La storia di Draco e Astoria

di Sophie_Carlisle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lumos ***
Capitolo 2: *** Hoggy Warty Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Repello Inimicum ***
Capitolo 4: *** Expelliarmus ***
Capitolo 5: *** Serpensortia ***
Capitolo 6: *** Reverte ***
Capitolo 7: *** Fianto Duri ***
Capitolo 8: *** Stupeficium ***
Capitolo 9: *** Silencio ***
Capitolo 10: *** Sonorus ***
Capitolo 11: *** Le piccole cose... ***
Capitolo 12: *** ...portano solo guai ***
Capitolo 13: *** Colloportus ***
Capitolo 14: *** Alohomora ***
Capitolo 15: *** Emendo ***
Capitolo 16: *** Legilimens ***
Capitolo 17: *** Reparo ***
Capitolo 18: *** Oppugno ***
Capitolo 19: *** Protego ***



Capitolo 1
*** Lumos ***


NDA! Ciao a tutte le personcine che dal giorno zero hanno letto questa Fic, a chi ha appena cominciato e a chi per caso ha dato uno sguardo!

Ho due cosine-ine da dire.

La prima: mi vorrei scusare. Quasi dieci anni (fa paura come il tempo passi così velocemente) da quando ho cominciato a scrivere e una pausa infinita non hanno giovato! Sto cercando di recuperare il tempo perso: abbiate pazienza!

La seconda: quando scrissi i primi capitoli ero una quattordicenne presa dalla frenesia del mondo delle Fan Fiction e tutto ciò è stato scritto di getto, così come veniva. Con il tempo, però, mi sono resa conto che avrei voluto rinnovare questa storia, soprattutto perché mi sono venute in mente nuove idee e nuovi personaggi da inserire. Per non parlare poi di alcune modifiche tecniche che avrei sempre voluto fare, ma che , ahimè, ho rimandato per tanto tempo.

La trama non cambia nemmeno di una virgola, ma è stato necessario dare una ripulita ad alcune cose: sia per chiarirle, che per renderle più fluenti. Ci tengo veramente tanto.

Spero che continuerete a seguire le vicende di Draco e Astoria, ma soprattutto che possiate apprezzare qualche cambiamento qua e là!

Aspetto come sempre i vostri feedback! Grazie per la pazienza.

Sophie_Carlisle <3


 

Menzione speciale per LadyChantilly: Grazie, mi hai aperto un mondo.

LUMOS

 

Il Malfoy Manor era imponente sotto la luce dorata dell'alba, che stava cominciando a rischiarare il cielo da dietro le montagne dalle vette acuminate.

Nel giardino della grande casa regnava la quiete più totale e il solo rumore era il frusciare delle foglie degli alberi mosse dal leggero vento mattutino.

Il sole si stava alzando nel cielo e presto tutto fu illuminato dalla sua luce.

In una stanza della casa, al secondo piano, un ragazzo dai capelli biondi stava dormendo beato nel suo letto, intento a terminare il bel sogno che stava facendo: era a cavallo della sua splendida Nimbus Duemilauno e sfrecciava a tutta velocità sul grande campo da Quidditch, intento a catturare prima del ragazzo dagli occhiali tondi e i capelli in disordine il boccino d'oro... il sole lo illuminava e il vento gli scompigliava i capelli platinati...si sporse in avanti allungando una mano... era a pochi centimetri dalla luccicante pallina con le ali... la folla verde-argento era in visibilio ed acclamava gran voce il loro cercatore... si sporse ancora di più...il suo unico pensiero era VINCERE...le ali del boccino erano quasi nel palmo della sua mano e...

-Draco, svegliati-

La voce di Narcissa Malfoy echeggiò per tutta la stanza e arrivò alle orecchie del ragazzo biondo, che aprì gli occhi riluttante.

-Che succede madre?- domandò Draco stropicciandosi gli occhi e soffocando uno sbadiglio.

-Non dirmi che ti sei dimenticato che giorno è oggi- disse Narcissa alzando un sopracciglio, perfettamente curato.

No, non aveva dimenticato che giorno fosse, perché di lì a poco avrebbe conosciuto la sua fidanzata, nonché futura signora Malfoy: Astoria Greengrass.

Draco non aveva mai conosciuto Astoria, ma conosceva sua sorella Daphne, perché entrambi erano stati smistati nella Casa Serpeverde alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, due anni prima.

Un'antica tradizione delle famiglie Purosangue era quella del matrimonio combinato, al fine di preservare la purezza del sangue e, ovviamente, la famiglia Malfoy non aveva assolutamente intenzione di venire meno alla tradizione, anche se in realtà non era necessario adoperare tale metodo: le amicizie dei giovani Purosangue erano selezionate in modo accurato, al fine di non mischiarsi con la feccia e non era raro che alcuni di essi si fidanzassero tra di loro.

Al fine di evitare inconvenienti, Lucius Malfoy aveva accuratamente operato una cernita delle giovani ragazze provenienti dalle più rispettabili famiglie del mondo magico e la scelta era ricaduta sulla famiglia Greengrass, il cui capostipite, Eryhtreus Greengrass, suo collega e amico, aveva avuto la fortuna di mettere al mondo due figlie: Daphne, la maggiore, e Astoria, la minore.

Era toccato a Draco decidere chi delle due lo avrebbe accompagnato per il resto della vita: scelse Astoria.

Infatti Daphne, nonostante la sua bellezza quasi da Veela e il suo carattere pungente, era sua amica (se così si potesse definire) e non avrebbe avuto problemi a trovare un buon partito. Perciò al ragazzo non era rimasta altra scelta se non optare per la sorella minore.

Da ciò che la maggiore delle sorelle gli aveva detto a proposito della più piccola, Draco si era reso conto quanto fosse una ragazza difficile: per quello che gli aveva raccontato, Astoria era sempre stata una bambina molto dolce e buona ma, rispetto a quello che un'educazione nobiliare prevedrebbe, non esitava a puntare i piedi e portare avanti idee concettualmente contrapposte a quelle della propria famiglia. Inoltre, era facilmente provocabile e aveva sempre saputo come manipolare gli altri a suo vantaggio. La sua falsa timidezza la rendeva imprevedibile, a tal punto che non era possibile comprenderla facilmente.

Sarebbe stata una bella sfida.

-Scendo subito, madre- disse Draco sbadigliando, ancora ripensando al bel sogno che aveva fatto.

-Allora sbrigati- disse la donna uscendo dalla stanza con la sua maestosa e fredda eleganza.

Draco scese dal letto e si incamminò verso il bagno, sbadigliando ancora.

“Sarà una lunga giornata” pensò il ragazzo fermandosi a contemplare la sua immagine allo specchio.

Aveva già 13 anni e, come notò con piacere, era cresciuto di molti centimetri durante le vacanze, i suoi lineamenti erano più pronunciati e si era creato un fisico niente male. Sogghignò soddisfatto e pensò alle risate che si sarebbe fatto quel giorno.

Dopo essersi lavato la faccia, si diede una sistemata e ,sbuffando, tirò fuori dall'armadio un paio di pantaloni e una camicia, li indossò e scese velocemente le scale diretto in sala da pranzo.

Da quando il suo elfo domestico Dobby era stato liberato per lui fare le cose da solo era un'impresa e la maggior parte delle volte veniva richiamato dal padre a causa della sua pigrizia.

***

Astoria quella notte non aveva dormito per niente. Era seduta accanto alla sua finestra e contemplava il paesaggio illuminato dall'alba rossastra.

Tutto fuori era silenzioso: alberi e fiori se ne stavano beatamente fermi, come se aspettassero qualcosa. Gli uccelli si erano appena svegliati e il loro cinguettio allegro era l'unico suono che si sentiva.

La ragazza sospirò e prese la sua gatta tra le braccia per coccolarla: -Sei fortunata Venus, sai?- sussurrò e l'animale rispose a suon di fusa entusiaste :-A volte ti invidio: dormire tutto il giorno e nessuno che abbia delle aspettative su di te-.

Una lacrima le rigò il viso: l'asciugò veloce e tornò a fissare l'aurora mattutina.

Quel giorno la piccola Astoria avrebbe incontrato il suo futuro marito: Draco Malfoy.

Non aveva mai conosciuto questo misterioso ragazzo, così sua sorella Daphne le aveva raccontato qualcosa su di lui definendolo “misterioso e incredibilmente sexy”, ma per Astoria non era così.

Anche se non lo conosceva lo aveva ben inquadrato dai racconti della sorella maggiore: era un gran pallone gonfiato. Il classico figlio di papà. Superbo ed egocentrico.

Quando Daphne le raccontava di Hogwarts si soffermava molto a parlare dei suoi amici e delle imprese goliardiche da loro compiute: i tiri sporchi fatti al povero Neville Paciock, le prese in giro nei confronti di Harry Potter e Ron Weasley, gli scherzi riservati ai figli di Babbani.

Astoria si dispiaceva per loro. Non riusciva a credere che sua sorella trovasse quei colpi bassi divertenti.

Venus scese dalle sue braccia e trotterellò verso un angolino ancora buio della stanza, lasciando la ragazza sola, immersa nei suoi pensieri.

Il sole era sorto già da un po' e Astoria si stropicciò gli occhi assonnati, che non avevano intenzione di chiudersi.

Un sonoro “crack” echeggiò per la stanza :- La Padroncina è già sveglia?-

Astoria voltò la testa verso il centro della stanza e schiuse le labbra in un piccolo sorriso :- Non sono riuscita a dormire Tricky- disse all'elfa che si era appena materializzata di fronte a lei.

Tricky si avvicinò e prese una mano della ragazza :- Tricky conosce la Padroncina Astoria e sa che la Padroncina è preoccupata-.

La ragazza le strinse e si abbassò per guardarla negli occhi :- Tricky ha proprio ragione- disse : -Però non ti devi preoccupare per me-.

La creatura scosse la testa e spalancò gli occhi :-Padroncina Astoria desidera che Tricky le prepari una bella cioccolata calda per fare tornare il sorriso?-

-Oh Tricky, sei la migliore- le disse stringendola in un abbraccio :-Non so cosa farei senza di te-.

D'un tratto sentirono dei passi fuori dalla stanza, così la giovane Greengrass si precipitò subito sotto le coperte fingendo di dormire, mentre l'elfa si apprestò ad avvicinarsi al grande baldacchino, a testa bassa.

-Astoria, alzati cara- disse la signora Greengrass bussando vigorosamente alla porta e facendo capolino dentro la stanza :-Tricky! Stupida creatura, ti avevo ordinato di svegliarla!- esclamò la donna infervorata.

L'elfa si fece piccola piccola :- Perdono Padrona- disse poi, prendendo un libro e colpendosi la faccia. La signora Greengrass parve soddisfatta, poi si rivolse alla figlia :-Non vorrai fare tardi spero: i Malfoy non amano i ritardatari. Sbrigati- concluse sbattendo la porta.

Astoria emerse dalle coperte e si precipitò dalla creatura ai piedi del letto :- Tricky non ti devi punire- le disse togliendole il libro dalle mani :- Sei il mio elfo domestico, non quello di mia madre e lo sai che non voglio che tu esegua i suoi ordini-.

-Tricky si deve punire per essere andata contro gli ordini della Padroncina Astoria- le disse aprendo gli occhi grandi.

Astoria scosse la testa :- Tricky no, ti ordino di non prendere più ordini dai miei genitori e di smetterla di farti male-.

-Tricky è tanto grata alla Padroncina- esclamò :-la Padroncina è sempre così buona con Tricky- le disse prendendole un'altra volta la mano in segno di gratitudine.

La ragazza le sorrise :- Tu sei mia amica- le disse semplicemente.

Fin da piccola Astoria era stata molto legata alla sua elfa, soprattutto perché fino a quel momento era l'unica creatura con cui avesse avuto effettivamente contatti e con cui aveva trascorso molto tempo.

Non le erano mai piaciuti gli amici di Daphne e con Tricky Astoria si divertiva molto. L'elfa era l'unica che si interessasse davvero a lei: forse un po' per indole, forse un po' perché Astoria la trattava come una sua pari.

La porta della stanza si aprì di nuovo di scatto, mostrando una Daphne Greengrass ben pettinata e con gli occhi sorridenti :- Tricky, fuori dai piedi- disse apprestandosi ad entrare dentro, mentre l'elfa scompariva con un “crack”.

Astoria incrociò le braccia :- Potresti anche essere più gentile ogni tanto- disse alla sorella, la quale roteò gli occhi. Le voleva bene, ma a volte esagerava proprio.

-Ria presto, ti aiuto a prepararti- disse Daphne trascinando davanti alla specchiera la sorellina che aveva assunto un'aria molto triste -Grazie Daph...- disse Astoria abbozzando un sorriso.

Non capiva perché Draco avesse preferito lei a Daphne. In fondo era sua sorella maggiore! Le due, però, non erano per nulla uguali, anzi erano proprio l'opposto: Daphne aveva lunghi capelli biondi che le ricadevano dolcemente sulle spalle, arricciandosi alla fine; due occhi azzurri sorridenti, che parevano zaffiri lucenti e una pelle candida come la neve. In poche parole la perfezione fatta persona.

Oltre al bell'aspetto e alle curve al posto giusto, era sempre simpatica a tutti e il suo carattere espressivo e furbo le permetteva di avere un monte di spasimanti, infatti di questo dovevano essersene accorti anche Erythrus ed Eudora, i loro genitori, perché a Daphne, al contrario di Astoria, non era stato imposto il matrimonio combinato.

Diversamente dalla sorella Astoria aveva dei capelli color cioccolato che le ricadevano sulle spalle, arricciandosi alla fine, in modo scomposto e disordinato; aveva due occhi verdi vispi e la sua pelle sembrava una banale imitazione di quella della sorella. Il suo carattere complicato le impediva di fare molte amicizie, perché nessuno la capiva veramente e per la maggior parte delle persone poteva apparire una ragazzina molto strana.

Daphne era tutto ciò che Astoria avrebbe sempre voluto essere.

-Sei molto fortunata Ria- disse Daphne finendole di sistemare i capelli e precipitandosi con lei verso l'armadio :-Sai, Draco ha gusti molto difficili in caso di ragazze e nessuna, a parte te , lo ha mai colpito-.

Tirò fuori un paio di calze nere e un vestitino verde per la sorella, poi la guardò negli occhi: -Cosa c'è Ria?- chiese preoccupata.

Astoria l'abbracciò forte e sussurrò ;-Nessuno si preoccupa mai per ME- singhiozzò forte e Daphne la baciò sulla fronte :-Lo so che è difficile, ma Draco è così bello! Vedrai che gli piacerai un sacco- disse poi per consolarla :– Basta dargli una possibilità- le ammiccò e le prese un paio di ballerine verdi.

Astoria si asciugò le lacrime e finì di prepararsi, poi con la sorella scese velocemente le scale dirette al piano di sotto, dove i genitori le aspettavano impazienti.

***

Draco era seduto sul divano ad aspettare con impazienza :“Prima arriva prima se ne va” pensava in quel momento.

Lucius Malfoy entrò nella stanza a grandi passi, seguito dalla perfetta e curatissima moglie Narcissa -Fra pochi minuti dovrebbero arrivare i Greengrass- disse l'uomo accostandosi al caminetto ed ergendosi in tutta la sua freddezza.

La moglie strinse la spalla del figlio e lui voltò la testa reggendo il suo sguardo.

Un fuoco verde si accese nel camino lasciando intravedere quattro sagome unite tra loro. Il capofamiglia si fece avanti, spolverandosi il soprabito; poi rivolse un ampio sorriso al Signor Malfoy.

-Buongiorno Lucius, vecchio mio- disse il signor Greengrass stringendogli la mano :- Narcissa- disse poi, rivolgendosi alla donna e baciandole la mano.

-Erythrus , vedo che non sei cambiato di una virgola- affermò la Signora Malfoy con un sorriso, baciando l'uomo su entrambe le guance.

-Draco, ti vedo in splendida forma-aggiunse Erythrus appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo.

Il giovane sorrise composto :-La ringrazio Signor Greengrass-.

-Eudora, da quanto tempo- disse Narcissa abbracciando la signora Greengrass con entusiasmo :– Daphne, mi fa molto piacere vederti cara... e tu devi essere la piccola Astoria... che piacere cara!- disse la signora Malfoy prendendole una mano e stringendola calorosamente.

-Il piacere è tutto mio Lady Malfoy- rispose Astoria, facendo una riverenza molto goffa.

Draco ghignò divertito: “che goffa”, pensò , “ci sarà da divertirsi”.

-Astoria, sei sempre la solita maldestra- sbuffò la madre pizzicandole un braccio con le dita scarne. Astoria in tutta risposa storse il naso e tirò il mento in su. Con la coda dell'occhio captò lo sguardo del giovane Draco su di sé e un brivido le percorse la schiena. Sarebbe stata una giornata molto impegnativa.

-Oh che sbadata... Draco fa' il bravo padrone di casa e porta Astoria a fare un giro- disse Narcissa sorridendo e tornando a complimentarsi con Eudora per i suoi splendidi capelli, perfettamente acconciati.

-Va bene- disse Draco ghignando.

Astoria prese il braccio della sorella per farla venire con loro : -Vieni Daph- disse Astoria :– No Ria, io preferisco rimanere qui- le disse guardandola negli occhi :-Vai con Lui- sussurrò la sorella ammiccandole.

-Allora, andiamo?- chiese Draco scocciato.

Astoria guardò storta l'altra; poi seguì il ragazzo fuori dalla stanza. Il corridoio sembrava non finire mai, e stare sola con Draco Malfoy non era esattamente una bella prospettiva.

Si stava guardando intorno incuriosita da tutti quei ritratti appesi alle pareti, tanto da non accorgersi che Draco la stava fissando divertito.

-E così tu sei la sorellina di Daphne...Astoria- Draco pronunciò il suo nome quasi sillabandolo, tanto da far sobbalzare Astoria per la sorpresa -Sai, non le somigli per niente- disse avvicinandosi alla ragazza e fissandola negli occhi verdi.

Astoria distolse lo sguardo, ma Draco le spostò la faccia per poterla osservare meglio :– Si, decisamente non le somigli- concluse sogghignando -Lei è molto più bella di te... per non parlare del tuo nome, decisamente ridicolo- disse Draco con gli occhi luccicanti e un sorriso malvagio.

Astoria lo guardò storto e cercò di andarsene per tornare dalla sorella, ma Draco le afferrò un braccio e la trascinò indietro :– Perché tanta fretta Greengrass?- disse Draco con un ghigno malefico.

-Perché non ho intenzione di passare un secondo di più in compagnia di uno spocchioso finto biondo!- sibilò Astoria guardandolo storto :- So benissimo chi sei e non ti aspettare che io possa anche solo pensare di starti appresso-.

-Non dire così Greengass, dopotutto sono il tuo futuro marito- disse Draco ghignando beffardo e guardandola con i suoi occhi freddi.

Astoria alzò il mento per sostenere il suo sguardo, anche se era difficile a causa della rabbia che le stava ribollendo dentro:- Se credi che per questo potrò anche solo degnarti di uno sguardo sei fuori strada-.

Draco sogghignò e inarcò un sopracciglio :- Però! Che caratterino la bambina- disse :- è chiaro che ancora non hai capito come funzionano le cose-.

Astoria non ce la faceva minimamente a stare ancora con quel ragazzo, per cui si voltò e incrociò le braccia :– So esattamente come funziona, ma non intenzione di sposarti-.

Draco rise e roteò gli occhi :- Come sei ingenua: tu non hai scelta. Il contratto è stato firmatoo, quindi io e te ci sposeremo e, bada bene, pretendo una Signora Malfoy perfetta, per cui mi porterai il rispetto che si deve-.

La ragazza strinse la mascella cercando di cacciare indietro le lacrime, poi si voltò verso il biondo, sostenendo sempre il suo sguardo :-Io non ti sposerò mai!- .

La rabbia accumulata in quei giorni aveva deciso di uscire nel modo più intenso possibile e Astoria si sentì molto meglio, ma lacrime che con tanta forza di volontà aveva cercato di bloccare cominciarono a scorrere sulle sue guance. Di scatto la giovane corse via, fuori dal Manor, diretta verso il grande giardino esterno. Aveva solo voglia di tornarsene a casa: Tricky le avrebbe preparato una bella cioccolata calda e le avrebbe raccontato una storia per farla sorridere. Non avrebbe mai accettato tutto quello. Mai.

Si sedette in riva al laghetto di Malfoy Manor e mantenne lo sguardo nel vuoto senza battere ciglia.

Ripensò a quello che aveva detto poco prima a Draco e non se ne pentì minimamente.

Il suo sguardo freddo e il suo ghigno divertito le ritornavano alla mente e lei piangeva ancora di più.

-Ria?-.

La mora sussultò. Astoria si voltò e lasciò che Daphne si sedesse accanto a lei e la abbracciasse :– Mi ha raccontato del vostro piccolo diverbio- le disse :-Come ti senti?-.

La mora storse il naso :- è un grandissimo arrogante- sentenziò Astoria asciugandosi le lacrime; poi guardò la sorella: -Non lo sopporto proprio...- disse Astoria aggrottando la fronte -E' così... così...-

-Superbo- concluse Daphne con un sorriso: – Devi solo farci l'abitudine e dare a Draco una possibilità... Non puoi odiare qualcuno che appena conosci- cercò di farla ragionare.

Poi si alzò, seguita dalla sorellina.

-Speriamo sia così- mormorò la più piccola.

Astoria abbracciò la sorella e mano nella mano si diressero in sala da pranzo dove tutti le stavano aspettando. Quel pomeriggio sarebbe stato infinitamente lungo, ma almeno Daphne le sarebbe stata vicina.


 


 

Note:

  • Tricky è l'elfa domestica personale di Astoria.

  • Erythrus: nella mitologia greca è il nome del figlio di Radamante (o Radamanto): quest'ultimo è un semidio che insieme Minosse ed Eaco assume il ruolo di giudice dei defunti nell'Ade.

  • Eudora: nella mitologia greca è il nome di una delle cinque Iadi, ninfe del bosco e della pioggia.

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Capitolo 2
*** Hoggy Warty Hogwarts ***


HOGGY WARTY HOGWARTS

 


 

-Forza Ria, sbrigati o il treno partirà senza di noi!- disse Daphne prima di scomparire attraverso la barriera.

-Astoria, ti aspettiamo di là. Vedi di comportarti come si deve- disse la madre scomparendo a sua volta seguita dal marito, che ammiccò in direzione della figlia.

Erythrus Greengrass, sebbene algido e severo, aveva sempre avuto a cuore la piccola Astoria, fin dalla tenera età. Forse più di sua sorella Daphne.

La figlia minore lo metteva a dura prova, soprattutto perché era difficile comprendere fino in fondo i suoi pensieri e il fatto che fosse estremamente riservata con lui non era di aiuto. Eppure, quel piccolo uragano dagli occhi smeraldini era ciò che il Signor Greengrass aveva di più caro ed egli stesso non aveva mai esitato a dimostrarlo: Eudora Greengrass non approvava, purtroppo, questa disparità che l'uomo riservava alle figlie e molto spesso i due coniugi erano in conflitto proprio a causa della più piccola, la quale difficilmente obbediva ai genitori e sempre più spesso pareva lontana anni luce dalla sua stessa famiglia.

Erythrus sapeva che la piccola di casa era diversa da tutto quello che la circondava, ma, allo stesso tempo, non riusciva ad entrare in empatia con lei.

Paradossalmente, era Daphne la persona con cui Astoria più volentieri si intratteneva, per quel poco che la minore concedesse, però ne prendeva le distanze spesso e volentieri, preferendo una quieta solitudine alla stretta e selettiva cerchia di amici che la sorella maggiore frequentava. E tutto questo con grande dispiacere dei Signori Greengrass, i quali auspicavano il meglio per le figlie, ma soprattutto per la propria discendenza: evitare ogni possibile rozza e indecorosa distrazione.

Astoria di guardò intorno, un po' spaesata :“Ci siamo” pensò e prendendo un respiro profondo corse in direzione del muro di fronte a lei. In pochi secondi uno sbuffo di vapore la travolse con una nuvola bianca.

La ragazzina rimase senza fiato per lo stupore: il treno scintillava e sbuffava vapore da tutte le parti; c'erano ragazzini che correvano lungo il binario; altri che salutavano le loro famiglie prima di intraprendere il loro magico viaggio; altri ancora, più piccoli, che ammiravano estasiati la rossa locomotiva. Sorrise.

La sua attenzione della fu catturata da un insolito gruppo di persone che avevano appena attraversato la piattaforma del binario. Avevano tutti i capelli rossi, fatta eccezione per un ragazzino dai capelli corvini e una ragazzina dai folti capelli castani. Ad Astoria parvero familiari :”Chissà se sono tutti parenti” pensò, ma con un'alzata di spalle lasciò da parte quel pensiero, continuando a spingere il proprio carrello e a guardarsi intorno.

C'erano bagagli sparsi ovunque e molte gabbie con gufi e barbagianni ben allineate; il treno emise uno sbuffo di vapore un po' più alto, il che voleva dire che era prossimo alla partenza.

La piccola Greengrass era così presa ad ammirare tutto e tutti che non si accorse di aver urtato con il carrello una ragazzina con due trecce bionde.

-Scusa tanto...io...non ti avevo vista- disse la mora, tirando indietro il carrello. Venus, il suo gatto, emise un verso infastidito, ma subito la padroncina le accarezzò la testa dalle sbarre della gabbietta, per tranquillizzarla.

La ragazzina bionda le sorrise calorosa:-Non fa nulla, non ti preoccupare- disse entusiasta, per poi tendere la mano ad Astoria :-Io sono Tracey Davis-.

-Astoria Greengrass- disse l'altra stringendole la mano :-Anche per te è il primo anno?-chiese curiosa.

-Si! E non vedo l'ora di incominciare!- le disse con gli occhi luminosi Tracey :-Sai, ho scoperto la magia quando avevo otto anni e devo dire che...-.

-Astoria Greengrass! Muoviti e vieni qui- le interruppe Eudora lanciando sguardi di fuoco alla figlia. Astoria roteò gli occhi e si apprestò a raggiungere la propria famiglia, non prima di aver salutato Tracey con un piccolo e timido sorriso.

Daphne le si avvicinò, prendendo il controllo del carrello e si apprestò verso il treno, mentre l'altra la seguiva incuriosita. La maggiore caricò i bagagli e il trasportino di Venus sul treno; poi fece l'occhiolino alla sorella e salutò distrattamente i genitori, prima di sparire insieme al suo gruppo di amici verde-argento, lasciando Astoria sola.

-Fa' buon viaggio piccola stella- disse il padre abbracciandola forte -Scrivici non appena hai fatto lo Smistamento-.

Astoria annuì e dopo essersi liberata dalla stretta del padre salutò la madre con un abbraccio meno caloroso :–Se non finisci in Serpeverde prenderemo seri provvedimenti- disse Eudora con sguardo severo :-E smetti di fare la goffa una buona volta, sei una Purosangue non una lurida Nata Babbana- concluse battendole il ventaglio sulle spalle. Astoria lanciò uno sguardo al padre, poi annuì.

Il treno fischiò ancora, così la piccola Greengrass sistemò i bagagli all'interno della carrozza e diede un ultimo sguardo fuori prima di scomparire dentro, lasciando che le porte si chiudessero alle sue spalle.

Per lo meno ad Hogwarts la madre non l'avrebbe tediata così tanto.


 


 

***

 


 


Il treno era pieno zeppo di ragazzini che, come lei, stavano andando ad Hogwarts per la prima volta. Non era difficile individuarli, bastava guardare come erano entusiasti.

Astoria cercava sua sorella già da un po', quando, stanca di girovagare senza meta per il treno, decise di trovarsi uno scompartimento dove trascorrere il resto del viaggio.

Ma anche quello si era rivelata un'impresa ardua, perché ovunque andasse non c'erano posti liberi.

Andò avanti e, verso la fine del treno trovò uno scompartimento occupato da una ragazzina con due trecce. La riconobbe immediatamente. Sorrise di nuovo.

Allungò la mano per aprire la porta e fece capolino dentro:-Ehm...Ciao Tracey...ecco mi chiedevo se...-.

Tracey Davis distolse lo sguardo dal finestrino e lo posò su Astoria sorridendole raggiante :-Ma certo, Astoria, entra pure- disse facendole cenno con un braccio.

La mora rispose al sorriso e si sedette davanti alla ragazzina.

Un fischio acuto avvisò le ragazze della partenza e pochi secondi dopo il treno si era messo in marcia verso Hogwarts.

Tracey sorrideva e continuava a fissare il panorama, mentre Astoria giocherellava con una ciocca di capelli,intenta a farne una traccia: la piccola Grengrass era un po' spaesata, perché effettivamente non aveva ancora realizzato tutto quello che stava accadendo, eppure, lì, seduta davanti a una ragazzina che mai aveva incontrato prima, si sentiva insolitamente tranquilla.

D'un tratto la porta dello scompartimento si aprì, attirando l'attenzione delle due ragazze, e comparvero di fronte a loro tre figure che ridevano a crepapelle.

-Hey Fred, a quanto pare avremo a che fare con due signorine per bene- disse George.

-Beh, se è così allora dovremo comportarci come dei gentiluomini- rispose il gemello ammiccando.

Astoria e Tracey si guardarono per un attimo e sorrisero :-Entrate pure- disse Tracey rivolta ai ragazzi.

I tre entrarono e si sedettero accanto alle due ragazze :-Io sono Fred, lui è George e questo mascalzone è Lee- disse uno dei gemelli indicando gli altri due ragazzi.

-Io sono Tracey Davis- disse la bionda, porgendo la mano ad ognuno dei ragazzi.

George posò lo sguardo su Astoria e le sorrise :-E la tua amica è...-.

-Astoria Greengrass- disse la giovane stringendogli la mano.

-Beh...ragazze, benvenute nella nostra gabbia di matti- disse Lee facendo l'occhiolino ai gemelli, che scoppiarono a ridere. Le due si guardarono perplesse.

-Allora voi due... in che casa finirete? Do per scontato che siete del primo anno dato che non vi abbiamo mai viste- chiese Fred per rompere il ghiaccio.

Tracey sorrise di nuovo e si voltò verso i ragazzi -Spero Tassorosso... Mi sembra quella adatta a me, oppure Corvonero-.

Fred, George e Lee la fissarono e le sorrisero :-Buone Case- disse George.

-Ma la migliore è Grifondoro e per vostra informazione avete l'onore di star dividendo lo scompartimento con i tre migliori grifoni di tutta Hogwarts- concluse Fred provocando una serie di risate da parte degli altri due e da Tracey, che li aveva presi in simpatia.

-E tu piccola Greengrass? Non sapevo che Daphne avesse una sorella- disse Lee. Astoria storse il naso: per quanto volesse bene alla sorella maggiore detestava quando faceva finta che lei non esistesse.

-Quale sarà la tua nuova Casa?- chiese George mettendole una mano sulla spalla.

La mora si voltò verso di lui e cominciò a pensare: non voleva finire certamente in Serpeverde. No. Astoria non aveva intenzione di finire in quella Casa di persone arroganti e superficiali come Draco Malfoy e il suo gruppetto di serpi ciniche, tanto meno dare quella soddisfazione alla madre ,che le aveva imposto il suo volere.

La Casa in cui voleva finire era Corvonero. Non sapeva perché, ma sentiva che si sarebbe trovata molto bene lì: insomma , l'intelligenza non le mancava di certo, e sì, era furba e astuta, ma ragionava molto e aveva sempre la testa fra le nuvole. Probabilmente a Corvonero sarebbe riuscita a mettersi alla prova e a trovare la sua strada.

-Non lo so... Corvonero forse, ma tutta la mia famiglia è finita a... Beh...-.

-Serpeverde- risposero in coro i tre ragazzi -Non preoccuparti- disse George.

-Il Cappello Parlante ascolta i suggerimenti- concluse Fred battendo il cinque al gemello.

I tre ragazzi cominciarono a parlare tra di loro, mentre Astoria e Tracey continuavano a fissare il panorama, ormai notturno, della campagna. Ben presto anche loro furono coinvolte dai tre ragazzi nella conversazione e non ci volle molto perché Fred, Geroge e Lee le prendessero in simpatia.

Il carrello dei dolci passò due volte, ed entrambe le ragazze fecero scorta di Cioccorane, Api Frizzole e Calderotti fumanti, dandone qualcuno ai tre ragazzi, i quali cercavano di produrre qualche strano incantesimo. Erano molto divertenti.

Con somma sorpresa di Astoria Tracey non aveva mai assaggiato nessuno di quei deliziosi dolcetti, ma poco male: ci avrebbe pensato la mora a istruirla adeguatamente sulla bontà dei Calderotti.

Astoria era stupita. Non aveva mai pensato che al si fuori di quelle amicizie rigide, a cui i suoi genitori tenevano in modo quasi morboso, potessero esistere persone così spensierate.

-Sapete, voi due...- George non riuscì a terminare la frase, che uno scossone lo fece cadere addosso a Lee e Astoria contro il finestrino, mentre Tracey e Fred erano caduti sul pavimento.

Le luci si spensero di colpo -HEY!...ma che succede?!- chiese Astoria levandosi di dosso Lee.

Fred e Tracey si spostarono subito e si avvicinarono agli altri ragazzi :-Tracey, mi fai male così- disse Astoria cercando di staccare la mano dell'altra dal suo polso.

-Calme ragazze- disse Fred :- Il treno avrà solo qualche problema- continuò George rassicurandole :- Vedrete che ripartirà in men che non si dica!- concluse poi il giovane.

La porta dello scompartimento si aprì di botto e tre figure caddero a terra chiudendo la porta con un tonfo.

-Ci-ci-ci so-son-no i Diss-ssennat-tori!- disse una voce fredda e spaventata.

Astoria riconobbe subito di chi si trattava: Draco Malfoy era capitolato nel suo scompartimento insieme ai, probabilmente, suoi due gorilla di scorta. Dovevano per forza essere Vincent Tiger e Gregory Goyle. Sua sorella glieli aveva descritti per filo e per segno.

Però, che strano. Da quanto ne sapeva la piccola Greengrass i Dissennatori erano le guardie di Azkaban, cosa ci facevano su un treno?

-Hey Malfoy credevo che tu ci fossi abituato a tutta questa freddezza- disse Fred rabbrividendo.

-W-Weasley! - sussurrò Malfoy terrorizzato :-C-che ci fa-faranno secondo voi?- chiese alle due ragazzine tremanti, che si abbracciavano cercando di scaldarsi. Era talmente tanto buio che a malapena si riuscivano a distinguere le sagome dei ragazzi.

-Lumos- mormorò il biondo, riuscendo a illuminare quel tanto che bastava per guardarsi intorno.

I suoi occhi di ghiaccio, ora animati da paura, incrociarono, quelli verdi di Astoria, e la ragazza provò pena per quel ragazzo spaventato...Aspettate un attimo, ma quello era Draco Malfoy, quell'arrogante del suo pseudo fidanzato! Era spaventato: aveva totalmente abbandonato la sua aria da pallone gonfiato. Astoria non poteva provare pena per lui.

Cominciò a fare ancora più freddo e Malfoy cominciò a tremare visibilmente, per quanto la fievole luce permettesse di vedere qualcosa.

Una sagoma scura sbucò fuori da un lato della porta, con le lunghe dita aprì la porta e una cosa incappucciata entrò dentro il loro scompartimento.

Astoria strinse il braccio di Tracey e i gemelli e Lee fissarono la figura restando immobili.

Malfoy emise un suono stridulo prima di nascondersi dietro a Tiger e Goyle, i suoi “amici”:andò indietro e poggiò una mano sul ginocchio di Astoria; con l'altra puntò la bacchetta ancora illuminata in avanti.

Astoria era impossibilitata a fare qualsiasi tipo di movimento: un po' perché era letteralmente paralizzata dalla paura, un po' perché Malfoy le si era praticamente accollato.

D'un tratto il Dissennatore uscì dallo scompartimento e poco dopo si accesero le luci.

Tracey era nascosta tra i gemelli e Lee; Astoria le stringeva un braccio;Tiger e Goyle erano abbracciati come cozze e Malfoy era aggrappato alle gambe di Astoria .

-Se hai finito di avere paura, potresti staccarti dalle mie gambe?- sibilò la piccola Greengrass alzando il mento e scoccandogli un'occhiataccia.

Malfoy la guardò e subito si alzò in piedi. Lui non aveva affatto avuto paura! Eppure era ancora aggrappato alle gambe di Astoria Greengrass. Ma , un attimo: CHE CI FACEVA LI' ASTORIA GREENGRASS?

Astoria fece per alzarsi, ma Malfoy la bloccò contro i sedili, posizionando le braccia ai lati della sua testa per non farla muovere. Sogghignò e la fissò con i suoi occhi di ghiaccio :-Sai Greengrass, io odio le persone che mi danno ordini-.

-Allora odierai anche tuo padre per questo- disse la ragazza riferendosi al fidanzamento, sfidandolo.

Malfoy l'afferrò per il polso e lo strinse forte :-Malfoy...lasciami...mi...mi fai male-disse la ragazza cercando di liberarsi.

Due paia di braccia forti le tolsero di dosso Malfoy e lo scaraventarono fuori dallo scompartimento insieme ai suoi due scagnozzi.

Tracey sbatté le palpebre, confusa :-Ma che accidenti è appena successo?- domandò alla mora, per poi fare scorrere il suo sguardo interrogativo sugli altri tre giovani.

-Tutto bene, Astoria?- chiese Fred sedendosi accanto a lei.

Astoria lo guardò e sorrise -Si, grazie...ma chiamatemi Ria, dopotutto siamo amici no?- chiese infine guardando i gemelli,Tracey e Lee.

Il viaggio continuò, tra chiacchiere, risate e scambi di figurine delle Cioccorane, che Tracey trovava esilaranti. Astoria era entusiasta: allora era così avere degli amici!


 


 


 

***

 


 


 


-Ackerley, Stewart- annunciò la McGranitt. Il ragazzo si fece avanti e indossò il Cappello Parlante, poco dopo esso urlo -Corvonero!-.

Astoria era molto agitata. Erano arrivati ad Hogwarts e con delle barche avevano attraversato il lago davanti alla scuola. La scuola era maestosa e illuminata da fievoli luci.

In men che non si dica Astoria si era ritrovata in una sala con quattro tavolate e davanti a un cappello che le avrebbe detto la sua casa di appartenenza.

Era così presa dai suoi pensieri che non si era accorta che Tracey aveva appena indossato il Cappello Parlante.

:-Serpeverde!- urlo l'oggetto. Immediatamente la ragazza saltò giù dallo sgabello e velocemente si apprestò a raggiungere il tavolo verde-argento. Astoria vide sua sorella congratularsi con lei e altre Serpeverde fecero lo stesso.

”Almeno se finirò li avrò un'amica” pensò la ragazza continuando a seguire lo Smistamento.

Qualche Grifondoro, pochi Tassorosso e due Corvonero passati , arrivò il turno di Astoria.

-Greengrass, Astoria- chiamò la Professoressa.

La ragazza si guardò intorno. Poi prese coraggio e si avviò verso lo sgabello, per scoprire il verdetto del Cappello Parlante.

Con la coda dell'occhio poté vedere il tavolo dei Serpreverde in attesa; Daphne la osservava con gli occhi spalancati, stringendo la mano di una ragazza mora al suo fianco, la quale aveva un'espressione molto scocciata.

Dall'altra parte della Sala Grande, invece Fred e George Weasley le sorridevano e le alzarono il pollice in segno di incoraggiamento.

Fece un respiro profondo e si sedette sullo sgabello. La McGranitt le adagiò il Cappello sulla testa : ”Greengrass eh? Mmh...vediamo un po'” disse il Cappello facendo sobbalzare Astoria : “Intelligente,astuta, furba e appena un filino irascibile...Chissà...”.

“Mamma mi uccide se non finisco in Serpeverde...ma vorrei finire anche in Corvonero” pensò la ragazza per facilitare le cose al Cappello.

“Oh mia cara, il tuo destino è scritto, lo vedo molto chiaramente” esclamò l'oggetto: “tanta astuzia sarebbe sprecata in altre Case e poi io seguo sempre i destini altrui...SERPEVERDE” sentenziò alla fine.

Astoria chiuse gli occhi a metà tra il sollevato e il dispiaciuto. Ma uno scrosciare di applausi la raggiunse dalla sua nuova Casa, facendola tornare alla realtà.

Si alzò rapidamente e corse in direzione del tavolo verde-argento, esultante.

Avrebbe dato prova sicuramente di essere diversa da tutti gli altri studenti Serpeverde: era una sfida aperta.

-Oh Ria!- esclamò Daphne abbracciandola :- Sono fiera di te!-.

-Complimenti Astoria- le disse la ragazza mora di fianco alla sorella, stringendole la mano, freddamente.

-Te lo avevo detto Pansy- trillò la bionda :- Non ci avrebbe mai deluso-.

Astoria abbozzò un sorriso e il suo sguardo intercettò quello di Tracey: le si avvicinò e si batterono il cinque :- Quindi saremo compagne di Casa- le disse la bionda.

-A quanto pare era destino- rispose la piccola Greengrass accomodandosi accanto alla nuova amica.

Qualche posto più in là, Draco Malfoy stava fissando divertito quel teatrino. Si alzò in piedi e si avvicinò ad Astoria, abbassandosi alla sua altezza e facendola sussultare:-Benvenuta nel mio regno- le disse :-Il regno di Draco Malfoy-.

Poi, il biondo si alzò e tornò a sedersi al suo posto, lasciando Astoria abbattuta tra le braccia della sua nuova amica.

Probabilmente non sarebbe stato un anno facile. Astoria ne era certa.




 

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Capitolo 3
*** Repello Inimicum ***


REPELLO INIMICUM


 

Erano le otto passate e Astoria era in ritardo clamoroso per la lezione di Storia della Magia.

Tracey l'aveva buttata già dal letto, levandole le coperte di dosso, ma l'amica non si mosse di un millimetro, anzi: mugugnò nel sonno infastidita e infilò la testa sotto il cuscino, continuando beatamente a dormire. Fu solo quando Venus le saltò addosso che la piccola Greengrass si destò dal mondo dei sogni, alzandosi a sedere di scatto. Si maledisse mentalmente quando si accorse dell'orario, ma ormai il danno era fatto e non le restava altro da fare se non vestirsi in tutta velocità, afferrare la tracolla e fiondarsi fuori dalla Sala Comune.

Talmente tanto bruscamente attraversò l'ingresso del sotterraneo che non si rese nemmeno conto di essersi scontrata contro un gruppo di studenti e proprio per questo, come se non bastasse, la tracolla le cadde e si rovesciò, sparpagliando ogni cosa ci fosse stata al suo interno.

“Ma perché succedono tutte a me?” pensò Astoria, raccogliendo velocemente le sue cose. Si sistemò la divisa, spolverandola con le mani, poi riprese il suo percorso. Magari sarebbe stata risparmiata dal professor Ruf questa volta.

Erano passati solo tre mesi dall'inizio della scuola e già la piccola Greengrass aveva collezionato ritardi su ritardi e compiti extra su compiti extra. La puntualità non era proprio il suo forte.

In realtà, la puntualità non era nemmeno la specialità di Tracey, ma infondo non c'era da stupirsi: quelle due erano l'una l'ombra dell'altra.

Eppure quella mattina l'amica l'aveva malamente abbandonata: comprensibile, anche Astoria ne avrebbe avuto abbastanza di aspettare l'altra prima o poi.

L'aula di Storia della Magia era dall'altra parte del Castello, che, guarda caso, si trovava proprio dalla parte opposta della sua Sala Comune di Serpeverde. Perfetto!

I corridoi erano interminabili e ogni ala del castello sembrava uguale all'altra e come tutti i giorni Astoria sistematicamente sbagliava strada almeno cinque, ma non era quello che la preoccupava.

No, infatti la sua preoccupazione maggiore era di incontrare un certo biondino arrogante che guarda caso non era altro che il suo fidanzato. Ogni volta che lo incrociava per i corridoi lui le sbarrava la strada e la prendeva in giro con battutine che facevano ridere tutto il suo gruppetto di infidi serpenti, tra cui sua sorella. Nemmeno Daphne esitava a trattenere le risate quandosuccedeva. Era cambiata molto da quando frequentava assiduamente Pansy Parkinson e il suo gruppo di oche starnazzanti dalla lingua biforcuta. Sembrava quasi che Malfoy la stesse pedinando.

Ovunque Astoria andasse se lo ritrovava davanti pronto a dare aria alla bocca e la cosa che la infastidiva di più era che non perdeva occasione per ricordare a tutti la sua amicizia con i Traditori del loro Sangue, scatenando risate e altri insulti per Astoria da parte di tutti i Serpeverde.

Ma era pur sempre una Greengrass, per cui ogni volta che succedeva qualcosa del genere sfoderava la sua più fredda ed impassibile espressione e proseguiva per la sua strada. Secondo Tracey l'amica era totalmente un'altra persona quando arricciava le labbra in una smorfia scocciata e inarcava il sopracciglio, ma in fin dei conti era meglio così : più Astoria si mostrava scocciata e indifferente, più probabilità aveva che prima o poi l'avrebbero lasciata stare.

La ragazza era così presa dai suoi pensieri che non si accorse di aver sbagliato strada: così fu costretta a tornare indietro correndo ancora più velocemente per arrivare almeno prima del termine della lezione.

“Se becco un'altra punizione mamma mi uccide” pensò la bruna appoggiandosi al muro per riprendere fiato. Ricominciò a correre, non badando ai due Tassorosso che aveva appena travolto. Finalmente arrivò davanti all'aula di Storia della Magia.

Stava per entrare, quando una mano l'afferrò per il braccio, trascinandola dietro una colonna. Avrebbe riconosciuto quella stretta tra mille, infatti si ritrovò davanti due occhi color ghiaccio a fissarla.

-Sono già abbastanza in ritardo senza che ti ci metta anche tu, Malfoy- disse Astoria guardando storto il biondo.

Draco alzò gli occhi al cielo e mise su il suo solito ghigno soddisfatto :-Tranquilla Greengrass, non sono qui per farti tardare, anche perché ci riesci benissimo da sola- Astoria roteò gli occhi :-Ma solo per dirti che tu e tua sorella passerete la Vigilia di Natale al Manor. Lo hanno deciso i nostri genitori due settimane fa-.

Astoria lo guardò storto.

Anche il Natale NO!.

Non aveva intenzione di passare le vacanze con quella sottospecie di arrogante vipera dai capelli tinti. Oh no,no,no,no.

-Gentili. Declino l'invito, sai non ho voglia di passare le vacanze in compagnia di te e il tuo ego spropositato- rispose la ragazza con una smorfia. Era assurdo tutto quello. Fece per andarsene, ma Malfoy inarcò un sopracciglio e le afferrò il braccio nuovamente :-La mia non era un'affermazione, ma un ordine e io odio chi non rispetta i miei ordini-.

Astoria strattonò il braccio via dalla presa del biondino e gli si avvicinò pericolosamente, tirando fuori la bacchetta e puntandola verso di lui. Draco ghignò, ma Astoria non era affatto divertita: -Per tua informazione io non sono un Elfo Domestico, non puoi comandarmi- alzò il mento, mantenendo sempre la mira :- Gira a largo se non vuoi che ti mostri qualche piccolo incantesimo che mi ha insegnato Daphne-. Con una spallata, si dileguò in classe lasciando Malfoy appoggiato alla colonna, con una smorfia scocciata dipinta in faccia.

Il professore ancora non era arrivato, per cui la giovane Greengrass si apprestò a pendere posto. Tracey l'aspettava al primo banco e non appena la vide si aprì in un sorriso radioso. L'amica, ovviamente, ricambiò e le si sedette di fianco.

-Appena in tempo- esclamò la bionda, spostando la propria tracolla dalla panca al pavimento.

-La mia solita fortuna sfacciata- rispose Astoria con un sorrisetto, sedendosi di fianco a lei :- Spero che la lezione non sia una noia mortale come al solito-.

-Beh, Ria, non sai proprio apprezzare un po' di conoscenza storica- commentò una voce alle spalle delle due ragazze.

-Non puoi trovare questa roba interessante, Peregrine. È follia!- ribatté Tracey, voltandosi di scatto all'indietro, spalancando gli occhi.

Peregrine Derrick era la compagna di stanza di Astoria e Tracey: una ragazzina adorabile, con due occhi profondi a coronare il viso paffuto, un delizioso nasino all'insù e uno spiccato senso dell'umorismo. Non c'era voluto molto prima che le due amiche entrassero in confidenza con lei.

-Ma cosa ne volete sapere- disse Peregrine scuotendo la testa :- Non sapete apprezzare il professor Ruf-.

-Oh no, Perry, so apprezzarlo. Soprattutto quando si addormenta nel bel mezzo della lezione- commentò svogliatamente Astoria, aprendo l'enorme tomo. Quell'affermazione fece ridere Tracey e roteare gli occhi all'altra :- Guardiamo il lato positivo- continuò Astoria :- Almeno c'è Stewart Ackerley ad intrattenerlo con un milione di domande. Grazie a lui ci stiamo evitando i compiti- concluse con un sorrisetto furbo.

-Sei veramente una serpe, Ria- sospirò Peregrine scuotendo la testa. La tradì solo un sorrisetto divertito e si beccò una pacca sul braccio da Tracey :- Eddai, Perry. Lo sappiamo che la pensi esattamente come noi-.

-Anche se fosse, non lo saprete mai- sentenziò la ragazza, afferrando la sua piuma. Fu il turno di Tracey di roteare gli occhi.

In quel momento il Professor Ruf fece il suo ingresso, attraverso il pavimento di pietra e si posizionò di fronte ai banchi delle tre ragazze, con espressione annoiata e un sopracciglio inarcato :- Ebbene?- disse il fantasma :- Avete intenzione di fare silenzio, oppure devo togliere dei punti alla Casa Serpreverde?- .

Peregrine sprofondò nella sedia, distogliendo lo sguardo, imbarazzata. Astoria e Tracey abbassarono al testa :- Ci scusi, professore- mormorò la giovane Greengrass, con le gote lievemente imporporate.

-Molto bene- asserì il professore :- Possiamo iniziare la lezione: l'argomento di oggi è la Prima Rivolta dei Goblin-.

Tracey lanciò un'occhiata divertita all'amica, la quale rispose allo sguardo con un'alzata di sopracciglia. Ben presto la lezione si fece più noiosa del solito e Astoria dovette ringraziare la sua buona stella per essere riuscita a sopravvivere fino alla fine senza addormentarsi.


 

***


 

-Ria, mi presti gli appunti di Trasfigurazione per piacere?- chiese Tracey alzando la testa dalla sua pergamena.

Astoria annuì e tirò fuori dalla tracolla una pila di fogli ordinati e scritti in bella grafia. Tracey li afferrò e ringraziò l'amica.

Quel giorno, per essere inizio dicembre, faceva abbastanza caldo da permettere di uscire dal Castello senza congelare, così tutta la scuola ne aveva approfittato per starsene un po' in pace nel cortile o in riva al Lago.

Astoria e Tracey si stavano portando avanti con i compiti adagiate all'ombra di una quercia in riva al lago. La bionda era occupata a ripassare per il compito di Incantesimi, mentre Astoria doveva finire i compiti extra che Piton le aveva assegnato a causa dei suoi ritardi molto frequenti e la sua incapacità nel completare una semplice pozione Scacciabrufoli.

-Odio Piton con tutto il cuore- borbottò la bruna facendo sorridere la sua amica.

-Avanti Ria,vedi il lato positivo. Non ha tolto punti a Serpeverde per la tua “Incapacità totale di comprendere la finissima arte del preparare pozioni”- disse scoppiando a ridere alla fine della frase. Astoria sbuffò una risata e accigliata cominciò a tirare palline di carta a Tracey. L'amica rispose all'assalto parandosi con il libro di Astronomia e rispendo al mittente i lanci. Scoppiarono a ridere entrambe e si dovettero tenere la pancia per non scoppiare.

-Sempre solari vedo, eh?- chiese una voce che le due conoscevano benissimo -Sapete, credo che io e Fred abbiamo avuto una cattiva influenza su di voi- disse George.

Astoria si voltò e sorrise -Allora gemellini...che vi porta qui da noi?- chiese poi squadrando i due rossi.

Fred e George si guardarono e poi si sedettero con le due ragazze che li osservavano confuse :- Malfoy e il suo gruppetto che stanno venendo qui in questo preciso istante- spiegò George : -Abbiamo visto che ce l'ha con te Ria e così ci siamo detti che qualche scherzetto ci stava molto bene- aggiunse Fred strizzando l'occhio a Tracey, che scoppiò nuovamente a ridere.

Astoria non ebbe il tempo di focalizzarsi su quello che i gemelli avevano appena detto, che scorse in lontananza una chioma bionda avvicinarsi, seguita da un gruppo ampio di serpi.

Perché Malfoy doveva sempre rovinare tutto? Che aveva fatto di male Astoria per meritarsi tutto questo?

Non fece in tempo a rispondersi che il gruppo era già di fronte a lei; il biondo la osservava dall'alto in basso.

-E adesso che vuoi?- chiese Astoria stizzita chiudendo di scatto il libro che aveva di fronte e sfoderando un'espressione glaciale. Tracey e i gemelli rabbrividirono. Quando Astoria inarcava il sopracciglio era meglio fare un passo indietro.

Malfoy si abbassò sui talloni per guardarla negli occhi, mentre Tracey si spostava accanto ai Weasley spaventata dall'espressione di Draco.

Malfoy intimoriva Tracey molto. Fin dalla prima volta che lo aveva visto in Sala Grande. C'era qualcosa in lui che le dava i brividi e di sicuro non ci teneva a scoprire che cosa sarebbe stato capace di fare. Assolutamente no.

Gli occhi della piccola Greengrass incrociarono lo sguardo freddo del ragazzo. Il biondino rimase un attimo interdetto alla vista di quegli occhi verdi e vispi.

”Per essere una così acida, ha degli occhi incredibili...Ma che dico? Quella è la Greengrass, per l'amor di Merlino” si disse il biondo continuando ha fissarla.

-Malfoy, mi stai ascoltando?- chiese irritata Astoria -Ti ho chiesto: che diavolo vuoi-.

Draco si riprese e alzò le sopracciglia :-Ma non ti vergogni Astoria?- le chiese :- Dico io andare in giro con Traditori del loro sangue e Sanguemarcio, non fa proprio un curriculum con i fiocchi-.

Astoria guardò il biondino confusa e Malfoy sorrise nel vedere la sua espressione turbata :-Non dirmi che non lo sapevi Greengrass, la consideri tua amica e non ti ha detto nulla?- continuò a provocarla.

-Chi dovrebbe dirmi cosa Malfoy?- sbottò la mora :- Di che stai parlando?-.

Malfoy si batté una mano sulla fronte: -Merlino Greengrass, tua sorella mi aveva detto che eri intelligente! Lei Greengrass. LEI!- disse spazientito indicando Tracey, che si fece piccola piccola e sbiancò leggermente. Fred e George si lanciarono uno sguardo: avevano capito dove voleva andare a parare.

Astoria spostò lo sguardo da Draco a Tracey in continuazione. Che c'era da capire? Lei era Tracey Davis. Era sua amica. Che cosa c'era di così importante da sapere?

-Non so di cosa stai parlando- sussurrò Tracey sull'orlo delle lacrime. Astoria se ne accorse e aggrottò la fronte.

Draco sorrise malignamente e si alzò in piedi : -Quindi tu non lo sai!- disse fissando la giovane Davis :- Beh, per fortuna che ne sono venuto a conoscenza in tempo- disse disgustato il biondo :- così forse, Astoria, comincerai ad aprire gli occhi e capire quali siano le amicizie giuste per te-.

Astoria si alzò in piedi, alzando il mento e storcendo il naso :- Ebbene?-.

-Lei è una Nata Babbana!- tuonò Draco sorridendo soddisfatto.

Ad Astoria crollò il mondo addosso...Mio Dio...Non poteva essere vero.

“Perché?” pensò la bruna. Tracey era stata la prima persona che aveva conosciuto sul binario, era diventata sua amica fin da subito ed era così simpatica e dolce con lei.

Come poteva essere una Sanguemar... cioè, Nata Babbana? I Serpeverde allora non erano tutti Purosangue come Astoria pensava! Perché non glielo aveva detto? Era una sua amica dopotutto e si fidava di lei. Giusto? Tra amiche si dicono le cose importanti, e questa era una di quelle, no?

Astoria rimase a bocca aperta, mentre Malfoy si godeva lo spettacolo a braccia incrociate; dietro di lui si levarono grida di ammirazione e risate a non finire: tutti stavano additando Tracey e le lanciavano insulti molto pesanti.

-Sanguemarcio, ma perché non te ne torni dalla feccia che chiami genitori?- chiese un ragazzo alto e snello.

-Tornatene da dove sei venuta scherzo della natura!- gridò Millicent Bulstrode.

-Sicuramente non può essere una strega, avrà rubato la bacchetta a qualcuno- sghignazzò Pansy Parkinson, facendo esplodere una serie di risate da parte di tutti, ma proprio tutti i Serpeverde presenti , ad eccezione di Astoria che fissava il vuoto interdetta.

Si voltò verso Tracey e la fissò per un istante. La bionda aveva gli occhi pieni di lacrime che cercava di trattenere e se ne stava impietrita a subire tutte quelle offese e scherni. Fred e George guardavano la scena sconcertati, mentre tenevano la mano di Tracey per farle coraggio.

Astoria non sapeva cosa fare, non ci poteva proprio credere, ma non perché lei fosse una Nata Babbana, NO! Solo che non credeva al fatto che la sua amica non si fidasse di lei a tal punto da non dirle una cosa così importante.

-Tracey... - cercò di dire Astoria, ma la sua voce fu interrotta da un singhiozzo della bionda, che si alzò e corse su per il Castello a tutta velocità, inciampicando qua e là e lasciando tutte le sue cose con accanto a quelle di Astoria.

I Serpeverde continuavano a sghignazzare e ridere, fino a quando la bruna non si alzò e si avvicinò ai due gemelli, anche loro scioccati e stupefatti.

Era così arrabbiata con Malfoy in quel momento le veniva voglia, voglia di...di...Non fece in tempo neanche a pensarlo che era già arrivata davanti al biondino e lo afferrò per la camicia bianca, spingendolo indietro con tanta forza da farlo cadere addosso ai suoi tirapiedi.

Tutti rimasero impietriti davanti a quella scena, soprattutto Astoria, che non sapeva da dove venisse fuori tutta quella forza. Non si pentì minimamente di averlo fatto.

-Hey ma sei fuori di testa?- esclamò Pansy Parkinson, mentre cercava di aiutare il biondo a rialzarsi.

-Sei un deficiente Draco Malfoy!- sibilò la bruna in faccia al biondino.

Poi si voltò verso tutti gli altri che la fissavano atterriti :-E voi non siete da meno! Siete solo degli infidi e arroganti Serpenti e maniaci del sangue puro!- esclamò ancora la ragazza, indurendo lo sguardo.

I due Weasley la fissavano e annuivano di continuo, aveva assolutamente ragione, quella ragazzina.

Tutto il cortile ormai era intento a seguire la conversazione, che si stava scaldando molto.

-Credete di essere migliori solo perché siete dei Purosangue?- domandò storcendo il naso la giovane :- Ma fatemi il piacere! Quelli come Tracey valgono mille volte più di ognuno di voi- continuò stringendo i pugni arrabbiata :- E soprattutto- aggiunse spostando lo sguardo verso Malfoy :- Valgono molto più di te, arrogante e borioso biondino!- concluse poi Astoria perdendo le staffe e puntando il dito sul petto del ragazzo, che aveva un'espressione indecifrabile.

-Mi meraviglio di tutti voi!- sibilò :- Specialmente di te Daphne! Sì, dico a te sorella cara!-

-Come osi rivolgerti a noi in questo modo ragazzina?!- sibilò Pansy, facendo un passo in avanti. Daphne l'afferò prontamente per un braccio, tirandola indietro.

Astoria la guardò con occhi dardeggianti d'odio e la mora si azzittò subito -Come oso io? COME OSATE VOI!- si impuntò ancora la più piccola :- Cosa vi ha fatto di male Tracey, eh? Cosa vi hanno fatto di male i Non-Purosangue?- domandò Astoria con le guance imporporate visibilmente e i denti stretti.

Fred e George fissavano quel piccolo vulcano in eruzione e sorrisero di cuore: qualcuno con un po' di buon senso li stava facendo ragionare a quei serpenti velenosi!

-Ria, ascoltami...- cercò di dire Daphne, ma fu bloccata dall'ira della sorella .

-Non chiamarmi Ria! Siete solo dei codardi!- li accusò poi :-Non fate proprio una bella figura a girare con quell'aria di nobile casata: finitela e crescete una buona volta- terminò Astoria prima di voltarsi per raccogliere le sue cose e quelle di Tracey, sotto lo sguardo sbigottito di Serpeverde, Tassorosso, Grifondoro e Corvonero riuniti intorno alla ragazzina.

Appena raccolto tutto si voltò verso il castello, ma prima si rivolse al biondo che era ancora inespressivo : -Oh, per quanto riguarda te Malfoy, ti ringrazio di cuore per avermelo detto, così ora posso considerare Tracey una persona che vale molto più di quello che credevo. Sei stato gentilissimo- disse poi sorridendo a mo' di scherno verso il ragazzo prima di cominciare a correre su per la collina in direzione dei dormitori, lasciando ammutolita la folla che si era creata e i Serpeverde paralizzati.


 

***


 

Astoria arrivò davanti all'ingresso della Sala Comune a tutta velocità :-Purosangue- disse poi, fremente.

Subito il muro di pietra si scostò e lasciò passare la ragazza all'interno del dormitorio. Il camino era acceso ed era l'unica fonte di luce in quell'angolo di oscurità sotterranea; non c'erano molti studenti gli unici ad essere lì erano tre ragazzi del quarto anno che chiacchieravano allegramente sul divano in pelle nera, alcune ragazzine che giocavano a scacchi e Leah Borgin, l'ultima tra le sue compagne di stanza, che leggeva la Gazzetta del Profeta.

-Leah!- esclamò Astoria parandosi davanti a lei.

La ragazza alzò lo sguardo annoiata e inarcò un angolo della bocca :- Astoria, dolcezza- la salutò sibillina.

-Tracey è passata di qui? È nel dormitorio- chiese fremente la mora.

In tutta risposta l'altra fece una smorfia :- Quella non è passata di qui- .

Astoria roteò gli occhi: Leah e Tracey erano a gli antipodi e dividere il dormitorio con entrambe non era semplice. Leah amava l'ordine e la disciplina, Tracey era disordinata e chiassosa. Inutile dire che le discussioni erano all'ordine del giorno, ma né Peregrine, né Astoria intendevano mettersi in mezzo. A Leah Tracey non piaceva per nulla.

-Ma ne sei sicura?- chiese ancora la ragazza.

Leah sbuffò :- Non, non lo so, non spreco tempo a seguire i suoi movimenti- concluse annoiata.

Astoria scosse la spalle, poi salì in tutta velocità le scale che portavano agli alloggi femminili; arrivata davanti alla porta della loro stanza , senza pensarci due volte, l'aprì e si catapultò dentro, con la speranza di trovare lì l'amica. Ma nulla.

La stanza era deserta, a parte per i quattro baldacchini sistemati dentro, i bauli sul pavimento e Venus, Ettore ed Isis,i gatti di Astoria, Tracey e Peregrine.

Usci in tutta fretta dalla Sala Comune e si ritrovò a vagare senza meta per tutto il castello.

“Avanti Tracey, dove sei!” si chiese Astoria. Conosceva molto bene la sua amica e sapeva cosa faceva quando aveva paura, era felice e quando era annoiata.

La bruna cominciò a pensare, senza mai rallentare il passo: “So che quando sei felice ti piace sdraiarti sul letto e parlare con me” cominciò “ Quando hai paura stringi la prima cosa che ti capita e fissi il vuoto...Se ti annoi accarezzi Ettore e se sei triste...” ci siamo! “ti piace mangiare cioccolata e guardare l'orizzonte...”. Si fermò di scatto. Perché non ci aveva pensato prima?

Tornò indietro a tutta velocità e cominciò a salire le scale più in fretta che poteva. Non si accorse nemmeno di essere arrivata già all'entrata della Torre di Astronomia.

Aprì piano la porta e cominciò a salire fino al terrazzo che dava una magnifica vista sul Lago Nero e sulla Foresta Proibita.

Voltò l'ultimo angolo e la vide: Tracey era rannicchiata in un angolo con la testa nascosta tra le ginocchia, le trecce ormai sciolte e i singhiozzi che la facevano sobbalzare.

Astoria non ce la faceva a vedere la sua amica in quelle condizioni. Era troppo per lei! Le si avvicinò lentamente cercando di fare il minimo rumore, e quando fu a un passo da lei, si accovacciò accanto e parlò :-Hey-.

Tracey alzò la testa di scatto. Aveva gli occhi arrossati dal pianto e qualche lacrima che ancora scendeva e le bagnava le guance rosee. Astoria non l'aveva mai vista in quelle condizioni, era abituata a vederla sempre in ordine, ma ora era così non lei, che la ragazza stentava a crederci.

-Vuoi lanciarmi un insulto anche tu?- chiese secca Tracey asciugandosi le lacrime con una manica della camicia e storcendo il naso disgustata.

Astoria si sedette a gambe incrociate davanti a lei e le sorrise :-Perché dovrei?-

Tracey la fissò sbalordita :-Tu...Tu non sei a-arrabbiata con me?- chiese poi con gli occhi nuovamente lucidi.

-Assolutamente no!- affermò con sicurezza Astoria :-Solo...Perché non me lo hai detto?- chiese la bruna.

Tracey si raddrizzò a sedere e guardò l'amica negli occhi -Sarebbe cambiato qualcosa, se tu lo avessi saputo?- domandò la bionda bruciapelo.

-Assolutamente no, Tracey! Come puoi anche solo pensarlo?- rispose scandalizzata Astoria.

Tracey prese un respiro profondo e abbassò lo sguardo:-Avevo paura...Tu sei così...così perfetta!- ammise la bionda :-Pensavo che se l'avessi scoperto non mi avresti più voluta...Oh Astoria , mi dispiace!-.

Scoppiò di nuovo a singhiozzare mentre l'amica le accarezzava la testa :-Che sciocca che sei Tracey, io non sono così...Dovresti saperlo- disse Astoria cercando di guardarla in faccia :-Potevi dirmelo senza paura-

Tracey drizzò la testa e, ancora scossa dai singhiozzi cercò di parlare :-Le persone sono cattive con me...Mi hanno sempre presa in giro...- cercò di dire :-E-e-e ora è anche peggio, solo perché ho i genitori non magici... Cos'è che non va in me?!-.

Cominciò a piangere più forte e Astoria l'abbracciò come una amica sa fare: -Non c'è nulla che non vada in te, Cey! Sono gli altri ad avere qualcosa di sbagliato- disse la bruna staccandosi dall'amica: -Tu vali molto di più di tutti loro messi insieme. Malfoy è uno stupido e non capirà mai che si sbaglia su tutto. Che si sbaglia su di te- continuò :- Vali molto di più di tutti loro messi insieme-.

Tracey le sorrise debolmente e Astoria l'abbracciò di nuovo

-Io ti voglio bene, Tracey- disse la bruna sorridendo.

-Anche io Ria... Perdonami- concluse la bionda sorridendo a sua volta.

Il sole stava scomparendo dalla vista delle due ragazze, il che voleva dire che era già l'ora di cena -Sarà meglio andare prima che Piton ti assegni altri compiti extra, Ria- disse Tracey ridacchiando.

Astoria non lo trovava per nulla buffo, così sbuffò scioccata :-Non dirlo neanche per scherzo...Sai quanti temi mi ha assegnato?! TRE- la bionda ridacchiò ancora :-e tutti devono essere di due metri di pergamena!- sospirò la ragazza scuotendo la testa.

Entrambe scoppiarono a ridere e lasciarono la Torre di Astronomia per tornare alla vita della Sala Grande.


 


 


 

NOTE

  • Borgin è il cognome di uno dei proprietari di Borgin & Burkes, ho ipotizzato che Leah faccia parte della sua famiglia.

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Capitolo 4
*** Expelliarmus ***


EXPELLIARMUS
 
 
 
Mancavano solo tre mesi alla fine della scuola, ed Astoria si era guadagnata il rispetto di tutti grazie a quella sfuriata in cortile, dove aveva saputo tener testa a Draco Malfoy e compagnia.
Ora tutta Hogwarts la vedeva come una figura di cui potersi fidare e questo lo pensavano soprattutto i Nati Babbani, perché ogni volta che la incrociavano per i corridoi la salutavano con un sorriso e la invitavano a studiare con loro.
Astoria aveva acquistato più fiducia in sé stessa e lo stesso Tracey, dato che non faceva più caso alle offese arrecate da alcune serpi testarde.
Da quell'episodio non aveva più parlato con Malfoy. Né, tanto meno, lui le si era avvicinato più. Entrambi si erano limitati a occhiatacce e smorfie durante la cena o nelle ore di studio nella Sala Comune, senza contare il profondo odio che entrambi provavano l'uno verso l'altro.
Ma Astoria era convinta che quella calma reciproca tra loro non sarebbe durata molto; infatti, aveva sempre il timore che il biondo le apparisse davanti di colpo e cominciasse a perseguitarla di nuovo.
Ogni volta che lo incrociava per i corridoi si aggregava al primo gruppetto di studenti che trovava per evitarlo, e pareva funzionasse quel metodo, dato che lui sembrava non accorgersene minimamente.
Inoltre, grazie a quell'approccio anti-Malfoy, Astoria aveva conosciuto molte persone, tra cui una ragazza Grifondoro dai capelli ricci e bruni di nome Hermione, che condivideva con lei l'odio profondo verso quel serpente dai capelli tinti.
La bruna e il biondino non si erano rivolti la parola nemmeno per le vacanze di Natale, che la ragazza, alla fine, era stata costretta a trascorrere al Malfoy Manor, insieme alla sorella Daphne.
Narcissa Malfoy era stata molto gentile con lei e aveva cercato di fare tutto al meglio affinché la sua futura nuora si trovasse a suo agio: fece creare una camera da letto apposta per lei, uguale a quella che aveva a Villa Greengrass, così da non farle sentire la mancanza di casa sua.
Lucius, dal canto suo, cercava di apparire un po' più calmo di come non fosse veramente, ma con scarsi risultati dato che Astoria rifiutava continuamente le sue proposte di svago collettive, come le passeggiate o le cene fuori casa, perdendo le staffe come non mai sotto lo sguardo incendiario della moglie: di conseguenza non era strano vederlo rinchiudersi nel suo studio con una bottiglia di Whiskey Incendiario.
Daphne era trattata come una regina da tutti i nuovi Elfi domestici che aveva a disposizione e spesso se ne approfittava, da brava serpe quale era, tanto da avere in prestito una montagna di galeoni dalla cassaforte Malfoy della Gringott: lei, ovviamente, non aveva potuto dire di no e si era precipitata subito a Diagon Alley per uno shopping sfrenato.
In tutto ciò né Draco, né Astoria si erano mostrati entusiasti all’idea di passare del tempo insieme.
Narcissa non era affatto turbata dal fatto che suo figlio e la sua fidanzata non si parlassero, anzi ne era ben lieta, perché aveva colto quei silenzi come una dimostrazione di affetto silenziosa che si poteva afferrare solo con gli occhi. Nulla di più inverosimile.
Astoria e Draco non sarebbero mai andati d'accordo, né come amici né tanto meno come fidanzati. Erano come gatto e cane: non potevano vivere in pace per più di due secondi.
Vero è che la rigida educazione che i coniugi Greengrass avevano imposto alle figlie rendeva Astoria, in ogni caso, pacata ed elegante con gli adulti, per cui, a modo suo, pur di far cessare i momenti di imbarazzo, intratteneva volentieri conversazioni con i padroni di casa, evitando accuratamente di rivolgersi direttamente al ragazzo.
Per fortuna quella tortura ebbe fine molto presto: infatti, una volta ricominciate le lezioni, Astoria aveva continuato ad evitare il biondo.
Quel pomeriggio Tracey era impegnata a finire il compito che la McGranitt aveva assegnato loro, mentre i due Weasley e Lee erano in punizione con la Sprite, per aver accidentalmente fatto cadere una pianta di Tentacula Velenosa addosso ad un ragazzo di Serpeverde; per cui Astoria ne avrebbe approfittato per leggere un buon libro in cortile.
Uscì dal Dormitorio e si diresse verso il grande parco della scuola. Era abbastanza caldo, così si slacciò la cravatta verde-argento e la lasciò a penzoloni sul collo.
Arrivata nel portico, scese velocemente le scale, con un saltello.
-La tua amichetta ti ha abbandonata, dolcezza? - .
Astoria inarcò un angolo della bocca e si voltò verso il muretto del porticato: sedute lì sopra se ne stavano Leah Borgin ed Eleanor Whiles, di Corvonero, guardandola divertite.
-Purtroppo, è così- rise la mora, per poi accomodarsi di fianco alla compagna di stanza, che le fece spazio: -Tracey è sommersa dai compiti-.
Leah si spostò una ciocca dei suoi ricci capelli rossi dietro l’orecchio e sbuffò: -La solita scansafatiche- commentò con un tono velatamente acido.
-Dai Leah, contieniti- la riprese divertita Eleanor: -Vuoi farti venire il mal di stomaco? -.
La rossa roteò gli occhi, poi tornò su Astoria: -Ti fermi con noi, Ria? - domandò poi addolcendo la voce. La piccola Greengrass sorrise: -Volentieri-.
Leah fece per parlare, ma un ragazzino minuto e riccio si parò davanti alle tre ragazze, stringendo con una mano la sua tracolla.
-Se permettete, meravigliose fanciulle-.
-Stew- salutò Eleanor rivolgendogli un radioso sorriso, appena arrossendo.
-Ackerley, qual buon vento? – chiese Leah, spostandosi un ricciolo rosso via dagli occhi.
-Non posso permettere che tre deliziose donzelle passino questo bel pomeriggio sole solette- rispose il ragazzo stringendosi nelle spalle.
Astoria rise: - Come sei galante Stewart-.
Stewart si inchinò goffamente di fronte a loro, facendole ridere: -Un gentiluomo non sarebbe mai così scortese- commentò strizzando l’occhio a Leah, la quale sogghignò divertita, ma sempre in modo composto.
-Ehi, Ackerley- gli urlò da dietro il capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde, Marcus Flitt: - Non sapevo che i topi da biblioteca vedessero la luce del sole ogni tanto-.
Stewart storse il naso, mentre il ragazzo gli si avvicinava a grandi passi: -Sono pieno di risorse Flitt, potrei stupirti- rispose risoluto, impettendosi e puntando i pugni sui fianchi.
Marcus sogghignò e gli appoggiò un dito sul petto: -Un damerino come te dovrebbe fare attenzione-molta, molta attenzione- a sfidare in questo modo i superiori- disse; poi si voltò verso le tre ragazze: -Astoria- salutò cordialmente, accompagnato da un cenno del capo. Con una spallata al povero Stewart, che prontamente afferrò i propri occhiali prima che cadessero a terra, proseguì dirigendosi all’interno della scuola.
I Serpeverde finalmente avevano rispetto per Astoria e forse anche un po' la temevano, dato che, quando passava davanti a loro o quando era nel dormitorio, tutti cercavano di essere gentili con lei: o per avere protezione o per egoismo puro. Flitt ne era un esempio.
Anche Daphne si era scusata a testa bassa, accompagnata da uno sbuffo scettico di Pansy e dal tono annoiato di Millicent. Uno spettacolo sia per la piccola Greengrass che per la Davis, la quale continuava a fingersi arrabbiata per portare avanti quel gioco di scuse.
Eppure, alla ragazza non faceva né caldo né freddo. Non le importava molto di quello che gli altri pensassero di lei: le bastavano Tracey, i gemelli e Lee ad esserle amici. Non le interessava della popolarità.
-Sembra che Flitt sia un po’ irrequieto- disse poi Stewart, passandosi una mano tra i ricci.
-Perché dici così? - chiese Leah guardando oltre la figura del ragazzo, curiosa.
Il giovane fece una smorfia e indicò dietro di sé con il pollice: -Veniva da laggiù- rispose semplicemente.
Astoria si sporse un po’ in avanti e il gruppetto di Serpeverde dietro ad Ackerley attirò la sua attenzione: tra di loro c’era sua sorella. La vide stringere tra le braccia una Pansy Parkinson in lacrime; di fianco a lei Millicent Bulstrode le batteva la mano sulla spalla per darle forza.
Di scatto la piccola Greengrass si alzò i piedi, seguita dagli altri tre e si diresse a grandi passi verso i Serpeverde.
Si fece largo tra la folla, fino a trovarsi davanti alla sorella. Poi batté le palpebre confusa. Si voltò verso il ragazzo che le stava di fianco, sfiorandogli il braccio. Questo abbassò il suo sguardo su di lei, che parlò incerta: -Ehm... Nott giusto? -.
Theodore Nott era un ragazzo alto, con i capelli bruni e gli occhi scuri, molto magro e con un portamento regale; sua sorella aveva una cotta per lui da chissà quanto tempo, eppure il giovane ancora non si era fatto avanti.
Il ragazzo annuì e Astoria continuò: -Che succede a Pansy? - .
Tutti si girarono verso di lei. Per la prima volta nella sua vita, Astoria si sentiva a disagio con tutti quegli occhi puntati su di lei.
Pansy alzò la testa sconvolta e guardo la giovane Greengrass con gli occhi pieni di lacrime: -Che mi succede? - chiese la mora, quasi urlando, con una vocetta isterica: -DRACO...sigh...DRACO...sigh...-.
Daphne prese parola cercando di consolare l'amica: -Pansy sta cercando si dire che Draco ha avuto un incidente a Cura delle Creature Magiche. È sconvolta. Lo siamo un po' tutti a dire la verità- ammise la sorella.
-Qu-quel Mezzogigante... inetto di un Guardiacaccia la pagherà...Dra-Draco poteva anche perdere un braccio o… o ... peggio- soffocò le ultime parole sulla spalla della maggiore delle sorelle Greengrass.
-Già, poteva andare peggio di così- disse Theodore pensieroso.
-Hai ragione Theo, gli è andata bene- intervenne Millicent annuendo.
-Il solito pallone gonfiato- bofonchiò Stewart all’orecchio di Eleanor, forse un po’ troppo forte, perché Blaise Zabini lo fulminò con lo sguardo.
-Quel vecchio bacucco di Silente non doveva assumere quell'inetto né come professore né come Guardiacaccia, per Merlino! - esclamò Daphne abbracciando Pansy più forte.
Astoria li guardava atterrita. E così il grande Draco Malfoy si era fatto male? Qualcosa non tornava, ma decise di chiedere comunque.
-Che è successo a Malfoy? - domandò la bruna.
Pansy si staccò di nuovo per rispondere, e questa volta si addolcì un po'...ma solo un po': -Si è rotto un braccio...Un ippogrifo maledetto...Lurido Mezzogigante...- mescolò le parole la ragazza prima di scoppiare nuovamente a piangere.
-Ora è in infermeria, abbiamo in programma di andarlo a trovare più tardi, se vuoi...Hey, ma dove vai? - urlò Millicent.
Astoria era sparita dalla vista dei compagni e si era precipitata a tutta velocità dentro la scuola.
 
 
 
***
 
 
 
La piccola Greengrass corse a tutta velocità all'interno della scuola.
Che idiota Malfoy! Solo lui poteva essere tanto stupido da provocare un Ippogrifo per apparire figo agli occhi della Parkinson. Già, perché gli Ippogrifi non sono creature aggressive a meno che qualcuno non li provochi, tutti lo sanno! O forse no a quanto pare.
Guarda caso questo qualcuno che si è fatto male corrisponde al nome di Draco Malfoy, il noto e arrogante Serpeverde che era solito a provocare tutti pur di ottenere una rissa dalla quale sarebbe uscito illeso grazie a quei due babbei di Tiger e Goyle e che avrebbe riscosso ammirazione da parte di tutte le ragazze senza un minimo di cervello e attenzioni a non finire.
Tipico di lui!
“Che idiota” pensò Astoria correndo su per le scale: “Solo lui può essere così stupido da provocare un Ippogrifo”. Sogghignò divertita, ma c'era qualcosa che non andava.
Già, qualcosa non tornava.
Perché era tornata dentro? Perché stava correndo su per le scale? Ma soprattutto: perché era arrivata davanti all'infermeria della scuola, dove si dava il caso fosse ricoverato Draco?
Si fermò di botto. Astoria non si era accorta praticamente di nulla fino a che non fu davanti alla porta dell'infermeria semi aperta.
Da lì riuscì a scorgere la testa bionda di Draco, steso su un lettino con il braccio destro fasciato e il volto pallido.
La bruna non si spiegava perché fosse lì, ma senza neanche pensarci aprì la porta ed entrò all'interno della stanza.
Madama Chips era seduta alla sua scrivania intenta a compilare moduli e carte a non finire; Astoria si avvicinò piano alla donna senza fare rumore per non disturbarla, ma questa si era già accorta della sua presenza: -Signorina Greengrass, posso aiutarti? - domandò senza distogliere lo sguardo dalle carte.
Astoria rimase a fissare la donna non sapendo che cosa rispondere e non disse nulla. La donna alzò lo sguardo da quello che stava facendo e lo rivolse verso la bruna: -Allora? - domandò infine.
-Ehm...-
-Guarda che non ho tutto il giorno. Devi vedere qualcuno? - chiese stufa la donna.
Astoria guardò la donna e cercò di dire qualcosa -Si...Cioè, no...Io veramente...-
-Astoria? -
Una voce proveniente dall'altra parte della stanza interruppe la conversazione -Sei tu? - chiese il biondo alzandosi a sedere e facendo capolino.
Madama Chips si alzò e fece cenno alla ragazza di seguirla: -Signor Malfoy, le avevo detto di riposare! E tu Signorina Greengrass: vi do dieci minuti, poi riposo assoluto! Intesi? - chiese prima di uscire dall'Infermeria e sbattere la porta alle sue spalle.
I due rimasero in silenzio per molto tempo, poi Astoria si sedette su una sedia accanto al letto del biondino. Malfoy la guardò storto. È mai possibile che quella ragazza non si facesse mai gli affari suoi?
-Che vuoi Greengrass? - chiese annoiato
-Ed eccoci ritornati al cognome- disse Astoria roteando gli occhi al cielo.
-Che vuoi? Sei venuta per prendermi in giro? - chiese con una smorfia.
Astoria si alzò e si sedette sul letto del ragazzo: -Chi ti ha detto che puoi sederti qui? - chiese stizzito alla bruna.
Astoria lo guardò male e incrociò le braccia al petto -Di certo non tu, credevo lo avessi capito che non sono il tuo Elfo.-.
Draco ghignò e si raddrizzò a sedere: -E allora che ci fai qui? - chiese nuovamente. Astoria lo guardò negli occhi di ghiaccio, ma non sapeva proprio spiegare che ci facesse lì in quel momento.
Era come se le sue gambe l'avessero portata in infermeria di sua spontanea volontà, come se la sua mente volesse una cosa ma le sue gambe dicessero qualcos'altro.
-Ehm ecco...Veramente non ne ho idea- ammise Astoria abbassando lo sguardo colpevole.
Draco sorrise maliziosamente e la fissò: -Lo so io perché- disse avvicinandosi pericolosamente al viso della giovane, che lo spinse via senza neanche pensarci.
-Che ti è saltato in mente Malfoy? - chiese Astoria con una smorfia disgustata.
Malfoy si raddrizzò nuovamente e si sistemò i capelli platinati: -Andiamo Greengrass, sappiamo entrambi perché sei qui- disse con un ghigno.
-Illuminami, allora - disse la bruna alzandosi dal letto di scatto, tirando su il mento.
-Io ti piaccio- disse beffardo alzando la testa.
Astoria lo fissò incredula. A lei quel biondo arrogante non sarebbe mai piaciuto né in quel momento né mai. Neanche per tutti i Calderotti del mondo. Mai.
-Stai scherzando spero– esclamò attonita Astoria.
-Affatto Greengrass. Lo vedo come mi guardi- aggiunse maliziosamente.
Astoria si voltò verso la porta e iniziò a camminare nella sua direzione intenta a uscire, ma la voce di Malfoy la vece voltare nuovamente: -Ammettilo, ti piaccio da impazzire- la stuzzicò ancora.
La bruna tornò sui suoi passi e si voltò verso il ragazzo accigliata, puntandogli un dito contro: – Malfoy, te lo ripeterò un’ultima volta: tu NON mi piaci! - .
Draco si alzò dolorante dal letto e si avvicinò nuovamente ad Astoria con un sorriso tirato: -A no? - chiese ancora facendosi più vicino.
-NO! - rispose la bruna tirando su il mento, con le braccia incrociate al petto e lo sguardo accigliato: -Neanche se tu fossi l'ultimo babbeo sul pianeta- concluse voltandosi e correndo via attraverso la porta dell'Infermeria.
-Riuscirò ad averti Greengrass! In un modo o nell'altro ti avrò! - le urlò alle spalle il ragazzo mentre correva via.
 
 
 
***
 
 
 
 
-Blaise, che vorresti dire? - chiese accigliato Draco all'amico che rideva.
-Nulla Draco, solo quello che vedo- rispose il moro sghignazzando.
Malfoy si sistemò a sedere sul letto e fissò l'amico negli occhi -Beh? Cos'è che vedi? - chiese poi il biondo. Il braccio era guarito tanto da poter ricominciare a seguire le lezioni, per cui il ragazzo era stato dimesso dall'Infermeria e ora si trovava nel suo Dormitorio circondato da serpi e serpi.
Il suo regno.
Blaise Zabini incrociò le braccia al petto e lo guardò divertito: -Beh, intanto il segno rosso di una mano sulla tua guancia- sghignazzò l'amico.
Malfoy lo guardò storto e assottigliò gli occhi: -Non siamo qui per parlare di quella sudicia Sanguemarcio, Zabini, o mi sbaglio? - .
Era successo solo il giorno prima che Hermione Granger l'avesse preso a schiaffi per la faccenda dell'Ippogrifo che suo padre voleva far giustiziare a causa dell'incidente, ma il segno lasciato dalla mano della riccia era ancora ben visibile e molto in contrasto con la sua pelle diafana.
Il biondino gli lanciò un'occhiata infuocata, così l'amico la smise subito di sghignazzare: -Scusa, scusa, solo che sei troppo buffo così: è difficile prenderti sul serio ora- disse cominciando di nuovo a ridere tenendosi la pancia per non scoppiare.
Il ragazzo si batté una mano sulla fronte: -Allora...Cos'è che vedi? - cercò di cambiare argomento.
-La Greengrass amico- disse semplicemente il moro Serpeverde.
Draco sentì le guance che lentamente cominciavano a bruciare. Non stava mica arrossendo?
-Che intendi? - chiese la bionda serpe abbassando lo sguardo.
-Avanti, non fingere che lei non ti piaccia neanche un po', si vede lontano un miglio- disse Blaise.
-Blaise ha ragione Draco- annuì Theodore: -Altrimenti non ci trascineresti sempre nello stesso posto dove va la ragazzina- aggiunse con un sorrisetto.
Goyle e Blaise si guardarono e ghignarono leggermente verso l'amico biondo.
-Già, sai, Capo- cominciò Tiger sdraiandosi sul baldacchino: -Penso che, se tu l'abbia scelta per il matrimonio combinato un motivo ci sia. Nessuno fa le cose a caso – concluse poi, sotto lo sguardo stupito degli amici, che credevano a stento che quelle parole fossero uscite dalla sua bocca.
-Per quanto sia assurdo che questa cosa sensata sia uscita dalla tua bocca Vincent, vi sbagliate di grosso tutti- sbottò Malfoy ai cinque amici: – E poi che vi importa di ciò che faccio io? Per quanto mi riguarda potrei anche sposarmi la Parkinson e non sarebbe lo stesso affare vostro- concluse stizzito.
I quattro amici scoppiarono a ridere, mentre Malfoy aveva messo su un cipiglio imbronciato: – E ora che avete da ridere? - .
-È a quello che mira Pansy sai? - disse Theodore sedendosi accanto all'amico: -Sono tre anni che ne parla con Daph e Milly- disse poi riprendendo a ridere insieme agli altri.
Malfoy li squadrò tutti da capo a piedi. Erano pur sempre i suoi migliori amici, per Merlino! E avevano osato ridere di lui? Che serpi!
-Che c'entrano ora quelle oche? Mi spiegate dove volete arrivare? - chiese piccato Draco.
-Lascia stare, ci stavamo solo chiedendo quando avresti detto alla Parkinson che paparino e mammina non hanno scelto lei come nuora, tutto qui- rispose Zabini mettendogli una mano sulla spalla e trattenendo un'altra risata.
-Vi odio con tutto il cuore-.
-Anche noi ti vogliamo bene Draco! – risposero insieme Blaise e Theodore, prima di ricevere un ulteriore sguardo infuocato da parte del biondo e un paio di incantesimi ben piazzati dritti addosso.
 

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Capitolo 5
*** Serpensortia ***


SERPENSORTIA
 
 
 
-Riaaaaaaa! -
Lo scompartimento del treno si aprì di botto e Astoria si ritrovò davanti una Tracey diversa in tutto e per tutto: l'estate l'aveva cambiata. Era molto più alta e il viso stava cominciando ad abbandonare quei tratti fanciulleschi che le erano propri.
Astoria si alzò e, sorridente, abbracciò forte la sua amica rischiando di far cadere entrambe: -Tracey! Merlino, sei cambiata un sacco! - disse la bruna all'amica staccandosi un po' per osservarla meglio.
-Beh, anche tu non sei da meno! Ma guardati: sei uno schianto! - disse la ragazza entrando nello scompartimento.
In effetti anche Astoria era cresciuta in altezza e i suoi lineamenti avevano cominciato ad affilarsi leggermente rispetto all'anno prima; i capelli ormai raggiungevano la metà della schiena, ma, come sempre, non erano gestibili.
Si sedettero l’una di fianco all'altra e cominciarono a parlare delle loro vacanze. La bionda non aveva fatto in tempo a raccontare all’amica del Campo estivo che lo scompartimento si aprì di scatto.
Davanti alle due ragazzine apparve una Daphne Greengrass irritata, con al seguito Pansy Parkinson e Millicent Bulstrode: -Astoria! Per Salazar, ma dovevi scappare in quel modo? - chiese la sorella incrociando le braccia al petto.
Astoria si alzò in piedi, appoggiando il libro che aveva in mano sul sedile: -Scusa Daph, ma avevo voglia di vedere Tracey- disse cercando di calmarla.
-Scusa un corno! La mamma si è arrabbiata un sacco! - sbottò la sorella, scocciata.
-Non è un problema mio - rispose a tono la giovane Serpeverde. Tracey sbuffò divertita e incrociò le braccia, mentre Astoria storse il naso: -Dovresti prestare un po’ più di attenzione alle tue cose-.
-Non ti azzardare! - esclamò l’altra stringendo i pugni-.
-Oppure cosa, Daphne carissima? - chiese una voce ad Astoria familiare.
-Fatti gli affari tuoi Weasley, andiamo ragazze- sibilò poi la ragazza sventolando una mano di fronte al volto di George: - Io e te dopo facciamo i conti sorellina- disse Daphne prima di uscire dallo scompartimento, seguita dalle amiche, sbattendosi la porta dietro.
Astoria roteò gli occhi e tornò a sorridere ai tre ragazzi comparsi davanti alla porta dello scompartimento.
-Ma che le è preso? - chiese Fred accomodandosi accanto a Tracey.
Astoria sospirò e volse gli occhi al cielo: -Oh nulla- cominciò arricciando il naso: -L'ochetta è solo arrabbiata con me perché non le ho detto che Theodore Nott le ha mandato un gufo due settimane fa per chiederle di andare a passare il resto delle vacanze con i Nott- disse prima di fiondarsi ad abbracciare i due gemelli e, ovviamente, Lee Jordan.
Tracey scosse la testa: - Beh, quella ragazza ha proprio un bel caratterino-.
Lee rise e si sedette accanto ad Astoria: - Non mi sorprende, vista la sua schiera di amiche- commentò.
-È la solita esagerata- disse la piccola Greengrass: - Le piace stare al centro dell'attenzione-.
-Comprensibile- commentò l'amica: - Le piace fare strage di cuori-.
-Beh, sì! – esclamò l’amica incrociando le gambe sul sedile: - Non è colpa mia se quel maledetto invito è caduto sotto al suo letto- si lamentò :- Ma avete una minima idea di quanto sia disordinata Daphne? Sembra che in camera sua sia esplosa una bomba! Non mi meraviglio che perda le cose- sentenziò in fine. I tre amici risero di cuore e Tracey scosse la testa divertita e Astoria scambio un’occhiata con lei
D'un tratto il treno sobbalzò e le borse adagiate sulla mensola sopra le loro teste si rovesciarono a terra. Subito i cinque si adoperarono per sistemare.
-Tracey ti è caduta la bacchetta- disse George raccogliendola e porgendola alla ragazza: -Tienila stretta, mi raccomando- aggiunse Fred.
Lee e i gemelli sghignazzarono e Astoria li guardò interrogativi, mentre Tracey afferrò la bacchetta: -Grazie Georgie...Hey vi va di vedere un incantesimo che ho imparato? - chiese entusiasta la bionda.
George, Fred e Lee scoppiarono a ridere furiosamente quasi sbattendo la testa sul porta bagagli in alto -Beh? Che avete da ridere? - chiese la giovane Davis inclinando la testa di lato: -Scusaci, dicevi Diavoletta? - dissero in coro i tre.
Tracey sorrise e puntò la bacchetta sul libro di Astoria -Levicorpus! - enunciò la ragazzina. Non successe nulla.
-Levicorpus- disse ancora: -LEVICORPUS!!!- urlò.
Questa volta dalla bacchetta uscirono dei coriandoli e stelle filanti.
Tracey strabuzzò gli occhi e si guardò con Astoria : -Che razza di magia era Cey?- chiese l’amica fissando i coriandoli cadere a terra, perplessa.
-Non...Non sono stata io – disse l'amica inarcando un sopracciglio.
Astoria osservò i tre amici sghignazzare e allora capì tutto: -Come mai ho lo strano sentore che qui ci sia il vostro zampino? - chiese Astoria lanciandogli un'occhiata eloquente.
I gemelli alzarono le spalle e cominciarono a spiegare: -Ovvio che sia opera nostra! - disse Fred :- Queste sono le nostre bacchette...Prodotti Weasley ragazze mie!- concluse George.
La bionda Serpeverde restituì l'oggetto incriminato e continuò a fissare quei due: -Abbiamo in mente di aprire un negozio di scherzi che faccia concorrenza Zonko- dissero felici in coro i due rossi: – Sapete, queste bacchette sono un a novità. Però mamma ce ne ha confiscate alcune prima che andassimo alla Coppa del Mondo di Quidditch-.
Astoria quasi si strozzò con la Cioccorana che stava mangiando. Anche lei era stata alla Coppa del Mondo, e ovviamente in compagnia di un certo fidanzato arrogante ( che ci aveva provato spudoratamente con lei per tutto il tempo) e la sua famiglia. Sì, aveva visto i Weasley con Potter ed Hermione, ma non era sicura che loro l'avessero notata. Sperava con tutto il cuore di essere passata inosservata.
E Se l'avessero vista? Non aveva detto nulla del fidanzamento a nessuno. Neanche a Tracey. Daphne lo sapeva e non credeva che Draco sarebbe stato tanto stupido da confidarlo a qualche amico. Per cui, oltre a sua sorella non c’era nessuno che lo sapesse e Astoria avrebbe preferito continuare così per molto tempo.
-Ho letto sulla Gazzetta del Profeta: Irlanda vince ma Krum acchiappa il boccino. Mitico! - disse entusiasta Tracey sotto gli occhi sognanti dei gemelli e Lee.
-Hey Ria, tu ci sei venuta alla Coppa? - chiese George.
Astoria si limitò a dire la verità. O meglio, parte della verità: -Si, Ci sono stata-.
-Non ti abbiamo vista, ma fa nulla. È stato incredibile- esclamò George.
Fred scosse la testa, scocciato: - Già, ma quel verme di Ludo Bagman ci deve dei soldi- disse irritato.
-Abbiamo vinto una scommessa e quello ci ha pagato con l'oro dei Leprecauni: sparisce dopo poco- concluse altrettanto irritato il fratello.
Astoria non riusciva più a stare seduta, così uscì per andare in bagno.
Sentì il rumore di uno sportello che sbatteva e di vetri rotti, così si incamminò per andare a controllare, ma qualcuno le andò a sbattere contro.
-Scusami tanto io non...Malfoy! - esclamò Astoria voltandosi verso di lui.
Draco sorrise sornione e si avvicinò alla ragazza che lo guardava storto -Greengrass, mi stavi cercando? -
Astoria incrociò le braccia al petto e assottigliò gli occhi -Perché mai dovrei? - chiese alzando il mento.
Malfoy le scostò una ciocca di capelli dalla faccia e Astoria spinse via brutalmente la sua mano dal suo viso: -Magari hai voglia di passare nel mio scompartimento - sussurrò il ragazzo prima che Astoria pestasse il suo piede.
-Sei fuori? Hai idea di quanto costino queste scarpe? - esclamò facendo un saltello all’indietro il ragazzo-
-Ma tu sei fuori di testa! - disse sogghignando -Che ti fa pensare che io voglia venire con te? - chiese beffarda la Serpeverde, alzando il mento.
-I tuoi occhi Greengrass. Non mentire, io ti faccio impazzire, ammettilo- rispose soddisfatto della reazione della ragazza. Infatti, le guance di Astoria erano leggermente arrossite e la bruna aveva distolto lo sguardo dagli occhi di ghiaccio dell'altro.
Uno scossone del treno avvertì gli studenti che Hogwarts era vicina, così, senza pensarci due volte la giovane Greengrass corse via, diretta nel suo scompartimento, lasciando il biondino da solo con un ghigno beffardo dipinto in volto.
 
 
 
***
 
 
 
Nessuno quasi ci poteva credere, ogni tavolata era in agitazione per l'imminente evento che stava per ospitare Hogwarts: Il Torneo Tre Maghi.
Erano tutti molto entusiasti e ancora di più gli studenti di Hogwarts, perché la scuola britannica avrebbe avuto l'onore di ospitare gli studenti di Durmstrang e Beauxbatons, per quell'imminente evento magico.
Il professor Silente era stato chiaro sulle regole: solo gli studenti di diciassette anni si sarebbero potuti iscrivere al torneo. Per partecipare sarebbe bastato solo scrivere su un pezzo di carta il proprio nome e cognome, il nome della scuola e poi metterlo dentro al Calice di Fuoco, il quale aveva il compito di scegliere i tre campioni, uno per ogni scuola, che avrebbero gareggiato. Astoria non era proprio interessata, anzi. Sapeva che qualche suo compagno di Casa era rimasto amareggiato dal fatto di non poter partecipare, ma la ragazza non amava particolarmente le competizioni e il solo pensiero di dover dimostrare le sue abilità di fronte a un gran numero di persone la metteva a disagio. Non era proprio il suo stile.
Proprio per questo Malfoy e il suo gruppo di svitati serpenti avevano cominciato a sfogare la propria disapprovazione sul povero Neville Paciock, tormentato insistentemente da quei due scimmioni di Tiger e Goyle, sotto lo sguardo di tutta la scuola.
Astoria ormai lo aveva preso in simpatia e non mancava volta che si avvicinava a lui per confortarlo. Tracey era sempre dalla sua parte, perché anche lei odiava quei babbei e ogni volta che succedeva qualcosa al povero Neville, lei era sempre lì ad aiutare sia l'amica che il povero grifoncino.
Sua sorella non aveva mai approvato questa sua simpatia per quelli delle altre Case e tanto meno quella sorta di conoscenza che la sorella portava avanti con Hermione Granger, visto che la maggior parte delle volte che la bruna si trovava in biblioteca a studiare era in compagnia della ragazza riccia e dei suoi compagni di Casa, Harry Potter e Ronald Weasley.
Aveva “fatto amicizia” con molti Grifondoro e quasi quasi le sarebbe piaciuta molto come Casa, ma c'era qualcosa che non riusciva a spiegarsi, perché era vero che odiasse Serpeverde, ma qualcosa le impediva di desiderare un'altra casa. Qualcosa. O Qualcuno.
 
 
***
 
 
 
-Ancora non ci siamo Greengrass-.
La voce di Piton echeggiava in tutta l'aula di pozioni e i Serpeverde, a parte Tracey, sghignazzavano e si sussurravano all'orecchio divertiti.
-Quando entrerà nella tua zucca vuota che non è uno scherzo...-
-...La finissima arte del preparare pozioni- concluse Astoria con una smorfia di pieno disgusto.
Piton la osservò con una strana luce negli occhi, prima di voltarsi e dirigersi verso la cattedra: -Bene, visto che trovi molto divertente beffarti di un insegnante, signorina Greengrass...- cominciò sotto lo sguardo sprezzante della bruna: -oggi avrai l'onore di ripulire l'intera classe di pozioni-.
Merlino quanto odiava Piton! Mai una volta che fosse soddisfatto e guai a chi concludeva le sue frasi.
Astoria sospirò, lasciandosi cadere sulla panca.
-Almeno non ti ha tolto dei punti dolcezza – sussurrò Leah, inarcando un angolo della bocca.
-Figurati Borgin- rispose Tracey voltandosi verso di lei: - Piton non oserebbe mai togliere dei punti a Serpeverde-
-Non stavo parlando con te, Davis- rispose secca la rossa, con una smorfia.
-Noto che anche stamattina hai fatto colazione con pane e limone, Leah- commentò Stewart Ackerley, seduto di fianco alla Serpeverde, senza staccare gli occhi dal libro che aveva di fronte: -Lo sai, tesoro, che, se continui ad essere così acida, rischi di farti venire il mal di pancia? -
Tracey soffocò una risatina, beccandosi un’occhiataccia dalla compagna di stanza: - Grazie Stew per esserti preoccupato per la mia salute- disse sorridente: -Piuttosto, se fossi in voi mi preoccuperei per le vostre gambe: un solo commento in più e ve le affatturo, poi vedremo chi riderà. Hai capito dolcezza? - concluse allegra, rivolgendosi a Tracey.
La bionda roteò gli occhi e tornò alla propria pozione, mentre Astoria sbuffò dal naso incrociò le gambe sulla panca. Almeno per il resto dell’ora Piton non le avrebbe dato filo da torcere.
La lezione finì e tutti gli studenti si precipitarono fuori dall'aula eccitati per quel giorno.
Ebbene sì, il Calice di Fuoco quella sera avrebbe annunciato i nomi dei tre “fortunati” che avrebbero gareggiato. Dopo che Fred e George avevano cercato di imbrogliare il calice mettendo il loro nome dentro, Astoria non faceva che ridere al solo pensiero.
Raccolse le sue cose e si affrettò a seguire Tracey fuori dall'aula, ma la voce melliflua di Piton la bloccò: -Dove pensi di andare Greengrass? - chiese: -La punizione comincia da adesso- concluse avvicinandosi alla ragazzina, che indurì la mascella per non rispondere.
La porta dell’aula si spalancò e Theodore Nott fece il suo ingresso: -Voleva vedermi professore? – chiese il giovane.
Piton alzò il mento e si voltò verso l’uscita: -Il signor Nott resterà qui per controllare che tu non usi la magia, sono stato chiaro?- chiese Piton mellifluo.
Astoria lo guardò con disprezzo e riuscì solo a sussurrare poche parole: -Si, professor Piton-.
-Davis- disse sprezzante l’insegnante: -Puoi anche levare le tende o credi davvero che non oserei togliere dei punti a Serpeverde?-
La ragazzina arrossì furiosamente e Piton uscì dall'aula, lasciando lì i ragazzi.
Tracey, che non si era mossa di un centimetro, non aveva intenzione di andarsene, ma Astoria le fece cenno di uscire; così l'amica le promise di tenerle da parte qualcosa per cena prima di congedarsi, chiudendo la porta alle sua spalle.
Astoria non si voltò neanche verso Nott, ma prese uno straccio e cominciò a pulire in ogni dove.
Theodore la osservava in silenzio seduto su una sedia, con le braccia incrociate al petto.
La ragazza non lo aveva mai capito: era sempre zitto e pareva non rendersi conto di ciò che gli accadeva intorno, e quando si risvegliava sapeva come comportarsi in ogni situazione. Chissà perché era finito in Serpeverde.
Astoria si stava apprestando a pulire uno scaffale molto in alto, a tal punto da doversi arrampicare sugli altri per arrivarci, e senza rendersene conto perse l'equilibrio e cadde a terra, seguita a ruota da libri e pozioni, che si infransero in mille pezzi.
-Accidenti a lui, a Salazar e a LUI! - sibilò la ragazza alzandosi per sistemare il guaio che aveva combinato.
-Astoria Greengrass-.
La ragazza sobbalzò. Nott era chinato accanto a lei e la stava aiutando a raccogliere i libri. La ragazza lo guardò interrogativa prima di rispondere: -È il mio nome- rispose secca: -mentre tu sei Theodore Nott-.
Il ragazzo ridacchiò -Bella e perspicace la ragazza- disse.
Astoria si voltò di scatto con aria crucciata: -Se sei qui per sfottermi fai pure, non mi importa- annunciò la giovane Serpeverde.
Nott si alzò e si sedette sulla cattedra: -Non era mia intenzione, davvero. Stavo pensando- disse il giovane passandosi la mano tra i capelli in maniera adorabile.
-Ma va, non lo avrei mai detto- disse Astoria senza guardarlo.
Theodore scese dalla cattedra e prese la mano della bruna, tirandola leggermente verso di sé.
Astoria sobbalzò: -S-scusa Nott...Non intendevo offenderti...- disse la ragazza guardandolo negli occhi nocciola: -Solo che Piton mi sta col fiato sul collo e …- non riuscì a completare la frase, perché Theodore le mise un dito davanti alla bocca sorridendo: -Non ti scusare, infondo sei una Serpeverde. Non è da noi, giusto? - disse alzando le spalle, ma tenendo ancora stretta la mano di Astoria.
La ragazza sorrise dolcemente e abbassò lo sguardo mentre il ragazzo la continuava ad osservare: -Pensavo solo a come ci riesci- disse semplicemente.
Astoria alzò la testa e inarcò un sopracciglio: -A cosa ti riferisci? - chiese incrociando lo sguardo del ragazzo.
Theodore rise leggermente e si sporse in avanti: -Una novellina riesce a tener testa a Draco Malfoy, nonché suo futuro marito, e invece noi tutti che lo conosciamo da anni no. Impressionante-.
Astoria strabuzzò gli occhi per la sorpresa. E così quel deficiente glielo aveva detto?! Idiota di un Malfoy, non si doveva permettere neanche per scherzo.
La bruna fissò il vuoto e sentì gli occhi pizzicare, tirò su con il naso e rimase in silenzio. Nott inclinò la testa di lato e comprese: -Non sapevi che ce ne avesse parlato, vero? - chiese.
Astoria scosse la testa e tirò nuovamente su con il naso, mentre le lacrime cominciavano a scendere rigandole il volto. Il silenzio fu rotto dai suoi singhiozzi e Theodore non poté fare altro che abbracciarla.
La ragazza si irrigidì appena, ma poi si sciolse, continuando a piangere: mai avrebbe pensato di piangere davanti a sconosciuti, tanto meno davanti a Theodore Nott. Nonostante tutto, Astoria era una persona molto orgogliosa.
-Non voglio- sussurrò, poi. Fu l’unica cosa che riuscì a dire, perché i troppi singhiozzi non le permettevano di parlare.
Nott le alzò il viso con la mano, in modo da poterla guardare negli occhi verdi e vispi, poi le asciugò le lacrime con il pollice: -La vita è lunga Astoria, vivila al meglio e apprezza ciò che ti dà- le disse, abbozzando un sorriso. Le si avvicinò lentamente al viso e appoggiò la fronte contro quella dell’altra.
Il cuore di Astoria batteva all'impazzata e il respiro era diventato affannoso. Il giovane inclinò la testa di lato: -Non devi pensare al futuro, ma vivi tutto ciò che c’è adesso - sussurrò prima di poggiare le proprie labbra su quelle della bruna.
Fu un bacio lento e deciso, a cui Astoria rispose esitante. Non se lo aspettava, ma fu felice di quel contatto. Nott sapeva di miele e fragola. Ora capiva perché il ragazzo era finito in Serpeverde: sapeva esattamente come ammaliare le persone.
Di certo il fascino non gli mancava e quel bacio così inaspettato aveva fatto esplodere il cuore della piccola Greengrass, eppure infondo al cuore sapeva quanto quella situazione non fosse giusta per lei.Nonostante tutto, però, in quel momento si sentiva felice.
Appena si staccarono Theodore le sorrise, mentre lei arrossì leggermente, sorridendo a sua volta, e fece per avvicinarsi nuovamente alle labbra dell’altro, ma il rumore della porta fece voltare entrambi di scatto.
In quel preciso istante l’orologio fece un rintocco. Tracey entrò a tutta velocità all’interno dell’aula: esitò ad avvicinarsi ai due ragazzi, poi però si fece avanti: -Ria, non immaginerai mai che cosa è successo!- esclamò ansimante Tracey, lanciando un’occhiata a Theodore.
Astoria aggrottò le sopracciglia, ma non fece in tempo a proferire parola che l’amica l’aveva già afferrata per un braccio e la stava trascinando fuori dall’aula a tutta velocità.
L’unica cosa che la mora poté fare fu rivolgere un ultimo sguardo a Theodore, il quale sorrise fino a che le due non scomparvero dalla sua vista.

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Capitolo 6
*** Reverte ***


REVERTE
 
 
 
Tracey e Astoria erano comodamente sdraiate all'ombra di un albero, cercando di rilassarsi in quel tranquillo pomeriggio di domenica. Era finalmente finito il periodo della punizione che Piton aveva assegnato ad Astoria, così la ragazza poteva finalmente godersi la compagnia dell'amica e la tranquillità del cortile.
Si respirava un'aria diversa ad Hogwarts, dato che la prima prova del torneo sarebbe cominciata a giorni, e i quattro campioni erano molto tesi. Astoria stava per svenire quando l'amica le aveva detto che Harry Potter era uno dei campioni insieme a Fleur Delacour, Viktor Krum e Cedric Diggory; subito aveva pensato fosse uno scherzo, ma l'espressione di Tracey era serissima. Le aveva raccontato del bacio subito dopo, e l'amica Serpeverde era esplosa in domande e insinuazioni, come dire... impertinenti.
Astoria le aveva raccontato tutto per filo e per segno e ogni volta che ci ripensava il volto di Theodore Nott si faceva strada nella sua mente vivido. Ricordava il suo sguardo pensieroso, il suo sapore, le sue parole piene di dolcezza e quelle labbra a dir poco perfette. Sua sorella Daphne non glielo avrebbe mai perdonato, ma per fortuna aveva casualmente dimenticato di parlarne con lei. Chissà quanto si sarebbe arrabbiata se lo avesse scoperto.
Tracey sbadigliò e si appoggiò al tronco dell'albero guardando in lontananza la nave di Durmastrang, ormeggiata al largo del Lago Nero, mentre Astoria era immersa nella lettura del suo libro di Astronomia, la sua materia preferita, sdraiata sull'erba a pancia in giù con le gambe incrociate.
-Tu e Nott eh?- disse Tracey sorniona, senza guardare l'amica:  -Me lo sarei dovuta aspettare. Morgana, ma hai visto come è bello?- chiese poi con gli occhi sognanti.
Astoria alzò lo sguardo dal libro e sogghignò: -Credo che se ne siano accorti tutti, Cey. Ma comunque non stiamo insieme- disse poi tornando al libro.
Tracey si mise a carponi e gattonò fino all'amica con l'espressione di chi la sa lunga su certi argomenti. -Oh ma certo che no. Fatto sta che vi siete baciati- aggiunse ammiccando: -Qualcosa vorrà pur dire, Greengrass.-
Astoria chiuse di botto il libro e si voltò verso l'altra con un sopracciglio alzato: -Da quando in qua mi chiami Greengrass, Davis?- chiese facendola ridere:-E poi mi avrà baciata perché gli facevo pena- concluse con le guance leggermente imporporate.
Tracey si sedette davanti a lei a gambe incrociate: -Avanti Ria, si vede lontano chilometri che tu gli piaci. Ti mangia letteralmente con gli occhi e non meraviglierei se ti chiedesse di accompagnarlo al Ballo del Ceppo-
Astoria storse il naso e si strinse nelle spalle:  -No Tracey, io non ci vado: non mi piace ballare.-
-Ma è una super occasione!- esclamò eccitata l'amica: -Pensaci bene: potremmo essere invitate! E ci vestiremo bene! E ti acconcerò i capelli! E tu mi acconcerai i capelli!-
-Cey, sai che noi del secondo anno non possiamo andarci- le ricordò la giovane Greengrass, scuotendo la testa.
La bionda sbuffò sconsolata. -Ma io voglio andarci! Sembra così divertente! E poi, amica mia, è l'occasione giusta per conoscere persone nuove-
-Come mai ho il sentore che questa tua allegria dipenda dal fatto che Fred non abbia ancora una dama?-
-Mi sembra ovvio: è proprio per questo- confermò sorridente.
Astoria sogghignò. Per quanto sembrasse impossibile, Tracey Davis aveva una cotta enorme per Fred Weasley da un annetto buono e quella era l'occasione giusta per lei di farsi avanti. Sfortuna vuole che il rosso non avesse ancora fatto alcun passo nei suoi confronti, ma a Tracey non importava. Era una bella sfida e a lei piaceva questo gioco.
La mora rise e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Poi una mano si posò sulla sua spalla; si voltò e aggrottò le sopracciglia: -Zabini!-
-Astoria, Tracey,- salutò il ragazzo, strizzando loro l'occhio.
-Che ci fai qua? - domandò Tracey, squadrandolo dalla testa ai piedi.
-Volevo sincerarmi che la sorellina di Daphne fosse accompagnata al Grande Ballo-
Tracey batté le mani entusiasta, ma lo sbuffo dell'amica affievolì il suo entusiasmo. -Non so se lo sai, Blaise, ma noi del secondo anno non possiamo andarci-
Tracey le diede un colpetto sul braccio col gomito. -A meno che qualcuno di più grande non ci inviti.-
-Oh ehm… vero,- confermò titubante Astoria, guardandola di traverso.
-Potremo ovviare questo problema, suppongo: quindi, piccola Astoria, mi faresti l'onore di venire al Ballo del Ceppo con me?-
-Blaise, ti ringrazio, ma purtroppo non verrò al ballo,- affermò risoluta la mora.
Il giovane inarcò un sopracciglio. -E vuoi startene tutta sola in Sala Comune?-
-Non amo ballare,- insistette.
Blaise ci pensò su un attimo, poi rivolse a Tracey un sorriso smagliante, che la fece arrossire all'istante: -E tu, piccola Davis? Verresti al ballo con me?-
Gli occhi della bionda si illuminarono in un secondo: -Sì!-
Fu il turno di Astoria battere le mani, soddisfatta.
-Perfetto allora! Abbiamo un accordo!- esclamò, prima di prendere la mano della piccola Davis e baciarle il dorso. -Vi auguro un buon pomeriggio, gentili fanciulle.-
Le due amiche osservarono Blaise allontanarsi soddisfatto; poi Astoria strinse una spalla alla bionda: -Sai che Fred potrebbe rimanerci male?-
-Oh no Ria, non dire sciocchezze- commentò sorniona l'altra.
La mora inarcò un sopracciglio: -Tu lo sai vero che gli piaci? -
L'amica sbuffò: -E lui piace a me: ma senza un po' di gelosia non sarebbe divertente!-
Astoria stava per ribattere, quando udirono delle grida e delle risate provenire dal cortile della scuola.
Astoria alzò la testa e vide un gran numero di studenti radunati intorno al professor Moody, il nuovo e fantastico insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, con un'espressione gioiosa dipinta in faccia.
-Ria,- Tracey la guardò con la sua espressione da cucciolo, sbattendo le palpebre velocemente, -ti prego.-
Astoria guardò l'amica attentamente e poi le sorrise: -Andiamo- Era sorprendente la fissazione di Tracey per i pettegolezzi. Velocemente, si aggregarono alla folla.
Entrambe le ragazze rimasero scioccate davanti a quella scena comica. Il professor Moody aveva la bacchetta in mano puntata contro un dolcissimo furetto bianco e lo stava facendo roteare in aria per poi lasciarlo cadere; il piccoletto, dalla paura, era scappato nei pantaloni di Goyle e quello scimmione non smetteva di dimenarsi e saltellare qua e là.
Harry Potter era davanti al professore e non riusciva a trattenere le risate, così come tutto il resto dei compagni, comprese le due Serpeverde appena arrivate.
Solo quando arrivò la McGranitt tutta l'ilarità svanì e l'animale si trasfigurò in un essere umano... un ragazzo. Oh, cavolo, ma quello era...
Astoria per poco non cadde a terra dalle risate: aveva il volto rosso e le lacrime agli occhi e si reggeva a Tracey, anche lei in preda alle risate. Quel delizioso furetto bianco si era trasformato in Draco Malfoy, sotto lo sguardo della vicepreside e quello di tutti i ragazzi.
Resosi conto della situazione si alzò di scatto da terra, inveisce contro il professore: -Mio padre lo verrà a sapere- prima di correre via seguito a ruota dai due scagnozzi e la risposta furente del professore.
La folla di ragazzi si dissolse e Astoria si avvicinò ad Harry che se ne stava andando con l'aria un po' triste.
-Potter!-
Harry si girò e vide il volto sorridente di Astoria venirgli incontro: -Astoria, vero?- chiese titubante, la ragazza sorrise e Harry si passò una mano tra i capelli imbarazzato. -Ehm, volevi dirmi qualcosa?-
-Volevo... Volevo augurarti buona fortuna per la prima prova, Harry. Se posso chiamarti Harry, ovvio-
Il grifone annuì e sorrise di rimando ancora imbarazzato: -Forse sei l'unica Serpeverde a non avere una spilla 'Potter fa schifo'.-
Astoria lo guardò perplessa, poi si mise davanti a lui sempre sorridente. -Beh, non amo le competizioni, questo è vero, ma io faccio il tifo per te- disse scioccando il moro che strabuzzò gli occhi: -Insomma... Tu non mi odi come gli altri? -
-Perché dovrei? Mi sei molto simpatica e sei amica di Hermione, quindi non vedo dove sia il problema- disse Astoria prima di essere raggiunta da una sorridente Tracey che si mise a braccetto dell'amica. -Vedi, io e Tracey la pensiamo in maniera diversa su di te- cominciò la bruna.
-Già... E poi se devo essere sincera sei molto carino, Potter- aggiunse Tracey.
Harry le guardò sorpreso e poi sorrise ad entrambe: -A quanto pare non vi incute timore Malfoy, altrimenti non direste così-
Astoria si rabbuiò all'istante: -Io non voglio avere a che fare con lui. Lo detesto. Purtroppo, siamo nella stessa casa e continuerò a tenergli testa- concluse sorridendo misteriosa.
-Allora buona fortuna. Ci vediamo al torneo ragazze- e detto questo Harry si congedò dalle due amiche lasciandole sole e sorridenti come non mai.
-Ehi, Astoria!-
Così come era arrivato, il sorriso di Astoria scomparve in un batti baleno; roteò gli occhi e Tracey ridacchiò. Non Marcus Flitt.
-Flitt- salutò la bruna inarcando impercettibilmente un angolo delle labbra verso il basso.
Il Capitano dei Serpeverde si impettì e la ragazza cominciò a maledire sé stessa per non aver ancora sviluppato il potere di poter disintegrare qualcuno con gli sguardi.
-Verresti al ballo con me? chiese, cercando di apparire disinvolto.
Astoria sospirò, e Tracey le diede un colpetto a cui l’amica rispose con uno sbuffo: -Sembrate tutti d’accordo oggi- esclamò, stupita.
Flitt si guardò intorno confuso, poi tornò verso la ragazza e si grattò la testa: -Lo prendo come un rifiuto? –
-Purtroppo, sì,- confermò l’altra, con un filo di agitazione: -Questo fantomatico Ballo è un incubo-
-Non importa, ma se hai voglia di fare un giro sul campo da Quidditch, sarò lieto di accompagnarti- affermò con convinzione.
Astoria cercò di mantenere la calma: -Lo terrò a mente, grazie-
Flitt fece un passo indietro borbottando: - Sarebbe stato divertente rubare la ragazza a Malfoy.-
-Guarda che Malfoy non è il mio ragazzo!- rispose stizzita la piccola Greengrass.
-Non è quello che si dice in giro- affermò l’altro, svanendo dalla vista delle due ragazze.
Tracey lanciò un’occhiata confusa all’amica, ma questa era troppo occupata a maledire mentalmente Draco Malfoy e la sua lingua lunga.
Nel frattempo, Pansy Parkinson le stava osservando da una colonna, e Astoria non se ne era minimamente accorta: aveva cominciato a chiacchierare animatamente con l’amica, sorridendo impertinente, cosa che faceva storcere il naso alla mora serpe.
 
 
***
 
 
-Hey, Draco, su col morale,- disse Blaise.
-Se non ti conoscessi bene, direi che mi stai confortando- rispose acido Malfoy.
Blaise ghignò e si sdraiò sul divano in pelle nera della Sala Comune. -Devi ammettere che è stato bravo- incoraggiò Zabini.
Draco lo guardò storto, alzandosi e cominciando a vagare per il salotto. -Ma lo hai visto?! Potter ha superato quel dannato drago senza battere ciglio- disse la bionda serpe con disprezzo: -Chi si crede di essere, quello Sfregiato?-
Blaise roteò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente: -Dai, smettila e pensa al Ballo del Ceppo, e trova una dama- disse Blaise, mettendo le braccia dietro la testa: -Ci sono un sacco di ragazzine che farebbero di tutto pur di sbaciucchiarsi con te-
Malfoy gli lanciò un'occhiata infuocata e l'amico rise di gusto: -Zabini, ti avverto...-
-Scusa, scusa... Non voglio far arrabbiare il Re delle Serpi - disse Blaise, alzando le mani in segno di resa.
Draco si fermò ad osservare il fuoco che scoppiettava nel camino e si passò una mano tra i capelli, in modo insolitamente disordinato. Aveva la camicia sbottonata per il caldo e la cravatta lasciata a penzoloni sul collo perfetto e pallido. Nelle fiamme rosse del fuoco, i suoi occhi ghiaccio sembravano riflettersi.
-Che cascamorto - riprese, facendo sobbalzare Blaise mezzo addormentato: -Ha tutti gli occhi puntati su di lui... Come se fosse Merlino...-
-Qual è il problema? - chiese Blaise.
-Hai visto come le ragazze lo guardavano incantate durante la prova? - sibilò, interrompendo il moro: -Soprattutto la Greengrass-
Blaise si mise subito seduto con le braccia incrociate e un sorriso sornione: -Come, scusa? - chiese divertito.
Draco, resosi conto delle parole che aveva pronunciato, arrossì e abbassò lo sguardo: -Niente- disse cercando di mantenere il suo solito tono da superiore.
-E così avevamo ragione io, Theo, Vince e Greg! - disse Zabini fissando il biondo, che era ancora più rosso in volto: -Tu sei cotto della Greengrass,- concluse sornione.
Malfoy si avvicinò pericolosamente all'amico con la bacchetta in mano: -Zabini, ti avverto... Se dici ancora una volta una cosa simile, ti ritroverai al San Mungo prima che Tiger finisca una fetta di torta:- minacciò il biondo.
Blaise sogghignò e abbassò la bacchetta dell'amico con una mano: -Tranquillo, Draco. Dico solo la verità- disse Blaise, cercando di calmarlo: -La gelosia non ti si addice, amico.-
Draco ripose la bacchetta nella tasca dei pantaloni e si sedette accanto all'amico, arrossato e con la testa bassa.:-Non... Non sono geloso-
-Ma dai, Draco. Non far finta. Sai benissimo che lei ti piace da morire- disse Blaise, poggiando una mano sulla spalla di Malfoy: -Le sei stato addosso tutto l'estate...-
Draco si alzò di scatto, quando Pansy Parkinson attraversò il muro della Sala Comune, facendo sobbalzare i due ragazzi.
-Pansy, che piacere...- disse Draco.
-Taci, Blaise. Draco, non immaginerai mai cosa abbia visto- disse Pansy, zittendo il moro con un gesto della mano.
-Non mi sembra il momento- cominciò Blaise.
-Non hai di meglio da fare, Blaise?- disse Pansy con un sorrisetto, facendo digrignare i denti a Zabini. -Comunque... Non immagini con chi ho visto San Potter oggi.-
Draco si voltò e fissò la ragazza con uno sguardo curioso, poi si diresse nuovamente verso il divano nero e vi si sedette, seguito a ruota dalla Parkinson che gli pose un braccio dietro il collo.
-Chi sarebbe così disperato da accettare di passare del tempo con lo Sfregiato?- domandò Draco ghignando.
Pansy sorrise maliziosa e gli scoccò un bacio sulla guancia; Draco vide Blaise mimare una scena di disgusto, così gli lanciò un'occhiataccia, cosa che fece solo sorridere l'amico.
-Greengrass junior e Sanguemarcio Davis- disse sprezzante Pansy.
Malfoy strabuzzò gli occhi e impallidì, mentre Blaise si raddrizzò nella poltrona in posizione d'ascolto.
-Non hai idea di come quelle due ci stessero provando spudoratamente con lui, - aggiunse ridacchiando acida.
Draco non riusciva a muoversi. Aveva cominciato a sentire decisamente troppo caldo e percepì le guance farsi rosse velocemente.
Qualcosa dentro di lui scattò e il suo cuore accelerò; qualcosa si stava impossessando di lui, qualcosa di spaventoso. Verde. Verde come la creatura che lentamente stava cominciando a farsi strada nei suoi sentimenti.
-E dimmi Pansy, che facevano?- chiese Blaise.
Pansy sogghignò e si strinse ancora di più a Draco: -Ridacchiavano e Astoria gli ha detto che tifa per lui, mentre la Davis ha detto addirittura che lo trova carino- disse con una smorfia maligna la mora Serpeverde.
-Il fascino del Campione Tremaghi,- commentò Blaise ridacchiando.
-Draco, tu che ne pensi? - chiese Pansy con occhi sognanti.
Il biondo non sapeva cosa rispondere e prima di rendersene conto, le parole uscirono dalla sua bocca: -Pansy, vuoi venire al ballo con me? -
La mascella di Blaise toccò terra e Pansy unì le sue labbra con quelle del biondo; si staccò e, con un sorriso malizioso, rispose: -Non vedevo l'ora che tu me lo chiedessi -
 
***
 
-Stew, tu vai al ballo?- chiese Eleanor di Corvonero al compagno di Casa, mentre riponeva i libri nella tracolla. Astoria sbuffò: cosa avevano tutti? Bastava una festa per rendere tutti scemi?
Il giovane scoppiò in una fragorosa risata: -Figurati! Me ne torno a casa, mia madre fa dei biscotti allo zenzero da leccarsi i baffi!- si sistemò meglio gli occhiali. -Nessuna ragazza di Beauxbaton potrebbe mai invitarmi: sono troppo fico per loro-
-O magari sei solo troppo egocentrico - lo prese in giro Peregrine, alzandosi dalla propria postazione da lavoro.
-Meglio egocentrico che snob- constatò Stewart, alzandosi a sua volta: -Mi spieghi come accidenti hai fatto ad accettare l’invito di Blaise Zabini?- domandò poi rivolto a Tracey, che si lasciò andare in un gridolino di gioia.
-Almeno io ci vado, Stew- rispose allegra la bionda, facendo ridere le amiche.
Il ragazzo scosse la testa, sconsolato: -Touché-
A quel punto i cinque amici uscirono dall’aula, diretti alle proprie sale Comuni, quando l’attenzione di Astoria venne catturata dalla figura di Theodore Nott, appoggiato al muro di pietra, che le sorrideva. Tracey se ne accorse e con una spinta poco delicata indirizzò l’amica verso il giovane Serpeverde, beccandosi un’occhiataccia.
-Astoria-
-Theodore-
Senza mezzi termini il ragazzo si fece avanti: -Tu ci vai al Ballo?-
-Merlino, ho ricevuto più inviti per questo stupido Ballo che per le feste di compleanno delle amiche di Daphne- sospirò esasperata l’altra.
Nott rise e scosse la testa: -Deduco tu non ci andrai-
Imbarazzata, Astoria prese ad armeggiare con la propria tracolla: -Deduci bene, per cui scusa ma non avrai l’onore di accompagnarmi-
-Oh no, non era questo che volevo chiederti- rispose ridendo Theodore: -Un ballo.-
Astoria arrossì furiosamente: -Cosa?-
-Concedimi almeno un ballo.-
La ragazza strabuzzò gli occhi, mise su la sua solita espressione risoluta e alzò il mento: -Potrei pensarci- disse storcendo il naso, -ma non ci contare troppo.-
-Mi basta questo- affermò Nott, per poi congedarsi, lasciando la ragazzina impietrita in mezzo al corridoio. Non ebbe il tempo di voltarsi che la mano di Fred Weasley si posò sulla sua spalla.
-Astoria!-
La ragazza roteò gli occhi. Era mai possibile?
-Fred!-
Il rosso si grattò la testa imbarazzato :-Senti, ma tu con chi ci vai al ballo?-
La ragazza lo guardò con tenerezza: -Freddie, non vorrei darti una brutta notizia ma non verrò al ballo.-
-Sai che Tracey ha accettato di andare con quel mollisco di Zabini?- disse a bruciapelo, stizzito.
L’altra annuì e gli strinse il braccio: -Oh Freddie, riuscirai a conquistarla un giorno o l’altro.-
-Spero che sia così, quella ragazza è meravigliosa.-
-Ci riuscirai, ne sono sicura!- esclamò Astoria sorridente.
-Se cambi idea dimmelo, sembra che tutti abbiano una dama tranne me, ma capisco le signorine,- disse, offrendo il braccio all’amica, che lo afferrò, -sono intimidite dalla mia popolarità,- scherzò il giovane.
-Beh, non sanno cosa si perdono,- commentò Astoria ridendo.
Certo che è strana la vita: due amici si piacciono, ma vanno al ballo con altre persone. Prima o poi, e Astoria ne era certa, quei due avrebbero fatto pace con i propri sentimenti.
 
 
***
 
 
Vigilia di Natale. Ogni angolo splendeva di festa, le melodie allegre risvegliavano ricordi in Astoria. Non ne conservava molti, solo i piùfelici: la gita al lago con i suoi genitori e Daphne; l'immancabile concerto natalizio a Villa Greengrass, dove lei e Daphne si dilettavano con i loro strumenti; il giorno in cui la bruna aveva ricevuto la lettera di accettazione ad Hogwarts; l'incontro con Tracey e quel bacio.
Ma in quel Natale mancava qualcosa. La sua adorata Elfa Domestica, Tricky, non sarebbe stata lì a portarle la cioccolata calda; Tracey sarebbe stata al Ballo del Ceppo con Zabini e sua sorella era stata invitata da un affascinante studente di Durmstrang. I genitori e i coniugi Malfoy erano partiti per un viaggio in Francia, lasciando Astoria sola nel giorno che per lei era il più importante dell'anno.
Le stelle brillavano quella sera e dalla Torre di Astronomia il panorama era straordinario: la Foresta Proibita immobile, la Piovra Gigante che nuotava placida accanto alla nave di Durmstrang nel Lago Nero. Non un soffio di vento a disturbare la quiete.
La ragazza era seduta sulla balaustra, le braccia avvolte attorno alle ginocchia, la testa appoggiata al muro. Il ballo era iniziato tre ore prima e sembrava che tutti si stessero divertendo. Prima di lasciare la Sala Comune, dopo una cena a base di Cioccorane, Calderotti e Succo di Zucca, si era liberata dell’uniforme scolastica indossando un paio di jeans e una felpa molto larga gentilmente prestata da Tracey.
L'orologio al polso segnava le 23:30. Era lì da tre ore e mezzo, ma non aveva intenzione di andarsene. Qualcosa le stringeva il cuore senza che riuscisse a comprenderne la ragione. Senza Tracey si sentiva sola; sua sorella non le rivolgeva la parola da tempo. Non aveva nessuno con cui condividere le sue inquietudini. Perché era così complicato? Perché si sentiva così male? Il suo cuore batteva forte, in cerca di risposte.
Il cigolio della porta la fece tornare alla realtà.
-Sapevo che ti avrei trovata qui- disse una voce dolce, la più dolce che avesse mai sentito.
Astoria sorrise, ma non si voltò per guardare il ragazzo che aveva parlato: -Beh, mi hai trovata- disse la ragazza.
Theodore si avvicinò, appoggiandosi alla balaustra, gli occhi incollati sul volto di Astoria: -Perché sei quassù? Pensavo che ti avessero invitata al ballo- chiese, buttando la testa all'indietro.
Astoria si voltò, alzando le spalle: -Te l'ho già detto, non mi piace ballare. Tu invece, non dovresti essere giù? Peregrine ti starà sicuramente cercando-
-Non credo. Mi sembrava troppo occupata a ballare con la sua amica Eleanor Whiles e un paio di studenti di Durmstrang- affermò sicuro il Serpeverde, voltandosi per guardare il panorama.
Astoria conosceva abbastanza Peregrine e Eleanor da sapere che non si sarebbero fatte molti scrupoli a piantare in asso i propri accompagnatori; a quanto pare Theodore lo aveva sperimentato in prima persona.
-Mi spiace- mormorò la ragazza: -Sono delle approfittatrici-.
Theodore scosse la testa e si avvicinò ad Astoria: -Sono felice che Peregrine non si preoccupi per me. Non ti scusare- disse il ragazzo dagli occhi profondi e lucenti.
La ragazza girò la testa, perdersi negli occhi incredibilmente ammalianti del ragazzo. Rimasero in silenzio: sarebbero potuti rimanere a guardarsi negli occhi per tutta la notte. Solo loro due e il silenzio.
"Però mi devi un ballo", sussurrò Theodore all'orecchio della giovane, che rabbrividì.
Theodore prese la mano sinistra di Astoria con la sua destra, mentre l’altra mano la posò delicatamente sul suo fianco. Astoria, si lasciò guidare, seguendo i movimenti di Nott con un sorriso che si dipingeva sempre più vivo sul suo viso.
I loro passi erano leggeri. Ogni movimento, ogni passo, sembrava sincronizzato. Astoria sentiva la presa sicura di Theodore e la complicità tra i loro sguardi.
Si guardarono negli occhi.
Theodore la fece ruotare leggermente, sorreggendola, mentre Astoria si lasciava trasportare dalla dolcezza e dalla delicatezza di quei gesti; poi la spinse dolcemente, facendola girare su sé stessa. La risata di Astoria si mescolava alla leggerezza del momento, mentre Theodore la osservava con un sorriso sincero.
Si fermarono quando i rintocchi dell'orologio risuonarono nell’aria. Theodore strinse a sé Astoria.
-È Natale-, sussurrò lei.
Erano così vicini che i loro respiri si mescolavano. Astoria socchiuse gli occhi e si avvicinò a Theodore, appoggiando la fronte sulla sua.
Il cielo, ormai coperto di nuvole, fece cadere un fiocco di neve sulla mano di Astoria. Theodore intrecciò le loro dita, abbassando leggermente la testa, e le sussurrò a fior di labbra: -Buon Natale, Astoria-.
Le loro labbra si unirono, ma questa volta la giovane Greengrass rispose senza esitazione. Era una sensazione incredibile, eppure, Astoria avvertì uno strano senso di vuoto. Per la prima volta, qualcuno le dimostrava quanto tenesse a lei, ma lei stessa non riusciva a sentire quella leggerezza che avrebbe dovuto provare. Un senso di vuoto cominciava a farsi strada in lei. Nonostante tutto Astoria decise di soffocare i suoi pensieri e si abbandonò al momento.
D’un tratto, la porta si aprì di botto e sulla soglia apparve Draco Malfoy, il fiatone e le guance rosse. I suoi occhi erano inchiodati sui due ragazzi. Di colpo questi si staccarono.
Theodore, si posizionò di fronte ad Astoria, come a proteggerla.
-Sei proprio un amico, eh? Vai al diavolo, Theodore Nott! - sibilò Draco, il suo tono carico di disprezzo mentre la sua voce echeggiava nella torre. In un attimo, il pugno di Draco colpì il volto del bruno Serpeverde, facendolo crollare a terra.
Astoria rimase impietrita. Il suo sguardo oscilò tra Theodore e Draco, incapace di fare alcunché. Si riscosse e si avvicinò in fretta a Nott, cercando di sollevarlo, avvolgendolo con un braccio attorno alla vita e passando l'altro intorno alle sue spalle.
-Levati di torno- sibilò Astoria rivolgendosi a Draco .
Malfoy afferrò bruscamente il braccio di Astoria, la quale lo respinse, tenendo saldo Theodore e facendo attenzione a non farlo cadere.
-Ho detto: LEVATI DI TORNO. ORA !- urlò Astoria. Nella penombra Draco scorse una lacrima rigarle il volto; la guardò, indurendo la mascella.
-Va' a rovinare la vita di qualcun altro- ringhiò tra i denti la ragazza: -Io ti odio, Draco Malfoy,- mormorò lei, voltandosi verso di lui, il cuore lacerato dall'ingiustizia e dal dolore: -Con tutto il cuore-.
Uscì dalla stanza con Theodore stretto a sé, sbattendo la porta sotto lo sguardo ferito, più che arrabbiato, di Malfoy, ormai posseduto dal mostro dagli occhi verdi.

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Capitolo 7
*** Fianto Duri ***


FIANTO DURI
 
-Oh Merlino, Morgana e Circe!:- esclamò Tracey, portandosi le mani alla bocca. :-Che cafone quel furetto platinato!:-
Astoria, seduta per terra con lo sguardo basso e le mani che tremavano per la tristezza, vide Tracey lanciare il libro di Erbologia sul letto. Si accucciò accanto all'amica bruna, ai piedi del letto.
:-Lo so! E poi gli ha sferrato un pugno in piena faccia,:- disse Astoria, gli occhi velati di lacrime.
Era passato molto tempo da quando era successo nella Torre di Astronomia, ma Astoria non aveva avuto il coraggio di dirlo a Tracey fino a quel momento, quando l'amica si era accorta che la giovane Greengrass stava piangendo in silenzio.
Astoria non aveva più osato avvicinarsi a Nott, e lui non si era più avvicinato a lei. Continuava però ad osservarla di nascosto, incurante delle occhiatacce di disapprovazione che Draco gli lanciava.
:-Chi si crede di essere per... Per...:- Una lacrima rigò la guancia di Astoria e Tracey l'abbracciò forte, come solo un'amica sa fare, e le diede un bacio affettuoso sulla fronte. :-Lo so... Ma lui è Malfoy e non può cambiare il suo modo di essere,:- le disse dolcemente. :-Ho capito cosa vuole comunque,:- affermò la ragazza con sicurezza.
Astoria si asciugò le lacrime con la manica della camicia e si sistemò seduta sul letto accanto a Tracey. :-C-che intendi?:-
:-E' ovvio che lui non fa mai le cose senza un secondo fine...,:- disse Tracey sdraiandosi accanto alla bruna. :-Lui vi ha visti mentre vi baciavate,:- continuò la giovane serpe eloquente.
Astoria annuì e si alzò in piedi abbracciandosi le spalle e andando verso la finestra. :-Cosa c'entra Cey? E' piombato dentro come se già sapesse...:- Si fermò di colpo.
Come era possibile, questo? Nott non poteva sapere... ZABINI! Ma certo, chi se non quella serpe falsa e, purtroppo, incredibilmente affascinante, poteva dire dove se ne era andato Theodore! Ma non aveva alcun senso... Perché lo avrebbe fatto?
Erano le sette passate di sera e nessuna delle due era ancora in Sala Grande per la cena, e nessuna delle due pareva interessata a passare una serata con Pansy Parkinson e il suo gruppetto che le prendevano in giro perché si erano schierati con lo :-Sfregiato:-, invece che con Krum, o Diggory.
Sentirono bussare alla porta e Tracey andò sbuffando ad aprire... Rimasero entrambe scioccate. Davanti a loro si presentò una dispiaciuta e a testa bassa. :-Davis, mi puoi lasciare sola con mia sorella per favore,:- chiese in tono gentile. Tracey annuì e uscì dalla stanza, lasciando le due sorelle da sole.
Rimasero a lungo in silenzio, Astoria davanti alla finestra e Daphne sulla porta; l'una da una parte e l'altra dall'altra; una nella semplicità e nella tristezza, l'altra nella popolarità e nello sfarzo... Antipodi.
Daphne chiuse la porta alle sue spalle entrò nella stanza. Astoria ancora fissava fuori dalla finestra senza degnare la sorella di attenzioni.
:-Che succede Ria...:- disse Daphne per rompere il silenzio. :-C'è qualcosa che non va?:-
Astoria sghignazzò sonoramente, il che fece preoccupare la sorella che si avvicinò cauta. :-Sono tua sorella Astoria... Devi dirmi tutto,:- disse sicura la bionda.
Astoria si voltò di scatto con gli occhi arrossati dalle lacrime e il corpo tremante. Daphne si avvicinò e poggiò una mano sulla spalla della sorellina, che non se lo fece ripetere due volte.
La bruna si fiondò ad abbracciare la sorella maggiore e scoppiò in singhiozzi forti, che fecero capire a Daphne il bisogno della ragazza di avere qualcuno accanto in quel momento, così la strinse forte a sé e le accarezzò lentamente la testa.
:-Perché piangi così?:- chiese staccandosi appena da lei per vederla in viso e asciugandole le lacrime con i pollici.
Astoria si calmò e si sedette sul letto a testa bassa. :-Perché Daph?:- chiese.
La sorella inclinò la testa di lato e si abbassò sulle ginocchia per poter guardare la sorella negli occhi. :-Cosa?:- chiese a sua volta la bionda.
Astoria alzò la testa e incontrò lo sguardo rassicurante di una persona cara, una persona speciale dagli occhi azzurri... Ma era un azzurro che che le ricordava tutto, un colore dove ci si rispecchiava... Non era ghiaccio.
:-Sono successe troppe cose... Il fidanzamento, il torneo il bacio...:-
Daphne inarcò un sopracciglio e ghignò un pochino. :-Che bacio?:- chiese con una furbetta luce negli occhi cielo.
Astoria prese un respiro profondo e cominciò a raccontare tutto, dalle prime volte ad Hogwarts fino ad ora. I suoi stati d'animo e le cose che la irritavano, compresa la parentesi Pansy Parkinson, alla quale Daphne non riuscì a non trattenere una risata di cuore. Arrivò fino alla sera di Natale, il bacio e il pugno.
:-Ti prego... Non ti arrabbiare con me,:- sussurrò la bruna abbassando lo sguardo con le guance imporporate.
Daphne le sorrise dolcemente e l'abbracciò. :-Sono felice che mi hai detto tutto... Non sono arrabbiata, più che altro sorpresa,:- ammise.
:-So che Nott ti piace. Quindi non ho avuto il coraggio di dirtelo,:- aggiunse la bruna fissandosi le mani.
:-Certo, mi è piaciuto per un po', ma non m'importa.:-
Astoria la guardò accigliata. :-E allora perché ti sei arrabbiata con me per la lettera che ti aveva mandato?:-
Daphne alzò le spalle e scosse la testa. :-Non ne ho idea, ma so che ho sbagliato a trattarti male, scusami tanto Ria.:-
Astoria e la sorella sorrisero e si abbracciarono come un tempo, che per loro sembrava quasi lontano anni luce. :-Mi manchi Daph,:- sussurrò la bruna. :-Ora sono qui e non me ne vado, ma tu invece uscirai da questa camera.:-
La più piccola aggrottò la fronte e si staccò dall'abbraccio della sorella. :-E perché?:-
Daphne rise di cuore e le diede un bacio sulla fronte. :-Perché non sono venuta qui solo per parlare, ma per dirti che due gemelli pel di carota e il loro amico speaker, stanno cercando te e Tracey per portarvi a cena... Mi hanno minacciata addirittura,:- disse la Greengrass strizzando un occhio alla sorellina minore.
Astoria le sorrise e uscì dalla stanza afferrando Tracey, che stava origliando, per un braccio e scomparendo dalla Sala Comune.
 
 
 
***
 
 
 
La seconda prova del Torneo Tremaghi si stava concludendo, e tutti gli studenti delle tre scuole di magia erano riuniti intorno al Lago Nero, ognuno incitando il proprio campione. Era ormai chiaro che Harry Potter non si era iscritto volontariamente alla gara, quindi aveva raccolto un ampio seguito, compresi due studentesse di Serpeverde. Draco osservava da lontano Astoria e Tracey, mentre Blaise e Theodore, nonostante il pugno ricevuto da Malfoy, erano lì per sostenere Viktor Krum, il loro campione preferito. Dopo quaranta minuti, il Sig. Crouch annunciò il ritiro di Fleur Delacour, riducendo i campioni in gara a tre.
Il freddo era pungente quel giorno; tutti erano avvolti in pesanti mantelli neri e sciarpe che nascondevano il naso. Il vento gelido e un cielo minaccioso di pioggia non aiutavano. Malfoy non staccava gli occhi da Astoria e Tracey dall'inizio. Non riusciva a capire come mai la “fidanzata” preferisse la compagnia di Harry al suo fascino. Ovviamente, nessun piccolo dettaglio di questo genere contava. Astoria provava un’avversione per il biondino Serpeverde.
A un certo punto si levò un forte vento di tramontana che fece rabbrividire tutti, Astoria inclusa, la cui mascella tremava visibilmente.
Draco osservò attentamente Astoria: la sciarpa che quasi le copriva gli occhi, il mantello che le andava largo, probabilmente era appartenuto a Daphne, e i guanti che sfregava energicamente insieme. Saltellava nervosamente a causa del freddo e del dolore ai piedi, causato dalla mancanza di sedie in riva al lago.
Uno dei gemelli Weasley le pose il mantello sulle spalle per scaldarla, e Astoria sorrise, in segno di gratitudine. Questo fece storcere il viso a Malfoy, ma la sua attenzione fu catturata da due occhi verdi e vispi fissavano i suoi ghiacciati.
Astoria Greengrass lo stava guardando. E non solo: voleva attirare la sua attenzione. Draco le rivolse un sorriso di sfida, ma Astoria storse il naso e tornò alla prova del Torneo.
Il tempo passava, quando dalla superficie dell'acqua riemerse Cedric Diggory, seguito da altri campioni. Astoria e Tracey esplosero in un grido di vittoria vedendo Harry riemergere.
Theodore applaudì entusiasta:  - Draco, se continui a guardarla così, ti cadranno gli occhi-
-Scusa?- chiese Malfoy, ancora osservando la ragazza bruna che si divertiva con i Weasley e Tracey.
Nott e Zabini presero Malfoy a braccetto :-Draco, smettila di fare il finto tonto- disse Blaise divertito.
-Che intendi, Zabini?- chiese Malfoy minaccioso, alzando un sopracciglio.
-Lascia perdere, andiamo da Viktor- intervenne rapidamente Nott, cercando di evitare guai.
La classifica dei campioni era stata una decisione difficile, ma alla fine erano tutti d'accordo: quarta Fleur, terzo Krum, secondo Potter e primo Cedric.
La gara era stata coinvolgente e Astoria si era divertita un sacco con Tracey e i gemelli. I due Weasley si separarono per consegnare il premio della scommessa e le due amiche si affrettarono verso il castello.
-Astoria!- sentì chiamare da dietro.
La ragazza sbuffò e si voltò:-Che vuoi?- chiese bruscamente :-Vai a dare fastidio a qualcun altro- disse scocciata.
-Uh uh, qualcuno ha mangiato pane e antipatia stamattina- scherzò Malfoy con il suo solito ghigno beffardo.
-Potrebbe essere,:- rispose Astoria, sollevando le spalle:-Ma tu ne avrai fatto indigestione. Per quel che ne so, la cosa che ti riesce meglio è proprio quella- Tracey rise.
Malfoy si avvicinò alla bruna e sogghignò:-Beh, cosa vuoi che ti dica... ci so fare-
Astoria sbuffò di nuovo e si sistemò la sciarpa intorno al collo :-Beh, non con me- rispose risoluta.
Draco alzò un sopracciglio e si avvicinò ancora:-Ah no?:-
-NO,:- sibilò la bruna. :-Lasciami in pace:-
Malfoy si avvicinò ancora, ormai a pochi passi :-Che c'è, Greengrass, hai la coda di paglia?:- sghignazzò.
Astoria inarcò un sopracciglio divertita :-Strano che tu parli di paglia, con quel colore tinto di capelli, Furetto- disse battendo il cinque a Tracey, facendola ridere a crepapelle.
Malfoy estrasse la bacchetta e la puntò pericolosamente verso di lei:-Non osare-
-Cosa succede, Malfoy? Ti brucia la sconfitta?- chiese Fred Weasley, arrivato da poco, puntando la bacchetta verso il Serpeverde.
Anche Tiger e Goyle sguainarono goffamente le loro bacchette, seguiti da George e Lee Jordan, posizionatisi davanti alla ragazza bruna.
-Levati di torno, Weasley. Non sono affari tuoi- sibilò il biondo.
-Sembra proprio di sì, dato che si tratta di lei- disse Fred, indicando Astoria.
-No ragazzi, ha ragione- disse Astoria:-Questa è una faccenda tra me e il principino - concluse ridendo.
I tre ragazzi annuirono e abbassarono le bacchette. Stava veramente dando ragione al quel… a quel... Non ci sono parole per descriverlo.
-Avanti, fallo- disse Astoria allargando le braccia sfidante :-Vediamo se hai il coraggio. Forza- lo incitò.
Malfoy era impietrito, mai nessuno si era mostrato così deciso nei suoi confronti:-Greengrass, non provocarmi,:- sibilò a denti stretti.
-Colpisci- lo incitò la ragazza. :-Avanti-
-Non provocarmi-
-Ho detto COLPISCI- ringhiò Astoria stringendo i pugni :-Cos'è? Il principino non ha il coraggio?-
Tiger e Goyle abbassarono le bacchette, incerti: se lui non avesse attaccato, neanche loro lo avrebbero fatto... e chi ci pensava a Daphne?!
Draco deglutì impercettibilmente e ghignò di nuovo:-Avanti Greengrass, potresti avere di meglio. Vuoi accontentarti dei Traditori del loro Sangue e dello Sfregiato?-
Astoria si avvicinò al biondo e lo fissò negli occhi :-Uno: non ti deve interessare con chi esco- sibilò.:-Due: non osare chiamare Fred, George e Harry in quel modo-
Draco strabuzzò gli occhi, non poteva crederci. Nessun Serpeverde chiamava San Potter Harry!
Il ragazzo fece una smorfia disgustata, abbassò la bacchetta e si avvicinò ad Astoria :-E sentiamo: perché?:- chiese altezzoso.
Astoria lo fissò negli occhi. Non li aveva mai visti così da vicino. Sembravano ghiaccio, ma a quella distanza si intravedeva uno spiraglio di serenità. Forse il ghiaccio in quegli occhi era destinato a sciogliersi per sempre.
Malfoy ghignò, forse pensava di averla in pugno. Si avvicinò pericolosamente alle labbra di Astoria, ma lei si riprese e lo respinse con aria indignata.
-Perché al contrario tuo brutto idiota, lui è mio amico, cosa che TU non potrai mai essere- concluse accigliata, voltandosi e tornando al suo gruppo.
Malfoy rimase fermo. Non era stupito, ma aveva una strana sensazione. Qualcosa si stava risvegliando in lui, qualcosa di brutto. Infuocato.
-Ehi capo. Non dovremmo fare qualcosa?- chiese Tiger abbassando la bacchetta.
-Andatevene- disse bruscamente il giovane.
I due scagnozzi si guardarono perplessi, quindi scomparvero alla vista del Principino altezzoso.
 
 
 
***
 
 
 
La Sala Grande era sempre animata durante i pasti. Le quattro grandi tavolate offrivano un'ampia varietà di cibo, quindi la scelta era sempre difficile. Ai due lati della sala, le due tavolate rivali di Serpeverde e Grifondoro dimenticavano temporaneamente le loro ostilità per concentrarsi sul banchetto.
A Serpeverde, Astoria gustava una deliziosa torta al cioccolato mentre Tracey, con la bocca piena, discorreva animatamente sul compito di Astronomia assegnato dal professor Sinistra.
-Insomma... a cosa serve questa materia?- domandò Tracey, ancora masticando.
-Tracey, sarebbe meglio se finissi di parlare prima di ingoiare- disse ridendo Astoria.
Tracey, dopo aver terminato di mangiare, si asciugò la bocca con un tovagliolo :-Scusa, Ria... Ma io proprio non riesco a vederne l'utilità. Le stelle non mi sembrano così interessanti-
Astoria rise e affondò nuovamente la forchetta nella torta al cioccolato. Guardò perplessa l'amica che alzò un sopracciglio: -Scusa, perché ridi?:-
La ragazza appoggiò la forchetta e si appoggiò al tavolo : -Niente... Penso che tu sbagli, Tracey.:-
-E cosa intendi?:- chiese l'amica, incuriosita.
-Beh, io penso che conoscere il cielo sopra di noi sia affascinante,:- disse sorridendo:-Mio padre ed io amiamo questo genere di cose... Ogni tanto ci soffermiamo a guardare il cielo notturno in giardino-
Tracey prese della torta alla melassa e due pasticcini al cioccolato e tornò a guardare l'amica :-Potrebbe essere interessante, ma non credo possa essere così utile.:-
Astoria alzò le spalle e sospirò :-Molti la pensano così... ma ti assicuro che potrebbe tornare utile per molte cose-
-Tipo cosa?:- chiese Tracey.
-Ad esempio, per orientarsi quando non si conosce il luogo- rispose Astoria.
Tracey annuì e prese un altro boccone di torta:-È vero... purché tu te lo ricordi e non finisca per chiedere indicazioni-
Astoria rise a crepapelle, finendo con le lacrime agli occhi, che asciugò con il dorso della mano :-Scusa, è che non capisco perché hai qualcosa contro l'Astronomia... e perché ti sembri così divertente quando parli con la bocca piena.:-
Le ragazze scoppiarono entrambe in una risata fragorosa, lasciando da parte le fette di torta.
-Coma mai tutta questa ilarità, Greengrass?- intervenne il Furetto platinato, arrivando di fronte a loro.
Astoria alzò un sopracciglio e lo guardò:-Sicuramente non per merito tuo, Malfoy.:-
Malfoy sorrise e si sedette sulla panca: -Mah, sembra quasi che la mia presenza non sia gradita, piccola Greengrass?- disse fingendo sorpresa.
-No, e se non ti dispiace- disse alzandosi in piedi:-Tracey, andiamo-
Draco osservò le ragazze allontanarsi senza dare troppa importanza, quindi tornò al suo gruppetto.
-E poi quel babbeo di Paciock si è trasfigurato un piede- disse Pansy, scatenando risate tra i Serpeverde.
Malfoy si unì al gruppo accigliato:-Patetico,:- disse Millicent.
-Concordo- aggiunse Daphne, ancora scossa dalle risate.
Pansy lanciò uno sguardo malizioso a Draco, poi si alzò per far sedere Blaise al suo posto, accanto a Malfoy.
Draco guardò la ragazza che si era appena seduta e non poté trattenere un sorriso soddisfatto. Lei, cogliendo l'espressione del ragazzo, si avvicinò e lo baciò. Appena si staccò, Pansy si adagiò sulle gambe di Draco.
-Dovresti aver visto la faccia di quel babbeo, Draco. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo- disse Pansy, baciandolo sulla guancia.
I Serpeverde scoppiarono in una fragorosa risata. Pansy si sistemò in una posizione molto provocante sulle gambe di Malfoy, che fissò gli amici con una tipica espressione malfoyesca, alzando un sopracciglio:-E cosa c'è di divertente?- domandò.
Tutti si voltarono verso di lui, stupiti dalla sua domanda insolita, e lo guardavano parlare di Paciock.
-È Paciock... ci divertiamo a prenderlo in giro- disse Tiger tra le risate.
Draco roteò gli occhi e sbuffò, mentre Theodore e Blaise si scambiarono uno sguardo:-Amico, sei sicuro di stare bene?- chiese Zabini.
-Perché non dovrei stare bene?- rispose Malfoy, sfidando lo sguardo di Zabini.
Blaise scosse la testa e si voltò verso Nott :-Draco, ne sei sicuro?- chiese poi l’altro.
-Si, Theo. Sto bene- sibilò irritato.
Gli amici si guardarono, poi Goyle prese fiato:-Ehm, capo... Sei sicuro?-
-Ti ho detto di sì- rispose Malfoy, facendo sobbalzare Pansy che era sulle sue ginocchia.
-Hey Draco, calmati, amore- disse lei, baciandolo e accarezzandogli i capelli platinati con desiderio.
Zabini e Nott ridacchiarono, poi Malfoy si alzò di scatto facendo cadere Pansy dalla panca, scatenando una risata generale.
-Vi avverto- disse con voce carica di rabbia:- chiedetelo ancora e sarà l'ultima cosa che farete nella vostra vita- intimò con le guance arrossate, passando in rassegna l'intero gruppo con uno sguardo tagliente.
Tiger e Goyle annuirono vigorosamente, mentre Millicent e Daphne annuirono annoiate, consce delle conseguenze della collera di Draco Malfoy.
Pansy si alzò ridendo ancora per l'incidente appena accaduto e, sorridendo maliziosa, trascinò fuori dalla Sala Grande Draco, che sghignazzava.
Blaise guardò l'amico biondo mentre usciva, quindi si rivolse all'amico seduto di fronte a lui :-Dobbiamo fare qualcosa, Theo- mormorò.
Il moretto sorrise malizioso :-Non preoccuparti, Blaise, ho un altro piano-

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Capitolo 8
*** Stupeficium ***


STUPEFICIUM
 
 
-Bene, e ora avete un'ora per tracciare una mappa delle stelle... Cominciate- disse la professoressa Sinistra, l'insegnante di Astronomia, sedendosi ad una cattedra improvvisata nella Torre di Astronomia. Quella sera c'era lezione per Serpeverde e Corvonero nell'osservatorio e per fortuna il cielo era limpido e senza nuvole. Gli studenti erano divisi in coppie, e ogni coppia aveva un diverso schema da tracciare; Astoria e Tracey erano finite insieme, entrambe entusiaste, anche se la bionda non era una cima in quella materia. Tracey prese il telescopio e lo puntò sulle stelle, mentre Astoria si muniva di pergamene, piume e boccettine d'inchiostro.
-Ria, io non ci capisco nulla - bisbigliò Tracey lasciando andare il telescopio per sedersi a terra insieme all'amica.
-Vuoi fare a cambio? - chiese la bruna porgendole una piuma.
Tracey scosse la testa e sbuffò sonoramente: -È inutile, Ria -.
Astoria ridacchiò e puntò la bacchetta in alto : -Vedi quella Stella là? -
La bionda fece un segno d'assenso e posò lo sguardo verso il cielo stellato : -È la Stella Polare, la stella più luminosa nel cielo -
-Ria, a me non sembra - disse Tracey interrompendo l'amica: -quella laggiù sembra più luminosa-
La bruna ridacchiò e dalla sua bacchetta uscirono dei fasci di luce : -Quella non è una stella - disse, indirizzando la luce nel cielo.
L'amica inarcò un sopracciglio e si voltò verso la ragazza : -Come non è una stella? È luminosa, no? -
Astoria scosse la testa e con la bacchetta andò a tracciare delle linee nel cielo: -No, Cey, non è una stella, è un pianeta... Venere - disse, mandando un fascio di luce argentea a cerchiare il puntino luminoso: -Guarda, questa è l'Orsa Maggiore, ma forse la conosci meglio come Grande Carro-.
-Sì, la vedo- disse la bionda con gli occhi luminosi.
-Eccola lì, quella, più in là delle due stelle, Merak e Dubhe, è la Stella Polare- disse con un sorriso a piena faccia.
Tracey era incantata, e i due ragazzi Corvonero accanto a loro ormai seguivano la spiegazione di Astoria.
-Greengrass, il tuo nome deriva dal greco, vero? Astoria vuol dire stella - chiese Stewart Ackerley, seduto proprio di fianco a lei.
Astoria si voltò e sorrise ancora: -Non proprio, Stew -, disse la bruna sorridendo: -Asteria vuol dire stella... I miei genitori hanno apportato una piccola modifica del nome della mia bisnonna-.
Il ragazzo si scambiò uno sguardo con Eleanor Whiles, per poi tornare a seguire la Serpeverde : -Ehm, quindi la Stella Polare è quella lì?- indicò Eleanor.
-Sì, esatto, e se prolungate un po' il Carro, troverete la costellazione dei Gemelli-.
Stewart si era avvicinato alle due e fissava interessato il cielo coperto da fasci di luce provenienti dalla bacchetta di Astoria, mentre Tracey e Eleanor si erano sdraiate di schiena per seguire meglio.
-Sembra un triangolo quell'ammasso di stelle là - commentò Leah Borgin.
-Già, sono più costellazioni? - chiese Skylar Smith, altra compagna Corvonero.
Astoria puntò la bacchetta e tracciò delle linee tra le stelle: -Ecco, questo è il cosiddetto Triangolo Invernale... Ma sta per scomparire dato che siamo alle porte di Marzo...- cominciò la ragazza : -Quello è Sirio o Cane Maggiore; là c'è Procione, o Cane Minore... E Betelgeuse, una spalla di Orione -.
Ormai l'attenzione di tutta la classe era spostata su Astoria e le sue spiegazioni.
-Chi era Orione?- chiese una ragazzina di Corvonero.
Astoria aveva lo sguardo fisso sulle stelle e un sorriso incantevole mentre le osservava : -Era un semidio... - cominciò a raccontare la ragazza : -Un Cacciatore che osò offendere Artemide, la dea della caccia, dicendole che era un essere superiore e in grado di uccidere qualunque animale... La dea, però, indignata, mandò uno scorpione a pungere a morte l'uomo come dimostrazione del contrario-.
Tutti pendevano dalle labbra della ragazza ed erano rapiti dalle sue spiegazioni : -Un'altra leggenda vuole che Orione cercò di rapire Artemide e lei, per impedirlo, creò una spaccatura nel terreno da cui uscì uno scorpione che uccise il bell'uomo... E così venne trasformato in costellazione, insieme allo scorpione che lo aveva punto... Sono collocati da due parti differenti nel cielo perché così la coda dello scorpione non possa più far del male al cacciatore -.
Mosse la bacchetta in direzione di entrambe le costellazioni, mentre tutti la fissavano: -La morte di Orione lasciò soli i due cani, Sirio e Procione, così Zeus trasportò anche loro in cielo sotto forma di costellazioni, il Cane Maggiore e il Cane Minore... Le costellazioni del Triangolo Invernale -.
Applausi. Erano scoppiati applausi da tutti gli studenti, e finalmente Astoria si ridestò dalle stelle... Non si era accorta di nulla, neanche che tutti gli occhi dei compagni erano puntati su di lei.
-Ben fatto, Astoria, complimenti... Cinquanta punti a Serpeverde - disse la professoressa Sinistra.
Tutti gli studenti verde-argento esultarono di gioia, battendosi il cinque a vicenda e saltellando qua e là. Un comportamento troppo Grifondoro.
Tracey abbracciò Astoria e la sollevò da terra facendola girare su se stessa.: -Grande Ria! La Coppa delle Case è in pugno nostro! -
Appena i ragazzi si furono calmati, la professoressa Sinistra richiamò l'attenzione : -Bene, dato che l'ora è finita potete andare, ma prima ricordatevi di finire la mappa delle stelle... E spero che dopo la più che ottima spiegazione della signorina Greengrass ora sappiate individuare le costellazioni appena studiate... Buona notte a tutti-.
Astoria si attardò un po' per recuperare le sue cose, mentre Tracey riponeva nello zaino il telescopio : -Wow, sei stata grande, Ria -, disse d'un tratto la bionda : -Sai, ora potrebbe cominciare a piacermi l'astronomia... Chissà -.
Entrambe scoppiarono a ridere prima di essere interrotte dalla porta che si apriva. Apparvero sulla soglia Stewart, Eleanor e Skylar.
-Senti, Astoria... Noi ci chiedevamo se ci puoi aiutare con le mappe - disse il ragazzo.
-Sei stata molto gentile a darci una mano a lezione - aggiunse Eleanor, abbozzando un sorriso.
-Oh, beh, se posso fare qualcosa per aiutarvi, lo faccio molto volentieri - disse la bruna al gruppetto di Corvonero che le stavano davanti.
-Sai che sembri proprio una di noi? - disse Stewart.
-In che senso, Stew? - si intromise Tracey.
-Corvonero... Insomma, è davvero intelligente... - disse il ragazzo indicando la ragazza.
-In effetti, il Cappello Parlante era indeciso tra Corvonero e Serpeverde...- disse Astoria.
Tutti la fissarono per un attimo, ma poi le sorrisero: -Strano, di solito quel tipo ascolta i suggerimenti... Saresti stata bene con noi - disse Eleanor.
Astoria sospirò e scosse la testa: -È vero, ma mi piace la mia Casa e ho Tracey- disse stringendo il braccio della bionda che sorrise raggiante.
Stewart, Eleanor e Skylar sorrisero di cuore e le salutarono prima di uscire per tornare in dormitorio.
Anche le due ragazze, appena recuperata la loro roba, scesero le scale a chiocciola della torre e si incamminarono per i Sotterranei.
-Speriamo che Gazza non sia in giro - sussurrò Tracey stringendo il braccio di Astoria.
-Quella gatta è inquietante davvero tanto...-
-Non dirmi che hai paura, Davis - la canzonò scherzosa la bruna.
-Certo che no, Greengrass... I Serpeverde non hanno paura...- disse la bionda imitando la voce di un certo biondino.
-I Malfoy non hanno paura e non sono deboli...- continuò Astoria imitando il ragazzo.
-Già, perché aspetta che mio padre lo venga a sapere! - disse Tracey fingendosi oltraggiata.
-Cos'è, Greengrass, hai la coda di paglia? - lo scimmiottò Astoria.
-Salve, sono Draco Malfoy, sono un viziatissimo cocco di papà, follemente innamorato dei miei untissimi capelli tinti e del mio ego spropositato -
Si guardarono per un attimo e poi scoppiarono in una fragorosa risata.
 
 
 
***
 
 
 
Starnuto. La sala Comune dei Serpeverde era gremita come mai prima d'ora. L'ultima prova del torneo era imminente, e ogni studente si dedicava allo studio sperando di guadagnare più tempo fuori dal buio dei sotterranei.
Starnuto, starnuto.
I professori non avevano mostrato pietà, anticipando gli esami finali e aumentando i compiti, le relazioni e i punti sottratti per ogni minima distrazione... Una vera strage.
Colpi di tosse.
Il calore del caminetto confortava i corpi bagnati dei ragazzi che poco prima erano nel parco, mentre una giornata soleggiata era diventata, in meno di un'ora, grigia e piovosa.
Starnuto e colpo di tosse.
I primi anni erano i più penalizzati, sia per i compiti assegnati che per i vestiti fradici. Avevano avuto l'idea geniale di giocare sulla riva del Lago Nero, finendo bagnati.
Era appena metà pomeriggio, ma la noia era così intensa che la maggior parte dei Serpeverde si era già ritirata nel loro dormitorio, cercando riparo sotto le coperte per sfuggire al freddo.
Starnuto, starnuto e colpi di tosse.
-Ria, sei sicura di stare bene? - chiese un'amica preoccupata.
Colpi di tosse.
-Non lo so, Ce-Ce-Cey... - Starnuto.
Quel giorno non sorrideva ad Astoria. Prima Piton le aveva tolto cinquanta punti per aver fatto cadere la sua piuma, assegnandole anche una punizione per la serata. Poi aveva ottenuto trenta centimetri in più di pergamena sulle Rivolte dei Goblin, cortesia del professor Ruf. Ma la scena cui aveva assistito quella mattina le era rimasta in mente...
 
 
[Flashback]
 
Ritardo come al solito. Per fortuna aveva Difesa Contro le Arti Oscure alla prima ora, il professor Moody non l'avrebbe punita. Troppo strano quel tipo.
Astoria correva, ignorando le chiamate di Tracey e i miagolii di Venus, la sua gatta. La bruna non voleva proprio alzarsi dal letto.
Addio colazione e doccia. Con un incantesimo si sistemò in fretta, ma le occhiaie erano vistose. Cercò di evitare ogni distrazione mentre correva.
Arrivò alla porta della classe e, senza esitare, entrò come un vortice... Oh Dio!
Pansy Parkinson seduta sulla cattedra, gambe penzolanti e camicia completamente sbottonata, stava baciando il collo di Draco Malfoy, a petto nudo e con una cravatta annodata in testa.
Nessuno dei due si era accorto della giovane Greengrass, che restò un attimo interdetta e a bocca aperta... Pansy alzò la testa e la vide, facendo voltare anche Malfoy verso la porta, con il suo ghigno tipico.
-CHE CI FAI QUI, BRUTTA IMPICCIONA!? - urlò la Parkinson con le guance arrossate.
Astoria aprì la bocca varie volte cercando di rispondere, ma non riuscì a proferire parola: -ALLORA? - ringhiò Pansy.
Astoria deglutì : -I-io ho sbagliato c-classe - balbettò la bruna sotto lo sguardo divertito di Malfoy e quello furente della Serpeverde.
-SEI ANCORA LI? VATTENE! - ordinò Pansy, e Astoria uscì in fretta e furia, sbattendo la porta dietro di sé.
[Fine Flashback]
 
 
Starnuto e colpo di tosse.
-Astoria, dovresti andare in infermeria sul serio, guardati la faccia! - disse l'amica, appoggiando il libro di Incantesimi. : -Scotti! - esclamò, mettendole la mano sulla fronte.
In effetti, aveva la fronte molto calda e le girava la testa: -N-no, sto bene... - disse la giovane serpe, rabbrividendo: -Vado a fare un giro, non riesco a concentrarmi -.
Tracey non ebbe il tempo di replicare: l'amica era già scomparsa oltre il muro di pietra.
Astoria si sentiva male, la testa le pulsava e i brividi le percorrevano il corpo. Salì verso la Torre di Astronomia con grande difficoltà.
Le scale sembravano interminabili, e quando finalmente arrivò alla porta della Torre, chiuse gli occhi lasciando che la testa continuasse a girare. Lassù, la situazione non era migliore: la pioggia aveva bagnato tutto il pavimento, e il vento forte la faceva rabbrividire ancora di più.
Si avvicinò al cornicione e vi si appoggiò. La testa le faceva male e la fronte le bruciava; si accasciò a terra, abbracciando le ginocchia e posando la testa su di esse, scossa dai brividi. Gli occhi le si chiudevano e dopo poco si sdraiò su un fianco, sentendo la testa pulsare.
La porta della Torre si aprì di scatto e qualcuno si avvicinò in fretta verso la ragazza tremante... Due braccia forti sollevarono Astoria, semi-cosciente, e in un batter d'occhio si precipitarono giù dalle scale.
 
 
 
***
 
 
 
Astoria si svegliò di colpo, trovandosi in un letto morbido con lenzuola bianche. Non era nella Sala Comune, il luogo era troppo luminoso e aveva finestre enormi. Ci volle qualche secondo per abituarsi, riconoscendo infine l'infermeria della scuola.
Era già stata lì una volta, ma non aveva mai notato quanto fosse luminosa. La luce accecava, così si stropicciò gli occhi, cercando di abituarsi. Si alzò a sedere e spostò leggermente le coperte sulle gambe.
 -Finalmente sveglia, Bella Addormentata - disse una voce alla sua sinistra.
Astoria sobbalzò e sorrise quando si accorse del ragazzo : -Ciao Theodore - lo salutò.
Il ragazzo le diede un sorriso sottile e si avvicinò: -Sai, quando le persone hanno la febbre, dovrebbero starsene a letto. Non andare in giro per le torri a rischiare la pelle - disse Nott, appoggiando una mano sulla sua fronte: -Ora sembra che sia scesa... Ti è andata bene-
Astoria sbadigliò e inclinò la testa: -Hai ragione... Ma come fai a saperlo? -
Theodore alzò le spalle : -La tua amica bionda mi ha praticamente spedito a cercarti. Diceva che non avevi una bella cera... E in effetti, quando sono arrivato alla Torre, eri cianotica -
 -Sì, non ero proprio lucida - ammise.
 -In realtà hai dormito per tre giorni - rivelò Nott.
Astoria spalancò gli occhi e si batté una mano sulla fronte : -Piton mi ucciderà, ne sono sicura -
Il ragazzo sorrise leggermente e si sedette vicino al letto:-Non preoccuparti, ho avvertito io gli insegnanti e mi hanno dato il permesso per assisterti...Quindi tutto apposto- disse noncurante :-Madama Chips ha detto che nelle ore libere posso aiutarla con i pazienti, così ho deciso che tu saresti stata la prima- concluse passandosi una mano tra i capelli castani.
La bruna lo fissò per qualche secondo, ma poi si risvegliò dai suoi pensieri e si mise le mani congiunte in grembo -Perché?-
Il giovane voltò la testa e la guardò :-Un giorno mi piacerebbe diventare Guaritore-.
Astoria ridacchiò e scosse la testa :-No, Theo, intendevo perché l'hai fatto-.
Theodore si alzò dalla sedia e si avvicinò al letto di Astoria: -Non esistono risposte ai 'perché', le domande generano solo altre domande. È inutile, credimi -
-Ma perché? - insistette Astoria.
Il ragazzo si avvicinò ancora e sorrise: -Sei davvero insistente, lo sai? -
-E tu non mi dai nessuna risposta- ribatté leggermente divertita.
Nott rise di cuore: -Non posso risponderti, Astoria. -
La ragazza sbuffò : -Oh, smettila di fare il misterioso -
Theodore sospirò: -Non posso, perdonami -
Astoria roteò gli occhi : -Insomma, ti costa così tanto? Ti prego -
Il volto del ragazzo si rabbuiò: -Ho paura che la risposta possa ferirti -
Poi, con delicatezza, posò le labbra su quelle di Astoria in un bacio casto e dolce. C'era qualcosa di diverso, un'intensità nuova. Entrambi tennero gli occhi chiusi, la mano di Theodore accarezzò dolcemente la guancia di Astoria mentre lei avvolse le braccia intorno al collo di Nott.
-Ehm,ehm-.
I due si separarono, voltandosi verso la porta dell'infermeria, dove un ragazzo era appoggiato allo stipite con le braccia incrociate. Sembrava che ogni volta che accadeva qualcosa di bello, Malfoy dovesse rovinare tutto.
Astoria lo fulminò con lo sguardo e Theodore si mise dritto: -Draco, qual buon vento? -
Malfoy fece una smorfia e guardò l'amico : -Zitto tu, non rivolgermi la parola -
-Hai finito di fare l'antipatico? - chiese Astoria, sedendosi.
Il biondino si avvicinò al letto dell'infermeria mentre Theodore appoggiava le mani sulle spalle di Astoria in modo protettivo : -Dai Greengrass, ancora questa storia che non sono il tuo tipo? Dopo quello che è successo nell'aula? Andiamo, a chi vuoi darla a bere? -
Astoria arrossì leggermente ma non si scompose.
-Draco, finiscila-si intromise Nott.
Malfoy gli scoccò un’occhiataccia e si avvicinò alla ragazza :-Nessuno ti ha chiesto niente traditore, tu non meriti la mia amicizia-
Il moro inarcò le sopracciglia :-Perché ti scaldi tanto con me e Astoria?-.
-Hai una bella faccia tosta sai Nott- sbotto il biondino con le guance arrossate.
Theodore lo guardò di traverso e aggrottò le sopracciglio:-Già, perché sono io quello geloso, giusto? Oppure ho capito male, Draco? -.
In un attimo, entrambi estrassero le bacchette e le puntarono l'uno contro l'altro.
-Malfoy non osare fare un altro passo- gli ringhiò contro la ragazza togliendosi le coperte di dosso e mettendosi in ginocchio sul letto.
Draco le si avvicinò: -Ancora difendi questo imbecille? Merlino Greengrass, ti credevo più intelligente della stupida ragazzina che sembri-
: -Questo è troppo!: - esclamò Astoria, alzandosi in piedi con le guance in fiamme. : -Qual è il problema? Cosa ti dà tanto fastidio? -
-Che tu preferisca questo rammollito alla perfezione- sputò fuori il biondo.
-Spero che non ti stia riferendo a te stesso, perché in quel caso molti avrebbero qualcosa da ridire - ribatté la bruna.
Le guance di Malfoy presero fuoco e si avvicinò alla ragazza, afferrandola per le spalle; Theodore si frappose tra loro. I due ragazzi cominciarono ad azzuffarsi.
Astoria saltò subito giù dal letto e corse nell'ufficio di Madama Chips, spalancò la porta e si avvicinò in fretta alla scrivania.
-Signorina Greengrass, avevo detto al ragazzo di farla riposare, cosa ci fa fuori dal suo letto?!- chiese la donna, indignata.
-Signora, non c'è tempo...Theodore... Malfoy...di là in infermeria -
La donna inarcò un sopracciglio e sbuffò :-Non mi faccia perdere tempo, ho molto da fare -.
-Malfoy e Theodore si stanno picchiando! Deve fare qualcosa-.
La donna scattò subito in piedi -Potevi dirlo prima-.
Entrambe uscirono a corsa ed entrarono in Infermeria, dove due ragazzi si rotolavano sul pavimento e si contorcevano dal dolore, mentre continuavano a sferrarsi pugni e calci.
-Signor Nott, Signor Malfoy smettetela subito! - disse la donna avvicinandosi ai due e tirandoli su per il mantello : -Informerò il professor Piton e spero che sappia darvi la giusta punizione...Dico io, prendersi a pugni...Signorina Greengrass mi porti del cotone-
Astoria corse allo scaffale e prese del cotone e raggiunse la donna che aveva fatto sedere i due ragazzi sul letto.
-Guardatevi, tutti e due...Un comportamento davvero infantile...Farò rapporto anche al Preside...Grazie mia cara, ti spiace aiutarmi? - chiese la donna porgendole un batuffolo di cotone.
Astoria si avvicinò a Theodore e iniziò a tamponare il labbro sanguinante del ragazzo, cercando di fare il più delicatamente possibile per evitare di fargli male.
Malfoy, seduto davanti a Nott, aveva un occhi nero e dei graffi rossi sul collo diafano; faceva smorfie di dolore ad ogni passaggio del cotone sulla sua faccia :-Stia fermo un po' Signor Malfoy...Non faccia tante storia- sbuffò l'infermiera: -La smetta di muoversi!-
-Ma fa male! - si lamentò il biondo.
-Beh, poteva pensarci due volte prima di fare a botte, non le pare? E ora se volete scusarmi devo andare ad avvertire il Professor Silente dell'accaduto. Signorina Greengrass si assicuri che non se ne vadano-.
Malfoy guardò storto Theodore: Astoria gli stava medicando il labbro. Appena ebbe finito si avvicinò a Draco e, inaspettatamente, prese a passare del cotone bagnato sul suo occhio nero, cercando di fare il più piano possibile.
Per un attimo i loro occhi si incrociarono e Draco si trovò perso in quel verde luminoso. Sapeva benissimo quello che le passasse per la testa in quel momento e lui sapeva di aver, ancora una volta, calpestato i piedi alla ragazzina.
Astoria distolse lo sguardo e prese un'ampolla con del liquido giallo, con cui bagnò il cotone, per poi passare ai graffi sul collo.
Malfoy strinse gli occhi dal dolore e girò di scatto la testa dalla parte opposta :-Sta' fermo o è peggio- disse la ragazza con noncuranza.
Draco ghignò e sbuffò: -Chi ti credi di essere per darmi ordini?-.
Astoria alzò lo sguardo e staccò il cotone dalla pelle del ragazzo :-Come vuoi, ma sappi che non sarà colpa mia se quei graffi si infetteranno- disse dirigendosi verso Nott e cominciando a ripulire con cura i graffi che aveva sulle braccia.
-Siete proprio un bel quadretto- disse sarcastico il biondo.
Astoria si voltò di scatto e incrociò le braccia al petto con gli occhi furenti: -Taci Malfoy, non sei proprio nella condizione di dire una sola parola- sibilò la bruna :-Se non lo avessi notato sei stato tu a cominciare-.
Draco si alzò: -Certo, dai la colpa a me. Ti faccio notare, mia cara, che non ero io a baciare quel deficiente -
-Cosa c'entra? Sono libera di fare quello che voglio e tu non puoi impedirmelo - sbraitò la Serpeverde.
Draco si avvicinò ancora : -Nel caso tu te lo sia dimenticato, ti devo sposare, che ti piaccia o no. E siccome sarò il tuo futuro marito, pretendo che non abbia più niente a che fare con questo traditore-
La ragazza lasciò cadere l'ampolla e il cotone, avvicinandosi a Draco con le guance infuocate : -Tu non puoi darmi ordini! Non puoi controllare la mia vita... Non hai nessun diritto di farlo!-
-Posso farlo, mi sposerai e dovrai adattarti alle mie condizioni- urlò il ragazzo: -Lo pretendo -
Le lacrime minacciavano di uscire dagli occhi della ragazza, ma non osavano farsi vedere: -Preferisco finire ad Azkaban piuttosto che essere legata per tutta la vita a un principe viziato come te - gli disse, indurendo lo sguardo. Mi rifiuto- sibilò, poi, alzando il mento.
-Non puoi rifiutarti Astoria, è così...Sarà sempre così- sbraitò il ragazzo.
heodore si alzò, cercando di calmare le acque : -Ragazzi, calmatevi -
Astoria gridò ancora più forte:-NO, NON MI CALMO! Non posso credere che tu possa controllare la mia vita. Sei un egoista!-
Draco si avvicinò ancora: -Levati di mezzo, Nott, o riceverai uno Schiantesimo in pieno petto-
Con un verso stizzito, Astoria si avviò a passo svelto verso la porta dell'Infermeria, uscendo fuori. Il corridoio era gremito di studenti.
Draco la raggiunse in pochi passi e afferrò il suo polso: -Dove credi di andare?-.
La ragazza si voltò per divincolarsi : -MALFOY, LASCIA IL MIO BRACCIO! - gridò, attirando l'attenzione di tutti.
-NO- rispose arrabbiato: -Io e te dobbiamo finire di parlare... Non puoi fare come ti pare-.
Con uno strattone, Astoria si liberò dalla presa del ragazzo: -TU NON PUOI DECIDERE PER ME! È LA MIA VITA E TU NON NE FAI PARTE!-.
-Ancora no, ma presto sarà così. Quindi, cambia atteggiamento - disse Draco, sollevando la voce.
Astoria diventò rossa dalla testa ai piedi e, incurante degli sguardi degli altri studenti, sbraitò:-NON HO ALCUNA INTENZIONE DI SPOSARE UN VIZZIATO COCCO DI PAPA' INNAMORATO DEL SUO EGO SPROPOSITATO!-
Tutti i presenti rimasero sbalorditi, con le mascelle che toccavano il pavimento.
Tracey, con gli occhi sbarrati, Pansy che digrignava i denti e stringeva i pugni, Daphne che si batteva una mano sulla fronte, mentre Zabini, Goyle e Tiger fissavano la scena impietriti.
Malfoy si avvicinò ad Astoria, incrociando le braccia sul petto: -Bene, ora non è più un segreto, vero Astoria?- disse alzando la voce affinché tutti potessero sentire: - Giusto perché tu lo sappia, quest'estate ci sarà la nostra festa di fidanzamento e spero vivamente che questo tuo caratteraccio sia sparito entro allora. Voglio una perfetta signora Malfoy -.
Furiosa, Astoria colpì il biondo con un sonoro schiaffo sulla guancia :- Neanche morta!- sibilò la ragazza, prima di fuggire cacciando indietro le lacrime, seguita da Tracey e Daphne, lasciando tutti a bocca aperta.

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Capitolo 9
*** Silencio ***


SILENCIO
 
 
 
Quel giorno a Malfoy Manor, ogni dettaglio era curato, niente era fuori posto e ogni parte del maniero rispecchiava lo stile distintivo dei Malfoy. All'ingresso, una vasta stanza fungeva da guardaroba per gli ospiti, con tre Elfi Domestici che lavoravano diligentemente alle decorazioni murali per creare un'atmosfera accogliente.
La scalinata verso i piani superiori era adornata con drappeggi verde-argento e un sontuoso tappeto rosso sui gradini conferiva un tocco di classe all'ingresso già straordinario. Il soggiorno, solitamente arredato con divani in pelle nera e un tavolo decorativo, era trasformato in una sala da ballo magnifica. L'aroma misto di gelsomino e rosa permeava l'aria, aggiungendo un sottofondo profumato alla bellezza ed eleganza della sala.
Le finestre principali del soggiorno, affacciate sul vasto parco della villa, erano addobbate con tende smeraldine, creando un contrasto aristocratico con le pareti scure. Al centro della sala, dominava un lucido pianoforte a coda, con spartiti e un flauto traverso pronti per essere suonati.
Un tavolo imponente, vicino al camino, era coperto da una tovaglia bianca con ornamenti serpentini, in sintonia con i colori della Casa Serpeverde. Gli Elfi Domestici si affrettavano da una stanza all'altra con ogni genere di decorazioni, rigorosamente nei toni verde-argento, occupandosi di ogni dettaglio con precisione assoluta, poiché tutto doveva essere impeccabile seguendo i piani dei padroni di casa.
Nessun contrattempo era ammesso, né con gli addobbi né con il banchetto. Altrimenti, gli Elfi avrebbero dovuto renderne conto a Lucius Malfoy, una prospettiva poco allettante considerando il padrone in questione.
Era l'otto di luglio, il giorno della festa per il fidanzamento tra il giovane Draco Malfoy e Astoria, la secondogenita dei Greengrass. Normalmente, Draco sarebbe rimasto impassibile di fronte a tanto trambusto nella sua dimora, ma questa volta qualcosa lo agitava.
Sì, il giovane Malfoy non riusciva a mantenere la calma. Anzi, era preso da un panico totale, senza comprendere il motivo. O meglio, credeva di non saperlo.
Narcissa celava abitualmente le sue emozioni, e anche quel giorno, nella sua fredda eleganza, non lasciava trapelare alcuna preoccupazione. Aveva organizzato tutto nei minimi dettagli e ogni cosa era pronta per l'arrivo degli ospiti.
"Non c'è tempo per riflettere, deve essere tutto impeccabile", ripeteva incessantemente da due mesi a quella parte. Sì, Lady Malfoy aveva passato due mesi a organizzare tutto, e da altrettanto tempo Draco non si sentiva tranquillo.
In quel momento, infatti, il ragazzo si trovava nella sua stanza, sembrava quasi voler forare il pavimento, tanto camminava con insistenza su di esso. Indossava una camicia bianca con i primi due bottoni slacciati, che lasciavano intravedere una buona parte del collo candido e perfetto. Un paio di pantaloni neri mettevano in risalto le sue gambe snelle e in mano stringeva una cravatta dello stesso colore, con cui giocava distrattamente ma nervosamente.
-Accidenti alle feste... Oh ma che dico?! Merlino che situazione- esclamò fra sé e sé Draco, sedendosi sul letto e richiudendo i bottoni della sua camicia.
In quel momento, qualcuno bussò alla porta della stanza, e il giovane Malfoy, un po' stizzito, disse: -Avanti- cercando di mantenere la calma nella voce: "Oh ma perché devo mantenere la calma... Io sono calmo... Forse... Sono un Malfoy per Salazar! I Malfoy non sono mai agitati... Allora perché sto così... così... Oddio sto parlando da solo... Sto impazzendo, sto impazzendo di brutto..." pensò il ragazzo più preoccupato che mai.
Narcissa entrò nella camera del figlio con un sorriso sereno dipinto in volto e, con la sua consueta eleganza, si sedette accanto a lui sul letto.
-È tutto pronto, tra poco arriveranno gli ospiti- disse la donna sospirando felice.
Draco fece un piccolo cenno con la testa e tornò a giocare con la cravatta. Narcissa lo osservò un attimo e poi appoggiò una mano sulla sua spalla: -Che hai Draco? Non sei contento? Tra poco la vedrai-
Il giovane scosse la testa continuando a manipolare la cravatta: -Sono solo…-
-Preoccupato? - chiese Narcissa con un sorriso.
Draco alzò un sopracciglio, e la donna scoppiò a ridere, lasciando il figlio spiazzato.
-Cosa c'è di così divertente? - chiese sempre più confuso il ragazzo.
-È questo l'effetto che ti fa. Ora ne sono certa- disse semplicemente la madre, continuando a sorridere.
-Effetto? Mamma, ma di cosa stai parlando? -
-Lo capirai, questo sarà sempre il tuo punto debole e, chissà, potrebbe anche cambiarti- disse Narcissa.
Draco scosse la testa e si avvicinò allo specchio del bagno per sistemarsi la cravatta, seguito poi dalla madre.
-Fa emergere il tuo lato migliore, Draco- disse lei, sistemando la cravatta al collo del figlio.
-Come?- chiese un po' stupito il biondo, ricevendo uno sguardo eloquente dalla madre.
-Intendo Astoria- disse poi la donna: -Fa emergere il tuo lato migliore, è il tuo punto debole-.
Draco fece una smorfia e si voltò per sistemarsi i capelli: -Non credo. Lei e io non andremo mai d'accordo, ma questo non ostacolerà i vostri piani- disse impassibile il ragazzo, facendo solo sorridere la madre.
-Sai, Draco, a volte sembra che odiamo chi ci è vicino. Ma pian piano, una volta capite e conosciute meglio quelle persone, l'odio si trasforma in qualcos'altro- disse Narcissa guardando il riflesso del figlio nello specchio.
-So dove vuoi arrivare. Non finiremo mai per amarci o cose simili terribilmente mielose, tanto meno diventare amici- disse il ragazzo con una smorfia.
-Potrebbe essere così, figliolo. Ma non sottovalutare mai il tempo: è un signore davvero imprevedibile, un enigma totale, e non puoi mai sapere cosa ha in serbo per te-
Draco la guardò per un attimo prima che uscisse dalla stanza con un semplice “Sbrigati a prepararti, ti aspettiamo giù".
Il biondo osservò il punto dove era scomparsa la madre per qualche secondo, prima di rivolgere di nuovo l'attenzione al suo riflesso nello specchio, beffardo più che mai.
 
 
 
***
 
 
 
 
Non preoccuparti, Ria. Ignoralo e cerca di divertirti.
So che non ti tirerà su il morale, ma ti ho fatto un pensierino (apri la scatola) e spero che ti piaccia. Mi spiace non essere lì con te, ma ci vedremo presto.
Per ora ti saluto e spero che la mia lettera possa farti sorridere almeno un po'.
 Ti voglio bene,
Tracey.
P.S. Ehi, che carino il tuo nuovo gufo! Spero che Venus non si sia fatta strane idee... Come un pranzo completo."
 
 
Astoria sorrise mentre leggeva la lettera. Almeno ora aveva qualcosa a cui pensare; Tracey le era stata vicina quando, dopo che Malfoy aveva svelato il loro fidanzamento davanti a tutta la scuola, ogni singola ragazza di Hogwarts cercava di lanciarle qualche maledizione per averle portato via il ragazzo più sexy che si potesse mai immaginare.
La bruna era stata perseguitata dalle ammiratrici psicotiche di Draco Malfoy, che aspettavano solo l'occasione di attaccarla non appena si fosse trovata sola.
Per fortuna Tracey e Daphne non l'avevano mai abbandonata, altrimenti Astoria sarebbe finita in infermeria molte volte.
Venus saltò sulle sue gambe mentre era seduta sul pavimento di legno accanto alla finestra. La ragazza cominciò ad accarezzare il pelo candido della gatta, che si lasciò coccolare con fusa di piacere.
Astoria aprì la scatolina inviata dall'amica curiosa di vedere cosa contenesse. La sorpresa fu grande: una collana argentata con un ciondolo smeraldo giaceva nel fondo della scatola. Con gli occhi che luccicavano, la ragazza prese il ciondolo tra le dita, osservando attentamente la bellissima rosa argentata incisa su di esso.
-Grazie, Tracey- sussurrò, fissando il ciondolo con uno scintillio negli occhi.
Con un sonoro "crack", Tricky, l’Elfa di Astoria, si materializzò accanto a lei: -Padroncina Astoria diventa sempre più bella- le disse, offrendole un bracciale di fiori candidi.
-Grazie, Tricky- rispose sorridendo.
-Tricky è molto felice per la Padroncina, ma la Padroncina deve fare un bel sorriso-
Astoria sorrise per accontentare l’Elfa: -Tricky pensa che un sorriso stia molto bene sulla Padroncina- disse aiutandola a infilare il bracciale, mentre scherzavano.
La ragazza, continuando a sorridere, si chinò per abbracciare Tricky: -Quanto sei cara, Tricky. Però per favore, smetti di chiamarmi 'Padroncina', solo Astoria, va bene?-
L’Elfa rispose all'abbraccio: -Tricky è onorata di servire la Padroncina Astoria- esclamò con orgoglio, facendo ridere ancora la ragazza. Sospettava che l'avrebbe chiamata "Padroncina" per sempre.
La porta della sua camera si aprì di botto e si richiuse con lo stesso impeto. Venus si rifugiò sotto il letto mentre una furia dai capelli biondi trascinò la ragazza davanti allo specchio cominciando a sistemarle i capelli.
-Fuori dai piedi, Elfa- disse Daphne con sprezzo. Tricky sparì rapidamente.
Astoria roteò gli occhi, infastidita.
"Oh Ria, fatti sistemare... Hai stropicciato tutto il vestito, per Merlino!- disse Daphne spingendo la sorella sulla sedia e iniziando a truccare le sue guance cosparse di lentiggini.
-Sai che mi importa- mormorò la bruna con una smorfia.
Daphne la guardò corrucciata e cominciò a sistemarle i capelli: -Adesso basta, Ria! So che non ti piace, ma il vestito l'ho scelto io! Almeno fai finta di apprezzarlo!- disse con severità.
Astoria ridacchiò giocando con la collana di Tracey.
-Daph, non riesci a essere severa con me, lo sai- disse sorridendo la bruna, ottenendo uno sguardo incrociato dalla sorella.
-Ma cosa ne sai tu di buon gusto- disse scuotendo la testa Daphne.
-Assolutamente nulla, ma ci sei tu qui per aiutarmi- scherzò Astoria.
Daphne sorrise e diede un bacio sulla guancia alla sorella: -Sei stupenda, davvero-
Astoria ridacchiò e guardò la bionda nello specchio: -No, tu sei davvero bella. Lo sei sempre stata- sospirò : -Ti invidio, Daph, sul serio. Sei così perfetta, bella e hai così tanti amici!-
La bionda prese le mani della sorella e la guardò negli occhi: -Non sono così speciale. Sono a Serpeverde per caso e le amicizie che ho, beh, sono capitate così. Tu non sei da meno-
-Insomma. Almeno tu non sei obbligata a fare qualcosa che non vuoi- disse con un tono triste.
-Mi dispiace, Ria. Non possiamo farci nulla, né io né te. Ormai è fatta, non possiamo tornare indietro-
Astoria sospirò abbattuta e si avvicinò alla finestra, lasciando che il suo sguardo si perdesse nel tramonto.
Daphne la raggiunse e la prese per mano: -Andiamo, è ora-  disse avviandosi verso la porta insieme alla bruna.
-Aspetta!-
Astoria tornò di corsa verso lo specchio e indossò la collana di Tracey, attirando l'attenzione curiosa della sorella.
-È molto bella! Tracey è davvero una buona amica- disse toccando il ciondolo, incerta sul nome dell'amica.
-Sì lo è. Ma come facevi a sapere che è un suo regalo?- chiese furba la bruna, ridendo.
-Segreto professionale, che sorella sarei se ti svelassi i miei trucchi?- scherzò Daphne.
-Non saresti tu, ovviamente- disse Astoria, uscendo dalla stanza con le risate di entrambe che echeggiavano per quel buio e freddo corridoio.


 
 
***
 
 
 
Il clima movimentato di quel pomeriggio era cambiato radicalmente a Malfoy Manor. Gli ospiti erano già arrivati e avevano preso posto nel soggiorno trasformato in sala da ballo; c'erano i Nott che chiacchieravano con la padrona di casa, gli Zabini a conversare con parenti dei padroni di casa, alcuni dei quali neppure ricordavano di essere stati invitati.
La maggior parte degli invitati era composta da persone di alto rango del Ministero, parenti lontani dei Signori Malfoy e dei Greengrass e amici stretti.
Draco si teneva in un angolo, osservando con disgusto celato abilmente; Astoria e la sua famiglia non erano ancora arrivati, e per fortuna, pensò il ragazzo, più riusciva a evitarla, meglio sarebbe stato.
-Amico, stai bene?-
Draco si voltò verso il ragazzo di fronte a lui e lo guardò male: -Theodore, che diamine vuoi?-
Theo fece un mezzo sorriso e appoggiò il braccio sul bordo del mobiletto in legno, vicino ai due ragazzi.
Theo sorrise appena e appoggiò il braccio sul bordo del mobiletto in legno, vicino ai due ragazzi: -Per Merlino, se non ti conoscessi bene direi che sei agitato... Ma non può essere vero?- stuzzicò Nott guardando la sala gremita di gente.
-Vuoi prendermi in giro, Nott?- chiese Draco, visibilmente irritato.
Theodore ridacchiò, il che lo infastidì ancora di più: -Dai, Draco, non ti crede più nessuno- disse, sorridendo e facendo un cenno di saluto a Blaise, dall'altro lato della stanza.
Malfoy esibì il suo celebre ghigno strafottente e si voltò verso gli invitati :-Un vero peccato, davvero-.
- Cosa intendi fare, Malfoy?- chiese all'improvviso Nott.
Draco inarcò un sopracciglio e si girò verso l'amico: -Intendo dire, riguardo al fidanzamento?-
Il biondo sbuffò e lasciò vagare lo sguardo sulla folla: -Nulla di cui mi importi particolarmente-
Theodore lo guardò con un sopracciglio alzato e poi parlò: -È un peccato che tu lasci andare un'occasione così-
-Arriva al punto, Nott. Sai che con me i giri di parole non funzionano- disse Malfoy con voce piatta.
Theodore sogghignò e cominciò a tamburellare le dita della mano sul mobiletto in legno: -Stai sprecando un'occasione d'oro amico- cominciò: -Astoria è una ragazza d'oro, merita il meglio-
Draco lo guardò accigliato: -Che intendi dire Nott?-
-Nulla, davvero- disse il moro alzando le mani in segno di resa.
Forse Draco pensava di averla fatta franca troppo presto, perché subito l'amico di Casa cominciò a sorridere maliziosamente: -Solo che Astoria potrebbe meritarsi uno pseudo fidanzato migliore di quello mediocre che si è trovata-
Il giovane Malfoy sembrava quasi fumare dalle orecchie in quel momento. Come osava Theodore Nott definirlo mediocre?
-Oh, qualcuno come te - disse sprezzante il ragazzo.
In risposta il moro ghignò spudoratamente e incrociò le braccia al petto :-Perché no? In fondo non sarebbe una brutta idea- aggiunse.
Draco ormai era furibondo, ma non tanto per quel “mediocre”, aveva una strana sensazione allo stomaco, un peso invincibile di cui non ci si può liberare tanto facilmente.
-Come pensi di farlo, eh? Non vali nemmeno la metà di quanto valgo io, Nott. Mettitelo bene in quella testa vuota-
Theodore scoppiò a ridere lasciando il biondo basito: -Draco, Draco,Draco- disse :-Hai ancora tanto da imparare, ma credo che tu ti sia accorto che questa non è una questione di valore-
-Chiudi quella bocca, Nott- sibilò il biondo sull'orlo di una crisi di nervi.
-È questione di felicità, ma dubito che tu conosca il significato di questa parola- aggiunse ignorando le parole del biondo.
-Cosa ne sai tu della felicità?- chiese sprezzante Malfoy.
-Non intendo la tua o la mia, ma la sua- disse poi Nott. -Tu non saresti capace di rendere felice neanche una mosca, eccetto te stesso, Draco- continuò seriamente.
Il biondo lo fissava con una luce di preoccupazione negli occhi. Dove voleva arrivare?
-Anche se questo matrimonio non lo avete scelto voi, devi cercare di fare del tuo meglio e svegliarti, perché, con tutta sincerità, il mondo non gira intorno a te- disse guardandolo duramente. : -Svegliati e fai del tuo meglio, altrimenti sarà peggio per te. Non ho alcun problema a mettere i bastoni tra le ruote al grande Draco Malfoy-
Theodore accentuò molto su quel "grande" e se ne andò, lasciando solo il biondo, che nel frattempo non si era accorto che tutta l'attenzione degli invitati si era spostata verso l'entrata della sala.

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Capitolo 10
*** Sonorus ***


SONORUS
 
Astoria indossava un bellissimo vestito blu notte con eleganti balze sulla gonna che le sfiorava le ginocchia. Ai piedi, delle ballerine argentate con diamanti sulla punta, e al collo la collana regalatale dall'amica, con al polso il bracciale donatole da Tricky.
I suoi capelli mossi, acconciati sapientemente da Daphne, le ricadevano morbidi sulle spalle, con un castano decisamente più lucente rispetto al solito aspetto spento e disordinato. Un trucco leggero, che ne esaltava la bellezza e lasciava intravedere qualche lentiggine sul naso, mentre gli occhi risplendevano di un verde lucente e la bocca abbellita da un velo di lucidalabbra era abbozzata in un sorriso timido, con le guance che si imporporavano lentamente.
Era un cambiamento radicale rispetto alla ragazzina in divisa scolastica e mantello a cui Draco era abituato a scuola. Lì, in quella stanza, c'era un' Astoria Greengrass cresciuta e mozzafiato, con un po' di insicurezza mascherata perfettamente da un'eleganza degna del migliore tra i Purosangue.
Perfetta. Questo si era ritrovato a pensare Draco non appena si voltò in direzione della ragazza appena apparsa sulla soglia del soggiorno.
-Niente male, eh? -
-Eh?!- Draco si voltò verso Daphne che gli appoggiò una mano sulla spalla.
Daphne scoppiò a ridere, lasciando il biondino basito e leggermente confuso, ancora imbambolato a osservare la piccola Greengrass fare il suo ingresso nella stanza.
-Ehi, Serpe, chiudi la bocca, altrimenti ti entreranno le mosche- sghignazzò Daphne, sperando in una reazione da parte di Draco, il quale però sembrava non essere connesso con il pianeta terra.
La bionda gli sventolò una mano davanti agli occhi e solo allora il ragazzo si accorse di lei.
-Cosa...Cosa dicevi, Daphne?- chiese ancora un po' intontito il giovane Malfoy, facendo ridere ancora di più la ragazza.
-Che la devi smettere di mangiartela con gli occhi...Ormai è tua- disse sorridendogli.
Draco arrossì lievemente ma non si scompose e inarcò elegantemente un sopracciglio: -Non la sto mangiando con gli occhi- disse cercando di nascondere l'insicurezza nella propria voce.
-Oh infatti- disse un po' troppo accondiscendente la bionda, facendo per un momento sospirare di sollievo Draco: -Infatti te la mangeresti veramente se ti si fosse già avvicinata- concluse poi la ragazza ghignando spudoratamente.
Il ragazzo boccheggiò un paio di volte per cercare di dire qualcosa, ma la bionda ridacchiò un'altra volta: -Non c'è bisogno che tu dica nulla, basta guardarti per vedere che sei cotto per bene-
-Daphne, smettila- sibilò minaccioso il biondo, senza essere minimamente ascoltato dalla ragazza.
-Credo che se tu non la trattassi come uno scarafaggio anche lei potrebbe ricambiare- lo stuzzicò con una luce furba negli occhi.
Draco la guardò male: -Greengrass, mi stai irritando, che vuoi?-
-Beh, io vado... Un consiglio da amica e cognata, e non mi guardare con quello sguardo incazzoso, Draco Lucius Malfoy, scava nel tuo cuore di ghiaccio e guarda cosa c'è- detto questo se ne tornò da Blaise, che le cinse la vita con un braccio.
Astoria si fece largo tra la folla, salutando occasionalmente chi le capitava di fronte e scambiando qualche parola, quasi con fare disinvolto. Dall'altra parte della stanza, Draco poté vedere distintamente Blaise sussurrare qualcosa nell'orecchio di Theodore, mentre Daphne lo guardava con fare eloquente. Poi Nott si girò in direzione del biondo e gli fece un cenno del capo, come per sfidarlo, e con passo leggero si avvicinò alla piccola Greengrass, intenta a scambiare dei convenevoli con dei lontani zii di sua madre Eudora, appoggiandole una mano sulla spalla.
La ragazza si voltò e sorrise a Theodore mentre lo abbracciava, seguita a vista da un Draco alquanto infastidito e scocciato. Daphne si accostò nuovamente al biondino e sussurrò all'orecchio: -Fa' qualcosa, Cuore di Ghiaccio-
Draco, ormai confuso, era come incantato e senza accorgersene cominciò a camminare in direzione della brunetta e del compagno di casa, il quale non venne degnato di uno sguardo, perché troppo concentrato sulla figura minuta della ragazza davanti a sé.
-Astoria...-
La ragazza si voltò leggermente e lanciò al ragazzo un piccolo sorriso che fece tremare le gambe di Draco. Il biondo pensò che fosse la cosa più dolce che avesse mai visto, ma non si scompose e continuò a fissare incantato la bruna. Astoria inclinò leggermente la testa di lato e sbatté un paio di volte le palpebre: -Ehm... Va tutto bene?-
Malfoy scosse leggermente la testa e riprese la sua solita espressione fredda. La ragazza storse il naso, mentre Nott si godeva quella scena sghignazzando.
-Volevo solo...- cercò di articolare il biondo, ma le sue parole furono interrotte dalla padrona di casa che richiamò l'attenzione di tutti.
-Benvenuti, amici. Prima di lasciarvi continuare questa serata, vi chiedo un momento di attenzione per Astoria e Daphne Greengrass, che ci delizieranno con un piccolo concerto per allietare questa serata già perfetta... Prego care- Narcissa prese la mano di Astoria e la portò al centro della sala dove si trovava il pianoforte, mentre Daphne raggiungeva il flauto accanto al grande strumento.
Draco guardò con fastidio la madre privarlo della sua dama, e Astoria rivolse a lui un sorriso mezzo confuso prima di trovare l'attenzione degli ospiti puntata su di sé.
La signora Greengrass prese la parola e rivolse alla figlia minore uno sguardo severo: -Grazie a tutti davvero, spero apprezziate questo piccolo pensiero che le mie figlie hanno preparato apposta per voi. Buon proseguimento-
Astoria si portò al centro della sala e con la coda dell'occhio aspettò Daphne: fecero una riverenza incredibilmente elegante per poi raggiungere i propri strumenti.
Ci fu un momento di applausi, mentre Astoria guardava titubante la sorella: -Tranquilla Ria, sei bravissima, non pensare a tutta questa gente. Immagina solo me e te nella stanza della musica a casa-
La brunetta annuì chiudendo gli occhi e prese posto sullo sgabello, mentre Daphne si posizionava alla sua destra e sistemava l'imboccatura del suo strumento.
Astoria squadrò un attimo tutte le persone in quella stanza con una giusta dose di disgusto, celato dalla più impeccabile espressione disinvolta che, ormai, aveva imparato ad assumere. Sorrise leggermente quando incrociò gli sguardi di Theodore e di Draco.
Il biondo quella sera la stava davvero incuriosendo e la giovane era decisa a scoprire cosa gli fosse successo a tutti i costi.
-Pronta Ria? - la voce di Daphne la riscosse dai pensieri e la ragazza annuì poggiando le mani sui tasti bianchi del pianoforte.
Le due sorelle si scambiarono uno sguardo, poi entrambe iniziarono a tenere il tempo: -Un, due, tre, quattro-
Astoria prese l'iniziativa sul pianoforte, affiancata poi da Daphne; le sue dita sottili danzavano sui tasti bianchi e neri come farfalle leggere, mostrando una precisione impeccabile nonostante un inizio un po' titubante. Con gli occhi chiusi, come sua consuetudine, cercava il contrasto tra il dolce suono del flauto di sua sorella e la decisa melodia del pianoforte.
Un sorriso si disegnò sul suo volto, il battito del suo cuore seguiva il ritmo della melodia. Le note fluivano rapido e sicuro attraverso la loro esibizione.
Astoria accompagnava la musica con movimenti semicircolari delle braccia, seguendo le sue dita agili sui tasti; viveva appieno ogni singola nota.
Daphne, mentre suonava, batteva impercettibilmente il piede destro a terra per mantenere il tempo, ma solo Astoria lo notava, dato che suonavano insieme da sempre.
Gli ospiti erano rapiti dalla melodia evocativa e delicata che si stava diffondendo, soprattutto Draco, che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla bruna.
Daphne, aprendo gli occhi, lanciò uno sguardo a Blaise e Theodore, che compresero immediatamente le sue intenzioni e si affrettarono a raggiungere Draco in prima fila.
Draco, completamente incantato dalla bravura della ragazza al pianoforte, non si era minimamente accorto di ciò che accadeva intorno a lui. Osservava le sue dita correre sui tasti, quasi timoroso di far loro del male; contemplava il suo coinvolgimento totale nella musica, con le braccia che si muovevano in sintonia e un sorriso rilassato dipinto sulle labbra.
Il suo respiro calmo sollevava lievemente il petto, mentre il piede destro pulsava sul pedale a intervalli irregolari, facendo sobbalzare la gamba. Era un momento magico.
Draco non si era accorto della fine del pezzo,  assorto nell'osservare la bruna.
-Ehi, biondo, sei rimasto incantato?- chiese la voce pungente di Nott, applaudendo insieme al resto degli invitati..
-Non chiamarmi biondo, Nott- sibilò, la rabbia colorando lievemente le sue guance.
In risposta, il moro ghignò, strizzò l'occhio a Blaise e si diresse verso Astoria per congratularsi in maniera un po' inopportuna, sotto lo sguardo di Draco.
Quest'ultimo stava per seguirlo, ma Daphne lo afferrò per un braccio e, assistita da Blaise, lo trascinò via tra la folla.
-Greengrass, lasciami andare, per Merlino!- cercò di liberarsi dal ferreo controllo delle dita aggrappate di Daphne.
La ragazza lo ignorò completamente, ridacchiando mentre stringeva ancora di più il braccio di Draco, trascinandolo lontano dal centro della sala.
Durante tutta la serata, Draco sembrava essere stato preso di mira dalla Greengrass maggiore e dal suo migliore amico (che forse non era più tale dopo che, per errore, aveva rovesciato il succo di zucca sui capelli del biondo impeccabilmente pettinati, rimessi a posto poi da una vecchia zia di Daphne con un tovagliolo).
Era rimasto ai margini per tutto il tempo, senza neanche riuscire a incrociare lo sguardo della ragazza che occupava i suoi pensieri.
Sembrava quasi che quei due stessero deliberatamente allontanandolo dalla bruna, e Theodore, in particolare, sembrava trovare divertente l'idea di mettere i bastoni tra le ruote al biondo.
La festa stava per concludersi e Draco, approfittando di un momento di distrazione dei due amici, era riuscito a sgattaiolare via, uscendo dalla sala affollata e ritrovandosi in un corridoio quasi dimenticato.
Inizio modulo
Tutta quella gente stava diventando troppo asfissiante, così Draco decise di allontanarsi sperando di trovare un po' di pace. Mentre camminava, il suono vicino di un pianoforte lo spinse a cercarne l'origine.
Seguì il suono finché non arrivò ad una porta semi-aperta, dalla quale filtrava la luce della luna appena sorta e le note di "Notturno in do diesis minore postumo".
Draco si affacciò alla porta, trattenendo il fiato quando vide Astoria eseguire il brano con perfezione. La osservò mentre faceva correre le dita sui tasti, con una precisione impeccabile, mentre si immergeva completamente nella musica.
Il respiro calmo faceva muovere il petto della ragazza e il piede destro seguiva irregolari ritmi sul pedale. Era una visione magica.
Draco non si rese conto di aver spalancato la porta, interrompendo la meravigliosa melodia che Astoria stava suonando. La ragazza si voltò e lo vide sulla soglia.
-Non smettere, sei davvero brava- disse lui.
Astoria rimase interdetta per un momento, poi, sorprendendo Draco, sorrise.
Il biondo pensò che quel sorriso fosse la cosa più dolce che avesse mai visto, ma non si scompose e continuò a fissare incantato la bruna.
-Nah, Daphne è brava, io non sono neanche mediocre- disse lei, voltandosi verso il pianoforte.
Draco ammorbidì lo sguardo e si avvicinò: -Posso?- chiese sedendosi accanto a lei, sullo sgabello.
-Sei già seduto, perché lo chiedi? - rispose Astoria retoricamente.
Draco sospirò, alzando il mento: -Scusa se cerco di essere gentile-
Astoria scoppiò in una risata cristallina, non una risata di scherno ma di cuore, che lasciò sorpreso Draco.
-Questa bontà d'animo non è da te, Malfoy- disse lei, con sincerità.
Draco rimase stupito, ma anche incuriosito, vedendo come avesse pronunciato quel nomignolo senza alcuna ostilità. La ragazza poggiò una mano sui tasti senza suonarli.
-Non è proprio da me- ammise Draco, prendendo inaspettatamente una mano di Astoria. Lei arrossì leggermente, ma non si allontanò: -Ho sbagliato a dirti quelle cose alla fine della scuola. Mi dispiace se ti ho ferita tanto- confessò il giovane.
Astoria sembrava sciogliersi al suo tocco: -Draco...-
-Fammi finire, per favore. Ho sbagliato, ma vorrei rimediare in qualche modo-
Astoria inclinò la testa di lato, guardandolo con occhi sinceri: - Mi stai dicendo che vuoi essere mio amico?-
Draco ghignò, girandosi verso il pianoforte: -Andiamo per gradi. Magari una tregua temporanea. E se va bene, chissà, potremmo persino funzionare come amici-
Astoria ci rifletté per un momento, poi sorrise al ragazzo e gli porse una mano.
-Tregua- disse lei.
Draco non si fece pregare e strinse leggermente la mano della ragazza: -Tregua- confermò.
Per un istante, i loro sguardi si incrociarono. Era un momento intenso, dove i loro occhi si comunicavano più delle parole.
Il ragazzo distolse lo sguardo. Si concentrò sulla tastiera del pianoforte: vi adagiò le mani sopra e suonò quattro accordi, guardando con la coda dell’occhio la reazione dell’altra.
Astoria, dal canto suo, rimase piacevolmente sorpresa. Ascoltando quelle note familiari. Poi spalancò la bocca stupita: e così Malfoy aveva gusto musicale! Alzò il mento, girandosi, impertinente, verso la tastiera :-Molto bene- sentenziò, cercando di nascondere l’entusiasmo. Draco sbuffò divertito, continuando quella serie di accordi. Ben presto anche le mani di Astoria cominciarono a premere sui tasti, in perfetta sincronia con i movimenti dell’altro.
Presero a suonare insieme un pezzo a quattro mani, mentre la luna illuminava i loro movimenti delicati sui tasti e proiettava le loro ombre sul pavimento.
Dalla porta semi-aperta, Daphne, Blaise e Theodore osservavano soddisfatti. Erano certi di due cose: la prima, "Requiem for a dream" era una canzone adatta a loro due. La seconda, da quel momento, il loro piano era ufficialmente iniziato.

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Capitolo 11
*** Le piccole cose... ***


Ehi ragazzi ^_^ Nonostante tutto sono riuscita a terminare il capitolo e il prossimo è in lavorazione...non ho molto da dire, solo scusatemi magari per alcuni termini che ho usato, ma volevo rendere meglio l'idea dei discorsi...Vi lascio alla lettura.
Kisses <3
p.s. Una recensione me la lasciate? ;)

Dopo cinque mesi le cose ad Hogwarts non erano cambiate, apparte per qualcuno.Un'altra mattinata cominciata nel peggiore dei modi. Non aveva fatto neanche un passo fuori dalla Sala Comune, che erano già cominciati i problemi per Astoria. 
-Sei una vera stronza!- le urlò addosso Pansy Parkinson afferrandola per i capelli e strattonandola contro il muro di pietra dell'ingresso della Sala Comune -Non ti dovevi permettere di prendertelo! Lui è e sarà sempre MIO-
Astoria nascose una piccola smorfia di dolore ma affrontò lo sguardo infuocato della Serpeverde.
-Non mi sembra il caso di fare tutte queste storie- le disse divincolandosi e liberandosi dalla presa ferrea che la ragazza aveva su i suoi polsi -A me non interessa- disse Astoria, con una strana sensazione allo stomaco,voltandole le spalle ed entrando nel corridoio davanti alla Sala Grande, ma la voce della mora la raggiunse -Non dire che non ti interessa ragazzina! Lo vedo come lo guardi e stai pur certa che non riuscirai mai a mettermi i bastoni tra le ruote!-
Astoria si fermò e l'attenzione degli studenti in mezzo al corridoio si spostò sulle due ragazze.
Pansy si avvicinò a grandi passi con i pugni stretti tremanti di rabbia, ed Astoria si voltò con le sopracciglia aggrottate stringendo i libri al petto.
-Sei furba ma non puoi ingannare me!-e urlò addosso.
La bruna lasciò cadere a terra i libri e incrociò le braccia irritata -A si? Beh cara ti sbagli di grosso perché si da il caso che quella tra noi due che avrebbe bisogno di riordinare le idee e di fare meno la gallina starnazzante sei tu!
-Come ti permetti?! Non puoi rivolgerti a me così-
-Se è per questo nemmeno tu dovresti nei miei confronti, o forse la tua scarsa capacità di intendimento deve essere compensata dalla stupidità ?!-
Il silenzio calò su tutto il corridoio ed al loro arrivo, Tracey,Fred e George, impiegarono qualche secondo di troppo a capire la situazione, perché il rumore di un sonoro schiaffo di levò dal centro del corridoio. Tracey si fece largo tra la folla e aprì la bocca leggermente stupita. Pansy era ancora con la mano levata in aria e l'espressione decisa, mentre Astoria si teneva con due mani una guancia di cui spiccava un evidente segno rosso e l'espressione scioccata.
-Non ti azzardare Parkinson!- tuonò una voce all'entrata della Sala Grande, che aveva interrotto i gemelli che stavano per correre in aiuto dell'amica -Nessuno si deve azzardare a picchiare mia sorella- aggiunse sibilando la voce di Daphne, apparendo dalla folla che si aprì lateralmente permettendo alla più grande delle due Greengrass, che arrivò vicino alla sorella in due ampie falcate.
-Daphne che diavolo stai facendo?!- le chiese irritata la moretta con le guance rosse dalla rabbia.
Daphne mise le mani sulle spalle di Astoria e la guardò negli occhi -Stai bene Ria?- le chiese preoccupata, ma venne rassicurata dal segno di assenso della sorellina, poi le si parò davanti e scoccò un'occhiata omicida alla forse ex migliore amica -Non azzardarti a sfiorare mia sorella neanche con un dirò o te la faccio pagare cara-
-Oh certo, dopo tutti questi anni che la prendevi di mira come tutti noi adesso la difendi?- le disse arrabbiata Pansy.
-Ho sbagliato! Ho sempre sbagliato con lei la maggior parte delle volte, ma giuro su Merlino che la prossima volta che qualcuno - disse rivolgendosi a tutto il gruppo di tutte e quattro le Case di Hogwarts con uno sguardo poco rassicurante -si azzarda anche solo per sbaglio a insultarla o a torcerle un solo capelli una maledizione cruciatus non ve la leverà nessuno- minacciò sicura di se.
-Lo dici solo perché sai che non puoi competere neanche tu con lei, crede di poter avere tutto ma non è così!- sbotto la Parkinson.
Astoria si fece avanti con passo sicuro e guardò Pansy negli occhi poi sospirò -Tu dici così solo per la storia del fidanzamento...- mormorò Astoria -Ti conosco da quando Daph è entrata ad Hogwarts e so che non discuteresti mai con lei...le vuoi troppo bene-
Pansy ammutolì di colpo e Tracey si avvicinò all'amica, seguita da Fred e George.
-Mi dispiace per quello che sta succedendo, ma non sono stata io a volerlo, credimi se potessi non vorrei mai Malfoy come fidanzato-
-Come fai a dire una cosa simile? È bellissimo- le disse Pansy.
-Per alcuni può essere come dici tu ma per me no...- pronunciò quella sillaba forzatamente, anche se non sapeva il perché.
-Lui è tutto per me e io lo sono per lui...- aggiunse Pansy.
Daphne la guardò un po' intenerita e le appoggiò una mano sulla spalla -Pan, devi solo chiederti una cosa: te lo ha mai dimostrato?- le chiese. La mora scosse la testa consapevole di tutto, ormai -Sono una sciocca vero?- chiese storcendo la bocca in una smorfia.
-No Pansy non lo sei - disse Astoria abbozzandole un sorriso -non devi restarci male, sei una bella ragazza e ci sono ragazzi che pagherebbero oro per stare con te...devi solo avere pazienza ed aspettare quello giusto-
Pansy sorrise e appoggiò una mano sul braccio si Astoria -Scusami Astoria...per tutto- 
La bruna inaspettatamente la abbracciò di slancio e Pansy si ritrovò un po' spaesata -Tutto apposto Pansy- rispose. La McGrannit in quel momento uscì dalla Sala Grande riportando l'ordine tra gli studenti e la piccola folla che si era formata si disperse.
-Wow- esclamò Fred.
-Ancora una volta ci stupisci piccola Greengrass- concluse George -anche tu Daphne...non ci aspettavamo che fossi così legata a lei- dissero poi all'unisono.
Daphne sorrise e prese a braccetto Pansy -È una rompi scatole ma le voglio troppo bene...ci vediamo in giro- li salutò avviandosi con l'amica verso la prima lezione.
-Tutto apposto Ria?- le chiese Tracey porgendo all'amica un muffin ai mirtilli.
Astoria afferrò il dolce e le sorrise -Adesso si-. 

Il pomeriggio si prospettava ancora peggio...Accidenti a Piton e a le sue accidenti di pozioni. Astoria,come al solito , aveva racimolato compiti extra e perso cinque punti, per la gioia dei Grifondoro e la scocciatura dei Serpeverde. Come se non bastasse l'incontro, o meglio lo scontro, con un certo biondino non fece che peggiorare l'umore della ragazza. La Serpeverde infatti stava uscendo dall'aula dei sotterranei quando andò a sbattere contro qualcuno.
-Ma guarda guarda- disse Malfoy -anche oggi Piton ti ha caricata di compiti eh Greengass? Di questo passo non andrai da nessuna parte sai?-
-Malfoy non ti ci mettere anche tu, oggi non è aria-
-Suvvia, non fare l'acida... Da quando te la prendi così per qualche piccola provocazione innocente?- le chiese ghignando.
-Cadi male Malfoy, se non avessi paura di un'altra punizione non ci metterei due secondi a toglierti quel sorrisetto irritante dalla faccia-
-E come pensi di fare? Ricorda che sono un prefetto, non fare sciocchezze- sogghignò il biondo facendo ridere il suo gruppetto solito.
Irritante. Draco Malfoy era irritante. Draco Malfoy era irritante e inaffidabile.
-Come al solito Greengrass, non hai che dire eh?- 
Astoria gli scoccò un'occhiataccia e gli voltò le spalle andandosene, sempre più nervosa.
A cena la situazione non migliorò di certo con Malfoy che continuava a infastidirla e per poco non lanciava a Tracey una ciotola di insalata da quanto era stressata...Non ce la faceva più così senza ce nessuno se ne accorgesse scivolò via dalla Sala Grande diretta verso la Foresta Proibita. Ma perché doveva essere così complicato tutto?! Il vento le scompigliò i capelli muovendo contemporaneamente le fronde degli alberi; il profumo di terra bagnata arrivò al naso della ragazza che sorrise e chiuse gli occhi per immergersi nella pace più totale. Oh si, la Foresta e il suo silenzio era quello che le ci voleva per stare bene.
Superò lentamente le radici sporgenti degli alberi guardandosi intorno e sorridendo per quella visone della natura. Camminò per un po', fino ad arrivare ad una piccola radura lontana da tutto, nel mezzo della Foresta e si fermò di colpo aprendo gli occhi dallo stupore...Allora era vero che c'erano quelle creature ad Hogwarts...
Intanto una figura slanciata fece capolino dagli alberi della foresta, restando per un attimo in contemplazione della ragazza, che se ne stava immobile.
-Che stai facendo Greengrass?-
Una voce familiare fece voltare la bruna, che stava in piedi apparentemente davanti al nulla, in mezzo alla radura della Foresta Proibita. Astoria sussultò e si voltò verso il biondo che la osservava con una spalla appoggiata al tronco di un albero, la camicia aperta di due bottoni e le braccia incrociate.
-Che ci fai qui Malfoy?- chiese secca la ragazza aggrottando le sopracciglia e tornando a dare le spalle a Draco per poi accovacciarsi per terra.
-Dovrei farti io questa domanda- sogghignò e si staccò dal tronco avvicinandosi -ma dato che io sono un prefetto e che tu sei fuori oltre l'orario permesso direi che ti ho seguita- disse senza distogliere lo sguardo dalla figura della bruna.
-Però!- esclamò la ragazza -e chi lo avrebbe mai immaginato che ti importasse così tanto di me- disse neutra.
-Perché dici così?- chiese ghignando Malfoy mentre si accovacciava alla sua altezza.
Astoria gli scoccò un'occhiataccia -Perché non hai rispettato il patto, quindi levati dalle scatole furetto platinato che non sei altro-.
Draco inarcò un sopracciglio -Ma di che cosa stai parlando?-
La bruna sbuffò -Avevamo fatto un patto no? Alla festa, ti ricordi? Tu non infastidisci me e io non infastidisco te...la famosa tregua- disse -se non avevi voglia di rispettare l'accordo me lo potevi tranquillamente dire-.
Draco voltò la testa dal viso della ragazza alle sue mani...stava facendo cenno a qualcosa di avvicinarsi...ma non c'era nulla li apparte loro due!
-Oh- disse ridacchiando il ragazzo -pensavo che avessi capito il fatto della temporaneità-
-Infatti l'avevo capito, ma si da il caso che io mantengo la parola data fino a nuovo ordine e mi importava di questa cosa anche se sei solo un narcisista viziato e una gran testa di...-
-Ho afferrato il concetto, grazie- la bloccò sul nascere irritato.
Tra i due calò il silenzio e Draco osservò Astoria , che sembrava accarezzare qualcosa,nuovamente con un interrogativo in testa: Cosa diamine le era preso?
-Greengrass mi spieghi che stai combinando? Hai intenzione di addomesticare l'aria?- chiese sbuffando.
Astoria rise e voltò la testa verso di lui -Sono Thestral- disse candidamente, facendo trattenere per un momento il respiro al biondo, che aprì la bocca stupefatto -Sai cosa sono, vero?-
Draco annuì mordendosi il labbro inferiore -Credevo fossero leggende- disse.
-No non lo sono...qui ci sono dei cuccioli, non sono certo il massimo della bellezza ma sono davvero dolci e docili- disse con un sorriso, mentre ne accarezzava uno, suppose Draco.
-Quindi tu hai...hai visto morire una persona?- domandò cauto il biondo.
Astoria sorrise tristemente e si voltò verso il compagno di casa con un sorriso triste -Purtroppo si...mio nonno- disse malinconica -Eravamo nel giardino di casa a giocare, lui mi aveva regalato una serra piena di fiori ed io ne avevo colti alcuni per intrecciarli a creare delle coroncine colorate... ero seduta di spalle a lui ed entrambi ridevamo, ma a un tratto non ho più sentito la sua risata e l'ho visto-.
-Mi dispiace molto- disse Draco, che senza essersene accorto aveva intrecciato una mano della ragazza nella sua.
-Anche a me... Era il mio migliore amico, con lui facevo tutto...Non ho mai pianto tanto in vita mia quanto quel giorno- affermò la bruna con la voce tremante. Draco le strinse appena la mano come per rassicurarla e la ragazza sforzò un piccolo sorriso incrociando il suo sguardo con quello del biondo, ritrovandosi ad arrossire lievemente. Aveva degli occhi bellissimi  Astoria, pensò Draco, anche se coperti da un filo di tristezza ma erano...adorabili...lei era adorabile...
Il biondo le mise una mano sulla guancia e fece per avvicinare il suo viso a quello della ragazza, ma un rumore molto forte lo fece bloccare ed entrambi voltare verso gli alberi. Istintivamente tutti e due si alzarono in piedi e Draco si piazzò davanti ad Astoria, che puntò la bacchetta in avanti.
-Cos'è stato?- sussurrò la Serpeverde.
-Non muoverti- le disse Draco deciso. Il rumore si faceva sempre più forte e sempre più vicino, e i due ragazzi sentivano la terra tremare sotto i loro piedi; un boato si diffuse su tutta la radura ed entrambi sussultarono quando dal limitare della foresta sbucò una mandria di Centauri imbizzarriti che caricavano a tutta velocità verso di loro, e che probabilmente non si sarebbero fermati.
Senza pensarci due volte Draco afferrò Astoria , paralizzata dalla paura, per un braccio e la strattonò cominciando a correre per farsi seguire. Cominciarono a correre velocemente evitando varie volte rami troppo bassi e radici troppo alte; il gruppo di Centauri era dietro di loro e non intendeva arrestare la corsa, mentre Draco correva davanti ad Astoria e la ragazza incespicava tra le foglie secche. Era così impegnata a tenere lo sguardo davanti a se che non si accorse di una buca: inciampò e cadde addosso al biondo che le correva ormai di fianco, trascinandolo a terra insieme a lei e facendo entrambi rotolare giù tra le radici e gli arbusti ferendosi varie volte, fino ad essere scaraventato a tutta velocità nelle acque profonde del Lago Nero.
Draco roteò disorientato sott'acqua e solo quando riuscì a comprendere la situazione, tornò in superficie con due ampie bracciate, tossendo non appena l'aria cominciò a fluire nei polmoni. Si guardò intorno spaesato -Astoria!- chiamò, aspettando di vederla riemergere accanto a se, poiché l'aveva tenuta stretta tutto il tempo della caduta, ma non ricevette risposta. -Astoria!- chiamò ancora, con lo stesso risultato di prima. Un senso di angoscia cominciò a farsi strada dentro di lui. Prese una grandissima boccata d'aria e si immerse di nuovo cercando di aprire gli occhi e di mettere a fuoco, cosa molto difficile a causa della melma fangosa del fondo della palude. Si voltò varie volte per cercare la ragazza, e alla fine in lontananza scorse un'immagine scura andare verso il fondo del lago apparentemente senza vita; nuotò velocemente verso di lei, ma qualcosa lo afferrò per le braccia e cominciò a trascinarlo al fondo del Lago: Avvicini. Draco si divincolò riuscendo a liberarsi dalla morsa ferrea delle Creaturine Acquatiche, poi raggiunse velocemente Astoria , la strinse a se con un braccio e con l'altro e le gambe forti cominciò a nuotare verso la superficie. Appena riemersi annaspò un po' verso la riva, poi sollevò Astoria la adagiò sulla riva del lago.
Il ragazzo spalancò gli occhi e il terrore si impossessò di lui, una volta che ebbe posato lo sguardo sulla figura inerme della bruna: era cianotica, aveva le labbra viola e l'aria cadaverica.
Preso dalla paura le sentì il polso con mano tremante, e dovette deglutire un paio di volte quando sentì il sempre più fievole battito cardiaco.
-Merda!- esclamò nel panico, afferrando al bacchetta che aveva in tasca, ringraziando Salazar che non l'avesse persa nella caduta, e pronunciò un Reinnerva, che servì a ben poco. Provò ancora, ma quel l'incantesimo pareva essere inutile in quel momento...Non c'erano miglioramenti.
-Fottuto Merlino! Astoria ti prego respira!- disse scuotendola lievemente, poi le aprì i primi due bottoni della camicetta e le appoggiò le mani all'altezza del cuore per praticare il massaggio cardiaco -Respira Cazzo! Astoria ti scongiuro- mormorò il ragazzo sempre più spaventato. Una consapevolezza immensa si fece strada nella sua mente, mentre piano piano la pelle e il corpo della ragazza si facevano sempre più freddi . -Cazzo!- imprecò prendendosi tra le mani i capelli biondissimi. Non respirava e sarebbe morta di li a poco se non avesse fatto subito qualcosa...un lampo di genio improvviso lo fulminò in pieno. Inclinò la testa della ragazza leggermente indietro e le tappò il naso con l'indice e il pollice; avvicinò il suo viso al suo e prese un profondo respiro, cercando di calmare il suo battito cardiaco accelerato, prima di posare le sua labbra sulle altre. Respirazione bocca a bocca. Magari non era il momento più adatto per certi pensieri, ma le labbra della ragazza erano davvero morbide e perfette...Ce la doveva fare...L'avrebbe dovuta salvare a tutti i costi perché...perché...perché...
Di colpo il corpo di Astoria fu scosso da un lieve tremore, e solo quando Draco staccò le sua labbra da quelle della bruna, ella tossì sputando acqua e riprendendo aria velocemente. Draco si spostò di lato ricadendo sulle ginocchia,tirò un respiro di sollievo e si passò una mano sul volto ancora segnato dalla paura -Grazie a Salazar-.
Una mano afferrò quella del biondo, che voltandosi si ritrovò immerso in due pozze verdi scandalizzate -Draco?- chiese titubante la ragazza.
Malfoy contrasse la mascella cercando di mantenere la calma...Ce l'aveva fatta...Doveva stare calmo...3...2...1...-E chi altri sennò?!- sbottò infuriato -mi spieghi cosa accidenti ti è saltato in mente?!-
Astoria si puntellò su i gomiti per alzarsi e si mise a sedere passandosi una mano tra i capelli, mentre le labbra le tremavano per il freddo, e ridacchiò nervosamente -Non so nuotare-
-Lo avevo notato- le disse arrabbiato con le guance imporporate e una strana luce negli occhi -Me lo dovevi dire cazzo! O avevi intenzione di fare pesca subacquea ?!-
Astoria lo guardò male sgranando gli occhi -Oh beh scusa tanto se non ho avuto il tempo di prevedere il tuffetto in acqua durante quella rotolata, ma sai ero un po' presa dalla situazione...-
-Ti rendi conto che saresti potuta morire?!- la accusò interrompendola.
-Ma non è successo- disse flebile la Serpeverde, tossendo ancora e cominciando a tremare più forte.
Draco sospirò e si sedette accanto a lei prendendosi la testa tra le mani -Mi hai fatto prendere un colpo...hai idea di quanto fossi preoccupato ?!-le chiese retoricamente, facendo sussultare la ragazza. Astoria lo guardò un momento aprendo appena la bocca e lo sguardo addolcito -Ti ho fatto spaventare così tanto?- gli chiese abbracciandosi le ginocchia con le braccia.
Malfoy annuì seccamente e lo sguardo di Astoria si posò sul polso che grondava di sangue del ragazzo e si mise in ginocchio -Ti sei ferito- sussurrò .
Il biondo scosse le spalle con un mezzo sorriso -Non è nulla, però sei messa peggio tu di me- rispose indicando con un cenno del capo le varie ferite e i lividi sulle braccia di Astoria. La ragazza tossì ancora e tremò nuovamente, così Draco si alzò in piedi e la prese in braccio, facendole allacciare le braccia intorno al suo collo, un po' spaventata - Che stai facendo?-
-Non pensare che ti lasci camminare da sola- le disse a mo' di rimprovero -ti porto in infermeria-
-Non serve ci riesco benissimo da sola- gli disse cercando di scendere, ma Draco serrò ancora di più la presa -Stavi per affogare, sei rotolata per quasi mezza Foresta e sei cianotica, dimmelo sinceramente: davvero credi di poter fare tre passi senza cadere?- le fece presente con voce seria e lo sguardo davanti a se -Quindi smettila o cadiamo di nuovo- e detto questo si avviò verso l'inizio della foresta fino a tornare alla scuola. Per tutto il tragitto Astoria evitò di incrociare lo sguardo del ragazzo, osservandolo solo con la coda dell'occhio e stupendosi di quanto fosse cambiato e diventato...carino? 
All'ingresso della scuola Draco non fece scendere la ragazza, ma prima si accertò che tutti fossero in Sala Grande per poi sgattaiolare verso l'infermeria. Quando Madama Chips li vide, entrambi subirono una bella lavata di capo per un'oretta buona per poi concentrarsi a medicare le ferite del biondo e cercare di convincere Astoria a restare per la notte ricoverata, ma con una scusa o con l'altra la ragazza era riuscita a scamparla, così entrambi si diressero fuori dalla stanza.
-Non vieni in Sala Comune?- chiese Astoria voltandosi verso Draco. Il ragazzo scosse la testa e diede la sua coperta sulle spalle della ragazza. 
-Sono un prefetto Greengrass, ringrazia che non ti abbia tolto dei punti oggi per essere uscita fuori orario...e poi la Umbridge mi ha nominato membro della squadra di inquisizione- disse sogghignando.
-Odio quella donna...-
-Attenta a come parli, ringrazia di essere della mia stessa Casa, almeno la Umbridge non ti può fare nulla- le disse Malfoy con un pizzico di orgoglio nella voce -Dovresti andare invece tu, gli altri prefetti non si fanno scrupoli-
-Strano che non sia tu a farteli- rispose furba.
-Magari stasera non ho voglia- disse con una scrollata di spalle.
-Magari il tuo cuore di ghiaccio si è sciolto- aggiunse ridendo la bruna.
-Vai prima che cambi idea...e attenta a Pansy- le raccomandò fin troppo protettivo.
-Non è un problema, le ho parlato e ci siamo chiarite-
-Ammirevole Greengrass-
-Già...e Draco- mormorò mordicchiandosi il labbro superiore.
-Cosa?- chiese inarcando un sopracciglio.
Astoria si alzò in punta di piedi e gli posò un lieve bacio sulla guancia destra del ragazzo -Grazie per avermi salvata- disse poi con le guance lievemente imporporate prima di voltarsi e correre verso la Sala Comune. Draco sorrise addolcito e si sfiorò il punto dove aveva ricevuto il bacio con la punta delle dita, poi cominciò il suo giro di ronda con un sorrisetto soddisfatto...
Intanto da lontano Daphne e Theodore si scambiarono un cinque soddisfatti: non avrebbero mai dovuto sottovalutare Hagrid, quando vuole quel Mezzogigante e le sue conoscenze tra i Centauri possono tornare utili...

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Capitolo 12
*** ...portano solo guai ***


Ciao bella gente! Finalmente il dodicesimo capitolo di questa storia che finalmente sta prendendo forma :). Non ho molto da dire (come sempre dopo tutto ) grazie a tutti quelli che seguono e leggono questa fic e spero che anche questo capitolo vi piaccia. Kisses <3
P.s. Me la lasciate una recensioncina? ;)
 
 
Blaise scapicollò a tutta velocità per il corridoio, non curandosi che alcuni fogli delle pergamene che aveva tra le braccia erano svolazzati via dietro di lui e tanto meno si curò di quei tre studenti di Tassorosso che aveva travolto senza nemmeno chiedere scusa.
"Ma chi cavolo me lo ha fatto fare?!" Ecco l'unico pensiero che aleggiava nella mente di Blaise, sempre più accigliato e irritato mentre correva verso l'aula di Pozioni. "Ah ma certo:Daphne...Accidenti a me e a quando ho accettato di aiutarla in questo stupido piano, spero solo che Malfoy mi costruisca un monumento dopo, o sia lui che quelle due serpi di Theo e Daphne finiranno con dei bolidi al posto della testa...Oh si, questa volta me la pagano!". Ovvio, perché da quando Nott,Daphne e Zabini si erano messi in testa di attuare un "innocuo" piano ( che di innocuo ha solo il nome) per far innamorare Malfoy e la MiniGreengrass, Blaise era quello che doveva "depistare" i suddetti, così da non destare sospetti. Ma parliamoci chiaro, Blaise (si proprio Blaise Zabini figlio di una delle più nobili delle famiglie Purosangue mai esistite, quello che riusciva sempre a cavare d'impiccio il "caro" Draco e il più scaltro, perché nessuno lo avrebbe mai potuto eguagliare in tal campo nemmeno Malfoy, tra i Serpeverde) era una frana a mentire. Beh certo, c'era stata quella volta quando insieme a Theodore e Draco avevano rotto una finestra al Maniero degli Zabini ed il moro aveva giurato che loro tre non c'entravano nulla per poi aver dato la colpa al piccolo coniglietto bianco MrDentone.Chissà perché ,ma quella volta la madre di Blaise c'aveva creduto alla stra grande ed aveva mandato fuori per una settimana se non di più il coniglietto; poi quella volta aveva dovuto coprire l'assenza di Pansy con metà del corpo insegnanti della scuola, perché la cara amica aveva avuto la brillante idea di ubriacarsi a più non posso la sera prima, e basta solo sapere che quando si era risvegliata,oltretutto in riva al Lago Nero, era in condizioni così oscene che anche il Barone Sanguinario aveva paura a chiedere cosa fosse successo; quando qualche anno prima aveva fatto  un abbonamento mensile al Settimanale delle Streghe, che aveva scambiato per sbaglio con quello per il Quidditch, e sua madre aveva perso la testa a furia di ricevere decine di lettere di pagamento al giorno, ed il ragazzo se l'era ancora cavata senza battere ciglio; quando aveva adottato un piccolo unicorno oppure quella volta che aveva scambiato lo shampoo di Daphne con la tintura per capelli e l'amico non aveva fatto altro che fulminare con lo sguardo e con la bacchetta chiunque osasse minimamente commentare la sfumatura rosa-violacea che avevano assunto i suoi capelli.
Okay, magari Blaise era davvero bravo a mentire e cercare scuse di vario genere con le persone, ma Blaise non era bravo a mentire e cercare scuse di vario genere con Draco. Era impossibile! Quando ti guardava con quegli occhi di ghiaccio che ti trapassavano da parte a parte e inarcava il sopracciglio, ogni singolo briciolo di calma scompariva all'istante e Draco sa, sa sempre, se nascondi qualcosa. Ecco perché era in mastodontico ritardo per la riunione.
Il moro aprì di scatto la porta e si fiondò dentro l'aula di Pozioni, chiudendo la porta dietro di se con un tonfo che attirò l'attenzione delle due persone già li. 
-Alla buon'ora amico!- disse Theodore alzando la testa dalla pergamena su cui era chinato, seduto sulla cattedra. Daphne alzò a mala pena gli occhi e sbuffò -Ma si può sapere perché ci hai messo tanto?- sbottò acida la ragazza.
Blaise ridacchiò e si sedette su un banco -Come siamo acide, hai il ciclo per caso Daph?- chiese facendo sghignazzare Theodore. Le gote di Daphne si colorarono di rosso e scoccò un'occhiataccia ai due ragazzi che presero a ridere più forte -Quando avete finito di fare i bambini ditemelo-
Theodore le sorrise -Dai Daph stavamo scherzando, ma tu non ridi mai?-
-Non sono affari tuoi Nott!- disse indignata la bionda chiudendo il libro che aveva in mano -Tu piuttosto-disse rivolta a Blaise -come mai questo ritardo?-
-Oh beh non è stato semplice, per fortuna che tua sorella è una credulona e quando le ho detto che avevi altro a cui pensare ha scosso solamente le spalle- disse con una risata.
-Sta' zitto Nott, devo ricordarti di chi è stata la brillante idea di metterti con lei per un po'?- sibilò Daphne a Theodore, che stava cercando di trattenere le risate. 
-Sei solo gelosa Daph, perché al contrario tuo Ria mi ha baciato e diciamocelo, mezza Hogwarts sarebbe morta pur di stare al suo posto...Te compresa cara- affermò con un sorriso sornione e uno sguardo malizioso il Serpeverde, facendo arrossare le guance della ragazza più per l'imbarazzo che per la rabbia.
-Viva la modestia amico!- rise Blaise.
-Sempre e comunque- affermò Nott. 
-E Draco? Che scusa hai usato?- chiese Daphne liquidando il discorso, fingendo di non accorgersi dell'occhiata che le aveva lanciato Theodore.
-Ah questo è stato il difficile- disse alzandosi in piedi sul banco su cui era seduto, mise la sua mano destra sul cuore ed assunse una posa da conquistatore -Ma io, il più grande genio che abbia mai varcato i cancelli di Hogwarts, sono riuscito in questa missione suicida...-
-E quindi? Cosa gli hai detto?- chiese Daphne arricciando il naso.
Blaise alzò le spalle -Che dovevo andare in bagno-. 
Ci fu un attimo di silenzio, poi Theodore scoppiò a ridere mezzo sdraiandosi sulla cattedra e Daphne si batté una mano sulla fronte scoraggiata più che mai -Sei a dir poco inutile,Zabini-
Blaise tirò su il mento e incrociò le braccia al petto -Senti da che pulpito...! Hai idea dei salti mortali che sto facendo per far retta alla tua tua testolina bionda malata? Sono IO che devo depistare quei due e tra parentesi cocca non mi sembra che tu ti stia rendendo altrettanto utile-
-Oh ma certo! Ora la colpa è mia? Se non sei capace nemmeno di inventare una misera scusa CREDIBILE per non far destare sospetti e tu cosa gli dici?! Che devi andare in bagno?!- esclamò la bionda con le guance arrossate.
Blaise scese con un salto dal banco e si fece più vicino per fronteggiarla e assottigliò lo sguardo -Hai idea di chi stai parlando? Biondo, occhi grigi, bastardo,stronzo,Draco Malfoy in pratica, hai presente?-
Daphne restituì lo sguardo omicida e aggrottò le sopracciglia -E con questo? Cosa diavolo significa?-
Blaise cominciava seriamente a scaldarsi e Theodore, che seguiva la scena immensamente divertito, poteva giurare di vedere uscire dalle orecchie di quei due del fumo -Vuol dire, cara la mia testa di serpe, che non si può mentire ad un soggetto simile! Vuoi subire la sua collera perenne,per caso?! Sai che diventa peggio di Voldemort (per l'amor del cielo Daphne non fare quella faccia, è solo un nome ) stesso!-
-Oh certo adesso non puoi mentirgli, e nemmeno quella volta che gli hai fregato la sua camicia preferita, vero? Eppure mi sembrava che ci fossi riuscito egregiamente, oserei dire-
-Stai divagando, cosa c'entra ora?!...-
-C'entra eccome Zabini! Come mai proprio questa volta non hai una scusa adatta?!-
Blaise spalancò gli occhi -Ma sei impazzita?! Daphne ti rendi conto di quello che stai dicendo?-
-Zabini per piacere! Finiscila!
-Ma stai scherzando spero!-
-Disturbiamo? Se volete torniamo dopo- disse una voce proveniente dalla porta dell'aula, facendo voltare la testa delle due serpi contemporaneamente, e per poco non si scontrarono da quanto erano vicini.
Theodore sorrise agli arrivati e fece cenno di entrare -Figurati Weasley, adesso arriva il meglio...Magari riusciamo anche a combinare qualcosa prima che questi due combinino QUALCOS'ALTRO- disse assumendo un tono malizioso pronunciando le ultime due parole. I gemelli Weasley sghignazzarono e la ragazzina che stava  a fianco loro scosse la testa divertita, quando un libro planò dritto in tesa a Nott, che finì gambe all'aria per terra. 
-Bella mira Greengrass- disse Fred ammirato.
-Saresti un'ottima battitrice- continuò George.
Daphne accennò un sorriso mentre si sistemava la divisa, stropicciata appena -Lo prendo come un complimento Weasley, e detto da te mi sento quasi onorata-.
I tre nuovi arrivati si sistemarono a sedere sui banchi e a loro si unirono i Serpeverde, disponendosi in cerchio.
-Bene, sapete perché siete qui...- disse Daphne più calma rispetto a prima.
-Per aiutarvi a far innamorare Malfoy e Ria- risposero in coro i gemelli.
-Si ma...mi puoi togliere una curiosità Daphne? Anzi due... Perché questi tre ci devono aiutare? E perché proprio l'aula di pozioni - chiese Zabini.
La bionda stava per rispondere, ma una voce la bloccò -Mi sembra ovvio Zabini, vedi io Fred e George siamo i migliori amici di Ria, perciò conosciamo ogni sfumatura del suo carattere e sappiamo cosa le piace e non le piace....si, in pratica senza di noi non sapreste che pesci prendere- 
-Fin qui okay Davis, ma perché l'aula di pozioni?-
Tracey sorrise furba ed incrociò le gambe -Ria odia pozioni, e questo sarebbe l'ultimo posto in cui penserebbe di trovarci...Per Malfoy invece da quel che posso vedere, questo posto è fin troppo semplice per cercarci, si aspetterebbe più stile da quelli della sua banda- concluse la ragazza con un ghigno, che fece fischiare i gemelli per l'astuzia dimostrata, sorridere Daphne compiaciuta e scambiare un'occhiata preoccupata tra Blaise e Theodore.
-Vedo che finalmente c'è qualcuno che capisce la situazione- disse Daphne guardando i due amici, anche se era riferita Tracey.
-Bene, ma quindi quale è il piano?- chiese George.
-Abbiamo tentato già con i centauri, con le lettere e con gli incidenti, ma quei due non si svegliano nemmeno a pagarlo galeoni!- Disse Theodore -Cioè, almeno Astoria-
Tracey annuì-Già, ho notato spesso che il biondino la fissa in continuazione-
-Io scarterei l'infermeria- disse Fred -ci sono finiti abbastanza volte e una cosa che si ripete potrebbe essere sospetta- aggiunse George.
Blaise storse la bocca e Theodore aprì appena gli occhi -E se li facessimo inseguire da un Troll?-
Daphne sbuffò -Vogliamo farli innamorare, non uccidere-
-Beh però devi ammettere che anche l'idea dei centauri era pericolosa!- disse Nott alzando le spalle.
-Almeno è servita a qualcosa- rispose la bionda spostandosi una ciocca di capelli dietro le orecchie.
-Certo! Tua sorella stava per morire!- esclamò indignato Blaise, mentre Tracey scoppiava a ridere.
-Davis ma mi spieghi cosa ci trovi di divertente?!- sbottò Nott irritato dal comportamento della migliore amica di Astoria.
-Siete davvero ottusi, scusate se ve lo dico- rispose la ragazza.
-Oh ma ti pare- mormorarono sarcastici i due Serpeverde.
-Quando avete usato i centauri Malfoy finalmente ha aperto quella testolina ossigenata e ha capito di non poter stare senza Ria, ha capito di essersene innamorato, cervelli di gallina, siete Serpeverde cavolo! Mi aspettavo un po' di reattività in più!- disse semplicemente Tracey facendo sghignazzare Daphne e ammutolire quei due scansafatiche.
-Ah beh ha ragione Cey- disse Fred mettendo un braccio intorno alle sue spalle, facendola sorridere e arrossire lievemente -Siete delle zucche vuote serpentelli, parola mia!- concluse George.
Blaise sospirò e disse:-Dato che fate tanto i geni del male, illuminateci fotocopie mezze sbiadite e illustrateci il vostro piano!-
I gemelli si scambiarono uno sguardo e velocemente tirarono fuori una valigia.
-Quello che vedete è l'ultimo ritrovato in fatto di scherzi- disse George con orgoglio nella voce -Esattamente George, questi sono prodotti marchio Weasley 100% - aggiunse Fred.
Blaise sorrise ammirato,così come Daphne e Tracey, ma Theodore diede un'occhiata scettica -Ma la Umbridge non li aveva banditi i vostri prodotti?-
I gemelli ghignarono -Ma naturalmente Theo caro, solo che noi la vediamo diversamente- dissero in coro.
Theodore lanciò loro ancora un'occhiata scettica, poi chiese:-Cosa intendete?-
-Per noi queste regole sono noiose- disse George -per questo abbiamo pensato- aggiunse Fred -di aprire un commercio clandestino dei nostri prodotti- disse ancora George per poi lanciare un'occhiata a Fred -E tutto questo nella massima discrezione e segretezza, senza che quella vecchia rospa in tulle rosa arrivi a romperci le scatole- conclusero in coro.
Tracey sorrise e incrociò lo sguardo di Fred, arrossendo un po' quando il ragazzo le fece l'occhiolino, e l'unica che se ne accorse fu Daphne che alzò appena le sopracciglia. 
-Per questo quello che vi stiamo proponendo è un vero affare- disse Fred tirando fuori delle scatole di Pasticche Vomitose.
-Prodotti di ottima qualità, che lasceranno i nostri piccioncini soli per un bel po'....basterà far prendere loro il nostro filtro d'amore e il gioco è fatto!- concluse George prendendo in mano una boccetta che fece sgranare gli occhi sognanti di Tracey e Daphne, ma che poi ripose con cura nella valigia per evitare problemi.
-Non vorrei sembrare un rompiscatole- disse Blaise.
-Se è per quello già lo sei- lo beffeggiò Thodore, ricevendo una gomitata sulle costole in cambio.
-Ma forse qualcosa potrebbe andare storto- continuò il ragazzo.
Tracey inclinò la testa di lato ed annuì -In effetti non hai tutti i torti Zabini...Per quanto io mi fido di Freddy e Georgie ho un po' di dubbi riguardo a questa pozione....-
George la interruppe :-Beh trovate voi un'idea migliore che non abbia prezzo come la nostra-
-...per questo ho un piano- riprese la ragazza senza minimamente curarsi dell'interruzione e ghignando furba.
Tracey cominciò a spiegare ciò che aveva in mente, e poco a poco tutti i presenti rimasero a bocca aperta per l'idea della ragazza; le sopracciglia di Blaise schizzarono in alto in un lampo di genio, Theodore aprì appena la bocca e Daphne e i gemelli sorrisero compiaciuti.
-Però!-esclamò ammirato Blaise-Chi lo avrebbe mai detto che la ragazza più timida che io abbia mai conosciuto avesse un'intelligenza così!-
-Più che intelligenza questo è spirito d'osservazione, bella trovata Tracey!- aggiunse colpito Theodore.
Tracey rise di gusto e si portò una ciocca di capelli dietro le orecchie -Beh, avevate la soluzione sotto il naso e non ve ne siete resi conto...So più cose di quanto immaginate-
-Posso immaginare- disse Blaise alzandosi in piedi.
Daphne prese la parola e salì sulla cattedra -Da questo momento il piano continua, sapete cosa fare...Speriamo solo che funzioni-.
Detto questo il gruppetto si congedò lasciando il corridoio deserto. O almeno così pareva, perché appena il campo fu libero, Draco uscì dal suo nascondiglio dietro la colonna. Blaise non sapeva mentire a lui, questo è sicuro, e quello che aveva sentito l'aveva stupito non poco...Non vedeva l'ora che il loro piano avesse inizio.
 

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Capitolo 13
*** Colloportus ***


La Umbridge quella settimana aveva dato il meglio di sé. O forse è più corretto dire il peggio.
Quelle maledette piume.
Quelle maledette punizioni.
Quei maledetti quadri.
Astoria non ce la faceva più. Tutte quelle regole la stavano facendo uscire di testa e per di più si sentiva stretta in una morsa da cui non sapeva liberarsi.
Aveva troppi pensieri: un vortice incontrollato di voci, di immagini, di colori. Stava per impazzire.
Lentamente Astoria percorreva il lungo corridoio che la separava dalle scale dei sotterranei: si muoveva lentamente, passo dopo passo, cercando di non pensare al dolore che provava in quel momento per la sua mano.
“Non dimenticare di essere purosangue”.
“Non dimenticare di essere purosangue”.
“Non dimenticare di essere purosangue”.
Quelle parole risuonavano nella mente di Astoria come una litania continua e fastidiosa e, soprattutto, le facevano male. Quel che è peggio è che tutto ciò è accaduto solo per aver difeso Dennis Canon dalle accuse della carissima preside sul fatto di essersi unito ad un’associazione clandestina.

“Astoria cara -le aveva detto squittendo la donna- tu non devi difendere questo studente. Ha la bocca per parlare, non ha bisogno di un difensore. Ricordati che sei una Purosangue ce i Purosangue non si mischiano con faccende che riguardano i Nati BabbanI, non credi? Che forse sarebbe meglio che Tu lo scrivessi? Così da imprimertelo nella mente? Una volta per tutte?”

Astoria rabbrividì.
Serpe odiosa. Donna spregevole.
C’era qualcosa negli occhi della Umbridge che la faceva tremare nel profondo. Le dava un senso di nausea e soprattutto la spaventava.
Astoria non si spaventava facilmente: era davvero difficile. Nemmeno da piccola, quando sua sorella Daphne le faceva degli scherzi, la giovane Greengrass sembrava impressionarsi.
Ma era fatta così. Aveva una corazza che nessuno riusciva a scalfire. Tranne la Umbridge: Lei ci stava riuscendo e piano piano la stava logorando.
Astoria camminava con la stessa alta, cercando di tirare indietro le lacrime che erano sull’orlo di uscire prepotenti.
Arrivò di fronte alla parete di pietra che celava l’entrata della sala comune di Serpeverde e con una smorfia pronunciò con difficoltà la parola d’ordine: -Purosangue-.
La giovane entrò all’interno della Sala Comune, che a suo parere stava diventando sempre più oscura, e rimase ferma sulla soglia, lasciando che la parete si richiudesse alle sue spalle e volgendo lo sguardo verso le tre persone sedute intorno ad una scacchiera.
Tracey osservava i pezzi degli scacchi con attenzione, mentre Theodore osservava lei, cercando di capire ed anticipare la mossa della bionda.
La giovane Devis alzò lo sguardo e incontrò gli occhi di Theodore. Gli sorrise e Nott fece lo stesso.
Si guardarono intensamente per un attimo che sembro infinito; poi Tracey inarcò un sopracciglio e sogghignò.
-Cavallo in D5- esclamò mentre l’ultimo pedone dell’amico veniva frantumato in mille pezzi dalla pedina appena mossa.
Nott strabuzzò gli occhi e Tracey appoggiò il gomito sul tavolino adagiando il mento sulla propria mano: -Scacco matto! -.
-No! - Theodore era stupefatto -Hai usato il Matto di Legal?!- esclamò sconsolato -mi hai distrutto-.
Blaise sogghignò ed appoggiò una mano sulla spalla dell’amico: -Beh Theo, non te la prendere, Tracey è imbattibile-.
-Ma non è giusto! Io ce l’avevo in pugno! - ribatté Nott sconsolato.
Tracey rise e si sporse verso il ragazzo: -Non fare il bambino Theodore, se vuoi ti posso insegnare a giocare- disse con fare ammiccante.
Theodore arrossì e incrociò le braccia stizzito -Maledetta Diavoletta- disse -non è che se hai vinto una partita allora sei magicamente la campionessa mondiale di scacchi dei maghi-.
-Amico- lo interruppe Blaise -non per infierire, ma è la settima partita che giocate oggi e Tracey le ha vinte tutte- aggiunse ridendo.
-Taci Zabini- rispose stizzito Nott -e per la cronaca questo si chiama infierire, capito? Che serpi! –
Tracey e Blaise scoppiarono a ridere fragorosamente per la faccia imbronciata dell’amico e Astoria, che aveva assistito alla scena più in là, sorrise.
Tutte le sue preoccupazioni si erano smaterializzate ed in quel momento si sentiva felice. I suoi amici non dovevano vederla crollare: erano la sua forza e soprattutto erano la cosa a cui teneva di più. Forse. Anche se in fondo sentiva che c’era qualcun altro che la teneva imprigionata.
-Ria! Finalmente! - esclamò Tracey accorgendosi dell’amica rimasta sulla porta -ma che ti è successo? - domando poi facendole cenno di sedersi accanto a lei.
Astoria si avvicinò e si accomodò sul tappeto incrociando le gambe. No, non avrebbe detto nulla dell’accaduto nell’ufficio della Umbridge. Come poteva? Tracey era una Nata Babbana e se quella donna lo avesse saputo? O forse già lo sapeva? No. Astoria non poteva permettere che succedesse qualcosa alla sua migliore amica. Mai. Per cui si limitò a roteare gli occhi ed alzare le spalle: -Piton- sospirò -mi sta addosso più del solito e stasera mi ha tenuta due ore nel suo ufficio a sistemare le foglie di Luparia- aggiunse.
Theodore e Blaise si scambiarono uno sguardo preoccupato, mentre Tracey credette alle parole dell’amica.
-Maledetto-commentò la bionda -spero che questa storia finisca presto, non è possibile che Piton trovi sempre il modo di umiliarti-.
-Finirà quando prenderò il mio Gufo in pozioni- disse risoluta la mora -almeno con “Accettabile” non avrò problemi e non seguirò più quella materia –
-Beh Ria non ti pare di esagerare? - chiese Tracey inarcando un sopracciglio.
-Che vorresti dire? - chiese l’altra.
-Che non ce la farai mai a prendere un accettabile in pozioni, al massimo un “Troll” - rise la bionda, suscitando l’ilarità dei due ragazzi e dell’amica che le diede man forte.
-Allora è così Devis? Mi stai sopravvalutando – aggiunse sghignazzando la mora - con la mia capacità di mettere insieme quelle brodaglie già è tanto se non faccio esplodere la scuola-.
I quattro amici risero ancora ma in quel momento i Caposcuola ordinarono di coricarsi.
L’ilarità svanì nel nulla e un’aria cupa si diffuse in tutta la sala comune. Tracey raccolse i pezzi degli scacchi e si avviò verso il dormitorio: -Ti aspetto di sopra Ria - le disse prima di sparire su per le scale.
Blaise si avviò in fretta ed Astoria si accinse a fare lo stesso ma venne bloccata dalla mano di Nott che le strinse il polso, impedendole di compiere ulteriori passi.
-Che cazzo stai combinando Astoria- le chiese preoccupato.
La ragazza si dimenò nella presa e riuscì a liberare la propria mano: -Non ho idea di cosa tu stia parlando Theodore- asserì alzando la testa in su.
-Mi riferisco alla Umbridge- aggiunse -e a questo - continuò severo prendendole la mano e rivelando la scritta ancora rossa incisa sul dorso.
-Io non so a che gioco stai giocando, ma devi stare più attenta Ria- le disse apprensivo.
Astoria tolse bruscamente la mano dalla presa di Nott e strinse i pugni: -Fatti gli affari tuoi Nott- sibilò.
-Ria sul serio. La Umbridge non scherza-.
-E quindi? Io cosa dovrei fare? Stare a guardare mentre dei ragazzi innocenti vengono torturati da quella megera? - disse con una fermezza e determinazione nella voce che quasi non le appartenevano -Non posso permetterlo -aggiunse ribollendo di rabbia.
Nott storse il naso -Non è così che puoi essere di aiuto a Tracey- le disse con cautela. Sapeva che stava cercando di proteggerla.
Astoria strinse ancora di più i pugni -Non osare Theo. Non ti devi permettere di dire nulla. Tanto meno a Tracey-.
L’espressione della ragazza si addolcì e il suo sguardo puntò quello di Nott: -Theo ti prego, non farne parola con lei-
Theodore osservo la piccola Greengrass e vide un’ombra sul suo viso. Un’ombra scura. Si tirò un passo indietro. Non avrebbe interferito, ma sapeva che Astoria si stava spegnendo.
-Ria per favore…- provò a dire il ragazzo.
-No Theodore per favore tu- rispose con urgenza la ragazza -Non dire niente. Né a Tracey, né a Daphne, né… a Draco- continuò, ma poi accorgendosi dell’ultimo nome pronunciato si morse la lingua e aggiunse -non voglio che abbia un altro motivo per tormentarmi-.
Quest’ultima richiesta fece sorridere internamente il ragazzo. In fondo le cose stavano andando secondo i piani. Non volle indagare ulteriormente, però: Astoria era già abbastanza provata e non voleva infierire.
-Te lo prometto-disse Nott -Ma tu devi evitare di cacciarti di nuovo nei guai-.
-Non te lo posso promettere, ma ti sarò per sempre riconoscente - disse sorridendo flebilmente Astoria. Prima che Theodore potesse ribattere la ragazzina, con un mezzo -triste- sorriso, gli aveva appoggiato la mano sul braccio e dopo aver bofonchiato un “è un piacere fare affari con te Nott” salì le scale, diretta verso la propria stanza.
-Che serpe velenosa- mormorò il ragazzo, prima di dirigersi verso il proprio dormitorio, incurante del ragazzo biondo che lo osservava dall’entrata della Sala Comune.
Malfoy storse il naso e segui Nott su per le scale. Non disse nulla di quello che aveva sentito e filò a letto senza proferire parola.
•••
-Greengrass? Ah, eccoti- disse la professoressa McGranitt andando incontro alla giovane Serpeverde.
Erano appena le otto di mattina e già si prospettava una lunghissima giornata.
Astoria stava salutando Fred e George davanti all’entrata della sala Grande e si voltò non appena sentì la voce della professoressa.
-Greengrass il professor Piton ha chiesto di te in Aula Pozioni-.
-Ma professoressa adesso ho Aritmanzia! Non posso saltare la lezione- protestò la mora.
-Il professor Piton ha insistito e richiede urgentemente la tua presenza- disse ancora la donna -manderà lui stesso una comunicazione alla professoresa Vector- aggiunse ancora.
La professoressa McGranitt quel giorno non aveva per niente una bella cera ed Astoria maledisse quella piaga della Umbridge: stava prosciugando qualunque cosa respirasse in quella scuola!
Astoria sbuffò e si scambiò un’occhiata con i gemelli.
-Dai Ria non buttarti giù - disse Fred.
-Potevi essere richiamata dalla Umbridge- aggiunse George.
Entrambi scoppiarono a ridere e la professoressa Mc Granitt li afferrò per un orecchio entrambi: -quanto a voi, Weasley, sbaglio o quest’anno avete i Gufo? - tuonò alla donna per poi cominciare una ramanzina nei confronti dei gemelli.
Astoria fece una risatina e a malincuore si avviò verso l’aula di pozioni.
Cercò di fare il più in fretta possibile per levarsi quella stupida materia di torno ed infatti arrivò rapidamente di fronte all’aula. Spalancò la porta e ciò che vide dentro la fece imprecare mentalmente: Severus Piton e Draco Malfoy.
-Greengrass non si usa più bussare? - disse mellifluo il professore.
La ragazza sbuffò sonoramente e in atteggiamento di sfida bussò con le nocche sulla porta aperta dell’Aula.
Malfoy sogghignò e Astoria lo fulminò con lo sguardo.
-Bene, vedo che non le bastano i compiti in più e le punizioni…-disse il docente, calcando sulla parola “punizioni” e facendo rabbrividire Astoria -…per imparare un po’ di educazione-concluse.
Astoria finse di non sentirlo: -Cosa ci fa Malfoy qua? - chiese irritata.
Piton in tutta risposta sogghignò: -Il signor Malfoy ha gentilmente accettato di farti ripetizioni di pozioni-.
-Deve essere uno scherzo- esclamò la ragazza facendo due passi avanti.
-No Greengrass, Malfoy è il Mio studente migliore, per cui mi aspetto miglioramenti- disse guardando il giovane impassibile.
Draco storse il naso: -Non si preoccupi professore, farò del mio meglio-.
-Me lo auguro- disse ancora Piton -le lezioni si terranno ogni settimana per un totale di due volte nei fine settimana, ma dato che oggi per colpa di Paciock abbiamo dovuto bloccare l’ebollizione del Decotto Dilatante abbiamo le postazioni disponibili, per cui inizierete le lezioni a partire da adesso-.
- Ma professore la professoressa Vector…-
-Non si preoccupi Greengrass, a questo ci penserò io- concluse Piton prima di lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle, lasciando Astoria sconcertata e Malfoy impassibile.
-Al lavoro Greengrass- le disse Draco con un sorrisetto divertito -non abbiamo tutto il giorno-.
Astoria sospirò: sarebbe stata una lunghissima giornata.
•••
-Malfoy? Ti ho fatto una domanda-.
Draco si riscosse dai suoi pensieri e si avvicinò al calderone, dove la brunetta stava lavorando: -Uhm? -
-Se hai finito di fissarmi come un pesce lesso che ne diresti di darmi una mano con questa roba? - chiese indicando con un cenno della mano il libro e gli ingredienti vari sparsi sul tavolo.
-Non ti stavo fissando- rispose Draco sulla difensiva, facendo ridacchiare Astoria: -No certo, se lo dici tu- disse la ragazzina -Ti vedo sai? Quando siamo in Sala Comune o in Sala Grande non fai altro che fissarmi-.
-Ti dà fastidio Greengrass? - chiese ghignando leggermente il ragazzo e avvicinando il volto a quello della ragazza facendo quasi sfiorare i loro nasi.
-Molto, gradirei che la smettessi...- rispose stizzita la ragazza, facendo appena sgranare gli occhi del biondino -Stai architettando qualcosa per caso? - domandò ancora la mora.
-Anche se fosse? - mormorò malizioso inclinando la testa di lato.
-Smettila- rispose spingendo via il petto dell'altro -non ho bisogno di altre rogne tra i piedi, basta già la Umbridge-.
Draco la guardò inclinando la testa di lato: -Che intendi dire? -.
Astoria gli lanciò un'occhiataccia e tornò alla pozione; girò stizzita la pagina del libro che le si trovava di fianco e prese delle Bacche di Vischio, accingendosi a buttarle all’interno del calderone rovente.
-Che stai facendo?! Fermati subito! - esclamò Draco prendendo il polso della ragazza e tirandolo via un po' troppo bruscamente da sopra la pozione.
Astoria si bloccò subito, osservando la stretta ferrea di Draco sul suo polso, e meravigliandosi di quanto quella mano calda su di sé fosse così familiare e protettiva in un certo senso. Astoria sorrise mentalmente.
-In questa pozione non ci sono le Bacche di Vischio! - disse scocciato il biondo -devi mettere quattro misurini di Zanne tritate nel calderone, poi devi riscaldare-.
La bruna sbuffò e fece come le era stato detto, successivamente, dopo aver finito la prima preparazione, si lasciò cadere sulla panca dietro di lei.
-Odio Pozioni-.
-Stai diventando monotona - le disse Draco sogghignando.
Astoria sbuffò e lo guardò male.
-Senti, finiamola qua per oggi- disse Astoria esasperata -ho bisogno di una doccia- aggiunse aprendo le braccia ed osservando i vestiti sporchi di chissà-quali ingredienti.
Draco inarcò un sopracciglio e Astoria lo fulminò nuovamente.
-Non passerai mai gli esami di Pozioni se continui così Greengrass. -
-Che te ne importa - ribatté la ragazza -puoi anche essere il cocco di Piton, ma stai pur certo che né tu, né lui avrete questa soddisfazione- aggiunse la ragazza enigmatica dirigendosi verso la porta della stanza. Allungò la mano verso la maniglia e la strinse, per poi tirare.
-Che tipo soddisfazione Greengrass? -domandò il biondo appoggiandosi alla cattedra, mentre osservava la ragazza armeggiare di fronte a lui con quella dannata porta di legno.
La ragazza rimase immobile e dopo qualche secondo provò questa volta a spingere la porta. A quel punto si immobilizzò. Draco dal canto suo la stava osservando con le sopracciglia aggrottate chiedendosi mentalmente se la giovane Greengrass avesse battuto la testa da qualche parte nei giorni precedenti: Astoria si comportava da un po’ in modo strano e quell’alone di mistero che la circondava non faceva altro che alimentare la curiosità e quel briciolo di apprensione che Draco, quasi inconsapevolmente, provava.
-Draco-
Malfoy si riscosse dai suoi pensieri quando sentì la ragazza chiamarlo in un soffio. Poi la osservò con espressione indecifrabile:-Greengrass?-
-Draco-
-Greengrass-
-Draco-
-Astoria- sbottò il ragazzo -ma si può sapere che ti prende? –
La ragazza si voltò con il panico dipinto sul volto: -La porta è bloccata- sussurrò.
-Cosa diavolo stai dicendo? - cercò di capire il ragazzo agitandosi.
-La…La porta è bloccata, Draco -mormorò la ragazza con la voce spezzata -non si apre-.
Draco spalancò gli occhi e il panico prese il sopravvento anche su di lui.
I due giovani Serpeverde si fissarono negli occhi per un lasso di tempo indefinibile: blu nel verde, verde nel blu.
Non mossero un muscolo e rimasero fermi l’uno davanti all’altro fino a che, in contemporanea, non si precipitarono contro la porta di legno, battendo con i pugni su di essa e chiedendo aiuto per uscire sa quella stramaledetta stanza.
 
Nel frattempo, fuori dalla aula di Pozioni Fred e Tracey si batterono il cinque soddisfatti del loro operato. Era stata proprio una bella idea quella di Tracey di stregare la stanza silenziandola e sigillandola temporaneamente.
A quel punto il piano era in corso e niente avrebbe potuto rovinarlo.
 

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Capitolo 14
*** Alohomora ***


-Aiuto! - urlò nuovamente Astoria.
-Greengrass smettila o ti prenderà un attacco di panico- disse Draco spazientito sedendosi sulla cattedra infondo all’aula.
-Malfoy siamo bloccati- disse voltandosi verso di lui.
In tutta risposta il biondo roteò gli occhi -Perspicace- commentò in tono neutro.
Astoria sembrò non accorgersi di ciò che aveva appena detto e continuò: -Bloccati- sussurrò -Siamo intrappolati in Aula Pozioni- aggiunse ancora stringendo i pugni.
-Senti Greengrass finiscila, hai capito? - la rimbeccò Draco stizzito -Siamo bloccati qua dentro e non ho intenzione di ascoltare i tuoi piagnistei-
Astoria parve non sentirlo. Draco scese dalla cattedra non appena vide il primo tremore scuotere il corpo della ragazza: -Asto…- non fece in tempo a terminare la frase che la ragazza tirò fuori la propria bacchetta e la puntò verso la porta. In men che non si dica la bruna cominciò a scagliare incantesimi a raffica: Schiantesimi, un semplice Alohomora e qualunque formula le passasse per la testa.
-Stupeficium! - pronunciò la ragazza, sotto lo sguardo attonito di Draco, il quale non l’aveva mai vista in quelle condizioni.
La giovane Greengrass ad un certo punto gettò la propria bacchetta di lato e cominciò a battere sulla porta con tutta la forza che aveva: -Apriti maledetta! - ordinò -Piton! Lo so che è opera sua! Aspetti solo che io riesca ad uscire da qui! - urlò nuovamente.
Draco era basito. Mai Astoria Greengrass aveva perso il suo contegno così tanto. Certo, per anni si era arrabbiata e aveva sempre ribattuto le prese in giro del biondo, ma questa volta Astoria sembrava fuori controllo: era irriconoscibile.
La mora cominciò a battere sulla porta ancora più forte e solo allora sentì un paio di braccia afferrarla e bloccarla: -Greengrass per l’amor di Merlino: ti devi calmare - disse il ragazzo trattenendola. La ragazza cominciò a divincolarsi dalla stretta del ragazzo, che in tutta risposta fece un passo indietro trascinandola lontano dalla porta.
 -Astoria per favore- sibilò il biondo -Calmati! -
Astoria continuò a dimenarsi e sembrò non curarsi minimamente delle parole del giovane: -Aprite questa stramaledetta porta! - urlò -Fatemi uscire! - continuò la giovane. Draco cercò di indietreggiare con la ragazza, ma era difficile.Accidenti se era forte la Greengrass!
A quel punto il biondo riuscì a girare Astoria nella sua stretta fino ad avere il suo petto contro il proprio; allentò la presa sulla giovane.
Malfoy abbassò la testa cercano lo sguardo di Astoria, cosa difficile dato che la giovane si stava muovendo disperatamente: -Ti dai una calmata o no? - disse. Non c’era rabbia o scherno nelle sue parole. Non c’era nemmeno irritazione. Sembrava quasi …compassione.
Astoria solo allora si accorse di quello che stava succedendo e alzò lo sguardo verso Draco con un’espressione indecifrabile. Poi cominciò a piangere. Draco rimase senza parole.
D’istinto il biondo mise una mano sulla testa della ragazza, la quale a sua volta si appoggiò al biondo, continuando a singhiozzare.
In altre occasioni Malfoy avrebbe avuto da lamentarsi e si sarebbe molto arrabbiato per la camicia stropicciata ed ormai rovinata, ma quella volta no. Si limitò ad aspettare che Astoria si calmasse, accarezzandole con movimenti lenti la schiena magra.
Troppo magra.
In effetti la Greengrass era dimagrita parecchio nell’ultimo periodo. Draco lo aveva notato durante le passeggiate ad Hogsmeade: la mora indossava sempre gli stessi abiti, però questi le cadevano più larghi del solito addosso. Anche durante le cene e i pranzi in Sala Grande c’era qualcosa che non andava, perché la ragazza giocherellava con la forchetta e mangiava si e no qualche boccone. Ed aveva un’aria triste. Sempre.
Draco si meravigliò di essere stato così attento nei confronti della ragazza: accidenti, non le era indifferente.
La giovane piano piano cominciò a calmarsi e il Serpeverde le mise le mani sulle spalle guardandola dritto negli occhi: si asciugò le lacrime con il dorso della mano e puntò il suo sguardo verde verso quello dell’altro. Draco vi si perse dentro e dovette usare tutta la forza di volontà del mondo per parlare: -Meglio? -.
Astoria sbatté un attimo le palpebre; fece un ultimo singhiozzo per poi sospirare, cercando di controllare il respiro : -Meglio. - confermo la ragazza con la voce spezzata.
Draco spostò le mani sulle braccia della giovane: -Adesso mi dici che ti è preso? -
Astoria abbassò gli occhi, ma Malfoy voleva arrivare fino in fondo alla faccia: -Astoria- cominciò -Per favore, mi dici cosa ti sta succedendo? Non ti riconosco più - concluse con un tono preoccupato.
Astoria inarcò un sopracciglio e alzò lo sguardo interrogativa.
-Come posso aiutarti se non mi dici cosa succede- incalzò ancora Draco.
Astoria strabuzzò gli occhi. Aiutarla? Veramente? Draco Malfoy? Tutto ciò era impossibile.
-Aiutarmi? - rise amaramente la ragazza -Tu mi vuoi aiutare?- continuò ridendo quasi isterica .
Draco era allibito. Era successo qualcosa. Ora ne era certo. Non aveva origliato tutta la conversazione della sera precedente con Nott, ma era certo che lei stesse nasconde o qualcosa.
-Si, aiutarti- sentenziò il ragazzo risoluto -Però mi devi dire cos’hai- aggiunse.
-Sei incredibile- disse arrabbiandosi la mora -cosa vuoi da me io ancora non riesco a capirlo-
-Devi solo dirmi quello che passa in quella tua testolina da Serpe-
-No- disse la ragazza incrociando le braccia.
-Fa come ti pare- sbottò Draco lasciandole le braccia e storcendo il naso.
-Sembrava troppo bello per essere vero- disse Astoria roteando gli occhi, mentre il biondo tornava a sedersi sulla cattedra.
Draco inarcò un sopracciglio e sogghignò- Cosa? Che io volessi aiutarti? Beh, perdonami se mi sono preoccupato-
Astoria non credeva alle sue orecchie: -Davvero? – domandò sospettosa al biondo.
-Si Astoria, davvero- continuò il giovane alzando le spalle -non mi sei indifferente e mi infastidisce il fatto che tu non mi stia degnando di attenzione da mesi-
Astoria fece un piccolo sorriso furbo: -Stai dicendo che ti importa qualcosa di me? -
-Forse- rispose il ragazzo liquidando il discorso con una scrollata di spalle.
Astoria non riusciva a credere alle sue orecchie: quindi Malfoy non era solo uno stronzo ipocrita! No! Pareva avere anche un cuore. Non che la cosa la sorprendesse, insomma già qualche tempo prima al Lago Nero aveva dato prova di non essere un figlio di papà al cento per cento, ma mai Astoria si sarebbe immaginata di sentire quelle parole uscire dalla bocca del biondo di sua spontanea volontà.

-Adesso mi dici che succede? – chiese ancora Malfoy.
Astoria si sedette sul banco da lavoro incrociando le gambe. Erano l’una di fronte all’altro. Poi scosse la testa: -Se te lo dico, tu non lo vai a raccontare in giro, vero?
Malfoy sogghignò: - Per chi mi hai preso? -
-Negli ultimi anni se ben ricordo non ti sei fatto molti scrupoli- disse acida la ragazza -o mi sbaglio?
Malfoy sbuffò e scese dalla cattedra e avvicinandosi: - Va bene Greengrass, d’accordo -
Astoria si morse un labbro scrutando un qualsiasi segno di astio nel volto dell’altro, ma non ne trovò alcuna traccia. Si limitò a sospirare: -Non è vero che Piton mi sta dando punizioni –
Draco la ascoltava fremente. Non è che la Greengrass aveva un amante? Per Merlino! Draco non ci voleva pensare minimamente. Se quel mascalzone l’avesse fatta soffrire lo avrebbe schiantato seduta stante.
-È la Umbridge a tenermi tutte le sere nel suo ufficio – concluse amaramente la giovane tirando su la manica della propria divisa fino a scoprire l’avambraccio. Draco inorridì quando vide il dorso della mano della ragazza: era così tanto scritto che la cicatrice sembrava quasi una chiazza informe.
-Merlino…- mormorò il giovane fissando la mano deturpata.
-Bene adesso lo sai. – sentenziò Astoria togliendo il proprio braccio dalla visuale del ragazzo e incrociandolo al petto con l’altro.
Draco non riusciva a capire, eppure Astoria era una studentessa modello. Certo, in pozioni non eccelleva (e Draco sapeva che i suoi scarsi risultati erano dovuti all’astio che provava nei confronti di Piton) ma era veramente la prima del suo anno.
Il giovane batté le palpebre ed espirò dal naso rumorosamente: -Perché? - domandò poi.
Astoria lo squadrò da capo a piedi e fece una smorfia, storcendo il naso:-Perché secondo lei mi sto dimenticando di essere Purosangue- sputò fuori disgustata -Babbanofila, mi definisce. Non accetta che una Nobile possa avere a cuore la feccia- aggiunse pronunciando l’ultima parola con una voce sibillina, molto simile quella dell’odiata professoressa.
La ragazza si alzò in piedi e voltò le spalle all’altro: - non lo tollera- disse neutra aprendo le braccia -né da una Greengrass, né da una Serpeverde-.
Malfoy inclinò la testa di lato e osservò la ragazza appoggiare una mano al banco da lavoro: - e vuoi sapere la cosa che più mi fa ridere? - continuò Astoria abbassando la testa con una risatina isterica -che infondo credo di meritarmelo- aggiunse, ridendo ancora – Sono così stupida da aver creduto di poter proteggere Tracey, ma la verità è che la Umbridge sa benissimo chi sono i Nati Babbani della scuola e io mi sono illusa di poter quantomeno distrarre quella megera da lei-
Si girò verso Draco e sogghignò osservandolo con gli occhi incavati: - Credo di stare impazzendo- gli disse – fa così male che non riesco a sentire nemmeno più il dolore- sospirò muovendo quasi impercettibilmente la mano tumefatta :– e quelle parole mi rimbombano in testa tutto il giorno; quella voce odiosa mi tiene sveglia di notte; è così ridondante, è macabra, mi sta tormentando e io non ho nemmeno più la forza di reagire- sospirò poi pesantemente:- è come se ormai mi facesse quasi piacere questa sofferenza, ma mi sta prosciugando le forze- rise amaramente.
Si avvicinò a Malfoy con passo leggero e lo fissò negli occhi: - Bene- sentenziò -adesso lo sai, spero che tu sia soddisfatto- aggiunse irritata, per poi sedersi a terra con la schiena appoggiata al muro della stanza.
Draco non aveva detto nulla. Era basito. In un primo momento era stato soddisfatto della confessione della ragazza, ma man mano che Astoria proseguiva con quel flusso di pensieri il biondo si sentiva quasi in colpa per averla forzata a raccontare. Una persona sola non poteva provare tutte quelle cose. Ma soprattutto: Astoria non poteva provare tutte quelle cose. Non era logico che le provasse. Era una Greengrass. Era la piccola Greengrass. La ragazzina che lo prendeva a parole; la Serpe più testarda e ambiziosa che avesse mai conosciuto; eppure lì di fronte a lui adesso c’era Astoria, una ragazza forte ma talmente tanto spaventata da non riuscire più a mantenere i nervi saldi; una ragazza che stava crescendo fin troppo in fretta. E Draco sapeva che in parte la colpa era sua.
Malfoy si riscosse dai suoi pensieri e si avvicinò alla ragazza sedendosi di fianco a lei. Stettero in silenzio per attimi che sembravano infiniti. Entrambi stavano guardando fisso di fronte a sé: Astoria giocherellando distrattamente con la collana che portava al collo; Draco passandosi il pollice sulle dita della mano.
Fu il biondo a rompere quell’atmosfera tesa: -Mi dispiace- disse.
Astoria non si voltò verso di lui ma si strinse nelle spalle con aria rassegnata: -So che concordi con lei, per cui non importa-
Draco inarcò un sopracciglio e la osservò con la coda dell’occhio: -Hai ragione- acconsentì - ma non è giusto che ti punisca-
Astoria si fece scappare un mezzo sorriso e arricciò il naso:-Mi fa sorridere questa tua apprensione-
Il biondo sogghignò continuando a seguire i movimenti dell’altra con la coda dell’occhio: -Non ti ci abituare-
-Non ne avrei mai avuto intenzione- affermò la giovane girando la testa leggermente verso di lui.
Entrambi finalmente si guardarono. Sorrisero.
Forse era veramente la prima volta che Malfoy non era così sgradevole, pensò Astoria. Eppure, ancora non la convinceva.
La ragazza si limitò a ricambiare lo sguardo del giovane ed in quel momento una parvenza di calma le attraversò il corpo. Quegli occhi avevano uno strano potere su di lei.
Dal canto suo Draco non poté fare a meno di osservare il cambiamento nel viso della ragazza: piano piano le gote cominciarono a riprendere il solito colore roseo e nei suoi occhi un piccolo barlume di vita cominciò a farsi strada. No. Assolutamente non le era indifferente.
-Quindi che cosa facciamo? – chiese d’un tratto la ragazza, interrompendo i pensieri dell’altro.
Draco tornò a guardare di fronte a sé scrollando le spalle: -Niente Greengrass- disse con ovvietà: -aspettiamo che l’incantesimo si sciolga-
Astoria spalancò gli occhi e si alzò di scatto i piedi piazzandosi di fronte a lui: -Che cosa? SEI STATO TU! – lo accusò con rabbia nella voce. Ci stava per cascare in pieno. Altro che compassione. Malfoy era sempre il solito stronzo approfittatore.
Draco ridacchiò e si alzò in piedi:-No cara – le disse saccente -sono stati quei molluschi doppiogiochisti dei nostri amici- la rese partecipe poi - li ho sentiti parlare qualche tempo fa di un piano per farci innamorare- disse poi virgolettando le ultime parole.
Astoria rise. Non poteva essere vero. Daphne era su sorella per Merlino. E Tracey…Tracey era la sua migliore amica! Da Blaise e Theodore c’era da aspettarsi qualche cretinata simile, ma mai avrebbe pensato Astoria fossero così ottusi. Oh no, se c’era Tracey di mezzo sicuramente ci avevano messo lo zampino anche i gemelli Weasley: - Tu scherzi- disse preoccupata la ragazza.
Draco alzò le spalle: - Affatto, è la verità – sentenziò alla fine.
-Maledette Serpi- bofonchiò la ragazza che ormai aveva perso le speranze. Daphne e Tracey avrebbero passato un bruttissimo quarto d’ora non appena fosse uscita da lì. O si, fortuna loro se Astoria non le avrebbe prese a schiantesimi in faccia.
-Non ti agitare- le disse il biondo – non avranno questa soddisfazione- aggiunse. Appena pronunciò quelle parole il cuore di Astoria sussultò. Inaspettatamente sembravano averla ferita.
- Quindi- continuò il ragazzo – dato che qua ci sono abbastanza libri da riempire l’intera Sala Comune dei Serpeverde, che ne dici se ci diamo da fare e troviamo qualcosa che possa aiutarci ad aprire questa stramaledetta porta?- le chiese ironicamente.
Astoria acconsentì con la testa e nonostante il vuoto che sentiva nel petto seguì il ragazzo: afferrarono entrambi un libro e cominciarono a sfogliarlo velocemente, sperando che almeno la biblioteca di Piton servisse a qualcosa.
•••
Tracey stava uscendo dall’aula di Aritmanzia, quando una voce richiamò la sua attenzione:-Devis!-
La ragazza si voltò verso Theodore che si apprestava verso di lei con un sorriso stampato in volto:
-Ottima mossa- le disse.
La bionda sorrise e si spostò un ciocca di capelli dietro l’orecchio :- sta andando tutto secondo i piani, non ci dovrebbe volere molto-
-Per fortuna che Piton ha questa predilezione per le punizioni verso Astoria- rise il ragazzo -altrimenti saremo ancora in alto mare-
Tracey rise di cuore e fece cenno al ragazzo di seguirla verso il porticato della scuola:- Hai ragione, però sono preoccupata per Ria- aggiunse la giovane con tono incerto.
Theodore aggrottò la fronte e capì dove voleva andare a parare la ragazza: - Cosa intendi dire? - chiese dandole corda.
Arrivarono di fronte al cortile interno e Tracey si sedette sul gradino della scalinata, lasciando cadere di fianco a sé la borsa con le pergamene, poi sospirò :- Avanti Theo- gli disse – Ria è sempre più strana…Non credo che sia Piton la causa del suo cambiamento-
Theodore si accovacciò accanto a lei e incrociò le braccia :- Beh, non credo che ci siano altri motivi, insomma Ria in pozioni non è una cima-
Tracey abbozzò un sorriso, ma poi storse il naso: - Lo so che ti ha detto qualcosa Nott- lo accusò.
Theodore in tutta risposta sogghignò :- E sentiamo: cosa te lo fa credere?-
La bionda si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio: - Lo vedo che di te si fida-
Nott inclinò la testa di lato non capendo: - E quindi? - domandò.
Tracey sbuffò infastidita e incrociò le braccia al petto:- E quindi- gli fece il verso lei, stizzendolo – Se si fida di te vuol dire che qualcosa ti avrà pur detto!-
Theodore sospirò :- Non c’è nulla da dire Cey- cercò di liquidarla il ragazzo – Astoria è preoccupata e sono affari suoi-.
-Non se lo dice a te e non a me! - sbottò infastidita la bionda.
Theodore rise di gusto :- Quindi fammi capire Devis- le disse – Sei gelosa del fatto che Astoria si confidi con me e non con te?-
Tracey arrossì e scosse una mano:- E anche se fosse? È la mia migliore amica! - esclamò – di cosa dovrebbe aver paura a raccontare le cose a me?-
Theodore la guardò comprensivo e le appoggiò una mano sulla spalla :- Tracey non voglio essere io a dirtelo- le disse incrociando il suo sguardo – parlane con Ria, sono sicuro che ti saprà dare tutte le risposte che cerchi-
Tracey roteò gli occhi e sbuffò: - Ma tu devi parlare sempre per enigmi Nott?-
Theodore rise e si alzò in piedi: - Scusa piccola, sono fatto così-
-Sempre il solito sbruffone- disse una voce divertita alle spalle dei due ragazzi.
Nott e Tracey si voltarono e la ragazza sorrise raggiante verso Fred Weasley che se ne stava appoggiato al muro osservandoli divertito.
Theodore roteò gli occhi e storse il naso: - Weasley vedo che le buone maniere per te sono un terra inesplorata- lo rimbeccò – non sai che è maleducazione interrompere una conversazione? -
Fred rise e si avvicinò a Tracey ignorando completamente il Serpeverde che in quel momento pareva veramente irritato.
Il Grifondoro porse una “caramella” a Tracey che arrossì visibilmente:- Consegna espresso per la serpe più carina della scuola- la adulò Fred cingendole le spalle con un braccio – Torrone sanguinolento per evitare una qualunque lezione noiosa della Umbridge-.
-Grazie Fred! Ti devo un favore- le disse sorridente. A Nott quella scena dette la nausea.
-Beh si, in effetti qualcosa per sdebitarti potesti fare- le disse grattandosi la testa imbarazzato. A Nott caddero le braccia. Ma Weasley ci stava provando con Tracey? Veramente? Merlino!
-Sono tutta orecchie- gli disse allegra.
-Ti va di venire ad Hogsmeade con me il prossimo weekend? - le chiese sorridendo.
Theodore per poco non svenne. Non poteva essere vero. Che disgusto. Il giovane Serpeverde per poco non cadde sul serio quando sentì la Davis cinguettare allegramente un “si”. Che scena da dimenticare.
-Ehm ehm-
I tre alzarono lo sguardo e un Blaise Zabini alquanto irritato li stava squadrando da capo a piedi:- Per quanto non mi dispiaccia interrompere questa scena abominevole e per quanto mi dispiaccia interrompere le elucubrazioni mentali di Theodore – accidenti amico datti un contegno- su Tracey- la ragazza in quel momento lanciò uno sguardo a Nott che aveva la mascella serrata e lo sguardo omicida indirizzato verso Blaise :- non avevamo un piano da seguire?-
-Merlino Zabini, sembri Daphne- commentò acido Nott.
-Chiudi il becco Theodore- rispose infastidito il Blaise incrociando le braccia al petto.
Tracey si alzò di scatto in piedi: - Ria! L’incantesimo si sta per spezzare! -
I quattro scattarono sull’attenti e si diressero a tutta velocità verso l’aula di pozioni: Tracey sperando che Astoria non fosse pronta a schiantarla; Theodore desiderando con tutto sé stesso di riuscire a cavarsela incolpando Zabini; Fred eccitato all’idea della baraonda a cui stava per assistere; Blaise pregando che Draco avesse almeno la decenza di lasciargli scrivere a sua madre una lettera di addio prima di ucciderlo brutalmente.
•••
Astoria era esausta. Draco cominciava ad irritarsi. Erano due ore che sfogliavano libri in cerca di una soluzione, ma ancora nessuno dei due aveva trovato qualcosa.
-Io mi arrendo- disse Malfoy chiudendo l’ennesimo tomo.
Astoria lo guardò e sospirò: - Tanto vale aspettare e sperare-.
-E io che mi stavo abituando alla tua compagnia Grengrass- la prese in giro il ragazzo.
-Io alla tua non mi abituerò mai- disse atona.
Draco roteò gli occhi e storse la bocca in una smorfia di disapprovazione: - Quanta gentilezza-
-Da che pulpito- lo rimbeccò fulminandolo con lo sguardo.
Nessuno dei due disse più nulla e Astoria continuò a sfogliare il libro che aveva davanti lentamente, mentre Draco la osservava.
-Davvero non ti sono indifferente?- gli chiese Astoria a bruciapelo, cogliendolo di sorpresa. Draco serrò la mascella: doveva pensare di più la prossima volta prima di parlare.
La ragazza si voltò verso di lui appoggiando il mento sul dorso della mano: - Draco? -
Malfoy tamburellò con le dita sul tavolo, poi batté il palmo della mano sul libro alzandosi. Tanto valeva essere sinceri a questo punto :- Che ti piaccia oppure no è vero- disse solamente.
La Serpeverde continuò a guardarlo come se qualcuno le avesse appena tirato uno schiaffo, poi continuò :- Secondo te è per questo che ci hanno chiusi qua?-
Draco inarcò un sopracciglio :- Sei veramente ottusa Greengrass- le disse sibilando – davvero credi che quei deficienti ci avrebbero chiusi qua dentro se non fosse stato palese che entrambi non ci stiamo indifferenti?-
-Tu mi sei indifferente- sentenziò la ragazza tornando a leggere il libro e storcendo il naso.
Malfoy si diresse a tutta velocità verso di lei e le chiuse il libro con uno scatto, facendola sobbalzare: - Ma che modi- lo rimbeccò.
-Non fare finta di nulla Astoria- le disse irritato -sai quanto me che questa cosa- disse gesticolando con le mani – riguarda sia te che me-.
Astoria si alzò in piedi sfidandolo: - E anche se fosse, perché a me dovrebbe importare qualcosa?-
-Merlino Greengrass, sei veramente impossibile- le disse Draco – sei così cocciuta-
-Cos’è la giornata degli insulti gratuiti?- lo provocò la ragazza. Draco non rispose. Si limitò a ricomporsi: tirò indietro le spalle e mise le mani nelle tasche dei pantaloni :- Va bene Astoria- si limitò a concedere : - fai come ti pare- concluse per poi avvicinarsi alla porta.
La ragazza prontamente lo raggiunse e lo afferrò per un braccio :- Ascoltami bene- disse con fermezza – Io e te non dobbiamo niente l’uno all’altra-.
Draco la afferrò prontamente per le spalle e la spinse verso la porta dell’aula :- Tu sei la mia rovina Astoria- le disse guardandola negli occhi.
La ragazza storse il naso e ricambiò lo sguardo : - Merito un premio allora se riesco a far vacillare l’integrità di draco Malfoy-. La ragazza sorrise e Draco ammorbidì lo sguardo: - Ascoltami Draco- disse nuovamente la giovane, questa volta con voce calma – Io non so cosa stia succedendo- ammise – però so cosa non voglio: sono stanca di questo astio- aggiunse e Draco allentò la presa sulle sue spalle: - mi fai imbestialire, sei l’unica persona che riesce a far uscire il peggio di me- gli disse abbozzando un sorriso – ma sono stanca di lottare contro un futuro che non ho potuto e non posso scegliere-.
Malfoy cominciò a far arretrare la ragazza, che si lasciò trasportare senza opporre resistenza, avvicinando i loro corpi. Draco sentiva il profumo di Astoria invadergli le narici e in quel momento desiderò poter fermare il tempo per prolungare qual momento.
-Sei più matura di quello che pensassi- le disse solamente Draco, appoggiandole una mano dietro il collo, mentre la ragazza chiudeva gli occhi per godersi quel tepore, avvicinandosi pericolosamente al viso di Draco:- Mi sottovaluti- rispose solamente la giovane.
Draco sorrise leggermente e avvicinò il suo viso a quello dell’altra: - Non avrai il futuro che ti sei sempre immaginata- sussurrò il ragazzo facendo rabbrividire la mora: - ma potrai scegliere dargli un’opportunità o meno-.
Astoria afferrò le braccia di Draco che si sporse in avanti verso il suo viso; fece un passo indietro trascinando il biondo con sé, ma prima che le loro labbra si toccassero la porta a cui era appena appoggiata Astoria si aprì di colpo e i due caddero sul pavimento del corridoio, sotto lo sguardo di quattro figure che li osservavano.
Draco si riscosse dalla caduta e aiutò Astoria ad alzarsi, poi, non appena si accorse dei due suoi amici Nott e Zabini li fulminò con lo sguardo. Blaise sentiva che sarebbe arrivata presto la sua ora e Nott sogghignò :-Ma che bel quadretto- disse il moro -Disturbiamo?- aggiunse Fred ridacchiando.
Draco a gran velocità afferrò le braccia dei due Serpeverde:- Adesso noi tre facciamo i conti- minacciò invelenito il ragazzo.
Zabini deglutì mentre Draco li trascinava via dal corridoio in tutta fretta, lanciando però un ultimo sguardo preoccupato ad Astoria che lo ricambiò inclinando all’insù un angolo della bocca.
-Ria tutto apposto? - chiese Tracey incerta se avvicinarsi o meno. Astoria la fulminò con lo sguardo e i due amici si pietrificarono:- Voi siete pazzi- disse puntando il dito contro i due, per poi battersi una mano sulla fronte.
-Sei tanto arrabbiata? - chiese quasi in un sussurro Tracey. Astoria scosse la testa e alzò le spalle :- Lascia stare- le disse prendendola sotto braccio e cercando di non entrare nell’argomento:- Però adesso io e te dobbiamo parlare Cey- aggiunse – Devo dirti una cosa importante- concluse.
Le due ragazze salutarono Fred e si diressero tutti e tre rispettivamente nelle proprie Sale Comuni. Era il momento di dire tutta la verità e Astoria lo sapeva: ciò che sperava era che questa non le si ritorcesse contro.

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Capitolo 15
*** Emendo ***


Tracey aprì gli occhi.

L'oscurità ancora riempiva la stanza. Comprensibile. Nel dormitorio era difficile rendersi conto delle ore che passavano: sempre così tetro. Sempre così oscuro.

Subito la ragazza si girò di fianco, trovando Ettore, il suo adorabile micetto, accoccolato sul comodino di fianco al baldacchino. Sorrise. Allungò una mano accarezzando il pelo morbido dell'animale e lo osservò drizzare le orecchie infastidito.

“Sempre il solito principino” pensò divertita, mentre il gatto scrollava la testa in sego di disappunto.

Tracey Davis non era solita alzarsi presto. Anzi, Tracey Devis non si alzava mai presto. La puntualità non era mai stata un sua dote e ormai tutti lo sapevano. La solita Tracey.

Se non fosse stato per un ticchettio insistente proveniente dalla porta della stanza la ragazza probabilmente avrebbe stato le lezioni quel giorno. Era troppo eccitata, non stava più nella pelle per quello che sarebbe accaduto quel pomeriggio.

Con calma la giovane si tolse le coperte e lanciò uno sguardo alle sue compagne di stanza ancora profondamente addormentate. Storse il naso, guardando Peregrine, con la testa sotto al cuscino e il suo gatto Isis accoccolato sulla sua schiena.

A dire la verità Tracey non aveva legato molto con lei, tanto meno con Leah. In effetti quando le capitava di pensare alle sue compagne di stanza non le veniva mai in mente quest'ultima. Troppo schiva nei suoi confronti. Peregrine invece era adorabile, solo che passava tutto il suo tempo con un gruppo di Corvonero e Grifondoro, per cui di rado la si vedeva nella Sala Comune a scambiare due chiacchiere con i propri compagni di Casa.

La ragazza spostò poi lo sguardo su Astoria: lei era la sua salvezza. La sua migliore amica. Non c'era giorno in cui le due non fossero insieme. Mai una volta. E Tracey ringraziava di non essere più sola come quando abitava ancora a NottingHill con i suoi genitori Babbani.

Astoria mugugnò nel sonno e Tracey arricciò il naso: quel ticchettio fastidioso non la smetteva.

Sbuffando si alzò dal letto e si infilò le pantofole, per poi dirigersi verso la porta della camera da letto.

La aprì.

-Alla buon'ora!- esclamò Theodore inarcando un angolo della bocca.

Tracey sorrise divertita e inclinò la testa :- Ma ti pare l'ora di bussare?-

Nott scosse le spalle :-Come se non fosse ora di colazione-

-Beh è risaputo che non sono un asso nella puntualità- lo rimbeccò la giovane.

-Potrebbe essere la volta buona che ci degnerai della tua presenza in Sala Grande- continuò il giovane appoggiandosi con una spalla allo stipite della porta.

-Non c'era bisogno di tanto disturbo- lo prese in giro Tracey.

Nott sorrise pacato :- Ho una buona ragione per averti svegliata- disse poi.

Tracey inarcò un sopracciglio :-E sarebbe-

Il ragazzo scosse la testa e allungò una mano verso le trecce della ragazza, disfatte dalla nottata, sfiorando la parte inferiore dei capelli :-Augurarti un buon compleanno Diavoletta-.

Tracey spalancò impercettibilmente gli occhi e sorrise incerta:- Non credevo di averti detto il giorno del mio compleanno-

-Hai una migliore amica molto ciacchierona-

Tracey scosse la testa “ Astoria, sei sempre la solita” pensò.

-Cosa prevede questo grande giorno?- domandò poi il giovane con espressione neutra.

Tracey arrossì e si grattò la testa imbarazzata dalla testa ai piedi Hogsmeade- mormorò solamente.

Theodore parve rabbuiarsi un attimo, e Tracey non capì.

-Quindi hai accettato sul serio l'invito di Weasley-.

La giovane si guardò i piedi imbarazzata :- in realtà si-.

Il giovane Nott asserì con la testa e si raddrizzò:- Ci vediamo in Sala Grande- disse poi prima di voltarsi e cominciare a scendere le scale.

-Theo- chiamò la giovane, e il ragazzo si voltò verso di lei :-Ti ringrazio- disse poi abbozzando un sorriso, ricambiato da un'inclinazione all'insù della bocca di Theodore, che si apprestò a scendere al piano inferiore.
***

-Bene ragazzi- disse la Pomona Sprite togliendosi i guanti da lavoro :- per domani voglio un rotolo di pergamena sulle Lumache Carnivore, con focus sul loro sviluppo-.

Gli studenti cominciarono a chiacchierare animatamente tra loro uscendo dalla Serra e ben presto questa si svuotò, fatta eccezione per Astoria, che rimase seduta al suo posto intenta a completare gli appunti della lezione. Tracey era corsa via e la Greengrass sapeva che l'amica avrebbe passato un bel pomriggio.

La Professoressa Sprite si avvicinò con un vaso di Mandragola e lo adagiò di fronte alla ragazza ridestandola dai suoi pensieri :- Signorina Greengrass vada pure- le disse sorridendo :- sono certa che il suo compito sarà uno dei migliori come sempre, non credo che qualche centimetro di pergamena in più cambi i suoi risultati eccellenti-

Astoria sorrise e appoggiò la penna sul banco da lavoro :- Mi scusi professoressa- disse imbarazzata - mi chiedevo se potesse aiutarmi-

La Sprite si impettì, orgogliosa della sua allieva e non esitò un secondo a risponderle :- Non esiti a chiedere, avanti-.

Astoria subito tirò fuori dallo zaino un enorme libro della biblioteca e lo aprì mostrandolo alla docente titubante :- Avrei bisogno di alcune informazioni a riguardo- disse :- potrebbe dirmi come procurarmi alcune di queste foglie?- aggiunse.

La donna guardò l’allieva con un sopracciglio inarcato e si mise a leggere la descrizione :- Beh, direi che è una pozione avanzata per la tua età- valutò -ma credo di riuscire a procurarti qualche foglia di Gomas Barbadensis- la rassicurò -anche se non vedo il motivo per creare una Tricopozione Lisciariccio- rise la donna.

Astoria scosse le spalle :- Oh no, non è per me - disse sorridendo :- è una sorpresa-

La professoressa Sprite scosse la testa :- Sempre più attenti al denaro questi giovani- commentò solare - ammetto però di apprezzare le creazioni casalinghe-.

Astoria rise, ma la conversazione venne interrotta dal cigolio della porta della Serra.

-Buon pomeriggio professoressa-.

-Ah Paciock!- trillò la donna aprendo le braccia -proprio te stavo aspettando, la signorina Greengrass è stata così gentile da intrattenermi-.

Astoria guardò Neville inclinando brevemente un angolo della bocca in alto e il Grifondoro le fece un cenno di saluto alzando la mano.

A quel punto Astoria sistemò le proprie pergamene nella borsa e si alzò in piedi, stringendo il libro tra le mani :- La ringrazio per il suo aiuto Professoressa-

La donna sorridente si sistemò il grembiule da lavoro :- Mi fa sempre molto pacere che i miei allievi si impegnino così tanto- le disse :- sono certa che il Signor Paciock sarà disponibile a reperirle il materiale da lei richiesto-.

Astoria guardò Neville che mugugnò qualcosa di incomprensibile e poi si rivolse alla Professoressa :- Certo Professoressa-.

La ragazza acconsentì con la testa e si congedò velocemente, in ritardo per la lezione di Cura delle Creature magiche.

***

Il Cortile di Hogwarts era colmo di studenti quel giorno, soprattutto perché erano le ultime giornate di tranquillità prima dei Gufo e dei Mago. Ovunque si potevano vedere studenti distesi sul manto d'erba a ridere e scherzare tra di loro; altri in piedi sotto il porticato; altri ancora di passaggio.

Faceva estremamente caldo e se non fosse stato per la presenza sempre più frequente in quel periodo di Sirene nel Lago Nero probabilmente tutti ne avrebbero approfittato per trovare refrigerio tra le acque.

Daphne e Pansy erano appena uscite dalla Sala Comune e chiacchierando tra loro si stavano dirigendo in Cortile; le due ridevano e parlavano animatamente, fino a che Blaise Zabini si accostò a loro, per poi afferrare il braccio della maggiore delle sorelle Greengrass e trascinarla verso il porticato.

La ragazza sbuffò sonoramente e inarcò un sopracciglio :- Sempre così delicato Zabini-.

Blaise si limitò a roteare gli occhi :- Ti devo parlare- le disse.

Daphne incrociò le braccia spazientita :- Cosa c’è di così urgente? Io e Pansy stavamo organizzando le vacanze estive-

-è proprio questo- esitò il ragazzo -Non credo che quest’anno sarà così facile-

Daphne storse il naso :- Che diavolo stai dicendo Blaise- chiese infastidita - Sarà come tutti gli anni-.

Zabini serrò la mascella e poi si decise a parlare :- Ho ricevuto una lettera- disse alla ragazza che ancora non sembrava capire - Da mia madre-.

La bionda alzò impercettibilmente le sopracciglia e cominciò a comprendere le parole del giovane :- Cosa c’era scritto?-

Il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio di pergamena e lo porse all’amica, che prontamente lo afferrò e cominciò a leggere:

I tempi stanno cambiando,

Massima discrezione.

A.Z.”

Daphne alzò lo sguardo verso Blaise e incrociò i suoi occhi preoccupata :- Spero vivamente che non sia quello che penso- mormorò

Blaise storse il naso:- Non avrebbe motivo di scrivermi una cosa del genere se le cose stessero andando bene-.

-Allora facciamo come dice-.

-E cioè?-

-Discrezione- disse la bionda alzando le spalle - e soprattutto non dire niente agli altri-.

La loro conversazione venne interrotta da Pansy, che spazientita si era avvicinata :- Zabini frena la libido- gli disse velenosa -Daphne e io abbiamo cose più importanti a cui pensare- concluse prendendo l’amica per mano e trascinandola con se in mezzo al cortile, per poi sedersi.

Blaise lanciò uno sguardo indecifrabile a Daphne e poi rientrò nel Castello a passo svelto.

-Sta diventando più insopportabile del solito - commentò acida Pansy - Che voleva?- chiese poi maliziosa.

Daphne sogghignò e si spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio :- Se posso fargli copiare i compiti di Erbologia-rispose.

Pansy sorrise furba :- Ma certo, “i compiti”- ridacchiò :- Sempre il solito imbranato, non capisco cosa ci trovi in lui Daph- aggiunse.

Daphne sorrise e scosse le spalle :- Il fascino del cane bastonato-

Entrambe scoppiarono a ridere.

Dal parco della scuola, nel frattempo, Astoria stava risalendo la collina, con il suo libro di pozioni in mano, intenta a leggere, incurante del gruppo di studenti che aveva appena scontrato. Questi la guardarono scocciati, lei non li degnò di uno sguardo, restando alla sua lettura.

Da quando sua sorella e gli altri Serpeverde avevano architettato quello scherzo erano passati tre mesi e le acque parevano essersi calmate: Astoria aveva chiarito con Tracey e da quel momento aveva cercato di tenersi il più lontano possibile dalla Umbridge: funzionò. E la sua migliore amica ringraziò che alla giovane Greengrass fosse rimasto un briciolo di buon senso.

Allo stesso tempo sua sorella si era beccata una sfuriata coi fiocchi, ma poco tempo dopo anche le due sorelle parvero riappacificarsi.

Ancora non credeva che i suoi amici avessero organizzato tutto quello; ripensandoci non provava rabbia, ma malinconia mista ad un’insolita pace.

Si era ritrovata spesso a pensare a Draco.

Pensava a lui, però non in modo romantico, bensì con tenerezza: ancora non si fidava di lui, però il fatto stesso che avesse parlato apertamente con lei le aveva dato una certezza, ossia che in fondo non era così stronzo come sembrava.

Era palese in fin dei conti che nemmeno lui le fosse così indifferente, ma non aveva energie per fare i conti con qualcosa di così grande.

Il destino fa brutti scherzi e inaspettatamente ad Astoria stava dando qualcosa che non avrebbe mai pensato di poter provare, soprattutto nei confronti di Draco. Nulla succede per caso, come le aveva detto una volta Theodore. Che fosse vero?

Astoria stava varcando la soglia del cortile, quando Daphne richiamò la sua attenzione.

-Ria!-

Astoria alzò gli occhi dal libro e appena vide la sorella sbracciarsi verso di lei sorrise; chiuse la lettura e si avvicinò alle due ragazze.

-Ciao- salutò la mora.

Pansy le fece cenno di sedersi di fianco a lei e non appena la raggiunse Daphne le chiese :- da quando sei diventata appassionata di pozioni?-

Astoria sorrise e mise il libro nella borsa :- In effetti non lo sono- ammise :- sto preparando una sorpresa-

Pansy e Daphne si guardarono furbe :- e per chi sarebbe?- chiese la prima curiosa.

-Forse per un certo biondino?- incalzò la seconda.

Astoria roteò gli occhi facendo ridere le due :- per vostra informazione è un regalo di compleanno- disse semplicemente :- e tanto per la cronaca il “certo biondino” mi sta dando una mano a prepararlo- ammise imbarazzata.

-Già che non vi prendete a schiantesimi è un risultato- disse Pansy scrollando le spalle.

Astoria fece una smorfia e alzò le spalle: - Il risultato è che i miei voti in pozioni sono davvero migliorati- disse poi tirando fuori nuovamente il libro e cominciando a sfogliarlo con interesse.

Le due si scambiarono uno sguardo e Daphne le mise una mano sulla spalla :- Quindi Draco si sta rivelando un bravo insegnante?-

La sorella ridacchiò e scosse la testa :- No- disse :- si sta rivelano solo più paziente di Piton-

Pansy sorrise e cercò di sbirciare che cosa ci fosse scritto di così interessante, ma la giovane Greengrass chiuse di scatto il libro suscitando l’irritazione della compagna :- Ma che modi!- esclamò la Pansy storcendo il naso.

-è una sorpresa Pansy- le disse con calma la mora -Questo vuol dire che non ho intenzione che voi due vi facciate sfuggire qualcosa-

Daphne sbuffò e Pansy alzò le spalle in segno di resa.

Era un mese che Astoria stava provando e riprovando a creare quella pozione , eppure ancora non riusciva a dare l’effetto sperato.

-Astoria!-

La giovane si voltò, seguita dalle altre due ragazze e fecero una smorfia di disgusto nel vedere Neville Paciock avvicinarsi correndo.

-Paciock- salutò la più piccola.

Il giovane impacciato cominciò a rovistare nelle sue tasche, per poi tirare fuori vittorioso un sacchetto di pelle :- Tieni- disse alla bruna porgendoglielo :- il tuo ingrediente speciale-

Pansy sbuffò e guardò male Neville :- Sei patetico Paciock- gli disse sprezzante:- Levati dai piedi-

Daphne continuò a tirargli delle occhiate omicide, mentre Astoria scosse la testa alla reazione quasi timorosa di Neville :- Non farci caso- gli disse :- ti ringrazio molto di averlo trovato- aggiunse prendendo il sacchetto.

Neville si grattò la testa imbarazzato:- non c’è di che, ma ricordati di lasciarlo nel sacchetto fino all’utilizzo, non deve prendere aria-

Astoria annuì e Paciock la salutò con un gesto della mano prima di tornare verso il castello.

-Ti prego Ria- le disse Pansy disgustata :- non dirmi che stai cominciando a fraternizzare con Paciock-

Astoria rise:- No ragazze siete fuori strada- disse :- mi ha solo fatto un piccolo favore- sorrise furba.

Le due compagne si guardarono e la piccola Greengrass si alzò in piedi.

-Dove vai?- chiese Daphne :- non resti a chiacchierare?-

Astoria scosse la testa e si mise la borsa in spalla:- Piton ha spostato l’orario di ripetizione-

Daphne inarcò un sopracciglio:- Si eh?-

Astoria le voltò le spalle :- Si, non vorrei arrivare tardi- continuò cominciando a camminare :- ci vediamo in Sala Comune- salutò Astoria le due ragazze.

Daphne sorrise sorniona e Pansy se ne accorse :- come mai quella faccia?-

La bionda la guardò eloquente: - le lezioni extra di Astoria sono nel week end- cominciò a dire mentre Pansy si aprì in un sorriso malizioso :- oggi è Lunedì e abbiamo Pozioni con i Tassorosso tra dieci minuti, l’aula è occupata- concluse.

***

Draco era seduto sul pavimento del bagno di Mirtilla Malcontenta. Aveva preso l’occorrente per improvvisare una lezione di pozioni : calderone, fiamma e mestolo. In più aveva trovato gli ultimi ingredienti, quindi poteva ritenersi soddisfatto. Ora mancava solo l’ultimo prezioso componente del puzzle: Astoria.

Non avevano più menzionato le loro conversazioni in Aula Pozioni. Draco non ne aveva voglia. Effettivamente, però, avevano sortito qualche effetto per entrambi: certo, continuavano a punzecchiarsi come avevano sempre fatto, ma non c’era vero astio nei loro toni. Era completamente sparito.

Draco continuava ad osservare Astoria per i corridoi e nella Sala Grande; era capitato anche di incrociare il suo sguardo di tanto in tanto. Lui fingeva di non accorgersene, ma appena entrava in una stanza lo sguardo di lei si spostava subito sulla sua figura. E questo non gli dispiaceva.

Era più pacifica con lui. Ma rimaneva sempre la solita serpe testarda: Astoria non aveva perso occasione di sfruttare la posizione di Prefetto di Draco per evitare di avere disturbi durante la preparazione di quella “sorpresa”; la stessa per la sua posizione di membro della Squadra di Inquisizione. Per quanto odiasse profondamente la Umbridge la ragazza sapeva come sfruttare la situazione a proprio vantaggio e Draco aveva acconsentito. In fondo non gli dispiaceva passare del tempo in più con lei.

La porta del bagno si aprì di scatto e Astoria scivolò dentro velocemente lasciando cadere la borsa ai suoi piedi.

Draco la osservò divertito:- Alla buon’ora Greengrass-

-Sarei arrivata puntuale se non fosse stato per Daphne e Pansy- spiegò :- mi hanno fermata in cortile-

Draco roteò gli occhi :- devi volere davvero bene alla Devis se per farle un regalo hai fuso tre calderoni di Piton-.

Astoria si avvicinò e e tirò fuori il sacchetto che le aveva dato Neville passandolo all’altro ragazzo:- Se avessi un migliore amico lo faresti anche tu-

Draco la guardò scettico:- io ho un migliore amico- le disse.

Astoria rise :- Chi , Blaise?- chiese :- ma se lo tratti come uno zerbino!-

Draco roteò nuovamente gli occhi. Certo che nonostante tutto quella ragazza era veramente faticosa come compagnia :- Abbiamo un rapporto particolare- concluse il ragazzo con un tono che non ammetteva repliche.

-Sei sempre il solito stronzo- lo prese in giro la giovane ; Draco abbozzò un mezzo sorriso :- Sei pesante Greengrass, sai?-

Astoria alzò le spalle:- Me ne farò una ragione-

Draco prese il libro dalla borsa della ragazza e cominciò a sfogliarlo , mentre Astoria si avvicinava al calderone :- Quanto manca?- chiese la giovane

Draco prese le foglie dentro il sacchetto e le porse alla giovane:- Abbiamo finito, manca solo l’ultimo ingrediente-

Astoria annuì e mise le foglie nel mortaio per triturarle finemente. Draco si appoggiò al lavandino di schiena:- Sei migliorata- le disse.

Astoria si passò la lingua sulle labbra secche concentrata :- Non montarti la testa, il mio problema è Piton-

Draco sogghignò :- Beh, non tutti possono avere un insegnante bello e seducente come me-

Astoria arrossì mentre continuava a triturare quelle foglie e questo fece sorridere Malfoy, che buttò indietro la testa soddisfatto.

-Non montarti la testa Malfoy- gli disse imbarazzata - sei solo fortunato che Piton ti adori, altrimenti mi avrebbe fatto fare queste lezioni in più con la Granger-.

Malfoy sbuffò :- Come ti pare, ma sta di fatto che in fin dei conti non mi pare tu sia così dispiaciuta di questi incontri-

La ragazza non rispose. Mostrò il mortaio al biondo :- Va bene così?

Il ragazzo annuì e l’altra versò il contenuto nel Calderone :- Tre giri in senso antiorario; un giro in senso orario; altri quattro in senso antiorario e per finire tre giri in senso orario- ripeté la ragazza le parole del libro.

Draco la guardò compiaciuto e Astoria sorrise quando si accorse di non aver bruciato nulla, o peggio fatto esplodere nulla.

-Bel lavoro Greengrass- le disse Draco porgendole una fiala :- Sono davvero un insegnante coi fiocchi- si auto adulò il ragazzo impettito.

Astoria scosse la testa e travasò il contenuto del Calderone nel contenitore di vetro :- Il solito pallone gonfiato-

Pronta. Finalmente Astoria era riuscita a creare una pozione senza sbagli. Guardò la fiale che aveva tra le mani e sorrise, mentre Draco con un gesto della bacchetta fece sparire tutto il materiale nella sua borsa.

-Bel lavoro- si complimentò il biondo incrociando le braccia -spera solo che funzioni-

Astoria sorrise e infilò la fiala in tasca, poi guardò il biondo :-No- asserì, lasciando confuso il giovane :- non sono dispiaciuta dei nostri incontri- continuò -Grazie dell’aiuto Draco- concluse. Prima che Draco potesse rispondere qualcosa ella si era già dileguata, lasciando solo ma con un sorrisetto soddisfatto stampato in faccia.

***

-Tanti auguri Cey!- esclamò Astoria appena entrò nella stanza. Tracey era seduta sul letto con Ettore, il suo gatto, adagiato sulle due gambe; l’amica stava leggendo un biglietto con un sorriso perso dipinto in volto.

La bionda alzò lo sguardo e sorrise all’amica :-Oh Ria grazie!- esclamò alzandosi epr Andre ad abbracciarla.

Astoria sorrise nell’abbraccio e le prese le mani tra le sue :- Ti ho fatto un regalo- le anticipò, poi andarono a sedersi sul letto della bionda e tirando fuori la fila che aveva in tasca :- Per te- le disse porgendogliela.

Tracey osservò il composto e spalancò gli occhi :- Ma Ria!- esclamò :- è la Tricopozione Lisciariccio! Come hai fatto a trovarla? È sempre sold out!-

Astoria sorrise e le strizzò l’occhio:- Ho avuto un piccolo aiuto- le disse.

Tracey l’abbracciò :- L’hai preparata tu vero?-

Astoria ricambiò l’abbraccio e sorrise :- Si!- le disse :- Ma senza l’aiuto di Draco credo che si sarebbe unita al novero dei calderoni che ho fatto esplodere-

-Draco?- la incalzò la ragazza staccandosi e inarcando un sopracciglio io divertita :- Da quando Malfoy è Draco?-

Astoria arrossì e Tracey rise di gusto :- Sta’ zitta Tracey-

-Puoi dirmelo se hai una cotta lo sai?- le ricordò la bionda.

Astoria sbuffò:- Non so nemmeno io cosa voglio, figuriamoci pensare ad avere una cotta, per Drac...Malfoy!- si corresse.

Tracey scosse la testa divertita ma non disse altro, mentre Astoria cambiò argomento :- Tu piuttosto- le disse furba la mora :- Come sta andando con Fred?-

Tracey se possibile sorrise ancora di più e si sedette a gambe incrociate sul letto prendendo in mano la lettera che stava leggendo prima che Astoria tornasse in camera :- Ria è così dolce con me!- le disse sognante - guarda!- le disse porgendo il foglio di pergamena.

Astoria lo afferrò e lesse le parole scritte sopra sorridendo: - MA è proprio una dichiarazione questa!-

Tracey scosse la testa :- non mi sembra ancora vero!-

-Ma Cey è una cosa stupenda- disse felice l'amica.

-Non avrei mai pensato di dirlo, ma grazie Ria-

Astoria inclinò la testa e la osservò :- Per cosa?-

Tracey alzò le spalle :- per essere la mia migliore amica-

La mora l'abbracciò :-Non avrei potuto scegliere qualcun altro-

Le due sciolsero l'abbraccio e scoppiarono a ridere.

Nessuna di loro avrebbe mai saputo dire quanto bene si fossero fatte a vicenda, eppure sapevano che in quei momenti, quando erano insieme, non c'era spazio per altro se non per la tranquillità. Non sapevano però che questo equilibrio era precario. Di li a poco qualcosa si sarebbe spezzato. E né Astoria, né Tracey avrebbero potuto evitarlo.

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Capitolo 16
*** Legilimens ***


Astoria guardò fuori dalla finestra della Biblioteca.

Era una giornata di sole e faceva veramente caldo. Forse troppo caldo, ma ormai le vacanze estive erano alle porte e gli ultimi esami stavano terminando.

La giovane Greengrass, infatti, era alle prese con Incantesimi, ma per la testa aveva tutto meno che la concentrazione per studiare.

Erano successe talmente tante cose in quegli ultimi mesi che la ragazza, a dire la verità, non ne era rimasta stupita più di tanto: Fred e George avevano lasciato la scuola, la Umbridge era stata sollevata dal suo incarico e il Signore Oscuro era tornato sul serio.

Non che Astoria avesse mai avuto dubbi: per quanto poco sentisse i suoi genitori, nell'ultimo anno le rare lettere che le indirizzavano erano molto più apprensive del solito. Ed era tutto un dire, considerato che i signori Greengrass continuavano ad avere un distaccato rapporto con le figlie.

No. La famiglia di Astoria, pur essendo strettamente conservatrice, non condivideva i metodi poco ortodossi che il Signore Oscuro e i Mangiamorte avevano utilizzato in passato.

Hyperion Greengrass, nonno di Astoria e Daphne, era emigrato in Francia già da molto tempo quando scoppiò la Prima Guerra Magica: aveva seguito i movimenti di Voldemort ed aveva previsto questa evenienza.

Infatti, quando il figlio volle tornare in Inghilterra, alla nascita della primogenita Daphne, si era opposto con tutte le sue forze, ma nulla era servito per impedirglielo.

E così i Greengrass erano tornati nella loro madrepatria, rischiando di essere intercettati dai seguaci di Voldemort. Certo era che non si sarebbero uniti a loro. Una tra le famiglie più facoltose tra le sacre ventotto era formata solo da disertori.

Sì, in passato il signor Greengrass era stato chiamato così, ma come biasimarlo: era indifferente a questi fatti.

Vero che la purezza del sangue era stato un caposaldo della loro famiglia da generazioni, ma erano comunque convinti che per preservarla bastasse tenere lontani i propri discendenti dalla feccia Babbana: finché gli stessi Babbani e Sanguemarcio non avessero interferito con il corso della vita di un singolo membro della famiglia Greengrass, allora non c'era motivo di esercitare tale crudeltà estrema.

Per questo il Signore e la Signora Greengrass avevano educato tanto severamente le figlie: Daphne era molto più conservatrice della sorella; Astoria era sempre stata difficile da educare alla maniera Purosangue, dato che aveva sempre detestato le sfarzosità e i modi fin troppo nobiliari che le venivano riservati.

Daphne, al contrario, fin da piccola aveva sempre adorato essere trattata come una principessa, soprattutto aveva sempre avuto un debole per il bello e il costoso. Non c'è da meravigliarsi che la bionda avesse sviluppato il suo caratterino tutto pepe.

La più piccola, invece, non sopportava queste rigidità e aveva sempre cercato ci distinguersi dalla sorella e dai genitori.

Astoria si scosse dai suoi pensieri, quando sentì picchiettare al vetro della finestra: un uccellino di carta fremeva per entrare. La ragazza sorrise incuriosita e aprì la finestra, lasciando che il curioso incantesimo alato si posasse sulla scrivania, aprendosi:

 

16.00 h. Giardino, sotto la Quercia.

Ho bisogno di parlarti.

D.M.

 

La ragazza sorrise e nascose il foglio dentro il libro di pozioni: Draco a volte era capace di sorprenderla. Sperava solo che stesse bene dopo le indagini che il Ministero aveva avviato nei confronti del padre, Lucius.

-Ebbene?-

Daphne le si parò davanti con i pugni sui fianchi :- Cos'era quello?-

Astoria sbuffò dal naso e chiuse di scatto il libro :- Niente che ti riguardi-.

-È da parte della mamma?- chiese cautamente la bionda.

Astoria scosse la testa :- Daph, se la mamma mi avesse scritto di sicuro avrei stracciato la pergamena-.

-Non dovesti essere così cattiva con loro- la ammonì la sorella.

-Non voglio essere cattiva, ma devi ammettere che non sono esattamente dei genitori affettuosi-.

Daphne ammutolì e si sedette di fianco alla sorella, la quale spostò il libro di pozioni affinché l'altra non potesse aprirlo :- Da parte di Draco?-.

-E se anche fosse?- chiese la mora assottigliando lo sguardo.

-Si vede che ti piace Ria- le disse abbozzando un sorriso :- quando c'è lui di mezzo non la smetti di sorridere-.

-Daph!- esclamò l'altra imporporandosi leggermente. La sorella rise e le mise una mano sul braccio.

-Solo...stai attenta Ria- le disse apprensiva.

Astoria inarcò un sopracciglio :- Disse quella che ha messo su il teatrino dei centauri, del Lago nero e dell'Aula di pozioni-

Daphne assottigliò lo sguardo ma si morse la lingua per non risponderle a tono :- intendo, attenta a Draco, a volte è uno stronzo patentato e non vorrei che ti facesse soffrire, ecco-.

Astoria storse il naso e roteò gli occhi :- So difendermi da sola- le disse :- e poi- cominciò aprendo riponendo il libro di Pozioni nella tracolla:- credo che in questi anni io abbia imparato a difendermi dalle persone arroganti, non credi?-

Daphne rimase in silenzio e osservò la sorella sistemare distrattamente il materiale scolastico.

-Voglio provare una cosa- le disse d'un tratto la giovane, destando l'attenzione della sorella :- è da un po' di tempo che sto studiando un argomento-

Daph le sorrise :-Di cosa si tratta?-. Almeno avrebbe potuto esserle utile in qualcosa.

-Ecco, vedi?- le passò un libro dalla enorme pila che aveva di fronte.

La sorella lesse il titolo, “Occlumanzia”, e strabuzzò gli occhi :- ma Ria, questa è materia da sesto anno, tu sei solo al terzo e nemmeno io ho mai provato-.

Astoria inclinò le labbra verso il basso :-Mi affascina conoscere come oscurare i pensieri, come mascherarli, come modificarli-.

-Capisco, ma a cosa ti serve?-.

Astoria scosse le spalle:- È affascinante… ma ho bisogno di qualcuno che mi aiuti-.

-E va bene sorellina, non sono poi così brava come legilimens, ma so produrre quell’incantesimo-le disse la bionda e l’altra le sorrise.

-Sei una falsa modesta Daph!- la accuso ridendo la più piccola :- sai leggere la mente molto bene quando vuoi-

Effettivamente la più grande non si era mai fatta scrupoli a utilizzare la sua abilità da Lgilimens con Blaise, per scoprire qualche bravata; o con Theodore per avere abbastanza materiale da rendergli la vita sentimentale difficile.

-Okay Ria te lo concedo…allora pronta- disse sfoderando la bacchetta -Legilimens-

La mente di Astoria era totalmente oscurata. Nemmeno il tempo di finire il movimento della bacchetta che questa volò via dalle mani della bionda.

Daphne era scioccata:-Ma come è possibile-

-È da un po’ di tempo che mi sto allenando in realtà- ammise Astoria sorridendo imbarazzata :- solo che volevo essere sicura-.

-Oh non è così Ria-le disse l’altra alzando le sopracciglia -tu sei un’ Occlumante-.

La più piccola abbassò lo sguardo, mentre l’altra si alzava in piedi :- Hai la mente perennemente oscurata-.

-Ne sono consapevole, ma fino a quest' anno non ho mai avuto problemi a nasconderlo-.

-La Umbridge ha provato a usare la legilimanzia con te? - chiese con orrore la sorella.

-Si- le disse -ma non so quanto questo schermo possa durare, per questo vorrei allenarmi-.

-Hai paura che qualcuno scopra i tuoi segreti sorellina?- la prese in giro sorridendo maliziosa.

-No, sciocca- rise l’altra :-ho solo paura che qualcuno possa entrare nella mia testa-.

-Non ne vedo il motivo, però se può farti dormire sonni tranquilli posso aiutarti- sorrise la bionda.

-Grazie Daph-.

-Peró Ria non capisco- le disse la sorella :-perché non me lo hai mai detto-

-Perché fino a qualche tempo fa non lo sapevo nemmeno io- ammise :- cioè, non sapevo che fossi un'Occlumante-.

-Cosa te lo ha fatto capire?-

-Credo di averlo capito quando Theodore ha provato a leggermi la mente- .

Daphne spalancò gli occhi :- e perché mai lo avrebbe fatto?- .

-Per via di Tracey- le spiegò.

Sì, quando Astoria aveva mentito spudoratamente sulle punizioni di Piton, Nott ci aveva provato a scoprire la verità. Ma non lo aveva fatto per lei, o meglio non lo aveva fatto solo perché era preoccupato per lei. Lo aveva fatto per sapere se Tracey stesse bene.

 

*Flashback*

 

-Che cazzo stai combinando Astoria- le chiese Nott preoccupato.

In quel momento la giovane Greengrass sentì un calore invadere il suo corpo. Un calore strano, quasi incantato.

-Non ho idea di cosa tu stia parlando Theodore- asserì alzando la testa in su.

Sentì quella sensazione avvolgente salire in alto, partendo dalle caviglie e risalendo piano piano verso verso il busto.

-Mi riferisco alla Umbridge- aggiunse -e a questo - continuò severo prendendole la mano e rivelando la scritta ancora rossa incisa sul dorso.

Il calore si arrestò quando le raggiunse le tempie e Astoria si sentì avvolta da una sensazione meravigliosamente familiare, ma ben presto una fredda stilettata le raggiunse la testa. E faceva dannatamente male.

-Io non so a che gioco stai giocando, ma devi stare più attenta Ria- le disse apprensivo.

Faceva così male che Astoria pensava le avrebbe trapassato la testa, ma non accadde.

La ragazza spinse via quell'abbraccio glaciale senza battere ciglio. Le era bastato solo pensare di non volerlo. Ma a quel punto qualcosa si fece strada nei suoi pensieri … Theo? Era stato lui a lanciare quella “cosa”?
Astoria tolse bruscamente la mano dalla presa di Nott e strinse i pugni: -Fatti gli affari tuoi Nott- sibilò.
-Ria sul serio. La Umbridge non scherza-.

Certo che era stato lui. Doveva solo capire che cosa fosse effettivamente successo. Anche se in effetti quella sensazione, quel calore... non erano una novità. Lo aveva già provato altre volte. Ma quel freddo glaciale così intenso... era qualcosa di nuovo.

-E quindi? Io cosa dovrei fare? Stare a guardare mentre dei ragazzi innocenti vengono torturati da quella megera? - disse con una fermezza e determinazione nella voce che quasi non le appartenevano -Non posso permetterlo -aggiunse ribollendo di rabbia.

Astoria doveva capire. Anche perché a quanto pareva Nott non demordeva e il calore cominciò di nuovo a propagarsi dentro il corpo di Astoria.

Nott storse il naso -Non è così che puoi essere di aiuto a Tracey- le disse con cautela. Sapeva che stava cercando di proteggerla.

La giovane Greengrass oscurò la propria mente. Era questo che Nott voleva. Voleva sapere di Tracey. E quindi con quell'incantesimo... che avesse voluto ottenere delle informazioni? No. Theodore non era così sciocco. Eppure qualcosa le diceva che il ragazzo aveva cercato di ottenere qualcosa. Dalla testa di Astoria. O meglio: dalla mente di Astoria.

L'incanto cessò di colpo. Theodore ammorbidì lo sguardo. Era esattamente come la ragazza stava cominciando a capire: Therodeore Nott aveva usato la Legilimanzia su di lei.

*fine Flashback*

 

-Pensi che voglia dire qualcosa?- chiese Daphne alquanto scioccata dal comportamento dell'amico.

Ria scosse le spalle:-A quanto pare Nott ha un istinto fin troppo protettivo nei confronti di Tracey-

Daphne sbuffò storcendo il naso :- e quindi che hai intenzione di fare?-.

La sorella storse la bocca -Non lo so, però vorrei che rimanesse tra di noi- le disse :- non vorrei avere problemi-.

-Promesso- le rispose la bionda abbozzando un sorriso :- in fondo potrebbe essere un'abilità utile-.

Sorrisero.

 

Draco si avviò verso il grande Giardino che circondava Hogwarts: non poteva credere che Potter avesse fato il nome di suo padre. Quel maledetto sfregiato gliel' avrebbe pagata cara e di sicuro non sarebbe stato piacevole. Lo odiava dal profondo del suo cuore.

A grandi passi raggiunse un albero e vi si sedette alla base, perdendosi a contemplare il panorama. Potter l'aveva combinata grossa. Draco non vedeva l'ora di prendersi la sua rivincita. La sua vendetta. A costo di rischaire il tutto per tutto.

-Sono in ritardo?-.

Una voce alle sue spalle lo colse di sorpresa e lo fece ridestare dai suoi pensieri. Sorrise appena, cercando di non farsi vedere.

-No-.

Astoria si sedette accanto a lui e si appoggiò con la schiena al tronco dell'albero :- Come ti senti?-

-Non sono affari tuoi- rispose l'altro storcendo il naso.

-Draco...-.

-No Astoria non ho intenzione di parlarne- disse freddamente, serrando poi la mascella.

-Sono solo preoccupata per te-.

-Beh non esserlo- le rispose voltando la testa verso di lei :- detesto la compassione-.

-Guarda che non è compassione, Malfoy- disse scuotendo la testa la giovane Greengrass :- Sono davvero preoccupata per te-.

Il biondo tirò la bocca in un sorriso :- Lascia stare, è meglio-.

Astoria sbuffò e incrociò le gambe, voltandosi completamente verso di lui :-Come ti pare-.

L'altro inarcò un sopracciglio:- Però- esclamò :- è raro che Astoria Greengrass molli la presa così facilmente-.

-So quanto sia difficile parlare con chi non te ne da la possibilità-.

-Beh Daphne non è così impossibile da affrontare, non ti pare?-.

-Non mi sto riferendo a lei- sbottò la ragazza.

-Deduco tu non ne voglia parlare- disse il ragazzo con un sorrisetto.

La ragazza lo fulminò con lo sguardo e il biondo sogghignò :-Molto divertente Malfoy-.

-Si sono uno spasso- confermò.

-Che egocentrico- lo prese in giro la mora.

-Cara, così mi lusinghi-

Astoria roteò gli occhi e scosse le spalle :-Quindi- cominciò :- se non mi hai chiesto di vederci per parlare di quello che è successo al Ministero, che cosa mi devi dire?-.

-Merlino, è imbarazzante come questa storia sia sulla bocca di tutti- commentò acido il ragazzo :- non ti ho chiesto di vederci per questo- continuò ammorbidendosi leggermente :- volevo passare del tempo con te-.

-Questa poi!- esclamò la ragazza, mentre il suo cuore perse un battito per la sorpresa.

-Sempre così diffidente- storse il naso il ragazzo, incurvando le labbra verso il basso.

-Scusa non intendevo questo- si difese la ragazza :- è solo che non mi sarei mai aspettata che tu me lo dicessi così apertamente-.

-Non sono così insensibile come credi-.

-Non ho mai pensato tu fossi insensibile, solo che tu fossi un grandissimo stronzo-.

-Touché- le concesse il ragazzo ridendo.

Una risata vera. Di cuore. Una risata leggera, che niente aveva a che vedere con le solite espressioni scociate o i sorrisi di sufficienza che il ragazzo sfoderava in ogni occasione.

I due rimasero ad osservarsi per un po', quando poi la giovane ruppe il silenzio :- Calderotti o Cioccorane?-.

-Cosa?- chiese confuso il biondo.

Astoria sbuffò :-Ho chiesto: Calderotti o Cioccorane? Quale ti piace di più?-.

Malfoy aggrottò la fronte confuso :-Stai dicendo sul serio?-.

-Sì Draco, sul serio- asserì la ragazza :- Io non conosco i tuoi gusti e tu non conosci i miei-.

-È ridicolo Ria- ribatté il biondo.

-E dai, che ti costa- lo pregò Astoria :- lo sanno tutti che i Calderotti sono molto più buoni- lo provocò la ragazza.

-Che mi tocca sentire- rispose Draco sollevando le sopracciglia :- non dire stupidaggini, le Cioccorane sono molto più buone-.

-Nah- continuò la ragazza storcendo il naso :- le Cioccorane sono divertenti solo per le figurine, il cioccolato è scadente-.

-Questa è una bugia bella e buona- commentò il ragazzo :- le Cioccorane sono buonissime-

-Preferisco i Calderotti-.

-Le tue papille gustative non funzionano bene allora- la prese in giro il giovane, facendola ridere :-Se la metti così allora... Ti dico che la Burrobirra è sopravvalutata-.

-Malfoy- lo avvertì :- questo non lo accetto: la Burrobirra è buonissima-.

Draco rise :- Vedi? Avevo ragione: le tue papille non funzionano-.

Astoria scoppiò a ridere e il ragazzo la seguì a ruota.

Erano così diversi, eppure si capivano alla perfezione.

-Perché è così facile parlare con te, Astoria?- chiese, dopo essersi ripreso Malfoy.

-Potrei farti la stessa domanda, sai?-.

-Non si risponde a una domanda con un'altra domanda-.

-Forse perché non siamo così diversi-.

-Beh detto da una che preferisce i Calderotti non so se posso crederci-.

La ragazza rise e gli lasciò un pugno leggero sulla spalla :- però hai ragione- asserì l'altro.

Astoria sorrise.

Draco aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse immediatamente. La giovane Greengrass, ovviamente, se ne accorse e non avrebbe di certo fatto cadere l'argomento :-Sputa il rospo Malfoy-.

-Sei veramente pesante- disse sbuffando l'altro.

-Sei tu che mi hai chiesto di vederci- gli ricordò la ragazza.

Draco sbuffò di nuovo e si spostò di fronte a lei :- E va bene Piccola Greengrass- disse :- Non ne abbiamo più parlato, ma quando ti ho detto di provare a dare una possibilità a...noi- Astoria perse un battito :- dicevo sul serio-.

La mora si ricordava bene del loro incontro in Aula pozioni e avrebbe voluto parlarne molte volte con lui, ma non ne aveva mai avuto il coraggio.

-Lo so- rispose la prontamente :- e credevo che fosse chiaro che per me vale lo stesso- concluse arrossendo leggermente, ma sorreggendo lo sguardo dell'altro.

Draco sorrise di rimando e stava per parlare ma l'altra lo precedette :- Però, Draco, voglio essere sincera con te- cominciò abbassando lo sguardo :- non so come gestire tutto questo - continuò giocherellando con l'erba del prato :- ho bisogno di tempo per capire, però mi piace passare del tempo con te-.

Il ragazzo annuì e le si avvicinò :- Nemmeno io so gestire tutto questo- ammise :- ma voglio dargli una possibilità-.

Astoria sorrise leggermente e alzò la testa per guardarlo negli occhi :- Va bene- acconsentì :- non mi sarei mai aspettata tutta questa intraprendenza da te-.

-Sento di aver bisogno che le cose escano dagli schemi- disse l'altro scrollando le spalle.

La ragazza annuì e si morse l'interno della guancia, poi arrossì lievemente :- Mi scriverai quest'estate?- chiese a bruciapelo.

Draco alzò le sopracciglia sorpreso :- Se ti fa piacere- rispose incerto. Non aveva di certo mandato molto lettere nella sua vita, ma forse Draco per questa volta avrebbe volentieri fatto un'eccezione.

-Non mi entusiasma tornare a casa lo sai- gli disse :- soprattutto passare le vacanze con i miei genitori- continuò :- una lettera amica mi fa sempre sorridere-.

Draco storse il naso :- E non ti scrive lettere la tua amica Sanguemarcio?-.

Astoria lo fulminò con lo sguardo :- I tuoi pregiudizi finiranno per distruggerti- lo ammonì :- se fossi più tollerante... No, nulla, fai finta che non ti abbia detto niente, sono parole al vento- disse tornando con la schiena all'albero.

Draco dal canto suo l'ascoltò impassibile e sbuffò con il naso scocciato.

-E comunque- riprese la ragazza guardando dritto di fronte a sé :– la mia amica Tracey- continuò calcando molto sul nome, e facendo storcere ancora di più il naso al ragazzo :- mi scrive, ma deve andare a Diagon Alley per farlo, non ha un gufo-.

Draco roteò gli occhi :- mi pare ovvio, visto che i suoi genitori sono Babbani-.

La ragazza girò la testa di scatto furente :- Ma che problemi hai Malfoy!- sbottò :- ti è tanto difficile avere rispetto per le persone?-.

Il biondo la guardò male :- Senti Astoria, tu puoi fare quello che ti pare, essere amica con chi ti pare, non mi riguarda, ma non tirare in mezzo affari di cui non sai nulla-

-Come prego?- gli disse scioccata.

-Ho detto che non ti devi immischiare in affari che non ti riguardano-.

-Sei veramente uno stronzo Malfoy- gli disse arrabbiata :- tu pensi di sapere tutto vero?-

Draco le puntò un dito contro :- Beh, mi pare che tu sia abbastanza ingenua da dare confidenza a quei luridi Traditori del loro Sangue per non accorgerti del degrado che stanno portando in mezzo a noi maghi Purosangue-.

-Ah quindi è questo il problema- disse sarcastica :- Ti importa solo del tuo fantomatico Sangue puro-.

-Io credo che nessuno possa imparare le arti magiche a meno che non abbia già avuto a che fare con la magia in famiglia- sibilò assottigliando lo sguardo il biondo.

La ragazza strinse i pugni :- Sei tu che lo credi o i tuoi genitori sono talmente tanto fanatici di Tu-Sai-Chi da averti fatto un bel lavaggio del cervello?- sputò fuori di getto.

-Ritira subito quello che hai detto- mormorò il ragazzo, scuro in volto.

-No- rispose :- Non ritiro proprio nulla- concluse alzandosi in piedi.

-Non ti devi permettere di parlare così della mia famiglia- le disse infuriato, alzandosi a sua volta in piedi.

-E tu non ti devi permettere di classificare le persone in base a una stupida ideologia razzista come quella del sangue puro- lo sfidò.

-Sei solo una ragazzina, Greengrass, cosa ne vuoi sapere tu-.

-So che non è giusto- disse stringendo i pugni la mora.

-Beh, ben venuta nella vita reale- la canzonò il biondo.

Astoria strinse talmente tanto forte le mani a pugno da cominciare a tremare dalla rabbia, per cui si voltò :- Speravo non fosse vero- disse sbuffando :- Invece, è solo questione di tempo prima che tu diventi come tuo padre-.

Draco fece uno scatto in avanti e le afferrò il polso, stringendolo e facendola voltare bruscamente :- Non osare parlare di mio padre-.

La ragazza per la prima volta ebbe paura di lui. Aveva gli occhi ridotti a fessure e le guance rosse dalla rabbia. Inoltre le stava stringendo il polso forte. Troppo forte.

-Mi stai facendo male- mormorò la ragazza divincolandosi :-Draco, lasciami-.

-Tu non hai idea di come ci si senta Astoria- le disse senza emozione nella voce :- Sei esattamente come loro-.

Astoria sapeva benissimo a chi si riferiva. Traditori del loro Sangue. Ebbene, lei avrebbe mille volte preferito essere come Fred e George piuttosto che come Draco. Ma quella reazione del ragazzo era stata talmente tanto improvvisa da averla lasciata impietrita.

Draco strinse ancora di più il polso della ragazza, inconsapevolmente. Era fuori di sé dalla rabbia.

-Malfoy lasciami!- strillò poi la ragazza.

Draco come risvegliatosi da una trance sbatté le palpebre. Orripilato, si accorse di aver afferrato la ragazza troppo forte. Di scatto staccò la mano da lei, ma uno schiaffo sonoro in quel preciso istante gli bruciò una guancia.

Il biondo sbatté le palpebre incredulo di nuovo. Guardò di fronte a sé e vide Daphne con ancora la mano alzata, dietro di lei Blaise.

-Fuori dai piedi biondino- sibilò la ragazza.

Astoria si voltò, dando le spalle a Draco, che la guardava con una stretta allo stomaco :-Ci vediamo in Sala Comune- sibilò la giovane, prima di sparire a grandi passi verso il castello.

-Ria... - sussurrò il ragazzo. Una fitta gli trapassò il cuore. Non poteva essere successo davvero. Non poteva aver fatto quello a Astoria. La sua Astoria.

-Ria un corno!- sbraitò Daphne prendendolo per il bavero della camicia :- Azzardati ad avvicinarti ancora a lei e io ti Crucio- lo minacciò stringendo i denti.

Blaise mise una mano sulla spalla della ragazza :- Daph, lascialo- le disse calmo.

Lei lo fulminò con lo sguardo :- Zitto Zabini-

Draco dal canto suo era ancora scioccato. Un po' per il bruciore del poderoso schiaffo dell'amica, un po' per la delusione e la rabbia che aveva letto negli occhi di Astoria.

Forse si stava veramente trasformando in qualcosa di orribile. Ma non avrebbe cambiato idea. Astoria non sapeva quello che era meglio per lui. Era solo questione di tempo e anche lei avrebbe capito l'importanza della missione del Signore Oscuro. Però era certo di averla combinata grossa.

-Daph, lascialo stare- continuò Zabini tirando Draco per un braccio :- Sei un coglione- gli disse scuotendolo :- vedi di far scendere questa rabbia o questa ti ucciderà prima che lo faccia Daphne-.

Draco lo guardò, poi guardò Daphne, che lo incenerì con lo sguardo :- Lasciatemi in pace- borbottò scostando l'amico con una spallata e risalendo verso il castello con ampie falcate.

Daphne si scambiò uno sguardo preoccupato con Blaise:- È solo l'inizio vero?- chiese la bionda preoccupata.

Blaise si strinse nelle spalle :-Se è l'inizio spero solo che Astoria sia abbastanza forte da stargli vicina-.

 

Salve a tutti! È passato un po' dall'ultimo aggiornamento e mi scuso, ma la sessione estiva non ne ha per nessuno. Capitolo più lungo del solito, ma è solo l'inizio. Come sempre spero che vi sia piaciuto! Kisses

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Capitolo 17
*** Reparo ***


Cara Astoria,

Come stai passando le tue vacanze in Francia?

Spero che tu stia bene, non ho tue notizie da un po' di tempo,

mi manchi molto!

Quest'anno al campo estivo sono diventata una aiuto-coordinatrice:

è faticoso stare dietro ai bambini, ma mi sto divertendo un sacco!

Facciamo un sacco di cose sai?

La settimana scorsa siamo stati in campeggio, è stato stupendo!

Abbiamo montato le tende, fatto escursioni per il bosco,

siamo andati in canoa e abbiamo insegnato ai più piccoli a tirare con l'arco!

È stato splendido!

Sono anche riuscita a trovare del Dittamo per il compito di Erbologia!

Sono sicura che potrebbe piacere anche a te il Campo estivo, Ria!

Dormire in tenda, accendere il falò, cantare canzoni, esplorare il bosco...

un giorno mi piacerebbe che tu ci venissi con me!

Magari la prossima estate riusciamo ad organizzarci!

Non vedo l'ora di farti conoscere i miei genitori!

Oh Ria, non vedo l'ora di rivederti!

Ah! Quasi mi dimenticavo, Fred e George stanno alla grande!

Il negozio va a gonfie vele e ci aspettano presto per andarli a trovare!

Non sto più nella pelle!

Dammi un segno di vita amica mia!

Tracey

P.S. E Draco? Mi hai difesa per l'ennesima volta

e per colpa mia si è incasinato tutto.

Vorrei poter rimediare in qualche modo, perdonami.

 

 


 

Cara Tracey,

mi manchi molto anche tu.

Vorrei tu fossi qui con me: la Francia è splendida,

ma passare le vacanze estive con la mia famiglia non fa che rattristarmi sempre di più.

A volte vorrei essere capita da loro.

Ovviamente è una richiesta sconveniente per una Greengrass, per cui non c'è pace.

Passo le mie giornate con Venus nella mia stanza.

Non mi piace scendere sulla costa da quando mio nonno non c'è più. È malinconico.

Leggo molto e mi sono portata avanti con i compiti,

manca solo il saggio di Storia della Magia e poi mi posso ritenere soddisfatta.

Secondo mia sorella dovrei uscire di più e godermi la vacanza, ma non ci riesco.

A volte prova a coinvolgermi in una delle sue passeggiate serali

con gli Elfi Domestici di mia nonna Erys,

ma non mi entusiasma per nulla sentirla lamentare tutto il tempo di Blaise:

Merlino solo sa come sia possibile che ancora stiano insieme.

Però ci prova a tirarmi sul morale.

Mi rattrista molto vedere Daphne così in apprensione per me,

ma non posso farci nulla: lei è come gli altri.

In tutto questo ho anche una notizia stupenda!

L'altro giorno stavo andando in biblioteca per cercare della pergamena.

La porta dello studio di mio nonno non era chiusa e dall'interno ho sentito delle voci.

Mi sono avvicinata per controllare e , Tracey, tu non ci potrai mai credere:

i miei genitori stavano discutendo con il Ministro Scrimgeour via camino.

Non sono riuscita a cogliere tutto quello che si sono detti,

ma da quello che ho capito saranno trasferiti in Francia per il Ministero!

Oh Tracey questa notizia mi ha rallegrata un sacco!

Vuol dire che potrò restare ad Hogwarts tutto l'anno e non vederli per un po'!

Non sai come sono contenta!

Spero solo di non aver capito male,

perché in caso contrario potrebbe crollarmi il mondo addosso.

Per il resto, amica mia, sono molto malinconica.

Raccontami qualcos'altro del campo estivo!

Sembra davvero divertente! Adorerei passare le mie estati lì con te!

Dammi buone notizie amica mia,

Astoria

P.S. Tracey, tu non hai colpe per quello che è successo con Malfoy.

Non ne voglio parlare, perdonami.

Però tu non ti devi sentire in colpa.

Mai. Non hai colpe in questa situazione. Non devi neanche pensarlo.


 

***


 

Blaise era in piedi all'angolo della strada che divideva Nocturn Alley da Diagon Alley. Odiava quando Daphne lo faceva aspettare così tanto. Soprattutto quando era lei ad aver organizzato l'appuntamento.

Quando la chioma bionda della ragazza fece capolino dalla porta di Borgin & Burkes sorrise, poi le si avvicinò :- Sei in ritardo- constatò.

La ragazza roteò gli occhi, scrollandosi di dosso la polvere :- Beh scusa tanto, ma Astoria non mi lasciava andare-.

Il moro sogghignò e le si avvicinò scoccandole un bacio sulle labbra :- Mi sei mancata-.

-Vacci piano Zabini- lo ammonì la bionda :- Lo sai che detesto queste cose in pubblico-.

-Che donna- esclamò il ragazzo cingendole la vita con le braccia e facendola sorridere.

-Quanto sei melenso- lo prese in giro Daphne :- Però devo dire che la tua assenza si è fatta sentire molto-.

-Mi rincuori- rise il ragazzo.

Per chi non li avesse conosciuti bene quei due potevano essere tutto tranne che una coppia. Avevano un rapporto particolare: litigavano spesso e la maggior parte delle volte non si parlavano per più di una settimana Certo era che Daphne non si sarebbe mai lasciata sfuggire il suo uomo.

-Portami ancora al Paiolo Magico e potrei non rispondere più di me- lo avvertì inarcando un sopracciglio.

Blaise scosse la testa :- Oh no, non ti sto portando lì- le disse :- Ho pensato a qualcosa di meglio-

-Vedi di non fare scherzi Zabini- lo ammonì storcendo il naso la ragazza.

Blaise scosse la testa con un sorrisetto, poi si spostò di lato e con un braccio fece cenno alla ragazza :- Dopo di te- lasciando che l'altra lo superasse e entrasse nuovamente nel negozio di Borgin & Burkes.

Il negozio metteva i brividi, ma i due non prestarono molta attenzione ai manufatti ivi esposti. Velocemente si infilarono nel camino e Blaise, munito di Metropolvere, cinse le spalle della bionda, prima di pronunciare chiaramente un “I Tre Manici di Scopa”.

Fiamme verdi si levarono e in un attimo i due si ritrovarono nel pub di Madama Rosmerta, stranamente meno affollato del solito.

-È un miglioramento, Zabini, non c'è dubbio- disse sarcastica Daphne.

Blaise, dal canto suo, alzò semplicemente le spalle e si fece strada fino a un tavolino appartato, vicino alla finestra. Spostò una sedia, facendo sì che la compagna potesse accomodarsi; poi le si sedette di fronte.

-Ma che cavaliere- disse divertita la bionda :- Hai affinato le tue buone maniere-.

-Solo perché in pubblico non elargisco affetto, non vuol dire che sia un troglodita- rispose inarcando un lato della bocca. Entrambi si sciolsero in una risata e la ragazza fece scivolare la propria mano su quella dell'altro.

Madama Rosmerta, in men che non si dica, prese il loro ordine e , con un colpo di bacchetta, due boccali stracolmi di Burrobirra si adagiarono di fronte ai due ragazzi.

-Come sono andate le vacanze estive?- chiese il moro.

Daphne bevve un sorso della bevanda e sospirò :- Una vera e propria tragedia- gli disse :- Astoria è inconsolabile-.

Blaise inarcò un sopracciglio :-Per via della litigata con Draco?-.

La bionda scosse la testa :- Blaise - rispose con un sorrisetto :- Malfoy le ha scritto una lettera-.

-Draco Malfoy le ha scritto una lettera?- chiese strabuzzando gli occhi l'altro.

-Ci puoi giurare- confermò la compagna.

-E quindi quale sarebbe il problema di tua sorella? Non capisco-.

Daphne roteò gli occhi e sbuffò :- Sei proprio ottuso. Astoria è rimasta molto male del suo comportamento, è delusa: aveva appena cominciato a fidarsi di lui e si è spezzata la magia-.

-Beh è Draco, dille di farsela passare- rispose con ovvietà il moro.

Daphne gli diede uno scappellotto :- Sei veramente insensibile- gli disse :- Ma non lo capisci che Ria è innamorata persa di Draco?-

-Daph, amore mio, sono quattro anni che andiamo avanti cercando di far avvicinare qui due rimbambiti, ti pare che adesso che Astoria si è svegliata deve farsi tutti questi problemi?-

-Ma è solo una bambina!- esclamò battendo il pugno sul tavolo :- Malfoy non ha il diritto di illuderla così-

Blaise rise :- Daphne- cominciò :- Ha quattordici anni- le disse :- Non può rimanere piccola per sempre e tu non puoi continuare a trattarla come una poppante-.

-Ma è mia sorella!- esclamò con voce lamentosa l'altra, insistendo.

-Lascia che cresca, non puoi tenerla sotto la tua ala protettiva per sempre- le ricordò il ragazzo.

-Mi sto solo preoccupando per lei- disse arricciando il naso Daphne :-Sono sua sorella, per Merlino!-.

-E questo va bene, ma non cercare di aiutarla, deve sbagliare- concluse Blaise alzando le spalle.

-Dio Zabini sembri mia nonna Erys- sospirò :- speravo che almeno in Francia avrebbe trovato un po' di tranquillità, ma niente da fare-.

-Beh non è un segreto che ad Astoria non piaccia passare del tempo in famiglia-.

-Non è nemmeno un segreto che le piaccia andare in giro a ficcare il naso dappertutto, ma a quanto pare ha deciso che per questa volta si sarebbe chiusa due mesi interi in camera-.

-Malfoy non può farle quell'effetto- esclamò ridendo il ragazzo, beccandosi un'occhiataccia dalla bionda.

-Infatti non è solo Malfoy- gli disse l'altra abbassando lo sguardo e giocherellando con il bracciale che portava al polso.

-E allora?-.

-C'è stata un piccola discussione- disse l'altra abbassando la testa :-Tra mia madre e Astoria-.

Blaise si accomodò meglio sulla sedia e incrociò le braccia sul tavolo. Daphne storse il naso e bevve un altro sorso di Burrobirra.


 


 

*Flashback*

Astoria e Daphne erano in soggiorno. La prima seduta a gambe incrociate sul divano, mentre accarezzava la sua adorata Venus; la seconda in piedi, con le braccia incrociate e le spalle appoggiate al camino.

Quel giorno Erythrus ed Eudora avevano insistito perché le figlie, di buon mattino, si facessero trovare al piano di sotto. Astoria aveva una qualche idea del motivo di quella richiesta, sperava solo che tutto sarebbe andato nel modo giusto.

Daphne, dal conto suo, era sospettosa e non aveva idea di cosa ci fosse di così importante da richiedere la loro presenza così presto.

-Tu ne sai niente Ria?- domandò la bionda, rompendo il silenzio.

Astoria la guardò e storse il naso :- Potrei avere un'idea- le rispose.

-E quindi cosa aspetti? Sputa il rospo sorellina!- disse aprendo le braccia.

La più piccola fece scendere Venus dalle sue gambe e incrociò le braccia :- Perché dovrei? Infondo ci tengono tanto i nostri genitori a parlarcene di persona- le rispose sarcastica.

-Sei veramente odiosa quando fai così, Astoria- le disse la maggiore stringendo i pugni.

-Beh cara, ho imparato dalla migliore- la stuzzicò con un sorrisetto, l'altra.

Daphne storse la bocca e la fulminò con lo sguardo :- Non sei simpatica- la rimbeccò, poi :- Stai diventando acida, mi spieghi cosa ti prende? Prima tieni il muso, poi ti chiudi in camera due mesi interi e poi rispondi male: non ti riconosco più sorellina-.

Astoria alzò il mento, le labbra incurvate verso il basso:- Siete voi che mi state portando a diventare qualcuno che non sono- rispose solamente.

La bionda sbatté le palpebre attonita :- Spero che tu stia scherzando, Ria- si infervorò :- Sono anni che sto cercando di aiutarti, di essere una buona sorella, di starti vicina. Non mi sta bene che tu mi dica queste cose, perché fino a prova contraria io per te ci sono sempre stata. E questo è il ringraziamento?-.

La più piccola la guardò male:- Non ti ho mai chiesto di farlo- le rispose calma .

L'altra sbuffò e puntò le mani sui fianchi :- È la cosa più stupida che tu abbia mai detto. Sei un'egoista, Astoria, pensi solo a te stessa-.

Astoria si alzò in piedi per fronteggiare l'altra :-Beh, perdonami se non sono la sorella perfetta, ma, sai, le persone non devono per forza chiedere aiuto: so cavarmela da sola - le disse arrabbiata.

-Ma tu non hai bisogno di chiederlo! Ria, per Merlino, sono tua sorella! Ma lo sai quanto sono preoccupata per te? Sei inavvicinabile- disse esasperata la ragazza :- E io invece continuo a pensare solo a te. A quanto pare non ti fidi di me, altrimenti saresti corsa a raccontarmi tutto quello che ti sta succedendo, come quando eravamo bambine-.

L'altra serrò la mascella e la guardò negli occhi, ricambiata dallo sguardo della maggiore. Astoria non voleva litigare con lei. Ma era così arrabbiata. Era così delusa.

Era difficile controllare le emozioni che provava: forse Daphne aveva ragione.

Per un mese aveva evitato accuratamente di parlare con la sorella: voleva stare sola. Ma forse la solitudine non era la soluzione giusta. Isolarsi come aveva fatto fino a quel momento l'aveva inacidita. Eppure solo a pensare di dover passare ancora del tempo con la sua famiglia le faceva venire l'amaro in bocca. Le faceva ricordare che cosa le aveva fatto male. E soprattutto chi l'aveva profondamente amareggiata, e che allo stesso tempo non riusciva a togliersi dalla testa.

Astoria ammorbidì lo sguardo e sospirò :-Non siamo più bambine Daph- disse la mora :-Ma io di te mi fido-.

-Allora perché non mi permetti di aiutarti?- le rispose :- Voglio esserci per te, Ria... Dimmi che cosa ti sta succedendo, per favore-.

Astoria si morse il labbro inferiore e rilassò le braccia :- Se proprio lo vuoi sapere- cominciò :- Mi ha scritto una lettera-.

Daphne sbatté le palpebre :- Malfoy?-.

Astoria annuì , mentre l'altra chiese cautamente :- E...?-.

La sorella la guardò con una luce particolarmente forte negli occhi :- Sono innamorata di lui-.

La mascella di Daphne toccò letteralmente il pavimento: lo aveva detto sul serio? Aveva esternato così apertamente i suoi sentimenti? C'era qualcosa che a Daphne non tornava , ma non ebbe il tempo di ribattere, perché dall'ingresso dell'enorme soggiorno della Villa Erythrus ed Eudora Greengrass fecero il loro ingresso.

-Figliole, cosa sono questi toni accesi?- chiese l'uomo accomodandosi sulla poltrona.

Le due sorelle si scambiarono uno sguardo :- Abbiamo fatto una chiacchierata- rispose immediatamente Astoria, sedendosi a sua volta sul divano, seguita da Daphne, che le lanciò un'occhiata preoccupata.

L'uomo unì le mani sul ventre e sorrise loro :-Mi auguro che non abbiate litigato di nuovo, perché io e vostra madre abbiamo una notizia importante da darvi-.

Eudora si avvicinò al centro della stanza, guardando impassibile le figlie :- Vostro padre ha ricevuto un'importante promozione- annunciò loro e il cuore di Astoria cominciò ad accelerare :- Ci trasferiremo in Francia a partire da Settembre-.

Daphne sorrise :- Ma è una notizia fantastica! Sono così felice per voi! Fate tanto per il Ministero, è giusto che veniate premiati-.

La donna le sorrise di rimando :- Il Ministro è molto soddisfatto, per cui ha offerto un posto molto prestigioso a vostro padre, dobbiamo essere tutte orgogliose-.

Astoria sbatté le palpebre confusa :- Perdonatemi- disse :- cosa intendete con “ci trasferiremo in Francia”?-.

Erythrus prese un profondo respiro :- Vedi Astoria- incominciò :- Questa promozione è arrivata in un momento molto particolare, per cui è conveniente che tutta la nostra famiglia si trasferisca qua da nonna Erys- le disse cercando di essere il più comprensivo possibile :- Questo implica che anche tu e Daphne veniate a stare qua e ciò implica anche che voi vi trasferiate alla Scuola di Beauxbatons-.

Le due ragazze spalancarono gli occhi, mentre Eudora fece una smorfia :-Dovreste essere fiere di vostro padre- disse loro duramente :- Sta facendo tutto questo per tenere alto il nome della famiglia Greengrass-.

-Ma papà!- disse Daphne :- Non ho intenzione di andarmene-.

-Daphne, non renderlo più difficile di quello che è già- le disse l'uomo cauto :- Sarà solo per un periodo-.

-Quest'anno faccio diciassette anni! Diventerò maggiorenne, non ho intenzione di andarmene!- continuò piccata la bionda.

La madre la guardò assottigliando lo sguardo :- Daphne! Mi meraviglio di te!- la sgridò :- Dovresti essere matura abbastanza da capire che questa è un'offerta che non possiamo rifiutare-.

-Già, che non potete rifiutare- intervenne Astoria, che fino a quel momento era rimasta in silenzio :- E il fatto che qualche settimana fa abbiate avuto una conversazione col Ministro Scrimgeour in persona non c'entra nulla vero?-.

Daphne, Eudora e Erythrus spalancarono gli occhi.

-Astoria!-esclamò la sorella.

-Ragazzina impertinente!- le inveì contro la madre :- Come osi anche solo pensare una cosa del genere? Sei una vergogna!-.

Astoria inarcò un sopracciglio, alzando il mento, e si schierò di fronte alla madre :- Se volevate tenere privata la vostra conversazione avreste dovuto fare più attenzione e chiudere quella dannata porta dello studio!-.

Uno schiaffo. Gli occhi di Astoria si chiusero di riflesso. Sentiva la pelle bruciare sulla sua guancia e un calore sempre più forte irradiarsi dalla punta dei piedi sempre più su.

La giovane non fece molta fatica a bloccare l'incantesimo di Legilimanzia della madre : non sarebbe riuscita a scoprire cosa avesse sentito Astoria .

D'altro canto Astoria ci era abituata. Fino a poco tempo fa non era cosciente, ma da quando aveva capito di possedere una dote innata per l'Occlumanzia era più facile individuare quei tentativi di intrusione.

Quando la giovane Greengrass aprì gli occhi Eudora aveva ancora la mano alzata; Daphne osservava la scena attonita, mentre Erythrus era rimasto impassibile.

-Bel tentativo- le disse storcendo il naso, insensibile al dolore causato dalla sua guancia pulsante :-Ma non sei tu ad avere il controllo-.

La donna la fulminò con lo sguardo :-Non sentiamo ragioni- le disse :- Voi due verrete con noi. Fine della discussione-.

-No!- si infervorò la giovane :- Mi rifiuto- sibilò a denti stretti.

-Astoria, figliola, cerca di ragionare- le disse pacatamente il padre :- Non è più sicuro qui per noi-.

-Non è un mio problema- lo interruppe la mora in preda all'agitazione :- Il problema è il vostro e del vostro Sangue Puro: io non voglio saperne niente-.

-Ria, per favore calmati- cercò di rabbonirla la sorella, poggiandole una mano sulla spalla :- Cerchiamo di ragionare tutti insieme-.

-NO- continuò imperterrita la più piccola :- io mi sono stancata di tutto questo! Sono sempre stata il vostro stramaledetto burattino: mi imponete un'educazione rigida; mi imponete un modo di pensare lontano dal mio essere; addirittura mi imponete un matrimonio combinato!-.

-Sii ragionevole sorellina- mormorò la bionda :- Non fare casini- le sussurrò poi all'orecchio.

Eudora strattonò il braccio della maggiore :- Non cominciare anche tu, Daphne-.

Astoria a quel punto non ci vide più e tirò la sorella dietro di sé :-Non ti azzardare a toccarla!-.

-Astoria ti stai mettendo in un mare di guai, signorina- disse severo il padre, perdendo la sua pacatezza :- Non ti permetto di parlare così a tua madre!-.

La giovane la fulminò con lo sguardo :- Però lei può trattarci così, beh mi sembra giusto-.

La donna diventò rossa di rabbia e strinse i pugni :- Io sono tua madre, Astoria! Ho il diritto di educarvi come si confà alle ragazze Purosangue-.

-Preferisco sposarmi con un Babbano piuttosto che diventare come te- le disse sprezzante.

-Questo è troppo- tuonò il padre :- Fila in camera tua: tu e tua sorella farete quello che dico io e se anche solo proverai a opporti potrai scordati di tornare in Inghilterra per il resto della tua vita-.

Astoria strinse i pugni e fece scorrere il suo sguardo sulla stanza: lasciò cadere le braccia lungo il corpo; raddrizzò la schiena e assunse l'atteggiamento più altezzoso che riuscì a tirare fuori. Ricordava terribilmente sua madre, ma con una differenza di non poco conto: era decisa a percorrere la sua strada e nessuno glielo avrebbe impedito. Aveva una determinazione tale negli occhi che i genitori non poterono fare altro che osservarla.

Si avviò verso l'ingresso del salotto con passo elegante. Si fermò :-Sai papà- disse sibillina, continuando a dargli le spalle :-Non avrei mai creduto che dopo tutto questo tempo tu non abbia ancora imparato a prenderti le tue responsabilità-.

Dopodiché lasciò la stanza e si diresse verso il piano superiore, cominciando a salire le scale: con soddisfazione udì Eudora e Erythrus discutere animatamente, mentre sua sorella Daphne cercava di calmare la situazione.

Forse è vero, si stava cacciando nei guai, ma alla fin fine stava seguendo solo le sue idee. Non avrebbe permesso ai suoi genitori di continuare a manipolare lei e sua sorella ancora.


 

*Fine flashback*


 

Blaise finì il suo boccale e aggrottò le sopracciglia :- Fammi capire bene- disse il giovane :- Tu dovresti proteggere Astoria? A me pare che se la cavi benissimo da sola-.

Daphne lo guardò sconsolata :-Blaise ... Ha rischiato di essere diseredata!-.

-Non mi pare che sia successo però- disse con ovvietà il giovane :- Altrimenti saresti disperata-.

La bionda lo guardò male :- Non è successo solo perché li ho convinti del fatto che restando io e Astoria ad Hogwarts non si sarebbero creati sospetti!-

Il ragazzo annuì e le prese una mano tra le sue :- Hai fatto la cosa giusta- le disse :- E poi con i Malfoy dalla vostra parte dubito che avrete problemi-.

-Me lo auguro, anche perché a quanto sembra Tu-Sai-Chi si sta muovendo- sussurrò poi, cercando di non farsi sentire da altri.

-Vedrai, andrà tutto bene- la rassicurò il moro :- Ma dimmi : tua sorella è un' Occlumante?-

-Senti Blaise, io le ho promesso che non lo avrei raccontato ad anima viva, quindi acqua in bocca, okay? Se scopro che lo hai detto a qualcuno giuro che ti anniento-.

-Va bene dolce Daphne, mia dea dalla bellezza indescrivibile, lo giuro-.

L'altra roteò gli occhi e sbuffò con il naso :- Va bene... Astoria è un' Occlumante e, prima che tu dica qualcosa: no, non lo sapevo e no, non sa usare la Legilimanzia, quindi tranquillo Zabini che i tuoi oscuri e orridi segreti sono al sicuro-.

Fu il momento del ragazzo di roteare gli occhi: a volte rimpiangeva di non aver ceduto alle avance di Heidi Macavoy, di Tassorosso.

-Ha perennemente la mente oscurata, Blaise. È paranoica.. Sai che Theo ha provato a leggerle la mente? Dice che ha un brutto presentimento -.

Blaise inarcò un sopracciglio :- Tu e Astoria siete veramente complicate-.

Daphne sospirò e abbassò lo sguardo, poi Blaise avvicinò il suo volto fino a sfiorarle il naso :- Ma è anche per questo che ti amo- disse prima di scoccarle un tenero bacio sulle labbra


 

***


 

3 Luglio

Presumo tu brucerai questa lettera non appena leggerai il nome di chi te l'ha mandata,

ma nonostante tutto mantengo le promesse che faccio. Anche se effettivamente non te lo avevo promesso.

Non vado fiero di come mi sono comportato: non dovevi entrare in quella faccenda.

Una lettera amica può far sorridere, mi ha detto qualcuno, un po' di tempo fa.

Non mi illudo che tu mi risponda, volevo solo che sapessi che non mi sono dimenticato.

D.M.



 

22 Agosto

Non sono così incline al perdono come credi,

ma la tua stupida lettera non l'ho bruciata.

Mi ha stretto lo stomaco.

Non capirò mai cosa ti spinge a tanto fanatismo,

ma è come hai detto tu: non posso capire.

So che non eri in te, ma tieni fuori questa storia da noi.

Anche le possibilità si possono concedere finché c'è qualcosa a cui aggrapparsi.

Non farmene pentire.

A.G.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota: incomincerò a pubblicare i capitoli già revisionati in questi giorni, alcune incongruenze tra nomi o fatti sono conseguenza della revisione. Kisses.

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Capitolo 18
*** Oppugno ***


OPPUGNO
 
 
 
 
 
Fuori dalle finestre di Château Greengrass un temporale estivo infuriava impetuoso: le cime degli alberi si piegavano alla pioggia e l'ululare del vento rendeva l'atmosfera tetra e sconfortante.
Un fulmine illuminò il cielo notturno, costellato da nuvole scure e fitte; poco dopo il fragore di un tuono rimbombò nell'aria.
Dalla finestra della sua stanza, al secondo piano, Astoria, seduta alla sua scrivania, osservava assorta le goccioline formatesi sui vetri, tracciandone con il dito il tragitto, fino a che queste non si unissero tra di loro una volta raggiunto il legno del davanzale, anch'esso zuppo.
La ragazza sbadigliò e incrociò le mani sul tavolo; l'orologio segnava le 3:34. Scosse la testa e si adagiò sopra le braccia conserte. Chiuse gli occhi. Il silenzio di quella sera era insopportabile e così innaturale! Nemmeno il fragore della pioggia riusciva a colmarlo.
Un Crack ruppe l'atmosfera e Astoria alzò la testa di scatto: -Tricky? -.
L'Elfa la guardò con un'espressione di rimprovero: - Padroncina Astoria aveva promesso di andare a dormire presto stanotte-.
-Lo so Tricky- le disse la ragazzina abbassando lo sguardo: - mi dispiace di averti detto una bugia-.
-Oh, Tricky comprende la Padroncina Astoria- le disse avvicinandosi -Draco Malfoy manda Tricky a chiamare la padroncina- disse allungandole la mano: - Draco Malfoy è arrivato poco fa e la sta aspettando al fuori dalla porta d'ingresso: Tricky sa che è stato Draco Malfoy a fare diventare triste la Padroncina, quindi Tricky pensava di aiutare-.
Astoria scosse la testa e sgranò gli occhi: - Tricky ma che hai combinato? -.
L'Elfa abbassò la testa colpevole: - Tricky pensava che avrebbe fatto bene alla padroncina parlare con il signorino Malfoy-.
-Cosa te lo ha fatto pensare? – chiese la ragazza, col cuore in gola.
-Signorina Astoria legge sempre la lettera che il Signorino Malfoy ha mandato- rispose la creatura poggiando una delle sue mani ossute su quella della Padroncina: -È una lettera molto bella-.
Astoria la strinse e la guardò negli occhioni grandi, sentendo i propri pizzicare leggermente: -È davvero qui? - chiese Astoria in un sussurro.
L’Elfa sorrise e scosse energicamente la testa: -Tricky non dice le bugie alla padroncina-.
La piccola Greengrass si alzò di scatto dalla sedia e si apprestò a mettersi addosso una vestaglia; Tricky le aprì la porta e la ragazza le lanciò uno sguardo dubbioso, ma in tutta risposta ricevette un sorriso incoraggiante.
Uscì dalla stanza in fretta e scese le scale. Lentamente.
Ad ogni passo il cuore di Astoria sussultava leggermente, perché era davvero surreale. Mai avrebbe potuto immaginare che Draco si sarebbe fatto avanti così, dopo quel periodo di silenzio: il cuore della ragazza sembrava volerle uscire dal petto, tanto era alta l’agitazione.
Si fermò di fronte al grande portone d’ingresso e fremette leggermente mentre allungava la mano di fronte a sé per afferrare la maniglia. Prese un profondo sospiro. Poi l' aprì.
Di fronte a lei c'era esattamente la persona che si aspettava di vedere ma era totalmente diversa da come l'aveva lasciata: gli occhi erano cerchiati da pesanti occhiaie nere, i capelli bagnati gli ricadevano scomposti sul viso e la manica sinistra della camicia totalmente in brandelli.  Con orrore Astoria vide il suo avambraccio: il Marchio Nero spiccava vivido e sanguinante sulla pelle bianchissima del ragazzo. Perse un battito.
Draco sorrise tristemente e allungò il braccio insanguinato verso di lei. Astoria spalancò gli occhi e indietreggiò di qualche passo, mentre una cupa risata si levò nell’aria, facendola rabbrividire.
Il ragazzo si mosse in avanti, con il volto ancora contorto in un ghigno, e l’altra indietreggiò ancora, fino a collidere con il corrimano delle scale, cui si aggrappò con una mano.
-Astoria- mormorò il giovane puntandole la bacchetta contro.
La ragazza salì qualche gradino e l’altro le si fece più vicino. Riuscì ad afferrarle il polso e le puntò la bacchetta alla testa: -Guardami- sussurrò il biondo.
Astoria si divincolò dalla presa dell’altro, ma questo in risposta rise. Astoria rabbrividì ancora, sentendo le lacrime spingere per uscire e il ragazzo se ne accorse: - Guardami Astoria- mormorò ancora con un sorriso sghembo: - Guarda che cosa sono diventato- strinse la presa sulla giovane e dalla bacchetta cominciarono ad uscire delle scintille azzurre: - Guarda cosa è successo per colpa tua-.
Astoria spalancò gli occhi con le guance rigate dalle lacrime: - Ho cercato di fartelo capire, Draco… questo è sbagliato- sussurrò poi, guardando disgustata il Marchio.
Il ragazzo inclinò la testa di lato e rise ancora: -Stupida ragazzina- disse assottigliando lo sguardo: - Seguirai l’Oscuro Signore- le scintille della bacchetta si moltiplicarono velocemente: - Che ti piaccia oppure no-.
Una sfera azzurra si sprigionò dalla bacchetta di Draco e illuminò fastidiosamente tutto ciò che la circondava. La giovane Greengrass strinse forte gli occhi sentendo le energie venire meno: si accasciò sulle scale e tutto si fece nero.
 
Astoria aprì gli occhi di colpo. Batté le palpebre un paio di volte, cercando di regolarizzare il respiro. Si guardò intorno: era ancora seduta alla scrivania; la piuma alla sua destra e le pergamene sotto le sue braccia.
Si era addormentata.
Un sogno.
Era stato un sogno. Niente di ciò che aveva visto era vero. Draco non si sarebbe mai veramente presentato alla sua porta per aggredirla. Ma soprattutto: Draco non aveva veramente preso il Marchio.
La ragazza si accorse di aver sudato freddo.
Si alzò in piedi e si spostò sul letto intatto, osservando come la luce cominciasse ad illuminare tutta la stanza.
Sospirò.
Sì, questa era la sua paura più grande, che Draco fosse diventato un Mangiamorte. Ma non poteva essere vero. Le sue paure non avrebbero dovuto condizionare in questo modo la realtà e Astoria lo sapeva bene, eppure non riusciva a non pensare che, in un modo o nell’altro, Draco avrebbe assecondato gli ideali più oscuri che ci potessero essere.
 
 
***
 
 
 
Tracey sbuffò sonoramente. Quella mattina il treno era pieno zeppo: non c'era nessuno scompartimento libero e questo non andava bene, perché voleva dire rifugiarsi a fine treno, dove gli unici scompartimenti vuoti erano occupati solo da Serpeverde.
Astoria non si vedeva da nessuna parte. Eppure, le aveva detto che l'avrebbe aspettata al binario. Strano.
La bionda si riscosse dai suoi pensieri, quando una mano le si appoggiò sulla spalla: - Tracey! -.
Sorrise: - Ciao Peregrine-.
-Ti trovo bene amichetta! - si complimentò l’altra: - Guarda come sei bella! -.
Tracey rise: - Esagerata come al solito-.
Peregrine roteò gli occhi e le sorrise: -Ti siedi con noi? -.
-Derrick, sbrigati o non troveremo uno scompartimento vuoto- disse Leah scocciata: -Ciao Davis- disse atona.
-Borgin- rispose l’altra con un mezzo sorriso, ricambiata dalla ragazza con un leggero movimento della curva delle labbra.
-Perdonami Perry, ma sto aspettando Astoria- si scusò amabile la bionda.
Leah roteò gli occhi: - Tempo sprecato, dolcezza- le disse sibillina: - La nostra Ria è in Francia-.
Tracey sbatté le palpebre: - Cosa vuol dire che è in Francia? -.
-Vuol dire che non la avremo con noi quest'anno- sbuffò: - i suoi genitori sono stati trasferiti a Bordeaux, me lo ha detto mio zio la settimana scorsa, per cui niente da fare, dolcezza- la apostrofò stucchevole.
-Questo lo dici tu, Borgin - disse una voce alle loro spalle: - si dà il caso che non tutto quello che si dice in giro corrisponda al vero-.
Le tre ragazze si voltarono di scatto e Astoria sorrise loro divertita.
-Ria! – esclamò Tracey fiondandosi ad abbracciarla.
L’amica in tutta risposta la strinse forte a sé: -Perdonami Cey, ho fatto tardi-.
-Bene, adesso sì che siamo al completo! - esclamò Peregrine allegra.
Leah storse lievemente il naso e scosse le spalle: - Meglio così- asserì: - Non avrei avuto la forza di sopportare queste due in dormitorio da sola-.
-Sempre così melodrammatica- commentò Tracey stizzita.
-Beh, non ho mai nascosto che tu non sia una delle mie persone preferite- constatò Leah.
-Se per questo nemmeno tu sei la mia persona preferita- confermò la bionda inarcando un sopracciglio: -Quieto vivere-.
-Esattamente zuccherino: quieto vivere-.
Peregrine ed Astoria si scambiarono uno sguardo sconsolato. Leah non aveva gran simpatia per Tracey, questo era risaputo, ma per ovvie ragioni era necessario mantenere un rapporto civile, ossia il minimo indispensabile per non far saltare in aria il Dormitorio.
D’altro canto, nemmeno Tracey vedeva di buon occhio Leah, per cui si limitava a una fredda cordialità.
-Va bene bambine, a cuccia- disse Peregrine sedando la discussione sul nascere: - Perché non ci troviamo un posto a sedere e vediamo di fare le brave? -.
-Ottimo- disse Tracey. Leah si limitò ad alzare le spalle. Astoria roteò gli occhi.
Purtroppo per loro il treno era veramente pieno e non c’era uno scompartimento libero neanche a pagarlo! Fu solo grazie ai delicati modi di Leah che le quattro riuscirono finalmente a sedersi.
Leah lanciò uno sguardo a un ragazzino con gli occhiali più grandi del suo viso che sedeva da solo in uno scomparto e senza troppi complimenti entrò dentro con le mani sui fianchi: -Tu, primo anno: fuori dai piedi, ora! -.
Il ragazzino si fece piccolo e la guardò truce, ma la ragazza non volle sentir ragione: - Hai sentito, pidocchio? Fuori! -. Il ragazzino in tutta velocità si precipitò nel per il corridoio del treno e fuggì dalla vista delle quattro ragazze, mentre Leah, platealmente spalancò lo sportello a vetro. Le altre tre la guardarono sconvolte.
-Sei veramente pessima- la riprese Tracey.
-Vuoi sederti Davis, o cosa? Dentro- disse spingendola in malo modo all'interno dello scomparto. La bionda sbuffò irritata e si accomodò su uno dei divanetti. Peregrine e Astoria si scambiarono uno sguardo. Leah si sedette composta accanto al finestrino, di fronte a Tracey; Astoria si sedette di fianco alla migliore amica e Peregrine occupò l’ultimo posto libero.
-Potevi per lo meno essere gentile- riprese il discorso la bionda, beccandosi un’occhiataccia da Leah.
-Quanto la fai lunga, a quel ragazzino farebbe bene socializzare un po’ per non diventare un piccolo moccioso asociale: gli ho fato un favore, Davis, intese? – la zittì annoiata.
-Leah, Tracey, fate la finita- le riprese Peregrine irritata: - siete due immature, vedete di contenervi e aiutatemi a finire questo Cruciverba del Cavillo -.
Le due sbuffarono e cominciarono ad ascoltare Peregrine leggere le varie definizioni, mentre Astoria prese a leggere un articolo della Gazzetta del Profeta con interesse. Anche se effettivamente non passò molto tempo prima che Leah le strappasse il giornale dalle mani.
-Ma che modi, Borgin! - esclamò scocciata la mora. Leah sorrise furba e le fece cenno con la testa verso lo sportello: -Credo che il tuo fidanzatino ti stia guardando-.
Astoria alzò lo sguardo e, fuori dallo scompartimento vide Draco. Stava in piedi, con un braccio appoggiato alla parete, intento a far passare la Strega del carrello; gli occhi puntati nello scompartimento delle quattro ragazze. Leah sogghignò e lo salutò sventolando le dita; Peregrine gli sorrise e Tracey lo guardò con espressione scocciata. Astoria distolse lo sguardo e strappò il giornale dalle mani dell’amica, tornando alla sua lettura.
Impercettibilmente Malfoy indurì la mascella e una volta diluito il traffico di studenti del primo anno, distolse lo sguardo e proseguì per la sua strada.
-Per Merlino- disse Peregrine: - Malfoy è proprio strano. Non è nemmeno entrato a salutarti, Ria-.
-Oltre il fatto che sembrava volerti parlare- commentò Leah.
-Lo avrai intimidito tu, Leah- disse Tracey -Sei rinomata per le tue Fatture Pungenti-.
-Come darti torto, Tracey, dolcezza- acconsentì ridendo la ragazza: - Avrei provato molta gioia nel rendere Malfoy partecipe dei miei esperimenti con gli incantesimi, ma la nostra Astoria avrebbe dovuto ricostruire il suo fidanzatino da cima a fondo-.
Peregrine e Tracey risero di gusto, seguite dalla rossa, la quale aveva appena afferrato la propria bacchetta: - Vuoi provare Perry? -.
-Declino, grazie-
-Peggio per te- disse con una scossa di spalle: - Sono molto brava anche con le contro-fatture-.
-Solo perché Malfoy ti ha dato della sfigata il primo anno non vuol dire che devi prenderlo come cavia per i tuoi esperimenti- le ricordò la bionda.
-Se l'è cercata, Tracey- disse disgustata la rossa: -nessuno si deve permettere di sprecare sporche parole per la mia collezione di Gobbiglie. Sono pezzi rari e un giorno varranno galeoni e galeoni-.
-Se lo dici tu- commentò scettica Peregrine -Basta che poi ripulisci i tuoi disastri-.
-Oh Perry, non devi preoccuparti. Se non fossi così minuziosa Eleanor si sarebbe accorta fin da subito che sono stata io a trasfigurare il suo gatto in un libro-
-Leah! Ma sei veramente una serpe! -.
La rossa alzò le spalle: - Quel coso mi ha rovinato il mio tomo di Trasfigurazione, se lo meritava-.
Le due ragazze scossero la testa.
-Ria, che hai? Sei silenziosa oggi- disse Tracey appoggiandole una mano sul braccio.
L'amica sollevò lo sguardo e arricciò il naso; poi richiuse con cura la Gazzetta e si alzò in piedi: - Vado a fare un giro- sentenziò prima di sbattere la porta dello scompartimento dietro di sé.
Le tre ragazze si guardarono.
-Ma che le prende? -.
-Mal d'Amour- disse Leah ridacchiando: -scommetto che c'è rimasta male-.
-Non credo proprio, Ria è matura, non si lascia sconfortare così facilmente-.
-Se lo dici tu Davis- disse scettica: - Magari il tuo profumo scadente le ha dato alla testa-.
-Come ti permetti, Fattucchiera dei miei stivali! -.
Peregrine scosse la testa: sarebbe stato un lungo viaggio senza Ria a calmare gli animi. Fece appena in tempo a schivare il libro che Leah aveva lanciato alla bionda amica-nemica, per poi maledire mentalmente Draco Malfoy e il potere che lui stesso aveva su Astoria.
 
 
***
 
 
Astoria avrebbe preferito tagliarsi un braccio che cercare Malfoy, per questo aveva bisogno di trovare sua sorella. Non le aveva ancora raccontato il sogno della notte precedente e aveva solo bisogno di essere rassicurata, nulla di più. Non fece in tempo a raggiungere la carrozza successiva che due voci ridestarono l’attenzione della ragazza.
-Ria-.
-Nott. Zabini- salutò la ragazza abbozzando un sorriso e lanciando un’occhiata alle loro spalle.
-Daphne ci ha detto che quest'anno passerete le vacanze ad Hogwarts- disse Theodore interessato.
-Però, girano velocemente i pettegolezzi- commentò sbuffando una risata: - Sì, beh, tanto meglio, almeno eviterò un altro Natale in mezzo alla confusione di casa-.
-Immagino- commentò Blaise inclinando la testa di lato.
-E voi due? Com'è che non siete con gli altri? - chiese curiosa la mora.
-Quelli del primo anno stanno facendo casino, per cui ci siamo levati di torno -.
-Buona idea- convenne la ragazza, cerando di guardare alle loro spalle.
I due si scambiarono uno sguardo: - Stai cercando Draco? - .
-In realtà, no- rispose l'altra, notando lo sguardo preoccupato che Blaise si scambiò con Nott :- Sto cercando mia sorella-.
Theodore scosse le spalle: -Scomparto infondo-.
-Grazie- mormorò la giovane scostando i due e dirigendosi a tutta velocità verso la fine del vagone. Arrivata di fronte allo sportello lo aprì senza tanti complimenti e, incurante degli sguardi scocciati che le vennero riservati dagli altri Serpeverde, si rivolse alla sorella.
-Possiamo parlare? -.
Daphne le sorrise e si scusò con le amiche, prima di seguire la sorella in corridoio. Astoria la prese per un braccio e la tirò nel bagno, chiudendosi la porta dietro. Poi la guardò negli occhi.
-Ho letto quello che dice la Gazzetta del Profeta- le disse preoccupata: -Tutte quelle sparizioni, tutte quelle aggressioni… non mi piacciono-.
-Ria non farti paranoie- mormorò la ragazza: - il Ministero sicuramente avrà già schierato gli Auror per le ricerche: non c’è niente da temere-.
-Non mi sto facendo paranoie, ecco. - rispose: -Sono solo... Preoccupata-.
-Per Draco? -.
-Merlino, ma è possibile che tutti non riescano a pensare ad altro se non alla mia situazione amorosa? – esclamò la giovane.
Daphne rise: - Parla con lui, sorellina-
-Non ora- disse sbrigativa: - non sono preoccupata per lui, Daph, ma per me e per te. Per noi-.
-Ria sentimi bene: Non hai nulla di cui preoccuparti, Hogwarts è il posto più sicuro del Mondo Magico: non abbiamo nulla da temere e i nostri genitori lo sanno bene. Per cui rilassati e pensa a studiare, nanerottola- la rassicurò, scompigliandole i capelli.
Astoria sbuffò: - Si padrona-.
Daphne roteò gli occhi e aprì la bocca per parlare, ma la porta del bagno si aprì dietro di loro.
-Per quanto mi scocci interrompere le riunioni di famiglia, il treno si è appena fermato in stazione- annunciò Pansy, storcendo il naso. Le due sorelle si guardarono e si apprestarono a recuperare le proprie cose, prima di scendere e incamminarsi verso la scuola.
 
 
***
 
 
 
-Certo che potevi restare ad aiutarmi, Ria- disse Peregrine quando la ragazza salì sulla carrozza: - Leah ha quasi incendiato i sedili-.
-Ti prego, Perry, dimmi che almeno si sono calmate- la supplicò sottovoce la mora. Non fece in tempo nemmeno a pensarlo che Tracey e Leah arrivarono di fianco a loro, scure in viso e per nulla intente a guardarsi.
-Sarà un lungo anno- sussurrò Peregrine all’orecchio di Astoria.
-Spero solo che quelle due non facciano saltare in aria il Dormitorio- rispose la mora sconsolata.
Il viaggio con le carrozze fu più lungo del previsto: ci volle molto ad entrare nel cortile della scuola, per via di alcuni controlli effettuati dagli Auror. Giunte nei pressi della scuola, quella delle quattro ragazze, fu l’ultima carrozza ad entrare nel cortile e si resero conto di essere in ritardo per la cena.
Una volta scese, Tracey aveva abbandonato il suo nervosismo e aveva cominciato a chiacchierare con Astoria animatamente, quando la figura di Draco Malfoy si fece vivida di fronte al portone d’ingresso. Stava in piedi con una spalla appoggiata alla colonna portante e i suoi occhi erano fissi sulla figura minuta di Astoria.
La mora si fermò sul primo gradino, mentre Tracey in tutta fretta superò il ragazzo di fronte a lei, voltandosi per lanciare uno sguardo all’amica; poi si incamminò a tutta velocità con Peregrine al tavolo dei Serpeverde. Si guardarono per qualche secondo, poi il ragazzo ruppe il silenzio: -Ciao- disse alzando le dita della mano.
Astoria restò impassibile e rispose di rimando: -Ciao-.
-Ti va di sederti a tavola con me? -.
Astoria alzò le sopracciglia impercettibilmente e stava per rispondere ma la sua testa scattò in segno di assenso.
Draco le porse la mano, ma la ragazza non l' afferro: si limitò a precederlo verso la Sala Grande.
Il giovane la seguì e, appena entrarono dentro, dal tavolo dei Serpeverde si levarono bisbiglii e mormorii, a metà tra l’attonito e lo stupefatto: Draco Malfoy e Astoria Greengrass si erano seduti insieme.
Per quanto ad Astoria non piacessero i pettegolezzi non poteva negare che dopo tutto quello che era successo tra loro il fatto stesso di vederli insieme potesse suscitare una certa curiosità. Per la verità anche Daphne ne rimase stupita: Astoria se ne accorse perché non toglieva loro gli occhi di dosso. Eppure, contro ogni aspettativa, i due non si rivolsero la parola. Nessun cenno. Nessun movimento.
Si limitarono ad ignorarsi per tutto il tempo.
Quando la cena finì nessuno dei due si mosse dal proprio posto e, come in un mutuo accordo, aspettarono che la Sala Grande si svuotasse prima di alzarsi a loro volta e uscire.
Camminavano l’uno accanto all’altra e fu solo quando raggiunsero la fine della prima rampa di scale che portavano al sotterraneo che il biondo si arrestò e ruppe quel silenzio teso: -Astoria, ascolta- cominciò.
-No, ascoltami tu- disse la ragazza voltandosi a guardarlo: -Mi hai delusa, Draco. Profondamente-.
-Lo so – ammise il biondo stringendo la mascella.
-Sono così arrabbiata che vorrei tirarti uno schiaffo, ma non servirebbe a niente- continuò la piccola Greengrass stringendo i pugni: - Non meriteresti nemmeno che io ti parlassi- aggiunse -Non meriteresti veramente niente da me- esclamò esasperata, aprendo le braccia.
-Lo so-.
-Allo stesso tempo- cominciò arricciando la bocca: -Non riesco a non pensare che in fondo tu a me ci tenga-.
-Io ci tengo a te Ria- affermò il giovane, appoggiando le mani sulle sue spalle. Astoria lo guardò negli occhi: -E allora dimostralo- gli disse, alzando il mento: -Ti do l'ultima occasione, Malfoy. Un passo falso e con me hai chiuso, per sempre- asserì decisa -Intesi? -.
Draco non rispose, ma la tirò verso di sé, circondandole le spalle in un abbraccio.
-Non te ne pentirai- sussurrò tra i suoi capelli.
-Non fare promesse che non sai mantenere- lo prese in giro la ragazza, con una nota amara nella voce.
I due rimasero abbracciati per un po’, poi il ragazzo si fece indietro e accarezzò la guancia della mora. Astoria sorrise e gli porse la sua mano. Draco la guardò interrogativo, ma la ragazza non aspettò oltre e afferrò quella dell’altro. Il biondo accennò un sorriso. Poi, continuarono il loro percorso fin dentro la Sala Comune e una volta giunti all’entrata delle camerate, Draco le lasciò un bacio sulla fronte, con stupore della ragazza.
-Non ti sto promettendo niente- le disse, guardandola negli occhi.
Astoria sorrise: -Bene-.
-Buonanotte Astoria-
-Buonanotte Malfoy-
Draco sorrise e si incamminò velocemente verso la propria stanza, mentre Astoria rimase per qualche secondo ad osservare il punto in cui era appena scomparso.
-Stomachevole-.
La voce di Leah la fece sobbalzare, strappando una risatina all’amica: -Borgin, ma non hai di meglio da fare? -.
-Siete veramente due piccioncini, dolcezza- le disse canzonandola; la prese a braccetto e appoggiò la testa sulla sua spalla. Astoria roteò gli occhi.
-Serpe infida-.
Leah rise di gusto e scosse la testa: -È ora di dormire, dolcezza-.
Salirono in dormitorio.  Astoria aprì la porta e subito un tornado biondo l'avvolse nel suo abbraccio: Tracey singhiozzò forte e si aggrappò all'amica.
-Cey, ma che è successo? - chiese sussurrando; Peregrine le lanciò uno sguardo di sconforto, raccogliendo una lettera dal pavimento. Leah roteò gli occhi e storse il naso.
-Tracey? Calmati! Che cosa è successo? -.
Tracey si staccò e la guardò con gli occhi bagnati e le guance rosse: -Fred...Fred mi ha lasciata Ria. Mi ha lasciata! - singhiozzò disperata.
Astoria strabuzzò gli occhi e strinse forte l’amica: -Andrà tutto bene Tracey- disse.
Forse più per convincere sé stessa che l’amica.
 
 
 
 
NOTE:
  • Château Greengrass è la residenza in Francia dei nonni di Astoria, Hyperion ed Erys Greengrass.

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Capitolo 19
*** Protego ***


PROTEGO
 
 
 
Draco si stiracchiò allungandosi sulla sedia: era seduto da un’ora buona e aveva bisogno di sgranchirsi un po’. Accanto a lui, Astoria continuava a scrivere sulla sua pergamena, di tanto in tanto passando lo sguardo sul libro che aveva di fronte.
La biblioteca era quasi deserta, ad eccezione dei due ragazzi e di un gruppetto di Tassorosso infondo alla stanza, per cui il silenzio era quasi totale.
-Vuoi una mano con pozioni? - chiese il biondo incrociando le braccia sul tavolo.
La piccola Greengrass inarcò un angolo della bocca, continuando a scrivere e rispose senza guardarlo: -Per mia fortuna non ce n’è bisogno: Lumacorno è molto più paziente di Piton-.
Draco storse il naso e scrollò le spalle: -Pensavo avessi bisogno del mio aiuto, è più di un’ora che sono seduto a guardarti studiare-.
-Draco, è una biblioteca: le persone qui vengono per studiare- rispose l’altra voltando la testa in direzione del giovane.
Il biondo inarcò un sopracciglio e appoggiò i gomiti sul tavolo: -E allora, per quale motivo mi hai chiesto di vederci qui? -
-Mi pare ovvio: per passare del tempo insieme- sentenziò la giovane eloquente.
-Mentre studi? – domandò con un mezzo sorriso l’altro, mentre con la mano afferrava la piuma della giovane, facendola roteare tra le dita.
La piccola Greengrass sorrise e scosse la testa, poi chiuse il libro di fronte a sé e incrociò le gambe sulla panca. Si voltò completamente in direzione del ragazzo: -Sì, e dovresti farlo anche tu-.
Draco lasciò cadere la piuma sul tavolo e si mise cavalcioni sulla panca, voltandosi di fronte alla ragazza e sogghignò: -Vero, ma comunque preferirei passare del tempo con te in altri modi- concluse avvicinando la sua mano a quella della giovane.
Astoria la schiaffeggiò, facendo comparire sul volto dell’altro un’espressione divertita: -È un modo delicato per dirmi che sono noiosa? -
Malfoy scosse la testa: -Quanto sei pesante: è un modo delicato per chiederti di uscire-.
-Sei proprio un cavaliere allora- lo prese in giro l’altra portandosi una mano al petto, teatrale.
-Serpe infida- sbuffò divertito il ragazzo: -il prossimo fine settimana abbiamo una gita ad Hogsmeade-
Gli occhi le si illuminarono di colpo e le guance cominciarono a imporporarsi lievemente: -Vuoi andare ad Hogsmeade con me? –.
Draco le sfiorò una guancia con le dita, poi si aprì in un mezzo sorriso: -Perché no- disse: -Ma non ti aspettare rose e fiori: non sono il mio stile-.
-Stile che ha il gusto dell’orrido, oserei dire-
Astoria rise portandosi una mano alla bocca e Draco la fulminò con lo sguardo, poi si voltò di scatto e sbuffò: -Theodore ma tu una vita sociale non ce l’hai? -
Il ragazzo scosse le spalle e si sedette di fronte ai due, beccandosi un’occhiataccia dall’amico: -Non mi occupa troppo tempo, a dire il vero - continuò poggiando il suo sguardo su Astoria.
-Che fortuna- commentò ironico il biondo.
Astoria, di colpo, batté le mani sul tavolo alzandosi in piedi -Nott la devi smettere di provare a entrare nella mia testa- sbottò, seguita da un coro di “shh” provenienti dal gruppetto infondo alla biblioteca. La ragazza si portò una mano alla bocca, imbarazzata, e tornò seduta.
Draco inarcò un sopracciglio confuso, mentre Theodore sbuffò dal naso: -Come sei irritabile Ria. Che c’è? Draco non ti ha dato il bacio del buongiorno oggi? -
-Farò finta di non aver sentito- disse l’amico stringendo il pugno sul tavolo. Astoria gli appoggiò una mano sul braccio, continuando a osservare l’amico seduto di fronte: -Vuoi dichiararti a Tracey una buona volta oppure vuoi continuare con questi giochetti? - rispose a tono la ragazza inarcando un sopracciglio. Draco strabuzzò gli occhi, sorpreso.
-Abbassa la voce! - la riprese Theodore: - E comunque non sono affari tuoi Greengrass-.
-No, ti sbagli- lo rimbeccò alzando il mento: -È affare mio quando pensi di scoprire qualcosa su di lei senza il mio consenso-.
Theodore sbuffò di nuovo: -E va bene Astoria - disse stanco: -La smetto, però tu mi devi dire se Tracey ancora sta uscendo con quella sottospecie di gamberetto-.
-Certo che sei proprio carino- lo prese in giro: -Comunque no, non stanno più insieme-.
-Ma ne sei sicura? - domandò speranzoso il ragazzo.
-Ti ho detto di sì! - esclamò poi la ragazza: -Tracey è a pezzi perché Freddie l’ha lasciata con una stramaledetta lettera e ora lei sembra una a cui hanno ucciso la propria Puffola Pigmea-.
Theodore sembrò pensarci su, poi aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse immediatamente, guadagnandosi un’occhiataccia da Astoria.
-Sputa il rospo- lo incalzò la ragazza.
Il ragazzo prese un respiro profondo: - Sai se almeno la mia lettera le è piaciuta? -
Astoria aggrottò le sopracciglia: - Quale lettera? -
Nott sbuffò: -Quella lettera Astoria: quella che Daphne le ha lasciato sul cuscino-.
La piccola Greengrass sgranò gli occhi: -Non dirmelo Theo: la lettera che Tracey ha ricevuto per il compleanno? -
Il giovane Nott strinse le labbra poi, sotto lo sguardo incredulo di Draco e quello attonito di Astoria rispose: -Sì-.
Ci fu un minuto di silenzio.
-Non ci credo- scandì lentamente la ragazza, portandosi una mano alla fronte.
-Che ti ha detto? - continuò il giovane.
-Ma Theo! - disse esasperata: - Perché non glielo hai detto? -
Draco alzò le orecchie: la faccenda si faceva scottante.
-Le è piaciuta sì o no? - insistette Nott, fremente.
-Certo che le è piaciuta! Era felicissima- gli disse guardandolo negli occhi: -Però crede che gliela abbia mandata Fred! -
-Dannato Weasley- sibilò stringendo i pugni.
-Oh Theo- gli disse la giovane allungando una mano per stringergli il braccio: -Parlane con Tracey-.
-No grazie- asserì risoluto il ragazzo.
Astoria strabuzzò gli occhi, poi scrollò le spalle e cominciò a sistemare le proprie cose nella tracolla: -Codardo- scandì poi.
Draco sghignazzò e Theodore aggrottò le sopracciglia: -Come scusa? -
-Sei un codardo- ripeté la giovane alzandosi in piedi.
-Come ti permetti ragazzina- esclamò stizzito l’altro.
-Piano con le parole Nott- lo riprese il biondo, scoccandogli un’occhiataccia.
Astoria sbuffò esasperata: -Theo per l’amor del cielo! -
-Ria, non posso dichiararmi così apertamente: mi dirà sicuramente di no! – sospirò poi.
-E quindi? -
-Come “e quindi”? – rispose allibito Nott : -E quindi non ho speranze-
La giovane Greengrass si sistemò la tracolla e si spostò dietro Draco, mettendogli le mani sulle spalle: -Vuoi davvero rimanere con questo dubbio? -
-No- rispose immediatamente.
La ragazza sogghignò soddisfatta, poi si spostò di lato per scoccare un bacio sulla guancia a Draco, che si aprì in un mezzo sorriso. Dopo si spostò davanti al tavolo e alzò il mento, guardando Theodore: -Allora diglielo-
-Nemmeno per sbaglio- si impuntò il giovane, ancora una volta.
Astoria scosse le spalle: -Bene, continua pure a stare in pena- poi puntò un dito in direzione del ragazzo: - Ma stai lontano dalla mia testa! -.
Detto ciò, si incamminò verso l’uscita e Draco si girò verso l’amico tra lo deluso e il divertito: - Ma quindi…-
-Non una parola Malfoy- lo interruppe brusco Nott, le braccia conserte sul tavolo e il mento appoggiato su di esse.
 
 
 
***
 
 
 
 
Tracey e Astoria salirono sulla carrozza, seguite a ruota da Stewart Ackerley e Leah. Aveva smesso di nevicare nel momento in cui le porte si chiusero e i quattro ragazzi erano completamente zuppi. 
-Sono completamente fradicia- si lamentò Leah strizzando il proprio berretto.
Stewart si sistemò gli occhiali sul naso e sfoderò la bacchetta: -Non preoccuparti zuccherino ci penso io- e con un rapido movimento riuscì ad asciugare le tre amiche e sé stesso.
La rossa si lasciò andare in uno slancio affettuoso e abbracciò l’amico: -Oh mio prode cavaliere, sarei completamente persa senza di te-
Stewart rise e con lui Astoria e Tracey.
-Non potrei mai permettere che il tuo dolce viso si incupisca per un po’ di neve molesta- asserì divertito il giovane.
-Ma insomma Stew- lo rimbeccò Leah: -Siamo in pubblico! Contieniti! -
-Prima o poi cederai alle sue avances- disse Astoria, facendole l’occhiolino.
-Neanche morta, Stew è come il mio animaletto da compagnia. Non potrei mai fare pensieri impuri su di lui- affermò convinta.
-Deliziato dal fatto che tu tieni a me- rispose il Corvonero con un sorrisetto: -Ma sono un po’ confuso: lo sai vero che non sono un gatto? -
Astoria scoppiò a ridere e Leah lo guardò truce: - Ma Stew! Guardati: sei elegante, pacato, fai le fusa e guardi il mondo dall’alto in basso: sei praticamente uno Scottish Fold*-.
Il ragazzo storse il naso: - Io guardo dall’alto in basso solo chi non è all’altezza delle mie capacità e poi se fossi un gatto sarei di certo un meraviglioso Maine Coon*, tesoro -.
Astoria scosse la testa e si sporse appoggiando una mano sul ginocchio dell’amico: - Vedrai Stew, un giorno o l’altro riuscirai a conquistare la nostra Leah-.
Il ragazzo scosse la testa: - Ormai ho perso le speranze, Ria. È così testarda! –
-Ackerley- disse Leah in tono di avvertimento: - Ci vuole ben altro per far cadere una Borgin tra le braccia di cupido: impegnati e poi vedremo-.
Stewart sorrise: - Questa è una vittoria! - esclamò allegro. Astoria alzò un pollice verso di lui.
Tracey, dal canto suo, continuava a guardare fuori, con la fronte appoggiata sul finestrino. Ad Astoria si strinse il cuore: vedere la sua amica così triste la faceva stare male, soprattutto perché non aveva la minima idea di come farle tornare il sorriso. Fred l’aveva combinata grossa. Doveva appuntarsi di fargli un bel discorsetto quando lo avesse visto.
-Ma invece di parlare dei tentativi falliti di Ackerley per conquistare il mio cuore- si schiarì la voce Leah: - È vero che Malfoy ti ha invitata ad Hogsmeade oggi, Ria? -.
Tracey voltò la testa di scatto e Astoria strinse le labbra.
-Se posso permettermi, Ria, il tuo buon gusto è completamente sparito- commentò Stewart acido, togliendosi gli occhiali.
Tracey batté le palpebre: -Davvero Ria? E perché non me lo hai detto? -
Astoria storse la bocca: -Cey, lo sai che non mi piace parlare di questo-
-Ma sono la tua migliore amica- disse cauta la bionda e Astoria poté leggere la delusione farsi strada nei suoi occhi.
-Lo sei! - la rassicurò: - Però non è un bel periodo per te, non mi va di appesantirlo ulteriormente-.
-Potevi dirmelo lo stesso- rispose l’amica storcendo il naso: - È bello che tu e Draco usciate insieme-.
-Non avevo il coraggio- ammise la piccola Greengrass, guardando l’amica negli occhi. Dopo tutto quello che era successo le veniva difficile confidarsi con Tracey sui suoi sentimenti per Draco. E l’amica capì. Le strinse una spalla e le sorrise: - Però sappi che se Malfoy fa di nuovo lo stronzo potrei affatturarlo-.
Astoria sorrise di rimando e arricciò il naso: -Sono problemi suoi-.
La carrozza si fermò e i quattro amici aspettarono che la porta si aprisse.
-Signorine, dopo di voi- esclamò Stewart. Scesero tutti e quattro dalla carrozza e in lontananza scorsero Peregrine ed Eleanor avvicinarsi velocemnete a loro. Subito Stewart salutò le tre Serpeverde e prese sottobraccio la compagna di Casa allontanandosi dal gruppo, mentre Peregrine rivolse alle amiche un sorriso radioso: - La nostra prima gita ad Hogsmeade tutte insieme!-
-Quanto entusiasmo Perry- ridacchiò Astoria.
-Esatto! - continuò eccitata la ragazza: - Erano secoli che non passavamo del tempo noi quattro da sole –
-Sempre la solita melensa- la prese in giro con un sorrisetto Leah.
Astoria osservò Tracey: teneva la testa bassa e le braccia conserte. Era chiaro a cosa stesse pensando.
Le si avvicinò e la prese sottobraccio: -Se vuoi possiamo tornare al Castello- mormorò la ragazza. Tracey scosse la testa : -No, Ria- disse :-Ho bisogno di stare con le mie amiche adesso-
-Se vuoi tornare indietro basta che tu me lo dica -
-Grazie- sussurrò, poi la bionda, stringendole il braccio.
-Terra chiama Serpeverde- esclamò Leah, sventolando una mano di fronte alle due ragazze:  - Stavo dicendo: che ne dite di andare a fare un giro verso la Stamberga Strillante e poi fermarci da Mielandia?-.
Astoria annuì, mentre Tracey si limitò ad una alzata di spalle.
Le quattro si incamminarono ma purtroppo l’”allegra passeggiata” si trasformò ben presto in una sinfonia di sospiri :Tracey, infatti, con espressione truce, non la smetteva di piagnucolare. Astoria le accarezzava la spalla per rassicurarla, ma l’amica non sembrava connessa con il mondo circostante. Così la bionda sospirò ancora.
Poi, però, Leah si stancò definitivamente di quella situazione, le si parò davanti e le tirò una palla di neve in testa.
Astoria e Peregrine strabuzzarono gli occhi, confuse.
-Ascoltami bene Davis- esclamò la rossa puntandole il dito contro: - Weasley non ti merita. Quindi smettila di comportarti come una mocciosa piagnucolante e datti un contegno. , quel cetriolo si pentirà amaramente di aver giocato con i sentimenti di una di noi. Stai pur certa che, se quella
sottospecie di lombrico si azzarda a farsi vedere ancora ad Hogsmeade, si ritroverà attaccato all’insegna di Zonko prima che possa dire “Pluffa”, ci siamo capite?! Dannato Grifondoro, così impara a mettersi contro la grande e nobile Casa Serpeverde- concluse borbottando.
Tracey alzò un angolo della bocca: -Però Borgin, non mi aspettavo tutta questa apprensione da parte tua. Eppure, se ben ricordo hai detto, testuali parole, che “non sono la tua persona preferita”- esclamò.
Le guance della rossa si imporporarono leggermente e cominciò a gesticolare: -Non dire idiozie! Non lo sto dicendo per te, chiaro? Lo sto facendo per l’onore della Casa, che ancora una volta è messo in discussione da quei maledetti Grifondoro-.
-Ah ah ah, se lo dici tu- la prese in giro la bionda: - Infondo sei anche tu una tenerona-.
-Non osare dire una parola di più Nata Babbana dei miei stivali! -
Tracey rise di gusto e la prese sottobraccio, beccandosi uno scappellotto dall’altra : -Sei a dir poco imbarazzante- commentò storcendo il naso.
Peregrine scoppiò a ridere e Astoria scosse la testa. A volte quelle due sembravano una coppia di divorziate.
La bionda lanciò uno sguardo alle spalle di Astoria e sogghignò: -È arrivato il tuo principe, Ria- la prese in giro.
-Eddai Tracey smettila- la riprese l’amica imbarazzata, voltandosi di scatto verso il bosco. La figura di Draco Malfoy, avvolto da un elegante cappotto nero, si fece strada velocemente verso le quattro amiche.
I suoi occhi cercarono subito quelli di Astoria, la quale sorrise raggiante e fece qualche passo in avanti. Il giovane si fermò di fronte a lei e le accarezzò una guancia -Astoria- la salutò.
-Ciao anche a te Malfoy- disse Leah sorridendo.
-Non stavo parlando con te Borgin- rispose irritato, storcendo la bocca.
Leah estrasse la bacchetta, la roteò tra le dita della mano e la puntò verso la testa del ragazzo, ma Astoria si mise in mezzo: -Va bene Leah, gioco finito, abbassa quella maledetta bacchetta-
-Come sei noiosa dolcezza- ridacchiò l’altra -Che sarà mai un po’ di divertimento-
-Evita di far esplodere cose o persone per favore - la riprese Astoria.
-Tranquilla Ria, avrei rimesso il tuo fidanzatino a nuovo in un batter d’occhio-
Poi prese per un braccio Peregrine e si avviò verso il gruppo di Corvonero che le attendevano all’ingresso di Mielandia.
Tracey le seguì con lo sguardo e subito dopo tornò su Astoria: -Allora io, ehm… Vado a vedere se Stewart e Eleanor hanno voglia di una Burrobirra- disse: -Ci vediamo dopo Ria. Ciao Malfoy- disse, pronunciando il nome del ragazzo con la testa abbassata.
-Quella è pazza- esclamò il giovane voltandosi verso la mora.
-Ma no, Leah è solo un po’ particolare, suo zio, il signor Borgin è il proprietario di Borgin & Burkes: giocano con le arti oscure – gli spiegò Astoria scuotendo la testa.
A quelle parole vide Draco irrigidirsi appena, per poi sciogliersi un po’ e porgerle il braccio, che Astoria accettò ben volentieri.
-Resta comunque una fuori di testa- sentenziò l’altro, mentre cominciarono ad avviarsi verso la strada principale.
-Se tu non l’avessi chiamata sfigata per le sue Gobbiglie ti lascerebbe in pace- commentò ridendo la mora.
Draco sbuffò dal naso: -Greengrass, ti sembro uno che può avere paura di quella fattucchiera da due soldi? -
La ragazza gli si parò davanti e gli puntò un dito sul petto, sogghignando leggermente: -Sei proprio uno sbruffone Malfoy- lo prese in giro, poi.
Il biondo di scatto l’afferrò per un braccio, facendole fare una piroetta; poi le cinse i fianchi con le mani e le sorrise, furbo: -Anche per questo ti piaccio-
Astoria arrossì leggermente, ma sorresse lo sguardo dell’altro e si lasciò andare in una risatina imbarazzata: -Se aiuta il tuo ego puoi anche crederla così-.
L’altro roteò gli occhi, divertito, poi poggiò le proprie labbra sulla fronte della piccola Greengrass, la quale si sciolse a quel contatto: si ritrovò a sorridere e alzò la testa, allontanando le sue labbra e incrociando nuovamente i suoi occhi.
Difficilmente lo avrebbe ammesso, ma le piacevano davvero tanto: erano così freddi che avrebbero potuto congelare chiunque li avesse incrociati; ma allo stesso tempo, ogni volta che il biondo posava il suo sguardo su Astoria, questi si illuminavano.
-Ria? -
La ragazza si ridestò dai suoi pensieri. Non si era resa conto che il ragazzo le stesse parlando.
-Come? - domandò la giovane, sciogliendo l’abbraccio. Dannazione, Malfoy aveva la capacità di inebetirla.
Draco sogghignò e incrociò le braccia: - Se avessi saputo che sarebbe bastato così poco per zittirti ti avrei chiesto di uscire già da un po’ di tempo-.
Astoria lo guardò confusa e questo fece ridere l’altro di gusto, ma ci volle poco perché la smettesse, dato che la piccola Greengrass ebbe l’idea di lanciargli una palla di neve in pieno petto.
Sorrise soddisfatta: -Questo è quello che succede a chi osa prendermi in giro, Malfoy -
Draco si scrollò la neve di dosso e contrattaccò rapidamente con un’altra palla di neve, che la ragazza riuscì a scansare facilmente.
-Forse dovresti migliorare la mira- lo provocò l’altra, cominciando a correre.
Malfoy non se lo fece ripetere due volte: rapidamente raccolse una manciata di neve e si mise a rincorrerla.
Le risate di Astoria erano musica per le sue orecchie e quando fu abbastanza vicino riuscì a colpirle un braccio con la propria palla di neve.
La mora si voltò ridendo ancora. Alzò il mento e sfoderò la bacchetta, con un movimento fluido: -Vuoi la guerra? - chiese: - Ti accontento subito: Wingardium Leviosa-.
Un cumulo di neve si sollevò dall’asfalto e seguendo i rapidi movimenti della bacchetta di Astoria si agglomerò fino a formare una palla: -Relascio-.
Il ragazzo fece appena in tempo a sfoderare la bacchetta, prima di essere colpito: -Protego-.
Inarcò un sopracciglio e si avvicinò: -E questo da dove è uscito? -
Astoria ripose la bacchetta nella propria tasca e sollevò le mani in segno di resa: -Segreto! Una strega non rivela i suoi trucchi-
-Piccola impertinente-
Draco cominciò a correre verso la ragazza che, a sua volta, si allontanò velocemente. Questa volta, però, fu presto raggiunta dal giovane, che riuscì ad afferrarla, lasciando che si aggrappasse alle sue braccia, cercando sia di non farla cadere rovinosamente a terra che di far cessare le risate.
-Sei veloce per essere una nanetta-
-Sempre così gentile- lo prese in giro.
Draco le sorrise: -Sei molto bella, Ria-
La ragazza arrossì leggermente e alzò il mento: -Non cederò così facilmente alle tue avances, mettitelo bene in testa-.
-Anche se credo tu sia già caduta tra le mie braccia, ho abbastanza pazienza- rispose lasciandola andare: -Penso di riuscire ad aspettare-.
Astoria sorrise. In un secondo lo sguardo di Draco si diresse verso i Tre Manici di Scopa, poi tornò sulla ragazza: -Mi aspetteresti un attimo qua? -
La mora lo guardò confusa: -Dove devi andare? -
-Niente domande e aspetta qui, è una sorpresa- la rassicurò.
L’altra si strinse nelle spalle: -Va bene-.
In un attimo il biondo fu fuori dalla sua visuale, così la ragazza decise di sedersi sul muretto di fronte al Pub.
Era incredibile. Tutto si sarebbe aspettata tranne che giocare a palle di neve con Draco Malfoy. Dico: Draco Malfoy! Forse Theodore aveva ragione quando diceva che era l’unica persona capace di tenergli testa, ma allo stesso tempo la ragazza sapeva benissimo che c’era qualcosa che non andava. Ma no, non avrebbe fatto domande. Era stufa di litigare e soprattutto di litigare con Draco. Però vedeva il suo sguardo assente e come evitava di trascorrere troppo tempo con i propri compagni di Casa.
Incrociò le gambe sul muretto e appoggiò i gomiti sulle ginocchia.
Da lontano scorse sua sorella. Le sorrise e alzò una mano per salutarla. Daphne se ne accorse e le fece un cenno del capo; la vide inarcare le sopracciglia e dare una gomitata a Blaise, che spostò lo sguardo nella sua direzione per una frazione di secondo. Il moro cinse con un braccio le spalle della fidanzata e, anche loro, scomparvero rapidamente dalla vista della giovane Greengrass.
Astoria batté le palpebre un paio di volte. Si voltò di scatto.
Draco era pallido e teneva in mano due boccali di Burrobirra: -Per te, con panna- disse, porgendone uno alla ragazza.
-Tutto a posto? - domandò lei, bevendo un sorso di schiuma.
Il biondo annuì e le si sedette di fianco: - Certo Greengrass, perché non dovrebbe? -
La mora scosse le spalle :- Sei un po’ pallido-
Il ragazzo prese un sorso della bevanda e scosse la testa: -Io sono sempre pallido-
-Sciocco! – sbuffò l’altra dandogli un colpetto sul braccio: - Sono solo preoccupata-
-L’unica cosa di cui dovresti preoccuparti è la mia vendetta: nessuno osa tirare una palla di neve a Draco Malfoy-.
La ragazza lo guardò divertita :-Magari dovresti imparare dalla migliore-
-Se ti stessi riferendo a te stessa mi sentirei di dissentire-
-Il solito pallone gonfiato- commentò la ragazza, finendo velocemente il suo boccale, per poi alzarsi in piedi. Draco roteò gli occhi e terminò la propria bevanda, adagiando il proprio boccale sul muretto, insieme a quello di Astoria, per poi incamminarsi verso il piazzale delle carrozze.
- Mi lusingano i tuoi complimenti- rispose sarcastico.
-Ognuno ha ciò che si merita- commentò la ragazza allegra.
Draco la guardò con la coda dell’occhio e Astoria poté notare un leggero tremore scuotergli il volto, ma non ci diede peso.
Arrivata di fronte alla carrozza, la mora fece per salire, ma il biondo la trattenne per un momento: -Spero che ne sia valsa la pena- le disse cupo.
Astoria rimase interdetta, ma non ebbe il tempo di ribattere: Tracey, Stewart ed Eleanor richiamarono la sua attenzione, trascinandola a bordo con loro.
Con un ultimo mezzo sorriso Draco si allontanò a grandi passi e Astoria chiuse la portiera, seguendo dal finestrino i movimenti del ragazzo, fino a che questi non scomparve dalla sua vista.
 
 
 
***
 
 
 
Leah si stiracchiò sulla panca. Forse non si sarebbe mai abituata alle lezioni di Rune Antiche, ma trovava quella materia alquanto affascinante. Si sorprese quando seppe che anche Tracey e Astoria, l’anno precedente, avessero scelto di seguire quel corso.
Era risaputo che Astoria amasse tutto ciò che era vecchio e noioso, mentre che Tracey amasse solo seguire la sua amichetta ovunque andasse. Forse rimase più sorpresa del fatto che Tracey avesse deciso di seguire Cura delle Creature Magiche invece che Aritmanzia, con lei e Astoria: non era abituata a vedere quelle due separate.
Non che a Leah importasse effettivamente: avrebbe preferito mille volte restare da sola piuttosto che scegliere corsi noiosi e inutili insieme alle proprie amiche. Avrebbe fatto di tutto per raggiungere il massimo.
-Ci vediamo in Sala Grande- la salutò Astoria, appoggiandole una mano sulla spalla. La rossa inarcò un angolo della bocca e guardò l’amica allontanarsi, seguita, ovviamente, da Tracey.
Roteò gli occhi. Davvero non riusciva a capire come fosse possibile che Astoria riuscisse a passare del tempo con lei.
Si alzò e si avvicinò alla cattedra: la professoressa Babbling stava riordinando le pergamene, così la ragazza si adoperò per aiutarla.
-Lasci pure, Professoressa- disse alla donna -Ci penso io-
La donna le strinse una spalla: -Leah dovresti passare del tempo con i tuoi compagni, non intrattenerti ore in aula. Può essere controproducente-.
La rossa sorrise, legando un rotolo con dello spago: -Non spreco il mio tempo inutilmente-
-Sei molto ambiziosa, cara- osservò, giungendo le mani di fronte a sé :- Sei la mia studentessa più brillante, Leah, non credo che rabbonirti l’insegnante potrebbe alzare i tuoi voti già ottimi-.
-Non è mia intenzione, Professoressa- rispose con un sogghigno: -Mi piace solo intrattenermi qui-.
La donna sogghignò di rimando e arricciò il naso: - Molto bene allora- sentenziò alzandosi :- Puoi continuare e, quando avrai finito, ricordati di pulire ciò che avrai sporcato. Chiudi la porta quando esci: detesto il disordine- concluse attraversando l’aula e sbattendo la porta alle sue spalle.
Leah sorrise.
Bathsheda Babbling era il suo modello da seguire: fiera, orgogliosa e potente. Tutte qualità che la ragazza stimava profondamente e che, un giorno, le sarebbero calzate a pennello: aspirava al massimo.
Finì di riordinare la cattedra e si sedette sulla poltrona retrostante. Scrutò l’aula e sfilò la bacchetta dalla tasca: -Accio -.
Una sfilza di pergamene si adagiò di fronte a lei. Ne prese una dalla pila e si alzò in piedi, per posizionare di fronte a sé un barattolo: lo aprì e ne uscì un ragno enorme. Si allontanò di qualche passo, osservando la creatura muoversi sul piano da lavoro.
Stava lavorando a quella maledizione da un anno esatto e finalmente era riuscita a perfezionarla.
Alzò la bacchetta e la rilasciò in direzione dell’animale, scoccando un colpo di frusta: subito questo cominciò a zampettare velocemente verso la ragazza, che puntò decisa la bacchetta in sua direzione, agitandola rapidamente: - Rigor Mortis- mormorò.
Una saetta colpì in pieno la testa del ragno e questo d’un tratto si immobilizzò, come congelato. Leah, a quel punto, controllo il proprio orologio da polso: quindici secondi, quattordici secondi, tredici secondi. Alzò lo sguardo verso la creatura e sorrise. Poi tornò sull’orologio: quattro secondi, tre secondi, due secondi.
Rimase in attesa.
D’un tratto il corpo del ragno sobbalzò, come attraversato da scosse elettriche. Durò esattamente una frazione di secondo. Poi si immobilizzò. Dalla testa della creatura cominciò a fluire del sangue.
Leah sorrise soddisfatta: quindici secondi esatti. C’era riuscita. Batté le mani soddisfatta e con un gesto della propria bacchetta ripulì ogni cosa. Velocemente raccolse le sue pergamene e le ripose nella tracolla, poi, dopo aver gettato un ultimo sguardo soddisfatto all’aula, si incamminò verso l’uscita.  Una volta fuori chiuse la porta davanti a sé, girando la chiave nella serratura.
Era così presa dai suoi pensieri che non si accorse della mano che le si appoggiò sulla spalla. Sobbalzò.
-Stewart quante volte te l’ho detto di aspettarmi all’ingresso? – esclamò irritata, voltandosi.
Ma alle sue spalle non c’era Stewart. Il suo cuore perse un battito.
-Adesso io e te facciamo due chiacchiere, dolcezza -.
 
 
 
NOTE:
-* Scottish Fold e Maine Coon sono razze di gatto (sono adorabilissimi NDA)
 
 

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