Espiazione

di Ino chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre. ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno. ***


 

I ricordi hanno la fragilità dell’acqua e la loro forza.
Un momento non sono altro che un debole rigagnolo sul nero di una mente vuota e poi, all’improvviso, sono una forza inarrestabile che spazza via tutto e annega nel passato un  cuore ormai abituato a vivere solo nello spazio di un colpo di fucile.

Un intera parete dello Smithsonian è dedicata al sergente James Barnes, ma nessuno sembra badare a lui più di tanto.  Morto troppo presto per essere ricordato a dovere, passa quasi inosservato fra i membri Howling Commandos e le gesta di Capitan America.
Eppure c’è un uomo che da un mese circa non sembra interessato ad altro che a lui, il primo compagno di Capitan America.
Ogni membro dello staff dello Smithsonian l’ha visto almeno una volta. Felpa, cappellino, spalle alte e testa bassa per essere sicuro di non esser visto bene in viso. Un tipo strambo, così l’hanno definito vedendolo passare.

Il mal di testa che coglie Soldato d’Inverno ogni volta che mette piede al museo è così forte da farlo guaire. I ricordi che premono per uscire hanno la forza di un uragano nella sua scatola cranica e scuotono tutto mentre gli occhi scorrono quella storia estranea di un signor nessuno morto da eroe.
James Buchanan Barnes, sono mesi che Soldato d’Inverno sa che questo è il suo nome.
L’uomo del ponte, il Capitano Rogers, non ha fatto altro che allargare la falla aperta da qualcun altro.
La donna col cappotto rosso.
La vittima sbagliata.

Soldato d’Inverno odia uccidere le donne. Non perché trovi moralmente sbagliato farlo, sia chiaro, ma perché sono deboli, inette e piangono come fontane quando si accorgono di stare per morire. Per questa ragione, quando posa lo sguardo sulla foto del nuovo obbiettivo non è felice.
La dottoressa Jane Foster oltre che essere una femmina è una civile, ovvero la seconda categoria di gente che Soldato d’Inverno non ama uccidere.
Però gli ordini non si discutono, la donna deve morire e deve farlo in fretta. Soldato segna il suo viso con una X rossa e Alexander Pierce gli sorride quasi paterno mentre lo guarda caricarsi il fucile in spalla.

Londra è piena di gente, ma a Soldato non dispiace.
Nascondersi in piena vista è facile e divertente. Si può osservare il mondo scorrere dall’obbiettivo di un fucile come dietro il vetro di un acquario. 
Soldato segue una mamma tornare a casa con un bambino stretto fra le braccia. Un uomo rincorrere il suo cappello volato in aria da una folata di vento e una ragazzina mangiare soddisfatta da un sacchetto di patatine.
Noiosi, pensa mentre li guarda vivere come lui non ricorda di aver mai fatto.
Passano le ore, la notte copre Londra di un manto fumoso che le stelle non riescono a trapassare.
La dottoressa Foster ha i capelli più lunghi rispetto alla foto, ma Soldato non ci fa caso. Le donne sono note per questi vezzi, così attende che la donna salga in macchina e avvii il motore.
Il maggiolino s’immette in strada ed è in quel momento che Soldato spara.

L’auto sbanda,  Soldato la segue con gli occhi e sorride quando la vede puntare dritta contro un palo della luce. È andata bene, e come al solito, sente la soddisfazione montare. È bravo in quello che fa, ed essere il migliore nel proprio campo è sempre gratificante, anche se il suo campo è uccidere la gente.
Ci vorrà circa un minuto e mezzo prima che gli inquilini dei palazzi si rendano conto di quello che è successo, otto minuti perché l’ambulanza arrivi.
Soldato afferra la maniglia della portiera del maggiolino e con uno strattone la fa saltare dalle guarnizioni. La dottoressa Foster è bocconi sull’airbag e il sangue della ferita aperta sul fianco si mischia al rosso del cappottino che indossa.
Soldato le afferra i capelli alla nuca e le tira indietro la testa.

-NON È LEI!-

È una ragazza, non una donna, con il viso paffuto e i lineamenti piacevoli. Soldato la lascia andare con un verso strozzato  e si tira indietro sopraffatto da uno spasmo alla bocca dello stomaco.
-Non è lei. Non è la Foster.- continua a ripetersi mentre cammina all’indietro -Non è lei!-


Pierce sembra sorpreso del suo errore, ma non dispiaciuto. La ragazza colpita è l’assistente personale della Foster e sua migliore amica. Sorride all’espressione di Soldato d’Inverno -Non preoccuparti ragazzo, va bene lo stesso.-
Eppure Soldato sente che qualcosa dentro di lui è cambiato. È un debole sussurro contro le pareti della testa, una voce sconosciuta che lo chiama assassino e si lamenta di non esser morto davvero cadendo in quel dirupo.
Soldato sono mesi che sente quella presenza farsi più ingombrante  fra i suoi pensieri. Sa che si chiama James, sa che era un brav’uomo, uno di quelli che piacciono a tutti e che lui ha preso il suo posto.
Sa che era amato e che amava.
Sa che era capace di farlo, a differenza sua.

 

Il sole è basso sulla città quando Soldato esce dalla penombra scenica creata all’interno del museo. Una donna con un cappotto rosso gli passa accanto e lui la segue con lo sguardo.
Non è lei, non le somiglia nemmeno, eppure non può fare a meno di guardarla.
-Trovala.- sussurra la voce del Sergente Barnes dentro di lui.
-Perché dovrei farlo?- chiede Soldato guardando sparire quella ragazza bionda con quel cappotto a renderla sbagliata indosso.
-Perché ti ha ridato qualcosa che credevi di non aver mai avuto…-


…La tua umanità.


New York City.
_Libreria “Il frutto proibito,”_

(Tre mesi dopo)



“Agata fece scivolare le dita lungo il torace marmoreo di Erik, beandosi…”

-È la quinta volta che questo tizio viene descritto come marmoreo, chi diavolo è l’autrice di questo libro? E.L James[1]?-
Darcy Lewis, ventisette anni appena compiuti, affonda il viso nel palmo della mano mentre  Luisa Cassetti, vorace settantenne italiana, chiude il libro fra le sue mani e lo gira per leggere la copertina -No, perché?- le chiede.
-No, sai com’è, per un momento ho temuto che fosse un'altra fan fiction di Twilight messa sul mercato.-
Luisa la fissa perplessa e Darcy sospira chiudendo gli occhi.
-Non farci caso, continua pure a leggere.-
Sono passati sei mesi da quando la vita di Darcy è cambiata. Era a Londra e tutto andava bene. Aveva un buon lavoro, un ragazzo dolce che diceva di amarla e gli elfi oscuri era un solo un ricordo. Poi, un giorno tutto è andato a puttane.
Un giorno qualcuno le ha sparato e la sua vita si è congelata su una sedia a rotelle.
Perché è dovuta tornare a casa, perché Jane non poteva prendersi cura di lei, non con una divinità norrena imbranata come un bambino di cinque anni fra le scatole e perché Ian l’ha lasciata, non potendo permettersi di passare il resto della vita assieme ad una…
La ragazza osserva le sue gambe immobili -…Vigliacca…-
-Come cara?- chiede Luisa alzando gli occhi su di lei.

 È seduta su una sedia a rotelle, ma la situazione non è così tragica volendo. Ha incontrato Luisa per caso e si è letteralmente innamorata di lei e del suo modo di fare. Un eccentrica donnona italiana con un casco di capelli rossi, strati e strati di trucco sul viso e un marito appena venticinquenne da sfoggiare alle feste.
È stata Luisa a parlarle del Frutto Proibito per la prima volta e quando Darcy c’ha messo piede, beh, è stato amore.
Cosa c’è di più adorabilmente trash di una libreria erotica dove ci sono peni ovunque e alcuni hanno su un cappello a cilindro? Ha dovuto per forza aggiungerlo al suo curriculum vitae.
-Che ne dici allora? Lo ordino?-
Darcy storce la bocca mentre osserva il via vai dei passanti oltre  la vetrina della libreria - Secondo me… Oh.-

-E tu chi sei splendore?-
Soldato d’Inverno si guarda attorno sbalordito. A pensare che credeva di essere incappato in una pista falsa e invece la ragazza col cappotto rosso  lavora davvero in una libreria erotica.
La guarda per un momento prima di tornare alla donna che lo osserva curiosa.
È seduta su una sedia a rotelle e anche se lo sapeva, avendo rubato i suoi referti medici, non può dire che la sua vista, non gli strappi un curioso moto di fastidio alla bocca dello stomaco.
-Sono qui per quel lavoro di magazziniere.-
Luisa si illumina mentre Darcy l’afferra per un polso -Io credo che non dovresti assumerlo.-
Luisa la guarda perplessa e anche Soldato -Perché?- le chiede la donna.
-Ti ricordi l’ultimo ragazzo piacente che hai assunto?-
Luisa si liscia il mento pensosa -Uhm…-
-Quello che Nick…- il marito toy - …Ha cercato di uccidere perché accecato dalla gelosia.-
Luisa  arriccia il naso -Non ha cercato di ucciderlo.-
Darcy sospira -L’ha inseguito per mezzo isolato armato di un pene di marmo di trenta chili, secondo te che voleva fargli?-
Luisa apre la bocca e Darcy la blocca alzando la mano libera -Non dire nulla, voglio conservare quell’ultimo grammo di innocenza che mi è rimasto.-
-Ho davvero bisogno di lavorare.-
Le due donne si voltano assieme verso Soldato e Luisa quasi squittisce -Sentito?- chiede a Darcy -Ha davvero bisogno di lavorare.-
La razza alza le mani sconfitta -Io te l’avevo detto.- sbuffa.
Luisa  si avvicina a Soldato vittoriosa e lo trascina verso il bancone della libreria -Com’è che ti chiami raggio di sole?-
-Mi chiamo James. Solo James.-

 

 

FINE PRIMO CAPITOLO.

Questa storia è stata cancellata per errore e riscrivendola, ho cercato di cambiarla un pochino per non rendere noiosa la rilettura.
Se vi va, fatemi sapere che ve ne pare!
Ino chan.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[1] Autrice di 50 sfumature di grigio.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


CAPITOLO DUE.

The Girl in the Red Coat




Gli esperimenti condotti sul sergente Barnes, quelli che hanno permesso la venuta al mondo di Soldato d'Inverno d'Inverno fra il ghiaccio ed il ferro, sono un delirio di dolore in cui questi si ritrova catapultato ogni volta che chiude gli occhi.
Dopo aver scacciato per anni i ricordi di quell'uomo troppo tenero per fare la vita del fantasma assassino, averli relegati in un cassetto della memoria e lasciati ad ammuffire, ora non riesce a liberarsene.
Sono una condanna, ma anche una salvezza. Sono i ricordi di una vita da persona vera, esperienze di prima mano e non spiate da lontano, dove i sentimenti non sono degli sconosciuti e paurosi compagni, così come la sensazione di esser vivo.
-Perchè mi fai questo?- grida allo specchio, al sé stesso che ricambia il suo sguardo e che non riesce più a riconoscere.

Perchè è giunto il momento che il burattino di legno diventi un bambino vero.




New York City.
_Libreria “Il frutto proibito.”_




Nonostante la libreria sia in fermento per via della prossima riapertura, Darcy è certa che Luisa stia facendo il datore di lavoro stronzo, non per il desiderio che sia tutto perfetto per la clientela di assatanati che prenderà d'assalto la libreria non appena aperta, ma per ammirare i muscoli del nuovo magazziniere tendersi sotto il maglione ogni volta che lo costringe a sollevare e a spostare di pochi metri il busto di marmo che la riproduce a venti anni.
-È marmo italiano questo, sai? Devono poterlo vedere tutti!-
Soldato d'Inverno sposta per cinque centimetri che gli sono stati indicati, è certo che non sia di più, il busto e la collonnina su cui è montato e si volta a guardare la donna con un sopracciglio sollevato. Non ha mai provato attrazione per la sessualità sfacciata delle donne di questo secolo, e il busto in questione, ritrae la Cassetti a seno nudo, intenta a raccogliere i capelli in una lunga treccia, però, a giudicare da come questa lo sta guardando, ha la sensazione che si aspetti un complimento.

-Eravate molto bella.-
Luisa sembra illuminarsi e Darcy, al suo fianco, sorride mentre si appoggia al bracciolo della sedia a rotelle con un gomito; Soldato d'Inverno ha la sensazione che lo trovi in qualche modo buffo. Infatti, non c'è mai una volta in cui incroci il suo sguardo in cui non sembri divertita da qualcosa che lui ha fatto o detto. Come l'altro giorno, ad esempio, quando ha riso fino a lacrimare mentre lo guardava scorrere con aria confusa i titoli dello scaffale dedicato all'amore fra uomo e uomo.


-James!-
-James!-

-EHI CHIAPPE D'ORO VUOI GIRARTI?-

Presentarsi con il nome di James non è servito quasi a nulla, Soldato d'Inverno continua ancora a considerare il sergente Barnes come un estraneo e non come sé stesso.
-Sicuro che sia James il tuo nome?-
Soldato d'Inverno annuisce e Darcy incrocia le braccia al petto - Allora come mai non ti giri quando ti chiamo? Ti sto antipatica?-
-Affatto, ti trovo molto gradevole, Darcy.-
Darcy storce la bocca mentre guarda James tornare a lavoro, strano, lei avrebbe detto il contrario visto che, in una settimana, le avrà parlato due volte e solo per chiederle informazioni su dove mettere i libri o le scatole dei sex toys arrivati dalla Cina.
-Problemi?- chiede Luisa alle sue spalle.
Darcy si volta con un sospiro -No, è che... OH MIO DIO!-

Luisa è strizzata in un corsetto di pelle nera che le ha spinto i seni quasi sotto al mento, e in uno strap-on* dello stesso colore che lascia poco, molto poco, all'immaginazione. Darcy grida coprendosi il viso con le mani mentre Soldato d'Inverno, poco più in là, arrossisce fino alla radice dei capelli.
-Cos'avete da guardarmi? Dovrò pur provare la merce prima di metterla in vendita, no?-
Soldato d'Inverno deglutisce a vuoto, il ragionamento non fa una grinza, però...
-Che ne dite? Come mi sta?-
-NON GIRARTI, PERDIO!- grida Darcy paonazza in volto.




-Sei un amish?-
Soldato d'Inverno si volta perplesso verso la ragazza che l'ha raggiunto all'esterno della libreria; Darcy poggia i gomiti sulle ginocchia e si piega in avanti in modo da mettersi al suo stesso piano e questo, non sa dire per quale ragione, si scansa immediatamente, spostandosi di lato e insaccando la testa nelle spalle.
-Come sei timido.-
-Non sono timido.-
Sei tu ad essere troppo espansiva! si ritrova a pensarlo con un pizzico di rabbia mentre scarta il panino acquistato nel piccolo bar di fronte alla libreria . Non è abituato alla vicinanza, guardare il mondo attraverso il mirino di un fucile ti fa dimenticare che le persone hanno un odore.
Mio Dio, avevo dimenticato anche questo!
Soldato d'Inverno non aveva la minima idea di aver scordato molto di più del sergente Barnes in tutti questi anni. Vivendo per le missioni, avvitando tutta la vita in quell'unico colpo sparato dopo uno studio maniacale dell'obbiettivo, ha perso di vista così tante cose da non riuscire a quantificarne. La vita di una bambola assassina, per quanto avventurosa, non è paragonabile a quella di una persona in carne ed ossa.
-Sei un amish?- ripete la ragazza appoggiando il mento fra le mani e tamburellando le guancie tonde con le dita - Questo spiegherebbe come mai sei così timido e ...-
-Non sono un amish.- taglia corto Soldato d'Inverno improvvisamente di cattivo umore.
Darcy sporge il labbro inferiore mentre lo osserva -Peccato, mi piacerebbe conoscere un hamish, li trovo affascinanti.-


Amish: Gli Amish sono una comunità religiosa nata in Svizzera nel Cinquecento e stabilitasi negli Stati Uniti d'America dal Settecento. Attualmente la più grande comunità Amish si trova in Ohio.[1]


Soldato d'Inverno alza un sopracciglio perplesso alla vista della donna vestita con un funereo abito nero e con i capelli raccolti in una cuffietta bianca e dell'uomo al suo fianco, monacale almeno quanto la sua compagna nel vestire. Ha imparato da poco ad usare gli smartphone e per un momento, ha paura di aver digitato male la parola sul motore di ricerca, o di aver combinato chissà quale pasticcio. Scorre la pagina di Wikipedia, facendo attenzione a calibrare la forza dei servomotori del braccio per non spaccare lo schermo del telefono, con le sopracciglia che vanno sempre di più aggrottandosi.
-Sembro uno di questi?- si chiede stupito.


Lincoln_Nebraska
__
The Lost Woods Resort__ [2]


-Mi fa ridere che lo chiamino resort.-[3]
Sam Wilson ridacchia divertito, ma subito torna serio alla vista dell'espressione cupa sul viso di Steve. Dopo tre mesi di ricerche incessanti e di pericoli sono arrivati ad un nulla di fatto; il Lost Woods Resort è una pista fredda da settimane ed è impossibile che ci siano degli indizi in una camera che è stata usata e ripulita più volte.
-Si è firmato George Barnes stavolta.-
-Ha usato il nome di suo padre.-
Steve fa scorre un dito sulla firma sghemba che gli è stata indicata dal padrone del motel; un uomo inquietante, secco come un chiodo e con una calvizia incipiente che, a prima vista, lo rende molto più vecchio di quanto non sia.
-Significa che sta ricordando?-
Steve non sa che dire, potrebbe essere un ricordo passeggero, un viso fra i tanti oppure un segno che Bucky sta tornando e che sta iniziando a ricordare sé stesso attraverso i genitori.
-Siete poliziotti?-
Steve e Sam sollevano lo sguardo all'unisono verso il padrone del motel dall'altra parte del bancone della reception - Sì.- risponde Sam, coprendo l'incertezza di Steve e la sua fisiologica incapacità a mentire.
-Quel tizio era davvero inquietante e dire che qua, ne passano di tipi strani, ma lui li batteva tutti.-

Steve e Sam si avvicinano assieme all'uomo, poggiando le mani sul registro degli ospiti del resort e spostando il busto in avanti -Cos'ha fatto di tanto strano?-

-Credo che avesse degli incubi, lo si sentiva gridare la notte di una donna di un capotto rosso... E di New York.-



New York City.
_ Quartiere di Bensonhurst _



Ogni ricordo di Barnes è accompagnato da un fitta di dolore.
Soldato d'Inverno è arricciato sul tavolo della sua piccola cucina con una mano nei capelli e l'altra contro la bocca per soffocare le grida.
Capitan America? No. Steve.
Nei ricordi di Barnes c'è tutto il percorso che ha compiuto da Steve Rogers per diventare l'Eroe Americano; da come bambino debole è malato è diventato l'uomo sul ponte che gli ha tenuto testa nonostante la forza del suo braccio.
Batte la fronte sul tavolo, ricordare fa male, ma non il dolore la causa delle lacrime sul suo viso, ma la nostalgia per quel sorriso scanzonato che una volta, per lui, era casa.

-Steve.- mormora.


Mi manchi...


New York City.
_Libreria “Il frutto proibito.”_


-Ciao!-
Darcy sventola una mano dietro al bancone per segnalare la sua presenza e Soldato d'Inverno va ad affacciarsi lì, appoggiando i gomiti e la pancia - Sei caduta?- le chiede.
La ragazza ridacchia imbarazzata. Stava cercando di arrivare alla riserva di merendine di Luisa, ma le gambe non l'hanno retta come pensava ed è caduta all'indietro mancando clamorosamente la sedia a rotelle.

-Ti sei fatta molto male?-
-Secondo te?-

-Capisco.-
Darcy riderebbe fino alle lacrime se non fosse lei una dei protagonisti della scena.
-Vuoi continuare a fissarmi come un pesce lesso o vuoi venire qui a darmi una mano?-
Soldato d'Inverno inclina lentamente la testa verso una spalla e Darcy deve lottare contro la voglia di squittire; per quanto, a volte, James le sembri dannatamente tardo, è indubbio che sia mortalmente adorabile. Sopratutto quando non sembra capire cosa succede.
-Hai bisogno di aiuto?-
-Secondo te genio incompreso?-
Soldato d'Inverno fa il giro del bancone e con delicatezza passa un braccio sotto alle gambe della ragazza, l'altro attorno alla sua schiena e la solleva con facilità. Darcy strabuzza gli occhi mentre viene di nuovo messa sulla sedia a rotelle; non essendo una silfide, si aspettava , se non commento sui suoi chili di troppo, almeno uno sbuffo di fatica.
-Certo che ne hai di forza.- esclama.
Soldato d'Inverno accenna ad un sorriso -È che mangio molta verdura.-
Darcy però non può fare a meno di notare la mano destra che sfiora il braccio sinistro, e stringe il gomito con forza.

-Sei un tipo strano.-
-Tu non hai idea quanto.-








FINE CAPITOLO:


Nella speranza che vi ricordiate ancora di questa storia, un saluto dalla vostra devotissima Ino chan.
NOTA BENE: Inutile dire che mi scuso per avervi fatto attendere più di un anno per un aggiornamento, sono stata irrispettosa nei vostri riguardi e sono davvero mortificata per come mi sono comportata.


NOTE E DISCLAMERS:


  • 1° FONTE © WIKIPEDIA

  • 2° The Lost Woods Resort è un motel situato da qualche parte fuori Rosewood © Pretty Little Liars

  • 3° Mi fa ridere che lo chiamino resort © Pretty Little Liars

  • *strap-on: Uno strap-on è un dildo disegnato per essere indossato come uno slip.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre. ***




CAPITOLO TRE



New York

BROOKLYN, Cobble Hill


Le mattine a casa Lewis sono, da sempre, un vero delirio.
Cinque persone in guerra per il bagno, che litigano per i cereali e si attaccano a turno ai cartoni del latte, perchè non sono in grado di programmare la propria giornata partendo da un risveglio sereno e ad un orario decente, sarebbero soggetti perfetti per uno studio sociologico. O etologico.[1] Eppure Darcy deve ammettere che era questo, più che altro, che le mancava di casa; le mattine di paura e delirio passate a raccontarsi i programmi della giornata, fra bottiglie di latte lanciate da una stanza all'altra e merendine infilate tutte intere in bocca per far prima.
-Darcy, quelli sono i miei cereali con la crusca! Smettila di ingozzartici, costano quanto un collier di diamanti! -
Lara Lewis, figlia di mezzo di Clara e Jared Darcy, ha ventidue anni, ed è uno schizzetto dai luminosi capelli biondi e gli occhi verdi. Darcy ricorda benissimo quando, da piccola, le pettinava i capelli e la acconciava come se fosse la sua bambola.

-Crusca? Sei diventata stitica?-

-No, vuole dimagrire ancora, la stronza.-
Nora Lewis aka la piccola di casa, ha sedici anni ed è una bellissima brunetta dagli occhi neri. O per lo meno, era una bellissima brunetta dagli occhi neri.
In piena crisi adolescenziale, ha adottato uno stile, punk-emo, come l'ha definito Lara e ha tagliato e tinto la sua bellissima chioma per farne una cresta rosso sangue.
-Non sono affari tuoi, lesbica mancata!-
-Brad non ti scoperà nemmeno se diventi uno scheletro che cammina,torna a mangiare come Dio comanda!-
Darcy segue il botta e risposta fra le sorelle minori spostando la testa da una parte all'altra come se fosse una partita di tennis: quando le ha lasciate andavano d'amore e d'accordo e ora si scannerebbero, che diavolo è successo?
-Ah Darcy...- Clara divide le figlie spingendole ai due lati del tavolo e si avvicina alla figlia maggire -È arrivata una lettera da Londra per te.-
Darcy allunga una mano dopo un momento di incertezza e borbotta un ringraziamento alla madre che la guarda con un sopracciglio sollevato.
-Non sei contenta di avere notizie di Jane?-



Non è che Darcy sia invidiosa nel senso stretto del termine, sia chiaro.
Perfettamente consapevole di quanto sia impegnativo avere a che fare con Thor di certo non vorrebbe fare a cambio con Jane nella sua condizione di promessa sposa del dio del tuono, ma una parte non può fare a meno di chiedersi se a lei capiterà mai di venire chiesta in moglie.
Osserva le sue gambe immobili, poi le pungola con un dito . La debolezza che avverte è del tutto psicosomatica, le hanno detto che, se volesse, se non avesse così paura del mondo oltre la sicurezza della sua disabilità, potrebbe tornare a camminare, potrebbe tornare ad avere una vita del tutto indipendente.

Piega il biglietto che accompagna l'annuncio del fidanzamento fra il dio e la sua sposa mortale e lo infila in tasca. Telefonerà a Jane, le dirà di non avere abbastanza contante per tornare a Londra e partecipare alla festa di fidanzamento, inventerà una scusa pietosa che comprende la sua sedia a rotelle e rimarrà a casa.
Vigliacca? Forse un po', ma ha già sperimentato i sensi di colpa di Jane Foster e non vuole rischiare che, con una parola sbagliata, mandi a monte i suoi piani. Se n'è andata anche per quello, per impedirle di fossilizzarsi nell'idea che era lei quella che doveva finire con un proiettile nella schiena e il corpo deceduto dalla vita in giù.
-Non andrai?-

-No, mamma. -
Sono più altruista di quello che sembro.


-C'è un uomo alla porta che chiede di Darcy.-
Il silenzio che segue è agghiacciante, Darcy non fa nemmeno a tempo a chiedersi chi possa essere, visto che di solito è Luisa a passarla a prendere per andare a lavoro assieme, che tutta la sua famiglia si è lanciata verso la porta.
-Oh mio Dio, no! Fermi!-
Troppo tardi, Darcy si ritrova sola in cucina e sa per certo che, nello spazio di tempo che impiegherà a passare dalla seggiola alla sedia a rotelle , chiunque abbia avuto la sventura di chiedere di lei, si ritroverà a subire un terzo grado degno di un gerarca nazista da suo padre e commenti degni di un night club da sua madre e dalle sue sorelle.
-Chiunque sia lasciatelo andare subito!- bercia imboccando la porta e avvicinandosi a forza di braccia. Si ferma, istupidita. Tutta la sua famiglia, la sua scellerata, scatenata famiglia, sta chiocciando come una covata di pulcini attorno a James.
-Che diavolo?- sbotta.
Nora e Lara l'affiancano -Chi è sto figo?- le chiede la prima.
-Non fartelo scappare, questo si che è bello, altro che il dio del tuono.- le fa eco la seconda. [2]



In auto, Darcy non riesce a guardare James nemmeno per sbaglio; tutta la sua famiglia, compreso suo padre, di solito geloso delle sue figlie in una maniera quasi maniacale, l'hanno praticamente venduta a James. Per un momento, ha temuto che tirassero fuori tappeti e giare di olive per sigillare l'accordo.
-La signora Cassetti mi ha chiesto di venirti a prendere.-
Darcy annuisce legnosamente sentendo le guancie in fiamme.
-Spero che non ti dispiaccia.-
-No, per niente.-
-Mi sembri indispettita da qualcosa.-
-Non hai notato il comportamento della mia famiglia?-
Soldato d'Inverno alza gli occhi per un momento -No.-
-Non ti è parso strano il loro comportamento?-
-No, affatto.-
-Mio padre ti ha chiesto di prenderti cura di me.-
Soldato d'Inverno alza le spalle, ai suoi tempi, era più che normale che un padre facesse discorso ad un uomo venuto a prendere la propria figlia - ...Non ...- tentenna -...Non è una cosa normale?-
-No, per la miseria! Ma dove sei vissuto fino ad ora?-


Negozio di giocattoli “Neverland”
_Briarwood, Queens_


C'è un piccolo negozio di giocattoli artigianali a un isolato di distanza dal Frutto proibito, il suo proprietario è un adorabile vecchio irlandese, vagamente somigliante a Babbo Natale, di nome Bernard. Darcy adora stare in compagnia e dopo la colossale figura di merda che la sua famiglia le ha fatto fare con James, non c'ha messo molto a lasciare la libreria per il Neverland.
-Qualcosa non va?-
Darcy alza gli occhi dal burattino a forma di Fata Turchina che sta cercando di far muovere manovrando i fili con entrambe le mani invece che solo con una - Perchè me lo chiedi?-
-Sesto senso.-
La luce in strada crea un rettangolo luminoso sul pavimento in legno del negozio e Darcy osserva la sua ombra allungarsi fino allo scaffale sotto al bancone dove Bernard sta riparando una bambola di porcellana con mani abili e pazienti.
-Barney... È una cosa tanto brutta essere invidiosi di un amica?- gli occhi azzurri dell'uomo si fissano su di lei. A volte Darcy ha la sensazione che siano troppo giovanili per appartenere ad un uomo di settant'anni -Non sono invidiosa in maniera cattiva, però...-
-Vorresti essere al suo posto.-
-Inizio ad avere un età in cui pensare al futuro è inevitabile.-
-E non hai idea di come sarà.-
Darcy annuisce tornando a giocare con il burattino, facendogli compiere qualche piccolo passo avanti e indietro davanti alla sedia a rotelle.
-Nessuno sa dire come sarà il suo futuro, possiamo solo aspettare che diventi presente.-

New York

BROOKLYN, Bensonhurst


Steve Rogers non è mai stato una persona timida.
Superata la fase del ragazzino impacciato, incapace di formulare un pensiero coerente di fronte ad un esponente dell'altro sesso, non c'ha messo molto per sviluppare una personalità affascinante e carismatica e diciamo, a volte, anche ingombrante. Per questa ragione, il totale blackout che sta vivendo da quando, entrando in casa,si è imbattuto in Sharon Carter, non riesce proprio a spiegarselo.
Perfino quando era uno scricciolo sempre malato, riusciva a conquistare le ragazze con la sua parlantina sciolta e ora non riesce a spiccicare una parola perchè ha di fronte una ragazza in calzoncini?
Cielo se Stark lo sapesse lo prenderebbe in giro fino alla fine dei tempi.
-Natasha mi ha detto che potevo stare qui, non avevo idea che fosse casa tua.-
Steve batte le palpebre confuso -Natasha?-
-Sì, l'Agente Romanoff, visto che sono stata sfrattata, mi ha detto che potevo stare qui. Pensavo che fosse uno dei suoi punti di rendez vous con l'Agente Barton, ma temo che mi abbia preso in giro.-

Io la uccido...
Steve preme una mano sul viso e chiude gli occhi. Sicuramente quella stronza patentata l'ha fatto a posta a dire a Sharon di sistemarsi temporaneamente nello stesso appartamento che ha offerto a lui.
-No, non ti preoccupare. Non è casa mia questa, è che Natasha ha detto anche a me di venire qui visto che il mio indirizzo era conosciuto allo S.H.I.E.L.D.-
Il viso di Sharon si illumina -Oh...- esclama -...Ci sono due camere da letto, se non ti dà fastidio, possiamo abitare assieme fino a quando non avrò trovato un appartamento.-
Alle spalle di Steve, Sam inizia a ridere in maniera isterica, Sharon lo guarda, poi guarda Steve, che è sicuro di essere arrossito fino alla radice dei capelli.
-Va tutto bene?- chiede docilmente sorridendo in maniera semplicemente adorabile.

-Sì, benissimo, non è mi dà fastidio condividere l'appartamento con te.-

Sharon gli batte una mano sulla spalla -Oh perfetto, io vado a correre allora. La mia camera è quella sulla destra, ho fatto la spesa ieri pomeriggio, serviti pure. Ci vediamo dopo coinquilino.-
Steve la guarda uscire attonito per poi spostare lo sguardo verso Sam.
-Io quella stronza la uccido.-

-Linguaggio Capitano!- [4]

Negozio di giocattoli “Neverland”
_
Briarwood, Queens_

-E così Thor si sposa.-
Bernard si appoggia allo schienale della seggiola mentre Natasha Romanoff sbuca dal retro del negozio spostando uno scaffale pieno di trenini di legno, bambole e burattini. Bernard si batte una mano su una coscia e la donna va a sedersi sul suo grembo, lasciando dondolare le gambe oltre il bracciolo sinistro della sedia.
-Ho sudato sette camicie per non ridere.-
Natasha porta le mani ai lati del viso dell'uomo che le sorride divertito, e premendo con le palme, inizia a sollevare la maschera che copre il volto dell'altro membro dello
STRIKE Team Delta[3], Clint Barton.
-Sei solo invidioso.-
Clint ride -Sposare una donna che ha più telescopi che mutande? Non vedo l'ora.- si sporge in avanti, avvolge le braccia attorno ai fianchi di Natasha e la costringe ad un casquet facendola praticamente stendere sulle sue gambe.
-Sei un porco.-
Clint ride con la bocca premuta contro il collo della donna -Lo so, è per questo che mi vuoi bene.-










FINE CAPITOLO:

Essì, ci sarà anche della clintasha in questa storia xD


[1] ETOLOGIA: Il termine etologia indica la moderna disciplina scientifica che studia il comportamento animale nel suo ambiente naturale

[2] Scena ispirata all'anime “Le situazioni di Lui e Lei.”
[3] Lo
STRIKE Team Delta è il nome della coppia formata da Hawkeye e Black Widow quando sono in azione.

[4] Battuta ispirata a Avengers: Age of Ultron.
Le dinamiche della famiglia Lewis, sono un mio headcanon :)















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