Olimpiadi Culturali

di JKEdogawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mietitura ***
Capitolo 2: *** Treno ***
Capitolo 3: *** Allenamento ***
Capitolo 4: *** Prova ***
Capitolo 5: *** Intervista ***
Capitolo 6: *** Entrata ***
Capitolo 7: *** Mostri ***
Capitolo 8: *** Affetti ***



Capitolo 1
*** Mietitura ***


Chiudo la porta del bagno con un botto. La rabbia mi sale terribilmente quando ci sono queste cose, come a tutti quelli del Distretto di Ade, d'altronde. Studio la mia faccia davanti allo specchio sperando di trovarci un po' di conforto. Capelli neri ed occhi scuri, per un attimo mi vedo un mostro. Le occhiaie sembrano anche più scure il giorno della mietitura. Do un calcio al lavandino, possibile che questa fosse l'unica soluzione? Possibile che non si trovasse un accordo diverso?
La cosa peggiore? Non avete idea di quale sia.
La cosa peggiore è che è stata un'idea di Percy. Avete presente Percy Jackson? Ecco, lui.
Faccio un respiro profondo e conto fino a dieci. Devo ricordarmi che si è ricreduto praticamente subito e che Zeus l'ha maledetto a guardare tutti coloro a cui vuole bene morire. Annabeth è un chiaro esempio: è stata estratta per i primi giochi, se così possiamo definirli, ed è morta per mano di un Egizio al secondo turno.
Non sono Hunger Games, non sono Giochi Romani, sono Olimpiadi Culturali nell'accezione peggiore del termine. Ho conosciuto gente che ha partecipato alle precedenti Olimpiadi ed era completamente diverso. Era un modo per tenere in pace le varie culture e molti facevano addirittura amicizia, almeno da quello che mi dice Antino, un ragazzo del mio Distretto. Si è offerto volontario come insegnante per i Prescelti, un coraggio che non avrei mai avuto. Tributo era più adatto, ma Prescelto è più mitologico.
Vi chiederete se gli dei sono d'accordo: sì, sono d'accordo.
Sono tutti convinti che sia l'unica soluzione, l'unico modo per evitare una guerra come quella passata. Così siamo stati internati in una serie di Distretti, le case del Campo Mezzosangue, ed una volta all'anno vengono estratti due ragazzi e due ragazze per partecipare ai primi gironi, uno maschie e uno femminile. Chi sopravvive va contro il campione degli altri Templi, così sono definiti i raggruppamenti di Distretti, e cerca di vincere, o meglio di non morire, contro le altre culture. Un gioco ad eliminazione che porta sempre solo una persona alla vetta. Possono passare due della stessa casa, ma alla fine è scontato che almeno uno dei due perda la vita negli scontri successivi.
La cosa ironica? Questa persona può essere estratta un'altra volta in qualsiasi momento e gli dei sono pure felici di farci combattere. I figli di Ade sono aumentati esponenzialmente da quando ci sono le Olimpiadi, come se nostro padre fosse felice di vederci morire in modo così stupido.
Bussano alla porta.
<< Nico, dai esci.>> arriva la voce di Clelia, una delle mie tante sorelle<< Dobbiamo andare.>> la sua voce è rotta dal dolore, quei giochi le ricordano nostro fratello Charlie, morto un anno fa nell'arena. Lei era la persona più legata a lui.
<< Arrivo.>> rispondo infilandomi le mani in tasca ed uscendo. Do un ultimo calcio al lavandino come se fosse colpa sua e respiro profondamente.

Le strade si stanno riempiendo mentre ci dirigiamo alla piazza principale. Percorro via Acheronte cercando di mantenere la calma, ma è estremamente difficile. Clelia mi stringe la mano per rilassarmi, ma nei suoi capelli neri vedo la mia stessa rabbia, il mio stesso odio per quella competizione. Ci dividiamo per raggiungere i nostri gruppi dopo aver dato la nostra presenza all'estrazione. Le persone che si occupano di tutto ciò li chiamiamo Titani, ma sono Mortali. Sono persone umane che sanno di noi o sacerdoti, ma sono molto rari. Anche loro possono finire nell'arena come noi semidei.
Mi preparo con le mani chiuse a pugno nelle tasche della felpa. Tengo la testa bassa, ma i miei occhi sono puntati sulla donna sul palco. Ha i capelli rossi e porta un vestito bianco da antica greca, lei è una Veggente. I Veggenti sono gli unici autorizzati all'estrazione e sono esonerati dalla mietitura. Vivono nel Nucleo, il centro attorno a cui tutto ruota. I Distretti sono organizzati tutt'attorno, come un grande orologio. Fisicamente è impossibile, ma parliamo di dei dell'Olimpo, quindi tutto può essere. Tutte le divinità hanno un Distretto, e ripeto tutte. Anche quelle che non possono avere figli, il che è strano perché più di una volta ho visto combattere ragazzi provenienti dal Distretto di Era. Mi sono chiesto com'è possibile, ma non me lo so spiegare. Non sono sacerdoti, questo è sicuro, inoltre sono straordinariamente combattivi, come se fossero addestrati alla guerra fin da piccoli. Come se fossero protetti da Giunone e non da Era.
<< Benvenuti, Eroi.>> inizia la Veggente, lancio uno sguardo furtivo a Clelia<< Per prime estrarremo le ragazze, siete pronte?>> qualcuna sibila di no, ma meglio non farsi sentire<< Bene.>> alza le braccia al cielo<< Dei ditemi chi volete che combatta per voi, chi metta a rischio la sua vita per tenere alto il nome della gloriosa Grecia!>> si avvicina ad uno specchio dove vedrà apparire l'immagine della designata<< La prima è Suzanne Gillespie.>> mia sorella si sposta seria e sale sul palco da vera combattente. È già stata nell'arena a tredici anni e non ha paura di tornarci a diciotto<< La seconda è Clelia Serpieri.>> il nome che non avrei voluto sentire. Clelia è minuta, timida, per niente la figlia di Ade che tutti si aspetterebbero. Si arrabbia, le da fastidio la mietitura, ma non sarebbe in grado di uccidere nessuno. Si sposta e raggiunge Suzanne guardandosi i piedi negli scarponi di pelle, simbolo del nostro distretto<< Ed ora i ragazzi.>> fa le stesse cose che ha fatto prima<< Il primo è Basel Al Shareni.>> lui è diverso dagli altri figli di Ade. È un po' come Clelia, ma ha i capelli castani e gli occhi straordinariamente chiari, oltre che la pelle scura da abitante del Magreb. Molti lo evitano perché ha poteri diversi dai nostri, chiunque verrà estratto cercherà di ucciderlo il prima possibile anche se è suo fratello<< Il secondo è...>> iniziano a fischiarmi le orecchie, come non volessero sentire chi è stato chiamato. Eppure non c'è dubbio, è quello il nome che la Veggente ha detto.
Nico Di Angelo, il mio nome.

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Capitolo 2
*** Treno ***


Vado sul palco con la faccia da funerale, più o meno la solita, insomma. Non oso guardare Basel mentre mi metto vicino a lui. Lui è diverso, lui dev'essere eliminato.
Veniamo scortati all'interno dell'edificio da dove partirà il treno per il Nucleo. Non parleremo con nessuno prima di partire, sarebbero troppi quelli da salutare. Clelia inizia a parlare con Suzanne, probabilmente per smorzare la tensione, ma io non posso parlare con uno che ucciderò alla prima occasione. Sarà anche mio fratello, ma non posso dire che lo ritengo tale. Troppo timido, troppo sognante, troppo Egizio. Lo pensiamo in molti qui: lui è troppo di un'altra cultura. Lo si vede dalle armi che sceglie per allenarsi, dalle cose che fa per passare il tempo, dalla lingua che ogni tanto gli scappa di usare. Lui non è Greco, però non è nemmeno del tutto Egizio. Basel Al Shareni cos'è veramente?
Non lo so dire, ma è l'ultimo dei miei problemi. Se farà qualcosa di storto non avrò pietà.
Lo guardo mentre cammina tremante e pallido. Gli occhi sono sgranati quasi pronti a piangere. No, decisamente non è un figlio di Ade. Come abbia fatto ad arrivare qui è un mistero per tutti, ma nostro padre avrà avuto le sue buone ragioni.
Arriviamo nella Sala Dello Schermo. Ne parlano i sopravvissuti, è una stanza dove viene proiettato un video di Ade che ci dice buona fortuna. Sempre lo stesso, come se non avesse voglia di ripetersi ogni anno. Lì ad attenderci c'è Antino, occhi rossi e capelli neri. Non è figlio di Ade, non di sangue almeno. È stato adottato come altri del Distretto, solo che sono quelli della sua età o poco più grandi. Da quando sono stati istituiti i Templi sono tutti figli naturali, non so perché.
Di fatto, non so niente. Se ci penso seriamente so solo quello che mi dicono i Titani e dal Nucleo, ma di fatto non so niente. Dovrei iniziare a sapere più cose, impuntarmi e fare in modo di conoscere ciò che mi circonda. Ma forse mi va bene così, almeno posso dire di avere una famiglia. Una famiglia numerosa che sto per abbandonare, fantastico.
Antino mi guarda mente il video gira, poi, mentre usciamo dice:<< Basel, ti senti pronto?>>.
Mi vedo il ragazzo già a terra per un mancamento. S'irrigidisce, poi si mette sull'attenti.
<< S... sì, fratellone.>> dice sudando freddo e serrando gli occhi. Sto pensando che ucciderlo sarà più facile del previsto, magari si suiciderà per lo stress ancora prima di arrivare.
<< Bene, cercheremo di aiutarti il più possibile.>> lo sai benissimo che non accadrà, non dargli false speranze<< Dai, tra poco vi raggiungiamo nel treno.>> Basel annuisce e segue a debita distanza le nostre sorelle<< Nico, posso parlarti un momento?>>.
<< Avremo tutto il viaggio.>> gli faccio notare.
<< È importante che te lo dica adesso, dopo saremo nell'occhio del Nucleo.>>.
<< Che c'è?>>.
<< Basel è diverso, immagino tu l'avrai notato.>> annuisco cupo<< Lui è la nostra speranza, ma ho bisogno che tu faccia una cosa.>> qualunque cosa tu stia per chiedermi pensaci tre volte e no, non basta un respiro profondo<< Nico...>> non mi piace quel tono, non dire quello che penso tu stia per dire<< Proteggilo a qualunque costo.>>.
Ecco, ora sì che sono fregato.

Rimango chiuso nella mia cabina. Non ho voglia di parlare con nessuno, in modo particolare con Antino. Mi ha chiesto di proteggere il diverso o sbaglio? Sbaglio sicuramente, nessun figlio di Ade sano di mente chiederebbe una cosa del genere ad un suo fratello, vero? Sto cercando una spiegazione logica, non posso credere che il più grande tra noi mi abbia chiesto una cosa del genere. Si rende conto che è controproducente? Se io, per ipotesi, mi sacrifico per far vivere Basel poi lui verrà ucciso in 0 nanosecondi da qualsiasi altro Mezzosangue. È un fifone, un piantagrane e sono certo che non sappia nemmeno usare la lancia o l'arco. La spada bene o male la muove, ma non l'ho mai visto combattere come si deve. Anche gli altri miei fratelli quando si allenano non capiscono le sue reazioni. Punta alla difesa e alla fuga, trova diversivi ed il più delle volte rischia di rimanerci secco. Ed un elemento così sarebbe la “nostra speranza”? Mi viene da vomitare solo a pensarci.
Bussano alla porta, ma faccio finta di non sentire. Insistono ed io metto la testa sotto al cuscino, non sono in vena di vedere gente.
<< Nico.>> arriva la voce di Suzanne<< Dai Nico! Non puoi stare chiuso lì per tutto il viaggio.>> non le rispondo, magari è d'accordo con Antino<< Andiamo, Nico! Dovrai mangiare, no?!>>.
<< Non ho fame!>> esclamò acido.
<< Nico Di Angelo!>> odio quando dice il mio nome completo<< Esci immediatamente da lì o sfondo la porta!>> lo dice ma non lo fa ma... la porta cede con un botto. Mai una volta che abbia ragione io<< Muoviti.>>.
<< No.>> mi sento un bambino capriccioso.
<< Ah, no?>> fa scrocchiare le dita, poi mi prende per la caviglia e mi trascina letteralmente giù dal letto.
<< Ho detto no!>> mi aggrappo alle gambe del giaciglio<< Non ho fame.>>.
<< Lo stesso, almeno adesso che possiamo stiamo assieme.>> da un tale strattone che le dita scivolano e mi ritrovo a strisciare sul pavimento. La guardo arrabbiato tamburellando sul pavimento con la mano sinistra e sostenendo la testa con la mano destra. Ribellarsi a lei è inutile, l'ho già provato durante gli allenamenti<< Inoltre Antino vuole darci i primi consigli.>> come se non fosse bastata la chiacchierata nella Sala Dello Schermo.
Sbuffò mentre mi lascia la caviglia che piomba a terra, poi mi alzo e continuo a guardarla male. Le sorelle maggiori mi piacciono, mi ricordano Bianca, ma quando fa così Suzanne è davvero insopportabile. Studio la scena. Clelia è seduta di fianco a Basel che sembra concentrato a fare non so bene cosa. Lo guarda incuriosita, anche se si è messa a ridere quando ha visto me e Suzanne arrivare. Non sta guardando cosa fa “nostro” fratello, semplicemente cerca di non dare l'idea di essersi divertita con la nostra scenetta. Qualcuno mi mette una mano sulla testa scompigliandomi i capelli.
<< Bene, sei arrivato anche tu, Nico.>> sorride Antino, lo vorrei strozzare.
<< Sì, già, bene.>> aggiungo sarcastico scambiandomi uno sguardo fulminante con Suzanne.
<< Dunque inizio col dirvi che ho piena fiducia in voi.>> perché guarda Basel? Clelia posso capire, ma Basel<< Che vi farete valere e che arriverete sicuramente alla Seconda Fase delle Olimpiadi.>>.
<< Ecco, è arrivata la iazza!>> esclama Suzanne incrociando le braccia sotto al seno, credo abbia espresso il parere di tutti<< Non ti smentisci mai.>>
<< Em... sì... comunque, appena arriverete sarete portati alla Casa di Ade nell'Agorà.>>.
Image and video hosting by TinyPic<< L'Agorà e una cupola di vetro che copre una grande piazza divisa in Settori.>> spiega Suzanne, devono essersi messi d'accordo prima<< Noi siamo il tredicesimo Settore. Ogni settore è diviso in due camere, due bagni ed una Sala Riunitiva. Da questa sala si raggiunge il Centro di Addestramento.>>.
<< Qui dovrete allenarvi in tutto fuorché in quello che vi riesce meglio.>> continua Antino<< Non dovete dare opportunità agli avversari di scoprire i vostri punti di forza.>>.
<< Capisci che così non ha molto senso, vero?>> domando perplesso<< Se facciamo vedere i nostri punti deboli per loro sarà più facile attaccarci, no?>>.
<< Si chiama Centro di Addestramento, tutti saranno intenti ad imparare cose nuove. Allenatevi separatamente, così da lasciare nel dubbio gli avversari.>>.
<< Vero.>> aggiunge Suzanne<< Molti stanno attenti agli alleati che vi tenete stretti e se siete veramente legati tra fratelli. Una tattica è quella di dividere i fratelli se questi sono molto legati tra loro.>> quindi per me non ci sono problemi, giusto? Perché Antino mi fissa con quell'aria così seria?<< Avete dei dubbi?>> Basel alza la mano? Ma se è stato tutto il tempo piegato su quel dannatissimo quaderno.
<< Volevo capire esattamente com'era fatta l'Agorà.>> mostra un disegno a matita straordinariamente ordinato e preciso. Ma siamo sicuri che sia figlio di Ade? Io a malapena so fare un cane e sembra sempre un pony.
<< È esattamente così!>> esclama sgranando gli occhi Suzanne<< L'hai riprodotta solamente seguendo le mie descrizioni?>>.
<< Bé, sei brava a spiegare.>> arrossisce<< Poi non è gran che, insomma. Credo di non aver fatto proporzionati i bagni e le camere. Alcune devono essermi venut...>>.
<< È assolutamente perfetto!>> aggiunge Clelia<< Non conoscevo questo tuo dono.>> perché sono tutte così entusiaste? È solo un disegno, uno stupidissimo disegno fatto alla Giotto.
<< Em... Basel...>> lo richiama Antino. Il ragazzino diventa ancora più rosso e si mette freneticamente a cancellare non capisco cosa.
<< Scusate, scusate, scusate.>> dice iniziando a scrivere numeri romani in ogni spicchio, possibile che avesse scritto numeri diversi?
<< Voi due siete strani.>> sospiro e mi spingo indietro, cado di schiena come uno stupido e tutti scoppiano a ridere. Mi unisco anch'io a loro. Cavolo, erano secoli che non ridevo. Per un attimo spero di fermare il tempo, di rimanere a questo momento di straordinaria normalità. Vorrei continuare a ridere così per sempre e cancellare le Olimpiadi Culturali, eliminare i dissapori, lasciare che anche Basel faccia una vita normale.
Ma tutto ciò non è possibile e lo sappiamo tutti dietro a quelle risate spontanee, le ultime che forse faremo assieme.

Mi sveglia un rumore sospetto. Chi ha aperto la porta della cabina?
Ignoro appositamente. I mostri sono tutti nel Colosseo, non permetteranno mai a dei mostri di ucciderci durante il viaggio.
Qualcosa si accuccia alla destra del letto e a quel punto scatto ed accendo la luce.
Prima cosa che noto, una frangia bicolore che vorrei non vedere.
<< Ah! Scusa, scusa, scusa. Non volevo svegliarti.>> inizia Basel a mani unite come se mi stesse pregando.
<< Cosa diamine ci fai qui?>> rispondo, poi mi ributto sul letto, mi giro dall'altra parte e spengo la luce<< Ah! Lascia perdere.>>.
<< Ho paura.>>.
<< Vai da Antino, allora.>>
<< Non posso.>> vuoi vedere che ha provato ad andare da tutti?<< Non sarò nel Colosseo con lui.>>.
<< Non è una scusa valida.>> sbuffo e provo a prendere sonno.
<< Comunque sto qui sotto, non ti preoccupare.>> non ci credo, sta dormendo per terra pur di non disturbarmi? Credo che anche un bambino di sette anni se fosse figlio di Ade mi verrebbe addosso e ci ritroveremmo a scalciare per avere ciascuno più coperta.
Rimango un po' in silenzio, poi mi volto verso il suo lato.
<< Non fare lo stupido.>> sbuffo<< Vieni qui, su.>> sembra titubante<< Sbrigati prima che cambi idea.>> sale sul letto ma tiene una certa distanza, in fondo è un ragazzino intelligente.
<< Grazie.>> dice tutto raggomitolato. Sembra anche più piccolo della sua età, e dire che tra poco fa quattordici anni. Mi volto nuovamente per dargli le spalle.
<< Di cosa hai paura?>> ora che ho perso il sonno per colpa sua voglio sapere perché ci tiene tanto.
<< Delle Olimpiadi.>> rimane un po' in silenzio<< Tu hai paura?>>.
<< No.>> mento spudoratamente, senza contare che la rabbia è più forte della paura.
<< Vorrei essere più forte, proprio come te. Invece sono solo uno stupido coniglio fifone.>> temo che stia per piangere<< Sono il diverso, avete ragione a dire così.>> sbaglio o ha appena detto che sa quello che diciamo di lui alle spalle?<< In fondo sono felice, però. Non mi dispiace che sia tu a mettere fine alla mia vita.>>.
E io come lo uccido uno così!?

Ciao a tutti, come state? Io sono appena tornata dal mare che non mi sono goduta e dove non volevo andare.
Ade: E dove volevi andare?
Volevo venire a visitare gli Inferi e fare la turista fotografa.
Ade: Come i giapponesi?
Esattamente!^^
Ade: Ah! Bah, visti i precedenti non vedo perc... *legge la fic* tu stai mandando ad ammazzare i miei figli!?
Noooo... forse!^^
Ade: Tu devi venire agli Inferi, c'è un girone anche per le fanwritress sanguinose, sai?
Oh! No, mi sfugge, ma c'è di peggio... *gli fa leggere una fic pervy sui 1D*
Ade: Ah, però! Questa me la segno, va diretta con la strittrice di 50 Sfumature e Twilight.
Bene, e adesso *alza uno scudo anti-pomodori*. Non uccidetemi, mi sembrava bello fare il rapporto contorto tra i due fratelli.
Ade: Dunque, fammi capire. Tu hai preso il personaggio di una scritrice inconcludente...
Sì...
Ade: Poi hai preso il mio caro figlioletto Nico...
Sì...
Ade: E hai messo tutto in una specie di Hunger Games versione Olimpo?
Sì...
Ade: Non so se congratularmi o distruggerti.
La prima?
Ade: Ci penserò, intanto tu pensa alle recensioni.
Tre!? O miei dei! Sono al settimo cielo! Non ci credo, insomma! Tre recensioni al primo capitolo è come dire "Ottimo lavoro, farai carriera!"
Ade: *smussandosi le unghie* Non sei tu la scrittrice inconcludente, ricordatelo.
Comunque, grazie infinite a Green Fairy,  katness_jackson e Alexiel94, spero di non deludervi anche perché è pieno di colpi di scena e non sarà come Hunger Games, come ho già detto.
Ade: Non l'hai detto.
Lo dice tuo figlio.
Ade: Tiché.
Il prossmo capitolo ci vorrà un po', non l'ho ancora finito. :P
Grazie ancora ed alla prossima!^^
JKEdogawa ed Ade

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Capitolo 3
*** Allenamento ***


È colpa di Antino.
Ci scommetto gli scarponi che Antino gli ha detto di venire da me se aveva paura. Ma da che parte sta? Mi piacerebbe saperlo e forse glielo chiederò prima di scendere dal tren... tardi, siamo già nell'Agorà.
Sto pensando che gli déi ce l'abbiano con me, che il Mondo ce l'abbia con me.
E non avrebbero tutti i torti, in fondo sono figlio di Ade.
Clelia è la prima a scendere, forse per smorzare l'ansia. Suzanne fa un respiro profondo e si muove i capelli ricci e corvini come se ora si trovasse a suo agio. Io scendo senza rendermene conto, pensando ancora alla notte in treno. Basel viene letteralmente spinto giù da Antino che poi ci saluta con la mano. Non ci seguirà all'interno dell'Agorà, vedrà gli allenamenti e la lotta dall'esterno e pregerà per noi nostro padre affinché ci aiuti. Gli aiuti degli déi sono rari e non troppo utili, il più delle volte tendono a rendere più deboli gli avversari, ma non danno benefici a te. Esempio stupido: se sei figlio di Zeus lui non ti benedirà mai, ma potrebbe far venire un colpo della strega ad un tuo avversario. Non possono uccidere i figli degli altri, ma possono lederli in modo che sia più facile colpirli. Un nostro fratello per esempio è stato addormentato da Ipno ed un figlio di Atena lo ha ucciso nel sonno. Una figlia di Ecate si è ritrovata una gamba bloccata da una radice a causa di Demetra e senza accorgersene una nostra sorella le è piombata alle spalle storcendole il collo. Ci siamo fatto un gran male ad urlare per la felicità quella volta. Il giorno dopo tutta la Casa di Ade aveva la gola infiammata e non riuscivamo neanche a parlare.
Ma nel Colosseo non ci sono solo i Mezzosangue, ci sono anche i Mostri. Come se non bastasse uccidersi a vicenda, per farci stare radunati od eliminare i Prescelti più ribelli(chi si rifiuta di uccidere) escono da punti strategici dei Mostri. Dracene, Demoni, Arpie e Minotauri sono i più usati. La cosa peggiore è che ce ne sono tanti. Provo a spiegarmi meglio: due sono i Tori della Colchide, nell'arena ne vengono sguinzagliati almeno sei nello stesso momento. Non so come facciano, ma non c'è un Minotauro, bensì tre o quattro.
Non dovrei spiegarlo adesso, non abbiamo nemmeno iniziato l'allenamento, ma molto probabilmente non avrò tempo più avanti per spiegare.
Il nostro Settore è scuro e tetro, un 13 di teschi veri sormonta la nostra porta. Non so di chi siano, ma spero che i loro spiriti non vengano a disturbarci. Davanti a noi si apre la Sala Riunitiva, un cono schiacciato senza punta dalle pareti di entrata ed uscita curve. Al centro spicca un tavolo tondo con quattro sedie. Non ci sono finestre ed è tutto tetro. Le pareti grigie sembrano drappi di fantasmi, mentre l'arredamento in ossidiana liscia lancia bagliori cupi. Le luci sono finte torce di fuoco viola. Sono quelle lampade che si usano nei programmi televisivi per inscenare le fiamme. Le camere non sono da meno: i letti hanno le testiere a forma di lapidi, mentre le luci sono dei lampioncini da cimitero. Io non mi sento a disagio, ma Basel trema e dice:<< Almeno non ci sono cadaveri.>>. Va in bagno, ma esce chiudendo la porta pallido e tremante.
<< Sembra che tu abbia visto un mostro.>> sbuffo, poi entro. Un odore pungente mi colpisce le narici<< Oh, Cadavere in Decomposizione, tocco di classe.>>.
<< Credo che userò il bagno di Clelia e Suzanne.>> si dirige verso la porta.
<< Sarà così anche da loro.>> lo sento rabbrividire e mi giro a guardarlo perplesso<< Non mi dirai che ti da fastidio.>>.
<< Okay, non te lo dirò.>> inizia ad arricciarsi la giacca nera della nostra Casa<< Diciamo che sono allergico ai deodoranti da bagno che sanno di morto.>> ripeto: come fa ad essere figlio di Ade?!
Apro l'armadio che c'è sulla destra ed estraggo una molletta da bucato. Gliela pinzo sul naso lasciandolo sorpreso.
<< Quando vai in bagno metti questa.>> gli dico prima di andarmene con le mani in tasca ed un vago cenno della destra.
Suzanne e Clelia sono ancora nella loro stanza, così mi siedo al tavolo e faccio sprofondare il viso nelle braccia incrociate. La televisione alle mie spalle continua a parlare, ma quasi non la sento. Il volume è basso e fastidioso. Di tutte le cose che ci sono qui dentro è la cosa che più non sopporto. L'unica, direi.
No, c'è anche quel piantagrane di Basel. Ci mancava solo questa: un figlio di Ade che si sente male con l'odore di cadavere. Secondo me è adottato come Antino, non ci sono spiegazioni. Ma perché?
<< Nico!>> Clelia grida e mi mette due mani sulle spalle. Potrei ucciderla quando lo fa, ma è il suo modo di smorzare la tensione. Sono l'unico a cui lo fa<< Dov'è Basel?>>.
<< Credo ad evitare di farsela sotto.>> rispondo.
<< Scemo.>> guarda verso la nostra stanza<< Forse sta disegnando.>>.
<< E se anche fosse?>>.
<< Mi piacerebbe vedere cosa fa.>> mi accarezza i capelli come se fossi un gatto, non mi dispiace<< Insomma, vorrei conoscerlo meglio prima di entrare nel Colosseo. Tu e Suzanne probabilmente tornerete, ma io... poi Basel, insomma, sappiamo come andrà.>>.
<< Perché, come andrà?>>.
<< Sappiamo tutti che appena entrati tu... ecco...>>.
<< Stupida. Io so pensare con la mia testa, non sono certo gli altri a dirmi cosa devo fare.>>.
<< Quindi non... insomma...>>.
<< Pensiamo all'allenamento ed ai nostri punti di forza, va bene?>> non voglio pensarci adesso, non con Clelia.
<< Va bene, O niichan!>> mi da un bacetto sulla guancia e si siede di fianco a me. Le piace chiamarmi “fratellone” in giapponese. Il suo nome potrebbe confondere, ma viveva ad Hokkaido prima di essere portata nella nostra casa. Parla bene l'Inglese, ma non abbandona le parole della sua infanzia. Per questo mi gratta la resta come se fossi un gatto ogni volta che può.
Quando è arrivata sono stato il primo con cui è stata. Aveva undici anni e l'ho presa sotto la mia ala protettrice appena mi ha detto “sembri un neko”. Non sapevo cosa voleva dire neko ed erano le prime cose che diceva da quando era arrivata, ma mi sembrava così bello come nome.
Suzanne arriva ed incrocia i piedi sul tavolo sedendosi di fronte a me. Aspettiamo che ci chiamino per la prima sessione di allenamento. Ci siamo passati, ma non era ancora pronta. Un cerchio vuoto tra i Settori ed i corridoi. Suzanne ci ha spiegato che i corridoi sono provvisori, ma ho sbuffato. Non si possono far sparire dei corridoi.
Inizia a tremare tutto. Clelia s'infila sotto il tavolo come quando capita il terremoto, io mi metto sull'attenti e Basel cade fuori dalla nostra camera. Suzanne è l'unica tranquilla mentre il tremolio dura una buona cinquantina di secondi.
<< Vi avevo detto che i corridoi erano provvisori.>> dice<< E noi siamo all'interno del quarto, immaginatevi chi ha i corridoio sotto i piedi.>>.
<< Cosa?!>> esclamo.
<< Quindi i settori si sono ristretti tra loro? Interessante.>> commenta Basel ancora steso a terra mentre disegna su un quaderno che doveva avere in mano. Come ha fatto a portarselo? Perché se l'è portato?<< Si sono come riuniti verso l'interno, vero?>>.
<< Già.>> risponde Suzanne, poi lo guarda perplessa<< Puoi venire qui a disegnare, perché stare sul pavimento?>>.
<< Oh, ero qui e volevo scribere il momento prima che fosse troppo tardi.>> si alza e ci raggiunge<< Non riesco a prendere bene i momenti se li faccio a distanza di tempo. Io sono un disegno, immediato.>>.
<< Immediato...>> ripeto scettico<< Quindi se faccio così...>> gli salto addosso mandandolo a terra<< Tu dovresti rispondere immediatamente.>>.
<< Un disegno ti risponde se gli salti addosso?>>.
<< No.>>.
<< Quindi io sono un disegno.>>.
<< Mi rifiuto di capre la tua logica.>> una trombetta ad aria ci sfonda i timpani.
<< Dobbiamo andare ad allenarci.>> decreta Suzanne alzandosi<< Quello meglio se lo lasci dentro.>>.
<< Va bene, ma credo che mi seguirà.>>.
<< Scemo, parlavo del quaderno, non di Basel!>>.
<< Ah, capisco.>> mi alzo, metto le mani in tasca ed esco. I corridoi sono scomparsi, proprio come ha detto la sorellona, inoltre ci sono delle pareti di plexiglass che dividono lo spazio in più parti. Sono trasparenti, quindi si vede esattamente quale parte contiene cosa. Sono tutti usciti dalle proprie sezioni e subito i conti non mi tornano.
<< Suzanne.>> dico<< Sbaglio o siamo in di più?>> la vedo che ha un brivido.
<< Ci sono delle case in più. Otto, precisamente.>> risponde seria<< Quando siamo entrati non le avevo notate, ma adesso sono evidenti.>>.
<< E chi sono?>> domanda Basel tremante.
<< Estia, Zefiro, Thanatos, Pan, Persefone, Irene, Bia e... non ci credo.>> si porta le mani davanti alla bocca.
<< Chi?>> insisto.
<< Acli. È una dea più antica del Caos, non ha senso!>>.
<< Dobbiamo preoccuparci?>> chiede Clelia.
<< No, ma non capisco Irene. Insomma, è la dea della Pace, cosa ci fa alle Olimpiadi?>>.
<< Se è della Pace i suoi figli non uccideranno nessuno, meglio no?>> sbuffo e studio la situazione<< Io vado ad allenarmi con l'arco, voi fate quel che vi pare.>>.

Odio l'arco, non lo sopporto. Non è come la spada, bisogna avere occhio e a me manca. Suzanne ha provato ad insegnarmi, ma è inutile. Non sono portato, ecco perché domani lavorerò sulle trappole. Ogni tanto le facciamo nella nostra casa, ma sicuramente qui potrò migliorare. Io sono più per l'azione ravvicinata, ma una trappola fa sempre comodo, sopratutto di notte. Immagino che dovremo fare a tur... ma che dico. Ucciderò Basel, dovrò stare sveglio per potermi difendere!
A proposito di quel piantagrane, è stato con Clelia ad allenarsi con la spada. Come ho detto e sosteniamo tutti è scemo, infatti sono qui che gli fascio le mani(perché io, poi?!)
<< Tu sei proprio strano!>> esclamò disinfettandogli i tagli che ha sui palmi e le dita<< Mi spieghi perché hai preso la spada dalla parte della lama?!>>.
<< Abitudine. Auch.>> risponde con una smorfia di dolore.
<< Brucia? Bé, ti sta bene! Adesso gli altri sanno chi è il debole dei due.>>.
<< Meglio.>> sorride<< Così tu avrai più possibilità.>> autrice, mi dai l'autorizzazione a strozzarlo? Ti prego! No, vero? Accidenti.
<< Che cavolo di ragionamento è?!>>.
<< Sono un peso e lo sarò sempre. Se vengo eliminato subito è meglio per tutti, ma non dovresti farti di questi problemi, no?>>.
<< Non ricominciare! Sceglierò sul momento cosa fare, ora sta fermo che devo bendarti i tagli. Ma guarda te...>>.
Non avevo mai visto nessuno, giuro, mai, lanciare la spada in aria e prenderla dalla parte della lama. Per di più il cretino ha continuato ad usarla senza accorgersene, se non ci fosse stata Clelia a quest'ora avrebbe le mani mozzate all'altezza del pollice. La cosa che poi ha fatto morire dal ridere tutti è stato che quasi sveniva alla vista del sangue. Ripeto, non è normale per un figlio di Ade.
Ma perché parlo di lui? Non ha senso, quindi mi concentrerò su qualcos'altro.
Bruttissime notizie per il sottoscritto, alcuni degli avversari che avrò sono ex-eroi con cui ho combattuto fianco a fianco. Vediamo, se trovo il fegato di uccidere mio fratello potrò eliminarli, ma preferirei che venissero eliminati dagli altri che non conosco. Sarebbe tutto più semplice, non mi sentirei in colpa.
Finisco di fasciarlo e vado a chiudermi in camera fino all'ora di cena. Tengo le gambe contro alla testiera in verticale e faccio finta di suonare una chitarra. Che c'è? Vi aspettavate un darkettone appassionato solo di musica metal? Va bene, è il mio genere preferito, ma al momento devo rilassare la mente. “Nel bene e nel male” mi risuona come se avessi Cristiano De André a pochi centimetri. Da quando mi hanno trasferito all'interno della Casa-Distretto ho iniziato a riscoprire le mie origini italiane, tutto pur di staccarmi da mio padre. Essere figlio di Ade è uno svantaggio in questa nuova società, come essere figlio di un dio qualsiasi insomma. A volte penso che Annabeth sia stata fortunata, è morta subito, non deve continuare a pregare per non essere estratta o per sopravvivere.
Devo smetterla di pensarci.
Il passato è passato e nessuno potrà far tornare indietro le lancette di Crono.
Una lacrima inizia a scivolarmi sul viso. L'asciugo con la manica della giacca. Dannato rimorso.
Mi guardo le punte dei piedi ed inizio a muovere le dita dentro ai calzini per smorzare la tensione, ma non serve. L'ansia rimane. Ansia per cosa, poi? Per ciò che accadrà nel Colosseo? Per ciò che è stato? Per ciò che avviene in questo momento? Slancio le gambe e faccio una capriola all'indietro, poi mi stendo a pancia in giù sprofondando la faccia nel cuscino. Le lacrime continuano imperterrite. Cosa mi succede? Io sono sono Basel, io non sono frignone.
Io sono Nico. Solo Nico. Non ho mai pianto, nemmeno per i miei fratelli e le mie sorelle. Allora cosa mi sta succedendo? Che abbia paura? No, io non ho paura. Non ho mai avuto paura e mai ne avrò, no signore. Io non ho pa...
Basel entra in camera facendomi fare un salto sul letto. Mi ero dimenticato di essere nell'Agorà, che idiota che sono. Mi ricompongo immediatamente, non posso farmi vedere da lui che mi sono spaventato. Non sia mai, ho pur sempre la reputazione di “fratello che lo ucciderà subito” da mantenere.
<< Che c'è?>> domando serio.
<< È arrivata la cena e le ragazze non volevano venire in camera nostra.>> mi risponde con noncuranza.
<< Quelle ragazze sono nostre sorelle.>> gli guardo le mani fasciate<< Mie di sicuro.>>.
<< Non sapevo come dirlo bene.>> annuisce<< Ti aspettiamo di là.>>.
“Lo odio. Lo odio. Lo odio!” pensò rimettendomi gli scarponi e uscendo. Sembra quasi più calmo di me. Sembrano tutti più calmi di me in questo Settore, ma che bellezza. Però so perfettamente cosa stanno pensando. Per Suzanne non ho dubbi, anche su Clelia nessun ripensamento, ma Basel non mi convince. Oh, aspetta. Lui ha l'encefalogramma piatto, allora tutto a posto.
Tornando ai pensieri, scusate mi perdo sempre, dev'essere l'ansia(o l'autrice che si diverte alle mie spalle).
“Una settimana, la prova, l'intervista e poi è tutto finito.” ecco cosa stiamo pensando.

Ciao gente! Non ci si vede da un po', vero?
Ade: Tu sei scema!?
Perché?
Ade: Come perché!? Ti metti a pubblicare con un esame tra meno di tre giorni!?
Esattamente... prova tu a leggere Filoramo!-.-
Ade: Va bene *inizia a leggere* Dai, non è male.
Se tu ci capisci qualcosa.
Passiamo a ringrazziare chi ha recensioto?
Ade: E ne rimase una sola. Forse ora capirai che non puoi andare avanti a scrivere... sopratutto se aggiorni a random e sbagli il formato delle immagini!
Non rompere!-.-"
Il capitolo precedente è stato un errore che sistemerò a breve.
Ade: Vuol dire che se ne dimenticherà come il 99% delle fic che ha aperte.
Hai partalto con Descole, vero? *annuisce* Lurido bastardo, sto cercando di fare del mio meglio, ma se lui se ne esce con certe "verità" sul suo passato non posso fare i miracolo! Non sono mica una divinità! >.<
Ade: Sì, anche perché altrimenti sarebbe un grosso problema.
Sorvolerò su questa tua ultima affermazione. Grazie mille a katniss_jackson per la recensione e a tutti voi che avete letto e che avete messo tra le prefrite/ricordate/seguitre la storia. Fatemi sapere cosa ne pensate e spero di aggiornare presto!^^
Ci leggiamo presto! Ciao ciao!^^
JKEdogawa e Ade(DioSupremoUnoEUnicoDell'Aldilà)

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Capitolo 4
*** Prova ***


È passata una settimana e a me sembra sia passato un secolo. Sono migliorato in qualcosa? Forse. Diciamo che ho imparato a curare le ferite da taglio grazie a qualcuno di nostra conoscenza. Basel? No! Clelia.
Non l'avrei mai detto, ma è un'esperta di tagli e abrasioni. Mi ha insegnato la respirazione bocca a bocca(come se mi servisse), il massaggio cardiaco e come creare dei cerotti a farfalla con piante e sputo. Come fermare le emorragie ed evitare le infezioni. Tutte cose utili se vuoi sopravvivere nel Colosseo.
Adesso arriva la prima parte: la Prova.
Non so minimamente come prenderla, sopratutto sapendo che dovrò affrontarla con Basel. Come ho già detto, questi non sono gli Hunger Games, è tutto diverso. La Prova consiste in tre livelli da superare in cooperazione con il proprio fratello. Ogni Casa lo fa e le viene dato un punteggio da uno a trenta... se non sbaglio. Il regolamento sembra quasi che cambi di anno in anno, una tortura per tutti noi semidei. Come se non bastasse essere estratti, insomma.
Unisco e stacco i pollici un paio di volte, poi sbuffo e affondo la testa a guardarmi il petto. L'attesa è estenuante ed i gomiti stano iniziando a farmi male sulle cosce. Basel è di fianco a me ed oltre di lui ci sono tutti gli altri ragazzi delle case dalla quattordici in poi. Si tiene stretto come una ragazzina nei fumetti giapponesi( Clelia come ha detto che si chiamano? Manga?). Eppure mi sembra meno spaventato del solito, come se fosse combattuto tra il preoccupato e l'ansiogeno. Almeno non piagnucola.
I figli di Dioniso escono seri e mesti. Uno dei due è macchiato di vernice rossa, l'altro ha un graffio di pennarello blu sul braccio destro. Cosa si saranno inventati quest'anno? I due ci squadrano prima di essere riportati nell'Agorà, mentre un Titano ci scorta fino alla porta dove ci attende la Prova. Basel mi stritola il braccio con le dita ancora fasciate. Non ci crederete, ma è alquanto recidivo nei suoi errori. Entriamo e ci troviamo davanti una stanza rettangolare. Alla nostra destra si trova una stanza più piccola e separata da noi da un muro di Plastiglass. La giuria è seduta ad un tavolo lungo e stretto posto su una rotaia. Cinque donne e cinque uomini per le pari opportunità ci fissano seri e con una cartellina in mano. Ognuno di loro ha un ambito specifico da analizzare, come equilibrio, forza, cattiveria e così via.
<< Scegliete un'arma.>> dice la donna più centrale indicando un vasto assortimento di oggetti alla nostra sinistra. Sono divise per tipologia e io mi fiondo sulle armi a taglio. Prendo tra le dita una spada a doppio taglio, poi la passo a destra e a sinistra sentendone il peso ed il bilanciamento. Mi sembra adatta, in fondo devo fare solo una simulazione.
<< Perché l'hai scelta, Nico Di Angelo?>> mi chiede l'uomo più centrale studiandomi.
<< Sono più portato per il corpo a corpo.>> rispondo. Suzanne mi ha spiegato che con loro bisogna essere onesti e franchi, se sei molto bravo potrebbero aiutarti fin dall'inizio<< Inoltre ho già avuto modo di usare spade anche più pesanti di questa.>> Basel mi raggiunge e... ha preso un pennello?
<< Perché l'hai scelta, Basel Al Shareni?>> ripete l'uomo. È la prima volta che sento il cognome di Basel pronunciato con quell'accento e per un attimo rimango perplesso.
<< I pennelli possono diventare pericolosi in mano alle persone giuste.>> risponde e per un attimo vedo nei suoi occhi sfida, ma forse è una mia impressione.
<< Molto bene.>> segna qualcosa sui fogli che ha davanti a se<< Prego, cominciate. Primo livello, schiva e proteggi.>>.
Dal pavimento spuntano dei cannoni che si puntano tutti su di noi. Ne conto otto sicuri, ma non c'è tempo. Iniziano a spararci contro delle palline di vernice rossa. Inizio a schivarle il più velocemente possibile, ma non ho abbastanza occhio, così inizio ad usare la parte piatta della spada come uno scudo. Devo evitare che la vernice mi macchi, potrebbe penalizzare la valutazione. Sento Basel muoversi dietro di me, ci troviamo praticamente schiena contro schiena. Si abbassa ed io mi sposto prima che una sfera mi sporchi tra le scapole, o almeno così credo. In realtà si spezza in due a metà percorso. Seguendo quella che si direbbe una linea d'inchiostro tracciata sul pavimento. A quel punto mi viene un'idea. Pianto la spada nel pavimento creato apposta per far entrare abbastanza bene le armi e mi concentro adeguatamente. Sento l'energia dell'Ade raggiungermi come una scarica elettrica, poi una colonna di fiamme si alza incenerendo una serie di sfere prima che mi colpiscano.
<< Bene.>> dice la donna più a destra<< Possiamo procedere.>> i cannoni scompaiono nuovamente inghiottiti dal pavimento e la porta dall'altra parte della stanza si apre. Dobbiamo oltrepassarla per il secondo livello. È durante questo passaggio che mi accorgo di una scritta in inchiostro sul palastiglass: Θάνατος στους Έλληνες (Thánatos stous Élli̱nes), ovvero “Morte ai Greci”. Lì per lì non ci faccio troppo caso, poi mi rendo conto che è scritta alla rovescio. Dritta se si è al tavolo dei Giudici. Guardo Basel perplesso, poi scuoto la testa. No, l'avrà scritto qualcuno prima di noi, Basel non lo farebbe mai. E poi quando? Ci stavamo difendendo dalle perle di vernice.
<< Secondo livello, difendi e contrattacca.>> dice l'uomo al centro. Tre armature si muovono dalle loro posizioni contro il muro e si dirigono verso di noi menando le piche dalla punta di pennarello blu. Due si lanciano immediatamente su di noi costringendoci sulla difensiva. Con la spada è facile bloccare i fendenti di pica, anche se mi trovo a dover saltare molte volte da una parte all'altra e faccio fatica ad avvicinarmi. Do un colpo all'arma del combattente robotico costringendolo ad allargare il braccio a destra. È il mio momento, scivolo in avanti e lo colpisco sotto l'ascella. Si blocca, richiude le braccia e ritorna da dove è venuto. Guardo Basel e noto che anche lui ha fatto con il suo.
Manca il terzo che sembra molto più veloce e combattivo degli altri.
<< Dobbiamo cooperare.>> dico con uno sbuffo<< Che seccatura.>>.
<< Ti seguo.>> mi risponde con il pennello pronto in mano<< Sconfiggiamolo, Nico.>>.
Per un attimo mi fa piacere vederlo così determinato. Fin adesso non sono stato abbastanza attento da notare le sue mosse, ma adesso posso constatare le sua abilità. È molto agile, inoltre sembra che possa fare tante cose con quel pennello. Schiviamo diversi assalti, poi vedo Basel scivolare tra le gambe dell'armatura robotica e segnarle qualcosa sulla schiena.
<< Colpiscilo ora!>> mi grida<< L'effetto non durerà per molto!>>.
<< Non mi faccio comandare da te!>> gli rispondo prima di piazzare un affondo nel mezzo del petto dell'armatura schivando la pica.
<< Grande, Nico.>>.
<< Di quale effetto stavi parlando?>>.
<< Boh. Credo rallentasse i suoi movimenti, comunque ora è scomparso.>> sorride appena<< Ma il tuo colpo è stato fantastico! Se sapessi usare la spada come te... ma anche solo la metà.>>.
<< Bene.>> ci richiama all'ordine la donna più a sinistra<< Proseguiamo.>>.
Di nuovo quella cosa strana. Guardo il plastiglass che stiamo per abbandonare e noto un cartiglio egizio. Lo riconosco perché li studiamo quando dobbiamo allenarci, so che i geroglifici possono essere molto pericolosi poiché custodiscono potere magico. Tiro per la giacca Basel.
<< Ehi, hai visto?>> gli chiedo. Lui annuisce<< Sai cosa c'è scritto?>>.
<< Morte agli Egizi, perché?>> risponde quasi preoccupato.
<< Ero curioso. Chissà chi lo ha scritto.>> non aspetto la risposta e proseguo in quello che sembra un labirinto di monoliti alti e bassi.
<< Terzo livello, orientamento ed agilità.>> dice una voce maschile, la giuria è scomparsa, ma probabilmente possono vederci con delle telecamere.
<< Odio orientiring.>> sbuffo.
<< Non è difficile se sai come muoverti.>> commenta Basel scrivendo per terra<< Chnária(χνάρια).>> una serie di orme s'illuminano ovunque<< Accidenti, dovevo essere più preciso.>>.
<< Cos'hai fatto?>> gli chiedo dubbioso.
<< Hai presente le briciole di Hansel e Gretel?>> annuisco<< Ogni essere vivente lascia dietro di se delle briciole di energia. Con l'incantesimo giusto queste orme di possono vedere, come il luminol su delle tracce di sangue cancellate.>>.
<< Caspita.>> lo guardo perplesso<< Ma non è un incantesimo da Casa di Ade!>>.
<< Ah, no?>> tremola un po'<< Ah, no! Infatti non mi è venuto.>> ho la stranissima sensazione che mi nasconda qualcosa, ma visto che ce l'ho da quando lo conosco(e ce l'abbiamo tutti alla Casa di Ade) ignoro i miei dubbi.
<< Fa niente, proseguiamo e cerchiamo di capire quali seguire.>> m'incammino e salgo su una roccia abbastanza alta per provare a vedere dove si trova la giuria. Quello è il punto di ritrovo, almeno credo. Non essendoci porte immagino sia lì che dobbiamo andare<< Dobbiamo raggiungere il lato sinistro della stanza, almeno credo.>>.
<< Quindi andiamo dritto e poi a sinistra?>> annuisco prima di partire<< Secondo te ci saranno delle trappole?>>.
<< Probabile.>> tengo la spada pronta nel caso si debba combattere, ma ne dubito. Le impronte piano piano svaniscono<< Come mai leggi i geroglifici?>>.
<< Sono di origine magrebina.>> mi blocco<< Uh oh...>>.
<< Che cosa!?>> gli punto la spada contro<< Sei egizio!?>>.
<< Ma... ma... ma sono cresciuto in Turchia. Mia madre voleva che imparassi i geroglifici per... per precauzione.>> il suo sguardo va dalla punta della spada ai miei occhi<< E comunque il Magreb ha tanti paesi in se.>>.
<< Quindi non sei Egizio, ma potesti essere di un'altra cultura, giusto?>>.
<< Cosa!? No! Io sono figlio di Ade, la mia cultura è quella Greca.>> abbasso l'arma e lui tira un sospiro di sollievo come se avesse trattenuto il respiro per tutto questo tempo.
<< Va bene, ma sappi che ti tengo d'occhio.>> indietreggio fino a dove si può svoltare a destra senza staccargli le pupille di dosso<< Adesso andiamo di qua.>>.
<< Va bene.>> mi segue piano piano<< Anche tu non sei Greco della Grecia.>>.
<< Nessuno è più Greco della Grecia da anni.>> gli rispondo mentre ci immettiamo nel corridoio, io gli sto dietro per precauzione<< Ma nessun dio greco andrebbe mai in Egitto.>>.
<< Non ci sono mai stato nemmeno io, chissà com'è.>>.
<< È pieno di Egizi che vogliono uccidere i Greci come me e(forse) te.>>.
<< Perché sei così arrabbiato con gli Egizi?>>.
<< Hanno ucciso tanti dei nostri.>> mi rattristo<< Hanno ucciso una mia cara amica.>>.
<< Oh. Mi dispiace.>> siamo obbligati a svoltare a sinistra un paio di volte<< Una mia amica non la vedo da quando sono entrato nella Casa di Ade.>>.
<< È figlia di un'altra divinità?>>.
<< Diciamo di sì.>> svia la domanda successiva prima ancora che gliela ponga<< Ma non so quale sia.>>.
<< È stata estratta?>>.
<< Oh! Si più svoltare a destra.>> ha ignorato la mia domanda o cosa!?
<< Vicolo ceco. Dobbiamo proseguire.>> rispondo affacciandomi nel corridoio chiuso appena dopo di lui<< Riguardo alla domanda...>>.
<< Più avanti si può andare!>> corre avanti.
<< Aspettami!>> lo inseguo e decido di abbandonare la speranza di avere una risposta. Come se m'importasse delle sue amiche figlie di altri déi.
<< Dopo dobbiamo andare di nuovo a destra?>> annuisco<< Perfetto! Di qua si può andare, ma dopo siamo costretti a tornare ancora a destra.>>.
<< Speriamo di non bloccarci.>> guardo l'ultimo corridoio da lui nominato<< No, dopo va a sinistra, ottimo.>>.
Proseguiamo senza dirci niente fino ad un incrocio, a quel punto svoltiamo a destra, pieghiamo a sinistra e nuovamente a destra. Nuovamente a destra un paio di volte e poi a sinistra. Le rocce scompaiono non appena i giudici ci vedono arrivare.
<< Bene.>> commenta l'uomo più a sinistra<< Saprete il vostro punteggio all'intervista. Lasciate le armi per terra prima di uscire.>> ci indica una porta verso il suo lato.
<< Un attimo.>> dice Basel, poi si avvicina al plastiglass e si mette a scrivere in verticale<< Bene, ho fatto.>> appoggia il pennello per terra e guarda la mia faccia sconvolta<< Cosa c'è?>>.
<< Cosa significa?>> rispondo indicando gli ideogrammi che ha scritto<< Quello è giapponese.>>.
<< Clelia lo ha insegnato praticamente a tutti, vero?>> sorride<< Taitanzu ni shi, morte ai Titani.>> si da una mano sulla fronte<< Vero!>> riprende il pennello e scrive sotto con altri tre alfabeti.
タイタンズに死
الموت للجبابرة
Смерть титанов
Ma è l'ultima serie di lettere che mi lascia scioccato, sopratutto perché è la lingua che conosco meglio dopo l'inglese e l'alfabeto che, benché non greco, conosco di più.
Morte ai Mortali”, recita in italiano traducendo in un qualche modo i segni superiori.

Ciao! Come va? Vi sono mancata?^^
Ade: La risposta è sempre quella. N O.
Quanto siamo simpatici, e dire che oggi esce La Casa di Ade.
Ade: Dovresti prima finire di leggere gli altri.
Dovrei, ma ho Gregor, quindi non posso. 
Ade: Senza contare Ulysses Moore, e La società letteraria di Sella di Lepre.
Uno alla volta, non c'è fretta.
Ade: Tra poco passa l'autobus.
Manca un'ora.
Ade: E tu sei ancora in pigiama.
Non rompere.
Ade: Allora? Ci giriamo i pollici?
No, ringraziamo per le recensioni.
Ade: C'è qualcuno che recensisce ancora? Di la verità, le hai fatto una fattura di qualche genere. Anzi, stai abusando della Foschia per rendere decente quello che scrivi.
katniss_jackson, grazie! <3
Ade: Ti sei sbagliata, le fic belle sono altrove! Non sono nemmeno in questo fandom.
Non dire assurdità! >.<
Ade: Che c'è? Cerco di preservare questa perfezione! v.v
*si mette a cercarla* Non la trovo.
Ade: Cretina! -.-"
Dai, ora vi saluto! Grazie ancora a kertniss_jackson che continua a seguirmi *estrae un cartello con scritto "Ti amo!"*
Ade: *chitarra in mano* C'era un cartello giallo con una scritta nera, diceva addio cara lettrice senza di te la fic finirà!
Smettila! >.<
Dov'ero? Ah, sì! Un grazie enorme anche a Luna Celeste Sognanti che mi ha gentilmente prestato i suoi personaggi(e non mi ha ancora denunciato per quello che scrivo). Vi avviso che sta facendo uno stato pubblicità per fanwriter ed è in cerca di gente da pubblicizzare. Visto che sono pigra ed in ritardo non vi dico altro. v.v
Grazie mille a tutti! ;-)
Ci leggiamo presto, ciao ciao!^^
JKEdogawa ed Ade

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Capitolo 5
*** Intervista ***


La mia faccia in quel momento doveva essere più o meno come quella di un uomo a cui hanno dato un pugno nello stomaco. Eravamo andati così bene fino al terzo livello, poi mi rendo conto che Basel ha scritto in una serie di alfabeti “Morte a qualcuno”. E nemmeno in modo stupido! Greco contro i Greci, Geroglifico contro gli Egizi, il resto contro i Titani che ci scortano ed i Mortali che, credo, siano gli unici innocenti della situazione.
Non gli ho parlato per il resto del giorno, tanto che mi sono chiuso in bagno con tutta la scorta di mollette da bucato che ho trovato, così non poteva entrare per parlare. Perché? Perché lo ha fatto? Vuole farci morire? Non capisce che così ha condannato tutta la Casa di Ade? È un intelligente stupido. Intelligente perché ha messo in luce quello che tutti pensiamo nel modo più geniale del mondo(i Greci uccideranno i Greci, gli Egizi uccideranno gli Egizi), stupido perché usa la sua intelligenza nel momento e nel luogo sbagliati.
Non ne ho parlato con nessuno, ma immagino che lui abbia raccontato l'accaduto a Clelia e Suzanne. Ed immagino anche che Suzanne lo abbia preso a pugni come minimo. Dal bagno non si sente quello che avviene fuori, se non la porta della stanza dei maschi che si apre e si chiude. Se qualcuno è entrato se ne è anche uscito dopo una buona oretta di meditazione. Posso immaginare chi fosse.
Respiro profondamente assaporando l'odore di cadavere in decomposizione. In un certo senso mi rilassa, ma allo stesso tempo mi fa pensare alla fine che farà la nostra Casa. Magari il nostri cadaveri verranno usati per fare questi deodoranti, non mi dispiacerebbe nemmeno tanto. Un modo per sentire vicini i nostri fratelli.
Bussano alla porta con la leggerezza di un rinoceronte imbufalito.
<< Nico Di Angelo, esci subito di lì!>> tuona Suzanne da fuori.
<< Che c'è?>> domando con uno sbuffo.
<< C'è che dobbiamo parlare!>>.
<< E di cosa?>>.
<< Fai tu? Forse dell'Intervista?>> da altri due pugni ben assestati alla porta<< Se non esci abbatto la porta!>>.
<< Certo, come...>> in una frazione di secondo vedo la porta crollare sotto un suo calcio ben piazzato<< Odio avere torto.>>.
<< Ora muoviti!>> mi tira per un orecchio<< Dobbiamo decidere cosa dire. Basel ci ha raccontato tutto e Clelia ha iniziato ad insultarlo in giapponese. Vi lasciamo un attimo da soli e voi fate un disastro!? Ma vi sembra!>>.
<< Io non c'entro niente. E mi stai facendo male!>> rispondo.
<< Dovevi accorgertene, no!? Ha anche detto che sui geroglifici ti ha detto che era stato lui!>>.
<< Non è vero!>> mento spudoratamente. Prima regola di un Di Angelo figlio di Ade, negare le proprie responsabilità. So benissimo che ero disattento, ma non darò mai la soddisfazione a Suzanne di ammetterlo. Mi molla l'orecchio ormai rosso e pulsante e mi spinge su una sedia. Incrocio le braccia e metti il muso.
<< Non fare il bambino. Diamine, hai sedici anni!>> mi rimprovera<< Ed ora pensiamo a cose serie. Sento il suo sguardo pesante piantarsi su Basel<< Tu sei un idiota e lo abbiamo appurato, ora cerchiamo di creare un piano d'azione per fare buona impressione sui Mortali che ci voteranno, gli déi che non ci ammazzeranno ed i Titani che non ci manderanno troppo mostri contro.>>.
<< I Titani vogliono ammazzarci.>> sibila Basel lasciandomi sorpreso, ma magari l'ho sognato, perché è lì che trema come una foglia con le mani in mezzo alle cosce come una ragazzina spaventata.
<< Il piano d'attacco della Casa di Ade è quasi sempre lo stesso.>> scrocchia le dita Suzanne<< Far vedere che non abbiamo paura di niente e non ammettere le nostre colpe, ma in questo caso dovremo fare un eccezione. Anche se mi dispiace, dobbiamo ammettere quello che ha fatto Basel in modo che sembri un piano di tutti noi.>>.
<< Cosa!?>> salto in piedi<< Tu vuoi mettere in pericolo tutta la casa per lui!?>>.
<< No.>> sospira Clelia<< Diremo che è stata una nostra idea, un'idea di noi quattro e basta.>>.
<< E questo sarebbe il piano per non farci uccidere? Per farci votare ed aiutare!?>> crollo nuovamente sulla sedia<< Voi siete tutti matti.>>.
<< Non è finita.>> continua Suzanne<< Non abbiamo ancora i risultati delle prove ed il primo non potrà comunicarle al successivo. Di fatto sarà solo questione di intuito, ma preferirei preparare qualcosa prima.>> sospira, il che vuol dire che mi dirà qualcosa che mi farà arrabbiare<< Basel ci ha detto che molto probabilmente non mostreranno le scritte all'intervista.>>.
<< E tu credi a lui?>> chiedo mantenendo la calma.
<< Non del tutto, ma non possono permettere che certe cose varchino la soglia della Prova.>>.
<< E cosa te lo fa dire?>> si stringe la spalla destra<< Suzanne.>>.
<< Perché ho fatto praticamente la stessa cosa alle prime Olimpiadi a cui ho partecipato!>> esclama come se fosse sotto interrogatorio<< Solo che io non avevo un pennello e quindi le ho scavate nei muri con la spada. Una parola per stanza.>> nota il mio sguardo sorpreso<< Inoltre avevo scritto “Abbasso i Templi” in greco. Bé, non... tutto quello che ha scritto lui.>> scuote la testa<< Comunque dobbiamo far vedere di essere compatti ma non troppo legati.>>.
<< Ma così mi sarà impossibile...>> sto per dire “ucciderlo”, ma probabilmente non è il momento adatto<< Comportarmi come mi dovrei comportare.>> tengo lo sguardo basso mentre Suzanne mi fulmina e Clelia si incupisce.
<< Non sei obbligato.>> mi dice la sorellona<< Inoltre non eri tu che ti vantavi di pensare con la tua testa e non con quella del branco.>>.
<< Appunto per questo ritengo che dirò quel che la mia testa mi dirà di dire senza seguire istruzioni.>> la guardo negli occhi<< Ho sedici anni, non sono più un bambino.>>.

Sono ancora un bambino, sotto molti punti di vista.
Primo: non dormo se sono agitato.
Secondo: odio essere comandato a bacchetta.
Terzo: faccio la vittima facilmente e mi piace avere l'attenzione di tutti.
Se ve lo state chiedendo... sì, un po' mi è piaciuto essere estratto. Quel briciolo di narcisismo che hanno tutti, in fondo. Per un attimo sei al centro dell'attenzione, poi l'attimo dopo ti rendi conto che morirai. Lo vedi negli occhi dei tuoi cari, di quelli che resteranno al Distretto, di quelli che vedranno le tue gesta e (facendo scongiuri) la tua morte in uno schermo allestito per l'occasione. Pensi a quello che avresti fatto, a quanti Happy Meal ti perderai(che c'è!? Mi piace quel simbolo capitalista chiamato McDonald, problemi?), a quanto poco tempo hai avuto per salutare i tuoi fratelli.
<< Nico.>> mi chiama qualcuno, immagino capiate chi. Mi giro dalla parte del muro<< Nico.>> mi porto il cuscino sulla testa<< Nico, stai dormendo?>>.
<< No, contento!>> rispondo tirandogli il cuscino addosso<< Che vuoi?>>.
<< Volevo dirti che voglio prendermi solo io la responsabilità di ciò che è successo.>> si avvicina per ridarmi il cuscino poi ha la buona idea di rintanarsi nuovamente sotto le coperte, io torno a stendermi<< Voi non sapevate niente e mettervi in mezzo non è giusto.>>.
<< Allora ragioni un po' con quella testolina bacata che hai.>> sbuffo<< Se era solo per questo potevi dirmelo anche domani.>>.
<< Avevo paura che domani saresti stato troppo arrabbiato per ascoltarmi.>>.
<< Non sono arrabbiato!>> salto a sedere<< Sono sconvolto! Per esempio, come mai sai così tante lingue? Perché hai fatto quello che hai fatto? Cosa ti ha fatto arrivare alla Casa di Ade? Perché il Fato ha estratto proprio me e te? Perché Antino mi ha chiesto di proteggerti e tenerti in vita?>>.
<< Antino ti ha chiesto questo?>>.
<< Sì. Che c'è, non lo sapevi?>>.
Rimane un po' in silenzio poi dice:<< Nico. Fai quel che vuoi, tanto credo che la mia amica non supererà la prima fase. Tanto vale raggiungerla no?>>.
Perché ogni giorno che passa diventa sempre più incomprensibile?

Il vestito mi prude.
È un abito elegante con un tredici sul petto. Lo odio, ma è la serata dell'intervista e non posso presentarmi in giacca di pelle e scarponi a carro armato. Almeno sono completamente nero a parte la cravatta grigia come la spilla ed i bordi della giacca. Cavolo, mi sembra di avere nell'ortica sotto la camicia! È insopportabile!
Devo stare calmo, stare calmo. Non ci riesco! Cosa dirò? Cosa penso di dire? Cosa hanno intenzione di dire gli altri?
Mi do due pacche sulla faccia.
<< Si forte, Nico.>> mi dico stringendo i pugni<< Fagli vedere che non ti fai condizionare.>>.
Sono l'unico ad aspettare. Le interviste si fanno da soli per fare si che non ci si metta d'accordo tra fratelli. Sono come delle macchine della verità perché non sapendo quello che ha detto l'altro potresti smentire le sue parole e condannarlo alla morte nel Colosseo. Sono esseri amabili gli déi, non trovate? Ora che ci sono dentro a maggior ragione mi rendo conto che è tutto costruito per evitare la guerra, ma per eliminare noi Mezzosangue. Possibile? Sul piano puramente pratico mi ricordo Ermes piangere per la morte di suo figlio Luke Castellan, quindi mi sembra strano che ci vogliano far morire in un modo così stupido. Non bastavano i mostri che ci seguivano ovunque fuori dal Campo o dall'Ade? A quanto pare no.
Un attimo. Chi odia i Mezzosangue al punto da fare una cosa del genere? La lista è lunga, ma ci sono tre sospettati più probabili: Gea, Crono e Era. Andando per esclusione Crono è morto, sepolto e tagliato a pezzettini del Tartaro; Gea non è stata sconfitta, ma non architetterebbe mai nulla di così cavilloso, si sveglierebbe, arriverebbe e ci farebbe fuori con rischi annessi e connessi; Era non riuscirebbe mai a fare una cosa del genere in barba a tutti gli altri déi, senza contare che anche i suoi sacerdoti partecipano.
Mi chiamano ed un Titano mi scorta fino all'entrata del palco. Salgo teso come una corda d'arco pronta a partire.
In quel momento il mondo attorno a me si ferma. Siamo solo io e Barbara Riordan.
Solo noi due a parlare di come morirò. Gioia e gaudio, insomma.
Capelli tinti rosso rame che si vede da un chilometro di distanza, abito elegante da gran gala che ricorda un cielo stellato come di quelli che si vedevano al Campo, occhi grigio perla grazie alle lenti a contatto ed una cartelletta da presentatrice sprecata. È seduta sulla poltroncina bianco panna delle interviste e mi fa cenno di sedermi su quella sanguigna davanti a lei. Nessun pudore, vero? Ci vogliono sbattere in faccia la nostra malasorte, che esseri amabili.
Barbara è una Mortale. Lo si sa e lo si capisce da sempre. La cosa peggiore è che non sa nulla di Mitologia e certe volte se ne esce con frasi di un ignoranza micidiale. Mi sorprende che ancora nessuno l'abbia uccisa in diretta. Mi siedo sprofondando nei morbidi cuscini della poltrona. Cominciamo male.
<< Nico caro.>> inizia mielosa tanto da farmi venire il mal di pancia da troppi dolci<< Come stai?>>.
<< Scomodo.>> rispondo cercando di stare seduto sull'unica parte dura della poltrona: il bordo.
<< Bene.>> se per te è bene<< Prima di parlare della valutazione che ha ricevuto la Casa di Ade, cosa che ho già ampiamente discusso con tuo fratello Basel, vorrei chiederti cosa ne pensi delle Olimpiadi.>>.
<< Fanno schifo.>> rifletto un momento<< Sono uno splendido modo per eliminare un'infinità di mezzosangue all'anno, quindi sì, fanno schifo.>> sono una persona molto schietta, io.
<< Interessante posizione.>> immagino che nessuno sia mai andato contro l'ordine costituito per paura di ripercussioni nel Colosseo, ma io sono Nico di Angelo. Che provino a farmi del male, lo riceveranno con gli interessi<< Posso capire le tue motivazioni. Nel Colosseo hai perso molti fratelli. Cosa senti nel sapere di essere il simbolo maschile della tua Casa?>>.
<< Vi ricordo che teoricamente ho un fratello, quindi siamo due simboli.>> penso per un attimo su cosa dire<< Ho una gran sete di vendetta. Ma non nei confronti delle altre Case, nei confronti degli organizzatori di tale “spettacolo”. Onestamente preferivo i giorni in cui i Minotauri cercavano di uccidermi per strada ad adesso dove gli vengo buttato in pasto.>>.
<< Bene.>> tossisce appena, devo averla messa in difficoltà. La cosa si fa interessante<< Passiamo alla valutazione che ha ricevuto la tua Casa. È un punteggio che non si era mai visto fin'ora.>> sorride mentre esplode qualcosa ed iniziano a cadere dei coriandoli dorati<< Trenta! Complimenti, Nico caro!>>.
<< Tren... cosa!?>> esclamo mentre un trenta enorme inizia ad ondeggiare nello schermo alle nostre spalle<< Trenta? Come abbiamo fatto a prendere trenta!?>>.
<< Siete stati semplicemente fantastici. Avete preso trenta praticamente in tutto.>> mi risponde Barbara applaudendo e guardando la cartella<< Anche nella scelta nelle armi, è incredibile. Solo Cooperazione non è andata bene.>> mi pianta le lenti a contatto nelle palle degli occhi<< Com'è possibile che abbiate preso quindici?>>.
<< Facile. Io e mio fratello ci odiamo.>> mi rimangio immediatamente ciò che ho detto<< Nel senso che io non lo sopporto e lui non è che mi adori, almeno credo.>>.
<< Quindi è colpa tua questo voto?>>.
<< Sì. Cioè, no.>> ora si che sono nei guai. Mi guarda con l'aria di chi sa di avermi fatto scacco matto<< Siamo una coppia... di fratelli, ma una coppia. Quindi se abbiamo sbagliato la colpa è di entrambi. Lui ha fatto cose che non sapevo potesse e volesse fare ed io non sono riuscito a cogliere certe sue particolarità per tempo.>> ora tocca a me guardarla sicuro di aver vinto<< Ma sa com'è, le Olimpiadi fanno uscire il lato peggiore di ognuno di noi. Sono talmente nervoso che se avessi un'arma faticherei a non usarla.>>.
<< Oh, capisco.>> si tira a sedere<< Bene, Nico caro.>> sta venendomi in diabete a furia di sentirmi chiamare “Nico caro”<< Direi che abbiamo finito. Vuoi dire qualcos'altro?>>.
<< Sì.>> mi alzo in piedi e guardo dritto la telecamera<< Fratelli, mi vedete e mi sentite. Io farò ciò che ritengo più giusto e sarò io l'Eroe maschile dei Greci!>> alzo la mano al cielo, il palmo aperto a guardare il soffitto e le dita così tese e larghe quasi da farmi male<< Sarò l'Eroe che vincerà le Olimpiadi Culturali! Per i Greci, per i Mezzosangue, per le Mitologie!>>.
Abbasso il braccio, faccio un inchino di riverenza alla signora Riordan con baciamano e me ne vado da dove sono entrato.
D'ora in poi non sarò più un semplice ragazzo della Casa di Ade. D'ora in poi sarò l'Eroe più devastante della competizione.

Ciao a tutti, vi sono mancata?
Ade: Come mi manca mio fratello Zeus. -.-
Che essere amabile. -.-
Ma lasciamo perdere e proseguiamo.
Risposta alle recensioni: katniss_jackson! <3
Ade: Non si è ancora stacnata! D:< Se continua le mando Cerbero!
Luna: Lo faccio anch'io. v.v
E che ci fai tu qui!? O.o
Luna: Che domande, sono la responsabile dei personaggi che usi. Avrò diritto di dire la mia. v.v
Ah. *nasconde la recensione* Non c'è niente. ^^'
Luna: Guarda che ho letto il paragone con Carter Kane.
Ah.*cade in ginocchio* Ti prego non la uccidere. E' l'unica recensitrice che mi è rimata. TT^TT
Luna: Solo perché ha anche solo ipotizzato che Carter e Basel siano simili? Tranquilla, non sono così cinica.
Be...
Luna: *prende un libro di magia naturale* Dunque, da dove comincio a smontare quel ciarlatano di Riordan...
Non ora! O.o
Aah! Devo stringere, ed in fretta.
Ade: Le piace Clelia, e non le posso dare torto. E' quella che mi è venuta meglio dopo Bianca ed Hazel. v.v
Aah! Le piace Clelia? Sarebbe un vero peccato se... *sorrisiono da Suzanne Collins*
Ade: Tu non oserai...! O.o
Grazie ancora a katniss_jackson e alla prossima!
Per il prossimo capitolo ci vorrà un po', perché non l'ho ancora finito. ^^'
Ma non potevo non aggiornare oggi. v.v
Ade: Copie vent'anni, la nonnetta. v.v
No! Non dovevi dirlo! >.<
Ade: Tutto è lecito dopo quel sorriso minaccioso. v.v
-.-
Ci leggiamo presto e forse un certo Dio degl'Inferi sarà morto prima di allora. -w-
Ciao ciao e grazie mille a tutti! ^^
JKEdogawa ed Ade

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Capitolo 6
*** Entrata ***


Mi stiracchio e faccio un paio di piegamenti in avanti. Sono straordinariamente attivo per essere il mio ultimo giorno nell'Agorà. E Basel lo sembra ancora più di me. Si è alzato credo prima dell'alba, l'ho sentito muoversi ed andare in sala con il suo quaderno e la matita. Immagino sia andato a disegnare per scaricare la tensione.
Vado in bagno e mi guardo allo specchio. Sistemo come posso i capelli e pianto il mio sguardo del mio riflesso come a chiedermi consiglio. Cosa dovrei fare? Seguire l'istinto? Ascoltare Antino? Fare come farebbe qualunque figlio di Ade sano di mente?
Decido che sceglierò una volta dentro al Colosseo.
Esco e trovo Basel che disegna con Clelia che lo guarda. Vorrei potergli fare una foto, come a fermare quel momento di straordinaria normalità, ma forse sarebbe un gesto egoista. Come a sapere già che non ce la faranno. Che non ce la faremo.
Suzanne ci raggiunge poco dopo. Sarà la sua seconda Olimpiade, ma non riesce a dormire nemmeno lei. Restiamo in silenzio. Si sente solo il grattare della matita sui fogli di Basel, ma nient'altro. Sembriamo morti già qui, silenziosi come le ceneri che saremo. Siamo polvere ancora prima di ritornare da nostro padre, fantasmi di noi stessi senza più un futuro.
Ci vengono a chiamare qualche ora più tardi, poi i Titani ci scortano verso i corridoi di accesso. Suzanne e Clelia vanno a destra, noi a sinistra. Abbiamo solo il tempo di un abbraccio e della promessa di ritrovarci alla fine della prima fase, poi raggiungiamo le stanze dove verremo fatti entrare nel Colosseo. Basel è teso, io cerco di non darlo a vedere. L'ultima cosa che voglio è dare ai Titani la soddisfazione di farmi vedere debole. Tamburello sulla suola degli scarponi prima di entrare nella porta. È una grande stanza con le pareti rosse e nere come l'ade, una donna ci invita a sederci su quelle che sembrano sedie da dentista e noi obbediamo.
« Stai calmo.» mi sfugge in un soffio. Non è rivolto a me, ma a Basel che trema qui accanto« Non è nulla.».
Sto addolcendo la pillola, ma Suzanne me lo ha spiegato e non è nulla. Per niente.
Serro i pugni e chiudo gli occhi mordendomi le labbra per non gridare. Li riapro solo quando è tutto finito. Sul mio braccio fumano ancora le lettere greche di Topothesía(Τοποθεσία), Posizione. È il loro modo per tenerci sotto controllo, come dei GPS divini. Guardo Basel che sta trattenendo un urlo e le lacrime. Gli occhi lucidi devono essere come i miei mentre piano piano le nostre figure svaniscono come coriandoli di braci che si consumano. Vedo una gran luce, poi mi sento precipitare ed il cielo azzurro mi acceca.
Basel non resiste e grida mentre raggiungiamo il terreno e rotoliamo sull'erba fresca. Rimbalzo un paio di volte, e poi rotolo contro un albero colpendolo di schiena. Mi alzo ancora intontito e dolorante capendo che mi trovo in una radura quadrata circondata da alberi. Un agroglifo che rappresenta un tredici incenerito si trova proprio al centro. Questa è la nostra base, il nostro territorio. Qui siamo al sicuro fino a che non si sente il gracchio strozzato di un'arpia sotto tortura. Mi ha sempre dato quell'impressione, come le galline quando le tirano il collo. Quello è il segnale che l'Olimpiade è cominciata.
Abbiamo cinque minuti per ideare una strategia, poi se siamo fortunati non verrà nessuno, se siamo sfortunati le Case più vicine ci saranno addosso in meno di tre secondi. Istintivamente cerco Basel. Si è alzato a fatica, ma sembra stare bene.
« Posso lamentarmi?» chiede. Annuisco massaggiandomi l'avambraccio. Guaisce come un cane ferito stringendosi sopra l'ustione di posizione. Mi permetto anch'io di lamentarmi ed un grido si alza dalla mia gola verso il cielo. È una liberazione, come se avessi rotto delle catene ed ora fossi pronto a combattere davvero. Una volta finito stiamo ansimando, ma il dolore sembra essere passato. Guardo l'ustione che inizia a diventare lucida e a brillare sotto i raggi del sole.
Ancora tre minuti.
« Come procediamo?» chiedo« Armeria o fuga strategica in mezzo agli alberi?».
« Sei tu il capo.» alza le spalle continuando a massaggiarsi l'avambraccio« Nell'armeria dubito che ci sia un pennello.».
« Lo dubito anch'io.» due minuti« Ma senza armi non possiamo fare molto. Forse usare i nostri poteri da Figli di Ade, ma temo che saremmo più lenti dei figli di Dioniso ed Iride. Sopratutto quelli di Iride.».
« Quindi Armeria?» annuisco« Sarà una carneficina.».
« No, se arriviamo primi.» un minuto.
« E dopo?».
« Ci nascondiamo negli alberi e cerchiamo di sopravvivere alla prima giornata.» deglutisce, poi annuisce e si posiziona in direzione nord-est, davanti al sentiero da cui si vede l'Armeria.
Piccola spiegazione di com'è fatto il Colosseo: è un cerchio isolato dall'estero da un immenso muro di cinta impossibile da scavalcare o perforare. Posizionati a distanze regolari si trovano i quadrati denominati basi. Ogni base ha un numero corrispondente alla casa ed è collegato da un corridoio che conduce alla piazza centrale e che si chiude appena dopo aver raggiunto la base o l'Armeria. La piazza centrale, invece è un immenso spiazzo erboso di forma circolare e al centro di esso si trova l'Armeria. È l'unica cosa che cambia di anno in anno, quest'anno è una colonna alta e slanciata come una stalagmite e con le armi fino in alto. Ovviamente le meno pericolose sono in basso. Gli oggetti di prima necessità sono quattro strisce sopra e poi si va verso le armi più devastanti. Se si riuscisse ad arrivare in alto si avrebbe l'arma più potente e distruttiva dell'arena, l'unica che può eliminare le altre Case come se nulla fosse. Nessuno l'ha mia vista ne presa ed ho come la strana sensazione che sia solo una chimera, una mera illusione inventata per farci mettere ancora più in competizione gli uni con gli altri.
Il segnale risuona nell'aria e noi, come se ci leggessimo nel pensiero, scattiamo immediatamente verso l'Armeria. Non aspettiamo di vedere i nemici e ci lanciamo alla base della colonna. Non saremo mai in grado di difenderla, quindi ci conviene prendere ciò che ci fa comodo e tornare immediatamente tra gli alberi.
Una freccia ci schiva per un pelo, ma un'altra è pronta a partire nella nostra direzione.
Sacerdoti di Artemide, prevedibile. I figli di Apollo non si nasconderebbero mai dietro la colonna, inoltre molti preferiscono usare frecce incendiarie. Mi abbasso, faccio perno sul braccio sinistro e raggiungo la base della colonna in capriola. Arraffo il primo zaino che riseco a raggiungere ed una spada. Sono pronto a tornare indietro quando mi accorgo che Basel sta guardando verso l'alto ammaliato. Ha preso uno zainetto da campeggio, ma sembra interessato a qualcosa in particolare.
« ATTENTO!» grido parando una freccia con la mia nuova arma« MUOVITI, DOBBIAMO ANDARE!».
« Aspetta.» mi dice continuando a guardare in su, poi sposta alcune armi di lato ed inizia ad arrampicarsi. Si schiaccia contro il metallo appena in tempo per schivare una freccia in direzione del suo collo.
« MA CHE FAI!?» grido rotolando via prima che una freccia mi perfori la fronte.
« CI SONO QUASI!» mi risponde raggiungendo più o meno la metà della colonna. Prende una spada e torna giù schivando altre due frecce. Al quarto livello si butta a terra e mi guarda« Ora possiamo andare.».
« Dici!?» schivo un'altra feccia« Muoviamoci.» ci lanciamo nuovamente verso la foresta, ma abbiamo sbagliato strada. Davanti a noi arrivano i Figli di Poseidone pronti ad usare il controllo del sangue. È una tecnica molto recente basata sul fatto che il sangue è composto da acqua, di fatto portano l'avversario al suicidio. Forse è per questo che nelle scorse Olimpiadi per poco non vincevano loro.
Dietrofront immediato e ci buttiamo a capo fitto verso la Base di Ade. Nel frattempo sentiamo volare frecce e qualcuno che corre verso la colonna in modo silenzioso. Figli di Ermes, senza dubbio. Non ho tempo per occuparmi di loro, a meno che non prendano una lancia. Li ho visti durante gli allenamenti e posso confermare che sono molto dotati.
L'Armeria sta iniziando a riempirsi di furbetti, abbiamo fatto bene e a partire subito. La ressa è la cosa peggiore. Molti muoiono solo in quello e nei modi più agghiaccianti. Chi ha poteri è avvantaggiato, ma io parlo con i morti, non aiuta molto. Posso aprire crepacci, certo, ma nel Colosseo non posso farmi prendere dalla rabbia. Devo ragionare con lucidità e...
« Tu mi stai dicendo che abbiamo rischiato la vita per un'arma egizia!?» grido notando l'arma di Basel. È un kopesh color ruggine, un'arma che un greco non sceglierebbe mai. Mi indica la fine dell'elsa mentre spariamo in mezzo agli alberi cercando di non farci uccidere o scoprire« Oh, certo. Solo gli Egizi posso mettere un pennello alla base dell'elsa.» un lampo mi trapassa la mente« Per questo prendevi le spade dalla parte della lama!».
« Mi allenavo con una cosa simile prima di essere spedito alla Casa di Ade.» mi spiega incastrando l'arma tra la schiena e lo zaino ed iniziando a salire un albero. Mi accingo a fare la stessa cosa « Non immaginavo nemmeno io di trovarla nell'Armeria.».
« Ma non ti tagli quando la prendi?».
« Non lo so. Quando non ero al distretto l'arma che usavo si plasmava per non tagliarmi.».
« Continuo a non capire il senso del pennello. Mi sfugge completamente.».
« È un po' complicato.» guarda verso l'Armeria seduto su un ramo alto. Qui dovremmo essere al sicuro e tranquilli per un po'« Sono caduti i Figli di Afrodite.».
« Prevedibile.» alzo le spalle notando dei coriandoli color rosa salire verso il cielo. Da qui si vede bene il muro di cinta, già a metà pomeriggio creerà un'ombra talmente grande da rendere difficile il muoversi tra gli alberi. Come se la notte calasse in anticipo.
È una sensazione devastante e per fortuna quest'anno cade d'estate. Alcuni nostri fratelli sono venuti qua d'inverno. Il sole quasi non lo vedevano.
Nel Colosseo tutto sembra fatto per annientare fisicamente e psicologicamente. È una sensazione orribile, ma devo farmi forza e superarla nel miglior modo possibile.
Coriandoli argento iniziano a salire verso il cielo. Uno dei Sacerdoti di Artemide dev'essere morto. Immagino il vostro stupore nel sentire Sacerdote di Artemide. Sembra un controsenso bello e buono, ma è semplicemente che la Dea della Luna non poteva non avere dei referenti maschi nelle Olimpiadi. Ammetto, però, che gli déi possono essere molto influenti, ma che una cosa del genere da Artemide non me la sarei mai aspettata. Come ho già detto, comunque, ci sono anche Sacerdoti di Era che combattono come se fossero suoi figli, per cui non mi sorprendo più di niente.
« Non va bene.» dico guardando verso l'Armeria« Alcuni stanno venendo verso di noi.».
« Figli di Ebe.» conferma Basel annusando l'aria. Noto che si è scritto qualcosa sul naso, ma è talmente piccolo che non riesco a capire« Non hanno armi a lungo raggio, non ci faranno nulla se non li attacchiamo.».
« Buono.» annuisco e torno a guardare l'Armeria. Dai piedi dell'albero si alzano dei coriandoli color blu elettrico« Ma che...!?» guardo Basel« Non avrai...».
« Guarda.» mi indica una freccia piantata nel terreno. Dannazione, i Figli di Apollo! Quelli si che sono pericolosi e noi siamo troppo facili da colpire« Cosa facciamo?».
« Saltiamo di ramo in ramo sperando che non ci sentano.» ipotizzo« Ma meglio se ci muoviamo.» mi aggrappo al ramo sopra di me, mi dondolo e mi butto su quello accanto. Afferro un ramo prima di cadere rovinosamente a terra. Vorrei evitare quell'esperienza. Guardo Basel che sta seguendo quello che faccio io. Riesce a rimanere in equilibrio, così proseguiamo fino a raggiungere uno spiazzo vuoto con un diciassette stampato sul terreno. Di male in peggio, il Territorio di Nike è praticamente riservato ai vincitori. Un passo falso e siamo morti.
Per di più i suoi Figli non si sono mossi dal Territorio, il che è sospetto. Non hanno dei veri e propri poteri, almeno per quel che ne so, un'arma gli farebbe comodo. Invece sono immobili, schiena contro schiena e guardano il cielo seduti a terra inermi. Stanno solo aspettando di essere uccisi.
Perché? Cosa li spinge a fare ciò?
Noto che uno dei due ha gli occhi lucidi, poi la sua voce si espande fino a noi.
« Che bello il cielo.» dice all'altro senza staccare gli occhi dalla distesa azzurra« Che belle le nuvole, che bella la vita.».
« Benché breve e in cattività è stata bella.» aggiunge suo fratello. Hanno entrambi vent'anni, gli occhi argentei ed i capelli biondo oro« Mi piace pensare alla mia ultima competizione con te, Jean.».
« Anche per me, Pierre.» risponde l'altro« Ti ricordi la prima Olimpiade?».
« Come ieri.» gli scende una lacrima« Non saremo più le loro pedine.».
« Mai più.» sorride« Oh! La Casa di Ade è già arrivata.» un brivido mi passa lungo la schiena « Ehi! Potete ucciderci anche ora!» mi pianta gli occhi addosso e mi sento pervadere dalla potenza. Improvvisamente mi sento inarrestabile, potrei battere chiunque, essere il migliore. Scuoto la testa confuso e vedo che Basel ha avuto la mia stessa sensazione. Restiamo immobili, poi una freccia di balestra colpisce il ragazzo dalla nostra parte ed il suo corpo scompare in una scia di coriandoli dorati che sale verso il cielo. Non è ancora scomparso del tutto che suo fratello fa la stessa fine. Un peso immenso mi prende al petto, poi senza esitazione mi butto a terra e prima ancora che se ne possa accorgere il Figlio di Eolo responsabile diventa una scia di coriandoli grigio chiaro.
Basel mi guarda raggiungendomi tra il perplesso ed il turbato.
« Co.... cos'era?» domanda con un nodo alla gola.
« Non lo so.» rispondo« Ma adesso dobbiamo pensare a come passare la notte.».

Il buio è calato da diverse ore. Dopo il dimezzamento iniziale e la conta dei morti tutto si è fatto silenzio. Io e Basel ci siamo sistemati nella Base di Nike per la notte, ma sappiamo già che domani ci muoveremo verso il nord. Il nostro obbiettivo è raggiungere la Base di Persefone entro il tramonto. La Base più sicura è quella di Pan, ne sono sicuro. Il territorio è cambiato durante il pomeriggio ed abbiamo scoperto che la Base di Ade adesso è solcata da sette piccoli fiumi, riproduzione dei fiumi infernali. Se la mia teoria è corretta ogni Base è cambiata a seconda della divinità, ma solo se i Figli o i Sacerdoti sono ancora vivi. La Base di Nike, per esempio, non è cambiata, per questo abbiamo deciso di venire qui. Nel nostro territorio probabilmente saremmo più forti, ma allo stesso tempo più vulnerabili. Un esempio è un Figlio di Efesto in grado di controllare ed evocare il fuoco. Potrebbe usare il piccolo Flegetonte contro di noi e non amerei troppo diventare una statua di lava. Probabilmente non lo farebbe mai, ma è meglio non rischiare. Inoltre le acque nere dello Stige potrebbero diventare un'arma a doppio taglio se dovessi fronteggiare un Figlio di Poseidone.
Guardo Basel che si è addormentato un paio d'ore fa stretto nella coperta che c'era nello zaino. Deve aver usato non so quale magia, ma è riuscito a materializzare due panini dal nulla. Non è molto, ma è qualcosa. Si è pure scusato perché non erano farciti, come se m'importasse. Credo sia più forte di quanto abbiamo sempre sostenuto, ma è solo una sensazione che ho da quando ho incrociato lo sguardo del Figlio di Nike. Ho più fiducia in Basel, ma non so il perché. In realtà ho più fiducia in me, in lui e nelle nostre sorelle nell'altro Colosseo. Sento che la Casa di Ade può farcela, che non siamo spacciati, che potremmo veramente essere gli Eroi della Grecia.
Scuoto un po' Basel per svegliarlo. Tocca a lui il turno di guardia adesso. Si sveglia stropicciandosi l'occhio visibile, poi alza la sua arma, si stiracchia e si prepara per il turno di guardia. Io mi stendo e cerco di dormire, ma noto che trema.
« Paura?» domando.
« No, freddo.» risponde prima di starnutire« Ma non ti preoccupare, posso sopportare.» gli lancio la coperta« Ma che...?!».
« Non mi serve. Non sono un freddoloso come te.» torno a stendermi e guardo il cielo mentre lui si mette la coperta sulle spalle« Stanotte le stelle sono molto luminose.».
« Tu che pensi alle stelle? Non è da te, Nico.».
« Perché?».
« Bé, non sei proprio il più romantico dei due.» alza le spalle« Ma magari sono io che ti conosco poco.».
Rimango a guardare il cielo, poi mi alzo a sedere:« Sbaglio o sei più tranquillo?».
« Forse è sapere che siamo vivi il primo giorno.» annusa l'aria« Domani ci saranno dei mostri. Appariranno in zona Sud Est, ma noi andremo verso Nord per cui li eviteremo.».
« Come hai fatto?».
« Ho acuito l'olfatto.» indica dove ho visto il segno la mattina« La scrittura può essere una magia potentissima.» guarda la luna come se ci vedesse qualcuno riflesso dentro« Meglio se dormi, Nico. Domani non sarà comunque facile attraversare le Basi che ci mancano.».
« Probabilmente sì.» mi faccio cadere nuovamente a terra, prendo un profondo respiro e scivolo nel mondo dei sogni.

Riecco...
Ade: ALLA BUON ORA!
Sono felice di rivederti anch'io... zietto...
Ade: E non chiamarmi così! Dove accidenti sei stata!? Sai da quanto aspetto questo aggiornamento?
Un anno abbondante? Scusa, ho avuto da fare...
Ade: Tipo?
Tipo questo...
Luna: Riordan è un genio!*sclera leggendo Le Sfide di Apollo per la terza volta*Un vero genio.
Ade: Numi del cielo!  È malata?
Non lo so, ma da quando lo ha incontrato non è più la stessa... oppure è lo stress da Università.*alza le spalle*
Comunque, sarà meglio pensare alle recensioni, non vi pare?
Luna: Lester... Lester...*inzia a baciare la copertina*
Ade: *rabbrividisce e passa oltre* Ce ne sono due...
Bella!*alza la mano ma nessuno le da il cinque*Comunque, grazie mille a Gaia la custode del cuore e ninety nine per le splendide recensioni. Delle lavate di capo ogni tanto aiutano. ^^
Ade: Se poi le mettessi in pratica...
*ringhia appana, poi si calma* Allora: grazie mille a tutti quelli che mi hanno aspettato, a quelli che seguono, che hanno recensito e che hanno messo tra ricordate o preferite la storia.
E un grazie a...*sebra che stia per ingoiare un topo vivo*Un grazie all'uscita di Le Sfide di Apollo... se non lo avessi letto non avrei ripreso in mano la fic(*alzando il pugno al cielo rabbiosa*Riordan!).
Bene bella gente(e Ade), ci leggiamo presto, ciao ciao. ^^
JKEdogawa, Ade e Luna Celeste Sognanti

P.S.: Luna: Giusto perché lo sappiate, pubblico adorante...
Stringi!
Luna: Su Wattpad trovate Culture-La Guerra, la storia originale da cui è tratto Basel Al Shareni... se volete farvi degli Spoiler(e lasciarmi qualche bella recensione come fate con JKE) basta che seguiate il Link. Baci baci! ^^

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Capitolo 7
*** Mostri ***


La mattina non è iniziata nel migliore dei modi.
Basel mi ha svegliato bruscamente e siamo dovuti correre a nasconderci negli alberi prima che i figli di Bia arrivassero a cercarci. Non so perché siano venuti da noi, ma la cosa non mi piace per niente. Bia è la personificazione della Violenza, sorella di Nike(la Vittoria). Probabilmente pensavano che fossimo stati noi ad uccidere i loro cugini visto che ci siamo stabiliti nella loro Base. Comunque siamo corsi via arrampicandoci sui rami e raggiungendo la Base di Irene. Negli spazi precedenti non c'era nessuno, ma i terreni di Tyke ed Ecate sono cambiati, dunque suppongo che i loro figli siano da qualche parte nel Colosseo.
Non ci crederete mai, ma i figli della Dea della Pace sono ancora vivi. Non l'avrei mai detto, ma sono nel loro territorio con due bandiere bianche piantate nel centro e l'erba color arcobaleno.
È strano vederli così, sono straordinariamente tranquilli. Probabilmente non sono i più forti e pensano che molti li lasceranno in pace fino alla fine non ritenendoli una minaccia. Ragionamento molto sensato, in fondo hanno preso dieci su trenta alla prova, il voto più basso di quest'anno.
Superiamo silenziosamente la loro base spostandoci negli alberi al confine con il muro. Non abbiamo tempo per stare con dei pacifisti che si sono persi.
Mi piacerebbe conoscere la mente geniali che li ha fatti entrare nel Colosseo.
Come mi piacerebbe conoscere chi organizza ogni anno le Olimpiadi Culturali per picchiarlo selvaggiamente.
Okay, ho esagerato. Ma un calcio nel suo sedere divino(se è una divinità) non glielo toglie nessuno.
Rimaniamo in silenzio sperando di aver allontanato i figli di Bia abbastanza da elaborare una strategia. Un rivolo di coriandoli arlecchino si alzano in cielo, ma vengono seguiti da una colonna color rosso sangue e da un grido disperato. Ci affacciamo a vedere e notiamo un figlio di Irene con una spada recuperata all'ultimo ferma a mezz'aria. Le mani gli tremano e ha lo sguardo fisso sul nulla, come se avesse fatto qualcosa fuori dalla sua natura.
Non abbiamo il tempo di capire cos'è successo che il Semidio viene incornato, ma non ucciso, da un Toro della Colchide appena spuntato dal centro del Colosseo. Basel ed io ci scambiamo un'occhiata tra il perplesso e lo spaventato, poi iniziamo a correre verso la Base di Acli.
Il Toro sente la paura, percepisce i nostri movimenti, si lancia nella nostra direzione e con una testata rade al suolo l'albero su cui mi trovo. Mi vedo già infilzato nelle corna quando Basel mi prende per il braccio e mi trascina sull'albero dov'è lui. Proseguiamo con il Toro alle costole prima che una nebbia nera ci avvolga completamente. Perdiamo l'equilibrio e rotoliamo sull'erba.
Ricapitolando, sono in una base che non conosco, non si vede niente ed ho perso mio fratello. Perfetto.
Il Toro sbuffa alla mia destra, così mi butto a sinistra.
Pessima idea. Colpisco con il fianco un albero e mi si mozza il respiro. Trattengo un gemito e mi sposto a tentoni constatando che c'è una fila di alberi. Bene, questa dev'essere l'ultima linea prima della Base di Acli. Proseguo cercando di fare meno rumore possibile. Immagino che anche il Toro non possa vedere in questa nebbia che sembra fuliggine.
In altri casi mi troverei bene nell'oscurità, ma questa è insopportabile. Oscura anche il sole e la luce tra gli alberi, come un rettangolo di tenebra.
Tenebre. Certo.
Acli è la dea delle tenebre e dell'oscurità, non mi stupisce.
Un fruscio mi arriva all'orecchio. Mi abbasso schivando un pugnale lanciato verso la mia testa.
Ottimo! Oltre al Toro devo preoccuparmi anche dei Semidei.
Inizio a correre sperando di non prendere alberi o altro. Nell'oscurità più completa è veramente difficile muoversi e, soprattutto, scappare il più velocemente possibile.
Percepisco la parete davanti a me. Salto e la colpisco con i piedi spingendomi indietro. Sono arrivato al capolinea, il peggiore che potessi beccare.
Che faccio? Seguo il muro o m'infilo del bosco sperando che Basel non sia già morto?
Opto per la seconda opzione.
Il sole mi colpisce facendomi male. Corro nuovamente verso la Base di Irene dove uno sei suoi figli è intento ad invocare la pace per tutti. Non voglio ucciderlo, non ho alcuna intenzione di uccidere qualcuno di indifeso e ferito come lo è lui. Rimango immobile a riprendere fiato, poi guardo dietro di me. Nessuna fumata rosso fuoco, forse Basel non è ancora morto. Oppure è già morto e non me ne sono accorto.
Non devo preoccuparmi di lui. Lui è diverso, lui è debole, lui è piagnucolone.
Lui è mio fratello.
Con uno scatto corro nuovamente verso la coltre nera, la spada sguainata davanti a me. Mi lancio senza esitazione e colpisco qualcosa di metallico. Penso subito al Toro della Colchide, ma vengo sopraffatto e scopro che ho colpito un'arma. Dannazione, uno scontro diretto qui sarebbe scomodo. Molto scomodo.
Mi preparo a schivare il più possibile, quando percepisco un cambiamento nel mio avversario. Ha lanciato l'arma in alto e l'ha ripresa. Solo una persona fa una cosa così stupida.
« Basel?» chiedo cercando di distinguerlo in quella nebbia nera. È praticamente impossibile, ma non demordo. Parlo con i morti forse se mi concentro posso anche vedere nell'oscurità...
Sento un grido dietro di me e la nebbia trema un po'. Abbastanza da far passare della luce che rimbalza sull'arma di fronte a me. Pochi secondi, giusto il tempo di notare la forma ricurva di un khopesh.
« Basel!» esclamò risulto. Ora non ho dubbi. Mi lancio in avanti, ma schivo il khopesh prima che mi trapassi da parte a parte.
« Fratello sbagliato, figlio di Ade.» ghigna una voce nel mio orecchio, poi mi arriva un colpo secco dietro la nuca ed inizio a vedere delle lucine intermittenti davanti agli occhi. Ancora confuso rotolo via appena prima che il khopesh mi trapassi il cervello. Mi alzo a sedere, ma un secondo colpo mi spedisce nuovamente a terra. Alzo in tempo la spada per evitare che il figlio di Acli mi tagli la testa. Il clangore del metallo si sente di più adesso.
Non posso stare steso per sempre, ma mi tiene bloccato con quella dannata spada ricurva egizia. Se solo l'alzasse pensando di colpirmi, invece continua a premere, come a sperare di spezzarmi la spada.
Lo zaino sulla schiena, poi, non aiuta.
Oppure sì?
Dovrebbe avere delle cinghie per staccare le bretelle. Devo solo riuscire a tenere forza con una mano, oppure...
Ruoto la lama in modo che sia dal piatto, poi stacco la mano sinistra e con la destra cerco di fare resistenza. Qualsiasi cosa accada almeno non mi ferirò da solo, inoltre farà da scudo abbastanza per attuare il mio piano.
Con la mano libera vado a cercare le cinghie dello zaino. Trovo la prima e la apro con abbastanza facilità. Trovo la seconda e riesco anche con la seconda. Un respiro profondo e scivolo in basso. Sento il khopesh piantarsi nel terreno e, temo, tagliare lo zaino.
Mi alzo pronto a percepire ogni possibile movimento e a parare i fendenti in arrivo.
« Ai piedi!» sento a sinistra, poi il fumo trema e sento il figlio di Acli gridare di dolore. È proprio davanti a me, sento che è a terra. Mi preparo per trafiggerlo quando inciampo su qualcosa e gli cado addosso. Mi pianta l'uncino del khopesh nel fianco, come un amo gigante in un tonno.
« Mossa sbagliata.» rispondo alzando la mia arma e piantandogliela nella gola.
La nebbia nera si disperde in un attimo, poi il ragazzo diventa coriandoli neri e scompare verso il cielo. Solo a quel punto mi accorgo che gli erano stati mozzati i piedi. Mi sposto preoccupato, poi mi alzo ansimante e tengo la spada alta. Basel non si vede, ma non taglierebbe mai i piedi a qualcuno, è brutale.
Il Toro della Colchide arriva mugugnando e scopro mio fratello sulla sua groppa. Gli ha piantato il khopesh nel collo, ma credo si sia incastrato ed adesso è sballottato di qua e di là come una banderuola al vento. Ci mancava solo il rodeo mortale con una macchina metallica.
Faccio per raggiungerlo, ma il taglio al fianco lancia una fitta e crollo in ginocchio ansimante. L'unica è recuperare dell'ambrosia nello zaino, ma fa troppo male per muovermi. Un leggero strappo e non so se resisterò. Sento un clag e vedo Basel volare in aria, poi il Toro imbizzarrito corre verso gli alberi e scompare. Mio fratello mi piomba addosso con l'accortezza di tenere la spada sul petto.
Il fianco da un'altra fitta, così ne approfitto e prendo un po' d'ambrosia dallo zaino di Basel prima che si rialzi. La sensazione di sollievo mi investe e mi rilasso mentre il fratellino si alza chiedendo scusa duecento volte come minimo. Sono troppo preso dalla cura per capire cosa dice e cos'è successo, voglio solo godermi quel momento di pace prima di ricominciare a sopravvivere.
« Siamo fortunati.» sento dire da Basel.
« Perché siamo vivi?» rispondo« Sì, lo siamo.».
« Non solo, il figlio di Thanatos non ci ha uccisi.» scatto a sedere, il mio fianco mi avverte che è una pessima idea fare movimenti bruschi« Anzi, ci ha aiutati. Ha detto che aveva doveva un favore alla Casa di Ade.».
« Ma davvero?» una nuova fitta, possibile che l'ambrosia non sia bastata« Hai una qualche magia curativa?».
« Posso provarci.» mi fa stendere sulla schiena e inizia a scrivere con il pennello facendomi bruciare la ferita. Lo sento trattenere il vomito, poi si allontana« Aspetta un paio di minuti.».
« Tu non sei ferito?» gli chiedo.
« Grazie a te che mi hai fatto da cuscino no.» risponde.
« Visto che mi stai curando siamo pari.» il dolore inizia a diminuire e sento la pelle tirarsi come se si stesse ricucendo« Come hai fatto a piantare il khopesh nel Toro?».
« Nell'oscurità e nel panico ho piantato l'arma a caso, non è stata una buona idea.».
« Direi proprio di no.» confermo. Mi sembra di non sentire nemmeno più la ferita« Di un po', quanto dovremo stare così in vista?».
« Il tempo che la tua ferita si rimargini.».
« Quindi?».
« Prova ad alzarti. Non vedo più niente, ma potrebbe essere solo una cucitura esterna.».
Lentamente mi tiro sulle ginocchia. Il dolore è sparito e sangue non ne esce, però si è formato un bel livido dove sono stato colpito. Una bella chiazza violacea che nascondo immediatamente sotto la maglietta. Provo qualche torsione ed esclamo:« Fantastico! Come ci sei riuscito?».
« Me... me lo ha insegnato un mio amico.» risponde evasivo« Sai, quando bisogna partire per un'impresa è utile sapere anche queste cose.».
« Non è una cosa molto da figlio di Ade.».
« No, infatti lui è...» si blocca dubbioso sulla risposta.
« Un figlio di Asclepio?» provo ad aiutarlo.
« Sì, una cosa del genere.».
Ci sono troppi misteri attorno a Basel, ma non voglio incasinarmi ulteriormente la vita. Siamo nel Colosseo con possibili mostri e nemici ovunque. Il 22 nero brilla al centro del settore di Acli, segno che l'oscurità non c'è più ed i suoi figli sono morti. Dei nemici in meno da temere.
Il figlio di Thanatos dev'essere quello che ha tagliato i piedi al figlio di Acli che mi teneva sotto scacco. Solo lui potrebbe essere capace di quella brutalità, ma perché ha detto di avere un conto in sospeso con la Casa di Ade. Ha parlato di un favore, ma non so di cosa parli. Forse di un'Olimpiade passata, ma non ricordo di figli di Thanatos, anche perché sono entrati solo quest'anno nel Colosseo.
Mi alzo in piedi e mi metto lo zaino sulle spalle. Per fortuna non ha subito danni dallo scontro con il figlio di Acli.
« Sarà meglio incamminarci.» dico serio« La strada è ancora tanta, inoltre non sappiamo se Estia e Persefone sono sguarnite o i loro figli sono ancora vivi.».
« Ricevuto.» annuisce Basel« Ma Estia non dovrebbe essere vergine?».
« Ah sì?» ci rifletto un po', poi alzo le spalle« Bé, se non sono suoi figli sono suoi Sacerdoti, e restano comunque pericolosi.».
« Quanto i figli di Efesto?».
« Credo meno.» e m'incammino verso la Base di Thanatos. Un brivido mi percorre pensando al Toro della Colchide che è corso nella direzione opposta, come richiamato da qualcuno. Conosco un Semidio che potrebbe fare una cosa del genere ed ha già vinto una Olimpiade sbaragliando tutti praticamente da solo.
Adesso dovrebbe avere diciannove anni, età considerevole per uno che ha sconfitto Gea.
Scuoto la testa e mi convinco a rimanere concentrato sul mio obbiettivo mentre superiamo gli alberi. Una distesa di lapidi si apre davanti a noi. Puzza di cadavere mista a fiori esotici ed una spruzzata di nebbia a livello caviglie.
Questa è la Base di Thanatos, la Morte. Uno dei settori incognita di quest'anno. Cosa potrebbe rivelare? Ho paura a scoprirlo. Forse chi entra in questo settore muore all'istante, o se non si sbriga rischia di rimanere avvelenato mortalmente. In entrambi i casi mi dispiacerebbe e non poco morire in modo così stupido.
« Costeggiamo restando in mezzo agli alberi.» propongo. Basel dietro di me annuisce e mi segue. Le spade alte per precauzione mentre avanziamo.
Arriviamo più o meno a metà percorso quando sento qualcosa sbuffare, poi Basel mi spinge via e rotoliamo contro un albero. Un secondo Toro della Colchide si schianta contro una croce celtica mandandola in frantumi, poi punta su di noi con i suoi occhi meccanici graffiando il terreno con lo zoccolo.
Ci prepariamo a scappare quando un terzo toro arriva sferragliando. Massimo due minuti e ci sarà addosso.
« Cosa facciamo?» chiede Basel nel panico.
« Corriamo.» lo prendo per il polso e lo trascino nella zona di Thanatos. Immediatamente mi sento pesante, come se il tempo fosse melassa e nella mia testa vorticassero tante cose da fare. Voglio fare, vivere, ridere di nuovo, ma ho come la sensazione di non avere abbastanza tempo. Inciampo trascinando mio fratello e rotoliamo dentro alla nebbia. Uno sbuffo mi fa spostare istintivamente a destra, appena in tempo prima che uno dei Tori mi incorni per bene. Un'esplosione lo fa saltare in aria, poi Basel emerge e mi raggiunge. Il suo volto mi sembra più stanco e vecchio, come quello di una persona che non ha raggiunto i suoi obbiettivi e sa di essere ormai alla fine.
Ecco il potere di Thanatos, l'invecchiamento precoce.
« Dobbiamo uscire di qui!» esclamo« Adesso!».
Il Toro che è volato in aria precipita su un paio di croci di ferro ed una lapide con foto. Un brivido mi percorre mentre la mia mente realizza di che foto si tratta. Una ragazza troppo giovane per morire, dai capelli neri e la pelle chiara. Improvvisamente ho l'istinto di correre a rivedere quel viso, ma qualcuno mi prende il braccio e mi trascina negli alberi.
« Non posso salvarti sempre la vita, figlio di Ade.» commenta una voce mentre il volto di un ragazzo si forma davanti ai miei occhi. Diciotto anni, capelli color cenere ed occhi seducenti. Credo di non aver mai visto una persona più bella in vita mia, infatti avvampo tanto da sentire il colore rosso che incendia la mia faccia. Lo percepisco come se stessi andando a fuoco. Diavolo, se è bello quel ragazzo!
Rotolo via spaventato da quello che mi sta succedendo, poi faccio un sospiro per cercare di tranquillizzarmi. Devo ritrovare lucidità e capire cosa fare. Farmi un programma.
« Basel!» esclamo« Cavolo, Basel!».
Inizio a girare la testa a destra e a sinistra per cercarlo, poi noto la sua lama puntata verso l'alto. Si alza e si abbassa come il ritmo di un respiro, così scopro che è ancora vivo. Distrutto e sull'attenti, ma vivo.
Mi volto verso il ragazzo dai capelli grigi, ma subito distolgo lo sguardo. È veramente troppo bello per essere guardato, quasi abbagliante. No, non come i figli di Apollo, meno brillante.
« Grazie.» dico a sguardo basso« Ma cosa stava...».
« Base di Thanatos. Insopportabile.» sorride il ragazzo« Soprattutto quelle foto e quei nomi che cambiano in continuo, insopportabile. Mi viene mal di testa dato che su di me non hanno effetto.».
Mi costringo a guardarlo rendendomi conto che tiene una falce nelle mani e dietro la schiena, come se fosse tranquillo di non doverla usare. Di nuovo quella sensazione di passione che sento. Niente da fare, sono fisicamente attratto da lui e la cosa mi da fastidio. Molto fastidio.
Abbasso nuovamente lo sguardo quasi in imbarazzo di fronte a tanta bellezza.
« Quindi tu sei...» provo a dire.
« Conant Benedict, figlio di Thanatos.» risponde annuendo.
« Bè... grazie mille, Conant. Io sono Nico di Angelo.» dico, poi vedo Basel alzarsi e guardarci dubbioso« Ci ha salvato la vita.» un brivido mi percorre nuovamente come una scossa elettrica« I Tori della Colchide!» Conant indica verso la sua zona. Noto delle forme indistinte che corrono da una parte all'altra diventando sempre più rosse fino a sfaldarsi in pezzi di ferro arrugginiti. Si trasformano in polvere e scompaiono.
« Nemmeno i mostri possono nulla contro questo posto, per questo lo odio. Mi basterebbe stare qui dentro ed aspettare che gli avversari entrino. Si autodistruggerebbero. Mi sembra così vigliacco.» spiega Conant« Però non ho voglia di allontanarmi più di tanto, è pur sempre una delle poche armi che ho.» gli indico la falce« Non la so usare bene. Il massimo che so fare è azzoppare le persone. Troppo pesante per puntare alla testa.» mi viene un brivido« Ma tranquillo, non ho intenzione di attaccarvi, a meno che non ci troviamo gli ultimi nel Colosseo.».
« Meno male.» guardo un'ultima volta la sua zona con un misto di attrazione e paura, proprio quella che ho nel guardarlo direttamente« Quindi se ti proponessi di venire con noi.».
« Grazie per l'invito, ma ho altri semidei da salvare. Figli di Apollo, figli di Era, cose così...».
« Sono Sacerdoti di Era, non figli.» lo correggo.
« Ne sei veramente sicuro?» mi guarda con aria di sfida« Bé, chiamali come vuoi.».
« E perché li vuoi aiutare?».
« Tutto a suo tempo, la vostra vita non è ancora alla fine e nemmeno la mia. Avremo tempo per parlarne in seguito.».
« Dai, Nico, andiamo.» dice Basel trascinandomi.
« Aspetta, tu non sei curioso di sapere?».
« Non quando abbiamo da superare Estia e Persefone. Ha detto che c'è tempo e mi fido di lui.».
« Questo non significa che mi debba fidare io, giusto?» un ringhio scuote gli alberi« Ma se ce ne andiamo non piangerò.».
« Tranquilli, me la caverò.» sorride Conant mentre gli alberi coprono la sua figura. Mi rendo conto che Basel ha preso il comando della Casa di Ade, cosa che non gli posso permettere. Lo supero ed inizio a trascinarlo fino alla prossima base. Il 24 nero sull'erba e nessun cambiamento ci da l'amara notizia che i figli(o Sacerdoti) di Estia sono già caduti. Il ruggito scuote nuovamente le chiome, poi dagli alberi spunta un Leone. Non un leone qualsiasi, ma una bestia grande quanto un tir ed il pelo dorato. Spero con tutto il cuore che non sia QUEL Leone.
« Ma non dovevano spuntare dall'altra parte i mostri?» domando preparandomi a difendermi.
« Credo che siano spuntati da entrambe le parti.» spiega Basel stringendo il khopesh« Ma non capisco perché non li ho percepiti.».
« Se non lo sai tu.» il Leone ci ruggisce in faccia« Buono, micione.».
« Il termine corretto sarebbe Re della Savana.» precisa il fratellino facendomi chiedere perché non l'ho ancora ucciso. Credo che i miei occhi spieghino tutto il mio disappunto, perché aggiunge« Ma anche micione va bene.».
« Apertura!» esclamo e per fortuna Basel non è del tutto stupido. Saltiamo in direzioni opposte mentre il Leone si lancia contro di noi. Rotoliamo trovandoci schiena contro schiena.
« E adesso?» chiede.
« Sortita!» rispondo. Ci lanciamo sull'animale che non si è ancora voltato piantandogli le spade addosso all'unisono. Le lame colpiscono il pelo e vengono respinte sparandoci dall'altra parte della base di Estia. Questo non va bene per niente, proprio per niente.
« Male?» chiede Basel mentre il Leone si volta e ci raggiunge con due ampi balzi.
« Molto male, ma è pur sempre un micione.» come diamine mi vengono certe idee« Puoi evocare un gomitolo di lana?».
« Temo di no.».
« Una bistecca grande quanto una 500?» annuisce ed inizia a scrivere sull'erba. Decido che la cosa migliore che posso fare è richiamare l'attenzione del Leone, giusto per dare il tempo a Basel di evocare quella maledettissima bistecca. Con un salto supero quel gatto troppo cresciuto e gli atterro sulla coda. Mi sembra quasi di vedere il pelo rizzarsi scosso dal dolore, poi mi punta gli occhi sanguigni addosso.
Perfetto, ora posso ritenermi un semidio defunto. Chi accidenti me lo ha fatto fare!?
Con un salto schivo una zampata che potrebbe affettarmi in cinque, poi corro nella direzione opposta a Basel mentre il Leone mi segue. Con una scivolata faccio un'ampia inversione a U costringendo il felino a frenare ed andare a sbattere contro il muro del Colosseo. Ulteriormente infuriato, si lancia al mio inseguimento.
« Quanto ti manca!?» grido al fratellino.
« Fatto! Ora corri verso Persefone!» mi risponde dirigendosi verso gli alberi. Lo seguo con un rapido scatto e rotolo tra i tronchi. Il Leone si prepara ad inseguirci quando una bistecca enorme e cruda spunta dal terreno come se venisse sputata fuori. Ci si avventa sopra ignorandoci e noi ne approfittiamo per allontanarci in fretta.
Un pungente odore di fiori ci riempie le narici, poi raggiungiamo un immenso campo fiorito. Sembra un luogo di pace e serenità, un bel posto dove rilassarsi.
Un posto quasi più inquietante della Base di Thanatos.
Basel mi spinge via prima che una spada mi trafigga da parte a parte, poi lo sento gridare dal dolore.
Tento di avvicinarmi, ma la lama mi si punta sotto il mento minacciosa.
Odore di giacinti mi riempie le narici mentre un ragazzo biondo mi guarda raggiante, poi abbassa l'arma.
« Nico, stai bene?» mi chiede con una voce che mi fa rabbrividire. Ora capisco da dove viene l'odore di giacinti.
È l'odore di Will Solance.

Babam! Rieccomi bella gente... e Ade.
Ade: Simpatica come sempre vedo. -.-
Dettagli, passiamo alle recensioni.
Ade: Non ce ne sono, per questo mi chiedo come mai stai aggiornando.
Luna: Perché ho aggiornato io e quindi aggiorna anche lei.
Te pareva che non dicesse la sua? -.-
Comunque, con le recensioni mi rifarò nel prossimo cappy... anche perché nessuno odia la Solangelo.
Luna: Veramente io...
Lo ritenevi Fanservice, ma ti sei ricreduta leggendo Apollo, lo sappiamo.
Luna:*si deprime e si angolizza*
A parte questo piccolo siparietto... grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra preferite, seguite, ricordate e a tutti voi che vi siete fermati a leggere. ^^
Per il prossimo aggiornamento probabilmente ci vorrà un po' di più benché il capitolo sia già pronto. Studio, vacanze e canale YT di recensioni varie(per lo più letterarie) da aprire mi terranno un po' impegnata, ma non temete. Tempo un mesetto e aggiorno... sperando che qualcuno nel frattempo recensisca. ;)
Con questo è tutto, gente!
Ci leggiamo presto, ciao ciao. ^^
JKEdogawa, Ade e Luna Celeste Sognanti

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Capitolo 8
*** Affetti ***


Mi lancio su di lui scaraventandolo a terra, poi gli pianto la spada a pochi centimetri dalla faccia.
« Sei un'idiota!» grido trattenendo le lacrime« Un idiota, hai capito? Un idiota gigantesco!» mi alzo incazzato nero, estraggo la spada e gliela punto alla gola« Non ti muovere o ti uccido.».
Rapido raggiungo mio fratello.
Respira a fatica e la maglietta è tagliata e macchiata sulla pancia. La ferita è lievemente spostata a destra, come se fosse stato colpito per caso, ma è pur sempre profonda.
« Basel... su, resisti.» non mi rendo conto di ciò che sto dicendo. Estraggo delle bende, ma lui ferma la mia mano serrandomi il polso tra le dita« Non fare l'idiota pure tu.».
« Prima... disinfetta...» biascica lasciandomi il braccio e alzando la maglietta« Poi medica come si conviene... punti farfalla... se ne abbiamo.».
« Non credo che in una competizione mortale abbiamo questo genere di cose.» confesso guardando nello zaino.
« Io ce le ho.» commenta Will. Mi volto e noto il suo viso accanto al mio. Per poco con gli tiro un cazzotto dalla paura« Sono stato veloce a recuperare la borsa migliore di medicinali.».
« La cosa non mi sorprende.» ringhio« Saresti così gentile da aiutare mio fratello?».
« Dopo che lui si è prodigato per salvarti? Certo!» sorride e si porta lo zaino davanti, poi mi da una leggera spinta al fianco per spronarmi a spostarmi« Se non fosse stato per lui ti avrei ucciso.».
Penso all'eventualità che fossi morto per mano sua e rispondo:« A quel punto ti avrei torturato per il resto della tua vita non appena fossi arrivato nell'Ade.».
« Riflettendoci non mi sarebbe dispiaciuto.» nel mentre disinfetta la ferita di mio fratello che sfrigola con le labbra a causa del bruciore« Mai usato il disinfettante?».
« Sì, brucia.» risponde di rimando Basel« Ma non ero più abituato...» i suoi occhi si fanno più spenti« Tutto questo mi ricorda un mio amico...».
« Parlami di lui.» inizia Will. È il suo modo per dare forza a chi è ferito gravemente, per evitare che svenga« Com'è? Simpatico?».
« Molto.» annuisce mio fratello« Anche se è un po' strano.».
« Siamo semidei, credo che sia normale...» sorride e io mi sento avvampare. Altro che figli di Thanatos, la vera bellezza sta curando mio fratello in questo istante!
« Giusto...» ride appena, ma ha ancora gli occhi persi, come se non fosse con noi.
« È un medico?» chiede Will imperterrito. Ora è passato ai punti a farfalla, le sue mani si muovono delicate sul fianco di Basel facendomi leggermente ingelosire.
« Sì, un medico ce...» si trattiene« Non ha importanza.».
« Bé, se posso imparare.» sorride finendo di chiudere la ferita.
« È un druido.» le parole gli scivolano fuori come una maledizione che lo affligge« Un druido celtico, ma non è quello... non solo...».
« E cos'altro è? Un mostro? Un Egizio? Gli Egizi sono maestri in medicina.» prosegue Solance fasciandogli il fianco. Ora gli do una mano anch'io, alzando Basel quand'è necessario.
« Un norreno...» si porta le mani al viso quasi a vergogna« Lui è un mio caro amico... spero di non dover combattere contro di lui...».
Io e Will ci scambiamo un'occhiata, poi guardiamo Basel ancora intento ad autocommiserarsi. Solance mi guarda come a dire “Voi di Ade siete fantastici”, io come a dire “Non ci provare”.
« Spero di conoscerlo, allora.» sorride il figlio di Apollo prima di stamparmi un bacio sulla guancia. Stupido idiota« Ora però sarà meglio usare un po' di ambrosia.».
« Oppure la spada di Basel.» indico l'arma con una voglia matta di darla in testa a Will, ma dopo me ne pentirei amaramente.
« Se è per colpirmi, potresti usare la tua.» commenta Solance guardandomi furbetto. Decisamente non si riferisce alla arma che stringo tra le dita, dannatissimo doppiosensista(se non esiste come parola sarebbe il momento di crearla).
« Prima ha usato l'incantesimo di guarigione se non erro.» mi alzo leggermente la maglia per mostrare il livido ancora visibile« Se ci spieghi come fare, ti possiamo aiutare.».
« È talmente semplice da essere difficile.» confessa il fratellino puntellandosi sulle mani e alzandosi a sedere. Gli occhi sono tornati vivi e ciò mi fa sospirare di sollievo« Un solo segno sbagliato e si rischia di uccidere il paziente.».
« Rune norrene?» chiede Will curioso, per tutta risposta Basel scuote la testa.
« Più complicato.» ammette prendendo la spada e impugnando il pennello« Ma dovrei farcela da solo, anche se dopo temo che sverrò.».
Scivolo dietro di lui e dico:« Tranquillo, ti sorreggo io.».
Vedo Will avvampare e ghigno compiaciuto. Per una volta sono io a metterlo in difficoltà, e la cosa mi fa stranamente piacere.
Basel scrive sulle bende prendendosi i suoi tempi. Suda copiosamente e usa entrambe le mani, poi mi crolla addosso lasciando andare il pennello con un volto sereno. Sospiro di sollievo e scivolo via appoggiandolo a terra, poi guardo Will:« Non costringermi a farti curare di nuovo mio fratello, chiaro?».
« Chiaro.» sorride e mi bacia sulla bocca a sorpresa« Mi sei mancato, Ragazzo di Tenebra.».
« Stupido.» gli prendo la faccia e lo bacio io« Anche tu, stupido idiota.».
I suo diciannove anni scompaiono alla mia vista. Mi rivedo io e lui al Campo Mezzosangue, a beccarci come una qualsiasi coppia... perché di fatto lo eravamo.
« Tre anni.» dice quasi pensieroso« Non sei cambiato molto.».
« Nemmeno tu.» ammetto, ma storco leggermente il naso« Se solo potesse durare di più.».
« Adesso non fare il solito pessimista!» mi prende sotto il braccio e mi sorride accarezzandomi la testa« Ci sono ancora molti Semidei là fuori, non sarà certo uno di noi il prossimo a schiattare.».
« Speriamo... a proposito, perché sei nella Base di Persefone?» temo leggermente la risposta.
« Ho fatto una cavolata.» si gratta dietro la testa con la mano libera« Ero ferito e ho mangiato alcuni fiori riconoscendoli come erbe mediche. Non avevo valutato il fattore melograno.».
« Il cosa?» mi viene un leggero brivido.
« Questi fiori sono come il melograno infernale: una volta mangiati non puoi stare molto tempo fuori dalla Base di Persefone.» spiega« Inoltre se i suoi figli muoiono...».
« Cosa!?» scatto a sedere« E dirmelo prima!? Appena Basel si sveglia proviamo a spostarti alla Base di Ade. Lì avranno lo stesso effetto e così...» scuote la testa con un sorriso rassegnato.
« Riccardo me lo ha spiegato, i fiori valgono solo per Persefone. È stato carino a non uccidermi subito, però.» mi guarda, ma io distolgo gli occhi amareggiato. Non riesco a ragionare lucidamente, non quando il mio amato(sì, amato! Porcatroia, io amo quell'idiota di Will!) risulta avere la vita legata a quella di un figlio di Persefone di nome Riccardo.
Inspiro profondamente, cercando di mantenere la calma. Devo tornare a pensare e l'odore di giacinti mi uccide più della morte inevitabile di Solance.
« Riccardo...» ripeto in un barlume di senno« Riccardo Di Angelo?» Will annuisce e il mio cuore perde un battito« Rick è qui?».
« Lo conosci?» chiede il figlio di Apollo curioso.
« Certo!» torno a non pensare razionalmente, stupido cervello« È il mio fratellone.».

Lo so che sembra strano, anche perché sarebbe più corretto dire cugino.
Io e Riccardo siamo diversissimi: lui è un ragazzo castano dai lineamenti mediterranei e gli occhi ciclamino. È più grande di me e posso dire che è grazie a lui se i miei genitori si sono conosciuti.
Meglio che vada con ordine: mia madre aveva un fratello di nome Stefano. Zio Stefano, se così posso chiamarlo, ha avuto una storia con Persefone nei mesi in cui era sulla terra e quando è tornata nell'Ade aspettava Riccardo. Mio padre lo ha adottato come suo figlio praticamente, ma ha voluto conoscere Stefano.
Purtroppo ad Era non sembrava essere piaciuta la scappatella di mia zia... o mamma acquisita, fate voi. Comunque, Stefano venne ucciso in circostanze mitologicamente spiegabili e Ade conobbe mia madre sulla tomba del fratello.
Da cosa nasce cosa e puff! Ecco Bianca e me.
Il resto lo sapete, insomma. Finiamo al Lotus, Percy ci libera, casini con Crono, io vado a vivere nell'oltretomba e mio padre non è l'esempio migliore di genitore.
Ma Riccardo è il fratellone che non ho mai avuto. Vivendo nell'Ade per lui l'età è relativa, ha vent'anni, ma è nato un anno o due prima di me... e parlo degli anni settanta(se è sbagliato prendetevela con l'autrice)!
Quando ci raggiunge noto che è cambiato tantissimo: occhi più scavati e aspetto deperito. Corro ad abbracciarlo senza pensarci, ma mi rendo conto che è molto debole. Respira a fatica e sembra non mangiare da giorni.
« Sei stato ancora troppo fuori dal tuo spazio, vero?» sospira Will« Non devi sforzarti ad uscire, te l'ho già detto!».
« Volevo controllare la Base di Ade.» spiega grattandomi sulla testa. Ora ha ventiquattro anni, lo percepisco dalla postura matura, seppur malaticcia, che ha« A quanto pare non dovevo preoccuparmi.».
« Ancora la maledizione?» chiedo. Ricordo che aveva una forma più lieve della maledizione di Persefone, costretto a stare nel regno dei morti per almeno tre mesi all'anno.
« Già, ma nulla di che...» risponde evasivo« Visto? A stare qui mi sto già riprendendo.».
Effettivamente sembra già meno malato, ma debole resta. Qualcosa, dunque, non torna.
« Sei stato via dall'Ade per diverso tempo, vero?» commenta Basel. Mi ero scordato di dirvi che si è svegliato, vero? Non che la sua presenza si senta, soprattutto con Will a tenermi compagnia... ma torniamo a noi.
« Si vede tanto vero?» sorride appena Riccardo« Tre anni sono tanti anche per me, ma al Distretto non va male... hanno trovato un modo per renderlo vivibile.».
« Tre anni!? E Zia Persefone non ha detto niente!?» esclamo sconvolto.
« Credo che se potesse direbbe qualcosa.» afferma serio, poi scuote la testa« Comunque, cosa facciamo?».
« Potremmo allearci.» propone Will« Vada come vada, se siamo in di più possiamo difenderci meglio.».
« Concordo.» annuisce Riccardo« Più siamo e meglio è.».
« Inoltre il tempo passato assieme è speciale.» aggiunge Basel guardando me e Will, poi arrossisce « Importante... volevo dire importante... per la sopravvivenza...».
« Se negassi sarei in minoranza, per cui...» sospiro alzando le spalle« Dato che non potete muovervi da qui, suppongo che faremo della Base di Persefone il nostro covo.».
Rimaniamo a organizzarci fino a che non cala il sole e mi propongo di fare il primo turno di guardia, anche per allontanarmi un po' da Will. Se mi concentro vedo la morte in lui, e la cosa mi da non poco fastidio. Mi rendo conto che su tutto il gruppo solo uno di noi sopravviverà, al massimo due se vinciamo io e Basel come Casa di Ade(e ne dubito), ma sto comunque male pensandoci.
Sono stato troppo tempo separato da Solance per pensare che possiamo dirci definitivamente addio.
« Tutto bene, fratellone?» chiede Basel facendomi trasalire. Non l'ho notato avvicinarsi e per poco non lo infilzo con la spada.
« Tutto bene.» dico poco convinto« C'è qualche problema?».
« No, nessuno... a parte che ho dovuto fare un incantesimo a Riccardo per farlo riprendere più in fretta.» spiega come a volermi consolare. Rimaniamo in silenzio, poi aggiunge« Will è il tuo ragazzo, vero?».
Mi sento come una pentola a pressione mentre dico:« No... cosa te lo fa pensare?».
« Come lo guardi e come vi beccate... è bello.» sorride e guarda in alto, verso il cielo notturno« Inoltre sei preoccupato per lui.».
Rimango muto e rimango a guardarlo per alcuni minuti. In quel poco tempo, però, noto che Basel non guarda a caso, ma guarda la luna.
Il suo sguardo è lo stesso che ho io quando guardo Will.

E rieccoci! Vi sono mancata?
Ade: No...
Apollo: Sì!
Ade: E lui?
E' entrato in scena suo figlio, ha senso.
Apollo: Ti sono mancato, vero?
Ade: Nessuno dei due mi è mancato, passiamo alle recensioni?
Va bene, ma vorrei qualcosa di forte...
Apollo: Lascia fare a me.*parte a suonare Maudit dei Litfiba*Tutto tutto su Kira_The_First
Ah, lui! *^*
Ade: Va giù pesante...
Ma è per questo che mi piace! *^*
Apollo:... Dici che dovremmo chiamare Eros?
No, grazie... torniamo a noi? Altre recensioni?
Apollo: Nooo!*da un assolo di chitarra elettrica*Come sono andato?
Bene, ma non esagerare, non starai qui per sempre.
Ade: Grazie.
Ma che... no! Intendevo che lo voglio come compagno fino al capitolo 10.
Ade:*va a togliersi la vita, ma essendo un dio non gli succede niente*
Apollo: Yay!*parte a suonare*
Tieniti in caldo per la prossima volta, Lester. E ora vi saluto gente!
Grazie mille a Kira_The_First per la recensione, a quelli che si sono messi la storia tra preferite/seguite/ricordate e a tutti voi che vi siete fermati a leggere. Ci vediamo... boh! Prossimamente, ho un po' di cose da fare...
Nel mentre vi lascio a questo canale qui... perché? Eh, questo è un segreto. XD
Ci leggiamo presto, ciao ciao.^^
JKEdogawa, Ade e Apollo

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