Till death tear us apart

di Lice_n_Catz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eliana e Crystal ***
Capitolo 2: *** Io e Zayn ***
Capitolo 3: *** A casa sua ***
Capitolo 4: *** The first time together ***
Capitolo 5: *** Vita da star ***
Capitolo 6: *** Primo giorno di lavoro ***
Capitolo 7: *** Inattese apparizioni spiritiche ***
Capitolo 8: *** "Abbiamo chiuso" ***
Capitolo 9: *** Carne da macello ***
Capitolo 10: *** Timeout ***
Capitolo 11: *** Chi di penna ferisce ***



Capitolo 1
*** Eliana e Crystal ***


1- Eliana e Crystal
Trovava sempre deprimente leggere i numeri di recensioni delle altre fanfiction. Un pomeriggio aveva preso la calcolatrice e si era messa a fare il conto di quante recensioni mediamente riceveva una fanfiction e rispetto a quali fattori il numero aumentasse. Ci mise delle ore, come si può ben immaginare, ma i risultati furono davvero allarmanti.
"Non é possibile - sussurrò Eliana guardando i numeri evidenziati sul foglio - é....é assurdo!"
I dati parlavano chiaro: una storia originale se aveva capitoli lunghi e noiosi non avrebbe ricevuto recensioni, soprattutto se erano pieni di belle descrizioni e sintassi ordinata. Si ottenevano invece percentuali allarmanti quando si consideravano le storie sugli artisti musicali e su libri a larga diffusione. La sezione storica era dimenticata dalla maggior parte della gente (a meno che non ci fosse il nome "One Direction" tra le indicazioni di crossover).
Il dato più evidente era quello sul Rating: se una storia presentava Rating rosso, di sicuro mandrie di ragazzine si sarebbero fiondate a leggerla, nel caso il Rating fosse verde e lo stile introspettivo, il numero di recensioni sarebbe calato drasticamente.
Le passò anche per la mente la possibilità di proporre quello studio di tendenza alla sua professoressa di matematica per costruirci un grafico, ma subito cestinò l'idea. Abbandonò il foglio sul tavolo e si passò la mano tra i folti capelli castani: forse era per quello che le sue storie erano poco calcolate.
Erano scritte bene ma non narravano quello che il pubblico voleva: cose semplici e poco impegnative, dialoghi senza sintassi, descrizioni scarne e ricche di link per non affaticare la vista...e di sicuro Rating rossi, scene violente e di sesso. Non era forse quello ad attirare il pubblico?
Poi di sicuro avrebbe dovuto mettere un titolo in inglese, che attirasse la possibile lettrice come lo zucchero per le mosche, come per esempio "My Life Without You Is Hell" oppure "The Darkest Hour Before Dawn", titoli assolutamente insensati che dicevano poco o nulla della storia. Riflettendoci nessuno aveva colto il suo riferimento a Nietzsche nella sua storia "Umano troppo umano", ecco perché!
Ma soprattutto la cosa che mancava era una protagonista appetibile: la sua prima protagonista, Maria Cottle era stata odiata dalla metà dei lettori per il solo fatto che era estremamente realistica: non andava d'accordo con i compagni di avventura, non voleva un uomo e rifiutava Jonah che le faceva il filo...aveva un aspetto contadino e non lunghi capelli biondi, fluenti e pieni di boccoli. Non aveva nemmeno un'infanzia traumatica!
Forse era questo il modo in cui funzionava EFP! E allora così fosse, si sarebbe piegata agli standard di tutti è avrebbe scritto una storia che avrebbe rispettato tutti i canoni della perfetta fanfiction.
 
Eliana si raccolse i capelli con un elastico, prese dei fogli a righe e la sua inseparabile penna nera, più morsicata di un morso per cavalli sul fondo. Occhieggiò "Il Nome della Rosa" che la guardava male dallo scaffale, assieme a Stephen King.
"Scusami Umberto...prendilo come un esperimento scientifico, e anche tu Stephen!"
Ci voleva un ambito pieno di lettrici: il fandom degli One Direction.
Ci voleva una protagonista dal passato tormentato: Crystal.
Ci voleva un titolo degno di ammirazione: Till Death Tear us Apart
Ma soprattutto: ci voleva una storia melensa, scarna e priva di colpi di scena.
"Potrei ricopiare alcuni capitoli da Twilight...andrebbero benissimo. Peccato che siano coperti da copyright, eh Umberto?"
La copertina del citato libro del grande autore italiano parve annuire ed Eliana si sentì investita della benedizione del suo libro preferito. Avrebbe scritto tutto al presente semplice e sapeva che per questo sarebbe stata punita, ma era un esperimento no?
 
Guardo i palazzi londinesi scorrere dietro al finestrino sullo sfondo del cielo grigiastro che promette pioggia. Finalmente ho lasciato l'orfanotrofio di Liverpool dove sono stata fino a questo momento, sapete, mio padre abusava di me e mia mamma invece, quella troia, non mi poteva sopportare.
Mi presento: mi chiamo Crystal Mayers e ho 17 anni. Non sono molto soddisfatta del mio corpo e per questo sono triste.
Sono alta 1 metro e 75 e ho lunghi capelli biondi, scalati e con i boccoli in fondo. I miei occhi rispecchiano il colore del cielo e mi piace seguire la moda.
Ho vissuto per 13 anni assieme a tanti altri ragazzi come me, conosco il dolore.
Oggi vado a vivere in un appartamento che sono riuscita a trovare , e mi devo presentare alla mia coinquilina: Destiny. Per fare bella figura mi sono vestita bene: pantaloni di pelle attillati neri, scarpe con plateau nere e un top di paillettes rosa, il tutto abbinato a un cappellino e una bling bling. Amo la moda.
 
"Santissimi numi, Umberto, dimmi come si fa a continuare così! Sono stravolta e non ho nemmeno finito il prologo!"
"Povera cara - fece eco Stephen - provo immensa pietà per te."
Eliana si fece coraggio ruminando un biscotto digestive e spanciandosi con poca grazia sul suo letto, doveva trovare la forza di continuare.
 
Apro la porta a Destiny mi accoglie tutta felice.
"Ciao io sono Destiny, tu devi essere Crystal."
È una bella ragazza, con un vestitino corto e aderente blu elettrico e i capelli neri con le punte azzurre.
"Si sono io, piacere"
"Ci divertiremo tantissimo a vivere assieme."
"Ne sono certa...che bel vestito!"
"Ti piace? L'ho comprato da Gucci. Potremmo andare a fare shopping assieme quando ti sei sistemata!"
"Si certo! Io amo andare a far shopping."
"Per festeggiare il tuo arrivo stasera ti portò in un posto speciale." Sembra proprio aver preso bene il mio arrivo.
"Dove?" Chiedo curiosa.
"In un locale qui vicino la sera vanno anche alcuni cantanti famosi!"
"Davvero!?!?!?!?!? Chi?!?!?!"
"Dicono che ci vanno anche i One Direction!!!"
 
Eliana ebbe un conato di vomito e si dovette costringere a scrivere quella I davanti a QUEL nome. Sarebbe stata una grande fatica e non sapeva quanto tempo ancora sarebbe duranti il biscotto digestive nel suo stomaco.
 
Sistemo le valige e mi faccio una veloce doccia, sono già le otto di sera e io e Destiny dobbiamo ancora mangiare e prepararsi. Destiny é davvero una ragazza simpatica. Abbiamo passato l'intero pomeriggio a parlare e si é mostrata nei miei confronti. Lavora come cameriera in un locale e dice che proverà a chiedere a l proprietario se ne serve un'altra così da poter lavorare assieme.
Esco dalla doccia e la trovo davanti ad un armadio più grande di quanti ne avessi mai visti, pieno di bellissimi vestiti.
"Cry vieni qui che scegliamo cosa metterci!!!"
Ci prepariamo assieme e ci trucchiamo. Io trucco lei e lei trucca me.
Alle 10 usciamo dalla porta dll'appartamento: io indosso un vestito nero aderente, scollato che mette in risalto le mie bellissime forme, i capelli sono legati e ho dei sandali a tacco vertiginoso e una pochette leopardata. Destiny ha una jumpsuit short argento con scarpe nere a tacco alto, una borse di Prada.
Camminiamo per la strada e tutti i ragazzi ci guardano ma Destiny mi avverte di prepararmi ad incontrare i famosi cantanti al locale. Sono davvero emozionata, non vedo l'ora!
Ascolto la loro musica da quando era in orfanotrofio e mi ha aiutata a resistere. Non pensavo li avrei mai incontrati!
Arriviamo al locale e c'è tantissima gente ma riusciamo ad entrare e a confonderci nella folla che balla.
"Andiamo a prendere un drink?" Mi urla Des per coprire il frastuono della musica House a palla.
"Si, io voglio una Caipirihna!"
Andiamo al bancone e il barista di prepara subito due bei bicchieri colorati che beviamo allegramente. Quando decidiamo di andare a ballare io e Des assieme un ragazzo si avvicina.
"Ehi bionda, balla con me! Hai un culo da favola!"
Io mi spavento, mi allontano perché Destiny é impegnata a ballare con un ragazzo dai capelli colori miele molto carino.
Cerco di tornare al bancone del bar quando, senza ben guardare dove andassi, sbatto contro qualcosa, o meglio qualcuno.
Alzo gli occhi e prima di riuscire a dire le mie scuse rimango senza parole.
Zayn Malik degli One Direction era davanti a me, in tutta la sua bellezza.
In carne e ossa! Non un poster.
Non riesco a finire la frase e mi manca il fiato. Mi sento ancora peggio quando lui mi chiede se sto bene. È bellissimo con la sua pelle olivastra, lo sguardo profondo e il sorriso perfetto…così perfetto che potrei morire!
Se sto bene? Sto benissimo!!! Sto toccando il cielo con un dito!! Macché, con tutte e due le mani!
Sorrido e sento la terra che manca sotto i piedi.
Che figuraccia, svenire dall'emozione!
 
"Seriamente. Basta Eliana, ti stai facendo del male."
Eliana si era addormentata e non sentiva più le lamentele paterne di Umbero Eco. Stephen King, sceso dal suo posto sulla mensola, le tolse delicatamente i fogli scritto da sotto le mani e fece cenno a Umberto di stare zitto, non bisognava svegliarla, aveva faticato tanto.
"Sai bene Stephen che questo é contro la sua natura."
"Lo so, Umberto. Ma ha deciso di provare e sono sicuro vincerà anche questa battaglia."
"Di questo non dubito, sono solo contrariato."
I due libri tornarono al loro posto, battibeccando con al solito mentre sulla stanza calava il silenzio.
 

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Capitolo 2
*** Io e Zayn ***


2- Io e Zayn

Stephenie era stata messa all'angolo, rifiutata dai due scorbutici mattoni che prendevano il the, accomodati al posto d'onore.
"Vedete, voi due classiconi! Sta diventando come me!"
Umberto la guardò da sopra la tazzina, ringhiando.
"Stai zitta, Mayer. I tuoi vampirelli Swarovski non sono nulla contro i miei monaci assassini."
Stephen invece ridacchiò e con profonda ironia rincarò la dose.
"Sai, mentre ieri dormivi, Eliana ti ha quasi lodata."
"Davvero?"
"Sì, ha detto che potresti addirittura essere considerata una scrittrice."
"Sei sempre il solito, King! Mai un atto di gentilezza o comprensione."
"Solo verso chi se la merita e non sbraita come una gallina. Stai zitta che svegli Eliana."
Sbuffando il libro si ritirò in un mutismo ricco di accuse mentre Eliana iniziò a  svegliarsi dal sonno inquieto in cui era crollata la sera precedente una volta finita la stesura del capitolo. Aveva sognato scene apocalittiche in cui Crystal improvvisamente usciva dal computer e si impossessava del suo corpo, facendole vivere una vita becera e directioner. Addirittura ad un certo punto prendeva e buttava nel cestino i suoi due padrini letterari, massima vergogna! No, no! Meno male che era stato solamente un sogno.
Si alzò che aveva ancora il fiatone e si accorse di essere ancora vestita, si era addormentata senza mettersi il pigiama. Dormire con i jeans era qualcosa di davvero scomodo.
Passò tutta la mattina tra una stanza e l'altra, ad attendere l'ora di pranzo, abbandonata a casa da sola a curare Lenticchia, il suo spastico cane con il ticchio per le scarpe altrui.
La famiglia al completo, meno lei, aveva deciso di andare a Modena a trovare i lontani parenti materni, ma Eliana aveva preferito rimanere a casa con la scusa del cane. I parenti modenesi erano soffocanti e antipatici. Quasi meglio farsi riempire di bava e peli da Lenticchia. 
Il suddetto cane stava ancora dormendo, scomposto, nel suo angolino, con la sua amata copertina-giocattolo sulla testa.
Solo verso le 2 del pomeriggio, appallottolata in un angolo del divano con il tablet in mano, le venne in mente di trascrive la storia del giorno prima e di pubblicarla. 
"Come ho potuto scrivere una cosa del genere..."
Non si poté trattenere dal mormorarlo un bel po' di volte mentre era tentata, correggendo l'html, di cambiare tutti i tempi verbali, cambiare il Rating, il nome della protagonista e trasformarla in una serva romana al tempo di Antonino Pio. Peccato che si era ripromessa di provare con questo esperimento, così si trovava legata a continuare.
Tutti i suoi libri dell'esame di storia medievale continuavano a sussurrare che di sicuro Antonino Pio sarebbe stata una scelta migliore, ma quei libri l'avevano tradita facendole prendere 25 all'esame.
"Non meritate di essere ascoltati, traditori."
Disse secca guardandoli male.
King ed Eco invece la guardavano da dietro la cuccia di Lenticchia, nascosti come due militari in missione segreta.
"Pare che se la sia proprio presa per quel voto."
"Ha fatto bene. Sarebbero tutti da bruciare quei libri là."
"Tu vorresti bruciare un po' troppe cose."
Stavano ancora litigando quando si accorsero di una cosa tremenda! Videro la copertina scura di Breaking Dawn spuntare da dietro le spalle di Eliana, intenta a scrivere il secondo capitolo della sua fanfiction.
"Ma cosa sta facendo!?"
King aggrottò la fronte con fare minaccioso.
"Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Adesso vado là e la caccio nel camino urlando THIS IS SPARTA!"
"Sempre troppo teatrale - ribatté Umberto - e se Eliana ci vede?"
Stephen tacque improvvisamente, mugugnando e continuando a fissare la Meyer da dietro i peli di Lenticchia, cane letargico che nemmeno si accorse dello scontro in corso.
Stephenie si era legata al dito le parole di King di quella mattina e quindi, dopo essersi consultata con una copia di qualche altro libro di pessimo gusto, aveva deciso di intervenire con un potente incantesimo su Eliana. 

La ragazza intenta a scrivere era però ignara dello strano potere che la bimba in computer grafica di Breaking Dawn stava gettando su di lei e continuava a scrivere imperterrita.

Quando apro gli occhi mi trovo in una stanza che non conosco, è semi buia e sono su un divano. Non mi ricordo cosa si successo....ero a ballare con Des quando....OMMAMMAMIA ho visto Zayn Malik degli One Direction e gli sono svenuta davanti! 
Mi guardo attorno e non riconosco nulla nel buio tranne una figura dove penso ci sia una finestra.
"Chi sei?"
La voce che mi risponde è familiare.
"Scusami se ti ho portato qui."
Oddei, chi é?! É un ladro?! Un maniaco?!
Si avvicina e nella penombra riconoscono che è Zayn.
"Sei svenuta e ti ho portata a casa mia."
Mi calmo. Mi ha solo soccorsa.

"Mi ha solo soccorsa?! Ma stiamo scherzando! Se uno sconosciuto mi prende e mi porta a casa sua perché sono svenuta  e non chiama l'ambulanza, urlo! Che..."mi ha solo soccorsa"... Che baggianata."
Renesmee continuava a recitare il suo mantra e la storia prendeva sempre più una piega grottesca.

"Perché mi hai portato qui?"
"La tua amica se ne é andata e non potevo lasciarti lì da sola."
È così gentile. Si avvicina a me, ha in mano un bicchiere d'acqua che mi offre con gentilezza. Lo prendo e le nostre mani si sfiorano, anche se é buio posso vedere i suoi bellissimo occhi e sento il cuore che mi batte forte.
"Grazie, sei molto gentile."
Lui sorride e prende il bicchiere quando finisco di bere.
"Quando ti senti meglio chiamo un taxi e ti faccio potare a casa."
Voglio dirgli che in realtà io non vorrei andare a casa, finalmente lo vedo con i miei occhi, uno dei miei cantanti preferiti. Dal vivo. E sono a casa sua.
"Grazie....davvero..."
Lui sente che sono imbarazzata.
"Ti serve qualcosa d'altro?"
Mi trema la voce e finalmente gli faccio una domanda che a me sta davvero a cuore.
"Io sono una vostra grande fan...posso....avere un tuo autografo?" Vorrei morire dall'imbarazzo ma ormai ho parlato.
Lui ride e mi guarda tenero.
"Certamente....come ti chiami?" Intanto si alza e va a prendere un foglietto e una penna.
Io balbetto. "Mi chiamo Crystal..."
"Allora per Crystal....con affetto Zayn.... - mi da il foglietto - e la speranza di rivederci."
Prendo il foglio e lo stringo forte in mano.
"Rivederci?" Sono confusa, io non sono altro che una ragazza comune.
"Certo. Mi piacerebbe parlare meglio con te, senza che tu mi svenga davanti. Per esempio sabato prossimo?"
Ridacchia ma io mi sento morire dall'imbarazzo.
 "Va....va benissimo!"
Come posso dirgli di no? Come si può dire di no a quegli occhi, a quella camicia sportiva indossata con nonchalance e ai capelli scuri?

"Sì, si può benissimo resistere." Disse Eliana ad alta voce, scostando una ciocca di capelli dalla fronte e rischiando di far cadere Renesmee, appollaiata sul bracciolo del divano alle sue spalle. Per sfortuna lei riuscì ad aggrapparsi al cuscino dello schienale. Vedendo che non era caduta Umberto digrignò i denti.
"Dobbiamo farla cadere. O Eliana inizierà a scrivere sempre così!"
"Aspetta Eco, ho un'idea!"

"Allora ti aspetto sabato, dove vuoi..."
"A me va benissimo il locale dove ci siamo visti oggi."
"Perfetto. Aspetterò impaziente."

Mi chiama un taxi e quando ci salutiamo capisco che è davvero un ragazzo fantastico, soprattutto quando lo vedo alla luce del lampione che c'è sotto casa sua. Vorrei rimanere lì per sempre ma so che lo rivedrò sabato.
In taxi ripenso a quanto sia surreale la situazione e sorrido da sola, seduta sul sedile posteriore della macchina nera. Quando arrivo mio appartamento Des non è ancora tornata e quindi decido di farmi una doccia per rinfrescarmi.
Le racconto tutto domani mattina e quindi mi metto a dormire ripensando al fantastico ragazzo che ho incontrato. Non pensavo che una star di fama mondiale potesse nascondere sotto la copertina patinata tanta gentilezza.
Non sento Des che torna e la rivedo il mattino dopo quando mi alzo per la colazione e la trovo appena uscita dalla doccia.
"DES!  Ma dove eri finita ieri sera?"
"Dove eri finita tu, Crystal! Ti ho persa da vista e non ti ho più trovata. Pensavo te ne fossi andata con qualcuno!"
"Non indovinerai mai chi mi ha portata a casa sua!!!"
"Chi?!"
Si siede davanti a me fissandomi con fare curioso.
Prendo fiato e lasciò uscire quelle due parole che ancora non sapevo mi avrebbero cambiato la vita.
"Zayn...Zayn Malik."
Destiny boccheggia e mi guarda stupita.
"DEVI ASSOLUTAMENTE RACCONTARMI TUTTO!"

Eliana pensò che a lunghezza del capitolo fosse soddisfacente e salvò il documento per essere sicura di non perdere tutti i progressi. Stephenie Meyer stava per pronunciar e le parole fatidiche che avrebbero invece legato l'estro di Eliana per sempre allo stile piatto e privo di subordinate delle ff quando improvvisamente Stephen dietro un forte colpo di copertina alla schiena di Lenticchia che saltò su in piedi spaventato.
Eco approvò l'idea dell'amico aiutandolo a far correre il cane verso la padrona, per salvarla involontariamente da un tragico destino. Lenticchia corse e saltò sul divano a fianco di Eliana che per poco non fece cadere il tablet dalla sorpresa.
"Lenticchia! Cosa succede!?"
La Meyer perse l'equilibrio e, prima di riuscire a completare l'incantesimo, rovinò a terra dove Umberto e Stephen la presero e la riportarono a forza sulla mensola. 
Eliana era salva....per ora.

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Capitolo 3
*** A casa sua ***


3 - A casa sua

Sulla mensola sopra il letto di Eliana era da poco arrivato un nuovo libro che occhieggiava tutti con sospetto, tirando irrequiete boccate alla sua sigaretta.
La ragazza, da quando aveva scoperto la possibilità di ordinare libri scontati su Amazon, aveva iniziato ad utilizzare spesso quella pratica per procurarsi ciò che la sua libreria di fiducia non riusciva a trovare. Quella mattina verso le 9:00 era arrivato un corriere portando la tanta attesa scatola di cartone scotchato come se il contenuto dovesse scappare da un momento all'altro.
Tutti gli abitanti della libreria si era sporti, curiosi, per vedere chi fosse il nuovo arrivato, quando Eliana si era messa a lavorare con il taglierino per aprire il pacco: sulla copertina gialla spiccava la scritta rosso scuro "Un Cappello Pieno di Ciliegie". 
"Guarda là che mattone è arrivato, King!"
"Secondo te é maschio o femmina?"
"Il titolo parla di ciliegie, secondo me è una donna."
La citata donna aveva aperto gli occhi, occhi diffidenti e poco simpatici non appena la ragazza lasciò la stanza in mano ai soli suoi libri, e si era andata a riporre sulla mensola.
"Ehi, nuova! - osò dire Stephen - come ti chiami?"
Il libro appena arrivato lo guardò sottecchi, notò che non era un libretto da strapazzo quello che le aveva rivolto la parola e allora si degnò di rispondere.
"Io sono Oriana. Molto piacere."
Umberto dal canto suo non aveva mai visto un libro fumare, in tutta la sua lunga vita da grande classico, e rimase subito molto colpito dalla bizzarra sua personalità. 
Lenticchia entrò in camera qualche ora dopo e dall'alto della sua intelligenza canina non si disturbò  più di tanto ad osservare i tre libri che avevano iniziato a far comunella.
"Allora voi due siete i libri preferiti di Eliana...vedo che ne ha molti però."
"Non ti fare strane idee, Oriana. Molti sono anche di sua sorella, poveretta, legge certa robaccia. Per questo ci occupiamo di proteggerla da strani influssi negativi che potrebbero avere su di lei."
"Influssi negativi?"
"Si, non hai idea di quanto possano essere vendicativi certi volumi di mia conoscenza. Giusto ieri hanno tentato di imporle una fattura che la facesse diventare una pessima scrittrice."
"Non ci sono più i volumi di una volta."
Passarono la maggior parte della giornata a conoscere Oriana e scoprirono che era davvero una gran donna, il terzo elemento necessario al loro duetto tutto al maschile. Aveva già anche preso in antipatica il gruppetto delle new entries della libreria della sorella di Eliana, Raffaella. La James e la Mayer non avevano ben capito chi avevano davanti. Le aveva subito reguardite dicendo che non aveva assolutamente nulla a che vedere con loro e con il loro melenso modo di vedere la vita.
"Non me ne frega nulla delle vostre storielle passionali d'amore. Se c'è una cosa che ho capito anche solo guardando le vostre copertine é che non avete idea di cosa sia la vita, il dolore e l'amore. Considerate ciò una dichiarazione di aperta ostilità. - e dopo aveva aggiunto, sicura - Umberto, abbiamo dei luoghi sicuri dove mettere le basi strategiche?"

Mentre la donna guerriera prendeva posto sull'ultimo scaffale (perché dall'alto si è in posizione di vantaggio  in guerra), Eliana aveva deciso di iniziare la stesura del nuovo capitolo della sua piccola fatica letteraria. Ormai Crystal aveva di fans e i fans vanno sempre accontentati. 
Dopo il letto e il divano, il nuovo posto designato per scrivere era la scrivania della sua camera. Accantonato Lenticchia e accantonato il tablet, la penna iniziò a vergare le prime parole del capitolo. Oriana, Umberto e Stephen si erano appena acquietati ma un paio di occhietti curiosi si aprì nella semi penombra dello scaffale. Occhi che, si sarebbe potuto dire, contenevano circa Cinquanta Sfumature di Grigio. 
Raffaella aveva comperato quel libro lo scorso anno, quando era stata in vacanza con le sue amiche senza i genitori, ma Mamma Sanzi non aveva mai scoperto l'acquisto della figlia. Era tenuto ben nascosto, in seconda fila posteriore, coperto dalla custodia del vecchio dizionario di latino di Eliana. Più stava nascosto, meglio era. E anche il libro aveva iniziato a pensarla così, ancora più felice del solito da quando aveva visto che Raffaella aveva scaricato il PDF dei due sequel della saga. Si sentiva un libro potente e per questo si spostò quatto quatto dallo scaffale segreto al comodino, scendendo come una spia, aiutata da un segnalibro offertole da New Moon, ancora in stato catatonico/depresso perché non era mai stato terminato. 

"DEVI ASSOLUTAMENTE RACCONTARMI OGNI COSA!" Dice Des e così faccio.
"Sono stata male al locale e lui mi ha portata a casa sua. E mi ha detto che mi vuole rivedere!!!!"
"E dove?"
"Allo stesso locale."
Ho l'occasione della mia vita e non deve sfuggirmi. Destiny é più emozionata di me, non si è mai persa un concerto e ha anche un loro poster appeso nella porta dell'armadio.
Ci siamo messe a saltare come due bambine di 8 anni in giro per la casa.
Poi Des ha detto che però dovevo trovarmi un lavoro dato che ora vivevo lì. Così mi accompagna al bar dove lavora e chiede al capo se possono prendere anche me. 
È un posto carino vicino a Piccadilly, a tema. Tutte le cameriere hanno dei pantaloncini a righe bianche e blu, a vita alta, e una camicetta in pendant. Il grembiule é rosso.
La proprietaria si chiama Madison ed é davvero molto simpatica, mi dice che possono iniziare a lavorare dalla prossima settimana, quando una delle attuali cameriere si trasferirà a Boston. Non potrei essere più felice, finalmente l'ho finita con la mia vecchia vita. 
Io e Des poi siamo andate a fare shopping in centro e lei mi ha detto che in realtà viene da una famiglia molto ricca.


"Penso di starmi dilungando troppo. I capitoli di solito non sono così lunghi...ehi Oriana, - guardò  Un cappello pieno di ciliegie dalla sua posizione - tu ne sai qualcosa di capitoli lunghi vero?"
Oriana ammiccò, non vista. Era una ragazza simpatica...ma notò anche qualcosa di scuro che si muoveva lungo la libreria.
"Ehi...ehi King! Svegliati!"
Under the Dome aprì pigro un occhio.
"Cosa succede, Oriana?"
"Guarda là!" Con un angolo della pagina coraggiosamente piegato indicò la James che scendeva impavida come un soldato in missione segreta. Era quasi arrivata la comodino pensando tra sé e sé che Eliana, trovandosela sul comodino avrebbe ingenuamente provato la curiosità di leggerla e...Ahahaha sarebbe stata in suo potere!
Ma i magnifici tre non avrebbero mai permesso tutto ciò!

"E così arriva sabato sera. Destiny ha deciso di aiutarmi a vestirmi. Ancora si chiede come io possa essere incappata in uno dei cantanti più famosi del mondo e aver fatto colpo SVENENDO.
Mi metto delle bellissime parigine nere con delle scarpe di vernice scarlatte. Poi indosso un vestito scollato sulla schiena, rosso scuro.
"Cry sei divina! Se non cade ai tuo piedi è davvero cieco!"
Vado così al locale, Destiny esce con un altra persone e io trovo lui ad aspettarmi dentro. È vestito in modo semplice ma è bellissimo comunque.
"Ciao Crystal...sei bellissima"
Mi prende la mano e entriamo nella zona dove nel locale ci sono i divanetti. Stiamo lì a parlare e scopro che é davvero una persona semplice in fondo.
Mi sto forse innamorando di lui? Fisso gli occhi del ragazzo che mi sta davanti e anche lui sembra perdersi nei miei. 
"Quindi ti piace la nostra musica?"
"Moltissimo. Mi ha sostenuta in un periodo molto difficile."
"È una cosa molto bella da sentirsi dire."
Parliamo anche di noi.
"Sei davvero molto bella, Crystal."

Oriana prese subito in mano la situazione assieme a Umberto.
"Appena arriva sul comodino bisogna far un'operazione di copertura, Eliana non la deve vedere."
"E in che modo?!"
"Uno di noi si deve buttare - disse risoluta - senza paura."
"Come un'azione da paracadutista senza paracaduta o sbaglio?"
"Non sbagli, King. Ma é necessario per Eliana."
I tre libri strinsero gli angoli delle copertine, risoluti ad agire anche quel giorno per salvare Eliana da un libro di pessimo gusto.

Parliamo tutta la sera e si fa tardi, io bevo un paio di Drink e la testa inizia a farsi leggera. 
"Questa volta non hai bisogno di svenire..."
"Per fare cosa...?"
"Vuoi venire a casa mia?"
I suoi occhi brillano e capisco che anche per lui la cosa si è fatta interessante. Annuisco e mano nella mano usciamo dal locale da dove un taxi ci preleva e ci porta a casa sua.
Non arriviamo alla fine del vialetto che lui non resiste e nemmeno io. Ci troviamo a baciarci sul vialetto di casa sua, teneramente come solo il primo bacio può essere.
Ci guardiamo negli occhi e capiamo di aver trovato quella persona tra tutte che aspettavamo. 
"Wow...non me l'aspettavo..."
Lui sorride e risponde "nemmeno io..."
Torniamo a baciarci e le sue mani finiscono ad accarezzare la mia schiena esposta dalla scollatura. Si stacca dal secondo bacio.
"Vuoi entrare?"
Non rispondo. Non serve. E la porta si chiude alle nostre spalle.

E anche la nuova fatica era finita. L'unica cosa che sarebbe stata davvero il coronamento di tutto sarebbe stato un bel pisolino. Eliana si stiracchiò facendo crocchiare tutte le articolazioni e tendendo i muscoli indolenziti dalla lunga pausa. In quel momento i libri capirono di non poter aspettare più. 
La James pensava di averla fatta franca, ma non aveva tenuto in conto i magnifici tre, Oriana prese lo slancio e con un coraggio mai visto prima in un libro, piena di spirito di sacrificio, si buttò dall'alto dello scaffale. Atterrò proprio sulla schiena della James, schiacciandola sotto il suo peso da mattone di qualità, la sentì anche strillare soffocata...ma poco importava. Eliana era salva.
"Oh giusto che ci sei tu da leggere!"
La ragazza si sdraiò pesantemente sul letto e prese sicura Un Cappello di Ciliegie, curiosa del suo nuovo acquisto che si era appena gettato dall'ultimo piano della libreria per salvar i suoi occhi dalle sconcerei della scrittrice anglofona.
"Non ci credo....che coraggio."
Sia Umberto che Stephen erano davvero allibiti. Il secondo fischiò, in segno di approvazione.
"Che libro....che donna!"

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Capitolo 4
*** The first time together ***


4- The first time togheter

"Ma cos'è che sta scrivendo, esattamente, Eliana?"
Il dubbio di Oriana era più che giustificato dato che vedeva la sua proprietaria regolarmente impegnata in quell'attività. Eppure la cosa si dimostrò più difficile del previsto da spiegare. Umberto prese la parola.
"Devi sapere che Eliana è da tempo iscritta a un sito dove pubblica dei racconti a puntate..."
"Come dei Feuilleton."
"Sì, esatto. Ma vedendo che solo le cose di cattivo gusto hanno tanto audience ha deciso di provare a scriverne uno palesemente senza trama, grammaticalmente scadente...solo per vedere che effetto fa al pubblico."
"Coraggiosa. Quella ragazza mi piace."
"Ma si sta facendo anche molto del male a scrivere così. Ma la cosa peggiore é che l'sperimento sta funzionando."
"In che senso?"
"Sta avendo la conferma che ciò che pensava è vero: la gente di EFP preferisce le cose scritte male."
Eliana era infatti, dopo soli 3 capitoli, giunta alla conclusione che le lettrici di EFP fossero davvero più interessate alla qualità scadente. Erano come ratti che preferivano andare verso le discariche che andare del fruttivendolo a comperare qualcosa di fresco. Preferivano i racconti spazzatura che cose fresche come la frutta appena comperata. Ora sarebbe iniziata la seconda parte del suo progetto: vedere come fondere diversi stili di ff famose e vedere se avrebbero ancora continuato a lodare l'ORIGINALITÀ della sua storia. 
"Originalità? Ma deve la vedono! Sono tutte cose lette e stralette, viste e straviste!"
Si lamentava leggendo le recensioni che erano arrivate a frotte sull'ultimo capitolo. Nessun altro suo racconto aveva mai totalizzato un così grande numero di visualizzazioni, ma questo più che farla sentire realizzata la faceva sentire assolutamente e irrimediabilmente sconfitta. Si era trovata a dimostrare che avevano vinto loro: aveva vinto lo showbiz, aveva vinto la fama internazionale. Ma gli sconfitti? Gli sconfitti erano tutti gli scrittori talentuosi che desideravano che il loro merito fosse riconosciuto. Così nella sua mente iniziò a maturare qualcosa...qualcosa che sarebbe saltato fuori solo nell'ultimo capitolo della sciagurata storia che stava nascendo dalle sua mani, fino ad allora solo dedite a compiti degni del nome "scrittura". Le avrebbe fatte arrabbiare, ma avrebbe fatto capire loro dove stavano sbagliando. 
Aveva fatto un salto nel genere tipico da directioner, aveva toccato il Liala con le scene romatiche senza alcun senso logico tra due persone che nemmeno si conoscevano da quattro ore...insomma, aveva toccato il fondo di Inga Lindstrom e Rosemunde Pilcher. Ma sapeva in cuor suo che poteva ancora fare di peggio: lo stile Belieber. 

Dopo aver fatto il pieno di buone parole con le letture del giorno prima (svariati capitoli della buona Oriana) aveva aperto EFP e si era messa a leggere le più famose fanfiction in quello stile: dei della divina Grecia! Sperò che si fossero impegnate per scrivere così male! Non che le scene a luci rosse fossero qualcosa di scabroso, anzi la natura le aveva insegnato che se descritte con gusto potevano addirittura diventare note di merito senza sembrare la sceneggiatura di un film pornografico, ma erano descritte con una tale minuzia dei particolari che ci mancava solo una frase tipo: gli posò dolcemente la mano sul suo scolpito DELTOIDE. (A patto che sapessero cosa fosse un deltoide. Dato che spalla forse era stato ripetuto troppe volte.) 
Erano esilaranti, in certi momenti così esagerate da sembrar tratte da un film americanaccio come "scary movie".
Stephen si era appollaiato in una posizione favorevole con una matita appuntita in mano, pronto a difendere la ragazza da qualsiasi attacco. Si erano divisi le zone e i turni: nessuno avrebbe toccato Eliana, non mentre compiva un atto sacrilego come quello che stava per scrivere.

Io e Zayn entriamo a casa sua dove mi aveva portato la prima volta. Ci baciamo e sento lui che mi accarezza la schiena. Non esito a baciarlo e ad accarezzargli il collo. Lui mi mette le mani sulla schiena e poi mi guarda negli occhi. 
"Sei fantastica, Crystal"
"Anche tu, Zayn"
Torniamo a baciarci con maggior passione e sento che mi trascina verso quella che intendo essere la camera da letto. È bella e accogliente, ma lui di più. 
"Sei sicura?"
Mi chiede tra un bacio e l'altro. E io cosa devo rispondere? È un ragazzo fantastico, così semplice oltre la scorza della fama e del successo.

 "Unico problema, lo conosci da meno una settimana....ecco a cosa servirebbe Elsa in questa storia: a interrompere qualcosa che non s'ha da fare. " 
Commentò ad alta voce Eliana, citando il film Disney che si era goduta la mattina, da sola, sdraiata sul divano con la frescura del ventilatore. Stephen continuava a fare di ronda non visto da lei, guardando male le due attentatrici dei giorni prima: la Meyer e la James, che a quanto diceva Oriana, si stavano coalizzando.
"Il nemico quando si accorge di essere troppo debole da solo cerca prima di tutto degli alleati."

Finiamo sul letto a baciarci e ad accarezzarci come due amanti. Lui è molto bello.
Lui mi toglie l'abito e io gli sfilo la camicia. Il suo petto é muscoloso.

"Ma non mi dire...tutti palestrati questi cantanti qui. Mai uno che sia magro o fuori forma."

Lo accarezzo e lui continua a baciarmi mettendosi sopra di me. Lo guardo di nuovo negli occhi.
"Si, sono sicura". 
"È la tua prima volta?"

"Ma saranno cazzi suoi?! CTM!?"

Annuisco insicura mentre gli butto le braccia sulle spalle per tirarla di nuovo verso di me. È una bellissima sensazione. Gli accarezzo i capelli mentre lui mi bacia il collo e le ossa del collo.

"Dubito fortemente che sappiano che si chiamano clavicole."

Finisce a baciarmi il décolleté mentre io lo stringo sempre di più a me. Lui mi slaccia il reggiseno...

"Nonostante il fatto che si ai possibile dalla posizione in cui si trova senza slogarsi un polso sotto la sua schiena"

E io gli abbasso i boxer. Intendiamoci non ho mai fatto sesso ma so come é fatto un uomo nudo, e Zayn è bellissimo. Mi sento imbarazzata e cerco di coprirmi ma lui mi trattiene e mi dice che sono bella così e che non c'è bisogno di vergognarsi. Mi abbassa gli slip...
 
"Con un'altra mossa da contorsionista evidentemente."

Mi abbassa gli slip e mi accarezza l'interno coscia.

"Prima il petto e ora il sovraccoscia. È evidente che stiamo parlando di una gallina."

È quasi un sogno poter avere la mia prima volta con lui. Fremo all#39;idea, chissà com'è. Continua ad accarezzare e gemo.

"Non so quale scrittore mi sta maledicendo dall'alto...". Probabilmente l'incantesimo della Meyer aveva avuto qualche effetto collaterale in quanto ad Eliana venne la seria tentazione di scrivere "gemetti". Meno male c’era la buona stella di Stephen a vegliare. 

Mi tocca fino a che non mi bagno e dopo, col fiato corto, lo bacio. Mente ci baciamo lui mi prende e inizia a muoversi.

"L'unica donna vergine sulla terra a cui non fa male...anatomia questa sconosciuta."

Continuiamo fino a che non sento un grandissimo piacere che faccio sentire urlando. Finito tutto ci ritroviamo stesi l'uno accanto all'altra. Stanchi, ansimanti, ma innamorati.

Anche quel capitolo, il peggiore di tutti, era concluso. Eliana rilesse il tutto trattenendo a stento una risata, a fior di labbra. Stephen nel frattempo si era seduto con le pagine conserte a scrutare la stanza, lanciando occhiate di tanto in tanto a Oriana e Umberto che davano segno di non vedere nulla di anomalo dalla loro posizione. Avevano ideato un ottimo sistema di sorveglianza, invero. Ma non avevano tenuto conto di un altro nemico che alle loro spalle, nello studio di casa Sanzi, stava in appostamento.
Lenticchia entrò distratto nello studio, con la lingua a penzoloni alla disperata ricerca di qualcuno con cui giocare, e rimase sorpreso, nella sua intelligenza di cane, nel vedere un sottile volumetto accanto al computer fisso, intento a salvare documenti sul desktop. Lenticchia storse il naso e se ne andò mentre Lauren Kate, sbattendo le alucce da angioletto, continuava a salvare documenti.
Era stata avvertita da Stephenie e dalla James. Eco e King avevano involontariamente iniziato una guerra: loro sarebbero state pronte a combatterla.

Lenticchia non era peró così stupido come Eliana potesse pensare. Certo, tentava di mordersi la coda e si nascondeva sotto una coperta come Linus, ma sapeva fiutare il pericolo. Vista la Kate non ci aveva pensato due volte a correre da altro libri che lui meglio conosceva. 
Oriana vide il cane spuntare alle spalle di Eliana e iniziare ad abbaiare nella sua direzione
"Cosa succede, Ticchi?"
Il cane continuava ad abbaiare il suo allarme e Umberto si spaventò: "così ci farà scoprire!"
Ma Oriana capì, impedendo a Umberto di parlare ancora.
"Aspetta Eco...sta tentando di dirci qualcosa."
"Per quale motivo potrebbe abbaiare così? Vuole giocare?"
"No...siamo in pericolo. Eliana è in pericolo."

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Capitolo 5
*** Vita da star ***


5  - vita da star

Le recensioni continuavano ad arrivare a vagonate, cadevano come fiocchi di neve su un campo già innevato: era impossibile tenere continuamente d'occhio da casella di posta. Ogni volta che Eliana guardava e vedeva il numerino di recensioni positive crescere si sentiva un po' morire: la sconfitta era lei. Non loro.
Ripensava a come aveva iniziato tutto: i fan preferiscono la merda al cioccolato. E' così era stato. C'era solo un aspetto positivo in tutto ciò: oltre a crescere le visualizzazioni dei capitoli di Crystal crescevano anche quelle delle sue storie a sfondo storico, le recensioni erano cresciute di ben UN numerino. Maxima desperatione! Un'ablativo di modo a stento riusciva ad esprimere quanto fosse triste abbattuta. Oriana aveva provato a consolarla con le sue pagine migliori, ma il massimo che era riuscita ad ottenere era stato farla cadere in un sonno senza sogni. Quella notte, attorno alla lampada a led che Oriana aveva rubato dalla cucina per l'occasione, si riunirono i magnifici tre. La situazione era imprevedibile, fare la guardia singolarmente non sarebbe stato sufficiente.
"Hai interrogato il cane, Umberto?" 
Chiese Stephen, segnato da profonde occhiaie dalla lunga veglia. Non era normale per un libro stare sveglio così a lungo senza dormire. A causa di questo Umberto era andato ad interrogare il cane...o meglio a fargli delle domande e sperare che capisse ciò che gli diceva.
"Sì, Stephen, ma non è che io abbia ottenuto molto. Mi annusava in continuazione e poi mi ha portato nello studio e ha iniziato a smusare verso quel coso che ha lo schermo..."
"Computer, Umberto."
"Sai Oriana, nella mia epoca si scriveva nei monasteri e non con una cosa ticchettante con le lettere sopra. Se così fosse stato non avrei avuto un bel romanzo da scrivere non trovi?"
"Sempre il solito puntiglioso - rispose Oriana soffiando via il fumo della sigaretta - ma per lo meno sappiamo dove si è compiuto il misfatto."
"Io invece - disse Stephen - posso dire di aver notato la mancanza di qualcuno nella libreria di Raffaella..."
"Quale?"
"Fallen...romanzetto su angeli e gente che vola. La brutta copia di Twilight. Solo che al posto di esserci un vampiro Swarovskiano c'è un angioletto. La scrittrice è una tipa con cui ho parlato sì e no due volte."
"Pensa che quando é arrivata, comperata da Raffaella, e le abbiamo chiesto come si chiamava...-Umberto trattenne le risate - ha detto di chiamarsi Kate, Lauren Kate...e ha chiesto a Stephen se voleva essere il suo angelo."
"Io le ho risposto che poteva anche andare a buttarsi nel camino per quanto mi riguardava."
"Frena gli istinti di piromania, te lo dico sempre."
"Hai trovato qualcosa di anomalo nello studio, poi?"
Oriana pareva non gradire quel discorso, glielo si leggeva sulla copertina che era irritata. Questo mise in allarme Umberto, non la conosceva bene ma pareva essere....gelosa.
"No. Dobbiamo aspettare che Eliana accenda il computer per vedere se c'è qualcosa che non va."
"Speriamo le venga in mente di farlo domani. Dobbiamo tenere d'occhio la Kate."

Detto questo Oriana e Eco si spostarono dallo scaffale al comodino, a vegliare la loro piccina, augurandole sogni tranquilli. 
"Presto sarà tutto finito, piccolina."

Il sonno fu ristoratore fino ad un certo punto: Eliana si svegliò meno triste ma con un fortissimo mal di collo che la costrinse per più di mezza giornata a tenere la testa storta come uno di quei cani che ha tenuto il muso fuori dal finestrino per troppo tempo. Allungò la mano sul comodino per accendere la abat-jour ma si scontrò con un libro che era più che sicura di non aver messo lì la sera prima. Cosa ci faceva "il nome della rosa" appoggiato di fianco a "un cappello pieno di ciliegie"? Eliana pensò di essere stata colta da un improvviso attacco di amnesia, perché fino a prova contraria i libri non si muovevano da soli. 
"Come ci sei finito ai  eh Umberto?"
Il libro sentì i sudori freddi, la sua padroncina non sapeva che avrebbe anche potuto tranquillamente risponderle, ma era così tentato. Erano stati troppo imprudenti, se avessero continuato così lei si sarebbe accorta di qualcosa. Erano agenti sotto copertura.
La ragazza non inquisì oltre sul mistero e se ne andò a fare la spesa, lasciando che la silenziosa guerra che si svolgeva oramai da una settimana continuasse. 
Ogni volta che usciva di casa i libri, sempre più in massa, di muovevano. 
Ogni volta che dava loro le spalle si vedevano sguardi d'odio reciproco.
I magnifici tre cominciavano a esser è preoccupati: all'inizio era stata solo la Meyer, poi si era aggiunta la James e ora la Kate. E se li avessero superati in numero. 
La Meyer li scherniva ridendo sguaiata mentre la James faceva mosse poco ortodosse fingendo di avere un bacino con cui twerkare (cosa impossibile dato che era un libro, e più che non avere un bacino non aveva proprio uno scheletro).
Oriana inveì lanciando loro contro un mozzicone di sigaretta "banda di troiette a stelle e strisce!"
Nessuno dei due la fermò, anche Umberto e Stephen non potevano più tollerare quel comportamento.
Nel primo pomeriggio avevano tentato delle trattative di pace che erano però state accolte con grasse risate e con condizioni di pace assurde: "peggio del Diktat" aveva commentato Umberto, impotente davanti alla tremenda situazione che si presentava loro.
"Noi, popolo libero del terzo scaffale, chiediamo al Trio Malefico di accettare il nostro status come libri liberi di essere letti. Chiediamo inoltre di cedere la posizione strategica di Gran Comodino di Lettura e la Vetta della Scrivania. Chiediamo che ci sia reso l'onore che ci meritiamo con una pubblica ammissione di colpevolezza da voi, tomi sorpassati e anacronistici. Lascerete a noi il testimone di paladini della Lettura. 
Come ultima clausola chiediamo di poter accogliere nel nostro gruppo Umberto come marito della qui presente L. James e l'esilio della qui presente O. Fallaci per gli atti di impudenza nei nostri confronti.

Firmato:
Esponenti del Popolo del Terzo scaffale."

"É follia! Pura follia! - urlo il compassato Eco stracciando il documento in un impeto di rabbia - non andrò mai come sposo di quella pervertita con il frustino in mano. MAI MAI E POI ANCORA MAI. Esiliare Oriana?! E con che diritto lo dicono!?"
Era la goccia che faceva traboccare il vaso. Bruciarono davanti a loro i rimasugli del documento con l'accendino di Oriana e voltarono le copertine, tornandosene da dove erano venuti.
Nessuno osava più parlare, si erano messi dentro una guerra.
Quando tornò Eliana e si mise a scrivere l'aria nella camera era tesa, notò che i libri del terzo scaffale erano tutti in disordine e che quelli che lei preferiva erano al loro posto con le copertine voltate al muro. Ma non appena voltò le spalle per avvicinarsi alla scrivania con carta e penna, tutto si animò.

Mi sveglio nel suo letto, abbracciata a lui, con il suo profumo ancora addosso.

"Anche se sarebbe più corretto dire il profumo ce l'avesse nelle narici."

È stata una notte fantastica e il ricordo ancora mi fa sorridere. Zayn è il ragazzo perfetto per me. Lo guardo mentre dorme, con le mani sulla mia vita, tranquillo. Mi sembra un sogno di essere lì con lui. Mi alzo cercando di non svegliarlo,  vado in bagno e mi faccio una doccia.
Esco e vedo che sta ancora dormendo.

"Due uova.
Latte.
Assorbenti.
Sapone per i piatti.
La lista della spesa è fatta."

Allora vado in cucina e gli preparo la colazione. Gli faccio anche un cuore con la marmellata sopra il pane. 
Quando ho finito cerco di non cadere con in mano il vassoio pieno di cose buone, un bicchiere di succo di frutta, pane e marmellata...sono sicura che gli piacerà. Quando entro nella stanza è ancora addormentato.

"Perché in realtà è andato in coma."

Mi avvicino con delicatezza e appoggio il vassoio sul letto, lo sveglio con un piccolo bacio sulla guancia.
"Buongiorno Zayn"
Lui apre i suoi bellissimi occhi e sorride.
"Buongiorno Cry...mi hai fatto la colazione! Sei un tesoro!"
Ci baciamo e poi iniziamo a fare colazione.
"Ma cosa siamo diventati...ora? Nel senso...abbiamo fatto sesso..."
"Capisco il tuo dubbio...non vuoi stare con me?"
"Certo che voglio!"
"E allora non c'è problema...pensavo che ti sarebbe andata bene la definizione FIDANZATI. O preferisci AMANTI?"
"No no, va benissimo fidanzati."
Sorridiamo e ridiamo. È così bello essere innamorati. Mentre facciamo colazione ci coccoliamo e parliamo di cosa vogliamo fare in futuro. Lui dice vuole presentarmi i suoi amici, il resto della band. 
"Ne sarei molto felice!!! Davvero!"

"Certo che ne saresti felice, non hai altro motivo di vivere, becera ragazzina dolorante."

Mi vesto con i vestiti di ieri sera e poi lui si fa una doccia e si veste anche lui, parliamo e poi sento il cellulare che squilla. È Des.
"Ciao sister!"
"Cry, amore, dove sei!?"
"Sono a casa sua..."
"OMMAMMAMIA DAVVERO?!"
"Siiiii!!!! Tu invece?"
"Io sono a casa ad aspettarti, quando torni?"
"Penso dopo mezzogiorno."
"Ok allora ti aspetto! Così mi racconti tutto!!!"
"Ciao amore, a dopo!"
Chiudo la telefonata e usciamo perché Zayn vuole portarmi a casa.
"Chi era?"
"La mia amica Destiny. Si chiedeva dove fossi."
"Sarei curioso di conoscerla"
"Te la presenterò quando tu mi presenterai i tuoi amici."
Sorrido maliziosa e lui apre la porta di casa.
Improvvisamente mi trovo davanti un muro di persone armate di macchina fotografica che mi sommergono di flash e fotografie. Sono spaventata e sento la sua mano che mi protegge e cerca di portarmi in salvo in macchina.
Quando finalmente riesco a sedermi sul sedile della berlina con i vetri oscurati tiro un sospiro di sollievo.
"Ma cosa volevano quelli?!"
"Una tua foto, Cry. Benvenuta nella mia vita di tutti i giorni."
"Mi ci dovrò abituare...alla vita da star."

Quando Eliana mise giù la penna, soddisfatta, pensò che non fosse affatto banale scrivere una trama in modo banale. Si era impegnata in tutti i modi affinché sembrasse tutto finto e fuori di testa. Due persone che si conoscono appena  che già si fidanzano come se fossero amici da secoli. Appoggiò il foglio su una pila di ed esso simili, ripiegato a metà come era suo solito. Era pomeriggio e la cosa che era necessario fare ora era una bella doccia, avrebbe pubblicato il capitolo la sera stessa, prima di uscire a mangiare una pizza con Pietro, Anna e Gianluca. 
Sarebbero morti dal ridere se solo avessero saputo cosa stava scrivendo. 
Prima di lasciare però la camera, lanciò un'occhiata di sfuggita alla sua libreria. Chissà se erano davvero in grado di parlare...di muoversi. Sarebbe stato magnifico, paradossale ma magnifico. Peccato che fosse solo una sua fantasia.
"Secondo te sospetta qualcosa, Oriana?"
Chiese Stephen, seduto con le gambette a penzoloni dalla libreria, intento in tristi pensieri.
"Non penso, Stephen."
"Sai a volte mi vedo come sarebbe poter parlare con lei...mi ci sono affezionato molto da quando mi ha portato a casa."
"È davvero una cara ragazza, anche io mi sto affezionando."
"Cosa succederebbe se perdessimo questa guerra?"
"Non la perderemo, preferisco non chiedermelo."
"Siamo solo in tre e poi l'hai detto che tu che stanno cercando alleati. Quei libretti da quattro soldi ci allontanerebbero da lei per sempre!"
"Non lo faranno. Siamo forti, siamo veri libri. "
"Sarebbe orribile vederla nelle grinfie di quelle là...Oriana, io volevo..."
Stephen avrebbe anche voluto finire la frase ma fu interrotto dall'entrata nella stanza di Umberto, a cavallo di Lenticchia, fiero e con un sorriso tronfio sulla copertina.
"Oooh frena, Lenticchia!"
Il cane inchiodò di colpo facendo finire Umberto con il muso spiaccicato contro il letto.
"Stephen! Oriana! Ho grandi notizie!"
"Cosa succede Eco?!"
"Ho trovato qualcuno che ci potrebbe essere utile!"
Tutti e tre i libri fissarono la porta men un volume di dimensioni spropositate faceva il suo ingresso, lento e maestoso come pochi volumi sanno essere. La sua voce tuonò per la stanza.
"Per anni ho guidato Eliana prima che arrivaste voi. É arrivato il momento di tornare a combattere."
J.R.R. Tolkien alzò il viso fiero verso o magnifici tre.
"La guerra sta arrivando. E noi dobbiamo essere pronti a combatterla."

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Capitolo 6
*** Primo giorno di lavoro ***


6 -    Primo giorno di lavoro

Destiny so che sta guardando fuori dalla finestra e spia mentre scendo dalla macchina di Zayn e entro in casa. Infatti la trovo ad aspettarmi alla porta con un sorrisetto che dice tutto da sé. Mi prende per una mano, mi tira dentro e mi soffoca in un forte abbraccio.
"Allora?!  Com'è statala serata...?!?!"
"Piccante, cara Des, piccante."
"Davvero? È stato rapido allora. Non è un ragazzo per bene....Ahahaha"
"È un tesoro. È stato molto gentile e cavalleresco."
"E dimmi...come siete rimasti?"
"Ha detto che possiamo considerarci fidanzati. Non hai idea di come ero emozionata..."
"Posso immaginare!"
Per festeggiare tira fuori un pacchetto di marshmallows e di Nutella. Ci sdraiamo sul tappeto in soggiorno a fantasticare come due ragazzine. 
"Ti ha anche accompagnata a casa...ma allora è un vero galantuomo!"
"E oltre a essere gentile è anche bellissimo."
"Ti sei rifatta gli occhi sister?"
"Altroché! Degli addominali scolpiti..."
"E...altre parti?"
"A parte gli occhi bellissimi? È ben messo...molto ben messo."
"Ci mancava solo che la mia best si mettesse con un tipo non solo BELLISSIMO e FAMOSO ma anche BRAVO A LETTO. Ti sto invidiando all'inverosimile!"
"Ha detto che sarebbe curioso di conoscerti."
"Anche io sai...non sai quanto!"

Eliana era tutta intenta a completare la stesura del nuovo capitolo mentre colonne sonore di vari film inondavano la stanza di melodie orecchiabili. I suoi amici le avevano dato quel Cd la sera prima, sapendo della sua passione per le colonne sonore. Per scherzo Gianluca aveva anche inserito quelle più brutte e ridicole. Ad ascoltare la musica però non c'era solo lei...vi erano anche le tre donne malefiche, appostate sotto il letto, ad osservare il suo comportamento.
Erano di opinioni discordanti praticamente su ogni cosa tranne su una: soggiogare al loro potere Eliana Sanzi e poi estenderlo su tutta la famiglia. C'era solo un piccolo problema: il rituale richiedeva che i suoi protettori fossero sottomessi (e di questo se ne voleva occupare personalmente la James) e che loro riuscissero a terminare l'incantesimo su di lei.
Le uniche due in grado di formulare incantesimi erano la Kate e la Meyer, le quali non facevano altre che vantarsene con la povera James, capace solo di fare cose strane con altri libri maschi.
"Allora - cominciò la Kate - prima di tutto pensiamo a come vogliamo soggiogare al nostro potere l'umana. É stata troppo a lungo nelle grinfie di quelli là...andrà rieducata."
"Io propongo di partire dalle sue storie a rieducarla. Se riusciamo a convincerla nel modo giusto lei inizierà a scrivere di vampiri bellissimi e perversi. E magari ci potremmo mettere anche qualche angioletto!"
"Si! Hai ragione Meyer! Così facendo lei entrerebbe a far parte della schiera delle nostre fans e così potremmo conquistare il mondo!"
"Però una volta conquistato il mondo dovremmo bruciare tutti gli altri libri..."
"Non ti preoccupare James, lo faremo fare alle nostre fans. Per questo ho scritto un nuovo libro, Teardrop, così da attirarne ancora di più."
"Ah...io per questo sono riuscita ad ottenere un film. Il trailer gira per tutte le sale e ...vedrai quando uscirà. Tutte le fans in delirio che smaniano per seguire i nostri ordini."
"Donne! Non tergiversiamo! - sbraitò la Meyer - prima di fare progetti per il futuro dobbiamo capire chi è quel ciccione che si è aggiunto ai Tre della libreria. Non mi pare di averlo mai visto prima."
"A me sembra vecchio e dalle dimensioni potrebbe anche essere un dizionario."
"Non dobbiamo abbassare le guardia. Se fosse un qualche libro potente dovremmo accelerare i tempi per la creazione del nuovo esercito."
"A quanto ammontano i nostri uomini per ora?"
"Ho salvato una ventina di documenti in una cartella fantasma sul desktop. Non appena saremo pronte passeremo alla prossima fase."

Io e Des poi accendiamo il mac e mettiamo su le canzoni dei nostri idoli. Le cantiamo a squarciagola sperando che quelli di sopra non ci sentano. Ma siamo così felici che non ci pare vero. Poi mentre stiamo aspettando che la canzone dopo parta, ci promettiamo di dirci sempre tutto.
Voi potete capire che io sono cresciuta in un orfanotrofio, e che quindi non ho mai avuto un'amica del genere. Destiny è proprio la persona di cui ho bisogno per stare meglio. Non ci posso credere che nel giro di una settimana ho trovato un fidanzato e una migliore amica!
Dopo pranzo, abbastanza leggero per non ingrassare, andiamo a prepararci per il mio primo giorno di lavoro.

Ed era stato proprio il primo giorno di lavoro che aveva costretto Eliana sul divano boccheggiante dalla fatica. Che cosa l'aveva mai spinta a cercare un lavoro part time? Ah già...giusto, il fatto di sentirsi un peso economico per la famiglia.
L'unico posto dove si erano mostrati disposti ad assumere una ragazza universitaria, studentessa di storia antica, era stata una libreria mezza sconosciuta dove però lei si era dimostrata ben disponibile a lavorare.
Le era sfuggita solo una cosa...la proprietaria era anziana...la sua solita commessa in maternità...a lei era toccato quindi trasportare scatoloni pieni di libri da vendere o invenduti per tutta la mattina. 
Eliana non era il prototipo di ragazza atletica, il voto più basso della sua pagella da liceale era sempre stato Ed. Fisica. 
Per questo motivo stava spiaggiata, come una megattera dell'oceano pacifico, sul divano in soggiorno. Boccheggiante come una tartaruga stanca e le braccia doloranti da contadino dell'alto Medioevo. Sapeva di essere a metà sola del capitolo e che i fans attendevano con ansia che lei pubblicasse ma...era troppo stanca per mettersi a lavorare. 
Poteva anche avere tutti i fans che voleva, ma non c'era verso di farle piacere quella situazione. Non si era affezionata alla storia, Crystal non le faceva tenerezza e si doveva costringere a scrivere come se fosse lei. Avrebbe scritto quando avrebbe avuto un momento morto senza nulla da fare. La ff non era la sua prerogativa principale in quel momento...un cono Sammontana sì, invece. Si trascinò verso il frigorifero, scrigno di tutti i suoi sogni proibiti, e prese con immenso piacere un cono al pistacchio. Mentre si godeva il suo cono preconfezionato non poté fare a meno di notare delle briciole che, dal pacchetto del pane bianco, strisciavano verso lo studio e poi verso camera sua.
"Ticchi....?"
Si spaventò abbastanza, era da sola in casa ed era sicura di non essersi portata panini in camera e men che meno in studio. Chi c'era in studi?
In allarme la ragazza prese una padella dall'armadio delle pentole, brandendola circospetta: in Rapunzel era un'arma perfetta...perché no avrebbe dovuto funzionare così anche per lei? Passo dopo passo si avvicinò alla porta, sempre più in ansia e sempre più terrorizzata dall'idea di entrare nella stanza e trovare un ladro...un malintenzionato...un ciupacabras! 

Arriviamo al bar dove Destiny mi ha trovato lavoro: un posto pieno di gente alla moda.
Entro e il proprietario mi viene incontro con un completo elegante.
"Ciao, tu devi essere Crystal!"
"Sì, sono io..."
"Piacere, io sono Joe, e lei - indica una delle donne al bancone - é mia moglie Alison."
Sembrano delle brave persone.
"Allora, mi fa sempre piacere avere delle nuove dipendenti...se mi vuoi seguire ti spiego come funziona.."
Joe era alto,non tanto giovane ma nemmeno un vecchio, con un orecchino argentato e la barba regolata ad arte. Era proprio un bell'uomo, Alison era fortunata.
"Tu sarai di turno assieme a Miley, che oggi non è qui, il sabato. Devi sempre indossare il grembiule rosso con il nome del locale, pantaloni neri e maglietta nera. Possono essere come vuoi basta che siano neri...devi servire i tavoli a te assegnati senza fare disastri. Intesi?"
"Certo!"
"Bene, allora fatti dare un grembiule da Alison, così puoi iniziare." 
Le parole comparivano sullo schermo del suo ipad da sole. Non era lei a scriverle...poteva solo guardare inerme il touch screen che automaticamente vergava la ff in vece sua.
Stava lì.
Ferma.
A bocca aperta.
La padella che faceva pendere il suo braccio come quello di un burattino.
Le briciole erano ancora lì, per terra, ma era troppo intenta a fissare lo schermo.

Mi danno il grembiule e così inizio il mio primo giorno di lavoro. Alison mi dice che devo stare attenta perché ogni drink versato verrà sottratto dal mio stipendio settimanalaaklhdbfusdfiahgeofjhHHHHHH

Eliana tentò di bloccare la digitazione fantasma digitando lettere a caso e lo strano fenomeno parve fermarsi...in un primo momento. Non appena smise di toccare il touch screen le lettore cominciarono a comparire di nuovo come se dita invisibili avessero deciso di prendere possesso del suo tablet.

All'inizio non ci sono tante persone ma non appena arriva l'orario giusto il locale inizia a riempirsi di persone che parlano e ordinano.
"Ehi nuova, due cocktail al tavolo due."
Prendo il vassoio e due cocktail e vado al tavolo due, torno indietro  appena in tempo per sentire un altro ordine abbaiato. I piedi mi fanno male, sapevo che avrei dovuto mettere delle scarpe basse e non i tacchi. 
"Due birre, un bloody Mary, un gin tonic e una limonata, tutto al 13."
Il vassoio balla pericolosamente perché è pesante mentre cammino verso il lontano tavolo 13. Arrivo finalmente dopo aver quasi rovesciato il vassoio e chi mi trovo davanti?!
Harry Styles!?
"Ehi biondina...quanto ci hai fatto aspettare per i drink?"

Non si fermava...NON SI FERMAVA!
Ad Eliana venne una gran voglia di piangere...improvvisamente tutto le stava sfuggendo di mano in un modo che lei nemmeno lontanamente comprendeva. Stava per buttare per terra, in un impeto di disperazione e paura, l'aggeggio quando una voce alle sue spalle la colse di sorpresa.
"Stai calma Eli, troveremo una soluzione"
Alle sue spalle c'era Lenticchia.
SOLO Lenticchia.
"Ticchi...ma tu parli?!"

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Capitolo 7
*** Inattese apparizioni spiritiche ***


7 - Inattese apparizioni spiritiche
 

~~“Signor King per favore, mi allungherebbe un’altra fetta di pane?”
I libri erano allegramente seduti per terra, sulle lisce piastrelle della cucina, dato che la stanza da letto di Eliana diventava sempre più, di giorno in giorno, meno sicura. Umberto, ormai cavaliere indiscusso dell’ordine della Lenticchia, aveva scoperto che le Tre Streghe non apprezzavano particolarmente il clima della cucina, forse a causa della grande porta finestra, o forse a causa della costante presenza del meticcio marroncino. Lenticchia non incuteva timore alle suddette librette, più che altro le infastidiva.
“E’ un cavallo intelligente, sapete? – diceva spesso Umberto – ha capito  subito chi è il nemico e chi sono i buoni.”
“A parte il fatto che continui a dimenticarti che non è un cavallo ma un cane...è una buona cosa”
Rimbeccava sempre Oriana, con il suo solito sorriso sardonico sulle labbra.
Da quando la guerra era scoppiata ufficialmente però, quel sorriso, si era fatto sempre più lacnonico agli occhi di Stephen. L’unica fonte di speranza era stata la comparsa di Maestro Tolkien, si era fin a subito dimostrato disposto ad aiutarli con la sua immensa saggezza di tomo antico. Aveva subito inquadrato la situazione dimostrando un’acutezza mentale che si era vista sono in altri pochi libri. Vi era però un piccolo problema: era saggio, sì, ma anche molto debole, e dopo soli 40 minuti di colloquio aveva avuto bisogno di stendersi e dormire. Il prezzo di tanta saggezza era caro. Per questo motivo erano tutti assieme in cucina, per rifocillarsi con l’unica cosa che ai libri piacesse davvero mangiare: pane in cassetta.

Dovete sapere che i libri ne sono davvero ghiotti, soprattutto quelli vecchi. Sarà la consistenza così simile a quella delle pagine vecchie, sarà il colore bianco latteo o la friabilità. Sta di fatto che se volete attirare un libro selvatico fuori dalla sua tana dovete utilizzare il pane in cassetta.I nostri eroi non sono da meno: Tolkien stringeva tra le quarte di copertina un’intera fetta di pane bianco in cassetta, intento a mangiarla con flemma ma con evidente piacere, tanto che qualche briciolina gli cadeva dalla bocca.
“Comunque, ciò che mi preoccupa di più è quello che mi ha raccontato il signor Eco, a proposito di strane azioni da parte del nemico. Per questo ho deciso di seguirlo: non voglio che voi facciate la stessa fine di tanti altri. Non voglio che Eliana faccia la fine di tanti altri.”
“Noi sappiamo che si arriverà allo scontro a viso aperto, ma non sappiamo come prepararci.”
“Di battaglie ne ho viste tante, quante ne ho combattute assieme all’armata degli Inklings! Voi siete il futuro, non le Tre Streghe. So cosa hanno in mente...”
“Hai visto davvero – intervenne Stephen stupito - cosa facevano con il computer di Eliana?
Oriana scettica rispose prima di Tolkien.
“Anche se sapessimo cosa stavano facendo, non potremmo comunque andare là e usare l’apparecchio. Nessuno di noi sa come si faccia.”
Fu proprio in quel momento ch eaccadde il vero colpo di scena: tutti sanno che un libro antico sa come si organizza una battaglia o come si spia il nemico, ma nessuno si aspetta che sappia come usare un computer di ultima generazione!
“Mi spiace interromperla signorina, ma qui devo dissentire. Io so perfettamente come usare un computer.”
Tutti i presenti strabuzzarono gli occhi, soprattutto Oriana, che era la seconda più moderna presente dopo Stephen, che nonostante la sua giovane età non si era mai dilettato nell’inofrmatica.
“Non fate quelle facce, suvvia. Avendo tanto tempo libero ne ho approfittato per leggere il mio vicino di libreria, un manuale di informatica. E’ stato molto istruttivo...e così posso dirmi che se riusciremo ad arrampicarci sulla libreria, forse potremo capire cosa hanno per le quarte di copertina.”

La squadra annuì e avrebbe anche voluto continuare se Eliana non fosse entrata in quell’esatto momento in casa, interrompendo il concilio di guerra. Subito Umberto salì a cavalo del suo destriero Lenticchia, Oriana e Tolkien subuto si diressero via dalla cucina, mentre King riponeva il pane in cassetta. Uscirono dalla stanza appena in tempo per evitare i passi della ragazza in corridoio. Ed era proprio a causa di questo che Eliana si trovava faccia a faccia col suo cane, nello studio a guardare allibita il meticcio che AVEVA. APPENA. PARLATO.
Quello la guardò in maniera intelligente mentre la ragazza non riusciva a trattenere lo stupore. Il suo cucciolo marroncino non pareva avere nulla di diverso dal solito, nemmeno un pelo, e aveva la lingua fuori come sempre quando la guardava.
Eppure aveva appena parlato!
Stentava a crederci quando la voce paterna di poco prima tornò a parlare da dove stava Lenticchia: "Ascoltami, Eliana. Spegni l'ipad, immediatamente."
Eliana annuì e, ancora prima di chiedersi ulteriormente per che cavolutissimo motivo ci fosse uno scrittore fantasma che faceva tutto da solo, spense brutalmente l’apparecchio.
“Eliana – continuò la voce – siediti.”
Tolkien sapeva che Eliana avrebbe potuto accorgersi che era stato lui a parlare, ma non poteva rischiare che ciò che aveva paventato accadesse davvero. La ragazza, per sua fortuna, era sufficentemente in stato di shock da obbedire senza proferir parola, stringendosi al petto la padella come se non ci fosse altra cosa più preziosa al mondo. Si sentiva tremare da capo a  piedi, e non per la fatica del lavoro, certamente. Le parole uscirono a fatica dalla sua bocca.
“Lenticchia, sei tu che parli?”
Il cane si sedette incurante della domanda e una figura molto simile a un mattone si affrettò a raggomitolarsi dietro di lui. Non era stato Lenticchia, era stato qualcosa che si nascondeva alle sue spalle.
“Non muoverti da lì. Non sono Lenticchia, tuttavia non voglio che tu sappia chi io sia.”
 “Se non sei Lenticchia, CHI SEI?”
Era un’azione pericolosa e tutti e tre i libri lo sapevano, solo il cane pareva felice che la sua padroncina fosse così interessata a lui, per il solo fatto che non capiva perfettamente cosa stava succedendo. Oriana e Stephen si erano nascosti dietro la tower del computer mentre Umberto aveva deciso si mettersi dietro la porta. Tolkien, anche per la sua anziana età aveva preferito rintuzzarsi dietro la porta per non doversi muovere più di tanto ma, Lenticchia, sentito l’odore di pance in cassetta che ancora il libro teneva, si era avvicinato. Questo spiegava il perchè delle famose briciole di pollicino che Eliana aveva seguito fino alla studio.
Tutt’altra era invece la ragione che aveva spinto Tolkien a rivolgere la parola alla ragazza rischiando che scoprisse il loro segreto.
“Sono uno spirito che abita in questa casa. Non ti preoccupare, non ti farei mai del male.”
“NON TI PREOCCUPARE?! Non mi dovrei preoccupare che c’è un spirito in casa mia?!”
“Cara Eliana, hai letto troppi libri sul sovrannaturale per credere che uno spiritello così piccolo possa farti del male.”
“Eri tu che scrivevi?”
“No. Non ero io.”
“E chi era?”
“Domanda a cui è difficile rispondere. Lo farò solamente se tu  accetterai le mie condizioni.”
“Cosa vuoi? Una gallina in sacrifico? Un cono Sammontana?”
“Nulla di tutto ciò, umana. Voglio solo che tu domani mattina, prima di andare al lavoro, lasci il computer acceso...Eovviamente che tu non tenti in alcun modo di vedermi o di scoprire chi io sia.”
“Sai benissimo che lo farò...se mi conosci così bene.”
“Abito qui da sempre, è ovvio che ti consoco bene.”
“Non credo ai fantasmi.”
“Male, ragazza, dovresti invece.”
Eliana sbuffò e si alzò da dove era andando a passi minacciosi verso Lenticchia che, tenendo di aver fatto qualcosa di male, si spiaccicò contro il muro, mettendo la codina tra le gambe. Nessun tentativo di intimare al cane di  levarsi andò a segno e il libro potè rimanere al sicuro dietro il cucciolone terrorizzato. John, nonostante fosse spetasciato contro il muro, riprese parola:
“Ascoltami, fidati! Non ti voglio fare del male...se accetti le mie condizioni risponderò alle tue domande.”
Lei sbraitò battendo furiosa un piede a terra: “VA BENE VA BENE ACCETTO!”
“Allora sappi che mi puoi chiamare John.”
Eliana aggrottò le sopracciglia e arrovesciò le mani sui fianchi, riprendendo possesso della determinazione che da sempre l’aveva caratterizzata.
“Da quando gli spiriti hanno nomi anglofoni.”
“Da quando sono nati in un paese anglofono, ragazzina.”
“Smettila di fare il saccente, John. Dimmi COSA sta succedendo.”
Tolkien si schiarì la voce e iniziò a parlare con flemma.
“E’ successo ciò che io e i miei amici spiriti – al che gli altri tre libri risero di gusto – paventavamo. Continuando a scrivere il tuo racconto, Crystal, il personaggio che tu hai insegnuamente creato, ha preso vita propria, grazie alla magia occulta di Stephenie Mayer. Lei ora è viva come te. L’unica cosa che le manca...è uscire dal sito.”

 

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Capitolo 8
*** "Abbiamo chiuso" ***


8 - Abbiamo chiuso

Il telefono aveva squillato almeno mezz'ora prima ma Eliana era ancora attaccata alla cornetta del cordless. Sua madre non era una persona particolarmente appiccicosa ma l'idea di essere ormai da una settimana lontana dalla sua bimba Eli non la lasciava più tanto tranquilla.
"Sí...sí mamma, sta tranquilla che non muoio di fame."
La signora MammaDiEliana aveva in cuore il terrore che la figlia per pigrizia cadesse nei meandri della malnutrizione auto imposta. Evidentemente non ricordava di avere i coni Sammontana in frigorifero. Il succo della chiamata però era ben altro.
"Eli... Noi pensavamo di tornare entro giovedì. Per te non è un problema rimanere da sola due giorni in più?"
"Ma figurati, ma'! Dimmi solo se c'è bisogno di qualcosa in particolare."
"fare la spesa penso rientri nei tuoi normali - la signora MammaDiEliana rise in maniera pseudo isterica, in modo tremendamente simile alla figlia - mi spiace lasciarti sola così."
"Ho qui con me Lenticchia..." E anche uno spirito di nome John...ma  quello evitò di accennarlo.
"Chiudi sempre tutte le porte e metti l'allarme di notte. Ricordatelo!"
"Siiiiii mamma, tranquilla mamma. Non sono in pericolo."
O meglio il pericolo non veniva dall'esterno. La conversazione surreale che si era svolta il giorno prima con JOHN, lo spirito che abitava la sua casa, aveva innescato in lei una serie di pensieri poco rassicuranti che l'avevano indotta a prendere dalla libreria il suo vecchio libro di miti e mitologia e a leggere tutto il disponibile sugli spiriti. Forse era per questo motivo che sul volto di Eliana campeggiava qualcosa che assomigliava alla disperazione. Ancora due giorni di solitudine non l'avrebbero di certo disturbata in una situazione non paranormale. Chiudendo la chiamata dopo qualche accorato saluto alla famiglia si mise a sedere, tesa, su una sedia, tenendosi strette le tempie come se non volesse lasciar uscire quel poco di sanità mentale che sentiva le era rimasto in corpo. Calde lacrime iniziarono a rigarle il viso.

"guardala come piange...Oriana. Sono così dispiaciuto per lei."
Oriana non rispose a Stephen, era impegnata a strappare tanti piccoli pezzi di carta da un foglio, con rabbia. Dopo la giornata di ieri nessuno, nemmeno Lenticchia, riusciva a stare tranquillo. Umberto e Lenticchia stesso erano di guardia alla libreria da dove le tre malefiche  erano intente a organizzare la tavola dei ranghi della libreria, per quando avrebbero preso il potere, mentre Tolkien era seduto sul tavolo del computer. Aveva spiegato a tutti che in anni di inattività aveva avuto tempo di conoscere bene il suo vicino di posto, un manuale di informatica a livello professionale.
"rispondimi per favore. Siamo tutti tesi, lo riconosco, ma questo silenzio non ci fa bene. Farci vedere così abbattuti é fare il loro gioco."
"l'unico gioco che intendo giocare con loro é 'Palla Morte' anche se dubito avrebbero il fegato di giocare con me."
"Sai che non giocherebbero lealmente."
"me ne frego, Stephen! - rispose lei com tanta rabbia che non si sarebbe pensato un libro potesse contenerne tanta - vedi come l'hanno ridotta?! Solo tre giorni fa scriveva senza troppi pensieri, leggeva...invece da quando quelle donne hanno deciso di fare perno su quell'aborto di Crystal...Eliana si sta come spegnendo!"
King rimane in silenzio davanti alla dura realtà dei fatti. Sarebbe stato un infelicissimo scherzo dsl destino se Crystal si fosse trovata a essere oi più viva di Eliana. Ma non fece in tempo a rispondere che Oriana prendendo una pallina la lanciò contro di lui.
"non guardarmi con quello sguardo da libro tascabile! Un po' di spina dorsale. La situazione fa paura a tutti ma se non siamo noi a contenerla, presto diverrà un fiume in piena e non saremo in grado di arginarlo. Vogliono la guerra, e noi di guerre ne abbiamo combattute."
"l'unica cosa che ora mi sento di sperare é che Eliana trovi la forza di prendere in mano di nuovo il racconto."
"ma sei pazzo?! Così facendo sarebbe solo peggio!"
"é qui che sbagli. Crystal é una creatura della mente di Eli. Lei può riprenderla in mano, lei può riportarla all'ordine."

Stephen era profondamente convinto di ciò, molto più di Oriana e molto più della ragazza stessa, intenta a sfogare la propria presunta impotenza davanti al soprannaturale. Fu proprio in quel momento che si vide comparire dalla porta, quatto quatto, Umberto, ricoperto di pezzetti di carta, ansante e malconcio...aveva addirittura un angolo della copertina strappato. Boccheggiò un secondo il prima di lasciarsi cadere a terra senza forze, lasciando che alle sue spalle si delineasse la figura minacciosa della James. Sopra la sua faccetta maliziosa campeggiava una mascherina nera dall'aspetto poco rassicurante. Camminava tronfia verso il povero libro steso  sul pavimento, crudelmente atteggiata a vincitrice di una impari battaglia. La sua vocetta stridula rimbombò sgradevole alle orecchie, ormai assordare dalla rabbia, di Oriana. Stephen gonfiò la copertina con fare minaccioso, avevano passato il segno.
"L'abbiamo trovato nel nostro territorio sopra il secondo scaffale della libreria, questo é solo un avvertimento. Il prossimo passo sarà il camino. Chiaro?"
"Non dovevi farlo, James!"
"James...? Chi é questa James? - chiese la mascherata smascherata fingendo di nulla - Io sono la Vendicatrice Mascherata. Non so chi sia questa James!"
"Lascia stare Stephen, é partita di cervello."
"Io, in quanto protettrice della nuova libreria, vi avverto! Non fatevi più trovare oltre il secondo scaffale, o sarò costretta a Punirvi nel nome della giustizia!"
Con una posa da Sailor Moon,  concluse il suo discorso la Vendicatrice Mascherata, ridendo allegra e stridula, mentre a stento Eco arrancava verso i suoi compagni...troppo lentamente per sfuggire a un nuovo colpo di frustino della sua torturatrice. Fu a quel punto che Oriana non ci vide più e, armata delle sue palline di carta, avventò furiosa contro il libro nemico, strappandole la maschera di dosso e colpendo senza remore con gli angoli della copertina ben stretti. Se é raro vedere due donne che si accapigliano, sappiate che é ancora più raro vedere due libre che si accapigliano. Non possono strapparsi i capelli, non possono insultarsi i vestiti, e proprio per questo gli scontri sono ben più violenti. Prese le palline di carta infatti, la Fallaci, cercava di cacciargliele in bocca.
"ti piacciono tanto le torture vero! Bene! Soffocatici!"
Non si riusciva a capire cosa stesse succedendo, tutto era un movimento di pagine e frusciare di copertine, non si sentiva che lo strepitare iroso ora dell'una ora dell'altra. Solo quando la Vendicatrice James riuscì a sfuggire alla presa della Guerresca Oriana il tutto ebbe improvvisamente fine come se non fosse successo nulla. Stephen intanto aveva portato in salvo Umberto dietro la cuccia di Lenticchia.
"Stai tranquillo Eco...non è niente di grave..."
Stava ancora parlando quando il ferito gli prese la copertina quasi artigliandolo, occhi spaventosamente allucinato fissarono quelli di King.
"Io ho visto, Stephen! Ho visto!"

"no ma seriamente Cry...HAI VISTO?"
Alzo lo sguardo dal mio caffè lungo. Ieri sono stata tutta la notte al locale a parlare con i ragazzi, Zayn mi ha presentato tutti i suoi amici.
"che c'è Des????"
“Hai visto i giornali?!”
Vedo che tiene in mano un giornale dove spunta la mia foto e di Harry mentre ci presentiamo e un titolo scioccante: “LA NUOVA FIAMMA DI HARRY”. MA NON E’ VERO!!!
Mi va di traverso il caffè e scoppio a piangere. E se Zayn vedesse la foto e pensasse male? Sarebbe la fine! Tornerei alla tristezza dei tempi dell’orfanotrofio, proprio ora che mi sentivo toccare il cielo con un dito.
Dopo tutto l’amore che avevo condiviso con lui...non poteva finire così.
“Cry, ma cosa è successo?”
“Giuro, Destiny! Io lo stavo solo salutando...non stavo facendo nulla!”
“Sei in un enorme casino, Cry. ENORME, non hai visto i giornalisti?!”
“NO! Non ci ho proprio pensato...come...come hanno potuto farmi questo!”
“Ora sei famosa, devi sempre stare attenta.”
Non faccio in tempo a finire di parlare che sento il mio iPhone squillare, sblocco lo schermo che è una foto mia e di Zayn. E’ lui. La sua voce è arrabbiata.
“COSA C***O HAI FATTO CON HARRY, CRYSTAL?! Pensavo di potermi fidare di te!”
Incredula...

Incredulo Stephen guardava Umberto delirante, ormai sordo alla battaglia che si svolgeva alle sue spalle.
“Io ho visto cosa hanno fatto! Bisogna...Bisogna subito chiamare Tolkien! E Oriana e anche Lenticchia!”
“Ma cosa è successo, parla!”

Incredula scoppio o piangere al telefono.
“Zayn è stato un terribile malinteso!”

“Ci siamo sbagliati, le abbiamo sottovalutate. Che Malinteso...che Malinteso!”

“Non voglio sentire nemmeno una parola da te. Ho chiuso. Sentito Crystal? ABBIAMO CHIUSO!”

“Hanno un esercito, Steve. Sono tante fanfiction, più di quante io ne abbia mai viste...tante e agguerrite. Abbiamo Chiuso, Steve – la voce gli mancò per un attimo – hanno qualcosa contro cui noi non possiamo combattere.”

 

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Capitolo 9
*** Carne da macello ***


9 - Carne da Macello
 
 
Tolkien guardò la situazione che gli si parava davanti: Oriana e Stephen si sostenevano a vicenda, seduti contro il fondo dello scaffale, Umberto invece stava sdraiato per riprendersi dal pestaggio del giorno prima. Era stata una notte di veglia per tutti, che, volenti o nolenti, non erano riusciti a chiudere occhi nemmeno per un secondo. Ora, a loro discapito, avevano scoperto cosa le malefiche tre avevano progettato. Tutti quei file fantasma...tutti questi segreti. Umberto aveva saputo forniore una testimonianza abbastanza accurata dell’accaduto. Nel bel mezzo del suo giro di ronda era stato attaccato da ciò che meno si sarebbe aspetatto: un esercito di Fanfiction uscite dirette dirette dallo schermo del pc di Eliana e dall’iPad. L’avevano subito messo all’angolo grazie alla superiorità numerica, poi l’attacco era iniziato.
“Non pensavo che si sarebbero mosse così in fretta.”
“Sono troppi nemici, professore – disse Oriana – non abbiamo nessun alleato dalla nostra parte.”
Stephen le posò un angolo sul dorso. “Non dire così. Non siamo stati scritti per arrenderci.”
“Il signor King ha ragione, Oriana. Non siamo stati scritti per arrenderci. Non siamo forse stati noi a insegnare a generazioni di adolescenti e giovani che si deve combattere per ciò che si ama? Non siamo forse stati noi a insegnare che anche i più piccoli possono compiere grandi imprese?”
“Veramente questo è un tema prettamente suo, professore...”
“Si si lo so, Eco, ma non è questo il punto. Vogliamo che Eliana cada nelle loro mani? Vogliamo che la nostra Eliana faccia una fine orrenda e dolorosa? Spero proprio di no.”
I suoi occhi ardevano di una luce che sembrava essere stata silente fino a quel momento, un bagliore di braci assopite che ora si preparava a bruciare il proprio nemico fino a che non fosse rimasto neanche un granello di cenere. I suoi tre compagni di sventura si sentirono colpevoli per anche solo aver pensato alla possibilità di una resa.
“Noi non saremo MAI carne da macello. Aprite bene le orecchie perchè non lo ripeterò: non serve Gondor o un esercito di monaci assassini. Questa è la nostra battaglia...e le nostre penne hanno sempre ferito molto più che spade. Feriremo molto più di una banda di foglia che anche ad appallottolarli si farebbe loro un complimento.”
Anche Lenticchia uggiolò in segno di approvazione dal basso, dato che aveva pensato bene di accucciarsi sul letto di Eliana per guardare meglio la libreria e riempire meglio di peli il giaciglio della sua padrona.
“Oriana. Tu sei l’esperta di guerra moderna, quasi potrebbero essere le mosse del nemico?”
Lei si scosse, si liberò dall’angolo di Stephen e prese parola, molto più sicura di prima.
“Dato che sono solo dotate di un ampissimo numero di proseliti poco potenti direi che prepareranno un imboscata per completare la cerimonia di trasformazione di Eliana.”
“E tu, Umberto, cosa potresti dirmi sulla cerimonia?”
“Dubito che i libri sarebbero in grado di completarla da soli, hanno bisogno di un’entità più potente di mere proiezioni letterarie come siamo noi.”
“Crystal. Hanno bisogno di Crystal.”
Il silenzio calò sull’improvvisato conciliabolo di guerra. La verità trapassò le anime di tutti i libri e forse anche del meno conscio Lenticchia.
“Come farà a uscire?”
“Così come hanno fatto le altri Fanfiction. Passeranno dal continuum SpazioTemporale tra il mondo della realtà e il mondo della finzione...Ah ci fosse qui il mio caro amico Clive Lewis, lui saprebbe cosa fare!”
 
Come farò ad uscire di nuovo di casa?! Come?! Ci sonon giornalisti davanti a casa mia da due giorni! DUE GIORNI!
Des: Cry, amore, come farai?! Il capo si chiede dove tu sei finita!
Cry: Oh Des, da quando Zayn mi ha accusata di averlo tradito non so più che fare!
Des: devi lasciarlo perdere quello stronzo ti ha causato solo problemi.
Destiny ha ragione, Zayn mi ha fatto solo perdere la testa, perdere di vista quello che mi sta davvero a cuorre. Se solo non mi fossi innamorata.
Ma chi mi ha fatto innamorare?
Il mondo di Crystal per un secondo vorticò davanti ai suoi occhi: il piccolo soggiorno della casa con Destiny, la scatola di fazzoletti per asciugare tutte le sue lacrime...un grande spazio nero invase tutto, spaventandola.
Si trovava in piedi in un NonLuogoscuro, pintellato di piccole fonti di luce che non avrebbe saputo definire se fossero stelle o cos’altro. Si guardò intorno: nulla si muoveva.
“C’è qualcuno?”
Chiamò. Ma nessuno rispose. Provò a camminare, e solo in quel momento si rese conto che i suoi piedi erano appoggiati sul nulla, tuttavia riuscì a muovere qualche passo. Fu allora che la vide: davanti a sè un traslucido bagliore si allargò fino ad assumere le dimensioni di una persona. Vide una ragazza in jeans e maglietta mentre scendeva dalla propria macchina e apriva la porta di casa con un mnazzo di chiavi. Prese in mano un telefonino e allora Crystal potè vedere che stava controllando un sito. Il suo cuore mancò un battito: era la SUA storia, quella che stava controllando. Era lei.
L’autrice. Era LEI che l’aveva fatta innamorare di Zayn. ERA LEI. Una voce nel retro del suo cervello sussurrò un pensiero molto allettante.
 
Eliana quasi si prese un infarto. Davanti a lei, tralsucida come un’apparizione (come se di stranezze non ne avesse avute abbastanza in quei giorni) c’era una ragazza che non stentò a riconscere come Crystal. Tuttavia, non appena fece per aprire le bocce l’apparizione sparì.
“JOHN! JOHN DOVE SEI?!”
La ragazza entrò urlando in casa sperando che lo stesso saggio spirito che l’aveva salvata giorni prima sapesse rispondere anche alle sue domande sull’apparizione.
 
Forse...se fosse riuscita a passare da quella fessura avrebbe potuto stendere una mano e fare scambio di posto! Vivere uan VERA vita nella VERA Londra, incontrare i veri One Direction. Essere una vera ragazza con una vera borsa du Gucci. Avrebbe di sicuro fatto un uso migliore del suo tempo REALE e della sua vita.
 
Lo spirito non rispose, ma improvvisamente a Eliana non importò più di tanto. Da ogni angolo del soggiorno spuntavano fogli di carta, piccoli fascicoli di qualche decina di pagine che Eliana era più che sicura di non aver mai stampato. Erano in piedi, alcuni addirittura appesi al lampadario del soggiorno. Come ciò fosse possibile non lo sapeva, sappe solo che appena si rese conto di quanti fossero, questi fogli iniziarono a muoversi verso di lei come piccoli animali feroci e impazziti. Cercavono di premersi sul suo volto, cercavano di farla scivolare sul pavimento, di tapparle le vie respiratorie...dei fogli assassini. In preda al panico Eliana iniziò a farsi strada in quel mare di parole taglienti riuscendo a strapparsele di dosso senza fatica. Ma per ogni foglio che veniva strappato, altri 3 prendevano il suo posto.
Caracollando verso la sua stanza vide davanti a se un libro volare con piccole alucce di angelo. Lo conosceva: era Fallena di Lauren Kate. Non aveva mai visto un libro volare, ma non poteva preoccuparsi di questo perchè il libro iniziò a parlare. Parlò con voce stridula e disincarnata.
“Eliana Sanzi sei nostra!”
Ma una voce interruppe qualsiasi cosa avrebbe voluto dire dopo.
“Eliana non sarà mai carne da macello.”

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Capitolo 10
*** Timeout ***


10. Timeout

Si pensa sempre che le vittorie siano figlie della fortuna e i talenti siano suoi fratelli.

Questa é una bugia.

Le vittorie non sono frutto della fortuna. E i talenti non sono suoi fratelli.

Solo chi l'ha provato sa quanto sangue e quanto sudore vada versato per ogni millimetro che si conquista verso la propria meta. Eliana Sanzi lo sapeva bene e, nel nome e tonnellate di carta su cui aveva scritto con l'inchiostro dei suoi pensieri, cercò di impedire alle sue gambe di tremare. Alla porta erano comparsi i personaggi più peculiari che aveva mai visto, se personaggi si potevano definire. Libri. Ma non solo.

Under The Dome, il Nome della Rosa e Un Cappello pieno di ciliegie stavano impettiti - sì, i libri possono mettersi impettiti - sulla porta che collegava il corridoio al soggiorno. Fieri. Malmessi. E ad accompagnarli il suo meticcetto Lenticchia, carico di un mattone non da poco: Il signore degli anelli. In un momento come tutti gli altri si sarebbe chiesta se stava dormendo, ma i continui attacchi dei fogli assassini non le permisero di pensare troppo se quello che stava vedendo fosse o meno frutto della sua fervida immaginazione. Poi un piccolo pensiero si fece strada nella sua testa: John. John Ronald Reuel Tolkien. Tutti fu chiaro.

"Alla caricaaaa!" Urlò quella che doveva essere stata la voce di Oriana Fallaci, ora espressa con la stessa forza e lo stesso disprezzo della debolezza dal libro. I quattro balzarono in avanti armati di quelle che sembravano matite appuntite e penne prese probabilmente dal suo tavolo. Avrebbe voluto fare domande ma appena provava a parlare un foglio e poi un altro le si appiccicavano alla faccia. Li prendeva, li strappava. Si graffiava volto e mani nel tentativo di levarseli di dosso. Piano piano, senza accorgersene, la situazione che fino a poco tempo prima era stata solamente surreale divenne definitivamente quella di un campo di battaglia.

Le mani tagliate dalle lame di carta lasciavano impronte rossicce su ogni foglio che appallottolava sena nemmeno disturbarsi a leggerlo. Ma erano troppi. I suoi alleati combattevano come leoni, si facevano strada per arrivare fino a lei e con la stanchezza che iniziava a pervaderle le membra li ringraziò di tutto cuore. Aveva sempre saputo che sarebbero stati dei libri a salvarle la vita ma non aveva mai pensato in quel senso.

La vedo circondata dai suoi nemici. E non posso dire di non provarci un certo gusto.

Oggi appena Destiny è uscita a fare la spesa mi sono catapultata in camera. E per fortuna l'ho rivista. Lei farà sì che questo inferno finisca.

Zayn mi ha lasciata e tutto va male. E' colpa sua.

Dall'oscurità del luogo non luogo su cui camminano le mie Louboutin vedo comparire una figura, piccola.... e strana. E' un libro! MAASSI' è il mio libro! E' 50sfumature!

"Ciao Crystal. Io sono lo spirito di Erika Mitchell! Ma puoi chiamarmi James!"

"OH CHE BELLO! Ma sai che sei il mio libro preferito!?"

"Non avevo dubbi carissima. Io sono qui perché so cosa desideri. Tu vuoi il posto di Eliana nel suo mondo per vivere una vita vera. Ho ragione?"

Gli occhi mi brillano e il cuore mi batte forte forte.

"Sì... ma non so come fare."

"Prendi la mia mano, piccolina."

"Ma tu non hai una mano."

Il libro sbuffa.

"Certo che sveglia non sei. Prendimi la quarta di copertina, visto che sei così pignola!"

"Ma non hai nemmeno una quarta!"

Il libro sbuffa di nuovo. Ma oh! Ma cosa vuole da me! Io mica lo capisco quando parla, ce io sono di London City mica di Basso Posillipo!

"Un diploma alla UCL non riusciresti a prenderlo nemmeno se ti lasciassero chiusa nella biblioteca per qualche lustro..."

"Ma che cos-."

"Ossignore BASTA! L'avevo detto che io ci dovevano mandare la più ignorante di tutte. Toccami e  chiudi quella bocca. O ti macchio il vestito."

Non ho voglia ma le tocco un angolino della copertina. E' freddo.

Il pavimento era freddo contro la guancia di Eliana, anche sotto i fogli che probabilmente ricoprivano anche il pavimento riusciva a sentire la fessura tra le piastrelle. Non aveva mai pensato che la morte potesse sopraggiungere in una maniera così bizzarra o semplicemente così presto. Non aveva fatto nemmeno in tempo a laurearsi, a pubblicare il suo primo libro, a trovare un moroso o nemmeno a vincere una borsa di studio all'estero. Non aveva nemmeno mai mangiato cibo vietnamita. Eppure temeva che quella strana sensazione che si sentiva addosso fosse la vita che la abbandonava. Era già svenuta altre volte, e non era affatto simile all'idea di perdere i sensi. No, era molto peggio. 

Il suo corpo urlava, cosparso da una miriade di tagli, i polmoni le bruciavano per tutte le volte che i fogli avevano tentato di soffocarla e quasi ci erano riusciti. Non vedeva più nessuno dei suoi libri ma non riusciva a capire se aveva gli occhi tappati o chiusi. Fruscii di carta erano l'unica cosa che riusciva a percepire e assomigliavano tanti a una folata di vento tra ali di corvo. Tese una mano, forse l'unica cosa che sarebbe riuscita a fare ma non riuscì nemmeno a muovere uno dei fogli che le si erano ammassati addosso.

Essere libri non è semplice: la gente ti legge, ti ama, ti odia, ti butta. In fondo... non è così diverso da essere una persona: la gente ti usa e ti stropiccia. Dopo che passi dalle mani di qualcuno, fisicamente o metaforicamente che sia, non sei più quello di prima. Le impronte ti rimangono addosso, ti rimangono segnalibri tra i tuoi ricordi preferiti o pagine sigillate piene di dolore che si aprono solo quando il cervello non è abbastanza presente per bloccarne l'apertura. Per questi motivi parlando dei libri non faremo differenza coi sentimenti umani. Vi sfiderei a dire a Oriana che i suoi sentimenti non erano veri o a dire a Tolkien che le sue lacrime erano solo una proiezione mentale sulla carta. Dite a Rick Deckard che il suo amore per Rachel era solo frutto di ricordi prestabiliti. Vi odierebbero, nel migliore dei casi. Non erano riusciti a salvarla. La loro Eliana era diventata carne da macello sotto i loro occhi, senza che potessero salvarla.

Si erano di certo battuti con onore, menando fendenti, sciabolate di fuoco con gli accendini che avevano lasciato feriti sia loro sia i nemici. Ma erano troppi, ciechi come furie zombie, assolutamente ignari del dolore. Perseguivano un solo obiettivo sotto i comandi della Meyer e della Kate: immobilizzare Eliana in modo che potessero ridurla al loro potere. Altri fogli presero Umberto per la copertina, di spalle, e lo sbatterono a terra, immobilizzandolo. Poi fu la volta di Oriana, che nonostante si dibattesse come un animale in gabbia non poteva nulla contro la superiorità numerica.

"Tolkien! FUGGA! La prego!" Ebbe forza di dire Stephen prima che un cuscino calasse su di lui zittendolo. Il vecchio tomo, ferito sì, ma non ridotto al silenzio, spazzò via un discreto numero di cartacce con un imperioso movimento di sovracopertina. 

"Non posso, Stephen!"

"Non ti vuoi arrendere, John?" chiese con voce stridula Lauren Kate.

L'interpellato assottigliò gli occhi senza celare il proprio disgusto.

"Non lo farò mai di mia spontanea volontà. Ho troppe pagine per farmi da parte per gente come voi."

"Ti costringeremo allora. Non abbiamo scelta. Immobilizzatelo!"

Alcuni dei fogli più stampati e più forzuti lo costrinsero in ginocchio per poi spostarlo malamente accanto agli altri tre. Lenticchia era stato rintanato in un angolo, minacciato con delle ciabatte.

"Siete solo voi? Dov'è finita quella figlia di buona stampante della vostra compagna?" St

repitò Oriana stringendo i pugni immobilizzati.

"Oh, tranquilla strega. Lo vedrete presto. Sta tornando."

 

 

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Capitolo 11
*** Chi di penna ferisce ***


​11. Chi di penna ferisce

 

Per un secondo nessuno, Eliana compresa, capì nulla, poi fu come se un'invisibile forza magnetica attirasse tutto l'inchiostro fuori dai fogli, dai libri, dalle foto che erano presenti nella stanza. In pochi secondi rivoli neri sgorgarono da ogni cosa verso il centro della stanza dove si addensarono in un brulicante buco nero fatto di lettere che vorticavano e brusii sconnessi, una galassia di parole sussurrate nello stesso momento da voci diverse.

Eliana riusciva a vedere uno spiraglio di realtà senza però sapere se era ancora la realtà che aveva sempre conosciuto a pararsi davanti a lei. Con un rumore sempre crescente il nero inghiottì le pareti, il soffitto, il pavimento e anche le porte, lasciando i nostri eroi in quel luogo non luogo, temporaneamente fuso con il soggiorno di casa Sanzi.

E in mezzo ad esso, dove fino a qualche secondo prima c'era stato il nulla e poi il vortice nero, stava Crystal.

I fogli sotto muto comando di una delle dominatrici della nuova libreria, liberarono Eliana, ma solo per alzarla come un tavolo operatorio e poi metterla in verticale davanti alla ragazza che per scherzo aveva creato.

Per scherzo.

Per passatempo.

Per cattiveria.

Per noia.

Queste parole mi danno la nausea: io non voglio essere il prodotto della noia di nessuno.

Capiva di averla già vista. Sentiva la strana sensazione come quando si rivede una vecchia amica con cui però non si è più assolutamente in buoni rapporti. Negli occhi della biondissima Crystal brillavano pochi semplici sentimenti: odio, frustrazione e fame. Di che cosa, avrebbe preferito non saperlo. Era un luccichio che assomigliava tremendamente a una folle luce assassina... una cosa che nessuno dovrebbe avere, ma che sapeva di averle inconsciamente donato lei con la sua incoscienza.

"Ciao, Creatrice. Mi riconosci?"

Immediatamente i fogli la liberarono dal bavaglio ed Eliana potè respirare con la bocca. Boccheggiò un attimo prima di rispondere.

"Tu sei Crystal."

"GIÀ. SONO IO! La sfortunata, triste CRYSTAL!"

"Ascolta... io..."

"NO! Tu sei quella che mi ha dato una vita di carta mentre sei tu la prima a sprecare quella vera."

Per un attimo la ragazza vera non credette alle sue orecchie e pensò stesse scherzando, per poi ricordarsi che il senso dell'umorismo di cui l'aveva dotata era pressoché inesistente. Non era esattamente quello che si era aspettata di sentirsi rinfacciare.

"Cosa scusa?"

"Allora non sono io la sola che non si guadagnerebbe una laurea nemmeno con mille lustrini..."

"Lustri." La corresse una voce stanchissima alle sue spalle. La James.

"Sì sì, sti cosi che assomigliano ai lustrini, chiusa in una biblioteca."

"Ma quindi tu mi odi perché... starei sprecando la mia vita?"

"Esatto. Ed è anche il motivo per cui tra un attimo non ne sarai più padrona."

Uno strano luccichio attirò l'attenzione di Oriana verso la mano sinistra di Crystal. Aguzzando gli occhi le fu possibile vedere che la biondina, oltre ai tacchi che si potevano considerare delle armi, non era disarmata. Tra le sue dita con le unghie laccate mandava un tenue bagliore una lama, opaca, forse consumata. Qualsiasi fosse la storia dietro a quel coltello o daga o cinquedea che fosse, tagliava e la cosa che aspirava a tagliare era il cuore della loro amata Eliana.

"Quindi non mi odi perché ti ho privata dei genitori, di un'istruzione...?"

Improvvisamente furono i nemici a avere uno sguardo stranito. Crystal si girò anche verso le tre streghe come per capire come questo si impostasse all'interno del copione.

"Sta tentando di distrarti. Strappale il cuore."

"STRAPPARMI IL CUORE?! Cosa? No no, non è possibile. Io... io non ho un cuore. Eh già sì, so che è una brutta notizia, ma sai ho fatto un trapianto anni fa..."

La sua stessa voce giungeva alle sue orecchie come quella di una bambola rotta e riparata malissimo. Sapeva che quelle parole non avrebbero convinto neanche il più idiota dei bambini. Non aveva calcolato però la stupidità della sua stessa creazione.

"Questo non me lo avevate detto. – si indispettì Crystal sbattendo un piedino calzato da un tacco assassino dotato di suola rossa inconfondibile. – mi avevate detto che dovevo prendere quello. Ma se non ce l'ha io cosa faccio? Le mangio una mano? Un occhio?"

"Ah, vorresti pure mangiarmelo il cuore? Ma cosa dici! Fa ingrassare!"

"Ah, e tu come fai a saperlo? Con tutte le schifezze che mangi la tua cellulite parla da sola. L'alimentazione e te vivete in due mondi opposti."

Era inutile che i tre libri malvagi tentassero di riguadagnare l'attenzione di Crystal, questa era ormai partita per la tangente.

"So cosa fa ingrassare, però mi piace la roba che fa ingrassare."

"Oh sì, l'ho notato Eliana. Sarà la prima cosa che cambierò quando..."

"Quando mi avrai strappato e mangiato il cuore che non ho. Corretto?"

Abbellì la sua ultima frase con una magistrale alzata di sopracciglio. 110. Lode. Bacio accademico.

Scoppiò quell'attimo di confusione che fu necessario a Eliana per sforzare il collo e guardare i suoi quattro mentori. La speranza le era rinata in petto come un piccolo fiore dopo l'inverno. Tutti quei fogli bianchi parevano aver soffocato il seme come una coltre di neve e ghiaccio, ma ora goccia dopo goccia, ora che poteva vedere in faccia cosa stava affrontando, sentiva germogliare il coraggio. La forza. Ma soprattutto stava rimettendo radici la cosa che sempre l'aveva caratterizzata da bambina, oltre all'appetito: la determinazione.

I suoi quattro libroni le annuirono decisi, anche loro rianimati dalla scena pietosa che avevano davanti.

E fu così che mentre Crystal litigava con le sue nuove datrici di lavoro Oriana lanciò l'accendino, un lancio perfetto, che atterrò perfettamente in mano a Eliana. La ragazza con un abile scatto di pollice - tutte le candeline di compleanno che aveva acceso, il numero lo sa solo Dio in persona - appiccò il fuoco alle fanfiction che le bloccavano la mano.

Libera una e il fiore della speranza iniziò a buttar fuori il suo primo petalo.

Prima che potessero bloccarla di nuovo Eliana si sporse e con un altro gesto affrettato liberò anche l'altra mano, bruciandosi forse un po' ma in quel momento non si sarebbe accorta nemmeno se un camion l'avesse investita in pieno. La libertà è più inebriante dell'alcool se ne si è privati per qualche minuto. Nella foga dell'agire si trovò a pensare anche a quanto poteva essere stata l'emozione degli schiavi romani liberati, o dei prigionieri scampati ai campi di concentramento... o a Jean Val Jean e al Conte di Montecristo. Potendosi finalmente strappare la carta dalla bocca prese una poderosa boccata d'aria, riempiendosi i polmoni fino a sentirli scoppiare.

Certe cose sono d'immenso valore, ma non ce ne rendiamo conto fino a quando non ci vengono tolte. Nel suo cervello capì qual era stato il suo grande errore. Provava pena per Crystal, così stupida e così fuori dal mondo, così imperfetta e reietta dalla sua stessa creatrice. Era tutta colpa sua in fondo se pensava che non avere avuto una famiglia o un'educazione fossero cose di poco conto. L'aveva privata di un giudizio autonomo, LEI l'aveva privata di tutto questo. E ora che se la trovava davanti così indifesa, se non fosse stato per le tre scrittrici, poteva anche comprendere come fosse stato ignobile da parte sua darle un'esistenza così becera.

Rinvigorita tanto dal desiderio di libertà quanto dalla pena nei confronti di Crystal, adeguatamente mescolata a senso di colpa, liberò i piedi e con un salto fu finalmente a terra. Non esitò nemmeno un secondo a correre verso i suoi adorati libri. Erano tutti interi, arrabbiatissimi ma ormai quasi privi di forze. Con un filo di voce Oriana si complimentò con la propria novella bambina.

"Piccola Eliana, hai coraggio da vendere."

"Hai compreso il tuo errore?" Aggiunse Stephen, che appena libero si era gettato in aiuto di Oriana, forse la più provata di tutti.

La ragazza, ancora in ginocchio davanti a quelli che erano stati i suoi muti maestri per anni, annuì. Il peso delle sue azioni le ricadeva sulle spalle, ma non l'avrebbe lasciato vincere.

"Sai cosa fare allora, piccola Eli. Sai... ho sempre avuto grande fiducia in te. Scrivi il tuo finale." Concluse Umberto lasciandosi abbracciare dalle stesse mani che tante volte lo avevano letto e riletto, sfogliato con la più grande delicatezza o con la foga di sapere cosa succedeva nella pagina successiva. 

All'improvviso una mano, di sicuro della londinese bionda - anche perché gli altri presenti erano decisamente sforniti di mano, come notato anche dai meno svegli, la prese per i capelli e la trascinò indietro con forza facendola cadere. Il trovarsi così d'un tratto in una posizione di svantaggio le fece rimpiangere di non aver mai seguito quel corso di autodifesa che si era sempre ripromessa di fare. Poi il pensiero venne sostituito da un'informazione ben più utile nell'immediato: Crystal non faceva sport esattamente come lei. Le stesse conoscenze che mancavano a lei mancavano anche alla sua nemica. Non si preoccupò più di tanto della velocità del calcio che avrebbe dovuto colpirla, limitandosi a rotolare di lato, sicura che non l'avrebbe colpita.

La cosa che non aveva calcolato era il pugnale. Non appena si sollevò in piedi, infatti, la sua nemica le corse incontro brandendo l'arma e menando dei fendenti che seppur ciechi e privi di qualsiasi tecnica erano pur sempre pericolosi, per non dire mortali. Allungando una mano artigliata riuscì a prendere un polso di Eliana ed entrambe in quel momento percepirono una scossa lungo tutto il corpo, come se avessero toccato un cavo scoperto.

"COSA SUCCEDE?! -  sbraitò la James - COLPISCILA, CRYSTAL! COLPISCILA E IL SUO MONDO SARÀ TUO!"

Entrambe le ragazze fecero fatica a staccarsi l'una dall'altra, ma ora Eliana si rese conto di un vantaggio che aveva sempre avuto nei suoi confronti: lei era in gradi di crescere e di cambiare, Crystal no. Come le bacchette di Voldemort e Harry interagivano perché avevano lo stesso cuore, ora loro avevano interagito, incapaci di distruggersi a vicenda, perché fatte della stessa materia umana. Tuttavia la vera materia umana ha una capacità di reimmaginare se stessa che gli umani stessi fanno fatica a capire. Incitata dalle tre scrittrici che avevano iniziato a cantilenare in sottofondo, Crystal tornò all'attacco ma con grandissima sorpresa di tutti, Eliana compresa, nella mano della giovane ragazza italiana era comparsa una lama. Una spada. Ma allo stesso tempo non una spada.

Era leggera come una piuma, lucidissima e argentea, dotata di un filo alquanto bizzarro. Per non parlare della sua punta! Verso la fine, infatti, la spada si restringeva improvvisamente a formare una rientranza per poi riallargarsi a formare la familiare sagoma di un pennino. Tutta la lunghezza dell'arma era attraversata da un sottilissimo solco che verso la fine presentava il tipico occhiello delle penne stilografiche e tutti gli strumenti ad inchiostro. L'impugnatura si adattava perfettamente alla sua mano piccola, come se fosse stata fatta apposta e solamente per lei.

"Che cos'è?!" Risuonò la voce stridula della Kate.

"È una spenna - Proferì colmo di ammirazione Tolkien - l'espressione materiale del potere creativo di uno scrittore. È rarissimo vederne una."

Eliana non riusciva a credere a cosa stringeva in mano, ma non si era mai sentita così padrona del suo essere anima e creatività come in quel momento. Poteva comprendere cosa Virginia Woolf aveva sempre detto, riguardo all'importanza di trovare nell'arte la propria integrità. Lei sentiva di averla trovata in quella spada.

"La tua spenna è senza filo." Osservò con finta sicurezza la biondina, in mano alla quale però il coltello tremava visibilmente. "Vuol dire che la tua creatività non è affilata, forse?"

"Non è il filo che mi interessa." Rispose la giovane scrittrice, improvvisamente sicura di quanto dovesse fare. "Non è così che la penna ferisce."

Con un movimento che le apparteneva, fin nel profondo del suo genoma, Eliana con la mano libera afferrò l'impugnatura bizzarra che vi era prima della punta a pennino. Immediatamente sentì l'inchiostro fluire da sé verso la scanalatura della spada, tingendo di nero la punta.

"Le penne, per ferire, devono scrivere. E per scrivere devono usare la punta."

Le fu addosso in un secondo e, da qual momento, il tempo sembrò rallentare. Caddero a terra ed Eliana, con quanta forza aveva nelle braccia, trapassò il petto della sua stessa creazione con la punta della sua Spenna. Fiotti di inchiostro uscirono dal corpo della giovane londinese, tanto quanto nemmeno il diario di Tom Riddle ne aveva dentro, e assieme all'inchiostro uscirono parole sconnesse, lamenti e grida. Grida. Soprattutto grida. Il dolore di un personaggio incompleto, un'esistenza menomata sul nascere. Prima che il fiotto si esaurisse la ragazza estrasse la sua arma e con dei bizzarri movimenti iniziò a vergare simboli e parole con l'inchiostro che sgorgava dalla ferita.

I segni si illuminarono e per un minuscolo lasso di tempo il mondo fu bianco agli occhi di tutti i libri presenti. Quando la luce tornò normale, John si rese conto che erano tornati al mondo reale. Il soggiorno era un po' disordinato, Lenticchia terrorizzato in un angolo nella sua cestina... ma non c'era più traccia né delle fanfiction né di Crystal. Tutto ciò che testimoniava la loro esistenza era Eliana, ferita e scarmigliata, in ginocchio sul pavimento freddo di casa sua, appoggiata alla sua Spenna come se fosse l'unica cosa in grado di darle sicurezza in quel momento.

Umberto subito corse verso di lei.

"Stai bene?"

Lei annuì.

"Cosa è successo?"

A rispondere a questa domanda fu Stephen. "L'ha corretta. Vero?"

Lei annuì di nuovo. "Ora ha una vita normale, nella Londra che ha sempre sognato. Con il ragazzo perfetto che ha sempre sognato. Ha un diploma e tanti amici. Ora ha un'esistenza."

"Quello che hai fatto oggi è stato un gesto mirabile, Eliana Sanzi. Noi tutti libri abbiamo tanto da imparare da te, siamo cresciuti. E sei cresciuta anche tu. Siamo tutti molto fieri di te."

Un sorriso prima debole e poi sempre più convinto si allargò sulle labbra della ragazza. Oh sì, era cresciuta parecchio.

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"Ehy Eridania, finita la pacchia da sola, stiamo tornando. Non potrai più dormire 24 ore al giorno. Ti tireremo fuori dalla tua noia"

Oh, Raffa, Raffa. Non hai idea di quanto la vita di tua sorella sia noiosa. Meno male che tutto ora è finito.

O forse no.

 

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