Elsa, una nuova leggenda

di Alex_Beilschmidt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima volta ad Arendelle ***
Capitolo 2: *** Eroe o disastro? ***
Capitolo 3: *** Pitch... Ancora tu!? ***
Capitolo 4: *** La Luna ha una missione per Jack ***
Capitolo 5: *** Jack, che la missione abbia inizio! ***
Capitolo 6: *** Elsa, sii forte ***
Capitolo 7: *** Jack, resta con Elsa! ***
Capitolo 8: *** L'incoronazione, un vero disastro... ***
Capitolo 9: *** Jack insegna ad Elsa a lasciarsi andare... ***
Capitolo 10: *** Dov'è Elsa!? ***
Capitolo 11: *** Elsa è finalmente libera! ***
Capitolo 12: *** Il giorno del matrimonio ***
Capitolo 13: *** Tutto torna indietro ***
Capitolo 14: *** Dopo la sua morte... ***
Capitolo 15: *** Jack ha bisogno di aiuto! ***
Capitolo 16: *** ''Come il sole tramonterò, perché poi all'alba sorgerò!'' ***
Capitolo 17: *** Elsa fa nuove amicizie ***
Capitolo 18: *** E' la Vigilia di Natale ***
Capitolo 19: *** Regali di Natale (parte 1) ***
Capitolo 20: *** Regali di Natale (parte 2) ***
Capitolo 21: *** ''Non voglio continuare a mentire!'' ***
Capitolo 22: *** Punzie ha capito tutto ***
Capitolo 23: *** ...Bacio ***



Capitolo 1
*** La prima volta ad Arendelle ***


~~Era notte fonda al Polo Nord, quando nella stanza del laboratorio di Babbo Natale, nella quale c'era il globo, sfuntava dalla finestrella sul soffitto un raggio accecante della luce lunare. Da quel bagliore apparì Jack Frost, accompagnato da tre ragazzi, che sembravano avere tutti la sua stessa età. Ma al suo ritorno vide Nord infuriato venirgli incontro: “Cosa ha tu combinato!?” disse con il suo solito accento russo. Jack confuso chiese delle spiegazioni, così il grosso omone invitò i quattro a salire sulla sua slitta, per poi lanciarsi in volo. Dopo pochi minuti atterrarono in una città medioevale, completamente coperta di ghiaccio e neve. A quella visione, rimasero tutti scioccati, Jack più di tutti. “E' Arendelle.” disse Nord, interrompendo quel breve silenzio che sembrava invece eterno “E' completamente ghiacciata.”. “Ma prima non era così...” ammise lo spirito dell'inverno “E non dovremmo essere nella stagione estiva!?”. Incombeva il silenzio più totale. Tornati alla base, Babbo Natale gli chiese impaziente: “Jack, ti sei intromesso in storia di Arendelle durante viaggio!?”; ci fu un attimo di silenzio. Jack abbassò lo sguardo, poi raccontò tutto l'accaduto: “Beh... Dopo un giorno ed una notte interamente dedicati alla loro ricerca,” disse lanciando un'occhiata ai ragazzi che erano apparsi tra dal fascio di luce con lui “mi sono sentito stanco, troppo stanco. Per questo ho voluto fermarmi a riposare per almeno un paio di ore, quando ho visto un'imbarcazione di legno (una di quelle antiche, tipiche di quell'epoca) allontanarsi dal porto della cittadina e viaggiando verso acque sempre più tempestose. Vedendo il brutto tempo, avevo un brutto presagio nei suoi confronti, ed è per questo che ho deciso di terminare il mio volo su di questa. Mi sono accomodato sul punto più alto della nave, che mi offriva una perfetta visuale dell'intera navigazione, e...” il ragazzo sospirò per un momento, mentre alzò di colpo il suo sguardo sincero “ho capito di essere osservato da una donna incinta e con la corona, la regina di Arendelle, che ad un certo punto mi fece un timido saluto con la mano. In quel momento mi sono sentito al settimo cielo, al solo pensiero che lei mi potesse vedere. E per esprimere la mia gratitudine, mi sono messo a vegliare su di lei e su tutto l'equipaggio. D'un tratto, ad aggiungersi alle acque già agitate di loro, è arrivata anche un'ondata d'aria fredda, che ha fatto inevitabilmente alterare ulteriormente la marea. Tra le varie preoccupazioni, non passò molto tempo che l'imbarcazione è arrivata a sopportare l'ultima onda scagliata su di essa: in un attimo non c'erano altro che pezzi di legno sparsi ovunque, altri più grandi, altri più piccoli. Nessuno ha esitato ad appoggiarsi su quei pezzi per rimanere a galla, ma poi, quando mi sono messo a cercare in mezzo a quelle persone, ho visto solo il re, non la regina. Presto mi sono accorto che ella era ancora in mare, che chiedeva disperatamente aiuto, così mi sono precipitato da lei, le ho allungato la mano, ma le scarse energie che le rimanevano non erano abbastanza da poterci riuscire, quindi io...” Jack riabbassò il viso, con un espressione sia preoccupata, che addolorata “... ho tentato di prenderla con il bastone ma per sbaglio l'ho colpita alla pancia, che ha preso a brillare di una luce azzurra, quasi bianca...”. Nord, cercando di consolarlo, gli chiese con una voce rincuorante: “E poi, cos'è successo?”. “Beh... dopo che l'ho portata vicino al suo re, ho ripreso il controllo del vento ed ho soffiato delicatamente verso il porto, finché non l'hanno raggiunto, restando sempre attaccati ai pezzi galleggianti. Il giorno dopo ho continuato la ricerca; quella sera, sono tornato al castello di Arendelle, cercando finestra per finestra, quando la ritrovai. Era davanti al caldo fuocherello del camino, seduta su una poltrona che semnrava essere tanto morbita e comoda, mentre si accarezzava il pancione con quell'aria così dolce che solo una madre può avere e che mi ha lasciato lì fuori a guardare con un enorme senso di tenerezza. Poi però si è accorta della mia presenza, così si è alzata da quel caldo posticino, a fatica ha raggiunto la grande finestra e l'ha spalancata per farmi entrare. Subito ci siamo seduti sulle poltrone vicino al fuoco ed abbiamo conversato” il ragazzo accennò un sorriso.
[Flashback]
Jack entra nella stanza e saluta la regina con un inchino e lei ricambia con un delicato sorriso. “Tu devi essere Jack Frost” dice lei. “E lei la regina di Arendelle”. Lei lo invita a sedersi sulle due poltrone accanto al camino. “Vedo che c'è qualcunaltro ad accogliermi con tanto calore...” ricorda lui in modo solare. La regina, che era immersa nei suoi pensieri guardando il fuoco, rientra nel discorso accarezzando nuovamente il ventre. “E presto sarà la nuova arrivata in famiglia... Jack Frost, ti presento Elsa”.

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Capitolo 2
*** Eroe o disastro? ***


~~Dopo la chiaccherata, Nord provò un senso 'di colpa' verso il ragazzo, di averlo rimproverato così, senza aver saputo prima cosa fosse accaduto. Si era fatto davvero tardi, allora, con quel sorriso che sapeva avere solo lui, li congedò. Jack aveva già la sua stanza, ma gli altri regazzi? Loro 'affittarono' le stanze degli altri guardiani, che al momento erano di guardia a Pitch; Rapunzel andò in quella di Sandy, Hiccup in quella del Calmoniglio e Merida in quella di Dentolina. Non appena lo spirito dell'inverno si distese sul suo grande letto, non fece altro che pensare a ciò che era successo ad Arendelle, a ciò che aveva combinato, e finì per non chiudere occhio per tutta la notte. ''E' stata colpa mia... Non posso far finta di nulla! Ma vedrai Jack, domani sistemeremo le cose...'' pensava, cercando di consolarsi. ''Scommetto che è cambiato tutto perché ho salvato re e regina, o forse perché... Le  ho gelato la pancia con la bambina in grembo''. Si girava da una parte all'altra del lettone, sperando che sarebbe servito a fargli prendere sonno, ma senza successo. E presto capì che avrebbe dovuto in ogni caso arrendersi a passare quella notte in bianco, continuando ad avere in mente tutti quei pensieri. Passarono poche ore, poi, che erano le cinque di mattina; Jack era indeciso tra scegliere di tornare alla Arendelle nella quale aveva conosciuto la regina e in un certo senso anche la principessina, oppure aspettare che si sveglino gli altri e riferirgli tutto. Entrò nella stanza col globo e chiese consiglio alla Luna che, come al suo solito, sembrava non averlo nemmeno sentito. Jack, sconsolato, si girò nella direzione opposta al globo, e avanzò lentamente nell'altra metà della stanza, dove rimase in silenzio appoggiato sul suo bastone e guardando le varie fotografie delle cinque Leggende che erano sul tavolo davanti a lui. Pensava sia a quanto gli mancassero Sandy e Dentolina, a come fosse felice del fatto che non ci fosse stato il Calmoniglio a prenderlo in giro e a come è stato bello conoscere e far amicizia con i tre ragazzi, con i quali formò un gruppo, 'I Grandi Quattro'. Ad un certo punto si accorse che era successo qualcosa alle sue spalle e si girò di scatto, per poi vedere che da quella piccola finestrella apparve lo stesso raggio di luce lunare che l'aveva trasportato all' epoca dell'incontro con i ragazzi e con la regina. Ci andò in contro e chiuse gli occhi, e quando poi li riaprì si trovò al Polo Nord di qualche secolo fa: era sera, e Babbo Natale non si vedeva, ma c'era solo una piccola casetta, poco attrezzata e fatta di legno, come se fosse solo provvisoria (specialmente in confronto a quella moderna). Accompagnato dal vento, si fece trasportare al castello di Arendelle e, come la prima volta, si mise a cercare la regina in mezzo a tutte quelle finestre. E non troppo tardi la trovò seduta davanti al camino, sulla stessa poltrona dell'ultima volta; solo che ora la sua pancia era tornata piatta e tra le sue braccia teneva una bambina palliddissima e dai capelli biondo platino, quasi bianchi. Adesso c'erano entrambi i genitori, ed entrambi avevano un'espressione molto preoccupata sul volto. Ad un certo punto il re si allontanò dalla stanza e Jack si avvicinò alla finestra cercando di evitare di ghiacciarla e di far raffreddare la piccola, ma inevitabilmente il vetro iniziò lentamente a coprirsi di un sottile strato di ghiaccio, e questo permise alla regina di notarlo. Così con la fanciullina in braccio gli si avvicinò sempre di più, ed aprì nuovamente la finestrona. Non appena entrato, le fece il solito inchino e lei rispose con un sorriso, che era più sicuro e luminoso dell'ultima volta. Ed anche questa volta si fermarono a parlare su quelle poltrone. ''Buona sera, Vostra Maestà, ho visto che è molto preoccupata...'' iniziò lui. ''Sì, è per mia figlia. Io ho visto neonati con la pelle rosea e calda, mentre lei è pallida e fredda. Abbiamo chiamato i migliori medici di Arendelle, ma lei sembra non avere niente... Ho paura per lei''. All'improvviso Jack sente una fitta al cuore, ricordando di quando l'aveva congelata durante il salvataggio della madre. Lui abbassò lo sguardo, addolorato, per non far vedere che qualche lacrima cominciava a rigargli il viso, ma la regina se ne accorse lo stesso. ''Jack... Perché piangi?'' chiese con una voce dolce come il miele. Frost si asciugò l'occhio sinistro con la mano e guardò di nuovo negli occhi della donna ''Si ricorda, Vostra Altezza, di quando era in una nave che non avendo resistito alla marea vi ha gettati tutti in mare?'' lei annuì, facendo attenzione a ciò che le stava dicendo. ''E si ricorda anche di quando l'ho portata in salvo e per sbaglio le ho colpito la pancia, quando era incinta?'' lei annuì ancora, stavolta però è stata più rassicurante ''Ecco... Penso che sia colpa mia se sua figlia è così fredda... Sì, è tutta colpa mia!''. La regina gli mise una mano sulla spalla e con l'altra gli asciugò l'altro occhio ''Jack non pensarlo questo, non pensarlo affatto! Vedila così: se non ci fossi stato tu quel giorno, lei non sarbbe mai stata data alla luce, io non ci sarei stata più, l'intero equipaggio non ci sarebbe stato più''. Jack accennò un sorriso che poi, vedendo quello della regina, s'ingrandì parecchio. Poi i due notarono che la bambina si stava agitando e che poi, quando aprì gli occhi per la sua prima volta, quei grandi occhi dal colore del ghiaccio, la prima persona che vide fu proprio Frost, poi girò e vide la madre, emozionatissima. Col viso pieno di dolcezza disse ''Beh, direi che è ora di andare a dormire'' baciando delicatamente la fronte di Elsa. Il ragazzo si avvicinò alla finestra, salutò le due amiche, poi se ne andò. Il resto della notte decise di passarlo al lago dove si rifugiava sempre; però, essendo già primavera, gli mancava qualcosa... Prese il suo bastone e sbattè la sua punta per terra, creando uno strato di ghiaccio sull'acqua del lago. Il giorno dopo, di mattina presto, si udì il suono delle campane di preavviso per il riconoscimento della piccola Elsa come principessa. Giunsero re, regine, principi, principesse e vari nobili ad assistere all'evento. Ma, nonostante lo spirito dell'inverno fu davvero molto tentato, dovette rinunciarci: doveva tornare alla sua epoca, da Nord e i ragazzi. Andò quindi in un bosco non tanto lontano da lì, dove si riusciva ancora a scorgere la Luna. ''Per favore, sai cosa fare...'' sussurrò.
 

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Capitolo 3
*** Pitch... Ancora tu!? ***


~~Andò quindi in un bosco non tanto lontano da lì, dove si riusciva ancora a scorgere la Luna. ''Per favore, sai cosa fare...'' sussurrò. Jack chiuse gli occhi in attesa che la luce argentea della Luna lo raggiungesse, ma accadde una cosa inaspettata: non successe niente. Quando si accorse che stava aspettando invano, rimase quasi di sasso. ''Perché...? Ti prego, non abbandonarmi di nuovo...'' Presto però rassegnò a questa realtà: ''Ok, Jack, adesso sei solo,nessuno ti può vedere e non potrai tornare al presente... fantastico! Beh non ti rimane che andare al castello ad assistere alla cerimonia''. Non si diede neanche una sistematina ai bianchi capelli, che partì subito in volo, spettinandoli ancora di più. In poco tempo arrivò a destinazione. Una volta davanti alla porta, non ebbe neanche il tempo di oltrepassarla che vide un uomo di una certa età attraversarlo da dietro passandogli avanti, e questo bastò a ricordargli quanto fosse solo. Ora che era entrato, si mise in disparte, in un angolino della stanza, come era costretto a fare ogni volta. Passarono un paio d'ore prima che nella sala entrarono la regina con la figlioletta in braccio, presentato dal vescovo della zona. Questo poi la prese in braccio e la alzò agli occhi di tutti, presentandola ''La Principessa Elsa di Arendelle'' (in stile Re Leone). Durante l'attesa, Frost si mise a giocherellare con la neve, facendo piccoli fiocchi, senza curarsi se qualcuno avesse visto i suoi giochi. Dopo che la regina aveva presentato personalmete a tutti gli invitati la piccola, il ragazzo le si avvicinò. Lei, sorpresa, disse ''Non pensavo che saresti venuto!'' ''Perché, non sono il benvenuto qui?'' rispose lui ridacchiando ironicamente. Poi disse riferendosi alla fanciullina ''Ehi Elsa, guarda qua...'' e iniziò a roteare le mani attorno ad un piccolo spazio vuoto, dal quale poi spuntò un fiocco di neve fatto di ghiaccio, che però sembrava essere di cristallo, dal quale apparve infine una delicata catenina, anch'essa di ghiaccio. La porse in una mano alla regina, poi tornò a guardare la neo-principessa ''Spero che ti piaccia''. Mentre sul suo viso apparve un bellissimo sorriso, la madre felice gli fece notare, ridacchiando ''Gli piaci''. Dopo poco tempo, una banda musicale iniziò a suonare una serie di famosi motivetti medioevali, tutti presero il proprio partner ed iniziarono a ballare. Jack era l'unico senza damigella, il che lo fece star piuttosto male, così decise di salutare la regina ed Elsa ed abbandonò il castello per dirigersi verso il lago che aveva ghiacciato quella mattina stessa. Ed anche qui ci fu qualcosa che lo sorprese... ''Ragazzi!! Ma... Come avete fatto a trovarmi?'' disse lo spirito dell'inverno gardando Rapunzel, Merida e Hiccup. ''Conosco miei polli'' ammise North esaltando il suo accento russo, spuntando da dietro gli alberi della foresta che li circondava.
''Una domanda...'' chiese Merida ''Secondo te la fatina dei denti si arrabbierà quando scoprirà che ho regalato tutti i suoi poster con la tua faccia a Punzie?'' mentre guardava sia Jack che Rapunzel arrossire. ''Merida, STAI ZITTA!!!'' ''Non soffermiamoci su queste stupidaggini'' li interruppe Hiccup. ''Cosa c'è, Hic?'' chiese preoccupato il ragazzo. ''Oh, beh... Io va a tagliare legna'' disse Nord allontanandosi goffamente. ''Comunque...'' riprese il giovane paladino ''Elsa all'età di tre anni avrà una sorellina, Anna, e quando avrà sette anni colpirà la sorella, ed è da questo momento che lei sarà schiava della paura...'' '' No, non posso permettergilelo!'' lo interruppe Frost. ''No, Jack...'' spiegò Rapunzel ''Non puoi interferire nella storia, devi permettere che accada, perché per quanto sia triste e difficile è giusto che sia così...''. In questo momento nessuno potè far a meno di abbassare lo sguardo, sconsolato,  anche Babbo Natale che li stava ascoltando all'inizio del bosco. Vedendo che lui faceva fatica a capirlo, o meglio, ad accettarlo, Merida cercò di aiutarlo ''Jack, è per il suo bene... E tu le vuoi bene, vero?'' Frost le fece un cenno con la testa. ''Ricorda di seguire il tuo cuore...'' lo consigliò Rapunzel, per poi essere 'spiritosamente' interrotta dall'altro ragazzo ''Sì... Oppure ricordati che l'ultima volta che ti ci sei intromesso hai sconvolto l'intera vita di una ragazza''. Mentre lui si mise a ridacchiare, le due ragazze che stavano consolando il guardiano del divertimento, gli lanciarono un'occhiataccia che parlava da sé ''Hic, se non ti stai un po' zitto giuro che quant'è vero che mi chiamo Rapunzel/Merida ti faccio abbronzare la faccia a suon di schiaffi''. Tra tutte le discussioni si fece sera. ''Jack, dobbiamo tornare a nostra epoca, dobbiamo proteggere laboratorio da Pitch, lo sento in mia pancia'' sbucò nuovamente Nord, tambureggiando con entrambe le mani sul pancione. In quel preciso  momento, la Luna lanciò la sua luce al centro del lago ghiacciato. Non appena furono tornati sul lago già ghiacciato dell'Età contemporanea, si misero a correre il più veloce possibile verso il Polo Nord, ma questo era troppo lontano, e loro troppo lenti, così Jack ebbe un'idea... creò col ghiaccio una specie di slitta che aveva però una grande vela, leggera e sottile, contro la quale fece soffiare una violenta corrente di aria fredda, che la fece alzare da terra e farla volare velocemente fino alla meta. Non appena furono abbastanza vicini al laboratorio per vedere cosa stesse succedendo, Frost disse loro di rimanere lì nascosti e al sicuro con Nord a fare loro da guardia, poi si precipitò ad aiutare Sandy, Dentolina e Calmoniglio, scagliando tutto ciò che riuscì a fare col ghiaccio contro l'Uomo Nero. Nel frattempo Hiccup cercò di alleviare la gravità della situazione ''Nord, certo che la tua pancia non perde un colpo...'' ''Beh, sì, in effetti... Modestamente...'' rispose lui. ''Ma insomma, vi sembra questo il momento adatto per scherzare!?'' Dopo alcuni minuti si videro arrivare Jack, esausto, appoggiato sulla spalla di Dentolina, e le altre tre leggende. Il Calmoniglio riferì tutto ciò che sapeva sull'accaduto ''Nord, Pitch ha potenziato i poteri, sono di gran lunga superiore. Per questa volta siamo riusciti a tenerlo a bada, ma dobbiamo impedirgli di fortificarsi ancora, altrimenti i prossimi scontri potrebbero segnare la nostra fine...'' ''Dobbiamo pianificare qualcosa, e al più presto'' concluse la fata. ''Ma ci metteremo degli anni! Già l'ultima volta, quando aveva i poteri ancora stabili e ben controllabili, ci abbiamo messo molti mesi...'' disse Jack impaziente ''Prima però devo fare una cosa...''. ''Ah, fantastico! Prima dici che dobbiammo muoverci e poi che dobbiamo prima aspettare che tu sistemi le tue cosine!'' lo interruppe il coniglio. ''Stai zitto brutto canguro!'' ''Io sono un coniglio, il Coniglietto di Pasqua e, a differenza tua, io sono visibile alle persone'' questo fu un colpo basso per Frost, ma prima che lui fosse riuscito a congelargli le orecchie,  intervenì Nord, che li separò ''Ehi, ohi! Tu finisci di dare fastidio e tu fa tua cosa tanto urgente''. Era molto raro che lui si arrabbiasse così, ma quando quei due si beccavano tra loro, era una cosa davvero insopportabile! Il ragazzo corse verso il retro del laboratorio dove nessuno lo avrebbe potuto vedere, e supplicò la Luna di farlo tornare all'epoca in cui si trovava Elsa, poi chiuse fedelmente gli occhi, con la paura di rimanere deluso una seconda volta.

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Capitolo 4
*** La Luna ha una missione per Jack ***


~~Il ragazzo corse verso il retro del laboratorio dove nessuno lo avrebbe potuto vedere, e supplicò la Luna di farlo tornare all'epoca in cui si trovava Elsa, poi chiuse fedelmente gli occhi, con la paura di rimanere deluso una seconda volta, e quando li riaprì ritrovò quella stessa baracca di legno che aveva visto le prime volte. Sapeva che doveva fare in fretta, che aveva poco tempo. Si fece accompagnare dal vento fino ad Arendelle, aveva bisogno di rivedere quella bambina almeno per un'ultima volta. Quando trovò la finestra del castello giusta, vide in un angolino della stanza dove c'era un grande e caldo letto sul quale c'era la regina che rimboccava le coperte alla piccola dai capelli bianchi, per poi sedersi su un lato del materasso e raccontarle una storia. Jack si limitò ad osservare la scena da fuori, e senza volerlo ricoprì di brina il vetro che lo separava dall'interno, attirando l'attenzione della bimba, che gli puntò contro un dito e muovendosi di qua e di là, evidentemente dalla gioia. Quando la regina si voltò, iniziò a rallegrarsi pure lei, mostrando in tutto il suo splendore il ventrte nuovamente gonfio. Esattamente come la prima volta, ella si alzò e camminò a fatica verso la finestrona, per poi rispondere ad un inchino con un bel sorriso. Mentre lui la aiutò a tornare a sedersi sul lato del letto, la piccola disse entusiasta ''Ma tu sei Jack, Jack frost!'' ''Oooh, a quanto pare il nostro Fiocco di Neve mi conosce già!'' ''Sì, la mamma mi racconta la tua storia tutte le sere, ed è la mia preferita!''. Frost diede un'occhiata piena di gratitudine alla donna, che gli sorrise lievemente. ''E dimmi... Quanti anni hai ora?'' ''Tre!''. A quella risposta il ragazzo si stupì, si stupì che la Luna avesse scelto di portarlo proprio nell'estate di tre anni dopo, ma si fidava di lei, perché sapeva che ogni scelta presa dalla Luna non era mai per caso. Poi la bambina iniziò a cercare di farsi aria con quelle sue piccole e delicate manine. ''Cosa c'è Elsa?'' le chiese lui. ''Ho un po' di caldo...'' Jack le fece cenno di girarsi verso il muro e lei lo fece. ''Ti fidi di me?'' ''Sì!''. Lui creò una bellissima spazzolina di ghiaccio ed cominciò a trattarle i capelli, li spartì in tre grandi parti che incrociò fra loro fino a formare una grossa treccia. Quando la bimba si rigirò, lui la osservò poco convinto, ma dopo che le mise un cerchiello di ghiaccio, gli sembrò essere completamente perfetto. La regina, che assistì alla scena senza dire una sola parola, poi, prima di dirigersi verso la sua camera per dormire, disse loro ''Ragazzi, per me ed Anna è ora di andare a riposarsi... Voi non addormentatevi troppo tardi, ok?'' e ricevette un cenno di conferma, poi si avviò verso la porta. I due si divesrtirono tutta la notte con i loro poteri. ''Jack, non ce la faccio... Non sarò mai brava come te...'' ''Ed io scommetto proprio di sì...'' la rassicurò lui. ''Non ce la farò mai da sola'' ''Ma tu non sei sola''. Ed ecco che si lanciarono dei teneri sguardi, accompagnati da dolci sorrisi. Frost passava da lei tutte le sere e giocavano nel modo che solo loro conoscevano. Dopo non molti giorni la regina diede alla luce la piccola Anna, e tutto il castello era impegnato con la nuova nascita. Allora lo spirito dell'inverno decise di stare con Elsa tutto il giorno, tutti i giorni, 24 ore su 24. Di giorno, giocavano nel cortile, oppure Jack le insegnava qualche trucchetto per migliorarsi con i poteri, mentre di sera la portava un po' in giro a cavallo del vento. Quando la sorellina compì un anno, il ragazzo capì che era il momento di lasciare che le due sorelline giocassero insieme, che si conoscessero a fondo, che si creasse un po' di intimità tra le due bambine. Allora si sentì costretto a diminuire sempre più gli incontri, e a fine mese finì per venire a trovarle solo un paio di volte a settimana, ed entro un anno le cominciò ad incontrare solo non più di una volta a mese. Con la sua nuova compagna che cresceva insieme a lei, Elsa non sentiva troppo la sua mancanza, anche se in realtà avrebbe davvero gradito di stare almeno un po' di più con lui. Passavano gli anni, e lui c'era sempre ai compleanno delle principessine, anche se gli altri bambini non potevano vederlo. Ogni volta creava delle statue di ghiaccio a grandezza naturale identica a loro due, ma al settimo compleanno di Elsa, stavolta nella scultura c'era anche lui, che le teneva in braccio, proprio come un fratello maggiore. Il tempo passava in fretta e, anche se loro non se ne accorgevano, Frost era sempre lì, davanti alla finestra o dietro ad un albero ad osservarle crescere. Lui c'era sia nei momenti più gioiosi e felici che in quelli più tristi e dolorosi. C'era quando cadde il primo dentino di Anna, quando Elsa svivolò e cadde sulla neve graffiandosi tutte le ginocchia, quando cercavano di nascondersi dalla zia venuta in visita, sempre piena di noiosissime storielle a non finire... Sempre. Ma poi Jack si ricordò di quello che stava accadendo al Polo Nord prima di tornare alla Arendelle di 500 anni fa, così diede un addio alle piccoline costruendo lo stesso coniglietto di neve sulla finestra che aveva fatto a Jamie per convincerlo della sua esistenza. Subito dopo, si allontanò dal castello, da Arendelle. Si fece ccompagnare dal vento fino alla baracca di Babbo Natale al Polo Nord, per non farsi vedere da nessuno, specialmente non dalle sue due amichette, mentre guardò la Luna e le chiese gentilmente di portarlo indietro dai guardiani e dai Super Quattro (di cui ovviamente il quarto era lui). La osservò intensamente, e stavolta non chiuse gli occhi. Ella cominciò a brillare, ma non emanò nessun fascio di luce. Il ragazzo capì che questa voleva mandargli un messaggio, o magari affidargli una missione. All'inizio non capì cosa voleva dirgli, ma quando gli vennero in mente le farole di Hiccup capì subito.
[Flashback]
''Comunque...'' riprende il giovane, dopo essere stato interrotto dalle due ragazze ''Elsa all'età di tre anni avrà una sorellina, Anna, e quando avrà sette anni colpirà la sorella con i suoi poteri, ed è da questo momento che lei sarà schiava della paura...'' […]  ''Ricorda di seguire il tuo cuore...'' lo consiglia Rapunzel, per poi essere 'spiritosamente' interrotta dall'altro ragazzo ''Sì... Oppure ricordati che hai sconvolto l'intera vita di una ragazza''
[Fine flashback]
Allora era questa la missione di Jack... Aiutare e sostenere Elsa durante quello che sarà il suo periodo buio.



ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutti! Prima di tutto vorrei dedicare un ringraziamento speciale a chi ha aggiunto la mia storia a quelle seguite, e un ringraziamento ancora più grande a Blaze per la sua recensione:D Ecco a voi il nuovo capitolo che (spero) stavate attendendo tanto! Spero che leggiate presto e che recensiate in tanti!!! Un bacione a tutti, Alex.
P.S.: Per la continuazione della storia, inserire almeno una recensione dopo il bip.
BIIIP :p

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Capitolo 5
*** Jack, che la missione abbia inizio! ***


~~Allora era questa la sua missione... Aiutare e sostenere Elsa durante quello che sarà il suo periodo buio. Jack continuava a vegliare sulle bambine ma, come gli era stato predetto da Hiccup, dopo non tanto tempo arrivò la notte fatidica. Ormai era una nottata d'estate, calda e allo stesso tempo fresca. Frost si era avvicinato alla finestra come aveva sempre fatto tutte le sere. Anna si girava e si rigirava tra le leggere coperte verde chiaro in cerca del sonno, senza alcun successo. Ad un certo punto scese dal letto e si avvicinò gattonando silenziosamente
a quello bianco e candido come la neve della sorella, che era proprio di fronte al suo. Quando fu al lato di questo, si diede una spinta e di soppiatto ci si ritrovò sopra ed iniziò a scuotere la sorellona per svagliarla. ''Elsa...! Sveglia, sveglia, svegliati!'' ''Anna... Torna a dormire'' rispose lei senza nemmeno aprire un occhio. '' Non posso; si è svegliato il cielo, perciò io sono sveglia: dobbiamo giocare!'' ''Va' a giocare da sola!'' disse spingendola lievemente vero il bordo del letto, facendola cadere. Una volta a terra, seduta, cominciò a pensare a qualcosa per convincerla a giocare con lei, e presto ebbe un'idea: allora tornò sopra al letto, si avvicinò al visetto di Elsa e le sussurò persuadente ''Lo vuoi fare... un pupazzo di neve?''. A questo punto la bambina aprì gli occhioni azzurri e lanciò un sorrisetto. La piccola le prese la mano e corse fuori dalla camera, giù per le scale, fino ad arrivare al salone. Arrivate al centro della stanza, Anna la incoraggiò ad usare i poteri ''Fai la magia, fai la magia!'', così Elsa iniziò a roteare le mani fra loro fino a formare una palla di neve ''Pronta?'' e, dopo un accenno positivo da parte della sorellina, la lanciò verso il soffittò ed ecco che iniziò a nevicare. Presto il pavimento si riempì di soffice neve. Jack rimaneva ogni volta fuori a guardare senza aprir bocca, anche se avrebbe tantissimo voluto essere lì con loro. Le giovinette costruirono insieme un simpatico pupazzo di neve, poi la maggiore lo animò: ''Ciao, io sono Olaf, e amo i caldi abbracci!''. Ad un certo punto della serata Anna cominciò a saltare da una montagnetta all'altra di neve che Elsa creava man mano che la sorellina saltava. Questa però accellerò di molto il ritmo, fino a superare il limite della principessa: ''Anna, aspetta!''. Mentre cercava a fatica di seguirla, all'improvviso scivolò sul ghiaccio sotto ai suoi piedi. Quando riuscì a guardare di nuovo la sorella, notò che stava per cadere, quindi cercò disperatamente di salvarla, ma accidentalmente la colpì alla testa. Mentre lei cadde perdendo i sensi, Elsa la raggiunse subito ed avvisò i genitori, che le portarono dai troll in mezzo alla foresta. Intanto lo spirito dell'inverno, in preda al panico, li seguì fino alla radura tra gli alberi dove quelle mistiche creature vivevano camuffate da rocce. Quando arrivarono, lasciandosi dietro una scia di brina (lasciata sicuramente da Elsa), legarono i cavalli. Intanto che il re e la regina, che aveva in braccio la piccola priva di coscienza, andarono al centro della radura, la ragazzina vide avvicinarsi Jack ''Jack, ho paura''. Lui le alzò il viso, mettendole un dito sotto al mento, in modo da far sì che i loro sguardi si incontrassero, le disse ''Non devi averne. Dai, vieni con me'' e la accompagnò, tenendola teneramente stretta al suo bacino ''Pensavo che mi avessi abbandonato...'' disse lei. Poi lui la strinse ancora più forte e raggiunsero il resto della famiglia. ''Vi prego, aiutatemi, è per mia figlia...'' Allora le rocce iniziarono a tremolare, poi a muoversi, poi a trasformarsi nei troll. Davanti ai genitori ne apparve uno che sembrava più vecchi e saggio degli altri ''Vostra Maestà, ci è nata o è opera di un maleficio?'' chiese riferendosi alle abilità della figlia più grande ''Oh, ci è nata''. Dopo si rivolse alla più piccola ''E' una fortuna che sia alla testa: col cuore non si raggiona, ma con la testa si può provare'' e dalla mente della bimba fece apparire una nuvola con una serie di immagini di lei ed Elsa che giocavano con i poteri ''Io consiglio di rimuovere tutta la magia...'' e al suo solo passaggio della mano sopra di queste, la magia si trasformò nella semplice normalità dell'inverno ''...Ma non vi conciate: lascierò il divertimento'' ed a quel punto sul viso della piccolina comparve un lieve sorriso. Così, mentre il re aiutava la regina a montare a cavallo con la piccola fra le braccia, Granpapà iniziò a guardare la ragazzina: ''Elsa, avvicinati...'' a quel richiamo, lei si sentì costretta a staccarsi da Jack ''I tuoi poteri diventeranno sempre più potenti, cresceranno con te: devi imparare a controllarli, o la paura diventerà tua nemica'' nel frattempo Granpapà proiettò nel cielo la figura azzurra di una ragazza con una treccia ed un mantello che venne sconfitta da una polvere rossa e minacciosa. A quella visione, la bambina tornò a stringersi a Frost, che gli rispose ''No, imparerà a controllarli; il re farà in modo che si diminuiscano i suoi contatti con la gente e che i suoi poteri rimangano solo un segreto, a tutti...Anche ad Anna'' e all'ultima frase abbassò lo sguardo, dispiaciuto. Dopo di che, portò la ragazzina dal padre, che la aiutò a salire sul cavallo e la mise davanti a sé. Una volta tornati al catello, mantre Anna dormiva nella camera dei genitori e la regina aveva lasciato la figlia maggiore con Jack, il re, aiutato dai domestici del castella, spostò il letto di Elsa e tutte le sue cose dalla cameretta che ormai apparteneva solo alla sorellina, in un'altra camera. Sia le pareti, sia la porta erano di un bianco-azzurrino con delicati disegnini blu che ricordavano il ghiaccio. Tutto era bianco e delicato in quella stanza: la porta, le pareti, gli armadi, la poltroncina... Tutto! Perfino lei, in un certo senso. Tutto, tranne i suio vestiti che erano tutti blu. Per Anna fu un colpo basso: non si ricordava del perché quest'improvvisa separazione, non si ricordava nemmeno se fosse stata colpa sua... Ed ecco che sua sorella deve rinunciare a lei per sempre. Ma era sia per il suo bene che per quello della sorellona: infatti Elsa non si sarebbe mai perdonata se le avesse fatto ancora del male. Nonostante la piccola Anna avesse avuto sempre e comunque la possibilità di vedersi con qualche suo amico, ogni giorno la supplicava di uscire da quella stanza e venire a giocare con lei, senza immaginare quanto dolore provocasse per lei rispondere sempre ed incondizionatamente di 'no'. Per fortuna, sin dal primo giorno di isolamento, Frost era sempre lì con lei.


ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti! Prima di tutto vorrei ringraziare velocemente chi fin ora ha recensito la storia, chi la segue e chi ogni volta non vede l'ora che esca il capitolo seguente. Comunque, tornando alla storia... Povera Elsa, dev'essere stato davvero difficile per lei dover rinunciare alla compagnia della sorelle, l'unica migliore amica che abbia mai avuto... Ma per fortuna c'è sempre Jack con lei (che dolceee <3). Beh, per il momento non voglio anticiparvi niente, ma ben presto saprete anche come continuerà la storia nel prossimo capitolo. Spero che recensiate in tanti... Baci baci, Alex

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Capitolo 6
*** Elsa, sii forte ***


~~Mentre il re e i suoi domestici stavano attuando il trasferimento,nel salone Elsa cercava conforto da parte di Jack ''Ehi, Fiocco di Neve, che ne dici di vedere Anna un'ultima volta?''. Lui la guardò negli occhi che cominciarono a riempirsi di lacrime, le prese una mano ed andarono nella stanza dei genitori, dove trovarono la madre che teneva la figlioletta fra le braccia. La regina, quando li vide arrivare, mise la piccola su un paio di cuscini e, mentre la sorella era andata a guardarla, triste di non poterle parlare né poterla toccare, chiese una cosa a Frost ''Mi dispiace dovertelo chiedere, ma stavo pensando ad Elsa... Noi non potremo stare sempre con lei durante i prossimi anni, e non credo che possa resistere a lungo da sola dentro quella stanza; inoltre dovrà imparare ad usare i suoi poteri, o non so neanche io cosa potrebbe succedere... Ti supplico, Jack, puoi aiutarla tu?''. Lui non se lo fece chiedere due volte che accettò: infatti adorava tantissimo l'idea di avere a fianco qualcuno uguale a lui, e non voleva che anche lei stesse da sola, specialmente dopo tutti quegli anni passati in solitudine. Ormai, tra svariate chiacchere, era diventata notte fonda. Elsa si era addormentata a fianco della sorellina, così Jack la prese in braccio e la portò in camera sua ''Beh, credo proprio che sarai più comoda sotto le coperte...''. Una volta entrati nella stanza, la mise sul suo lettone e le rimboccò le bianche coperte; si diresse verso la finestra ad osservare la Luna, per poi mettersi anche lui a riposare sul letto, vicino alla bambina. Il giorno dopo, Frost si svegliò presto, rimanendo a fissare la piccola che, anche nel sonno, aveva un bellissimo sorriso. Non appena si svegliò anche lei, all'inizio si spaventò di vederlo a gambe incrociate davanti a lui, non sapendo cosa era successo dopo che si fosse addormantata. ''Pensavo che te ne fossi andato ieri...'' Lui le sorrise, e lei gli ricambiò il sorriso, per poi avvicinarsi alla porta. ''Ehi, Fiocco di Neve, dove stai andando?'' chiese lui ridacchiando ''Da Anna'' rispose lei sinceramente. ''Elsa... Non puoi andare da Anna... Lei non si ricorda dei tuoi poteri... Mi spiace moltissimo Elsa, ma dovrai rimanere qui dentro...'' sul viso di Jack emerse un'espressione di dolore ''...Ma ci sono io con te!'' disse sorridendole e mettendole una mano sulla spalla per rassicurarla. Lui si riaccomodò sul letto e battè una mano alla sua destra facendole segno di sedersi a fianco a lui ''Dai, vieni qua...''. Non appena lei lo raggiunse, cercò di distrarla un po' ''Vuoi ascoltare una storia?'' ''Sì'' rispose lei timidamente. Il ragazzo creò allora davanti a loro una distesa di neve fresca con al centro una sottile lastra di ghiaccio dalla forma rotonada e le chiese ''Sai come sono diventato un guardiano?''. Lei gli ripose facendo un cenno ''Sì! Tu sei magicamente nato dal ghiaccio''. Lui gli sorrise. ''Sai non è andata proprio così...'' disse facendo emergere sulla faccetta della ragazzina uno sguardo dubbioso, quasi perso, poi costruì due persone, con addosso dei pattini da ghiaccio, su quella lastra; una assomigliava tantissimo a Jack, mentre l'altra sembrava una bambina avente pochi anni in più di sua sorella. ''Jack... Quello sei tu?'' chiese ella con una voce tremolante ''Esatto... E quella lì invece era la mia sorellina, aveva quasi la stessa età di Anna''. Lo sguardo di Elsa s'illuminò immediatamente ''Anche tu avevi una sorellina? E... Cos'è successo?''. ''Beh, ecco... Noi adoravamo andare a pattinare, ci andavamo quasi tutti i giorni, e di solito c'erano anche i nostri amici. Ma un giorno noi ci andammo da soli, perché, dato che era quasi primavera, gli altri ragazzini avevano paura che il ghiaccio si fosse già iniziato a sciogliere e che non avesse resistito... E avevano ragione. Ad un certo punto si è formata una crepa esattamente sotto i suoi piedi, allora io mi sono tolto i pattini e li ho spinti via, poi ho preso questo bastone che mi ha aiutato tantissimo nel salvataggio.'' gli occhi guardavano tristi e malinconici la statuina di ghiaccio ''E, anche se su quelle crepe c'ero io adesso, l'unica cosa a cui pensavo è che lei era salva. E fu proprio questa la cosa che mi diede la forza di sorriderle per l'ultima volta, prima di...'' gli occhi diventarono lucidi, mentre sulle sue labbra si formò un timido sorriso. ''Sei morto nell'acqua ghiacciata?'' gli chiese lei ancora più timida. Lui l'abbracciò forte e le disse ''Sì, ma adesso sono qui lo stesso. Ma la cosa più importante è che tutto torna indietro... Ama e proteggi chi ti sta vicino''. Rimasero così per un paio di minuti, poi Jack propose ''Ehi, ti va di giocare?'' disse riempiendosi le braccia di palle di neve, e la ragazzina iniziò a roteare le mani fra di loro, formando una pallinna dal colore azzurro intenso e la lanciò in direzione del soffitto ed espandendosi fece iniziare a nevicare. Mentre il ragazzo rimase a guardare affascinato, si sentì arrivare una palla di neve sulla faccia; si pulì il viso ridendo e disse fra sè e sé ''Lo prendo per un sì''. I due passarono ore e ore a giocare e divertirsi, senza accorgersi che ormai era già mezzogiorno. ''Che fame... Jack, andiamo a mangiare qualcosa?'' ''Non lo so, vado a chiedere a tua mamma''. Detto questo la bimba si mise a creare qualche montagna di neve e si allenò un po' cho i poteri; intanto il ragazzo andò dalla regina, che stava sistemando i capelli di Anna in due treccine laterali, e le chiese ''Altezza, Elsa ha fame... Cosa devo fare?'' lei finì di legare le chiocche rosse della figlia, la mandò a giocare con i suoi amici fuori nel giardino e poi gli disse ''Io vado in cucina, tu intanto prendi Elsa...''. E così lei ordinò alle cuoche di preparare qualcosa, mentre lui tornò nella camera, prese la ragazzina per mano e la accompagnò dalla madre. ''Mamma!'' ''Elsa!'' Le due si corsero in contro e si abbracciarono. La tavola era ben apparecchiata, con due bicchieri, tre cucchiai, tre forchette e tre coltelli messi in ordine crescente da sinistra verso destra, e due piatti; le cuoche avevano preparato una serie di porzioncine di prelibatezze: un po' di petto di pollo, qualche foglia d'insalata, un paio di patate lesse ed un po' di pasta. La bambina diede il piatto piano a Jack e gli chiese ''Anche tu hai fame, vero?'' e gli offrì un po' di tutto. Il ragazzo, nonostante fosse molto tentato, rifiutò sempre ma, dato che sia lei che la regina insistevano, cedette alla tentazione. Dopo mangiato, i due furono costretti a ritornare nella stanzetta d'isolamento, attraversando i lunghi corridoi caldi e vuoti. Elsa si sedette ancora sul lettone e chiese a Frost se poteva raccoglierle di nuovo i capelli nella sua adorata treccia, porgendogli la spazzolina di ghiaccio e lui, senza farsi ripetere la domanda una seconda volta, sembrava felice di accettare. Entrambi adoravano quando lui le pettinava i capelli. Ma non passò molto tempo da quando lo spirito dell'inverno prese in mano la spazzola a quando qualcuno bussò alla porta. ''Chi è?'' chiese la ragazzetta insicura. ''Elsa, sono io, Anna! Dai, apri la porta... Voglio giocare con te!'' disse una vocina allegra da dietro quel portone. Elsa non sapeva cosa dire, così si voltò verso il ragazzo per chiedere che parole usare ''Dille solo che adesso sei molto impegnata e che... Presto potrete giocare''. ''Ok... Allora ciao''. Quando sentì che la sorellina si era allontanata, domandò speranzosa a Jack ''Ma davvero presto potremo giocare di nuovo insieme?'' e lui, con un'espressione nuovamente sconsolata, rispose ''No Elsa, mi dispiace... Ma è per il suo bene''. Tra giochetti con il ghiaccio, battaglie a palle di neve e richieste sempre meno insistenti da parte della sorella, i giorni passarono molto velocemente con Jack, e presto Elsa compì il suo diciottesimo compleanno. Ma, neanche in questa occasione, potè rivedere Anna, che tra un paio di mesi avrebbe compiuto quindici anni. Più la ragazza cresceva e più diventava bella, ma anche inevitabilmente sempre più triste. In quel bel giorno, non potè stare nemmeno con i suoi genitori: il giorno prima erano partiti per la Spagna per firmare un trattato commerciale.
 

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Capitolo 7
*** Jack, resta con Elsa! ***


~~Era arrivato il giorno del diciottesimo compleanno di Elsa, un giorno che però sembrò andare come quasi tutti gli altri: non potè vedere né Anna e né i suoi genitori. Un altro triste giorno chiusa in quella camera. Appena sveglia, tutto ciò che poteve vedere lei non era altro che un ammasso di coperte bianche ''Jack?...'' chiese lei con quel filo di voce che ti rimane dentro dopo abbondanti ore di sonno. Senza udire nessuna risposta, questa volta alzò un pochino la voce, cercando di non svegliare tutto il castello ''Jack!?''. All'improvviso vide la porta spalancarsi ed entrare il ragazzo con un pacchetto incartato in una mano ed una tortina di panna e cioccolato nell'altra ''Buon compleanno Fiocco di Neve!''. Lei gli corse incontro e lo abbracciò forte ''Grazie!''. Poi, rossa per l'imbarazzo, come lo era il ragazzo in quel momento, gli si staccò di dosso e lui le porse ciò che aveva in mano e le disse ''Tieni, sono per te..''. La ragazza appoggiò sia il dolce che il regalo sul tavolino e poi gli chiese ''Grazie mille Jackie... Ma mamma e papà quando arrivano?''. ''Oh, approposito di questo... Ti devo dare una brutta notizia: loro sono partiti ieri per la Spagna, e torneranno solo stasera'' lei si rattristò un pochino ''Ah, ok...''. ''Ma non ti preoccupare,'' la rallegrò lui ''con il divertimento in persona qui non ti annoierai di sicuro!''. Lei gli sorrise, anche se nei suoi occhi si vedeva una profonda delusione; allora lui cercò di distrarla un po'. ''Ehi, ti fidi di me?'' le chiese lui. Non appena la ragazza gli diede un cenno, lui la prese per mano e la portò fuori dalla sua stanza. ''Che cosa stai facendo!?'' ''Dai, non avevi detto che ti fidavi?''. Presto raggiunsero l'uscita delle mura del castello e, senza che nessuno li vedesse, arrivarono fino al lago di ghiaccio nel quale si recava di solito il ragazzo, prima di incontrare Elsa. ''Wooow...'' la ragazza rimase davvero stupita dal panorama ''E' stupendo, Jack...'' e poi si buttò fra le sue braccia e, nonostante questo li imbarazzasse abbastanza, rimasero così a lungo. All'improvviso si udì il suono delle campane; i due tornarono di fretta in paese, ma si fermarono inaspettatamente a metà percorso. Il ragazzo notò su una collinetta molte persone vestite interamente di nero, tra cui c'era anche Anna, e due roccie con dei nomi incisi sopra ''Elsa, guarda!''. Lei, dato che non aveva avuto la possibilità di uscire molto, non riuscì a capire cosa stesse succedendo. ''Un funerale?'' mormorò lui; poi disse a bassa voce ''Elsa, dobbiamo andarcene di qui... Presto, torniamo al castello!''. Ella gli ubbidì senza pensare e così rientrarono nella sua stanza, furtivi come quando erano scappati. Una volta dentro, il viso di lui iniziò a rigarsi, e presto anche quello di lei. ''Jack, c'è qualcosa che devi dirmi...?'' gli chiese con una voce tremolante. ''Elsa... Quello che abbiamo visto sulla collina era un funerale... Quello dei tuoi genitori'' La ragazza non diede risposta, nessuna reazione. Frost era preoccupatissimo: non batteva le palpebre, poi non repirava... E presto la vide svenire; prima che toccasse il suolo, si precipitò da lei e se la strinse fra le braccia, mentre cercava di rianimarla, di farla respirare, le chiuse gli occhi come se fosse morta. Ad un certo punto, sentendo che il suo cuore ricominciò a battere, si sentì così sollevato e felice che si mise a piangere. Lei ricominciò a respirare, e quando riaprì gli occhi la prima cosa che vide fu quel bellissimo ragazzo che la teneva stretta con le lacrime agli occhi, poi si addormentò. Dal momento in cui, la mattina seguente, lei si risvegliò e lui le raccontò l'accaduto, tra pianti e varie sofferenze, passarono due mesi molto difficili. Un giorno la principessa trovò il regalo di compleanno del ragazzo ''Jack, posso vedere cos'è?'' ed iniziò a scartarlo; dalla scatolina che c'era sotto alla carta a righe bianche e azzurre, prese un carrillon d'oro. ''Cos'è?'' gli chiese ''Oh, questo è un carrillon... Sai, viene dalla mia epoca, mi ci ha portatola Luna, e fa un suon-'' ''Dalla tua epoca!?'' lo interruppe lei con una curiosità che era più grande di lei. ''Sì,'' le rispose lui ''io vengo dal futuro. Sono stato mandato in missione''. ''Che tipo di missione?'' domandò lei un po' sospettosa. ''Beh, vedi... La prima volta sono stato mandato in questo secolo per trovare dei ragazzi, i Grandi Quattro, e portarli al mio presente per sconfiggere Pitch Black, il nemico della Luna. Quando ero arrivato questa prima volta, tu non eri ancora nata; poi ho incontrato tua madre e, quando l'ho salvata da un incidente in mare, per sbaglio ti ho... Beh, sì ecco... Ti ho colpita con il mio bastone...'' ''Allora è grazie a te se ho i poteri...'' disse lei meravigliata guardandosi prima le mani, poi Jack. ''Sì, ma è proprio per questo che sono tornato qui una seconda volta: la Luna mi ha detto che devo rimediare a ciò che ho fatto, devo vegliare su di te...'' disse lui quasi frettoloso, scatendo nella ragazza una brutta sensazione, sconosciuta, come di tradimento ''Ma allora tu sei qui solo perché te l'ha detto la tua cara e amata Luna, e non perché mi vuoi bene e vuoi stare con me...!''. ''No Elsa, tu fraintendi...'' entrambi assunsero un'espressione più comprensiva, meno aggressiva, con gli occhi lucidi ''Io ti voglio UN MONDO di bene, ma... Sì, hai ragione tu, all'inizio ero qui solo per ordine della Luna...''. Elsa cominciò a lacrimare ''Jack... Vattene...!'' disse con voce ferma, ma allo stesso tempo insicura e ferita. ''Va bene,'' rispose lui con le lacrime sul viso ''se è questo ciò che vuoi...'', poi balzò fuori dalla finestra e si fece trasportare instabilmente dal vento, coprendosi il volto con un braccio, senza degnarsi di un'ultima occhiata alla fanciulla, che intanto era caduta disperata al suolo. Il giovane cadde durante il volo su una montagnetta di neve che si trovava nella foresta che circondava il lago, e rimase lì, disteso, a guardare la Luna luminosa, per chiederle un consiglio. L'unica cosa che vide, però, non fu altro che una sagoma rotonda e lucente, che poi scomparì, venne inghiottita da una nube scura. ''Pitch!'' urlò lui alzandosi tutto d'un colpo, prendendo il suo fidato bastone ed assumendo una posizione difensiva. ''Aha... Ma allora ti ricordi di me...'' lo sorprese una voce proveniente dalla fitta boscaglia, alle sue spalle; quando si girò di scatto, vide comparire dall'ombra l'Uomo Nero, che intrappolò anche lui con quella polvere nera in una forte stretta. ''A quanto pare ti affidi ancora alla causa della tua rovina'' cercò di liberarsi dimenandosi. ''Sì... E no'' ripose lui con il suo solito tono misterioso. ''Che cosa vorresti dire!?'' ''Sai, Jack, col tempo ho migliorato i miei poteri... Con loro, ora, sono così potente che posso perfino viaggiare nel tempo, anche se purtroppo mi rimane solo un'ultima fermata... E sono arrivato giusto in tempo per notare quanto ci tieni a quella sciocca ragazzina; come hai detto che si chiama...? Ah sì, Elsa... Per non parlare dello spettacolino di pochi minuti fa... Wow, è impressionante pensare a quanto tempo ci vuole per guadagnarsi la fiducia di qualcuno, e a quanto ce ne vuole invece per tradirla...'' ''Non permetterti di toccarla nemmeno con un dito!'' ''Vedremo...''. Black costruì proprio in quel bosco la sua fortezza e vi tenne Frost come prigioniero.

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Capitolo 8
*** L'incoronazione, un vero disastro... ***


~~Passarono circa tre anni, prima che Jack riuscisse a liberarsi e a sconfiggere Pitch. Durante quella prigionia, c'era una sola cosa che gli fosse mancato più della libertà: Elsa. L'unica cosa che volesse fare in quel momento non era altro che andare dalla fanciulla ma, temendo che lei fosse ancora arrabbiata con lui e che non lo potesse mai perdonare, decise di non farle più del male, di lasciare che lei lo dimenticasse. Quella calda serata estiva cercò di addormentarsi, ma senza successo; non riusciva ad accettare il fatto di dover rinunciare a lei per sempre, sapeva che non ci sarebbe riuscito, non faceva altro che pensare ai giochi, alle battaglie di neve, a tutti quei momenti belli ma difficili passati insieme. La mattina seguente, all'alba, si sentì il solito suono delle campane, erano di preavviso a qualche evento. Incuriosito, raggiunse il villaggio e, vagando per le strade, sentì un ragazzino in trucco e  parrucco chiedere alla madre ''Perchè devo vestirmi così?'' ''La regina ha raggiunto la maggiore età: è il giorno dell'incoronazione!'' ''Ma non è colpa MIA!'' ed allora capì:  la sua Elsa, con i suoi 21 anni è diventata maggiorenne e proprio quel giorno diventerà regina. A quella notizia non potè resistere ad andare a vedere come fosse cresciuta. Ancor prima di essere davanti alla finestra della stanza, sentì il rumore di un pianto; non appena si affacciò al vetro leggermente aperto e la vide. Lei era seduta sulla sedia di fronte allo specchio, appoggiata sul tavolino davanti a lei e con la testa sopra le braccia incrociate mentre piangeva. A quella visione, il ragazzo sentì una stretta al cuore, poi aprì la vetrata con una mano ed entrò, aspettandosi di non poter essere visto, di essere stato dimenticato, con quello che successe tre anni prima. Quando riuscì ad appoggiare i piedi scalzi al suolo, si stupì nel vedere la ragazza alzarsi dalla sedia e con le lacrime sul viso venirgli incontro ad abbracciarlo. Ella iniziò a piangere ancora più forte ''Jack! Oh mio dio sei qui! Avevo paura di non rivederti mai più! Scusa, è stata tutta colpa mia, ma ti giuro che non succ-'' ''Non devi preoccuparti di nulla,'' la interruppe lui con gli occhi che lacrimavano ''non è colpa tua. Elsa, ascoltami. Secondo te sono così stupido da non volerti vedere più!?'' e la strinse forte. Dopo qualche minuto si staccarono; ''Quanto sei diventata bella!'' Frost cominciò ad osservarla per intero, da capo a piedi: indossava un abito lungo di colore nero e verde-blu con una serie di sfumature e disegni delicati sulla gonna e sul petto, calze scure e ballerine nere e i capelli erano sciolti sulle spalle. ''Sono cresciuta ormai.'' rispose lei mentre si lasciava asciugare il suo bel visetto ''Tu invece... Sei rimasto uguale!'' i due cominciarono a ridacchiare. ''Ti stai preparando per l'incornazione?'' ''Sì, come lo sai?'' ''Ne parla tutta Arendelle... Posso auitarti?'' lei accennò un sorriso, poi si sedette davanti allo speccio e si lasciò pettinare i capelli; lui prima li raccolse in una treccia, che usò per creare la stessa acconciatura che aveva sempre la madre. Poi le fece segno di girarsi verso di lui e di chiudere gli occhi, dopo di che iniziò a tinteggiarglieli con della polvere viola e a surirne le ciglia ''Abbiamo fatto!''. ''Wow, hai fatto un ottimo lavoro,'' la ragazza riaprì gli occhi ''non sono mai stata così... Bella'' e lo ringraziò dandogli un leggero bacio sulla guancia. Il suo viso si arrossì parecchio, ma cercò di nascondere l'imbarazzo dietro una risatina ''Ehi, ma la cerimonia non comincia tra cinque minuti?'' ''Sì. Vuoi accompagnarmi?'' chiese infilandosi un paio di guanti azzurri. Lui la prese a braccetto ed uscirono cautamente dalla stanza e attraversarono quel lungo corridoio pieno zeppo di domestici che correvano pazzamente qua e là con montagne e montagne di torte, dolci e dolcetti tra le mani e che sembravano quasi non notare né Jack né Elsa, cosa che entrambi in realtà apprezzarono molto. Quando raggiunsero la stanzetta in cui doveva stare lei prima dell'inizio della cerimonia, lui la dovette abbandonare per qualche minuto; intanto si era già accomodato appoggiandosi ad una delle colonne di marmo all'interno della grande chiesa, guardando sia le tante persone sedute sulle scomode panchine di legno, sia Anna, che salutò un ragazzo dai capelli rossi con il quale sembrava aver presto molta confidenza. All'improvviso i coristi iniziarono a cantare delicatamente, metre nella parte opposta della stanza si vide aprire il portone ed entrare la giovane Elsa. Quando arrivò davanti al vescovo, chinò il capo per permettere che venisse incoronata, poi si rialzò per prendere in mano, come vuole la tradizione, lo scettro e la sfera, ma non si tolse i guanti, sperando che le concedessero di tenerli, per non far scoprire il suo segreto. ''Vostra Maestà, i guanti...'' le ricordò lui, così lei fu costretta a sfilarseli e prendere quegli oggetti d'oro a mani nude. Sia lei che Jack tennero il fiato sospeso per la paura ma, quando l'uomo annunciò al popolo ''...Elsa, regina di Arendelle'' senza che nessuno si accorgesse della brina che iniziava a congelare il metallo, lei si rimise le protezioni ed entrambi assunsero un'aria di sollievo, come se sapessero che il peggio era passato. Subito dopo si ebbe una grande festa: mentre la sorella andò in giardino con quel ragazzo che aveva salutato prima, ella si presentò personalmente a tutti i presenti e molti re cominciarono a discutere di un possibile matrimonio tra loro per unire le loro terre e, nonostante la ragazza rifiutasse tutti quelle insistenti richieste, Frost preferì andare un po' in giro, cercando di evitare di incontrare la principessa con il ragazzo, probabile che gli desse fastidio che altri uomini, anche molto più vecchi di lei, ci provassero con la sua migliore amica? Intanto dentro al castello la sorellina tornò dalla regina accompagnata da quel ragazzo che la teneva sotto braccio ''Elsa, regina! Sono sempre io!'' la interruppe da un'altra proposta fatta da un altro sovrano ''Vorrei presentarvi il principe Hans Delle Isole Del Sud. Ecco, noi vorremmo... La vostra benedizione, per... Il nostro matrimonio!''. Ella li guardò sconcertata ''Come!? Matrimonio!?'' ''Sììì!''. ''Anna, posso parlarti... In privato?'' cercò di contenersi. ''No, quello che devi dire a me... Lo puoi dire a tutti e due'' ''Ok. Non puoi sposare un uomo che conosci appena'' ''No, no... Puoi, se è vero amore!'' rispose l'altra insistente. La reginetta si sentì sfidata, come se ciò che avesse detto per Anna non contasse. ''Che cosa ne sai tu di vero amore?'' chiese lei paziente ''Sicuramente più di te, tu sai solo sbattere le porte in faccia!'' rispose l'altra, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Elsa cercò di tirarsi fuori da quella imbarazzante situazione ''Voi mi avete chiesto la vostra benedizione, e la mia risposta è no, quindi... Con permesso...'' ed iniziò ad avviarsi verso la porta ''La festa è finita, chiudete le porte''. La sorella però non aveva la minima intenzione di lasciare che la gente se ne andasse via, che rimanesse di nuovo sola ''Che cosa?  Elsa, no, aspetta!'' e le prese un guanto ''Ridammi il guanto!''. ''Elsa, no, ti prego, non posso più vivere così io...'' ''Allora vattene'' rispose lei con immenso dolore, poi si rivoltò. ''Ma che cosa ti ho mai fatto!?'' i loro occhi diventarono lucidi ''Basta Anna...'' ''NO, perché mi respingi!? Perché respingi tutti!? DI CHE COSA HAI TANTO PAURA!?''.  Adesso la pazienza della regina si era esaurita ''Ho detto BASTA!'' e facendo un brusco movimento col braccio, dalla mano non coperta uscì una barriera di ghiaccio tutta attorno a lei. L'altra ragazza finalmente capì ''...Elsa...''. Per un momento anche la proprietaria sembrò osservare spaventata tutto quel ghiaccio, per poi aprire il portone alle sue spalle e scappare, cercando di non combinare altri disastri o ferire qualcuno. Quando fuori ghiacciò accidentalmente la fontana che si trovava dietro di lei mentre indietregiava piena di paura, anche tutto il suo popolo conobbe la verità. Poi fuggì creando uno spesso strato di ghiaccio sulle acque del fiordo attorno alla città. Ben presto iniziò anche a nevicare, e fu così che Arendelle cadde in un inverno perenne.

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Capitolo 9
*** Jack insegna ad Elsa a lasciarsi andare... ***


~~Jack, non appena iniziata la festa, non vide altro che una serie di regnanti che cercavano di convincere Elsa ad unire le loro terre con un matrimonio. ''Ma erano tutti così sfacciati nel Cinquecento? Sposarsi senza neanche conoscersi... Robe da matti!'' pensava lui ''E poi nessuno è all'altezza di Elsa, ne sono sicuro'' e quasi subito cedette alla tentazione di uscire da quella sala ed andò a fare un giro nei dintorni. Appena varcò il portone, balzò in aria ''Vento, portami in giro!'' e venne trasportato da una delicata corrente d'aria fresca.  Sorvolò prima il fiordo, poi le montagne, dopo i vari regni oltre quelle alte cime, ed infine atterrò su una cima rocciosa. Si fermò proprio qui, per non poter essere visto da nessuno, mentre cominciò a divertirsi un po' coprendo di neve e ghiaccio ogni cosa: alberi, rocce, erba, vari fiori... Adesso che si sentiva come se fosse a casa sua, si sentì quasi di poter fare qualsiasi cosa volesse, ma in realtà non sapeva veramente come divertirsi da solo; si mise comodo su un masso bianco ed entrò nel profondo dei suoi pensieri, mentre disegnava scarabocchi con il bastone sulla neve. Ad un certo puntò scoprì di aver disegnato la sua regina, bella com'era alla cerimonia, senza nemmeno accorgersene. Cosa voleva dire questo? Lui non ci diede troppo peso, preferiva scoprirlo al momento giusto. Poi decise di lasciarsi andare, di fare ciò che sentiva di fare, specie dal momento in cui era di nuovo solo. Con il bastone creò un blocco di ghiaccio, che cominciò a modellare con i suoi poteri; anche questo aveva le sembianze della ragazza, anzi era identico! Mentre osservava tranquillo la sua scultura, ad un tratto si sentì interrotto da un vento forte, non il suo, che proveniva dalle sue spalle. Lui si girò di scatto, poi saltò nuovamente al  cielo ''Vento, portami ad Arendelle!''. Presto si trovò all'entrata del castello, dove il pavimento e le fontane erano ghiacciate, dall'alto cadeva una delicata nevicata, la gente tremava dal freddo ed Anna prese il suo cavallo dicendo qualcosa a quell'Hans, ''Io vado a cercare la regina, lascio il principe Hans in carica!'' riuscì a capire. Ma Elsa dov'era? Per scoprirlo, Frost s'innalzò al cielo e sorvolò le zone circostanti; non vide altro che neve e neve, finchè ad un tratto vide che sul versante di un monte la nevicata era più intensa che sulle altre montagne, per poi offuscare sempre meno la sua visuale e permettendogli di notare la ragazza camminare a malincuore. Non ci pensò due volte, che in un istante si precipitò da lei, senza farsi notare. Dopo qualche minuto passato ad osservarla, decise di uscire allo scoperto ''Wow... Non posso assentarmi un momento, che ti precipiti subito a giocare con la neve!'' disse ridacchiando. La regina si girò di colpo verso di lui e corse ad abbracciarlo ''Jack, lo so, ti ho deluso, ma credim-'' ''Non devi chiedere scusa a nessuno,'' la interruppe il ragazzo ''è solo che non sei abituata a lasciarti andare. Che ne dici se ti aiutassi ad imparare a rilassarti?'' e lei annuì. ''Cosa mi consigli di fare?'' chiese ella insicura ''Beh, tu hai una bella voce... Perché non provi a cantare e a seguire il tuo cuore?''. All'inizio lo guardò stranita, poi tirò un sospiro ed iniziò a tirare fuori la voce, mentre Jack cominciò a far passare del vento fra alcuni cristalli di ghiaccio per darle una melodia di sottofondo che l'accompagnasse.
 [Parte musicata, ''All'alba sorgerò'']
La neve che cade sopra di me copre tutto, col suo oblio... In questo remoto regno, la regina sono io. (lei si guardò attorno con rassegnazione e sospese la camminata) Ormai la tempesta nel mio cuore irrompe già, non la fermerà la mia volontà. (riprese la camminata) Ho conservato ogni bugia, per il mondo la colpa è solo MIA! Così non va, non sentirò... Un altro NO! (si tolse l'unico guanto che le rimaneva e lo buttò senza curanza, poi fece uscire un fascio di magia, prima da una mano, poi dall'altra, per poi costruire Olaf) D'ora in poi, lascerò che il cuore mi guidi un po'; scorderò quel che so, e da oggi cambierò! (ora lanciò una fredda onda azzurra prima verso l'alto, poi da una parte e dall'altra) Resto qui, non andrò più via! (Frost le fece arrivare addosso una delicata corrente che le fece sventolare il mantello, così lei se lo sciolse di dosso e lasciò che il vento glielo portasse via) Sono sola ormai... Da oggi il freddo è casa mia! A volte è un bene poter scappare un po'; (si voltò verso il ragazzo) può sembrare un salto enorme, ma io l'affronterò! (si rivoltò ed iniziò a correre) Non è un difetto, è una virtù, (arrivata davanti al burrone, cosrtuì un ponte fatto di neve lungo non più di due metri) e non la fermerò mai più! Nessun ostacolo più per me, perché... (ne calpestò il primo gradino, che diventò di solido ghiaccio, per poi correre sul vuoto completando man mano il ponte) D'ora in poi, troverò la mia vera identità! E vivrò, sì vivrò per sempre in libertà! (arrivata alla fine del ponte, battè un piede a terra, formando la sagoma di un fiocco di neve) Se è qui, il posto mio, io lo scoprirò... (poi alzò le mani al cielo e, pian piano, formò il suo castello di ghiaccio) Il mio potere si diffonde intorno a me, il ghiaccio aumenta e copre ogni cosa accanto a sé... Un mio pensiero cristallizza la realtà! Il resto è storia ormai, (prese la sua corona e la scaraventò via con tutta la sua forza) che passa e se ne va...! (adesso si sciolse l'acconciatura nella sua treccia e trasformò il suo pesante vestito scuro in uno chiaro, leggero e fatto interamente di ghiaccio, con un meraviglioso strascico dietro; ''Ora sì che è perfetta...'' pensò il ragazzo, che non aveva detto una parola) Io lo so, sì lo so... Come il sole tramonterò, perché poi... Perché poi all'alba sorgerò... Ecco qua, la tempesta che... Non si fermerà...! Da oggi il destino appartiene a me!

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Capitolo 10
*** Dov'è Elsa!? ***


~~Dopo che Elsa fuggì e Jack la aiutò a completare il suo palazzo di ghiaccio, non passarono più di due giorni, che la ragazza rivide sua sorella. Era una fresca mattinata piena di tranquillità, ed i due ragazzi stavano beatamente riposando sui loro letti fatti interamente di soffice neve, quando... ''TOC TOC TOC!'' si sentì bussare alla porta. Lei riuscì a malapena ad aprire gli occhi, mentre Jack, che in realtà era sveglio già da un paio d'ore, passando vicino all'entrata della sua stanza la rassicurò ''Non ti preoccupare, Fiocco di Neve... Vado io!''. Non appena si avvicinò alle scale vicino alle porte, le fece aprire con un'ondata di aria fredda e si sedette sul bordo della fontana al centro del salone. Vide una ragazza, accompagnata da Olaf e da un montanaro dalla bionda chioma, che ammirava incantata il lavoro dei due ragazzi; non la riconobbe subito, ma poi sentì la voce della regina alle sue spalle ''Anna!'' e tutti gli occhi si puntarono su di questa. ''Oh, Elsa, sei cambiata... In meglio, davvero!'' ammise la sorella ''E questo posto è meraviglioso!'' ''Grazie... Non mi rendevo conto di cosa fossi in grado di fare!'' rispose l'altra guardandosi attorno. ''Mi dispiace per ciò che è successo, se avessi saputo-'' cercò di scusarsi, per poi essere interrotta ''No, no, tutto bene, non devi chiedermi perdono, ma dovresti andar via, ti prego...''. ''Ma sono appena arrivata!'' rispose dispiaciuta, sorprendendola ''Anna, il tuo posto è ad Arendelle!'' ''Anche il tuo!'' ''No Anna. Il mio posto è qui, da sola, dove posso essere me stessa... Senza far male a nessuno''. ''Veramente, a proposito di questo-'' disse la più piccola, per poi essere interrotta dall'irruzione di Olaf che disse raggiungendo la ragazza ''58, 59 e 60! Ciao, io sono Olaf e amo i caldi abbracci!''. Elsa fu sorpresa di vederlo ''Olaf!?''; ''Sì...' rispose lui timidamente ''Mi hai creato tu, non te lo ricordi?'' ''E... Sei vivo?'' domandò ancora incredula di vederlo muoversi. Jack, vedendo che andava tutto bene, preso dalla curiosità, uscì silenziosamente e senza farsi notare; una volta fuori, approfittò del fatto che praticamente nessuno poteva vederlo per osservare ben da vicino quel ragazzone lì fuori. Era seduto sul primo gradino della scala, osservando annoiato la struttura del castello e dando ogni tanto un'occhiata anche alla sua renna; Frost gli si piazzò proprio davanti, studiandone bene il volto e, specialmente, i suoi vestiti che erano talmente pesanti, che fecero venire caldo persino al gelo in persona! Ma non passò molto tempo che preferì andare a giocherellare con la renna. Ad un certo punto, si sentì la voce di Elsa ''Ooooh... Vai VIAAA!'' e fu in questo momento che entrambi accorsero da loro. ''Kristoff!'' lo chiamò la minore, che venne immediatamente soccorsa ''Anna, come ti senti!?''. La sorella, quando si girò di scatto, capì subito ciò che aveva fatto, e scioccata le domandò ''Chi è l-lui? Aspetta, non importa, solo... Devi andare via!'' ''No! Io so che insieme possiamo trovare una soluzione!'' ''Come!? Che potere hai tu per fermare quest'inverno, per fermare ME!?''. Il montanaro consigliò preoccupato ''Anna, credo sia meglio and-'' ''No, io no me ne vado senza di te, Elsa!'' e lei, addolorata, fu costretta a cacciarli via con la forza ''Sì, invece vai...'' e costruì un enorme mostro di neve e ghiaccio che li scaraventò fuori dalla fortezza ''ANDATE VIA!''. Per Elsa, tutto l'accaduto fu un colpo basso; cadde sul pavimento, pentita del suo comportamento e ad autocommiserarsi, ''Sono un mostro...'' non faceva altro che ripetersi. Subito la raggiunse Jack ''Elsa... Elsa, cos'è successo? A me puoi dirlo'' e la prese fra le sue braccia, facendola sedere sulle sue ginocchia e facendole appoggiare la testa sulla sua spalla (era in ginocchio) e vedendola lentamente svenire per tutti quegli avvenimenti. Allora la prese in braccio e la portò sul suo lettone, e dopo alcuni minuti si risvegliò ''Jack... Jack, dove sei?'' disse riaprendo gli occhi. ''Sono qui'' rispose lui delicatamente avvicinandosi ''Dimmi pure, Fiocco di Neve'' le prese una mano e la strinse fra le sue ''Jack, ho bisogno che tu mi faccia un favore...'' chiese lei con un filo di voce. ''Cosa posso fare per te?'' ''Ho bisogno... Ho bisogno che tu ti assicuri che Anna e quell'altro ragazzo arrivino alla Valle dei troll sani e salvi e che Anna venga guarita''. Frost, non sapendo quello che era successo tra le due, annuì confuso e senza fare domande, per poi mettersi in cerca dei ragazzi. Quando li trovò, fu stupito di ciò che sentì: lui le disse ''Andiamo dai troll, loro ti guariranno'' ''E questo come lo sai?'' ''E' perché l'ho gia visto fare una volta...''. Ma allora c'era anche lui ad assistere alla scena quella volta? Comunque lo spirito dell'inverno non fece altro che seguirli e sorvegliarli per tutto il tragitto. Sapendo che sarebbero arrivati senza alcun problema, si diresse verso la loro Valle; non appena appoggiò piede a terra, si ritrovò già sommerso da quelle strane creature: ''Jack, Jack! Sei tornato!'' ''Guarda, mi è cresciuto un fungo!'' ''Ci sei mancato così tanto!'' gridarono quasi in coro dalla gioia. ''Ragazzi, mi siete mancati anche voi, davvero, ma devo parlare con Granpapà, è molto importante...'' disse lui assumendo un'aria più seria, per poi vedere in lontananza Granpapà che lo invitò a raggiungerlo e a parlare dentro la sua grotta, dove avrebbero potuto parlare tranquillamente, prevedendo che si sarebbe parlato dei poteri di Elsa. Una volta dentro, il troll gli chiese ''Elsa ha colpito Anna, non è vero?'' e lui rispose onestamente ''Non lo so, ma credo che sia andata così...'' ''E... E quand'è successo?'' ''Non più di due ore fa''. Ad un certo punto egli, sentendo ''E' fredda come il ghiaccio!'' si trasformò in pietra e rotolò fuori, raggiungendo i due ragazzi che erano stati messi in una fossa con un bellissimo arco di terriccio e pietre sopra le loro teste. ''Presto, portala qui!'' disse al biondo prendendo le mani della ragazza ''Anna, hai del ghiaccio nel cuore, è stata tua sorella a metterlo. Se non verrà rimosso, il ghiaccio ti congelerà... Per sempre!''. A queste parole tutti rimasero pietrificati; ''Ma tu lo puoi rimuovere, vero?''gli chiese il ragazzo, e la risposta fu ''Non posso! Solo un atto di vero amore può sciogliere un cuore di ghiaccio...''. Una troll consigliò ''Il bacio del vero amore, magari!'' ed ecco che tutte le coppiette iniziarono a darsi bacini. Anna, debole, cadde fra le braccia del suo accompagnatore, che la prese in braccio e, con l'aiuto di Svenn, la renna, uscirono dalla buca e montarono in groppa all'animale per andare ad Arendelle ''Non ti preoccupare, adesso ti porto da Hans...''. Mentre loro si avviarono verso la città, il ragazzo dai capelli bianchi se ne andò senza che se ne accorgesse nessuno e si fece traspotare dal vento fino al castello ''Ehi, Vento! Portami da Elsa!''. Atterrò all'inizio delle scale, e si stupì di vedere sia che il pupazzo di guardia non ci fosse, sia che le porte fossero aperte senza motivo; ''Forse le ha aperte il vento'' pensò, per poi entrare, salire le altre scale e trovare l'inaspettato. A terra non c'erano altro che cristalli di ghiaccio ed alcune freccie incastrate nel ghiaccio. Preoccupato, si mise a cercare la ragazza ''Fiocco di Neve...? Regina? Elsa!? Elsaaaa!!?''.

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Capitolo 11
*** Elsa è finalmente libera! ***


~~Elsa sapeva che le fosse successo qualcosa, ma non sapeva cosa. Era svenuta. Ad un certo punto riprese la coscienza; quando aprì gli occhi, vide una stanza buia, che aveva giusto quel po' di luce che entrava dalla finestra. Era distesa su una specie di letto, molto duro, sicuramente di pietra, con una calda coperta, e quando cercò di rialzarsi si sentì male ovunque, soprattutto alla testa. Una volta in piedi, volle correre verso la finestra, ma venne trattenuta da qualcosa. Fu allora che notò che le sue mani erano imprigionate in una copertura di ferro e così capì di trovarsi nelle segrete del suo vecchio castello. Cercò di avvicinarsi più che poteva alla finastra, per poi vedere in quale disastrosa situazione si trovasse Arendelle ''Oh no... Che cosa ho fatto...''. Ad un certo punto si girò di scatto, sentendo uno strano rumore, e vide entrare Hans. ''Perché mi avete portata qui?'' chiese irritata; lui le rispose ''Non potevo permettere che vi uccidessero'' ''Ma io sono un pericolo per Arendelle.'' spiegò ''Va' da Anna!'' ''Anna non è tornata...'' le riferì tristemente. Lei spaventata si voltò per guardare l'esterno, probabilmente per cercare di rassicurarsi almento un po'. ''Devi convincerli a lasciarmi andare!'' lo supplicò e lui rispose ''Farò tutto il possibile'', poi se ne andò. Non appena fu sola, riuscì a congelare le manette, poi iniziò a ghiacciare tutto in quella stanza: la porta, la finestra, le pareti... E, spaccando il muro ghiacciato, riuscì a scappare appena in tempo, prima che riuscissero ad entrare le guardie che si trovavano dietro la porta. Intanto Jack perlustrò tutto il palazzo di ghiaccio e i dintorni, nel disperato tentativo di trovare la ragazza. All'improvviso alzò lo sguardo verso Arendelle e vide uno spaventoso temporale che aumentava sempre di più sulle acque congelate del fiordo, così interruppe la sua ricerca fra i monti e volò frettolosamente al porto, dove la tempesta era più intensa. Non riuscì nemmeno ad avvicinarsi alla piazza della città, che per poco quelle correnti fuori controllo non lo spazzarono via. Per questo fu costretto a proseguire a terra e, nonostante questo avesse rallentato molto la sua ricerca, non passò molto tempo che in lontananza riuscì a vedere Anna, così si precipitò da lei e cercò di sorreggerla, ma, essendosi dimenticato che lei non credesse più in lui, non potè riuscirci, allora si accontentò di seguirla solamente. In un istante la bufera si placò: tutti i fiocchi di neve si fermarono, e rimasero lì dov'erano, sospesi nell'aria, immobili. Adesso la visione era più chiara. La ragazza scorse Kristoff che correva il più veloce possibile verso loro due; ''Kristoff!'' lo chiamò con tutte le sue ultime forze. Poi però lei fu l'unica a notare un'altra scena, non troppo lontana da loro: era Hans, che s'incamminava verso Elsa con una spada in mano, che alzò fieramente. ''Elsa...'' disse lei con un filo di voce, per poi correrle incontro ''NOOO!!''; si piazzò tra il villano e sua sorella, e spezzò l'arma che le era arrivata addosso trasformandosi in una statua di ghiaccio. Menre Hans cadde a terra privo di sensi e la regina pianse abbracciando la sorellina, Kristoff, Olaf, Svenn e Jack assistirono impietriti all'accaduto. Tutti tennero basso lo sguardo e con le lacrime agli occhi; ad un certo punto il pupazzo scosse il braccio del ragazzone al suo fianco ''Kristoff, guarda!'' disse indicando la ragazza ghiacciata, che stava lentamente riprendendo il suo colore naturale. Ora tutti guardarono le due ragazze. Quando Anna tornò completamente normale, l'altra le si schiodò di dosso e le chiese timidamente ''Ti saresti sacrificata... Per me?'', lei rispose sinceramente ''Io ti voglio bene!'' e poi si strinsero nuovamente in un abbraccio. Poi Olaf ripetè ciò che disse loro Granpapà: ''Un atto di vero amore scioglierà un cuore di ghiaccio'', e questo fece riflettere molto Elsa ''L'amore scioglierà... Ma certo, l'amore!'' e in un attimo tutta la neve e il ghiaccio lasciò la cittadina. Tutto era tornato al suo posto: l'estate, il caldo, le acque del fiordo in movimento e tutti gli ospiti fecero ritorno ai loro regni. Quando anche Hans riprese i sensi, Kristoff, nonostante fosse molto tentato, lasciò che fosse Anna a dargli la lezione che si meritava; mentre la dolce ragazza gli si avvicinò, Hans le disse stupito''Anna...! Ma... Ti aveva gelato il cuore!'' ''Qui l'unico cuore di ghiaccio è il tuo!'' rispose lei per poi dargli un bel pugno soddisfacente in faccia e farlo cadere dalla nave su cui si trovavano in quel momento. Elsa tornò al castello per firmare alcuni documenti e per assumere Kris come Mastro consegnatore del ghiaccio di Arendelle, ma subito tornò fuori, dove una marea di cittadini la acclemavano e la pregavano di fare qualche magia. Prima chiese ''Siete pronti?'' e poi, quando ricevette una conferma, battè un piede a terra per creare una pista da pattinaggio, gelò le due fontane che aveva di fianco, facendo delicati movimenti con le braccia, e modellò vari archi di ghiaccio tutt'attorno alla pista. Dopo, non appena le si avvicinò anche la sorella, le creò un paio di bellissimi pattini bianchi ai piedi e, con l'aiuto di Olaf, le insegnò a pattinare.  I festeggiamenti continuarono fino al tardo pomeriggio, poi tutti tornarono alle proprie case per la cena, mentre Olaf e Svenn andarono a divertirsi nel giardino ed Elsa entrò nel palazzo con la scusa di andare ad aiutare le cuoche a cucinare. Quando Anna e Kristoff rimasero soli, lui le si inginocchiò davanti, tiro fuori un anello e chiese un po' imbarazzato ''Anna, io... Cioè tu... Anna, vuoi sposarmi?''; lei gli saltò fra le braccia e gridò entusiasta ''Sìììì!!'', poi si fece mettere l'anello ''Kristoff, è bellissimo, non ho parole...'' disse entusiasta osservandolo bene ''Ehi, ma non è per caso... Ghiaccio!? Ma allora-'' ''Sì Anna!'' ed iniziarono a baciarsi. Dopo cena, tutti andarono nelle proprie stanze a dormire. Elsa era davvero esausta, ma nonostante ciò non riuscì ad addormentarsi, iniziò anche a girarsi e rigirarsi nel letto per prendere sonno ma... Niente! All'improvviso la finestra si spalancò da sola facendo entrare un po' di vento; ella vi si avvicinò velocemenente e si sporse fuori ''Jaaack... Lo so che sei tu!''. Quando ritirò la testa, il ragazzo le balzò davanti ''Però... Allora alla fine te la sei cavata anche da sola!'' disse scherzando. Lei gli chiese curiosa ''Una curiosità... Ma tu dove sei stato tutto il tempo?'' ''Oh, io?'' rispose ''Io vi ho guardati dall'alto, dal momento che nessuno avrebbe potuto vedermi...''. ''Ah, ed io sarei nessuno!?'' domandò lei ridacchiando ''No, non intendevo dire questo... E' solo che volevo lasciarti divertire con tua sorella, per una volta che ci sei stata!'' si spiegò lui. La conversazione andò avanti per quasi un'ora, quando Jack propose ''Ehi, vuoi divertirti un po'?'' e la portò vicino alla finestrona, facendola preoccupare un tantino; le fece segno di tenersi stretta con le braccia attorno al collo di lui ''Tieniti forte!'' e piegò le gambe, per poi tuffarsi fuori dalla camera e farsi avvolgere dal vento. La ragazza aveva paura, così preferì non guardare, ma dopo che Frost le disse ''Fiocco di Neve, apri gli occhi! Guarda, stiamo volando!'', ascoltò il suo consiglio, anche se all'iniziò urlò per l'emozione e per lo spavento.
[Ciao a tutti... Scusate se mi intrometto nel bel mezzo della narrazione, ma volevo darvi un consiglio: se avete la canzone ''Battle Scars'', ascoltatela un attimo ed immaginatevi loro due stretti l'una fra le braccia dell'altro che sorvolano il fiordo, le montagne, e luoghi lontani... Questo servirà a darvi un'idea di quanto quel momento sia stato meraviglioso e pieno d'emozione, di passione.]
Poi, quando si fece ancora più tardi, atterrarono all'interno delle mura del castello e si fermarono a parlare seduti sul bordo di una delle due fontane che si trovavano sulla pista da pattinaggio che aveva fatto lei quel pomeriggio. Ad un certo punto della conversazione, Jack le disse di aver osservato ciò che successe dopo che sua sorella e il suo fidanzato rimasero lì da soli, proprio in quel punto dove ora c'erano loro ''Elsa, sai, prima ho visto quel tipo biondo con tua sorella, come si chiama...?'' ''Intendi dire Kristoff?'' lo aiutò lei ''Sì, lui. Comunque, ho visto che Anna ha accettato la sua proposta di matrimonio e lui le ha messo una anello... Fatto di ghiaccio... Questo vuol dire...'' ''Sì, ho dato loro la mia benedizione. E, dimmi... L'anello gli è piaciuto?'' gli domandò curiosa, lui annuì. Poco dopo,  mentre si misero ad ammirare le stelle, la ragazza iniziò quasi a svenire dal sonno, e si addormentò fra le braccia di Frost, che la trasportò in volo fino alla sua camera e si addormentò sul letto insieme a lei.

ANGOLO AUTRICE: Ciao a tuttiii (scommetto che starete pensando ''NOOOOOO!!!!!!!!! DI NUOVO LEI NOOOOO!!!!!!'' hahaha XD) spero vi stia piacendo la storia!! Vorrei fare un ringraziamento speciale, prima di tutto, a chi mi sta seguendo e a chi ha aggiunto la mia fanfic alle sue preferite; un enorme GRAZIEEE anche a chi fin ora ha recensito, specialmente a Amy e Blaze per le sue frequenti recensioni <3 Per il resto, niente da dirvi... Lunga vita a JackxElsa! Baci baci, abbracci e California a tutti!!! Alex :D

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Capitolo 12
*** Il giorno del matrimonio ***


~~Prima che arrivasse il grande giorno per Anna e Kristoff, passò circa una settimana piena di prepavativi per la cerimonia. Ma poi, arrivò quel dì tanto atteso. Era una calda domenica mattina, ed Elsa si svegliò prestissimo facendo attenzione a non avegliare anche Jack, che dormiva accanto a lei. Ancor prima di prepararsi in tutta calma, andò in camera di Anna, la fece svegliare e l'aiutò a sistemarsi per la cerimonia. Dopo che si fece una doccia, si sedette sullo sgabello di velluto viola davanti all'enorme specchio appeso alla parete verde, e si lasciò pettinare i capelli dalla sorella, che usò la stessa spazzola di ghiaccio creata tanto tempo fa da Frost. Dopo averli districati a dovere, li raccolse nella stessa pettinatura che aveva nel giorno della sua incoronazione, però invece dei suoi soliti nastrini verdi, gliene regalò un paio bianchi e brillantinati, stupendi, che le mettevano in risalto sia la folta chioma che il delicato visetto. Poi le tinteggiò delicatamente gli occhi con della polvere chiara, le scurì le ciglia e le mise un rossetto rosso. Era meravigliosa, ma mancava ancora qualcosa: il vestito! Con solo un sciugamano addosso, venne accompagnata dalla sorellona fino alla stanza della sartoria, dove avevano lasciato l'abito. Elsa le diede una mano ad infilarselo e le porse le scarpette bianche con un accenno di tacco (all'epoca portare i tacchi bassi era simbolo di regalità e di purità). ''Grazie Elsa!'' la ringraziò lei emozionatissima, e l'altra rispose con un largo sorriso. La sposina passò alcune decine di minuti ad osservarsi attentamente al garande specchio, studiando il vestito con le spalline ''a barca'' e il corpetto stretto che si allarga in una gonna a partire dall'addome; ''Sono bellissima...'' pensò, mentre la sorella si avviò verso la sua camera. Jack, che intanto stava dormendo tranquillamente nella stanza delle regina, quando riaprì gli occhi vide entrare dalla porta della camera la ragazza con addosso solo un asciugamano celeste e i capelli raccolti con un mollettone e alla meno peggio. Per l'imbarazzo e per la paura della sua reazione quando avrebbe scoperto che lui fosse sveglio, preferì fingere di dormire ancora, almeno finchè non si vestisse. Poi, quando capì che era già ben sistemata, finse di svegliarsi: un paio di sbadigli, una sgranata agli occhi e qualche stiracchiatina. Non appena si tirò in avanti con la schiena mettendosi seduto sul letto, la vide: capelli sciolti e morbidi, un bellissimo vestito dal corpetto nero con una scollatura a cuore, che le stringeva fino ai fianchi per poi finire a 'V', senza spalline, la gonna era ampia, di colore blu notte e le arrivava alle caviglie, e portava delle ballerine con un po' di tacco. Tutto l'abito era decorato con vari disegni e ghirigori (erano le tipiche decorazioni per i vestiti di Arendelle) che si alternavano tra il bianco, l'azzurrino e l'indaco chiaro. ''E' stupenda...'' pensava lui, ed effettivamente aveva ragione! Lei, quando lo sentì 'svegliarsi', si girò lentamente, mentre si stava sistemando la gonna, e, vedendolo osservarla imbambolato, chiese spiritosamente ''Che c'è, ho qualcosa tra i denti?''. Allora lui scosse la testa, passando da uno sguardo perso ad un'espressione più divertita ''No, no... E' solo che...'' rispose diventando un po' rosso in viso ''Sei molto bella! Posso aiutarti?'' disse poi indicando i suoi capelli chiari, ora lasciati liberi sulla schiena. Le si avvicinò, prese la spazzola che gli porse lei e, non appena la ragazza si sedette davanti al solito specchio, iniziò pettinarle la soffice chioma. Una volta districati, li raccolse nella sua treccia e gliela lasciò morbida sulla spalla sinistra. Dopo di che, le fece segno di girarsi verso di lui, così ebbe modo di truccarla: ombretto viola, ciglia scure e rossetto rosa, quasi viola, sulle labbra. Dopo essersi alzata, mentre si guardava allo specchio, il ragazzo le chiese ''Ma dimmi, Fiocco di Neve, in cosa consisterà questa giornata tanto speciale?'' e lei gli disse ''Allora... Prima di tutto ci sarà la cerimonia nella chiesa, durerà non più di un'ora e mezza, sperando, poi si andrà a fare pranzo nel miglior ristorante di Arendelle, e poi torneremo al castello dove si andrà a ballare un lento in onore della nuova coppia''. Jack assunse un'espressione strana, quasi maliziosa, che Elsa non riuscì a decifrare ''Elsa, ma tu sai ballare un lento?''; ella, tirandosi una ciocca dietro l'orecchio ammise di non saperlo fare ''In realtà, no...'' ''Ma se vuoi ti insegno io!''. Vedendo che l'idea le piaque, le si avvicinò, le fece un inchino e le porse la mano; lei mise la sua manina pallida su quella di Frost per poi ricevere un elegante baciamano. Lui poi le portò la mano sulla spalla di lui e mise la sua sul fianco di lei, mentre le loro mani libere si unirono. Il ragazzo le spiegò i passi e la aiutò a fare pratica ''Ehi, sei brava!''; ''Grazie... Sei il miglior amico che una ragazza possa mai avere!'' a quelle parole lui perse un po' di tutta quella allegria che mostrava in viso, pensando ''Sì, amico...'', lasciando un po' confusa la ragazza. All'improvviso le loro risatine divertite vennero interrotte da un rumore improvviso, un tonfo. Spaventati uscirono dalla camera e si diressero verso il corridoio che portava alla sartoria, il posto da dove sembrava provenire quel fracasso. Non appena guardarono in fondo alle scale vicino alla porta aperta della stanza piena di manichini, videro Anna a terra che piangendo si stava massaggiando una gamba ''Anna!!'' gridarono i due in coro, e si precipitarono da lei ''Anna, cos'è successo!?'' domandò preoccupata Elsa che, con un fazzoletto appena creato dalle sue stasse mani, asciugò il visetto della sorellina. ''Ti sei fatta tanto male?'' ''No, non piango perché mi sono fatta male, ma piango più per il vestito: la cerimonia inizierà tra non più di cinque minuti e il vestito è completamente rovinato, strappato...!'' la regina le prese le mani e le fece segno di alzarsi, poi, una volta di nuovo dentro la sartoria, una sistematina veloce all'acconciatura e al trucco e, infine, ella l'avvolse in una fredda nuvola bianca e azzurrina, che quando svanì le lasciò addosso al posto dell'abito mal messo un incantevole vestito che era tra il bianco candido e l'azzurrino chiaro del ghiaccio dei poteri della sorella. La sposa aveva ancora gli occhi chiusi, per vedere solo alla fine il lavoro della regina.Questo era stretto dal petto dove formava un adorabile scollo a cuore, fino ai fianchi dove iniziava ad allargarsi in una delicata gonna, tutto unito, senza distacco tra il corpetto e l'ampia gonna. Non c'erano le spalline, ma dalla schiena partiva un bellissimo strascico che toccava terra con i suoi tre metri circa di lunghezza. Poi, quando sentì dire ''Ho finito!'', aprì gli occhi, davanti al grande specchio dove si ammirò senza dire parola; Elsa, sentendo il silenzio dell'interessata, si preoccupò di non essere riuscita bene nella sua impresa ''Ti... Piace?''. ''Se mi piace...? ...L'adorooo!! Adesso sono perfetta!!'' rispose li tutta entusiasta ''Oh, direi quasi perfetta...'' disse l'altra, per poi iniziare a roteare le sue mani tra loro creando un meraviglioso diadema di ghiaccio cristallino e glielo pose sul capo ''Aspetta un attimo...'', dopo ciò toccò il gioiello con tutte le dita delle mani e le fece scorrere dalla testa della sorella verso al pavimento, fino alla fine della schiena, formando un velo da sposa fatto di cristalli di brina e ghiaccio ''ADESSO sei perfetta!''. Per ringraziarla, ella l'abbracciò forte, senza rendersi conto del tempo che scorreva, e rimanerono così finchè non furono interrotte dal suono delle campane. In tutta fretta corsero verso la chiesa, e quando raggiunsero il portone ancora chiuso di questa, la maggiore sistemò frettolosamente la sorellina, poi la prese a braccetto e dopo aver aperto le porte l'accompagnò fino all'altare, sotto gli sguardi meravigliati dei presenti, che si alzarono in piedi dalle panchine di legno all'entrata delle ragazze. Quando giunsero vicino a Kristoff, che le stava pazientemente aspettando, la regina cedette la mano di Anna al suo promesso sposo, per poi andare a sedersi al proprio posto, dove l'attendeva Jack (era andato a sedersi subito dopo aver trovato Anna seduta per terra e prima che Elsa la risisitemasse), che era seduto al suo fianco ''Hai fatto davvero un ottimo lavoro!'' le sussurrò. La cerimonia durò un'ora e mezza precisa, e quando il vecovo della città pronunciò la frase da tutti preferita ''Puoi baciare le sposa'', quasi tutti si commossero alla dolcezza del momento del loro bacio. Subito dopo aver mangiato dei deliziosi pasti a base di frutti di mare in un locale molto carino vicino al porto, con vista sulle belle acque cristalline del fiordo, tutti si diressero al castello, nel gran salone da ballo (quello dove Elsa rivelò i suoi poteri a tutti il giorno della sua incoronazione), dove i domestici avevano già portato le splendide torte nuziali e vari dolcetti, nella quale i novelli sposi diedero il via alle danze. In un angolo della stanza c'erano un pianista, due violinisti ed un tipo che coordinava i suonatori dei vari strumenti a fiato, che suonarono una serie di famosissime dolci melodie. Tutti avevano il proprio partner, ma non la regina. Elsa se ne stava silenziosamente vicino alle pietanze osservando la nuova coppia, felicissima per la sorella e per il suo sposo. Quando distolse un momento lo sguardo, notò che Frost, vicino all'uscita, le stava facendo segno di seguirlo, e presto si ritrovarono fuori, nei giardini reali. Qui Jack le porse la mano inchinandosi, ed allora la ragazza capì; ballarono tutta la notte loro due da soli, accompagnati dalla musica soffocata che veniva da dentro.

ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti! E rieccoci qui con il dodicesimo capitolo della storia! Comunque, adesso vi scrivo questa nota solo perché volevo farvi sapere che se avete qualcosa da capire o curiosità; da chiedermi, domandate pure, non siate timidi! <3 A proposito, mi farebbe tanto piacere cosa ne pensate della storia^^ Per il resto, niente da dirvi; lunga vita a JackxElsa! Baci baci, tanti abbracci e California a tutti! Alex

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Capitolo 13
*** Tutto torna indietro ***


~~
Il giorno dopo la mattina presto, davanti alle porte del castello si fermò una bellissima carrozza decorata con meravigliosi fiori tropicali di vari colori, trainata da due stupendi cavalli bianchi. Mentre il popolo della città vi si fermò ad ammirarne la bellezza, Anna e Kristoff, ancora vestiti da sposi, vennero accompagnati da Elsa, dall'uscita del castello, fino al portone delle mura, dove, una volta aperto, venivano acclamati dai cittadini mentre salivano sulla vettura. Pian piano giunsero al molo, accompagnati dagli allegri bambini che con i loro cestini gettavano petali di rose sul percorso da prendere. Quando raggiunsero il molo, scesero dalla carrozzetta per poi prendere una graziosa barchetta, altrettanto decorata, poi si avviarono verso le splendide acque del fiordo, in quella calda giornata estiva. La regina era rimasta davanti alle porte, osservando il tutto da lontano, quando vide arrivarle incontro Jack, che atterrò dal suo volo e si appoggiò al suo bastone, guardando come lei i bambini giocare ''Dove vanno i due piccioncini?''. Ella distolse lo sguardo per posarlo su di lui ''Beh, vanno in viaggio di nozze, due settimane ai Caraibi'', poi tornò di nuovo ad ammirare quelle piccole pesti. Dopo una manciata di minuti, tornarono entrambi all'interno, nella sala dove si trovavano i troni dei genitori di Elsa. La giovane si sedette su quello della madre, attendendo pazientemente che arrivassero i proprietari della compagnia di viaggi a farle firmare tutti i documenti e a farle pagare il prezzo del viaggio e dell'alloggio degli sposini novelli. Per due intere settimane, lei era sempre lì, da mattina a sera, in quella stanza, ad essere disponibile ad ogniuno dei suoi amatissimi cittadini, nel caso richiedessero un aiuto da parte sua. Furono giorni molto duri per la ragazza, non ancora abituata al suo incarico, tra manifestazioni, festeggiamenti e  quant'altro. Dopo ben quindici giorni di fatica, si concesse un giorno di riposo, che passò a riprendersi e a divertirsi con Frost al palazzo di ghiaccio. Giocarono a battaglie di neve, a costruire pupazzi e lui le raccontò tutto di come incontrò i guardiani e glieli presentò, creando delle statue di ghiaccio che rappresentassero ciascuno di loro. Per primò scolpì Nord. ''Wow... Non sapevo che Babbo Natale fosse pieno di tatuaggi!'', poi Dentolina, poi Sandy e alla fine Calmoniglio ''Ma quello è un canguro?'' chiese lei divertita, e lui spiritosamente rispose ''In realtà non lo so... Ma credo di sì...!''. Per Elsa era proprio ciò che ci voleva dopo tutto quel lavoro: una giornata di puro divertimento, con il ragazzo che adorava di più al mondo, non poteva sentirsi meglio. Quella splendida passò molto in fretta per loro e, non appena si fece molto tardi, decisero che era ora di tornare a casa. Tornarono ad Arendelle camminando, impiegando più tempo il possibile durante il tragitto. Quando arrivarono alla loro meta, notarono un carro nero che si dirigeva verso il castello, superò le mura ed alcune persone presero una grande cassa di legno, anch'essa nera, decorata con dell'oro, e la portarono dentro. I due erano molto confusi e preoccupati, così accellerarono di molto il passo, iniziarono a correre sull'erba secca della Montagna del Nord; ad un certo punto il ragazzo creò uno slittino di ghiaccio e lo diede in custodia a lei ''Jack, che stai-'' tentò di chiedergli questa, ma venne interrotta ''Fidati di me...''. Poi balzò in aria e venne sostenuto dal vento, riprese la slitta e l'appoggiò a terra, gelò una striscia del prato in discesa davanti a loro e, facendo ad Elsa segno di sedersi, la spinse sul terreno ghiacciato. Mentre lei scivolava spaventata, lui la seguiva e mano a mano che proseguivano, prolungava sempre di più la striscia di ghiaccio, facendola arrivare in un battibaleno al loro lago appena fuori la città. Di fretta e furia corsero al castello per poi, appena entrati, essere accompagnati da dei domestici alla camera da letto di Anna. Quando entrarono, la prima cosa che videro fu Kristoff che piangeva disperatamente, dicendo cose senza senso, tipo ''No, non può essere accaduto veramente!! NON PUO'!!'', inginocchiato al lato del letto, e che apparentemente cercava di coprire qualcosa. La ragazza si avvicinò a Kristoff ''Kris, cos'è succ-'', ma smise di parlare quando vide qualcosa di veramente traumatizzante, che le causò un attacco di cuore. Scoprì il corpo di anna, privo di vita, e ricoperto di sangue. Non appena anche Frost capì ciò che era successo, per poco non sveniva pure lui, quando a fermarlo ci fu un pensiero, un ricordo che gli sorse nella sua mente. Vedendo la vita di Anna (i momenti in cui era con lei, si intende) scorrergli veloce davanti agli occhi, riuscì a notare quel momento in cui Granpapà le rimosse il ghiaccio della sorella dalla testa, salvandole la vita. ''I troll...'' pensò ''Forse loro potranno fare qualcosa...''. Nel frattempo il personale addetto al pronto soccorso riuscì a rianimare la regina senza alcun problema. Lei si mise a coccolare il triste cognato, ed ordinò ad alcune cameriere fidate di lavare il corpo della malcapitata e di portarglielo una volta pulito. E ciò accadde: Elsa ricevette il corpo morto e nudo di Anna, lo ricoprì con un velo di ghiaccio e iniziò a premere sulle ferite che aveva dappertutto, raffreddandole, illudendosi che sarebbe potuto succedere qualcosa, anche se sapeva perfettamente che nulla sarebbe cambiato. Dopo essere rimasto a guardarla fare qualche altro tentativo, Frost le si avvicinò e, nonostante nessuno a parte la regina avrebbe potuto sentirlo, lui si mise comunque vicino all'orecchio della ragazza per bisbigliarle ''Ehi, forse una soluzione c'è!''. A quelle parole, i suoi occhi diventarono enormi, sia per lo stupore che per la speranza che cresceva sempre più ''D-dici... Dici sul serio!?'' chiese incredula a bassa voce. ''Oh sì. Ma dobbiamo andare alla Valle dei Troll, e subito, prima che sia troppo tardi...'' ''Troppo tardi per cosa?'' ''Prima che la sua anima ci abbandoni completamente... Forse siamo ancora in tempo per salvarla!!''. Presto Elsa chiamò Kristoff, le diede Anna in braccio, viaggiò con la prima carrozza che trovò parcheggiata nel loro giardinetto e gli raccontò durante il tragitto ciò che era necessario sapere, nulla di più né di meno. Mentre loro si avvicinarono con la vettura, Jack andò in volo dai troll, giusto in tempo per riusscire a riferire loro tutto l'accaduto, che presto lo raggiunsero anche gli altri. Elsa corse incontro a Granpapà,  mentre Kristoff portò delicatamente la moglie stringendola a sé amorevolmente, per poi stenderla su un lettino di rocce, terriccio ed erba fresca che avevano appena costruito quelle creaturine. Subito le si avvicinò il più anziano di loro e le mise una mano sulla fronte ''Prima di tutto devo vedere se la sua anima è ancora recuperabile'', dopo un minuto di inutile ricerca, si voltò vero la sorella, che speranzosa era stretta stretta a Jack, e disse loro ''Mi dispiace...''. ''NOOO!!'' Elsa si mollò dal ragazzo e accorse al corpo ancora ferito della sfortunata ''No, no, no...'' e si mise a piangere insieme agli altri due. Passò qualche minuto, poi, da inginocchiata e china sulla sorella, si rimise in piedi ed andò dal troll, chiedendogli timidamente ''Non c'è nulla che possa fare?''. Lui poi fece segno ai due ragazzi di lasciarli soli un momento, così loro si misero comodi in una delle casette di roccia che si trovavano tutt'attorno alla Valle. ''Elsa, mia cara, un modo c'è... Ma non è mai stato provato prima...'' le riferì ''E... Che modo sarebbe?''. ''Elsa, se vuoi che Anna torni a vivere... Dovrai sacrificare la tua vita!'' le disse lui tristemente; a quelle parole, la ragazza venne assalita dalla paura, indietreggiò mettendosi entrambe le mani sul petto, in posizione del cuore. All'inizio era davvero indecisa ma poi, quando alla paura le si sostuì il suo enorme coraggio, lei si rimise in posizione normale, avanzò un pochino e, a testa bassa e con gli occhi chiusi, gli fece un cenno di conferma. Quando egli stava per richiamare i ragazzi, lei lo fermò ''No, aspetta! Non voglio che loro lo vedano... Che Jack lo veda...'' allora lui rispettò la sua richiesta. Dopo che gli altri troll costruirono un altro lettino, ella vi si distese sopra e chiuse gli occhi. Le creature si trasformarono in rocce ed iniziarono a rotolare in cerchio intorno ai tre, formando due cerchi: quello all'interno girava in modo orario, l'altro in modo antiorario. Lo stregone alzò le mani al cielo, mentre le ferite di Anna si curarono e nell'aria i poteri di Elsa formavano una nuvola fredda e azzurra intorno a loro. Dal corpo della maggiore, dal petto, uscì una luce bianca, quasi accecante, che s'innalzò verso l'alto, per poi spostarsi e scendere verso l'altra ragazza. Quando questa la raggiunse, la nuvola cominciò a concentrarsi in una sfera ed esplose. In quello stesso istante, Anna si alzò di colpo mettendosi seduta, per poi mettersi in piedi e, non appena vide Kristoff da una finestrella, corse verso la porta e, non appena la vide, lui le corse incontro ad abbracciarla fortissimo. ''ANNA!!'' ''KRISTOFF!!'' ''Anna!'' Kristoff! Guarda, sono viva!'' iniziarono entrambi a piangere, ed anche Jack si commosse. Ma poi, non vedendo Elsa, questo corse fuori dalla grotta scavata nella roccia ed andò da Granpapà, quando la vide; era distesa su quell'ammasso organico, gli occhi erano chiusi, non si muoveva. ''ELSAAA!!'' s'inginocchiò davanti al corpo immobile ed ancora più freddo e pallidodi prima ''Elsa, no... Non puoi farmi questo...''. Con le copiose lacrime che gli rigavano il viso, la prese fra le braccia e la strinse a sé. All'improvviso, quando meno se l'aspettava, lei iniziò a tossire faticosamente. ''Jack...!'' lo chiamò con un filo di voce. Lui riaprì gli occhi arrossati e lucidi e l'abbracciò ancora più forte ''ELSA!!''. Lei sussultò ''Jack... Non mi rimane molto tempo...'' e il sorriso di lui diventò un'espressione di dolore immenso ''Cosa vuol dire 'mi rimane poco tempo'!?''. ''Jack, io ho dato la mia vita ad Anna, mi sono sacrificata per lei proprio come aveva fatto lei per me. Se non mi ricordo male, qualcuno mi disse che 'tutto torna indietro'... Bene, adesso è il mio turno'' le riferì cercando di rialzarsi in piedi ma, dato che quelle poche energie non le bastavano, finì quasi per cadere, ma si ritrovò in braccio al ragazzo. Lui iniziò a piangere disperatamente. ''Jack, ti prego, non piangere... Mi rimangono solo non più di dieci minuti, e mi fa male vederti piangere'' gli disse asciugandogli debolmente il suo bel faccino. ''Jack, avrei un paio di cose che vorrei tu facessi per me...'' lui, che la stava portando verso un morbido appoggio, la mise seduta al suo fianco e la fece appoggiare sulla sua spalla, con un braccio che le teneva dritta la schiena ''Dimmi ciò che vuoi''. ''Prima di tutto, vorrei che adesso tu ti faccia vedere da Anna e Kristoff, e che li porti qui da me...''. Lui la riprese in braccio e la portò dentro la casetta dove si trovavano gli altri due che erano talmente concentrati su di loro, che non si accorsero nemmeno della povera ragazza distesa sul letto di roccia, dall'altra parte dell'unica stanza rotonda che c'era. Frost poi si piazzò davanti questi, creò due fiocchi di neve con un incantesimo dentro e li fece arrivare fino ai loro occhi. D'un tratto anche questi lo vedevano; ''Jack!'' disse Anna felice di rivederlo dopo tanto tempo ''Anna, ne è passato di tempo! Ma comunque dovete seguirmi, è per tua sorella...''. A quel punto sui loro volti emerse un'espressione molto preoccupata ''Già dov'è Elsa?'' chiese Kristoff. Quando notarono la regina senza forze che cercava di alzarsi almeno con la schiena ''ELSA!!'' Anna si spaventò e si precipitò da lei. ''Anna... Tra poco morirò, il mio tempo scadrà fra quasi cinque minuti...'' riferì con la voce tremolante ''Anna, Kristoff, Jack... Prima che arrivi la mia ora, vorrei che portaste il mio corpo ad Arendelle, e quando succederà promettetemi che mi metterete nel lago di ghiaccio'' detto questo, Anna e Kris rimasero un po' confusi ''Quale lago di ghiaccio?'' pensavano, ma Frost capì subito. Subito partirono con la carrozza e, durante il tragitto, ella si faceva sempre più debole e fredda, e la sua pelle cominciò a diventare grigia. Ci volle un po' prima di arrivare. Non appena giunti alla meta, nel giardino del castello, la sorella l'avvisò ''Elsa, siamo arrivati!'' ma, non udendo nessun tipo di risposta, iniziò a scuoterla lievemente, proprio come si fa a svegliare le persone di mattina mentre dormono ''Elsa...? ELSAAA!!''. Presto si rassegnarono all'idea di essere arrivati troppo tardi. ''No, non puoi lasciarmi così... Non so cosa fare senza di te... Elsa...'' e mentre Jack la prese in braccio per portarla al loro nascondiglio preferito con le lacrime agli occhi e senza riuscire a dire parola, gli altri due lo accompagnarono piangendo disperatamente. Nessuno si sccorse del loro 'viaggetto' fino al lago. Non appena arrivati, la leggenda mise la ragazza su una pietra, in custodia della sorella, mentre intanto ghiacciò il lago, coprì ogni cosa di neve e creò una crepa sul sottile strato di ghiaccio sopra l'acqua gelata ''E' così che l'avrebbe voluto...'' disse il ragazzo dai capelli argentei. Ricreò la stessa ed identica situazione del momento in cui morì lui. Poi fece segno di lasciarli soli per un minuto, e fu in quel momento che Frost le rubò un bacio sulle labbra, che deviderava in realtà da tempo. Dopo di ciò, la strinse a se e la mise sopra la crepa che aveva creato sul lago e la vide malinconicamente spezare il sottile ghiaccio e sporfondare nell'acqua. Adesso sapeva anche lui come si sentì sua sorella dopo il salvataggio.

ANGOLO DELL'AUTRICE: Ciao a tutti! Un enorme grazie per chi è arrivato fin qui... Spero di non avervi seccato con un capitolo così lungo, ma mi sembrava bruttino da dividere. Comunque con questo capitolo tanto triste, starete sicuramente pensando ''NOOOO *sniff sniff* NON DOVEVA FINIRE COSIIII!!!!!!!! SEI UNA RAGAZZA BRUTTA E CATTIVA, SEI CRUDELEEE!!!!!'' (anche io in realtà lo sto pensando XD lol), ma non vi preoccupate, non è finita qui! Non voglio anticiparvi nulla, ma vi dico solo che il prossimo capitolo potrebbe diventare il vostro preferito... Per il resto, niente da dirvi; lunga vita a JackxElsa! Baci baci, tanti abbracci e California a tutti! Alex <3

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Capitolo 14
*** Dopo la sua morte... ***


~~[Torniamo al Polo Nord, XXI secolo]
Era una fredda mattinata al Polo Nord, e al laboratorio di Babbo Natale c'erano tutti, Dentolina, Sandy, Rapunzel... Tutti ad eccezione di Jack. Nessuno sapeva dove lui fosse, e questo li preoccupava parecchio, quando il padiglione rotondo al centro della stanza col globo venne colpito dalla luce della luna, che si faceva sempre più intensa. Presto si riuscì a riconoscere la sagoma di un ragazzo con un bastone dalla punta ricurva. ''Jack!'' urlò Rapunzel mentre gli correva incontro, ma qualcuno la precedette: Calmoniglio, con passo pesante ed arrabbiato e pesante, lo raggiunse e gli scaraventò tutta la rabbia che provava nei suoi confronti in quel momento ''TU!! Piccolo...! Insolente...!'' ma si fermò quando lo vide cadere a terra. Quando dopo quasi un quarto d'ora riprese coscienza, non appena aprì i suoi occhi blu vide di trovarsi in camera sua, sotto la bianche coperte del suo lettone, sui cui lati vi erano seduti Rapunzel, Hiccup e Merida, mentre gli altri guardiani lo aspettavano in piedi. C'era un leggero brusio, che si interruppe quando la mora si accorse del suo risveglio ''Ssssshh, zitti, si è svegliato...'' e, una volta silenzio si e composti, gli chiese abbracciandolo forte ''Jack, ho avuto tanta paura! Cos'è successo?''. Lui alzò la schiena portandosi una mano alla testa e strofinandola su di essa e disse qualcosa di incomprensibile a voce bassissma, lasciando tutti in un breve silenzio, cercavano di capire cosa avesse detto. Poi lui ripetè con tono più alto ''Elsa...'' lasciando ancora tutti nel silenzio, un po' preoccupati. ''Jack, chi è Elsa?'' domandò delicatamente Dentolina, quasi gelosa. ''Elsa, dove sei?'' fu ciò che disse lui, come se non avesse ancora capito dove si trovasse, né cosa gli avesse detto chi. Ad un certo punto Nord fece  segno ai guardiani di lasciare con Frost solo i ragazzi seduti ai suoi lati, così presto quattro di loro uscirono dalla stanza. I tre ragazzi rimasti rimasero ad ascoltarlo senza dire parola ''Elsa... Elsa... Dove sei Elsa? Non lasciarmi qui da solo... Non puoi farmi questo, siamo sempre stati fianco a fianco... Non abbandonarmi ora...''. Dopo un paio di minuti, decisero che forse sarebbe stato meglio lasciarlo un po' da solo a tranquillizzarsi, allora se ne andarono anche loro. Trovarono: Sandy che creava con la sua sabbia dorata la figura di Frost con un punto di domanda vicino, Dentolina che svolazzava freneticamente di qua e di là, Calmoniglio che se ne stava seduto e pensieroso ad  osservare il globo e Babbo Natale che con passo impaziente camminava avanti e indietro. Hiccup consigliò di andare dal russo a chiedergli se l'Uomo nella Luna nel frattempo gli avesse riferito qualcosa, mentre Merida cercava di consolare l'altra che si stava preoccupando parecchio. Dopo qualche minuto si sentì lo scricchiolio della vecchia porta della camera dello spirito dell'inverno e tutti, quando si girarono, lo videro lì, debole aggrappato faticosamente al suo bastone, con lo sguardo basso e le lacrime agli occhi. ''JACK!'' la fata del dentino gli corse incontro, lo prese per un braccio e con l'aiuto del coniglio pasquale lo portò a sedersi su un divano che, nonostante fosse duro, era anche abbastanza comodo. Una volta arrivato, il ragazzo alzò lo sguardo verso di loro e domandò ''Non è morta, vero...?'' suscitando altrettanta preoccupazione in essi ''No, non può essere morta!''. Hiccup si fece forza e cercò di interagire ''Chi non può essere morta, Jack?'' ''Elsa! E' ancora viva, me lo sento...'' cercò di autoconvincersi, anche se anche lui sapeva perfettamente cos'aveva visto un'ora fa al lago ghiacciato prima di essere di nuovo teletrasportato dalla Luna. ''Nord, ci devi accompagnare tutti al Nostro lago! Presto, ti prego!'' lo supplicò, ed egli rispose ''Per me va benissimo, se a Calmoniglio piace slitta!'' ''E a voi le carote...'' mormorò l'altro. ''Perfetto!'' in un attimo tutti saltarono sulla slitta di Babbo Natale ed ancor più velocemente atterrarono sull'erba gialla e piena di brina vicino al bosco del lago. ''Seguitemi, presto!'' il ragazzo correva velocemente verso il sottile strato di ghiaccio al centro della zona senza alberi, facendo loro gesto di seguirlo con la mano. Andò al centro della lastra di ghiaccio e vi strofinò un braccio sopra per cercare di renderla più sottile ancora, in modo che poi sarebbe stato possibile vederci chiaramente attraverso. ''Eccola!'' gridò dopo una breve osservazione, poi prese il suo bastone e lo usò per spaccare il ghiaccio. ''Jack, ma CHE STAI FACENDO!?'' chiese preoccupata Rapunzel, la quale si spaventò ancora di più, come gli altri, vedendolo tuffarsi nell'acqua gelata. Uscì fouri dopo quasi un minuto, portando con se il corpo ben conservato nel freddo di una ragazza. Era quello di Elsa! Lui la prese fra le sue braccia e la strinse a sé amorevolmente ''Non ti preoccupare... Adesso ci sono io con te, sei salva...''. Poi la diede per un momento a Hiccup, che, nonostante quella ragazza fosse molto leggera, chiese aiuto a Merida per via della sua poca forza, giusto il tempo di costruire con la neve una montagnetta su cui poggiarla. Una volta sistemata, le prese una mano e gliela baciò ''Elsa... Elsa...? Dai, svegliati! SVEGLIATI!!'' e quando iniziò a scuoterla violentemente, Nord e Calmoniglio si sentirono costretti a staccare quella povera ragazza dalle fredde mani di Frost, prima che impazzisse del tutto, anche se si risultò particolarmente difficile data l'ostinazione del ragazzo. ''NOOO!! NON ME LA PORTATE VIAAA!! ELSA! ELSAAA!!!'' gridò lui diperato come se già sapesse che sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe vista, e qualche lacrima cominciò a rigargli il volto. ''Jack...'' gli spiegò Hiccup demoralizzato ''Ormai è morta, lo hai visto anche tu... Non c'è nulla che tu possa fare, non esiste un rimedio alla morte!'', cercando di rasserenarlo mentre gli altri due lo tenevano ben stretto. Lui, da agitato e disperato com'era, tornò ad essere calmo e ragionevole e consapevole della triste realtà ''Sì, lo so... Ma voglio lasciarla in un posto decoroso,'' ammise con voce flebile ''che si avvicini almeno un po' alla sua bellezza''. Lui allora, una volta libero, costruì un contenitore di sottile ghiaccio, che sembrava cristallo,  vi posero dentro la defunta, ed ognuno mise un bellissimo fiore, ognuno diverso dall'altro. Tutti tranne Jack. Non trovando un fiore degno di restare con lei, creò una rosa di ghiaccio, così bella e così perfetta, che si poteva 'solo avvicinare' alla bellezza di lei, e gilela mise fra le mani, che erano unite fra loro. Poi, prima di chiudere la cassa, il ragazzo non resistì dal rubarle un ultimo bacio, dopo di che la vide affondare di nuovo nelle gelide acque, spinta da Calmoniglio. Tornarono al Polo che si era fatto mezzogiorno, e intanto gli elfi avevano preparato una tavola ben apparecchiata, un tacchino e vari stuzzichini rustici. Subito presero posto a tavola: Nord a capotavolo da una parte e Jack dall'altro. Tutti mangiarono a sazietà ed anche di più, non lasciarono nel piatto nemmeno una briciola, tutti tranne quel ragazzo che dal momento in cui si era seduto non toccò cibo. Anzi, si mise con la testa appoggiata su un braccio, con i gomiti sul tavolo, e con la mano libera punzecchiava la carne con la forchetta. Nord notò più di tutti questo suo strano comportamento, così per rallegrarlo gli chiese di fare la cosa che più adorava al mondo ''Jack, tra due settimane è Natale, ma manca neve. Vuoi portarla tu?''. Lui accettò fingendosi entusiasta, anche se non era riuscito a convincere neppure sé stesso.  In un istante, già si trovava nel cielo a cavalcare il vento, che lo portò prima al Nord Europa (dove in realtà già si trovava), poi al Centro, ad Ovest ed in fine al Sud. Quando ebbe finito si era fatta ormai sera e, stanco dal suo lavoro, decise di fermarsi in Italia a riposare per quella notte. La mattina dopo, mentre tornava al laboratorio dagli altri, vide il lago, così volle assolutamente fermarsi lì per almeno qualche minuto. Quando toccò la neve da poco caduta con i piedi, si diresse subito verso la lastra di ghiaccio. Come successe il giorno prima, strofinò il braccio sul ghiaccio e la vide. Era ancora lì, bella, circondata da fiori colorati e con la sua rosa fra le mani. Era tentatissimo dal tirarla di nuovo fuori e riprenderla fra le sue braccia, ma si bloccò dal pensiero di quanto rispetto le avrebbe mancato se l'avesse fatto. ''E' solo un'amica'' cercava di convincersi per trovare un po' di pace ''Non ho bisogno di lei''.

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Capitolo 15
*** Jack ha bisogno di aiuto! ***


~~Da quando aveva accettato la realtà dei fatti, Jack capì che non c'era nulla che potesse fare, ma ogni giorno passava ore intere al lago dove si trovava la ragazza. Con lei passava interi pomeriggi, a volte da pomeriggio lui restava con lei fino alla mattina del giorno seguente. Le raccontava tutto ciò che gli passava per la testa: da come da guardiano sia divertente ghiacciare il mondo, a come si sentisse solo senza di lui, senza, ovviamente, ricevere mai una risposta. Nei momenti in cui era con lei, era come se entrasse in una specie di trans; era una battaglia ormai persa, e nel combatterla non si riconosceva più nemmeno lui. Cosa gli stava succedendo? In tutta la sua eternità (per ora non sono meno di 500 anni!) non si era mai sentito così, agiva d'istinto. Ma presto capì che quegli incontri, nonostante fossero l'unica cosa che lo aiutavano ad andare avanti, sarebbero dovuti cessare e prima sarebbero finiti, prima sarebbe riuscito a riprendere la sua vita. Dopo una settimana passata quasi per intero al lago, un giorno ci andò con le idee ben chiare e precise. Atterrato dal suo volo, si avvicinò al ghiaccio a testa bassa e con passo veloce ma insicuro. Si inginocchiò al centro della distesa d'acqua gelata e si portò una mano alla fronte, come se avesse un forte mal di testa. ''Elsa... Devo dirti una cosa, ma promettimi che non ti arrabbi...'' iniziò a parlare con un tono debole ''Ultimamente ci stiamo incontrando praticamente sempre, ma ho capito una cosa. Tutto questo non è un bene, né per me e né per te! Scusa, ma...'' gli scese qualche lacrima ''Penso che non dovremmo più rivederci!'' e, piangendo, balzò in aria e volò altrove. Se ne tornò al Polo Nord, dove Babbo Natale e company erano decisamente indaffarati nel loro lavoro. Ancor prima di entrare, da fuori dal laboratorio si sentì il vocione arrabbiato di Nord rimproverare istericamente uno yeti ''BLU!? TI HO GIA' DETTO MILLE VOLTE CHE BLU NON MI PIACE!! USA ROSSO!! … ELFI, PERCHE' STATE SEMPRE SOTTO SCARPONI? DIAMOCI MOSSA, MANCANO CINQUE GIORNI A NATALE!''.
 Di solito, scene come queste facevano piegare il ragazzo in due dalle risate, ma questa volta non bastò a togliergli le lacrime salate dagli occhi. Entrò cautamente dal portone, e silenzioso silenzoso si diresse verso la sua stanza dove avrebbe potuto sfogarsi liberamente. In punta di piedi, era quasi arrivato all'entrata della sua camera, quando sentì alle sue spalle una voce grave e familiare ''Jack, stai piangendo? Cosa è successo? Elfi fare ancora dispetti con riscaldamento di laboratorio...?''. Lui rispose con un tono falsamente sereno ''No, no... Non è niente, non preoccuparti...'' e senza voltarsi verso l'omone, per non fargli vedere il suo volto rigato, per poi entrare frettolosamente nel suo rifugio. Qui, non appena chiusa la porta, si girò dandole le spalle e appoggiatosi con la schiena, scivolò con la testa sempre attaccata al legno di questa ed arrivò a sedersi per terra e con la testa nascosta fra le gambe iniziò a liberarsi, distrutto. Da quella mattina, restò chiuso in quella camera per ben due giorni di seguito, senza mai uscire, né mangiare o almeno consolarsi con qualcuno; non fece altro che piangere tutto il tempo. Intanto, fuori da quella camera Nord era molto preoccupato: non solo per l'isolamento del giovane, ma anche perché come questo stava diventando sempre più debole, così accadeva per l'inverno lì fuori. Mancavano tre giorni a Natale, e Babbo Natale non voleva che fosse la mancanza di neve a mandare il lavoro di un anno a rotoli. Quella mattina presto, decise finalmente di agire; arrivò davanti all'entrata della stanza ed avvicinò un orecchio al legno che lo separava da Frost. Capì che stava ancora piangendo. Per lui, vederlo in quelle condizioni non era proprio facile da sopportare: egli considera Jack quasi come un figlio che non ha mai avuto, ci teneva molto a lui. Dopo aver ripreso il coraggio, diede un paio di forti colpi alla porta, per assicurarsi di essere sentito. Dovette attendere un paio di minuti, prima di udire la sua debole risposta ''C-chi è?'' ''Jack, sono io. Esci un attimo, dobbiamo parlare''. Subito l'omone vide la maniglia, ricoperta di brina, girarsi e il portone aprirsi, rivelando la figura scarna del ragazzo, che si aggrappava penosamente al suo bastone, come se non riuscisse a rimanere in piedi da solo. Aveva un aspetto orribile: era diventato talmente magro che tra poco si potevano vedere le ossa senza Raggi-X, le occhiaie sotto gli occhi, la pelle ancora più pallida di prima, quasi di un blu sbiadito e senza lasciare nemmeno l'ombra né di brina o ghiaccio, né di qualsiasi altra forma di freddo (cosa che lasciava normalmente ovunque poggiasse i piedi). Non appena lo vide, l'uomo sussultò dallo spavento e preoccupato gli fece notare ''Oh Sostakovich, Jack! Non vedi come tu sei ridotto!? Senti Jack, facciamo patto: se io ti concedo settimana di vacanza, tu torni a essere Jack Frost?''. L'altro si guardò prima le mani, poi il resto del corpo, spaventandosi da solo del suo stesso aspetto, poi il suo guardo tornò fisso sugli occhi del russo e gli fece un cenno con la testa. Sempre sotto l'osservazione del premuroso omone, Frost si avviò verso l'uscita, lento e silenzioso e non riuscendo nell'intento di non farsi notare da elfi e yeti, e sparì accompagnato dal vento. Subito dopo, nel salone principale, vide la luce lunare colpire il disegno circolare inciso sul pavimento, così corse vicino al globo e tirò una leva familiare, richiamando gli altri guardiani (e i tre ragazzi). Non appena arrivarono tutti quanti, sulla parte illuminata del pavimento una luce azzurra ed intensa andò a formare la figura di Jack con accanto un bellissimo fiocco di neve, che ben presto iniziò a sgretolarsi. ''Nord, che sta succedendo?'' chiese preoccupata Merida e questo rispose ''Manny sta dicendo che Jack è debole, ed è in pericolo: se non riporta inverno in Europa, bambini non crederanno più un lui, e se questo succederà non esisterà più nessun Jack Frost! Lui ha bisogno di aiuto, ma non possiamo aiutare lui in nessun modo...''. Detto questo, la sagoma rotonda sul suolo si abbassò sotto terra, e fece apparire al suo posto un grande cristallo dal colore azzurrino-bianco luminoso. ''Dai, che ora sceglie un nuovo teppistello!'' scommise spiritoso Calmoniglio, per poi venire inzittito da Dentolina ''Shhhh! Chissà chi è!''. Nel cristallo andò a formarsi la sagoma sterilizzata di una persona, per poi prendere forma: era una bellissima regazza, vestito abbastanza aderente con vistoso spacco alla gonna, mantello, treccia laterale, occhi bellissimi... ''Eh no, questa è nuova...'' disse pensieroso il coniglio ''Nord, tu sai chi è?''; l'altro scosse orizzontalmente il capo.
[Intanto, al lago di ghiaccio...]
Jack era seduto appoggiato con la schiena ad un albero lì vicino alla tomba di Elsa, a riposarsi e ad ammirare il lago ghiacciato in mezzo ad un territorio che aveva sempre meno neve, pensando ''Oh no, che cosa ho fatto... Non sono buono a nulla, neanche a seguire la mia natura!'', quando qualcosa interruppe i suoi pensieri. Nell'aria si sentiva una leggera voce femminile che intonava una melodia a lui familiare, ma che era così bassa che era probabile che se la stesse immaginando. Poi iniziarono a cadere dei delicati fiocchi di neve. Era una cosa che, per la prima volta, gli scaldò il cuore, ma nonostante ciò preferì far cessare quella nevicata ''Fantastico, ora sento anche le voci! … E devo ricordarmi di moderare le mie emozioni...''. Ma poi, dopo averci provato e riprovato, quella neve non si decideva a sparire ''Ehi, ma questa neve... Non è... Mia...''.

ANGOLO DELL'AUTR DELLA PAZZA: Ciao a tutti!! Un ringraziamento enorme per chi segue le storia, per chi l'ha messa tra le ricordate e soprattutto chi l'ha messa fra le preferite e uno ancora più grande a chi recensisce e che ha letto fin qui <3. Comunque volevo dire che quella che sente Jack è la canzone ''All'alba sorgerò'', ma senza parole, canticchiata praticamente. E' solo che mi sarebbe sembrato bruttino inserire nel testo ''E jack sentì una voce canticchiare 'nananana naaa nananana naaa...' e riconobbe una melodia che trovò malinconicamente familiare'', quindi mi scuso ed aspetto Thor con il martello e seguito dalla folla inferocita con i forconi domani mattina alle 10:00, chi c'è c'è, altrimenti aspetti il prossimo capitolo per riavere l'occasione di squarciarmi viva XD. Spero mi perdonerete anche per il ritardo, ma cercate di capirmi, questo è stato uno dei capitoli più difficili da scrivere... Per il resto un altro GRAZIEEE alla mia cuginetta Fabiana e alla mia amicona Maya per avermi sostenuto <3; lunga vita a JackxElsa! Baci baci, tanti abbracci e California a tutti! Alex <3

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Capitolo 16
*** ''Come il sole tramonterò, perché poi all'alba sorgerò!'' ***


~~Jack era seduto appoggiato con la schiena ad un albero lì vicino alla tomba di Elsa, a riposarsi e ad ammirare il lago ghiacciato in mezzo ad un territorio che aveva sempre meno neve, pensando ''Oh no, che cosa ho fatto... Non sono buono a nulla, neanche a seguire la mia natura!'', quando qualcosa interruppe i suoi pensieri. Nell'aria si sentiva una leggera voce femminile che intonava una melodia a lui familiare, ma che era così bassa che era probabile che se la stesse immaginando. Poi iniziarono a cadere dei delicati fiocchi di neve. Era una cosa che, per la prima volta, gli scaldò il cuore, ma nonostante ciò preferì far cessare quella nevicata ''Fantastico, ora sento anche le voci! … E devo ricordarmi di moderare le mie emozioni...''. Ma poi, dopo averci provato e riprovato, quella neve non si decideva a sparire ''Ehi, ma questa neve... Non è... Mia... Sono impazzito, forse...? Devo andare a vedere cosa sta succedendo!''. Allora si prese coraggio, si alzò e corse verso il centro del bosco,  dove pareva provenire le magia, e si nascose dietro un grosso albero, appoggiando la schiena alla corteccia. Poi si girò e si sporse con la testa per cercare di vedere qualcosa. Riuscì ad intravedere una leggera luce azzurrina, ma la boscaglia era ancora troppo fitta per riuscire a capire cosa ci fosse oltre, così andò per nascondersi dietro un'altra quercia, poi un'altra ed un altra ancora... Finchè ad un certo punto, quando studiò nuovamente il posto, riconobbe la sagoma di una persona. Una ragazza. Era pallida, alta e magra, aveva gli occhi azzurri e i capelli biondo platino raccolti in una treccia; indossava un  abito, che sembrava quasi fatto di ghiaccio, abbastanza aderente, che le esaltava le bellissime forme, con uno spacco sulla gonna ed un lungo mantello che pareva essere formato con cristalli di brina. Questa fece dei morbidi movimenti con le braccia, e dalle mani le uscivano delle luci blu cristallizzate che viaggiando verso l'alto andavano a formare ghirigori e fiocchi di neve. Lui si sporse ancora di più, ed incredulo si domandò fra sé e sé senza essere sentito da nessuno ''…Elsa?''. Mentre lentamente avanzava passetto dopo passetto, finì per calpestare distrattamente un rametto caduto per terra che, spezzandosi sotto i suoi piedi, diede origine ad un lieve CROCK, che bastò a farsi notare dalla ragazza. Questa interruppe i suoi giochetti e si girò di scatto verso Frost, mettendosi in posizione d'attacco. Jack subito si accorse di essere stato visto, così, vedendola in un atteggiamento tutt'altro che amichevole, spaventato si mise a correre nella direzione opposta, senza mai voltarsi. Ancor prima di riuscire a raggiungere il lago, dove non essendoci alberi sarebbe potuto saltare in volo senza il problema di sbattere contro qualche ramo, qualcosa lo trattenne. Inciampò per terra, scoprendo che i suoi piedi erano rimasti intrappolati in un bolcco di ghiaccio spinoso. Fece in tempo a chiedersi ''Ma che...?'', che quando alzò lo sguardo dai suoi piedi vide che lei lo aveva raggiunto. Questa, con un veloce movimento della mano, bloccò anche le braccia e i polsi di lui, stendendolo al suolo. Dopo, ella si mise in ginocchio alla destra del prigioniero e, sostenendosi con una mano a terra, fece avanzare il suo busto per avvicinarsi a lui ''Elsa...?''. ''Chi sei? Come fai a sapere chi sono?'' gli domandò duramente ''E perché mi stavi spiando? Cosa vuoi da me?''. Sul viso del giovane sorse un'espressione confusa ''Elsa...?'' le chiese a bassa voce ''Anche tu hai perso i tuoi ricordi? Davvero non ti ricordi di me?''; lei assunse uno sguardo più morbido ''Dovrei conoscerti?''. ''Elsa, sono io, Jack! Jack Frost! 'Fiocco di Neve' ti ricorda niente?'' lei scosse la testa e domandò timidamente''Tu... Tu mi puoi aiutare?''. Il viso di Jack s'illuminò e felice le rispose ''Elsa, vieni, dobbiamo andare al palazzo di Dentolina, la fatina dei denti! Lì troverai i tuoi dentini e così riavrai tutti i tuoi ricordi!'', poi le porse la mano ''Vieni con me?''. Non appena lei la prese, lui afferrò il bastone ed in un attimo entrambi erano in volo a cavalcare il vento fino in Asia. Quando atterrarono sul pavimento di roccia affrescato, attirarono l'attenzione di un gruppo di fatine ''Ciao Dente da Latte! Ragazze...! Comunque, dov'è dentolina? Come, non c'è? Ah, ok... Sentite, abbiamo bisogno dei dentini di Elsa!''. Mentre una fatina era andata a prenderli, delle altre: alcune rimanevano imbambolate ad ammirare Jack, mentre le altre studiavano la ragazza. Dopo pochissimo tempo tornò Dente da Latte con la custodia dei dentini che appartenevano alla ragazza e la diede a Frost, che a sua volta la passò ad Elsa. '' Come... Cosa devo fare?'' domandò ella osservando velocemente il contenitore dorato fra le mani, e l'altro le rispose ''Intanto torniamo al lago, ti spiegherò tutto durante il viaggio''; poi i due salutarono le fatine e le ringraziarono per il loro aiuto e balzarono in aria. Mentre venivano trasportati dalla corrente, il giovane iniziò a spiegarle ''Sai, anche a me è capitata la stessa cosa... Una sera all'improvviso vengo risvegliato dalla Luna, quella mi dice che mi chiamo Jack Frost, io scopro i poteri e scopro anche che... Nessuno poteva vedermi, perché nessuno credeva in me. In pratica sono stato da solo, dimenticato, senza che nessuno mi rivolgesse più la parola per 500 anni! Ma poi, la Luna stessa mi ha scelto come guardiano e mi sono unito agli altri. Ed è stato qui che ho ricevuto i miei dentini ed ho scoperto il mio passato. Ma la mia più grande avventura è stata quando ho conosciuto te... Eri una fanciulla adorabil-'' per poi venire interrotto ''Aspetta,'' chiese curiosa ella ''ma io avevo una specie di 'vita precendete'!?''. Arrivati, appoggiarono i piedi per terra ed Elsa prese in mano la scatolina ''Ma certo che ce l'avevi! Tutte noi leggende ce l'avevamo prima di diventare tali!'' le riferì con il suo bellissimo sorriso stampato in faccia ''Basta solo che premi questo tasto...'' e questo fece lei.
[Elsa, nella sua mente, vede la sua vita passarle davanti agli occhi e le memorie tornare al loro posto]
Vide una serie di scene ed immagini della sua vita: quando aprì gli occhi per la prima volta e vide Jack, qando lui le spazzolava i capelli, quando dormiva insieme a lei e la tranquillizzava se aveva gli incubi, quando si era messo da parte per fare spazio ad Anna, quando la aiutava a controllare i suoi poteri, quando litigarono, quando ballarono mano nella mano, quando lei stava morendo e lui che le permise di esprimere i suoi ultimi desideri, di come le è sempre stato vicino... Tutte le battaglie di neve, gli aiuti, le coccole, i momenti passati insieme. Quando quel flashback finì, Elsa sbattè le palpebre un paio di volte, scosse la testa e guardò negli occhi di Jack. ''JACK!!'' corse ad abbracciarlo buttandosi fra le sue braccia.

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Capitolo 17
*** Elsa fa nuove amicizie ***


~~Grazie ai suoi dentini, Elsa vede la sua vita passarle davanti agli occhi e le memorie tornare al loro posto; quando quel flashback finì, Elsa sbattè le palpebre un paio di volte, scosse la testa e guardò negli occhi di Jack. ''JACK!!'' corse ad abbracciarlo buttandosi fra le sue braccia ''Adesso ricordo! Non ti ringrazierò mai abbastanza per il tuo aiuto!'' poi gli si staccò di dosso e lo osservò preoccupata ''Jack... Come ti sei ridotto...''. Era spaventata nel vederlo in quell'aspetto ''Ma non ti preoccupare, ora ci sono io a prendermi cura di te...'' e tornò ad abbracciarlo. Dopo un paio di minuti che erano rimasti incollati, Frost poi si sciolse dall'abbraccio e propose ''Ehi, Fiocco di Neve, vuoi conoscere i miei amici, le Leggende?''; non appenà lei annuì, questo la prese in braccio e si fiondò in aria, per poi arrivare fino al Polo Nord.
[Intanto, al laboratorio di Babbo Natale]
Tutti avevano ancora gli occhi fissi sul cristallo nel quale c'era la figura della misteriosa ragazza. ''Davvero non sai chi è!?'' si lamentava Calmoniglio ''Cavolo, Nord, E MENO MALE CHE ERI TU QUELLO CHE CONOSCEVA TUTTI!!'', Dentolina cercava di calmarlo, Babbo Natale tentava di far ragionare il coniglio e Sandy dormiva in piedi; gli altri tre invece si erano riuniti a discutere sull'identità del nuovo guardiano: ''Forse sarà la principessa dell'isola dell'ovest...?'' propose la rossa ''No, no, deve sicuramente essere una delle cugine di Punzie! Hanno i lineamenti molto simili, se notate...'' disse il moro. ''Pensandoci bene... Forse Hic ha ragione! Deve essere una delle mie cugine, forse... Forse è una delle due figlie di mio zio, il re di Arendelle!'' riferì l'altra pensierosa ''Anna sicuramente non è, ha un aspetto troppo calmo per essere una come lei... Ma è impossibile che sia Elsa, lei è... La tipica 'Pomposissima Regina Perfettina E Pomposa Di Pomposonia', sempre composta, chiusa, triste, così perfetta, così fastidiosamente perfetta... Ho già detto pomposa e composta?''. Mentre i tre scoppiarono in una leggera risatina, ad un certo punto tutto quel fracasso che c'era venne interrotto da un rumore improvviso. Tutti si voltarono verso la fine della stanza, dove videro la porta aprirsi ed entrare Jack con una ragazza fra le sue braccia, che fece immediatamente scendere, diventando rosso e sussurrandole ''Non pensavo che fossero tutti qui...''. E, ad aumentare l'imbarazzo dei due, arrivò saltellando calmoniglio urlando ''Guardate, Jack tornando si è portato la fidanzata!'', ed in un attimo entrambi diventarono rossi come peperoni. ''No, non è vero!'' protestò lui, fissando disagiato Sandy che nel frattempo stava disegnando una serie di cuoricini con la sua sabbia dorata ''Comunque, lei è-'' ''E' ragazza che stavamo cercando!!'' lo interruppe Nord, correndo incontro ai due. Ella, un po' spaventata, andò a nascondersi dietro la felpa di Frost ''No, no... Così la spaventi!'' finse spiritosamente di lamentarsi lui ''Dai, tranquilla ... Non avrai mica paura di Babbo Natale!'' si riferì poi a lei, strappando a tutti un sorriso. Non appena li raggiunsero gli altri tre ragazzi, che intanto stavano sghignazzando tra loro in un angolo della stanza, Rapunzel si mise ad osservare la ragazza, studiandola nei minimi particolari e riconoscendola quasi subito ''Ma per caso... Sei tu Elsa?''. Sentendo il suo nome, la reginetta uscì allo scoperto dal suo 'nascondiglio', ed iniziò a cercare la cugina nella stanza ''Rapunzel...?'' ''ELSAAA!!'' questa si fiondò ad abbracciarla, mettendo da parte lo spirito dell'inverno ''Elsa, quasi non ti riconoscevo! Sei... Cambiata... In meglio, davvero... Sei davvero bellissima, persino di più di quanto non lo eri alla tua incoronazione!'' ''Grazie... Non so come tu abbia ancora il coraggio di avvicinarti a me, dopo quella sera'' ''Dopo... Quella sera...? Non so a cosa tu ti stia riferendo'' chiese spiegazioni confusa. La cugina, che era tornata rossa sapendo che tutti gli sguardi erano su di loro, specialmente su di lei, così preferì rimandare quel loro discorsetto a dopo ''Perché, non c'eri quando avevo litigato con Anna? Comunque ti spiegherò tutto domani. Ah, c'è una cosina ancora che volevo sapere... Cosa intendavate con 'è la ragazza che stavamo cercando'?''. Nord avanzò verso di loro ''Elsa, tu aspetta pure lì, io deve parlare con Jack'', fece segno di seguirlo e lo accompagnò in una stanzetta dove si trovavano un sacco di progetti disegnati su dei fogli di pergamena, dei prototipi di giocattoli incompleti e fatti di ghiaccio e un paio di piattini e bicchieri con latte e biscotti, era l'ufficio personale di Babbo. Una volta dentro, l'omone chiuse la porta e fece scattare la serratura metallica che teneva bloccata, proprio nella stessa maniera di due anni prima, quando Jack era da poco arrivato al Polo e lui gli domandò quale fosse il suo centro. I due si accomodarono su delle sedie ''Jack, Uomo nella Luna vede che tu sei in brutte condizioni:'' disse il russo ''mal ridotto, impassivo, triste, spavent-'' ''Sì, lo so, ma ora le cose sono cambiate. Adesso c'è con me Elsa!'' lo interruppe l'altro. ''Elsa... Vedi Jack, è proprio di lei che ti volevo parlare. Oggi Uomo nella Luna ha scelto lei come nuova guardiana!'' a quelle parole, Frost venne invaso dalla gioia più immensa ''Dici sul serio!? Cavolo, è MERAVIGLIOSO!!'' ed iniziò a saltellare oer l'entusiasmo ''YEEE!! Grazie, GRAZIE Luna!! Mi hai reso il ragazzo più felice del mondo!'', ma si calmò solo dopo essersi ricordato di non essere da solo in quella stanza. Ma non s'imbarazzò: ormai aveva una grande confidenza con Natale.
[Intanto, nella sala del globo]
Elsa, mentre veniva trascinata per una mano dalla cugina, con l'altra cercava di salutare Jack e Babbo. Poi, quando questi se n'erano andati, lei si girò ridacchiando verso la ragazza che intanto parlava a mitraglia ''...Sarà stupendo! Sapessi quante cose ti devo dire! Sai, mi sei mancata, non ci eravamo viste quasi mai!...''.  Rapunzel la portò fino alla sua camera, con gli altri due ragazzi che li seguivano cercando di nascondere le risate divertite con una mano alla bocca. Non appena arrivarono nella camera, la bruna si gettò di pancia sul suo grande letto, invitò sia Elsa che Hiccup e Merida a distendersi con lei. ''Ragazzi, lei è mia cugina Els-'' ricominciò a parlare, quando venne interrotta dall'amico ''Cioè le 'Pomposissima Regina Perfettina E Pomposa Di Pomposonia'?'' e tutti scoppiarono in una rumorosa risata. Poi, quando la nuova arrivata riuscì a ricomporsi un po', domandò scherzosa ''Ehi, e chi sarebbe la 'Pomposissima Regina Perfettina E Pomposa Di Pomposonia'?'' ''No, niente niente...'' si limitò a rispondere l'altra grattandosi la testa e assumendo un sorrisino persuasivo accompagnato da una risatina imbarazzata. ''Comunque...'' tentò di aiutarla Merida ''Tu non dovevi dirci qualcosa?'' ''Oh, sì! Allora Rapunzel, tu quando hai detto di essere tornata a casa dalla mia cerimonia di incoronazione?'' ''Poco dopo aver pranzato in quel bel ristorante, verso le tre e mezza, se non mi sbaglio...'' ''Ok, allora non hai visto niente di quello che è successo dopo... Comunque nel bel mezzo della festa, mentre tutti ballavano, mia sorella Anna ha conosciuto un tipo e poi mi... Hanno chiesto...'' i suoi occhi diventarono lucidi ''ANNAA!! Mi manchii!!'' e si mise a piangere leggermente. I tre andarono ad abbracciarla per consolarla malincomicamente; ''Sappiamo cosa vuoi dire...'' le disse Hiccup. Subito nella stanza la temperatura andava scendendo, ma loro non ci diedero troppo peso. Poi le pareti rosa chiaro comiciarono a prendere un colore bianco, riempiendosi di brina, e dal soffitto prese a scendere una leggera nevicata, e fu in questo momento che tutti s staccarono immediatamente dalla ragazza, ricordandosi dei suoi poteri. ''Ah, già...'' disse Merida ''Avevo dimenticato che avevi il ghiaccio fra le mani''. Mentre Jack e Nord passarono l'intero pomeriggio nell'ufficio, i quattro ragazzi presero molta più confidenza e presto i tre diventarono buoni amici della ragazza. Si fece buio: andarono nella sala in cui gli elfi avevano già preparato la lunga tavola apparecchiata con varie portate sopra di questa. Nord si sedette a capo tavola, dall'altra parte Sandy, alla destra del primo c'erano, rispettivamente, Jack, Elsa, Rapunzel, Merida e Hiccup, dal lato opposto Calmoniglio e Dentolina. Tra chiacchere e buon cibo, il tempo passò in fretta, ed era presto arrivato il momento di andare a dormire. Prima che tutti andarono nelle rispettive camere, Frost si ricordò che la reginetta non aveva ancora dove alloggiare, così tenendola per mano andò da Babbo ''Nord!'' lo chiamò ''Oh, eccoti! Volevo dirti che Elsa non ha ancora una stanza tutta sua e non voglio che vada a dormire su un divano! Non è che c'è ancora una stanza per lei?'' ''Aspettate un momento... ELFI!!'' al suo richiamo, un gruppetto di elfi si presentò da loro ''Din Don, ci sono altre stanze?'' chiese. Uno di loro si allontanò per un momento per poi tornare con in mano un grande foglio di carta giallina, era la piantina di tutto il laboratorio, e la porse all'omone. Dopo averla osservata per bene, distolse lo sguardo da questa e si rivolse ai due ''Mi dispiace, stanze finite...''. ''Ed ora come facciamo?'' chiese la ragazza a Jack e lui alzò le spalle, poi tutti e due tornarono a guardare il russo, che propose ''Beh, non è problema se dormite insieme, vero?''. I loro visi diventarono rossi ''No... Beh... Se a te non da' fastidio...''; ''Perfetto!'' disse poi l'altro ''Io va a dormire, buonanotte!''.

ANGOLO DELL'AUTR PAZZA: Ciao a tutti voi che state leggendo! Mi scuso per il ritardo, ma ultimamente la mia ispirazione va a tratti... E non vorrei scrivere una storia buttata lì come mi pare e che faccia pensare ''Ma cos'è sta schifezza!? Piuttosto che star a leggere qua preferirei ascoltarmi il CD di Gigi d'Alessio a ripetizione per due giorni di seguito!''. Sì, non sarebbe il massimo... Ma se poi è questo l'effetto che vi fa, per favorissimo vi prego di riferirmelo <3. Prima che mi dimentico, vorrei ringraziare velocemente, oltre a recensori, lettori e compagnia bella, una nuova recensore (scusate, ma com'è 'recensore' al femminile!? XD ^-^'), grazie Shining_sun per le tue frequenti recensioni! <3 A parte questo, niente... Come al solito, lunga vita a JxE e per chi mi vuole lanciare pugnali, forconi e company addosso, vi aspetto domani mattina davanti casa XD. Baci baci, tanti abbracci e California a tutti <3 Alex .-.

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Capitolo 18
*** E' la Vigilia di Natale ***


~~Era mattina. Al suo risveglio, Elsa si trovava in una camera in cui tutto era bianco. Passò da un fianco all'altro e, girandosi verso l'interno del lettone, si accorse che tutto era bianco, tutto tranne Jack. Era messo di lato, rivolto verso la ragazza; stava ancora dormendo. Lei, che all'inizio si era alzata con la schiena, si distese nuovamente, ad osservarlo bene, ''Non ho mai visto Jack così da vicino...'' pensava lei mentre cercava di avvicinarsi ancora di più ''E non mi sono mai accorta che fosse... Così... Carino...''. Lui era serenamente rannicchiato sul suo fianco destro, le gambe piegate in avanti, le braccia più o meno unite sotto la testa, gli occhi rilassati, i capelli scompigliati (più del solito) e il suo meraviglioso sorriso sempre stampato in faccia. ''Stupendo...'' continuava a pensare ella. ''Ah! Ma che sto dicendo!?'' cercò di distrarsi da quei pensieri a lei così strani, scuotendo la testa, mentre lì la temperatura iniziava a salire ''Jack è solo il mio migliore amico, non di più... E' sciocco da parte mia pensare qualcosa del genere!''. Si alzò dal letto, andò verso lo specchio che si trovava dall'altra aprte della stanza e con un solo morbido segno della mano, la veste da notte che aveva, azzurrina, corta fino alle ginocchia, stretta in vita e con la gonna larga, si trasformò nel suo solito vestito di ghiaccio lungo fino ai piedi e con tanto di mantello. Sentendo un rumore, si rigirò e vide Frost che era seduto, con ancora le coperte a coprirgli le gambe, che stava sbadigliando. ''Buongiorno dormiglione!'' disse la ragazza ''…E la felpa? Dov'è?'' ''Ah, la felpa...'' rispose egli ''E' sulla sedia...'' ''E... Perché?'' domandò mentre si riavvicinava al letto, dalla parte del ragazzo, si sedette al suo fianco e ridacchiando iniziò a scompigliargli i capelli ''Ma come sono scompigliati questi capelli!''. ''Ha ha ha, parli tu!'' si difese lui ''Quella non si avvicina nemmeno un po' ad una treccia!'' ''Se è così, allora,'' propose l'altra ''perché non la fai assomigliare tu almeno un po' di più ad una treccia?''. Lui accettò volentieri; ''Ok, ok, ma non piangere se ti tiro!'' scherzò facendole posto davanti a sé, mentre con una mano libera creò la stessa spazzolina che avevano sempre usato. Nessuno dei due voleva che quel momento finisse e, senza che se ne arcorgessero, tra una spazzolata e l'altra passarono quasi due ore. Ad interromperli erano stati dei forti colpi alla porta, era Nord ''Jack! Elsa! Domani è Natale, è io non può consegnare regali con poca neve! Su, datevi da fare e portate l'inverno in mondo!''. ''Ok, finiamo di prepararci e arriviamo!'' rispose la ragazza, mentre l'altro le intrecciò le folte ciocche biondo platino e decorò la treccia creando qualche piccolo fiocco di neve con il ghiaccio. In men che non si dica, i due lasciarono il laboratorio e partirono in quella fredda mattinata verso le grandi città piene di luci natalizie, lei fra le braccia di lui a cavalcare il vento.
[Quella mattina, due ore dopo, nella sala del globo]
Quella era una mattina speciale, molto speciale; l'intero laboratorio al Polo era in preda ad una totale confusione: due o tre yeti che ogni tanto correvano su e giù per i corridoi portando in mano giocattoli, pacchetti e cose varie, Nord che era più euforico di una scolaretta, gli elfi che scorrazzavano dappertutto trascinandosi dietro strisce su strisce di carta decorativa e nastrini colorati attaccate ai piedi. In tutto l'edificio, c'era un solo posto in cui la tranquillità sembrava essersi rifugiata: la stanza con il globo. Nessuno, a parte Jack, Elsa e Nord, sembrava averci messo piede. Era tutto abbastanza silenzioso, se non fosse per il rumore soffocato di sottofondo e per il leggero brusio che facevano. All'improvviso quel rumore si interruppe: ''BOOM!!'', si sentì sbattere il portone che collegava la sala al corridoio principale; ''ALLORAA!?'' nella stanza apparve Rapunzel ''DOVE SONO LE MIE CIABATTE!?'' e, dopo aver gurdato un po' per terra, si piombò sulla rossa ''MERIIIDAAA!! LE MIE CIABATTEEE!!''. Ancor prima che questa la raggiunse, la povera ragazza fece appena in tempo a scappare nella direzione opposta e gridando. Corsero in cerchio tutt'attorno al globo al centro della stanza, mentre il ragazzo restò ad osservarle per alcuni minuti senza dire parola e cercando di ridere con una mano alla bocca e senza farsi scoprire. Ad un certo punto, questo decise che fosse arrivato il momento di porre fine all'inseguimento: si avvicinò cautamente, zitto zitto, e poi afferrò bruscamente il braccio della mora e tentò faticosamente di tenerla ferma con tutte le sue forze ''Ehi, furia scatenata, calmati...!''. Intanto che la ragazza cercava di calmarsi, l'altra si fermò davanti a loro e ridendo chiese ''Punzie, ma perché ti arrabbi tanto per un paio di pantofole?''  ''Perché sarà la milionesima volta che te le provo ai piedi, e anche perché...'' rispose lei abbassando sempre di più il tono della sua voce ''...Me le ha regalate Jack...'', diventando leggermente rossa in viso. Quando l'altro la lasciò andare, tutti e tre scoppiarono in un'ardente risata. Fra le risate, il ragazzo, sistemando la protesi di ferro alla gamba sinistra, ammise ''Ehi, ma Jack dov'è, non mi piace essere l'unico maschio qui... E poi, senza di lui, come faremo a congelare il reggiseno per appenderlo all'albero di natale?'' e ridendo ancor più vivacemente indicò l'abete ancora senza decorazioni ''...Senza lui non possiamo decorarlo...''. Fra le varie risate, dopo qualche minuto dalla finestrella entrarono Frost con Elsa in braccio, che poggiò delicatamente a terra una volta atterrati dal loro volo.  ''Ehi, ragazzi!'' li salutò vedendoli così gasati ''...Ci siamo persi qualcosa?'' ''Oh, sì!'' rispose Merida ''Ma è una storia lunga... Comunque ora che siamo al completo possiamo decorare l'albero di Natale!!'' ''Diamoci dentro!!'' gridò l'altra correndo in direzione dei due arrivati, prendendo Frost per un braccio e trascinandolo con sé fino all'abete. Dopo che i due spiriti dell'inverno crearono una serie di biglie, nastri e altre cosette carine, in un quarto d'ora loro li appesero sull'albero tutti insieme. Dopo di che, Jack si avvicinò furtivamente all'altro con espressione maliziosa e a voce non troppo bassa gli chiese ''Ce l'hai?'' ''Sì, ce l'ho!'' rispose egli tinìrando fuori un reggiseno bianco. ''Ma di chi è, dove l'hai trovato uno così?'' domandò curiosaRapunzel ''Beh sicuramente vostro non è...'' ''Ma di sicuro non è nemmeno di noi due!'' affermò Merida, avvicinandosi all'amica ''Insomma, non portiamo mica quella taglia...''. Elsa era rivolta dalla parte opposta, ad ammirare tutte le decorazioni appese al muro, ma quando si girò verso i ragazzi si sentì mancare il pavimento sotto i piedi. Con il viso praticamente porpora, corse verso di loro gridando ''IL MIO REGGISENOOO!!'', raggiunse Hiccup e glielo strappò dalle mani, per poi correre verso la camera dell'amico. Questo gli lanciò un occhiataccia ''Dai, sputa il rospo...'' ''Ok, ok... L'ho preso in camera tua quando sono venuto a cercarvi mentre eravate via...'' rispose sinceramente l'altro grattandosi timidamente la testa. Jack la raggiunse nella loro stanza, dove intanto aveva iniziato a nevicare, la vide seduta sul suo lato del letto, la raggiunse e sedendosi le cinse le spalle con un braccio. Vedendola così imbarazzata, provò a distrarla facendola ridere un po' ''Dai, Fiocco di Neve, non sarà mica la fine del mondo... Anzi, io addirittura mi vanterei se avessi quella taglia!'' ed entrambi iniziarono a ridere ''Dai, non fare lo sciocco'' scherzò lei. ''Comunque dovrai essere davvero stanca, immagino... Oggi hai portato il tuo primo inverno, non è una cosa da poco, e te lo sto dicendo per esperienza!'' ''Sì, effettivamente hai ragione... Sarà meglio che mi riposi un po'; in fondo, domani è il grande giorno...'' ''Ok... Allora io ti lascio, vado...''. Una volta sola, ella si mise sotto le coperte e cercò di prendere sonno. Però non ci riusciva, c'era qualcosa che la bloccava. Era un pensiero, il pensiero di tutte le volte che vedeva Rapunzel con Frost, come si comportavano insieme, come ci fosse sempre stato un 'qualcosa' che limitava le loro conversazioni, i loro comportamenti... Era un pensiero che la portò a pensare a qualcosa di assurdo, ma che poteva funzionare. Ma decise di cercare di ignorarlo almeno fino alla mattina successiva, l'unica cosa che voleva in quel momento era solo riprendere le energie e risolvere tutti i suoi dubbi la mattina dopo.

ANGOLO DELL'AUTR PAZZA: Ciao a tutti! Ancora grazie a chi legge, segue, recensisce e eccetera... Bene! Direi che siamo arrivati fin qui, ma ovviamente non è la fine... Ad occhio e croce, dovremmo arrivare alla fine della storia entro tre, massimo quattro, capitoli ^^ Cosa centra questo e perche ve lo dico ora? Beh, è semplice la risposta: perché penso che dopo questa long potrebbe andarci un sequel! Dal prossimo capitolo, la storia diventerà leggermente Jackunzel (JackxRapunzel), ma tutto ovviamente sotto la supervisione del certificato Jelsa <3(WTF!? XD) Comunque, ciò che volevo dirvi è che a partire da questo capitolo, nelle vostre recensioni potete dirmi se l'idea del sequel vi piace e se desiderate che si avveri ^^. Il sequel non verrà pubblicato finchè non si arriverà ad almeno cinque recensioni che lo richiedano [dai, 5 recensioni per 3-4 capitoli non è mica una MISSION IMPOSSIBLE... O sì? ^^'). Per il resto scusate se vi ho annoiato... Lunga vita a JxE! Baci baci, tanti abbracci e California a tutti! Alex <3

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Capitolo 19
*** Regali di Natale (parte 1) ***


~~Era mattina presto, tutto era tranquillo e tutti, tranne Babbo Natale e i suoi aiutanti, stavano ancora dormendo. Mancava poco all'alba, e nella stanza completamente bianca di Jack ed Elsa regnava il silenzio, accompagnato dal dolce e lieve suono dei loro respiri sereni. Jack era beatamente disteso sul suo letto, a fianco della sua amata, quando... Ad un certo punto tutto quel silenzio venne interrotto da un rumore sordo, troppo leggero per svegliare tutti i ragazzi, ma comunque abbastanza forte per riuscire ad essere sentito da lui. All'inizio, si limitò ad aprire un occhio per vedere se fosse successo qualcosa nella camera ma, non vedendo nulla di sospetto, cercò di rimettersi a dormire. Passò alcuni minuti a girarsi e rigirarsi da una parte all'altra per riprendere sonno, ma fallì nel tentativo. Ben prestò si rassegnò all'idea che non si sarebbe più riaddormentato, così prese la sua felpa blu, che come al solito aveva appoggiato sullo schienale della sedia davanti allo specchio, se la mise ed uscì dal laboratorio passando per la finestra dalla quale entrava la luce della Luna. Accompagnato dalle forti correnti fredde del vento, decise di fare un giro e lasciarsi trasportare un po'ovunque. Mentre volava, nella sua mente emersero molti pensieri ''Oggi devo farlo, non posso nasconderglielo per sempre. Io la amo, devo dirglielo, voglio che almeno lo sappia, e non m'importa quale sarà la sua reazione! Le farò un regalo che non potrà mai dimenticare!''. Allora andò in Italia dove prese un mazzo di rose, in Svizzera dove prese una scatola rosa a forma di cuore con dentro una dozzina dei migliori cioccolatini del mondo, e anche in Norvegia dove, tornando ad Arendelle, prese un pezzo di stoffa viola con su disegnato lo stemma della città, che usò per avvolgere i fiori. Si fece quasi mezzogiorno per quando tornò al Polo dalla sua impresa.
[Intanto, nella camera di Elsa e Jack]
Il sole ormai era già sorto, e dalla finestrella della stanza, questo faceva entrare la sua luce che radente illuminava parzialmente la stanza. La fanciulla capì che ormai era arrivata l'ora di svegliarsi; una piccola sgranata agli occhi e si alzò dal lettone. Si stupì nel non vedere Frost a dormire beatamente sull'altra parte del letto, ma in quel momento doveva assolutamente chiarirsi le idee con Rapunzel, quindi non ci diede troppo peso. Senza nemmeno cambiarsi o darsi una sistematina ai capelli, silenziosamente uscì dalla stanza e s'incamminò in punta di piedi verso la stanza della cuginetta. Sorcata la porta color panna, si avvicinò zitta zitta al letto rosa al centro della stanza, poi iniziò a scuotere la spalla della ragazza dormiente ''Rapunzel, Rapunzel! Svegliati! E' la mattina di Natale, non puoi startene lì a dormire come se nulla fosse!''. ''No, dai! Sono stanca, lasciami dormire!'' rispose pigramente lei, senza prendersi nemmeno il disturbo di aprire gli occhi ''Non puoi aspettare un paio d'ore?'' ''E se ti dicessi che...'' le disse l'altra con un tono persuasivo ''...Ho portato il tuo regalo?''. A questo punto, lei non esitò a spalancare gli occhi, alzare di colpo la schiena mettendosi seduta e, battendo le mani, chiese entusiasta ''Cos'è, cos'è!? Dai, fammelo vedere!''. ''Allora adesso non sei più stanca, eh?'' ridacchiò ''Beh, prima devo chiederti una cosa: di' la verità... Jack ti piace?''; la mora diventò completamente rossa ed imbarazzata rispose sinceramente di sì. ''Ok, allora ti prometto che oggi diventerai la sua fidanzata!'' ''Ma... Come hai fatto a capirlo?'' ''Andiamo! Solo uno sciocco non se ne sarebbe accorto!'' le riferì la più grande ''Insomma, grandi occhi brillanti, naso libero e dentatura perfetta! Andrai benissimo per lui, e per di più hai un anno in meno di Jack! E poi...'' le prese una mano e la portò davanti allo specchio ''Farò di te la più bella principessa che ci sia!''. E con un gesto delicato del braccio che dal basso si mosse verso l'alto, le trasformò il vestitino corto e rosa in uno bianco dal corpetto stretto, la gonna ampia e senza spalline. E per di più le creò una collana ed un braccialetto di perle di ghiaccio, delle scarpette che sembravano di cristallo ed un diadema bianco bellissimo. Era molto felice per lei; nonostante avesse passato poco tempo con lei, le voleva davvero molto bene, quasi quanto ne voleva a sua sorella. Anna. Mentre sistemava Rapunzel, le venne in mente di quando le creò l'abito per il suo matrimonio, ed effettivamente anche i due vestiti erano molto simili fra loro. Sul viso della ragazza, l'espressione di felicità e fierezza andò a trasformarsi in uno sguardo malinconico e con gli occhi persi nel vuoto che inizarono ad essere lucidi. Vedendola in quello stato, l'altra si preoccupò un po' ''Ehm, Elsa... Tutto bene?'' ''Oh sì, nulla di cui preoccuparsi...'' ''No, non ci credo. Lo sai che a me puoi dire tutto!''. Lei sospirò, poi le rivolse lo sguardo e rispose sinceramente ''Beh... Mi manca Anna!!'' ed iniziò a piangere, lasciandosi consolare dalla cuginetta. Dopo qualche minuto riuscì a calmarsi e, vedendo l'ora, lasciò la stanza di Rapunzel e tornò nella sua. Voleva che in quel giorno sarebbe dovuto essere tutto perfetto per Punzie, sarebbe dovuta essere lei la più bella di tutti. Per questo, quella mattina andò a cercare un vestito 'normale' da mettersi ('normale' nel senso che non era né fatto di ghiaccio, né era un granché): se ne fece prestare uno da Merida. Nella camera di quest'ultima, dove le pareti erano di un verde-giallino, il pavimento di un legno chiaro e i mobili fatti con un legno scuro, mentre la rossa frugando nel suo grande armadio cercava un vestito adatto ad Elsa, questa intanto le raccontava il suo piano e subitò capì di poter contare anche su di lei nella riuscita. Ad un certo puntò sbucò fuori dal mobile con in mano un vestito lungo e verde scuro, qusi nero, stretto ai fianchi, maniche lunghe, gonna non troppo ampia ed alcune decorazioni color oro alla vita e all'inizio del corpetto. ''Sarà sicuramente l'abito che mette sempre... Sì, è quello, non ci sono dubbi!'' disse fra sé e sé, ma poi si dovette ricredere quando notò che l'altra aveva ancora il suo solito vestito addosso, e le chiese spiritosamente ''Ma tu hai tutti i vestiti uguali?''. Lei rispose ''Più o meno...'' ed entrambe scoppiarono a ridere. ''...Ok,'' propose Merida nel bel mezzo della loro discussione ''tu vai a prepararti ed io vado a spiegare tutto ad Hic!''; l'altra annuì, poi ritornò nella sua camera, dove prese la spazzola fatta da Frost, si pettinò velocemente e alla meno peggio, e allo stesso modo si raccolse i capelli (dato che lasciava sempre a Jack quell'incarico, non era più tanto allenata), prima in una treccia quasi perfertta, poi la trasformò imitando la pettinatura che il ragazzo le aveva fatto per l'incoronazione. Era uscito un mezzo disastro, e per di più non si mise nemmeno un filo di trucco (non che non fosse bella al naturale, anzi! Però il trucco le risaltava gli occhi, e questo ovviamente la rendeva più bella). Insomma non era la solita Elsa, quella che tutti avevano sempre visto, era quasi una scadente imitazione di Merida. ''Non voglio uscire di qui!'' pensava ''Insomma, sono un completo disastro, non so nemmeno legarmi i capelli in modo decente! E per di più senza il mio mantello mi sento praticamente nuda!'' però poi trovò il pensiero che riuscì a convincerla a mostrarsi: ''Ricordati che lo fai per Rapunzel...''. Dopo di che, sospirò profondamente e raggiunse gli altri ragazzi nella sala del globo, cercando di non farsi troppo notare, ma quando, scendendo dalle scale che portavano alla grande stanza, inciampò in una piega del vestito e fece un ruzzolone giù per gli altri 5-6 scalini, fallì nell'impresa. Tutti gli occhi erano su di lei: ora non solo era dolorante per la caduta, ma era anche rossa per l'imbarazzo dell'intera situazione. Subitò tentò di alzarsi frettolosamente, cercando di non far notare il suo dolore fisico, e si avvicinò a loro camminando piuttosto faticosamente. ''Tutto a posto?'' chiese preoccupata la mora ''Sì, sì... Non ti preoccupare per me'' rispose Elsa. Intanto l'altro, che la stava fissando in modo strano, le domandò ''Ma che ti sei messa addosso!? E poi perché hai i capelli tutti in disordine!?''; Merida, sentendolo, gli pestò un piede e gli bisbigliò silenziosamente ''Ne abbiamo già parlato, Hic!''. A quel punto dalla solita finestrella sbucò Jack, nascondendo qualcosa dietro la schiena ''Ehi, sono tornato!''. Udendo quella voce, Elsa prese per la mano Merida e Hiccup, trascinandoli via con sé e dicendo ''Uh, è tardi, noi dobbiamo andare... Addio!'' e facendo l'occhiolino a Punzie.

ANGOLO DELL'AUTR PAZZA: Ciao a tutti voi che siete arrivati fino a questo punto (vi stimo raga!)! Ecco che arrivino i soliti ringraziamenti: a chi ha aggiunto la storia ai preferiti, a chi la segue... Grazie a tutti! Siamo arrivati a 15 che seguono, 5 che la preferiscono e 3 che la seguono! Per non parlare delle 15 recensioni...! <3 Comunque, anche se di domande riguardo alla storia non ne ho ricevute, ho io un paio di domande da farvi (non c'entrano più di tanto con la storia, è solo per curiosità pura^^'):
1.(Ah no aspettate, questa c'entra con la storia!) Qual è la parte che, per il momento, vi è piaciuta di piu della long?
2.Qual è la vostra versione preferita di Let it go? Sono ben accolte le classifiche ^W^
3.Avete già sentito la canzone eliminata da Frozen, 'Life's too short'? E' molto bella, e spero che anche a voi piaccia quanto piace a me :P
Ah, un'ultima cosa prima di lasciarvi: per adesso siamo arrivati a 2 'Sì' per il sequel, quindi ne mancano altri 2 per arrivare a 5... O 3? No no, sicuramente ne sono 4! Boh... XD
''Senza matematica voi ezzere zolo gavernigoli ghe mangia carne cruda con mani!'' cit. prof di matematica/Hitler di matematica XD
Ok, ora potete andare in pace; lunga vita a JxE! Baci baci, tanti abbracci e California a tutti! Alex <3

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Capitolo 20
*** Regali di Natale (parte 2) ***


~~Dalla solita finestrella sbucò Jack, nascondendo qualcosa dietro la schiena ''Ehi, sono tornato!''. Udendo quella voce, Elsa prese per la mano Merida e Hiccup, trascinandoli via con sé e dicendo ''Uh, è tardi, noi dobbiamo andare... Addio!'' e facendo l'occhiolino a Punzie. Questa la guardò divertita, poi si girò dalla parte opposta della stanza,correndo incontro a Frost, per poi abbracciarlo e accoglierlo con un bel ''Buon Natale!!''. Mentre gli stava addosso, notò che lui nascondeva qualcosa dietro di sé ''OH, cosa nascondi lì dietro?'' gli chiese impaziente, cercando di sbirciare e vedere cosa fosse ''Sono dei regali? Perché non me li fai vedere? Dai, ti prego!''. Allora eglimostrò le mani con in mano delle rose e una scatola a forma di cuore ''Si, ecco...'' cercò di spiegare, timido ed un po' in imbarazzo ''Questi... Sono per...-'' ''Sono per me, vero!?'' lo interruppe lei, entusiata ''SIII!! Lo sapevo che anche tu provavi qualcosa per me! Me lo sentivo!!'' e, senza lasciargli nemmeno il tempo di reagire, lo baciò ''Da questo momento possiamo considerarci una coppia, vero?''. Lui non sapeva che rispondere: certo, lei era una regazza davvero niente male, bella personalità e magnifico aspetto fisico, ma non era sicuro di amarla... Stava per rispondergli di no, quando gli venne in mente di quando ha dovuto portarla, insieme a Merida e Hiccup, nel suo presente per trasformarli in leggende, ma soprattutto di quando ha dovuto abbandonare tutto, il suo regno, la sua famiglia, la suà metà... Fu allora che decise di stare al gioco, e rispose di sì dandole i regali.
[Intanto, i tre ragazzi...]
Elsa li aveva trascinati fino alla porta che divideva la sala dal corridoio, la superarono e, mantenendo il portone socchiuso, si misero a spiare i due. ''Sssssh, zitti! Ci scopriranno!'' Elsa li avvisò attenta a non farsi sentire da fuori; i ragazzi, che prima stavano bisbigliando fra loro, ora si misero ad osservare la scena. Poi, arrivò il momento del bacio: mentre Hiccup e Merida esultavano ''Wow, Elsa, il tuo piano ha funzionato! A volte mi stupisci davvero molto!'' ''Sì, ma si vede che anche a Jack pace Rapunzel, e scommetto che oggi le si voleva addirittura dichiarare, con dei fiori e dei cioccolatini come quelli!'', l'altra intanto li guardava tristemente, in modo malincomico, come se le avessero tolto qualcosa, ma non sapeva né cosa, né come o perché. Ma poi si distaccò da quei pensieri ed invitò i ragazzi a prendere i propri regali di Natale ''...Così faremo irruzione con i regali e nessuno sospetterà di niente, andiamo!''.
[Poco dopo, sempre nella sala del globo]
''...E quindi questo vestito te l'ha fatto davvero Elsa!?'' ''Sì, non è incredibile!?''; mentre i due conversavano, all'improvviso nella stanza la tranquillità di una semplice chiaccherata si trasformò in un rumore immenso, tra Merida che urlava ''REGALIIII!!!'', Hiccup che teneva Elsa per i fianchi per paura che cadesse ancora, dicendo ''Sì, così... Oh, attenzione! Un passetto alla volta... Brava!'' ed Elsa che gli gridava agitandosi ''Hiccup! Lasciamii!! Non sono una bambinetta, so come si cammina!''. La rossa raggiunse gli altri due portando fra le braccia un sacco nero con semplici decorazioni dorate e il ragazzo la seguì con un grosso zaino di cuoio sulle spalle, mentre l'altra, che non portava niente, fece un altro ruzzolone per le scale, stavolta però atterrando su un cumulo di neve fresca. Non passò un minuto che Jack si era già fiondato da lei ad assistera ''Tutto ok, Fiocco di Neve?'' ''Sì, non è nulla di che, solo qualche ammaccatura... Nulla di che...'' rispose modestamente lei guardandolo dritto negli occhi (nello stesso modo in cui Anna, all'inizio del film, guardò Hans, quando era caduta sulla barca), poi prendendole la mano, lui la aiutò ad alzarsi. Per un istante non fecero altro che continuare a guardarsi negli occhi, ammirandosi a vicenda, ma poi entrambi ricordarono ciò che era successo poco tempo prima. ''Beh... Oh, sì!'' cercò di iniziare un discorso, per togliersi da quella imbarazzante situazione ''C'è una cosa che ti dobbiamo dire io e Punzie...'' mentre Rapunzel si avvicinava ai due, Frost la prese per un braccio se la portò a fianco ''Ora noi due facciamo coppia fissa!'' finì lei, entusiasta, abbracciandolo. In quel momento, Elsa era felicissima per sua cugina e per il suo 'migliore amico', ma allo stesso tempo si sentì come se le mancasse qualcosa dentro. Non vedendo l'ora di stare un po' da sola, si affrettò a consegnare i regali: ''Oh, c'è qualcosa che volevo darvi... Questo è... Per la nuova coppia...'' disse un po' tristemente prima di creare una statua di ghiaccio che li rappresentasse ''Oooooh, grazie Elsa, è stupenda! Hai talento!'' la ringraziò la mora. Poi andò da Merida: ''Tieni, sono sicura che questo ti farà impazzire...'' disse, mentre unì le mani e, dividendole, formò un perfetto arco di ghiaccio ed un contenitore con alcune frecce dentro. ''OH MIO DIO!! E da un anno che non ne vedevo uno!! Grazie! Aspetta, anch'io ho qualcosa per te...'' rispose la rossa dandole in mano un rotolo di stoffa ''Ma... Non aprirlo prima di domani mattina!''. Senza fare troppe domande, la ragazza, confusa, si riferì infine ad Hiccup ''E questo...'' gli disse facendo dei morbidi movimenti con le braccia e formando un'altra scultura col ghiaccio ''E' per te!''. Il ragazzo sussultò vedendo la creazione, e sorpreso chiese ''Ma... Ma quello è Sdentato! Come facevi a saper-'' ''Jack,'' lo interruppe lei '' lui mi ha raccontato tutto. So che ti manca tanto, e...'' abbassò sconfitta lo sguardo ''...So come ti senti...''. Lui le mise una mano sulla spalla e tirò fuori una bambolina di legno e stoffa: pelle chiara, vestito lungo fino a metà polpaccio, corpetto nero, maniche azzurrine e gonna blu scuro, mantello e copricapo rosa, stivaletti bianchi, lentigini sul viso, occhi azzurri e trecce rosse... ''Anna! Oh, quanto vorrei che fosse veramente qui... Ma tu come... E' stato Jack, vero?'' domandò lei, e lui le sorrise. In men che non si dica, Elsa era sparita nella sua camera. Passarono una ventina di minuti, prima che qualcuno si accorgesse della sua assenza, e frost fu il primo a notarlo. Accompagnato da Rapunzel, la cercò prima nei corridoi, poi nelle altre sale del laboratorio, sulle distese di neve che c'erano fuori e infine nella camera dove alloggiava. Non appena aprì la porta, il ragazzo, ora da solo, fu stupito di ciò che vide ''Elsa!! Ma che stai facendo!?'' gridò indicando dei valigioni di neve e ghiaccio ormai già pieni e chiusi. ''Me ne vado...'' rispose sinceramente lei ''Consideralo un secondo regalo di Natale... Io me ne vado, lascio il mio posto a Rapunzel e così potrete dividere la stanza, come fa una vera coppia, è perfetto!''; lui le  prese la mano, come se potesse servire a fermarla e le domandò ''No, non voglio che sia così... Cioè, dividere la mia stanza con Punzie non sarebbe male, ma poi tu dove andrai? Ti trasferisci nella sua camera?''. ''Oh, no...'' disse lei senza sembrare minimamente dispiaciuta, nonostante lo fosse tantissimo ''Io andrò nel mio castello di ghiaccio, sai-'' ''COME ANDRAI NEL TUO CASTELLO DI GHIACCIO!?'' la fermò lui ''No, non puoi! Non voglio che te ne vada!''. ''Non ti preoccupare, potrai farmi visita ogni tanto, con i ragazzi'' lo rassicurò chiudendo l'ultima delle sue tre valigie ''E poi, ho bisogno di stare un po' di tempo da sola, non fraintendermi...''. Lui, a testa bassa e con gli occhi lucidi, senza dire più una parola la aiutò a portare i bagagli all'esterno del laboratorio. Una volta messi i borsoni a terra, lei notò quanto Frost fosse dispiaciuto; gli si avvicinò, lo abbracciò teneramente e gli sussurrò ''Non ti preoccupare, tornerò presto'', e poi anche lui si mise ad abbracciarla, con qualche lacrima che gli rigava il viso. Dopo qualche minuto, furono costretti a staccarsi: ''Si è fatto buio... Sarà meglio che vada... Ciao Jack!'' lo salutò lei con la mano allontanandosi, e lui le corse incontro, l'abbracciò nuovamente e le diede anche un bacetto sulla guancia ''Ciao, Fiocco di Neve...'', ma questa volta si staccò subito, lasciandola andare. Elsa costruì velocemente una grande carrozza di ghiaccio e due cavalli di neve, poi caricò le valigie e, prima di salirvi sopra, ricambiò il bacetto di Jack, sempre sulla guancia, ed infine partì, adesso anche lei con le lacrime agli occhi.


ANGOLO DELL'AUTR PAZZA: Ciao a tutti! Un grazie specialissimo, prima di tutto, ai recensori dei capitoli 18 e 19 (gli ultimi due capitoli^^')!! No, dico, quando ho trovato tre recensioni da una parte e quattro dall'altra, mi è quasi venuto un colpo! Mi ricordo ancora quel magnifico momento come se fosse stato proprio ieri... Forse è perché è successo davvero ieri... *io che apro il mio account, io che vedo quattro recensioni da una parte e tre dall'altra, io che impazzisco come se in realtà io fossi stata normale fino a quel momento, io che salto qua e là peggio di una lepre che ha bevuto vodka (o come si scrive), io che ad un certo punto mi prendo addirittura a schiaffi per la sorpresa (no dai, questo non è vero...XD), io che rispondo a tutte le recensioni con la stessa agitazione che avevo quando avevo finalmente trovato un fidanzato, e poi boh...* Comunque ragazzi, grazie veramente, mi avete davvero fatto una sorpresa grandissima! <3 Comunque, per il sequel abbiamo tutti e cinque i 'Sì'! Bravi!!! Qui ci vuole proprio un 'Sono fiera di voi' detto dalla nonna Giò Giò XD Ah, volevo anche dirvi che è probabile che il finale della long potrebbe:
1.Prolungarsi un pochino
2.Finire in un modo inaspettato (cioè che sarebbe un finale... come dire... nel senso che finirebbe 'a metà', nel senso che il finale lo metto metà nella fine della long e metà nel sequel)
E, dato che la seconda opzione sarebbe bruttina e non mi piace un granché, sicuramente il finale sarà abbastanza prolungato... Spero che non mi ammazzerete per questo... No, che non lo farete, perché voi non vedete l'ora di leggere il sequel... E'... Così... Vero?... Se non vi dispiace più di tanto, ci sarebbe un'altra domandina che vorrei farvi, sempre per curiosità... 'Qual è stata la vostra reazione quando avete letto che Elsa se ne sarebbe andata?' Comunque, per il resto, lunga vita a JxE! Bacissimi a tutti, tanti abbracci e California! Alex <3

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Capitolo 21
*** ''Non voglio continuare a mentire!'' ***


~~Era ancora notte fonda. Tutto era buio. Jack era rimasto per un paio di ore a piangere sulla soffice neve che stendeva al di fuori del laboratorio al Polo. Ad un certo punto, a mezzanotte precisa, dal cielo stellato si iniziò ad intravedere qualcosa che si muoveva in aria; questa si avvicinò sempre di più all'edificio e, atterrando, fece un tonfo talmente forte da riuscire ad interrompere il ragazzo. Lui, che era in ginocchio e con le mani a coprire la faccia ormai piena di lacrime, sentendo quel rumore sobbalzò. Si alzò in piedi e diede un'occhiata in giro, per poi allarmarsi nel vedere la slitta di Nord che era appena atterrata davanti all'entrata della stalla. ''Oh, no! E' Nord! Non deve vedrmi così!'' disse a bassa voce tra sé e sé asciugandosi frettolosamente il viso ''Non voglio che si preoccupi per me! Dopo aver passato una giornata così faticosa, poi!''. Silenziosamente rientrò nell'edificio e corse con un passo felpato verso la sua camera, che raggiunse senza problemi e senza essere visto da nessuno (anche perché ormai quasi tutti erano già andati a dormire). Non appena oltrepassò la porta, si rallegrò nel vedere una figura femminile e dormiente sulla parte destra del lettone; ''...Elsa!?'' pensò mentre si avvicinò a questa, ma subitò riconobbe Rapunzel sotto quelle coperte, ed ecco che la tristezza tornò a marcarlo srtetto. Ad addormentarsi ci mise un bel po' di tempo, ma alla fine ci riuscì.
[Adesso Jack sta sognando]
Tutto era completamente bianco. Jack era solo, e non sapeva dove si trovasse. Era confuso. Non c'era nulla a parte lui: né edifici, né alberi, nemmeno un cielo! Sembrava si trovasse all'interno di una stanza dove le pareti non esistevano. Era libero ed in trappola allo stesso tempo, tutto era come un foglio bianco e brillante. Ad un certo punto sentì una voce, che da debole ed inudibile divenì forte e chiara ''Jack, Jack!''. Era una voce familiare, una voce che amava, e che proveniva proprio da dietro di lui: si voltò di scatto, ma non vide altro che una luce bianca-azzurrina e molto intensa. In questa si iniziò a riconoscere una figura... Era una ragazza, o era un angelo? No, era Elsa! Ma c'era qualcosa di diverso... Era identica all'ultima volta che l'aveva vista (con il vestito di Merida, acconciatura fatta alla meno peggio e senza un filo di trucco). ''Jack... Eccomi qui! Sono io!'' lei, avvicinandosi, lo chiamò, prima di mettersi a cantare, accompegnata da una bellissima melodia ritmatica. Intanto, attorno a loro andò a formarsi il castello di ghiaccio; loro si trovavano al centro della stanza al piano di sopra (in pratica, si trovavano esattamente dove è stata ambientata la canzone ''Oggi per la prima volta-Ripresa'').
[Parte musicata; la melodia è quella di ''Life's too short'', la canzone cancellata dal film Frozen che vi ho fatto ascoltare due capitoli fa. Bene, questa è la mia personalissima versione, nella quale Jack, sempre in sogno, rivelerà ad Elsa un paio di cosette che non sa... Buona lettura! Ah, un ultima cosa: il testo in viola rappresenta la parte di elsa, quella in blu quella di Jack, ed il verde è per quando cantano insieme. Il testo in nero messo tra le parentesi quadre rappresenta la normale narrazione, mentre quello messo fra le parentesi tonde è parlato]
[Elsa, con un paio di passi, si avvicina a Jack]
E:(Jack, Jack! Jack... Sono qui! Sono io!) Ti ho aspettato per tanto tempo, mi sei mancato, sai? Temevo che non ti avrei più rivisto, davvero, mai!
[Anche Jack le si avvicina, e le prende le mani guardandola negli occhi]
J:Ma ora sono qui con te, e soffrire ancora non dovrai! Di nuovo insieme sarà divertente, vedrai!
[Lei si allontana e si guarda intorno]
E:Pensavo che mi avessi rimpiazzato, che non mi avresti più contato... Ma ora che siamo insieme...
[Lui la raggiunse nuovamente]
J:Non ci separeremo...
[Batterono le mani]
I:MAI!!
[Lui poi indicò il paesaggio che si vedeva dalla grande finestra aperta]
J:Perché non torni? Sarà tutta una festa, vedrai!
I:Resta con me!
[Elsa gli si avvicinò nuovamente e, guardandolo dritto negli occhi, gli mise una mano sulla spalla]
E:Non saremo più soli ormai, ora che un'amica qui hai!
I:Resta con me!
[Frost poi corse verso la finestrona, facendole segno con la mano di seguirlo]
J:Adesso scappare più non dovrai: sarò al tuo fianco, tu lo sai!
[La ragazza andò da lui]
E:Woa woa woa!
J:Non ci avrei giurato... E:Che un giorno... I:Sarebbe stato così!
[Si scambiarono ancora uno sguardo felice e sincero]
I:Resta con me! Saremo per sempre insieme!
[Lei s'incamminò verso il lato opposto della sala, quando il ragazzo la fermò prendendola per un braccio]
J:Aspetta, ci sarebbe una cosina che dovrei dirti...
[Elsa si voltò verso Jack]
E:Dimmi, ti ascolto!
J:Vorrei dirti... Che mi piaci! Non ho mai amato Punzie...
E:Cosa!?
[Mentre lei raggiunse le scale ed iniziò a percorrerle, all'interno del castello andò a formarsi una lieve nevicata]
J:Avrei voluto dirtelo da tanto tempo, e...
E:Ah! Non riesco più a crederti!
[Frost continuava sempre a seguirla, cercando di tenere testa al suo passo]
J:Pensavo solo che...
[Raggiunto il suolo del piano terra, Elsa si girò di scatto ed iniziò ad usare voce e sguardo aggressivi]
E:Che avresti continuato a mentirci e prenderci in giro? E' questo ciò che vuoi!?
J:Non erano queste le mie intenzioni! Sono stato costretto a farlo!
E:E quindi quali erano le tue vere idee, se non quelle di ingannare tutti?
J:Woa, woa, questa mi sembra una discussione a senso unico!
[La ragazza si rivoltò e camminò frettolosamente verso l'uscita del palazzo, mentre la nevicata iniziò a farsi più intensa]
E:Bene, grazie per essere venuto a farmi visita, e per aver mostrato la tua vera realtà, OK! Adesso vai, e non tornare più di qua!
[Lei mostrò la porta con entrambe le braccia, ma lui protestò dispiaciuto]
J:Aspetta!
[Elsa gli si avvicinò ed iniziò a spingerlo faticosamente verso l'esterno premendo con le mani contro la sua schiena]
E:Vattene di qui!
[Il ragazzo si liberò dalla spinta, facendo sbilanciare Elsa, per poi chiudere con forza la porta, sbattendola violentemente]
J:Eccola, la sola cosa che sai fare! Allontanarti e respingere tutti! Cacciami pure se vuoi, ma tanto lo so, che se c'è qualcuno che ha torto, beh, quello sei tu!
[Lei lo guardò di nuovo in faccia, stavolta con un'espressione offesa]
E:Tu puoi pensare ciò che vuoi, perché ragione non hai! Pensi solo a te stesso, sarai di nuovo solo, vedrai!
J:Questo lo dici tu!
I:Io scommetto che senza di me tu non saresti... E:Niente... J:Niente! E:NIENTE!! I:HA!! Stammi lontano!
[Ora erano con ke braccia incrociate eschiena contro schiena, l'uno spingendo contro l'altra con rabbia]
J:E non chiedermi mai più il mio aiuto, perché non te lo sei guadagnato in realtà! La la lalalalalala!
I:Stammi lontano!
E:Sei soltanto uno sciocco! Ma non ti stanchi mai di mentirmi!?
J:Tu non lo sai... E:Tu non hai idea...
I:Di cosa abbia passato, per colpa tua!
[Adesso si divisero un'altra volta, e camminarono con passo pesante in direzioni opposte fra loro]
I:Io non ho tempo! Per uno come te... Io non ho tempo! Per averti con me! Tempo non c'è!
[Jack si girò verso di lei]
J:Mi sono così illuso di aver finalmente trovato qualcuno come me!
[Adesso anche Elsa si voltò, puntandogli il dito contro]
E:TU!? Tu dici così tante bugie che nemmeno tu sai cos'è vero ormai!
J:Forse io non sono l'unico a mentire...!
E:NO! NON E' VERO!!
[Elsa lo attaccò con i suoi poteri, e fu qui che Jack si risvegliò di colpo da quell'incubo]
Non era ancora mattina, ma il sole già illuminava la stanza con i suoi deboli raggi. Stava nevicando leggermente, ma Jack non ci diede troppo peso. Lui non volle nemmeno provare a riprendere sonno e riaddormentarsi. Rivolse uno sguardo a Rapunzel, che stava dormendo disturbata da quel freddo, stringendosi alle coperte; in quel momento, l'unica cosa che gli venne in mente fu ''Jack... Che cosa hai fatto!? Non è possibile che non puoi stare un secondo senza combinare un disastro! Ora come farò con Rapunzel, e... Con Elsa...''


ANGOLO DELL'AUTR PAZZA: Ciao a tutti! Ringraziamenti speciali ancora ai recensori del precedente capitolo... Grazie di cuore! :'D Comunque, in primo piano vorrei parlarvi del testo della canzone che ho inventato: ci ho messo quasi sei o sette ore a crearlo e, nonostante questo, non so se è venuto un lavoro degno di così tanto tempo... In alcune parti il tempo si adatta leggermente a fatica, in altre le cose già dette sembra che si ripetano... No so se sia venuto un buon lavoro, quindi vi chiedo, scusate se rompo ancora, di scrivermi le vostre opinioni in una bella recensione ^^(non abbiate paura a inserire recensioni neutre o negative: sono sempre ben accette, purché costruttive ;P). Un'altra cosa che vorrei chiedervi: la parte del sogno, o meglio incubo, di Jack è ispirata al video-disegno fatto dagli animatori della Disney, in quanto la canzone è comunque quella... Mi chiedevo se vi è piaciuto questo lavoro, se è venuto bene e, soprattutto, se le parti musicate che inserisco nella storia sono noiose o brutte... Ah, un'altra cosa che volevo dirvi: CONGRATULAZIONI!! Il primo capitolo ha raggiunto le 1000 visite!! (per adesso, in totale le visite sono 1030!!^^) Okk, per il resto, null'altro da dire o ridire... Lunga vita a JxE! XD Bacissimi, tanti abbracci e un grandissimo California a tutti! Ci sentiamo nel prossimo capitolo!! (o nella risposta alle vostre recensioni^^) Alex <3

P.S.: Purtroppo i colori non si vedono:'( Per il momento, Elsa, nella canzone, sarà indicata con 'E:', Jack con 'J:', e il coro con 'I:'. Per favore, se qualcuno sa spiegarmi come far apparire il testo con i colori me lo dica<3 Grazie in anticipo<3

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Capitolo 22
*** Punzie ha capito tutto ***


~~Jack si risvegliò da quell'incubo.Non era ancora mattina, ma il sole già illuminava la stanza con i suoi deboli raggi. Stava nevicando leggermente, ma Jack non ci diede troppo peso. Lui non volle nemmeno provare a riprendere sonno e riaddormentarsi. Rivolse uno sguardo a Rapunzel, che stava dormendo disturbata da quel freddo, stringendosi alle coperte; in quel momento, l'unica cosa che gli venne in mente fu ''Jack... Che cosa hai fatto!? Non è possibile che non puoi stare un secondo senza combinare un disastro! Ora come farò con Rapunzel, e... Con Elsa...''. Sospirò, poi andò verso la finestra della stanza in cerca della Luna, come se si potesse ancora vedere. Si appoggiò con i gomiti sul cornicione e stette lì a guardare nel vuoto per un tempo indecifrabile, quando sentì un rumore in lontananza. Non sapeva chi o cosa fosse stato a provocarlo, così, incuriosito, non riuscì a resistere alla tentazione: prese il suo bastone, si diede una sistematina alla felpa tutta spiegazzata ed uscì dalla camera. Silenziosamente, si avviò verso la sala del globo; era ancora tutto in disordine dalla sera prima. Poi s'incamminò in uno dei vari corridoi e, passando davanti ad una porta, senti un leggero brusio. Aprì la porta e vide di trovarsi nella stanza nella quale gli yeti e gli elfi erano già pronti ed operativi. Questo lo colse di sorpresa, ma ciò che lo stupì di più fu vedere anche Nord a lavorare. Gli si avvicinò silenziosamente e senza essere notato da nessuno (erano tutti stanchi morti, specialmente dopo aver passato l'intera notte a consegnare regali e... mangiare biscotti), gli scosse con una mano la spalla. Entrambi sobbalzarono: Babbo Natale per lo spavento e per il sonno, Jack invece per la sua reazione. ''Jack!'' gli chiese l'omone ''Di già sveglio!?'' ''Ti farei la stessa domanda...'' rispose lui ''Ma ci sarebbe qualcosa di più  importante che dovrei chieder...'' s'interruppe assumendo un'espressione arresa, ricordatosi della stanchezza di Nord ''No, non importa... Scusa se ti ho disturbato...''. Stava per andarsene via, quando lui lo fermò ''Jack... Dobbiamo parlare...'' facendogli segno con la mano di seguirlo, proprio nello stesso modo che lo richiamò la prima volta che ebbe messo piede al Polo, prima di diventare un guardiano. E proprio come quella prima volta, giunsero nell'ufficio di Babbo. ''Nord... Non è niente...!'' cercò di tirarsi fuori da quella situazione, ma lui per Nord era come un libro aperto, non riusciva a mentirgli, non a lui! ''Questo non mi sembra niente...'' rispose insistente il russo ''Jack, cosa c'è che non va?''. A questo punto, Frost strinse il bastone a sé e vi si appoggiò sopra, per poi iniziare a raccontare tutto ''...Io ieri avrei voluto dichiararmi, ma poi c'era Punzie che voleva mettersi con me, io che mi sento costretto ad accettare, e lei che se ne va...'' i suoi occhi iniziarono ad essere lucidi ''Se n'è andata! Io l'ho vista andare via! Nord, io la amo, voglio solo lei! Non voglio continuare a mentire, capisci!? Cosa devo fare?''; il guardiano cominciò a grattarsi la testa e a torturarsi la barba bianca, poi schioccò le dita e rispose ''Semplice! Usa pancia! E' facilissimo! Guarda, quando io ho bisognoo di consiglio, lo faccio sempre!'' e tamburellò sul pancione. Il ragazzo si abbattè un po' capendo che Nord non era fatto per risolvere problemi di questo tipo, ma si divertì un mondo nel sentire quella risposta, e ridendo disse allontanandosi ''Ok, lo farò! Grazie per il consiglio!''. Uscì dal laboratorio e si lasciò trasportare un po' ovunque dal vento. Ad un certo punto decise di andare a vedere come fosse venuto il castello di Elsa, così arrivò fin sull'innevata Montagna del Nord portandosi dietro una folata di vento freddo. Cercò un po' dappertutto, ma niente... Non c'era nemmeno una minima traccia di Elsa o della sua fortezza. Mentre perlustrava la zona, dando un'occhiata oltre le montagne, notò che il fiordo era totalmente congelato... E anche Arendelle era più fredda del solito. Accompagnato dal vento, atterrò sulle acque congelate e camminò fino al porto. Arrivato in città fu stupito e felice che la città era rimasta quasi uguale: il castello con le sue mura, parte degli edifici, il bosco lì vicino, i colori tipici della città... Fu una sola cosa di diverso, e che attirò particolarmente l'attenzione del ragazzo. In mezzo alla grande piazza che si trovava al centro del paese, c'era una nuova costruzione, era una statua. Al fianco di questa, c'erano due pietre: su una c'era inciso ''Anna, principessa e regina di Arendelle'', e sull'altra ''Elsa, regina e protettrice di Arendelle''. Era esattamente uguale ad Elsa e Anna, erano strette in un abbraccio. C'era qualcosa di strano, però. La statua iniziò lentamente a riempirsi di brina e ghiaccio. Jack la raggiunse per vedere cosa stesse succedendo, ma più si avvicinava e più si sentiva uno strano rumore. Dietro la scultura di pietra c'era qualcuno che stava piangendo. Qualcuno la cui voce gli era familiare; ''Elsa!'' gridò lui. ''Eh!?'' lei sobbalzò, poi si voltò e lo vide ''Jack!'' e lo abbracciò immediatamente. Lui non disse niente, però ricambiò l'abbraccio affettuosamente. Subito, però, la ragazza gli si staccò di dosso un po' imbarazzata ''Oh, scusa Jack, non volevo farlo, mi dispiace, davvero, perdonami!'' e corse via senza lasciargli neanche il tempo di rispondere. Frost era molto confuso, e voleva tanto capire cosa le stesse succedendo, ma in quel momento la lasciò andare. Subito se ne tornò al Polo Nord, dove ormai era già quasi mezzogiorno, e raccontò l'accaduto agli altri. ''Non so proprio che le sia preso... Voi avete qualche idea? ...Non mi piace vederla così...'' chiese Jack ''Secondo me ha preso una cottarella...'' propose Hiccup; Rapunzel, sentendo quelle parole, sobbalzò ed incrociò le braccia ''Che!? Innamorata!? E di chi poi, sentiamo!''. ''Ma di Jack, naturalmente!'' rispose l'altro con tono sicuro, per poi essere interrotto da Merida ''Sì, Hic ha ragione! Insomma, Jackie, non fare il finto tonto! Guardati, sei rosso come un peperone!''. Mentre i due si diedero il pugnetto ridendo maliziosamente, la mora prese il ragazzo per un braccio e lo trascinò via con sé ''Andiamo Jack, ci staranno aspettando per pranzo...''. Una volta seduti a tavola, tutti mangiarono di gusto tutto quel ben di dio che c'era. Tutti tranne Jack. Dopo mangiato, i ragazzi andarono fuori a fare una battaglia di neve, e tutti si divertirono un mondo. Tutti tranne Jack. Di sera tutti dormivano beatamente. Tutti tranne Jack. Al Polo passarono splendide giornate piene di gioia e di divertimento, per tutti, ma non per Jack. Questo continuò per un'intera settimana. Una sera, quando anche per i ragazzi era arrivata l'ora di andare a dormire, Rapunzel decise di intervenire. Si trovavano nella loro stanza. Prima che Frost si mettesse sotto le coperte, la ragazza chiuse la porta della camera con uno strano modo di fare, poi si girò veso il ragazzo con un espressione particolarmente seria e disse ''Jack, dobbiamo parlare...''. Lui sospirò mantenendo la sua espressione malinconica e rispose ''Certo, tutto quello che vuoi...''; lei lo raggiunse e si sedette al suo fianco, preoccupata ''Jack, è da quando stiamo insieme che hai ricominciato a comportarti in modo strano... Jack, non è colpa tua, ma mia, lo so... Tu non mi ami, vero?''. A quelle parole, gli occhi di lui si spalancarono e con voce sorpresa disse ''Eh!? Ma come...?'', ma lei lo interruppe ''Jack, non devi nasconderlo... Forse nemmeno io ti amo... Jack, noi non siamo fatti per stare insieme, e mi dispiace di averlo capito solo ora...'' gli mise le mani sulle spalle e lo guardò dispiaciuta negli occhi ''Jack... Ti lascio... Scusami....''. Lui rimase lì immobile e senza dire parola, mentre lei iniziò a prendere le sue cose: ''Buona notte, Jack...'' lo salutò e se ne andò nella sua vecchia camera.

ANGOLO DELL'AUTR PAZZA: Ciao a tutti! Allora, ho un sacco di cose da dirvi! In primo piano, scusate se il capitolo è uscito super corto, ma volevo lasciare un po' di suspance e questo punto era perfetto ^W^ Comunque, da questo capitolo è probabile che tarderò nel scrivere i prossimi, perché questa è una delle parti della long su cui devo finire di lavorarci e elaborare, quindi chiedo scusa in anticipo. E per di più, volevo darvi una notizia bellissima, che sicuramente non vi aspettavate: dato che il lavoro della canzone nel capitolo precedente mi è piaciuto, ieri ho deciso di farci un video^^ Andate su YouTube e cercate ''Life's too short – Jack x Elsa (Tempo non c'è) – ITA'', dove vedrete che la canzone è in modalità karaoke e, de volete cantare un po', potete tranquillamente provare questa canzone <3 Oppure cliccate direttamente su questo link: https://www.youtube.com/watch?v=2TByoNlNA48 (P.S.: non vi spaventate se all'inizio non si sente nessuna musica, è fatto così^^'). Non appena troverò un ragazzo disponibile a darmi una mano, potrei anche farci la versione cantata (così capirete meglio come adattare le parole al ritmo... insomma... sì, avete capito^^'). Comunque, avrei ancora un paio di domandine da farvi (vi prego, non uccidetemi, sono solo un caso disperato XD):
1.Come avete reagito all'intero capitolo?
2.Se lo avete visto, che ne pensate del video?
3.Vorrei provare a fare anche un'animazione in MMD di alcune scene della storia, ma avrei un problemino... Per chi se ne intende abbastanza di questo tipo di animazione, come faccio ad usare i modelli che ho scaricato da Deviantart (ho scaricato Elsa, Anna, Jack, Merida, Hiccup...) su MikuMikuDance? Quando li carico mi escono bianchi... *^*
[Ok, non giudicatemi dopo la terza domanda... Ma, ho provato di tutto, eppure i modelli escono bianchi... D'X] Ehi, chi ha dato il permesso alla mia voce interiore di parlare!? Comunque, spero di non avervi assillato troppo^^' Per il resto, lunga vita a JxE! XD Bacissimi a tutti, tanti abbracci e un California grande così! Alex<3

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Capitolo 23
*** ...Bacio ***


~~Era una tarda mattina, quando Jack si svegliò dopo una notte passata in bianco, sbadigliando e strofinandosi gli occhi. Dopo essersi alzato dal letto, prese la felpa che, dopo tanti giorni, si trovava di nuovo sulla solita sedia e se la infilò, poi uscì dalla stanza e, nella sala del globo, diede il buongiorno ai ragazzi e si unì a loro per fare colazione. C'era pure Rapunzel. Non appena il ragazzo si sedette, lei si alzò e da subito cercò di evitarlo il più possibile. ''Ma che le è preso?'' ''Le hai fatto qualcosa, Jackie?'' chiesero incuriositi Hiccup e Merida; sentendosi in colpa, lui rispose debolmente ''No, non so cosa le sia successo...''. I due, prima si lanciarono uno sguardo complice, poi girarono attorno alla tavola, andando l'uno da una parte e l'altra dall'altra, lo raggiunsero ed iniziarono a punzecchiarlo ridacchando. ''Noo, io non ci credo...'' disse teatrale lei, mentre l'altro, dandogli un paio di gomitate, domandò ''Non l'avrai mica tradita, spero...!''. ''No, ma che-'' ''No, secondo me le ha fatto prendere il raffreddore!'' lo interruppe ridendo la rossa, facendo scoppiare dalle risate anche lui. ''SENTITE!!'' tuonò l'altro infastidito ''Io e lei ci siamo lasciati!! Noi... Non siamo fatti per stare insieme! Ed ora... Lasciatemi stare!'' e corse via, nel corridoio, lasciandosi dietro i due ragazzi che erano rimasti di sasso. In quel momento, l'unica persona che voleva vedere era Elsa, ma dato che non sarebbe stato possibile, iniziò a cercare Nord per tutto il laboratorio, ma senza successo. Ad un certo punto, ad interrompere la sua ricerca fu un rumore proveniente dall'entrata sul retro dell'edificio. Non poteva che significare una sola cosa: era atterrata la slitta (presumendo che sia mai partita); ancor prima di riuscire a raggiungere la stalla delle renne, in uno dei corridoi che lo portavano all'uscita, mentre correva, non riuscì a vedere in tempo che Nord era proprio davanti a lui, ed andò a sbattere sulla sua pancia. ''Oh, scusa Nord! Non ti avevo visto, andavo di fretta...'' si scusò ''Non è niente... Tu piuttosto, yeti ha detto che vuoi dirmi qualcosa''. ''Ah, sì! Voglio parlarti di una cosa, è urgente. Volevo dirti che-'' rispose lui, per poi tacere nel vedere Qualcuno Dall'Aria Più Che Familiare entrare dalla porta in fondo al corridoio. ''ELSA!'' gridò il ragazzo prima di andarle incontro ad abbracciarla ''Mi sei mancata tanto!''. Lei si stupì del suo comportamento ''Jack... Ma se davvero ti sono mancata così tanto, potevi sempre venire a trovarmi...'' e ricambiò l'abbraccio, mentre lui rispose ''Pensavo che non volevi più vedermi... Specialmente dopo l'ultima volta che ci siamo incontrati...''. Imbarazzato, l'omone cercò in tutti i modi di uscire da quella situazione ''Beh... Io va a cercare mie pantofole...'' e si allontanò. I due andarono nella loro camera, si sedettero l'uno a fianco dell'altra su un lato del letto, tenendo lo sguardo fisso negli occhi. ''Jack, io non avrei mai rifiutato nemmeno un secondo in più per stare con te, e questo lo dovresti sapere! Ma... Pensavo che tu non avessi molto gradito il mio abbraccio, dal momento che stai con Rapunzel...'' disse triste abbassando lo sguardo sulla sua mano, appoggiata leggera sul materasso; ''No!'' rispose Jack, prendendole la mano fra le sue, ''Questo non devi pensarlo nemmeno per sogno! Lo sai, anche io adoro stare con te''. ''Ok...'' Elsa accennò un sorrisetto, tornando a guardarlo negli occhi ''Comunque, Rapunzel come sta?'' ''Oh, sì, ci sarebbe una cosa che dovrei dirti, parlando di Punzie...'' lui iniziò a grattarsi la testa con la mano di nuovo libera ''Noi, come dire, ci siamo lasciati...'' la ragazza sobbalzò ''Come!?''. ''E' successo ieri sera. Insomma, entrambi avevamo capito da un bel po' di tempo che noi non eravamo fatti per stare insieme...'' i loro sguardi si incrociarono nuovamente ''Non è stato difficile da capire, pensa che l'altro giorno per poco, non le facevo prendere un malanno, di nuovo! E tutto solo perché ci eravamo abbracciati per più di dieci secondi!''. A quelle parole, lei si ricordò di quando, ancora in vita, mentre abbracciava Anna la sentiva tremare, facendo emergere sul suo volto un'espressione triste ed abbattuta. ''Non fraintendermi, dico solo che vorrei qualcuno che, fra le mie braccia, non sia a rischio di congelamento! Qualcuno per cui il freddo non sia un problema... Qualcuno per cui IO non sia un problema...'' ''Capisco cosa intendi...'' disse lei abbracciandolo. Elsa, arrossendo, si azzardò a fare una domanda che non aveva mai fatto a nessuno ''Jack... Che cos'è l'amore?''; ''Sai, forse non lo so nemmeno io'' rispose lui, diventando a sua volta rosso come un peperone ''Ma, se ti va bene... Possiamo scoprirlo insieme...''. La ragazza si sciolse dall'abbraccio, imbarazzata, e non proferì una parola, fissandolo. Notando quella reazione, Frost abbassò lo sguardo sconfitto, pensando ''No... Come ho potuto dirle questo... Ho sbagliato tutto, come al solito... Non sono che un fallito, non-'', ma venne interrotto da qualcosa di inaspettato, qualcosa di DAVVERO inaspettato. In un attimo, Elsa aveva preso il viso del ragazzo fra le mani gelide e lo baciò. Ma subito si staccò, agitandosi ''Scusa, Jack, non so davvero che mi sia preso, davvero, non vol-''. Jack l'abbracciò e sentì ricambiare il bacio che, stavolta, aveva iniziato lui. Passarono l'intera giornata andando avanti così. ''Ma cosa diremo agli altri, Jack?'' ''Non ti preoccupare, tu intanto non dirgli niente. Chiariremo le cose non appena saranno loro a scoprirlo''.
Il giorno dopo, mentre Jack era rimasto un po' da solo, raggiunse Nord nel suo ufficio. ''Nord!'' lo chiamò ''Oh, eccoti qua! Scusa se ti disturbo... Ma volevo assolutamente chiederti una cosa. Perché ieri hai portato qui Elsa? Perché-'' ''Jack,'' lo interruppe l'altro ''devi sapere che tuo viso è come libro aperto, per me. Tu puoi mentire a tutti, ma no a me, non ci sei mai riuscito. E questo mi piace. Cosa credevi? Che non ci avessi fatto caso? Da subito, me ha capito che tu ha bisogno di lei, proprio come lei ha bisogno di lei!'' ''Ma come...'' ''E' vero, io non può capire cosa intendevi dire l'altro giorno,'' rispose l'omone ''ma se c'è cosa che ho capito, è che senza lei tu non può resistere nemmeno un giorno!''. Il ragazzo sorrise ''Grazie...'' e se ne andò.

ANGOLO DELL'AUTR PAZZA: Ciao a tutti ragazzi! Bene, ci siamo... Non sapevo quando ci saremmo arrivati... Ma eccoci qua, tutti insieme, all'ultimo capitolo della long *sniff sniff*. Bene, *sniff sniff* abbiamo raggiunto anche quest'obbiettivo! Grazie per il vostro importantissimo sostegno, che fin dal primo capitolo mi ha aiutata ad andare avanti <3 Ma comunque vi ricordo che non è finita qui! Già, vi tormenterò ancora, non ho ancora finito con voi... XD Esatto, ci sarà anche il sequel della storia: amore, avventura, divertimento e rompiscatole a volontà... Tutto in un solo sequel! XD Dato che siamo arrivati alla fine, volevo chiedervi un paio di cose (scusatemi, ma già lo sapevate che sarebbe stato inevitabile... XD):
1.La vostra parte preferita
2.La vostra reazione al bacio fra Jack ed Elsa
3.Cosa vi aspettate dal sequel (non fraintendetemi, non è per rubarvi l'idea, anche perché io ho già creato la trama ;P)
4.A forza di leggere e scrivere questa long, sto iniziando addirittura a sognarmela la storia, a volte anche qualche parodia della storia!! O.O Ditemi che sono l'unica...
Ah, volevo dirvi anche un altro paio di cose: prima di tutto, non vi spaventate se il sequel tarderà un po' ad arrivare, è solo che mi prendo una piccola pausa (scrivere una storia non è una cosa da poco...^^') e, poi, l'altra cosa è che, dove di solito si trova la descrizione dell'autore, io ci scriverò gli eventuali aggiornamenti che farò. Esempio:

***

[Aggiornamento: 19/08]
Da oggi segnerò tutti gli aggiornamenti in questo spazio

[Aggiornamento: 27/08]
E' uscito il sequel!

***

Bene, novità finite. Per il resto, lunga vita a JxE! XD Bacissimi a tutti, tanti abbracci e un California grande così! Statemi bene, ci sentiamo presto! Alex, la pazza<3

P.S.: So che non c'entra molto con la serie JxE, ma stavo pensando di fare anche una storia riguardante l'universo 'Lorax, il guardiano della foresta'. Lo so, sono fuori di testa, ma il fatto è che l'altro giorno mi è capitato di vedere un'immagine dell'Once-Ler, e cassiopea se mi ha fatto venire strane idee in testa... Non fraintendetemi, ma a me, sin dal primo momento, è sempre piaciuto come personaggio, e quando ho un'idea in testa, nulla da fare... Da lì non si muove... XD Se volete, potete pure dirmi quanto sono strana/pazza/particolare/diversa-da-tutto-il-mondo XD Ok, ora vi lascio... Alla prossima! <3

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