte… sarò paranoico ma è meglio prepararsi. »
Takao sbuffò sonoramente, suo fratello era sempre così
negativo! Vedeva nemici e cattive intenzioni ovunque, sfiorava la paranoia
(almeno secondo i canoni del moretto).
Neanche dovessimo
affrontare una squadra di serial killer!
« Ma intanto – intervenne il nonno – che ne direste di
mettere qualcosa sotto i denti? »
« EVVAI, SI MANGIA!!
»
Takao e Daichi si fiondarono in cucina, mentre le loro urla
invasero ogni angolo della casa e gli altri cominciavano a pregare di trovare
ancora qualcosa da mettere sotto i denti, dopo il loro passaggio.
« Certo che quei due non hanno proprio pensieri… *gocc* »
« Sono solo due irresponsabili che non ascoltano mai i
consigli, né hanno tantomeno idea di cosa sia la buona creanza, Mao-chan! »
La cinese guardò l'amica di sottecchi e sospirò
ridacchiando:
« Se lo dici tu Hila… »
Intanto, sul ramo di uno degli alberi del giardino, qualcuno
osservava la scena in silenzio, ma trattenendosi a stento dal ridere: era
inutile, più passava il tempo e meno quello sciocco di Takao cresceva.
E il suo nuovo amichetto
non è certo un genio…!
« Mariam! Sei ancora qui? »
La mora si girò seccata a squadrare la figurina alle sue
spalle, apparsa silenziosamente dalle foglie.
« Jessie, guarda che tra noi due la sorella maggiore sono
io, non ho bisogno che tu mi faccia da balia. »
« E' Ozuma che mi ha mandato a cercarti – si giustificò – ti
sta aspettando da una vita. Hai finito di osservare il tuo ragazzo sì o no? »
Le iridi smeraldo della ragazza ebbero un guizzo:
« Come, scusa? »
Jessie assunse un ghigno malizioso:
« Sto parlando del biondino… »
Le guance di Mariam assunsero una lieve colorazione rosea,
ma lei rimase rigida e torva a fulminare il fratello, che continuava a
canzonarla:
« Come si chiamava…? Sam,
Mag… »
« Primo: il suo
nome è Max e tu lo sai benissimo, piantala coi giochini idioti; secondo: stavo finendo di ascoltare; terzo: prova a dire un’altra volta una
scemenza del genere e potrei davvero perdere la pazienza! »
L'ultima occhiata che gli lanciò parve dissuadere Jessie dal
continuare la sua pantomima; il ragazzino fece allora spallucce e si voltò:
« Beh, comunque il tuo compito era controllare se ci fossero
tutti o meno, per vedere se iscriverci al torneo. Perciò ora possiamo andare. »
Mariam annuì e lo guardò svanire con un fruscio, ma prima di
seguirlo si voltò verso casa Kinomiya e dalla finestra vide il blader
americano, tutto intento a cospargere il suo piatto di maionese. Mariam
sorrise, ma poi, come per scrollarsi di dosso strani pensieri, scosse la testa
e corse via.
Più tardi, finito di mangiare, il dojo della casa si animò
di chiacchiere e schiamazzi dei ragazzi, e ben presto Mao prese ad annoiarsi:
cercò Hilary con lo sguardo, ma visto che l'amica aveva – forse – pensato prima
di lei a fuggire dal baccano, sì alzò e si diresse sul portico. Una volta fuori
la cinese si stiracchiò e sospirò forte, coi ragazzi si divertiva, certo, ma le
mancava sempre un po' di compagnia femminile.
« Non vedo l'ora che arrivino anche Mathilda, Emily e
Julia…! Ma ora dove si è cacciata Hila? »
Era certa che l'amica non se ne fosse tornata a casa, perché
aveva lasciato la borsa, ma dove poteva essere?
Di colpo Mao colse il famigliare ronzio di un bey.
Incuriosita gettò un occhio nel dojo, ma nessuno degli altri, nemmeno Kei –
recidivo nelle fughe di soppiatto – lo aveva lasciato: sempre più incuriosita
prese a seguire il rumore, girando attorno a tutta la casa fino a scovare un
angolino, nascosto nel buio, tra la staccionata e alcuni alberi e lì, nell'ombra,
qualcuno sembrava concentratissimo a far qualcosa, cercando al contempo di
scomparire ulteriormente nell'oscurità.
« Hila…?! »
La brunetta soffocò un urletto stridulo e si sollevò così di
scatto che sembrò cadere. Si stritolò le mani dietro la schiena e, facendo una
smorfia orrenda che doveva essere un tranquillo sorriso, tartagliò:
« M-M-M-Mao *gocc*! C-che fai qui *gocc*? »
« Ti cercavo. »
Replicò la ragazza noncurante, e intanto tentava di
allungarsi verso le mani dell'amica, saldamente serrate dietro di lei; Hila
prese a ridacchiare nervosamente, ruotando su se stessa per mantenere Mao
sempre di fronte:
« B-beh, mi hai trovata no *gocc*? Direi che possiamo
rientrare… »
Con uno scatto felino degno di lei, Mao le afferrò dalle
mani il piccolo bey dai colori fulvi che nascondeva: Hilary divenne prima
terrea, poi paonazza, poi un misto dei due coloriti e la cinese non potè non
ridere, guardandola allusiva con le iridi dorate.
« Ti supplico, non dirlo a nessuno! »
« Non una sillaba. – sorrise Mao restituendole la trottola –
Se però a me dici tutto. »
Hilary nascose affettuosamente il bey in una tasca del
giubottino e si rannicchiò a terra, lo sguardo cupo. Mao le si mise accanto e
la guardò gentile:
« Come mai? Non ti è mai interessato… »
« Sì, lo so, non mi sono mai interessata a giocare a bey… »
Mao ridacchio:
« Escludendo quella volta, prima dell'incontro con la
B.E.G.A., che hai lanciato un bey su un pullman… »
Hilary divenne bordeaux e la guardò torva:
« Lo so, una figura patetica! – sembrò non voler continuare,
ma poi sospirò e riprese – Però… Però, ecco, io ho continuato a pensarci, sai?
Quando… Quando mi sono unita a Takao e agli altri, in qualche modo sono
riuscita a rendermi utile alla squadra, aiutavo il Prof per preparare gli
allenamenti e… Insomma, anche se solo in piccole cose… »
Si fermò un secondo e Mao le prese una mano incoraggiante,
era difficile vedere Hilary così a disagio.
« Però ormai... Dai, diciamocelo! – scoppiò stizzita la
giapponese – A che serve la mia presenza?! Non so aiutarli con le strategie,
non sono un allenatore, non potrei nemmeno sostituirli in campo!
Sai, all'ultimo mondiale, e anche con la B.E.G.A, i ragazzi mi hanno sempre
fatto fare ufficialmente parte della squadra, però… So bene che non posso
continuare così, non posso continuare a fargli da mascotte. »
Mao la guardò stupita:
« Pensi che ti lascerebbero indietro? Non lo farebbero mai!
»
Hilary non rispose. Mao sospirò e sorrise, alla fine dei
conti, anche se litigava con Daichi e Takao fin quasi all'esaurimento, anche se
a volte non riusciva a capire i suoi amici, la brunetta voleva molto bene ai
ragazzi; e, in fondo, Mao capiva anche la frustrazione dell'altra per non
riuscire a dare un aiuto concreto.
« Da quanto ti stai allenando? »
« Più o meno da quando Takao si è scontrato con Brooklyn… -
tirò di nuovo fuori il suo bey – Ho osservato il Prof lavorare sui bey dei
ragazzi così tanto tempo, che sono riuscita a comprarmi i pezzi e a montarmelo
da sola. »
« Quindi il Prof lo sa? »
« No – Hilary arrossì un pochino, a disagio – non lo sa
nessuno; ho chiesto ad un mio amico tempo fa di farsi fare una consulenza dal
Prof per vedere se era tutto a posto con la meccanica, poi mi sto allenando da
sola. »
« E come va? »
Hila fece spallucce:
« Mi diverto un po' – fece con un sorriso vago – non è che
abbia fatto niente di eccelso… Ho imparato le basi: vai dritto, curva, zig-zag,
eccetera… »
« Molto buono per qualcuno che non riusciva quasi a
lanciare! – ribatté Mao ridendo – Sono davvero orgogliosa di te! »
Hilary sbuffò un poco per la presa in giro, ma sapeva che
l'amica era davvero contenta per lei.
« Però di questo passo ci metterai troppo tempo. – continuò
la cinese – Dovresti allenarti anche con qualcun altro. »
« Non posso dirlo ai ragazzi! – sobbalzò la brunetta –
Innanzitutto, mi prenderebbero in giro a morte *gocc*! Poi non potrei
sopportare Takao che mi fa da maestro *gocc*… »
Mao annuì ridendo, concorde:
« Ma guarda che parlavo di me! »
Hila la fissò allibita:
« Davvero…? »
« Ci organizzeremo tra un allenamento e l'altro – continuò –
tanto, ho già un buon esercizio alle spalle, da questi ultimi mesi; inoltre,
con tutti quelli lì in casa, non credo di potermi allenare in pace. »
Hilary rise; guardò Mao con espressione radiosa:
« Mao! Sei proprio la migliore! »
« Lo so. Ma dillo ancora, ti prego! Adoro come suona questa
frase! »
Scoppiarono entrambe a ridere
*______________
Nello stesso momento, praticamente in tre punti
diametralmente opposti del pianeta, l’invito per il torneo inoltrato dalla BBA
arrivava ad altre tre persone.
Una di queste era sveglia da poco più di un'ora e continuava
a rigirarsi la lettera tra le mani con aria assorta. Dopo l'arrivo della
B.E.G.A., non aveva più potuto lasciare Boston per molti mesi: come molti altri
blader che si appoggiavano alla BBA per affrontare altri avversari nel mondo,
smantellata l'associazione erano rimasti bloccati e senza sostegno per poter
viaggiare; solo quelli che avevano accettato di tesserarsi con la B.E.G.A.
avevano continuato le loro attività senza problemi, ma lei aveva rifiutato di
aggregarsi a Vorkof senza la minima esitazione.
Quell'uomo non le era mai piaciuto. Più che altro una
sensazione, ma non si era fidata delle sue parole gentili e, a conti fatti, non
aveva avuto altro che ragione; era pur vero che, per quello che voleva, il bey
a livello professionistico forse le avrebbe dato una spinta decisiva, ma come
al solito lei non era in grado di accettare compromessi come quelli. Certo, non
aveva passato un bellissimo periodo, col "B.E.G.A. Boom" lei e altri
che non si erano tesserati erano stati quasi emarginati tra i giocatori di
beyblade, ma la cosa non l'aveva preoccupata troppo.
Ho vissuto momenti ben
peggiori.
Tornato Daitenji e la BBA in piena attività, le cose avevano
ripreso ad andare nel migliore dei modi, e quella lettera era un ulteriore
punto in più per il buonumore.
Allora perché si sentiva cosi?
Aveva l'impressione che stesse per accadere qualcosa di
brutto. Qualcosa che mai, mai più sarebbe dovuta accadere…
Si strinse il braccio sinistro con forza. Non era possibile.
Non era assolutamente possibile.
Aprì la finestra e sbirciò il profilo della città che si
svegliava, sentendosi di colpo meglio.
Sì, non aveva nulla di cui preoccuparsi.
Sentì l'entusiasmo invaderla di colpo e cominciò a preparare
una lista delle cose da fare, al 13 Ottobre mancava ormai poco.
In uno strano edificio, a nord della città di
Tokyo, un’elegante figura si aggirava in silenzio, solo il suono dei suoi
anfibi a riecheggiare per i corridoi deserti: ma perché diavolo la chiamavano
sempre all’alba? Continuando così le sarebbero venute le occhiaie, garantito!
Stizzita, spalancò l’ampia porta di mogano lucidata a specchio ed entrò nella
sala delle riunioni: attese qualche secondo sulla soglia per abituare gli occhi
alla penombra, poi si richiuse la porta alle spalle, lasciandola però
socchiusa; il sottile fascio di luce colpì quasi con violenza l’oscurità che
regnava nella stanza, illuminando lievemente il rotondo tavolo di cristallo.
- Finalmente sei arrivata.
- Ah, sei tu, allora, che mi hai chiamato: con
questo buio non ti avevo visto in faccia…
- Ti dispiace? Sai che mi piace il buio, se non
puoi vedermi fa lo stesso.
- Peccato… - in quel momento desiderò ardentemente
che nella stanza vi fosse una luce accecante
- Ascolta – continuò il ragazzo – il piano “PSO”
si sta finalmente avviando: il capo ha detto che vuole
uno di loro per l’esibizione di domani.
- Davvero? Fantastico… so già chi scegliere.
- Non credo che quel tipo accetterà.
- Pazienza, ci provo lo stesso. Sai, mi piace da
matti il suo sguardo, è come il tuo.
Il ragazzo sogghignò appena:
- Sul serio? Eppure mi
dicono sempre che ho un’espressione gelida…
Lei fece un sorriso che ricordava quello di una
belva che ha individuato la preda:
- Che buffo… Io adoro il
freddo.
*__________
La casa di Takao era avvolta nel silenzio: nella
palestra, illuminata dai tiepidi raggi del sole d’inizio ottobre, i ragazzi
dormivano ancora beatamente nei propri futon. Ad un certo punto Daichi, che
ronfava tranquillo addosso ai suoi compagni, mosse un braccio di lato, colpendo
in pieno Rei sul naso.
STONK!
- Ahi!
Il cinesino si tirò su di scatto tenendosi la
faccia: accidenti a lui, non poteva dormire come tutti gli esseri umani senza
utilizzare loro come cuscini?! Si massaggiò di ancora
un po’ il naso guardandosi attorno: doveva essere molto presto, perché perfino
Kei non si era svegliato, ma forse perché solo Lai e Max erano riusciti a
addormentarsi subito quella notte, nonostante Takao e Daichi avessero russato
tanto da poter essere scambiati per una segheria in piena attività. Invidiava Mao, lei perlomeno, dormendo da Hilary, si era
risparmiata il concerto.
Siccome
i suoi amici stavano aumentando il volume della loro sinfonia, Rei decise
definitivamente di alzarsi, arrotolò il futon e si diresse in cucina, da dove
proveniva già un buon odorino.
- ‘Giorno nonno J…
- Ciao Rei ^-^.
-O_O?!
Mao?! Che ci fai qui? Non hai dormito da Hilary?
-Sì,
Però stamattina ci siamo alzate presto e abbiamo deciso di venire qua, ma
siccome dormivate ancora ci ha fatte entrare nonno J.
-E come mai stai preparando la colazione?
Lei sorrise
- Ieri sera io e Hilary abbiamo
preparato un bel programma d’allenamento assieme a Hitoshi: è abbastanza
pesantuccio, così ho pensato di farvi una sorpresa, giusto per non scoraggiarvi
troppo. Siccome gli altri dormono, possiamo cominciare
a mangiare io e te…
Rei sorrise. Mao versò
per entrambi una bella tazza di tè fumante, poi prese la scatola che, come le
aveva detto nonno J, conteneva i biscotti; poggiò sul
tavolo il contenitore e, sedutasi, cominciò a sorseggiare il tè.
- Hmm, come al solito, il tè che prepari tu è davvero buonissimo, Mao!
Un giorno mi dovrai dire come fai…
- Tzè, scordatelo XP! Però se vuoi posso preparartelo tutti i giorni.
Appena
ebbe pronunciato queste parole, Mao si zittì. Come al
solito, la sua lingua si era mossa prima del cervello, accidenti! Nella stanza
era sceso un certo imbarazzo e lei fissava il tavolo col viso imporporato; non
le era bastata la figuraccia fatta durante il primo torneo mondiale, quando si
era dichiarata di fronte a tutti, no, ma perché faceva sempre quelle gaffe con
Rei? La ragazza sollevò appena lo sguardo, incrociando quello del cinese: anche
lui era lievemente arrossito. Le sorrise gentile:
- Se
ti va…
La conversazione fu
interrotta dal nonno che, in tenuta da kendo, era appena rientrato dal
riscaldamento mattutino
- Ciao Mao. Oh,
buongiorno Rei!
- Nonno J. Buongiorno.
- Brrr,
stamattina fuori fa davvero freddino… Non è che è
avanzato un goccio di tè?
- Ma
certo.
- Ce n’è un po’ anche
per noi? – Max, Lai e Kei si erano finalmente alzati.
- Ciao ragazzi. Ma Takao e Daichi?
- Ovvio: stanno ancora
dormendo. – disse con fare rassegnato il biondino.
- Quell’ozioso di mio
nipote… Ma ora lo sistemo io!
Lai e Mao, che non ci erano
abituati, si scambiarono uno sguardo incerto vedendolo entrare nella palestra
armato di katana, ma lo furono ancora di più quando sentirono le urla dei loro
amici che venivano svegliati a bastonate.
- Tranquilli, fanno sempre così. Piuttosto, Mao,
non eri con Hilary?
- Giusto, dov’è sparita? Mi hai detto
che siete venute insieme.
- Aveva detto che usciva
in giardino per fare una cosa, ma a dir la verità è un po’ che è fuori; andrò a
controllare, voi mangiate pure.
Sul retro, Hilary sedeva sul piccolo portico in legno, a gambe incrociate; davanti aveva aperta la
scatola con i cacciaviti e i pezzi di ricambio per Dragoon e sembrava
concentrata su qualcosa.
- Che cosa fai?
- M-Mao! Che… che
spavento, da dove sbuchi? – chiese con voce tremolante lei, nascondendo le
braccia dietro la schiena
- Che cosa stai
nascondendo?
- Io? N-niente, cosa dici…
La ragazza dagli occhi ambrati fece un sorrisetto
di sufficienza:
- Guarda che è inutile, non sei brava a dire le bugie.
Hilary fissò ancora un po’ l’amica e poi, con fare
riluttante, tirò fuori la mano; Mao inclinò appena la testa e vide nel palmo
dell’amica una piccola trottola, di color argento.
- Un… Bey?! Hi, ma tu…
- Sì, è vero, non so nulla di bey. – ribattè lei
senza lasciarla finire, arrossendo – Ma ormai mi sento sempre più inutile per
la squadra: prima, in un certo senso, allenavo io i ragazzi, ma ora c’è
Hitoshi… Insomma, più passa il tempo e più mi sento più un elemento di troppo.
Così, insomma, ho pensato che se imparavo ad usare un
beyblade…
Mao le sorrise: sapeva bene che, anche se litigava
sempre con Daichi e Takao, per lei i Bladebreakers erano importanti.
- Mi sembra una grande idea ^-^. Ma forse imparare da autodidatta non è il massimo, anche se
si migliora da soli, le basi bisogna farsele insegnare.
- Lo so, ma non posso chiederlo ai ragazzi…
- Tranquilla ;-) . Mi è
venuta un’idea…
Più tardi, arrivato Hitoshi, i
ragazzi si prepararono per cominciare l’allenamento. Anche Hilary e Mao,
che erano sparite per tutto quel tempo, si unirono al
gruppo.
- Si può sapere dov’eravate
finite? Vi stiamo aspettando da una vita.
- Spiacenti, ma è un segreto ^-^.
Takao le fissò un po’, ma non disse altro.
Come aveva detto Mao, l’allenamento programmato
dall’allenatore era davvero pesante: passarono tutto il resto della mattinata a
correre e a fare esercizi per le braccia; dopo pranzo, Hitoshi li fece tornare,
sempre di corsa, fino a casa, dove cominciarono a lanciare nuovamente i loro
bey.
- Accipicchia… certo che Hitoshi non scherza!
- Puoi dirlo forte, Hi.– le rispose Mao con un sospiro.
- Ma sembra che loro non
l’abbiano notato…
Le due fissarono gli altri, tutti coi volti stravolti ma felici mentre facevano letteralmente
volare i loro bey per tutto il cortile.
- Guardali, sono sempre
così entusiasti…
- E lo sono anch’io! A
proposito – le disse all’orecchio – stai seguendo il
mio consiglio?
La brunetta le fece l’occhiolino:
- Certo! Vedrai, presto potrò
fare anch’io come loro.
- Potrai fare cosa, Hilary?
- Niente, Takao, fatti gli affari tuoi!
- La solita gentilezza folg…
Dragoon, che stava zigzagando tranquillamente tra
una fila di lattine vuote, venne colpito in un lampo
da un bey blu notte e rispedito nelle mani del proprietario. Il bey misterioso rimase a ronzare fisso sul prato qualche istante, per poi
tornare anche lui dal suo blader.
- E tu chi sei?
Per tutta risposta, si fece avanti
un’affascinantissima blader: il fisico longilineo e dalle forme gentili era
fasciato dentro un top viola acceso e un paio di jeans
corti, ed era elegante nonostante gli scuri anfibi ai piedi e i guanti da bici
senza dita neri; la carnagione era pallida, ma di dolci tonalità rosate sulle
guance. La ragazza si passò la mano libera tra gli ondulati e lucenti capelli
neri e ripose il bey in una piccola scatolina bianca, appesa con una fascia in
diagonale ai suoi jeans; poi fissò tutti i presenti ad uno ad uno coi suoi occhi verdi:
- Piacere, sono Margot. Vi ho disturbati?
– il tono era cordiale, ma il suo sguardo sembrava incapace di un qualsiasi
tipo di gentilezza
- Ah, no,
non proprio… ‘\\\\’ - balbettò il Prof, fissandola
come se non avesse mai visto una ragazza
- Per la verità sì, ma fa lo stesso ‘\\\\’. – anche Takao aveva un’aria un po’ rincretinita:
effettivamente anche gli altri (a parte Kei, logico Nda)
l’avevano.
Il sorriso di Margot si fece più largo, la
divertiva sempre l’effetto che lasciava dietro di sé.
- Ci stavamo allenando. – disse Mao acida – Perché
sei sbucata così all’improvviso?
- Ah, vi stavate allenando? – rispose con finto
stupore - Pensavo che steste giocando.
La cattiveria con cui quell’ultima affermazione
uscì dalla sua bocca svegliò i ragazzi dallo stordimento dov’erano caduti:
- Ehi tu, ma chi credi di essere?
- Io? Solo una che sa usare il
bey meglio di te, berrettino. Non sei neanche riuscito a schivare un
attacco così leggero…
- L’ hai assalito di sorpresa, come poteva
evitarti?! – ora Mao si stava arrabbiando
- Nessuno ti ha chiesto nulla smorfiosa.
- EHI!
- Ripetilo un po’!
- Rei, Lai, aspettate, non serve reagire! – tentò
di fermarli K
- Cos’ hai detto?! Prova
ad insultare ancora la mia amica e vedrai!
- Sto parlando con questi
blader, gli spettatori devono farsi i fatti propri.
- Guarda che anch’io faccio parte dei
Bladebreakers!!
Margot fissò Hilary per qualche istante.
- Uhm… sì, in effetti ti
ho già vista… Ma certo: tu non sei quella scema che ha seguito i Bladebreakers
nello scorso mondiale?
- COSA?
- Ma sì, mi ricordo, sei quella che per tutto il
tempo non ha fatto altro che occupare il posto in panchina senza rendersi utile
né alla squadra né all’allenatore o al tecnico, o cos’era lui,
questo tipetto con gli occhiali? Ma magari mi sto
sbagliando ed eri lì semplicemente come mascotte: in fondo, tra te è un
animaletto portafortuna, la differenza è davvero poca…
- Cos’ hai detto?!? –
urlò Takao
- Rimangiati subito quello che hai detto!
Quelle parole furono per Hilary uno schiaffo in
pieno viso; per lei ricalcavano una verità che sentiva premere sempre di più,
la certezza di non servire alla squadra. La rabbia che stava provando le salì
fino in gola, smorzandole la voce:
- Come… osi… brutta…!
Ma prima che Hilary
si scatenasse, Kei si portò di fronte a Margot e, facendo segno agli altri di
tacere, la fulminò con uno sguardo duro e glaciale, da far venire i brividi:
- Non m’interessa cosa pensi di noi, se sei venuta
qua per un motivo, parla. Oppure sparisci.
Margot lo guardò stupita. Ma
il suo stupore lasciò subito spazio a quello che avrebbe dovuto essere un
sorriso, ma era un ghigno perfido:
- Sì, sei davvero come pensavo. – gli sguardi di
tutti si spostarono su di lei – vedete, io faccio parte del
PSO, ma sono un po’ una scavezzacollo. Perciò mi hanno
sempre imposto di passare ore ad osservare i duelli dei blader famosi.
Tacque un istante, scostando i capelli di lato
- Perciò vi ho sempre
seguiti e ho sempre seguito i vostri incontri, ma mi sembrate proprio come alla
tv: scarsi.
- Cosa?! Prova un po’ a
ripeterlo! – Max dovette trattenere Daichi per la maglia.
Margot l’ignorò:
- Tu invece, Kei, mi hai attirata
subito: forte, cocciuto, associale e freddo come il ghiaccio. Sei davvero
l’ideale per l’incontro dimostrativo che avverrà fra tre giorni.
- Incontro dimostrativo?
- Esatto, cinesino Lai. –
la ragazza ridacchiò – Sapete, il cap… cioè, il
“presidente” – disse quell’ultima parola con un tono alquanto strano - mi ha
detto che potevo venire a scegliere per l’incontro un concorrente a caso tra
quelli iscritti al torneo o uno che volevo io, e ho scelto te: perché vedete,
la cosa che mi diverte di più è umiliare i miei avversari, se poi questo è
qualcuno che rientra nella categoria “tipo ideale”, è il massimo.
- E credi che io
accetterò?
- FERMI TUTTI! – l’urlo di Hilary colse i suoi
amici alla sprovvista
- Cosa vuoi, mascotte?
- Per quell’incontro puoi sfidare anche un
concorrente che non fa parte del torneo, giusto? Allora ti sfido io!
Scese il silenzio: i suoi amici, Kei compreso,
guardarono Hilary a bocca aperta. Mao si mordicchiò un labbro “Hilary non
farlo, non sei ancora pronta!”
- Hilary, ma cosa stai…
- Zitto, Takao! – Hilary sapeva che doveva
fermarsi, doveva chiudere la sua maledetta boccaccia. Ma era inutile, era troppo furibonda: i suoi occhi si
fissarono in quelli verdi di Margot – Accetti?
La ragazza fece un sorriso di scherno e la guardò:
- Non ho problemi. Tra
tre giorni, al palazzotto dello sport dietro la BBA.
“Beh, gli ordini del capo erano altri – pensò Margot – Ma non importa, mi divertirò lo stesso”.
La mora girò sui tacchi e se ne andò.
Hilary fece altrettanto, rientrando in casa senza dire una singola parola: “E
ora sì che sono nei guai…”
Allora allora?!
Com’è fin’ora? Come vi sembra? Commy commycommy please, che vi faccia
schifo o meno, datemi il vostro giudizio, lo aspetto ansiosa ^^. Alla prox!
Vedo che la my ficcy piace, sn
contenta ^^! Continuate a seguirmi, il bello (Ma cosa? -___-“)
deve ancora arrivare… (Oddio… Risparmiaci!).
Cap. 3
- Non può farlo, non può assolutamente farlo!!
- Takao, ti scongiuro, cerca di calmarti.
Inutile: erano ore che il ragazzo continuava ad
andare avanti e indietro di fronte all’ingresso, borbottando la stessa solfa.
Quel pomeriggio, dopo il passaggio di Margot,
Hilary era entrata in casa, aveva preso la sua roba e se n’era andata, dicendo
a Mao di raggiungerla dopo; non erano servite le proteste degli altri a
rinunciare alla sfida, perché la ragazza si era opposta ad una possibile rinuncia
- Ma non può, non può, non può!!!!
Hilary non ha mai neppure lanciato un bey, come può sfidare quella lì?! MALEDIZIONEEEEEE!!!
- E’ inutile che t’agiti…
- La fai facile tu, vero Kei?!
Quella voleva sfidare te! E ora umilierà la nostra
amica davanti a tutti! Ma perché non l’ hai fermata?!
- Sarebbe servito, secondo te?!
– disse iroso – Hai visto anche tu lo sguardo di
Hilary, vero? Non sarebbe servito a niente impedirle di sfidare quella vipera. E poi è una sua scelta, non abbiamo il diritto di
ostacolarla.
Takao fissò il compagno ammutolito, mentre questo
portava le mani dietro la nuca e si appoggiava ad una delle colonnine del
portico.
- Forse ha ragione… - disse Rei
– Però non credo che da sola possa fare granché…
Cadde un silenzio pensieroso: nessuno sapeva che fare
“Quello è l’unico sistema… - pensò
Mao – Sì, se s’impegna può farcela!”
- Sarà meglio che raggiunga
Hilary, ormai è tardi.
- Facci sapere cos’ ha
deciso, sorellina.
- Ok.
*___________
Hilary sedeva sul piccolo balcone della sua
finestra, le gambe raccolte al petto, coi pantaloncini
da ginnastica, coperti da una larghissima felpa color bianco crema; poggiò
pigramente la nuca al muro e chiuse gli occhi, lasciando che il venticello del
tramonto le sfiorasse il viso. Poi girò piano la testa, finchè lo sguardo non
cadde sul suo bey: le scappò un sorrisetto, fino a quella mattina il suo
maggior problema era tenere a mente le basi insegnatele da Mao, o che nome dare
alla sua trottola, mentre ora aveva solo due giorni per diventare una blader
del livello dei suoi amici.
“Accidenti… Ma perché non sono stata zitta?! Miseriaccia…”. Però quella tipa l’aveva davvero mandata
in bestia: come aveva osato insultare i suoi amici?!
Darle della mascotte?!E poi…
“Tu invece, Kei, mi hai attirata
subito: forte, cocciuto, associale e freddo come il ghiaccio…”
“La cosa che mi diverte di più è umiliare i miei
avversari, se poi questo è qualcuno che rientra nella categoria “tipo ideale”,
è il massimo…”
- GRRRRRRRRRR……… - Se qualcuno l’avesse vista in
quel momento, avrebbe potuto giurare che dalle orecchie di Hilary uscisse del
fumo – BRUTTA…… SMORFIOSA!!!
- Hilary…? Posso entrare?
- Uhm? Certo, Mao.
- Come va? Tua madre mi ha detto
che non sei più uscita di qui da oggi pomeriggio…
L’amica rimase in silenzio; Mao si avvicinò,
cauta:
- Ho paura – sussurrò alla fine Hilary
– Anche se mi hai insegnato alla perfezione le basi e mi hai dimostrato
che il tuo sistema funziona, non posso assolutamente portarmi al livello di
quella tipa.
- Hi…
- Insomma, quella ha detto di essere un membro
della PSO, giusto? Perciò sarà davvero brava…
La cinese si sedette dall’altra parte del balcone,
prendendole la mano:
- Hi, ti ho raccontato il mio metodo per un
semplice fatto. Vedi, per migliorare col beyblade, dopo aver imparato le basi
come te, ci sono due metodi: o allenamento lungo e costante, o cercare di
emulare le tecniche altrui; e tu, in questo, hai un talento incredibile.
- Detta così però suona
offensivo… -_-‘
- Sto solo dicendo che,
come mi hai già dimostrato, in questi anni sei riuscita ad osservare così bene
le tecniche dei ragazzi da averle completamente memorizzate nella testa, da
riuscire ad utilizzarle tu stessa, a rivederle e a crearne di nuove. Insomma
hai imparato la “teoria”; ora non ti resta che la pratica… – le pose in mano il suo bey; Hilary le sorrise – E sono certa che in due
giorni potresti farcela, anzi, in tre.
- In tre? O_O?!
La cinesina fece un sorrisetto sardonico:
- Certo ^-^, cominciamo subito!!
E così dicendo, afferrò l’amica per il polso e la
trascinò di fuori
- Forza forza,
ALLENAMENTO!! ^-^
- No, Mao, aspetTAAAAAAA!!
Ma Mao non le diede retta, quella sera come i giorni
successivi: dopo aver detto agli altri che si sarebbero dovuti allenare senza
di lei fino al giorno della sfida di Hilary, la
cinesina l’aveva sottoposta ad una disciplina ferrea. Mao sosteneva che tutti i
dati immagazzinati da Hilary nei due anni passati ad osservare le battaglie dei
suoi amici dovevano, per servire a qualcosa, essere allenati al massimo, ma l’amica non era molto d’accordo, la stava uccidendo! Allo
scadere dell’allenamento, però, il suo livello era aumentato notevolmente.
La notte alla vigilia dello scontro Hilary non
riuscì a dormire e continuò a rigirarsi nel letto, coprendo e scoprendo il
collo col futon. Si sentiva stanca, ma l’agitazione la teneva sveglissima:
aveva l’impressione di stare aspettando la sua esecuzione capitale.
Dopo un po’ si alzò e, in punta di piedi per non
svegliare Mao, si avvicinò al suo armadio, ne aprì le
ante e cominciò a frugarci dentro, in silenzio; finalmente trovò la piccola
scatola laccata con le rifiniture dorate, alzò il coperchio ed estrasse
l’elegante anello di famiglia, dono della nonna; le piaceva per vari motivi, ma
soprattutto perché anche la piccola figura di lamina dorata posta sul gioiello,
raffigurante un’aquila imperiale, era fine e delicata come tutto il resto.
Controllò attentamente che Mao stesse dormendo, chiuse l’armadio e aprì la
finestra. Sorrise, chissà se sarebbe successo… Sua madre
le aveva sempre detto che l’anello della nonna era speciale, perché conteneva
tanti sogni e speranze, ma per Hilary era quasi magico; sfiorò dolcemente l’immagine
dell’animale e si sedette sul balcone, stringendo a sé l’anello:
“Per favore, aiutami anche stavolta…”. E l’anello rispose.
Nel frattempo, proprio sotto casa sua, Jessie
stava passeggiando tranquillo: era scappato per sfuggire al turno di “lavaggio
piatti” con Dunga, ma si era allontanato troppo, così aveva deciso di
prendersela comoda.
- Quando arriverò Mariam mi sgriderà – borbottò –
Ma pazienza: in fondo è giusto che stasera tocchi un po’ a lei, l’ultima volta
l’ ho dovuta sostituire – rise – perché doveva controllare il “suo ragazzo” e i
suoi amicch… UHM?!
Finalmente Hilary lo sentì: l’anello cominciava ad
emanare un certo tepore, brillando nel suo pugno stretto. Chiuse gli occhi,
mentre avvertiva una sensazione di tranquillità e protezione: “Grazie…”
Il ragazzino avvertì uno strano calore provenire
dalla sua tasca e vide che il suoBit-power
lampeggiava: Mammut aveva avvertito qualcosa…
Notò allora la tenue luce provenire dalla casa a
fianco e saltò sull’albero del cortile, fino a raggiungere la finestra di
Hilary. Nascosto, Jessie osservò Mammut e vide che ora luccicava
ininterrottamente; improvvisamente Hilary allontanò da se la fonte di luce, che
si spense assieme al Bit-power del ragazzino. Appena
la finestra fu chiusa, Jessie balzò giù dall’albero e corse ad avvertire Ozuma
e gli altri: aveva fatto una scoperta incredibile…
*_________
Quella mattina il palazzotto dello sport della BBA
era colmo di gente; persone curiose, a dirla tutta,
più che di conoscere il membro della PSO, la sua avversaria. La quale adesso si
trovava negli spogliatoi dello stadio, tremante come una foglia.
- Hi, sei un po’ pallida, sai?
- Lo so, Mao. Forse dipende dal fatto che mi sento
dei serpenti nello stomaco.
- Guarda che se vuoi possiamo sostituirti noi, non
hanno ancora annunciato chi è lo sfidante.
- No, Takao, non insistere! E’ normale essere
agitati prima di un incontro, no? E’ tutto ok! ^-^ – ma neanche lei era
convinta delle sue parole.
Il Prof K sospirò, quant’era cocciuta! S’infilò
una mano in tasca:
- Tieni.
- Cos’è?
- E’ il tuo bey. O
meglio, era il tuo bey: l’altro giorno ho chiesto a Mao di farmelo vedere e
stamattina l’ ho sistemato un po’, la sua base era troppo massiccia e impediva
un buon controllo.
La ragazza osservò il bey a bocca aperta, come fosse un tesoro prezioso:
- Prof…
Takao le poggiò il pugno sulla testa:
-Sei una vera zuccona – sorrise -
Impegnati, d’accordo?
- Takao…
- Vabbè, abbiamo capito, ora vedi di non far
scemenze, okkei ochetta?
- COME HAI DETTO, SCIMMIA >_<* ?!
- AAAHH, no, okkei, va bene, aspetta, niente
pugnooo…!!!
Ma il pugno non
arrivò: la ragazza gli fece un buffetto sulla testa, sorridendo. Arrabbiandosi,
le era passata completamente la tensione
- Grazie…
In quel momento la voce gracchiante degli
altoparlanti riempì la stanza:
- DLINGDLONG… Gli sfidanti sono pregati di
presentarsi alla pedana del Beyblade Stadium. Gli sfidanti…
Hilary si mordicchiò il
labbro, accarezzando col dito l’anello con l’aquila che aveva all’indice: era
il momento.
- Forza, andiamo.
E vi lascio la suspense… Uh uh… (Maledetttaaaa!!!!
NdTutti)
Capitolo 5 *** Cap.4: Il primo incontro di Hilary ***
Gazie gazie gazie
Gazie gazie gazie! Quante recensioni
^^!
Un
bacissimo a: super gaia (Hai poteri da sensitiva o sn io che sn troppo
prevedibile? – Buona la 2° ndKei – Tesoruccio, 6 bello e bono, ma se dici
un’altra parola ti uccido! - … … “Pauuuuuraaaaa ç_ç”), lucy-92 (chiara e
sintetica ^^!) e Blue Crystal (Sta trenci, visto ke sn tornata? – Oppovetta de
mi! NdTutti – COOOME?! *___* ndRia_cn_bazoooka_in_mano – Nieeeeente…). A presto
e spero vi piaccia!!
Cap. 4
- BUONGIORNO, amici spettatori, e benvenuti a
questo incontro dimostrativo per il “PSO Tournament!!”
Alle parole di Djman le urla dei fan si diffusero
nello stadio come il rombo di un tuono
- Quest’oggi abbiamo due sfidanti d’eccezione!
L’avete conosciuta come la spalla dell’allenatore
e del tecnico dei BB Revolution, ma si è rivelata una blader con un grande
coraggio: un bell’applauso per HILARYY!!
La ragazza entrò nello stadio, il bey quasi
stritolato nella mano, accompagnata dai calorosi applausi del pubblico; cercava
di sorridere naturalmente, ma in realtà sarebbe voluta sparire sottoterra.
-E da
questa parte, colei che viene chiamata dai suoi avversari “La fata letale del
PSO”: salutiamo tutti insieme MARGOOT!!
Gli applausi divennero assordanti, tutto il
pubblico maschile si stava sbracciando come in preda ad una crisi isterica.
Qualcuno fischiava, qualcun altro lanciava baci da lontano, e a tutti Margot
rispondeva con uno splendido sorriso, che però sapeva tanto di falso. La paura
di Hilary lasciò posto ad una rabbia bruciante.
Quando anche Margot fu al centro dello stadio,
Djman salì su una pedana in sopraelevata, per poter vedere meglio lo scontro, e
fece apparire il Beyblade Stadium.
- Ti è andata bene – sussurrò Margot, in modo che
solo Hilary potesse sentirla – E’ uno stadio classico, senza ostacoli o
tranelli. Ma forse così la tua sconfitta sarà ancora più clamorosa…
- Taci, strega!
- E adesso, BLADER IN POSIZIONE!
Il cuore di Hilary saltò due battiti, era già
l’ora? Si girò, cercando il sostegno dei compagni, e quando finalmente li vide
a bordo campo, si sentì meglio.
Nello stadio scese il silenzio, era la calma prima
della tempesta:
- TRE… DUE…
- …UNO…
- …PRONTI…
- LANCIO!!
Le ragazze lanciarono i bey con sincronismo
perfetto e le trottole cominciarono a cozzare e stridere con incredibile
velocità.
Appoggiato alla balconata in alto, intanto, Ozuma
osservava lo scontro:
“L’amica di Takao sta dando il massimo, ma la mora
ancora no, non è sufficiente: per vedere se “lui” davvero c’è, il livello dello
scontro non basta…”
- Ozuma, hai intenzione di restare in quella posa
ancora molto?
- Qual è il problema, Dunga?
- Il problema è che non capisco cosa diavolo
facciamo qui.
- Lo dico sempre che sei stupido, ma a questi
livelli…
- Cos’ hai detto?! – il - - il gigante fulminò
Mariam con un’occhiata acida.
- Insomma… Jessie ce l’ ha già detto ieri sera, no?
Quella ragazza possiede un oggetto molto particolare, che ci potrebbe
interessare.
- Mariam ha ragione, anche se non cacciamo più i
Bit-power di Takao e gli altri, siamo comunque il gruppo degli Scudi Sacri, col
compito di proteggere quelle antiche creature.
- Se, se, so il motivo per cui parteciperemo al
torneo, non capisco cosa facciamo qui ORA, all’incontro di quella mocciosa…
- Aspetta e, se va come penso, vedrai.
- Uhmp…
in quel momento si udì un urlo di stupore
provenire dalla folla: Hilary, dopo aver schivato l’attacco di Margot, la stava
contrattaccando, e sembrava addirittura che questa fosse in difficoltà. Hilary
non credeva a quello che stava facendo, ma più andava avanti l’incontro più
sentiva di riuscire a governare meglio il suo bey, come lo utilizzasse da
sempre.
- PRENDI!!
Il bey di Margot cozzò violentemente col bordo del
campo.
- Non fai più tanto la superiore ora, eh Margot?
Ti farò rimangiare tutto quello che hai detto a me e ai miei amici!!
- Non contarci! Vai, Linx!!
Ma il bey di Hilary scansò agilmente l’attacco,
mentre Linx si schiantava con un botto sonoro. Margot cominciava a sentirsi
disorientata, non capiva: “Come può… come può questa qui essere diventata così
brava in tre giorni?! Se continua così rischio… rischio… - il pensiero le gelò
il sangue – di perdere?! No, no, NO!”. La ragazza lanciò il suo bey in un
attacco ancora più violento, ma poco preciso, mancando di dieci centimetri
buoni il bey di Hilary.
Contemporaneamente, dalla sala dei giudici, due
ragazzi osservavano lo scontro attraverso un monitor
- Oh, maledizione…
- Cosa succede?
- Alfa, guarda lo sguardo di Margot…
L’altro ragazzo impallidì:
- Merda! Non possiamo fermarla?
- Ora no, non ce n’è motivo, almeno in apparenza.
- Tsz… Vabbè, possiamo lasciare che si diverta. Ma
avvertila di non esagerare.
Sul campo lo scontro continuava; Hilary era
concentratissima sul campo, ma sentiva distintamente le urla del pubblico e dei
suoi amici, e questo le dava una grandissima carica.
- Che c’è, Margot, ora non parli più? Hai perso la
lingua? Uhm?
Per un istante, Hilary ebbe l’impressione che
Margot stesse parlando con qualcuno, stava muovendo le labbra: la sentì
sussurrare:
- D’accordo… - poi sorrise, un sorriso maligno
- Hai sbagliato a giocare con me, mocciosa, mi
sono arrabbiata.
Linx iniziò a balzare con forza sul campo,
provocando delle crepe profonde e pezzetti di cemento, che sbriciolò in fretta
e furia, sotto lo sguardo attonito dei presenti; poi, ridotti quasi tutti i
frammenti in polvere, aumentò la rotazione del bey, coprendo il campo alla
vista di Djman e degli spettatori; solo i ragazzi riuscivano a scorgere
qualcosa da bordo campo:
- Ma cos’è questa polvere?!
- Non lo so, ma non mi piace per niente.
- Vedi, Hilary – mormorò Margot – Per la verità
avevo solo intenzione di sconfiggerti, ma hai esagerato. Se non fossi furiosa,
ti chiederei che razza di allenamento hai fatto, ma ormai mi irrita la tua sola
presenza.
Hilary avvertì un brivido lungo la schiena, stava
cominciando ad avere davvero paura; non capiva il motivo, ma sentiva quasi lo
sguardo di Margot posarsi su di sé e trapassarla:
- Vediamo se sei davvero una donna degna di questo
nome: LINX, ATTACCA!
- Ohhh, sembra che nonostante il polverone che
c’impedisce di scorgere il campo, le due contendenti si stiano ancora sfidando.
– strepitò Djman.
Hilary ignorò il brusio scontento del pubblico e
tentò di scorgere Margot, ma ora era completamente immersa nella nebbia, e
sentiva solo i loro bey ronzare e sibilare… “Sibilare?” il fischio di un
oggetto lanciato a tutta velocità verso di lei spinse Hilary a spostare la
testa, mentre questo, evitatola, si conficcava per terra quattro metri più
indietro: era una scheggia di cemento.
- Per una donna la cosa più importante è il viso,
ma riuscirai a proteggerlo dalla mia pioggia di schegge?
- CHE COSA?!?
Hilary sentì altri sibili venirle incontro ed
evitò a malapena una dozzina di frammenti del Beyblade Stadium
- E’ terribile! Quella matta sta colpendo Hilary
coi pezzi del campo!!
- Ne sei sicuro K?!
- Guarda tu stesso Lai!
- Maledizione!
- HILARY!!
Purtroppo per Hilary, nessuno del pubblico
riusciva a vedere e sentire niente, per via della polvere e di Linx, che produceva
un suono stridulo
- Quella maledetta sta facendo in modo che nessuno
si accorga di niente!!
Intanto Margot se la rideva di gusto: “Però sarà
meglio non esagerare, o Alfa mi sgriderà…”
-HA HA HA,
sei davvero buffa, sai Hilary? Ma è ora di finirla.
Un’altra dozzina di pietruzze volò verso la
ragazza, che stavolta per proteggersi dovette coprirsi il viso con le braccia;
un pezzo di cemento più affilato, però, le ferì la mano, strappandole un gemito
di dolore. La brunetta chiuse gli occhi per il male stringendosi la mano, ormai
quello non era più un incontro di beyblade: ma chi era quella svitata?!
-HI!!
- Ma cosa sta succedendo? Non riesco più a vedere!
Hilary sollevò piano le palpebre, ma si ritrovò
sulla traiettoria dei frammenti di cemento: “Non riuscirò ad evitarli!”
richiuse gli occhi, ma un istante prima di essere colpita avvertì che il suo
anello stava brillando: “Ma cosa…”
La luce giunse fino agli spalti:
- Ozuma, GUARDA!
- Finalmente, ci siamo!
- Takao, vedi anche tu quella luce?- disse un po’
preoccupato Rei
- Si, gnnn, ma non riesco a vedere bene…
A causa della polvere sollevata da Margot e della
luce stessa, nessuno che si trovasse sotto la balconata riuscì a vedere cosa
accadde, neppure Margot, ma gli Scudi Sacri e Hilary sì, e ciò che quest’ultima
vide la lasciò a bocca spalancata.
Quando tutto finì, la polvere si dissolse,
mostrando il campo completamente disintegrato e, in mezzo ad esso, Linx ancora
in piedi; il bey di Hilary, invece, si era fermato.
Lo stadio esplose in un applauso per le due
concorrenti e contemporaneamente in fischi, perché non si era visto tutto
l’incontro.
- Signori e signore, lo scontro si è concluso, la
vincitrice è MARGOOOT!!!
- Complimenti Hilary. – disse questa, un sorriso
tanto amabile quanto pericoloso sul viso – Sapevo che eri una blader alle prime
armi, ma mi hai stupito, bravissima ^-^.
Margot tese una mano all’avversaria, che la guardò
con tanto d’occhi, ma poi capì: faceva tutto parte del suo gioco, e lei era
costretta a starci, perché non c’erano testimoni dell’attacco fisico che aveva
subito. Hilary fece per porgere la mano sana a Margot, ma questa afferrò invece
quella ferita, che la brunetta si stava coprendo con la manica, e gliela
strinse bisbigliando:
- Ma non osare sfidarmi mai più.
Quindi Margot si allontanò, mentre Hilary tornava
dagli altri.
Sulla balconata, gli Scudi sacri sorridevano:
- Avevo visto giusto, vero Ozuma?
- Credo di sì, Jessie. Mariam!
- Ordini, comandante! ^-^
- Sai cosa fare, vero?
- Tranquillo, ora ci penso io.
- Non fallire! – le gridò dietro Ozuma – perché
abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile.
Intanto Hilary era arrivata a fianco dei suoi
amici, che tentavano faticosamente di trattenere Takao:
- Lasciatemi andare, la disintegro!
- Sta buono Takao!!
- Hi, come stai?
- Sto bene, tranquilla Mao – mentì lei nascondendo
la mano
- Ma cos’è successo prima? C’era troppa foschia
per vedere…
- Ah, non so Prof… M-ma comunque perché ora non ce
ne andiamo? Su, su…
- Ma guardati, hai tutti i vestiti rovinati! Da
lontano non si notava. Dai andiamo a casa.
- Va bene…
Il gruppo uscì quindi dallo stadio, mentre Hilary
cercava di riflettere: quello che aveva visto non era né un miraggio né
un’allucinazione, quella cosa l’aveva salvata; sollevò il suo bey, abbastanza
ammaccato e osservò lo stemma, dove era apparsa l’immagine di un’aquila
imperiale. Sì, non aveva dubbi: aveva appena ricevuto un Bit-power.
RIEKKIMEEEE!!!!! Contenti ^^ ? (Oh, come no! Ma ti venisse… ndTutti) quanti sopravvissuti fin’ora XD? (Nessuno! ndTutti_Pers – o tacete da bravi o
vi caccio in massa in una yaoi!). Nonostante la
punizione che mi costringe ad usare il compu clandestinamente, sn tornata!
Grazie 1000 a: Hila92, super gaia (X gli amori… Eeeeh, l’è ancora
lunga la passione ^^! Aspetta e vedi…), Fire Angel (Mi disp Takao,
ma Margot è il my punging-ball personale), Blue Crystal (Gazie XDD) e
lucy-92 (Visto ke sn tornata?).
Chappy corto, ma VEEEERY (^\\^)
particolar… UN BACIOOONEEE!!!
Cap. 5
Arrivati a casa di Takao, tutti si lanciarono in
una discussione sull’incontro di Hilary, ma la ragazza non sembrava
interessata:
- Ma insomma, Hi, quella ha tentato di ferirti,
come puoi fargliela passare liscia?!
- Non ho detto questo, Mao, ma non serve a niente
ora infuriarsi così.
- Per una volta l’ochetta ha ragione.
- Che hai detto?!
- In fondo – continuò incurante
Daichi – quella strega dovrà partecipare al torneo, giusto? Ci penseremo
noi a darle una bella batosta!
- Hai ragione, Daichi! – esclamò Takao; come
sempre si era già ripreso.
Il resto della giornata trascorse tranquillamente
e quella sera decisero di dormire tutti da Takao, siccome Mao era indietro con
l’allenamento e mancavano solo una decina di giorni alle eliminatorie. Dopo
cena, Daichi, Takao e Max si lanciarono in una sorta di spettacolo comico, che
permise a Hilary di sgusciare in cortile. Anche se aveva detto ai suoi amici
che era tutto a posto, dentro di sé sentiva
un’incredibile rabbia e un incandescente desiderio di rivincita, ma anche
vergogna: si era promessa di far perdere la faccia a Margot, e invece l’aveva
persa lei.
Stringendo con forza il bey, lo inserì nel
caricatore e lo lanciò, mentre lui cominciò a ruotare facendo frusciare l’erba
sotto di sé.
- Che ci fai qui? – disse
una voce nella penombra; Hilary trasalì:
- K-kei?! C-che ci fai qui? Quando
sei arrivato?
- Te l’ho chiesto prima io… E in ogni caso ero qui già da prima, non mi avevi visto?
- N-no.
Lui non aggiunse altro e uscì dal buio,
risedendosi sotto la tenue luce lunare; la ragazza lo
fissò alcuni istanti, poi fece per rientrare:
- Cosa farai adesso? – la
domanda di Kei la colse alla sprovvista; Hilary si fermò lì dov’era, voltando
lo sguardo in basso:
- Ecco… Non lo so. Non credo di avere la forza per
batterla, ma lo vorrei… - la rabbia la infiammò in un lampo – Sì, vorrei
stracciarla, quella maledetta befana!!! Accidenti!!
Hilary si accorse che stava quasi gridando: al
solito, la sua indole aggressiva aveva il sopravvento… arrossì lievemente
- Ehm… - Kei si alzò e, facendo un sorrisetto, si
avviò in mezzo al giardino:
- Forza, vieni.
- Come?
- Vediamo come te la cavi
in una sfida leale.
- Io… Contro di te?!
Il ragazzo non disse niente, ma tirò fuori Dranzer
e lasciò che Hilary richiamasse il suo bey; lui aveva la solita espressione
impassibile, ma la ragazza si sentiva le gambe tremare e le mani sudate: se
avesse perso, e avrebbe perso sicuramente, cosa le
avrebbe detto?
- Sei pronta?
- Ah… sì… - “Non che non lo sono!”
- Tre… due… uno…
- … Pronti…
- Lancio!
Dranzer e il bey argentato si scontrarono
violentemente, poi Kei lanciò all'attacco l'Aquila Rossa, che cominciò ad
inseguire il suo avversario a tutta velocità per il giardino. Hilary osservava
attentamente le due trottole e pian piano sentì la paura lasciare spazio alla
determinazione di vincere; anche la sua espressione mutò e Kei abbozzò un
sorriso soddisfatto:
- Sei brava sul serio… Ma
non ho alcun’intenzione di andarci piano; anche questa è lealtà.
- Lo so. ^-^ - rispose lei – Ti
conosco. Almeno un po’…
In quell’istante un attacco più duro di Dranzer
rovesciò il bey di Hilary, che dopo qualche sobbalzo si fermò. La brunetta
guardò la trottola e poi il suo amico, sorridendogli:
- Beh, immaginavo che avrei perso.
- Ma ti sei impegnata. La
prossima volta, potresti anche mettermi in difficoltà… - “Forse.” Pensò un po’ sbruffone.
- He he, non credo… AHI! – non pensandoci, Hilary
aveva afferrato il suo bey con la mano feritale da Margot, che stringendo le aveva fatto male.
- Che hai?
- No, niente, tutto passato.
Kei la guardò zitto, le si
accostò e le sollevò la mano, coperta da una fasciatura abbastanza
rozza:
- Ah… ah… ‘\\\\\\\’ –
Hilary aveva assunto una colorazione purpurea
- Te l’ ha fatta Margot?
- Beh, ecco…
- Sta ferma. - Kei s’infilò una mano in tasca,
estrasse un fazzoletto e rifece la fasciatura, stringendola bene; poi prese il
suo bey e si alzò:
- Una fasciatura di
questo tipo non si riesce a farla da soli. Ora dovrebbe tenere, non forzarla
per un po’. – e senza aggiungere altro rientrò in
casa.
Hilary rimase dov’era, tenendosi la mano fasciata:
“Come mai… non mi ha chiesto niente?” fissò il fazzoletto e sentì che il
rossore aumentava.
- Ti fa uno strano effetto mister
ghiacciolo, vero?
Hilary trasalì, ma non vide in giro nessuno,
finchè adocchiò un’ombra sul muretto che circondava il giardino:
- Mariam?!
- Esatto. Come va?
- Bene, ma da quanto sei qui?
- Beh, sarei dovuta sbucare fuori prima, ma mi
sembravi occupata. – Hilary la fulminò con un’occhiataccia
- Dai, scherzavo.
Seriamente, sono venuta per farti una proposta. Riguarda te… e il tuo
Bit-power, il Bit dell’Aquila Imperiale.
*________
Margot stava ferma sul piccolo divanetto nero,
sfogliando annoiata l’elenco dei partecipanti al torneo, tutti blader delle
vecchie squadre dei Mondiali: BladeBreakers, Baihuzu, All Stars, Demolition
Boys… ma c’era anche qualche squadra nuova, oltre ovviamente concorrenti
diventati famosi in solitario.
- Ti stai divertendo, Margot?
- Che cosa vuoi, Gamma? –
sbottò lei, mentre un tizio con l’aria da Dongiovanni entrava nella stanza.
- Oh, ma come siamo scontrosi, zuccherino.
- L’unico che può chiamarmi “zuccherino” è Alfa,
quindi sparisci, razza di testa a scopettone.
- Tanto non l’ha mai fatto e lo farà
mai… E poi mi sembra addirittura che adesso sia molto arrabbiato con te.
- Ti sbagli! – sbraitò con voce stridula lei – Non
è stato il piccolo Alfa a punirmi! E’ stato il capo,
ha detto che ho esagerato…
- Così ora ti tocca spulciare la lista di tutti i
partecipanti al torneo, eh?
- Già… ç_ç. Uhm?
- Oh, guarda guarda chi
si è iscritto…
I due fissarono il documento di una ragazza.
Margot sorrise:
- Allora quella piccola serpe ha detto la verità! Si sono davvero iscritte tutt’e tre…
Ancora un chap un po’ così… ma dopo…
(leggere e vedere commy alla fine XD)
Cap. 6
Quella mattina era calda e soleggiata, anche se un
venticello gelido dimostrava che si era già a metà ottobre. Il palazzotto dello
sport della BBA era letteralmente assediato dai tifosi, ognuno impaziente di
vedere i propri beniamini sfidarsi e conquistare il posto per le finali.
Takao e gli altri, finalmente di fronte
all’ingresso, osservavano con trepidazione l’edificio, rilucente nel sole del
mattino.
- Rieccoci qua. – disse Rei
- Finalmente! Mi sembra passato un secolo! –
aggiunse felice Takao
- Ma adesso ci siamo! E ora – esclamò Daichi, indicando l’amico – è anche giunto
il momento della tua sconfitta!
- Come hai detto, nanerottolo?!
- Sono sempre i soliti… - sospirò Max, mentre Kei
alzava gli occhi al cielo.
- Forza – gli interruppe Lai – dobbiamo
ancora vedere come saranno organizzate le eliminatorie.
Nello stadio, i ragazzi si presentarono al
comitato organizzativo, che attendeva nell’atrio, e ricevettero un foglio su
cui era scritto il regolamento del PSO Tournament, che
in ogni caso sarebbe stato rispiegato dal presidente prima che scendessero in
campo. Takao si augurò di riuscire a mantenerlo a mente.
Dopo cominciarono a leggere la lista dei
partecipanti, appesa in un riquadro dietro il balcone del comitato.
- Cavolo, avete visto?
- Ma non sono un po’
troppi i concorrenti?
- Non direi, Max. – disse
una voce alle loro spalle.
- Ralph! – esclamò Takao – Gianni, Oliviè, Andrew!
Ci siete anche voi?
- Certamente. – rispose Andrew col suo solito tono
strafottente – In ogni caso non stupitevi, quelli del
PSO hanno reclutato anche blader che si sono a malapena distinti in sfide e
tornei, insomma mezze tacche, per questo ci sono così tanti partecipanti.
- Non perdi mai la tua arroganza, eh? – gli disse
gelido Kei
- Da che pulpito viene la predica…
- Ora piantala, Andrew. –
sillabò perentorio il tedesco
La situazione sarebbe diventata abbastanza
pesante, se non fosse intervenuto Gianni che, sbucando quasi dal nulla, si era
avvicinato a Mao e Hilary:
- E queste leggiadre fanciulle
chi sono?
- Uhm? O_o – Hilary era un po’ interdetta
- Io sono Mao – disse con
sufficienza – e lei è Hilary.
- Oh, ma certo! Ti ho già vista,
eri agli scorsi mondiali, vero? Anche tu… e se
non mi sbaglio hai partecipato all’incontro dimostrativo del torneo.
- Beh, sì, in un certo senso.
- Ma gareggi?
- No, no, l’incontro dell’altra volta era stato un caso particolare, non sono una blader. – a
quell’affermazione Mao la fissò e Kei alzò un sopracciglio, entrambi dubbiosi.
- Perfetto! Magari quando non gareggio potremmo
uscire, che ne dici? ^___^
- Eh? O_O’
- Ma l’invito vale anche
per te, piccola Mao…
La cinesina lo fissò con gli occhi sgranati e un
mega-gocciolone sulla testa.
- Avanti, Gianni, è ora di
piantarla… - sospirò Oliviè - Vieni via, ciao ragazzi, arrivederci, mademoiselles.
I Majesty salutarono i ragazzi, avviandosi verso
il 2^ piano dell’edificio, dove avevano gli spogliatoi riservati le squadre dei
vecchi tornei, trascinando Gianni per il colletto; Takao, Max, Rei, K e Kei si
fissarono:
- Non cambierà mai… ^-^‘
Anche loro decisero di
dirigersi al 2^ piano, quando Max si bloccò:
- Ehi Max, che ti prende, cos’ hai
visto?
- Non è possibile…
- Uhm? – il biondino non rispose, spiccando una
corsa nella direzione da cui erano venuti:
- Voi andate avanti, vi
raggiungo dopo!
Il ragazzo non poteva credere a chi aveva appena
visto, come mai era lì? Anche lei invitata al torneo?
Se era così, avrebbe potuto sfidarla ancora, vederla e
parlarci… Accelerò la sua corsa, pregando di non perderla di vista o, più che
altro, di non essersi sbagliato. Finalmente la raggiunse:
- MARIAM!
La ragazza si bloccò dov’era, stupita di sentirlo:
- Max?
- Ah… panf… allora eri proprio tu… puff…
- Ma che hai? Non dirmi che hai fatto una corsa per raggiungermi!
- Beh… puff… per la verità sì ^\\\^. – rispose
sincero; lei arrossì appena appena
- Allora… - continuò lui, dopo aver ripreso fiato
– Come mai sei qui?
- Ma che domanda scema è?!
– rispose lei col suo tono brusco – Mi sembra ovvio,
ci hanno invitati e siamo venuti.
- Solo questo?
- E anche perché vi avremmo potuto
risfidare. Basta, nient’altro.
- Ok… - ma Max sentiva che parte della frase era
una bugia.
In quel momento si sentì
l’annuncio per i blader di entrare in campo, le estrazioni per le eliminatorie
erano finite.
- E’ meglio se andiamo. Ci vediamo in campo, Max.
- Ah… Ok, ciao…
Il ragazzo fece per andarsene, e come al solito appena si rivoltò, dopo pochi secondi, Mariam non
c’era già più.
Intanto, Takao era andato a cercare l’amico,
siccome non si era più fatto vivo, ma quando suonò
l’annuncio per i blader non l’aveva ancora trovato. Al ripetersi dell’annuncio,
Takao cominciò a correre verso gli spogliatoi, continuando a guardarsi intorno
per trovare Max:
- Ma dove accidenti si
sarà cacc…
SBAMM!!
Takao aveva scontrato violentemente contro qualcuno.
- Ahi, ahi… - “Cavolo –
pensò Takao sentendo la voce – è una ragazza!”
- Ah, scusa, ti sei fatta male?
- Ohi… No, ho solo preso una sederata… - rispose
sollevando la testa.
Quando la vide in viso,
Takao restò per qualche secondo imbambolato: era carina…
E si eclissò dall’altra
parte del corridoio. “Che tipa…”
- Aaahh, ma sono in ritardo anch’io!! MAAX, dove sei?!
Max arrivò negli spogliatoi pochi secondi dopo
Takao, dove fu accolto dalle grida isteriche del Prof K (- E’ tardi, ma dov’eri
sparito?! -) e da Daichi, che
cominciò a ronzargli intorno come una zanzara, finchè Takao non lo affermò per
la calotta e cominciò a litigare con lui.
Pochi secondi prima di entrare in campo, Max si
concentrò nel suo solito “rituale”, allacciandosi bene qualcosa al polso:
- Che fai, maestro? (E basta, Daichi!)
- Daichi! Accidenti, non
comparirmi mai più alle spalle.
- Che cos’è quella? –
insistette lui – Una bandana? Posso prenderla?
- No >\\\vai,
o vuoi che Takao entri per primo?
- OVVIO CHE NO!!! – e si
fiondò nel corridoio.
Max tirò un sospiro di sollievo,
in fondo era facile convincere Daichi. Rimise Draciel, che era appoggiato
sulla panca, in tasca, finendo di stringersi la fascia rosso fuoco che Mariam
un tempo portava tra i capelli.
*_______
Lo stadio era stracolmo di
gente, tifosi da ogni parte del mondo si erano radunati lì, un pubblico
degno di una finale mondiale! Ce n’era così tanto che
perfino Djman ne fu stupito:
- Una folla sorprendente oggi per le eliminatorie del PSO Tournament!
- Non ci credo, di nuovo lui?!
– disse esasperato Takao
- Dove c’è un beyblade, c’è Djman… -__-‘
- Ciò dimostra – continuò
il presentatore - l’ampia pubblicità che questo torneo si è fatto durante le
due settimane che l' hanno preceduto.
Era vero: per tutto il tempo che aveva anticipato
il giorno delle eliminatorie, tv e giornali avevano parlato ininterrottamente del PSO Tournament.
- E ora diamo la parola al presidente Daitenji, che
spiegherà le regole per questo torneo!!
Sullo stadio scese un silenzio reverenziale: non
c’era dubbio, il presidente era davvero una figura carismatica per blader e
spettatori.
- Buongiorno ragazzi, vi do il benvenuto a questo
torneo, organizzato dalla BBA e dalla PSO Association.
Oggi si disputeranno le eliminatorie che
formeranno i componenti delle squadre che
parteciperanno alle finali. Le eliminatorie saranno incontri individuali divisi
in 8 blocchi; ciascun blocco è composto da 5 gironi,
per un totale di 40.
I vincitori di ciascun girone di un blocco saranno
i componenti di una squadra, e le squadre così formate
si sfideranno nei quarti di finale.Le
regole degli incontri a squadre saranno decisi il
giorno stesso degli scontri dalle squadre stesse.
Uniche regole che valgono per ogni sfida sono il
giocare lealmente e divertirsi: dateci dentro ragazzi!
Il pubblico applaudì calorosamente, assieme ai
concorrenti. Poi la parola tornò a Djman:
- E ora, prima di
cominciare, diamo uno sguardo alle combinazioni dei concorrenti più famosi! –
lo stadio esplose in un grido fragoroso
- Nel blocco A, rispettivamente nei
gironi 1, 2, 4 e 5, troviamo quattro nomi storici nell’universo
beyblade: l’attuale campione del mondo, TAKAO KINOMYIA! – il rumore del
pubblico aumentò – E, rispettivamente, il capitano e i membri più famosi dei Baihuzu,
dei Neoborg e degli All Stars: REI KON, KEI HIWATARY E MAX MIZUHARA!! E ad accompagnarli, l’unico dei suoi compagni, ANDREW,
dei MAJESTY!!
stavolta
l’urlo del pubblico sembrò voler tirar giù gli spalti.
- Nel blocco B, invece, abbiamo il compagno di
Takao dello scorso mondiale e due membri dei Baihuzu: un bell’applauso per
DAICHI, MAO E LAI!!! – altro applauso spacca-timpani
del pubblico, soprattutto di quello maschile quando fu nominata Mao.
- Nel blocco D, altri nomi famosi: dalla Russia,
YURI, BORIS e SERJEI, dei NEOBORG, mentre da Italia, Germania e Francia gli
altri componenti dei Majesty, RALPH, OLIVIE’ E
GIANNI!!
- Ma siamo sicuri che
abbiano fatto ad estrazione? – chiese Takao, cercando di farsi sentire nel chiasso
- Beh, dovrebbe essere così, sarà una coincidenza.
- A proposito, dov’è Hilary?
- Ha detto che ci avrebbe
guardati dagli spalti. – rispose Mao
- Mah, contenta lei…
Intanto Djman continuava le presentazioni: nel
blocco E c’erano tutti e quattro i componenti degli
All Stars, più la squadra dei promotori del torneo, il PSO Team. Tra di loro, vide con disprezzo Takao, c’era anche Margot,
che effettivamente aveva detto di far parte di quella società.
L’ultima squadra nominata fu la Bartez Squad, nel
blocco F, infine nel blocco G, cosa che fece piacere a
Takao, il 2^ classificato al torneo di due anni prima, il suo amico cyborg Zeo.
Ma quando lesse i nomi del blocco H, per poco non morì
d’infarto:
- GLI SCUDI SACRI?!?
- Esatto. ^-^ - rispose tranquillo Max
- Ma lo sapevi?!
- Sì, ho incontrato Mariam prima; si vede che la
loro abilità è stata notata da qualcun altro, oltre che da noi.
Il ragazzo rimase in silenzio a
fissare il tabellone con le combinazioni, finchè un larghissimo sorriso non gli
apparve sul viso:
- Questo torneo sarà una figata!
- E ORA, SIGNORI E SIGNORE, DIAMO INIZIO ALLA
SFIDA!!
E purtroppo x voi… DAL PROX CAP SI
COMINCIA SUL SERIO XDDD!!!
Poco alla volta, i blader furono chiamati al
centro dello stadio, da dove poi erano mandati ai vari piani del palazzo;
siccome i blader erano tanti, infatti, si era deciso di posizionare
i partecipanti d'ogni blocco su un piano diverso, e su ciascuno di loro far
sfidare contemporaneamente tutti i partecipanti. Ogni piano era visibile agli
altri tramite monitor, ma anche se così i ragazzi non potevano seguire tutti
gli scontri; Djman faceva la telecronaca saltando da un incontro all’altro.
Nella loro prima sfida, né Takao né gli altri
ebbero grosse difficoltà, e passarono velocemente al
secondo turno; Daichi vinse con un colpo solo, mandando il bey nemico fuori
campo, mentre Lai ebbe qualche problema con il suo avversario, che aveva
incontrato alle eliminatorie del primo mondiale, in Cina.
Poco prima
che Mao iniziasse il suo secondo incontro, si sentì uno strepito attraversare
tutti gli spalti, per cessare non appena il pubblico e i blader ebbero fissato
gli occhi sul monitor che mostrava gli incontri del blocco E.
Anche Djman era
ammutolito, ma si riprese subito:
- …I-i-incredibile signore e signori, a soli dieci
minuti dall’inizio degli scontri, nel girone E sono già usciti tre dei componenti della squadra che disputerà le finali! I loro
avversari sono stati letteralmente spazzati via in un lampo, compresi due
membri degli All Stars, Emily e Eddy!
Takao non riusciva a credere ai propri occhi, e
Max mormorò solamente:
- Impossibile…
- Forza, salutiamo questi abilissimi giocatori! –
gridò Djman - Si tratta di tre membri del PSO Team,
MARGOT, ALEXANDER e JEAN!! – sullo schermo apparvero, assieme a Margot, due
ragazzi: uno indossava una maglia nera col cappuccio, che gli copriva il viso,
l’altro sembrava uscito da un’agenzia per modelli, con un sorriso smagliante e
dolce, circondato da corti capelli biondo paglia.
Salutavano cordiali, mostrando fieri i loro bey. Il pubblico era in visibilio.
- E’ incredibile… - sussurrò Rei
– devono veramente essere dei fenomeni…
Mao fissava lo schermo inebetita:
- Accidenti…
Da una saletta nascosta, un uomo dal sorriso
soddisfatto osservava divertito l’espressione dei blader: “Come se avessero
visto combattere seriamente i ragazzi! – cliccò sulla tastiera di fronte a lui,
e sullo schermo apparvero le immagini, ingrandite, di Takao e compagni, ripresi
da telecamere – Ma nemmeno loro hanno dato il massimo del potenziale, i loro
avversari erano nettamente inferiori… Proprio come
volevamo”.
L’uomo si appoggiò completamente all’alta sedia
nera in pelle, cominciando a ridere:
- E quando sarà l’ora,
solo allora, ci divertiremo sul serio…
Dopo l’episodio del girone E, la prima parte delle
eliminatorie procedette senza eventi degni di nota; in realtà, i ragazzi
sarebbero voluti andare a vedere come stavano gli All
Stars, ma non poterono abbandonare la stanza dove stavano combattendo.
Verso le dieci, finalmente raggiunsero il secondo
piano, fermandosi di fronte ad una porta su cui era scritto “All Stars”, con
affiancato lo stemma del PPB.
Qui dentro, seduto su una panca e con lo sguardo
nascosto dal berretto, c’era Michael, e dietro di lui, appoggiata al muro,
Emily.
- Ciao Takao. Max, ragazzi...
- Ehi, Michael, ma cos’è
successo?
- Che siamo stati degli sprovveduti.
– disse Eddy, sbucando da dietro degli armadietti.
- Sapevamo già dalle informazioni raccolte che
quei tipi erano forti – disse con voce stanca Emily – ma
non pensavamo tanto… Inoltre sono furbi, perché il regolamento non impedisce il
danneggiamento dei bey avversari, a patto che sia dovuto al combattimento…
- Quindi sono forti… Ma
quanto? – mormorò Takao
- Tanto così. – Michael aprì il palmo della mano:
dentro c’era Trygle 2, completamente distrutto. I ragazzi lo fissarono a bocca
aperta.
- Ho affrontato quell’Alexander, pochi minuti fa,
- continuò l’americano – è stato tremendo quanto ammirevole: per ridurmi così
il bey, dopo che abbiamo lottato per lungo tempo, gli sono bastate tre mosse.
- Tre mosse?!
Michael annuì.
Una decina di
minuti prima…
- Maledizione, REAGISCI, TRYGLE 2!!!
- Hmp… disintegralo, Black1!!
I bey si scontrarono violentemente, ma quello
d’Alexander era veloce il doppio di quello di Michael, da sembrare una macchia nero pece che sfrecciava per il campo; quando
l’americano schivò l’ennesimo attacco, il suo avversario si arrestò, sorridendo
da sotto il cappuccio:
- Sei bravo, davvero bravo… Ho
deciso di chiudere quest’incontro alla grande, per dimostrare il mio rispetto
per te.
Al suo gesto, Black1 tornò indietro, partendo a
ruotare su se stesso sempre più velocemente. Alexander sogghignò, mentre una
luce accecante cominciò ad illuminare il bey:
- Vai…
L’istante successivo, Trygle era immobile,
completamente disintegrato.
*------
- Accidenti…
- Ma a Michael e a me è
ancora andata bene! – esclamò Eddy – perché i danni li hanno
solamente subiti i bey. Ma Margot, quella tipa,
ad Emily…
Tutti si voltarono verso la ragazza, che aveva lo
sguardo chino:
- Ha colpito… Il Bit…
- COSA?! – lei mostrò ciò
che rimaneva del suo bey, ossia lo stemma del Bit-power, crepato da parte a
parte; Emily aveva quasi le lacrime agli occhi:
- Qui… c’è il Bit, giusto? I…Io non so se… se
davvero ha ferito Trygator, ma…
Emily abbassò di nuovo lo sguardo e Mao andò a
consolarla, furiosa:
- Su, Emily… Vedrai, la sistemerò io! Quella
schifosa! E poi non è detto che il Bit abbia subito dei danni...
– ma era sicura che quello che stava dicendo era in parte una bugia:
nella sua custodia, Galux lampeggiava sommessamente, come stesse piangendo il
compagno, il Bit del Coccodrillo.
SBAM!
In quell’istante la porta si spalancò,
facendo entrare Julia e Mathilda, seguite da Raul e Michel.
- EMILY! – le due ragazze, vedendo l’amica,
andarono da lei.
- Abbiamo visto l’incontro e appena abbiamo potuto siamo venuti – disse Michel
- Grazie.
- Un momento, e Rick? Dov’è? –
chiese Raul
- Stava affrontando la finale con un’altro dei membri del PSO Team...
Dalla porta, proprio allora, sbucò Rick, con una
faccia da funerale. Gli altri non fecero domande, avevano
capito.
Dopo, salutati gli All Stars, i ragazzi tornarono
nell’arena, cogli FSangre, Michel e Mathilda.
- Forza gente, non fate quelle facce, sono certo
che nelle finali a squadre li batteremo!
- Spero che tu abbia ragione Daichi... a
proposito, Michel, come mai siete solo in due? Dove
sono i vostri due compagni?
- Ci aspettano in albergo. Purtroppo ci siamo
scontrati nell’ultimo turno e hanno perso, così sono stati eliminati.
- Ma allora il vostro blocco ha già concluso gli incontri?
- Sì. Siamo in squadra
con tre ragazzi, Josua, Nicolay e Joe. Sono molto forti, ma credo che se liavessimo affrontati
ora liavremmo sconfitti…
- Ma cosa dici! – esclamò
Mathilda – Se io ho già vinto a fatica con Claude!
- Però sei migliorata, se l’ hai battuto
^-^. – le sorrise Julia.
- Anche voi siete
passati?
- Sì, Max.
- Per la verità mi sono stupito – disse Takao – quando siete arrivati prima, credevo non
partecipaste.
- Guarda che i loro nomi sul tabellone c’erano – puntualizzò il Prof K – sei tu che non li hai letti.
- … >\\\<
- Siamo in squadra col tuo amico Zeo, Takao, e due
ragazzi, almeno credo…
- Come sarebbe Raul?
- Beh, quando un blocco conclude
gli incontri, annunciano una sola volta i nomi dei finalisti, ma siccome noi
eravamo da Emily…
- Occavolo!! – urlò Daichi – Il
nostro girone era quasi finito! Ci toccherebbe essere in squadra con
gente che non conosciamo?!
- Non rifletti mai, eh, piccoletto? – disse Lai
con un sospiro – E’ ovvio che poi potremo andarli a
chiedere ed incontrare i nostri compagni, ma come ragioni?
- Ma certo!! ^-^ Come ho
fatto a non pensarci!
“Meglio se sto zitto…
-_-‘” – Forza ragazzi, - ordinò Takao - andiamo a vedere se si è già concluso anche il nostro girone.
- Signori e signore,
siamo giunti all’ultimo incontro delle eliminatorie!!!
-
L’applauso scrosciante
degli spettatori riempì per alcuni secondi l’aria.
- Pochi istanti fa si
sono conclusi anche gli ultimi scontri dei blocchi D e
del blocco H; nel primo gli avversari troveranno dei blader tenaci, membri dei
Neoborg e dei Majesty, SERJEI, BORIS e YURI, divenuti famosi per la loro
potenza distruttiva, accompagnati da RALPH e GIANNI, i rappresentanti
dell’Europa! Ad affiancati dal compagno, in veste di sostenitore, OLIVIE’! - il
pubblico scoppiò in un fragore da stadio.
- Nel secondo, invece,
abbiamo dei blader che avevano già fatto in passato la
loro apparizione nel mondo del bey, ma che poi erano scomparsi lasciandosi
dietro un alone di mistero: si tratta di DUNGA, JESSIE, MARIAM e il loro
capitano, OZUMA! – altro rintronante applauso del pubblico -Accanto a loro c’è
una blader finora sconosciuta, il che stupisce per la bravura dimostrata in
queste eliminatorie: un bell’applauso per HIKARY!! -
Stavolta ad applaudire furono soprattutto le ragazze e i tifosi più giovani,
che erano rimasti impressionati dall’abilità di Hikary. -
- Con loro e con le squadre formate dai blocchi B,
C, E, F e G, sono stati già scelti i primi 7 teams che si affronteranno nelle
finali!!!
- Ed ora accogliamo gli ultimi due contendenti:
ANDREW, vice-capitano dei Majesty!! – un nugolo di
fans sfegatate lanciò urletto trasognati – E la sua sfidante, anche lei una
delle rivelazioni del torneo, MIDORI!!
Sull’arena, di fronte ad Andrew, si presentò una
graziosa ragazza, che gli sorrise cordiale:
- Beh, in bocca al lupo
ad entrambi ^-^!
Takao, dagli spalti più alti, osservò a bocca
aperta la zona di gioco e il monitor:
- Ehi, ma quella…
E vi lascio sospesi (Hu, hu, hu…
<- Malefica)…. Alla prox e grazie ancora a tutti quelli che mi seguono!! Bye ^^!!
Capitolo 9 *** Cap.8: Il 5o elemento della BBA ***
Va bene, x non farvi soffrire (Nn scrivi più *___*
Va bene, x non farvi soffrire (Nn
scrivi più *___*? NdTutti – No, maledetti! <- Sorrisino sadico – NIU!) ecco
il cap8! Che possiate poi prendere fiato… ^^
Cap.8
- Ehi, ma quella…
- Che c’è, Takao, la
conosci?
- Non proprio Daichi, ci siamo, ehm, scontrati mentre cercavo Max. ma non sapevo fosse una blader.
- Beh, ora vediamo come se la cava…
In quell’istante Djman alzò il braccio, pronto a
dare il via, mentre dal pavimento si alzava il Beyblade Stadium, che riprendeva
un territorio roccioso, con un minuscolo torrente nel centro.
- Pronti ragazzi? TRE…
- …DUE…
- …Uno…
- … PRONTIII… LANCIO!!
Il bey d’Andrew si catapultò subito in una corsa
sfrenata, inseguendo e attaccando quello di Midori, di un bel colore azzurro
cielo.
- Ti avverto – le disse
all’improvviso Andrew – non ho alcun’intenzione d’essere conciliante con te
perché sei una ragazza.
- Se lo facessi mi
offenderei, sarebbe una discriminazione ^-^.
- Ma non t’illudere di
potermi sconfiggere. ATTACCA!
- RISPONDI ALL’ATTACCO, DRAOON!!(per la cronaca si legge “Draun” – senza offesa x
nessuno Nda).
Dagli spalti più alti, Takao osservava con
attenzione Midori; già quando si erano scontrati aveva notato che si trattava
di una ragazza molto graziosa: aveva un visetto tondo e allegro, con due
profondi occhi blu mare, il tutto incorniciato da un caschetto rosato.
Manteneva lo sguardo fisso sul campo, nella massima concentrazione,
stropicciandosi un poco le lunghe maniche della felpa gialla, che le copriva
una canotta nera e una corta gonna blu a pieghe.
L’attenzione di Takao tornò improvvisamente ai bey quando vide le due trottole scontrarsi con forza al
centro del campo, nessuna delle due intenzionata a cedere; tra i due dischi
d’attacco cominciarono a formarsi delle scintille, finchè entrambi i blader
furono costretti ad allontanare i bey, per poi rilanciarli all’attacco.
Il pubblico esultava e faceva il tifo a più non posso, ancor più esaltato dalla cronaca di Djman; anche i
ragazzi guardavano ammirati i due avversari:
- Però, davvero un gran
bell’incontro!
- Noi conoscevamo già l’abilità d’Andrew – disse
Max – perché aveva combattuto contro Kei, ma quella Midori gli tiene perfettamente testa.
- Ti sbagli.
- Eh?
- Che vuoi dire Kei? –
chiese K
- Che Andrew non ha
ancora mostrato tutta la sua abilità. Quando lo farà,
il loro divario di forza sarà tale che il bey della ragazza sarà quasi
disintegrato.
- Uhm… Tu che dici Takao?
- … …
- Takao!
- Eh? M-mah, non so…
- Cos’è ti sei incantato?
- Stavo solo seguendo il match! ‘\\\’
– sbottò stizzito il ragazzo.
- Ah, guardate! – esclamò Mao.
Proprio all’ora il bey
d’Andrew aveva cominciato ad attaccare Draoon sempre più violentemente.
- Ve l’avevo detto…
Il bey di Midori fu scaraventato contro uno
sperone di roccia e sommerso dai detriti, mentre Andrew guardava soddisfatto il
suo lavoro:
- Ti avevo avvertita.
Quei tuoi attacchi erano inutili, non avevi alcuna
possibilità di sconfiggermi.
- Sei molto sicuro di te,
vero?
- Come?
- Sei il classico sbruffone, senz’altro forte, ma
che tende a sottovalutare l’avversario. – tirò un sospiro rassegnato – Quelli
come te sono degli irrecuperabili testoni…
- MA CHE DIAVOLO VUOI?!
Chiudi quella boccaccia!!
- E tu perché non guardi
il campo?
- Uhm?
Proprio in quell’istante, Draoon riemerse dalle
macerie, ruotando sopra di esse come se niente fosse.
Andrew era furioso:
- Questa me la paghi… SALAMAR!!!
Subito il bey dell’inglese cominciò a risplendere,
facendo uscire il Bit-power della Salamandra. Ma
Midori non si scompose:
- Ora sì che si ragiona ^-^! VAI DRAOON!!!
Dal bey azzurro si sprigionò una luce biancastra,
e sopra di esso apparve un bellissimo drago cinese,
completamente bianco; Andrew e i ragazzi erano ammutoliti:
- Non te l’aspettavi, eh ^-^! Forza, DRAGO BIANCO!!
- DISTRUGGILO, SALAMAR!!!
I Bit-power fecero per scontrarsi, ma Salamar fu
più veloce e avvolse Draoon nelle sue fiamme. Quando queste sparirono,
il bey era stato scaraventato in mezzo al fiumiciattolo, dove sembrava tentare
faticosamente di rimanere in gioco.
- Non sforzarti, al prossimo colpo ci vorrà già
tanto che tu riesca a trovare i pezzi, del tuo bey. – Midori non rispose, ma
lanciò un altro sospiro:
- Sei davvero un gran borioso… Non ti sei neppure
accorto che mi hai solo favorito?
- Piantala di dire
scemenze! – lei stavolta sorrise:
- Sei veramente un abile blader, ma sei troppo
sicuro di te… - alzò verso di lui uno sguardo combattivo che Andrew era
riuscito a vedere in ben pochi blader, tra i quali annoverava Takao e compagni
– Quindi ora ti sconfiggerò! – Draoon cominciò ad aumentare la rotazione,
creando intorno a sé un tornado d’acqua.
- WATER DANCING’ S DRAGON!!
– il tornado del Drago Bianco si scagliò contro Salamar, provocando un tremendo
impatto, che scagliò a terra entrambi i blader; quando
l’energia dei Bit cessò, il bey d’Andrew si era fermato.
- Signori e signore,
abbiamo un vincitore! Accogliamo tra i membri della squadra del blocco A MIDORI!!! – il pubblico cominciò a gridare il nome della ragazza a
tutto volume, e lei arrossì un po’.
- Complimenti, sei stata brava. – le disse con
scarsa voglia Andrew. Midori sorrise raggiante:
- Grazie del complimento. E
anche dell’incontro, era tanto che non mi divertivo così! ^-^ Ah, piuttosto,
senti…
- Uhm?
- Ehm… sai con chi sarò in squadra?
A quella domanda Andrew cascò per terra:
- Ma non hai guardato le combinazioni?!
- No, perché ero troppo presa dai miei
avversari…‘\\\\\’
- Che tipa… - però Andrew
non potè non sorridere: quella tipa assomigliava molto a Takao, perfino nel
comportamento diretto e nella sbadataggine.
– Comunque sono loro…
Ed indicò i
ragazzi, che scesi dagli spalti stavano entrando in campo, mentre Djman
annunciava i loro nomi; per poco a Midori non prese un colpo:
- Sono in squadra… coi
BLADEBRAKERS?!!
- Ciao – le disse allegro Max –
tu sei Midori, giusto?
- Ah, sì… Piacere di conoscervi…
- Davvero un bell’incontro, Andrew… - sussurrò Kei
- Stai facendo del sarcasmo?
- E chi lo sa…
- Finitela! – disse perentoria
Mao – non preoccuparti, non sono sempre così stupidi. Io sono Mao, e
queste le mie amiche Julia e Mathilda.
- Molto piacere ^-^. Eravate allo scorso mondiale,
vero?
- Esatto!
- Ehi, ormai siamo famose! – disse Mathilda
- Ma certo! ^-^ Conosco
anche voi, ovviamente… - disse rivolgendosi agli altri
- Comunque non guasta mai
ripresentarsi: io sono Takao.
- Felice di conoscerti. – mentre le stringeva la
mano, Takao avvertì una strana sensazione, come avesse un mattone sullo stomaco
– Aahh, non mi sembra vero che saremo compagni di squadra
^-^!! – continuò lei tutta contenta.
- Beh, visto che le eliminatorie si sono concluse, direi di andare a cercare Hilary ed uscire – disse
Rei – Non so voi, ma a forza di rimanere qui dentro tutta la mattinata mi è
venuta fame.
- Concordo con te, Rei…
- Tu hai sempre fame, scimmia.
- Scusate, ma voi non dovevate
informarvi sui vostri compagni? – disse Max a Lai
- Ah, giusto…
- Non credo ce ne sarà bisogno: - disse Takao -
conoscendo mio fratello, lo avrà saputo dalla fine del primo incontro, ce lo dirà appena arrivati a casa.
- Allora vi salutiamo – disse
Julia – noi dobbiamo andare invece al banco del comitato organizzativo.
- Ci vedremo in campo, ragazzi. Salutatemi Zeo.
Salutati anche Michel e Mathilda, i ragazzi si avviarono
nell’atrio, dove trovarono Hilary, impegnata a chiacchierare con Mariam:
- Ciao ragazzi, eccovi finalmente! Ah, tu devi
essere la nuova compagna dei ragazzi, piacere sono Hilary!
- Ciao, sono Midori!
- Insomma, si può sapere dove sei sparita da stamattina?!
- Vi stavo seguendo dalle tribune, Takao, –
rispose lei sbuffando – ma quando sono scesa per congratularmi, durante la
pausa che avete fatto, non c’eravate. Poi, mentre stavo uscendo, ho incontrato
Mariam e vi ho aspettati qui.
- Però se fossi venuta ad
assistere dalle panchine, non saremmo dovuti venire a cercarti. Comunque, nella pausa eravamo dagli All Stars.
- A proposito, Mao, come sta Emily? Mi hanno detto
cosa le è successo…
- Un po’ meglio. Speriamo che il suo Bit-power sia
davvero sano e salvo…
- Sta tranquilla. – disse una
voce alle sue spalle – Ci sono andata piano, le ho ammaccato solo lo
stemma.
- Ecco la strega… - Midori la guardò arrivare con
gli occhi spalancati:
- MARGOT?!
- Oh, guarda chi c’è…
- Si può sapere che cavolo ci fai
qui?!
- Ma come, Midori, la
conosci? – le chiese stupito Max
- Purtroppo… Quando ho iniziato a giocare a beyblade,
ero in una società che poi ho abbandonato, e mi avevano
assegnato Margot come compagna di squadra.
- Quanti ricordi…
- Ma era maligna ed egocentrica,
non dava alcun appoggio alla squadra ed era disposta anche a far del male agli
avversari per vincere. Per questo mi chiedo come ha fatto ad entrare in un
torneo organizzato in parte dalla BBA!
- Oh, quanto la fai lunga.
Col tempo le persone cambiano…
- Un tubo! – urlò Takao – A
Hilary volevi sfigurare la faccia!
- Tzs, se è per quel…
- Ora basta, Margot. – a parlare era stato uno dei
compagni di squadra di Margot, Jean.
- Scusatela, è un tipo
dalla lingua lunga. Forza, andiamo, gli altri ci aspettano.
- Se, se…
La ragazza si avviò verso l’uscita seguita dal
biondino, che prima di uscire sfoderò il suo sorriso migliore e disse:
- Mi dispiace per il disturbo arrecatovi da
Margot. Purtroppo tende ad avere poco rispetto degli altri e delle regole, ma m’impegnerò
perché si comporti bene e le nostre rimangano sfide
leali ^-^.
- Gr-grazie… - Takao era un po’ spiazzato da tutta
quella gentilezza, sembrava impossibile che un tipo del genere fosse compagno
di squadra di Margot.
- Allora a presto… - e si allontanò, ammiccando in
direzione di Mao, che arrossì un poco al saluto del bel ragazzo; Rei salutò con
gli altri, ma sembrò più che altro che grugnisse.
- Ragazzi, forse è ora che ci avviamo anche noi…
- Giusto! Midori, che ne dici di venire a pranzo
con noi?
- Sul serio? Ma vi
disturberei, guardate che posso tranquillamente tornarmene in…
- Ah, neanche per sogno! – esclamò Mao – Tanto
d’ora in poi dovrete allenarvi insieme, quindi vieni
con noi!
- Ha ragione. Forza vieni anche tu, Mariam!
- Come? – disse Takao – Senti,
Hilary, guarda che casa mia non è un porto di mare, ma soprattutto è casa MIA,
non è TUA!
- Che sgarbato! In fondo
anche Mariam è nostra amica, e poi per me cucinare per 10 o 11 non fa
differenza.
- Ugh! Cu-cucini tu? – balbettò il ragazzo col
terrore negli occhi
- E io le darò una mano.
– disse Mao
- Ah, beh… - senza farsi notare, tutti i ragazzi
tirarono un sospiro di sollievo
- Takao, guarda che non c’è problema, non sei
obbligato ad invitare anche me.
- Ma dai, Mariam! – le
sorrise Max – certo che puoi venire, vero Takao?
- Tanto ormai decidete voi…
- Perfetto! ^-^ - esclamarono all’unisono Max e
Hilary.
Così si avviarono tutti verso la casa di Takao e
mentre ridevano e scherzavano, Midori sorrideva: quei tipi le piacevano
davvero, sarebbe stato divertente!
Quanti cooooommy!
Sn felice ^^!!! La storia avanza, sempre di +, aiutoo…
X Hilary14: qsta
storia è abbastanza “larga” per i personaggi, ma stai tranquilla, la nostra Hi
ha una bella porticina… ^\\\^
Cap.9
Arrivati a casa di Takao, Hilary e Mao si fiondarono
in cucina, seguite da Midori che aveva deciso di
aiutarle. Intanto Hitoshi aveva radunato i ragazzi per parlare degli incontri
degli All Stars; aveva un tono preoccupato:
- Indubbiamente già per sconfiggere blader come
Michael e Rick quelli del PSO devono possedere una
forza incredibile, ma se sono arrivati a disintegrare un bey costruito dal PPB,
devono essere micidiali. Dovrete allenarvi seriamente, non appena arriveranno i
vostri compagni di squadra – disse rivolgendosi a Lai
e Daichi – potremo partire per la residenza della BBA in montagna.
- A proposito, ma tu sai chi sono? – il ragazzo sorrise
- Mi hanno detto che
arriveranno qua più tardi.
- Sì, ma chi sono?!
- Quando arriveranno lo
saprai, Daichi.
- Insomma, allenatore!!!
Dopo, mentre gli altri apparecchiavano, Max fece
per andare a prendere una cosa, e passando di fronte alla cucina incrociò
Mariam, che era appoggiata al muro con fare imbronciato:
- Ehi, ciao. Che fai qui?
- Hilary – sospirò lei –Midori è riuscita ad
entrare in cucina, ma io sono stata chiusa fuori, hanno detto
che sono un’ospite e non devo fare niente… ma non sopporto di starmene con le
mani in mano, e così mi sembra di mangiare a scrocco! – Max osservò la sua
espressione arrabbiata e cominciò a ridacchiare
- Cos’ hai da ridere?
- E’ che… he, he… Hai un’espressione…
- Ti fa così ridere?! Sei
davvero scemo!
- Ehi, non dirmi che ti
sei arrabbiata…
- E’ meglio che vada ad aiutare i ragazzi! Ciao!
“Sì, si è
arrabbiata…” – Eddai! Mariam!
- Che cosa vuoi?!
- Su, non arrabbiarti, non volevo offenderti. E’
solo che non ti avevo mai visto quell’espressione da
cucciolo arrabbiato…
- E
come sarebbe un’espressione del genere, scusa (gocciolone)? Uhm? Ma cos’è quello? – ed indicò la
fascia che Max aveva al polso; il cuore del ragazzo saltò un paio
di battiti, si era dimenticato di toglierla!
- Qu-qu-questa? N-niente, figurati, he, he ^\\\\^…
Ehm, sarà meglio che torni dagli altri, a dopo! – e
così dicendo schizzò di nuovo dai ragazzi, mentre Mariam lo guardava senza
capire.
*_________
Più tardi, mentre dentro i ragazzi finivano di
pranzare, due persone si stavano avvicinando a casa Kinomiya:
- Sei sicura che sia quella là?
- Certo. Non ti fidi?
- Del tuo senso dell’orientamento?! Sinceramente…
- … >_<*
- Aaah, non vedo l’ora di rivedere Midori!
- Le prenderà un colpo quando
ci vedrà.
- Ma scusa, secondo te
non avrà già letto i nostri nomi nelle combinazioni del torneo?
- Eravamo in gironi diversi… Secondo te ha guardato i nomi degli avversari che non avrebbe
sfidato?
- … … Hai ragione: non lo farebbe mai -_-‘ (sospiro).
- Perché
è Midori ^-^’. Ma guarda, siamo arrivate!
- Allora suoniamo.
- Ma non c’è il
campanello…
- Scusate, – l’anziana voce di
un uomo le distolse dalla loro ricerca del campanello - cercate
qualcosa?
- Uhm?
*________
- Ehi, qualcuno ha visto il nonno?
- E’ uscito poco fa, non so dove sia andato…
- Ragazzi!
- Nonno, ma dov’eri sparito? – chiese Takao,
mentre l’anziano signore entrava
- Forza, venite fuori, c’è qualcuno che dovete
conoscere…
I ragazzi si guardarono con fare
interrogativo, poi si portarono su vialetto d’ingresso. Ad aspettarli
c’erano due ragazze: una indossava un paio di pantaloncini blu corti, tenuti in
vita da una fascia al posto della cintura, e una maglietta a maniche corte
rosso fuoco, con sopra un drago ricamato; aveva i capelli rossicci, tagliati in
corti ciuffi scompigliati, e un’espressione vivace. L’altra doveva avere
all’incirca l’età di Daichi ed era piccola e gracile, il che era accentuato dai
pantaloni a ¾ neri e dalla maglia, a maniche lunghe svasate, azzurra; aveva
lunghi capelli lisci e nerie un’espressione più timida della compagna.
- Molto piacere – disse
sorridendo la rossa – Siamo le altre finaliste del blocco B, Ruka ed
Eveline.
- Ah… - tutti si voltarono verso Midori, che era
rimasta ammutolita; la rossa sorrise:
- Che c’è, Midori, non ci
saluti ^-^?
- RAGAZZE!! – e si lanciò ad abbracciare le due, felicissima
- Ma conosce pure loro?
- Perché sono amiche sin da piccole.
– disse Hitoshi sbucando da dietro di loro
- Come?
- Proprio così, fratellino, me l’ hanno raccontato
loro: a quanto sembra giocavano nella stessa squadra di blader con Midori e
Margot, per quello che il PSO conosceva tutte quante.
Takao annuì, e guardando l’espressione raggiante
di Midori gli venne da sorridere.
- Ah, che bello rivedervi! – esclamò la ragazza
- Ma non dovresti
presentarci, invece di strangolarle? – chiese Takao
- Ma noi vi conosciamo già ^-^ - rispose Ruka –
Allora tu sei Takao, Max, Rei, tu Mao…
- io invece sono Hilary e
questa è Mariam.
- E quel ragazzo lì con
l’aria imbronciata è Kei, vero?
- Hai sentito, amico? – lo prese
in giro Takao – Ha azzeccato subito XD!
- E sta zitto, Takao. –
ribattè seccato il russo. Ruka e gli altri risero.
- Io sono Lai e questo
qui… Uhm?
Lai stava fissando
Daichi, che era rosso in faccia ed un’espressione tra l’imbarazzato e il
terrorizzato, e fissava di fronte a sé le due ragazze, o meglio, fissava la
moretta come fosse stata un’aliena. Tutti lo guardarono un po’ dubbiosi;
l’unica che sembrava non essersene accorta era Eveline:
- Tu invece sei Daichi,
vero ^-^?
A sentirsi chiamare per nome, Daichi sentì il cuore partirgli letteralmente nelle orecchie:
- S-s-s… s-sì °\\\\°…
- Daichi, perchè balbetti?
- I-Io non s-sto balbettando, Takao!
- Invece sì, sentiti un
attimo…
- NON E’ VERO!!!> \\\\\ <
- Insomma, ma non fate altro che bisticciare voi
due?! – gli gridò contro Hilary
- E tu zitta, ochetta!!
La parola proibita! Hilary cambiò espressione:
- Come… hai detto?
- Ehm, niente, niente ^^’. – a vedere quella scena
Ruka scoppiò a ridere
- Siete proprio forti, sapete?
- E voi, col bey? - le
chiese il platinato con tono piatto, tenendo gli occhi chiusi
- Tu sei Kei, vero? Vuoi sfidarmi?
- Ho solo espresso una mia curiosità, visto che
giocavo in un altro blocco.
- E dato che ti
disinteressi dei tuoi avversari. – Kei la guardò sollevando una palpebra sola
- Per me va bene, testa argentata, ma voglio
scegliere lo sfidante. E scelgo… Lai!
- Io?
- Già – sorrise lei – Ti ho visto duellare con Rei
agli scorsi mondiali e mi è piaciuto molto il tuo gioco, dai ci stai? – aveva
una faccia così raggiante che Lai non riuscì a non
rifiutare.
I ragazzi si portarono sul retro e Lai e Ruka si
prepararono a sfidarsi.
- Bene, combattivi sin da subito, che ne dici
Hitoshi? – chiese nonno J
- Una gran cosa – rispose il ragazzo – soprattutto
perché in questa sfida entrambi gli avversari punteranno
al gioco puro e semplice, più che alla vittoria.
- Dici?
- Vedrai.
Intanto i due sfidanti si erano già posizionati.
- Sei pronta? – chiese il cinese
- Quando vuoi ^-^ -
rispose la rossa
Il prof K cominciò il conto alla rovescia:
- Tre… Due… Uno…
- Pronti…
- …LANCIO!!
Galeon sfrecciò all’istante sul terreno, seguito a
ruota da un bey color porpora:
- Raggiungilo, GALTALES!!
- Speri di riuscire a prendermi? Illusa.
Galeon aumentò la velocità, cominciando a sterzare
e a svoltare sempre più in fretta, e Galtales faceva molta fatica a restargli
dietro.
- Ugh…
- Rinuncia, non puoi competere con me in scatto. –
lei sorrise furba:
- Sicuro?
Proprio in quel momento Galtales aumentò
spaventosamente la rotazione, raggiungendo e superando Galeon.
- Ah, no, non credere di battermi!
Il bey nero e quello porpora cominciarono
alternativamente a superarsi e raggiungersi, facendo ormai una gara di
velocità.
- Forza fratellino!
- Dacci dentro, Ruka!!
I due ragazzi continuarono ad
inseguire il bey avversario per molti minuti, Lai si stava divertendo da
matti! E, a giudicare dall’espressione, anche Ruka:
- Ehi, Lai…
- Che c’è?
- Concludiamo, che ne
dici? – il cinese sorrise
- Ok. – Galeon aumentò ulteriormente la rotazione,
e dallo stemma cominciarono a sorgere dei lampi: stava per chiamare il Leone
Nero.
- Vai, SPIRAL LIGHTNING!!
Una fortissima scarica elettrica partì da Galeon,
dirigendosi verso Galtales. Ruka fissava la scena a bocca aperta, ma poi si
riprese e sorrise:
- Fantastico… Forza, contrattacca,
VOLPE ROSSA! – al comando, una graziosa volpe con tre code sbucò dal bey,
lanciandosi contro il Bit di Lai
- RED DASH FLAME!!!
Galtales schizzò all’istante verso Galeon, avvolto
da fiamme, ma all’impatto i due Bit-power scomparvero istantaneamente, mentre i
bey tornavano nelle mani dei proprietari.Ruka si portò di fronte al compagno, sorridendogli raggiante:
- Caspita se sei bravo ^-^! E’ stato uno spasso! Se siete tutti così quasi quasi mi
faccio assumere dalle altre squadre per affrontarvi!
- Ruka… -_-‘
- Eddai, scherzavo ;-P!
- Anche tu sei molto
abile – disse Takao – Speriamo di non scontrarci subito tra noi, sarebbe troppo
bello affrontarsi in finale!
- Ma non ci arriverete se
non vi allenate.
- Uh, che menagramo, Hitoshi.
- Guarda che sono serio, Takao.
- Ma certo, lo so. E sono anche sicuro che li batteremo tutti! Ricorda che ho
anche Dragoon Metal Storm.
Hitoshi sospirò: suo fratello era sempre il
solito…
- Anch’io sono d’accordo con lui – disse Eveline;
anche quando parlava aveva un tono timido – Ve l’assicuro, era da tantissimo
che Ruka non tirava fuori il suo Bit-power, e poi vi abbiamo seguiti durante le
eliminatorie, sia voi sia quelli del PSO Team. Sono
certa che potremo vincerli. – Takao le sorrise, portandosi un dito al naso
(avete notato che ha sempre ‘sto tick?)
- Credo proprio che andremo d’accordo, Eveline…
vero, Daichi?
- Eh? Ehm, sì… ‘\\\\’ -
la ragazzina sorrise.
Così i ragazzi, salutata Mariam, si avviarono per
prendere il pullman che gli avrebbe portati alla residenza in montagna.
E sono giunte pure loro XD… Comincio a
divertirmi sul serio ^^ (Noi no! ndTutti_Pers – Voi tacete,
che “qualcuno” tra voi alla fine dovrà solo ringraziarmi x la sorte che l’attende!
– alcuni personaggi starnutiscono sonoramente [nn vi dico chi o rovino la
sorpresa ^^…] – Da come l’hai detta però suona
inquietante -___-“””… ndTutti)
Capitolo 11 *** Cap.10: Allenamento alla residenza ***
SONO TORNAAAAATAAAAA
SONO TORNAAAAATAAAAA!!! (E preghiamo x sopravvivere… ndTutti – Faccuffia!!!
Ndme).
Cap. 10
Arrivati
alla residenza, i ragazzi si misero subito al lavoro, dando ciascuno il
massimo; i quarti di finale ci sarebbero stati dopo appena una settimana,
perciò dovevano impegnarsi, comprese le nuove arrivate, che si dimostrarono
all’altezza della situazione ed entrarono subito nel gruppo.
I ragazzi
dovettero poi fare un monumento a Ruka, che oltre ad essere brava col bey era
un’abilissima cuoca: il suo aiuto in cucina salvò molte volte la loro vita,
quando era il turno di Hilary (Ehi, non starai esagerando?!
NdHilary – Hi, ti voglio tutto il bene di ‘sto mondo,
ma ammettilo, cucini da schifo! L’ultima volta che Takao e Daichi hanno
mangiato un pranzo fatto da te, stavano per morire intossicati. – Cattivaaa….
T_T).
Uno di quei
giorni, le ragazze stavano preparano il pranzo, con
Daichi che mangiava avidamente delle polpette di riso, quando alla tv
annunciarono ufficialmente gli accostamenti dei quarti di finale:
- Salve a
tutti, amici telespettatori – disse a pieni polmoni lo speaker – Oggi possiamo
annunciare ufficialmente le combinazioni delle squadre nate dai vari blocchi
delle eliminatorie nel PSO Tournament, dove si sono
già scontrati nomi tra i più importanti nel mondo del beyblade. Ecco l’elenco
degli scontri per i quarti di finale:
I°
incontro: BBA1 -
blocco AVSGokugumi(*) – blocco C
II° incontro:BBA2 – blocco
BVSTSangres – blocco G
III° incontro:NeoMajesty
– blocco DVSPSO Team – blocco E
I vari membri saranno resi noti il giorno degli incontri. e ora passiamo ad altre notizie...
BIP!
- Uao, avete
visto? – esclamò Mao, spegnendo la tv
- Cominciamo
bene… Siamo contro gli FSangre e quel tipo, Zeo…
- Gnam… Sul ferio? – chiese Daichi a bocca piena
- Lo si capiva dal nome… -_-‘
- Stai
tranquilla – disse Hilary a Mao – E’ un tipo in gamba,
ma potete batterlo.
- Non è quello
che mi spaventa – rispose lei quasi risentita – Ma se ogni squadra sceglie le
tipologie degli incontri, Julia e Raul vorranno
disputare un incontro in due.
- Beh, non
potete decidere di farli singoli?
- Uhm…
- Secondo me sarebbe interessante ^-^ - disse Ruka – Però dovrò
allenarmi un po’, ho disputato solo un incontro a coppie.
- Tu che dici,
Daichi? – gli chiese Eveline; per risposta il ragazzino quasi si strangolò con
una polpetta:
- Coff, cought… S-su, su c-cosa?
- Incontri doppi,
scimmietta, ma ci hai ascoltate? Ah, no, pensavi a
mangiare…
- Non sono una
scimmia! Ochetta!
- COS’ HAI DETTO?!
- Senti Daichi,
– disse Mao, un secondo prima del pugno di Hilary –
visto che noi dobbiamo fare da mangiare, perché invece di stare qui tu ed
Eveline non andate un po’ ad allenarvi sugli incontri a due?
- EH? O\\\\\o
I-io e…
- Per me va bene, mi annoio a stare qui con le mani in mano e in cucina non sono granchè. -rivolse a Daichi uno dei suoi sorrisi
impacciati – Andiamo?
Daichi assunse
un colorito degno di un catarifrangente, rimanendo per qualche istante rigido
come uno stoccafisso, poi annuì un paio di volte a scatti e fondandosi fuori
mormorò:
- Ti a-aspetto lì!
Le ragazze si
scambiarono qualche sorrisetto malizioso, mentre Eveline guardava
verso la porta con sguardo un po’ incerto:
- Mi sa che gli
sto antipatica…
- Se lo dici tu… - disse Hilary
- Vabbè, vado
fuori, chiamatemi se serve una mano. – loro annuirono, mentre la ragazzina
usciva.
- Eveline è un
po’ ottusa, vero? – chiese Mao a Ruka
- Un po’ ^^ -
rispose lei – ma mi sembra che neanche Daichi abbia
capito qualcosa di quello che gli sta succedendo. – Hilary sospirò:
- Ci mancava
solo la scimmietta innamorata…
Era proprio
così; ormai tutti, perfino Takao, avevano notato che, in presenza d’Eveline,
Daichi si agitava, arrossiva e balbettava: uno spettacolo comico, così lo
definiva il moretto, ma né Daichi né tantomeno Eveline associavano
anche solo lontanamente il comportamento del piccoletto a quello di un
ragazzino innamorato. Anzi, la ragazza pensava addirittura che lui la
detestasse, perché tentava la fuga non appena lei gli si avvicinava in un
raggio di tre metri.
- Vabbè, vado
ad allenarmi un po’ anch’io – disse ad un certo punto Midori – chiamatemi quando è pronto!
- Va bene.
*_________
- No, no, aspetta, tieni il braccio più alto…
- Così, Takao?
- Perfetto!
Adesso cerca di imprimergli più forza…
Midori tirò il
nastro del caricatore, lanciando Draoon a tutta forza contro una pietra,
incastrandocelo dentro.
- Uao, ci sono
riuscita XD!!!
- He, he, merito del maestro.
- Ehi, non
gasarti troppo ora!! – i due cominciarono a ridere e
darsi leggeri spintoni; c’era da chiedersi come facessero ad allenarsi così.
- Takao! Midori!
Fate i piccioncini ancora per molto o venite a correre? – urlò all’improvviso
Daichi
“Ha parlato
l’ultima persona che può sfottere su quest’argomento” pensarono tutti in simultanea
- Daichi, ti
ammazzo >\\\\\< !! Brutto moccioso!! – urlò Takao, lanciandosi contro l’amico
- Non devi dire certe cose ‘\\\\’ – mormorò imbarazzata Midori
Daichi se la
rideva di gusto, in fondo non era colpa sua se Takao gli aveva dato un pretesto
per prenderlo in giro: lui e Midori andavano d’amore e d’accordo, chiacchieravano
sempre e si allenavano in tandem; forse questo era dovuto
al fatto che i due caratterialmente si assomigliavano in maniera
impressionante.
- Ma scusa, Takao, non è mica colpa mia se state sempre
appiccicati…
- Ma chiudi
quella fogna, specie di bertuccia malriuscita > \\\ < !!!
E’ senz’altro più brava lei di te col bey e una migliore compagna
d’allenamento!! Cretino!
- Che hai detto?!
- Eccoli
che ricominciano… - sospirò Max
- E’
impossibile allenarsi con ‘sti due – disse Lai
scocciato
- Lasciateli fare, andiamo. – disse poi
Kei; gli altri lo seguirono, sospirando ancora una volta vedendo Takao e Daichi
scannarsi:
-
Irrecuperabili… (gocciolone collettivo)
- EHI, dove
andate? Alzati, scimmia, quelli ci lasciano qui!
- Aspettateee!!
E NON CHIAMARMI SCIMMIA!!
I ragazzi cominciarono il solito percorso in mezzo al bosco tranquillamente,
finchè Midori si portò in testa con Daichi e Takao:
- Che dite, facciamo a chi arriva prima in cima al monte?
- E’ una sfida?
– le chiese Takao; sia lui sia Daichi avevano gli occhi fiammeggianti all’idea
- Ragazzi,
aspettate… - tentò di fermarli Rei
- Midori… puff…
non vorrai farlo davvero? – chiese preoccupata Eveline – Io
sono già spompata…
Ma l’amica non la stava ascoltando:
- Pronti… Ai
posti… VIA!! – e partì in
quarta, seguita dagli altri due; gli altri fissavano allibiti i tre:
- Non ci credo… - mormorò scioccato Lai
- Non so chi sia più infantile…
La ragazza
mantenne un certo vantaggio sugli altri due, finchè Takao, ben deciso a non
lasciarsi battere, diede un’incredibile accelerata e la raggiunse, lasciando
indietro non solo i ragazzi, ma anche Daichi.
- Ehi!
Aspettatemi!
- Daichi! Che cosa fai qui, e Takao?
- Lui e Midori hanno preso una pista pazzesca, non sono riuscito a stargli
dietro!
- In sostanza hai
perso la gara (gocciolone)? – gli chiese Max
- No! Così non
vale mica!
- Capisco…
(gocciolone più grosso)
Takao e Midori
intanto avevano quasi raggiunto la cima del monte; non sembravano voler in
alcun modo ritirarsi, e Midori era felice per questo, si stava divertendo da
matti!!
- Non hai
ancora ceduto ^-^, puff? – disse ridacchiando all’amico
- Panf…
Scordatelo!
- Puff,
rinuncia Takao, non puoi batt…
In quel preciso
istante, un piede di Midori scivolò su un tratto cedevole della strada,
facendola cadere; Takao, lanciatosi verso di lei, riuscì ad afferrarle un
polso, ma la presa resse pochi secondi e alla fine cadde anche lui.
I due
rotolarono lungo il pendio per un minuto buono, finchè raggiunsero un punto
piano, dove caddero rovinosamente con un gran tonfo.
- Ohi, ohi…
- Mamma che
botta… Meno male che siamo caduti sul morbido.
- Eh già…
Midori, mi stai soffocando. Potresti alzarti?
- Eh? – solo
allora la ragazza si accorse che era caduta addosso a Takao:
- Scusa!
Ommamma scusa, aspetta, mi alzo!
Midori si tirò
su, un po’ rossa in viso, spolverandosi i vestiti:
- Beh, almeno
così non ti sei fatta male.
- Beh, grazie, allora ^^. E tu?
- No, no, sto
bene… OHI!
- Che cos’ hai? - chiese preoccupata
- La guancia… -
sussurrò, massaggiandosela
- Fammi vedere.
- Ah, no aspetta… O\\\\O!!!
- Eddai, non
fare il bambino! – e così dicendo la ragazza gli posò una mano sul viso,
avvicinandosi un poco per vedere meglio: troppo per i gusti di Takao, la cui faccia era appena diventata un tutt’uno con la giacca.
- E-ehi!
@\\\\@!
- Ahi, che
brutto graffio! – disse lei, incurante dell’espressione dell’amico: cadendo
Takao doveva aver urtato contro qualche sasso appuntito, perché aveva la gota
tutta arrossata e graffiata. – Aspetta, dovrei avere
un cerotto in tasca… Ecco qui ^-^! – e piazzò
soddisfatta il cerotto al suo posto.
Takao la
ringraziò timidamente, ancora tutto rosso: gli sembrava di avere corso per ore,
perché sentiva il cuore pulsargli al massimo.
- Torniamo? – riprese
Midori sorridendo – A quest’ora le ragazze dovrebbero aver finito di preparare
il pranzo, se non torniamo ci daranno per dispersi.
- Va bene…
I due si
arrampicarono pian piano lungo la china fino a raggiungere la strada, dove
furono raggiunti alcuni minuti dopo dagli altri, che
finalmente gli avevano raggiunti.
*______
Quella sera,
sull’ingresso, Takao aspettava che gli altri si addormentassero: era stanco, ma
non aveva voglia di sorbirsi le battutine di Daichi anche prima di coricarsi.
Beh, che blaterasse
pure, non l’avrebbe neanche ascoltato. In fondo che gli importava, Midori non
gli piaceva comunque… Cioè, gli piaceva ma non in
“quel senso”, ma come persona… Però era un po’ la stessa cosa… Ma che cavolo di
pensieri stava facendo?!
Scosse
energicamente la testa, doveva fissare l'attenzione sull’allenamento, ora!
“Sì – pensò deciso – Ora devo solo concentrarmi su come utilizzare
al meglio Dragoon Metal Storm!”. Convintosi, si alzò ed entrò in casa, doveva
assolutamente chiudere gli occhi per qualche ora.
*______
- Allora,
Ozuma, che ne pensi?
- Hai fatto un
ottimo lavoro, Mariam. Hikary è davvero il quinto membro ideale per noi.
La ragazza
sorrise compiaciuta.
- Adesso non ci
resta che prepararci ai quarti di finale…
- Ehi, Ozuma,
ma come mai oggi non spiamo un po’ Takao e Co.?
- Ma sei scemo, fratellino? – rispose per il capitano la
ragazza - Tanto per cominciare non è più nostro
compito, e poi ora loro sono alla residenza in montagna della BBA.
- Non
scaldarti, Mariam, Jessie lo diceva solo per te.
- Che vorresti
dire, Dunga?! – chiese lei irritata
- Io? Proprio
niente…
- Già.
- Come sarebbe?
Fermatevi subito, Jessie! Dunga!
La ragazza
cominciò a seguire a passo marziale i due, mentre Ozuma osservava la scena con
un sorrisetto impenetrabile sul viso.
[*Lett. “Il team del re delle scimmie ->
chiedo venia, lo so che fa schifo come nome…]
Sull’autobus che gli avrebbe portati in città,
Midori si stava stiracchiando pigramente: amava mettersi in viaggio di mattina
presto, perché poteva accoccolarsi comodamente sui sedili del mezzo su cui si trovava
e sonnecchiarci sopra. Scrutò un po’ trasognata il
paesaggio circostante, che passava veloce da dietro i vetri, frugando nella
custodia, attaccata con una specie di giarrettiera sotto la gonna, per prendere
Draoon; lo strinse forte, rimirando ipnotizzata lo stemma del Drago Bianco.
- Hai paura? – le chiese Ruka, sedutasi in
ginocchio dal sedile davanti
- Insomma… - l’amica le
sorrise
- Tranquilla, tanto siamo i migliori, no ^^?
- Che modestia!
- He, he XP!!
Minori sospirò sorridendo, facendo vagare lo
sguardo sui passeggeri del pullman: Takao stava russando con Daichi praticamente sdraiato addosso, mentre Mao ed Eveline
dormivano due sedili indietro; Lai tentava invano di tenere gli occhi aperti,
affiancato da Rei, che guardava mezzo addormentato fuori dei finestrini, e Max,
indaffarato con Draciel, ma anche lui con la faccia di uno che presto sarebbe
crollato; sembrava che dormisse perfino Kei, seduto a braccia conserte e con la
testa leggermente chinata, ma Midori avrebbe scommesso qualunque cosa che era
sveglissimo e concentrato.
- A quanto pare la levataccia si è fatta sentire.
– disse Hitoshi, comparendo dai primi sedili
- Temo di sì… YAHM… - sbadigliò K, anche lui
stanco
- Non dovresti passare sempre le notti in bianco
davanti al computer, Prof. – lo ammonì Hilary
- Beh, anche alzarsi a quest’ora non è eccessivo?
– chiese lui, più rivolto all’allenatore che alla ragazza
- La sede della BBA non è
proprio dietro l’angolo. – rispose Hitoshi – C’è
ancora tempo, ti conviene farti anche tu un pisolino.
- Cambiando argomento, - disse Midori
quando Hitoshi si fu riseduto - Hi, perchè hai dietro quel borsone? – e fissò la sacca da ginnastica che la brunetta aveva con sé;
lei la nascose goffamente e ridacchiò, tentando di sembrare naturale:
- Ah, non c’è nessun motivo,
nessuno, tranquilla… He, he…
L’amica la fissò un poco, poi fece spallucce e si
rimise comoda, aspettando l’ora dell’arrivo.
*________
Una volta arrivati
alla BBA, i ragazzi si diressero verso l’arena di gioco, siccome i membri delle
squadre partecipanti potevano assistere da lì anche agli incontri degli
avversari. Hilary, dopo aver detto che avrebbe seguito
anche stavolta gli incontri dalle tribune, si eclissò nel corridoio, scaricando
letteralmente a Takao un Daichi ancora addormentato, che si svegliò solo dopo
un sonoro pugno da parte del giapponese.
- Sei una bestia, mi hai fatto
male… - mugugnò il ragazzino camminando nel corridoio, massaggiandosi la
parte offesa
- Non è colpa mia se sei un cretino. Altro che
scimmia, sei un ghiro!
- Ma da che pulpito…!
- Però non avrai
esagerato, Takao? – chiese Eveline
- Oh, non preoccuparti ^\\\\\^. Sto benissimo!! – le rispose il rosso
- Ovvio – disse velenoso Takao – quella testaccia
è vuota!! – Daichi gli saltò al collo:
- Ma brutto…
Un lieve colpo di tosse distolse i due
dall’uccidersi.
- Volete sempre dare spettacolo in questo modo?
- Yuri! – esclamò Daichi, lasciando il colletto di
Takao e fondandosi di fronte al russo
- Incredibile, ci sei anche tu!
- Non mi stupisce che tu ti sia già dimenticato
dei componenti delle altre squadre, Daichi…
(gocciolone) – sospirò Max
- Ciao! – gli disse Takao – Sei da solo? Boris e
Serjei?
- Negli spogliatoi – rispose, come sempre monosillabico,
Yuri – C’ero anch’io, ma poi ho sentito degli starnazzi
e sono venuto a vedere. Avrei scommesso Wolborg che eravate voi.
- Ma che gentile…
>_<*
- E loro? – disse
annuendo alle tre nuove ragazze
- Ah, loro sono le nostre nuove compagne: Midori,
Ruka ed Eveline.
- Yo ^^!
- Ciao! – Eveline sorrise soltanto.
- Capisco. – rispose appena.
- Senti, Takao - disse a quel
punto Midori, tirandolo per la manica - ci conviene avviarci, vieni?
-Va bene, ho
capito. Ci vediamo Yuri.
- Uh, uh.
- Allora andiamo… - ma
prima di avviarsi Ruka si voltò verso Midori - Ma Mi (<- soprannome), perché
invece di “Takao” non lo chiamiamo “Tak”? Che ne dici?
- Scusa, ma perché dovrei farlo? – chiese l’altra,
fissandola interrogativa
- Uhm? Beh, “Takao” è lungo, così faccio prima
^-^. – rispose con un’espressione da bambina
- Ma è una scemata! –
strepitò Takao – Ma che cavolate spari, Ruka?
- Non è vero! Antipatico! –
- Ha ragione, a me piace
^^. - sorrise Midori
- Assolutamente no! >\\\<!
- Ma quanto sei noioso! –
replicò Ruka la ragazzo; i due presero a bisticciare
avviandosi verso l’arena di gioco, mentre gli altri li fissavano da dietro con
un mega-gocciolone in testa. Yuri preferì non commentare.
- Ehi, Yuri! – esclamò all’improvviso Daichi,
rimasto indietro – Vedi di arrivare in finale, sono impaziente di sfidarti di
nuovo!!!
- E chi ti dice che io
voglio risfidarti? – gli chiese con un ghignetto.
- Ehi Daichi. – il ragazzino cambiò faccia, facendo un salto da campione olimpico: Eveline gli era
apparsa all’improvviso a fianco
- Che fai, tu non vieni?
- O-ora…
- Ok ^-^! – Eveline sorrise annuendo col capo, per
salutare Yuri, e corse dietro agli altri; Daichi cercò di calmarsi, credeva che
perfino Yuri potesse sentire il casino che stava facendo il suo cuore. Il russo
lo guardò, con un sorrisetto sardonico:
- E’ la tua compagna di squadra?
- Sì. Ma perché fai quella faccia?! NON FARTI VENIRE STRANE IDEE! – ululò, col viso praticamente bordeaux - Vedi piuttosto di arrivare alle
finali! – e così dicendo si allontanò, sbattendo i piedi
furioso. Yuri lo fissò sollevando un sopracciglio, poi
dando un sospiro divertito tornò nello spogliatoio.
*_______
- BUONGIORNO A TUTTI, CARI AMICI!!
Benvenuti ai quarti di finale del PSO Tournament!!!
La voce di Djman rimbombò assieme alle urla dei
fans.
- Finalmente possiamo dare il via al torneo che ha
attirato così tanti spettatori! Ecco a voi i nostri blader!!
Detto questo, Djman indicò l’ingresso da cui
cominciarono ad uscire, una alla volta, le squadre finaliste, accompagnate
dalle ovazioni del pubblico.
- Nel primo e nel secondo incontro,
rispettivamente coi nomi di BBA1 e BBA2, troviamo gli
ex-componenti della squadra G Revolution, che sconfiggendo la BEGA in uno dei più
incredibili tornei mai visti, ha dettato la via per le nuove generazioni di blader!
Ad affiancare la BBA1 contro il team Gokugumi,
svelatosi abilissimo ed affiatato, troviamo la giovane
Midori, che ha dimostrato di essere all’altezza di campioni quali Andrew, da
lei sconfitto nelle eliminatorie.
- Ma quanto rompe quel tizio… - bisbigliò Andrew irritato, dai
sedili proprio sopra il campo; Midori, giratasi un istante, vedendo la sua
faccia si sentì quasi in colpa.
- Ad affrontare la BBA2 sarà il nuovo team nato
dalle eliminatorie del torneo, il TSangres; a farne
parte vediamo la coppia dei gemelli Raul e Julia, e Zeo, secondo classificato
al torneo di due anni fa! Ad affiancarli, Shiroi e Matteo! – e due ragazzi, un
giapponese dall’aria arrogante e un italiano con occhiali e capelli biondi si
misero a fianco di Julia, che li snobbò alla grande.
- Nel terzo incontro, la misteriosa squadra
promotrice del torneo, il PSO Team, composto dalla
bella Margot, Alexander, Jean, Dexter e Oscar, affronterà una delle favorite
alla vittoria, la squadra dei NeoMajesty!! Questo
gruppo è formato da alcuni dei migliori blader sulla piazza, e credo proprio
che il PSO Team avrà serie difficoltà contro i
componenti della Neoborg, Yuri, Boris e Serjei, e dei Majesty Ralph e Gianni. Con loro, in panchina perché sconfitto dal suo capitano nelle
eliminatorie, Oliviè.
Mentre diceva questo,
le due squadre furono illuminate dai riflettori. Ovviamente né i Neoborg né i
Majesty manifestavano paura o preoccupazione, ma guardando i loro avversari il
Prof K pensò che forse avrebbero dovuto averne, i due elementi nuovi, Oscar e
Dexter, sembravano pericolosi, non tanto nell’aspetto,
quanto per quella strana luce che avevano negli occhi, che assomigliava in
maniera preoccupante a quella che aveva Margot. Certo non incutevano paura:
Dexter, anche se era un bestione e aveva un look
strano, con i capelli azzurrognoli sparati come la cresta di un gallo, sembrava
innocuo; Oscar, poi, era un tappeto dai capelli castani magro come uno
scricciolo, per nulla minaccioso.
I pensieri di K furono interrotti al riprendere
delle presentazioni da parte di Djman:
- L’ultimo incontro vedrà la New Bartez Squad
affrontare il gruppo nascente dei Saint Shields!
Entrambe le squadre hanno buone possibilità di vittoria, aspettiamoci incontri
spettacolari!!
Per risposta il pubblico diede un’ultima ovazione
esaltata, ma prima di dare il via agli incontri Margot si avvicinò a Djman,
chiedendo che il loro incontro fosse l’ultimo e non il
terzo:
- Prima avremmo alcune cose da pianificare ^-^. –
disse tranquillamente – A voi non da fastidio, vero? – continuò rivolgendosi a Yuri
- Per me...
- E non credo che ciò
darà noie agli organizzatori.
- Beh… - Djman si voltò verso il locale
sopraelevato dove si trovavano Daitenji e i giudici del torneo, che
acconsentirono.
Finalmente tutto era pronto: Takao, assieme al
capitano dei Gokugumi, decise per una sfida ad eliminazione, la prima squadra i
cui membri vincevano tre scontri vinceva la gara.
- Ah, chebello, chebello, si ricomincia ^-^!! – strillacchiò entusiasta Midori – Ehi Tak, posso
scendere per prima in campo io? Quel tipo non sembra molto forte. – ed indicò il primo membro schierato dai Gokugumi: sembrava
proprio una scimmia.
- Avevo già detto a Ruka di non chiamarmi così,
attacchi pure tu?!
- Fa lo stesso ^-^. Allora, posso?
- Ma sei scema? – le
disse freddo Kei – Non basta la prima impressione per
capire se un blader è forte o no.
Midori lo guardò storto, quanto la irritava quel
tipo! Un asociale antipatico!
- Guarda che lo so >P!
- Ma davvero?
- Grrrrr…. Ma chi ti ha chiesto niente?! - senza degnarla di un’occhiata, Kei si andò a sedere,
segno che non aveva la minima intenzione di affrontare i Gokugumi:
- Ve li lascio. Chiamatemi quando avete finito.
Midori era furibonda, e poi le faceva la predica?! Asociale e pure sbruffone!!
- Ma chi ti credi di
essere?!
- Lascia stare, Midori. Vieni… - disse Takao, portandola dagli altri; lei era furiosa:
- Non capisco come fai a tenerlo in squadra! –
sibilò nell’orecchio a Takao
- Uhm?
- Voglio dire, come fate ancora a fidarvi?! Guarda, ho seguito tutta quella vicenda della BEGA e non
mi è piaciuto per niente come si è comportato. – il ragazzo la guardava in silenzio – Voi eravate amici prima di quella
storia, giusto? E quello, nonostante tutto, è andato con quell’altro
che tra un po’ ha portato i suoi blader a disintegrarvi! E
anche con loro e perfino con lui era stato crudele, lo sanno tutti, ma Kei è
andato lo stesso con Vorkov! In più, è uno sbruffone ed un arrogante! Non posso
fidarmi di… di quell’antipatico!! – e
sbuffò, incrociando le braccia; Takao sorrise comprensivo:
- Lo so, non è un tipo così facile da trattare e
da capire, ma è un nostro amico e lo è sempre stato.
- Takao ha ragione. – aggiunse Rei, avvicinatosi –
Kei è un tipo ego pensante, ma se si tratta di dover combattere assieme lui è sempre uno degli amici in cui possiamo riporre più
fiducia. Anche se l’idea di battere Takao a volte lo
fa comportare…
- … Da vero idiota? – disse lei acida
- Beh… Forse. (gocciolone)
- Uhm… - Midori fissò ancora una volta Kei con
sguardo fortemente dubbioso, ma venendo completamente
ignorata.
- Dai, lascia stare – le
disse Max – ora tocca a te entrare in campo, giusto? – Midori sorrise:
- Hai ragione, chi se ne frega di quello scemo!
- Non intendevo proprio questo… (gocciolina)
- Tranquilli, lo batto e torno ^-^!!
E cominciarono gli
scontri.
Midori vinse con facilità estrema il primo
incontro, e lo stesso fecero Rei e Max, scesi in campo
con estrazione a sorte; la BBA1 conseguì tre vittorie ininterrotte, passando il
turno.
Anche la BBA2 si
dimostrò all’altezza dei pronostici; i capitani, decisero per una sfida mista,
ossia ogni scontro sarebbe differito dall’altro. Il primo scontro vide Daichi
contro Zeo.
- Preparati amico, –
disse Daichi spavaldo – ti conviene impegnarti!
- Pensa per te.
- Coraggio, Daichi! – lo incitò Mao
- Forza ^-^! – all’aggiunta del tifo d’Eveline,
Daichi arrossì un’altra volta:
- Va bene… \\\\ - poi sembrò riprendersi:
- Mi spiace per te, - disse rivolgendosi a Zeo - ma ora devo assolutamente vincere!!!
- Da dove viene tutta quest’energia? (gocciolone)
- Ai posti! TRE… DUE… UNO… Pronti…
- LANCIO!!!
I ragazzi si affrontarono con forza, chiamando addirittura
a raccolta i loro Bit-power, ma alla fine Daichi strappò la vittoria per la sua
squadra. Fu però un incontro davvero spettacolare, tanto che anche Zeo si
congratulò.
- Ottimo lavoro, Daichi. – gli disse Lai, una
volta che il ragazzino fu sceso dalla pedana di gioco
- Sei stato bravissimo! ^-^ - si congratulò Eveline
- Gr-grazie \\\\… - Lai e Mao si scambiarono uno
sguardo complice
- Ora tocca a noi. Julia! Raul! – disse
rivolgendosi ai due – Immagino che potreste anche affrontarci
singolarmente, ma voi vorreste un incontro doppio, vero?
- Esatto, Lai.
- Altrimenti, che spettacolo sarebbe? – sorrise ammiccando
Julia.
- Allora fatevi sotto!
Dopo un incontro accanitissimo, vinsero anche Lai
e Mao, non senza difficoltà. L’ultimo scontro, quello decisivo, lo giocò Ruka
contro Shiroi, che perse miseramente. La ragazza tornò tutta contenta dai
compagni, che si complimentarono con lei, soprattutto Lai, per la bravura
dimostrata.
- Ma tu mi avevi già vista duellare – gli disse
sorridendo – dovresti saperlo che sono un vero mito a
Beyblade ^-^!!
- Ma che modesta ^-^!
- Però sono tanto
simpatica ^^.
Mao fissò un istante il fratello scherzare con
Ruka e sorrise sotto i baffi.
*________
- Allora, a che punto sono?
- A… a buon punto ormai, capo, la BBA1 e la BBA2
hanno già concluso gli incontri, mentre i Saint Shields
stanno per affrontare l’ultimo scontro, vincendo per due scontri a zero. –
rispose all’uomo la vocina tremante di un ragazzino
- Molto bene Omega. – disse tranquillo l’uomo –
Molto bene…
*_______
- Siamo giunti all’ultimo scontro della sfida New Bartez Squad contro Saint Shields! – urlò Djman nel
microfono – Dopo un’accesissima battaglia, purtroppo la New Bartez Squad ha
dovuto incassare ben due sconfitte, la prima da Ozuma, capitano dei Saint Shields, e la seconda da Dunga il gigante!
- Ma che soprannome carino… - ridacchiò Hikary
- Vedi di chiudere quella boccaccia. – la seccò
Dunga, ma lei parve ignorarlo.
- Ed ora – continuò Djman – scenderanno in campo
Mathilda contro Hikary!!
Il pubblicò lanciò grida
d’incoraggiamento sia per l’una sia per l’altra sfidante e Kei aprì finalmente
gli occhi, per vedere con gli altri il nuovo acquisto dei Saint Shields: non
che si potesse dire molto, visto che indossava un berretto rosso e giallo che
le nascondeva il viso, facendo uscire solo qualche ciocca castana; la ragazza
alzò la felpa bianca che le copriva la vita dei pantaloni blu per estrarre il
bey, poi si mise in posizione d’attacco senza proferir verbo, mentre si alzava
il Beyblade Stadium, che simulava un bosco.
- In posizione!
- Buona fortuna, Mathilda. – le bisbigliò;
Mathilda la guardò stupita: “Questa voce… La conosco!”. Ma
l’inizio del conto alla rovescia di Djman la distolse dai suoi dubbi.
- TRE… DUE…
- …Uno…
- Pronti… LANCIO!
Istrice ed il bey di Hikary si fronteggiarono
all’istante senza tanti complimenti, lasciando scintille dietro di sé; Mathilda
capì subito che quella tipa non era da sottovalutare:
- Avanti, POISON NEEDLE!
- Evitalo, Zendran!!! –
come risposta, il bey di Hikary indietreggiò con una velocità sorprendente,
facendo schiantare contro alcuni alberi in miniatura.
- Ti è capitato un brutto campo – sussurrò di nuovo Hikary; più la sentiva parlare, più
Mathilda si convinceva di aver già sentito la sua voce – qui ho una vittoria
facilitata. Forza Zendran, EARTHY STORM!!
Al comando, Zendran cominciò a sollevare delle
zolle di terra attorno a sé, provocando un vortice con la sua rotazione; poi,
facendo uscire il suo Bit-power, indistinguibile nella
luce accecante che emetteva, Hikary lo mandò all’attacco: Istrice non riuscì a
schivarlo.
- L’incontro è terminato, amici! I Saint Shields si aggiudicano la gara e passano alla
semifinali!!
Mentre Djman parlava,
Hikary si avvicinò a Mathilda, che stava raccogliendo Istrice:
- E’ ancora integro?
- Sì, sta tranquilla…
- Ah, meno male… - Mathilda la fissò un istante
- Mi sarebbe dispiaciuto distruggerti il bey, ma visto che lo so maneggiare da poco, non ero sicura
di regolarne al meglio la potenza. – l’altra ragazza le
sorrise:
- E’ bello che ti
preoccupi del bey avversario. – le porse la mano – Complimenti, grazie
dell’incontro ^^. – Hikary rispose alla stretta.
- E ora, signori e
signore – esclamò Djman – l’ultima sfida dei quarti di finale: NeoMajesty contro PSO Team!
Il pubblico esplose in un tifo accesissimo. I NeoMajesty si fecero avanti guardando con decisa aria di
sfida gli avversari.
- Uuuh, sembrano proprio decisi, che dici fratellone Dexter? – chiese Margot, appendendoglisi ad
un braccio
- Uhm, non credo, piccola Margot.
- Ti conviene non prenderci sottogamba, bestione.
– disse lapidario Ralph.
- Taci, Oscar. – lo ammonì
Alexander – Hanno ragione, questi sono bravi. Perciò
– fissò con uno sguardo indecifrabile i suoi compagni – dobbiamo impegnarci.
Chiaro? – Margot, Dexter ed Oscar sorrisero, un sorriso pericoloso:
- Chiarissimo…
Voilà! E vi lascio la suspence… (Hi, hi, hi… ndRia – Schifoooooosaaaa!!! >______<**** ndTutti –
Macchè, meglio x noi! NdTakao_&_Co – Antipatici! >__<*** NdRia)
EVUALA’SONTORNATA QUA!!! (nota1: Vualà si scrive “voilà”… ndKei – Lo sapevo, nn
sn così scema! L’ho fatto solo x creare impatto! ndRia
– Sarà… ndTakao – Zitto te che 6 + scemo di me! NdRia – … nota2: -> Kei li ignora
completamente -> Se non tornavi era meglio! NdKei – Cattiiiiviii T___T… E io
che m’impegno tanto x voi!! – Se,
vabbè! NdTutti_personaggi – ç_ç Me triste…).
Ma ci sn i fedeli lettori a
consolarmi ^^ (Ma chi?! NdTutti – zitti o vi uccido!
ndRia)! Un super SMACK a: super gaia (^^), Hila92 (^____^), Kaho-chan (grazie,
dimostri di essere molto comprensiva… *__* Gazie…; E
nn preoccuparti, puoi essere la 1° a recensire qsto chappy ^-^!), Meiko (E’ un
complimento fantastico, sul serio ^___^!! Vuol dire
che ti piace tanto!!), Anyma Pia (Ti ho risp sulle recensioni; cmq, anke se nn
è un errore, ti ringrazio x avermelo fatto notare senza linciarmi troppo ^^”) e
a tutti coloro che leggono la mia fic!
Basta ciatellà, ora (E si vede che
“semu de Zena”…) Vai, CAP12!!!
Cap. 12
- Bene ^-^ - disse sorridendo Margot – Per voi va
bene una sfida ad eliminazione diretta, chi vince tre incontri piglia tutto? –
Yuri fece spallucce, Ralph annuì mormorando un “va
bene” (quale loquacità…); Margot sorrise di più:
- Perfetto ^-^! Se siete
d’accordo, vado io.
- Allora l’affronto io. Se si
tratta di ragazze, lasciatemi fare.
- Sta attento, Gianni – lo
ammonì Ralph – quella è una tipa pericolosa.
L’italiano fece un cenno d’assenso al compagno,
avviandosi alla pedana tra il tifo degli spettatori.
- IN POSIZIONE!
- Ooh, sono contro il
famoso Gianni? – disse vezzosamente Margot – Meno male, così sono
certa che sarai gentile…
- Questo è un incontro di beyblade – rispose lui – ma se ti sconfiggessi, potrei offrirti
qualcosa per farmi perdonare. – lei fece un sorriso freddo come il ghiaccio,
tanto che Gianni sentì i brividi lungo la schiena:
- Pensa ad arrivare in fondo.
- TRE… DUE… UNO… PRONTI…
- Lancio!!
I due bey cominciarono subito a scontrarsi, ma
sembrò che Linx avesse qualche difficoltà; Gianni ne approfittò:
- Attacca, ANFISBENA!!! –
la mostruosa creatura uscì dallo stemma del bey, lanciandosi contro Linx, che
cominciò ad indietreggiare malamente. Margot fissò lo sguardo soddisfatto
dell’avversario, mordicchiandosi il labbro:
- Non ti permetterò di battermi!
Oscar guardava attentamente lo scontro, un po’
dubbioso:
- Alex, ma che succede? Non le hai detto che può fare sul serio? Ha pure il
suo bey…- il compagno lo fulminò con un’occhiata gelida:
- Non ci arrivi? Quella si sta divertendo. – il
piccoletto lo fissò ancor più interrogativo, facendolo sospirare:
- L’ hai detto tu stesso, no? Margot può usare il
suo bey, non come noi. – fissò sprezzante la trottola nera nella sua mano – E
poi preoccupati di te stesso, lei non ha problemi.
Loro sono il nostro problema. - da sotto il cappuccio, scrutò
il gruppo di Takao con la coda dell’occhio – Non ci devono scappare.
Intanto l’incontro continuava: Linx tentò
inutilmente di schivare l’attacco dell’Anfisbena, ma quella, grazie alle sue
due teste, lo colpì in pieno, costringendolo a ritirarsi praticamente
sul bordo del campo.
- Allora, dolcezza, come la mettiamo? – disse
ridacchiando l’italiano; lei sorrise seducente e Gianni dovette
ammettere che era davvero bella…
- Mi costringi a giocare sul serio…
Linx, come se fin a quel momento non avesse
combattuto, si lanciò sul campo fulmineo, colpendo il bey di Gianni con una
potenza ed una velocità assurdi e compromettendone velocemente il disco
d’attacco. Gianni era sbalordito: più tentava di evitare
gli attacchi di Linx, più aumentavano d’intensità.
- Ora… - al comando di Margot, Linx scomparve alla
vista, rendendosi praticamente invisibile. Alexander
sogghignò:
- Comincia lo spettacolo.
- M-ma… - Djman era allibito – Incredibile, Linx è
scomparso!!
- Tsz, credi di spaventarmi? – le disse sprezzante
Gianni – Hai solo aumentato la velocità del bey tanto da renderlo quasi
invisibile; ma, per tua sfortuna, posso ancora sentirlo.
- Provaci. – nello stadio, come ad un comando
stabilito, calò un silenzio profondo e Gianni chiuse gli occhi, concentrandosi
sul suono prodotto dai bey, imitato dagli altri blader: “Questo è Anfisbena –
pensò – Ora non i resta che trovare l’altro…”
- MA…! – Gianni spalancò
gli occhi, sbalordito; anche Ralph e gli altri fissavano a bocca aperta il campo
- Non… non si sente la rotazione di Linx! –
mormorò Oliviè
- Ma come fa?! – disse a
mezza voce Max
- E’… è stupefacente,
amici! – strepitò il cronista – A quanto sembra, Linx non solo non è più visibile, ma è addirittura scomparso il suono prodotto
dalla sua rotazione!
- Conosci il balletto, Gianni? – gli disse Margot – Quando danzi, i tuoi passi devono essere vellutati
come quelli di un felino, per non farsi sentire. Specialmente un passo della
danza classica è stato creato per questo… - la ragazza tese
la mano verso il campo – PAS DU CHAT.
Alle parole di Margot, Linx ricomparve esattamente
sopra il bey di Gianni, facendolo colpire dal Bit di una Lince: Anfisbena fu
sbalzata violentemente fuori campo, perdendo il disco d’attacco.
- Hai perso caro… Pciù ;-*!
Gianni, stringendo i pezzi del suo bey, tornò dai
compagni, livido di rabbia:
- Come diavolo ha fatto? È praticamente
impossibile rendere silenzioso un beyblade…
- Te l’avevo detto.
- Ralph ha ragione – disse piano Yuri – Quelli sono avversari
davvero temibili, glielo si legge negli occhi… (Uao, Yuri che dice 1 frase con
+ di 3 parole! Un evento…)
- In che senso? – il russo lo guardò di sfuggita:
- Perché hanno gli stessi occhi che avevo io quando stavo dalla parte di Vorkov.
L’italiano tremò un istante, ripensando allo
sguardo dello Yuri di tre anni prima.
- Ehi voi! – urlò Dexter – Avete
ancora molto da confabulare, codardi?
- Come?!
- Calmati, Boris…
- Forza, chi è il prossimo? – Serjei si fece
avanti, impassibile:
- Vado io…
- No, aspetta Serjei! – esclamò
Boris – Quel maledetto mi sta irritando da morire, fai andare me!
- Tu? Scordatelo, sei talmente
nervoso che lanceresti Falborg direttamente contro l’avversario. – il
biondo poggiò con forza una mano sulla spalla del compagno –
Cerca di calmarti, poi entrerai.
L’altro russo allontanò stizzito
la mano di Serjei, poi si risedette con espressione corrucciata.
Così, Dexter e Serjei si misero in posizione; al
segnale, Seaborg si fiondò contro Black2, il bey di Dexter, ma sembrò non
sortire nessun effetto. I due ragazzi continuarono a scontrarsi con violenza,
senza tregua, finchè il bestione dei PSO non mutò
l’espressione, diventando stranamente serio:
- E’ ora di finirla… - Serjei lo vide bisbigliare
qualcosa; dallo stemma di Black2 cominciò a sprigionarsi una strana luce, ma
non si vide alcun Bit-power
- Ma come? – sussurrò
Midori, dall’altra parte del campo – Non possiede un animale sacro?!Ma allora quella luce…
- No, ce l’ ha. – disse
piano Takao – solo che non possiamo vederlo.
- Come?
- E’ invisibile – le rispose Kei – Anche i Bit dei Saint Shield, una volta, per noi erano invisibili.
La ragazza fissò a bocca spalancata Kei, poi
ritornò a fissare il campo, dove Serjei sembrava cominciare a perdere la
pazienza:
- Credi di spaventarmi perché non riesco a vedere
il tuo Bit-power?! Avanti Seaborg, STRAMOLYU!! – ma Dexter non si scompose;
fulminò Serjei con lo sguardo, e il russo fu attraversato da un brivido:
- Disintegralo, Black2!
– e così fece: il bey nero colpì Seaborg con così
tanta forza che tutti i pezzi, disco d’attacco, base e meccanismo di rotazione,
si staccarono dagli altri mezzi distrutti.
Il russo fissò alcuni istanti senza fiatare ciò
che restava di Seaborg. Dexter gli passò accanto, mormorando solamente:
- La tua mente è debole. Quindi,
lo è anche il tuo bey.
- Fantastico, signori!
Con due vittorie schiaccianti, il PSO Team conduce la
sfida dei quarti di finale!
Il pubblico esultava e strepitava, mentre Serjei
andò a risedersi, afflitto.
- Te l’avevo detto! – gli urlò
contro Boris – Dovevo andarci io! Maledizione!! – ma Serjei non gli
rispose neppure, continuando a fissare fisso Seaborg
- Ehi, Serjei, che hai?
- Yuri… E’ strano… - mugugnò – Mi è sembrato… Per
un istante mi è sembrato che… mi è sembrato di essere
completamente circondato dal ghiaccio; una sensazione di freddo fin nelle ossa…
- Ma che diavolo dici?
- Non so… Quando ho
incrociato lo sguardo di quel tizio…
- Anch’io… - sussurrò
Gianni – Con quella Margot. Più che freddo, era disagio, non so
spiegarmelo…
Yuri non aggiunse altro, ma si voltò con uno
scatto verso Alexander, squadrandolo da capo a piedi: ma chi diavolo erano i PSO?
- Avete visto? – mormorò il Prof
K – Hanno battuto così facilmente anche Serjei…
- Ma da dove sono spuntati quelli?!E come mai erano sconosciuti
fin’ora?
- Di questo non dovresti
stupirti più di tanto, Takao – gli disse Rei – Ti ricordi Brooklyn? Anche lui era completamente estraneo alla rosa dei blader
più famosi, eppure è un genio del bey.
- Già… A proposito – esclamò – Ma come mai, se hanno
invitato i blader più forti, non c’è Brooklyn? Quello è davvero bravissimo!
- Hai ragione, non ci avevo
pensato! – aggiunse Max
- Ma chi cavolo sono questi della PSO Association?!
Alexander scrutò gli avversari da sotto il cappuccio,
passando in rassegna i ragazzi fino a giungere a quelli della NeoMajesty, incrociando lo sguardo di Yuri; vedendo, dietro
di lui, l’espressione mezza incantata di Serjei, si rivolse a Dexter:
- Non avevo detto di andarci piano?! – disse, arrabbiato
- Uhm? Ma non ho fatto
proprio niente… E’ solo che mi aveva un po’ irritato la sua resistenza.
- Tzs…
- Allora, conigli! – urlò all’improvviso Boris –
Che fate?! Muovetevi, il prossimo
sono io!
- Conigli? – sibilò Alexander
- Lascia stare, Boris – tentò
di rabbonirlo Ralph – Adesso manderanno quasi sicuramente quell’Alexander, non
ti conviene andare.
- Ma sta zitto! Non resisto più, devo distruggere quelle donnette. – Alexander
lo stava fulminando con lo sguardo:
- Quel tipo dimena troppo la lingua…
- Accidenti… Yuri, perché non cerchi di fermarlo?
– lo ammonì Oliviè; il russo alzò le spalle:
- Inutile, è più testardo di un mulo, non mi
ascolterebbe.
Infatti,
liberatosi della stretta, Boris si diresse verso il Beyblade Stadium, brandendo
Falborg; poi si voltò verso gli avversari
- Cos’è, ora ve la state
facendo sotto? Forza, sotto a chi tocca! – adesso Alexander aveva perso la
pazienza:
- Cambiamo programma. Oscar, vai tu. – fissò negli
occhi il compagno – E spaventalo per bene. – il
microbo ghignò felice:
Oscar e Boris, al segnale, lanciarono i bey, e
Boris sembrò voler travolgere l’avversario, che però
non reagì per un po’; all’ennesimo attacco Boris, furioso, chiamò il suo
Bit-power, scagliando Falborg come fosse una scheggia:
- AVANTI, attacco STROBLIZT!!
– Ma Oscar, invece di difendersi, fece scatenare al
suo Black3 un vento impetuoso per impedire a chiunque di vedere bene il campo.
- E’ la stessa tecnica
che ha usato Margot! – disse Takao, cercando di impedire alla polvere di
entrargli negli occhi
- Ma cosa cavolo vuol fare?!
Boris cercava faticosamente di tenere gli occhi
aperti, scrutando nel vortice provocato da Black3; pian piano, socchiudendo le
palpebre, potè vedere Oscar puntargli il dito contro e fissarlo:
- Buon viaggio, bello.
Durò tutto un lungo, terribile istante: Boris vide
sparire l’avversario, i bey e il campo e si ritrovò nel buio più totale; come
in un incubo, vide scorrergli davanti delle immagini del passato, cose che
aveva dimenticato e che voleva dimenticare…
Con un gemito, Boris riuscì a riaprire gli occhi e
a tornare alla realtà, nel momento esatto in cui il vortice di Black3 cessava e
Falborg era sbalzato fuori campo.
- Fuori campo! Il PSO
Team vince per tre incontri a zero!!!
Oscar fissò soddisfatto l’avversario e si avviò
fuori del campo coi compagni, mentre Boris si
accasciava in ginocchio: “Ma cosa… cos’è successo?”
- Ehi Boris! Che hai?
Riesci ad alzarti? Stai tremando…
- N-non lo so, Serjei… - infatti, appena tentò di
reggersi sulle sue gambe, il moscovita rischiò di cadere, afferrato al volo
dall’amico
- Boris… - perfino Yuri aveva un’espressione preoccupata
- Su, forza. – lo incoraggiò
Gianni – Ti diamo una mano.
*______
Dalla sua solita sala, il misterioso capo di Omega chiamò il ragazzino con l’auricolare:
- Cosa significa questa
storia?! Perché avete colpito in quel modo il moscovita?!
- C-capo… - pigolò
l’altro – E’… è stato... Mi hanno detto che potevo!
- Piantala di lagnarti,
Oscar – disse imperioso l’uomo – Passami all’istante Alfa. – Oscar, tremante,
si sfilò l’auricolare dall’orecchio:
- Alex, il capo… Sembra arrabbiato.
- Allora, Alfa, - disse l’uomo calmo – Spero che
tu abbia una spiegazione convincente…
*_______
Intanto i NeoMajesty
avevano aiutato Boris ad arrivare negli spogliatoi, dove ora stavano assieme ad
Andrew.
SBAM!
All’improvviso, la porta si spalancò, facendo
entrare Takao e tutti gli altri, eccetto Midori, Ruka ed Eveline, che avevano
ritenuto fosse una questione da risolvere tra vecchi
amici:
- Ehi ragazzi, ma cos’è
successo?!
- Takao…
- Boris, cos’ hai? – gli chiese Max – Sei pallido come un cadavere...
Il ragazzo non rispose subito, ma prese qualche
respiro profondo, cercando di non tremare di nuovo:
- Non… non so cos’è successo… - sussurrò
– Ma ho… ho rivisto… delle cose…
- Come? – il blader cercò di dire tutto d’un fiato
- Delle immagini, no dei ricordi… Miei, del
monastero, di quand’ero piccolo… - gli altri lo fissarono allibiti – Non capisco,
erano talmente reali… Il freddo, la paura, tutto… Nell’esatto istante in cui
quel tipo mi ha fissato negli occhi.
- Anche io – aggiunse
Gianni – ho avvertito una sensazione sgradevole, quando ho incrociato lo
sguardo di Margot.
Gli altri non aggiunsero altro; Yuri fissò il
compagno, voltandosi poi verso Kei e Takao, che si guardarono tra loro cercando
una risposta che non sapevano dare: ma chi erano davvero quelli del PSO Team?
Faccio una mega strage come per “Il collezionista” (Tokyo Mewmew) cn 3
chappy di fila
Faccio una mega strage come per “Il collezionista” (Tokyo
Mewmew) cn 3 chappy di fila! I superstiti recensiscano se riescono… ^^”
(Ommioddio! Salvateci! NdTutti).
Ps Questo è uno dei miei chappy preferiti, ma forse a qualcuno
nn piacerà, nn linciatemi… ^^” (<- sguardo angelico&supplichevole)
Cap. 13
Dalla sala della loro stanza d’albergo, Alexander
fissava la sera della città con espressione corrucciata; erano ormai ore che se
ne stava nella stessa posizione, lisciandosi solamente di tanto in tanto i
ciuffi mori. Oscar, Jean e Dexter, intanto, lo guardavano di
sfuggita, pronti ad ogni suo più piccolo scatto iroso; Oscar, poi, lo
fissava terrorizzato.
Fu in quel silenzio così pesante che ricomparve
Margot, che notato Alex si diresse dai compagni, bisbigliando:
- Com’è andata?
- Non bene – rispose conciso
Dexter – il capo era furioso. Credevo l’avrebbe
degradato. – a quell’affermazione, Oscar tremò lievemente:
evidentemente, credeva che Alex lo avrebbe ritenuto responsabile di una cosa
simile. – Ormai è un sacco che fissa il vuoto senza fiatare…
La ragazza sospirò, poi si
avvicinò con fare avvenente al compagno:
- Che
c’è, Alfa, sei arrabbiato? – lui non si voltò neppure. – Su,
non fare quell’espressione truce – continuò Margot, quasi miagolando –
altrimenti questo bel faccino si rovina.
Lei tentò di accarezzargli il viso, ma lui le
bloccò con forza il polso, fulminandola con gli occhi verde mare:
- Non cercare di ammansirmi. Vai a farti un giro,
o potresti avere degli incubi stanotte! – Con un gesto
secco il ragazzo allontanò la mano di Margot, che lo fissò scioccata; poi, con
gli occhi pieni di lacrime di coccodrillo, corse da Dexter:
- BUUUUH, fratellone Delta, Alfa non mi vuole più
beneeee…. SNIF! – il bestione le accarezzò la testa, nella brutta imitazione di
un fratello maggiore con la sorellina di due anni:
- Su, su… Alfa, dovresti essere più gentile con la
piccola Margot, sai che se no ci rimane male. – il compagno si voltò appena
stizzito, poi tornò a fissare il vuoto. Calò nuovamente il silenzio, interrotto
solo dai singhiozzi forzati di Margot.
- Scu-scusami Alfa… - mugugnò ad
un certo punto Oscar – E’… è stata colpa mia… io… ho esagerato…
- E’ ovvio che è colpa tua, Omega!!! – sbraitò Alfa – Ci ho quasi rimesso il posto, lo
capisci?! Se fosse successo, avrei perso la possibilità di riportare tra gli Psaico quelle mocciose!!
- Soprattutto una, vero Alfa?
– disse malizioso Jean
- Taci Gamma. – Margot si avvicinò ad Alfa, con gli
occhi lucidi:
- Sei crudele… Noi
cerchiamo di aiutarti e tu pensi a quell’oca… Sei cattivo…
- il moro sospirò, passandole un braccio dietro la nuca, un gesto più meccanico
che di tenerezza:
- E dai, sai che tu sei
molto meglio, quella è una mocciosetta… - Margot sorrise, lasciandosi
coccolare.
- Ma che carini… - disse
con tono piatto Delta
- Proprio… Piuttosto, cos’
ha deciso il capo?
- Il solito, Jean. – rispose Alex – I nostri
prossimi avversari sappiamo quali sono. monitoreranno le estrazioni come l’altra volta, quindi siamo
tranquilli.
- Sempre che non ci metta becco quel Daitenji! –
disse Oscar
- Non fare l’uccello del malaugurio, Omega – lo
ammonì Dexter – Abbiamo già faticato come dei dannati per evitare sospetti
nelle eliminatorie e nei quarti di finale, o almeno abbiamo fatto quasi tutti
in modo di agire nei limiti – la frecciata arrivò al compagno, che si voltò
facendo l’indifferente – ma se per caso sballassero anche i nostri incontri,
sarebbe tutto più difficile.
Detto fatto: proprio in quell’istante, la
ricetrasmittente di Omega suonò, il capo chiamava; il
ragazzino si portò l’auricolare all’orecchio e ascoltò in silenzio, cambiando
man mano espressione. Alla fine si sfilò la cuffietta, senza fiatare.
- Allora, cosa c’è, Oscar?
- …. ….
- EHI!
- I Saint Shields…
- Cosa?
- Daitenji ci ha messo il becco, Alfa: siamo
contro i Saint Shields! – a quelle parole, Alex
squadrò il compagno come se avesse detto che stava per
arrivare la fine del mondo, digrignando poi i denti con rabbia:
- Merda… - Margot gli si avvicinò ancora un po’:
- Dai, stai tranquillo… -
sussurrò – Vedrai, ho già un’idea… Tu che dici, Delta?
- Sono sicuro che sarà una grande idea. – il colosso sorrise perfido, imitato dalla ragazza.
*_______
Dopo gli incontri dei quarti di finale, i ragazzi
avevano tre giorni liberi; per ordine di Hitoshi, il primo si sarebbero riposati un poco, allenandosi solo gli altri due.
Approfittando di questo, Ruka, Eveline e
Mao erano uscite assieme per fare qualche spesa, mentre Max era andato a fare
una passeggiata per i fatti suoi, come Rei e Lai; a casa Kinomiya erano rimasti
solo Takao e Daichi, che al solito stavano litigando, Midori che li guardava
pensierosa e Kei, che sedeva con le braccia dietro la nuca e gli occhi chiusi,
mangiucchiando un filo d’erba; il Prof K, stranamente, era rimasto a casa, come
del resto aveva fatto Hilary.
- Ultimamente Hilary si fa vedere poco, vero? –
disse nonno J, sbucando sul portico
- Sì, hai ragione… - disse Takao, mentre si levava
Daichi di dosso
- Tu non sai niente, Takao? – gli chiese Midori;
aveva un’espressione strana
- Uhm? E perché dovrei
saperlo?
- Ma… scusa, non è la tua
ragazza?
SBBBAAAM!!! Takao cadde a
terra rovinosamente, mentre Kei e Daichi spalancarono gli occhi, fissandola:
- M-MA CHE CAVOLO DICI?!?!?
- Uhm? Ma… Io pensavo…
Insomma, state sempre assieme, litigate, vi conoscete bene…
- MA COSA CENTRA?! –
sbraitò il moretto
- Ah… Allora ve bene, scusa ^-^!!!
– disse lei; sembrava contenta.
- E ora perché fai quella
faccia?
- Così ^-^. Allora, cosa facciamo? Mi sto
annoiando.
- Mi è venuta un’idea! – esclamò
Daichi – Andiamo a fare il giro della città! Qui sono tutti gentili,
anche i negozianti!.
- Forte! Ci sto!!
- Daichi, ma i negozianti a cui stai
simpatico sono solo quelli dei negozi d’alimentari… -_-‘
- Io passo – disse
impassibile Kei – vado a farmi un giro per i fatti miei.
Midori lo guardò sprezzante, mentre lui si
allontanava dalla casa:
- Asociale!
*______
Max camminava ormai da ore, attraversando tutti
gli spazi verdi e i parchi della città; gli piaceva molto girovagare in quel
modo, lo faceva sentire libero e sereno.
Arrivato presso una macchia d’alberi più isolata,
sentì il rumore di uno scontro di bey e, incuriosito si avvicinò per capire di
chi fossero le voci che sentiva:
- Attacca, Squalo!
- Rispondi, Zendran! Uhm?
Max era arrivato quasi di soppiatto, cogliendo di
sorpresa i Saint Shields:
- Ciao ragazzi ^^!
- Max? Che ci fai qui?
- Passeggiavo.
- Mi fa piacere rivederti –
disse Ozuma – Takao e gli altri?
- Il solito, Takao passa le giornate a litigare
con Hilary o con Daichi. Gli altri stanno tutti bene. – poi si voltò verso
Hikary, che sussultò lievemente – Tu sei Hikary, vero?
Piacere di conoscerti ^-^.
La ragazza rispose alla stretta di mano,
calcandosi un altro po’ il berretto sugli occhi:
- Piacere…
- Vabbè, mi sono fermato per vedere solo chi era
che giocava a bey, ma vi lascio ad allenarvi con calma…
- Ah… ciao… - disse Mariam; gli altri si
scambiarono uno sguardo complice:
- Tu resta pure, Mariam.
- Eh? Ma Ozuma…
- Ti sei già allenata abbastanza. Noi andiamo,
ciao Max.
- Ozuma, aspetta!!! –
troppo tardi; si erano già eclissati tra gli alberi.
Tra i due ragazzi cadde un certo disagio: e ora
che fare? Fu Max a parlare:
- Beh, visto che sei qui… Ti va se di fare un
giro? – lei lo guardò un attimo, sorridendo poi impercettibilmente:
- Va bene.
*_____
Mao, Ruka ed Eveline stavano finendo il loro giro
per la città: Mao se lo stava davvero godendo al massimo, abituata com’era a
vivere in un gruppo di ragazzi, le faceva piacere stare con delle amiche.
Arrivate in una zona un po’ più affollata, Mao
andò a scontrarsi contro qualcuno:
- Ah, mi scusi…
- Di nulla, signorina Mao.
- Jean! – la cinesina sorrise vedendo il bel
ragazzo biondo – Ma cosa ci fai qui?
- Stavo visitando questo posto – disse tranquillo – Ma ho trovato una piacevole sorpresa ^-^. – Mao
arrossì un poco, facendo sorridere Eveline e Ruka:
- Senti Mao, noi torniamo indietro, tu perché non
fai da guida a Jean?
- Come? Io? – la rossa le sorrise:
- Allora te l’affidiamo, Jean. Ciao ragazzi ^-^.
- Ah, ragazze!
- Se vuoi, puoi andare –
disse sottovoce Jean – Ma se restassi… ti andrebbe se ti offrissi qualcosa? –
Mao riflettè un istante: ma sì, in fondo che male
c’era?
- Ok!
Intanto le ragazze si erano fiondate in mezzo alla
via piena di gente:
- Dici che abbiamo fatto
bene, Ruka? Ruka…? – Eveline si accorse all’improvviso che l’amica era sparita:
“E adesso?”
- He, he, hai visto la faccia di Mao, Eve? Uhm? Ma dov’è? – la ragazza si guardò un po’ intorno, smarrita:
“Sono rimasta sola?!”
- … Uhm… Vabbè, pazienza, farò un giro per i fatti
miei ^-^! (Una tipa che non si perde mai d’animo… ^-^’
- … … ndKei – Meglio non dire niente… ndYuri – Antipatici! Un po’ d’umorismo!
Nda – … … … )
*_______
Era quasi il tramonto quando
Lai si trovò a passeggiare sul lungofiume; sinceramente, quella giornata si era
dimostrata davvero noiosa, non aveva combinato nulla di costruttivo.
All’improvviso sentì degli schiamazzi provenire dalla
sponda del fiume e vide un gruppo di ragazzini intorno a quello che sembrava un
Beyblade Stadium.
- Non ci si può
assolutamente comportare così!!! – urlò qualcuno con
tono arrabbiato: “Questa voce la conosco…” pensò il cinese
- Non puoi in alcun modo fare una cosa del genere!
Scusati subito!! – Lai si avvicinò di più: “Ma quella
è Ruka! Che cosa sta combinando?” pensò, vedendo la
rossa sbraitare contro quelli che le si erano riuniti attorno.
- Ma che vuoi, tu? –
disse uno dei ragazzini – Perché non sparisci, donnicciola?
- Ma pensa per te,
ippopotamo!
- Come mi hai chiamato?!
“Ahi, sembra che sia nei guai…” si mordicchiò il labbro
il cinese
- Ippopotamo. Perché come
si chiamano i ciccioni come te? Ciccione e pure scorretto.
- COSA?! – tutti gli
altri ragazzi stavano soffocando le risate; il ragazzo-ippopotamo afferrò Ruka
per il colletto:
- Ora vedrai, mocciosa!
- Ehi tu, lasciala!
- Uhm? E tu chi sei, capellone?!
- LAI! – il cinese era sceso sulla sponda del
fiume, ponendosi tra l’amica e il ragazzo-ippopotamo; con forza afferrò il
polso dell’altro, stringendoglielo e costringendolo a lasciare la presa:
- Ahi! Ehi, tu, molla, fai male!
- Molla tu Ruka, specie d’elefante!! – la ragazza barcollò un istante, portandosi a fianco
dell’amico:
- Grazie, Lai…
Tra il gruppo dei ragazzi si diffuse un mormorio
stupito:
- Ehi, l’ ha chiamato Lai…
- E’ vero, Lai…
- Sembra proprio lui…
- Il compagno di Rei? Quello dei Baihuzu?
- Insomma, ma che vuoi?!
– gli chiese arrabbiato il ragazzo-ippopotamo – Questa è
una questione tra me e questa qui! Si è intromessa in una faccenda che non le
riguardava assolutamente!
- Ma taci! – gli disse
Ruka – Tu hai fatto in modo che la vittoria ti fosse data distruggendo il bey
dell’avversario, ma così non è giusto! – indicò
rabbiosa un altro ragazzo, che stringeva ciò che restava di un beyblade – Capisco che, combattendo, possa succedere, ma tu l’ hai
fatto di tua volontà! Sei un ippopotamo sleale!
- Ora basta!! – fece per
tirarle un pugno – Chiudi la bocca o vedrai…!
- Non ti azzardare! – disse freddo
Lai – Se sei tanto ansioso di sfogarti con qualcuno, ti sfido io.
- Tu? – il ciccione esplose in una sonora risata – HA,
HA, HA, tu vorresti battermi?! Sappi che io sono il
migliore della zona, un tipo strano come te non potrà
mai sconfiggermi!
- Dimostralo. – disse il cinese estraendo il bey
- Con piacere! IN POSIZIONE! TRE…
- …Due…
- UNO…
-… PRONTI… LANCIO!!
Galeon si posizionò in
mezzo al campo, mentre il bey avversario lo attaccava senza successo; al decimo
attacco, Lai perse la pazienza:
- Ora ti faccio vedere cosa succede a chi cerca di
far del male ad un mio compagno o compagna che sia! GALEON, distruggilo!! – il ragazzo fissò meglio il bey di Lai, capendo di chi
era; in un lampo, il suo bey schizzò fuori dal campo,
finendo contro la discesa che portava sulla strada. Lai non disse più niente,
raccolse solamente il suo bey e fece per andarsene:
- Vieni, Ruka.
- Uh, uh…
- intanto, i ragazzini fissavano i due allontanarsi, a bocca spalancata:
- E-era davvero… - mormorò l’ippopotamo – Era davvero
quel Lai…
*_______
- Uao, grazie mille Lai ^-^! – disse tutta
contenta Ruka, mentre i due stavano tornando a casa
- Ma si può sapere che
stavi combinando? – la sgridò il cinese – ti saresti trovata
in guai seri se non fossi arrivato!
- Però sei arrivato, no
^^? – il ragazzo sospirò:
- Piuttosto, ti ha fatto male?
- NO, assolutamente ^^! Sai Lai…
- Cosa?
- Sei un tipo davvero gentile.
- Dici? – disse lui sorridendo
- Sì ^-^. Sei gentile, simpatico e bravo, forse un
po’ cocciuto… Ma forse è per questo che mi piaci ^-^.
– il cinese si bloccò dov’era, fissandola:
- C-che O\\\\o?!!
- E’ la verità.
- B-beh ecco, i-io… – lei sorrise di più:
- Non sono abituata a dire
bugie o a tenermi le cose dentro, sono fatta così. Forse troppo sincera, che
dici XP?
- Forse… o\\\\\o.
- Scusa, ti ho messo in imbarazzo. – disse lei
gentilmente – Lascia stare, fai conto che non ti abbia detto
niente. È meglio andare, vieni ^-^?
Così dicendo la ragazza cominciò a correre verso
casa di Takao, voltandosi di tanto in tanto per vedere che il compagno la
seguisse, mentre Lai evitava accuratamente di
incrociare il suo sguardo.
*______
- Grazie mille della bibita, Jean. – disse Mao – E
poi mi sono divertita oggi, ti ringrazio davvero!
- Figurati. – disse cordiale il
ragazzo – Senti… ti andrebbe di uscire così un’altra volta? – la
cinesina lo guardò un istante, incerta:
- Beh, non lo so… Ci penserò,
va bene?
- D’accordo. Arrivederci… - e le s’inchinò
lievemente, facendola arrossire un’altra volta.
Dall’altra parte della strada, intanto, Rei, che
era capitato lì per caso, osservava la scena: il cinese vide il ragazzo biondo
inchinarsi appena alla ragazza ed allontanarsi; dopo Mao tornò indietro e Rei
potè vedere che aveva in viso un’espressione tutta compiaciuta. Il cinesino
fissò ancora qualche istante i due, finchè decise che
era meglio girare sui tacchi ed andarsene: quel tipo… era lo stesso che aveva
visto al palazzo della BBA, ma perché era con lei? Proprio mentre pensava a
questo, Mao gli sbucò dalle spalle:
- Ciao Rei! Ma che fai
qui?
- Passeggiavo… E tu?
- Ah, niente ^\\\^… - stette qualche istante in
silenzio – Ho incontrato quel tipo del PSO Team, Jean.
Gli ho fatto fare un giro turistico!
- Ah, sì?
- Già. Sai, è molto
simpatico. – a quelle parole, Rei avvertì un fortissimo nodo allo stomaco e
preferì non aggiungere altro.
*_______
Quella sera, quando Max arrivò con Mariam nei
pressi di casa Kinomiya, erano già arrivati tutti, compresa Eveline, che si era
aggregata a Takao, Midori e Daichi.
- Beh, io sono arrivato, Mariam.
- Vedo… Ti ringrazio del pomeriggio, tutto sommato
mi sono divertita.
- Sul serio?! Sono
felice! – la ragazza voltò la testa, sentendo le guance arrossarsi
- Senti, Max…
- Uhm?
- L’altro giorno, quella che avevi
al polso… - il ragazzo indietreggiò un secondo: “Non mi avrà scoperto?!”
- Era la mia bandana, vero?
“Ah, mi ha beccato…”
- E beh… ecco… He, he…
^\\\\^
- Perché ce l’avevi?
- EH O\\\\\O?! Ecco, io…
E ora? Come faceva a
spiegarle come aveva conservato accuratamente quella bandane
che, ormai più di un anno prima, lei aveva usato per medicarlo quando erano
rimasti coinvolti nel crollo di quel vecchio edificio abbandonato? (*) Si passò una mano dietro al collo senza sapere che
rispondere, finchè una voce interruppe la sua goffa perdita di tempo.
- Max!
- Kei! – esclamò, sollevato dall’arrivo dell’amico
- Ciao, che fai qui?
- Che domande, sto
tornando da Takao. Su, forza, entra…
- Vengo, vengo… Beh, ci
vediamo Mariam ^\\^!
- E-ehi!
- Uff, grazie Kei – sussurrò
l’americano passandogli a fianco – ti devo un favore.
- Ricordatelo. – poi, prima di rientrare, si voltò
verso Mariam – Non so perchérealmente siate qui e perché partecipiate a questo torneo, tu e i
Saint Shields – disse freddo – ma vi tengo d’occhio, soprattutto quell’ Hikary.
Senza dire altro, il blader entrò nel giardino,
mentre Mariam se ne tornava innervosita dagli altri.
- I ragazzi credo siano
in giardino, nonno – rispose il ragazzo – le altre, invece, sono di sopra a
sistemarsi nella stanza di papà. C’è anche Hilary.
- Davvero?
- Uh, uh. È arrivata qualche minuto fa e Midori l’
ha convinta a fermarsi.
- Ma sì, tanto c’è posto…
– il vecchietto osservò un istante il nipote:
- Senti, come mai hai deciso di non tornare alla
residenza? I ragazzi non si scontreranno tra tre
giorni?
- Sì, ma voglio che vedano l’incontro dei PSO. Hai visto anche tu con che facilità hanno sconfitto Boris, Gianni e Serjei?
- Hai ragione… - nonno J riprese a badare ai fornelli –
Certo che siamo stati proprio sfortunati… Chi se l’aspettava che i ragazzi si sarebbero
già affrontati nelle semifinali?
- Già. Ma credo che per
loro sarà solo un’altra sfida dove impegnarsi al massimo. – il nonno sorrise,
annuendo.
Di sopra, le ragazze stavano disfando
i loro bagagli, piazzando ordinatamente per terra i loro futon.
- Uff, che giornata…
- Allora, Mao, ti sei divertita oggi ^^?
- In che senso, Ruka?
- Come in che senso? – disse sorridendo maliziosa
– Com’è andato il giro turistico con Jean? Quello
sembra un tipo sveglio…
- Ruka! Non dire scemenze del genere >\\\\< !!
- Sei uscita con Jean? – chiese Hilary a bocca
aperta – Ma… a te non… - la cinese s’incupì appena:
- Sì… Insomma non guardarmi così, mi ha solo
offerto da bere!
- Ehi, cos’è ‘sta storia?
Spiegare!
- Niente… Diciamo che c’è
una persona che non mi ricambia, ma sa cosa provo per lui.
La ragazza guardò un po’ imbarazzata l’amica, che
invece si voltò dall’altra parte: cosa credeva di fare, quel pomeriggio?
Eppure lo sapeva, per quanto quella situazione
fosse irritante, nel suo cuore c’era spazio per una sola persona, l’unica,
forse, che non l’avrebbe mai vista come “ragazza”, ma
come “amica-sorella”. E quella persona era Rei.
- Scusami, non dovevo… -
Mao sorrise, riscotendosi dai suoi pensieri:
- Ma no, non preoccuparti
Ruka ^-^! E’ tutto a posto. Piuttosto, Midori, tu che mi dici ^-^?
- Uhm o_O?
- Eddai, ormai l’ hanno capito anche i sassi! – la
ragazza la fissava sempre più stranita.
- Stiamo parlando – aggiunse
Hilary, sbucandole dalle spalle - di un morettino rompiscatole, testone, un
certo campione del mondo…
- Ma che diciiiiii?!!!
Smettila, Hi, non è vero ^\\\\^!! – la brunetta cominciò a farle il solletico:
- Ah, no? Eppure stai
ridendo! Su confessa!
- No, no, ti sbagli, lasciami stare, ti prego, HA HA!
Le ragazze cominciarono a prendersi a cuscinate, solo
Eveline si teneva in disparte, fissando fuori dalla
finestra.
- Ehi Eve, ohi, tutto ok? – chiese Ruka, evitando
un attacco di Mao
- Eh? Ah, sì, sì… - la
rossa fece spallucce e tornò a lottare, mentre l’amica si massaggiava
soprappensiero la spalla destra; era dalla sera prima, ormai, che le faceva male… “Ma non è possibile! – pensò decisa
– Loro non ci sono…”
*______
- Takao, dammi subito quell’onigiri(*)!!!
- Scordatelo, scimmia, l’ ho
visto prima io!
- Ma questi due litigano
anche a tavola? – disse sconsolata Mao
- Incredibili… - sospirò Lai; Hilary stava
perdendo la pazienza:
- Insomma, la volete piantare?!
Siete due animali!!
- Lascia
perdere – disse sommessamente Kei – Ti conviene mangiare la tua porzione
e lasciare che si scannino, non c’è alcun sistema per zittirli…
STTONNNK!! Alle parole di Kei, nonno J aveva
colpito Daichi e Takao con la spada di bambù, tanto forte che sembrò gli avesse rotto la testa.
- Rettifico – disse il
platinato – Un sistema c’è… - tutti i presenti scoppiarono a ridere, mentre
Takao cominciò a litigare anche con nonno J; alla fine, gli altri li ignorarono
alla grande.
- Rei, mi passeresti la salsa? – chiese ad un
certo punto Ruka
- Certo! Tieni.
- She she!
- Uhm? – Takao e Daichi, lì vicino, si voltarono a
guardarla – Scusa, cos’ hai detto?
La ragazza sorrise un po’ imbarazzata:
-Ah,
scusatemi, ho solo detto…
- “Grazie” in cinese, giusto? – le
sorrise Rei; Ruka annuì
- Oh, allora tu sei cinese, Ruka? – chiese felice Mao
- Beh, per metà, mamma era giapponese. Parlo
cinese perché ho vissuto in Cina fino ai quattro anni, anche se poi mi sono
trasferita in Giappone.
- Senti…. – fece Lai, incerto
- Uhm? – il cinese, dopo quello
che la ragazza gli aveva detto, fece davvero un grande sforzo per non voltare
lo sguardo.
- Hai detto “era”? – lei fece un sorriso amaro,
annuendo:
- Sono orfana. Da quando avevo
sei anni.
Nella sala calò qualche attimo di silenzio; Lai si
sentì un cretino:
- Scusa… - lei sorrise:
- Tranquillo ^^! È passato tanto tempo… Riesco a parlarne
senza problemi!! A proposito… Takao, noi dormiremo
nella stanza di tuo padre, ma lui dov’è?
- In viaggio. È un ricercatore.
- SUL SERIOOOO? *-* - esclamarono Midori e Ruka
- Caspita, deve essere fighissimo avere per padre
un ricercatore che gira il mondo!
- Mica tanto – sospirò il moretto -E’ sempre via; lo
vedo pochissimo. – Midori sorrise:
- Sai che anche mio padre è un ricercatore?
- Davvero?!
- Biologo, per la precisione; anche lui è spesso
lontano da casa, ma sono orgogliosa di lui ^-^! – anche Takao sorrise, ma vide con la coda dell’occhio che
Eveline e Ruka si guardavano, preoccupate.
- Ehi, Max, tutto ok? Hai la faccia rossa… -
chiese ad un certo punto Hilary, guardando l’amico; Max si passò una mano sugli
occhi:
- Non lo so, mi sento strano… - Hilary gli sentì la fronte:
- Ma scotti!! Tu hai la
febbre, caro mio!
- Cosa?! Maestro, ti è
venuta la febbre?! – esclamò Daichi
- Su, non fate quelle facce, non è niente…
- Mi spiace, ma questo lo giudico io. – disse
perentorio Hitoshi – Sarà meglio che tu ora te ne vada
a letto, e che ci resti, siamo intesi? Forza, userai la mia stanza, non vorrei che si scatenasse un’epidemia d’influenza.
Il biondino si alzò un po’
faticosamente dal tavolo, dicendo ancora agli altri di non preoccuparsi, poi
Hitoshi lo accompagnò al piano di sopra.
- Cavolo, che sfortuna! - sussurrò Eveline
- Speriamo si rimetta presto…
*______
Oscar e Dexter camminavano veloci nel corridoio
deserto; al solito, Oscar si rigirava le mani, nervoso, mentre Dexter lo
guardava, alzando gli occhi al cielo:
- Insomma! – esclamò all’improvviso – Ma di che hai paura?! Devono solo impartirci gli ordini!
- Sì, lo so… Ma se invece il capo volesse punirmi per quello che ho fatto l’altro giorno? Non
voglio assolutamente fare la fine di quel moccioso laggiù, nel seminterrato!
- Tranquillizzati, ti scongiuro…
Tanto ormai siamo arrivati.
Il ragazzino fissò, con non poca paura, la porta
scura di fronte a sé; Dexter, tranquillissimo, aprì uno sportello sul muro,
digitò una sequenza di lettere e cifre sulla piccola tastiera nera e fece
partire una fredda voce meccanica:
- Prego, inserire codice d’identificazione.
- Delta, nome in codice “Dexter”.
- Accesso confermato. – la porta si aprì
scorrendo, facendo entrare Delta; dopo fu il turno di Oscar:
- O-Omega, nome in codice “Oscar”. – la porta si
aprì una seconda volta; nella stanza circolare, Delta si era già posto di
fronte al tavolo, aspettando che l’uomo seduto dall’altra parte parlasse. Quando anche Omega fu dentro, l’uomo si alzò dalla sedia: era
un tizio sulla quarantina, cogli ordinati capelli brizzolati e l’aspetto severo
ed autoritario; il volto, oltre che dalle rughe, profonde per la sua età, era
segnato da una lunga cicatrice, che lo attraversava da parte a parte. Alla
vista di quella figura, Omega riprese a tremare lievemente.
- Allora – disse l’uomo; aveva una voce molto
profonda – Sapete bene che, purtroppo, le estrazioni per le semifinali non sono
andate come progettavamo. – i due annuirono – Ma vi
dico subito, che ciò non deve interferire coi nostri piani.
Voglio assolutamente che vi mettiate in contatto
con chi sapete: avete i mezzi e le tecniche di persuasione adatte, perciò non
fallite, perché il successo della nostra mossa successiva dipende da questo. –
annuirono, ma Omega lanciò a Delta uno sguardo indagatore, che non ottenne risposta
- Ora, - continuò il capo - il vero problema sono i Saint Shileds. Non so se
voi ne eravate al corrente, ma la loro missione di
protettori dei Bit-power può rivelarsi fastidiosa.
- Sì, lo sappiamo, capo.
- Molto bene, Omega. Infatti,
è proprio per questo che gli abbiamo invitati a questo insulso torneo di
dilettanti.
Loro hanno già scoperto molte cose su di noi e non
voglio problemi. Se si mettessero in testa di portare
via i Bit-power degli Psaico, sarebbero guai. – fulminò i due ragazzi con uno
sguardo glaciale; Omega tremò più forte. – Voglio che li fermiate. Ma non pubblicamente, né in massa, o si sospetterà qualcosa.
Delta!
- Sissignore!
- Se non sbaglio nei SaintShileds ci sono due ragazze, vero?
- Esatto, signore.
- Ma una si è aggiunta da
poco, esatto?
- Sì, signore. L’unica ragazza da sempre, nei SaintShileds, è Mariam. –
l’uomo sorrise un istante:
- Trovala. E falle capire
che non si gioca con noi.
*______
Quando, il mattino
dopo, Mariam si svegliò, era già di pessimo umore: la sera prima aveva tentato
in tutti i modi di zittire le frecciatine del fratellino e di quell’orso di
Dunga, ma non era servito a granchè.
Una volta vestita, si diresse verso la cucina
della vecchia casa che avevano occupato e cominciò a preparare la colazione:
“Tanto – pensò – Quei due rompi scatole si sveglieranno appena sentiranno
l’odore della colazione, così sveglieranno anche Ozuma. Non devo neppure
sforzarmi di chiamarli”. Finito che ebbe di cucinare, Mariam scrisse un
bigliettino, dicendo che usciva, e andò a farsi un
giro.
Dopo qualche tempo che passeggiava, avvertì
qualcuno sbucarle alle spalle; con la sua solita agilità si voltò di scatto,
facendo un balzo indietro.
- Uh, come siamo nervosi, signorina.
- Dexter del PSO Team? E tu che ci fai qui?
- Se mi segui, te lo
dico.
- E perché dovrei farlo?
– disse lei acida; lui sorrise:
- Non sei curiosa di sapere cos’
ho da dirti, Mariam dei Custodi dei Bit-power? – lei lo fissò
accigliata.
- … … Cosa vuoi?
*______
Era ormai pomeriggio inoltrato
quando, nel giardino di Takao i ragazzi avevano ripreso l’allenamento;
Max, dalla camera di Hitoshi, fissava un po’ sconsolato gli altri allenarsi: si
stava annoiando a morte…
In quel momento si stavano affrontando Takao e Rei
e, come sempre, sembrava che nessuno dei due prevalesse. Ad un certo punto
Driger fu sbalzato fuori dal campo, finendo ai piedi
di qualcuno che si era appena fiondato nel giardino:
- Jessie?! Ma che ci fai qui?!
- Pufff… mia… panf… mia
sorella…
- Come? – tutti si fecero attenti
e anche Max aprì la finestra della camera:
- Puff… A-avete visto… mia sorella?…
- Mariam? No, perché?
- E’ successo qualcosa? – chiese Hilary
preoccupata
- E’… panf… è scomparsa!
- COSA?!
- E’ uscita stamattina
presto, ma… puff… non è ancora rientrata. È tutto il pomeriggio che la
cerchiamo… Credevo, speravo fosse qui… - il ragazzino
chinò la testa, tremando un poco – Sono… sono davvero preoccupato…
Takao gli poggiò entrambe le mani sulle spalle:
- Stai tranquillo, ora vi aiuteremo a cercarla, vero ragazzi? – gli altri annuirono.
- Tu Max, resti qui. – disse il ragazzo, intuendo
le intenzioni dell’amico
- Cosa?! Scordatelo, Takao, vengo anch’io!
- Hai la febbre, te lo
sei dimenticato? Resta a casa e riposati, ci pensiamo noi. Andiamo ragazzi. – e così dicendo uscì assieme agli altri. Solo Kei rimase un
secondo indietro:
- So che vorresti venire anche tu a cercarla – disse a Max – e che sei preoccupato, ma non fare scemenze.
- …. >\\\\\<….. – il biondo rimase zitto,
mordendosi il labbro.
Quando anche Kei se ne fu andato, Max chiuse la
finestra, furioso e sconfortato: proprio adesso doveva ammalarsi?! Aveva un brutto presentimento e aveva paura che Mariam si
trovasse nei guai, ma nonostante ciò non poteva aiutarla?!
“Accidenti!” strinse Draciel con forza, abbandonandosi per terra. Dopo qualche
minuto che stava lì seduto, si frugò in tasca, estraendo la bandana di Mariam e
vide che il Bit della Tartaruga Nera lampeggiava.
Cinque minuti dopo, nel più assoluto silenzio, Max
era fuori casa Kinomiya, a cercare la ragazza.
(*) onigiri = è la polpetta di
riso che si vede sempre nei manga/anime.
SUSPENCE!
E ora? He, he… Attendere in linea prego! (Ma 6 proprio bastard inside! NdTutti – Sì… E NE VADO FIERA!
Mi trattate male? ed ecco qui! – Nooo, nostra santa e
dolce autrice, creatura celeste… - Va già meglio ^\\^ - E allora? *___* - Devo
finire di correggerlo… ^^”” - ?!?!? ->
le parole sn state censurate x rispetto ai lettori portatori ancora di sanità
mentale nonostante le mie cavolate).
RIEKKIME!! BUHAHAHA; nn vi
libererete mai di me… (Niu
T____T!!).
Un bacione a: Meiko, Fire Angel (sul
serio ?!Ma ci vivi
proprio o abiti in provincia?), Kaho-chan (vedrai, cn qsto nn lo farò ^^),
super gaia e tutti quelli che leggono anke senza commy! VVTTB!!!
Ps Chi nn sopporta (nel senso odia
proprio) le fic MaxXMariam salti qsto chappy, x la mia salute ^^”! (Allora leggiamolo tutti! NdTutti - >_____<****).
Cap. 15
- Insomma, si può sapere dove mi stai portando? – chiese innervosita Mariam
- Tranquilla, dobbiamo solo allontanarci dalla
strada; non vorrai che tutti scoprano i nostri segretucci, vero ^^?
- Non dirlo in quel modo, fa rabbrividire. Ed è equivoco.
Dexter sorrise, irritandola ancora di più, finchè
si fermò in mezzo a quello che un tempo doveva essere il giardino di un’antica
abitazione, ora un’insieme di cespugli e di piante
inselvatichiti.
Mariam si portò di fronte al ragazzo, fissandolo
tagliente:
- Siamo abbastanza lontani? Cos’accidenti vuoi da me, Dexter?
- Prima cosa, evita di chiamarmi in quel modo, mi infastidisce.
- E come vuoi che ti chiami, “ragioniere”?!
- Delta. Non chiedermi il perché, è così. – lei lo
squadrò ormai furiosa:
- Insomma, si può sapere perché mi hai condotta
qui?!
Ci fu qualche istante di silenzio, mentre Delta teneva gli
occhi chiusi; quando gli riaprì, fissò Mariam senza alcuna espressione
in viso, ma questo fece più paura alla ragazza di qualunque altra cosa:
- Voi Saint Shields sapete tutto dei PSO, vero?
- … … Forse. – si limitò a rispondere, senza
mutare espressione
- Non mentirmi, mocciosa. – a quel punto
l’orgoglio di Mariam prese, come sempre, il sopravvento:
- Sì, è vero, contento bestione? Non siete poi
così bravi, se vi siete fatti scoprire da una “mocciosa” come me e dai suoi
amici. – punto il dito contro Dexter – Sappiamo del
vostro progetto e di ciò che volete fare ai Bit-power; quest’invito al torneo
ci ha risparmiato molta fatica. Ti avverto che non abbiamo intenzione di
lasciare quelle sacre creature a persone che intendono usarle com’energia!
- E chi sei tu, per
decidere questo? – disse tranquillamente Dexter –Sei
strana, in fondo i Bit-power non sono venuti da noi di loro spontanea volontà? Perciò il mio Bit è mio e basta, posso farci ciò che voglio.
Ma non puoi certo capire… – ora Mariam lo fissava con
odio:
- Ma che discorsi! Sei
disgustoso!
- Mi considereresti ancor più disgustoso, se
sapessi le nostre vere intenzioni.
- Cosa?
- Nulla, nulla… non sono discorsi per bambini,
sono venuto qua per una sola ragione. – e così dicendo
estrasse un beyblade. “Ma quello… - pensò Mariam – Non
è Black2!”
- Sorpresa? – disse Dexter – Sai, il capo mi ha
mandato qui per due motivi: il primo era controllare quanto sapevate voi Saint Shields
dei PSO, e mi sono accertato che non è un problema; il
secondo è questo…
- Fatti sotto! – esclamò lei, estraendo Squalo.
I due lanciarono i loro bey all’unisono, ma il bey di Delta, invece di affrontare Squalo, tentò di
colpirla.
- Non mi hai fatto finire, mocciosa – disse – Il secondo motivo è questo: farti capire che i
bambini non devono mettere becco nelle faccende dei grandi.
*_______
Max aveva cercato in ogni angolo della città, ogni posto dove, secondo lui, avrebbe potuto trovarsi
Mariam, ma non era riuscito a trovarla; tra meno di un’ora sarebbe stato il
tramonto e la febbre cominciava a farsi sentire pesantemente, offuscandogli la
vista.
Stava cominciando a perdere la fiducia, anche
Draciel, che prima sembrava volerlo condurre dalla ragazza, ora non dava segni
di vita. Si fermò un istante, aspettando che la testa finisse
di pulsargli almeno un poco; magari si erano tutti sbagliati, magari
semplicemente non voleva nessuno intorno e si era trattenuta fuori più del
previsto… “No… So bene com’è Mariam: è cocciuta, orgogliosa, ma non farebbe mai
una cosa del genere!” – vacillò un istante, faceva fatica a reggersi in piedi;
- Accidenti! Non… non riesco più
a… tenere gli occhi aperti… - strinse ancor più forte il bey – Draciel,
per favore… Dammi una mano…
Come a rispondergli, il Bit della Tartaruga
s’illuminò di un lieve bagliore; in un boschetto, sulle colline dietro a quelle
case di periferia, un’altra luce rispose: “Non ci credo…Non può essere!” Max
sorrise al suo bey.
- Grazie. – raccolse le forze ancora una volta,
seguendo la luce del Bit di Mariam.
*______
SPRAAAANG!!!
L’ennesimo alberello, troppo sottile, crollò sotto
i colpi di Tarantola, il bey di Delta; quel bestione aveva intenzioni serie,
non aveva mollato Mariam neppure un istante, sebbene fosse quasi il tramonto. La
ragazza si era cacciata in un bel guaio, ma come le era venuto in mente di
seguirlo?! Eppure Ozuma l’aveva avvertita, quelli
erano tipi che non guardavano in faccia a nessuno (Un incrocio tra quelli della
Borg e gli Psico team, x intenderci ndRia – Ammazza!
ndTutti).
Approfittando di un istante in cui era sfuggita
dal raggio d’azione di Dexter, si nascose tra alcuni cespugli, sperando che se ne andasse: speranza vana.
Stumpf! Qualcuno era appena “atterrato” davanti al
suo nascondiglio.
- Cucù ^^ ! - disse tranquillo Dexter – Sei
monotona, sai mocciosa? È la quarta volta oggi che usi
questo trucchetto… - sogghignò – Certo che siete stati proprio idioti, non avevate capito che vi abbiamo invitati apposta? Prova a
riflettere… Un torneo dove sono radunati i migliori del mondo, ma dove mancano
personaggi come gli ex-membri della BEGA e c’è invece un gruppo di blader
sconosciuti? Mi fate ridere, non solo voi, ma anche loro.
- Loro chi? – chiese lei per prendere tempo; lui
alzò le spalle:
- Lascia stare. Piuttosto… - il ragazzo richiamò
Tarantola, mettendosi in posizione, mentre Mariam lo fissava spaventata –
Tranquilla, voglio solo lasciarti un ricordino, un
avviso per te e il tuo capo. Sta ferma…
Ma Mariam, per nulla
intenzionata a lasciarsi colpire, caricò fulminea Squalo, facendolo
cozzare a mezz’aria con Tarantola, che tornò indietro colpendo di striscio il
padrone. Il ragazzo gemette di dolore e Mariam ne approfittò
per scappare.
- Maledetta, SE TI PRENDO VEDRAI!!!
La ragazza ora era davvero
spaventata, quello l’avrebbe linciata! Completamente terrorizzata,
stinse al petto il suo bey, cosa poteva fare? Quasi a volerla aiutare, Squalo si illuminò, cominciando a lampeggiare aritmicamente: stava…
chiedendo aiuto? “Squalo…”.
Continuò a correre, ringraziando il suo Bit, ma
non vedeva molte soluzioni, se non quella di scappare e farcela da sola. Come
sempre.
- Ti ho trovata!
- AH!! – Delta, comparendo all’improvviso, la fece
sobbalzare e Mariam scivolò, cadendo in una piccola valle. Atterrò malamente, ma quando si appoggiò alla caviglia urlò di
dolore: non riusciva a muoverla! “No!…”
- Sembra che la corsa sia finita, eh? – disse il
ragazzo, arrivatole a fianco – Credo proprio che cambierò
un poco i miei programmi. Brutta schifosa… Guarda! – ululò, indicandosi il viso
– Guarda cosa mi hai fatto! Non ti perdonerò!
Delta si avvicinò pian piano a Mariam, che
indietreggiò terrorizzata: quello voleva picchiarla sul serio. Il panico,
quella sensazione così orribile d’impotenza, la avvolse completamente,
facendola tremare da capo a piedi: “NO, no! Ho… ho paura..
no… Fratellino, ragazzi… No, non voglio! – si strinse un altro po’ al tronco
cui si era faticosamente appoggiata – Non voglio io…
devo… voglio rivedere una persona…” Già, ma chi? Lo sapeva, oh, se lo sapeva…
Ma perché lo stava accettando proprio adesso?! Avrebbe
potuto farlo quando erano tornati in quella città,
quando l’aveva rivisto, quando stavano passeggiando insieme… Ma era stata
troppo orgogliosa, come sempre, anche per ammetterlo a
se stessa. “Voglio vederlo! Adesso!” chiuse gli occhi per non vedere la mano di
Delta, pronta a colpire:
- MAX!
Il biondino stava correndo, praticamente
con la forza della disperazione, seguendo la luce indicata da Draciel; era
sicuro, si trattava di Squalo! Arrivato nel boschetto, aveva trovato chiari
segni di un bey che, con forza mostruosa, aveva distrutto alberi e arbusti.
Preso da un bruttissimo presentimento, Max aumentò la corsa, nonostante ormai
sentisse la febbre fiancarlo d’ogni energia, finchè giunse ai piedi di un
piccolo avvallamento. Guardò di sotto e vide un ragazzo avanzare lentamente:
“Dexter dei PSO? Che ci fa
qui? – Max voltò appena lo sguardo, scorgendo Mariam – L’ ho
trovata! Ma cosa…”.
- Sembra che la corsa sia finita, eh? – sentì dire
a Dexter con tono minaccioso – Credo proprio che cambierò
un poco i miei programmi. Brutta schifosa… Guarda! – ululò, indicandosi il viso
– Guarda cosa mi hai fatto! Non ti perdonerò! – Max
vide con terrore che Dexter stava alzando il braccio contro Mariam, cosa voleva
fare?! Sentì Mariam urlare:
- MAX!
Senza pensarci, si lanciò lungo la discesa,
piombando addosso a Dexter.
POW! Mariam sentì il rumore di un pugno fendere
l’aria, ma non era stato Delta che l’aveva colpita;
senza capire aprì gli occhi, vedendo il ragazzo cadere a terra rovinosamente,
mentre Max lo fissava col fiato corto:
- Non provarci… Mai più!
- Max…?
- Mariam! Stai bene?
- Insomma… - il discorso fu interrotto dai lamenti
di Delta, che si stava alzando
- Cosa diavolo volevi
fare a Mariam?! – chiese Max, furioso; Delta lo fissò, mugugnando:
- Merda… Ho fallito… - e senza dire altro scappò via
- Ehi, fermati subito!!
- Lascia stare, Max… AH!
- Mariam! Cos’ hai?
- La… la caviglia… Devo aver preso una storta… -
Max fissò qualche istante la ragazza massaggiarsi l’arto dolorante, poi si inginocchiò porgendole la schiena:
- Forza, sali.
- Eh?
- Non vorrai camminare
conciata in quel modo? Su, ti porto da tuo fratello e
dagli altri, sono preoccupati ^-^.
Max, caricatosi Mariam sulle spalle, cominciò
faticosamente ad avviarsi verso casa: la ragazza non era molto pesante, ma la
febbre l’aveva reso debole e faticava come non mai.
- Senti Max… - disse ad un certo punto Mariam,
interrompendo il silenzio – Perché… sei venuto a cercarmi?
- Ma è ovvio, no? –
rispose allegro – Perché ero preoccupato ^^. – Mariam arrossì visibilmente. Max
non lo notò.
- Invece… - continuò lei,
qualche minuto dopo – Perché… porti la mia bandana al polso? - lui non rispose
subito:
- Mi spiace, ma questo è un segreto.
- Come?! – disse lei stizzita – Un segreto?! Non se ne parla, dimmelo!
- He, he no, mi disp..
UH! – all’improvviso Max sentì la testa girargli e vacillò pericolosamente, ma
si sforzò di non far cadere Mariam:
- Max che cos’ hai?
Scusa, mi sono mossa…
- Tranquilla, è tutto a posto… - ma Mariam,
aggrappatasi alla bene e meglio al ragazzo per non
cadere, aveva appoggiato una mano sulla sua fronte:
- Ma tu scotti! Che ti è
saltato in mente di uscire a venirmi a cercare con la febbre?!E in più portarmi in spalla, mettimi giù!
- Smettila, - rispose, la voce
che sia affievoliva a poco a poco - ormai siamo arrivati…
Proprio in quell’istante, sentirono le voci di
Takao e compagni, che li stavano chiamando.
- Max! Mariam! – esclamò Hilary – Meno male, vi
abbiamo trovati!
-Ma che ti è saltato in mente, Max?! –
chiese Takao furioso – Che cosa pensavi di fare?! – ma il biondo lo ignorò:
- Prendi Mariam, Dunga…
- Sorellina! – Jessie aveva quasi le lacrime agli
occhi; perfino Dunga sembrava preoccupato:
- Tutto ok?
- Solo la caviglia… - Max tirò un sospiro di sollievo:
- Meno male… che siete arrivati… - e crollò
svenuto.
*_______
Quella sera la casa di Takao era tranquilla molto
più del solito: anche dopo che Mariam aveva raccontato agli
altri cosa era successo, Hitoshi era riuscito ad evitare che si
scatenasse il pandemonio, con la scusa che Max doveva riposare.
Quando Mariam e Jessie
entrarono nella stanza dove si trovava il biondino, lui dormiva ancora.
- E’ stato proprio un incosciente – disse
sottovoce Jessie – Non capisco proprio cosa gli passa
per la testa.
- Neanche io – sospirò la sorella – Per questo voglio che guarisca in fretta, così sarà costretto a
spiegarmelo e gli potrò tirare un bel pugno! – il ragazzino sogghignò:
- Sì, come no… - la sorella lo fulminò con lo
sguardo e Jessie, un po’ intimorito, uscì dalla stanza.
Mariam cominciò ad asciugare delicatamente il
sudore dal viso di Max, mentre le sue parole le rimbombavano ancora nella
testa:
- Ma è ovvio, no? Perché ero preoccupato ^^.
Ripensandoci arrossì un’altra volta e sentì il
cuore accelerarle nel petto: perché? Una domanda stupida la
sua, se ne rendeva conto, a cui già sapeva dare una risposta.
Smise di passare il panno inumidito sul volto di
Max, poggiandoselo in grembo, e cominciò a riordinare i biondi ciuffi del
ragazzo, sfiorandoli appena con le dita. Piano piano,
senza che per una volta fosse la sua ragione a comandarla, si chinò su di lui,
con gli occhi chiusi, lasciando che le loro labbra si sfiorassero. Restò così,
immobile, qualche istante, finchè non sentì una mano portarle dolcemente i
capelli dietro l’orecchio e, allontanatasi dal volto di Max di qualche
centimetro, aprì gli occhi, che si specchiarono in quelli cerulei di lui.
-O\\\\\\\\O
!!?!???!?!
- Ciao ^\\\^. – disse Max tranquillo, mettendosi seduto
- M-ma… e-eri… sv-sveglio O\\\\o?!
- Già ^^! – lei lo fissò digrignando i denti,
rossa come un pomodoro:
- ACCIDENTI A TE! L’ HAI FATTO
APPOSTA, SEI UN LURIDO VERM… - lui la baciò un’altra volta, facendola
tacere. Stavolta, quando la ragazza si allontanò, non disse niente, fissò solo
il futon in silenzio, imbarazzata; Max sorrideva felice:
- Non me l’aspettavo sai ^-^?
- Neanche io, ad essere sincera. – lui la fissò senza capire – Non so perché io….
- Ah, io invece sì! E sono troppo felice ^^!! – lei lo fissò ancora più rossa:
- Perché invece l’ hai
fatto tu?
- E’ una domanda un po’ inutile,
non credi ^\\\\^?
- …‘\\\\\’ – calò ancora il
silenzio – E’ per questo… che oggi sei venuto a cercarmi? E che porti con te la mia bandana – lui sorrise di nuovo:
- Sì ^^. E questa –
sollevò la fascia rossa – ormai è un portafortuna.
- Sei stato un idiota ad uscire, lo sai?! Potevi lasciarci le penne!
- Esagerata.
- Dico sul serio! Non si scherza con un febbrone
come quello che avevi quando ti abbiamo riportato qui,
anche se sei un tipo robusto… - lui le poggiò un dito sulla bocca:
- Ma sto bene. E l’importante è che lo stia anche tu ^-^.
Stavolta Mariam non ribattè; anzi, sorrise al
ragazzo, poggiandogli una mano sulla fronte:
- Sembra che la febbre sia calata, ma è meglio se
ti riposi.
- Agli ordini, signorina infermiera ^-^!
- Ti credi spiritoso?
- Uhm… Sì ^^! – lei sospirò, prendendo la sua
roba:
- Sei senza speranza… - sulla soglia, si voltò
appena un attimo, sorridendogli di nuovo – Buonanotte…
- Buonanotte!
Mariam uscì e, senza dire più niente, andò di
sotto dagli altri.
- Quanto tempo ci hai
messo sorellina? – le disse malizioso Jessie – cos’è,
hai perso tempo col tuo ragazzo? Guarda che dobbiamo andare! – la ragazza gli
si avvicinò e lui credette che stesse per tirargli uno scappellotto, invece lo
accarezzò baciandolo sulla fronte:
- Hai ragione, piccolino,
scusami ^-^!
- EH O_O? – tutti la fissavano allibiti
- Mariam, che ti prende?
- Hai una faccia…
- Eh, che faccia?
- Così: *-* - disse Daichi, imitando l’espressione
trasognata della ragazza
- Ma va, sarà una vostra
impressione… *-*. Su, andiamo, Ozuma, ragazzi! Ciao, ci vediamo ^-^! – e uscì tutta pimpante dalla casa, sotto gli sguardi allibiti
dei presenti. Solo Ozuma sorrise alzando un sopracciglio: “Ma guarda un po’…”
- Ozuma…
- Cosa c’è, Takao? – il
moretto era stranamente serio
- Davvero quelli del PSO
Team vogliono utilizzare i Bit-power com’energia?
- … Sì.
- E… c’è dell’altro,
vero? – Ozuma lo fissò imperturbabile:
- Credo di sì, ma purtroppo non so nulla. Posso
solo dire a tutti voi di stare attenti.
E così dicendo uscì, raggiungendo i compagni e
Mariam, che, benché zoppicando, camminava a quasi due
centimetri da terra per la felicità.
- Ma cos’ ha mia sorella?
– chiese un po’ preoccupato Jessie; Ozuma tornò a sorridere:
Capitolo 17 *** Cap.16: Le semifinali (parte I) ***
Allora allora, sotto minaccia di Kaho-chan (ti prego, abbassa l’arma…
^__^””) ecco il new chappy
Allora allora, sotto minaccia di
Kaho-chan (ti prego, abbassa l’arma… ^__^””) ecco il
new chappy!! Uuuuh, andiamo agli scontri… In campo e non ^^!
X Kaho-chan: sai essere convincente
^^”… Cmq sn contenta che ti sia piaciuto, xkè credo
che fare qsto tipo di chappy, molto “introspettivi” (è giusto il termine?) sia
molto difficile. Sn diventata brava XDDD (Ma quando mai? NdTutti_personaggi). X
quanto riguarda l’altra cosa che mi hai scritto… nn dico nulla, leggi qsto
chappy e cominciamo… ^^
X super gaia: GAZIE! X Hi nn
preoccuparti, arriva, arriva…
X Fire Angel: Davveeero?!Che bello, siamo vicine! (si fa x dire…) Io abito a Lavagna, sta + verso il Levante,
ma è un buchino di città che… vabbè, sorvoliamo. Cmq sn felice che ti piaccia
il chappy ^^!
X Meiko: He he he…
^\\\^, anke a me piacciono tantissimo!!
Cap. 16
Nella loro stanza, Omega stava medicando alla bene e meglio la ferita di Delta che, per quanto
leggera, continuava a sanguinare; il silenzio era interrotto solo dal
passeggiare nervoso di Margot:
- Come ha osato – sibilò furiosa – come ha osato
quella maledetta?!
- Piantala, Margot. –
disse piatto Alfa, senza guardarla
- Come sarebbe a dire “piantala”?!
– il ragazzo la fulminò con sguardo glaciale
- Piantala. – Margot
tacque, tremando appena, un po’ per rabbia un po’ per timore.
- Il capo non ammette repliche. – continuò Alfa – Questo colpo di testa ci costerà caro.
Disputeremo l’incontro coi Saint Shields.
- COSA?!
- Zitta. – Margot lo guardava
sempre più furiosa, le stavano venendo le lacrime agli occhi. Lui si
avvicinò, prendendole con poca grazia il viso tra le dita:
- Non piangere. – lei lo fissò avvilita e
rabbiosa:
- Perché? Non è giusto,
perché non possiamo continuare il nostro piano?
- Avremo già delle rogne con questa storia, perché
quel Max ha visto Delta, perciò coraggio. – la guardò con quello che avrebbe
dovuto essere uno sguardo dolce, ma sembrava più un’occhiata torva - Voglio solo che tu non mi deluda. – lei annuì.
- E lo stesso vale per
voi.
- E per la BBA2? – disse
ad un certo punto Omega – Che si fa?
- Non è ancora il momento. Il capo mi ha
assicurato che l’incontro è posticipato di un giorno, perché quel Max sembra
stia male, quindi la commissione dei dirigenti ha accettato di spostarlo.
- Bene. – disse sorridendo Gamma
– Ho ancora una cosa da fare…
*___________
Quella mattina il cortile della casa di Takao era
vuoto: siccome l’incontro dei Saint Shields si sarebbe
disputato nel pomeriggio, ora i ragazzi erano al fiume, ad allenarsi tutti
insieme, tranne Max che, dopo molte proteste, era stato costretto a rimanere a
casa.
In quel momento, sotto lo sguardo vigile del prof
K e dei compagni, si stavano sfidando da una parte Rei
e Kei, dall’altra Takao e Daichi.
- Avanti, Driger!
- Dranzer!
- Disintegralo, GaiaDragoon!
- Forza Dragoon! – i bey cozzavano, ruotavano e
correvano senza posa, perfettamente alla pari.
- Aaah, è inutile, sono tutti bravissimi! Ma come
faccio ad allenarmi con gente simile?! – mugugnò
scherzosamente Midori, rivolgendosi a K
- Ma
anche tu hai fatto grandi progressi: dai miei dati risulta addirittura che
potrei costruire anche per te un bey con Evil Met…
Il discorso fu interrotto da un colpo più deciso
di Daichi, che scagliò il bey di Takao fuori campo.
- Evvai! Un’altra vittoria per il sottoscritto!
- Non darti tante arie, moccioso, pretendo la
rivincita!
- Anche subito!
- Ehi, aspettate un attimo! – esclamò Mao – E’ una
vita che non gareggio contro qualcuno di voi, tocca un
po’ a me!
- Idem con patate! Anzi, io comincio ora. – disse
Midori
- Hanno ragione – aggiunse
Rei, richiamando Driger – gli lasciamo il campo, Kei? – il ragazzo non disse
nulla, prendendo semplicemente Dranzer e lasciando il posto alle compagne.
- Combatto anch’io, anch’io! – strillacchiò
allegra Ruka, andando verso il posto liberato da Takao e Daichi – Ci
affrontiamo noi due, Lai ^^?
- Eh? – il ragazzo alzò appena lo sguardo, senza
muoversi da seduto che era sul ciglio della strada, sopra di loro – Beh, però
neanche Eveline finora ha combattuto…
Ruka lo guardò un
secondo sbattendo le palpebre, poi sorrise tranquilla:
- Hai ragione, che scema XP! Allora vieni tu, Eve?
- Sì ^^. – la ragazzina si alzò,
passando affianco al moretto e al rosso:
- Bravissimi entrambi come sempre.
Takao rise sotto i baffi, compiaciuto, mentre
Daichi tacque voltando la testa, per nascondere il bel colorito rosso che gli
era spuntato sulle guance; Eveline lo osservò e sospirò andando dall’amica: era
sempre più convinta di non stare simpatica al ragazzino.
Le due ragazze si misero in posizione, estraendo i
bey: quello d’Eveline, rilucente in blu elettrico scuro e argento, era più
piccolo del normale, all’incirca quanto i bey con Evil Metal
Sistem.
- E’ da tanto che non vedo in azione Falcon, -
disse Ruka ad Eveline – dacci dentro, ok?
- Certo ^^! – le due lanciarono contemporaneamente
i loro bey, cominciando subito ad affrontarsi accanitamente, seguite a ruota da
Mao e Midori, dall’altra parte.
Dalla sua postazione appena rialzata,
Lai osservava assente lo scontro tra Eveline e Ruka; quando la rossa gi
aveva proposto una sfida, aveva rifiutato più che altro per imbarazzo, perché
non sapeva come comportarsi, visto che faticava anche solo a guardare Ruka in
faccia. Inoltre, si sentiva molto confuso: dire che
non trovava quella ragazza simpatica o carina sarebbe stato come mentire, però…
- Ehi, Lai, che cos’ hai?
– disse Rei, venendogli vicino
- Come? No, niente, perché? – il cinese si sedette
accanto all’amico:
- Così… Sono un paio di giorni che mi sembri
strano, un po’ sulle nuvole… - i due stettero in silenzio a guardare gli
scontri.
- Sai, l’altro giorno… - disse ad un certo punto
Lai, titubante – Ecco, l’altro giorno Ruka mi ha detto… che…
- … Le piaci? – disse tranquillamente Rei; Lai cambiò faccia:
- M-ma come… O\\\\o?!
- Me l’ ha detto lei. – rispose – Cioè, mi ha chiesto un consiglio, visto che sei il mio
migliore amico. Le ho detto di fare come meglio credeva.
– calò di nuovo il silenzio – Tu… non le hai dato una
risposta?
- E che cosa dovevo dirle, scusa \\\\\?!
- E lo chiedi a me? Se
non lo sai tu ^^… - Lai fissò l’amico
- No che non lo so… - mormorò.
Tra i due cadde di nuovo il silenzio. Alla fine Rei ridacchiò:
- Certo che con le ragazze siamo degli imbranati completi…
- Stai parlando di noi in generale o qualcuno in
particolare? – chiese malizioso. Rei non rispose facendo
spallucce, e alzatosi scese lungo il crinale e si preparò per un’altra serie di
lanci.
Un’altra volta, per l’ennesima volta era stato
disonesto: gli costava così tanto ammettere la verità?
Fissò distrattamente gli altri, soffermando lo sguardo su Mao e sentì un
immenso calore salirgli dal cuore per tutto il petto.
- Io ti amo, Rei, e continuerò a farlo
qualunque sia la strada che prenderai!
- Io ti aspetterò ^^!
Quelle parole gli tornarono in
mente improvvise, come un fulmine a cielo sereno, e si rabbuiò appena:
“Sono sempre stato… Un disonesto…”. In quell’istante, Mao riuscì a spedire
Draoon fuori e cominciò a saltellare per la contentezza, incrociando lo sguardo
di Rei e sorridendo; sorrise anche lui: “Ma forse, per ora va
bene così…”
Più tardi, verso l’ora di
pranzo, il gruppo si avviò verso il palazzotto della BBA.
- Aaaah, ma quanto manca? - si lamentò Daichi,
mentre stavano camminando – Giuro che appena arriviamo
m’inchiodo nel bar e non mi muovo più! Ho una fame da lupi…
- Non mi stupisco, tu hai
sempre fame! – disse Ruka, sospirando
- Eddai, Ruka, in fondo anch’io ho fame, è da
stamattina che non mangiamo…
- Sì, sì, stavo scherzando Eve…
- Takao, cos’ hai? Che faccia scura... – chiese Midori, vedendo lo sguardo
crucciato del ragazzo; lui socchiuse gli occhi:
- Niente… Stavo pensando… Senti
Prof,
- Uhm?
- Hilary cosa fa? – il Prof, vedendo l’espressione
dell’amico, fu un po’ incerto nel rispondere:
- Beh… Ha detto che si
sarebbe fatta trovare direttamente allo stadio e che ci avrebbe seguito dagli
spalti… - come previsto da K, Takao sbuffò sonoramente:
- Di nuovo… Ma che le prende ultimamente?! Sparisce in continuazione! – Midori, sentendolo
arrabbiarsi così, fece una smorfia irritata:
- Non mi sembra il caso di fare così. – disse – Ha
detto che ci aspetta lì, no? Dove
sta il problema?
- Si vede che non la conosci ancora bene. – rispose lui – Ci sta sicuramente nascondendo qualcosa e questo
non mi va giù.
- Ma dai, che sospettoso!
- E anche se fosse –
intervenne tranquillo Kei – non sarebbero fatti nostri, se non vuole dircelo
avrà i suoi buoni motivi. – Midori lo guardò storto:
- Ha parlato quello che per fargli spiccicar
parola bisogna torturarlo!
- Ora questo non centra, lascia
stare. – disse un po’ seccato Takao
- E’ lui che si è intromesso! Io stavo parlando
con te!
Intanto gli altri osservavano i due ragazzi
- Ahi, ahi… - sussurrò
Ruka – Midori sta per perdere le staffe…
- Comunque anche il tuo
discorso era senza senso! – disse Takao a voce un po’ troppo alta
- Il mio?!
- Sì, esatto!
- Ha parlato quello che litiga sempre con Daichi
come un bambino!
- Come?!
- No, mi correggo, sei un bambino! Anzi, un
moccioso!
- Io?!
I due si scrutarono furiosi, poi si diedero le spalle scocciati.
- Moccioso. – mugugnò Midori
- Testona. – borbottò Takao; i due si voltarono
l’uno verso l’altro:
- CHE COS’ HAI DETTO?!
- Su ragazzi, smettetela!
- Non credevo che fossi così scemo! Ma hai fatto
un corso speciale per essere così?!
- E a te ha dato lezioni tuo padre, o è genetico?! – a quella frase, Midori si zittì, incupendosi; anche
Ruka ed Eveline si guardarono preoccupate
- Ah… - Takao avrebbe voluto
essersi morso la lingua - Scusa, ho esagerato…
- Niente… Comunque – alzò lo sguardo, arrabbiata come prima – sei
veramente infantile! Ti metti pure a fare le gare d’insulti!
- Ah, e chi è che risponde?!
I due continuarono a bisticciare così, avviandosi
decisi verso la sede della BBA.
- Come sono scemi…
(gocciolone collettivo)
*______________
Nello stadio della BBA, ancora semi-deserto, i Saint Shields attendevano lo scoccare dell’ora fatidica,
chiusi nei loro spogliatoi. Ozuma era seduto, una gamba appoggiata
perpendicolarmente all’altra, gli occhi chiusi, molto concentrato, o molto
preoccupato, con a fianco Jessie, che rigirava in
continuazione tra le mani Mammut; anche Dunga sembrava agitato e continuava a
camminare avanti e indietro, con le braccia dietro la schiena. All’appello,
mancavano solo Hikary e Mariam.
- Ti scongiuro, Dunga, puoi fermarti un secondo?!
- Ma dove si è cacciata quella là?! – strepitò il gigante (a ridagli con ‘sta
storia! NdDunga) biondo, senza ascoltare il suo capitano.
Proprio in quel momento, la porta si aprì, facendo
entrare Hikary.
- Alla buon’ora! – le
urlò contro Dunga – Ma quanto ci hai messo?!
- Guarda che casa mia non è
proprio dietro l’angolo. – rispose tranquilla – E poi Mariam è stata un problema.
- L’ hai convinta a rimanere a riposo, vero?
- Sì, tranquillo Jessie – disse gentilmente – Ora
è da me, così potrà seguire l’incontro alla tele. Quella di ieri era solo una slogatura e può camminare
tranquillamente, ma se oggi non fa sforzi domani sarà già in formissima. – il
ragazzino sorrise.
- Bene, visto che ci siamo tutti, direi di
prepararci. – disse Ozuma, aprendo gli occhi; gli altri divennero seri –
Sappiamo chi sono i nostri avversari e perché dobbiamo fermarli. In più, hanno
cercato di far del male a Mariam.
- Motivo in più per disintegrarli! – esclamò Jessie;
il capitano annuì:
- Andiamo.
Il gruppo uscì, avviandosi verso l’area di gioco,
da dove si sentivano già le urla degli spettatori.
- Volevo ringraziarti. – disse all’improvviso
Ozuma a Hikary, sottovoce
- E per cosa?
- Un po’ tutto. In fondo, hai potuto vedere anche
tu di cosa sono capaci quelli del PSO Team, ma stai
comunque combattendo, per una causa per giunta non tua.
- Ti sbagli. – disse sorridendo
– Quelli sono un pericolo per i miei amici e il mio Bit-power, per
questo devo combattere. Inoltre – estrasse il bey
dalla sua custodia – non posso permettere a Margot di vincere un’altra volta.
Il ragazzo sorrise, ma tornò all’istante ad
accigliarsi non appena misero piede nell’arena.
- Ehi, Ozuma!
- Rei? – il capo dei Saint
Shields e tutta la squadra si voltò nella direzione da cui proveniva la voce
del cinesino.
- Quindi ora tocca a voi,
giusto? – disse con tono un po’ preoccupato Rei; Ozuma annuì – Fate attenzione,
non credo che sarà un incontro facile.
- Lo credo anch’io, ma non penso che useranno
strani trucchi di fronte a tutta questa gente, e comunque
ho la più vivida intenzione di impedire a quei pazzi di impossessarsi del mio
Bit. – Rei annuì.
- Comunque…
- continuò – Cos’è successo a quei due? – ed indicò
Takao e Midori che, ancora arrabbiati, stavano seduti dandosi le spalle.
- Niente, hanno litigato per una sciocchezza…
(gocciolone)
- Ha cominciato questo moccioso. – disse stizzita
la ragazza
- Parla pure, tanto non ti sento
neanche.
- Che strano, tra quei
buchi che hai per le orecchie dovrebbe esserci un bello spazio vuoto, l’aria ci
circola bene!
- Dai, Midori, ora esageri!
– disse ansiosa Eveline
- Che strano, ma questi
due non andavano tanto d’accordo? – chiese malizioso Jessie
- Oh, non mi preoccuperei! -
disse Dunga - del resto, come si dice, “l’amore non è bello se non è
litigarello”.
- Ma cosa cavolo dici
>\\\\\\\\< ?!?
- Fatti un nodo alla lingua, Dunga >\\\\\\< !
- Eeeh, come siamo suscettibili tutti
e due! Potrei pensare di aver ragione! – gli interpellati lanciarono un
urlo in contemporanea, indicandosi:
- CON
UN TIPO/ UNA TIPA DEL GENERE >\\\\\\\\\\\< ?!
SCHERZI?!
- Eddai, finitela un po’! – disse Ruka, sospirando
- Ma guarda, un litigio
tra la coppia più bella del gruppo? – disse una voce maligna dietro di loro;
tutti si voltarono, Takao e Midori rossissimi in volto:
- MARGOT!
- Ciao ^^! Scusate, forse sono arrivata in un
brutto momento… Cosa c’è, Midori, trovi un ragazzo che ti trova
decente e ci litighi?
- Vai a farti un giro, prima che ti tiri un cazzotto
a nome mio e di Mariam >\\\< ! – Margot, sentendo nominare l’altra
ragazza, cambiò espressione:
- Quella maledetta… Ma lo sai cos’ ha fatto al
fratellone Dexter?
- E chi se ne frega! –
urlò Jessie – Quello se non lo fermano l’avrebbe
picchiata! Sarà meglio per lui che non mi capiti a
tiro, altrimenti…
- Cosa, pidocchio? Ti sei
visto? – poggiò un dito sulla fronte del ragazzino, con fare
provocativo - Connetti il cervello alla lingua, prima di parlare.
- Ora smettila. – disse gelida
Midori – Vattene. Vi affronterete sul campo. – Margot la squadrò
sogghignando:
- Come sei caduta in
basso, difendere e stare in squadra con dei perdenti… Beh, sei sempre stata una
stupida, ma almeno in squadra avevi gente che sapeva giocare.
- Cosa?! – i ragazzi
dovettero tenere a forza Daichi e Dunga; Margot gli ignorò:
- Fammi indovinare, aspetti sempre di diventare
una blader di fama mondiale per trovare tuo papà? – a quelle parole, Midori
sbiancò: i ragazzi la guardavano stupiti
- Stai zitta. – sibilò
- Oppure credi che, con
l’amicizia dei campioni mondiali, lui verrà a prenderti?
- Stai zitta! – Margot rise sguaiata
- HA, HA, HA, che
stupida! – le si avvicinò di più – Quando capirai che
quello era solo un idiota? Un illuso sognatore, come te! Un
sognatore che sperava di aiutarti, ma l’unica cosa d’utile che abbia mai fatto
e stata metterti in mano quella schifezza che chiami “bey”…
- ORA BASTA!!! – strillò
Midori, con gli occhi lucidi – Non ti permetto di parlare così di lui!
- A no? – disse l’altra tranquilla – Dai, chi mai
avrebbe voluto prendersi cura di una mocciosa coi tuoi
problemi? È inutile che ci fantastichi sopra, accusando gli altri, tuo padre ti
ha abbandonata e lo sai beniss…
SCIAFFF!!! Un sonoro
schiaffo colpì la mora prima che potesse concludere la frase; Hikary, ritraendo
lentamente la mano, la squadrò disgustata:
- Vattene dai tuoi amici. – Margot la fissava furiosa,
tenendosi la guancia:
- TU! Tu… - si diresse a passo
di marcia alla sua panchina, urlandole contro – Non finisce così! Ti
disintegrerò sul campo!!
Mentre Margot si
allontanava, i ragazzi si voltarono verso Midori: teneva il capo chino, senza
parlare; Hikary le poggiò una mano sulla spalla.
- Come va? – Midori annuì appena con la testa;
Takao le si avvicinò, titubante:
- M-mi… mi dispiace, anche per prima, quando ti ho
detto… - lei sorrise amaramente:
- Tranquillo, te l’avevo già detto, non è niente.
- Scusami lo stesso… - lei lo fissò furbetta:
- Ad una condizione: il berretto. – lui sgranò gli
occhi:
- Il berretto?
- Sì, il tuo ^^: me lo presti?
- Ah, no scordatelo! –
esclamò – è un regalo a cui tengo tantissimo, non, no,
niente da fare!
- O, uffa, mica te lo
rompo! Infantile e pure possessivo!
- Non attacca, non te lo do!
- Ma perchèèèèè???!! Antipatico!
- Eccoli che ricominciano… (gocciolone
generale).
Ma Midori,
stavolta, ridacchiava.
- Benvenuti, signori e signore!!!
– urlò Djman nel microfono – Finalmente siamo giunti alle semifinali di questa
che si sta rivelando essere una competizione davvero emozionante! Oggi si
scontreranno le squadre rivelazione del torneo, I SAINT SHIELDSS E IL PSO TEAM!! – il clamore del pubblico riempì a tal punto l’aria che
Hikary la sentì quasi premerle sulle orecchie. Tremò un pochino. Dunga la
guardò un po’ beffardo:
- Paura?
- Forse… - lui, per la prima volta, sorrise
sincero:
- Anch’io.
- Ed ora – continuò Djman
a tutto volume – entrano in campo i primi sfidanti: Oscar contro Dunga. –
sentendosi chiamare, il bestione sussultò appena; Hikary gli diede una pacca
sulla spalla:
- In bocca al lupo. – lui annuì.
- Blader in posizione!
- Ricorda, Oscar – disse
Alex – Rapido e immediato. – il ragazzino annuì. Alexander lo fulminò – E non
deludermi… - Oscar deglutì a vuoto.
- TRE… DUE… UNO… PRONTIII…
- LANCIO!!
Dunga si lanciò all’attacco senza tanti preamboli,
ma era difficile colpire quel bey, perché era piccolo e velocissimo: “Un
momento! Non è… non è lo stesso che gli ho visto usare
le altre volte!”
- Ehi, Midori, guarda! Guarda lo schermo lassù – disse sottovoce Ruka, una nota di panico nella voce, alzando
lo sguardo con l’amica ed Eveline; Midori si morse appena il labbro:
- Immaginavo… Quello era
troppo debole perchè restasse nella vecchia squadra.
- Che cosa facciamo?
- Niente. – disse; poi sorrise alle ragazze –
Tranquille, qui non corriamo alcun pericolo. Selui ci fosse, lo sentiremmo, no? – Ruka
sorrise rincuorata
- Hai ragione. – Eveline annuì appena.
Certamente che loro
non potevano esserci! Certo… Non c’era nulla da temere.
- Forza, attaccalo, Rat! – il bey d’Oscar, grigio
cupo, schizzò a scatti per il campo.
- Figurati se temo un topo, forza Gorilla!!
- Non sottovalutarmi!!
VAIII!! – lanciò Rat ad un attacco fulmineo a mitraglia; Dunga era
completamente disarmato – Ora vedrai quanto può essere forte anche una
creaturina così piccola: – Rat aumentò il numero degli attacchi, e pochi
istanti dopo, a concludere l’opera, comparve il Bit di
un topolino grigio - MACHINE GUN’S BITES!!
Gorilla non riuscì a contrastarlo: quando il Bit si
dissolse, il bey di Dunga era fermo, sbeccato e graffiato.
- Il bey è fermo! Vince l’incontro Oscar!!
Dunga raccolse Gorilla, non riuscendo ancora a
capire cosa fosse successo.
- He, he, visto? – disse Oscar; aveva
un’espressione malata – Anch’io… anch’io posso vincere!!
Dunga si avvicinò con lo sguardo ferito ed
umiliato ai compagni:
- Che… velocità… -
mormorò Jessie
- Scusatemi. Probabilmente era il più debole del
gruppo, e io… maledizione!
- Lascia stare, Dunga – disse
Ozuma – possiamo ancora vincere. – Dall’altra parte, Alex schierò Dexter; Jessie
si alzò:
- Vado io… - Ozuma non disse niente.
- Ed eccoci subito pronti per il secondo incontro:
Jessie contro Dexter!!! Che la sfida cominci!
Capitolo 18 *** Cap.17: Le semifinali (parte II) ***
Ho deciso di risparmiarvi il dolore dell’attesa… CAP17
Ho deciso di risparmiarvi il dolore
dell’attesa… CAP17!!
Allora, poi:
X Meiko: grazie mille! 6 molto gentile! Purtroppo in ‘sta
ficcy nn potrò far comparire spessimo le coppie “storiche”, xkè lavoro su
altre, ma torneranno i due piccioncini, trenci ^^!
X Fire Angel: Mah, Lavagna è tanto un posto morto, mi mette una tristezza…
-___-“.
X Kei, He, he, aspetta e vedrai!
Forse Kaho-chan mi stritolerà x questo… ^^”
Ps qcuno ha visto Blue
Crystal, Hila92 e le altre? Mi hanno dimenticaaaataaa… T___T ME TRISTE...
Cap. 17
Nello stadio era calato il silenzio; tutti,
spettatori e blader, fissavano con ansia ciò che restava del Beyblade Stadium,
ormai completamente disintegrato dalla furia di Dexter e Jessiee.
- Pazzesco… - mormorò Takao
- Ormai sono due ore che vanno avanti, ma come
fanno?! – disse Lai
- Insomma! – esclamò Margot – Fratellone Dexter,
perché non usi il tuo Bit-power?!
- Perché il capo gli ha detto di non farlo.
– disse piatto Alfa
- Non dirmi che teme che
le mocciose lo riconoscano! – strepitò – Avanti, non sta
neppure usando Tarantola! E poi può benissimo renderlo
invisibile!
- No. – lei lo fissò –
Se lo facesse, il ragazzino riuscirebbe a sigillare il
Bit della Tarantola. Non dimenticarti che è per questo che i
Saint Shields sono qui. – Margot si morse il labbro:
- Maledizione…
In mezzo all’arena, Jessie si reggeva in piedi a
fatica, proprio come Mammut, ma neanche Dexter sembrava messo bene.
- Che… panf… ti succede…
moccioso? – disse comunque schernendolo – Non hai… più
forze…?
- T… Taci… puff…
- He… he… sei proprio come quell’altra…
- Jessie lo fissò – Anche lei… debole… però è… infima più di te, panf… - Jessie
strinse i pugni:
- Sta zitto… - Jessie cercò lentamente di
riprendere le energie – Non ti.. perdonerò… puff… è
per questo che ho combattuto oggi… - Mammut sembrò riprendersi appena - io…
Devo vendicare mia sorella!!!
All’urlo del ragazzino, il bey si scagliò
nuovamente contro Black2; Dexter indietreggiò: “Merda! Se
solo potessi usare Tarantola…”
- Distruggilo, MAMMUT!
- Uaaaagh!! – i bey si scontrarono generando
l’ennesima incredibile onda d’urto, che stavolta fu troppo forte: lo stadio,
già crepato, si spaccò in due, lanciando i suoi frammenti e le trottole fuori
campo. Pareggio.
- Il secondo incontro delle semifinali è finito! –
urlò Djman – A pari merito, Jessiee e Dexter conquistano un punto a squadra!
I due, fermatisi i bey, crollarono a terra, esausti.
- Jessie!!
- O-ozuma…
- Ehi, come va? – chiese Dunga aiutandolo ad
alzarsi.
- Beh, potrebbe andare meglio…
Scusatemi… Avrei dovuto vincere… - Hikary gli mise una mano sulla testa:
- Sta tranquillo, sei
stato bravissimo. – sollevò lo sguardo verso gli avversari – Ora tocca a me.
- Come stai, fratellone
Delta? – chiese premurosa Margot
- Da cani, come vuoi che stia?!
Accidenti, ora il capo m’ucciderà…
- Credo… - disse acido Alfa;
poi fissò Margot – Ora vai tu. E vedi di vincere.
- Certo, tesoruccio ^^!
- Partirà adesso il terzo incontro d’oggi, che potrebbe portare la vittoria al PSO Team o un pareggio per i
Saint Shields. Una sfida tutta al femminile, MARGOT contro HIKARY!!
Le grida degli spettatori fecero tremare l’aria
assieme al ronzio del Beyblade Stadium che cambiava, mentre le due salivano
sulla pedana, squadrandosi da capo a piedi. Facendo vagare lo sguardo, in parte
oscurato dal cappello, Hikary incrociò gli occhi di Kei, che la fissava;
istintivamente, si spinse ancor di più il berretto in testa. Dalla sua parte,
poi, Kei, cercava di scorgerla meglio; era chiaro che non era ciò che sembrava:
“Chi sei veramente tu?”
- IN POSIZIONE!
- TRE… DUE… UNO… PRONTIIII…
- LANCIO!
- Distruggila, Linx!!
Il bey di Margot schizzò all’istante contro
l’avversaria, ma questa schivò l’attacco e i successivi, fissando il campo
senza proferir parola. Margot cercava inutilmente di concentrarsi, ma la
facilità con cui Hikary rendeva nulli i suoi sforzi la stavano facendo
infuriare:
- Maledetta… - sussurrò, stringendo i pugni –
Maledetta, maledetta, MALEDETTA!!! – Linx, quasi privo
di controllo, cominciò a cozzare contro ogni singola sporgenza del campo.
Hikary cercò di allontanarsi, Margot le stava facendo paura; quando poi
incrociò il suo sguardo, sentì una morsa gelida mozzarle il respiro:
- Non ti farò vincere… -
sussurrò la mora – assolutamente….
Dalla panchina, Alex si alzò di scatto, notando
l’espressione allucinata della compagna: “Maledizione…” fissò con sguardo
glaciale Margot, che sussultò; Hikary la scrutò interrogativa, perché aveva
fatto quella faccia terrorizzata?
“Fermati, Margot!” sussurrò la voce dura d’Alex
nella testa della ragazza “Fermati! Non devi fare così!”
“NO! Abbiamo già fatto di testa nostra, una volta…
Non – deludermi – ancora.”
Hikary vide Margot, che fino allora era rimasta in
silenzio, voltarsi lentamente e fissare Alex; poi, con un sospiro, si girò di
nuovo verso di lei, più calma.
- D’accordo… - Linx, come rasserenato, tornò a
muoversi regolarmente, mentre Hikary sentì a mano a mano la sensazione di
freddo svanire.
- Uffa… - sbuffò Margot – mi tocca batterti alla
vecchia maniera…
- Vedo che sei tornata arrogante come sempre. –
disse piatta l’altra; Margot le fece l’occhiolino:
- Sto solo dicendo la
verità. Su, fatti sconfiggere da brava, che poi devo
affrontare l’orfanella.
- Chi? – chiese Hikary, con tono indecifrabile
- Ma sì, orfanella e pure strana; mi stupisco che
quelli là – indicò con un cenno Takao e compagni – non
si vergognino a portarsela in giro… - Hikary taceva – E poi è una stupida
sognatrice, come puoi credere di poter trovare una persona che ha,
volontariamente credo io, fatto perdere le sue tracce? Non scherziam…
SBRAAAAANG!!! Zendran
aveva appena assestato a Linx un colpo fortissimo, tanto che il bey oscillò
paurosamente in diagonale.
- Non dire altro. – sussurrò – Stai zitta!!! – Zendran e Linx si scontrarono violentemente,
provocando una pioggia di scintille; Margot, decisa a non demordere, evocò la
Lince, scatenando le ire di Alex:
- Quella scema ! Avevo detto di non chiamarli!!
- Aspetta, Alfa. – disse Delta, scrutando
attentamente Hikary – E’ quella nuova; non può
imprigionare i Bit-power. – il compagno emise un suono indefinito d’assenso.
Margot era scatenata:
- Forza, PAS DU CHAT!
- EARTHY STORM!!– il campo cominciò a creparsi e a vibrare come scosso da un
terremoto, mentre i suoi frammenti ruotavano attorno a Zendran; la scossa
continuò ad aumentare ed aumentare, finchè Hikary non richiamò il suo bit;
Margot fissò a bocca aperta la splendida creatura, non riuscendo a credere ai
suoi occhi:
- Non è possibile… - mormorò “Ma
allora è davvero…”
- IMPERIAL EARTH’S STORM!!
L’attacco di Zendran fu fulmineo quanto
devastante: in un vortice di terra e aria che travolse Linx, scagliandolo a
tutta forza fuori campo.
- E’ FINITA, CARI AMICI! – urlò Djman – Dopo uno
scontro avvincente, Hikary conferma la sua bravura con una vittoria
schiacciante!!
Senza dire nulla, Hikary raccolse Zendran e lo
sollevò in alto, col pugno chiuso, scatenando il tifo degli spettatori e dei blader
presenti. Solo Kei fissava la scena stupito: “Non è
possibile… eppure quel Bit…” osservò ancora la ragazza “Ma cosa diavolo ci fa
lei coi Saint Shields?”
Margot, tutta tremante, raccolse il suo bey,
avviandosi a capo chino dai compagni:
- Ho perso…
Appena fu davanti alla panchina, Alex le si materializzò di fronte, squadrandola con sguardo
gelido, tanto che la ragazza rabbrividì visibilmente:
- Alfa… - piagnucolò – Alfa,
ti prego, perd…
- Sparisci.
- Ah…!
- Vattene. Ti avevo affidato un incarico
semplicissimo, e non l’ hai saputo mantenere.
- Alfa! – gemette Margot, pallida.
- Sei inutile.
A quelle ultime parole, la ragazza lo fissò con sguardo vacuo, completamente paralizzata; intorno a lei,
all’improvviso, non c’era più né lo stadio né nient’altro, solo il sordo tonfo
metallico di Linx che, dalla sua mano, cadeva per terra.
- Dobbiamo assolutamente vincere il prossimo
scontro, dannazione – disse Alfa, ignorando l’espressione di Margot – vai tu,
Omega.
- … … - il ragazzino, però, fissava la squadra di
Takao, senza fiatare
- Omega?!
- Non… non posso.
- COSA?!
- N-no… io non… Altrimenti dopo dovremo
affrontarli e io.. no, non posso! - Alfa,
furioso, lo afferrò per il colletto:
- Non dirmi che è colpa
di quella mocciosa!!
- Sul... sul serio Alfa…
io… io non ce la faccio… - era inutile. Il ragazzino gettò un’occhiata
rapidissima verso il gruppo dei ragazzi e riprese a scuotere la
testa frenetico, non poteva affrontarle e basta!
- Non ti sei spinto troppo oltre per tirarti
indietro, topastro?! – sbraitò Alfa.
- E’ inutile… Non posso! Non
posso… Così io non.. Ce la faccio…
-Ma cos’ hanno da litigare quelli,
adesso? – chiese Takao agli amici.
- Boh…
- Sei un codardo, Omega! – sibilò
Alfa – Sparisci! Penseremo dopo alla punizione!
- F-fai pure… - balbettò – Ma
io… io non posso combattere contro di lei!
- Tzs.
- Sembra che ci siano dei problemi tra il PSO Team – disse Djman – Sembra che Oscar, il membro più
giovane, dopo una lite col capitano se ne sia andato, lasciando ad Alex l’onere
dello scontro contro Ozuma.
- Cosa… è successo? –
mormorò Margot, seduta sulla panchina con gli occhi spenti, incurante fino a
quel momento di tutto ciò che era accaduto
- Omega. – disse dolcemente Dexter, mettendole una
mano sulla testa – Ha visto la mocciosatra i membri della BBA e se l’è
squagliata.
- Se l’è… squagliata? –
sussurrò, riacquistando pian piano lucidità – Ma non…
non lo sapeva?
Delta scosse la testa. Margot, allora, si alzò e
fissò prima Hikary, poi il corridoio buio da cui era fuggito Oscar; lasciò che
il ronzio e il cozzare del bey d’Alex e d’Ozuma le riempisse le orecchie,
mentre un’idea pericolosa quanto folle le si propagava
nella mente, facendole comparire un inquietante sorriso sul viso:
- Allora andrò a punirlo…
*_________
Omega attraversava frettoloso il corridoio
deserto, dove il suo respiro affannoso rimbombava sordo, come il cuore che gli
pulsava nei timpani. Come aveva fatto a non capire che tra loro c’era anche
lei? Che stupido! E ora?
- Te la stai facendo sotto, Omega? – sussurrò la
voce dura e seducente ad un tempo di Margot, sbucata all’improvviso dietro di
lui. Lui sobbalzò:
- C-che… che ci fai qui? – disse, digrignando i
denti
- Nulla. – rispose tranquilla –
E’ solo, che, beh, vedi, tu hai fatto uno sbaglio e anch’io, ma a
differenza di te sono più che intenzionata a rimediare. – estrasse il bey,
lentamente, portandosi in posizione d’attacco. Omega tremò:
- Cerca di capirmi, non credo che quella stronza
(ma quanto siamo fini… ndRia) accetterebbe di
affrontarmi, così ho bisogno di un monito…
- NO, A-ASPETTA MARG…
- Ciao, ciao ^^. – e lanciò Linx.
*_________
-L’incontro termina qui, cari
spettatori! – urlò Djman – dopo un accesissimo ed entusiasmante incontro, Alex
porta la sua squadra alle finali!!
- Che peccato. – disse
Takao, avvicinatosi ai Saint Shields – questo è stato finalmente un
bell’incontro, avresti benissimo potuto vincere Ozuma.
- Chissà… - rispose lui, col fiatone: dannazione,
quella sconfitta era un problema…
- Complimenti anche agli altri! Soprattutto a te,
Hikary^-^! –
disse tutta pimpante Midori – E grazie anche per prima… - la brunetta le poggiò
una mano sulla spalla:
- Stai tranquilla.
Il gruppo, anche se un po’ scosso dagli
avvenimenti strani e dal comportamento dei PSO, si
avviò verso l’uscita, finchè non incrociarono Margot.
- Ciao ^^. – sembrava tornata quella di sempre
- Che vuoi? – disse acido
Takao; non aveva digerito i commenti e le cattiverie dette a Midori
- Oh, sei ancora arrabbiato con me perché ho
insultato la tua ragazza?
- Va a farti un giro, prima che mi arrabbi
davvero!
- Ok, ok… volevo solo complimentarmi con Hikary. –
la ragazza la fissò dubbiosa – Ero un po’ sconcertata, prima, ma è stato un
bell’incontro, complimenti ^^.
Sempre sorridendo, porse la mano a Hikary,
che gliela strinse poco convinta; quando Margot lasciò la stretta, però, la
bruna si accorse che le aveva lasciato un biglietto.
Mentre Margot si allontanava, Hikary cominciò a
leggere il foglietto con circospezione:
So chi sei.
Richiuse di scatto il pezzo di carta cercando di
non farsi scorgere e poi, quando vide che gli altri non stavano dando peso a
quello che faceva, lo riaprì:
Ti aspetto oggi, alle cinque, nel boschetto della
periferia nord.
Se
mancherai, i tuoi amici faranno la sua fine.
“La fine di chi?” pensò Hikary preoccupata; ma
Margot non c’era già più per risponderle. Senza farsi notare, ripose il
biglietto in tasca, seguita da Kei con la coda dell’occhio.
La ragazza si avvicinò agli altri che
chiacchieravano tranquilli, finchè Daichi, svoltato un angolo non lanciò un
urlo:
- Oh cavolo! GUARDATE!
- Che c’è Daic… AH!
- OSCAR!!
In mezzo al corridoio, coi
vestiti strappati e coperto di graffi, Oscar stava immobile.
- Accidenti! Ma cosa gli è successo?!
- Non importa ora, Prof, sarà
meglio portarlo in infermeria.
- Giusto.
- Io andrò a cercare i suoi compagni di squadra,
se ci sono ancora!
- Aspetta, Mao, vengo con
te! – disse Rei seguendola
Takao, aiutato da Dunga, Kei e Ozuma, sollevò
Oscar da terra e si avviò velocemente verso l’infermeria, mentre Hikary voltò
appena la testa, scorgendo l’ombra di Margot eclissarsi in un buio passaggio
laterale.
Se
mancherai, i tuoi amici faranno la sua fine.
E vi lascio col suspence… (Hu, hu… ndRia
– Ma 6 B****a tronca!!! NdTutti – Sì!! NdRia). Chi sarà mai Hikary?
Aspettate e vedrete…
Va bene, va bene, ho deciso che sarò buona e nn vi farò tanto soffrire
Va bene, va
bene, ho deciso che sarò buona e nn vi farò tanto soffrire.
X Meiko: Beh, lo vedi da sola, x di
+ sn 2 chappy ^-^!
X super gaia: in qsto chappy, a te
la risp! ^^
X Kaho-chan: hai doti divinatorie O.o?! o sono io che sn troppo
prevedibile?! Vabbè, cmq ti ringrazio x la comprensione ^^”!
X Fire Angel: Sampdoriana?! SORELLINA MIA ^\\\^!! Pure muoi!!Mes
amiè… ^^ x Kei… Beh, leggi in fretta qsto chappy e
vai al 19 ^-^ !!
AVVERTENZA: i
prox chappy (dal 18 al 20) sn ad alto contenuto sdolcinato, xciò chi avesse i denti sensibili alle carie è pregato di saltarli
^^”. Lo stesso dicasi x chi odia le coppiette… Ohè,
basta o vi dico tutto!!!
Cap. 18
Nella stanza dove Oscar era stato ricoverato, il
vento d’ottobre entrava leggero, scostando appena le tende chiare e facendo
attraversare la finestra ad una piccola foglia arancione, sfuggita all’ormai
debole presa del suo albero, che andò a posarsi sul petto del ragazzino; Takao,
seduto con gli altri nella stanza, la levò soprappensiero, in silenzio: anche
se i medici avevano detto che le ferite non erano
gravi, Oscar giaceva ancora immobile, se non per il lenzuolo che si sollevava
piano, al ritmo regolare del respiro.
- Secondo voi cosa gli è successo? – chiese ad un
certo punto Jessie
- Non ne ho la più pallida idea. – rispose
sommessamente Ozuma.
Hikary si accostò al muro, col capo chino; Kei la
fissò di sottecchi.
Proprio allora la porta si aprì ed entrò il
medico, dicendo che ora la situazione era stabile e che
potevano andare a controllare il giorno dopo. I ragazzi, così, uscirono e si
avviarono velocemente verso l’uscita, perché dovevano ancora trovare Mao e Rei.
Arrivati quasi nell’ingresso, trovarono Hitoshi
che parlava ad uno dei telefoni della BBA:
- Sì, sì… Certo ora… Ah, eccoli. Scusa, Eveline!
- Uh?
- Vieni un attimo? È una chiamata per te.
- Per me? – fece sorpresa la morettina.
- Sì. Dalla prefettura di Kanagawa(*).
Sentendo quel nome, la ragazzina s’illuminò e
corse al ricevitore.
- Ma chi è?
- Non importa, fratellino. Piuttosto, ditemi,
cos’è successo a quel ragazzino del PSO Team? Mao e
Rei sono usciti a cercare i suoi compagni, siccome sono andati via, e non mi hanno spiegato molto bene.
Mentre Eveline era al
telefono, i ragazzi spiegarono a Hitoshi come avevano trovato Oscar ferito e
svenuto nel corridoio, senza aver capito la causa di ciò. Ma
raccontarono anche degli incontri e, durante il racconto, quando si nominava
Margot, Kei vide Hikary sussultare appena.
- Capisco… la situazione va
complicandosi…
- Hitoshi!
- Eveline. Hai finito?
- Sì. Senti, potrei
parlarti un attimo?
- Certo.
- Voi andate pure ragazzi – disse
lei – vi raggiungo a casa.
- Ormai la chiamano tutti “casa”,
ma è un porto di mare, un porto di mare… - borbottò Takao
- E’ successo qualcosa? – chiese Daichi alla moretta
- No, no tranquillo. – gli
sorrise – Grazie per esserti preoccupato ^-^. – il ragazzino arrossì
violentemente, girando sui tacchi all’istante mentre
mugugnava un “prego”.
*_________
Mao stava correndo a perdifiato, cercando
disperatamente quelli del PSO Team; ormai erano quasi
le quattro e mezza, dov’erano spariti?! Certo, non era molto intelligente
cercarli così, alla cieca, ma alla sede della BBA non avevano saputo darle informazioni su dove alloggiassero, così lei e Rei
avevano dovuto arrangiarsi e dividersi.
Arrivata ormai al belvedere, scorse finalmente la
figura famigliare di Jean, che fissava contemplativo il paesaggio.
- JEAN!
- Mao?! Oh, ma che sorpresa! Sei
venuta a cercarmi?
- Beh, puff, più o meno…
- Cos’ hai? Hai un’aria
stravolta.
- Si tratta d’Oscar!
- Di… Oscar? – chiese lui
- L’abbiamo trovato nel corridoio, ferito, non
sappiamo cosa gli sia successo!
- Ah, davvero? – ma il
suo tono non sembrava né preoccupato né tantomeno sorpreso; e questo impensierì
Mao incredibilmente:
- Non… non vai da lui?
- Che devo dirti, -
sospirò – Lo sapeva, che se avesse disubbidito…
- Non dirmi che sei stato
tu!! – urlò indignata
- Io? Ma mi credi capace
di una cosa simile? – lei lo fissò, non credeva per niente saggio fidarsi
- Eddai! – continuò lui con tono
innocente – Credimi! Vedi, il fatto è che il nostro… capo, ha dei
sistemi un po’ violenti…
- Un po’?! Jean, sveglia,
il tuo compagno è all’ospedale! Alla faccia del metodo “un po’ violento”!!!
- Su, su… Non lo sai… - le prese piano il mento
tra le dita – Che sei molto più graziosa quando ridi?
SCIAF!
- Giù le mani! – sbraitò Mao, tirandogli un
ceffone sulla mano
- Sei una tipa rabbiosa, uhm? Ma
è meglio così. – cominciò a muovere qualche passo verso di lei, sorridendo amabile
- Sai, il nostro è un gruppo speciale: con noi non
solo diventeresti fortissima, ma proteggeresti anche il tuo Bit da tutti coloro che lo voglio.
- Questo non credo! –
disse lei, sbuffando ironica – Tzs, so benissimo cosa volete farci voi, coi Bit-power!
- Uhm… - mormorò il ragazzo con espressione delusa
– i Saint Shields hanno la lingua lunga… Non importa.
Adesso si era fermato e guardava Mao con sguardo
completamente diverso.
- Senti… Perché non vieni con me?
- Eh?
- Anche senza entrare
nell’organizzazione… Eviteresti molti problemi.
- Di che parli?
- Non importa, adesso. Dai,
vieni! Perché, vedi… - le afferrò il polso;
troppo forte - … Tu mi piaci…
*__________
Rei era stanco morto, era
ormai una vita che correva per la città, ma di quelli del PSO Team neppure
l’ombra. Era anche preoccupato per Mao, non gli era sembrato molto saggio
lasciarla andare da sola, ma, come sempre, non era riuscito ad imporsi alla
cinesina.
“Accidenti a me…”.
Ad un certo punto, arrivato al belvedere, riuscì a
scorgere la ragazza, ma sembrava nei guai.
- Su, non essere così testarda! – sentì dolce e al
tempo stesso minacciosa la voce di Jean
- Smettila, Jean! E
lasciami, mi stai facendo male! – mugugnò lei, cercando di staccare la mano del
ragazzo dal suo polso, ma quello aveva una presa incredibile
- Non c’è bisogno di fare la timida…
- E chi fa la timida?! Ti
ho detto di lasciarmi!!
- EHI! Non l’ hai sentita?!
Lasciala immediatamente! – urlò Rei, furioso
- REI!
- Il cinese? Che vuoi? –
disse Jean; Rei non gli rispose, mettendosi tra lui e
Mao e costringendolo a mollare la presa.
- Che cosa vuoi da Mao?!
- Rei! Lo sapeva!
- Come?
- Sapeva cos’è successo
ad Oscar!
- Questo ora non centra –
disse tranquillo il biondo – e la questione adesso è un’altra.
- Non avvicinarti!
- E chi sei tu per darmi
ordini, cinesino? Le sto solo chiedendo di venire con me!
- E io ti ho detto di no!
– urlò la ragazza
- E perché?
- Perché… ecco… - sapeva
che si sarebbe pentita di quello che stava per fare – PERCHE’ HO GIA’ IL
RAGAZZO!
Sia Jean sia Rei la fissarono
con tanto d’occhi.
- Come…? – sussurrò il biondino
– Puoi… ripetere?
- Esattamente!
- Ah sì? E chi sarebbe?
- Io. – all’affermazione
di Rei, detta quasi sottovoce, Jean lo squadrò stupito, quasi dispiaciuto,
mentre Mao dovette fare uno sforzo per non svenire.
- Ha detto la verità? –
chiese Jean
- Eh? – Mao era ancora confusa –
Ah… Sì, proprio così ^^. – disse poi, stringendosi al braccio di Rei.
- Capito… - il biondo sospirò – Vabbè, fa lo
stesso.
Adesso Rei lo squadrava furibondo:
- Tu e quelli della tua squadra non la passerete
liscia.
- Se, se… Ci vediamo.
Il ragazzo se ne andò,
senza voltarsi.
Mao e Rei, intanto, lo osservavano attenti, finchè
non scomparve del tutto dalla loro vista; tirarono entrambi un sospiro di sollievo.
- Tutto a posto? – chiese Rei timidamente
- S-sì… - solo allora Mao si accorse di cingerli
ancora il braccio – Ah… scusa…
- Scusami tu…
- E di cosa ^^? Anzi,
grazie per avermi retto il gioco…
La cinesina sospirò: per alcuni, brevi minuti,
aveva potuto essere la ragazza di Rei…
- Non per quello. Beh, non solo… - lei lo fissò
- Scusa… Per non averti risposto.
- Come? – Rei teneva lo
sguardo basso: Mao avrebbe potuto giurare che fosse arrossito
- Quando… quando tu mi
hai, ecco, detto di volermi bene, ai mondiali di tre anni fa…
- Non ho detto proprio così. – disse intristita –
Era un “ti voglio bene” un po’ diverso da come lo intendi
tu, no?
- Lo so… ‘\\\\’ -
sussurrò – E so anche che ti ho risposto in maniera vaga…
- Forse… - Mao si sentiva agitata e arrabbiata
insieme, cosa stava succedendo? Non era da Rei essere così titubante!
- Però… ecco, volevo dirti
che anch’io…
- Eh O\\\O?
- Anch’io… ti voglio
bene, ma come lo intendi tu…‘\\\\\’.
Calò il silenzio. Rei continuava
a fissare per terra, troppo preoccupato della reazione della ragazza per
guardarla.
Accidenti a lui! La situazione di Lai l’aveva
fatto riflettere e aveva deciso di parlare a Mao, ma era stata una vera
cretinata, si sentiva un idiota; in fondo che diritto aveva di parlare, ora?
Mao gli si era dichiarata di fronte a migliaia di persone, sfidando la vergogna
e l’umiliazione, ma lui invece aveva anteposto il bey a lei; certo, non l’aveva
fatto per cattiveria, lui amava sul serio quello sport e anche Mao, lo sapeva,
e in più la ragazza aveva accettato la sua scelta… Ma
forse quest’ultima era stata dettata più che altro dalla confusione e
dall’insicurezza che il cinese aveva dei suoi sentimenti. Ma
adesso, che finalmente si era deciso, forse era passato troppo tempo, forse…
forse l’aveva già persa.
- Dici… davvero…?- chiese lei sussurrando; Rei
annuì.
Subito, la ragazza gli buttò le braccia al collo,
felice, cogliendolo alla sprovvista:
- Mao? O\\\\o
- Ah, è fantastico, Rei! Non mi sembra vero!
^\\\\\^.
Il cinese sorrise,
prendendole le mani; Mao approfittò del momento, schioccandoli un bacio sulle
labbra:
- O\\\\\\O ?!?!
- … Scusa X\\\P.
Rei non disse niente, sorrise solamente, e
stavolta fu lui a baciare lei.
*________
Jean si avviò verso il centro città, tenendo lo
sguardo basso. Ad un certo punto si fermò nel viale completamente deserto,
ghignando:
- E’ la prima volta… che una ragazza mi respinge… -
sollevò il volto con uno scatto, fissando con sguardo crudele un albero; come a
comando, questo si spaccò in due.
- Me la pagherai… Giuro
che me la pagherai!
*_________
Mao e Rei, intanto, stavano tornando dagli altri,
tenendosi per mano; la ragazza, anche se aveva scoperto qualcosa di molto
inquietante sui PSO, non riusciva proprio ad essere
preoccupata.
- Sei felice ^-^? – chiese Rei sorridendo
- Certo ^^!!! – la
ragazza si strinse al braccio di Rei, completamente in brodo di giuggiole. Ad
un certo punto vide Rei sospirare:
- Cosa c’è?
- Niente… Pensavo solo agli altri…
- Vuoi dire a cosa diranno
^^? Eh, sì, sarà dura…
- Oh, non mi ci far pensare! Tuo fratello mi
romperà le scatole fino alla mia morte (goccia)!
- He, he ^\\\^.
- Uhm? Guarda laggiù…
- Cosa?
- Quella non è Mariam? – disse, indicando una figura
coi lunghi capelli neri che correva incerta
- Sì, hai ragione! Ma cosa sta facendo?!
- REI! MAO! – la cinese si accorse di stringere
ancora Rei e lo lasciò prontamente, tutta rossa in viso, sperando che l’amica
non l’avesse vista.
- Mariam! Cosa ci fai
qui?
- Panf… Ascolta, Rei…
- Sei per caso impazzita?!
Che ti salta in mente di correre con la caviglia ancora fuori posto?!
- Aspetta, mi farai la
predica dopo, Mao, ascolta! Quasi mezz’ora fa sono tornata a casa di Hikary,
dopo che ero stata a trovare Max…
- Chi? – Mariam si tappò la bocca, arrossendo:
- Ehm, \\\\ niente, non importa. – i due la
fissarono maliziosi – Oh, insomma >\\\\< comunque!
Tornando a casa ho scoperto che Hikary era già tornata ed era di nuovo uscita. Ma guardate cos’
ho trovato tra la sua roba!
La ragazza mostrò allora il bigliettino che Margot
aveva dato a Hikary. Rei e Mao lo lessero, cambiando a mano a mano espressione.
- E’ firmato da quella Margot, - disse dopo un po’ Mariam – Sono molto preoccupata…
- E fai bene! – disse Rei – Ma ora non c’è tempo per spiegare. Mao, tu resta qui
con Mariam e riportala da Ozuma, vado a chiamare gli altri! – e cominciò a correre.
- D’accordo. Fai in fretta! – lui annuì,
allontanandosi.
Mancavano venti minuti alle cinque.
*________
A casa di Takao tutti, eccetto Eveline, che si
trovava ancora alla sede della BBA con Hitoshi, aspettavano
il ritorno di Mao e Rei; c’era una certa agitazione nell’aria e perfino Max,
cui avevano minuziosamente raccontato gli avvenimenti della giornata, sembrava
preoccupato.
Mancavano dieci minuti alle cinque.
Improvvisamente la porta scorrevole si aprì di
botto, facendo entrare Rei.
- Ragazzi!
- Rei!
- Ehi, che ti è successo? – gli chiese Lai
- Si… panf… si tratta di Hikary!
- Come? – tutti scrutarono il ragazzo; perfino Kei
stava fissandolo.
- Ho… punf… ho incontrato
Mariam. Ha detto che… panf… Hikary ha ricevuto una
lettera di sfida da parte di Margot. Ma se, paff, se
andrà, farà la fine d’Oscar!
- COSA?! – nessuno fece caso all’urlo di Takao e Daichi, ma si stupirono di
Kei, che si alzò di scatto con un’espressione spaventata.
- Sì… Ho avuto la conferma da Jean, sono… puff…
sono stati quelli del PSO ha ferire Oscar.
- Ma perché? – chiese Max
- Ora non importa! – esclamò Ruka – Dov’è che si sono date appuntamento?
- Al boschetto della periferia nord, tra cinque
minuti.
- Ma non ci arriveremo
mai in temp… - senza aspettare gli altri, Kei si fiondò fuori di casa,
cominciando a correre verso la periferia nord.
- KEI!
“Accidenti! Ma cosa le è passato per la testa?! - pensò il platinato, correndo a più
non posso - Spero solo di fare in tempo!”
Mancavano due minuti alle cinque.
*______
Margot stava immobile, appoggiata ad un albero di
quel boschetto; scostò silenziosa un sassolino verso il Beyblade Stadium blu
che aveva collocato in quella piccola radura, un campo semplice, piatto, senza
possibilità di vantaggio per nessuna delle due sfidanti. Sogghignò.
- Guarda che puoi uscire da lì dietro… - Hikary si
fece avanti, lo sguardo infuocato sotto il berretto.
- Da quanto sai che sono qui?
- Un po’… Sei stata puntuale. – Hikary sbuffò.
- Avanti, sono qui solo per un
motivo – disse estraendo Zendran.
- Ha, ha, puoi anche smetterla di smorzare la voce
e anche di portare quel cappellino scemo. Non te l’ ho già detto? – Hikary
portò le braccia lungo il corpo, squadrandola.
- Io so chi sei… Hilary.
La bruna, sentendosi chiamare per nome, afferrò
con rabbia il berretto e lo lanciò lontano, fulminando l’avversaria.
- Oh, scusa ^^! - disse fintamente pentita Margot –
Hai paura che ti faccia saltare la copertura?
- Che cosa vuoi fare
adesso?
- Oh, ma è semplice… - mormorò, estraendo Linx:
- Distruggerti.
* Kanagawa = E’ una prefettura giapponese
realmente esistente, lo usata x dare un tocco di
realismo ^^.
- Provaci… - estrasse il bey, puntandolo contro
l’avversaria; questa sorrideva, anzi, sembrava quasi trattenersi dal ridere:
- Con piacere… VAI, LINX!
- ZENDRAN!
I due bey si lanciarono all’attacco senza tanti
complimenti con inaudita violenza, scontrandosi senza neppure provare a
difendere.
- Avanti! IMPERIAL EARTH’S
STORM!
- Inutile... – difatti, Linx schivò l’attacco del
bit di Hilary con facilità estrema.
- Dimmi una cosa – chiese all’improvviso la
brunetta, mentre i bey continuavano la loro lotta. – Come hai fatto a capire
chi ero?
- Hmph… merito del tuo Bit. – rispose Margot con
sufficienza – Credevo di essermi sbagliata la prima volta che ci siamo
scontrate, invece avevo proprio visto il Bit-power dell’Aquila; ma non credo
che qualcun altro se ne sia accorto… Però non è stato
solo grazie a questo: l’ ho capito soprattutto dal tuo sguardo…
- Uhm?
- Quello sguardo arrogante di una dilettante che
devo cancellare da questo pianeta!! – Linx, come poche
ore prima, aumentò spaventosamente la rotazione: sembrava seguire l’umore della
padrona
- Lo sguardo di una maledetta che, non so come, è
riuscita ad inserirsi nel nostro computer e ad iscriversi clandestinamente!
- Per quello – ridacchiò Hilary
– devi fare i complimenti ad Ozuma.
- Stai zitta! – sbraitò. Poi sembrò calmarsi – Ma
perché mi agito? Tra un po’ sarai tu ad urlare…
- Non sperarci! – Zendran colpì Linx con violenza,
scagliandolo lontano
- Mi hai stupita, sai? Una come te… - sogghignò, ponendo l’accento su “una” – una
piccola, innocua ragazzina… Senza alcun’abilità col bey… Che in meno di due
settimane è riuscita a diventare tanto brava da passare le eliminatorie del
nostro torneo… Una piccola stupida, per la quale l’immensa potenza del
Bit-power è sprecata.
- Eh, già, sarebbe meglio darlo a voi no, così
bravi! – disse ironica Hilary. Margot però la ignorò:
- Una piccola stupida, che mi ha portato via Alex…
- Che?
- Per colpa tua… Sì, per colpa tua quel posto che ero riuscita a conquistare con fatica, per lui adesso è
scomparso! – improvvisamente, Linx generò un vento
fortissimo, tanto che Hilary faceva fatica a stare in piedi. Fissò
Margot, sentendo quel brivido di terrore, che aveva già provato, salirle la
schiena: aveva uno sguardo terribile.
- Ma mi farò perdonare:
gli porterò un bel Bit, e poi le tre piccole vipere… Sì, gliele riporterò tutte
e tre!
- Cosa?!
- Sta zitta, ti ho detto!
– sorrise perfida – Sai… cosa ti manca per essere una vera blader? – Hilary
taceva – Un’arma segreta, da non mostrare mai.
A quelle parole, Linx divenne un’indistinta
macchia bluastra sul campo e il vento aumentò così tanto
che Hilary sentì i suoi piedi strusciare sull’erba, mentre veniva spinta
indietro.
- DOUBLE PAS, SHARP STORM!
Subito Hilary sentì un lieve dolore alla guancia,
dove l’aria, a quanto pareva, le aveva provocato un
piccolo taglietto. Ma subito dopo si sentì
letteralmente spingere con un colpo allo stomaco e, gemendo di dolore, fu
scagliata assieme a Zendran contro gli alberi dietro di lei; l’impatto fu
tremendo, tanto che la ragazza dovette accasciarsi a terra, senza forze:
sentiva ogni singola parte del corpo dolerle, oltre ad innumerevoli taglietti
superficiali che però le pulsavano da morire.
- Ops, scusa ^^! – sogghignò Margot; Hilary la
stava odiando – Forse ho esagerato? Perdonami ^^.
Le si avvicinò
pian piano, con Linx che continuava a ruotare nel campo ormai vuoto:
- Che peccato, è già
finita… - sussurrò – Non importa. – le puntò una mano contro – Sarà meglio che
ora Linx termini il suo lavoro, mi aspetta una lauta
ricompensa…
SBBAMM!
Un piccolo bey rosso fiamma era piombato
in mezzo al campo, lanciando Linx a pochi centimetri dal viso della padrona.
- Cosa diav… - la ragazza
tacque, scorgendo la sagoma spuntare dagli alberi, e sorrise.
- Ma guarda chi c’è…
- Allontanati da lei. Subito. – Hilary non poteva crederci, era davvero la sua voce?
- K-Kei… - cercò di scorgere il ragazzo, ma era
completamente bloccata e vedeva tutto annebbiato.
- Ciao, bello ^^. Che
c’è, sei venuto a trovarmi?
- Ti ho detto di allontanarti. – continuò lui, con tono leggermente irritato – Hilary non può
più affrontarti. Terminerò io lo scontro.
- Uuuh, quale onore! Il grande Kei si abbassa a
combattere con una comune mortale?
- No. Voglio solo battere una stronza.
- Ma che maleducazione!
Non gliel’ ha insegnato il signor Vorkov che non si risponde così alle
signorine ^^?
- Fai meno la spiritosa.
- Non sei sorpreso che sappia questo della tua
infanzia? – chiese con tono infantile; lui fece spallucce:
- La vostra PSO Associacionassomiglia molto alla Borg, mi pare…
- La prendo come un’offesa XP!
- … Perciò non mi sorprende che sappiate
tutto di tutti.
- Oh, che tipo noioso! Non mi piacerai più, sai,
se continui così? – il ragazzo la fulminò con un’occhiataccia, mettendosi in
posizione; lei sospirò:
- Che bacchettone… Ma ti accontento.
– richiamò Linx – Fatti sotto!
*_______
- Ehi, ragazzi, qualcuno ha la più pallida idea di
dove stiamo andando?
- E io che ne so, Max?
Sto seguendo Takao! – gli rimbrottò il Prof.
- E fate male! Neanche io
so dove andare!
- Il problema – disse Rei – è
che questo non è un boschetto, è una foresta, accidenti! E’ come cercare un ago
in un pagliaio.
- Ma dove cavolo sono
quelle due?! E poi è sparito pure Kei!
- Porca miseria…!
- RAGAZZI!
- Mao? – tutti si voltarono, scorgendo la cinese
dietro di loro
- Meno male… Vi ho trovati!
- Che hai? Hai un’aria
sconvolta…
- Presto! Dobbiamo trovarle subito!
- E secondo te cosa stiamo facendo?! – chiese stizzito Daichi
- Non hai capito! Ragazzi… Mariam mi ha detto che Hikary non è il suo vero nome.
- Uhm?
- E’ Hilary… lassù contro quella
pazza c’è la nostra amica!
*_______
- DRANZER!!!
- LINX!!
I due bey si stavano scontrando, generando onde d’urto incredibili. Hilary, che si stava pian piano
riprendendo, osservava attonita le due trottole, senza fiatare: “Incredibile…”
- HA, HA, come mi diverto ^^! – esclamò Margot;
Kei non rispose – Come pensavo, non sei così forte!
“Ma che sta dicendo?! – pensò Hilary – Stanno generando un’energia spaventosa! È
completamente fuori di testa…”.
- Beh, per fortuna sei più forte
di questa cretina qui… - a quelle parole, Kei cambiò completamente espressione,
richiamando l’Aquila Rossa:
- FLAMING ATTACK, FIRE’S
STROM!
Senza che Margot quasi se n’accorgesse, Linx fu
travolto dall’attacco di Kei e anche lei fu sbalzata via, finendo tre metri
buoni lontana dal campo.
- AHIA… - piagnucolò. Poi vide che, cadendo, era
rimasta ferita al braccio: sbiancò completamente – M-mi… mi ha-hai… ferita…
- Lo scontro è finito…
- Ma non capisci?!Guarda qui, MI HAI FERITA! Maledetto bast… - Kei la fulminò
con lo sguardo e Margot tremò: assomigliava alle occhiate gelide che lanciava Alex quand’era furioso
- Anche tu hai ferito
Hilary. Quindi… Sparisci prima che mi arrabbi sul
serio.
La ragazza, umiliata e offesa, si alzò e scappò
via, senza dire più nulla.
Hilary fissò in silenzio la scena, mentre Kei raccoglieva
Dranzer, completamente indifferente alle occhiate d’odio puro che Margot,
incespicando, gli lanciava; poi si avvicinò alla brunetta, che trasalì:
- Riesci ad alzarti?
- S-sì…
- Forza, allora. – le prese la mano, aiutandola a
mettersi in piedi
- Riesci anche a camminare?
- Eh? Sì, credo di sì…
- Bene.
Il ragazzo, senza aggiungere altro, s’incamminò
verso la città, andando piano perché Hilary riuscisse a seguirlo.
I due camminarono così, in silenzio, per alcuni
minuti e Hilary cominciò a sentirsi a disagio.
- Ah… A proposito… - disse per sbloccare la situazione – Grazie mille dell’aiuto… - lui non rispose:
era un’impressione di Hilary o era arrabbiato?
- Ehi, ci sei?
- Perché l’ hai fatto?
- Eh? – Kei si era fermato, senza voltarsi
- Ti ho chiesto perché oggi sei venuta qua.
- Perché? Beh, mi aveva
sfidato, e…
- Ma sei stupida?! –
sbraitò lui. Hilary fu colta di sorpresa, sembrava furioso – Dico, porca
miseria, se i Saint Shields ti hanno messa nel loro
gruppo ti avranno anche spiegato qualcosa sul PSO Team, giusto?! E poi non hai
visto cos’ hanno fatto ad Oscar?! Volevi farti
ammazzare?
- Certo che no! Io… - Ma Kei la interruppe; Hilary
stava perdendo la pazienza
- Ma dimmi se si può! Non
ho mai misto qualcuno fare una cosa così scema!
- AH, IO SAREI SCEMA, EH?!
– disse, con tono sempre più alto, lei; stavolta fu Kei ad essere colto alla
sprovvista – Scusi tanto, sa, se ho cercato di proteggere i miei amici! E poi, oh, da che pulpito viene la predica! Non sono stata
certo io a lottare fino all’esaurimento delle mie forze contro Takao, dopo
essere sparito senza dare più notizie! Non sono stata
io a passare di squadra in squadra solo per sfidare Takao, andando pure col
gruppo dell’uomo che più odio! E non sono stata
tantomeno io a farmi massacrare non una ma due volte da Brooklyn! -
Hilary ormai stava urlando: sapeva di stare per fare la figura dell’isterica, ma non riusciva a
trattenersi;
- Io perlomeno non ho fatto la grandissima
cavolata di mettere a rischio la mia vita! Né
tantomeno ho fatto preoccupare qualcuno come hai fatto tu con me…
- Come?
Hilary si tappò la bocca con la mano, mentre Kei
la fissava senza capire, o almeno credendo di non aver capito. “Al diavolo la
mia linguaccia! – pensò la ragazza - Accidenti…”. Chinò la testa, imbarazzata,
fissando un po’ intristita per terra:
- Credevo di morire… - sussurrò – Credevo di
morire di paura, quando ti ho visto lottare su quella maledettissima pedana…
Eri già ferito, eppure sei sceso in campo contro quello
schizzato… E io non potevo fermarti, non avevo il diritto di fermati. Mi sono
vincolata anch’io alla promessa che ti ha fatto Takao, ma più che cercare di
fermare Daichi, o Rei, o Max, o il Prof., dovevo
cercare di impedire a me stessa di salire lassù e farti scendere! E dopo… dopo
te ne sei andato, dicendo che non era niente, di non
seguirti, e invece eri più morto che vivo! Quindi,
come vedi, non sono io la stupida, tu non hai alcun diritto di farmi la
predica! O Forse… forse sì, sono scema io, che credevo fossimo
amici e invece mi sbagliavo, ma mi sono sempre preoccupata; ma al di fuori di
tutto non puoi parlarmi così proprio tu! -
La ragazza restò con la testa voltata, cercando di
trattenere le lacrime che le stavano salendo agli occhi, lacrime di rabbia ed
imbarazzo.
Kei, intanto, la scrutava, cercando ancora di
capire se aveva sentito bene: Hilary… si preoccupava per lui? Avvertì una
strana sensazione, tra il petto e la gola, come stesse
cadendo nel vuoto. Poi vide che Hilary sbatteva appena le palpebre, chiaro
segno che stava cercando di non piangere; cosa che non le riuscì molto bene,
siccome il russo scorse una gocciolina argentea solcarle la guancia. La
sensazione di prima si fece più forte… Lo sentiva,
stava per fare una cavolata…
Fu un attimo: il suo corpo, senza che lui
gliel’ordinasse, si sporse verso la ragazza, portandole un braccio dietro la
schiena e uno alla nuca.
“Ed eccoci qui…”.
Hilary sentì il cuore fermarsi
era… era vero…Kei la stava abbracciando sul serio? Le sembrava
impossibile…
- Scusami. – le sussurrò il russo all’orecchio –
Scusa. Non dovevo gridare così.
Kei strinse un altro poco la schiena della
brunetta con un braccio, mentre con l’altro le accarezzava i capelli; Hilary
era completamente paralizzata.
- Però… guarda che anch’io era
preoccupato.
- Eh?
- Quando ho saputo… Anzi,
quando ho capito che Hikary eri tu, e dopo che ho saputo cos’avevano tentato di
fare a Mariam…
- Qu… qu-quando l’ hai capito che… che Hikary ero
io? – fantastico, stava anche balbettando, una cretina perfetta!
- Non lo so, forse quasi subito. In Hikary, ecco,
c’era qualcosa di famigliare, non ero per niente convinto che fosse una persona totalmente sconosciuta.
Poi, oggi, ho visto il Bit dell’Aquila… ed ho
capito. Quando l’ hai evocato, allo scontro
dimostrativo, ero certo che fossi stata tu a chiamarlo.
- Ah…
Il ragazzo continuava a sfiorarle i capelli,
dolcemente, quasi avesse paura di farle male; Hilary,
invece, non riusciva neppure a fare il più piccolo movimento.
Dopo qualche istante si appoggiò un altro poco al
suo petto: era davvero grande…
- Ecco… io…
Lui le posò un dito sulla bocca, facendo segno di
tacere; Hilary lo fissava, non gli aveva mai visto quello sguardo.
Kei le accarezzò il viso col dorso della mano,
facendole venire i brividi. Ad un certo punto le prese
delicatamente la guancia, cominciando ad avvicinare il viso al suo.
Hilary era paonazza: “Non… non vorrà mica…!”.
- KEI! – la voce di Takao bloccò il russo; Kei
lasciò andare la ragazza fissando indifferente la direzione da cui proveniva la
voce del capitano, mentre Hilary rimase immobile col cuore che le pulsava nelle
orecchie.
- Kei! Sei qui! – esclamò il moretto, spuntando
dagli alberi con Daichi
- E c’è davvero anche
l’ochetta!
- Chi hai chiamato
ochetta, brutta scimmia?!
- Hikary era lei. – disse tranquillo Kei
- Lo sapevamo, Kei.
- Beh, ce l’ hanno detto
poco fa, ma te lo spieg…
- HILA!! – le ragazze, sbucate subito dietro a
Takao e Daichi, seguite dagli altri, si lanciarono su
Hilary, con le lacrime agli occhi:
- Stupida! Ma in che guaio sei andata a cacciarti?!
- Beh, ecco… (gocciolone).
- Sospettavo che tu centrassi
qualcosa con Hikary, ma non credevo che foste la stessa persona! – strepitò
Ruka con gli occhi lucidi
- Matta che sei, mi hai fatto morire dall’ansia…!
- Eddai, ragazze…
- Però stai sorridendo,
ochetta!
- Ma allora tu vuoi morire, eh?!
- Su, Hilary, in fondo è venuto apposta anche lui
a cercarti…
- Tzs, - disse il ragazzino sbuffando – L’ ho
fatto solo per godermi la scena. Dovevi vedere la faccia di Takao e del Prof., erano preoccupatissimi, sai ^^?
- Ma senti chi parla! –
lo rimbeccò il capitano ridacchiando – Quello che correva davanti a tutti
appena ha saputo che ha combattere con quell’altra
svitata c’era la nostra amica!
- Non è vero, scimpanzé bugiardo!
- Invece sì, bertuccia!
I due cominciarono a litigare come al solito, mentre gli altri un po’ ridevano un po’ si
mettevano intorno a Hilary. La ragazza sorrideva, felice che i suoi amici si
fossero così preoccupati per lei, ma contemporaneamente cercava di scorgere
Kei, che si era messo in disparte. “Non è che prima…
che prima è successo, così… per, insomma…” (siamo un po’ confuse, eh? ndRia).
Finalmente incrociò gli occhi grigio-porpora del
russo, e sentì il cuore leggero come un palloncino: le stava sorridendo.
*_________
Quella sera, a casa, tutti
i presenti festeggiavano il “salvataggio” di Hilary: più che altro, erano
Daichi e Takao, che ridevano e litigavano (come sempre del resto…).
- Ehi… GLOM!… - disse il rosso a bocca piena – Maeftro, ma Fei dofe è?
- Uhm?
- Ha detto “Maestro, ma Kei dov’è?”…
- Ah… grazie della traduzione simultanea Ruka… Non
lo so, probabilmente è uscito in cortile.
- Che c’è, Hi? – sussurrò
Mao
- Come?
- E’ tutta la sera che ti guardi attorno
preoccupata… Stavi cercando il signor Asociale ^^?
- EH?! N-no, guarda che io O\\\o… - Mao le
sorrise; la brunetta arrossì di più.
- Su, vai, probabilmente è di fuori…
- Vado?! M-ma vado dov… -
l’amica le diede una spintarella, facendole l’occhiolino:
- Su ^-^! Ti copro io ;-)!
Hilary, sorridendo di cuore, sgattaiolò in
giardino, mentre nella sala rimbombò il fracasso di una sedia che cascava:
Takao si era sbilanciato ed era stramazzato per terra.
In giardino tirava un vento leggero
ma freddo, che fece rabbrividire appena Hilary nel suo giacchettino
arancione col top nero. Fece vagare lo sguardo tra il prato e
il porticato di legno, finchè non scorse la sagoma in piedi di Kei,
bordata dalla luce lunare.
- Ciao… - sussurrò. Il ragazzo si voltò appena:
- Ciao. – la ragazza gli si avvicinò lentamente,
sedendosi alle sue spalle sul portico.
- Hai freddo? – le chiese
Kei, vedendola tremare appena
- No, no, figurati… ^^!
- Se lo dici tu… - scese di nuovo il silenzio: e dire che Hilary era uscita apposta per parlare con lui, ma
ora non sapeva cosa dire.
Sollevò appena lo sguardo, fissando il profilo
adulto e bello del ragazzo, e riabbassandolo prontamente non appena Kei si
girò.
- S-senti… - disse alla fine. Accidenti,
ma cos’è, proprio quel giorno doveva scoprire di soffrire di balbuzie?!
– Oggi… tu…
- Non so… perché l’ ho fatto… - per Hilary quelle
parole furono un ceffone in pieno viso “Lo sapevo, dannazione! Kei, sei un
vero…”
- Non so… perché l’ ho fatto solo adesso.
- Eh?
- Finora… Le cose che credevo importanti erano il
bey, la mia abilità e i miei compagni. Avrei rischiato
tutto per questo. – parlava lentamente, dosando ogni lettera, come avesse paura che anche una virgola sbagliata potesse
rovinare tutto - Però ora… forse ho trovato qualcos’altro, qualcosa che non
vorrei mai perdere… Ma c’era già da tanto…
Prese un attimo di pausa, facendo vagare lo
sguardo: “Sto parlando come il personaggio di un film sdolcinato, ma bene! Sono
davvero impazzito… - sospirò – O forse, sono solo
sincero… Per la prima volta…”.
Kei si mise di fronte ad
Hilary, chinando appena il capo per guardarla negli occhi; gli sfuggì un
sospiro divertito:
- Forse però non sono molto bravo a parole…
- Beh… Di solito… Di solito tu ti esprimi ad
azioni. – disse timidamente Hilary – Non… non puoi
farlo ora? – Kei sembrò riflettere. Poi sorrise:
- Credo di sì.
Lentamente le afferrò il viso con entrambe le
mani, avvicinandolo al suo. Sfiorò appena le labbra di lei,
semplicemente, e quando sentì Hilary rispondergli, chiuse anche lui gli occhi,
cogliendolo fino in fondo.
Dopo qualche istante, forse troppo brevi per la
ragazza, Kei allontanò il viso, guardandola con gli occhi socchiusi: sorrideva.
- Non ci avrei mai sperato…
- Sul serio?
- Ti stupisci? – lui trattenne un risolino:
- No. – si avvicinò, abbracciandola per le spalle.
Lei, restando seduta, gli cinse la vita:
- Sei senza speranza… Kei…
- Uhm?
- Mi piaci da matti… - lui la strinse di più.
- Anche tu…
*_________
- Scusa, Mao, ma Hilary
dov’è finita? – chiese Takao, rialzandosi a fatica dal pavimento
- Da nessuna parte ^-^. Su, tu
mangia tranquillo… - il moro fece spallucce.
In quel momento si aprì la porta, facendo entrare
Hitoshi.
- Oh, alla buon’ora! –
esclamò il giapponese.
- ‘Sera, ragazzi…
- Siediti, su, ti porto
qualcosa…
- Grazie, nonno.
- Allora, fratellone, si può sapere dove sei stato
fin’ora?
- Alla sede della BBA, a parlare coi Neoborg, i Justice5 e tutte le ex-squadre che hanno
fatto parte del top del beyblade fino ad oggi.
- COME? E perché?
- Stai tranquillo, Prof.,
ve ne parlerò domattina.
- Ehi, Daichi, che ti prende? –
chiese ad un certo punto Lai, vedendo che il ragazzino si guardava
intorno agitato.
- Scusa, allenatore…
- Uhm?
- Ma Eveline dov’è?
- Già. – disse Midori – Stavo
giusto per chiedertelo.
- E’ partita. – rispose tranquillo
- PARTITA?! – l’urlo di Midori, Ruka e Daichi
sembrò voler distruggere la casa.
- E per dove?! – esclamò
la rossa
- In una cittadina della prefettura di Kanagawa. –
le due ragazze si guardarono.
- E dov’è? – chiese il
ragazzino
- Poco lontano da qui… - Midori e Ruka lo
fissarono:
- Hai proprio detto…
- … prefettura di Kanagawa?
- Esatto.
Le due parvero riflettere, incominciando poi a
consultarsi tra loro:
- Dovremmo esserci…
- Eh già, fine ottobre…
- Scusa, Tak, ma che giorno è domani?
- Ti ho già detto di smetterla, Midori >\\\< !In ogni caso, uhm… Il 24 ottobre, se
non sbaglio.
Sia Ruka sia Midori si illuminarono:
- Ma certo!
- Beh, se è domani, è ovvio che l’abbiano
chiamata…
- Scusate, non è che spieghereste anche a noi?! – disse Daichi un po’ arrabbiato. Ruka sorrise:
- Vi ricordate quando vi
ho detto che sono orfana? Qui in Giappone, sono cresciuta in un orfanotrofio
della prefettura di Kanagawa.
Era un posto fantastico, per essere un
orfanotrofio, dove potevamo giocare anche coi bimbi
del quartiere.
- Eveline e io siamo di
quella città. Siamo diventate amiche di Ruka giocando assieme.
- Ma non solo noi; anche
tutti gli altri dell’orfanotrofio. I più piccoli, poi, sembrano avere una vera
adorazione per Eve, così ogni anno il 24 ottobre le organizzano una festa, a
cui lei non manca mai.
- Sì, ma… Una festa per cosa? – chiese Rei
- Il suo compleanno: è domani.
- COME?! – Daichi, senza preavviso, era saltato in piedi, fissando ad occhi aperti le due – Ripeti
un po’!
- Eh? (gocciolone) Ho
detto che domani è il suo compleanno…
Daichi rimase immobile qualche
secondo, poi, afferrato Max per il colletto, lo portò in un’altra
stanza:
- Vieni un attimo, maestro!
- Eh O.o?! – gli altri fissavano il corridoio ammutoliti:
- Ma che gli è preso?
- Ehi Daichi! – esclamò Max, appena il ragazzino
si fu fermato – Che fai? Vuoi soffocarmi?!
- Devi aiutarmi, ti prego!
- Come? – il ragazzino chinò la testa, rosso in
viso:
- Per favore…
- Che c’è?
- Senti ‘\\\\’… Che regalo si fa ad una ragazza
per il suo compleanno >\\\\\<?!
- EH O.O?!
Suspence! E ora? Hi, hi, hi… il
prox chappy è tutto x la scimmietta (Ehiiii!!!
>____<*** ndDaichi – Ti senti chiamato in causa? NdRia).
Nn ho proprio resistito, DOVEVO mettere qsto chappy… Anke xkè coshì nn
sn tanto cattiva e nn vi lascio proprio a metà XP
Nn ho proprio resistito, DOVEVO
mettere qsto chappy… Anke xkè coshì nn sn tanto cattiva e nn vi lascio proprio
a metà XP!
Chappy su Daichi, a chi nn piace lo
salti (Ma x te se qcuno nn ci piace dovremmo saltare tutti i chappy?! NdTutti –
Beh, così eviterò le legnate dei membri del Club_X_la_soppressione_di_Daichi XP
ndRia – ESISTE?! O.o”?! ndDaichi – Temo… Nn 6 simpatico a moltissimi, sai? 6
troppo scemo! – GRRRRAZZZIE…. >____<***).
Nn saluto nisciuno xkè vado di
fretta, alla prox x tutti ^^!!
Cap. 20
Faceva un gran freddo quella mattina, ma forse si
doveva al fatto che il sole era sorto da poco più di un’ora. La palestra dove i
membri maschili della BBA1 e 2 dormivano era tranquilla, come sempre, ma c’era
qualcosa di diverso: Daichi, infatti, stranamente non russava a tutto spiano,
ma era invece ben sveglio e lucido; si mosse lentamente, scostando piano Takao
che gli dormiva a meno di due centimetri, si alzò e poi, evitando il più
piccolo rumore, si vestì.
Sgattaiolò rapidamente in cucina, frugando nella
disperata ricerca di qualcosa da mangiare, ma quando s’infilò, nel senso che vi
entrò quasi completamente, dentro la credenza, urtò una ciotola di legno, che
cadde con un sonoro TLONK! per terra, risuonando per tutta la casa; il
ragazzino rimase immobile dov’era, sperando ardentemente che nessuno si fosse
svegliato: tese le orecchie, nell’attesa di qualche rumore, ma a quanto pareva
dormivano ancora tutti beatamente e tirò un sospiro di sollievo.
Ingoiò rapidamente qualcosa di non ben definito
(Ugh! Questa potevo risparmiarmela… XP), controllando di avere con se tutto
quello che gli serviva. Mentre faceva questo, si soffermò sul piccolo foglio di
carta scarabocchiatoli da Midori la sera prima e per l’ennesima volta fu
allettato dall’idea di lasciar perdere tutto e tornarsene a letto; che razza di
trovata assurda gli era venuta!
La sera prima….
- Scusa, potresti ripetere o.O? – gli chiese Max
ancora un po’ sconcertato
- Mi hai capito, su >\\\\< ! – esclamò il
rosso – Che regalo… Sì, che regalo si fa ad una ragazza per il suo compleanno
‘\\\\\’?
- Non mi verrai mica a dire che vuoi fare un
regalo ad Eveline ^___0?!
- NO >\\\\< !!! – l’americano lo guardò
- Cioè, sì, no, nel senso… o\\\\o
- Ho capito, ho capito ^-^. Ma scusa, perché l’
hai chiesto a me? Non ne ho la più pallida idea. Non sarebbe meglio chiedere
agli altr…
- NO!! OH NO, questo proprio no, non se ne parla!
- Uhm O_O? (gocciolone)
- No, per favore! Se lo sa Takao è la mia fine! Ti
scongiuro, mi fido solo di te. – Max sorrise:
- Grazie ^^. Ma il problema è lo stesso, non so
proprio come aiutarti…
- Che ne dici di un braccialetto ^^? – disse una
voce alle loro spalle
- Midori?
- UAAAAAHGHH!!!!!! – urlò Daichi, con un salto da
olimpiadi – D… d…d-da qu-qu… qu-quanto se… sei lì…o\\\\O ? – balbettò, una nota
di puro panico nella voce
- Un po’ ^-^.
- Ah… T-ti scongiuro, non dire niente! E non fare
commenti, ti prego >\\\<!
- Ma che dici ^^? Non ci penso neanche! – il rosso
sospirò sollevato.
- Non è mica una colpa se ti piace Eve ^^.
- C-COME?!?! O\\\\\\\\\O?!?! Gu-guarda che ha… hai
frainteso tutto!!
- Se lo dici tu… ;>
- A parte questo, non è che potresti aiutarci, Mi?
– chiese il biondino
- Credo proprio di sì ^-^.
- DAVVERO *-*?! – esclamò Daichi con gli occhi
lucidi; lei annuì:
- Te l’ ho detto: un braccialettino sarebbe
perfetto, ad Eve piacciono tanto! E so anche dove potresti andare a prenderlo
^^!
- FANTASTICO *-*!!!
- C’è però un problema…
- Importante? – chiese la ragazza
- Fondamentale… monetario, per la precisione.
- Ah, già. Anche se quello è un negozio economico…
- Ehm, ragazzi… Ho perso un po’ il filo, che
succede? – domandò Daichi; i due si guardarono dubbiosi:
- Daichi, ma tu ce li avresti i soldi?
- Sì.
- SUL SERIO O.O?! – esclamarono in simultanea
- Certo! Perché?
- Ehm… (gocciolone) Niente, niente…
“Io credevo che vivesse a spese di Takao!” pensò
il biondino. (Ma è proprio quello che fa!)
- Va bene! Allora è perfetto ^-^.
*------
Così la ragazza aveva disegnato la strada che
Daichi doveva fare, gli aveva dato qualche altro consiglio ed ora lui era lì.
“Ma non lo posso fare! – pensò, mettendosi le mani nei capelli – Non ce la farò
mai >\\\\\\< ! Mai, mai, mai!!”.
Dalla palestra, il russare di Takao aumentò un
istante di volume, facendolo sobbalzare. Quando si fu accertato che il compagno
e gli altri dormivano ancora, controllò di nuovo la sua roba e sorrise: “Beh…
Tanto cosa mi costa?”
- Ho deciso! Vado! – e, facendo uno dei suoi
sorrisi esaltati, corse fuori casa.
*__________
- Si può sapere dov’è andato Daichi?!
- Mi dispiace, Tak, non lo so, so solo che è
uscito… - mentì Midori
- Accidenti a lui! Eppure lo sapeva che oggi
dovevamo incontrare i nostri amici qui alla sede!
- Non arrabbiarti, Tak!
- E ti ho già detto di finirla >\\\\\< !!
- Ma perché? – chiese lei – Uffaaa… ç_ç
- Non dirmi che state litigando di nuovo, voi due!
– esclamò Ozuma dal fondo del corridoio della sede della BBA.
- No… però lui fa l’antipatico >_<*!
- Ma che dici?!
- Ciao Mariam! ^\\^. – disse Max
- Ciao ^^.
- Anche voi qui? – Ozuma annuì:
- Abbiamo deciso che questi del PSO possono
dimostrarsi davvero pericolosi, così abbiamo pensato di scambiarci qualche
notizia con tutti gli altri.
- Ossia noi. – disse la voce famigliare di Michel.
- Ciao ragazzi! – dietro di lui, Mathilda, i
Neoborg, gli FSangre, gli AllStars, Kiki, Gao e perfino i Justice5, compresi
Garland e Brooklyn.
- Ehi, ma ci siete proprio tutti!
- Proprio così ^-^! – strillacchiò MingMing con
voce stridula; Hilary la fulminò con lo sguardo. Il Prof era momentaneamente su
un altro pianeta.
- Kiki! Gao… - esclamò Mao – e anche Mystel! Ma
non eravate al villaggio?
- Abbiamo seguito i vostri incontri – disse
l’eccentrico biondino – e abbiamo scoperto qualcosa d’interessante.
- Ora ne parliamo con calma, ragazzi. – disse
Hitoshi – Venite, sembra che anche il presidente voglia discuterne.
- Ehi, Takao, - disse Yuri, mentre camminavano – e
testa rossa dove l’ hai lasciato?
- Daichi?! – rispose irritato – Quello svitato è
sparito stamattina presto, senza neanche avvisare! Ma giuro che se lo prendo… -
Midori e Max si scambiarono un’occhiata d’intesa, ridendo sotto i baffi.
- Volevo farvi vedere queste. – disse Hitoshi, una
volta che tutti si furono accomodati nella stanza.
Il ragazzo attivò un proiettore, mostrando sul
muro l’immagine di Dexter.
- Ma quello è lo scimmione! – esclamò Ruka
- Sì… O comunque gli somiglia molto, ma questo ha
i capelli castani…
- E’ sempre Dexter… – disse Hitoshi
- … Ma come si è presentato a me per sfidarmi. –
concluse Garland
- Come?! E quando?
- Pochi giorni dopo che vi sono stati spediti gli
inviti, a quanto pare. È arrivato dicendo di volermi affrontare, ma si faceva
chiamare Danny.
- Anche io sono stata sfidata! – esclamò MingMing
– Da quella Margot. Però non sono riuscita a batterla… – sentendola, anche se
sapeva che avrebbe dovuto arrabbiarsi, Hilary trattenne a stento un sorriso.
- E tutti noi – continuò Rick – abbiamo ricevuto
la visita di questi simpaticoni prima del torneo.
- Ma ci si sono presentati con nomi e aspetti
diversi; infatti non gli abbiamo riconosciuti. Puoi far vedere quelle foto,
Hitoshi? – il ragazzo annuì. Sul muro apparve la foto d’Oscar, ma coi capelli
più lunghi e biondicci, poi quella di Jean coi capelli rossi; a vedere il
ragazzo, Mao sussultò appena, stringendosi a Rei.
- Tutti loro possiedono almeno un’altra identità,
tutte registrate formalmente alla PSO Association e come membri esterni della
BBA.
Non posso e non riesco a capire il motivo del loro
comportamento, l’unica cosa che lega i vari duelli è la violenza con cui li
compiono e la misteriosa sensazione di freddo che lasciano negli sfidanti.
- Sono avversari imprevedibili – disse a bassa
voce Brooklyn – sembrano seguire un preciso schema di combattimento, poi si
lasciano trascinare dall’emozione.
- Uhm…
Senza aggiungere altro, Hitoshi accese la luce. Il
presidente Daitenji si alzò:
- Non so cos’abbiano in mente i membri del PSO
Team, ma vi assicuro che prenderemo provvedimenti, visto che, a quanto sembra,
hanno addirittura ferito un loro compagno.
Tutti annuirono.
“Un gruppo i cui componenti hanno varie identità –
pensò Takao – che cerca i Bit-power per usarli com’energia, e pronto a
sbarazzarsi anche dei suoi membri. – sospirò preoccupato – Ci capisco sempre
meno…”
*__________
Quando Daichi scese dal treno, erano da poco
passate le due. Cominciò a guardarsi intorno, titubante, cercando l’uscita di
quella piccola stazione, mentre rileggeva le istruzioni di Midori: dal
rettangolo con scritto “stazione” aveva disegnato una freccia, sopra la scritta
“2 minuti a piedi. Non puoi sbagliare ^^.”
Si affacciò così su quella cittadina calma e
tranquilla, una di quelle città nè vecchie né nuove, fece un bel respiro e si
avviò.
Camminò in silenzio, sospirando di tanto in tanto
e tentato più volte di fare marcia indietro, risalire su un treno e tornare a
casa, così che alla fine ci mise dieci minuti ad arrivare.
“Eccomi…”. Finalmente si trovò di fronte ad un
palazzo abbastanza grande, in stile occidentale a due piani; sull’ingresso, un
bel cancello verde in mezzo al muro, color giallino, che si estendeva tutt’attorno
all’edificio, c’era un cartello, “Orfanotrofio Omugi”. Si avvicinò alla
cancellata, tendendo l’orecchio, e sentì il vociare allegro d’alcuni bambini,
ma non ne vide nessuno.
- Cerchi qualcuno? – chiese una voce gentile.
Daichi sobbalzò: sulla porta era apparsa
un’anziana signora, magrolina, i capelli lunghi e lisci, bianchi anche se con
ancora qualche capello grigiastro, legati in una treccia:
- Posso aiutarti?
- Ehm… E’… è qui Eveline?
- Uhm? Cerchi la piccola Eve?
- S-sì, sono un suo amico… Ed ecco… - la signora
sorrise:
- Perché non entri?
- Ma certo, ero sicura di averti già visto… -
disse la signora versando il the in due tazze cilindriche – I bambini hanno una
vera passione per il beyblaide, sei apparso agli scorsi mondiali, giusto ^^? –
continuò, porgendoli la tazza
- Sì… grazie.
- Ne ero sicura ^^. E anche ultimamente devo
averti visto, coi tuoi amici e c’era anche la piccola Eve. – Daichi annuì.
- Ah, scusami se ti ho fatto accomodare qui in
cucina, ma il salone dove mangiano i bambini è tutto in disordine, dopo la
festa…
- Non si preoccupi. A proposito, mi chiamo Daichi.
- Io mi chiamo Mayuko e sono la responsabile
dell’orfanotrofio. Ma puoi chiamarmi, come fanno i bambini, maestra Mayu ^^.
Oh, ma tu sei qui per incontrare Eve, giusto? - Daichi arrossì appena,
sussultando:
- Eh? Ehm, sì… ‘\\\’ – la signora Mayuko sorrise:
- Vieni…
Uscì da una porta, opposta a quella da dove erano
entrati, sbucando in un cortile dall’erba soffice e ben curata. Per tutto il
perimetro c’erano bambini che giocavano: in un angolino ve ne si era radunato
un bel gruppetto, in mezzo al quale sedeva, a gambe incrociate, Eve.
- E poi cos’è successo, sorellina Eve?
- Beh, poi Ruka ha lanciato il suo bey al massimo
e Galtales e Galeon si sono scontrati…
- Super fortissimo, vero ^-^?
- Esatto, Meiko. Ma non ha vinto nessuno. – i
bambini emisero un mormorio deluso
- Ma come?!
- Ero sicura che avrebbe vinto la sorellona Ruka…
- Ma che dici? Doveva vincere Lai, che è
bravissimo!
- Anche la sorellona è bravissima!
- Ma Lai è andato ai mondiali!
- Su, su! – gli ammonì con calma Eve – Hanno
pareggiato proprio perché sono entrambi bravissimi, non serve litigare.
- Eveline!
- Maestra Mayu! Che succede?
- C’è qui un tuo amico che è venuto a trovarti…
- Daichi…? – il ragazzino uscì dalla soglia,
sorridendo un po’ ebete:
- Ehm… Ciao ‘\\\\’.
- Ciao ^^! – esclamò tutta contenta - Ma cosa fai
qui?
- Beh, ecco…
- Ehi, ma sei proprio Daichi? – disse un bimbetto,
spuntandogli davanti
- UAO, è Daichi *-*?!
- Che bello, è proprio lui! (Eh, i bambini… - Ehi,
autrice, che vorresti dire >_<*?! NdDaichi – Io? Niente…)
- Su, bambini, lasciatelo stare… (gocciolone) –
disse Eveline allontanandoli pian piano
- Ma allora sei davvero amica sua, sorellina!
- Certo! Non ti fidavi di me, Hiro?
- Ci fai vedere un lancio?
- Come? Ehi, aspettate un attimo…
- Dai TI PREEEEEGOOOOO! – chiesero con sguardo
supplichevole
- Facci vedere quanto sei bravo, per favore! –
l’orgoglio di Daichi prese il sopravvento:
- D’accordo! Vedrete di cosa sono capace!!
- YIEEEEEEHH!!! XDDDDDD!
- Grazie, Daichi…
- Che idea! – esclamò all’improvviso un bambino –
perché non vi sfidate tu e la sorellina Eve?
- EEEHHEHHE?!?!- Urlarono all’unisono
- Ma no… - mormorò la ragazza – Mi batterebbe
subito, lui è molto più bravo… - il ragazzino arrossì al complimento
- Ma uffaaaaa… - si lagnarono i piccoli.
- Però potrebbe restare a giocare con noi? Su, lo
convinci sorellina?
- Come?
- Daidaidaidaidaidaidaidaidai!!!!!
- Volete che resti a giocare con voi? – chiese
Daichi: quei mocciosi cominciavano a confonderlo…
- SIIIIIIIIIIIIIIII!!!! XDDDDDDDDD!!!!!!!!!
Il ragazzino guardò i piccoli ridere e ronzargli
attorno, finchè incrociò lo sguardo d’Eve: era un po’ in difficoltà, si vedeva
che non sapeva che pesci pigliare.
- Non c’è problema ^^! – sorrise esageratamente la
scimmietta (Ehi! >_<*) – Resto volentieri!
- Sul serio? – chiese la ragazzina
- EVVIVAAAAAA!!!!
- Giochiamo a calcio! A calcio!
- Ma si gioca bene al fiume…
- Allora andiamo lì!
I bambini, super eccitati, si fiondarono fuori dal
cancello, annuendo alle raccomandazioni che la maestra Mayu gli lanciava.
- Mamma mia… (gocciolone) – sussurrò Daichi
- He, he… ^^ Gli seguiamo? – il rosso annuì,
arrossendo di botto quando la ragazzina gli afferrò la mano, trascinandoselo
dietro.
*_________
Sentiva freddo. Tanto, tanto freddo… Quelle
immagini gli attraversavano la mente veloci, inafferrabili e forse per questo
più inquietanti. “No… - supplicava – Basta…”
- No! – Oscar si svegliò di soprassalto. Fissò
qualche istante le lenzuola candide, cercando di farsi passare l’affanno, ma
soprattutto di capire dove fosse: “Un ospedale…? Allora mi hanno trovato…?.
Osservò con calma il suo braccio, ben fasciato, e si tastò il viso, sentendolo
coperto anch’esso da bende e cerotti. Aveva mal di testa.
- Accidenti… - sussurrò – Ho combinato un bel
casino…
*_________
Il sole stava ormai tramontando, ma Daichi stava
ancora giocando assieme ai bambini dell’orfanotrofio, sulla riva del fiume.
- Para questa!
- AH! – la palla calciata da Daichi entrò precisa
tra la mano del portiere e le due scatole di cartone che costituivano un palo.
- Oh, cavolo!
- He, he, è impossibile battermi!
- Gol ancora!
- Bravissimo, Daichi ^-^! – esclamò Eveline
- EH… ? Grazie… - mormorò il ragazzino, sentendo sparire in
un istante, come sempre incrociando quei timidi occhi chiari, tutta la
spavalderia
- Altra partita, dai!
- Non si può, Shiro, - disse Eve – E’ tardi, tra
poco la maestra Mayu vorrà che torniate.
- Uffaaaaaaa………ç_ç – fu il lamento dei bimbi; Eve
sorrise:
- Su, non fate così.
- Ha ragione – disse Daichi – e poi non siete
contenti? Avete giocato tutto il pomeriggio col sottoscritto, il campione
mondiale di beyblaide! – esclamò orgoglioso
- Ma non era Takao, il migliore? – ridacchiarono i
bambini
- Solo perché lo lascio credere io… - i piccoli
ora lo guardavano ammirati; Eveline invece tratteneva un risolino.
- Grazie per essere rimasto – disse ad un certo
punto al ragazzino, mentre i bambini si avviavano a casa – Sai, credevo di
starti antipatica…
- CHE?! E perché?
- Beh… ‘\\\’ Ogni volta che provavo a parlarti,
poi scappavi…
- M-ma quello… >\\\< Beh, comunque non è assolutamente vero, tu mi
stai simpatica, anzi! – lei lo guardò stupita; lui si tappò la bocca con
entrambe le mani: “Boccaccia mia…! Forse ho esagerato…”. Eve sorrise:
- Ora dovrai andare, vero? – chiese - Non dovevate
incontrarvi con i vostri amici alla BBA, oggi?
- OCCAVOLO, è vero! Accidenti, me l’ero
dimenticato! – Eve fece una smorfietta divertita:
- Se ti sbrighi riesci a prendere il prossimo
treno e non arrivi tardi. Su vai, ci vediamo più tardi ^^.
- AH…! A-aspetta!
- Uhm? – “Ok… - pensò il ragazzino – ci siamo…”
- Beh, ecco… Oggi, sì, sono venuto qua per… per
darti una cosa >\\\\<…
- Una cosa? – Daichi annuì. Cominciò a frugare
nella sua bisaccia, tirando fuori un involto rosso e porgendolo ad Eve.
- E’… per me o\\o? – lui annuì di nuovo:
- M-mi hanno detto che… oggi è il tuo compleanno
>\\\\< … - Eve non disse niente, ma scartò in silenzio il pacchettino,
rossa in viso anche lei. Dentro c’era un piccolo bracciale d’argento.
- Oh, mamma… Ma è carinissimo *-*!! Davvero… è per
me *\\*? – Daichi annuì di nuovo: sembrava aver perso l’uso della parola.
- Gr-grazie… ‘\\\\’ - sorrise ancora: Daichi
avrebbe giurato di aver un tamburo al posto del cuore.
- SORELLINA!! – gridò un bambino dalla strada –
Che fai, non vieni?
- Arrivo! – poi Eve si voltò verso Daichi,
stringendosi il braccialetto al polso – Sei stato davvero gentile… Lo terrò con
cura, grazie ^\\^!
- Pr-prego… >\\\<.
La ragazzina fece per incamminarsi, ma un secondo
prima di andarsene si voltò di nuovo, schioccando al ragazzino un bacio sulla
guancia, per poi correre via:
- Ci vediamo da Takao! ^\\^.
Eve salì veloce il crinale della sponda del fiume,
raggiungendo i bambini quando erano praticamente dall’orfanotrofio.
- Cos’ hai, sorellina? – chiese uno di loro –
Sembri contenta…
- Niente… ^^.
Qualche minuto dopo, salutati i piccoli e la
maestra Mayu, Eve si avviò alla stazione, saltellando; poteva prendersela
comoda, perché il prossimo treno ci sarebbe stato molto più tardi.
- Hanno ragione i bambini, sai? – sussurrò alle
sue spalle una voce dannatamente famigliare – Sembri davvero contenta… - Eve
rabbrividì,
voltandosi lentamente con aria terrorizzata: “No… Non è possibile…”
*________
- Non rimanete? – chiese Takao, quando tutti si
trovarono davanti all’ingresso della BBA
- No. – rispose Garland – Io personalmente ho
molti impegni, e credo che lo stesso valga per gli altri. Verremo comunque a
vedervi domani.
- D’accordo. – con un cenno, salutò tutti gli
altri, che si allontanavano: nonostante avessero passato gran parte del
pomeriggio a discutere, non avevano combinato nulla.
- E così se ne vanno tutti… - sospirò Midori
- Già. A parte Mariam, sono rimasti solamente
Mystel, Kiki e Gao… - e così dicendo si voltò verso gli ultimi due, che
ridevano assieme a Ruka
- A quanto sembra vanno d’accordo ^^! – esclamò
Midori
- Aha…
- Uhm?
- Che hai, Yuri? – chiese Boris all’amico, mentre
si stavano avviando all’albergo
- Guardate… Quello che sta correndo da questa
parte non è Daichi?
- Ehi, hai ragione.
- COME?! Ah, ecco la bertuccia! – urlò furioso
Takao, scorgendolo – EHI, DAICHI, ma dove cavolo eri finito?! UHM O.o? – Takao
si bloccò, scorgendo la strana espressione dell’amico.
- Ehi, tutto bene moccioso?
- A meraviglia, Rick ^\\^!!
- Non si direbbe… Hai una faccia strana…
(gocciolone)
- Invece sto benissimo, Yuri ^^!
- Ma si può sapere dove te n’eri andato,
bertuccia?!
- Non importa, Takao!
- Importa eccome! Dovevamo parlare di una cosa
importante, sai?
- Beh, anch’io ho fatto una cosa importante! E
meno male ^\\\^! – il giapponese lo guardò senza capire; Midori e Max si
scambiarono uno sguardo d’intesa:
- E’ andata bene… (gocciolone) – disse il biondino
a mezza voce
- Così sembra…
- Bah, non importa. Ma per punizione ora ti farai
da qui a casa di corsa!
- AGLI ORDINI, CAPITANO XD!
- Eh O_O?
- Corro!!!! – e detto questo partì in quarta,
sempre sorridendo
- Non ha opposto resistenza… - mormorò Takao
scioccato
- E l’ ha fatto per davvero… - aggiunse il Prof
- Siamo sicuri che stia bene?
Ruka si voltò verso Midori, sollevando un
sopracciglio divertita:
- Ma che ha?
- Poi ti spiego ^-^.
Daichi intanto continuava a correre, sfiorandosi
appena la guancia:
“He, he… ^\\^ - sorrise, saltellando – Mi ha dato
un bacio, mi ha dato un bacio, mi ha dato un bacio!!”
Capitolo 22 *** Cap.21: Avvisaglia di tempesta ***
Ok, entriamo nel vivooo
Ok, entriamo nel vivooo!! La storia finalmente si mette DAVVERO in azione (SOLO ORA?! No, che abbiamo fatto di male ç__ç ndTutti
– Maled… ndRia). Preparatevi, ci sarà da penare (E lo dici così?!).
Un bacio e un saluto mega-galattico
a:
X Fire Angel: sn felice che ti siano
piaciuti; Aaah, ci sarei voluta essere ank’io… (Ma che schifo XP ndKei – COME HAI DETTO *_____* ndRia_MINACCIOSISSIMA –Nulla…
°X°””-> terrorizzato); sempre W Samp!! XDDD
X Meiko: Beh, l’ hai visto, no ^-^
(Povero me… ç\\\ç ndDaichi) Grazie x la comprensione,
ma purtroppo a me la coppia KeiXHilary MI PIACE TROPPOOO! Nn potevo nn farla
^\\\^!!(… … -\\\-
ndKei_Hilary).
X super gaia: Me felice! Una che nn
aveva capito che Hikary era Hi! GRAZIE ç___ç (piange di gioia). Allora x il
mistery nn sn così fallita ^-^! Grazie dei comply e continua to read!!
X Anyma Pia: No pro ^-^!
X Kaho-chan: TESSOOOROOO!!(nn sn Gollum manco io XP)
Gazie, leggi anke “il collezionista”! che cara che 6
^\\\\^!!! ME STRAFELICE XDDDD!! Tranci, love-story tra i due mici (chiamiamoli
così che va benissimo ^^) andrà avanti… BENISSIMO XD!
E ora cominciamo!
Cap. 21
Quella sera casa Kinomiya era chiassosa come non
mai; Hitoshi fece addirittura fatica a sentire il telefono squillare:
- A quanto sembra, Oscar si è svegliato. Domani
potrete già parlargli.
- FANFASTIFO!!
- Takao, piantala di
parlare a bocca piena! – lo ammonì Hilary
- E’ inutile che t’arrabbi… – le disse dolcemente Kei, sospirando – Tanto non la pianterà
mai…
- Tak, ti prego, ingoia (gocciolone).
- Ma (GLOM!) ormai ti sei fissata, Mi, con questo
“Tak” >\\\< !
- Ma perché non ti piace?
- E’ imbarazzante…‘\\\’
- Già, - disse Daichi, ridacchiando – per voi due
sarebbe meglio “Takkino”.
- CHE?! O\\\o – entrambi i
ragazzi arrossirono un poco.
- Tanto, la differenza
tra lui e l’uccello non c’è: s’ingozzano allo stesso modo!
- SCIMMIA, T’UCCIDO!!!! –
saltò su il ragazzo, che da una parte aveva ripreso fiato
quando aveva capito che non c’era nessuna malizia nel commento dell’amico.
- Irrecuperabili…. (gocciolone
generale).
In quel momento si aprì la porta scorrevole ed
entrò Eve. Vedendola, Daichi, lasciò la presa dalla giacchetta di Takao e le
andò incontro:
- Ciao ^\\^!
- Ciao Eve ^^! – le andò incontro Midori - Ma quanto ci hai messo? – ma
la ragazzina taceva; Midori e Daichi la guardarono preoccupati:
- Tutto ok, Eve?
- Eh? Sì, sì, certo… Scusatemi, è che dopo una
giornata del genere sono stanchissima…
- Hai la forza per mangiare la torta che ho fatto ^^? – chiese Ruka
- Come? – la rossa le fece l’occhiolino:
- Per un giorno speciale, ho preparato la mia
specialità!
- UNA TORTA *____*?! –
esclamarono Gao, Takao e Daichi
- Ehm… Siamo inclusi tra i partecipanti alla
scorpacciata (sbav)?
- Ma sì, tranquilli.
- FANTASTICOO!!!
- Mi sa che non è stata una buon’idea portare qui
anche Gao… (gocciolone) – mormorò Mao a Lai
- Credo anch’io… (gocciolone).
Più tardi, i ragazzi si misero
comodi per le ultime chiacchiere, visto che, per ordine di Hitoshi, sarebbero
dovuti andare a letto presto.
Eve, che sembrava davvero sfinita, era già andata
a dormire, mentre Daichi, Gao, Kiki, Mystel e Ruka parlottavano fitto fitto, ma a parte loro, gli
altri sembravano spariti.
- Ehi, qualcuno ha visto mia sorella? – chiese
Lai, entrando nella stanza
- E’ uscita poco fa con
Rei. – disse Midori sbucandogli alle spalle. Lui e gli altri Baihuzu la fissarono:
- CON REI?! – lei annuì.
Lai ridacchiò:
- Alla buon’ora!
- Certo che ce n’ hanno messo, quei due! – disse Kiki
- Una vita…
- Uhu…
- Ehm… Io non ci sto capendo
niente, cos’è sta storia?
- Niente, Daichi…
- Ehi, così non vale, spiegatemi subito!
- Ma non ci penso
neanche! E poi tu mi devi un favore, ricordi? – disse
la ragazza facendogli l’occhiolino. Daichi arrossì un poco:
- Giu-giusto…
- Che favore? – chiese
Kiki
- NIENTE >\\\\\< !!!
- Sei diventato rossissimo, scimmietta…
- Non è vero, Ruka, E NON CHIAMARMI ANCHE TU
SCIMMIA!!!
*__________
- Grazie Max, per avermi riaccompagnata. – disse Mariam,
voltandosi verso il ragazzo.
- E di che ^-^? È stato meglio così, non vorrei ti aggredissero di nuovo…
- Ti preoccupi per me? – chiese lei provocatoria
- Certo ^^! – la risposta così sicura la prese un
po’ alla sprovvista, ma le passò subito; sorrise:
- Sei un tesoro… - lo baciò per salutarlo. Poi si
voltò, arrossendo:
- Accidenti… Ma quanto zucchero hanno
messo in quella torta?! Non mi riconosco più! – Max rise. Le sfiorò la guancia:
- ‘Notte ^^.
- Buonanotte.
La ragazza rientrò in casa, un sorriso raggiante
stampato sulle labbra.
- E brava sorellina… -
disse la vocetta del fratello nell’ombra
- Jessie O\\o?! C-che…
- Complimenti, sei diventata intraprendente ^^!
- Tu….! Piccola pulce, mi
hai spiato >\\\\< !!
- Spiato? Eravate proprio davanti allo spioncino…
- Se ti prendo ti disintegro!!!
*___________
Su una collina appena fuori città, mamma gatta
stava accudendo i suoi piccoli; accoccolati nel loro
cespuglio, i cuccioli dormicchiavano tranquilli, svegliandosi solo di tanto in
tanto, forse per i morsi della fame, che però la mamma non poteva placare.
Ad un certo punto mamma gatta avvertì un lieve
fruscio e poi un odore, un odore umano. Si voltò verso
l’umano che stava arrivando, soffiando, quando lo riconobbe: odore di pulito,
d’erba (si sdraiava spesso nelle vicinanze, quell’umano), del latte o
dell’altro cibo che le portava; ma quel giorno aveva anche un altro odore,
anzi, il profumo, di un altro umano.
Fu infatti tenendo Hilary
per mano che Kei sbucò nel piccolo spiazzo, camminando pian piano:
- Fai attenzione… Eccola
lì. - bisbigliò
- Oh… Ma è stupenda!
- Non ti avvicinare troppo, ha i cuccioli, ti
graffierà se si sentirà in pericolo.
Il russo scostò il piccolo contenitore che teneva in mano, stracolmo di latte, e lo poggiò per terra,
aspettando.
La gatta lo fissò, circospetta, tenendo i suoi cuccioli fuori portata;poi, quando capì che non c’era alcun
pericolo, li lasciò andare a mangiare assieme a lei.
- Oh, come sono piccini! – sussurrò Hilary,
accovacciandosi accanto a Kei
- Sono cresciuti dall’ultima volta che sono
venuto.
La ragazza fissò sorridendo le piccole creaturine mentre si affannavano sulla ciotolina. Anche Kei sorrideva:
- Ti piacciono?
- Molto…
- Lo immaginavo. Ti ho portata qui apposta. – lei
arrossì.
- La mano come va?
- Eh?
- Quella dove Margot ti ha colpita:
ti fa ancora male?
- No, assolutamente ^^! È passato tutto! – Kei
sospirò sollevato.
Poi si sedette più comodamente, mettendo un
braccio attorno alle spalle di Hilary e facendola sedere affianco
a lui. Hilary era rossissima:
- Ti sei irrigidita…
- N-non me l’aspettavo…
- Scusa. Io… - lei scosse energicamente la testa:
- Sono felice ^\\\^! – Kei sorrise di nuovo.
Hilary fissò i mici, perdendosi nei suoi pensieri:
era strano, spesso, anche a scuola, aveva raccontato alle amiche di quante cose
avrebbe parlato col ragazzo che le piaceva, e invece si era andata a cercare il
peggior interlocutore del pianeta. Ma adesso quelle
cose, ascoltando solo la mano di Kei sfiorarle dolcemente la spalla, il suo
respiro regolare e poggiando la testa sulla spalla del ragazzo, prendendogli la
mano, le sembravano stupidaggini: quegli istanti valevano più di mille discorsi
inutili.
*_________
Casa Kinomiya. Anche
quella mattina c’era silenzio. Ancora per poco…
RRROONF!!!
- Che strazio… - borbottò
Lai – Cacchio, Gao, non ricordavo russassi tanto forte!
Il cinese era ormai allo stremo, avendo avuto
vicino il gigante dei Baihuzu, non aveva praticamente
chiuso occhio quella notte.
Si stiracchiò assonnato, infilandosi il gilet,
quando scorse dalla fessura della porta Ruka, che usciva in giardino: “Dove
andrà a quest’ora?”
Ruka respirò a pieni polmoni quell’aria
frizzantina, allargando entrambe le braccia: si sentiva davvero in forma, ma
c’era qualcosa che la preoccupava.
Con un balzo, saltò sull’unico albero del
giardino, atterrando a piedi uniti su un ramo e sedendoci sopra.
Sospirò, quante cose erano successe! Prima era stata
invitata ad un misterioso torneo, dove aveva rincontrato Eve e Mi e dove
avevano scoperto che sarebbero state in squadra coi
migliori blader mondiali. Poi avevano trovato Margot e scoperto che i suoi
compagni non solo erano malati, ma pure pericolosi!
Avevano addirittura ferito il loro compagno! E poi chi
se l’aspettava che fosse proprio Oscar? E adesso, la
mano sinistra le faceva male… Che fosse per la vicinanza di…? Scosse la testa,
era impossibile, probabilmente era solo stanchezza.
Sorrise, in fondo erano successe anche cose
divertenti: non avrebbe mai creduto che i “grandi campioni del mondo” fossero
tanto imbranati con le ragazze, riuscivano a
dichiararsi solo in situazioni estreme. Ridacchiò: “Beh, poi ce anche chi che
per confessare ciò che prova avrebbe bisogno dell’esercito, come Mi… - sospirò
– E chi come me non ha un minimo di fortuna…”.
- Ehi! – la voce di Lai la fece sobbalzare - Che
ci fai lì sopra, Ruka? Sempre così mattiniera?
- ‘Giorno, Lai ^^. No,
solo stamattina mi sono svegliata e non ho più preso sonno…
- Ho capito. – il ragazzo tentò di guardarla in
faccia, ma era difficile: si sentiva troppo agitato…
- E tu come mai già in
piedi?
- Gao… - sospirò il cinese – Russa come una
trivella. Non mi fa chiudere occhio… - Ruka rise:
- Però è simpaticissimo,
come tutti gli altri! Soprattutto Mystel… - sentendola, Lai avvertì
una strana stretta allo stomaco.
- Sì, è simpatico…
- He, he ^^. – la ragazza alzò la testa, scorgendo
qualcosa – Uao, che foglia stupenda!
Con un salto, si portò sul ramo più alto,
afferrando una meravigliosa foglia dalla forma perfetta, arancio-dorata.
- Uao, sei agile! – disse Lai
ammirato, portandosi sotto il ramo dove Ruka era salita
- Già. Sono una tipa in gamba!
- E modesta…
- Mai detto XPP – Lai rise: si sentiva un po’
meglio.
Proprio in quell’istante Ruka scivolò, cadendo
letteralmente in braccio al cinese, che crollò anche lui per terra.
SBONK!
- Ahi, ahi…
- Ouch… Beh,
grazie Lai, bella presa ^^!
- Eh… - il ragazzo sentì un’altra volta una strana
sensazione, ma stavolta come se invece lo stomaco fosse pieno di farfalle.
- Che combinate? – chiese
Mystel, sbucando all’improvviso
- Niente ^\\^… sono caduta dall’albero e Lai mi ha afferrata al volo ^^!
- Però! Bella presa.
- L’ ho già sentita…
- Beh, venite dentro? Si stanno alzando tutti.
- Ok XD!
I due si avviarono, seguiti dal cinese,
chiacchierando fitto fitto,
e Lai avvertì di nuovo quella stretta allo stomaco, più forte. Gli vennero in
mente le parole di Rei:
– Tu… non le hai dato una
risposta?
- E che cosa dovevo dirle, scusa \\\\\?!
- E lo chiedi a me? Se non lo sai tu ^^…
Forse… Cominciava a capire…
*_________
- La vostra sfida comincerà verso le dieci – disse Hitoshi – Perciò prima avete il tempo di andare da
Oscar, se volete.
- Allora – disse Ruka – se non ti spiace io vado subito! Vedi, una volta eravamo
amici.
- Davvero? – chiese Kiki
- Ha ragione: – confermò Midori – era nella nostra
squadra con Margot, ma con lui avevamo un rapporto abbastanza buono.
- Se non ti spiace, Hitoshi… - continuò Ruka –
conosco abbastanza alcuni dei presenti per dire che se
lo vedessero per primi lo assalirebbero. Meglio se ci parlo prima io.
- Per me va bene. Aspettaci lì dopo, ok? – la
ragazza annuì
- Mi accompagni, Mao ^^?
- Uhm?
- Dai, la strada è noiosa
da sola ^^!
- D’accordo ^-^… - così le due uscirono, mentre
Midori sospirava:
- E’ sempre la solita…
*_________
La ricetrasmittente di Delta suonò; il gigante la
attivò con uno scatto, ascoltando in silenzio, mentre un sorriso sempre più
largo gli si allargava sul viso:
- E’ fatta, capo.
- Cosa, Delta?
- La nostra talpa ci ha informato. È partita
adesso. – Alfa sorrise:
- La piccola Margot ha fatto un bel lavoro…
- Immaginava che si sarebbe mossa lei. E non è sola.
- Come?
- C’è anche la mocciosa cinese. – a quelle parole,
Gamma trasalì sogghignando:
- Motivo in più per agire subito.
*__________
- Ruka, ma che bisogno hai
di correre? Non c’è mica tutta questa fretta…
- Maddai, Mao, che il moto ti fa bene!
- Non credo a quest’ora… (gocciolone)
- Salve signorine. Disturbo ^^?
Ruka si bloccò, col terrore negli occhi: quella
voce…
- Chi… chi è? – Chiese Mao: anche lei era
spaventata, quella voce le metteva i brividi…
Ma non arrivò
risposta: solo un colpo, ad entrambe, al collo, che le fece crollare svenute.
- Ecco qua le mie prede…
*__________
- Buongiorno, Oscar, come va?
- Uhm? Takao e compagni? Che
cosa fate qui?
- Siamo venuti a vedere come stavi… E a chiederti
chi ti ha conciato così. – a quella domanda, il ragazzino rabbrividì:
- Beh, ecco…
- Ehi, ma dove sono Ruka e Mao?
- Ruka?
- Sì, e Mao, mia sorella: dovrebbero essere già
qui da un pezzo…
- Guarda… - mormorò Oscar – Che qui non sono mai
arrivate.
- COSA?! – sia Lai sia Rei scattarono
- Non sono… arrivate?!
- Ma com’è possibile?!
Oscar, improvvisamente, si accigliò: “Oh no…”
- Scusate… - disse un’infermiera, entrando – C’è
un messaggio per voi…
- Un messaggio?
Takao lo aprì, agitato. E
quello che lesse lo fece sbiancare:
Abbiamo le due ragazze.
Se
le volete rivedere, la squadra BBA2 non deve presentarsi. Nessun componente.
Se
credete sia uno scherzo, aspettate le nove e mezza.
*___________
Nove e 28. Baraccone del porto.
Ruka si stava dimenando, disperata, legata ad un
grosso palo di metallo rugginoso:
- Mao… Ehi, Mao! Come stai? – ma
l’amica non le rispose, era ancora svenuta: “Merd…”
- Ciao, piccola ^^. Come va? – la ragazza
sussultò:
- TU! Ch-che cosa vuoi?
- Niente. Solo che stai
buona.
La ragazza cercò di allontanare la figura che le si parava di fronte, dando un calcio rasoterra, ma era
legata troppo stretta per muovere bene la gamba. La figura rise sguaiata:
- HA, HA, HA, sei sempre
stata combattiva, eh? – le tese una mano contro, minaccioso;
Ruka tremò:
- Ma ora mi servi per
qualcos’altro…
- N-no…!
- Bye ^-°!
*_____________
Calò un silenzio pesante. Tutti si guardavano,
senza sapere cosa fare; i componenti dei Baihuzu, Eve
e Midori, poi, stavano sudando freddo:
- C-che… co-cosa…
- L-le nove e mezza…? – Oscar osservò il pezzetto
di carta, tremando:
- E’… è la calligrafia d’Al…
Le nove e mezza.
*____________
Erano anni, ormai, che Ruka non lo sentiva: un
freddo incredibile le attraversò tutto il corpo, mentre voci e immagini del
passato le si proiettavano davanti agli occhi.
“No… Non voglio…”
- Non voglio… Ricordare!!
Non… devo…
- E’ tardi… - aveva
ragione, e Ruka lo sentì; troppo tardi, non potè impedirlo. La fitta alla mano
sinistra le sembrò lacerarle la carne.
- E ora… chiamali qui.
*___________
Oscar cadde all’improvviso a terra, tenendosi la
testa e urlando di dolore:
- OSCAR!
- Che hai?!
- KIKI! – il ragazzino, allo stesso modo, stava
scivolando a terra, tremante:
- C-che freddo…
*_________
Anche sugli spalti
stava succedendo qualcosa di strano:
- RICK! Cos’ hai?!
- N-non lo so... – mormorò
– Ho… ho tanto freddo…
- BORIS!
Che ti prende?
- Il m-monastero…
- Cosa?
- Vedo di nuovo… i ricordi del monastero…
- MINGMING!
- E’ svenuta…
*__________
- Kiki! Che ti succede?!
- Non… non… - mugugnò Oscar – Non avrai… combattuto
contro Jean, vero?
- Invece sì! – rispose
per lui Gao; Oscar digrignò i denti, per poi accasciarsi un altro po’:
- OSCAR!
- Lascia… stare… Andate…
- Eh?
- Fate.. come c’è
scritto… O Ruka e… l’altra ragazza… UGH!! – il ragazzino si piegò ormai in due,
perdendo i sensi.
- Ma cosa… sta succedendo?!
- Non lo so… - mormorò Rei – Ma
io vado a cercarle!
- Vengo anch’io! – esclamò Lai
I due si lanciarono fuori della stanza, nella
preoccupazione generale:
La situazione mi sta sfuggendo di
mano, HELP! @___@ ma nn posso fermarmi, o nn ci
capireste + ‘na fava! (No, ti
prego allora vai avanti che già è un casino così ç__ç ndTutti – Minaccia
funzionale ^__^).
Ok:
X Meiko: Calma, che le spiegazioni arriveranno
(prima o poi ^^”…)
X Fire Angel: Povera Mao! Dai, nn è
cattiva (Ecco… ç__ç ndMao – Su, piccola, nn ti
abbattere ndRei – Ok =^\\^= Miao! – Sdolcinati e inopportuni… >___>” ndRia). La talpa… ommamma, nn posso dire nulla o si capisce!
Cap.22
Lo stadio era gremito di gente, la maggior parte
con un solo argomento di conversazione, ossia il misterioso malore che aveva
colpito, pochi istanti prima, quasi tutti i blader che erano presenti sugli
spalti:
- Ho sentito che hanno accusato brividi e mal di
testa all’improvviso… - sussurrava qualcuno
- Sembra addirittura che qualcuno sia svenuto!
- E’ vero! Si tratta di MingMing!!(Hu, hu… ndRia – Buhuhhuu, mi tratta male! ç_ç
ndMingMing – E fa bene! NdTutte – T_T!! ndMingMing)
- CHEEE?!?!
Ma il torneo sembrava non fermarsi: all’ora prestabilita, Djman apparve sulla sua pedana, più
pimpante che mai:
- BUONGIORNO CARI AMICI! Benvenuti alla seconda
semifinale del PSO Tournament!!
Nonostante lo strano sintomo che ha colpito alcuni degli spettatori, precisamente alcuni dei blader
più famosi, sembra che ora la situazione si sia sistemata.
E ora entrino in campo gli sfidanti!!!
Negli applausi scrosciati, la BBA1 entrò in campo,
ma nessuno dei suoi membri sorrideva: ben altri pensieri avevano per la testa.
- Ma… cosa succede? –
chiese Djman – sembra che manchino tutti i componenti
della BBA2! E anche Rei sembra essere assente!
- Ma siamo… siamo sicuri che abbiamo
fatto bene a venire qui? – mormorò il Prof
- Non credo avessimo
molta scelta – disse Kei sottovoce – Guardate. – tutti si voltarono, scorgendo
la squadra dei PSO; Margot, che si teneva il braccio
ferito nello scontro con Kei, gli fissò ghignando. I ragazzi le lessero il
labiale:
“Ce le abbiamo noi.”.
Takao fu tentato di correre là e di strangolarla.
- Maledetta… - sussurrò Midori; a Takao sembrò stesse per scoppiare a piangere – Se hanno fatto
qualcosa a Ruka io… io…
- Calmati ora. – le disse il ragazzo, poggiandole
una mano sulla spalla – Eve, Daichi, Rei e Lai sono andati a cercarle, andrà tutto bene.
- Ha ragione. – disse Max – Noi
dobbiamo solo aspettare.
*____________
I tre ragazzi stavano correndo a più non posso, cercando disperatamente Mao e Ruka, ma era come
cercare un ago in un pagliaio: nessuna traccia, nulla, solo una corsa senza
meta.
- Panf… Siamo sicuri… - disse il rosso,
preoccupato – Che abbiam… puff… abbiamo fatto bene a lasciare Eveline da sola a
cercarli?
- Sì… Panf…
- Ma, Rei, se per caso…
- Le avrei detto io stesso di
separarci, non serve metterla in pericolo. Spera solo che la direzione
dove l’ ho mandata sia quella sbagliata.
- Insomma, la piantate?!
– gridò furioso Lai – Invece di chiacchierare, perché
non pensate a correre?!
- Calmati, Lai! – il ragazzo si fermò, voltandosi
irato:
- CALMARMI?!
- Senti, anche noi siamo preoccupati… - continuò
l’amico, con la solita calma
- BEH, NON MI PARE!!!
- Ti ho detto di smetterla! – disse Rei: si stava arrabbiando
- MA NON LO CAPISCI?!?
Adesso ci sono in pericolo sia Ruka che mia sorella!
Devo calmarmi?! Sono preoccupato a morte!
- CREDI CHE IO NON LO SIA?!
– scattò il compagno – Credi… credi anche solo lontanamente che non
strangolerei volentieri quel bastardo che ha usato come merce di scambio la mia
Mao?! – calcò le ultime parole, arrossendo appena.
- Eh? – Lai lo fissava,
non era da Rei infuriarsi così. Daichi non diceva niente.
- Scusa… - continuò il capo dei Baihuzu – Alla
fine ho urlato anch’io…
- No… Scusa tu… E’ – prese
un bel respiro – E’ solo che adesso… adesso sono in pericolo due persone che…
- Sono molto importanti per te? – chiese
dolcemente l’amico; Lai chinò la testa, annuendo: non
sapeva se e come continuare.
- Dai… – disse alla fine
Daichi, poggiando una mano sulla spalla di Lai – Sbrighiamoci a trovarle ^-^!
- Ok!
*___________
Mao aprì faticosamente gli occhi, cercando di
pensare, cosa non facile dato il gran mal di testa: certo, le avevano dato una bella botta! Ma dov’era
finita? Cercò di muoversi, ma non ci riuscì per via delle corde che le
cingevano le braccia e il busto. Voltò faticosamente la testa, scorgendo la
chioma rossiccia di Ruka: sembrava svenuta!
- Ruka… - l’amica emise
un lieve gemito, voltando anche lei il viso – Ma…! Che ti è successo?! – esclamò, scorgendo le ferite sul volto di Ruka
- Nulla… tu piuttosto, come stai?
- Io benissimo, ma guardati! Sembra che tu abbia
lottato con un campione di wrestling! – all’amica scappò un
risolino – non c’è niente da ridere!
- Shhhhh! – l’ammonì – Sta
zitta! Se ti sente…
- Bene, bene, ci siamo alzate! – disse il ragazzo
di prima, scendendo le vecchie scale del capannone
- … sono guai… Maledizione!
- Ma guarda un po’ chi ha aperto i suoi begli
occhietti dorati: salve, principessa!
- E tu… tu chi sei…?
- Ma come, ti sei già
dimenticata di me? – fece lui, uscendo dall’ombra - Mi
ferisci!
- JEAN?!
- Che barba, dovrò
decidermi a cambiarlo, quel nome in codice…
- Nome… in codice…? – il ragazzo fece un gesto con
la mano, chiudendo il discorso. Poi la fissò, con uno sguardo che fece gelare
Mao fin nelle ossa:
- Sai, mi ha fatto molto arrabbiare il tuo
rifiuto… Il capo ha detto di tenervi qui buone e tranquille, ma se gioco un po’
non succederà niente ^^!
- CHE?! – strillò, nel
panico – N-non ti avvicinare, sai!
- EHI, lasciala stare! – urlò Ruka
- Uhm?
- Vigliacco, lei non c’entra! Ma
– sogghignò: stava per cacciarsi in un guaio… - in fondo di che mi stupisco?
Sei sempre stato vigliacco…
Jean mutò di nuovo espressione:
stavolta Mao tremò platealmente.
- Come… hai detto?
- Mi hai sentito benissimo: - nei guai, si stava
cacciando nei guai…
- Ruka, lascia stare…
- Zitta, Mao!
“Ho capito cosa vuole fare! – pensò terrorizzata e
riconoscente assieme la cinesina – Se si arrabbia con lei, lascerà
stare me! Ma così…!”. Ma Ruka
non l’ascoltò:
- Sei un lurido codardo.
Il ragazzo, furibondo, tese la mano verso la
ragazza, gli occhi da pazzo:
- CHIUDI QUELLA BOCCACCIA!!!
Mao non capì cosa succedeva, ma una cosa la
sapeva: Ruka le aveva davvero salvato la pelle.
Quando Jean le puntò la mano contro, la ragazza
cominciò a contorcersi e a urlare di dolore, cercando
di tenersi la mano sinistra, che le doveva fare un male cane.
- Nessuno… Può darmi del codardo…
- GHIAAAAA!!!!!
*_________
- E’ alquanto strano, cari amici
– disse con un lieve imbarazzo Djman – ma sembra proprio che la BBA2 non abbia
alcuna intenzione di presentarsi…
Il pubblico cominciò a mormorare e qualcuno si
alzò in piedi protestando, ma tutto ciò a Takao e agli altri era indifferente.
Il giapponese guardò l’orologio: le 10.40. Ancora
venti minuti e la BBA2 sarebbe stata dichiarata
sconfitta a tavolino.
- Va tutto come abbiamo progettato, Alexuccio…
- Così pare, Margot… - disse lui, accarezzandola
sotto al mento – Jean che istruzioni ha ricevuto dal
capo?
- Può, anzi, deve farsi trovare.
– il compagno lo fissò senza capire
- Ha un piano. Riguarda
Daitenji, non so dirti altro. – il compagno alzò le spalle, fissando di
nuovo Takao e compagni da sotto il cappuccio: “Ancora poco, Midori, ancora
poco…”.
*__________
Daichi, Rei e Lai erano ormai arrivati al porto:
gli ultimi due, tra la preoccupazione e l’affanno della corsa, avevano una
faccia stravolta.
- Hanf… panf… Dove… diavolo…
- Maledizione! – sbraitò Lai, colpendo per terra
con un pugno – Perché non le abbiamo ancora trovate?!
- SHHH! – disse all’improvviso
Rei
- Che c’è? – chiese
Daichi
- Sento qualcosa… - il cinese tese le orecchie,
imitato da Lai: in fondo, gli abitanti della Tribù della Tigre Bianca non
avevano solo ottimi riflessi, ma anche i sensi più sviluppati del normale.
- Sembra un grido…
- E’ LA VOCE DI RUKA! – Lai spiccò
istantaneamente una corsa verso il punto da cui sentiva gridare, dirigendosi
verso alcuni vecchi capannoni: “Ruka!”.
- Oh, sembra che vi abbiano trovate! – disse Jean,
abbassando la mano e permettendo a Ruka di riprendersi – Li sento… Accidenti a
te, non ho potuto divertirmi con quest’altra mocciosa!
Ruka sollevò lo sguardo annebbiato, forzando un
sorrisetto:
- He, he… Lo sapevo… Perché sei un idiota… - Jean
digrignò i denti:
- Tu, piccola…!
- RUKA! MAO!
- Accidenti! – sussurrò il
ragazzo, sentendo le voci provenire da fuori – Devo proprio andare…
- Ehi tu, fermo! – gli urlò dietro la cinese. Ma Jean era già scomparso.
- Mao… - sussurrò con un filo di voce Ruka – Stai…
bene….?
- Io sì, ma… - la rossa sorrise
- Meno… male… - poi chinò il capo di lato,
perdendo conoscenza.
- RUKA!
- Mao!
- REI! Fratellino! – esclamò la ragazza con le
lacrime agli occhi. Rei le corse incontro,
abbracciandola:
- Oh, Mao! Per fortuna stai bene!
- Non preoccupatevi per me! Piuttosto…
- RUKA! – esclamò Daichi - Ma che le è successo?!
- Ecco… Oh, non lo so… - Lai fissava la ragazza ad
occhi sbarrati:
- Ruka… - con gentilezza la liberò dalla corda,
prendendola in braccio.
- Forza – gli disse Rei, che stava sostenendo Mao
a mo’ di stampella – portiamola subito all’ospedale e
avvisiamo gli altri.
*__________
- Sono le undici in punto, signore e signori –
disse Djman – Per quanto possa sembrare sconcertante,
dato il livello dei blader, secondo il regolamento quando una squadra non si
presenta all’incontro previsto, trascorsa un’ora si da la vittoria agli
avversari. – gesticolò verso Takao e compagni – Perciò assegniamo la vittoria
alla BBA1!!!
Il pubblico applaudì
stancamente, qualcuno lanciò anche dei fischi.
- Allora… Qui è finita… - mormorò il Prof,
guardando Takao che teneva lo sguardo basso.
- Già… - Midori strinse i pugni, scattando:
- Basta, non resisto! Vado a cercarle anch’io!!
- MI, ASPETTA! – ma la ragazza era già nel corridoio
- Accidenti a lei! – esclamò Takao e le corse
dietro con gli altri.
- Sembra che sia partita… - disse Dexter
- Già… - Alex ghignò – Finalmente tocca a me…
*_________
- RUKA! – urlava Midori – Ruka! Dove sei?!
La ragazza la stava cercando disperata, ma senza
alcun risultato.
All’improvviso si ritrovò in un piccolo vicolo,
dove chiaramente Ruka non poteva esserci. Stava per fare dietro front, quando
una fortissima fitta al braccio sinistro la costrinse a fermarsi.
- Dove vai? – le chiese
una voce gelida. Midori si voltò verso la fine buia del cunicolo, tremando:
- AH…!
- Non dirmi che vuoi
andartene senza salutare! – la parte razionale di Midori le stava suggerendo di
alzare i tacchi e filare, ma il terrore la bloccava: ma come aveva potuto
essere così scema, era ovvio! Oscar,
Margot, le lievi fitte sue e delle ragazze… E ora il rapimento di Ruka…
Ma dall’ombra non
uscì chi si aspettava:
- Alex? Cosa ci fai qui?
– lui lanciò uno sbuffo divertito:
- Alex… da quando hai preso a chiamarmi così?
La speranza di essersi sbagliata era completamente
svanita dal cuore di Midori: adesso, mentre Alex si sfilava il cappuccio,
avvertì solo la paura più totale serrarle il cervello e la gola, era in
trappola!
Hu, hu, siete tutti
un po’ confusi, eh? ^^ (E TE CREDO! MIII, CHE CASINO! NdTutti).
Cmq, da qsto cap capirete già 1 po’ di
+, ma, purtroppo x voi, x le vere spiegazioni dovrete attendere il prox
chappy… ^-^ (Nooooo!!! Animale! NdTutti – Pensate un po’ noi… ç___ç
ndTutti_i_personaggi – Come avete detto, CARI? *____* ndRia
– Nuuuullla… ^^”” Paura, paura…. T___T)
Cap. 23
Il presidente Daitenji stava correndo, preoccupato
e furioso, quello che era accaduto era assolutamente inammissibile! Pochi minuti prima aveva finalmente ricevuto una chiamata da
parte di Rei, che era andato a cercare le due ragazze scomparse, per scoprire
che non solo erano state rapite, ma una di loro era rimasta anche ferita! E i
responsabili erano i PSO.
“E’ inaccettabile!”.
Aprì con irruenza la porta dell’ufficio del
presidente della PSO Association, facendola sbattere:
- Oh, che sorpresa, signor Daitenji! – esclamò
cordiale l’uomo
- Nessuna sorpresa, signor Kuroi! – disse acido Daitenji – Sono appena venuto a conoscenza di
cose alquanto spiacevoli…
- Davvero? – rispose innocente – Su che cosa?
Daitenji, perdendo la pazienza, sbattè il bastone
sulla scrivania:
- Sa benissimo che qui alla BBA non sono tollerati
comportamenti scorretti verso i nostri ragazzi o i loro avversari…
- Più che giusto.
- E allora come spiega che la sua squadra, su SUO
ordine, abbia attaccato e ferito già due partecipanti al torneo?! – Kuroi taceva.
- Mi hanno appena telefonato: hanno riconosciuto
il suo blader, Jean, che ha mandato all’ospedale la giovane Ruka! Cos’ ha da
dire, signor Kuroi?!
- Nulla. – rispose tranquillo. Daitenji lo fissò – Jean ha ubbidito perfettamente ai miei piani.
- Cos…
- Sapevo che dopo una cosa del genere saresti venuto, stupido vecchio. Mi hai intralciato troppe
volte finora, quindi adesso prendo io il comando. – schioccò
le dita – Ora non mi servi più.
Qualcuno, alle sue spalle, colpì il presidente
Daitenji, facendolo crollare a terra.
- Portatelo via. – disse lapidario Kuroi – Che abbia un alloggio, acqua e cibo, però: bisogna solo farlo
sparire per un po’.
Una misteriosa figura annuì e si caricò il
presidente in spalla, portandolo via.
Kuroi, appoggiando una mano alla finestra,
sorrise: stava andando tutto come voleva…
*___________
Nessuno, vedendo Alfa senza cappuccio, avrebbe mai
pensato a quanto potesse essere crudele. Nessuno. Non lo tradivano i lucidi
capelli nero brunito, con qualche ciuffo appena più lungo come frangia, né il
fisico atletico e snello; no, nulla di questo. Solo gli occhi non traevano in
inganno: verdi, leggermente all’ingiù, ma taglienti e glaciali. Ma anche con questo, per molte ragazze sarebbe stato un
momentaneo sogno ad occhi aperti.
Per Midori, invece, era un incubo fatto realtà.
Alfa le si avvicinò,
afferrandole a mano piena il viso e sollevandoglielo, per guardarlo:
- Non sei granchè cambiata… Speravo che in quattro
anni fossi diventata più simile ad una donna… - ma
intanto le si avvicinava, stringendo più forte – Il mio giochino…
- GIU’ LE MANI!! – urlò
lei, schiaffeggiandolo. Alfa rimase qualche istante immobile, col viso voltato,
per poi rialzarlo lentamente.
- Io… Non sono il tuo giocattolo!!
- No, hai ragione… Ma sei
del capo. E per colpa tua ora sono diventato io, il suo giocattolo!! – Midori sbuffò ironica:
- Tu non sei il suo giochino,
sei il suo servo… Umile e fedele!
Alfa digrignò i denti, furioso,
alzando una mano per schiaffeggiarla, quando l’urlo di Takao, sbucato nel
vicolo con gli altri, lo bloccò:
- NON PROVARCI NEANCHE!!
- Uhm?
- TAKAO! Cosa… - ma il
moretto non disse niente, fiondandosi contro Alfa e stritolandogli il braccio:
- Abbassalo… subito!!! –
Alfa scansò l’arto con un gesto di stizza, folgorando Takao con lo sguardo.
- Ragazzi, andatevene… - disse supplichevole
Midori
- Eh?
- Qu… questa faccenda non vi riguarda, per favore!
Non voglio che vi coinvolga!
- Guarda, guarda… -
sogghignò Alfa – Chi c’è…
- N-no, per favore, lasciali stare!
Ma, ovviamente, il
ragazzo non l’ascoltò: tese una mano verso Takao, chiudendo gli occhi, e il
ragazzo fu scosso da un brivido, per poi cominciare a tremare convulsamente.
- TAK!
- Takao! Che ti prende?!
- Non… non lo so… ho
freddo…
- Ah, che peccato… - disse Alfa
sconsolato – Questo qui non va bene… Non posso divertirmi… - fece un
ambio gesto con la mano – Ma devo restituirti la stretta, con gli interessi.
Allora il blader giapponese avvertì una fitta di
dolore su tutto il corpo, come lo stessero
schiacciando; Alfa sollevò il braccio e lo stesso fece il corpo di Takao,
alzandosi di qualche buon centimetro in aria.
- EEEEH?!? – il Prof, come tutti, era allibito
Poi Alfa scostò con uno scatto il braccio di lato
e Takao fu scagliato allo stesso modo contro i bidoni dell’immondizia con un
fracasso incredibile.
- TAKAO!
- Tak! Tutto bene? – chiese preoccupata Mi
- Insomma… Ohi… Ma cosa diavolo..?
- Telecinesi. – disse Kei impassibile
- Tele… cosa?!
- Poteri paranormali. – rispose K – O poteri ESP, chiamali come vuoi. Ma è… e
incredibile, non credevo n’avrei mai visto uno… Un vero Esper!
- Ho un fan, sono
lusingato ^^! – ma Alfa e gli altri avevano sentito
benissimo che, più che ammirato, il tono del Prof era spaventato.
- E in ogni caso non sono un misero esper, non mi
limito a far saltare in aria i vetri quando sono
nervoso o a far esplodere gli oggetti. No, la mia è un’abilità molto più sottile…
- Ora basta, Alfa! – supplicò Mi – Ti ho detto che loro non c’entrano niente, vattene e lasciali in
pace!
- Ma perché? – disse lui, fintamente innocente, spostando lo sguardo su Kei – Ho
appena trovato un soggetto interessante…
Kei fissò il ragazzo accigliato, pronto a tutto,
mentre Hilary gli si avvicinò, preoccupata; Midori era sbiancata:
- No…
Alfa tese di nuovo la mano, ma stavolta, invece di
far volare l’avversario da una parte all’altra, i presenti videro una lucina
sferica provenire dalla sua tasca.
- Il Bit… - mormorò il Prof
- Lo sta chiamando? – chiese
titubante Max. Alfa ghignò:
- MESA…
- KEI! Allontanati subito!
- … DE L’INCUBO!
Successe tutto troppo in fretta: un Bit immenso,
con l’aspetto di un lupo marrognolo, magro e sciupato, si scagliò contro il blader
giapponese, che dopo qualche secondo d’immobilità, si buttò urlante in
ginocchio, tenendosi la testa.
- KEI! – Hilary lo fissò terrorizzata.
Il ragazzo non le rispose. Anche
perché riusciva a malapena a sentirla, la sua voce.
Nella sua testa, in quel preciso istante, ce
n’erano di molto più forti e crudeli. Prima Vorkov, poi suo nonno, Hito
Hiwatary, entrambe che gli davano degli ordini:
- Continua ad allenarti… Solo per la tua
gloria, la TUA… - gli diceva Vorkov.. – Non hai
bisogno di compagni…
- Devi essere il più forte… Tanto da
schiacciare tutti i vermi che troverai sulla tua strada… Ma
diverrai uno di loro, perdendo… Un misero verme… - gli diceva suo nonno.
Poi si fecero spazio le sensazioni, paura,
solitudine, rabbia, rancore… Tutto ciò che credeva di aver cancellato dal suo
cuore riemerse di botto, il vecchio Kei, poteva quasi vederlo, si mescolava a
quello nuovo, nato in quegli ultimi tre anni: la sua ambizione si univa ancora
al suo antico odio per ogni cosa, sentiva un gran
freddo…
Infine delle immagini, la Russia e il monastero,
episodi dell’infanzia, dimenticati, gli scorrevano davanti come in un film al
rallentatore, e in una di queste vide anche se stesso, da piccolo, nella sua
cella: “Perché devo stare qui? – piangeva sommessamente – Ho paura… Nonno, ti
prego, fammi uscire… Fammi uscire…”.
- FAMMI USCIRE! – nella realtà, Kei gridò a pieni
polmoni, continuando a stare in ginocchio, ormai piegato in due.
- Ma cos’ ha? – chiese
Hilary, quasi con le lacrime agli occhi
- E’ il mio attacco speciale. – disse Alfa maligno – Mesa de
L’incubo. Con la forza del Bit dello Sciacallo e i miei poteri, posso
risvegliare nelle menti altrui i ricordi più dolorosi e – rise
– sembra non sia piacevole…
- UAAAAGH! – Kei urlò un’altra volta, gli occhi
sbarrati e i sudori freddi.
- KEI!
- Fermati subito, Alfa! Lo stai distruggendo!
- Non credo… Mi sembra che quegli altri sfigati che abbiamo sfidato siano sopravvissuti, no?
- FERMATI SUBITO!
Il ragazzo sbuffò, abbassando la mano: il Bit-power
dello Sciacallo si acquietò, tornando nel bey, e lo stesso fece Kei. Il ragazzo
respirò un paio di volte con calma, ma si era sforzato troppo, e cadde esausto.
- KEI! – i suoi compagni corsero subito da lui e,
vedendo che era ancora cosciente, Max e Hilary lo aiutarono ad alzarsi,
mettendosi le braccia attorno alle loro spalle.
- Kei! – chiese il capitano, preoccupatissimo –
Come va?
- Eh, una meraviglia… - rispose tagliente. Takao sospirò sollevato, non era così grave… Si voltò, fulminando
Alfa con un’occhiata:
- Ehi, tu, bastardo, cosa credevi di fare?!
- Io?
SCIAFF! Un sonoro ceffone colpì in pieno il viso
del ragazzo: Midori lo guardava schifata.
- E’ il secondo che mi tiri, oggi…
- Lasciali… stare… NON AVVICINARTI AI MIEI AMICI!
– Alfa scoppiò a ridere:
- HA, ha, TU? Amici?
Fammi il favore! – avanzò verso Mi, che sussultò – Tu
non puoi avere amici, perché sei una Psaico.
- NON E’ VERO! NON LO SONO MAI STATA!
- E invece sì. –
stavolta, Alfa la fissò con sguardo deciso e Midori avvertì
un dolore lancinante al braccio sinistro, cadendo in ginocchio.
- MIDORI!
- Senti il tuo braccio! Tu non puoi
liberarti di noi… Tu fai parte di noi!
- N-no… GNNN!! – poi
lanciò un urlo, stringendo l’arto dolorante. – BASTAAAA!!!
CAPOW!
Un pugno incredibile, che lo fece arretrare di
mezzo metro buono, colpì Alfa sull’altra guancia, quella ancora non colpita.
- SPARISCI! – gli urlò Takao, mentre veniva trattenuto da Gao, che però guardava con una certa
soddisfazione Alfa tenersi la gota – O la prossima volta ti pesto sul serio!
- Tzs… Oggi sto proprio
antipatico a tutti… – tentò di scherzare il ragazzo. Si massaggiò il
viso:
- Non puoi nasconderti, Mi… grazie al suo aiuto,
saprò sempre dove sei. A presto.
- Grazie all’aiuto di chi?!
EHI, FERMATI! – ma quello era già scomparso.
Midori si alzò, tremando come una foglia:
- Non ci credo… Mi hanno
trovata…
- Mi, ma cosa sta succedendo? – le chiese
premuroso Takao. Ma lei l’allontanò:
- N-nulla… ora… ora devo andare, sì…
- Che?
- Devo… andare via… Non posso
coinvolgervi, assolutamente… Devo trovare Ruka ed Eve… - e si stava già
avviando, quando lui le afferrò un braccio
- Ehi, ehi, cos’è che vorresti fare?!
- Lasciami, Takao!
- PROPRIO NO! – urlò, voltandola verso di lui e tenendola
per le spalle – Ora ti calmi e mi spieghi cos’è ‘sta storia, ci siamo intesi?! – Midori osservò lo sguardo risoluto dell’amico, tremando
ancora:
- Sta tranquilla, - le disse gentilmente – Se
possiamo aiutarti, lo faremo: siamo amici, no ^_0?
Midori passò con lo sguardo anche gli altri, che
le rispondevano con sorrisi preoccupati ma gentili; alla ragazza veniva da
piangere:
- Grazie… - si appoggiò con la testa al petto
dell’amico, che arrossì visibilmente, mentre la ragazza si sforzava di non
scoppiare a singhiozzare.
- Andiamo all’ospedale, ora. – disse K – Ho
ricevuto una mail di Rei, hanno trovato Ruka.
*___________
Quel pomeriggio la sala d’aspetto dell’ospedale era silenziosa, nessuno fiatava. D'altronde, cosa c’era da
dire? Nulla, bisognava aspettare in silenzio, l’avevano capito perfino Kiki e Mystel.
Nella stanza a fianco, c’era Kei che riposava,
perché non aveva smesso un solo istante di tremare da quando Alfa se n’era
andato; Hilary era pallida:
- Vado a vedere come sta… - Rei annuì per tutti.
Accanto a lui, con una piccola fasciatura sul
braccio, perché si era graffiata, c’era Mao, che continuava a guardare ansiosa
la stanza in fondo al corridoio, dove si trovava Ruka, assistita da Lai: il
ragazzo non ne aveva voluto sapere di lasciare il suo
capezzale.
Anche Daichi era
agitato, perché Eve non era ancora tornata e continuava ad alzarsi e risedersi,
senza fermarsi.
Ma Takao era
preoccupato soprattutto per Midori: da quando erano lì non aveva quasi aperto
bocca, dicendo solo che per le spiegazioni avrebbe voluto aspettare Ruka, ed
ora stava in silenzio, stringendosi la gonna con le mani, tremando lievemente.
“Midori…”.
Kei sedeva in silenzio sul lettino, premendosi una
fascia fredda sulla testa, che gli pulsava da morire; da sotto di essa, cercò di guardarsi la mano e vide che tremava ancora:
cosa diavolo gli era successo in quel vicolo?
Ad un certo punto sentì qualcuno aprire lentamente
la porta:
- Kei…
- Hilary. – era venuta a trovarlo: doveva
aspettarselo, ma ne era felice, in fondo. Anche se non l’avrebbe ammesso neppure sotto tortura.
- Come stai?
- Meglio, ti ringrazio. – disse alzandosi.
- Aspetta, perché non resti sdraiato un altro po’?
Sei ancora debole…
- Non ne ho bisogno, sto
bene…
- Sì, come no! Avanti, risdraiati immediatamente!
– lui, però, fece per avviarsi fuori della porta.
- Signor Kei Hiwatary! – disse perentoria,
bloccandolo – Si fermi all’istante o mi arrabbio
davvero! – testarda come un mulo e con una tendenza da crocerossina: Kei doveva
aspettarsi anche questo… Ma forse poteva ancora incastrarla.
- Sul serio? – disse malizioso, chinandosi su di
lei.
- Kei, non sto scherzando
>\\\< ! – disse lei, rossa in viso – Fila subito a letto! Veloce!
O vuoi che ti disintegri come faccio con la scimmia?!
- Quello no, per carità…
- E allora vatti a
sdraiare! – lo spinse premendo ambo le mani sulle sue spalle per farlo
risedere.
- Come sei testarda… - sospirò e con una mossa
rapida si girò, bloccandole le braccia con le sue dietro la schiena:
- Presa.
- Kei, scemo, mollami subito! Smettila di fare
l’idiota!
- Non faccio l’idiota: sei adorabile
quando ti arrabbi così; forse un po’ pericolosa…
- E tu sei irritante quando
ti impunti così!! Scemo! Mollami! Non ti reggo quando
prendi per i fondelli la gente in questo modo!!
- E va bene, va bene.. –
il ragazzo lasciò la presa, avviandosi di nuovo alla porta, ma Hilary gli
afferrò rapida un braccio, decisa a non demordere:
- E no, non mi freghi
signorino! Forza, ubbidisci e vatti a sdraiare!
- … … … (gocciolone) – “Che cocciuta!”. (Ma senti da che pulpito! Nda).
- Salve ragazzi… - nella sala d’aspetto erano
sbucati Yuri e Boris, accompagnati da Oscar.
- Ciao…
- E’ successo qualcosa, vero? – chiese il
ragazzino; Takao assentì col capo – Midori… - la ragazza scosse la testa:
- Non ho ancora detto nulla, Oscar. Sto aspettando
che Ruka si svegli. – Oscar annuì.
- Dov’è?
- Nella stanza in fondo. – disse Mao, indicandola.
Il ragazzino si avviò da quella parte, a passi lenti:
- Appena si sveglia, vi chiamo.
- Ehi, Takao…
- Uhm? – il moro sollevò svogliatamente la testa
verso il capitano della squadra russa:
- Kei?
- Di là. Ha avuto una brutta esperienza, oggi,
Yuri. Temo qualcosa di simile a ciò che è successo a Boris.
- Infatti. – disse Midori
piano; tutti la guardavano – Questo posso dirvelo
anche senza Ruka. La capacità di risvegliare ricordi dolorosi non è propria
solo d’Alex, o Alfa che dir si voglia, ma di tutti i membri dei
PSO, Oscar compreso.
Ma, rispetto al
capitano, la loro capacità è nettamente minore, perché non la unisco alla forza
del bit-power, e inoltre a volte è una forza incontrollata, così spesso
provocano strane sensazioni di freddo e visioni confuse negli avversari.
I blader che hanno affrontato i
PSO sono stati male, oggi, perché Jean ha colpito con forza Ruka con lo stesso
attacco che hanno usato contro Kei, e siccome ad essere colpita è stata proprio
lei, si sono riscontrati degli effetti imprevisti. -
- Ma perché? – chiese il
Prof K ansioso. Midori chinò la testa:
- Io… Scusatemi, non ce la faccio a continuare… Dovrei spiegarvi anche altre cose, e da sola non ci riesco…
- Sta tranquilla, - le disse Takao – aspetteremo
il risveglio di Ruka.
- Uhm…
- Dove vai, Yuri? – gli
chiese Boris, vedendo il compagno allontanarsi.
- Da Kei.
- Forza… - disse Hilary, ammonendo Kei, che la
stava guardando un po’ torvo – Non è una tragedia.
- Uhmp… - il russo si accomodò sul lettino, mentre
lei gli sistemava la fascia sulla testa
- Posso sedermi da solo o vuole aiutarmi anche in
questo, signora infermiera? – chiese un po’ stizzito.
- Eh, che irascibile!
- Non sopporto di essere aiutato in ogni cosa.
- L’ ho sempre pensato, ma questo conferma che non
sei normale…
- Allora ti piacciono gli anormali. – disse
sorridendo; lei arrossì.
- Sbaglio o ti diverti a
mettermi in imbarazzo?
- Sinceramente sì, lo trovo divertente…
- Sei davvero un idiota! Anzi un cretino! E mi fai
sempre preoccupare… - così dicendo gli mise le braccia attorno al collo e lo
baciò rapida, sorridendo; lui le scostò dietro l’orecchio
una ciocca di capelli:
- Scusa…
- Per stavolta ti risparmierò ^\\^! – ridacchiò lei
Hilary sentì qualcuno avvicinarsi alla porta e
lasciò prontamente andare il russo, uscendo:
- Stai buono qui, ok? – lui fece segno di sì con
la testa, sospirando, e la ragazza uscì, facendo entrare Yuri.
- Ciao ^^.
- ‘Ao… - il moscovita
guardò uscire la moretta, voltandosi poi con un sorrisetto verso il compagno:
- Ma guarda un po’…
- Che c’è?
- Mi hanno detto che
stavi male, ma non mi sembra…
- Fai lo spiritoso?
- Io? – disse ironico – Quando mai?
- Eh già, non accadono i miracoli…
- Credo invece di sì. – il compagno lo fissò
interrogativo – Non avrei mai creduto che accadesse, e
invece il freddo e cinico Kei si è trovato la ragazza.
- Come?
- Fai lo gnorri? Dai, si vede
dalla faccia della Tachibana, ma soprattutto dalla tua. – Kei guardò dall’altra
parte in silenzio
- Era l’ora, credevo ci sarebbe
voluto un altro secolo e mezzo prima che di decidessi a parlarle.
Lui lo squadrò acido.
- E tu che cavolo ne sai?
- Dipende… Ti riferisci al fatto che non glielo avresti mai detto o che ti è sempre piaciuta?
Il compagno non rispose, mandando un “tzs”
scocciato. Yuri ghignò sotto i baffi, per poi tornare a farsi serio.
- Mi spieghi che cavolo t’è successo? – Kei fece
spallucce:
- A saperlo… Non ne ho la minima idea. – il russo
tacque, riflettendo un istante.
- … Senti, voi avete per
caso notizie di Daitenji? – Kei lo fissò – So che stava cercando informazioni
maggiori su quelli del PSO Team dagli archivi della
BBA, ma non è riuscito a scoprire nulla, anche con tutti i loro nomi e con
tutte le iscrizioni, i dati sono in sostanza inesistenti. Inoltre, adesso sembra
sia sparito.
- Sparito?!
- Sì, dopo che ha saputo da Hitoshi che quelle due
ragazze erano state rapite; mi hanno detto che è
rimasto fino a metà mattinata in ufficio, poi, quando ha ricevuto una
telefonata, mi sembra da Rei, è scomparso: pare che cercasse il presidente
della PSO Association.
Kei fissò il compagno, accigliandosi: quell’ultima
frase era davvero preoccupante…
La stanza dove si trovava Ruka era silenziosa;
tutto era immobile, se non fosse stato per il lenzuolo che si muoveva al suo
respiro leggero.
In quel silenzio lacerante, interrotto solo dai suoni
ritmati e snervanti dei macchinari medici, Lai la osservava
zitto, seduto su una sedia: i dottori avevano detto che fisicamente ora stava abbastanza
bene, ma sembrava che non volesse proprio svegliarsi. Era la
sua coscienza, quasi, a non voler riaprire gli occhi, era come
spaventata.
Il cinese tirò un sospiro, scostando qualche
ciuffo che le copriva il viso bendato, come vari punti
delle braccia e delle gambe.
S’incupì, mentre gli venivano in
mente tutti i momenti che aveva trascorso con la ragazza, dal primo
giorno, e sentì un groppo al cuore:
- Ti ho visto duellare con Rei agli scorsi
mondiali e mi è piaciuto molto il tuo gioco, dai ci stai a
sfidarmi?
- Caspita se sei bravo ^-^! E’ stato uno
spasso!
- Sei un tipo davvero gentile, simpatico e
bravo, forse un po’ cocciuto… Ma forse è per questo che
mi piaci ^-^.
Arrossì, ricordando quell’ultima cosa: “Ruka…”.
- Come sta? – chiese sottovoce qualcuno, aprendo
la porta
- Oscar? – il ragazzino annuì. Lai sospirò di
nuovo, con lo sguardo basso:
- Non si sveglia… - Oscar gli si avvicinò:
- E’ normale… Dopo quello
che le è successo.
- Sai qualcosa? – lui rimase in silenzio per
qualche istante.
- Non ora… - Lai non continuò,
tornando a fissare la ragazza.
- Si sveglierà. – disse Oscar
con sicurezza – Lei è forte. È riuscita addirittura a
salvare uno come me. Mi piace per questo. – il cinese lo guardò di
sottecchi, ma vedendo il suo sguardo un po’ triste non chiese nulla.
- Se solo… -mormorò Lai, quasi con le lacrime agli
occhi – Se solo fossi arrivato prima… - Oscar gli poggiò una mano sulla spalla
– Se… se fossi andato anch’io con lei, invece di mia sorella…
- Non sarebbe cambiato niente. – il cinese tacque.
- Ruka si sveglierà. Perché è
troppo in gamba per non svegliarsi più. – la fissò con un sorriso un po’
amaro.
- Già… - disse Lai – E’… Una persona fantastica
‘\\\’.
Proprio in quell’istante Ruka mosse appena la
mano, strizzando le palpebre chiuse.
- Uhg…
- Si sta svegliando!
- Presto, chiama gli altri!
- RAGAZZI! – urlò Oscar, aprendo
di colpo la porta – Ruka si è svegliata!
Appena ebbe pronunciato
quelle parole, tutti si fiondarono nella stanza, Midori in testa, mentre la
rossa apriva lentamente gli occhi.
- Hnm…
- Ciao, Ruka ^-^!
- Eh? – la ragazza spalancò completamente gli
occhi, tirandosi su, tremante.
- Tranquilla, Ru-chan… - le disse Midori – Sei al
sicuro.
- Mi… - l’amica fece un cenno con la testa: sapeva
tutto.
- Ben svegliata ^^!
- Lai…? C-che… che ci fai qui?
- Lui? – disse Mystel, cogliendo l’occasione – E’
rimasto qui tutto il tempo da quando ti ha trovata
assieme a Rei, non se n’è andato un attimo ^^!
- MYSTEL >\\\\< !!!
- Sul serio? – Lai si voltò
a guardarla, rossissimo, ridacchiando come uno scemo:
- Beh, ecco… He, he… ^\\\^’ – “Giuro che questa me
la paghi, Mystel!”.
Ruka lo guardò, sorridendo, poi
chinò la testa cominciando a tremare:
- Ho avuto paura… - senza preavviso, da seduta,
gettò le braccia al collo del cinese, scoppiando in lacrime: era terrorizzata.
Lai, in compenso, era imbarazzatissimo e si voltò
verso Rei, con sguardo eloquente: “E ora cosa faccio?”. L’amico gli rispose con un’occhiata indecifrabile, lo sapeva cosa fare…
Il cinese, deglutendo a vuoto, l’abbracciò
titubante:
- Su, calmati adesso… - la ragazza non accennava a
smettere; Lai si sciolse e strinse un po’ di più – Va tutto bene…
- Ru-chan…
- Mi… E’ stato orribile… Sniff… - disse Ruka,
allontanandosi appena da Lai.
- Lo so, lo so…
- No, invece! Loro… loro hanno una talpa, qui tra
noi!
- Lo so…
- Che?! – disse a bocca
aperta Kiki
- E’ vero, l’ ha detto lo
svitato oggi nel vicolo… - assentì Gao.
- Ecco come hanno fatto a sapere dov’eravamo! –
esclamò Mao
- Chi è, Ruka? – la rossa chinò il capo, triste:
- Non mi crederesti… Ma
lo vista coi miei occhi, non posso sbagliarmi!
- Eh?
- Era Eve… Eve ha fatto
il doppio gioco!
TONK! Che
mazzata, eh? Ok, nn sarò + cattiva, nel cap 25 sarà chiarito TUTTO
TUTTOTUTTO, trenci!
Attendeteeee…
Promessa mantenuta, cn questo chappy capirete tutto, ma TUUUUUTTTO TUTTO
Promessa mantenuta, cn questo
chappy capirete tutto, ma TUUUUUTTTO TUTTO! nn dico
nulla o rovino tutto, al post-cap ^^!!
Cap. 24
- E’ stata… La persona che ha fatto il doppio
gioco… è Eve?! – Ruka annuì tristemente
– Ma è impossibile! – strepitò Midori – Lo sai anche tu! Insomma…
- Lo so benissimo! – disse la rossa, stringendo
con forza le lenzuola – Ma l’ ho vista… mentre ero lì,
imprigionata, ho visto Eve che fissava me e Mao, l’ ho chiamata, ma lei non ha
battuto ciglio e se n’è andata, voltandosi dall’altra parte!
- Non è possibile… - sussurrò l’amica, scioccata,
con un filo di voce. Calò un silenzio impenetrabile.
- Non ci credo…
- Eh?
- Daichi? Cosa…
- NON CI CREDO! Non può essere stata lei! – urlò
il ragazzino, tenendo il capo chino: era arrabbiato e imbarazzato assieme. –
Io… io mi fido di Eveline…
- Daichi, senti, so cosa stai cercando di dirmi,
Eve è anche mia amica, pensaci! Non lo direi se…
- IO SONO SICURO CHE TI SBAGLI >\\\< !! – urlato questo Daichi spalancò la porta e corse via – E te
lo dimostrerò!
- DAICHI!
Ruka e Midori si guardarono, senza sapere ne che fare né che dire.
- Tu… sei sicurissima, vero Ru-chan? – l’amica
annuì.
- Beh, chiediamolo alla diretta interessata. –
disse Mystel
- Eh?
- E’ qui sotto.
- COSA O_O?!? – tutti si
affacciarono alla finestra, scorgendo la piccola sul
marciapiedi, ma quando anche lei li vide cominciò a correre.
- Sta scappando!
- Inseguiamola!
Così Takao, Max, Rei,
Gao, Kiki, Mystel e Kei corsero fuori dalla stanza per raggiungere Eve e attirandosi
l’ennesimo ammonimento di non correre negli ospedali da parte delle infermiere.
*_________
I grossi nuvolosi neri apparsi in
mattinata stavano cominciando il loro lavoro, facendo cadere fitta e veloce
quella pioggerellina fine ma insistente, che si ferma sui
vestiti e penetra ovunque. Ma anche quando fu ormai
zuppa, Eveline non ci fece molto caso: ora la cosa fondamentale era mettere più
distanza possibile tra Takao e gli altri. Si voltò un istante, scorgendoli, e
rigirandosi davanti accelerò il passo, non poteva farsi prendere e dare
spiegazioni, non ancora!
Nella sua corsa, non si accorse di essere arrivata
nei pressi di alcuni capannoni, di quelli usati come
magazzini dai supermercati, e non potè evitare di perdersi tra scatoloni e
casse; sentiva i suoi ex, sì, perché ormai erano sicuramente ex, amici
raggiungerla, cosa avrebbe fatto?
“Accidenti! AH…!”.
All’improvviso si bloccò: davanti a lei, l’unica
persona che avrebbe volentieri fatto a meno di vedere in quel momento, la fissava
ad occhi sbarrati, immobile e ritto sotto la pioggia.
- Ciao… Daichi… - lui non rispose - E… ecco,
scusa, ma io…
- Là dietro… ci sono i ragazzi, vero? Perché… stai scappando?
- Senti, io…
- Allora… aveva ragione Ruka… - sussurrò,
sbigottito – Ci hai presi in giro… - non si muoveva,
continuava a guardarla come se fosse un fantasma.
- No, Daichi, ascolta, io… - ma il ragazzino
sembrava ben intenzionato a non ascoltarla e chinò la testa, senza guardarla.
Eve fissava l’amico, triste, ma sobbalzò appena avvertì le voci di Takao e
degli altri più vicine.
Allora, voltatasi verso Daichi, lo vide alzare in
braccio, verso una piccola viuzza tra le casse:
- Va…
- Come?
- Ho detto va… - la
ragazzina lo fissò grata: “Forse… forse lui mi…”. Ma
quando Daichi alzò lo sguardo, capì che non le avrebbe creduto né in quel
momento né mai:
- Va… via…
Eve, gli occhi lucidi, schizzò allora da quella
parte, senza guardarlo, esattamente come fece Daichi; aveva capito quel gesto,
lui non la stava aiutando: semplicemente, non voleva mai più vedere la sua
faccia. Anche a costo di farla scappare.
Il ragazzino rimase dov’era, senza dir nulla, ma
quando capì che Takao ormai era arrivato si tirò su, correndogli incontro:
- DAICHI! Hai visto Eve?
- Sì… - disse lui, con lo
sguardo a terra – Le ho parlato. Ha ragione Ruka.
- Ehi… - Takao stentava a riconoscerlo, aveva la
voce e lo sguardo di qualcuno che avesse appena ricevuto una coltellata nello
stomaco. E forse, era qualcosa del genere.
- Ma è scappata. – mentì,
senza ancora alzare gli occhi verso il compagno.
- Non importa. – disse Rei sbrigativo,
gettando un’occhiata torva in giro – Torniamo all’ospedale. Forse… adesso ci
capiremo qualcosa.
I ragazzi annuirono e si avviarono, seguiti da un
Daichi stanco e avvilito.
- Ehi, bertuccia… - così dicendo, Takao mosse la
mano per poggiargliela sulla spalla, ma il ragazzino gliela fermò
svogliatamente, senza dire nulla.
Eve intanto, dalla fessura tra due casse, si alzò
per vederli andarsene, riaccoccolandosi poi in terra, con la testa sulle
ginocchia, piangendo:
- Mi dispiace, mi dispiace…
Ruka, Mao… Scusatemi… Daichi…
*____________
Nella stanza di Ruka, tutti aspettavano pazienti
che lei e Midori iniziassero le spiegazioni. Perfino Hitoshi era venuto.
La rossa fissò l’amica, che le rispose con sguardo
eloquente: la prima parte del racconto spettava a lei, Midori non ce l’avrebbe fatta.
- Allora… Comincio? – tutti annuirono.
- Ok… Beh, forse ve l’ ho già detto, ma io sono
orfana e conosco Mi e… Eve, - disse l’ultimo nome sospirando – da anni. Tutte e
tre amiamo il bey.
- E fin qui…
- Mystel! – lui sorrise appena, voleva solo
cercare di allentare la tensione, ma capì che era meglio evitare. Ruka
continuò:
- Vedete, tutte e tre però abbiamo anche un
segreto, ossia eravamo state reclutate a forza in una
società che raccoglieva i ragazzi possessori di Bit-power o dotati di poteri
ESP, gli Psaico.
Scopo della società è classico quanto spaventoso… -
- Dominio del mondo? – disse con amara ironia Takao
- Quasi. Distruzione.
- EH?! – lei annuì:
- Il capo degli Psaico, il signor Kuroi, è
completamente pazzo: ritiene che esista una razza “eletta” di
umani, come coloro che sono dotati di poteri e capacità particolari,
mentre gli esseri umani “comuni” siano una razza inferiore da eliminare.
E ha deciso di cominciare
su piccola scala, addestrando i ragazzi a distruggere la gente
psicologicamente, come fanno Alfa e i suoi. -
- Cavolo!
- Credo che Kuroi progetti un macchinario per
ampliare il raggio d’azione di quest’effetto, e per ciò gli servono i
Bit-power, e qualcuno che li controlli a dovere.
- Qui entriamo in scena noi. – disse amaramente
Midori; l’amica sospirò in assenso:
- Ve lo ripeto, io sono orfana, per
cui quando gli Psaico mi rapirono e mi portarono via, la polizia non si
sforzò più di tanto a cercarmi. Molti, quasi tutti anzi, i ragazzi che sono
negli Psaico sono orfani, perché così il capo non rischia rogne con la legge.
- E tu, Mi…? – chiese Takao, un po’ incerto – Insomma, tu hai tuo padre,
no? – Midori non rispose, stringendosi le ginocchia al petto.
- Quand’era piccola… Mi perse la mamma in un
incidente e non riuscì più a parlare. Così suo papà è partito cercando una cura
e Mi è venuta a vivere in casa della Maestra Mayu, con me e gli altri.
- Quando… quando ci hanno portate
via… - disse Midori, senza guardare gli altri – Lui non c’era, non hanno
avuto problemi. E ora non so dove sia…
- E… Eveline…? – chiese
Daichi, con lo sguardo ancora fisso per terra.
- Lei ce li ha tutti e due,
i genitori, anche se ora non so dove siano perché si sono trasferiti e non
siamo riusciti a rintracciarli. – strinse un po’ il pugno - L’ hanno portata via e rapita, per questo non capisco…
- Beh, ora va avanti.
- Va bene. –
fece, prendendo un bel respiro:
- Negli Psaico c’è una sola regola: diventare
abbastanza forte da farcela. Tutti i ragazzi e i bambini che entrano lì dentro
sono sottoposti a vere e proprie torture fisiche e psichiche, per farli
diventare tutti come Margot o Dexter, anzi, Delta. Si può anche morire…
- Davvero?
- Io l’ ho visto. – disse con il capo chino la
rossa.
- Già… Morire… o diventare duri e spietati, come
Delta, Alfa… O come me. – disse Oscar sconsolato.
- Per te è diverso ^^! Tu hai fatto come me, Mi ed
Eve, ti sei sostenuto assieme e con noi e sei rimasto normale.
- Dici?
- Altrimenti non ti saresti rifiutato di batterti quando ci hai viste, Oscar!
- Puoi anche chiamarmi col mio nome…
- Ma non è… - lui scosse
la testa:
- Credi che mi ricordi il mio vero nome? Ovvio che
no… - sbuffò con un riso amaro – Ora sono solo Omega. – lei lo fissò scotendo
la testa.
- Mamma mia… - sussurrò Boris –
Sembra la copia della Borg…
- Ma, sentite, come mai
ora voi siete fuori di lì? E perché oggi tutti si sono
sentiti male?
- Risposte semplici, purtroppo.
Vedete, noi semplicemente siamo
riuscite a scappare. Ma per mantenere la libertà, siamo
dovute fuggire anche dai luoghi a noi famigliari e abbiamo dovuto
cominciare a viaggiare.
- E grazie alla BBA –
concluse Hitoshi – Questo era tutto facilitato.
- Esatto.
- E… per oggi?
Ruka si voltò, preoccupata, fissando Midori, che
annuì.
- Vedete, spesso lì dentro ci sono alcuni soggetti
più adatti alle loro azioni, come coloro che hanno un
brutto passato: sono ragazzi che possono più facilmente essere manipolati dalle
capacità dei membri scelti degli Psaico.
Per impedire la fuga, si ingannano
questi poveretti con un incontro, dicendo che chi vince avrà la libertà; ma in
realtà vogliono fare in modo che i ragazzi non possano allontanarsi oltre un
raggio di trecento metri.
- M-ma come? E da chi?
- Da chi li fa questo.
Entrambe le ragazze scoprirono rispettivamente il
braccio e la mano sinistra, facendo sobbalzare i presenti: sulla mano, Ruka
aveva quello che sembrava un morso di vipera, mentre Midori tre lunghi graffi,
come il segno di un artiglio, e ambedue gli sfregi assomigliavano a cicatrici,
rosa scuro.
- L’artiglio dello Sciacallo – disse Midori grave –
e le Zanne della Vipera. Ce l’ hanno fatti Alfa e
Gamma, ossia Jean.
- Anche Eve ce l’ ha. – continuò l’amica – Sulla spalla, gliel’ ha fatto Delta: il
Morso della Tarantola.
- Questi cosi sono detti Marchi e sono tutti segni
inferti con bey i cui dischi d’attacco sono stati intinti di una sostanza
speciale.
- COI BEY?!? – esclamò
Hilary; le due ragazze annuirono.
- Non ci credo...
- Hai d-detto una sostanza? – balbettò il Prof –
M-ma quale?
- Si chiama MK-57.
- Questa sostanza agisce fin nel raggio di
trecento metri. Se chi è stato ferito si allontana da chi l’ ha colpito oltre
questo raggio, viene piegato in due dal dolore.
- Infatti, per fuggire
abbiamo dovuto sopportare delle fitte incredibili.
- Ma una volta distanziati
coloro che ti hanno colpito, questo veleno perde efficacia, riattivandosi solo
quando viene stimolato da qualcosa…
- Come i poteri ESP.
- Esattamente Max. E in quel caso funziona anche a
distanza, però solo con un fastidio leggero. Quando questo stimolo, però, è
eccessivo, provoca anche un malessere in tutti coloro
che sono stati affrontati dall’esper che attua questa procedura su una vittima
Marcata.
- Malesseri come brividi e svenimenti?
- Proprio così.
- M-ma non c’è un modo per eliminare questo
veleno?
- No. Resta in circolo solo nella zona colpita e dura
praticamente in eterno, l’unico antidoto lo tiene con
sé Kuroi. – Ruka sospirò, facendo un cenno di diniego.
- E mi sembra evidente
che sia impossibile prenderlo. – disse Kei lapidario.
- Però siamo state delle
stupide… - sussurrò Midori – Avremmo dovuto capirlo, che erano vicini… Sentivo
spesso il braccio farmi male…
- Mi… - Takao la fissò preoccupato, ma non gli
venne in mente nulla da dirle di confortante.
- E adesso… Adesso che si
fa…?
- Dovete aspettare – disse
Hitoshi – Temo che saranno loro a rifarsi vivi, non c’è da preoccuparsi,
purtroppo.
- Purtroppo ha ragione… - disse Ruka, con tono
grave. Scese qualche istante di silenzio.
- Nessuno… - concluse poi Midori, con voce
smorzata – Nessuno può fuggire dagli Psaico.
*___________
Quella sera, a casa di Takao, l’atmosfera era
molto tesa: nessuno parlava né ne aveva voglia.
- Io vado a letto… - disse Daichi dopo un po’.
- Ah, sì… ‘notte. – tutti
fissarono il ragazzino entrare silenziosamente in palestra, senza dire un parola.
- E’ ancora giù… - disse Mao
- Poverino, mi dispiace vederlo così. – aggiunse
Hilary; in fondo, anche se insopportabile, era diventata amica di quella
scimmietta arrogante, le si stringeva il cuore a
vederlo così, sembrava si fosse spento.
- E’ stato un bel colpo per lui. – Takao fissò ancora qualche istante la porta ora chiusa, poi si alzò:
- Dove vai? – gli chiese
Max
- Esco…
In giardino, seduta sul porticato con le gambe
raccolte al petto, c’era Midori. “Come ho potuto essere così scema?! – pensò, furiosa – Dovevo
capirlo, maledizione! E adesso ho coinvolto tutti gli
altri…”.
- Ciao.
- Takao! – sussultò la ragazza, trovandoselo
dietro – Ciao…
- Posso sedermi?
- Uhu…
- Come va?
- Insomma… - disse sorridendo amaramente – Ho
passato momenti migliori.
La ragazza tacque qualche istante:
- Sai, quando l’altra volta ti sei lamentato che tuo
papà è sempre via, mi hai fatto un po’ arrabbiare.
- Uh?
- Il mio papà è una persona meravigliosa, mi ha
sempre coperta d’affetto, anche quando mamma se n’è andata. – parlava senza
guardare l’amico in faccia, con dolcezza e tristezza assieme – E’ successo un
giorno di pioggia, stavamo passeggiando, quando all’improvviso le impalcature
di una casa in ristrutturazione cedettero; mamma mi fece da scudo… -
Takao la guardava senza interromperla.
- Mi è morta accanto, per salvarmi. Papà, anche se
addolorato, cercò di darmi anche tutto l’amore della mamma, ma dopo quel giorno
io non riuscii più a parlare in alcun modo, era proprio il mio corpo, non la mia testa, a non voler far uscire i suoni.
Papà credeva inizialmente che ciò fosse dovuto allo shock e che il frequentare altri bambini
mi avrebbe aiutato, ma nessuno voleva giocare con una che non parlava. Solo Eve
e Ru-chan non la pensavano così; sono sempre state tanto allegre e affettuose e
mi sono rimaste sempre vicine: ero felice di questo, perché a loro volevo molto
bene, ma anche con la loro amicizia non riuscivo proprio a parlare… Così papà,
che è uno studioso, è partito alla ricerca di una cura, lasciandomi a vivere
all’orfanotrofio Omugi. -
Prese un po’ di fiato, sorridendo appena:
- Sai, la cosa che mi univa di più alle ragazze
era senz’altro il bey, per questo sport, che allora era solo puro divertimento,
spendevo ogni energia. Ho ricominciato a parlare proprio mentre lanciavo Draoon, sai? Una volta, al fiume,
sono riuscita a dargli un ordine ^^! Quello stesso
giorno abbiamo ricevuto tutte i nostri Bit.
- Un’amicizia davvero speciale. – a quell’ultima
frase Mi si voltò. “Che idiota! – pensò Takao,
tappandosi la bocca – Dire una cosa del genere dopo quello
che ha fatto Eve!”.
- Purtroppo, - continuò lei, senza aggiungere
niente al commento - il bey sarebbe stato anche la nostra maledizione.
Un giorno che sia io che
le altre eravamo sole, alcuni uomini ci portarono via. Da allora, non ho più
visto papà, se non una volta, quando è tornato dal suo viaggio.
- Quando è tornato?!
- Io ho visto tutta la scena. – Takao la guardò ad occhi spalancati – Fu Alfa a portarmi lì. Per
farmi capire che ormai ero quasi in un altro universo, mi disse.
A papà non potevo parlargli né farmi sentire,
eppure era a meno di trenta metri da me. – si strinse di più le ginocchia –
Ricordo che la maestra Mayu gli parlava con le lacrime agli occhi e anche papà
piangeva. I genitori di Eve non c’erano già più,
perché si erano trasferiti, ma anche chiamandoli papà non risolse niente.
- Ma… scusa, Eve l’altro
giorno è tornata all’orfanotrofio, come mai?
- L’unica nostra conoscente che sa la verità è la
maestra Mayu, ma ha giurato di mantenere il segreto.
- Come?! E perché?
- Per non metterla in pericolo. Se
Kuroi scoprisse che lei sa della nostra fuga e contattasse i nostri genitori,
noi saremmo per sempre libere da lui, ma quell’uomo le farebbe del male. –
sollevò appena gli occhi, triste – Senti… quello che ti dico
è un segreto, non lasciartelo scappare, ok?
- Certo!
- Vedi… i genitori di Ruka… non
sono morti per un incidente, sono stati gli Psaico. – il ragazzo si voltò di scatto, fissandola – L’ ho sentito dire da Alfa.
Ru-chan ha un incredibile potere sui Bit-power, riesce
a governare perfino quelli non suoi.
- SCHERZI?!? – lei scosse la testa
- Perché riesce a comunicare con loro.
Da piccole giocava spesso con Draoon e il Drago Bianco.
- Per questo… la volevano gli Psaico?
- Aha… Senza i suoi, Ruka era una facile preda, ma
doveva ancora migliorare, così è rimasta nell’orfanotrofio circa tre anni,
conoscendo Eve che viveva lì e successivamente me. E
soprattutto, almeno per quei maledetti, ad allenarsi coi bey.
Ogni cosa che gli Psaico fanno
è programmate, precisa e letale. – lo guardò di sottecchi – Lo sai perché Oscar…
Cioè, Omega, è stato punito?
- No…
- Beh, con certezza assoluta non posso dirtelo, ma
sicuramente è stato perché si è rifiutato di affrontarci direttamente.
Takao la guardò senza capire.
- Una volta eravamo amici. Soprattutto Ruka, si
prendeva cura di lui come un fratellino, e Omega le voleva un bene infinito. –
non trattenne un sorrisino appena appena accennato –
Ma un giorno, dopo… - Takao la vide stringere i pugni - Un brutto episodio, ci ha tradite.
Credeva che solo passando dalla loro parte, senza più opporglisi, avremmo avuto tutti salvi la vita. E così lui è diventato l’Oscar che hai conosciuto.
- Ma non abbastanza da
non ricordare l’affetto che provava per voi, vero? – concluse
il ragazzo. Midori annuì.
Calò il silenzio. Il moretto la vide chinare la
testa, cercando invano di trattenere le lacrime:
- Sai io... Volevo…
volevo diventare una brava blader, perché papà mi vedesse alla televisione…
Perché mi trovasse… Non volevamo mettere in pericolo gli altri, l’unico modo
per farci trovare dalle persone care era diventare delle blader della BBA, per
avere una protezione, e spostarci di continuo, anche senza vederci, anche
viaggiando separate, così da non poter essere catturate. Era rischioso, ma di grande successo. -
Io… Mi sarebbe piaciuto, un giorno, vivere tutte
assieme, anche Ruka che è sola… Anche Eve lo voleva, per questo… per questo non
capisco… -
Cominciò a piangere convulsamente, tenendo il viso
sulle ginocchia; Takao le accarezzava intanto la testa, cercando di consolarla.
- Ho… sigh… ho anche
coinvolto voi… - continuò, alzando le guance completamente bagnate.
- Siamo amici, Mi – le
disse lui – Ti aiuteremo ^^! – la ragazza gli sorrise,
continuando a piangere, e gli si appoggiò di nuovo al petto. Stavolta Takao fu
scosso da un brivido:
- Eh… ehm o\\\\o…. – ma,
vedendo che lei sembrava più tranquilla, non l’allontanò, ma le cinse le spalle
con un braccio: stavolta arrossì lei.
- Tranquilla – le disse – gli
sistemeremo noi quei bastardi.
*__________
Sede centrale degli Psaico. Ore 23.00.
- Ben arrivata, Eveline.
- Gamma… - rispose svogliatamente la ragazzina,
con un cenno del capo. – La mia razione, Delta?
- Lì sul tavolo… - il gigante la fissò sbuffando, da quando era rientrata nel gruppo quella mocciosa
assomigliava ad un automa.
- Sei fradicia! – esclamò Gamma, guardandola - Non
dirmi che sei stata sotto la pioggia fin’ora!
- Non sono fatti tuoi.
- Acida la principessa, eh? – disse sarcastica
Margot, seduta sulla poltrona con le gambe su una sedia.
- Lasciami perdere. –
disse la ragazzina, passandole decisa davanti.
- Hai gli occhi gonfi. – disse
la mora, bloccando Eve – Hai pianto?
Eve non rispose, guardando per terra.
- Non è una tragedia, lo sapevi benissimo che prima o poi vi avremmo ritrovato. Non potevate liberarvi di
noi. – disse Delta.
- Non credo abbia pianto per quello. – disse
maliziosa Margot – Ma per questo, vero?
Un dolce CLING risuonò nell’aria, facendo voltare
la ragazzina
- Carino, questo braccialettino, - disse Margot,
facendolo ruotare su un dito – chi te l’ ha regalato? Il tuo ragazzo ^^? Che bimba precoce…
- RIDAMMELO! – urlò Eve, strappandoglielo di mano
– Dove l’ hai preso?!
- Nella tua cameretta, piccolina ^^. – fece sarcastica,
indicando con aria vaga la porta aperta di una sorta di sgabuzzino molto
spazioso - Stavo facendo un giro perché ero annoiata, e ho curiosato un po’. Te
lo sei tolto per non farlo vedere da noi?
La ragazzina la guardò con odio, infilandosi il
bracciale al polso e camminando via a passo deciso, facendo
attenzione a non rovesciare la scodella con la zuppa che aveva su una mano:
- Stai zitta, strega! E non trattarmi come una mocciosa!
- E ora dove vai? – le urlò dietro Gamma – Ehi, parlo con te!
Ma la ragazzina non
diede loro risposta, scendendo con lo sguardo basso le scale che scendevano al
seminterrato. “Che stupida – pensò, stringendosi il
polso – Avrei dovuto tenerlo sempre addosso, anche a rischio che lo vedessero.
Ho rischiato che quella schifosa me lo rubasse. Però…
- tirò un po’ giù una manica, fissando l’oggettino argentato – Io…”.
Solo allora Eve si accorse di essere arrivata: la grande porta grigia e fredda delle celle era davanti a lei.
In silenzio l’aprì, affacciandosi su un lungo corridoio buio e umido,
illuminato da fredde luci al neon; lungo tutto il passaggio, tante stanze non
illuminate, chiuse da sbarre. La ragazzina scrutò attentamente dentro la prima,
leggermente diversa dalle altre perché completa di
arredo e stufetta:
- Presidente Daitenji?
- Uhm? – l’anziano signore, avvolto in una
coperta, la guardò stanco, ma sorridendole – Oh, Eveline!
- Tenga… - rispose Eve, porgendoli quello che sembrava
un panino – Sono certa che sarà più buono di quello che le
danno qui… Mi scusi se è un po’ zuppo, ma ha cominciato a diluviare…
- Ti ringrazio…
- Presidente…
- Sì?
- Ecco… si ricorda di quello che le ho chiesto, vero? – l’uomo la guardò con preoccupazione:
- Certo, ma ne sei proprio sicura?
- Presidente, per colpa mia una mia cara amica è
rimasta ferita, e per le persone con cui adesso devo lavorare
lei è qui: mi sembra che l’allontanamento a vita dal mondo del bey sia una pena
sufficiente.
- Capisco quello che vuoi dirmi, ma io so che…
Insomma, l’espulsione dalla BBA…
- Non si preoccupi – disse
sorridendo amara. – Va bene così. Ora si riposi.
Senza altri indugi, Eve passò davanti a tutte le
celle, fermandosi solo quando fu finalmente di fronte
all’ultima sulla destra, davanti alla quale si accostò, in ginocchio:
- Danny… - nella cella, una piccola figura
rannicchiata si mosse sentendosi chiamare – Danny… Sei sveglio?
- Sorellina… Sei tu sorellina?!
– la ragazza sorrise
- SORELLINA! Sei venuta!!
– esclamò qualcuno, avvicinandosi alle sbarre: era un bambino di sì e no otto
anni, dai capelli neri e il viso simile a quello di Eve,
ma con gli occhi neri invece che azzurri come lei.
- Certo che sono venuta ^-^! E
guarda cos’ ho: una buona scodella di zuppa!
- UAO! Ma non sarà mica
la tua cena?
- Solo un po’ ^^.
- Ma…
- Ehi, tranquillo! Tu hai
bisogno di pasti caldi, io non patisco certo la fame! Come stai?
- Abbast… Cioè, benissimo
^^! – la sorella lo guardò un po’ preoccupata:
- Sicuro?
- Beh… ‘\\\’ ecco, in
realtà qui sotto fa un po’ freddo… - la ragazzina tirò un sospiro di sollievo:
non era stato colpito dalla Mesa De L’incubo di Alfa.
- Sorellina…
- Uhm?
- Ma tu hai pianto? Mi
sembri triste… - Eve lo guardò con gli occhi lucidi
- … Sì, Danny, sono un po’ triste…
- Perché?
- … Non importa…
- Sorellina…
- Sì?
- Ce la farai da sola?
- Certo ^^! Stai tranquillo, usciremo di qui tutti e due, e torneremo da mamma e papà!
- Sì XD! – l Eve gli
accarezzò la testa, baciandogli la fronte tra le sbarre, per poi avviarsi
fuori.
Salì nuovamente le scale, ma stavolta non riuscì a
controllarsi e scoppiò a piangere silenziosamente.
- Che ti succede? – disse
Alfa, apparendo sulla cima delle scale. Lei lo squadrò con odio:
- Sei un dannato bugiardo, avevi detto che Danny sarebbe stato bene!
- E non sta bene?
- Scherzi?! Ancora un po’ la sotto e si prenderà
una polmonite!
- Quanto sei rumorosa…
- E le ragazze?! MI AVEVI
DETTO CHE VI SERVIVANO SOLO I BIT-POWER A QUESTO
PUNTO! CHE NON LE AVRESTE FATTO DEL MALE! – lui, per
farla tacere, l’afferrò per un braccio, tirandola via dalle scale e
scagliandola per terra dietro di sé:
- Ti ho detto che sei
rumorosa! Quindi taci! – Eve si tirò faticosamente su,
fulminandolo con uno sguardo – I piani cambiano e il
nostro ha imposto che dessimo un segno radicale del nostro arrivo alle
mocciose.
Senza aggiungere altro il ragazzo se ne andò, lasciandola lì, ed entrando nell’ufficio di Kuroi.
Eve, asciugandosi la faccia, si alzò pian piano, ma si fermò sentendo quello
che stavano dicendo nella stanza:
- Va tutto come progettavamo, capo.
- Eccellente, Alfa. Preparati, perché la sfida
finale di quell’assurdo torneo ci sarà tra una
settimana, e voglio che sia tutto pronto.
- Certo!
- A proposito, avete preparato l’accoglienza per
loro, giusto?
- Ovviamente. Lo stadio è stato predisposto perché
nessuno possa uscire fino alla fine dello scontro. E, ovviamente, coloro che non rientrano nella fascia di resistenza al
nostro progetto saranno eliminati al solo essere investiti dalle onde che
emetteranno i nostri Bit.
Eve sussultò, cominciando a tremare: quei pazzi
volevano eliminare tutti gli spettatori!
- Hai fatto in modo che però sopravvivano
tutti i blader della lista, vero?
- Sì.
- Non possiamo rischiare di perderli. Quelli e i
loro preziosi Bit ci sono indispensabili.
Eve aveva sentito abbastanza; nel panico più
totale, scappò via, cercando di impedire alla paura di farle perdere del tutto la lucidità: cosa fare, ora? Da chi poteva andare,
chi poteva aiutarla? Certo non i ragazzi, nessuno le
avrebbe dato fiducia, e le ragazze non avrebbe neppure
potuto guardarle in faccia. Si mise le mani sul viso, cercando un’idea, finchè
non sentì nuovamente il suo braccialetto tintinnare e levò la manica,
fissandolo:
- Questo… E’… per me o\\o?
- M-mi hanno detto che…
oggi è il tuo compleanno >\\\\< …
- Mi sembri triste sorellina…
-Ce la farai da sola?
La ragazzina lo strinse forte, aveva
deciso; con fare risoluto si avviò alla sua stanza, pronta per quella
che sarebbe stata, se qualcosa andava male, la sua ultima avventura.
Visto? Si è capito tutto ^^
(‘Nzomma… ndPersonaggi – Invece sì, disgraziati! A
CUCCIA! NdRia - … Cattiva… T___T). e ovviamente Eve è
ok, pensavate che avrei mai potuto mettere cattiva la girl di Daichi ^^? (Ma che #]è°*éà+*òèp+èSpari??? >\\\\\\\< ???!!
ndDaichi – Hu, hu... X-)
Capitolo 26 *** Cap.25: Scontro al parco (a second change) ***
Oggi bell’aggiornamento grande grande, sn troppo brava ^___^
Oggi bell’aggiornamento grande grande, sn troppo brava
^___^!! (Se, come no…).
1 besios a: Fire Angel (noo, avrei
mai potuto fare davvero una cattiveria del genere? Povero Daichi ^^ - Me la
meni ancora un po’ ò la pianti?! >\\\<), super gaia
(no pro! Grazie di seguirmi sempre ^^), Kaho-chan (UAAAAAH, quanti comply
^\\\\\^!!! <- brodo di giuggiole) e a tutte le raga
del forum BBSpirit, siete mega!!!
Cap. 25
- Sì, ormai le sue condizioni sono stabili, quindi
potete anche riportarla a casa.
- Sul serio?! Ah, è una
notizia fantastica!
- Ma ricordatevi che ha
bisogno d’assoluto riposo.
- Senz’altro ^^!
- Ehi, Ruka? – bussando, Lai entrò
nella stanza della ragazza, che sedeva sul lettino con sguardo annoiato
- Ciao Lai ^^! Sei venuto a trovarmi?
- Quasi… hanno detto che
posso portarti via.
- DAVVERO *___*?! –
esclamò lei, con gli occhi lucidi – Ah, è fantastico,
mi stavo annoiando a morte ^-^!
- Annoiando? Ma sei qui
solo da ieri…
- E allora? Sono una tipa
attiva, io! – lui la fissò facendo una smorfia:
- Di sicuro esagitata…
(gocciolone).
- Come va? – chiese Lai, mentre i due camminavano
verso casa
- Meglio… In tutti i sensi.
- Anche per quanto
riguarda Eve? – lei annuì.
- Senti… - gli chiese all’improvviso
- Uhm?
- Ma… come mai sei venuto
a prendermi tu? – il ragazzo arrossì un poco, voltandosi dall’altra parte:
- Beh, così… Non c’è un motivo particolare… -\\\\-- lei non disse
niente, ma sorrise di cuore e gli agguantò un braccio:
- E-EHI! CHE FAI @\\\@??!?!
- Mi appoggio, non devo
sforzarmi ^\\^!
- Ma piantala! Staccati,
dai >\\\\< !!
- Perché, ti da fastidio?
– gli chiese lei con tono indagatore
- Ecco… ‘\\\\\’
- ^____^!!
- E non fare quella faccia >\\\\\< !!!
- Che faccia?
- Quella lì…
- Quale ^_____^ ?
- Lascia perdere… - disse
un po’ rassegnato. Ruka ridacchiò, capendo d’averla spuntata.
*__________
Nel cortile, Takao e Kei si stavano sfidando da
quella mattina all’alba; era stato il moretto a chiedere all’amico una sfida
senza limiti di tempo per sfogarsi: era decisamente
furioso.
- E’ da stamattina presto che vanno avanti così… -
disse Max
- Credo che Takao sia preoccupato. – disse Rei
- Preoccupato?
- Uhu… Soprattutto per Midori… - i ragazzi si
voltarono, fissando la ragazza che, con sguardo vuoto, rigirava tra le mani
Draoon – Ha parlato giusto con Ruka quando è arrivata,
ma poi sembra che abbia preferito essere lasciata sola.
- Certo che sembra incredibile – disse Mariam, che
era venuta a trovarli – Tutta questa storia ha ancora
meno senso delle azioni che compiva lo Psico Team…
- Hmh…
- Senti, Max… - chiese poi sottovoce la ragazza – Non è che… avrete dei problemi, vero?
- In che senso?
- Non ti caccerai nei guai, vero?
- Ti stai preoccupando per me ^-^?
- Chiedo scusa, sai >\\\<
!
- Ecco, ti sei arrabbiata… Come al
solito t’infiammi per niente ^^.
- Ma allora lo fai
apposta! – lui sorrise e Mariam si voltò, innervosita – Sei
irrecuperabile!
- Sei incredibile, però, Ruka, come hai fatto a
riprenderti dopo neanche un giorno? – chiese Kiki alla ragazza.
- He, he, guarda che io sono molto più forte di
quello che sembro ^-^!
- Scommetto che sei più forte di Gao!
- Beh, facciamo una prova!
- Guarda che ti fai male, piccola. – le rispose il
gigante
- Aspetta a dirlo… TIE ’! – e
tirò per gioco un pugno al cinese, che rise parandoglielo facilmente:
- Che schiappa…
- Solo perché sono stata buona! Voglio la
rivincita!
I tre ridevano tranquillamente, sotto lo sguardo
vigile di Lai e Mistel.
- Sembra che stia bene, adesso… - disse il biondino
con un sorriso
- Non credo. – rispose con tono preoccupato
l’amico – Credo… credo sia solo un suo modo per affrontare la tristezza: invece
di abbattersi, cerca di divertirsi con chi le sta vicino.
– Mistel lo fissò, non erano
da Lai discorsi così profondi! – Almeno io la penso così…
- Forse hai ragione. Però
– sorrise malizioso – l’ hai osservata davvero bene…
- Che vuoi dire ‘\\\’? –
chiese Lai, che però aveva capito benissimo l’allusione
- Dico che se continui a
fissarla così, ti verrà il torcicollo… ^^
- Io non fisso nessuno, chiaro >\\< ?!
- Sì, come no… Ma non c’è problema, è la tua
ragazza, mica la mia.
- MISTEL >\\\\< !!!
Ritira subito la cavolata che hai detto, o le buschi!!
Intanto, Takao e Kei continuavano:
- VAI, DRAGOON!
- DRANZER!
I due bey, lanciati a tutta forza, si scontrarono
violentemente, andando poi a sbattere rispettivamente contro una
delle colonne del porticato e contro una pietra.
- Per oggi basta così. – disse Kei monosillabico,
raccogliendo il bey
- Scherzi?!… Hanf… -
disse Takao, senza fiato – Forza, riprendiamo!
- Ho detto di no.
- Ma perché?! Avanti!
- Non sei nelle condizioni di gareggiare, oggi.
- COSA?! Kei, smettila di
dire cretinate e ricarica Dranzer!
- Smettila tu! – esclamò
Hitoshi, arrivando nel giardino – Kei ha ragione, oggi sei completamente
sfasato. Stai cercando di spingere Dragoon al massimo, ma non sei concentrato e
sprechi inutilmente energie.
Takao digrignò i denti, stringendo con rabbia il
bey, e si avviò a grandi falcate dentro casa, giusto per non mandare a quel
paese il fratello.
- E’ teso come una corda di violino. – constatò
impassibile Kei.
- Già…
- Piuttosto, non manca qualcuno? – chiese Rei
guardandosi attorno.
- Giusto… Ehi, qualcuno ha visto Daichi?
*___________
Il parco era molto tranquillo, quella
mattina, il clima ideale per allenarsi, ma lui non aveva la minima
voglia di farlo; con un sospiro, Daichi estrasse GaiaDragoon dalla tasca,
fissando lo stemma del Drago Dorato, sperando che potesse aiutarlo a sbrigliare
la massa di sentimenti che aveva in testa: era arrabbiato, certo, ma anche
deluso e, soprattutto, si sentiva molto triste, talmente triste che gli
sembrava di avere un masso che gli schiacciava il petto e il cuore; aumentò la
stretta sul bey “Sì, come se il mio Drago potesse aiutarmi, ora!”. Con un gesto
di stizza tirò un calcio ad una pietruzza, seguendo poi con grande interesse il
suo tragitto in mezzo al viale del parco.
Fu proprio lì, da quella pietra, che comparve
fulmineo un piccolo bey color blu elettrico scuro e argento.
“Ma quello…”. La trottola
ronzò qualche istante fissa davanti a lui, poi schizzò
tra alcuni cespugli e infine tornò indietro, ripetendo l’operazione un paio di
volte: lo stava invitando a seguirlo?
L’espressione di Daichi si corrucciò, ma il
ragazzino si alzò lo stesso e seguì il bey, stringendo nel pugno GaiaDragoon.
Corse per qualche minuto dietro la trottolina,
sbucando poi in un piccolo spiazzo appartato: lì, in piedi, c’era lei.
- Eveline… - disse, quasi facesse una
constatazione amara; lei stiracchiò quello che avrebbe dovuto essere un sorriso
di pace, con scarsi risultati.
- Ciao… - fece per richiamare il bey, ma Daichi la fermò con un gesto:
- Che cosa vuoi?
- Daichi, ascolta, se sono qui è solo per
parlarti, non voglio…
- E chi ti dice che io
voglia ascoltarti?! – disse lui con rabbia – Ieri ti ho lasciata
andare, ma visto che sei qui sfidami, avanti!
- Aspetta, io non voglio
duellare con te! – esclamò agitata, ma lui era furioso e non l’ascoltava:
- VAI, GAIADRAGOON! – il bey viola scattò subito
all’attacco, colpendo l’avversario con forza, ma Eve non rispose e allontanò
Falcon, evitando lo scontro:
- Perché scappi?!
- E tu perché non vuoi ascoltarmi?! – GaiaDragoon, intanto, continuava a tallonare il bey
d’Eve, che tentava invano di evitarlo.
- Ci hai ingannati… -
disse lui, con tono sempre più alto – Hai finto d’essere nostra amica! Hai
preso in giro sia Ruka sia Midori! Hai lasciato che
ferissero Ruka! – GaiaDragoon cominciò a risplendere all’altezza dello stemma –
PERCHE ’ DOVREI ASCOLTARTI?!?
- Insomma, fermati! – sbraitò la
ragazzina, cercando stavolta di bloccare l’attacco – Ti prego! – ma era inutile:
- GAIADRAGOOON!
- Accidenti! – il Bit del Drago Dorato cominciò a brillare minaccioso sulla testa della ragazza, pronto a
colpire – Rispondi, FALCO!
Per la prima volta Eve fu costretta a richiamare
il suo Bit-power, così il Drago Dorato si trovò a fronteggiare uno stupendo
falchetto grigio scuro, con la punta delle ali argentata.(*)
- Panf… Ti sei decisa… - disse con un ghignetto il
ragazzino; ormai aveva il fiatone.
- Non mi sembra avessi
molta scelta… - disse amaramente lei - Daichi, per favore…
- STA ZITTA! – urlò lui, chinando il capo e
indifferente al tono supplichevole di lei – Non voglio
ascoltare una traditrice!
I bey continuarono la loro lotta, mentre Eve li
guardava ormai quasi disperata: non sapeva più cosa fare…
- Io… - sussurrò ad un certo punto Daichi, col
capo chino – Non volevo credere che ci avessi ingannati,
finora… Non ho voluto crederci finchè non ti ho vista scappare dagli altri… -
aveva un tono pieno d’amarezza – Tzs, che idiota…
- Daichi…
- Non volevo crederci, perché mi piacevi… ‘\\\\’ – lo disse col viso rosso e gli occhi lucidi, gli
veniva da piangere dalla rabbia.
- EH o\\\\o?!
- Credevo che fossi una persona speciale… ‘\\\’ – continuò lui, urlando – PER QUESTO NON POSSO PERDONARTI
D’AVERCI INGANNATO >\\\\\\< !!!!!!!!
Stavolta GaiaDragoon sembrò pronto a distruggere
l’avversario: si scagliò contro Falcon con assurda ferocia, ma quello non lo
schivò, né tentò di contrastarlo, rimanendo semplicemente immobile e ricevendo
il colpo in pieno.
- Cosa? – Eve non
parlava; Daichi, arrabbiato più che mai, riprese l’attacco,
ma Falcon non reagiva.
- E adesso che ti prende?!
- Ho detto… che non combatterò contro di te…
- Eh? – la ragazzina sollevò la testa e Daichi
sussultò: piangeva.
- NON COMBATTERO ‘ CONTRO UN AMICO! – stavolta
GaiaDragoon si fermò a pochi centimetri da Falcon, senza concludere
l’attacco.
- Per favore… - mormorò Eve con un filo di voce,
si sentiva così in colpa! – Voglio solo che m’ascolti…
- Ma bene… - disse una
voce alle loro spalle – Guarda dov’era finita la principessa…
Eve sbiancò, fissando il punto da dove proveniva
la voce; si voltò anche Daichi.
- Sei venuta a fare la
spiona, piccina?
- D-Delta…
- E tu che vuoi? – gli
disse minaccioso Daichi
- Toh, la scimmia (Gliela menano tutti, povero…
^__^”” ndRia).
- Che hai detto?!?
- Ma ora non sono qui per
te… Uhm? – l’occhio li cadde sulle trottole, che ronzavano ancora per terra – Ma forse mi sbaglio, principessa, e sei venuta qui
per sfidare una di queste schiappe? - la ragazzina cercò di folgorarlo con
sguardo risoluto, nonostante singhiozzasse appena; Delta sospirò – A quanto
pare no…
Il gigante fissò lo sguardo verso la ragazzina,
che sussultò spaventata:
- Quando i bambini disubbidiscono, vanno puniti… ^^
Una fitta lacerante colpì Eve alla spalla destra,
che se la strinse gridando:
- EVELINE!
- GHIAAAAAHH!!!
- Piccola stupida, credevi che non ti avessimo visto ad origliare dall’ufficio del capo, ieri? – Delta la
fissò più deciso e il dolore aumentò, Eve era praticamente
sdraiata per terra – Ti farò così male che come minimo non riuscirai a
rialzarti per un mese…
- GAIADRAGOON! – il bey, senza preavviso, colpì
Delta sopra la testa, facendolo barcollare; contemporaneamente, Eve smise di urlare, calmandosi pian piano:
- Se non vuoi che cominci
a riempirti di pugni, sparisci! – sbraitò il rossino a pugni serrati.
- E provaci! – urlò
Delta, lanciandosi verso Daichi – Moccioso!
- Con piacere! – rapido, il ragazzino colpì il
gigante in pieno viso con tutta la forza che aveva, facendolo finire per terra.
Delta si rialzò quasi subito, dolorante, sputando sangue dalla bocca.
- SPARISCI!
- Maledetto marmocchio…! – ringhiò quello, non si
aspettava che quel moccioso fosse tanto forte (ma se è un piccolo tartan! ndRia) - Me la pagherai, bastardo! - e
così dicendo, deciso che se avesse seriamente malmenato il ragazzino avrebbe solo
sollevato l’ennesimo polverone, si dileguò.
Con uno sbuffo soddisfatto, Daichi si avvicinò ad
Eve, il viso ancora un po’ corrucciato, e le s’inginocchiò vicino:
- Come va? – la ragazzina alzò la testa, tremante,
gli occhi pieni di lacrime:
- Daichi… sniff… - con le forze che le restavano
si aggrappò alla maglietta del ragazzino, che avvampò vistosamente,
e scoppiò in singhiozzi incontrollati – Per favore… devi aiutarmi, per favore…
Scusatemi, scusami…
Il ragazzino cercò di riprendersi, prese un bel
respiro e le mise le mani sulle spalle, allontanandola quanto bastava per
guardarla in faccia:
- O-ora calmati. Che cosa
dovevi dirmi? – si pentì un po’ del suo atteggiamento di
prima, ora le sembrava così fragile e triste…
- Mi spiace, mi dispiace… Ma
quelli… sob… Hanno preso Danny, io… - Eve lasciò andare la presa, poggiando le
palme per terra: ora che era scoppiata, sembrava non riuscire più a fermarsi. Il
ragazzino restò in silenzio per un po’, guardandola.
“Eveline…”.
Si portò un istante la mano al petto, che aveva
smesso di dolergli e in cui ora sentiva il cuore battergli martellante.
Perché… in realtà…
- ………… \\\\\\\
Intanto la morettina continuava a starsene a terra.
- Vieni. – le disse gentilmente Daichi, porgendole
la mano – Hai… hai qualcosa da dire anche agli altri, vero?
- Vuoi… vuoi che venga
con te? – lui non disse niente, continuò a restare con
la mano tesa e lo sguardo volto di lato, rosso in viso. Eve non ci fece caso, ma era felice che l’amico si fidasse ancora; un
po’ titubante, gli afferrò la mano e si tirò su.
- Andiamo. – avviandosi, Daichi fece per lasciarle
la mano, ma Eve tenne salda la stretta, facendo
arrossire non poco il ragazzino, che aumentò il passo: “Caolocavolocavolo…
>\\\\\< ”.
*__________
- Daichi, finalmente! – esclamò Rei vedendolo; ma
si bloccò. – Ah!
- Ma dov’eri… UHM?
Tutti fissarono il ragazzino, vedendo sbucare alle
sue spalle la piccola Eve.
- E lei che ci fa qui? –
disse Takao sprezzante
- Credo che abbia qualcosa da dirvi. – lo fermò
subito il ragazzino.
- Eve…
- Midori… Ruka… - la ragazzina fissò le due
ragazze, che la guardavano con rabbia e al contempo con apprensione – M-mi… mi
dispiace… Io… Io sono dovuta tornare con loro… M-ma non sapevo, non credevo… Mi
avevano assicurato che non vi avrebbero fatto niente…
- Perché… - le disse
sottovoce Midori, avvicinandosi – Perché l’ hai fatto?
Eveline stava per scoppiare a piangere di nuovo:
- Danny… Hanno preso Daniel…
- Daniel?! – sussultò Ruka, andandole di fronte;
tutti fissarono stupiti le tre – Tuo fratello minore?!Ma non sa neppure sollevare un caricatore!
- Come ricatto. – disse Kei, con un’intuizione
fredda ed immediata – Hanno usato il fratellino per costringere Eveline a stare
dalla loro parte. – la guardò con un velo di comprensione – E’
giusto?
La ragazzina annuì, asciugandosi invano le
lacrime; tutti la osservavano:
- Scusatemi, scusatemi…
Un sonoro schiaffo risuonò nell’aria:
Eveline si tenne con una mano la guancia, mentre Midori riabbassava lentamente
l’arto:
- Una cosa del genere… - disse lentamente –
avresti dovuto dircela subito. – poi le sorrise –
Siamo amiche, no?
- Eh?
- Ma certo, Eve-chan ^-^!
– esclamò Ruka, poggiandole una mano sulla testa – Sempre e comunque
^-^! – la ragazzina scoppiò a piangere a dirotto, abbracciandole:
- Scusatemi… ragazze, scusatemi… Tutti, mi dispiace…
Takao fissò un po’ accigliato la scena,
rilassandosi solo quando vide lo sguardo di Midori:
sembrava appena più sereno…
- Però il problema
rimane… - disse Eve alla fine - Mio fratello è ancora lì dentro imprigionato,
quelli ci cercano ancora…
- E allora, dove sta il
problema? – disse il capitano, il buon umore in parte recuperato, facendole
l’occhiolino – Sono sicuro che riusciremo a risolvere
tutto!
- Sono d’accordo ^-^! – esclamò Midori sorridendo
- Massì! – disse Daichi – Vedrai,
faremo una strage! – Eve gli sorrise e lui arrossì di
nuovo, provocando le risatine di Kiki e gli altri.
- Che avete da ridere >\\\\< ?!
- Noi? Niente…
- FINITELA, allora!
- Su, non arrabbiarti scimmietta ^^!
- Chi sarebbe la scimmietta, OCHETTA?! – tutti fissarono Hilary abbastanza terrorizzati:
- Che hai detto *____*?!
- O-c-h-e-t-t-a! che sei
pure sorda, ora? – in risposta, la ragazza afferrò un
pezzo di legno (Mistero da dove fosse spuntato ndRei… - Eh, i prodigi
dell’essere autrici! Nda - … -_-“)
- VIENI, QUI, CHE TI DISTRUGGO!!
- AIUT…! – tutti ridevano di cuore: forse le cose
si potevano aggiustare davvero…
- FERMATIII!!!
(*) Nota: il Bit di Eveline non è un Falcone, o falco pellegrino
(quindi bello grosso) come quello di Boris, anche se nelle mie fan-art lo
sembra ^^””: per rendere l’idea immaginatevi un falco molto molto piccolo, poco
+ grosso di un gattino cuccioletto – non di 2 gg, di un paio di settimane XP -
(per la cronaca mi sn ispirata alla specie del Falco della Regina – ma che bel
nome che ha XD!!). anche per Ruka, qualcuno me l’ha
fatto notare, NN E’ lo stesso Bit che appare nella 2° serie a quello dello
Psico Team n. 1: quella volpe creava illusioni col vento; n. 2: accidenti, tra
GaiaDragoon e Dragoon ho perso il conto dei Draghi che ci sn, non possono
esserci anche 2 volpi?! Tra l’altro gli elementi sn diversi! – scusate lo sfogo
ma certi commy – nn qui, ma su un altro sito – nn mi sn piaciuti…
Chappy triste, tristissimo… ç__ç Mi sorprende che sia riuscita a
scrivere una tale depressività (<- ossia
Chappy triste, tristissimo… ç__ç Mi sorprende che sia riuscita a scrivere una tale depressività (<- ossia?!
O.-“ ndKei) senza inondare la tastiera…
Cap. 26
- Certo che questa storia ha dell’incredibile… -
disse Michael
- Già. – sospirò Emily – Un’organizzazione di
pazzi scatenati con poteri paranormali, il presidente Daitenji rapito…
- E ora quelli vorrebbero
eliminare tutti quelli presenti allo stadio tranne noi? – chiese Dunga, un po’
scettico.
- Sì… - annuì timidamente Eve.
Scese il silenzio. Ognuno cercava di riflettere,
ma quello che avevano sentito era troppo assurdo. Perfino Takao taceva ormai da
ore, dopo lo slancio di buon umore per il ritorno di Eve,
e ora se ne stava seduto a gambe incrociate sul portico, rivolto al giardino.
Quando la sera prima il Professore si era messo di
buona lena a contattare tutti i membri della BBA, Omega e i
Saint Shield, raccomandandogli di riunirsi da Takao in segreto, nessuno
poteva immaginare le notizie che avrebbe ricevuto.
- Ma perché
risparmierebbero solo noi? – chiese Ralph.
- Per non disperdere i Bit. – rispose Ozuma – Quando i Bit-power che possediamo sono stati
rinchiusi per la prima volta in un oggetto, sono riusciti ad uscire solo grazie
all’intervento esterno dei loro possessori.
- Ma se per caso ora ci
accadesse qualcosa – continuò Mariam – loro fuggirebbero dai bey e si
disperderebbero, risultando imprendibili.
- Scherzi?! – esclamò Raul tutto d’un fiato. Ozuma scosse la testa.
- Quindi… E’ questo il
motivo? – Ozuma fissò il capitano dei Majesty: non ne era
certo neppure lui.
- Ora… cosa pensate di fare? – chiese Rick.
- Io vado a cercare Alfa – disse
Takao, senza voltarsi.
- COSA?! – esclamò
Andrew, alzandosi – Per caso ti è partito quel poco cervello che ti restava?!
- Voglio proporli una condizione per la finale. Se
vinciamo lascia andare per sempre le ragazze e il fratellino di
Eve. - Midori mutò all’improvviso espressione:
- Sfidarlo?…
-
Io vado a sfidarlo, così ce ne liberemo una volta per tutte!
“No…”.
- Vorresti sfidarlo così?!
– disse preoccupato K
- Ma scherzi?! Non puoi
mettere in gioco le loro vite con una sfida! – disse
Julia scandalizzata
- Non è cattiva come idea…
- KEI!
- Ascolta, Hi, so bene che è rischioso, ma so anche che non è impossibile.
- Forse ha ragione… - disse Moses – E magari
potremmo aiutarvi.
- Sarebbe grande! – disse Takao, tirandosi su – Come è già successo! Col vostro aiuto faremo faville! (Chi nn se lo ricorda vada a vedere gli episodi prima degli
scontri con la BEGA nda).
- Se proprio dobbiamo… -
disse Yuri con tono piatto, un lieve sorrisetto ad increspargli le labbra.
- No… - un sussurro di Midori interruppe l’aria
allegra che si stava diffondendo
- Come?
- Non dovete… - sollevò di scatto la testa,
arrabbiata – NON DEVI ASSOLUTAMENTE SFIDARLO!
- Ma cosa dici?!
- Io… Vi ringrazio davvero, tutti, per l’aiuto che
ci state dando, ma questo è troppo! – la ragazza si alzò,
correndo via – Non immischiatevi più di così!
- MI!
ASPETTA! – ma lei era già fuori dal giardino.
- Ma che le è preso così di botto?! – disse Takao – Accidenti anche a lei!
Ruka non disse niente, ma assunse un’espressione
triste.
- FORZA GAIADRAGOON!!!
- WOLBORG!
Tutti si stavano allenando: il cozzare e ronzare
dei bey riempiva completamente l’aria attorno al giardino
di casa Kinomiya, assieme al ticchettare sulla tastiera del PC del Prof.
- Cosa stai facendo? –
gli chiese Jessi incuriosito
- Le analisi di Galtales e Falcon; voglio vedere
se c’è qualche pezzo che potrò riutilizzare per il nuovo modello, ma temo che
dovrò ricostruirli da capo come per Dragoon Metal
Storm e gli altri…
- Vuoi costruirci dei nuovi bey, Prof? – chiese
interessata Ruka. K fece un sorriso orgoglioso:
- Sì. Se l’incontro non verrà
stabilito troppo presto, potrei riuscire a darvi i nuovi bey in tempo.
- Sarebbe fantastico ^^! – disse Eve tutta
contenta.
- Scusa, posso farti una domanda? – le chiese Kiki
ad un certo punto – Ieri sei andata da Daichi per
convincerlo ad ascoltarti, vero?
- Aha…
- Mi sono informato… Ma, per curiosità, mentre vi affrontavate
cosa ti ha detto per convincerti a smettere di lottare?
La domanda fu seguita da un sonoro sputo d’acqua
da parte di Daichi, che ascoltando il discorso era stato colto alla sprovvista,
proprio mentre beveva dalla bottiglia dell’acqua.
- Ehi, Daichi, tutto ok (gocciolone)?
- Sì, Max… coff, coff… - “Ma che cavolo di domande
le fai, Kiki -\\\\\-?!”.
- Eh… perché me lo chiedi ‘\\\\\’?
- Così… Vabbè, lascia stare, è che mi sto annoiando!
- Allora – disse Lai un po’ scocciato – vieni qui e aiutaci a tenere a bada Rei!
- Cos’è, non riesci a
battermi da solo? – disse un po’ maligno l’amico
- Fai lo spiritoso?!(Xò è la verità. Nda – Infierisci, infierisci pure… -___-“ ndLai).
Il piccolo cinese (Ehi! >_<* ndKiki) corse subito dall’amico, mentre Daichi, facendo
finta di niente, ringraziava il cielo della risposta vaga di Eve: ma perché
accidenti aveva parlato, il giorno prima?!
- Tu… mi piacevi…
Una cretinata più grossa non poteva
farla, ora era terrorizzato ogni qualvolta la ragazzina apriva bocca. Che poi quel passato, “piacevi”, non era granchè esatto…
Fissò per terra con aria assorta, mordicchiandosi il labbro.
In
realtà… Io…
Non
ho mai smesso di volerti bene…
Non
hai mai smesso di piacermi…
Per
questo stavo male, mi sentivo così idiota!
Però… Adesso io…
- Che hai, moccioso? –
chiese Yuri tranquillo
- Eh?
- Sembra che ti abbiano preso a schiaffi, hai le
guance come due pomodori…
- NON E’ VERO >\\\\\< !!!!
- Ehi, Daichi! – disse in quel
momento Eve – Mi passi la bottiglia, per favore?
Allungandogliela, il ragazzino sfiorò per sbaglio
la mano della ragazzina, passando da un colorito rosso ad uno violaceo.
- Grazie ^^. – disse, senza vedere niente (Al
solito… ndRia – E’ un poco ottusa ^-^” ndMax – Nooooo!
Un’impressione! NdTutti) e si allontanò tranquilla, mentre Daichi portava
all’istante le mani dietro la schiena e Yuri tratteneva un risolino:
- C-che ha-hai da r-ridere >\\\< ?!
- Niente… Senti un po’ ti sei già dichiarato o
aspetti il giorno del giudizio?
- COSA CAVOLO DICI
>\\\\\\\\\\\< !????!!!?!!!??!!!
- Come “cosa”, guarda che è evidente…
- Ma che?! Un tubo, non
sparare cavolate >\\\\< !!!
- Stai urlando…
Il ragazzino digrignò i denti, imbarazzato,
mollando letteralmente lì il russo, che se la rideva sotto i baffi.
- Takao, tutto ok?
- No, Ruka. – rispose accigliato il moretto
- Che hai? – il ragazzo
non rispose.
- E’ per Mi, vero?
- Perché si comporta così, dannazione?! – disse irritato Takao – Capisco che abbia dovuto nasconderci
la verità e raccontarci un sacco di bugie finora, ma adesso che abbiamo
scoperto tutto invece di essere felice che ci stiamo
sforzando per aiutarla è sparita! E ora chissà dov’è, si diverte a farmi
preoccupare?!
- Far-TI?
- Cioè, farci… ‘\\\\’ -
Ruka sorrise maliziosa, mentre Takao si voltò dall’altra parte; poi la ragazza
fece un sorriso amaro:
- Senti… So benissimo che Mi ti ha già raccontato
dei miei e di quello che riesco a fare coi Bit… - la
fissò – Io so benissimo tutto quello che è successo, ma non dirglielo ok? E so
anche perchè t’ha detto tutto, l’ ha fatto perché non
vuole che ci siano segreti tra amici…
Il ragazzo si girò.
- Ma quello che ti sto
per dire… - continuò Ruka – Ecco… è una cosa abbastanza triste…
- E allora perché vuoi
dirmela?
- Perché so che vuoi bene a Mi
^^.
- CHE O\\\\O?!?E-ehi, io… - lei sorrise di nuovo e Takao non potè far altro che
rigirare la visiera del cappello e coprirsi il rossore del viso.
- Credo sia giusto che tu lo sappia,
Tak, perché non voglio che tu sia arrabbiato con Midori.
Il ragazzo sollevò appena la visiera, guardandola.
- Vedi, quattro anni fa, prima che lasciassimo gli Psaico, un nostro amico ha tentato di
liberarci… - prese un bel respiro – Ed è stato ucciso.
- COSA?!
La rossa tacque, fissata a bocca aperta da Takao.
Nessuno degli altri sembrava averli notati, presi com’erano dall’allenamento.
- Si chiamava Shiro, era
più grande di noi. – cominciò la ragazza – Anche lui era orfano, ma era
completamente diverso dagli altri ragazzi che entravano lì dentro; sai – si
voltò verso il ragazzo – ti assomigliava molto di carattere, anzi, ora che ci
penso era praticamente identico a te.– ridacchiò - Forse è
per questo…
- Come?
- Niente, niente ^-^… Comunque
lui e Midori andavano molto d’accordo e assieme io, Omega, Mi ed Eve siamo
riusciti a non ammattire in quell’inferno.
Ma un giorno noi, rinominate agenti ufficialmente,
rifiutammo un incarico e ci ribellammo apertamente, venendo
Marchiate; né Omega né Shiro erano presenti.
Quattro
anni prima…
- MI! EVE! RUKA! – un bel ragazzetto sui tredici,
dodici anni, i capelli castani e gli occhi neri, irruppe nella
stanza seguito da Omega, spalancando la porta nerastra incrostata di
ruggine e sporco.
- Shi… - una Ruka pallida, i capelli rossi ancora
lunghi ora completamente scarmigliati e il viso zuppo di lacrime, lo fissò
seduta sulla brandina sgangherata che era il suo letto, stringendosi al petto
la mano sinistra,con
la fascia sporca di sangue.
- Cosa… diavolo… - Shiro
fissava a bocca spalancata la ragazza, che abbracciava col braccio sano Eve,
ancora tutta ansante e piangente, la maglia strappata all’altezza della spalla;
Omega era ammutolito.
- Avevano detto… - singhiozzò Eve – che se
avessimo vinto… Ci avrebbero liberati tutti… Ma ci
hanno… ci hanno colpite coi bey…
Il ragazzo strinse i pugni, tanto che le nocche li
diventarono bianche:
- Dov’è… Mi?
La rossa voltò la testa: in un angolo buio, la
testa sulle ginocchia e la mano a tenerle il braccio sanguinante, Midori taceva;
sollevò giust’appena lo sguardo quando Shiro le fu di
fronte:
- E’… colpa mia… - mormorò – Ho proposto io la
sfida… E ora, ora siamo bloccate qui… per sempre…
- Bastardi… - Shiro, incontrollabile, scattò verso
la porta.
- Dove vai? – gli chiese
ansiosa Ruka.
- da Alfa! – urlò mentre
correva- Io vado a sfidarlo, così ce
ne liberemo una volta per tutte!
A quell’affermazione Midori si alzò, pallidissima:
- No, ti prego Shi, non fare scemenze! SHI! –
ancora scossa, la ragazza gli corse dietro, incurante degli ammonimenti di
Ruka:
- Mi, fermati! – ma Midori era già lontana –
Mannaggia… - Ruka ed Eve, ben decise a non abbandonare l’amica, si alzarono per
seguirli, ma Omega chiuse la porta dall’esterno prima
che le ragazze riuscissero ad uscire:
- Omega! Cosa cavolo…!
- Mi spiace… - disse con tono incolore; poi le
fissò dalla fessura sulla porta, e Ruka rabbrividì: “Ha uno sguardo spaventoso…
Completamente privo d’emozioni, sembra Alfa!”.
- Non potete disubbidire agli ordini del capo. –
“E non posso permettere che vi accada qualcosa.”
- OMEGA! Apri subito!
- NO. – rispose
indifferente, allontanandosi – Purtroppo, è il momento di scegliere da che
parte stare. E purtroppo per voi, questa è l’unica che
ci farà sopravvivere.
Intanto Midori aveva perso di vista Shiro. Aveva
il cuore in gola per la corsa e l’ansia, dove era andato a cacciarsi?
All’improvviso avvertì una fortissima ondata di
paura prenderle il cuore, mentre flashback della sua infanzia le apparivano davanti agli occhi e la ferita, ancora fresca ed impregnata
di MK-57, bruciava forte: Alfa stava usando i suoi poteri. “SHI!”.
Terrorizzata, la ragazza spiccò una corsa in una
direzione a caso, imbroccando fortunatamente, pensò, la via giusta e
raggiungendo il punto dove si trovavano Alfa e Shiro. Ma
pochi secondi dopo, avrebbe dato il mondo per non esserci.
L’urlo di dolore, l’ultimo, lancinante ed
esasperato, di Shi le arrivò alle orecchie come lo schiocco di una pistola,
paralizzandola sulla soglia: il suo amico, il suo
migliore amico, rimasto per un istante in piedi, si accasciò in avanti, coperto
di tagli e lividi, gli occhi stanchi, mentre Alfa, di fronte, lo fissava
schifato, lo sguardo duro e il palmo aperto.
- SHIII!! – urlò lei, tremando – SHI!
- Idiota…
- Shi! Ti prego, rispondi,
Shi! – il ragazzo aprì appena le palpebre, scosso anche lui da brividi di paura
e dolore:
- B-basta…
- CHE GLI HAI FATTO?! –
strillò Midori ad Alfa, gli occhi colmi di lacrime
- Mi ha sfidato, ma ero nervoso, non ci sono
andato molto per il sottile. A dire il vero – sussurrò con
sguardo pericoloso - sono ancora abbastanza irritato…
- N-no… - disse a mezza voce Shiro, tirandosi
faticosamente su – La…sciala… Stare… - Alfa si
accigliò di più:
- Hai parlato troppo.
Al gesto di Alfa, Shiro
si contorse con un urlo agghiacciante, tenendosi la testa.
- SHI!
- Mesa… - le urla di Shi si alzavano di volume - …
De…
- BASTA, LASCIALO STARE!
- … L’incubo.
Presente…
Takao fissò Ruka, lo sguardo triste perso verso un
punto indefinito di fronte a lei: era scioccato.
- Shi non ce la fece. – mormorò – Le ferite e la
tortura psicologica lo distrussero tanto spiritualmente quanto fisicamente:
dopo due giorni di coma è morto, ma già quando Alfa aveva smesso di colpirlo
era distrutto.
Per Midori fu durissima. Si sentiva responsabile,
ma non ci disse nulla; fece addirittura promettere ad Alfa, sotto giuramento di
restare nel gruppo a vita, di non dirci nulla, solo che Shi era stato
trasferito per sempre.
- E… tu come…
- Non è riuscita a tenerselo dentro con tutti. –
disse sorridendo amara – Forse perché le sembravo quella più adatta a reggere
la mazzata. O più semplicemente perché sapeva che, anche
tacendo, l’avrei scoperto chiedendo al suo Bit-power. – tirò fuori la
lingua con aria da monella – Saper comunicare coi Bit
ha i suoi vantaggi. O forse ancora… - continuò, con
aria assente – perché sapeva… Quanto Shiro le volesse bene, quanto era disposto
a dare per difendere lei e noi… E forse, nel profondo, ancora adesso lei si
sente responsabile.
Takao restò zitto, stringendo i pugni:
- Ecco perché fa così… - mormorò – Si preoccupa
degli altri… E io le ho dato contro…
Ruka sospirò: Takao non assomigliava solo a Shi,
ma anche a Midori…
- Disturbo? – la voce gelida di Alfa,
dall’ingresso del giardino, bloccò tutti i presenti: istintivamente, Eve si
rannicchiò in disparte, mentre Lai si mise di fronte a Ruka, squadrando il
ragazzo come volesse trapassarlo.
- Che accoglienza…
- Cosa vuoi? – chiese
Takao col tono di qualcuno che sta progettando l’omicidio del suo
interlocutore; in effetti fece uno sforzo per non
saltargli addosso e coprirlo di cazzotti.
- Cosa volete voi. Ti sei
dimenticato che tra meno di una settimana dovremmo affrontarci? Personalmente,
preferirei evitare questa scocciatura, ma…
- Potreste anche rinunciare, visto che vi abbiamo scoperti. – disse il Prof, con quello che voleva
essere un tono minaccioso ma sembrava un rantolo.
- Proprio per questo sono venuto a favi una
proposta.
- Una proposta?
- La finale. Sarà una sfida 5 contro 5, vince chi conquista cinque vittorie invece di tre. Potrete
scegliere i duellanti che volete e le tipologie, ma dovranno essere cinque
scontri.
Se vincerete, lasceremo andare il moccioso e vi daremo l’antidoto per l’ MK-57. altrimenti
voi e quell’altra – indicò Ruka ed Eve – non potrete andarvene mai più.
I ragazzi si guardarono tra loro: Ruka ed Eve
annuirono, ma Midori invece non c’era.
- Dacci un giorno. – disse la rossa – Appena
avremo la risposta di Mi, te lo diremo.
- Ci conto. Domani, a quest’ora, al parco vicino
alla stazione Sud.
Il moro si voltò senza aggiungere altro, mentre
Takao lo fissava torvo: e ora?
Capitolo 28 *** Cap.27: Prima della battaglia (ciò che il cuore sussurra...) ***
Cap
Cap. 27
Midori osservava l’orizzonte, seduta vicino alla
battigia di quella spiaggia un po’ isolata.
Era ormai dal giorno prima
che era diventata sfuggente come un’ombra: la sera, appena rientrata, si era
chiusa in camera, addormentandosi, per sua fortuna, all’istante; quella
mattina, poi, era schizzata fuori prima che gli altri si svegliassero, dopo una
notte costellata di incubi, ed aveva gironzolato per la città tutto il santo
giorno, fino a ritrovarsi sul mare, dove si era fermata.
Sperava che, almeno lì, i ricordi dolorosi si
perdessero, inghiottiti dalla luce dorata del sole al tramonto. Invano.
Anche senza chiudere
gli occhi, li rivedeva, nitidi, nella mente…
*------
- Mamma, andiamo a fare una passeggiata? – chiedeva
vivacemente la piccola Midori, ancora bambina.
- Tesoro, pioviggina, è meglio aspettare domani.
- Ma domani lavori! –
disse con voce acuta la piccola
- Su, è meglio di no.
- Ma me l’avevi promesso!
– cominciò a piangere lei – Non è giusto! Lavori sempre,
come papà e io sono sempre sola! Sei cattiva… - La
donna, con sguardo dolce, si mise ad accarezzarle la testa:
- D’accordo, d’accordo…
Su, vai a prendere l’impermeabile ^^.
- IEEEE, che bello ^^!Mi piace la pioggia! –
strillacchiava Midori, saltellando allegramente nelle pozzanghere più grosse,
la pioggia ormai fitta a picchiettarle sulla cerata giallo limone.
- Calmati, Midori, per favore (gocciolone): quei
poveri vestiti mi toccherà sfregarli con una spatola
d’acciaio, tanto fango c’è sopra…
Il rumore di qualcosa che si sgretola,
lo scricchiolio del legno, lo sfregare del metallo ridestò la piccola Midori
dal suo gioco, facendole alzare lo sguardo.
- AH…!
Poi avvertì forte la stretta della madre, che la
copriva col suo stesso corpo e il fracasso di qualcosa che crollava.
- Cofff… coff… Ahi… - la bambina si rigirò
faticosamente verso la madre, tentando di spostare i detriti da davanti al viso
– Mami, come stai?
Nessuna risposta.
- Mamma? – la piccola alzò gli occhi verso la
madre, vendendo bagnata da un liquido denso e caldo, che le
si seccò velocemente sul viso: sangue.
- Mamma! – Midori fissò terrorizzata la donna,
stringendosi ancora di più a lei e allungando la mano verso il suo viso, rigato
da un rivolo di sangue.
- Tesoro…
- Mamma! Mamma, cos’ hai?!
- Ascolta… non devi muoverti, ok? -la bambina annuì, le
lacrime agli occhi
- Senti… la mamma, la mamma
sente che… è stanca… Non sa… se riuscirà ad uscire…
- Cosa vuol dire mamma?!
Dai, ora verranno a salvarci, così ti passerà! Ti curerò io! – la madre
sorrise, la luce che aveva negli occhi che andava a spegnersi per sempre:
- Amore, devi promettermi una cosa…
Quando un giorno, incontrerai qualcuno che vorrai proteggere, fallo,
anche se la testa ti dirà che è pericoloso…
- Cosa vuol dire, mamma?!
Perché te lo devo promettere ora?!Dai,
tra poco vengono a prenderci! – Midori singhiozzava appena
- Me lo prometti?
- … … Sì… - la mamma sorrise
- Stai vicina… a papà… - poi la donna chiuse gli
occhi: il sangue smise pian piano di scendere.
- Mamma? – Midori accarezzò il viso della donna,
cominciando a piangere convulsamente – Mamma…
*-----
Midori, seduta sulla spiaggia, strinse gli occhi,
scuotendo la testa: “Mamma…”.
- Ciao. – una voce famigliare, calma e forte, la
fece voltare:
- Kei? Cosa diavolo fai
qui?
- Non tornavi più. I ragazzi, quando sono tornati
dal cercarti, hanno costretto anche me a fare un giro di controllo, visto che
da ieri non sono riusciti più a parlarti. – lei si voltò verso il mare, zitta.
Kei si portò a fianco a lei, restando in piedi:
- E’ venuto Alfa, ieri. – Midori sobbalzò – Ha proposto una condizione speciale per la
finale, tra meno di una settimana. Stamattina abbiamo dato la conferma.
- TAKAO HA ACCETTATO DI COMBATTERE?! – strillò lei, alzandosi e dando subito
la colpa al capitano – MA E’ COMPLETAMENTE USCITO DI TESTA?!?
- Non è stato lui, ma tutti. – disse pacato il ragazzo – Anche Eve e Ruka.
- Come? – Kei si voltò a guardarla, serio.
- Perché non vuoi che
proviamo a vincere?
- PERCHE’?! – urlò – Mi chiedi anche perché?! Dico, ma hai capito chi sono quei pazzi?!
Le devo ricordare, signor Hiwatary, cosa hanno fatto anche a lei?!
- Lo so.
- Beh, non sembra! Ah, ma certo, non è un problema
per uno stupido che non ha cura della sua vita né di quella degli altri!
- Ti sbagli. – disse guadandola
torvo – Su quest’ultima cosa… Ti sbagli di grosso.
- Uh? Mi verresti a dire
che anche tu ti preoccupi per qualcuno? – lui annuì, facendola arrabbiare
ancora di più:
- E ALLORA TI STUPISCI CHE IO VOGLIA IMPEDIRVI DI
AFFRONTARLI?! SIETE I MIEI AMICI! VOGLIO SOLO
PROTEGGERVI!
- E chi protegge te?
Midori sussultò: che razza di domanda era?
- Te lo dico io: i tuoi amici, che sono tutti
preoccupati per te. – sorrise appena – Specialmente Takao.
- Ah, sì >\\\\\< ?!
– disse lei, imbarazzata e stizzita – Lo vedo,
davvero! Peccato che qui, ora, a farmi la paternale, non ci sia lui, ma te! E non so cosa sia peggio!
Kei non ribattè, mentre Midori gli voltava le
spalle:
- E’ solo un grandissimo stupido!
- Forse potrei darti ragione. – disse
allontanandosi – Ma sapendo dov’è ora, non lo farò.
- Eh? Ma non farmi
ridere! Stupido è e stupido resta!
- Sarà…
Il platinato continuò a camminare senza voltarsi,
mentre Midori lo squadrava furiosa: ma bene, prima veniva a farle la predica,
poi la mollava lì come una scema! “Razza di…”.
- EHI, mi dici come hai fatto a trovarmi?! – gli urlò dietro
- Mi è bastato cercarti dove di solito va lui.
- Lui chi?
- Takao: siete estremamente
simili.
Midori fissò il russo, che scomparve lentamente
dalla sua visuale: quella frase l’aveva già sentita…
- Perché tu e Shiro siete
uguali ^^!
*___________
Midori camminava senza meta, lasciando che a
condurla fossero solo i piedi: cosa accidenti voleva
dire Kei?! Uffa, più conosceva quel russo e più le stava antipatico… E Takao,
poi? Sì, certo, “si preoccupava tanto”, ma per favore! Se era così, perché non
era venuto lui, a cercarla?! Sentì la rabbia crescere
e bloccarlesi in gola, ma non sapeva se era più per il comportamento di Kei o
di Takao.
Ad un certo punto si accorse di essere arrivata in
prossimità del belvedere; tese le orecchie, sentendo il famigliare ronzio di un
bey, e si avvicinò di soppiatto. Sentì il cuore perdere un battito, quando
scorse, le gambe divaricate e il caricatore pronto, proprio Takao.
- Pronti… LANCIO! –
Dragoon, lanciato al massimo, corse freneticamente fino al bordo del poggio,
fermandosi con precisione millimetrica un secondo prima
di cadere; poi, all’ordine di Takao, tornò indietro, centrando in pieno uno
degli alberi dietro il suo proprietario, a pochi centimetri da quello dietro cui
si era nascosta Midori.
- Non va… - mormorò Takao, il fiato grosso,
osservando con rabbia Dragoon – Maledizione, non riesco a tranciarlo!
- Ora basta, Takao! – disse la vocetta del
Professore; solo allora Midori lo scorse, un po’ in disparte, che guardava l’amico preoccupato – E’ da ieri che non smetti un
secondo di allenarti, prenditi una pausa! Sei distrutto!
“Da ieri?!”. A quelle
parole, sconcertata, Midori osservò meglio Takao: sembrava stravolto.
- No, Prof. per favore. Lasciami
solo, tu vai pure a casa.
- Ma Takao…!
- Vai! – disse perentorio il moretto. Il Prof,
titubante, fece per andarsene, voltandosi solo un istante:
- Guarda che – disse
gentilmente –non le aiuterai, se ti
distruggi!
- Non le aiuterò neppure se perdo.
Il Prof K sospirò, capendo che non c’era sistema
per convincerlo, e se ne andò. Midori, facendo attenzione a non farsi vedere, rimase lì, fissando
il capitano: possibile che stesse facendo una cosa così assurda come allenarsi
allo sfinimento? “Pensandoci… - sorrise un po’ rassegnata – Sarebbe
perfettamente capace di farlo…”. Ma perché?
- Sei pronto, Dragoon? – disse
il ragazzo al bey – Forza, si ricomincia!
Detto fatto, Dragoon fu caricato e lanciato
nuovamente, dirigendosi verso una fila di lattine distantipraticamente solo quattro centimetri,
messe certamente lì da Takao, tra cui zigzagava abilmente.
- Non voglio che Midori e le altre tornino con gli
Psaico, - sussurrò – non permetterò… Che facciano ancora loro del male. A
qualsiasi costo.
Midori si appoggiò con la schiena, all’albero, di
scatto, tenendosi la mano sulla bocca: non era possibile… “Lo sta… facendo per
noi?”
- E chi protegge te?
- Te lo dico io: i tuoi amici, che sono tutti
preoccupati per te. Specialmente Takao.
- Quando un giorno,
incontrerai qualcuno che vorrai proteggere, fallo…
“Stupido che non sei
altro… - ma mentre pensava questo, si strinse le mani sul petto: il cuore le
stava battendo all’impazzata; si sfiorò il viso, le guance erano caldissime –
Takao…”.
Prese un bel respiro, uscendo da dietro l’albero:
non avrebbe vanificato i suoi sforzi.
- Takao…
- MI! – esclamò il moretto, decisamente
sorpreso – Che ci fai qui?
- Beh, ecco, io… - fissò le braccia del
ragazzo: “Sono coperte di graffi…”; si morse il labbro:
- Insomma… mi hanno detto
che avete accettato la sfida per la finale…
- Mi, lo so che non sei
d’accordo, ma ascoltami: - disse lui, cercando di convincerla – abbiamo fatto
un patto, se vinciamo sarete libere! Per sempre!
- Libere?
- Esatto ^^! Abbiamo buone possibilità di farcela,
anzi, sono sicuro che vinceremo sicuramente! Dai! – lei fissò il ragazzo, lo
sguardo stanco e preoccupato, ma contemporaneamente, fiducioso ed entusiasta;
sorrise.
- Perché tu e Shiro siete
uguali ^^!
- Mi è bastato cercarti dove di solito va lui;
sapevo che ti avrei trovata, siete uguali.
“No, vi sbagliate… - pensò
la ragazza – Io… non assomiglio a loro due. Loro… loro sono molto più fiduciosi
e combattivi. Sì, forse sono loro due che si assomigliano…”
- D’accordo. – esclamò Midori, sorridendo
– Ci sto! Affrontiamoli!
Takao fece un sorriso a trentadue denti,
cominciando a saltellare:
- EVVAI! Vedrai, sarà un
giochetto! – la ragazza fissò il viso di lui,
avvertendo una morsa alla gola; no, Takao non assomigliava neppure a Shiro, lui
non si sarebbe mai entusiasmato per una sfida così pericolosa, ma Tak sì: era
sempre combattivo, deciso e affrontava le sfide e i pericoli con determinata
testardaggine., ed era per questo che Shiro per lei era sempre stato un
fratello, mentre Takao…
Cercò di nascondere di essere arrossita appena. Semplicemente,
Takao non era Shiro. Tak era… Tak e basta.
- Ce la faremo – sorrise la ragazza – sicuramente…
Sicuramente.
*___________
Era ormai sera quando
Alfa rientrò alla base; il capo sarebbe stato contento, visto che i mocciosi
avevano accettato la sua sfida, ma lui non lo era: no, perché la sua preda era
ancora libera, quella mocciosa era ancora libera. “Dannazione!”. Tirò di scatto
un pugno al muro, così forte che la mano prese a sanguinare appena.
- Maledetta…
Pensò a quell’odioso giapponese, quel Takao, che
gli aveva impedito di catturare la sua preda, e si infuriò
ancora di più: perché, perché c’era sempre qualcuno che gliela portava via?!
Lei, l’unica che da sempre riusciva a contrastarlo, l’unica, tra tutte quelle
“cavie” che erano i mocciosi che entravano alla sede degli Psaico, che gli
suscitava il desiderio morboso di torturarla allo sfinimento: il suo giocattolo
preferito… Ma da sempre gliela portavano via: prima il capo, che considerava
lei e le sue amiche così importanti da non lasciargliele mai sfiorare con un
dito, poi quel Shiro, con quel suo fare protettivo,
quella volontà di salvarla da tutto, ed ora Takao.
- Ma ora basta… - mormorò
– Lei è mia… LEI E’ MIA E BASTA!
*____________
Quella sera tardi, la casa di Takao era
stranamente silenziosa, rispetto alla giornata appena trascorsa: tutti, ormai,
erano andati via, eccezion fatta per Mariam, che si era fermata più a lungo per
aiutare in cucina.
Fu lì che Max la trovò, seduta con la testa
appoggiata al tavolo, le braccia conserte.
- Ehi, Mariam… - l’americano si avvicinò e,
scorgendola dormire, si sedette accanto a lei:
- Eri stanca, eh? – Max appoggiò la testa su un
braccio, fissandola sorridendo: “Guardala come dorme…”. Aveva un viso stupendo,
con un’espressione angelica che malsi addiceva al suo carattere focoso e
determinato.
Pensandoci, Max era abbastanza sconcertato:
com’era possibile che proprio lei, la fredda e cocciuta Mariam, si fosse
innamorata di uno come lui? Certo, Max non si stupiva
del suo amore per lei, visto che quella ragazza era letteralmente il suo
opposto, la metà che gli mancava: testarda, un po’ altezzosa e a volte
pessimista (spesso pessimista), ma anche misteriosa, con la capacità di
nascondere alla perfezione le sue emozioni, in bene e male; la sua bellissima
Mariam…
- Non sta bene fissare la gente… - disse la
ragazza a bassa voce, aprendo appena gli occhi.
- Scusa ^-^… Ti ho
svegliata?
- No…
- Eri davvero stravolta se ti sei addormentata
qui. – lei annuì, aveva un’espressione preoccupata.
- Cos’ hai?
- Niente… -lui sorrise, accarezzandole i capelli:
- Bugia ^^. – lei arrossì; Max sorrise di più.
- Tra cinque giorni…
- Uh?
- La finale è tra soli cinque giorni… - lui tacque
– Tu combatterai?
- Non lo so… Credo che la precedenza debba darla a
Takao, Midori, Eve e Ruka, poi si vedrà chi farà
l’ultimo incontro.
Lei non rispose, afferrandogli la mano, la testa
di nuovo appoggiata al braccio:
- Sono preoccupata… - Max sorrise, le guance
appena arrossate:
- Un po’ anch’io, ma sono sicuro che andrà tutto
bene ^-^!
Mariam incrociò il suo sguardo, poggiando il
gomito sul tavolo, le loro mani le une nelle altre:
- Se lo dici tu, ci
credo.
- Rei? – Mao, lentamente, aprì la porta della
palestra, dove Rei sedeva, la parete scorrevole aperta, fissando il giardino –
Rei? Posso entrare?
- Mao. – disse il ragazzo, un po’ sorpreso – non
ti ho sentita arrivare.
- Ci credo ^^ - rise la cinesina – Eri
completamente perso nei tuoi pensieri.
Lui sorrise appena, ma si voltò subito, lo sguardo
perso e un’espressione seria; Mao gli si sedette accanto:
- Tutto bene?
- Non molto. Non so come finirà questa storia.
- Andrà tutto bene! – disse con
forza Mao – Ne sono certa! Ce la farete!
Lui sorrise, dolcissimo:
- Grazie.
Mao, sentendo di arrossire violentemente, si voltò dall’altra parte, mentre Rei, sempre sorridendole, si
appoggiò alla parete, guardando il cielo.
Pensandoci, era sempre stata Mao ad incoraggiarlo
nei momenti di difficoltà; anche quando si erano scontrati come avversari, ai
primi mondiali, lei era andata da lui per parlargli, dopo che aveva perso la
Tigre Bianca, senza cattiveria né astio, e sia quando lui aveva deciso di
rimanere coi Bladebreakers sia quando volle
ricominciare a girare per il mondo, lei aveva accettato tutto con un sorriso,
sostenendolo: sì, in ogni caso, c’era sempre stata lei…
Le mise con delicatezza un braccio attorno alle
spalle, appoggiandosela contro: Mao era paonazza.
La ragazza rimase immobile, scrutando con finto
interesse per terra, mentre Rei rialzava gli occhi
verso l’alto. Dopo qualche minuto, Mao alzò appena lo sguardo, osservandolo
attentamente: gli occhi ambrati, dal taglio deciso ed elegante, che fissavano
la volta celeste, erano tranquilli e sereni; il suo profilo, così cambiato
negli anni, era diventato da quello di bambino quello di ragazzo, e ora quasi
quello di uomo, anche se di poco; i lucenti capelli
neri, con la fascia rossa alla fronte e il nastro bianco dietro, avevano strani
riflessi, dovuti alla luce notturna. “Rei…”.
Felice, Mao si appoggiò al petto del ragazzo, che
sorrise: “Sì, andrà tutto bene.”.
Hilary era ormai quasi arrivata a casa. Nonostante Kei, però, l’avesse accompagnata, non aveva
proferito parola per tutta la strada ed ora la ragazza si sentiva a disagio,
proprio come le prime volte che aveva parlato col blader.
- Sei arrivata.
- Eh? – Hilary alzò gli occhi, finora tenuti per
terra – Ah, già…
- Tutto ok?
- Io sì… Tu, piuttosto? – Kei la fissò interrogativo
- Insomma, so che non sei molto loquace, ma
stasera sei, diciamo, peggio del solito…
Lui non rispose. La verità che
stava ancora pensando alla discussione con Midori di quel pomeriggio.
- Non è un problema per uno stupido che non ha
cura della sua vita né di quella degli altri!
Forse la prima affermazione era vera: si era messo
in gioco tante di quelle volte anche rischiando la pelle, che cominciava a
pensare di non darle abbastanza peso. Però non era vero che non dava importanza
alle vite degli altri, sapeva bene, anzi, che c’erano persone per cui avrebbe rischiato tutto, ma per molto tempo, non era
riuscito a capire bene chi fossero. I suoi compagni? Forse, dato che ormai,
anche se non lo avrebbe mai ammesso, voleva molto bene ai suoi amici, ma non
era ancora abbastanza: c’era qualcun altro, qualcuno per cui
avrebbe dato davvero la sua vita…
E ora lo sapeva. E questa
consapevolezza lo rendeva decisamente confuso. Come
poteva lei, aver smosso lui, l’impassibile e algido Kei? Eppure era evidente
che, da sempre, quella ragazza gli faceva uno strano
effetto: quante volte l’aveva salvata, inconsciamente, dagli attacchi dello
Psico team? E quante volte, prima ai mondiali e poi
contro la BEGA, aveva avvertito una sensazione di morsa allo stomaco, al suo
sguardo indagatore e corrucciato? Aveva perso il conto, ma francamente non
gliene fregava niente.
La preoccupazione di lei
nei suoi confronti, e le loro parole dette giorni prima, erano state
l’importante. Come importante era adesso, per lui, impedire che accadesse
qualcosa a Hilary.
- Kei? È tutto ok?
- Sì, tranquilla. Senti, so che ormai sei
diventata una blader, ma vorrei che non combattessi alla finale.
- E perché? – ribattè, con tono irritato. Kei le rivolse uno
sguardo gentile, ma un poco triste, come non gliene aveva mai visti:
- Perché non voglio che ti facciano del
male.
Hilary arrossì violentemente, voltandosi
dall’altra parte: non se l’aspettava…
Prima della sua risposta, il ragazzo le afferrò le
spalle, baciandola con decisione; Hilary credette che il cuore le sarebbe
esploso.
Dopo alcuni istanti, Kei lasciò la presa,
guardandola con un sorriso. Le scostò qualche ciuffo dalla fronte:
- Buonanotte.
- Buonanotte… - rispose lei, sognante.
Il ragazzo si allontanò, mentre cupi pensieri
cominciarono ad affollare la mente di Hilary: quella sarebbe stata la loro
battaglia più pericolosa e forse… Forse avrebbe rischiato davvero di perdere la
persona più importante…
E adesso…. ATTEEEESA! Hi, hi… (Ma brutta…!!!
Ndtutti).
Shialve!! Lo so, lo so, sn in ritardo MEGAGALATTICO, ma avevo perso
l’ispiration, e se andavo troppo avanti qui rischiavo di impelagarmi cn i chap.
Cmq, CAP 28!!!
E, siccome doma è il mio comple, anche 29 ^^!
Un bacione a: Meiko (Grazie, Miao
=^-^= <- modalità micina),super gaia, Fire Angel e Kaho-chan (su, piccole, visto che sn
tornata ^^?).
Ok, AUGURI A ME X I MIEI 17 E
ANDIAMOOOOOOO!!!!!!
Mattina.
Silenzio.
Come sempre, del resto.
Lo sguardo perso per la stanza, inondata
dalla tenue luce del mattino, Eveline era già sveglia; d’altronde, come
poteva dormire? Quello era il gran giorno, o sarebbe stata
libera… o prigioniera per sempre.
Strinse un altro po’ le gambe al petto, passando
in rassegna, una per una, le sue amiche, tutte a
godersi il meritato riposo dopo quegli estenuanti giorni d’allenamento. Da una
parte, spaparanzata senza troppi complimenti, c’era Ruka, una tra le più
stanche anche per le ferite in via di guarigione, i capelli rossi ancor più
arruffati del solito, la mano sul cuscino di Mao, affianco
a lei, che dormiva tutta raggomitolata, proprio come un gatto; opposta a loro
due, l’unica coperta e sdraiata “normalmente”, c’era Mariam, che da ormai tre
giorni era fissa anche lei a casa Kinomiya, esattamente come Hilary che,
stringendo il cuscino al petto, nel sonno era rotolata schiena contro schiena
alla mora. Eve sorrise, benché quelle due non partecipassero direttamente (alla
fine, anche la bruna era stata convinta a non giocare), si erano impegnate dieci
volte più degli altri per aiutare loro e i ragazzi; soprattutto due…
Alla fine, la sua attenzione fu presa da Midori,
al suo fianco, sdraiata a pancia in giù mentre cingeva
il cuscino con un braccio, ed Eve sospirò: finalmente dormiva tranquilla, erano
ormai giorni che la sentiva piangere sommessamente nel sonno. Non ne aveva parlato alle altre perché sapeva che Mi non voleva
farle preoccupare, né loro né i ragazzi… E soprattutto Takao; Midori non le
aveva detto di preciso cosa aveva fatto il capitano, ma sembrava che l’avesse
visto fare qualcosa che l’aveva colpita moltissimo, e aveva deciso di non
vanificare gli sforzi del moretto. Eve sorrise di nuovo, anche se in certe cose
era un po’ ottusa, non ci voleva un genio per capire quei due…
Con un sospiro, la morettina si alzò, si vestì ed
uscì dalla stanza in punta di piedi, scendendo in cucina. Sbirciò con
circospezione nella stanza da cui proveniva un invitante profumino,
scorgendo nonno J preparare fischiettando la colazione, ma Eve aveva lo stomaco
chiuso, e passò oltre. Dirigendosi verso il giardino passò davanti alla
palestra e, approfittando della porta socchiusa, curiosò: i ragazzi erano
letteralmente sparsi per tutto il pavimento, come una pila d’oggetti che,
cadendo, era rovinata per terra, chi coperto, chi che il futon ormai l’aveva
lasciato giacere lontano da lui, e chi, come Takao, ci si era completamente
impelagato dentro. Eve trattenne uno sbuffo divertito, richiudendo la porta per
lasciargli riposare ancora un po’, ed uscì sulla veranda.
Il leggero rumore della porta che veniva chiusa, però, smosse stranamente qualcuno, già mezzo
svegliato da una nota troppo alta del russare di Takao; così Daichi, gli occhi
ancora gonfi di sonno, scorse una piccola figura passare lentamente davanti
alla porta che, richiudendosi, aveva rimbalzato contro il battente e si era riaperta appena: cosa ci faceva lei già sveglia?
Si alzò, scostandosi, con poca grazia, di dosso
Takao e la seguì.
La vide seduta sotto il portico, i piedi
ciondolanti che non sfioravano neppure terra e un’espressione preoccupata. Il
cuore accelerò in un lampo.
- C-ciao…
- Daichi! – sobbalzò la ragazzina, voltandosi –
Com’è che sei già in piedi?
- Veramente, dovrei chiedertelo io. – lei fece una
smorfietta, sorridendo:
- Non riuscivo a dormire. Scusami,
ti ho svegliato prima?
- No, no… - piccola bugia, ma non importava.
- Perché stai lì in
piedi? – chiese gentilmente lei, dopo qualche minuto – Su,
siediti qui ^-^.
- Eh O\\\O?! O-ok…
I due rimasero in silenzio e più passavano i
minuti più Daichi provava uno sgradevole senso d’agitazione, sentiva che
qualunque cosa avesse detto sarebbe stata una gran
cretinata; però voleva parlare, non sapeva perché, ma Eve, da quel che vedeva
sbirciandola furtivamente, gli sembrava triste…
- Senti un po’ ti sei già dichiarato o aspetti
il giorno del giudizio?
- COSA CAVOLO DICI >\\\\\\\\\\\<
????!!!?!!!??!!!
- Come “cosa”, guarda che è evidente…
Il ragazzino sussultò, perché gli era venuto in mente
quel discorso assurdo? Accidenti a Yuri! Per colpa sua e di Kiki e delle loro
domande cretine, erano giorni che, se prima faceva una fatica immensa per
parlare alla ragazzina, ora era un’impresa titanica.
- Senti…
- C-che c’è? – sobbalzò lui, facendo finta di
essersi voltato solo allora
- Ecco, volevo… Volevo
ringraziarti.
- Come? – la ragazzina cominciò a disegnare dei
piccoli cerchi col dito sopra il pavimento, un po’ imbarazzata – Sì, tu e tutti
gli altri: vi siete impegnati tanto, per aiutarci, ma in fondo siamo praticamente degli estranei…
- MA CHE DICI?! –
s’infiammò lui, col suo solito modo di fare – Certo che siamo
amici!
Lei lo fissava, senza fiatare, sembrava un altro…
O meglio, si stava comportando come sempre, ma per la prima volta
davanti ad Eve:
- Ed è ovvio, se siamo
amici, che c’impegniamo per aiutarvi! Vedrai, quelli degli
Psaico contro di noi non avranno scampo! Del resto – fece uno dei suoi
sorrisi a trentadue denti, passandosi il pollice sulla punta del naso con aria
un po’ sbruffona – chi potrebbe battere un campione
come me?
Scesero alcuni istanti di silenzio, dove il
cervello della scimmietta (EEEEEHI!! >___<* ndDaichi) connesse cosa aveva fatto e si scoprì imbarazzato
e sorpreso insieme: come aveva fatto a parlare in maniera così disinvolta?
Eve, intanto, cominciò a trattenere un risolino.
- E-ecco… ‘\\\\’ – ora
Daichi era solo imbarazzato
- Pfff… Ah, no, scusa…
- Ehm… Ero così ridicolo? – chiese lui, una nota
nervosa nella voce; ma Eve scosse energicamente la testa:
- No. Anzi!
- Ehm… Anzi cosa?
- Niente… Però sono contenta, è la prima volta che
mi parli così ^-^!
- Sei contenta?
- Certo! – lo fissò un attimo dal basso,
impacciata – Cioè, voglio dire, con gli altri parli
sempre così, mentre con me…
“Ah, per quello, quella volta…”
– Sai, credevo
di starti antipatica…
- Scusa. – disse lui, serio (La scimmietta seria?! Nevicherà… NdTutti – Maledett… ndDaichi)
– Davvero.
Fece alla ragazzina un altro dei suoi sorrisi
esagerati e lei fece altrettanto.
- Certo che… - ridacchiò – sei
davvero modesto… “un campione come me”!
- Ovvio! Non sai che Takao, anche se è il campione
del mondo, trema davanti a me?
- Ma davvero ^-^?
I due cominciarono a chiacchierare del più e del
meno e Daichi, incredibilmente, si sentiva a suo agio; anche se, ogni qual
volta incrociava lo sguardo della ragazzina per più di due secondi, gli si
seccava la gola.
- Ti sei già dichiarato o aspetti il giorno del
giudizio?
*_______________
Lo spogliatoio era silenzioso. D’altra parte, nessuno
aveva una gran voglia di parlare.
Takao, braccia conserte ed espressione accigliata,
scrutava i suoi compagni, preoccupati dal primo all’ultimo. Si alzò, senza dire
una parola, e appoggiò una mano al vetro di una finestra di quel palazzo,
appena fuori città.
Non si aspettavano di combattere lì, ma era
abbastanza ovvio: anche se avevano Daitenji in ostaggio, sarebbe stato un po’
difficile per gli Psaico realizzare il loro piano senza dare
nell’occhio, alla BBA. Già, difficile com’era stato per loro impedire
agli spettatori di venire lì; ma, grazie ad Hitoshi e
alle sue conoscenze, ora quelli si trovavano tutti sotto la sede della BBA,
collegata a quel palazzo attraverso un mega schermo come quelli dei concerti.
“Probabilmente saranno tutti furiosi – pensò il moretto – ma non c’era altro sistema. Già non siamo riusciti
ad impedire alle altre squadre di venire ad assistere, ma loro almeno potranno
resistere, se la situazione degenererà. Il pubblico no.”.
- Takao… - la voce di Rei lo ridestò dai suoi
pensieri – Dobbiamo decidere chi scenderà in campo per primo.
- Questo direi di
sceglierlo sul campo. – disse Kei, piatto – Per adesso, decidiamo
chi giocherà e basta.
Il moro annuì.
- Io vado. – disse il platinato, con un tono che
non ammetteva repliche.
- Idem per me. – disse Lai – Ruka non può ancora giocare, perché è debole. Andrò al posto suo.
La rossa sbuffò un poco:
- Guarda che sto bene…
- Non se ne parla, - ribadì
il Prof – non hai neppure potuto allenarti abbastanza col tuo nuovo bey.
La rossa si mordicchiò il labbro, ma non disse
niente; Midori le mise una mano sulla spalla e Ruka, dopo un sospiro, sorrise.
- Ovviamente, io e Mi scenderemo
in campo – disse Eve, il tono che voleva essere risoluto, ma tremava un po’.
- E per ultimo?
I ragazzi si scrutarono tra loro: sinceramente,
sia Max sia Rei avevano una gran voglia di disintegrare quei maledetti, e lo
stesso valeva per Daichi, però…
- Vado io. – disse Takao
- Perché tu?! – disse
stizzito Daichi – Credi che noi non siamo abbastanza
in gamba?
- Per favore, Daichi, – disse lui
– vado io e chiuso il discorso.
Il ragazzino, vedendo quell’espressione così dura
e decisa dell’amico, non replicò.
Qualcuno bussò alla porta, erano
gli All Stars:
- Siete pronti, ragazzi?
I BB annuirono e cominciarono ad uscire dallo
spogliatoio.
- Senti – chiese ad un certo punto Ruka ad Emily –
Tu sei la ragazza che aveva affrontato Margot?
- Sì… Perché?
- Mi faresti vedere il tuo bey ^-^?
L’americana, un po’ titubante, le porse Draigator;
la rossa scrutò lo stemma del Coccodrillo, ancora graffiato, e
sorrise:
- Stai tranquilla. Adesso sta bene.
- Come?
- Il Coccodrillo. Ora sta bene. – Emily la fissò
con tanto d’occhi:
- M-ma come… - Ruka sorrise, strizzandole l’occhio
e poggiandosi un dito sulle labbra: “Questo è un segreto ^^!”.
Sugli spalti, tutti i membri delle squadre
mondiali aspettavano esitanti l’inizio degli incontri, fissando il Beyblade
Stadium, già scoperto, in mezzo alla stanza: un’immensa distesa d’erba.
Hilary, sul suo sedile, si tormentava le mani,
preoccupata, soprattutto per Kei: l’altra sera, quando l’aveva baciata, il suo
sembrava quasi un bacio d’addio…
- Come va, Hila? – le chiese Mao
- Ho paura, Mao, davvero tanta…
- A chi lo dici. E mi
sento anche inutile, alla fine i guai li affrontano sempre loro e lo fanno da
soli.
Le due sospirarono, guardandosi attorno: c’erano
davvero tutti…
- Andrà tutto bene. – disse Mariam, arrivata in
quel momento – Mi fido di Max e degli altri, sono
certa che ce la faranno.
Mao e Hilary annuirono, rincuorate.
- Guardate. – la voce di Ralph, sopra di una fila,
fece riportare loro lo sguardo sul campo: gli Psaico, accompagnati da un nuovo
ragazzo, stavano entrando in campo, seguiti pochi istanti dopo dai ragazzi.
- Ci siamo…
*_____________
Sotto la sede della BBA, un nugolo di gente
protestava sonoramente, lanciando urli e fischi:
- Come sarebbe che dobbiamo seguire da qui gli
scontri?!
- Diteci subito dove sono la BBA1 e il PSO Team!
- Vogliamo assistere dal vivo!
- Ehm, calmatevi signori, vi prego… (gocciolone) -
disse un impacciato Djman (Impacciato?! LUI?!? NdTutti
– Accade… ndRia), anche lui costretto a trovarsi lì –
Purtroppo, a causa d’alcuni inconvenienti, dovremo assistere per forza agli
scontri da qui…
Il pubblico aumentò il volume delle proteste, ma a
salvare il povero Djman ci pensò il megaschermo, che si attivò.
Intanto Alfa, giunto sul campo, scrutò le
gradinate, accigliato:
- Come pensavo avete
impedito al pubblico di venire…
- Era ovvio, no? – Alfa sospirò; Delta fece un
ghigno malevolo:
- Meno male che ci siamo attrezzati…
Detto questo, il mega schermo
sulla parete si attivò, mostrando tutti gli spettatori e Djman che,
accortosi dell’accensione del monitor, era schizzato verso di lui:
- Finalmente riusciamo a vedere gli sfidanti
della finale! – urlò nel microfono, gracchiando, più agli spettatori che ai
ragazzi – Potete spiegarci il perché di
questa decisione?
- Diciamo, - disse Alfa –
che questi idioti hanno deciso di salvarvi la pelle.
Il pubblico e Djman si zittirono, fissando il
ragazzo sullo schermo, basiti.
- He, he… - ridacchiò Djman – Vabbè, bella
battuta, ma a quanto sembra nessuno di loro vuole scucirsi circa questa
decisione, resa ancor più misteriosa dal fatto che il presidente è sparito nel
nulla ormai da giorni.
I ragazzi si accigliarono, mentre Alfa mandò uno sbuffo
irato: stava perdendo la pazienza…
- Ma vedo che ci sono dei cambiamenti, il PSO Team ha un nuovo elemento! E anche la BBA1 ha schierati alcuni membri dell’altra squadra, ci spiegate
queste decisioni improvvise?
- Sta zitto… - mormorò Alfa, ripreso in
primo piano dallo schermo
- Eh?
- HO DETTO STA
ZITTO! – il moro si voltò di scatto verso il pubblico e, sia Djman sia gli
spettatori delle prime file, finirono per terra, come spinti da una forza
misteriosa.
- Credi che sia un gioco, vero? – gracchiò
la voce di Alfa dagli interfoni - Che stessimo
scherzando?! Ti sbagli, stupido ed inutile uomo, facciamo
maledettamente sul serio! Perciò, dato che dovete
ringraziare questi cretini se al massimo posso farvi cadere per terra e non vi
accadrà altro, fate il favore di chiudere quelle boccacce, tutti quanti!
M’irrita solo che vediate, visto che ormai non mi
servite più!
Dal palazzo dove si trovavano, i ragazzi videro le
espressioni sconvolte della gente, che non riusciva ancora a capire cosa fosse
successo.
- Se proprio devi
assistere, idiota – disse Alfa a Djman, ancora per terra – vedi di fare il tuo
lavoro e fai una telecronaca, decente possibilmente.
L’uomo, dallo schermo, annuì agitato e Alfa, con
un sorriso soddisfatto, si portò di fronte allo stadio:
- Noi siamo pronti, cinque elementi. La prima
squadra che vince cinque incontri si becca tutto.
- Certo! – disse deciso Takao
- Dov’è mio fratello? –
disse Eve con voce un po’ strozzata
- Qui, ma per adesso ce lo
teniamo noi.
La ragazzina fece per ribattere, ma Midori la
trattenne, guardandola con sguardo eloquente: “Resta calma!”.
- Tra noi, per primo scenderà in campo Gamma. Voi
chi mandate?
Così dicendo, il biondo si fece vicino al
capitano, ignorando i suoi avversari e puntando subito lo sguardo sugli spalti,
verso Mao e Ruka: aveva un’espressione terrificante, come un leone che aveva
adocchiato la preda.
- Vado io, - disse Lai, irritato – ho un conto da
regolare con te!
Il biondo gli sorrise
perfido:
- Fatti sotto…
Intanto Alfa, tornato a sedersi in panchina,
scrutava la scena.
- Io però non capisco, - disse Margot, - perché
dobbiamo fare questa vita da cani, quando ci basterebbe rapire di nuovo quelle oche e riportarcele senza tanti complimenti
alla sede? O facciamo ancora prima, freghiamo a tutti i
Bit-power e punto?
Il moro non rispose; del resto, il capo gli aveva
intimato la segretezza.
La sera prima…
- Non sono i Bit che voglio, Alfa, - disse il
capo, serio – ma quei ragazzi. Tutti, dal primo all’ultimo.
- Ma per quale motivo,
signore?
- Non l’ hai ancora capito? – disse, con fare
paterno, Kuroi – I Bit, quelle creature, da sole servono
solo per produrre energia per diffondere le vostre onde psichiche, ma non
basta.
- Non basta?! Capo, con
quelle onde possiamo ridurre un uomo adulto alla pazzia in cinque minuti, possiamo anche uccidere! Perché non
conquistiamo il mondo e basta? – Kuroi mandò un sospiro divertito:
- L’innocenza dei ragazzi… ma non vedi che,
proprio quei blader che difendono le mocciose, possono resistere alle tue onde?
- COME?!
- Sei cieco?! – gli
disse, stizzito – Quel ragazzo, quando l’ hai colpito… Certo, stava soffrendo,
ma ti assicuro che, dalle informazioni che ho raccolto, non è
cambiato di una virgola, dopo il tuo trattamento.
Alfa era senza parole: l’ultima volta che un ragazzo
aveva preso la Mesa De l’incubo in pieno, era quasi impazzito.
- I-io… credevo…
- Tu possiedi l’ingenuità dei ragazzi, ma sta
tranquillo. – gli disse confortante; o almeno, cercando falsamente di esserlo –
Le onde non bastano. E, anche se cercassimo di farle
bastare, ci sarebbe sempre qualcuno a resisterci, qualcuno pronto a ribellarsi
a noi e al nostro mondo perfetto, libero dagli stolti che non comprendono la
maestosità dei nostri ideali.
No, ciò che ci occorre è qualcosa di talmente
terribile da congelare qualsiasi idea di opporsi a noi, qualcosa come le
Creature Sacre.
- L-le Creature Sacre?!
- Esatto. Ma per averle, occorre qualcuno che riesca a domarle… Per questo mi servono le mocciose e quei
ragazzi, per questo mi sono sempre serviti, per questo non devono subire
troppo, o rischierebbero di perdere il controllo sui Bit. - tacque, fissando fuori dalla finestra qualche secondo, per poi rivoltarsi
verso il ragazzo – Li voglio. Tutti. Vivi.
*-----
“Tutti vivi… - pensò il
moro – Fosse facile…”.
Intanto, Lai e Gamma si portarono in posizione; i
due ragazzi estrassero in contemporanea i caricatori, squadrandosi a vicenda.
- Incontro diretto, che ne dici cinesino?
- Ci sto.
- S-sembra che i ragazzi siano pronti! –
disse Djman, apparendo a mezzobusto sullo schermo – Anche
se non ho granchè capito cosa stia succedendo, ora in campo sono
scesi Lai e Jean!
- Gamma… Il mio nome è Gamma.
- V-va bene… - rispose mormorando l’uomo,
sempre più confuso – Allora, PRONTI! TRE… DUE…
- Uno…
- LANCIO!
Galeon e Vipera schizzarono
fulminei nel campo, scontrandosi con violenza.
- Preparati, cinesino, QUESTA SARA’ LA TUA ULTIMA
SFIDA!
Il cap dei due cinesini + amati (Almeno uno, sì ^^ ndRia – Cattiva… ç__ç
ndLai)
Il cap dei due cinesini + amati
(Almeno uno, sì ^^ ndRia – Cattiva… ç__ç ndLai).
CIRICIAO!!
Cap.29
– Allora, PRONTI! TRE… DUE…
- Uno…
- LANCIO!
- Preparati, cinesino, QUESTA SARA’ LA TUA ULTIMA
SFIDA!
I bey dei due ragazzi cominciarono a scontrarsi,
generando una marea di scintille; se uno tentava di sorprendere l’avversario,
allontanandosi e poi riattaccando, l’altro gli era subito
addosso, entrambi eguagliandosi in velocità.
- Però, sei veloce schiappetta. Vediamo quanto!
Vipera aumentò spaventosamente la rotazione,
trasformandosi in un’indistinta macchia colorata che saettava per il campo. Ma
Lai non si scompose:
- Credi di spaventarmi?!
GALEON!
Il bey nero partì all’inseguimento
dell’avversario, dimostrandosi ben più veloce di Vipera: lo attaccava a ripetizione,
senza che l’altro riuscisse a respingerlo. Gamma si stava arrabbiando:
- Dannazione!
- SIIII, BRAVISSIMO LAI!!
– urlò Ruka a squarciagola dagli spalti – Stendilo,
quel verme schifoso!
- Mio fratello sta giocando benissimo! – disse Mao
tutta contenta – Non l’avevo mai visto impegnarsi
così!
“Accidenti a quelle oche!” pensò Gamma, stizzito.
- Non distrarti, Gamma! – urlò Lai,
tagliente, mentre Galeon rischiava di mandare a gambe all’aria Vipera.
Gamma era fuori di sé: strinse i pugni
finchè le nocche non divennero bianche, fissando il campo furibondo; alla fine
esplose:
- Adesso mi hai rotto, amico!
- GAMMA! – sbraitò Alfa, che si era alzato di
botto dalla panchina, ma quell’altro, voltandosi, fece
un secco cenno di diniego, non avrebbe ceduto stavolta!
- No, Alfa, ora voglio levarmelo dai piedi! Prima
finiamo, prima quella mocciosa mi capita tra le mani, sono stato chiaro?! – il compagno lo fulminò glaciale.
“Gamma, se fai qualche cretinata stavolta non ti
difenderò, sappilo!” disse la voce fredda di Alfa
nella testa di Gamma.
“Tranquillo – rispose l’altro – Non farò quello
che pensi, giocherò solo un po’ sporco.”.
Il ragazzo, corrucciato, si girò verso Lai, che lo
fissava circospetto: che voleva fare?
- Hu, hu, hu… - ad un certo punto, Gamma ridacchiò
sommessamente, scompigliandosi con una mano i capelli, finche non divennero un
disordinato cespuglio biondo paglia:
- Ora non giochiamo più.
Dagli spalti, tutti guardavano Gamma con ansia.
- Ha una faccia che non mi piace per nulla… -
disse Garland, reggendosi il mento.
Mao fissava il fratello
spaventata.
E la sua preoccupazione aumentò ancor più quando, con gli altri, si accorse della faccia che aveva
assunto Ruka:
- Cosa c’è? – le chiese
Andrew – Sei pallida come un cadavere.
- Oh, maledizione…
- Cosa vorrà fare
quell’esaltato?
- Non lo so, Takao…
Intanto, Gamma, fissava divertito il campo:
- Vediamo come te la cavi
ora…
Con uno scatto, estrasse nuovamente il caricatore,
lanciando un secondo bey.
- CHE?!
- Ehi, così non vale!! –
esclamò Daichi, vedendo il bey schizzare per il campo.
Le due trottole, esattamente identiche, partirono
a sfrecciare verso Galeon, incrociandosi l’un l’altra,
come fossero state vive.
- DOUBLE CRASH, VIPERS’
FANGS!!
I due bey cozzarono violentemente contro quello di Lai, che rischiò di essere scagliato fuori campo.
- Maledetto, che hai intenzione di fare?!
- Vincere. – rispose semplicemente quello – Ma sai, sinceramente mi piacerebbe mettere un po’
di pepe in quest’incontro…
Alfa sobbalzò, così come fece Lai: che diavolo
aveva in mente?!
- Trasformiamolo in un incontro a tempo ^^!
Il biondo schioccò le dita, ghignando. Subito,
Ruka e Mao si portarono entrambe le mani alla gola, annaspando.
- Ruka?!
- Ragazze, che avete?!
- N-non… Non riesco a respirare…panf…
- M-mi manca… coff, coff, il fiato…
Sia Lai che Rei
fissarono gli spalti, terrorizzati.
- Uh, forse non ve l’ ho detto ^^? – disse con fare innocente Gamma – Ognuno di noi sviluppa una
capacità speciale, io riesco a risvegliare le sensazioni, più che i ricordi. –
ridacchiò – Provate ad indovinare quali ho risvegliato
nelle vostre amiche?
- RUKA! MAO!
- Ehi, Mi, che cosa gli sta facendo?! – la ragazza era completamente imbambolata, nel panico,
quasi come Omega sugli spalti:
- S-stanno… provando una sensazione di soffocamento…
- C-che?!
- A loro… a loro non manca per davvero l’aria, ma
quel bastardo gli sta facendo provare la stessa sensazione… E loro n-non
respirano…
- COS’ HAI DETTO?! – Rei era pallidissimo
La rosina si voltò verso Lai, i pugni stretti al
petto:
- LAI! DEVI SCONFIGGERLO, TI
PREGO! FAI IN FRETTA!
- S-se Lai non si sbriga…
- mormorò Omega – Loro…
Ruka, annaspando, fece per alzarsi, guardando Mao
di sottecchi
- G-Gamma… - si tirò su, fissando il ragazzo in
campo – M-MAO NON… panf… NON C’ENTRA… anhf… Lasciala…
- Non c’entra, dici? –
disse ridacchiando il biondo – Quella mocciosa mi ha
umiliato, mia cara, non la posso certo perdonare ^-^ !
- GAMMA! Avevi detto che
non facevi niente! – sbraitò Alfa, viola in viso dalla rabbia; l’altro gli fece
una linguaccia:
- Ho cambiato idea XP.
Intanto Lai fissava ad
occhi spalancati gli spalti, il cervello momentaneamente assente, senza
riuscire a connettere la situazione: era troppo assurda…
- Ehi, cinese, ti sei incantato? – disse Gamma
sprezzante – Facciamo così: se tu mi batti in tempo, le tue amichette sono
salve, altrimenti, beh, credo che il capo sopravviverà anche
se non gliene portiamo due…
- TACI, BASTARDO! – il ragazzo, con uno scatto
iroso, scagliò Galeon contro i due bey di Gamma, ma era un’impresa impossibile
per uno solo distruggerli.
- HA, HA, HA, sai che sei molto divertente? –
disse il biondo, ridendo sguaiato – Tu e tutti questi idioti qui… Vi preme così tanto la pelle di due mocciose?
Lai lo ignorava, cercando
con tutte le sue forze di sbalzare i bey avversari fuori dal campo.
- E dire che sarebbe
bastato che ci consegnaste quelle tre, per risparmiarvi ‘sto casino… Che
cretini!
- Non l’ hai sentito il mio amico? – disse Rei,
con un filo di voce, mentre si avvicinava al campo
– TI HA DETTO DI STARE ZITTO!
In un nanosecondo, Rei estrasse Driger,
lanciandolo a tutta forza contro Vipera; Gamma lo squadrò irritato.
- REI! Che cosa vuoi fare?!
- Non lascerò che faccia del male alle ragazze,
Lai. – il moro sorrise risoluto all’amico, mostrando i canini più evidenti del
normale – Distruggiamo questo bastardo.
- REI!
- S-sta succedendo qualcosa di
strano, gente! – disse la voce di Djman dallo schermo – E, ad
esser sinceri, ci capisco sempre meno… Comunque,
adesso è sceso in campo anche Rei!
- Midori, funzionerà? – chiese Takao alla ragazza,
scrutando la sua espressione spaventata
- S-sì… Ufficialmente sì.
- Che vuoi dire?
- Se… se riescono a
battere Gamma in tempo, lo shock per la sconfitta dovrebbe spiazzarlo al punto
da liberare le ragazze…
- Lo shock? – chiese il Prof, con un’espressione allucinata
- Certo… - sussurrò Eveline – Questi qui non sono
abituati a perdere. Mai.
- Ma se non si sbrigano… - la ragazza si
morse un labbro, voltandosi verso le amiche, ancora inginocchiate: “Vi prego,
fate in fretta…”.
- GALEON!
- VAI, DRIGER!
I quattro bey in campo continuavano a rincorrersi,
ma Rei e Lai non riuscivano in alcun modo ad afferrare le trottole di Gamma,
erano troppo veloci:
- Maledizione!
- E’ inutile! – sorrise Gamma divertito – Non ce
la farete mai!
- Ah, ma che sta facendo quell’idiota?! – sbraitò Delta – Se ammazza quelle due, e per giunta
Ruka, il capo lo scotenna vivo!
- Non vincerà. – disse lapidario
Alfa
- Ma che cacchio dici?! –
ululò Margot – E’ in stra-vantaggio, altro che
vincere, fa una strag… AH…
La ragazza si bloccò, fissando il compagno: stava
scrutando in successione, lo sguardo severo e duro, il campo e la coppia
Rei-Lai (uuugh, come suona brutta detta così XPP!!!
NdRia – Già… XXXP ndRei&Lai).
- Non vincerà, perché quei due non hanno alcuna intenzione di perdere.
Il moro continuò a scrutare i due, rammentando le
parole del capo…
- Io non capisco… Perché vi servono quei ragazzi
capo? Non vi bastiamo noi?
- Voi? Tsz, voi ormai non siete
che delle macchine obbedienti! No, a me serve qualcosa che voi non
avete, qualcosa che è capace di scatenare i Bit-power con una violenza
inaudita, disintegrando i propri nemici…
- E cosa… Cos’è questa
cosa?
- Non riesco a comprenderlo con precisione, ma
sono in grado di vederla.
- Vederla?
- … … … Quando combatti,
osserva lo sguardo dei tuoi avversari. Allora, forse capirai cosa intendo.
“ Quei due sono disposti a tutto pur di non essere
sconfitti – pensò Alfa – e il merito di questo è tutto di Gamma e delle sue
scemenze.”
In campo, i bey continuavano la loro lotta, che
ormai a tutti sembrava per lo meno assurda, considerato il prezzo per la
sconfitta.
Magra consolazione, per Lai e Rei, era che Gamma
si trovava leggermente in difficoltà.
“Ma con questo sistema ci
vuole troppo tempo! – pensò Rei – E noi, decisamente
non ne abbiamo!”.
Intanto, Mao e Ruka stavano sempre peggio: ancora
pochi minuti e sarebbe finita davvero male.
- Mao! – Hilary era inginocchiata accanto
all’amica, ma non sapeva assolutamente che fare.
- N-non…. È reale… - sussurrò Ruka alla cinese,
col poco fiato che le rimaneva – Cerca… di con… coff…
concentrarti… panf… è un’illusione…
- M-ma… panf… Non ci… riesco…
Aveva ragione, la rossa lo sapeva, quel colpo
psichico era micidiale, ma dovevano resistere: “Lai… Me l’ ha promesso…”.
-
Perché vuoi scendere al posto mio?! Guarda che non
sono una bambina!
-
Sei ancora debole, ormai l’abbiamo già deciso con gli altri, no?
-
Senti, vi preoccupate tutti per noi e ci aiutate, e
per questo vi ringrazio, ma quelli non scherzano! Lo capisci questo o no?!
-
Certo! Senti, ti prometto che vincerò, va bene?
-
Ma non è questo il punto, scemo! E
se… Ti succedesse qualcosa -\\\-?
-
Beh…. °\\\\° - la ragazza gli porse il mignolo(*):
-
Promettimi che ne uscirai sano e salvo, ok? – poi gli fece una linguaccia,
notando la sua espressione stranita – Sottinteso, se perdi ti lincio XP!
Lai
sorrise:
-
Promesso.
“Mi ha detto… che vincerà… E io gli credo!”:
La resistenza agli attacchi di Vipera da parte di
Galeon e Driger aumentava, ormai i due si erano sincronizzati sui movimenti dei
due bey gemelli.
“Maledizione… - un nuovo colpo rischiò di
distruggere uno dei bey di Gamma – Maledizione,
maledizione!”.
- MALEDIZIONE! – i bey gemelli presero a ruotare
vicinissimi, generando un’onda d’urto spaventosa, tanto
che i due cinesi sentirono i piedi strusciare per terra – NON VINCERETE MAI!
VIPERA!!
Midori sussultò e lo stesso fecero Lai, Rei e
tutti gli altri. D’altra parte, non si poteva far altro vedendo il Bit
mostruoso di Gamma, un disgustoso serpente con due occhi piccoli e saettanti.
- PRENDETE QUESTA!!
Il Bit si scagliò all’istante contro Galeon, ma
questo sparì in un attimo, a super velocità.
- Oh, a quanto sembra la gara sta diventando
interessante! – esclamò Djman – Galeon è
sparito dal campo!
- Fate tacere quell’idiota o l’ammazzo… - sussurrò
Yuri velenoso.
- Credi di sfuggirmi, Lai?!
- esclamò Gamma – So benissimo che sei dietro di me!
Difatti, il bey nero attaccò Vipera alle spalle e
Gamma, con grande facilità, lo schivò, ma così finì
direttamente tra le braccia di Driger.
- COSA?!
- Sembra che anche duellando con due bey tu
rimanga solo un lurido bugiardo strafottente, vero Gamma?!
– esclamò il cinese
- Merda…!
- Inoltre… - disse Lai,
sarcastico – In uno scontro contro due avversari, bisogna sempre avere
occhi per entrambi! – dicendo questo Galeon apparve alle spalle del secondo bey
messo in campo da Gamma, sbalzandolo fuori campo; ora
Vipera era tra due fuochi.
Alla vista dell’attacco combinato, Gamma fu decisamente preso dal panico: se falliva dopo la cretinata
che aveva fatto, se ne rendeva conto solo ora, Kuroi gli avrebbe fatto la
festa!
- Ah… No, aspettate un att…
– METAL DAZZLE!
- SPIRAL LIGHTING!
Una potentissima scarica elettrica fece tremare
tutto il palazzo, accecando i presenti; l’impatto fu tale che Gamma si ritrovò
letteralmente schiantato contro il pavimento a cinque metri di distanza dagli
avversari.
Quando finalmente
riuscì ad aprire gli occhi, i ragazzi lo fissavano, col fiatone e gli sguardi
duri, da bordo campo, mentre Vipera giaceva ai suoi piedi, distrutta.
- AH… AH…
- L’incontro finisce qui, signore e signori! – urlò Djman – La squadra di Lai e Rei vince!
Rei squadrò l’avversario
come volesse trapassarlo, riprendendosi solo quando sentì la voce di Djman:
- Le ragazze!
Con uno scatto corse verso gli spalti, seguito a
ruota da Lai, mentre Gamma raccoglieva esitante il suo bey: “No… Non ci
credo…”.
- Credici, Gamma. – gli disse freddo
Alfa, comparendogli davanti – Hai perso, razza di inetto.
- C-co…
- Ti darò un consiglio: siediti su quella panca e
non fiatare, almeno finchè non arriverà il capo.
Gamma, tremante, si sedette senza proferir parola.
Midori lo scrutò allibita, non
aveva mai visto Gamma in quello stato. Alfa era davvero una persona
pericolosa, se riusciva ridurre così anche uno sbruffone orgoglioso come Gamma.
- Hanf… - Hilary guardò rincuorata le amiche, che
riprendevano pian piano colore
- Ragazze! Tutto a posto?
- Insomma… - biascicò Ruka – Ho passato momenti
migliori, a dirla tutta XP!
- RUKA! MAO! State bene?!
- Benissimo, ragazzi ^-^! State tranquilli!
Lai tirò un sospiro di
sollievo, lasciandosi praticamente andare a peso morto sulle sedie:
- Meno male…
Rei, invece, si avvicinò a Mao, facendole una
carezza sulla testa; lei ridacchiò un po’ rossa in viso (Uhaaa, Mao facciamo
cambio ^\\\^!!! NdRia – Senti ciccia, o Rei o Kei,
deciditi! NdTutte_le_fans_di_Rei&_Kei – Uhm… Tutti e due
^\\\^).
- Eddai, sto bene ^\\\^!
- Ma guardateli quei due… (gocciolone) – disse
Rick con una smorfia
- Accidenti… Ma il Dongiovanni non ero io? (gocciolone) – chiese Gianni un po’ sarcastico
- Ma piantala…
- Mi dispiace interrompere questa scenetta
idilliaca.. – disse Alfa, avvicinandosi al gruppo sia
sugli spalti sia sulla panchina – Avete vinto un incontro. Non perdiamo tempo e
passiamo al secondo. – scrutò tutta la squadra con
fare cattivo – Chi schierate?
- Vengo io. – le parole di Kei fecero spaventare
Hilary come non mai: non le andava proprio che fosse lui a scendere in campo! Soprattutto
dopo quella allegra performance di Gamma! “Ma tanto… -
pensò rassegnata – Anche se gli dicessi di non andare,
lui non mi darebbe retta, perché è troppo testardo…”.
Sospirò, incrociando, quando riaprì gli occhi, lo
sguardo porpora del platinato, che gli sorrise: “Sta
tranquilla.”.
- Si dia inizio al secondo match!
(*) in Giappone,
così si fa una promessa, stringendosi i mignoli (Nn ero sicura che lo sapessero
tutti XP)
Oioimammamia…. Adesso tocca a Kei…… (Xkè “Oioi” scusa? Ndkei_preoccupato
- … Nn te lo dico fino al prox cap XD! ndRia – Bast…
-___-**).
1 - avevo perso ispirazione (soffro
di “sindrome da cap29 e 30”;
sn la mia croce…).
2 – QUESTO CAP E’ TREMEEENDOOO!
LE FAN DI KEI VERRANNO A LINCIARMI! COME HO POTUITO
SCRIVERLOOOOO T_______T!!! BUHAHHAAHHA!!!! (E’ andata… ndFratellino).
Vabbè, (sniff!) i ringraziamenti li farò alla fine (sigh!). Please, nn uccidetemi (sob! Come ho
potutoooo… ç___ç).
Cap.30
Alfa scrutò gli avversari senza battere ciglio,
aspettando.
“Alfa! – sibilò una voce perentoria nella sua testa:
era Kuroi – Quello non mi serve, ha troppa forza per riuscire a piegarlo. Manda
chi sai.”
“Bene…”.
Kei, col solito volto serio e freddo, si portò dal
campo, fissando accigliato gli avversari.
- Fatti valere, Kei. – sussurrò a mezza voce
Takao; anche Midori, in cuor suo, sperava che tutto andasse bene, benché il ragazzo
non le stesse per niente simpatico.
Alfa, che si trovava più vicino al campo, si voltò
verso i compagni per raggiungerli, facendo un segno al ragazzo nuovo del
gruppo:
- Vai…
Questo, per la prima volta, sollevò la testa,
camminando strisciando i piedi verso Kei, che sussultò riconoscendolo.
- Malakof?!
Anche dagli spalti, i
membri della Neoborg si alzarono:
- Ehi, Yuri, hai visto?
- Sì… - rispose il rosso a Boris – Ma cosa ci fa
lui qui?!
Era certamente lui, uno dei tanti compagni di
squadra che Yuri aveva avuto, prima che crollassero e venissero
tutti relegati nelle prigioni del Monastero della Borg, AndreyMalakof. Anche Kei l’aveva
conosciuto, ma solamente per poco: d’altronde, dopo il suo arrivo quel tizio
era sparito; probabilmente, in un sotterraneo, aveva pensato all’epoca
amaramente il giapponese.
- Kei, ma conosci quel tipo? – chiese
Max, una certa nota d’ansia nella voce per l’aspetto del ragazzo – Sembra
uno zombie…
Il ragazzo annuì con un mormorio, ancora un po’
stupito; effettivamente, era difficile credere che quello fosse un ragazzo vivo:
era pallido come un cencio, due grosse occhiaie sotto gli occhi grigio-azzurri vuoti spiccavano nel volto scarno; anche nel fisico era
magro, segno accentuato dal fatto che fosse ben alto, ma sembrava comunque
molto forte. E doveva esserlo, a giudicare dai segni
di percosse, ben visibili, sulle braccia scoperte: probabilmente, come suppose
Kei, erano i postumi del “trattamento” alla Borg.
- Salve, Hiwatary… - biascicò, scostandosi dalla
fronte la franga i capelli nero fumo – E’ un pezzo che non ci si vede.
- Già. Cosa ci fai con
gli Psaico?
- Mi hanno salvato… - farfugliò di nuovo,
estraendo lentamente il bey – Da quel bastardo di tuo nonno e da Vorkov, sai? –
squadrò Kei malignamente – Aveva detto che, anche se
avessi commesso un errore, sarei rimasto nei Demolition Boys, perché ero il
migliore. Poi, ti ricordi, sei tornato, e indovina dove sono finito?
Kei lo fissò accigliato.
- Ma Alfa e il capo mi
hanno salvato, sai, anche quando il Monastero è caduto. Mi hanno insegnato ad
usare una forza che nemmeno immagini…
Il ragazzo fu scosso da un brivido: quello non era
pericoloso, era fuori di testa! Glielo si leggeva
negli occhi.
Anche Midori, dalla
panchina, tremò un istante.
- Che hai, Mi? – le
chiese Takao
- N-no, niente… - “Maledizione… cosa vuole fare
Kuroi?!”.
- IN POSIZIONE! – sbraitò Djman dallo
schermo (Basta, sopprimetelo! ç__ç** ndMax) – TRE,
DUE, UNO…
- Pronti…
- LANCIO!
Dranzer sfrecciò all’istante sul campo, seguito da
un bey color arancia, su cui brillava uno stemma con una creatura umanoide, con
zanne ricurve, anguille in testa e le ali: una Gorgonie.
- VAI, Eurials(*)! – il bey della
Gorgonie partì all’attacco, ma Kei lo contrastò senza sforzo.
- Dranzer!
I due bey continuarono ad affrontarsi così, alla
pari, per un po’, mentre Hilary continuava a sperare che quel Malakof fosse
solo spaventoso nell’aspetto. Alla fine, Kei decise di farla finita con
quell’incontro ormai fiacco:
- Avanti, FLAME ATTACK!
Il bey dell’aquila rossa scattò in avanti,
colpendo in pieno l’avversario, che accusò il colpo senza poterlo contrastare.
I compagni di Kei esultarono:
- VAI COSI’!! – Takao
sembrava voler raggiungere il soffitto saltando, mentre Hilary, dagli spalti,
quasi strangolò Mariam, abbracciandola al collo.
Midori sospirò, rilassandosi: “Meno male…”.
Ma era troppo
presto per cantare vittoria.
- Hu… Huhuhu… - Malakof cominciò a sobbalzare, in
preda ad una risatina nervosa, che ben presto esplose fragorosa per lo stadio –
HA, HA, HA, non ti ricordavo così idiota, Hiwatary!
Kei lo scrutò alzando un sopracciglio, irritato:
- Non sei decisamente
normale, sai? Lo vedi o no che tra pochi secondi di Eurials
rimarrà sì e no il disco d’attacco?
Malakof rise ancor più forte, cacciando la testa
all’indietro, le braccia molli lungo i fianchi:
- Sì, sei decisamente più
cretino di quanto potessi immaginare. – sollevò appena lo sguardo, fissando Kei
di sbieco – Ma non lo riesci proprio a vedere?
- Uhm?
- I bey…
Tutti adesso fissavano il campo, ma sembrava tutto
regolare.
- Vedi niente Tak?
- No…
Kei squadrò l’avversario da capo a piedi: era
davvero cambiato dai tempi della Borg… “Cos’ ha in mente?”.
- EHI, ALFA! – sbraitò Malakofdivertito - Sembra davvero che non ci
riescano… He, he non è buffo?
- Già, molto… - disse con un sorrisetto gelido il
moro.
Malakof si tirò di nuovo su, fissando più deciso
l’avversario e i suoi compagni dietro, ghignando:
- Avanti, Hiwatary… Di “ciao” al tuo Bit.
Per qualche secondo, Kei credette che la
tensione gli stesse giocando uno scherzo di pessimo gusto, cosa che non
avrebbe, solitamente, accettato. Ma
mai come in quel momento avrebbe desiderato lo fosse davvero.
- AQUILA ROSSA!!
Gli altri blader fissavano ad occhi spalancati la
scena orribile: il Bit della Gorgonie, tenendo salda
l’Aquila Rossa per le ali, la stava azzannando alla gola.
- NO! – Takao sembrava sconvolto e stringeva i
pugni, furioso: se avesse potuto, probabilmente
sarebbe corso a rompere il naso a Malakof.
- Non… non riesco a crederci… - Max era
pallidissimo, quasi quanto il Prof, che fissava la scena
scioccato, muovendo vanamente la bocca nella speranza di un’uscita di
qualche parola che non arrivava.
Anche Hilary, dagli
spalti, era completamente paralizzata, una mano sulla bocca, passando lo
sguardo dal Bit a Kei, che sembrava rimasto pietrificato a fissare le due
Creature Sacre.
Lì vicino, Ruka tremava convulsamente. “No… - si
portò le mani sulle orecchie, come per non ascoltare qualcosa – Smettila…”.
- Che cos’ hai? – le
chiese Lai, preoccupato
- Sento la voce dell’Aquila Rossa… - mormorò
- Eh? – il ragazzo non sapeva della capacità della
rossa di comunicare coi Bit, né tantomeno che lei
riuscisse a sentire la loro voce come fossero esseri umani.
- Sta urlando… - mormorò col respiro rotto da
lievi singhiozzi - Urla e piange…
- Senza i Bit – disse tranquillo
Malakof – voi siete solo dei rifiuti ambulanti.
Kei tacque ancora qualche secondo. Poi, furibondo,
squadrò l’avversario con uno sguardo tale che perfino Hilary tremò:
- SMETTILA… IMMEDIATAMENTE!!!
L’Aquila Rossa splendette un istante di un
accecante bagliore rossastro, che sembrò respingere la
Gorgonie; quando la luce si spense, però, il Bit di Kei scomparve
nuovamente nel bey, mentre il ragazzo squadrava con occhi carichi di odio il
russo di fronte a lui.
- E’ riuscito a salvare il suo Bit-power… -
sospirò sollevata Midori
- Sì… Ma adesso è completamente scoperto. – disse Rei grave – Non so quanto Dranzer potrà resistere a quella
furia di Eurials.
- Se… Osi solo riprovarci… - sibilò intanto Kei –
GIURO CHE TI DISTRUGGO, LURIDO BASTARDO!!
- Huhuhu… - ridacchiò – Il piccolo Hiwatary si è
arrabbiato… Vuoi battermi senza Bit?
Kei non rispose neppure. Quasi
ringhiando mandò Dranzer all’attacco, con furia cieca, ben intenzionato
a distruggere il bey di Malakof.
Come… Come aveva potuto quel bastardo far del male
all’Aquila Rossa?!Ne era
sicuro, l’aveva visto chiaramente, quella Gorgonie per poco non l’uccideva! La
sua compagna di tante battaglie, la sua alleata… Come aveva anche solo osato
quel lurido verme che si reggeva a malapena in piedi?!
- DRAAAANZER!!! – il bey
rosso sfrecciò a tutta velocità verso Eurials, ma Malakof non battè ciglio,
chiuse anzi gli occhi, come aspettando paziente l’istante dello scontro; un
secondo prima dell’impatto, si voltò deciso verso l’avversario, lo sguardo che
sembrava divenuto all’improvviso forte e sicuro:
- Vieni pure, idiota…
Quello che Kei vide dopo fu buio. Poi, il nulla.
Hilary pregò perché quello che stava vedendo fosse
un incubo, che presto si sarebbe risvegliata nel suo futon, quasi tirando una
testata a Mariam, avrebbe fatto a gara con Ruka per entrare prima in bagno,
avrebbe litigato con Takao e Daichi e avrebbe assistito la squadra per la
finale imminente; ma, soprattutto, avrebbe parlato con Kei, che le avrebbe
sorriso, senza carezze troppo evidenti o parole particolari, le avrebbe solo sorriso mentre parlavano. Una giornata come tutte le altre,
una normale, felicissima giornata…
Peccato non fosse quella.
- KEI!!!!!
La Gorgonie,
uscendo nuovamente dal bey, si era scagliata contro il ragazzo, esattamente
come aveva fatto Sciacallo nel vicolo, giorni prima.
- NIGTHMARE’S FESTIVAL!
Kei sentì come se tutto il corpo fosse trafitto da
degli spilli, tutti i muscoli mandavano fitte intensissime ed
li sentiva rigidi come pezzi di ferro; ma era la testa, soprattutto, a fargli
malissimo: come quando era stato attaccato da Alfa, rivide ricordi del passato
che credeva di aver ormai cancellato.
Senza nemmeno rendersene
conto, Kei si inginocchiò, mandano un urlo di dolore
che si propagandò per tutto lo stadio.
Midori era furiosa e spaventata, quel Malakof aveva imparato una tecnica simile
alla Mesa de L’incubo di Alfa!
- ALFA! FALLO SMETTERE
SUBITO!!!
- E
perché? – ribattè piatto lui, dall’altra parte del campo – Il capo ha detto che questo non gli serve.
- Cosa?!
- E’ troppo legato al
suo Bit e alla sua coscienza per portarlo tra noi. –
ghignò – Quindi non ci serve…
La ragazza lo fissò a
bocca aperta, il fiato mozzo, mentre Takao era trattenuto a forza da Rei:
- Gli ostacoli noi gli eliminiamo tutti, senza eccezione… Lo sai.
- Che
ti prende, Hiwatary? – sussurrò malevolo Malakof – Hai male
alla testa?
La
Gorgonie, ben visibile a tutti i presenti, strinse la
presa della coda che aveva attorno al corpo di Kei, che lanciò un altro gemito.
- Non è ancora nulla… -
mormorò di nuovo – Rispetto a quello che ho patito nel Monastero! Adesso…
Ma
si bloccò, spalancando gli occhi: Kei, con uno sforzo incredibile, si era
alzato, continuando a scrutarlo battagliero, come fosse un normale incontro:
- Non mi sconfiggerai…
Così… - si rimise del tutto in piedi, anche se con una fatica immonda ed il Bit
di Malakof ancora addosso.
- Torna a cuccia, Hiwatary,
larva umana! – la Gorgonie aumentò la stretta e
l’attacco mentale di Malakof si intensificò, ma Kei tentò di resistere.
“Ma come fa?! – pensò Malakof – ha una
resistenza spaventosa…”.
- KEI! – sbraitò Takao –
Lascia perdere, abbiamo ancora possibilità di vincere!
Non importa se…
- Non perderò… - mormorò
il platinato, senza voltarsi – Sconfiggerò questo bastardo.
Takao digrignò i denti,
zittendosi: quando Kei usava quel tono, non ammetteva repliche.
Margot, al fianco di Alfa, fissava la scena sul campo compiaciuta: sebbene
all’inizio avesse voluto provare a divertirsi con quel ragazzo così freddo ed
insensibile, da quando Kei l’aveva ferita non aveva desiderato altro che
vederlo disintegrato.
“Avrei preferito la sua amichetta… Ma fa lo stesso. Uhm?”. La mora scrutò le
gradinate, dove c’era un’agitazione improvvisa, e scorse la brunetta in
questione sfrecciare verso la porta che portava al campo di gioco; anche a
distanza, Margot poteva vedere che era terrorizzata.
Non riuscì a trattenere
un ghigno.
Hilary, completamente
fuori di sé, spuntò quasi dal nulla al fianco di Takao e degli altri,
bloccandosi a fissare Kei. Fece per correre da lui, ma Takao la trattenne,
afferrandole un braccio:
- Dove vuoi andare?!
- Devo farlo smettere
subito! Lasciami!
- Non puoi andare, Hi! –
disse ansiosa Midori – Rimarresti coinvolta anche tu!
- Ma
non posso lasciarlo lì a farsi ammazzare! È una cosa assurda! – disse, col
fiato mozzo e le lacrime.
- Lo so, Hi… - mormorò
Takao, allentando la presa – Ma io…
Stavolta, però, Hilary
non aspettò la fine della frase, non avrebbe accettato nessuna promessa o patto
insensato, nessun “lascialo fare”, Kei doveva smettere
di combattere!
Si divincolò
completamente dalla presa del suo amico, schizzando dietro al ragazzo:
- KEI! SMETTILA, TI PREGO! – Kei riuscì appena a voltare la testa:
“… Hilary?”.
Malakof la squadrò
minaccioso:
- Che vuoi, racchia?
- Avanti, smettila!
Ormai hai vinto, piantala di fargli del male! – ma Malakof non l’aveva neppure ascoltata:
- Sparisci!
Aprì il palmo della mano
verso di lei, continuando a squadrarla con le pupille ridotte a fessure; Alfa
sussultò un istante: “Malakof, non fare cavolate…”.
Al gesto del moscovita,
Hilary fu sollevata da terra, finendo dritta dritta addosso a Takao, con una potenza tale che
entrambi furono schiantati contro una parete.
- TAK! HI!
Kei, da
in ginocchio che era, spalancò gli occhi furioso.
- Moscerini fastidiosi…
- … arlo… - il mormorio
dell’avversario fece appena voltare Malakof:
- Che
hai detto?
- QUESTO NON DOVEVI PROPRIO FARLO, BASTARDO!!!
Malakof non capì mai
cosa accadde quel giorno: come per incanto, Kei si era tirato su, sprigionando
una forza tale da annullare il suo attacco e quello della
Gorgonie, che sparì nello stemma del bey:
- Ma
che diavolo… - Kei lo squadrò con più odio che mai:
- Se la tocchi un’altra
volta… GIURO CHE TI DISTRUGGO!
Dranzer, come si fosse
appena caricato, sfrecciò verso Eurials, mentre l’Aquila Rossa usciva, pronta a
colpire: “COSA?! N-non è possibile,
io ho ferito il suo Bit! Come può ancora reggersi, quella carcassa
d’uccello?!”.
- FLAME ATTACK, FIRE’S
STORM!!!
Per qualche secondo, una
luce accecante investì tutto lo stadio.
Quando
i presenti poterono tornare a vedere, Kei e Malakof erano in piedi, l’uno
dirimpetto all’altro, il platinato con lo sguardo basso.
In campo, Dranzer era
immobile.
“Merda… Ho perso…”. Il ragazzo
oscillò qualche istante, cadendo poi nuovamente in ginocchio.
- KEI! – tutti i suoi
compagni di squadra, dopo qualche secondo di trance,
corsero da lui, con Hilary in testa e seguiti dai Neoborg.
- Kei! – la brunetta
s’inginocchiò accanto al russo, con le lacrime agli occhi: respirava a fatica…
- Ehi, amico! – esclamò
Takao – Come va?
Con premura, aiutato da
Serjei, il moretto tirò su Kei, che però si scrollò garbatamente di dosso il
giapponese:
- Tutto ok… - più
difficile fu liberarsi del compagno russo che, grande e grosso com’era, lo
tenne saldamente finchè non si sedette sulla panchina:
- Vedi di stare
tranquillo ora, d’accordo?
- Hai preso anche tu il
vizio… Di fare le prediche, Serjei? – disse con un sorrisetto tirato il
ragazzo.
- Smettila di fare lo
sbruffone. – lo rimproverò Rei – Ma ti sei visto?! Che
cavolo volevi fare?! Per poco non ci lasci le penne!
Il cinese si bloccò,
lasciando passare tra la ressa Hilary, che fissava Kei con gli occhi lucidi:
- Ha ragione… - mormorò,
cercando di non scoppiare in un diluvio di lacrime – Ma
guarda cosa ti ha fatto…
Nessuno disse nulla.
Kei, con non poca fatica, alzò la testa verso la brunetta:
- Ho detto
che sto bene… Ok?
La brunetta lo fissò un
istante, ma poi si fregò energicamente il viso, annuendo, e Kei sorrise. Tutti
quelli che gli avevano raggiunti, ma soprattutto Boris e Serjei, si scambiarono
un’occhiata scioccata: Kei Hiwatary che sorrideva?!
Non c’era più religione…
Dalla loro parte del campo,
gli Psaico erano esultanti. Per la verità, lo erano solo Delta, Malakof, e
Gamma, perché Alfa era impassibile come al solito.
Solo Margot fissava gli avversari, senza capire: come diavolo aveva fatto Kei a
respingere l’attacco della Gorgonie? “Sembra incredibile…
Ma quando Malakof ha attaccato quella mocciosa, quello là ha sprigionato
un’energia assurda…”. E se fosse stata quella forza
misteriosa di cui aveva sentito parlare da Alfa e dal capo?
Si bloccò un istante: dalla
panca avversaria, Hilary stava parlando col ragazzo, che le sorrideva. “Cosa?! – Margot era scioccata – Come fa
a sorridere nello stato in cui ritrova?!”. Continuò a scrutare la scena, mentre
i suoi compagni facevano casino: sembrò che la brunetta, al gesto di Kei si
fosse tranquillizzata.
“L’ ha fatto per non farla preoccupare? – pensò, scioccata – Ma perché? Non li
capisco…”.
- Takao…
- Cosa
succede, Prof?
- Ormai è quasi sera,
cosa facciamo? – Takao scrutò la luce del sole dal soffitto trasparente: era
vero, era il tramonto, non se n’era neppure reso conto.
- Kinomiya... – Alfa lo chiamò dall’altra parte del campo – Sono più che
intenzionato a non lasciarvi andare via. Per stanotte, alloggerete qui.
- Dovremmo restare qui
dentro?! – chiese Takao con rabbia.
- Se
conosci il sistema per uscire da qui, puoi andare. Ma
sai come fare? – ghignò maligno. Takao digrignò i denti.
- Allora? Restate?
Il moretto fissò Alfa
con disgusto, ma borbottò un “sì”.
*___________
Qualche minuto dopo,
tutti si stavano dirigendo verso l’ala est dell’edificio, guidati da Omega che,
essendoci già stato, conosceva bene la strada.
- Mi spiace che siate
rimasti coinvolti anche voi… - disse Takao
- Non è colpa tua. –
rispose gentilmente Michel – E, comunque, credo che se
non fossimo venuti anche noi sarebbero stati guai, no?
Il giapponese annuì, ma
poco convinto.
Dopo un po’, arrivarono
in una stanza enorme, piena di letti a castello, divisa nel mezzo da un lungo
muro in mattoni.
- I vecchi dormitori…
Nessuno commentò. I
ragazzi si avviarono verso la parte sinistra, le ragazze dall’altra; Omega fu
l’ultimo ad entrare, preceduto da Kei che, dopo una rapida medicazione, aveva
deciso di andare con loro, rifiutando categoricamente di riposare nell’infermeria
del palazzo.
- Hilary… - Midori,
mordicchiandosi un labbro, aveva trattenuto un secondo la brunetta – M-mi
dispiace…
- Come?
- Per Kei… Scusami, è tutta colpa mia… Non vi dovevo coinvolgere…
Hilary le poggiò
entrambe le mani sulle spalle, sorridendo gentilmente; Midori la guardò un
istante.
- E’ tutto ok, d’accordo
Mi? – la giapponese fece un sorriso a trentadue denti, facendola
sentire meglio.
- Ora andiamo a dormire,
ok ^-^? Domani sarà anche il tuo turno!
La ragazza fremette, ma
annuì decisa: era vero, finalmente, sarebbe arrivata
la resa dei conti. Sempre che Tak la lasciasse scendere in campo.
- Sono andati. - mormorò
un’ombra nel corridoio
- Andiamo anche noi? –
fece un’altra al suo fianco. Una terza ombra ghignò, annuendo:
- Tocca a noi…
Ok, è finito:
quante sopravvissute? Chi vuole linciarmi ^^” (NOI! >___<** NdFan_club_di
_Kei” – Possibile che nelle tue fic… ndKei – “nelle”!
Su bey ne ha scritta una! NdFratellino – Zitto, Bakaryo >\\\< ! NdRia – Ok, “nella” sua fic, finisco sempre
all’ospedale ?! NdKei – Perdooonooo, tesoruccio ç___ç ndRia – EHI >___<**! NdHilary).
Allora,
allora, un SUPER GRAZIE A:
- SUPER
GAIA: beh, nn è molto veloce, ma è un aggiornamento ^^” (Cosa ridi, ruffiana?! NdParte_sana_del_cervello – Taci tu, che mi servi doma x storia!).
- Fire
Angel: Ok, Kei l’ ho un pò malmenato, xò nn era contro Alfa ^^“ (E’ puramente
terrorizzata dalle possibili reazioni…). Cmq, x il nostro “amato” capo Alfa devi attendere, ma arriverà (purtroppo) ancorasu questi schermi (Allora, è un modo carino x
dire che ti sto sulle balle? NdAlfa – Esatto! NdRia – Grazie… -___-“ ehi, è il tuo lavoro, 6 il cattivo! NdRia - … …
=___=” ndAlfa).
-
Kaho-chan: TESSORA, mi vuoi ancora bene, vero? Nn ucciiiidermiii… ç___ç. Scusa
ancora x il ritardo!
Cmq, vi
prego, nn odiatemi, e aspetto cn impazienza i commi (+ commi = prima aggiorno
^^ ndRia – Questo è ricattare, sai? Ndtutti – NON
COMMENTATE, NON COMMENTATE! NdTutti_i_personaggi –
[censura preventiva]! NdRia).
UN BESIO A
TUTTIIIII!!!!
(*) Da Euriale, come detto sopra, un
Gorgonie; era sorella (sì, sembra incredibile ma ‘ste schifezze umanoidi erano
ben tre) della più famosa Medusa e come lei poteva mutare chiunque in pietra
con lo sguardo. Carina eh -_-”””?
Capitolo 32 *** Cap.31: Hunters, una notte movimentata ***
Slave, gente
Salve, gente! Perdonate il MOSTRUOSO
RITARDO, ma x motivi: 1) scolastici (comprensibili),
2) vacanzieri (un po’ meno ^^”), 3) blocco artistico (quello xkè 6 un’incapace
ndTutti_Pers), 4) others (ossia: sta disgraziata si fa venire altre idee x
altre fic, parte a scrivere e si trova cn 3 fic incomplete – Parte sana del mio
cervello, TACI!), ci ho messo un po’ a scrivere.
Cmq, x la gioia (Ma de chi?!O.-“? ndtutti) dei lettori di
Psaico, x un po’ mi dedicherò soprattutto a questa storia, xkè siamo in
dirittura d’arrivo (EVVIVAAAAA!!! Ç____Ç <- lacrime di gioia -> ndtutti –
ma andate a [censured]! NdRia), anche se continuerò a scrivere x “il
Collezionista” (NOOOO!!!
NdProtagonisti_fic_Collezionista_+_lettori). Inoltre, questo cap è abbastanza
lungo (12 pagg di Word! NdRia – della serie: “Nun c’
hai altro da fare”? ndTakao – VAI AL DIAVOLO!! NdRia),
xciò, nn odiatemi… ^^”.
Ok, SALUTI STRAVELOCISSIMI A: SUPER
GAIA (commy esaustivo, gazie ^^!), Fire Angel (Ooooh, che dolce creatura!
Grazie x la grazia concessami ç__ç! X Alfa ci penso, Hi, hi, hi… ndRia – Pure l’autrice mi odia T_T
ndAlfa), Kaho-chan (Beh, nn è molto presto XP; xò è aggiornato ^^”), a tutti
quelli che leggono ma nn commentano e a tutte le raga del forum BBSpirit
(Light, Lenn, Jaly, Isa, Elli, Alix, Dafy, mewsana e tutte le altre, grazie
1000!!!).
Cap. 31
L’edificio era avvolto nel silenzio più totale,
ormai tutti, perfino quelli a cui l’agitazione aveva impedito di prender sonno
per ore, dormivano.
Era la loro occasione.
Un gruppo indistinto di ombre
si avvicinò all’ingresso dei vecchi dormitori, distribuendosi un po’ a destra e
un po’ a sinistra.
- Vai! – sussurrò una delle sagome scure.
Due sue compagne annuirono, lanciando alcune
piccole sfere nei corridoi dove erano ammassati i vari letti, nei quali
dormivano Takao e compagnia.
- Allontanatevi tutti. – sibilò la voce di prima
In un istante, una densa nube di fumo grigio si
propagò silenziosa per la stanza. Dopo alcuni minuti il vapore si diradò e il
misterioso gruppo entrò senza troppe cerimonie nella stanza.
- Prendete tutti tranne gli avversari di Alfa. – disse quello che sembrava essere un ragazzo – E
muovetevi, il gas non avrà effetto in eterno.
Il gruppo annuì, caricandosi sulle
spalle tutti i ragazzi, eccetto Takao, Rei, Kei, Max, Midori e gli altri
del gruppo sfidante.
“Buon sonno, carucci…”.
*_________________
Quando Michel si svegliò, la prima cosa che sentì
fu un mal di testa incredibile, come quando si è dormito
troppo a lungo. Il ragazzo fece per aprire gli occhi, sorgendo a malapena la
luna da un’alta finestra sul soffitto: “Finestra… Sul
soffitto?”. Tentò di girarsi su un fianco, con fatica perché aveva tutto il
corpo intorpidito, avvertendo subito, poggiando la mano sotto di sé, il gelo
della pietra. “Pietra?! Ma dove accidenti sono?!”.
Voltò la testa da una parte all’altra, scorgendo
le sagome degli altri, tutte profondamente addormentate accanto a lui, sul duro
e freddo pavimento.
- Mathilda… Ehi, Mathilda, svegliati! – mormorò, decisamente preoccupato, alla sua compagna, sdraiata al suo
fianco.
- Uh… - la ragazza mandò solo un mugolio
assonnato, socchiudendo gli occhi – Michel…? Che…
- Mathilda, forza, alzati!
Lei, ancora confusa e intontita, si tirò su, per
chiedergli cosa ci facesse lì nel loro dormitorio, ma cambiò subito idea,
accorgendosi di non essere più nella camerata.
- Michel! M-ma dove…
- Siamo? Non ne ho la più pallida idea…
La ragazza si guardò attorno
nervosa, senza sapere che fare, fino a quando un altro rumore, un
lamento, stavolta, non fece voltare lei e Michel.
- La miseria, che mal di testa… Ehi, ma che
diavolo…! Dove cacchio sono?! (esprì de finesse …-____- ndRia…)
- Rick!
- Michel! – esclamò lui, con voce ancora impastata
dal sonno - Mi spieghi che cavolo succede?!
- E io che ne so?!
- Tutto ok? – chiese gentilmente Mathilda
- Seeee, - fece sarcastico l’americano – mi sono
appena svegliato con un mal di testa allucinante, in un altro posto da quello
dove mi ero addormentato, senza sapere come ci sono finito, ma sto benissimo!
- Piantala. – disse un po’ freddo Michel – Avanti, svegliamo tutti gli
altri.
Dieci minuti dopo, tutto il gruppo era ben
sveglio, qualcuno in concentrata meditazione, qualcun altro… In piena crisi di
nervi.
- Ma com’è possibile?!
Come abbiamo fatto a finire qui?! E dove sono Takao e
gli altri, perché non sono con noi?!
- Calmati, MingMing -____-“””
(gocciolone) (E te pareva! ndHila – Ovvio, no ^^?
NdRia – La malata isterica oca rompiballe… Ndfan_club_ammazziamo_MingMing –
Buhuuu! T__T ndMingMing)... – disse Garland con un sospiro..
- Ma non è normale, è strano, stranissimo!!! Non è che gli hanno fatto qualcosa, vero, vero?!
- Avanti, sono sicura che stanno bene… - cercò di
rassicurarla Mathilda, mentre Mariam si mordeva il labbro: e se quella avesse
avuto ragione? Come mai altrimenti gli altri non c’erano? “Max…” (Che carina
che 6 ^^! NdRia - >\\\\\< ... ndMariam).
- Scusate l’indifferenza, ma ora il problema
principale non sono i ragazzi, ma noi.
- Ha ragione Yuri. – concordò Gianni, con tono un
po’ grave
- Mi sembra ovvio che qui non ci siamo venuti con
le nostre gambe. – escluse Michael a priori.
- Concordo. – fece il compagno dell’americano.
- A meno che non siamo
diventati di colpo tutti sonnambuli…
- Boris… (gocciolone).
- Credo ci abbiano
drogati con qualche sostanza narcotizzante… - disse Emily, quasi riflettendo
tra sé – Non mi spiego, altrimenti, come abbiano fatto a portarci qui senza che
ce ne accorgessimo…
- Oh, complimenti! – disse una voce sarcastica
dall’ombra – Un vero genio!
- Non per niente è il braccio destro della prof.
Judy Mizuhara, no?
Tutti si voltarono, scorgendo alcune sagome uscire
da un portone sulla parete sud: un gruppo di venti ragazzi entrò con arroganza
nella stanza, squadrando gli altri blader da capo a piedi.
- E così, - disse la voce
acida di prima, appartenente ad un ragazzetto alto e robusto – queste sarebbero
le più forti squadre mondiali di bey, esatto?
- Ne sei sicuro, Kenji? – fece un suo compagno,
con una maglia a collo alto che gli copriva metà volto – Tra ‘sti qui ci sono
un sacco di femmine dall’aria debole… -
Mariam e le altre lo folgorarono con un’occhiata.
- … Per non parlare dei mocciosi! – stavolta, ad
essere chiamati in causa si sentirono Jessie e Kiki, tanto cheGao dovette
trattenere quest’ultimo per la colotta.
- Ehi, siete voi che ci avete portati
qui?! – chiese innervosito Michel
- Arguto, il ragazzo! – fece ironico il compagno
di Kenji.
- Dove sono gli altri?! –
continuò, imperterrito.
- Datti una calmata, Michel della Bartez Squad… I
tuoi amici stanno ronfando beati, non era necessario
portarli qui. Tanto, a loro ci penserà domani Alfa…
- Ma voi chi diavolo siete?!
– esclamò Moses, con fare minaccioso.
- Uuuh, e quel gigante? – fece un altro ragazzo,
poco più di un bimbo, coi capelli ossigenati sparati
all’insù – Chiro crede di averlo già visto…
- Ma sei scemo, Chiro?! –
esclamò quello con la maglia a collo alto – E’ uno dei
Justice5! Quello col caricatore a lanciarazzi per cui
mi hai rotto tanto l’anima, che volevi batterlo!
- Oh, è vero! Scusa, Hiro, Chiro l’aveva
dimenticato!
- Piantala di parlare in
terza persona… (gocciolone)!
I ragazzi fissarono lo strano
drappello abbastanza confusi.
- Ma chi sono questi? (gocciolone) – chiese Raul, allibito.
- Boh! Per me dei suonati…(gocciolone) – gli rispose
Serjei, alzando un sopracciglio.
Ma Yuri sembrava
non essere dello stesso avviso: come Ozuma e Ralph, scrutava lo strano gruppo
con gli occhi quasi a fessura, minaccioso.
- Uh, che sguardo cattivo! – ridacchiò Kenji –
Volete distruggerci a suon di occhiatacce?
- He eh he eh he! –
ridacchiò, con fare eccitato e fastidioso, una brunetta (Una risata isterica…
-___-“ Avete presente Miss Valentina di One Piece?
Ecco, così >___<**! NdRia).
- Ehi, Ken, dai combattiamo?
Dai, dai, Chiro è stufo di aspettare! – cominciò
l’ossigenato, fregandosi le mani.
- Sia ben chiaro, - disse un altro ragazzo, decisamente più grande, con un tatuaggio tribale sull’occhio
destro – quelli della Neoborg me li piglio io.
- EEEEH?! No, Juan, nei Neoborg ci sono Yuri-chan
e Boris-chan! Li volevo io! – piagnucolò la bruna (Autrice… ndYuri_Boris – Una
vostra fan XP - … … =__=” – “CHAN” O.o”?!? ndTutti –
Embeh? NdRia – Dobbiamo commentare -___-“”?).
L’altro alzò un sopracciglio, con sguardo
eloquente.
- Uffa, va bene! Fate come volete, ma quei tre lì
sono miei! – esclamò, con voce acuta, indicando Ozuma, Ralph, e Michel. - Sono
i più carini ^-^!
- Agli ordini, Simone… (alla francese Nda). –
rispose quello, sospirando.
- EHI, VOI! CI DITE CHE
DIAVOLO STA SUCCEDENDO, O DEVO VENIRE A PRENDERVI A CALCI?! – sbraitò furibondo
Rick, facendo per passare dalle parole ai fatti.
- E quello chi è?! – fece
schifata la ragazza dello strano gruppo – Contro quello
non ci combatto, è bruttissimo!
- CHE HAI DETTO, MOCCIOSA >_______<****?!?!(Concordo… XP ndRia – Autrice,
6 una b*******a!!! ndRick – COME HAI DETTO *___*?
NdRia_armata_di_Castiglioni_Mariotti_il_famigerato_diz_di_lat – che, vi
assicuro, in testa fa un male porco! – Io?! Niente ^^”! ndRick_terrorizzato).
- Taci un secondo, Simone.
Kenji, sorridendo maligno, si portò davanti al suo
gruppo, affiancato da Hiro:
- Beh, dirvi che siamo
degli Psaico mi pare superfluo…
- Direi di sì. – fece Yuri, glaciale.
- Comunque, vedete, il
capo ha dovuto un po’ cambiare i piani. Siccome sembra che, ultimamente, la sua
presa su Alfa e gli altri faccia un po’ cilecca, per
evitare di perdere elementi preziosi, ci ha inviati a catturare i vostri Bit
^^! Così poi, lui potrà pensare anche a voi, bei musetti ^^.
- Già… Prima che un attacco di Alfa
vi renda degli psicopatici, vero? – disse Hiro, sospirando.
- Come?!
- He eh he eh he, esatto!
– rise di nuovo Simone; Julia stava per arrabbiarsi davvero, quella vocetta era
irritante da morire!
- Perciò… - disse con
calma Kenji, estraendo un bey color grigio fumo – Prego, o ce li date di vostra
spontanea volontà o combattete, tanto c’è posto…
Alle sue parole, la terra sotto ai
piedi dei ragazzi tremò. Al centro della stanza, come per incanto, si
aprì un immenso Beyblade Stadium, grande quasi quanto quello delle finali
contro i Justice5, completamente rivestito di cemento
e acciaio splendente.
- Allora? – continuò Kenji, mentre anche i suoi
diciannove compagni estraevano i bey, identici al suo – Che fate?
- Sono domande da fare? – fece Michel,
squadrandolo battagliero – FATTI SOTTO!
Anche gli altri si
misero in posizione.
- Uff, testardi… - alzò il suo caricatore sopra la
testa, ghignando – Ma sarà più divertente! SQUADRIGLIA
HUNTERS! PRONTII…
- LANCIO!
Venti bey assolutamente identici scattarono in
avanti, dirigendosi a tutta velocità verso i ragazzi, che
però erano pronti a difendersi coi denti e con le unghie.
L’incontro fu subito accesissimo: il gruppo
Hunters combatteva abilmente e con velocità, sembrava quasi che i bey, invece
di venti, fossero almeno cinquanta!
- Aaah, che bello! – esclamò Simone, che stava
mettendo Leopard alle strette - Sto combattendo contro
Ozuma-chan ^^! (……… -______-“” ndtutti)
- E tra poco l’incontro
sarà già finito! LEOPARD! – il bey nero e rosso spinse con forza su quello di
Simone, facendo leva, e questo parve incassare in pieno il colpo, finendo per
aria con tre giri della morte.
- Oh, povero il mio Numero57! – esclamò,
fintamente preoccupata. Ma subito il suo viso angelico si mutò in un ghigno –
Credi di essere forte?
Numero57 sembrò arrestarsi a mezz’aria, ma riprese all’istante la rotazione, cinque volte più
forte, scagliandosi come un razzo su Leopard, che non sarebbe riuscito a
schivarlo.
- Maledizione!
- TODA LA FUERZA! – il bey di Julia, con uno
scatto, intercettò Numero57 a metà strada, scagliandolo via con una scarica
elettrica.
- Grazie… - disse Ozuma, piatto.
- E di cosa? – fece lei,
un po’ superba, strizzandogli l’occhio.
- EHI TU, STREGA! – urlò Simone, con voce così
stridula che Ozuma credette di perdere un timpano – Come hai
osato fermarmi mentre stavo per prendere il Bit di Ozuma-chan?! Questa
non te la perdono!
- Chi hai chiamato
strega?! – disse la spagnola, decisamente irritata,
correndo assieme al suo bey, lungo il bordo campo, per inseguire Simone e la
sua trottola.
- Cosa succede, Simone? –
chiese Hiro con calma.
- QUELLA BRUTTA RACCHIA
MI HA FERMATO L’ATTACCO!
- Io quella la uccido… >_____<***
- Tzs, tzs, non si fa così, signorina Julia! –
disse il ragazzo, con tono tagliente – Altrimenti ci complichi
il lavoro… NUMERO32!
Il bey di Hiro, subito, smise di attaccare
Galzzly, il bey di Gao, e si lanciò su Thunder Pegasus, assieme a Numero57.
“Voglio attaccarmi assieme! Maledizione, sono
troppo veloci!”.
- Julia! – Raul, però, sempre attento
alla sorella, lanciò Torch Pegasus al suo fianco, deciso ad aiutarla.
- Pronta, sorellina? – lei annuì.
- GEMINI CRASH!
- COMBO 89! – le due
coppie di bey si scontrarono, generando un fiume di scintille, ma sembrava che
i due Pegasus avessero qualche difficoltà.
- E’ inutile, ve lo abbiamo detto, che resistiate. – disse Hiro, tirandosi più su la maglia – Anche
senza poteri speciali, in quanto a bey siamo forti
esattamente come Alfa e…
- LEOPARD! – Ozuma, dietro i due bey grigi,
apparve fulmineo, evocando il suo Bit e scagliando Hiro e Simone praticamente fuori campo, salvando i gemelli.
- Grazie, Ozuma! – fece Raul, sorridendo
riconoscente. Ozuma fece un segno di vittoria:
- Ve lo dovevo.
Anche per gli altri la
situazione non era granchè rosea. Quasi tutti, tentando di eliminare il bey di
Kenji, che sembrava proprio il più veloce e pericoloso, erano assaliti da tutto
il restante gruppo degli Hunters, venendo pian piano logorati.
- Cosa vi succede? –
chiese velenoso il ragazzo – Già stanchi? NUMERO01!
Il bey grigio saettò un istante, scagliando
lontano quello di Oliviè e rischiando seriamente di
disintegrare il Galman di Kiki, che si salvò solo grazie all’intervento di
Apollo.
- Pehw! Grazie, Garland…
- Di niente.
- VAAAAAI, VENUS! V.
TEMPTATION!
- Uuuuh, che paura, signorina… - Numero01 sembrò
non risentire minimamente del colpo di MingMing, colpendo Venus con un attacco
dall’alto che centrò esattamente lo stemma del Bit.
- VENUS!
- Perfetto. E
ora…
SBRANG!
Numero01 fu allontanato, rialzandosi
magicamente dopo essere caduto di testa.
- Maledizione, non l’ ho eliminato! –
esclamò Gianni.
- Tzs, ci mancava…
- Spiacente, caroKen –
sorrise l’italiano – ma sia io che il mio Anfisbena abbiamo
il dovere di proteggere le ragazze; perciò, gira via ^-^! (Ruffiano, ruffiano… ndRia).
- Grazie *-*!
- Di niente ^^! Basta che poi, magari,
esci con me…
- GIANNI, NON MI SEMBRA IL MOMENTO
(gocciolone)! – esclamò Ralph, mentre Griffold evitava altri due bey.
- YUHUUU, GIGANTE
MOSES! Perchè non vieni a prendere Chiro?
- Grrr… Fermati, brutta pulce!
Ma era come parlare al vento: il bey di Chiro,
Numero03, era una vera e propria saetta grigia, che si confondeva alla
perfezione con lo stadio; per di più, ogni volta che
Moses credeva di averlo preso, quello schizzava via.
- Dannazione, PRENDILO! GIGARS!
Niente da fare: con una virata a gomito, Numero03
era già praticamente alle spalle di Gigars. Chiro
prese a canticchiare divertito:
- Ne - ne - nene – ne,
non – prendii – Chiro, non lo prendi…
- MALEDETTO PIDOCCHIO! VIENI QUI!
Il ragazzino fece un ghigno minaccioso:
- Con piacere…
- WOLBORG!
- SEABORG!
- FALBORG!
I tre della Neoborg, intanto,
sembravano proprio quelli più nei guai. Il loro avversario, Juan, non sembrava
forte: lo era! Dannatamente forte, col suo solo Numero09 teneva a bada tutti
loro.
- Tzs, davvero patetici…
“DANNAZIONE! – pensò Yuri, imprecando
sottovoce – Se non facciamo qualcosa, qui finisce
che…”.
- NOOOOOOOO!!!
Un improvviso urlo, bloccò tutti i
presenti: Numero03 stava emettendo una luce stranissima, risucchiando, come una
sanguisuga, il Bit di Moses dal bey.
- GIGARS!
- Accidenti! – Mariam, la più veloce dei Saint Shields, lanciò Squalo contro Numero03, colpendolo
con forza; il bey grigio rotolò via, fermandosi.
- Uff, giusto in tempo!
- Oh, cavolo! – fece Chiro con tono
piagnucoloso – KEN! HIRO! Chiro ha perso!
- Oh, non importa. – fece Kenji,
sorridendo, lo sguardo quasi famelico sul Numero03 – Il Bit c’è…
- COSA?!
Tutti fissarono lo sguardo al centro
del campo: lì, accanto a Numero03, c’era una specie di sfera luminosa, dentro cui si agitava qualcosa; era il Bit di Moses, era Gigars.
- Il… BIT!
- HUNTERS! Concludete il
lavoro!
- Ah, no, non credo proprio! – esclamò
Mariam, mandando Squalo all’attacco, seguita dagli altri
Saint Shields.
- GUAI A VOI SE TOCCATE
IL MIO BIT! – urlò Moses a pieni polmoni, lanciando l’ormai inerte bey
verso la sfera di luce.
Yuri, benché non sopportasse dover
aiutare gli altri, fece per buttarsi col gruppo, ma si
fermò, osservando Hiro: anche con la maglia sul viso, potè vederlo ghignare.
Era una trappola!
- FERMATEVI SUBITO!
- Eh?
- Troppo tardi, mio caro ^^.
Accadde tutto in un attimo, tanto che i Saint Shields, Mystel che li aveva seguiti e Moses fecero
fatica a capire cosa fosse successo.
I bey grigi, come apparendo dal nulla,
si disposero a semicerchio attorno a quelli dei ragazzi,
Hiro, Chiro, Kenji, Juan e Simone in
testa.
- Prendiamoli…
- NUMERO03!
- NUMERO57!
- 09.
- NUMERO32
- 01…
Il quintetto partì fulmineo, chiudendo
i ragazzi ed impedendogli ogni via di fuga.
- COMBO 102!
I bey degli Hunters colpirono in pieno
Squalo, Gorilla, Leopard, Mammut e Poseidon, sprigionando la strana luce che si
era già vista contro Gigars: le trottole, come attratte da una calamita,
sembrarono fermarsi, mentre i Bit venivano risucchiati
letteralmente fuori ed imprigionati negli stemmi degli Hunter’s bey.
- Et-voilà ^-^! – esclamò Simone,
mentre i bey, Gigars compreso, venivano gettati fuori
campo – E siamo a sei!
- Avanti, a chi tocca?
- MAMMUT! – gridò Jessie con voce
rotta – Oh, no, Mammut!
- Sono riusciti… A prendere Poseidon…
- Mystel, forse per la prima volta, apparve agli occhi degli altri completamente
spaesato.
Ozuma non parlava, fissava solamente
lo stemma ormai vuoto del suo bey, a bocca spalancata: lui, il capo dei Saint Shields, i custodi dei Bit-power, aveva permesso
che rubassero il suo…!
- MALEDETTI BASTARDI! – gridò Mariam
con gli occhi lucidi – Oh, ma adesso vengo a
riprendermi Squalo, state tranquilli!
- No, aspetta. – le disse Ralph,
poggiandole una mano sulla spalla.
- E perché?!
– ribattè, furibonda, voltandosi di scatto.
- Calmati. E
cerchiamo di riflettere. - Mariam si zittì, ma lo guardò arcigna.
- Ha ragione, - fece Serjei, da dietro
– quelli fanno un gioco tutto particolare. Se vogliamo uscire da qua dentro e riprendere i Bit,
dobbiamo trovare una soluzione, ma ci vuole mente lucida e calma. (Oddio, che frase lunga! 6 tu, Serjei O.O?! ndRia – La posso uccidere ?
ndSerjei).
- Ma per quanto hanno ancora intenzione di
chiacchierare?! – fece Chiro,sbuffando
– Chiro è stufo!
- Adesso li sistemiamo…
Uno strano rumore, simile ad un sottile allarme,
impedì a Kenji di finire la frase. Il ragazzo, con malavoglia, fissò l’oggetto
che provocava tutto quel fracasso, scrutando attentamente una piccola scatola
nera appesa alla sua cintura.
- Che succede?
- … … Dobbiamo muoverci. – disse
sbrigativo – Qualcuno si è intrufolato nel seminterrato.
- E allora? – fece Juan,
con la sua voce roca.
- Allora… - ribadì il
compagno, cercando di mantenere la calma – Ti devo ricordare chi c’è, adesso,
nello scantinato?
- Opporca…! – esclamò Simone – Il vecchio della
BBA!
- Allora Chiro ha capito chi è il curiosone! –
strepitò – La mocciosa! La mocciosa triplogiochista!
- Triplo… che?!
- Triplogiochista! Prima imbroglia
gli amici, poi imbroglia noi! Doppio doppio-gioco!
- Ma come avrà fatto a
non risentire del gas soporifero?
- Non ha importanza. – chiuse il discorso Hiro –
HUNTERS! Sbrighiamoci con questi qui!
“Abbiamo un’amica da andare a trovare…”.
*_____________
Eve avvertiva chiaramente, nel
buoi del corridoio, i lontani battiti delle ricetrasmittenti degli
Psaico, che ormai si erano accorti della sua corsa verso i sotterranei. Ma non le importava, doveva assolutamente liberare il signor
Daitenji.
Sapeva che il seminterrato comunicava con una
porticina secondaria e con la strada, un’ottima via di fuga; e il presidente,
da libero, avrebbe potuto denunciare Kuroi e, una volta che i suoi compagni
avessero vinto, finalmente sarebbe finito tutto.
Insomma, non avrebbe più avuto paura.
Sarebbe tornata a casa!
Casa…
Si fermò a meno di due centimetri dalla porta del
seminterrato, giusto per evitare di rompersi il naso. Con fare frenetico, frugò
in tasca, cercando le chiavi soffiate dall’ufficio di Kuroi, e prese a provarle
tutte nella toppa della porta, finchè finalmente non sentì il rassicurante
“CLUNK” della serratura che scattava.
Entrò, rapida, chiudendosi la porta alle
spalle, e prese a cercare il presidente in mezzo a tutte quelle celle
improvvisate, costruite anni addietro in fretta e furia.
Alla fine, in una di quelle centrali, trovò
l’anziano uomo che ronfava beatamente, rannicchiato in un angolo.
- Presidente… Presidente! – sussurrò. “Oh, al
diavolo!” – PRESIDENTE DAITENJI!
L’uomo si tirò su con un sobbalzo, impiegandoci
qualche secondo per mettere a fuoco.
- Presidente, sono io! Eveline!
- Oh, Eveline! Cosa...
- Adesso lasci perdere! Presto, deve scappare!
- Come?
Il presidente scrutò senza capire la ragazzina,
tutta presa a trovare la chiave della cella.
- M-ma come vorresti fare? Insomma…
- Quando vi hanno portato in questo nuovo
edificio, non vi siete accorto della porta là in
fondo?
Conduce direttamente alla strada. Lei deve
prenderla e correre a denunciare pubblicamente Kuroi, ha capito bene? FATTO! -
Uno scatto metallico riempì un istante l’aria,
mentre la morettina afferrava il presidente per un braccio e lo trascinava
fuori, correndo.
- Adesso dovremmo attraversare un corridoio. –
continuò la ragazzina, il presidente che sbuffava un poco dietro di lei –
Qualunque cosa succeda, continui a corrermi dietro, siamo
intesi?
L’uomo annuì, stupito dal tono autoritario di Eveline: evidentemente, voleva a tutti i costi che quella
storia finisse bene per tutti.
- Cosa sta succedendo?! –
urlò una voce in fondo al corridoio
- Il presidente è scappato dal sotterraneo!
- Sono qui nel corridoio! – urlò
un altro – Prendiamoli!
- Lei continui a correre, presidente! – mormorò Eve
correndo a perdifiato - Sempre dritto!
Così dicendo, Eve estrasse il suo bey,
stringendolo forte: “Dobbiamo fare un buon lavoro, Falcon.
Per aiutare il presidente, per i ragazzi, per Danny… Per me, ti prego,
aiutami.”.
- VAI!
Il bey blu schizzò dal caricatore, centrando
metodicamente tutte le luci del passaggio, che piombò nell’oscurità totale.
- Cos’è successo?! –
ripresero le voci
- Non c’è luce, non si vede
nulla!
- Accidenti, trovate il presidente!
Ma il diretto interessato,
anche se un po’ spaventato da quel vociare, accelerò il passo, continuando a
correre.
- Di qua! – sussurrò la voce della ragazzina. Lui
si voltò, cercandola nel buio, finchè non scorse il riflesso argentato del
braccialetto che portava al polso; lo seguì, arrivando a quello che,
nell’oscurità, sembrava un buco ancor più buio nella parete.
- Vada giù per questa scala – gli sussurrò la ragazzina – e corra via da qui.
- E tu?
- Ovviamente, - sorrise lei – resterò con gli
altri. Si sono presi sulle spalle la mia causa, non posso
abbandonarli.
L’uomo sorrise all’onestà della ragazzina,
dileguandosi nell’oscurità.
- Buona fortuna mia cara.
*________________
- Sentite, o vi muovete a trovare un piano, o
questi ci disintegrano in blocco! – esclamò Andrew, irritato.
- In blocco… IN GRUPPO! – esclamò Michel,
illuminandosi.
- Se, come vuoi, ma…
- No, no, in gruppo! Dobbiamo batterli in gruppo!
- E finora cosa abbiamo
fatto? – chiese acido Boris – Abbiamo preso il tè?
- In gruppo come loro… Attacchi combinati!
- Combo? Ma dai! - fece Rick scettico – Quelli sono abituati a combattere così!
Noi come facciamo ad imparare in tre secondi netti?
- Ve lo dico io: quelli veloci aprono l’attacco,
gli altri fanno il resto; e i Saint Shields, Moses e
Mystel si riprendono i Bit.
- Piano semplice… - fece Ralph.
- Fin troppo. – aggiunse Rick.
- Ma è una pazzia! –
disse Raul.
- Già, una vera pazzia… – Julia sorrise – Che
aspettiamo?
Michel e gli altri si guardarono, annuendo l’un l’altro.
- HUNTERS, TOTAL
COMBO 360!
- Andiamo!
THUNDER PEGASUS!
- GALMAN!
- TORCH
PEGASUS!
- TRYGATOR!
-
GALUX!
- Andate anche voi! – urlarono gli
altri.
Il gruppo di bey, saettando
minacciosi, colpirono simultaneamente quanti più avversari possibili,
bloccandoli su un’unica linea.
Kenji rise:
- Credete di spaventarci così?!
- Noi no… - sorrise Mao maligna – Ma loro lo faranno di sicuro!
Il gruppo di bey, allora, si scostò di
lato, lasciando passare tutti i loro compagni, e accodandovicisi dietro.
- BISONTE DI PIETRA!
- DEATH
GARGOYLE!
-
GALZZLY!
-
TRYGLE!
-
SALAMAR!
-
GRIFFOLD!
- WOLBORG!
- SEABORG!
- FALBORG!
Gli Hunters osservarono scioccati il
gruppo che, combinandosi al massimo, si dirigeva minaccioso verso di loro,
Bit-power brillanti e furiosi al seguito. Coi loro
attacchi migliori, i ragazzi sgominarono quasi tutti gli avversari, che non
poterono resistere alla loro unione.
Le creature sacre, contemporaneamente,
senza troppe cerimonie, si lanciarono contro Numero01, 03, 09, 57 e 32,
colpendoli con così tanta forza che si ruppero, liberando i Bit; questi, dopo
aver svolazzato per un po’ sulle teste dei ragazzi, tornarono dai loro
rispettivi padroni, che fissavano con un sorriso immenso gli stemmi nuovamente
al loro posto.
Una sirena fece sobbalzare tutti i
presenti, bloccandoli sul posto.
- Cosa succede
ancora? – sospirò Kiki
- Accidenti! Quel vecchiaccio se l’è
filata! – esclamò Juan, ignorando il lamento del ragazzino dall’altra parte del
campo.
- Andiamo!
Gli Hunters, senza
più guardare i loro avversari, si dileguarono rapidi, correndo per delle
scale verso i piani superiori.
- Avrete anche vinto – disse Kenji
prima di uscire – ma forse, tutto sommato, sarebbe
stato meglio perdere i Bit, che la pelle!
I ragazzi lo fissarono senza capire,
ma prima che Yuri potesse fargli un’altra domanda, quello era
già scomparso.
“Cos’avrà voluto dire?”.
L’alba
di una nuova, bellissima giornata stava spuntando, ma tutti sentivano che
quello sarebbe stato l’inizio del gioco più pericoloso.
FINITO! E
adesso? He, he… SUSPENCE! (che palle, lo dici sempre!
Ndtutti).
Piuttosto, giochino che ho lanciato anche
alle raga del forum: avete notato niente negli attacchi degli Hunters? Vediamo
chi indovina! (Ma cosa? NdTakao – Cos’ hanno di particolare. NdRia – Ma dove O.-”?
ndTakao_che_ci_capisce_sempre_meno – NEL NOME, CIURLO! Ma
che idiota che 6! >___<*! – X la verità, come l’avevi detto nn si capiva
‘na fava… ndKei – Ufffaaaaa!!! BASTA, SPARITE! NdRia).
Scusate il MOSTRUOSO, LUNGHISSIMO ED
INTERMINABILE RITARDO, ma quest’anno maggio a scuola è
stato + duro del previsto, e nn ero riuscita a liberarmi neppure un minutino x
completare qsti 2 cap che posto oggi.
Spero mi perdonerete e che continuerete
a leggere la mia storia, ormai quasi alla fine (SIIIIIII!!!
ndtutti).
Qsto 1° cap forse risolleva un po’
Margot (appena appena), ma nn è proprio il max a mio giudizio (in effetti, mi
era venuto il blocco sopra questo). L’altro cap è decisamente migliore (E PIU’ LUNGO!). beh,
ora leggete, a presto!!!!
Ps. Complimenti a Fire Angel per aver
accettato e risolto il mistero ^^ (ma che cacchio dici -___o””?
ndtutti) degli attacchi degli Hunters del cap
precedente: i nomi dei colpi derivano dalla somma dei numeri dei bey (che cavolata
di idea -____-……); brava a Fire Angel e a tutti quelli (io uso sempre il
generico, ma ho sl lettrici donne XD! Vorrà dir qcsa ^^”””?)
che han pensato, nn ci sn arrivati ma han partecipato (ma che era, un quiz a
premi?! Ndtutti) e a tutti quelli che magari hanno capito ma
hanno pensato che era troppo sbatti mettere la rx XDDD! BESO E BUONA LETTURAAA!
Cap. 32
Buio.
C’è buio, tanto buio… Fa freddo… Una scena confusa, ma
famigliare…
Dove
sono?
- E tu chi
saresti?
Di
chi è questa voce? Io… la conosco…
Una ragazza…
- Dì quel che vuoi, Takao, ma io non mi
fido di quello lì! È così… Così antipatico…!
Ma
che vuole questa?! Sentite che arrogante! Che c’è? Perché continui a fissarmi
così torva?
- Ehi, potresti rispondere
quando qualcuno ti parla!
Ma guardatela… Parla con me
con la massima disinvoltura, è davvero insopportabile!
Però…
Cos’è questa sensazione?
Mi sta scaldando… A poco a poco…
Come mai ti avvicini a me senza timore né
diffidenza? Come fai a trattarmi come quello scemo di
Takao?
Allo stesso modo…
Naturale… Solare…
La scena cambia, fugge
via… Sento il mare…
Siamo in pericolo… Una frana…?(*)
- Attenti!
Ti proteggo. Mi viene d’istinto.
Istinto? Io?
Sì, da adesso…
- Tutto bene?
- Sì… Grazie, sei gentile…
Ti trema la voce, sei stupita? Pensa io! Gentile… Non
me l’aveva mai detto nessuno!
Il cuore si scalda… Ancora…
E
ora torna freddo…
Dove sei? Ti vedo… Perché piangi?
No, non piangere… Non
allontanarti da me…
- Via, te la porterò via… Anche lei, anche lei ci
serve…
No,
lasciala… No…
- HILARY!
Kei si tirò su di scatto, madido di sudore; tenne
gli occhi spalancati, fissando le lenzuola, il respiro affannoso e il cuore che
gli batteva talmente forte da scoppiargli. “Un… Incubo…”.
- Tutto ok, Kei?
Il russo ebbe un lieve sobbalzo: accanto al suo
letto, seduto per terra, c’era Omega.
- Sì… - sussurrò il ragazzo – Solo… Un incubo…
- E’ normale. – disse, porgendogli un fazzoletto
per il sudore – Oggi hai subito il Nigthmare’s
Festival di Malakof, è un effetto collaterale frequente.
- Ah sì? – fece lui, atono. Omega annuì:
- Lo dice il nome stesso: inizialmente, il suo
effetto è come la Mesa de L’incubo di Alfa, ma durante
il sonno può scatenare degli incubi.
- Non era… Proprio un incubo… - mormorò il russo – Ma mi ha lasciato una sensazione orribile di…
- Paura? – il russo annuì – Sì sentiva, più che
altro ti sei agitato, ma prima di alzarti hai mollato
un urlo…
Kei si irrigidì un
secondo:
- E cosa… Ho detto?
Omega fece un sorriso strano:
- Io non vedo e non sento…
Il russo girò la testa di scatto, mandando un
“tzs” scocciato. Voltandosi, però, Kei notò che c’era qualcosa di strano: molti
letti, infatti, erano vuoti.
- Dove sono gli altri?
- Non lo so. – disse Omega grave – Ma Takao e i
ragazzi non si svegliano, probabilmente gli hanno
narcotizzati; anch’io mo sento ancora un po’ rincretinito, ho faticato un mondo
a tirarmi su… E, altrettanto probabilmente, hanno portato gli altri da qualche
parte…
Kei si accigliò, preoccupato, facendo per scendere
dal letto.
- Ho già controllato anche dalle ragazze. – fece
il ragazzino, con un mezzo sorrisetto – A quanto pare, le appartenenti alla vostra
squadra non sono state prese e, stranamente, visto che non gioca, neanche lei.
Kei non lo guardò neppure.
- Beh, visto che tu sei in piedi, - continuò Omega
– direi di andare a cerc…
- KEI! OMEGA! Come mai siete
svegli? Dove sono gli altri?
- Eve! – fece stupito il ragazzino – E tu?
- Ehm… Niente, lascia stare… Piuttosto, allora?
Nella nostra camerata mancano Mao, Mariam, Julia, Mathilda ed Emily, cos’è ‘sta
storia?!
- Non lo sappiamo neppure noi. Dai,
andiamo a cercarli.
Entrambi annuirono.
Eveline perché non sapeva che fare, Kei perché era sicuro che, per lo meno, col tappetto (Come sei simpatico! ndRia – Ehmbè? Lo è. NdKei – ç___ç niu! ndOmega)
non avrebbe rischiato di perdersi.
*_______________
Il terzetto vagò per un po’ nei corridoi,
attraverso passaggi bui e nascosti, mentre l’alba riempiva appena di pallida luce
gli angoli, finchè, circa un quarto d’ora dopo, non trovarono gli altri.
Omega, dopo essersi fatto dare una rapida
spiegazione, prese a camminare avanti ed indietro, pensieroso:
- Sì, allora era come pensavo, il capo ha davvero dei problemi…
- In che senso, Omega? – chiese Ralph
- Alfa e gli altri sono i più forti degli Psaico,
ma hanno un problemino: tendono ad abusare della loro forza. Infatti,
quando perdono il controllo diventano veramente pericolosi.
- Come se non lo fossero già così…
- Taci, Boris! – lo seccò Yuri.
- Beh, questo lo sapevamo,
mi pare…
- Ma non sapete, -
continuò Omega – che il capo può piegarli tutti al suo volere, perché anche lui
possiede dei poteri ESP.
- MA DAI O.O” ?!
- Kiki, non fare quella faccia in questo momento
(gocciolone)… - lo ammonì Mao.
- Non granchè, eh? E può esercitarli solo sugli
Psaico che sono stati Marchiati o che appartengono all’elite della squadra, perché
sono più vulnerabili i primi, e perché sono forti ma
hanno meno esperienza di lui gli altri.
- Che bella cosa… - fece
Andrew sarcastico.
- In loro – continuò il brunetto - Kuroi riesce a
scatenare veri e propri attacchi fobici, insomma, è pericoloso quanto Alfa, ma proprio per questo, fa fatica a trattenerlo.
- Non capisco. – disse Emily flebilmente.
- Rifletti: Alfa è giovane e cocciuto, pensa cosa
potrebbe succedere se perdesse davvero le staffe.
Calò un silenzio ansioso. “Siamo davvero nei
guai…”.
- E inoltre, il capo può
rimarch…
- EHI, RAGAZZI!
- Guardate chi ci degna della sua presenza… Ciao,
Begli Addormentati! – fece Rick acido, scorgendo Takao e gli altri.
- Ehi, si può sapere come mai siete già tutti in
piedi?
- Noi ci siamo alzati adesso e non vedendo nessuno
ci siamo messi a cercarvi.
- Mamma, che mal di testa… - si lagnò Max,
massaggiandosi le tempie.
- Ragazzi… - fece Michel – Forse è meglio dirvi
due cosette.
*_________________
Una figura massiccia si aggirava velocemente per i
corridoi della BBA. Doveva assolutamente raggiungere il suo ufficio!
Vide la sua segretaria, vivide occhiaie di sonno,
seduta alla scrivania:
- Spiacente, signore – biascicò
– Ma qui non può entrare ness… PRESIDENTE!
- Salve, signorina Nastume.
- Oh, grazie al cielo sta bene! – sospirò lei
quasi con le lacrime agli occhi - Ma dov’è stato?!
- Ora non ho tempo, mi scusi.
– disse sbrigativo – Mi chiami subito la rete
televisiva nazionale, devo fare un annuncio ufficiale il prima possibile!
- Questa notizia è assolutamente sconvolgente,
presidente Daitenji… - fece il giornalista, venuto nell’ufficio dell’uomo, con
un filo di voce
- Dobbiamo assolutamente fermare questa pazzia! –
esclamò Djman, corso lì a velocità supersonica per capire cosa
diavolo stesse succedendo 8e magari dare agli spettatori una spiegazione
abbastanza convincente da non farlo linciare).
- Tutto ciò che possiamo fare, adesso, è dare
l’annuncio a tutti gli spettatori che presiederanno agli scontri di oggi. Più gente saprà, meno Kuroi e i suoi avranno
possibilità di farla franca. Il resto, purtroppo, è solo nelle mani dei
ragazzi…
*________________
Il gruppo di blader aspettava che gli Psaico
dessero il via alla sfida, appostati nel corridoio adiacente alla sala del Beyblade
Stadium.
Rei e Kei stavano in silenzio, come tutti gli
altri, col volto teso e un po’ preoccupato; Takao continuava a passeggiare su e
giù con una faccia tremenda, sembrava stesse
succhiando un limone:
- Non li perdonerò mai! Che
brutti, vigliacchi…!
Max, invece, era l’unico a sembrare tranquillo:
stava seduto, in disparte, gambe incrociate ed occhi chiusi, cercando di
concentrarsi. “Adesso toccherà ad una delle ragazze scendere in campo… Sempre
che Takao o Daichi non protestino… Speriamo vada tutto
bene…”.
- Tutto a posto?
- Uhm? Sì, certo Mariam ^-^! –
sorrise l’americano alla ragazza che, con calma, gli si sedeva a fianco.
- Mi spiace di non averti potuta aiutare con
Squalo, stanotte. A quanto sembra, dormivo della
grossa… (goccia).
- Ma non è stata colpa
tua. – fece lei, decisa – E se provi a chiedermi scusa per questo, ti tiro un pugno.
- D’accordo… Ah, immagino sia un modo per dirmi “è
tutto ok”, vero ^^”?
La ragazza fece un mezzo sorrisetto.
Il biondo ricambiò, facendola sentire decisamente in imbarazzo: girò la testa con uno scatto,
puntellandosi un poco coi palmi per terra. Qualche istante dopo sussultò,
sentendo la mano di Max stringere la sua; lo guardò in faccia, rossissima,
leggendovi un “grazie” caloroso. Sorrise anche lei, appoggiandosi al muro.
*________________
Kuroi se ne stava seduto alla sua scrivania, il
viso coperto dalle mani giunte, scrutando serio il monitor del televisore.
- Una notizia sconvolgente ha raggiunto oggi il mondo
del beyblade! – esclamò la speaker –
Riguarda la vera identità del PSO Team, promotore
dell’omonimo torneo che ha visti coinvolti i migliori bladers mondiali.
- Signore… - la voce di Alfa,
sulla porta, fece mandare a Kuroi un sospiro divertito.
- Li senti, Alfa? – disse, spegnendo la TV – A quanto pare, qualcuno ha proprio deciso di rompermi le
uova nel paniere…
L’uomo fece segno al ragazzo di entrare, si alzò e
andò verso la porta per chiuderla, continuando a parlare:
- Credo non occorra dirti
che sia la condotta della tua squadra sia quella degli Hunters, a cui ti avevo
ordinato ti affidare la missione per il recupero dei Bit-power, mi ha
profondamente amareggiato, vero?
Alfa restò zitto.
- Ma è soprattutto il tuo
comportamento, ragazzo, che mi ha deluso: ti avevo detto, anzi, ordinato
che i tuoi non facessero del male alle mie cavie, invece per poco non mi
ammazzate i due cinesi.
- Però – disse il ragazzo, in un sussurro – abbai
rispettato l’ordine riguardo a quell’ Hiwatary…
- Assalendo anche Hilary Tachibana, uno dei miei
pezzi migliori, in verità, visto che è riuscita a diventare una blader di alto livello in poche settimane.
Alfa strinse i pugni.
- Ho intenzione di metterti alla prova, Alfa. Tu e
i tuoi compagni.
Oggi assisterai alle gare da qui, e non
interverrai finchè non te lo ordinerò. – gli occhi di Kuroi divennero due fessure
- Se qualcuno, uno solo degli Psaico fa qualche mossa strana, lo punirò, e per mutua colpa, anche tu subirai lo stesso
trattamento. -
Il ragazzo sussultò, impallidendo appena.
- E non credo – ghignò
l’uomo – che sarai granchè lucido per combattere, dopo.
Senza aggiungere altro uscì, lasciando Alfa da
solo. “Non vuole… Farmi gareggiare… - il ragazzo strinse i
pugni così forte da conficcare le unghie nella carne; le pupille erano
così strette da sembrare due puntini – Non glielo permetterò… NON GLIELO PERMETTERO’!”
*__________________
- Eccoci qui, cari amici, pronti ad assistere alla
nuova sfida contro la PSO Association!
La voce di Djman, dal palco sotto il megaschermo
collegato al palazzo degli Psaico, riecheggiò per tutto il piazzale,
accompagnata dalle urla della folla che gridavano ad uno ad uno tutti i membri
della squadra di Takao.
- Le ultime notizie – continuò il presentatore –
sui membri della BBA e sul pericolo che incorrono, hanno sconvolto non solo i
rappresentanti del mondo del beyblade, ma anche tutti coloro
che hanno anche solo vagamente sentito parlare di tutto ciò e, visto che non
possiamo aiutarli in alcun modo, non ci resta che assistere
agli incontri e augurare loro buona fortuna: FORZA RAGAZZI!!
L’urlo della folla squarciò nuovamente l’aria,
chiamando i ragazzi a gran voce.
- Avete visto? – disse Delta, fissando lo schermo
acceso sulla folla dal palazzo della BBA.
- Quanto chiasso fanno!
- … Scusate, ma Alfa? – fece Malakof, dopo qualche
secondo di silenzio.
- E io che ne so?! – lo
rimbeccò Gamma stizzito.
- Non verrà, oggi. – disse Margot, comparendo dal
corridoio buio.
- CHE?! E questo si deve
a cosa, di grazia?!
- Non sono fatti nostri, fratellone Delta.
Testuali parole del capo.
Il gigante fece una smorfia irata, ma non disse
altro.
- Oggi ci saranno gli ultimi
incontri – continuò la mora – Tu, Delta, vedrai per favore di liberarci
velocemente della mocciosa, sono stata chiara?
- Figurati se è un problema.
– ghignò quello, cattivo.
- Prima però, andrò io, d’accordo? E adesso, accendete il monitor anche di là.
I tre annuirono.
Qualche istante dopo, nella piazza sotto la BBA,
il megaschermo si accendeva, mentre Margot cominciava a parlare:
- Buongiorno, gente ^^! –
esclamò, sorridendo amabile – Scusate il
ritardo!
La folla iniziò a mormorare rabbiosa, qualcuno
urlando insulti verso la ragazza e i compagni; Margot non si scompose:
- Uhm, allora sanno tutto di tutto, questi… -
Fulminò gli spettatori con un’occhiata gelida, facendo calare il silenzio tra
loro – Comunque sia, gli scontri
continueranno esattamente come avevamo programmato.
Si voltò verso i suoi compagni, facendo un cenno;
subito Gamma annuì e corse via, andando dai ragazzi, che dopo qualche minuto
entrarono nella sala, con passo sicuro e deciso.
- ECCOLI, CARI AMICI! – sbraitò
Djman dal monitor – Forza, acclamiamo con un caloroso applauso
i nostri blader!
Il pubblico si lanciò in un tifo
da stadio, facendo vibrare le casse del microfono collegate al palazzo
degli Psaico. Margot sbuffò ironica:
- Idioti…
- Allora, Margot. – fece Takao,
risoluto, portandosi a bordo campo – Noi ci siamo. Concludiamo
questa storia e finiamola, una volta per tutte!
- Calmati, berrettino. – ribattè lei, con tono
irritante. – In qualità di sostituta di Alfa, devo
dirvi due cosucce, giusto per regolare questi ultimi scontri.
- In sostituzione di Alfa?
– chiese Midori, stupita – E lui dov’è?
- Non mi risulta siano
fatti tuoi, smorfiosetta. – sibilò la mora, velenosa – Comunque,
per ora siamo uno pari; la prossima a scendere in campo sarò io, e poi verrà
Delta.
- Non c’è alcun problema.
- Però – lo bloccò Margot
– voglio scegliere il mio prossimo avversario. Quindi,
voglio sfidare Mizuhara.
- COSA?!
Tutti si bloccarono, compresi gli Psaico.
- Ma che vuoi fare, Margot?!
– le sussurrò irato Malakof all’orecchio.
- Sei ammattita?!?
- Taci, Gamma. – disse la ragazza, lapidare –
MIZUHARA! Voglio che sia tu il mio avversario. Chiuso! Perciò
vieni e zitto!
Max guardò un po’ confuso i
compagni, facendo spallucce: “Che devo fare? Vado?”.
- Vai, Max…
- Ma Takao…
- Se tu vai ora, rimarranno solo due incontri, ma
vedremo dopo chi far scendere in campo. Adesso, ti
prego, vai là e battila.
L’americano osservò il suo capitano ancora un pò
incerto, ma poi annuì; ammiccò ai compagni e, senza farsi notare, a Mariam, che
lo guardò con sguardo indecifrabile. Max lo tradusse come un “in bocca al
lupo”.
- Si è deciso, cari amici!
– urlò Djman (BASTAAAA!!! Nn lo sopporto +!!! NdRia –
dillo a noi… ndTutti_personaggi) – Siamo pronti per la terza sfida delle
finali: MAX CONTRO MARGOT!
Il pubblico cominciò ad inneggiare il nome del
biondo, che fece solo un segno di saluto con la mano, per poi tornare a
concentrarsi sulla sfida.
- Perché hai voluto che
scendessi io in campo contro di te? – chiese a Margot, caricando Draciel.
- Varie ragioni. – disse lei, atona e
completamente indifferente alle occhiatacce che i compagni le lanciavano – La
prima è che non voglio che nella finale si affrontino
la mocciosa ed Alfa.
- Come?
- Midori. Quando si
tratta di quella lì diventa un lunatico intrattabile, meglio non rischiare. –
estrasse anche lei Linx, mettendosi in posizione - La seconda ragione è che
devo farvi una domanda, ma mi sembri l’unico che possa
rispondermi.
Max la fissò cupo, alzando un sopracciglio: cosa
voleva dire?
“Voglio capire perché siete tanto forti… Voglio capire come mai Malakof, anche se ha vinto, non è riuscito a distruggere Kei.”.
- BLADER IN POSIZIONE! – fece Djman – TRE… DUE…
- UNO….
I due sfidanti si unirono al coro dell’arbitro e
del pubblico:
- PRONTIIII… LANCIO!!
- LINX!
- DRACIEL!
Il bey verde e quello oltremare partirono a
sfrecciare per il campo, una fedele riproduzione di una foresta pluviale.
“Non posso farla assolutamente vincere! – pensò
Max, facendo evitare a Draciel un attacco laterale – Siamo
in parità, dovremo già giocare per forza un duello di spareggio, per avere la
possibilità di vincere cinque incontri; se perdessi, sarebbero guai!”.
- Cosa stai sognando ad
occhi aperti, biondo?! DISINTEGRA QUEL BEY, LINX!
- Ugh…!
Linx iniziò a colpire a raffica Draciel, spingendolo
al centro del campo, in una sorta di acquitrino
artificiale.
- Non ti permetterò di battermi, Mizuhara! Anche
se – Margot sorrise sardonica – mi dispiace un po’
rovinare un bel faccino come il tuo…
Qualcuno, tra il gruppo di blader,
si accigliò improvvisamente. (Ma chissà chi… ^^
ndRia).
- Credi che sia così facile battermi?! DRACIEL, GRAVITY CONTROL!!!
L’acqua attorno ai due bey cominciò ad issarsi
come sconvolta da un maremoto, travolgendo Linx che tentava, con scarsi risultati,
di non indietreggiare.
- Maledizione!
La ragazza, alle strette, si vide costretta ad
evocare il Bit della Lince(**) e Max, prontamente, fece altrettanto; la Lince e
la Tartaruga Nera si scontrarono con violenza, generando un’onda d’urto
potentissima, che sollevò aria e spruzzi d’acqua per alcuni istanti. Quando i Bit-power smisero di colpirsi, i due bey furono
sbalzati lontano, ruotando ciascuno opposto all’altro sul bordo del campo.
Il pubblico mandò un grido
esaltato, così come fecero i ragazzi, nel palazzo degli Psaico.
- GRANDE, MAX!
- DISINTEGRALA, QUELLA STREGA!
I diretti interessati, intanto, stavano fermi a
bordo campo, squadrandosi ansanti:
- Però… Panf… Sei brava…
- Anche tu… Pufff… Ripeto, quasi mi spiace rovinarti… Ma potrei anche fare un pensierino – Margot portò
un braccio dietro la testa – SU DI TE!
Al gesto secco del braccio della padrona, Linx
tornò all’attacco, colpendo Draciel, che però
resistette fermo, tentando di respingerlo.
L’americano sorrise con un certo sforzo,
concentrato nel duello.
- Spiacente, ma questo – si tamburellò con due
dita il petto, sul cuore – è già occupato da una persona troppo speciale,
perché venga sostituita da te. (UAAAH,
ma questa da dove mi è venutaaaa ^\\\\^?! NdRia - … … It’s a stupid phrase -\\\\\-“…
ndMax).
Tra i ragazzi, Mariam ebbe un lieve sussulto,
mentre Margot fece una smorfia schifata:
- TZS! Questi discorsi idioti mi danno la nausea quasi quanto voialtri, perdenti!
Con stizza, la ragazza lanciò Linx all’attacco,
colpendo Draciel con violenza.
- Ehi, calma (gocciolone)! – fece Max in un
soffio.
Ma il bey non
accennava a rallentare; sembrava che Margot si fosse arrabbiata.
“Quell’espressione ebete che gli è venuta mentre parlava prima… - pensò - Non so perché, ma mi
fa saltare i nervi!”.
- Accidenti!… DRACIEL!
- DOUBLE PAS, SHARP
STORM!
I bey si scontrarono nuovamente: Linxpremette su Draciel
con tutta la forza che aveva, finchè la trottola verde non fu scagliata
nuovamente a bordo campo.
“Porca miseria… - pensò Max,
stringendo i denti – Non riesco a respingerla!”.
Margot squadrò l’avversario, immobile,
sistemandosi la chioma nera con una mano.
- Sembra che mi sia sbagliata… - mormorò – Oppure,quel che successo a quel'altro è stato solo un caso…
- EHI, MARGOT! – urlò Gamma dalla panchina – DATTI
UNA CALMATA E COMBATTI BENE, O LO FARAI SOLO RIMBALZARE COME UN FLIPPER!!
- Ma che le prende oggi?!
– disse Delta stizzito – Prima prende decisioni senza
interpellare nessuno, poi un po’ combatte concentrandosi e un po’ si lascia
trasportare! Accidenti a lei…!
- Chissà cos’è che l’ ha irritata tanto…
*_________________
Intanto, anche Alfa stava seguendo l’incontro,
segregato nell’ufficio di Kuroi.
“Come immaginavo… -
pensò, osservando la compagna – Si è messa in testa di scoprire cosa vuole
Kuroi da loro. Cos’è quella forza che il capo sta cercando…”.
- Margot… Hai così paura di essere scartata?
*____________
Lo scontro continuava, violento; Margot non
accennava a rallentare il ritmo.
“Devo scoprire se e cos’è quella cosa che il capo vuole, e devo ottenerla anch’io!”.
- NON POSSO PERMETTERMI DI PERDERE DI NUOVO!!
Linx inseguì Draciel lungo il bordo campo,
squarciandolo; il bey verde caracollò pericolosamente.
- Non mollare, Max! – lo incitò Mariam.
- Forza amico! – incalzò Takao, accompagnato a
ruota da tutti i compagni.
- Un incontro davvero avvincente, cari amici! –
Urlò Djman – Il giovane Max si sta
dimostrando davvero abilissimo, evitando tutti gli attacchi di Marg…
Non concluse la frase,
perché la ragazza si voltò, fulminandolo con un’occhiataccia.
- E VOIALTRI CHIUDETE IL
BECCO! – urlando, diresse il palmo della mano verso i ragazzi, che vennero schiantati a terra; Max impallidì, vedendoli
sbattere con forza a terra.
- NO!
- Tzs… Così imparano a tacere! – disse Margot, con
un’espressione maligna.
L’americano squadrò furioso la mora, a cui si gelò
il ghignetto sulla faccia.
- Perché hai colpito gli altri?!
Che cosa c’entravano?!?
- Ah…
- DRACIEL!!! – il bey
della Tartaruga, velocissimo, si lanciò su Linx.
- Non vi capisco! – sbraitò il biondino – Cosa vi spinge a comportarvi in questo modo?!
- Cos’è, povero piccolo, forse
sonotroppocattiva per te? Uuuuh, la brutta e cattiva
Margot! – cantilenò lei, schernendolo.
- Insomma! Va bene, so che mi odierò per questa
frase, comunque, sorvoliamo sul fatto che il Beyblade
sia uno sport e non si dovrebbe MAI usare la violenza, ma il resto! Voi giocate
con le vite delle persone!!
- E con questo?! – disse
lei, stizzita quanto stupita dal tono schifato del ragazzo – Conosci
per caso un altro modo per essere forti? No, devi solo calpestare chi ti si
oppone di fronte. Nulla di più.
- TI SBAGLI!
Intanto, i due bey si bloccarono al centro del
campo, stridendo e fischiando come il gesso sulla lavagna.
- Fare del male agli altri è il
primo segno dell’essere deboli!
- Ah, sì? Dimostralo.
Le scintille tra i due bey aumentarono a
dismisura.
- Ma non credo che te né i tuoi amici arriverete a domani…. – Linx stava per sopraffare Draciel –
Ancora liberi.
- E INVECE E’ QUELLO CHE FAREMO!!!
Draciel si oppose fiaccamente, ma il bey di Margot
girava troppo rapidamente.
- No…
- Non lo vedi, Mizuhara? Non ce la farete, anzi, non CE LA farai… Sei solo, Mizuhara…
- MAX!! – la voce di Mariam rimbombò nello stadio
– Non darle retta! Siamo tutti con te, FORZA!!!
- Tzs, ma tu cosa vuoi, racchia?!
– sbraitò Margot – Stattene zitta!
- Noi siamo con te, il tuo Bit è
con te! – continuò lei imperterrita – Me l’ hai
insegnato tu, no?
- AVANTI, MAX! – aggiunse Rei – Devi vincere!!
- Ragazzi…
il biondo sorrise,
facendo un segno d’assenso.
- D’accordo, ce la farò! - rialzò lo sguardo verso l’avversaria, che
rimase impietrita: quegli occhi… Gli aveva già visti! – Sto combattendo anche
per i miei compagni, ce la devo fare!
Margot sgranò gli occhi: “Allora… è…”.
- DRACIEL!!!!! METAL GRAVITY WHIRL!!
Si sentì un rombo assordante, mentre Margot vedeva
Linx scagliarsi ai suoi piedi inerme.
“Ora ho capito… Per questo non riesco a vincerli…
Perché loro hanno… qualcosa da difendere…
Loro hanno ancora un cuore.”.
(*) ve lo ricordate? Nella serie BB V-Force, quando i ragazzi si
ritrovano su un’isola e il Prof. K, Kei e Hilary vengono
coinvolti in una frana. (ep. 11 “Prigionieri dell’isola”… KYAAAAA ^\\\\\^!!!!)
(**) Per la millesima volta (sorry a tutti i lettori di EFP, cmq su
quell’altro sito nn pubblicherò + xkè mi sn rotta!) LO SO BENISSIMO CHE ALCUNI
MIEI BIT ASSOMIGLIANO A QUELLI CHE GIA’ CI SN! So benissimo che già mao ha la
Lince, ma quella di Margot usa il vento! È simile (molto, lo ammetto)
MA NN E’ UGUALE! E (prima che mi stressino ancora) quello di Midori, se
quei lettori simpatici che mi
scrivono qste cose leggessero meglio i cap, è un Drago
Cinese, quindi col corpo lungo e cn sl le zampe anteriori, completamente bianco;
nn è il Drago Azzurro! Sn stata chiara?!
Capitolo 34 *** cap.33: Scontro violento! Eve scende in campo! ***
Cap
Cap. 33
- L’INCONTRO E’ TERMINATO, SIGNORE E SIGNORI!! IL VINCITORE E’ MAX!!!
Uno scroscio assordante di urla
e applausi si sentì riecheggiare per tutta la piazza sotto il megaschermo e nel
palazzo degli Psaico, dove i ragazzi esultavano.
- YUUHUUUU, EVVAI!!!
Grandissimo, Max!! Abbiamo vinto! – sbraitò Takao, saltellano
come un forsennato.
- Uaaah, grazie mille ^^! – esclamò Ruka,
arruffandogli i capelli – E siamo sempre più vicini alla vittoria!! ALEEEEEE!!!!
Nella confusione, nessuno si accorse di Margot
che, nel più totale silenzio, si avviava agli spogliatoi.
- Margot, dove…
- Vado via, Gamma. – fece lei, piatta – Ho perso,
non ho più niente da fare, qui.
- Non sembra che tu abbia perso. – disse freddo Malakof – Sorridi.
- Hmp… - a Margot sfuggì uno
sbuffo divertito – Perché ho capito una cosa…
Senza aggiungere altro, se ne andò.
Pian piano, si allontanò nel corridoio
buio, immersa nei suoi pensieri: “Non avrei mai immaginato di non infuriarmi
per una sconfitta. – sospirò – Credo
che sia colpa di quelli là…”.
- Chissà – mormorò – se adesso…
- Potrei cambiare strada? È questo che stavi per dire, Margot?
La mora ebbe un sussulto, sentendo la fredda voce
del capo.
- K… Ku…
- Temo proprio che Alfa non abbia fatto un gran
bel lavoro su di te, se le parole di un moccioso ti hanno
distratta a questo modo…
- N-no, signore, io…
- “Tu”, cosa? Chi ti ha addestrata?
- L-lei, signore.
- Chi ti ha reso forte?
- Lei, signore. – ripetè, atona.
- E chi ti ha insegnato
l’unica regola per farcela, sempre?
-… Lei, signore.
- E qual è, questa
regola? – Margot tacque un istante.
- Il forte schiaccia il debole.
- E il forte che vacilla
deve essere punito, brava. Allora ti ricordi ancora qualcosa…
Margot lo sentì passeggiarle attorno, mentre tutti i pensieri di pochi minuti prima fuggivano via,
lontani. “Che stupida, scemenze come quelle che dice
Mizuhara non mi servono!”.
- Chiedo scusa, signore. Ho capito.
- Bene.
L’uomo le portò una mano a pochi centimetri dal
centro della schiena, in silenzio. Margot strinse le palpebre.
Il forte che vacilla deve essere punito.
- UUUUUAAAAAAAGH!!!!
*____________
Delta si premette una mano sulla fronte,
stringendosela: per un istante, era stata attraversata
da una fitta così forte che aveva creduto gli si spaccasse a metà. Anche
Malakof e Gamma sembravano malconci.
- C-che è successo? – biascicò il russo.
- Anf… Credo che il capo… Abbia deciso di punire
Margot… - ansimò Gamma.
Delta prese un’espressione terribile:
- Margot… - sbattè con forza i pugni per terra –
Merda!!
*________________
Kuroi, impassibile, fissò il corpo inerme di
Margot, che gemeva sommessamente a terra: la schiena sembrava stata impressa a
fuoco con un marchio a forma di saetta.
- Come sei ubbidiente,
farsi punire senza dir nulla! Povera, stupida ragazzina…
Sorpassandola in silenzio, l’uomo si avviò nel
corridoio; sentì la ragazza tentare invano di alzarsi, così accelerò: era un
peccato dover ricominciare da zero con una ragazza così in gamba, ma…
“Non posso permettere che capiscano cosa sto
cercando nei bladers della BBA.”.
*_________________
- E-ehi, Delta… - Gamma, un po’ tremante, cercò di
avvicinarsi al bestione, che stava ancora chinatoa terra, ma questo lo scacciò con un
gesto secco.
In silenzio, col capo abbassato, Delta si avviò a
bordo campo. Eve sobbalzò:
“Tocca a Delta…”.
- MOCCIOSA!! – sbraitò lui,
indicandola – Vieni subito qui! Comincerò da te!
- Fatti sotto. – disse lei, cercando di sembrare
più forte di quanto non fosse.
La moretta trasse un bel respiro, stritolando nel
pugno un lembo della manica, sperando con tutto il cuore di essere diventata
abbastanza abile da sconfiggerlo.
“Quando ho tentato di scappare anni
fa è stato lui a Marchiarmi – pensò, con rabbia – Stavolta, però, io…”.
- Eveline…
- Uhm? Cosa c’è, Daichi?
– chiese la ragazza, stupita dalla voce debole dell’amico; il rosso si morse il
labbro, mentre lei lo fissava: avrebbe voluto che non scendesse in campo…
- Ecco… Buona fortuna… - Ma non riusciva a dirlo.
Lei sorrise.
- Tranquillo ^^.
- Prendi questo . – disse il Prof, porgendole un minuscolo bey blu argenteo – E’
il tuo bey con Evil Metal Sistem. Spero possa sostituire al massimo il tuo
vecchio.
- MA PROF! – esclamò Takao – Non puoi darle quel bey adesso! Non riuscirà
a controllarlo!
- Tranquillo, Tak. – rispose
Midori per gli altri due – Non c’è alcun problema.
Il ragazzo la guardò senza capire, ma Eve e K
sorrisero.
- Bene. – disse la morettina –
Dammi una mano… Falcon Metal Wing.
*__________________
Alfa, ormai in stato di trance,
osservava senza alcuna reazione la scena. Come immaginava,
senza di lui, Margot tendeva a lasciarsi andare alla sua indole più
focosa, diventando incredibilmente influenzabile.
“Che cretina, adesso
dovrà ricominciare tutto l’addestramento!”.
Tirando un lieve sbuffo si alzò dalla sedia,
avvicinandosi allo schermo; qui si fermò, osservandolo con attenta sorpresa:
- Guarda, guarda….
*___________________
Stringendo forte il bey, Eve si avviò a bordo
campo, incitata dai compagni, dagli spettatori e da Djman, che annunciava i
protagonisti dello scontro.
- Come sarebbe a dire “non c’è problema”, Mi? –
chiese intanto Takao – Non so se lo sai, ma stiamo
parlando di un bey con Evil Metal Sistem, una roba incredibile! Super potenza,
ma finchè non impari, zero controllo!
- Ti sbagli, Takao. – disse K – Le ragazze sono
già capaci di utilizzare i bey con E.M.S. - (Abbrevio così faccio prima XP ndRia – Pigra! NdTakao – Da che pulpito! ndtutti).
- COME O.o?!
- He, he… Abbiamo imparato in un paio di pomeriggi…
^^ - sorrise Ruka tutta compiaciuta.
- Inoltre, il bey di Eve
è molto particolare; l’ E.M.S., infatti, era già stato installato su Falcon,
anche se in forma più semplice.
- COSA?!?
- Ma che dici, Prof?! Lo
sai che quel sistema è nato dal PPB!
- Lo credevo anch’io, Emily, ma, studiando Falcon,
ho trovato una sorta di “antenato” dell' E.M.S. il bey
di Eve è troppo piccolo per essere stabile, così quel sistema serve per
potenziarlo e garantire efficacia fisica senza minare la velocità.
Tutti fissavano il Prof attoniti,
qualcuno senza aver capito granchè del discorso.
- Beh, se le cose stanno così… - mormorò Raul –
Vuol dire che Eve ha la vittoria in tasca!
- Fantastico! – rincarò Mathilda, sospirando di
sollievo.
- Sarà meglio non cantare
vittoria troppo presto – sussurrò freddo Yuri – quel tipo è davvero
pericoloso…
- Sono pronta, bestione.
– disse Eve, decisa. Daichi sentì lo stomaco contrarglisi,
vedendola lì davanti a Delta sembrava anche più minuta.
- Bene… - la voce tranquilla del ragazzo sembrava
diversa, tanto che Eve rabbrividì. Dalla panchina, Gamma si morse un labbro:
“Ahi, ahi…”.
- Tre set, mocciosa. – disse Gamma, con tono più
d’ordine che di richiesta - Chi vince due set vince lo
scontro.
- No! – esclamò Midori –
Oh, non uno scontro lungo! Eve va in svantaggio con tempi prolungati!!
- Maledizione!
Dal campo, però, Eve annuì, tremante.
- Ad una condizione, però.
Delta la scrutò senza capire.
- Se vinco, lasciate
subito mio fratello.
Tra le due squadre scese il
silenzio. Eveline stava facendo una richiesta troppo
pretenziosa, rischiava grosso!
Ma Delta, ormai completamente fuori di sé, non ci fece caso.
- Ok.
- Puoi… Puoi portarlo
qui… Adesso?
Delta sorrise maligno.
- Cos’è tutto questo
coraggio, mocciosa? Sei ubriaca per caso? – Eve strinse i pungi
– Comunque, d’accordo. Sarà più divertente…
Dopo qualche minuto Malakof tornò dal seminterrato
del palazzo, stringendo il piccolo Danny per un braccio.
- SORELLINA!!!
- Non urlare, moccioso! – lo sgridò il russo,
strattonandolo.
- SMETTILA, MALAKOF! – urlò Eve. Poi si riaddolcì, parlando al fratello – Tranquillo, Dan, ora ti
porto via.
Il piccolo sorrise fiducioso,
mentre Malakof lo sbatteva con malagrazia sulla panchina. Eve strinse i pugni.
- D’accordo, Delta… FATTI SOTTO!
- BLAYDER IN POSIZIONE! TRE…
- DUE…
- UNO…
- LANCIOOO!!!
- Ohi, ohi…
- Si può sapere che hai, Gamma?
- Guarda Delta… Quell’idiota si
metterà nei guai…
- Uhm?
*__________
“Ma guardalo, che stupido… - pensò
Alfa, sempre più furioso, dalla stanza dov’era rinchiuso – Finirà per
ammazzarla, visto com’è ridotto…”.
*___________
Anche Omega, dal
gruppo, sembrava preoccupato.
“Eve, fai attenzione…”.
DELTA SI E’ ARRABBIATO SUL SERIO.
- TARANTOLA!
- FALCON!
I bey cozzarono subito rapidissimi,
ma Eve capì subito che c’era qualcosa che non andava: Delta, più che per
attacchi laterali, com’era nel suo stile, la stava colpendo frontalmente,
simile ad un bufalo imbizzarrito.
- Io ho ancora un conto in sospeso, con te,
mocciosa… - sibilò, con fare arcigno – Ma pagherai
anche per gli altri… CHE MARGOT SIA STATA MARCHIATA UNA SECONDA VOLTA!!
- Cosa?!
- EEEEEEH?!?
- Marchiata… UNA SECONDA VOLTA?!
- Ehm, Mi, Ruka… Non vorrei fare la figura dell’ignorante, ma questo cosa comporterebbe? – chiese
timidamente il prof. K.
- Ma, soprattutto, cos’accidenti vuol dire?!
- Ecco… Ve l’ ho detto
che chi prova a scappare, tra gli Psaico…
- Viene ferito con bey
impregnati di veleno, l’ MK-57, se, se, lo sappiamo! – disse Andrew spazientito
– Ma cosa significa “marchiata di nuovo”?!
- Il Marchio… - fece Midori con tono grave –
comporta un dolore fortissimo.
- Un male tale che quelli che ne sono colpiti –
continuò Ruka – subiscono danni gravissimi: 90 volte
su 100 rimani così debilitato che devi ricominciare tutto da capo.
- Tutto da capo?! – Takao
ci capiva sempre meno.
- Tutto. camminare,
parlare, usare il bey… è come essere usciti dal coma.
- Per chi era stato
liberato dall’ MK-57, poi,è anche più
dura… - disse Omega grave.
- I-io però non sapevo che anche Margot fosse
stata Marchiata…
- Molti anni fa. – disse Omega, con aria cupa – E
il suo Marchiatore, nonché, dopo, maestro e compagno…
Fu proprio Delta.
- ASSAULT WEB!! –
all’urlo di Delta, dallo stemma del bey cominciarono ad uscire fili argentei,
che tagliavano i detriti e i pezzi di campo che sfioravano, come un coltello
caldo taglia il burro.
- Accidenti!! FALCON! – il bey argentato accelerò,
schivando a zig-zag i fili che gli piombavano addosso come un nugolo di frecce
– Avanti, SUPERSONIC FLY!
Subito, Falcon, sparì dal campo, cominciando ad
apparire a scatti, rapidissimo.
- Non pensare che sarà così facile battermi!!!
La ragazza parve concentrarsi.
Falcon, come apparendo dal nulla, colpì a raffica
Tarantola, che sbattè contro il bordocampo e rallentò pericolosamente.
- Maledizione!
Eve sorrise soddisfatta:
- Preparati…
- VAI! – saltellò Daichi, agitando i pugni.
- Sta preparando l’attacco speciale! – disse
Midori – Era un sacco di tempo che non lo vedevo!
- Ragazzi, guardate!
Tutti fissarono il campo; Ruka sorrise, sussurrando:
- Felice di rivederti… Bit-power del Falco della Regina.
- METAL… WING ATTACK!!!
Il Bit-power, all’ordine, si lanciò contro
Tarantola, agitando le ali argentee; il campo fu scosso all’istante da una
sorta di piccolo tifone, che gettò il bey di Delta fuori campo.
Un set per Eve!
- SI ’!!
- IL PRIMO SET TERMINA QUI, GENTE! –
sbraitò Djman – UN PUNTO PER LA PICCOLA EVE!!!!
- EVVAI!
-BRAVISSIMA, SORELLINA!!!
La tifoseria della moretta si fece sentire forte,
mentre lei mostrava un sorriso stanco, ma deciso:
“Ancora due…”.
- Uhm?
Eve si bloccò: stranamente Delta, nonostante
avesse perso, non reagiva; stava fermo lì, davanti a lei, fissando Tarantola
che teneva di nuovo in mano.
All’improvviso alzò la testa, ed Eve fu scagliata
all’indietro da un’onda mentale fortissima; istintivamente, Daichi le si mise dietro, schiantandosi anche lui a terra.
- Vedi di abbassare la cresta… Mocciosa. – fece duro Delta – Non sei migliorata per niente in questi anni…
Così mi faciliti solo il lavoro!
I due ragazzini si alzarono a fatica, Eve
squadrando Delta con rabbia.
- Tutto ok, Daichi?
- Sì… Tu?
- A posto…
- MOCCIOSA! – sbraitò di nuovo Delta – Hai
intenzione di perderti in cretinaggini ancora per molto?!
Facciamola finita!!!
Eveline caricò il bey, provando ad avvicinarsi al
campo, ma era impossibile: Delta era così furioso che aveva eretto una sorta di
barriera attorno ad esso.
“Maledizione, mi tocca lanciare da qui!”.
- Sei sleale, Delta! – urlò Midori, che come gli
altri aveva notato la barriera, che appariva come una
sorta di tremolio molto accentuato dell’aria – Eve non può lanciare da qui,
saranno almeno cinque metri!
- Tzs, “non può”? – fece sarcastico lui – Si vede che non è abbastanza forte…
Eveline si sentì ferire nell’orgoglio:
- Ma con chi… CREDI DI AVERE A CHE FARE?!?
Con un colpo deciso lanciò Falcon, che atterrò con
precisione in mezzo al campo.
- OOOH, Incredibile, amici! – disse Djman –
La piccola Eveline ha lanciato il bey a distanza, e sembra
voglia continuare a combattere senza avvicinarsi allo stadio!
“Brava, mocciosa… - pensò Delta, ghignando – Resta
lì… nella mia rete…”.
- TARANTOLA! ORA!
All’istante, il bey
di Delta aumentò l’accelerazione, creando una nube di polvere; quando questa
sparì, anche Tarantola non c’era più.
- COSA?!
Nello stadio calò
immediato il silenzio, mentre la ragazzina tentava di sentire il rumore del bey
di Delta; anche Daichi, accanto a lei, ci stava
provando.
“L’ ho sentito! – pensò all’improvviso Eve – Ma dov’è? Non riesco a capire…”.
- Tu sai… - mormorò Delta – Come fa un ragno a
catturare le sue prede?
Eve lo guardò storto, mentre il ronzio del bey si
faceva più nitido nella sua testa.
- Innanzitutto, per
catturarle crea una ragnatela… Da cui non possano scappare…
La ragazzina cominciò a preoccuparsi, la barriera
di Delta che, aumentando, cominciava a irrigidirle i
movimenti: pochi minuti e sarebbe rimasta bloccata.
- Daichi, allontanati! – sussurrò.
- Cosa?
- La barriera che Delta ha fatto sta aumentando,
vuole bloccarci qui! Allontanati! – lui la fissò deciso:
- Neppure tra un milione di anni.
Eve lo fissò.
- Resto qui con te.
- … Ah °\\\°…
- E sai… - continuò Delta come se niente fosse – Cosa fa, dopo?
Eve, tornando concentrata, mosse un paio di passi
indietro, cercando disperatamente di capire dove fosse
Tarantola.
- Mettetevi dietro di me – disse
intanto Omega agli altri – Delta è furioso, sta per combinare qualcosa.
- Stai scherzando?! –
fece Rick, scettico – Mi spieghi perché i mocciosi restano
impalati come statue?!
- E’ una barriera… Quel bestione
sta usando i suoi poteri ESP per bloccarli.
- Omega… Vai ad aiutarli, forza! – lo pregò Ruka.
- Non posso. Non sono abbastanza forte per un
attacco diretto, però posso proteggere voi.
Midori fissò Eveline e Daichi, in preda all’ansia:
“Oh, ti prego… Fai che non gli succeda nulla…”.
- Poi, piccola Eve… - fece Delta, lo sguardo ormai
spiritato – Il predatore cala sulla vittima…
Il rumore del bey divenne un acuto stridio, come
una sega su del metallo.
“Metallo?”.
Un rumore sordo riempì l’aria un istante e
contemporaneamente le ferite delle ragazze mandarono una fitta acuta.
Un lungo sibilo fece voltare tutti verso l’alto.
SBRAAAAAAAM!!!!
Daichi sentì solo che veniva
spinto via e rotolò a terra, mentre avvertiva qualcosa schiantarsi sul
pavimento, alzando una nuvola di polvere.
Quando la nube si
diradò, pian piano, il gruppo sentì un pianto soffocato, mentre Tarandola,
sbucato come dal nulla, entrava in campo, gettando fuori Falcon.
Daichi trattenne il fiato, mentre il suo cuore
perdeva un battito.
- Ah…
Un riflettore, di quello posti
sul soffitto per illuminare la sala, era stato colpito da Tarantola, lanciato
più in alto grazie ai poteri ESP di Delta; sempre così, il bestione l’aveva
fatto cadere velocemente, con l’intento di colpire il ragazzino, ma Eve se
n’era accorta in tempo, spingendolo via.
Ora, per terra, dove prima stava Daichi, c’era
Eve, il riflettore che le aveva colpito la schiena,
immobilizzandola.
- EVE!!!!!!!
Midori lanciò un urlo terrorizzato, mentre gli
altri si lanciavano verso la ragazzina.
- Ehi, EVE! - fece Takao, con tono
preoccupatissimo. La moretta gli rispose con un flebile gemito.
- Sorellina… - dall’altra parte del campo, il
piccolo Danny era trattenuto a forza da Malakof, mentre piangeva – SORELLINA!
- Tzs, che stupida… - disse Gamma sprezzante –
Sperava di battere Delta!
- Sembra grave, Takao… - disse Rei, a bassa voce.
- Dobbiamo portarla in infermeria! – esclamò Omega
– Avanti, tiriamola su piano, so come arrivarci!
- Voi non vi muovete! – urlò
Delta – L’incontro non è concluso!
- MA SEI MATTO?! – strillò con voce acutissima Mao – E’ FERITA! ED E’ COLPA TUA!
- Lasciali andare, Delta…
Una voce fredda e calma fece
voltare tutti quanti: su una delle gradinate vuote, come un fantasma, era
apparso Kuroi.
- Eveline deve andare in infermeria.
- M-ma capo…
- Deve – andare – in – infermeria. – ripetè l’uomo, con tono che non ammetteva repliche.
Delta rimase immobile, scosso da un brivido.
- Avanti, andiamo! – fece Omega.
- La prendo io, ragazzi, così rischiamo di
muoverla meno… - disse Moses, gentile.
Takao annuì, e il gruppo corse verso la direzione
indicata da Omega.
*___________________
Corsero per una buona dose di minuti, Moses con
Daichi al fianco che continuava a fissare Eveline, che non aveva
più aperto gli occhi.
Sentendo la vocina flebile della ragazzina, Daichi
ebbe un mezzo infarto.
- EVE! – fece a pieni polmoni – Eve! Come stai?!
- Meno male! – disse Moses,
vedendo la moretta aprire lentamente gli occhi – Coraggio, Eveline, siamo
quasi arrivati!
- Gr… Grazie… - sussurrò di nuovo lei,
accoccolandosi un poco.
Il gruppo arrivò trafelato davanti all’infermeria
e davanti alla porta Omega sbraitò:
- DOC! EHI, DOC! Sono io!
All’istante uscì un uomo alto, avvolto in un
camice bianco sporco; sembrava un uomo molto anziano, o più semplicemente un
uomo molto stanco e preoccupato; Takao optava per la
seconda versione.
- Omega…
- Doc! La piccola Eve…
Subito, l’uomo notò la ragazzina, una macchia
rosso cupo che le si allargava lentamente sulla
schiena, ora della grandezza di un palmo; le rughe gli si accentuarono.
- Portala
dentro, poi esci. Voi aspettate qui. – disse, con tono basso; Moses
obbedì.
Passò una buona mezz’ora, ma Doc non usciva;fuori dalla stanza
tutti aspettavano in silenzio, sorvegliati a vista con delle telecamere.
- E’ per via di Doc. – aveva detto Omega –Non
aveva idea di cosa accadesse qui dentro, quando fu
assunto, né che non se ne sarebbe mai potuto andare. Ha il cuore tenero…
Probabilmente, aveva pensato Takao, Kuroi temeva
gli aiutasse a scappare.
Alla fine, il dottore uscì. Daichi, che per tutto
il tempo aveva passeggiato davanti alla porta, si bloccò all’istante.
- Le ho somministrato un sedativo – disse Doc, con voce bassa e a
scatti – resterà cosciente ancora per cinque minuti. Entrate, ma al massimo in
quattro.
I ragazzi annuirono. Subito entrarono Daichi ed
Omega, poi Takao; quando però fece per alzarsi Midori, Yuri la precedette:
- Voglio vedere le
reazioni del moccioso. – e senza aggiungere altro si
chiuse la porta alle spalle, mentre la ragazza lo fissava storto.
Nella stanza, Eve giaceva sul lettino, una serie
di bende bianche le fasciavano strette tutto il busto;
Daichi si sentì morire, quando si accorse che respirava a fatica.
Il rossino avvertì all’improvviso Takao spintonalo lievemente; facendo un cenno col capo, questo gli
sussurrò:
- Vai.
Daichi si avvicinò lentamente, sotto lo sguardo
vigile dei compagni.
- Eveline…
La ragazzina socchiuse gli occhi; vedendolo,
sorrise appena.
- Ciao…
- C… che cavolo hai fatto
prima?! Mi spieghi che accidenti…!
- E’ tipico di Delta – fece
Omega, per risparmiare fatica alla ragazzina – attacca i compagni dei suoi
avversari… Indebolendoli…
- S… Sembra che lui ce l’abbia
un po’ con te… Vero? – disse Eveline a Daichi, facendoli l’occhiolino.
- M-ma si può sapere perché ti sei messa di mezzo?!
Lei rimase un attimo in silenzio, spostando lo
sguardo dal rosso a Takao ed Omega.
- P… Per la prima volta… - sussurrò – Ho degli
amici… Finchè ero negli Psaico… Non potevo… Averli… E adesso… - continuò,
sempre in un soffio - Non potevo certo lasciare, che ti facessero del male…
- STUPIDA! – sbraitò lui, con gli occhi lucidi –
TI SEI RIDOTTA COSI’ PER COLPA MIA?!
- Tranquillo… - sorrise lei – Non è niente…
- BUGIARDA!- Daichi si sentiva malissimo,
incredibilmente in colpa, e Takao lo vedeva benissimo.
- Mi spiace solo per Danny… - continuò Eve, la
voce appena rotta – Povero piccolo…
Eveline chiuse gli occhi, stanca: stava per
addormentarsi.
- Ragazzi, adesso uscite – disse
Doc – Deve riposare.
- Daichi… - mormorò lei ancora una volta, quasi in
un soffio – Grazie… Per avermi chiamata solo “Eve”…
- Eh °\\\°? – lei sorrise:
- E’ stata… La prima volta… ^\\^
Il rosso rimase lì dov’era, ignorando Takao che lo
strattonava un poco per la maglietta. Si avvicinò alla ragazzina, ormai
addormentata, mentre Doc lo squadrava severo:
- Ragazzino, mi sembrava di averti detto di uscir…
- Aspetta, Doc. – fece
Omega.
Daichi poggiò due dita sulla fronte di Eve, muovendole la frangetta; notò che Doc le aveva
dovuto mettere un cerotto sul viso, dove c’era un lungo taglio.
Daichi abbassò lo sguardo:
- Tranquilla… - disse a bassa voce – Ora ci penso
io.
- Daichi, andiamo…
- Takao, io…
- Uhm?
- Prendo il posto di Eve.
- COS’ HAI DETTO?!? –
fece Omega a pieni polmoni.
- Moccioso, sei fuori?! –
disse Yuri, con tono appena più forte del normale (Figurati, lui che si agita…
-____-“ ndRia – A volte succede, cosa vuoi?!
NdYuri_un_po’_offeso) – Ti ricordo che tu, con quel bestione, corri un rischio
non da poco, dopo il cazzotto che gli hai tirato… (*)
- Non posso permettertelo, Daichi!
- E IO CI ANDRO‘ LO
STESSO!
Il rosso aveva sbraitato con voce talmente forte
che Takao si era tirato indietro.
- Non gli permetterò di passarla liscia. –
continuò lui – E non m’interessa che tu non voglia.
Takao rimase in silenzio, poi,
con un sospiro, lo fece passare.
Mentre Daichi si chiudeva la porta alle spalle,
Yurifissava
Takao con sguardo inquisitore:
- Si farà ammazzare. Lo sai questo?
- No. – ribattè, calmo – Non permetterà a Delta di
vincere.
- Ehi, Daichi! – esclamò Max, mentre il rosso
usciva dalla porta.
- Come sta Eve? – fece Midori, ansiosa.
- Dorme… - mormorò lui, atono.
- Uhm? Ma dove vai?
Il rosso non rispose, correndo a passo spedito
verso l’area di gioco.
- Daichi, non vorrai mica andare contro Delta,
vero?! – disse Rei, afferrandolo per
una spalla – Ehi, mi stai ascolt… AH…
Il cinese fissò Daichi per un istante, allentando
la presa: il ragazzino aveva uno sguardo furibondo; Rei si distanziò un poco,
mentre Daichi si scostava con un gesto secco e continuava verso l’arena.
“Non perderò, Eve! – pensò,
furioso – TE LO PROMETTO.”.
*_______________________
- L… La squadra della BBA, dopo aver portato in
infermeria la giovane Eve, non si è più vista… - Mormorò Djman – A… A
questo punto…
- A questo punto – fece Delta, soddisfatto – io
vinco l’incontro, la mocciosa lo perde e quegli altri
definitivamente anche la sfid…
- FERMO LI‘!!!!! – urlò
Daichi, sbucando dall’altra parte del campo – IL TUO AVVERSARIO ORA… - estrasse
il bey rapidissimo – SONO IO!!!
Delta rimase un attimo in
silenzio, poi scoppiò in una risata acida:
- TU, moccioso?! Vuoi
finire anche tu all’ospedale?
Daichi rimase zitto, squadrandolo con rabbia.
- Uff, e va bene…
Delta si portò a bordo campo, ridacchiando.
Intanto i ragazzi, dopo aver seguito Daichi, apparvero alle sue spalle.
- Quel pidocchio è uscito di
testa! – disse Hilary, con tono più preoccupato che arrabbiato.
- Takao, non puoi permettergli di giocare!
- Max ha ragione! – disse Rei,
agitato – I loro livelli di forza sono troppo differenti!
- Takao… - fece Ozuma – Perché lo lasci duellare?
- Hmp… Tranquilli. – disse il
giapponese – Ve l’ ho già detto, Daichi non perderà.
“Non si perdonerebbe mai di perdere!”.
- Sei pronto, scimmietta?!
IN POSIZIONE!
- TRE… DUE… UNO…
- LANCIOOOO!!!
Tarantola fu spedito in
campo, ma Daichi rimase fermo.
- Uhm? Cosa fai moccioso?!
- Voi… - cominciò il rosso – Avete giocato con le
vite delle persone… Avete fatto del male a tanta gente… Soprattutto tu! Ma io…
- continuò – Non ti perdonerò mai… DI AVERLE FATTO DEL
MALE!!!!!
GAIADRAGOOOOOON!!!! -
Il ragazzino tirò il nastro del caricatore,
stringendo la maniglia di questo così forte da romperla con la mano.
- Ah…! – Hilary era ammutolita.
- Orca…!!!
- AVANTI! – continuò Daichi – DISINTEGRA QUEL
BASTARDO!!!!
Gaiadragoon, guidato dalla rabbia del padrone,
cominciò a percorrere il campo in circolo, lasciandosi dietro profondi squarci
nel terreno.
- METAL GREAT CUTTER!!!!
Tarantola non potè neppure reagire: Gaiadragoon
gli si avventò letteralmente addosso, spaccandolo in due parti, che passarono,
rispettivamente al fianco, da una parte e dall’altra, del viso di Delta,
schiantandosi poi a terra con un botto sonoro.
- L’INCONTRO E’ FINITO!!
– urlò Djman, ancora agitato, tentando di non far tremare la voce – IL
VINCITORE E’ DAICHI, PER LA SQUADRA DELLA BBA!!!
Si sentirono le urla di
trionfo del pubblico, forse ancora un po’ incerte, provenire dagli
altoparlanti, mentre i ragazzi fissavano ancora il campo.
- A-avete visto? – disse Lai a mezza voce
- Credo di non aver mai visto Daichi tanto
arrabbiato… - disse Max.
Contemporaneamente il rosso, senza neanche
guardare l’avversario, tese una mano in direzione di Danny:
- Dai, vieni, ti riporto da tua sorella…
Il bambino fece per muoversi, ma Malakof strinse
la presa.
- Ho vinto. – disse Daichi duro
– Lascialo.
Il russo digrignò i denti, ma lasciò la presa; il
piccolo Daniel schizzò verso i ragazzi barcollando, gettandosi praticamente tra le braccia di Midori e Ruka, le uniche che
conosceva bene.
Delta si contorceva dalla rabbia, mentre osservava
Daichi che, nel più totale silenzio, tornava dagli altri; ma un ben più
terrificante pensiero gli si fece largo nella mente:
“Ho perso… Quindi… VERRO’
PUNITO.”.
- Come stai, Danny? –
chiese Ruka ansiosa, scompigliando i capelli al bimbo.
- Bene… Io…
Il piccolo tacque, quando vide arrivare Daichi, e
sorrise:
- Grazie mille ^^ ! - fece, con un’espressione
riconoscente.
- E di che °-^ ? – rispose, con un sorriso un po’
tirato.
- Complimenti, bertuccia! – esclamò Takao,
tirandogli una pacca sulla spalla da levargli il fiato – Dovresti giocare così
contro di me, o non mi batterai mai.
- Ma che c’entra?! –
rimbeccò il rosso – Lo sai benissimo che sono più
forte di te!
- Sì, sì, certo…
- Scu-scusate… - esordì all’improvviso Danny,
timidamente – Ma… Come sta Eveline?
*_____________
I ragazzi dovettero attendere due ore, prima che
l’effetto dei sedativi su Eve passasse. Oltretutto, Doc era stato tassativo:
avrebbe fatto entrare solo il fratello, “testa-rossa” e “quello col berretto”,
ossia Daichi e Takao, perché era il capitano.
- Mi spieghi una cosa? – chiese all’improvviso
Takao a Yuri
- Uhm?
- Perché prima sei voluto
entrare?
Il russo rimase in silenzio per un po’.
- Se non fossi entrato
io, l’avrebbe fatto una di quelle due, Ruka e Midori. E
se proprio vuoi che non si caccino nei guai, non mi sembra il caso di far
vedere loro la compagna in quello stato. – chiuse gli occhi, senza mutare
espressione – E poi ero curioso di vedere la reazione del moccioso…
A Takao l’ultima frase sembrò quasi un pretesto;
gli sfuggì un sorrisetto:
- Ho capito.
In quell’istante la porta si aprì; da un angolino spuntò la testa di Doc, ancora serissimo e con un
paio d’occhialetti squadrati e rigidi ben piantati sul naso.
- Venite.
Takao e Daichi annuirono. Danny,
invece, che era rimasto accoccolato a Midori tutto il tempo, si fiondò
nella stanza a velocità supersonica, con gli occhi lucidi.
- SORELLINA!
Eve, ancora mezza intontita, ci mise qualche
secondo a rispondere:
- Danny…?
- Ciao! – esclamò lui, tutto contento.
- DANNY!! – la moretta si sporse dal letto,
tirandolo a sé, piangendo di gioia – OH, DannyDannyDanny!
- Coff, ehi, sorellina, mi stai soffocando…
Daichi riuscì a malapena a trattenere uno sbuffo
divertito.
- Oh, scusami… - disse Eve, facendolo sedere bene
sul letto.
- La ferita non è gravissima, fortunatamente. –
disse intanto Doc agli altri due – Ma può scordarsi il
bey e ogni sport pesante per almeno un mese, se non vuole che le si riapra.
- Hu, hu… - fece Takao, annuendo.
- Su, ora sarà meglio che usciat…
- Aspetta un attimo, Doc. – gli fermò
Eve – Ecco… Visto che Danny resta, ehm….
Doc la fissò imperturbabile.
- Beh… N-non… Non è che
può rimanere anche Daichi ^\\^?
- EH? IO o\\\o? – la ragazzina annuì.
- SI ‘,SI ‘, OH, PER FAVORE! – esclamò
Daniel, con l’entusiasmo tipico dei bambini.
Doc tirò un sospiro lunghissimo,
non era abituato a dare tutte quelle permissioni ai suoi pazienti.
“Sembra che oggi vogliano fare tutti di testa
loro…”.
- D’accordo.
Daichi, decisamente
rosso, cercò lo sguardo di Takao, ma quello, con un sorrisetto furbo, lo salutò
e se ne andò via assieme a Doc.
- … °\\\°.
- Tutto ok, Daichi? – chiese la
moretta, notando la sua faccia stranita.
Per la verità il
ragazzino era infuriato con Takao, che come sempre lo prendeva in giro, ma
contemporaneamente felicissimo di essere lì.
- S-sì, tranquilla ^\\\^!
Anche Eve sorrise.
Daichi si sedette su una sedia accanto al letto,
mentre Danny cominciava a raccontare, in maniera decisamente
esagerata, lo scontro del rosso.
- Ehi, Daichi… - sussurrò ad un certo punto la
mora – Grazie ^^.
Lui fece un sorriso a trentadue denti.
*______________
- Allora? – chiese Midori a Doc e Takao, mentre
uscivano.
- Sta bene. – disse il dottore, con fermezza – Ma nessun altro può entrare finchè non dò il
permesso, è chiaro?
Midori lo fissò accigliata, detestava quel tono
autoritario: insomma, perché non poteva vedere la sua amica?!
- Ora vi conviene andare. – continuò l’uomo –
Andate in quella stanza in fondo al corridoio e aspettate
lì che vi vengano a dire qualcosa.
- E’ un ordine anche questo? – fece Andrew
sprezzante. Doc lo squadrò da capo a piedi:
- E’ un consiglio da amico.
L’inglese lo guardò storto, ma si avviò con gli
altri.
Anche Takao stava per
andarsene, ma fu bloccato da Doc, che gli poggiò una mano sulla spalla,
voltandolo:
- Se non vuoi che Midori
rischi la pelle, non farla avvicinare a questa stanza fino alla fine dei
duelli, mi sono spiegato?
Il giapponese annuì, stupito e assieme spaventato
da quel consiglio improvviso.
- Molto bene.
Doc mollò la presa, e senza aggiungere altro girò
i tacchi e se ne andò, mormorando qualcosa su Kuroi e
sugli Psaico con tono disgustato.
Takao continuò a fissarlo finchè
non sparì nel corridoio buio.
- Se non vuoi che Midori
rischi la pelle, non farla avvicinare a questa stanza
*______________
L’ufficio di Kuroi era buio, un sottilissimo
fascio di luce, dalla porta appena socchiusa, illuminava debolmente alcuni
metri dopo l’ingresso.Lo scarso mobilio era appena distinguibile,
grazie alla pallida luce bluastra del megaschermo, che Alfa aveva acceso.
Con un piccolo telecomando, il ragazzo fece
scorrere davanti a sé l’elenco dei “partecipanti” al progetto di Kuroi, o
meglio, le future prede di Kuroi.
Alfa
lesse ogni nome con attenzione, benché li conoscesse già.
Continuò a leggere finchè arrivò al nome di Kei,
su cui era stata posta una barra.
“Hmp… - ridacchiò Alfa – Ha capito che non può controllarlo… Povero idiota!”.
La lista continuò per un
po’,con sempre
più nomi con appunti simili a quello di Kei. Evidentemente, erano pochi i
soggetti su cui Kuroi avrebbe potuto esercitare influenza.
Quando la lista finì, in
essa non erano comparsi mai il suo nome e quello degli altri.
“Come sospettavo.
Lurido…”.
- Alfa.
Kuroi era appena entrato nella stanza, nel più
totale silenzio ed ora fissava il ragazzo arcigno. Alfa non si voltò neppure.
- Anche Delta ha fallito.
– disse l’uomo, minaccioso – Dopo dovrò provvedere.
Alfa ebbe un lieve sussulto, perché non aveva
finito di seguire l’incontro, ma non si mosse.
- Per prima cosa, però – continuò Kuroi,
avvicinandosi – penso proprio che dovrò… UHM?!Perché hai accesso il…
SBAAAAAAAAM!!!!
Kuroi non terminò la frase perché il ragazzo
l’aveva scagliato contro la porta, voltandosi. L’uomo fece faticosamente per
alzarsi, ma Alfa arrivò prima, afferrandolo per il collo.
- Ti ho scoperto! – sibilò –
Hmp, era la tua idea fin dall’inizio…
- Cos… COFFF… C-cosa stai…!
- Il macchinario che tanto sogni di mettere in
funzione, quello per distruggere la feccia comune, non funziona con
quelli come noi, vero?
Alfa lo sollevò un poco da terra.
- Ci hai resi ubbidienti, capaci di controllare i
Bit-power. Ma non basta.
In questi anni tutti noi hanno praticamente perso la
capacità di provare emozioni, proprio per servirti, e questo non ti basta.
Tu hai bisogno di persone che siano
capaci di controllare i Bit infondendogli il cuore, tutto loro stessi, è vero?
-
Kuroi non rispose, annaspando un poco.
- E’ VERO?!?
Kuroi si sforzò di allentare la morsa della mano
di Alfa, ansando un poco; il ragazzo ghignò:
- Lo prendo per un sì.
Mollò la presa, mentre Kuroi tentava di calmare il
respiro affannoso.
- Hai provveduto ad eliminare
coloro che ti sembravano meno forti o troppo difficili da domare, come
Hiwatary. – ridacchiò – Ti ci vorrei vedere a dare
ordini a quello, nella tua posizione, senza che ti spacchi la faccia col suo
Dranzer!
Alfa puntò la mano contro il suo capo, e questi
cominciò a rannicchiarsi su se stesso, in preda al dolore: stava usando i suoi
poteri ESP su di lui!
- Poi, con la scusa dell’ “inadatti”,
hai deciso di eliminare tutti gli elementi scomodi. L’ ho capito
quando non hai lasciato Delta finire il suo lavoro. “Perché?”,
mi sono domandato? In fondo anche Yoshiji è divenuta un elemento scomodo. Poi
ho capito: era scomodo per noi, ma… Non per te. Si comanda così facilmente,
vero?
E’ per questo che volevi terminarci. Margot,
Delta… E ora vuoi me. -
Il dolore di Kuroi aumentò, e l’uomo trasse un forte
gemito.
- Ma, purtroppo per te, ho letto i tuoi piani.
Proporrò un accordo a quelli là, e se vinceranno,
gli Psaico si scioglieranno.
- C-COSA?! Argh, n-no, tu…
Alfa si concentrò di più; stavolta Kuroi urlò.
- Condividevo il tuo sogno, ma senza di te è irrealizzabile; però, tenendoti, rischierei troppo, quindi
non m’interessa più nulla.
Kuroi cominciò a lanciare gridi sempre più
frequenti.
- L’unica cosa che voglio, ora, è distruggere
quella mocciosa di Midori.
Allentò un secondo la presa sul capo e questi
tentò di prendere fiato.
Grave errore.
- Senza alcun ostacolo.
- AAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!
TADAAAAAN!!!
COM’E’? Tosto vero? Forse sn stata un po’
cruenta (E prolissa… ndProfK – E che vo dì O.o?! ndTakao – Lascia perdere please… -___-“). Cmq, manca
poco alla fine, resistete ^^! E commentate, please!
Baci baci Ria X *
(*) vedi cap. 25 – ovviamente lo sono
venuti a sapere tutti, figurarsi se il moccioso nn si vantava -___-“”….
SALVE GENTEEEEEEEEEEEE!!! Scusatemi,
scusatemi e scusatemi ancora per il mega-super-iper-stra-galattico ritardo, ma,
purtroppo, non è stato un periodo rilassante come speravo. Dopo la scuola,
infatti, sn stata costretta dai grandi capi supremi (leggasi: i miei) ad andare
a lavorare xkè mamma si era fatta male. risultato? 3 mesi di lavoro… Meno male
che c’era 1 certa persona (^\\\\\\\^ KYAAAA, Ria è felice!!!),
se nomi sparavo T____T.
Comunque, vorrei fare un super ringraziamento
a coloro che (mi domando davvero chi ^^”) non ha ancora perso la speranza sul
fatto che qsta FF fosse completata e ha atteso qsto cap, che poi è il penultimo
della storia (ME TRISTEEEEEE, E’ GIA’ FINITAAAAAAA!!!! NdRia – Ma che
liberazione! NdTutti_cn_le_lacrime_dalla_gioa – Ma andate a quel….!!!!). Volevo finire l’ultimo stasera, ma purtroppo (Causa
pressioni esterne – Marti, SPEGNI QUEL COSO! DOMANI HAI SCUOLA!!! >____<*** - Sì mamma…. Che palle… - CHE COSA?!? – Ehm niente ^^”””….) dovrò posticipare
la sua riuscita, credo di finirlo al max x lunedì.
Nel frattempo, gustatevi qsto cap, decisamente
lunghetto (E’farmi perdonare ^^ - E lo
fai così ç__ç?!? NdTutti_disperati). UN BACIO A TUUUUUUUUUUUUUTIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!
Ps con grande gioia vi annuncio XD che
ho terminato i dis di Psaico (No, pure quelli?! Ma sei
una piaga! Ndtutti) nel prox cap metterò tutti i link (anke se nn sn molti XP –
meno male! Ndtutti - -____-*** ndRia)
Cap. 34
I ragazzi rimasero in quella stanza per tre ore.
Alcuni Psaico gli avevano già portato da mangiare e da bere, e perfino Daichi e
Daniel erano stati cacciati dall’infermeria per un po’
(-la ragazzina deve riposare!- aveva sbraitato Doc) ma il tempo, forse per la
stanchezza, forse per l’ansia, sembrava non essere passato di un instante.
Poiché nessuno di quelli che era
entrato aveva parlato con loro, i nostri continuavano a fissare trepidanti il
piccolo schermo posto nella stanza, sperando che da lì gli avrebbero dato
istruzioni, ma questo non si era ancora acceso.
Il silenzio era irreale.
Andrew aveva cominciato a borbottare di
tanto in tanto, sommessamente; Michael passava da una mano all’altra la pallina
da baseball, e lo stesso faceva Eddy col pallone da basket; il Prof continuava
a vedere sul computer i dati dei bey degli amici, sospirando di quando in
quando. Solo Yuri, appoggiato al muro, sembrava non dare
alcun segno di partecipazione all’ansia generale.
Ad un certo punto Rick, stufo, accese la sua
radio: non sopportava quel silenzio.
- Spegni quel fracasso infernale, per favore. – fece velenoso Ralph – Non mi pare il caso.
- Senti, qui ci stiamo snervando per niente, ho
bisogno di rilassarmi per non avere reazioni violente.
- Sarò io ad avere una reazione violenta – disse il tedesco minaccioso – se non spegni quel coso!
- PROVACI E IO…
- Ragazzi, calmatevi…
Un rumore sordo e secco li bloccò: Takao, per
farli tacere, aveva sbattuto con forza la mano contro il muro; tutti lo
guardavano quasi spaventati.
- La volete piantare?! –
mormorò sfinito – Ci manca solo che cominciate a
litigare!
Rick lo fissò, voltando poi gli occhi sotto lo
sguardo accusatorio del giapponese; Ralph cercò di non sembrare troppo
colpevole, ma il risultato non fu proprio buono.
- D’accordo. –disse lentamente.
Il quel momento lo schermo sulla parete cominciò a
ronzare. Tutti, svegliandosi da quella trance
sfibrante,vi si portarono di fronte.
- Salve, ragazzi. – disse la freddissima
voce di Alfa, mentre appariva a mezzobusto sullo
schermo – Voglio annunciarvi come gestiremo la finale.
- Parla! – fece Takao,
arrabbiato – Così finiremo questa sfida assurda!
Alfa sorrise falso.
- Bene. Ho deciso che giocheremo un match
point.
- Un match point?!
- Esatto, Tachibana. – rispose, con voce
tranquilla e pericolosa – Un solo incontro, una sola
possibilità. Chi vince, prende tutto.
- COSA?!
- MA COME SAREBBE?! –
sbraitò Lai, furioso – Dopo tutto quello che…
- Non m’interessa cosa volete, cosa avete fatto
o quello che vi sembra giusto o sbagliato. – disse Alfa,
freddo – Ora, qui comando io, e così ho deciso. –
Aspetto il mio sfidante, tra dieci minuti.
Decidete liberamente chi scenderà in campo.
Lo schermo si spense con un suono soffocato.
- Ma così… - disse Raul
con tono tremante – Tutto quello che avete fatto è stato inutile!
- Che bastardo! – esclamò
furibondo Max – Scommetto che era il suoi piano fin
dall’inizio!
- E ora cosa facciamo?
- Quello che dice lui. – disse Kei, grave.
- Sono d’accordo. – disse Omega
– Con Alfa non avete molte possibilità. O così,
o niente.
Tutti videro, allora, che la ragazza era sparita.
A Takao si gelò il sangue nelle vene:
- Oh no…
*_______________
Midori stava correndo senza il minimo rumore nel
corridoio, decisa a raggiungere l’infermeria: doveva assolutamente vedere come
stava Eveline.
Quella chiamata era stata
provvidenziale, doveva ricordarsi di ringraziare Alfa. “Ma che cavolo dico?! – pensò – Sto ammattendo…
Non lo ringrazierei neppure se si buttasse giù da un ponte! No, aspetta… - fece
un sorriso forzato, cercando di tirarsi su - in quel caso sì.”. Battutina carina, ma vecchiotta. Sollevamento di morale fallito.
In quell’istante si accorse di essere arrivata.
Aprì lentamente la porta, per guardare se ci fosse qualcuno, ma non vide
nessuno: evidentemente, Doc era uscito.
“Perfetto!” pensò, con un sorriso furbo.
Spalancò del tutto la porta e alla vista di Eve rimase impietrita: le bende, ormai da cambiare, erano
macchiate di un tenue rosso, ed ora alcuni lividi blu si stavano evidenziando
sulle braccia nude; era molto pallida.
Midori si portò una mano alla bocca,
indietreggiando; uscì chiudendo la porta e, appoggiatasi ad essa,
si lasciò cadere a terra, in lacrime: stupida… Stupida, stupida! Era tutta
colpa sua! Solo colpa sua… “Se non le avessi
trascinate via con me, quel giorno… A quest’ora… A quest’ora non sarebbero
qui!”.
Si ricordò il pomeriggio in cui gli Psaico le
avevano rapite, era stata lei a convincere le amiche a
seguirla in quel punto isolato. Era stata lei…
Si tirò in piedi, asciugandosi le lacrime con una
mano, e con rabbia strinse il suo bey:
- Bastardi… MA STAVOLTA LA PAGHERANNO!
Fece per correre allo stadio, ma una voce la
bloccò:
- Cosa vorresti fare?
Midori si girò, stupita nel vedersi Takao lì, in
piedi, a fissarla severo.
- Vado a sconfiggere quegli schifosi una volta per tutte, perché?! – disse, nervosa.
- Speri forse che ti permetta di andare?!
- Vorresti impedirmelo?!?
- VORREI IMPEDIRTI DI FARTI UCCIDERE!
- E SECONDO TE DOVREI
RESTARE QUI DOPO CHE HANNO RIDOTTO LA MIA AMICA A QUEL MODO?!?
- SI ’, E ALLORA?!
- BEH, NON PUOI FARLO!
- E TU NON PUOI SCENDERE
IN CAMPO! RAGIONA, NON FARE LA BAMBINA TESTARDA!
- Come?!
- Lo sai benissimo che non hai chance!
- AH, DAVVERO?!
- AVANTI, guarda la r…
- MA PENSA PER TE!
- AVANTI, ANDIAMOCENE DI LA‘!
- SCORDATELO!
Ormai i due urlavano a pieni polmoni: Midori era
furiosa.
- E COMUNQUE, CHI SEI TU PER DIRMI COSA FARE?!
- SONO UN TUO AMICO, TI BASTA?!
- E CHI LO DICE?! – Takao
si bloccò a guardarla, mentre Midori si morse la lingua, tacendo di botto:
“Stupida, cosa dici?!” si gridò contro, colpevole.
- HAI RAGIONE, NON LO SONO, ALLORA, VA BENE?!? – ribattè lui a gran voce, ferito – MA SONO IL TUO
CAPITANO, QUINDI DAMMI QUEL’AFFARE CHE HAI IN MANO!!!
Midori lo fissò, stavano esagerando tutti e due, ma quello era troppo!
- Ok – disse acida – Dunque il capitano sei tu
giusto?! Allora prendi! – gli porse un bey nuovo di
zecca, con lo stemma del Drago Bianco in mezzo – è il mio nuovo bey con E.S.M.,Draoon Metal Wave, prendilo, su! Piuttosto
combatterò col mio vecchio bey! Tanto chissenefrega, fai sempre come vuoi!! Beh, comincerò anch’io! -
I due rimasero lì, fermi, nel silenzio più totale.
Midori teneva la testa di lato, mordendosi il labbro, le veniva quasi da
piangere: sapeva di essere stata ingiusta col ragazzo, ma non poteva farci
nulla, quello era un problema suo, né di Takao né
degli altri, e lo era stato fin dal principio. Inoltre, se per colpa sua al
giapponese fosse successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.
“Ti prego, prendilo e vai via…”. Nessuno di loro
doveva entrarci fin dall’inizio, perché era un problema solo suo e delle
ragazze. Anzi, adesso, era solo un suo problema. “Perché è me che vuole, quello stronzo… Non un incontro, Tak,
lo sai bene, accidenti! Avanti! – pensò ancora, triste – prendi
questo bey e vattene! Ti prego… Non sopporterei di
vedere anche te come Eveline!”
Ma Takao non fece
niente, se non poggiare qualcosa di morbido sulla testa della ragazza. Lei vi
portò, sorpresa, la mano libera, afferrando il berretto del giapponese.
- Prendilo. Mi ha accompagnato
da sempre, magari ti porta fortuna. – il suo sguardo era triste, ma
sorrideva comunque.
A Midori brillarono gli occhi:
- G-Gra…
Si bloccò, appena sentì il ragazzo stringerla e sé
con un abbraccio: Midori era rossissima.
- Voglio che me lo riporti – disse
Takao, con voce tremula – sano e salvo, siamo d’accordo?
“Perché voglio che anche tu… Ritorni
sana e salva.”.
Rimasero così per alcuni istanti, poi Midori
l’allontanò ridendo; in viso era ancora piuttosto rossa:
- He, he… sai che sei strano ^\\\^? – disse,
tentando di essere naturale – Prima mi sgridi e poi mi abbracci… Sei sicuro di essere tutto sano qui dentro?
E si battè la tempia, strizzandogli l’occhio.
- Certamente. – fece lui, con un sorriso appena
accennato – E’ su di te che ho qualche dubbio.
La ragazza gli fece una
linguaccia, poi schizzò via nel corridoio, voltandosi per salutarlo:
- Tranquillo, vedrai che lo distruggo ^^!!
Takao rimase immobile, un sorriso sottile sul
viso, tirando un sbuffo rassegnato.
- Se fa quella faccia non
riesco a impormi… - disse, avendo sentito Kei avvicinarsi alle sue spalle –
Sono un idiota.
- Un po’. – fece il ragazzo.
- Uff… Tanto non sarebbe servito oppormi ancora. –
continuò il moretto. L’amico lo scrutò impassibile – Vuole
mettere fine a questa storia e non accetterà mai che sia qualcun altro a
subire. La conosco…
- Scema…
Calarono alcuni secondi di silenzio, poi Kei
sospirò appena, dando una pacca sulla spalla all’amico:
- Dai, andiamo.
- Eh?
- Non l’ hai sentito? – fece
Ruka, comparendogli di fianco – Andiamo ^^.
- Dove? – il giapponese si guardò frenetico
attorno, i ragazzi spuntavano da ogni angolo e tutti avevano una strana
espressione maliziosa.
- Come “dove?”! A fare il tifo per la tua ragazza,
no? – disse Mariam, facendogli l’occhiolino.
- EH O\\\o?! E-ehi, no,
aspettate un attimo, avete capito male!!
- Se, se… - fece Rick,
sarcastico
- Dai, a chi vuoi darla a
bere 0___-? – disse Hilary, sorridendo maliziosa.
- Hilary, non scherzo >\\\\\\< !!! E piantala di fare quella faccia, hai capito?!
- Avanti rubacuori, andiamo…
- TI CI METTI ANCHE TU, OZUMA?!?
>\\\\\\\\< (E questo è proprio il colmo! ndRia)
- Ha ragione, andiamo XD!!
- …. …. Non mi ascoltano mai… ç\\\\ç… (Già, e dire che x una volta avevi ragione… NdRia – E cn questo cosa
vorresti dire? NdTakao – IO? Niente, xkè ^^? NdRia).
*__________________
Delta, Gamma e Malakof stavano
correndo per il corridoio, decisi a mettere quanta più distanza possibile
dall’area di gioco.
- Che dici, panf, Gamma,
dove potremmo andare?
- Mah… Panf… So solo che se il capo ci prende, con
tutto il casino che abbiamo fatto, facciamo la fine di
Margot!
- Sì… Ma se scappiamo così – aggiunse Malakof
sottovoce – La volta che ci riprende andiamo
direttamente al Creatore…
- MA PERCHE’ DEVI PORTARE
COSI‘ SCALOG….
I tre si bloccarono di botto. Di fronte a loro,
immobile come una statua, c’era Alfa.
Gamma sbiancò:
- Oh merda… N-non ti ha mica mandato Kuroi, vero?! Ti prego, dimmi di no!
- No…
Sospirò sollevato, gli altri due che riprendevano
a respirare.
Alfa si avvicinò lentamente, passando loro accanto
con un ghigno cattivo:
- Kuroi non comanda più niente qui dentro…
Il terzetto tremò visibilmente. Per chi poteva
vedere i Bit-power, l’immagine che avevano davanti era allarmante:
lo Sciacallo, il Bit di Alfa, gli camminava affianco, ringhiando forte e
muovendo a ritmo irregolare la coda irsuta e spelacchiata.
Malakof pigolò,
deglutendo a vuoto:
- Chiunque ci sia all’ultimo
incontro, ci lascerà la pelle…
- E ALLORA BATTIAMOCELA, SE NON VOGLIAMO
RIMETTERCELA PURE NOI!!!
I tre presero a correre come forsennati: se Kuroi
era stato ridotto al silenzio e Alfa era in quello stato, era meglio rischiare
di essere ripresi dagli altri componenti degli Psaico
in una fuga disperata, se ancora ce n’erano di fedeli, che restare lì!
Il gruppetto svoltò un angolo, poi un altro e un
altro ancora; dal piano di sopra si sentivano dei passi affrettati e un gran
fracasso, e Gamma riconobbe subito la vocetta stridula della sua ex, Simone
degli Hunters:
- Ragazzi, a me non interessa! – strillacchiava piagnucolosa – Quella cavolo di macchina o quel che cavolo
era di Kuroi è andato, l’ ho visto io! Tutto distrutto! E
non voglio che Alfa riduca così anche me!
Delta sussultò, il progetto di Kuroi! Perché Alfa
l’aveva distrutto?! “Bah, non importa il motivo! –
pensò allarmato – Se l’ ha fatto, vuol dire che ha
intenzione di fare di testa sua. E allora…”.
Una voce più ovattata, probabilmente il capo degli
Hunters, Kenji, borbottò qualcosa, poi sbraitò ai suoi di evacuare all’istante
l’edificio e di disperdersi.
Delta, Gamma e Malakof, dal piano di sotto,
continuarono a correre, sentendo grida, schiamazzi e vedendo gruppi di ragazzi
squagliarsela velocemente.
- Ragazzi… Adesso sì che siamo nei casini!
Il gruppo sparì, unendosi agli altri fuggiaschi.
Qualche istante dopo, quando ormai le voci di
tutti gli Psaico erano lontane, una figura esile si trascinò fuori
da un corridoio, boccheggiando; il sommesso mormorio che emetteva
sembrava le costasse ogni grammo d’energia:
- Hanf… Alf… Hanf…
a… N…N-no… Ferma…ti….
*_________________
Eveline stava sul letto, Daichi
e Daniel seduti sulle sedie al suo fianco come due paggetti, aspettando
che sulla piccola televisione che Doc aveva acceso Midori cominciasse a
duellare.
Il dottore, intanto, stava alla sua scrivania,
scribacchiando nervoso: non gli andava mai troppo a genio che i suoi pazienti
si sforzassero quando lui aveva esplicitamente
ordinato loro di riposare, ma ancor meno gli piaceva il fatto che, ultimamente,
aveva tanti ospiti “sani” nel suo ufficio.
- Non dovresti dormire, ragazzina? – disse l’uomo
con tono irritato.
- No. – disse Eve, decisa ma
non sgarbata – Midori sta scendendo in campo perché io mi sono fatta colpire da
Delta. Devo fare il tifo per lei e vedere l’incontro!
- E loro, scusa?! –
rimbeccò lui, una venuzza pulsante sulla tempia.
- Sono i miei aiuto-Ultras ^^. – rispose,
con un finto sorriso angelico.
Lui tacque, rassegnato, senza sapere come
replicare.
*_________________
Midori stava in piedi davanti al Beyblade Stadium
ancora coperto, fregandosi l’avambraccio dove c’era il Marchio, nervosa; di
tanto in tanto si muoveva lateralmente di qualche passo, prima da una parte poi
dall’altra, quindi si fermava di nuovo.
Anche gli altri erano
agitati: Takao era in una posa così rigida che sembrava fosse una statua.
“Non dovevo lasciarla andare… -
pensava, sempre più convinto – Non dovevo, accidenti!”.
- Lascia perdere. – disse ad un certo punto Kei –Non serve a nulla agitarsi.
- Ma cosa dici?! A me
sembra normale!
Il compagno non rispose, rigirandosi sul campo.
Takao diede uno sbuffo scocciato, non lo sopportava quando
faceva così!
I nostri continuavano ad aspettare. Il megaschermo
sul muro era stato spento e quindi non c’era neppure la voce insistente di
Djman a tenere loro compagnia.
Midori si mosse di nuovo, facendosi cadere
il cappello di Takao sugli occhi: diede un lieve sbuffo: “E’ troppo largo messo
per dritto!”.
Se lo risistemò e
lo girò, facendo spuntare il ciuffo rosa che le cadeva sulla fronte dalla
fessura sul retro del cappello; sorrise soddisfatta.
Un lento battito di mani, accompagnato da una
risata bassa e sarcastica, fece voltare lei e tutti gli altri:
- Complimenti, mocciosa. – disse Alfa, ghignando –
Ottimo ingegno. E ci hai messo solo dieci minuti per
capirlo!
- Stai zitto! – disse lei, arrossendo indispettita
– Piuttosto, sei arrivato finalmente!
- Mi piace farmi aspettare. – disse, sorridendo.
Midori si accigliò, un po’ intimidita. C’erano due
situazioni in cui Alfa era davvero pericoloso: quando
perdeva il controllo… O quando era troppo tranquillo.
E forse la seconda la
spaventava di più.
- Avanti! – gli sbraitò contro –
Il tuo avversario sarò io!
- Davvero? – disse lui, con aria fintamente
sorpresa - Perfetto!
Cominciò ad avvicinarsi lentamente, come stesse passeggiando; Midori si stava innervosendo:
- ALLORA, TI MUOVI?!
- Calma, piccola, calma. –
sorrise lui, cattivo, sventolando qualcosa tra le dita. Midori e Ruka
sussultarono.
- Ma… Quello è…
- Una fiala d’antidoto all’ MK-57.
– Midori rimase immobile – Sai benissimo che sto
dicendo la verità. Ne hai già vista una, no?
Aveva ragione. Quel colore era inconfondibile, e
lo strano formicolio che sentiva alla ferita sul braccio era lo stesso che,
anni prima, aveva provato intrufolandosi con le ragazze e Shiro nel laboratorio
della sede Psaico.
- C… Cosa vorresti fare,
facendomelo vedere?
- Nulla. – rispose, l’espressione che perdeva man
mano lucidità – Se vinci, lo ottieni. Niente di più.
Midori lo fissò, per nulla
convinta.
- Ma, dovresti saperlo,
sono pretenzioso… Perciò, giochiamo con le mie regole!
All’istante, attorno ad Alfa cominciò un vortice d’aria
e polvere che costrinse i ragazzi a coprirsi il viso con le mani; attorno al
Beyblade Stadium, come un telo nerastro, cominciò ad issarsi una strana
barriera.
- E quello cos’è,
adesso?!
- La
barriere speciale di Alfa! – squittì Omega, terrorizzato – Oh, no…
- COSA “OH NO”?! – fece il Takao, sbracciando
- S-serve ad isolare una
zona specifica… - mormorò, tremando come una foglia – V-vuole…
- ISOLARE MIDORI! – concluse per lui Hilary.
Takao impallidì:
- Dobbiamo
impedirglielo!
- N-non possiamo…
- Cosa?!
- Può farlo solo un
altro Esper, uno coi poteri pari ad Alfa. I-io non
posso…
- Come non puoi?! – fece Ruka con voce implorante –
Omega, devi provarci!
- NON POSSO! –
piagnucolò lui, la stessa voce di quando era ancora
Oscar del PSO Team – N-non ce la faccio… I-io…“Ho paura… Di Alfa… Ho paura di Alfa.”.
Takao diede un sonoro “tzs”, cercando di
avvicinarsi allo stadio, ma sembrava impossibile.
- MIDORI!
- TAK! RAGAZZI!
Alfa
sorrise, la barriera che stava per chiudersi, quando all’improvviso qualcosa
sembrò infastidirlo. Sollevando appena un sopracciglio,
incuriosito e seccato, fissò il gruppo dei ragazzi: c’era qualcuno di troppo.
- MARGOT!!!
L’esclamazione di Omega
era pari solo allo stupore dei ragazzi.
Alle loro spalle la ragazza, sbucata dal nulla,
tentava di distruggere la barriera di Alfa, e,
lentamente, ci stava riuscendo. Aveva il viso pallido contratto in una smorfia
di sforzo, le braccia tese verso lo strano muro nero le tremavano visibilmente;
stava in ginocchio, probabilmente era arrivata così, ansando dallo sforzo.
- Margot… - fece Alfa con stupore, vedendola –
Riesci a reggerti in piedi? Credevo che il capo di avesse marchiata
nuovamente.
- Lo credevo anch’io… - mormorò Omega, scioccato –
Come fai a…
La ragazza non rispose, gettando un gemito di
dolore e vacillando; si tirò su a fatica, cercando di parlare:
- N-non… Hanf… N-n… o, Alfa…
- Hmn?
- Q… Quell… Panf… Que… sto è…
sbagliato…
- “Sbagliato”?! – fece lui,
sarcastico – Mi stupisci, Margot! Come puoi dire una scemenza simile?
La ragazza singhiozzò, dolorante, la barriera che,
come fosse viva, “tentava” di tornare al suo posto.
- E’… UGGHH… E’
sbagliato… - mormorò, digrignando i denti.
- Ma cosa stai dicendo?!
– disse Alfa, più irritato che altro.
- Lasciale… Lasciale
andare… - continuò imperterrita, le braccia ormai che vibravano violentemente
nello sforzo – L-la… Lasciale libere… Q-quell… Quello che facciamo… E’
sbagliato… -
- SIAMO NOI A SBAGLIARE,
LASCIALE ANDARE, ALFA!
L’urlo soffocato della ragazza lasciò Midori senza
parole: Margot… stava piangendo!
Non le classiche lacrime di coccodrillo che le aveva già visto fare per convincere i suoi compagni, ma
lacrime vere e amare, di qualcuno che si stava pentendo per quello che aveva
fatto.
Alfa diede un sospiro scocciato, poi tese la mano
verso la sua barriera per fermare Margot; certo, la ragazza era debolissima, ma
stava riuscendo a dissolverla, e sarebbe stata una vera seccatura, visto che
lui poteva crearne una così grande solo una volta al giorno.
Tutti gli altri erano immobili, senza sapere che
fare.
Margot diede un altro urlo di dolore, piegandosi
di più verso terra: Alfa stava per farla soccombere!
- S-se… se proprio v-vuoi lottare… - balbettò
debolmente, esausta – A-allora… ALLORA COMBATTI SENZA FARLE DEL MALE!
con un gesto
scomposto ed improvviso, Margot serrò le braccia, e subito la barriera sembrò
dissolversi; poi la ragazza vacillò, crollando a terra svenuta.
- Tzs… – fece Alfa, decisamente
scocciato – Piccola impicciona.
- Margot! – Midori, preoccupata e
contemporaneamente grata al gesto di Margot, fece per andare da lei come gli
altri, ma Alfa la fermò:
- Stai buona. – sussurrò, con tono di comando. –
Resta-immobile-qui.
- Come sta?! – chiese
Max, guardando con gli altri Margot.
- Sembra solo svenuta… - fece Yuri – Ma cosa le è
preso?!
- N-non lo so… - balbettò Omega, confuso – Però…
Si voltò verso Alfa, un’espressione arrabbiata e
impaurita insieme. Il ragazzo, vedendolo, diede uno sbuffo divertito, per poi
scoppiare a ridere, maligno:
- HA, HA, HA, non sei
proprio cambiato, eh, Omega? Al solito, cervello piccolo e cuoricino da
coniglio…
Omega strinse i pugni.
- Anche Margot, dunque, ha voltato le spalle a
tutto… Che idioti che siete… -sorrise – E fate solo sforzi inutili…
Il ragazzo sollevò il braccio di scatto e
all’istante la barriera si riformò, stavolta più velocemente, rinchiudendoli
entrambi: Margot non era riuscita a distruggerla del tutto.
- NO! RAGAZZI!
- MIDORI!
L’istante successivo Alfa, il Beyblade Stadium e
Midori erano scomparsi dietro alla barriera nera.
*________________
Intorno a lei c’era solo buio. Un vento sottile e
gelido le si insinuava tra i vestiti, in ogni più
piccolo spiraglio, facendola tremare da capo a piedi.
- Hai freddo, Micchan? (contrazione del vezzeggiativo Midori-chan ndRia) - la
ragazza alzò la testa di scatto – Credevo avresti usato il tuo Bit per
impedirmi di agire, ma sei stata troppo lenta. Beh, pazienza.
Alfa la fissava impassibile, con un sorriso falso
stampato in faccia, il cappuccio nuovamente tirato su ed il bey in mano.
- Cos’ hai fatto?!
- Nulla… Solo un piccolo gioco per avere un po’
d’intimità. Non credi che così sarà più facile concentrarsi?
- Dove sono gli altri?! –
continuò lei, senza neppure ascoltarlo.
- Di là, che domanda sciocca! – rispose
tranquillo, indicando alle spalle della ragazza – Ma
non puoi raggiungerli, e loro non possono raggiungere te. La mia barriera
psichica è come un muro d’acciaio rinforzato, chi non possiede poteri ESP non
può neppure scalfirla.
Midori si girò, furiosa e preoccupata, cominciando
a chiamare a gran voce gli altri. Alfa rise:
- Stupida, sgolati pure quanto vuoi, non ti sentiranno mai: questo posto è completamente isolato
dall’esterno, nessuno sente e vede nulla.
Midori lo guardò, spaventata. Poi si scosse e,
deglutendo leggermente, estrasse il suo bey.
- D’accordo. – disse – Siamo qua
per un motivo, no? Avanti, cominciamo!
- Hmp, quanta fretta! Non ti ricordavo così
impaziente, Micchan.
- Chiamami un’altra volta “Micchan” e ti spacco la
faccia a suon di pugni, mi sono spiegata?!
- D’accordo, d’accordo… -
fece, come rassegnato.
In quel momento il coperchio del Beyblade Stadium
si aprì, rivelando un terreno spoglio, coperto di roccette e sabbia; qui e lì,
grosse spaccature si aprivano sinistre, pronte ad inghiottire il bey che non le
avesse schivate.
La ragazza caricò il bey, e Alfa sospirò,
divertito. Midori tremò:
- Come vuoi tu, piccola…
- T-tre…
- Due… Uno…
- LANCIO!!!
Draoon e Sciacallo sfrecciarono
subito per il campo, girando come se si stessero studiando a vicenda.
“Perché non attacca? – si
chiese Midori preoccupata – Non mi piace questa
storia…”.
*___________________
- Cosa starà succedendo
lì dentro?! – chiese Hilary agitata
- Hanno lanciato i bey! – esclamò il Prof.
- Sei sicuro?!
- Il mio computer non sbaglia, rilevo chiaramente
due bey che hanno cominciato a girare.
Omega osservò allibito lo schermo del portatile:
- Ho un’idea, vieni con
me!
- Eh?
- Forse riusciamo a seguire anche noi l’’incontro,
sbrigati!
*___________________
Alfa fissava i due bey sul campo, in silenzio. sembrava non avesse intenzione di combattere.
“Ci siamo – pensò, soddisfatto – Dopo questa, avrò abbattuto l’ultimo ostacolo che mi si para
davanti. Finalmente, potrò realizzare il mio grande
sogno, quello per cui mi sono battuto tutto questo tempo… Finalmente…”.
Non sarò più un mostro, sarò
un dio!
Nessuno più mi guarderà sprezzante per i miei
poteri!
Nessuno farà più come te… Vero, mamma?
“Come ho potuto partorire questo mostro!”, urlavi
sempre… Strega!
Tu avevi paura di qualcosa che, con la tua
intelligenza mediocre, non comprendevi.
Per questo mi hai abbandonato agli Psaico e a
Kuroi.
Hmpf, non saprei se ringraziarti od odiarti, per questo.
Forse odiarti, visto tutto quello che ho dovuto
passare là dentro.
Oppure…
Ringraziarti? Ma sì.
In fondo, è grazie a te che mi si è aperta la
strada per lo sviluppo della mia forza;
che
ho conosciuto i miei compagni, altri come me.
Forti. Duri.
Spietati.
E
quell’idiota di Kuroi.
Poi quei maledetti ci hanno voltato le spalle,
prima quel coniglio di Omega, poi Margot;
alla
fine, sono rimasto solo io.
Se
solo… se solo quel maledetto di Kuroi avesse voluto fare veramente quel che ci
diceva!
No!
Quando gli siamo serviti,
eravamo i migliori. Ma una volta scoperto che gli altriBit-Power e i loro custodi erano molto
meglio, ci ha abbandonati.
Spazzatura.
Non eravamo altro. Un
utile mezzo per avere il mondo.
Ma adesso la spazzatura è solo
lui.
Alfa tirò le labbra in un sorriso di trionfo. Tese
il palmo verso il campo:
- ATTACCA, SCIACALLO!
*_________________
Omega trascinò il Prof per cinque rampe di scale,
venti corridoi e un numero imprecisato di angoli,
senza dirgli né dove lo stesse conducendo né quanto mancava.
- Ma si può sapere dove mi stai
portando? – chiese il brunetto, agitato e ormai completamente disorientato.
- SHHH! – esclamò Omega,
poggiandosi un dito sulla bocca – Ci siamo!
Il ragazzino indicò una porta di fronte a loro, da
cui proveniva un suono elettronico ritmato.
Fece segno al Prof di seguirlo, camminando a gattoni.
In silenzio, Omega afferrò una maniglia della
porta doppia, socchiudendola.
- Accidenti! – sussurrò – C’è
ancora qualcuno! Sembra una delle guardie…
- Avete pure delle guardie?!?
– fece il Prof, scioccato.
- Ti ho detto di far silenzio! – si agitò il ragazzino – Sta qui.
Omega si mise quindi in piedi dalla porta,
aprendola di botto. K dovette premersi entrambe le mani sulla bocca, per non
urlargli che cosa diavolo stesse facendo.
- EHI! – strepitò la guardia sorpresa – Ma che…
Ma il ragazzino,
senza dargli il tempo di reagire, lo colpì alla base del collo con una
ginocchiata, facendogli sbattere la testa per terra; quello crollò con un
rantolio.
- A-accidenti…!
- Entra, svelto! – disse Omega sottovoce,
gesticolando. Il Prof entrò, rapido, trovandosi davanti a quella che sembrava
una sala di controllo del circuito di telecamere
interno – Connetti il tuo computer ai monitor del salone. Riesci ad usarli come
amplificatori della tua videocamera del portatile?
- Beh, credo di sì…
Il brunetto connesse rapidamente con un cavo il
suo computer a quello della sala, cominciando a battere frenetico sulla
tastiera. Velocemente, tutti i dati per la procedura cominciarono a scorrere
sullo schermo.
- Senti – chiese all’improvviso il Prof,
timidamente – Ma perché per atterrare quel tipo… Non hai usato i tuoi poteri?
Omega si scurì:
- Ho visto dove ci ha condotto Kuroi e i nostri
poteri, e tutto il male che hanno portato a noi e agli altri. – alzò lo sguardo
deciso – Perciò ho deciso di non usarli mai più.
Un sonoro BIP ruppe l’atmosfera pesante che si
stava formando:
- Ci siamo! – esclamò K – Con
questo finalmente potremmo… Ehm, potremmo fare cosa ^^’? – chiese
confuso.
- Vedere il duello! – rispose Omega, trionfante.
All’istante, sia sul monitor di fronte a loro, sia in quello nella sala, sia
sullo schermo di Doc, comparvero le immagini dello scontro.
*________________
- Guardate! – esclamò Michel, mentre lo schermo
nella sala si illuminava.
- Ma come cavolo…!
- Devono essere stati il
Prof ed Omega!
Takao fissò le immagini della battaglia, serio:
Sciacallo si stava lanciando contro Draoon a velocità massima. “Coraggio
Midori… Devi vincere!”.
*_________________
- EVITALO, DRAOON!
Il bey della ragazza scartò agilmente Sciacallo,
che purtroppo virò subito, portandosi alle costole di Draoon. I bey si
rincorrevano, contrattaccandosi a vicenda e generando un mare di scintille, che
si confondevano con la sabbia e con i detriti sollevati dalle trottole nella
rotazione.
“Non sta usando tutta la sua forza. – pensò
Midori, evitando una crepa nel terreno – Insomma, Alfa, cosa vuoi
fare veramente?!?”.
Purtroppo, l’avrebbe capito presto.
Alfa sorrise, cattivo. Sciacallo si bloccò al
centro del campo, continuando a ruotare stabile.
- Andiamo…
Midori tremò, lanciando Draoon all’attacco: doveva
impedire che Alfa evocasse il suo Bit-Power, o per lei sarebbero stati guai
seri!
- DRAGO BIANCO!!!
- SCIACALLO!!!
Le due creature uscirono dagli stemmi dei bey,
ruggendo; il Drago Bianco, spalancando la bocca, si lanciò verso l’altro Mostro
Sacro, che sfoderò rabbioso artigli e zanne.
Per un lungo, interminabile istante, i due Bit si
fronteggiarono in una luce accecante; poi, con un tuffo al cuore, Midori
avvertì il Drago ritornare nel bey, gemendo di dolore: “Drago Bianco! No…!”.
- OH NO! – fece Ruka, mettendosi una mano sulla
bocca – MI!
- Maledizione!
- Che cavolo fai, Takao?!
Il moretto, in quell’instante, aveva estratto
Dragoon, e lo stava puntando contro la barriera:
- Butto giù questa roba e vado a tirare fuori
Midori!
- Ma sei scemo?! –
esclamò Hilary – Vorresti romperla col bey?!?
- Tanto vale provarci… DRAGOON!
Il bey del giapponese schizzò verso la parete
nera, cozzando violentemente al contatto; senza demordere, Dragoon continuò a
ruotare, ma era come lanciarsi di testa contro un muro d’amianto indossando un
cappellino di carta.
- Smettila, non vedi che non serve a niente?! – gli disse Max
- Non m’interessa! – urlò Takao, cocciuto e
rabbioso: “Non posso lasciarla lì dentro… Un attimo! Se i
poteri degli Psaico sono fomentati dai Bit-Power, forse…”.
Il ragazzo fissò un punto della parete.
- Ruka…
- Che c’è?
- Puoi chiede una cosa al
Drago Azzurro?
- COME? – lei e gli altri lo fissarono allibiti.
- Chiedili… Se riesce a rompere quest’affare.
La rossa lo guardò, un po’ sorpresa. Poi chiuse
gli occhi; alla fine, sorrise:
- Non aspetta altro.
Il moretto annuì, mentre lo stemma del suo bey
cominciava a brillare:
- DRAGO AZZURRO!!!
*_________________
- Ehi, ragazzi, guardate
chi c’è! – esclama un bimbetto, vedendo arrivare una bambina
con due codini rosa – E’ Midori!
- Andiamocene. – fa un altro, con un tono basso
udibilissimo – Mi fa impressione quella che non parla!
Midori si avvicina ancora un po’, ma poi si
blocca: vorrebbe tanto dire a quel tipo di stare zitto, in fondo, lui la mamma
non l’aveva vista morire!
- P-però… - balbetta una ragazzina – In fondo…
- Cosa c’è, vuoi andare a giocare con quella?!
- Dai andiamocene!
“Per favore… - pensa Midori,
disperata – Non voglio… Restare qui da sola!”.
- Midori, tesoro… - un uomo sulla trentina, una
grossa giacca a vento addosso, le poggia le mani sulle spalle, sorridendo grave
– Papà adesso deve partire, vuole trovare un modo per poter sentire di nuovo la
tua voce. Ma non posso portarti con me, sei troppo
piccola…
“Non andare papà. – vorrebbe dirgli la bambina –
Non mi lasciare anche tu.”. lo vorrebbe, ma non può, perché la sua voce non
riesce più ad uscire.
- Fai la brava con la signora Mayuko, d’accordo?
La bimba annuisce, ma in realtà è disperata. Stringe
forte la gonna della maestra Mayu, guardando il padre allontanarsi, e più e più
volte sembra sul punto d’inseguirlo.
“Non andartene papà. – pensa, piangendo in
silenzio – Per favore…”.
La stanza che gli Psaico le avevano
dato era piccola e fredda, si sentiva anche uno strano odore; nell’oscurità che
la circondava, Midori stava con gli occhi spalancanti, tremante: “Ho paura… -
pensava, quasi paralizzata – Ho paura…”.
- Vi prego… Fatemi
uscire! Da sola… Ho tanta paura…!
- Te le ricordi queste
cose, Midori? – la voce di Alfa, nello spazio chiuso
della barriera, è spietata – Hai sempre cercato di avere al tuo fianco
qualcuno, ma sai benissimo che una come te non può avere accanto nessuno. -
- Tu sei dei nostri,
Micchan, perché sei sola…
La ragazza lanciò un urlo, tenendosi la testa tra
le mani: non voleva rivedere il suo passato, doveva resistere!
- E’ inutile che ti sforzi…
- Gnnn… DRAOOOON!!!
Il bey della ragazza cozzò violentemente contro
Sciacallo, facendolo vacillare.
- Tzs, non vuoi proprio arrenderti…
Il ragazzo aprì il palmo verso Midori, che urlò di
nuovo.
I suoi ricordi si mescolavano alla paura, alla
rabbia che aveva provato, tornandole in mente a scatti, come in un film
dell’orrore.
- Sei sempre stata sola, Micchan.
- NON E’ VERO!!!!
Draoon e Sciacallo rimasero
a scontrarsial centro del campo, fissi.
- Invece sì, Midori… -
fece lui, con voce bassa – E forse, le volte che non lo è stato, sarebbe stato
meglio così, non credi?
- Cosa…?
- Rifletti. Se tu non
fossi stata con tua madre, quel giorno, lei avrebbe schivato il crollo; se non
avessi portato Ruka ed Eve ad allenarsi, non le avremmo prese.
Midori aprì gli occhi, rimanendo fissa a guardare
il terreno: “E’… Vero…”.
- Se non avessi mai
incontrato Kinomiya e gli altri, non sarebbero mai stati coinvolti.
Midori si lasciò cadere in ginocchio, senza
fiatare e senza cambiare espressione.
Aveva ragione! Se lei non
avesse mai incontrato gli altri, non sarebbe mai successo nulla!
- Andiamo via, con quella non
voglio giocarci!
- Avete ragione, fa
paura, meglio di no!
- E perchè? – una
bimbetta di circa otto anni, il bey in mano e i capelli rossi legati in una
treccia, spuntando alle spalle del gruppetto che si allontana, lo blocca.
Midori la guarda stupita
- Ru-chan – fa il primo bambino – Guarda che se
giochi con quella, noi…
- Oh, fate come volete! – esclama
lei – Non m’interessa giocare con tipi come voi! Vero, Eve?
Una bambina più piccola, coi
capelli corti neri, annuisce decisa.
- Fa come vuoi! – dice stizzito
il bambino – Andiamocene.
Il gruppo se ne va, mentre le due bambine si
avvicinano a Midori.
- Ciao ^^!
- … … … - Midori annuisce solamente.
- Ah, già, scusa, non puoi parlare! Io sono Ruka,
mentre lei è Eveline.
Midori fa un cenno anche
ad Eveline, che sorride. Poi guarda preoccupata il gruppo che si
allontana sempre più, per poi tornare a fissare le due.
- Sei preoccupata ^^? – le sorride la rossa – Lasciali perdere! Vieni con noi?
- E voi chi siete?! –
chiede Ruka, stizzita.
- Siamo venuti a prendervi, piccola Ruka. –
dice un ragazzino, il cappuccio in testa e un largo sorriso falso. – Vi
portiamo a casa.
- A… prenderci? – chiede Eveline, spaventata.
- Sì. – dice lui, come fosse
la cosa più naturale del mondo. Poi guarda Midori e sorride:
- Grazie per averle portate qui, anzi, per esserci
venute tutte. Ci hai risparmiato della fatica, piccola Midori.
Midori è raggomitolata sulla sua branda, in quel
palazzo buio dove gli Psaico l’ hanno portata,ogni muscolo che le duole per il
troppo lavoro. Ma è troppo triste e spaventata per
dormire.
Sente qualcuno che le tira di lato il lenzuolo.
- Eve? Che succede?
- … … Non riesco a dormire, Mi…
La ragazzina la guarda, poi le
fa spazio al suo fianco. In fondo, è normale che Eve sia più spaventata
di lei, è anche più piccola.
- Vorrei tanto tornare a casa… - la sente
singhiozzare piano, mentre le si rannicchia accanto.
Il ronzare dei bey e il rumore metallico dei
dischi d’attacco arrivava all’orecchio di Mi come
fosse di un altro mondo. Alfa aveva ragione!
Se
non avessi chiesto alla mamma di uscire, quella volta…
Se avessi saputo avere qualche amico
anche se non riuscivo a parlare…
Se
non avessi convinto le ragazze a giocare là, in quel posto isolato…
Se non mi fossi fatta
ritrovare da Alfa….
Non sarebbe mai successo niente.
“E’ sempre stata… colpa mia…”.
Alfa ghignò, ormai era
sua!
- Sai… il motivo perché voglio distruggerti,
Micchan?
La ragazza non si mosse.
- Perché in qualche modo mi hai sempre resistito,
sei sempre stata l’unica a non soccombere davanti a me… - sorrise
– Ma ora ho capito il motivo. Erano le tue sciocche idee di avere degli
amici!
Sciacallo cominciò a spingere Draoon verso la fine
del campo, ma Midori non reagiva: adesso le immagini del suo passato, i volti
degli altri e le parole di Alfa le ronzavano nella
testa, in un vortice confuso.
- Ma tu sei sola, Micchan
… sola come me…
- TI SBAGLI!!!
Il ragazzo all’inizio non volle credere alla voce che
sentiva, ma quando si vide di fronte Takao, spalancò gli occhi come avesse visto un fantasma:
- TU!! – ringhiò – COME CAVOLO…! – aveva
un’espressione furente: era un miracolo che le sue mani non stringessero ancora
il collo di Tak.
Il giapponese sorrise, tronfio,
mostrando il bey con lo stemma ancora splendente:
- Ho chiesto una mano ad un amico…
“IL BIT! – pensò Alfa, furibondo,
vedendo la crepa nella sua barriera, alle spalle di Takao – Questo bastardo ha
rotto la mia barriera usando il potere del Bit-Power!!”.
- Tsz, non ti basterà essere entrato per salvare
Midori, maledetto!
Alfa direzionò la mano
verso Takao, che fu investito da un vortice di vento improvviso.
- Ti farò sfracellare contro la mia barriera!!!
- E pensi te lo lascerò
fare?! – subito, Takao caricò Dragoon, lanciando il suo Bit-Power all’attacco
contro Alfa; il bey generò un tifone immenso, ed il ragazzo, costretto a
proteggersi, non potè così impedire che Takao raggiungesse
Midori.
- MI! Midori, mi senti? – la ragazza, però,
sembrava completamente paralizzata – Ascolta, quelle di Alfa
sono solo sciocchezze! Tu…
- N-no, ha ragione… - balbettò – S-se solo… Se
solo io n-non ci fossi mai stata, voi…
- Smettila! – fece deciso il giapponese, incurante
del tornado del suo bey e della forza che Alfa stava usando per respingerlo –
Non devi dirlo neppure per scherzo.
Takao le prese una mano, facendola scuotere. La
fissò con sguardo dolce:
- Io sono felicissimo di averti incontrata.
Midori lo guardò ancora un po’, arrossendo
stupita. Poi sorrise:
- Grazie…
Senza lasciarle la mano, Takao l’aiutò ad alzarsi.
Nello stesso istante, il ragazzo dovette afferrare al volo Dragoon, respinto da
Alfa.
- Ma… MALEDETTO BASTARDO!
– urlò, furioso – Giuro che te la farò pagare!
- Tu non gli farai niente! – esclamò
Midori, decisa – Non farai più del male a nessuno di noi.
Draoon riprese a girare stabilmente, respingendo
lontano Sciacallo.
Ha ragione. Io… non sono da sola.
Ho sempre avuto qualcuno a sostenermi, ad
aiutarmi, persone che non mi hanno mai abbandonato, neppure nei moneti più critici!
Ruka, Eve, Shiro, ragazzi… E Tak…
Vi prometto che ce la farò!
- TI SCONFIGGERO ‘ UNA VOLTA PER TUTTE!!!
Draoon riprese a spingere Sciacallo con ancora più
forza, mentre lo stemma cominciava a splendere. Alfa digrignò i denti:
- ILLUSA! MESA DE L’INCUBO!
Il ragazzo si concentrò, intenzionato a piegare di
nuovo Midori, ma la ragazza stavolta non feceuna piega ed il colpo parve passarle
sopra, come una folata di vento.
- COSA?!?
Lei rimase a fissarlo, senza battere ciglio: sia Takao
che gli altri, fuori, erano scioccati.
- Ormai non mi fai più paura.
Con un ruggito, il Drago Bianco uscì nuovamente
dallo stemma, contemporaneamente allo Sciacallo; le due creature girarono in
cerchio alcuni secondi, pronte a colpire.
- METAL WHIRL, FINAL DANCE!!!
Draoon, fulmineo, scattò in avanti, lanciandosi
contro Sciacallo.
I Bit, in aria, si scontrarono violentemente,
generando una luce ed un vento accecanti; nessuno vide nulla per alcuni,
infiniti istanti.
Quando Takao riuscì ad aprire gli occhi,la barriera di Alfa era scomparsa e lui si trovava per
terra, a poca distanza dai compagni. Vicino al Beyblade Stadium, entrambi in
piedi ed in silenzio,Midori ed Alfa fissavano il
centrocampo.
- Ah…
Sciacallo era distrutto.
- C-ce l’ ho fatta…! - fece Midori, con voce
mozza.
- No…
Con cautela,la ragazza
raccolse Draoon, assieme alla fiala d’antidoto che,come per magia, le era
apparsa dai piedi. Fece un sorriso raggiante,voltandosi
indietro:
- CE L’ HO FATTA!!!
I ragazzi esultarono con
lei (qualcuno a dire il vero, sorridendo appena – Mi fischiano le orecchie…
ndYu_Kei) cominciando a ridere euforici; Ruka afferrò Lai e Mao per le spalle,
saltellando:
- Sì, sì, sì, sì!!!!!
- Ce l’ ho fatta davvero,
Tak! CE L’ HO FATTA, CE L’ HO FATTA!!!
- Sei stata grandissima XD!
In quel chiasso, nessuno badò più ad Alfa, che non
aveva smesso di fissare il suo bey, imbambolato.
“No… Non è possibile…”. Si lasciò cadere a terra,
poggiando le braccia sulle ginocchia e cominciando a scrutare il pavimento,
senza capire.
- Doveva… Doveva essere
la mia vittoria, la fine di tutto! Perché ho…
Si bloccò, sentendo la presenza di qualcosa al suo
fianco. Alzò la testa, incrociando lo sguardo dello Sciacallo; lo fissava.
- E tu cosa vuoi?
Il Bit emise una specie di rantolo, in segno di
rassegnazione; poi girò il muso lentamente, guardando il gruppo dei ragazzi coi suoi occhi gialli dardeggianti. Alfa fece meccanicamente
lo stesso.
Non hai ancora capito?
Il ragazzo non rispose.
*__________________
- Così questo sarebbe l’antidoto all’ MK? – chiese Eveline, fissando incantata la fialetta
che Doc scuoteva leggermente davanti al suo naso.
- Pare… – fece Midori, dondolandosi sulla sedia
nella sala riunioni dell’edificio.
- Confermo. – disse Doc, imperturbabile – Con
questa, niente più MK e niente più problemi.
Ruka, Eve e Midori si guardarono attorno, un po’
titubanti.
- E… Allora? – chiese la
rossa – Perché non ce la dai?
- … Dovete scegliere come prenderla.
- EH O___O””? – tutti lo
fissarono con delle facce da pesci lessi.
- Ci sono due metodi. – continuò, senza scomporsi
– Uno è applicarla esternamente sul punto colpito, ma vi provocherebbe
un bruciore incredibile, una cosa durissima.
Eve deglutì a vuoto.
- L’altra è berne un terzo a testa…
- Ne prendiamo un terzo a testa. – risposero
loro, come una persona sola.
Doc sospirò:
- Ok, ma vi avverto: non ho la più pallida idea di
cosa sappia.
- Ah… (gocciolone).
Doc preparò così tre contenitori identici, dove
sul fondo era stato versato appena un dito di liquido, e li porse alle ragazze:
- Non fateci caso se ha
cambiato colore – disse Doc, tranquillo – E’ una reazione normalissima, la sua
efficacia non cambia.
Le tre, però, fissarono i
contenitori schifate:
- Bleah, che odore vomitevole!
- Non è per essere cattivo, Eveline, ma il tuo ha
un colore preoccupante…
- Ti prego, Daichi, già mi
disgusta così! – pigolò lei.
Scese qualche secondo
di silenzio.
- C-che… Che facciamo?
- Lo bevo prima io? – chiese Midori,
preoccupatissima.
- NO! Per favore, che se ti succede qualcosa poi
io non riesco più a berlo! – fece Ruka.
- Grrrrazie… - rispose innervosita l’altra – Tu sì
che sai spezzare la tensione!
- Guarda che ero seria
XP!
- Sentite, perché non lo bevete insieme?
- Giusto Max! Al tre, d’accordo? – Eve e Ruka
annuirono – Uno… D-due…
- TRE!
Con un gesto secco, tutte e tre bevvero
l’antidoto, rimanendo poi immobili sotto lo sguardo vigile degli altri.
Fu Ruka a rompere il
silenzio, facendo un’espressione disgustata e tirando fuori la lingua:
- CHE SCHIIIFO!!! Sa di
marcio in maniera incredibile!
Midori fece uno strano verso, come per sputare
tutto:
- Che saporacciooooooooo!!!!
- Bleah, non riuscirò mai più a mangiare niente,
ho la lingua distrutta!
Gli altri tirarono un sospiro di sollievo:
- Uff, meno male, è solo questo! – disse Hilary
rincuorata.
- Credevo che vi sareste contorte dal dolore tipo
film horror…
- Mystel, da quando sei così macabro o___-“?
Tutti scoppiarono a ridere.
- Comunque sia… - disse
Ruka, facendo un’altra boccaccia nauseata – E’ stata una cosa assolutamente
disg… AHI!
- Che c’è, Ruka? – le
domandò lai preoccupato.
- N-niente… La mano mi pizzica…
Si levò il guanto sinistro, sussultando: la
cicatrice di Vipera non c’era più!
Tutti rimasero a bocca aperta. Anche
Midori ed Eve, automaticamente, guardarono sulla propria spalla e sul proprio
braccio: non c’era più alcun segno.
- N-non c’è… - sorrise Midori – NON C’E’!
- SIAMO LIBERE!!!
- YEPPAAAAAA!!
- Sì XD!
Le tre si abbracciarono, Midori e Ruka con un
sorriso immenso sul viso, mentre Eve stava quasi per scoppiare a piangere dalla
gioia.
- Tutto bene, alla fine… - disse Doc, sorridendo
appena.
I ragazzi annuirono, sorridendo.
Takao ridacchiò:
- Sembrano delle bambine ^^!
- Appunto, le possiamo far smettere, per favore? –
fece Kei, atono.
- Senti tu >__<** - ribattè Midori, stizzita
– possibile che debba essere sempre così antipat…
BOOOOOOOOOOOOM!!!!
Un violentissimo botto scosse
l’edificio fin nelle fondamenta, facendolo vibrare paurosamente. I ragazzi,
colti di sorpresa, furono sbattuti a terra brutalmente, mentre attorno a loro
si alzava una nuvola di polvere.
- Cos’è… Cos’è stato
O__@? – chiese Kiki, confuso.
- N-non lo so… - rispose Ruka, mentre Lai
l’aiutava a rialzarsi.
- Perché quella faccia,
Doc? – chiese Eve, spaventata, fissando l’espressione preoccupata dell’uomo;
lui tacque per qualche istante, facendo attenzione che
Margot, ancora svenuta, restasse sul lettino dove l’avevano portata:
- Oh no…
*_____________________
- E adesso cosa c’è?! –
chiese il Prof K spaventato, mentre lui e Omega cercavano ancora gli altri
nell’edificio. Omega si guardò attorno confuso, attento al più piccolo rumore,
ma non rispose. – S-sembrava…
Un altro boato, più sordo del precedente, fece
tremare nuovamente il palazzo; Omega sbiancò:
- Un’esplosione!
- Come?
- Quel maledetto… KUROI!
*_________________
Il 1° piano sotterraneo del palazzo era deserto da
anni; probabilmente, lo era quasi sempre stato.
Nessuno degli Psaico osava avvicinarsi neppure alla scala che portava a quel
livello, sebbene il capo ne chiudesse la porta d’accesso sempre a doppia
mandata. Il motivo? A nessuno doveva interessare e, anche se lo sapevi, non ne
dovevi mai parlare, se ci tenevi alla pelle.
Perché nessuno, in
realtà, voleva neanche vedere “Genesis”. Nessuno, realmente, voleva conoscere
l’aspetto del macchinario che, se Kuroi avesse trionfato, avrebbe segnato la
fine degli uomini privi di poteri ESP. Proprio per questo, il famigerato 1°
piano sotterraneo, il “piano di Genesis”, era considerato inviolabile.
Ma ora la sacralità
di quel piano era stata spezzata. La porta, sempre luccicante nel suo color
acciaio, era stata scardinata e buttata giù senza complimenti; il pavimento,
che fino ad allora era stato coperto da un fitto
strato di polvere, incontaminato se non nelle orme di Kuroi, ora era attraversato
da numerosi e lunghi passi disordinati e da lunghe linee, come se qualcuno vi
si fosse trascinato sopra; le mura color panna erano graffiate, come se qualche
animale, un animale molto, molto grosso, vi avesse passato gli artigli.
Dalla stanza più lontana, nell’oscuro corridoio,
si udiva il suono sconnesso e irregolare di piccolissime scariche elettriche,
che dalla macchina che Alfa aveva distrutto con Sciacallo, si diramavano per
terra, illuminando per pochi secondi la stanza; c’era odor di bruciato.
In quella stanza, in ginocchio dal suo congegno
distrutto, c’era Kuroi: respirava a fatica, il sapore del sangue del labbro
rotto in bocca, il braccio sinistro che pendeva inerme lungo il fianco,
reggendo qualcosa.
- Ugh… maledizione…
L’uomo tentò di alzarsi, ma barcollò,
appoggiandosi con la mano libera al macchinario devastato. Lo guardò con fare
paterno:
- Quel maledetto Alfa…
Guarda come ti ha ridotto, mio gioiellino… - strinse nel pugno sinistro un
cilindretto scuro, mentre un’altra scossa faceva tremare l’edificio. Si lasciò
sfuggire una risatina nervosa:
- Il mio grande progetto,
il sogno di avere un mondo libero dalla comune immondizia… Distrutto da uno dei
miei migliori pupilli…
Tentò un’altra volta di alzarsi, ma stavolta cadde
a terra come un sacco vuoto. Alzò stancamente lo sguardo, fissando le nicchie
di vetro, ormai distrutte, dove avrebbe dovuto rinchiudere l’essenza dei
Bit-power; ad esse, con un sottile cavo nero, erano
collegati delle specie di caschi, che avrebbero dovuto servire ai possessori
dei Bit di controllarli. Secondo il volere di Kuroi, ovviamente.
- Hu…
Kuroi cominciò a tremare, scoppiando in una risata
fredda e isterica; aprì il palmo della mano sinistra, fissando il cilindro
nero.
- Ma non lascerò nulla,
non riusciranno mai ad avere il mio progetto! – un’altra scossa, più vicina,
fece crollare il soffitto del corridoio.
Kuroi fissò il detonatore, che attivava le bombe
nascoste nelle fondamenta del palazzo. Lo premette di nuovo:
- Da oggi gli Psaico non esistono più!
*_________________
- Qui ci crolla tutto in testa! – esclamò nervoso
Boris, mentre con tutti gli altri cercavano invano un’uscita.
- Kuroi deve aver azionato
gli esplosivi nascosti nel palazzo! – fece Doc, quasi con sufficienza.
- Gran bella notizia! – ribattè Eveline, con voce
tremula, cercando di reggersi all’uomo, che se la stava portando in spalla.
Un pezzo di soffitto, con un rombo sordo, crollò a
pochi centimetri da Mathilda, che si lasciò sfuggire un
gridolino.
- Tutto ok?! – chiese
Michel, bloccandosi preoccupato.
- S-sì…
Un’altra scossa aprì qualche crepa nel
pavimento: Daniel, che già faticava a stare dietro agli altri, cominciò a
saltarle una ad una e Moses, instabile perché doveva reggere in braccio Margot
priva di sensi, quasi non inciampò:
- Maledizione! Ma che
cavolo…!
- Muoviamoci, gente! – esclamò
Takao – Dobbiamo ancora trovare il Prof e Omega…
- RAGAZZI! – detto fatto, i due ragazzi sbucarono
da un angolo, il giapponese con un’espressione terrorizzata e gli occhiali
quasi di traverso.
- Avete trovato un’uscita?!
– chiese il possessore del Topo, senza troppo preamboli.
- Macchè! – rispose Rei, col fiato corto – Sembra
tutto sprangato, ogni porta che abbiamo provato ad
aprire era chiusa!
- Merda! – imprecò il ragazzino – Questo posto è dotato di sensori speciali, se si attivano gli esplosivi,
spranga tutto!
- EEEEEEEH?!? – urlò Hilary, con gli occhi terrorizzati- Ma chi
è l’imbecille che programma una sequenza del genere?!?
- Eppure dovrebbe esserci
un’uscita aperta, ma non ricordo qual è…!
- Come sarebbe a dire che
non te lo ricordi?! – sbraitò Rick, furioso – TU facevi parte di questa società
di svitati, dovresti saperlo!
- IO stavo in un altro edificio, va bene?! – rimbeccò Omega – Qui ci sono
venuto poco e…
- AH!
Midori si era fermata con un sussulto.
- ALFA?!
Il ragazzo, infatti, era comparso davanti al
gruppo, incurante sia delle scosse che scuotevano il
palazzo sia dei pezzi di muratura che gli cadevano affianco.
- Cosa accidenti vuoi, bastardo?!
– gli urlò contro Takao, furioso – Bada bene di sparire
perché…
- Volete uscire, no? – rispose l’altro,
tranquillo. Takao rimase un po’ spiazzato – L’unica uscita è
questa qui.
Ed indicò un
passaggio alla sua destra, piccolo e buio.
- Tsz! – Takao lo squadrò torvo – Perché dovremmo fidarci di uno come te?!
- Perché non hai
alternativa.
I due si scrutarono, immobili, uno
arrabbiato e confuso, l’altro impassibile. Ci fu un’altra scossa più violenta.
- Io… io non mi fido! – fece
Omega – Potrebbe essere un imbroglio.
- Se io dico una cosa, è
quella. – rispose Alfa – Tu dovresti saperlo meglio di
tutti, Omega.
Calò un silenzio colmo d’agitazione ed incertezza:
dovevano fidarsi di Alfa? Oppure
continuare a cercare? In entrambi i casi dovevano sbrigarsi, perché rischiavano
di rimanere sepolti vivi.
- Fidiamoci. – la voce di Midori, mentre
pronunciava quelle parole, aveva un suono tanto debole quanto incredulo.
- Mi…?
- M-ma che stai dicendo?!
– balbettò Takao, scioccato – Ti ha dato di volta il cervello?!?
Ti rendi conto di chi vorresti fidarti?!
- LO SO! – ribattè lei, secca – Però… Ha ragione,
quali altre alternative abbiamo? E
poi…
- Hu?
Anche gli altri la
guardarono, curiosi. Alfa alzò appena un sopracciglio.
- No, niente… Allora, andiamo?
I ragazzi annuirono, non molto convinti; Takao
sospirò scocciato:
- E va bene…
In ordine si infilarono
uno alla volta, perché era troppo stretto, nel cunicolo buio, sperando in cuor
loro di non stare per ficcarsi in una trappola.
Takao e Midori furono gli ultimi a passare;
entrando, il giapponese fulminò Alfa con un’espressione carica d’odio,
sibilando a denti stretti:
- E ora vedi di sparire.
Alfa non lo degnò di uno sguardo.
Quando toccò a Midori,
i due si fissarono alcuni secondi. Ad essere onesti,
nel suo piccolo, la ragazza non sapeva perché si stava fidando di lui; da
quanto ricordava, se non per un brevissimo periodo, Alfa si era dimostrato
spietato e solitario, indegno di qualsiasi forma di fiducia o affetto.
“Però… Forse posso…”.
-
Senti, che ne diresti di diventare mio amico?
Un
ricordo ormai tanto lontano che si perdeva nella memoria.
Un’immagine
confusa di un periodo troppo breve, terminato senza un motivo, senza possibilità
di replica.
-
… Sì…
- MI, CHE FAI?! – le urlò
Takao nel corridoio – SBRIGATI!
La ragazza sussultò, voltandosi nel passaggio:
- Arrivo!
Si rigirò un istante, mentre Alfa sorrideva
appena. Ma lei non ricambiò: “No. Mi dispiace, non
posso perdonarti.”.
Lo fissò rabbiosa, infilandosi poi svelta nel
passaggio. Alfa sospirò:
- Lo immaginavo…
“E’ ovvio… Che non mi perdonerai mai.”.
La ragazza non si voltò più indietro, cercando
anche di ignorare il fragore sempre più forte delle mura che crollavano;
davanti a lei non vedeva nulla, solo un gran buio, mentre un ormai cupo
brontolio le riempiva le orecchie: “ma dove sto
andando?!”.
All’improvviso una luce fortissima la rese cieca
per qualche secondo, costringendola a portarsi una mano agli occhi.
- Midori! Finalmente! Vieni, dai!
Lei sbattè un paio di volte le palpebre, vedendo
la mano semiguantata di Takao sporgersi verso di lei; l’afferrò rapida.
Il ragazzo la tirò su quasi di peso, facendola
allontanare in fretta. Mentre la vista le tornava,
Midori vide che si trovavano all’esterno, su una collinetta dietro al palazzo e
che gli altri si erano già tutti allontanati. “Allora non ha mentito!”.
Un rombo sordo fece voltare lei e Takao, che videro l’edificio finire di sgretolarsi, sollevando un
polverone immenso.
- Abbiamo fatto in tempo… - sussurrò il
giapponese, mentre si fermavano.
Rimasero tutti ad osservare quel triste
spettacolo, in silenzio.
“E Alfa cos’ ha fatto? - pensò Midori, istintivamente – magari era dietro di me…”. Ma dall’edificio non si vide più alcun movimento. Scosse
appena la testa: “Se l’è cavata di sicuro, quello ha sette vite come i gatti!”.
- Beh – sospirò sollevato il Prof K – è finita.
- Già… - disse Midori a mezza voce – E’ proprio
finita…
Takao le mise una mano sulla spalla e lei sorrise.
Tranquillizzato e sollevato, il gruppo si allontanò, pronto a lasciarsi quella
brutta avventura alle spalle.
Intanto lì vicino, nascosto,
Alfa gli osservava.
- Sono andati…
Sciacallo, comparendogli al fianco, battè due
volte il muso sulla sua spalla, grugnendo; Alfa sorrise:
- Bene. – disse, voltandosi – Adesso andiamo, cosa
ne dici?
Tanto x cominciare ringrazio subito
Fire Angel (nn mi hai mai abbandonato, cara, che pazienza ç___ç!), miele (che
carina che 6, grazie 1000 ^\\^!), Malahisa (spero che ti sia piaciuta cmq la FF
^^”, cmq ho scritto una nota nella testata della storia, spero che ogni dubbio
sia chiarito ^-^) tutte le raga del forum e il mio Jolly Mask che m’incoraggia
sempre (TVTRB AMORE ^\\\\^!!! – Oddio fermatela… -___-“” ndKei – RIA IN ESTASI
AMOROSA, STOOOOP!!!! NdTakao – Cattivi XP! NdRia).
Ehm, ^\\^, comunque… Qsto nn sarà
l’ultimo capitolo (COOOOSA O___O?! ndTutti_terrorizzati) ma il penultimo
(Fiuuuu, che spavento! – Brutti… >___<** ndRia): l’ho deciso quando mi sn
resa conto che qsto cap da solo è lungo 26 pag di Word ^^”! (CHE O___o?!
ndSerjey – Ma 6 scema?!? NdBoris – 26 pag di questa rumenta?!? NdYuri – Da
quand’è che parli genovese Yuri -__o? ndJM - Un’altra parola e finite a fare
una Yaoi cn triangolo, mi sn spiegata?!? >___<*** ndRia – Chiediamo sommo
perdono padrona ^___^””” <- terrorizzati – E poi nn rompetele le balle sl
xkè in qsta Fic nn ci siete! NdTakao – Ma chi vuole essere protagonista in
qcosa fatto da ‘sta stu… NdTutti_e_3 – Ehm, ehm, YAOOOIII… - …peeeenda
creatura? Nn siamo proprio degni… veri pensieri -> “Possiamo ucciderla?
NdBoris – No, ha la tastiera dalla parte del manico ç___ç* ndYu – T_____T
ndSerj”).
Cmq sia, il prox cap sarà
praticamente un epilogo, xciò un po’ + corto, ma spero che vi piaccia, cm spero
vi piaccia qsto cap, è un po’ contorto ma credo di aver fatto un buon lavoro!
Alla prox XDD!!!
Cap. 35
Dopo l’incidente, di
Kuroi non si seppe più nulla. La polizia indagò a lungo sulla zona
dell’esplosione, scovando anche i resti di uno strano macchinario, del quale
non era però possibile recuperare le parti più consistenti, rimaste sepolte in
una zona inaccessibile.
Gli Psaico, intanto, si
erano dispersi. Tutti quanti erano scomparsi senza lasciare traccia, ma i
ragazzi seppero, circa due mesi più tardi, che uno strano gruppo di blader
stava creando non poche grane ai partecipanti dei tornei a cui si iscrivevano,
e l’unico indizio era quello del loro capitano, un tizio grande, grosso e con
una strana capigliatura azzurrina.
Questo, però, era un
fatto ancora lontano; per il momento, finalmente, quella storia era finita.
E, come spesso accade,
con la fine della storia arrivò l’ora degli addii.
Dal diario del
professor K, 4 novembre
Cortile di casa
Kinomiya
Sono passati
ormai tre giorni da quando i ragazzi hanno battuto Alfa e gli Psaico;
finalmente, riusciamo a goderci un po’ di tranquillità!
Dopo l’incidente
Alfa è scomparso assieme agli altri, mentre Margot è stata ricoverata in
ospedale, e pare non abbia ancora ripreso i sensi; anche Omega si era
leggermente ferito ad una gamba, così Takao gli ha offerto ospitalità finchè
non si sarà completamente ripreso.
Quasi tutti gli
altri sono tornati a casa; solamente i Baihuzu sono ancora qui, assieme a Rei,
Kei, e Max, che vengono ancora ospitati da nonno J. Naturalmente, anche le
ragazze sono ancora qui. Mi chiedo solo cosa… … … Non importa. Adesso è meglio
che mi riunisca agli altri. Dai rumori che sento venire dal cortile sul retro
direi che si stanno divertendo!
- Ciao Eve! – esclamò il
Prof, passando di fronte allo shoji(*) aperto che dava sul giardino.
- ‘Ao Prof…
Su un futon un po’
sgualcito Eveline sospirava, annoiata: Doc le aveva concesso di non rimanere in
ospedale, ma l’aveva obbligata al riposo assoluto.
- Che c’è, Eve? – le
chiese Ruka, che guardava Daniel e Daichi giocare assieme nel cortile alla
lotta, mentre gli altri ridevano.
- Mi annoio, Ru-chan –
disse, sconsolata – e poi, ad essere sincera, sono un po’ preoccupata.
- Preoccupata? – chiese
la rossa, mentre Takao, dispettoso, attaccava briga coi due lottatori.
- Sì… Voglio dire,
adesso che tutto è finito… Sì, insomma…
Fuori, Takao venne messo
al tappeto. Ruka scrutò l’amica, credendo di capire come voleva continuare:
“Adesso… Che ne sarà di noi?”.
- RAGAZZI! – la voce di
nonno J, forte, distolse le due ragazze dal discorso.
- Che c’è… AHI! Che c’è
nonno? – rispose Takao, staccandosi letteralmente Daniel dal collo.
- Ci sono delle persone
che vi cercano qui fuori.
- Delle persone? –
chiese Rei, stupito.
- Già ^^. – sorrise
l’uomo – E vogliono vedere Eveline e il piccolo Daniel, venite forza!
I due fratelli si
guardarono, stupiti, ma non obbiettarono. Seguiti dagli altri andarono fino
nell’ingresso, dove l’anziano uomo fece segno a due persone di accomodarsi,
sorridendo: una era una donna magra di media statura, con setosi capelli neri e
un viso ovale molto cordiale, l’altro era un uomo alto coi capelli appena
brizzolati… e due occhi azzurro.
- Ah… - appena li vide,
Daniel sbiancò, come avesse visto un fantasma; anche Eve rimase a bocca aperta.
- M-ma…
- IL SIGNORE E LA
SIGNORA YOSHIJY?!? (E’ il cognome di Eve ndRia) – esclamarono Ruka e Midori,
all’unisono.
- MAMMA!! – urlò il
bambino, gettandosi in lacrime tra le braccia della donna – MAMMA, MAMMA!
- Il presidente mi ha
detto che lo hanno contattato appena è cominciato il torneo e hanno
riconosciuto Eveline alla televisione – disse nonno J, guardando le espressioni
confuse dei ragazzi – Ma, visto come poi è precipitata la situazione, non sono
riuscito a farli venire qui…
- Oh, per fortuna state
bene! – fece la signora Yoshiji, abbracciando anche la figlia – Meno male, meno
male…!
Daichi fissò un istante
i due coniugi, sorridendo, erano proprio i genitori di Eve, le somigliavano
moltissimo! Soprattutto la madre, anche se gli occhi erano diversi, di un bel
verde pallido.
- Vi ringrazio, ragazzi.
– fece il signor Yoshiji – Davvero.
- Uh? – Takao non capì
subito.
- Certo! – esclamò la
donna – Il presidente ci ha raccontato tutto, grazie davvero!
I ragazzi sorrisero, un
po’ impacciati.
*_____________________
Il mattino successivo il
gruppo si ritrovò dalla stazione, per un ultimo saluto ad Eveline. I suoi non
volevano aspettare ancora, e avevano deciso di partire con i figli per la loro
nuova casa, per stare tutti assieme.
- Treno per Kyoto in
partenza dal 1° binario tra quindici minuti… treno in partenza…
- la voce metallica dell’altoparlante, assieme al brusio della gente, suonava
fastidiosa e confusa.
- Non so quando riuscirò
a tornare a trovarvi – disse Eveline, la voce un po’ tremante, reggendo sei
bigliettini tutti uguali – comunque… Papà mi ha dato l’indirizzo e il numero
della casa nuova, perciò…
Ruka, facendole
l’occhiolino, agguantò uno dei foglietti:
- Tranquilla, non
lascerò che ti disfi di me, ragazzina ;P!
- Idem! – esclamò Takao,
ridacchiando. Anche Mao e Max, imitandoli, ne afferrarono uno a testa,
sorridendole.
Alla fine, ne prese uno
anche Midori, anche se quasi con riluttanza; Takao notò che aveva gli occhi
lucidi.
- Allora… Ci salutiamo?
– chiese la rosina, guardando il fogliettino distratta.
- Già…
Rimasero immobili e in
silenzio per un po’. Poi Midori, senza preavviso, abbracciò forte l’amica:
- Mi mancherai,
Eve-chan! – fece, con voce tremula; la ragazzina annuì, come a dire “anche
tu!”, stringendola forte. Anche Ruka, che sembrava aver preso bene quella
separazione, andò ad abbracciare le due amiche con aria triste.
I ragazzi le lasciarono
stare per qualche istante. In fondo, pensava Takao, era normale quella
reazione: ne avevano passate tante, ma stando sempre unite; adesso, anche se
tutto si era risolto, non sapevano se si sarebbero riviste: Ruka era orfana e
sempre in giro per il mondo, Midori doveva cercare il padre, Eve sarebbe andata
a vivere coi suoi… Chissà quando sarebbe arrivata l’occasione per un
incontro!
- Treno per Kyoto in
partenza dal 1° binario tra dieci minuti…
- B-beh… - disse Eve,
lasciando le altre e asciugandosi una lacrimuccia – E’ meglio se terminiamo i
saluti ^^…!
Le altre due annuirono.
- Allora, a presto… Tak…
Max… Rei… Mao, ragazzi…
Mano
a mano che gli chiamava, i ragazzi le andavano vicino, stringendola veloci o
dandole il cinque.
- A presto anche a te,
Hilary…
- Eveline…! – la
brunetta la cinse così forte da soffocarla, odiava gli addii!
- E Kei… - la ragazzina
incrociò lo sguardo del russo, facendo un sorriso a trentadue denti; Kei piegò
appena la testa, ricambiando con un sorriso appena accennato.
In quel momento, però,
Eve cominciò a guardarsi attorno, spaesata.
- Che c’è, Eveline?
- Ma… Lui dov’è? Ah! –
il suo sguardo andò dietro le spalle del platinato, fissandosi su qualcosa.
E quel qualcosa,
nascosto dietro una colonnina della stazione, non era che Daichi.
Il ragazzino non
riusciva proprio ad accettare l’idea di “salutare per l’ultima volta Eve”, non
ci riusciva! Contemporaneamente, però, il pensiero che lei se ne andasse e lui
non potesse parlarle, lo rendeva incredibilmente triste.
- C-che ha-hai da
r-ridere >\\\< ?!
- Niente… Senti un po’
ti sei già dichiarato o aspetti il giorno del giudizio?
“Dire cosa?! – pensò con rabbioso imbarazzo –
I-io non ho proprio niente da dire!”.
Bugiardo…
Disse una vocina dentro di lui. Avanti, cosa aspetti? Potrebbe essere
l’ultima occasione!
- Lo so! – disse, a
nessuno in particolare. “Però… Io…”.
- “Sai” che cosa,
Daichi?
La vocina allegra di
Eveline, spuntatagli magicamente da dietro, fece compiere al ragazzino un salto
olimpico:
- E-E-E-EVE?!
Qu-qu-quando sei arrivata?!
- Adesso! Ah, per
fortuna ci sei! – disse, con tono sollevato; Daichi non capiva – Credevo non
fossi venuto a salutarmi…
- M-ma che dici?! Certo
che venivo a salutarti ‘\\\’! Ti pare?
La ragazzina lo guardò,
un pò sorpresa dal tono così deciso:
- Grazie, allora ^\\^!
- … … -\\\- … …
I due rimasero lì,
imbarazzati e silenziosi, guardandosi quasi di soppiatto. “Che fai, scemo?! –
si rimproverò il rosso – Avanti! Che cavolo stai facendo?!”.
- Treno per Kyoto in
partenza dal 1° binario tra cinque minuti… I signori passeggeri sono pregati di
recarsi al binario…
- OH…! – sobbalzò
Eveline, triste – E’ l’ora…
“NO! – pensò Daichi –
No, aspetta, resta ancora un po’! Ti prego!”.
- E-Eveline!
- Uh?
“Adesso, avanti! Che
aspetti?!”.
- E-ecco, io… - “No, non
ce la faccio, non ci riesco!” – N-niente…
La ragazzina lo fissò un
attimo, confusa.
- A-allora ci si vede,
eh? – e così dicendo le porse timidamente la mano, meccanicamente, come fosse
l’unica cosa che potesse fare; lei sembrò volergliela stringere senza
obbiettare.
“Che saluto penoso… -
pensò, tristissimo, il ragazzino – Sono davvero un imbecille!”.
Ma la morettina,
inaspettatamente, scostò la propria mano, gettando le braccia attorno al collo
del ragazzino. Daichi trattenne istintivamente il fiato, arrossendo sino alla
punta delle orecchie ed irrigidendosi come una statua.
- Mi mancherai!
>\\\< – disse lei, a bassa voce – Tantissimo!
“E’ troppo… Vicinaaaaa
@\\\\\\\\@!!!!!! – pensò Daichi agitatissimo, la faccia che quasi gli affondava
nei capelli neri di lei – Omammaomammaomammamiaa >\\\\\\\\\\< !!!”.
- Mi hai sempre dato una
mano… Grazie infinite! Di cuore… -\\\\\-
- Eh … o\\\o? – Eve
aveva un tono strano, sembrava stesse per piangere
- N-noi comunque –
balbettò lei, guardandolo in faccia – Ci rivedremo, vero?
Daichi sussultò, aveva
davvero gli occhi lucidi! Per un secondo ebbe il fortissimo impulso di
abbracciarla, ma le sue braccia sembravano paralizzate.
- Certo! – esclamò,
quasi più per rassicurare se stesso che lei – Dopotutto, siamo amici, no?
“No, ma che cavolo
dico!- si rimbrottò contro – Non dovevo dire questo!”. Eve lo fissò; gli
strinse le mani con un sorriso:
- Sicuro ^^! Allora… Ci
vediamo, ok?
Sorridendo, scappò via,
entrando di corsa nel treno.
- Sbrigati sorellina! –
la rimbrottò un poco Daniel – Adesso parte!
- Eccomi, eccomi, Danny!
Le porte si chiusero con
uno schiocco, mentre l’altoparlante annunciava al definitiva partenza. I
ragazzi guardarono il treno allontanarsi sempre più velocemente, mentre Daichi,
ancora un po’ confuso, li raggiungeva; nel pugno stringeva uno dei foglietti di
Eve, che la ragazzina gli aveva messo in mano in tutta fretta.
- Dov’eri sparito? – gli
chiese Hilary, vedendolo – Credevo fossi rimasto a casa! O come minimo, che ti
fossi perso!
- Non sono così idiota,
sai? – sbottò acido.
- Dai, lascialo stare –
ridacchiò Takao, ghignando – Ha appena dovuto salutare la sua ragazza, lascialo
in pace ^^!
- PROVA A RIPETERE
QUELLO CHE HAI DETTO E TI DISTRUGGO, CRETINO >\\\\< !!! – urlò Daichi,
gesticolando come per acchiappargli il collo.
- OOOP, spiacente XP! –
rise l’altro, scappando – Ma sono più veloce di te!
Il ragazzino cominciò ad
inseguirlo, tra i sospiri degli altri e i rimproveri di Hilary, rosso come un
pomodoro.
- Allora… Ci vediamo,
ok?
“Stanne
certa. – pensò, sorridendo, mentre si voltava a guardare ancora il treno, ormai
lontano – E la prossima volta, ti dirò la verità.
Lo prometto!”.
*_________________
Dal diario del
Professor K, 11 novembre
Camera mia.
La partenza di
Eve è stata decisamente improvvisa per tutti noi; purtroppo, il presidente ha
dovuto risolvere alcune questioni riguardanti il PSO Tournament e non è
riuscito ad avvisarci per e-mail. Nell’ultima che mi è arrivata, però, ho
scoperto anche il motivo di tanta segretezza: a quanto mi ha detto, il signor
Daitenji ha fatto un piccolo “regalo” ad Eveline, come pegno di averlo aiutato
mentre era imprigionato dagliPsaico.
Pare fosse anche un rifiuto alla proposta di lei di essere bandita dalla BBA…
Ma non ho capito bene perché questo dovesse accadere.
Questa mattina
abbiamo dovuto salutare un'altra persona. Omega, infatti, ha decisodi partire.
- Sei sicuro di non
voler rimanere qui ancora un po’? – gli chiese Takao, mentre il ragazzino,
sacca in spalla, stava per uscire dalla porta.
- Sicurissimo, Takao. –
rispose Omega, a mezzavoce – Ora che non sono più uno Psaico, potrò dedicarmi
al bey liberamente.
Il giapponese lo fissò,
poco convinto.
- Omega… Dove andrai? –
fece Ruka, guardandolo. Lui fece spallucce:
- Mah… Forse in Europa,
non so ancora bene… Ho chiesto a Daitenji se potesse aiutarmi, credo che mi
abbia già trovato un posto.
- Aha… Beh, allora,
riguardati, ok? – Ruka sembrava dispiaciuta. A vederla far così, Omega si sentì
le farfalle nello stomaco: dovette trattenersi dal fare un sorriso a trentadue
denti.
- C-certo… ^\\\^…
A-allora ciao… - uscì dal cortilea
passo rapido, incrociando un istante lo sguardo di Lai: “Te l’affido.” Sembrò
dire. Il cinese lo fissò di rimando, un po’ perplesso.
In strada Omega si
guardò bene dal voltarsi indietro, stringendo forte la sua sacca: ora non
doveva più pensare a loro, né agli Psaico, né tanto meno a Ruka.
I ragazzi lo guardarono
allontanarsi, una figurina gracile con uno strano e scompigliato mucchietto di
cappelli rossicci.
- Dite che lo rivedremo?
– chiese Max; nessuno rispose.
Neanche io mi
aspettavo partisse così all’improvviso, probabilmente aveva progettato questa
cosa da giorni; credo che Omega non si sia mai sentito troppo a suo agio in
casa di Takao, anche se è stato proprio lui ad offrirgli un posto dove stare.
Ad essere
sinceri, credo che mi avrebbe fatto piacere se quel ragazzo fosse entrato in
squadra: mi sembrava in gamba, e oltretutto decisamente abile col bey, ma
chissà se tornerà! Per la verità non ne sono molto convinto.
Ma non si sa mai!
*______________________
Dal diario del
Professor K, 25 novembre
Sta ancora
piovendo. Sono ormai giorni che non smette di piovere. Sarà per questo che mi
sono così spaventato, quando è comparsa oggi pomeriggio nel cortile di Takao!
A dire il vero,
sapevo già che era scomparsa, il presidente ci aveva mandato un’ e-mail dicendo
che due giorni fa era scappata dall’ospedale, andando chissà dove.
Comunque, non mi
sarei mai aspettato una cosa del genere da lei!
Midori fissava fuori
dalla finestra il lento scorrere della pioggia, come fosse uno spettacolo
sconosciuto e fantastico; e qualcuno avrebbe potuto pensarlo, se il suo sguardo
annoiato non fosse stato vacuo e con la palpebra a mezz’asta.
Odiava le giornate piovose!
Per più di un motivo, ma in special modo perché odiava stare chiusa in casa! Il
non far niente la rendeva pigra e lenta, cosa che la infastidiva
incredibilmente: le passava la voglia di fare qualunque cosa, perfino i suoi
sensi sembravano assopirsi pian piano.
Forse proprio quel
motivo si accorse solo dopo cinque minuti che, più in basso, un bey stava
ronzando nel cortile, a neanche mezzo metro dal porticato.
Rei, Max e Takao, che si
trovavano lì, si affacciarono un po’ svogliati.
- Un bey?! – esclamò
Max, come risvegliandosi – Apparso dal nulla da solo?!?
- Ma non è possibile! –
disse Rei – Senza ombra di dubbio, qualcuno lo manovra… Ma chi è il pazzo che
usa il bey all’aperto con un tempo del genere?!
- Ma soprattutto, che
cavolo ci fa nel mio cortile?! – brontolò Takao, confuso.
In quel mentre, come si
fosse accorto che qualcuno lo fissava, il bey si allontanò, correndo attorno al
perimetro della casa.
- Ehi, sta scappando
verso l’ingresso!
- Magari il proprietario
l’ ha richiamato…!
- Andiamo! – esclamò
Midori e, senza aspettare risposta, si fiondò verso l’ingresso, seguita dagli
altri tre.
La ragazza arrivò
trafelata dalla porta, bloccandosi: effettivamente, davanti all’ingresso, a
fissarla impalata sotto la pioggia c’era qualcuno, grondante d’acqua, che
riprese in mano il bey senza fiatare, come fosse la cosa più naturale del mondo
in quell’istante.
- Tu?!
Anche gli altri
arrivarono, seguiti da Hilary e dai ragazzi:
- Gente, ma si può sapere
che vi prende?! – chiese un po’ scocciata la brunetta – Che succede per…
Ma anche lei si bloccò:
- Mar… Margot?!
La mora annuì.
- Ma che stai facendo?!
– le chiese Midori – Non dovresti essere all’ospedale?!
In effetti, la ragazza
non sembrava molto in forma: dalla maglia rossa a maniche lunghe spuntavano
delle candide bende che le fasciavano completamente il busto, probabilmente
percoprire la ferita sulla schiena; era
decisamente pallida, e anche sulla fronte aveva una fasciatura, ormai zuppa
come i capelli, stranamente scompigliati, che vi cadevano confusamente sopra.
- Ormai riesco a
muovermi perfettamente. – disse Margot, con voce debole – Cosa credevi, io sono
una donna con una ripresa di salute miracolosa!
- Non fare la sbruffona!
– le rimbeccò Ruka – E’ un miracolo se cammini!
- Vedi di badare ai
fatti tuoi! – le rispose, acida – E, comunque sia, non potevo restare là. –
cominciò a frugarsi in tasca, lentamente – Dovevo prendere una cosa dalla sede
prima di partire, mi ci è voluta tutta per trovarlo!
- Cosa?
La mora gettò in mano a
Midori un pacchettino; sembrava un regalo, largo e sottile, fasciato con della
carta colorata che, Midori ebbe quest’impressione, era stata usata già un paio
di volte.
- Mi è stato detto di
consegnartelo tempo fa – disse, atona – ma, alla fine, l’ ho nascosto senza mai
dartelo…
- M-ma cos’è? – chiese
Midori, confusa.
- E io che ne so?! –
rispose l’altra, seccata – Mica è da parte mia!
Midori fissò ancora il
pacco, indecisa: “Di chi mai potrebbe essere?”.
- Margo… - ma quando
Midori fece per fermarla, la ragazza era già sparita.
- Uff… - al solito,
quella tipa era scomparsa come fumo al vento. “Non la capitò mai!”.
- Ma è davvero un regalo
per te, Mi? – le chiese Takao, sedendosi assieme alla ragazza.
- Credo… - rispose lei,
titubante – Ma mi chiedo come mai Margot me l’abbia consegnato solo adesso…
- Probabilmente –
concluse Ruka, incrociando le braccia – Capendo di aver sbagliato stando con
Kuroi e Co., ha deciso di rimediare come poteva.
L’altra annuì, aprendo
il regalo.
- Ehi, ma questa…!
Dentro, un poco
inzuppata d’acqua, c’era una foto, o meglio, un collage di foto con cui
qualcuno aveva ottenuto un’immagine di gruppo.
- Io, te, Eve-chan, Omega
e Shiro da piccoli! E c’è anche Margot!– esclamò Ruka, prendendola all’amica –
Ma cosa diavolo…!
- Guarda, c’è un
biglietto! – disse Lai, raccogliendo un pezzetto di carta giallastra. Midori
trattenne il fiato, anche se mezza cancellata dall’acqua, riconosceva benissimo
la calligrafia:
- Shiro!
- Eh?
Magari non è un granchè,
ma spero che ti accontenterai come regalo di compleanno.
Auguri per i tuoi 11
anni,
Shiro
- Un regalo… Di Shi per
i tuoi undici anni?! – balbettò Ruka, scioccata – M-ma… Shi… Quel giorno non
c’era già…
- Lo so… - sussurrò
Midori – Probabilmente, l’ ha dato a Margot mentre era ricoverato dopo il
duello di Alfa…
- M-ma se è così e
Margot l’ ha lasciato tra la sua roba, significa che è andata a riprenderlo
alla sede dov’eravamo in quel periodo… A quindici chilometri da qui!!!
-
CHEEEEE O__o?! A piedi in quello stato?! – esclamò il Prof, scioccato. Midori
annuì meccanicamente.
- Tzs, ma quella è
proprio fuori! – sibilò Hilary, tra lo scocciato e il sorpreso.
Midori emise una sorta
di borbottio, stringendo il regalo di uno dei suoi più cari amici al petto: per
una volta, non si trovava per niente d’accordo con la brunetta.
“Grazie mille, Margot…”.
Intanto, lungo una via
deserta, Margot camminava rapida; fece un sorrisino furbo:
- Tzs – disse, sentendo
i pensieri di Midori – non sperare che lo rifaccia, mocciosa!
*_________________
- Perciò domani
partirete anche voi, Rei? – chiese Takao, mentre il cinese stava controllando
la sua sacca.
- Sì. – rispose – Ormai
siamo qui da te da settimane, non credo che reggerai ancora due giorni. Mica
puoi ospitarci a vita!
- Già, - aggiunse
Mystel, che stava giochicchiando tenendosi in equilibrio sulle braccia – se
rimaniamo ancora, tra te, Daichi e Gao manderete in bancarotta tuo nonno con
tutto quello che vi mangiate ^^!
- Beh, in effetti hai
ragione ^\\^… EHI! (Scemo… ndtutti).
- Scusate ragazzi… -
chiese Lai, sbucando in quel momento dalla porta – Avete visto Ruka?
- Noi no. – rispose Rei.
- Neppure noi! – dissero
Gao e Kiki dal cortile, comparendo dallo shoji aperto.
- Cavolo, ma dove s’è
cacciata?! Neppure Midori la trova…
- Lai, forse l’ ho
trovata! – esclamò Mao, arrivando dietro le spalle del fratello – Credo sia di
sopra!
In quell’istante si udì
dalla stanza delle ragazze un tonfo ed un fracasso sordo, come di oggetti non
meglio identificati che cadevano.
- Ma che diavolo era?!
Incuriosito, il gruppetto
salì le scale di corsa, arrivando dalla porta della camera che Midori e le due
cinesine condividevano.
- Ruka? – bussò Lai –
Ruka, ci sei? Possiamo entrare?
- Prego, AHI… - si
lamentò lei – Ma fate attenzione, ok?
I ragazzi si guardarono
confusi; il cinese fece spallucce e, un po’ preoccupato, aprì la porta:
- EHI, MA CHE CAVOLO…!
- Accidenti, che
macello!
La stanza sembrava una
biblioteca dopo il passaggio di un tifone: mappe, atlanti e opuscoli erano
sparsi per tutto il pavimento, assieme a penne e cartoline che uscivano dallo
zaino della rossa, abbandonato in un angolo; in mezzo a quel pandemonio,
affiancata dalla fila di libri che probabilmente, alcuni secondi prima, aveva
fatto crollare, c’era Ruka, le gambe incrociate e lo sguardo corrucciato in riflessione
mentre si massaggiava la testa:
- Cavolo, che male…
Dovevo averne messi troppo impilati! – probabilmente, nella caduta, aveva preso
due o tre libri sulla zucca.
- M-ma che hai
combinato?! – esclamò Mao
- Sembra ci sia stata
una guerriglia qui dentro! – disse Gao, tentando di entrare.
- Esagerati, poi
guardate che metto in ordine!
- Ma che diavolo è tutta
‘sta roba?! – chiese Takao, allibito.
- Ma non lo vedi? Sono
libri!
- Fin qui ci arrivo
>\\<* ! – disse stizzito – Volevo dire: uno, come te li sei procurati?
Due, cosa diavolo vuoi farci?
- Me li ha presi Hitoshi
– rispose tranquillamente, alzandosi – Gli ho detto che mi servivano, visto che
dovevo partire…
- Come?
- Certo! – fece,
stiracchiandosi – Devo decidere dove farmi spedire da Daitenji. Mica posso
restare a vivere qui!
- E non potresti- chiese Kiki, ingenuamente - più
semplicemente tornare a casa tu… AHIA!!!
Prima che finisse la
frase, Mao gli rifilò una gomitata sul braccio: “Stupido! – lesse il labiale
della ragazza il cinesino – Dove vuoi che torni?! Non ti ricordi più che non ha
una casa?!”.
- Ops…
- No, non posso proprio
^^. – continuò Ruka, facendo finta di niente – Sono troppo grande per vivere
dalla maestra Mayu. Oltretutto, visto che sono tanti anni che non riesco ad
andare a trovarla, mi sembra scortese piombarle così tra capo e collo ^^!
- S-sì, però… - disse
Mao, sottovoce – Non puoi mica continuare a girovagare così…
La rossa sembrò non
averla sentita e riprese il suo lavoro, attenta.
Lai la guardava preoccupato:
“Mia sorella ha ragione, non può andare avanti così! Ha bisogno di una casa…”.
- Sei gentile, simpatico e bravo, forse un po’
cocciuto… Ma forse è per questo che mi piaci ^-^.
– Tu… non le hai dato una risposta?
- E che cosa dovevo dirle, scusa \\\\\?!
- E lo chiedi a me? Se
non lo sai tu ^^…
- … … … -\\\- … …
- Fratellino, che hai? –
gli chiese Mao, vedendolo così taciturno; ma lui non la sentì neanche:
- Perché non vieni
assieme a noi?
La proposta del cinese
fece voltare tutti verso di lui.
- Eh?
- Con noi?
- B-beh, Rei – disse –
In fondo, è una nostra amica e ha bisogno di un posto dove vivere… E poi,
insomma… -\\\\\- - “Ma perché accidenti parlo?! Hanno ragione gli altri, mamma
ha dimenticato di farmi il cervello connesso alla lingua!”.
L’amico lo guardò, senza
chiedergli altro e sorrise.
- Mi sembra un’ottima
idea! – esclamò Gao.
- Anche secondo me ^^. –
aggiunse Mystel – In fondo, avete accolto alla tribù me, dove c’è posto per un
amico c’è posto per due!
- Allora approvato? –
chiese Rei e tutti annuirono. – Allora Ruka, ti va di venire a vivere con noi
^^?
- Con… Voi? – chiese la
rossa, ancora un po’ confusa – Tornare… In Cina… E diventare un membro della
tribù della Tigre Bianca °\\°?
Il gruppo annuì. Alla
ragazza si formò sul viso un sorriso così grande e luminoso che Takao pensò
avrebbe cominciato a far luce.
- MA E’ FANTASTICO
XDDD!! Certo che mi va bene!! – urlò, saltellando come un grillo – Ti è venuta
un’idea fantastica, Lai ^\\^! – strepitò, balzandogli al collo – Grazieeee,
graziegraziegrazie XDDDD!!
- E-EHI X\\\O! –
sobbalzò lui, arrossendo – Guarda che mi stai soffocando! Dai, lasciami
>\\\\o!
- Neanche morta
^\\\\\^!!! – e cominci a ridere, stringendolo forte.
*_________________
Seduto alla sua
scrivania, il Profaccese il suo fedele
portatile, aspettando che si caricasse. Una volta pronto, inserì il floppy e
digitò la password, aprendo la cartella più recente.
Diario, 27
novembre
Questa è l’ultima
pagina che scrivo: l’allegherò a tutti i dati che ho raccolto in tutto questo
tempo, da quando il presidente ci ha informato di quel misterioso PSO
Tournament, poco meno di un mese fa.
Oggi abbiamo
accompagnato all’aeroporto sia i Baihuzu che Max, che sono così partiti
rispettivamente per la Cina e per l’America. Lungo la strada di ritorno abbiamo
lasciato Kei all’ingresso della sua scuola e anche Hitoshi si è fermato alla
stazione, pronto per raggiungere nuovamente i suoi allievidi beyblade in un piccolo residence fuori
Tokyo; Daichi, invece, credo resterà ancora un po’ a casa di Takao.
Il ragazzino sospirò
profondamente, passandosi due dita sugli occhi: “È tardi, mi fanno male gli
occhi. Credo che andrò a riposare.” Pensò massaggiandosi la fronte. Cliccò
nuovamente col mouse e spense tutto, chiudendo il PC con uno scatto.
“Finirò di scrivere
domattina. – pensò – Tanto, adesso abbiamo tutto il tempo che vogliamo.”.
*________ Qualche
settimana dopo…
Il giorno era sorto da
neanche mezz’ora, ma nonno J era già sveglio e pimpante; camminando per casa a
passi felpati, in quella fredda mattina di dicembre, si diresse verso la stanza
del nipote, che ronfava beato assieme a Daichi, che stava quasi per cadere dal
letto che il nonno aveva preso apposta per lui.
“Ma guardali, sembrano
due bambini…”.
In silenzio e sfoderando
un sorrisino perfido, l’uomo sollevò la katana che si portava appresso:
- TAKAOOOOOOOO!!!!!!!
Il ragazzo si svegliò di
colpo e, gettando un urlo, si prese un colpo di spada sul cuscino, a neanche
cinque centimetri dalla testa; per lo spavento cadde anche dal letto!
- NONNO! – sbraitò lui –
M-ma che cavolo fai >___<**?!
- Avanti, alzati! –
rispose imperioso – Il sole è già sorto!
- Yahm… Ma che succede?
– biascicò Daichi, aprendo appena gli occhi.
- Su, alzati anche tu! –
gli disse il nonno – non è da te dormire tanto! E’ l’ora!
- Ma è presto… -
mugugnarono i due ragazzi.
- Dai, nonno! –
piagnucolò Takao, issandosi sul letto – Sono iniziate le vacanze invernali,
fammi un po’ dormire!
- Neanche per sogno! –
ribattè l’uomo – E poi, solo voi due siete dei dormiglioni! Midori è già
sveglia da un pezzo!
- Uff… - Takao sbuffò,
non era mica colpa sua se la ragazza era sempre ultra-mattiniera!
- Avanti, tirati su! E
prendi esempi da lei, anche tu, Daichi! Le vacanze non sono una scusa per
dormire, non devi farti influenzare da questo lavativo!
Il ragazzino emise uno
strano borbottio, che il nonno tradusse come un “sì”.
Takao, di malavoglia,
uscì dalla stanza, già arrabbiato: da quando Midori era lì a casa sua, il nonno
la elogiava sempre!
Beh, non che fosse colpa
sua, lei cercava solo di ricambiare.
Infatti, dopo la
partenza di Hitoshi, lei aveva iniziato a vivere coi Kinomiya, utilizzando la
stanza del fratello maggiore; per ricambiare l’ospitalità, aiutava il nonno in
casa, cucinava e faceva la spesa (incombenza che era sempre toccata a Takao e
che lui, palesemente, faceva di malavoglia). Aveva persino convinto, con la
complicità di Hilary, a mandare Daichi a scuola!
- Il fatto che ti alleni
col bey non deve impedirti di andarci. – aveva detto la brunetta – E poi, ormai
hai dodici anni, devi cominciare a frequentarla regolarmente!
Purtroppo, siccome anche
nonno J era d’accordo, le proteste del rosso non servirono a molto.
“Capisco che sia
decisamente straordinaria, ma il nonno esagera… -___-“.
Continuò a camminare, le
palpebre a mezz’asta e i capelli arruffati: “Hmn… Dal prossimo trimestre, se
rimarrà con noi, anche Mi verrà nella mia scuola – pensò, ancora mezzo
addormentato, mentre andava in bagno – Chissà come sarà divertente ^^!”.
Soprappensiero aprì la
porta del bagno, senza accorgersi che dentro c’era ancora Midori, che stava
finendo di cambiarsi, mettendosi la maglia.
- Ops… O\\O (gocciolone
immenso)!
- Ah… o\\\o
Nel giro di tre secondi
netti, la ragazza si portò la maglia attorno al petto, prese il primo oggetto
che le capitò sottomano e lo scagliò in testa al ragazzo, che rotolò
letteralmente fuori dalla stanza.
- TAKAO,
CRETINOOOOOO >\\\\\\\<!!!!
- Ma insomma, perché sei
così arrabbiata? – mugugnò Takao, a tavola – Ti ho già detto che non l’ ho
fatto apposta!
La ragazza non rispose,
furibonda ed imbarazzata, continuando a fare colazione; siccome Takao l’aveva
fatta arrabbiare, se ne stava dalla parte opposta del tavolo, sotto lo sguardo
attento del nonno e di Daichi che assistevano allo “scontro”.
- Sei un idiota comunque
>\\\<* ! – rispose Midori – Non ti hanno insegnato che si bussa?!
- Uffaaaaa, io stavo
ancora dormendo! – rimbeccò il ragazzo; poi fece un ghignetto furbo – Manco ci
fosse qualcosa da vedere…
Si sentì un secco colpo.
La ragazza, furiosa, gli lanciò la scodella vuota del riso, colpendolo sotto il
mento:
- SEI UN IDIOTA
>\\\\< !!! Tu e le tue battute volgari! E cretine, per di più! Cafone
>\\\<** !!
I due presero a
bisticciare di nuovo, mentre il nonno e Daichi mangiavano tranquilli:
- Secondo te, Gnam, chi
vince nonno?
- Mah, stamattina Takao
mi sembra abbastanza agguerrito, ma l’ ha fatta grossa…
- Sei davvero scemo! –
sbraitò la ragazza, sedendosi offesa
- Tzs, parla l’altra… -
disse l’altro, sbuffando.
In quell’istante la
porta si spalancò ed entrò Hilary, a passo di marcia:
- INSOMMA, MA CHE
SUCCEDE?!
I due risposero in coro:
- Succede che questo qui
è un maniaco >\\\< !
- Succede che questa qui
è permalosissima e non ascolta mai nessuno!
… … … Silenzio…
- COS’ HAI DETTO?! – si
urlarono contemporaneamente.
- Guarda che non sono io
che sono entrata in bagno mentre eri senza maglia!
- Ma ti ho detto che non
l’ ho fatto apposta! – rimbeccò lui – E comunque, chi è che mi ha lanciato il
baratto del sapone e la scodella del riso in testa?!
- Perché tu oltretutto
fai battute stupide!
- Ragazzi, basta! –
esclamò Hilary, esasperata – Mi, tu non arrabbiarti così! Dai, lo sai che al
mattino è già tanto se trova la testa!
- Uff… -\\\-
- Ti ringrazio, Hilary…
-___-***
- E tu, Takao, non
potresti stare più attento?!
I due sbuffarono, come
dei bambini che sono stati sgridati dalla mamma.
- Uhm… Ho un’idea ^^! –
disse la brunetta – Per farti perdonare, Takao, adesso andate a farvi un giro e
magari le offri una cioccolata calda, ok? Tanto fuori si gela!
- Cioè, alla fine,
sarebbe colpa mia -__-* (gocciolone)?!
La bruna annuì.
- Ma, visto che un po’
di colpa ce l’ ha anche Mi, dopo andrete a fare la spesa per casa.
- CHE COSA?!
- Hila, ma che dici? L’
ho fatta ieri…
- Ti ricordi che qui in
casa hai i signori Sumeragi e Kinomiya che non hanno uno stomaco, ma una
lavatrice?
- Grrrrrrazziee…
>_____<**** - ringhiarono i due ragazzi.
- Beh, ha ragione. –
fece Midori, acida
- Che vorresti dire?! –
disse Takao fulminandola con uno sguardo.
- Ti senti chiamato in
causa?
- INSOMMA, FINITELA! –
sbraitò stavolta il nonno. I due ragazzi si zittirono, un po’ mortificati
dall’urlo.
- Comunque sia –
continuò Hilary – Come punizione andate a farvi un giro. Su, su, avanti ^^! –
disse – Tutti e due fuori! E non tornate prima di oggi pomeriggio, siamo
intesi?!
E, senza troppi
complimenti, li cacciò letteralmente fuori casa.
- … … Ma che cavolo ha
stamattina?! (Gocciolone doppio).
- Uff, che fatica! –
esclamò Hilary – Credevo avrebbero continuato a scannarsi fino a domani!
- Già… - disse Daichi,
finendo di mangiare.
- Sono davvero
incredibili! – continuò la brunetta – Vanno d’accordissimo, ma poi litigano per
delle scemenze. Eh, che fatica…
- Allora, è tutto
pronto? – le chiese nonno J, alzatosi.
- Sì. Dobbiamo solo
chiamare gli altri ^^.
- Perfetto! Hilary sai
cosa devi fare, Daichi, corri a chiamare il Professor K, d’accordo?
- Agli ordini! – rispose
lui pronto, uscendo.
- Dobbiamo preparare
tutto prima che tornino.
*_________________
Takao e Midori
camminavano per le strade poco affollate della città, silenziosi. Avevano
finito di fare la spesa e avevano anche pranzato con dei panini fuori, ma era
ancora presto per tornare: così si erano ritrovati a girare senza meta da soli.
(^^)
- Aaah, mamma che
freddo! – disse Takao, massaggiandosi le braccia – Anche se non c’è la neve,
sembra di essere al Polo! (Esagerato… ndRia).
- Senti Tak…
- Uhm? – se lo chiamava
Tak, voleva dire che non era più arrabbiata. Buon segno!
- E-ecco… Scusa se ho
reagito così, prima… -\\\-
- Ma no! – rispose lui –
E’ normale! Anzi, scusa per non aver bussato e, sì, anche per la mia
battutaccia -\\\\-.
- Niente… Comunque, ti
volevo dire, se non ti va non sei costretto a fare come dice Hilary, possiamo
anche tornare indietro…
Il ragazzo rimase
qualche istante in silenzio.
- Ma và. – sorrise –
Nessun problema…! - “E poi così… Posso stare un po’ solo con te… ^\\\^”.
- Che c’è?
- N-niente… Senti, però
se a te non va uscir… Cioè, venire con me, p-puoi anche tornare… -\\\-.
Midori lo fissò, mentre
lui si fregava la testa, impacciato: sbagliava o aveva quasi detto “uscire con
me”? Lei arrossì:
- Certo che mi va ^\\\^!
– rispose – Dai, muoviamoci!
Così dicendo afferrò un
braccio al ragazzo e cominciò a trascinarselo dietro, ridacchiando.
- Ehi, facciamo a gara?
– propose Takao, cominciando a correre.
- Aspetta, non vale, sei
partito prima!
Takao rise, felice,
mentre lei gli correva dietro.
Vorrei poter fare così
per sempre.
Svegliarmi al mattino
sapendo che ci sei anche tu, qualche volta bisticciare e poi fare pace.
Voglio continuare a d
essere così felice in eterno…
*_________________
Quando Takao e Midori
tornarono a casa, era ormai pomeriggio inoltrato e cominciava a soffiare una
brezza leggera.
- ETCI ’!
- Salute! Senti freddo?
- Un po’… Snif…
- E’ perché ti vesti
troppo leggera. – la rimproverò il moretto – Non hai freddo tutto l’anno con
quella gonnellina?
- Ma và, sono una
ragazza, ci sono abituata ^^. Comunque, siamo arriv… Uh?
- Che c’è?
- Non ti sembra ci sia
un po’ troppo silenzio? – chiese la ragazza, entrando nel giardino.
- Effettivamente, non si
sente nessuno… Magari sono usciti anche loro.
- Uhu…
I due entrarono, in
punta di piedi, guardandosi un po’ attorno: però era strano che a quell’ora non
cui fosse nessuno in casa.
- Magari il nonno è in
palestra ad allenarsi. – propose Takao, poco convinto.
- Beh, basta guardarci!
I due si diressero verso
la palestra, ma non sentirono nessuno rumore, solo qualche brusio sommesso. “Ma
che cavolo succede ora?!”.
Con un colpo secco, i
ragazzi aprirono la porta scorrevole, facendo un balzo all’indietro quando
videro cosa c’era dietro.
- SORPRESA!
La palestra era stata
preparata di tutto punto con sedie e un lungo tavolo pieno di salatini, dolci e
bibite; ad accoglierli c’erano tutti gli amici e i vicini di casa di Takao,
compresi il Prof, Hilary, perfino i suoi compagni di classe!
- V-voi?! M-ma che è?!
-
Sorpresa, ve l’abbiamo detto! – esclamò il nonno, arrivando al fianco dei
ragazzi – C’è un ospite speciale che deve incontrarvi, perciò abbiamo preparato
questa festa per accoglierlo.
-
Aaaah…
-
Ehi, Takao, è una vita che non ci si vede! – esclamò un ragazzo alto con il
mento e le labbra pronunciate, prendendogli il collo.
- Akira! – esclamò il
moretto – E ci sei anche tu, Nobuo! Ma è fantastico! – e si rivolse ad un
ragazzo grassoccio coi capelli neri e l’espressione allegra. (sn i due amici di
Tak che giocavano a bey e aiutavano il giapponese nella 1° serie, ve li
ricordate? NdRia).
-
Già! – rispose Nobuo.
-
Gli ho chiamati io. – disse il Prof – In fondo, loro non avevano ancora
conosciuto Midori, così, visto che era un’occasione speciale…
-
Ah, giusto! Ragazzi, lei è Midori. Mi, questi sono due dei miei migliori amici,
Akira e Nobuo.
-
Molto piacere ragazzi ^^.
-
Yo!
-
Oh, allora sei tu la famosa ragazza di Takao, vero?
-
CHEEEEEEEEEEEE O\\\\\\\\\\\\\O?!?! – Midori lanciò un urlo tale che tutti i
presenti si girarono.
-
Ma…M-maccheccavolo dici, Akira >\\\\\< ?!? – balbettò Takao, più rosso
della sua giacca.
-
Perché, scusa, non è vero? – chiesero il nonno e Daichi in coro (‘sti due li
faccio andare troppo d’accordo… -__-“).
-
Ma certo che non lo è, nonno >\\\\< ! – balbettò lui, a voce bassa –
C-che cavolo metti in giro ‘ste voci?!
-
Eddai, Tak – fece il rosso, prendendolo in giro – non fare il timido…
-
Pensa per te, scimmia >\\\< !
-
Che?
- Insomma, Takao!! – esclamò Hilary – Prima
litighi con Mi poi con lui?! Ma sei incredibile!
-
Ma come, litigate? – chiese Nobuo.
-
Eh? B-beh, ogni tanto, ma per scemenze… - rispose vagamente Midori, ancora un
po’ rigida.
-
Allora perché non provi ad uscire con me? – le chiese Akira, sorridendo
(Ommamma ma che sto scrivendo…!).
-
Eh O___o”?
-
Dai, sono sicuro che sarò meglio del tuo ragazzo ^^.
-
Ma Tak non è il mio ragazzo >\\\\\\\\\< !!
-
Tanto meglio per me, allora ^^!
-
Akira, piantala ora! – fece Takao, irritato.
-
Eddai, - rise – sto scherzando! Non te la rubo mica per davvero!
-
Ma non sono la sua ragazza… -\\\\\-“” - mormorò Mi.
La
festa riprese tranquilla. Takao rideva coni ragazzi, facendo una gran
confusione, mentre Hilary accompagnava Midori tra gli invitati, per farglieli
conoscere un po’; in fondo, anche se non ne sapeva ancora il motivo esatto,
erano lì per lei.
“Sembra
che si stia divertendo. – pensò un attimo Takao, voltandosi a guardarla -Sono contento.”.
-
Ehi, ehi, che stai facendo Takao? – gli chiese con un ghigno Akira.
-
Secondo te, Akira? – rispose Nobuo per lui – Ammira il paesaggio…
-
La battuta era orribile e il doppio senso anche, la volete piantare?! – fece
Takao con stizza – Midori non è la mia ragazza >\\\\< !
-
E chi ti ha detto che stavamo parlando di lei? – risero i due.
-
UH… (gocciolone di proporzioni atomiche) – “Mi sono fregato da solo…!”. (Lo
sempre detto, Tak, che 6 un genio… ndRia).
In
quel momento il nonno, che era uscito un attimo, rientrò nel dojo, assieme al
presidente Daitenji.
-
Presidente? – reclamò Takao – Ma che ci fa lei qui?
-
Sono venuto per salutare Midori anch’io – sorrise l’uomo, mentre anche il prof,
Hilary e Mi gli andavano vicino – e ho una piccola sorpresa…
-
Una sorpresa?
L’uomo
sorrise nuovamente, annuendo.
-
Prego, entri…!
A
quelle parole, da dietro il presidente apparve qualcuno.
Era
un uomo alto, molto alto, con le braccia possenti e le spalle larghe; indossava
abiti leggeri su cui sembrava aver messo in fretta e furia una giacca a caso,
giusto per non morire di freddo: evidentemente, era appena arrivato
dall’estero. Quest’idea diventava più forte notando l’espressione stanca e
sbattuta che aveva sul viso tondo, con un velo di barba bruna, dai tratti
maturi, ma che sembrava molto giovane; anche i capelli erano bruni, appena più
lunghi dietro e legati in un codino sottile. La cosa che colpiva di più era,
però, il suo sguardo, l’espressione di due cupi occhi azzurri, così malinconici
e profondi da sembrare una porta per l’oceano.
Ma
quello sguardo si illuminò non appena vide Midori, che era rimasta come
pietrificata.
-
Ciao… - mormorò l’uomo, con voce tremante – Come stai, tesoro?
-
P-Papà…
-
COSA?!?
-
PAPA’!!
-
MI!
La
ragazza gli si gettò al collo, stringendo tanto forte da parer volerlo
stritolare.
-
E’ davvero… Suo papà? – mormorò Takao, ancora incredulo. Il presidente annuì:
-
Il signor Hiroyuki Takamura. Lo rintracciato con non poca fatica – disse –
Purtroppo, si trovava proprio nell’entroterra brasiliano, era quasi impossibile
comunicare con lui.
-
M-ma c-che ci facevi in Brasile? – balbettò Midori, staccandosi un secondo dal
padre.
-
Beh… - il padre le accarezzò la testa – Da quando ho saputo che eri scomparsa,
ti ho cercata ovunque, perfino quando la polizia aveva deciso di archiviare il
caso, ma purtroppo, da solo, non ho ottenuto nessuno risultato. –
E’
stata durissima! Finchè un giorno, la signora Mayuko mi ha spedito una lettera
dicendo che stavate bene sia te che le tue amiche, ma che per la nostra
sicurezza era meglio se non vi cercavamo più. –
Ovviamente,
mi sono rifiutato. Ho ricominciato a cercarti, seguendo le tue tracce. –
ridacchiò - Piccola, ma accidenti, che hai fatto?! Ho girato mezzo mondo
seguendoti!
“Ma
certo! – pensò Takao – Spostandosi di continuo per scappare dagli Psaico e
contemporaneamente per trovare il padre, lui e Mi non hanno fatto altro che
giocare a rimpiattino senza mai incontrarsi…”.
-
L’ultima tua traccia è stata in Brasile.
-
Ah, già! – si illuminò Midori – Avevo partecipato ad un torneo lì.
-
Infatti. – continuò – Lì, però, ho incontrato un appartenente ad una piccola
tribù indigena che viveva lontano, nella foresta. Era venuto in città perché,
purtroppo, alcuni suoi compaesani avevano contratto una malattia non molto
grave, ma incurabile per le loro medicine. –
Siccome
avevamo stretto amicizia, decisi di andare con lui ad aiutarlo, ed in cambio,
mi insegnò varie cose, tra cui una cosetta che avevo cercato disperatamente per
tanto tempo.
Midori
ebbe un sussulto:
-
Un sistema per farmi tornare la voce!
-
Esatto. – sorrise lui – Non sapevo che fossi riuscita a superare quello stato
da sola, perciò sono rimasto lì fin’adesso.
-
Cioè fino a quando il presidente non ti ha chiamato.
Lui
annuì. Midori lo fissò un secondo in silenzio, emettendo poi un gemito come
stesse per piangere.
-
E-EHI! – si preoccupò il padre – C-che succede?!
La
ragazza, per risposta, lo abbracciò di nuovo scoppiando in lacrime dalla gioia:
-
Mi sei mancato, papà! – singhiozzò, felice – Tanto, tanto!
Il
signor Hiroyuki sorrise, abbracciando la figlia, che non sembrava assolutamente
intenzionata a smettere.
-
Ma sorridi o piangi, Mi? – le chiese Takao, andando vicino ai due.
-
E io che ne so ^^? – continuò lei, gli occhi zuppi mentre sorrideva – Sono
felice e basta!
-
Hilary, non scoppierai a piangere anche tu? – le chiese il Prof, mentre la
brunetta si fregava gli occhi.
-
M-ma no… - mormorò – Figurati…
-
Dai, Midori, piantala di frignare! – le disse scherzosamente Daichi – In questo
caso devi solo essere contenta!
La
ragazza annuì, fregandosi gli occhi con la manica: il ragazzino aveva ragione,
doveva solo essere contenta, era davvero fortunata! Lui, ad esempio, suo padre
non l’avrebbe visto più.
-
E allora… BENTORNATO PAPINOOOOOOO!! – Midori cacciò un urlo incredibile,
saltando letteralmente addosso al padre, che capitombolò per terra.
-
EHI, EHI!
-
Mi hai fatta piangere dalla commozione, VENDETTA! – rise – Adesso me la paghi!
-
Ma guarda questa mocciosa! – fece Hiroyuki – Ma non sei cresciuta in questi
anni?!
-
No XP!
Tutti
scoppiarono a ridere, mentre padre e figlia giocavano come bambini.
Sono
contento, sai?
E’
tanto che non ti vedevo ridere così, forse non ti ho nemmeno mai vista.
Se
sei così felice, lo sono anch’io, sai?
Vorrei
essere così per sempre…
*_________________
Quella sera a casa Kinomiya la festa continuò,
stavolta in maniera più “famigliare”. Midori raccontò al padre quasi tutto
quello che le era successo in quei sei anni che lui se n’era andato
(tralasciando alcuni eventi avvenuti con gli Psaico che credeva l’avrebbero
fatto preoccupare e basta). Raccontò anche, con l’aiuto di Takao e Daichi, del
PSO Tournament, di come si erano tutti conosciuti, di Ruka, di Eveline, insomma
tutti e tre parlarono tanto che, quando fu l’ora di andare a dormire, era già
notte fonda.
Nella sua stanza Midori stese due grossi futon per
lei ed il padre, canticchiando: le sembrava incredibile che lui fosse lì!
Mentre stava sistemando le pieghe del lenzuolo, la
porta si aprì ed entrò Hiroyuki con addosso un suo vecchio pigiama tutto stropicciato;
l’uomo si sedette sul suo futon, lasciandosi andare all’indietro come un sacco
vuoto, sospirando.
- Ma papà! – sbuffò lei – Non avevo ancora finito,
insomma!
- Su, su, Midi – disse lui, sbadigliando –
E’ tardissimo, va bene così com’è…
- No, invece! – ribattè lei, fintamente arrabbiata
–E non chiamarmi Midi, papi, non ho mica più quattro anni!
- Ma ti ho sempre chiamata così, non sei in fondo
la mia bambina? – sorrise lui.
Midori strinse il cuscino, facendogli una
linguaccia, poi s’infilò nel suo futon a velocità supersonica, prendendo il
pigiama e cambiandosi lì sotto.
- … (gocciolone) Midi, non potresti andare a
cambiarti in bagno, se ti vergogni così tanto di fronte a me?
- No ^^. Dai, che male c’è? Da piccola lo facevo
sempre ^^.
- Lo so… Ma adesso non sei un po’ grandina? E
anche per dormire con me, non capisco perché hai insistito tanto.
- Perché è tanto che non ti vedevo! – esclamò,
sbucando da sotto il futon – E volevo assolutamente fare come quando vivevamo
insieme a casa!
Sorrise e Hiroyuki fece altrettanto di rimando.
Gli sembrava talmente incredibile vedersi davanti la figlia, così cresciuta,
che temeva di svegliarsi da un sogno da un momento all’altro.
- ALL’ATTACCO!
- Eh o_o?
Hiroyuki non fece in tempo a voltarsi che Midori
lo colpì in piena faccia col cuscino, scoppiando a ridere:
- Non ci credo, papà, non l’ hai schivato! Ti avrò
fatto questo scherzo mille volte!
- Mi hai solo preso alla sprovvista! – esclamò lui
– Adesso mi vendico!
Hiroyuki l’afferrò per la vita, mettendosela su una
spalla:
- EHI!
- Gente, qui c’è un sacco di patate! – disse ad
alta voce – Chi vuole un sacco di patate?!
- Papà, piantala >\\\\< !
L’uomo all’ora la rimise seduta sul futon, mentre
lei lo guardava arrabbiata. I due si fissarono un istante, poi scoppiarono a
ridere.
- Ah, come sono contenta che sei tornato, papà! –
esclamò, mettendosi a gambe incrociate – E devo ancora presentarti tante
persone!
Ascoltando quel discorso, Hiroyuki divenne serio.
- Ci sono Max e Rei, che adesso sono in Cina ed in
America. Non so se Rei potremo vederlo, ma Max è, sai, è incredibile, il figlio
della signora Judy Mizuhara, sai quella scienziata del PPB? Scommetto che
possono collegarsi al computer del Prof con la webcam! Poi, beh, c’è Eve, non
vive tanto distante da qui, potremmo andare a trovarla!
- Midi…
- Ah, già, c’è anche Kei! Non è molto simpatico,
ma devo ammetterlo, è bravissimo col bey, e poi è uno molto leale…
- Midori.
- Uh?
- Senti… - il tono di Hiroyuki era molto calmo e
basso. A Midori sembrò davvero strano, cos’aveva? – ecco, sai quel villaggio in
Brasile di cui ti ho parlato?
- Sì, e allora?
- Beh… - prese una pausa, sembrava insicuro se
continuare – Vedi, io, come biologo, ho anche cominciato una ricerca, laggiù.
Al momento non mi sono rimasti molti soldi, ma alcuni scienziati di Rio de
Janeiro mi hanno fatto un’offerta molto generosa.
- E… Cioè? – quel discorso non piaceva per niente
a Midori, ma di cosa stava parlando?!
Contemporaneamente, nel corridoio, Takao stava
passando proprio di fronte alla stanza, che aveva laporta socchiusa.
- Dovrei continuare a fare quel lavoro e tornare
perciò in Brasile. – disse Hiroyuki, in un silenzio innaturale – E vorrei
portarti con me.
Takao si irrigidì dov’era, cominciando poi
indietreggiare, come avesse visto un fantasma. No, non era vero…
Vorrei che rimanessi qui per sempre.
Vorrei essere così felice per sempre… Ma vorrei
che anche tu lo fossi.
Vorrei veder quel tuo sorriso di oggi, sempre,
sempre…
… Ma ti prego…
Midori lo fissò inespressiva. Hiroyuki sospirò:
- Ovviamente devi decidere tu cosa fare. –
mormorò, piatto – Capisco che tu vorresti rimanere coi tuoi amici, ma per il
momento, credo che sia impossibile per noi rimanere in Giappone.
“Ti prego, dì di no! – pregò il giapponese,
origliando fuori dalla stanza – Dì di no! Convincilo a restare qui! Per favore,
dì di no!”
- Ho due biglietti per Rio per il volo che c’è tra
due giorni. – continuò Hiroyuki - Dovrai decidere tu cosa fare. Io non…
… Ti prego, non andare via da me!
- Certo che vengo…! – balbettò Midori, ma il tono
era poco convinto. – Verrò… Con te…
Takao spiccò una corsa ne corridoio, infilandosi
nella stanza del padre, che era la prima stanza vuota sul suo cammino. Chiuse
la porta con uno schiocco, tirandoci poi un pugno secco. Non era giusto, non
voleva crederci!
Per favore, non lasciarmi!
Io… Ti…
*_________________
Due giorni dopo l’aria era diventata più
pungente;un venticello gelido e umido
accarezzava le strade, quasi non volesse portare il suo freddo saluto
invernale.
Coi raggi obliqui del sole ormai al tramonto, Mi
uscì dal dojo, quasi trascinandosi la borsa appresso; ad aspettarla,
dall’ingresso, suo padre con una valigia marrone tutta rovinata, nonno J,
Hilary, il Professor K e perfino Daitenji.
- Ciao… - mormorò, facendo fare al suo bagaglio un
ultimo balzo fin dalla valigia del padre.
- Pesante? – chiese Hilary, fissando la borsa
colorata.
- Non tantissimo… Più che altro ingombra.
- Ho fatto chiamare un taxi che vi porti
all’aeroporto. – disse il presidente – Dovrebbe essere qui a momenti…
La ragazza annuì. Suo padre la guardò ansioso:
- Sei sicura di voler venire? – chiese – Puoi
sempre rimanere, il signor Kinomiya ha detto che…
- Papi, stai tranquillo! – gli sorrise – Va tutto
bene…
Ma non era del tutto vero.
Da quella sera di due giorni prima era rimasta in
una specie di stato di trance, con la testa pesante come un pallone: non capiva
bene cosa faceva, né quanto tempo realmente fosse trascorso. In realtà, Mi non
capiva neppure perché non avesse minimamente protestato alla proposta del
padre. Forse le sembrava naturale il fatto di doverlo seguire ovunque andasse.
Ma, nonostante questo, e nonostante fosse felice
di poter di nuovo stare con lui, si sentiva inquieta e dispiaciuta per dover
salutare tutti gli altri. Ma soprattutto si chiedeva perché, da ormai due
giorni, Takao la stava evitando.
Eppure, quando il mattino, dopo che Hiroyuki le
aveva detto la sua idea, aveva annunciato agli altri la notizia, non aveva
avuto nessuna reazione. E, ad essere oneste, la cosa l’aveva abbastanza ferita:
“Sembrava che la cosa non gli interessasse minimamente…”.
Comunque fosse, adesso gli avrebbe chiesto tutto.
“E forse… Gli dirò anche quella cosa…”.
- Eddai, ormai l’ hanno capito anche i sassi! –
- Ma cosa, Ru-chan?
- Stiamo parlando di una cosetta per un morettino
rompiscatole, testone, un certo campione del mondo…
“Sì, io… Glielo…”.
- Oh, ecco il taxi! – esclamò il Prof.
A quelle parole, Midori sussultò: “Devo già
partire…”.
- Nonno J, dov’è Takao? – gli chiese Hilary,
girandosi.
- Uh? Ma come, non lo sapete voi?
- Cosa?
- E’ uscito stamattina all’alba dicendo che voi
sapevate dove andava…
- Noi invece credevamo che fosse in casa! E
comunque, non l’abbiamo visto.
“C-COSA?!”.
- Uhm, è un bel problema, dove può essere andato quello
zuccone di mio nipote?!
“N-non c’è?! Ma come…?! – Midori ebbe la
sensazione che qualcuno le avesse dato un pugno nello stomaco – Allora… Allora
lui…
Mi sta evitando davvero!”.
Sentiva che stava quasi per scoppiare in lacrime,
quando Hilary le prese un braccio.
- Accidenti a quell’idiota! – esclamò la bruna –
Forza Mi, andiamo a cercarlo!
- N-no, aspetta Hi… - mormorò lei – Magari non
vuole che lo troviamo…
- Ma smettila! – le rimbeccò lei – Cos’è
quest’atteggiamento?! Non è da te!
- Forza, andiamo, vieni Prof! – ordinò Hilary,
prendendo per un braccio anche il ragazzino
- Sbrigatevi ragazzi! – disse il presidente -
Avete 20 minuti, poiMidori e suo papà
devono partire o perderanno l’aereo!
- Ok!
Il terzetto cominciò a correre sempre più veloce
per le vie, chiamando il Giapponese a gran voce:
- Ma dove accidenti è andato… TAKAOO!
Midori cominciava ad essere nervosa, si stavano
allontanando sempre di più da casa ed il tempo era sempre meno: “Takao, ma dove
sei?!”.
- Ehi, HILARY!
Da un piccolo spiazzo, davanti ad un campo di gara
tutto blu, c’ero Akira e Nobuo, che giocavano tranquilli a bey.
- Che ci fate qui? – gli chiese Akira
- Stiamo cercando Takao. – disse Hilary un po’
acida – Midori oggi parte con suo padre, ma quell’idiota è sparito!
- Davvero parti? – esclamò Nobuo, guardando la
rosina.
- Già…
- Sentite ragazzi, non è che l’avete visto? –
chiese il Prof, con tono sbrigativo.
- Sì, qualche ora fa. Si stava dirigendo al fiume.
- Fantastico! – esclamò Hi – Magari è ancora lì…
- Ormai c’è poco tempo, vado io a vedere! – disse
Midori, cominciando a correre – Voi andate ad avvisare mio padre di venire al
fiume!
- D’accordo!
Midori accelerò, correndo a più non posso,
cercando di prendere la via più breve per il lungofiume, e sperando con tutta
l’anima che Takao fosse ancora lì.
*__________________
Quando ormai mancavano solo dieci minuti alla
partenza, Mi stava ancora correndo lungo il fiume, ormai stravolta. Si guardava
attorno freneticamente, gli occhi socchiusi perché aveva il sole ormai dritto
orizzontalmente negli occhi; non aveva più fiato, le tremavano le gambe e si
sentiva sempre più agitata: e se non l’avesse trovato prima che suo padre
arrivasse? Sarebbe dovuta partire senza salutare Takao?!
“No, non voglio, no!”. Proprio quando ormai stava
per rinunciare, lo vide.
In piedi su una riva del fiume Takao stava immobile,
come una statua, fissando inespressivo l’acqua; teneva le mani in tasca e si
era tirato su il colletto della giacca per non farsi entrare l’aria nel collo.
- TAKAO! – urlò lei, vedendolo.
Lui si girò appena, sorpreso;Mi corse giù per gli scalini a perdifiato,
arrivandogli davanti così esausta che dovette prendere due bei respiri prima di
poter parlare.
- Ma che hai combinato?! – le chiese Takao,
andandole vicino – Sembra che tu abbia fatto la maratona di New York!
- Anf… No è… Panf… Solo… Panf… Che volevo
salutarti…
- Salutarmi?
- Già… Puff, che fatica… - sorrise forzatamente,
guardandolo – Beh, meno male che… Panf… Ti ho trovato, eh ^^?
Lui la guardò senza mutare espressione. Rimasero
in silenzio per un po’, con solo lo scorrere dell’acqua attorno a loro.
- … … Senti, Tak… - il moro la guardò: sorrideva
ancora, ma meno allegra, e anche il suo tono era più basso – Io… Insomma, ho
fatto qualcosa?
- Eh?
- Ti… Ti ho fatto arrabbiare? E’… E’ per questo
che non volevi salutarmi?
- Ma no! – esclamò lui. Poi voltò lo sguardo di
lato, incupendosi – E’ solo che… Io…
Non voglio accettarlo, non è giusto!
Perché devo perderti così?!
Non voglio rivederti chissà quando!
Non è giusto…
La ragazza, nel frattempo, aveva chinato il capo,
e aveva cominciato a piangere.
- E-ehi, Mi, cosa c’è?!
- … Glio… - mormorò piano.
- Eh?
- Non voglio partire, non voglio andare via! –
disse, con le lacrime agli occhi, aggrappandosi letteralmente al ragazzo –
Voglio restare qui… -
Voglio restare qui con te…
Disse l’ultima frase in un sussurro, ma Takao la
sentì comunque, arrossendo.
- Eh o\\\o? M-Mi, ma che stai dicendo?
Ma lei fece finta di niente, abbracciandolo più
forte: non le importava cosa avrebbe pensato, la verità è che si era
affezionata da morire a quel ragazzo, gli voleva un bene pazzesco! Non c’era
nulla da fare.
La ragazza continuò a piangere, il viso sul petto
di Takao, che rimase fermo; mosse solamente un braccio, dopo qualche minuto,
prendendola per le spalle, mentre si portava l’altra mano sulla testa.
Non voglio che tu parta!
Io… Io ti…
Però… Devo smetterla…
Mi fa arrabbiare… Il fatto che devo perderti mi fa
infuriare…
Ma è da egoista, non devo fare così!
Non devo renderti triste.
Quel sorriso che avevi l’altro giorno…
Vorrei che lo avessi sempre.
Anche se…
- Tra poco dovrai andare, vero? – chiese il
ragazzo, senza muoversi. Midori annuì freneticamente con la testa.
- Senti Tak! – esclamò lei, lasciandolo andare e
guardandolo in viso – Io… Io…
Il ragazzo non le lasciò completare la frase,
posandole il suo capello addosso.
… … Anche se questo vuol dire vederti andar via.
- Tienilo. – le disse. Mi lo guardò preoccupata:
- NO! Questo… questo cappello è importante, è un
regalo, me l’ hai detto tu! Io non…
- Per favore. – sussurrò Takao – Tienilo.
I due si fissarono un istante; Takao sorrideva
appena, mentre Midori era arrossita, il cuore che le martellava nel petto come
un tamburo.
- Però… Io…
Midori si morse il labbro, incerta se continuare.
E se le avesse detto di no? Come avrebbe fatto ad andarsene in quel modo
orribile?
- Midori…
- Eh o\\\o? – la ragazza lo guardò, uno sguardo
stranito. Takao sospirò:
- … … No, niente…
Non devo dirlo, renderei tutto più difficile.
Non voglio più vederti triste!
Voglio che tu sorrida!
Io ti amo.
Midori lo guardò con gli occhi spalancati,
fremendo appena:
- Takao, tu…
- MIDORI!
La voce di suo padre, dalla strada, arrivò
improvvisa, facendola trasalire.
- Mi, è tutto a posto?
- I-io…
- Sì, signor Hiroyuki! – disse Takao. Poi si
rivolse di nuovo a Mi – E’ l’ora…
La ragazza lo guardò, annuendo poi, triste. Lo
abbracciò di nuovo:
- E-ehi >\\\o! – esclamò lui – Dai, Mi, non
davanti a tuo padre >\\\< !
Midori rise, fregandosi gli occhi:
- Ci vediamo presto, però, ok? Così te lo riporto
^^.
- Promesso? Guarda che lo rivoglio! – cercò di
scherzare lui.
- Promesso ^^!
Ti amo.
Ma te lo dirò un’altra volta… Quando avrò un’altra
occasione…
E sono certo che si sarà!
- Ehm… Midi…
- Sììì, eccomi papà!
La ragazza salì sul taxi, scusandosi con l’autista
del ritardo, poi fece ancora una volta un cenno a Takao che, salendo le
scalinate, guardava la macchina partire.
“A presto…”.
- TAKAO!
- Prof! Hilary! Ma
che ci fate qui?!
- Abbiamo… Puff… Seguito il taxi… - biascicò K
senza fiato.
- Ma dov’è?
- E’ già ripartito. – disse Takao sottovoce,
girandosi verso la macchina ormai distante.
- Oh…
Proprio in quell’istante, però, Midori,
inconfondibile nella sua maglia gialla, si affacciò dal finestrino, cominciando
a gesticolare in segno di saluto:
- Mi mancherete, vi voglio bene! – urlò – Vi
prometto che tornerò a trovarvi presto!
- Ci contiamo! – urlò Takao di rimando.
- Torna presto! – fecero Hilary e il Professore.
Takao portò una mano lungo il fianco, mentre
l’altra passava sulla testa; Mi lo vide, sorridendo, indicò il cappello che
aveva e poi di nuovo il ragazzo: “Te lo riporterò!”.
Takao annuì.
Io ti aspetto.
(*) E’ la porta scorrevole, fatta di legno e carta
tipica delle case giapponesi
Stavolta nn dico nulla su niente e nessuno, qsto è un cap tutto a
sorpresa ^^! Mi auguro vi piaccia!
Ps (nn metto
note alla fine cap stavolta, xciò lo dico ora) la song alla fine è “If you come
back” dei BLUE.
Qsto cap è dedicato aN.,
che ha reso qsti 6 mesi i più belli della mia vita.
Cap.
36
Qualche
mese dopo. Febbraio.
*--- Cina, villaggio della Tigre Bianca
Lai
stava dirigendosi al fiume, con due secchi vuoti per l’acqua sulle spalle:
“Uffa, che noia! – pensò arrabbiato – L’unica cosa che invidio di quelli che
vivono in città è l’acqua corrente… Possibile che tocchi sempre a me andare a
prenderla?!”.
Arrivato,
smontò dalle spalle il lungo giunco che reggeva i secchi e cominciò a
riempirli, sbuffando. Tutt’attorno c’era una gran quiete, interrotta solo da
qualche cinguettio e dallo scorrere dell’acqua.
Quando
i secchi furono colmi, il ragazzo li posò accanto a lui, sedendosi con un
sospiro; alzò gli occhi, rimanendo abbagliato dal sole che filtrava tra le
foglie, poi estrasse Galeon: era molto tempo che non partecipava ad un incontro
ufficiale, ma si allenava assieme agli altri costantemente ogni giorno, così il
disco d’attacco era un po’ rovinato. Era decisamente l’ora che si decidesse a
farlo sistemare, o il Leone Nero l’avrebbe abbandonato, tanto era malconcio il
bey!
Mentre
era lì a riflettere, sentì qualcuno muoversi lì vicino: “No, per favore, non di
nuovo…”.
-
Sei tu, vero? – disse sospirando – Avanti, è inutile che ti nascondi… - con un
gesto rapido, balzò sul cespuglio al suo fianco, guardandoci dentro – TANTO TI
HO BECCATA!
Ma
il cespuglio, con sua grande sorpresa, era vuoto.
-
Cosa?
Proprio
allora, qualcuno gli sbucò alle spalle, prendendogli Galeon e balzando su un
albero lì vicino.
-
SCEEEEMOOOO! – lo prese in giro la figura – Come hai fatto a non accorgerti che
ero dall’altra parte ^^?
-
Eddai, Ruka! – sospirò Lai – Sembri davvero una bambina! Ridammelo!
La
ragazza gli fece una linguaccia, ridendo. Da quando era lì in Cina, faceva
questo scherzo a Lai quasi ogni giorno, e lui ci cascava sempre.
-
Avanti, Ru-chan…
La
rossa si sedette su un ramo, sistemandosi la maglietta color pesca, in stile
cinese a mezze maniche.
-
Neanche per sogno XP!
-
Allora… - sorrise lui, con tono di sfida – Me lo vengo a riprendere!
Così
dicendo saltò sul ramo di fronte alla ragazza, che schizzò giù e cominciò a
correre, ridendo:
-
Tanto sono più veloce!
-
Vedremo!
I
due continuarono a rincorrersi per un po’, finchè Ruka, decisa a seminarlo,
salì di nuovo su un albero, cominciando a saltare da un ramo all’altro (ma è
una scimmia?! O___o”” ndtutti).
-
Credi di seminarmi? – Lai, infatti, la seguì senza il minimo problema (ma che
cavolo sono ‘sti due O___O””?!? ndtutti – dopo aver visto Mao e Lai scendere
giù da un monte a balzi, nn bisogna più stupirsi di nulla… ndRia -> vedere
eppy della prima serie “Una decisione importante”). I due cominciarono a
saltellare di ramo in ramo, finchè Ruka, mettendo un piede in fallo non
vacillò.
-
Oh… Oooh…!
Cercò
di tenersi in equilibrio ruotando come una forsennata le braccia, ma cadde
all’indietro comunque. Lai allora scattò avanti per prenderla, ma fece fatica a
reggersi e, quando l’afferrò, dovette lasciarsi andare a peso morto su di un
ramo.
-
Ahi… - mugugnò, strizzando gli occhi dal dolore - Ruka, accidenti, perché non
fai un po’ d’attenzione @___<””?!
-
Scusa… xp
-
Altro che “scusa” >___<* ! – disse, arrabbiato – Potevi lasciarci l’osso
del coll…
Ma
in quel momento si bloccò, arrossendo di colpo: era seduto sulla biforcazione
di due rami con Ruka che, mentre cadeva, si era ritrovata appoggiata al suo
petto, mezza sdraiata. (E’ una scena abbastanza equivoca… ^\\^”” ndRia –
MOOOOLTO equivoca!!!! ndtutti - … Ammettilo che l’ hai fatto apposta… -\\\\-
ndLai – Uhm… SI! ^^ - … … -\\\-** ndLai - ^\\\^ndRuka).
-
… … … O\\\\O… … … (<- persa ogni capacità verbale da parte di Lai).
Anche
Ruka era abbastanza rossa. I due si fissarono qualche secondo, poi la ragazza
sorrise, avvicinandosi un po’.
-
A-ah… E-ehi, un m-momet… @___@…!
Ma
Ruka gli mise un dito sulle labbra, sorridendo di nuovo; ricominciò ad
avvicinarsi, chiudendo gli occhi. Anche Lai chiuse gli occhi e senza accorgersi
si chinò anche lui un poco. (Se mio fratello si becca un bacio protesto! Io x
il mio ho dovuto aspettare 3 anni e qualche mese!!!! NdMao – Mao, nn mi rovinare
l’atmosfera… ndRia).
-
Che state facendo, ragazzi? (Che ci pensa già lui… -____-“” ndRia – Aaaah…
-___-‘ ndMao).
Sentendo
la voce di Mystel Lai spalancò gli occhi e si allontanò di scatto,
agitatissimo.
-
Vi disturbo, ragazzi ^^? – chiese malizioso il biondo.
“Sì
che disturbi, cretino >\\\\\< !!! – pensò Lai, furioso - … … MA CHE STO
DICENDO?!?”.
“…
… … Certo che potrebbe fare anche un po’ più la dispiaciuta -\\-“”
(gocciolone)” pensò il cinese, sbuffando appena.
-
Come no? A me sembrava il contrario… - ridacchiò l’altro.
-
Insomma! – disse Ruka, saltando giù dal ramo – Se tu sei single non puoi
rompermi sempre le scatole quando sto con Lai, non credi?
-
Eddai, è che mi diverto a stuzzicarlo ^^.
-
La cosa mi fa scoppiare di gioia… -___-*** - ringhiò il moro, trattenendosi dal
strangolarlo.
-
Dai, Lai, ti sta solo prendendo in giro ^^! – disse la rossa, afferrandogli un
braccio – Andiamo…
-
Hmp… -\\-**
-
Ciao, ciao, ragazzi ^^!
I
due si allontanarono velocemente, mentre Mystel se la rideva di gusto.
-
Mystel! Che combini? – gli chiese Rei, sbucandogli alle spalle assieme a Mao.
-
Niente… Stuzzico solo un po’ i due piccioncini novelli.
-
Non dovresti essere così dispettoso. – disse con un sospiro Rei – Uno di questi
giorni Lai potrebbe cominciare ad inseguirti…
-
Come la prima volta che ci siamo incontrati tutti? (Ricordate l’episodio? Il
cosiddetto “episodio dell’uomo delle nespole”! XDD ndRia – O conosciuto dai
comuni mortali come “Un tipo misterioso” -___-“” ndMystel – Non ce la fai
proprio a farmi lavorare, Ria, vero? Nd_neurone_Alfonso).
-
Già, ma credo che stavolta mio fratello ti correrà dietro finchè non ti becca!
– fece Mao, ridendo.
-
Temo anch’io! Vabbè, tra un po’ la smetterò… E’ che è disgustoso vedere voi due
e quegli altri a civettare così, mi sale il diabete!
-
Troppo melensa la situazione, dici? – ridacchiò il cinese.
-
Un po’.
-
Mystel…
-
Uhm? – la ragazza lo fissò con sguardo indagatore:
-
Non è che sei un po’ geloso?
Il
biondo sorrise sereno:
-
No, geloso no. Ma un po’ invidioso sì. – si mise le mani dietro la nuca – Deve
essere bello essere cotti di qualcuno, a me non è mai successo.
-
MA DAI, NON CI CREDO! – esclamò Mao.
-
E’ la verità!
-
Ah, no, non me la bevo, deve esserci stata qualche ragazza! Avanti, confessa!
-
Ma ti ho detto di no… (gocciolone).
-
Eddai!
-
Ma uffa! (gocciolone più grosso).
Rei
scoppiò a ridere.
*___________
-
Insomma, ma che tipo fastidioso che è! – borbottò Lai, camminando a passo
svelto – Sempre a rompere le scatole!
-
Dai, Lai ^^! In fondo scherza!
Il
cinese sbuffò, imperterrito, ma Ruka non ci fece caso; i due continuarono a
camminare per un po’, in silenzio.
-
… … Senti Ruka…
-
Uh?
-
… … P-perché prima, ecco, tu -\\\-…
-
Ti sei sorpreso? – chiese, tranquilla – In fondo è già un mese che stiamo
assieme, non mi sembrava così strano volere un bacio.
Lai
si corrucciò un poco, deglutendo a vuoto: non si sarebbe mai abituato alla
schiettezza di quella ragazza.
-
Scusi, sa, se non ho mai pensato di farlo davanti a tutti quanti, signorina
Rin (visto che l’ ho scritto sl una volta, lo ridico, è il cognome di Ruka)
>\\\< **! – sbottò, arrabbiato – Ma vede, non sono proprio il tipo!
E
girò la testa dall’altra parte, piantandosi in mezzo al sentiero con le braccia
conserte. Ruka ridacchiò, prendendogli un braccio:
-
Dai, scusa…
-
… … … Non sono arrabbiato.
Si
voltò di nuovo, sorridendole. Ruka chiuse gli occhi facendo un’espressione
ridente, e non si accorse subito che lui si era avvicinato, baciandola a fior
di labbra.
-
… O\\\\O?
-
… … … -\\\\\- … … Contenta ora?
-
… … Sì ^\\\\^!!
-
… … (gocciolone).
-
Però mica dovevi farlo per forza… Se non volevi. – lo stuzzicò, ricominciando a
camminare.
-
EH? Io non ho mai detto di non…! – ma si zittì, notando la sua espressione divertita.
-
Allora perché ci hai messo tanto ^^?
-
Senta un po’, lei, o la pianta di fare la spiritosa o mi arrabbio davvero
>\\< **!
-
Scusa, scusa… ^\\^!
Il
ragazzo sospirò, avviandosi al villaggio. Le prese la mano:
-
Non ci so proprio fare, eh?
-
Uh?
-
Ti sei presa proprio il più imbranato con le ragazze…
-
Naaaa, non è vero! – sorrise, prendendolo a braccetto – Conosco gente più
imbranata di te ^^!
-
Hmn… Tipo?
-
Eh, e chi lo sa! – fece, maliziosa.
-
E-ehi, no, non puoi dirmi ‘ste cose e poi lasciarle a metà! – fece, un po’
agitato.
-
Perché, secondo te di chi potrei parlare ^-^?
-
B-beh, e io che ne so… -\\\-
Lei
sorrise:
- Stai tranquillo, sto parlando dei nostri
amici, non di un altro ragazzo.
-
Io non ho mai detto che stessi parlando di un altro ragazzo… >\\\< ! –
mormorò, un po’ sollevato.
-
Ah no? Eppure il Leone Nero non la pensa così ^-^!
-
Devi piantarla di parlare col mio Bit-power per fatti i fatti miei, hai capito
>\\\\\< ****?!?!
-
Pffff… Scusa… - ridacchiò lei, stringendogli il braccio.
Lai
la fissò un po’ male, poi sospirò, sorridendo rassegnato:
-
Ma che tipo sei…
*---
U.S.A., sede del PPB
Tra
i lunghi corridoi del laboratorio americano, Max stava correndo a più non
posso; accidenti, ma perché succedeva sempre così? Era di nuovo in ritardo!
“E
per giunta proprio oggi, accidenti!”. Pensando così saltò di netto tre gradini
di una scala, prese un angolo facendo una parabolica e rischiò di investire due
scienziati, che per schivarlo caddero rovinosamente a terra.
-
Ops… SCUSATE! – urlò il biondo, senza fermarsi.
-
M-ma che era quello O___o”? – chiese uno dei due, massaggiandosi la testa – Non
è il figlio della Dottoressa Mizuhara?
-
He, he, proprio così. – rispose l’altro, aiutandolo ad alzarsi.
-
Ma che ha da andare così di fretta?
-
Beh, oggi è venerdì.
-
E allora?
-
Ma come, non lo sa? – ridacchiò l’altro, facendogli l’occhiolino – E’ “il
giorno dell’e-mail” ^^.
-
EH O___O?
Col
fiato mozzo Max piombò nella sala computer, cercando di focalizzare quale fosse
quello della madre.
-
Quello!
Si
fiondò a velocità supersonica verso il monitor, di fronte a cui stava lavorando
Emily.
-
Oh! – esclamò la ragazza, smettendo di lavorare – C’è un messaggio…
-
ASPETTAASPETTAASPETTAASPETTA!!!
Emily,
sentendolo sbraitare e vedendosi di colpo la sua mano piantarsi tra lei e la
tastiera, cacciò un urletto e rischiò di cadere dalla sedia.
-
Ma sei impazzito, Max (gocciolone)?! – chiese, irritata – Mi hai fatto prendere
un colpo!
-
Sc-scusa… Pufff… - sbuffò lui, esausto – M-ma quella è per me…
-
Uhm? Ah, già… - s’illuminò lei, sorridendo furba – D’accordo, ti lascio il
posto.
-
OH, grazie Emi ^-^! – disse lui, sedendosi fulmineo.
-
Dovreste cominciare a spedirvi messaggi col tuo PC di casa, lo sai? – lo
rimproverò lei scherzosamente – E’ uno stillicidio tutte le volte!
-
He, he, sorry… E’ solo che sono qui in laboratorio praticamente sempre,
e allora…
-
Lascia perdere, sbrigati piuttosto!
Max
annuì. Prima di cominciare, però, gettò un occhio alla ragazza, che ridacchiò:
- Tranquillo, esco…
- Thank you so much!
La
rossa uscì, chiudendo piano la porta.
-
Era in ritardo, stavolta. – disse Michael, comparendole di fianco.
-
Già. Infatti è arrivato qui sparato come un razzo!
-
Non ditemi che è andato a rispondere di nuovo quella là, vero?! – mugugnò Rick,
arrivando con Eddie e Steve (che, ovviamente, in Italia nn sappiamo il motivo x
cui nn c’era ai 2i mondiali - xkè aveva una gamba rotta – xkè hanno tagliato
l’ending… >_____< ***).
-
E invece temo proprio di sì ^^!
-
Uff… Come se quello non fosse già abbastanza sentimentale…!
Nel
frattempo, dentro la stanza, Max, muoveva il mouse, ansioso di leggere il
messaggio.
-
Finalmente me l’ ha caricato! – esclamò, ciccando sull’icona.
From: Mariam – (access unknow)
To: Max – PPB Centre
Ciao!
Come va?
Dall’ultima
e-mail che mi hai spedito, sembra proprio tutto bene ^^!
Neanche
io mi lamento, anzi, devo dire che è un periodo tranquillo, sarà perché quello
scimmione di Dunga è partito?
Ha,
ha, scherzo! Credo che sia andato a fare una sorta di “viaggio d’allenamento”,
forse vedere la forza degli Psaico lo ha un po’ preoccupato ^^.
L’altra
volta il messaggio ti era arrivato completo, vero? Con questo palmare che mi
sono comprata ho sempre qualche difficoltà… Strano, per me. (modeeeeeesta
questa ragazza -___-“ ndRia)
Comunque,
per stavolta ti spedisco l’e-mail da un internet-point, così sono più
tranquilla ^^.
A
proposito… Ho ricevuto il tuo regalo… Ma come facevi a sapere la data del mio
compleanno?! Te ne ha parlato Jessie? Spero per te che tu gli abbia parlato
solo di questo, perché se scopro che quella pulce sa qualcosa dei fatti nostri,
verrei negli U.S.A. solo per strangolarti!!
Senti…
Beh, ho pensato un po’ alla tua proposta e… Beh, forse non subito, ma potrei
venire a trovarti, uno di questi giorni…
Se
per te andasse bene…
Fatti
sentire. (Al solito indirizzo, non a questo, genio!).
Mariam
Ps.
Mi manchi. Un bacio.
-
Uhm, sempre la solita (gocciolone)… - disse Max – “Al solito indirizzo”… E’
anche abbastanza logico, non cambia proprio mai…
Ma
poi l’americano sorrise raggiante, rileggendo il messaggio varie volte.
Beh,
forse non subito, ma potrei venire a trovarti, uno di questi giorni…
-
E’ fantastico! – esclamò, ridendo. Cominciò a battere sulla tastiera a velocità
massima poche e semplici righe, col cuore che fremeva dalla felicità.
Certo
che va bene! E’ una notizia fantastica, non potevi darmene di migliori! Ti
prego vieni al più presto!
Ho tanta voglia di rivederti.
TVB,
Max.
Afferrò il mouse velocemente, smarcò il
destinatario e diede “invio”, facendo poi ruotare la sedia girevole, aspettando
che il PC segnalasse il termine dell’operazione.
Con un leggero “BIP” lo schermò tornò alla
finestra di posta elettronica, mentre Max si rigirava. Nello stesso istante
Rick, un po’ scocciato, spalancò la porta:
- Hai finito o no?! – sbuffò – Dobbiamo
allenarci!
- Eccomi! – disse allegro il biondo,
alzandosi.
- Possibile che tu sia così lento solamente
a scrivere un’e-mail?! – protestò il compagno, incrociando le braccia – Sei
davvero scemo!
- He, he, scusa ^^! – sorrise l’altro,
tranquillo; a Rick si formò in testa un gocciolone grosso come un treno –
Avanti, andiamo, andiamo! Sento che farò un allenamento fantastico ^-^!
Senza neanche controllare che i compagni lo
seguissero, Max si avviò fischiettando verso la sala dell’allenamento.
- … … (gocciolone generale).
- Ma guardatelo… - disse Steve,
trattenendosi dallo scoppiare a ridere – Sembra un moccioso!
- Bleah, disgustoso!
- Non dire così, Rick.
- Professoressa! – esclamò Emily, vedendosi
comparire la donna alle spalle.
- Aspettaci, Max! – disse la donna,
fermando il figlio.
- D’accordo, mamma!
Il gruppo si riunì e ripresero a camminare,
Max sempre due metri davanti agli altri, quasi saltellando (Cos’è, “Alice nel
paese delle meraviglie”?! -___o”” ndJolly_Mask <- boy ^\\^! Of Ria – EHI,
Jolly, che fai qui?! NdRia – Sn venuto un po’ a romperti le scatole, giusto xkè
c’era il “ragazzo equivocatamente scambiabile per una femmina” <- ghigno
cattivo – Nn starai parlando di Maxuccio, veeerooo +____+ ?!?
ndFans_sfegatate_di_Max – Chi, io?! – sguardo innocente – Nn sia mai… -___-“”)
- Professoressa, credo che Max abbia
bisogno di farvi visitare da un medico e magari farsi due analisi… - fece
Eddie, sarcastico.
- Sì, tipo una tac… - rise Michael.
- O una botta in testa.
- RICK! – esclamò Emily, stizzita – E anche
voi! Ma perché non lo lasciate in pace?!
- Lascia perdere, Emily! – sorrise il
biondo – Tanto ora non li sento neanche!
e fece un sorriso così soddisfatto che anche ai ragazzi passò la voglia di
ribattere.
- … … … (gocciolone delle proporzioni del
Titanic).
La dottoressa si trattenne dallo scoppiare
a ridere per le facce dei ragazzi, sorridendo invece all’espressione del
figlio.
Beh,
forse non subito, ma potrei venire a trovarti, uno di questi giorni…
*_________
“Uff… Ecco fatto ^^!.” pensò Mariam,
soddisfatta. Si stiracchiò un poco sulla sedia, poi si scollegò dal computer,
andando a pagare i 100 yen per la mezz’ora trascorsa (ho fatto conto che 100
yen sn poco meno di un euro, x mezz’ora dovrebbero bastare… Nn lo so ^^”).
Sorrise, uscendo. “Mi manchi. Un bacio.”…
Non lo aveva mai scritto! Di solito era Max quello che la salutava a quel modo,
lei non era il tipo! Neppure col ragazzo che le piaceva.
“Sì, effettivamente, non sono proprio una
fidanzata molto dolce… (gocciolone). Però… Magari potrei rifarmi quando andrò a
trovarlo… - si fermò, arrossendo appena appena, lì dov’era, in mezzo alla
strada – MA CHE STO PENSANDO?! Sono diventata scema >\\\\\< ?!?”.
accelerò il passo, più che altro perché l’aria fresca le facesse passare il rossore,
per quanto lieve, dalla faccia, e si diresse verso il centro commerciale
Bunkamura, a Shibuya (è la via di divertimenti e negozi di Tokyo + famosa e
Bunkamura è il suo centro comm. + grosso). Si appoggiò con uno sbuffo ad un
muro per aspettare Jessie, ma un lieve tintinnio la fece voltare; sorrise,
afferrò la sua sacca e la rigirò sul davanti, dove aveva appeso due piccoli
portachiavi a pupazzetto con la campanella, il regalo di Max: uno squaletto e
una tartarughina di peluche (0 fantasy, nn ammazzatemi… ç___ç).
“Che scemo che è stato… Chissà poi dove l’
ha trovata una cosa del genere!”. Pensò, sorridendo.
E’ una notizia fantastica, non potevi
darmene di migliori! Ti prego vieni al più presto!
La mora sorrise, stringendo i pupazzetti.
Ho tanta voglia di rivederti!
*--- Giappone, Novembre
- UFFAAAAAA, CHE SONNO! – borbottò Takao,
poggiando la testa sul banco – Non ho voglia di stare qui a scuolaaaaa…
- Sei incredibile, Takao! – rise un suo
compagno – E’ la quinta ora, perché non fai un po’ di resistenza ^^?!
- E poi non dovresti essere così rilassato.
– fece un altro – Già la prossima primavera saremo alle superiori, dovresti
impegnarti un po’ ^^! Anche se siamo a Novembre…
Per un attimo, il giapponese parve
svegliarsi: “Novembre… E’ già passato più di un anno…”.
- E se hai sonno – gli rimbrottò il Prof,
chiudendo il PC e distogliendolo dai suoi pensieri – è colpa tua che ieri sera
sei rimasto in piedi fino a tardi!
- Non è stata colpa mia! – esclamò,
piagnucolando – Quella scimmia di Daichi ha lasciato la luce accesa fino alle
undici, e sai perché?! – fece un’espressione maligna, parlando in farsetto –
Per leggere la lettere di Eveline…
- Avanti, piantala di prenderlo in giro! –
lo sgridò il ragazzo, sistemandosi gli occhiali – Sai bene che Eve non ha
ancora internet a casa e può spedirci solo delle lettere ogni tanto, è normale
che fosse contento di leggerla! (Lo trattano proprio tutti come un moccioso…
^^”). E poi lui dopo è andato a dormire, sei tu quello che ha letto fumetti
fino alle due di notte!
- Ma è la verità! – rise il moretto – E ha
detto, cito sue testuali parole, “questo è più importante della scuola”!
- EEEEEH O____O”””?!? – stavolta l’urlo fu
generale tra i compagni di classe.
- No, scherzo!
- Aaaah! (Sbaglio o mi stanno facendo fare
la figura della bacchettona -___-**? NdHila – No, nn sbagli… ^-^” ndRia).
- Comunque, - continuò il Prof, sospirando
per la lingua lunga dell’amico - ha detto veramente che era importantissimo e
non poteva rimandarlo,a costo di rinunciare ad un giorno di scuola.
- Ok. – rispose la ragazza – Grazie
comunque.
- Ah, giusto! – esclamò in quel momento un
ragazzo, avvicinandosi al banco di Takao – Tra poco non dovrai anche iscriverti
al torneo mondiale di beyblade?
- Già! – disse un altro – Anche quest’anno
volgiamo il Giappone sul trono XDD!
- Io… Per la verità non so se parteciperò…
- rispose, a bassa voce
- CHE COSA?!?
- Ma cosa dici?!
- E come mai?!?
- Beh… - si passò una mano tra i capelli,
che da ormai un anno erano lasciati ribelli senza alcun copricapo; sospirò –
Diciamo che non sono molto concentrato ultimamente…
Il Professore lo guardò un po’ preoccupato:
- Takao… - era molto tempo che pensava che
il compagno avesse qualcosa, qualcosa che lo tormentava molto.
- Ragazzi, sedetevi, avanti! – disse
arbitrario l’insegnante, entrando – Spero che abbiate fatto tutti gli esercizi
di algebra, perché credo proprio che chiamerò qualcuno alla lavagna.
- COSA?!? – disse a denti stretti Takao,
entrando nel panico - K, ti prego, devi passarmeli, per favore!!
- Ma adesso a cosa ti servirebbero
(gocciolone)?
- Per favoreeee!!!
- KINOMIYA! – sbraitò il prof, aspro – Non
gli hai fatti neppure oggi, vero?!? Vieni subito alla lavagna >____<
****!
- No, prof, per favore!
- Avanti! E risolvi subito
quell’espressione! Rispondere, veloce!
- Posso appellarmi al diritto di non
rispondere ç___ç? – borbottò il giapponese, depresso.
K era rimasto senza parole: “Tzs, forse
sbagliavo a preoccuparmi. – pensò, sospirando – Questo qui non si tormenta
mai!”.
*____________
Il sole di Novembre entrava obliquamente
nella stanza del collegio, disegnando soffici figure sul pavimento un poco
polveroso; le tende bianche erano appena smosse da una brezza sottile, portando
sulla borsa poggiata sul letto qualche piccola foglia, che Kei prontamente
spostava con delicatezza, quasi a non volerle rovinare. Il platinato controllò
ancora una volta nell’armadio di non aver lasciato nulla, benché gli indumenti
che si portava appresso erano pochi. Con un sospiro lieve chiuse la valigia,
mettendosi a controllare lo zaino.
- Kei…
Una voce famigliare lo fece voltare appena.
- Ah, sei tu, Yuuya… (l’amico di Kei della
2° serie nda).
Il brunetto rimase lì fermo, guardando il
compagno continuare il suo lavoro.
- Allora… Te ne stai andando davvero…
- Sì. – rispose piatto, mettendo il walkman
nello zaino.
- M-ma perché? – chiese, un po’ confuso –
Non ti trovi bene qui al collegio?
Il ragazzo non rispose.
- Non è quello. – fece poi – Solamente, non
voglio più andare in una scuola scelta da mio nonno o da mio padre, perciò darò
l’esame per iscrivermi alla scuola pubblica per il liceo.
- Capito… - Yuuya non chiese altro: sapeva
che Kei non aveva buoni rapporti né col padre né col nonno, ma non ne conosceva
il motivo e forse era, anzi, lo era decisamente, meglio non chiedere nulla.
Nel frattempo, Kei strinse il laccio dello
zaino, mettendoselo in spalla.
- Non prendi la valigia?
- Verrà qualcuno a prenderla. – rispose, un
po’ acido – Al solito, quello deve sempre intromettersi in quello che
faccio quando non serve…
- Con “quello”… Intendi tuo padre?
Il ragazzo non rispose.
- Beh, io devo andare un attimo dal
preside. – disse poi Kei – Ci vediamo, ok?
- Ah, ok…
- E mi raccomando – gli sorrise appena –
continua ad allenarti col bey, perché voglio sfidarti, una volta o l’altra.
Yuuya s’illuminò, annuendo:
- Vedrai, ti straccerò!
Kei sogghignò, voltandosi.
Anche Yuuya se ne andò, dirigendosi verso
l’ingresso della scuola.
Quando si trovò di fronte al portone, uno
strano movimento dal cancello attirò la sua attenzione, e si avvicinò: alcuni
ragazzi si erano radunati attorno a qualcuno.
- Ciao, che ci va qui una come te? – chiese
uno dei ragazzi.
- Sto aspettando una persona. – rispose
acido quel qualcuno, che poi era una ragazza coi capelli castani. Una ragazza
molto carina, pensò Yuuya, che oltretutto gli era vagamente famigliare.
- Ma una come te non dovrebbe girare da
sola, soprattutto davanti ad una scuola maschile. – fece un altro ragazzo,
avvicinandosi con aria da dongiovanni – Potresti incontrare dei tipi
pericolosi…
- Intelligenti di certo ce n’è pochi… -
rispose sarcastica la brunetta, passandosi una mano nei capelli.
Il ragazzo si accigliò.
- Come hai detto, smorfiosetta?! – ghignò
arrabbiato un altro ragazzo, uno alto quasi una spanna più della ragazza –
Guarda che potresti pentirtene di usare un linguaggio così impertinente!
- Calma, ragazzi, calma. – disse mellifluo
il primo ragazzo – Non si trattano così le signorine…
Si avvicinò un po’ di più alla brunetta,
che lo fulminò con lo sguardo.
“Accidenti… – pensò allarmato Yuuya –
Quello è Satoru Anami, il ragazzo più pericoloso della scuola!”.
-
Bisogna essere più dolci. – continuò Satoru; poi il suo tono si abbassò, mentre
si chinava al livello dell’orecchio della ragazza – Non ti preoccupare, questi
zotici non ti faranno più niente. – posò la mano sulla spalla di lei – Vieni…
“Si mette male!”.
Un sonoro schiocco tranciò l’aria: la
ragazza si era girata di scatto, schiaffeggiando Satoru con tutta la forza che
aveva. E ne aveva parecchia.
“Ah… (gocciolone). Ora sono guai!”.
Il ragazzo si tenne la guancia con una
mano, mentre tutti gli altri cominciarono a sghignazzare.
- Non osare più toccarmi! – disse lapidaria
la ragazza – Non so che tipe tu conosca, ma io non sono certo una che lascia
che un tipo così arrogante la tocchi solamente perché le sussurra
all’orecchio!!
Satoru la guardò truce. Fulminò i compagni
con un’occhiataccia, facendoli zittire, poi si rivolse a lei:
- Ne hai di fegato, mocciosa! – disse,
furioso – Una come te non dovrebbe neppure provare a respingermi!
- Oooh, scusi, signorino “figlio di papà”,
- ridacchiò, sarcastica - le ho fatto la bua?
I ragazzi si trattennero dallo scoppiare di
nuovo a ridere. Satoru esplose, afferrando un braccio alla ragazza:
- Adesso ti faccio vedere io!
- AHI! Lasciami, mi fai male! – sbraitò
lei, tentando di impedire che lui la tirasse a sé.
- Yuuya? – fece sorpreso l’altro – Tsz, ti
conviene starne fuori, se non le vuoi buscare!
Ma il ragazzo sembrava non averne la minima
intenzione. Satoru sghignazzò:
- D’accordo, come vuoi…
Gli altri ragazzi accerchiarono Yuuya,
ridendo. “Accidenti a me! – pensò – Sono il solito! Adesso sì che sono nei
guai!”. Da solo non ce l’avrebbe mai fatta, doveva saperlo che era un suicidio
sfidare Anami: era il ragazzo più ricco e più arrogante della scuola, e
oltretutto era molto forte; perciò tutti gli altri studenti del collegio lo
trattavano un po’ come fosse il loro capo.
- Voi pensate a questo moccioso. – disse
Satoru, strattonando la ragazza – Tu invece vieni…
- INSOMMA, LASCIAMI!
- ANAMI!!
Una voce secca bloccò tutti i presenti, che
si voltarono verso l’ingresso.
- Kei…
- Kei! – esclamò la ragazza, sorridendo.
Il ragazzo si avviò a passo svelto verso
Satoru, che si irrigidì un poco.
- Lascia andare subito la mia
ragazza – sibilò Kei – o ti faccio pentire di esistere! (Mammina, fa paura…
o___o”” ndTutti+Ria).
Satoru indietreggiò appena, ma non lasciò
la presa.
- E voi non provate a far del male a Yuuya,
o ve la faccio pagare!
Detto fatto, il gruppo levò l’accerchiamento,
entrando velocemente nel collegio.
Kei si rigirò verso Satoru, guardandolo
gelido:
- Non lo ripeterò, Anami…
Il ragazzo mollò stizzito la presa,
entrando nell’istituto.
- Questa un giorno me la pagherai,
Hiwatary, te lo prometto!
Il platinato non lo degnò neanche di uno
sguardo.
- Stai bene, Hilary? – chiese alla ragazza,
che si massaggiava un poco il polso.
- S-sì… Tutto ok. Ah, grazie! – disse
rivolta a Yuuya.
- Niente… ma tu sei quella ragazza che era
assieme ai Bladebreakers?
- Sì, sono io ^^.
- Forza, andiamo, - gli interruppe Kei;
sembrava arrabbiato – Ci vediamo, Yuuya…
- Certo ^-^!
- E se per caso quell’idiota di Anami ti
desse noia, avvertimi.
Yuuya si accigliò un poco:
- Mica sono un bambino…!
Kei sorrise, voltandosi verso la strada principale;
anche Hilary rise:
- A presto, Yuuya ^^!
Kei ed Hilary continuarono a camminare per
almeno dieci minuti nel silenzio più totale, col ragazzo che non la guardava
neppure.
“Mi sembra arrabbiato… Di nuovo…”.
- Si può sapere perché diavolo sei venuta
davanti alla scuola?! – disse, infatti, acido – Ti avevo detto di aspettarmi
dall’incrocio! Si può sapere perché non mi dai mai retta?!
- Beh, oggi ti trasferisci in un
appartamento da solo – disse lei, un po’ risentita – e poi comincerai ad andare
alla scuola pubblica, è una cosa importante! Volevo essere lì ad accoglierti
sotto scuola!
- Tsz…
- E poi ero curiosa di vedere com’è fatto
un vero collegio…
- Ma insomma! – disse lui, arrabbiato – Te
l’avevo detto che era meglio se non venivi! Perché non mi ascolti mai?!
Hila sbuffò.
- Sei davvero una zuccona!
- IO zuccona?! – protestò lei – Ha parlato
“mister affabilità”!
Così dicendo incrociò le braccia,
camminando con la faccia voltata. Kei sospirò:
- Insomma…
Si fermò di colpo. Allungò un braccio,
portandosi la testa della ragazza contro la spalla; Hilary arrossì
violentemente.
- Scema… Guarda che ero preoccupato. –
disse a bassa voce, accarezzandole i capelli sul lato – Se ti succedeva
qualcosa?
La brunetta sorrise:
- Scusa…
- Fa niente…
- Senti Kei – disse lei allegra, mentre
riprendevano a camminare – oggi verresti a casa di Takao?
- Uhm?
- Festeggiamo il tuo addio al collegio!
Così, per rivederci tutti assieme ^^!
- … … Hi, lo sai che non sono il tipo per
queste cose (gocciolone)…
- Dai, ti prego! – fece, prendendogli la
mano – Sono sicura che sarà divertente ^^!
- … … E va bene…
- Evviva XDD!
Kei sorrise, guardandola mentre lei gli
stringeva la mano.
- Che c’è?
- Niente…
Da quando il cielo è così luminoso?
Non me n’ero mai accorto, sembra sia stato
dipinto.
… No, è mille volte più bello. Da quando ti
conosco…
Sono felice…
- Avanti, andiamo adesso…
Se mi resti accanto, questo mio mondo sarà
fantastico.
*_____________
Daichi stava seduto sul porticato di casa,
sdraiato a pancia in su, pensando a cosa fare per passare il tempo; aveva di
nuovo saltato la scuola, e ora si stava annoiando.
Si mise a sedere sospirando. Estrasse dalla
tasca un foglio ripiegato in quattro, ormai tutto sgualcito e lo aprì, leggendo
piano. Cosa inutile, visto che, ormai, l’aveva letto tante di quelle volte da
saperlo a memoria.
Ciao a tutti, ragazzi!
Scusate se non ho risposto subito alla
vostra lettera, ma qui ci sono un po’ di problemi…
Finalmente la nostra casa è ultimata! Papà
è stato un po’ lento, ma finalmente potrò dormire in una stanzetta tutta mia
(non è stato facile fin’ora, Danny la notte si muove e fa sempre un gran
baccano!).
Però mamma e papà hanno detto che è meglio
che non metta ancora tutta la mia roba nella stanza; potrebbe succedere che,
qualche volta, per il lavoro di mamma, ci tocchi andare fino dai nonni, a
Londra.
La cosa, ad essere sincera, non mi piace
molto: mamma si assenta sempre per molto tempo…
Ma magari mi preoccupo per niente ^^! Voi
come state?
Daichi, l’anno prossimo andrai alle medie
come me, vero? Forza! Prof, Tak, Hila, Kei, voi invece? Siete già alle
superiori o no? Sperò che riusciate comunque a superare l’anno (Takao, sbaglio
o Hilary deve ancora prenderti a bastonate per farti studiare? HA, HA,
scherzo!).
Ora devo scappare, statemi tutti bene.
La vostra Eveline.
Londra… In una delle lettere precedenti,
Eve aveva scritto già che sia la madre che il padre lavoravano per una ditta e
che spesso dovevano stare via per molto tempo, ma in quell’ultima il tono che
aveva usato sembrava preoccupato. E questo metteva in ansia anche Daichi.
“Londra… No, speriamo di no…”.
- Ehi, Daichi!
- Uh?
Il ragazzino fu distratto dal Prof K, che
entrò velocemente nel giardino del dojo assieme a Takao.
- Ciao, ragazzi, che succede?
- Succede che sei nei guai. – disse con un
sospiro il moretto.
- Hilary ha scoperto che hai di nuovo
marinato la scuola. – disse K preoccupato – E’ meglio se ti dilegui, o
rischierai il linciaggio!
- CHE COSA?!? – esclamò preoccupatissimo il
rosso – ma come diavolo ha fatto?!?
- Boh, lo chiedi a me?
- A-accidenti! – Daichi si alzò
velocissimo, infilandosi la lettera in tasca, poi afferrò una manica della
maglietta del Prof e cominciò a tirarselo dietro.
- Mi devi nascondere, per favore!!
- D… D’accordo, ma smettila di tirarmi
(gocciolone)!!!
Takao rise a crepapelle, continuando a
guardare i due che scappavano a gambe levate, finchè non scomparvero dietro
l’angolo.
Rimasto solo, Takao sospirò.
Con aria mesta, andò nel cortile sul retro,
in silenzio. Dalla strada provenivano le voci di bambini che giocavano, di
persone che parlavano e discutevano, tutto in un mormorio confuso; l’aria era
satura del profumo dell’erba umida , e si avvertiva un tepore che invitava a
sdraiarsi e a mettersi a riposare.
Ma Takao non ne aveva la minima voglia.
Sempre in silenzio caricò Dragoon,
lanciandolo; lo fece zigzagare tra paletti di legno e lattine vuote lasciate
dall’allenamento del giorno prima e gli fece fare due giri completi del
giardino, poi lasciò che il bey girasse per i fatti propri, stando in piedi a guardarlo,
apatico.
Era inutile, neppure il beyblade lo
distraeva; probabilmente, non avrebbe davvero partecipato al torneo mondiale.
Richiamò Dragoon e lo rilanciò,
meccanicamente. Tutto inutile.
Da ormai un anno capitavano momenti come
quello: cominciava a dolergli il petto, gli si stringevano la gola e lo
stomaco; nulla riusciva a distrarlo, pervaso com’era da una sensazione di
vuoto.
La verità era che gli mancava. Gli mancava
Midori.
Da morire.
Ormai la pensava sempre più spesso. Si dava
dell’idiota per non essere riuscito a dire la verità quand’era il momento e
dava dell’idiota al signor Takayama, che l’aveva portata nell’unico luogo che
sembrava totalmente sperduto dal mondo; l’unico posto dove non c’era ancora
internet e dove sembrava impossibile avere una corrispondenza regolare.
Inoltre, spesso Midori e suo papà si spostavano ed erano praticamente
inrintracciabili col telefono.
Takao era quasi convinto che, ormai, non
l’avrebbe vista più. Lo pensava ogni volta. E ogni volta che ci pensava, stava
male.
Molto male.
Quanto avrebbe voluto tornare indietro!
Magari, se l’anno prima le avesse detto la verità, l’avrebbe fermata, l’avrebbe
convinta a restare, non lo sapeva, qualunque cosa gli sarebbe andata bene.
“Ma adesso… Uh?”.
Una musica sommessa lo distolse un istante
dai suoi pensieri: qualcuno stava passando di fianco allo steccato con lo
stereo acceso, sintonizzato su una canzone che a Takao suonava nota.
Per
tutto questo tempo ti ho amato profondamente ragazza…… Dal giorno in cui mi
lasciasti qui… Da solo…… Se ho fatto qualcosa di sbagliato, voglio capire…
Il
ragazzo si appoggiò alla staccionata meccanicamente, poggiandovi l’orecchio;
conosceva quella canzone… Sospirò, poteva essere la sua!
Voglio
capire…… Dal giorno in cui mi lasciasti qui…
Ogni
parola era una fitta al cuore, maledizione, ma perché?! Perché solo lui non
poteva vederla?! Kei, Rei, perfino Max e Daichi in qualche modo riuscivano a
mettersi in contatto con la persona a cui volevano più bene, perché lui no?!
-
Maledizione!!
“Mi
manchi…”.
E
io giuro che
se ritorni nella mia vita
sarò lì fino alla fine
(torna da me, torna da me, torna nella mia vita)
e io giuro
ti manterrò proprio al mio fianco
perchè tesoro tu sei l'unica che voglio
(torna da me, torna da me, torna nella mia vita)
La
musica si allontanò a poco a poco, continuando a rimbombare nelle orecchie del
giapponese, un ronzio continuo e snervante.
“Ripigliati!
– si disse, appoggiandosi con una mano allo steccato – Tra poco torneranno gli
altri, non puoi farti vedere così! Si preoccuperebbero inutilmente…”.Solitamente, non era il tipo da nascondere
ciò che sentiva, ma ora era diverso; non se la sentiva proprio di parlare agli
altri di quello che sentiva per Mi, né tantomeno mentirgli e metterli tutti in
agitazione. Per una volta, avrebbe potuto tranquillamente stare zitto.
Sorrise.
Estrasse per l’ennesima volta Dragoon, lo lanciò e, stavolta, gli fece compiere
tutti gli esercizi perfettamente, un po’ più concentrato. Dopo un paio di
minuti, però, il bey riprese a ruotare a vuoto, mentre Takao lo fissava
sospirando.
Proprio
in quell’istante, un piccolo e rapido bagliore invase il giardino, colpendo il
bey di Takao e rispedendolo nelle mani del proprietario; un piccolo lampo, un
bey color azzurro cielo.
-
Non ti sei allenato molto in quest’ultimo periodo, vero Tak ^^?
Tak…
Da quanto non sentiva qualcuno chiamarlo così! Il ragazzo si girò lentamente,
con gli occhi spalancati:
-
Mi… Mi? – sussurrò il nome pianissimo, come temesse che, se avesse alzato un
po’ il tono, lei sarebbe sparita.
-
Ciao ^\\^…
No,
non sarebbe sparita, c’era davvero! Era cambiata un po’: adesso i capelli le
sfioravano le spalle e sull’orecchio c’era poggiata una treccina etnica, verde
e blu; fisicamente era più femminile e si eraanche alzata un pochino, ma il giapponese continuava a superarla in
altezza.
-
Vedo che stai bene… - mormorò la ragazza, un po’ impacciata, mentre lui si
avvicinava, ancora ammutolito.
Midori si levò il cappello di Takao, che
portava ancora, e lo mise in testa al ragazzo.
- Te l’avevo detto che te lo riportavo, no?
Sta molto meglio a te, credimi ^^!
Lui sorrise appena. Midori mormorò:
–
Non sei contento di vedermi?
-
C-certo che sono contento! – esclamò lui, sorridendo - M-ma quando… Sei…
-
Tornata? Oggi ^^!
-
E… Come…
La
ragazza sorrise radiosa.
-
Papà ha terminato la ricerca che gli avevano assegnato in Brasile. Adesso deve
andare in nuovo posto.
-
E… cioè?
Aveva
paura a chiederlo, perché credeva di saperlo. E gli sembrava troppo bello.
-
A Tokyo. Tak, adesso vivrò in Giappone, posso restare!!
Il
ragazzo rimase tre secondi immobile, tentando di connettere esattamente le
parole che aveva appena sentito.
-
E’… Fantastico…! – la prese in braccio e cominciò a girare su se stesso – E’
FANTASTICO, E’ FANTASTICO!!!
-
E-ehi, Tak @\\\^! – balbettò lei – Dai, mettimi giù!
Forse
io non sapevo come mostrarti il mio amore
e
forse non sapevo cosa dire
ma
questa volta non fingerò
-
Dai – rise lei, quando alla fine il ragazzo si fermò – mi gira la test…
Si
bloccò, arrossendo: il giapponese le aveva portato le mani al viso ed ora
attorno alle spalle, fissandola dritta negli occhi.
così
potremo costruire le nostre vite
e potremo essere come una sola persona
Nell’esatto
istante in cui Midori sentì il ragazzo stringerla a sé, s’irrigidì come un
pezzo di ghiaccio; ma divampò altrettanto velocemente appena sentì le loro
labbra toccarsi.
Forse
io non sapevo come mostrarti il mio amore
e
forse non sapevo cosa dire
ma
questa volta non fingerò
così
potremo costruire le nostre vite
e potremo essere come una sola persona
Poco
a poco, nella testa della ragazza tutto divenne nebuloso e confuso; avvertiva
una piacevole sensazione di stordimento e ci si abbandonò, gli occhi chiusi e
le guance roventi.
Era
tornata sperando che, dichiarandosi al ragazzo, lui le avrebbe risposto
positivamente, ma quello era la cosa più bella che potesse capitarle. Era così
felice che credeva che il cuore le sarebbe scoppiato nel petto.
Alla
fine, i due si allontanarono contemporaneamente. Takao sembrava decisamente
imbarazzato.
-
Beh… Ehm, ops… ^\\\^.
Midori
sorrise, scuotendo la testa:
-
Non serve che ti spieghi, mi sembra. No ^^?
Anche
lui sorrise, stringendole le mani.
Ma
dopo alcuni istanti, Midori s’irrigidì, diventando completamente rossa.
-
Che c’è?
La
ragazza sorrise impacciata, poi indicò alle spalle di Takao, da dove, ora
cominciava a sentirle, venivano una serie di risatine soffocate:
-
No, non è possibile!
Si
girò di scatto, congelandosi sul posto: Hilary, Kei, Daichi, il Prof, Akira,
Nobuo e perfino suo nonno erano nascosti dietro l’angolo della casa,
trattenendosi a stento dallo spanciarsi dalle risate.
-
NON E’ POSSIBILEEEEEE!!!!!
-
G-gli ho visti adesso… >\\\\<””” – balbettò imbarazzata Mi
-
Oooops, scusaci, Takao – ridacchiò Akira, uscendo da dietro – siamo arrivati
nel momento sbagliato, vero ^^? (che – censured - !! ndtutti – Mi è riuscito
bene qsto pezzo, l’ammetto ^^ ndRia).
-
E… E voi maledetti da quant’è che siete lì o\\\\-*?!?
-
Uhm… Da almeno 10 minuti ^-^! – sorrise Hilary, con gli occhi lucidi di
allegria.
-
CHE COOOOOOSAAAAAAAAAA O\\\\\\\\O?!?!?
Tutto il gruppo uscì da dietro l’angolo,
mentre Midori e Takao, furibondo, li fissavano, entrambi rossissimi in volto.
- E bravo Takao! – fece nonno J, a cui
Daichi si era letteralmente aggrappato per non cadere in terra, da tanto rideva
– Credevo che fossi un disastro con le ragazze, e invece…
- NONNO >\\\\\\\< !! MALEDIZIONE, MA
PERCHE ‘ SIETE TUTTI QUI?!?!
Nessuno potè rispondere perché Daichi,
ormai allo stremo, si lasciò andare a ridere come un matto, tenendosi la
pancia:
- Mamma, Takao, avresti dovuto vedere la
tua faccia… Prima sembravi un ebete, adesso sembra che tu abbia visto un
fantasma…
Anche Akira, Nobuo ed il Prof scoppiarono a
ridere; perfino Kei sembrava trattenersi.
- Maledeeeeettiiii… >\\\\\< ****
ADESSO VI STRANGOLO TUTTI QUANTI!!!!
Il moretto partì ad inseguire i primi
quattro, che scapparono via subito come lepri:
- ADESSO VI LINCIO!!! DICO SUL SERIO SE VI
PRENDO >\\\< ***!!!
- No, no, TI PREGO! – lo supplicò Daichi,
ridendo ancora – Già l’ochetta mi ha tirato un pugno perché ho bigiato a
scuola, abbi pietà!!
- Ehi, tu, prova a dire di nuovo “ochetta”
e dovrai scappare sulla Luna >___< ***!
Midori osservò per un po’ la scena, poi
scoppiò anche lei a ridere, attirando l’attenzione di tutti.
- Oh, mamma mia… Possono capitare solo a
noi queste cose, vero ^^? HA, HA, HA!!!
Takao, fermandosi (ad un secondo dal pungno diretto ad Akira ^^”) sospirò:
- Vero… -\\\-
La rosina corse da Takao, prendendogli un
braccio:
- Hi, seriamente, come mai siete tutti qui?
- Dovevamo festeggiare l’addio di Kei al
collegio. – disse la brunetta, allegra – E, visto che sei tornata, direi che
diventa una doppia festa, che ne dite?
- Per me va bene ^-^! – disse il Prof.
- APPROVATOO!
- Per me è ok…
- Mettici sempre il solito entusiasmo, Kei…
^^”
- Fai lo spiritoso, Nobuo?
- Ma quando mai XD!
- Dai, gente, andiamo fuori! Super-gelato
per tutti! E, ovviamente, offrite voi ragazzi tranne Kei ^^!
- COSA?!?
- E perché, scusa?!?
- Ma come, le ragazze non pagano mai!
Oltretutto, Mi e Kei sono i festeggiati, perciò dovete offrirgli il dolce.
- Io a te non offro niente, ochetta.
- COS’ HAI DETTO >____<**?!?
- Ochettaochettaochettaochetta!!!
- Ora basta, me la paghi!!!
- E-ehi, no, aspetta un attimoooo!! – urlò
il ragazzino ricominciando a scappare.
- Vieni subito qui!!
Midori sorrise, stringendo la mano a Takao.
- Bentornata, Mi.
- Sì! – sorrise lei; si strinse di più al
ragazzo – Sono tornata ^^!
----- THE
END ------
Allora...
Io sn il classico tipo che nn legge mai nè la post-fazione né la
pre-fazione xkè le considero abbastanza inutili, ma qsta volta sarò proprio io
a metterla. Sn un po’ contorta ^^”…
Qsta è stata un’esperienza bellissima, mi sn divertita da morire e
spero anke voi; guardate, mi è piaciuta così tanto che probabilmente tornerò
presto all’attacco cn un’altra storia ^-^! (Nooo, abbi pietà!! ndtutti – Come
*____*? NdRia_minacciosa – Quando vuoi cara NdTutti_nel_panico - ^___^).
Siccome qsta è stata la mia 2° ficcy (in ordine d’inizio) e anke la 1° che ho
terminato, mi sento in obbligo a ringraziare tutte le persone che mi hanno
seguita e/o aiutata. Cominciamo ^^?
Prima di tutti
ringrazio coloro che mi hanno seguita qui su EFP, Kagome 13, Hilary14, kely
(che anke se mi hanno scritto sl una volta spero mi abbiano continuata a
seguire), Anyma Pia, Maharet (che hanno, da attente osservatrici, notato
“l’errore voluto” del titolo , anke se poi errore nn era – spero che abbiate
letto anke la FF, mi avrebbe fatto piacere ^^!), le mie fedeli e fedelissime
(che hanno avuto la pazienza di seguirmi fino in fondo ç___ç <- commossa)
Fire Angel, super gaia, Blue Crystal, Hila92, lucy-92, Kaho-chan, Meiko, miele
(a cui faccio un ringraziamento speciale xkè, anke se è stata l’ultima a
leggere “Psaico”, si è subito entusiasmata… GAZIE ^\\^), tutte le raga del sito
BB Zone, Lenn-chan, Lady Isa, Jaly-chan, ElleLilloLolla, Darksilver, lilia85,
LightAngel, mewsana-chan e *fedyra* (che sn sempre stra fantastiche, VVTRB RAGA!!),
il mio fratellino, la mia amica Ila (che, volenti o no, mi hanno ispirata tante
volte XP), ma soprattutto ringrazio Jolly Mask, xkè… Xkè c’è.
Grazie a tutti.
Ps prima di salutarvi, metto i link dei miei dis ^^ (so che sono pochi ma non ho mai avuto il tempo di farne altri -___-...