26 giugno 2049

di Lele2691
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** È tempo di agire ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Tutto inizia nel 2020, circa un anno dopo la mia nascita, quando al TG informano che i giacimenti di petrolio erano in grave esaurimento. Chiunque lascia passare questa notizia come una specie di propaganda che incita al risparmio dell’energia. Di conseguenza i rincari sul prezzo del greggio e di tutti i derivati aumentano a dismisura, provocando aumenti del costo della vita.
Pochi anni più tardi la Francia dichiarò guerra all’Arabia Saudita per complicazioni riguardanti l’appartenenza di una giacenza di petrolio. Ovviamente i TG mondiali davano tutt’altra spiegazione sull’inizio di questo conflitto, incolpando alcune multinazionali dei due paesi sul disbrigo di qualche pratica burocratica andata male; pertanto ognuno conduceva la propria vita non curante degli sprechi di carburante di massa. A quanto pare il petrolio non era ancora arrivato a livelli critici.
Il 2037 fu un anno di grandi cambiamenti, il 70% dell’elettricità o di qualsiasi altra forma di energia proviene dalle fonti naturali: sole, vento, acqua e addirittura l’energia sprigionata dai fulmini viene incanalata in qualche modo. Si verifica anche un incremento sostanziale dei mezzi di trasporto ad energia solare o di altre fonti di energia che non derivano dal petrolio. Ma quest’ultimo è sempre indispensabile per produrre plastica o per i grandi trasporti civili commerciali e militari.
Di fatti, il petrolio nel 2045 arriva al livello critico che nessuno si aspettava, inizia così la grande crisi dell’energia: i grandi trasporti restano bloccati, intere popolazioni si spostano nei nuovi paesi in via di sviluppo che sono abbastanza autonomi e non necessitano di ingenti quantità di grezzo. Ciò comporta però  gravi conseguenze di sovraffollamento delle città, senza contare la crescente disoccupazione e difficoltà nel gestire interi comuni.
Un anno più tardi scoppia l’ennesima grande guerra per accaparrarsi gli ultimi pozzi di petrolio rimasti sulla Terra. Gli USA con una manovra denominata “Anchorage” (ancoraggio), nome derivante dall’omonima città dell’Alaska, riescono ad accaparrarsi il Canada creando così un ponte in modo tale da salvaguardare i giacimenti nascosti proprio lì. La Francia, ormai distrutta dalla disputa con l’Arabia Saudita, si allea con la Germania e l’Italia per procurarsi quei pochi giacimenti in Norvegia e Svezia. Con non pochi sacrifici umani e grandi dispendi di denaro dopo mesi e mesi di guerra continua, si giunge al “trattato di Amburgo” che attesta l’Unità d’Europa sia in modo formale che come alleanza in Guerra: La Germania stipula questo trattato includendo nello stesso tutti gli stati membri dell’UE inserendo anche Tunisia, Marocco, Algeria, Groenlandia, Norvegia, Turchia, Arabia Saudita e tutti gli stati interni al perimetro di queste nazioni. Tutti i rappresentati di questi Stati hanno accettato la proposta e fu così creata una confederazione di Stati simile agli USA in modo tale da essere uniti in guerra e avere una distribuzione di risorse naturali e denaro bilanciata e uniforme in tutti gli stati membri.
Nel freddo febbraio del 2047 scoppia la guerra tra l’Europa e Russia per ottenere il possedimento delle giacenze ai piedi dei Monti Urali. Fu un successo per l’Europa che ha espanso il suo territorio fino alla Bielorussia. Gli USA, ormai in guerra contro tutti, dominano in Sud America e nelle isole Giapponesi, ma il petrolio ormai è completamente esaurito. La prima grande mela della discordia era andata perduta per sempre.
2049: Sembra che tutto sia calmo. Auto con motori diesel o benzina parcheggiate da decenni nelle strade e auto elettriche che si vedono di rado. Hanno tutti paura di esaurire anche il sole!? La crisi c’è e si sente, ma almeno la Guerra sembra essere cessata, niente di ufficiale però…

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Capitolo 2
*** È tempo di agire ***


 
26 giugno 2049
8.30: Un boato mi sveglia. Mi alzo di soprassalto e raggiungo il balcone, mi sporgo e quello che vedo è raccapricciante.
Urla, gente nel panico, auto in fiamme: è fatta! Tutte le mie supposizioni si erano avverate, è la fine! Speravo che prima o poi qualcuno avrebbe fatto qualcosa per evitare tutto ciò ma non c’è stato modo di evitarlo. Incredulo ma rassegnato cerco di mettermi in forze e svegliarmi in pieno, ero pronto a tutto. E pensare che fino a ieri ero con quelle stesse persone a condividere una birra e ridere sulle cazzate che dicevano i nostri rappresentanti politici.
Accendo la tv per le ultime notizie dal mondo; come immaginavo ovunque la stessa situazione. La guerra non era finita… era appena iniziata! Il mio primo pensiero è stato subito il mio caro e vecchio amico Stan, tornato fortunatamente illeso dalla missione in Arabia Saudita  poche settimane fa. Lo chiamo e risponde al primo squillo, di corsa ci precipitiamo nel suo seminterrato che da tempo ormai era diventata la sua casa e luogo d incontro. Ero sicuro che l’unico modo per salvarmi era cercare di creare un piccolo gruppo di persone coscienti di quel che sarebbe successo nelle prossime ore. Stan ancora non si era riabituato alla vita monotona del civile perciò, al primo scoppio di un’auto parcheggiata un paio di strade più avanti, era già in mimetica e coltellini nascosti ovunque, tipico di Stan! Ovviamente io stesso conoscendolo mi sono preparato a dovere, giacca mimetica e scarponi.
 
Nel vedermi arrivare Stan sorride e con il solito saluto rituale mi lascia entrare: “tutto ok?” dice “hai trovato difficoltà ad arrivare sano e salvo?”. Rispondo: ”Sto dietro l’angolo! Qui corrono solamente all’impazzata!”. Decidiamo di chiamare Charlie, nostro grande amico e maestro nonché ex capitano della squadra d’assalto che 15 anni fa sventò un attentato a Roma. Al telefono ci sembrò calmo, come se non stesse succedendo niente, mentre sentiamo bussare alla porta. Era proprio Charlie, col suo equipaggiamento: soliti coltellini da lancio e da combattimento corpo a corpo e catana dietro la schiena. Stan sempre sorridente, quasi come fosse un gioco: “cosi non camperai nemmeno due secondi! Tieni… prendi questa”; apre il suo armadio/arsenale e da’ a Charlie la 44 magnum col manico in ottone… che gran pistola! “Ti ricordi ancora come si usa un fucile!?” riferendosi a me. “Credo di si!” rispondo incerto “ma cosa avreste intenzione di fare!?”. Charlie con tono fermo: “ragazzi, è finita! La vita che facevamo fino a ieri non esiste più le care vecchie auto a benzina ormai abbandonate da anni, gli amici che avevamo e i nostri posti di lavoro non esistono più! Da oggi si scrive un altro pezzo di storia, la rivoluzione mondiale ha inizio!” “Cosa dovremmo fare? E soprattutto dove cazzo dobbiamo andare?” rispondo spaventato. Stan e Charlie si guardano e iniziando il loro rituale prebellico, che non vi sto qui a scrivere, spiegando il loro piano.
 
Charlie: “Nate, per prima cosa dobbiamo raggiungere la tua casa in campagna, da li abbiamo più tempo per organizzare il da farsi e nel frattempo si calmerà la situazione qui in città.”
Io: “ed è necessario armarsi per raggiungere casa mia?”
Stan: “Cazzo ma hai visto l’inferno che c’è fuori!? Non è necessario essere armati adesso, sono solo persone che non sanno quello che succederà.”
Charlie: “Il problema arriverà quando gli americani verranno a marciare qui!”
Io: “Già hai ragione. Stan dammi il SIG 557, quello si che mi diverte!”
Stan: “Tieni m’pa’ … mi raccomando, a tempo debito!”
Io: “fidati. So anch’io quello che succederà!”
Charlie: “Pronti ragazzi? Si parte… prendete tutto e ci ritroviamo qui tra 5 minuti!”
 
Adesso anch’io ero carico e pronto a tutto, arrivo di corsa in casa, prendo la mia attrezzatura da soldato e il coltellino da polso, un mio piccolo sfizio che mi ero concesso nei miei anni migliori. Scendo in tutta fretta quando fuori c’era il più pazzo del quartiere, anche in tempo di pace, ad attendermi con una bottiglia rotta in mano. Nella foga del momento richiudo il portone e intravedevo dal vetro che il pazzo era ancora li aspettando che uscissi; Non avevo intenzione di uccidere nessuno fino a quando non era davvero necessario… cosi apro il portone, il pazzo, sbilanciandosi in avanti non poteva fare altro che prendersi una bella gomitata in piena nuca. Lo spingo fuori da casa mia con un calcio e chiudo il portone raggiungendo “la base”.
 
“E pensare che è il mio compleanno!” urlai entrando
“Davvero non lo sapevo!” risponde Charlie “auguri Nate! Quanti sono?”
“30” risponde Stan “scusa Nate, ma col casino qui fuori l’avevo tolto di mente anch’io”
“Non ti preoccupare! C’ha pensato quel malato qui fuori a farmi gli auguri” rispondo sorridendo.
“andiamo! Gambe in spalla” dice Charlie
“Ma come non andiamo in macchina?” rispondo perplesso
“certo che no” Charlie “vuoi farti esplodere da quei pazzi li fuori? A piedi possiamo difenderci. Andiamo”
 
Ci incamminiamo per 7 lunghi chilometri fino a raggiungere la mia casa sulle colline fuori città, dalla casa di Stan avevamo due alternative: infognarci nel centro in modo tale da risparmiare strada e tempo oppure imboccare la strada che porta direttamente in periferia evitando il delirio dei cittadini ma allungando non poco il tragitto. Scegliemmo la strada più lunga, onde evitare qualche spiacevole incontro. Ma qualcuno ci seguì ugualmente, pochi istanti dopo essere arrivati ci accorgiamo che due ragazzi in corsa ci stavano raggiungendo. 

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