Lost

di AveJackson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-Piccolo cambio di programma ***
Capitolo 2: *** 2-Conosciamo la ragazza con l'arco ***
Capitolo 3: *** 3-Questo non è normale ***
Capitolo 4: *** 4-Stiamo per scatenare l'inferno ***
Capitolo 5: *** 5-Il gruppo si sfalda. ***
Capitolo 6: *** 6-L'inizio prima della fine. ***
Capitolo 7: *** 7-Rifugi e guai. ***
Capitolo 8: *** 8-Paura di morire e paura di vivere. ***



Capitolo 1
*** 1-Piccolo cambio di programma ***


Lost.

 

1-Piccolo cambio di programma.

 

Pov. Percy
Tutto era cominciato da quella assurda macchina che Leo aveva trovato tra i progetti del bunker 9 (è una lunga storia) un progetto che secondo tutti noi era irrealizzabile, ma no! Se Leo aveva qualcosa in testa nessuno gliela poteva togliere, quel ragazzo a cui tutti gli volevano bene, che rideva sempre e scherzava con gli altri. No! Era impossibile togliergli dalla testa quella idea impossibile.
Entrai nel bunker e lo intravidi mentre trafficava sotto un telaio, aveva la camicia sporca di grasso e olio per motori mentre canticchiava una canzone di un gruppo *.
-Welcome to the new age, to the new age...
-Leo?
Il ragazzo riemerse dal telaio così in fretta che sbatté la testa e in quel modo gli uscirono non poche imprecazioni.
-Ahia! Ciao Percy.
Alzai gli occhi al cielo.
-Leo! Non starai ancora trafficando con quella diavoleria spero.
-Certo! E penso che non ti stancherai mai di pensare che io sia pazzo.
-Esattamente.
Leo si mise a ridere in una maniera quasi satanica, come faceva sempre e in quel momento una scintilla sprizzò dalle sue mani.
-Dovresti controllarti.
-Sai Percy… qualcosa mi dice che ti stai Annabethizzando.
-TU STAI SCHERZANDO VERO?!?
Mi preparai a disintegrarlo, quando venne salvato da Jason che entrò proprio in quel momento.
-Ehi! Non volevate mica uccidervi?
Jason era più piccolo di me eppure sapeva essere un po’ troppo autoritario, sarà stato per il fatto che era romano.
-Jason! Sei arrivato giusto in tempo, mi devi aiutare a chiamare gli altri, sai il macchinario è quasi pronto. Oh Percy, ora che sto via qualche minuto, cerca di non disintegrare nulla.
Detto questo, Leo si dileguò trascinandosi dietro un Jason parecchio seccato.
“Io giuro che lo ammazzo.”
In ogni caso mi misi a girovagare per il bunker senza una meta precisa e ogni volta mi chiedevo come faceva Leo a non perdersi. C’erano montagne di vecchie armature ovunque,progetti mai compiuti o finiti a metà, scheletri di automi erano appesi sul soffitto alto più di 10 metri.
Mentre osservavo un vecchio progetto di una costruzione, una voce che conoscevo fin troppo bene parlò alle mie spalle:
-Ogni volta che vengo qui non smetto mai stupirmi.
Mi girai e vidi Annabeth che armeggiava un rotolo di pergamena.
-Queste strutture mi potrebbero tornare utili per la ricostruzione dell’olimpo (altra lunga storia).
Io la presi dalla vita.
-Sei sempre la solita Sapientona.
Mi rispose con una linguaccia e di nuovo un'altra voce parlò alle nostre spalle.
-Ehm…… piccioncini dovremmo vedere la “rivoluzionaria” invenzione di Leo.
Ci girammo di scatto e subito ci sciogliemmo dalla stretta, c’erano: Leo, Jason, Piper e Hazel che ci guardavano divertiti.
 
Pov. Leo
E si! E’ uno dei miei talenti migliori far incavolare la gente. Comunque in quel momento lanciai letteralmente un occhiata di fuoco a miss Mondo.
-La mia “rivoluzionaria” macchina funzionerà, dimenticavo che non sapete ancora di cosa si tratta.
Annabeth borbottò:
-Appunto, illuminaci e comunque dov’ è Frank?
-Arriverà fra un po’,sta dando da mangiare alla signora 0’leary.
La risposta venne da Hazel e siccome Frank tardava ad arrivare,  decisi di finire di aggiustarla ora la macchina.
Quando rinfilai la testa sotto il telai sentii un coro di risatine, eppure io già pregustavo il momento in qui la macchina avrebbe funzionato. Dopo un po’ riuscii a collegare l’ultimo filo e il macchinario emise un bagliore azzurro. Soddisfatto uscii da sotto il telo.
-Signore e signori, ragazzi e ragazze che non credono nel potenziale del loro amico vi presento……
Con un gesto tolsi il telaio.
-Il tunnel spaziotemporale!
La macchina dovevo averla progettata esteticamente molto bene (modestamente) perché sentii un coro di stupore, tranne per la solita voce di Percy che diceva:
-Ehm… cosa dovrebbe fare?
Mi misi a parlare in un modo teatrale:
-Amico senza fede! Questa macchina ci farà viaggiare in altre dimensioni parallele alle nostre.
Calò un silenzio imbarazzante, ok forse avevo esagerato. Comunque mi affrettai a dire:
-Se devo essere sincero questo progetto lo trovato nel computer di Dedalo…
-LEO VALDEZ, COME HAI OSATO…
-Calma Annabeth, calma. Così ho deciso di realizzarlo trovando i pezzi giusti e ora la macchina è pronta.
Ricalò il silenzio, ma questa volta lo interruppe Hazel:
-Be’ io penso che a questo punto possiamo provarci e poi dobbiamo aver fiducia nei nostri amici no?
Anche Piper acconsentì:
-Si Hazel ha ragione, allora ragazzi?
A quel punto annuirono anche gli altri e io per un pelo non mi commossi, per il mio bene e anche quello degli altri, perché se mi emozionavo rischiavo di far esplodere qualcosa.
-Ragazzi… grazie…  vado a sistemare la macchina allora…
E in quel momento scoppiò l’Ade, proprio mentre inserivo la combinazione di numeri nella macchina, un latrato si udì riecheggiare nel bunker subito dopo l’urlo di un ragazzo. In un attimo davanti a noi si presentò la Signora O’Leary che aveva appena disarcionato Frank, il quale era caduto  rovinosamente a terra.
-FRAAANK!
Hazel si precipitò vicino a lui. La nostra cagnolina (la quale, non sarebbe dovuta entrare nel bunker) fece colare per sbaglio, un po’ della sua saliva infernale, proprio sul macchinario che emanò una luce verde e vibrò. In quel momento non sentii più il mio corpo e l’ultima cosa che vidi fu un' esplosione di luce.
 

 

Spazio autrice:

Eccomi spero e ripeto di non aver combinato un disastro. Comunque stavo pensando a questa storia da non poco tempo e ho avuto il tempo di rivedermela. Accetto qualsiasi tipo di recenzione e cercherò di migliorarla laddove secondo voi non va bene. Ora devo andare perché domani ho un compito e un' interrogazione *maledice la scuola mortale* ci vediamo.

AveJackson

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Capitolo 2
*** 2-Conosciamo la ragazza con l'arco ***


2-Conosciamo la ragazza con l’arco.

 
 

Pov. Jason.
Leo si poteva definire ufficialmente morto, perché lo avrei ammazzato. Peccato che quando riaprii gli occhi, vidi Annabeth che urlava parole non proprio dolci rivolte a Leo, mentre lo prendeva per un orecchio. Per quanto la mia voglia di ucciderlo fosse stata altissima decisi di intervenire (come sempre).
-Ehi, ehi Annabeth calmati, lo devo uccidere prima io.
-Ahia! Jason! Guarda che non mi sei di grande aiuto così!
-Leo! Io ti ammazzo, la tua “rivoluzionaria” invenzione ci ha fatto finire sperduti chissà dove.
-Prima di ucciderlo cerchiamo di capire dove siamo.
E come sempre la mia Piper aveva ragione. Per la prima volta notai il luogo in qui eravamo: un piccolo fiumicello si stagliava davanti a noi, il sole filtrava tra un mare di alberi.
-Siamo finiti in un bosco?
Parlò Hazel dopo essersi appena svegliata insieme a Percy.
-Sembrerebbe di si… un momento! Ascoltate!
Annabeth tese l’orecchio e in quel momento anch’io mi accorsi che qualcosa stava ripetendo le nostre parole.
-Okay… questo non è normale.
Disse Percy, ma la bionda gli fece segno di stare in silenzio. Poi cantò un motivetto e subito quelle strane voci la imitarono. In quel momento esplosi:
-Leo! Dove diavolo ci hai fatto finire?!?
Anche gli altri lo guardarono male, ma il ragazzo in quel momento si arrabbiò più di tutti noi.
-EHI L’INVENZIONE AVREBBE FUNZIONATO SE FRANK NON AVESSE FATTO ENTRARE LA SIGNORA O’LEARY NEL BUNKER.
Leo si fermo ansimando e vidi che i suoi vestiti fumavano.
-Cosa avrei fatto io?
Si alzò Frank sbadigliando e in quel momento senza nemmeno metterci d’accordo gli fummo tutti addosso.
 
 
Pov.Frank.
Non c’è niente di più spaventoso di essere placcati da sei persone armate di super poteri che vogliono ucciderti nella maniera più atroce e vi consiglio vivamente di NON sperimentare. In quel momento l’idea migliore fu trasformarmi in una formica e scomparire nell’erba.
-Aspettate! Cerchiamo di ragionare.
-No Frank e se non vuoi che incenerisca tutto il prato, ti consiglio di uscire fuori.
Essere disintegrato o essere grigliato? Era veramente dura la scelta, comunque decisi per precauzione, di salire su un albero e li mi ritrasformai in ragazzo. Ora Annabeth era veramente furiosa.
-TU BRUTTO…
-Annabeth, ti prego fammi parlare.
Mi aspetti di ricevere un insulto o ritrovarmi infilzato da un pugnale e così chiusi gli occhi aspettando il colpo, ma non arrivò. Quando mi decisi a riaprire gli occhi vidi che Annabeth era stata placcata da Percy e in questo modo, entrambi  erano finiti a terra.
-Annie calmati, sentiamo che ha da dire.
Ringraziai tutti gli dei anche quelli non sopportavo di più e cercai di raccontare come erano avvenuti i fatti.
-Allora… quando vennero Leo e Jason a chiamarci per andare a vedere la macchina, io avevo il turno per dare da mangiare alla signora 0’Leary e non potevo non farlo perché altrimenti, lo sapete bene, avrebbe divorato i pegasi. Comunque avevo raggiunto l’arena e dato da mangiare alla cagnolona, quando mi sono accorto che era tardissimo e mi sono affrettato a correre, ma ho commesso l’errore di non dargli l’ultimo pezzo di carne e…
-Ti ha caricato e il resto lo sappiamo.
Disse Hazel.
-Esatto.
rimasero in silenzio per un po’ finché Piper non disse:
-Okay non è stato un incidente, ma rimane il fatto che siamo bloccati qui senza cibo e ne vestiti e…
Si interruppe e subito sfoderò il suo pugnale. Anche Percy e Annabeth presero le loro armi.
-Che cosa c’è?
Chiesi, quando anch’io mi accorsi che qualcosa si muoveva nei cespugli e avanzava ad una velocità sorprendente. Subito tutti e sette ci sistemammo spalla contro spalla e io incoccai una freccia.
In quel momento una figura umana balzò dai cespugli così in fretta da farci fare un balzo indietro e ancora oggi non riesco a capacitarmene, finimmo in delle trappole che fino in quel momento non c’erano e se devo dire la verità,fu molto imbarazzante perché finimmo a testa in giù.
 
Pov.Annabeth.
 
L’essere mi puntò una freccia.
-Chi siete?!?
In qualità di buona figlia di Atena cercai di ragionare con la figura, ma fui preceduta da Leo:
-Be’ credo che potremmo presentarci se tu ci togliessi da questa situazione… come si dice? Imbarazzante.
La figura scoccò una freccia nella sua direzione, ma invece di colpirlo, colpì la corda e Leo cadde rovinosamente a terra.
-Ehi, ma che modi!
Si ritrovò puntato un’altra freccia.
-Ditemi chi siete o il vostro amico si ritrova una freccia nel cervello.
Io mi affettai a rispondere.
-Siamo dei ragazzi che siamo finiti qui per sbaglio, non era proprio nelle nostre intenzioni, lo giuro sullo Stige.
-Sul che?
-Lascia perdere.
L’essere si tolse il cappuccio e capii per la prima volta chi fosse quella persona. Era una ragazza bellissima, aveva dei capelli castano scuro e li portava raccolti in una treccia.
-Non credo siate dei pacificatori.
Percy chiese:
-Che cosa sono?
-Persone che se non segui la legge ti fanno saltare le cervella.
Leo esclamò:
-Wow certo che per avere un nome così…
Tutti fulminammo Leo sguardo. Intanto la ragazza abbassò l’arco.
-No, voi non siete pacificatori, però non so ancora chi siete e perché vi portate appresso delle armi.
Lanciai uno sguardo a Piper e lei per fortuna capì.
-Abbiamo avuto un incidente, siamo senza cibo e vestiti, ti prego aiutaci.
La ragazza inarcò un sopracciglio, ma rispose.
-Non sono così crudele da lasciare delle persone a morire così nel bosco, ma se scoprono che ci sono degli stranieri, voi…
Si interruppe e scosse la testa.
-No, state tranquilli, ora seguitemi, ma se provate a fare qualsiasi cosa…
-Ci pianti una freccia nel cervello, si lo sappiamo.
Percy poteva evitare di fare questo commento, ma la ragazza si limitò a sbuffare e a liberarci dalle corde.

 

Angolo autrice:

Eccomi con il nuovo capitolo e spero vi piaccia. Ringrazio simpleplainvale per aver recensito e ringrazio anche i lettori silenziosi e spero di non aver scritto una schifezza. A presto :)

AveJackson

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Capitolo 3
*** 3-Questo non è normale ***


3-Questo non è normale.

 

Pov. Piper
Diciamo che come primo incontro in questo strano posto non è andato così male (a parte il fatto che la ragazza quando aveva liberato Leo, era caduto con il braccio sinistro su un cespuglio di rovi e…). Mentre camminavamo nella foresta risentii quelle strane voci e non potei trattenere la curiosità:
-Chi è che produce questi suoni?
La ragazza mi rispose:
-Sono ghiandaie imitatrici, degli ibridi. Riproducono la voce dell’uomo e delle melodie.
Mi mostrò una particolare spalletta: vi era raffigurato questo uccello che teneva nel becco una freccia.
Seguimmo la ragazza finché non ci ritrovammo ai margini del bosco e davanti a dei fili ad alta tensione. Naturalmente ci bloccammo tutti, mentre lei continuò a camminare come se non ci fosse nulla che bloccasse il passaggio e che ti avrebbe ucciso all’istante.
Io quasi le urlai:
-Ehi! Attenta, sono…
Non finii di parlai che la ragazza senza nemmeno voltarsi mi rispose:
-Tranquilla…
Si fermò davanti alla recinzione e tese l’orecchio, poi strisciò sotto di essa.
-La corrente non passa mai, solo per due o tre ore, se siamo fortunati.
Annabeth fissò sbalordita la ragazza, mentre Leo si avvicinò con cautela al filo spinato.
-Uhm… Pessimo conduttore, il rame è quasi fuso… è praticamente un miracolo che sia ancora in piedi. Com’è possibile che ancora non l’abbiano cambiato?
-Leo!
La ragazza si girò verso Percy:
-Non ha tutti i torti, ma è meglio che la recinzione rimanga così.
Jason inarcò un sopracciglio.
-Perché sarebbe meglio? Infondo, non servono a proteggere quei cavi col filo spinato?
Lei lo fissò per qualche minuto finché si decise a parlare:
-Ve lo dirò dopo, ma non qui e nascondete le vostre armi.
Decidemmo di ascoltarla e cercammo di nascondere il più possibile la nostra “attrezzatura”.
La ragazza ci condusse lungo un selciato, finché in lontananza non intravidi un ammasso di case seminascosto in una strana nebbia, l’aria puzzava di fumo.
-Questo è il distretto 12.
Ero rimasta senza parole per la quinta volta in quella giornata, eppure, quelle casupole semidistrutte, quell’aria così desolata…
-Cosa è successo qui?
Lei mi guardò, aveva uno sguardo inespressivo.
-E’ difficile da spiegare, comunque io mi chiamo Katniss .
 
Pov. Hazel.
Ora ero seriamente preoccupata. Quel posto aveva qualcosa di sinistro.
Katniss ci condusse per la città e li notai gli sguardi persi degli abitanti che in quel momento passavano davanti a noi: madri scarne portavano in braccio dei neonati, ragazzi con un aria così triste che ti avrebbe corroso l’anima se tu li avessi visti. Mentre camminavamo intravidi un uomo con una bottiglia in mano e vestito di stracci che mi fissava con insistenza, così, in quel momento, strinsi ancora più forte il braccio di Frank. Dopo aver camminato per un po’ Katniss ci portò in una zona residenziale completamente diversa da ciò che avevamo visto: il posto era piena di villette tutte allineate nello stesso modo, erano praticamente immacolate come se non fossero mai state usate.
La ragazza andò a bussare a una di queste villette e sulla porta apparve una ragazzina bionda dagli occhi azzurri.
-Katniss!
-Prim!
La piccola l’abbracciò e in quel momento sull’uscio apparve una donna che pareva essere la madre di Katniss. Si diresse verso di lei, ma si bloccò appena ci vide, aveva un espressione sconcertata.
-Chi sono, che ci fanno qui questi ragazzi?
-Mamma, hanno bisogno di aiuto.
-Katniss sai cosa succede a chi ospita degli estranei…
-Ti prego non posso lasciarli nelle loro condizioni.
Se c’era qualcosa che non mi piaceva e che non mi piace ancora oggi è essere compatita, ma in quel momento avevamo veramente bisogno di aiuto.
-Scusateci signora, abbiamo veramente bisogno di aiuto.
La donna si guardò intorno anche se a mio parere, non c’era bisogno, visto che in strada c’eravamo solo noi e le altre villette sembravano deserte.
-Entrate.
 
*****
-No mi starai dicendo che qui ci si uccide avvicenda, solo per un branco di idioti di un'altra città che se la prende con voi?!?
Okay ero indignata, ammetto che dopo quello che Katniss aveva raccontato su una certa città di nome Panem  e per i suoi “Huger games”, feci letteralmente volare la tazza di latte caldo che la sorella di Katniss mi aveva gentilmente offerto, guadagnandomi l’occhiataccia generale di tutti.
-Hazel, noi settantacinque anni fa perdemmo una guerra terribile e d’allora siamo costretti a combattere, non abbiamo altra scelta. Io stessa…
Si interruppe.
Percy la incitò.
-Tu cosa?
Katniss prese un respiro profondo e poi parlò.
-Io stessa ho partecipato agli Hunger Games.
Calò un silenzio tombale, persino Leo che si era lamentato tutto il tempo per la fasciatura troppo stretta fatta da Prim, si inzittì. Annabeth balbettò:
-Tu…
-L’ho fatto per prendere il posto di Prim, ho visto morire tante persone, è stato terribile…
Abbassò lo sguardo e chinò la testa.
 
Pov. Percy
La conoscevo da nemmeno poche ore, ma la sua storia aveva colpito tutti e io mi sentii male per lei. Katniss riprese a parlare:
-L’anno scorso vinsi grazie all’aiuto di Haymitch, il mio mentore e con me vinse pure Peeta anche lui fa parte del distretto 12. Ma quest’ anno ci sarà l’edizione della memoria, sarà tutto diverso…
-Cos è questa edizione?
Ormai Leo si stava prendendo a morsi la fasciatura senza mostrare alcun ritegno, mentre emetteva qualche imprecazione. Alzai gli occhi al cielo.
-Diciamo che è una versione speciale dei giochi. Katniss, tu hai detto che nella scorsa edizione hanno chiesto il doppio dei tributi vero?
Lei annuì.
-Si, ogni venticinque anni è sempre la stessa storia e ogni volta c’è sempre più spargimento di sangue, per questo è meglio che non vi trovino non vorrei che…
La piccola Prim entrò come furia nella stanza e balbettò:
-Katniss… a-abbiamo visite.
La ragazza si alzò come una furia:
-Come non detto. Prim, nascondili.
La ragazzina ci trascinò per la stanza finché non entrammo in un piccolo studio ben arredato. Prim spostò la scrivania e scostò il tappeto che vi era sotto di essa e li intravidi una specie di manico.
-Ma che…
-Non c’è tempo saltate.
Sollevò il manico e spinse Leo e Frank dentro una specie di botola, Leo emise una specie di gridolino e Frank borbottò:
-Ehi! Ma che modi!
-SALTATE!
Senza farcelo ripetere due volte tutti e cinque saltammo un dopo l’altro nella botola, schiacciando a turno il povero Frank che non era riuscito a scansarsi in tempo.
-Ehi guardate che non sono fatto di acciaio.
-Scusa…
 Prim chiuse la botola sopra di noi e in quel momento non riuscii a vedere più niente.
-Ragazzi… ci siete?
-Si Percy…AHIA! La gamba!
-Scusa Hazel…URGH! LEO!
-Ehi, guarda che ho il tuo piede sulla mia faccia, non credere che io stia meglio di te in questo momento.
-Ragazzi smettetela! Non dobbiamo fare rumore.
Tutti si zittirono, Annabeth ha sempre avuto la dote di un capo e in questo modo riesce sempre a farsi ascoltare da tutti.
Leo grazie al suo potere fece scaturire una fiammella dal palmo della mano. Jason scattò:
-Leo, ma sei impazzito?!? Smettila!
Il ragazzo impaurito spense la fiammella. Jason sembrò rilassarsi e Piper mormorò:
-La fiamma consuma ossigeno e noi non sappiamo se ci sono fessure in questo posto, potremmo morire asfissiati. E’ più sicuro se non…
-Si, si ho capito, calmatevi……
Cercai di alzarmi senza provocare troppi danni e mormorai:
-Annabeth…tu che sei sempre così attrezzata…non è che hai qualcosa…
La ragazza sbuffò:
-Si che ho qualcosa, Testa di Alghe.
Da non so dove tirò fuori una torcia e in quel momento vidi in che posto siamo finiti. Hazel bisbigliò.
-Sembra un deposito per il carbone.
Hazel aveva ragione e noi eravamo immersi in una montagnetta di quel materiale e tutti i miei amici erano neri dalla fuliggine. Mi scappò un mezzo sorriso, ma mi fermai quando sentii alcuni rumori provenire da sopra di noi.
-Ragazzi, non parlate.
Il rumore si fece più forte e sentii un gran movimento come se stessero spostando i mobili.
Annabeth si aggrappò al mio braccio. Ora immaginatevi come ci si doveva sentire trovarsi in una specie di sgabuzzino sotto terra, con sei compagni che stanno per entrare in preda al panico, con qualcuno che ti cerca per farti chissà che cosa e tu che sei bloccato senza poter fare nulla. Se siete riusciti a immaginare tutto questo avrete una vaga idea di come in quel momento mi sentivo. Sopra di noi calò il silenzio, poi si sentì una risata crudele e il coperchio che era sopra di noi, si scardinò cadendoci quasi addosso, ma fortunatamente riuscimmo a scansarci in tempo.
-ECCOLI SONO QUA SOTTO!


Angolo autrice:

Eccomi qui e vi prego di non uccidermi per il ritardo, lo so, sono passate diverse settimane, ma mi è successo davvero di tutto *si inginocchia e si mette a pregare*. Comunque ormai sono qui e ne approfitto per ringraziare chi a recensito, chi a messo la storia fra le preferite, ecc... non sapete quanto io sia felice che la gente legga le mie idee (anche se credo che la maggior parte fanno schifo). Ringrazio anche i lettori silenziosi e spero che si decidano a recensire la storia (sempre se lo vogliono fare, naturalmente). Spero vi sia piaciuto il capitolo e cercherò di aggiornare al più presto. Un abbraccio.

AveJackson

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Capitolo 4
*** 4-Stiamo per scatenare l'inferno ***


4- Stiamo per scatenare l’inferno.
 

Pov. Leo.
Incredibile con quanta velocità uno può morire, soprattutto dopo che un tizio ti cade addosso con tutto il suo peso, neanche fosse un kamikaze.
Il tizio in questione sembrava un ragazza di circa 18 anni, moro, con un bel fisico (che non avrei mai avuto) e molto alto. Aveva scardinato la porta della botola, si era calato con una corda e infine il suo “divino” sedere si era “posato” con un po’ troppa foga sulla mia faccia.
Naturalmente dopo le sue chiappe, tutti il resto del corpo cadde sopra di me e io imprecai un po’ troppo forte.
-Scusa amico.
Non risposi, ero un po’ impegnato e Frank non riuscì a trattenere una risatina. Intanto il kamikaze si era rialzato in piedi.
-Dovete venire con me siete in pericolo.
Piper inarcò un sopracciglio.
-Ma se non ti conosciamo nemmeno.
In quel momento Katniss si appese alla corda e scese da noi.
-Dovete seguirlo, Gale vi porterà al sicuro, perché i pacificatori sono già sulle vostre tracce.
-Stai scherzando vero? Non è possibile che in meno di due ore… un momento! Gli altri abitanti del distretto! Non è possibile che abbiano detto di noi.
Gale scrollò le spalle.
-Hanno paura. E’ semplicemente per questo motivo. Ma ora andiamo.
Dopo essere stato aiutato da Percy a riprendermi, cercammo di risalire la corda seguita da Gale e Katniss. Il ragazzo sembrava stesse mormorando qualcosa alla ragazza, ma lei gli lanciò un occhiataccia e salì per prima, sembrava ci fosse un rapporto molto teso fra di loro.
Quando risalimmo la madre di Katniss ci porse degli zainetti:
-Qui c’è tutto quello che vi serve, se vi guarderanno gli zaini, non avranno nulla da ridire.
La guardai negli occhi e mi sentii male dentro, mi ricordava tanto mia madre.
Prim arrivò in quel momento nella sale con una scatoletta e delle bottigliette.
-Vi ho preparato la cassetta del pronto soccorso e adesso avete anche del latte fresco.
Piper l’abbracciò.
-Oh Prim! Grazie…
Si bloccò e cercò il sostegno fra le braccia di Jason. Mi risentii male, ma non riuscivo a capire perché: non ero geloso, ma mi faceva male vederli così, i miei migliori amici che non meritavano tutto questo ed era tutta colpa mia.
Gale si stava avviando verso il salotto quando Annabeth lo fermò insieme a Katniss che stava facendo uno zainetto e mormorò loro:
-Un momento! Ma se ora noi siamo ricercati… voi sarete in pericolo.
Percy si mise al suo fianco.
-E’ vero! Non possiamo permettere che…
Katniss lo interruppe e gli sorrise.
-E’ ora che questa storia finisca, non posso permettere che i miei figli vivano con il terrore di non avere il tempo di vivere la loro vita e di morire.
Gale l’appoggiò.
-Per settantacinque anni abbiamo subito una dittatura terribile e tutte le rivolte nei corsi degli anni sono state represse, ma se abbiamo voi…
Frank abbassò lo sguardo e Hazel mormorò:
-Facciamo così accompagnateci finché saremo al sicuro e…
Non riuscì a terminare la frase che un ragazzo biondo entrò con furia nella casa.
-Katniss, i pacificatori hanno fatto irruzione in casa mia non vorrei che… chi sono questi???
Il ragazzo si volto a guardarci e io lanciai un’occhiata ai miei amici: Percy aveva un intero lato del corpo coperto di fuligine e aveva i capelli schiacciati all’indietro come se gli fosse esplosa una bomba davati alla faccia, Annabeth che in teoria doveva avere i capelli biondi erano diventati grigi o neri? Hazel aveva incastrati fra i capelli dei pezzi di carbone, Piper era completamente nera (ma rimaneva bella lo stesso), Jason invece aveva perso una scarpa, metà del viso era viola e i capelli erano schiacciati da un lato e infine Frank aveva la maglietta bruciacchiata (grazie a me naturalmente) e con metà dei pantaloni stracciati. OK di certo non si poteva dire che eravamo vestiti per andare a una festa. Alzai le mani.
-Ehm… di certo i miei amici non sono in buone condizioni, ma ci puoi dare un passaggio, sai… credo che potremmo essere fucilati da un momento all’altro.
 
Pov. Frank
E poi Leo si chiede perché a volte mi viene voglia di trasformarmi in qualcosa di brutto e di trucidarlo! Quel commento poteva pure evitarlo e se si poteva dire, lui era conciato peggio di tutti noi: i suoi capelli che già di natura erano ribelli, in quel momento se ne stavano ritti sopra la sua testa ed erano tutti bianchi (non ho ancora capito il perché), il suo sguardo che da sempre non prometteva maaai nulla di buono, sembrava quello di un maniaco assassino e per di più prima del incontro con il biondino, era andato “accidentalmente” in combustione spontanea e i suoi abiti sembravano che li per li stessero per disintegrarsi al suo prossimo movimento. Katniss alzò gli occhi al cielo.
-Tranquillo Peeta, piuttosto vai a prendere le motoseghe che sta nello sgabuzzino, devono scappare.
Il ragazzo fece una faccia offesa, ma corse verso il corridoio. Dopo che fu scomparso, cercai di parlare.
-Ehm… a parte il commentino di Leo, come facciamo a muoverci?
Gale fece una smorfia in direzione di Katniss e lei gli fece cenno di allontanarsi e ci mormorò:
-Ho visto che voi non siete persone normali per questo dovete nascondervi.
Piper balbettò:
-Hai il dono della vista????
La ragazza inarco un sopracciglio e Piper sventolò la mano come per dire “Lascia perdere” e si volto in direzione di Annabeth.
-Ha capito chi siamo, credo che a questo punto…
Percy la interruppe:
-Si a questo punto suvvia che sarà mai, dirgli che siamo figli degli dei greci e romani e che possiamo controllare diversi elementi e altro?
Calò il silenzio e tutti noi lo guardammo molto, ma molto male. Percy impallidì.
-Questo non lo dovevo dire. *
-EHI CHE FORZA!
 Katniss si fece tutta rossa.
-GALE!!
Il ragazzo compari da dietro la sua postazione e scrollò le spalle, intanto Peeta era tornato carico di motoseghe e fucili d’assalto. Katniss lanciò una motosega  a Leo, Jason rimase a bocca aperta e Hazel quasi le urlò.
-Come che tieni questa roba in casa?!?
Percy intanto aveva preso un fucile e voleva provarlo, infatti lo aveva punto su Jason che aveva fatto tre balzi all’indietro.
-MA CHE…
-Calmati mica ti sparavo contro.
Gale rise sotto i baffi (che poi lui non ne aveva baffi) e Katniss da no so dove estrasse un arco e una faretra e notai che la mia Hazel era imbronciata, mi ricordai che Katniss non aveva risposto alla sua domanda.
-Be’ a questo punto, credo che sia l’ora di scatenare l’inferno, potete fornirci un po’ di protezione?
A quel punto non so perché, ma mi venne da ridere, maledetto padre dio della guerra! Mi sentivo come in quel vecchio film in cui c’era un assassino con una maschera bianca e come una motosega che andava ad uccidere la gente: aghiacciante, pazzo, ma cosciente.
 
 
 
*riferimento a Harry Potter (go Hagrid go).



 

Angolo autrice:

*va a nascondersi dietro al divano* Ok non mi uccidete per il ritardo, ma ho avuto dei problemi e impegni enormi. Comunque rieccomi qui con un capitolo che non mi piace proprio tantissimo, ma ho notato che molta gente ha messo la storia nelle preferite e sono molto felice GRAZIE DAVVERO!! In oltre ringrazio di cuore GossipGirl88 1D_we_love_4ever per aver recensito e per avermi aperto un modo diverso per questa storia. Ringrazio in oltre tutti i lettori silenziosi e spero che un giorno vogliate recensire o altro. Un abbraccio fortissimo.

AveJackson

 
 

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Capitolo 5
*** 5-Il gruppo si sfalda. ***


5-Il gruppo si sfalda.

 

Pov.Annabeth.
Ciò che ancora oggi non riesco a capire è stata la stupidità di Frank nel trasformarsi in un orso e buttarsi per strada davanti a tanti, ma tanti testimoni. Percy, naturalmente si buttò anche lui per strada munito di fucile e urlando:
-FRANK! MA CHE CAVOLO FAI?!?
Di certo non mi ero messa con lui per la sua intelligenza e non poteva mancare che la classica ciliegina sulla torta…
-Tranquilla Annabeth… ci penso io!
E così anche Leo si mise a correre verso di loro brandendo la motosega e urlando come un pazzo. Nessun altro si avviò, o almeno, non subito.
Katniss rimase a bocca aperta:
-Com’è che quello si può trasformare in un orso?!?
Fu Piper a rispondere:
-E’ una luuuuuunga storia.
Peeta inarcò un sopracciglio (ma come?!? Mo ci riescono tutti tranne io?!?).
-Ehm, credo che semineranno il panico e uno sterminio se non li fermiamo.
Jason portò una mano sulla fronte e Hazel parlò con aria sconvolta.
-Ma Frank non ha mai fatto così!
Gale si strinse nelle spalle.
-Be’ c’è sempre una prima volta. Vado a prendere i quod.
Jason sembrò illuminarsi.
-Avete dei quad????
Katniss fece un sorrisetto.
-Naturalmente ti spiegheremo tutto, se ne usciremo vivi da questa storia e..
-Un momento! Ci spareranno addosso se capiranno che siamo armati, dovremmo procedere silenziosamente o almeno salviamoli con l’effetto a sorpresa se sono in pericolo.
Forse li avevo convinti… forse…
-Eddai! Possiamo prendere i quod lo stesso?? Chissà cosa stanno facendo gli altri ora.
Jason in quel momento stava sfoggiando la tradizionale faccia da cucciolo aiutato dai suoi magnetici occhi chiarissimi. Sbuffai e Jason si mise a saltellare come un bambino (dando un segno di immaturità degno di Percy).
-E va bene, Katniss posso venire con te e può salire pure Hazel?
-Certo.
La sua risposta scatenò una serie di borbottii da parte di Peeta e Gale. Quest’ ultimo ci condusse in un garage dove vi erano parcheggiati cinque quod. Jason si mise di nuovo a saltellare e Piper sbuffò.
-Senti, se torniamo vivi a casa te ne compro uno, va bene?
-Siiii.
-Naturalmente è ovvio che non torneremo a casa.
-E allora che ti costa scommettere? Se torniamo voglio un quod!
-Ok accetto.
Esasperata quasi urlai.
-Ehi invece di parlare di quod, andiamo gli altri sono in pericolo!!!
Jason e Piper abbassarono lo sguardo. Prima di sedermi e aggrapparmi a Katniss borbottai.
-Vedete di fare qualsiasi cosa solo dopo aver avuto il mio permesso. Chiaro?!?
Qualche incosciente esclamò.
-Si sergente!
Non ebbi il tempo di fucilarlo che eravamo già partiti a folle velocità.
 
Pov. Percy.
Perché diavolo lo avevo seguito?!? Insomma, cosa avrebbe visto la gente? Un animale dello zoo in fuga inseguito da un tizio che imbraccia un fucile?!? E poi quella gente non sembrava fosse influenzata dalla Foschia. Ero finito in un mondo estraneo e mi sembrava che gli dei non esercitassero nessun potere su questo posto, anzi, ne ero sicuro. A migliorare la situazione di certo non fu l’arrivo di Leo che nell’oscurità (si era fatta notte) sembrava fosse diventato una torcia umana e brandiva la motosega.
-Ehi PERCY!!!!
Maledissi per la milionesima volta Leo.
-Porco Zeus! Leo, ci spareranno addosso così!!!
Ormai potevo dire quello che volevo, gli dei non c’erano.
Il mio amico si spense sfrigolando,eh si, proprio come quando si butta della acqua sul fuoco.
-Ehm scusa… hai visto Frank?
-Scusa, ma non credo che sia difficile notare un drago in mezzo a una cittadina. Sicuramente e lui.
E in fatti eccolo sotto forma di drago, il nostro amico che veniva inseguito da soldati in divisa bianca.
-Ok siamo nella cacca.
-Concordo.
Ci scansammo appena in tempo per evitare di essere travolti dal drago ambulante e intanto i soldati avevano caricato i fucili e le pistole.
-LEO PROTEGGILO!
-COME?!?
-NON LO SO!
Leo, credo preso dalla disperazione, fece esplodere un capannone vicino ai soldati che indietreggiarono per non essere travolti dalle fiamme. Intanto Frank aveva cominciato a sputare fuoco e si dimenava in cerca di spazio e io ormai in preda al panico cercai di calmarlo (ma che bella idea! Il tuo amico è impazzito, si è trasformato in drago e tu cerchi pure di discutere con lui).
-Frank! Va tutto bene fermati!
Il drago mi guardo con i suoi occhi di fuoco.
-Frank…
Riuscii scansarmi prima che una colonna di fuoco partita proprio da lui, mi incenerisse. Leo intanto aveva creato un vortice di fuoco e cercava di tenere lontani i soldati e le poche persone curiose.
-PERCY! E’ FUORI CONTROLLO!
-Guarda Leo, non lo avevo capito…
E proprio mentre il drago alias Frank stava per attaccare di nuovo, un boato sovrastò i ruggiti del nostro amico e il chiasso dei soldati. Tre quod sbucarono dal nulla e una ragazza con una massa di capelli scuri si lanciò da uno di essi e dopo una caduta che a me parve abbastanza dolorosa e rialzò e corse verso di noi, era Hazel.
-FRANK!
Il mio amico continuava incessantemente a distruggere tutto senza curarsi di lei finché non fu proprio davanti ai suoi piedi o meglio, le sue zampe.
-Frank… ti prego guardami…
Finalmente posò il suo sguardo di fuoco su di lei. Anche Leo si avvicinò interrompendo il vortice.
-Frank sono io… ascoltami…
In quel momento Hazel stava piangendo e vidi comparire Annabeth al mio fianco.
-Abbiamo cercato di arrivare il più presto possibile.
Ma non l’ascoltai perché vidi Frank ritrasformarsi in ragazzo, vidi che crollava a terra sulle ginocchia e che Hazel gli prendeva il volto fra le mani e lo baciava singhiozzando. Sembrava che la situazione si fosse un po’ calmata quando naturalmente, Leo parve estremamente agitato, più di come era prima.
-ANNABETH!!!! DIETRO DI TE!
-Ma cosa…
Finalmente mi resi conto cosa aveva visto: un soldato, era riuscito a superare le fiamme e aveva puntato la pistola mentre noi gli davamo le spalle. Sparò, il mio corpo reagì d’impulso sembrava dire “Lei no, lei no” e mi buttai in tempo per prendere in pieno la pallottola e essere investito da un dolore… che ancora oggi non riesco a descrivere. Caddi a terra.
-NOOOOO.
Riuscii a rimanere sveglio giusto in tempo per vedere l’uomo essere trafitto da una freccia e cadere a terra,e Katniss inginocchiarsi davanti a me dove vi era anche Annabeth che mi prendeva la testa fra le mani, il suo volto cominciava a sfocarsi.
-Dobbiamo portarlo via, ma i posti non bastano per tutti sui quod…
-Non possiamo lasciarlo e gli altri???
-Noi vi raggiungeremo dopo ora scappate.
Riuscii a girare la testa quanto bastava per vedere un Leo di nuovo infiammato, una Hazel cosparsa di gemme e un Frank che sembrava decisamente più calmo. Balbettai.
-N-no non vi lascio soli.
Cercai di muovermi, ma la vista cominciò ad annebbiarsi e l’ultima cosa che vidi fu Hazel che mi prendeva la mano e che mi diceva.
-Vai Percy, torneremo…presto, te lo giuro.
 
 
 

Angolo autrice:

Ed eccomi qui con questo capitolo. Avrei voluto pubblicarlo ieri, ma ho avuto un introppo. Ormai avrete capito che non ho un giorno preciso in qui pubblico i capitoli, diciamo che aspetto che l'aspirazione mi colpisca (anche brutalmente). In ogni caso volevo ringraziarvi perché siete sempre di più e voi non sapete come sono felice, ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia fra le preferite, seguite, ecc... siete voi che mi mandate avanti ve lo giuro insieme a coloro che recensiscono GRAZIE DAVVERO! Comunque volevo avvisarvi che fra alcuni capitoli avrò bisogno del vostro aiuto, ma ve lo a tempo debito. Ora vi lascio e spero di rivederi presto recensite in molti anche se questo capitolo non mi convince. Un saluto a tutti, ma proprio tutti, anche i lettori silenziosi.

AveJackson

 
 
 

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Capitolo 6
*** 6-L'inizio prima della fine. ***


 

6-L’ inizio prima della fine.

 

Pov.Jason.
Quello fu uno dei momenti peggiori di tutta la mia vita. Mi sentivo inutile: un mio amico era quasi morto colpito da un proiettile, un altro era quasi impazzito e io non avevo fatto niente per aiutarli, io Jason Grace ME NERO FREGATO TRANQUILLAMENTE MENTRE GLI ALTRI ERANO NEI GUAI. Questi erano i miei pensieri mentre correvamo verso i quod. Stavo portando in braccio Percy che era svenuto ed ero stato aiutato da Gale. Il mio amico era ancora più sporco di fuliggine, la maglietta insanguinata, era strappata nel punto in cui lo avevano colpito: alla parte destra del torace. Almeno non era stato colpito al cuore e questo era la cosa più importante, ma la ferita si sarebbe presto infettata e noi non avevamo le medicine adatte per curarlo.
Katniss uccise un altro soldato con le sue frecce mentre veniva aiutata da Peeta. Ancora non capivo perché facevano tutto questo per noi insomma, stavamo praticamente rovinando la loro vita col l’aiutarci. Annabeth era riuscita a montare sullo quod con l’aiuto Piper. Lei era per tutti come una leader, era la ragazza che aveva sofferto davvero tantissimo e continuava ad andare avanti, nonostante tutto fosse morto intorno a lei e vederla così mi aveva sconvolto così tanto che non dimenticherò mai il suo volto… il suo sguardo.
Cercai di sistemare meglio che potevo Percy e dopo che tutti furono saliti sui loro quod partimmo più in fretta che potevamo.
-Ci stanno inseguendo!
Peeta aveva ragione: tre Jeep e quattro moto comparvero dal nulla e i soldati ci puntarono i fucili addosso.
-Non posso usare le frecce, non farebbero effetto.
Piper che era sull’altro quod mi guardò con determinazione e spostò il suo sguardo prima su di me poi al cielo. Capii all’istante.
-Gale prendi il volante!
-Ma sei pazzo?!?
-PRENDILO E BASTA!
Gale che era salito con me sul quod per aiutarmi a tenere fermo Percy. Si fiondò sul volante proprio nel momento in cui lo lasciavo. Cercai di mettermi in modo da poter vedere i nostri inseguitori e mi concentrai. Sentii un forte dolore alle tempie e dal mio corpo si sprigionarono quattro fulmini che andarono a colpire il terreno che ci divideva dai soldati e crearono una colonna di fiamme.
Peeta sbiancò e mi guardò incredulo:
-Come diavolo hai fatto?!?
Piper soffocò una risatina e cercò di stimolare Annabeth, ma lei non aveva nemmeno guardato la scena, anzi se ne stava aggrappata alla mia ragazza e teneva gli occhi chiusi mentre delle lacrime solitarie solcavano il suo volto bellissimo.
I soldati che ci inseguivano si fermarono subiti. Urlai dalla felicità.
Posai lo sguardo su Percy e persi la mia felicità: era sempre più pallido e ora cominciavo a preoccuparmi sul serio.
-Dobbiamo fermarci!
-Si…
Riuscimmo a  mettere una buona distanza fra noi e i soldati. Dopo qualche minuto ci fermammo ai margini di un boschetto. Cercai di sollevare Percy mentre Peeta urlava:
-Trovate un fiume bisogna lavarlo.
Peeta stava già correndo verso la foresta seguito da Piper quando si bloccò di colpo.
-Dov’è Katniss?
Ci bloccammo tutti, persino Annabeth alzò lo sguardo. Gale si prese la testa fra le mani.
-Non è possibile… era qui con noi… era proprio affianco a noi sull’altro quod…
Annabeth prese parte alla conversazione per la prima volta dopo…dopo quello che era successo.
-E’ astuta e intelligente, ci raggiungerà.
Non ne ero sicuro, ma questo bastò a smuovere Piper e inoltrarsi nella foresta per cercare il corso d’acqua.
-Ora e più importante salvare Percy e nasconderci, andiamo.
 
Pov.Hazel.
Non avessi mai detto quella stramaledettissima frase! Certo che non saremmo tornati! Eravamo rimasti solo io, Frank e Leo, al patibolo, mentre gli altri si erano salvati. Eppure non so cos’altro avrei potuto dire davanti a lui, che stava morendo, davanti ai suoi occhi che erano sempre stati di quel bellissimo verde mare, in quel momento velati come se fosse calata la foschia su di essi. I soldati ci circondarono, mentre noi ci preparavamo a combattere, finché non sentimmo una voce profonda.
-Fermi! Ci servono vivi.
Un uomo sulla cinquantina si era fatto largo fra i soldati e teneva una frusta nella mano destra, la sua uniforme era bianca come il latte e teneva una pistola legata al cinturino. I soldati ne approfittarono del nostro stupore per immobilizzarci.
-Ed ecco qui i nostri “forestieri”, anche se vedo che alcuni di voi mancano all’appello.
Leo si protese in avanti cercando di sfuggire alla presa. Sembrò quasi ringhiargli.
-E non li troverete.
L’uomo esplose in una risata che non aveva niente di allegro, bensì era molto inquietante.
-Be’ a quanto pare ne abbiamo appena trovata una di loro.
Fece un gesto e le truppe si spostarono per far passare due soldati che trascinavano una figura che cercava di divincolarsi: Katniss.
-LEVATEMI LE MANI DI DOSSO!
-Eh no, signorina Everdeen, il vostro è un reato abbastanza grosso e ora troveremo anche i vostri complici.
Un soldato si avvicinò al suo capo.
Ehm sigore… gli altri fuggiaschi sono scappati.
L’uomo lo guardo con aria furibonda. Katniss alzò la testa:
-Era tutto un trucco, io ero l’esca.
Il soldato che aveva parlato, tirò un calciò violentissimo a Katniss, che non disse più nulla.
Frank cercò di divincolarsi.
-Ma insomma! Che vi abbiamo fatto?!? Ci perdiamo in un posto che non abbiamo mai visto e invece di aiutarci voi volete ucciderci?!?
L’uomo non disse nulla, anzi si avvicinò a passi lenti a Frank. Quando fu vicinissimo a lui, lo vidi sferrargli un pugno. Lui, quel ragazzo che mi aveva salvato, aiutato e chi mi era stato vicino, crollò a terra mentre dal suo naso usciva un fiotto di sangue.
-NOOOOOOOO.
Cercai di divincolarmi più che potevo, ma mi tenevano troppo stretta, mi facevano male, ma nulla era paragonabile a quello che stavo provando psicologicamente. Vidi i vestiti di Leo fumare e i soldati mollarono la presa  su di lui mentre i loro guanti si liquefacevano.
-BASTARDI! AVETE PAURA DI POCHE PAROLE, MA IN FONDO VOI SIETE SOLO DEI BURRATTINI COMANDATI DA QUALCUNO! MI FATE SCHIFO!
La reazione di quel mostro (sottolineo “quel mostro”, perché nemmeno gli animali meritano di essere insultati così) fu immediata: con un manganello colpì Leo alla nuca e anche lui si accasciò a terra. Io e Katniss urlammo:
-MALEDETTI!
Il mostro fece segno a un soldato che subito mi coprì gli occhi e in quel momento sentii un dolore lanciante al braccio, come se mi avessero iniettato qualcosa. L’ultima cosa che sentii furono le grida ovattate di Katniss. Prima di svenire del tutto, vidi i corpi di Leo e Frank che venivano trascinati.



 

Angolo autrice:

DAN, DAN, DAN, DAN. (cit.)                                                                                                                                                                                                                     E rieccomi ritornata da un viaggetto nel tartaro!!!! No, ma ora a parte scherzi, finalmente ho pubblicato il capitolo! Ormai erano da giorni che scrivevo fino a notte fonda e questo anche perché c'è gente che aspettava questo capitolo da un bel po', così ne approfitto per ringraziare degli angeli come: Wise girlGossipGirl88 e Bianca_Witch GRAZIE! LA STORIA VA AVANTI ANCHE GRAZIE A VOI! Ma soprattutto, un ringraziamento speciale va a quella cucciola di 1D_we_love_4ever che non mi ha mai abbandonato e che  consiglio vivamente di andare a vedere le sue bellissime storie. Spero che questo capitolo abbia soddisfatto le vostre aspettative (sperando di non esservi sembrata troppo sadica) e contnuo a sperare di vedere faccie nuove. Un abbraccio e che gli dei e la buona sorte siano con voi.

AveJackson.
 

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Capitolo 7
*** 7-Rifugi e guai. ***


7-Rifugi e guai.

 

Pov.Piper.
Corsi come non avevo mai corso prima, neanche quella volta un cui io, Jason e Leo avevamo salvato mio padre da Encelado (lunghissima storia). Il pensiero che Percy stava morendo mi spinse a correre senza nemmeno badare ai rovi che graffiavano la mia faccia, le radici degli alberi che mi facevano inciampare e il pensiero che in quel momento ero sola. Fu allora che mi accorsi di un minuscolo dettaglio: avevo con me la mia cornucopia (altra lunghissima storia)! Mi maledissi mentalmente e mi accorsi di essere arrivata vicino a un fiume. Fortunatamente dopo nemmeno qualche minuto vidi comparire Jason in mezzo alla selva. Il mio ragazzo riuscì a raggiungermi con il fiatone.
-Piper l’hai trovato! Sei fantastica!
Arrossii per il suo complimento e lui mi sorrise. Si avvicinò mettendo le mani sui miei fianchi per poi abbracciarmi. Il mio cuore batteva forte e una lacrima solcò il mio volto.
-Ehi… Percy si salverà. Il Testa d’Alghe non può abbandonarci così facilmente.
-Si…
Mi accarezzò il volto scostandomi una ciocca ribelle.
-Vado a chiamare gli altri.
Prima ancora che io rispondessi si girò e camminò verso il punto in cui era venuto.
-Non perderti, Scintilla.
Si rigirò a guardarmi e mi venne da ridere. Jason sbuffò e svanì nella macchia d’alberi.
Ero rimasta di nuovo sola. Approfittai del momento per guardarmi intorno: vicino al fiume c’erano due alberi così alti che la loro chioma era invisibile perché nascosta da altri alberi molto più piccoli. Notai con sollievo che i due alberi potevano diventare un ottimo nascondiglio se fossi riuscita a salirci sopra. Mentre ero ancora assorta nei pensieri, sentii della voci provenire dalla foresta. Senza nemmeno pensare corsi verso uno dei due alberi alti e cominciai ad arrampicarmi. Ero felice che le lezioni di arrampicata ad al campo erano servite a qualcosa, comunque era naturalmente più facile senza la lava. Quando arrivai sulla cima notai con gioia che i rami erano così spessi e robusti che vi si potevano adagiarsi almeno otto persone e sembrava che intrecciandosi fra di loro formassero un piccolo rifugio. In quel momento sentii la voce di Jason.
-Un momento! Piper era qui, il posto non è sbagliato, c’è il fiume!
-Non sarà mica nei guai?!?
-Calmati Peeta!
Urlai con tutte le miei forze.
-EHIIII SONO QUIII! SCENDO SUBITO!
Aprii lo zaino e benedissi quell’ angelo della madre di Katniss che aveva preparato tutto l’occorrente, anche una corda chilometrica. Feci un grosso nodo a un ramo e mi calai, provocando lo stupore dei miei compagni.
-Ho trovato un buon nascondiglio, ma come facciamo con i quod?
Gale abbassò lo sguardo.
-Li abbiamo dovuto distruggere… i resti sono nello zaino.
Annabeth gli lanciò un occhiata di fuoco. Gale sembrò riprendersi e gli sfuggì un imprecazione.
-PERCY!
Peeta lo stava portando vicino al fiume seguito da Gale e Jason. Pure io e Annabeth accorremmo, ma Jason ci bloccò.
-Dobbiamo spogliarlo per lavarlo.
Trascinai via Annabeth che non voleva muoversi. Ci allontanammo un po’, dopo esserci girate, cercai di distrarla.
-Ho trovato un ottimo nascondiglio e ho pure la cornucopia. Con il cibo non avremo problemi e credo che se possiamo potremmo usare anche il nettare e l’ambrosia per curarlo.
Annabeth fissava qualcosa con gli occhi vitrei, ma rispose lo stesso.
-Bisogna estrarre la pallottola e no credo che avremo i mezzi giusti per farlo, posso provarci io e……
-Ragazze, abbiamo finito potete venire.
Ci girammo e notai che sembrava stare meglio senza le macchie di fuliggine e il sangue secco, ma rimaneva di un bianco cadaverico e non avevo il coraggio di guardare il punto in qui lo avevano sparato. Gale prese a parlare.
-Dovremmo nasconderci… i pacificatori potrebbero fare irruzione e anche le bestie di notte sono pericolose.
Annabeth si arrampicò con destrezza sulla corda e scomparve nella chioma. Passò qualche minuto finché lei non urlò.
-OTTIMO LAVORO PIPER! AIUTAMEMI AD ISSARE PERCY, LO CUREREMO QUI.
 
Pov.Frank.
La prima cosa che vidi dopo essermi svegliato fu un bianco accecante, che mi costrinse a chiudere più volte gli occhi per abituarmi a quella luminosità. Quando riuscii ad abituarmi notai che non sentivo più il dolore lanciante del mio povero naso fratturato. Provai a tastarmelo ma qualcosa bloccò il mio gesto e li misi davvero a fuoco la scena. Ero su un tavolo da laboratorio con i polsi e le caviglie bloccati in una morsa d’acciaio. Cercai di alzare la testa e vidi il mio amico Leo che era stato legato dal busto in modo che gli bloccasse anche le braccia, a una sedia e aveva uno strano aggeggio collegato con dei tubicini sulla testa. Tremava tanto da muovere la sedia, teneva le palpebre serrate e agitava la testa a scatti come se avesse un incubo o stesse lottando contro qualcosa. Era una visione abbastanza brutta, che mi costrinsi a guardare dall’altro lato e li vidi Hazel coricata in modo da darmi le spalle e non aveva nessun fermo che la bloccasse. Per un attimo mi venne un attacco di ansia, ma mi calmai quando vidi che il suo petto si alzava e si abbassava lentamente. Sembrava essere profondamente addormentata. Guardai con più attenzione la stanza è notai che non aveva né porte né finestre, ma una grossa telecamera. Finsi di svenire e cercai di assumere una posizione che sembrasse rilassata.
-Signor Zhang!
Sperai che avessero creduto che fossi svenuto.
-Signor Zhang.
Non risposi e non aprii gli occhi, mantenni sempre la posizione cercando di respirare regolarmente. Non mi chiamarono più, finché non sentii la voce disperata di Leo:
-FRAAAANK!
Ebbi un fremito, ma non aprii gi occhi, qualcosa mi diceva che era una trappola. Le sue suppliche continuarono per qualche minuto e io cercai di concentrarmi su quello che era successo prima che ci catturassero. Fortunatamente i soldati non potevano aver preso gli zaini né le nostre armi perché le avevamo date tutte ad Annabeth. Ma Katniss… cosa gli era successo?!? Non era con noi nella stanzetta! Cosa gli poteva essere successo? Mi ponevo queste domande, finché non sentii un click, e una folata di vento. Mantenni la calma anche se sentivo dei passi venire verso di me e poi…
-AHHHHHHHHH.
Aprii gli occhi di scatto e ansimai. Una donna bionda, con gli occhi verdi e un soldato avevano usato non so cosa sul mio corpo ed ero stato attraversato da pura elettricità. Il soldato fece dell’ironia:
-Oh! vedo adesso sta bene signor Zhang!
La donna mi fissò gelida e con voce dure mi disse:
-Venga con noi.
Con un comandò le prese che mi bloccavano, sparirono e il soldato mi fece scendere dal tavolo. Al primo passo che provai a fare caddi rovinosamente vicino a Leo che era ancora sulla sedia con gli occhi chiusi, ma ancora più pallido di prima. La donna mi aiuto a rialzarmi e mi porse delle stampelle, mentre il soldato soffocava una risatina e mi bendò. Mentre mi facevano camminare sentii una serie di click e rumori di congegni finché non mi tolsero la benda. Davanti a me vidi uno grosso finestrone che dava su una stanza dove un uomo anziano dalle labbra mostruose e con una rosa bianca appuntata sul petto parlava con… Katniss?!?
-Perché mi avete portato qui?
La donna si strinse nelle spalle.
-Il presidente Snow ha deciso che vuole interrogarvi come la signorina Everdinn… e come tutti quelli che in questo momento sono in grado di parlare.
Strinsi i pugni così tanto da sbiancare le nocche, ma cercai lo stesso di rimanere calmo. Diedi un occhiata al finestrone e notai che “ l’ interrogatorio” sembrava essere finito. Katniss uscì da una porta e mi guardò con puro terrore e il suo volto era di un pallore mortale. La donna mi diede una leggera spinta.
-Entra.
Guardai per l’ultima volta Katniss ed entrai cercando di camminare con le stampelle. Chiusero la porta dietro le mie spalle e l’uomo si alzò in piedi.
-Oh benvenuto! Lei deve essere Frank Zhang, ma suvvia, si accomodi, nelle vostre condizioni…
-Condizioni che i vostri uomini mi hanno procurato.
 Non riuscii a trattenermi, ma l’uomo fece una lieve risata. Cerca di raggiungere la sedia e mi sedetti, così fece anche lui.
-Si chiederà il perché di tutto questo, ma mio caro ragazzo ogni cittadino di Capitol City e di ogni distretto è segnato nel momento della sua nascita in uno schedario, in modo che sia sempre reperibile, ma sia lei che alcuni dei suoi compagni non siete in nessuno di questi schedari… per questo grazie ad alcune segnalazioni abbiamo ritenuto necessario, fare quello che stato fatto.
-Ma invece di colpirci uno dei vostri soldati avrebbe dovuto ascoltarci, lei non crede?
-Oh si su questo avete ragione! Il sergente Wrong si può definire una “testa calda”. Però lei ora mi deve spiegare cosa ci faceva con i vostri compagni nel nostro stato?
Mentii sperando di convincerlo.
-Su questo non la biasimo, ma in realtà noi veniamo da un altro stato molto distante da qui e dovevamo andare in uno vicino al vostro. Dovevamo prendere un aereo, che naturalmente è precipitato non troppo distante dal distretto 12, ci perdemmo nella foresta e li Katniss Everdeen ci trovò. Non so cosa è accaduto agli altri passeggeri, ma lei mi disse che non aveva sentito dire di nessun aereo precipitato. Ecco tutto.
Snow mi osservò con freddezza per due minuti buoni, alcuni dei più lunghi della mia vita. Innocentemente chiesi:
-E’ tutto a posto allora?
Si alzò dal tavolo è fece un gesto verso il finestrone.
-Sarebbe meraviglioso se fosse tutto a posto, ma veda…
In quel momento calò un grosso schermo dal soffitto. Snow lo accese e partirono dei codici e dei simboli.
-Abbiamo notato che il comportamento del vostro compagno Leo Valdez, presenta problemi, ma anche curiosità sorprendenti.
Partì un video di Leo, legato alla sedia e che cercava di liberarsi senza successo mentre sprigionava rivoletti di fumo.
-In oltre anche la ragazza sembra possedere qualità fuori dal comune e credo le abbia pure lei…
Scattai.
-Dove vuole arrivare?
Le sue gonfie labbra si piegarono in un sorriso sinistro.
-Veda… se fosse stato solo per quello che mi avete raccontato, ora sareste tutti liberi, ma persone come i vostri compagni non esistono e possono essere molto pericolosi per la gente.
Lo guardai sconvolto. Lui proseguì.
-Quindi ho deciso che rimarrete qui finché gli esperti non avranno fatto un prelievo del vostro sangue e dopo che avranno capito… cosa siete.
Mi alzai come una furia senza neanche provare quel dolore lanciante, la rabbia aveva portato via tutto.
-Noi non siamo cavie da laboratorio!Non potrete prendere il nostro sangue e lasciate stare Leo e Hazel!
Snow si limito a fissarmi, finché non disse tranquillamente
-Se non volete collaborare, allora dovrete sparire.



 

Angolo autrice:

Si lo so che sono di un ritardo colossale, ma non ho avuto internet per 3 giorni e mi dispiace davvero di avervi lasciati in quel punto. Comunque ora sono qui e vi avverto che fra alcuni capitoli ho davvero bisogno del vostro aiuto, ma vi avverterò in seguito. Ho fatto il capitolo un po' più lungo è forse gli altri capitoli saranno tutti così. Ho notato con tristezza che il numero di recensioni si è abbassato, ma ringrazio di cuore le due sante che hanno recensito. UN GRAZIE COLOSSALE!!!! Ringrazio anche coloro che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite anche se mi piacerebbe sentire la loro sulla storia. Spero che il capitolo sia andato bene (anche se ho i miei dubbi...) e vi saluto. Buone Vacanze!

AveJackson.

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Capitolo 8
*** 8-Paura di morire e paura di vivere. ***


Angolo autrice:

 

Stavolta metterò la nota in alto perché ho bisogno che la gente la veda e la legga. Non ho scuse per rimediare a questo enorme ritardo, ma voglio solo dirvi che ho avuto problemi familiari e questa storia ha rischiato di essere cancellata. So che molti forse mi avranno dimenticata, ma ci tengo a dire che le persone che seguono questa storia, mi hanno fatto capire che dovevo continuarla, soprattutto per loro. Non posso fare promesse di aggiornare presto e mi sento in colpa per questo. Spero che questo capitolo possa rendere l'idea di quello che provo in questo momento e spero che i lettori non mi abbandoneranno. Che gli dei siano con voi, sempre.

AveJackson.
 




8-Paura di morire e paura di vivere.

 

Pov.Annabeth.
Non avrei dovuto comportarmi così, essere così debole, quando dovevo dare l’esempio del capo su cui si poteva contare sempre, praticamente avevo rovinato la mia reputazione… eppure si trattava di Percy e in quel momento non me ne importava un’idra di tutto il resto. Nell’aspettare che anche gli altri salissero, osservai meglio il nascondiglio che Piper aveva trovato: mi ricordava tanto quelle casette naturali sull’albero che molto spesso appaiono nei film d’avventura. Aprii il mio zaino e presi il sacco a pelo che vi era dentro, lo distesi su un ramo abbastanza robusto e urlai:
-JASON!! L’HAI TU LA CASSETTA DEL PRONTO SOCCORSO?
La risposta arrivò subito.
-SI! E PIPER HA PURE IL NETTARE E L’AMBROSIA!
-SALITE UNO ALLA VOLTA, VEDIAMO SE REGGE!
Appesi lo zaino ad un ramo sporgente e attesi. Dopo pochi minuti spuntò la testa di Piper in mezzo alle foglie e i rami. Si avvicinò lentamente a me ed entrambe trattenemmo il respiro. Dopo qualche minuto annuii e Piper gridò:
-Okay Jason, puoi salire. Se regge ancora, Gale e Peeta possono portare Percy!
-VA BENE!
Non dovemmo aspettare neanche un minuto che vedemmo Jason arrivare non da dove era venuta Piper me bensì dall’alto, facendoci cacciare un piccolo urlo. Jason sorpreso batté la testa contro un ramo e Piper soffocò una risatina.
-Jason! Era proprio il caso di salire dall’alto?!?
Il diretto interessato abbassò lo sguardo e si massaggiò la testa.
-Scusa era molto più divertente, ahia…
Alzai gli occhi al cielo.
-A questo punto è meglio se porti Percy in questo modo, ma stai attento.
Gli si illuminò lo sguardo e annuì. Un attimo dopo era scomparso.
-PEETA! POI SALIRE PRIMA TU SE VUOI.
-Okaaaaaaay.
A poco a poco salirono tutti e non ci furono problemi fino a quando Jason portò Percy sull’albero. Senza volerlo incrinai la voce.
-Posatelo sopra il sacco.
I ragazzi lo posarono e cercarono di fare spazio a me e a Piper. Lentamente gli sbottonai la camicia e mi salì un conato e la bruna che era al mio fiaco distolse lo sguardo il più velocemente possibile. Gridai quasi istericamente.
-Piper! Dammi il nettare e Jason, porta l’anestetico.
Cercarono di gattonare il più velocemente possibile (non potevano muoversi altrimenti) verso gli zaini, Piper mi passò il nettare e Peeta guardò stupefatto la borraccia.
-NETTARE?!?
-Non credo sia il momento Peeta.
Il biondino lanciò a Gale un occhiataccia da far invidia a Talia e Clarisse. Il diretto interessato lo guardò come quando un cacciatore cerca di uccidere la sua preda, senza però riuscirci. A quanto pare non andavano per niente d’accordo. Imboccai il mio ragazzo. Lui aveva fatto tutto questo per me, mi aveva salvato la vita e non avrei mai permesso ad uno stupido proiettile di portarmelo via. Passarono attimi terribili, i più lunghi della mia vita e poi vidi Percy tossire. Piper cercò di lanciarsi per abbracciarlo, ma io la fermai, doveva respirare. Percy che in quel momento contorse il viso sembrò mormorare qualcosa nel sonno tipo:
-Annabeth… cibo blu…
Piansi, ma questa volta dalla gioia e Jason e Piper mi abbracciarono. Mi ripresi praticamente subito.
-Non è ancora finita e adesso ho bisogno del vostro aiuto.
Jason domandò con un filo di voce.
-Dobbiamo levargli il proiettile?
Anche Gale si unì alla conversazione.
-C’è il rischio che si infetti se ci stiamo tutti attorno, io ho dei guanti possono tornare utili.
Gli sorrisi e pregai tutti gli dei dell’Olimpo, sperando di evitare di uccidere il ragazzo che mi aveva rubato il cuore.
 
Pov.Leo.
Ho sempre avuto paura degli aghi e di qualsiasi cosa potesse assomigliare ad un oggetto di tortura (troppi horror, davvero troppi). Beh… a quanto pare non era stato il mio giorno fortunato. Dopo che quel babbano (ehi sono dislessico, ma questo non vuol dire che odio i libri, anzi amate Harry Potter ragazzi!) aveva provato a massacrarmi la testa con il suo manganello, sono rimasto intontito per un bel po’, ma mi svegliai giusto in tempo per vedere dei tizi in camice, stile Frankestein (traumatizzato a vita) con in mano delle siringhe dall’ago affilatissimo. Quuuuindi secondo voi come avrei potuto reagire??? Prima che cominciate a fantasticare che il grande Leo Valdez si sia messo a fare cose piuttosto imbarazzanti, vi avverto che non mi diedero nemmeno il tempo di urlare, visto che mi iniettarono il liquido con una rapidità incredibile. Attesi credendo che sarei morto o altro, ma non accadde niente *. Ero mentalmente sorpreso, ma finsi di svenire. Ancora non succedeva niente.
-Sembra che il siero abbia fatto il suo effetto.
-Strano, però, ci ha messo parecchio tempo prima di svenire.
-Te lo detto, sono tipi strani questi, potrebbero essere ibridi od opera del demonio.
-Ehi! Non esagerare piuttosto dobbiamo assistere all’ interrogatorio della ragazza e di quel tizio asiatico, che se sembra cinese.
“Frank?!?” Cercai di non muovermi anche se mi sembrava quasi impossibile.
-E’ vero, ma prima dobbiamo preparare questo qui per il test.
“COSA???”
-GIUSTO! Prendi l’apparecchio!
Provai rabbia, tanta rabbia, cosa stavano cercando di farmi? Dopo quello che mi era successo durante la guerra contro Gea (la storia è così lunga che ci vorrebbero cinque libri per raccontarla) mi ero ripromesso che nessun altro mi avrebbe più potuto controllare e nemmeno provato a ferire le persone che amavo. “Io sono Leo Valdez, nessuno mi potrà più controllare”. L’intento era quello di evocare il fuoco ed incenerire i due uomini che avevo davanti, ma mi bloccai quando mi venne in mente un’idea migliore. Sentii la presenza di qualcosa molto simile ad un casco in testa e sentii un’improvvisa fitta al cervello, involontariamente cominciai ad agitarmi.
-Il risultato, uscirà fra un’ora, intanto andiamo.
-Si.
Sentii i due uomini allontanarsi e quando non si udì più nessun rumore, spalancai gli occhi e lanciai una palla di fuoco sulla telecamera che avevo visto prima. Esplose in un mare di pezzi di metallo e schegge che mi mancarono per un pelo. Mi divincolai con tutte le mie forze contro quella morsa d’acciaio finché non si fuse e io caddi sul pavimento. Staccai violentemente lo strano apparecchio che avevo in testa e lo lanciai contro il muro. Dopo che anche quello si fu disintegrato, alzai lo sguardo. Rischiai di cadere di nuovo a terra quando vidi molti ciuffi di capelli su un lettino da dottore. Lo raggiunsi arrancando e presi in mano un di questi. La paura invase il mio corpo e bruciai accidentalmente i capelli, erano di Hazel. Mi imposi di mantenere la calma e mi guardai intorno. Non c’erano porte, ma su una parete vi era una specie di interruttore a combinazione. Dalla mia cintura (che fortunatamente non me l’avevo portata via) tirai fuori dei cacciaviti, svitai e invertii l’interruttore e subito dopo, una porta comparsa dal muro si aprì. Mi ritrovai a correre per i corridoi, tramortendo tutte le guardie che erano sul mio passaggio, finché entrai in una saletta deserta con un tavolo e due sedie. La stanza era molto simile a quella degli interrogatori dei film e ciò non prometteva niente di buono: un grosso finestrone vi era dall’altro lato della stanza ed essa era dipinta di un bianco accecante che ti dava la sensazione di cadere nel vuoto se non ti fossi seduto. Sentii dei passi alle mie spalle, passi svelti, veloci e irrefrenabili. Avrei voluto girarmi e combattere, ma non lo feci, così mi ritrovai il metallo freddo di una pistola puntato contro la mia testa.
-Non muoverti!
Emisi un sospiro teatrale.
-Ma certo! Non ho intenzione di finire la mia fantastica esistenza a causa di un buco nel mio fantastico cranio!
Sentii qualcuno alle mie spalle correre e mi ritrovai il fucile di del babbano che mi aveva colpito prima, puntato nello stomaco.
-Tu! Brutto figlio di…  
-Wrong! Non fare pazzie!
Abbassò lentamente il fucile.
-Snow ha detto di portarlo vivo ma…
Intuii troppo tardi quello che stava per fare. Mi colpì con una velocità sorprendente la fronte con il fucile. Caddi addosso al tizio che mi puntava la pistola da dietro e mi afferrò. Cominciai ad avere le vertigini, ma riuscii a sentire le sue parole:
-Ma nessuno ha detto che non possiamo fargli nulla.
Non so dove trovai la forza, ma non avrei lasciato che quel tizio avesse avuto l’ultima parola. Sputai sangue sulle sue scarpe ormai sopra il mio corpo e gracchiai:
-Che tu possa sprofondare nel Tartaro.
E calò il buio.
 
*****
 
Ciò che mi riportò alla realtà furono delle urla femminili e delle possenti braccia che mi scrollavano seguite poi da un getto di acqua gelata. Rinvenni praticamente subito.
-LEO! OH, GRAZIE AGLI DEI, STAI BENE!
-Io lo dicevo che così rinveniva subito.
In mezzo alla nebbia distinsi due volti familiari. Venni schiaffeggiato un paio di volte. Riuscii a riaquistare lucidità e mormorai:
-Ma che… Non c’è bisogno che finiate di ammazzarmi!
I due mi abbracciarono (o meglio, mi stritolarono) e finalmente riuscii a vedere chiaramente Frank e Hazel. Tossicchiai senza volerlo.
-Ehy! Mi farete soffocare!
-Oh si! Giusto.
Frank mi sistemò in modo da stare seduto e lì notai che lungo la sua guancia scorreva un taglio mostruoso e Hazel… sembrava l’avessero cercato di rasare.
-Che cosa vi hanno fatto?
Hazel abbassò lo sguardo e Frank mormorò.
-Leo… mi hanno interrogato a lungo… hanno deciso che siamo una minaccia…
La testa cominciò a girarmi e sentii il mio cuore battere a un ritmo irregolare e veloce, troppo veloce. Quasi urlai:
-Non vorrà mica dire…
-Si, Leo. Parteciperemo agli Hunger Games.
 
 
 
*riferimenti a Divergent puramente casuali (okay, in realtà no).
 

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