Le 4 Corti

di Lawliet_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 e 4 ***
Capitolo 4: *** Capitoli 5 e 6 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 9: *** Capirolo 11 ***
Capitolo 10: *** Capitoli 12 e 13 ***
Capitolo 11: *** Capitoli 14 e 15 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 42 - Commiato ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Entrò alla Corte quando aveva solo pochi mesi; sua madre lo abbandonò alla porta perché non poté tenerlo. O almeno così gli dissero in seguito, e quasi per caso, entrò in una delle Corti più rinomate del mondo.

Per lui vivere li era l’unico modo per esprimere se stesso; era l’unico uomo alla Corte degli Amanti. Di solito i maschi venivano mandati alla Corte dei Combattenti per diventare militari o cavalieri. La madre forse non lo sapeva… o forse si… ma questo non importava! Fatto sta che da piccolo lo chiamavano femminuccia. Da ragazzo era il più bravo della sua età!

Ma ben presto la presenza di un amante maschio si fece troppo forte e la Corte fu costretta a dare la notizia ufficiale; dopo iniziò a ricevere numerose richieste di lavoro. Le nobildonne più illustri volevano i suoi servizi e, a dir la verità, anche gli uomini. Ma non gli importava, chi lo ingaggiava, cosa doveva fare o a cosa doveva sottoporsi… a lui piaceva; col passare degli anni si convinse che era nato per amare.

Finché non successe.

Era davanti al suo cliente: un uomo abbastanza piacente, alto, ben fatto, con due baffetti curati color pece, occhi e capelli del medesimo colore.

Hai capito cosa ho detto?”

Abbassò il capo, imbarazzato.

Si.”

Allora fallo!” disse lui a voce piena

Non sono stato educato a questo. Mi spiace, non credo di essere in grado.”

Lui fece un gesto di stizza

Però sai cosa devi fare, vero?”

Si”

Si può sapere cosa vi insegnano in quella Corte?”

Non quello che chiedete voi.” Si difese.

Lui gli si avvicinò e lo prese per le spalle

Fai quello che ti dico!”

Con uno strattone lo buttò a terra, con la schiena rivolta a lui. Si dibatté subito dicendo che non era capace, che non rientrava nel contratto… ma fu tutto inutile.

Dolore.

Pensò che stava per morire, che un dolore così si patisce solo quando si muore. Ma la fine non arrivò.

Dolore, intenso, forte, straziante.

Sei proprio patetico.” Disse lui dopo.

Si tirò su a fatica; gli bruciava dietro e si sentiva umiliato. Ferito nel profondo.

Lei non doveva” iniziò con la voce instabile.

Io ti ho pagato”

Ha pagato la Corte, non me.” Sibilò.

Lui gli si parò davanti con le mani sui fianchi

Cosa vorresti fare? Sei solo una stupida puttanella!”

Era troppo! Scattò in avanti tendendo le mani verso il collo dell'uomo ma lui scartò di lato facendogli lo sgambetto, il ragazzo cadde a terra. E lui rise di gusto.

Si vede che sapete solo fare sesso!” Lo schernì.

Riprovò a colpirlo mirando alle caviglie e stavolta fu l'altro a soccombere; una volta sul pavimento si sedette sulla sua pancia e strinse le dita al collo.

Era la prima volta che si sentiva così furioso con un cliente; lo aveva usato. La sua arte di amare mandata in pezzi da questo idiota? No, assolutamente no.

Strinse le dita finché i muscoli gli tremarono, le labbra dell'uomo si fecero viola, i respiri sempre più corti e convulsi, finché non esalò l’ultimo. Rimase li ancora qualche secondo poi rotolò di lato… era sudato, non solo per il servizio, ma anche di paura. Lo ritrovarono accanto al cadavere, nudo e tremante.

Aveva 14 anni quando uccise per la prima volta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lo riportarono alla Corte. Lo curarono e dissero che avrebbe sentito dolore a sedersi per una settimana; ma ancora più grande fu il dolore successivo, una figura azzurra comparve alla porta della sua camera, i contorni Mares li conosceva bene, era una delle poche persone che contavano nella sua vita:

Dovrai subire un processo, Mares” mi disse la Prima con tono spento.

No…” disse il ragazzo tirando le lenzuola.

Hai ucciso, e non in modo accidentale; l’hai voluto.” rincarò lei calma.

Mi aveva offeso, mi ha usato! Voi non mi avete insegnato ciò che lui ha fatto!” gridai al limite dell'isterico.

Ma è una ragione per ucciderlo?” chiese.

Mares abbassò la testa demoralizzato, aveva ragione.

La verità è che nessuno di noi ha mai addestrato un maschio nell’arte dell’amare, per cui non so nemmeno io se quello che hai fatto è normale; in quanto uomo.”

Lei crede che mi sia sentito offeso in quanto maschio?” chiese titubante mantenendo lo sguardo basso.

Probabile Mares.” sospirò alzandosi.

Poi se ne andò lasciandolo solo.

Era giusto, lui era un uomo. E per quanto potesse essere bravo nell’amare e nel capire le donne, non era possibile farlo con altri maschi; tutto qui. O almeno non con tutti. Gli uomini ragionevoli che aveva servito non gli avevano mai chiesto quello che l'energumeno della notte scorsa gli aveva fatto! Stette a letto per due giorni interi alzandosi solo per lavarsi ed andare in bagno, anche se era un operazione veramente dolorosa. I pasti gli venivano portati in camera dalle ragazze più grandi che di rado lo guardavano negli occhi... avevano paura forse?

La Prima venne qualche giorno dopo:

Mares! Svegliati, è ora.” Esordì mentre apriva le tende della stanza.

Si stropicciò gli occhi e mugugnò quando la luce del mattino gli colpì il viso, si alzò a sedere dolorante, quel bastardo non si era risparmiato!

E' già ora?” chiese con la voce impastata dal sonno.

Mares la vide irrigidirsi e con mosse statuarie gli si accucciò davanti, non aveva mai visto la Prima con quello sguardo negli occhi... mai nemmeno quando riceveva missive sgradevoli dal Governo. Lui ricambiò stupito quello sguardo e lei sospirò abbracciandolo:

Si, piccolo Mares, quello che posso dirti per incoraggiarti è poco ma... in quanto minorenne non verrai mandato in prigione, ma sarà decisa un'altra sentenza. Non so di che tipo.”

Potrò rimanere qui?” chiese Mares a bassa voce godendosi il profumo della donna che, più di tutte, considerava sua madre.

Non lo so...” rispose lei alzandosi, poi aggiunse andando verso la porta “Vestiti e vieni giù in Sala Grande.” poi lasciò la stanza. Sentiva che le lacrime minacciavano di cadere, ma orgogliosamente le ricacciò indietro. Si vestì con stizza, rimproverandosi per il suo errore. Ma la frittata era fatta e tornare indietro non si poteva. Scese le scale e andò di sotto.

Nella Sala Grande c'era praticamente tutta la Corte tra ragazze grandi e piccole, tutti volevano assistere alla sorte di Mares, lui notò che al tavolo degli Insegnanti sedeva un uomo vestito molto elegantemente con un mantello bordeaux lungo fino ai piedi e bordato di argento... era un Giudice. Un tantino sgomento prese posto dove era solito pranzare ma la Prima gli fece cenno di andare da lei; seppur controvoglia lui ubbidì. Mentre si avvicinava sentiva addosso gli occhi dei presenti quasi lo stessero trapassando con chiodi invisibili! Rabbrividì e si fisso sul Giudice: che pareva molto incuriosito nel vederlo ma se anche lo fosse stato si riscosse ed andò al piccolo palchetto rialzato e tutta la Sala si congelò.

Mie care Signore e Signorine, sono venuto presso di Voi per condannare lo scervellato atto di un Vostro compagno, il qui presente Mares Ivrie....” e lo guardò additandolo, la Prima lo spinse in avanti come a dirgli di avvicinarsi al pulpito, lui si costrinse a muoversi; si avvicinò al Giudice e attese. “L'omicidio da lui commesso ai danni di un nobile è punibile con la condanna alla prigionia, ma essendo l'imputato ancora minorenne la reclusione non si può attuare. Pertanto l'Ultimo Tribunale ha decretato che Mares Ivrie dovrà scontare una pena di 5 anni fuori dalla Corte degli Amanti.” il Giudice parlò con una precisione che era propria solo dei politici e dalla Sala si levò quasi subito un brusio di dissenso. L'uomo levò una mano e le ragazze si zittirono:

Questo è quanto stabilito! Non c'è modo di ritrattare la sentenza, rassegnatevi. Verrà assegnato ad un'altra Corte!” disse poi si volse alla Prima e agli altri insegnanti “Buona giornata.” scese dal pulpito e lanciò uno sguardo a Mares; prese la via per andarsene. Mares era atterrito, non poteva credere alle sue orecchie! Doveva lasciare la Corte e andare chissà dove! Le lacrime che prima aveva trattenuto minacciarono nuovamente di uscire, solo che questa volta trovarono la via, silenziose strisce d'acqua rigarono le guance del ragazzo. Alcune sue coetanee si alzarono e gli corsero incontro abbracciandolo, piangendo insieme a lui.

Oh Mares!” sentì singhiozzare.

Non possiamo crederci, è troppo crudele.” una voce dai tavoli.

Possiamo impedirlo? Con un Ricorso Formale?” chiese una ragazza.

No mie care, non possiamo fare nulla. L'atto di Mares è grave... non so se rallegrarmi del fatto che non vada in prigione o esserne dispiaciuta.” ammise la Prima sospirando.

Mares si fece avanti superando le braccia che lo stringevano, si asciugò le lacrime e salì sul palchetto. Doveva dire qualcosa, lo doveva fare soprattutto alle Insegnanti e alla Prima, aveva vissuto per anni e dava per scontate alcune cose come l'amore e l'affetto... ma non erano di poco conto e quella mattina glielo avevano largamente dimostrato; il cuore accelerò i battiti:

Care compagne! Molte di voi mi conoscono fin dall'infanzia e sanno quanto questa Corte significhi per me, le cose che ho imparato qui mi hanno aiutato a crescere! L'altra notte, quell'uomo ha calpestato deliberatamente tutto ciò che sapevo, i miei insegnamenti e i suoi limiti, non potevo permetterglielo. Per questo l'ho ucciso. Non mi pento, ed è giusto che paghi. Vi prometto che tornerò... statemi bene, tutte...” strinse le mani convulsamente, gli sfuggì un singhiozzo e il pianto represso scoppiò ancora; si sentiva completamente abbattuto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 e 4 ***


Esistevano 4 Corti: la Corte degli Amanti che si occupava di formare cortigiane o donne d'intrattenimento, insegnando loro le arti del canto, della danza e della recitazione; ma svolgeva anche una ricerca sulla psiche umana studiandone le dinamiche e cercando di dare risposta agli squilibri mentali. La Corte dei Combattenti che addestra i soldati di tutti gli ordini, il Generale Superiore è il capo militare più alto e a lui spettano le decisioni riguardo i conflitti. La Corte degli Artisti che ha il compito di istruire gli architetti e i pittori, in modo che soddisfino i gusti estetici dei loro clienti; inoltre hanno la funzione di trovare sempre nuovi metodi di costruzione e abbellimento, praticamente l'innovazione in campo artistico spetta a loro. In ultimo, ma non per importanza, c'è la Corte dei Pensatori. Il cui compito è quello di educare i figli dei nobili e dei regnanti, dei dignitari e dei borghesi. Tutte dipendono dal Governo che è formato dagli esponenti più illustri di ogni Corte, quelli che si erano distinti per merito e intelligenza prendevano parte al Consiglio, che emanava le leggi e l'Ultimo Tribunale era l'organo che le faceva rispettare.

Nel frattempo in un'altra Sala Grande il Generale aveva appena finito il suo discorso, comunicando agli allievi l'arrivo di un ragazzo... l'unico frequentante la Corte degli Amanti. Aveva sentito dei mormorii e l'aria si era fatta subito elettrica, le donne alla Corte dei Combattenti non erano ammesse e lui sapeva quanto “bisogno di sfogarsi” avessero i suoi allievi! Apprendere che il ragazzo veniva da loro aveva risvegliato in molti il desiderio; anche quello del Generale.

Batate bene a non sfiorarlo, se non volete passare un brutto quarto d'ora!” iniziò e i ragazzi lo guardarono irati “Ora andate.” li congedò con un gesto.

Loro si alzarono e a passo marziale tornarono nelle proprie stanze, anche gli Istruttori si alzarono e procedettero, seguiti dal Generale.

Signore, se permette, dovremo proteggere quel ragazzo... avete visto anche voi come hanno reagito i Cadetti... si insomma, potrebbero letteralmente saltargli addosso!” disse l'insegnante di Difesa quando furono lontani dalle orecchie dei ragazzi.

Sono pienamente d'accordo. Potremmo affidarlo ad una guardia, che lo segua sempre.” annui quello di Anatomia.

Il Generale non rispose, continuò a camminare avanti ai suoi colleghi; mentre si interrogavano su chi assegnare al ragazzo. Lui come i suoi allievi aveva sentito una leggera eccitazione nello stomaco, ma si convinse che fosse solo curiosità. Non poteva sbagliare! Non doveva cedere alle tentazioni, per quanto grandi che siano. Si rese conto che gli altri si erano zittiti ed aspettavano la sua opinione, si schiarì la voce:

Avete ragione, i Cadetti vanno tenuti a freno e il ragazzo sotto protezione. Inoltre disporremo una stanza per lui vicino alle nostre; in modo da tenerlo sempre d'occhio.” gli altri annuirono e chiesero il permesso di ritirarsi, il Generale glielo diede e si rinchiuse anche lui in camera.

§§§

La mattina della sua partenza faceva freddo, la notte aveva piovuto ed ora le strade sapevano di umido, così come tutta la terra intorno. Mares si preparò con cura indossando la divisa della Corte: Camicia bianca senza maniche scollata, pantaloni stretti lunghi fino al ginocchio, una giacca a maniche lunghe con ricamato a destra del petto lo stemma della Corte, una coppa che contiene un cuore. Infine stivali neri con uno stiletto infilato dentro. (Giacca e pantaloni celesti). Prese la sua valigia,il mantello pesante da viaggio e percorse i corridoi della sua casa; in un attimo gli tornarono in mente tutti i ricordi di quand'era bambino: le corse per arrivare primi a colazione, le lezioni della Prima e le esercitazioni di danza, le prove di canto e le recite per i nobili... tutto in quei pochi muniti di passeggiata.

La Corte era avvolta nel silenzio, erano tutti a letto. Sospirò, si sentiva invecchiato di colpo. Cercò di memorizzare ogni dettaglio delle porte e dei corridoi, arrivò alla scalinata dell'ingresso e si bloccò. Voleva fare una cosa, l'ultima prima di lasciare la sua casa. La Prima e due Insegnanti lo stavano aspettando guardandolo con un misto di tristezza e curiosità. Mares prese in braccio la valigia e si sedette sul corrimano, cercò l'equilibrio e si lasciò scivolare giù, usandolo a mo di scivolo. Gli sfuggì un sorriso. Raggiunse le donne che stavano ridendo divertite:

Tutto pronto?” gli chiese la Prima

Si, ho tutto...” rispose lui. Poi aprirono la porta e l'aroma di terra gli andò in contro. Il cielo aveva un tono plumbeo che contribuì a far peggiorare il morale di Mares.

Dovrebbero essere già qui...” disse l'Insegnante guardando il cancello.

Chi?” chiese il ragazzo, poi uno scalpiccio catturò la sua attenzione: una carrozza nera stava passando ora la cancellata. Si fermò davanti a loro e ne uscì un uomo.

Mares lo squadrò da capo a piedi. Era una guardia; indossava una cotta di maglie intrecciate, pantaloni di cuoio strettissimi e il ragazzo si chiese come facesse a resistere, gli stivali erano abbastanza comuni. I capelli erano raccolti in un chignon. Su una delle spalle Mares intravide lo stemma: una spada ed uno scudo legati da un filo rosso. La Corte dei Combattenti.

Buongiorno mie Signore, spero di non essere in ritardo.” disse l'uomo inclinando la testa; Almeno sa l'educazione... pensò il ragazzo.

Oh no, non si preoccupi. Bene... ehm, lui è Mares Ivrie.” rispose la Prima indicandolo. L'attenzione della guardia si spostò finalmente su di lui e poté leggere in successione; sorpresa, accettazione e gioia.

Però! Non credevo fossi così carino!” esclamò con un sorriso. Mares gelò all'istante e quello se ne accorse ma non fece nulla per calmarlo.

Si, io auspico sia in buone mani...” aggiunse la donna con una certa agitazione.

Si, non si preoccupi Signora! Il Generale ha già predisposto il suo arrivo, la camera del ragazzo verrà messa vicino a quella degli Istruttori inoltre gli verrà assegnata una Guardia personale.” spiegò lui

Come? Una guardia?” disse Mares stupito. L'avevano preso per un pezzo da collezione? Un oggetto prezioso da proteggere? “Io non credo che ce ne sarà bisogno...” concluse con un borbottio.

La guardia si abbassò alla sua altezza e lo guardò negli occhi, gli fece paura:

Credimi, dopo che saremo arrivati non vedrai l'ora di conoscerla.” gli sussurrò a mezza voce. Il giovane deglutì a vuoto.

Bene! Credo che possiamo andare, no?” esordì tirandosi in piedi.

La Prima, che non era stupida e men che meno sorda, mise una mano sulla spalla di Mares. Non parlò, si limitò a guardarlo come mai aveva fatto, lui d'altro canto non riuscì a leggere tutte le espressioni ma sicuramente una la colse: amore. Gli vennero le lacrime agli occhi e lei lo abbracciò forte. La guardia disse qualcosa che lui non capì e salì in carrozza.

Mi raccomando piccolo Mares... stai attento.” gli bisbigliò poi lo baciò sulla fronte.

Si... mamma.” rispose lui.

Prese la valigia e salì anche lui. Il cocchiere non aspettò un secondo e spronò i cavalli, Mares si sporse dal finestrino e guardò casa sua per l'ultima volta... l'ultima, per i prossimi cinque anni.

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Capitolo 4
*** Capitoli 5 e 6 ***


Capitolo 5

La carrozza correva già da un po' quando Mares si sentì chiamare:
“Ehi! Sei sveglio?” era la guardia, evidentemente si era appisolato sul sedile, a fatica si tirò su.
“Si, si... cosa succede?” chiese sistemandosi la giacca. La luce fuori era cambiata, se prima era scura di nuvoloni ora lo era per la notte imminente. Buio e tetro, esattamente come l'animo del ragazzo.
“Il cocchiere preferisce non viaggiare di notte, ci siamo fermati. Senti hai fame?” disse lui mentre si toglieva le spalle, gettandole con noncuranza sul fondo della carrozza, insieme al laccio dei capelli, che si sciolsero arrivandogli sopra le spalle. Tutto sommato non è male. Si disse Mares levandosi il mantello.
“Si, ho fame.” era più una costatazione che una risposta, ad ogni modo l'uomo sorrise e uscì fuori a parlare con il cocchiere.
Lui tirò un sospiro, era come se l'aria si fosse fatta pensante tutto d'un colpo! Non si sentiva a suo agio con quella guardia, anche se era un bell'uomo. Stare senza di lui quei pochi minuti gli fece capire quanto era solo, quanto fosse spaventato e gli fece rimpiangere seppur in minima parte di aver strangolato quell'uomo... scosse repentinamente la testa. No, dell'ultima non sono rammaricato! Ripeté se stesso. Si passò una mano tra i capelli chiari, ormai era in ballo e doveva ballare. La guardia fece capolino facendolo sussultare:
“Ehi!... oh, scusa. Volevo dirti che la cena è pronta.” gli disse portando dentro un vassoio seguito dal cocchiere con una brocca di vino e una d'acqua.
“Non sarà alta cucina ma è sufficiente.” proseguì leccandosi i baffi con gli occhi che non si  staccavano dal cibo, vi era del formaggio di capra, pane nero, carne essiccata aromatizzata al peperoncino e dei cetrioli tagliati a striscioline. Mares alzò un sopracciglio, di certo non era alta cucina... ma nemmeno un pasto alla bonacciona! Senza fare commenti iniziò a mangiare. Formaggio e carne erano deliziosi tanto che ne prese due giri, bevve acqua e sgranocchiò il cetriolo. Ad un certo punto la risata della guardia riempì il silenzio:
“Non c'è bisogno di tante cerimonie!” disse continuando a ridere.
“Non sono cerimonie Signore, magio così normalmente.” rispose lui alzando le spalle.
“Ah! Ma che signore! Sono Terwim!” fece un gesto con la mano poi gliela porse.
“Piacere di conoscerla Sig. Terwim.” rispose Mares allungando la sua, l'uomo sospirò sconsolato.
“No, Terwim. E basta.” fece un mezzo sorriso.
Il ragazzo gliela strinse cercando di premere più forte di Terwim ma senza successo, si ritrovò a fare una smorfia stirandosi le dita. Mise il piatto sul vassoio ed attese che i due uomini finissero, si concentrò a guardare la notte fuori dal finestrino. Non si vedeva nulla; ma si sentivano chiaramente i versi degli animali notturni. Il più inquietante era la civetta, che stava a significare morte. I due stavano parlando di cose che a Mares non interessavano, ma come mai non volevano viaggiare di notte?
“Mi scusi, cocchiere... perché si è voluto fermare per la notte?” gli chiese non appena ebbero finito. Quello sbuffò.
“Ci sono i briganti e solo un pazzo si avventurerebbe nella foresta!” gli rispose con tono burbero. Mares annuì e tornò a guardare fuori.
“Va bene, meglio che andiamo tutti a letto! Domattina presto partiamo, dovremmo arrivare alla Corte dei Combattenti in serata.” disse Terwim battendo le mani, poi aiutò il cocchiere a portare via le stoviglie e legare i cavalli. Tornarono dentro e si misero sotto le coperte di lana.
“Buonanotte.” sussurrò il cocchiere dando le spalle agli altri due.
“Non è molto socievole...” scandì senza voce la guardia e Mares fece spallucce.
Si sdraiarono entrambi e il ragazzo tirò su le coperte fino al mento, non sentiva tanto freddo ma era la sensazione del legno che gli gelava il sangue; si diede dello stupido! Poteva dormire sul sedile! Infatti raccolse la coperta e vi si sdraiò sorridente. Sentì ridacchiare e alzò la testa, era Terwim.
“E' tutto il giorno che aspetto che tu lo faccia.” disse sorridente.
“Cosa?” chiese Mares curioso. E l'uomo indicò i denti.
“Questo...” intendeva il sorriso.
“Oh...” commentò e l'altro rise in rimando, si mise comodo e lo guardò fare lo stesso.
“Buonanotte raggio  di sole.” sussurrò ad occhi chiusi, Mares arrossì fin sulle unghie e gli voltò le spalle. Prima di cadere addormentato sentì ancora la risata di Terwim nelle orecchie.

Capitolo 6

Come promesso la mattina seguente la combriccola si rimise in viaggio. Mares fu svegliato da una rude carezza, spaventato scattò a sedere:
“Oh! Sono io! Tranquillo.” disse Terwim rimettendosi a sedere di fronte a lui.
“Perdonami...” si scusò, poi stirò la pelle e si rimise il mantello. Sebbene al chiuso sentiva il gelo esterno, rabbrividì.
“Sta notte ha nevicato, poco ma ha nevicato. Hai fame?” spiegò indicando fuori.
“Non molto.” rispose a mezza voce, si ricordò di come l'aveva chiamato la notte prima ed evitò di guardarlo negli occhi; l'altro sembrò non capire. Gli diede una pagnotta al latte e del miele. Mares mangiò di gusto il pane ma non usò il miele... gli faceva schifo. Già era un'agonia quando aveva la tosse: preferiva sentire un aratro nella gola piuttosto che ingoiare quella roba appiccicosa e dolce.
Calò il silenzio, rotto solo da qualche buca della strada. Terwim aveva dormito male, lo si vedeva dalle occhiaie e dal viso spento. Ma anche Mares se l'era passata male, il sedile non era comodo come s'era immaginato, e ora gli doleva la schiena. Per non parlare del leggero fastidio che ancora provava quando si sedeva... fissò gli occhi fuori. Il paesaggio era cambiato. Dalle colline Tumnol con i suoi toni di verde e giallo oro alle montagne Arakigh piene di gole, crepacci e valli, ed adesso la neve. Sulle cime si vedeva chiaramente un sottile strato bianco. A Mares venne da sorridere.
“Esattamente, piccolo raggio di sole.” disse Terwim guardandolo estasiato.
“Ehm... io mi chiamo Mares, non raggio di sole.” ribatté lui con una punta di stizza nella voce. Per chi mi ha preso? Per il suo giocattolo? Lo rimproverò mentalmente.
“Scusami, è che con quei capelli sembri veramente un raggio di sole...” disse lui avvicinandosi e sedendosi accanto. Mares indietreggiò impercettibilmente. L'altro si fece vicino.
“Per non parlare degli occhi, hanno il colore dell'oceano.” alzò una mano e la posò sulla testa del ragazzo. A Mares non piacque la situazione, aprì la bocca per farglielo notare ma si ritrovò muto; deglutì senza proferire parola.
“In conclusione: sei bellissimo.” sussurrò infine, la mano scivolò sulla sua guancia, molto più delicatamente di quella mattina. Era stato questo il suo obbiettivo, fin dall'inizio? Quella specie di corteggiamento era finalizzato ad un servizio?
“C-cosa fate?” finalmente glielo chiese, usando il “voi”. Non voleva. Il ricordo del suo ultimo cliente gli rimbalzava nella testa come una palla da calcio! Ma a Terwim sembrò non importare ed ignorò la domanda del ragazzo, accarezzandogli il collo e la gola.
Erano ormai vicinissimi tanto che i due respiri si mescolavano, ma Terwim non si muoveva. Stava fermo ad accarezzarlo... senza avvicinarsi di più. Strano. Si disse Mares. Lo fissava, due perle nere in un oceano blu. Vi si poteva leggere più di un'emozione ma la più dominante era il desiderio... bruciante e passionale. Era palpabile: Terwim desiderava Mares.
Ma il Generale aveva vietato ogni atto sessuale e molestatore nei confronti del ragazzo; per questo stava fermo. Non sapeva cosa fare... se il piccolo si fosse spaventato e avesse spifferato tutto il Generale lui poteva dire addio alla carriera militare! Cazzo! Imprecò Terwim mentalmente... quel raggio di sole era il ragazzo più bello che avesse mai visto! E non lo poteva toccare! Che ingiustizia. Ma se, al contrario, avesse fatto con delicatezza magari a Mares sarebbe piaciuto.
Quando finalmente la guardia si mosse Mares si trovò impreparato, le labbra dell'uomo premettero con forza sulle sue, tanto da sentirle dolere. Portò le mani al volto di Terwim cercando di scostarlo. Lui capì e gli diede respiro permettendogli di riprendere fiato, la sua bocca si mosse con meno foga e Mares poté usare la sua... nel modo che gli avevano insegnato. Baciò delicatamente le labbra della guardia e sentì chiaramente un sospiro di piacere. Sorrise internamente aspettandolo, Terwim insinuò la lingua tra le labbra del ragazzo, lentamente, paziente. Mares non si fece attendere aprendo finalmente la bocca e permettendo alle lingue di incrociarsi. Evidentemente era quello che l'uomo aspettava! Lo tirò a se facendolo sdraiare sul sedie e coprirlo con il proprio corpo... Che qualcuno mi fermi! Pregò Terwim mentre giocava con la lingua di Mares. Il giovane sapeva come muoversi e quali punti della lingua stuzzicare per ottenere i gemiti libidinosi che tanto amava.
Passarono quasi un quarto d'ora a baciarsi quando, entrambi, senza fiato, si staccarono rimettendosi seduti. Accaldati e scomposti si guardarono... imbarazzati a morte. Terwim si schiarì la voce più volte senza però dire nulla, Mares trovò molto interessante il colore del pavimento della carrozza. Si lanciavano sguardi di sottecchi, e quando uno dei due si accorgeva di incrociare lo sguardo dell'altro subito girava la testa. Sospirarono entrambi. Ma Terwim si decise:
“Senti... che non ti scappi con nessuno, per farla breve non ci è permesso avvicinarci a te ne tanto meno baciarti.” disse con la voce arrochita.
“Si, certo. Una domanda: perché?” fissò l'uomo piantandogli uno degli sguardi più fermi che riuscì a trovare. L'altro scosse le spalle.
“Perché mi sembravi solo... volevo cercare di...” iniziò titubante.
“Consolarmi?” finì con un sospiro il ragazzo, Terwim annuì.
Mares sentiva ribollire il sangue, già non aveva commentato la scelta di metterlo sotto protezione. Ma essere trattato come un bambino no, questo no!
“Cosa pensi che sia? Un ragazzino indifeso che ha paura del mondo fuori dalla sua Corte? Che mi serva una spalla su cui piangere? O peggio un protettore? La Guardia che mi seguirà in tutto e per tutto già mi basta, grazie. Non mi servi tu.” la rabbia e il risentimento che aveva dentro uscì tutto d'un fiato; non poteva resistere in eterno. Ma Terwim sembrò non gradire infatti gonfiò il petto e assunse un'espressione granitica:
“Oh, scusami tanto se mi preoccupo per te. Infondo cosa mai ti aspetterà? Solo un branco di belve affamate di sesso! Gente che non gliene fregherà degli ordini del Generale e ti porterà nella propria camera, a farti il Dio sa cosa! Ma tu sei forte, resisterai. Ed io a cosa ti servo?” si era alzato in piedi, da arrabbiato sembrava ancora più minaccioso.
“Cosa...?” balbettò Mares.
“Cosa? Hai capito benissimo! E tanto perché ne sia informato, la tua Guardia è un ragazzo all'ultimo anno, che non tocca una donna da cinque anni... fai un po' tu!” i suoi occhi erano più che eloquenti e bastarono al ragazzo per fargli rimpiangere le sue parole, si morse il labbro.
“Non sapevo... io... scusa.” esalò infine, una lacrima gli andò a finire sul mantello. Terwim se ne accorse e si inginocchiò davanti a lui.
“Non volevo spaventarti...” iniziò e Mares lo guardò storto. “Va bene, forse un pochino. Ma era per prepararti. Non sarà un soggiorno piacevole e sopratutto non ti farai amici, magari qualcuno tra i più piccoli. Ma non contare su quelli della tua età.” spiegò poi gli passò un dito sulla guancia mandando via la lacrima. Sorrise e il ragazzo lo ricambiò.
“Ho detto delle cose orribili, scusa. E non dirò a nessuno del bacio.” si sfregò gli occhi con la manica della giacca. Anche se la voglia di piangere rimaneva, non voleva sembrare debole ne indifeso... ma fingersi forte proprio non gli riusciva. Chinò il capo, incassandolo nel collo del mantello e diede libero sfogo al pianto. Senza singhiozzare, la liberazione di un muto dolore. Terwim si mise seduto di fronte a lui senza più toccarlo, lasciandolo piangere.
Non si parlarono più, pranzarono come la sera prima e ripartirono subito dopo. Il cocchiere voleva arrivare alla Corte dei Combattenti il più presto possibile.
E verso sera vi giunsero. La possente cancellata in ferro battuto li accolse, dando il benvenuto a Mares con un cigolio stridente quando fu aperto. La Corte dei Combattenti si trovava ai piedi della montagna più alta di quella catena e veniva usata per le esercitazioni e le prove di sopravvivenza. Quando veniva l'inverno la temperatura scendeva di molti gradi sotto lo zero e c'era da battere i denti. D'estate il bosco che la circondava si colorava di verde, un verde talmente intenso da sembrare finto. E poi c'era la cascata... enorme che alimentava il torrente ai piedi della Corte.
“Casa.” disse Terwim con un sospiro, iniziò a ricomporsi per bene, re-indossando le spalle e il mantello. Lo stesso fece il ragazzo tirando il collo alto il più possibile. La Guardia rise.
“Nessuno ti mangia!” riuscì a dire tra le risa, Mares mise un finto broncio.
L'uomo gli fu addosso in un attimo, gli prese il mento tra le dita e lo costrinse a guardarlo. E quello sguardo non mentiva, lui era ancora eccitato da prima; ma il tono che usò non era quello che Mares si aspettava:
“Ora stammi bene a sentire. Quello che dicevo prima è vero, anche il Generale si mostrerà gentile con te, perché deve. Ma sotto, sotto ti vuole! Come ti voglio io, e come ti vorrà tutta la Corte. Stai appiccicato al culo della tua guardia, stagli alle chiappe! Mi hai capito?” gli diede una scrollata e Mares annuì “Bene, e ricordati: io non ti ho mai toccato.” scandì lapidario.
Il ragazzo un po' confuso assentì ancora e lo fissò mentre finiva di prepararsi. Fece lo stesso e quando la carrozza si fermò erano tornati a due giorni prima, quando nemmeno si parlavano.
La particolarità delle quattro Corti è la struttura, identica per tutte. Così come i giardini: sia interni che esterni. Così Mares non fu particolarmente sorpreso di vedere la scalinata di marmo e la grande porta di legno a doppi battenti. Ma lo fu per l'uomo che ne uscì subito dopo. Non aveva mai visto un uomo così possente! Tutto il torso e le braccia erano temprati da anni di servizio militare, avrebbe potuto sollevare un mulo senza fatica!
“Benvenuto Mares Ivrie!” scese la scalinata a braccia aperte, con un sorrisone stampato un faccia, neanche avesse una paresi, e l'aria di uno che aveva appena vinto un premio prezioso. Mares si sforzò per non ridergli in faccia.
Terwim intanto si era inginocchiato con le braccia chiuse a croce raccolte al petto, E' questo il salto militare allora! Pensò, poi si rivolse all'uomo inchinandosi a metà busto:
“La ringrazio Signore, per la cortesia e la generosità.” disse senza particolare entusiasmo. Il cocchiere scaricò le sue cose e venne pagato da Terwim, accennò un saluto e sparì. Decisamente non era un tipo da conversazione.
“Allora! Andiamo dentro, ti mostro la tua stanza.” prese la valigia di Mares e risalì le scale. Mares guardò Terwim e questi gli fece cenno di seguirlo.
Entrarono e subito il ragazzo si sentì soffocare. Finalmente aveva la chiara consapevolezza che da li non poteva scappare. Si fece forza e respirò profondamente. Abbandonarsi al dolore non contava a nulla, l'unica soluzione era stare li e lottare. A detta di Terwim avrebbe dovuto farlo, e forse era questo che lo terrorizzava.
“Mi scusi Signore...” si avvicinò all'energumeno e gentilmente gli tolse la valigia di mano, spinse un bottone e ne uscirono due rotelle e una maniglia estensibile.
“Però! Le hai applicate tu?” gli chiese fissando quella piccola prodezza. A Mares pareva un bambino che scopre i regali a Natale.
“Si, cosi non devo fare fatica.” rispose.
“Ah! Le presentazioni! Io sono il Generale Superiore, Wars Snitkel.” disse austero, caricandosi dell'orgoglio tipico dei militari, solo Terwim pareva non averne.
Ma che lui fosse il Generale l'aveva intuito e gli sorrise stringendogli la mano.
“Il mio nome già la conosce. Piacere mio.” rispose.
Camminarono in silenzio e Mares poté osservare l'arrendamento degli interni, il vero carattere distintivo delle Corti. In quella dei Combattenti vi erano rastrelliere praticamente dappertutto con sopra ogni tipo di arma da guerra, scudi di ogni epoca e dimensione e altri attrezzi da battaglia.
“Bene, Terwim ora puoi andare.” disse Wars dando congedo alla Guardia, Mares ebbe un tremito... solo con il Generale, dopo quello che gli aveva detto non c'era da star tranquilli. Ma lui eseguì il saluto ancora e lanciò al giovane un'occhiata, poi si dileguò in uno dei corridoi.
L'uomo e il ragazzo rimasero da soli. Mares si aspettava che Wars gli saltasse addosso, ma si limitò a sorridere e proseguire, verso l'ala degli Istruttori.
“Ti mettiamo sotto protezione Mares, per via dell'aria che tira.” gli spiegò mentre arrivavano alla sua stanza. Wars gli mise in mano le chiavi e sorrise.
“Sta sera mangerai in camera, ma da domani verrai in Sala Grande. Più tardi verrò a farti conoscere la tua Guardia. Per il momento arrivederci.” mentre parlava aprì la porta e lo accompagnò dentro, Mares si inchinò ancora e venne lasciato solo.
Si buttò sul letto a peso morto, come se sentisse tutto di colpo il peso della situazione. Chiuse gli occhi e stette fermo, in attesa... anzi in ascolto. Si, perché dopo il giorno che minacciava pioggia finalmente le nuvole scaricarono i lampi e fecero scintille. Tempo due minuti e il fragore della pioggia si fece assordante, insieme ai tuoni. Coperto da quel rumore Mares gridò, liberò tutto il dolore represso, lo sconforto e la tristezza. Gridò per l'omicidio compiuto, per aver lasciato casa sua e per i suoi amici, gridò per la Prima e le altre Insegnanti... Decisamente, non poteva tornare indietro.

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Capitolo 5
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Non si era nemmeno accorto d'essersi addormentato, infatti quando bussarono alla porta si mise seduto di scatto. Certo che se ogni volta mi svegliano cosi, mi verrà un infarto! Si disse mentre sbadigliava. Altri colpi. Si avviò alla porta stirando la giacca celeste. Aprì e come previsto era il Generale, con accanto un giovane ragazzo.
“Siete arrivati in tempo! Hai sentito che tuoni?” senza nemmeno chiedere permesso Wars si fece largo ed entrò, seguito dal giovane e Mares. Prego accomodatevi. Pensò ironicamente lui.
“Allora, come promesso ecco la tua Guardia...” lo additò e lui fece un passo avanti “Ti terrà lontano dai pasticci mentre starai qui, ci siamo capiti vero?” finì con uno sguardo che non lasciava spazio a fraintendimenti.
“Piacere di conoscerti Mares, io sono Umyter, la tua protezione.” si presentò in modo impeccabile con una voce melliflua che poco si addiceva ad un militare, ma Mares ci lesse anche una certa malignità perversa, sorrise ugualmente.
“Beh! Ora che avete rotto il ghiaccio vi lascio soli, fino alle undici Cadetto.” batté le mani e ricordò l'ora del coprifuoco al ragazzo che annuì composto. Poi si volse ed uscì.
Mares e Umyter rimasero soli. E l'aria si poteva tagliare con un coltello; altro che rompere il ghiaccio! Si era appena formato un iceberg! Nessuno dei due osava guardare l'altro, il Cadetto si spostò vicino alla finestra senza proferire parola. Mares si sedette sul letto e iniziò a disfare la valigia, mise la biancheria nel comodino, le camicie e i pantaloni nel piccolo armadio addossato alla parete. Una camera spartana, diversa da quella di casa sua. Sospirò pesantemente... la nostalgia era una brutta bestia.
“Ehi! Non hai intenzione di dire niente?” la voce di Umyter lo riscosse, era seduto sul davanzale con una gamba piegata su di esso e l'altra a penzoloni; si era tolto la cotta e le spalle rimanendo con la camicia di lino. Aveva un'aria di strafottenza che non piaceva per nulla a Mares, si trovò a rimpiangere Terwim.
“Cosa dovrei dire?” fece spallucce continuando a mettere via il vestiario.
“Almeno potresti spiegarmi come mai una puttana è finita qui.” un sorriso bieco si disegnò sulle labbra di Umyter e la parola che usò per descriverlo gli fece male, alzò la testa e gli puntò addosso due occhi irati. L'altro alzò un sopracciglio.
“Ho ucciso un uomo, perché mi ha chiamato come hai appena fatto tu.” non era tutta la verità ma nemmeno una bugia.
“Ah! Allora non addestrano solo ad aprire le gambe in quella Corte!” disse poi scoppiò in una risata divertita. Mares provò il desiderio di buttarlo giù dalla finestra, ma un altro omicidio non era l'ideale perciò respirò profondamente.
“Ti prego di non sminuire in quel modo i miei insegnamenti, inoltre sei pregato di chiamarmi per nome.” disse con calma, scandendo bene le parole.
“Si, certo. Scusami.” rispose questi alzando le mani in gesto di resa, a Mares faceva saltare i nervi. Umyter venne giù dalla finestra e gli si avvicinò, il ragazzo finì di sistemare l'armadio quando l'anta si chiuse di scatto. Era Umyter.
“Allora... che ne dici di mettere in pratica i tuoi insegnamenti?” parlò a bassa voce, con un tono carico di bramosia. A Mares non piacque, voleva scappare... perché, lo sapeva, se fosse rimasto li Umyter gli avrebbe fatto le stesse cose del suo ultimo cliente.
“Stammi lontano...” balbettò. Ma lui gli afferrò un polso tirandolo a se, sorrise malignamente. Le cose stavano degenerando e in una maniera che spaventava Mares.
“Ti ho detto di lasciarmi!” gridò divincolandosi, cercando di fuggire dalla presa di Umyter, ma lui lo strattonò con forza, poi lo sollevò di peso e lo gettò sul letto. Mares sgranò gli occhi.
“Andiamo, non guardarmi cosi... non è diverso da quello che hai sempre fatto. Devi solo stare fermo e aprire le gambe.” disse mentre si levò la camicia e gli stivali, Mares ne approfittò per scendere ma Umyter lo riafferrò per la giacca, sbattendolo sui cuscini.
“E vedi di non farmi arrabbiare!” gli intimò sedendosi a cavalcioni su di lui. Mares stette in silenzio, era pietrificato dalla paura... non poteva credere che la storia si stesse ripetendo! E dopo pochi giorni. Gli avrebbe fatto male, avrebbe abusato di lui come quell'altro! Iniziò a scalciare, non glielo avrebbe permesso, non di nuovo!
“Basta! Lasciami! Sta lontano da me!” gridò isterico, sentiva che era prossimo alle lacrime, ma l'altro lo bloccò al materasso. Gli aveva slacciato la camicia e gli stava baciando il collo, rudemente. “Non tocca una donna da cinque anni!” le parole di Terwim gli tornarono in mente prepotentemente, gli aveva detto delle cose cattive ed ora gli mancava... era la giusta punizione? Essere usato un'altra volta a quel modo? L'aria fredda sulle gambe gli fece capire che Umyter gli aveva tolto anche i pantaloni, iniziò a singhiozzare.
“Su, su che ti piacerà...” gli sussurrò all'orecchio la sua Guardia, ma Mares non ne era convinto anzi si nascose nell'incavo del gomito, l'altro fece spallucce e proseguì il giro turistico del corpo del ragazzo: l'addome, il torace, i capezzoli, le clavicole e il collo. Poi di nuovo giù fino alle cosce e l'inguine. Non glielo impedì, tanto era inutile anche tentarci, la sua Guardia era molto più forte di lui.
Si sentì divaricare le gambe e percepì il fallo duro di Umyter premere contro la sua apertura, ancora dolente. Lo sentì ridacchiare, dunque aveva capito... o forse intuito, ma a Mares non importava. Che facesse pure quello che voleva! Tanto se impediva agli altri ragazzi di saltargli addosso andava bene cosi. L'intrusione improvvisa lo fece inarcare, boccheggiò alla ricerca di ossigeno. Umyter si spinse ancora più affondo facendo vedere a Mares una miriade di puntini colorati. Ansimò mentre l'altro iniziava a muoversi. Dentro di lui non voleva. Gridò, con tutto il fiato che aveva in corpo. Gridò contro Umyter per quello che gli stava facendo e gridò per Terwim che aveva trattato malissimo.
“Ma che ti prende? Vedi di fare silenzio altrimen...” si interruppe a metà frase, un rumore secco e delle voci concitate fecero ammutolire anche Mares. Uno scatto e un rumore di porta spalancata. Non volle nemmeno sapere chi era, sentì solo un trascinamento e la voce di Umyter affievolirsi, per un paio di minuti fu silenzio, poi gli fu messa addosso una coperta e una persona si era seduta accanto al letto. Alzò di poco il gomito; riconobbe i capelli ondulati: Terwim! Due occhi neri lo scrutarono preoccupati, lui fuggì da quello sguardo che suonava tanto di pietà. La mano grande dell'uomo si posò sulla testa del ragazzo.
“Quel Cadetto verrà pesantemente redarguito, proteggerti non vuol dire usarti.” parlò piano, con un tono misto tra il dolce e l'intimidito. Gli dava davvero quell'impressione? Di un povero bambino indifeso? Beh! Dopo dopo quello che aveva scampato non poteva definirsi un mostro di forza. Si stava facendo violentare! Sarebbe stato un pessimo soggiorno quello alla Corte dei Combattenti. La porta si apri nuovamente, Perché l'ha chiusa? Pensò Mares scioccamente, Terwim si era alzato così anche lui si tirò a sedere con la coperta stretta addosso; faceva un freddo boia!
“Tutto bene Mares?” era il Generale, aveva la faccia rossa di chi ha appena inveito, le vene del collo grosse. Anche la cotta era scomposta.
“Si...” rispose con un sussurro. Wars abbassò il capo, era colpa sua se il ragazzo per poco non veniva violentato e questo non doveva permetterlo! Era nella sua Corte da nemmeno dodici ore e già rischiava? Osservò l'altra Guardia, quella che lo aveva condotto li. Fece due conti e il risultato fu uno: lui avrebbe protetto Mares.
“Direi che la situazione si è calmata, Umyter verrà costretto a lavare stoviglie per un mese, e credimi che non c'è punizione peggiore qui. Nel frattempo ti assegnerò un'altra Guardia.” puntò gli occhi fissi su Terwim e Mares fece lo stesso, l'uomo guardò prima il Generale poi il giovane. Dopo un momento di intontimento scattò sull'attenti:
“Ai suoi ordini Generale!” scandì seccamente, questi sorrise.
“Mares mi spiace veramente per la brutta avventura, spero non si ripeta.” disse poi Wars e a Mares parve sinceramente dispiaciuto. Ma si limitò ad annuire, lui sospirò e se ne andò.
“Ora è meglio che dormi, domani mattina verrò a svegliarti.” iniziò Terwim raccogliendo i pantaloni del ragazzo, quando lo guardò vide due zaffiri carichi di lacrime; ma lui non sapeva cosa fare. I rapporti umani non è tra le materie di studio in quella Corte. Gli andò vicino e Mares si appoggiò alla sua gamba, aveva un livido sulla spalla... una chiostra di denti viola. Si maledisse per non aver fatto in tempo ad evitarlo.
“Ora che ci sono io nessuno ti si avvicinerà, te lo prometto.” gli disse accarezzandogli la testa bionda, la pesantezza di quest'ultima però si era fatta innaturale; facendo attenzione depose Mares sul cuscino e gli rimboccò le coperte. Dormiva. Sorrise lasciandolo da solo. Imboccò il suo corridoio e sparì nella sua camera.

Spero che vi piaccia! Fatemi sapere, a presto!^^

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Capitolo 6
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Dopo una notte di temporali il mattino si aprì con il sole, e il cielo limpido, abbastanza innaturale per quel periodo. La montagna sapeva di buono. Mares si destò che era appena sorto il sole. Gli doleva il sedere, forse di più di quando era partito, con una smorfia si mise in piedi. Notò che i suoi vestiti erano piegati sulla pediera, era stato Terwim. Sorrise, sarebbe stato lui la sua Guardia; non poteva essere più fortunato! Prese un cambio di abiti, tutte rigorosamente divise e si avviò per il bagno. D'un tratto si rese conto però di non sapere dove fosse. Nella sua Corte il bagno era comune, ma da quando  era entrato nella pubertà gli era stato permesso di usare quello delle Insegnanti. Girò a destra e trovò una specie di sala per il tinello, a cosa servisse non lo sapeva. Ridacchiò e richiuse la porta; decise di andare a sinistra e vi trovò una specie di anti-bagno e oltre un'altra porta il bagno vero e proprio: sevizi, bidè e vasca. Notò che, nonostante fosse tutto molto alla buona, gli ambienti non mancavano di dettagli. Se ne compiacque. Poggiò le cose su uno sgabello e aprì l'acqua calda, si immerse nella vasca fino al mento. Il vapore riscaldò l'ambiente e gli fece distendere i nervi. Quella notte era stato quasi stuprato e a salvarlo era stato un uomo che se solo volesse avrebbe fatto di lui tanti pezzettini. Doveva stare attento alla gente che girava li, si lavò mentre rimuginava: usò la saponetta che si era portato dalla Corte, visto che quella che c'era li non aveva un buon profumo... si avvolse nell'asciugamano e uscì nell'anti-bagno. Sentiva abbastanza freddo e notò che la stanza non aveva la stufa, solo uno squallido caminetto vicino al letto. Maledicendo l'architetto si vestì velocemente e tornò in camera; si diede da fare per accendere il camino... l'unico inghippo era che non trovava l'attizzatoio. Cercò dietro il mobile ma nulla.
Colpi, qualcuno bussava. Lasciò la legna e andò ad aprire, era Terwim. Indossava la solita  tenuta, ma senza spalle. In volto un'espressione cupa. Mares non capiva perché.
“Quando vai ad aprire chiedi sempre chi è.” disse rimproverandolo. Poi entrò.
“Scusa, non ci avevo pensato.” rispose grattandosi la nuca, aveva un'aria provata segno che quella notte non aveva dormito bene.
“Sei pronto? Andiamo a fare colazione in Sala Grande.” era molto sbrigativo sia nel tono che nel comportamento. Mares si chiese se quell'atteggiamento non avesse a che fare con lui.
“Sei ancora arrabbiato per quello che ho detto sulla carrozza?” gli chiese mentre infilava gli stivali. Lasciando perdere il camino.
Terwim non rispose subito ma abbassò gli occhi a terra, era molto strano. Sospirò pesantemente.
“No, non è per quello. È che... non lo so! Muoviti e basta!” finì alzando la voce, Mares si mise sull'attenti. Non gli piaceva quando alzava la voce.
“Sono pronto.”
“Bene.”
Aprì la porta e fece uscire anche il ragazzo, poi camminarono in silenzio per i corridoi; Mares non capiva. Fino alla notte prima era gentile e premuroso e poi tutto d'un tratto era freddo e distaccato. Anche ora: camminava diritto senza degnarlo di uno sguardo.
“Terwim che ti prende?” chiese afferrandogli la cotta. Lui si girò sospirando.
“Non so come comportarmi! Non sono mai stato cosi vicino a qualcuno in vita mia.” rispose stizzito.
“In carrozza non te la cavavi male...” sussurrò Mares sorridendo furbescamente. Terwim ebbe un tremito: bingo!
“Era un'altra cosa...” bofichiò. Svoltarono e prima di scendere le scale Mares lo fermò tirandogli la cotta.
“Non era un'altra cosa, era la stessa. Come lo è ora. Non devi comportati diversamente da come hai fatto fino ad adesso. Se devo stare alle chiappe di una persona che nemmeno mi parla preferisco stare da solo!” disse tutto d'un fiato, usando le sue parole. Terwim lo ascoltò attento poi gli mise una mano sulla spalla.
“Ho capito... ma sai l'umanità qui è l'ultima cosa che insegnano, si impara il rigore. Però devo comunque proteggerti, e per farlo devo essere duro.” rispose iniziando la discesa, Mares lo segui annuendo. Arrivarono sotto un porticato con un arco a tutto sesto, da sinistra provenivano delle voci. Si guardarono e aprirono il portone. Lo spettacolo fu raccapricciante.
La Sala era identica a quella degli Amanti, cinque tavoloni e uno per gli insegnanti. Ma era l'utenza che cambiava drasticamente. Mares restò a bocca aperta e occhi sgranati. I tavoli dei più piccoli erano un completo disastro, si lanciavano il pane, ingaggiavano duelli con le  posate, mangiavano trangugiando in cibo nemmeno fossero bestie. I più grandi erano più composti ma non meno agitati, trovò più gruppi a fare a gara a chi beveva più velocemente. E poi lo schiamazzo... una cosa assordante!
Terwim guardò Mares poi si mise a ridere. Lo spinse in avanti e lui iniziò a camminare, i ragazzi non si accorsero subito di lui. Ma notava che si davano di gomito quando passava, anzi! Riuscì a cogliere pezzi di frase: “Eccolo!” oppure “E' lui, guarda!” si fece coraggio e proseguì. La Guardia gli fece cenno di aspettare e andò a prendere la colazione per entrambi. Mares si girò verso la Sala ed ora in molti avevano interrotto le loro attività per guardarlo. Addirittura dal fondo si erano messi in piedi sulle panche. Cerco di controllare il batticuore e di mostrare sicurezza, ma non gli riusciva molto bene. Benedisse Terwim quando tornò con due vassoi carichi di cibo. Scelse un posto tra i più piccoli e si sedettero.
Tempo cinque secondi e la Sala tornò come prima. Mares tirò un sospiro di sollievo e osservò la colazione. Una tazza di latte, pane nero, una specie di budino riuscito male e del formaggio stagionato. Si accorse di avere fame. Si tirò su le maniche e si preparò il formaggio tagliato a cubetti, il pane lo spezzò e mise il tutto nella ciotola del latte. Attese che si inzuppasse il tutto poi col cucchiaio tirò su i pezzi che masticò accuratamente. Si accorse che molti ragazzini lo fissavano, e Terwim ridacchiava sotto i baffi. Alzò gli occhi e i piccoli abbassarono i loro:
“Te l'ho detto di non mangiare cosi.” rise la Guardia.
“Non lo faccio mica apposta!” si difese Mares.
Finì la colazione lentamente anche perché il formaggio era buonissimo. Ma il budino sapeva di acido e non lo finì. Terwim, invece, trangugiò tutto. Che coraggio! Pensò Mares. I ragazzini lo fissavano ancora. Uno prese coraggio e parlò:
“Senti... ma tu sei un maschio o una femmina?” aveva la voce delicata, tipica dei bambini. Il ragazzo si stupì della sua età, avrebbe chiesto informazioni.
“Sono un ragazzo.” rispose sorridendo. Quello gli sorrise in rimando. E finì il suo piatto. Mares finì il pane. Si chiedeva cosa avrebbe fatto ora, era alla Corte dei Combattenti ma lui non era per nulla bravo con le spade o simili, se la cavava a malapena con il pugnale!
Al tavolo degli Istruttori c'era fermento, alla maggior parte quando aveva visto il ragazzo entrare era caduta la forchetta. Mai si sarebbero aspettati una simile bellezza, sopratutto in un ragazzo! Il Generale non li aveva avvertiti di tale splendore e almeno in tre ebbero un'erezione istantanea, che faticarono a calmare. Quando l'avevano visto mangiare poi... erano decisamente crollati. Wars rise:
“Visto? È bellissimo no?” disse compiaciuto guardando i colleghi.
“Generale non ci aveva detto che era così...” non finì la frase.
“Ammaliante.” completò l'Istruttore di Difesa. Era uno dei tre che si era eccitato, gli altri però non avevano retto e se n'erano andati.
“Guardate di non cadere in tentazione anche voi! Altrimenti farete compagnia a Umyter, laggiù!” li redarguì Wars indicando le cucine, dove il Cadetto stava lavorando.
“Ma come le viene in mente una simile assurdità!” iniziò quello di Tattica “Il ragazzo è qui per scontare una pena, a nessuno dei miei colleghi spero venga in mente di approfittarsene. E con quello che è successo ieri sera spero nemmeno ai Cadetti.” concluse posando la forchetta.
“Allora facciamo in modo che le nostre speranze vengano ascoltate.” il Generale strizzò un occhio e si alzò, andando al palchetto per parlare. Uguale anche quello in tutte le Corti. La Sala ammutolì di colpo, persino i più piccoli smisero di urlare e si voltarono in direzione del pulpito. Mares fece lo stesso.
“Buongiorno Cadetti!” tuonò Wars. Un coro gli rispose, perfetto e intonato.
“Intanto l'ordine del giorno: il primo e il secondo anno staranno insieme tutto il giorno per un ripasso di Anatomia, il terzo anno andrà nel giardino interno con l'Istruttore di Tattica per una dimostrazione di piani di attacco, il quarto anno verrà con me per la preparazione all'esame, il quinto anno salirà all'ultimo piano con gli Istruttori di Difesa e Attacco.” mentre parlava i rispettivi Istruttori si alzarono seguiti dai ragazzi che dovevano tenere, dopodiché il Generale li fece sedere tutti con un gesto. La disciplina che vigeva il quel luogo impressionò Mares, guardò i vari anni man mano che si alzavano... fantastico.
“Ed ora veniamo alle notizie: il Governo ha mandato delle direttive sulla Specializzazione delle Guardie...” Mares perse il filo del discorso subito, la politica non gli era mai entrata in testa. Terwim invece si era fatto attento, quelle modifiche lo interessavano da vicino, il ragazzo fece spallucce.
“In ultimo la novità...” guardò Mares “Ieri sera è arrivato il ragazzo della Corte degli Amanti, Mares Ivrie. E per la sua protezione gli era stata assegnata una Guardia personale.” dalla porta della cucina uscì Umyter, spinto dai cuochi. Quando i ragazzi lo videro col grembiule sporco di grasso e le mani sozze di olio scoppiarono a ridere, lo additarono e gli facevano dei gesti denigratori. Lui serrò i pugni e abbassò il capo, Mares non rideva... trovava quell'esibizione profondamente sbagliata. Cercò una conferma in Terwim che però faticava a tenere le risate, cosi come gli Istruttori. Ma che gli prende a questi? Pensò Mares sbigottito; gioivano della sofferenza altrui? Scandaloso.
“Sapete perché è lì?” gridò Wars per coprire le risa, che comunque si spensero. “Ha quasi stuprato Mares.” concluse serio. La Sala ammutolì di colpo, nemmeno un sussurro. I più piccoli non avevano ben compreso ma vedendo i grandi chinare la testa li imitarono. Anche il diretto interessato fissò quel che rimaneva della colazione, rosso in viso. Terwim gli diede un calcio sotto il tavolo e lui lo guardò, scosse la testa come a dire “Tutto a posto.”
“Se non volete fare la sua stessa fine vi conviene stargli lontano, almeno in quel senso.” proseguì il Generale, poi lasciò il palchetto.

Spero vi piaccia, fatemi sapere! A presto! ^^

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Capitolo 7
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Dopo il discorso del Generale i ragazzi tornarono sereni, seppure un poco allarmati. Rimisero in ordine i vassoi e si avviarono per le loro attività. Umyter ritornò in cucina... ma Mares era convinto di averlo sentito imprecare. Lui e Terwim uscirono nel giardini interni.
L'erba era curata e di questo il ragazzo si stupì, delle recinzioni delimitavano gli spazi per l'addestramento e dislocate sul perimetro delle rastrelliere mobili erano provviste di armi e scudi. L'Istruttore di Tattica stava facendo lezione cosi Mares e la sua Guardia decisero di sedere su una panca di marmo.
“Terwim puoi spiegarmi meglio questa situazione?” esordì ad un certo punto il ragazzo, lo indicò.
“Io? Cosa vuoi sapere?” chiese incuriosito.
“Beh! Mi dovrai stare accanto tutto il tempo? Potrò girare liberamente nella Corte?... insomma cosa posso fare?” continuò elencando sulle dita.
“In quanto tua Guardia dovrò stare con te tutto il giorno, venirti a prendere alla mattina e assicurarmi che la sera rientri in camera tua. Possiamo si, girare liberamente per la Corte e il Generale ti ha dato accesso ad ogni ala, tranne le segrete e le stanze dei Cadetti.” spiegò Terwim calmo.
“Capisco... e per quanto riguarda le attività?”
“Eh... quelle sono un problema, non ci ha pensato, e nemmeno io.” disse grattandosi la testa. Mares sorrise.
“Ci penseremo...” fece un gesto “Ho altre domande.” si mise di traverso alla panchina, di fronte all'uomo.
“Dimmi pure, sono a tua completa disposizione.” rispose Terwim sorridendo sulle ultime due parole. Mares ignorò l'allusione.
“A che età si entra nella Corte?” iniziò.
“I Cadetti più piccoli hanno 10 anni.”
“Così piccoli? Sono dei bambini!” strepitò Mares.
“Nella tua a che età?” Terwim lo guardò alzando un sopracciglio.
“12... io sono l'unico ad essere li dalla nascita.”
“Ma tua madre sapeva che eri un maschio?”
“Non lo so, credo di si.”
“E ti ha lasciato alla Corte degli Amanti?”
Mares sbuffò spazientito. La Prima gli aveva sempre detto che probabilmente sua madre sapeva il suo sesso e ignorava in che Corte lo mandava, oppure il contrario. Terwim si accorse che non era argomento da affrontare.
“Scusami, non dovevo.” sussurrò a mezza voce. Il ragazzo gli mise una mano sul braccio.
“Non fa niente. Altra domanda: le Guardie come te chi sono?” riprese subito l'interrogatorio.
“Quando i Cadetti dell'ultimo anno, 15enni, sostengono l'esame e lo superano diventano Forze del Governo. Dopo possono scegliere se continuare con la carriera militare oppure specializzarsi in vari rami.” spiegò disegnando uno schema invisibile sulla pietra. Mares ascoltava attento.
“Possono diventare Guardie Reali che proteggono i nobili, Guardie Commerciali che si occupano dell'accompagnamento di merci preziose e non, Guardie Personali che seguono chi richiede il servizio, proteggendo il cliente. Infine possono diventare Guardie Semplici che si occupano invece di sorveglianza di carceri o castelli. Ci sono delle Guardie così anche qui sai?” parlò con estrema precisione, spiegando tutto. Finendo il suo schema immaginario. Sorrise e guardò Mares.
Il giovane aveva ascoltato tutto e gli pareva di aver capito, ma voleva sapere un'ultima cosa.
“Tu cosa sei?” gli chiese fissandolo, Terwim rimase a fissare quelle due polle d'acqua minuti interi prima di rispondere; non lo voleva ammettere ma quando il Generale gli aveva affidalo la protezione di Mares aveva fatto i salti di gioia. Accarezzò i capelli del ragazzo beandosi della loro morbidezza. Non poteva permettere che gli accadesse qualcosa, sia come Guardia che come uomo.
“Io sono una Guardia Semplice.” rispose interrompendo il contatto. Mares ci rimase malino, gli piaceva essere accarezzato. Sorrise leggermente, anche se Terwim era una Guardia Semplice per lui era tutta la sua sicurezza. In quel tempo non aveva tirato via la mano dal suo braccio.
“Quanti anni hai, Terwim?” gli chiese poco dopo inarcando le sopracciglia in un espressione vagamente stupita. Anche la voce si era alzata di tono.
La Guardia rise, divertita. Sia dalla domanda improvvisa sia dal modo in qui gliela aveva fatta.
“Tu quanti me ne dai?”
“Mh... non saprei, fammici pensare...” lo squadrò da capo a piedi. Le rughe sul viso erano appena accennate, toccò i capelli e sentì che non erano ne sfibrati ne sciupati, si concentrò sulla muscolatura dei bicipiti: stagna. Non era vecchio... ma, dovette ammettere, nemmeno molto giovane. Terwim intanto si crogiolava in quell'esame, il ragazzo si stava impegnando.
“Direi dai 27 ai 34... più preciso non potrei essere.” disse infine con un soffio. La Guardia sorrise.
“Ci hai preso però! Ne ho 30. compiuti il mese scorso.” sorrise in rimando, poi si alzò. “Vieni, ti faccio fare il giro della Corte... prima di pranzo dovrei riuscire a mostrarti il più grosso.” Mares lo seguì.
Era felice che avesse ripreso il buonumore, e poi gli stava simpatico. Se tutte le persone fossero come Terwim sarebbe stato da Dio! Ma purtroppo c'era gente come Umyter... dei quali voleva conoscere meno esemplari possibili. Attraversarono il Giardino Interno facendo attenzione a non disturbare la lezione e proseguirono il giro rientrando nella Corte
.

Spero vi piaccia! Fatemi sapere, a presto! ^^

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Capitolo 8
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

Cavalcava veloce, doveva giungere alla Corte il prima possibile. Ancora non poteva credere che fosse sopravvissuto! Un altro essere come lui! Anzi, meglio di lui. La sua versione perfezionata. Aveva sempre girato a vuoto in per tutto il continente, aveva svolto ricerche negli archivi dei nobili... senza mai trovare una traccia. Ma poi la soffiata è venuta da una donna.

Gli si era avvicinata una sera, mentre camminava per i bassifondi di Pahitar. Lui nemmeno l'aveva notata, era talmente infuriato per l'ennesimo buco nell'acqua che quando l'aveva afferrato per il mantello per poco non la sgozzava. Lei spaventata l'aveva fatto accomodare a casa sua; modesta ma pulita. Aveva paura glielo leggeva negli occhi. Si perché se parlavi del progetto venivi ucciso ancora prima di pentirtene. Ma lei raccolse il coraggio e gli raccontò tutto: l'avevano scelta quando aveva poco più di quindici anni, l'avevano costretta al silenzio e dopo cominciarono i tentativi. Disse che la facevano accoppiare con più uomini alla settimana e quando finalmente rimase incinta iniziarono a farle bere delle sostanze strane; lui sapeva bene cos'erano. Serrò i pugni e le disse di proseguire. Al momento del parto qualcosa andò storto. Il bambino nacque morto. Loro erano talmente infuriati che la buttarono fuori insieme al cadavere del piccolo, non poteva credere che fosse morto, dopo nove mesi d'attesa il suo bambino era morto? No, non poteva essere vero. In fin dei conti l'aveva amato, l'aveva sentito scalciare nel grembo e ogni sera gli sussurrava parole dolci. Disse che pianse tutta la notte, rannicchiata sotto un ponte e al mattino sentì il un pianto... flebile appena udibile: era il suo piccolo! Disse che dopo il primo pianto ne fece un altro più forte, finché non riprese un colore più sano. Disse che quando aprì gli occhi però rimase sconcertata. Erano viola, il colore del mistero quello che le avevano insegnato che compiaceva gli Dei, il colore del potere mistico ed infinito. Il piccolo cercò il suo seno e lei passò quasi mezz'ora ad allattarlo. Era spaventata, nessun bambino nasceva con gli occhi viola! E poi, in fin dei conti, era poco più di una ragazzina. Ma era certa che c'entravano quelle cose che le avevano fatto bere durante la gravidanza. Nessuno l'avrebbe accettato, avrebbero cominciato a dire che era figlio del demonio e avrebbero lapidata insieme al piccolo. Disse che decise di andare via da quel posto di portarlo in una delle Corti. Ma nessuna sembrava essere adatta, tranne quella degli Amanti, ma erano ammesse solo donne e comunque con quegli occhi nessuno l'avrebbe capito. Non sapeva che fare. Gli disse inoltre che quel lasso di tempo il bambino sembrava capire come si sentiva la madre perché quando lo guardava lui ricambiava con uno sguardo consapevole. Comprendeva. Poi un bel giorno qualcosa nel piccolo è mutato; disse che dal corpicino uscì un fumo viola chiaro, come quello delle candele spente e che gli occhi diventarono blu.

Lui sorrise, era esattamente quello che voleva sentirsi dire. Disse che lo lasciò alla Corte degli Amanti il giorno dopo, rimase in quella città fino al compimento del settimo anno di età del bambino. La ringraziò e partì verso la Corte.

Era arrivato, ansimante e sudato, ma finalmente felice. O per lo meno, soddisfatto. Ora doveva solo trovare il giovane che, a detta della madre doveva avere 14 anni, l'età in cui i poteri si risvegliano, e spiegargli tutto. Andò verso il cancello:

Chi va la?” urlò la Guardia Semplice.

Dovrei parlare con la Prima, è urgente.” rispose lui.

Ha un documento?”

Se viene giù glielo mostro.”

L'uomo venne giù borbottando, gli si avvicinò e fece per chiedere il pezzo di carta, ma lui fu più veloce. Si levò il cappuccio del mantello e guardò l'altro negli occhi.

Ora mi fai passare.” disse imperioso. La Guardia sembrò non capire ma poi andò al cancello e fece scattare la serratura. Lui sogghignò, era così facile controllare le menti deboli. Interruppe l'ipnosi e passò, l'uomo tornò al suo posto un poco inebetito.

Bussò al portone e dopo pochi minuti una ragazzetta venne ad aprire:

Desidera?” chiese con voce melodica. Lui la guardò accorato, pensare che da grande quella bambina diventerà una cortigiana lo riempiva di languore.

Devo parlare con la Prima.” rispose cercando di nascondere la fretta. La bimba lo guardò male.

Ehm... si, intanto si accomodi.” la vide correre su per le scale, entrò e si tolse il mantello. Rimase in attesa coi nervi a fior di pelle; doveva vederlo.

La Prima, cosi si chiamava la cortigiana più esperta, scese le scale con un'eleganza inaudita. Rimase fermo spostando il peso da un piede all'altro.

Desiderava parlare con me?” chiese facendogli segno di accomodarsi nel salottino accanto all'androne.

Si, Signora.” rispose e la seguì. Gli venne servito una tisana che bevve avidamente, non si era fermato per pranzo e ora aveva fame. Fissò la donna, aveva le mani giunte in grembo e un'espressione di attesa.

Vorrei vedere Mares Ivrie.” disse senza preamboli. La Prima ebbe un tremito.

Sono spiacente ma lui non è qui.” rispose tristemente, lui scattò in piedi imprecando.

E allora dov'è! È anni che lo cerco! Si più sapere che fine ha fatto?” gridò incattivito.

Lei non si scompose.

Di recente ha commesso un omicidio ed è stato condannato a cinque anni di pena.” parlò lentamente, ripensare al ragazzo le faceva male.

Ucciso? Una pena? Dove?” chiese in successione, un senso di sconfitta lo atterrì... era arrivato tardi. Se a Mares non veniva spiegato al più presto il suo potere poteva finire molto male.

E' stato mandato alla Corte dei Combattenti.”

Lui si lasciò cadere a peso morto sul divano e si massaggiò le tempie, aveva fatto tutta quella strada per un altro fallimento?

Se non sono indiscreta, come mai lo cercate?”

Devo trovarlo... è troppo importante.” disse, più a se stesso.

La vedo molto provato Signore, se posso le consiglierei di passare la notte qui. Possiamo trovare il modo per farla distendere.” disse con voce suadente, lui la guardò... effettivamente non era male come proposta. Sospirò.

Va bene, ma domani voglio partire per trovarlo.” ribadì. Lei sorrise e se ne andò.

Non rimase molto tempo da solo, una ragazza venne da lui con delle chiavi in mano. Era incredibilmente bella: un viso pulito e fresco, ben proporzionata, e un un fascino indicibile. Solo a guardarla gli si accese la passione. E Mares è stato educato così? Pensò. Fece spallucce. Non aveva importanza. Doveva trovarlo. Per impedire che le sue abilità feriscano qualcuno un'altra volta e che i suoi occhi possano tradirlo.

Spero vi piaccia! Fatemi sapere, a presto! ^^

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Capitolo 9
*** Capirolo 11 ***


Capitolo 11

All'ora di pranzo le sue gambe faticavano a muoversi, avevano passato tutta la mattinata a girare per la Corte e Terwim pretendeva che memorizzasse tutti i corridoi; così se mai fosse rimasto solo, sapeva dove andare. Si fece cadere sulla panca con uno sbuffo.

Già stanco?” rideva la Guardia. Mares gli scoccò un'occhiataccia.

Sono meno stanco quando pratico la danza Edo.” rispose imbronciato.

La danza che?...” disse Terwim aggrottando le sopracciglia. Mares rise di gusto, il viso dell'uomo mentre glielo chiedeva era impagabile.

E' un particolare tipo di danza, te la farò vedere un giorno.” riuscì a dire tra le risa.

Il pranzo consisteva in un mezzo pollo arrosto con contorno di insalata, nulla di che ma il pollo se lo gustò dal primo all'ultimo morso. Tutti i Cadetti mangiavano con le mani, lui usò forchetta e coltello, cercando di non badare al branco di animali che gli stavano vicino. E guardò malissimo anche Terwim.

Non sapevi che va mangiato con le mani?” disse a fine pasto.

No, e sinceramente preferisco le posate.” rispose lui alzandosi per portare via il vassoio. Passò davanti al tavolo degli Istruttori e posò il suo vassoio nella pila davanti alla cucina. Dei ragazzi più grandi gli si avvicinarono per fare lo stesso.

Non ci sarà sempre lui a proteggerti, e noi non vediamo l'ora.” gli bisbigliò uno sporgendosi verso la pila. Mares rabbrividì e li guardò. Non avrebbe mai più permesso a nessuno di trattarlo come Umyter... mai!

Se fossi in voi non lo farei.” disse in rimando tentando di essere cattivo. Loro risero e andarono via, raggiunse Terwim alla porta della Sala Grande. Non gli disse nulla e si fece guidare ancora per la Corte. Camminarono in lungo e in largo per tutto il pomeriggio e la Guardia gli fece vedere altri luoghi, infine lo accompagnò in camera sua... Mares insisteva per rinfrescarsi prima di cena, anche se Terwim non ne vedeva il motivo lo accontentò:

Ti vengo a prendere per cena, intanto riposa.” un mezzo sorriso gli si disegnò sulle labbra.

Ridi, ridi. Solo perché non sono allenato a fare il maratoneta!” ribatté stizzito il ragazzo, poi rise. Si salutarono e lui si chiuse in camera.

La testa gli doleva incredibilmente! Il dolore era aumentato con l'andare del giorno, non l'aveva detto a Terwim per non farlo preoccupare e quindi l'ha mascherato... ma ora? Riusciva a malapena a pensare, si alzò a fatica e raggiunse le tende. Ci si aggrappò addosso e le tirò, stava malissimo ed ora pure i capogiri ci si mettevano! Cercò di calmarsi. Dopotutto era solo un mal di testa! Con una notte di riposo sarebbe guarito; infondo poteva dare la colpa alla serie di eventi che gli erano accaduti in poche ore: l'arrivo in una Corte piena di, a quanto pare, maniaci sessuali, un quasi stupro e una Guardia che sembrava l'unica con un po' di cervello... è comprensibile.

Ma c'era qualcosa in lui che gli diceva che non era così, una sensazione profonda che lo stava avvertendo... qualcosa in lui stava cambiando. Repentinamente. Si rigirò nel letto e piantò la testa nei cuscini, ricordava qualcuno... una donna! Un pianto, e poi una sentore di pace interiore.

Si tirò su di scatto emettendo un urlo, Terwim era accanto a lui allarmato:

Mares! Tutto bene? Ti ho sentito gridare!” disse sollevandogli il viso. Era arrivato praticamente subito dopo aver sentito quell'urlo straziante dalla camera.

...Si, credo... solo che... Ah!” tentò di dire il giovane ma una nuova fitta lo costrinse in silenzio. La Guardia si fece più vicino.

Ho capito, sta sera la cena te la porto su.” disse finto sconsolato, sorrise e fece incrociare i loro occhi “Non devi mostrarti forte solo perché credi che se sei debole ti deridono, Mares... tu sei una persona trasparente come l'acqua, non mentirmi. D'accordo?” parlò con estrema cura e gentilezza e il ragazzo lo guardò ammaliato e l'uomo arrossì, Mares rise un poco.

Sei buffo. Fai il saccente e poi... arrossisci.” disse. Si coricò di nuovo e Terwim gli tirò su le coperte.

Ma tu guarda! Non ho mai fatto nulla del genere, nemmeno ai miei fratelli e lo faccio a te che conosco da meno di 48 ore?” si grattò la nuca.

In compenso te la cavi benissimo.” gli sorrise il ragazzo, una fitta lo fece gemere. Si sentiva anche un po' di febbre.

Facciamo che ti porto un po' di brodo e del ghiaccio?” non era una vera domanda, si voltò e fece per uscire, in ultimo vide il ragazzo che si stava appisolando. E' la creatura più fragile che abbia mai visto. Pensò poi si diresse in cucina.

Tornò di sopra una mezz'oretta dopo con un vassoio in mano, Mares era disteso li dove l'aveva lasciato... bellissimo. Posò delicatamente il cibo sul comò e si sedette accanto al ragazzo. Prese ad accarezzargli i capelli biondi, meno di due giorni e già era collassato. Sospirò; come avrebbe fatto a resistere 5 anni? Ma era per quello che c'era lui, no? Era la sua protezione. Seppur Semplice era pure sempre una Guardia e un'ascia la sapeva usare! Annuì vigorosamente e tornò su Mares... doveva svegliarlo? Non poteva non mangiare con un'infreddatura in corso.

Si chinò e andò vicinissimo al viso del giovane, poteva sentirne il fiato caldo sulla pelle. Sorrise e lo baciò. Erano baci al limite dello sfiorare, delicati e leggeri, pazienti e ponderati. Un tremito fece alzare Terwim, Mares si era svegliato:

Mhm? Tu... mi hai baciato ancora?” chiese il ragazzo strofinandosi gli occhi.

Sempre meglio che degli scossoni no?” rise l'uomo, Mares si tirò a sedere... il dolore alla testa era ora un sordo pulsare intermittente, ma aveva caldo. Decisamente doveva essere febbre. Terwim sembrava aver capito perché gli tastò la fronte, gli mise il vassoio sulle gambe e il ragazzo iniziò a mangiare.

Allora ho la febbre?” disse tra una cucchiaiata e l'altra. L'altro aggrottò le sopracciglia.

No, sei fresco.” disse con un'alzata di spalle, Mares lo guadò male.

Ma come? Mi sento accaldato!” disse alzando la voce, possibile che non avesse preso un raffreddore?

Giuro che sei fresco.”

Non che non ti creda Terwim... è solo che mi sento veramente accaldato... sopratutto qui.” si tolse le coperte ed indicò il torace. Era da li che sentiva provenire il calore. Una nuova fitta lo fece gemere.

Va bene, ora finisci di mangiare. Io vado a chiamare il Guaritore.” disse rialzandosi, il ragazzo ebbe un tremito... come un avvertimento: pericolo! Con uno scatto afferrò la manica di Terwim e gli lanciò uno sguardo angosciato.

Torna presto... ti prego.” gli disse, stava per mettersi a piangere. Il calore si era intensificato. La Guardia si chinò e gli posò un casto bacio sulla fronte.

Tranquillo, raggio di sole.” gli sussurrò, poi sparì oltre la porta.

Mares si riadagiò sui cuscini, la sensazione di inquietudine però aumentava, era un chiaro avvertimento. Ma mai il suo sesto senso era stato cosi forte! Cosa stava succedendo, al suo corpo, alla sua mente? Si portò le mani alla testa e strinse le tempie. Basta! Basta!! Basta!!! pensò rabbioso.

Un cigolio, la porta si aprì e il ragazzo sorrise, la sua Guardia aveva fatto veramente presto! Ma il sorriso svani non appena entrarono tre ragazzi grandi e Umyter.

Ciao, Mares.” disse con voce finto gentile, lui si tirò su le coperte.

Oh, no... quelle non ti serviranno.” disse uno dei tre strappandogliele dalle mani, anche le forze gli mancavano ora? Il mal di testa tornò a dar fastidio e lui mugugnò.

Stai male? Sembri debole... aspetta, com'era? Ah! Raggio di sole!” Umyter ripeté le parole di Terwim ma sulla sua bocca suonavano sporche e vuote.

Mares sentì la rabbia montare, esattamente come quando ha ucciso quell'uomo! I ragazzi si misero a ridere più forte.

Cosa pensi di fare con quel tuo ghigno?” disse uno.

Spaventarci?” fece un altro.

Sappi che non andrà come la scorsa volta!” rincarò Umyter, poi saltò sul letto e si posizionò sopra Mares, gli altri tennero fermo il ragazzo dai piedi e le braccia; il ragazzo scalciò e si dibatté... addirittura diede un morso al ragazzo che gli teneva i polsi:

Maledetto ragazzino!” urlò, e Umyter diede un ceffone a Mares.

Hai ragione, Umyter... non finirà come l'altra volta!” disse quasi ringhiando, guardò negli occhi il ragazzo mentre una furia cieca lo montava; desiderava ferirlo, umiliarlo e deriderlo. Furibondo e irato gli tirò una testata, sentì il sangue caldo scorrergli sul viso; Umyter si accasciò di lato.

Mares scalciò ancora e si liberò di uno che gli teneva il piede, ma le prese erano deboli... stavano arretrando lasciandolo libero:

Tutto qui? Mi pareva di aver capito che lor Signori volessero un servizio, no?” non era la sua voce, lo capiva, ma non riusciva a fermarsi. Mosse qualche passo sul letto e con un calcio buttò giù Umyter. I ragazzi iniziarono a tremare.

Non soccorrete il vostro amico?” un bieco sorriso gli si disegnò sulle labbra.

N-no, scusaci... togliamo il disturbo.” biascicò uno. Presero Umyter e fecero per andare verso la porta quando Mares prese il comò e con una mano lo sollevò mettendoglielo davanti. Saltò giù dal letto e prese il pugnale che teneva negli stivali.

Non volete giocare con me?” chiese con voce infantile, si sentiva accaldato e la testa gli doleva più forte... eppure non era lui che parlava e si muoveva... lui stava... Osservando la scena dall'interno!

Sbatté le palpebre, ma non era lui a farlo... era la sua rabbia? La sua ira aveva preso il controllo del suo corpo? Ma no! È impossibile, solo agli indemoniati succedono cose così! E se lui fosse pazzo? O soffrisse di personalità multipla? Sto delirando. Pensò in preda al panico, eppure stava veramente guardandosi; si avvicinava a loro col pugnale in mano... voleva ucciderli? No! Non poteva!

Ahhhhhhh!!!!” Mares urlò e fece cadere il pugnale, doveva liberarsi da se stesso! Suonava strano ma era cosi che doveva fare, i ragazzi si addossarono alla parete spaventati a morte.

Terwim e il Guaritore sentirono gli urli e un rumore forte. Corsero fino alla camera del giovane e spalancarono la porta. Terwim si paralizzò sul posto. Il comò era piazzato in mezzo alla stanza, dei Cadetti tremanti stavano fissando Mares che, in preda al dolore, impugnava uno stiletto. Terwim si precipitò da lui, gli mise una mano sulla spalla e lo fece voltare:

Ehi! Guardami! Stai ben...?” si interruppe a metà.

Mares lo stava fissando... con due lucenti occhi viola.

Allora... beh! Colgo l'occasione per dire un sincero grazie a quelli che mi hanno seguita fin qui, questa mia storiella è nata ben 5 anni fa, infatti i primi capitoli sono stati scritti allora; poi l'ho abbandonata un pò per un blocco un pò per la scuola.
Se avete qualche consiglio da darmi, sono tutta orecchi! ^^
Alla prossima!


 

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Capitolo 10
*** Capitoli 12 e 13 ***


 

 Capitolo 12 

 

Si alzò a sedere di scatto portandosi una mano alla testa, ansimante. Era accaduto! Aveva sentito una scossa, il potere latente del ragazzo si era svegliato, e lui dov'era? Guardò le lenzuola, le tende alla finestra e capì: la Corte degli Amanti. Era venuto a cercarlo li ma lui non c'era e doveva andare a quella dei Combattenti. La ragazza accanto a lui si mosse, era voltata in giù e mostrava una schiena perfetta. Sorrise, non poteva negare di non essersi rilassato... quelle ragazze erano dannatamente brave! Si destò anche lei:

Mh? State bene?” chiese tirandosi, pudicamente le lenzuola.

Si, mi sento molto meglio ora. Grazie.” rispose lui, scese dal letto e cercò la biancheria, le sue cose; doveva ripartire subito. Ora che la situazione si era fatta pericolosa. Sentiva il bisogno impellente di contattare Mares, non poteva più permettersi ritardi.

Vi ringrazio, avverto la Prima che state partendo.” disse lei alzandosi, ma lui non voleva altri incontri con quella donna... l'avrebbero solo rallentato. Con uno scatto fu davanti alla ragazza, la prese delicatamente per le spalle e la guardò negli occhi, che divennero opachi... l'ipnosi funzionava. I suoi si colorarono di rosso, attivando il potere.

Non andrai dalla Prima, vestiti e torna dalle tue compagne... non fare parola di questo con nessuno.” gli disse con voce bassa, impresse l'ordine nella sua memoria.

La ragazza se ne andò poco dopo un poco stordita, l'ipnosi non andava mai bene perché provocava dei danni alle cellule nervose ma scosse la testa; Mares aveva la priorità. Aprì la finestra, era al sesto piano, un umano normale si sarebbe ucciso, ma lui non era normale. Si gettò dal parapetto senza indugio, un attimo prima di spiaccicarsi al suolo fece una capriola e si trovo in piedi, pronto a partire. Guardò in alto per accertarsi che nessuno l'avesse visto poi si diresse alle stalle, pagò lo stalliere, prese il suo cavallo e partì. Se si fermava solo per far riposare il cavallo sarebbe arrivato in un giorno.

Resisti Mares, sto arrivando.” disse mentre si allontanava rapidamente dalla Corte. Se il potere del ragazzo veniva frainteso poteva rischiare la vita... e questo lui non poteva permetterlo.
 

Capitolo13

La testa gli doleva terribilmente, come se sopra ci fosse passato un carro. Non capiva dove fosse, ma sentiva il freddo sotto di sé e le mani gli erano state legate dietro la schiena, le caviglie immobilizzate con catene. Una nuova fitta lo fece sprofondare nell'incoscienza.

Qualche minuto, ora o giorno, ormai non aveva più la nozione del tempo, sentì dei passi avvicinarsi, che fossero di Terwim o del Generale o qualsiasi altro non importava basta che facessero smettere il dolore! Aprì gli occhi di scatto e li sentì pieni di lacrime... già Terwim, cosa poteva aver pensato di lui? O meglio cosa lui gli aveva fatto? Si, perché Mares non ricordava niente. Cosa facevano la sua Guardia con un Guaritore nella sua stanza? E quei ragazzi? Cercò di ricordare, di rimettere insieme i pezzi del puzzle... ma il mal di testa era insopportabile. Finalmente la porta si aprì e nella semi oscurità, rischiarata da tre torce appese al muro, riconobbe il Generale Wars e Terwim. Cercò di mettersi meglio ma anche il suo corpo era andato in sciopero. Ma riuscì con qualche sforzo a rimettersi seduto. La Guardia prese posto a qualche passo da lui, il Generale rimase in piedi a passeggiargli davanti. Fu proprio lui a parlare per primo:

Mi è stato riferito che stanotte hai attaccato dei Cadetti.” iniziò, quello era il tipico tono da interrogatorio... lo stava trattando come un criminale! Mares ci pensò su, poi decise che dire la verità era la strada migliore.

Suppongo di si...” rispose, il Generale si fermò di scatto e con una sola falcata gli fu davanti. Si sentiva la rabbia trasudare dalla sua pelle, tant'è che il ragazzo tremò.

TU SUPPONI?” lo prese per le spalle e lo levò in aria, come se fosse fatto di piume.

Hai attaccato i miei allievi, spaventandoli a morte tanto è vero che si rifiutano di uscire dalle loro camere per paura di vederti! Non contento hai attaccato la tua Guardia e per poco non le staccavi un braccio! Il Guaritore, terrorizzato è venuto nella mia camera a dirmi che “Il ragazzo amante è impazzito!”, testuali parole, mi precipito in camera tua; e cosa vedo? Tu con uno stiletto in mano che cerchi di mozzare il braccio di Terwim! Per di più con quel strano colore negli occhi!” Mares credette che il Generale potesse esplodere da un momento all'altro, lui invece si sentiva morire. Venire scosso a quel modo non era per niente piacevole e la testa gli faceva ancora più male! Una cosa però lo stupì: Terwim se ne stava seduto a guardare, senza muovere un muscolo o parlare. Era cosi arrabbiato per quello che aveva fatto?

Mi... dispiace! I-io non volevo! Generale, mi deve credere!” si difese fissandolo negli occhi.

Come posso, Mares? Come...” sembrò calmarsi, abbassò il capo e rimise il ragazzo a terra. La Guardia si mise una mano sulla fronte scuotendo la testa.

Tu hai... fatto qualcosa?... o meglio, Ti hanno fatto qualcosa?” il Generale si era seduto; l'esplosione di rabbia allora era una scenata... probabilmente per far prendere paura al giovane.

Io... non lo so, Generale. Veramente.” rispose Mares, pregò gli dei che Wars gli credesse. L'uomo trasse un lungo respiro, sembrava diventato vecchio tutto di colpo; effettivamente ora che Mares lo guardava meglio poteva scorgere le rughe sul suo viso... che prima non aveva notato. Doveva essere sulla cinquantina.

Vedi, non è stato il gesto che ha scosso tutti... erano i tuoi occhi ad essere anormali. Quelli mi hanno fatto paura... e credimi se ti dico che non mi impressiono facilmente.” sorrise ironico sul finale. Mares non capiva perché due occhi potessero dare paura. Terwim si protese in avanti e gli slegò le catene dai piedi e le corde, il ragazzo si massaggiò polsi e caviglie. Bene! Oltre alla testa ora ho pure le giunture andate! Si disse sbuffando.

Mares, ora rispondi sinceramente... cosa ricordi della notte appena passata?” perché era così freddo? Parlò con voce atona, sembrava essere tornato al primo momento in qui l'aveva visto. Al ragazzo vennero le lacrime agli occhi. Si rivolse a Wars.

Umyter e gli altri ragazzi erano venuti nella mia stanza... io non stavo bene e Terwim mi era andato a prendermi da mangiare. Quelli sono arrivati e hanno cominciato a molestarmi. Non so perché la testa iniziò a farmi più male del solito e sentivo il mio corpo caldo... poi... ehm... poi ricordo... una donna, con un bambino... e del fumo viola.” si interruppe mugugnando di dolore. Il generale e Terwim si guardarono. La sua Guardia scivolò vicino a lui e lo abbracciò forte, Mares tossì:

Scusami! Io... ho avuto paura, mi dispiace Mares!” il ragazzo era sicuro che di li a poco Terwim scoppiasse a piangere. Wars si schiarì la voce.

No, cioè fate pure...” disse imbronciato. L'altro tornò al suo posto. Mares sorrise, più o meno si era risolto tutto, no?

Pensi che sia finita qui? Torna di sopra, fatti un bagno e vieni nel mio studio insieme alla tua Guardia.” disse il Generale. Poi si volse ed uscì dalla cella.

Il ragazzo ebbe un sussulto, ecco dov'era! Nelle segrete della Corte! Ma certo, quel posto fungeva anche da carcere per il Governo! Si guardò intorno, la sua cella era la metà della camera con un letto di legno addossato alla parete, la sua divisa della Corte degli Amanti era completamente sudicia. Terwim lo aiutò ad alzarsi e lo accompagnò fuori nel corridoio. L'odore di muffa dava il voltastomaco; altre celle come la sua erano disposte in fila e numerate, da alcune venivano fuori delle mani incatenate. Mares si strinse alla Guardia per non vedere chi c'era all'interno delle celle. Gli bisbigliò qualcosa come “Andiamo via.” e insieme salirono la scalinata verso la luce.

Ritornare in superficie fu una liberazione, non era mai stato in una prigione e si augurava di non ripetere più l'esperienza. Mentre tornavano ai piani di sopra Terwim spiegò a Mares che nessuno sapeva dell'accaduto, al Guaritore era stata data una botta in testa che se ricordava il proprio nome era un miracolo.

Poveretto però! Che violenza.” commentò il ragazzo entrando nella camera.

Preferivi che andasse in giro a raccontare a tutti quello che aveva visto?” gli rispose uomo chiudendo la porta. Mares sbuffò, ovvio che non lo voleva! Ma esisteva l'ipnosi! Il comò era stato rimesso al suo posto, aveva la vaga sensazione che fosse da un'altra parte ma si disse che la sua mente ancora doveva riprendersi. Una nota positiva c'era. Il dolore stava sparendo... ora non era altro che un sordo palpito. Il suo corpo però era stranamente provato, infatti non riusciva a sbottonarsi la giacca.

Due mani grandi fecero capolino dalle sue spalle, Mares sorrise.

Ah! Se non ci fossi io.” sospirò Terwim, gli levò la giacca e la camicia lasciandolo a torso nudo. Poi girò e gli si inginocchiò davanti per aprire anche i pantaloni, il ragazzo continuava a guardarlo. Lui ricambiò lo sguardo; il suo però era pieno di sotto intesi.

Pervertito.” disse Mares andando verso il bagno. Mentre apriva l'acqua sentiva l'altro aprire gli armadi.

Vedo che hai degli ottimi gusti in fatto di moda!” gli disse alzando la voce per coprire lo scroscio dei rubinetti. Il ragazzo rise divertito e tastò l'acqua, chiuse le manopole, si immerse. Era stata una notte decisamente movimentata e un bagno ristoratore non poteva fargli che bene! Aveva il corpo pesante, per non parlare dei polsi e delle caviglie! Tirò su le gambe, poggiandole sul bordo della vasca. Gli faceva male dove le catene avevano stretto. Avrebbe dovuto mettere della crema.

E' una provocazione la tua?” era la voce di Terwim che, appoggiato allo stipite del bagno, lo guardava. Mares reclinò indietro la testa e gli sorrise. L'uomo si avvicinò al suo viso e lo baciò. Ancora, ma con l'unica differenza che introdusse anche la lingua, il ragazzo gli circondò la testa bagnandogli i capelli, ormai ci era abituato. Non gli dava fastidio che la sua Guardia lo baciasse... lui poteva. Che mi stia...? appena iniziò a formulare il pensiero una mano lo riportò alla realtà facendolo gemere.

Terw... ma che sta...?!” disse tra le labbra dell'uomo, ma non c'era bisogno di spiegazioni capiva benissimo ciò che gli stava facendo, la mano grande dell'altro accarezzava lentamente i testicoli facendolo diventare duro. Lo voleva davvero? Era giusto stare li a farsi eccitare da Terwim e non opporre resistenza? E sopratutto dopo tutto quello che aveva passato a causa del sesso? Mares si faceva domande su domande ma la sua Guardia prese il suo silenzio per un via libera e cominciò a muovere la mano con decisione.

Terwim si era dato un contegno fin da subito, ma gli sarebbe sicuramente saltato addosso molto prima! Essendo attaccato a Mares tutti i giorni era la persona che “rischiava” di più. Ma quando l'aveva visto nudo avviarsi al bagno ne rimase shoccato: com'era possibile che esistesse un corpo tanto perfetto? Si capacitò di essere eccitato praticamente dopo tre secondi che il ragazzo era sparito. E li sorgeva il bivio; lasciarlo lavare con calma o andare da lui? Beh! Inutile dire che la seconda tentazione aveva vinto.

Mares iniziò a fare fatica a trattenere i gemiti, da una parte l'estasi dall'altra l'orgoglio di non darla vinta all'uomo. Doveva ammettere però che Terwim si impegnava molto! Sorrise malizioso:

Credi che ceda... tanto facilmente?” gli sussurrò a fior di labbra, il vapore e l'acqua calda non aiutavano l'autocontrollo. Ma lui era un ragazzo addestrato ad amare e questo comprendeva anche una certa dose di disciplina, mosse il bacino a ritmo della mano di Terwim; voleva vedere se resisteva al tirarlo fuori dalla vasca e possederlo.

Dannato Mares! Pensò la Guardia quando sentì il ragazzo provocarlo. Non aveva messo in conto che potesse essere tanto difficile! La parola “arrendersi” non faceva parte del suo vocabolario, lo trasse fuori dalla vasca e lo fece distendere sul tappeto di orso. Ora avrebbe assaggiato un po' della sua determinazione:

Scoprirai quanto sono ostinato.” gli disse prima di spingergli la testa verso il basso, scese baciandogli il collo, non aveva mai fatto una cosa del genere ad un uomo... meglio dire che nemmeno con una donna l'aveva mai fatto. Per lui il sesso rappresentava solo un mero piacere carnale e, ad essere del tutto sinceri, pure un poco violento. Ma con Mares era diverso, non avrebbe mai potuto fargli male. Continuò fino ai capezzoli del giovane che non perse tempo a leccare; quelli divennero turgidi e anche il loro padrone si stava lasciando andare.

Mares afferrò saldamente la pelliccia su cui era disteso, pizzicava sulla schiena ma in quel momento sia freddo che prurito erano le ultime cose a cui pensava! La cocciutaggine umana era tra le cose che aveva studiato e che capiva di più. Gemette sotto i denti di Terwim che lo stavano mordendo, con il ginocchio gli diede una botta in testa o almeno ci provò.

Ma che... fai?” gli disse la Guardia ridendo.

Mi... mordi!” rispose il ragazzo gemendo, gli permetteva di eccitarlo ma non di ferirlo, ma stiamo scherzando? L'altro comunque si riconcentrò sul “lavoro” scivolando più giù fino all'inguine di Mares.

Ti avevano mai fatto questo?” gli chiese tra un bacio e l'altro, avvicinandosi sempre di più al sesso del ragazzo ormai privo di controllo.

No... mai.” rispose lui con un sospiro di attesa, non aspettava altro che Terwim lo soddisfasse! Ma l'uomo aveva deciso di farlo penare, di farlo sentire completamente impotente... che dolcissima crudeltà.

Mares! Terwim! Allora! Ci vogliono due ore per fare un bagno!?” una voce profonda e parecchio arrabbiata li fece sobbalzare entrambi, era il Generale Wars che stava battendo alla porta della stanza.

La Guardia si mise in piedi e fece cenno a Mares di vestirsi, il ragazzo spaventato e imbarazzato corse nella stanza da letto e si infilò in fretta una delle sue divise.

Muoviti!” gli disse piano Terwim che intanto si stava rassettando i capelli e sistemando la cotta.

Certo che ha un tempismo...” rispose scocciato il ragazzo mentre si abbottonava la giacchetta; ma aveva le mani ancora tremanti, un bottone si e l'altro pure non stava chiuso.

Guardate che se non uscite entro tre secondi butto giù la porta!” intimò Wars alzando ancora di più la voce.

Uno...” iniziò a contare, i due si guardarono in preda al panico e mentre Terwim sistemava i panni di Mares, mandandoli giù in lavanderia, il ragazzo tornava in bagno a svuotare la vasca e asciugare il pavimento

Due...” un altro conteggio e la porta sarebbe saltata, i due si diedero un'occhiata e decisero che erano presentabili.

Tre!” la porta venne aperta da Terwim che fece il saluto al Generale e fece uscire Mares. Il giovane non guardò l'uomo negli occhi ma poteva sentire che tipo di sguardo gli stesse lanciando.

Chiedo perdono Generale per il ritardo...” disse la Guardia cercando un tono calmo e deciso.

Ora non venitemi a dire che l'acqua non veniva calda!” disse con sarcasmo Wars, poi rise e gli esortò a seguirlo. Mares e Terwim si guardarono rossi in viso; erano stati scoperti e pure in fragrante! Rimanendo dietro al Generale i due si presero per mano.

Ok, sto avendo non pochi problemi coi font, non riesco più a far venire fuori i capitoli attuali come i primi. Per esempio: Schiaccio il grassetto e non mi viene, faccio per cambiare carattere e non lo cambia u.u Siccome non sono una cima in computer e in codici e quand'altro se qualcuno vuole aiutarmi è ben accetto! ^^
Bene, spero vi piacciano i nuovi pezzi, buona lettura e a presto! ^^

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Capitolo 11
*** Capitoli 14 e 15 ***


Capitolo 14

Durante la notte.

Se lo sentiva, se lo sentiva, il ragazzino non era normale! Come può essere normale un ragazzo che fa la puttana? Il Generale aveva appena deciso di mettere Mares nelle celle sotto la Corte; una notte li dentro gli avrebbe chetato l'animo. I tre Cadetti erano talmente sotto shock che si erano chiusi nelle loro camere, rifiutandosi di uscire. Li avrebbe congedati l'indomani... ormai avevano perso il sangue freddo, non avrebbero più intrapreso la carriere militare. Si massaggiò le tempie e tornò nel suo studio. La sua Guardia era sicura di aver visto bene: il ragazzo aveva gli occhi viola. E quello decisamente non era normale! Gli occhi di quel colore portano solo guai! Ed erano finiti sotto il suo tetto. Riprese ad analizzare alcuni rapporti, c'erano delle ribellioni di popoli nomadi ai confini est e sud del Governo, e pretendevano tre divisioni per ogni confine? Ma che stiamo scherzando?? pensò sgranando gli occhi. Gettò le carte sul tavolo, si era stufato anche di quelle. Nascose il viso tra le mani... troppi grattacapi in poco tempo.

Sentì bussare alla porta:

Avanti!” rispose ricomponendosi svogliatamente, era una delle Guardie notturne.

Signore, mi spiace disturbarla a quest'ora ma...” cominciò quello a manetta.

Si, si... vai al punto.” rispose con un gesto il Generale.

Ecco, c'è qualcuno che chiede del ragazzo amante...” disse abbassando la voce.

Wars alzò le braccia in segno di esasperazione. “Ma è possibile che da quando Mares è qui tutti lo cerchino? Viene mezzo stuprato, aggredisce delle persone e sviene, lo porto in cella... cos'altro ancora?” esclamò alzando la voce.

E pensi che è solo l'inizio.” una voce arrivò dal corridoio, Wars alzò gli occhi e davanti a sé vide un giovane incappucciato, con gli stivali logori... ad occhio e croce non doveva avere più di vent'anni. La Guardia chiese congedo ed uscì, chiudendo la porta.

Rimasero in silenzio. Lo sconosciuto non si degnò nemmeno ne di salutare ne di togliere il cappuccio. Wars si appoggiò allo schienale alzando il mento.

Allora... tu saresti?” iniziò con sufficienza, già capiva che gli sarebbe stato antipatico.

Sono venuto a vedere Mares Ivrie, urgentemente.” rispose questi.

Spiacente, ora è in cella.”

In cella? Perché mai?” sembrava allarmato, il Generale rise internamente.

Diciamo che è per calmargli i bollenti spiriti.” rispose.

Beh! Non mi interessa, devo incontrarlo!” ribatté questi stizzito.

Senti un po', ho già avuto abbastanza rogne non ti ci mettere anche tu, o ti mando a spalare letame!” gli lanciò un'occhiataccia che di solito zittiva tutti... di solito.

Non mi frega se lei è il Generale del Governo, io devo vedere il ragazzo! E sappia che non mi muoverò di qui finché non ci avrò parlato!” gli spose a tono, stringendo i pugni lungo i fianchi.

Fammi vedere chi sei.” gli intimò Wars, questi sembrò pensarci su perché non si tolse subito il cappuccio. Un sospiro e il mantello scese dalle spalle del giovane posandosi a terra con uno sbuffo di polvere.

Ancora una volta il cuore del Generale saltò un battito. Lo squadrò dalla testa ai piedi, possibile che fuori dalla Corte i ragazzi fossero tutti cosi belli? Portava dei semplici vestiti da viaggio, comodi ma resistenti; vita stretta e spalle larghe... faceva allenamento. Il viso era quello di un ragazzo che stava diventando adulto: pulito ma non squallido. E gli occhi...

Wars scattò in piedi estraendo un pugnale dalla cintola. Rossi, gli occhi del ragazzo erano rossi, lo stesso colore del sangue. Ma che prendeva a madre natura?

Lo sapevo che avreste reagito cosi.” disse con un sorriso il ragazzo, fece un passo avanti e l'uomo strinse la stretta sul pugnale.

Allora sapete... bene questo faciliterà la spiegazione.” continuò l'altro.

Cosa diavolo vuoi?” sibilò il Generale sull'attenti, conosceva quegli occhi... li aveva visti molte volte in battaglia, ma mai avrebbe pensato che simili esemplari fossero sopravvissuti!

Gliel'ho detto: voglio parlare con Mares.” sospirò il ragazzo.

Non sembra avere cattive intenzioni... pensò allentando la presa sull'arma, lentamente la ripose nel fodero e tornò a sedersi, non staccando mai lo sguardo dal ragazzo.

Bene... ora siedi e raccontami tutto.” concluse facendo segno al giovane di accomodarsi. Sperando, in cuor suo, che tutto si risolvesse.
 

Capitolo 15

Il Generale li condusse nel proprio studio e li fece sedere, Mares era ancora imbarazzato per quello che era, quasi, successo prima. Ma c'era una differenza: non si era opposto, anzi! Lo voleva. Desiderava essere toccato da Terwim, e non era sicuro che la cosa fosse del tutto normale... d'altra parte per il sesso aveva corso un sacco di rischi. Lasciarsi andare cosi era giusto? Era sicuro che anche la sua Guardia si stesse interrogando su quel fatto.

Faccio una premessa...” iniziò Wars sedendosi “Mares... dovrai accettare il fatto di non capire immediatamente tutto quello che verrà detto, e tu Terwim... a te il compito più gravoso...” si abbandonò allo schienale con uno sbuffo “Non cercare di ostacolare il fato, ne di impedirne il corso.” parlò con un tono serioso, come se stesse per annunciare una catastrofe. Ed in parte era cosi.

Su... non mi tenga sulle spine.” esortò Mares leggermente agitato, voleva capire il perché aveva quasi ammazzato Terwim e voleva farlo subito.

Temo di non essere la persona adatta per farlo.” rispose, poi si voltò verso la stanza adiacente allo studio; una specie di saletta privata, probabilmente serviva per gli incontri strategici. “Vieni!” chiamò.

Dall'ombra uscì il ragazzo incappucciato, ora completamente lavato e pulito, che indossava la divisa da Istruttore. Pantaloni di cuoio scuri, stivaletti scamosciati, una cotta a maglie finissime e una giacca blu sbottonata.

Ciao Mares.” esordì. Il ragazzo rimase interdetto, era una sensazione strana la sua... come se conoscesse quel giovane, ma era sicuro di non averlo mai visto.

Al contrario Terwim sembrò adirato, si mosse di scatto verso l'elsa della spada come ad estrarla, ma la voce del Generale lo fermò:

Tranquillo, non c'è nulla di pericoloso... te l'ho detto: non interferire.” disse l'uomo guardandolo intensamente, la Guardia ritirò la mano.

Mi scuso se la mia presenza crea problemi, ecco perché porto sempre il cappuccio.” disse indicandosi quella specie di sciarpa al collo, che evidentemente doveva essere il mantello. Mares guardò tutti aggrottando le sopracciglia:

Scusate... mi sembra di essere l'unico che non sta capendo nulla. Qualcuno avrebbe la compiacenza di spiegarmi?” disse con un tono ironico. Era stufo di essere trattato come una ragazzino, incrociò le braccia sul petto.

Terwim si lasciò sfuggire un sorriso, vedere il ragazzo fare quella faccia glielo rendeva più carino che mai, tornò a guardare lo sconosciuto... non era possibile che esistessero ancora quegli esseri! Era sicuro che il Governo gli avesse sterminati! Come ha fatto a sopravvivere? La cosa gli puzzava e poi il Generale... cosa diavolo voleva insinuare con “non interferire”. L'unica cosa che poteva fare era stare a sentire quell'essere, anche se la cosa non lo esaltava.

Hai ragione Mares, perdono. Anzitutto mi presento: mi chiamo Toruk Ormiftar.” iniziò prendendo una sedia e posizionandosi tra Mares e Tewrim, leggermente spostato indietro, cosi da non dare le spalle a nessuno.

La storia che devo raccontarti è composta da violenza e odio, spero tu non abbia un cuore fragile...” iniziò Toruk guardando Mares, che deglutì a fatica Cominciamo bene. Pensò sudando freddo. L'altro alzò un sopracciglio.

Credo tu sappia che il nostro territorio nazionale, retto dal Governo, confina con le Terre Aride a est e con il Regno di Ghota ad ovest. Ebbene la precedente legislatura voleva allargare i propri possedimenti e iniziò una guerra sanguinosa con entrambi i vicini. Il Governo di allora era forte, militarmente avanzato, questo grazie alle Armi.” sul finire della frase Mares lesse nella voce di Toruk dell'ira; infatti gli tremarono le mani. Sia Terwim che Wars tacevano, il primo ascoltando attento la storia, il secondo semplicemente per non interrompere visto che già l'aveva sentita.

Armi...? Cosa sono?” chiese Mares scuotendo la testa. Aveva un brutto presentimento, aveva sempre pensato che le armi fossero appunto quello: semplici oggetti dalle varie forme fatte per le battaglie ma lui parlava di armi dando una diversa connotazione. Toruk chiuse gli occhi e subito l'aria cambiò, si caricò di un forte istinto omicida, e un'ombra rosso sangue esalò dal suo corpo, quando riaprì gli occhi essi avevano cambiato colore... sempre rossi ma di un tono cangiante, intenso e capace di paralizzarti dal terrore. Mares si spaventò e quasi cadde dalla sedia, ma fu aiutato da Terwim che faticava a mantenere un controllo... non aveva mai sentito una cosa del genere; sembrava che la morte lo stesse abbracciando e questo gli faceva paura. Quello era il potere delle Armi.

Ecco... io sono un'Arma. E ne furono create altre durante la guerra, per avvantaggiarsi sui nemici.” spiegò Toruk mentre tornava normale, Mares era spaventato a morte. Sentiva l'impulso di uscire dalla stanza e scappare... ma non poteva, perché in cuor suo sapeva di dover ascoltare.

Spiega meglio... cosa sono quei poteri?” chiese facendo cenno dove poco prima era apparsa l'ombra, Terwim intanto si scambiava continue occhiate col Generale che pareva rilassato. Infondo il ragazzo gli aveva spiegato tutto e non c'era nulla da temere... o forse solo la reazione di Mares.

Le Armi sono in grado di generare illusioni nelle menti altrui, visoni di morte e distruzione che portano alla pazzia l'avversario, hanno un istinto omicida difficile da controllare se scatenato, fanno fuori chiunque gli capiti a tiro. Forza, agilità, destrezza e velocità superiori agli umani normali; nonché un innata bellezza...” sorrise sul finale, anche quella era una prerogativa delle Armi. Una bellezza capace di sedurre a scopo di disturbo, per poi attaccare e finire il nemico.

Terwim guardò Mares memore degli avvenimenti di poco prima, arrossì violentemente e si voltò dall'altra parte per non essere visto.

La guerra però si concluse con lo completo sterminio delle Armi, e l'ordine di destituire il Governo a favore di uno migliore. Una misera fine per delle aspirazioni gigantesche.” Concluse il Generale.

Terwim doveva sembrare uno stupido. Ma un pensiero gli attraversò la mente:

Possibile che tu... sia...” cercò di formulare la frase ma prima di ottenere una risposta a parole Toruk annui e Wars sospirò pesantemente.

Esatto Guardia, Mares è un'Arma.” sentenziò infine il ragazzo sorridendo.

Mares ci trovava ben poco da sorridere! Cos'era? Una di quelle cose? Li per li rimase spiazzato, incapace di chiedere qualsiasi cosa; anche perché non ci credeva! Il fatto della bellezza poteva essere casuale, anche Toruk era un bel ragazzo! Ed infatti è un Arma... ma questo non significa che lo sono anche io! Si disse in preda alla confusione. E i poteri di cui aveva parlato? Dov'erano? Lui non li aveva! Era un ragazzino normale a cui era capitata una sorte spiacevole... non c'entrava nulla con questa storia!

Senti... Toruk, io capisco che tu ti sia sentito solo... essere l'ultimo della tua razza. È tragico. Ma da qui a dire che io sono come te, no mi spiace ma non ci credo.” disse con aria funerea; quel tipo aveva certamente preso un abbaglio. Ma invece di rispondere si limitò a ridere, lo guardò ed allungò una mano sfiorandogli il viso.

Infatti... tu non sei come me. Tu sei migliore di me.” disse quasi sussurrando. Continuò ad accarezzarlo finché Mares non scostò quella mano con uno schiaffo.

Cosa vorresti insinuare!” sbottò arrabbiato, Terwim si meravigliò che potesse essere cosi aggressivo... doveva essere parecchio confuso da tutto quello.

Tu sei una versione migliore di me, aspetta!” Mares si era alzato e puntava a grandi falcate la porta, ne aveva abbastanza di quella storia! Non voleva sentire una parola di più. Prima che potesse uscire venne bloccato da una mano che gli torse il braccio dietro la schiena, sbattendolo contro il muro. Il Generale bloccò la Guardia che nel frattempo si era alzata.

Stammi bene a sentire Mares! Ho attraversato mezzo paese per trovarti! Son dovuto evadere di prigione tre volte, ammazzare non si sa quante persone... tutto per riuscire a spiegarti i tuoi poteri ed impedire di farti commettere altri omicidi! E tu come mi ripaghi? Scappando?” Toruk strinse la presa e Mares gemette tra i denti. Lo fece voltare e lo rimandò a sedere sulla sedia... tutto come se non pesasse nulla.

Allora spiega! Spiega, visto che hai faticato tanto!” gridò a sua volta il ragazzo, sentiva gli occhi pizzicare; ma non voleva mettersi a piangere.

Dopo la guerra un gruppo di scienziati recuperò il DNA delle Armi con l'intenzione di ricreare un nuovo esercito ed attuare un colpo di stato. Ma avevano visto che le normali Armi erano... difettose.” si sedette e fissò Mares negli occhi. L'altro sostenne lo sguardo senza cedere, li era entrato in gioco l'orgoglio.

I miei fratelli esaurivano i poteri. Se li usavano troppo essi si affievolivano... provocando la morte dell'Arma. Per questo modificarono il codice genetico per impedire che questo avvenisse.” continuò l'altro imperterrito. Era da un po' infatti che Toruk si sentiva debole, segno che i suoi poteri stavano scomparendo, ma non doveva permettere che accadesse... non prima di aver insegnato al ragazzo come controllarli. Lui era l'unico rimasto, di questo era certo e Mares era l'unico che era riuscito a scappare; doveva addestrarlo lo doveva fare per i suoi fratelli, per lui e per il bene del ragazzo. Una mano entrò nel suo campo visivo facendolo sussultare.

E poi?” era Mares che lo incitava a proseguire.

Beh... poi si iniziarono a fare altri esperimenti, per trovare la perfetta combinazione, i primi tentativi furono fallimentari. Ma poi si arrivò al codice definitivo. Dopodiché nacqui tu, insieme a tuo ''fratello''” riprese Toruk sistemandosi. Il ragazzo sbatté più volte le sopracciglia... Fratello? Pensò incredulo.

Io ho... un fratello?” balbettò incerto, si strinse le mani sulle gambe. L'altro annuì.

Avete madri diverse ma si, è nato insieme a te.” disse con un sospiro.

E hai conosciuto mia madre.”

Ci ho parlato non più tardi di quattro giorni fa.” annuì Toruk.

Mares rimase a bocca aperta, non solo aveva una specie di “famiglia” ma quel ragazzo aveva pure conosciuto sua madre! La sua vera madre! Magari se glielo chiedeva poteva portalo da lei!

No, levatelo dalla testa.” sembrava avesse colto i suoi pensieri, anche se non ci voleva molto per capire. Era consapevole di aver stampato in viso un sorriso enorme.

E perché scusa?” si lamentò.

Primo tua madre a quest'ora sarà già morta, secondo tuo ''fratello'' è un tuo nemico e terzo mi rallenteresti solo le cose.” elencò sulle dita. In modo sistematico e senza il minimo ripensamento. Una dopo l'altra le informazioni vennero registrate nel cervello di Mares e repentinamente il suo sorriso sparì, lasciando il posto ad un'espressione di puro panico.

Come... morta? Cosa stai dicendo! Ci hai parlato!” gridò.

Si, ma vedi quei tizi hanno spie disseminate dappertutto. Per questo ti dico che tua madre probabilmente... anzi no, sicuramente è morta. Chiunque riveli qualcosa del progetto viene eliminato.” sospirò Toruk.

Mares scosse convulsamente la testa, non voleva credere a quelle parole!

Non è possibile, no! Non ci voglio credere!” ribatté alzando la voce.

E' la verità che ti piaccia o no.” Toruk alzò le spalle, come se comunicare la morte di una persona fosse una cosa naturale.

E mio ''fratello''?” chiese Mares esasperato.

Tua madre mi spiegò che quando nascesti sembravi morto e che vi buttarono per la strada, l'altra donna che partorì invece diede alla luce un bambino perfetto. Sano e bellissimo. Ora non so bene che fine abbiano fatto quei pazzi... ma secondo le mie fonti e quelle del Generale dovrebbero trovarsi nella parte orientale del Paese.” disse lanciando uno sguardo all'uomo sulla poltrona che annuì pesantemente.

Terwim aveva perso da un po' il filo del discorso, in pratica non ci stava capendo più nulla! Si sentiva la testa pesante e piena di notizie troppo più grandi di lui, addirittura un complotto contro il Governo!

Veniamo di arrivare al dunque. Cosa vuoi da Mares?” disse infine rompendo il silenzio.

Principalmente sono qui per addestrarti.” rispose.

Adde... va bene, questa è divertente!” disse il ragazzo con un sorrisetto ironico. Tutti lo fulminarono.

Non sto scherzando. Se non impari a tenere sotto controllo i tuoi poteri essi si ritorceranno contro di te, e poi si che ci sarà da divertirsi.” gli disse Toruk puntandogli il dito.

Passiamo oltre: come pensi di farlo?” fece la Guardia.

Inizierei con l'allenare il corpo, quindi i tipici esercizi fisici quali corsa, addominali... cose cosi. Dopo procederei con...”

Da quel quel momento Mares si rifiutò di ascoltare; ma che erano tutti ammattiti? Quei tre, si perché era intervenuto anche Wars, se ne stavano a discutere di un piano di addestramento senza chiedergli cosa ne pensasse lui? Più di una volta aveva provato a entrare nella discussione senza riuscirci. Cosi se ne stette zitto incrociando le braccia la petto fissando il pavimento. Solo dopo una mezz'ora buona Terwim gli si girò verso di lui:

Allora Mares, ti piace come tabella di marcia?” gli disse sorridendo incoraggiante, lo stesso gli altri tre. Lui prese un respiro profondo poi si alzò:

Volete sapere quello che penso?” strinse i pugni lungo i fianchi mente gli uomini annuirono.

Penso che tutta questa storia è una balla! Penso che tu, Toruk sei un decerebrato che non ha nient'altro da fare se non abbindolare questo povero deficente di Generale e penso che tu, Terwim sia un maniaco represso! Ecco quello che penso di voi!” lo disse con quanta più rabbia riuscì a esprimere. Poi girò sui tacchi e sta volta uscì dalla porta, senza che nessuno lo potesse impedire.

Sia il Generale che Terwim si guardarono, l'altro si limitò ad osservare il punto in cui Mares era sparito.

Come inizio, non è male.” commentò Toruk.


Bene, credo di aver risolto i miei litigi coi font XD *esulta* Allora, il nostro caro protagonista si trova in mezzo ad una bella tempesta emozionale! Povero piccolo *-* e l'apparizione del nuovo personaggio porterà dei cambiamenti.
Spero vi piaccia! A presto! ^^

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16

Stava malissimo! Non solo fisicamente, era il suo spirito ad essere devastato. Era come se gli fosse piombato addosso un pezzo di montagna. Corse fino alla fine del corridoio, si guardò intorno... e ora? Con tutti quei giri che Terwim gli aveva fatto fare la Corte avrebbe dovuto conoscerla a menadito! E invece non aveva la minima idea della direzione da prendere. Girò a sinistra pendendo le scale per andare di sopra, almeno la sua camera era al secondo piano e lui stava al piano terra. Salì ancora e si trovò nel corridoio con le stanze degli Istruttori. In qualche modo c'era arrivato, Magari è il mio sesto senso da Arma. Pensò poi scosse la testa. No! Tutto quello che aveva detto quel ragazzo era una bugia e pure grossa! Insinuare che lui era una specie di mostro e tutte quelle altre cose sul Governo, complotti, esperimenti umani, fratelli... richiuse la porta di camera sua appoggiandocisi mollemente. Fratello, così l'aveva chiamato; nati lo stesso giorno ma lui era lo scarto, il fallimento. L'altro bambino invece era quello buono, quello da tenere. Si trascinò stancamente fino al letto e con uno sforzo enorme si tolse gli stivali; perché risultava tutto più difficile quando stavi male? Si tolse la sua divisa a fatica, era tornato il mal di testa e gli veniva da vomitare. Se il pavimento si fosse aperto, inghiottendolo vivo, sarebbe stato meglio! Con rabbia gettò i propri indumenti per terra. Non si era mai sentito cosi... amareggiato, frustrato e preso in giro come in quel momento! Lui che sa controllare le emozioni e disciplinare la mente, ammaliare i sensi e godere dell'amore, lui che era riuscito a farsi rispettare nonostante i pregiudizi, l'unico e il solo Amante uomo del paese... piangeva lacrime di solitudine e disperazione. Tutto quello che aveva faticosamente conquistato era andato in pezzi con quell'omicidio. E quando sembrava che li alla Corte le cose andassero meglio ecco che una nuova nuvola nera era pronta a scatenare i tuoni! Un singhiozzo riempì il silenzio della camera, poi un altro e un altro ancora. Mares si buttò sul letto abbracciando il cuscino, stringendo i denti pensava di trattenere le lacrime ma quelle continuavano ad inondargli le guance, le spalle presero a tremargli e solo in quel momento si rese conto che era impossibile controllarsi. Sconfitto da se stesso si abbandonò al pianto.

Intanto al pian terreno.

Bene, signori. Io direi di chiudere qui per oggi. Toruk sarai ospite della Corte, ti verrà assegnata una stanza, colazione, pranzo e cena saranno servite nella Sala Grande. Per il resto aspetteremo domattina... lasciamo il giovane Mares tranquillo.” il Generale parlò lentamente alzandosi dalla poltrona; l'unica cosa che voleva era un bagno caldo per rilassare le membra. La giornata era stata pesante.

Terwim aveva l'umore a terra, le parole di Mares l'avevano ferito. Maniaco represso? L'aveva definitivo cosi. Forse quello che stava per fargli prima non era ciò che voleva? Ma se gemeva beato vuol dire che gli piaceva, no? Non ci capiva nulla. Di tutto quello che riguardava Mares non capiva nulla! E quella storia dell'Arma... andiamo era assurdo. Va bene il complotto, quello ci stava; nel loro ambiente ne succedevano di tutti i colori. Ma arrivare a parlare di cose successe vent'anni prima ed insinuarne l'imminente ritorno... eh no! Quello era troppo, decisamente. Era tentato di andare in camera del ragazzo, ma il Generale lo aveva sconsigliato perciò avrebbe eseguito.

La prima parte del lavoro era fatta, ma non aveva previsto che il ragazzo fosse cosi cocciuto. Gli aveva detto la verità, aveva usato pazienza e lui lo ripagava dandogli del cerebro leso. Non era il massimo della cortesia, poteva capirlo in un certo senso; una verità del genere era difficile da accettare anche con tutti i buoni propositi del mondo.

Uscirono insieme dallo studio di Wars, il quale diede l'ordine ad un ragazzino di accompagnare l'Arma nella sua stanza. Terwim guardò l'altro andare via con passo flessuoso, come se non camminasse sulla pietra ma sulle nubi.

Terwim, tutta la faccenda è della massima segretezza. Non una parola, se non vuoi mangiare brodo per il resto della tua vita. Chiaro?” il Generale usò un tono duro, segno che il complotto era una realtà.

Il ragazzo dice il vero? C'è veramente qualcuno che trama in segreto?” disse dopo aver eseguito il saluto, come segno di comprensione.

Eh...” sospirò l'uomo ed una ruga gli attraversò la fronte “Si, sono arrivate molte voci... il Consiglio si sta adoperando per confermarle o smentirle. Ma per ora è tutto insabbiato.” dopodiché si diedero appuntamento a cena per parlare dell'addestramento di Mares. Sperando nella presenza del ragazzo, che però non si fece vedere.

Mares si destò stropicciandosi gli occhi, aveva dormito tutta la notte senza sognare. Strano, dopo tutto quello che era successo. Alzò le spalle e si alzò, appena fu in piedi un rumore giunse alle sue orecchie... come se qualcuno avesse stappato una vasca troppo velocemente, era il suo stomaco. Era da un giorno che non mangiava nulla, non ricordava se in cella avesse mangiato ma credeva di no; andò in bagno e si lavò la faccia per bene, togliendo ogni traccia della notte appena passata. Il suo sguardo andò al tappeto di orso e le immagini del giorno riaffiorarono prepotenti. Se non fosse arrivato il Generale lui e Terwim... scosse la testa cercando di darsi un contegno, nessuno sa quello che sarebbe potuto succedere! Erano stati interrotti e per il momento l'ultima cosa che voleva era riprendere dal punto lasciato in sospeso, anche alla luce delle parole che gli aveva sbattuto in faccia. Maniaco represso. Sicuramente la Guardia non l'avrebbe toccato più. A quel pensiero Mares tremò, la possibilità che Terwim non lo volesse era reale e se si fosse avverata? Ah! Troppi problemi Mares! Si disse, uscì dal bagno e si rimise la sua divisa azzurra, era inquieto: cosa avrebbe detto alla Guardia se si fossero incontrati? Avrebbe dovuto comportarsi freddamente come in teoria doveva essere? Chiedere scusa? O peggio... se fosse stato l'altro il primo a non rivolgergli la parola? Sbatté la porta della camera dirigendosi alla Sala Grande, per i corridoi sentiva il vociare dei Cadetti; arzilli e pimpanti già di prima mattina, chissà che espressione aveva lui? Scese le scale e svoltò a sinistra.

Il baccano dei giovani gli colpì le orecchie violentemente, non prestando attenzione ai discorsi si diresse al bancone dove uno sguattero unto e bisunto serviva la colazione: latte, due uova sode e del pane di segale. Se la fece bastare, con la fame che aveva avrebbe mangiato un polipo vivo! Trovò posto in un angolo del tavolo dei ragazzi del secondo anno. Essi lo guardarono per pochi minuti per poi perdersi di nuovo nei loro chiacchiericci. Mares iniziò a mangiare tagliando le uova in due e poi in quattro, un brontolio di stomaco più forte gli fece mandare al diavolo le buone maniere: divorò le uova in due bocconi poi mise il pane ammollo nel latte iniziando a ingurgitarlo senza masticare.

Ehi! Ti stai adattando?” gli chiese una voce e lui quasi non si strozzò. Toruk gli si sedette di fronte con un sorriso enorme. Mares emise un grugnito in dissenso.

Non hai altri posti in cui sedere?” si guardò intorno e vide che i tavoli degli ultimi anni erano praticamente vuoti. Tuffò il cucchiaio e riprese a mangiare con più calma.

Mi piace qui, si vede bene il giardino.” lo prendeva in giro? Dalla sua faccia pareva di si, alzava l'angolo del sopracciglio, segno di scherno o derisione. Viva il linguaggio del corpo! Pensò Mares ricordandosi delle lezioni alla Corte degli Amanti.

Mettiamo le cose in chiaro, Toruk. La mia opinione di te l'ho detta ieri sera e non è cambiata. Perdi tempo se tenti di convincermi del contrario, io non sono un'Arma.” alla fine della frase abbassò la voce in modo che potesse sentirlo solo lui. Voleva farla finita con quella storia al più presto, se doveva passare quattro anni li dentro voleva farlo nella maniera più “tranquilla possibile”.

Mares... a dispetto di quello che credi io non ho mentito. Non vuoi credermi? Peggio per te, quando ti troveranno spera solo che la tua Guardia sia nei paraggi e che sia preparata a respingere gli attacchi mentali.” usò un tono sprezzante, poi fece per andarsene ma Mares lo trattenne.

Mi cercano?... chi?” lo stava guardando con gli occhi sgranati e perché non l'aveva detto ieri sera?

Non ho notizie certe al momento, ma si ti cercheranno. È per questo che sono qui.” si rimise seduto, allungò una mano e sfiorò la guancia dell'altro.

E' difficile da credere, lo so. Ma devi farlo, devi accettare la realtà. Io sono qui per aiutarti, non sono un tuo nemico! Ma un alleato.” aprì il palmo e Mares poté sentirne il calore. Era grande come quella di Terwim. “Quei tuoi occhi, sono una benedizione.” continuò, poi i suoi si illuminarono di rosso rubino, fu un attimo ma il ragazzo li vide chiaramente. Suo malgrado sorrise. Il primo vero sorriso da quando aveva lasciato la cella.

Va bene, io... sono disposto a darti una possibilità.” disse scostandosi da quel tocco. Riprese a mangiare e l'altro fece lo stesso, rimasero in silenzio fino alla fine del pasto.

Allora! Andiamo nei giardini interni che ti metto subito all'opera!” Toruk batté le mani con un sorriso enorme, Mares invece tremò al pensiero di fare attività fisica... che non fosse l'amore.

Non mi farai correre spero...” esalò terrorizzato.

Correre, saltare, fare flessioni, addominali...” elencò altre cose ma l'altro era talmente spaventato da scollegare l'orecchio dal cervello. Toruk se ne accorse e proruppe in una risata divertita.

Tu ridi, ma per me è una tragedia! Sai che sono svenuto una volta perché sono stato troppi minuti a cavallo?” disse alzandosi insieme per portare via il vassoio vuoto. Si incamminarono verso l'uscita e mentre loro uscivano Terwim stava entrando leggermente affannato. Quando i suoi occhi incontrarono quelli di Mares ci fu immobilità totale. Era come se il tempo scorresse a rallentatore. Era il momento cruciale, uno dei due doveva parlare, Mares doveva scusarsi... quelle cose infondo non le pensava! Bastava una parola. Una sola e tutto sarebbe tornato come prima! Ma nessuno dei due si mosse; alla fine Toruk prese in mano la situazione:

Mares ed io stavamo andando ad iniziare gli allenamenti, vuoi assistere Guardia?” chiese. L'altro si riscosse.

Eh? No, io... ho da fare. Buon lavoro.” farfugliò lanciando ad entrambi uno sguardo sfuggente.

Mares lo seguì fissando la sua schiena con un misto di tristezza e malinconia. Gli mancavano i sorrisi di Terwim ed il suo tocco. Toruk gli mise una mano sulla spalla guidandolo verso l'esterno della Corte. Il ragazzo guardò quella mano e cercò di ricordare le carezze della sua Guardia... Non c'è paragone. Decretò, un nodo gli prese lo stomaco serrandogli le viscere in una morsa che somigliava pericolosamente all'amore.

Eccomi qui! Beh... che dire Mares è un pigrone! XD Se una cosa non gli piace non la fa, ma agli allenamenti non può sottrarsi, e Toruk è un maestro esigente. La nostra cara Guardia invece è offesa; comprensibile se il mio ragazzo mi venisse a dire che sono una maniaca come minimo gli tirerei la sedia in testa XD
Spero vi piaccia il nuovo pezzo! A presto! ^^

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17

A destra, da sotto, infine a sinistra. Le vedeva, riusciva a prevedere le mosse dell'avversario ed agire di conseguenza; non era molto che praticava quel tipo particolare di arte ma con tutto quello che aveva imparato in precedenza, per lui, era un gioco da ragazzi! Sorrise biecamente ed atterrò il suo insegnante. Dal fondo della sala applaudirono.

Stupefacente! Hai iniziato da poco ma riesci a sconfiggere un Maestro!” l'uomo si alzò dal tappeto fece il saluto al giovane ragazzo poi andò via.

E' stata una bazzecola.” fece lui asciugandosi col panno di cotone pregiato, certo che quegli scienziati pazzi avevano proprio della bella roba!

Oh, no! Non era per nulla facile imparare il Log Kar come hai fatto tu, ed in cosi poco tempo.” l'uomo si fece avanti. La tunica bianca svolazzava rasente al pavimento di moquette bordeaux, il suo passo era un poco traballante e pendeva sulla sinistra. Si doveva essere fatto male in passato, magari sul ginocchio. Aveva le mani davanti a se incrociate come se stesse pregando ed in viso un'espressione entusiasta.

Ah... mi stai studiando?” fece quando fu vicino al giovane.

Le vecchie abitudini sono dure a morire...” borbottò lui rimettendosi gli stivaletti di cuoio nero. Si alzò diritto guardando fisso davanti a se, con un livello di autostima che superava i picchi storici.

Ma guardati... fino a due anni fa eri poco più di un ragazzino, ed ora! Puff! Sei un uomo! Merito nostro e tanto, tanto merito tuo. Seram, i tempi sono ormai maturi.” sul finire della frase il tono felice si tramutò in uno carico di intensità.

Dunque i miei sensi non mi ingannano, 'lui' è sopravvissuto.” quel lui gli uscì come un'offesa.

Si, pensavamo fosse morto. Ma ahimè! Ci sbagliavamo.” era rammaricato, ma sinceramente non si spiegava come potesse essere successo! L'aveva tirato fuori lui da quella ragazzina e non respirava; come abbia fatto a vivere non se lo capiva. Ma piangesi addosso non era nel suo stile, Seram era forte e certamente più forte del suo 'fratello' scartato. La vittoria questa volta sarebbe stata loro! Il Governo sarebbe caduto e il Paese si sarebbe inginocchiato ai suoi piedi! Sorrise in tralice a quei pensieri gloriosi.

Oh! Si sente bene?” la domanda del ragazzo lo riportò brutalmente alla realtà. Non si poteva sognare un po'? Si incamminarono entrambi verso le scale.

Se quel ragazzo è vivo, si è accorto dei suoi poteri?” chiese Seram.

Dalle miei informatori risulta che il giovane sia agli arresti alla Corte dei Combattenti per un omicidio. Quindi deduco che si, le sue abilità iniziano a svilupparsi.” ammise con un sospiro l'uomo. “Ma di questo non devi preoccuparti! Tu sei più forte! È da quando sei piccolo che ti alleni per questo, quel ragazzino non sarà un problema. Lo ucciderai facilmente.” continuò gesticolando alacremente.

Raggiunsero le scale a chiocciola e le risalirono, le sale per il suo addestramento privato erano parecchi metri sotto terra e ci misero dieci minuti buoni per tornare in superficie. L'uomo aprì la porta e si trovarono nella sala delle conferenze. Uno stanzone enorme in pietra grezza color pece, su tutte e quattro le pareti vi erano rappresentati draghi ed altri esseri mitici. Due colonnati paralleli sostenevano il soffitto anch'esso, decorato con motivi battaglieri. Al centro cadeva un elaborato lampadario di ferro battuto. Tutto in quel posto era un misto di sfarzo e semplicità, certo non erano proprio nel centro della vita mondana ma alle volte si tenevano feste e banchetti ai quali Seram badava bene a non mettere piede, odiava la calca delle persone.

Si avvicinarono alla balconata dove di solito il padrone di casa parlava alle sue genti. Si trovavano nei pressi delle Terre Aride e li la giurisdizione del Governo era più debole, perciò si erano formati dei piccoli feudi indipendenti... robe piccole, di poco conto che non facevano muovere il sedere di quei Consiglieri aristocratici.

La luce rossastra del tramonto rifletteva i toni della terra colorandoli di arancio, giallo e carminio. Seram guardò il sole buttarsi oltre le Vette Punta, i suoi occhi si colorarono di viola. L'altro se ne accorse:

Presto torneremo a casa, e ci riprenderemo ciò che ci appartiene.” disse con fervore. Ma il ragazzo continuava a fissare l'orizzonte, senza degnarlo d'attenzione, a volte non capiva il comportamento di Seram; per quanto si sforzasse di farlo nel momento stesso in cui pensava di averlo raggiunto egli smentiva le sue convinzioni mandandolo in confusione.

Non devi temere il tuo misero fratello, non può nuocerti. Se le facoltà non vengono disciplinate ingigantiranno fino a distruggere chi le porta.” continuò l'uomo poi sospirò voltando le spalle al sole.

Anche il più sgradevole dei boccioli può diventare una splendida rosa.” commentò finalmente il giovane, riferendosi all'altro ragazzo.

Era vero che poteva morire da solo per colpa della sua natura, ma lui preferiva farlo fuori mente era debole ed indifeso. Sperava solo che le armate fossero pronte in tempo. Poggiò le mani sul davanzale ed alzò il mento.

Spero solo che tu abbia ragione, se dovessi sbagliarti... beh! Mi dispiacerebbe perdere una persona come te.” disse Seram con una certa malignità nella voce. L'uomo al suo fianco tremò, le Armi erano tremende... bellissime ma spaventose. Lui l'aveva creato e, teoricamente, a lui doveva obbedire; ma in pratica era solo il galoppino, il servo. Il potere di Seram era come una bomba ad orologeria lui poteva limitarsi a piazzarla.

Il sole sparì altre le Vette Punta portandosi via gli ultimi bagliori di luce. In quella fioca penombra che annunciava l'arrivo della notte gli occhi di Seram sembravano più terrificanti del normale... brillanti e spietati fissavano il mondo con superiorità, l'uomo faticò a trattenersi dallo scappare. Doveva stare attento, era una sua creatura ma avrebbe potuto toglierlo di mezzo in qualsiasi momento. E questo non faceva bene al suo piano.

Bene, rieccomi qui ^^ C'è una... due novità! Due personaggi nuovi! Finalmente si conosce il fratello di Mares! Nei due nomi c'è una particolarità, magari sarà banale ma quando l'ho pensata mi è piaciuta molto.
Buona lettura, spero vi piaccia. A presto!

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18

Stai scherzando vero?” Mares guardava esterrefatto il percorso ad ostacoli che Toruk e l'Istruttore di Pratica avevano preparato per lui, già il fatto di correre intorno alla Corte era stato sfaticante... e aveva solo una tazza di latte nello stomaco! La mia morte è vicina, lo sento! Pensò mentre ciondolava vicino all'altro ragazzo, che al contrario sembrava entusiasta del lavoro.

E perché dovrei?” rise togliendosi la giacca lasciandola per terra. Gli disse di guardarlo e si portò all'inizio del percorso che prevedeva: una corsa rapida dentro dei cerchi gialli sfalsati, una scalata di una parete di legno di tre metri, rimanere appesi ad una struttura di metallo procedendo solo con le mani, strisciare per terra al di sotto di una rete, attaccarsi ad una fune per superare delle buche piene di quello che Mares sperava fosse fango e per finire fare uno scatto di sette metri per poi saltare un ostacolo di legno alto un metro e mezzo.

Toruk iniziò a passare i cerchi con una rapidità ed eleganza assolutamente fuori dal normale. Mares sgranò gli occhi a tal punto che gli fecero male. Era sicuro delle azioni da fare e non indugiava. Per di più poteva “sentire” un leggero tremolio nell'aria... come fosse l'illusione ottica di qualcosa di caldo sotto il sole d'estate. Era lo stesso effetto. Tokur si era portato alla fine del percorso con una rapidità disarmante, Mares scosse la testa: Come minimo mi fratturo un braccio. Pensò sconsolato. Il ragazzo rimase aggrappato alle funi superando le buche; si tolse la cotta di maglia rimanendo a torso nudo. Per una persona cresciuta nell'ambiente dov'era cresciuto Mares vedere un paio di pettorali non era una novità... ma Toruk era tutt'altra storia! Il giovane rimase a fissarlo completare il percorso e dire all'Istruttore di rimetterlo in ordine.

Hai visto tutto?... Mares?” disse una volta tornato indietro, l'altro era rimasto con gli occhi sui sul suo torace. Era vero che le Armi avevano un fascino ipnotizzante! Aveva fatto effetto pure su di lui. Si sentì accaldato sul viso, sperò di non essere arrossito. Non per paura di essere visto da Toruk ma... Terwim. Non si erano ancora chiariti, o meglio LUI non gli aveva ancora chiesto scusa! Un tocco caldo sotto il mento lo fece trasalire.

La tua bellezza non ha niente da spartire con la mia...” gli occhi che lo fissavano erano rossi, splendenti... pericolosi. Per Mares lo erano perché aveva paura di perdersi dentro quel rosso. L'altro sorrise:

Cacchio... sei proprio carino.” sussurrò ad un soffio dal viso di Mares, doveva muoversi! Doveva togliersi! Ma per una strana ragione non ci riusciva. Toruk assottigliò lo sguardo come se volesse trafiggere il ragazzo, che tremò leggermente. I loro respiri si mescolavano... no, non poteva farlo! Non dopo quelle brutte parole dette alla sua Guardia! Muoviti! Muoviti! Avanti spostalo! Si ripeteva con insistenza ma i due rubini non lo mollavano un secondo; la distanza era ormai nulla e Mares poté sentire il tocco leggerissimo delle labbra dell'altra Arma. Chiuse ermeticamente gli occhi incapace di pensare alle conseguenze.

Scherzavo!” la presenza di Toruk si alleggerì di colpo lasciando il giovane spiazzato. Rise e si rimise la giacca abbottonandola fin sotto il mento. Una mano passò davanti al viso di Mares.

Ehi! Riprenditi! Dai era solo per punzecchiarti un po'!” gli diede una pacca sulla spalla ma l'altro non si mosse. Toruk sbuffò e poggiò anche l'altra.

Io stavo giocando... ma l'altra Arma non si fermerà. Ti farà impazzire, ti torturerà e poi ti ucciderà. Il nostro controllo mentale è ferreo e non ti da scampo, a meno che non sia lo stesso utilizzatore a smettere. Come ho fatto prima.” parlò molto seriamente.

Io... non riuscivo a muovermi, come se fossi legato da corde invisibili e poi... mi faceva paura il tuo sguardo. Sembrava volessi tagliarmi.” rispose cercando di spiegarsi al meglio; era difficile descrivere delle emozioni cosi intense.

Mh, capisco. Vuol dire che non sono proprio da rottamare!” rise Toruk gettando indietro la testa. Sembrava che la cosa lo divertisse molto.

Invece che stare li a ridere perché non mi fai iniziare il percorso?” lo sgridò Mares serrando i pugni lungo i fianchi. Il che lo fece sembrare come un bambino capriccioso.

Va bene, va bene... raggio di sole.” l'altro gli fece l'occhiolino e si incamminò all'inizio degli ostacoli. Mares gli corse dietro.

Come... lo sai?” gli chiese imbarazzato; in fondo era il modo in cui lo chiamava Terwim, gli sembrava passata un'eternità dal giorno in cui l'aveva incontrato la prima volta. Due occhi neri come la pece che lo guardavano come fosse, appunto, un piccolo sole.

Si accorse di stare piangendo solo quando una lacrima gli toccò le labbra, salata e carica di sensi di colpa. Devo chiedergli scusa! Non posso lasciare le cose cosi. Si ripeté fermamente, scacciò via il pianto e sospirò.

Oh, me lo ha detto ieri la tua Guardia.” rispose lui aggrottando le sopracciglia. Poi batté le mani e gli disse di cominciare. Mares si preparò meglio che poté e, invocando l'aiuto degli Dei, iniziò a passare i cerchi.

Dietro il muro intanto una figura stava trattenendo la rabbia a stento. Arma o non Arma avrebbe fatto capire a Toruk che Mares era solo suo. E che mai più doveva permettersi di chiamarlo con il SUO nomignolo. Gli era sfuggito di bocca mentre camminavano verso la Sala Grande ma non si sarebbe aspettato che lo usasse. E poi, poteva scommetterci, Mares prima stava piangendo. Imprecò a bassa voce e tornò dentro la Corte, certo il modo in cui lo aveva trattato la sera prima gli scottava ancora ma... dopo tutto quello che aveva sentito riteneva impossibile trattenere la frustrazione. Però... c'è modo e modo di sfogarla. Scosse la testa e imboccò il corridoio diretto al suo alloggio, un'altra Guardia gli venne incontro agitando la mano. Era da un po' che non faceva il turno di notte e quasi si era dimenticato di essere una Guardia Semplice e non Personale:

Ehi! Terw! Non ti si vede più in giro, che fine hai fatto? Passi le nottate col ragazzino, eh? Come biasimarti!” gli disse questi ridendo.

Felice di vedere che non sei caduto dalle mura, Abhi.” gli rispose ironico, alzando un sopracciglio.

Andiamo! Non essere scorbutico come al solito! Mi chiedevo solo se la promozione ti ha fatto dimenticare i tuoi vecchi amici. Vieni a trovarci sulle mura, ora vado a riposare. Mi raccomando il ragazzino! Non lo affaticare troppo!” saltellò via ridendo e la cotta sbatté contro le spalle emettendo un rumore tintinnante. Terwim sbuffò e proseguì verso il la sua stanza.

Ci si chiuse dentro e si spogliò della divisa, rimanendo solo con la biancheria. Faceva freddo, ma non gli importava. Il freddo gli risvegliava il corpo, lui era nato ai piedi delle montagne Arakigh ed era abituato a sentire la pelle gelida, persino d'estate l'acqua dei fiumi era freddissima. Certo la sua famiglia era emigrata dal sud infatti lui non aveva i tratti tipici dei nordici, con gli occhi chiari e i capelli biondi e il viso fino, Terwim era un misto: tratti marcati occhi neri e capelli castani, ma la gente li aveva sempre trattati con rispetto. Suo padre era un Ufficiale in pensione e quando fu congedato il Governo gli concesse un piccolo appezzamento di terra nel nord, li conobbe sua moglie e li nacque suo figlio.

Terwim si sdraiò sul letto cercando di scordare i giorni passati nella casa natale per concentrarsi sulla sua posizione attuale... si scoprì confuso. Cos'era lui adesso? Una Guardia Semplice tra le fila dell'esercito o una Personale al servizio di un condannato. Il pensiero lo folgorò... E' vero, Mares sta scontando una pena. Pensò portandosi le mani sul viso; aveva commesso un omicidio e per poco non ammazzava anche lui. Questo perché è un'Arma si disse. Già le Armi, ne aveva sentito parlare dai vecchi nel suo villaggio quelli che avevano vissuto la guerra; belle da impazzire ma pericolose più della morte stessa. Perché loro erano la Morte.

Mares non è come loro...” bisbigliò tra le mani, come poteva credere che un ragazzo tanto delicato e gentile potesse trasformarsi in una di quella macchine da sterminio? L'aveva visto quella notte con lo stiletto, lo fissava come se volesse farlo a pezzi... e quegli occhi. Gli si gelò il sangue nelle vene! Non voleva più rivederli! Preferiva il blu del mare al viola cangiante. La prima volta che lo vide ne rimase estasiato, era di uno splendore unico e il modo in cui lo guardava, con quell'aria risoluta ma buffa, lo faceva somigliare ad un cucciolo. Terwim sorrise divertito. Quando lo aveva chiamato 'raggio di sole' se l'era presa moltissimo, ma alla fine lo lasciò fare. Aveva detto la verità; ci somigliava.

E il bacio? Eh... quello fu l'inizio di tutto, non appena poggiò le sue labbra a quelle di Mares la sua testa andò in tilt! E ripeteva come una cantilena: “Ancora, ancora, ancora...” non gli importava se la bellezza del ragazzo derivava dalle Armi, non gli fregava nulla che avesse fatto fuori una persona e che stesse scontando una pena, lui era... suo. Si alzò di scatto mettendosi seduto. Strinse le lenzuola. Avrebbe protetto Mares finché gli Dei non l'avessero chiamato! Che sia da un maniaco o da un esercito intero non aveva importanza, sarebbe rimasto al suo fianco... per sempre.

E rieccomi qui XD in questo cap mi sono concentrata sia su Terwim... quello che sente per Mares e un pochino del suo passato, che sul biondino... era ora che si rendesse conto di aver sbagliato! Mah... gli adolescenti u.u E Toruk, diciamo che si diverte a prendere in giro Mares XD
Bene, buona lettura! A presto! ^^

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Sera.

La porta dello studio si richiuse con un tonfo sordo, la Prima si sedette sulla poltrona di pelle con aria affranta. Una delle sue allieve le aveva appena comunicato che il ragazzo venuto per cercare Mares, la settimana passata, era una delle vecchie Armi. Quelle imperfette, quelle con gli occhi rossi. Quelle che, in teoria, avrebbero dovuto essere estinte. Si massaggiò stancamente le tempie, sentendo le prime rughe attorno agli occhi; stava invecchiando.

Prese a tormentarsi le dita, quella sera aveva un appuntamento importante. C'era un suo amico che non vedeva da molto tempo e finalmente era tornato con una novità, si scoprì impaziente... come fosse in attesa del promesso sposo. Si diede della sciocca e s'impose la calma. Due colpi lievi alla porta, una delle Insegnanti entrò:

Mia Signora, sono arrivati i suoi ospiti.” disse con una voce appena udibile. La Prima le rispose di farli accomodare e si preparò in piedi, la gonna stirata e il corpetto abbottonato. L'uomo che tanto stimava ed ammirava fece capolino immediatamente con un sorriso a trentanove denti.

Talita! Quanto tempo!” disse aprendo le braccia e correndole incontro, la Prima rise e fece altrettanto.

Troppo caro Gakli!” si abbracciarono per qualche minuto, erano vecchi amici e la lontananza pesava ad entrambi. Talita però emise un sospiro di sorpresa quando sulla porta apparve lui.

Fisico asciutto, temprato dagli allenamenti, la muscolatura tipica degli adolescenti, i lineamenti delicati ma che esprimevano rispetto e un certo timore. Si guardava intorno, osservando lo studio con interesso, sopratutto i libri. I due si staccarono e la Prima rivolse all'amico uno sguardo stupito, Gakli annuì.

Ti do il benvenuto alla Corte degli Amanti.” disse con un certo orgoglio, voleva far vedere che non si sentiva a disagio... anche se dentro di lei era un ribollire di emozioni.

Finalmente questi si voltò e Talita trattenne un ansito, Fa a tutti quest'effetto? Pensò. Quello che vide somigliava ai colori della notte. I capelli avevano una strana lucentezza tra il nero e il blu... ma più tendenti all'ultimo, sembrava che qualcuno gli avesse gettato in testa un mantello di raso da tanto erano evidenti i giochi di luce sui suoi capelli. Gli occhi poi... erano qualcosa di sublime, alla luce delle candele il loro colore dorato risaltava in modo inquietante; avevano un qualcosa di felino. Sembrava assorbissero tutta la luce.

Il ragazzo non fece nulla per alcuni secondi, lasciando che la donna lo fissasse. Gli piaceva essere osservato perché stava a significare importanza e adulazione, cose di cui lui aveva sempre voglia. Alla fine le regalò un sorriso e fece un breve inchino.

Il piacere è tutto mio, Signora.” le si avvicinò e Gakli fece qualche passo indietro, sedendosi su una delle sedie li vicino. Lasciando al ragazzo il ruolo del corteggiatore. Gli venne da ridere ma si fermò.

Mi chiamo Seram Ivrie, e sono ansioso di fare la sua conoscenza.” parlò con voce ponderata leggermente più profonda di Mares. Sorrise ancora ma a Talita parve di cogliere un leggero scintillio oscuro in quegli occhi d'oro. Un brivido la percorse e faticò a ricambiare il sorriso.

Sederono entrambi e la Prima diede ordine che non fossero disturbati, avevano molto di cui discutere. Fuori intanto una nuvola oscurò la luna facendo rimanere i tre alla sola luce delle candele, le loro ombre si riflettevano spettrali sulla pietra grigia... ma una risaltava di un leggero viola. Ma nessuno dei due adulti, però, se ne accorse.
 

Corte dei Combattenti.
 

Non è andata poi cosi male, no?” Toruk si incamminò verso la Sala Grande, entrambi erano molto affamati.

Se dici una sola parola, giuro che ti faccio cadere in quelle buche di sterco.” sibilò Mares all'orecchio del suo, improvvisato, insegnante. Una risata fece tremare la schiena alla quale era appoggiato. Eh si, Toruk lo stava portando a spalle; era talmente esausto da non riuscire a camminare e siccome gattonare era fuori discussione l'unica soluzione era quella. Sebbene avesse addosso delle protezioni di cuoio abbastanza pesanti, il suo cavallino sembrava non accorgersene.

Dico sul serio, per non aver mai fatto attività fisica, vai forte.” riprese Toruk sistemandoselo meglio in groppa. A parte il fatto che era caduto un centinaio di volte dal percorso sospeso e sbattuto altrettante volte la faccia sull'ostacolo finale... andava bene. Per ora doveva limitarsi ad allenare il corpo, poi al momento giusto gli avrebbe insegnato a usare i suoi poteri. Per quanto riguardava lui... sentiva che era agli sgoccioli. Faticava persino a concentrarsi per meditare, avrebbe dovuto aumentare la dose delle medicine. Non aveva altra scelta, Mares andava aiutato. E lui era la sua unica speranza.

A proposito... scusami se faccio l'impiccione : ma tra te e Terwim che è successo?” chiese lanciandogli uno sguardo con la coda dell'occhio. Il ragazzo strinse la stoffa della sua giacca. Aveva sentito le parole cattive con cui l'aveva chiamato ma... aveva dato del deficente al Generale che era ben peggiore! Quindi non capiva.

Devo scusarmi.” disse infine a mezza voce, faticava a parlare. Che Mares e Terwim fossero più di quello che davano a vedere? C'era un motivo per cui la Guardia lo chiamava 'raggio di sole' e non solo per il colore dei suoi capelli. Magari erano amanti? Sgranò gli occhi e fece un sorriso sornione, se era corretto le cose andavano meglio del previsto! Cosi quando verrà il giorno di lasciare la Corte non ci sarà bisogno di chiedere a Terwim di accompagnarli! Avrebbe dovuto convincere il Generale ad emettere un mandato di scarcerazione per Mares, non potevano stare li cinque anni.

Capisco, bene! Ora mangiamo che tra poco collasso anche io.” riprese Toruk con entusiasmo, Mares grugnì in assenso e svoltarono l'angolo diretti al cibo. Un gruppo di Cadetti dell'ultimo anno li intercettò.

Oh! Ecco dov'era finito! Ehi, straniero. Il ragazzino non è di tua proprietà!” fece uno, il più grasso.

Già, ci siamo prima noi... poi puoi usarlo tu.” il suo vicino allungò la mano e sfiorò la caviglia di Mares, che sobbalzò.

Se ce lo dai con le buone non ti facciamo niente.” soggiunse poi l'ultimo, quello che sembrava essere il più debole. Toruk azlò un sopracciglio e li squadrò da capo a piedi:

Se non volete passare dei brutti cinque minuti vi conviene spostarvi, ho fame e divento irascibile quando sono affamato.” la sua voce ebbe un tremolio, quasi faticasse a parlare per trattenere la collera. Mares gli bisbigliò un “lasciamo perdere” e parve calmarsi ma il ragazzo percepiva chiaramente che era incavolato.

Cosa fai scappi?”

Tu non le hai le palle! Sei come quel ragazzino... un rott...!”

L'aria si fece gelida e opprimente, si faticava a respirare. I Cadetti erano paralizzati sul posto e guardavano Toruk in preda al panico totale; Mares si nascose tra le spalle dell'altro incapace di sostenere un'ansia del genere. Sentiva come un macigno sul petto. Toruk invece stava limitando al massimo il suo potere; poteva fare di peggio ma non era il caso. Continuò a dare l'impressione che l'aria vorticasse e quando vide i tre pisciarsi addosso smise, ebbe un capogiro ma si impose di non cadere.

Spaesati biascicarono delle scuse e corsero via. Mares fece capolino tra le spalle di Toruk e si guardò in giro cercando il ghiaccio, era sicuro che c'era! Una folata di aria gelida cosi forte non l'aveva mai sentita.

Era un'illusione, scusami non volevo che colpisse anche te. Vedi? Noi siamo... fallimentari.” disse con sforzato contegno, Mares aggrottò le sopracciglia era sicuro che stesse ansimando. Scesero le scale poco per volta e percorsero il corridoio di fronte alle porte della Sala con estrema calma, Toruk era stanco.

Fammi scendere.” disse il ragazzo, e quando toccò terra andò davanti all'altro. Era pallido e sudato. Sicuramente usare quei poteri lo aveva sfinito e data la giornata che avevano appena trascorso doveva essere più stravolto del solito. Senza pensarci Mares lo abbracciò, strinse le braccia attorno al collo di Toruk costringendolo ad abbassarsi.

Non farlo mai più! Ti fa male.” implorò al limite delle lacrime. In realtà aveva paura per lui, temeva che se continuava cosi i poteri avrebbero finito col consumarlo del tutto. Uccidendolo. Aveva finalmente trovato qualcuno che lo poteva aiutare, un piccolo legame, e non voleva perderlo. Le braccia forti dell'altro lo avvolsero, stringendolo a se.

D'accordo...” rispose, sapeva che era impossibile e forse lo sapeva anche Mares ma poteva limitarsi ad usarlo solo per insegnare all'altro come controllarlo. Il piccolo sciolse l'abbraccio per primo e fece un passo indietro, per poco non cadde per terra. Le gambe erano piene di acido lattico! Mi faccio schifo sa solo. Pensò con un mezzo sorrisetto. Le mani di Toruk vennero in suo aiuto sostenendolo.

Va bene, scherzavo. Sei messo male!” rise iniziando a camminare.

Cambi versione troppo facilmente Toruk! Mi dai il man di mare!” lo rimproverò cercando di non pesargli più di tanto.

Ridendo raggiunsero la porta della Sala aprendola con le mani libere, venendo inghiottiti dall'ormai famigliare fracasso di voci dei Cadetti. La porta si chiuse alle loro spalle decretando l'inizio della parte più difficile della vita di Mares Ivrie.

Dite che Terwim avrà un rivale nella conquista di Mares? Mah... chi lo sa (io lo so ma voi no hihi!), sono aperte le scommesse sulla testa della Prima. Che bas***a di donna!! Certo che quando ci mettiamo noi femmine sappiamo essere veramente crudeli.
Bene! Buona lettura e alla prossima! ^^

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20

A fine cena avevano, a testa, tre ciotole di zuppa vuote impilate sul vassoio. Soddisfatti e sazi si massaggiarono lo stomaco.

Meglio tornare in stanza rotolando!” rise Toruk e Mares lo imitò. Intanto al tavolo degli Istruttori il Generale Wars osservava la scena. Era felice che il giovane Amante si fosse ambientato anche se gli era stato riferito di altri Cadetti che avevano tentato di molestarlo. Fermati prontamente da Toruk.

Generale, scusi la domanda...” era l'Istruttore di Difesa “Ma è vero quello che si mormora: sono due Armi?” la sua voce era tra il curioso e il preoccupato ma non poteva dargli torto. Erano quanto c'era di più pericoloso e mortale al mondo!

Tenete a freno lingua ed orecchie cari colleghi, se non volete che finiscano nella zuppa.” disse fermamente. Quella notizia non doveva uscire dalla Corte, anzi! Nemmeno da quella cerchia di uomini! Era troppo riservata; con le ribellioni ad est in corso c'era da stare ancora più accorti!

Dopo una mezz'ora la sala era praticamente vuota, Terwim si sedette con il vassoio davanti a se; quella notte avrebbe fatto la ronda coi suoi ex-compagni. Aveva visto Mares che tornava in stanza accompagnato da Toruk... gli sembrava che se la cavassero benissimo e non li aveva seguiti, dopo quello che gli avevano riferito gli era tornata la voglia di prendere l'Arma ed appenderla all'albero più vicino! Strinse convulsamente il cucchiaio iniziando a mangiare con rabbia. L'indomani avrebbe portato lui Mares a colazione e gli avrebbe parlato, non voleva lasciarlo nelle mani di Toruk più del necessario.

Era rientrato da poco nella sua stanza, non aveva mai mangiato così tanto in vita sua! Si sentiva pieno come un uovo, e non capiva se era un bene o no. Se l'indomani fosse stato un peso morto? Oh no...pensò. Non voleva fare una brutta e puzzolente fine. Si tolse i vestiti di cuoio pesanti e li mise su una sedia, preferiva la stoffa leggera della sua divisa. Tanto nella Corte non c'era freddo. Avevano un sistema di fiaccole e torce che distribuiva eccellentemente il calore, aveva visto dei Cadetti girare a torso nudo! Beh, magari lui non sarebbe arrivato a quel punto... scosse la testa e si guardò allo specchio: girò da una parte e poi dall'altra, non era cosi male! Di certo non poteva competere con Toruk o col Generale. Loro avevano sicuramente fior di bicipiti sotto le giacche! Si trovò a pensare se anche Terwim fosse cosi, un sorriso fece capolino sulle sue labbra. Guardandosi allo specchio la cosa gli risultò ancora più imbarazzante e si schiaffeggiò per tirarselo via. Che sciocco che era! Come una ragazzina innamorata...realizzò.

L'immagine che la superficie gli rimandò era intimorita e stranamente consapevole. Si avvicinò ed allungò una mano, lo specchio era freddo e liscio. I suoi occhi blu fissarono quelli del ragazzo immateriale, che inconsciamente si stesse veramente innamorando di Terwim? I capelli biondi gli caddero davanti quando abbassò la testa, non poteva negare di essere bello. Lo sapeva e forse era quello che aveva attirato la Guardia a lui, il suo aspetto esteriore. Strinse il pugno inginocchiandosi a terra. Non poteva aspettare oltre.

Alzò di scatto la testa e trovò, a fissarlo in rimando, uno sguardo deciso e risoluto che di rado esprimeva. Si diresse al suo armadio prendendo una divisa azzurrina, se la mise in fretta; sarebbe andato da Terwim. Doveva parlargli. Prima di uscire si voltò verso lo specchio... sarà stata la sua immaginazione ma... aveva sentito uno sguardo sulla schiena, uno sguardo di odio. Alzò le spalle e andò fuori.

Eh... e adesso? Non aveva la più pallida di dove fosse la camera di Terwim! Si mise le mani nei capelli arruffandoseli con stizza. Ricordava la strada per lo studio di Wars però. Sorridendo con rinnovato vigore si mise a correre per i corridoi, uno dopo l'altro. Ricordandosi perfettamente il percorso fatto due giorni prima! Si sedette sul corrimano e si lasciò scendere in preda ad uno strano fuoco. Che si chiamasse Coraggio? Saltò giù e imboccò il corridoio a destra, superò le prime tre porte e...

Oh! Ma dove corri?” Una mano lo agguantò per la collottola, fortunatamente era Toruk che invece veniva dalla scalinata a sinistra. Mares aveva il fiatone e fece cenno “aspetta” e riprese fiato.

Ti sta inseguendo il diavolo?” chiese l'altro trattenendo una risata, il giovane fece “no” con la testa.

Sto... cercando Ter...wim.” esalò a tratti. Preso dalla foga aveva corso come un matto.

Ah!” fece l'altro “Beh! Io l'ho visto salire sulle mura, credo voglia fare la notte.” disse accennando all'esterno. Il ragazzo lo guardò stranito.

Mares ricordati che lui prima di essere tua Guardia, è una Guardia Semplice. È il suo dovere!” gli diede un colpetto sulla testa e si sistemò la giacca blu.

Tu dove... vai?” gli chiese rimettendosi dritto. Si era pettinato i capelli scuri che ricadevano belli sulle spalle, aveva cambiato gli stivali... la cosa era strana.

A corrompere il Generale.” gli fece l'occhiolino e parlò con tono cospiratorio, poi vedendo la sua espressione turbata gli sorrise. Mares scosse la testa e gli voltò le spalle, quello che faceva con Wars non era affar suo; sarebbe andato sulle mura anche lui. Però doveva tornare di sopra a prendere il mantello... oh no! Pensò sconsolato, tutta quella fretta per rifare le scale?

Rifece la strada al contrario e prese il mantello per dopo tornare di sotto. Il dolore alle gambe che sembrava essersi attenuato si ripresentò più forte. Il freddo esterno non faceva che peggiorare le cose! Si tirò su il cappuccio e costeggiò il muro di cinta. La Corte era uguale alla sua, per cui trovare le scale che portavano alle vedette non fu difficile. Le alte mura permettevano sua una difesa che un sorta di nascondiglio da occhi indiscreti. Nella Corte dei Combattenti vi erano poi le prigioni del Governo e la sorveglianza in quel luogo era tra le più ferree del Paese! Infatti alle scale trovò due energumeni tutt'altro che socievoli:

Ehi tu! Cadetto identificati e torna subito nella tua stanza!” abbaiò uno dei due puntano contro Mares la lancia.

Scusi, non sono un Cadetto. Sto cercando Terwim.” rispose lui con il cappuccio calato.

Terwim? Chi sei?” disse l'altro, il ragazzo si scopri guardando entrambi. Sulle prime sembravano straniti, come se avessero visto un fantasma, poi quello coi baffi esplose in una grassa risata.

Ah! Sei tu! Potevi dirlo prima!” Fece un gran sorriso; al quale mancava qualche dente e ordinò al suo compare di chiamare Terwim.

Diavolo, fa un freddo boia! Perché sei venuto piccolo?” gli disse dandogli pesanti pacche sulle spalle, Mares tossì. Per dirti di fare un corso accelerato di delicatezza, orso! Pensò contrariato. Evidentemente la sua Guardia aveva parlato di lui ai suoi compagni; non sapeva decidere se la cosa gli dava fastidio o poteva esserne sollevato.

Mares?!” gridò un voce sopra le loro teste, il ragazzo alzò gli occhi e vide la figura di Terwim correre giù da lui. Forse era il suo inconscio o la sua volontà ma prese a correre nella sua direzione. Incurante che ci fossero una decina di persone che li guardavano, e non pensando al dopo gli saltò al collo affondando il viso nel mantello scuro ispirando il suo odore.

Mi sei mancato...” disse contro il petto dell'uomo. Che d'altra parte non sapeva cosa fare, se abbracciarlo a sua volta o scostarlo, decise per l'ultima. Gentilmente sciolse le mani del ragazzo racchiudendole tra le sue; Mares ci rimase male. Perché era cosi freddo? L'hai offeso, non ricordi? Si disse scioccamente. Rimase fermo a poca distanza dall'altro a capo chino.

Cosa ci fai qui?” gli chiese serio. Al ragazzo salirono le lacrime agli occhi, ma orgogliosamente le cacciò indietro.

Devo parlarti.” disse dopo un po' di silenzio. Terwim sbuffò.

Non è ne il luogo ne, tanto meno, il momento. Devo fare la notte, torna nella tua stanza e dormi. Domani parleremo.” si voltò e fece un passo per tornare sulle mura. Non potevano parlare li! Mares non ci arrivava? Si sentì trattenere e voltandosi vide due scintille blu fisse su di lui.

No. Qui e ora va benissimo.” disse risoluto, non l'aveva mai visto con quel cipiglio. Per un attimo ne rimase colpito. Dietro il ragazzo Abhi e Lejir stavano dandosi di gomito; credevano che fossero dei capricci da bambini. Sospirò e prese Mares per mano tirandoselo dietro.

Almeno vieni nella mia vedetta, si starà più caldi.” disse per poi iniziare a salire le scale, il giovane lo seguì attento a dove metteva i piedi. I gradini erano scivolosi. Quando furono in cima la vista che si aprì era stupenda: la Corte si trovava tra le colline e le montagne Arakigh, verso il cancello dove erano loro in lontananza si vedevano le dolci pieghe scure, con dossi e cunette che si perdevano nell'oscurità. Seguì Terwim sul camminamento diretto verso il retro della Corte e il paesaggio cambiò aprendosi sulle Vette Punta, chiamate cosi perché acuminate come punte di freccia, le cime erano già bianche e perfino con la poca luce dei bracieri si distinguevano. Arrivarono a quello che somigliava ad uno sgabuzzino circolare, la Guardia fece un cenno e Mares entrò. Dentro era stretto ma in due ci si poteva stare, ad occhio e croce era largo quattro metri. Terwim richiuse la porta di legno e la finestrella in modo che il calore del braciere attaccato al soffitto rimanesse li.

Sono tutto orecchi.” esordì l'uomo poggiando la lancia alla parete, si sedette poi a braccia conserte e guardò Mares. Ed ora cosa pretendeva? Uno sproloquio di scuse? Il ragazzo imbarazzato si lasciò scivolare, rannicchiando le ginocchia. Non sapeva come iniziare... l'altro sbuffò.

Ecco... io volevo... volevo...” incespicò cercando le parole giuste ma sembrava che il vocabolario si fosse chiuso; boccheggiò un paio di volte poi fissò la pietra.

Te lo dico io cosa vuoi: Toruk.” fece l'altro, Mares alzò la testa di scatto.

Sei venuto a dirmi che preferisci lui come Guardia Personale perché è un'Arma come te.” finì. La sua voce trasudava astio. Lo fissava insistentemente, e Mares temette che quelle due perle nere potessero prendere fuoco da un momento all'altro.

No! No, non è per questo... come puoi pensarlo?” ribatté scuotendo la testa.

E melo chiedi?! Vi ho visti.” Lo stava provocando. Ma lui ammutolì distogliendo lo sguardo, Terwim perse la pazienza. Si allungò in avanti afferrandolo per il mantello, se lo trascinò sulle ginocchia. Gli alzò il mento e lo baciò premendo con rabbia le proprie labbra a quelle di Mares.

Il ragazzo si aggrappò al petto di Terwim cercando di puntellarsi per togliersi dalla sua strenna ma l'altro era troppo forte, quando sentì la lingua invaderlo perse ogni tentennamento. Divenne molle tra le mani forti della Guardia, non voleva combatterlo ma solo scusarsi.

Si staccarono ansimanti, Mares appoggiò la testa al petto di Terwim. Una mano lo abbracciò tirandolo maggiormente contro quel corpo che immaginava fosse stoico e bellissimo.

Scusami Terwim. Quelle parole che ti ho detto non le pensavo, non voglio Toruk come Guardia... è un'Arma d'accordo e mi capisce...” Alzò gli occhi e due lacrime gli scesero sulle guance. “Ma chi voglio al mio fianco sei tu.” allungò il collo catturando nuovamente la bocca dell'uomo che sta volta fu delicato; ricambiandolo dolcemente.

Mares si mise di traverso sulle gambe di Terwim affondando nel mantello, che venne prontamente tirato per proteggerlo dal freddo.

Tu sei mio, chiaro?.” disse tra i capelli biondi, Mares si stava addormentando, lo sentiva più pesante. Ma fece comunque uno sforzo:

Lo so.” rispose, Terwim lo senti ridere piano, sorrise anche lui mettendosi meglio. Avrebbero passato la notte li, al freddo e senza comodità. Ma finalmente riappacificati.

Finalmente!!! Il capitolo del chiarimento tra i due pupi XD io personalmente li ho trovati molto teneri *-* posso dichiararli ufficilamente insieme, anche se credo l'avevate capito da un pò ^^
Bene! Spervo via piaccia, alla prossima!

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

La città di Zeftoir, sede centrale del Governo, è situata nella parte meridionale del Paese. Ha una particolare forma a rombo ed in ognuna delle estremità si trova il palazzo dei membri del Consiglio. Uno per ogni Corte esistente. È un centro frenetico, l'unica vera città di tutto il Governo; che è formato in maggioranza da piccoli borghi e villaggi. Ci trovi di tutto! Qualunque cosa che si commercia nel territorio a Zeftoir sta sicuro che c'è. E la posizione vicino al Porto Corto fa si che ci sia sempre un via vai di gente di altre terre, alcune navi provengono addirittura da oltre il Mare Dolce. A bordo si trovano uomini dalla pelle scura come il mogano che parlano una lingua stranissima piena di aspirazioni e con pochissime vocali; praticamente incomprensibile per le persone della città. Oltre che abitanti provenienti da oltre le Vette Punta... per lo più selvaggi e grezzi come bestie, meglio non averci a che fare e se proprio ci devi parlare usa la massima cautela, menano le asce per un nonnulla.

Ma il calesse che sfrecciava tra le vie affollate di chi c'era e non c'era in città non fregava nulla, per lui era importante arrivare a destinazione al Palazzo dei Combattenti e in fretta. Frustò il cavallo e questi allungò il passo. Proprio il giorno del mercato dovevano scegliere? Sbuffò imprecando contro dei ragazzini che giocavano in mezzo alla strada. Questi si buttarono sul banco di patate che ovviamente andò in pezzi facendo rotolare i tuberi in tutte le direzioni.

Li scansò abilmente e continuò la sua marcia, dopo un paio di svolte fu finalmente ai cancelli del Palazzo: una costruzione alta di pietra nera, uguale per tutti gli altri, con uno stemma enorme al centro. La spada e lo scudo. Ogni volta che qualcuno entrava in uno dei Palazzi veniva perquisito da capo a piedi, ci mancava poco al chiedere quante volte si andasse al bagno. Dopo la perquisizione l'informatore venne lasciato passare. Attraversò il viale alberato e giunse davanti allo stemma, da vicino faceva ancora più impressione! Era in rilevo e il rosso del filo risaltava sul grigiore delle armi. Reprimendo un tremito iniziò a salire le scale, non era quello il momento per mettersi soggezione! Gli fu aperto e una Guardia lo condusse direttamente da Consigliere. L'interno dei Palazzi era di solito decorato a tema dell'organo rappresentato; in quel caso vi erano quadri, mosaici ed arazzi coperti di scene battagliere, nonché teche con armi antiche e moderne, vetrine con scudi ed armature, dalle più spartane alle più decorate, inoltre su alcune pareti vi erano file e file di nomi... i guerrieri morti in guerra. Nell'ultimo conflitto con le Terre confinanti ne erano caduti novantadue mila. Tutti uomini coraggiosi mandati al macello per il volere di Consiglieri pazzi e buoni a nulla. Se fossero stati ancora in vita li avrebbe strozzati con le sue mani.

Giunse finalmente dal Generale Ultimo, il capo del Generale Superiore Wars Sniktel. Era un uomo di mezz'età coi capelli già tutti bianchi ma un corpo solido come una roccia, temprato dall'allenamento e dalla guerra. Indossava la tipica cotta a maglie fini e una giacca nera con lo stesso simbolo dell'entrata; sedeva alla scrivania intento a parlare con un Capitano.

Oh! Ecco il messaggio!” aveva adocchiato solo la pergamena, non la persona che la portava... l'informatore non disse nulla e si avvicinò ai due uomini. Mise il rotolo nelle mani tozze del vecchio ed indietreggiò di qualche passo. Intanto lui la aprì e la lesse. Il suo viso ebbe un tremito e l'espressione da bonaccione mutò in una maschera di odio puro.

Capitano mandi subito una staffetta al Generale Wars alla Corte! Le armate delle Terre Aride si stanno muovendo! E provveda anche ad avvisare gli altri Consiglieri, dobbiamo riunirci! Quei dannati pazzi le hanno rifatte... le Armi, sono tornate.” dopo aver sbraitato gli ordini le mani si richiusero sulla carta riducendola ad una pallina sformata. Il Capitano lasciò la sala in fretta.

E tu che ci fai ancora li? Sparisci!” fece un gesto con la mano e l'informatore se ne andò.

Oltrepassò i cancelli del Palazzo e si immerse nella calca del mercato, rubò una mela ed iniziò a smangiucchiarla... non era il suo mestiere, non l'avrebbe rifatto. Girò a destra imboccando un vicolo stretto e poco illuminato. A terra vide il cadavere di un barbone, probabilmente morto assiderato. Ecco cosa gli faceva schifo dei ricchi: il lusso, lo sfarzo... e poi c'era gente che moriva per la strada.

Finalmente! Te la sei presa comoda!” disse la figura incappucciata.

Lui fece un gesto di stizza e buttò il torsolo per terra, lo raggiunse.

Non rompere Gakli!” si lamentò Seram facendo luccicare i propri occhi. Quell'uomo si credeva il padrone di un potente esercito ma in realtà era uno dei lecca piedi che avrebbe eliminato, al momento giusto.

I due ripresero il cammino diretti fuori dal vicolo e poi fuori da Zeftoir. Dovevano tornare alla Corte degli Amanti, Talita ha detto che gli avrebbe fatto trovare un ristoro adeguato ai loro sforzi. Seram sorrise, aveva adocchiato una giovane ragazza il giorno del suo arrivo in quel posto, veramente graziosa. La Prima gli aveva detto che stava per sostenere l'esame finale per diventare Amante Esperta; si era offerto come “esaminatore”, compiacere un'Arma sarebbe stata una prova ardua. Anche perché Seram era giovane e pieno di vita, insaziabile. Ispirò tra i denti sorridendo biecamente.

Ah! Ieri sera cosa hai combinato con lo specchio?” gli chiese Gakli mentre riemergevano alla luce, anche se quella mattina, sebbene fossero al sud, faceva veramente freddo.

Nulla... giocavo.” rispose il ragazzo alzando le spalle. L'uomo scosse la testa preoccupato.

Seram, hai visto tuo fratello?” chiese come se quelle parole pesassero tonnellate.

Si, di sfuggita. Non è male sai?” disse sorridente. Si era connesso con la sua mente quando Mares si stava specchiando; sembrava accigliato per qualcosa ma Seram ritenne opportuno non indagare oltre, il suo stupido fratello non conosceva i suoi poteri ma se fosse penetrato nei suoi pensieri l'avrebbe sentito.

Procedettero in silenzio, tutti e due bene attenti a non far cadere il cappuccio, le persone li guardavano male perché sospetti ma sia all'Arma che allo scienziato non importava. Se incutevano timore li avrebbero tenuti a distanza.

Perché quel messaggio?” chiese il ragazzo ad un certo punto, mentre passavano due soldati. Gakli sorrise leggermente.

Le armate sono quasi pronte ad invadere, inizieremo dalla Corte degli Amanti che useremo come base operativa, per poi prendere tutte le altre. Lasceremo per ultima questa città. Per far capire a quel branco di idioti che stiamo arrivando... perché ho voluto avvertirli? Per avere un po' di brio! Una guerra senza avversari non è degna di essere combattuta. E poi abbiamo te...” gli lanciò una fugace occhiata di intesa, intesa che percepiva soltanto lui perché Seram ne era disgustato.

Vediamo di uscire da qui e tornare dalla Prima...” disse il ragazzo con un sospiro. Quel Gakli! Si crede che sia il suo asso nella manica? Ma non l'ha ancora capito che non mi importa nulla della sua stupida vendetta? Si disse Seram calciando rabbioso un sassolino.

Che tu voglia il brivido o solo un po' di divertimento fa lo stesso.” il mantello del giovane parve gonfiarsi. Poco dopo uscirono da Zeftoir. La carrozza nera li attendeva all'inizio della foresta; prima Gakli poi Sera salirono sistemandosi l'uno di fronte all'altro.

Io voglio una cosa sola...” iniziò scoprendosi il viso, gli occhi dorati rilucevano di malvagità e sembra che anche l'espressione fosse una maschera d'odio. Aveva sempre odiato tutto e tutti, ma più di ogni altra cosa detestava la concorrenza... e sopratutto quella scadente.

Annienterò Mares, gli strapperò tutto ciò a cui è legato ed infine lo ucciderò.” affondò le dita nella mano fino a farsi sanguinare, la sua determinazione era solida quanto il suo odio. E Seram portava a termine ogni obbiettivo che fissava.

Buona sera! ^^ Eccoci all'entrata in scena di un nuovo personaggio! Il Generale Ultimo, potreste vederlo come un nonnetto-sprint (hahaha!!). La bastardaggine di Seram è veramente insopportabile u.u, diamine. Che razza di pg... mi devo preoccupare dato che l'ho fatto io? XD Per non parlare di Gakli... mah, sti due non li reggo...
Spero vi piaccia! A presto! ^^

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22

Mares schizzò via diretto su per le scale. Toruk alzò le spalle, doveva fare pace con la Guardia? Vederlo cosi preso gli diede sicurezza. Ora doveva vedersela col Generale, convincerlo ad emettere un mandato... era una faccenda ardua. Wars non era una persona indisponente, sapeva ascoltare ma rimaneva un militare ed obbedire agli ordini era la sua priorità. Sospirò e busso alla porta.

Avanti!” rispose Wars dall'interno, parve sorpreso dal vedere l'Arma entrare. “Oh! Toruk, accomodati.” disse mettendosi meglio sulla sedia. Non indossava ne le spalle ne la cotta, la giacca gli ricadeva sulle spalle fasciando le forti braccia da guerriero. Sotto probabilmente era nudo. Il ragazzo avanzò mettendosi seduto, inutile dire che lo stava ammaliando. Un pochino ma stava usando le sue abilità. Aveva intuito, da come il Generale guardava Mares, che era debole al fascino delle Armi.

Avrebbe qualche minuto da dedicarmi?” ogni parola che uscì dalle sue labbra aveva la dolcezza del miele, assomigliava al corteggiamento di una donna... quel tipico tono da seduttrice che una cortigiana adopera quando vuole ingraziarsi in Signore.

Si... certo, dimmi pure.” rispose Wars sbattendo gli occhi. Centro! Esultò Toruk.

Volevo parlarle della pena di Mares. Se non vado errato sono cinque anni da scontare qui.” disse poggiando le braccia sulla scrivania, guardandolo intensamente.

Il Generale non capiva il comportamento di Toruk, cosa voleva ottenere da quel discorso? E poi perché lo guardava cosi, l'uomo distolse lo sguardo. Si sentiva strano... come sotto l'effetto di qualche droga. Rialzò gli occhi e vide l'Arma sorridergli: Merda! È carino da far paura! Si disse.

Si, è un atto emesso dall'Ultimo Tribunale.” rispose cercando di darsi un contegno, sapeva che Toruk gli stava facendo qualcosa.

La tenacia del Generale era ammirevole, la sua mente resisteva. Lui si alzò e si portò vicino al generale, chinandosi sulla scrivania appoggiandocisi sopra i gomiti.

Mi chiedevo se si potesse recidere...” intensificò il potere, e cercò di non far diventare gli occhi rossi, l'altro non doveva accorgersi che li stava usando... anche se aveva già intuito qualcosa.

No. Non si può. È una sentenza definitiva!” alzò la voce, Dei! Non riusciva a resistere. Se si avvicinava ancora gli sarebbe saltato addosso. Era un uomo forte ma a tutto c'è un limite!

Oh... non dica cosi.” Toruk riprese l'aggancio visivo, e sta volta andò a colpire direttamente la stabilità di Wars. Lo vide tremare, ottenere quel mandato era di vitale importanza... se questo significava giocare sporco l'avrebbe fatto! Ne aveva combinate di ben peggiori; ammaliare il Generale non era questo gran che. Sorrise furbescamente e afferrò il mento dell'uomo. Era ruvido ma solido, non flaccido come quello dei vecchi. Doveva ancora allenarsi, magari in segreto.

P-piantala.” balbettò quando l'Arma gli venne vicino, poteva sentirne il profumo. In più un calore indecente si stava diffondendo in lui per non parlare della testa... sentiva come se una mano gli stesse premendo ai lati della coscienza.

Non si può aspettare cinque anni, Generale. Si potrà pure fare qualcosa...” riprese a parlare Toruk assottigliando lo sguardo, penetrando più a fondo.

Beh... se scrivessi una lettera... nella quale confermo la buona condotta del prigioniero... entro un anno potrebbe essere scarcerato.” stava cedendo lo sapeva, e non doveva dire quelle cose! Diavolo! Lui e il suo potere maledetto! Lo facevano straparlare!

Benissimo! Lei scriva quella lettera allora, resteremo qui un anno e poi andremo via. Siamo d'accordo?” un sorrisetto divertito comparve sulle labbra di Toruk, ora doveva solo allenare Mares affinché fosse in grado almeno di controllarsi.

Wars rovistò con le mani sulla scrivania senza staccare gli occhi dall'Arma. Era sul punto di chiedersi cosa stesse facendo quando le sue mani iniziarono a scrivere sulla carta; 'Si richiede che il prigioniero Mares Ivrie venga scarcerato per buona condotta' e alte frasi di circostanza.

Anche se la spedissimo adesso... Mares dovrà restare qui fino all'autunno prossimo. Quando scadrà l'anno.” disse il Generale poi deglutì. Stava andando contro gli ordini, proprio lui che obbediva sempre si lasciava abbindolare da Toruk? Ma cosa poteva farci? Era bellissimo e pure decisamente più forte.

Fa lo stesso, non sarà tempo sprecato.” fece spallucce. Allargò il sorriso, passò la mano libera tra i capelli di Wars, non era affatto un brutto uomo. Magari un pochino stagionato ma comunque affascinante. Poteva concedergli un “contentino”?

Annullò la distanza che li separava e posò le sue labbra su quelle del Generale che, sulle prime rimase spiazzato, poi incominciò a capire cosa stesse succedendo e preso dalla foga allacciò le mani dietro il collo di Toruk, se lo tirò sulla sedia e il ragazzo gli si sedette sulle ginocchia. Il Generale spinse la lingua prepotentemente, l'altro quasi si soffocò. Non aveva previsto quella reazione... ma l'uomo non era male, poteva starci. Sorrise a contatto con quelle labbra che, ci mancava poco, lo avrebbero divorato.

Queste vorrei tenermele, se non le spiace.” disse Toruk leccandosele. Ma Wars non lo sentiva. Aveva un ragazzo bellissimo tra le mani, con cui giocare e doveva pensare pure a starlo a sentire? Non se ne parlava proprio! In un attimo gli tolse la giacca buttandola a terra, seguita dalla cotta. Come immaginava... perfetto.

Questa cosa non deve uscire di qui... chiaro?” disse Wars ansimando, intanto passava un dito su e giù sul torace di Toruk, l'altro annui. Riprese a baciarlo; l'afferrò per i fianchi per togliergli i pantaloni. Il ragazzo provvedette a sfilare la giacca del Generale. In fondo si stava divertendo! Intuizione esatta: era avanti con l'età ma davanti a lui c'era una muscolatura di ferro. Quando tornò a sedersi sentì l'erezione dell'uomo trattenuta dai pantaloni.

Certamente.” rispose liberandolo della biancheria. Wars gemette; Toruk alzò un sopracciglio. Si sentì sollevare per i fianchi ed intuì ciò che l'uomo voleva fare. Ma decisamente lui non era il tipo da farsi “prendere” e si puntellò con le braccia alla sedia.

Eh no, questo non posso farlo. Però...” disse con un sorrisetto, subito dopo afferrò il membro del Generale iniziando a muovere la mano. Non si sarebbe lasciato possedere... mai. L'altro sembrò intuire cosa volesse fare e Toruk trasalì quando la mano grande di Wars lo afferrò. Era una stretta grezza e rude ma in grado di stimolarlo.

Lo studio fu presto riempito di sospiri e ansiti trattenuti. Da fuori non dovevano sentire. I due si stavano soddisfando a vicenda ed erano prossimi a liberarsi del piacere, Toruk aveva da tempo perso il controllo dei propri occhi che ora brillavano di rosso. Il Generale dal canto suo non gli staccava gli occhi di dosso! Quasi non poteva crederci, anche se avrebbe preferito un altro tipo di approccio. Si sporse in avanti baciando il collo dell'Arma, scendendo giù per la clavicola fino al pettorale, prese un capezzolo tra i denti e lo morse provocando un gemito di dolore, Toruk però si vendicò tirando la pelle del prepuzio. Continuarono a farsi i dispetti per un paio di minuti buoni quando Wars tremò venendo nella mano del ragazzo, il quale poco dopo fece lo stesso; si appoggiò addosso all'altro... stanchi e soddisfatti.

Immagino tu mi abbia incantato con quei tuoi poteri...” disse il Generale, erano rimasti sulla sedia per un quarto d'ora a riprendere fiato. Ora si stavano rivestendo, gettò un occhio alla lettera scritta e firmata da lui, avrebbe dovuto resistere, ma come poteva? Vide Toruk alzare le spalle sogghignando divertito, lo percorse con lo sguardo da capo a piedi. No, non poteva. I piaceri della carne erano una tentazione troppo forte e lui era da tanto tempo che non si concedeva di provarli; diede la colpa all'astinenza.

L'importante è sapere che entro un anno io e Mares andremo via di qui.” rispose, poi si abbottonò la giacca, si appoggiò allo stipite della porta osservando l'uomo finire di ricomporsi... quel loro siparietto non avrebbe avuto un seguito. Entrambi erano fatti per comandare e nessuno dei due si sarebbe sottomesso all'altro. Wars gli andò vicino, lanciandogli una strana occhiata... Toruk non lo capì, uscirono insieme diretti alla Sala Grande. Nel più assoluto silenzio.

Ed ecco cosa ha fatto Toruk mentre Mares e Terwim si chiarivano sulle mura XD *risata malefica* XD pensate che il Generale sia un birichino? Io si, mi diverte troppo.
Spero vi piaccia! Buona lettura, e buona Pasqua!

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

Due settimane dopo.

Dalla notte passata insieme a “fare” la vedetta, Terwim aveva assistito a tutti gli allenamenti di Mares, giustificandosi con la frase “Quattro occhi sono meglio di due.” Toruk sulle prime era scettico poi la cooperazione con la Guardia aveva dato i suoi frutti; modificarono il percorso in modo che Mares lo potesse compiere più velocemente. E l'ostacolo da saltare venne ridotto ad un metro... grazie ai numerosi bernoccoli che il ragazzo sfoggiava in testa. Avevano sostituito lo sterco col fango quando Mares ebbe una crisi isterica perché puzzava e si vergognava... Terwim e Toruk avevano dovuto rincorrerlo per mezzo cortile cercando di convincerlo che non era poi cosi grave, ci mancò poco che il giovane non li linciasse.

Mares migliorava rapidamente. E Wars consigliò quindi di introdurre qualche lezione base di spada ed arco. Seguiva gli allenamenti di rado, era sempre chiuso nel suo studio a parlare coi vari Capitani. E la vicinanza con Toruk gli rammentava il loro “incontro” provocandogli seri problemi di autocontrollo, l'Arma ovviamente faceva finta di nulla. Mares dal canto suo non poteva dirsi più “felice” di cosi: per prima cosa nessuno dei Cadetti lo prendeva di mira, la maggior parte lo evitava... i più piccoli alle volte seguivano i suoi allenamenti dandogli delle dritte su come migliorare. Si allenava al mattino dopo colazione, poi pausa dopo pranzo e al pomeriggio. I primi giorni arrivava a sera completamente distrutto... ora meno. Sempre stanco ma diciamo che riusciva ad arrivare in camera sulle sue gambe... per poi collassare sul letto! Ma gli piaceva, arrivare a fine giornata sapendo di essere in passetto più avanti del mattino era incoraggiante e si addormentava con il sorriso.

Anche il suo rapporto con Terwim era nettamente migliorato! Era lui che lo veniva a prendere, e che lo accompagnava dappertutto. Qualche volta si fermava in camera di Mares finché non si addormentava; semplicemente stava a letto con lui e lo guardava dormire. Era una sensazione nuova... c'era qualcosa otre al concetto di “proprietà” che sentiva per il ragazzo, più il tempo passava più si sentiva attratto da lui. Non solo fisicamente! Se ne stava innamorando e Mares sentiva lo stesso. Sempre più spesso infatti entrambi cercavano il contatto fisico... per un Amante il toccare certi punti provocava piacere ma per il giovane era una cosa nuova sperimentarlo insieme al coinvolgimento sentimentale. E talvolta se ne vergognava. Non avevano più avuto episodi al di la dei baci e delle coccole ma sentivano che il confine si stava assottigliando.

In quanto a Toruk... era un insegnante col pugno di ferro! Pretendeva che Mares si presentasse in orario e già vestito delle protezioni inoltre aveva il permesso di assentarsi solo per andare in bagno o per bere, spuntini vari erano fuori discussione. Se sbagliava un esercizio doveva riprendere il percorso dall'inizio, ovviamente Terwim non doveva aiutarlo e questo era fonte di litigi. Quando capitava Mares si sedeva sull'erba ad aspettare che finissero. Nessuno aveva ragione o torto e lui doveva rifare comunque il percorso daccapo.

Finito!” gridò Mares a Toruk chino sulle ginocchia a riprendere fiato.

Va bene! Per oggi basta! Ora a mangiare!” gli rispose sbracciandosi.

Tutti e tre andarono in Sala Grande, Mares barcollava sia per la fame che per la fatica. Erano già settimane che si allenava e sapeva di essere migliorato ma sperava di progredire più in fretta; Toruk gli aveva detto che dal mese prossimo avrebbero cominciato anche le lezioni sui suoi poteri. Si era spaventato un po', l'ultima volta che aveva avuto a che fare con la sua natura di Arma c'era mancato poco che non uccidesse Terwim. Ma l'altro gli aveva detto che sarebbero partiti con le basi, per il momento doveva limitarsi a sentirlo non a tirarlo fuori. Una volta in Sala presero la cena, che consisteva in uova sode con asparagi insaporiti al peperoncino e pane, furono sul punto di sedersi quando un ragazzino del secondo anno chiamò Mares invitandolo a sedere con loro. Il giovane non se lo fece ripetere e passò tutta la cena a parlare con i Cadetti.

Fortunatamente non lo molestano più.” disse Toruk.

Ci devono solo provare.” rispose Terwim spezzando il pane; intendeva dire che se solo l'avessero toccato ancora lui gli avrebbe fatto fare la fine di quella pagnotta. Toruk alzò le spalle addentando un uovo.

A fine cena le porte della Sala Grande si aprirono di scatto. I Cadetti allungarono i colli per vedere chi fosse e videro entrare alcuni dei Capitani Maggiori. Il tavolo degli Istruttori si alzò all'istante ed eseguì il saluto. Mares tornò dai due.

Chi sono quelli?” chiese a Terwim. Lui lo guardò con gli occhi pieni di preoccupazione, mai l'aveva guardato cosi.

Sono i Capitani Maggiori, la classe appena sotto al Generale Superiore. Se sono qui vuol dire che la situazione ai confini è grave.” bisbigliò lui passandogli un braccio intorno alle spalle stringendolo a se. Mares lo lasciò fare, qualcosa non andava.

I tre Capitani arrivarono al tavolo del Genrale, sembravano trafelati. Scambiarono due parole poi Wars fece saltare le posate, visibilmente nervoso. Fece il giro del tavolo annunciando ai Cadetti di ritirarsi nelle loro stanze. Si fermò poi da Toruk:

Tu vieni con noi.” gli disse con un tono che non ammetteva repliche, l'Arma si alzò e li seguì. Mares e Terwim li videro sparire nei corridoi. Dopodiché si alzarono anche loro per tornare nei rispettivi alloggi.

Cosa succede?” chiese Mares mentre salivano le scale diretti in camera sua.

Non saprei... ma ci sono delle rivolte ai confini delle Terre Aride, e credo proprio che c'entrino i tizi che ti hanno creato.” rispose sciogliendosi la coda e passandosi una mano tra i capelli. Sapeva che c'erano dei problemi ma pensava che da Zeftoir potessero occuparsene senza coinvolgere anche la Corte.

Quindi... ci sarà un'altra guerra? Verrà coinvolto il mio “fratello”?” in realtà c'erano una miriade di domande che gli frullavano per la testa. Questa storia lo faceva diventare pazzo! Aveva appena iniziato a migliorare e già arrivavano le pressioni? Due mani gli presero gentilmente il viso:

Non devi pensarci Mares, tu fai quello che puoi... ci penseranno il Generale e le alte sfere.” disse poi sorrise.

Si... ma verrai coinvolto anche tu.” rispose intristito.

Io non andrò da nessuna parte!” gli disse con veemenza. Ma Mares non sembrava convinto. Terwim odiava vederlo triste, preferiva il suo sorriso... anche se c'era un espressione in particolare che voleva vedergli in volto; una che era tanto che non ammirava.

Terwim?” lo chiamò il ragazzo, lo stava fissando intensamente da un paio di minuti buoni. Alla fine la Guardia scosse la testa e proseguirono.

Mares entrò in camera ma l'altro rimase sulla porta, il giovane si girò guardandolo storto. Come per dirgli “Che ci fai li? Entra!” in realtà Terwim sapeva che se fosse entrato, quella sera, avrebbe rischiato di andare oltre... e non era sicuro che Mares avrebbe gradito. Ma comunque si richiuse la porta alle spalle.

Silenzio. Mares si stava togliendo le protezioni mentre Terwim lo osservava sedendosi sul letto. Il ragazzo gli lanciava qualche sguardo con la coda dell'occhio; non capiva. Il problema delle Armi lo abbatteva cosi tanto? O c'era dell'altro? Posò tutto sulla sedia vicino al letto e tornò dalla sua Guardia. In realtà lui si stava reprimendo, desiderava Mares più di qualsiasi altra cosa! E quando gli andò vicino, vestito solo della sua divisa azzurra, non poté non sentirsi eccitato. Si fermò davanti a lui guardandolo con quei suoi occhi blu... era stupendo. Senza pensarci l'attirò a se, stringendolo per la vita. Il ragazzo rise. Terwim si girò e lo portò sul cuscino.

Ma cosa ti prende?” gli chiese mezzo ridendo, aveva i capelli biondi sparsi sul cuscino e le braccia semi piegate ai lati della testa. La Guardia si inginocchiò su di lui, si levò le spalle e la cotta rimanendo a torso nudo.

Mares guardò l'uomo spogliarsi e rimase a fissargli il torace scoperto, l'addome piatto e le spalle forti. Di uomini piacenti ne aveva visti in vita sua... sarebbe stato ipocrita a dire il contrario. Il cuore prese a battere più forte.

Ter...wim...?” scandì, allungò una mano e lo percorse fino al mento, l'altro si abbassò fino a coprirlo. Lo baciò, Mares passò le mani sulla sua nuca scendendo sui trapezi.

Mares... non credo di riuscire a fermarmi oggi.” gli disse solleticandogli il collo, poi gli morse il lobo.

Mh!... chi ti dice di farlo.” rispose il ragazzo maliziosamente. Terwim si rizzò sui gomiti guardandolo stupito.

Dici davvero?” faticava a crederci; l'avrebbe avuto? Finalmente? Mares gli rivolse uno sguardo sensuale poi l'attirò di nuovo a se con le braccia ed allargò le gambe permettendo all'altro di scivolarvi in mezzo. Si baciarono ancora con la differenza che il ragazzo ci mise tutti i suoi insegnamenti di Amante infatti ci volle poco perché Terwim perdesse completamente la testa. Si staccarono e la Guardia iniziò a spogliare Mares che rise divertito.

Sebbene fosse appena quattordicenne, aveva un corpo bellissimo. Che fosse stato creato cosi era insignificante per Terwim; gli aveva lasciato solo la biancheria e il ragazzo tremò. La Guardia si distese su di lui baciandolo, al ragazzo sfuggì un gemito. Cavolo! Lo voleva! Dopo tutto quello che aveva passato... scese a leccargli i capezzoli lasciando una striscia umida. Possibile che la sua pelle fosse dolce come la panna? Chissà che “gusto” aveva li... Terwim si sentì un idiota per un secondo. Mares gli stava tirando i capelli e lui alzò gli occhi. Eccola! L'espressione che voleva vedere, il ragazzo lo stava guardando con quei zaffiri piedi di erotismo.

Terwim risalì fino a trovarsi davanti al suo viso, sapeva di avere un espressione eccitata ma non poteva immaginare che lui potesse essere così carnale. Sospirò pesantemente divorando le labbra del ragazzo, spinse il suo bacino contro quello sottile di Mares. Non era una cosa nuova per lui, si era già trovato davanti a uomini eccitati... e li aveva sempre soddisfatti a dovere, ora che ci pensava avrebbe dovuto sostenere l'esame quell'anno! Ed ora gli si presentava l'occasione... con il particolare che sarebbe stato dieci volte più bello. Sorrise contro le labbra di Terwim. Lo sentiva mentre cercava di togliersi i pantaloni cosi allungò le mani e lo aiutò, poi si liberò anche lui della biancheria. Erano nudi entrambi e le loro erezioni vennero a contatto immediatamente facendoli ansimare. Mares si sentì sollevare per i fianchi, era un momento che aveva sempre temuto dopo l'omicidio e Umyter. Ma ora... non desiderava altro!

Gridò di dolore appena Terwim lo penetrò. Afferrò le sue spalle lasciandogli i segni delle unghie, la Guardia spingeva piano ma faceva male in qualunque modo lo facesse. Strinse gli occhi aspettando che il dolore passasse ma più l'uomo entrava in lui più stava male, gettò indietro la testa cominciando a gemere senza ritegno. Terwim cercò di tenerlo per i fianchi, Mares era strettissimo e il fatto che non riusciva a rilassarsi faceva male anche a lui!

Ter...!” lo chiamò e l'altro capì cosa volesse, una mano passò in mezzo ai loro corpi afferrando l'asta del ragazzo, iniziò a masturbarlo mente l'altra mano gli sorreggeva la schiena. Mares cambiò subito, iniziò a gemere di piacere. Si distese e per un po' Terwim non si mosse, quando sentì che il ragazzo stava meglio si mosse. Dapprima lentamente... entrando ed uscendo piano, poi più velocemente.

Non si ricordava l'amplesso avuto con l'uomo che poi aveva ucciso, e quando subì Umyter era durato troppo poco perché potesse registrare le sensazioni avute. Ma con Terwim... era tutt'altra storia. Lo voleva! Lo desiderava ed adesso che lo sentiva gli faceva cosi male? È naturale che sia doloroso! Pensò; ma non aveva importanza. La mano che l'uomo muoveva lo faceva andare in estasi e ci volle poco per abituarsi anche al membro dentro di lui.

Iniziò a muovere il bacino insieme a quello di Terwim, era talmente bello che temeva non fosse vero... tremendo si ma impagabile.

Ter... sto p-per...!” farfugliò contro la spalla dell'altro, non era mai venuto cosi in fretta! Da una parte ne era felice dall'altra deluso. Bastava cosi poco per far capitolare l'unico Amante maschio del Paese? A quanto pare si. Venne nella mano della sua Guardia con un urlo strozzato. Si accasciò sui cuscini riaprendo gli occhi... Terwim era ancora dentro di lui e per nulla soddisfatto. Infatti riprese a muoversi e Mares che ora aveva capito come rilassarsi si mosse con lui, aggrappato alle sue spalle.

Non aveva mai fatto sesso con un uomo prima di Mares, ma alla fine era come farlo con una donna... anzi! Era meglio, perché era Mares ad essere migliore! Una volta resosi conto che anche il ragazzo apprezzava, non aveva fatto tante cerimonie e riprese a muoversi con più forza. Ansimava godendo appieno del loro rapporto; cambiò posizione inginocchiandosi sul materasso e afferrando la vita di Mares, cosi lo poteva guardare pienamente. Lo vide afferrare le lenzuola ed inarcare la schiena. Era diventato duro di nuovo. A Terwim sfuggì un risolino, l'altro lo guardo con gli occhi velati dal sesso. Merda! Si disse Terwim, un altro paio di spinte e affondò dentro Mares venendo, emise un gemito rauco rimanendo immobile. Poi si distese sul corpo del ragazzo.

Si sfilò e rimasero fermi li, sudati e rossi in in viso. Passarono una manciata di minuti poi Terwim rotolò a fianco a Mares tirando su la coperta. Il ragazzo si strinse alla sua Guardia stava ridendo:

Cosa c'è da ridere?” chiese, avevano appena fatto sesso e lui che fa, ride?

Vorrei vedere la faccia di Toruk domani...” rispose girandosi per guardarlo.

Perché?”

Non credo che riuscirò a fare il percorso.” sulle labbra si disegnò un sorrisetto malizioso. E con gli occhi si guardò alle spalle, poi arrossì, consapevole di quello che avevano fatto. Si coprì la bocca con la mano. Terwim lo abbracciò e sta volta rise lui, ma era una risata gentile.

Ma cosa devo fare con te, Mares?” disse ispirando il profumo dei capelli biondi, gli facevano il solletico. Il ragazzo si strinse di più contro di lui.

Rimasero cosi tutta la notte, dormendo nudi ma senza imbarazzo. Sia Terwim che Mares non potevano dirsi più felici. Peccato che qualcuno già tramava per distruggere entrambi.

Ed eccola qui!!!! *fa festino* la tanto attesa "conclusione" tra Mares e Terwim, non sono molto brava a 'descrivere' queste scene, preferisco prenderle dal lato sentimentale che da quello puramente fisico... se avete dei consigli da darmi li ascolterò con piacere. Per ora vi lascio alla lettura! ^^
A presto!

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24

In tutti quegli anni che aveva cercato Mares era sempre venuto in contatto con Guardie, Capitani ed Ufficiali... ma quando il Generale lo chiamò per unirsi a loro gli venne la pelle d'oca. Ma cosa voleva da lui? Era solo l'insegnante di Mares, accidenti! Controvoglia lasciò gli altri due, mettendosi dietro i Capitani; percorsero corridoi sconosciuti a Toruk fino ad arrivare presso una porta dall'aspetto anonimo. Wars armeggiò con la serratura arrugginita e le diede un calcio per aprirla, imprecando. I Capitani imboccarono il tunnel che si perdeva nell'oscurità l'Arma dietro di loro. Man mano che scendevano l'odore di muffa si faceva più intenso e l'umidità impregnava le pareti, che luccicavano a contrasto con le torce poste su di esse. Si fermarono e Wars aprì un'altra porta.

A Toruk mancò il fiato. L'ambiente era enorme: si trovavano nelle fondamenta della Corte e si vedevano chiaramente le crepe del tempo, ma la struttura portante era così solida da non risentirne. Era perfettamente illuminata da torce e lampadari di ferro. Si rese conto di essersi fermato solo quando Wars lo chiamò, li raggiunse e si mise alla sinistra del Generale.

Si erano riuniti intorno ad un tavolo che illustrava la mappa del regno. Toruk ne approfittò per guardarsi un altro po' in giro: notò che in tre pareti erano appese delle armi di cui alcune con delle macchie scure, probabilmente sangue, armature segnate dal tempo ed incrostate di ruggine, ed ancora archi e spade... su ogni parete era affisso lo stemma della Corte. Notò anche le colonne che reggevano il soffitto, ad occhio e croce occorrevano cinque uomini per abbracciarle. Ti credo che non crolla! Pensò; l'ultimo muro era invece occupato da una teca. Strinse gli occhi per guardare meglio. Poté distinguere quattro casse che assomigliavano a bare...

Toruk! Cosa guardi?” era Wars che lo stava chiamando, lui sussultò. La voce profonda del Generale faceva l'eco e pareva ancora più severa.

Nulla... solo... cosa c'è in quelle bare?” indicò la parete alle spalle dell'uomo.

Quelli sono i cadaveri dei vecchi Consiglieri. Li teniamo imbalsamati li come monito a non ripetere i loro errori.” spiegò e un Capitano sputò per terra.

Maledetti loro e la loro boria!” disse. Il Generale li richiamò all'ordine.

Basta! Abbiamo cose ben più importanti da fare! Per prima cosa: Toruk vuoi metterci al corrente dei movimenti di quei pazzi? I Capitani sanno già chi sei, non preoccuparti di questo.” disse guardandolo. E l'Arma prese fiato, ora non doveva avere segreti. Stimava Wars ed era sicuro che anche i Capitani fossero degni di fiducia.

Si. Subito. Allora: stando alle mie informazioni un gruppo dei vecchi scienziati ha fabbricato delle nuove Armi. Una in loro possesso, già addestrata e pronta per essere usata e l'altra sotto la custodia del Generale.” iniziò Toruk parlando chiaro e conciso. Uno dei Capitani intervenne.

In mano nostra?” fece evidentemente sorpreso.

Si, il ragazzo con la divisa da Amante è un'Arma. Si chiama Mares Ivrie.”

E tu hai un'Arma che gira libera per la Corte? Ma sei pazzo, Wars?” strillò un altro. Doveva aspettarselo da loro, in fondo avevano sempre insegnato anche a lui a temere quelle “cose”.

Non c'è nulla di cui preoccuparsi, Capitano. Per questo motivo Toruk Ormiftar è qui, per addestrare il ragazzo.” fece il Generale. Ma gli uomini non erano convinti. Infatti si scambiarono occhiate dubbiose.

Noi ci fidiamo di te... ma...” la frase del Capitano si fermò a metà perché una folata di gelo lo colpì. Tremò e si aggrappò al tavolo chinando il capo. Respirava a fatica.

Con tutto quello che sta succedendo voi perdete tempo a pensare a me! Io, una delle Armi difettate? Siete scemi o che? C'è un gruppo di pazzi che vuole scatenare una guerra e invece che impegnarvi a trovare un modo per sconfiggerli voi pensate che IO sia pericoloso?!” Toruk gridava e puntava il dito contro gli altri. Avevano voglia di scherzare per caso? Fu il Generale ad intromettersi.

Va bene, va bene! Calmiamoci tutti. Intesi?” disse posando le mani sulle spalle di Toruk scuotendolo piano. Se non prendeva lui le redini quel ragazzo era pure capace di uccidere tutti. Il Capitano si rialzò ancora un poco tremante; guardando malissimo l'Arma. Gli altri si limitarono ad alzare le spalle.

Cercheremo di fidarci anche di lei Toruk...” intervenne uno che non aveva ancora parlato.

La ringrazio...” rispose Toruk, doveva prendere le medicine appena tornato in stanza, o l'indomani non avrebbe potuto nemmeno reggersi in piedi. “Come stavo dicendo, Mares ha cominciato l'addestramento tardi e per il prossimo anno e mezzo non sarà capace di sostenere una battaglia. Sia a livello di conoscenze delle armi che sul piano dei suoi poteri... che sono di gran lunga superiori ai miei. Stando alle mie informazioni il gruppo di scienziati si fa chiamare “Origine”, ed ha intenzione di conquistare il Paese e rovesciare il Governo, si è unito recentemente alle rivolte ai confini delle Terre Aride e credo si sia alleato con qualche signore locale.” indicò il confine est della cartina, mentre parlava il Generale si era spostato andando a prendere delle pergamene e ne consegnò una copia a ciascuno.

Hanno organizzato un esercito ma per ora non ci è dato sapere di quanti battaglioni... quello che sappiamo è che hanno una forte cavalleria, probabilmente usano stalloni originari dei loro territori.” continuò Wars poi spostò la sua attenzione alla cartina.

Ho ragione di credere che, se vogliono invaderci, lo faranno prima da qui...” indicò il territorio intorno alla Corte degli Amanti. “Per poi procedere verso Zeftoir, dovranno superare le colline Tumnol. Noi potremmo intercettarli mandando delle compagnie alla Corte dei Pensatori, intanto organizzare la protezione della città.” Quando ebbe finito un Capitano intervenne:

Potremmo inviare anche dei rinforzi alla Corte degli Amanti, la ci sono solo le Guardie Semplici che fanno la ronda... da sole non potrebbero respingere un esercito. E poi... beh! Dentro sono tutte donne.” alla fine fece un sorrisetto, non era un intuizione spagliata loro sarebbero state le più in pericolo. Gli uomini annuirono.

Si, ottima idea. Toruk loro hanno altre Armi in loro possesso?” chiese rivolgendosi al ragazzo che era impegnato a parlare con un Capitano.

Da quello che so io no, hanno prodotto solo Mares e suo 'fratello', però non ne sono certo. Ma anche se è da solo quel ragazzo ha delle abilità che riuscirebbero a sbaragliare una compagnia. C'è da stare attenti.” disse, poi strinse il tavolo. Un nuovo capogiro gli fece venire la nausea; doveva tornare in camera... subito. Wars gli andò vicino e, mentre i Capitani discutevano su quanti uomini potessero muovere, gli disse a bassa voce:

Oh, che hai?” anche prima l'aveva visto sbiancare di colpo ma pensò che fosse per l'uso del suo potere, ma ora che non faceva nulla...

Niente, Generale... chiedo il permesso di ritirarmi.” gli rispose senza guardarlo, doveva tenere segrete le sue condizioni il più a lungo possibile. L'uomo annui con la testa.

Bene! Distribuiremo le forze in modo da proteggere per primi gli Amanti, per adesso possiamo solo aspettare quei bastardi. Ritiratevi!” fece un gesto con la mano come se volesse tagliare l'aria. I Capitani eseguirono il saluto e si incamminarono per andarsene, Toruk e Wars li seguirono.

Una volta in superficie salutarono ancora il Generale e presero la via per l'uscita. Gli altri due rimasero soli, in silenzio. Poi Toruk voltò le spalle e se ne andò.

Dove pensi di andare da solo?” Wars lo raggiunse dandogli una pacca sulla spalla.

Non c'è bisogno che mi accompagni...” rispose l'altro con tono spento.

Invece si, diamine! Sei cadaverico!”

Fai come ti pare.” merda! Pensò il ragazzo, fino a quel momento era stato capace di nascondere i sintomi della malattia ma ora... sarebbe veramente riuscito a durare un anno? Si strinse il braccio, doveva. Non c'erano alternative. Salirono la scalinata e per tutto il tempo del tragitto Wars continuava a lanciargli occhiate di sottecchi, stava male. E pensava di prenderlo in giro? Da quando avevano avuto il loro 'incontro' non lo aveva più visto cosi da vicino, ora poteva le ombre sotto i suoi occhi. Arrivarono alla camera di Toruk il quale sussurrò 'buonanotte'. Wars richiuse la porta con una manata:

A chi pensi di darla a bere?” ruggì irato. L'altro sostenne lo sguardo.

Non capisco dove vuoi arrivare.” fece alzando le spalle. Il Generale gli tirò un pugno nello stomaco, l'Arma si accasciò a terra senza fiato.

Ecco la risposta. Un colpo del genere settimane fa saresti riuscito ad evitarlo! E ora?... guardati.” prese le spalle di Toruk facendolo rialzare, tossì un paio di volte.

Non sono... affari... che ti riguardano, lasciami!” scrollò la stretta del Generale tentando di voltargli le spalle ma questi lo fece rigirare.

Toruk se stai male devi dirlo! Ti manderò un guaritore il prim...”

Tu non puoi fare niente! Qualsiasi guaritore non può fare niente! Io sono un'Arma difettosa... i miei poteri stanno corrodendo il mio corpo! STO MORENDO LO VUOI CAPIRE!?” aveva alzato la voce talmente tanto che il grido era andato in falsetto. Lacrime calde gli rigavano le guance... lacrime di rassegnazione e sconfitta, da quanto tempo non piangeva? Dell'ultima volta non aveva memoria. La sua natura lo stava uccidendo e lui non poteva fermarla... era come un cancro che avanza inesorabile facendoti sprofondare sempre di più nell'oblio, fino all'inevitabile fine. Era sopravvissuto per vent'anni non si sa come, e quando aveva sentito le prime avvisaglie di debolezza si era affidato alle medicine. Ma ora che nemmeno quelle facevano effetto... cosa doveva fare?

Toruk...” mormorò Wars pesantemente. Non lo aveva mai visto cosi, e gli faceva male. Stava morendo davvero? Era questa la fine delle Armi? I suoi compagni sono morti in battaglia o di stenti? Il solo pensiero gli fece tremare l'animo. Provava una tristezza immensa per quel ragazzo. Era un guerriero formidabile, lo aveva visto, una persona buona... ma tremendamente sfortunata.

Si sentì cingere da due braccia forti, ma gentili insieme. Si lasciò stringere ed accompagnare in camera, Wars lo stava spogliando senza lussuria, con accuratezza e calma; posando i vestiti sulla cassapanca. Toruk lo guardava muoversi chiedendosi come mai si comportasse cosi.

Perché...?” chiese con la voce roca. Ma l'altro non rispose, semplicemente gli si avvicinò facendolo stendere e tirargli su le coperte. Aveva un'espressione strana in viso... che assomigliava alla pietà. Toruk si accigliò.

Non voglio la tua compassione!” disse deciso, lui non era debole. Avrebbe stretto i denti e lottato perfino contro se stesso, ma la carità era l'ultima delle cose che voleva. Il Generale si sedette sul bordo del letto, la cotta tintinnò quando si chinò sul di lui.

Non è misericordia... non lo so spiegare nemmeno io, non mi hanno insegnato a capire le emozioni. Sono umano e le provo. Ma non so dargli un nome. So solo che non voglio vederti soffrire.” disse poi gli accarezzò la guancia, con una delicatezza insolita per lui.

Fatti dare delle ripetizioni da Mares.” rispose imbronciato Toruk. L'altro ridacchiò.

Va bene... riposati.” detto questo si rialzò dal letto, dirigendosi alla porta, si voltò un'ultima volta e fece un sorriso al ragazzo che contraccambiò sforzato.

Richiuse il battente e solo quando fu abbastanza lontano dalla stanza di Toruk si appoggiò al muro, una mano sul viso a coprire quell'unica lacrima di dolore che era spuntata. Cosa gli stava succedendo? La vecchiaia faceva dei brutti scherzi. O forse non era vecchiaia... forse aveva trovato qualcuno che gli assomigliava, in cui poteva rispecchiarsi e riconoscersi. E che stava per scivolargli via.

Confesso che quando ho scritto questo capitolo ho pianto come una scema =( Povero Toruk!! *tira su* Ed il caro Generale che gli si sta affezzionando. Io trovo che siano carini insieme, ma capisco anche Toruk che è sempre stato da solo, contando su se stesso trovarsi a venir "coccolato" cosi... non è cosi facile fidarsi.
Beh! Alla prossima! ^^

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

Il mattino seguente quando Terwim e Mares andarono all'allenamento trovarono Toruk molto sciupato e quando il ragazzo chiese come mai, l'Arma gli rispose che non erano affari suoi. Iniziò il percorso come di consueto e si accorse di essere migliorato, ora riusciva a farlo in meno tempo e sentiva le gambe più forti! Tralasciando il dolore ai fianchi. Arrivò ad ora di pranzo esausto ma comunque meno di prima.

A Toruk però non era sfuggito lo zoppichio di Mares, quando si avvicinò a Terwim per chiedere spiegazioni questi si agitò al che Toruk fece un gesto come per dire “Ho capito” e tornò dal ragazzo. E cosi mentre lui stava male, loro due avevano fatto sesso? Beh... se Mares era felice poteva concederglielo. Ma se Terwim gli avesse impedito di allenarsi avrebbe rinchiuso il ragazzo nella sua stanza! La situazione era allarmante e Mares doveva darci dentro con le lezioni... e non con altro!

Dopo pranzo quando tornarono fuori per proseguire nevicava. Candidi fiocchi cadevano silenziosi attaccandosi al terreno; siccome c'era asciutto il manto che sarebbe caduto da li a poco avrebbe formato una coperta gelida coprendo gli ostacoli.

Beh Toruk! Credo che per un po' non posso allenarmi!” fece Mares battendo le mani, era settimane che faceva lo stesso percorso senza perdere un'ora! Una pausa poteva farla e questo significava stare più tempo con Terwim! Sorrise all'idea.

E' quello che dici tu, caro mio.” rispose l'altro facendogli l'occhiolino. A Mare venne un sospetto.

No... dai non dirmelo!” piagnucolò aggrappandosi alla Guardia.

Invece si, ho previsto che nevicasse così ho fatto preparare una sala con gli ostacoli.” sorrise trionfante; lo prendeva per stupido?

Ma no! Tu sei un demonio! Altroché Arma!” strepitò il ragazzino pestando i piedi. Tipici capricci da bambino. Terwim scoppiò a ridere.

E tu cosa ridi?” si girò imbronciato, stai a vedere che lo sapeva! Pensò. I due grandi si guardarono scuotendo la testa.

Avete complottato alle mie spalle!” disse mettendosi le mani sui fianchi, storse la bocca da un lato.

Davvero pensavi che non saremmo corsi ai ripari? Il tuo allenamento è importante Mares, non puoi fermarti per una nevicata.” gli disse Terwim calmo.

Anche se... per oggi puoi avere il pomeriggio libero.” decretò Toruk alzando il dito, poi lo puntò contro Terwim come a minacciarlo. “Ma SOLO per riposare.” concluse enfatizzando la parola. Gli altri due si guardarono e Mares divenne color pomodoro. Allora se n'è accorto! Si disse fissando ostinatamente per terra. La neve era aumentata d'intensità, il ragazzo rabbrividì.

Allora a domani, verrò a prenderti io come al solito.” disse Terwim leggermente sconsolato, aveva voglia di passare del tempo con Mares invece... Ci rifaremo. Pensò alzando le spalle. Il piccolo trio si separò.

Quando Mares rientrò in stanza la trovò calda, qualche inserviente doveva essere entrato per accendere il fuoco, che scoppiettava allegro nel camino. Era anche l'unica fonte di luce infatti le imposte erano chiuse, lui però non riusciva ad accendere le lanterne appese al muro. L'aveva visto fare da alcuni ragazzi grandi con dei bastoni lunghi. Cosa che lui non aveva. Non era un problema, ci vedeva anche cosi. Andò davanti allo specchio, iniziò a togliersi le protezioni lanciando occhiate di sfuggita alla sua immagine riflessa. Quando però rimase a fissarla per più tempo si accorse che era sbagliata. Appoggiò una mano sulla superficie ma l'altro Mares non si mosse. La luce era poca, d'accordo, ma i suoi capelli erano biondi! Quello li aveva scuri!

Sei buffo, sai?” l'immagine parlò e Mares saltò indietro finendo su un parastinchi, incespicò e cadde. Da quando gli specchi parlano? Pensò allibito. L'immagine riflessa intanto scoppiò a ridere. Una risata che doveva sembrare divertita ma che alle sue orecchie risultava sinistra; ebbe paura.

Chi... cosa sei?” balbettò non staccando gli occhi di dosso al ragazzo riflesso. Di colpo l'immagine sparì, lasciando Mares attonito. Che fosse in preda alle allucinazioni? Impossibile aveva mangiato, e non stava male come quando aveva usato i suoi poteri la prima volta! E allora cosa?

Ti sei fatto male?” due mani si posarono sulle sue spalle ed una voce vellutata gli solleticò il collo. L'Arma gridò spaventata e si rialzò in piedi appoggiandosi al letto. Vi prego ditemi che è un incubo!

Calmati! Non ti mangio mica!” gli disse l'altro alzando le mani, fece qualche passo verso di lui e Mares rimase paralizzato sul posto, ma che cos'era? Cosa voleva sopratutto?! Una mano gli strinse gentilmente il polso facendolo alzare dal materasso. Gli fece fare una piroetta e poi sorrise.

Chi sei?” chiese nuovamente Mares al ragazzo. Questi sorrise, gli faceva paura però, era un sorriso gelido.

Tuo fratello.” disse infine sedendosi sul letto, tirandosi dietro il ragazzo. Se Gakli sapeva che era li lo avrebbe ucciso, ma d'altronde doveva conoscere il nemico per studiarne i punti deboli. Il suo fratellino non era male, ma immaginarlo in combattimento lo faceva ridere! Una mezza donnicciola con una spada? Uno scherzo di natura. Esattamente come Mares: non sarebbe dovuto sopravvivere! Solo lui era perfetto! Solo lui poteva possedere quel potere, la persona davanti ai suoi occhi non ne era degna. E l'avrebbe tolto di mezzo, però non con calma... prima si sarebbe divertito. Doveva ammettere però che la natura opera in modo strano: Mares era il suo esatto opposto, come colore di occhi e capelli.

Tu sei...? Fratello?” ripeté, era davvero lui? Il fratello malvagio? Quello che Toruk gli aveva detto di evitare? Quello che lo... voleva morto. Sgranò gli occhi e schizzò in piedi correndo verso la porta, si attaccò alla maniglia tirando... ma la porta non si aprì. Strattonò con violenza ma quella proprio non diede cenno di muoversi. Una risatina lo raggiunse.

Cosa credi, che non abbia preso delle precauzioni?” gli disse l'altro, si era tolto gli stivaletti e se ne stava tranquillamente appoggiato alla testiera, con tanto di cuscino. Mares emise un grido frustrato e calciò la porta, altra risatina.

La potresti smettere? Dimmi cosa vuoi! Poi vattene.” urlò guardandolo male.

Finiscila di gridare!” gli rispose con uno sguardo altrettanto duro. “Vieni qui.” gli comandò. Mares si avvicinò con cautela quando fu appresso al letto il ragazzo gli fece segno di sedersi vicino a lui. L'altro ubbidì; si era ricordato delle parole di Toruk “Tuo fratello è più forte, fisicamente e mentalmente.” Allenato fin da piccolo a controllare le sue abilità, se avesse voluto poteva schiacciarlo in un istante, ma allora perché se ne stava seduto tranquillo? Che volesse torturarlo?

Cosa vuoi?” chiese Mares esasperato. Perché non lo lasciava in pace? Per una volta che poteva riposare!

Piacere di conoscerti, fratellino. Io sono Seram Ivrie.” disse lui porgendogli la mano. Ma che è uno scherzo? Pensò, prima lo spaventava a morte, lo guardava in cagnesco ed ora si presenta dandogli la mano? Mares alzò un sopracciglio e strinse la mano di Seram.

Cosa voglio? Conoscerti! Non ti ho mai visto, è normale no?” sorrise e sta volta in modo sincero. Per quanto Mares si sforzasse non percepiva il disagio che aveva sentito prima. Alzò un angolo della bocca in un mezzo sorrisetto, sembrava più una smorfia.

Tu sei... mi hanno detto cose orribili su di te.” rispose Mares sistemandosi come Seram, il quale piegò la testa d'un lato.

Tipo?”

Che... vuoi uccidermi, che stai insieme a quei pazzi scienziati e che volete spodestare il Governo.” si pentì immediatamente delle parole appena dette ma la tensione che gli faceva tenera alta la guardia sembrava sparita. Come per magia. Seram sospirò.

Oh no! Non è possibile! Allora, è vero che sono insieme a quei pazzi... ma cosa credi che mi piaccia? No, assolutamente! Loro stanno organizzando un attacco e mi vogliono usare, ma sono nato per questo. Io sto insieme a loro ma non condivido i loro obbiettivi. L'unica mia priorità sei tu, Mares.” spiegò e il nome del fratello gli uscì dalle labbra dolcemente, ci sapeva fare! Con le bugie, nessuno l'aveva mai scoperto. E lui era cosi facile da abbindolare! Il fatto che ora si sentisse più rilassato era dovuto a Seram; gli aveva creato uno strato di ovatta intorno alla coscienza... imprimendogli delle sensazioni positive. Evitando ovviamente che l'altro se ne accorgesse.

Io? Come... spiegati.” gli disse, accidenti! Si sentiva strano, come se si stesse dimenticando di qualcosa! Ma cosa? L'attenzione, forse. Gli avevano ripetuto di stare attento che le Armi sono in grado di plagiale la mente ma Seram sembrava sincero... possibile?

Tutti ci odiano Mares, perché siamo più forti, più belli e più pericolosi. I nostri predecessori sono stati sterminati per questo, il Governo è il male! Gli scienziati dell'Origine sono dei poveretti, si credono chissà chi ma non sono nulla! Che faccino pure la loro guerra, non mi interessa! Quando ho saputo che eri vivo ho pregato che potessi essere in salvo. Non voglio che ti accada niente. E quando il conflitto scoppierà, ti prego, resta in disparte. Non farti coinvolgere!” gli prese le mani stringendole forte.

Mares era confuso, quel ragazzo era sincero i suoi occhi dorati traboccavano di preoccupazione, ma allora tutto quello che gli avevano detto era falso? In realtà Seram era una vittima? E Toruk... gli aveva mentito? Forse voleva vendicarsi! Vendicarsi del fatto che non era più il numero uno, che era stato surclassato da loro! Lo stava allenando per mandarlo contro suo fratello in modo che si distruggessero a vicenda? Come poteva essere tanto meschino? Guardò Seram, scrutandolo affondo.

Dici davvero? Non mi stai prendendo in giro? Tu sei veramente interessato alla mia vita oppure è un tuo trucchetto? Mi stai confondendo Seram, e non poco.” ammise infine. Sciogliendo la stretta, abbassò lo sguardo.

Non potrei mentirti, non a te.” gli rispose, avrebbe voluto ridere a squarciagola! Lo stava prendendo in giro alla grande e quello che nemmeno se ne accorgeva! Era cosi sciocco, credulone ed innocente! Sarebbe stata un'immensa gioia farlo soffrire.

Seram gli si avvicinò abbracciandolo. Lo spinse in basso facendolo sdraiare, poteva credergli? Tutti quei dubbi non facevano altro che tormentarlo! Alla fine si arrese.

Va bene, ti credo.” disse al fratello stringendo la giacca di cuoio scura. L'altro aveva la testa al di sopra della sua; per cui non poté vedere il ghigno malvagio che gli si era disegnato sul volto.

E' fatta! Sei mio Mares! Esultò internamente Seram. Poi con una mano alzò il mento dell'altro, aveva gli occhi blu e anche alla poca luce che c'era nella stanza, poteva leggere una piena fiducia. Lo baciò, con delicatezza facendogli dischiudere le labbra lentamente... il suo piano iniziava da quel momento.

Mares gli rispose permettendo alla lingua del fratello di giocare con la sua. Non sapeva perché ma era diverso, aveva baciato Terwim la sera prima ma non gli aveva dato quella sensazione di... appartenenza. Seram era suo fratello, più o meno. Però...

N-no!... aspetta!” disse d'un tratto staccandosi dall'altro. Non poteva! Terwim sarebbe stato male ancora! Lui era... innamorato di Terwim. Se lo sapeva perché non ne era convinto?

Cosa c'è?” chiese Seram cercandolo con lo sguardo, maledetto lui e la sua testa incasinata! Mares scosse il capo:

Non lo posso fare... c'è una persona che...” disse a tratti.

La Guardia?” fece interrogativo e Mares annui. Seram sospirò. L'aveva previsto; quei due erano praticamente inseparabili.

Quello non è buono nemmeno da farci il pane!” rise Seram accarezzando la testina bionda del fratello. “Cosa pensi? Che ci tenga a te? Non ti sembra un po' strano che un uomo come lui abbia perso la testa per un ragazzo? Ti sta usando Mares, sei il suo giocattolo. E quando si sarà stancato di te... ti lascerà” sputò quelle parole cattive sorridendo. Mares non poteva crederci, no non era vero! Terwim gli voleva bene! Glielo aveva detto! Avevano fatto l'amore! Due lacrime calde gli rigarono il viso.

No... sei un bugiardo, non è vero!” disse scuotendo la testa. Cercò di allontanarlo da se ma Seram era irremovibile, prese a picchiare i pugni contro il suo torace ma alla fine il fratello glieli prese con una mano e li bloccò sopra la sua testa. Si avvicinò al viso di Mares.

Ti stanno prendendo in giro tutti, fratello. Lo so che fa male sentirselo dire.” gli disse poi gli baciò la fronte.

Ti prego... basta! Non dire queste cose. Lui non lo farebbe mai!” si ostinò singhiozzando, si aggrappò alla notte passata con Terwim. Al suo tocco, ai suoi baci, al suo respiro, al suo calore. Com'era possibile che fosse tutto falso? Guardò Seram a pochi centimetri dal viso, era una menzogna. Gli stava mentendo! Era lui che lo voleva abbindolare! Vide gli occhi del fratello emettere un luccichio violetto. Di colpo gli tutto chiaro:

Bastardo!?” gridò irato scattando in avanti, Seram si spostò di lato evitando la testata di Mares, aveva sbagliato. Pensava che la donnicciola si potesse arrendere solo con le parole ma il sentimento che lo legava a quella Guardia era forte; ora che lo sapeva... non ci sarebbe andato leggero. Gli si lanciò contro afferrandolo per la camicina azzurra, lo rigettò tra i cuscini come se non pesasse nulla e ci si mise sopra.

Mi hai scoperto, diciamo che non sei proprio da discarica.” gli disse allargando le labbra in un ghigno.

Lasciami Seram!” rispose Mares cercando di liberare i polsi, inutilmente. L'avrebbe ucciso era sicuro. Non poteva nulla contro il fratello. Gli puntò addosso lo sguardo più cattivo che aveva e per tutta risposta l'altro rise, e pure di gusto.

Begli occhi fratellino, ma non sono paragonabili ai miei!” disse Seram facendo mutare l'oro in viola intenso.

E per la prima volta Mares subì il potere delle Armi.

Per il fine settimana non sono a casa, causa evento cosplay, perciò aggiorno oggi ^^ bene, sicuramente Seram si beccherà un sacco di parolacce/insulti infatti si è andato a nascondere u.u L'ho detestato anche io per un bel pò, sto cretino.
Spero comunque che vi piaccia! A presto e buon week end ^^

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

Una scarica lo percorse da capo a piedi, sussultò violentemente, avrebbe cominciato a saltare se non fosse stato per il corpo del fratello sopra il suo. Alla prima scarica ne seguì un'altra e un'altra... come in preda alle convulsioni. La stretta di Seram sui suoi polsi era ferrea, Mares aveva gli occhi chiusi ermeticamente per cercare di mitigare il dolore. Era lancinante, aveva la testa in fiamme! Pensava di morire.

Le scariche diminuirono, e il ragazzo poté aprire gli occhi, aveva la vista annebbiata e a causa della scarsa luce non vedeva bene. Ma Seram era ancora li, con quel suo sorrisetto malevolo e gli occhi brillanti. Sembrava emanassero luce, una luce mortale.

Allora Mares, come ti senti? Mai provata questa tortura? È la mia preferita, posso compromettere il sistema nervoso fino a fermare il cuore, o far impazzire la persona oppure posso disintegrare il cervello... ha vari usi. Non l'hai ancora imparata?” parlò con una tale calma e minuziosità che Mares rabbrividì. Se avesse potuto muoversi! Sarebbe corso da Terwim. Non voleva morire! Altre lacrime sfuggirono al suo controllo.

Oh, no... non frignare, ti prego! Non ti ho fatto male. Qualche scarica non ti ucciderà.” si lamentò Seram alzando gli occhi al soffitto. Tornò a guardarlo; era patetico. Ma farlo fuori adesso gli avrebbe tolto il divertimento, l'avrebbe lasciato allenare... Ma si dai, posso permettermelo! Si disse.

La...sciami.” esalò Mares, la voce sembrava sparita. Avvertiva dolore praticamente ovunque, ma la parte che gli faceva più male era la testa. Sembrava che volesse esplodere da un momento all'altro!

Lasciarti? E levarmi il divertimento? Assolutamente no! Ho appena iniziato.” gli rispose l'altro sorridendo biecamente. Tornò a fissarlo intensamente... sta volta sarebbe penetrato nella sua mente. Si concentrò ed espanse il potere colpendo il muro interno del fratello. Gli andò addosso più volte come un ariete. Mares gridò con quanto più fiato poteva. Oddio! È orribile! Aiuto! Pensava in preda al panico. Aveva iniziato a scalciare furiosamente, e poi urlò ancora. Seram non gli dava tregua! Sentiva la sua forza andare via... lentamente, scemare di fronte alla forza del fratello. Alla fine la barriera di Mares andò in frantumi e la sua mente fu completamente a disposizione dell'altro.

Seram stava ansimando, non credeva di perdere cosi tante energie... ma ne sarebbe valsa la pena. Era dentro, c'erano emozioni di ogni genere ma la più forte era legata a quella Guardia. Mares avrebbe voluto correre da lui? Era l'unica cosa positiva in quel mare di paura. La sua ancora di salvezza. Gli avrebbe strappato anche quella. Doveva inventare un modo per separarli; fece spallucce, ci avrebbe pensato dopo. Ora che teneva Mares in pugno poteva fare praticamente di tutto... si scoprì indeciso. Dolore fisico o mentale? Beh, quello mentale lo stava sperimentando ora ed era sicuro che fosse sufficiente, non voleva che impazzisse. Optò per il fisico. Si chinò su di lui:

Ora faremo un giochino, vuoi?” gli disse sussurrandogli nell'orecchio.

Si sentiva uno schifo, aveva voglia di vomitare, la testa girava e dava pulsazioni continue. In più Seram lo spaventava a morte! Ma cosa voleva? Che lo uccidesse piuttosto! Giocare? Con cosa? Non riusciva a formulare un pensiero logico... ma possibile che con tutte quelle urla nessuno lo avesse sentito? Nessuno che passava per di li nel pomeriggio? Aveva girato la testa verso la porta e respirava pesantemente.

T...i pre...go!” faticava a parlate, se prima gli mancava la voce ora era la testa era completamente partita. Non si accorgeva nemmeno delle lacrime che, imperterrite, continuavano a sgorgagli dagli occhi.

Fai il bravo Mares e prometto che ti divertirai.” gli disse Seram poi lo baciò. Più profondamente di prima. Gli lasciò i polsi, tanto non si sarebbe mosso, era troppo debole. O sottomesso? La differenza non gli importava. Con le mani libere gli sbottonò la giacchetta, la gettò dietro di se seguita dalla camicia. Mares era a torso nudo. Il fratello stette ad ammirarlo. Non male! Veramente. Pensò annuendo. L'altro intanto aveva cominciato a mugugnare in dissenso. Cosa gli avrebbe fatto? Avvertì le mani percorrergli il petto soffermandosi sui capezzoli, strizzandoli. Gemette di dolore, provò a muovere un braccio per scostarlo, mandarlo via... non doveva fargli questo! Mollemente andò a colpirgli la testa che, si era abbassata per leccare uno dei suoi bottoncini rosa.

Ah! Mares... cosa fai? Ti ribelli? Non andiamo bene, proprio no.” disse con un leggero tono di rimprovero, ma comunque ironico. Si mise diritto, aveva ancora forza di muoversi anche se lui esercitava pressione sulla sua mente? Di certo era di fibra robusta. Lo guardò poi lo accarezzò sorridente, si diresse verso il camino cercando l'attizzatoio. Non appena lo trovò ravvivò le braci ed aggiunge due ceppi, poi vi lasciò lo strumento. Si girò verso Mares che giaceva immobile, rise sommessamente poi ritirò l'attizzatoio tornando a cavalcioni sul fratello. L'arnese aveva la punta incandescente colorata di rosso vivace. Facendo attenzione lo accostò alla pelle nuda del suo torace, quel tanto che bastava per sentirne il calore.

Sebbene avesse un piede nella fossa e la vista annebbiata, il barlume rosso lo vedeva. Ed iniziò a tremare, non l'avrebbe fatto! Lo voleva trafiggere con quel coso? Ne percepì il calore sulla pelle... si ritrasse di riflesso. Guardò Seram implorante. Non puoi farmi questo! Pensò; era convinto che in ogni persona cattiva esisteva del buono, magari in fondo al cuore. Ma Seram era crudele e senza scrupoli, cattivo fino nel midollo. Fece scorrere l'attizzatoio a un soffio dalla sua pelle.

Prova a muoverti ancora, se ne hai coraggio.” gli disse, poi appoggiò di nuovo il ferro tra le fiamme, sporgendosi dal letto. Mares gli lanciò uno sguardo truce ma l'altro non se accorse. Raccolse quante più energie poté e si tirò seduto di scatto, facendo andare Seram contro la pediera. Vedeva il mondo girare vorticosamente ma cercò di resistere dallo svenire; doveva uscire di li! Gattonò dall'altra parte del letto, scese e barcollò fino alla porta. La strattonò... più volte, poi ricordò. E' chiusa! Me ne sono dimenticato! Con gli occhi sgranati si girò verso il letto, suo fratello lo guardava con una tale collera che pareva gli uscisse dal corpo, saltò giù mettendosi tra il camino e lui, la sua ombra era mostruosa. Trasmetteva il suo stesso odio. L'oppressione che Mares aveva in testa se ne andò, di colpo, lasciandogli un senso di vuoto. Seram aveva interrotto il controllo di proposito; voleva che fosse lucido:

Ora mi hai davvero stancato, ti avevo avvertito!” sibilò, Mares si appoggiò alla porta scuotendo la testa. Non poteva scappare, non poteva combattere. L'altro si fece vicino portando con se la sua oscurità come un tetro mantello, gli tirò i capelli e Mares gemette. Li strattonò con violenza, se lo tirò dietro e lo rigettò sul letto. Afferrò una delle cinghie delle sue protezioni poi gli legò i polsi sopra la testa assicurandoli poi alla testiera:

C-cosa fai?!” gli gridò Mares cercando di liberarsi, l'altro non gli rispose. Si limitò a guardarlo male accarezzandogli il torace. Riprese poi l'attizzatoio, la punta incandescente rivolta verso di lui.

Con un ghigno feroce fece la prima incisione. Appoggiando la punta sotto la spalla destra di Mares, non andò troppo affondo, il calore lavorava da solo. Il fratello gridò e molto più forte di prima, prese a scalciare... sentiva odore di bruciato e ne era consapevole perché l'ovatta che prima l'aveva avvolto non c'era più. Gli stava scorticando la pelle con quel ferro! Dopo il primo segno Seram ne fece un altro curvando. Altre urla riempirono la stanza... Seram non gli diede peso, doveva finire il lavoro. Avrebbe insegnato a Mares che lui era il più forte, per quanto si sarebbe impegnato non avrebbe potuto raggiungerlo, mai! E gli avrebbe lasciato un segno a vita per dimostrarlo. Allargò il sorriso e i suoi occhi si fissarono su quelli blu del ragazzo sotto di lui, pieni di lacrime e con un espressione supplichevole. Curvò ancora l'attizzatoio e finì l'opera. Soffiò delicatamente sulla sua piccola opera d'arte, la ferita sanguinava e il respiro concitato di Mares faceva scendere piccole gocce sulle lenzuola bianche.

S, l'iniziale del mio nome... ma anche della parola Sconfitta. Quella alla quale andrai incontro se oserai metterti sulla mia strada! Ricordatelo, fratellino.” gli disse poi sfiorò la lettera, Mares si ritrasse. Gli sciolse i polsi che ricaddero pesantemente sui guanciali. Doveva andare via; si era trattenuto troppo. Diede un ultima occhiata al corpo sul letto... avrebbe voluto divertirsi veramente ma Mares non era stato di quell'avviso. Fece spallucce Peggio per lui. Si disse. Poi andò alla finestra e saltò di sotto. Recuperò il cavallo e si diresse alle Terre Aride. Quando fu lontano alzò gli occhi al cielo e rise.

Non aveva il coraggio di muoversi, non aveva la forza di muoversi. Ma nemmeno di pensare. Il bruciore che provava sul petto era nulla rispetto a quello che avvertiva dentro. Seram era un mostro, una bestia in forma umana e il modo in cui usava i suoi poteri era perfetto... ripensò alle parole del Generale. Le Armi facevano schifo! Lui non sarebbe diventato cosi! Ma non poteva negare che, se fosse stato più forte, avrebbe dato all'altro una bella lezione. Una fitta lo fece tossire, ma più tossiva più sentiva dolore. Aveva una bruciatura aperta e sanguinante, e se ne stava li a fare congetture? Doveva alzarsi! Si mosse il più lentamente possibile, sperò che le gambe lo reggessero. Mise i piedi a penzoloni e si calò giù dal bordo, come previsto scivolò a terra. Strepitoso! Pensò amareggiato. Lo specchio era davanti a lui e, anche se era per terra, vedeva l'incisione: una 'S' che occupava tutto il pettorale destro. La 'S' di Seram, la 'S' di Sconfitta. Non permise ad ulteriori lacrime di uscire, perché sarebbero state il battesimo di quella lettera. Raccolse le energie e si tirò in piedi. Per prima cosa recuperò la camicia, e se la legò in malo modo al torace, per fermare il sangue.

Secondo: doveva andare fuori, si diresse alla porta. A mala pena stava in piedi! Come poteva camminare fino alla stanza di Terwim o di Toruk? Scosse la testa, Una cosa per volta. Decise, arrivò alla maniglia e quando fece per girarla essa ubbidì. Aprendo la porta. Ma come? Ci aveva provato due volte prima! Poi gli venne in mente l'annebbiamento... Seram lo aveva in pugno ancora prima che gli facesse capire d'essere soggiogato.

Gli occhi.” disse, quando aveva fissato la sua immagine nello specchio aveva visto un luccichio viola! Era stato quello il momento! Non doveva più fissarlo, anzi! Doveva dirlo a Toruk! Che gli insegnasse un modo per non cascarci più! Spalancò la porta con la mano sinistra, il corridoio era freddo e deserto. Ma dovevano essere le quattro del pomeriggio! Forse i Cadetti erano a lezione? Non aveva tempo di pensare a quelle cose! Si appoggiò al muro con la schiena. La camera di Terwim è dall'altra parte della Corte, mi conviene andare da Toruk, o da Wars. Pensò.

Iniziò a camminare ma ogni passo gli constava un capogiro e la ferita stava macchiando la camicia. Non ce l'avrebbe fatta ad arrivare in fondo al corridoio. Si fermò quindi a riprendere fiato, era più o meno a metà:

A... aiuto!! Toruk! Wars!” urlò rivolto alle camere, ma nessuno rispose. Ritentò.

Generale! Toruk!... mi sentite!!” alzò anche la voce. Alla fine una porta si aprì. Erano proprio loro due. Che si guardarono intorno, poi lo scorsero e gli andarono incontro.

Mares, ma che diavolo urli?” gli disse il Generale correndo verso di lui, perché era messo cosi? Toruk gli stava dicendo che aveva concesso una pausa al ragazzo... Mares si sforzò di sorridere. Prima non avevano sentito? E si che aveva alzato la voce, ma diede nuovamente la colpa a Seram. I due stavano a dieci metri da lui, e quando videro com'era ridotto si affettarono a raggiungerlo:

Per gli Dei! Ma che ti è successo?” esclamò Wars reggendolo da dietro. Toruk intanto gli prendeva la faccia. Era pallido e la camicia azzurra inzuppata di sangue!

Mares! Chi è stato?... un Cadetto?” lo sentì chiedere. Ma ora che era al sicuro la stanchezza prese il sopravvento e chiuse gli occhi, sentì ancora delle domande non capendone le parole, lo stavano sollevando e Wars disse di chiamare un Guaritore, lui si aggrappò alla giacca dell'uomo. Doveva dire qualcosa ma lo sfinimento era tale che riuscì solo ad esalare un nome.

S... Seram.” disse... poi svenne.

So già che mi prenderete a frustate per questo capitolo infatti vi sto scrivendo da un bunker anti-atomico XD Seram è uno stronzo lo so, e ne sono consapevole.
Spero di farmi perdonare nei prossimi capitoli, per ora vi imploro clemenza *si inginocchia*
A presto! E buon 25 Aprile ^^

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

Dopo tre giorni di cavallo finalmente arrivò a destinazione, maledisse suo fratello e la sua cocciutaggine! Gli aveva fatto perdere un sacco di tempo. Se fosse stato buono avrebbero passato dei piacevoli momenti insieme, beh! Peggio per lui. Scese da cavallo con fiato corto, andò alle stalle e gli diede tre razioni di biada accarezzandogli il dorso, era un buon cavallo. Tutti quelli che nascevano nelle praterie di quella zona avevano una resistenza maggiore... la marcia serrata però l'aveva provato. Ora non devo per nessuna ragione farmi bec...!

Seram, si può sapere dove accidenti sei stato?” Gakli spuntò da dietro la porta delle stalle, capelli scompigliati, camicia da notte indosso e, buttata sulle spalle, una pelliccia, ai piedi degli stivali incrostati di terra. Lo fissava a braccia conserte ed un espressione parecchio contrariata.

Un po' di qua, un po' di la... in giro.” disse gesticolando in varie direzioni. Poi alzò le spalle. “Ma scusa, fatti gli affari tuoi! Non devo mica rendere conto a te!” gli andò incontro.

Sei stato da Mares, vero?” Seram potrà essere pericoloso ma non me la da a bere! Pensò Gakli afferrando il braccio del ragazzo che grugnì in dissenso. Aveva fatto centro.

Devo arrivare a rinchiuderti? Non devi andare da lui, sono stato chiaro?” continuò l'uomo afferrandolo con l'altra mano, costringendo i loro occhi ad incrociarsi.

Volevo solo vederlo! Diamine, ma che cosa c'è di sbagliato? Non l'ho ucciso... e per ora non voglio farlo. L'ho solo spaventato un po'.” gli rispose sogghignando. Gakli lo guardò storto.

Che gli hai fatto?” chiese guardingo.

Un marchio d'amore fraterno.” rispose per poi mettersi a ridere forte, l'altro gli tappò la bocca con la mano.

Ma taci! Vuoi svegliare tutti? Marchio?... non voglio indagare oltre ma da oggi in poi te ne starai chiuso nel castello, e ringrazia che non ti metto nelle segrete. Piccolo idiota!” mentre parlava iniziò a trascinarlo verso l'interno delle mura, se fosse stato un cane gli avrebbe volentieri messo una catena. Se pensava che tutto l'attacco dipendeva da Seram gli veniva la pelle d'oca! Come poteva dare l'impressione di essere veramente in grado di controllare l'Arma se questa gli scappava sotto il naso? L'avrebbe messo 'fuori uso' per un po'.

Rientrarono e cercando di non disturbare le persone che dormivano si diressero ai laboratori, Seram lo guardò interrogativo non capendo perché non lo portasse nella sua stanza. Ma Gakli non disse nulla, aprì la porta della stanza e ce lo spinse dentro. La richiuse col piede.

Perché siamo qui?” gli chiese il ragazzo mentre si sedeva sul tavolo, scostando alcune ampolle di liquidi verdi.

Sono stanco della sua insubordinazione, dico una cosa e tu te ne freghi. Ti ho creato io... e so come fermarti. Prendila come una lezione educativa.” parlò dandole le spalle, mentre armeggiava con una boccetta d'acqua alla quale aggiunse una polverina marrone. La agitò e quando fece la schiuma la travasò in un'altra boccetta. Seram allungò il collo per vedere cosa stesse facendo e non appena avvertì l'odore della pozione scattò sull'attenti:

No! Non di nuovo!” gridò saltando giù dal tavolo. Quella roba era... paragonabile all'incisione che aveva fatto a Mares! Gli faceva perdere i suoi poteri e sembrava un corpo inerte e senza forze. Gliela aveva fatta bere altre volte ma quando era piccolo. Sperava di non doverla prendere più; Maledetto Mares! Disse. Era tutta colpa sua se aveva ritardato... ed ora quella. Scosse la testa ed afferrò un bastone puntandolo contro l'altro.

Gakli si tolse la pelliccia rimanendo in camicia da notte. Un sorriso maligno dipinto in volto, doveva prenderlo prima che si ribellasse. Il ragazzo gli corse incontro cercando di colpirlo. Lui gli afferrò la mano e gliela torse dietro la schiena costringendo il ragazzo a piegare il gomito, in quegli anni aveva preso delle medicine che gli davano forza sufficiente per combattere al pari di un'Arma... o poco meno. Prima che Seram lo respingesse con la sua forza gli afferrò la mascella costringendola aperta. L'altro si dibatté e gli tirò una gomitata ma Gakli non fece una piega, gli mise la boccetta sotto il naso per poi versargliela in bocca.

Vediamo se starai buono!” gli sibilò all'orecchio. La pozione aveva un effetto quasi immediato e l'Arma si accasciò tra le sue braccia. Quello che Seram detestava era il dopo pozione, in passato Gakli l'aveva preso durante il lasso di tempo in cui quella roba aveva effetto e temette che volesse fare lo stesso adesso. Si sentì alzare di peso e mettere in spalla. Gli iniziava a far male la testa e violenti conati di vomito lo costrinsero a tapparsi la bocca, non voleva dargliela vinta a quel maniaco! Il copro prese a formicolare e iniziò a fuoriuscire del fumo viola. Sentì Gakli soffiare per non essere appannato dalle esalazioni. Alla fine Seram stava cedendo... non poteva vincere contro quella cosa. Ma sarà in grado di respingere l'uomo nel caso lo volesse? A malincuore ne dubitava.

Arrivarono nella stanza di Seram e Gakli lo buttò sul letto senza troppe premure. Il fumo viola avrebbe smesso di uscire tra un paio di minuti, lui aveva il tempo di spogliare il ragazzo. L'ultima volta che si era divertito con lui aveva undici anni, pressapoco. E dopo quello era stato relativamente buono ed ubbidiente non richiedendo più l'intervento del Limitatore e delle sue 'lezioni' speciali. Il fatto che fosse sgattaiolato via per tre giorni senza dire una parola non gli era piaciuto; per niente. Finì di togliergli la camicia nera poggiandola sulla cassapanca insieme agli altri indumenti. Dette uno sguardo al corpo nudo di Seram e dopo qualche istante il fumo cessò di uscire lasciando il ragazzo completamente immobile e semi cosciente.

Vediamo se riesco a ficcarti in quella testa dura un po' di educazione.” gli disse togliendosi la camicia da notte. Parlò con un tono che alludeva a tutt'altro tranne la testa.

Seram non aveva la forza per fare nulla, era tanto se riusciva a respirare! Quel bastardo! Quel maledetto infame, vigliacco e pazzo! Gli avrebbe pagato tutto, e con gli interessi! Se non fosse per il Limitatore a quest'ora avrebbe le ossa rotte! Non poteva ucciderlo... serviva a tenere buoni i Signori delle Terre Aride. Lo percepì sopra di se mentre gli passava le mani sul corpo, gli faceva schifo essere toccato cosi! In un barlume di coscienza vide il sorrisetto soddisfatto sulle labbra di Gakli... l'istante prima che lo penetrasse. Un altra notte di umiliazione, ma Seram si promise che sarebbe stata l'ultima.

Cortino come capitolo lo so, ma per la gioia di tutte XD ecco la punizione di Seram. Io tra i due odio di più Gakli però u.u è veramente un vecchio viscidone, pazzo e megalomane...
Bene! Spero che soddisvi alcuni animi infervorati e sopratutto spero vi piaccia. A presto! ^^

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28

La notte era calata da molto e una luna limpida illuminava le colline Tumnol facendole sembrare finte. Quasi come se fossero state buttate li per sbaglio. Talita emise un sospiro stanco. L'ultima lettera di Gakli portava buone notizie; erano quasi pronti ad invadere e le chiedeva di utilizzare la Corte degli Amanti come quartier generale. Lei ovviamente aveva acconsentito. Ma sapeva che il Generale Superiore avrebbe mandato qualcuno a proteggere lei e le sue ragazze. Ancora guerra... ma sperava fosse l'ultima. Quando Gakli aveva combattuto la prima, utilizzando le Armi rosse, era poco più che un assistente ora era il direttore del nuovo progetto, ma aveva a disposizione solo un'Arma: Seram. Che a quanto gli aveva detto era parecchio pazzerello. E lei? Doveva prendere una decisione: stare dalla parte del Governo od onorare la sua amicizia con Gakli, in entrambi i casi i sensi di colpa l'avrebbero morsa a vita. Si spostò dalla finestra per prepararsi per la notte, iniziò a sfilare il corpetto davanti alla grande specchiera... sebbene avesse superato i quarant'anni il suo corpo aveva ancora le fattezze di quando era ragazza. Poggiò il vestito e il coprispalle sulla sedia di velluto. Tutto in camera sua era un segno di importanza, lei era la Prima. La direttrice della Corte degli Amanti e prima Cortigiana. Titoli importanti ma che in fin dei conti non significavano nulla, perché doveva sempre dipendere dal Consiglio.

Indossò la camicia da notte, poi si mise sotto le coperte. Il freddo del letto si infilò tra i pori della pelle gelandole il cuore. E li, prese una decisione: avrebbe tradito il Governo. Sapeva che era l'unica decisione sensata, era stanca di obbedire a quei vecchi decrepiti. E l'amicizia con quell'uomo era più importante della sua fedeltà al Consiglio. Avrebbe congelato la sua anima non permettendole nessuna pietà, compassione o misericordia. Avrebbe aiutato Gakli come poteva, e se questo significava sacrificare Mares... l'avrebbe fatto. Quando l'aveva raccolto quella notte aveva capito subito che era un'Arma e aveva dato disposizioni per tenere d'occhio sua madre. Era sempre rimasta informata riguardo le sue azioni e quando aveva incontrato quel ragazzo capì subito il pericolo; era una delle Armi rosse! Uno dei pochi rimasti. Chissà come aveva fatto a sopravvivere tanto? Ma non aveva importanza. Non avrebbe dovuto sapere di Mares e per quanto ci sperasse, Talila sapeva che la donna gli aveva detto tutto. Il giorno dopo l'aveva fatta assassinare. Quanto a Mares era stata fortunata che la madre lo avesse portato li, in modo che non si accorgesse dei suoi poteri. Avrebbe voluto che diventasse un'Amante Diplomato, che restasse li alla Corte. E se un giorno Gakli e Seram fossero capitati da quelle parti lo avrebbero potuto uccidere facilmente. Ma ora... era tutto distrutto. La notte in cui aveva ucciso il suo cliente, in tutta la sua casa, erano apparsi lampi viola così violenti che i servi pensavano fosse giorno. Ma Mares non ricordava nulla... era convinto di aver solo strangolato l'uomo ma gli esami dei Guaritori avevano riportato delle gravi compromissioni agli organi interni. Mares in pratica gli aveva spappolato cuore, fegato e reni solo con la forza del pensiero. Talita strinse le lenzuola fissando il soffitto con aria incollerita; si sarebbe schierata con Gakli, avrebbe aiutato a rovesciare il Governo e togliere di mezzo l'Arma rossa e Mares. Con questa scelta si gettò alle spalle tutti i sentimenti di protezione e affetto provati per il ragazzo, per riempirsi di determinazione e risolutezza. Dopodiché si voltò di fianco e chiuse gli occhi, aspettando che il sonno arrivasse.

Si lo so è minuscolo, il prossimo sono 7 pagine di Word, che metterò tra due giorni come regalino... direi che mi faccio perdonare no? ^^"
Talita... in realtà assomiglia alla matrigna di Cenerentola! Hahaha!! Voltagabbana, doppiagiochista... mi fa rodere parecchio u.u
A presto! ^^

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 29 ***


Capitolo 29

Ah! Gli hai dato il pomeriggio libero? Hai fatto bene, ha lavorato tanto... sta migliorando, no?” Wars era andato a trovare Toruk nella sua stanza, ed insieme stavano aspettando il Guaritore... il Generale era preoccupato per le condizioni dell'Arma, temeva potesse peggiorare. Il ragazzo aveva cercato di opporsi, dicendo che i l Guaritore non gli avrebbe saputo dire nulla di diverso da quello che già sapeva: era terminale.

Si, ha più fiato. E riesce a non inciampare.” rispose Toruk con aria stanca, un sospiro gli sfuggì dalle labbra, era da venti minuti buoni che vedeva il mondo vorticare. Quasi lo avessero rinchiuso in un barile e spinto giù dalle Vette Punta. Si sedette sul letto e con la coda dell'occhio vide Wars raggiungerlo, il modo in cui si curava di lui era a metà tra il soffocante ed il piacevole... aveva sempre dovuto contare su se stesso dalla fine della guerra e non conosceva il significato della parola “affetto”, per lui rimaneva solo scritta nel dizionario. Ma doveva ammettere che Wars stava diventando anche troppo affettuoso, si permetteva di toccarlo come nulla fosse. Anche l'altra sera lo aveva spogliato e messo a letto, ve bene che non si reggeva in piedi però... a tutto c'era un limite e l'uomo lo stava ampiamente superando; la cosa più che fastidiosa risultava strana agli occhi di Toruk. Si allontanò quando una mano fece per posarsi sulla sua spalla, lanciò al Generale uno sguardo d'avvertimento e l'altro ritrasse la mano sconsolato.

Sei più cocciuto di un mulo.” commentò stringendo i pugni, Toruk incrociò le gambe sul materasso sorridendo divertito.

E tu più insistente di una mosca.” poi rise sommessamente, l'uomo fece finta di tiragli una sberla e l'Arma afferrò un cuscino come scudo. Poi guardò al di là di esso e vide la faccia sorridente di Wars. Qualcosa gli si agitò nel petto, ma prima che potesse capire cos'era bussarono alla porta. Lui rimase fermo a guardare l'uomo andare ad aprire, era il Guaritore. L'ordine dei Guaritori vestiva in modo comune: una lunga tunica arancione chiaro, calzari del medesimo colore di cuoio rinforzato, pantaloni di pelle di cerva. Dovevano assolutamente essere di cerva, ma nessuno degli storici ha mai capito perché, inoltre erano completamente pelati. Quello che operava li alla Corte dei Combattenti era abbastanza anziano, Toruk gli dava più o meno settantacinque anni. Ma possedeva ancora una mente brillante, entrò nella stanza a passo lento con le spalle leggermente incurvate in avanti... lo guardò subito. E l'Arma si sentì trapassare da quello sguardo, era carico di rancore. Quell'uomo doveva aver avuto a che fare coi suoi fratelli in passato; salutò il Generale poi prese posto su una sedia:

Allora, mi dica cosa posso fare.” parlò con una voce gracchiante, assomigliava a quella di una rana. Toruk si trattenne dal ridere.

Vorrei che desse un'occhiata a lui.” gli rispose Wars indicando il ragazzo sul letto, chiedere al vecchio di guarire una delle cose contro cui aveva combattuto una vita... era come chiedere al leone di prendersi cura dell'agnello.

Un'Arma eh... quanti anni hai ragazzo?” un sorrisetto gli fece apparire una ragnatela di rughe sulla guancia.

Vent'uno, signore.” rispose atono Toruk. Quel vecchio non gli andava a genio. Non può fare niente... pensò e si chiese perché Wars avesse tanto voluto che lo visitasse, magari non per dirgli cose che entrambi sapevano ma per avere la stima del tempo preciso che gli rimaneva. La ringrazio Generale, conoscere la data della mia morte le permetterà di scavarmi la fossa. Si disse ironicamente.

Mh, sei rimasto vivo per molto... da quanto tempo prendi le medicine?” continuò accennando ai sacchetti sul comodino.

Tre anni e mezzo. Ho iniziato subito, appena mi sono accorto dei primi sintomi.”

E in cosa consistono questi sintomi?”

Spossatezza, dolori, mal di testa, tremori, conati di vomito... cose così.” elencò Toruk sulle dita per poi fare un gesto con la mano. Il Guaritore chiuse gli occhi meditando, il ragazzo guardò Wars e gli disse senza voce “C'è da fidarsi?” l'altro gli rispose “E' il migliore” alchè l'Arma alzò un sopracciglio perplesso. Il vecchio si alzò andandogli vicino.

Togli la camicia e stenditi sul letto, braccia aperte, palmi rivolti in su.” gli disse poi andò fuori dalla camera.

Vuoi una mano?” gli disse scherzosamente Wars, con un sorriso divertito.

Non provarci!” lo ammonì Toruk, sgranando gli occhi. Dalla porta entrarono il vecchio con altri due Guaritori più giovani al seguito. Portavano una strana ampolla, molto grande infatti faticavano a tenerla su, era di vetro giallo, lo si estraeva dai Monti Arakigh e veniva lavorato per settimane. Un manufatto di vetro giallo costava un occhio della testa! Per non parlare del valore che aveva. Ma quello che colpì Toruk era la forma strana dell'oggetto: una “pancia” di forma ellissoidale e uno stretto collo che terminava con una specie di beccuccio al quale era attaccato un tubicino di un materiale sconosciuto... i Guaritori non rivelavano facilmente i materiali usati.

I due assistenti poggiarono l'ampolla sulla cassapanca a la avvicinarono al letto. Il vecchio guardò l'Arma... era il colmo, doveva cercare un modo per salvarlo, cosa che era impossibile, quando lui era stato il primo ad elaborare un modo per ucciderli. Il Generale Superiore doveva aver perso la ragione oppure era tutto un piano di quel ragazzo. Chi poteva sapere cosa passava per la testa di quel mostro!

Cerca di stare fermo.” gli disse solamente, poi prese il tubicino e ci attaccò un ago. Lungo e sottile. Toruk non aveva mai visto una cosa simile, tutti i Guaritori che lo avevano visitato al massimo avevano usato la loro energia ma mai degli strumenti. Era curioso.

Cosa...?” iniziò e il vecchio lo trafisse di nuovo con gli occhi; faceva gelare il sangue quello sguardo.

Questo è un Rilevatore, quando metterò l'ago sotto la tua pelle il tuo potere reagirà al vetro, tu sei un'Arma rossa perciò vedrai l'ellisse riempirsi di quel colore... in base a come cambierà saprò dirti se hai speranza o no.” mentre parlava si preparò arrotolando le maniche sugli avambracci, poi gli si avvicinò e il tubo lo seguì, osservò a lungo il torace di Toruk poi lo tastò con due dita. Picchiettò la cassa toracica, poi lo sterno e l'addome. Alla fine decise di posizionare l'ago tre dita sopra l'ombelico. Quando lo inserì Toruk sussultò, Wars si sedette dalla parte opposta ai Guaritori e guardò il ragazzo, sperò che con quel sistema si potesse scoprire qualcosa... e sopratutto che quel qualcosa potesse salvarlo.

Dopo qualche secondo la “pancia” dell'ampolla si riempì di fumo rosso, talmente denso che sembrava liquido. Toruk osservava il suo potere attraverso il vetro. Si muoveva, in circolo poi si mescolava confusamente, dopo un minuto il vecchio estrasse l'ago. I due assistenti andarono vicino al vetro iniziando ad esaminarne il contenuto, l'altro invece tolse il tubo dall'imboccatura dell'ampolla e lo sostituì con un tappo, sempre di vetro.

Allora?” disse Wars leggermente spazientito. Il Guaritore anziano gli rivolse un occhiata truce.

Queste cose hanno bisogno di tempo, Generale.” rispose asciutto.

Poi raggiunse gli altri due e posò le mani sull'ellisse. Il fumo iniziò a girare più veloce mentre il vecchio faceva passare la sua energia attraverso il vetro, il rosso si colorò di giallo... Toruk così come Wars fissarono la scena. Il rosso continuava a prevalere sul giallo ma le sue striature si notavano perfettamente, poi ci fu un rombo sordo da dentro l'ampolla. Il rosso iniziò a pulsare e accendersi di luce. Fece così per minuti interi e Toruk provò a trovare una spiegazione: stava lottando... così come il suo portatore, lottava contro il giallo che per il ragazzo significava morte. Non voleva arrendersi, non voleva mollare. Continuò a roteare ed emettere luce, un altro suono sta volta più acuto, come di un colpetto dato ad un bicchiere di cristallo e il giallo sembrò scemare ma il vecchio lo rinvigorì con la sua energia e lo rigettò contro il rosso. A quel punto ricominciò da capo tutto il processo. Rosso e giallo ricominciarono a lottare dentro l'ampolla. Gli altri due Guaritori probabilmente stavano solo imparando perché uno dei due prendeva appunti. Andò avanti per un ora. Suono e colore, rosso contro giallo, morte contro vita. Toruk era affascinato da quel fenomeno; rimase a fissare quello spettacolo senza mai distogliere l'attenzione, e perciò non si accorse che Wars continuava a guardarlo. Il Generale era convinto che la vecchiaia gli facesse provare cose che non si era mai sognato di sperimentare, come quell'attaccamento per Toruk. Si era convinto che era dovuto al fatto che si somigliavano; anche lui era un lottatore e non voleva mai perdere, in giovane età era pieno di baldanza e vigore. Ma con l'andare degli anni si era fatto arido di emozioni... incontrare l'Arma gli aveva fatto tornare in mente quei sentimenti ed ora voleva fare tutto il possibile per aiutarlo anche se... Toruk era un vero cocciuto! C'era un'altra cosa che Wars non si spiegava: il desiderio. Dopo quel loro piccolo incontro nel suo studio, l'uomo non riusciva a togliersi dalla testa i sospiri che il ragazzo aveva emesso, e quando poi l'aveva messo a dormire aveva immaginato, per un attimo, quel corpo sotto il suo... scosse la testa dandosi del cretino. Come poteva desiderare questo? Lui che era sempre andato a donne? Aveva questi pensieri per un ragazzo? Decisamente sto invecchiando concluse.

Un rumore da dentro l'ampolla fece scattare sull'attenti i Guaritori che indietreggiarono spaventati, il vecchio guardò Wars, il quale capì al volo:

Toruk giù!” grido afferrandolo per le spalle portandolo sotto il proprio busto, per proteggerlo. Un lampo di luce rossa illuminò la stanza e uno stridio acuto ferì le orecchie dei presenti. Poi tutto si fermò per un attimo, l'istante dopo l'ampolla si ruppe facendo cadere pezzi di vetro tintinnante dappertutto. Il fumo rosso di Toruk si disperse per la camera.

Ma che diavolo è successo?” chiese il Generale alzandosi, l'Arma riprese la sua camicia dalla cassapanca. Poi andò vicino ai resti dell'oggetto.

Il potere del ragazzo è forte, ma come tutte le Armi della sua generazione è destinato ad autodistruggersi. Questo esperimento lo dimostra chiaramente.” disse il vecchio indicando i cocci.

Fatemi capire: non c'è nulla che si può fare per evitare la sua morte?” fece Wars facendo guizzare lo sguardo da Toruk al Guaritore.

No.” rispose semplicemente questi. Il Generale si alzò dal letto e gli andò in contro a passo deciso.

Con tutto quello che il vostro ordine fa e scopre, nessuno si è mai preso la briga di cercare una soluzione alla morte delle Armi rosse?”

Questo perché sono nemici.” il vecchio alzò un sopracciglio.

Nemici un corno!?” gridò Wars.

Generale, la prego di controllarsi.” iniziò Toruk, usando volutamente il 'voi', “Sapevo già di essere spacciato, non c'è nulla di nuovo in questo. Nessuno ha mai trovato una cura per due ragioni: uno si pensava che fossimo tutti morti. Due, come ha detto il Guaritore, siamo sempre stati considerati come nemici. Ci curerebbe mai un nemico?” gli uscì una risatina ironica sul finale.

Calò il silenzio rotto solo dai fruscii delle tuniche dei due assistenti che raccoglievano i cocci più grossi. Toruk andò alla finestra e si strinse le spalle, lo sapeva... per lui non c'era speranza. Wars gli diede una leggera pacca sulla spalla:

Non puoi essere guarito, è vero... non con la medicina tradizionale...” iniziò il vecchio Guaritore, si sedette sulla sedia incrociando le mani sulle gambe, congedò i due giovani che portarono via i pezzi dell'ampolla. Quando furono da soli Wars si girò:

Cosa intende?” chiese sospettoso.

Il problema delle vecchie Armi era il loro potere, per un certo periodo erano capaci di gestirlo, ma una volta superati i diciotto anni diventava instabile e corrodeva corpo e mente del portatore. Molti di voi sono morti cosi, è un miracolo che tu sia sopravvissuto tanto.” disse il vecchio guardando Toruk che, ne frattempo, si era seduto sul davanzale della finestra.

Sta divagando Guaritore.” lo rimproverò il Generale.

Il punto è che c'è un solo modo per evitare che il ragazzo muoia.”

E quale sarebbe, avanti!” fece impaziente Wars.

Stabilizzare il suo potere, utilizzando un energia che non è umanamente concepibile.” disse.

Eh?” fece Toruk evidentemente sorpreso. “Non credo di capire... io posso... salvarmi?” chiese sentendo una rinnovata speranza gonfiarglisi dentro.

Potresti... ma non c'è nulla su questa terra che può sviluppare un potere cosi grande.” ripeté calmo il vecchio, era destinato a morire, non c'erano scappatoie. Poi sospirò: “Dovresti trovare un'altra Arma che abbia il pieno controllo dei suoi poteri, ma ovviamente non esistono più.”

E qui ti sbagli vecchio! Esultò Toruk internamente. Cercò di nascondere il sorriso che minacciava di spuntare. Mares poteva salvarlo! Se fosse riuscito ad avere padronanza del suo potere! Avrebbe potuto stabilizzare il suo... doveva insegnarglielo, al più presto. Ma non sapeva se il ragazzo era pronto, in quel momento non volle pensarci. Era cosi pieno di gioia che ogni cosa gli sembrava splendida. Diede un occhio a Wars, anche lui aveva avuto lo stesso suo pensiero. L'uomo si schiarì la voce e chiese:

Come si potrebbe fare? Cioè come si svolgerebbe la cosa?”

E' un semplice trasferimento di potere, le due Armi devono essere in contatto... che ne no prendendosi per mano e quella sana entra spiritualmente in quella malata stabilizzandone il flusso energetico.” disse perplesso, perché mai gli fanno una domanda simile se non è attuabile... mah! Non voleva avere più nulla a che fare con le Armi nemmeno con quelle morenti. “Se non avete più bisogno di me, chiedo permesso di ritirarmi.” concluse.

Si, si andate pure Guaritore, la ringrazio.” fece Wars congedandolo con un gesto, il vecchio stancamente si alzò e uscì dalla stanza. Sperava di non dovere più incontrare quell'Arma, anzi! Auspicava che morisse presto.

Dapprima Toruk e Wars rimasero immobili, senza guardarsi ma poi quando sentirono i passi strascicati del vecchio allontanarsi tutti e due risero felici, il ragazzo saltò giù dal davanzale incapace di stare fermo mentre il Generale alzò il pugno al cielo come segno di ringraziamento. Poi si guardarono e a Toruk salirono le lacrime agli occhi... poteva guarire, poteva salvarsi!

Hai sentito? Non morirai!” gli disse Wars stringendolo per le spalle.

Si... devo solo insegnare a Mares il controllo, e poi...” gli sfuggì un mezzo singhiozzo “Poi potrò... vivere.” due calde lacrime gli rigarono le guance, era un pianto di gioia. Si mise a ridere, ma nel frattempo piangeva. Insomma aveva tante emozioni dentro che mischiare il pianto colo riso era inevitabile.

Toruk... piangere e ridere è da bambini. Dai!” gli disse asciugandogli le lacrime coi pollici. Era felice per lui, poteva solo immaginare le sofferenze che aveva patito con quella 'malattia', ed essere consapevole di non avere speranze di guarigione... troppo per un semplice ragazzo.

Lo so, solo che... fino a due ore fa pensavo di dover morire, invece... ora ho una piccola opportunità. Dipende da Mares certo, ma se gli insegno bene potrà diventare bravo.” disse Toruk, si stava calmando. Il Generale gli si avvicinò di più facendo scivolare le mani dal viso alle spalle, poi lo abbracciò. L'altro non si oppose, anzi ricambiò la stretta. Ora che lo notava Wars era veramente forte... nel senso che non aveva perso il vigore giovanile, se n'era già accorto ma adesso ne aveva la conferma. I suoi occhi incrociarono quelli dell'uomo; l'attimo dopo lo stava baciando... languidamente, senza forzarlo, Toruk non sapeva cosa fare e senza pensarci gli stava rispondendo. Si stava lasciando toccare dal Generale, di nuovo. La lingua dell'altro si fece strada tre le sue labbra, aprì gli occhi per scoprire che anche Wars lo stava guadando. Occhi nerissimi, due pozze oscure e senza fondo, Toruk si perse in quegli occhi e senza che se ne rendesse conto l'uomo l'aveva già fatto stendere sul letto. Emise un mugugno e si staccò dalle sue labbra:

Cosa credi di fare?” gli chiese appoggiando le palme sul torace del Generale.

Secondo te...” rispose con un sorrisetto ironico, Toruk scosse la testa.

Ah... no.” cercò di toglierselo di dosso, ma evidentemente il fumo prelevato prima lo aveva lasciato senza riserve. Infatti riuscì solo a spostarlo di pochi centimetri.

Perché no, prometto di essere delicato.” rise Wars chinandosi in avanti, una mano andò tra i capelli del ragazzo.

Ma non mi interessa!” gli disse scioccato Toruk. Ma che si è messo in testa questo? Pensò. Il Generale gli fece una faccia strana, come se fosse dispiaciuto e l'Arma ci rimase male... nel senso che non capiva. L'uomo di colpo si alzò lasciandolo li sdraiato. Lo vide alzarsi e lisciarsi i pantaloni.

Bene, allora ti auguro buona serata. Ci vediamo a cena.” disse rigidamente, poi si incamminò alla porta.

Toruk rimase a fissarlo senza capire, si era arrabbiato perché l'aveva respinto? Ed ora, lo lasciava solo? Una consapevolezza si fece strada nella sua mente, prima dell'arrivo dei Guaritori aveva avvertito la stessa cosa: non voleva rimanere solo. Non più, si era abituato alla presenza di Wars ed ora non poteva, meglio, non voleva separarsene. Scattò in piedi scendendo dal letto, quando l'uomo fu alla porta Toruk si gettò addosso alla sua schiena.

No... non andare.” disse contro la stoffa. Il Generale si bloccò, leggermente stupito, non credeva che l'Arma potesse arrivare a tanto. La strada per conquistarlo era lunga ma apprezzava quel suo gesto, sorrise alla porta poi si girò.

Va bene... se tu vuoi... io...” continuò Toruk ma non era capace di finire la frase. Wars però aveva già capito e gli prese il visto tra le mani, baciandolo ancora.

Guarda che se non vuoi..?” gli disse calmo.

No, io vorrei... provare... diciamo.” se avesse potuto sprofondare nella terra e morire sarebbe stato meglio. Gli si stava offrendo e lui che fa? Gli chiede se 'vuole'? Toruk gli rivolse uno sguardo risoluto.

Non ti credere che stia sempre sotto però!” incrociò le braccia. L'altro scoppiò a ridere.

Ti preferivo qualche secondo fa, più docile.” gli afferrò i fianchi sollevandolo poi lo fece sedere sul bordo del letto. Il ragazzo grugnì e gli fece la linguaccia. Wars si piegò in avanti e la prese tra le proprie labbra. Toruk sorrise e se lo portò sopra, strisciando al contempo verso i guanciali.

Senza smettere di baciarsi si spogliarono a vicenda, facendo volare indumenti per la stanza, Toruk percorse con gli occhi il corpo di Wars, sentendosi accaldato e l'altro se ne accorse infatti restituì lo sguardo sotto il quale il ragazzo rabbrividì:

Non ti ho ancora toccato e già tremi?” gli disse abbassandosi.

Scemo, tremo di freddo.” rispose. Il Generale annuì e gli alzò entrambe le gambe strappandogli un urletto, poi con un paio di manovre si misero sotto le coperte.

Meglio?” chiese stendendosi affianco al ragazzo che si gli voltò le spalle.

Uh.” mugugnò, poi sentì l'uomo stringerglisi addosso. Quel corpo caldo lo faceva stare bene... respirò forte. Non credeva che Wars avesse chiara la situazione, tra loro due non c'era nulla praticamente se non lussuria, era la prima volta che entrambi 'pensavano' a quello che facevano... ma forse il prossimo passo era la realizzazione? Quello che sapeva per certo era che non voleva rimanere da solo, aveva trovato in Mares un allievo, in Terwim un amico in modo strano ma sapeva che poteva fidarsi e in Wars un... eh! Non lo sapeva ancora oppure non voleva rendersene conto. Un tremito lo scosse ma non di freddo.

La mano rude del Generale si insinuò tra le gambe dell'Arma togliendogli la biancheria, che raggiunse il resto dei vestiti sul pavimento. L'uomo aveva già provveduto a togliere la propria ed ora Toruk sentiva la voglia di Wars premuta contro le sue natiche; l'altro intanto faceva di tutto per trattenersi. Aveva promesso che sarebbe stato delicato e non voleva infrangere la parola, percui prima l'avrebbe preparato. La mano strinse l'erezione di Toruk facendolo gemere, il Generale sperava che dopo tutto quello che aveva passato nelle ultime settimane quella liberazione lo poteva far star bene, iniziò a muovere la mano strappando al ragazzo sospiri estasiati. Quanto a lui cercò di trattenersi dal saltargli addosso aspettando che Toruk venisse.

Doveva ammetterlo, Wars era un asso nei lavori manuali. Magari la tecnica doveva essere affinata ma il risultato era eccellente, Toruk rise brevemente ed un altro gemito gli uscì dalle labbra, si piegò all'indietro cercando lo sguardo del Generale ma dalla sua posizione era scomodo, erano messi di fianco l'uno attaccato all'altro. Si limitò quindi a regalargli ansiti e tremiti di libidine. Infondo era quello che per il momento poteva dargli. Dopo un po' cominciò a muoversi a ritmo con la mano, che accelerò il movimento.

Ah!” urlò Toruk stringendo le lenzuola, stava arrivando. E Wars lo sapeva, non smise di muovere la mano mentre l'altra andò sul torace del ragazzo per giocare con un suo capezzolo, l'altro gradì infatti gemette. Che tu sia dannato Generale! Si disse anche se non lo pensava veramente, un tremito lo scosse. E alcuni respiri gli uscirono concitati.

Wa...!” esalò poi venne gridando nel cuscino. Sentì la mano del generale bagnarlo mentre lo stringeva a se, l'uomo era ancora contratto... non si era fatto nulla, aveva preferito dare piacere a lui? Toruk sorrise. Stettero abbracciati cosi per alcuni minuti, poi l'Arma sentì Wars muoversi dietro di lui per metterlo carponi. Si guardò alle spalle:

Non potresti aspettare... sono appena venuto!” si lamentò il ragazzo, insomma un po' di comprensione.

Mi sono trattenuto anche troppo. Ora se permetti tocca a me...” gli disse guardandolo dall'alto in basso, poi sorrise divertito.

Sappi che non sarà sempre cosi, ricordatelo.” borbottò Toruk rigirandosi. In realtà aveva paura, sapeva che avrebbe fatto male, e sapeva che Wars era ben dotato; il che non lo tranquillizzava affatto. Avvertì l'erezione dell'uomo sfregare contro i suoi glutei, chiuse gli occhi ed afferrò il cuscino stringendone l'imbottitura. Il Generale aspettò qualche secondo poi iniziò ad entrare, lentamente dentro il ragazzo.

Ahh!! Fa male!!” gridò Toruk girando la testa ma vedere Wars inginocchiato dietro di lui e percepirlo dentro di se non gli fece bene, gemette di dolore e si incurvò all'indietro. L'uomo spinse ancora incuneandolo più profondamente. E il ragazzo gridò di nuovo:

Avevi prom...esso di essere del...icato!” disse a tratti Toruk voltandosi a guardare il Generale che si sdraiò sulla sua schiena, costringendo il ragazzo a far aderire il torace al materasso.

Mi spiace... vediamo se cosi stai meglio.” gli sussurrò piano; poi con una poderosa spinta affondò completamente in lui. Toruk lanciò un altro grido acuto, imprecando contro Wars che si mise a ridere. Aspettò qualche secondo e cominciò a muoversi... dentro e fuori, via via sempre più veloce e i gemiti di dolore vennero sostituiti in estasiate grida di piacere. Senza nemmeno accorgersene Toruk iniziò a muovere i fianchi a tempo con Wars, lo sentiva ansimare sopra di lui e la cosa gli procurava una soddisfazione immensa. Seguirono altre spinte potenti durante le quali i due diedero libero sfogo alla propria voce gemendo ed urlando, ma proprio quando Wars fu sul punto di venire Toruk si rizzò sulle braccia allarmato.

Fermo!” gridò forte. Il Generale si accigliò e tremò cercando di capire cosa voleva che facesse ma Toruk si stava già togliendo da sotto di lui, lo lasciò li con il membro eretto ad ansimare.

Cosa c'è?” chiese sospirando, Merda c'ero vicino! Pensò frustrato. Il ragazzo gli mise la mano sulla bocca per zittirlo.

Non senti nulla?” chiese ed accennò alla porta. Wars non capì.

Se è una tattica per evitare che ti prenda, beh! Non funzionerà!” gli rispose spazientito. Poi lo afferrò per un braccio rigettandolo sul materasso, sta volta a pancia in su. Toruk però gli rivolse uno sguardo irato.

Ecco! Ascolta!” disse alzandosi sui gomiti. Da fuori effettivamente provenivano delle grida... sembrava che qualcuno chiedesse aiuto. Wars corrugò le sopracciglia mettendosi in ascolto:

...iuto!!” disse la voce da fuori, una voce che sembrava famigliare a tutti e due. Si guardarono allarmati. Ed insieme dissero “Non è possibile.” scattarono in piedi, Toruk meno agilmente; gli doleva il sedere.

Si rivestirono velocemente e Wars fece di tutto per calmare la sua voglia, ma perché c'erano sempre degli intoppi? Stava facendo sesso con un ragazzo stupendo che lo stava piano piano accettando ed ora uno di fuori grida aiuto! Prima che potessero uscire Toruk bloccò il Generale:

Scusami... finiremo un'altra volta.” gli disse, poi si alzò sulle punte e lo baciò. Un ghigno furbo gli spuntò sulle labbra “Ma forse starai sotto tu.” gli strizzò l'occhio poi uscì, Wars gli andò dietro scuotendo la testa. Se lo poteva scordare.

Sentirono ancora le invocazioni di aiuto e le torce appese al corridoio illuminarono una figura minuta appoggiata alla parete, era piegata in due. Ma quello che notarono erano i suoi capelli biondi... tutti scarmigliati.

Mares!” gridò Toruk e l'altro lo precedette correndo incontro al ragazzo. Che, ora lo vedevano bene, aveva la camicia legata sul petto... completamente inzuppata di sangue.

Ecco qui, come promesso dopo due giorni ^^ allora capitolo incentrato su Toruk e Wars, spero vi piaccia anche il mezzo riuscito approccio XD Sicuramente se non fosse arrivato Mares... eheh! Immaginazione a mille miei cari XDXD
A presto!

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30


Respirare gli costava fatica e dolore, il solo movimento del torace tirava la ferita facendogli vedere le stelle, anche se ad occhi chiusi era un po' difficile. Da sotto le palpebre percepiva il bagliore delle torce e la fioca luce che irradiavano, gli tornò in mente il ricordo di Seram che lo bruciava. Un qualcosa di grande e caldo gli si posò sulla fronte, scostando i capelli. Quel tocco gli era noto:

“Ter...” gracchiò Mares aprendo lentamente gli occhi, trovò la Guardia di fianco a lui con una pezzuola in mano... evidentemente gliela stava cambiando. Non appena capì che l'Arma era sveglia si chinò.

“Mares... grazie agli Dei.” disse Terwim per poi baciargli la fronte. L'attimo dopo sparì dalla visuale del ragazzo, per tornare seguito dal Generale e Toruk.

“Per fortuna stai bene! Hai dormito per due giorni, pensavamo fossi in coma!” esordì Wars prendendo una sedia e sedendosi al contrario vicino al letto. Toruk rimase accanto all'uomo e gli diede di gomito guardandolo male, a Mares venne da sorridere.

Passarono un paio di minuti nel più assoluto silenzio e Mares intuì la domanda che volevano fargli: Chi è stato? Loro non potevano sapere chi era Seram, avrebbe dovuto spiegare e soprattutto dire a Toruk del controllo mentale che gli aveva fatto... rabbrividiva ancora. Terwim lo guardò, forse tentava di capire i suoi pensieri. Mares tirò fuori la mano dalla coperta, operazione che gli costò dolore, per metterla su quella della Guardia, il quale la strinse.

“Mares io capisco che ti senti debole, ma devi dirci che è successo l'altra notte.” esordì Wras incrociando le braccia sullo schienale della sedia. Il ragazzo voltò la testa dalla sua parte.

“E' venuto... mio fratello.” iniziò e Toruk sgranò gli occhi posando i palmi sulla coperta.

“Cosa?” disse.

“Seram, voleva... come convincermi che... era Toruk il cattivo. Che mi stava... usando per... vendetta.” parlava lentamente, perché ad ogni respiro la ferita si tendeva; poteva immaginare che gli avessero messo dei punti.

“Bastardo!” commentò il Generale irato. Anche Terwim era contrariato.

“Poi che è successo?” chiese.

“Lui... mi ha detto che è l'unico che... mi vuole bene e ha detto che tu mi consideri un gioco.” si girò verso la Guardia, il quale gli strinse la mano sorridendogli.

“Se mai verrà quel giorno, ti autorizzo ad uccidermi.” disse abbassandosi per baciarlo, a Mares erano mancate quelle labbra e per quei pochi attimi si dimenticò sia della ferita che degli altri due presenti.

“Scusate... mi sta venendo il diabete.” fece Wars picchiettando le dita sullo schienale. E Terwim si ricompose leggermente imbarazzato, Mares sorrise leggermente.

“Perché non hai tentato di scappare? Prima che ti facesse quella?” proseguì Toruk accigliato.

“Ho tentato... due volte, ma la porta non si apriva. Ma prima di questo... mi sentivo come in uno stato di semi consapevolezza... non so come spiegare. Come se avessi dell'ovatta nel cervello! Sono certo che fosse opera sua... mi ha anche torturato...” Mares fece diede un colpo di tosse e sentì i punti tirare la pelle, fece una smorfia di dolore. Toruk si portò una mano sotto il mento, riflettendo. Il fratello di Mares era riuscito ad eludere le Guardie di ronda, ad entrare da una finestra che, come minimo, era alta dieci metri e a confondere le percezioni di un'altra Arma forte quanto lui... non c'era da prenderlo alla leggera. Avrebbe dovuto intensificare gli allenamenti e iniziare a far usare a Mares le sue abilità. Prese un respiro e parlò:

“Mhm... allora l'ovatta che dici tu è un nostro potere, possiamo far credere alla vittima che sta bene quando in realtà gli manca una gamba. Quello che tuo fratello ti ha fatto è lo stadio precedente. Lui è arrivato in camera tua, sicuramente ti ha guardato negli occhi e da li eri in suo potere. Poteva benissimo dirti che il sole sorge ad ovest e tu gli avresti creduto. Se usato bene è un ottimo diversivo.” parlò molto chiaramente e Terwim fece fatica a nascondere lo sgomento, i poteri delle Armi erano veramente terribili... molto lontani dalla soglia dell'umano.

“La tortura... quella è un classico. Immagino che abbia cercato di abbattere il muro della tua mente.” Mares annui e Toruk picchiò le mani sulla coperta facendo spaventare tutti.

“Non glielo devi permettere!! Mai! Per nessuna ragione! Se riesce a penetrare le tue difese sei morto, mi hai capito?” gridò l'Arma con gli occhi sgranati. Wars gli mise una mano sul braccio tirandolo indietro; poteva capirlo. Se il ragazzo moriva anche lui era spacciato.

“Scusa... ma lui era cosi forte. Quindi immagino che era una specie di illusione anche la porta che non si apriva.”

“Si, probabilmente lui ti ha fatto credere di andare verso la porta ma in realtà cercavi di aprire il muro, per esempio.” proseguì più calmo. Mares annuì.

“Perché ti ha ferito?” chiese Terwim alla fine. A Mares si riempirono gli occhi di lacrime e cercò di non singhiozzare.

“Lui voleva... divertirsi. Credo che volesse farlo... quando gli ho tirato una gomitata per difendermi lui...” sospirò pesantemente voltando la testa verso Terwim. “Si è arrabbiato e ha preso l'attizzatoio e... Beh! La ferita parla da sé. Ha anche detto che la 'S' sta per Sconfitta... ma anche come suo ricordo, il suo nome.” disse ed indicò le fasciature col mento. Versò una lacrima, ma non permise alle altre di uscire; aveva pianto anche troppo. La sua Guardia prese ad accarezzargli la testa, molto delicatamente. Mares era stato ferito ancora e lui non c'era! Non avrebbe potuto perdonarsi per questo. Il ragazzo sembrò leggergli nel pensiero:

“Non crucciarti Terwim... non è colpa tua.” si sforzò di sorridere. Cosa che a Terwim fece più male che bene; avrebbe preferito che gli gridasse contro... che lo insultasse per averlo lasciato solo con Seram. Ma quel sorriso appena accennato lo feriva, e gli diceva solo una cosa: “Non sono in grado di proteggerlo.” Il Generale e Toruk si scambiarono un'occhiata.

“Bene, ti abbiamo disturbato abbastanza. Ora riposati. Terwim tu rimani con lui.” disse Wars alzandosi e rimettendo a posto la sedia; lui e Toruk si avviarono alla porta. “Io e te dobbiamo finire qualcosa...” sussurrò il Generale con un sorrisetto. L'Arma lo guardò male sibilando un “No” che non ammetteva repliche, Che ha in testa questo vecchio pervertito? Pensò l'Arma roteando gli occhi. Poi uscirono.

“Mettiti comodo e cerca di dormire, i Guaritori ti hanno applicato dei punti e nel giro di quattro/cinque giorni starai meglio.” Terwim si alzò dal letto, non lo guardò in viso. Cosa che a Mares parve molto strana:

“Cos'hai Terwim?” gli chiese infatti poco dopo. La Guardia si spostò vicino alla finestra e ne chiuse le imposte.

“Nulla Mares, ora dormi.” rispose.

“No, anche prima avevi una faccia strana. È per quello che mi è successo? Tu eri dall'altra parte della Corte, non avresti pot...”

“Appunto!! Io non c'ero! Quello ti torturava ed io non ero li per impedirlo! Avrei dovuto trasferirmi da questa parte della Corte... ancora quando ti molestava quel Cadetto.” disse gridandosi e prese a camminare per la stanza. Mares lo guardò muoversi, doveva scottargli molto l'intera faccenda.

“Domani mi farò assegnare una camera in questo corridoio, anzi! Vengo direttamente qui nella tua.” disse risoluto. Voleva rimediare all'errore e stare nella stessa stanza con Mares era una soluzione. Il ragazzo sospirò.

“Andiamo non essere precipitoso...” disse, non voleva essere trattato come un bambino a cui serve la balia! Suo fratello lo aveva attaccato, gli aveva giocato un brutto tiro ma era sicuro che, con un po' di allenamento, sarebbe riuscito a cavarsela da solo. Va bene che Terwim era la sua Guardia ma... iniziava a vederlo in una luce diversa. Gli tornarono in mente le immagini di quando l'avevano fatto, e quello che aveva pensato durante la tortura mentale... si era aggrappato al ricordo della Guardia, l'ultimo barlume di lucidità prima che venisse spento da Seram: Terwim non era solo la sua Guardia, lui era la sua sicurezza... Il mio amore, non appena formulò quel pensiero un gran calore gli invase il petto, un caldo che non era tangibile dall'esterno ma così intenso da raggiungere ogni centimetro della sua pelle. Non aveva mai provato nulla di simile, anche l'affetto che provava per la Prima non era cosi forte! Un sorriso gioioso gli spuntò sulle labbra.

“Terwim... ti amo.” disse rivolto alla camera, non lo guardava in viso, non poteva. Aveva affidato quelle parole all'aria e sapeva che lui le aveva sentite. Però non gli si avvicinò, si era fermato appoggiandosi al muro... lo capiva dalla cotta che tintinnava contro la pietra. L'uomo fissava il corpo ammantato di Mares convinto di aver capito male, lui provava dei sentimenti per il ragazzo certo, ma non avendo mai conosciuto l'amore non avrebbe potuto dire per primo quelle parole. Ed ora? Cosa poteva rispondere? Si staccò dalla parete andandogli vicino, sedette sul materasso togliendosi gli stivali, le spalle e la cotta rimanendo a torso nudo poi si girò e si mise di fianco a Mares che lo guardava intensamente... aveva due occhi che lo trafiggevano, due zaffiri profondi come il mare. Gli posò una mano sulla testa bionda; non avrebbe permesso che Seram lo toccasse... ora più che mai! Si sarebbe impegnato per addestrarlo ma non si sarebbero separati più, questo poteva giurarlo sulla sua vita.

“Anche io, raggio di sole.” rispose la Guardia sorridendo felice, poi si chinò e lo baciò di nuovo... con la differenza che non lo avrebbero interrotti e soprattutto ora quel bacio aveva un sapore nuovo, sapeva di loro due, era stato arricchito dell'amore che entrambi provavano e che ora potevano vivere. Anche se Terwim era ignorante in materia era sicuro che con Mares sarebbe andato tutto bene. Si baciarono a lungo giocando con la lingua e ridendo quando uno dei due mordeva dolcemente le labbra dell'altro.

“Io comunque non cambio idea, da domani vivrò qui con te.” disse Terwim staccandosi per infilarsi sotto le coperte, Mares voltò la testa in sua direzione con la bocca spalancata.

“Ma dai! Perché?” protestò imbronciato. Dovevano tornare ancora sul discorso?

“Per poterti tenere d'occhio cara la mia Arma di distruzione...” si mise su un fianco attento a non andargli addosso, diede uno sguardo alla fasciatura che Mares aveva sul petto ma era perfetta, il che andava bene “Ed anche per imparare ad amare... sai non sono molto bravo.” proseguì abbassando la voce fino ad un bisbiglio che fece rabbrividire il ragazzo, il quale poi gli rivolse un sorriso malizioso.

“Se continui a fare come due sere fa va più che bene.” disse Mares.

“Va bene, va bene. Ora è meglio che dormi, da bravo.” lo rimbeccò Terwim gesticolando, lui si mise sull'alto cuscino e chiuse gli occhi.

“Buonanotte.” disse Mares dolcemente e la Guardia ricambiò poi si mise di fianco, voltando le spalle al ragazzo. Una volta nascosto sorrise, e disse quelle parole che, lo sapeva, avrebbero acquistato significato da quella notte in avanti: “Ti amo.”.

Allora si spiegano un pò di cose in questo capitolo. E perdonatemi se verso la fine sono stata smielata ma gli adoro troppo quei due cicetti *attacco di pucciosità* <3<3
Bene, nel prossimo capitolo dei personaggi nuovi XD spero che vi piacciano!
A presto! ^^

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Capitolo 27
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31

Si erano riuniti, infine. La sala in cui i Consiglieri prendevano le decisioni riguardanti il Governo era adornata sulle quattro pareti dagli stemmi delle varie Corti: la coppa con il cuore per gli Amanti, lo scudo e la spada per i Combattenti, un vetro colorato ed un pennello per gli Artisti e un libro dorato per i Pensatori; riuniti attorno ad un tavolo di marmo le quattro persone più importanti di tutto il Governo. Ma per la loro troppa sicurezza e la straordinaria inclinazione alla pigrizia facevano fatica a governare, lasciando le decisioni alle Prefetture del territorio, dopo la guerra infatti facevano tutto fuorché impegnarsi. Ma dopo sei giorni passati a trovare una data comune libera da banchetti e feste erano tutti li. Certamente al Generale Ultimo non era piaciuto affatto! Insomma c'era una guerra e quelli pensavano a dare ricevimenti? Roba da pazzi. E pure ora che stavano parlando la Prima Eletta si limava le unghie smaltate.

Ma vi rendete conto che c'è un esercito alle porte e che le Armi sono tornate?!” gridò alzandosi in piedi e battendo i pugni sul tavolo, gli altri Consiglieri ammutolirono.

Calmati Koret, stando gli ultimi rapporti quegli eserciti di cui cianci sono ancora nelle Terre Aride e per il momento non sembra vogliano attaccare.” disse con sufficienza la Prima Eletta.

Fossi in te mi preoccuperei per la tua Prima, Talita, o come accidenti si chiama. Mi è stato riferito che nelle settimane scorse ha ospitato nella Corte due individui molto sospetti.” proseguì Koret sedendosi.

Cosa vorresti insinuare! Che la mia Talita sia una traditrice?” strepitò la donna stringendo convulsamente la limetta tra le mani. Il Generale Ultimo alzò le mani.

Per carità! Sto solo riportando i rapporti delle mie spie. Ma non siamo qui per farci dispetti tra di noi. Il punto principale sono quegli eserciti, e le intenzioni di chi li comanda. Stando alle ultime informazioni sembra che gli scienziati pazzi siano in possesso di altre Armi... più letali di quelle rosse.” disse Koret prendendo alcune scartoffie. “Inoltre il Generale Wars mi ha fornito un piano di difesa, almeno per quello che riguarda la Corte degli Amanti. Se subiremo un'invasione le sue ragazze saranno le prime a venire colpite. In tutto il territorio non ci sono città ma solo villaggi, ho la presunzione di credere che, se nelle loro intenzioni c'è la distruzione, è probabile che vogliano prendere le Corti come fortezze per i loro attacchi.” si rivolse alla donna, che nel frattempo lo stava ascoltando attenta. Diede un ultimo sguardo alla limetta per poi riporla nella pochette che teneva in grembo:

Cosa suggerisci allora?” chiese con tono serio, ben diversa dalla persona di pochi minuti prima, aveva capito quale rischio correvano le Amanti. Prima che Koret rispondesse un sonoro sbuffo riempì la sala, era il Direttore della Corte dei Pensatori, l'unico che ricopriva anche il ruolo di Consigliere. Teneva lo sguardo verso il soffitto con le guance gonfiate, in segno di noia. Al Generale Ultimo tremo un sopracciglio e voltandosi gli fece un sorriso tirato:

Si può sapere cos'hai da soffiare, Quavir?” chiese con la voce tremante di frustrazione repressa. Il diretto interessato non si voltò nemmeno per rispondere ma buttò fuori l'aria che aveva in bocca. La Prima eletta gli puntò contro il dito:

Se sei venuto qui solo per sbuffare puoi anche andare via! Pallone gonfiato!” gridò. Solo allora il Direttore si girò lanciando alla donna uno sguardo tediato.

Modera i toni vecchia ciabatta...” mormorò.

Ciaba... come ti permetti?! Tu ragazzino inutile! Puzzi ancora di latte!” ribatté isterica la donna, un sorrisetto storto apparì sul volto del Quavir.

E tu hai già un piede nella fossa... quanti anni hai?” rise sommessamente. Il Generale Ultimo si alzò dalla sedia per fermare la Consigliera che, ormai al limite della sopportazione, si era alzata per andare dal giovane Direttore.

Basta! Quavir, Pahen, tutti e due. Non è il momento per le scaramucce!” prese per le spalle la donna costringendola seduta e guardò malissimo il giovane Consigliere che rispose alzando le spalle.

Possiamo proseguire questa riunione senza altre interruzioni di genere?” disse infine esasperato l'uomo, tornò al posto. “Stavo dicendo che invierò al più presto dei supporti ed un Capitano alla sua Corte, Pahen. E prima che una certa persona mi interrompesse... stavo dicendo che ho intenzione di dislocare sulle colline Tumnol delle truppe, a difesa della Corte dei Pensatori.” mentre parlava spostò lo sguardo su Quavir, che con un gesto della mano asserì; era di poche parole il ragazzo e Koret si trovò a domandarsi il perché della sua presenza li: il vecchio consigliere era deceduto qualche mese fa e lui lo aveva sostituito, dopo aver passato una massacrante selezione. Ed aveva solo ventotto anni! Incredibile.

Cosa c'entra la mia Corte?” chiese serafico.

Semmai quei pazzi dell'Origine ci attaccassero la tua Corte e quella di Pahen sarebbero le prime in pericolo. Quindi servono precauzioni.” spiegò l'altro chiaramente. Quavir annuì, la Prima Eletta lo imitò.

E cosi anche in questo clima di dispute e tumulti i Consiglieri sono a giunti ad una conclusione! Aaahhh!!! Che gioia per me assistere a cotanto impegno!!” una voce acuta e abbastanza stonata riempì il piccolo silenzio che si era creato. Un uomo si era alzato, un ginocchio sul tavolo e l'altra gamba sulla sedia, i posa teatrale ed ora predicava al rispetto e all'amore tra tutte le Corti: Aranoid, l'Artista Massimo. Pahen si accasciò sul tavolo con aria sconsolata, Koret fu sul punto di estrarre la spada per tagliargli la testa e Quavir ebbe un sussulto.

Ma possibile che tu debba sempre irrompere con frasi che non c'entrano assolutamente nulla?” disse scuotendo la testa il Generale Ultimo, che poi guardò il suo collega.

Ah! Tu mi rovini sempre il climax!” gli rispose imbronciato, era un uomo ma aveva una voce effeminata che poteva arrivare alle note più alte. Non c'era da stupirsi più di tanto, quasi tutti gli Artisti arrivavano a note femminili ma Aranoid faceva paura... spaccava i bicchieri con la voce! Anche lui come il Direttore era abbastanza giovane. Trentaquattro anni.

Se non ti rimetti seduto ti rovino.” lo minacciò Quavir lanciandogli un'occhiata storta. L'altro rabbrividì e si rimise seduto.

Uh, Quavir... non guardarmi con quegli occhi di ghiaccio! Altrimenti io...” ribatté stringendosi le braccia, guardandolo languidamente. Il Direttore fece una faccia schifata.

Va bene! Va bene! Ora smettiamola sul serio, Aranoid stai fermo. Tu non hai nulla da temere in quanto la tua Corte è la più a sud, ma sei un Consigliere e devi presenziare alle riunioni, vedi di start...” si interruppe a metà perché il diretto interessato era sparito dalla sua scranna. Lo cercò con lo sguardo e vide che era attaccato allo stemma della sua Corte... la stava lucidando:

ARANOID!!!” gridò incollerito e l'altro con tutta la calma di questo mondo si girò, in mano un panno per lucidare.

C'era una macchietta.” si giustificò spaventato.

Porta immediatamente qui quel tuo sedere canterino!!” proseguì Koret indicandogli il suo posto. Pahen scosse la testa:

Non cambierà mai... e più andiamo avanti con le generazioni più sono indisciplinati.” disse alludendo chiaramente a Quavir. Una volta che l'Artista si fu seduto il Generale Ultimo riprese parola:

Avete tutti chiara la situazione?” chiese e gli altri annuirono “Bene, ora veniamo ad un altro punto: le Armi. Allora sappiamo che quelle rosse sono morte da un pezzo, e questo non ci deve preoccupare... ma, i Capitani che avevo mandato alla Corte mi hanno riferito che ne è sopravvissuta una. Un ragazzo di nome Toruk; il Generale Wars ha detto che si fida di lui e non è il tipo da riporre la sua fiducia alla leggera, inoltre siamo in possesso del ragazzo Amante che, ho appena scoperto, è una delle Armi nuove.” La Prima Eletta ebbe un sussulto, sapeva del ragazzo lo aveva pure visto da bambino ma... non avrebbe mai immaginato che fosse un'Arma! Koret proseguì:

Il Generale Superiore ne ha la tutela... io sono del parere di usarla. Infondo è una delle Armi di nuova generazione, potrebbe rivelarsi un valido elemento per il nostro esercito.” finì intrecciando le dita sul tavolo.

Sicuramente Generale... ma c'è di fidarsi, Mares mi pare si chiami cosi, se è veramente un'Arma non ci si ritorcerà contro?” chiese pensierosa Pahen, dopotutto la sua indole era bellicosa e per quanto la si possa ammaestrare rimane sempre indomita.

Mi trovo d'accordo con la Ciabatta, possiamo fidarci?” soggiunse Quavir e la donna ebbe un tremito ma lasciò perdere, non era il momento.

I Capitani mi hanno inoltre riferito che l'Arma rossa lo sta addestrando. Per cui entro un anno è pronto per essere usato, teniamo pronte anche le nostre truppe.” riprese Koret. Ma ne Pahen ne Quavir sembravano convinti, quanto ad Aranoid... lui si stava specchiando ravvivandosi i capelli. Quavir corrugò la fronte e si rivolse al Generale Ultimo:

Appurato che del ragazzo possiamo “fidarci” che mi dite dell'Arma rossa?” chiese.

Io ho la massima fiducia in Wars, se lui ha deciso di appoggiare l'addestramento del ragazzo da parte di Toruk allora per me va bene così. Affiderei a Snitkel la mia stessa vita! Non c'è da preoccuparsi.” ribadì con fervore Koret. Ed alla fine l'altro annuì. Anche Pahen sembrava convinta. Rimasero in silenzio. Aranoid intanto aveva smesso di specchiarsi ma aveva tirato fuori un mini puzzle e stava tentando di risolverlo, si accorse degli sguardi puntati addosso:

State aspettando me?” chiese sorridendo e cercando di nascondere nella manica il puzzle. Quavir lo guardò male “Ihhh!! scusate ma queste cose mi annoiano a morte!!” si lamentò. I Consiglieri si alzarono e fecero per uscire dalla sala a passo svelto, Aranoid si affrettò a raggiungerli e si attaccò al braccio di Quavir.

Eh!! Vieni nel mio Palazzo? Daiii! Ho voglia di parlare un po' con te. E vedere se riesco a sciogliere quel tuo animo freddo!” mentre disse le ultime parole con un dito passò tutto il torace dell'altro, fermandosi poi sul cuore. Il Direttore girò la testa puntandogli in viso uno sguardo astioso.

Ti do tre secondi per mollarmi.” scandì lapidario, ma Aranoid gli si strusciò addosso facendo strani versi, all'altro tremò un sopracciglio e con uno strattone lo staccò da se. Lo fece cadere, poi lo prese per la collottola e le tirò dietro come se stesse pulendo il pavimento.

Aaaahhhh!!!!! Adoro questo tuo animo irascibile!!! Accende in me desideri nascosti che... aaaahhh!!!” disse con quella sua voce da mezza femmina. Quavir sparì dietro un corridoio a passo di marcia intimandogli di tacere, senza successo.

Gli altri due Consiglieri si scambiarono un'occhiata per poi scuotere, per l'ennesima volta, la testa. Lo quattro erano le più alte cariche del Governo e dovevano comandare, ma quando Aranoid attaccava con quei discorsi era impossibile farlo smettere. Quavir d'altro canto era criptico e parlava di rado, pensava tra se e se e solo alla fine diceva le sue conclusioni. Pahen e Koret erano quelli con più senno, ma anche loro si facevano prendere dalle animosità. L'importante era che le decisioni furono prese, fra un annetto Marel poteva essere usato e loro dovevano tenere in forma gli eserciti. Sperando che l'Origine non attaccasse prima. In quel caso... non avrebbero speranze.

Eccovi come promesso i personaggi nuovi!!! *spara coriandoli* Allora per uno di loro (Aranoid) mi sono ispirata al Visconte Druitt dell'anime Kuroshitsuji. Anche se a dirla tutta è un personaggio che mi sta sulle scatole. Per gli altri... no a nulla, direttamente dal mio cervello XD il che la dice lunga!
Spero vi piacciano, a presto!! ^^

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32

La ferita guariva in fretta, merito dei Guaritori che venivano tre volte al giorno e delle creme che gli applicavano. Non aveva ancora il permesso di fare attività fisica. Quello sarebbe arrivato solo dopo aver tolto i punti. Per il resto passava la mattinata in camera da solo, guardando i Cadetti nel giardino esterno che spalavano la neve, caduta in abbondanza la notte prima. Terwim alla fine era stato trasferito nella sua stanza... con il conseguente disordine. Gettò un'occhiata agli indumenti della Guardia, lasciati malamente sulla sedia di vimini. Con un sospiro li prese in mano e lentamente iniziò a piegarli, riponendoli poi sulla cassapanca; si sentiva una perfetta mogliettina... il pensiero lo folgorò. Rimase interdetto per qualche secondo poi disfò tutto rimettendo in disordine, non voleva essere scambiato per la donna di casa! Anche per il fatto che non era una donna! Ci sono cresciuto... inconsciamente mi comporto come loro. Scosse la testa, i capelli gli andarono negli occhi; erano cresciuti così come le sue braccia... un tantino più forti. Se guardava il Generale però si sentiva come un nano comparato ad un gigante. La porta si aprì cigolante e Terwim fece la sua entrata alzando la testa in un cenno, Mares storse la bocca... qualcosa non andava ed anche il modo in cui l'uomo si tolse gli stivali, con stizza, gli puzzava di bruciato. Gli andò in contro:

Cos'hai?” chiese, l'altro si girò sbuffando ma non rispose. Tre....due... uno... contò mentalmente il ragazzo

Niente.” Tombola! Esultò, era disarmante la prevedibilità delle risposte di Terwim.

Si, come no.” fece ironico.

E' arrivato un comunicato da Zeftoir...” iniziò lanciando a Mares la pergamena arrotolata. L'Arma la prese al volo e l'aprì sulla piccola scrivania iniziando a leggere, ma più andava avanti più gli occhi blu diventavano grandi:

...Con la presente si comunica che Terwim Hireok è stato assegnato alla divisione fanteria incaricata della protezione della Corte degli Amanti. Le Forze del Governo partiranno in primavera per supportare le Guardie già presenti in loco. Si raccomanda di tenersi pronti ed in allenamento... eccetera eccetera... una grave minaccia incombe sul Governo, che gli Dei ci assistano. Firmato Generale Ultimo, Koret Bilkig.” lesse Mares ad alta voce mentre la sua Guardia si sedeva pesantemente sul letto, l'inverno era inoltrato e tra meno di tre mesi doveva separarsi dal ragazzo... era una maledizione? Gli Dei ce l'avevano con lui?

Vengo con te!” fece poi Mares risoluto.

Non dire idiozie, tu per i prossimi cinque anni non puoi muoverti di qui!” gli rispose l'altro girando il busto.

Non mi importa! Non ti lascio andare a casa mia da solo, a combattere, con il rischio di non vederti tornare! Scordatelo!” disse arrabbiato, lasciò la scrivania e si inginocchiò tra le gambe di Terwim. Appoggiò la fronte sul suo petto, il cuore correva veloce.

Mares... ehi! Guardami.” gli prese il mento tra le dita e lo alzò “Starò benissimo, non è la fine del mondo sai? Vado li, squarto chi di dovere e torno da te.”

Con l'espressione “squartare chi di dovere” ti riferisci a mio fratello?” Mares fece un sorrisetto.

E' chiaro che anche lui è coinvolto nelle ribellioni ai confini, ho parlato con il Generale ieri mattina e mi ha detto tutto. E poi è il mio lavoro, non dimenticarlo.” Terwim era tremendamente serio. Sentiva addosso la responsabilità del compito e la cosa lo esaltava da un lato, perché finalmente poteva combattere, ma dall'altro aveva paura... paura di perdere il suo sole. Si chinò in avanti per baciare Mares ma questi si spostò, offrendo la guancia:

Voglio allenarmi di più, voglio diventare più forte... abbastanza da poter stare al tuo fianco e non dietro. Voglio conoscere il mio potere ed imparare ad usarlo! Voglio essere in grado di proteggermi e proteggerti! E soprattutto... non voglio lasciarti.” gli occhi gli diventarono viola mentre andava avanti, donando alla voce un tono che non ammetteva ripensamenti. Terwim si accorse in quell'istante quanto fosse cresciuto, in poco tempo, Mares. Dal ragazzino che accettava le angherie a testa china al piccolo uomo che, con risoluzione e caparbietà, si batteva per la libertà di scegliere.

Io ti capisco, e sono felice... ma c'è sempre la tua condanna. Non puoi andartene.”

Sbagliato!” la porta si aprì e Toruk entrò con un sorriso stampato in faccia, Mares credeva che avesse un paresi.

Scusami? Ma non si bussa?” disse Terwim irritato. L'altro si avvicinò al ragazzo e lo trasse in piedi.

Ah... beh! A dire la verità stavo origliando.” ribatté con una scrollata di spalle.

Tu cosa?” Terwim aprì la bocca e sembrava che gli stesse per cadere, alzò le braccia al cielo esasperato e prese a camminare per la stanza. Mentre era girato di spalle Toruk gli fece la linguaccia, facendo sorridere Mares.

Comunque cosa vuoi dire?” gli chiese poi.

Sto dicendo che la tua pena è stata annullata... ma andiamo per gradi. Siediti.” lo spinse gentilmente sul materasso e lui prese la sedia... facendo cadere gli indumenti di Terwim, il quale si lamentò, poi li raccolse gettandoli dentro l'armadio alla rinfusa. Si sedette vicino a Mares.

Tempo fa avevo chiesto a Wars di mandare una lettera per ridurre ad un anno i tuoi arresti...” iniziò, cercando di combattere contro i ricordi del “dopo lettera”.

E il Generale avrebbe fatto una cosa del genere? E per una persona che, a suo tempo, conosceva appena?” intervenne scettica la Guardia. Mares gli fece cenno di tacere.

E lui?” chiese.

Lui l'ha fatta e spedita! Poi è successo il trambusto delle ribellioni e il Consiglio si è riunito qualche giorno fa, si è parlato di te e il Generale Ultimo ha mandato a dire a Wars di considerarti scarcerato. Non è fantastico? Sei libero!” concluse con gioia l'Arma rossa.

Si... sono felice! Certamente ma... questo vuol dire che posso andare con Terwim alla Corte degli Amanti?” ribatté Mares un po' stordito, non ci credeva ancora. Era libero! E dopo solo due mesetti! Una notizia fantastica! Toruk guardò interrogativo la Guardia:

Cos'è questa novità?”

Mi è arrivata la comunicazione dalla capitale... devo partire con la fanteria in primavera. Temono che l'esercito attacchi e se è cosi colpiranno prima le Amanti, andiamo a dare una mano.” spiegò velocemente Terwim passandosi una mano tra i capelli, sciogliendo la coda.

Oh capisco. Mares io non penso proprio che tu sia pronto per questa primavera... per sostenere una battaglia vera hai bisogno di più tempo, minimo fino al prossimo autunno.” disse Toruk.

Ma come?! Se mi impegno sono sicuro di farcela!” serrò i pugni sulle ginocchia fissando l'altro.

Mares cerca di capire... il tuo addestramento non è semplice, magari puoi diventare forte nel corpo ma i tuoi poteri non si controllano dall'oggi al domani. Se vuoi essere in grado di fronteggiare Seram devi avere la piena gestione della tua mente.” spiegò con pacatezza il ragazzo.

I poteri vengono dopo! Io voglio diventare forte!” ripeté Mares duramente.

No, le due cose non possono essere scollegate. Mi dispiace ma Terwim quando sarà il momento andrà e tu rimarrai qui con me ad allenarti.” fece lapidario Toruk. Se Mares faceva il precipitoso poteva causare anche la sua disfatta. L'altro si alzò spintonandolo, fregandosene dei punti che tiravano. Fece qualche passo lontano dal suo maestro.

Mares... Toruk ha ragione... se venissi con me e fossi impreparato, mi rallenteresti. E saresti costretto a starmi dietro...” Terwim gli mise le mani sulle spalle alludendo al discorso di prima. L'altro rimise a posto la sedia.

Ti mando i Guaritori. Ci vediamo a cena.” poi uscì senza guardarli.

Passarono qualche minuto in silenzio, poi la Guardia annunciò che sarebbe andato a fare un bagno, la vasca si riempì in fretta e il calore gli fece distendere i nervi. L'idea di lasciare Mares alla Corte da solo non lo allettava per nulla, ma se c'era Toruk non doveva preoccuparsi. Piuttosto doveva ricominciare gli esercizi! Era passato un po' di tempo dall'ultima volta ma doveva tenersi in forma per la primavera che, a conti fatti, non era poi tanto lontana. Chiuse la porta del bagno e si immerse dentro l'acqua. Si appoggiò allo schienale, socchiuse gli occhi cercando di immaginare l'avvenire... sperando che non fosse comprensivo di sofferenze.

Mares si era seduto sul letto poco dopo che Terwim era entrato in bagno. Le parole di Toruk gli rimbalzavano in testa... e più ci pensava più gli saliva la rabbia! Ma non poteva allenare solo il fisico e poi pensare a... Eh no, aspetta un secondo: se c'è pure Seram? Cavolo ha ragione. Se pure lui partecipasse all'attacco non avrei speranze. Ammise infine con un sospiro sconsolato. Si era lasciato prendere dalla foga, avrebbe dovuto scusarsi con Toruk a cena. Bussarono alla porta ed entrò un Guaritore molto vecchio.

Eccola li! Pensò, una delle cose più pericolose di quella terra. Non solo l'Arma rossa ancora viva ma c'era pure una di quelle nuove! Wars era pazzo, completamente. Il vecchio guardò Mares con occhio cinico e al ragazzo venne la pelle d'oca, faceva paura:

Bene, stenditi.” scandì l'uomo e l'altro eseguì l'ordine. Con cura aprì le bende. “Mh, è guarita bene... ora toglierò i punti. Ti consiglio di riposare ancora un giorno prima di fare qualsiasi cosa.” disse mentre prendeva una pinza speciale, Mares annuì.

La ringrazio, la cicatrice rimarrà molto visibile una volta guarita del tutto?” chiese puntandogli in faccia i suoi occhi blu, al vecchio venne improvvisamente voglia di soffocarlo col cuscino.

Abbastanza, sarà in rilevo... certo che, chiunque te l'abbia fatta, ha avuto una bella fantasia. Una 'S' perfetta...” sfiorò la bruciatura con un indice ossuto. Al ragazzo vennero ancora i brividi; aveva la strana sensazione che lo volesse uccidere. Scacciò quel pensiero e guardò l'operazione. Terwim nel frattempo uscì dal bagno con l'asciugamano legato in vita... completamente grondante di acqua:

Oh!... scusatemi. Non pensavo ci fosse qualcuno.” disse imbarazzato. Ma a Mares parve bellissimo e molto, molto sensuale. Lo guardò lasciandogli intendere i suoi pensieri; il vecchio tirò apposta uno dei punti per interrompere il contatto visivo, l'Arma sussultò.

Fatto ragazzo. Mi raccomando riposo... Guardia, buona serata ad entrambi.” rivolse a Terwim un breve inchino poi si trascinò fuori chiudendo la porta. Ne aveva abbastanza! Strinse la toga arancio dirigendosi nella sua stanza. Se quelle due Armi non sparivano dalla Corte in breve tempo sarebbe impazzito! Sarebbe meglio che morissero entrambi. Si corresse poi, un sorriso bieco che non faceva presagire nulla di buono.

Mares provò ad alzare un braccio, per saggiare il movimento... andava bene, più o meno. Gli faceva male quando tirava indietro ma per il resto andava alla grande. Rivolse a Terwim un sorriso soddisfatto, lui nel frattempo si era avvicinato al comò per prendere la biancheria, il ragazzo gli andò alle spalle passando le braccia tra quelle dell'uomo abbracciandolo da dietro:

Vedo che non stai male...” gli disse incurante delle mani piccole che lo toccavano.

Già.” I pensieri che gli vorticavano in testa lo facevano arrossire, non era mai stato innamorato di nessuno prima d'ora ed era convinto che tutte quelle emozioni dipendessero da Terwim. Cosi come tutte le immagini scabrose che gli attraversarono la testa nel giro di pochi secondi. Si spostò davanti all'uomo frapponendosi tra lui e il mobile, risalì il suo corpo e si alzò sulle punte... gli arrivava poco sotto il mento, allacciò le dita dietro la sua nuca:

Ma cosa fai? Non l'hai sentito il vecchio? Dovresti riposare.” finse di lamentarsi Terwim, segretamente invece esultava per questa disinvoltura. Posò le mani sui fianchi sottili del ragazzo attirandolo a se, incurante del fatto che fosse fradicio.

Ho riposato per giorni interi!” disse Mares gonfiando le guance, imbronciato. Mise i palmi sui pettorali di Terwim spingendolo indietro, l'altro lo lasciò fare finendo seduto sul letto, l'asciugamano si sciolse finendogli sulle gambe scomposto. Il ragazzo si chinò vicino al suo viso e gli baciò le labbra.

Lasciami fare.” sussurrò poi, si mise in ginocchio facendo scorrere le labbra dalla bocca il collo, giù fino allo sterno soffermandosi su un capezzolo di Terwim il quale, ubbidiente, divenne subito rigido. Il ragazzo sorrise soddisfatto, poi proseguì fino all'inguine. Alzò i lembi dell'asciugamano trovando l'erezione della Guardia già in attesa.

Dal canto suo l'uomo non aspettava altro, non si era più liberato da quella notte con Mares ed ora ne sentiva il bisogno impellente, poggiò le mani tra i capelli biondi guardandolo tra il velo d'eccitazione che gli annebbiava la vista. Mares restituì lo sguardo sorridendo malizioso, dopodiché prese tra le labbra il membro di Terwim... solo la punta. L'uomo gemette contrariato da quel misero approccio ma l'Amante non diede segno di volerlo stimolare di più; anzi! Rimase per minuti interi solo a leccare e baciare il glande senza mai accoglierlo pienamente in bocca. La Guardia spinse la testa di Mares verso il basso, facendogli capire che voleva di più ma lui si staccò alzando gli occhi, stampato in faccia un sorrisetto storto.

Se non ti sbrighi ti sbatto sul letto e non so quello che ti faccio!” esalò Terwim in un sospiro frustrato. Aveva deciso di torturarlo? Non poteva dire di avere poca pazienza ma non poteva trattarlo cosi!

Quanta fretta... lasciami divertire ancora un po'.” ribatté Mares, e senza l'asciare all'altro il tempo di ribattere iniziò a leccarlo. Dalla base fino all'estremità poi di nuovo giù, con una mano massaggiava delicatamente i suoi testicoli stando attento a non stringere lo scroto. Terwim tremò e guardò il ragazzo chino tra le sue gambe... sembrava si divertisse! Dannazione! E lui si stava lasciando andare, rischiava di venire e per il suo orgoglio la cosa non andava bene. Mares muoviti! Pensò mentre un ansito gli uscì dalle labbra. Il ragazzo decise che aveva fatto penare la Guardia a sufficienza. Si leccò la bocca poi prese tutta l'asta di Terwim ascoltandolo gemere, finalmente, soddisfatto. Sta volta non fece brutti scherzi, deciso a portare a termine il proprio “lavoro”, cominciò a succhiare forte sentendosi a sua volta eccitato, una mano gli artigliò i capelli strattonandoli verso l'alto; alla fine la sua Guardia gli venne sul viso, quasi ringhiando, fregandosene se da fuori potevano sentire. Mares rise... una risata maliziosa che era propria degli Amanti come lui.

Terwim si accasciò sul letto con le braccia spalancate, riprendendo fiato. L'altro si alzò per andare un bagno a pulirsi, si lavò il viso e tornò in camera. Gattonò vicino all'altro e si appoggiò la sua testa sulle gambe giocherellando coi capelli castani.

Ti odio...” disse la Guardia scuotendo leggermente il capo. Doveva appuntarsi da qualche parte che Mares sapeva essere un bastardo fuori misura. Almeno per quanto riguardava “quel” genere di cose. Il ragazzo sorrise dolcemente:

Si, ti amo anch'io.” rispose, nonostante tutto la ferita non faceva molto male. L'aveva sentita tirare una volta... forse due ma nulla di più. Quella 'S' in rilievo era la leva che d'ora in poi l'avrebbe fatto impegnare di più con gli allenamenti. Non voleva pensare per ora alla primavera prossima, voleva godersi Terwim il più che poteva! Passarono altri minuti fermi li, poi l'uomo si tirò seduto e disse che era ora di andare a cena. Mares annuì e si vestirono. Una volta pronti chiusero la loro camera a chiave e scesero di sotto... lanciandosi sguardi che alludevano ad un dopo cena decisamente movimentato.

Salve ^^ bene, questo capitolo è ricco di spunti. Tenete d'occhio quel Guaritore anziano u.u comparirà ancora. Terwim e Mares hanno addosso una nuvolaccis nera! Poverini, proprio ora che stavano bene insieme... e poi il nostro caro ragazzino... hehe! Birichino vero? XD Diciamo che sta crescendo bene XD
Bene! Alla prossima!!

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 33 ***


Capitolo 33

Il grande salone era gremito di gente: borghesi, nobili di feudi limitrofi, semplici commercianti, banchieri... persino i servi e i cuochi si accalcavano alle pareti per assistere allo spettacolo, pubblicizzato in grande stile pochi giorni prima. Su due scranne in cima ad una scalinata vi erano i reggenti delle Terre Aride. La regina Feima di una bellezza esotica, portava una veste color panna che staccava sulla carnagione scura. Era adornata di gioielli con pietre preziose e sembrava una Dea. Il re Ghileter in confronto alla sua sposa pareva l'ultimo sguattero del castello! Più largo che alto, portava una tunica color rame che stringeva in modo evidente il punto vita. La corona di giada pendeva da un lato, per la posizione del suo portatore; il re infatti era appoggiato ad un gomito e fissava con interesse tangibile la scena davanti a se. Feima d'altro canto ne sembrava disgustata.

Al centro dello spazio creato dalle stesse persone riunite vi erano Seram e un soldato. Quest'ultimo doveva essere condannato a morte per diserzione. Così il re aveva chiesto all'Arma di eseguire la sentenza, ma non aveva pensato all'eventualità che al ragazzo potesse piacere la tortura. Il soldato giaceva su un fianco con la testa fra le mani, sofferente. Mentre l'altro se ne stava tranquillamente in piedi a guardarlo, i suoi occhi erano colorati di viola ed intorno a lui aleggiava il sentore della morte. Le Terre Aride erano un agglomerato di feudi riuniti sotto un unica corona per volontà comune. Il loro re Ghileter era stato incoronato dopo un duello all'ultimo sangue tra i pretendenti, in passato discendevano da tribù barbare e le loro usanze erano rimaste immutate... quindi la tortura era una pratica comune; e se questa era eseguita dalla cosa che assomigliava di più ad un Dio si spiegava anche la calca accorsa per assistere.

Cosa gli stai facendo ragazzo?” chiese curioso il re, mentre indicava il corpo a terra. Seram levò lo sguardo su quella specie di maiale incipriato. Vide un immagine di un maiale con la veste del re e ci mancò poco che non scoppiasse a ridere.

Gli invio sensazioni negative che lo inducono a pensare alla morte e suicidio, inoltre buona parte del suo cervello è distrutta, tra qualche istante dovremmo vedere del sangue uscire dal naso e dalle orecchie... eccolo.” spiegò Seram mentre si avvicinava all'uomo per terra, gli tirò i capelli facendogli alzare la testa, gli occhi erano vacui e stava iniziando a cedere. La regina Feima sussultò quando grandi gocce di sangue iniziarono a scendere cadendo per terra. Gli astanti emisero dei sospiri estasiati, ma alcuni anche dei gridi di terrore. L'Arma avrebbe voluto che il povero malcapitato durasse di più invece sentiva il suo spirito sul punto di impazzire. Avrebbe voluto che al suo posto ci fosse Mares! La notte che era tornato era stato costretto a subire lo stupro di Gakli, drogato dal Limitatore e quindi incapace di opporsi. Ma qualche giorno dopo si era vendicato, rendendo la cosa molto divertente: era entrato in camera dell'uomo e gli aveva portato via tutti i vestiti, le tende, le lenzuola ed i cuscini in modo che non avesse nulla con cui coprirsi. Costringendolo ad andare in giro nudo per una buona oretta. Con tutti i ragazzini che servivano il palazzo Gakli non aveva la certezza che fosse stato lui perciò non lo aveva toccato. Seram sorrise e rigettò il soldato a terra.

Vedo che è parecchio messo male...” iniziò tornando seduto normale, guardò la regina e vide il fastidio nei suoi occhi. “ Va bene! Finiscilo!” ordinò il re, l'ultima parola fece tendere i bottoni della tunica. Il ragazzo annuì e si distanziò di qualche passo. Ma una figura fece il suo ingresso nello spiazzo, rivolgendosi al sovrano:

Chiedo perdono, sire. Io suggerirei che l'Arma esegua il suo ordine in modo speciale, in modo da dare una dimostrazione del suo straordinario potere e spero che lo vogliate considerare un dono, da parte mia e di tutta l'Origine.” disse Gakli con quella sua voce da lecchino, che urtava i nervi di Seram e di mezze persone riunite li. Il re soppesò le sue parole per qualche minuto poi fece un gesto d'assenso con la mano:

E sia! Ma voglio che avvenga fuori dal palazzo.” Gakli annuì e disse ai suoi assistenti di portare fuori il soldato, insieme a loro andarono tutti. Seram alzò le spalle, le esibizioni non gli erano mai piaciute... le trovava inutili. Il re sapeva benissimo dei suoi poteri ma a volte ne voleva delle dimostrazioni esplicite, come quella. Venne affiancato da Gakli che sottovoce gli disse di fare 'quella cosa', il ragazzo sbuffò ma annuì. Percorse in silenzio i corridoi del castello fino all'androne dell'entrata principale, per fare quanto richiesto doveva raccogliere quanta più forza possibile. Quando fu all'esterno, l'aria secca lo colpì in pieno facendogli mancare il respiro: nelle Terre Aride non esisteva un vero e proprio inverno, ma un periodo in cui l'aria si faceva secca e portava il refrigerio dai monti Arakigh alleviando le arsure tipiche di quel territorio.

Gli spettatori avevano già preso posto, disposti a cerchio, attorno al povero soldato che nel frattempo si era ribellato. Si assistenti di Gakli gli legarono i polsi dietro la schiena e lo lasciarono cadere senza troppe premure ai piedi di Seram, il quale alzò gli occhi prima verso il sovrano, in trepidante attesa, poi verso Gakli dal quale ricevette un assenso. Il ragazzo chiuse gli occhi ignorando le suppliche dell'uomo di fronte a lui e il chiacchiericcio della gente. Cercò di materializzare in mente quello che poi avrebbe dovuto fare in realtà, raccolse le energie necessarie ed iniziò a sentire il proprio potere scorrere... via via sempre più veloce fino a riempire completamente il suo essere. Quando fu pronto riaprì le palpebre ed allungò una mano sopra la testa del soldato, una piccola pallina viola iniziò a formarsi a mezz'aria, un accenno di energia che, quando fu stabilizzata, Seram iniziò ad allargare sempre di più aggiungendoci forza e potenza. Ed in quel momento l'aria si fece veramente gelida, penetrando i vestiti e gelando il sangue dei presenti. Gakli conosceva bene quella sensazione; era la stessa che si prova quando ti senti addosso gli occhi delle Armi. La paura e l'angoscia sono i sentimenti dominanti, in quel momento era sicuro che il povero soldato si fosse arreso alla volontà di scappare, infatti fissava la sfera viola sopra la sua testa con un misto di adorazione ed attesa... come se fosse l'unica cosa che potesse liberarlo dal tormento di vivere.

Quando fu pronta Seram scagliò la palla sulla testa del malcapitato. Il boato fu terribile, fece tremare la terra e molti persero l'equilibrio, la sfera si allargò un cratere nel punto in cui toccò la terra rimanendo intatta mentre inglobava il soldato che al suo interno iniziò ad urlare disperato, alla ricerca di aiuto. Ma le grida si estinsero ne momento in cui Seram fece esplodere la propria creazione mandando in frantumi il corpo all'interno ed incendiandone i vestiti. Si sollevò un polverone che oscurò la visibilità per minuti interi. Il re Ghileter aveva assistito incredulo alla scena, ma alla fine poteva dirsi soddisfatto. Quel ragazzo era veramente una potenza! Ed era sicuro che con lui tra le sue fila poteva benissimo conquistare il Governo. Avrebbe dovuto cederne una parte a Gakli ma non importava, anzi! Voleva chiedere allo scienziato se poteva tenersi anche l'Arma come... trofeo di guerra. Un sorrisetto malizioso gli comparve sul viso, era da molto che non se la spassava con un'amante ed averne uno così bastava ad accendere in lui il desiderio. Non che la moglie non lo soddisfacesse! Era una donna delle terre oltre il Mare Dolce, di una bellezza esotica e molto disinibita ma da un po' di tempo era restia a farlo, e lui doveva andare nell'harem. Guardò la regina che si era tappata la bocca, fissava il ragazzo evidentemente terrorizzata. Lui iniziò a battere le mani seguito dalle genti li riunite, poi sia lui che Gakli si avvicinarono a Seram che li precedette. Si incontrarono a metà strada:

Meraviglioso! Assolutamente di grande effetto, come ti senti ragazzo?” disse Ghileter con un sorriso dando una pacca sulla spalla dell'Arma.

Sto bene, la ringrazio sire.” rispose, i suoi occhi erano tornati color oro. Lo stesso del deserto durante l'estate.

E' soddisfatto di Seram?” chiese Gakli inclinando il capo ed il re annuì vigorosamente.

Certamente! E dopo questo sono ancora più convinto della sua potenza distruttiva.”

Saprà fare il suo dovere a tempo debito, glielo assicuro.” il ragazzo nel frattempo si era allontanato di qualche passo avvicinandosi al cratere, i resti del soldato non esistevano più e pure le sue vesti erano ridotte ad un mucchietto di cenere. La regina Feima comparve al suo fianco, emanava un odore fruttato ed inebriante:

Hai lo stesso potere di un Dio, giovane Seram.” disse con voce melodica. Gli era sempre piaciuta quella donna... il modo di fare, il portamento e il suo carattere erano totalmente diversi dalle donne che abitavano il continente, era convinto che al di là del Mare Dolce tutte fossero come la regina. In definitiva la stimava.

La ringrazio, mia regina.” si voltò per guardarla, gli occhi erano la cosa che gradiva di più. Color cioccolata. Ma quello che vide fu uno sguardo spaventato, velato da un sottile strato di lacrime. Si accigliò.

Sei simile a loro... ma sei umano. Ed un potere così grande può solo condurti a morte certa.” disse allungando una mano sul viso del giovane. Seram ne rimase interdetto... nessuno lo aveva mai toccato cosi. Non sapendo come reagire, rimase immobile con gli occhi fissi su quelli della donna. Poi i due uomini li raggiunsero e l'incanto svanì.

Tutti tornarono tra le mura del castello mentre il pubblico si sparpagliava, alcuni vennero a complimentarsi con Gakli per l'ottimo lavoro. L'Arma decise di andare nella sua stanza e cercare di dimenticare la gentilezza della regina. Quella donna era tanto bella quanto misteriosa, anche adesso si sentiva addosso il suo sguardo. Risalì le scale e venne raggiunto dal Ghileter:

Hai svolto un ottimo lavoro, se vuoi svagarti un po' nel mio harem non hai che da chiedere.” gli disse strizzandogli l'occhio, da vicino il re sembra ancora più grasso di come non appariva da seduto; Seram ci pensò su, chissà quanti anni dimostrava? Dall'esterno sicuramente gliene davano di più di quattordici... chi andrebbe da un quattordicenne ad offrirgli una prostituta? Nessuno. Alla fine fece un sorriso radioso ed annuì.

Ne sarei onorato sire.” disse e l'uomo batté le mani, qualche secondo dopo un paggio entrò in sala.

Hai qualche preferenza?” chiese.

Vorrei un maschio, più piccolo di me. E vorrei che mi desse il permesso di riservagli attenzioni particolari... quel soldato prima non mi nemmeno fatto passare la voglia.”disse alzando leggermente le spalle, il sovrano lo guardò stranito non credendo alle sue orecchie. Un giovane come lui che si diverte con quel genere di torture? Gakli aveva fatto non solo un mostro di potenza ma anche di perversione! Alla fine rise forte e diede al paggio un nominativo.

Stai tranquillo Seram! Io posso permettermi tutti quelli che voglio! Anche se ne muore uno sotto di te non è un problema! Ma chi l'avrebbe mai detto!” rispose per poi proseguire nella risata, con la quale la tunica minacciò pericolosamente di esplodere. Seram fece un mezzo passo indietro evitando la possibile traiettoria dei bottoni. Alla fine fu congedato e si diresse rapidamente in camera.

Chiuse la porta ed iniziò a spogliarsi, prima voleva fare un bagno. Avrebbe fatto le stesse cose che aveva fatto a Mares? No, ne dubitava. Si sarebbe limitato a semplici torture fisiche. Fece scorrere l'acqua ed entrò nella doccia, rimase in piedi sotto l'acqua finché le mani divennero rangrinzite, poi uscì con addosso l'accappatoio. Andò al camino ed accese il fuoco; si trovò a pensare alla regina Feima... a quegli occhi caldi ed indagatori. Cosa aveva voluto dirgli con quella frase? Che usare quei poteri lo avrebbe ucciso? Ma lui non era come le Armi difettose! Era stato migliorato e quello che aveva fatto poco prima aveva ricalcato il concetto. Oppure semplicemente la donna era preoccupata per lui... ma che idiozie mi vengono in mente? Scosse la testa energicamente e sparse acqua dappertutto. Si sedette sul letto ed indossò dei pantaloni di tela neri ed una camicia panna senza maniche. Anche se si fosse interessata a lui, era la regina e una situazione sfavorevole come quella non era il caso... ma anche semplicemente affettiva non andava bene. Qualche secondo dopo bussarono:

Avanti!” disse riscuotendosi.

Signor Seram, vi ho portato il ragazzo che avete richiesto.” esordì il paggio con voce impeccabile. Da dietro di lui si sentì un sospiro. L'Arma fece cenno di andare e la porta si richiuse con un tonfo. In piedi, con il capo chino e le mani strette tra loro, stava un bimbetto che a primo acchito dimostrava dieci anni. Tremava leggermente.

Vieni qui.” proferì austero Seram, non era male... e poi era piccolo, avrebbe dovuto suscitare tenerezza ma per lui rappresentava solo lo sfogo del pomeriggio. Il piccolo gli andò vicino non alzando mai la testa; ora che era vicino alla finestra poteva vedere il colore dei capelli, che prima aveva giudicato biondi, erano bianchi. Proveniva dai villaggi che stavano sui monti Arakigh, solo quelle genti avevano i capelli bianchi. Non importava... gli mise due dita sotto il mento e gli fece sollevare la testa. Occhi grigi. Decisamente niente male! Sentenziò infine. Con un sorrisetto si alzò in piedi ed il bambino mugugnò spaventato.

Finirà tutto presto, vedrai.” gli disse chinandosi al suo orecchio. Fece scorrere le dita fino alle stringhe che tenevano la tunica di lana che aveva addosso, gliele slacciò e l'indumento ricadde ai piedi dei due. Sotto era nudo, avevano pensato a tutto! Seram lo guardò alcuni istanti, stava cercando di coprirsi. Poi lo sollevò portandolo sul letto, ve lo adagiò piano e un sorrisino timido comparve sulle piccole labbra che l'Arma fece ben presto sparire con un bacio invasivo, premette forte la propria bocca su quella altrui e il piccolo tossì quasi soffocato.

Ti prego... n-non farmi male!” implorò con voce flebile, aveva le lacrime agli occhi il poverino. Seram alzò un sopracciglio, quel bambino gli ricordava se stesso quando Gakli si divertiva a punirlo... e la cosa gli faceva una gran rabbia! Ricordò le volte in cui lo toccava, lo leccava e lo baciava e tutte le dolorose intrusioni che aveva dovuto sopportare; l'ultima qualche giorni fa. Doveva avere una faccia spaventosa perché il corpicino sotto di lui iniziò a tremare e piangere.

Oh! Stai zitto!” gridò incollerito, mollandogli un ceffone. Prese a spogliarsi rimanendo a cavallo del piccolo, ora si limitava a singhiozzare piano. Eh si, era esattamente come lui e questa somiglianza gli dava alla testa. Calò sul ragazzino mordendogli il collo a sangue, il quale tirò un urlo acuto. Dal collo si spostò alla bocca e vi infilò la lingua soffocandolo di nuovo, con rabbia prese tra le dita un capezzolo e lo strizzò generando nuovi gemiti spaventati. Non gli importava! Che si facesse male o che piangesse, si liberò dei pantaloni e della biancheria. Tirò su le gambe del bambino e premette il proprio sesso tra le piccole natiche, già pronto. Entrò a forza spingendosi dentro il suo corpo, lacerandolo. Il piccolo singhiozzò e tentò di dirgli di smetterla, che gli faceva male ma Seram non ascoltava. Aveva nascosto la testa tra spalla e cuscino, stringendo i denti. Odiava quel tipo di urla, quei lamenti, quelle suppliche... perché erano anche le sue!

Alla fine cedette ed attivò il proprio potere demolendo le fragili difese mentali del bambino, il quale si distese tra le sue braccia. L'Arma venne dentro di lui, rimase li alcuni minuti poi si sfilò infuriato. L'aveva ucciso, ma non gli importava, perché in quel modo pensava di avere ucciso anche la propria infanzia e la propria debolezza. Andò alla finestra e l'aprì: l'aria del pomeriggio inoltrato lo investì facendogli venire la pelle d'oca, Seram inspirò forte e gridò di dolore e rabbia:

Figlio di puttana!!!” riferendosi a Gakli e tutto quello che gli aveva fatto, una lacrima, una sola si posò sul davanzale prima che il proprio padrone si lasciasse scivolare contro il muro.

Tornano le avventure di Seram lo Stronzo!! XD Bene, mi son voluta concentrare su di lui anche per far capire meglio come fosse sto cavolo di potere, e direi che mi ritengo soddisfatta, anche se a farne le spese è un povero malcapitato.
Ok, l'ultima parte mi causerà tentati omicidi, già lo so XD ma cosa volete farci: è scemo sto ragazzo.
Anche qui come nell'altra sono ferma con l'unica differenza che questa è stoppata al 42esimo capitolo quindi non ritarderò di molto gli aggiornameni ^^
Alla prossima!

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 34 ***


Capitolo 34

Nei giorni che seguirono, Mares si impegnò moltissimo nello svolgimento del percorso preparato per lui, l'inverno era oramai alle sue battute finali e anche la neve che scendeva di tanto in tanto era più fine e non imbiancava nemmeno l'erba tenera dei prati. Questo spaventava molto il giovane perché era sinonimo della partenza di Terwim... del suo allontanamento. Ogni volta che ci pensava si sentiva carico di frustrazione e per cercare di reprimerla si chiudeva nell'armeria facendo pratica di spada. Più era pesante più alla fine si sentiva stanco ed incapace di pensare. Toruk gli aveva già detto che quella mattina avrebbe cominciato ad allenarlo con l'utilizzo dei suoi poteri, cosa che lo rendeva impaziente. Desiderava ardentemente imparare a controllarli, sia per se stesso sia per non essere da meno di suo fratello Seram. Era davanti allo specchio a torace scoperto, si passò distrattamente due dita sulla cicatrice, leggermente rialzata. Percepì delle braccia che lo strinsero da dietro e il peso di due spalle famigliari, quanto gli sarebbero mancate?

Oggi è il grande giorno?” chiese Terwim. Era rimasto sulla porta del bagno ad osservarlo, e doveva ammettere che si era ben irrobustito! Un piccolo torello! Pensò sorridendo, ma non ce lo vedeva proprio nel ruolo di 'dominante'.

Si, finalmente. Vuoi venire?” gli rispose Mares girando la testa, Terwim portava i capelli sciolti, come da desiderio dell'Arma. Si voltò del tutto ed allacciò le mani dietro il collo della sua Guardia.

Mi piacerebbe ma non posso, il Generale terrà una lezione speciale per quelli che partiranno per la Corte degli Amanti.” gli diede un bacio sulla fronte rimanendo li a parlare. Mares si intristì ancora di più.

Dai non fare quella faccia, tu impegnati e mi raggiungerai presto!” prese il volto del ragazzo tra due dita e l'alzò. Per gli dei com'era carino! Si avvicinò alle sue labbra ma prima di toccarle la mano del ragazzo lo fermò.

Dopo, dopo! Come hai detto tu c'è una lezione importante... per entrambi e se ti accontento ora non riuscirai a concentrarti, o sbaglio?” Terwim non sapeva se odiare o amare quel suo tono da seduttore. Riusciva sempre ad imbambolarlo, infatti anche adesso lo stava fissando con sguardo accondiscendente e alla fine Mares si vestì del tutto. Tutti e due avevano cambiato modo di vestire: l'Arma portava gli abiti dei Cadetti per cui una divisa blu scuro fatta di pantaloni, una cotta leggera a maglie fini e la giacca, ai piedi gli stivaletti con la punta di ferro; l'unica differenza stava nel fatto che aveva cucito lo stemma della sua Corte al posto di quella in cui abitava. Terwim invece si doveva abituare alla tenuta da combattimento per questo indossava dei pantaloni di cuoio verde scuro a vita alta in modo che i fianchi potessero essere liberi di muoversi con più scioltezza, una camicia di una strana fattura; era infatti un misto tra cotone e fili d'oro. Le maniche erano fissate alle spalle tramite dei fili rinforzati ma rimanevano comunque staccati dalle cuciture dell'ascella in modo da permettere di roteare la spada sulla testa senza tirarsi fuori la camicia dai pantaloni. Una volta in battaglia avrebbe messo anche i pettorali per proteggere il torace e le varie protezioni per viso, stinchi e gomiti. Una sera Mares aveva insistito perché le indossasse e quando provò a camminare, Terwim era la brutta copia di un palo di legno vestito a festa! E l'Arma era scoppiata a ridere cadendo dalla sedia, risa che poi si erano trasformate in urla divertite per cercare di scappare da quell'improvvisato soldato.

Fecero insieme la strada fino al pian terreno dove un gruppo di guardie e Cadetti dell'ultimo anno aspettavano il Generale, poco dopo il loro arrivo da una scala laterale arrivarono Wars e Toruk. Mares era da un po' che si chiedeva perché quei due erano sempre insieme... e nella sua testolina c'era un'idea ma gli sembrava troppo strana e sopratutto inadatta ad uno come il Generale, lui lo aveva sempre visto come un uomo tutto d'un pezzo e non poteva immaginarselo in 'certi' atteggiamenti. Prima che li raggiungessero il ragazzo chiese diede di gomito alla Guardia intimandogli di abbassarsi, poi bisbigliò:

Senti ma tra il Generale e Toruk secondo te chi è che sta sotto?” aveva il sorriso sulle labbra, un sorriso che a Terwim non gliela contava giusta infatti per poco non si mise a ridergli in faccia.

Mares! Ma che ti viene in mente! Sono solo colleghi, amici se vogliamo esagerare... non pensare a queste cose, è il Generale Superiore dopotutto, su!” gli disse in tono quasi polemico. Il giovane sbuffò e fece spallucce. Wars intanto fece un cenno con la mano a Terwim che lo raggiunse, poi salutò anche l'Arma.

Buongiorno Mares, pronto?” Toruk gli mise le mani sulle spalle scuotendolo per dargli carica, era una giornata importante... per entrambi. Erano tre giorni che rimaneva a dormire nella stanza di Wars perché a fine giornata non aveva la forza di tornare nella sua. Più in fretta Mares avrebbe imparato più velocemente avrebbe potuto guarirlo, l'altro annuì sorridente.

Andiamo!” lo prese per un braccio trascinandolo verso il seminterrato. Quando si metteva in testa una cosa non c'era nulla che potesse dissuaderlo! Il Maestro si limitò a seguirlo leggermente sorpreso. Presero la direzione del corridoio sud e non appena arrivarono alle scale il ragazzo inchiodò al muro l'altra Arma, era consapevole di essere più basso e meno forte ma voleva andare a fondo della faccenda, gli strinse le mani sulle braccia e lo guardò con occhi indagatori:

Cosa c'è tra te e il Generale Wars?” chiese a bruciapelo. Toruk sgranò gli occhi per poi scoppiare a ridere:

O Dei del cielo! Ma che dici! Dai lasciami ed andiamo giù.” fece per togliere le mani del ragazzo ma Mares glielo impedì.

No, non me la dai a bere e non ti muoverai di qui finché non mi avrai dato una risposta.” replicò deciso.

Non c'è nulla.” sbuffò.

Guardami negli occhi e ripetilo.” Toruk fissò Mares ed improvvisamente perse la voce, fece per aprire la bocca ma gli uscì un rantolio.

Allora?” disse con un sorrisetto l'altro. L'Arma rossa si divincolò ma la stretta sulle braccia era ferrea, si chiese da quando era diventato cosi ostinato.

Te lo ripeto, non c'è nulla! Ora lasciami ed andiamo a lavorare!” ripeté iniziando a spazientirsi. Cosa voleva? Che ammettesse di provare qualcosa per Wars? Ma se nemmeno lui era sicuro delle sue emozioni che doveva fare... andare a sbandierare ai quattro venti? Ci ho quasi fatto sesso. Si ricordò e ritornò pure la sensazione di essere schiacciato sotto il corpo del Generale. Un tremito gli attraversò la schiena:

Avete già consumato?” Toruk era arrossito e si era accorto chiaramente del piccolo tremolio sulle braccia, potevano dire due cose; o si vergognava oppure ci era già andato. Sorrise trionfante, ci aveva preso.

Ma smettila! Io ed io Generale siamo in ottimi rapporti ma non quelli che pensi tu!” con una torsione riuscì a liberarsi e proseguire la discesa. Mares subito dietro.

Si, si... certo! Con chi credi di avere a che fare? So cosa vogliono dire quegli occhi.” gli disse mentre scendeva, alla fine della scala si aprì il salone dell'armeria con tutti gli strumenti di guerra, divisi per tipo. Loro proseguirono in una stanza dove c'erano i suoi ostacoli.

Senti Mares, non so cosa tu abbia visto ma di alla tua testolina di rallentare o andrà in fumo.” gli diede un colpetto sulla fronte che lo fece indietreggiare di un passo. Il ragazzo grugnì in dissenso.

Ogni mattina vieni a colazione accompagnato da lui, e alla sera siete quasi sempre insieme. L'altro giorno vi ho visti! Lui ti teneva in braccio e stava vicino al tuo viso!” espose risoluto, alzando la voce perché l'altro si era allontanato per prendere le protezioni. Quando tornò la sua espressione era cambiata... sembrava più triste, o sconsolato? Mares temette di aver detto troppo.

Non mi stava baciando, lui mi sta vicino perché... non mi sento molto bene in questo periodo.”

Oh... cos'hai?” gli chiese l'altro prendendogli le fascette di cuoio dalle mani.

Ti insegnerò a controllare i tuoi poteri, cosi tu potrai curare i miei.” ammise infine guardandolo intensamente.

Io... cosa devo fare? Non capisco.” scosse la testa.

Le Armi come me morivano tutte perché corrose dai loro poteri. A me succederà lo stesso tra breve, il Guaritore mi ha detto che se un'altra Arma mi infonde i suoi poteri ho speranza di salvarmi.” spiegò compunto. L'altro lo guardò con crescente allarme; allora tutte le volte che lo aveva visto con le borse sotto gli occhi e il viso sciupato era perché stava male! Era imperfetto e per questo più fragile? Pensare che poteva morire... si sentiva montare l'angoscia.

Ma perché non me lo hai detto prima!? Se stai cosi male che manco ti reggi in piedi avresti dovuto insegnarmelo settimane fa il controllo, no?” strepitò Mares.

Senza adeguata preparazione fisica il tuo corpo si sarebbe distrutto! Quando hai attaccato quei Cadetti il mese scorso sei svenuto, ed hai dormito per giorni nella cella! Ti rendi conto che potevi morire? Ma ora sei abbastanza forte da sopportare un minino sforzo mentale.” lo prese per un gomito trascinandolo verso l'inizio del percorso.

Minimo?”

Si, minimo... non sei a livello di Seram e non ti credere di raggiungerlo in breve tempo perché sbagli riga. Ora inizia a riscaldarti poi passeremo alla parte successiva.”

Si, signore.” disse con tono spento, dopo qualche minuto iniziò a fare il percorso, avrebbe voluto sentire una frase diversa. Il fatto che gli fosse messo in faccia la sua inferiorità gli faceva saltare i nervi! Ma poteva trarne la forza per andare avanti e migliorarsi quindi... si alle critiche costruttive.

Toruk intanto fremeva, se Mares si era accorto del suo comportamento nei confronti del Generale in quanti potevano aver notato qualcosa? Dei Cadetti? Se cosi fosse non sarebbe una bella cosa... per la reputazione di Wars, passare per quello che si porta a letto le Armi non era l'ideale per un comandante d'esercito. E sopratutto con mezzo mondo che le odia e l'altra metà che le teme. Scosse la testa, non avrebbe dovuto più farsi aiutare da lui... non quando erano in giro e rischiavano di essere visti. E nel privato? Si domandò; dopo il loro quasi sesso l'uomo non aveva più cercato di toccarlo, più o meno. Lo aveva masturbato mentre stava nella vasca... era da considerare come “approccio”? Sbatté gli occhi, perché si stava arrovellando su una cosa del genere? Dopo anni aveva scoperto di possedere un cuore? Ma perché poi aprirlo ad un uomo burbero e grezzo come Wars, anche se sapeva essere molto gentile; quando lo reggeva in piedi o lo abbracciava mentre era in preda agli spasimi non pensava altro se non “è qui che devo stare”. Alla fine si doveva arrendere? Quella cosa che sentiva ogni volta che dormiva con lui era affetto? Negli ultimi due giorni si era svegliato al mattino tra le braccia del Generale. Gli faceva uno strano effetto guardarlo dormire, di colpo perdeva tutta la sicurezza e l'autorità della sua posizione, e sembrava solo il Wars che si prendeva cura di lui. Si domandò se anche per lui fosse cosi complicato capire cosa aveva nel cuore.
 

Giardini Interni.

Lo hai visto quel tizio? Quello coi capelli lunghi.” chiese un Cadetto mentre faceva stretching, era vicino ad un compagno che nel frattempo si era piegato dalla sua parte.

Si, si... se ne va sempre in giro con Mares.” disse girandosi.

Non in quel senso idiota! Sta sempre appresso al Generale!” lo corresse spazientito. “Scendono al mattino insieme e vanno via alla sera insieme... andiamo uno più uno!” continuò al limite dell'esasperazione.

Credi che il Generale si scopi un tipo cosi?” chiese alla fine in un'illuminazione. “Io lo vedevo più con il ragazzino Amante.” ammise scrollando le spalle.

Quello sta con la sua Guardia. Laggiù... Terwim, credo. Ma io sono convinto che il tipo e il nostro caro Generale abbiano una storia! Sai che roba se venisse fuori! Immagino già i titoli del “Vento del Governo” senti: “Scandalo alla Corte dei Combattenti! Il Generale Superiore Wars Snitkel ha una storia con un ragazzo!” se scoppiasse la notizia potremmo prendercene i diritti!” rise divertito dalla sua geniale trovata. Ma il compagno lo tirò per i pantaloni.

Ehm, faresti meglio a smettere sai.” gli disse spaventato.

Beh! Che ti prende? Hai visto un fantasma?”

Peggio! Girati!” finì guardando in alto. L'altro Cadetto girò la testa e trovò il Generale con le braccia sui fianchi che li guardava in cagnesco.

Qui si parla invece di lavorare?!” tuonò e i due ragazzi scattarono sull'attenti.

Chiediamo scusa Signore!” recitarono.

Visto che abbiamo fiato da dare alla bocca perché non utilizzarlo per un paio di giri di corsa intorno alla Corte?” continuò girando intorno ai suoi Cadetti.

Si, Signore!” e partirono, quando furono abbastanza lontani quello che all'inizio non c'entrava nulla rincorse l'altro prendendolo a calci nel sedere.

Quanto a voi signorine vi voglio vedere tra cinque secondi alle spalliere con un arma in mano! Muovete il culo!” gridò Wars facendo saltare il pomo d'Adamo. Adorava vedere i suoi ragazzi scannarsi come disperati nella ricerca della sua approvazione, gli spuntò sulle labbra un sorriso malefico e Terwim gli si avvicinò con una spada corta.

È felice Generale?” gli chiese raccogliendo i capelli col l'elastico.

Le vecchie abitudini da bastardo sono dure a morire, Guardia!” rispose con tono da comandante.

Nemmeno se ad addolcirle è Toruk?” sorrise, se Mares ci vedeva del tenero tra loro... o era diventato pazzo oppure c'era qualcosa veramente. Wars ebbe un sussulto.

Hai la vista annebbiata Terwim?” disse guardandolo con la coda dell'occhio.

No Signore. È Mares che lo dice.” rispose l'altro iniziando a saggiare la piccola spada.

Beh di al piccolo Mares di abbassare il tiro, e di pensare ai suoi affari.” rispose greve e con sufficienza.

E' quello che gli dico anche io, anche se credo che sia i Cadetti che Mares abbiano la vista più acuta della sua, Generale. Con permesso.” disse per poi congedarsi raggiungendo gli altri. L'uomo rimase fermo a guardare il gruppo che si disponeva, una ruga gli comparve sulla fronte: era davvero cosi evidente? Mezza Corte già parlava del suo coinvolgimento col ragazzo straniero? Era sempre stato accorto, senza mai tradire la propria espressione... a parte quando Toruk aveva i suoi attacchi in quel caso non poteva fare a meno di prenderlo in braccio, ma erano emergenze diamine! Cosa doveva fare? Lasciarlo per terra agonizzante? Aveva sentito il discorso del Cadetto... si vedeva troppe volte insieme a lui. Avrebbe dovuto riaccompagnarlo nella sua stanza, ma se durante la notte si svegliava e stava male? Era già successo. No, avrebbero continuato a dormire insieme, e poi quella mezza convivenza stava dando i suoi frutti, Toruk si lasciava toccare con più facilità. Anche se Wars preferiva non approfittarsene... lo voleva; ogni volta che si spogliava per mettersi in tenuta da notte non poteva fare a meno di ammirarne il corpo giovane ed atletico. Ma si era ripromesso di aspettare che l'Arma capisse i propri sentimenti e che si concedesse a lui, non che rispondesse agli stimoli meccanicamente.

Ehi! Donnicciole! Pronti in riga o vi cavo le unghie!” tuonò nuovamente avvicinandosi alle reclute con passo marziale. Ora doveva concentrarsi per sul suo lavoro, preparare quei ragazzi e Guardie per la primavera. Quasi come se l'avesse sentito il sole fece capolino dalle nuvole illuminando il gruppo di uomini facendoli splendere di una luce che pareva quasi premonitrice di un paradiso che, Wars lo sapeva, alcuni di loro avrebbero raggiunto.

Ciao ragaaaaa!!!!!! Dopo secoli son tornata ^^ allora capitolo molto "pressante" per Toruk, eh! non gliela dai a bere aquel furbetto di Mares XD e qui viene svelato anche il lato poetico e da bravo generale di Wars, non vorrei essere un suo soldato nemmeno morta u.u
Bene, come dicevo sto rallentando molto l'aggioramento per motivi di lavoro. Spero non me ne vogliate, alla prossima!!!

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 35 ***


Capitolo 35

Dopo aver fatto due ore di ostacoli, e aver migliorato il suo record, Mares venne chiamato da Toruk per affrontare la parte relativa ai suoi poteri. E il ragazzo non vedeva l'ora, si tolse in fretta le protezioni andando dal suo Maestro il quale gli diede un quarto d'ora per andare in camera darsi una rinfrescata e poi farsi trovare nei Giardini Interni. Li per li Mares si chiese perché non potessero rimanere nel seminterrato ma alla fine pensò che, essendo una novità, magari poteva finire col danneggiare qualcosa... cosa che ovviamente non avrebbe potuto fare all'aperto.

Salirono insieme e Toruk si diresse subito fuori raccomandando all'altro di essere puntuale, non voleva perdere più tempo di quello già andato. Mares fu una scheggia! Fece le scale a tre a tre e in meno di cinque minuti fu pronto e lavato. Mai fatto cosi veloce in vita sua! Ridendo scese di sotto raggiunse Toruk. Il sole quella mattina li aveva onorati della sua presenza riscaldando l'aria ed annunciando l'arrivo della bella stagione. Il ragazzo respirò a pieni polmoni godendosi della delicata carezza dei raggi solari:

Certo che Terwim ha azzeccato il tuo soprannome!” fece Toruk mentre gli scompigliava i capelli.

Già, ma quando me lo ha detto per la prima volta lo avevo preso per un maniaco!” rispose buttandosi delle ciocche dietro le orecchie, non credeva fosse passato cosi poco tempo. Appena due mesi.

Addirittura?”

Eh oh! Avevo paura di quello che avrei potuto trovare qui, in più un tipo in armatura inizia a chiamarti 'raggio di sole' ammetterai che la cosa suona male.”

In effetti...” gli diede ragione, in lontananza videro il gruppo di persone scelte per partire in primavera, erano allenate da Wars che stava mostrano loro come bloccare un assalto alle spalle. Toruk si immobilizzò per qualche secondo per guardare e Mares stette attento alle reazioni dell'Arma rossa, alla fine lo punzecchiò col dito, in viso un sorrisino furbo:

E a te quando lo darà un soprannome?” fece.

Ma allora è un vizio!” esplose esasperato Toruk voltando le spalle al gruppo. “Ficcati in quella testolina perversa che tra me e Wars non c'è nulla!” gli disse afferrandogli le spalle costringendolo a sedere a terra.

Si, si... tanto prima o poi... ehi! Mi hai chiamato pervertito?” iniziò la frase convinto di dire una cosa ma alla fine sbarrò gli occhi fissando l'altro leggermente contrariato.

Insisti tanto sulla questione... non puoi biasimarmi.” si difese sorridendo divertito. Mares gonfiò le guance offeso, dopo pochi secondi gli saltò addosso.

Adesso... te lo do io... il pervertito!” gli disse infilando le mani sotto la giacca diretto ai suoi fianchi, per a fargli il solletico. Toruk iniziò a ridere cadendo a terra; cercando di levarsi di dosso quella peste. Con le mani cercò i suoi polsi e quando li trovò, li fece alzare sopra la testa di Mares:

Tu sei tutto matto!” gli disse ansimante per le risa, l'Arma gli fece la linguaccia. Toruk si era seduto e l'altro lo guardava in viso con le gambe dietro la sua schiena. Alla fine sbuffò sorridente e poggiò la testa sul torace di Mares.

Toruk? Tutto bene? Stai male?” gli chiese iniziando ad allarmarsi ma lui mosse la testa in segno di 'no'.

Solo... quando mi sono messo sulle tue tracce mi credevo un pazzo, come potevo trovarti? Ho cercato in tutto il Governo, ma era difficile perché le biblioteche e gli archivi avevano rimosso tutte le informazioni riguardanti l'Origine. Ho dovuto scappare da tutti, uccidere... Ma alla fine ho incontrato tua madre...” alzò la testa guardando in alto, verso di lui. “Avete gli stessi occhi ed anche la fisionomia... quando ho scoperto che ti aveva lasciato alla Corte degli Amanti io... finalmente avevo provato un tremito, un'emozione... un qualcosa che non fossero gli spasmi della malattia. Ho attraversato mari e monti per trovarti! Ed ora che ti ho qui, non permetterò a nessuno di portarti via... fratellino.” due lacrime sgorgarono dagli occhi castani di Toruk che fissavano la testolina bionda con un senso di protezione ed affetto mai provati prima. Erano lacrime di gioia, la gioia di averlo trovato. Circondò il corpo di Mares in un abbraccio, ricambiato immediatamente dall'altra Arma.

Dai che fai piangere anche me!” si lamentò Mares poggiando la testa su quella di Toruk, sapeva che lo aveva cercato, ma credeva che era per via dei suoi poteri, per il fatto di imparare a controllarli... e forse era cosi all'inizio. Ma probabilmente ora che lo aveva conosciuto meglio stava iniziando ad affezionarsi? Sperava fosse cosi. Toruk sciolse l'abbraccio per primo:

Forza! Forza! Non è il momento dei sentimentalismi, che dobbiamo lavorare!” disse asciugandosi le lacrime con la mano, poi fece alzare Mares che si risedette come prima ricercando la concentrazione, l'altro lo imitò incrociando le gambe.

Allora Mares, la prima cosa fondamentale dei tuoi poteri è questa: essi invaderanno tutto il tuo corpo. Non solo la mente, quindi devi lasciarli fluire... la tua è una forza travolgente. Come far sparare cento cannoni tutti insieme! Se la blocchi cercherà altre vie d'uscita e non è il caso, chiaro?” spiegò Toruk rivolgendogli uno sguardo abbastanza eloquente. Mares nel frattempo si era immaginato le 'altre vie d'uscita' vedendosi simile ad un bollitore, di quelli che fischiano quando l'acqua è calda e mandano fuori il fumo da un buchino... solo che il suo era viola. Per poco non si mise a ridere, ovviamente si trattenne ed annuì.

Bene. Allora per il momento cerca di concentrarti e canalizzare il flusso, senza farlo uscire! Mi raccomando! Lascialo solamente fluire dentro di te. Io non ti posso dire come trovarlo... devi farlo da solo.” continuò per poi mettersi comodo ad aspettare. Se fosse successo qualcosa al limite poteva fermarlo. Ma pregò che si fermasse solo al lasciarlo scorrere; dubitava di essere totalmente in grado di bloccarlo.

Mares chiuse gli occhi e fece quanto detto. Si concentrò, escludendo ogni altro pensiero cercando la pace e la completa tranquillità. Aspettò qualche minuto poi qualcosa iniziò a pulsare... ma era diverso da quando aveva attaccato i Cadetti, quella volta si era lasciato esplodere e non capiva... ora sapeva cosa cercare. Sprofondò ancora cercando la fonte di quei battiti... E finalmente lo vide, nel profondo di se, come un fiume violetto, il suo potere. Per un attimo ne ebbe paura. Era veramente forte come aveva detto Toruk! Ma faceva parte di lui e sicuramente a lui non avrebbe fatto male; ci si riavvicinò toccandolo con il pensiero. Immaginò di allungare una mano per prenderlo e quando vide che si faceva toccare ci andò dentro completamente. Lo sentì come mai prima: forte, caldo, imponente e volubile; ora che era li cosa doveva fare? Lasciare che scorresse dentro di lui? Si, Toruk gli aveva detto cosi. Rimase dentro quel velo viola... consentendogli di avvolgerlo.

Da fuori intanto l'Arma rossa osservava estasiato lo spettacolo. Aveva raccomandato a Mares di non farlo uscire ma evidentemente il ragazzo era già allo stato successivo dell'allenamento: il Controllo Primario. Un manto energetico lo circondava facendo vibrare l'aria... come quando osservi in lontananza quando fa caldo; l'aria diventa tremolante. La stessa cosa stava accadendo adesso! Alcune volte guizzava lasciando strisce poco sopra la testa di Mares, segno che dentro di lui ci stava giocando prendendo confidenza. Toruk sorrise soddisfatto, come primo approccio andava molto bene!

Mares... va bene, per oggi basta.” gli disse piano, non voleva spaventarlo. Il giovane ci mise un po' a riaprire gli occhi e riprendere il contatto con la realtà. Sbatté le palpebre un paio di volte.

Allora? Com'è andata?” chiese con un sospiro. Lui si era divertito... se poteva chiamarlo divertimento.

Alla grande, hai fatto un salto sulla tabella di marcia.”

In che senso?”

Di solito ci sono tre fasi per il controllo, la prima è la Consapevolezza che consiste nel fare quello che ti avevo spiegato... cercare il flusso e basta. Poi c'è il Controllo Primario in cui bisogna cercare di farlo uscire lentamente, cosa che tu hai appena fatto. Infine il Controllo Secondario che l'utilizzo vero e proprio del potere, per scopi bellici.” spiegò elencando sulle dita. Mares era attento a non perdersi una sillaba.

Quindi avrei bruciato due tappe insieme?” chiese pensieroso.

Beh si... ma non è sbagliato altri miei compagni hanno fatto come te!” rispose sorridente.

Giusto! Non mi hai mai parlato del tuo passato. Della vita che hai fatto da Arma... Chi ti ha insegnato a combattere? Com'erano i tuoi amici? Raccontami... Sono curioso.” disse raccogliendo le gambe al petto, aveva sempre voluto fare quel discorso ma tra una cosa e l'altra si è sempre dimenticato. Ma Toruk si accigliò guardandolo storto:

Potrei riassumere la mia vita e il mio addestramento con un'unica parola: Schifo.” disse, sputando l'ultima parola come un insulto. Mares si pentì di aver fatto quella domanda. Era stato trascinato dall'interesse e non dalla ragione, vide l'altro sorridere leggermente e dargli un buffetto sulla guancia.

Nacqui in autunno insieme ad altri tre bambini, che furono i miei 'fratelli' come tu e Seram. Per i primi cinque anni vivemmo con delle donne che si occupavano di noi, come delle mamme... ma rilevavano qualsiasi cosa riguardasse la manifestazione dei nostri poteri. Ricordo che tenevano sempre una pergamena nella veste dove a volte scrivevano... quando compimmo sei anni iniziammo l'addestramento come Armi vere e proprie. Tutto quello che ho fatto fare a te in un mese io, e sicuramente anche Seram, l'abbiamo fatto per anni, quindi non ti meravigliare se ti dico che sei inferiore, è la verità.” Mares annuì, ormai era assodato ma gli dava comunque fastidio e s'era ripromesso di raggiungerlo.

Quando l'Origine ebbe un numero sufficiente di Armi, il Governo attaccò sia Ghota che le Terre Aride... quei pazzi megalomani!” sputò disgustato “Ma alla fine un gruppo di Guaritori di Ghota trovò un modo per uccidere le Armi e la guerra finì, senza di noi i precedenti Consiglieri non avevano speranze per battere i regni limitrofi. Sai il vecchio che ti ha cucito la ferita? Era uno di quelli che inventarono un'arma da usare solo per noi. Fa un certo effetto averlo sotto lo stesso tetto.” ridacchiò Toruk accennando alla Corte dietro di loro. Mares invece lo trovò inquietante, sicuramente anche lui sapeva che erano Armi, strano che se ne stesse zitto. Ma probabilmente il Generale gli aveva assicurato che non erano pericolosi... oddio! Il pensiero che potesse piombare in camera sua con una spada sguainata lo fece tremare. Ma c'è Terwim. Allungò il collo per cercare di vederlo, si voltò anche Toruk perplesso; evidentemente non capiva... alla fine Mares sorrise e l'altro scosse la testa.

Senti ma c'erano anche delle ragazze Armi?” gli chiese poi dopo qualche minuto di silenzio. L'Arma rossa rise brevemente.

Si, ma erano poche... non resistevano molto all'allenamento. Io mi ricordo solo di due.” disse pensandoci su.

Dopo la fine della guerra cosa vi è successo?”

Iniziarono i primi sintomi della malattia, a causa dell'utilizzo dei flussi energetici... alcuni morirono subito o si suicidarono altri invece impiegarono anni. Francamente non so come abbia fatto a sopravvivere fin'ora! Mi sono assuefatto di farmaci solo recentemente. Ma per fortuna ci sei tu.” gli mise una mano sulla spalla sorridendogli felice, Mares lo ricambiò.

Buongiorno giovani!” una voce fece sussultare entrambi, proveniva da dietro Toruk ma Mares non l'aveva visto arrivare! Era il Guaritore anziano, sorrideva tranquillo, con le mani dietro la schiena. L'Arma rossa fu il primo a riprendersi:

Oh! Buongiorno a lei.” gli disse cordialmente poi fece per alzarsi.

No, no resta pure seduto... non vorrei aver interrotto qualcosa.” era strano, Mares ebbe l'impressione che ci fosse qualcosa di sbagliato dietro quell'atteggiamento; dopotutto lui e i suoi colleghi avevano trovato il modo per ucciderli.

No Signore. Stavamo facendo due chiacchiere.” il ragazzo voleva avvertire Toruk, c'era veramente una strana aria... come carica di tensione omicida. Sentiva lo stomaco chiudersi in una morsa di ferro, tirò la giacca dell'altro senza farsi vedere dal vecchio ma Toruk non si girò.

Capisco, capisco. Allora tolgo il disturbo. Ma permettimi di mostrarti una cosa, il piccolo magari non la conosce ma tu si... una tua vecchia amica!” disse sempre sorridendo. Poi le labbra si piegarono in un ghigno malato e da dietro tirò fuori una balestra, ma al posto della solita freccia di legno stava un asta completamente di metallo scuro, Mares notò che all'estremità vi era una punta rosso rubino, sembrava tremolare. “Bruciate all'inferno con i vostri fratelli!” ringhiò euforico prendendo la mira sui due ragazzi.

MARES GIU'!” gridò terrorizzato Toruk gettandosi addosso all'altro per proteggerlo, Mares si trovò schiacciato a terra dall'Arma. Accadde tutto troppo velocemente: sentì il vecchio imprecare e Toruk muoversi sopra di lui, vide una mano che tirava fuori il piccolo pugnale dal suo stivale, uno strappo di tessuto. L'Arma rossa doveva aver colpito quel Guaritore! Mares cercò di alzarsi ma un altro suono gli arrivò alle orecchie rendendolo sordo. Un fischio stridulo che lo fece gridare di dolore... poi il peso del corpo sopra di lui divenne innaturale; opprimente tutto di colpo. Con fatica si spostò per vedere Toruk, sgusciò di lato e vide del sangue... il corpo del suo Maestro steso di fianco con gli occhi chiusi. Mares allungò una mano quasi in tralice, lo rigirò e vide la freccia nera piantata in mezzo al suo torace, la punta completamente dentro corpo dal quale sgorgavano fiumi di sangue. Inespressivo si girò verso il Guaritore, anche lui steso con il suo stiletto ficcato in gola, per poi tornare su Toruk.

...Toruk?... Toruk, ti prego... dai non fare questi scherzi... Toruk!... Toruk! Toruk!... TORUK!!” lo chiamò, dapprima piano poi sempre più forte finché non iniziò a gridare convulsamente il suo nome. Non poteva! Non era successo! Non doveva morire! Non cosi, lui doveva salvarlo! Scosse il corpo dell'Arma disperato non accettandone la morte.

Nel frattempo i Cadetti e le Guardie avevano sentito il fischio e gli adulti sapevano esattamente di cosa si trattava! Wars fu il primo a mollare spada e scudo per precipitarsi a vedere. Seuito da Terwim e da alcune Guardie. Quando giunsero vicini ai due ragazzi il Generale sbarrò gli occhi: il Guaritore aveva usato la balestra per cercare di ucciderli! E con uno c'era riuscito. Lui rimase in piedi a fissare il corpo dell'Arma rossa tra le mani di Mares. Vide Terwim con la coda dell'occhio che si avvicinava a Mares cercando di tirarlo via dal corpo esanime di Toruk, tutti e due coi vestiti lordi di sangue:

Lasciami Terwim!! Lui non può morire! Io lo devo salvare!” gridò il ragazzo scrollandosi di dosso le mani della Guardia. Poi prese tra le sue il viso dell'Arma rossa “Toruk, so che sei ancora li... e non mi frega niente delle fasi o della pericolosità. Ti salverò! Te l'ho promesso e non mi rimangio la parola!” ripeté con veemenza.

Non puoi fare nulla, è stata la freccia che l'ha ucciso non i suoi poteri.” disse Terwim tentando di calmarlo. Gli dispiaceva... molto. Toruk era una ragazzo simpatico e stava iniziando a considerarlo suo amico.

No! La punta è rossa della loro forza! Posso salvarlo se mi... se mi connetto con il flusso della freccia.” parlo con calma consapevole. Avvertì le mani di Terwim cercare di fermarlo ma sta volta non glielo avrebbe permesso. I suoi occhi si colorarono di viola e fece vibrare l'aria intorno a lui, con una sferzata di energia scaraventò gli uomini a molti metri di distanza. Dopodiché si concentrò ricercando il proprio potere. Mise una mano sulla freccia mente con l'altra sorreggeva la testa di Toruk. Io ti salverò, lo giuro. Si disse risoluto. L'ultima cosa che Wars e gli altri videro fu una cupola violetta che inglobò le due Armi nascondendole ai loro occhi.

Ok... credo che dopo questa mi troverò con tre o quattro persone pronte ad ammazzarmi <.< *prende scudo* Quel vecchiaccio mi puzzava dalla sua prima apparizione!!
Chiedo venia per il ritardo, ma con la scusa che non scrivo molto rallento anche nell'aggiornamento...
Vi prego non uccidetemi!!!!
A presto, si spera tutta intera.

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 36 ***


Capitolo 36

Un fendente per poco non lo trapassò da parte a parte quando si distrasse. Il suo compagno di allenamenti si avvicinò preoccupato ma Seram lo scostò in malo modo. Aveva percepito un tremito, una vibrazione dentro di se che lo lasciò spaesato. Il suo potere aveva reagito a qualcosa... si ma cosa? Congedò l'altro ragazzo dicendogli che per il momento voleva fare una pausa. Quando fu solo si sedette sull'erba a gambe incrociate e si concentrò espandendo i sensi verso est, passò le Vette Punta e cercò la fonte di quella vibrazione... ma non fu preparato a quello che vide: una cupola viola scuro che schermava tutto quello presente al suo interno, ma lui fu sicuro si trattasse di suo fratello. A terra c'erano altre presenze che non riconobbe. Tentò di penetrare la cupola ma il flusso energetico era troppo potente, possibile che Mares fosse cosi forte? No, era solo lui che non voleva impegnarsi più di tanto.

Interruppe il contatto. Ed ora? Era indeciso se dirlo a Gakli o no, le opzioni erano due: o non lo diceva e rischiava di rimetterci lui ma ne avrebbe guadagnato l'umiliazione e il rammarico da parte dell'uomo. Oppure poteva correre da lui e farsi preparare adeguatamente... si prese la testa tra le mani. Era veramente indeciso.

Buongiorno Seram.” una fievole voce provenne dalle sue spalle, lui si girò e la Regina gli sorrise. Portava una veste verde chiaro, drappeggiato sopra un telo giallo oro con dei ricami verdi scuro. Bella da impazzire.

I miei omaggi Vostra Maestà.” fece lui senza però alzarsi e fare la riverenza, la donna rise.

Posso sedermi?” chiese e li per li il ragazzo la guardò storto, una Regina che siede per terra? Ma da quando?

Nel mio paese siamo abituati a sedere per terra.” spiegò mentre si accomodava sull'erba, lo aveva notato quella mattina presto mentre si allenava e poco fa mentre tornava da una passeggiata nei giardini dietro il castello. Lo aveva trovato pensieroso.

Qualcosa ti preoccupa giovane Seram?” gli chiese.

Nulla che darebbe ansie ad una Regina.” rispose lui con un certo scherno.

Invece ciò che mi da più ansia è la tua incolumità.”

Ah? Ma davvero?” fece ironico strappando uno stelo d'erba, ora pure Feima lo trattava con compassione!

Si, sono dell'idea che Gakli e mio marito stiano sbagliando.”

Le manie utopistiche del Re non mi riguardano, e Gakli... se quel vecchio schiattasse domani mattina per me sarebbe tutto di guadagnato!” ammise con astio. La donna gli mise una mano sulla spalla, Seram si girò guardandola stupito.

Le Armi non dovrebbero esistere. Se solo ci fosse un modo per toglierti questo potere...” alzò l'altra mano passandogliela sotto il meno, accarezzandolo piano.

No. Non c'è, sono nato cosi e cosi devo vivere! E poi questo potere mi fa comodo.” rispose duro; ma cosa prendeva a quella? Per chi l'aveva preso... per suo figlio? Ma che si faccia gli affari suoi! Pensò.

Cosa vuoi farci?” chiese fissandolo negli occhi, aveva saputo dello sguardo della regina... era capace di far capitolare molti uomini ma lui non cedeva facilmente.

Uccidere mio fratello.” ammise facendo diventare i suoi viola, la donna si scostò allarmata e Seram scoppiò a ridere.

Io non trovo nulla di divertente nella morte di una parente!”

Lui non sarebbe nemmeno dovuto sopravvivere, lo voglio solo restituire ai cieli che gli hanno donato la vita!” si giustificò come fosse la cosa più naturale del mondo, Feima scosse la testa.

No, Seram tu sei giovane e sei stato educato male... la guerra, l'odio e la rabbia non portano a nulla di buono!” tentò farlo ragionare. Non doveva seguire ne suo marito ne quello scienziato. Sapeva che dentro il ragazzo c'era un animo gentile, erano solo le cattive influenze a farlo parlare cosi.

Cosa vuoi saperne tu?! È da quando sono nato che mi insegnano ad odiare! Odio mio fratello, odio quel pervertito maniaco di Gakli e sopratutto odio chi mi tratta come stai facendo tu! Pensi che abbia bisogno della tua pietà? Beh! Ti sbagli cara Regina!” si era alzato in piedi e la guardava da sotto in su, respirava affannato per lo sforzo fatto per gridare. Ma Feima non vedeva un ragazzo che odiava... piuttosto uno che celava nel cuore un'enorme sofferenza. E per questo non poteva prenderlo sul serio.

Ti prego Seram... abbandona questa follia dell'assassinio, vivi la tua vita di ragazzo. Cresci, ama, fatti una famiglia ed invecchia felice. Non morire prematuramente per ideali che non condividi o per un rancore immotivato. Se tuo fratello è sopravvissuto vuol dire che gli Dei hanno riscritto il suo percorso...” la Regina parlò con una fermezza tale da istillare nel giovane una debole scintilla di dubbio, che venne subito ricacciata indietro dalla collera.

Stai zitta!!” gridò poi non volle ascoltare altro e corse via. Ma cosa vuole? Che mi lasci in pace! Pensò mentre correva verso la sua camera. Non voleva vedere nessuno, non voleva parlare con nessuno. Mentre percorreva i corridoi andò a sbattere contro un paggio... un ragazzino identico a quello che aveva stuprato ed ucciso la settimana prima. Lui si affrettò a scusarsi per poi tornare alle sue mansioni.

Riprese a correre e quando arrivò in camera sua chiuse la porta a chiave. Feima aveva torto, non poteva dimenticare tutto e scappare via. Doveva portare a termine quello che aveva cominciato. La primavera stava per arrivare e sarebbe partito anche lui in prima linea per la Corte degli Amanti, Talita aveva dato il consenso per usarla come avanposto e lui non aspettava altro che quel giorno. Sia per dare sfogo alla sua forza sia perché significava un nuovo incontro con suo fratello. Spero arrivi anche lui, così posso finire il decoro! Pensò sogghignando, si tolse gli abiti e preparò la vasca da bagno; prese una campanella per chiamare la servitù e dopo pochi minuti arrivò lo stesso ragazzino di prima:

Ha chiamato Signorino Seram?” chiese come da manuale, ma il ragazzo notò una punta di sdegno nella voce.

Desidero mangiare in camera a pranzo, portami il vassoio qui.” disse lanciando la camicia di tela sulla cassapanca.

Come desidera.” si inchinò leggermente.

Ti faccio schifo?” chiese sorridendo altezzoso, l'altro si strinse le mani dietro la schiena fino a sentire le unghie graffiare la pelle.

Come si sentirebbe se avesse di fronte la persona che ha ucciso suo fratello e non potesse farle nulla?” disse quasi tremano di collera, Seram rise brevemente.

Ah! Era il tuo fratellino? Effettivamente vi somigliate.” disse camminando verso di lui, era più grande... all'incirca della sua età.

La prego di non avvicinarsi o non garantisco per la sua vita.” minacciò il paggio; Seram fece il finto stupito.

Addirittura! Sai a chi stai parlando?” rispose, gli veniva da ridere.

Certamente, tu sei il mostro creato dal Signor Gakli che ha ucciso il mio fratellino!” gli occhi azzurri del giovane diventarono freddi e carichi d'odio. L'Arma gli andò vicino, era più basso ma poco importava.

Bravo! Odiami, detestami e fai di questi sentimenti una ragione per andare avanti. Se avrai fortuna potrai sfidarmi e ferirmi...” mostrò al ragazzo i suoi occhi viola ma questi non ne sembrava spaventato anzi fece un passo avanti. Ora li separavano solo una dozzina di centimetri, i capelli bianchi del servo riflettevano i bagliori delle torce accese e sembravano arancio.

Non ho paura di lei Signorino Seram. E se crede che sia cosi idiota da tentare di ucciderla si sbaglia, rimarrò per servirla e per ricordarle la giovane vita che ha spento a causa della sua mente malata!” rispose l'altro assottigliando gli occhi, l'Arma lo imitò tenendo a freno i propri poteri.

Come ti chiami paggio?” chiese sputando le parola come fossero bile.

Mozuk, e se lo ricordi bene Signorino. Le farò avere il pranzo, ha altri ordini per me?” riguadagnò un metro di distanza facendo un inchino.

Si, se hai altri fratelli perché non me ne porti uno?” disse Seram per poi scoppiare a ridere a crepapelle, si piegò in due sul pavimento incapace di contenersi.

Per sua sfortuna no... ma provvederò a cercare qualcuno che la soddisfi.” se avesse potuto staccargli la testa dal collo l'avrebbe fatto! Ma gli avrebbe fatto pagare tutto con gli interessi. Questo bastardo! Crede che essere un mostro lo protegga? Non ha ancora fatto i conti con me. Pensò mentre lasciava la stanza di Seram.

L'Arma si sedette sulla cassapanca, si sarebbe divertito a giocare con lui. Ma un qualcosa gli diceva di stare allerta; non tanto per il un possibile attacco fisico ma per quelli mentali, sapeva che avrebbe giocato sul senso di colpa per la morte del fratellino. E questo lo allarmava, per il semplice fatto che la sua morte fu un incidente. Scosse la testa, non gliene importava più di tanto. Sperava solo che la primavera arrivasse in fretta!

E se Seram stesse per cambiare idea? la morte del piccolo l'ha segnato cosi tanto?
Mha..... ancora non saprei dirlo, ma per certo è un personaggio crudele.
Alla prossima!!

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 37 ***


Capitolo 37

Stava bene, si sentiva leggero... come se fosse fatto d'aria. Non aveva preoccupazioni ne pensieri, avrebbe potuto benissimo abbandonarsi... semplicemente lasciarsi andare a quella sensazione. Ma qualcosa lo scosse costringendolo ad aprire gli occhi anche se non ricordava di averli chiusi; una piccola sfera violetta correva verso di lui, poteva percepire che era agitata: Per cosa? Qui è tutto tranquillo! Si disse confuso. Poi avvertì un forte dolore al petto, lancinante ed intenso che gli fece perdere il fiato, ricordò dell'attacco da parte del Guaritore anziano, il suo tentativo di proteggere Mares e di aver scagliato lo stiletto del ragazzo contro l'altro... ma lui? Ricordò un forte rischio e una punta rosso brillante. L'unica freccia in grado di uccidere le Armi! Ancora dolore e nella frenesia si portò una mano al petto ma non lo trovò... Che mi sita già dissolvendo? Pensò mentre vide la sfera avvicinarsi.

...Uk! To... uk!” era la voce di Mares ma non capiva cosa diceva, che lo stesse chiamando? Probabile, magari vicino al suo corpo c'era anche la sua Guardia e tutti i Cadetti. Ed il Generale. Gli tornarono in mente tutti i giorni passati insieme a Wars, tutti i discorsi, i sorrisi, le prese in giro ed anche i sospiri, i gemiti sommessi che entrambi avevano vergogna di fare. Voleva davvero arrendersi alla morte e perdere tutto questo? Non rivedere i suoi amici e Mares? Non avere più l'opportunità di essere stretto tra le braccia di Wars? Ebbe una sferzata di determinazione mai conosciuta prima: No! Non voglio!... non voglio! Si disse con convinzione e quando la luce violetta gli fu vicino si sforzò di andarla a prendere, ma era difficile con tutto quel dolore addosso e la sensazione di non essere materiale.

Mares! Sono qui!... mi senti!” gridò, o almeno sperò che la sua voce esistesse ancora. Il ragazzo dall'altra parte tentava di spostare tutte le resistenze fatte dalla freccia che spingevano inesorabili verso il cuore di Toruk. Era un duello contro il tempo e contro i flussi di potere; il suo che tentava di recuperare quello dell'altro. Era già riuscito ad entrare nel mare rosso di Toruk attraverso la freccia ora doveva raggiungere la sua coscienza e tentare di non farlo morire, e di far battere il suo cuore. Sentì qualcosa sfiorarlo, appena appena una carezza ma comunque abbastanza per farlo accelerare! Era lui! Lo stava cercando, doveva sbrigarsi! Risalì il fiume fino alla sorgente del potere di loro Armi: una enorme piscina di liquido rosso dentro la loro coscienza, si chiese se anche per lui fosse così. Intorno a lui tutto bianco abbagliante. Si avvicinò piano al bordo della vasca quando fu vicino vide il corpo di Toruk che galleggiava, il cui contorni si facevano sempre più tremolanti, segno che lo stava perdendo. Si inginocchiò per cercare di tirarlo a riva... tutta la situazione aveva del surreale! Erano comunque nella testa di Toruk! Ma non gli sembra decisamente il momento di fare il pragmatico e si allungò verso l'Arma, i primi tre tentativi andarono a vuoto ma poi riuscì ad afferrarlo per un polso, lo trascinò verso la sponda e lo issò sul 'pavimento' se poteva essere definito tale.

Era bianco come un cencio e la sua pelle fredda come ghiaccio. Era nudo e quando Mares posò una mano sul petto non sentì il cuore battere. Andò in panico, mettendosi le mani tra i capelli, Cosa faccio? Cosa faccio? Cosa faccio? Si ripeteva cantilenante, massaggio cardiaco da escludere perché non lo sapeva fare, soffiargli in bocca per farlo respirare non aveva senso senza la prima opzione; cosa gli rimaneva? Il suo potere. Ma come utilizzarlo? Avanti Mares! Pensa! Pensa! Spremiti. Non sei arrivato fin qui per mollare! Pensò, poi volse lo sguardo alla piscina rossa... la trovò strana, non di un bel rosso brillante come quello visto negli occhi di Toruk ma un rosso opaco, pensò solo ad una parola: Morto. Preso da una folgorazione rimise l'Arma rossa nella vasca poi si alzò in piedi e chiuse gli occhi... se il suo intento iniziale era stabilizzare il potere di Toruk ora aveva capito perché: il suo potere era avvizzito e senza forza. Lui doveva riattivarlo ed infondergli nuova vita. Sperò che la sua idea si rivelasse utile e sopratutto funzionante.

Distese le braccia davanti a se invocando la propria energia, mettendola in circolo per materializzarla all'esterno. La sentì crescere ed acquistare potenza alla fine due fasci viola luminosi gli uscirono dalle palme aperte andando a tuffarsi nella piscina rossa, Mares aprì gli occhi e vide il liquido vorticare ed agitarsi, tirò le fasce in un moto circolare facendo girare anche quello a cui erano attaccate, dopo un po' diede uno strattone verso l'alto trasformando il rosso in sottili fili luminosi, con uno sforzo notevole emise un altro fascio viola e tirò su il corpo di Toruk. Ora l'Arma rimaneva salda nella stretta di Mares mentre i fili iniziarono a compattarsi in un unica sfera di colore rosso acceso... ma non ancora perfetto, a quella forza mancava il suo padrone.

Era questo che volevi che facessi? Prego che sia così... ti prego, non lasciarmi.” disse il ragazzo con le lacrime agli occhi, poi spinse la sfera dentro il petto di Toruk e per i secondi successivi non accadde nulla... tutto era bianco e perfettamente immobile. Mares temeva di aver sbagliato e di averlo ucciso; grosse lacrime gli scesero dalle guance, cadde in ginocchio stremato per lo sforzo e lo sconforto. Poi avvertì un debole palpito... un lieve rumore appena accennato, poi un altro un po' più forte, ed un altro, ed un altro ancora! Alzò gli occhi e rimase a bocca aperta: Toruk splendeva! Pulsava di luce rossa. Viva e potente! Sorrise inconsapevolmente mentre guardava l'amico tornare dentro la vasca ora colma della sua rinnovata energia, lo vide andare sotto il filo del liquido per poi riemergere alzandosi in piedi.

Toruk si guardò intorno disorientato, aveva percepito una forte scossa poco prima ed ora se ne stava in piedi in quella specie di vasca con quel liquido rosso, che immaginò fosse il suo potere, tutt'intorno era bianco cangiante. E poi davanti a lui una figurina inginocchiata che piangeva... uno splendido raggio di sole, sapeva esattamente chi era, camminò verso il bordo issandosi fuori poi si avvicinò all'altro e lo strinse forte.

Oh Mares... piccolo, pazzo ed incosciente Mares Ivrie!”

Sei vivo... ce l'ho fatta! Non ci credo! Ci sono riuscito!” gridò ricambiando la stretta di Toruk.

Si, anche se non capisco come...”

Sono arrivato dalla freccia! Poi ho risalito il flusso e sono arrivato alla piscina.” l'altro si girò e sospirò.

E chi se lo immaginava fosse cosi!” Mares lo guardò storto sciogliendo l'abbraccio.

Non dirmi che non lo sapevi...”

Effettivamente no, non sapevo come era la manifestazione del nostro potere o che form... ahi!” Mares gli aveva tirato una sberla sul braccio e lo fissava arrabbiato e sconvolto.

Vuoi dire che per tutto questo tempo non hai mai saputo in che modo potevo salvarti?”

Ehm... no.” Toruk alzò le spalle poi si mise a ridere. L'altro dopo qualche incertezza lo imitò.

E poi sono io il pazzo.”

Senti che ne dici di tornare alla realtà. Ora che mi hai guarito lo spirito dobbiamo pensare al corpo.” notò che il ragazzo lo stava squadrando con occhio critico. “Che c'è?” chiese.

Penso che il Generale si divertirà un sacco con te.” disse poi alludendo al discorso precedente. Sta volta fu Toruk a dargli uno scappellotto, quell'atteggiamento lo infastidiva al quanto.

Senti ma la smetti! Dai torniamo.”

Come?”

Come? Come?” ripeté “Sei arrivato qui senza sapere come uscire?”

Pensavo lo sapessi tu! È la tua coscienza!”

Ah... eh si... dunque...” provò a guardarsi intorno per trovare una qualche indicazione, qualcosa che gli potesse suggerire una via d'uscita, ma nulla.

Proviamo a concentrarci sul mondo reale?” propose Mares notando la sua confusione. Toruk annuì e gli prese le mani, visualizzando la Corte dei Combattenti. Lo stesso fece l'altro.

La cupola si ruppe, pesanti lastre di frantumarono come vetro cadendo a terra. Poi si dissolsero trasportate dal vento ed una sottile sabbiolina viola colorò l'aria. Il Generale aveva provveduto a rispedire i Cadetti nelle camere con l'ordine di sprangare le finestre, nessuno doveva vedere quella cosa! Fece portare via anche il corpo del Guaritore anziano. Erano rimaste solo tre Guardie tra cui Terwim, quando la strana costruzione creata da Mares andò in pezzi tutti si voltarono per vedere come stavano i ragazzi ma la situazione non era cambiata. Attesero qualche minuto per vedere se succedeva qualcos'altro ma costatato che era tutto 'normale' si affrettarono ad avvicinarsi, in testa Wars e Terwim, che fino a quel momento erano rimasti in piedi a guardare il punto in cui c'erano le due Armi:

Mares!” chiamò Terwim chinandosi vicino al ragazzo, la freccia che aveva colpito Toruk era sparita ne rimaneva solo il bastoncino ma della punta niente. Anche il sangue si era fermato... ma il viso rimaneva comunque cadaverico. Anche Wars si avvicinò inginocchiandosi dalla parte opposta prendendo Toruk tra le braccia.

Uh... Ter?” Mares aprì gli occhi trovando il viso della sua Guardia, proprio un bel rientro. Sentì la mano dell'uomo accarezzargli la guancia.

Tu sei matto! Mi hai fatto prendere un colpo, cosa è successo?”

Ho salvato Toruk, sono... entrato nella sua testa sanando il suo potere.” decise di spiegarlo cosi, era la versione più semplice. Ma Terwim ne rimase comunque scioccato.

E... cioè, puoi farlo?” farfugliò.

Si, ora sta bene... o meglio il suo spirito. Ma il corpo...” si voltò verso l'altra Arma e lo vide riprendere conoscenza, ma rimaneva comunque molto debole.

Toruk! Ehi! Mi senti?” Wars lo scosse piano mentre il ragazzo apriva gli occhi, fu contento di trovare quelli neri del Generale.

Si... non uccidermi tu...” bisbigliò con un mezzo sorriso. L'uomo sospirò di sollievo e lo prese in braccio imitato dalla Guardia.

Li portiamo nella mia stanza! Tu, vai a chiamare i Guaritori!” disse tornando il Generale freddo e distaccato. Una Guardia fece il saluto poi si affrettò a fare quanto ordinato. Gli altri tornarono dentro, Terwim guardò Mares dandogli ancora dell'incosciente mentre Wars senza farsi notare sfiorò con le labbra la fronte di Toruk che sorrise appena per poi addormentarsi.

Fu Mares a svegliarsi per primo, voltò la testa e vide Toruk che ancora dormiva, l'aveva davvero salvato! Era riuscito a correggere l'errore del suo potere ed evitare che morisse... ancora non ci credeva. E poi gli tornò in mente quello che gli aveva detto sull'erba, l'aveva chiamato fratellino e per lui era quello il vero legame! Cercò la sua mano sotto le coperte e la strinse, avvertendo una lieve stretta anche da parte sua.

Sta bene signorino?” chiese una voce, Mares voltò le testa velocemente ed ebbe un capogiro.

Ah si.” rispose ispirando profondamente.

Io volevo scusarmi con entrambi, ma il suo amico dorme ancora, meglio lasciarlo cosi... quello che ha fatto l'anziano è inammissibile. Tutto l'ordine è profondamente dispiaciuto! Il nostro Saggio ha fatto arrivare una pergamena invocando il vostro perdono... so che voi siete Armi ma non siete cattivi.” l'apprendista parlò con estremo senso di colpa, Mares lo sentiva a pelle. Erano veramente in ansia.

Riferisci pure al tuo superiore che accettiamo le vostre scuse, sia da parte mia che quella di Toruk.” rispose gentilmente lui. E l'altro sorrise rincuorato, poi annunciò che sarebbe tornato più tardi per cambiare la fasciatura a Toruk.

Le loro scuse sono il minimo, io vorrei il loro scalpo!” Toruk si era svegliato e lo guardava con un sorrisetto di scherno.

Dai... non è mica colpa di tutto il loro ordine se uno ha fatto lo scemo, no?”

Lui fu uno di quelli che invento quelle frecce speciali. Fecero arrivare dei tizi dal Regno di Ghota perché studiassero un sistema per ucciderci, molto efficacie vero?” rise ma un colpo di tosse lo zittì.

Capisco. Ma con cosa era fatta? Cioè era rossa.”

Era una cristallizzazione del nostro potere, di noi Armi rosse. Applicato poi ad una normale freccia per balestra.” era molto semplice in effetti.

Uh... il Generale ti ha baciato!” annuì Mares cambiando poi discorso sfoderando uno dei suoi sorrisi più radiosi.

Ahh!! Ma la vuoi piantare! In che lingua devo dirtelo: tra me e lui non c'è nulla!”

Si, si l'importante è esserne convinti.” fece alzando il mento altezzoso, Toruk sospirò. “Guarda che a me puoi dirlo... non glielo vado a spifferare.” proseguì e l'altro lo guardò seriamente, Dai che sta per cedere! Si disse Mares.

E va bene... si, io... credo di provare... qualcosina. Ma è ancora tutto in subbuglio che... Mares?” si pentì subito di aver pronunciato quelle parole perché l'altra Arma lo guardava con un sorrisone enorme da parte a parte.

No... Mares no... non oserai.” Toruk scosse la testa incurante del fastidio al petto, temeva fortemente di essere caduto in una delle trappole da 'bravo bambino' di Mares.

Eh! Mai fidarsi in un'Arma!” poi rise cercando di imitare una risata malefica finendo col strozzarsi con la sua saliva. Il che fece alzare le sopracciglia all'altra Arma. “Fattostà che adesso ho il coltello dalla parte del manico!” finì rivolgendo a Toruk un'occhiata che non aveva nulla di angelico.

Mares...” sospirò questi.

Spero di aver reso bene il salvataggio di Toruk... mi sono emozionata molto quando l'ho scritto, spero proprio che sia arrivato...
Poi il Mares del finale è un cretinetto XD


 

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Capitolo 34
*** Capitolo 38 ***


Capitolo 38

Il freddo e la neve avevano abbandonato il Governo già da una settimana, e i preparativi alla Corte degli Amanti procedevano di gran carriera. Tutti si affaccendavano per barricarla al meglio per l'arrivo dell'attacco da parte dell'esercito delle Terre Aride; presto sarebbero giunti altri rinforzi dalla vicina Corte dei Combattenti e si sarebbero completati sia fanteria che arcieri, ma fino ad allora le Guardie di ronda facevano doppi turni per garantire la protezione alle fanciulle che abitavano quelle mura. Tutti erano in allerta, dalle Istruttrici alle ragazze... solo una donna sembrava tranquilla e rilassata: Talita, la Prima. Solo lei sapeva che in realtà non si sarebbe ferita nessuna, lei che aveva deciso consapevolmente di tradire, lei che stava consegnando le truppe alla carneficina, condannando uomini ignari alla morte da parte di Seram, che lei sapeva, sarebbe partito con Gakli e gli eserciti. Si era già preparata un posto in prima fila per assistere allo straordinario potere del ragazzo, si affacciò alla finestra prescelta per l'occasione e vide le colline Tumnol colorate di un bel verde acceso segno dell'iniziata primavera, si sentiva anche un vago odore di fiori proveniente dai giardini della Corte. Presto... molto presto mi sarà dato il posto che merito. Pensò sorridendo al nulla.

Un'altra persona sorrideva, guardando le mappe e parlando coi generali, era Gakli che stava pianificando gli attacchi per abbattere la forte fanteria dell'esercito del Governo. Il cruccio maggiore infatti erano i soldati appiedati, da che ricordava lui erano scelti con molta cura e tra quelli più forti provenienti da tutto il territorio ed ovviamente dalla Corte dei Combattenti. Gli arcieri e la cavalleria non erano degli ossi duri, certo non sarebbe stato facile neppure con loro ma il primo problema erano i fanti. Per questo insieme ai generali stavano riguardando la mappa intorno alla Corte degli Amanti per trovare il punto migliore per attaccare; avevano optato per una formazione a tartaruga per autoproteggersi ed insieme avanzare compatti, limitando il numero di perdite. Annuì convinto guardando gli altri uomini, era decisamente quella la tattica migliore, poi decisero che per la cavalleria avrebbero utilizzato i loro stalloni, molto più resistenti, per far stancare gli avversari trascinandoli in una gara di resistenza.

L'unico che non sorrideva era Seram, fissava ostinatamente la scrivania picchiettando un piede per terra. Gli occhi fissi su un pezzo di pergamena che recitava: 'Mi scusi signorino Seram, ma ho un forte mal di gambe e non posso portarle il pranzo in camera, la prego venga giù nel salone a prenderlo. I più cordiali saluti, Mozuk.' afferrò rabbioso il foglio e prese a scendere di sotto, come si permetteva un semplice servo a disobbedire ad un ordine di un ospite del suo padrone? Il Re l'avrebbe sentito! Voleva farlo frustare! Anzi, ci avrebbe pensato lui direttamente. Scese le scale rapidamente ed entrò nel salone ormai svuotato dei commensali, vi trovò Mozuk seduto con le gambe poggiate sul tavolo che si mangiava una coscia di pollo presa da quello che doveva essere il suo piatto:

Mozuk! Il tuo mal di gambe è già guarito?” chiese evidentemente ironico mentre si avvicinava a grandi passi, l'altro si girò per guardarlo spavaldo e posò l'osso nel piatto.

Già, mangiare dal suo piatto mi fa bene.” rispose con una risatina.

Ti farà bene anche qualche taglio!” continuò Seram arrivandogli vicino, poi gli afferrò il codino e lo sciolse, i capelli non arrivavano alle spalle e gli ricaddero disordinati sul viso.

Ho offeso in qualche modo il signorino?” chiese con aria innocente, poi l'Arma lo prese per i capelli spingendolo a terra facendo rovesciare la sedia. Usò il suo potere per creare delle stringhe viola che legarono il servitore.

Osa disubbidirmi ancora! Dopo questo ti passerà la voglia.” sibilò poi dai lacci partirono delle scariche che stracciarono la divisa di Mozuk facendolo gridare e contorcersi dal dolore creando sottili ma dolorosissime righe rosse sul suo corpo; sotto lo sguardo compiaciuto di Seram. Quando vide che era arrivato al limite della sopportazione ritirò i lacci e si chinò per tirargli su la testa.

Hai imparato la lezione?” chiese a un nonnulla dal suo viso, l'altro aprì gli occhi a fessura e lo fissò con odio, ma se lo aspettava. A dire la verità non voleva altro che quello. Detestava chiunque tentasse di convincerlo che una vita rose e fiori era preferibile, un esempio per tutti? La Regina Feima. “Pensi che sia finita?” gli bisbigliò, poi lo trascinò per i capelli per il salone diretto alla porta. L'avrebbe portato nelle segrete per evitare che qualcuno lo sentisse, non gli era piaciuta la dimostrazione delle settimane scorse.

Ahi! M-mi lasci!” gridò il ragazzo cercando di divincolarsi, poi pensò che dare soddisfazione a Seram lo avrebbe fatto sentire più potente ed era esattamente quello che doveva evitare. Così smise di muoversi lasciandosi portare giù dalle scale, sbattere contro la pietra era doloroso certo... ma lo era stato molto più raccogliere il corpicino senza vita del fratello. Strinse i denti finché il mostro non lo gettò di malagrazia in una sala. Vi erano un tavolo e vari attrezzi appesi alle pareti, probabilmente si trovavano in una sala per le torture. Mozuk si rialzò portandosi una mano ai capelli, l'altro intanto aveva sprangato la porta.

Crede di farmi paura? Le ho già detto che no mi spaventano questi suoi comportamenti.” gli disse appoggiandosi al tavolo, notò che vi erano dei legacci di cuoio, per tenere fermi i prigionieri.

Vedrò di porre rimedio a questa tua mancanza allora.. con cosa vuoi cominciare? Non userò gli strumenti, mi basta il mio DNA.” gli disse passeggiando quasi svogliatamente per la stanza, l'altro ragazzo rise ancora ma decise di portare pazienza, sarebbe crollato.

Ve l'ho detto, lei conta troppo sul suo potere, e se si trovasse senza possibilità di usarlo cosa fareste?” Seram si bloccò. “Oh...” esclamò vedendo l'espressione dell'altro.

I miei poteri... non... possono essermi tolti” disse, come se dovesse convincersi da solo ma in realtà la sua mente pensava al Limitatore.

Certamente allora perché fa quella faccia?” chiese sedendosi sul tavolo ed iniziando a dondolare le gambe.

Quale faccia? È la mia!”

Sa bene a cosa mi riferisco.” fece guardandolo intensamente, poi sospirò e scese dal tavolo, la camicia era mezza stracciata e mentre camminava alcuni brandelli si staccarono ma non gliene importava. Aveva trovato un punto debole in Seram, e avrebbe fatto di tutto per scoprirne di più. “Signorino, c'è qualcosa che la preoccupa?” chiese da bravo servitore qual'era.

Credi sia cosi stupido da venirlo a dire a te?” ribatté il ragazzo scostando con uno schiaffo la mano dell'altro. Non doveva dare a vedere che quell'argomento lo turbava, certo è che senza Gakli il Limitatore non poteva essere distillato! Quante volte aveva pensato di farlo fuori? Troppe; ma senza di lui chi lo teneva buono il Re? Scosse la testa, non doveva pensare a quello! Il suo problema ora era Mozuk che lo guardava del tutto volenteroso ad ascoltare le sue preoccupazioni.

E' mio dovere assicurare all'ospite del mio Re il miglior trattamento possibile. Se c'è qualcosa che non va la prego me lo dica.” era dannatamente furbo e questo Seram lo sapeva, ma per quanto lui fosse spietato rimaneva umano... ma non abbassò la guardia. Fece qualche passo portandosi fuori dal campo d'azione dell'altro.

Da quello che ho capito tu sei stato passato a mio paggio personale, vero?” chiese sfiorando un frustino. Poi guardò Mozuk con la coda dell'occhio.

Esatto, ho ricevuto la nomina giorni fa.”

Ergo devi fare tutto ciò che ti ordino.”

Si, signorino.” Che intenzioni hai piccolo mostriciattolo? Pensò mentre esibiva un sorriso conciliatore; magari riusciva a infierire se lo ascoltava.

Bene! Sebbene tu abbia giurato di farmela pagare per tuo fratello, non penso proprio che tu sia cosi idiota da provarci, per cui voglio confidarmi con te.” mentre parlava si avvicinò al tavolo senza togliere lo sguardo di dosso al ragazzo, il quale fu leggermente scosso da quell'esplosione di fiducia... ma giocava tutto a suo favore! Seram si sedette e fece cenno all'altro di imitarlo.

Sono a sua disposizione.” e saltò sul tavolo voltandosi.

Io odio Gakli.” esordì con quanto più odio riuscì ad imprimere nella voce. Se Mozuk ne fosse stato colpito non lo diede a vedere. “E lui ha effettivamente un modo per togliermi i miei poteri di Arma, è una pozione... si chiama Limitatore. Solo lui conosce la formula e certamente senza di lui starei molto più tranquillo. Ma il problema è: se lo uccidessi cosa farei con Re Ghileter?” disse, rivolgendo a Mozuk la domanda che lo tormentava ormai da molto tempo.

Beh... il Signorino è molto più forte del Signor Gakli e sono certo che il mio Re darebbe molta più considerazione a lei.” fece l'altro... in tutta onesta non sapeva cosa aspettarsi da quella conversazione!

Considerazione va bene, ma come faccio a tenermelo buono?”

Ma Signorino il Re pende già dalle sue labbra! Molto di più che non per l'uomo che l'ha creata!”

Dici che se mettessi in dubbio Gakli allora il Re lo farebbe decapitare?” a Seram sembrava di parlare con un amico. Sapeva bene però di correre il rischio di tirarsi la zappa sui piedi.

Direi di si, decisamente.” annuì con una mano sotto il mento.

Io lo so che mi odi... non sono scemo, e so anche che se non sto attendo potrei non svegliarmi più al mattino. Ma credo che ti rivelerai molto utile.” un sorrisetto furbo spuntò dalle labbra di Seram.

Sarebbe ipocrita da parte mia dimenticare il male che lei ha fatto. Ma sono vincolato alle sue decisioni.”

Il tuo primo incarico allora è molto semplice: chiedi udienza privata al Re, digli che ho delle informazioni private da riferirgli riguardanti l'Origine.”

Ed in cambio?” l'Arma lo guardò storto “Non mi pare che questo compito abbia finalità attinenti al mio ruolo... è un sabotaggio, e vorrei avere delle certezze di ricompensa.” dalla piega che stavano prendendo gli eventi Mozuk voleva essere sicuro che non ci fossero ripercussioni che comprendessero il martirio.

Rimarrai al mio fianco... posso usarti per tenere sotto controllo la situazione e tu puoi commettere l'errore di attaccarmi, sappi che in tal caso non avrò remore e ti tratterò alla stessa stregua di un traditore.”

In altre parole ci useremo l'uno con l'altro? Se alla fine avrò l'onore di ucciderla credo che ne valga la pena.” sorrise furbo poi scese, Seram lo seguì.

Allora abbiamo un accordo.” l'Arma gli porse la mano e Mosuk la strinse, quasi come se volesse distruggerla. L'altro gemette sottovoce e gli lanciò una scarica, tanto per ricordargli qual'era il suo posto.

Mentre risalivano le scale entrambi sorridevano di gioia malvagia. Seram perché finalmente poteva liberarsi di Gakli e del suo Limitatore, al tempo stesso poteva avere lui il controllo dell'organizzazione. E poi l'aiuto di quel ragazzo poteva essere prezioso per l'inizio della guerra, mai dire mai. Mozuk invece aveva l'occasione di trovare i modi più dolorosi per uccidere l'Arma e di fargliela pagare cara ma con calma, un passo alla volta. Prima doveva guadagnarsi la sua fiducia per poi colpirlo alle spalle. Non sarebbe stato facile però... Seram sarebbe stato sempre in allerta; doveva trovare un modo per farlo crollare, e cascasse il cielo ce l'avrebbe fatta.

Hai capito cosa fanno quei due furbetti! Direi che Seram è uscito di testa... io se qualcuno volesse uccidermi lo ammazzerei per prima! Ma si vede che tutto quel potere gli ha folgorato il cervello XD
E Mozuk? Lui poverino vuole solo vendicare il fratello... nulla da recriminare.
Avrete capito che nella mia testa gira brutta gente XD
Alla prossima!

 

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Capitolo 35
*** Capitolo 39 ***


Capitolo 39

Mares fu svegliato dal cinguettio degli uccellini, già allegri di primo mattino. Solo l'anno scorso quel suono gli pareva il più bello del mondo. Significava bella stagione, vestiti leggeri, bagni al lago e pic-nic nei Giardini... ma ora invece gli metteva addosso ansia ed inquietudine, voleva dire che il suo Terwim sarebbe partito e non tra una settimana ma quello stesso pomeriggio! Si rigirò nel letto trovandolo addormentato a pancia sotto, quella notte quando avevano fatto l'amore aveva avuto l'impressione che fosse una specie di contentino, quasi come fosse dovuto. Dopo non si sarebbero più visti, si avvicinò baciandogli le spalle poi la nuca ed infine la guancia dove un sottile strato di barba gli fece il solletico:

Buongiorno... dormito bene?” fece lui aprendo gli occhi scuri, Mares restituì uno sguardo malinconico e la Guardia si rigirò accogliendolo tra le braccia. “Mares... su non essere così triste. Ti prego, ne avevamo già parlato no?” gli disse accarezzando la testa bionda. Era almeno una settimana che lo preparava alla partenza e pure la sera prima sembrava che la cosa non lo avesse scosso più di tanto... non si immaginava che l'arrivo dell'ora fatidica gli giocasse quello scherzo. Il ragazzo alzò gli occhi:

Non voglio che parti, o quanto meno vorrei poter venire con te.” dopo quello che aveva fatto per Toruk pensava di poter prendere parte alla spedizione ma l'altra Arma glielo aveva categoricamente vietato; per il semplice motivo che il suo potere era acerbo e non sapeva come controllarlo ed avrebbe arrecato più danni che benefici.

Fidati di me, mi raggiungerai quest'autunno. Alla scadenza dell'anno di reclusione.” la fantomatica lettera di buona condotta era stata accettata settimane fa e allo scadere della data Mares sarebbe stato libero di andare via. Doveva solo portare pazienza gli avevano detto, ed allenarsi duramente... il tempo sarebbe passato in fretta.

Posso prendermi un 'bonus malumore' oggi?” gli chiese alzando gli occhi imbronciato. Terwim si mise a ridere.

Va bene! Però non fare quel faccino o non resisto.” aggiunse attirandolo a se prendendo possesso delle sue labbra, il ragazzo rise ma lo lasciò fare. Poi mugugnò interrompendo il bacio:

Parlando di resistenze o no, chissà se il Generale e Toruk hanno concluso!” disse elettrizzato e l'altro cadde sui cuscini.

Ma Mares! La vuoi finire con questa storia?” fece ad occhi chiusi.

Toruk ha ammesso di provare qualcosa! Quindi ho trovato cosa fare nel tempo in cui starò qui: far cadere il mio caro maestro nelle braccia del Generale!” poi si mise a ridere malignamente. Tipica risatina da 'no non te la racconto giusta'.

Sai... ti preferivo dolce ed innocente.” commentò Terwim alzandosi a sedere, dovevano scendere per la colazione. Mares gli si aggrappò addosso.

Ma lo sono ancora. Solo un tantino smaliziato.” fece strizzandogli l'occhio. “L'ultimo che arriva in bagno diventerà impotente!” gridò per poi correre, nudo, verso la porta. Seguito dalla Guardia che gli inveiva contro. Alla fine arrivò prima Mares e Terwim gli fece capire, nella vasca, che non era affatto diventato impotente.

Scesero dopo una mezz'oretta circondati dal vociare dei Cadetti, i più grandi eccitatissimi per l'imminente partenza! Li sentì parlare di carriera e promozioni, addirittura di medaglie al valore. Ma ignoravano che tali meriti dovevano provenire dal massacro di altre persone, sicuramente. Al tavolo degli Insegnanti stava il Generale che parlava con l'Istruttore di Tattica, lui non sarebbe partito. Sarebbe dovuto andare a Zeftoir tra un mese per parlare con Generale Ultimo Koret; questioni delle quali Mares non voleva immischiarsi. Mentre Terwim andava a riempire i vassoi Mares adocchiò Tokur seduto al tavolo del secondo anno, sorrise e gli si avvicinò saltellando:

Buongiorno verginello!” proferì dandogli due pizzichi ai fianchi, cosa che lo fecero saltare sul posto.

M-Mares! Idiota, cosa dici?” disse lui guardandolo male leggermente rosso in viso.

E' la verità. O hai provveduto a...”

Ahh! Taci!” Mares si appoggiò al tavolo non staccandogli gli occhi di dosso, Toruk fece finta di non accorgersene. Terwim arrivò con la colazione: latte, due uova sode, pancetta di cinghiale e pane.

Che vi prende?” chiese sedendosi, Mares spezzò il pane inzuppandolo nel latte poi iniziò a mangiare le uova avvolgendole con la pancetta.

No, la domanda è cosa prende al tuo amante!” ribatté Toruk e la Guardia lanciò un'occhiata al ragazzo che fece spallucce.

Finiscila con questa storia Mares.” disse poi.

Oh senti! Finalmente ho trovato un antidoto alla tua assenza e tu vorresti che smettessi? Scordatelo.” poi rise.

Scusami?” Toruk appoggiò il cucchiaio al vassoio.

Tu non preoccuparti.” minimizzò l'Arma gesticolando col cucchiaio, Toruk tentò ancora qualche domanda ma Mares non intendeva dare risposta e quando Terwim tentava di spiegare il ragazzo gli ficcava il pane in bocca. Alla fine il discorso cadde ed ognuno pensò alla propria colazione. Wars nel frattempo osservava il terzetto con un sorrisetto sulle labbra, erano quattro giorni che dormiva con Toruk. Discutendo fino a tardi della imminente guerra finivano con l'addormentarsi nella camera del Generale; ma per non alimentare delle voci andavano in Sala Grande in momenti diversi e non si facevano mai vedere in giro da soli. Alla fine salutò i suoi colleghi e andò dai giovani:

Buongiorno ragazzi!” salutò poggiandosi a capo tavola.

Oh! Generale! Dormito bene?” chiese Mares lanciando un'altra occhiata a Toruk che gli diede un calcio sotto il tavolo, Wars alzò un sopracciglio.

Si, certo. E tu piccolo?” l'altro annuì e si avvicinò a Terwim.

Oggi se non le dispiace vorrei requisire la mia Guardia. Devo fargli vedere una cosa.” continuò poi. Il Generale lo guardò stranito ma poi rise di gusto.

Va bene! Basta che sia libero per le cinque pomeridiane, anche tu tieniti pronto per la partenza.” disse e Terwim si portò un pugno al petto. Mares divenne scuro in volto per un attimo poi si strinse al braccio del compagno.

Noi andiamo, con permesso, ciao Toruk! E se non ti vedo dopo ti auguro ogni bene, ti affidò Mares... mi raccomando.” fece poi Terwim, si alzò e porse la mano all'altra Arma che si levò e sorrise.

Non preoccuparti, saprò gestire questa peste.” disse fissandolo, Mares gli fece la linguaccia e trascinò via la Guardia.

Un po' mi dispiace, sinceramente.” disse Wars vedendoli andare via. “Ma gli ordini dall'alto non si discutono! E pure tu dovresti ascoltarli.” continuò avvicinandosi al viso do Toruk.

Piantala! Siamo nella Sala Grande!” sibilò l'altro cercando di scostarsi.

Tu nel mio letto. Immediatamente.” scandì guardandolo intensamente. Occhi neri in occhi color rame. Eh si perché dopo la stabilizzazione del suo potere gli occhi di Toruk tendevano al rossiccio, che mischiato al suo castano naturale diventa simile al rame.

Ma sei idiota!?” sbottò alzandosi in piedi esterrefatto ma il Generale scoppiò a ridere. L'Arma allora fece per andarsene e gli voltò le spalle.

Scherzavo!” disse “Ma prima o poi finiremo...” aggiunse toccandogli il sedere. Il ragazzo si irrigidì ed affrettò il passo... diventando rosso fin sopra i capelli. Pervertito! Pensò uscendo nel corridoio. Mares e Terwim erano andati chissà dove a fare... no quello non volle saperlo, ma poteva comprenderli erano le loro ultime ore insieme prima di rivedersi non si da quando. Lui intanto doveva pianificare gli allenamenti del ragazzo: ora che aveva sviscerato le qualità del potere doveva riuscire a controllarlo, certo che anche la forma con cui l'aveva salvato lo aveva stupito, materializzare il flusso nell'aria ed usarlo come fosse 'fisico' fu geniale; Toruk decise che si sarebbero allenati entrambi su quello. Salutò un paio di ragazzi che passavano, con alcuni aveva stretto una specie di amicizia anche se si limitavano a parlare di armi e di battaglie.

Dove te ne vai?” una voce dal corridoio lo fece voltare, era Wars che gli veniva incontro.

Nel Giardino Esterno, a godermi un po' l'aria aperta.” rispose.

Allora vengo con te, tanto non ho nulla da fare.”

Ma come? Un Generale come te, alle porte di una guerra, si permette il lusso di dire che non ha nulla da fare?” fece incredulo l'Arma.

Si, i battaglioni sono pronti, i piani già studiati e stesi, i Cadetti e le Guardie avvertite dell'orario della partenza... in pratica ho la giornata libera.”

E devi per forza passarla con me?” era una chiara allusione a 'lasciami solo' ma il Generale non la capì perché gli diede delle pacche sulle spalle sorridendo allegro.

Forza! Forza! È una bella giornata, tutti fuori!” disse con una risata per poi afferrare il gomito del ragazzo trascinandoselo dietro. Toruk protestò ma l'altro non sentì ragioni.

 

Terwim passeggiava per la loro camera in attesa che Mares uscisse dal bagno, gli aveva detto di attenderlo e di non muoversi ma ormai era quasi mezz'ora che era dentro:

Mares! Hai finito?” chiese bussando alla porta.

Si, un attimo! Eccomi.” rispose per poi aprire la porta ed uscire, con un sorriso compiaciuto stampato in volto, la Guardia era pietrificata sul posto. Davanti a lui stava un ragazzo adornato di veli. Tutti sulle sfumature dell'azzurro e blu: dall'acqua al cobalto. Una tuta attillata gli fasciava il corpo, sopra vi erano attaccati con dei complicati ganci i veli di varie tonalità che si intrecciavano tra di loro dando la sensazione a chi lo osservava che Mares fosse incorporeo. Il ragazzo fece qualche passo in avanti, era scalzo:

Allora? Che te ne pare?” trillò facendo un giro su se stesso. I capelli sciolti ricadevano morbidi sulle spalle completando il tutto.

Sei bellissimo.” sillabò Terwim che non credeva possibile esistesse una cosa del genere! Il suo Mares era veramente uno splendore, l'altro si avvicinò passandogli un dito sotto il mento molto maliziosamente:

Ho preparato una sorpresa per te. Vieni.” sussurrò accarezzandogli il braccio per poi prendergli la mano e tirarlo gentilmente verso la porta, Terwim si fece guidare senza discutere. L'Arma lo condusse nei Giardini Interni ma in un luogo appartato, di forma circolare, dietro a delle siepi e protetto dagli sguardi... sebbene il sole fosse alto il loro posto rimaneva isolato dai raggi diretti e vi giungeva solo la luce che grazie alle fronde assumeva una piacevole tonalità verde. Il giovane fece sedere la Guardia:

Cosa vuoi fare Mares?” gli chiese non riuscendo a capire. Il ragazzo si allontanò di qualche passo sorridendo.

La conosci la 'Canzone dei Fiori?'” chiese.

Si, la sentivo da bambino al villaggio. Celebra l'inizio della primavera.” rispose annuendo.

Immaginatela e guardami.” disse mentre si metteva in posizione, congiunse le mani sopra la testa e si mise in equilibrio sulla gamba sinistra, semi piegata.

Va bene.” rispose e nella sua mente rievocò la musica leggera che ascoltava a casa sua quando il villaggio faceva festa per la primavera, Mares partì dopo qualche secondo iniziando a ballare sulle note di quella melodia silenziosa. Se la stava immaginando anche lui perché purtroppo erano sprovvisti di orchestra. Più Terwim lo guardava muoversi e più il ricordo dei rumori e dei profumi lo invadeva facendolo tornare bambino, a quel tempo in cui solo giocare e correre era importante, le chiacchiere e le risate fatte con gli altri coetanei, gli scherzi al negozio del fornaio, il nascondere i vestiti delle ragazze che si lavavano al fiume e poi ancora le feste, la musica e il divertimento che conosci solo quando sei piccolo. E Mares danzava... girava e saltava con leggerezza e grazia proprie di chi, nel profondo, è ancora innocente e puro.

Potevano quasi sentirla veramente la musica. Le corde delle ghironde, il soffio leggero dei flauti e poi ancora i dulcimeri suonati dalle ragazze con tocchi leggeri, le percussioni dei tamburi e il suono di accompagnamento dei liuti. Questo unito alla tenue pen'ombra del giardino e alle movenze di Mares che faceva volteggiare i veli divenendo come parte dell'aria davano a quel momento la bellezza e la pace che entrambi speravano tanto. Quando la melodia immaginaria finì e il ragazzo si fermò leggermente ansimante; l'atmosfera rimase congelata in quell'istante di immobilità perfetta. Solo dopo qualche minuto Terwim si mosse verso Mares che cadde in ginocchio in uno sbuffo di stoffa, lo abbracciò stringendolo a lungo, senza parlare perché ci sono emozioni che passano solo attraverso la pelle. Cuore in cuore.

Ti amo.” bisbigliò il ragazzo tra le braccia dell'altro, bagnò la giacca di lacrime, respirò intensamente il suo profumo non con lo spirito di un addio perché era sbagliato, ma di un arrivederci. Terwim gli sollevò il viso con le mani passandogli i pollici sulle guance, poi si avvicinò alle sue labbra baciandolo dolcemente, temendo quasi di rompere la magia di quel momento. Rimasero abbracciati ancora a lungo sdraiati per terra, sull'erba tenera, rievocando la musica della primavera chiedendole di fermare il tempo per non separarsi mai.

Ok se vi verrà un attacco di diabete me ne prenderò tutta la responsabilita XD Cosa volete farci gli addii sono una parte straziante per me, giuro che ci mancava poco e mi mettevo a piangere anhe io.
Per la parte della musica, non mi sono fumata robe strane (anche se può sembrare) ma ho ascoltato musica medioevale, soprattutto fatta con ciaramella e ghironda. Ma anche flauto dolce e dulcimer.
Bene, buona lettura e se volete ascoltate dei pezzi su You tube con quei strumenti!
Alla prossima!

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Capitolo 36
*** Capitolo 40 ***


Capitolo 40

Dopo l'esibizione, rimasero in quel luogo appartato per alcune ore, semplicemente a parlare o sonnecchiare poi quando sentirono dei rumori forti decisero di rientrare. Appena usciti notarono che le Guardie stavano trascinando delle catapulte, Mares non chiese nulla immaginando che doveva essere pressapoco l'ora di pranzo il che voleva dire che tra meno di cinque ore Terwim sarebbe partito. Si strinse al suo braccio e l'uomo gli passò una mano sulla vita, fecero il giro dai Giardini Esterni, quando arrivarono videro altre catapulte e degli uomini affaccendati che tentavano di mettere olio nelle giunture; per poi provarle a vuoto.

E' dalla scorsa guerra che non si usano.” commentò Terwim accennando con la testa alle strutture.

Cosa sono quelli?” chiese Mares notando altri armamenti: erano dei bastoni anzi dei pilastri larghi almeno sette braccia e lunghe dieci metri. All'estremità superiore stava un punteruolo di ferro abbastanza grande da colpire un uomo e sicuramente altri vicini a lui.

Oh! Quello è il Becco, viene portato a spalla dai fanti che lo posizionano in piedi, quando la cavalleria nemica o la fanteria avanza lo lasciano cadere, trapassa due uomini e colpisce le immediate vicinanze... il Governo è il solo ad averlo. Per questo la nostra fanteria viene considerata la più pericolosa!” dopodiché rise allegramente mentre il ragazzo al suo fianco lo guardava stranito.

Sarà perché non sono ancora entrato nell'ottica della guerra ma... non ci trovo nulla di divertente.” commentò con sufficienza proseguendo il cammino. La Guardia lasciò perdere, era inutile discutere adesso... ci avrebbe pensato Toruk a prepararlo per l'autunno. Parli del diavolo. Sorrise mentre guardava l'altra Arma stesa sull'erba e il Generale accanto a lui, si voltò verso Mares ma a quell'aquilotto non sfuggiva nulla e si illuminò in un sorriso eccitato:

Vieni nascondiamoci! Non facciamo rumore!” bisbigliò tirandolo dietro un cespuglio poco lontano dai due. Terwim sbuffò ma si lasciò trascinare, ormai frenare le idee di Mares era pressoché impossibile. Stettero in ascolto.

Quando arriveranno alla Corte degli Amanti?” chiese Toruk attento a non far cadere lo stelo d'erba che aveva in bocca.

Partono oggi nel pomeriggio... direi che con una buona marcia in quattro giorni sono li. Conta che devono trasportare sia le catapulte che i Becchi.”

Ecco io i Becchi non li porterei.” commentò cinicamente.

E perché? È un vanto del nostro esercito!” Wars si alzò sui gomiti guardando il ragazzo sdraiato bellamente ad occhi chiusi.

Sono ingombranti, devono accamparsi fuori dalla Corte e nei Giardini Esterni. I Becchi sono un'arma potente che deve essere tenuta nascosta fino all'ultimo... a meno che il nemico non abbia fette di prosciutto sugli occhi, li vedranno.”

Ma cosa credi che li posizionino in piedi? Non sono cosi idioti!” lo rimproverò, cosa credeva? Una buona parte li aveva addestrati nell'uso specifico di quei congegni! Toruk aprì un occhio mezzo sorridendo.

Dipende dal maestro che hanno avuto.”

Mi stai dando dell'incapace?”

Oh no! Non potrei mai...” rispose ironico trattenendosi dallo scoppiare a ridere.

Guarda di non farmi arrabbiare.” gli disse Wars che aveva capito il trucchetto, lo voleva mettere alla prova. Decise di reggergli il gioco, ma l'altro lo prese in contropiede:

Perché se no che mi fai?” lo provocò aprendo anche l'altro occhio poi entrambi si colorarono di rosso brillante e sulle labbra di Toruk apparve in sorrisetto compiaciuto. Sapeva che non poteva toccarlo all'aperto ne farsi vedere in comportamenti imbarazzanti, avevano corso il rischio che girassero delle voci; non volevano che si ripetesse. Wars si guardò in giro imbronciato poi quando vide che non c'era nessuno, o meglio: nessuno badava a loro, guardò l'Arma con un sorriso tutt'altro che tranquillo. Si chinò su di lui levandogli lo stelo di bocca per poi baciarlo, con prepotenza. Toruk sgranò gli occhi e prese a dibattersi cercando di scostare il viso del Generale che però non si mosse, anzi spinse la propria lingua nella bocca del ragazzo... iniziò a mugugnare contrariato ma dopo un po' si distese rispondendo correttamente alle labbra del Generale, passandogli le braccia attorno al collo.

Lo sapevo! Lo sapevo! Ora non puoi negare!” Mares saltò fuori dal cespuglio puntando il dito contro la coppia che si baciava, un sorriso da orecchio ad orecchio in viso. Iniziò a saltellare fino ai due ridendo felice. Terwim si alzò lentamente completamente attonito... era uno scherzo? Cioè un uomo adulto e per di più con una carica come quella di Wars che si lascia andare cosi? No, avrà sicuramente risposto alla provocazione di Toruk. Si affrettò ad affiancare il compagno che non la finiva di ridere.

M-mares! Piantala! Stai zitto!” Toruk si era inginocchiato sull'erba e tentava di raggiungerlo con le mani ma alla fine dovette alzarsi in piedi e tappargli la bocca, il Generale invece guardava Terwim senza sapere bene cosa dire; un suo sottoposto lo aveva visto... poco importava che fosse la Guardia del ragazzino era comunque una persona che guardava a lui come un modello da seguire.

Terwim...” iniziò a testa bassa ma l'altro si chinò e gli mise una mano sulla spalla.

Lei non ha niente di cui vergognarsi, se è questo che pensa. Guardi me! Avrei dovuto limitarmi a proteggere Mares ma sono finito coll'innamorarmene.” sorrise. Wars lo guardò un pochino più rincuorato.

Non è deplorevole che un uomo della mia età sia attaccato ad un ragazzo con metà dei suoi anni?” chiese.

Attaccato dice?” Wars lo guardò corrugando la fronte. “Gliel'ho detto... non è un peccato.”

Hai ragione... provo qualcosa di molto più intenso e forte per Toruk.” ammise in fine guardando il giovane che correva dietro a Mares nel tentativo di frenare il suo entusiasmo; quando Mares vide gli occhi del Generale su di loro gli corse incontro.

Allora? Cosa mi dice?” fece sorridendo, leggermente ansimante. Wars lo fissò alterato.

Dico che sei un ficcanaso, e pure maleducato.” Mares si rabbuiò e Terwim diede ragione al Generale. Toruk li raggiunse qualche istante dopo.

Però se non vi avessi colto in fragrante voi avreste continuato a nascondervi.” disse il ragazzo.

E non ti sei mai chiesto il perché?” fece Toruk incrociando le braccia. I due uomini si alzarono.

Beh... credevo fosse vergogna.”

Sbagliato! Si chiama discrezione. Ora che non ti venga in mente di spifferarlo in giro, se non vuoi passare qualche notte nelle celle della Corte!” il Generale si era alzato in piedi mettendo un dito sulla fronte di Mares per poi spingerlo indietro.

Non mi sognerei mai di dirlo ad anima viva!” si difese il ragazzo lanciando un'occhiata sconvolta a tutti. Sapeva tenere la bocca chiusa... ma la felicità di sapere Toruk finalmente sano ed amato da qualcuno era forte e tanta. Per questo appena li aveva visti era corso fuori.

Va bene, ora rientriamo e andiamo a tavola.” Wars si incamminò per primo seguito da Toruk, ma Mares aveva un'altra chicca da dire e non seppe trattenersi.

Perché non vi prendete per mano?” disse afferrando una mano di Terwim per poi correre dentro superando l'altra coppia. Toruk fece appena in tempo a capire le parole che si trovò ad inseguirlo:

Mares!!” urlò, il Generale alzò gli occhi al cielo invocando l'aiuto degli Dei.

Rientrarono alla Corte e a Mares venne dato uno scappellotto da tutti e tre, se ne andò in camera a cambiarsi col muso arrabbiato e le guance gonfie. Ma quando furono da soli, Terwim gli disse che era d'accordo con lui. E che non ci voleva un genio ad accorgersene. L'Arma fece per mettere via l'abito da danza ma l'altro lo fermò:

Una curiosità. Come hai fatto a cucirlo? E sopratutto dove hai trovato la stoffa?” gli chiese avvicinandosi al ragazzo.

Eh! Frugando nel seminterrato ho trovato un baule con tante stoffe. Alcune per le lenzuola, federe eccetera, altre più leggere tipo queste... io credo che dovessero essere le tende, ma visto che questa corte è fatta da buzzurri non le hanno mai cucite. Penso che a nessuno dispiaccia se le ho prese io!” spiegò con un sorrisetto furbo, la Guardia prese un velo e se lo portò al viso, aveva il profumo di Mares.

Questo me lo tengo. Servirà a sentirti più vicino...” disse dolcemente guardandolo negli occhi, il ragazzo si alzò sulle punte per baciarlo.

Va bene, ora andiamo che ho fame!” disse poi dissimulando il dispiacere che sentiva dentro. Si era ripromesso di non essere debole. Chiuse l'armadio, Terwim nascose il foulard nella sua cotta, poi scesero di sotto.

Sedettero a tavola e l'euforia per l'imminente partenza, più del mattino, si faceva sentire. Le Guardie adulte si scambiavano occhiate a metà tra il preoccupato e il determinato. I Cadetti invece avevano già indossato la particolare armatura di acciaio ed oro, andavano in giro pavoneggiandosi con i compagni che non erano stati selezionati. Toruk li aspettava al tavolo del terzo anno, a metà pasto il Generale salì sul palchetto per parlare. Immediatamente la Sala Grande ammutolì.

Buon pomeriggio Cadetti e Guardie!” questi risposero all'unisono. “Come tutti sappiamo alla diciassette di oggi il plotone da me addestrato partirà per la Corte degli Amanti, in risposta ad una richiesta diretta del Generale Ultimo. Confido che tutti voi abbiate ben chiara la situazione e sappiate affrontarla con lo spirito giusto! Ma se ci fosse qualcuno che vuole ritirarsi è meglio che lo faccia ora, se disertate una volta arrivati vi giudicherò traditori e vi farò decapitare!” Mares guardò Terwim che annuì solenne, era una pratica consentita. “Parlo per i Cadetti: ragazzi siete giovani, siete inesperti ma questo non vi giustifica se doveste commettere errori! Vi ho preparati a quello che vi aspetta ed avete ricevuto le nozioni teoriche da quando eravate bambini, non deludetemi ed abbiate fede nei vostri Capitani. A voi Guardie la raccomandazione di un pronto ritorno, siete adulti, sapete che il mondo può essere crudele per chi non si prepara... agite di conseguenza. Per chi volesse salutare i compagni in partenza l'appuntamento è tra cinque ore nei Giardini Esterni!” quando finì dalla Sala partì un lungo applauso senza altre esclamazioni; batterono le mani anche le due Armi. Dopo quel momento si dispersero tutti a fine pasto. I ragazzi grandi a prepararsi i più piccoli a lezione. Mares e Terwim andarono in camera loro, Toruk andò a sedersi al tavolo degli Istruttori per parlare con Wars.

I due amanti passarono il pomeriggio a preparare il necessario per la Guardia, vestiario, utensili per la manutenzione delle lame e via discorrendo per poi fare un lungo bagno insieme, allagando il pavimento per il troppo movimento in spazi ristretti. Alla fine si sdraiarono sul letto. Man mano che passavano le ore Mares sentiva crescere dentro l'angoscia da separazione e l'egoistico pretesto che Terwim si ritirasse come aveva detto il Generale... ma ovviamente non l'avrebbe mai fatto. Lo sapeva e questo gli gettava altra ansia addosso:

Ehi! Smettila di stringere, il braccio mi serve.” rise la Guardia accarezzandogli i capelli. Sapeva benissimo che stava soffrendo e lui non era da meno, lasciarlo li... da solo, anzi: senza di lui, era straziante. Ma gli ordini erano ordini, dovevano portare pazienza fino all'autunno poi avrebbero potuto riunirsi.

Promettimi di non farti male! Promettimi di scrivermi, promettimi che se incontrerai Seram non farai l'eroe e penserai a metterti in salvo!” si alzò sui gomiti mettendosi di pancia per guardarlo meglio.

Mares... io spero che non attacchino la tua Corte ma se succederà dovrò proteggere le tue amiche con tutto me stesso. Non chiedermi di scappare, non posso farlo.” rispose passandogli una mano sul viso. Il ragazzo si appoggiò sul suo torace.

Non voglio che tu muoia.” sussurrò lentamente, come se volesse caricare quelle parole di energia vitale. Sperava che passassero attraverso la pelle del compagno che gli arrivassero al cuore e che li si scolpissero in un ordine imperativo ed innegabile.

Se mi penserai tutti i giorni non morirò.” gli alzò il viso sorridendo incoraggiante e Mares se ne rincuorò, un pochino.

Il resto del pomeriggio passò troppo in fretta... quando la luce esterna iniziò ad imbrunire Terwim si alzò dal letto infilandosi gli stivali. Mares di malavoglia si mise una delle sue divise da Amante per accompagnarlo, voleva salutarlo vestito come quando si erano conosciuti; non seppe spiegarsi il perché... scaramanzia? Forse. Quando uscirono in corridoio il via vai era frenetico, tutti volevano andare fuori a vedere i soldati partire. C'erano persone che sbraitavano e che si salutavano da un capo all'altro delle finestre, altri che si parlavano dal giardino. Toruk li trovò al piano terra, squadrò Terwim da capo a piedi per poi annuire convinto.

Si non sei male.” commentò con sufficienza e la Guardia grugnì in dissenso. “Mares! La camicia ti è corta di maniche, guarda.” gli prese un polso e tirò giù la stoffa, il ragazzo non ci aveva fatto caso! Era cresciuto? Non se n'era accorto perché confrontato con Terwim era molto più basso. Ma sapere di essere più grande non mitigava il dispiacere, e rispose a Toruk con un alzata di spalle, l'Arma guardò Terwim che scosse la testa poi mise una mano sulla spalla del ragazzino ed insieme uscirono.

I Giardini Esterni sembravano irriconoscibili, il prato verde ben curato era coperto di macchie grigie che si affannavano a prendere posto nei vari ranghi, in più svariate catapulte e almeno una dozzina di Becchi venivano trasportati vicino ai cancelli della Corte. Mares scorse anche dei cavalli che venivano assicurati alle catapulte. Il Generale si distingueva nella massa per la giacca rosso acceso, Mares pensò che l'avesse indossata per farsi riconoscere in mezzo a quelle grigio/dorate dei soldati:

Terwim tu sai già dove andare?” chiese Toruk fermando il gruppetto a metà scalinata.

Terza linea, alle catapulte.” e di questo poteva essere grato agli Dei. La prima linea era da sempre la più densa di vittime, lui era stato addestrato, anche quando frequentava la Corte come Cadetto, ad usare le macchine. Anche Mares tirò un sospiro di sollievo... certo era molto egoista, ma detto schiettamente: preferiva che morissero altri al posto della sua Guardia.

E' quasi ora...” fece poi l'uomo poi si chinò sul compagno. “Mares, mi raccomando. Ubbidisci a Toruk, allenati e vedrai che il tempo passa in fretta.” gli disse con un sorriso.

Si, va bene. Salutami la Prima se la vedi e dille di nascondersi!” poi gli passò le mani dietro al collo, stringendolo forte. Terwim ricambiò.

Ti amo, Mares.” sentì il ragazzino sussurrargli un debole 'anch'io' per poi strozzarlo definitivamente. Toruk nel frattempo si era voltato, per educazione. Incrociò lo sguardo di Wars e pensò che quella scena avrebbe potuto essere la sua se il ragazzino non l'avesse curato. Il dire addio ad una persona alla quale tieni, lo sapeva da un po' di tempo a quella parte, era una delle cose più strazianti che potessero accaderti in vita.

L'abbraccio si sciolse e Terwim salutò anche l'altra Arma stringendogli la mano ed augurandogli buona fortuna. Poi scese gli ultimi gradini andando dal Generale che si stava congedando dai Capitani, si scambiarono delle pacche sulle spalle poi la Guardia si mischiò alle altre del suo gruppo accanto ad una catapulta. Mares che non l'aveva mai perso di vista, solo ora che si era confuso con gli altri, faceva ricorso ai suoi occhi che divennero viola per individuarlo. Wars gli raggiunse:

Forza Mares! Non è la fine del mondo!” gli disse mezzo ridendo ma Toruk gli tirò una gomitata.

Chiudi quella fogna!” gli sibilò guardandolo male, scenetta che strappò un sorrisetto all'altro.

La luce esterna cambiò tono, dal giallo scuro all'arancione intenso. Il sole stava andando a nascondersi dietro le Vette Punta mandando a fuoco i ghiacciai perenni, erano tutti in posizione. Poi il Generale lanciò un potente urlo dicendo di aprire i cancelli, dopo qualche secondo il battaglione si mosse, all'unisono, facendo tremare la terra ad ogni passo. Le catapulte sferragliavano trascinate dai cavalli da tiro ed aiutati dagli uomini che le spingevano da dietro; tra i quali anche Terwim. Wars e Toruk appoggiarono le mani sulle spalle del ragazzino in un gesto inaspettato. Stettero in silenzio guardando gli uomini marciare fuori dai cancelli, alle loro spalle le grida dei Cadetti che si erano affacciati alle finestre e che in parte affollavano l'ingresso. Quando i soldati erano diventati solo una riga scura all'orizzonte Mares lasciò cadere quell'unica lacrima birichina che gli si era formata prima, rigò la sua guancia per poi posarsi sullo stemma della Corte degli Amanti.

Poco dopo tornarono dentro tutti e Wars si tirò dietro il portone della Corte dei Combattenti il cui tonfo sordo sembrava voler decretare la fine dell'adolescenza del giovane Mares Ivrie.

A Natale sono tutti più buoni, vero? Ebbene io aggiungo il capitolo degli abbandoni XD coerentissimo!
Lasciando perdere quanto sopra ora il biondino è rimasto "solo" e dovrà tirar fuori le unghie per mettersi in pari con gli allenamenti
e raggiungere il suo Terwim.
Enorme ritardo lo so, ma questo è l'ultimo capitlo "pronto" diciamo per il 41esimo dovrete aspettare visto che è in fase di stesura da un mese e passa.
Mi aspetto un attentato da un momento all'altro *afferra scudo*
Che dire, buona lettura e Buon Natale!!
Baci baci!!

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Capitolo 37
*** Capitolo 41 ***


Capitolo 41

Cosa? Il giovane Seram vorrebbe vedermi?” Re Ghileter sedeva comodamente sulla poltrona sorseggiando del vino, anche se sedeva era un termine grosso... diciamo che era stravaccato. Guardava il servo ritto sulla porta con aria sorpresa:

Si, mio Re. Il signorino Seram chiede di voi. Ha detto che è una cosa importante.” Mozuk ripeté ancora una volta le stesse parole sperando che l'uomo le afferrasse e quando lo vide sorridere seppe che era così, gli disse che lo avrebbe incontrato subito nel salotto blu e lo mandò a prendere, il ragazzo fece un breve inchino per poi tornare dal mostriciattolo. Gli aveva detto che quel piano avrebbe dato dei frutti anche a lui, ma che persona è una che ti dice bellamente 'Si, stammi vicino cosi potrai uccidermi.'? O molto stupida o incredibilmente sicura di se e conosceva abbastanza Seram da scegliere con certezza la seconda. Scosse la testa mentre svoltava l'angolo, quello gli aveva portato via l'unica famiglia che gli era rimasta, naturale che lo volesse morto fra atroci sofferenze! A lui sembrava la stessa situazione di una falena che si avvicina alla fiamma per rimanerne bruciata: lui era la fiamma e Seram la falena... c'era qualcosa che a lui sfuggiva, qualcos'altro che il ragazzo non gli aveva detto. Bussò alla porta ed entrò:

Signorino, il Re la riceve immediatamente. Se vuole seguirmi la accompagnerò io.” disse impeccabilmente, come al solito. Alzò gli occhi e vide l'Arma appoggiata ad un palo del baldacchino, vestiva semplicemente con una camicia nera e braghe del medesimo colore, i capelli neri raccolti in un codino che lasciava sfuggire le ciocche più corte, gli stivali bassi e dei polsini di metallo, tipo delle manette, donategli dal Re per la prestazione di settimane fa.

Va bene, andiamo.” gli si avvicinò a spalle erette, trasmetteva strafottenza da tutti i pori. Lo precedette e Mozuk chiuse la porta, poi fece strada, gli camminava leggermente più avanti dell'Arma e ogni tanto gli lanciava occhiate con la coda dell'occhio notando che veniva ricambiato.

Se hai qualcosa da dire dillo!” esordì d'un tratto Seram, gli stava sui nervi quel comportamento. A parte il fatto che non gli andava a genio nemmeno Mozuk.

Mi chiedevo cosa il Signorino mi sta nascondendo.” fece continuando a guardare avanti. L'altro alzò un sopracciglio sorpreso:

Nulla! Tutto quello che avevo da dirti te l'ho detto.”

Allora se permette, lei è un pazzo.” Seram si strinse le mani per non saltargli addosso e strangolarlo. “Quale persona intelligente si offrirebbe di rimanere vicino al suo carnefice?” continuò Mozuk scrollando le spalle. L'Arma sorrise.

E chi è il carnefice tra i due?” disse a bassa voce, il servo si girò incrociando due schegge violette che lo fissavano divertite. Lui sbuffò e proseguì in silenzio; non gli importava di quei giochetti... l'avrebbe ammazzato punto. Poco dopo arrivarono davanti alla porta del salottino, Mozuk l'aprì ed annunciò Seram. Il Re prontamente gli disse di farlo entrare; l'Arma gli sorrise un ultima volta per poi essere chiuso fuori.

L'arredamento dava il nome al luogo: era tutto incentrato sulle sfumature del blu. Dall'azzurro al blu notte passando per il turchese e il cobalto. I divani, le poltrone, i soprammobili, le tende e persino i tavolini erano di quel colore. L'unica cosa che stonava era l'abbigliamento del Re Ghileter di un giallo talmente intenso che dava fastidio agli occhi! Lo faceva somigliare ad un enorme brufolo, a Seram diede il mal di testa ma sorrise e prese posto sulla poltrona che gli veniva indicata.

Allora! Dimmi tutto!” disse con una risata battendo le mani allegramente, il viso grasso gli si allargò esponendo il doppio mento, il ragazzo si chiese se esisteva ancora lo scheletro sotto quell'ammasso di lardo.

E' una questione strettamente privata, la prego di non farne parola con nessuno.” iniziò avvicinandosi tirando avanti la poltrona, dal suo tono il Re dovette capire perché fece altrettanto.

Di cosa si tratta?” fece tornando serio.

Gakli.” il viso dell'uomo assunse una strana espressione a metà tra stupore ed incredulità. Seram divenne di ghiaccio e fissò il Re intensamente, questi corrugò la fronte e si portò una mano sotto il mento.

Vai avanti, Seram.” E' fatta! Esultò internamente il giovane. Poi sospirò per fare scena.

E' già un po' che lo tengo d'occhio ed ho notato che si fa vedere al castello sempre meno spesso, invia continuamente piccioni con messaggi diretti a chissà chi ed inoltre testimoni oculari, da me interrogati, lo hanno visto attraversare i valichi dei Monti Arakigh diretti al Governo. Insomma mio Re io sospetto un tradimento.” disse parlando gravemente e l'altro al suono dell'ultima parola gonfiò il petto in quello che doveva essere un urlo di rabbia ma Seram si affrettò a gesticolare dicendogli di stare calmo, l'uomo allora si risedette e ponderò bene le sue parole. Un tradimento è punibile con la morte, e se a farlo è uno dei suoi migliori sottoposti era molto grave, certo è che sono anche le parole di un ragazzino adolescente. Magari vuole fare uno scherzo! Pensò Ghileter ma sapeva che l'Arma non era il tipo da giocare simili tiri. Doveva credergli?

Seram... quello che dici è molto grave, per di più se rivolto al tuo creatore. Cosa ti fa credere che mi stia tradendo? Potrebbe essere andato dall'altra parte per affari.” disse pacato, meglio penderla con le pinze per ora.

No, mio Re cosa avrà mai da commerciare in piena notte? Ho portato alcuni delle persone che lo hanno visto ed inoltre ho qui una prova per testimoniare ciò che dico...” si frugò la tasca trovando un rotolino di pergamena semi stracciato. “Questo è uno dei messaggi che ha affidato ai piccioni.” glielo porse. L'uomo lo lesse con crescente indignazione. “Le armate sono pronte. Riporto qui numero cavalleria. Partenza prevista per inizio primavera.” il viso del Re si colorò di rosso facendo gonfiare le vene delle tempie, Seram tratteneva a stento un sorriso maligno; ovviamente il messaggio l'aveva scritto lui usando una vecchia lettera che Gakli mandò a Talita settimane prima, copiando le sillabe perfettamente... un occhio normale non avrebbe riconosciuto la differenza tra il falso ed il vero. Per i testimoni... gli aveva dato talmente tanto oro che avrebbero giurato di essere nati sotto un cavolo!

Farabutto! Seram mi puoi giurare sulla tua vita che questo messaggio è autentico?” disse il Re guardandolo fremente. Il ragazzo annuì e si alzò lo superava di qualche centimetro in altezza.

Si mio Re.” confermò, subito dopo vide l'uomo dirigersi verso la porta per spalancarla di colpo, Mozuk che era li dietro fece appena in tempo a scostarsi per non ricevere una sportellata in faccia. Seram lo seguì ed il Re prese a camminare a passo spedito, si chiese come fece con tutto quel peso ma rimanere fermo gli faceva perdere terreno così afferrò per un polso il servo trascinandoselo dietro, il ragazzo guardò l'Arma stranito:

Signo...rino che cosa... succede?” chiese tra un passo e l'altro ma questi non gli rispose iniziando a correre dietro all'uomo giallo, svoltarono l'angolo e scesero le scale arrivando poi nella sala del trono. Ghileter aveva il fiato corto e si sedette sulla scranna guardando corrucciato i due giovani, l'Arma lasciò il suo servitore poi si scambiarono un'occhiata interrogativa:

Guardia!” tuonò il Re “Va a prendere Gakli Narh, urgentemente! Portalo qui nella sala del trono! Muoviti!” ordinò e l'altro scattò fuori, poi l'uomo si appoggiò allo schienale. “Seram, ora vedremo se le tue accuse sono fondate. Bada bene che se mi hai mentito ti farò passare un brutto quarto d'ora ragazzino.” fece, anche se con 'quarto d'ora' intendeva un bel po' di giorni nelle prigioni. Ma l'Arma non si scompose ed annuì gravemente, Mozuk non sapeva cosa fare. In fondo era un servo... tenne la testa bassa fissandosi gli stivali.

Mozuk, vai li vicino alla colonna.” disse Seram, era un consiglio piuttosto che un'ordine ma ritenne saggio ascoltarlo, non seppe perché ma nell'aria era cambiato qualcosa era una sensazione fredda che gli fece accapponare la pelle.

Finalmente avrai quello che ti meriti, stronzo! Esultò internamente il giovane Seram sedendosi sui gradini antistanti il trono, fissava la porta del salone attendendo che Gakli arrivasse. In quelle settimane aveva affinato le proprie tecniche e voleva sperimentarle sull'uomo che detestava da sempre. Tra lui e Mares non sapeva scegliere chi odiava di più. Mares perché era sbagliato ed incompleto, uno scarto. Gakli perché l'aveva sempre trattato come un oggetto, un qualcosa da esibire, un trofeo. Si sarebbe vendicato anche per tutte le notti in cui l'aveva umiliato, le volte in cui aveva usato il Limitatore... a poco a poco i suoi occhi persero la propria umanità diventando due schegge violette che pulsavano di rabbia e potenza. Anche il suo corpo tremava e delle sottili strisce di fumo viola gli serpeggiavano intorno alle braccia e al collo. Sia il Re che Mozuk se ne accorsero e se il primo ne rimase estasiato al secondo scatenò un immenso senso di ripugnanza.

Il portone venne riaperto e comparvero due guardie che stavano conducendo, a braccetto, Gakli che si dimenava chiedendo perché lo stessero trattando come un criminale. Arrivarono al cospetto del Re e lo fecero inginocchiare. L'uomo guardò in alto e vide Seram fissarlo senza mostrare apparente emozione, solo una maschera di ghiaccio. Il sovrano si alzò in piedi:

Gakli Narh! Siete accusato di cospirazione e tradimento contro le Terre Aride e di spionaggio a favore del nemico! Testimoni dichiarano di avervi visto oltrepassare i valichi a notte fonda verso il Governo! Per questi motivi sarete immediatamente condannato a morte per impiccagione!” dichiarò il Re guardando l'accusato dritto negli occhi, l'altro però aveva boccheggiato per tutto il tempo ed ora si era rialzato fissando Seram con odio, odio puro.

Mio Re io non ho fatto nulla di tutto questo! Non sono mai... insomma è tutto un suo complotto!” indicò il ragazzo, che sorrise malignamente. Anche il Re lo guardò.

Seram?” chiese rivolto alla sua schiena. L'Arma si alzò e si rivolse al sovrano:

Mio Re, come le ho già detto non sono venuto da voi senza prove. Una l'ha in mano, l'altra la andrà a prendere subito il mio servo.” disse accennando a Mozuk di andare, l'altro scomparve dietro una porta.

Piccolo bastardo, questa me la pagherai!” inveì Gakli additandolo ma Ghileter fece un gesto della mano e le due guardie lo rigettarono a terra. Poco dopo ricomparve Mozuk con al seguito due contadini, abitavano ai pendici dei Monti Arakigh e il loro villaggio era in posizione strategica tra il valico e le Terre Aride. Per andare dall'altra parte dovevi passare per quel piccolo borgo. Si inchinarono togliendosi il cappello:

Ditemi dunque, riconoscete quest'uomo come colui che attraversava il vostro villaggio di notte?” chiese il Re indicando Gakli e i due gli si avvicinarono, lui intanto si ostinava a fissare Seram.

Si, mio Re... è lui.” disse uno annuendo.

Ne sei certo?”

Assolutamente, l'ho visto non più tardi di quattro notti fa passare al villaggio diretto al valico, era un orario strano essendo notte inoltrata.” continuò il contadino.

E tu?” il sovrano si rivolse al compagno che rispose prontamente.

Io ho montato la guardia per questo mese e ho visto molte volte il presente signore passare per il villaggio. Sempre e solo di notte.”

E' una menzogna! Una calunnia! È tutta opera di questo ragazzino! Non ho mai passato quel valico!” gridò Gakli facendo spaventare i due uomini. Seram decise di attivare una parte dei suoi poteri ripetendo nella mente dei contadini che andava tutto bene e che non dovevano avere paura. Le guardie prontamente lo riafferrarono, Ghileter batté le mani imponendo il silenzio.

Ho una prova schiacciante qui, un bigliettino affidato ad un piccione con il numero della nostra cavalleria e quando avevamo intenzione di partire... scritto di tuo pugno.” gli mostrò la cartina e gli occhi di Gakli diventarono enormi per lo stupore, iniziò a negare con capo.

No... no io... io non ho scritto nulla! Non so cosa sia! Ma insomma lo vuole capire che mi ha incastrato lui?” disse di nuovo rivolto a Seram; sta volta però si alzò fece i due gradini che lo separavano dal Re e si voltò verso il suo creatore.

Gakli o sei un pessimo attore o soffri di demenza. La tua calligrafia è solo tua, credi che esista qualcun altro che qui che possieda la tua forma o il tuo portamento, da essere scambiato per te? No, non credo. Tu sei colpevole di spionaggio e tradimento, rivelando preziose informazioni al nemico hai messo in pericolo i piani d'attacco del Re.” parlò intensamente calando sulle ultime parole, Mozuk strinse i pugni... non conosceva Gakli molto bene ma incastrarlo cosi era crudeltà gratuita che non riteneva giusta. Ed il suo odio per Seram crebbe ancora. L'uomo guardò a terra non capendoci più nulla, non era stato lui a passare il valico e nemmeno ad inviare messaggi. Gli unici messaggi che aveva scritto erano le lettere per Talita... ma nient'altro, nient'altro che ricordasse. Possibile veramente che fosse cosi vecchio da soffrire di lacune di memoria? Il dubbio nella sua mente era palpabile per l'Arma che, mai come in quel momento, aveva voglia di esultare e gridare di gioia.

Portatelo nelle prigioni, domani alle prime luci dell'alba verrà impiccato.” decretò Re Ghileter duramente, poi mise una mano sulla spalla di Seram dandogli qualche pacca. “Grazie giovane Arma. Senza questa scoperta saremmo potuti andare incontro ad un agguato.” ammise con un sospiro, l'altro annui e sorrise lievemente.

A dire la verità sono addolorato... insomma Gakli mi ha dato la vita, scoprire queste cose... beh! Non è bello.” disse guardando per terra. Che bastardo! Mamma quanto è stronzo e palchista! Pensò Mozuk che nel frattempo aveva ricondotto fuori i due contadini dandogli le chiavi dei forzieri pieni d'oro promessi da Seram. I due non avevano fatto domande ma chiesero che venisse ringraziato il loro benefattore. Il servitore rimase appoggiato alla colonna giocando con una ciocca dei suoi capelli, bianchi come la neve ma suo fratello li aveva più morbidi e quando lo accarezzava per farlo dormire gli ricordavano lo strato di neve fresca che cadeva nel loro villaggio. Ingoiò le lacrime guardando Seram e come stava parlando col Re, aveva giocato un bel po' di persone ma non lui! Dovesse aspettare anni ma l'avrebbe ammazzato! Il sovrano stava dicendogli che avrebbero rivisto i piani d'attacco insieme ai comandati la sera seguente e che se voleva poteva usufruire ancora del suo harem. Il ragazzo lanciò un'occhiata a Mozuk che si irrigidì. Ma declinò gentilmente la proposta dicendo che non era dell'umore giusto. Poi lo chiamò, lui si avvicinò e fece l'inchino al Re:

Tu non sai che immensa fortuna ti ritrovi servo, essere agli ordini di un simile esempio di lealtà e rettitudine... cerca di non deluderlo mai.” disse Ghileter rivolto a Mozuk, il quale gli fece un profondo inchino.

Certamente, mio Re.” rispose poi Seram lo fece rialzare ed insieme andarono in camera del ragazzo, durante il tragitto non parlarono, l'Arma sapeva che l'altro ribolliva di rabbia ma quando aveva accettato di rimanergli accanto indirettamente aveva accettato anche tutto quello che ne avrebbe comportato. Entrarono in camera e finalmente Seram poté sfogarsi ma prima insonorizzò le pareti con i suoi poteri. Poi si mise a saltare e ridere e gridare per la stanza:

Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Gakli è sconfitto! Ho vinto, per la prima volta in quattordici anni ho vinto io! È una sensazione magnifica!” disse iniziando anche a saltare sul letto, poi si lasciò cadere tra le lenzuola sciogliendo il codino e levandosi la camicia, rimanendo a torso nudo. “Vieni qui.” comandò e Mozuk si avvicinò piano al letto. Due schegge dorate lo fissarono.

Il Signorino desidera qualcosa per cena?” chiese guardandolo a sua volta, i suoi occhi erano invece colore del ghiaccio, non bianchi ma azzurro chiaro, lo stesso colore che si vede quando guardi un blocco di ghiaccio controluce.

Si, me lo porterai più tardi. Hai domande da fare?” disse mettendosi su un fianco.

Cos'ha intenzione di fare? Lei non ha esperienza in campo miliare.”

Mi farò aiutare, io sono la loro Arma, con Gakli fuori combattimento mi coinvolgeranno nei discorsi.”

Le sembra giusto quello che ha fatto?” chiese Mozuk corrugando la fronte.

Tu... non hai idea di quello che faceva quel vecchio. Certo che lo trovo giusto, anzi avrei voluto disintegrarlo nella sala!” rispose stringendo le lenzuola ma il servo non gli chiese che tipo di soprusi gli avesse fatto, non erano affari suoi.

Lei è crudele in una maniera che reputo inumana.” sibilò l'altro guardandolo con astio. Gli faceva andare il sangue alla testa.

Non sai niente, non giudicare. Ora vattene! E portami la cena più tardi, dovremo parlare di altre questioni.” poi gli voltò le spalle ed andò alla finestra. Mozuk uscì dalla stanza e diede un pugno al muro spaccandosi le nocche, quel piccolo mostriciattolo l'avrebbe pagata cara. Seram fissò le stelle che nel deserto si vedevano chiare e luminose, aveva avuto la sua vendetta. Una parte del suo piano era stata avverata, Gakli fuori dai piedi e lui a capo dell'Origine. Ora toccava a Mares.

Ben trovati!!! Di nuovo qui a seguire le mie sclerate XD
Allora come ho detto nell'altra storia, sto avendo una forte battuta d'arresto con entrambe quindi è probabile che o continui a scrivere ma rilasci i capitoli con mooooooolto più distacco di tempo, o che addirittura interrompa tutto. Ovviamente la seconda ipotesi è quella meno auspicabile... farò del mio meglio per non farla accadere.
Tornando al capitolo odierno: Seram si conferma il più bastardo della serie -__- Ancora mi stupisco di come un simile carattere sia uscito dalla mia testa... il che mi dovrebbe far pensare ^^" Il re invece è la reincarnazione del pesce sole! XD (forse chi è di Mantova o provincia capisce il paragone) uno che abbocca a qualsiasi cosa gli venga detta.
Bene, altro da dire non ho e vi do appuntamento al prossimo capitolo!
Buona lettura e tanti baciotti!!!

 

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Capitolo 38
*** Capitolo 42 - Commiato ***


Buongiorno a tutte/i, ho deciso di scrivervi per annunciarvi che per ora mi fermerò con questa storia.
Qualche tempo fa vi dissi che avevo trovato lavoro, putroppo esso mi porta via gran parte del mio tempo e delle mie energie. L'unico giorno in cui potrei dedicarmi alla scrittura è la Domenica (visto che il sabato lavoro) ma sono talmente esausta dalla settimana che non ho proprio voglia di riprendere in mano la storia... che comunque devo rileggere dall'inizio perchè sono troppi mesi che non ci sto dietro e ho perso il filo.
Quindi io intanto vi ringrazio per avermi seguita fin qui, siete stati il mio motore per adare avanti, se vi fa piacere continuate a guardare ogni tanto la mia storia, magari più avanti la riprenderò ^^
Grazie a tutti e arrivederci!

Ps. Messaggio scritto per entrambe le storie.

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