Inheritance

di potter8668
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Transition ***
Capitolo 2: *** Questions and answers ***
Capitolo 3: *** A little revenge and Bondmates ***
Capitolo 4: *** More revenge ***
Capitolo 5: *** A courtship begins ***
Capitolo 6: *** Confrontations ***
Capitolo 7: *** The Traitor Revealed ***
Capitolo 8: *** A New School Year Begins ***
Capitolo 9: *** A Future Marauder ***
Capitolo 10: *** Quidditch ***
Capitolo 11: *** Telling Harry ***
Capitolo 12: *** The Junior Escapades ***
Capitolo 13: *** The Capture of Snape and Malfoy ***
Capitolo 14: *** Christmas Bondings ***
Capitolo 15: *** After The Ball ***
Capitolo 16: *** With friends like this, who needs enemies? ***
Capitolo 17: *** Abduction ***
Capitolo 18: *** Bitten to Death ***
Capitolo 19: *** Seventeen Years And Two Months Later ***



Capitolo 1
*** Transition ***


Ciao a tutti :) 
Premesso che faccio schifo con le presentazioni, io sono Ronan. Mi è stato chiesto di tradurre questa storia per una persona, (spero che Dubhe01 apprezzerà) ma visto che mi sta piacendo molto, credo che continuerò anche con le altre FF di questa autrice. 
Per quanto riguarda la traduzione ho cercato di fare del mio meglio, perciò... beh, se avete suggerimenti io sono qui :)
Link al capitolo originale: https://www.fanfiction.net/s/3626966/1/Inheritance

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Era la vigilia del suo diciassettesimo compleanno. Harry aspettava che arrivasse la mezzanotte per poter finalmente usare la magia e lasciarsi i Dursley alle spalle. Per sempre. Alle undici vide un corvo avvicinarsi alla finestra della sua camera con una lettera e, aprendo la finestra realizzò quanto questa fosse vecchia. Lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi non appena lesse il mittente: la lettera era di suo padre, scritta il giorno prima della sua morte.
 
Harry,
se stai leggendo questa lettera vuol dire che sono morto e che non ho avuto la possibilità di dirti cosa accadrà non appena compirai diciassette anni.
Vedi, riceverai una speciale eredità. Non in denaro o cose materiali, ma in te stesso. Tu, figlio mio, sei un quarto Vampiro e un quarto Veela. Beh, tecnicamente io sono metà e metà, ma ho rinunciato a tutto per sposare tua madre, che amo più della stessa vita. Ho rifiutato il legame con la mia compagna, che rimarrà senza nome  e ho scelto invece di diseredare me stesso e sposare tua madre. Lei non ne ha idea, e francamente sono spaventato all’idea di dirglielo. Tu, Harry, sei dopo di me l’erede del Trono dei Vampiri. Tuo zio Andrew ne ha preso la reggenza in attesa che tu avessi l’età, ma diffida della sua compagna Victoria. Se non lo avessi saputo avrei giurato che fosse un’arpia. Ad ogni modo, Andrew ti spiegherà tutto e ti aiuterà con la transizione. Nel caso in cui tu non volessi il Trono o una delle tue compagne, se dovessi averne più di una, e volessi rinunciare alla tua eredità, lui capirà e ti aiuterà. Vorrei tanto guardarti crescere e diventare un grande giovane uomo, ma le possibilità che Voldemort permetta a me o a tua madre di farlo sono scarse. Ricorda che ti ameremo per sempre.
Tuo padre,
James.
 
 
Lacrime scorsero sul volto di Harry quando lesse la lettera di nuovo.
Il corvo era rimasto a guardarlo piangere per i suoi genitori. Genitori che non poteva ricordare, non davvero. Il tempo era giunto. Il corvo volò nella stanza e lentamente prese le sembianze di un uomo che assomigliava a cosa Harry avrebbe potuto essere raggiunta la mezza età. Harry nel frattempo  aveva estratto la sua bacchetta e la teneva puntata su di lui.
“Chi sei tu?”
“Finalmente ti incontro. È da quando sei nato che non ti vedo. Sono tuo zio Andrew”. Harry spalancò gli occhi, ma rimase in silenzio.
“Assomigli a James, eccetto per gli occhi. Lily aveva  degli occhi bellissimi. Erano quelli che prima di tutto attrassero James. Potresti essere il primo signore con gli occhi verdi negli ultimi cinquecento anni”.
Harry ritrovò la sua voce e chiese: “Come posso sapere che sei chi dici di essere?”.
Andrew ridacchiò e si sedette sulla sedia della scrivania. “Molto saggio. Credo che la forma di animagus di tuo padre fosse un cervo, lo stesso animale della forma del tuo patronus. Inoltre in quella lettera lì, tuo padre chiama la mia compagna “arpia”. Solo lui l’ha mai chiamata così in faccia. Sebbene questo la descriva molto bene”.
Harry sogghignò. “Bene, allora perché non ho potuto vivere con te? E perché non ho mai incontrato nessuno di voi prima? Silente deve aver saputo qualcosa su di voi”
“In primo luogo, era necessario usare la protezione del sangue di Lily, e secondo, la mia compagna avrebbe potuto provare a ucciderti per fare in modo che uno dei nostri figli potesse salire al trono”
“E’ davvero così schifosa?!”
“Sì”
“Beh, perché non chiedi il divorzio?”
“Quando si è uniti è per la vita e non puoi fare nessun reale danno alla tua compagna. Così sono bloccato. Solo la morte o il tradimento può liberarti dalla tua compagna”
“Mi dispiace”
“Non preoccuparti di questo. Non è colpa tua e non c’è niente che tu possa fare al riguardo. Ora, hai qualche domanda da farmi?”
“Sì, puoi spiegarmi cosa mi succederà?”
“A essere onesti, non sono proprio sicuro di cosa diventerai fino a che non succederà o quando dolore dovrai provare. La transizione di ognuno è differente, ma intendo rimanere durante la tua. Che dovrebbe durare per circa due ore”
“Quando inizierà?”
“A mezzanotte, ma non preoccuparti: nessuno sente o vede che cosa succede. I tuoi zii e i membri dell’Ordine non hanno sanno che io sia qui o che ci siano altri Vampiri di guardia qui fuori. E prima che tu lo chieda, nessuno attaccherà i tuoi amici. Sono qui solo per proteggerti da un possibile attacco dei Mangiamorte di Voldemort”.
Andrew andò avanti a spiegare e gli disse che Harry era l’erede al Trono dei Vampiri e loro Signore. La sua parola è legge. Ogni soggetto che non avesse voluto o potuto risolvere da solo un diverbio avrebbe dovuto far avere a lui il giudizio finale. È anche colui che giudica coloro che infrangono la legge e punisce i colpevoli di un crimine, siano essi Vampiri oppure no. La sua parola è legge e il Ministero ha paura di questo potere. La sua corte e il suo castello sono situati nel Nord dell’Inghilterra sotto una serie di antichi incantesimi di protezione.
 
Mancavano due minuti a mezzanotte e Harry cominciava ad essere nervoso. Quando la sua sveglia suonò la mezzanotte, Harry fu inghiottito da una luce dorata. Sentì il suo corpo stirarsi ed espandersi con un po’ di dolore e gli sembrava di fluttuare a mezz’aria. Improvvisamente la luce sparì, e un nuovo Harry stava in piedi di fronte a suo zio. Andrew aveva pronto uno specchio tra le mani e gli sorrise porgendoglielo.
Harry vide quasi un estraneo restituirgli lo sguardo. I suoi occhi erano ancora color smeraldo ma i suoi capelli erano stati stirati e raggiungevano la metà della sua schiena in lunghezza. Era cresciuto a raggiungere l’altezza di sei piedi e mentre continuava ad essere magro i suoi muscoli e gli addominali erano più tonici. La sua vista era migliorata così tanto che non aveva più bisogno degli occhiali. Che a sua volta gli provocarono un grande piacere nello spezzarli.
“La tua compagna sbaverà”
“Chi è la mia compagna?”
“Lo saprai quando la, o lo, incontrerai. Il loro odore te lo farà capire.”
Harry sperò segretamente che fosse una ragazza; non era mai stato davvero con dei ragazzi. Andrew aveva imballato la sua stanza mentre era in transizione e aveva temporaneamente ridimensionato dei vestiti. Harry si cambiò e controllò due volte per essere sicuro di non lasciare niente indietro. Trovò che suo zio avesse fatto un lavoro molto accurato.
Proprio quando erano pronti per andare, sentirono risuonare una serie di crack, che annunciavano l’arrivo dei Mangiamorte. Suoni di ricambiati incantesimi erano udibili dal di fuori. Senza realmente pensare, Harry corse fuori dalla stanza, giù per le scale e fuori per aiutare, con suo zio proprio dietro di lui. Vide uno dei membri dell’Ordine a terra e altri due provare a combattere contro trenta Mangiamorte, inclusi Bellatrix Lestrange e Lucius Malfoy. Harry vide rosso e cominciò a correre verso i suoi amici, quando con molta sorpresa dei Mangiamorte, un gruppo di Vampiri li circondò e trattenne, ma non prima che gli altri due membri dell’Ordine fossero caduti, inconsapevoli.
Harry raccolse il primo che era caduto. Il suo odore gli fece ribollire il sangue. Era intossicante. Odore di pergamena, inchiostro e orchidee gli invase la mente. Seppe istintivamente che quella era la sua compagna. Rimase scioccato quando realizzò che era Hermione. La sua Hermione. La prese tra le braccia come se fosse fatta di vetro. Andrew dietro di lui gli chiese: “Cosa dobbiamo farne di tutti loro, mio Signore?”
“Porta i membri feriti dell’Ordine dove possono essere medicati e porta i Mangiamorte in prigione fino a che non avrò deciso cosa farne. Abbiamo delle prigioni, vero?!”
“Certo che le abbiamo. Chi è lei?” chiese indicando la ragazza tra le braccia di Harry.
“La mia migliore amica, e la mia compagna.”
“Beh, direi che è ora di portarti a casa” disse Andrew sogghignando e, afferrato il gomito di Harry si smaterializzarono. 

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Beh, il primo capitolo è un po' corto, ma gli altri sono più lunghi quindi... spero che vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito almeno un pochino, sarò felice di leggere i vostri commenti!

Love you all (per chi leggerà <3)
Ronan. 
 

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Capitolo 2
*** Questions and answers ***


Hi folks! Yes, I'm back, ma non vi ci abituate. Sto postando solo perché ho finito di tradurre il capitolo molto in fretta e, considerando che oggi è l'ultimo giorno di vacanza e data la settimana d'inferno che avrò non penso di postare il prossimo capitolo prima di una settimana. 
So.. gli aggiornamenti saranno più regolari possibili. Penso di riuscire ad aggiornare una volta alla settimana, sempre di domenica. 
Ci tengo tantissimo a ringraziare le tre persone che hanno recensito, le due che hanno aggiunto questa storia tra i preferiti e le due che la seguono. 
Un grazie in particolare a dubhe01, che mi scalda il cuore con il suo entusiasmo :')
Ok, basta non rompo più. 
Enjoy the chapter. 

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Il castello sembrava molto più vecchio di Hogwarts, e probabilmente lo era. Arrivati lì Andrew condusse Harry verso la sua camera. Molte persone si

inchinarono al suo passaggio, facendolo arrossire con tutte quelle attenzioni non desiderate. Era molto peggio di quando era arrivato ad Hogwarts.

Arrivarono finalmente ed Harry passò attraverso il salotto arrivando nella camera da letto, dove adagiò Hermione. Un colpo sulla porta aperta rivelò

Andrew accompagnato da un’anziana donna che camminava curva verso il letto.

“Il mio nome è Morgana, mio Signore. Sono la vostra guaritrice e se voi lo permetterete, assisterò la vostra compagna”

“Grazie, potresti anche controllare i miei amici?”

“Sono già stati assistiti” replicò mentre spingeva Harry di lato per cominciare a controllare lo stato di Hermione.
 

Harry la lasciò nelle mani dell’anziana guaritrice e tornò nel salotto antistante dove Andrew lo stava aspettando.

“Zio?”

“Pefavore, chiamami Andrew, mio Signore”

“Solo se tu mi chiami Harry.”

Andrew sorrise. “D’accordo”.

“Cos’è questo posto?”

“E’ l’antica dimora del Signore dei Vampiri e ha ospitato la casata dei Potter e il clan per più di mille anni. È cominciato tutto con la figlia di Godric

Gridondoro. Ha sposato Alfred Potter, un vampiro, e ha dato inizio alla casata dei maghi Vampiri in Inghilterra. Tu sei parte di quella diretta

discendenza. Il Ministero sa di noi, ma non può imporci tasse, multarci o interferire con nessuna cosa che succeda qui, fin da quando questo

castello e il Trono dei Vampiri è stato posto qui, molto più a lungo del Ministero. Non che questo voglia dire che siamo al di fuori della legge, ma

come i folletti, quello che succede qui, qualunque sentenza sia passata, rimane qui e loro non posso interferire.

“Quanti vivono qui e quali sono i loro compiti?”

“Ospitiamo all’incirca cinquecento otto famiglie e servitù. Questi prestano servizio al castello e a te. Alcuni sono tuo guardie personali o servi. Alcuni

cuochi, incaricati delle pulizie o degli affari.  Alcuni sono specializzati in determinati campi come pozioni o la creazione di bacchette, o cose così. Loro

forniscono il castello in cambio di alloggio e protezione. Alcuni vivono qui vicino con i loro parenti o compagni e usano il castello come mercato per gli

affari”.

In quel momento Morgana tornò nel salotto. “Mio Signore, la vostra compagna starà bene e dovrebbe svegliarsi in mattinata”

“Grazie Morgana. Hai tutta la mia gratitudine.”

Lei lo studiò per un minuto e disse: “Diventerete un buon Signore, mio Signore” e lasciò la stanza.

“Non l’ho mai sentita lodare nessuno prima. Diventerai grande e potente”.

Harry arrossì e cambiò velocemente argomento: “Come se la passano i Mangiamorte?”

“Chiedono di essere rilasciati sostenendo che siamo tutti dalla stessa parte”. Harry sbuffò e Andrew continuò: “Qualcuno del clan desidera trarre

nutrimento da loro. Hai qualche obiezione?”

Harry ci pensò per un momento, poi rispose: “No, ma non voglio che siano uccisi o cambiati, e Bellatrix e Lucius non devono essere toccati.” Andrew

annuì.

“C’è uno modo per nutrirsi della loro magia e rimuoverla permanentemente senza ucciderli?”

“In effetti c’è un antico incantesimo  che permette di alimentarsi della magia invece che del sangue di qualcuno, ma non viene utilizzato da almeno

mille anni e solo quelli con intenzioni pure possono usarlo. Avrei bisogno di trovare il testo e verificare le informazioni prima che pensi di poterlo

usare”

“Perfavore, fallo. Ora, che ne dici di me? Intendo, cosa posso o non posso fare, per quanto io sia un Vampiro o una Veela?”

“Penso che per quello che riguarda te lo scopriremo quando sarà necessario o quando le tue emozioni saranno estreme. Probabilmente non avrai

bisogno di nutrirti di sangue molto spesso e non so se avrai ali o no, ma certamente hai i bei tratti di una Veela. Ora lascio a te il resto”.

“Buona notte, Andrew”

“Buona notte, Harry”.


Harry si sistemò sul divano non fidandosi di se stesso abbastanza da dormire vicino ad Hermione. Si rigirò per parecchio tempo preso dai pensieri.

Cosa avrebbe dovuto fare ora con Hermione e il loro essere compagni? È abbastanza per sconvolgere la mente. L’avrebbe lasciata libera di

scegliere, senza forzarla ad accettarlo come sapeva di potere. La rispettava troppo per quello. Se non avesse voluto essere la sua compagna allora

avrebbe attraversato quel ponte quando fosse arrivato ad esso.*

Un paio di ore dopo Harry fu svegliato da una donna Vampiro. Si presentò come Meghan ed era la personale cameriera. Era suo dovere mantenere

la sua camera in ordine e se lui non fosse stato contento del suo servizio un altro l’avrebbe sostituita. Era inoltre tenuta a rispettare un voto segreto

che non avrebbe potuto farle rivelare nulla di ciò che veniva detto o visto nella sua camera privata. Rompere quel voto significava la morte. Meghan lo

lasciò per portare il vassoio della colazione a lui e a Hermione, mentre Harry andò a svegliare quest’ultima.

Hermione si stava giusto svegliando quando Harry fece il suo ingresso. Poteva vedere la vagonata di diverse emozioni sul suo viso. Curiosità,

sollievo, e paura che conversero tutte in una quando vide Harry.

“Assomigli a Harry Potter”

“Questo perché io sono Harry, Hermione”.

La sua mascella si aprì di scatto e rimase congelata davanti a lui. “Sei meraviglioso”, disse senza riflettere e subito si coprì la bocca arrossendo

furiosamente. Harry rise. La curiosità aveva comunque vinto perché immediatamente chiese cosa gli fosse successo.

Harry gli spiegò della lettera, della transizione, dell’attacco dei Mangiamorte e della sua compagna trovata. Lei ascoltò tutti con molta attenzione,

accertandosi di non essersi persa nessun dettaglio. Fu sorpresa di scoprire che Harry avesse trovato la sua compagna così presto e si domandò chi

fosse, sapendo che non tutte le coppie erano formate da uomini e donne.
 

“Quindi, chi è la persona fortunata?”

“Uhm, mi prometti che non volerai fuori da quella maniglia** o altro? La mia compagna... sembra che la conosca da sei anni ed è una ragazza. È

intelligente e divertente e ad essere completamente onesti sono stato molto sorpreso nel capire chi fosse”

Hermione si sentì arrabbiata perché pensò che stesse parlando di Ginny, non di lei. Oh, quando desiderava che fosse lei, invece.

“Vuoi dirmi chi è o devo tirare a indovinare?!”.

Harry rise di nuovo. Sembrava quasi che Hermione fosse gelosa o qualcosa del genere. Sperò davvero che lo fosse.

“Non ti farò tirare a indovinare ma sei… tu.”

Aspettò l’esplosione. Hermione semplicemente sbatté le palpebre. Non aveva appena detto che fosse lei, vero?! La gioia eruppe dentro di lei ma

mantenne neutro il suo tono di voce.

“Io?! Sei sicuro?”

“Più sicuro che posso, ma non ti farò pressioni o altro. La decisione di essere o no compagni è tua. Se non lo vuoi o se ti senti a disagio all’idea

capirò e ti lascerò sola, anche se mi uccide. Ora, penso che la colazione sia pronta. Ti piacerebbe seguirmi nell’altra stanza?”
 

Harry presa la sua mano per aiutarla e condurla in salotto. Lei ammirò la camera. Era caratterizzata  da un color verde salvia e mobili in quercia.

Semplice ma elegante. Il salotto era un po’ più elegante, in oro e avorio e più francese, all’apparenza. Mentre mangiavano, parlarono di tutto tranne

che della questione del legame.

Discussero lungamente sull’opportunità o meno che Hogwarts non aprisse affatto, sulla ricerca degli Horcrux e quale sarebbe stata la reazione di

tutti quando li avessero trovati.

Quando finirono, Meghan apparve per riprendere i vassoi e per mostrare a Hermione il bagno e rimediarle qualche vestito pulito da indossare.
 

Quando Meghan se ne andò, Andrew arrivò con la sua famiglia.

“Harry, questa è la mia compagna Victoria e i nostri figli, Nicholas, Nicola e Nathaniel”. Harry si chinò e baciò le guance di sua zia. Aveva visto lo

sguardo di puro odio nei suoi occhi prima che potesse coprirlo del tutto. Stringendo le mani dei suoi cugini e baciando quella di sua cugina non poté

farsi un’ opinione su di loro, ma sua zia era qualcuno da aggirare cautamente. Nicola sembrò provare a flirtare leggermente con lui, un’ altra cosa

che avrebbe voluto vedere, non che avesse voluto fare nulla da quando aveva scoperto la sua compagna.

Di fronte alla sua famiglia, Andrew gli porse la scatola di un anello e disse: “Questo è l’anello dei Potter. Mettilo alla mano destra. Può stare lì fino a

che tu e la tua compagna non vi sarete legati, quindi puoi metterlo alla sinistra come un anello matrimoniale. La tua compagna ne riceverà una

versione più piccola che la proteggerà dall’essere danneggiata da qualcuno nel nostro clan e le permetterà di fare le tue veci se necessario”.

Victoria lo guardò livida ma lo nascose velocemente quando Harry si mise l’anello alla mano destra. Gli altri lo lasciarono dopo aver testimoniato alla

ricezione dell’anello, lasciando Andrew solo con Harry.

“Ho trovato il testo di cui abbiamo parlato. L’incantesimo può essere usato solo da un mago o una strega Vampiro. È usato solo per prosciugare la

magia di una persona malvagia o qualcuno che ha usato la magia nera. Può essere fatto solo con puri intenti, altrimenti non funziona.”

“Cosa succede alla magia una volta rimossa dalla persona?”

“E’ assorbita dal Vampiro, come il sangue. Questo non cambierà la loro magia. Invece agisce come il sangue, quindi non avranno bisogno di berne

per un po’, forse anche un mese. Inoltre, che mi dici dei membri dell’Ordine? Cosa farai con loro?”

“Portali qui, ma non dirgli chi sono, voglio l’elemento sorpresa”.

Andrew uscì per parlare con una delle guardie, quando Hermione entrò indossando vestiti rosso sangue. I suoi capelli, che Meghan era in qualche

modo riuscita a domare erano lisci e lucidi. Sembrava ancora più bella di quanto lo fosse per il Ballo del Ceppo.

“Sei bellissima” disse quietamente facendola arrossire. La conosceva così bene da poter dire quanto fosse nervosa e anche un po’ spaventata.

“Non c’è motivo di essere nervosi, sono sempre io. Solo Harry”.

Questo produsse una risatina e un sorriso. Anche Meghan sorrise alla reazione, come se avesse sistemato la stanza. Andrew tornò portando due

lettere recanti lo stemma di Hogwarts. Si inchinò leggermente a Hermione.

“Hermione, questo è mio zio Andrew. Andrew, questa è la mia migliore amica e possibile compagna, se lo vorrà, Hermione”.

Gli occhi di Andrew si spalancarono a sentire cosa Harry stesse dicendo. Stava permettendo che la giovane ragazza decidesse di accettare o

rifiutare. Non molte persone avrebbero fatto lo stesso. Doveva essere amore. Si avvicinò a lei e si inchinò baciandole la mano.

“Sono onorato di fare la sua conoscenza mia Signora, perfavore, chiamami Andrew”

“Solo se mi chiami Hermione.”

“Tu mi onori, Hermione”. Lei arrossì.

“Ho le vostre lettere da Hogwarts”, disse porgendole a Harry.

“Grazie. Ora che sei qui, avremmo delle domande circa il legame.”

“Naturalmente. Cosa vorresti sapere?”

“Vorrei sapere la natura del legame e circa l’attuale cerimonia, se deciderò di farlo” rispose Hermione, sedendosi su uno dei divani. Andrew si

sedette di fronte a lei quando glielo indicò, mentre Harry si sedette accanto a lei, più vicino che poté.

“Il legame è unico per ogni coppia. Si sviluppa negli anni con fiducia, comprensione e amore. Quelli che non ottengono questo sono infelici nel loro

legame, ma non c’è via d’uscita una volta che sei legato se non la morte o il tradimento. Data la vostra già esistente amicizia e la fiducia che

condividete, il vostro legame potrebbe essere molto forte, anche senza amore. Per quanto riguarda la cerimonia è un semplice legame, simile al

matrimonio, ma richiede il mischiarsi di sangue. Un taglio sul palmo dovrebbe permettere al sangue di mischiarsi quando vi tenete per mano.

Dovrebbe esserti permesso, Hermione, di avere una vita più lunga e crescerai in modo comparabile a Harry, che crescerà più lentamente ora che ha

l’età. Dovreste essere in grado di leggervi i pensieri a vicenda. E potrete avere figli, che cresceranno normalmente fino a che non riceveranno la

venuta dell’età della transizione. Tu, Harry non avrai una vita più lunga della mia, dato il tuo sangue umano. Inoltre Harry potrebbe scoprire di avere

altre compagne, potresti scegliere di non legarti a lui. Ma se lo fai, devi figurarti la possibilità che ci sia un’altra là fuori e che occorra un legame.

Hermione, se ti leghi, saresti la sua prima compagna e porteresti il titolo di Signora dei Vampiri. Hai altre domande?”

“Non per il momento, Andrew. Ti ringrazio, sei stato molto d’aiuto.”

“Hai parlato come una vera signora. Non dimenticarti dei prigionieri, Harry, e i tuoi amici dell’Ordine saranno qui in mezzora”

“Grazie, Andrew”. Andrew uscì, lasciando la coppia da sola.

 

“Harry, di cosa stava parlando? Quali prigionieri?”

“I Mangiamorte che sono stati catturati quando sono cambiato e tu sei stata ferita, ma non preoccuparti di questo”.

Hermione annuì, quindi gli si avvicinò un po’ e gli chiese: “Come hai capito che fossi io la tua compagna?”

“Il tuo odore. Dopo essere cambiato, ho sentito il sangue che ribolliva. Continua a farlo quando sono vicino a te. Posso controllarlo per ora, ma non

so per quanto a lungo potrò continuare così.”

“Posso baciarti?” chiese soffiandolo sulle sue labbra. Harry annuì, non fidandosi della sua voce. Hermione pose gentilmente le sue labbra sulle sue.

Harry non voleva nulla di più che stringerla tra le braccia e baciarla senza nessun senso***, ma le aveva permesso il controllo del bacio sapendo che

questo l’avrebbe aiutata a fare ordine nella testa. Il baciò terminò con un “wow”. Lei si tirò indietro per guardarlo, le guance arrossate.

“Stavi lottando contro te stesso, non è vero? Per lasciarmi il controllo?”

“Sì, l’ho fatto. Non voglio spaventarti o disturbarti in nessun modo. Questa è la tua decisione. Non ti farò pressioni, non insisterò se rifiuterai, ma tutto

me stesso vuole che tu dica di sì.”

“Permetterai ai miei genitori di venire a farmi visita?”

“Certo. Potranno rimanere finché vorranno e ti garantisco che non verrà fatto loro del male”.

Hermione lo baciò di nuovo facendo ribollire il suo sangue. Questa volta, però, la strinse più forte, come se non volesse che finisse mai. Quando si

separarono per prendere aria, Hermione sospirò e disse: “Penso che accetterò la sua proposta, Signor Potter.”

Harry sorrise. “Sei assolutamente sicura che sia ciò che vuoi?”

Hermione semplicemente lo baciò di nuovo.

“Che ne pensi di celebrare il legame stanotte? C’è la luna nuova, quale modo migliore per iniziare una nuova vita che con la luna nuova? Puoi

mandare qualcuno a chiamare i miei genitori, perfavore? Mi piacerebbe averli qui.”

Harry si alzò in piedi e la abbracciò stretta.

“Scrivi un messaggio e Andrew troverà qualcuno a cui affidarlo che porti qui i tuoi genitori”.

Hermione si sedette e cominciò a scrivere il suo messaggio proprio mentre Meghan tornava con Andrew, Lunastorta e Tonks. Gli ultimi due erano

sorpresi di vedere Hermione seduta e impegnata a scrivere mentre un alto giovane uomo aspettava che loro lo notassero. Il giovane sembrava

familiare ad entrambi, specialmente a Lunastorta, che avrebbe potuto giurare di sentire l’odore di Harry nella stanza, ma non lo vedeva da nessuna

parte.

Alla fine, però, capirono.

“Piccolo, sei tu? Cosa è successo?”

Harry chiese loro di sedersi e cominciò a spiegare loro l’accaduto.

 

“Ma Lunastorta, non voglio che nessun altro lo sappia, ancora. Questo potrebbe essere un vantaggio contro Voldemort.”

“E Hermione? Lei cosa c’entra con tutto questo?”

“Hermione è la mia compagna e noi vorremmo legarci. Stanotte. Andrew, potresti occuparti di tutto il necessario e portare il messaggio di Hermione

ai suoi genitori? Perfavore, trova qualcuno che li porti qui. Sono sotto la mia protezione, come Lunastorta e Tonks. Inoltre, riunisci i Mangiamorte nella

sala delle udienze. Voglio che sia fatto entro un’ora, perfavore.”

“Sarà fatto. E congratulazioni.”

 

“Quindi, ‘Mio Signore’, voi due state progettando di tornare a Hogwarts?”, chiese un divertito Lunastorta.

“Veramente non ne abbiamo ancora discusso, ma so che Hermione vuole tornarci e io non penso davvero di poterle stare lontano per così tanto,

quindi penso che lo faremo.”

“Che mi dici della ‘ricerca’?”, chiese Hermione.

“Credo che i Vampiri potranno aiutarci in questo, amore. Lunastorta, potresti rimanere con me stanotte per la cerimonia del legame?”

“Ne sarei onorato.”

“Tonks, farai la stessa cosa per me?”, chiese Hermione.

“Beh, perché no. Potrebbe dare a questo qua qualche idea e agire di conseguenza”. La frecciata causò il rossore del più vecchio e la risata dei due

giovani.

“Meghan, potresti preparare le stane per Lunastorta, Tonks e i genitori di Hermione, perfavore?”

“Certo, mio signore. Se voleste seguirmi” e condusse la coppia fuori della stanza.

 

Harry si girò verso Hermione e l’abbracciò.

“Tonerò tra poco. Devo procedere con quello che riguarda i Mangiamorte. Perché non dai un’occhiata alle nostre lettere e a ciò di cui abbiamo

bisogno per il nuovo trimeste?”

“D’accordo, ma fa attenzione, e non perdere la pazienza con loro.”

Sapeva che si stesse riferendo in particolare a Malfoy e Bellatrix. Hermione lo baciò gentilmente sulle labbra. Questa volta, Harry lasciò parte del suo

controllo da parte e approfondì il bacio facendola gemere. Fu necessaria tutta la sua volontà per staccarsi da lei e lasciare la stanza.
 
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*la frase originale è “the, he would cross that bridge when he came to it”. Dovrebbe stare a significare il superare l’ostacolo nel momento in cui esso si presenta, un po’ come il nostro “non fasciarsi la testa prima di essersela rotta”. Ho preferito tradurlo il più letteralmente possibile pensando che fosse comunque comprensibile.
** anche qui, ho avuto delle incertezze su come tradurre la frase, che è “you won’t fly off the
Handle”. Dovrebbe essere, in una traduzione molto libera, “correre via”, ma ho preferito lasciarla così com’è.
*** la parola è “senseless”
Per una traduzione alternativa o consigli contattatemi. Sarò sempre felice di accettarli.
 

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Capitolo 3
*** A little revenge and Bondmates ***


Hey there, folks! 
Ce l'ho fatta! Incredibile ma vero, sto già lavorando sui capitoli successivi a questo, so.. il capitolo è pronto! 
Also, *pubblicitàtime* sto traducendo una FF di Glee (Klaine). Se qualcuno fosse interessato mi contatti, non mi va di inserire il link dove non c'entra nulla. 
Quindi, ciancio alle bande, ringrazio le quattro persone che hanno recensito, le quattro che seguono e le tre che preferiscono. Mi fate sentire un po' meno inutile. Ringrazio anche i lettori silenziosi, visto che sono più di quelli che mi aspettassi!
Thank you! 
Dubhe01, è inutile, sei la mia musa ispiratrice :3

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Quando Harry uscì dalla camera, notò due guardie fuori dalla porta, che cominciarono a seguirlo non appena cominciò a camminare per il corridoio.

Harry si fermò e gli chiese gentilmente di fare la guardia alla sua camera a alla sua futura compagna. Questi ritornarono al loro posto, onorati per

l’importante incarico ricevuto. Andrew comparve giusto nel momento in cui Harry stava cercando di capire da che parte andare.

Mentre lo conduceva verso la stanza delle udienze, Harry disse: “Voglio essere sul posto prima che ai Mangiamorte sia permesso di entrare, e vorrei

una qualche specie di ombra che non permetta loro la vista del mio viso. Non voglio che vedano chi sono. Raduna i Vampiri di cui ti fidi per fare

l’incantesimo senza abusare del privilegio. Ricordagli di non toccare Lucius Malfoy o Bellatrix Lestrange. Mi occuperò personalmente di loro.”

 

Arrivati nella sala, Harry si sedette sul trono. Immediatamente un’ombra calò intorno a buona parte del suo corpo, lasciando solo la parte inferiore

delle gambe e gli stivali. I primi ad entrare furono i Vampiri, ed Harry fu sorpreso di vedere i suoi cugini Nicholas e Nathaniel in mezzo a loro. Ognuno

di loro si inchinò davanti ad Harry prima di porsi contro i muri, fuori dalla portata dei prigionieri. Un paio di minuti dopo, Andrew tornò con i

Mangiamorte. Allo sguardo, molti di loro erano stati usati come nutrimento parecchie volte e sembravano spaventati. Due di loro no. Stavano al centro

della stanza mentre Andrew continuava ad avanzare verso il trono. Solo allora si accorsero che c’era qualcuno seduto lì.

“Che cosa significa tutto questo? Vi ho già ordinato di rilasciarci una volta. Siamo dalla stessa parte e il Signore Oscuro non sarà felice di venirlo a

sapere.” Disse Malfoy sogghignando.

“Non hai il diritto di ordinare nulla, Malfoy. Tutti voi siete colpevoli di tortura, morte e lesioni permanenti”, disse Harry, la voce carica di forza.

“Chi sei tu per fare giudizi su di noi? Noi serviamo lo stesso Signore. Questo è tradimento nei suoi confronti.”

“Voldermort non è il mio Signore. Non l’ho mai servito e mai lo farò. Questo non è tradimento, dato che non sarò mai suo alleato. Dove tu possa aver

concepito l’idea che ci potesse essere una sorta di alleanza tra noi e lui non lo so, forse perché non vi abbiamo mai fermato prima, ma adesso tutto

questo cambierà. Non mi piacete voi o il vostro Signore Oscuro e mai sarà il contrario.”

Lucius fece per parlare nuovamente, ma non ebbe voce a lungo, poiché Harry urlò : “Silenzio”.

“Ciascuno di voi è riconosciuto colpevole, e come condanna ciascuno di voi perderà qualcosa in cambio dei vostri crimini.”

Tutti impallidirono sentendo quelle parole, ciascuno pensando di poter morire, essere torturato, messo in prigione o magari fatto schiavo.

“Ciascuno di voi perderà la propria magia e diventerà un non magico, in modo che non possiate più usarla per ferire qualcun altro. Nell’eventualità

che qualcuno continui a seguire Voldemort e perseguiti nel commettere crimini come avete fatto in passato, mi assicurerò che voi non vedrete mai

più un altro giorno. Membri del clan, scegliete la vostra vittima, ma ricordate: Malfoy e Lestrange devono essere lasciati.”

Sembrò come se uno squalo si stesse nutrendo freneticamente. Ogni vampiro mormorò l’incantesimo e succhiò la magia dai Mangiamorte,

prosciugandoli completamente, compreso il nucleo magico. Ora non avrebbero mai più potuto disporre della magia. Quando tutto finì, Harry ordinò

che fossero riportati a Voldemort vivi. I Vampiri condussero i nuovi non magici fuori della sala, lasciando Harry, Andrew, Lucius e Bellatrix soli.

“Andrew, puoi nutrirti della magia di Lucius, se lo desideri.”

Andrew annuì e sogghignò malvagiamente alla sua preda. Lucius non ebbe la minima possibilità contro la forza del Vampiro e, una volta ascoltato

l’incantesimo sussurrato, sentì la magia prosciugarsi. In un paio di minuti, il capo della famiglia Malfoy era ridotto a un non magico. Due guardie

tornarono per condurlo via, mentre questo urlava che avrebbe avuto la sua vendetta.

Quando la porta si chiuse dietro di loro, Harry si fermò di fronte a Bellatrix. La sua rabbia era evidente e innescò i canini da Vampiro e le ali da Veela.

La sua voce era stridente per le emozioni quando disse: “Tu, Trixie, sei colpevole della morte di Sirius Black, e pagherai”.

Questa apparve come la donna insana che era e sorrise di un sorriso contorto.

“Quindi il piccolo Potter vuole giocare con i grandi, adesso.”

Non lo vide nemmeno muoversi. Sentì il morso che le portò via la magia, ma non si aspettava un secondo morso, dall’altro lato del collo, da dove

Harry bevve il suo sangue.

Ma Harry si rifiutò di chiudere la ferita, e in pochi minuti, Bellatrix sanguinava mortalmente di fronte al nemico del suo Signore.

Harry vacillò sui suoi piedi e Andrew lo aiutò a sedersi sul trono.

“Hai bevuto troppo. Rilassati. Le vertigini dovrebbero sparire in pochi minuti.”

Suo zio ghignò. “Beh, questo potrebbe essere un bel problema, nei piano dell’Oscuro Signore. Penso di aver avuto ragione. Le tue emozioni causano

l’apparire dei tuoi tratti. Stanotte sarà molto interessante per te.”

Harry arrossì pensando a cosa Andrew si stesse riferendo.

“Pensi che potrei perdere il controllo e ferire Hermione?”

“Hai perso il controllo, adesso?”

“No.”

“Quindi non credo che lo farai. Potresti accidentalmente rivelare i tuoi tratti, stanotte, ma dubito seriamente che vorrai nutrirti di Hermione dopo tutto

questo.”

 

I due discussero su cosa fare con il resto dei Mangiamorte.

“Saranno trattati nello stesso modo. Qualsiasi membro del clan può catturare un Mangiamorte, ma non può nutrirsene o ferirlo senza che io ne sia a

conoscenza. Qualsiasi Mangiamorte che non avesse imparato la lezione la prima volta sarà nuovamente catturato. Se li troverò colpevoli saranno di

proprietà del membro del clan che li ha catturati, che potrà farne ciò che vuole, ma sarà meglio che tutti mostrino clemenza. Non voglio che le

persone siano catturate soltanto per diffondere terrore.”

“E’ più che giusto.”

“Ci sono, inoltre, tre Mangiamorte in particolare che voglio siano catturati. Severus Piton, Draco Malfoy e Piter Minus, più comunemente noto come

Codaliscia. Offrirò una ricompensa al Vampiro che li avrà catturati, ma li voglio vivi e illesi, se possibile. Voglio occuparmi di loro personalmente.”

“Manderò l’ordine per la loro cattura.”

“C’è qualcos’altro che vorrei che il clan cercasse.” E gli parlò degli Horcrux. Quelli che erano stati distrutti e quelli che conoscevano.

“Non so cosa siano gli altri due. Silente credeva che uno dei due fosse Nagini, il serpente di Voldemort, quindi è una possibilità. Credeva anche che

l’altro fosse qualcosa di Corvonero o Grifondoro, ma più probabilmente Corvonero.”

“Manderò delle persone in mattinata per vedere cosa può essere scoperto.”

“Andrew, quando io e Hermione torneremo ad Hogwarts voglio che tu faccia le mie veci qui, controllando le questioni di tutti i giorni. Mi fido di te.

Contattami se dovesse esserci qualcosa che ho bisogno di sapere e usa il tuo giudizio. Hai fatto un lavoro fantastico prima che io raggiungessi l’età

di transizione.”

“Grazie, mio Signore. Perché non vai a prepararti per il tuo legame di stasera?”

 

I genitori di Hermione erano arrivati e stavano parlando con lei in privato, nonostante la sua guardia avesse mandato a dire a Harry che suo padre

voleva parlare con lui prima della cerimonia. Harry pensò che tanto valeva farla finita. Mandò Meghan per portargli il suo futuro suocero appena

avesse raggiunto la propria stanza. Con tutto il suo nuovo potere e le nuove abilità, Harry aveva paura di un umano, più nello specifico, del padre di

Hermione. Appena l’uomo entrò nella camera, Harry si mise sulla difensiva.

“Quindi, tu sei quello che vuole sposare mia figlia? Lei ha parlato di te molte volte, prima che potessi incontrarti.”

Guardando Harry più da vicino continuò: “Ho sempre saputo che si sarebbe innamorata di te, invece che dell’altro. Solo promettimi che la

proteggerai, la adorerai e la amerai e io non ti farò del male. Se mai la farai soffrire nessun potere sulla terra potrà salvarti da me.”

“Ha la mia parola che nessun male capiterà a sua figlia per mano mia o di qualcun altro in questo clan. Lei le ha spiegato perché stiamo facendo

questo ora, vero?”

“Sì, mi ha parlato della storia del legame e francamente sono sorpreso che voi due non vi foste messi insieme prima.”

“Questo è perché non maschio e stupido e non riesco a vedere qualcosa che è di fronte a me”, sbuffò Harry.

“Beh, non lasciare che lei senta che lo stai dicendo ad alta voce e che lo hai realizzato così presto. Non ci sarà modo in cui potrai vivere in pace con

lei se lo farai. Mi ci sono voluti anni per capirlo e continuo ad avere problemi.”

I due continuarono a parlare anche dopo che Lunastorta si fu unito a loro. Entrambi aiutarono Harry a prepararsi per la cerimonia, maggiormente

cercando di calmare i suoi nervi da quando a un certo punto aveva spiegato le ali per il nervosismo.

“Devi calmarti, piccolo. Potresti accidentalmente cominciare a volare verso la luna, o peggio”, ridacchiò Lunastorta.

“Beh, non dovrai mai preoccuparti dei biglietti aerei con quelle ali. Ho sempre voluto vedere l’America”, aggiunse il signor Granger, ghignando. Harry

cercò di calmarsi.

Finalmente, Andrew arrivò per scortare Harry alla cappella e il signor Granger lo lasciò per scortare sua figlia verso il suo nuovo marito.

 

La cappella era gremita di sostenitori e curiosi. Non succedeva tutti i giorni che il Signore dei Vampiri si legasse, figuriamoci con un’umana.

Dovevano essere passati almeno cinquecento anni dall’ultima volta. Harry si guardò intorno mentre camminava verso l’altare. Mormorii

raggiungevano le sue orecchie su quanto bello fosse il suo abito da cerimonia. Era interamente vestito di nero, dalla camicia di seta ai pantaloni, gli

stivali e il mantello, mentre il capelli erano stati tirati indietro in una coda di cavallo. Quando si avvicinò all’altare, sentì la presenza di qualcosa di

malvagio scoprì provenisse dal pugnale cerimoniale che era posto lì. Harry era quasi certo che qualcuno lo avesse manomesso e dovette esercitare

una grande quantità di controllo sulla sua rabbia. Si avvicinò ad Andrew, in modo da non destare sospetti. “Qualcuno ha manomesso il pugnale. È

possibile usarne un altro per la cerimonia?”

Gli occhi di Andrew si spalancarono, ma rispose: “Sì, come Signore hai l’opzione di usare il tuo personale pugnale. Quello che stai indossando. Farò

sapere al Profeta che userai questo, invece di quello cerimoniale.”

Andrew lo lasciò per parlare con il Profeta, il Vampiro che assisteva ai legami e alle benedizioni del clan.

Lunastorta lo raggiunse ed entrambi si girarono verso la porta. Tonks entrò per prima, vestita completamente di nero, e subito dietro di  lei c’era una

visione in bianco. L’angelo personale di Harry era scortato lungo la navata dal padre. La pelle rivelata sotto il vestito mandò una vampata di calore

dritto all’inguine di Harry, che si chiese se il vestito le fosse stato magicamente posto addosso o cucito sulla pelle.

Hermione si fermò accanto a lui ed entrambi rivolsero la loro attenzione all’altare, dove un anziano Vampiro stava in piedi.

“Membri del clan dei Potter, siamo qui riuniti per testimoniare il legame tra il nostro Signore e la sua compagna. Entrambi hanno acconsentito al

legame e non lasceranno che nessuno osi sfidarlo.”

Tendendo le mani, il Profeta chiese silenziosamente a Harry il pugnale.

“Mio Signore, la vostra mano sinistra, perfavore.”

Harry gliela tese, il palmo rivolto verso l’alto. Sentì a mala pena il taglio che era stato fatto.

“Mia Signora, la vostra mano destra, perfavore”, e così dicendo tagliò anche la sua. Quindi prese entrambi i palmi tagliati e li unì insieme, quindi lì

legò con un cordone di seta nera.

“Che il vostro sangue si mescoli e diventi uno solo, così i vostri corpi, le vostre menti e le vostre anime. Mia Signora, vorreste rimuovere l’anello del

mio Signore dalla mano destra e metterlo alla sinistra?”

La mano di Hermione tremava leggermente mentre faceva ciò che gli era stato detto.

“Mio signore, vorreste porre l’anello sulla mano sinistra della mia Signora?”

Harry prese l’anello da Lunastorta e fece come richiesto.

“Mio Signore e Signora, ora potete baciarvi e sigillare la vostra unione.”

Mentre si baciavano, il Profeta diede la sua finale benedizione: “Sia questa unione benedetta con l’amore, i figli e la vita”. Terminarono il bacio e si

girarono verso la folla adorante.

Andrew, Victoria e i loro figli condussero la processione nella sala da pranzo per il banchetto nuziale. Harry dovette lavorare sul suo controllo per tutta

la durata della cena. Il suo istinto gli stava urlando di prendere la sua compagna e completare il legame, ponendo fine a quella tortura, mentre la sua

mente gli suggeriva di tenere duro un altro po’. Si stava domandando chi, alla fine, avrebbe vinto. Finalmente, Hermione gli si avvicinò e gli sussurrò

all’orecchio: “Sono pronta per andare, amore, quando vuoi”. Harry non rispose, semplicemente si alzò in piedi, afferrò la sua mano e la tirò a sé

mentre lasciavano la sala diretti ai loro appartamenti. Nessuno li vide per tre giorni.

 

Quando finalmente riemersero, Harry ricevette un bel po’ di battutine da parte di Lunastorta e di Andrew.

“Era impressionata dalle ali?”, lo stuzzicò Lunastorta. Harry arrossì furiosamente, ma non rispose, facendo ridere a crepapelle gli altri due.

“Comunque, hai mostrato molta più riservatezza di molti, incluso me stesso. Molti sono rimasti impressionati”, disse Andrew. Harry arrossì di nuovo

e cambiò velocemente argomento.

“Hermione e io vorremmo andare a Diagon Alley domani. Abbiamo un sacco di cose da fare prima dell’inizio del trimestre, compreso andare alla

Gringott per la mia eredità.”

“Sono stato sorpreso del fatto che tu non l’abbia chiesto prima, tuttavia assemblerò la guardia d’onore per voi. Inoltre, ti suggerisco di assumere un

assistente personale per gestire la tuo corrispondenza e gli appuntamenti.”

“Hai qualcuno in mente?”

“In effetti sì. Si chiama Christopher Clarke, il mio figlioccio. Non è né un Vampiro, né una Veela. Il suo sangue è umano.”

“Bene, ma voglio incontrarlo.”

“Lo fermerò più tardi”

“Andrew, voglio che tu abbia il titolo di Consulente. Hai visto molte cose e vorrei il tuo parere sulle questioni. Dammi solo la tua onestà e lavoreremo

bene. Se hai qualcosa da dire, dilla e basta. Hai anni alle spalle di cose fatte, viste, ed esperienza ed è molto importante per me.”

“Mi onori molto più di quanto tu creda, Harry.”

“Vorrei tanto sapere dov’è la tua amabile compagna. È la prima volta che non la vedo al tuo fianco dal legame”, intervenne Remus, rivolgendosi ad

Harry.

“Passa la giornata con i suoi genitori prima che tornino a Londra, il che mi ricorda che voglio una guarda che controlli la casa dei Granger e tutto

quello che riguarda loro fino a che Voldemort non sarà morto. Fai in modo che facciano una rotazione ogni poche ore e che nessuno debba

adempiere al suo compito per due giorni di seguito.”

“Me ne occuperò personalmente.”

“Che cosa hai scoperto riguardo il pugnale?”

La faccia di Andrew si oscurò dalla rabbia e rispose: “Apparentemente, era stato manomesso con una pozione nociva per gli umani e per i Vampiri.

Entrambi sareste dovuti morire pochi minuti dopo averlo usato. Molte poche persone hanno accesso al pugnale cerimoniale e solo un esperto

pozionista avrebbe potuto preparare una pozione in modo così preciso. Sta venendo esaminato proprio mentre parliamo.”

“Odio doverlo fare, ma penso che ogni persona di questo castello debba essere controllata per assicurarci che non abbia il Marchio Nero. Ricordo

quando Lucius Malfoy disse che siamo dalla stessa parte, e che il Signore Oscuro non sarebbe stato felice di questo tradimento. Hanno un contatto

qui, e sono pronto a scommettere che sia la stessa persona che ha avvelenato il pugnale. Piton potrebbe averla preparata.”

Sia Remus che Andrew sembrarono sorpresi. Nessuno di loro aveva pensato una cosa del genere, ma sembrava avere senso.

“Controllerò tutti personalmente, Harry. Ad essere onesti, non avrei mai pensato una cosa del genere, ma ciò che dici ha senso ed è una possibilità.

Non so come ho potuto perdermelo”

 

Più tardi quel giorno, Andrew, con l’aiuto di Remus cominciò le ispezioni. Mentre Hermione era ancora occupata con i suoi genitori, Harry chiese a

Meghan di mostrargli una torre del castello, dopo che fosse stata ispezionata da Andrew. Trovò il castello molto intrigante e prese nota di dove

fossero certe stanze e di alcuni miglioramenti che gli erano venuti in mente e di cui non voleva dimenticarsi.

Finirono il giro e Harry tornò nella stanza del Signore trovandoci il suo nuovo assistente, Christopher, che lo aspettava. Harry condusse il giovane

nello studio e gli chiese di parlargli di se stesso. Scoprì che Christopher era un non magico nato in una famiglia di purosangue. Era stato

abbandonato dalla sua famiglia a undici anni perché non era stato ammesso in nessuna scuola di magia. Andrew, come suo patrigno, lo aveva

salvato. Aveva pagato per la sua educazione in una prestigiosa scuola babbana e che Christopher era tornato lì dopo la laurea per aiutare dove fosse

necessario. Era solo cinque anni più vecchio di Harry ed era attualmente single. Tuttavia, aveva messo gli occhi su qualcuno, ma non volle dirgli su

chi. A Harry piaceva e lo rispettava. Gli ricordava se stesso, per certi versi e glielo disse.

“Penso che potremo lavorare bene insieme. Sono sicuro che tu sappia cosa questa posizione richieda e ti lascerò fare il tuo lavoro senza

interferenze. Sei consapevole che io e la mia compagna torneremo ad Hogwarts per il nostro ultimo anno. Avrò bisogno di aggiornamenti settimanali

su tutto quello che succede nel castello e nel villaggio. Ho fatto Andrew mio Consulente, quindi sarà lui a mandarti le informazioni. Hai qualche

esperienza nella contabilità?” Christopher scosse la testa.

“Va bene. Vedrò se sarà possibile assumere uno dei folletti della Gringott per amministrare le finanze. Hermione e io andremo a Diagon Alley

domani, e vorrei che tu mi accompagnassi. E Christopher, chiamami Harry.”

“Certamente, Harry, ma ovviamente dovrò chiamarti ‘Signore’ quando gli altri sono presenti.”

“Potrai chiamarmi Harry quando Hermione, Andrew o Meghan sono presenti.”

Hermione entrò mentre leggeva le loro liste un’altra volta.

“Scusami, non sapevo che fossi impegnato, Harry.”

“Non c’è problema, amore. Questo è Christopher, il mio nuovo assistenze. Christopher, questa è la mia compagna e migliore amica Hermione,

Signora dei Vampiri.”

“E’ un onore conoscervi, mia Signora”, disse Christopher inchinandosi e baciandole la mano.

“L’onore è mio, ma perfavore, chiamami Hermione.”

“Un altro onore. Lo farò con il permesso del mio Signore e con le stesse condizioni che per lui.”

Harry annuì e sogghignò vedendo Hermione arrossire.

“Penso che ci sia una piccola stanza affianco a questa che potrebbe servire come ufficio per te e un possibile assistente per Hermione. Conosci

qualcuno che potrebbe assumere la posizione e che potrebbe lavorare con lei?”

“C’è qualcuno che conosco che sarebbe perfetto per quel posto. Le manderò un gufo e organizzerò un incontro per voi.”

“Eccellente. Perché non dai un’occhiata alla stanca affianco e usi chi e cosa vuoi per sistemare il tuo ufficio e mettere una porta tra le due camere?

Tutto ciò che non abbiamo e che serve possiamo comprarlo domani, mentre siamo a Diagon Alley.”

“Sì, Harry.”, rispose e li lasciò per fare ciò che gli era stato detto. Non appena furono soli, Harry prese Hermione tra le braccia e la baciò. Tra un bacio

e l’altro, lei disse: “E’ una buona cosa essere stati fatti Signore se possiamo avere una stanza tutta per noi.”

“Sì, i palpiti sono nascosti fuori dalla Stanza delle Necessità ogni notte*”, sogghignò Harry.

“Idiota.”, rise lei colpendolo sulla guancia. “Sei sicuro di non volere la spilla da capitano della squadra di Quidditch?”

“Sì, sono sicuro. Non potrò comunque giocare. Potrei tradirmi, visto che ora ho le ali. Sono sicura che la MgGranitt darà la spilla a Ron come le ho

suggerito, ma sarà molto scontento quando scoprirà che non giocherò, quest’anno.”

“So quanto sia difficile per te rinunciare a questo, tu ami giocare. Sono fiera di te.”

Lei lo baciò piano. “Ora, cosa hai intenzione di fare con il tuo nuovo aspetto? Lo rivelerai al mondo?”

“No. Ho trovato un incantesimo di bellezza che dovrebbe funzionare. Dovrebbe farmi sembrare quello che ero prima, ma non posso cambiare la mia

nuova altezza. Non è troppo sconvolgente o complicato.”

“Bene, perché odierei ferire qualcuno quando vedrà quando assolutamente fantastico tu sia.”

“Gelosa.”

“Sì, e non dimenticarlo mai.”

E Harry la portò a letto.
 
 
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*la frase originale è: “Yeah, beats sneaking out to the Room of Requirement every night”.
Non sapevo come tradurla, quindi l’ho lasciata con la traduzione letterale, anche se non mi convince affatto. Se qualcuno di voi ha qualche suggerimento, sarò felice di correggere.

 

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Capitolo 4
*** More revenge ***


Hey there! Ce l'ho fatta!
I've nothing to say.. so..
Enjoy

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Il mattino successivo, dopo colazione, Harry si applicò l’incantesimo. I suoi capelli ritornarono normali, spuntando in tutte le direzioni e impossibili da

domare, i suoi muscoli persero tonicità e sembrava più magro. L’unica cosa che non poteva cambiare era l’altezza.

“Diremo semplicemente che ti ha colpito uno scatto di crescita”, disse Hermione mentre guardava il suo compagno scrivere una lettera alla

Professoressa McGranitt. La lettera declinava la nomina di Capitano della squadra di Quidditch e la informava che non avrebbe giocato affatto.

Quando terminò, chiede a Edvige di portarla per lui.

Insieme camminarono verso la Sala Grande del castello, dove Remus, Tonks e le loro guardie li stavano aspettando. Christopher arrivò pochi minuti

dopo, conducendo una timida, semplice donna. Harry non sapeva dire se fosse spaventata o no, dato che continuava a guardare il pavimento.

“Mio Signore e Signora, posso presentarvi Anne Hawthorne? Credo che sarà una meravigliosa assistente per voi, Signora.”

Hermione le si avvicinò e le strinse la mano. “Sono sicura che lo sarà. Benvenuta al Castello dei Potter, Anne.”

“Grazie, mia Signora”, sussurrò la giovane.

“Non c’è nessun bisogno di chiamare Harry o me con i nostri titoli quando siamo soli.”

“Si, Signora.”

“Signore, Anne ha l’esperienza nella contabilità che aveva richiesto.” Harry annuì e offrì i suoi saluti alla nuova assistente.

Andrew arrivò passeggiando. Vide Harry e scoppiò a ridere.

“Niente più che nascondere il vero te stesso, Harry”

“Non voglio spaventare a morte nessuno.”

“Vero, nessuno vuole vedere il tuo nuovo, brutto muso.”

Hermione sbuffò in direzione del suo zio acquisito.

“Sarà meglio andare, prima che Hermione perda la pazienza con te, Andrew. Non è una bella visione.”

Andrew rise di nuovo girandosi verso le guardie. Diventò immediatamente serio mentre parlava con loro.

“Non permettete a nessuno di attaccare o catturare il Signore e la Signora. Al primo segno di problema riportateli al castello, non importa quanto

protesteranno. Chiaro?!”

Ogni guardia annuì in assenso. Harry fu sorpreso di vedere sia Nicholas che Nathaniel tra le guardie.

Le passaporte furono attivate e due guardie andarono per prime, poi Christopher, Anne, Remus, Tonks e altre due guardie. Hermione seguì Harry e le

ultime due guardie.

Furono portati direttamente dentro la Gringott, più per sicurezza, che per altro.

Un folletto gli mostrò una sala privata, dove era servito un rinfresco. Un paio di minuti dopo, il direttore della Gringott arrivò per gestire il procedimento,

insieme con le proprie guardie.

“Scusate se vi ho fatto aspettare, Signor Potter.”

“Va tutto bene, signore. Non è stata una lunga attesa.”

“Avrei dovuto essere qui di persona per porgervi i miei saluti, ma perfavore, chiamatemi Ragnok.”

“Solo se mi chiama Harry.”

“Sarà un piacere, Harry.”

Harry quindi presentò il resto della compagnia, con il baciamano di Ragnok nei confronti di Hermione.

“Se vi sedeste, potremmo cominciare.”

Aspettò che tutti fossero seduti prima di continuare.

“Ora, la natura dell’incontro. Voi avete, ovviamente ricevuto la vostra eredità magica e avete visto Palazzo Potter.” Harry annuì.

“Qui c’è una lista di proprietà, denaro, riserve, gioielli e gli altri oggetti valutabili in vostro possesso.”

Tese a Harry una pergamena, spessa almeno un centimetro, che girò e porse ad Hermione che, dopo una veloce occhiata, porse il documente a

Anne.

“La signorina Hawthorne e la nuova assistente della mia compagna e ha esperienza nella contabilità. Nulla contro di voi o la Gringott, ma vorrei una

copia da voi. Lei farà da tramite tra me e la banca, se per voi è accettabile.”

“Molto saggio, Harry. Mai riporre la vostra completa fiducia in qualcuno che lavora con il denaro. Ora, avete un determinato folletto in mente, per

concludere?”

“L’unico folletto che conosco personalmente è Unci Unci.”

“E’ stato educato per questioni di questo genere e gli farà molto piacere la promozione, se è questo che desiderate.”

“E’ questo.”

Ragnok parlò con una delle sue guardie in goblin. Questa uscì velocemene e tornò con Unci Unci.

“Unci Unci, il Signor Potter ha chiesto di te per essere responsabile dei suoi conti. Hawthorne agirà come suo tramite come tu sarai il nostro.”

Unci Unci si inchinò ad Anne e si sedette ascoltando ogni parola mentre Ragnok metteva a punto i dettagli per alcuni dei possedimenti a cui Harry

avrebbe voluto dedicarsi prima dell’inizio della scuola. Hermione fu consegnata la chiave della cripta dei Potter. Harry creò una cripta separata ad uso

del Castello che avrebbe potuto essere usata da Christopher, Anne o Andrew, ma da nessun altro mentre loro erano ad Hogwarts.

Harry inoltre spiegò: “Questa cripta deve essere usata per pagare qualsiasi spesa il Castello abbia bisogno di affrontare. Non saranno quelli che ci

vivono a dover pagare per il privilegio. Ho molto più del denaro che vedete qui. Ogni spesa deve essere approvata da uno di voi due o Andrew.”

Ragnok porse a Harry e a Hermione una borsa piena senza fine di denaro che era stata prelevata direttamente dalla loro cripta, così che non

avrebbero avuto bisogno di tornare alla Gringott per il denaro.

“Solo alla nostra clientela più prestigiosa è dato questo. Credo che copra quello che avevamo bisogno di recapitare oggi. Avete delle domande?”

“No, ha gestito ogni cosa magnificamente”, disse Harry.

Ragnok strinse le loro mani quando lasciarono la sala e questi uscirono dalla banca.

 

Prima fermata, Madama McClan. Hermione dichiarò che Harry avesse bisogno di un intero guardaroba nuovo che gli fosse adeguato. Una volta che fu

misurato, Harry perse il controllo con Hermione dopo aver visto in cosa consistesse il suo nuovo guardaroba. Aveva selezionato una serie di completi,

abiti, pigiami e qualsiasi altra cosa.

“Hermione, non ho bisogno di tutte queste cose.”

“Sì, invece, specialmente vista la tua nuova posizione.”

“Se lo dici tu.. compra quello di cui pensi abbia bisogno, ma compra altrettanti vestiti per te stessa”, offrì Harry, pensando che non lo avrebbe fatto,

visto che aveva sempre saputo che non era quel tipo di ragazza. Il ragazzo fu sorpreso quando annuì.

“D’accordo”, e si strinsero la mano sotto gli sguardi divertiti dei loro accompagnatori.

“Mentre sarai impegnata con i nostri guardaroba, penso che andrò al ministero per il test di smaterializzazione. Ci vediamo al Ghirigoro tra un ora, va

bene?”

Lei annuì baciandolo prima che andasse via. Lasciando i suoi cugini, Anne e altre due guardie con Hermione, Harry se ne andò con Remus, Tonks e

le altre due guardie, dirigendosi verso il Ministero.

Lì, Tonks e le guardie si occuparono delle interferenze, così Harry non dovette avere a che fare con ammiratori indesiderati. Il test non durò molto e

Harry fu fuori entro un’ora, superando il test facilmente.

Lasciare il dipartimento per i test fu molto più difficile dell’entrata, poiché si era sparsa la voce che lui fosse lì. Percy stava cercando di attirare

l’attenzione di Harry, ma questo lo ignorò come tutti gli altri. Dolores Umbridge sembrò assolutamente furiosa del fatto che Harry le fosse passato

accanto ignorandola del tutto.
 


Nel frattempo, Hermione aveva terminato i suoi acquisti e si stava dirigendo verso il Ghirigoro, fermandosi durante la strada per comprare pergamene

e inchiostro. Passò anche a comprare gli ingredienti per le pozioni e il mangime per gufi di Edwige. Sfortunatamente, quando incontrò Harry, i

Weasley erano all’interno della libreria.

“Potremmo aspettare? Non mi va di rispondere a tutte le domande che mi faranno, oggi.”

“Andiamo, il negozio è così pieno che dubito fortemente che riusciranno a vederci”, rispose Hermione spingendo un riluttante Harry all’interno.

Mantenendo un basso profilo, presero i loro libri di scuola e Harry disse ad Hermione di prendere qualsiasi altro libro per il suo piacere. Senza

nessuna sorpresa, lei ne prese alcuni facendoseli portare dalle guardie. Harry vide che i Weasley si stavano dirigendo verso il Paiolo Magico,

facendolo sospirare di sollievo. Non voleva dover spiegare a Ginny perché si fosse legato con Hermione, invece che con lei. Essendo cresciuta nel

mondo magico, avrebbe dovuto capire, ma ne dubitava. Sarebbe diventata furiosa quando lo avrebbe scoperto.

 

Harry pagò circa duecento galeoni per i libri, quindi uscirono dal negozio. Una volta usciti, i capelli dietro il suo collo si drizzarono, avvertendo il

pericolo.

“Nicholas, porta Hermione al castello e torna con i rinforzi. Credo che stiano per attaccarci.”

Nicholas e un’altra guardia presero Hermione per le braccia e la portarono via. Gli altri circondarono Harry, cercando di proteggerlo da un agguato.

Improvvisamente, una manciata di incantesimi piovve verso di loro. Harry vide che Lucius Malfoy conduceva l’attacco, anche se senza magia,

provando ad attaccare come un comune babbano, gestendo le sue truppe. Quell’uomo non avrebbe mai imparato. Nathaniel era stato colpito con un

oggetto tagliente da uno dei Mangiamorte. Il gruppo di Harry restituì gli incantesimi e in quel momento arrivarono i rinforzi. In pochi minuti, la battaglia

era finita con un solo ferito dalla parte di Harry e con otto dalla parte dei Mangiamorte. Questi erano tutti stati catturati.

“Portali nelle prigioni. Me ne occuperò personalmente più tardi. Assicurati che Malfoy sia tenuto separato dagli altri”, disse Harry a una delle guardie.

“Sì, mio Signore”, e questa andò via per eseguire gli ordini. Ma prima che tutti i Mangiamorte fossero portati via, gli ufficiali del Ministero arrivarono per

arrestarli. Questi trovarono le loro forze bloccate dalle guardie dei Vampiri.

“Che significa questo?”, chiese Percy Weasley cercando di mostrare che fosse in carica.

Nicholas prese la parola. “Queste persone sono sotto il nostro controllo e saranno puniti dal nostro Signore per aver attaccato uno di noi.”

“Chi siete voi e che diritti avete per prendere i prigionieri del Ministero? Auror, arrestate quest’uomo per essere sospettato di essere Mangiamorte o

complice.”

“Non puoi arrestarmi, umano.”

“Ha ragione, Percy, non possiamo arrestarlo. È protetto”, disse Kingsley Shacklebolt. Percy era livido, tutto questo non stava andando nel modo in cui

lo aveva programmato. Sapeva che i Mangiamorte stavano cercando di prendere Potter. Aveva pianificato il tutto in modo da essere l’eroe e ricevere

tutti gli onori per aver salvato il Salvatore, ma non che dei Vampiri rovinassero tutto, facendolo sembrare uno stupido.

Harry ne aveva abbastanza. I Mangiamorte lo avevano attaccato di nuovo, Percy stava provando a fare l’eroe fallendo miseramente, Nathaniel era

ferito, fortunatamente non gravemente e i Weasley si erano accorti di lui. Quel giorno andava di male in peggio.

“Harry”, lo chiamò la signora Weasley.

“Sarò pronto ad andare in cinque minuti”, disse a Nicholas. Questi annuì, ma tenne i suoi occhi puntati sulla fiera ragazza dai capelli rossi che aveva

travolto il suo Signore. Sentì il sangue ribollire e il suo naso fu investito dal profumo di un manico di scopa e gigli. Era la sua compagna. Lo sapeva.

Magari, avrebbe potuto parlare al suo Signore di lei, cercando di apprendere tutto quello che avrebbe potuto su di lei.

“Signora Weasley.”

“Harry, caro, stai bene?”

“Sto bene.”

“Bene, ora raccogli le tue cose. Vieni a casa con noi.”

“Non posso, signora Weasley. Sto da un’altra parte. Devo andare. Ci vediamo a scuola Ron, Ginny.”

Harry li lasciò in mezzo alla strada e tornò dai Vampiri che lo riportarono indietro al castello.

“Cosa pensavi di fare lì?”, urlò Andrew quando tornò.

“Quello che era giusto fare. Non sono ferito. Nathaniel lo è e ha bisogno di cure.”

Mio figlio è stato ferito?!”, urlò Victoria. “Hai permesso a mio figlio di essere ferito mentre tu sei rimasto illeso?!”

“Rimani in silenzio, donna. Nostro figlio ha fatto ciò che gli era stato ordinato. Adesso pensiamo alla ferita.”

Victoria condusse Nathaniel via per curarlo.

“Perdona l’esplosione, Harry. Non ha mai permesso loro di stare vicino a nessun male. Ho dovuto addestrarli segretamente in modo che potessero

difendersi.”

“Non è un problema, Andrew. Molte madri sono come lei, penso. Ora, porta i prigionieri nella sala delle udienze, insieme a quelli che hanno bisogno

di nutrirsi dalla magia e dal sangue. È tempo di mandare un messaggio più forte a Voldemort.”
 


Hermione corse da lui e lo baciò, controllandolo e assicurandosi che non fosse ferito.

“’Mione, devo occuparmi dei Mangiamorte, adesso. Ti vorrei lì, ma non puoi interferire con quello che sarà fatto. Se pensi di non poter controllare te

stessa, lo capirò.”

“Siederò accanto a te, ma non voglio che vedano il mio viso. Sarebbe come alzare una bandiera rossa davanti a un toro.”

Harry la condusse alla sala delle udienze e la aiutò a sedersi sul trono, alla sua sinistra. Un’ombra calò sulla parte superiore dei loro corpi, celando i

loro lineamenti. I Vampiri entrarono per primi, incluso Nathaniel, con il braccio fasciato. I Mangiamorte furono portati subito dopo, compreso Lucius

Malfoy, che sembrava spaventato.

“Ovviamente, non hai imparato la tua lezione, Malfoy. Hai davvero pensato di poter attaccare un’altra volta il nostro clan e vivere?!”

Il patriarca dei Malfoy rimase in silenzio.

“Perderai la vita.”

Al segnale di Harry, Nathaniel si fermò davanti a lui e gli succhiò via la vita.

“Prosciugati gli altri della loro magia e riportateli a Voldemort. Ditegli di lasciare Harry Potter e il suo clan in pace se vuole che gli sia lasciata qualche

vita.”



___________________________________________________________________________________________________________________

E BAM! COLPO DI SCENA!
Ginny è la compagna di Nicholas. Non perdetevi i prossimi capitoli, vedremo gli sviluppi di questo legame!
Bye for now, R.

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Capitolo 5
*** A courtship begins ***


Ehilà folks! Sono di nuovo qui e approfitto della febbre per aggiornare tutte le storie che sto traducendo. Vorrei ringraziare le persone che hanno recensito, le persone che seguono, che preferiscono e che ricordano, mi fate sentire come se il mio lavoro fosse del tutto inutile. E' prima di tutto un divertimento, ma sono felice di sapere che venga apprezzato. Vi ringrazio!
So, ciancio alle bande.. abbiamo lasciato un Nicholas innamorato di una Ginny inconsapevole.. come reagirà quest'ultima? 
Enjoy!

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Per Nicholas ci volle una settimana per trovare il coraggio di parlare al suo Signore e cugino della sua compagna. Aveva fatto la sua

richiesta formalmente attraverso Cristopher, e aveva chiesto anche ai suoi genitori di essere lì. Voleva spiegare questa situazione una

volta sola. Aveva passato la settimana a cercare di apprendere tutto quello che aveva potuto sulla sua compagna e sulla sua famiglia,

che il suo Signore conosceva. Aveva scoperto che si chiamava Ginny, la più piccola in famiglia e l’unica ragazza. Aveva anche capito

che questa aveva un carattere che ben si associava con i suoi capelli rossi: intelligenza e audacia, e l’abilità di vedere le persone per

quello che erano davvero, non come le altre persone le vedevano. Avrebbe potuto, definitivamente, rendere la vita interessante. Era

protetta e amata dai genitori e dai fratelli maggiori. Nicholas sapeva che questi non avrebbero dato il loro permesso se avessero pensato

che lui non era abbastanza meritevole. Questo era dunque il motivo per cui aveva chiesto di parlare al suo Signore.

 

Nicholas entrò nella camera del Signore e fu contento di vedere che i genitori erano già lì.

“Che cosa significa tutto questo, Nicholas?” domandò sua madre. Suo padre aggrottò le sopracciglia.

“Mio Signore, Signora, Padre, Madre,”  disse mentre si rivolgeva ad ognuno con un inchino formale. “Ho chiesto di incontrarvi per

informarvi del fatto che ho incontrato la mia compagna e vorrei cominciare un corteggiamento formale nei suoi confronti.” Entrambi i suoi

genitori reagirono esattamente nel modo in cui pensava avrebbero reagito. Suo padre sembrava contento, sua madre schiva, suo cugino

e la sua compagna sembravano anch’essi contenti.

“Chi è?” chiese suo padre.

“La più giovane ed unica figlia di Arthur e Molly Weasley.”

Volti sorpresi gli restituirono lo sguardo. “Sono un’antica e rispettata famiglia. Hai scelto bene,” disse Andrew. “Ma perché un

corteggiamento formale?”

“Ginny ha ancora due anni ad Hogwarts da frequentare. Ho pensato che probabilmente vorrà terminare la sua educazione. Questo

potrebbe anche darci il tempo di conoscerci l’un l’altro.”

“Congratulazioni, Nicholas. Ginny è una ragazza meravigliosa,” disse Harry.

Hermione, tuttavia, capì più di Harry il perché Nicholas avesse richiesto quell’incontro. “Vuoi che io ed Harry facciamo da intermediari

con i Weasley?”

“Sì, mia Signora.”

“Chiamaci con i nostri nomi, Nicholas, siamo una famiglia. Ora, cos’è questa storia degli intermediari?!” chiese Harry.

“Nicholas ti sta chiedendo, in qualità di capo famiglia, di ottenere il permesso per Nicholas di corteggiare e in seguito legarsi con Ginny.

Probabilmente perché conosci sia lei che la sua famiglia.” Nicholas annuì.

“Ho capito quella parte, ma non ho capito perché non può farlo lui stesso.”

“Perché un corteggiamento formale, in passato, era usato per formare alleanze. Questo unirebbe i Weasley con il Clan dei Potter,

dandogli protezione, specialmente ora, con il ritorno di Voldemort.”

“Oh.”

Nicholas lo guardò così pieno di speranza che Harry non avrebbe potuto rifiutare nemmeno se avesse voluto farlo. “Capisco che nella

società di oggi queste cose sono molto meno formali, ma sai quanto la spinta verso la tua compagna possa essere forte. Se fossi faccia

a faccia con lei adesso, probabilmente non avrei la forza di volontà di resistere la legame. Ho aspettato davvero tanto per lei, la

spaventerei.”

Harry capiva come nessun altro avrebbe potuto. Era davvero grato di aver trovato Hermione così velocemente e che lei avesse accettato

altrettanto velocemente. Questo gli fece domandare se lei non avesse provato qualcosa per lui già da prima di tutto questo.

Sospirò. “Certo, parlerò con i Weasley per te, Nicholas.”

Hermione sapeva che Harry avrebbe accettato. “Verrò con te, va bene?” Harry annuì. “C’è qualcosa di specifico che vuoi sia contrattato?”

“Voglio che lei finisca la scuola. Vorrei anche che o lei possa stare qui per le vacanze o che a me sia permesso visitarla a casa sua

durante quel periodo, in modo da conoscerci. Inoltre, per il legame, voglio che quella parte del contratto diventi nulla. Se accetta, non

potrà cambiare idea in seguito. Non potrei vivere, se lo facesse. In conclusione, non la trasformerò, anche se fosse lei a chiedermelo.

Stringerò un voto infrangibile, se necessario.”

“Mi sembra ragionevole, ma ti avviso fin da ora. Ginny ha un bel caratterino, e un’inclinazione nello scagliare Fatture Orcovolanti.”

“Il fuoco nei suoi capelli e nella sua anima mi avevano già avvisato di questo, grazie per il nome dell’incantesimo, mi informerò su di

esso.”

“Organizzerò un incontro prima che cominci il trimestre.”

“Grazie, cugino.” Ripose Nicholas. Lui e i suoi genitori lasciarono la stanza. Sapeva che la madre si sarebbe arrabbiata per la scelta,

visto che non era quella che avrebbe scelto lei. In uno dei tanti salotti del castello, Nicholas si fermò per avere quella conversazione.

“Lo so che hai aspettato per parecchio tempo la tua compagna, figliolo, sono davvero felice che tu l’abbia trovata.” Andrew era davvero

soddisfatto e felice. Non succedeva tutti i giorni che i piani di Victoria venissero mandati a monte sotto il suo naso.

“Non lo accetterò,” sbottò questa infatti. “Non ti legherai con una comune strega proveniente da una famiglia povera.”

“Non hai voce in capitolo, Madre.”

“Penso che Claire sia una persona più adatta a te, Nicholas. Questa strega che tu pensi sia la tua compagna non capirà mai la tua

posizione in questa famiglia. Claire è più raffinata, con un’appropriata educazione e famiglia. Sarebbe un’eccellente Signora.” Entrambi

gli uomini assottigliarono lo sguardo alla velata minaccia nei confronti dell’attuale Signora.

“Madre, ho giurato di legarmi esclusivamente con la mia compagna e nessun altro. Claire potrà essere tutto ciò che dici, ma non può

reggere il confronto con quello che Ginny mi fa provare. Vuoi solo che Claire diventi tua nuora per poterla controllare. Questo non

succederà. Se ci proverai con Ginny, riceverai delle sorprese.”

Andrew osservò tutto divertito, mentre Nicholas andava via. Si girò verso la sua compagna, lasciandole vedere la rabbia che sentiva nei

suoi confronti. “Interferisci con questo, Victoria, e te ne pentirai. Ha fatto la sua scelta. Accettala.”

“Ma è quella sbagliata!”

“Solo per te e i tuoi piani. Non ci scavalcare su questo, non ti piaceranno le conseguenze.”

 

Harry aveva mandato Cristopher a spedire una missiva per i Weasley, chiedendo loro un incontro formale. Aveva intenzionalmente

lasciato fuori la questione del corteggiamento per evitare che fraintendessero la persona che voleva intraprenderlo. Hermione aveva fatto

una lista e preparato Harry, in modo tale che non si agitasse. La signora Weasley aveva prontamente accettato di vederli  per la

domenica dopo cena, invitandoli, se lo avessero voluto, a unirsi a loro. Harry spedì il loro rifiuto all’invito a cena, ma accettarono per il

giorno dell’incontro.

 

Alle otto in punto della domenica sera, Harry, Hermione e Cristopher atterrarono nel salotto della Tana. Il signore e la signora Weasley li

salutarono calorosamente, offrendogli un tè. Harry stava utilizzando l’incantesimo sul suo aspetto e indossava un nuovo completo scelto

da Hermione, con lo stemma dei Potter cucito sopra. Hermione era bellissima nel suo vestito blu zaffiro, che presentava lo stesso

stemma di quello di Harry. Harry stava avendo delle serie difficoltà a tenere le mani a posto.

“Quindi, Harry, a cosa è dovuto tutto questo?” chiese il signor Weasley.

“Sono venuto su richiesta di mio cugino per chiedere la vostra approvazione per il suo corteggiamento nei confronti di Ginny.”

Entrambi sembravano sorpresi. “Quel tuo cugino babbano, Harry?” chiese la signora Weasley.

“No, in realtà, parlo di un altro cugino, dalla parte dei Potter.”

“Non sapevo che avessi un’altra famiglia in vita.”

“Nemmeno io, fino a quando non ho compiuto diciassette anni e ho ricevuto la mia eredità.”

“Un’eredità magica?” chiese il signor Weasley, interessato.

“Sì. Ho scoperto di essere in parte Vampiro, in parte Veela.”

“E tuo cugino?”

“E’ un Vampiro.” Harry poteva dire con certezza che erano rimasti scioccati.

La signora Weasley, tuttavia, non avrebbe lasciato andar via Harry, se poteva farne a meno. “Harry, caro, sei sicuro che sia tuo ‘cugino’

a volere Ginny e non tu?” la sua voce suonò così piena di speranza che Harry odiò dover far scoppiare la sua bolla di sapone.

“Signora Weasley, io ho già trovato la mia compagna e ho celebrato con lei il legame. Ginny è senza ombra di dubbio la compagna di

Nicholas.”

Ora, erano davvero sconvolti. “Chi è lei?”

“Sono io.” Affermò Hermione. Questo era molto più di uno shock per loro. Harry gli porse una fotografia di Nicholas. Arthur si ritrovò a

fissare un giovane uomo dall’aspetto nobile e coraggioso, che non avrebbe permesso che niente di male succedesse alla sua bambina.

Come un’alleanza, questo, conosciuto come corteggiamento formale avrebbe portato benefici alla sua famiglia. Era davvero molto raro

che succedesse nella società di oggi.  Capì che quell’uomo significava affari.

“Molly, penso che Ginny debba essere qui.”

“Arthur, io non credo che..”

“Molly, per favore.” La interruppe.

Quando Molly lasciò la stanza, il signor Weasley dovette chiederlo: “Che tipo di cambiamenti hai riscontrato?”

Harry esitò per un momento, prima di incantare la porta chiusa e togliersi l’incantesimo. “Sarebbe nell’interesse di tutti che questo

rimanesse sotto silenzio, signor Weasley. Posso conviverci meglio, se rimane un segreto.”

“Capisco. Quindi hai le zanne o le ali?”

Harry arrossì. “Vengono fuori quando sono estremamente in balia delle mie emozioni.”

Il signor Weasley capì il motivo del rossore e lasciò perdere, ma c’era un’altra cosa che voleva chiedere. “Sai per caso qualcosa riguardo

i Mangiamorte trasformati in non magici?”

Harry si dimenò un po’ sulla sedia. “Mio zio ha trovato un incantesimo che permette ai Vampiri di succhiare la magia di una persona

malvagia e convertirla in sangue senza bere davvero sangue. Non ho mai voluto ucciderli, se non sono stato costretto.”

“E Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange?”

“Loro non saranno mai più una minaccia.” Il signor Weasley capì e lo accettò. Harry si riapplicò l’incantesimo e tolse l’incantesimo di

blocco alla porta giusto in tempo, prima che la signora Weasley tornasse con Ginny, che sembrava molto felice di vederlo. F

“Ginny, Harry è venuto in qualità di capo famiglia per farti una proposta di corteggiamento da parte di suo cugino Nicholas.”

Ginny spalancò gli occhi. Aveva creduto che Harry fosse lì per parlarle di loro due. Capì immediatamente che cosa comprendeva un

corteggiamento formale. Pensò che Harry volesse semplicemente darle un’altra opzione.

“Harry non devi farlo. Sei tu quello che amo e che voglio sposare.”

“Ginny, non posso legarmi o sposarmi con te. Sono già legato. Nicholas è un ragazzo fantastico e sarebbe un meraviglioso compagno

per te. Ti ha vista a Diagon Alley e ha saputo all’istante che eri tu quella per lui.”

Ginny lo stava guardando come se non volesse credere a quello che sentiva. Suo padre le porse la fotografia, quindi poté constatare da

sola. Lei scosse la testa. “Non voglio lui. Voglio te. Ti aspetterò per sempre, se devo.”

“Beh, è quello che dovresti fare. Ho già trovato la mia compagna e celebrato il legame con lei. Non ho bisogno di nessun altro che mi

soddisfi. Nicholas è un’ottima persona e ti amerebbe, ti onorerebbe, proteggerebbe e ti rimarrebbe fedele per il resto della tua vita.”

Ginny abbassò di nuovo lo sguardo sulla fotografia. Poteva vedere i tratti di famiglia che i due condividevano. Avrebbe potuto imparare ad

amare un estraneo? 

“Il cugino di Harry è un Vampiro, Ginny.”

Di nuovo, lei spalancò gli occhi. “Un Vampiro?! Sei un Vampiro anche tu?”

“Una parte, ma non devi preoccuparti di questo. Nicholas ha detto che non ti trasformerà, anche se dovessi essere tu a chiederglielo.

Devi capire questo, Ginny: se accetti, devi legarti con lui. Non puoi tornare indietro dopo aver firmato il contratto. È disposto a

permetterti di finire la scuola, ma vorrebbe che tu stessi con noi al castello per le vacanze, o che gli fosse permesso stare qui con te,

perché possiate conoscervi. Se deciderai di rimanere al castello, la tua famiglia è più che benvenuta, e tutti voi sareste sotto la mia

protezione.”

Ginny finalmente capì che Harry non era più disponibile per lei o nessun altro. Era cambiato. “Allora chi è la tua compagna?” chiese.

Un’esitazione da parte sia di Harry che di Hermione la rese curiosa. “Hermione.” Disse lui piano, aspettando l’esplosione.

Hermione?! Come hai potuto farmi questo?! Tu sei la mia migliore amica!” le urlò contro Ginny.

“Non è come se lo avessimo fatto alle tue spalle o qualcosa del genere. Non avevo idea che Harry fosse quello che è prima che me lo

dicesse. Non finché non sono rimasta ferita al suo compleanno. Mi ha dato la scelta di accettare o no e se non fossi stata innamorata di

lui fin dal quarto anno non avrei mai accettato. Non sono così stupida da buttar via una cosa del genere.” Rispose Hermione arrossendo.

Uno sorriso ebete comparse sul volto di Harry mentre tutto acquistava senso, adesso.

Ginny guardò la foto di nuovo. Poteva farlo. Sapeva che quello che Harry aveva detto era vero. Questo ragazzo l’avrebbe adorata, protetta

e le sarebbe stato fedele. Poteva fare lo stesso?

Guardò i suoi genitori. Suoi padre sembrava speranzoso, ma avrebbe accettato qualsiasi decisione lei avesse preso, mentre sua madre

sembrava preoccupata delle ragioni che l’avrebbero portata a decidere. Prendendo un profondo respiro disse: “Accetto.”




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E SBAM! L'autrice ci sta prendendo gusto con i finali a sorpresa! Ebbene, povera Ginny, ammettetelo, Harry è stato fin troppo duro con lei, però io potrei essere un po' di parte, dato che shippo entrambe le coppie.. diciamo che generalmente shippo tutti con tutti.. 
Anyway.. ma questa Hermione che tira fuori gli artigli?! Adorabile. Harry è il solito fesso che non capisce niente, che ci vogliamo fare?! 
Quindi, il prossimo capitolo arriverà la settimana prossima, as usual, for anything, like linciate, commenti di odio, patate e pomodori per gli errori, commenti vari, suggerimenti e DAVVERO qualsiasi altra cosa, io sono qui tutto il santo tempo (anche se dovrei studiare, but who cares!).
Alla prossima! 
R.

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Capitolo 6
*** Confrontations ***


Hey there! 
Non mi dilungherò molto perché è l'una e ho sonno, quindi mi limito a ringraziare davvero coloro che recensiscono, e coloro che seguono, preferiscono o ricordano la FF.
Piccola precisazione: il capitolo NON è stato betato e ho avuto davvero pochissimo tempo per buttarlo giù, ma, siccome sono già in ritardo, ho deciso di pubblicare lo stesso. Perciò non fatevi scrupoli a segnalarmi errori di sorta che vedrò di correggere.
Per quando riguarda il capitolo, la storia comincia davvero ad evolversi, quindi enjoy and stay tuned! A presto,
R. 

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Harry aveva fatto giurare ai Weasley di mantenere il segreto sui suoi nuovi tratti. Non che non si fidasse di loro, lo faceva, ma

chi avrebbe potuto sapere cosa avrebbe potuto essere detto in un momento di rabbia?!

Sia Harry che Hermione abbracciarono Ginny, dandole il benvenuto in famiglia.
 

 Il momento in cui cominciò il trimestre fu impegnativo per la coppia. Hermione correggeva tutti i compiti di Harry e lo faceva

rimanere seduto fino a che non li aveva finiti, inoltre aveva cominciato un nuovo progetto con la benedizione e il permesso di

Harry: voleva iniziare una scuola per coloro che non potevano o erano troppo giovani per entrare a Hogwarts. Aveva chiesto a

Remus di fare da insegnante per il primo anno e verificare cosa fosse necessario per quello successivo e, dato che la maggior

parte degli abitanti del castello e del villaggio erano educati a casa avevano accettato riconoscenti l’idea. Questo avrebbe

permesso ai genitori di avere più tempo per loro stessi e fornire a i loro figli un’educazione e interazioni tra loro. Alcuni

offrirono aiuto e servizi che la loro Signora accettò di buon grado. I falegnami si offrirono di costruire banchi, scrivanie, sedie e

leggii; gli artisti decorarono i muri e aggiunsero aiuti visivi sotto forma di dipinti e mappe. Harry comprò moltissimi libri di

testo per vari anni di studio, così che nessuno fosse stato rifiutato per mancanza di libri; Nathaniel, Andrew e Nicholas

fornirono un’intera libreria di libri, ordinandone molti dal Ghirigoro e ci misero parecchie ore ad ordinarli tutti sulle mensole

costruite dai falegnami. La signora Weasley, che aveva sentito del progetto, aveva spedito un bel po’ di piumini fatti a mano,

che erano stati messi da parte. Sarebbero serviti per i più piccoli, da usare durante la pausa. Hermione sembrava essere in

diecimila posti contemporaneamente, in particolare per vedere la sistemazione delle stanze che aveva adibito ad aule

scolastiche vicino alla biblioteca. Il personale del castello aveva speso tre giorni pulendo e pulendo, nel tentativo di

compiacere la loro nuova Signora.

Ma tra tutto coloro che erano felici e soddisfatti del nuovo Signore e Signora e dei cambiamenti da loro apportati, c’era

qualcuno che disapprovava. Lady Victoria era una di questi. Per ogni ordine impartito da Hermione, Victoria lo contrastava

con un altro. Se Hermione chiedeva qualcosa di speciale, per cena, Victoria cancellava la richiesta e la sostituiva con la sua. Se

Hermione muoveva un elemento all’interno del castello, anche solo di un pollice, Victoria lo rimetteva al suo posto. Il

personale voleva seguire gli ordini della Signora, ma Lady Victoria li governava con la paura. D’altra parte Hermione era stata

troppo occupata per notarlo, o magari pensava che fosse la sua immaginazione.

 
Le cose finalmente furono tutte al loro posto giusto due giorni prima che Harry e Hermione partissero per Hogwarts. Le stanze

scelte da Hermione e finite, furono lentamente modificate sotto la personale direzione di Victoria. Voleva riportarle a come

erano prima che la Nata Babbana arrivasse al castello. Aveva aspettato fino a quando Hermione non era salita nella camera del

Signore prima di cominciare a emettere ordini. Alcuni di quelli che avevano lavorato per la scuola si rifiutarono di obbedire e si

ritrovarono licenziati e scortati fisicamente fuori del castello dalle guardie di Victoria. Meghan, avendo sentito il trambusto

portato dai trattamenti di Victoria, si affrettò a informare la sua Signora. Mente Hermione correva ad affrontare la rivale,

Meghan corse a informare il suo Signore e Andrew. Sapeva di cosa Lady Victoria era capace.

 
Harry arrivò, sentendo il suono delle urla di Hermione.

Cosa, in nome di Merlino, pensi di fare?!”

“Anche qualcuno stupido come te sarebbe capace di capire cosa sta succedendo qui.”

“Perché?”

“Queste stanze hanno avuto la stessa disposizione per più di trecento anni. Sono parte della storia del castello e della famiglia

regnante. Non permetterò a un’estranea di cambiare questo.”

“Ascoltami bene, arpia. Sono io la Signora del castello e del clan dei Potter, non tu. Se io voglio che qualcosa sia fatto, deve

essere fatto come io lo voglio. Se io voglio qualcosa di particolare da mangiare, è quello che avrò. Sono stata chiara?!”

“Non avrebbe mai dovuto esserti concesso di entrare in questa famiglia o legarti con uno dei suoi membri. Questa è una

posizione che non potrai mai ricoprire interamente, perché avrai sempre la testa ficcata nei libri, dimenticandoti del mondo

che ti circonda.”

Hermione sembrava prossima alle lacrime. Harry era sul punto di entrare e affrontare l’arpia, quando Andrew gli camminò

proprio davanti, fermandosi di fronte a lei. La sua rabbia era evidente. Victoria semplicemente stette lì, sogghignando. Harry

ne aveva abbastanza.

“Victoria, non parlerai mai più così ad Hermione. È legata a nostro nipote ed è lei la Signora del castello, non tu.”

“Lei non sarà mai la Signora. Il personale è a me che rivolge la sua lealtà.”

“No, loro hanno paura di te, il che è totalmente diverso.”

“Non mi farò usurpare da una bambina!”

“Questa non è una tua decisione” disse Harry, intervenendo per la prima volta. “Sei con la presente bandita dal castello. Puoi

restare nel villaggio, ma il momento in cui rimetterai piede qui dentro sarai arrestata.” Le sue parole era quiete, ma ferme.

“Tu vuoi bandire tua zia da casa sua, Salvatore del Mondo Magico?” chiese lei, sarcasticamente.

“No, voglio bandire un’istigatrice e un’arpia da casa mia.

Victoria riportò la sua attenzione sul suo compagno. “Permetterai davvero che questo accada?!”

“Ho in mente il cottage perfetto per te. Ovviamente, io e i nostri figli rimarremo qui. Andrai da sola.”

“Volevi farlo da anni,” sbottò lei.

“E tu mi hai finalmente dato una ragione per farlo. Farò impacchettare le tue cose e le farò mandare lì. Andiamo.”

 
Harry si girò verso tutti i presenti e ordinò: “Obbedirete a ogni cosa che Lady Potter ordinerà e non obbedirete a nessun ordine

di Victoria. Intesi?!”

Molte teste annuirono.

 
Harry se ne andò e prese Hermione tra le braccia.

“Stai bene?” lei annuì, ancora piangendo silenziosamente. Harry continuò a stringerla, carezzandole la schiena mentre lei si

calmava. Un paio di baci dopo, Lady Hermione Potter era tornata in sé e gridava ordini.

 
Per l’ora di cena, che includeva alcuni piatti richiesti da Hermione, l’intero castello sapeva della cacciata di Victoria. Sapevano

anche che nessuno avrebbe dovuto disobbedire a un ordine di Hermione.

 
Il giorno successivo, due ricercatori riferirono di aver trovato il medaglione e che lo stavano portando, insieme al suo sospetto

proprietario al castello. Harry fu trovato a misurare a grandi passi la stanza delle udienze, impaziente.

A dirla tutta, Harry non fu sorpreso di scoprire che Mundungus era in possesso del medaglione. Quello che lo sorprese fu il fatto

che possedesse anche molte cose che aveva preso da Grimmauld Place prima di essere arrestato. Questo fece arrabbiare Harry

moltissimo.

 
Mundungus sapeva per che cosa era lì. Non aveva obbedito né a Silente né a Harry ed era tornato a quelli che pensava fossero

guadagni facili. Adesso ne avrebbe pagato il prezzo. Quello che più sperava era che Harry lo mandasse ad Azkaban. Non voleva

finire nelle mani di coloro che lo avevano trovato o anche peggio, in quelle di Molly Weasley.

 
Preso il medaglione da uno dei due ricercatori, Harry diede il ladro ai due e gli disse di farne ciò che volevano. Non voleva

vederlo mai più.

Il medaglione fu posto in un posto sicuro nella sua camera. Harry non poteva distruggerlo fino a che non capiva come, il che

era quello che Hermione stava cercando.

 
Il primo settembre, una guardia di dieci Vampiri, inclusi Nicholas e Nathaniel, accompagnarono i loro Signori al binario nove e

tre quarti.

Il gruppo arrivò alle dieci e mezza e, mentre i due fratelli sorvegliavano la coppia, gli altri perlustravano il treno, controllando

che non ci fosse nulla di strano, specialmente nel compartimento di testa, dove Harry e Hermione avrebbero viaggiato. Harry si

assicurò che il suo incantesimo fosse al suo posto.

I Weasley arrivarono poco dopo. Ron fu sorpreso di vedere Harry e Hermione accompagnati da guardie, mentre sia Nicholas

che Nathaniel si misero all’erta, sebbene Nicholas avesse immaginato che quello fosse uno dei fratelli di Ginny.

Harry sorrise, mentre Ron si avvicinava. “Ron, questi sono Nicholas e Nathaniel Potter, due miei cugini dalla parte di mio

padre.”

“Piacere di conoscervi,” disse Ron. I fratelli annuirono, ma Nicholas non stava realmente prestando attenzione. Era più

concentrato su Ginny.

Hermione, ridendo silenziosamente, prese a cuore la sua causa. Andando verso di lei la fece avvicinare. Una volta che Ginny fu

più vicina, tutto quello che Hermione ebbe da dire fu: “Ginny, Nicholas.” E tornò vicino a Harry.

“E’ un piacere incontrarti finalmente, Ginny. Ci avevo sperato da quando mi sono offerto volontario per scortare Lord Potter

alla stazione.” Prese la sua mano e la baciò.

“Il piacere è mio, Nicholas” rispose timidamente, arrossendo. Nicholas sentì suo fratello ridacchiare dietro di lui.

“Ginny, posso presentarti mio fratello, Nathaniel? La famiglia lo chiama Nate. Ignoralo.”

“Sono felice di conoscerti, Nate.”

“Il piacere è tutto mio, ma devo avvisarti che mio fratello tende ad essere un po’ antiquato.”

Gli occhi di Ginny luccicarono di malizia. “Penso di poter fare qualcosa per cambiare questo.”

“Beh, qualcuno deve pur farlo, quindi potresti essere tu, visto che sarai sua moglie.” Girandosi verso il fratello, disse in un

ghigno: “Mamma non sarà per niente felice di lei, ma papà la amerà. Approvo la scelta. Lei è tutto quello di cui hai bisogno.”

Lasciò i due amanti soli giusto prima che la Signora Weasley li raggiungesse. Aveva quietamente osservato la scena ed era

rimasta impressionata dal ragazzo che voleva sua figlia. La reazione di Ginny, poi, aveva spazzato tutte le incertezze che aveva

riguardo a quel corteggiamento. Quindi si presentò e li lasciò per parlare con Hermione, continuando a tenere d’occhio la

coppia. Nicholas prese quello come il segnale di essere stato accettato dalla sua futura suocera. Sapeva che con un

corteggiamento formale nessuna ragazza era mai lasciata sola con il suo pretendente fino al matrimonio.

Nicholas le porse una piccola scatola. “Accetta questo come segno del mio amore.” Ginny lo aprì per rivelare un bellissimo,

antico medaglione. Era in filigrana d’oro e aveva un rubino al centro che era della taglia di un nocciolo di ciliegia. La catena era

abbastanza lunga.

“Mi aiuti a indossarlo?” chiese lei. Nicholas prese il medaglione dalle sue mani e, facendoglielo passare dalla testa, glielo mise al

collo.  Le arrivava in mezzo ai seni.

Nicholas fu ricompensato con un bacio sulla guancia, prima che Ginny corresse via, per prendere il treno.
 
Nel frattempo, Ron stava cercando di capire cosa stesse succedendo.

“Dove sei stato, amico?”

“Sono andato a casa mia dopo il mio compleanno, Ron.”

“Oh, mi domandavo perché non fossimo partiti per cercare i tu-sai-cosa.

“L’ho fatto, mentre ero bloccato lì.”

“Beh, che hai fatto tutta l’estate?”


“Finito i compiti e tenermi impegnato.”

“Tutto qui?!”

“Beh, ci sono un po’ di cose di cui ho bisogno di parlarti, ma non qui fuori. Dopo la riunione con i prefetti, vieni nello

scompartimento di testa, ti dirò tutto.”

“Va bene, ma puoi almeno spiegarmi perché hai restituito la spilla da Capitano?”

“Semplice. Non posso più giocare, quindi perché dovrei essere Capitano, se non gioco?”

Ron stava per chiedergli perché non potesse più giocare, ma fu interrotto dal fischio del treno. La signora Weasley stava

facendo segno a tutti di andare.

Harry tenne la mano di Hermione mentre la aiutava a salire e continuò a stringerla mentre si dirigevano al loro

scompartimento. L’azione non passò inosservata e i pettegolezzi cominciarono a girare prima ancora che i due raggiungessero

la loro destinazione.

 
La riunione con i prefetti andò liscia. Neville aveva suggerito di sostituire Ron, visto che era il nuovo capitano di Quidditch.

Hermione aveva assegnato la prima pattuglia del treno ai Serpeverde e ai Tassorosso, così che Harry potesse spiegare ai suoi

amici tutto quello che era successo. Entrambi avevano concordato che Ron meritasse di sapere tutto, incluso il fatto che

fossero legati. Harry voleva che anche Neville e Luna sapesse, ed Hermione non poteva disapprovare. Ginny era inclusa, visto

che già sapeva parte di quello che era successo.

Harry chiese a un Grifondoro del terzo anno, che passava di là, di chiedere a Ron di raggiungerli nel loro scompartimento.

Il carrello era arrivato prima di Ron, e Harry aveva comprato circa la metà di ciò che vi era esposto. Hermione semplicemente

alzò un sopracciglio. Harry abbassò la testa e sussurrò: “Ho fame. Nel caso non te lo ricordassi, non ho fatto colazione,

stamattina.” Hermione allora arrossì, visto che era stata lei la ragione per cui Harry non aveva mangiato.

“D’altra parte, Ron sarà di umore migliore, se mangia.” E quello era vero. Ron era sempre di buon umore dopo aver mangiato.

 
Quest’ultimo arrivò gettandosi sul mucchio di dolci, quindi Harry cominciò a spiegargli tutto quello che era successo dal suo

compleanno in poi, eccetto quello che riguardava Hermione. Quello sarebbe stato un problema e Harry non voleva che Ron

esplodesse a metà del racconto, così aspettò la fine.

 
“Quindi sei in parte Vampiro, in parte Veela?! Assurdo!” esclamò Ron. “Suppongo che sia per questo, che non puoi giocare,

vero?!” Harry annuì e Ron sospirò. “Sei il miglior cercatore della scuola e non puoi giocare. Le altre squadre festeggeranno, alla

notizia.”

“Ron, c’è di più.”

“Che altro c’è che potresti dirmi?!”

Harry ed Hermione si scambiarono un sguardo.

“Uhm.. ho trovato la mia compagna.”

“Fantastico! La conosco?”

“Sì, la conosci molto bene.”

“Congratulazioni, Ginny! Ho visto Harry parlare con mamma e papà. So che sarete felici, voi due insieme.”

“Ron, non è Ginny. Lei è la compagna di mio cugino Nicholas. Ero lì come capo famiglia per negoziare le condizioni di un

corteggiamento formale tra loro.”

Ron guardò Ginny, chiedendole silenziosamente se quello fosse vero. Lei diventò livida, ma annuì. La bocca di Ron si spalancò.

Era stato così sicuro che Harry e Ginny sarebbero finiti insieme.

“Non è Luna, vero?” chiese, alquanto spaventato.

“No, Ron. Senza offesa, Luna.”

“Nessun problema, Harry,” rispose lei, con la sua voce melodiosa.

“Per favore, dimmi che non è Hermione.” Disse pregando.

“Sì, è lei.”

E in quel momento Ron esplose. “Certo che è lei! Con tutte le ragazze che conosci dovevi scegliere proprio quella che io

volevo, ma no! Sei dovuto cambiare e prenderti lei come se fosse un premio e lasciarmi i tuoi avanzi, beh no grazie, Signor

Potter!”
l’ultima parte era stata detta in tono canzonatorio, mentre Ron si spostava verso la porta.

La trovò bloccata.

“Apri questa cavolo di porta, Harry. Adesso.”

“Non l’ho chiusa io, Ron. Ma per favore, ascoltami..”

“Non voglio ascoltare più nulla. Adesso, apri questa maledetta porta!”

Hermione ne aveva abbastanza. Era stata lei a bloccare la porta. Ron aveva bisogno di calmarsi e sentire ragioni. Si sarebbe

odiato se avesse detto qualcosa che non avrebbe potuto essere perdonata prima di calmarsi. Harry sapeva di guardare tutto

per bene(*), visto che era stato dalla parte sbagliata troppe volte nelle ultime settimane. Aveva superato il limite.

Ma Ron sorprese facendo semplicemente saltare la porta di lato e andando via.

“L’ha presa bene,” disse Ginny sarcasticamente.
 
 _____________________________________________________________________________________________

 
*la frase originale è “he knew that look all to well since he had been on the receiving end too many times over the last few weeks. Non sapevo davvero in che altro modo tradurre. Fatemi sapere se avete idee.


Oh beh, questo è tutto. 
Al prossimo aggiornamento e vi prego, fatevi sentire!

 

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Capitolo 7
*** The Traitor Revealed ***


Ciao a tutti! 
Finalmente ecco a voi il nuovo capitolo. Oggi sono di poche parole, vi dico solo... colpo di scena! (Come già annunciato dal titolo, lol)

Enjoy

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Una solitaria figura incappucciata apparve nei pressi di Riddle Manor, il quartier generale di Lord Voldermort. Tutti potevano vedere che questa

fosse una donna e che andasse di fretta.

Il suo signore sarebbe stato molto felice delle informazioni che aveva raccolto. Sapeva che le forze del suo signore avevano subito duri colpi, per

colpa di Lord Potter: la morte di Lucius Malfoy e Bellatrix Lestrange e la perdita dei poteri della maggior parte dei Mangiamorte. Entrò nel salone,

dove il suo signore era seduto su un trono. Severus Piton e il giovane Malfoy gli stavano ai lati.

“Lady Nicola, è un piacere vedere il vostro grazioso viso di nuovo.”

“Mio signore,” rispose inchinandosi con grazia. “Ho alcune informazioni per voi.”

“Deve essere importante se siete venuta personalmente a condividerle con me.”

Lei sorrise in un modo quasi malvagio prima di lanciare la prima bomba. “Il Clan dei Potter è ora sotto il controllo di mio cugino, Harry Potter.” Non

un suono era udibile dopo quella affermazione.

“Interessante,” disse Voldemort guardando Severus da vicino. “E’ molto interessante che Potter abbia scelto di ricevere la propria eredità. Qualcosa

che suo padre aveva rifiutato di fare, non è vero, Severus?”

Severus annuì una volta, ma non profferì parola. Draco lo guardò interrogativo, ma poi tutti riportarono la loro attenzione sulla ragazza nella stanza.

“Questo è tutto quello che hai da dirmi?”

“No, mio signore. Mio padre, con il lupo mannaro ha controllato l’intero castello e il villaggio per proteggersi dal Marchio Nero.”

Voldemort rise e Piton sogghignò. Non gli piaceva quella ragazza. Non si fidava di lei. “Ovviamente non ha controllato abbastanza bene.”

Nicola spostò lo sguardo su Severus. “Ha controllato solo sulle braccia e visto che il mio “Marchio” non si trova sul mio braccio non c’è

assolutamente nulla di cui preoccuparsi.”

“Quindi tu hai un marchio?”

“Certo che ce l’ho, Severus. Semplicemente, in un altro posto, dove mio padre non guarderebbe mai.” Si tirò giù le maniche e si abbassò il corpetto.

L’inizio del Marchio si poteva vedere vicino al seno sinistro, proprio sul cuore. Severus non aveva mai visto nessuno che avesse il Marchio in quel

posto. Era stato doloroso farselo sul braccio, non poteva immaginare quanto lo fosse stato facendoselo lì.

“Sono preoccupati dei traditori,” disse Voldemort con una risata. Nicola annuì con un sorriso.

“Mio cugino ha bandito mia madre dal castello.”

Tre sopraccigli si alzarono alla notizia. “Perché avrebbe dovuto farlo?” chiese Draco, parlando per la prima volta.

Lei guardò in direzione del giovane Malfoy. Sembrava delizioso. “Perché minava l’autorità della sua compagna nel castello. Mio padre non ha

protestato, del resto, sarei rimasta sorpresa se lo avesse fatto.”

“Chi è la sua compagna?”

Nicola riportò la sua attenzione sul suo signore. “La nata babbana. Si sono già legati. Stanno inoltre programmando di tornare ad Hogwarts per il loro

ultimo anno.”

La sorpresa di manifestò nuovamente sui loro volti. Molti erano convinti che l’unica che avrebbe potuto sposare Harry sarebbe stata la Weasley.

Nessuno aveva pensato che la Granger avrebbe potuto ricoprire quel ruolo.

“Quindi ha sposato la sangue sporco? Potremmo usarlo a nostro vantaggio.”

Nicola si fece coraggio per affrontare la notizia successiva. Questo lo avrebbe fatto arrabbiare parecchio. “Mio cugino è il responsabile della morte di

Bella.” E quando aveva avuto ragione. Lord Voldemort provò il perché lei fosse così spaventata. Uno sguardo di puro odio riempì il suo viso e il suo

intero corpo cominciò a tremare. Lei sapeva quanto volesse disperatamente maledire qualcuno in quel momento, ma non era spaventata. Non aveva

mai alzato un dito su di lei e mai l’avrebbe fatto, aveva troppa protezione perché potesse farlo. Era una scossa di puro piacere sapere quanto avrebbe

voluto farle del male, e nessun altro avrebbe mai pensato di fare qualcosa del genere.

“Che cosa ha fatto,” sussurrò Voldemort. Stava ancora tremando. Bella era una seguace devota, avrebbe dovuto essere al suo fianco, non morta.

“Non sono sicura di cosa esattamente sia successo, ma da quello che ho capito ascoltando i miei fratelli, papà ‘ha prosciugato’ Lucius della magia

dopo che la stessa cosa è stata fatta a tutti gli altri. Quindi mio cugino ha avuto “L’onore” di succhiare la magia di Bella e il suo sangue, facendola

sanguinare a morte. Allora, quando Lucius ha guidato l’attacco a Diagon Alley ed è stato catturato di nuovo, mio cugino ha permesso a mio fratello

Nathaniel di succhiargli via la vita.”

“Potter si è permesso di uccidere i miei seguaci? Come succhia via la loro magia?”

“Un incantesimo pronunciato da un Vampiro mago o strega. Mio padre lo ha trovato in un antico libro e lo ha insegnato a mio cugino. Questi ha

ordinato la cattura che di altri, in particolare Severus, Draco e Codaliscia. Tutti devono essere catturati e passare sotto il suo giudizio, ma vuole che ci

si focalizzi su questi tre nomi.”

“Vuole vendetta,” affermò Voldemort guardando Severus. “Potremmo trarlo a nostro vantaggio. Hai altro da riferirmi?”

“No, mio signore, ma ho un’idea che potrebbe funzionare, se Severus e Draco dovessero essere catturati.”

“Di che si tratta?”

“Potrei dichiararli miei compagni. Anche se mio cugino li ritenesse colpevoli, non li ucciderebbe, perché sarebbero parte della famiglia, qualcosa che

ha troppo a cuore per distruggerla.”

“Draco potrebbe essere accettato in quel ruolo, ma ho paura che troppi potrebbero capire che Severus invece no. Troppi sanno che è stato ripudiato

da un compagno del tuo clan”

“Vero, ma visto che è stato ripudiato potrei dichiararlo una seconda volta semplicemente dicendo che ho un’attrazione minore. Visto che non ero

fisicamente presente quando è successo, non potrei saperlo. La legge del Clan stabilisce che se un compagno è ripudiato, un altro può dichiararlo e,

sebbene sia molto raro, alcune donne hanno avuto più di un compagno. Non vedo alcun problema, in questo.”

Draco guardò quella bellissima ragazza che stava parlando di lui e Severus. Era possibile diventare suo compagno? Parte di lui lo sperava.

“Sicuramente, nel tempo che è passato, avrai trovato un compagno,” sogghignò Severus. Non gli piaceva la piega che stava prendendo quella

conversazione. Non voleva niente a che fare con il Clan dei Potter di nuovo, visto che non era mai stato così umiliato che di fronte all’intero Clan.

“Sì, Severus, ho trovato il mio vero compagno, ma non corrispondeva ai miei standard, quindi l’ho ucciso prima che qualcuno si rendesse conto di

che cosa lui fosse. È stata una delle cose più piacevoli che abbia mai fatto.” Lo sguardo di orrore che le lanciarono Severus e Malfoy la fecero

sorridere. Il suo signore sembrava essere sul punto di ridere. “Non preoccupatevi, miei compagni, non vi ucciderò. Avete la mia parola.” E, detto

questo, un filo di vapore lasciò il suo corpo, dividendosi in due e entrando in quelli dei due uomini, sigillando la promessa.

“Perché lo stai facendo?” chiese Draco. Quei bellissimi occhi azzurri lo guardarono, facendo reagire il suo corpo. Magari, essere legati con lei non

sarebbe stato così male.

“Uno, voi due sarete disapprovati da mio padre, i miei fratelli e, specialmente, da mio cugino. Saranno praticamente forzati a non fare o dire niente.

Due, come sospetti Mangiamorte tutti guarderanno voi due come traditori, permettendomi di continuare a fare la spia. E tre, il nome dei Malfoy è

ancora un nome di tutto rispetto e avete una grossa somma di denaro, alla quale aspiro. Non ho alcun desiderio di essere povera. Il Ministero non

può fermare il legame o interferire con nessun giudizio formulato da mio cugino, e una volta che è pronunciato è definitivo. Nessuna delle vostre

azioni passate potrà essere usata contro di voi. Guarda soltanto a quello che ha già fatto. Il Ministero ha cercato di fargli rilasciare i Mangiamorte

nelle sue mani, ma aveva già giudicato. Non c’è niente che loro possono fare.”

Voldemort stava sorridendo. Amava davvero quella donna, anche se non sarebbe mai stata sua. Erano uguali. “Penso di averti sottovalutato, Lady.

Penso di poter organizzare una ‘cattura’ per Severus e Draco intorno a Natale.”

“Sarà un bel periodo per legarsi, mio signore.”


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Capitolo un po' breve, ma.. oh beh, a voi i commenti.
Ringrazio tutti coloro che mi manifestano la loro presenza, ma anche i lettori silenziosi. Grazie a tutti! E ricordate: per qualsiasi cosa, io sono qui. Scrivete!

Alla prossima settimana!
Ronnie.

 

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Capitolo 8
*** A New School Year Begins ***


Ciao a tutti!
Sono di nuovo qui, e spero che un giorno di ritardo sia perdonabile :)
Capitolo un po' corto, ma bello, almeno a mio parere. Diciamo che è un po' di passaggio, in attesa che le cose comincino a scaldarsi. Fatemi sapere cosa ne pensate e, per qualsiasi suggerimento, io sono qui, scrivetemi pure. Anche se non dovessi rispondervi subito state certi che lo farò.
Passo a ringraziare le meravigliose persone che recensiscono, e che mi danno sempre la loro opinione riguardo alla storia; in più ringrazio tutti coloro che seguono e che preferiscono. Spero davvero di non deludervi.
Un bacione, alla settimana prossima.
Ronan. 

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Una volta che l’espresso per Hogwarts fu arrivato alla stazione, Ron si assicurò che non ci fossero né Hermione né Harry in

circolazione. Si rifiutava di stare ovunque stessero loro, visto che, nel suo cuore, era come se lo avessero tradito. Harry sapeva che lui, in un certo

senso, era innamorato di Hermione, che lei sarebbe stata l’unica che, eventualmente, avrebbe potuto sposare. Ma ovviamente no! Il salvatore

insanguinato del mondo magico doveva diventare un miscuglio di creature e legarsi con la sua donna. Harry avrebbe dovuto legarsi con Ginny, non

con Hermione, ma anche Ginny aveva suscitato il suo disappunto: il suo compagno era un cugino di Harry. Un Vampiro, e lei era d’accordo a legarsi

con quello. E anche i suoi genitori erano d’accordo. Era tutto così sbagliato.

Arrivato in Sala Grande, si sedette al tavolo dei Grifondoro e, non appena il resto della scuola si fu seduto, fu chiaro a tutti che il Trio d’Oro aveva

litigato. Le voci cominciarono immediatamente a circolare, e molti avevano sentito lo scoppio d’ira di Ron e lo sportello saltato, ma la vera ragione

del litigio era sconosciuta a tutti, anche se nessuno smise di mettere in giro pettegolezzi e supposizioni. Il pettegolezzo più quotato diceva che Ron

fosse innamorato di uno dei membri del loro piccolo gruppo, e che le sue avance fossero state rifiutate. A questa era velocemente seguita la

supposizione che Harry ed Hermione si fossero finalmente messi insieme e che a Ron non stesse bene. Questo, certo, era quello più vicino alla verità,

ma nessuno lo sapeva. In più quelli che sapevano la verità non l’avrebbero mai detta, non facendo altro che incrementare i pettegolezzi.

 

Quelli del primo anno furono smistati, gli ordinari annunci vennero fatti, quindi il banchetto cominciò. Harry rispose alle domande generali,

ignorando, però, quelle personali, specialmente quelle su di sé ed Hermione. Domande ovviamente poste dalle regine dei pettegolezzi: Lavanda e Calì,

le quali non volevano assolutamente accettare un ‘no’ o il silenzio come rispose, e non si fermarono fino a che Hermione non le ebbe minacciate di

stregarle per farle stare zitte.

 

Non appena il banchetto fu terminato, Ron si affrettò verso la torre di Grifondoro. Harry sussurrò ad Hermione di andare nella loro camera mentre

lui si assicurava di aiutare coloro che ne avevano bisogno e faceva un veloce controllo del castello usando la mappa. Guardando Ron allontanarsi,

Hermione strinse brevemente la mano di Harry, poi si allontanò. Harry aiutò alcuni ragazzi del primo anno ad orientarsi verso le loro sale comuni,

visto che si erano allontanati dal gruppo. Molti di questi erano in soggezione. Quindi fece un rapido controllo del castello, beccando alcuni ragazzi del

quinto anno che provavano a introdursi nelle cucine. Erano circa le undici quando Harry si avviò verso la camera che condivideva con Hermione. Si

tolse i suoi vestiti e li appoggiò sullo schienale di una sedia, nella loro piccola sala comune.

“Harry, sei tu?” chiese Hermione dalla camera da letto.

“Chi altri dovrebbe essere?”

“Molto divertente. Tutto a posto?”

“Sì, sono tutti a dormire.”

Hermione era ferma sulla porta, indossando una camicia da notte rossa che lasciava poco all’immaginazione. “Bene,” disse, poi si trovò in braccio ad

Harry, che la portava velocemente nella loro camera da letto.

 

Il mattino successivo portò con sè Ginny che spediva delle lettere a Nicholas e a sua madre. Quella per Nicholas diceva che era arrivata e che stava

bene.

Era così strano per lei comportarsi così, ma non poté farne a meno. Era come se avesse bisogno di rassicurarlo che andasse tutto bene. Quella per sua

madre, tuttavia, fu diversa. In quella, Ginny raccontò a sua madre della reazione di Ron per quello che era successo. Una reazione infantile. Suo

fratello aveva bisogno di imparare che non poteva avere tutto su un piatto d’argento. Non aveva mai davvero capito quanto egoista e geloso fosse

Ron, nei confronti di Harry, e si domandava come la loro amicizia fosse sopravvissuta così a lungo.

Spedite le lettere, Ginny si diresse alla Sala Grande per la colazione. Sedutasi, fu raggiunta da Lavanda e Calì, che si sedettero ai suoi lati. Volevano,

ovviamente, dettagli sull’argomento, e non avrebbero mollato fino a che non li avessero avuti. Troppe persone avevano sentito Ron piangersi

addosso per quanto fosse ingiusta la sua vita, e questo non aveva fatto altro che renderle ancora più determinate di scoprire cosa fosse successo.

Ma Ginny era un osso duro. “Non dirò una parola.”

“Andiamo Ginny. Sappiamo che stai morendo dalla voglia di raccontarlo a qualcuno, quindi perché non noi. Non lo diremo ad anima viva.” Disse

Lavanda.

Ginny sbuffò. “Giusto, e io sono Merlino travestito.”

Nel tentativo di farla cedere, Lavanda disse: “Che bel medaglione. È un regalo?”

Ginny arrossì leggermente. “Sì, ma non parlerò nemmeno di questo.” Le altre due continuarono ad insistere fino a che non arrivarono i diretti

interessati, tenendosi per mano. Entrambi sembravano stanchi, ma solo Ginny ne conosceva il probabile motivo. Ghignò verso di loro non appena si

sedettero di fronte a lei.

“Problemi a dormire?” chiese quindi. Harry sogghignò, mentre Hermione arrossì. No, non avevano alcun problema a dormire; avevano solo dormito

molto poco. Le loro azioni non sfuggirono alle due ragazze. Ginny sorrideva come un’idiota, e Lavanda e Calì guardavano attentamente, nell’attesa del

potenziale prossimo scoop.

“No, abbiamo dormito bene, grazie.” Rispose Harry. Ginny rise, ed Hermione diventò ancora più rossa. Si sentiva libera per la prima volta in tanto

tempo, e non sapeva se questo dipendesse dal fatto che Harry non fosse più disponibile, o perché il suo futuro fosse assicurato, con Nicholas. Forse

entrambi.

Vedendo la professoressa McGranitt camminare in giro per i tavoli consegnando i loro orari, si ricordò che voleva parlare con lei. Visto che aveva

accettato di legarsi con Nicholas, le era venuto in mente di chiederle se, per caso, avesse potuto fare i suoi esami in anticipo. Non avrebbe avuto una

vera carriera dopo essersi diplomata, visto che supponeva che Nicholas avrebbe voluto averla vicino. Voleva anche chiederle se potesse prendere

delle lezioni in più da Madama Chips: dopotutto, una madre ha bisogno di sapere  come prendersi cura dei propri figli.

 

La professoressa porse gli orari alla Coppia d’Oro, notando allo stesso tempo quanto stanchi ma, al contempo, felici sembrassero. Sorrise

internamente a quella vista. Raramente aveva visto una coppia che potesse dirsi più innamorata di quei due, fatta eccezione per i genitori di Harry e

Arthur e Molly Weasley. Chiunque li avesse guardati con attenzione avrebbe potuto vedere l’amore che avevano l’un per l’altro, ma le persone

raramente vedono quello che è davanti ai loro occhi. Lei, dal canto suo, era rimasta scioccata e senza parole quando aveva ricevuto la missiva da

parte di Harry che le restituiva la spilla da capitano, insieme al suggerimento che Ron potesse prendere il suo posto, e che lui non avrebbe potuto

giocare, quell’anno. Questo prima di vedere il sigillo della lettera, ovviamente. Harry aveva ricevuto e accettato la sua eredità. Ma quello che l’aveva

davvero scioccata era stata una seconda lettera, inclusa da Hermione, che diceva che lei e Harry erano compagni e che si erano legati. La lettera

chiedeva, inoltre, se Hermione avesse potuto prendere lezioni private da Madama Chips all’insaputa di Harry. Poppy era stata altrettanto sorpresa,

ma aveva accettato di insegnare a Lady Potter le basi di guarigione e cura dei bambini.

 

Ron entrò a passo di carica nella Sala Grande, ancora arrabbiato con Harry ed Hermione per il fatto che il suo ex amico gli avesse rubato la ragazza

che voleva, il tutto sotto il suo naso. Quello che aveva reso Ron ancora più furioso era il fatto che Ginny sapesse tutto e che non gli avesse detto

niente. Lei era venuta a parlargli, la sera prima, dicendogli che si stava comportando come un bambino e di finirla. Ron le rispose dicendo alcune

cose che la maggior parte delle persone non direbbe mai, specialmente alla propria sorella, e si rifiutò di tornare indietro, comportandosi come se

fosse tutto a posto. Tuttavia, la maggior parte dei Grifondoro, schierata dalla parte della coppia,  non la pensava alla stessa maniera. I più avevano

ignorato lui e i suoi sproloqui, rifiutando di dargli ragione. Pensavano che si stesse comportando da egoista e da stupido, e alle sue spalle tutti lo

dicevano, persino quelli del primo anno. Per queste ragioni, il giorno dopo, nessuno dei suoi compagni di stanza si era preoccupato di svegliarlo,

quindi era di corsa e in ritardo. In quel momento, però, vedere i traditori che mangiavano con sua ‘sorella’ in tranquillità fece tornare tutti i

sentimenti repressi a galla.



 Sedutosi accanto a Neville, fu scioccato nel vedere tutti intorno a lui, incluso lo stesso Neville, alzarsi e andare via, lasciandolo da solo. Quella fu

l’ultima goccia. Ron si alzò, dimentico persino della colazione, strappò il suo orario dalle mani della professoressa McGranitt e corse via dalla Sala

Grande.  



 

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Capitolo 9
*** A Future Marauder ***


Ehi there!
Scusatescusatescusate! Lo so che avevo detto che sarebbe stato pronto entro sabato, ma non ho avuto molto tempo, ed ero indietro con altre traduzioni a cui dovevo assolutamente dare la precedenza. Vi chiedo scusa!
Quindi, passando al capitolo.. come vedrete, è un po' più corto, rispetto agli altri, e non è molto incisivo, per lo meno ai fini della storia. Diciamo che è un po' di passaggio, però io l'ho trovato molto bello. 
Ringrazio le persone che hanno recensito e quelle che seguono, preferiscono e ricordano la storia. 
Un bacione, 
Ronnie. 


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Il giorno seguente il gufo che Ginny aveva inviato alla madre, una lettera fu consegnata a Ron. E che lettera! Nessuno aveva mai sentito la signora

Weasley urlare così forte, prima, nemmeno nei confronti dei gemelli. Lo sgridò per quindici minuti buoni dicendo quanto Ron fosse una disgrazia per il

nome dei Weasley, che era geloso di Harry, e per la sua stupidità in generale. Disse anche che non avrebbe mai biasimato Harry o Hermione, se non

gli avessero più rivolto la parola, o se avessero deciso di non rinnovare la loro amicizia, anche se, come futura famiglia, disse di sperare che lo

avrebbero fatto. Per qualche ragione, la strillettera della madre rese solo Ron più arrabbiato, il che gli fece guadagnare una punizione di due

settimane e perdere quindici punti per aver stregato Colin Canon, che si trovava a passargli vicino.

 
Ed ecco come tutti adesso sapevano che Ron fosse geloso di Harry ed Hermione perché erano una coppia, lo stesso motivo per il quale era avvenuto

lo scontro nel treno. Inoltre, in qualche modo, Ginny sarebbe entrata a far parte della famiglia di Harry. Come sarebbe successo, nessuno lo sapeva,

visto che la maggior parte delle persone credeva che Harry non avesse una famiglia. La notizia, in ogni caso, si diffuse per tutta la scuola in men che

non si dica e, per la fine della prima ora, tutti conoscevano l’intero contenuto della strillettera e le ragioni del litigio del Trio d’Oro, e questo non

faceva altro che aumentare la rabbia e l’instabilità di Ron. Nessuno appartenente alla casa di Grifondoro parlava con lui, mangiava con lui, o si sedeva

con lui. Quelli che lo facevano, durante le lezioni, erano parecchio riluttanti, e tutti si sporgevano per vedere chi lo avrebbe fatto. La professoressa

McGranitt pensava che fosse una sorta di giustizia poetica e, se fosse stato possibile, gli avrebbe tolto anche la spilla da capitano, ma non c’era nessun

altro altrettanto qualificato, così non fece nulla.

 
Era passata una settimana, e Ron era ben lungi dal ritornare sui propri passi. Il trattamento che gli era stato riservato dalla casa di Grifondoro, si era

esteso, ora, anche alle altre case: Tassorosso e Corvonero facevano il possibile per evitarlo, e i Serpeverde erano peggiori di quanto non fossero mai

stati, anche se i nuovi Capi Scuola cercavano di fermare tutto questo, quando lui era in giro. Fu con il Quidditch che cominciò a innervosirsi: aveva a

malapena messo insieme una squadra. Nessuno ci aveva davvero provato, e incolpava Harry, per questo, non accettando di essere a sua volta

biasimato per il suo comportamento. Ma anche quelli che erano entrati in squadra gli parlavano solo lo stretto necessario, e seguivano i suo schemi.

Anche Ginny, sebbene morisse dalla voglia di zittirlo.

 
Ginny, dal canto suo, si era unita alle lezioni che Hermione aveva richiesto per sé, visto che entrambe volevano imparare le stesse cose. Sapevano

entrambe di essere destinate ad essere madri, e sentivano di dover usare tutta la preparazione di cui potevano servirsi, e Madama Chips fu più che

felice di condividere le sue conoscenze e insegnare loro tutto quello che volevano sapere. Disse inoltre a Hermione che, imparando queste cose,

sarebbe stata capace di tenere Harry fuori dai guari, e sia Ginny che Hermione risero.

“Ne dubito, sembra trovarne sempre di più, quando non ci sono. Giuro che i suoi genitori avrebbero dovuto chiamarlo ‘problema’, come secondo

nome.”

 
Fu durante quelle lezioni che Ginny confidò a Hermione i suoi progetti sul diploma, come sorpresa per Nicholas, ma le fece promettere di non dire

niente a nessuno, nemmeno ad Harry. Era stato preparato per lei un programma da tutti i professori, che le avrebbe permesso di finire due anni di

scuola in uno, inoltre aveva restituito la spilla da Prefetto, e si era rifiutata di giocare a Quidditch con quell’idiota di suo fratello, ma Hermione le fece

capire quanto avesse bisogno di uno svago.

Le offrì anche di aiutarla con i compiti, che erano aumentati, diventando un’instabile pila di fogli.

 
Nicholas le inviava una lettera ogni tre giorni, e servì molto, al corpo studentesco femminile, per capire che Ginny aveva un nuovo amore fuori dalle

mura del castello. Più di una scommessa fu fatta, riguardo chi fosse questo amante misterioso e, ogni volta che lei riceveva una lettera, ogni occhio

era puntato sulle sue reazioni e sul suo viso rosso. Inoltre vedevano come sua fratello la fulminasse ogni volta.

 
I giorni passarono, e ogni studente si sistemò nella propria routine. Per il compleanno di Hermione, Harry ottenne il permesso di uscire da scuola e

smaterializzarsi con lei a Londra, dove cenarono nel suo ristorante preferito. Più tardi, quella sera, dopo aver fatto l’amore, Harry l’aveva morsa e

aveva bevuto il suo sangue.

In seguito non aveva più smesso di scusarsi, ma lei gli disse che lo aveva trovato altamente erotico, e che lo aveva amato. Harry non sembrava

convinto, ma lei, dal canto suo, scrisse parecchie pagine sul suo diario, riguardo all’accaduto.

 
Settembre divenne ottobre, e presto cominciò la stagione del Quidditch, con la prima partita tra Grifondoro e Serpeverde. Una settimana prima della

partita, Hermione e Ginny si trovavano in infermeria, esercitandosi su un incantesimo, uno di quelli che aiutavano a controllare se c’erano

gravidanze in corso o no. Hermione lo testò su Ginny, e come c’era da aspettarsi, risultò negativo, ma quando Ginny fece altrettanto, l’incantesimo

risultò positivo. Madama Chips confermò l’analisi di Ginny, dicendo a Hermione che era di circa un mese.

Hermione fu fuori di sé dalla gioia, alla notizia, ma fece promettere a entrambe le donne di non dire una parola a nessuno. Voleva dirlo lei stessa ad

Harry in un modo speciale, quando sarebbe stato il momento.

 
Il giorno prima della partita, Harry ricevette una lettera da Andrew. In questa, egli diceva che al castello e al villaggio andava tutto bene. Alcuni

ricercatori avevano trovato quella che credevano essere la coppa che Harry stava cercando, e diceva che Nicholas glie l’avrebbe portata, per

accertarsi che fosse veramente così, con la scusa di voler assistere alla partita di Ginny. Harry si domandò se quest’ultima sapesse dell’arrivo di

Nicholas.

 
Hermione aveva deciso di aspettare fino alla fine della partita, per dire ad Harry del bambino. Dopo averglielo detto, l’avrebbe trattata come se fosse

di vetro, soddisfacendo ogni sogno e desiderio. Parte di lei amava il pensiero, parte di lei no, quindi aveva cercato di non essere intorno a lui, quando

i sintomi della gravidanza erano evidenti. Un attacco di nausea mattutina era avvenuto in infermeria, mentre seguiva le lezioni di Madama Chips, e le

vertigini l’avevano colta mentre era in biblioteca ma, fortunatamente, era già seduta. A parte questi due episodi, si sentiva bene, ma il bambino

sembrava essere molto consapevole di quello che le accadeva intorno. In libreria, ad esempio, circa  un’ora dopo l’episodio delle vertigini,

improvvisamente avvenne una magia: inosservata, dallo stomaco di Hermione, la magia decise di ridipingere ogni muro della biblioteca di un colore

diverso. Fucsia, arancione, giallo e verde evidenziatore campeggiavano sui muri, mentre gli scaffali si trasformarono in animali di cartapesta, simili,

nella disposizione, a una giostra. Madama Pince diede la colpa ad alcuni ragazzi del secondo anno, e gli ordinò di pronunciare l’incantesimo opposto,

e far tornare tutto come prima, cosa che questi non riuscirono a fare. Tutto rimase così fino a che Hermione non se ne fu andata, quindi la stanza

tornò normale. Molti pensavano che stesse mormorando tra sé e sé, mentre in realtà stava sgridando il suo bambino non ancora nato, e gli stava

dicendo di comportarsi bene.

 
Dopo tutto, chi sapeva che cosa il nuovo Malandrino aveva in serbo per tutti loro.

 

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And that's all for now! 
Spero che vi sia piaciuto. Ricordate: per qualsiasi cosa sono qui. Ringrazio chi commenterà positivamente, ma anche chi dovesse avanzare critiche. Anche quelle sono sempre bene accette.
Un bacio, e al prossimo aggiornamento (che sarà puntuale, promesso!)

 

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Capitolo 10
*** Quidditch ***


Ed eccomi di nuovo qui!
Scusate per il ritardo, davvero non so più cosa dire per scusarmi, ma sto avendo un periodo piuttosto impegnativo, e spero che abbiate un po' di pazienza, prima di sbranarmi. Prometto di portare a termine questa FF e tradurre anche le altre di questa autrice, se avrò il vostro consenso. 
Anyway, è con immenso piacere che vi annuncio che siamo arrivati a metà di questa Fanfiction, e che in questo capitolo avrei seriamente voluto prendere Ron a calci, ma penso che sia un sentimento comune.. 
Enjoy.






La mattina della partita tra Grifondoro e Serpeverde arrivò in fretta. Ron sedeva ancora da solo in Sala Grande, mentre l’intera

casata si rifiutava di avere qualcosa a che fare con lui. Cominciava a sentirsi solo, ma allo stesso tempo non voleva ammettere

di essere in torto, specialmente a sé stesso, anche se il fatto che nessuno volesse parlare con lui lo stava facendo riflettere.

Magari, se la sua squadra avesse vinto, quel giorno, le cose sarebbero cambiate.
 

Harry ed Hermione arrivarono un paio di minuti dopo, giusto in tempo perché arrivasse una lettera. Harry aveva

un’espressione colpevole, sul viso, mentre Hermione sembrava irritata, e molti supponevano che la coppia d’oro avesse

appena avuto la loro prima litigata. Sedendosi l’uno affianco all’altro, Hermione mormorò: “Harry, smettila di sentirti in colpa.

È nella tua natura mordere e bere sangue.”

Harry sospirò mentre le riempiva il piatto di pancake, fatti proprio come piacevano a li.

“Dovrei essere in grado di controllarmi. Che cosa succederebbe se mi spingessi troppo oltre?! Potrei ferirti.”

“Se ti preoccupa così tanto, parlane con Andrew, ma continuo a trovarla una cosa estremamente erotica ed eccitante.” Harry

arrossì, ricordando come lei fosse venuta tra le sue braccia, mentre lui beveva. Era stata così eccitante da provocargli un

sovraccarico sensoriale, e da fargli spiegare le ali, cosa che non era più successo, dopo la notte del legame. Era stato molto

soddisfacente per entrambi.

 
“Ho controllato le date, e credo che tu abbia bisogno di bere circa una volta al mese, fin da quando hai cominciato a farlo con

Bellatrix, e sarei più che felice di essere usata a tale scopo.”

Aveva appena cominciato a mangiare, quando all’improvviso l’intero piatto, e il boccone che stava masticando si

trasformarono in nachos, completi di salsa, carne, peperoncino, olive e cipolle verdi. Il bambino, evidentemente, voleva

qualcosa di piccante.

Harry fissò il suo piatto. “Uhm, Hermione?”

“Sì?” rispose lei, prima di prenderne un morso. Il bambino aveva buon gusto.

“Vorresti spiegarmi perché stai mangiando nachos a colazione, invece dei pancake che ti avevo servito?”

“Beh.. grazie per i pancake, ma avevo davvero voglia di qualcosa di piccante, stamattina.”

“Ma.. nachos?!”

“Beh, non li mangiavo da parecchio, e chi dice che puoi mangiare solo cibi da colazione, a colazione?!”

“Nessuno.”

“Bene. Ora mangia.”

“Certo, cara.”

 
Nicholas e Nathaniel arrivarono a Hogsmeade abbastanza presto. Nate aveva preso in giro suo fratello per l’intero viaggio su

quanto avesse fretta di vedere la sua promessa.

“Onestamente, Nick, se non rallenti un po’, saprà che ha totalmente il controllo su di te. Prova a resistere un pochino.”

Nicholas guardò suo fratello. “Spero che quando troverai la tua compagna, ti ricorderai di questi consigli. Te lo ricorderò.

D’altra parte, non la vedo da almeno due mesi.”

“Io lo so, e anche lei lo sa. Solo non sembrare così desideroso.”

“Disse quello senza legami.” Nate si limitò a ghignare, mentre finalmente giungevano al portone del castello. Si avviarono

verso la Sala Grande, fino a che non videro i loro Signore e Signora. La maggior parte degli studenti di fermò dal fare quello che

stava facendo e guardò i due Vampiri entrare e sedersi accanto alla Coppia d’Oro. Quindi guardarono Ginny entrare e dirigersi

verso uno dei due, che si alzò non appena lei si fu fatta più vicina, baciandole la mano e aiutandola a sedersi. I pettegolezzi, a

questo punto, erano impazziti. La maggior parte di loro guardò anche Lavanda Brown e Calì Patil, le regine del gossip di

Grifondoro, unirsi al gruppetto, e videro l’altro Vampiro irrigidirsi.

 
Nathaniel Potter aveva vissuto parecchi anni della sua vita senza mai considerare la possibilità di una compagna. Era molto

più il tipo di ragazzo donnaiolo, quello che le ama e poi le abbandona, che si faceva solo soddisfare. E adesso queste due

compagne di casa dei suo signori, e della sua futura cognata gli fecero impazzire i sensi. Era così forte che non voleva davvero

che finisse. Ora sapeva che cosa Nicholas voleva dire, e adesso sarebbe stato l’oggetto di un bel po’ di prese in giro da parte del

suo normalmente quieto fratellino, ma per il momento, tutto quello che doveva capire era quale, tra quelle due giovani

ragazze, fosse la sua compagna. Entrambe erano molto attraenti. Una era molto esotica, e l’altra era bionda. Aveva un debole

per le bionde. Sarebbe stata davvero una lunga giornata.

 
Nicholas non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. “Ho inteso che giocherai, oggi.”

“Sì. Gioco da cercatrice, visto che Harry non può più farlo. Prima ero solita giocare da cacciatrice.”

“Ti auguro buona fortuna, e di vincere.”

“Grazie, Nicholas.”

“Potresti chiamarmi Nick, se vuoi. Solo Nate e mio padre mi chiamano così.”

“Nick. Hai mangiato, stamattina?”

“Sì, ma suppongo di poter mangiare qualcosa con te.”

E in quel momento, Ron entrò in Sala Grande. Vide Ginny seduta con uno straniero, e arrivò alla conclusione che fosse il

Vampiro con cui stava per legarsi. Si diresse verso di loro.

“Ginny, allontanati da lì, immediatamente!”

“Stai zitto e lasciami sola, Ron.”

“Ginny, è un Vampiro. Non voglio vedere mia sorella seduta accanto a un Vampiro.”

A quell’affermazione, i tre Potter scattarono in piedi.

“Ron, questo è il mio promesso, Nicholas. È il cugino di Harry, e rimarrò seduta accanto a lui, se è questo che voglio. Non c’è

niente che tu possa fare al riguardo, idiota. Andiamo, Nicholas. Andiamo in un posto dove possiamo parlare in pace.” Ginny si

alzò, prendendo la mano di Nicholas e dirigendosi fuori dalla Sala Grande prima che Ron potesse esplodere.

“Sei riuscito a mettere la mia stessa sorella contro la sua famiglia, Potter.”

“Lo hai fatto tu stesso, Ron. Solo tu, e forse Percy, sembrate rifiutare il suo legame con Nicholas e, sinceramente, odierei

essere nei tuoi panni, quando tua madre lo scoprirà. Hai finito, Hermione?”

“Sì. Improvvisamente non ho più fame.”

Harry aiutò Hermione ad alzarsi, e seguirono la coppia fuori della porta. Ron fu improvvisamente conscio di quanto silenziosa

fosse la Sala Grande. Si guardò intorno per vedere che praticamente l’intero corpo studentesco lo aveva sentito urlare contro

sua sorella. Dannazione, pensò.

 
Nate si alzò, fronteggiandolo. “Sei probabilmente l’umano più stupido che ho mai incrociato lungo il mio cammino in un

davvero lungo periodo. Tu, un purosangue, dovresti sapere che le creature magiche non hanno scelta, riguardo chi siano i loro

compagni. Mio fratello sta combattendo ogni istinto per permetterle di finire la scuola, sapendo che questo è importante, per

lei. Diversamente, sarebbero già stati legati. Sei fortunato a far parte della famiglia, perché se così non fosse saresti morto in

questo istante.” Si girò verso Lavanda e Calì. “Signore, potrei avere il piacere della vostra compagnia, durante la partita, e

magari potreste mostrarmi l’istituto?” Entrambe ridacchiarono e annuirono. Ron li guardò andar via, sentendosi lasciato fuori.

Improvvisamente, gli studenti proruppero in una risata fragorosa, mentre i capelli di Ron diventavano verde evidenziatore.

(Nessuno riesce a immaginare chi sia stato?).

 
Harry ed Hermione trovarono Ginny e Nicholas all’entrata del Campo da Quidditch. Permisero alla coppia un po’ di intimità,

ma rimasero comunque vicini abbastanza. Harry avrebbe voluto trovare un posto privato per pomiciare, ma Hermione gli

disse che avevano il dovere di agire come controllori della situazione di Ginny, proprio come scritto nel contratto. Quello fu il

momento in cui Harry individuò Nate insieme a Lavanda e Calì. Sperò che non fosse ciò che stava pensando. Se lo fosse stato,

allora il clan avrebbe acquistato due grandissime pettegole. Apparentemente, Hermione stava pensando la stessa cosa.

 
“Pensi che una di loro possa essere la sua compagna, o magari entrambe?”

“Se lo fossero, gli comprerò una casa a parte, ben lontano da noi.” Hermione lo schiaffeggiò. “Cosa?”

“Non era una cosa carina, da dire.”

“Vuoi averle intorno ventiquattro ore su ventiquattro?!”

La domanda la fece riflettere. “No, no davvero.”

“Allora vedi che ho ragione.”

Improvvisamente l’erba del campo diventò arancione. Hermione fulminò il suo stomaco. Non era il momento perché il suo

bambino di mettesse a farne una delle sue.

“Perché l’erba è arancione?!”

“Per aiutare Ron a sentirsi meglio?”

“Dopo quello che ha appena detto e fatto?! Ti sei bevuta il cervello?!”

Non ebbe la possibilità di replicare, visto che erano appena stati raggiunti da Ginny e Nicholas.

“Perché è tutto arancione?” chiese un confuso Nicholas. Ginny guardò Hermione, che stava indicando il suo stomaco.

Immediatamente capì, e dovette combattere con sé stessa, per trattenere la risata che minacciava di fuoriuscire.

Fortunatamente, Harry rispose: “E’ probabilmente lo scherzo di qualcuno di un’altra casa.”

“Adesso che siamo più o meno soli, ti dispiacerebbe farmi vedere quello per cui sei venuto qui, cugino?”

“Certo.”

Nicholas tirò un involucro color porpora dal suo taschino. Prima ancora che lo aprisse, Harry lo sentì. “Non aprirlo. Posso già

dirti che è uno di loro. Portalo al castello e tienilo nascosto in un posto sicuro fino a che non tornerò per le vacanze.”

“Come vuole, mio Signore.”

 
Harry stava fissando Hermione, per farle capire di lasciargli spazio, quando Nicholas gli chiese di aspettare. “Vorrei che

entrambi foste presenti.”

Prese un anello di diamanti dalla tasta, circondato da un cerchio di pietre più piccole. “Ginevra Molly Weasley, accetteresti

questo anello come simbolo del mio corteggiamento, e del nostro futuro legame?”

“Sì, accetto.” Quindi Nicholas lo pose alla sua mano sinistra, prima di baciarlo. In quel momento, il resto degli studenti si stava

avviando al campo. “Congratulazioni. Ginny, farai meglio ad avviarti agli spogliatoi, e cerca di non maledire tuo fratello,” disse

Harry. Ginny baciò velocemente Nicholas sulle labbra, poi sparì. Nathaniel si unì a loro, insieme alle due oche, e si diressero

agli spalti.

 
 
 Il gioco era nel pieno del suo svolgimento. Ron, nel pieno della sua rabbia, fece segnare i Serpeverde per diciotto volte, ma

Ginny riuscì, con una mossa spettacolare, a catturate il boccino, permettendo ai Grifondoro di vincere con un margine di dieci

punti. I Grifondoro si profusero in un’ovazione, quando capirono che, grazie a lei, avevano vinto, spingendo via Ron,

lasciandolo celebrare la vittoria da solo. Mai una vittoria lo aveva fatto sentire così solo. 






Ebbene, here we are!
Spero che vi sia piaciuto. Per qualsiasi cosa, ricordatevi che sono sempre disponibile.
Un bacio a tutti, e un ringraziamento di cuore a tutti quelli che mi scrivono commenti positivi sulla storia, incoraggiandomi a continuare. Un grazie in particolare ad Auron_san, e a dubhe01, che recensiscono ogni mio capitolo, ma anche a tutti gli altri, che leggo sempre con piacere. 
Ronnie. 

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Capitolo 11
*** Telling Harry ***


losolosolosoloso! sono un mostro, mi sento un mostro! Scusatemi, davvero. Mi prostro ai vostri piedi in ginocchio, mi dispiace tantissimo! Giuro, faccio il possibile perché questo non succeda, ma spesso sono così a pezzi che non leggo nemmeno, figurarsi farmi solo passare nel cervello l'idea di mettermi a tradurre. E' una settimana che cerco di aggiornare e non ci riesco. Davvero, scusatemi!
Anyway, enjoy, anche se in ritardo 

 


La partita era finita, e Grifondoro stava celebrando la sua vittoria. Nel mentre, Nathaniel Potter stava cercando di capire se fosse stato fortunato o meno, nell’aver trovato due possibili compagne. Entrambe erano giovani, ed entrambe amavano i pettegolezzi. Sapeva che il suo Signore non le avrebbe tollerate per molto e, anche per questo, non aveva ancora detto niente. D’altronde, sapeva che Nick lo avrebbe preso in giro a non finire, dopo tutto quello che gli aveva detto, e poi, cosa da non tralasciare, le sue compagne avrebbero dato fastidio a tutti. Trovava divertente il fatto che, nonostante tutto, completassero la sua personalità, e che fosse il primo Potter in trecento anni che trovava due compagne.
 
 
Grifondoro stava tenendo una festa nella sua torre e, come Ginny desiderava, Nicholas fu invitato e, per non essere da meno, Lavanda aveva invitato Nate, non sapendo che era esattamente quello che il Vampiro volesse. Harry ed Hermione si fermarono per un tempo abbastanza breve, ma continuavano ad accadere strane cose, mentre erano lì, come, per esempio, tutte le burro birre trasformate in limonate, o il gelato in brownies, ma quello che aveva stupito tutti era stato lo stemma  dei Grifondoro, completo di leone, che aveva preso vita.
Una cosa era che il leone ruggisse, ma che addirittura saltasse fuori dal suo spazio?!
 
Nicholas fu davanti a Ginny in un attimo, per difenderla, mentre questa intravide Hermione parlare con il suo stomaco, e realizzò che il bambino aveva di nuovo ‘voglia di giocare’. Fu quasi impossibile trattenere le risate. Afferrò la maglietta di Nicolas, per attirare la sua attenzione. “Va tutto bene, lo ha fatto Hermione, più o meno.”
 
“Che vuol dire ‘più o meno’?”
 
Ginny sospirò. Non voleva rivelare il suo segreto, ma sapeva anche che il ragazzo non avrebbe desistito fino a che lei non gli avesse detto la verità. “Hermione è incinta, ed è il bambino, a fare tutto questo. Harry ancora non lo sa,” mormorò lei. Nicholas si girò a guardarla con uno sguardo di enorme sorpresa. Poté solo immaginare, come sarebbe stato, quando sarebbe stata lei, a dargli una notizia del genere. Questo era un pensiero che poteva tenere per sé.
 
Nicholas nel frattempo si girò a guardare come il leone si stesse dirigendo verso la sua Signora, cominciando a fare le fusa come un gatto. Lanciò un’occhiata in codice al fratello, facendogli intendere che andasse tutto bene, e che non c’era bisogno di intervenire, guadagnandosi un’occhiata sorpresa, da parte di quest’ultimo.
Se il bambino riesce a fare questo da dentro alla pancia, solo il cielo ci aiuterà, quando sarà nato,” pensò Nicholas, dispiacendosi per il suo Signore. Come si poteva disciplinare un bambino non ancora nato?
 
Harry nel frattempo cercava di mettersi davanti ad Hermione, mentre il leone si avvicinava, ma l’enorme gatto la pensava diversamente. Dalla sua posizione, poteva sentire la sua compagna mormorare qualcosa come ‘comportati bene’, ma non aveva assolutamente senso, per lui. Poi, il leone cominciò a strusciarsi su Hermione. La sua Hermione.
 
“Va tutto bene, Harry. Non mi farà del male. È solo che c’è qualcuno che vuole giocare, ma non può ancora farlo.”
 
“Di che cosa stai parlando?!”
 
“Ti spiegherò tutto dopo, non ora, e non qui. Quando saremo soli.”
Harry era sempre più confuso.
 
Ron fece il suo ingresso nella torre proprio in quel momento, e il leone lo notò, balzando verso di lui. Sembrava volergli fare del male e, anche se effettivamente non lo attacco, emise un ringhio, minacciandolo. Dunque si girò, per poi sparire. Nessuno disse una parola, erano tutti troppo sconvolti. Ron dunque mormorò: “Molto divertente, grande scherzo.” Poi sparì su per le scale. La maggior parte aspettarono di sentire la porta sbattere, prima di scoppiare in una fragorosa risata.
 
Hermione era mortificata per quello che il bambino aveva fatto, anche se si trattava di una sorta di poetica giustizia. Più pensava all’espressione di Ron, più non riusciva a smettere di ridere. L’unico che non stava ridendo apertamente era Nicholas, anche se non riusciva a nascondere un sorrisetto.
 
Harry ed Hermione lasciarono la festa molto presto, considerati gli standard, ammonendo gli altri di finire entro mezzanotte. Data una veloce controllata al castello, la coppia si ritrovò nella loro camera. Hermione si mise a letto per prima, aspettando Harry.
Non appena questi cominciò a baciarla, però, il bambino cambiò il colore delle coperte, da verde smeraldo a un’infantile tema di boccini da Quidditch.
 
“Ma che diavolo..?”
 
“Uhm, ho qualcosa da dirti.”
 
“Cosa? La tua magia sta impazzendo?”
 
“No, credo che nostro figlio ci stia mettendo a conoscenza delle sue preferenze.”
 
“Tutto qui? Aspetta, il nostro cosa?!”
 
  Hermione si sollevo, prendendo il volto di Harry tra le mani. “Ho detto che il nostro bambino vuole farci sapere quello che vuole.”
 
Harry le saltò addosso, cercando tracce di bugia o verità nel suo viso, Hermione non sapeva dirlo. Poi la sua espressione mutò in sorpresa, gioia e amore.
 
“Un bambino? Sei sicura?” mormorò, guardando il suo stomaco, carezzandolo con le mani.
 
“Sono sicura, me lo ha anche confermato Madama Chips. Volevo aspettare fin dopo la partita, per dirtelo, ma Junior ha più o meno rovinato le cose.”
 
“Junior?”
 
“Beh, dovevo pur chiamarlo, in qualche modo. Quindi, maschio o femmina, per il momento è Junior, e si comporta proprio come un Malandrino.”
 
“Come colorando l’erba del campo di arancione? O trasformare in nachos i tuoi pancake? O portare in vita il leone dello stemma di Grifondoro, facendogli minacciare Ron?”
 
Hermione annuì. “O ridipingere i muri della biblioteca, e trasformare le mensole in animali di cartone.”
 
Harry sembrava stravolto. “E’ lui che è straordinariamente potente, o è normale?”
 
“Niente è normale, quando ci sei di mezzo tu.”
 
Harry si abbassò, in modo tale di essere all’altezza del suo stomaco. Lo baciò dolcemente, poi disse: “Comportati bene e vai a dormire. Mammina e papino vogliono festeggiare.”
 
“Harry!” provò a protestare lei, ma fu zittita dalle labbra dell’altro, non pensando poi a nient’altro.
 
Nicholas e Nathaniel erano seduti nella camera che gli era stata procurata, e il primo aveva appena finito di spiegare all’altro del bambino, mentre Nate rideva fino alle lacrime. Questo nuovissimo Potter sarebbe diventato speciale. Non vedeva l’ora che il piccolo Potter incontrasse sua madre.
 
Ma Nicholas non era intenzionato a mollare. “Hai intenzione di parlarmi delle due ragazze a cui stai incollato?”
 
Nate sospirò. Sapeva che suo fratello stava solo aspettando il momento giusto per attaccare. “Credo che siano mie compagne.”
 
Nicholas lo aveva pensato. “Parlerai alle loro famiglie, o chiederai ad Harry di farlo?”
 
“Veramente, pensavo di parlare con Harry, ma di lasciare a papà la negoziazione vera e propria.”
 
“Non sarebbe una cattiva idea. Papà è sempre stato bravo in questo genere di cose. Mamma non saprà cosa fare.”
 
“Sì beh, mamma se lo è voluto, tutto questo. Sarà solo più insistente nel cercare di sistemare Nicola con qualcuno di più prestigioso.”
 
“Mamma prova sempre a sistemare le persone. Raramente si sbaglia, fino a che non si parla di famiglie vere.”
 
“Ti preoccupi di chi potrebbe scegliere per lei?”
 
“Fino a che non è un Mangiamorte, non potrebbe importarmene di meno.”



 

And that's all. Al prossimo aggiornamento (non come questa volta, lo giuro).
Come al solito, se ci sono errori e me lo fate notare vi farò una statua, perché sono di frettissima, e ho preferito pubblicare controllandolo molto velocemente, che non pubblicare e aspettare domani.
Un bacio a tutti, Ronnie. 
 

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Capitolo 12
*** The Junior Escapades ***


Eccomi qui con il nuovo capitolo! Lo so che ho rallentato, ma purtroppo in questo periodo la scuola non mi permette di fare diversamente. Siamo tutti sommersi di compiti e interrogazioni, quindi vi chiedo scusa, ma spero che capiate. 
Enjoy.

 


Harry si svegliò molto presto, la mattina successiva, e incontrò Nicholas e Nathaniel nella Sala Grande, prima che i due partissero per tornare a casa. Gli disse del bambino, e entrambi si mostrarono sorpresi, e si congratularono con il loro signore. Harry porse a Nicholas una lettera da consegnare ad Andrew, e Nate chiese formalmente al suo Signore il suo permesso per richiedere il legame con Calì e Lavanda, e chiese che fosse suo padre a gestire le trattative con le famiglie. Harry non aveva reali ragioni per impedirlo, ma gli disse che probabilmente gli avrebbe dato una casa al di fuori del palazzo. Nate ghignò. Aveva capito quanto il suo Signore non potesse sopportare le due ragazze, e accettò il dono di buon grado. I due ragazzi lo salutarono, poi lasciarono Hogwarts, dirigendosi verso casa, ma lasciando il cuore al castello.
 
Mentre li guardava andar via, Harry chiamò Dobby.
“Cosa può fare Dobby per lei, Harry Potter?”
 
Puoi preparare due vassoi per la colazione e portarli nella mia stanza, per favore? Se arrivi prima di me, ed Hermione sta dormendo, non svegliarla. Ha bisogno di tutto il riposo possibile.”
 
“Dobby farà con piacere quello che Harry Potter ha chiesto. Harry Potter vorrebbe nulla di speciale per la sua compagna, visto che sta aspettando un piccolo Potter?”
 
“Tu lo sai?”
 
“Sì. Gli elfi possono sentire queste cose. Dobby sa anche che Harry Potter è parte Vampiro e parte Veela, con una davvero piccola parte di Elfo, in lui.”
 
“Questa non la sapevo, ma tieniti le informazioni per te, d’accordo? Non voglio che la voce si diffonda e arrivi a Voldemort.”
 
“Dobby è fiero di poter mantenere un segreto di Harry Potter, e anche gli altri elfi lo faranno.”
 
“Grazie, Dobby.”
 
L’elfo si inchinò, poi sparì con un crack. Harry si diresse alla loro camera, vedendo di aver preceduto il piccolo elfo. Si svestì silenziosamente, tornando a letto. Hermione si rigirò, abbracciandosi stretta a lui.
 
“Dove sei stato?” chiese assonata.
 
Harry ghignò. “Ti sono mancato?” lei gli schiaffeggiò il petto. “Sono andato da Nicholas e Nate, prima che tornassero a casa.”
 
“E’ una cosa dolce.” Disse sospirando, chiudendo gli occhi per tornare a dormire.
 
“Dobby ci sta portando la colazione a letto. Sembra che gli elfi sappiano che stai aspettando un bambino. Dobby mi ha anche detto che sa della mia eredità, la quale sembra anche includere una piccola parte da Elfo.”
 
Hermione aprì gli occhi e si sedette. “Sei sicuro che abbia detto proprio così?”
 
“Puoi chiederglielo tu stessa, quando verrà qui.”
 
“Hai detto che ci sta portando la colazione?”
 
“Sì. Ho pensato che avremmo potuto mangiarla qui.”
 
“No, tu stai semplicemente cominciando a comportarti come se fossi di porcellana, a causa del bambino.”
 
“Anche quello,” disse prima di baciarla. Dobby scelse proprio quel momento per apparire affianco al loro letto.
 
“Dobby ha portato la colazione per Harry Potter e la sua famiglia.”
 
“Grazie, Dobby. Sembra deliziosa.”
 
Harry si assicurò che Hermione fosse soddisfatta, e per una volta nemmeno Junior ebbe da ridire. Nessuno li vide fino all’ora di pranzo, quando furono colti a camminare verso la capanna di Hagrid. Ron li aveva visti camminare mano nella mano, il cuore e la mente traboccanti di gelosia. Per la centesima volta, si domandò perché Harry avesse tutto e lui niente. Una piccola parte della sua coscienza si indignò al pensiero. Sapeva che Harry avrebbe dato via tutti i suoi soldi e la fama, pur di riavere indietro la sua famiglia, ma al resto di lui non importava.
 
Ron aspettò, guardando la coppia tornare dopo l’ora del tè. Li seguì in silenzio fino alla loro camera. Pensando che fossero lì per rimanerci, e nascondendosi velocemente quando sentì il ritratto aprirsi di nuovo, mentre Harry si lamentava con Hermione per via dei compiti. Quindi li seguì in biblioteca. Sapeva di avere anche lui dei compiti da fare, ma non si sentiva in vena. Fin da quando Hermione si era messa con Harry, la sua media era precipitata. La professoressa McGranitt lo aveva addirittura minacciato di togliergli la spilla da capitano, ed era una scusa in più per incolpare Harry. Per non parlare degli scherzi. Nessuno sapeva come facesse. Nessuno aveva sentito un incantesimo, o visto la sua bacchetta muoversi. Fred e George avrebbero dato qualsiasi cosa per sapere come avesse fatto, e continuava ad irritarlo quella stupida cosa del leone. Era quello di cui tutta la casa parlava. Non della sua vittoria.
 
Improvvisamente, Ron sentì una scarica di magia intorno a lui, e trovò i suoi vestiti trasformati in quelli di un clown, con tanto di naso, scarpe, trucco e ricci capelli color arcobaleno. Il suo riflesso sulla finestra aveva un’espressione sorpresa. Harry aveva colpito di nuovo. Come avesse fatto, considerando che Ron credeva non sapesse che lui fosse lì, non lo sapeva.
 
Furioso, Ron uscì dal suo nascondiglio.
 
“Come lo hai fatto, Potter?”
 
Harry stava scrivendo e, senza alzare la testa, rispose: “Di cosa stai parlando, Ron?”
 
“Che cosa mi hai fatto? Vuoi che sia lo zimbello della scuola?”
 
“Ma di che..? Che ti è successo?” chiese Harry alzando finalmente lo sguardo. Un infelice clown gli restituì lo sguardo. Hermione si guardò lo stomaco, mormorando qualcosa furiosamente.
 
“Tu lo hai fatto! Fammi tornare come prima. Adesso.”
 
Madama Pince arrivò di corsa, per vedere chi stesse gridando. “Signor Weasley, se ne vada. Non permetterò che distrugga la quiete di questo posto.
 
Gli dica di farmi tornare come prima!” urlò Ron, puntando il dito contro Harry. Madama Pince lo guardò.
 
“Non gli ho fatto niente, Madama Pince. Non sapevo nemmeno che fosse qui.”
 
“Signor Weasley, se ne vada, una buona volta. È bandito dalla libreria fino a che non riuscirà a controllarsi. Ho osservato il Signor Potter per tutto il tempo che è stato qui. Non c’è nessun modo in cui possa essere stato lui.”
 
“Deve essere stato lui. Chi altri, se no?” sbottò Ron.
 
“Punizione, signor Weasley! La aspetto qui alle otto in punto, stasera. Ora esca da qui!”
 
Ron fu costretto a uscire, mentre Madama Pince lanciava lo speciale incantesimo che permetteva alla biblioteca di impedire l’accesso a determinate persone. Nessuno lo vide fino all’ora di cena.
 
Harry vide Ron mangiare da solo, separato da tutti gli altri. Neville aveva loro fatto un veloce riassunto di ciò che accadeva nella torre di Grifondoro. Ginny aveva storto il naso e aveva detto. “Il punto è che quell’idiota non voleva smetterla di sbraitare, ieri sera, dopo che voi siete andati via. È tornato nella Sala Comune dopo essersi ripulito e ha cominciato a imprecare per lo scherzo. Ho provato a dirgli che non eri stato tu, ma si è rifiutato di ascoltare. Sembra pensare che siccome ‘lui’ ha vinto la partita, tu ti sia sentito geloso di lui e abbia voluto giocargli quel tiro. Non la smetteva di ripeterlo.”
 
Proprio in quel momento, Hermione singhiozzò, e la sua cena fu trasformata da carne arrosto con salsa alla menta a un’enorme pizza, condita con tutto l’immaginabile. Sia Harry che Hermione guardarono il suo stomaco. Solo Ginny sapeva che a fare tutto quello era il bambino, tutti gli altri pensavano che la magia di Hermione fosse momentaneamente impazzita per via del singhiozzo. Ginny scoprì di non poterne prendere un pezzo, nemmeno quando Harry provò a offrirglielo.
 
“Posso prenderne io un pezzo?” chiese Harry quietamente.
 
“Credo di sì.”
 
Harry prese un pezzo e lo morse. Dovette ammettere che Hermione aveva ragione. Junior aveva buon gusto, ma solo i suoi genitori potevano beneficiarne.

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Capitolo 13
*** The Capture of Snape and Malfoy ***


Nope, ok. Dire che questo capitolo sconvolge è dire poco. Aiuto. Niente, basta. Lascio a voi. 
Come sempre, un enorme grazie a tutti, ma soprattutto a chi recensisce ogni singolo capitolo e mi fa arrivare i propri apprezzamenti e commenti. 
Enjoy, Ronnie. 

 



Le marachelle di Junior continuarono durante le settimane, e questi cominciò chiaramente a manifestare le sue attitudini da malandrino. Molte volte, durante le lezioni, della musica cominciava a suonare; durante incantesimi Junior aveva l’abitudine di far levitare gli oggetti delle persone con cui Hermione lavorava, a meno che non si trattasse di Harry. Il professor Vitious era anche arrivato ad insistere che loro lavorassero insieme. Trasfigurazione era un totale incubo, visto che Junior trasformava i compiti dei suoi genitori in giocattoli, il più delle volte in bambole, il che fece sospettare a entrambi che Junior fosse una ragazza.
 
Andrew aveva risposto ad Harry con le sue più sincere congratulazioni, e suggerì che i due facessero un formale annuncio al Ballo di Natale, che era un evento annuale, al castello. Questo fece arrossire Harry. Andrew gli disse inoltre che probabilmente avrebbe avuto bisogno di continuare a nutrirsi da Hermione, una volta al mese, visto che era la sua compagna, e sembrava che lei fosse l’unica di cui aveva bisogno. Morgana, la guaritrice, aveva detto che questo non avrebbe danneggiato Hermione o il bambino, anzi: questo in realtà era benefico per il piccolo. Era anche molto emozionata alla notizia, e si era offerta di crescere un altro bambino dei Potter.
 
Halloween era passato, e così anche Novembre e, prima che Harry potesse rendersene conto, erano arrivate le vacanze. Hermione gli aveva detto che i Weasley avrebbero passato le vacanze al castello, e Ginny era fuori di sé al pensiero di poter passare tre settimane con Nicholas. Questi aveva preso accordi con la sarta locale perché venisse ad Hogwarts e le rifacesse il guardaroba, come regalo di Natale in anticipo. Non aveva badato a spese, per lei, e quest’ultima scoprì presto di essere diventata l’invidia di tutte le sue compagne. Con sommo orrore di Ron, anche per lui furono confezionati nuovi vestiti, e la sua unica consolazione era che, per una volta, erano blu scuro, invece che marroni. Sua madre aveva insistito che Ron li tenesse come Nicholas, come parte degli obblighi di corteggiamento, e come prova da parte di Nicholas di riuscire a provvedere per la sua futura moglie e per tutta la famiglia.
 
Anche i Patil e i Brown avrebbero preso parte alla compagnia per ufficializzare il fidanzamento delle loro figlie con Nathaniel, ed Harry aveva già chiesto ad Andrew di trovare un grande cottage, o una stanza che fosse molto lontana dalla sua, per ospitare il trio. Nate aveva risposto che aveva già trovato una perfetta casa di pietra, e che aveva già avviato i lavori di ristrutturazione e riparazione.
 
Lord e Lady Potter erano molto occupati, tra il finire i loro compiti e la lista degli invitati per il Ballo di Natale. Harry si assicurò che nessuno degli impiegati del Ministero, fatta eccezione per il signor Weasley, Percy, Tonks e Kingsley Shacklebolt fossero invitati, e aveva anche incluso molti dei professori e Madama Chips, anche se sapeva che la maggior parte non avrebbe accettato. Fu piacevolmente sorpreso di scoprire che invece Madama Chips, la McGranitt e Vitious avessero accettato. Sperò che potesse essere una vacanza felice per tutti.
 
 
 
 
 
 
Severus Piton si diresse verso una delle case usate dall’Ordine. Sapeva che le guardie avrebbero avvertito la loro presenza, e che né l’Ordine, né i Vampiri dei Potter ci sarebbero passati sopra. Sperava per la seconda opzione. Draco lo seguiva silenziosamente. I due avevano parlato molte volte di quello che stava per succedere, e di come le loro vite stessero per cambiare. Entrambi sapevano che Nicola avrebbe dovuto pregare parecchio per convincere Potter a risparmiarli, ma speravano che lei sapesse che cosa doveva fare.
 
Severus aprì la porta, tenendola aperta per far passare Draco, poi la richiuse. Accese la sua bacchetta con un Lumos, e fece strada verso la cucina. Cominciò a preparare un tè, mentre aspettavano, e Draco si sedette al tavolo.
 
“Pensi che sia la cosa giusta da fare?” chiese per la centesima volta.
 
“Onestamente, Draco, abbiamo già superato quella fase. Sì, è la cosa giusta da fare, perché altrimenti finiremmo come tuo padre. I Potter sono la famiglia più influente. Se sua cugina ci reclama come compagni non potrà fare altro che permetterlo. Non ne sarà affatto felice, e farà di tutto per fermarlo ma, come capo dei Vampiri, deve seguire le leggi, incluse quelle che regolano i legami.”
 
“Sembri sapere molte cose, sull’argomento. Perché? Anche l’Oscuro Signore lo sa.”
 
Severus sospirò. Era una parte della sua vita che avrebbe preferito di gran lunga dimenticare. “Quello che sto per dirti deve rimanere tra noi, almeno fino a che non sarà di dominio pubblico. Ero il compagno di James Potter, ma mi ha ripudiato, così come la sua eredità, pur di sposare Lily. Harry avrebbe potuto essere mio figlio. Ero umiliato e arrabbiato perché James si era rifiutato di considerarmi come suo consorte. Gli avrei anche permesso di continuare la sua relazione con lei, se me lo avesse chiesto, ma lui ha mandato tutto a monte, rifiutandosi di accettarmi e voltando le spalle alla sua gente. Non c’era niente che potessi fare, quindi sono rimasto solo, con un legame spezzato.”
 
“E’ per questo che odi Harry così tanto?”
 
“Parzialmente. Mi sono ritrovato a guardarlo come figlio di suo padre, ma non mio. Mi è stata negata la possibilità di portarlo in grembo e crescerlo, così ho riversato tutta la mia amarezza su di lui, con mia grande vergogna. L’Oscuro Signore è a conoscenza della situazione, e lo ha usato come incentivo per spingermi ad accettare. Ho capito di aver fatto un errore di giudizio solo quando ho capito quello che Lui stava davvero facendo.  Non volevo nessuna parte in questa battaglia, e ho offerto i miei servigi come spia di Silente. Ha pensato che lo stessi facendo per ottenere il suo favore, ma io non voglio essere come lui, o come i suoi seguaci, incluso tuo padre. Adesso mi trovo messo in mezzo, forse anche peggio di prima.”
 
“Ne usciremo, Sev. So che lo faremo.”
 
Proprio in quel momento, sei Vampiri fecero irruzione. “Severus Piton. Draco Malfoy. Siete ora sotto la custodia del clan dei Potter. Verrete con noi di vostra spontanea volontà, o vi forzeremo a sottomettervi. Non sarete uccisi o feriti, fino a che non ci penserà il nostro Signore. Lo concedete?”
 
“Concediamo.” 

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Capitolo 14
*** Christmas Bondings ***


Prima di tutto, ci terrei ad esprimervi tutta la mia desolazione. So di essere in un ritardo spaventoso, ma purtroppo ultimamente la scuola mi ha portato via moltissimo tempo, e abbandonare le traduzioni è stato un obbligo. Vi chiedo infinitamente scusa. Prometto che d'ora in poi, per almeno tutta l'estate, gli aggiornamenti saranno una volta alla settimana/dieci giorni. Farò il possibile per non deludervi. Ancora scusatemi. 
Ronnie. 
PS: per informazioni, richieste e aggiornamenti, questa è la mia pagina facebook https://www.facebook.com/pages/Ronnie/294415954055675

 






Nicholas e Nathaniel arrivarono proprio mentre la colazione veniva servita in Sala Grande. La maggior parte del corpo studentesco sarebbe andata a casa per le feste, quel giorno, e anche i loro Signori avrebbero preso l’Espresso di Hogwarts, a causa delle loro funzioni all’interno della scuola. Tuttavia, né Nicholas, né Nathaniel avrebbero consentito alla loro Lady di uscire dallo scompartimento, durante il tragitto, e, se avessero avuto scelta, non lo avrebbero consentito nemmeno al loro Lord, ma lui probabilmente li avrebbe affatturati. Erano lì per proteggerli con la scusa di accompagnare i loro compagni al castello.
 
Ginny vide Nicholas mentre entrava, e letteralmente si lanciò su di lui. Il suo sguardo di sorpresa era impagabile, e anche Nate ridacchiò. Il bacio che si scambiarono attirò parecchie occhiate da parte degli studenti intorno, e Nate si allontanò per salutare le sue future compagne, che strillarono alla vista del loro personale Adone che camminava verso di loro.
 
Nicholas e Ginny si unirono al trio, mentre Nicholas si guardava intorno.
 
“Dove sono Harry ed Hermione?”
 
“Hermione ha un leggero mal di stomaco, ed Harry è rimasto con lei,” disse Ginny, non volendo rivelare alle altre ragazze il perché Hermione fosse indisposta. Fortunatamente, gli altri due avevano capito e accettato la spiegazione.
 
“Spero non sia contagioso. Penso che sia un gesto carino, da parte di Harry, e che sia davvero innamorato della sua ragazza. Voglio dire, a prendersi cura di lei mentre è malata. È dolce e romantico. Giuro che agiscono come se fossero sposati, o qualcosa del genere,” disse Lavanda.
 
Ginny e Nate ridacchiarono, mentre Nicholas alzò gli occhi al cielo. Tutti e tre potevano facilmente immaginare gli sguardi che avrebbero avuto le altre due  quando avrebbero scoperto che Harry e Hermione fossero già sposati, in un certo senso, e che aspettavano un bambino.
 
Ron fece il suo ingresso in Sala Grande, leggermente infastidito. Aveva mandato un gufo a casa, dicendo ai suoi genitori che avrebbe voluto rimanere a scuola, durante le vacanze, ma sua madre gli aveva risposto che avrebbe dovuto unirsi alla famiglia di Harry per il ballo e gli annunci formali. Lui non aveva nessuna intenzione di andare da nessuna parte, che fosse vicino alla casa di Harry e alla sua famiglia, fino a quando questa non avesse finalmente recuperato il lume della ragione circa Ginny e il Vampiro, che credeva fosse il suo compagno. Aveva guardato tutta la faccenda con attenzione, e si rifiutava di credere che questo Vampiro fosse disposto ad attendere due anni, prima di legarsi con Ginny. L’unico libro che avesse mai letto, diceva che un così lungo periodo di tempo avrebbe ucciso il vampiro, in quando era contro la loro natura aspettare così tanto. No. Voleva qualcos’altro, da lei, e lui, come suo fratello maggiore doveva porvi fine. Vedendo la sorella seduta con quella creatura, Ron decise di intervenire.
 
“Ginny, ti ordino, come tuo fratello, di alzarti e lasciare il tavolo. Ti porterò alla Tana, dove sarà possibile farti rinsavire da qualsiasi influenza tu sia soggetta-”
 
“Ron, smettila di fare l’idiota e lasciami in pace.”
 
Adesso, Ginny!”
 
Ginny si alzò e si voltò verso il fratello. Tutti coloro che erano a conoscenza del suo temperamento avevano già riconosciuto i segni ed erano già scappati verso la salvezza. Gli puntò la bacchetto contro prima ancora che potesse battere ciglio. “Tu osi darmi ordini, Ron?! Non farei qualcosa detta da te nemmeno se fosse l’ultima cosa che faccio sulla terra. Mettiti bene in testa questo: ho intenzione di sposare Nicholas, quando avrò finito la scuola. Tu non hai alcun diritto di dettare legge nella mia vita. Solo mamma, papà e ora lui, possono, e se tu cominciassi a usare il cervello, vedresti quanto sono felice.”
 
“Ginny, io non so davvero che cosa ti hanno fatto, ma me ne occuperò. Sono sicuro che tu sia solo confusa e arrabbiata per via di Harry, ma so che prima o poi anche lui tornerà in sé e lascerà Hermione per te. Basta solo dargli un po’ di tempo.”
 
Ora i due Vampiri si erano alzati. Quella era una velata minaccia alla loro famiglia e alla loro Lady, e Nicholas avrebbe davvero voluto strappare al suo futuro cognato il cuore, per il suo ignorare l’impegno preso da sua sorella e il legame di Harry, nessuno dei quali possibile da spezzare, a quel punto, ma prima che potessero fare qualunque cosa, la testa rossa del ragazzo era scomparsa, e al suo posto c’era una donnola. Ginny aveva gli occhi che mandavano scintille.
 
“Ora mia ascolti, ritardato. Harry ha Hermione, adesso, e mi ha detto in termini decisamente chiari che non ha intenzione di lasciarla. Ho accettato Nicholas come mio marito, e non me ne pento. Mi sono innamorata di lui molto più velocemente di quanto non ritenessi possibile, il che dimostra soltanto quanto non fossi mai stata davvero innamorata di Harry. So che non vuoi venire con noi, per Natale, e lo capisco, ma sinceramente, dato il tuo atteggiamento, non voglio che tu venga perché non sia tu a rovinare la festa a tutti gli altri. Continua in questo modo e non farò nulla per fermare i gemelli dal dichiararti guerra, per non parlare di quello che ti farà mamma.” Ron la donnola squittì e corse via.
 
“Ben fatto, sorellina,” ammiccò Nate. Nicholas, però, l’aveva già coinvolta in un Bacio appassionato.
 
“Grazie, per questo.”
 
“Sapevi che volevo Harry, prima, non è vero?”
 
“Mi aveva parlato di una tua infatuazione per lui, ma credo che lo avesse fatto solo per farmi capire che non avrebbe mai potuto ricambiare quei sentimenti.”
 
“Sono contenta che l’abbia fatto.”
 
“Questo è uno dei migliori regali di Natale che abbia mai ricevuto.”
 
“Di solito questo tipo di regali lo sono sempre.”
 
 
 
 
 
 
 
Harry stava aiutando una pallida Hermione a salire sul treno. Junior aveva davvero sconvolto Hermione, quella mattina. Non c’era rimasto nulla, nel suo stomaco, ed Harry era persino arrivato a correre a chiamare l’aiuto di madama Chips, che le aveva somministrato una pozione anti nausea, ma lo stomaco di Hermione continuava a fare i capricci, ed Harry continuava a insistere che lei si riposasse, durante il viaggio. Nicholas si offrì immediatamente volontario per aiutare Harry a fare il giro di perlustrazione del treno, ed Harry aveva accettato, sapendo Hermione in compagnia. Fu durante il giro che Nicholas informò Harry della loro ultima cattura.
 
“Mi è stato chiesto di informarti, mio Signore, che un piccolo gruppo di ricerca ha catturato Severus Piton e Draco Malfoy, due giorni fa. Papà ha ritenuto che questa notizia dovesse esserti comunicata di persona, anziché tramite gufo.”
 
“Come li hanno catturati?”
 
“Questo è strano. Sono stati scoperti in uno dei rifugi dell’Ordine, mentre bevevano con calma il tè, come se stessero aspettando noi. Non hanno opposto alcun tipo di resistenza.”
 
“Questo è strano. Pensi che sia una trappola?”
 
“No, ma credo che ci sia qualcosa o qualcun altro coinvolto, e che stiano aspettando solo il momento giusto.” Harry annuì, ma rimase pensieroso.
 
Poche ore dopo, il treno si fermò alla piattaforma, ed Harry vide i Weasley e i genitori di Hermione in attesa, guardati a vista da una guardia di venti Vampiri. Alzò gli occhi al cielo, all’evidente dimostrazione del comportamento iperprotettivo di suo zio, ma non disse nulla, accettando la situazione per amore di Hermione. Quest’ultima aveva dormito per la maggior parte del viaggio, ma era ancora pallida, abbastanza perché la signora Weasley e sua madre lo notassero, anche se non dissero nulla.
 
Molly Weasley si guardò intorno. “Dov’è Ron, Ginny?”
 
“Continua a sostenere di non voler venire. Sta avendo delle difficoltà ad accettare Nicholas, per non parlare poi di Harry ed Hermione.”
 
“Sì, signora. Ginny ha dovuto offendersi dagli attacchi verbali di suo fratello proprio questa mattina. Le aveva ordinato di tornare a casa, così che non potesse essere influenzata da me. Si è difesa da sola, senza lasciarmi la possibilità di intervenite, e non ero mai stato più orgoglioso di lei come in quel momento,” aggiunse Nicholas, cercando di placare l’ira di una furiosa Molly Weasley.
 
“Grazie, caro, ma credo che Ronald ed io dovremo parlare a lungo, più tardi. Sono ben consapevole che Ginny possa prendersi cura di sé stessa. Avere sei fratelli più grandi ti porta a farlo, anche se so che le fanno raramente perdere la pazienza. Hermione sta bene? Sembra pallida.”
 
“Un mal di stomaco, mamma. Harry ne ha già parlato con Poppy.”
 
“Di certo si sta prendendo cura di lei.”
 
Nel frattempo, Padma aveva raggiunto Calì e le guardia, riunite tutte insieme. Diverse passaporte erano state spartite tra i vari gruppi, e un po’ alla volta scomparvero.
 
Harry afferrò verticalmente, stringendo Hermione. La sentì gemere, e la prese in braccio, dirigendosi velocemente nelle loro stanze. Meghan era già lì ad aspettarli e, non appena vide la sua Lady tra le braccia del suo Signore, corse verso la camera da letto, disfacendolo. Un bussare alla porta rivelò i genitori di Hermione e Morgana. La guaritrice si diresse dunque verso la camera da letto, seguita dalla madre di Hermione, ed Harry fu quasi spinto fuori dalla stanza. Andò ad aspettare in salotto, lasciando svanire l’effetto dell’incantesimo per l’aspetto.
 
“Hermione deve prendere qualche tipo di medicina?” chiese il signor Granger. Harry non era sicuro di come poter dire all’uomo che sarebbe diventato nonno entro cinque mesi, ma, per fortuna, non dovette preoccuparsene troppo, visto che a questo provvide un urlo da parte della signora Granger: “Cosa vuol dire ‘incinta’?! Sono solo ragazzi!” Harry poteva sentire l’occhiata fulminante di suo suocero alle sue spalle, e gemette, ma fu salvato dalla porta della camera che si apriva, da cui emerse Morgana.
 
“Mio Signore, la vostra compagna starà bene. Il bambino è forte e potente, e questo ha causato il malore della madre. Le ho dato una specifica pozione, e sta funzionando. Avrà bisogno di prenderne per il resto del corso della gravidanza. Per quando dovrete tornare a scuola, farò in modo che ne sia pronta una dispensa. Volete conoscere il sesso del bambino?”
 
“Hermione vuole saperlo?”
 
“Non è sveglia, adesso. Posso dirglielo, se lo desidera, e poi lo direte a lei, se così vorrà.”
 
Harry annuì. “Sta aspettando una bambina, mio Signore, e una molto maliziosa.”
 
La vecchia alzò un sopracciglio, prima di allontanarsi. Il padre di Hermione lo guardò sbalordito e divertito. “Che voleva dire, esattamente?”
 
Quindi Harry raccontò a suo suocero tutto ciò che il bambino aveva combinato negli ultimi tre mesi, e a un certo punto la signora Granger si unì a loro, ridendo per le buffonate del loro nipote. Sembravano quasi dispiaciuti per i genitori. Quasi.
 
“Sembra che mio nipote sarà un bel tipo,” disse il signor Granger con una risatina. La signora Granger tornò nella camera da letto per controllare Hermione.
 
Harry lo guardò. “Sto cominciando a del fatto che.. come faccio a punire un bambino che non è ancora nato perché usa la magia?”
 
“Non lo fai.”
 
In quel momento, Andrew e Christopher arrivarono insieme a una ragazza molto carina. Ad Harry sembrava familiare, ma non riusciva a stabilire chi fosse.
 
“Harry, vedo che il nuovo nonno ha saputo.”
 
“Sì, e ho passato l’ultima mezz’ora a ricevere occhiate. La nonna non ha ancora provato a farmi del male, comunque.” Tutti risero e, proprio in quel momento, la mamma di Hermione uscì, mentre Harry si spostava dietro il suocero.
 
“Cara, capisco che tu ti senta troppo giovane, per diventare nonna, ma non puoi uccidere il padre di nostra nipote.”
 
Nostra?”
 
“Sì, almeno secondo la guaritrice.”
 
Uno sguardo sognante fece capolino negli occhi della donna, mentre si rivolgeva a Harry: “Penso che  farai meglio a cominciare a chiamarci mamma e papà, caro.”
 
 
 
Due ore più tardi, Christopher e Anne misero al corrente Harry di tutto ciò che era accaduto durante la sua assenza. Harry non era ancora riuscito a superare il cambiamento dell’assistente di Hermione, ma ben presto si rese conto che aveva più a che fare con tutte le attenzioni di Christopher che altro. Sapeva che Hermione ne sarebbe stata felice.
 
Dopo aver controllato Hermione, Harry ebbe un incontro con Nathaniel, i suoi genitori- con grande disgusto di Victoria-, Lavanda, Calì e i loro genitori. Padma era venuta assieme alla sua gemella, e tutte e tre non riuscivano a smettere di fissare Harry. Aveva dovuto presenziare ai negoziati finali per il contratto di legame, ed era stato deciso che il trio avrebbe celebrato il legame durante le vacanze. Nate sarebbe poi tornato ad Hogwarts con loro, anche come guardia per Hermione. Le ragazze, inoltre, furono poste sotto il voto infrangibile, al fine di proteggere Harry, Hermione e Junior, e tutte e tre accettarono. Il legame fu fissato per due notti dopo.
 
Era stata una giornata piena, ed Harry andò a letto molto più stanco del solito.
 
La mattina dopo, Harry si svegliò per trovarsi da solo nel letto. Indossò rapidamente una vestaglia, e corse fuori nel salotto, dove trovò Hermione che mangiava tranquillamente con Remus e Tonks.
 
Baciò la testa di Hermione e si accomodò a tavola.
 
“Come ti senti?”
 
“Bene, quella pozione sembra aver funzionato. Anche Junior sta bene.”
 
Harry sentì Remus ghignare. “Problemi, Lunastorta?”
 
“No,” rispose lui, ancora sghignazzando. “Junior?” e poi scoppiò a ridere. Junior, tuttavia, non era il tipo da essere deriso, e il nonno surrogato si ritrovò con i capelli blu, gli occhi viola e un naso che avrebbe potuto competere con quello di Piton. Gli altri risero. “Sì, Lunastorta, Junior. Dopotutto lei è la nipote dei Malandrini e, non avendo ancora scelto un nome, Hermione non voleva chiamarla semplicemente ‘bambino’.”
 
Una volta che le risate si spensero, Harry chiese a sua figlia di far tornare suo ‘nonno’ normale, giusto per il divertimento degli altri. Poi Remus chiese: “Che cosa hai intenzione di fare, riguardo Piton e Malfoy?”
 
“Non lo so, ancora, sicuramente togliergli la magia. Ho detto ad Andrew che avrei voluto incontrarli per trattare, alle undici, e che volevo solo lui, Nicholas e altre due guardie, nella mia stanza. Suppongo che anche tu voglia essere lì.”
 
“Sì, e anche Tonks.”
 
“Bene, ma non interferire, capito?” l’auror annuì.
 
“Voglio essere lì.” Tutti e tre guardarono Hermione che, esasperata, aggiunse: “Posso anche essere incinta, ma non ho ancora perso la capacità di pensare con la mia testa, e sono ancora la Signora di questo Clan. Ho lo stesso diritto di voi tre, di essere lì.”
 
“Non avevo intenzione di fermarti, ma pensi che Junior farà la brava?”
 
“Probabilmente no.”
 
Più tardi, quella mattina, Harry ed Hermione erano seduti nella sala delle udienze, i volti nascosti alla vista. All’insaputa di tutti, Nicola era nascosta nell’ombra, aspettando il momento giusto per fare il suo piccolo annuncio. Guardò i suoi due ‘compagni’ entrare nella stanza. Severus non sembrava spaventato, ma sapeva che non era così. Draco, invece, sembrava averne molta. Ne sentiva l’odore e, se lei poteva farlo, anche gli altri potevano, eccetto la sangue sporco. Suo cugino aveva cominciato a parlare.
 
“Severus Piton, sei stato giudicato colpevole dell’omicidio di Albus Silente. Draco Malfoy, sei stato giudicato colpevole di tentato omicidio di Albus Silente e di complicità con i Mangiamorte durante l’invasione di Hogwarts. Come vi dichiarate?”
 
Nessuno dei due disse una parola.
 
“Prendo il vostro silenzio per senso di colpa.” Harry diede a Nicholas il segnale, e quel punto Nicola uscì dall’ombra gridando: “No! Rivendico entrambi come miei compagni!”
 
Ognuno di loro si girò e guardò la ragazza, che camminava risolutamente avanti. Andrew sembrava furioso.
 
“Nicola, cosa stai facendo? Posso capire il giovane, ma non l’altro. So per certo che fosse il compagno di un altro, un tempo.”
 
“Un compagno non reclamato, padre. L’ho capito da quando sono arrivati nei sotterranei, che fossero miei.”
 
Gli occhi del padre si ridussero a due fessure. “Che cosa ci facevi lì?”
 
“Ero semplicemente curioso di sapere chi fossero i prigionieri di cui parlavano le guardie. Una volta lì ho capito. Conoscevo la storia di Severus, e so di poterlo reclamare come mio. La legge è molto specifica, padre.” Sia Andrew che Nicholas fecero una smorfia.
 
“Di cosa sta parlando, Andrew?” chiese Harry.
 
“Mio Signore, sembra che mia figlia abbia scoperto che questi siano suoi compagni e, anche se non è inaudito che una donna abbia più di un compagno, non è una cosa comune. Il tutto è reso ancora più insolito dal fatto che tutti sanno che Piton non fu reclamato dal suo compagno originale.”
 
Harry fece due più due. “Vuoi dire che era Piton che mio padre aveva rifiutato?!”
 
“Sì, Potter, avresti potuto essere mio figlio, se tuo padre non avesse voltato le spalle alla sua famiglia e alla sua eredità.”
 
Sta’ zitto! Non accetterò che mi si parli in quel modo, dannato idiota! Dovrei uccidervi e farla finita!”
 
“Ma non lo farai, cugino.”
 
Harry fissò la ragazza, cercando di guadagnare qualche forma di controllo sulla sua rabbia, Hermione gli teneva il braccio. Dopo pochi istanti la sentì scemare. “Ti permetterò di legarti, questa sera stessa, ma non vivrete nel castello. Non lo potrei sopportare. Fornirò una casa, per voi, che non potrete lasciare per nessun motivo. Richiedo un voto infrangibile da parte di entrambi, in cui giuriate di proteggere Nicola, la sua famiglia e questo clan da quello che voi chiamate Padrone. Voi non risponderete alla sua chiamata. E tu, cugina, dovrai fare la stessa cosa.” Tutti e tre fissarono il giovane, impotenti. Tutto ciò era assolutamente inaspettato, e Nicola avrebbe dovuto pensare bene a come avrebbe potuto continuare a seguire gli ordini del suo padrone. Dovettero comunque accettare e giurare.
 
“Bene. Andrew, informa il Profeta che ha un legame da celebrare entro un’ora. Potrete invitare Victoria, se lo volete, ma solo per la cerimonia. Nicholas, trova una casa accettabile per tua sorella e i suoi compagni e piazzaci delle guardie. Non mi fido di nessuno di loro.”
 
“Sì, mio Signore.”
 
Severus e Draco furono condotti in due camere diverse, dove si prepararono per la cerimonia. Come previsto, Harry vi presenziò, per controllare che tutto andasse come doveva andare. Ciò che invece sorprese i due, era la presenza della Granger. Entrambi sapevano del suo legame con Harry, ma rimaneva ancora una sorpresa, così come la presenza delle altre due Grifondoro e della Corvonero, per non parlare poi della Weasley. In seguito scoprirono che le due Grifondoro sarebbero state legate con il fratello minore di Nicola, il giorno successivo, e che Ginny era la promessa del maggiore. Tutto ciò che Draco sapeva, ormai, era di essere circondato da Grifondoro. A suo padre sarebbe venuto un colpo.
 
La sua nuova suocera era davvero un soggetto. Era entusiasta che Draco sposasse sua figlia, in quanto proveniva da una famiglia antica e ricca. Su Severus non aveva fatto commenti, anche se aveva riconosciuto le suo doti in pozioni, inoltre aveva a gran voce protestato sul fatto che non avrebbero vissuto al castello, o vicino a lei, cosa di cui invece Draco era grato.
 
Harry assistette alla magia della cerimonia, per vedere se il legame sarebbe stato accettato. Aveva nutrito delle speranze sul fatto che ciò non accadesse, in modo tale che avrebbe potuto sentirsi libero di punire i due nel modo in cui voleva, tuttavia il legame funzionò, ed Harry fu costretto ad accettare il Principe di Ghiaccio e l’Idiota nella sua famiglia. Ciò che lo aveva sorpreso erano gli atteggiamenti sospettosi di Andrew e Nicholas e, in seguito, anche di Nathaniel, nei confronti di Nicola. Alla ragazza sarebbe convenuto stare in guardia.
 
Ginny, Lavanda e Calì guardavano invece la cerimonia con occhi ansiosi, facendo attenzione a quello che avrebbero dovuto aspettarsi per il loro legame, e pensando a cose personali che invece desideravano essere fatte. Avevano capito il perché quel legame fosse stato celebrato tanto di corsa, ma non potevano fare a meno di sognare il loro.
 
 
 
 
 
Una settimana e due legami più tardi, al Castello dei Potter era arrivato il momento del Ballo di Natale, ed Hermione ci aveva lavorato quasi ininterrottamente, preoccupata per i dettagli, tanto che Harry la vedeva soltanto a letto, dove prontamente si addormentava, per alzarsi prima che lui si svegliasse. Non vedeva l’ora che tutto quel trambusto fosse finito. Con sua rabbia, Hermione aveva invitato anche Piton, Malfoy e Nicola, al ballo, per non parlare di Victoria, rendendosi poi conto che il gesto di Hermione era un desiderio di dimostrare di poter essere la Signora di quel castello. Il resto degli invitati facevano parte della famiglia, il che comprendeva anche i Dursley.
 
Mentre Harry si preparava, poteva sentire, dalla camera da letto, Hermione che ridacchiava. Era stato cacciato fuori subito dopo aver fatto il bagno dalla moglie, da Ginny, Lavanda, Calì e Padma, le quali si erano chiuse dentro, e non avrebbe osato entrare là dentro nemmeno se Voldemort in persona avesse fatto la sua comparsa. Si sedette ad aspettare, cercando di non stropicciarsi il completo. Hermione aveva scelto per lui un vestito nero foderato di seta verde smeraldo, dicendo che lo faceva sembrare ‘alto, tenebroso e fantastico’, facendogli alzare gli occhi al cielo, e in cambio aveva ottenuto che lei non indossasse gioielli, fatta eccezione per l’anello di legame. Aveva  comprato un completo di gioielli speciale, per sua moglie. Il fruscio della seta attirò la sua attenzione, mentre le ragazze uscivano dalla camera da letto. Harry non aveva idea di cosa le altre indossassero, troppo concentrato sul guardare Hermione, la quale aveva scelto di indossare un abito babbano. Sembrava un angelo sulla terra, vestita tutta d’avorio. L’abito scintillava grazie a quelli che in seguito apprese essere fiocchi di neve incantati sul vestito. Camminando verso di lei, la baciò dolcemente e le porse una scatola di velluto. Dentro c’era una collana con un fiocco di neve interamente fatto di diamanti. Le mani di Harry tremavano, mentre gliela metteva al collo, e non si era ancora accorto del fatto che fossero rimasti soli.
 
Si diressero verso la sala da ballo, dove furono annunciati, ed Hermione costrinse Harry a separarsi, così che potesse incontrare i suoi sudditi. Un’ora dopo il loro arrivo, il ministro di presentò, non invitato. Le guardie all’ingresso della sala fermarono lui e il suo entourage, compresa la stampa, ed Harry era tutt’altro che soddisfatto.
 
“Harry!” disse il ministro Scrimgeour ad alta voce. Harry sospirò e si avvicinò alla porta, facendo in modo di non essere inquadrato dalle telecamere.
 
“Ministro, che ci fa qui?”
 
“Il Ministro della Magia è sempre invitato al Ballo di Natale dei Potter. È una tradizione. Sono sicuro che l’invito sia stato semplicemente smarrito.”
 
“In realtà, non è stato invitato.”
 
Scrimgeour lo guardò, palesando la sua sorpresa per la risposta del giovane, che presto fu sostituita da rabbia velata. “Beh, questo è imbarazzante. Tuttavia, giacché sono qui, gradirei parlare con te.”
 
Harry rivolse uno sguardo a una delle guardie, per poi sussurrare qualcosa al suo orecchio, prima di tornare al Ballo, portando via sua moglie dalla pista da ballo. Nel frattempo, un giovane si avvicinò al ministro. “Signor Scrimgeour, Lord Potter sarà felice di incontrarla dopo le vacanze, prima che debba fare ritorno ad Hogwarts, ma non stasera. Questo è tempo per la sua famiglia, e sono sicuro che lei possa capire. Faccia un piacevole viaggio di ritorno a casa.” Le guardie allora costrinsero il Ministro, e tutti coloro che erano con lui a tornare nella volante. Nessuno aveva mai osato respingere un Ministro, prima, e Scrimgeur tornò nel suo ufficio arrabbiato e umiliato con un certo Harry Potter. 




 
E questo è tutto. Al solito, se trovate errori sentitevi liberi di segnalarmeli, mi fate solo una gentilezza. 
Ringrazio coloro che continuano a seguirmi e a recensire ogni capitolo. 
Alla prossima!

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Capitolo 15
*** After The Ball ***


Orsù, sono abbastanza puntuale. E' inoltre, con sommo dispiacere/gioia (?) dunno, che vi annuncio che mancano cinque capitoli alla fine di questa fanfiction, dopo di che mi concentrerò su altre traduzioni che devo assolutamente portare avanti, prima di iniziarne una nuova di questa autrice, cosa che ho assolutamente intenzione di fare. Come al solito, un grazie a tutti coloro che leggono, seguono e recensiscono questa storia. Love you all! 
Ronnie. 

PS: per qualsiasi cosa, questa è la mia pagina fb: 
https://www.facebook.com/pages/Ronnie-traduttore-EFP/294415954055675
 





Harry non era esattamente felice dei comportamenti di Hermione, alla fine del Ballo. Aveva capito le ragioni che l’avevano spinta a invitare Piton, Malfoy e Nicola, ma non capiva per quale motivo lei avesse invitato i Dursley, anche se questi, ovviamente, non si erano fatti vedere. E poi era arrivato il ministro, aspettandosi di essere semplicemente ricevuto, e quello era stato il punto di ebollizione. Aveva appena contenuto la sua rabbia per il resto del ballo, ma il punto di non ritorno era arrivato quando aveva sentito Victoria lamentarsi per i ‘popolani’ che stavano invadendo il castello. Egli le ordinò di andarsene e di non manifestare mai più la sua presenza, poi lasciò la sala.
 
Hermione sapeva che Harry fosse arrabbiato con lei, ma aveva volutamente invitato quelle persone, che Harry odiava, per dimostrare qualcosa. Poi il ministro si era fatto vivo, forzando Harry a mantenere la calma e, per coronare il tutto, Victoria lo aveva fatto arrabbiare ed era stata cacciata. Ora aveva bisogno di un modo per farlo calmare e, per  una volta, anche Junior sembrava aver capito che non era il momento per fare scherzi.
 
Harry era appena tornato nella sua camera e, prima ancora che riuscisse a togliersi i vestiti, le sue ali erano brutalmente fuoriuscite dalla sua schiena. Hermione lo trovò in quelle condizioni: ali dischiuse e zanne scoperte.
 
“Sei arrabbiato con me?” chiese con un filo di voce. Harry si voltò di scatto.
 
“No. Non proprio. Sono più arrabbiato con Victoria e con il ministro che con te, ma non invitarla mai più. Posso reggere Piton e Malfoy, di tanto in tanto, ma quella- arpia non sarà mai più invitata a un altro evento di nuovo.”
 
Lei gli si avvicinò e gli mise un braccio attorno alla vita. “Prometto di non invitare nuovamente l’arpia, ma volevo dimostrarle di essere in grado di organizzare un evento simile da sola.”
 
“Lo so, e lo hai fatto meravigliosamente.” Harry si chinò a baciarla.
 
“Grazie, mio Signore,” disse maliziosamente. “Può aiutarmi con la chiusura?”
 
Si voltò dandogli la schiena. Harry vide oltre cinquanta bottoni, sul retro del vestito, e un bagliore malvagio si manifestò nei suo occhi. “Certo, milady.” Ne slacciò uno, poi prese a baciarle la pelle esposta. Hermione sentì un brivido, un ghigno malvagio sul volto.
 
Inutile dire che l’abito non durò a lungo.
 
 
 
 
 
 
 
Quasi una settimana dopo, Harry si ritrovò al Ministero, scortato da Andrew, Christopher e altre quattro guardie. Aveva detto sia a Nicholas che a Nate di rimanere al castello, visto che, in primo luogo, Nate aveva appena celebrato il legame, e Nick aveva bisogno di più tempo possibile da trascorrere con Ginny. I due non erano molto felici, ma fecero come richiesto.
 
All’arrivo presso l’ufficio, il segretario si era diretto verso la porta per annunciarli, e Harry scoprì subito che il Ministro non era solo. Almeno altre dieci persone erano presenti, tra cui Percy, Rita Skeeter e Malocchio Moody.
 
“Harry! Finalmente siamo in grado di fare due chiacchiere!”
 
“Non con la Skeeter in questa stanza. E la prego di chiamarmi Signor Potter.”
 
“Beh, Harry, uh, Signor Potter, anche la stampa ha bisogno di dire la sua.”
 
“Non in questo momento. O se ne va lei o lo faccio io, e mi creda, signor Ministro, non otterrà una seconda possibilità.”
 
Scrimgeour lo guardò indignato. Davanti a lui c’era un semplice ragazzo che pretendeva di dargli ordini?! Il moccioso avrebbe presto imparato a stare al suo posto. Tuttavia, aveva comunque bisogno di parlargli. “Signorina Skeeter, mi dispiace, ma Lord Potter non gradisce la sua presenza. Se ne vada, per favore. Farò in modo che le arrivi la trascrizione di questo colloquio in modo tale che possa scrivere il suo articolo.”
 
“No, non le arriveranno. Questo colloquio rimarrà privato! Gli affari miei restano miei, e se scopro  qualcosa di ciò che verrà detto qui divulgato in pubblico, non ci saranno abbastanza pezzi di voi da riuscire a ricomporvi.” Ringhiò Harry. Poi si rivolse a Rita: “E nemmeno resti di coleottero.”
 
Rita a quel punto era davvero spaventata. Il bagliore negli occhi dell’altro la faceva rabbrividire. Sapeva che se quest’ultimo l’avesse vista nella sua forma da animagus l’avrebbe uccisa senza nemmeno pensarci, e nessuno scoop, pur riguardando il Ragazzo-che-è-Sopravvisuto, ne valeva la pena. Di quell’incontro non ci sarebbe stato traccia, nella Gazzetta del Profeta, pensò, mentre si precipitava fuori dall’ufficio più in fretta che poteva.
 
Una volta che questa se ne fu andata, le guardie di Harry si posizionarono davanti alla porta, gettando diversi incantesimi di privacy e bloccando la porta. Tre telecamere nascoste e due registratori furono trovati e distrutti, ed Harry, così come il Ministro, non ne era per niente felice.
 
“Allora, cosa c’era di così importante da irrompere al mio ballo?”
 
Scrimgeour aggrottò la fronte. Il ragazzo stava alzando fin troppo la cresta, per i suoi gusti, così decise di rimetterlo al suo posto.
 
“C’è che sei responsabile della scomparsa di numerosi maghi e streghe, negli ultimi mesi, e che stai nascondendo due fuggitivi a casa tua. Potresti anche non esserne consapevole, ma sei sotto la giurisdizione del Ministero, e sei soggetto alle nostre leggi.”
 
Harry si mise a ridere. “No. Non lo sono. So esattamente quali sono le leggi a cui sono soggetto, e questa non è fra quelle. La mia famiglia è al potere da molto prima che arrivasse il tuo piccolo governo, e continuerà ad esserci per molto tempo, dopo che il tuo non ci sarà più. Per le persone scomparse, li ho giudicati colpevoli di tradimento e condannati di conseguenza. Non c’è niente che tu possa fare, al riguardo.”
 
Percy parlò: “Le leggi si possono cambiare, Harry.”
 
“Lord Potter, e qualsiasi cosa voi facciate per cambiare le vostre leggi, non interferirebbe con noi e con quello che facciamo.”
 
“Il ministero può tagliarti fuori, Potter. Possiamo rendere impossibile per te, o per chiunque della tua stessa razza fare affari con noi, anche andando da qualsiasi parte fuori dal nostro governo.”
 
“Potresti fare questo alla tua famiglia, Percy?”
 
“Non sono la mia famiglia! E non hanno nulla a che fare con questo!”
 
“Invece è un dato di fatto che abbiano a che fare con tutto questo. Ginny è fidanzata con mio cugino Nicholas, e celebreranno il legame dopo che lei avrà finito la scuola, senza menzionare il fatto che i Brown e i Patil abbiano a che fare con la comunità magica.”
 
“Non ti seguo.”
 
“Calì Patil e Lavanda Brown hanno celebrato il legame con mio cugino Nathaniel poco prima di Natale. La tua cosiddetta ‘minaccia’ avrebbe conseguenze di enorme portata. Per quanto riguarda i due fuggitivi, nessuno di loro mi piace più di quanto mi piaccia tu. Sono purtroppo i compagni di un’altra mia cugina, e non posso processarli, se fanno parte della mia famiglia. Posso solo allontanarli, e non possono lasciare i miei possedimenti per alcun motivo.”
 
Il Ministro e i presenti sedevano storditi. Non potevano fare nulla, nemmeno perseguire i propositi che avevano minacciato di perseguire, perché, facendolo, il loro stesso mondo sarebbe andato in bancarotta entro un anno, pensavano tutti. Tutti eccetto Moody, che si stava divertendo un mondo a guardare Harry mettere in ginocchio il Ministro della Magia. Il ragazzo aveva le palle. Questo era poco ma sicuro.
 
 
 
 
 
 
 
Severus era annoiato. Era legato con Nicola e Draco, ma non aveva nulla da fare, mentre i due facevano sesso. Non aveva mai avuto così tanto tempo libero tra le mani. Un colpo alla porta fu ciò che cambiò le cose.
 
Severus la aprì per trovare uno dei suoi cognati sulla soglia. Dietro di lui ce n’erano altri, e ognuno di loro portava in mano un cartone.
 
“Buon pomeriggio, Severus. Sono qui per ordine di Lady Potter per darvi questi.”
 
“E che cosa ritiene che vorrei avere?”
 
“Attrezzature per pozioni e ingredienti.”
 
Severus non aveva mai cambiato umore tanto velocemente come in quel momento. Guardò con stupore tutte quelle persone passargli davanti, portando dentro pacchi di cose che aveva avuto il coraggio solo di sognare.
 
Nicholas vide la sua espressione cambiare dalla noia più totale e dalla rabbia alla felicità, anche se ciò era visibile solo tramite i suoi occhi. Non capiva per quale motivo la sua Signora avesse compiuto un tale gesto, specialmente senza che il Signore lo sapesse, ma sicuramente lei conosceva suo cugino meglio di lui.
 
“Lady Potter mi ha detto di riferirle che, se dovesse aver bisogno di qualche altre cosa, può riferirlo alla sua assistente, e che farà il possibile per fargliela ottenere. Lord Potter non sa nulla di questa faccenda, e lei vuole che le cose rimangano così. Ha chiesto soltanto che voi provvediate a preparare qualsiasi pozione di cui i guaritori o la comunità avesse bisogno. È passato molto tempo dall’ultima volta in cui un Maestro Pozionista del vostro calibro ha dimorato tra di noi. Magari potreste considerare l’idea di insegnare a qualcuno di noi. Sono sicuro che amerebbero poter discutere con voi.”
 
“Dica a Lady Potter che sarò felice di fare ciò che mi viene richiesto, e che sarò disponibile due giorni a settimana per insegnare a coloro che lo vorranno.”
 
“Ne sarà felice. Ora la lascio.”
 
Severus ringraziò tutti. Non poteva importargliene di meno, se significava preparare pozioni per il figlio del nemico e la sua famiglia. Gli avevano dato i mezzi per sopravvivere alla noia e fare quello che amava.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nicholas tornò al castello, e fu sorpreso di trovare Ginny a parlare con la sua Signora nei suoi appartamenti. Non sapeva nemmeno che sapesse dove fossero, quelle stanze. Trovò strano anche di più il fatto che smisero di parlare nel momento stesso in cui mise piede nella stanza.
 
“I suoi doni sono stati consegnati, mia Signora.”
 
“Grazie, Nicholas, pensi di potermi chiamare Hermione, almeno quando siamo soli? Dopo tutto, siamo una famiglia.”
 
“Ci proverò.”
 
“Non chiedo altro. Ora, perché non mostri a Ginny il posto dove si troverà la sua nuova casa? Penso che la troverà sorprendente.”
 
“Una splendida idea, Hermione. Ginny, ti piacerebbe vedere la nostra casa?”
 
“Sì per favore.”
 
Nicholas condusse Ginny fuori dalla stanza e dallo stesso castello. Poi attraversò i giardini e prese la sua mano, mentre camminavano. Si accorse dunque del suo tremore.
 
“Hai freddo?”
 
“Solo un po’.”
 
Nicholas di tolse il mantello e lo avvolse intorno al corpo dell’altra. “Ma tu non avrai freddo?” chiese.
 
“No, e poi non siamo molto lontani.”
 
Come Nicholas aveva detto, trovarono la loro casa un po’ più distante, situata in un bosco di querce, interamente di pietra. Ginny era scioccata. Quella casa non poteva essere esclusivamente per lei, considerato che la sua intera famiglia non avrebbe potuto riempirla.
 
Nicholas ridacchiò alla sua sorpresa. Era uno dei manieri più grandi, ma gli era sempre piaciuto quel posto. Era abbastanza vicino al castello, ma avrebbero potuto comunque avere un po’ di privacy. E poi, voleva riempire ogni singola camera da letto di quella casa con i loro bambini, o almeno provarci.
 
“Ti piace?”
 
“Piacermi? La amo, ma non è un po’ troppo grande, per noi?”
 
“Forse all’inizio, ma ho intenzione di riempirla, con il passare degli anni, grazie al tuo aiuto.”
 
Ginny arrossì, ma non poté trattenersi dal rispondere: “Io ti aiuterò, ma tu ce la farai?”
 
Lo sguardo di sorpresa sul suo volto la fece scoppiare a ridere. “Posso vedere l’interno, adesso?”

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Capitolo 16
*** With friends like this, who needs enemies? ***


Credevo di riuscire ad aggiornare prima, scusatemi :(
Enjoy




Ron si era annoiato parecchio, durante le vacanze. Era uno dei pochi ad essere rimasto al castello, e l’unico tra i Grifondoro. Sua madre gli aveva mandato un gufo, la prima notte, ordinandogli di partire per palazzo Potter, per assistere all’annuncio del fidanzamento di sua sorella, ma, in vero stile Weasley, si era rifiutato di accettare che la sua unica sorella si unisse con quella.. cosa.
 
Così aveva deciso che, da fratello maggiore, avrebbe trovato un modo per impedirle di rovinarsi la vita, il che rientrava nel suo più grande piano di separare Hermione e Potter. Potter avrebbe dovuto sposare Ginny. Tutti se lo aspettavano, incluse, e specialmente, Ginny, senza menzionare sua madre. No, avrebbe trovato un modo per separarli e riportarli alla persona con cui avrebbero dovuto stare sin dall’inizio.
 
Questo portò Ron a fare qualcosa assolutamente non da lui: cominciò a fare volontariamente ricerche in biblioteca.
 
Non sapeva, però, che quello che avrebbe potuto trovare avrebbe anche potuto ucciderlo. Non tanto per l’incantesimo in sé, ma per quello che i Vampiri avrebbero potuto fargli, una volta compiuto.
 
 
 
 
 
 
 
Il giorno prima di tornare a Hogwarts, Andrew chiese ad Harry di incontrarlo nella sala delle udienze. Non sapeva, però, che quell’incontro avrebbe cambiato tutto quello che doveva essere fatto.
 
“Lord Potter, le presento uno degli elementi più anziani del nostro clan: Antioco,” disse Andrew.
 
L’anziano vampiro chinò la testa, in riconoscimento del suo Signore. Per Harry, però, c’era qualcosa, in quel Vampiro che stava risvegliando il suo istinto di pericolo.
 
“Che cosa posso fare per voi, Antioco?”
 
“Cosa posso fare io per voi, mio Signore.”
 
“E che cosa sarebbe?”
 
“Aiutarvi a sconfiggere il Signore oscuro nella ricerca e nella distruzione degli Horcrux, compresa la vostra cicatrice.”
 
Questo non era ciò che Harry aveva previsto di sentirsi dire. “Come fate a sapere che la mia cicatrice è uno di loro?”
 
“Perché conosco tutti gli oggetti e gli esseri che il Signore Oscuro ha usato.”
 
 
“Come?”
 
“Sono stato io a ricevere il compito di posizionarli negli ambienti e attivare gli incantesimi di protezione. Ha combattuto una battaglia contro gli Inferi, in quella grotta, non è vero?”
 
La rabbia di Harry era talmente tanta che le sue zanne e le sue ali eruppero. Ci volle tutta la forza di Andrew, per fermare il suo Signore dall’uccidere l’anziano vampiro.
 
“Harry! Ascolta quello che ha da dire, prima di ucciderlo! Per favore!”
 
Va bene, ma è meglio che ne valga la pena.”
 
“Grazie, mio Signore.”
 
Parlate!”
 
Mi sono unito al Signore oscuro durante il suo primo periodo di regno, quando vostro nonno era ancora sul trono. È stata decisione, dell’attuale Signore, di non seguire gli ideali del Signore Oscuro, anche se molti del nostro clan non furono d’accordo. Io ero uno dei consiglieri di vostro nonno, e gli dissi apertamente che stesse prendendo la decisione sbagliata. Fu dopo il mio licenziamento, che fui avvicinato da uno degli agenti del Signore Oscuro. Ciò che mi dissero fu molto allettante, e io caddi in tentazione. Presto Lui cominciò a fidarsi di me come di nessun altro, poiché avevo il dopo di individuare coloro che mentivano quasi immediatamente. Fu proprio dopo la morte di vostro nonno, che ora so fu ordinata da Lui, e il rifiuto di Vostro padre, nell’accettare il suo compagno, che l’Oscuro Signore mi diede diversi oggetti. Mi ordinò di posizionarli il luoghi specifici, ma lasciò la decisione di quale tipo di sicurezza adottare interamente a me. A quell’epoca, non sapevo che mi avesse affidato i pezzi della sua anima, altrimenti, probabilmente avrei rifiutato di eseguire gli ordini, ma lo feci ciò che mi aveva ordinato, senza mai rivelare a nessuno la loro posizione. In seguito, mi fece assistere al posizionamento di un pezzo in uno dei suoi familiari, Nagini. Sono rimasto inorridito da ciò che aveva fatto. Non dall’omicidio del babbano che aveva usato, ma dall’effettiva creazione dell’Horcrux. Ho assistito al modo in cui lo ha posizionato nel serpente, e solo allora capii che quell’uomo era pazzo, e che non valeva più la pena seguirlo. Decisi che avrei distrutto i pezzi della sua anima posizionati negli oggetti che mi aveva dato, fosse l’ultima cosa che avrei mai fatto. Così ho cominciato a cercare un modo, e ieri sera ho finalmente trovato la risposta.”
 
Harry rimase sbalordito, dalla storia che aveva sentito. Proprio sotto il suo naso, come si suol dire, c’era l’unica persona che sapeva esattamente quello che stava cercando. “Come faccio a sapere che non mi tradirai?”
 
Antioco sorrise. Gli piaceva, il ragazzo. “Posso rivelarvi il nome di un Mangiamorte che si nasconde nel clan. Un Mangiamorte marchiato.”
 
Andrew ed Harry si guardarono l’un l’altro. “Chi?” chiese Andrew.
 
“Vostra figlia, signore. Quella legata con gli altri due Mangiamorte.” Disse ad Andrew.
 
“Impossibile! Ho controllato il suo braccio di persona!”
 
“Il suo marchio non si trova sul braccio, così come il mio. Si trova proprio sopra il suo cuore.”
 
Harry ed Andrew erano sbalorditi. Una cosa era sospettare di lei, un’altra era sentirselo dire senza  mezzi termini. Avrebbero deciso più tardi, cosa fare di lei.
 
“Potete elencare gli Horcrux?”
 
“Certamente, mio Signore. Voi, ovviamente, anche se la vostra creazione non è stata intenzionale, Nagini, il diario dei suoi giorni di scuola, il medaglione di Serpeverde, l’anello della stirpe di Gaunt, la coppa di Tassorosso, e il diadema di Corvonero, che è ancora nascosta ad Hogwarts. Sono consapevole che l’anello e il diario siano stati distrutti.”
 
Harry era stordito. Non c’era alcun dubbio che stesse dicendo la verità. Quando aveva detto ad Andrew di iniziare le ricerche non aveva mai spiegato il perché lo stesse facendo. Gli aveva detto di farlo e basta. Ora aveva bisogno di sapere come distruggerli.
 
“Come faccio a distruggerli, Antioco?”
 
“Non sarete voi, mio Signore. Lo farò io.”
 
“Come?”
 
“Ho scoperto di un rituale che mi permetterà di rimuovere l’Horcrux da voi e trasferirlo su di me, e che poi mi permetterà di distruggerlo completamente.”
 
“Cosa vi accadrà?”
 
“Morirò.”
 
 
 
 
 
 
Hermione riposava comodamente nello scompartimento di testa del treno. Calì e Lavanda erano lì con lei, e così anche Ginny. Erano state tutte sorprendentemente tranquille per la maggior parte del viaggio. Nate e Harry le aveva lasciate per pattugliare il treno, dopo aver chiuso la porta dello scompartimento, in modo tale che nessuno le avrebbe infastidite. Il modo iperprotettivo in cui Harry si stava comportando stava facendo impazzire Hermione. Era sempre stato così, ma ora era anche peggio, considerando che erano legati e che lei stava aspettando un bambino.
 
Junior sembrava aver trovato una posizione comoda, finalmente, ed Hermione si passò le mani sul ventre. Aveva un rigonfiamento ben visibile, adesso. Proprio un quel momento, Junior decise di darle un calcio, solo per farle sapere che c’era anche lei. A volte sembrava tutto un po’ troppo reale.
 
Hermione sembrava anche preoccupata per Harry. Era dal suo incontro con Andrew, che era distante. Non che l’avesse ignorata, ma, quando pensava di non essere osservato, sembrava che avesse l’aspetto di un uomo con tutto il peso del mondo sulle spalle. Gli aveva chiesto quale fosse il motivo dell’incontro, ma aveva ricevuto una risposta molto vaga, il che non era da lui. Avrebbe dovuto tenere gli occhi aperti.
 
 
 
 
 
 
 
Nelle successive settimane, però, Hermione fu troppo occupata con lo studio, per occuparsi di Harry, senza contare che Junior non le dava tregua. Il suo bersaglio preferito era Ron, facendogli indossare vestiti ridicoli in diverse occasioni, durante la giornata. Non avrebbe mai guardato ‘il Signore degli Anelli’ allo stesso modo di nuovo, specialmente non gli hobbit.
 
Prima che Hermione se ne rendesse conto, era arrivato San Valentino e, essendo di venerdì, Harry aveva ottenuto il permesso per loro due di tornare a casa per il fine settimana, mentre Ginny trascorreva un po’ di tempo con Nicholas. Tutto sommato, Hermione non vedeva l’ora di prendersi una pausa.
 
 
 
 
 
 
Nicholas era arrivato ad Hogwarts per scortare i suoi Signori e la sua fidanzata a casa, mentre Nate sarebbe rimasto a scuola con le sue compagne e, anche se avrebbero usato una passaporta, Harry ed Hermione avevano comunque bisogno di una guardia, e Nicholas era stato felice di offrirsi volontario.
 
Trovò Ginny e la coppia ad aspettarlo nell’atrio. Non vide il suo futuro cognato alzare la bacchetta, ma udì le parole dell’incantesimo, mentre Ron le urlava.
 
Furor Ira Ater Corpus!”
 
 Fu colpito direttamente al petto.
 
Nate, nella rabbia più totale, legò e imbavagliò Ron prima che potesse scagliare nuovamente l’incantesimo, poi legò Nicholas, sperando che sarebbe durata fino a casa. Poi portò tutti a casa tramite la passaporta.
 
 
 
 
 
 
 
Tre giorni dopo, Nicholas finalmente si svegliò. La prima cosa che notò fu che si trovasse nella casa che lui e Ginny avrebbero abitato dopo il legame; la seconda cosa che notò fu che Ginny giacesse accanto a lui. Nuda.  
 
Fu allora che si ricordò dell’incantesimo che avrebbe causato in lui una perdita di controllo sui suoi istinti da vampiro. Avrebbe iniziato ad attaccare chiunque e qualsiasi cosa in poche ore, e l’unica cura per la sua sete di sangue era la sua compagna. Per una volta, si vergognava completamente di sé stesso. Ai suoi occhi, aveva obbligato Ginny a legarsi prima ancora che fosse pronta. Aveva rotto il contratto e, se così la famiglia avesse voluto, avrebbe potuto essere annullato. Avrebbe accettato le conseguenze e l’avrebbe lasciata andare, lasciandosi tutto alle spalle e morendo.
 
Ginny si girò e guardò Nicholas da sotto le ciglia, cogliendolo sveglio e completamente in sé. Non che si stesse lamentando. Aveva visto un lato di suo marito che non credeva esistesse. Poteva percepire, però, attraverso il legame, che l’altro si vergognasse di quello che era successo e di quello che aveva fatto.
 
“Non è stata colpa tua.”
 
Nicholas la guardò sorpreso. “Avrei dovuto avere più controllo.”
 
Ginny lo guardò. “Questo incantesimo è stato progettato per farti perdere il controllo. Quell’idiota del mio presto ex fratello non ha letto l’incantesimo propriamente. Voleva che tu mi lasciasse e che andassi ad ingozzarti altrove, bevendo il sangue di babbani fino a che non avresti ucciso qualcuno per il troppo sangue, facendoti per questo uccidere. Non ha letto nemmeno la parte che parlava di come questo potesse essere curato tramite un compagno e, prima che tu possa dirlo, io volevo legarmi a te, sono stata io a suggerirlo. La mia famiglia ha fatto appena in tempo ad arrivare, prima che celebrassimo la cerimonia e che tu poi mi portassi via, quindi non cominciare a sentirti in colpa per aver perso il controllo, anzi, spero che tu possa perderlo più spesso.”
 
Nicholas la guardò a bocca aperta. “Cosa è successo a tuo fratello?”
 
“Non lo so. Harry era troppo arrabbiato per pensare a lui, prima del legame, e io non sono mai uscita di qui, da allora.”
 
“Mi dispiace.”
 
Lei gli mise un dito sulle labbra. “A me no. So che volevi aspettare fino a che non avessi finito la scuola, ma ho comunque una sorpresa per te: ho fatto in modo da passare due anni in uno, così da potermi diplomare quest’anno, invece del prossimo, quindi dovrai aspettare solo pochi mesi, e non mi dispiacerebbe nemmeno se ogni tanto mi distraessi dai compiti.”
 
Nicholas non sapeva se scoppiare a ridere o baciarla. Optò per la seconda.
 
 
 
 
 
 
Ron era arrabbiato e un po’ spaventato dal trovarsi nella prigione di Potter come un qualunque criminale, e moriva dalla voglia di sapere se l’incantesimo aveva funzionato. Avrebbe volentieri rinunciato alla sua libertà se questo avesse funzionato. Ora tutto quello che doveva fare era colpire Potter con esso, ed Hermione sarebbe stata tutta sua.
 
La porta della sua cella si aprì rivelando un uomo che assomigliava molto a Potter, solo più vecchio, che lo fissava.
 
“Devi seguirmi nella sala delle udienze. Lì si terrà il tuo processo.
 
“Processo? Non è possibile! Sono un mago, devo essere giudicato dal ministero, o dal Wizengamot.”
 
“Hai attaccato un membro del clan dei Potter, dunque sarai giudicato qui. Il vostro ministero non può interferire. Ora muoviti.”
 
Ron uscì dalla cella e seguì le due guardie, mentre altre quattro lo seguirono. Il suo volto non mostrava nessuna delle emozioni che stava provando. Stava cominciando ad avere paura di quel ‘processo’, e di non ottenere un giudizio imparziale.
 
 
 
 
 
 
Harry ed Hermione erano seduti sui loro troni, in attesa che Ron fosse portato nella sala, alla presenza di tutta la famiglia Weasley, così come quella di Nicholas, inclusi Victoria, Nicola, Piton e Malfoy, ed Harry fu costretto ad ignorare i loro commenti. Solo Piton sembrava non avere nulla da dire. Aveva notato che dietro di lui e i suoi compagni c’erano delle guardie, e se ne chiedeva il perché. Forse Potter era semplicemente paranoico, o forse aveva scoperto il segreto di Nicola. In quel caso, avrebbe avuto bisogno di rassicurare Potter che non voleva fare del male né a lui né alla sua famiglia.
 
La rabbia di Harry era evidente, quando vide Ron condotto nella sala. Molly aveva implorato Harry affinché gli risparmiasse la vita, mentre Arthur gli aveva semplicemente detto di fare quello che doveva essere fatto. Qualunque fosse stato l’esito, Ron stava per essere escluso dalla famiglia.
 
Le guardie si fermarono al centro della stanza, e Arthur si fermò di fronte a suo figlio.
 
“Io, Arthur Weasley, capo della famiglia Weasley, dichiaro che mio figlio Ronald non sarà più riconosciuto come parte della famiglia, in modo permanente. Il nome degli Weasley non servirà più a proteggerti.”
 
Ron impallidì visibilmente, ma non disse nulla, perché non c’era nulla che potesse fare.
 
“Ronald Weasley, siete accusato di aver attaccato un membro della mia famiglia. Volete negarlo?” esordì Harry.
 
“No. E se avessi la bacchetta continuerei da dove sono stato interrotto.”
 
Diversi rantoli risuonarono per la stanza. “Perché? Perché vorresti fare una cosa del genere?”
 
“Mia sorella non avrebbe mai dovuto avvicinarsi a quella.. cosa. Sono felice di averlo ucciso. Adesso lei sarà al sicuro.”
 
“Nicholas non è morto, Ron. L’incantesimo che hai usato ha solo reso il legame necessario prima del previsto. Hai fallito, e ora devi pagarne il prezzo.”
 
Che cosa?! No! È morto! È morto per un’eccessiva sete di sangue! Non può essersi legato con Ginny!”
 
“E invece abbiamo celebrato il legame, idiota! Spero che Harry ti punisca in maniera adeguata.”
 
“Ginny, ho solo cercato di fare sì che tu potessi riavere Harry. Poi Hermione sarebbe stata mia, come dovrebbe essere.”
 
Harry stava per giungere al punto di rottura. Non solo l’idiota aveva ammesso quello che aveva fatto, ma era anche disposto a rovinare altre vite, per ottenere quello che voleva, ovvero la sua compagna.
 
Hermione, rendendosi conto della rabbia di Harry, prese la parola: “Sono legata a Harry, Ronald! Idiota che non sei altro, questo non è qualcosa che può semplicemente essere spezzato! E poi, credi davvero che avrei mai potuto venire da te, dopo tutto ciò che hai fatto?! Tu sei la persona più patetica sulla faccia della terra, e io non voglio mai più vedere il tuo volto!”
 
“Non sarà necessario. Ti volevo morto, ma tua madre mi ha supplicato di risparmiarti la vita, e io la considero come se fosse mia madre, quindi ti condanno in schiavitù sotto la guida di mio zio, Andrew. Fai di lui ciò che vuoi, ma non lo uccidere. In ogni caso, non voglio mai più vederlo.”
 
“Come desidera, mio Signore. Non entrerà mai più nel castello.”
 
“No Harry! Ti prego, non farlo! Non ho nemmeno finito la scuola, o provato a realizzare i miei sogni!”
 
“E non lo farai mai.”
 
Ron iniziò a urlare, ma le guardie lo trascinarono via. Harry si girò verso i Weasley. “Spetterà ad Andrew, decidere se vi sia permesso vederlo oppure no, ma non vi consiglio di farlo subito. Lasciate che si abitui alla sua nuova vita.” Tutte le teste rosse annuirono in assenso. Molly aveva le lacrime agli occhi, ma era felice che suo figlio fosse ancora vivo, anche se non faceva più parte della sua famiglia.
 
“Grazie per aver avuto pietà di lui, Harry.” Quest’ultimo annuì e, chiamata una delle guardie, i Weasley furono scortati fuori, mentre Harry si preparava ad affrontare un altro problema. Un problema familiare. Ginny, però, fu fermata da Nicholas.
 
“Ora sei parte di questa famiglia, ed Harry ti vuole qui.” Ginny annui, chiedendosi cosa stesse per accadere.
 
“Nicola, vieni avanti.”
 
Questa sembrò sorpresa, al comando, ma si avvicinò ai troni. “Mio Signore?”
 
“Ho bisogno di domandarti una cosa, e ho bisogno che tu non menta. Sei una Mangiamorte?”
 
“Perché dovrebbe pensare una cosa del genere, mio Signore?” chiese lei, cercando freneticamente una risposta.
 
“Rispondi alla domanda.”
 
“No, mio Signore.”
 
“Allora perché hai il Marchio Nero sul petto, sopra il cuore?”
 
“Come fate a saperlo?” chiese lei sorpresa.
 
“Qualcuno mi ha informato. Sei una Mangiamorte?”
 
Lei si mise a ridere. “Ho sempre odiato le etichette, ma se volete sapere servo il Signore Oscuro, allora la risposta è sì.” Il silenzio regnava nella stanza.
 
“Nicola, componente della famiglia oppure no, tu morirai.”
 
“E ucciderete un bambino innocente?”
 
Nessuno disse nulla. Tutti sapevano che Harry non avrebbe mai ucciso un innocente, ma sorprendentemente, Piton fece un passo avanti.
 
“So che non hai nessun motivo per fidarti di me, Potter, ma giuro di allevare questo bambino secondo i tuoi ideali, se me lo permetterai. Mettila in cella fino a che il bambino non sarà nato, poi fanne quello che vuoi.”
 
Harry guardò il suo ex professore incredulo. “Perché dovrei farlo?”
 
“Perché sei un Grifondoro fin nel midollo, anche se hai dimostrato alcune tendenze Serpeverde, ultimamente. Non hai motivo di fidarti di me, ti chiedo solo di provarci, per il bene del bambino.”
 
Harry guardò Hermione per chiedere il suo parere. Quest’ultima si chinò e sussurrò: “Penso che tu sappia cosa fare. Ha già giurato. Se rompe quel giuramento morirà. Penso che sia una ragione sufficiente per fidarti di lui.”
 
“Così come tu ti fidi di lui abbastanza da permettergli di preparare pozioni e insegnare?”
 
Hermione arrossì. “Una tattica molto Serpeverde, Hermione, ma onestamente pensavi che non lo avrei scoperto?”
 
“No, ma speravo che non lo scoprissi così presto.”
 
“Mantieni quel progetto. Se il bastardo vuole insegnare pozioni qui, potrebbe evitargli di finire nei guai. Farò semplicemente finta di niente.”
 
“Grazie.”
 
“Sei il benvenuto. Nicola, per quanto riguarda te, sei confinata in una stanza del castello che non potrai mai lasciare. I tuo compagni possono farti visita una volta alla settimana fino a che il bambino non sarà nato. Dopo di che morirai. A Piton sarà permesso di crescere tuo figlio, a meno che non violi il suo giuramento e, insieme a lui, Malfoy potrà continuare a vivere nella casa che vi ho fornito. Goditi il tempo che ti resta.”
 
 

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Capitolo 17
*** Abduction ***


..potrei dirvi che, essendo alla stretta finale, vi sto tenendo sulle spine.. ma non reggerebbe. Scusatemi. Questo è il primo momento libero che ho per aggiornare, e guarda caso sono in villa, lontano dalla civiltà.. anyway, godetevi questo capitolo che.. beh succederà di tutto, essendo il penultimo. Poi manca solo l'ultimo capitolo e l'epilogo. *lacrimuccia* 
Enjoy <3






Due giorni dopo, i Potter partirono per tornare a Hogwart, e il cuore di Harry stava ancora sanguinando per il tradimento di Ron. Aveva avuto dei momenti difficili, nello scendere a patti con la consapevolezza di non averlo mai davvero conosciuto, di come il rosso lo avesse sempre e solo usato per la sua fama. Una volta tornato a scuola, Harry fu costretto a svolgere lo spiacevole compito di informare la professoressa McGranitt del fatto che Ron non sarebbe mai più tornato a scuola. Tutte le sue cose furono impacchettate e spedite ai Weasley, visto che non ne avrebbe avuto bisogno, nella sua nuova vita; inoltre la informò della nuova situazione di Ginny, in modo tale da poter in qualche modo sistemare la nuova coppia legata nel castello.
 
Più tardi, quella notte, una volta che Hermione si fu addormentata, Harry si diresse con Nate nella Stanza delle Necessità per cercare l’ultimo Horcrux e, seguendo le istruzioni di Antioco, trovarono il diadema. Un ora più tardi, tornarono nelle loro rispettive stanze portandosi dietro l’oggetto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Victoria Potter non aveva intenzione di permettere che qualche giovane arrivista meno importante di lei le portasse via i suoi sogni o sua figlia. Uno dei suoi figli avrebbe dovuto governare il clan, non quella sottospecie di abominio mezzosangue che era in carica. Avrebbe dovuto occuparsi di lui, e dell’erede che la sua compagna portava in grembo, magari uccidendo anche lei, nel processo. Qualcosa che sarebbe già dovuto accadere, ma non era accaduto. Il pugnale avrebbe dovuto funzionare, ma per qualche motivo erano sopravvissuti, e lei non se n’era resa conto fino a che non era stato troppo tardi.
 
Era anche così delusa dai suoi figli che, nella sua mente, solo sua figlia era adatta a governare. La ragazza aveva fatto diverse cose, alcune delle quali l’avevano sorpresa, ma si erano comunque rivelate efficaci.
 
Un piano cominciò a formarsi nella sua mente, su come liberare Nicola dalla sua prigione.
 
 
 
 
 
 
Draco era molto annoiato. Ora che Nicola era stata messa agli arresti, non aveva poi molto da fare. Piton si era offerto di continuare a insegnargli pozioni, ma a cosa gli serviva imparare? Era un Malfoy, e i Malfoy non lavoravano; pagavano qualcun altro per farlo.
 
Mentre era seduto a rimuginare sul suo destino, si rese conto che tutta quella situazione fosse colpa di Potter e, con quel pensiero in testa, capì che il Signore Oscuro lo avrebbe ricompensato generosamente, se gli avesse consegnato la puttana di Potter, soprattutto considerando che la puttana in questione fosse incinta di suo figlio. Potter avrebbe reagito di sicuro, e il Signore Oscuro ne sarebbe stato molto felice.
 
Ora tutto quello che doveva fare era riuscire a catturarla e a lasciare il castello con lei, che il suo voto fosse dannato.
 
 
 
 
 
 
 
 
I Potter, nel frattempo, si erano adattati alla routine della scuola. Nicola o Nate facevano la guardia al di fuori delle aule dove Harry o Hermione facevano lezione, soprattutto per proteggere quest’ultima, mentre l’altro custodiva le classi, quando possibile, che contenevano le loro compagne. Prima che se ne rendessero conto, stavano per iniziare le vacanze di Pasqua.
 
 
 
 
 
 
Tiger e Goyle potevano non essere le persone più intelligenti, a Hogwarts, ma non erano nemmeno le più stupide e, quando Draco li aveva contattati per esporgli il suo piano, sapevano che Potter sarebbe stato capace di uccidere i rapitori, così avevano corrotto un paio di ragazzini dei primi anni per fargli fare il lavoro sporco.
 
I due osservarono uno dei loro complici avvicinarsi alla Mezzosangue, usando come scusa il suo status di Caposcuola, mentre videro l’altro far scivolare una passaporta cronometrata nella sua borsa. Era stata programmata per attivarsi entro ventiquattro ore dall’accensione, portandola direttamente al Signore Oscuro, come predisposto da Draco.
 
Due minuti più tardi, la missione era compiuta.
 
 
 
 
 
 
 
Nello stesso momento, Victoria si faceva strada nei sotterranei del castello. Andrew aveva finalmente acconsentito a farle visitare la figlia, ma soltanto quando la ragazzina Mezzosangue non era in giro. Presto le cose sarebbero cambiate.
 
Le guardie, alla porta, la riconobbero, e lei gli sorrise.
 
“Ho fatto alcuni biscotti di sangue. Nicola moriva dalla voglia di mangiarli. Ne volete uno?”
 
Pur esitando per qualche momento, le guardie presero un biscotto ciascuno. Non avevano mai assaggiato lo speciale veleno che lei ci aveva messo. Era quello avanzato dal tentativo di sabotare il legame del corrente Signore, ed era contenta dell’impiego che aveva fatto di quello rimasto. Sorrise a sé stessa, mentre vedeva il Mezzosangue incolpare suo cognato, per quello. Quell’uomo era un traditore, e se ne sarebbe occupata più tardi. Per prima cosa, però..
 
Riponendo i biscotti, Victoria frugò nelle tasche, cercando le chiavi della cella. Cinque minuti più tardi stava aprendo la porta. Nicola si voltò a guardare la madre, sorpresa.
 
“Pensi davvero che tu abbia ereditato la tua natura da tuo padre?”
 
“No, Madre, ma non sapevo che potesse venirti in mente di fare una cosa simile.”
 
“Mai sottovalutare tua madre, cara.”
 
“Mai più, Madre.”
 
“Bene, ora prendi questa,” disse porgendole una coperta.
 
“Perché? Non ho freddo, Madre.”
 
“Avvolgitela addosso. È una passaporta. Ti porterà dal tuo ‘padrone’. Resta lì fino a quando non mi sarò occupata di alcune cose, qui. Sei sicura che possa proteggert?”
 
“Sì, Madre. Grazie.”
 
Si abbracciarono.
 
 
 
 
 
 
 
 
La scoperta della fuga di Nicola causò una massiccia ricerca nel castello e nel villaggio circostante. Fu durante la ricerca che si scoprì che anche Draco mancava, e che Piton aveva perso i sensi. La fiala di veleno usata da Victoria era stata trovata nella sua mano, e molti erano pronti a uccidere il pozionista, ma Andrew aveva avuto la sensazione che l’intera faccenda fosse stata organizzata per incastrare l’uomo.
 
Una volta che la testa di Severus fu fatta esaminare da un guaritore, Andrew lo convocò per interrogarlo su quanto accaduto.
 
“Stavo lavorando nel mio laboratorio, quando sono stato colpito da dietro. L’unico che avrebbe potuto farlo è Draco: è l’unico ad avere accesso al mio laboratorio.”
 
“E il flacone? Lo abbiamo testato, e abbiamo scoperto che contiene il veleno che è stato utilizzato sul pugnale cerimoniale predisposto per il legame dei Signori, ed è stato inoltre usato per avvelenare le guardie che presidiavano la cella di Nicola.”
 
“Non riesco a spiegarmi come potesse essere nella mia mano. Ammetto di sapere come preparare tale veleno, ma non ho mai usato questo tipo di flacone. Ho scoperto tempo fa che alterano la composizione delle pozioni, rendendole instabili. Potete chiedere a qualunque competente, a riguardo. Infatti, pensavo che la compagnia che li produceva fosse sparita dal mercato. E comunque, non ho portato con me nessuna delle mie forniture personali.”
 
Andrew si rese conto che ciò che il genero stava dicendo fosse la verità e, mentre guardava il flacone più da vicino, si rese conto che era uno di quelli utilizzati da Victoria.
 
 
 
 
 
 
 
Harry, Hermione, Nicholas, Ginny, Nate, Lavanda e Calì avevano appena lasciato Hogwarts, quando era arrivata la notizia circa la fuga di Nicola. Erano dunque stati autorizzati a volare a casa dall’ufficio del Preside. Harry portava con sé il diadema.
 
Pochi minuti dopo, arrivarono presso la Sala d’Ingresso del castello Potter, dove Andrew e Severus li stavano aspettando.
 
“Mio Signore.”
 
“Novità, Andrew?”
 
“Solo che la mia futura ex compagna ha aiutato Nicola a scappare. Abbiamo scoperto che manca anche Draco, e uno di loro ha fatto ricadere le accuse su Severus, cercando di coinvolgerlo.
 
Harry guardò il suo ex professore. Non mi resta che fidarmi di te. Non ho scelta.”
 
“Mi rendo conto, Signor Potter, ma ribadisco il mio voto di fedeltà. Mi rendo conto che Draco morirà presto, se non per mano vostra, per il suo voto infranto. Chiedo solo di essere presente,quando sarà ucciso.”
 
Harry annuì, poi aiutò Hermione a raggiungere le loro stanze, e si diresse a recuperare gli Horcrux. Aveva la sensazione che i traditori fossero tornati dal loro originario padrone, e avrebbe avuto bisogno di distruggere gli Horcrux, prima di seguirli.
 
Harry si diresse alla ricerca di Antioco.
 
 
 
 
 
 
 
 
Harry era sparito prima ancora che Hermione ne venisse a conoscenza. Sospirando, quest’ultima prese la borsa dei libri, intenzionata a finire i compiti. Chi lo sapeva che cosa sarebbe successo, in seguito?! La sua mano raggiunse e toccò qualcosa che non avrebbe dovuto esserci.
 
Sparì.
 
 
 
 
 
 
 
 
Harry e Andrew, nel frattempo, avevano incontrato Antioco nella stanza dei rituali, e Harry aveva tra le mani tutti gli oggetti che aveva trovato. Antioco salutò il suo Signore ed Andrew.
 
“Presumo che abbiate trovato l’ultimo, mio Signore.”
 
“Sì. Ho bisogno di fare presto, sento che il tempo stia per esaurirsi.”
 
“Sono a conoscenza della situazione. Attenzione, però. Una volta cominciato, non potrò smettere fino alla fine.”
 
“Capisco. Sono pronto.”
 
“Allora cominciamo.”
 
Dopo un’ora, Harry avvertì il panico di Hermione. In un primo momento pensò che fosse in travaglio, o qualcosa di simile, ma mentre i minuti passavano, si rese conto che qualcuno la stesse torturando. Sapeva di non poter fare nulla, però.
 
Avrebbe dovuto aspettare il compimento del rituale. 

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Capitolo 18
*** Bitten to Death ***


Ebbene sì, eccoci arrivati all'ultimo capitolo, prima dell'epilogo (che sarà comunque postato in settimana, perché poi parto). 
Lascio i ringraziamenti e le lacrimucce al prossimo capitolo, per il momento godetevelo. 
Un bacione, 
Ronnie. 

Nel momento in cui Andrew terminò di tagliare la gola di Antioco con lo stesso pugnale che Victoria aveva usato sulle guardie, Harry corse nella sala del rituale. Aveva giusto il veleno sufficiente per uccidere l’anziano Vampiro. Stranamente, era stata un’idea di Antioco, quella di usarlo, perché altrimenti Harry avrebbe prima cercato di dissanguarlo, ma non c’erano garanzie, visto che non sapevano se avrebbe ucciso i frammenti dell’anima di Voldemort, prima che si accrescessero, all’interno del corpo di Antioco. L’anziano Vampiro aveva detto che quello era il suo modo per redimersi, prima della sua prossima vita.
 
Mentre Harry correva verso le sue stanze, il posto dove aveva visto Hermione per l’ultima volta, Nicholas lo fermò.
 
“Mio Signore, la vostra compagna è stata rapita.”
 
“Chi?” chiese Harry con voce di ghiaccio.
 
“Non lo sappiamo, ma hanno usato una Passaporta.”
 
“Bene,” disse Harry frustrato. Poteva sentire la rabbia di Hermione, la paura e il dolore. Aveva bisogno di trovarla, e in fretta. Arrivò alla fine del corridoio, fino alla sua camera e lì, una volta seduto, chiuse gli occhi, cercando di farsi venire un’idea del luogo dove Hermione poteva essere stata portata.
 
Nella sua mente riusciva a pensare come se fosse lei, e lei al momento sentiva molto dolore, mentre fissava Voldemort. Uno sguardo intorno alla stanza mostrò che sia Draco che Nicola stavano assistendo. Erano morti. Onestamente non sapeva se avrebbe potuto controllarsi e aspettare che la traditrice partorisse oppure no. Si guardò nuovamente intorno, sperando di scorgere un segnale che gli facesse capire dove fossero, e vide qualcosa che gli diede l’esatta locazione.
 
Il Maniero dei Malfoy.
 
Aprendo gli occhi, vide la sua famiglia attorno a lui, in attesa di ordini, Severus incluso.
 
“Piton, ho bisogno di sapere come raggiungere il Maniero dei Malfoy.”
 
 
 
 
 
 
 
 
Crucio!” urlò Voldemort.
 
Hermione arcuò nuovamente la schiena. Si rifiutava di urlare, ma stava diventando sempre più difficile. In un angolo della sua mente, sentì la presenza di Harry, e si domandò quanto potesse sentire, attraverso di lei.
 
Voldemort interruppe l’incantesimo. Francamente, era sorpreso che la sangue sporco fosse durata così tanto, ma era soltanto uno spreco di tempo. Aveva progettato di usare la tortura solo per indurre il lavoro, per poi uccidere la progenie di Potter. Avrebbe distrutto il moccioso, fosse l’ultima cosa che faceva e, se la sangue sporco moriva, nel processo, allora Potter sarebbe probabilmente morto di crepacuore. Quella era una lezione che aveva imparato, nel corso della sua vita. Mai farsi trascinare dall’amore, o si rischia di morire di crepacuore, qualcosa che, comunque, aveva perso anni orsono.
 
“Adesso, mezzosangue, spero che tu capisca perché sei qui.”
 
“Credo di sì.”
 
“Bene, sembri averlo capito. Adesso un altro po’ di dolore, quindi il tuo bambino dovrebbe essere pronto per venire al mondo, per quel poco tempo che gli sarà concesso.”
 
Hermione si passò le braccia sullo stomaco. Lo aveva già capito. L’unica cosa che non sapeva era se lo avrebbe ucciso o se glielo avrebbe portato via per crescerlo- per poi ucciderlo in seguito.
 
Crucio!”
 
Un’altra scarica di dolore le attraversò il corpo, unendosi, però, a un dolore proveniente dal suo stomaco, che le annunciava che Junior fosse pronta per farsi conoscere dal mondo. Quella volta, Hermione sentì la magia di sua figlia abbandonarle i lombi.
 
Draco e Nicola non furono tralasciati. Un minuto prima erano fermi, guardando Hermione contorcersi sul pavimento, e un minuto dopo erano legati con corde colorate. Le estremità delle corde, dunque, presero a introdursi nei loro vestiti, solleticandoli senza tregua.
 
Voldemort osservò come il suo più fedele servitore e compagno fossero stati abbattuti, legati e scossi dalle risate, mentre urlavano alla mezzosangue di fermarsi. Le aveva tolto gli occhi di dosso e, nel frattempo, lei era riuscita ad alzarsi e lo fissava. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, il Signore Oscuro sarebbe morto e sepolto il più profondamente che la strega fosse riuscita a fare.
 
“Che magia è questa? Come hai fatto tu, una mera mezzosangue, a lanciare un incantesimo senza bacchetta? Solo io e Silente, possiamo farlo!”
 
“O Harry Potter.”
 
“Potter non è qui! Non ha idea di dove tu sia!” strillò Voldemort.
 
“Non esserne poi così sicuro, pezzo di idiota.”
 
Voldemort si girò e vide un molto incazzato Harry in piedi sulla soglia della porta. Sembrava solo, ma Voldemort non voleva correre rischi. Fece una serie di movimenti con la bacchetta, posizionando protezioni e bloccando ogni ulteriore accesso alla casa.
 
“Ah, Potter, felice di vedere che ti unisci a noi. Stavo solo dando al tuo piccolo giocattolo un’idea di quello che ho intenzione di fare.”
 
“Dovrai passare sul mio cadavere, labbra da serprente.”
 
Voldemort sembrava sul punto di esplodere, quando fu accecato da un incantesimo. Non si rese conto di essere stato trasformato in una figura simile a Dorothy, dal Mago di Oz, completa di scarpette color rubino e una parrucca di capelli intrecciati.
 
Harry sbatté le palpebre, poi cominciò a ridere. Hermione si guardò lo stomaco, sorpresa.
 
“Cos’è che ti fa ridere, Potter?!”
 
“Tu, Dorothy.”
 
“Come. Mi. Hai. Chiamato?!”
 
“Dorothy.”
 
Prima che potesse ribattere, sentì qualcosa al collo. Un Vampiro lo aveva morso, ma non si rese conto che stesse esaurendo la sua magia. Il Vampiro finì in fretta, così Voldemort iniziò a ridere.
 
“Cosa c’è di così divertente, Dorothy?”
 
“Pensi davvero che un morso di Vampiro possa uccidermi?! Pensavo che fossi meglio di così.”
 
“E’ un particolare tipo di morso, Dorothy. Ti ha prosciugato di tutta la sua magia.”
 
Lo sguardo di sorpresa sul suo volto era impagabile. Il Signore Oscuro si girò di scatto e gridò: “CRUCIO!”.
 
Ma non accadde nulla.
 
“Crucio!” anche in questo caso, non accadde nulla. Mentre questi era girato, Harry gli si avvicinò, affondandogli le zanne nel collo. Il mago cercò più volte di scrollarselo di dosso, ma non riuscì a combattere contro la forza del ragazzo.
 
In breve, Harry ne aveva avuto abbastanza, lasciando L’Oscuro Signore a morire, proprio come Bellatrix.
 
Un sussulto di dolore lo fece tornare conscio della presenza di Hermione. Si precipitò al suo fianco.
 
“Hermione! Quanto sei ferita?”
 
“Questo non è il problema, al momento. Junior vuole uscire. Ora!”
 
“Oh, merda.”  
 

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Capitolo 19
*** Seventeen Years And Two Months Later ***


Dopo aver cincischiato tutta la mattina, ho deciso che ve lo pubblico, quest'ultimo capitolo. 
E quindi che dire. Ringrazio tutte le persone che hanno letto, recensito, seguito, preferito, ricordato questa fanfiction e un immenso grazie a D, senza la quale questa traduzione non avrebbe visto la luce. 

Come ho già anticipato in precedenza, al momento ho fin troppi casini per cominciare una nuova traduzione e portarla avanti in maniera costante, quindi temo che per un'altra ff dovrete aspettare un pochino, ma arriverà. Non so quando, ma arriverà. 
Un bacione a tutti. 
Enjoy, 
Ronnie <3

 





L’intero castello era in piedi, alle prime luci dell’alba. C’erano molti dettagli che avevano bisogno di essere sistemati, in modo che tutto fosse pronto per il legame di Lady Alianore, quella sera. Essendo l’unica figlia dei loro Signori, tutto doveva essere più che speciale.
 
Harry si svegliò in un letto vuoto e, immaginando che Hermione fosse andata direttamente nella stanza di Ail, si alzò e iniziò a prepararsi psicologicamente per la giornata. Mentre era in piedi nella doccia, i ricordi lo assalirono.
 
 
 
Non c’era tempo di tornare a casa. Hermione era in travaglio e a pochi minuti dal parto. Harry fece in modo che fosse il più confortevole possibile e, mentre lei afferrava mortalmente diverse parti del suo corpo, Nicholas era corso al castello per cercare Morgana. La vecchia sembrava sapere che ci fosse bisogno di lei, perché era già in attesa di qualcuno che la scortasse dalla sua Lady, quando Nicholas era arrivato. Le altre donne della famiglia aspettavano con lei. Ginny gli diede un veloce bacio, abbracciandolo.
 
“Di’ ad Hermione che qualcuno porterà qui i suoi genitori. Sarà tutto pronto, quando tornerà.”
 
“Come lo sai?”
 
“Morgana. Ha detto che Hermione è in travaglio e non può essere spostata.”
 
Nicholas non aveva idea di come la vecchia sapesse, ma ormai aveva imparato a non mettere bocca in tali questioni. Talvolta, le risposte erano peggio delle domande.
 
Si diressero dunque al maniero, e Morgana cacciò letteralmente tutti via, eccetto il povero Signore, che sembrava stesse per collassare da un momento all’altro.
 
A porte chiuse, tutti poterono sentire la loro Signora minacciare il Signore con ogni incantesimo possibile, da un semplice anatema pungente fino alla mutilazione. Andrew sorrise, quando sentì Hermione urlare che Harry avrebbe dovuto pensarci due volte, prima di toccarla di nuovo. Poi si udì il pianto di un bambino.
 
Pochi minuti dopo, Harry uscì dalla stanza con un fagotto in braccio. La piccola stava guardando tranquillamente suo padre, mentre lui la mostrava alla famiglia. Nessuno vide Victoria girare l’angolo ed emettere un urlo che fece scoppiare in lacrime la bambina, ma Andrew le saltò addosso e la bloccò.
 
“No! Lui non doveva vivere! Doveva essere mio nipote a diventare il nuovo Lord!”
 
Andrew la mise rapidamente a tacere. “Harry, permettimi. Prometto che non disturberà mai più nessuno. Il suo tradimento è palese.”
 
“Fa’ come ti pare, Andrew. Mi fido di te.”
 
 
 
 
Qualunque cosa Andrew le avesse fatto, nessuno lo seppe mai, ma nessuno neppure chiese, e Victoria non fu mai più vista o sentita.
 
Una volta che Junior ed Hermione furono tornati a casa, Harry rivolse la sua attenzione a tutti i traditori della sua famiglia. Draco fu giustiziato da Harry, solo dopo, però, che ebbe confessato chi era stato suo complice. Quattro guardie furono spedite per Tiger e Goyle, che cercarono di incolpare i due ragazzini, ma Harry li fece punire di conseguenza. Gli diede come schiavi a Morgana, facendo in modo che assistessero a qualsiasi cosa di cruento o disgustoso potesse accadere. Nessuno che osasse ferire il Signore o la Signora l’avrebbe fatta franca.
 
Nicola era stata risparmiata fino alla nascita di due gemelli, un bambino e una bambina, assomiglianti terribilmente ai genitori. Poi fu giustiziata, e i bambini furono affidati alle cure di Severus e Narcissa, un sorprendente arrivo dell’ultimo minuto.
 
 
 
 
 
 
Harry scosse la testa. Mai in un milione di anni avrebbe mai potuto pensare che Narcissa Malfoy si sarebbe presentata alla sua porta chiedendo clemenza, e poi di aiutare a crescere i suoi due nipoti. Fu veramente una sorpresa, quando lei e Piton si sposarono, proprio poco prima dei due gemelli, Salem e Sarah. Era la coppia più strana del castello, ma l’amore che irradiavano era così forte che non lasciava dubbi. Harry ancora se la rideva, quando pensava al modo in cui Piton si era comportato nell’ultimo anno, quando Narcissa era incinta e aveva poi dato alla luce Marissa. Quella bambina aveva i suoi genitori e gli zii che esaudivano ogni suo più piccolo desiderio, ma Harry poteva vedere chiaramente che lei non aveva intenzione di farsi viziare come era stato viziato Draco.
 
Finì la doccia e si vestì, poi andò in salotto, dove Meghan aveva appena finito di apparecchiare per la colazione. Notò che era presenta anche un secondo piatto.
 
“Mio Signore.”
 
“Hermione si unirà a me?”
 
“No, mio Signore. Lei è di sopra con Alianore. Il signor Paciock desidera unirsi a voi.”
 
“Bene. I ragazzi?”
 
“Hanno mangiato e sono fori con Lord Nicholas per l’allenamento, con i suoi figli, visto che Lady Ginny è con le altre donne nella camera di Alianore. Lord Nathaniel è impegnato, al momento, visto che Lady Lavanda e Calì lo hanno lasciato con i bambini, unendosi alle altre.”
 
Harry si lasciò sfuggire una risatina. A quanto pareva, Nate aveva fatto o detto qualcosa che aveva fatto sì che le sue compagne lo lasciassero in balia delle loro sei figlie. Harry era sicuro che avrebbero presto raggiunto le loro madri, ma non prima di aver insegnato al padre una lezione.
 
Un colpo alla porta interruppe i suoi pensieri, e questa si aprì per rivelare che Neville fosse appena arrivato.
 
“Vieni dentro, Nev.”
 
“Grazie, Harry.”
 
Neville Paciock, professore di Erbologia ad Hogwarts, si sedette accanto al suo futuro suocero.
 
Parlarono di argomenti neutri, mangiando, poi finalmente Harry guardò Neville e disse: “Nev, ti dirò le stesse parole che il padre di Hermione ha detto a me prima che celebrassimo il legame. Promettimi che la proteggerai, la adorerai e la amerai e io non ti farò del male. Se la ferisci, nessun potere sulla terra ti salverà da me.”
 
“Ti giuro che tua figlia non sarà mai ferita da me. La amo troppo. Se mai lo facessi, probabilmente mi toglierei la vita prima di poterlo permettere a chiunque altro.”
 
Harry annuì. “Bene. Ora che il padre ha minacciato il futuro genero, posso dire di non essere mai stato così sorpreso in vita mia come quando Ali è venuta a dirmi chi fosse il suo compagno.”
 
“Tu?! Porca miseria, io ero il suo professore! L’ho vista crescere! Dannazione, ho aiutato a cambiarle i pannolini e adesso mi sto legando con lei! Posso dire non essere mai stato più felice in vita mia.”
 
Harry scoppiò a ridere, non appena Neville fu andato via. Era tutto vero. Conosceva Ali da quando era nata, e tutti, compresa Ali, furono molto sorpresi quando, dopo aver ricevuto la sua eredità, era venuto fuori che Ali aveva ereditato la maggioranza di geni dei Vampiri, e i suoi sensi le avevano detto che il suo professore di Erbologia, e amico dei suoi genitori, era il suo compagno. Aveva cercato di rinnegare quei sentimenti per molto tempo, ed era quasi arrivata a una crisi di astinenza, prima di riuscire ad ammettere chi fosse il suo compagno. C’erano voluti mesi di ‘appuntamenti’, prima che accettassero il loro destino, ed entrambi si accordassero sul fatto che non si sarebbero legati mentre lei era ancora una studentessa. Avrebbero aspettato fino al diploma; era l’unica cosa su cui non avrebbe ceduto.
 
I due vecchi amici terminarono la colazione, e poi si diressero verso il campo di allenamento. Harry notò che i suoi tre figli, James, Sirius e Remus, insieme a Salem e a Teddy, il figlio di Remus e Tonks, erano in un angolo a complottare.
 
“Pensi che stiano pianificando qualcosa per la cerimonia o per il ricevimento?” chiese Neville. Come professore, aveva imparato ad individuare i problemi a distanza.
 
“Se non vogliono scatenare la furia delle madri, farebbero meglio a non farlo. Senza menzionare quello che farebbe Ali, se riuscisse ad acciuffarli.”
 
Neville rabbrividì leggermente. Il temperamento di Ali era leggendario: aveva il cervello di Hermione, nell’immagazzinare decine di incantesimi, e la potenza e la precisione di Harry. Neville preferiva non farla arrabbiare, se poteva evitarlo. Aveva progettato di renderla sempre felice, così da non dover subire la sua ira. Con gli altri andava bene, ma non con lui.
 
Mentre i due guardavano l’allenamento, Harry si piegò verso Neville.
 
“Promettimi solo una cosa.”
 
“Cosa?”
 
“Non farmi diventare nonno troppo presto. Non sono pronto, per questo.”
 
“Temo che sia troppo tardi.”

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