Olimpiadi Culturali di JKEdogawa (/viewuser.php?uid=129610)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Mietitura ***
Capitolo 2: *** Treno ***
Capitolo 3: *** Allenamento ***
Capitolo 4: *** Prova ***
Capitolo 5: *** Intervista ***
Capitolo 6: *** Entrata ***
Capitolo 7: *** Mostri ***
Capitolo 8: *** Affetti ***
Capitolo 1 *** Mietitura ***
Chiudo la porta del bagno con un botto.
La rabbia mi sale terribilmente quando ci sono queste cose, come a
tutti quelli del Distretto di Ade, d'altronde. Studio la mia faccia
davanti allo specchio sperando di trovarci un po' di conforto.
Capelli neri ed occhi scuri, per un attimo mi vedo un mostro. Le
occhiaie sembrano anche più scure il giorno della mietitura.
Do un
calcio al lavandino, possibile che questa fosse l'unica soluzione?
Possibile che non si trovasse un accordo diverso?
La cosa peggiore? Non avete idea di
quale sia.
La cosa peggiore è che è stata
un'idea di Percy. Avete presente Percy Jackson? Ecco, lui.
Faccio un respiro profondo e conto fino
a dieci. Devo ricordarmi che si è ricreduto praticamente
subito e
che Zeus l'ha maledetto a guardare tutti coloro a cui vuole bene
morire. Annabeth è un chiaro esempio: è stata
estratta per i primi
giochi, se così possiamo definirli, ed è morta
per mano di un
Egizio al secondo turno.
Non sono Hunger Games, non sono Giochi
Romani, sono Olimpiadi Culturali nell'accezione peggiore del termine.
Ho conosciuto gente che ha partecipato alle precedenti Olimpiadi ed
era completamente diverso. Era un modo per tenere in pace le varie
culture e molti facevano addirittura amicizia, almeno da quello che
mi dice Antino, un ragazzo del mio Distretto. Si è offerto
volontario come insegnante per i Prescelti, un coraggio che non avrei
mai avuto. Tributo era più adatto, ma Prescelto è
più mitologico.
Vi chiederete se gli dei sono
d'accordo: sì, sono d'accordo.
Sono tutti convinti che sia l'unica
soluzione, l'unico modo per evitare una guerra come quella passata.
Così siamo stati internati in una serie di Distretti, le
case del
Campo Mezzosangue, ed una volta all'anno vengono estratti due ragazzi
e due ragazze per partecipare ai primi gironi, uno maschie e uno
femminile. Chi sopravvive va contro il campione degli altri Templi,
così sono definiti i raggruppamenti di Distretti, e cerca di
vincere, o meglio di non morire, contro le altre culture. Un gioco ad
eliminazione che porta sempre solo una persona alla vetta. Possono
passare due della stessa casa, ma alla fine è scontato che
almeno
uno dei due perda la vita negli scontri successivi.
La cosa ironica? Questa persona può
essere estratta un'altra volta in qualsiasi momento e gli dei sono
pure felici di farci combattere. I figli di Ade sono aumentati
esponenzialmente da quando ci sono le Olimpiadi, come se nostro padre
fosse felice di vederci morire in modo così stupido.
Bussano alla porta.
<< Nico, dai esci.>> arriva
la voce di Clelia, una delle mie tante sorelle<< Dobbiamo
andare.>> la sua voce è rotta dal dolore, quei
giochi le
ricordano nostro fratello Charlie, morto un anno fa nell'arena. Lei
era la persona più legata a lui.
<< Arrivo.>> rispondo
infilandomi le mani in tasca ed uscendo. Do un ultimo calcio al
lavandino come se fosse colpa sua e respiro profondamente.
Le strade si stanno riempiendo mentre
ci dirigiamo alla piazza principale. Percorro via Acheronte cercando
di mantenere la calma, ma è estremamente difficile. Clelia
mi
stringe la mano per rilassarmi, ma nei suoi capelli neri vedo la mia
stessa rabbia, il mio stesso odio per quella competizione. Ci
dividiamo per raggiungere i nostri gruppi dopo aver dato la nostra
presenza all'estrazione. Le persone che si occupano di tutto
ciò li
chiamiamo Titani, ma sono Mortali. Sono persone umane che sanno di
noi o sacerdoti, ma sono molto rari. Anche loro possono finire
nell'arena come noi semidei.
Mi preparo con le mani chiuse a pugno
nelle tasche della felpa. Tengo la testa bassa, ma i miei occhi sono
puntati sulla donna sul palco. Ha i capelli rossi e porta un vestito
bianco da antica greca, lei è una Veggente. I Veggenti sono
gli
unici autorizzati all'estrazione e sono esonerati dalla mietitura.
Vivono nel Nucleo, il centro attorno a cui tutto ruota. I Distretti
sono organizzati tutt'attorno, come un grande orologio. Fisicamente
è
impossibile, ma parliamo di dei dell'Olimpo, quindi tutto
può
essere. Tutte le divinità hanno un Distretto, e ripeto
tutte. Anche
quelle che non possono avere figli, il che è strano
perché più di
una volta ho visto combattere ragazzi provenienti dal Distretto di
Era. Mi sono chiesto com'è possibile, ma non me lo so
spiegare. Non
sono sacerdoti, questo è sicuro, inoltre sono
straordinariamente
combattivi, come se fossero addestrati alla guerra fin da piccoli.
Come se fossero protetti da Giunone e non da Era.
<< Benvenuti, Eroi.>>
inizia la Veggente, lancio uno sguardo furtivo a Clelia<<
Per
prime estrarremo le ragazze, siete pronte?>> qualcuna
sibila di
no, ma meglio non farsi sentire<< Bene.>>
alza le braccia
al cielo<< Dei ditemi chi volete che combatta per voi,
chi
metta a rischio la sua vita per tenere alto il nome della gloriosa
Grecia!>> si avvicina ad uno specchio dove
vedrà apparire
l'immagine della designata<< La prima è
Suzanne Gillespie.>>
mia sorella si sposta seria e sale sul palco da vera combattente.
È
già stata nell'arena a tredici anni e non ha paura di
tornarci a
diciotto<< La seconda è Clelia
Serpieri.>> il nome che
non avrei voluto sentire. Clelia è minuta, timida, per
niente la
figlia di Ade che tutti si aspetterebbero. Si arrabbia, le da
fastidio la mietitura, ma non sarebbe in grado di uccidere nessuno.
Si sposta e raggiunge Suzanne guardandosi i piedi negli scarponi di
pelle, simbolo del nostro distretto<< Ed ora i
ragazzi.>>
fa le stesse cose che ha fatto prima<< Il primo
è Basel Al
Shareni.>> lui è diverso dagli altri figli di
Ade. È un po'
come Clelia, ma ha i capelli castani e gli occhi straordinariamente
chiari, oltre che la pelle scura da abitante del Magreb. Molti lo
evitano perché ha poteri diversi dai nostri, chiunque
verrà
estratto cercherà di ucciderlo il prima possibile anche se
è suo
fratello<< Il secondo è...>>
iniziano a fischiarmi le
orecchie, come non volessero sentire chi è stato chiamato.
Eppure
non c'è dubbio, è quello il nome che la Veggente
ha detto.
Nico Di Angelo, il mio nome.
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Capitolo 2 *** Treno ***
Vado sul palco con la faccia da
funerale, più o meno la solita, insomma. Non oso guardare
Basel
mentre mi metto vicino a lui. Lui è diverso, lui dev'essere
eliminato.
Veniamo scortati all'interno
dell'edificio da dove partirà il treno per il Nucleo. Non
parleremo
con nessuno prima di partire, sarebbero troppi quelli da salutare.
Clelia inizia a parlare con Suzanne, probabilmente per smorzare la
tensione, ma io non posso parlare con uno che ucciderò alla
prima
occasione. Sarà anche mio fratello, ma non posso dire che lo
ritengo
tale. Troppo timido, troppo sognante, troppo Egizio. Lo pensiamo in
molti qui: lui è troppo di un'altra cultura. Lo si vede
dalle armi
che sceglie per allenarsi, dalle cose che fa per passare il tempo,
dalla lingua che ogni tanto gli scappa di usare. Lui non è
Greco,
però non è nemmeno del tutto Egizio. Basel Al
Shareni cos'è
veramente?
Non lo so dire, ma è l'ultimo dei miei
problemi. Se farà qualcosa di storto non avrò
pietà.
Lo guardo mentre cammina tremante e
pallido. Gli occhi sono sgranati quasi pronti a piangere. No,
decisamente non è un figlio di Ade. Come abbia fatto ad
arrivare qui
è un mistero per tutti, ma nostro padre avrà
avuto le sue buone
ragioni.
Arriviamo nella Sala Dello Schermo. Ne
parlano i sopravvissuti, è una stanza dove viene proiettato
un video
di Ade che ci dice buona fortuna. Sempre lo stesso, come se non
avesse voglia di ripetersi ogni anno. Lì ad attenderci
c'è Antino,
occhi rossi e capelli neri. Non è figlio di Ade, non di
sangue
almeno. È stato adottato come altri del Distretto, solo che
sono
quelli della sua età o poco più grandi. Da quando
sono stati
istituiti i Templi sono tutti figli naturali, non so perché.
Di fatto, non so niente. Se ci penso
seriamente so solo quello che mi dicono i Titani e dal Nucleo, ma di
fatto non so niente. Dovrei iniziare a sapere più cose,
impuntarmi e
fare in modo di conoscere ciò che mi circonda. Ma forse mi
va bene
così, almeno posso dire di avere una famiglia. Una famiglia
numerosa
che sto per abbandonare, fantastico.
Antino mi guarda mente il video gira,
poi, mentre usciamo dice:<< Basel, ti senti
pronto?>>.
Mi vedo il ragazzo già a terra per un
mancamento. S'irrigidisce, poi si mette sull'attenti.
<< S... sì, fratellone.>>
dice sudando freddo e serrando gli occhi. Sto pensando che ucciderlo
sarà più facile del previsto, magari si
suiciderà per lo stress
ancora prima di arrivare.
<< Bene, cercheremo di aiutarti
il più possibile.>> lo sai benissimo che non
accadrà, non
dargli false speranze<< Dai, tra poco vi raggiungiamo nel
treno.>> Basel annuisce e segue a debita distanza le
nostre
sorelle<< Nico, posso parlarti un
momento?>>.
<< Avremo tutto il viaggio.>>
gli faccio notare.
<< È importante che te lo dica
adesso, dopo saremo nell'occhio del Nucleo.>>.
<< Che c'è?>>.
<< Basel è diverso, immagino tu
l'avrai notato.>> annuisco cupo<< Lui
è la nostra
speranza, ma ho bisogno che tu faccia una cosa.>>
qualunque
cosa tu stia per chiedermi pensaci tre volte e no, non basta un
respiro profondo<< Nico...>> non mi piace
quel tono, non
dire quello che penso tu stia per dire<< Proteggilo a
qualunque
costo.>>.
Ecco, ora sì che sono fregato.
Rimango chiuso nella mia cabina. Non ho
voglia di parlare con nessuno, in modo particolare con Antino. Mi ha
chiesto di proteggere il diverso o sbaglio? Sbaglio sicuramente,
nessun figlio di Ade sano di mente chiederebbe una cosa del genere ad
un suo fratello, vero? Sto cercando una spiegazione logica, non posso
credere che il più grande tra noi mi abbia chiesto una cosa
del
genere. Si rende conto che è controproducente? Se io, per
ipotesi,
mi sacrifico per far vivere Basel poi lui verrà ucciso in 0
nanosecondi da qualsiasi altro Mezzosangue. È un fifone, un
piantagrane e sono certo che non sappia nemmeno usare la lancia o
l'arco. La spada bene o male la muove, ma non l'ho mai visto
combattere come si deve. Anche gli altri miei fratelli quando si
allenano non capiscono le sue reazioni. Punta alla difesa e alla
fuga, trova diversivi ed il più delle volte rischia di
rimanerci
secco. Ed un elemento così sarebbe la “nostra
speranza”? Mi
viene da vomitare solo a pensarci.
Bussano alla porta, ma faccio finta di
non sentire. Insistono ed io metto la testa sotto al cuscino, non
sono in vena di vedere gente.
<< Nico.>> arriva la voce
di Suzanne<< Dai Nico! Non puoi stare chiuso
lì per tutto il
viaggio.>> non le rispondo, magari è d'accordo
con Antino<<
Andiamo, Nico! Dovrai mangiare, no?!>>.
<< Non ho fame!>> esclamò
acido.
<< Nico Di Angelo!>> odio
quando dice il mio nome completo<< Esci immediatamente da
lì o
sfondo la porta!>> lo dice ma non lo fa ma... la porta
cede con
un botto. Mai una volta che abbia ragione io<<
Muoviti.>>.
<< No.>> mi sento un
bambino capriccioso.
<< Ah, no?>> fa scrocchiare
le dita, poi mi prende per la caviglia e mi trascina letteralmente
giù dal letto.
<< Ho detto no!>> mi
aggrappo alle gambe del giaciglio<< Non ho
fame.>>.
<< Lo stesso, almeno adesso che
possiamo stiamo assieme.>> da un tale strattone che le
dita
scivolano e mi ritrovo a strisciare sul pavimento. La guardo
arrabbiato tamburellando sul pavimento con la mano sinistra e
sostenendo la testa con la mano destra. Ribellarsi a lei è
inutile,
l'ho già provato durante gli allenamenti<<
Inoltre Antino
vuole darci i primi consigli.>> come se non fosse bastata
la
chiacchierata nella Sala Dello Schermo.
Sbuffò mentre mi lascia la caviglia
che piomba a terra, poi mi alzo e continuo a guardarla male. Le
sorelle maggiori mi piacciono, mi ricordano Bianca, ma quando fa
così
Suzanne è davvero insopportabile. Studio la scena. Clelia
è seduta
di fianco a Basel che sembra concentrato a fare non so bene cosa. Lo
guarda incuriosita, anche se si è messa a ridere quando ha
visto me
e Suzanne arrivare. Non sta guardando cosa fa
“nostro” fratello,
semplicemente cerca di non dare l'idea di essersi divertita con la
nostra scenetta. Qualcuno mi mette una mano sulla testa
scompigliandomi i capelli.
<< Bene, sei arrivato anche tu,
Nico.>> sorride Antino, lo vorrei strozzare.
<< Sì, già, bene.>>
aggiungo sarcastico scambiandomi uno sguardo fulminante con Suzanne.
<< Dunque inizio col dirvi che ho
piena fiducia in voi.>> perché guarda Basel?
Clelia posso
capire, ma Basel<< Che vi farete valere e che arriverete
sicuramente alla Seconda Fase delle Olimpiadi.>>.
<< Ecco, è arrivata la iazza!>>
esclama Suzanne incrociando le braccia sotto al seno, credo abbia
espresso il parere di tutti<< Non ti smentisci
mai.>>
<< Em... sì... comunque, appena
arriverete sarete portati alla Casa di Ade
nell'Agorà.>>.
<<
L'Agorà e una cupola di vetro
che copre una grande piazza divisa in Settori.>> spiega
Suzanne, devono essersi messi d'accordo prima<< Noi siamo
il
tredicesimo Settore. Ogni settore è diviso in due camere,
due bagni
ed una Sala Riunitiva. Da questa sala si raggiunge il Centro di
Addestramento.>>.
<< Qui dovrete allenarvi in tutto
fuorché in quello che vi riesce meglio.>>
continua Antino<<
Non dovete dare opportunità agli avversari di scoprire i
vostri
punti di forza.>>.
<< Capisci che così non ha molto
senso, vero?>> domando perplesso<< Se
facciamo vedere i
nostri punti deboli per loro sarà più facile
attaccarci, no?>>.
<< Si chiama Centro di
Addestramento, tutti saranno intenti ad imparare cose nuove.
Allenatevi separatamente, così da lasciare nel dubbio gli
avversari.>>.
<< Vero.>> aggiunge
Suzanne<< Molti stanno attenti agli alleati che vi tenete
stretti e se siete veramente legati tra fratelli. Una tattica
è
quella di dividere i fratelli se questi sono molto legati tra
loro.>>
quindi per me non ci sono problemi, giusto? Perché Antino mi
fissa
con quell'aria così seria?<< Avete dei
dubbi?>> Basel
alza la mano? Ma se è stato tutto il tempo piegato su quel
dannatissimo quaderno.
<< Volevo capire esattamente
com'era fatta l'Agorà.>> mostra un disegno a
matita
straordinariamente ordinato e preciso. Ma siamo sicuri che sia figlio
di Ade? Io a malapena so fare un cane e sembra sempre un pony.
<< È esattamente
così!>>
esclama sgranando gli occhi Suzanne<< L'hai riprodotta
solamente seguendo le mie descrizioni?>>.
<< Bé, sei brava a spiegare.>>
arrossisce<< Poi non è gran che, insomma.
Credo di non aver
fatto proporzionati i bagni e le camere. Alcune devono essermi
venut...>>.
<< È assolutamente perfetto!>>
aggiunge Clelia<< Non conoscevo questo tuo
dono.>> perché
sono tutte così entusiaste? È solo un disegno,
uno stupidissimo
disegno fatto alla Giotto.
<< Em... Basel...>> lo
richiama Antino. Il ragazzino diventa ancora più rosso e si
mette
freneticamente a cancellare non capisco cosa.
<< Scusate, scusate, scusate.>>
dice iniziando a scrivere numeri romani in ogni spicchio, possibile
che avesse scritto numeri diversi?
<< Voi due siete strani.>>
sospiro e mi spingo indietro, cado di schiena come uno stupido e
tutti scoppiano a ridere. Mi unisco anch'io a loro. Cavolo, erano
secoli che non ridevo. Per un attimo spero di fermare il tempo, di
rimanere a questo momento di straordinaria normalità. Vorrei
continuare a ridere così per sempre e cancellare le
Olimpiadi
Culturali, eliminare i dissapori, lasciare che anche Basel faccia una
vita normale.
Ma tutto ciò non è possibile e lo
sappiamo tutti dietro a quelle risate spontanee, le ultime che forse
faremo assieme.
Mi sveglia un rumore sospetto. Chi ha
aperto la porta della cabina?
Ignoro appositamente. I mostri sono
tutti nel Colosseo, non permetteranno mai a dei mostri di ucciderci
durante il viaggio.
Qualcosa si accuccia alla destra del
letto e a quel punto scatto ed accendo la luce.
Prima cosa che noto, una frangia
bicolore che vorrei non vedere.
<< Ah! Scusa, scusa, scusa. Non
volevo svegliarti.>> inizia Basel a mani unite come se mi
stesse pregando.
<< Cosa diamine ci fai qui?>>
rispondo, poi mi ributto sul letto, mi giro dall'altra parte e spengo
la luce<< Ah! Lascia perdere.>>.
<< Ho paura.>>.
<< Vai da Antino, allora.>>
<< Non posso.>> vuoi vedere
che ha provato ad andare da tutti?<< Non sarò
nel Colosseo con
lui.>>.
<< Non è una scusa valida.>>
sbuffo e provo a prendere sonno.
<< Comunque sto qui sotto, non ti
preoccupare.>> non ci credo, sta dormendo per terra pur
di non
disturbarmi? Credo che anche un bambino di sette anni se fosse figlio
di Ade mi verrebbe addosso e ci ritroveremmo a scalciare per avere
ciascuno più coperta.
Rimango un po' in silenzio, poi mi
volto verso il suo lato.
<< Non fare lo stupido.>>
sbuffo<< Vieni qui, su.>> sembra
titubante<<
Sbrigati prima che cambi idea.>> sale sul letto ma tiene
una
certa distanza, in fondo è un ragazzino intelligente.
<< Grazie.>> dice tutto
raggomitolato. Sembra anche più piccolo della sua
età, e dire che
tra poco fa quattordici anni. Mi volto nuovamente per dargli le
spalle.
<< Di cosa hai paura?>> ora
che ho perso il sonno per colpa sua voglio sapere perché ci
tiene
tanto.
<< Delle Olimpiadi.>>
rimane un po' in silenzio<< Tu hai
paura?>>.
<< No.>> mento
spudoratamente, senza contare che la rabbia è più
forte della
paura.
<< Vorrei essere più forte,
proprio come te. Invece sono solo uno stupido coniglio
fifone.>>
temo che stia per piangere<< Sono il diverso, avete
ragione a
dire così.>> sbaglio o ha appena detto che sa
quello che
diciamo di lui alle spalle?<< In fondo sono felice,
però. Non
mi dispiace che sia tu a mettere fine alla mia vita.>>.
E io come lo uccido uno così!?
Ciao
a tutti, come state? Io sono appena tornata dal mare che non mi sono
goduta e dove non volevo andare.
Ade:
E dove volevi andare?
Volevo
venire a visitare gli Inferi e fare la turista fotografa.
Ade:
Come i giapponesi?
Esattamente!^^
Ade:
Ah! Bah, visti i precedenti non vedo perc... *legge la fic* tu stai
mandando ad ammazzare i miei figli!?
Noooo...
forse!^^
Ade: Tu devi venire agli
Inferi, c'è un girone anche per le fanwritress sanguinose,
sai?
Oh! No, mi sfugge,
ma c'è di peggio... *gli fa leggere una fic pervy sui 1D*
Ade: Ah,
però! Questa me la segno, va diretta con la strittrice di 50
Sfumature e Twilight.
Bene, e adesso
*alza uno scudo anti-pomodori*. Non uccidetemi, mi sembrava bello fare
il rapporto contorto tra i due fratelli.
Ade: Dunque, fammi
capire. Tu hai preso il personaggio di una scritrice inconcludente...
Sì...
Ade: Poi hai preso il
mio caro figlioletto Nico...
Sì...
Ade: E hai messo
tutto in una specie di Hunger Games versione Olimpo?
Sì...
Ade: Non so se
congratularmi o distruggerti.
La prima?
Ade: Ci
penserò, intanto tu pensa alle recensioni.
Tre!? O miei dei!
Sono al settimo cielo! Non ci credo, insomma! Tre recensioni al primo
capitolo è come dire "Ottimo lavoro, farai carriera!"
Ade: *smussandosi le
unghie* Non sei tu la scrittrice inconcludente, ricordatelo.
Comunque, grazie
infinite a Green
Fairy, katness_jackson
e Alexiel94,
spero di non deludervi anche perché è pieno di
colpi di scena e non sarà come Hunger Games, come ho
già detto.
Ade: Non l'hai detto.
Lo dice tuo figlio.
Ade: Tiché.
Il prossmo
capitolo ci vorrà un po', non l'ho ancora finito. :P
Grazie ancora ed
alla prossima!^^
JKEdogawa ed Ade
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Capitolo 3 *** Allenamento ***
È
colpa di Antino.
Ci scommetto
gli scarponi che Antino
gli ha detto di venire da me se aveva paura. Ma da che parte sta? Mi
piacerebbe saperlo e forse glielo chiederò prima di scendere
dal
tren... tardi, siamo già nell'Agorà.
Sto pensando
che gli déi ce l'abbiano
con me, che il Mondo ce l'abbia con me.
E non
avrebbero tutti i torti, in fondo
sono figlio di Ade.
Clelia
è la prima a scendere, forse
per smorzare l'ansia. Suzanne fa un respiro profondo e si muove i
capelli ricci e corvini come se ora si trovasse a suo agio. Io scendo
senza rendermene conto, pensando ancora alla notte in treno. Basel
viene letteralmente spinto giù da Antino che poi ci saluta
con la
mano. Non ci seguirà all'interno dell'Agorà,
vedrà gli allenamenti
e la lotta dall'esterno e pregerà per noi nostro padre
affinché ci
aiuti. Gli aiuti degli déi sono rari e non troppo utili, il
più
delle volte tendono a rendere più deboli gli avversari, ma
non danno
benefici a te. Esempio stupido: se sei figlio di Zeus lui non ti
benedirà mai, ma potrebbe far venire un colpo della strega
ad un tuo
avversario. Non possono uccidere i figli degli altri, ma possono
lederli in modo che sia più facile colpirli. Un nostro
fratello per
esempio è stato addormentato da Ipno ed un figlio di Atena
lo ha
ucciso nel sonno. Una figlia di Ecate si è ritrovata una
gamba
bloccata da una radice a causa di Demetra e senza accorgersene una
nostra sorella le è piombata alle spalle storcendole il
collo. Ci
siamo fatto un gran male ad urlare per la felicità quella
volta. Il
giorno dopo tutta la Casa di Ade aveva la gola infiammata e non
riuscivamo neanche a parlare.
Ma nel
Colosseo non ci sono solo i
Mezzosangue, ci sono anche i Mostri. Come se non bastasse uccidersi a
vicenda, per farci stare radunati od eliminare i Prescelti
più
ribelli(chi si rifiuta di uccidere) escono da punti strategici dei
Mostri. Dracene, Demoni, Arpie e Minotauri sono i più usati.
La cosa
peggiore è che ce ne sono tanti. Provo a spiegarmi meglio:
due sono
i Tori della Colchide, nell'arena ne vengono sguinzagliati almeno sei
nello stesso momento. Non so come facciano, ma non c'è un
Minotauro,
bensì tre o quattro.
Non dovrei
spiegarlo adesso, non
abbiamo nemmeno iniziato l'allenamento, ma molto probabilmente non
avrò tempo più avanti per spiegare.
Il nostro
Settore è scuro e tetro, un
13 di teschi veri sormonta la nostra porta. Non so di chi siano, ma
spero che i loro spiriti non vengano a disturbarci. Davanti a noi si
apre la Sala Riunitiva, un cono schiacciato senza punta dalle pareti
di entrata ed uscita curve. Al centro spicca un tavolo tondo con
quattro sedie. Non ci sono finestre ed è tutto tetro. Le
pareti
grigie sembrano drappi di fantasmi, mentre l'arredamento in ossidiana
liscia lancia bagliori cupi. Le luci sono finte torce di fuoco viola.
Sono quelle lampade che si usano nei programmi televisivi per
inscenare le fiamme. Le camere non sono da meno: i letti hanno le
testiere a forma di lapidi, mentre le luci sono dei lampioncini da
cimitero. Io non mi sento a disagio, ma Basel trema e
dice:<<
Almeno non ci sono cadaveri.>>. Va in bagno, ma esce
chiudendo
la porta pallido e tremante.
<<
Sembra che tu abbia visto un
mostro.>> sbuffo, poi entro. Un odore pungente mi
colpisce le
narici<< Oh, Cadavere in Decomposizione, tocco di
classe.>>.
<<
Credo che userò il bagno di
Clelia e Suzanne.>> si dirige verso la porta.
<<
Sarà così anche da loro.>>
lo sento rabbrividire e mi giro a guardarlo perplesso<<
Non mi
dirai che ti da fastidio.>>.
<<
Okay, non te lo dirò.>>
inizia ad arricciarsi la giacca nera della nostra Casa<<
Diciamo che sono allergico ai deodoranti da bagno che sanno di
morto.>> ripeto: come fa ad essere figlio di Ade?!
Apro l'armadio
che c'è sulla destra ed
estraggo una molletta da bucato. Gliela pinzo sul naso lasciandolo
sorpreso.
<<
Quando vai in bagno metti
questa.>> gli dico prima di andarmene con le mani in
tasca ed
un vago cenno della destra.
Suzanne e
Clelia sono ancora nella loro
stanza, così mi siedo al tavolo e faccio sprofondare il viso
nelle
braccia incrociate. La televisione alle mie spalle continua a
parlare, ma quasi non la sento. Il volume è basso e
fastidioso. Di
tutte le cose che ci sono qui dentro è la cosa che
più non
sopporto. L'unica, direi.
No,
c'è anche quel piantagrane di
Basel. Ci mancava solo questa: un figlio di Ade che si sente male con
l'odore di cadavere. Secondo me è adottato come Antino, non
ci sono
spiegazioni. Ma perché?
<<
Nico!>> Clelia grida e
mi mette due mani sulle spalle. Potrei ucciderla quando lo fa, ma
è
il suo modo di smorzare la tensione. Sono l'unico a cui lo
fa<<
Dov'è Basel?>>.
<<
Credo ad evitare di farsela
sotto.>> rispondo.
<<
Scemo.>> guarda verso la
nostra stanza<< Forse sta disegnando.>>.
<<
E se anche fosse?>>.
<<
Mi piacerebbe vedere cosa
fa.>> mi accarezza i capelli come se fossi un gatto, non
mi
dispiace<< Insomma, vorrei conoscerlo meglio prima di
entrare
nel Colosseo. Tu e Suzanne probabilmente tornerete, ma io... poi
Basel, insomma, sappiamo come andrà.>>.
<<
Perché, come andrà?>>.
<<
Sappiamo tutti che appena
entrati tu... ecco...>>.
<<
Stupida. Io so pensare con la
mia testa, non sono certo gli altri a dirmi cosa devo
fare.>>.
<<
Quindi non... insomma...>>.
<<
Pensiamo all'allenamento ed ai
nostri punti di forza, va bene?>> non voglio pensarci
adesso,
non con Clelia.
<<
Va bene, O niichan!>> mi
da un bacetto sulla guancia e si siede di fianco a me. Le piace
chiamarmi “fratellone” in giapponese. Il suo nome
potrebbe
confondere, ma viveva ad Hokkaido prima di essere portata nella
nostra casa. Parla bene l'Inglese, ma non abbandona le parole della
sua infanzia. Per questo mi gratta la resta come se fossi un gatto
ogni volta che può.
Quando
è arrivata sono stato il primo
con cui è stata. Aveva undici anni e l'ho presa sotto la mia
ala
protettrice appena mi ha detto “sembri un neko”.
Non sapevo cosa
voleva dire neko ed erano le prime cose che diceva da quando era
arrivata, ma mi sembrava così bello come nome.
Suzanne arriva
ed incrocia i piedi sul
tavolo sedendosi di fronte a me. Aspettiamo che ci chiamino per la
prima sessione di allenamento. Ci siamo passati, ma non era ancora
pronta. Un cerchio vuoto tra i Settori ed i corridoi. Suzanne ci ha
spiegato che i corridoi sono provvisori, ma ho sbuffato. Non si
possono far sparire dei corridoi.
Inizia a
tremare tutto. Clelia s'infila
sotto il tavolo come quando capita il terremoto, io mi metto
sull'attenti e Basel cade fuori dalla nostra camera. Suzanne
è
l'unica tranquilla mentre il tremolio dura una buona cinquantina di
secondi.
<<
Vi avevo detto che i corridoi
erano provvisori.>> dice<< E noi siamo
all'interno del
quarto, immaginatevi chi ha i corridoio sotto i piedi.>>.
<<
Cosa?!>> esclamo.
<<
Quindi i settori si sono
ristretti tra loro? Interessante.>> commenta Basel ancora
steso
a terra mentre disegna su un quaderno che doveva avere in mano. Come
ha fatto a portarselo? Perché se l'è
portato?<< Si sono come
riuniti verso l'interno, vero?>>.
<<
Già.>> risponde
Suzanne, poi lo guarda perplessa<< Puoi venire qui a
disegnare,
perché stare sul pavimento?>>.
<<
Oh, ero qui e volevo
scribere il
momento prima che fosse troppo tardi.>> si alza
e ci raggiunge<< Non riesco a prendere bene i momenti se
li
faccio a distanza di tempo. Io sono un disegno,
immediato.>>.
<<
Immediato...>> ripeto
scettico<< Quindi se faccio
così...>> gli salto addosso
mandandolo a terra<< Tu dovresti rispondere
immediatamente.>>.
<<
Un disegno ti risponde se gli
salti addosso?>>.
<<
No.>>.
<<
Quindi io sono un disegno.>>.
<<
Mi rifiuto di capre la tua
logica.>> una trombetta ad aria ci sfonda i timpani.
<<
Dobbiamo andare ad
allenarci.>> decreta Suzanne alzandosi<<
Quello meglio se
lo lasci dentro.>>.
<<
Va bene, ma credo che mi
seguirà.>>.
<<
Scemo, parlavo del quaderno,
non di Basel!>>.
<<
Ah, capisco.>> mi alzo,
metto le mani in tasca ed esco. I corridoi sono scomparsi, proprio
come ha detto la sorellona, inoltre ci sono delle pareti di
plexiglass che dividono lo spazio in più parti. Sono
trasparenti,
quindi si vede esattamente quale parte contiene cosa. Sono tutti
usciti dalle proprie sezioni e subito i conti non mi tornano.
<<
Suzanne.>> dico<<
Sbaglio o siamo in di più?>> la vedo che ha un
brivido.
<<
Ci sono delle case in più.
Otto, precisamente.>> risponde seria<<
Quando siamo
entrati non le avevo notate, ma adesso sono evidenti.>>.
<<
E chi sono?>> domanda
Basel tremante.
<<
Estia, Zefiro, Thanatos, Pan,
Persefone, Irene, Bia e... non ci credo.>> si porta le
mani
davanti alla bocca.
<<
Chi?>> insisto.
<<
Acli. È una dea più antica
del Caos, non ha senso!>>.
<<
Dobbiamo preoccuparci?>>
chiede Clelia.
<<
No, ma non capisco Irene.
Insomma, è la dea della Pace, cosa ci fa alle
Olimpiadi?>>.
<<
Se è della Pace i suoi figli
non uccideranno nessuno, meglio no?>> sbuffo e studio la
situazione<< Io vado ad allenarmi con l'arco, voi fate
quel che
vi pare.>>.
Odio l'arco,
non lo sopporto. Non è
come la spada, bisogna avere occhio e a me manca. Suzanne ha provato
ad insegnarmi, ma è inutile. Non sono portato, ecco
perché domani
lavorerò sulle trappole. Ogni tanto le facciamo nella nostra
casa,
ma sicuramente qui potrò migliorare. Io sono più
per l'azione
ravvicinata, ma una trappola fa sempre comodo, sopratutto di notte.
Immagino che dovremo fare a tur... ma che dico. Ucciderò
Basel,
dovrò stare sveglio per potermi difendere!
A proposito di
quel piantagrane, è
stato con Clelia ad allenarsi con la spada. Come ho detto e
sosteniamo tutti è scemo, infatti sono qui che gli fascio le
mani(perché io, poi?!)
<<
Tu sei proprio strano!>>
esclamò disinfettandogli i tagli che ha sui palmi e le
dita<<
Mi spieghi perché hai preso la spada dalla parte della
lama?!>>.
<<
Abitudine. Auch.>>
risponde con una smorfia di dolore.
<<
Brucia? Bé, ti sta bene!
Adesso gli altri sanno chi è il debole dei
due.>>.
<<
Meglio.>> sorride<<
Così tu avrai più
possibilità.>> autrice, mi dai
l'autorizzazione a strozzarlo? Ti prego! No, vero? Accidenti.
<<
Che cavolo di ragionamento
è?!>>.
<<
Sono un peso e lo sarò
sempre. Se vengo eliminato subito è meglio per tutti, ma non
dovresti farti di questi problemi, no?>>.
<<
Non ricominciare! Sceglierò
sul momento cosa fare, ora sta fermo che devo bendarti i tagli. Ma
guarda te...>>.
Non avevo mai
visto nessuno, giuro,
mai, lanciare la spada in aria e prenderla dalla parte della lama.
Per di più il cretino ha continuato ad usarla senza
accorgersene, se
non ci fosse stata Clelia a quest'ora avrebbe le mani mozzate
all'altezza del pollice. La cosa che poi ha fatto morire dal ridere
tutti è stato che quasi sveniva alla vista del sangue.
Ripeto, non è
normale per un figlio di Ade.
Ma
perché parlo di lui? Non ha senso,
quindi mi concentrerò su qualcos'altro.
Bruttissime
notizie per il
sottoscritto, alcuni degli avversari che avrò sono ex-eroi
con cui
ho combattuto fianco a fianco. Vediamo, se trovo il fegato di
uccidere mio fratello potrò eliminarli, ma preferirei che
venissero
eliminati dagli altri che non conosco. Sarebbe tutto più
semplice,
non mi sentirei in colpa.
Finisco di
fasciarlo e vado a chiudermi
in camera fino all'ora di cena. Tengo le gambe contro alla testiera
in verticale e faccio finta di suonare una chitarra. Che
c'è? Vi
aspettavate un darkettone appassionato solo di musica metal? Va bene,
è il mio genere preferito, ma al momento devo rilassare la
mente.
“Nel bene e nel male” mi risuona come se avessi
Cristiano De
André a pochi centimetri. Da quando mi hanno trasferito
all'interno
della Casa-Distretto ho iniziato a riscoprire le mie origini
italiane, tutto pur di staccarmi da mio padre. Essere figlio di Ade
è
uno svantaggio in questa nuova società, come essere figlio
di un dio
qualsiasi insomma. A volte penso che Annabeth sia stata fortunata,
è
morta subito, non deve continuare a pregare per non essere estratta o
per sopravvivere.
Devo smetterla
di pensarci.
Il passato
è passato e nessuno potrà
far tornare indietro le lancette di Crono.
Una lacrima
inizia a scivolarmi sul
viso. L'asciugo con la manica della giacca. Dannato rimorso.
Mi guardo le
punte dei piedi ed inizio
a muovere le dita dentro ai calzini per smorzare la tensione, ma non
serve. L'ansia rimane. Ansia per cosa, poi? Per ciò che
accadrà nel
Colosseo? Per ciò che è stato? Per ciò
che avviene in questo
momento? Slancio le gambe e faccio una capriola all'indietro, poi mi
stendo a pancia in giù sprofondando la faccia nel cuscino.
Le
lacrime continuano imperterrite. Cosa mi succede? Io sono sono Basel,
io non sono frignone.
Io sono Nico.
Solo Nico. Non ho mai
pianto, nemmeno per i miei fratelli e le mie sorelle. Allora cosa mi
sta succedendo? Che abbia paura? No, io non ho paura. Non ho mai
avuto paura e mai ne avrò, no signore. Io non ho pa...
Basel entra in
camera facendomi fare un
salto sul letto. Mi ero dimenticato di essere nell'Agorà,
che idiota
che sono. Mi ricompongo immediatamente, non posso farmi vedere da lui
che mi sono spaventato. Non sia mai, ho pur sempre la reputazione di
“fratello che lo ucciderà subito” da
mantenere.
<<
Che c'è?>> domando
serio.
<<
È arrivata la cena e le
ragazze non volevano venire in camera nostra.>> mi
risponde con
noncuranza.
<<
Quelle ragazze sono nostre
sorelle.>> gli guardo le mani fasciate<<
Mie di
sicuro.>>.
<<
Non sapevo come dirlo bene.>>
annuisce<< Ti aspettiamo di
là.>>.
“Lo
odio. Lo odio. Lo odio!” pensò
rimettendomi gli scarponi e uscendo. Sembra quasi più calmo
di me.
Sembrano tutti più calmi di me in questo Settore, ma che
bellezza.
Però so perfettamente cosa stanno pensando. Per Suzanne non
ho
dubbi, anche su Clelia nessun ripensamento, ma Basel non mi convince.
Oh, aspetta. Lui ha l'encefalogramma piatto, allora tutto a posto.
Tornando ai
pensieri, scusate mi perdo
sempre, dev'essere l'ansia(o l'autrice che si diverte alle mie
spalle).
“Una
settimana, la prova,
l'intervista e poi è tutto finito.” ecco cosa
stiamo pensando.
Ciao gente! Non ci si vede
da un po', vero?
Ade: Tu sei scema!?
Perché?
Ade: Come
perché!? Ti metti a pubblicare con un esame tra meno di tre
giorni!?
Esattamente...
prova tu a leggere Filoramo!-.-
Ade: Va bene *inizia
a leggere* Dai, non è male.
Se tu ci capisci
qualcosa.
Passiamo a
ringrazziare chi ha recensioto?
Ade: E ne rimase una
sola. Forse ora capirai che non puoi andare avanti a scrivere...
sopratutto se aggiorni a random e sbagli il formato delle immagini!
Non rompere!-.-"
Il capitolo
precedente è stato un errore che sistemerò a
breve.
Ade: Vuol dire che se
ne dimenticherà come il 99% delle fic che ha aperte.
Hai partalto con Descole,
vero? *annuisce* Lurido bastardo, sto cercando di fare del mio meglio,
ma se lui se ne esce con certe "verità" sul suo passato non
posso fare i miracolo! Non sono mica una divinità!
>.<
Ade: Sì,
anche perché altrimenti sarebbe un grosso problema.
Sorvolerò
su questa tua ultima affermazione. Grazie mille a katniss_jackson
per la recensione e a tutti voi che avete letto e che avete messo tra
le prefrite/ricordate/seguitre la storia. Fatemi sapere cosa ne pensate
e spero di aggiornare presto!^^
Ci leggiamo
presto! Ciao ciao!^^
JKEdogawa e Ade(DioSupremoUnoEUnicoDell'Aldilà)
|
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Capitolo 4 *** Prova ***
È
passata una settimana e a me sembra
sia passato un secolo. Sono migliorato in qualcosa? Forse. Diciamo
che ho imparato a curare le ferite da taglio grazie a qualcuno di
nostra conoscenza. Basel? No! Clelia.
Non l'avrei
mai detto, ma è un'esperta
di tagli e abrasioni. Mi ha insegnato la respirazione bocca a
bocca(come se mi servisse), il massaggio cardiaco e come creare dei
cerotti a farfalla con piante e sputo. Come fermare le emorragie ed
evitare le infezioni. Tutte cose utili se vuoi sopravvivere nel
Colosseo.
Adesso arriva
la prima parte: la Prova.
Non so
minimamente come prenderla,
sopratutto sapendo che dovrò affrontarla con Basel. Come ho
già
detto, questi non sono gli Hunger Games, è tutto diverso. La
Prova
consiste in tre livelli da superare in cooperazione con il proprio
fratello. Ogni Casa lo fa e le viene dato un punteggio da uno a
trenta... se non sbaglio. Il regolamento sembra quasi che cambi di
anno in anno, una tortura per tutti noi semidei. Come se non bastasse
essere estratti, insomma.
Unisco e
stacco i pollici un paio di
volte, poi sbuffo e affondo la testa a guardarmi il petto. L'attesa
è
estenuante ed i gomiti stano iniziando a farmi male sulle cosce.
Basel è di fianco a me ed oltre di lui ci sono tutti gli
altri
ragazzi delle case dalla quattordici in poi. Si tiene stretto come
una ragazzina nei fumetti giapponesi( Clelia come ha detto che si
chiamano? Manga?). Eppure mi sembra meno spaventato del solito, come
se fosse combattuto tra il preoccupato e l'ansiogeno. Almeno non
piagnucola.
I figli di
Dioniso escono seri e mesti.
Uno dei due è macchiato di vernice rossa, l'altro ha un
graffio di
pennarello blu sul braccio destro. Cosa si saranno inventati
quest'anno? I due ci squadrano prima di essere riportati
nell'Agorà,
mentre un Titano ci scorta fino alla porta dove ci attende la Prova.
Basel mi stritola il braccio con le dita ancora fasciate. Non ci
crederete, ma è alquanto recidivo nei suoi errori. Entriamo
e ci
troviamo davanti una stanza rettangolare. Alla nostra destra si trova
una stanza più piccola e separata da noi da un muro di
Plastiglass.
La giuria è seduta ad un tavolo lungo e stretto posto su una
rotaia.
Cinque donne e cinque uomini per le pari opportunità ci
fissano seri
e con una cartellina in mano. Ognuno di loro ha un ambito specifico
da analizzare, come equilibrio, forza, cattiveria e così
via.
<<
Scegliete un'arma.>>
dice la donna più centrale indicando un vasto assortimento
di
oggetti alla nostra sinistra. Sono divise per tipologia e io mi
fiondo sulle armi a taglio. Prendo tra le dita una spada a doppio
taglio, poi la passo a destra e a sinistra sentendone il peso ed il
bilanciamento. Mi sembra adatta, in fondo devo fare solo una
simulazione.
<<
Perché l'hai scelta, Nico Di
Angelo?>> mi chiede l'uomo più centrale
studiandomi.
<<
Sono più portato per il corpo
a corpo.>> rispondo. Suzanne mi ha spiegato che con loro
bisogna essere onesti e franchi, se sei molto bravo potrebbero
aiutarti fin dall'inizio<< Inoltre ho già
avuto modo di usare
spade anche più pesanti di questa.>> Basel mi
raggiunge e...
ha preso un pennello?
<<
Perché l'hai scelta, Basel Al
Shareni?>> ripete l'uomo. È la prima volta che
sento il
cognome di Basel pronunciato con quell'accento e per un attimo
rimango perplesso.
<<
I pennelli possono diventare
pericolosi in mano alle persone giuste.>> risponde e per
un
attimo vedo nei suoi occhi sfida, ma forse è una mia
impressione.
<<
Molto bene.>> segna
qualcosa sui fogli che ha davanti a se<< Prego,
cominciate.
Primo livello, schiva e proteggi.>>.
Dal pavimento
spuntano dei cannoni che
si puntano tutti su di noi. Ne conto otto sicuri, ma non c'è
tempo.
Iniziano a spararci contro delle palline di vernice rossa. Inizio a
schivarle il più velocemente possibile, ma non ho abbastanza
occhio,
così inizio ad usare la parte piatta della spada come uno
scudo.
Devo evitare che la vernice mi macchi, potrebbe penalizzare la
valutazione. Sento Basel muoversi dietro di me, ci troviamo
praticamente schiena contro schiena. Si abbassa ed io mi sposto prima
che una sfera mi sporchi tra le scapole, o almeno così
credo. In
realtà si spezza in due a metà percorso. Seguendo
quella che si
direbbe una linea d'inchiostro tracciata sul pavimento. A quel punto
mi viene un'idea. Pianto la spada nel pavimento creato apposta per
far entrare abbastanza bene le armi e mi concentro adeguatamente.
Sento l'energia dell'Ade raggiungermi come una scarica elettrica, poi
una colonna di fiamme si alza incenerendo una serie di sfere prima
che mi colpiscano.
<<
Bene.>> dice la donna
più a destra<< Possiamo
procedere.>> i cannoni
scompaiono nuovamente inghiottiti dal pavimento e la porta dall'altra
parte della stanza si apre. Dobbiamo oltrepassarla per il secondo
livello. È durante questo passaggio che mi accorgo di una
scritta in
inchiostro sul palastiglass:
Θάνατος
στους
Έλληνες
(Thánatos
stous Élli̱nes), ovvero “Morte ai
Greci”. Lì per lì non ci
faccio troppo caso, poi mi rendo conto che è scritta alla
rovescio.
Dritta se si è al tavolo dei Giudici. Guardo Basel
perplesso, poi
scuoto la testa. No, l'avrà scritto qualcuno prima di noi,
Basel non
lo farebbe mai. E poi quando? Ci stavamo difendendo dalle perle di
vernice.
<<
Secondo livello, difendi e contrattacca.>> dice l'uomo al
centro. Tre armature si muovono dalle loro posizioni contro il muro e
si dirigono verso di noi menando le piche dalla punta di pennarello
blu. Due si lanciano immediatamente su di noi costringendoci sulla
difensiva. Con la spada è facile bloccare i fendenti di
pica, anche
se mi trovo a dover saltare molte volte da una parte all'altra e
faccio fatica ad avvicinarmi. Do un colpo all'arma del combattente
robotico costringendolo ad allargare il braccio a destra. È
il mio
momento, scivolo in avanti e lo colpisco sotto l'ascella. Si blocca,
richiude le braccia e ritorna da dove è venuto. Guardo Basel
e noto
che anche lui ha fatto con il suo.
Manca
il terzo che sembra molto più veloce e combattivo degli
altri.
<<
Dobbiamo cooperare.>> dico con uno sbuffo<<
Che
seccatura.>>.
<<
Ti seguo.>> mi risponde con il pennello pronto in
mano<<
Sconfiggiamolo, Nico.>>.
Per
un attimo mi fa piacere vederlo così determinato. Fin adesso
non
sono stato abbastanza attento da notare le sue mosse, ma adesso posso
constatare le sua abilità. È molto agile, inoltre
sembra che possa
fare tante cose con quel pennello. Schiviamo diversi assalti, poi
vedo Basel scivolare tra le gambe dell'armatura robotica e segnarle
qualcosa sulla schiena.
<<
Colpiscilo ora!>> mi grida<< L'effetto non
durerà per
molto!>>.
<<
Non mi faccio comandare da te!>> gli rispondo prima di
piazzare
un affondo nel mezzo del petto dell'armatura schivando la pica.
<<
Grande, Nico.>>.
<<
Di quale effetto stavi parlando?>>.
<<
Boh. Credo rallentasse i suoi movimenti, comunque ora è
scomparso.>>
sorride appena<< Ma il tuo colpo è stato
fantastico! Se
sapessi usare la spada come te... ma anche solo la
metà.>>.
<<
Bene.>> ci richiama all'ordine la donna più a
sinistra<<
Proseguiamo.>>.
Di
nuovo quella cosa strana. Guardo il plastiglass che stiamo per
abbandonare e noto un cartiglio egizio. Lo riconosco perché
li
studiamo quando dobbiamo allenarci, so che i geroglifici possono
essere molto pericolosi poiché custodiscono potere magico.
Tiro per
la giacca Basel.
<<
Ehi, hai visto?>> gli chiedo. Lui
annuisce<< Sai cosa c'è
scritto?>>.
<<
Morte agli Egizi, perché?>> risponde quasi
preoccupato.
<<
Ero curioso. Chissà chi lo ha scritto.>> non
aspetto la
risposta e proseguo in quello che sembra un labirinto di monoliti
alti e bassi.
<<
Terzo livello, orientamento ed agilità.>> dice
una voce
maschile, la giuria è scomparsa, ma probabilmente possono
vederci
con delle telecamere.
<<
Odio orientiring.>> sbuffo.
<<
Non è difficile se sai come muoverti.>>
commenta Basel
scrivendo per terra<<
Chnária(χνάρια).>>
una serie
di orme s'illuminano ovunque<< Accidenti, dovevo essere
più
preciso.>>.
<<
Cos'hai fatto?>> gli chiedo dubbioso.
<<
Hai presente le briciole di Hansel e Gretel?>>
annuisco<<
Ogni essere vivente lascia dietro di se delle briciole di energia.
Con l'incantesimo giusto queste orme di possono vedere, come il
luminol su delle tracce di sangue cancellate.>>.
<<
Caspita.>> lo guardo perplesso<< Ma non
è un incantesimo
da Casa di Ade!>>.
<<
Ah, no?>> tremola un po'<< Ah, no! Infatti
non mi è
venuto.>> ho la stranissima sensazione che mi nasconda
qualcosa, ma visto che ce l'ho da quando lo conosco(e ce l'abbiamo
tutti alla Casa di Ade) ignoro i miei dubbi.
<<
Fa niente, proseguiamo e cerchiamo di capire quali
seguire.>>
m'incammino e salgo su una roccia abbastanza alta per provare a
vedere dove si trova la giuria. Quello è il punto di
ritrovo, almeno
credo. Non essendoci porte immagino sia lì che dobbiamo
andare<<
Dobbiamo raggiungere il lato sinistro della stanza, almeno
credo.>>.
<<
Quindi andiamo dritto e poi a sinistra?>> annuisco prima
di
partire<< Secondo te ci saranno delle
trappole?>>.
<<
Probabile.>> tengo la spada pronta nel caso si debba
combattere, ma ne dubito. Le impronte piano piano
svaniscono<<
Come mai leggi i geroglifici?>>.
<<
Sono di origine magrebina.>> mi blocco<< Uh
oh...>>.
<<
Che cosa!?>> gli punto la spada contro<<
Sei egizio!?>>.
<<
Ma... ma... ma sono cresciuto in Turchia. Mia madre voleva che
imparassi i geroglifici per... per precauzione.>> il suo
sguardo va dalla punta della spada ai miei occhi<< E
comunque
il Magreb ha tanti paesi in se.>>.
<<
Quindi non sei Egizio, ma potesti essere di un'altra cultura,
giusto?>>.
<<
Cosa!? No! Io sono figlio di Ade, la mia cultura è quella
Greca.>>
abbasso l'arma e lui tira un sospiro di sollievo come se avesse
trattenuto il respiro per tutto questo tempo.
<<
Va bene, ma sappi che ti tengo d'occhio.>> indietreggio
fino a
dove si può svoltare a destra senza staccargli le pupille di
dosso<<
Adesso andiamo di qua.>>.
<<
Va bene.>> mi segue piano piano<< Anche tu
non sei Greco
della Grecia.>>.
<<
Nessuno è più Greco della Grecia da
anni.>> gli rispondo
mentre ci immettiamo nel corridoio, io gli sto dietro per
precauzione<< Ma nessun dio greco andrebbe mai in
Egitto.>>.
<<
Non ci sono mai stato nemmeno io, chissà
com'è.>>.
<<
È pieno di Egizi che vogliono uccidere i Greci come me
e(forse)
te.>>.
<<
Perché sei così arrabbiato con gli
Egizi?>>.
<<
Hanno ucciso tanti dei nostri.>> mi
rattristo<< Hanno
ucciso una mia cara amica.>>.
<<
Oh. Mi dispiace.>> siamo obbligati a svoltare a sinistra
un
paio di volte<< Una mia amica non la vedo da quando sono
entrato nella Casa di Ade.>>.
<<
È figlia di un'altra divinità?>>.
<<
Diciamo di sì.>> svia la domanda successiva
prima ancora che
gliela ponga<< Ma non so quale sia.>>.
<<
È stata estratta?>>.
<<
Oh! Si più svoltare a destra.>> ha ignorato la
mia domanda o
cosa!?
<<
Vicolo ceco. Dobbiamo proseguire.>> rispondo
affacciandomi nel
corridoio chiuso appena dopo di lui<< Riguardo alla
domanda...>>.
<<
Più avanti si può andare!>> corre
avanti.
<<
Aspettami!>> lo inseguo e decido di abbandonare la
speranza di
avere una risposta. Come se m'importasse delle sue amiche figlie di
altri déi.
<<
Dopo dobbiamo andare di nuovo a destra?>>
annuisco<<
Perfetto! Di qua si può andare, ma dopo siamo costretti a
tornare
ancora a destra.>>.
<<
Speriamo di non bloccarci.>> guardo l'ultimo corridoio da
lui
nominato<< No, dopo va a sinistra,
ottimo.>>.
Proseguiamo
senza dirci niente fino ad un incrocio, a quel punto svoltiamo a
destra, pieghiamo a sinistra e nuovamente a destra. Nuovamente a
destra un paio di volte e poi a sinistra. Le rocce scompaiono non
appena i giudici ci vedono arrivare.
<<
Bene.>> commenta l'uomo più a
sinistra<< Saprete il
vostro punteggio all'intervista. Lasciate le armi per terra prima di
uscire.>> ci indica una porta verso il suo lato.
<<
Un attimo.>> dice Basel, poi si avvicina al plastiglass e
si
mette a scrivere in verticale<< Bene, ho
fatto.>>
appoggia il pennello per terra e guarda la mia faccia
sconvolta<<
Cosa c'è?>>.
<<
Cosa significa?>> rispondo indicando gli ideogrammi che
ha
scritto<< Quello è giapponese.>>.
<<
Clelia lo ha insegnato praticamente a tutti, vero?>>
sorride<<
Taitanzu ni shi, morte ai Titani.>> si da una mano sulla
fronte<< Vero!>> riprende il pennello e
scrive sotto con
altri tre alfabeti.
タイタンズに死
الموت
للجبابرة
Смерть
титанов
Ma
è l'ultima serie di lettere che mi lascia scioccato,
sopratutto
perché è la lingua che conosco meglio dopo
l'inglese e l'alfabeto
che, benché non greco, conosco di più.
“Morte
ai Mortali”, recita in italiano traducendo in un qualche modo
i
segni superiori.
Ciao!
Come va? Vi sono mancata?^^
Ade:
La risposta è sempre quella. N O.
Quanto
siamo simpatici, e dire che oggi esce La Casa di Ade.
Ade:
Dovresti prima finire di leggere gli altri.
Dovrei,
ma ho Gregor, quindi non posso.
Ade:
Senza contare Ulysses Moore, e La società letteraria di
Sella di Lepre.
Uno
alla volta, non c'è fretta.
Ade:
Tra poco passa l'autobus.
Manca
un'ora.
Ade:
E tu sei ancora in pigiama.
Non
rompere.
Ade:
Allora? Ci giriamo i pollici?
No,
ringraziamo per le recensioni.
Ade:
C'è qualcuno che recensisce ancora? Di la verità,
le hai fatto una fattura di qualche genere. Anzi, stai abusando
della Foschia per rendere decente quello che scrivi.
katniss_jackson, grazie! <3
Ade:
Ti sei sbagliata, le fic belle sono altrove! Non sono nemmeno in questo
fandom.
Non dire
assurdità! >.<
Ade: Che
c'è? Cerco di preservare questa perfezione! v.v
*si mette a
cercarla* Non la trovo.
Ade: Cretina! -.-"
Dai, ora vi
saluto! Grazie ancora a kertniss_jackson che continua a
seguirmi *estrae un cartello con scritto "Ti amo!"*
Ade: *chitarra in
mano* C'era un cartello giallo con una scritta nera, diceva addio cara
lettrice senza di te la fic finirà!
Smettila!
>.<
Dov'ero? Ah,
sì! Un grazie enorme anche a Luna Celeste Sognanti che mi ha
gentilmente prestato i suoi personaggi(e non mi ha ancora denunciato
per quello che scrivo). Vi avviso che sta facendo uno stato
pubblicità per fanwriter ed è in cerca di gente
da pubblicizzare. Visto che sono pigra ed in ritardo non vi dico altro.
v.v
Grazie mille a
tutti! ;-)
Ci leggiamo
presto, ciao ciao!^^
JKEdogawa ed Ade
|
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Capitolo 5 *** Intervista ***
La
mia faccia in quel momento doveva
essere più o meno come quella di un uomo a cui hanno dato un
pugno
nello stomaco. Eravamo andati così bene fino al terzo
livello, poi
mi rendo conto che Basel ha scritto in una serie di alfabeti
“Morte
a qualcuno”. E nemmeno in modo stupido! Greco contro i Greci,
Geroglifico contro gli Egizi, il resto contro i Titani che ci
scortano ed i Mortali che, credo, siano gli unici innocenti della
situazione.
Non gli ho
parlato per il resto del
giorno, tanto che mi sono chiuso in bagno con tutta la scorta di
mollette da bucato che ho trovato, così non poteva entrare
per
parlare. Perché? Perché lo ha fatto? Vuole farci
morire? Non
capisce che così ha condannato tutta la Casa di Ade?
È un
intelligente stupido. Intelligente perché ha messo in luce
quello
che tutti pensiamo nel modo più geniale del mondo(i Greci
uccideranno i Greci, gli Egizi uccideranno gli Egizi), stupido
perché
usa la sua intelligenza nel momento e nel luogo sbagliati.
Non ne ho
parlato con nessuno, ma
immagino che lui abbia raccontato l'accaduto a Clelia e Suzanne. Ed
immagino anche che Suzanne lo abbia preso a pugni come minimo. Dal
bagno non si sente quello che avviene fuori, se non la porta della
stanza dei maschi che si apre e si chiude. Se qualcuno è
entrato se
ne è anche uscito dopo una buona oretta di meditazione.
Posso
immaginare chi fosse.
Respiro
profondamente assaporando
l'odore di cadavere in decomposizione. In un certo senso mi rilassa,
ma allo stesso tempo mi fa pensare alla fine che farà la
nostra
Casa. Magari il nostri cadaveri verranno usati per fare questi
deodoranti, non mi dispiacerebbe nemmeno tanto. Un modo per sentire
vicini i nostri fratelli.
Bussano alla
porta con la leggerezza di
un rinoceronte imbufalito.
<<
Nico Di Angelo, esci subito di
lì!>> tuona Suzanne da fuori.
<<
Che c'è?>> domando con
uno sbuffo.
<<
C'è che dobbiamo parlare!>>.
<<
E di cosa?>>.
<<
Fai tu? Forse
dell'Intervista?>> da altri due pugni ben assestati alla
porta<< Se non esci abbatto la porta!>>.
<<
Certo, come...>> in una
frazione di secondo vedo la porta crollare sotto un suo calcio ben
piazzato<< Odio avere torto.>>.
<<
Ora muoviti!>> mi tira
per un orecchio<< Dobbiamo decidere cosa dire. Basel ci
ha
raccontato tutto e Clelia ha iniziato ad insultarlo in giapponese. Vi
lasciamo un attimo da soli e voi fate un disastro!? Ma vi
sembra!>>.
<<
Io non c'entro niente. E mi
stai facendo male!>> rispondo.
<<
Dovevi accorgertene, no!? Ha
anche detto che sui geroglifici ti ha detto che era stato
lui!>>.
<<
Non è vero!>> mento
spudoratamente. Prima regola di un Di Angelo figlio di Ade, negare le
proprie responsabilità. So benissimo che ero disattento, ma
non darò
mai la soddisfazione a Suzanne di ammetterlo. Mi molla l'orecchio
ormai rosso e pulsante e mi spinge su una sedia. Incrocio le braccia
e metti il muso.
<<
Non fare il bambino. Diamine,
hai sedici anni!>> mi rimprovera<< Ed ora
pensiamo a cose
serie. Sento il suo sguardo pesante piantarsi su Basel<<
Tu sei
un idiota e lo abbiamo appurato, ora cerchiamo di creare un piano
d'azione per fare buona impressione sui Mortali che ci voteranno, gli
déi che non ci ammazzeranno ed i Titani che non ci
manderanno troppo
mostri contro.>>.
<<
I Titani vogliono
ammazzarci.>> sibila Basel lasciandomi sorpreso, ma
magari l'ho
sognato, perché è lì che trema come
una foglia con le mani in
mezzo alle cosce come una ragazzina spaventata.
<<
Il piano d'attacco della Casa
di Ade è quasi sempre lo stesso.>> scrocchia
le dita Suzanne<<
Far vedere che non abbiamo paura di niente e non ammettere le nostre
colpe, ma in questo caso dovremo fare un eccezione. Anche se mi
dispiace, dobbiamo ammettere quello che ha fatto Basel in modo che
sembri un piano di tutti noi.>>.
<<
Cosa!?>> salto in
piedi<< Tu vuoi mettere in pericolo tutta la casa per lui!?>>.
<<
No.>> sospira Clelia<<
Diremo che è stata una nostra idea, un'idea di noi quattro e
basta.>>.
<<
E questo sarebbe il piano per
non farci uccidere? Per farci votare ed aiutare!?>>
crollo
nuovamente sulla sedia<< Voi siete tutti
matti.>>.
<<
Non è finita.>>
continua Suzanne<< Non abbiamo ancora i risultati delle
prove
ed il primo non potrà comunicarle al successivo. Di fatto
sarà solo
questione di intuito, ma preferirei preparare qualcosa
prima.>>
sospira, il che vuol dire che mi dirà qualcosa che mi
farà
arrabbiare<< Basel ci ha detto che molto probabilmente
non
mostreranno le scritte all'intervista.>>.
<<
E tu credi a lui?>>
chiedo mantenendo la calma.
<<
Non del tutto, ma non possono
permettere che certe cose varchino la soglia della
Prova.>>.
<<
E cosa te lo fa dire?>>
si stringe la spalla destra<< Suzanne.>>.
<<
Perché ho fatto praticamente
la stessa cosa alle prime Olimpiadi a cui ho
partecipato!>>
esclama come se fosse sotto interrogatorio<< Solo che io
non
avevo un pennello e quindi le ho scavate nei muri con la spada. Una
parola per stanza.>> nota il mio sguardo
sorpreso<<
Inoltre avevo scritto “Abbasso i Templi” in greco.
Bé, non...
tutto quello che ha scritto lui.>> scuote la
testa<<
Comunque dobbiamo far vedere di essere compatti ma non troppo
legati.>>.
<<
Ma così mi sarà
impossibile...>> sto per dire
“ucciderlo”, ma probabilmente
non è il momento adatto<< Comportarmi come mi
dovrei
comportare.>> tengo lo sguardo basso mentre Suzanne mi
fulmina
e Clelia si incupisce.
<<
Non sei obbligato.>> mi
dice la sorellona<< Inoltre non eri tu che ti vantavi di
pensare con la tua testa e non con quella del branco.>>.
<<
Appunto per questo ritengo che
dirò quel che la mia testa mi dirà di dire senza
seguire
istruzioni.>> la guardo negli occhi<< Ho
sedici anni, non
sono più un bambino.>>.
Sono ancora un
bambino, sotto molti
punti di vista.
Primo: non
dormo se sono agitato.
Secondo: odio
essere comandato a
bacchetta.
Terzo: faccio
la vittima facilmente e
mi piace avere l'attenzione di tutti.
Se ve lo state
chiedendo... sì, un po'
mi è piaciuto essere estratto. Quel briciolo di narcisismo
che hanno
tutti, in fondo. Per un attimo sei al centro dell'attenzione, poi
l'attimo dopo ti rendi conto che morirai. Lo vedi negli occhi dei
tuoi cari, di quelli che resteranno al Distretto, di quelli che
vedranno le tue gesta e (facendo scongiuri) la tua morte in uno
schermo allestito per l'occasione. Pensi a quello che avresti fatto,
a quanti Happy Meal ti perderai(che c'è!? Mi piace quel
simbolo
capitalista chiamato McDonald, problemi?), a quanto poco tempo hai
avuto per salutare i tuoi fratelli.
<<
Nico.>> mi chiama
qualcuno, immagino capiate chi. Mi giro dalla parte del
muro<<
Nico.>> mi porto il cuscino sulla testa<<
Nico, stai
dormendo?>>.
<<
No, contento!>> rispondo
tirandogli il cuscino addosso<< Che vuoi?>>.
<<
Volevo dirti che voglio
prendermi solo io la responsabilità di ciò che
è successo.>>
si avvicina per ridarmi il cuscino poi ha la buona idea di rintanarsi
nuovamente sotto le coperte, io torno a stendermi<< Voi
non
sapevate niente e mettervi in mezzo non è
giusto.>>.
<<
Allora ragioni un po' con
quella testolina bacata che hai.>> sbuffo<<
Se era solo
per questo potevi dirmelo anche domani.>>.
<<
Avevo paura che domani saresti
stato troppo arrabbiato per ascoltarmi.>>.
<<
Non sono arrabbiato!>>
salto a sedere<< Sono sconvolto! Per esempio, come mai
sai così
tante lingue? Perché hai fatto quello che hai fatto? Cosa ti
ha
fatto arrivare alla Casa di Ade? Perché il Fato ha estratto
proprio
me e te? Perché Antino mi ha chiesto di proteggerti e
tenerti in
vita?>>.
<<
Antino ti ha chiesto
questo?>>.
<<
Sì. Che c'è, non lo
sapevi?>>.
Rimane un po'
in silenzio poi dice:<<
Nico. Fai quel che vuoi, tanto credo che la mia amica non
supererà
la prima fase. Tanto vale raggiungerla no?>>.
Perché
ogni giorno che passa diventa
sempre più incomprensibile?
Il vestito mi
prude.
È
un abito elegante con un tredici sul
petto. Lo odio, ma è la serata dell'intervista e non posso
presentarmi in giacca di pelle e scarponi a carro armato. Almeno sono
completamente nero a parte la cravatta grigia come la spilla ed i
bordi della giacca. Cavolo, mi sembra di avere nell'ortica sotto la
camicia! È insopportabile!
Devo stare
calmo, stare calmo. Non ci
riesco! Cosa dirò? Cosa penso di dire? Cosa hanno intenzione
di dire
gli altri?
Mi do due
pacche sulla faccia.
<<
Si forte, Nico.>> mi
dico stringendo i pugni<< Fagli vedere che non ti fai
condizionare.>>.
Sono l'unico
ad aspettare. Le
interviste si fanno da soli per fare si che non ci si metta d'accordo
tra fratelli. Sono come delle macchine della verità
perché non
sapendo quello che ha detto l'altro potresti smentire le sue parole e
condannarlo alla morte nel Colosseo. Sono esseri amabili gli
déi,
non trovate? Ora che ci sono dentro a maggior ragione mi rendo conto
che è tutto costruito per evitare la guerra, ma per
eliminare noi
Mezzosangue. Possibile? Sul piano puramente pratico mi ricordo Ermes
piangere per la morte di suo figlio Luke Castellan, quindi mi sembra
strano che ci vogliano far morire in un modo così stupido.
Non
bastavano i mostri che ci seguivano ovunque fuori dal Campo o
dall'Ade? A quanto pare no.
Un attimo. Chi
odia i Mezzosangue al
punto da fare una cosa del genere? La lista è lunga, ma ci
sono tre
sospettati più probabili: Gea, Crono e Era. Andando per
esclusione
Crono è morto, sepolto e tagliato a pezzettini del Tartaro;
Gea non
è stata sconfitta, ma non architetterebbe mai nulla di
così
cavilloso, si sveglierebbe, arriverebbe e ci farebbe fuori con rischi
annessi e connessi; Era non riuscirebbe mai a fare una cosa del
genere in barba a tutti gli altri déi, senza contare che
anche i
suoi sacerdoti partecipano.
Mi chiamano ed
un Titano mi scorta fino
all'entrata del palco. Salgo teso come una corda d'arco pronta a
partire.
In quel
momento il mondo attorno a me
si ferma. Siamo solo io e Barbara Riordan.
Solo noi due a
parlare di come morirò.
Gioia e gaudio, insomma.
Capelli tinti
rosso rame che si vede da
un chilometro di distanza, abito elegante da gran gala che ricorda un
cielo stellato come di quelli che si vedevano al Campo, occhi grigio
perla grazie alle lenti a contatto ed una cartelletta da
presentatrice sprecata. È seduta sulla poltroncina bianco
panna
delle interviste e mi fa cenno di sedermi su quella sanguigna davanti
a lei. Nessun pudore, vero? Ci vogliono sbattere in faccia la nostra
malasorte, che esseri amabili.
Barbara
è una Mortale. Lo si sa e lo
si capisce da sempre. La cosa peggiore è che non sa nulla di
Mitologia e certe volte se ne esce con frasi di un ignoranza
micidiale. Mi sorprende che ancora nessuno l'abbia uccisa in diretta.
Mi siedo sprofondando nei morbidi cuscini della poltrona. Cominciamo
male.
<<
Nico caro.>> inizia
mielosa tanto da farmi venire il mal di pancia da troppi
dolci<<
Come stai?>>.
<<
Scomodo.>> rispondo
cercando di stare seduto sull'unica parte dura della poltrona: il
bordo.
<<
Bene.>> se per te è
bene<< Prima di parlare della valutazione che ha ricevuto
la
Casa di Ade, cosa che ho già ampiamente discusso con tuo
fratello
Basel, vorrei chiederti cosa ne pensi delle Olimpiadi.>>.
<<
Fanno schifo.>> rifletto
un momento<< Sono uno splendido modo per eliminare
un'infinità
di mezzosangue all'anno, quindi sì, fanno
schifo.>> sono una
persona molto schietta, io.
<<
Interessante posizione.>>
immagino che nessuno sia mai andato contro l'ordine costituito per
paura di ripercussioni nel Colosseo, ma io sono Nico di Angelo. Che
provino a farmi del male, lo riceveranno con gli
interessi<<
Posso capire le tue motivazioni. Nel Colosseo hai perso molti
fratelli. Cosa senti nel sapere di essere il simbolo maschile della
tua Casa?>>.
<<
Vi ricordo che teoricamente ho
un fratello, quindi siamo due simboli.>> penso per un
attimo su
cosa dire<< Ho una gran sete di vendetta. Ma non nei
confronti
delle altre Case, nei confronti degli organizzatori di tale
“spettacolo”. Onestamente preferivo i giorni in cui
i Minotauri
cercavano di uccidermi per strada ad adesso dove gli vengo buttato in
pasto.>>.
<<
Bene.>> tossisce appena,
devo averla messa in difficoltà. La cosa si fa
interessante<<
Passiamo alla valutazione che ha ricevuto la tua Casa. È un
punteggio che non si era mai visto fin'ora.>> sorride
mentre
esplode qualcosa ed iniziano a cadere dei coriandoli
dorati<<
Trenta! Complimenti, Nico caro!>>.
<<
Tren... cosa!?>> esclamo
mentre un trenta enorme inizia ad ondeggiare nello schermo alle
nostre spalle<< Trenta? Come abbiamo fatto a prendere
trenta!?>>.
<<
Siete stati semplicemente
fantastici. Avete preso trenta praticamente in tutto.>>
mi
risponde Barbara applaudendo e guardando la cartella<<
Anche
nella scelta nelle armi, è incredibile. Solo Cooperazione
non è
andata bene.>> mi pianta le lenti a contatto nelle palle
degli
occhi<< Com'è possibile che abbiate preso
quindici?>>.
<<
Facile. Io e mio fratello ci
odiamo.>> mi rimangio immediatamente ciò che
ho detto<<
Nel senso che io non lo sopporto e lui non è che mi adori,
almeno
credo.>>.
<<
Quindi è colpa tua questo
voto?>>.
<<
Sì. Cioè, no.>> ora si
che sono nei guai. Mi guarda con l'aria di chi sa di avermi fatto
scacco matto<< Siamo una coppia... di fratelli, ma una
coppia.
Quindi se abbiamo sbagliato la colpa è di entrambi. Lui ha
fatto
cose che non sapevo potesse e volesse fare ed io non sono riuscito a
cogliere certe sue particolarità per tempo.>>
ora tocca a me
guardarla sicuro di aver vinto<< Ma sa com'è,
le Olimpiadi
fanno uscire il lato peggiore di ognuno di noi. Sono talmente nervoso
che se avessi un'arma faticherei a non usarla.>>.
<<
Oh, capisco.>> si tira a
sedere<< Bene, Nico caro.>> sta venendomi
in diabete a
furia di sentirmi chiamare “Nico
caro”<< Direi che abbiamo
finito. Vuoi dire qualcos'altro?>>.
<<
Sì.>> mi alzo in piedi
e guardo dritto la telecamera<< Fratelli, mi vedete e mi
sentite. Io farò ciò che ritengo più
giusto e sarò io l'Eroe
maschile dei Greci!>> alzo la mano al cielo, il palmo
aperto a
guardare il soffitto e le dita così tese e larghe quasi da
farmi
male<< Sarò l'Eroe che vincerà le
Olimpiadi Culturali! Per i
Greci, per i Mezzosangue, per le Mitologie!>>.
Abbasso il
braccio, faccio un inchino
di riverenza alla signora Riordan con baciamano e me ne vado da dove
sono entrato.
D'ora
in poi non sarò più un semplice
ragazzo della Casa di Ade. D'ora in poi sarò l'Eroe
più devastante
della competizione.
Ciao
a tutti, vi sono mancata?
Ade:
Come mi manca mio fratello Zeus.
-.-
Che
essere amabile. -.-
Ma
lasciamo perdere e proseguiamo.
Risposta
alle recensioni: katniss_jackson! <3
Ade: Non si è
ancora stacnata! D:< Se continua le mando Cerbero!
Luna: Lo faccio
anch'io. v.v
E che ci fai tu
qui!? O.o
Luna: Che
domande, sono la responsabile dei personaggi che usi. Avrò
diritto di dire la mia. v.v
Ah. *nasconde la
recensione* Non c'è niente. ^^'
Luna: Guarda che
ho letto il paragone con Carter
Kane.
Ah.*cade in
ginocchio* Ti prego non la uccidere. E' l'unica recensitrice che mi
è rimata. TT^TT
Luna: Solo
perché ha anche solo ipotizzato che Carter e Basel siano
simili? Tranquilla, non sono così cinica.
Be...
Luna: *prende un
libro di magia naturale* Dunque, da dove comincio a smontare quel
ciarlatano di Riordan...
Non ora! O.o
Aah! Devo
stringere, ed in fretta.
Ade: Le piace Clelia, e non le
posso dare torto. E' quella che mi è venuta meglio dopo Bianca
ed Hazel.
v.v
Aah! Le piace Clelia? Sarebbe
un vero peccato se... *sorrisiono da Suzanne Collins*
Ade: Tu non
oserai...! O.o
Grazie ancora a katniss_jackson e alla prossima!
Per il prossimo
capitolo ci vorrà un po', perché non l'ho ancora
finito. ^^'
Ma non potevo non
aggiornare oggi. v.v
Ade: Copie vent'anni,
la nonnetta. v.v
No! Non dovevi
dirlo! >.<
Ade: Tutto
è lecito dopo quel sorriso minaccioso. v.v
-.-
Ci leggiamo presto
e forse un certo Dio
degl'Inferi sarà morto prima di allora. -w-
Ciao ciao e grazie
mille a tutti! ^^
JKEdogawa ed Ade
|
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Capitolo 6 *** Entrata ***
Mi
stiracchio e faccio un paio di
piegamenti in avanti. Sono straordinariamente attivo per essere il
mio ultimo giorno nell'Agorà. E Basel lo sembra ancora
più di me.
Si è alzato credo prima dell'alba, l'ho sentito muoversi ed
andare
in sala con il suo quaderno e la matita. Immagino sia andato a
disegnare per scaricare la tensione.
Vado
in bagno e mi guardo allo
specchio. Sistemo come posso i capelli e pianto il mio sguardo del
mio riflesso come a chiedermi consiglio. Cosa dovrei fare? Seguire
l'istinto? Ascoltare Antino? Fare come farebbe qualunque figlio di
Ade sano di mente?
Decido
che sceglierò una volta dentro
al Colosseo.
Esco
e trovo Basel che disegna con
Clelia che lo guarda. Vorrei potergli fare una foto, come a fermare
quel momento di straordinaria normalità, ma forse sarebbe un
gesto
egoista. Come a sapere già che non ce la faranno. Che non ce
la
faremo.
Suzanne
ci raggiunge poco dopo. Sarà
la sua seconda Olimpiade, ma non riesce a dormire nemmeno lei.
Restiamo in silenzio. Si sente solo il grattare della matita sui
fogli di Basel, ma nient'altro. Sembriamo morti già qui,
silenziosi
come le ceneri che saremo. Siamo polvere ancora prima di ritornare da
nostro padre, fantasmi di noi stessi senza più un futuro.
Ci
vengono a chiamare qualche ora più
tardi, poi i Titani ci scortano verso i corridoi di accesso. Suzanne
e Clelia vanno a destra, noi a sinistra. Abbiamo solo il tempo di un
abbraccio e della promessa di ritrovarci alla fine della prima fase,
poi raggiungiamo le stanze dove verremo fatti entrare nel Colosseo.
Basel è teso, io cerco di non darlo a vedere. L'ultima cosa
che
voglio è dare ai Titani la soddisfazione di farmi vedere
debole.
Tamburello sulla suola degli scarponi prima di entrare nella porta.
È
una grande stanza con le pareti rosse e nere come l'ade, una donna ci
invita a sederci su quelle che sembrano sedie da dentista e noi
obbediamo.
«
Stai calmo.» mi sfugge in un
soffio. Non è rivolto a me, ma a Basel che trema qui
accanto« Non è
nulla.».
Sto
addolcendo la pillola, ma Suzanne
me lo ha spiegato e non è nulla. Per niente.
Serro
i pugni e chiudo gli occhi
mordendomi le labbra per non gridare. Li riapro solo quando
è tutto
finito. Sul mio braccio fumano ancora le lettere greche di
Topothesía(Τοποθεσία),
Posizione. È il loro modo per tenerci sotto controllo, come
dei GPS
divini. Guardo Basel che sta trattenendo un urlo e le lacrime. Gli
occhi lucidi devono essere come i miei mentre piano piano le nostre
figure svaniscono come coriandoli di braci che si consumano. Vedo una
gran luce, poi mi sento precipitare ed il cielo azzurro mi acceca.
Basel
non resiste e grida mentre raggiungiamo il terreno e rotoliamo
sull'erba fresca. Rimbalzo un paio di volte, e poi rotolo contro un
albero colpendolo di schiena. Mi alzo ancora intontito e dolorante
capendo che mi trovo in una radura quadrata circondata da alberi. Un
agroglifo che rappresenta un tredici incenerito si trova proprio al
centro. Questa è la nostra base, il nostro territorio. Qui
siamo al
sicuro fino a che non si sente il gracchio strozzato di un'arpia
sotto tortura. Mi ha sempre dato quell'impressione, come le galline
quando le tirano il collo. Quello è il segnale che
l'Olimpiade è
cominciata.
Abbiamo
cinque minuti per ideare una strategia, poi se siamo fortunati non
verrà nessuno, se siamo sfortunati le Case più
vicine ci saranno
addosso in meno di tre secondi. Istintivamente cerco Basel. Si
è
alzato a fatica, ma sembra stare bene.
«
Posso lamentarmi?» chiede. Annuisco massaggiandomi
l'avambraccio.
Guaisce come un cane ferito stringendosi sopra l'ustione di
posizione. Mi permetto anch'io di lamentarmi ed un grido si alza
dalla mia gola verso il cielo. È una liberazione, come se
avessi
rotto delle catene ed ora fossi pronto a combattere davvero. Una
volta finito stiamo ansimando, ma il dolore sembra essere passato.
Guardo l'ustione che inizia a diventare lucida e a brillare sotto i
raggi del sole.
Ancora
tre minuti.
«
Come procediamo?» chiedo« Armeria o fuga strategica
in mezzo agli
alberi?».
«
Sei tu il capo.» alza le spalle continuando a massaggiarsi
l'avambraccio« Nell'armeria dubito che ci sia un
pennello.».
«
Lo dubito anch'io.» due minuti« Ma senza armi non
possiamo fare
molto. Forse usare i nostri poteri da Figli di Ade, ma temo che
saremmo più lenti dei figli di Dioniso ed Iride. Sopratutto
quelli
di Iride.».
«
Quindi Armeria?» annuisco« Sarà una
carneficina.».
«
No, se arriviamo primi.» un minuto.
«
E dopo?».
«
Ci nascondiamo negli alberi e cerchiamo di sopravvivere alla prima
giornata.» deglutisce, poi annuisce e si posiziona in
direzione
nord-est, davanti al sentiero da cui si vede l'Armeria.
Piccola
spiegazione di com'è fatto il Colosseo: è un
cerchio isolato
dall'estero da un immenso muro di cinta impossibile da scavalcare o
perforare. Posizionati a distanze regolari si trovano i quadrati
denominati basi. Ogni base ha un numero corrispondente alla casa ed
è
collegato da un corridoio che conduce alla piazza centrale e che si
chiude appena dopo aver raggiunto la base o l'Armeria. La piazza
centrale, invece è un immenso spiazzo erboso di forma
circolare e al
centro di esso si trova l'Armeria. È l'unica cosa che cambia
di anno
in anno, quest'anno è una colonna alta e slanciata come una
stalagmite e con le armi fino in alto. Ovviamente le meno pericolose
sono in basso. Gli oggetti di prima necessità sono quattro
strisce
sopra e poi si va verso le armi più devastanti. Se si
riuscisse ad
arrivare in alto si avrebbe l'arma più potente e distruttiva
dell'arena, l'unica che può eliminare le altre Case come se
nulla
fosse. Nessuno l'ha mia vista ne presa ed ho come la strana
sensazione che sia solo una chimera, una mera illusione inventata per
farci mettere ancora più in competizione gli uni con gli
altri.
Il
segnale risuona nell'aria e noi, come se ci leggessimo nel pensiero,
scattiamo immediatamente verso l'Armeria. Non aspettiamo di vedere i
nemici e ci lanciamo alla base della colonna. Non saremo mai in grado
di difenderla, quindi ci conviene prendere ciò che ci fa
comodo e
tornare immediatamente tra gli alberi.
Una
freccia ci schiva per un pelo, ma un'altra è pronta a
partire nella
nostra direzione.
Sacerdoti
di Artemide, prevedibile. I figli di Apollo non si nasconderebbero
mai dietro la colonna, inoltre molti preferiscono usare frecce
incendiarie. Mi abbasso, faccio perno sul braccio sinistro e
raggiungo la base della colonna in capriola. Arraffo il primo zaino
che riseco a raggiungere ed una spada. Sono pronto a tornare indietro
quando mi accorgo che Basel sta guardando verso l'alto ammaliato. Ha
preso uno zainetto da campeggio, ma sembra interessato a qualcosa in
particolare.
«
ATTENTO!» grido parando una freccia con la mia nuova
arma« MUOVITI,
DOBBIAMO ANDARE!».
«
Aspetta.» mi dice continuando a guardare in su, poi sposta
alcune
armi di lato ed inizia ad arrampicarsi. Si schiaccia contro il
metallo appena in tempo per schivare una freccia in direzione del suo
collo.
«
MA CHE FAI!?» grido rotolando via prima che una freccia mi
perfori
la fronte.
«
CI SONO QUASI!» mi risponde raggiungendo più o
meno la metà della
colonna. Prende una spada e torna giù schivando altre due
frecce. Al
quarto livello si butta a terra e mi guarda« Ora possiamo
andare.».
«
Dici!?» schivo un'altra feccia«
Muoviamoci.» ci lanciamo
nuovamente verso la foresta, ma abbiamo sbagliato strada. Davanti a
noi arrivano i Figli di Poseidone pronti ad usare il controllo del
sangue. È una tecnica molto recente basata sul fatto che il
sangue è
composto da acqua, di fatto portano l'avversario al suicidio. Forse
è
per questo che nelle scorse Olimpiadi per poco non vincevano loro.
Dietrofront
immediato e ci buttiamo a capo fitto verso la Base di Ade. Nel
frattempo sentiamo volare frecce e qualcuno che corre verso la
colonna in modo silenzioso. Figli di Ermes, senza dubbio. Non ho
tempo per occuparmi di loro, a meno che non prendano una lancia. Li
ho visti durante gli allenamenti e posso confermare che sono molto
dotati.
L'Armeria
sta iniziando a riempirsi di furbetti, abbiamo fatto bene e a partire
subito. La ressa è la cosa peggiore. Molti muoiono solo in
quello e
nei modi più agghiaccianti. Chi ha poteri è
avvantaggiato, ma io
parlo con i morti, non aiuta molto. Posso aprire crepacci, certo, ma
nel Colosseo non posso farmi prendere dalla rabbia. Devo ragionare
con lucidità e...
«
Tu mi stai dicendo che abbiamo rischiato la vita per un'arma
egizia!?» grido notando l'arma di Basel. È un
kopesh color ruggine,
un'arma che un greco non sceglierebbe mai. Mi indica la fine
dell'elsa mentre spariamo in mezzo agli alberi cercando di non farci
uccidere o scoprire« Oh, certo. Solo gli Egizi posso mettere
un
pennello alla base dell'elsa.» un lampo mi trapassa la
mente« Per
questo prendevi le spade dalla parte della lama!».
«
Mi allenavo con una cosa simile prima di essere spedito alla Casa di
Ade.» mi spiega incastrando l'arma tra la schiena e lo zaino
ed
iniziando a salire un albero. Mi accingo a fare la stessa cosa
« Non
immaginavo nemmeno io di trovarla nell'Armeria.».
«
Ma non ti tagli quando la prendi?».
«
Non lo so. Quando non ero al distretto l'arma che usavo si plasmava
per non tagliarmi.».
«
Continuo a non capire il senso del pennello. Mi sfugge
completamente.».
«
È un po' complicato.» guarda verso l'Armeria
seduto su un ramo
alto. Qui dovremmo essere al sicuro e tranquilli per un po'«
Sono
caduti i Figli di Afrodite.».
«
Prevedibile.» alzo le spalle notando dei coriandoli color
rosa
salire verso il cielo. Da qui si vede bene il muro di cinta,
già a
metà pomeriggio creerà un'ombra talmente grande
da rendere
difficile il muoversi tra gli alberi. Come se la notte calasse in
anticipo.
È
una sensazione devastante e per fortuna quest'anno cade d'estate.
Alcuni nostri fratelli sono venuti qua d'inverno. Il sole quasi non
lo vedevano.
Nel
Colosseo tutto sembra fatto per annientare fisicamente e
psicologicamente. È una sensazione orribile, ma devo farmi
forza e
superarla nel miglior modo possibile.
Coriandoli
argento iniziano a salire verso il cielo. Uno dei Sacerdoti di
Artemide dev'essere morto. Immagino il vostro stupore nel sentire
Sacerdote di Artemide. Sembra un controsenso bello e buono, ma
è
semplicemente che la Dea della Luna non poteva non avere dei
referenti maschi nelle Olimpiadi. Ammetto, però, che gli
déi
possono essere molto influenti, ma che una cosa del genere da
Artemide non me la sarei mai aspettata. Come ho già detto,
comunque,
ci sono anche Sacerdoti di Era che combattono come se fossero suoi
figli, per cui non mi sorprendo più di niente.
«
Non va bene.» dico guardando verso l'Armeria«
Alcuni stanno venendo
verso di noi.».
«
Figli di Ebe.» conferma Basel annusando l'aria. Noto che si
è
scritto qualcosa sul naso, ma è talmente piccolo che non
riesco a
capire« Non hanno armi a lungo raggio, non ci faranno nulla
se non
li attacchiamo.».
«
Buono.» annuisco e torno a guardare l'Armeria. Dai piedi
dell'albero
si alzano dei coriandoli color blu elettrico« Ma
che...!?» guardo
Basel« Non avrai...».
«
Guarda.» mi indica una freccia piantata nel terreno.
Dannazione, i
Figli di Apollo! Quelli si che sono pericolosi e noi siamo troppo
facili da colpire« Cosa facciamo?».
«
Saltiamo di ramo in ramo sperando che non ci sentano.»
ipotizzo« Ma
meglio se ci muoviamo.» mi aggrappo al ramo sopra di me, mi
dondolo
e mi butto su quello accanto. Afferro un ramo prima di cadere
rovinosamente a terra. Vorrei evitare quell'esperienza. Guardo Basel
che sta seguendo quello che faccio io. Riesce a rimanere in
equilibrio, così proseguiamo fino a raggiungere uno spiazzo
vuoto
con un diciassette stampato sul terreno. Di male in peggio, il
Territorio di Nike è praticamente riservato ai vincitori. Un
passo
falso e siamo morti.
Per
di più i suoi Figli non si sono mossi dal Territorio, il che
è
sospetto. Non hanno dei veri e propri poteri, almeno per quel che ne
so, un'arma gli farebbe comodo. Invece sono immobili, schiena contro
schiena e guardano il cielo seduti a terra inermi. Stanno solo
aspettando di essere uccisi.
Perché?
Cosa li spinge a fare ciò?
Noto
che uno dei due ha gli occhi lucidi, poi la sua voce si espande fino
a noi.
«
Che bello il cielo.» dice all'altro senza staccare gli occhi
dalla
distesa azzurra« Che belle le nuvole, che bella la
vita.».
«
Benché breve e in cattività è stata
bella.» aggiunge suo
fratello. Hanno entrambi vent'anni, gli occhi argentei ed i capelli
biondo oro« Mi piace pensare alla mia ultima competizione con
te,
Jean.».
«
Anche per me, Pierre.» risponde l'altro« Ti ricordi
la prima
Olimpiade?».
«
Come ieri.» gli scende una lacrima« Non saremo
più le loro
pedine.».
«
Mai più.» sorride« Oh! La Casa di Ade
è già arrivata.» un
brivido mi passa lungo la schiena « Ehi! Potete ucciderci
anche
ora!» mi pianta gli occhi addosso e mi sento pervadere dalla
potenza. Improvvisamente mi sento inarrestabile, potrei battere
chiunque, essere il migliore. Scuoto la testa confuso e vedo che
Basel ha avuto la mia stessa sensazione. Restiamo immobili, poi una
freccia di balestra colpisce il ragazzo dalla nostra parte ed il suo
corpo scompare in una scia di coriandoli dorati che sale verso il
cielo. Non è ancora scomparso del tutto che suo fratello fa
la
stessa fine. Un peso immenso mi prende al petto, poi senza esitazione
mi butto a terra e prima ancora che se ne possa accorgere il Figlio
di Eolo responsabile diventa una scia di coriandoli grigio chiaro.
Basel
mi guarda raggiungendomi tra il perplesso ed il turbato.
«
Co.... cos'era?» domanda con un nodo alla gola.
«
Non lo so.» rispondo« Ma adesso dobbiamo pensare a
come passare la
notte.».
Il
buio è calato da diverse ore. Dopo il dimezzamento iniziale
e la
conta dei morti tutto si è fatto silenzio. Io e Basel ci
siamo
sistemati nella Base di Nike per la notte, ma sappiamo già
che
domani ci muoveremo verso il nord. Il nostro obbiettivo è
raggiungere la Base di Persefone entro il tramonto. La Base
più
sicura è quella di Pan, ne sono sicuro. Il territorio
è cambiato
durante il pomeriggio ed abbiamo scoperto che la Base di Ade adesso
è
solcata da sette piccoli fiumi, riproduzione dei fiumi infernali. Se
la mia teoria è corretta ogni Base è cambiata a
seconda della
divinità, ma solo se i Figli o i Sacerdoti sono ancora vivi.
La Base
di Nike, per esempio, non è cambiata, per questo abbiamo
deciso di
venire qui. Nel nostro territorio probabilmente saremmo più
forti,
ma allo stesso tempo più vulnerabili. Un esempio
è un Figlio di
Efesto in grado di controllare ed evocare il fuoco. Potrebbe usare il
piccolo Flegetonte contro di noi e non amerei troppo diventare una
statua di lava. Probabilmente non lo farebbe mai, ma è
meglio non
rischiare. Inoltre le acque nere dello Stige potrebbero diventare
un'arma a doppio taglio se dovessi fronteggiare un Figlio di
Poseidone.
Guardo
Basel che si è addormentato un paio d'ore fa stretto nella
coperta
che c'era nello zaino. Deve aver usato non so quale magia, ma
è
riuscito a materializzare due panini dal nulla. Non è molto,
ma è
qualcosa. Si è pure scusato perché non erano
farciti, come se
m'importasse. Credo sia più forte di quanto abbiamo sempre
sostenuto, ma è solo una sensazione che ho da quando ho
incrociato
lo sguardo del Figlio di Nike. Ho più fiducia in Basel, ma
non so il
perché. In realtà ho più fiducia in
me, in lui e nelle nostre
sorelle nell'altro Colosseo. Sento che la Casa di Ade può
farcela,
che non siamo spacciati, che potremmo veramente essere gli Eroi della
Grecia.
Scuoto
un po' Basel per svegliarlo. Tocca a lui il turno di guardia adesso.
Si sveglia stropicciandosi l'occhio visibile, poi alza la sua arma,
si stiracchia e si prepara per il turno di guardia. Io mi stendo e
cerco di dormire, ma noto che trema.
«
Paura?» domando.
«
No, freddo.» risponde prima di starnutire« Ma non
ti preoccupare,
posso sopportare.» gli lancio la coperta« Ma
che...?!».
«
Non mi serve. Non sono un freddoloso come te.» torno a
stendermi e
guardo il cielo mentre lui si mette la coperta sulle spalle«
Stanotte le stelle sono molto luminose.».
«
Tu che pensi alle stelle? Non è da te, Nico.».
«
Perché?».
«
Bé, non sei proprio il più romantico dei
due.» alza le spalle« Ma
magari sono io che ti conosco poco.».
Rimango
a guardare il cielo, poi mi alzo a sedere:« Sbaglio o sei
più
tranquillo?».
«
Forse è sapere che siamo vivi il primo giorno.»
annusa l'aria«
Domani ci saranno dei mostri. Appariranno in zona Sud Est, ma noi
andremo verso Nord per cui li eviteremo.».
«
Come hai fatto?».
«
Ho acuito l'olfatto.» indica dove ho visto il segno la
mattina« La
scrittura può essere una magia potentissima.»
guarda la luna come
se ci vedesse qualcuno riflesso dentro« Meglio se dormi,
Nico.
Domani non sarà comunque facile attraversare le Basi che ci
mancano.».
«
Probabilmente sì.» mi faccio cadere nuovamente a
terra, prendo un
profondo respiro e scivolo nel mondo dei sogni.
Riecco...
Ade: ALLA BUON ORA!
Sono felice di
rivederti anch'io... zietto...
Ade: E non chiamarmi
così! Dove accidenti sei stata!? Sai da quanto aspetto
questo aggiornamento?
Un anno abbondante?
Scusa, ho avuto da fare...
Ade: Tipo?
Tipo questo...
Luna: Riordan
è un genio!*sclera leggendo Le Sfide di Apollo
per la terza
volta*Un vero genio.
Ade: Numi del
cielo!
È malata?
Non lo so, ma da
quando lo ha incontrato non è più la stessa...
oppure è lo stress da Università.*alza le spalle*
Comunque,
sarà meglio pensare alle recensioni, non vi pare?
Luna: Lester... Lester...*inzia
a baciare la copertina*
Ade: *rabbrividisce e
passa oltre* Ce ne sono due...
Bella!*alza la
mano ma nessuno le da il cinque*Comunque, grazie mille a Gaia la custode del cuore e ninety nine per le splendide
recensioni. Delle lavate di capo ogni tanto aiutano. ^^
Ade: Se poi le
mettessi in pratica...
*ringhia appana,
poi si calma* Allora: grazie mille a tutti quelli che mi hanno
aspettato, a quelli che seguono, che hanno recensito e che hanno messo
tra ricordate o preferite la storia.
E un grazie
a...*sebra che stia per ingoiare un topo vivo*Un grazie all'uscita di Le Sfide di Apollo...
se non lo avessi letto non avrei ripreso in mano la fic(*alzando il
pugno al cielo rabbiosa*Riordan!).
Bene bella gente(e
Ade), ci
leggiamo presto, ciao ciao. ^^
JKEdogawa,
Ade e Luna Celeste Sognanti
P.S.: Luna:
Giusto perché lo sappiate, pubblico adorante...
Stringi!
Luna: Su Wattpad
trovate Culture-La Guerra, la storia
originale da cui è tratto Basel Al Shareni...
se volete farvi degli Spoiler(e lasciarmi qualche bella recensione come
fate con JKE) basta che seguiate il
Link. Baci baci! ^^
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Capitolo 7 *** Mostri ***
La
mattina non è iniziata nel migliore
dei modi.
Basel mi ha
svegliato bruscamente e
siamo dovuti correre a nasconderci negli alberi prima che i figli di
Bia arrivassero a cercarci. Non so perché siano venuti da
noi, ma la
cosa non mi piace per niente. Bia è la personificazione
della
Violenza, sorella di Nike(la Vittoria). Probabilmente pensavano che
fossimo stati noi ad uccidere i loro cugini visto che ci siamo
stabiliti nella loro Base. Comunque siamo corsi via arrampicandoci
sui rami e raggiungendo la Base di Irene. Negli spazi precedenti non
c'era nessuno, ma i terreni di Tyke ed Ecate sono cambiati, dunque
suppongo che i loro figli siano da qualche parte nel Colosseo.
Non ci
crederete mai, ma i figli della
Dea della Pace sono ancora vivi. Non l'avrei mai detto, ma sono nel
loro territorio con due bandiere bianche piantate nel centro e l'erba
color arcobaleno.
È
strano vederli così, sono
straordinariamente tranquilli. Probabilmente non sono i più
forti e
pensano che molti li lasceranno in pace fino alla fine non
ritenendoli una minaccia. Ragionamento molto sensato, in fondo hanno
preso dieci su trenta alla prova, il voto più basso di
quest'anno.
Superiamo
silenziosamente la loro base
spostandoci negli alberi al confine con il muro. Non abbiamo tempo
per stare con dei pacifisti che si sono persi.
Mi piacerebbe
conoscere la mente
geniali che li ha fatti entrare nel Colosseo.
Come mi
piacerebbe conoscere chi
organizza ogni anno le Olimpiadi Culturali per picchiarlo
selvaggiamente.
Okay, ho
esagerato. Ma un calcio nel
suo sedere divino(se è una divinità) non glielo
toglie nessuno.
Rimaniamo in
silenzio sperando di aver
allontanato i figli di Bia abbastanza da elaborare una strategia. Un
rivolo di coriandoli arlecchino si alzano in cielo, ma vengono
seguiti da una colonna color rosso sangue e da un grido disperato. Ci
affacciamo a vedere e notiamo un figlio di Irene con una spada
recuperata all'ultimo ferma a mezz'aria. Le mani gli tremano e ha lo
sguardo fisso sul nulla, come se avesse fatto qualcosa fuori dalla
sua natura.
Non abbiamo il
tempo di capire cos'è
successo che il Semidio viene incornato, ma non ucciso, da un Toro
della Colchide appena spuntato dal centro del Colosseo. Basel ed io
ci scambiamo un'occhiata tra il perplesso e lo spaventato, poi
iniziamo a correre verso la Base di Acli.
Il Toro sente
la paura, percepisce i
nostri movimenti, si lancia nella nostra direzione e con una testata
rade al suolo l'albero su cui mi trovo. Mi vedo già
infilzato nelle
corna quando Basel mi prende per il braccio e mi trascina sull'albero
dov'è lui. Proseguiamo con il Toro alle costole prima che
una nebbia
nera ci avvolga completamente. Perdiamo l'equilibrio e rotoliamo
sull'erba.
Ricapitolando,
sono in una base che non
conosco, non si vede niente ed ho perso mio fratello. Perfetto.
Il Toro sbuffa
alla mia destra, così
mi butto a sinistra.
Pessima idea.
Colpisco con il fianco un
albero e mi si mozza il respiro. Trattengo un gemito e mi sposto a
tentoni constatando che c'è una fila di alberi. Bene, questa
dev'essere l'ultima linea prima della Base di Acli. Proseguo cercando
di fare meno rumore possibile. Immagino che anche il Toro non possa
vedere in questa nebbia che sembra fuliggine.
In altri casi
mi troverei bene
nell'oscurità, ma questa è insopportabile. Oscura
anche il sole e
la luce tra gli alberi, come un rettangolo di tenebra.
Tenebre. Certo.
Acli
è la dea delle tenebre e
dell'oscurità, non mi stupisce.
Un fruscio mi
arriva all'orecchio. Mi
abbasso schivando un pugnale lanciato verso la mia testa.
Ottimo! Oltre
al Toro devo preoccuparmi
anche dei Semidei.
Inizio a
correre sperando di non
prendere alberi o altro. Nell'oscurità più
completa è veramente
difficile muoversi e, soprattutto, scappare il più
velocemente
possibile.
Percepisco la
parete davanti a me.
Salto e la colpisco con i piedi spingendomi indietro. Sono arrivato
al capolinea, il peggiore che potessi beccare.
Che faccio?
Seguo il muro o m'infilo
del bosco sperando che Basel non sia già morto?
Opto per la
seconda opzione.
Il sole mi
colpisce facendomi male.
Corro nuovamente verso la Base di Irene dove uno sei suoi figli
è
intento ad invocare la pace per tutti. Non voglio ucciderlo, non ho
alcuna intenzione di uccidere qualcuno di indifeso e ferito come lo
è
lui. Rimango immobile a riprendere fiato, poi guardo dietro di me.
Nessuna fumata rosso fuoco, forse Basel non è ancora morto.
Oppure è
già morto e non me ne sono accorto.
Non devo
preoccuparmi di lui. Lui è
diverso, lui è debole, lui è piagnucolone.
Lui
è mio fratello.
Con uno scatto
corro nuovamente verso
la coltre nera, la spada sguainata davanti a me. Mi lancio senza
esitazione e colpisco qualcosa di metallico. Penso subito al Toro
della Colchide, ma vengo sopraffatto e scopro che ho colpito un'arma.
Dannazione, uno scontro diretto qui sarebbe scomodo. Molto scomodo.
Mi preparo a
schivare il più
possibile, quando percepisco un cambiamento nel mio avversario. Ha
lanciato l'arma in alto e l'ha ripresa. Solo una persona fa una cosa
così stupida.
«
Basel?» chiedo cercando di
distinguerlo in quella nebbia nera. È praticamente
impossibile, ma
non demordo. Parlo con i morti forse se mi concentro posso anche
vedere nell'oscurità...
Sento un grido
dietro di me e la nebbia
trema un po'. Abbastanza da far passare della luce che rimbalza
sull'arma di fronte a me. Pochi secondi, giusto il tempo di notare la
forma ricurva di un khopesh.
«
Basel!» esclamò risulto. Ora non
ho dubbi. Mi lancio in avanti, ma schivo il khopesh prima che mi
trapassi da parte a parte.
«
Fratello sbagliato, figlio di Ade.»
ghigna una voce nel mio orecchio, poi mi arriva un colpo secco dietro
la nuca ed inizio a vedere delle lucine intermittenti davanti agli
occhi. Ancora confuso rotolo via appena prima che il khopesh mi
trapassi il cervello. Mi alzo a sedere, ma un secondo colpo mi
spedisce nuovamente a terra. Alzo in tempo la spada per evitare che
il figlio di Acli mi tagli la testa. Il clangore del metallo si sente
di più adesso.
Non posso
stare steso per sempre, ma mi
tiene bloccato con quella dannata spada ricurva egizia. Se solo
l'alzasse pensando di colpirmi, invece continua a premere, come a
sperare di spezzarmi la spada.
Lo zaino sulla
schiena, poi, non aiuta.
Oppure
sì?
Dovrebbe avere
delle cinghie per
staccare le bretelle. Devo solo riuscire a tenere forza con una mano,
oppure...
Ruoto la lama
in modo che sia dal
piatto, poi stacco la mano sinistra e con la destra cerco di fare
resistenza. Qualsiasi cosa accada almeno non mi ferirò da
solo,
inoltre farà da scudo abbastanza per attuare il mio piano.
Con la mano
libera vado a cercare le
cinghie dello zaino. Trovo la prima e la apro con abbastanza
facilità. Trovo la seconda e riesco anche con la seconda. Un
respiro
profondo e scivolo in basso. Sento il khopesh piantarsi nel terreno
e, temo, tagliare lo zaino.
Mi alzo pronto
a percepire ogni
possibile movimento e a parare i fendenti in arrivo.
« Ai
piedi!» sento a sinistra, poi il
fumo trema e sento il figlio di Acli gridare di dolore. È
proprio
davanti a me, sento che è a terra. Mi preparo per
trafiggerlo quando
inciampo su qualcosa e gli cado addosso. Mi pianta l'uncino del
khopesh nel fianco, come un amo gigante in un tonno.
«
Mossa sbagliata.» rispondo alzando
la mia arma e piantandogliela nella gola.
La nebbia nera
si disperde in un
attimo, poi il ragazzo diventa coriandoli neri e scompare verso il
cielo. Solo a quel punto mi accorgo che gli erano stati mozzati i
piedi. Mi sposto preoccupato, poi mi alzo ansimante e tengo la spada
alta. Basel non si vede, ma non taglierebbe mai i piedi a qualcuno,
è
brutale.
Il Toro della
Colchide arriva
mugugnando e scopro mio fratello sulla sua groppa. Gli ha piantato il
khopesh nel collo, ma credo si sia incastrato ed adesso è
sballottato di qua e di là come una banderuola al vento. Ci
mancava
solo il rodeo mortale con una macchina metallica.
Faccio per
raggiungerlo, ma il taglio
al fianco lancia una fitta e crollo in ginocchio ansimante. L'unica
è
recuperare dell'ambrosia nello zaino, ma fa troppo male per muovermi.
Un leggero strappo e non so se resisterò. Sento un clag e
vedo Basel
volare in aria, poi il Toro imbizzarrito corre verso gli alberi e
scompare. Mio fratello mi piomba addosso con l'accortezza di tenere
la spada sul petto.
Il fianco da
un'altra fitta, così ne
approfitto e prendo un po' d'ambrosia dallo zaino di Basel prima che
si rialzi. La sensazione di sollievo mi investe e mi rilasso mentre
il fratellino si alza chiedendo scusa duecento volte come minimo.
Sono troppo preso dalla cura per capire cosa dice e cos'è
successo,
voglio solo godermi quel momento di pace prima di ricominciare a
sopravvivere.
«
Siamo fortunati.» sento dire da
Basel.
«
Perché siamo vivi?» rispondo«
Sì,
lo siamo.».
«
Non solo, il figlio di Thanatos non
ci ha uccisi.» scatto a sedere, il mio fianco mi avverte che
è una
pessima idea fare movimenti bruschi« Anzi, ci ha aiutati. Ha
detto
che aveva doveva un favore alla Casa di Ade.».
« Ma
davvero?» una nuova fitta,
possibile che l'ambrosia non sia bastata« Hai una qualche
magia
curativa?».
«
Posso provarci.» mi fa stendere
sulla schiena e inizia a scrivere con il pennello facendomi bruciare
la ferita. Lo sento trattenere il vomito, poi si allontana«
Aspetta
un paio di minuti.».
« Tu
non sei ferito?» gli chiedo.
«
Grazie a te che mi hai fatto da
cuscino no.» risponde.
«
Visto che mi stai curando siamo
pari.» il dolore inizia a diminuire e sento la pelle tirarsi
come se
si stesse ricucendo« Come hai fatto a piantare il khopesh nel
Toro?».
«
Nell'oscurità e nel panico ho
piantato l'arma a caso, non è stata una buona
idea.».
«
Direi proprio di no.» confermo. Mi
sembra di non sentire nemmeno più la ferita« Di un
po', quanto
dovremo stare così in vista?».
« Il
tempo che la tua ferita si
rimargini.».
«
Quindi?».
«
Prova ad alzarti. Non vedo più
niente, ma potrebbe essere solo una cucitura esterna.».
Lentamente mi
tiro sulle ginocchia. Il
dolore è sparito e sangue non ne esce, però si
è formato un bel
livido dove sono stato colpito. Una bella chiazza violacea che
nascondo immediatamente sotto la maglietta. Provo qualche torsione ed
esclamo:« Fantastico! Come ci sei riuscito?».
«
Me... me lo ha insegnato un mio
amico.» risponde evasivo« Sai, quando bisogna
partire per
un'impresa è utile sapere anche queste cose.».
«
Non è una cosa molto da figlio di
Ade.».
«
No, infatti lui è...» si blocca
dubbioso sulla risposta.
« Un
figlio di Asclepio?» provo ad
aiutarlo.
«
Sì, una cosa del genere.».
Ci sono troppi
misteri attorno a Basel,
ma non voglio incasinarmi ulteriormente la vita. Siamo nel Colosseo
con possibili mostri e nemici ovunque. Il 22 nero brilla al centro
del settore di Acli, segno che l'oscurità non c'è
più ed i suoi
figli sono morti. Dei nemici in meno da temere.
Il figlio di
Thanatos dev'essere quello
che ha tagliato i piedi al figlio di Acli che mi teneva sotto scacco.
Solo lui potrebbe essere capace di quella brutalità, ma
perché ha
detto di avere un conto in sospeso con la Casa di Ade. Ha parlato di
un favore, ma non so di cosa parli. Forse di un'Olimpiade passata, ma
non ricordo di figli di Thanatos, anche perché sono entrati
solo
quest'anno nel Colosseo.
Mi alzo in
piedi e mi metto lo zaino
sulle spalle. Per fortuna non ha subito danni dallo scontro con il
figlio di Acli.
«
Sarà meglio incamminarci.» dico
serio« La strada è ancora tanta, inoltre non
sappiamo se Estia e
Persefone sono sguarnite o i loro figli sono ancora vivi.».
«
Ricevuto.» annuisce Basel« Ma
Estia non dovrebbe essere vergine?».
« Ah
sì?» ci rifletto un po', poi
alzo le spalle« Bé, se non sono suoi figli sono
suoi Sacerdoti, e
restano comunque pericolosi.».
«
Quanto i figli di Efesto?».
«
Credo meno.» e m'incammino verso la
Base di Thanatos. Un brivido mi percorre pensando al Toro della
Colchide che è corso nella direzione opposta, come
richiamato da
qualcuno. Conosco un Semidio che potrebbe fare una cosa del genere ed
ha già vinto una Olimpiade sbaragliando tutti praticamente
da solo.
Adesso
dovrebbe avere diciannove anni,
età considerevole per uno che ha sconfitto Gea.
Scuoto la
testa e mi convinco a
rimanere concentrato sul mio obbiettivo mentre superiamo gli alberi.
Una distesa di lapidi si apre davanti a noi. Puzza di cadavere mista
a fiori esotici ed una spruzzata di nebbia a livello caviglie.
Questa
è la Base di Thanatos, la
Morte. Uno dei settori incognita di quest'anno. Cosa potrebbe
rivelare? Ho paura a scoprirlo. Forse chi entra in questo settore
muore all'istante, o se non si sbriga rischia di rimanere avvelenato
mortalmente. In entrambi i casi mi dispiacerebbe e non poco morire in
modo così stupido.
«
Costeggiamo restando in mezzo agli
alberi.» propongo. Basel dietro di me annuisce e mi segue. Le
spade
alte per precauzione mentre avanziamo.
Arriviamo
più o meno a metà percorso
quando sento qualcosa sbuffare, poi Basel mi spinge via e rotoliamo
contro un albero. Un secondo Toro della Colchide si schianta contro
una croce celtica mandandola in frantumi, poi punta su di noi con i
suoi occhi meccanici graffiando il terreno con lo zoccolo.
Ci prepariamo
a scappare quando un
terzo toro arriva sferragliando. Massimo due minuti e ci
sarà
addosso.
«
Cosa facciamo?» chiede Basel nel
panico.
«
Corriamo.» lo prendo per il polso e
lo trascino nella zona di Thanatos. Immediatamente mi sento pesante,
come se il tempo fosse melassa e nella mia testa vorticassero tante
cose da fare. Voglio fare, vivere, ridere di nuovo, ma ho come la
sensazione di non avere abbastanza tempo. Inciampo trascinando mio
fratello e rotoliamo dentro alla nebbia. Uno sbuffo mi fa spostare
istintivamente a destra, appena in tempo prima che uno dei Tori mi
incorni per bene. Un'esplosione lo fa saltare in aria, poi Basel
emerge e mi raggiunge. Il suo volto mi sembra più stanco e
vecchio,
come quello di una persona che non ha raggiunto i suoi obbiettivi e
sa di essere ormai alla fine.
Ecco il potere
di Thanatos,
l'invecchiamento precoce.
«
Dobbiamo uscire di qui!» esclamo«
Adesso!».
Il Toro che
è volato in aria precipita
su un paio di croci di ferro ed una lapide con foto. Un brivido mi
percorre mentre la mia mente realizza di che foto si tratta. Una
ragazza troppo giovane per morire, dai capelli neri e la pelle
chiara. Improvvisamente ho l'istinto di correre a rivedere quel viso,
ma qualcuno mi prende il braccio e mi trascina negli alberi.
«
Non posso salvarti sempre la vita,
figlio di Ade.» commenta una voce mentre il volto di un
ragazzo si
forma davanti ai miei occhi. Diciotto anni, capelli color cenere ed
occhi seducenti. Credo di non aver mai visto una persona più
bella
in vita mia, infatti avvampo tanto da sentire il colore rosso che
incendia la mia faccia. Lo percepisco come se stessi andando a fuoco.
Diavolo, se è bello quel ragazzo!
Rotolo via
spaventato da quello che mi
sta succedendo, poi faccio un sospiro per cercare di
tranquillizzarmi. Devo ritrovare lucidità e capire cosa
fare. Farmi
un programma.
«
Basel!» esclamo« Cavolo, Basel!».
Inizio a
girare la testa a destra e a
sinistra per cercarlo, poi noto la sua lama puntata verso l'alto. Si
alza e si abbassa come il ritmo di un respiro, così scopro
che è
ancora vivo. Distrutto e sull'attenti, ma vivo.
Mi volto verso
il ragazzo dai capelli
grigi, ma subito distolgo lo sguardo. È veramente troppo
bello per
essere guardato, quasi abbagliante. No, non come i figli di Apollo,
meno brillante.
«
Grazie.» dico a sguardo basso« Ma
cosa stava...».
«
Base di Thanatos. Insopportabile.»
sorride il ragazzo« Soprattutto quelle foto e quei nomi che
cambiano
in continuo, insopportabile. Mi viene mal di testa dato che su di me
non hanno effetto.».
Mi costringo a
guardarlo rendendomi
conto che tiene una falce nelle mani e dietro la schiena, come se
fosse tranquillo di non doverla usare. Di nuovo quella sensazione di
passione che sento. Niente da fare, sono fisicamente attratto da lui
e la cosa mi da fastidio. Molto fastidio.
Abbasso
nuovamente lo sguardo quasi in
imbarazzo di fronte a tanta bellezza.
«
Quindi tu sei...» provo a dire.
«
Conant Benedict, figlio di
Thanatos.» risponde annuendo.
«
Bè... grazie mille, Conant. Io sono
Nico di Angelo.» dico, poi vedo Basel alzarsi e guardarci
dubbioso«
Ci ha salvato la vita.» un brivido mi percorre nuovamente
come una
scossa elettrica« I Tori della Colchide!» Conant
indica verso la
sua zona. Noto delle forme indistinte che corrono da una parte
all'altra diventando sempre più rosse fino a sfaldarsi in
pezzi di
ferro arrugginiti. Si trasformano in polvere e scompaiono.
«
Nemmeno i mostri possono nulla
contro questo posto, per questo lo odio. Mi basterebbe stare qui
dentro ed aspettare che gli avversari entrino. Si
autodistruggerebbero. Mi sembra così vigliacco.»
spiega Conant«
Però non ho voglia di allontanarmi più di tanto,
è pur sempre una
delle poche armi che ho.» gli indico la falce« Non
la so usare
bene. Il massimo che so fare è azzoppare le persone. Troppo
pesante
per puntare alla testa.» mi viene un brivido« Ma
tranquillo, non ho
intenzione di attaccarvi, a meno che non ci troviamo gli ultimi nel
Colosseo.».
«
Meno male.» guardo un'ultima volta
la sua zona con un misto di attrazione e paura, proprio quella che ho
nel guardarlo direttamente« Quindi se ti proponessi di venire
con
noi.».
«
Grazie per l'invito, ma ho altri
semidei da salvare. Figli di Apollo, figli di Era, cose
così...».
«
Sono Sacerdoti di Era, non figli.»
lo correggo.
« Ne
sei veramente sicuro?» mi guarda
con aria di sfida« Bé, chiamali come
vuoi.».
« E
perché li vuoi aiutare?».
«
Tutto a suo tempo, la vostra vita
non è ancora alla fine e nemmeno la mia. Avremo tempo per
parlarne
in seguito.».
«
Dai, Nico, andiamo.» dice Basel
trascinandomi.
«
Aspetta, tu non sei curioso di
sapere?».
«
Non quando abbiamo da superare Estia
e Persefone. Ha detto che c'è tempo e mi fido di
lui.».
«
Questo non significa che mi debba
fidare io, giusto?» un ringhio scuote gli alberi«
Ma se ce ne
andiamo non piangerò.».
«
Tranquilli, me la caverò.» sorride
Conant mentre gli alberi coprono la sua figura. Mi rendo conto che
Basel ha preso il comando della Casa di Ade, cosa che non gli posso
permettere. Lo supero ed inizio a trascinarlo fino alla prossima
base. Il 24 nero sull'erba e nessun cambiamento ci da l'amara notizia
che i figli(o Sacerdoti) di Estia sono già caduti. Il
ruggito scuote
nuovamente le chiome, poi dagli alberi spunta un Leone. Non un leone
qualsiasi, ma una bestia grande quanto un tir ed il pelo dorato.
Spero con tutto il cuore che non sia QUEL Leone.
« Ma
non dovevano spuntare dall'altra
parte i mostri?» domando preparandomi a difendermi.
«
Credo che siano spuntati da entrambe
le parti.» spiega Basel stringendo il khopesh« Ma
non capisco
perché non li ho percepiti.».
« Se
non lo sai tu.» il Leone ci
ruggisce in faccia« Buono, micione.».
« Il
termine corretto sarebbe Re della
Savana.» precisa il fratellino facendomi chiedere
perché non l'ho
ancora ucciso. Credo che i miei occhi spieghino tutto il mio
disappunto, perché aggiunge« Ma anche micione va
bene.».
«
Apertura!» esclamo e per fortuna
Basel non è del tutto stupido. Saltiamo in direzioni opposte
mentre
il Leone si lancia contro di noi. Rotoliamo trovandoci schiena contro
schiena.
« E
adesso?» chiede.
«
Sortita!» rispondo. Ci lanciamo
sull'animale che non si è ancora voltato piantandogli le
spade
addosso all'unisono. Le lame colpiscono il pelo e vengono respinte
sparandoci dall'altra parte della base di Estia. Questo non va bene
per niente, proprio per niente.
«
Male?» chiede Basel mentre il Leone
si volta e ci raggiunge con due ampi balzi.
«
Molto male, ma è pur sempre un
micione.» come diamine mi vengono certe idee« Puoi
evocare un
gomitolo di lana?».
«
Temo di no.».
«
Una bistecca grande quanto una 500?»
annuisce ed inizia a scrivere sull'erba. Decido che la cosa migliore
che posso fare è richiamare l'attenzione del Leone, giusto
per dare
il tempo a Basel di evocare quella maledettissima bistecca. Con un
salto supero quel gatto troppo cresciuto e gli atterro sulla coda. Mi
sembra quasi di vedere il pelo rizzarsi scosso dal dolore, poi mi
punta gli occhi sanguigni addosso.
Perfetto, ora
posso ritenermi un
semidio defunto. Chi accidenti me lo ha fatto fare!?
Con un salto
schivo una zampata che
potrebbe affettarmi in cinque, poi corro nella direzione opposta a
Basel mentre il Leone mi segue. Con una scivolata faccio un'ampia
inversione a U costringendo il felino a frenare ed andare a sbattere
contro il muro del Colosseo. Ulteriormente infuriato, si lancia al
mio inseguimento.
«
Quanto ti manca!?» grido al
fratellino.
«
Fatto! Ora corri verso Persefone!»
mi risponde dirigendosi verso gli alberi. Lo seguo con un rapido
scatto e rotolo tra i tronchi. Il Leone si prepara ad inseguirci
quando una bistecca enorme e cruda spunta dal terreno come se venisse
sputata fuori. Ci si avventa sopra ignorandoci e noi ne approfittiamo
per allontanarci in fretta.
Un pungente
odore di fiori ci riempie
le narici, poi raggiungiamo un immenso campo fiorito. Sembra un luogo
di pace e serenità, un bel posto dove rilassarsi.
Un posto quasi
più inquietante della
Base di Thanatos.
Basel mi
spinge via prima che una spada
mi trafigga da parte a parte, poi lo sento gridare dal dolore.
Tento di
avvicinarmi, ma la lama mi si
punta sotto il mento minacciosa.
Odore di
giacinti mi riempie le narici
mentre un ragazzo biondo mi guarda raggiante, poi abbassa l'arma.
«
Nico, stai bene?» mi chiede con una
voce che mi fa rabbrividire. Ora capisco da dove viene l'odore di
giacinti.
È
l'odore di Will Solance.
Babam! Rieccomi bella
gente... e Ade.
Ade: Simpatica come
sempre vedo. -.-
Dettagli, passiamo
alle recensioni.
Ade: Non ce ne sono,
per questo mi chiedo come mai stai aggiornando.
Luna:
Perché ho aggiornato io e quindi aggiorna anche lei.
Te pareva che non
dicesse la sua? -.-
Comunque, con le
recensioni mi rifarò nel prossimo cappy... anche
perché nessuno odia la Solangelo.
Luna: Veramente
io...
Lo ritenevi
Fanservice, ma ti sei ricreduta leggendo Apollo, lo
sappiamo.
Luna:*si deprime
e si angolizza*
A parte questo
piccolo siparietto... grazie a tutti quelli che hanno messo la storia
tra preferite, seguite, ricordate e a tutti voi che vi siete fermati a
leggere. ^^
Per il prossimo
aggiornamento probabilmente ci vorrà un po' di
più benché il capitolo sia già pronto.
Studio, vacanze e canale YT di recensioni varie(per lo più
letterarie) da aprire mi terranno un po' impegnata, ma non temete.
Tempo un mesetto e aggiorno... sperando che qualcuno nel frattempo
recensisca. ;)
Con questo
è tutto, gente!
Ci leggiamo
presto, ciao ciao. ^^
JKEdogawa,
Ade e Luna Celeste Sognanti
|
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Capitolo 8 *** Affetti ***
Mi
lancio su di lui scaraventandolo a
terra, poi gli pianto la spada a pochi centimetri dalla faccia.
«
Sei un'idiota!» grido trattenendo
le lacrime« Un idiota, hai capito? Un idiota
gigantesco!» mi alzo
incazzato nero, estraggo la spada e gliela punto alla gola«
Non ti
muovere o ti uccido.».
Rapido
raggiungo mio fratello.
Respira a
fatica e la maglietta è
tagliata e macchiata sulla pancia. La ferita è lievemente
spostata a
destra, come se fosse stato colpito per caso, ma è pur
sempre
profonda.
«
Basel... su, resisti.» non mi rendo
conto di ciò che sto dicendo. Estraggo delle bende, ma lui
ferma la
mia mano serrandomi il polso tra le dita« Non fare l'idiota
pure
tu.».
«
Prima... disinfetta...» biascica
lasciandomi il braccio e alzando la maglietta« Poi medica
come si
conviene... punti farfalla... se ne abbiamo.».
«
Non credo che in una competizione
mortale abbiamo questo genere di cose.» confesso guardando
nello
zaino.
« Io
ce le ho.» commenta Will. Mi
volto e noto il suo viso accanto al mio. Per poco con gli tiro un
cazzotto dalla paura« Sono stato veloce a recuperare la borsa
migliore di medicinali.».
« La
cosa non mi sorprende.» ringhio«
Saresti così gentile da aiutare mio fratello?».
«
Dopo che lui si è prodigato per
salvarti? Certo!» sorride e si porta lo zaino davanti, poi mi
da una
leggera spinta al fianco per spronarmi a spostarmi« Se non
fosse
stato per lui ti avrei ucciso.».
Penso
all'eventualità che fossi morto
per mano sua e rispondo:« A quel punto ti avrei torturato per
il
resto della tua vita non appena fossi arrivato nell'Ade.».
«
Riflettendoci non mi sarebbe
dispiaciuto.» nel mentre disinfetta la ferita di mio fratello
che
sfrigola con le labbra a causa del bruciore« Mai usato il
disinfettante?».
«
Sì, brucia.» risponde di rimando
Basel« Ma non ero più abituato...» i
suoi occhi si fanno più
spenti« Tutto questo mi ricorda un mio amico...».
«
Parlami di lui.» inizia Will. È il
suo modo per dare forza a chi è ferito gravemente, per
evitare che
svenga« Com'è? Simpatico?».
«
Molto.» annuisce mio fratello«
Anche se è un po' strano.».
«
Siamo semidei, credo che sia
normale...» sorride e io mi sento avvampare. Altro che figli
di
Thanatos, la vera bellezza sta curando mio fratello in questo
istante!
«
Giusto...» ride appena, ma ha
ancora gli occhi persi, come se non fosse con noi.
«
È un medico?» chiede Will
imperterrito. Ora è passato ai punti a farfalla, le sue mani
si
muovono delicate sul fianco di Basel facendomi leggermente
ingelosire.
«
Sì, un medico ce...» si trattiene«
Non ha importanza.».
«
Bé, se posso imparare.» sorride
finendo di chiudere la ferita.
«
È un druido.» le parole gli
scivolano fuori come una maledizione che lo affligge« Un
druido
celtico, ma non è quello... non solo...».
« E
cos'altro è? Un mostro? Un
Egizio? Gli Egizi sono maestri in medicina.» prosegue Solance
fasciandogli il fianco. Ora gli do una mano anch'io, alzando Basel
quand'è necessario.
« Un
norreno...» si porta le mani al
viso quasi a vergogna« Lui è un mio caro amico...
spero di non
dover combattere contro di lui...».
Io e Will ci
scambiamo un'occhiata, poi
guardiamo Basel ancora intento ad autocommiserarsi. Solance mi guarda
come a dire “Voi di Ade siete fantastici”, io come
a dire “Non
ci provare”.
«
Spero di conoscerlo, allora.»
sorride il figlio di Apollo prima di stamparmi un bacio sulla
guancia. Stupido idiota« Ora però sarà
meglio usare un po' di
ambrosia.».
«
Oppure la spada di Basel.» indico
l'arma con una voglia matta di darla in testa a Will, ma dopo me ne
pentirei amaramente.
« Se
è per colpirmi, potresti usare
la tua.» commenta Solance guardandomi furbetto. Decisamente
non si
riferisce alla arma che stringo tra le dita, dannatissimo
doppiosensista(se non esiste come parola sarebbe il momento di
crearla).
«
Prima ha usato l'incantesimo di
guarigione se non erro.» mi alzo leggermente la maglia per
mostrare
il livido ancora visibile« Se ci spieghi come fare, ti
possiamo
aiutare.».
«
È talmente semplice da essere
difficile.» confessa il fratellino puntellandosi sulle mani e
alzandosi a sedere. Gli occhi sono tornati vivi e ciò mi fa
sospirare di sollievo« Un solo segno sbagliato e si rischia
di
uccidere il paziente.».
«
Rune norrene?» chiede Will curioso,
per tutta risposta Basel scuote la testa.
«
Più complicato.» ammette prendendo
la spada e impugnando il pennello« Ma dovrei farcela da solo,
anche
se dopo temo che sverrò.».
Scivolo dietro
di lui e dico:«
Tranquillo, ti sorreggo io.».
Vedo Will
avvampare e ghigno
compiaciuto. Per una volta sono io a metterlo in difficoltà,
e la
cosa mi fa stranamente piacere.
Basel scrive
sulle bende prendendosi i
suoi tempi. Suda copiosamente e usa entrambe le mani, poi mi crolla
addosso lasciando andare il pennello con un volto sereno. Sospiro di
sollievo e scivolo via appoggiandolo a terra, poi guardo
Will:« Non
costringermi a farti curare di nuovo mio fratello, chiaro?».
«
Chiaro.» sorride e mi bacia sulla
bocca a sorpresa« Mi sei mancato, Ragazzo di
Tenebra.».
«
Stupido.» gli prendo la faccia e lo
bacio io« Anche tu, stupido idiota.».
I suo
diciannove anni scompaiono alla
mia vista. Mi rivedo io e lui al Campo Mezzosangue, a beccarci come
una qualsiasi coppia... perché di fatto lo eravamo.
«
Tre anni.» dice quasi pensieroso«
Non sei cambiato molto.».
«
Nemmeno tu.» ammetto, ma storco
leggermente il naso« Se solo potesse durare di
più.».
«
Adesso non fare il solito
pessimista!» mi prende sotto il braccio e mi sorride
accarezzandomi
la testa« Ci sono ancora molti Semidei là fuori,
non sarà certo
uno di noi il prossimo a schiattare.».
«
Speriamo... a proposito, perché sei
nella Base di Persefone?» temo leggermente la risposta.
« Ho
fatto una cavolata.» si gratta
dietro la testa con la mano libera« Ero ferito e ho mangiato
alcuni
fiori riconoscendoli come erbe mediche. Non avevo valutato il fattore
melograno.».
« Il
cosa?» mi viene un leggero
brivido.
«
Questi fiori sono come il melograno
infernale: una volta mangiati non puoi stare molto tempo fuori dalla
Base di Persefone.» spiega« Inoltre se i suoi figli
muoiono...».
«
Cosa!?» scatto a sedere« E dirmelo
prima!? Appena Basel si sveglia proviamo a spostarti alla Base di
Ade. Lì avranno lo stesso effetto e
così...» scuote la testa con
un sorriso rassegnato.
«
Riccardo me lo ha spiegato, i fiori
valgono solo per Persefone. È stato carino a non uccidermi
subito,
però.» mi guarda, ma io distolgo gli occhi
amareggiato. Non riesco
a ragionare lucidamente, non quando il mio amato(sì, amato!
Porcatroia, io amo quell'idiota di Will!) risulta avere la vita
legata a quella di un figlio di Persefone di nome Riccardo.
Inspiro
profondamente, cercando di
mantenere la calma. Devo tornare a pensare e l'odore di giacinti mi
uccide più della morte inevitabile di Solance.
«
Riccardo...» ripeto in un barlume
di senno« Riccardo Di Angelo?» Will annuisce e il
mio cuore perde
un battito« Rick è qui?».
« Lo
conosci?» chiede il figlio di
Apollo curioso.
«
Certo!» torno a non pensare
razionalmente, stupido cervello« È il mio
fratellone.».
Lo so che
sembra strano, anche perché
sarebbe più corretto dire cugino.
Io e Riccardo
siamo diversissimi: lui è
un ragazzo castano dai lineamenti mediterranei e gli occhi ciclamino.
È più grande di me e posso dire che è
grazie a lui se i miei
genitori si sono conosciuti.
Meglio che
vada con ordine: mia madre
aveva un fratello di nome Stefano. Zio Stefano, se così
posso
chiamarlo, ha avuto una storia con Persefone nei mesi in cui era
sulla terra e quando è tornata nell'Ade aspettava Riccardo.
Mio
padre lo ha adottato come suo figlio praticamente, ma ha voluto
conoscere Stefano.
Purtroppo ad
Era non sembrava essere
piaciuta la scappatella di mia zia... o mamma acquisita, fate voi.
Comunque, Stefano venne ucciso in circostanze mitologicamente
spiegabili e Ade conobbe mia madre sulla tomba del fratello.
Da cosa nasce
cosa e puff! Ecco Bianca
e me.
Il resto lo
sapete, insomma. Finiamo al
Lotus, Percy ci libera, casini con Crono, io vado a vivere
nell'oltretomba e mio padre non è l'esempio migliore di
genitore.
Ma Riccardo
è il fratellone che non ho
mai avuto. Vivendo nell'Ade per lui l'età è
relativa, ha vent'anni,
ma è nato un anno o due prima di me... e parlo degli anni
settanta(se è sbagliato prendetevela con l'autrice)!
Quando ci
raggiunge noto che è
cambiato tantissimo: occhi più scavati e aspetto deperito.
Corro ad
abbracciarlo senza pensarci, ma mi rendo conto che è molto
debole.
Respira a fatica e sembra non mangiare da giorni.
«
Sei stato ancora troppo fuori dal
tuo spazio, vero?» sospira Will« Non devi sforzarti
ad uscire, te
l'ho già detto!».
«
Volevo controllare la Base di Ade.»
spiega grattandomi sulla testa. Ora ha ventiquattro anni, lo
percepisco dalla postura matura, seppur malaticcia, che ha« A
quanto
pare non dovevo preoccuparmi.».
«
Ancora la maledizione?» chiedo.
Ricordo che aveva una forma più lieve della maledizione di
Persefone, costretto a stare nel regno dei morti per almeno tre mesi
all'anno.
«
Già, ma nulla di che...» risponde
evasivo« Visto? A stare qui mi sto già
riprendendo.».
Effettivamente
sembra già meno malato,
ma debole resta. Qualcosa, dunque, non torna.
«
Sei stato via dall'Ade per diverso
tempo, vero?» commenta Basel. Mi ero scordato di dirvi che si
è
svegliato, vero? Non che la sua presenza si senta, soprattutto con
Will a tenermi compagnia... ma torniamo a noi.
« Si
vede tanto vero?» sorride appena
Riccardo« Tre anni sono tanti anche per me, ma al Distretto
non va
male... hanno trovato un modo per renderlo vivibile.».
«
Tre anni!? E Zia Persefone non ha
detto niente!?» esclamo sconvolto.
«
Credo che se potesse direbbe
qualcosa.» afferma serio, poi scuote la testa«
Comunque, cosa
facciamo?».
«
Potremmo allearci.» propone Will«
Vada come vada, se siamo in di più possiamo difenderci
meglio.».
«
Concordo.» annuisce Riccardo« Più
siamo e meglio è.».
«
Inoltre il tempo passato assieme è
speciale.» aggiunge Basel guardando me e Will, poi arrossisce
«
Importante... volevo dire importante... per la
sopravvivenza...».
« Se
negassi sarei in minoranza, per
cui...» sospiro alzando le spalle« Dato che non
potete muovervi da
qui, suppongo che faremo della Base di Persefone il nostro
covo.».
Rimaniamo a
organizzarci fino a che non
cala il sole e mi propongo di fare il primo turno di guardia, anche
per allontanarmi un po' da Will. Se mi concentro vedo la morte in
lui, e la cosa mi da non poco fastidio. Mi rendo conto che su tutto
il gruppo solo uno di noi sopravviverà, al massimo due se
vinciamo
io e Basel come Casa di Ade(e ne dubito), ma sto comunque male
pensandoci.
Sono stato
troppo tempo separato da
Solance per pensare che possiamo dirci definitivamente addio.
«
Tutto bene, fratellone?» chiede
Basel facendomi trasalire. Non l'ho notato avvicinarsi e per poco non
lo infilzo con la spada.
«
Tutto bene.» dico poco convinto«
C'è qualche problema?».
«
No, nessuno... a parte che ho dovuto
fare un incantesimo a Riccardo per farlo riprendere più in
fretta.»
spiega come a volermi consolare. Rimaniamo in silenzio, poi
aggiunge«
Will è il tuo ragazzo, vero?».
Mi sento come
una pentola a pressione
mentre dico:« No... cosa te lo fa pensare?».
«
Come lo guardi e come vi beccate...
è bello.» sorride e guarda in alto, verso il cielo
notturno«
Inoltre sei preoccupato per lui.».
Rimango muto e
rimango a guardarlo per
alcuni minuti. In quel poco tempo, però, noto che Basel non
guarda a
caso, ma guarda la luna.
Il suo sguardo
è lo stesso che ho io
quando guardo Will.
E
rieccoci! Vi sono mancata?
Ade:
No...
Apollo:
Sì!
Ade:
E lui?
E'
entrato in scena suo figlio, ha senso.
Apollo:
Ti sono mancato, vero?
Ade:
Nessuno dei due mi è mancato, passiamo alle recensioni?
Va
bene, ma vorrei qualcosa di forte...
Apollo:
Lascia fare a me.*parte a suonare Maudit
dei Litfiba*Tutto tutto su Kira_The_First
Ah,
lui! *^*
Ade:
Va giù pesante...
Ma
è per questo che mi piace! *^*
Apollo:...
Dici che dovremmo chiamare Eros?
No,
grazie... torniamo a noi? Altre recensioni?
Apollo:
Nooo!*da un assolo di chitarra elettrica*Come sono andato?
Bene,
ma non esagerare, non starai qui per sempre.
Ade:
Grazie.
Ma
che... no! Intendevo che lo voglio come compagno fino al capitolo 10.
Ade:*va
a togliersi la vita, ma essendo un dio non gli succede niente*
Apollo:
Yay!*parte a suonare*
Tieniti
in caldo per la prossima volta, Lester. E ora
vi saluto gente!
Grazie mille a Kira_The_First per la recensione,
a quelli che si sono messi la storia tra
preferite/seguite/ricordate e a tutti voi che vi siete fermati a
leggere. Ci vediamo... boh! Prossimamente, ho un po' di cose da fare...
Nel mentre vi
lascio a questo canale qui... perché? Eh,
questo è un segreto. XD
Ci leggiamo
presto, ciao ciao.^^
JKEdogawa,
Ade e Apollo
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