Jessica's Horror Story.

di RecklessYouth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La tazza immacolata. ***
Capitolo 2: *** Jessica vs. Fabbro. ***



Capitolo 1
*** La tazza immacolata. ***





Jessica's
horror story.



Era un'afosa serata estiva come tante ed una coppia di migliori amici stava discutendo animatamente su Skype.
« Marco, faccio sul serio! » Gridò la ragazza, euforica.
« Dai, ma non può essere vero! » Protestò l'altro.
« Ti ripeto che ho sognato Jessica Lange qualche mese fa! » Continuò, alzando il tono di voce.
« Guardi troppo American Horror Story! Insomma, l'altra volta non mi hai risposto per ben due ore perchè era morta quella lì e stavi piangendo come una demen... »
« SI CHIAMA FIONA GOODE E LA SUA MORTE ERA... » E prese a piangere, peggio di una fangirl assatanata che vede una fan art ritraente la sua OTP.
« Ci risiamo... Come quella volta in cui vedesti quell'immagine con il corpo martoriato di Mikasa fra le braccia di Eren- »
« BESTIA SENZA CUORE. »


Chiamata terminata.
Durata: 4.10.39.


« Non ci credo... La situazione sta degenerando! »
Marco teneva molto alla sua migliore amica Rossella, malgrado l'evidente e malsano amore -se non devozione- nei confronti di Jessica Lange, denominata da lei "La S.ssima". Il ragazzo non credeva che la donna possedesse poteri divini, o che tutto il cast della serie tv ruotasse attorno a lei, manco fosse Dio.
« Un momento… Che cosa hai osato pensare? » sussurrò una voce.
« Eh, voce hot del nulla, temo che Rossella si stia rincoglionendo, perchè venera una vecchia attrice manco fosse il Nuovo Messia… »
« SCHIFOSO PEZZENTE. »
Marco si guardò intorno, spaventato da quell’urlo proveniente dal nulla.
« Mah… Sarà nonna che starà facendo il cosplay di Hitler. »
Non a caso, all’MD di fronte, una donna anziana dai capelli biondi, guidata dal suo fidato esercito di nazisti, era a fare spese.
« COME 15 CENTESIMI AL CHILO? L’ALTRA VOLTA QUESTA PASTA COSTAVA 10 CENTESIMI. »
Quella notte il ragazzo non riuscì a dormire, per evidenti problemi intestinali: a cena avevano ospitato l’SS personale della nonna, solo che quest’ultima, nel testare un nuovo fucile d’assalto, aveva sterminato tutti. A quel punto, il giovane dovette ingurgitare cinque chili di impepata di cozze, onde evitare di fare la stessa fine dei poveri tedeschi. Seduto sulla somma tazza, pensava a quanto fosse sfortunato ad essere circondato da un branco di pazzoidi: il padre, detto l’Egregio, aveva dalla sua parte dei cecchini onnipresenti e onniscienti (molti suoi compagni di classe vennero sparati senza pietà solo per aver chiesto, con tanta educazione ed innocenza: “Chi cazzo è l’Egregio?!”); la nonna, presunta figlia di Hitler, era un’anziana signora quasi cieca rispettata e temuta da tutti, che non di rado sparava per errore i suoi stessi sottoposti; la madre, Mary la Boss, era un’agente segreta che shippava la Marcossella, sempre pronta a seguire ovunque i due amici nella speranza di ottenere qualche scatto della sua OTP; infine, Rossella, un tempo una semplice e simpatica ragazza, era completamente partita dopo essere entrata nel fandom di American Horror Story, ed in particolare dopo aver impostato “Jessica Lange” come orientamento religioso su Facebook.
Sosteneva addirittura di averla sognata. La sua reazione fu pressappoco questa:
« NEL MIO SOGNO LA S.SSIMA MI HA CURATA DA UN TUMORE. SONO CERTA CHE MI AMA E CHE SONO LA SUA ADEPTA PREFERITA. Ti rendi conto che la mia vita è completa? Cioè, fanculo la scuola e fanculo SOPRATTUTTO a quella chimistronza! Entrerò nel dojo della S.ssima e diverrò potente e gnocca come lei, un giorno! » Quel pomeriggio la ragazza bruciò tutti i testi e gli appunti riguardanti la chimica e, quando il mattino successivo venne interrogata, si guadagnò un bel 4 e mezzo con i controfiocchi, attribuendo la colpa del voto basso a Marco, che l’aveva distratta mentre studiava “diligentemente”. Il ragazzo avvertì un crampo e sentì il bisogno impellente di imprecare, dunque attribuì sembianze suine al primo nome che gli venne in mente, come sempre.
« MA PORCA JESSICA LANGE, CHE MAL DI PANCIA. »

E successe.
La porta del bagno venne sfondata con un poderoso calcio. Ancora con i pantaloni mezzi calati, il giovane scattò in piedi, terrorizzato. Udì un intenso rumore di tacchi avvicinarsi velocemente e sbiancò quando scoprì da chi era prodotto: la sola ed unica Jessica Lange era in piedi davanti a lui, fissandolo con aria iraconda e superba, da cima a fondo. Indossava un adorabile pigiamino attilato –per ostentare le sue forme perfette – e scollato a fiori, con su scritto, a caratteri cubitali: “SARAH PAULSON MERDA.” Marco strabuzzò gli occhi, sconcertato.
« Ma chi cazz- »
Senza nemmeno dargli il tempo di rispondere, la S.ssima afferrò il povero ragazzo per il collo, manco fosse una gallina da decapitare.
« Sporco paesano... Come hai potuto? » sibilò, minacciosa. Estrasse una lama dorata dal reggiseno in bella vista pronta a recidergli la carotide, quando all’improvviso il suo cellulare, un iPhone 10S, squillò.
« Chi è quello zingaro già morto che ha il fegato di chiamarmi durante un’opera di purificazione? »
« Sono io, S.ssima! »
« Chi sei, il fabbro?! »
« Ma… Sono io, Rossella! » rispose l’altra, offesa.
« Ah, Rossella la poco di buono… »
« Quella Rossella?! » chiese la preda della donna.
« Zitto, eretico! » gridò, per poi adagiare “con molta delicatezza” il suo capo nella tazza immacolata… o quasi. Insomma, non dimentichiamoci che il giovane era stato sorpreso mentre era intento a fare i suoi bisogni. Girò i tacchi, mostrando al mondo come si girano i tacchi (il mondo al seguito, prese nota.) e si avviò verso la sua nobile dimora, non curandosi dei fans che la inseguivano, assatanati.







Angolo dell'autrice:

E' la prima storia nonsense che scrivo e devo ammettere che sono leggermente nervosa! Insomma, per me è strano ridere mentre compongo qualcosa, dato che sono abituata a piangere per le mie stesse opere. #fangirlirrecuperabile
Ebbene, come avete potuto ben notare, qui si sfiora la pazzia! L'idea di mettere per iscritto le idiozie mie ed il mio migliore amico Kingdommarco – ma prevalentemente mie – già ci frullava in testa da tempo immemore, ma l'abbiamo messa in atto solo qualche giorno fa per la vostra gioia! (?) Ci tengo a precisare, inoltre, che stimiamo moltissimo Jessica Lange come persona e che, in questa stupidata, il suo carattere si basa sui personaggi da lei interpretati, tutti con un marchio "Boss" stampato in faccia e non sulla sua reale persona.
I capitoli verranno pubblicati ogni qualvolta la S.ssima ci donerà l'Ispirazione ed io ed il mio brò li scriveremo a turno. Infine...
Che Lei sia con voi.

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Capitolo 2
*** Jessica vs. Fabbro. ***





Jessica's
horror story.


Il chiavistello arrugginito tuonò nel silenzio, una, due, tre volte. Al quarto vano tentativo, un calcio ben assestato tra i battenti risolse il problema, e il portone si spalancò fiero.
Ne venne fuori una figura alta e snella…
« Cosa!? Solo alta!? »
Perché, non lo sei?
« Si, ma insomma, sono la Santissima, mi aspettavo qualcosa di meglio. »
Altissima?
« Un po’ di più? »
Altissima e purissima?
« Ancora un po’? »
Eh, si, adesso scrivo “Altissima, purissima e Levissima”, okay!?
« Perfetto! »
…Non voglio contestare.
Ne venne fuori una figura altissima, purissima e Levissima, snella come una fotomodella e raggiante come il sole, benché fosse vestita di nero e incappucciata. Percorse l’austero corridoio a passo svelto, per poi incappare in un altro portone, ovviamente chiuso. Due tentativi, poi dovette ricorrere alla consueta pedata per continuare il suo giro.
“Devo licenziare ‘sto cazzo di fabbro.”
Era giunto in un salone ampio e totalmente sgombro, se non per un paio di cassettiere, sovrastate da immensi specchi. Quando l’individuo fece il suo…
« Ehi, coso, individuo lo dici a tua madre! Sono Jessica Lange! »
Sì, ma nella storia non l’ho ancora detto… Insomma, chi è il narratore, io o tu?
« E’ UN TUO PROBLEMA. »
Okay, okay…
Quando la bellissima Jessica fece il suo ingresso le cassettiere sentirono il bisogno di inchinarsi dinnanzi a lei, stessa cosa gli specchi, che si staccarono dal muro cadendo sulle cassettiere e spaccandosi, con sommo disprezzo dell’ivi presente Santissima. Al centro della sala c’era un’altra figura incappucciata, di spalle, inginocchiata sul pavimento.
« Ma tu sei… » Jessica era evidentemente turbata.
« Sì, sono io. » Rispose l’altro.
« … IL FABBRO. VIENI QUI, COSI’ IMPARI A FARE ‘STE CAZZO DI SERRATU… »
« Ma Santissima… Sono io! » Si voltò e rimosse il cappuccio: era Rossella, la ragazza che era stata curata dalla Santissima.
« Ma Rossella… Da quando fai il fabbro? » Domandò Jessica, stranita.
« Santissima, sono qui per l’iniziazione. Mi ha detto lei di venire. »
« Ugh, vero. Bene, muoviamoci, che ho da fare con gente un po’ più importante di te. Tipo il fabbro. »
Si avvicinarono l’una all’altra, e Rossella si inginocchiò di nuovo, questa volta dinnanzi alla Santissima. Questa le poggiò una mano su…
« Ehi, come parli? Questa? Mano? E chi sono, quella zingara di tua sorella? »
La prego, lo scrittore sono io.
« TU CONOSCI I MIEI POTERI. » Mi scusi, mi scusi! Va bene…
Ella, con la sua nobiltà, le poggiò una delle sue sacre e venerabili mani sul capo, e pronunziò la seguente formula:
« Io, Jessica Santissima Lange, aka Fiona Goode, Constance Langdon e Suor Jude, introduco questa poco di buono, zingara e troietta nel mio Santissimo dojo, per amarmi e venerarmi nel mio Bellissimo Nome, eccià. »
La ragazza alzò la testa e, guardando Jessica, rispose: « Prometto di essere la Sua troietta più fedele. » « Beh, questo è un tuo problema! »
Commentò la Santissima, e con fare annoiato, lasciò la sala.
La Santissima scese le scale, un gradino alla volta. Giunse in una cantina totalmente buia, ma con la sua luce interiore riuscì comunque ad illuminare l’ambiente. Si trovò faccia a faccia con un uomo sulla trentina: indossava una tuta da lavoro blu, aveva le mani sporche di ruggine e una chiave inglese infilata nella cintura. Sul capo troneggiava fiero un berretto, con la scritta “KING OF KEYS”
« Tu… il fabbro. » La sua voce era piena di disprezzo.
« Eccomi, c’è qualche problema? » Chiese, schernendola.
« Sì. Le tue serrature… fanno cagare le pietre. »
« Meh… Non è un mio problema. » Jessica strabuzzò gli occhi, furiosa.
« COSA!? »
Alzò le braccia e dal pavimento vennero fuori delle lingue di fuoco, che si fiondarono, fulminee, contro l’uomo. Si legarono come cappi attorno al collo dell’uomo, e lo sollevarono a due metri da terra. Nelle mani della donna comparvero un arco e tre frecce. Scoccò la prima contro lo stomaco dell’uomo, agonizzante: « QUESTA E’ PER LA TUA ARROGANZA! » Scoccò la seconda, alla spalla: « QUESTA E’ PER LE TUE SERRATURE DI MERDA! »
Scoccò l’ultima, al cranio: « E QUESTA PER IL TACCO CHE MI SONO ROTTA PRENDENDO A CALCI IL TUO CAZZO DI PORTONE! »
Le lingue di fuoco scomparirono, e la purissima si trovò in piedi, dinnanzi al cadavere dell’uomo. Commentò con un “Ugh.” ricco di disprezzo, per poi voltarsi e lasciare la sala.
La vendetta era compiuta.







Angolo dell'autore:

Ecco subentrare me, per chi ha letto il precedente capitolo, sono io il Marco vittima della Santissima, la mia famiglia è davvero così e... sì, la storia è vera, tutta vera. Non c'è nulla di demenziale, o meglio, nulla di più demenziale dell'essere dementi in sè. Ma sto divagando, in questo capitolo si usa un espediente che ho adottato già altre volte (e chi segue sul mio profilo la storia Fantasy, lo sa bene) e che adoro, ossia quello di far discutere personaggio e autore su ciò che accade all'interno della storia. E' parecchio divertente scrivere così, e quando si impara a padroneggiare bene lo stile, diventa anche gradevole alla lettura.
Nell'arco della storia compariranno altri miei capitoli: intanto, se vi va, fate un salto sul mio profilo personale: di solito scrivo horror e racconti introspettivi, il nosense è un genere che adoro, ma in cui non mi cimento spesso. Grazie per la lettura, al prossimo capitolo!

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