Un passato che non può tornare

di Sakkaku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove siamo finiti? ***
Capitolo 2: *** Un rifugio ***
Capitolo 3: *** Intrusi ***
Capitolo 4: *** Meglio agire o rimanere in attesa? ***
Capitolo 5: *** Che la ricerca abbia inizio ***
Capitolo 6: *** Chiacchiere, pensieri e lacrime ***
Capitolo 7: *** Il gruppo è nuovamente riunito ***
Capitolo 8: *** Addio Mystic Falls ***
Capitolo 9: *** Spiegazioni e nuovi nemici ***
Capitolo 10: *** Sogni ***
Capitolo 11: *** Comunicazioni importanti ***
Capitolo 12: *** Patto di sangue ***
Capitolo 13: *** Lavoro, litigi e avvicinamenti ***
Capitolo 14: *** Pizza ***
Capitolo 15: *** Accordi ***
Capitolo 16: *** Incontri notturni ***
Capitolo 17: *** Errori ***
Capitolo 18: *** Niente di buono ***
Capitolo 19: *** Sete di potere – Parte 1 ***
Capitolo 20: *** Sete di potere – Parte 2 ***
Capitolo 21: *** Scontri ***
Capitolo 22: *** Risveglio ***



Capitolo 1
*** Dove siamo finiti? ***


Piccola premessa, prima di iniziare. Siccome ho appena finito stamattina la terza stagione, essì finalmente son riuscita a trovar tempo per guardarla (ok lo so che a voi non v'interessa, scusate ma son contenta di averla vista e volevo rendervi partecipe xD) e mi è fulminata in mente questa idea. 
ATTENZIONE!! Contiene spoiler riguardo alcuni fatti e la fine della terza stagione. Se non l’avete ancora finita, vi consiglio di non leggerla, non voglio rovinarvi nulla =)
Bene ho finito con la breve introduzione, se avete consigli o critiche, non fatevi problemi a scriverli. Buona lettura =)



Capitolo 1: Dove siamo finiti?


Era tutto molto confuso.
Si trovavano in una foresta, ma non era quella di Mystic Falls, di questo ne erano tutti sicuri.
Nessuno ricordava quello che era accaduto pochi istanti prima.
Elena era stata la prima a svegliarsi.
Si guardava attorno confusa, si ricordava di essere in macchina con Matt poi il vuoto assoluto.
La ragazza si era preoccupata di controllare il battito di Jeremy, Bonnie e Matt, gli altri che erano intorno a lei erano tutti vampiri o ibridi, quindi non si preoccupò di controllare, era certa che si sarebbero risvegliati.
In fondo non vedeva pozze di sangue quindi erano ancora tutti interi.
“Quanto si sveglieranno gli altri? Non mi piace essere l’unica qui in questo bosco di notte” pensò Elena prendendo una ciocca di capelli in mano, iniziando a giocherellarci.
Una voce alle sue spalle gli sussurrò all’orecchio – E’ in cerca di compagnia gentile signorina? Se vuole, posso aiutarla – Elena sussultò e girandosi di scatto si trovò a faccia a faccia con Damon, che la guardava con uno dei suoi soliti sorrisi affascinanti.
I suoi occhi azzurri sembravano brillare, grazie alla luce lunare
– Damon! – esclamò la ragazza poggiandosi una mano sul petto – Mi hai fatto venire un colpo! – e con la mano libera gli tirò una pacca sul braccio.
Senza smettere di sorridere il vampiro dai capelli castano scuso la tranquillizzò – Andiamo Elena, mi son svegliato in un posto che non conosco, non ricordo nulla di cosa mi è successo mentre aspettavo l’arrivo di Rebekah. Volevo solo scherzare un pochino – la afferrò per un braccio tirandola a sé.
Di colpo fu lanciato via.
“Il solito guastafeste” pensò Elena, poi accorgendosi del modo in cui aveva descritto Stefan, si disse “Ma che diavolo sto pensando? Mi ha salvata ed io lo definisco un guastafeste? Ci deve davvero essere qualcosa di sbagliato in me”.
– Stai lontano da lei Damon. Te lo dirò solo una volta - - Ma certo fratellino, non ti preoccupare. Comunque ti ricordo che può allontanarmi anche lei se non mi vuole vicino – ribatté Damon ghignando.
La loro lite fu interrotta dal risveglio degli altri.
– Che cosa sta succedendo? – chiese Klaus – Dove siamo finiti? - - Non l’ho ancora capito, ma non siamo a Mystic Falls – gli rispose Elena – Come non siamo a Mystic Falls? E dov’è Jamie? – domandò Bonnie - Non è qui – le rispose Elena – Invece di pensare al tuo nuovo fidanzato umano dovresti cercare di capire dove siamo. Si può sapere che razza di stregoneria è mai questa, streghetta? Perché non mi ricordo nulla di quello che è accaduto prima di essere qui? – chiese Damon rivolto a Bonnie.
La ragazza per tutta risposta, dapprima lo fulminò, poi scosse la testa – Non lo so, non ne ho idea - - Credo che abbiamo un problema più importante da affrontare invece di scoprire dove siamo – si intromise Elijah – Visto che abbiamo la compagnia del vostro amico Saltzman, dobbiamo pensare a come procedere, dal momento che per fortuna non si è ancora svegliato altrimenti saremmo già tutto morti -.
Jeremy andò a guardare Alaric, senza farsi vedere, in fondo passare inosservato era la sua specialità.
Si accorse che come lui Alaric indossava l’anello, quindi ad alta voce esclamò – Non dovete preoccuparvi, ha ancora l’anello quindi è umano - - Perfetto. Quindi non ci resta che controllare che non c’è il suo alter ego ed è il vecchio Ric e siamo a posto – disse sarcastico Damon – Smettila di fare lo spiritoso Damon, non sei divertente – lo rimproverò Caroline.
– Non so voi, ma io ho voglia di un drink – Rebekah era seccata da quei discorsi – Un drink vero – specificò.
– Io direi di trovare un posto dove stare finché non riusciamo a capire dove siamo e cosa ci facciamo qui – dichiarò Klaus – Al tuo drink ci penseremo dopo sorellina. Dovrai tenerti la sete -.
Tyler decise di appoggiarlo – Facciamo come dice Klaus è la scelta migliore. Senza contare che non sappiamo cosa si può nascondere da queste parti – la sua scena di essere ancora asservito lo premiò con un sorriso compiaciuto di Klaus.
– Chi ha intenzione di prendere Alaric? Perché potete scordarvi che lo prendo io. Non voglio rischiare di farmi impiantare un paletto alle spalle – disse Elijah, per sottolineare quanto appena detto iniziò a incamminarsi.
Picchiando una botta sulla spalla di Stefan – Prendilo tu fratellino, almeno fai la parte del buon samaritano che aiuta chi è in difficoltà – lo beffeggiò Damon per poi seguire gli altri del gruppo.
Stefan scosse la testa, si caricò Alaric in spalle e chiuse la fila del gruppo.
“Certo che poteva prenderlo Damon, visto quanto è amico di Ric, chissà perché si comporta così” si domandò Elena, come se potesse leggerle nella mente Bonnie le disse – Caroline ha ragione, dovresti lasciar stare Damon e concentrarti solo su Stefan - - Si hai ragione – concordò Elena, non del tutto convinta.
Solo in quel modo avrebbe fatto star zitte le sue amiche.
Sapeva che lo dicevano per il suo bene, ma toccava a lei a scegliere.
La cosa non era facile, ma prima o poi sarebbe stata in grado di scegliere.

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Capitolo 2
*** Un rifugio ***


Capitolo 2: Un rifugio


Camminarono in silenzio.
Per minuti, ore, forse giorni.
Nessuno, neanche i vampiri, con sensi evoluti rispetto i semplici umani, riuscivano a percepire il tempo che passava.
Era sempre notte fonda.
Era tutto strano.
Troppo strano.
Persino per loro.
– C’è qualcosa di soprannaturale in questo posto – disse Bonnie rompendo il silenzio. – Grazie al cielo Bonnie!! – esclamò allegramente Caroline – Mi hai salvata! Non ne potevo più di restare in silenzio, però non volevo essere io la prima a parlare – quell’affermazione fece ridere le sue due amiche.
Ora, con quell’atmosfera sembrava quasi una normale gita notturna nei boschi, come se fosse una prova di coraggio.
– Shhh – sussurrò Elijah apparendo improvvisamente accanto ad Elena – Dovreste rimanere in silenzio, non sappiamo quale nemico potrebbe nascondersi - - Hai ragione Elijah scusaci - - Non c’è bisogno che ti scusi Elena – ribatté il vampiro sorridendole – Cercate solo di non attirare l’attenzione su di noi. Sono più che sicuro che ci stiano osservando, anche se non riesco a capire da dove - - Infatti, non so come, ma qualcuno sta mandando in confusione i nostri sensi, rendendoci così umani – Rebekah pronunciò quelle parole con disprezzo. – ADESSO STATE IN SILENZIO!! – tuonò Klaus – Parlando in questo modo fate sapere a chiunque ci stia osservando che siete degli esseri inferiori!! - - Per la prima volta concordo con te ibrido – annuì Damon – Fatevi vedere come una razza superiore, non come quel mulo di mio fratello. A proposito sei ancora vivo? - - Tappati quella bocca se non vuoi morire – ringhiò in risposta Stefan – Ouch sei di cattivo umore per caso? – lo schernì nuovamente il fratello – Ti serve un po’ di sangue? Oppure hai voglia di dissanguare uno scoiattolo innocente? - - Damon basta – intervenne Caroline – Dobbiamo cercare di restare uniti, senza litigare se vogliamo andare avanti - - Ben detto Caroline – Klaus si era avvicinato senza che se ne fossero accorti, lanciò uno sguardo alla bionda vampira, poi aggiunse – Ora continuiamo senza altre fermate. Siamo intesi? – per risposta tutto il resto del gruppo annuì con la testa.
“Perché dobbiamo ascoltare e fare quello che vogliono questi vampiri? Fino a poche ora fa, volevamo la morte di Klaus e ora è il nostro capogruppo? Che cosa assurda” pensò Jeremy tirando un calcio a un sassolino.
Ognuno aveva un pensiero diverso che si teneva ben stretto senza condividerlo con nessuno.
La persona, o meglio il vampiro, che non avrebbe voluto per nessun motivo condividere i suoi pensieri era Stefan. “Se Alaric si riprende, gli dirò di dimagrire se vuole che lo porti ancora in giro. Dopo mi dovrei occupare di mio fratello. Sicuramente vuole continuare a stare appiccicato a Elena, ma non glielo permetterò, piuttosto la faccio sparire e incolpo della sua morte questi esseri che ci spiano” si fermò un secondo, senza perdere il resto del gruppo “No che razza di pensieri ho? Sto lasciando che lo squartatore assuma il comando” gli occhi si tinsero di rosso e le vene sporsero lievemente.
– Se fossi in te, mi darei una calmata Stefan – gli sussurrò una voce femminile.
Il vampiro si voltò e vide che si trattava di Rebekah – Tutti siamo assetati ma ci controlliamo. Vedi di non fare stupidate o mio fratello ti ucciderà senza pensarci troppo – detto questo, ritornò in testa a fianco dei fratelli Antichi.
Tyler tornò con il fiatone.
Klaus lo aveva mandato in ricognizione, per sapere quanto doveva ancora camminare prima di trovare un luogo per riposarsi.
L’ibrido aveva bisogno di riposare per elaborare un buon piano.
Dato che non si fidava a mandare altra gente a far un'esplorazione, aveva mandato il suo fidato ibrido, il quale ubbidiva a ogni suo ordine.
Il ragazzo ibrido si piegò, tenendo un ginocchio appoggiato a terra, riferì – Fra qualche metro, sulla sinistra c’è una villetta abbandonata. Sono entrato per controllare che sia sicura. Non ho trovato niente - - Ottimo lavoro Tyler. Sapevo di poter fare affidamento su di te – si complimentò con lui Klaus.
Quando arrivarono davanti alla casa trovata da Tyler il gruppo rimase sorpreso di aver trovato finalmente un rifugio.
Era ancora notte, ma delle stelle non c’era traccia, anche la luna era nascosta da qualche nuvola, come se non voleva guardare quello che sarebbe accaduto.
– Finalmente abbiamo trovato un rifugio per riposare. Ero arcistufo di camminare – sbottò Jeremy – Jer, per favore – lo supplicò Elena, voleva evitare discussioni ora che avevano trovato un posto per dormire e riprendersi da quello che era accaduto.
Prima che qualcuno si precipitasse all’interno dell’abitazione Klaus disse – Andate a riposarvi. Noi vampiri staremo di guardia a turno, dopotutto dobbiamo controllare che nessuno s'intrufoli nella villetta per prenderci di sorpresa. Senza contare che dobbiamo tenere d’occhio anche il buon Saltzman, prima che ci prende di sorpresa e ci conficchi un paletto a tutti quanti alle spalle - - Io faccio dopo, l’ho portato fino a qui e ne ho le scatole piene – disse Stefan passando il corpo di Alaric a Tyler, come se fosse stato una pallina da baseball ed entrando all’interno della villetta
– Che modi sgarbati – commentò Elijah scuotendo la testa, contrariato.
Senza far altri commenti, anche il resto del gruppo entrò nel loro rifugio.
Le ragazze salirono al piano di sopra, mentre i ragazzi rimasero nelle stanze del pianterreno.
Tutto era silenzioso.
Di nuovo.



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Nota autrice: Volevo avvisare che magari il titolo lo cambierò, non mi convince molto. Se avete proposte fatemi pure sapere.

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Capitolo 3
*** Intrusi ***


Capitolo 3: Intrusi


Tyler aveva finito il suo turno, stava salendo le scale per rispettare l’ordine dei turni, ma una mano lo afferrò per il braccio.
Il giovane ibrido si girò completamente di scatto, liberandosi dalla presa.
– Hei hei calmino – Damon alzò le mani in segno di resa – Non avevo intenzione di far nulla - - Si può sapere cosa vuoi? Ti stavo per attaccare - - Suvvia Tyler, non sai niente sulle ragazze – scherzò il vampiro – Mai svegliarle quando dormono, le fa diventare aggressive. Quindi… - l’ibrido lo interruppe – Vai dritto al punto, che voglio riposare un paio di ore pure io - - Quindi – riprese Damon – Prendo il posto di Caroline, tanto non ho più sonno – scendo dagli scalini Tyler gli disse – Buona ronda signor Salvatore - - Grazie giovane Lockwood – ribatté di rimando il vampiro coprendo nell’ombra della casa, una smorfia.
Preferiva di gran lunga tenersi alla larga da Tyler, in fondo l’aveva già morso una volta.
“Meglio stare alla larga, si sa mai che la storia si ripeta” pensò Damon iniziando a girare per la casa.
Si sentiva meglio rispetto a quando erano nel mezzo della foresta o bosco o quello che era quella zona piena di alberi.
I suoi sensi da vampiro sembravano essere tornati normali.
In primo luogo andò a controllare la cantina, dove avevano legato Alaric con delle catene trovate lì.
“Sono un po’ arrugginite, chissà se fermeranno il grande vampiro cacciatore di vampiri” pensò Damon.
Rimase immobile a fissare colui che era stato il suo primo vero migliore amico.
“Eppure dicono che i migliori amici perdonano tutto. E’ vero che l’ho ucciso, ma chissà perché non mi ha perdonato, di per sé gli ho chiesto scusa” si domandò mentre ritornava al piano superiore.
Il vampiro dai capelli castano scuro si fermò.
Un rumore al piano superiore aveva attirato la sua attenzione.
Lo scricchiolio di una finestra che si apriva.
Damon salì le scale silenziosamente e alla velocità della luce, come solo un vampiro può andare.
“Chi diamine è quell’ombra?” si domandò, non voleva entrare nella stanza e svegliare le ragazze quando magari era una di loro a essersi alzata per aprire la finestra.
In fondo in quella casa faceva davvero caldo.
Troppo caldo e troppo afoso.
L’ombra misteriosa si avvicinò a uno dei due letti presenti, Damon si accorse che c’era già qualcuno, quindi si precipitò all’interno della stanza.
L’intruso fu colto di sorpresa, fu afferrato per il collo dal vampiro che lo sbatté con forza contro il muro.
Il rumore svegliò le due ragazze che dormivano in quella stanza.
Erano Elena e Bonnie, che si erano sedute di colpo guardando nella sua direzione.
“E' ovvio, solo loro due non si potevano accorgere di qualcuno che entra dalla finestra. Se c’erano Rebekah e Caroline, si sarebbero svegliate” pensò divertito Damon.
Senza mollare la presa, il vampiro vide che l’intruso voleva intrufolarsi nel letto di Elena.
La rabbia lo travolse, strinse più forte la presa intorno al collo, soffiò a un palmo dal viso dello sconosciuto mostrando i denti appuntiti.
– Santo cielo Damon che succede? – gli chiese Elena fissandolo spaventata – Questo stronzo voleva intrufolarsi nel tuo letto – gli rispose.
La ragazza percepì la sua ira, la spaventava, ma da una parte la faceva sentire al sicuro.
La sua rabbia per quell’intruso, le faceva capire quanto tenesse a lei.
Intanto che Elena rifletteva sul comportamento di Damon, Bonnie domandò – Che cosa hai intenzione di fare? Ucciderlo o estorcergli delle informazioni? -.
Elena rispose al suo posto – Lo porteremo da Elijah lui saprà fare la scelta giusta - - Bene, come preferisci. Comunque vieni anche tu giù, non voglio lasciarti da sola – le rivolse uno sguardo preoccupato.
Tornando a guardare l’intruso, il volto di Damon tornò inferocito – Avanti cammina e non fare scherzi o ti spezzo il collo in un secondo -.
Da quando era stato beccato, non aveva detto una sola parola, quasi non respirava.
Gli avevano fatto diverse raccomandazioni, nonostante questo aveva preso la missione con leggerezza.
Sperava che non gli togliessero il passamontagna.
Elijah aprì gli occhi irritato.
Se c’era una cosa che non sopportava, era essere svegliato quando aveva poche ore di sonno disponibili.
Elijah sperava che avessero un valido motivo per averlo disturbato.
– Che storia è questa? E perché siete venuti da me e non da Klaus? – chiese incrociando le braccia.
– Ho detto io a Damon di portarlo a te. Sai sempre prendere la decisione giusta ed equilibrata Elijah, sei un uomo d’onore. Ecco il motivo – gli rispose Elena – Forse dovrei sembrare sorpreso ma non lo sono. Se sei tu ad averlo deciso – replicò il vampiro Originale.
Elijah mise una mano sul collo dell’intruso, prendendolo alle spalle, si rivolse a Damon – Finisci il tuo giro di controllo, ci penso io a lui - - Certo – si allontanò senza aggiungere altro, l’aveva capito subito che svegliarlo non era una buona idea.
“Elena mi vuole far strappare il cuore da un Originale. Mi sembrava che stava per prendere anche la mia mano e stritolarla quando ha afferrato per il collo quel tizio” pensò Damon “Dovrei smetterla di fare tutto quello che dice, a volte ha delle pessime idee. La prossima volta farò di testa mia”.
Sentì un rumore soffocato, come quando qualcuno copre la bocca a un’altra persona per non farla parlare.
“Ma possibile che succede tutto mentre son di turno io?” si chiese esasperato Damon, muovendosi a raggiungere la stanza.
Aprì la porta, vide suo fratello a terra.
“Fantastico, quando si risveglierà, penserà che sia stato io a rompergli l’osso del collo” alzò gli occhi al cielo e strappò il fratello minore di Elena dalle mani del secondo intruso che incontrava. – Tutto bene Jeremy? - - Sì non preoccuparti – quasi non sentì la risposta perché Damon si era messo all’inseguimento della seconda persona che si era intrufolata nel loro rifugio.
Con sua estrema sorpresa, il secondo intruso era lì fermo sotto un albero.
In attesa.
Sembrava stesse aspettando proprio lui.
Damon afferrò il collo, iniziando a stringerlo bisbigliò – Si può sapere chi siete? Dovrei ucciderti all’istante per aver fatto morire mio fratello – ciondolò la testa a destra poi a sinistra, in seguito aggiunse – Beh, è già morto, ma quello è un dettaglio. Solo io ho il diritto e posso ucciderlo va bene? -.
Chiunque fosse sotto quel passamontagna parlò senza alcuna difficoltà – Mi spiace, non era mia intenzione. Era solo per difendermi – era una voce femminile.
“Chi l’avrebbe mai detto, Stefan messo a K.O. da una ragazza. Dovrò prenderlo in giro dopo appena si sarà ripreso” pensò divertito Damon “Così impara a non darmi retta e imparare a sapersi regolare e non perdere il controllo quando beve sangue umano”.
La ragazza sotto il passamontagna parlò nuovamente – Ascoltami, sono dei buoni io. Volevo prendere Jeremy e portarlo qui per parlare. Dovevo avvisarvi che loro sono qui - - Loro chi? – chiese il vampiro dagli occhi azzurri fissando gli occhi della ragazza sotto il passamontagna.
La stava soggiogando ma non voleva perdere tempo e voleva avere la certezza che non mentisse.
– Noi gli chiamiamo demoni, ma in realtà sono una specie di spiriti, s'impossessano di esseri umani per cibarsi di organi di altri esseri umani -.
Lasciò la presa.
Il cuore gli salì in gola.
“Elena”.

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Capitolo 4
*** Meglio agire o rimanere in attesa? ***


Capitolo 4: Meglio agire o rimanere in attesa?


“Dannazione, Dannazione e Dannazione”pensava Damon.
Dopo aver estorto quelle informazioni dal secondo intruso, si era precipitato nuovamente all’interno del rifugio.
Purtroppo c’era un qualcosa che lo teneva fuori dalla stanza.
“Devo trovare il modo per entrare o Elena è spacciata” iniziò a camminare avanti e indietro.
Salì di corsa le scale, entrò nella camera, dove Bonnie era ancora sveglia in attesa del ritorno della sua amica.
– Streghetta, devi trovare un incantesimo per farmi entrare nella stanza dove ci sono Elijah ed Elena – ancora mezza addormentata la strega scosse la testa – Damon, non capisco niente se non mi spieghi nulla, non sono in grado di aiutarti – lo squadrò aggiungendo – Sia chiaro una cosa, non lo faccio per te, ma solo per aiutare Elena. Se la cosa fosse inversa, non muoverei un dito per aiutarti. Anzi aiuterei chi ti tiene prigioniero a ucciderti definitivamente - - Come sei acida stasera – commentò il vampiro per nulla sorpreso di quell’affermazione di Bonnie.
D’altra parte aveva ucciso e trasformato in vampiro sua madre.
Vero, era stato costretto a farlo, doveva salvare Elena.
La monetina l’aveva lanciata solo per far scena, che sarebbe uscito testa o croce, lui l’avrebbe salvata.
Damon era consapevole che quel gesto l’avrebbe fatto odiare dalla strega Bonnie e di conseguenza anche dalla sua amata, ma non gli importava, voleva essere lui a salvarla.
Anche se non avrebbe ricevuto nessun ringraziamento, al vampiro importava vederla ancora viva.
In fondo lui era il fratello cattivo.
“Chissà come mai, qualsiasi cosa faccio mi criticano dicendomi che era quella sbagliata” pensava Damon, intanto che raccontava i fatti avvenuti pochi minuti prima a Bonnie.
– Portami davanti a questa porta, vedrò cosa riesco a fare – disse la ragazza dalla carnagione scura.
Senza aggiungere altre parole scesero per le scale.
La strega provò diversi incantesimi che conosceva, purtroppo nessuno di essi funzionò.
– C’è qualcosa che mi blocca – pronunciò quelle parole dubbiosa – Va bene, questo posto è strano. Troverò una soluzione, è meglio che tu torni di sopra, non vorrei che fossi coinvolta in qualcosa di pericoloso – Damon la guardò serio.
Bonnie decise di non fare altri commenti in proposito annuendo risalì le scale, nel frattempo pensava “Sta forse cercando di fingersi altruista? No, starà sicuramente escogitando qualcosa, meglio che rimango all’erta. Meglio non fidarsi troppo di Damon. Mi domando quando anche Elena lo capirà”.
Una volta rientrata nella camera, chiuse la porta.
Prendendo un respiro profondo Damon si concentrò.
“Se non posso entrare, almeno sentire quello che succede dovrei riuscirci”.
Purtroppo Bonnie aveva ragione, c’era qualcosa che bloccava quella porta e neanche il super udito del vampiro riusciva a sentire bene il discorso oltre quella porta di legno mangiata dalle tarme.
“Cosa posso fare?” continuava a chiedersi.
Mille e più pensieri continuavano a tormentarlo.
Era meglio agire o rimanere in attesa?
Era questa la grande domanda alla quale non trovava una risposta.
Damon si domandò da quando era diventato così pensieroso, di solito agiva d’istinto e basta.
Il suo cuore continuava a battere a ritmo irregolare, a volte andava troppo forte altre troppo piano.
Si doveva dare una calmata.
O gli sarebbe venuto in infarto.
Quel pensiero lo fece sorridere, distraendolo dai pensieri negativi che gli frullavano nella mente.
Alle sue spalle un gradino scricchiolò rumorosamente.
Il vampiro si voltò e vide la bionda Caroline.
Nel vederla gli balenò un'idea.
– Caroline, Caroline, Caroline. Sai che sei fonte d'ispirazione carissima? – le disse mentre lo raggiungeva.
Lei lo guardò alzando le sopracciglia gli chiese – Cosa vuoi Damon? Se vuoi lamentarti che sono in ritardo con il mio turno è colpa tua, dovevi venire ad avvisarmi - - No, no, no e no. Ho bisogno del tuo aiuto. Potresti chiamare il tuo amico ibrido? - - Perché ti serve che chiamo Klaus? – domandò nuovamente la bionda mentre si legava i capelli in una coda di cavallo.
– Che c’entra Klaus? – chiese Damon increspando la fronte confuso – Mi riferivo al tuo fidanzato ibrido, il giovane Lockwood -.
Caroline assunse un'espressione da ingenua – Ooooh, pensavo ti riferissi a Klaus poiché è lui il primo ibrido, perché di solito non chiami Tyler, ibrido -.
Era una scusa inventata su due piedi, ma la ragazza vampiro sperò che Damon abboccasse.
Lui lo capì, non gliene importava molto, quindi fece spallucce – Hai ragione. Comunque ho bisogno del tuo aiuto e quello di Tyler per aprire questa porta dove ci sono Elena, Elijah e un intruso che ho beccato. Bonnie non ha capito come mai non si apre e se provi ad ascoltare cosa succede all’interno di questa stanza non senti nulla - - Non aggiungere una parola in più. Ho capito la situazione, vado a chiamare Tyler e torno immediatamente -.
“Fanculo, non sono quello smidollato di Stefan il pensatore. Passare all’azione è la scelta migliore” pensò Damon mentre aspettava l’arrivo dei suoi due aiutanti.
Tyler e Caroline arrivarono dopo pochi minuti.
Senza bisogno di parlare si misero a spingere con tutta la loro forza la porta.
Dopo cinque minuti buoni riuscirono ad aprirla.
La scena che videro dinanzi ai loro occhi li sorprese.
Elijah era a terra e si teneva un braccio insanguinato, ovviamente era ancora vivo.
Non fu quello a sbigottirli.
Bensì Elena.
Si trovava sopra l’intruso che era sdraiato per terra, la ragazza lo teneva fermo, stringendogli la gola.
– Elena… - iniziò a dire Caroline, s'interruppe non trovando per lo stupore le parole per continuare la frase.
Lo sguardo incredulo di Damon si trasformò in uno sguardo con gli occhi ridotti a due fessure. – Chi o cosa sei tu? Non sei Elena, lei non riuscirebbe a tenere a freno in quel modo una persona – disse con sicurezza il vampiro.
La risposta che ricevette lo pietrificò.
– Era ora, pensavo che non ve ne sareste più accorti – rispose la ragazza sorridendo, mostrando anche ai tre nuovi venuti i canini appuntiti – Io non sono Elena, sono Katherine -.

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Capitolo 5
*** Che la ricerca abbia inizio ***


Capitolo 5: Che la ricerca abbia inizio


Caroline si era portata le mani davanti alla bocca.
Non voleva credere a quelle parole.
Ognuno sapeva che era la verità.
Era ovvio, i canini confermavano.
Tyler andò subito ad avvisare Klaus.
“Cavolo Tyler, dici di non essere più asservito ma sembri comunque il suo cagnolino” pensò la vampira bionda quando si accorse che il suo ragazzo non era più lì a fianco a lei.
Da quando l’aveva morsa, aveva messo in pausa la sua relazione con lui.
Caroline voleva delle certezze e sebbene le parole rassicuranti di Tyler, non si fidava più cecamente di lui.
Ovviamente gli voleva ancora un casino di bene, però stava tenendo in considerazione di rompere completamente con lui.
Eppure non era quello il momento giusto per pensare alla sua storia amorosa.
Damon fece una sola domanda – Quando Katherine? Quando hai preso il posto di Elena? – la vampira scoppiò in una fragorosa risata. – Vuoi saperlo Damon? – si voltò a guardarlo dritto negli occhi – Nel momento in cui Stefan ti ha scaraventato lontano. L’ho legata a un albero con una corda che ho trovato e per non farla urlare l’ho colpita ed è svenuta. Stranamente stavo indossando i suoi stessi vestiti e avevo i capelli lisci come lei -.
La spiegazione era chiara.
Ma qualcosa non quadrava.
– Perché hai preso il suo posto? Potevi semplicemente aggiungerti al gruppo no? – la interpellò Caroline scuotendo la testa – Perché, la signorina Pierce, o dovrei dire Petrova? – fu Klaus a parlare, era appena arrivato e dopo aver lanciato un'occhiata al fratello per assicurarsi che non rischiava di perderlo riprese a parlare – Sai, pensavo fossi più intelligente Katherine o forse preferisci che ti chiamo Katerina? Ho sempre il dubbio su come chiamarti – l’ibrido la guardo sorridendo.
Quella era la sua occasione per ucciderla “Devo calmare il mio istinto, siamo in pochi e il suo aiuto, mi costa ammetterlo, potrebbe tornarmi utile” pensò Klaus, senza aspettare una risposta dalla vampira, allargò le braccia platealmente – Suvvia Katerina, mettiamo da parte i nostri problemi personali. Prometto che non ti ucciderò se ci aiuterai nella ricerca di Elena – la parola ucciderò l’aveva pronunciata con cattiveria.
Klaus l’aveva fatto apposta, per far capire alla furba Katherine di non prendersi gioco di lui, altrimenti l'accordo di pace momentaneo che aveva proposto sarebbe saltato.
Guardò con aria interrogativa la persona che Katherine teneva bloccato a terra – Chi è? – chiese, fu Damon a rispondergli - Ti riferisco quello che mi ha detto il secondo intruso che ho soggiogato per farmi dare informazioni. Secondo lei, perché era un'intrusa, è un demone o uno spirito, che s'impossessa del corpo di un umano per mangiare gli organi di altri umani – una smorfia di disgusto si dipinse sul volto di Caroline – E’ disgustoso!! – nel sentirla pronunciare quelle parole Klaus le appoggiò una mano sulla testa, accarezzandola.
– Fratello abbiamo dei problemi e tu ti metti a flirtare? – Rebekah fece schioccare la lingua con disappunto.
Aveva cercato in tutti i modi di capire cosa ci vedesse in Caroline il fratello, senza trovare nulla.
La trovava banale e troppo chiacchierona per i suoi gusti.
Guardandola in malo modo Klaus le ordinò – Dal momento che hai tanto fiato, vai a chiamare gli altri e porta qui anche il signor Saltzman -.
Contrariata Rebekah, se ne andò borbottando.
“Se Klaus continua a comportarsi in questo modo per via di quella biondina, giuro che le pianto un paletto. Solo perché ha una sbandata per quella biondina, osa parlarmi in questo modo? E’ vergognoso” questi erano i pensieri dell’unica vampira Originale. Nonostante le sembrava stupido dover essere lei ad avvisare gli altri “Manco fossi il suo ibrido leccapiedi” Rebekah era seccata, non sapeva per quanto tempo avrebbe sopportato ancora quel comportamento da suo fratello.
Klaus doveva trattarla meglio, con più rispetto.
Una volta riuniti tutti, andò a prendere Alaric, mentre Matt e Jeremy sostenevano Stefan, che non si era ancora svegliato.
Elijah invece era nuovamente in piedi, senza alcun graffio. – Ben tornati – disse Klaus – Sarò breve. Quella che credevamo Elena in realtà è la nostra cara Katerina – con un movimento del braccio fece come per presentarla, la vampira sorrise leggermente irritata.
L’Originale le aveva ordinato di uccidere l’intruso, strappandogli il cuore e staccandogli gli arti, quindi in quel momento era sporca di sangue.
Questo le faceva venir sete. Katherine sapeva che era un modo per punirla per aver mentito, ma non aveva intenzione di cedere alla provocazione dell’Antico.
– Ora ci divideremo in gruppi di due e andremo a cercare Elena. Solo tu Tyler rimarrai qui a tener d’occhio il signor Saltzman – il giovane ibrido si morse la lingua senza farsi notare.
Gli era balenato in mente di passare un po’ di tempo con Caroline per parlare mentre cercavano Elena, però Klaus gli aveva impartito un ordine e lui non poteva far altro che ubbidire. – Certamente come desidera – rispose chinando il capo.
In quel momento Stefan riprese i sensi, tra gemiti di dolore.
“Povero fratellino, è sempre così doloroso risvegliarsi dopo che ti hanno ucciso” pensò Damon mentre usciva dalla villetta.
Klaus aveva detto di andare a coppie, ma lui preferiva agire da solo.

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Capitolo 6
*** Chiacchiere, pensieri e lacrime ***


Capitolo 6: Chiacchiere, pensieri e lacrime


I gruppi furono formati.
Klaus e Caroline, Rebekah scelse Matt dicendo che se era vero che quei mostri erano pericolosi per gli umani non era conveniente farli uscire da soli, Katherine si mise a fianco di Bonnie e Jeremy si beccò Stefan.
Elijah sospirò esasperato – A quanto pare il mio compagno è già uscito. Siccome non ho voglia di cercare anche lui, pattuglierò il rifugio da fuori, in caso di bisogno chiamatemi e verrò ad aiutarvi se ne avrete bisogno - - Perfetto, fratello ottima scelta – concordò Klaus – Allora siamo d’accordo. Bene, e buona ricerca a tutti -.
I vari gruppi si divisero, ognuno prese una direzione differente.

Katherine cercò di dialogare con la strega – Hai qualche novità da raccontarmi? - - No, anche se avessi qualcosa d'interessante, non lo direi a te - - Come sei noiosa, non so come fa Elena a essere tua amica. Per essere la mia doppelgänger pensavo avesse amicizie più divertenti - - Stai zitta se non vuoi avere un'emicrania – la avvertì Bonnie stufa di sentirla parlare – Dobbiamo cercare Elena non fare conversazione -.
“Mamma mia che noiosa, vorrei tanto morderla e bere del suo sangue. Solo che è una strega e sarei io a rimetterci” pensò Katherine sbuffando.

Matt e Rebekah si scambiavano alcune parole di tanto in tanto.
– Se ho capito bene questi nemici si cibano di organi umani? - - Esattamente, ma non preoccuparti se si avvicina qualcuno, lo sistemo io, non riuscirà a farti del male – rispose la vampira bionda.
Per non far sembrare che avesse un interesse per Matt aggiunse – Dopotutto appena troveremo una città dobbiamo guadagnare dei soldi. Tu hai già fatto il cameriere e hai esperienza è una buona cosa - - Ahah – rise il ragazzo – Quindi sarei una fonte di guadagno? Sempre meglio che essere considerato il vostro pasto -.

Gli unici a non parlare o tentare di fare discussione erano Jeremy e Stefan.
Entrambi erano concentrati nella ricerca di Elena.
“Devo assolutamente trovarla” pensava Jeremy “Lei mi ha aiutato fin troppe volte, ora è il mio turno. Sicuramente non la lascerò nelle grinfie di questi vampiri. Una volta che l’avrò trovata andremo lontano da qui”.
Stefan invece aveva tutt’altri pensieri “Sto morendo di sete. Devo cercare di rimanere concentrato. Quando torneremo alla villetta, chiederò a Klaus se posso andare alla ricerca di qualche umano o rischio di svenire”.

Caroline stava saltellando.
Stranamente era allegra.
Forse era perché quell'eterna foresta notturna che la faceva stare bene, le sembrava di essere nel suo habitat naturale.
Eppoi con lei c’era Klaus.
Lui non si lamentava se parlava di continuo, al contrario sembrava felice di poterla ascoltare.
“Non avrei mai immaginato che fosse così” pensò Caroline, si accorse di avere il suo braccialetto che le aveva regalato dopo averla salvata dal morso di Tyler.
– Sai – iniziò a dire ad alta voce la ragazza – Sembri così diverso dai nostri primi incontri. Intendo quando volevi uccidere Elena e me – specificò fermandosi un attimo per guardarsi attorno.
– A quei tempi ero ossessionato di spezzare la maledizione. Ora ho un altro genere di ossessione Caroline – le disse Klaus, raggiungendola per guardarla in faccia mentre pronunciava quelle parole.
“Sono tentato di dirgli che è lei la mia nuova ossessione, ma temo che penserà che si tratti di uno scherzò” pensò Klaus mentre alzava il braccio.
Con la mano le toccò la coda di cavallo, sfilò il codino che teneva legato i capelli – Se lasci i capelli sciolti sei notevolmente più bella – le sussurrò, quasi temesse in una reazione negativa da pare di Caroline.
“Cavolo, perché mi dice queste cose in un momento come questo?” pensò Caroline “Sentirmi dire una cosa del genere, mi fa andare in fiamme le guance”. 

–  Sei davvero molto tenera quando arrossisci. Ti da un tocco di fascino in più – commentò Klaus, incantato dai suoi occhi verdi che lo guardavano quasi intimoriti.
– Dovremmo continuare le ricerche di Elena – disse Caroline “Mi devo ricordare di riprendere questo discorso, quando la situazione sarà più calma” pensava la giovane vampira, riprendendo a camminare seguita a ruota da Klaus che a sua volta pensava “Forse ho esagerato, la prossima volta devo ricordarmi di non esagerare con i complimenti”.

Damon era affranto.
Il vampiro aveva gli occhi stanchi, non riposava da non sapeva quante ore.
In fondo non ricordava quante ore avesse dormito prima di essere catapultato lì.
“Forse c’è qualche strana magia che mi vuole far addormentare. Hanno sbagliato bersaglio, non mi farò abbattere dal vostro stupido incantesimo” pensò il vampiro continuando a cercare ininterrottamente.
“Devo trovarla, assolutamente. Quando era l’unica a essersi svegliata aveva paura, anche se eravamo lì a due passi da lei. Chissà ora che è da sola legata e imbavagliata a un albero” il cuore iniziò a battere più forte, era angosciato al pensiero che Elena si sentiva abbandonata da tutti per quel lungo lasso di tempo.
Una folata di vento lo colpì, Damon sentì un odore famigliare.
Il profumo di Elena.
Il vampiro iniziò ad annusare l’aria per captare da che parte arrivasse.
Una volta identificato la direzione da prendere, si mise a correre velocemente.
Vero, era stanco morto.
Il profumo di Elena gli aveva dato nuovamente energia come se gli avesse caricato le batterie.
Corse come un fulmine, per raggiungere più velocemente possibile Elena.
Per la prima volta dopo tanto tempo, Damon era contento di essere un vampiro, per avere la velocità della quale necessitava.

La ragazza dai capelli castani scuro lunghi e lisci, faticava a respirare con il naso.
“Possibile che nessuno si sia accorto che non sono io ma Katherine?” pensava Elena “Non ce la faccio più. Spero che qualcuno arrivi a portarmi via da qui o che qualche orso arriva e mi stacca via la testa con una zampata, almeno porrà fine alle mie sofferenze”.
Strinse forte gli occhi, non voleva più vedere quel buio e quegli alberi.
Delle lacrime scivolarono sul suo volto, scendendo fino al collo.
Dalla gola uscì un singhiozzo soffocato.
Elena avvertì il bavaglio scivolarle sul collo.
Siccome era impaurita, tenendo gli occhi chiusi, pronunciò una domanda titubante – Chi sei? – sentì il tocco di una mano accarezzarle la guancia.
Una voce tremante gli sussurrò all’orecchio – Elena non aver paura adesso ti libero e ti porto al rifugio -.
“Damon” ebbe un tuffo al cuore solo pensando a quel nome.
Il vampiro si affrettò a strappare via le corde che tenevano legata la ragazza.
La afferrò prima che le sue gambe stanche l’avrebbero fatta cadere per terra.
Damon strinse a sé Elena, non voleva aprire gli occhi, perché se fosse stato tutto frutto della sua immaginazione, temeva che non sarebbe riuscita a resistere.
Il caldo respiro di Damon sul suo collo, la convinsero che non si trattava di un miraggio creato dal suo subconscio.
Dapprima lo strinse forte poi si allontanò leggermente.
Voleva guardarlo dritto in faccia.
Quando gli occhi marroni di Elena incrociarono quelli azzurro ghiaccio di Damon, lei rimase sorpresa, poiché erano velati.
Solo allora lui parlò – Per fortuna stai bene Elena, non sai quanto ti ho cercato da quando abbiamo scoperto Katherine - - Non preoccuparti Damon, so quanto è brava a fingersi me – lo tranquillizzò lei.
Ripresero a fissarsi intensamente.
“Finalmente l’ho trovata” pensava Damon, anche se aveva ancora un'espressione angosciata, mentre Elena a sua volta rifletteva “Sono contenta che sia stato Damon a trovarmi. E’ così tenero con questo sguardo preoccupato in volto”.
I loro volti si avvicinarono.
Malauguratamente, proprio in quel momento una voce femminile parlò – Ora che hai trovato la persona che cercavi, possiamo parlare d’affari? -.
Entrambi si voltarono a guardare in direzione della voce, senza staccarsi dall’abbraccio.
“Che cavolo ci fa qui, quell’intrusa?” pensò Damon stringendo nuovamente a sé Elena, poggiando il suo viso sul suo petto.
Qualsiasi cosa sarebbe successo, non voleva che Elena guardasse.
Quel gesto, infatti, rassicurò la ragazza “E’ davvero premuroso. Mi sento più al sicuro con lui che con Stefan. E’ il mio salvatore” pensò “Che cosa stupida da dire, lui si chiama Salvatore”.
– Dopo mi dovrai dire che hai pensato di divertente tanto da farti ridere – disse Damon sogghignando “Sono riuscito nel mio intendo, ora si è calmata” si rivolse alla seconda intrusa – Beh, non sono da solo, le decisioni le prendiamo votando in modo democratico con alzata di mano - - Bene allora tornate indietro, io sarò già lì ad aspettarvi – dopo quelle parole sparì.

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Capitolo 7
*** Il gruppo è nuovamente riunito ***


Sono rimasta sorpresa delle visite che ha ricevuto questa mia FanFic!
Davvero grazie di cuore a chiunque abbia visitato, letto, aggiunto questa storia nelle seguite o nelle preferite *__* *me commossa ç_ç*
Inoltre chiedo scusa per questo capitolo “un po’ povero” ma il resto volevo tenerlo per il prossimo =)



Capitolo 7: Il gruppo è nuovamente riunito


Il tragitto verso il rifugio fu parecchio lento.
Dato che Elena era debole Damon la teneva in braccio, preferendo camminare piano per evitare che qualche movimento brusco le facesse sentire male, perché anche se lei non aveva detto nulla, essere legati e imbavagliati per ore era normale sentir male a ogni muscolo.
– Allora mi dirai mai quello che ti ha fatto ridere prima? – chiese Damon guardandola da sopra la spalla.
Elena sorrise.
Quanto adorava quel sorriso.
Con la mano destra Elena mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio – Semplice, avevo pensato che eri il mio salvatore e mi è venuto da ridere visto che il tuo cognome è Salvatore -.
Pure Damon sorrise – Se considerassi questa frase una battuta, ti farei i complimenti, ma – s’interruppe per guardarla dritto agli occhi – Posso essere il tuo Salvatore in qualsiasi senso tu voglia – quasi come se si fosse reso conto di quanto suonasse sdolcinata quella frase, disse – Forse è meglio se ci sbrighiamo un pochino, altrimenti gli altri continueranno a cercarti non sapendo che ti ho già trovata -.

Nel frattempo Katherine, Bonnie, Rebekah e Matt erano già ritornati al rifugio perché erano troppo stanchi per continuare la ricerca di Elena.
Fuori nel bosco erano rimasti Jeremy, Stefan, Klaus e Caroline.
Stefan bloccò Jeremy con un braccio, si guardò intorno con fare sospetto, in seguito a bassa voce disse – C’è qualcuno - - Dove? Io non vedo nessuno – ribatté il giovane Gilbert – Il tuo amico ha ragione, sono qui sull’albero alla tua sinistra – parlò una voce.
Riecheggiò una risatina.
– Vi consiglio di tornare nella villetta, un giovane dagli occhi azzurri ha trovato la ragazza che state cercando – dopo queste parole sparì.
– Damon l’ha trovata, quindi torniamo indietro – disse Jeremy spostando il braccio di Stefan.
“Stronzo” pensò il vampiro innervosito dal comportamento del fratello minore della sua ex ragazza “Ti volevo proteggere se era un nemico e quello è il tuo modo di ringraziarmi? La prossima volta me ne fregherò di te e penserò solo a me stesso”.

Klaus era annoiato.
Lui stesso aveva proposto di formare le squadre di ricerca, solo perché voleva passare un po’ di tempo con Caroline.
La bionda vampira però, dopo quel suo commento non aveva più parlato.
Forse per imbarazzo o forse per il semplice fatto che non voleva rifiutarlo in quella situazione critica.
Sta di fatto che l’Originale non sapeva proprio cosa dire per iniziare un nuovo discorso.
Klaus era immerso così profondamente immerso nei propri pensieri mentre spostava un cespuglio che non si accorse di una presenza alle sue spalle.
– Klaus attento!! – urlò Caroline accorgendosi del probabile pericolo che correva il suo compagno di gruppo.
Sentendo l’urlo di Caroline, Klaus si voltò pronto ad afferrare il cuore di chiunque fosse dietro di lui, ma poco prima che colpisse la vittima, il suo corpo s'immobilizzò.
Non riusciva a muovere un solo muscolo.
– Sei una strega per caso? – chiese l’ibrido, aggiungendo – Allontanati da qui - - Assolutamente no! Non posso lasciarti qui da solo! – protestò Caroline scuotendo con foga la testa.
– Ahahah – rise la persona misteriosa – Ti ho bloccato per il semplice fatto che altrimenti mi avresti ucciso – si voltò verso la bionda – Stai tranquilla non farò del male al tuo amico. Sono qui solo per avvisarvi che ho già avvertito l’altro gruppo che cercava ancora la vostra amica che è stata trovata e sta tornando al vostro rifugio. Noi ci rivedremo lì – appena ebbe finito di parlare Klaus poté nuovamente muoversi.
Di quella persona non c’era nessuna traccia in giro.
– E’ davvero molto strano – commentò Klaus – Concordo con te, non era una strega ma ti ha fermato come niente fosse. Ci penseremo dopo a questo, l’importante è che Elena sta bene. Su torniamo indietro – disse Caroline prendendolo sottobraccio.
Quel gesto lo stupì.
E solo per quell'attimo Klaus si concesse un sorriso.
Un piccolo momento di felicità.

Jeremy era fuori dalla porta della villetta in compagnia di Elijah.
Entrambi aspettavano impazienti l’arrivo di Elena.
Erano in attesa in silenzio, senza guardarsi in faccia.
Davanti ai loro occhi comparvero quattro figure indistinte.
Quando furono più vicini, li riconobbero.
I quattro erano Damon, il quale portava in braccio Elena addormentata, Caroline e Klaus.
– Bentornati a tutti quanti – disse Elijah con un sorriso né triste né allegro.
Jeremy, da parte sua, non fu altrettanto gentile.
– Dammi mia sorella Damon. La porto a riposare - - Potresti essere più cortese, lo sai? Potrei romperti il collo poiché indossi il tuo anello – disse aspramente il vampiro dai capelli scuri mentre passava Elena a Jeremy.
Per interrompere quel momento d’imbarazzo Caroline batté le mani esclamando – Bene, ora siamo finalmente di nuovo tutti insieme -.
La solita figura femminile chiese – Mi fate entrare voi o mi devo intrufolare di nuovo? -. – Oh, ma tu guarda la seconda intrusa che mi ha avvertito riguardo il primo intruso che ho beccato – disse sarcastico Damon e Klaus rispose – Certamente, le spiace solo aspettare un momento? Ci siamo appena riuniti vogliamo passare qualche minuto insieme - - Certamente, non sono così insensibile – dichiarò quella donna con il passamontagna, appoggiandosi a un albero e incrociando le braccia.
In attesa.

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Capitolo 8
*** Addio Mystic Falls ***


Capitolo 8: Addio Mystic Falls


Tutti erano in piedi.
Tutti eccetto Elena che dormiva sdraiata sul divano.
Alaric era appoggiato contro il muro, sembrava seduto, come se fosse in meditazione, con la testa piegata verso il basso.
– Posso fare una domanda? – chiese Matt con la sua solita espressione da ebete quando non capiva qualcosa, - Perché deve decidere tutto Klaus? Voglio dire, tu sei il nostro nemico a Mystic Falls, quindi mi chiedo perché dobbiamo darti retta -.
Klaus trattenne l’impulso di scaraventarlo contro il muro.
Guardò sua sorella Rebekah che ricambiò lo sguardo, imbronciata.
“E’ meglio se la lascio stare è di pessimo umore” pensò l’ibrido sospirando.
A quel punto Klaus fissò il suo primo ibrido perfetto.
Tyler deglutì, guardò tutti i presenti spiegando – Per il semplice fatto che Klaus è il migliore. Voglio dire, ha vissuto per molti anni più di chiunque altro in questa stanza – sentì di essere fulminato da Elijah e subito aggiunse – Come suo fratello Elijah e sua sorella Rebekah, ma essendo lui un ibrido è decisamente più forte - - Se fossi in te, chiuderei la bocca Lockwood. A meno che non vuoi ritrovarti senza cuore – lo zittì Elijah.
“Questi qui si mettono a litigare tra di loro e noi rimaniamo bloccati in questa villetta abbandonata con loro” pensò Matt sedendosi su una delle sedie presenti in quella stanza.
Un urlo echeggiò nella stanza – Aaaaaaaaaaaaaaaargh – tutti quanti si resero conto che Alaric si era finalmente svegliato.
– Ben svegliato bello addormentato – gli disse Damon facendo un sorriso che mostrò tutti i denti.
– Stai zitto Damon, non sono in vena di scherzare in questo momento – gracchiò Saltzman.
La voce era bassa e roca, dovuto al fatto che era rimasto in silenzio per lungo tempo e la gola era arida.
Con una mano sulla testa Alaric squadrò Damon chiedendogli – Dimmi che non sei stato tu a ridurmi in queste condizioni o ti assicuro che un paletto di legno nello stomaco non te lo toglie nessuno – sorridendo sarcasticamente il vampiro gli rispose – Mi spiace deluderti ma non sono stato io. Tutti quando siamo
arrivati qua dormivamo, solo che tu ci hai messo più tempo a risvegliarti -.
– Bene, a quanto pare non è il vero Ric – disse Jeremy contento “Finalmente qualcuno che conosce bene i vampiri dalla nostra parte” con quel pensiero in testa il giovane Gilbert sorrise.
Prima che ognuno iniziasse a parlare uno sopra l’altro Klaus batté fragorosamente le mani, tutti si voltarono a guardarlo.
– Fuori abbiamo un ospite, se così vogliamo chiamarlo. Ora la farò entrare. Lasciatela parlare, alle sue domande risponderò io. Ovviamente se avete domande da porle siete liberi di farlo. E un'altra cosa – guardò uno a uno dritto negli occhi, poi terminò – Se si azzarda ad attaccare anche uno solo di voi, potete ucciderla. Vi prometto che non subirete nessun tipo di punizione – finito di parlare fece un gesto con la mano a Tyler che si affettò ad andare a prendere l’ospite che era sempre in attesa appoggiata a un albero.
La donna una volta entrata seguì Tyler silenziosamente.
Quel giorno le era stato assegnato il ruolo di guida per i nuovi arrivati.
Si aspettava il solito gruppo noioso di umani.
Il lavoro della guida era un compito veramente monotono, perché la maggior parte non credeva a quello che lei spiegava, ed era costretta a ripetere varie volte le stesse cose.
Stranamente quel giorno il gruppo piombato lì nel boschetto era composto da strani elementi.
Non si trattava del solito gruppetto innocuo e noioso di umani.
La cosa che l’aveva colpita di più era che quel ragazzo dai capelli castano scuro e gli occhi azzurri in qualche modo le aveva fatto dire cose che di solito non riferiva riguardo ai loro nemici.
L’unica cosa che non riusciva a credere era che una ragazza del gruppo aveva ucciso un demone.
Neanche loro erano in grado di ucciderli, ma solo di farli fuggire per un breve periodo.
“Finalmente un gruppo interessante” pensò la donna mentre si poneva in mezzo alla stanza.
La donna stava per iniziare a parlare, si accorse che la stavano accerchiando “Sono bravi. Perspicaci mi vogliono tener d’occhio e impedirmi ogni via di fuga” pensò sorridendo.
Senza togliersi il passamontagna, iniziando a presentarsi – Lasciate che mi presenti. Sono la vostra guida per i primi giorni che passere qui. Mi chiamo Sibby e per qualsiasi domanda sono a vostra disposizione –.
La prima a parlare fu Rebekah – Come ci siamo arrivati qua? Perché non ricordiamo quasi nulla di quello che ci stava succedendo? Possibile che sia sempre notte in questa foresta? – Sibby le sorrise dolcemente “Che domande innocenti” pensò prima di spiegare – In realtà è un bosco molto esteso. Siete stati catapultati qui dal buco nero. Di preciso non so spiegarlo, ogni tanto prende gruppi di persone dai vari mondi paralleli che esistono in quest'universo, e li fa semplicemente apparire nel bosco – fece una breve pausa per prendere fiato – Per quanto riguarda il fatto che è sempre notte, questo dipende da voi. E’ un bosco con una grande concentrazione magica eccezionale, percepisce dalle persone che vi entrano l’ambiente migliore per loro. Una volta ha creato un enorme parco giochi in mezzo ai suoi alberi poiché erano apparsi dei bambini. Spero di essere stata esaustiva nel rispondere alle tue domande – concluse sorridendole nuovamente.
Rebekah fece una smorfia.
“E’ proprio di pessimo umore, chissà cosa è successo mentre era fuori” pensò Elijah, non aveva voglia di fare domande, erano inutili visto che sapeva perfettamente che non era quello il procedimento giusto per trovare un modo per tornare a casa.
Damon scrutò quella donna, la seconda intrusa come la chiamava lui, le domandò – Cosa sei? Quando ti avevo afferrato per la gola, parlavi come se niente fosse, ciò non è possibile – Sibby si girò a guardarlo e con un'alzata di spalle teatrale rispose semplicemente con una singola parola – Angelo -.
- Un angelo? – Damon si mise a ridere, pochi secondi dopo tornò serio chiedendo nuovamente – Ci sono anche gli unicorni per caso? Il mio amico qui presente ha un debole per gli unicorni – sogghignò guardando Alaric che lo fulminò scuotendo la testa, ma nello stesso momento rideva silenziosamente anche lui.
Quella stupida domanda affievolì la tensione facendo ridere sotto i baffi anche il resto del gruppo.
Con l’eccezione di Stefan
“Con questa battuta mi tornerà a parlare come una volta” pensò contento Damon.
Negli ultimi tempi gli era mancato il suo miglior amico Alaric, non quello con l’alter ego che voleva annientare tutti i vampiri bensì il buon vecchio Saltzman.
Sibby non credeva alle sue orecchie.
Mai nessuno si era messo a ridere mentre lei spiegava.
Mai.
Quello non era un buon segno.
La donna voleva continuare con la spiegazione, ma fu interrotta da Bonnie che le chiese – Posso sapere come facciamo a tornare a Mystic Falls? - - Semplice, non potete. Una volta giunti qui non c’è ritorno – fu la schietta risposta.
Calò il silenzio.
Tutti avevano il sospetto che non avrebbero più rivisto Mystic Falls e tutti gli amici o parenti che si erano lasciati alle spalle.
La speranza di far ritorno albergava in loro, ma ora, tutto era finito.
Dovevano farsene una ragione e dire addio a Mystic Falls.



Nota autrice: Spero che con questo capitolo mi son fatta perdonare per il contenuto scarso del precedente. Nel prossimo capitolo continuerò a spiegare meglio chi è in realtà Sibby e le varie risposte ai quesiti dei protagonisti. Ho preferito dividere per evitare un capitolo con troppe d'informazioni, perché poteva essere pesante per chi avrebbe letto. Grazie di nuovo a tutti coloro che seguono questa Fanfic =)

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Capitolo 9
*** Spiegazioni e nuovi nemici ***


Capitolo 9: Spiegazioni e nuovi nemici


Katherine sembrava essere quella più angosciata dalla notizia dell’impossibile ritorno a Mystic Falls.
Non tanto per quella cittadina, bensì per il fatto che non aveva la certezza che Klaus l’avrebbe lasciata in vita.
La vampira Katherine cercando di nascondere il leggero tremolio alle mani, chiese – In che senso sei un angelo? E il bosco, oltre a creare le cose fa altro? – Sibby sospirò “Fantastico, con tutte queste domande non finirò mai il mio discorso. Mi sa che con loro lo eviterò son persone in gamba” – Non sono esattamente un angelo nel vero senso della parola. Ti ringrazio di questa domanda, così non penserete più che gioco con gli unicorni – il suo discorso fu interrotto dalle risate di Damon e Alaric, i due avevano preso a parlare tra di loro a bassa voce, fregandosene di quello che usciva dalla bocca della donna con il passamontagna.
Stizzita, se lo tolse, mostrando i capelli di un colore celeste, che le arrivavano appena sotto le orecchie e degli occhi verdi.
“Che colore privo di gusto” pensò Caroline “Capisco perché teneva quel passamontagna addosso”.
– Sai Alaric penso di aver capito. Dice di essere un angelo perché ha i capelli celesti – giudicò Damon al suo amico – Ahahah questa era bella. Mi sembra di essere tornato come ai vecchi tempi - - Già, mi fa piacere che lo dici Ric. Ci vorrebbe un bel bicchiere di Bourbon, non credi? - - Altroché Damon – concordò Alaric.
In quel preciso momento nelle mani dei due apparve un bicchiere, all’interno tre cubetti di ghiaccio e Bourbon.
I presenti, che stavano osservando la scenetta messa in atto da Saltzman e Salvatore, rimasero stupiti, particolarmente i due che all’improvviso avevano in mano un bicchiere, rimasero a bocca aperta increduli, Alaric guardò Bonnie – Sei stata tu? – quasi offesa da quella domanda la ragazza rispose – Certo che no! -.
Sibby riprese a parlare – Come stavo spiegando, prima che qualcuno m'interrompesse – fulminò i due amici che stavano brindando come se fossero in un bar, - Dicevo che non sono un angelo, però piuttosto di definirci scherzi della natura ci facciamo chiamare così. Quando ho parlato con alcuni di voi nel bosco, mi avete visto sparire, questo è dovuto al fatto che ho delle ali bianche, non molto grandi a dir la verità, però mi permettono di muovermi velocemente in volo - - Interessante – commentò Klaus pensando “Forse potrei provare a trasformarli in vampiri con il mio sangue, in fondo ho perso molti ibridi. Chissà se è possibile creare un ibrido volante”.
– Com’è possibile che hai delle ali? – chiese Bonnie – Di preciso non lo so, io e un altro gruppo di persone ci siamo ritrovate qui, esattamente come voi. La strega ci ha detto che eravamo i prescelti. Purtroppo per avere queste ali abbiamo dovuto sacrificare tutte le colombe della zona. In effetti, ha funzionato e le possiamo far apparire nel momento del bisogno. Per questo prima ho detto che siamo angeli ma non nel vero senso della parola, perché abbiamo ucciso per questo, chiamiamolo dono -.
Elijah uscì dalla stanza senza farsi notare.
Gli sembrava inutile restare lì, tanto poteva ascoltare quello che diceva quella Sibby anche dall’altra stanza.
“Allora mettiamo alla prova la magia di questo bosco” pensò il vampiro Antico “Voglio un flebo di sangue gruppo AB”.
Immediatamente tra le sue mani apparve ciò che aveva pensato.
“Ci voleva proprio” pensò Elijah iniziando a bere attento a non farsi sentire dai compagni nell’altra stanza.
Nel frattempo che Elijah si nutriva, Sibby stava spiegando quello che il vampiro aveva già intuito.
– Dunque come avevo detto in precedenza, il bosco è magico e percepisce le necessità di chiunque sia al suo interno. Avete visto come quei due stanno continuando a bere? Probabilmente stanno pensando di avere il bicchiere sempre pieno. Esattamente come questa villetta abbandonata, avevate bisogno di un rifugio, e infatti è apparso -.
Dopo quella spiegazione Rebekah guardò Tyler in modo sprezzante – Tu stupido licantropo non potevi immaginarti un posto più decente? - - Non rivolgerti mai più al mio ibrido in quel modo sorellina, ti avviso – Klaus la guardò sogghignando mostrandole il pugnale con il quale stava giocherellando.
Gli occhi della vampira Originale si sbarrarono per il terrore “Certo, è sempre il solito Klaus. Se fai qualcosa che non gli va a genio, ti mette a dormire per anni” Rebekah spostò lo sguardo e vide Katherine sghignazzare silenziosamente soddisfatta.
Proprio in quel momento i capelli lisci, cambiarono e diventarono mossi, com'era solita portarli “Almeno non mi confonderanno più con Elena” pensò Katherine.
Stefan, che fino a quel momento era rimasto in silenzio chiese – Ok, abbiamo capito cosa sei, che questo bosco è un posto molto magico e che non possiamo tornare indietro. La mia domanda è questa: cosa è in realtà il primo intruso? Cerca di essere dettagliata nella risposta, non sono di ottimo umore e non vorrei che lo squartatore si presenti -.
Sibby lo guardò”E’ sicuramente una persona tenebrosa e poco affidabile” deglutendo rispose – Hai fatto una domanda complicata. Ti risponderò con le poche informazioni che abbiamo sul loro conto. L’intruso come ho già detto al vostro compagno quando mi ha beccato, è un demone quando è nella sua vera forma, quando s'impossessa di un umano per cibarsi di altri umani lo chiamiamo spirito. La cosa sorprendente è che voi siete riusciti a ucciderne uno. Neppure noi angeli abbiamo questa forza per contrastarli, possiamo portarli solo alla fuga. Sono parecchio pericolosi, come potete immaginare – si fermò alcuni secondi, indugiando se continuare – Poiché siete appena arrivati deve passare ancora un giorno prima che vi potete trasferire in città. Sapete dobbiamo informare gli abitanti del nuovo gruppo. Vi consiglio di pensare a che lavoro fare una volta che sarete inseriti nella comunità, non vivrete gratuitamente. Tornando ai demoni, mi sembra corretto avvertirvi del loro aspetto reale così potete difendervi nel caso tentassero di nuovo di attaccarvi. Di solito hanno sembianze di bambini o bambine non più grandi di dieci anni, hanno delle orecchie lunghe appuntite che si piegano leggermente verso il basso, hanno la lingua biforcuta, sono molto pallidi e veloci - - Mai quanto noi. Siamo i predatori in cima alla catena alimentare – si vantò Rebekah – Ovvero? – chiese incuriosita Sibby – Nulla, era solo una battuta, vero sorellina? - - Verissimo Klaus hai perfettamente ragione – si affrettò a dire Rebekah vedendo nuovamente il pugnale tra le mani del fratello.
“Mi stanno nascondendo qualcosa” pensò la donna dai capelli celesti “Alla fine lo scoprirò, tanto vale far loro credere che il loro segreto sia salvo. In fondo neanche io ho detto tutto riguardo a noi angeli. Poveri illusi credono solo che abbiamo delle alette bianche per volare e basta”.
Sibby sorrise – Direi che per ora è abbastanza, tornerò domani e se vorrete, vi porterò in città – Klaus dapprima le sorrise appagato, poi espresse la sua riconoscenza – La ringrazio molto signorina Sibby. Ci vedremo nuovamente domani allora -.
La donna angelo uscì dalla finestra, tuttavia nessuno vide le ali bianche che sosteneva di avere.
Forse era solo una bugia.
Forse era la verità.
Questo non lo potevano ancora sapere.
Il sorriso di Klaus a Sibby non sfuggì all’attenta Caroline che furiosa pensò “Che razza di cascamorto! Ed io stupida volevo pure riparlare della questione di prima. Che cretina che sono!!” prese in braccio Elena dicendo – Bonnie ti va bene fare cambio di stanza? In questo modo né te né Elena rischiate di essere attaccate - - Sì certo va bene Caroline – annuì Bonnie anche se non le andava a genio stare con Rebekah, però era a conoscenza dell’odio di Rebekah nei confronti di Elena e quella era la scelta migliore.
Man mano ognuno andò nella propria stanza a riposare.
Solo Alaric e Damon rimasero nella stanza, spostandosi da terra al divano.
Rimasero svegli tutta la notte, o almeno per quella che sembrò la durata di una normale notte, parlando di tutto e di niente, man mano che il tempo passava i discorsi diventavano sempre più incomprensibili e privi di significato.
Semplicemente bevevano, ubriacandosi allegramente.
Era da qualche tempo che non facevano una cosa del genere.
I due erano tornati a essere i vecchi amici di una volta.
Tutto per merito di un bicchiere di Bourbon sempre pieno.


Note autrice: spero che sia tutto chiaro visto che l'ho cambiato due o tre volte °-° L'ho riletto e non dovrebbero esserci incomprensioni, però visto che gli errori possono sempre sfuggire, se trovate qualcosa di indecifrabile o senza senso, fatemelo sapere che provvederò a modificare^^ 

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Capitolo 10
*** Sogni ***


Capitolo 10: Sogni


Katherine era stata nominata come guardiano notturno fisso da Klaus.
Pertanto, non poteva dare il cambio a nessuno.
La vampira stava terminando il giro per la seconda volta, era parecchio seccata.
“Come faccio a sapere quando è giorno? Qui è sempre notte. L’ha fatto apposta per torturarmi. Tanto non importa, non ho bisogno di dormire”  pensava Katherine, qualcosa le tornò in mente, solo allora sorrise compiaciuta. “Quel angelo o quel diavolo che è, non sa che prima di uccidere quel demone ho preso un po’ di informazioni soggiogandolo. Ha omesso alcune cose di proposito, meglio per me, le userò a mio vantaggio facendo un patto con Klaus” rallegrata da quel pensiero Katherine riprese la sua ronda, canticchiando a bocca chiusa.

Bonnie dormiva profondamente.
Da quando erano arrivati in quel posto, erano accadute troppe cose.
Si sentiva strana, non lo aveva detto a nessuno ma lei percepiva la magia di quel bosco, si sentiva rinforzata.
Il sogno che stava facendo improvvisamente cambiò.
I suoi pensieri erano rivolti a Jamie rimasto a Mystic Falls.
Improvvisamente vide se stessa in una stanza tutta nera.
Bonnie udì una voce che le diceva di avanzare, continuando a camminare vide una scia bianca, all’inizio pensò che era uno strascico, ma una volta più vicina si accorse che si trattava di capelli.
– Avvicinati Bonnie Bennett, voglio vederti da più vicino – disse la voce.
Bonnie si trovò davanti ad un'anziana signora dai lunghissimi capelli bianchi candidi, intuì subito che si trattava di una strega.
– Chi sei? Perché mi hai portato qui? - - Giovane Bennett, ho percepito i tuoi pensieri e desideri di ritornare nel mondo dal quale vieni.
So che tieni molto a questo Jamie ma ti consiglio vivamente di non pensare di ritornare nella tua cittadina.
Perché come Sibby vi ha detto, se volete qualcosa, potete pensarlo o dirla ad alta voce e sarà avverato dal bosco.
Solo che se desiderate tornare indietro succederà questo – l’anziana strega mise una mano sulla fronte di Bonnie. Davanti agli occhi della ragazza apparve un giovane ragazzo dai capelli biondi, si trovava nel centro del bosco e urlava – Fammi tornare indietro! Voglio tornare nella mia Chicago!! – quello che accadde dopo fece venire un conato di vomito a Bonnie.
Il bosco iniziò a girare e i rami delle piante sembravano sussurrare – Invece di essere grato di essere qui, vuoi tornare a casa? Questo non lo possiamo proprio accettare – subito dopo il corpo del ragazzo biondo esplose, ricoprendo il terreno di coriandoli, composti di carne e organi umani.
– Perché mi fai vedere questo? – chiese sconvolta Bonnie una volta che si ritrovò a faccia a faccia con l’anziana strega.
– Perché i pensieri sono assai pericolosi cara. Ti volevo avvertire. Se persisti con quei pensieri di tornare dal tuo fidanzato farai la stessa fine del giovane Tom – rispose – Io sono Sunny, colei che riposa nel cuore di questo bosco - - La presenza magica è tua? - - Solo una parte, il bosco è estremamente antico e potente, al confronto sono solo una formica – rise Sunny – Ora devo andare, ci rivedremo giovane strega. Avvisa anche i tuoi amici, non vorrei che perdi altre persone a te care – detto questo la strega Sunny sparì e Bonnie si svegliò di colpo.
Rebekah sentì il respiro agitato di Bonnie, si girò nella sua direzione, senza aprire gli occhi, le chiese – Fai gli incubi strega Bennett? Cerca di far meno rumore, ricordati che ho l’udito sensibile - - Si certo, scusami Rebekah – sussurrò Bonnie a fiato corto.

Caroline non riusciva a prendere sonno.
“Perché sono così nervosa?” pensò la vampira “Non riesco a dormire per colpa del comportamento di Klaus” si staccò il braccialetto che le aveva regalato, aprì la finestra e lo fece cadere.
Come se si fosse tolta un macigno dallo stomaco Caroline finalmente riuscì ad addormentarsi.

Katherine sentì un rumore sordo provenire da fuori.
“Speriamo non sia di nuovo uno di quei demoni, non ho voglia di sporcarmi nuovamente le mani con una spazzatura come loro” sbuffò Katherine uscendo.
Non vide o sentì nessuno.
Stava per finire il giro della casa e rientrare quando un luccichio per terra attirò la sua attenzione.
La vampira si avvicinò “Che bel braccialetto!” e senza pensarci due volte lo raccolse, tolse i fili d’erba che si erano impigliati e se lo legò al polso sinistro.
Katherine riprese a canticchiare mentre rientrava nella villetta.

Elijah intanto stava ancora bevendo dei flebo di sangue.
Aveva insonorizzato la stanza e annullato l’odore del sangue, in modo che nessuno fosse attirato a entrare in quella stanza.
“Bene dopo di questa, ho ripreso completamente le forze. Ora posso tener testa al mio fratello che ha voglia di comandare tutto e tutti” pensò Elijah uscendo dalla stanza, cammino fulmineo per rientrare nella camera che condivideva con Matt.
Il ragazzo biondo dormiva profondamente e non si svegliò quando il vampiro Originale entrò silenziosamente nella camera per dormire qualche ora.

Le ore passarono lente e silenziose.

Jeremy si svegliò con la sensazione di aver dormito per un giorno intero.
“Perché non può spuntare il sole in questo dannato bosco? Tanto hanno il loro anello per stare sotto la luce del sole, mi chiedo perché resta sempre notte” pensò il ragazzo mentre sbadigliava.
Jeremy voleva prendere una boccata d’aria fresca, stava per aprire la porta quando una voce alle sue spalle gli disse – Non dovresti uscire da solo senza una scorta Jer – lui si voltò e vide Katherine che se la sghignazzava, Jeremy la fulminò – Ti consiglio di non fingerti più mia sorella o farai una brutta fine – la vampira gli si avvicinò rapidissima – Ed io ti consiglio di non minacciarmi giovane Gilbert – ribatté Ketherine – Solo perché hai un anello che ti può riportare in vita, non vuol dire che sei invincibile. Ti ricordo che ho tagliato il dito dove teneva l’anello tuo zio John, potrei fare lo stesso a te -.
Jeremy stava per ribattere, ma ci ripensò e uscì ugualmente sotto lo sguardo rassegnato di Katherine “Devo fare anche da bambinaia, mi chiedo se con le informazioni che sono in possesso, avrò un po’ di libertà” pensava mentre seguiva Jeremy.
Una volta all’aperto entrambi videro spuntare l’alba.
Sorpresa Katherine esclamò – Finalmente! Così posso chiedere il cambio di turno a Klaus – guardò in direzione del fratello di Elena, vedendolo sorridere gli domandò – A quanto pare devo ringraziare te - - Si esatto. Mi devi un favore tienilo bene a mente – le disse Jeremy, ammirando i primi raggi solari che filtravano dai numerosi rami degli alberi intorno a loro.




Nota autrice: Chiedo scusa per il ritardo, purtroppo il temporale di ieri sera mi ha fatto andare in tilt internet e non sono proprio riuscita ad aggiornare. 

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Capitolo 11
*** Comunicazioni importanti ***


Capitolo 11: Comunicazioni importanti


Un raggio luminoso punzecchiò gli occhi di Elena.
La ragazza si girò dall’altra parte del letto infastidita da quella luce.
Si sentì come in sospeso e di colpo aprì gli occhi.
In effetti, il letto sul quale dormiva era più piccolo del suo, infatti, era sul bordo del letto.
Vedendo Caroline dormire, Elena scese dal letto in punta di piedi.
Lanciò un'occhiata intorno alla stanza, senza trovare le scarpe “Pazienza scenderò con le calze. Meglio così da una parte, almeno faccio meno rumore” pensò mentre chiudeva piano la porta della camera.
Elena entrò nella stanza, dove c’erano Damon e Alaric, i quali erano appoggiati l’uno all’altro.
Molto sorpresa esclamò – Ah, non posso crederci, hanno bevuto tutto la notte! Ora saranno ubriachi fino al midollo e si sveglieranno con un bel mal di testa – stava pensando di preparare un buon caffè quando la stanza mutò.
– La mia cucina! – urlò sorpresa, sentendo una voce famigliare Damon aprì un occhio chiedendo – Elena? Ti sei ripresa? – sorridendo la ragazza si avvicinò al divano, divertita – Siete ubriachi per caso? - - Cosa? Damon ci siamo addormentati qui? – domandò Alaric confuso sfregandosi gli occhi con il palmo della mano. – No, siamo solo un pochino – Damon corrugò la fronte – Brilli- disse infine annuendo con un sorriso – Così pare vecchio mio - - Non chiamarmi vecchio, sei tu quello che ha più anni tra i due – borbottò Alaric.
Quella scena fece scoppiare a ridere Elena.
Per Damon era come una risata cristallina che lo destò completamente dall’offuscamento dell’alcool.
I discorsi chiassosi provenienti dalla stanza, che ora era identica alla cucina di casa Gilbert, svegliò i compagni dall’udito più sensibile.
Jeremy fu avvertito da Katherine del risveglio della sorella e subito il ragazzo rientrò di corsa in casa.
Appena vide Elena, la abbracciò – Hei Jer, sto bene, ero solo stanca, non preoccuparti – disse Elena ricambiando l’abbraccio - Sono felice di sentirtelo dire – affermò Jeremy.
Una volta sciolto l’abbraccio, si resero conto che gli altri membri del gruppo erano davanti alla porta e guardavano sbalorditi la cucina.
– A quanto pare il mondo deve girare sempre intorno a te, Elena – commentò Katherine sarcastica spostandosi una ciocca di capelli con la mano sinistra.
Klaus notò il braccialetto sul suo polso.
Si avvicinò rapidamente stritolandole il polso – Dove l’hai preso Katerina? – le chiese – Era per terra di fuori – rispose lei a denti stretti per il dolore.
Furioso Klaus le piegò il polso in maniera innaturale, il braccialetto le scivolò via.
Klaus lo afferrò prima che cadesse per terra poi, si allontanò per raggiungere Caroline, che stava vicino alla scala, dando il buongiorno a Matt e Tyler, si parò davanti alla ragazza.
– Katerina ha detto che l’ha trovato fuori per terra. Ora io ti chiedo perché era lì? – Klaus porse la domanda con un'espressione adirata, sbuffando Caroline rispose – Ero irritata e volevo liberarmene va bene? Se vuoi, puoi tenertelo – i due ragazzi guardavano la scena confusi.
– Voi due sparite – ordinò loro Klaus, entrambi lanciarono prima un'occhiata a Caroline che annuì, come a dire che da sola se la sarebbe cavata.
– Allora? Per cosa eri alterata? – chiese Klaus accarezzandole con la punta dell’indice una guancia – Sorridevi come un ebete a Sibby – disse Caroline raddrizzando la schiena, come per mostrare al vampiro di fronte a lei che non faceva né caldo né freddo che la accarezzasse.
“Ha davvero un carattere ribelle, ma è proprio questo che mi piace di lei” pensò Klaus sorridendo divertito – Perdonami ma chèrie. Vedrò di stare più attento – le legò nuovamente il braccialetto.
Compiaciuta Caroline gli sorrise – Solo per stavolta. Ti avviso – per tutta risposta l’ibrido le stampò un bacio sulla guancia. Ritornando nella cucina sentirono Bonnie dire – Devo informarvi di una cosa importantissima -.
Tutti erano molto incuriositi.
Una volta che la giovane ragazza finì di raccontare il sogno, un'espressione lugubre si dipinse sui volti di tutti i presenti.
– Questo si era già capito da come aveva parlato quella Sibby – commentò con un'alzata di spalle Katherine, mentre si teneva il polso sinistro.
– Katerina, per oggi ne hai già combinate abbastanza, quindi se sai qualcosa, ti conviene dirla senza fare tante scenate – la riprese Klaus.
“Mi deve rovinare tutto” pensò Katherine “Ed io che avevo in mente di dirlo solo in cambio di un po’ di libertà”.
– Potresti parlare lentamente? Bonnie ha parlato troppo in fretta e non ci ho capito molto – chiese Alaric mentre si teneva su la testa con una mano.
Saltzman si accorse che Damon si era addormentato gli tirò una gomitata dicendogli – Stai attento che ci sono cose importanti da ascoltare - - Mmmh, si va bene la sento lo stesso anche con gli occhi chiusi – replicò Damon spostando il braccio di Alaric.
Katherine alzò gli occhi al cielo – Come ben sapete Klaus mi ha ordinato di uccidere il primo intruso, in altre parole, il demone. Beh prima di farlo a pezzetti mi sono presa la libertà di soggiogarlo per avere maggiori informazioni. E ne ho ricevute parecchie molto interessanti e importanti – un bicchiere d’acqua apparve, la vampira bevve un sorso poi continuò. – Quella Sibby non ha solo sorvolato su quello che poteva accaderci se desideriamo di tornare a Mystic Falls. Ha omesso anche delle informazioni utili riguardo questi demoni. Quegli esseri mostruosi hanno una dentatura come i piranha. Inoltre sapete come fanno a diventare degli spiriti? Gli angeli hanno scagliato un incantesimo contro i demoni pensando di ucciderli, invece li ha solo separati dal corpo. Non essendo molto pratici di magia, hanno fatto un casino. In pratica una volta superati i dieci anni, i demoni diventano spiriti. Se riescono a catturare uno spirito, lo gettano vivo dentro il vulcano, fregandosene dell’umano posseduto. Cattivelli per essere degli innocui angioletti non trovate? -.
– Nessuno è un santo. Neanche gli angeli dovrebbero andare in paradiso – borbottò Damon – Continua a dormire fratello, che sei ancora ubriaco e dici solo stupidate – lo zittì Stefan – Staccherò le ali a quella Sibby per avermi mentito - - Piano piano squartatore – lo calmò Klaus – Loro non sono a conoscenza della nostra forza, mentre noi sappiamo cose su di loro che pensano che non conosciamo. Siamo avvantaggiati - - Cos’altro hai scoperto Katerina? – chiese Elijah.
– Sagace come sempre Elijah - si complimentò Katherine – Gli angeli conoscono anche degli incantesimi. L’intruso non sapeva come o da chi hanno imparato queste stregonerie, ma penso che la tua amica Sunny che hai incontrato mentre dormivi Bennett sappia qualcosa a riguardo - - Di questo non mi ha detto nulla – informò Bonnie vedendo tutti gli occhi puntati su di lei.
– Comunque – riprese Katherine – L'informazione più importante che ho preso ve la svelo ora. Nel caso che non si rispettano le loro regole, fanno di tutto per portare coloro che si ribellano nei pressi del vulcano con un inganno ed eliminando il problema. Ti trattano come se fossi uno spirito -.
Dopo quelle notizie, l’allegria mattutina scomparve.
– Ok, abbiamo capito che quella Sibby è una stronza bugiarda – esclamò Caroline – E allora? Siamo superiori a loro, non abbiamo nulla da temere - - Caroline ha ragione – concordò Elena – Per il momento pensiamo a far colazione. Poi vedremo come procedere - - Bonnie non potresti rendere insonorizzata la casa? Almeno nessuno può origliare le nostre discussioni – domandò Alaric – Già fatto signor Saltzman – rispose freddamente Bonnie – Da quando Katherine ha detto che aveva informazioni importanti -.
– Ottimo, quindi tutti d’accordo per lasciare i problemi alle spalle e pensarci più tardi? – domandò Matt – Pienamente d’accordo con te quarterback – annuì Damon alzando il bicchiere – Questo è meglio se te lo tolgo di mano – lo ammonì Elena – Ora viene a sederti sul tavolo che prepariamo un buon caffè per tutti – Siii – strillò allegra Caroline – Mi torna in mente quella volta del pigiama party… - fu interrotta da Rebekah – Biondina prepara il caffè e smettila di sbraitare -.
Il sole splendeva e nonostante le cattive notizie, ben presto regnò l’allegria generale.
Ignari di essere osservati continuarono a discutere allegramente.
– Forse loro potrebbero aiutarci a liberarci dalla maledizione – disse una bambina dalla lunga chioma corvina, dondolando le gambe oltre il ramo di un albero.




Note autrice: Uffy con questo dannato caldo i miei poveri neuroni diventano pigri e non vogliono collaborare xD Se vedete che sto diminuendo di “qualità” fatemelo sapere, così cerco di spremere di più le mie meningi!
E ora termino con una domanda: preferite il titolo “Una nuova vita” o “Un passato che non può tornare”? sinceramente il titolo al momento non mi convince molto, ma siccome sono negata con i titoli, chiedo consiglio a voi ;)
Se avete voglia e tempo rispondetemi anche solo per dirmi di arrangiarmi e risolvermi questi quesiti da sola XD

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Capitolo 12
*** Patto di sangue ***


Capitolo 12: Patto di sangue


Sibby stava discutendo con i suoi compagni.
– Cosa vuol dire che non riesci a sentire quello che dicono? Ieri non hai avuto problemi – disse un biondino – Appunto ieri ho sentito tutto quello che dicevano quei due che si ubriacavano e oggi dopo che si son svegliati non sentivo più nulla. Mi sono messa sul davanzale della finestra con le sembianze di una colomba ma nulla – rispose Sibby sconvolta.
– Hanno ucciso uno spirito, neanche noi con i nostri poteri messi assieme ne siamo in grado. Dobbiamo tenerli d’occhio, potrebbero essere pericolosi – osservò una donna mentre toglieva le spine da un cactus.
– Siamo rimasti solo in sei. Appena notiamo qualcosa di sospetto, li gettiamo tutti nel vulcano. Perché stiamo perdendo tempo parlando di questo gruppo? – brontolò un uomo pelato – Bryan, per favore non iniziare – lo ammonì Sibby – Con loro potremmo eliminare tutti questi dannati demoni che continuano a moltiplicarsi - - Allora facciamo così – propose la donna che giocava con il cactus – Più tardi andò io da loro. Poiché sono il capo, dirò qualche bugia sul fatto che voglio fargli di persona da guida e idiozie simili. Sibby intanto tu mettiti a rovistare nel loro piccolo rifugio, cerca di trovare qualcosa che possiamo usare contro di loro - - Consideralo già fatto Connie – dichiarò la donna dai capelli celesti.


Nel frattempo che i cosiddetti angeli cospiravano alle spalle dei nuovi arrivati, le ragazze si erano riunite in una stanza.
– Bene, visto che dobbiamo per forza rimanere qui, ho avuto una grande idea – spiegò Caroline – Questa stanza sarà la nostra camera-armadio per i nostri vestiti - - Non so se hai capito biondina, ma dobbiamo lavorare per guadagnare soldi – disse Rebekah – Solo nel bosco c’è la possibilità di far esaudire i nostri desideri -.
– Allora diciamo che vogliamo rimanere qui – affermò Katherine – Non l’avrei mai detto, ma d’accordo con te! Almeno possiamo avere sangue illimitato – concordò Rebekah.
– Vi spiace non parlare di sangue con me presente? – domandò Bonnie – Esattamente, stavamo parlando di vestiti – concordò Caroline con l’amica.


Mentre le ragazze pensavano ai vestiti che avevano lasciato a Mystic Falls e ad altri che avevano visto nelle riviste o in tv che desideravano avere discutendo allegramente ed eliminando alcuni orribili scelti da Rebekah, i ragazzi discutevano su questioni importanti.
– Secondo voi, cosa dovremmo fare? – chiese Matt, non che gli importasse molto, sapeva già che lui come semplice umano non poteva fare granché.
– Direi di prendere in ostaggio quella Sibby e di torturarla finché non ci dirà tutto quello che vogliamo sapere – propose Stefan – Bravo fratellino, così ci ritroviamo contro un gruppo inferocito di angeli che usano magia nera – lo rimproverò Damon spalancando gli occhi, per mostrargli che era serio.
– Sai penso che non sia una cattiva idea quella di Stefan – s’intromise Alaric – Basta modificare un po’ il piano d’azione. Invece di sequestrarla direi di dialogare tranquillamente, facendola parlare più di quando dovrebbe – Mi trovo d’accordo con il signor Saltzman – Elijah sorrideva “Finalmente qualcuno che ragiona in modo decoroso”.
– Siamo tutti d’accordo? – domandò Klaus – Sì- risposero all’unisono tutti gli altri.
– Per festeggiare direi di fare un brindisi – propose Elijah indicando il tavolo dove apparvero dei bicchieri pieni di un liquido rosso.
Disgustato Jeremy declinò – Io passo, non bevo sangue umano, vado a farmi un giro - - Hei, guarda che per noi non c’è sangue – lo rassicurò Matt – Brindate voi, preferisco prendere un po’ d’aria – ribatté il giovane Gilbert.


I pensieri di Jeremy andarono verso le sue ex fidanzate.
Ripensava a Bonnie che dopo un suo errore non ci aveva messo molto a sostituirlo con Jamie.
Quasi non si accorse che alle sue spalle non si vedeva più la villetta dove si erano rifugiati.
– Se vuoi, ti posso aiutare – ridacchio una vocina.
Jeremy si guardò intorno, vide tre alberi più lontano una bambina, con lunghi capelli corvini, che lo guardava sorridendo.
“Deve essere un demone” pensò il ragazzo “Voglio sapere in cosa mi può aiutare. Eppoi ho l’anello, quindi, anche se mi uccide torno in vita”.
Jeremy si avvicinò e fingendo di non conoscere l’identità della bambina chiese – Ciao piccolina, come ti chiami? - - Sono Kassy e sono un demone o meglio è così che ci chiamano Sibby e i suoi simili – ridacchiò nuovamente – Vedo che non sei preoccupato che posso ucciderti - - Se mi volevi ammazzare non ti saresti messa a parlare, mi avresti attaccato senza che me ne accorgessi – disse Jeremy.
Con tono serio Kassy parlò nuovamente – Esattamente. Tu vuoi con te una persona cara che hai lasciato nel tuo mondo vero? – il giovane Gilbert annuì. - Eccellente! – esclamò la bambina demone saltellando intorno a Jeremy - Potresti fermare un momento? Mi fai venire mal di testa –.
Kassy si fermò e guardò Jeremy negli occhi marroni, solo allora il ragazzo si accorse che la bambina aveva dei grandi occhi argentati.
- Mi stai simpatico – dichiarò Kassy – Per questo motivo ti aiuterò prima che tu ricambi il favore – gli puntò l’indice sulla punta del naso – Però non devi farne parola con nessuno, non devi dire che sono stata io, intesi? - - Puoi contarci – la rassicurò Jeremy.
La bambina demoniaca si morse l’indice della mano destra, poi afferrò quella di Jeremy e fece lo stesso.
Infine avvicinò i due diti sanguinati.
In quel momento Jeremy pensò “Strano, nonostante ha dei denti aguzzi, non ho sentito per niente male, è come se mi avesse pizzicato una zanzara”.
Con la sua lingua biforcuta sfiorò il dito ferito di Jeremy che subito si cicatrizzò.
– Ora sei il mio fratellone – disse gioiosamente la piccola Kassy riprendendo a saltellare.
Sul volto di entrambi spuntò un sorriso.
Jeremy aveva un motivo in più per sorridere rispetto a Kassy.
Gli occhi gli si riempirono di lacrime.

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Capitolo 13
*** Lavoro, litigi e avvicinamenti ***


Capitolo 13: Lavoro, litigi e avvicinamenti


Tyler bussò.
Bonnie aprì la porta – Vuoi venire ad aiutarci a mettere i vestiti nei nostri armadi? - - No grazie, lascio a voi lo shopping e il resto. Klaus vuole che discutiamo sui lavori che vogliamo fare una volta che andiamo in città – spiegò Tyler – Noi abbiamo deciso di non andarcene da qui – disse Rebekah – Possiamo avere quello che vogliamo, non dobbiamo faticare a trovare cibo, perché privarci di questa comodità? - - Dovresti chiederlo a tuo fratello Rebekah, io sono solo venuto a chiamarvi – le disse Tyler “Perché se la deve prendere con me? Che parlasse direttamente a Klaus e mi lasciasse in pace” – Va bene, avvertili che fra cinque minuti scendiamo – disse Caroline.
Una volta che Tyler raggiunse nuovamente gli altri, Elijah lo tranquillizzò – Abbiamo sentito, non c’è bisogno che ripeti le parole della signorina Forbes. Tuttavia Rebekah non ha tutti i torti. Se restiamo qui, le nostre abitudini non saranno scoperte, così come i nostri punti deboli - - Ne discuteremo dopo che abbiamo altre informazioni riguardo Sibby e, i suoi compagni – replicò Klaus.
Le ragazze ci impiegarono più di cinque minuti ad arrivare al piano inferiore.
Sembravano più unite che mai “Deve essere merito dello shopping gratuito” pensò divertito Alaric.
– Bene ora che siamo tutti possiamo cominciare – iniziò a dire Klaus – Dov’è Jeremy? – chiese Elena non vedendo il fratello nella sala – Era uscito a fare due passi, ma non è ancora tornato – le rispose Stefan – Vado a cercarlo – si propose Alaric – Spero solo non sia imboscato per fumarsi qualche spinello -
- Speriamo di no, Ric – si augurò Elena.
Alaric s'incamminò.
Poco dopo udì una voce dire – Bene fratellone, come vedi, ho mantenuto la promessa - - Sì, ti ringrazio molto. Cosa hai bisogno che faccio? - - Jeremy? Sei lì?– urlò il cacciatore di vampiri cercando di capire da quale direzione venissero le voci.
– Dannazione, è venuto a cercarmi – imprecò Jeremy, preoccupato aggiunse a bassa voce – Come possiamo fare Kassy? - - Stai tranquillo, ti verrò a trovare stasera. Lei verrà con me. Ti prometto che nessuno le farà del male, al contrario sarà protetta dai miei compagni. Ricorda non far parola del nostro patto fratellone – detto questo la bambina demone se ne andò trotterellando.
Jeremy ritornò sui suoi passi, andando incontro ad Alaric.
– Con chi stavi parlando? – - Con nessuno Ric. Perché sei venuto a cercarmi? – domandò a sua volta Jeremy cambiando argomento – Klaus vuole sapere il lavoro che vogliamo svolgere, una volta che Sibby ci farà integrare nella città – spiegò Alaric.
“Spero che qualcuno proponga di rimanere qui. Altrimenti non potrò più incontrare Kassy e zia Jenna” pensò Jeremy.
Una volta che i due rientrarono, Klaus riprese a parlare – Dunque avete qualche idea o consigli? - - Matt ed io possiamo fare i camerieri – propose Jeremy
– Sono d’accordo in fondo abbiamo esperienza – concordò Matt.
– Direi che mio fratello può lavorare in un negozio di animali, perché lui va d’accordo con le bestie selvatiche. Basta che non siano scoiattoli, o passerotti sennò rischiano di essere il suo spuntino- scherzò Damon.
Elena ridacchiò “Che idiota che sono, non so neanche perché sto ridendo”  Damon le sorrise, contento che la sua battuta le fosse piaciuta.
- E tu cosa vorresti fare Damon? – chiese Elena – Quello che mi esce meglio – – Ovvero? - - Il gigolò – le rispose sorridendo ammiccante fissandola negli occhi.
Scuotendo la testa Elena affermò – Sei sempre il solito Damon, dovresti crescere - - Guarda che dico davvero Elena – continuò serio il vampiro - Potrei portare a cena delle vecchiette, in un ristorante di lusso, poi potrei soggiogarle, facendo credere che ha passato una fantastica nottata con me, e guadagnerei un casino di soldi – Damon sorrise nuovamente, stavolta le fece l’occhiolino.
Bonnie e Caroline si guardarono scuotendo la testa, mentre Elena arrossiva sotto lo sguardo irresistibile del vampiro dagli occhi di ghiaccio.
– Potremmo tornare seri, per favore? – chiese Elijah mentre Bonnie afferrò per un braccio Elena portandola fuori dalla villetta.
– Ouch, fai piano Bonnie – fingendo che l’amica non avesse detto nulla la strega le disse severamente – Smettila subito – confusa Elena le chiese – Smettere? Di cosa stai parlando? - - Lo sai Elena. Anche Jeremy te l’ha detto varie volte quando eravamo ancora a Mystic Falls. Quello che stai facendo recentemente, da quando tu e Damon vi siete baciati in quel motel, ti stai completamente dimenticando di Stefan – Bonnie scuoteva la testa mentre parlava. Non riusciva a capire come la sua migliore amica non arrivasse a capire una cosa tanto semplice.
“Stefan, Stefan, sempre Stefan, possibile che lei e Caroline non capiscono? Cavolo, eppure sono le mie migliori amiche di sempre”  pensò alzando gli occhi al cielo, nella speranza di trovare le parole giuste.
– Senti Bonnie, so che vuoi non capite - - Proprio così Elena, NOI non capiamo perché ti comporti come se Sfefan fosse uno sconosciuto, mentre con Damon ridi e scherzi – la rimproverò Bonnie – Perché lo tratti così? E’ un ragazzo d’oro, lo sappiamo tutti - - Sei la mia migliore amica, ma in questo momento non sei lucida. Sei arrabbiata perché non c’è Jamie con noi e vuoi comandare la mia vita sentimentale? – sbottò Elena – Fatti gli affari tuoi, prima di giudicare Bonnie-.
La ragazza dai capelli scuri rimase molto ferita da quelle parole.
Guardò l’amica con uno sguardo amareggiato – Stai impazzendo Elena. La cosa peggiore è che non te ne accorgi neanche – quelle furono le uniche parole che uscirono dalla bocca di Bonnie.
Stava per rientrare quando si voltò, mostrando alcune lacrime solitarie - Con tutto quello che ho fatto per aiutarti, nonostante la trasformazione di mia madre in vampiro per colpa di Damon, questo è il tuo modo di ringraziarmi? Lo difendi ancora? Ti ricordo che è stato sempre lui a trasformare Caroline – senza aspettare una risposta rientrò sbattendo la porta.
Elena sbuffò mettendosi le mani nei capelli.
Litigare con le sue amiche non le piaceva per niente.
Sentendo la porta aprirsi si voltò dicendo – Senti Bonnie mi dispiace dav… - - Spiacente di deluderti ma non sono la streghetta – la interruppe una voce sarcastica.
Damon la osservava attentamente, sorseggiando il suo Bourbon.
– Vuoi ubriacarti di nuovo? – lo schernì Elena – Naah non preoccuparti – la tranquillizzò Damon – Questo è solo il secondo. Facciamo due passi? Così puoi sfogarti per la litigata che hai appena fatto - - Hai sentito? – chiese sorpresa Elena – Beh, che sia chiaro non ho origliato – precisò il vampiro con sguardo innocente. Elena gli tirò una pacca sul braccio, cercando di non mostrargli il sorriso che le era spuntato.
“E’ semplicemente fantastica quando sorride” pensò Damon mentre si incamminava.
I due camminarono in silenzio per alcuni minuti.
- Fermiamoci qui – disse all’improvviso Damon – Prego accomodati –indicò con un cenno del capo un dondolo da giardino, per due persone, azzurro e bianco con cuscini di velluto blu scuro.
– Bello – commentò Elena sedendosi- Hai avuto una buona idea Damon. Hai pensato pure al tettuccio per il sole - - Questo e altro per te Elena – le bisbigliò Damon all’orecchio.
Elena non si era accorta che il vampiro era seduto così vicino a lei.
Il suo cuore iniziò a galoppare.
“Devo calmarmi o si accorgerà che sono agitata” pensò Elena – Sei contenta di stare qui con me – osservò Damon sorridendole in modo ammiccante
– Perché non mi hai fatto la domanda? – chiese la ragazza fissandolo negli occhi.
Consapevole che si poteva smarrire in quegli occhi azzurro ghiaccio magnetici ed espressivi.
– Perché lo so Elena, lo sento il battito del tuo cuore, che continua ad aumentare – le spiegò Damon smettendo di sorridere, fissandola seriamente.
“No, non mi guardare con quello sguardo” pensò Elena “Se continua così, non riuscirò a resistergli”.
Damon si avvicinò ancora di più al viso della ragazza, le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Senza dir altro Damon la baciò.
Elena ricambiò senza esitare.
Tra i due ci fu una fusione di lingue.
Damon mise una mano nei capelli lisci di Elena.
Il bacio si fece più appassionato.
Malauguratamente il loro bacio fu interrotto.
– Se fossi in voi, smetterei di fare i piccioncini. Siete in pericolo – dichiarò una voce.
Damon arrabbiato si guardò intorno con l’intenzione di punire chi li aveva disturbati.
– Lascia stare Damon, torniamo indietro – disse Elena afferrandolo per un braccio – Domani andrà meglio – la rassicurò Damon dandogli un bacio sulla fronte.
Elena vide riflesso negli occhi del vampiro una furia che non aveva mai visto.
Sia per confortare sia per calmare Damon, Elena lo baciò impetuosamente.
– Per cos’era questo? – domandò Damon sorpreso – Per ringraziarti dell’idea che hai avuto – Elena sorrise dolcemente – Ora sto decisamente meglio -. Damon sentì sciogliersi come burro al sole, quel sorriso lo riscaldava, facendolo sentire vivo come poche volte gli era capitato nella sua lunga vita da vampiro.
E gli occhi grandi da cerbiatta, che sembravano illuminarsi ogni volta che Elena rideva.
Si avvicinò per baciarla nuovamente ma Elena gli mise l’indice sulle labbra – Adesso dobbiamo tornare indietro - - E se fosse un tranello? Non sappiamo neanche chi ha detto che eravamo in pericolo – ribatté Damon parlando con il dito di Elena appoggiato sulle sue labbra – Se ora torniamo, mi darai il bacio della buonanotte? – chiese sorridendo sarcastico – Vedremo – rispose Elena ridacchiando iniziando a correre.
Damon sospirò, avrebbe potuto raggiungerla in mezzo secondo, ma decise di correre alla velocità di un comune umano.
Gli tornò in mente che anche a Katherine piaceva farsi rincorrere.
“Sono così simili eppure così diverse” pensò Damon “Una è fredda e calcolatrice, l’altra è dolce, generosa e splendida”.
Elena pensava “Devo dire definitivamente a Stefan che tra noi non può più funzionare. Solo così né Bonnie né Caroline non avranno più nulla da rimproverarmi”. 

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Capitolo 14
*** Pizza ***


Capitolo 14: Pizza


Rebekah era a dir poco confusa.
“Gli umani sono così strani, non mi ricordavo quanto ottusi potessero essere” pensò la vampira Originale.
Tutte le ragazze stavano cucinando.
Con l’eccezione di Rebekah.
– Perché volete cucinare quando possiamo avere già il pasto pronto? – domandò dopo una decina di minuti che le fissava – Semplice – le rispose Caroline, sporca di farina in faccia – Fare una bella pizza gigante insieme è più divertente. Se vuoi, puoi venire a darci una mano – aggiunse volendola integrare.
– Kat smettila di mangiare la mozzarella – eslcamò una voce – Fatti gli affari tuoi Damon, vai a ubriacarti di nuovo da qualche parte – ribatté Katherine – Dovresti cooperare – scandì il vampiro – Sai cosa vuol dire? - - Chiudi quella bocca Damon, non te lo dirò un'altra volta – sibilò la vampira – Va bene, me ne vado – si arrese Damon – Ti consiglio di toglierti quel pezzo di mozzarella incastrato nei denti. Non è molto sexy – lanciò un sorriso languido a Elena, che lo stava guardando, e se ne andò.


– Che cosa stanno combinando? – chiese Matt – Tante pizze giganti per il pranzo – rispose Damon al biondino – Caroline è iperagitata e contenta, Kat sta mangiando mozzarella e non aiuta, mentre Rebekah sostiene che è una cosa inutile e guarda le altre che lavorano -.
Klaus si alzò dalla poltrona sulla quale era seduto, appoggiò il suo bicchiere di sangue fresco sul tavolino e si avviò verso la cucina.
“Quella ragazza s'impegna al cento per cento persino per una semplice pizza” pensò Klaus vedendo come Caroline guidava le due amiche a impastare in modo corretto la pasta per la pizza.
Si avvicinò alle spalle di Caroline sussurrandole all’orecchio – Che ne dice di fare una pausa giovane pizzaiola? – sussultando la vampira bionda si voltò trovandosi naso contro naso con Klaus.
Nessuno dei due fece per spostarsi.
Quel leggero contatto fece sorridere entrambi.
Sotto gli occhi incuriositi di tutte le ragazze Caroline rispose – Ti ringrazio, ma qui non abbiamo ancora finito - – Oooh, a quanto pare fratello sei stato respinto– lo canzonò Rebekah – girandosi verso la sorella Klaus le ordinò a denti stretti – Taci! – voltandosi a guardare nuovamente Caroline parlò con tono calmo
– Allora concedimi di pranzare con lei - - Hmmm – Caroline fece finta di pensarci appoggiando l’indice sul mento – Direi che questa è una proposta allettante. Accetto volentieri – rispose infine con un sorriso – Ottimo, a più tardi. Buon lavoro – poi rivolgendosi a Rebekah e a Katherine – Sarà meglio che date una mano o avrete l'onore di avere il turno di guardia per i prossimi mesi -.
“Ma tu guarda” pensò Elena “Lei e Bonnie mi criticano perché passo del tempo con Damon invece che con Stefan e Caroline accetta l’invito a pranzo di Klaus? Dimenticandosi del povero Tyler? Sono davvero ingiuste quelle due”.
Controvoglia le due vampire iniziarono a collaborare con la preparazione delle pizze “Niklaus è davvero odioso, questa me la pagherà!! Avevo appena finito di mettermi lo smalto” pensò Rebekah impastando con forza.


Jeremy stava cercando di trovare un modo per riuscire a uscire senza farsi beccare.
“A fare i turni di guardia son sempre dei vampiri, se mi butto dalla finestra, mi sentiranno” pensava il giovane Gilbert “Ma devo incontrare Kassy, solo così posso rivedere zia Jenna” poi s'illuminò.
Aveva trovato la soluzione perfetta.
Jeremy si mise a sorridere soddisfatto.
– Stai bene Gilbert? – domandò improvvisamente Elijah. Stava osservando Jeremy da un po’ di tempo, stava nascondendo qualcosa ne era certo.
– Si benissimo perché? – chiese Jeremy – Lascialo stare Elijah – lo incalzò Damon - Già probabilmente Jeremy si è solo fumato qualche spinello e ora ride come un ebete per quel motivo – aggiunse Stefan – Eh? Jeremy dimmi che non è vero – lo interpellò Alaric – Forse due o tre – mentì Jeremy con un'alzata di spalle “Ci mancava il terzo grado”.
I tre vampiri si guardarono.
Tutti si erano accorti del cambiamento del battito e questo voleva dire solo una cosa.
Stava mentendo.


– Oh - ho – esclamò Caroline – Dovresti farti gli affari tuoi e tenere quello che hai sentito per te – commentò Katherine guardandola attraverso la pioggia di mozzarella – Ma Elena deve saperlo – con sguardo interrogativo Elena chiese – Cosa devo sapere? - - Che hai un'amica impicciona – le rispose Rebekah sorridendole. – Hanno ragione – assentì Caroline non del tutto convinta.
– Direi che è ora di infornare le pizze, sennò non pranziamo più – disse Bonnie cambiando il discorso.


Dopo il giusto tempo di cottura tolsero le pizze dal fuoco.
L’odore arrivò fino all’altra stanza, dove erano riuniti i ragazzi.
– Tyler – chiamò Klaus subito il ragazzo si avvicinò – Dimmi - - Vai sul retro, sistema il giardino, fai apparire un tavolo, sedie e tutto il resto per il pranzo che devo fare con Caroline – Tyler era sorpreso “Non ci penso proprio” pensò il giovane ibrido.
- Eseguire gli ordini del capo branco è tutto per i lupi che fanno parte di quel branco. Ricordatelo giovane Lockwood. E non dimenticare che io sono il tuo capo branco. Mi raccomando tienilo bene a mente. E ora vai a fare quello che ti ho chiesto – Klaus pronunciò con tono normale, però le sue pupille erano dilatate, glielo stava ordinando e Tyler non poteva far altro che ubbidire.
Klaus andò in cucina, prese per mano Caroline portandola sul retro.
– Wow che meraviglia – esclamò sorpresa la bionda mentre appoggiava i due piatti sul tavolo – Il giardino è davvero migliorato, è così colorato, è splendido - Klaus la invitò a sedersi – Mai splendido quanto te –.
Molto imbarazzata e con le palpitazioni Caroline disse – Meglio che ci sbrighiamo o la pizza diventerà fredda - - Hai ragione – si scusò Klaus “Cerchi di nasconderlo, ma presto te lo farò ammettere che provi un certo interesse per me”.
I minuti successivi passarono in silenzio, finché Sibby non apparve a rovinare la loro atmosfera.
– Torno subito – disse Klaus.


Gli altri stavano mangiando e parlando normalmente.
Si avvicinò a Tyler ordinando gli – Trasformati in licantropo qui in casa, poi esci in giardino e caccia via quella Sibby che mi sta rovinando il pranzo - - Certo – assentì il giovane Lockwood che andò in corridoio.
Gli occhi di Tyler divennero gialli con la pupilla ristretta e i denti mutarono, diventando appuntiti, come quando si trasformava in licantropo con la luna piena.
Il mutamento non fu molto doloroso.
Non dopo tutte le volte che si era trasformato per non essere più asservito.
Sibby stava chiedendo a Caroline se tutti avevano trovato un possibile lavoro quando Klaus tornò.
Pochi secondi dopo che si era seduto, arrivò Tyler.
O meglio, arrivò un lupo nero.
Caroline sussultò nel vederlo, Klaus le prese la mano facendole l’occhiolino.
– Non ti morderà stai tranquilla. Se per caso capiterà, ti darò tutto il sangue che vuoi, come la prima volta che ti ha morso – le bisbigliò sicuro che l’avrebbe sentita, ma che Sibby non sarebbe stata in grado di capire cosa stava dicendo.
– Cos’è quel coso? – chiese la donna dai capelli azzurri – Oh, quello? E’ il nostro cagnolino domestico, ne avevo uno anche dove abitavamo prima. Fa la guardia alla casa – sorrise Klaus, un sorriso che aveva un non so che di sadico.
Tyler iniziò a ringhiare in direzione di Sibby che subito fece sbucare le sue ali bianche.
– Hai fatto una pessima scelta. Lui adora catturare tutti gli animaletti alati – disse Klaus sorridendo ancora di più mentre il licantropo ringhiava furiosamente.
– Ritornerò più tardi quando lo avrete legato in casa – urlò Sibby allontanandosi in volo.
L’ibrido fisso negli occhi Tyler – Torna dentro e finisci di mangiare -.


– Si può sapere cosa è successo là fuori? – chiese Matt quando rivide comparire l’amico – Nulla - rispose Tyler incavolato – Ho semplicemente dovuto spaventare Sibby con qualche ringhio, tutto qui -.
Quella risposta fece calare il silenzio – Chi vuole fare il bis? – chiese Elena cercando di risollevare il morale.


Nel frattempo, in giardino, i due vampiri si erano alzati dalle rispettive sedie, per fare due passi.
Caroline annusò delle rose rosse – Che buon profumo – commentò. Klaus la abbracciò di spalle.
– Klaus che stai facendo? – chiese lei – Tu stavi annusando le rose ed io avevo voglia di sentire da più vicino il tuo di profumo – le rispose il vampiro.
La bionda si girò fissando gli occhi azzurri.
Klaus ricambiò lo sguardo, gli occhi verdi di lei erano incredibilmente belli e puri.
Il vampiro si avvicinò di più verso viso di Caroline e la baciò dolcemente.
La leggera barba “del giorno dopo” di Klaus punzecchiò sulla pelle liscia di Caroline.
La bionda ridacchiò – Mi fai il solletico - - Solo quello? – chiese sorpreso l’Originale, quasi deluso.
Con un sorriso malizioso Caroline rispose – Sì, no, forse – “Oh cielo, oh cielo!” pensò la vampira bionda “Devo calmarmi o si accorgerà che ho il cuore che sta battendo all’impazzata”.
Klaus sorrise affettuosamente, afferrandole il volto.
Si avvicinò per baciarla nuovamente, ma Caroline fu più veloce di lui.
Lo colse di sorpresa.
Klaus stavolta la baciò con più passione.
“No, questo non va bene” pensò Caroline “rimprovero Elena per le sue scelte, ma io non sono da meno” spinse Klaus contro il cespuglio di rose.
Lui la guardò con sguardo imbronciato e deluso nello stesso tempo.
– Non posso, davvero – cercò di scusarsi Caroline – Non credo sia la cosa più giusta – dopo questo corse per rientrare in casa.
“Sempre imprevedibile” pensò Klaus rialzandosi, i graffi che si era procurato a causa delle spine delle rose, iniziarono a rimarginarsi.


– Come vedi stanno bene, ora che l’hai visto con i tuoi occhi, possiamo tornare indietro? Stare qui di giorno è troppo pericoloso – disse Kassy rivolta a Jenna.
La donna annuì, asciugandosi le lacrime che le bagnavano il viso.
Quel giorno aveva visto Jeremy ma ora finalmente aveva potuto rivedere Elena e Alaric.
– Perché non dici chi sei veramente a Jeremy? – chiese Jenna – Perché se lo facessi, romperei il patto che ho fatto per stare qui – spiegò Kassy – Se io sparisco, farai la stessa fine. Questo potrebbe spezzare il cuore a Jeremy. Ed io voglio solo proteggerlo - - Per questo hai accettato tutto questo? – Jenna era sconcertata – Sì. Ora dobbiamo tornare alla base, sento puzza di angeli in arrivo – afferrò la mano di Jenna e la trascinò lontano dalla villetta.



Note autrice: Ok, il capitolo di questo capitolo è orribile, ma non volevo mettere qualcosa che rovinasse la sorpresa del capitolo quindi ho optato per un titolo banale.
Ringrazio nuovamente tutti coloro che seguono questa storia, che continuano a leggerla e un enorme grazie di cuore a chi ha lasciato una recensione <3
Nei prossimi giorni avrò parenti a casa quindi non avrò molto tempo per aggiornare giornalmente, ma non preoccupatevi, appena avrò una spiraglio libero magari sul lavoro, aggiungerò i capitoli da lì =)

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Capitolo 15
*** Accordi ***


Capitolo 15: Accordi


Sibby presentò la donna che le stava affianco – Lei è il mio capo Connie - - Piacere di conoscervi. Son venuta di persona per farvi da guida per la città – iniziò a dire ma Rebekah la interruppe con il gesto della mano, la vampira Originale fu fulminata dai due fratelli.
– Chiedo scusa per il comportamento sgarbato di mia sorella, signorina Connie – si scusò Elijah – La ringrazio in nome di tutti della proposta, ma prima di accettare avremmo una richiesta. Sempre se possibile - - Certamente. Chiedete pure – assentì Connie spostando i capelli color rame dietro le spalle.
A questo punto prese parola Klaus – Deve sapere che non abbiamo un bel carattere, dove abitavamo prima abbiamo sparato a dei vicini per delle cose di poco conto e vorremmo evitare di combinare casini anche in questa città – Rebekah continuò – Per vivere più pacificamente possibile, vorremmo il permesso per continuare ad abitare qui - - Ovviamente verremo a lavorare in città. Noi preferiamo la tranquillità, infatti, prima di massacrare i vicini dopo esserci trasferiti in città, vivevamo in un posto isolato e tranquillo – terminò Elijah.
“Certo che si sono preparati un bel discorsetto” pensò Stefan “Spero per loro che funzioni, non vorrei dover intervenire”.
In quel momento apparve in mezzo alla stanza un lupo nero ringhiante.
Klaus aveva intuito che Sibby era terrorizzata dal licantropo, quindi aveva chiesto a Bonnie di fare una copia di Tyler in modo che i due angeli non si sarebbero accorti della mancanza di un membro del gruppo.
I vampiri presenti nella stanza non erano molto tranquilli.
In fondo il lupo mannaro se perdeva il controllo poteva morderli e dopo la loro vita era nelle mani di Klaus.
Connie fissò il licantropo negli occhi, cercando di farlo mettere a cuccia.
Con sua enorme sorpresa non ci riuscì.
– Strano – disse a voce altra la donna con i capelli coloro rame – Di solito riesco a calmarli - - Beh, lui ubbidisce solo a me – spiegò Klaus – L’ho addestrato come si deve -.
– Per quanto riguarda la vostra richiesta – riprese il discorso Connie – Dovremmo consultarci con gli altri angeli - - Mi auguro per voi che sia accettata – disse Rebekah – Sapete non sono di ottimo umore da quando sono qui - - Vai in camera tua. Ora! – le ordinò Niklaus “Possibile che deve sempre mettere zizzania? Se riusciamo ad ottenere le cose che vogliamo senza usare le maniere forti sarebbe il massimo”.
“A quanto pare è questo biondino con la lieve barba a comandare”
pensò Connie, ma si ricredette quando Stefan disse – Andiamocene da qui fratello, questa riunione mi sta annoiando - - Sì, hai ragione – annuì Damon – Andiamo a berci qualcosa di forte – vedendo quei due uscire dalla stanza senza che nessuno gli dicesse nulla la donna dai capelli ramati rifletté “Forse sono loro due i capi del gruppo, ma fanno parlare quel tipo lì per confonderci”.
– Noi togliamo il disturbo – disse a voce alta Connie – Appena avremo una risposta alla vostra richiesta Sibby verrà a comunicarvela - - Perfetto a più tardi – salutò Klaus.


– Sono parecchio sospetti, che ti avevo detto? – chiese Sibby – Sì, hai ragione, nascondono qualcosa – disse Connie – Dobbiamo tenerli sott’occhio. Tu rimani qui in zona, sebbene non riesci a sentire quello che dicono, controlla quello che fanno - - Sissignora – dichiarò Sibby chinando il capo.
Connie non disse nulla, ma aveva paura del nuovo gruppo, sentiva che erano più potenti di quello che davano a credere.
“Stanotte manderò Bryan a controllarli. Gli ordinerò di essere impassibile e se per lui uno di loro fa qualcosa di sospetto o pericoloso per noi, può ucciderlo. Poi alle scuse ci penserò io” pensò Connie mentre volava per rientrare nella villa degli angeli, la quale era situata sulla collina.
Da lì controllavano tutta la città.
Grazie a questo riuscivano a punire coloro che infrangevano le regole.


Il resto del pomeriggio passò tranquillo.
Tutti si riunirono in giardino seduti su alcune sdraio, bevendo bibite fresche.
Nessuno si accorse che Jeremy aveva preso da parte Katherine per alcuni minuti.
– Tu vuoi che ti copra perché vuoi farti un giretto nel bosco di notte? Sei pazzo! – dichiarò la vampira – Se ti succede qualcosa tua sorella mi farà uccidere. Ha l’imbarazzo della scelta, i fratelli Salvatore, Elijah o addirittura Klaus - - Pensi che ti avrei chiesto un favore del genere, se non fossi sicuro al 100% che non mi accadrà niente? – le domandò Jeremy – Insomma potrei rischiare anch'io a uscire da solo nel bosco. Se ci vado senza essere accompagnato da nessuno vuol dire che so per certo che non mi accadrà nulla-.
Katherine lo osservò a lungo in silenzio “E’ troppo sicuro di sé, deve incontrare qualcuno che sa che lo proteggerà dai demoni” chiudendo gli occhi sospirò – Va bene, ma poi mi dovrai dire che ci vai a fare - - Non posso. Ti posso solo dire che scoprirò i punti deboli degli angeli e altre cose che li riguardano - - Li dirai solo a me? – chiese Katherine iniziando a sorridere “Collaborare con il fratellino di Elena può essere conveniente. Potrei prendermi il merito delle sue scoperte” – Certo. Gli altri farebbero troppe domande, mentre se le dico a te, puoi sempre dire che hai soggiogato qualcuno per ottenerle – concordò Jeremy.
I due si strinsero la mano.
“Ultimamente sto stringendo dei patti con chiunque” pensò Jeremy mentre ripensava al patto di sangue fatto con Kassy il demone e quello appena fatto con Katherine.
Il ragazzo sapeva di non potersi fidare al 100% della vampira, ma era l’unica che l’avrebbe aiutato senza impedimenti o troppe domande.


– Jer, dove sei stato? – lo interrogò Elena sospetta – A fare due passi e no, non ho fumato nulla, te lo giuro – la rassicurò il fratello sorridendole – Meglio così, perché Alaric ha detto che ti vuole fare un discorsetto con te – aggiunse Elena dopo aver bevuto un sorso dal suo succo d’arancia.
“Perfetto. Si sarà deciso a tornare a essere un cacciatore di vampiri” pensò Jeremy avviandosi dentro casa.

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Capitolo 16
*** Incontri notturni ***


Ed eccomi qui, dopo secoli, torno ad aggiornare questa fanfic. Ho avuto un sacco d’impegni che mi hanno fatto “dimenticare” questa storia e altre idee per altri racconti, quindi questa è passata in secondo piano.
Però, detesto le cose lasciate a metà, ne ho già fin troppe di storie bloccate, per cui ho deciso di dedicarmi a questa, perché mi sembra giusto darle un seguito decente.
Spero solo di aver tenuto fede a quanto ho scritto nei capitoli precedenti e soprattutto di non rovinare la storia con l’aggiunta dei nuovi capitoli.
Ci tengo a precisare che forse, ci potrebbero essere spoiler riguardo la 5° stagione, non dovrebbe, però non si sa mai, magari mi scappa qualcosa e preferisco mettere un falso avviso di spoiler, piuttosto che non metterlo.
Se ho fatto una stupidata con questo capitolo, perché non è all’altezza dei precedenti, non fatevi problemi a farmelo notare, così come se vedete errori grammaticali o di qualsiasi genere =)
Ok, ora finisco, altrimenti scrivo un romanzo… buona lettura, spero xD





Capitolo 16: Incontri notturni


Con grande delusione di Jeremy, Saltzman non voleva parlargli di qualche piano per spodestare i vampiri con i quali convivevano. Bensì per fargli una ramanzina.
– Jeremy ho sentito che hai fatto un giro, spero per te che non sei uscito dal giardino della villetta. Lo sai quanto può essere pericoloso vero? Ancora non sappiamo per certo quanto sono forti questi nemici e neanche se possiamo fidarci di quelli che si definiscono angeli – il giovane Gilbert trattenne un sospiro, se l’avesse fatto, sicuramente, lo avrebbe rimproverato di non ascoltare i suoi consigli e il discorso sarebbe durato ancora per molto. Jeremy fece un sorriso da bravo ragazzo che ascolta attentamente quello che gli si raccomanda – Ho capito Alaric, farò più attenzione – promise. – Bravo ragazzo! – si complimentò l’insegnante di storia dandogli una pacca sulla spalla – Ora vai pure, mi raccomando però, occhi aperti! – Jeremy annuì mentre si allontanava ”Se solo avesse parlato in modo diverso, gli avrei detto di zia Jenna. Anche se non so cosa sarebbe successo se glielo avrei detto”.

Caroline aveva bisogno di parlare con qualcuno, così chiamò a rapporto le sue amiche.
– Che cos’è tutta quest'urgenza? – domandò Bonnie, stava cercando un modo per mettersi in contatto di nuovo con Sunny, ma, tutti i suoi tentativi erano falliti “Forse dovrei andare nella foresta, però è pericoloso, ci sono troppe creature e non so se con la mia magia riesco a fermarli”.
– Devo chiedervi un consiglio – Caroline parlava senza stare un attimo ferma – Secondo voi devo parlare con Tyler per come si sta facendo trattare da Klaus? Insomma, mi da così il nervoso!! - - Avrà i suoi motivi – cercò di farla ragionare Elena – Dubito che a lui piaccia, ma sa che siamo in una situazione particolare. Magari si comporta così per proteggerti - - Tu dici? – Caroline corrugò la fronte – Tu cosa ne pensi Bonnie? - - Dico che Elena ha ragione, non essere precipitosa come al solito – la strega aveva altre cose da fare e voleva tagliare corto – D’accordo. Seguirò il vostro consiglio e per il momento non dirò niente – le abbracciò entrambe – Sono contenta che ci siate anche voi in questo posto. Insieme supereremo qualsiasi cosa ci si porrà davanti – le amiche ricambiarono l’abbraccio – Certo, possiamo sempre contare l’una sull’altra – concordò Elena.

Matt parlava con Tyler.
– Ascolta amico, posso capire che questa situazione per te è difficile e complicata da gestire, però c’è un limite a tutto. Sei forte almeno quanto lui, non devi farti trattare come uno straccio - - Pensi che non lo sappia? Sai quanto mi fa arrabbiare? - - Se vuoi vendicarti, potrei darti una mano – propose una voce femminile sedendosi sul divano dove stavano i due ragazzi. – Secondo te, sono così disperato, da accettare il tuo aiuto Katherine? - - Conosco Klaus da molto tempo, potrei darti una mano. Dopotutto la sua presenza è scomoda anche per me, cosa credi? – il suo volto fu coperto da una maschera di disgusto, che fu sostituito ben presto da un sorriso – Nel caso cambiassi idea…Sai a chi rivolgerti – silenziosamente lasciò la stanza, lasciando i due amici perplessi. - Secondo te era seria o è uno dei suoi giochetti’ – chiese ingenuamente Matt – Di lei non possiamo fidarci, trova sempre il modo per fregarti, è meglio fare finta che tutto questo non è mai accaduto – Tyler voleva sembrare sicuro, eppure una parte di lui voleva accettare la proposta di Katherine, era una vampira molto scaltra, probabilmente aveva trovato qualche piano per liberarsi di Klaus, oppure era tutta una finta per vedere se lui avrebbe abboccato alla sua trappola.

La notte stava scendendo, Elijah rifletteva su come in quel mondo la fame appariva in modo diverso.
Il solo pensiero di avere fame ti saziava subito, era troppo strano, senza contare che toglieva il piacere di gustarsi il cibo.
Sua sorella Rebekah gli si avvicinò – Hai notato come Klaus si sente il re del mondo? - - E’ sempre stato così, lui vuole dominare solo in questo modo si sente vincitore. Se guardi, da una parte è molto triste - - Sei sempre il solito buonista Elijah – commentò Rebekah – A volte sei nauseante almeno quanto nostro fratello anche se in modo diverso -.

Katherine stava sbuffando – Muoviti, giovane Gilbert - - Dovresti fare più silenzio o attirerai l’attenzione – la rimproverò Jeremy – Sei tu che sei terribilmente lento - - Dovrei fare ritorno entro un'ora – tagliò corto il ragazzo – Cerca di coprirmi, altrimenti, scordati le informazioni - - Come sei severo giovane Gilbert – lo canzonò la vampira – Vedi di rispettare il patto, altrimenti racconterò alla tua cara sorella che hai disobbedito – senza ascoltarla un secondo di più Jeremy si allontanò. Katherine lo osservò allontanarsi, era tentata di seguirlo “Oh, al diavolo! Se gli capita qualcosa, fingerò di essere all’oscuro su tutto”.

Kassy era insieme a Jenna, entrambe erano sedute sul ramo di un albero.
Gli occhi argentati del demone guardarono la foresta, in modo vigile.
Appena avvistò la sagoma di Jeremy avvicinarsi, afferrò la donna che le stava accanto e si affrettò a raggiungere il terreno.
Jenna si affrettò a correre incontro al nipote per abbracciarlo. Kassy rimase a debita distanza, in modo che i due parenti potessero parlare in privato.
Il demone stava in allerta, voleva evitare di essere colta alla sprovvista, specialmente dagli angeli che sembravano essere interessati al gruppo dei nuovi arrivati. – Zia Jenna, perché non vieni con noi? Sono sicuro che Elena e Alaric sarebbero molto contenti riabbracciarti - - Jer, mi dispiace non posso - - Perché no? – ribatté il ragazzo – Perché Kassy sta già rischiando molto a farmi incontrare con te. Anzi, ora ti devo svelare una cosa… lei non vuole che te lo dico però - - Che cosa? - - Ho fatto un patto con i demoni. Quando ti svelerò la verità su Kassy, io sparirò - - Allora non farlo! – la rimproverò Jeremy – Anche se fa parte dei cattivi, non m'importa – - Invece devi ascoltarmi. Dai retta a tua zia per una volta! – insistette Jenna. – Kassy in realtà è la tua amica Anna. Ha rinunciato al suo vero aspetto ed è diventata un demone a tutti gli effetti per salvarmi. Per farmi rimanere umana, perché sapeva che sareste arrivati anche voi qui e che ti avrebbe fatto star meglio potermi vedere di nuovo. Però, penso che non sia giusto, anche lei ha il diritto di abbracciarti di nuovo -.
Jeremy rimase a bocca aperta. Nel tempo che impiegò a guardare la piccola bambina demone, Jenna sparì nell’aria.
Gli occhi argentati di Kassy si spalancarono –Nooooooo!! – gridò – Perché hai fatto un patto con i demoni!! – i suoi occhi si riempirono di lacrime, prese a singhiozzare – Eri l’unica del mio mondo con il quale potevo parlare… ora sono completamente sola – si coprì gli occhi con entrambe le mani. Jeremy la abbracciò – Ci sono qui io, Anna – le sussurrò.
Lei si spostò guardandolo – Jer... – non riuscì a dire altro, le era mancato molto, eppure sapeva che era una cosa destinata a finire. Si ricompose – Devo dirti degli angeli… prima che arrivino gli altri demoni a fare domande - - Anna avrei tante cose da dirti – cercò di cambiare discorso il ragazzo – Lo so, ma ora sono Kassy il demone – disse lei seria – Il sacrificio di Jenna non deve essere sprecato – Jeremy la guardò, era veramente attaccata a sua zia, lo capiva, era impossibile non affezionarsi a Jenna.
“Stanno arrivando, dannazione, devo sbrigarmi!” Kassy si affrettò a spiegare – Ascoltami, attentamente. Quando sono arrivata qua, i primi che si sono presentati sono gli angeli. Mi raccomando non fidarti di loro, sono più malefici dei demoni. A loro basta il minimo comportamento che va contro i loro ideali per rendervi pericolosi e a quel punto, vi uccideranno senza farsi scrupoli. Ho scoperto il loro punto debole. Quando ho difeso Jenna, mi hanno ferito molto profondamente, ebbene il mio sangue li ha colpiti. Incredibilmente quell’angelo è morto. Il loro punto debole è il sangue di un vampiro - - Bene, ne abbiamo diversi nel gruppo – disse Jeremy – Ora vieni con me - - Non posso. I demoni mi hanno salvato. Combatterò questa guerra al loro fianco – Jeremy le accarezzò i capelli corvini, fissandola in quegli occhi completamente diversi da quelli che la ragazza aveva una volta. – Ora vai. Il gruppo si sta avvicinando – gli diede una leggera spinta, come per esortarlo ad allontanarsi – Ti guarderò le spalle, quando tutto avrà inizio, non temere – gli sussurrò Kassy – Farò lo stesso Anna, te lo prometto – la rassicurò lui iniziando a correre.
Lei sentì una morsa nel cuore, sentiva già la sua mancanza. Era consapevole che questo sarebbe stato il loro ultimo incontro notturno
– Kassy! – la chiamò la voce di una donna in tono severo – Sì, mi dica Lady – rispose prontamente il demone, inginocchiandosi.
La donna dai capelli argentati la fisso dolcemente con i suoi occhi di colore marrone – Hai avuto molto coraggio, sono fiera di te. Mi dispiace per quanto è accaduto alla tua amica. Ho cercato di farla ragionare, è stata molto insistente – gli occhi argentati si velarono di lacrime, che stavolta rimasero lì senza scendere – Lo so. La vendicherò, ucciderò quanti più angeli possibili – quella determinazione colpì Lady – Ora torniamo a casa. Dobbiamo tutti riposare e cibarci prima di iniziare la battaglia -.

Katherine si stava stiracchiando quando sentì i passi di Jeremy avvicinarsi. – Giovane Gilbert, era ora che arrivassi! Sarei morta di vecchiaia se ti avessi dovuto aspettare ancora – lui la guardò in malo modo, senza controbattere le disse – Il punto debole degli angeli è il sangue di vampiro, basta che sono colpiti anche da una singola goccia e muoiono all’istante. Inoltre non ci possiamo fidarci di loro - - Ci voleva un genio come te per capirlo? Perlomeno ora ho un'informazione molto preziosa – Kat sorrise – Almeno stavolta sei stato utile, giovane Gilbert -.

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Capitolo 17
*** Errori ***


Rieccomi!
Questo pomeriggio mi sentivo parecchio ispirata ed ho deciso di approfittarne, come sempre, i titoli dei capitoli non sono il mio forte, li scrivo un po’ a casaccio, a meno che non ho qualcosa in mente xD
Stavolta taglio corto, spero che la fanfic stia continuando a piacervi e vi auguro una buona lettura =)



Capitolo 17: Errori

Katherine canticchiava felice in cerca di Klaus.
Pochi minuti dopo, era furiosa.
La vampira aveva spalancato la porta della stanza, dove si trovava Niklaus, pronta a vantarsi di aver scoperto il punto debole degli angeli, quando sentì la voce di Damon pronunciare le stesse parole.
– Petrova, cosa dobbiamo la tua presenza? – le domandò l’Originale – Stavo avendo un’interessante discussione con Damon, per quale motivo sei venuta qui a interrompere? – la vampira soffiò tra i denti, il fratello Salvatore le indicò un corvo fuori dalla finestra “E’ così che mi hai spiato, razza di tiranno” – Niente, volevo chiedere il cambio. Mi sono stufata di continuare a fare il turno di guardia - - La cosa non m’interessa. Sparisci – enfatizzò quanto appena detto con il gesto della mano.
– Dunque, dove eravamo rimasti amico mio? – – Ti stavo svelando il punto debole degli angeli che ci recano tanto fastidio – continuò Damon – Ottimo. E questo punto debole sarebbe? - - Avanti, pensi che ti rivelerei una cosa del genere senza nulla in cambio? – lo schernì il maggiore dei fratelli Salvatore, sorseggiando un bicchiere di Bourbon - - Lo sai che potrei farti mordere in qualsiasi momento dal mio ibrido vero? - - Molto convincente – rispose in tono sprezzante Damon – Comunque, quando avremo vinto, desidero ricevere un premio – vedendo che l’Originale rimaneva in silenzio, continuò - Il loro punto debole è il nostro sangue – Klaus appoggiò sul dorso delle mani congiunte il mento – Interessante, il sangue di vampiro è il loro punto debole. Per questo ci temono e vogliono che rispettiamo le loro assurde regole. Per tenerci come degli uccellini in gabbia -.
La sua mente, stava elaborando un piano d’azione per attaccare gli angeli che li stavano osservando, senza che loro potessero prevedere un attacco a sorpresa. Dopotutto ignoravano le capacità di cui disponevano, sebbene ai suoi occhi da ibrido, sembravano fragili, esattamente come gli umani.
“La strega si è resa utile creando una barriera che impedisce a loro di sentire i nostri discorsi. Poteva fare di meglio, solo che è ancora inesperta e scarsa” pensò l’ibrido “Prima di dedicarmi ai piani malvagi, mi piacerebbe avere una piacevole distrazione”.


Bonnie era seduta sulla sedia e teneva gli occhi chiusi “Sunny!! Ti prego, rispondimi!” “Strega Bennett, sai che stai rischiando, con tutti questi tentativi di metterti in contatto con me?” quasi cadendo dalla sedia per aver ottenuto finalmente una risposta, la ragazza domandò “Perché non ti sei fatta sentire prima?” “E’ troppo pericoloso” rispose l’anziana “Per parlare più liberamente dovresti venire qua fuori… nel posto in cui sei arrivata” “In mezzo alla foresta dici?” “Sì. Devi stare tranquilla, ti proteggeremo” la tranquillizzò.
Bonnie si fidava ciecamente di quello che la strega diceva, mica poteva mentire a un suo stesso simile.
In qualche modo il tono con cui le parlava, a Bonnie faceva tornare in mente sua nonna.
Stefan vide Bonnie uscire, sembrava sospetta dal modo in cui si guardava in torno, quindi decise di seguirla. Era sicuro che in quel modo, Elena lo avrebbe ringraziato di aver badato alla sua amica.
Man mano che si procedevano nella foresta, il vampiro sentiva sempre più rumori, in qualche modo lo stordivano, nonostante questo, continuò a seguire Bonnie. – Sono arrivata Sunny – disse lei – Fatti vedere, così possiamo parlare – immediatamente arrivò una signora anziana dai capelli bianchi – Strega Bennett – pronunciò – Devi farmi un enorme favore, da sola mi è impossibile riuscirci - - Certo, dimmi - - Dobbiamo aiutare gli angeli - - A fare cosa? – domandò Bonnie. “Questo interessa anche a me” pensò Stefan “Dopo aver sentito la risposta, mi conviene tornare indietro. Devo avvisare gli altri di quello che sta succedendo qui”.
Sunny parlò nuovamente – Ti sono grata del tuo aiuto. Dobbiamo eliminare le persone pericolose del tuo gruppo - - Cosa?! No! – subito la ragazza si corresse – Su alcuni sono d’accordo, ma c’è una mia amica lì in mezzo - - Gli angeli pensano che distruggeranno l’equilibrio del nostro mondo, puoi capire che è una cosa che non possiamo permettere – voltò lo sguardo in un punto a caso, solo dopo Bonnie capì perché. Sunny stava trascinando Stefan vicino a loro “Perché mi ha seguito?” pensò angosciata la strega “Senza saperlo l’ho incastrato in un bel guaio”.
- Guarda un po’, il fratellino Salvatore è nei guai – una voce femminile echeggiò, proveniva dall’alto. – Siete fortunati. Mi stavo terribilmente annoiando, così vi ho seguito. A quanto pare c’è da divertirsi – Rebekah li raggiunse velocemente, lanciando lontano la vecchia signora.
Bonnie rimase pietrificata.
La sua voce sembrava bloccata a metà gola.
– Avete scelto di stare dalla parte sbagliata.
Avete fatto un grave errore.
Presto ne pagherete le conseguenze, potete starne certi – sibilò Sunny prima di sparire.
I due vampiri e la strega tornarono indietro.
– Dobbiamo riferire tutto a Nik, vi assicuro che s'infurierà non poco – disse Rebekah mentre camminavano – Mi ucciderà – Bonnie soffocò un singhiozzo – Stai tranquilla, non ti accadrà nulla – le promise Stefan – Sei sicuro Salvatore? – la bionda vampira scosse la testa – Sei sempre così sensibile e disponibile, ti saresti sicuramente sacrificato per salvare l’amica di Elena se quella vecchiaccia te l’avesse chiesto – annuendo leggermente di lato Stefan non poté non darle ragione.
Il resto del tragitto passò in silenzio.


Ignaro che suo fratello aveva rischiato la vita poco prima, Damon osservava Elena.
La ragazza sembrava indecisa su cosa fare, seduta sul letto, si guardava intorno nella stanza con lo sguardo perso.
Il vampiro bussò sulla porta, facendola sobbalzare, non si aspettava che qualcuno sarebbe entrato nella stanza, perse l’equilibrio e cadde all’indietro.
Damon fu veloce e divenne un tappeto d’atterraggio.
Elena era praticamente seduta sulla pancia del fratello Salvatore, era completamente sorpresa che non si era fatta male che rimase immobile.
– Sai, è vero che sei leggera Elena, però per il mio stomaco, sei leggermente pesante. Devo ammettere però, che la vista potrebbe compensare – le disse sorridendo, alludendo alla scollatura visibile dalla sua posizione.
Elena si affrettò ad alzarsi, visibilmente in imbarazzo.
Rimanendo sdraiato sul pavimento Damon sospirò – E’ un vero peccato che sia durato così poco - - Se credi che sia divertente… - iniziò a dire la ragazza umana – Ammetterai che lo sia – concluse la frase per lei il vampiro facendole l'occhiolino. Elena cercava di rimanere seria, mentre dall’altro lato voleva ridere divertita.
Con Damon si sentiva così libera dai problemi, neanche ci pensava.
– Dovresti ringraziarmi – continuò Damon – Ti ho salvato da una caduta dal letto. Sono il tuo Salvatore – dopo quella frase non riuscì più a trattenersi dal ridere.
– Dai, ti aiuto ad alzarti. Se ritorna Bonnie o Caroline dubito che saranno felici di trovarti come tappeto – accigliato il vampiro – Perlomeno sono un tappeto terribilmente carino vero? – - Questo te lo posso concedere – sorrise lei, porgendogli le mani per aiutarlo ad alzarsi. Damon le afferrò, approfittandone per avvicinarsi al volto di Elena.
La ragazza sentì il suo profumo, cercando di distrarsi guardò i suoi occhi azzurri.
Fu un errore.
Ogni volta la incantavano, facendola perdere.
Senza spostare lo sguardo, lui appoggiò la fronte sulla sua, poi sfiorò con le labbra il suo lei.
Il cuore di Elena sussultò.
Si avvicinò di più a Damon, per poterlo baciare.
Mise la mano nei capelli della ragazza, mentre lei gli mise entrambe le mani dietro il collo.
– Elena! Dove sei? Devo parlarti! –.
Quella frase interruppe la magia del bacio.
Damon le diede un buffetto sulla guancia – Il piccolo Gilbert ha bisogno di sua sorella. E’ meglio che vai – le sorrise dolcemente, tuttavia Elena sentì una morsa nel petto, vedendo quel sorriso che celava tanta tristezza.
Lui era già sparito, lasciandola sola nella stanza. “Mi sono lasciata fregare dal suo magnetico sguardo… Come cavolo si fa a dirgli di no?” pensò Elena cercando di ricomporsi prima che Jeremy arrivasse. “Forse stavolta, è il mio fratellino che mi ha salvato da un errore. Chissà cosa sarebbe successo se non mi avesse chiamato” rifletté mordicchiandosi il labbro inferiore, si sentì arrossire nel pensare che pochi attimi prima, c’erano le morbide labbra di Damon.
– Elena! Potevi rispondermi che eri qui! – la rimproverò Jeremy – Sì, hai ragione. Scusami, ero sovrappensiero. Che cosa dovevi dirmi? -. Elena divenne sempre più incredula, man mano Jeremy le raccontava quello che era successo nella foresta e quello che aveva scoperto. Si scordò di rimproverarlo, talmente sconvolta dalla notizia che zia Jenna fino a poco tempo prima era in quel mondo.


Elena non era l’unica a trovarsi in una situazione imbarazzante.
Caroline stava osservando il cielo, quando Klaus era piombato alle spalle, coprendole gli occhi.
– Sul serio, questo tipo di giochi… - - Chi ha parlato di gioco? – la voce dell’Originale sembrava offeso, tolse le mani e la bionda rimase stupita. – Perché, c’è il tramonto? Doveva essere giorno - - Per ballare, preferivo questo colore, ti si addice di più, signorina Forbes – “Perfetto, ora mi sento in colpa di avergli parlato in quel modo sgarbato!” pensò Caroline alzando gli occhi al cielo, cercando di rimediare chiese – E perché dovremmo ballare? Mica è una festa – le venne da ridere, era lei quella fissata per i party. – Se ricordo bene, le feste scolastiche le organizzava sempre lei, signorina Forbes. Per questo motivo, ho deciso di crearne una apposta per lei - -Suvvia, mi hai visto? Ho dei semplici vestiti e manco mi sono truccata. Sono conciata veramente male - Klaus la afferrò per i fianchi attirandola a se, - Per me, signorina Forbes, sei sempre stupenda e radiosa - sorrise maliziosamente.
Quello sguardo fece arrossire la bionda che balbettò – Klaus…sai…sai che puoi…chiamarmi per no…nome vero? – era troppo imbarazzante sentirsi chiamare in quel modo, soprattutto se gli occhi penetranti dell’Originale la fissavano intensamente. Il sorriso di Klaus si fece più largo – Bene. Allora, mi concedi questo ballo Caroline? - - Beh, direi che siamo già pronti per ballare… manca solo la musica – rispose lei cercando di comporsi e di mettere le braccia in modo corretto.
Una canzone iniziò a suonare, i due iniziarono a danzare.
Caroline si sentiva leggera, di solito dava sempre indicazione a chi doveva condurre il ballo, invece con Klaus era naturale, le sembrava di conoscere il suo modo di danza da sempre.
“E’ un eccellente ballerino” pensò “Chissà con quante belle donne avrà ballato in tutti questi anni” quel pensiero le fece increspare le sopracciglia, si sentì un pochino gelosa.
L’ibrido lo capì, si avvicinò all’orecchio dicendole – Sai, sei davvero fantastica come ballerina, per me avrebbero dovuto premiarti più volte – Caroline guardò verso il basso, sentiva le guancie calde, era certa che stava arrossendo, per cui iniziò a parlare, nel tentativo di nasconderlo – Certo che sono brava, non a caso ho istruito tutti gli studenti sulla giusta postura e sui passi che bisogna usare – voleva gesticolare, però durante un ballo era scortese abbandonare le mani dell’accompagnatore, almeno finché la danza non era terminata.
“E’ davvero tenera quando è imbarazzata e cerca di nasconderlo” pensò Klaus “Credo sia arrivato il momento del gran finale” conducendola fuori dal vialetto, entrò nel giardino.
A quel punto gli irrigatori del giardino si attivarono. L’acqua usciva con un piccolo getto molto fine, era quasi come se ci fosse una leggere pioggia estiva rinfrescante.
Lo scenario con il tramonto era uno spettacolo.
– E’ fantastico – commentò Caroline fermandosi – Non ho mai visto una cosa tanto bella – - Ti sbagli – la corresse Klaus – Tu sei molto più magnifica di tutto questo – dopo aver pronunciato quella frase, sorrise languidamente, sembrava quasi imbarazzato, infatti, abbassò lo sguardo.
“Oh, cielo. Oh, cielo” pensò Caroline agitandosi “Come si fa a resistere a un uomo che è sempre così freddo e spietato, ma che mostra un lato così tenero?Senza contare che è davvero sexy con i capelli bagnati sulla fronte” gli mise le mani sulle guance, alzandogli il volto.
– Ho apprezzato molto questo pensiero. Mi hai fatto davvero dimenticare i nostri problemi, grazie Klaus – lei voleva dargli un semplice bacio a stampo, ma quando lui le circondò le braccia sulla vita, entrambi si fecero trasportare.
L’acqua degli irrigatori continuava a girare come un ventaglio.
Qualcosa interruppe quel momento.
Nell’aria c’era un odore violento che colpì le narici dei vampiri e dei due ibridi.
– Mi dispiace, Caroline, devo andare a controllare cosa sta succedendo – stava per allontanarsi quando tornò sui suoi passi per aggiungere – Prometto che riprenderemo da dove abbiamo interrotto – disse con voce suadente, la baciò nuovamente, quasi sfiorandola appena, prima di allontanarsi con velocità.
La vampira si affrettò a tornare dentro la villetta “Uff, perché faccio sempre errori??? Sono l’unica che da quando è qui fa solo errori” Caroline sospirò, le sarebbe piaciuto poter fare un altro ballo con Klaus.
– Che ci fate tutti riuniti? – domandò quando vide il gruppo nel salotto – Dobbiamo aggiornarti su alcune cose – “Ecco bravi, magari riuscite a distrarre i miei pensieri sul ballo che ho appena fatto con Klaus… Oh cavolo, Caroline, riprenditi! Altrimenti sospetteranno qualcosa! Inizia a parlare a raffica come tuo solito” – C’entra qualcosa con questo pessimo odore? – domandò – E’ possibile – le rispose Jeremy – Probabilmente stanno iniziando a muoversi - - Gli angeli? Perché? - - Perché ho fatto un grandissimo errore di valutazione ed ho incasinato tutto – disse Bonnie a testa bassa.
Il gruppo fu aggiornato.
Dovevo decidere come difendersi da qualcosa che non conoscevano.
Sicuramente il nemico non avrebbe aspettato molto prima di attaccarli.

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Capitolo 18
*** Niente di buono ***


Piccola premessa: questo capitolo non è affatto niente di buono xD
Per essere più chiari, è un capitolo di spiegazioni, non succede nulla di ché, anzi forse è un po' noioso, però ritenevo doveroso spiegare qualcosa di più su questo fantomatico posto e sulla faida "angeli-demoni".
Prometto che nel prossimo mi farò perdonare per questo scempio!! 




Capitolo 18: Niente di buono



Prima che tutti si riunissero per scambiarsi le informazioni, Damon parlò con Jeremy.
– Riguardo al punto debole degli angeli, è meglio se ne parlo io - - E perché dovresti? – Gilbert sorrise, aveva uno sguardo incuriosito, si chiedeva che cosa stava architettando il fratello maggiore Salvatore. Il vampiro sorrise a sua volta, stavolta per coprire la rabbia – Te lo dirò un’altra volta. Stavolta, vedi di ascoltarmi attentamente. Ho sentito il tuo discorso con Kat, ho le mie spie in giro. Sai, per oziare durante il mio turno di guardia. So che hai racconto la storia per intero a Elena, ma al resto del gruppo è meglio evitare. Dopotutto ho già svelato a Klaus tutto, quindi continuerò a dire che sono stato io a scoprirlo, intesi? – fece un gesto con la mano per sotto lineare quanto detto. – Accetta Jeremy. E’ meglio così. Pensa se Alaric sapesse di Jenna… ne sarebbe ferito – s’intromise nel discorso Elena, lui guardò sua sorella – Va bene. Dovete convincere anche Katherine a non parlare - - Oooh, non devi preoccuparti per lei – Damon sorrise in modo malefico – Ha già ricevuto la sua dose di rifiuti da parte di Klaus oggi, se ne starà in un angolo a sbuffare - - Bene, allora è deciso – Elena parlò tirando le labbra in un sorriso chiuso – Vado a cercare gli altri, così possiamo informare tutti in una sola volta -.


Un dolore alla nuca, come un punteruolo infilato appena dietro l’orecchio destro, continuava a tormentare Stefan.
“Deve essere la conseguenza di quando quella Sunny mi ha trascinato” pensò senza badarci troppo, dopotutto avevano altri problemi ben maggiori.
Suo fratello stava aggiornando tutti sul punto debole degli angeli – E dei demoni? Di loro non ci preoccupiamo? – domandò Matt – Quarterback, impara ad ascoltare – Damon allargò le braccia – Tu vedi demoni che ci ordinano come dobbiamo comportarci o altro? No. Perciò, loro non sono un problema - - Solo perché a te piace fare solo quello che vuoi – intervenne Tyler – Lockwood – lo fisso negli occhi – A cuccia - - Brutto pezzo di… - - Ehi, Ty, lascialo stare – Caroline prontamente si mise in mezzo – Siamo in pochi, dobbiamo unire le forze, anche se ci sono delle divergenze e odiamo stare qui -.
Dopo, fu il turno di Bonnie ad aggiornare tutti. – Che ti avevo detto quarterback? Gli angeli sono il nostro problema prioritario! – scatto Damon, ciondolando il bicchiere che aveva in mano – Sei per caso ubriaco? – gli chiese Saltzman – Scherzi Al? Ho appena bevuto… Pffft, credo di aver perso il conto o forse neanche ho perso tempo a contare i bicchieri – sentì lo sguardo preoccupato di Elena, così tirò verso l’alto le labbra e socchiuse gli occhi – Se il mio troppo bere ti preoccupa, Al, ti accontento – finì in un sorso il goccio che era rimasto nel bicchiere – Questo era l’ultimo - - Bravo, abbiamo bisogno anche di te, devi essere lucido - - Amico, quando si tratta di spezzare un po’ di colli, sono sempre in prima linea e lucido -.
- Vieni con me – disse Stefan prendendolo sottobraccio. – Perché mi trascini fuori alla stanza in questo modo? Ho detto qualcosa di male? Ho ferito il tuo animo sensibile, fratello? - - So perché ti stai comportando così - - Perché? – alzò le sopracciglia – Vuoi vendicarti per quello che mi stavano per fare nella foresta. Ascolta, se devi combattere, fallo, ma senza farti guidare dall’odio o dalla vendetta. E’ pericoloso, perché agisci senza pensare - - Oh – Damon aveva un’espressione di sorpresa nel volto – Mio fratello che mi fa una predica. Mai in tutti i miei anni di vita era capitata una cosa simile – in realtà Stefan aveva ragione, però non gli voleva dare la soddisfazione di ammetterlo chiaramente.


Elijah rifletteva.
Il fratello, aveva ideato un piano di battaglia vincente, di questo era certo.
L’unico problema era che, come suo solito, si divertiva a tenere gli altri all’oscuro, solo per gustarsi il momento in cui avrebbero chiesto il suo aiuto. Niklaus adorava essere supplicato, lo metteva in una posizione di vantaggio e di potere.
L’Originale era sicuro che il fratello ibrido avrebbe fatto attendere, prima di decidersi a prendere parte alla battaglia.
“Le entrate in scena in maniera clamorosa sono il suo forte, preferirei si comportasse in modo diverso e rispettasse le promesse. Nik pensa solo ai suoi interessi. Potevamo almeno tentare di vivere in maniera pacifica, ma quando si tratta di lavorare… lui adora delegare, per questo vuole circondarsi d'ibridi, per far fare a loro quello che dovrebbe fare lui” Elijah sospirò, doveva essersi abituato al comportamento di Klaus, eppure, nel profondo, sperava che qualcosa potesse smuovere il fratello, portandolo a cambiare.
– Tu hai qualche idea fratello? – lo interrogò Rebekah, riportandolo al fulcro della discussione in atto. – Veramente, direi di comportarci come se non avessimo nulla da nascondere, non ci sentono, però possono vederci – fece roteare gli occhi verso la finestra – Almeno uno c’è sempre che ci osserva, dobbiamo essere cauti. Se si mettono in allarme, potrebbero circondarci o incarcerarci ancora prima che ce ne rendiamo conto – “Come sempre Elijah è così raffinato e composto” pensò Elena “Se Klaus fosse rimasto a Mystic Falls, lui, guiderebbe il gruppo in maniera diversa, sicuramente saremmo più al sicuro nelle sue mani che in quelle del fratello”.
– Yawn – sbadigliò sonoramente Katherine – Abbiamo finito? Mi piacerebbe riposare, la mia pelle potrebbe riempirsi di rughe per tutti i turni di guardia che ho fatto - - Di cosa ti preoccupi Kat? Sei già una vecchia strega – sghignazzò Damon, lei lo fulminò offesa, scosse la testa – Sei sempre arrogante e maleducato, per questo non sei mai stato il mio preferito - - Colpo basso – risero Tyler e Matt – Forse io non ho mai dato il meglio di me perché tu non lo meritavi. Ci hai mai pensato Kat? - - Se volete fare i piccioncini che litigano, andatevene da un’altra parte – s’intromise Rebekah, Caroline continuò – Dobbiamo organizzarci senza dare nell’occhio, come ha detto giustamente Elijah - - Quindi dovrebbe essere lui a preparare una tattica da seguire – propose Elena – Stai al tuo posto – la rimproverò Rebekah – Neppure t'immagini di cosa sarebbe in grado di compiere Nik se Elijah facesse una cosa del genere - - No. Forse Elena ha ragione – l’Originale la guardò con i suoi occhi marroni profondi - Forse potrei fingere di voler capire come funziona il loro modo di vivere, per poterlo spiegare a voi in seguito. Se passo del tempo tra i loro ranghi, potrei scoprire qualcosa di utile – pensò ad alta voce l’Originale, una scintilla illuminò gli occhi per qualche istante – Sei forse pazzo Elijah? – strillò la sorella – In questo modo, rischio di perderti!! - - Tranquilla, questo non accadrà – la rassicurò lui – Se volete fare un quadretto famigliare sdolcinato, andate da un’altra parte – fece da pappagallo Katherine. Rebekah stava per scattare, Elijah la fermò a tempo – Se le infili un paletto nel cuore, le farai solo un favore – sistemandosi una ciocca della chioma bionda, la sorella sorrise, in tono sprezzante commentò – Hai ragione fratello. Sapere che deve convivere con Nik senza scappare o nascondersi è la punizione che si merita -.
La discussione seria sparì ben presto, lasciando spazio solo a litigate.


Poco lontano dalla casa, Lady sentiva tutto quello che dicevano – Sono così ignari di quanto sia grande questa battaglia. Sono piombati qui proprio nel bel mezzo dell’inizio, senza avere via di scampo o scelta. E si perdono in futili discussioni… Forse è meglio così, almeno evitano di stressarsi troppo – al suo fianco Kassy scosse la testa – No, Lady. Li ho conosciuti, sono litigiosi tra di loro, però si guardano le spalle. Gli Originali li conosco solo per fama. Ho sentito dire che sono spietati -.
Qualcuno scosse l’albero sul quale erano seduti i due demoni.
– Ho sentito che qualcuno parlava di me – Klaus sfoggiò uno sguardo ammaliante – Posso sapere il motivo, del quale una bella donna come lei, dovrebbe parlare di un essere spregevole come il sottoscritto? – la bambina demone era pronta per gettarsi contro il vampiro, per permettere al capo dei demoni di scappare. Con sua sorpresa, Lady le poggiò una mano sulla spalla – Kassy, scendiamo a parlargli. Potremmo avere una discussione interessante – titubante seguì l’ordine del proprio capo. – Io sono Kassy, mentre lei è Lady. Ti avviso, anche se sei un vampiro Originale, se vedo un mezzo movimento pericoloso per Lady, non mi farò scrupoli ad attaccarti. Ti consiglio di non sottovalutarmi solo perché ho le sembianze di una bambina, sono pur sempre un demone - - Hei, hei, sono venuto in pace – disse Klaus cercando di placare l’animo Kassy – Ho scoperto che i vostri nemici, gli angeli per intenderci, sono sensibili al nostro sangue. Purtroppo siamo in pochi e per annientarli ci servirebbe un aiuto – i capelli argentati di Lady si spostarono dopo una folata di vento.
Il capo dei demoni fissò negli occhi azzurri il vampiro, analizzandolo.
In quello sguardo vedeva riflesso la pura pazzia, in qualche modo la intimoriva, era la prima volta che percepiva tanta pazzia concentrata in una sola persona.
Lady parlò – D’accordo. Se gli angeli vi attaccheranno, accorreremo in vostro aiuto. Beninteso, che se ci sarà qualcuno in pericolo, darò la priorità ai miei compagni. Se la situazione si mette male, noi ce ne andremo e vi lasceremo soli – – Ma certo! - Klaus era radioso – Potreste togliermi una curiosità? Mi piacerebbe sapere le vostre abilità - - A questa domanda non otterrai mai una risposta – Lady rimase impassibile, anche quando una maschera di rabbia avvolse il volto di Klaus, il rifiuto lo faceva imbestialire, tuttavia era appena arrivato a un compromesso, non si poteva permettere di rovinare tutto.
Alla fine aveva ottenuto quello che cercava.
Nuovi alleati.
Un fruscio alle spalle lo distrasse dal suo gongolare.
Con la velocità vampiresca afferrò l’intruso, alzandolo verso l’alto.
– Sporco angelo, pensavi davvero di spiarmi e rimanere in vita? – disse l’Originale a denti stretti, la sua mano stringeva la gola dell’angelo, impedendogli di parlare e respirare. Klaus lo gettò sul terreno, facendogli picchiare le costole. La spia ansimava, per sua sfortuna l’ibrido aveva appena iniziato a scaldarsi – Ti farò assaggiare cosa succede se mi urti il sistema nervoso – continuò, gli afferrò entrambe le braccia e iniziò a tirare.
Si udirono le ossa scricchiolare, l’angelo iniziò a urlare, nell'udire quel suono Klaus chiuse gli occhi sorridendo beato, come se stesse ascoltando della musica classica.
Bastò poco prima che le due braccia si staccarono dal corpo, gettandole come se fossero un bastone di legno, l’ibrido si morse il polso, in seguito fece cadere qualche goccia del suo sangue, sul corpo dell’angelo.
La reazione fece sorridere sadicamente Klaus.
Nello stesso istante in cui il sangue toccò il corpo dell’angelo, quest’ultimo evaporò, lasciando una lieve nebbiolina rossa, che ben presto sparì.
– Mi spiace dovervi abbandonare gentil donzelle, purtroppo sento i miei coinquilini che mi cercano disperatamente. E’ scortese farli attendere – si portò il braccio sinistro all’altezza del ventre e mimò un inchino, prima di allontanarsi
– Ha una forza straordinaria, è meglio tenerselo come alleato, è un nemico temibile più di quanto possiamo immaginare. La sua furia non porterà niente di buono ai nostri nemici, ma forse neanche a noi – disse Lady, si accorse solo in quel momento che Kassy stava tremando – Stai tranquilla, nessuno farà del male a te o agli altri. Farò tutto quello che è in mio potere per evitarlo. Ora è dalla nostra parte, siamo molto avvantaggiati – la mente della donna demone tornò indietro nel tempo.
Sospirò.
Lady ripensò ai primi giorni che aveva passato in quel posto.
In totale erano una cinquantina di persone, tutti erano ignari del motivo per il quale si erano ritrovati in una foresta ed erano disorientati. Sunny si presentò come la guardiana della foresta, la quale rappresentava una parte della magia presente in quel posto. Lei aveva spiegato come dovevano accettare la magia che li circondava, altrimenti sarebbero morti.
Ognuno acquistò una caratteristica, il potere magico era stato suddiviso in modo equo.
Tutto cambiò molto presto.
Come succede in qualsiasi luogo, ognuno ha le proprie convinzioni su quale sia il modo migliore di vivere.
Sunny si era dimenticata di prendere in considerazione la sete di potere dell’essere umano.
Tutto iniziò con un insulto.
Un giorno Connie apostrofò Lady per via dei suoi capelli argentati.
Quest’affermazione creò una faida, sebbene Lady non avesse ribattuto in nessun modo.
Chi era d’accordo con l’idea di Connie si schierarono con lei, mentre chi pensava che stesse trattando ingiustamente Lady, presero le sue difese. Questo spaccò l’equilibrio di tranquillità che Sunny aveva pensato di creare.
Tutto cambiò.
La foresta divenne inquieta, sembrava indecisa se cacciare tutti quelli che aveva portato e iniziare il processo dall’inizio, temendo un nuovo fallimento.
Da quel momento in poi, si crearono delle chiazze scure che coprirono una parte della montagna e la sua vegetazione.
Le nuvole stavano coprendo il cielo, oscurando anche il mondo sottostante.
Connie lo percepì come un segnale di sfida, mentre in realtà si trattava solo di tristezza. Perciò i seguaci di Connie si definirono angeli solo perché amavano stare al sole e adoravano la luce.
Lady e i suoi compagni furono definiti demoni, solo perché preferivano stare al buio e adoravano la notte, il motivo era perché erano incantati dal cielo stellato. Niente di tutto questo era spiegato a chi era trasportato in quel mondo.
Sibby, divenuta il braccio destro di Connie, era colei che doveva reclutare tutti, diffamando i demoni, sebbene bastasse udire quel nome che chiunque cadeva nella tela degli angeli.
Lady e i suoi erano in minoranza, eppure vivevano serenamente almeno finché qualcuno non invadeva il loro territorio, a quel punto erano costretti a usare le maniere forze per difendersi.
Ovviamente nel torto ci cadevano sempre loro.
Nonostante questo, di recente avevano trovato un elemento forte, Anna.
O meglio, Kassy.
Quello era diventato il suo nome da quando aveva accettato di trasformarsi in demone pur di salvare la sua compagna, abbandonando la sua natura vampiresca.
Quel gesto di coraggio aveva colpito Lady, che finalmente aveva trovato qualcuno di adeguato da nominare come braccio destro. Quello che gli aveva raccontato Kassy e Jenna del loro mondo l’aveva affascinata.
Da dove proveniva lei, tutto quello era considerata fantascienza.
L’arrivo di un gruppo numeroso aveva messo in allerta tutti, dovevano accertarsi di avere la meglio stavolta.
Purtroppo, agirono troppo d’istinto.
Videro il risultato sotto i loro occhi, Lady vide Kassy e Jenna rattristirsi, quando sentì che erano del loro mondo, la capa dei demoni capì che quella volta avrebbe vinto lei, in più avrebbe avuto anche un asso nella manica.
Aveva scoperto da Kassy del loro punto debole.
Lady si riscosse, tornando al presente. Ripensare al passato era inutile.
Il momento era giunto, ora potevano vendicarsi dei torti subiti in passato.
E forse, finalmente, avrebbe potuto continuare a vivere in pace con i suoi compagni.

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Capitolo 19
*** Sete di potere – Parte 1 ***


Ciao a tutti (è da parecchio che non saluto, perdonate la maleducazione, a salutare sempre mi sembra un tantino monotono, ma oggi mi gira così)
Per prima cosa ci tengo a ringraziare i lettori che stanno ancora leggendo questa fanfic! ^-^
Ovviamente, se volete e/o ne avete voglia, lasciate una critica, un commento o una domanda fatelo liberamente, appena la vedrò provvederò a rispondere :) purché non vi sentite obbligati!
Sono già contentissima che qualcuno continua a leggere, anzi vi ringrazio nuovamente di cuore <3
Il precedente capitolo è stato molto scarso, ne sono consapevole, ma questo...è privo di scene mielose, ritengo che è giunto il momento di fare sul serio!
Il capitolo sta diventando parecchio lungo, per cui ho deciso di dividerlo in parti. Nei prossimi giorni, lavoro permettendo, posterò il seguito.



Capitolo 19: Sete di potere – Parte 1


Nell’aria c’erano agitazione e sudore.
L’olfatto sopraffino dell’immortale lo percepiva perfettamente.
– Tyler – chiamò, quasi sussurrando.
– Dimmi Klaus – senza voltarsi l’Originale parlò – I nostri amici angeli stanno per arrivare. Avvisa gli altri di tenersi pronti e di mettere al sicuro gli umani. Se interferiscono o si mettono in mezzo rischiano di rovinare tutto. Se dobbiamo combattere, ogni distrazione è da evitare, se ci fossero anche loro, dovremmo stare sempre all’erta che nessuno non gli attacchi. Dì alla strega Bennett di stare con loro, ma di lanciare un incantesimo che ci protegga. Siamo ancora all’oscuro sui veri poteri del nostro nemico, nonostante questo, possiamo annientarli – Tyler deglutì percependo la furia omicida di Klaus, annuì e se ne andò.
“Noi siamo pronti, vi stiamo aspettando passerotti bianchi” sorrise sadicamente Klaus “Se vincerò, i demoni dovranno riconoscere la mia forza e questo mi farebbe acquistare un enorme potere. Un potere magnifico“ a quel pensiero i suoi occhi azzurri luccicarono.


Connie aveva gli occhi velati dalle lacrime.
In realtà era tutta scena.
Dell’angelo che aveva perso la vita, non gli interessava minimamente.
Anzi, aveva mandato apposta lui, sapendo quanto era goffo, era sicura che sarebbe stato scoperto.
Addirittura era sorpresa che il nuovo gruppo l’aveva completamente ignorato quando li stava spiando.
– Ancora una volta, i demoni hanno eliminato un nostro compagno, senza una valida spiegazione – iniziò a dire, tirando su con il naso, omettendo di essere stata lei a mandarlo oltre il confine – Se i demoni pensano che correremo a rintanarci nelle tane come conigli, si sbagliano. Perché questo non accadrà! -. Il capo degli angeli prese a giocare con una ciocca di capelli – Tutti eravamo affezionati a Bryan. Riusciva a rallegrarti la giornata, sebbene ti sembrasse storta. Eseguiva in maniera eccellente tutto quello ciò che gli si chiedeva. Ci aiutava tutti, anche se lui aveva già molto da fare, era sempre disponibile, mai una volta si è rifiutato – gli angeli annuirono molto addolorati.
“Siete proprio degli stolti” pensò Connie “Per questo siete ciechi a non vedere che vi sto manovrando come pedine su una scacchiera. Questa battaglia la vincerò io, il numero delle vostre vite è niente paragonato al potere che otterrò”.


Lady osservava il cielo in cerca di risposte.
Le nuvole bianche sembravano così candite durante il giorno, mentre di notte sembravano celare qualche mistero.
“Si poteva evitare tutto questo” pensava la donna “Il punto è che neanche volevo diventare il capo di un gruppo. Ho sempre detestato essere la persona di riferimento. Forse il motivo per cui sono un pessimo capo è questo, non sono tagliata per questo tipo di cose. Connie invece è molto calcolatrice, per questo ha sempre avuto in mano le carte vincenti”.
Un brivido le passò lungo la schiena.
Lady spostò lo sguardo verso il basso, dove i suoi compagni avevano terminato di prepararsi.
Le donne si erano messe gli orecchini con le piume, ognuna ne aveva un paio di colore diverso dalle altre, anche Lady ne indossava un paio, una piuma nera con alcuni filini argentati a farle da contorno. Gli uomini invece si apprestarono a controllare se le armi erano in ordine e funzionanti.
“La sete di potere porta a commettere le più grandi atrocità presenti in tutto il mondo. Certo, negare che ha fascino sarebbe una menzogna, però…” i suoi pensieri furono interrotti da Kassy.
– Mi perdoni l’intrusione. Le nostre sentinelle hanno individuato Sibby avvicinarsi all’abitazione del gruppo - - Si stanno muovendo in fretta – rifletté la donna – Rimaniamo in attesa. Entreremo in azione solo quando saremo pronti, fino a quel momento l’ibrido e i suoi compagni dovranno arrangiarsi – la bambina demone sembrava titubante – Kassy, so che sei preoccupata per il tuo amico. Ho controllato, l’ibrido ha ordinato di tenere lontani gli umani, sarà al sicuro - - Come fai a sentire quello che dicono? C’è un incantesimo che lo vieta - - Funziona solo sugli angeli. Stai tranquilla, non ti mentirei. So che sei affezionata a lui, ti concederei di andare in suo soccorso se fosse necessario – disse rassicurante Lady.


“Ci trattano come se fossimo degli animaletti domestici o peggio, del bestiame” pensò contrariato Jeremy.
Era rinchiuso nella cantina insieme a sua sorella, Alaric, Matt e Bonnie.
Quest’ultima era intenta a pronunciare l’incantesimo.
– Uff – sbuffò Elena – Secondo voi quanto dovremmo stare in questo posto? Fa freddo – mosse le mani sulle braccia per scaldarsi.
La porta si aprì.
– Eccovi delle coperte. Ho sentito che qui fa freddo – sorrise Caroline, porgendo agli amici, varie trapunte. – Ti ringrazio, Care – ricambiò il sorriso Elena – Jeremy copriti o ti prenderai un raffreddore – era premurosa con il fratello minore, voleva sempre proteggerlo.
La reazione di Jeremy la turbò.
– Sai cosa m’importa del freddo! Dovrei essere lì fuori! Stando qui, perdo solo tempo! - - Jer, dovresti parlare in modo diverso a tua sorella – lo rimproverò Alaric – Vuoi farmi credere che sei contento di stare in questo posto, mentre gli altri rischiano la vita? Se devo morire perché loro falliranno, preferisco farlo perdendo un combattimento - - Suvvia, se tu morissi, chi prenderei in giro fingendomi sua sorella? – era sopraggiunta Katherine – Sono qui per curiosare come stanno le nostre fonti di cibo – scandì lentamente quella frase, la pronunciò in un tono più basso, come per evitare di essere sentita, sebbene sapesse perfettamente che l’avrebbero udita.


 

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Capitolo 20
*** Sete di potere – Parte 2 ***


Capitolo 19: Sete di potere – Parte 2


Sibby era partita in avanscoperta. In giro, dei demoni non c’èra traccia.
“Sicuramente avranno percepito la nostra determinazione e hanno deciso di non intralciarci. Come sempre riusciremo ad aggiungere nuovi compagni” l’angelo dai capelli celesti si fermò a curiosare come stavano i nuovi arrivati. Li vide tutti seduti a mangiare tranquillamente “Staranno discutendo su quale lavoro fare appena si riuniranno alla città” pensò Sibby vedendo Caroline che mimava il lavaggio della testa a Elena.
L’angelo tornò indietro.
La città era particolarmente piccola.
Le case erano tutte costruite su due piani, con mattonelle rosse così come le tegole del tetto.
L’unica casa diversa era quella di Connie, era di colore azzurro, sempre con delle tegole rosse e si ergeva su tre piani
– Con permesso – disse Sibby prima di entrare nella sala. Il capo degli angeli avvicinò la tazzina del the alla bocca, annuendo, per segnalare che poteva parlare. – A quanto pare il nuovo gruppo sta decidendo quale professione svolgere. E' chiaro che si aggiungeranno a noi – posando la tazzina sul piattino Connie commentò – Molto bene. I demoni invece? - - Di loro non c’è nessuna traccia in giro. Si saranno rintanati nei bassifondi oscuri della foresta -
- Grazie del rapporto. Tra qualche ora andremo a visitare in modo formale il nuovo gruppo. Vedremo se quello che voglio fare corrisponde alle esigenze della città. Siccome sono pericolosi, è meglio che ci seguano due guerrieri. In caso di necessità uno verrà in nostro aiuto e l’altro correrà a chiamare rinforzi. Quel Niklaus non m'ispira per niente fiducia - - Agli ordini. Provvedo a controllare che tutto sarà pronto prima della partenza – con un gesto della mano Connie congedò Sibby, la quale si affrettò a lasciare la stanza.
“Sono sicura che abbia architettato qualcosa. Ho capito subito che è interessato a ottenere potere, sicuramente gli altri sono più pieghevoli ad accettare ordini. Avere un rivale all’interno della città sarebbe un disastro per l’equilibrio” pensò Connie giocando con una ciocca di capelli “Devo trovare un modo per toglierlo di mezzo. Il dominio di questo posto è mio, non permetterò a un novellino appena arrivato di rubarmi il trono del potere che mi aspetta di diritto”.


“La vita tranquilla sembra allontanarsi sempre di più. Ovunque andiamo ci sono problemi e l’unico modo per risolverli sono combattendo, rischiando di perdere le persone cui teniamo. Una vita in pace è davvero impossibile da raggiungere. Neanche in un altro modo è possibile. Dicono che la vita è una lotta. Chi dice che non sia così anche dopo la morte?” Elena rifletteva, le sarebbe piaciuto andare a sbirciare cosa stava succedendo ai piani di sopra.
Più di una volta aveva tentato di tendere l’orecchio, cercando di sentire qualcosa, senza risultato.
La ragazza si sentiva frustrata.
Una lacrima le scivolò lungo la guancia.
Con il palmo della mano si affrettò a toglierla.
Matt se ne accorse.
– Vedrai che se la caveranno – la rassicurò – Voglio dire, abbiamo tre Originali dalla nostra parte! Andrà tutto bene – annuendo Elena lo ringraziò – Sì, hai ragione Matt. Mi sto preoccupando per niente - - Proprio così – continuò Donovan sorridendole, sperando di essere riuscito a risollevare l’amica.
– Shhhh – intimò Bonnie “Ho bisogno di silenzio assoluto, altrimenti mi deconcentro. Glielo avevo anche detto. Questo incantesimo di protezione non è proprio uno dei più semplici” – Hai ragione, scusa Bonnie – sussurrò Matt – Shhhh- ripeté la strega. “Appena ci sarà confusione, ne approfitterò per uscire da qui. Ho promesso ad Anna che l’avrei protetta” pensò Jeremy, era seduto sul divano, con il viso rivolto verso il soffitto.
Alaric continuava a fissare Jeremy, conosceva bene il ragazzo, sapeva che gli stava nascondendo qualcosa.
“Appena tutto questa bufera sarà finita, gli dovrò parlare. Purtroppo Bennett deve avere silenzio. Mi chiedo perché non l’hanno messa da un’altra parte, sarebbe stata più al sicuro. Mettendoci tutti assieme è più facile scoprici, ergo è più a rischio” Saltzman era all’oscuro del piano di Klaus, per passare il tempo, cercava di capire cosa sarebbe successo eliminato il problema angeli “Probabilmente si preoccuperà di togliere di mezzo anche i demoni. Dopotutto sono pericolosi per noi e anche per loro”.


Stefan si toccò la nuca.
Quel dolore continuava a tormentarlo.
– Tutto a posto Salvatore? – gli domandò Rebekah avvicinandosi – No, grazie dell’interessamento, Mikaelson - - Lascia stare il mio fratellino biondina. Ci penso io a lui – Damon li aveva raggiunti e guardava in modo diffidente l’Originale – Nella foresta tu non c’eri. Se non fosse stato per me, chissà se avresti ancora un fratello - - Per questo ti ringrazio. Ti ricordo però che ero all’oscuro della sua gita nella foresta. Se mio fratello scappa da casa come un adolescente in fuga dai genitori protettivi, non è colpa mia – ribatté il vampiro dai capelli neri. – Come vuoi. Se sarete messi a un angolo, potete scordarvi il mio aiuto – dopo quell’affermazione Rebekah se ne andò.
–Potevi trattarla meglio, Damon – lo criticò il fratello – Siamo ancora ignari su quando e come ci attaccheranno, dobbiamo essere cooperativi - - Andiamo, Stafan! Sempre questo buonismo. Sono nostri nemici, punto. Nessuno ci assicura che possiamo fidarci - - Stavolta sono d’accordo con Damon – dichiarò Tyler – Grazie Lockwood - - Io invece sono d’accordo con Stefan – nel frattempo era sopraggiunta anche Caroline.
– Si può sapere a cosa pensate voi due? – sbottò Damon – Abbiamo bisogno della forza di tutti, dobbiamo fidarci gli uni degli altri - continuò Caroline.
- Ahahahahah! – Katherine aveva ascoltato la discussione mentre passava davanti alla stanza. – Sei davvero una bionda stupida se pensi, anche solo per un attimo, di poterti fidare di un Originale - - Mi fido più di loro che di te – commentò acidamente Caroline.
La vampira dai capelli castani alzò le spalle – Come volete. Se cambiate idea, fatemi un fischio. Ma non abbiate la certezza che accorrerò in vostro aiuto - . – Adesso chi è che fa scappare qualcuno che potrebbe darci una mano? – la schernì Damon.
L’aria si fece ancora più tesa.
– Fratello, potresti fare un discorso per tutti quei mocciosi? Deve essere tutto perfetto. Riferisci pure che, se per colpa loro, saremo sottomessi da quegli angeli, ne pagheranno le conseguenze per l’eternità – disse Klaus furioso, tutto quel chiacchierio gli stava facendo venire un'emicrania.
Elijah fece quanto detto dal fratello, sapeva fin troppo bene che era meglio lasciarlo da solo quando era così teso
Dapprima andò a parlare con la sorella.
Rebekah reagì con un'alzata di spalle.
Katherine commentò – Certo. Pensi sul serio che ci tengo a fare infuriare tuo fratello con me più di quanto non lo sia già? - - No, sei intelligente, so che vuoi giocarti bene questa carta. Nik sente tutto, quindi dovevo riferire anche a te, quanto ha detto a me. Ora devo andare a finire il giro – Mikaelson girò i tacchi per raggiungere il gruppo.
“Fantastico! Ci mancava le promesse d’inferno di Klaus” pensarono i fratelli Salvatore “Come se vogliamo perdere”.
– Puoi dirgli che controllo io – promise Tyler - Allora posso andare. Mi raccomando state pronti – si rassicurò Elijah.
Elijah camminò lentamente per il corridoio.
Si fermò scrutando fuori dalla finestra, vide Sibby guardare dentro casa, poco più avanti di dove si trovava il vampiro.
L’Originale sorrise tra sé e sé.
“Certo che Nik si sta proprio dilettando nello sfruttare la magia che possediamo in questa casa di far apparire quello che ci serve, sebbene siamo limitati” rifletté Elijah “Altrimenti penso che ci sarebbero centinaia d'ibridi attorno a mio fratello”.
Fece particolarmente attenzione a evitare la stanza dove sembrava che stessero tutti attorno ad un tavolo, ogni minima intromissione avrebbe spezzato l’illusione.
L’Originale s’intrufolò nella stanza dove erano riuniti gli umani.
Con piacere vide che la strega si stava impegnando seriamente e gli altri, dovendo rimanere in silenzio, si erano messi a giocare a carte. “Ora ho finito di controllare tutti” pensò Elijah spostando con il gesto della mano un ciuffo di capelli.


Lady respirò a fondo, mantenendo gli occhi chiusi.
“Perché tutto questo non può sparire e sistemarsi da solo?” pensava disperatamente “Perché devo sacrificare delle persone cui tengo per… per cosa? Solo perché Connie pensa che gli roviniamo i suoi piani di dominio? Perché deve pensare che non possiamo convivere civilmente?”.
Un urlo la riscosse dai suoi pensieri.
I demoni erano pronti, espierò a pieni polmoni, quel gesto le procurò un lieve fremito.
Lady uscì dalla sua abitazione.
– Lasciate qui le armi – ordinò – Se le portate con voi, farebbero rumore e inoltre vi sarebbero d’intralcio se gli angeli usano la magia. Portatevi solo un pugnale o qualcosa che potete nascondere addosso e che non pesa troppo – i demoni si guardarono confusi.
– In quella casa, per qualche motivo, basta pensare qualcosa di non troppo impossibile e si realizza. Perciò, l’unica cosa che dovremmo fare è pensare di avere sangue di vampiro, tagliarci leggermente la mano e il sangue farà il resto. Se questo piano non dovesse funzionare, partiremo all’attacco con la magia – Lady sperava che il piano avrebbe avuto successo tra i suoi compagni – Inoltre, ci sono degli umani, in caso di necessità possiamo rifugiarci nei loro corpi per ricaricarci. Ovviamente senza ucciderli e senza cibarci di loro. Li useremo esclusivamente per aiutare la nostra rigenerazione – precisò la donna demone.
Ci aveva riflettuto molto e quella era la soluzione migliore che aveva trovato.
I demoni erano sbigottiti, fu Kassy a risollevare il morale.
Iniziò ad applaudire – Brava Lady, sicuramente questo è il piano migliore che gli angeli non sospetteranno mai!! – il resto dei demoni, si unì all’applauso entusiasta.
Tutti erano felici di non dover uccidere umani.
Erano costretti a farlo solo se erano in fin di vita o erano alle strette.
Gli angeli invece, avevano colto l’occasione per etichettarli come .
“Il potere” pensò Lady “Chi ne possiede di più? Chi sceglierà come suo degno possessore? La decisione avverrà davvero questa volta? Quest'assurda guerra avrà una fine?”.


– Sei sicura che non ci siano problemi in vista con i demoni? – domandò Connie a Sunny – Certamente. Stanno facendo il solito raduno attorno al falò -
- Eccellente. Alla fine non interferiranno. Si sono davvero arresi a reclutare i nuovi arrivati – sorrise il capo degli angeli – Sunny, resta qui. Per sicurezza, giusto per essere sicuri che non approfitteranno della mia assenza per invadere la città - – Agli ordini, sua maestà – la vecchia signora s'inchinò.
“Cielo, quanto è noiosa! Se non fosse per le sue abilità, l’avrei già eliminata. Solo quando avrò ottenuto il potere di Lady, potrò eliminare Sunny e prendere anche la sua magia. In questo modo nessuno potrà più opporsi a me” inspirò aria – Aaaaah – “Sento già l’odore del potere. Il nuovo gruppo sarà il mio esercito per catturare Lady. Una volta fatto ciò, sarò la persona più potente, potrei controllare questo mondo a mio piacimento”.
Connie si diresse verso il centro della piazza della cittadina – Oggi porterò il gruppo di nuovi arrivati – dichiarò – Spero che li accetterete come i loro predecessori e li aiuterete a controllare la magia e a integrarsi – gli angeli annuirono felici. Sibby le fu accanto, pronta a scortarla.


Klaus annusò l’aria. “Stanno arrivando” sorrise sadicamente “Sono curioso di conoscere il vostro potere. Vi farò tremare di fronte al mio. Mi supplicherete di avere pietà. Il mio potere vi spezzerà. Trucidandovi otterrò ancora più potere”.
A voce alta avvisò – Stanno arrivando. Restate fermi nelle vostre posizioni. I vostri cloni rimarranno in silenzio parlerò solo io - - Stai attento Nik – si raccomandò Rebekah – Tutta questa preoccupazione nei miei confronti, mi commuove sorellina – la rincuorò Klaus – Sono immortale. Il mio potere è inimitabile -.
“Mannaggia! Mi piacerebbe augurargli buona fortuna e di fare attenzione. Se lo facessi, Ty s'infurierebbe” pensò Caroline muovendo le gambe nervosamente.
– Fratello, che ne dici, di spalla a spalla come ai vecchi tempi? – propose Damon – Perché no? – sorrise Stefan – Non è una cattiva idea - - Fate silenzio, Salvatore – ordinò Klaus – Finché non vi darò il segnale, da ora avete il divieto di fiatare -.


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Mini nota: Spero che questo capitolo spezzato a metà sia stato di vostro gradimento =)

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Capitolo 21
*** Scontri ***


Stavolta ci ho messo un po' di più ad aggiornare, ma sono sbucati tantissimi impegni imprevisti, scusatemi >.<
Comunque potete stare tranquilli che la storia la continuo, anche se gli aggiornamenti non sono frequenti!
Bando alle ciance, vi lascio leggere questo nuovo capitolo, buona lettura ^_^



Capitolo 20: Scontri


La messinscena era talmente ben architettata che Connie neanche se ne accorse.
- Or dunque, avete deciso cosa svolgere nella nostra cittadina? C’è spazio per tutti, sia se volete vivere come ora sia separatamente – iniziò a parlare il capo degli angeli – Come portavoce di questo gruppo – enfatizzò Klaus – Mi sembra e mi sento in dovere di avere una discussione quattr’occhi per essere sicuri di avere un buon accordo di condivisione. Dopotutto abbiamo delle necessità che non devono assolutamente mancarci -.
Quell’affermazione irritò Connie. Nessuno prima aveva espresso alcun tipo di richiesta, si limitavano ad accettare le regole della comunità.
– Prego, venga nel mio ufficio – la invitò Klaus – Questa è l’unica stanza che è arredata con gusto – “Se per te questi quadri sono belli” pensò tra se e se acidamente Connie “Dimostra quanto pessimo gusto hai. Sicuramente, non ti farò mettere nulla in giro per la città”. Connie era ignara che l’ibrido si era collegato alla sua mente, grazie a un incantesimo di Bonnie. “Come osa questa stronza insultare i miei quadri” pensò furibondo Klaus mentre la faceva accomodare sorridendo “Ti staccherò con estremo piacere la testa appena tutto avrà inizio”.
Tutti i vampiri erano all’erta.
– Potrei sapere a cosa corrisponde questa vostra necessità? –domandò il capo degli angeli con finto interesse.
– Umani – rispose semplicemente l’ibrido.
Quella risposta vaga, mandò in confusione la mente di Connie, trovava difficile ribattere qualcosa che ignorava e non ne capiva il senso.
– Vuol dire che desiderate vivere con altri angeli?- chiese cercando di capire cosa intendesse la persona di fronte a lei.
– No. Umani – ripeté fermo l’ibrido senza batter ciglio.
“Che cosa vuole questo pezzente? Perché si rifiuta di spiegare?” l’angelo si sentiva presa in giro.
– In parole povere, abbiamo bisogno di sangue umano. Il problema è che dobbiamo berlo direttamente dall’arteria del collo. Per questo ho specificato che abbiamo bisogno di umani - - Le mie sentinelle vi hanno visto mangiare come delle persone – obiettò Connie, cercando di controllare la propria voce -
-Vero. Mangiamo il cibo normalmente, ma è vitale per noi il sangue umano. Insomma, se continuiamo a bere quello della nostra compagna alla fine, morirebbe. E questo è una cosa che non mi posso permettere – il sorriso di Klaus si fece più largo, nel vedere Connie inorridire.
“Questo mostro si è cibato di una sua stessa amica. E' un essere peggiore dei demoni stessi! E, se non ho capito male, ci sono altri suoi compagni simili a lui” la donna dai capelli ramati era senza parole. Deglutì sentendosi osservata da quegli occhi azzurri. – Sono spiacente, però non posso accettare una condizione simile. Anche se non sono i miei compagni angeli, è una cosa inammissibile darvi in pasto degli umani – riuscì a dire alzandosi – Tzé, peccato. Speravo che tutto questo si sarebbe potuto evitare. A quanto pare però, è inevitabile – disse Klaus quasi in un sussurro “In realtà speravo proprio che finisse in questa maniera”.


Sibby continuava a osservare il resto del gruppo.
In quel momento stavano giocando al gioco dei mimi.
Improvvisamente sparirono
L’angelo sgranò i suoi occhi verdi, incredula.
Prima ancora che potesse agire, vide il corpo di Connie passargli velocemente accanto e andare a colpire la parete.
Klaus l’aveva scaraventata fuori dalla stanza.
Sibby si precipitò a occorrere il suo capo
– Chiedi aiuto, ce la faccio da sola ad alzarmi! – sbraitò Connie, furente per essersi fatta fregare in quel modo. Un angelo con l’armatura le fu subito accanto mettendosi in mezzo al cammino dell’Originale.
– Tyler! – chiamò subito l’ibrido si mise davanti, coprendolo con il proprio corpo.
– Se fossi al tuo posto, non farei un passo in più – intimò il ragazzo – Con chi credi di parlare? Sono un angelo – disse l’uomo con l’armatura facendo apparire le proprie ali. Klaus sogghignò – Attacca – Tyler si trasformò in lupo. – Che razza di mostro… - iniziò a dire il soldato, purtroppo per lui, il tempo per parlare finì, perché con una morsa possente Tyler lo attaccò alla gola. Il sangue riempì la bocca dell’angelo, altro sgorgò tutt’intorno, macchiando, oltre al muso del lupo, anche il suo manto.
Del sangue schizzò sul volto di Connie.
Il suo abito bianco fu macchiato “Razza d’idiota!! Farsi fregare in questo modo da un cane” .
– Lui è un mio ibrido – la corresse Klaus – Ed ora… - i suoi occhi rotearono fuori dalla finestra. Il giorno divenne notte, con una splendente e immensa luna piena.
Subito Klaus sfoggiò i suoi canini, i quali fecero da contorno a un sorriso diabolico.
Nel medesimo istante, arrivò Sibby con una cinquantina di angeli, che circondarono la casa. Sibby si precipitò al suo interno, con l’intento di portare in salvo Connie.
– E’ scortese portare via un ospite – disse con disappunto Klaus – Sono un gentiluomo, so bene che gli ospiti vanno trattati con il dovuto rispetto – allargò le braccia, con fare teatrale e subito furono nel giardino sul retro – Infatti, ho preparato una bella festa di benvenuto –.
Neanche fece in tempo a concludere la frase.
I vampiri erano già lì, disposti ad arco.
Alcuni angeli si fecero prendere dal panico, ma, appena tentarono di volare via, furono colpiti da alcuni schizzi di sangue e di conseguenza, morirono all’istante.
– Perché dovevate tagliare proprio me? – si lamentò Katherine – Se mi rimangono delle cicatrici per colpa vostra, vi ammazzo - - Smettila di lamentarti e insanguina per bene chi cerca di volare via – le ordinò Rebekah – Se chiamano altri angeli, per noi potrebbe mettersi male. Senza contare che ti ucciderei prima io - - I vostri diverbi, teneteli per dopo – intervenne Elijah, prima che la situazione degenerasse – Abbiamo da fare - - Facciamo una gara? Vince chi fa più punti? – scherzò Damon, i suoi occhi azzurro ghiaccio sembravano divertiti – Fratello per favore… - lo pregò Stefan – Questa è una situazione seria - - Appunto, dobbiamo sdrammatizzarla un po’! I fratelli Salvatore contro i Mikaelson - - Ed io? – chiese Caroline – Mica mi vorrete abbandonare e farmi fare coppia con quella? – - Ho un nome, biondina – si lagnò Katherine – Basta! – ordinò Elijah – Fate quello che dovete, senza troppe chiacchiere -
- Sagge parole, fratello. Voi farete meglio ad ascoltarlo, o occuparvi degli angeli sarà il vostro ultimo pensiero – aggiunse l’ibrido.
Quegli strani comportamenti mandavano in confusione sempre di più gli angeli, i quali erano indecisi se attaccare o rimanere in attesa.
Finite le chiacchiere, i vampiri partirono all'attacco.
– Bleeeak, che sangue disgustoso – sputacchiò Caroline – Sei davvero carente sia in galateo sia in educazione – la derise Rebekah “Anche se, stavolta hai ragione”.
In effetti, il sangue dei loro nemici era disgustoso e dal colore rosa salmone.
Per quel motivo i vampiri, avevano cambiato modo di combattere, erano passati alla lotta fisica.
Stefan si bloccò.
Sunny era accorsa in aiuto della sua fazione e stava cercando di manovrare il vampiro come una marionetta.
 – Mordi il braccio all’uomo dai capelli neri a fianco a te – ordinò la vecchia.
– Che diavolo stai facendo fratello? Mi mordi? Sul serio? – tra le labbra intinse di sangue Stefan mormorò – E’ il dolore alla nuca. Deve essere che quella strega mi fatto qualcosa. Ho perso il controllo – Damon alzò gli occhi al cielo – Fortuna che Rebekah ha detto che ti aveva salvato. Comunque, mi basti quando diventi squartatore, vorrei evitare di averti in un altro stadio senza controllo – gli sorrise – Spero mi perdonerai, ma è inevitabile – con un po’ di amarezza che invadeva il cuore, in memoria dei vecchi tempi, Damon ruppe il collo a Stefan.
Sunny urlò.
“Ben ti sta, vecchia strega!” pensò Damon furioso “Impara la lezione. Mio fratello non è mica un giocattolo”.
Per un attimo accantonò l’obiettivo principale, con l’intento di dirigersi verso Sunny.
Un angelo si mise in mezzo, senza pensarci, il vampiro gli morse il collo fino a fargli staccare la testa.
Pieno di disgusto, sputò il sangue e si pulì con la manica.
Caroline vedendo Stefan inerme per terra, lo afferrò e lo spostò poco lontano.
– Ti sei allontanata dal tuo gruppo, ora chi ti guarda le spalle? – chiesero quattro angeli circondandola.
L’espressione della vampira bionda si fece scura “Mi sottovalutano solo perché sono una donna?” impedendo che ferissero l’amico mentre era indifeso, Forbes attaccò due angeli rapidamente, rompendogli l’osso del collo.
Soddisfatta sorrise, quando vide gli altri due incerti.
“E’ semplicemente meravigliosa” pensò Klaus, vedendo Caroline “Dopotutto, anche lei ha un lato oscuro. Chi mai sorriderebbe dopo aver ucciso qualcuno? Certamente è diversa dalla mia oscurità, però malvagità reclama malvagità” con quel pensiero trovò lo stimolo di essere più creativo.
Era l’unico a essersi sporcato completamente di sangue.
A parte Tyler, che aveva il manto macchiato di sangue, alla fin fine era inevitabile, stava combattendo nella sua forma da licantropo.
Connie guardava impassibile i suoi simili essere sterminati.
Di quella battaglia, poco gli importava. In quel mondo lei rappresentava un titano e l’unica che poteva tenerle testa era Lady.
Sottovalutava molto l’ibrido.
Neppure s’immaginava che piani avesse.
“Rimarrete schiacciati dalla nostra quantità numerica” pensò convinta che l’ago della bilancia pendesse dalla sua parte.
La ragione che impediva ai suoi angeli di ferire i vampiri mortalmente, poco le importava.
Era certa che avrebbe vinto.
– Fanculo – mormorò Katherine – Mi sto indebolendo a lanciare sangue, perché non lo fate voi? - - Sul serio credi che un Originale come me, si abbassi a fare una cosa simile? – le rispose Rebekah mentre strappava un cuore dal petto.
La vampira dai capelli mossi castani notò il corpo svenuto di Stefan.
Damon capì le sue intenzioni – Puoi scordartelo Kat. T'impedisco di usare mio fratello come idrante di sangue -. – Vi perdete in chiacchiere, invece di combattere seriamente? Ci prendete troppo alla leggera – urlò un angelo partendo in carica – E’ perché è una cosa che ci possiamo permettere – Elijah sorrise lateralmente, mentre con la mano schiacciava il cranio, materia celebrale schizzò un po’ ovunque.
L’Originale era serio, quello scontro per lui si sarebbe potuto evitare, d’altra parte, la sua famiglia era in mezzo alla mischia e di certo non poteva abbandonarli.
Una folata di vento con polvere accecò tutti i presenti.
I demoni avevano fatto il loro ingresso.
Tutti gli angeli, compresa Connie, furono colpiti dalla loro improvvisa apparizione.
– Sibby, concentrati su quello sporco demone! – le sbraitò Connie, eseguendo gli ordini si precipitò contro Lady.
Klaus si affrettò ad allontanarla, doveva proteggere il capo dei demoni, altrimenti rischiava che i subordinati se ne sarebbero andati.
Una donna fermò Sibby – Fermati. Preferirei evitare il combattimento – senza badare a quelle parole, l’angelo afferrò la propria spada fendendo un colpo che tagliò a metà l’avversario.
Lady sbiancò.
La vista di un suo compagno tagliato a metà, ferì profondamente la donna.
Il capo dei demoni urlò. Era un urlo straziante e pieno di rabbia. Il suo urlo era quasi disumano.
Lady era consapevole che avrebbe perso dei compagni, eppure sperava di vincere senza subire perdite.
“Finalmente ti sei decisa a usare il tuo potere immenso, dopotutto sei un titano come me” pensò Connie. – Se voi due siete dei titani, ed io sono immortale, vuol dire che corrispondo a una divinità – commentò sarcasticamente Klaus. Dopo che l’urlo era cessato, continuava a perforare i timpani, mettere sottosopra lo stomaco.
Gli occhi di colore marrone del demone divennero viola. – Avrei preferito non arrivare a tanto… - disse amareggiata – Ora ve la siete cercata, vi dimostrerò di cosa siamo realmente capaci noi demoni -.
Si avvicinò alla compagna deceduta, le chiuse gli occhi, la salutò e prese uno dei suoi orecchini. Più tardi, l’avrebbero salutata in modo dignitoso.
I demoni sfiorarono con le dita le piume, le donne gli orecchini mentre gli uomini quelle attaccate al manico dei loro pugnali. Una parte del loro spirito s’impossessò dei nemici e iniziarono a ucciderli dall’interno.
Un metodo pratico e veloce. Inoltre, non c’erano spargimenti di sangue. Klaus ne fu affascinato.


Per non stare ferma, Elena fece apparire una cyclette.
Perlomeno in quel modo, poteva sfogare la sua energia, considerando che non poteva uscire a fare una corsa. Aveva perso la cognizione del tempo, eppure sentiva che neanche pedalare la aiutava a togliere dalla tesa la preoccupazione per il vampiro.
“Chissà che cosa sta combinando. Spero che non si dimentichi di Stefan. Tutto questo potrebbe risvegliare in lui i sensi di colpa, per uccidere senza ragione quelle persone, potrebbe spingerlo a spegnere la sua umanità, così ritornerebbe a essere uno squartatore. Di certo Klaus ne sarebbe felice, almeno avrebbe un compagno svitato quanto lui in giro” le riflessioni di Elena furono interrotte da un urlo.
Tutti si alzarono di scatto in piedi, con l’eccezione di Bonnie.
Jeremy si precipitò fuori dalla stanza seguito a ruota da sua sorella. In realtà seguire il fratello era solo un pretesto. Elena voleva controllare che Damon stesse bene.
Kassy raggiunse in fretta Jeremy – Perché sei venuto? Eri al sicuro dov’eri prima! – lo rimproverò la bambina – Ho sentito urlare, pensavo fossi in pericolo - - Mi so arrangiare, sono sempre una creatura soprannaturale – prima che il ragazzo potesse ribattere, Kassy l’aveva riportato nella stanza, dove era stato rinchiuso prima. – Resta qui, Jer. Devo stare accanto a Lady. Ci rivediamo quanto tutto questo è finito – gli promise.
Matt, Alaric e anche Bonnie videro quella bambina dagli occhi argentati parlare con confidenza, per di più lui le aveva dato retta e si era buttato sul divano. – Chi è? – domandò Bonnie – Avevi detto che avevi bisogno di silenzio per l’incantesimo, perché diamine vuoi parlare adesso? – le rispose stizzito Jeremy. Alaric sospirò, stufo di dover fare da arbitro ai litigi adolescenziali, così iniziò a bere del Bourbon, con l’intenzione di non interferire. Per sua fortuna la discussione finì lì.


Elena guardò per tutta casa, eppure non c’era traccia di nessuno.
I rumori venivano dal giardino sul retro.
Si precipitò lì.
– Damon!! – urlò, iniziando a correre. Il vampiro era concentrato su un angelo, gli stava mostrando il proprio cuore pulsare, prima che la vista si annebbiasse e il nemico morisse. In questo modo non si era accorto che Sunny, la strega gli stava addosso. La vecchia si voltò verso la ragazza che le stava venendo incontro, non trovandola pericolosa ritornò a concentrarsi sul vampiro.
Quella distrazione cosò cara a Sunny.
Damon, infatti, appena vide che stava guardando Elena, prontamente con la mano libera aveva strappato il cuore anche alla strega.
Un angelo afferrò Elena, che riuscì a liberarsi con una gomitata.
Elijah arrivò in suo aiuto.
– Saresti dovuta rimanere dov’eri – le disse l’Originale – Lo so – cercò di giustificarsi lei – Ero troppo agitata, dovevo venire a controllare di persona -. Elijah voleva risponderle, ma qualcosa nello scontro cambiò.
I demoni si affrettarono a rientrare nei loro corpi.
– Noi ce ne andiamo – dichiarò Lady, ora aveva nuovamente normali ed effettivamente sparirono all’unisono. Dovevano sbrigarsi a tagliare i pochi fili magici che li collegavano ancora a Sunny.
Gli angeli invece furono meno fortunati. La morte della strega, aveva una conseguenza pesante sulla magia, specie per loro che erano collegati direttamente a lei, dopotutto Sunny era la fonte magica cui facevano ricorso.
Tutti, Connie compresa, furono alzati verso il cielo, dove esplosero come dei palloncini bucati da un ago. Fortunatamente, si erano disintegrati.
– Perlomeno non piovono resti di angelo e posso finalmente riposare – commentò Katherine – Combattere con la luna piena rende lunatici -
- Sei tu l’unica a esserlo – le ricordò Rebekah, stavolta la vampira evitò di ribattere, era stremata.
Ognuno era rientrato nella casa, silenziosamente. Damon aveva in braccio Elena.
La scena degli angeli esplosi, l’aveva fatta svenire.
Una volta adagiata sul letto, Damon la prese in giro - Sei stata una folle a uscire e metterti in mezzo – – Ti salvo la vita ed è così che mi ringrazi? – ribatté lei scuotendo la testa, lievemente delusa - Ora non dovrai più muoverti da qui. Se dovesse capitare di nuovo, come prevenzione, ti faccio soggiogare da Klaus per essere sicuri che non scappi dal rifugio – il tono era tremante, aveva temuto davvero che le capitasse qualcosa, per fortuna Elijah era intervenuto.
Le labbra della ragazza tremarono lievemente, quasi impercettibilmente a occhio umano, ma di certo non sfuggì al vampiro. – Ho sentito quel grido, ho temuto che ti potesse succedere qualcosa di brutto – si giustificò Elena. Il vampiro le accarezzò una guancia – Quanto sei sciocca – commentò sorridendo lievemente – Ti pare che sarei morto per così poco? Pensi davvero che sia così facile liberarsi di me? – la baciò a stampo. La porta della stanza si aprì.
- Devi andartene – lo intimò Jeremy – Certo, ai suoi ordini, piccolo Gilbert – lo canzonò il vampiro – Controlla tua sorella, a volte ha delle idee folli – il vampiro uscì, non prima di aver fatto l’occhiolino a Elena. 

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Capitolo 22
*** Risveglio ***


In queste settimane ho pensato com'era meglio continuare questa fanfic. Ero indecisa se scrivere ancora un paio di capitoli o terminare, ho iniziato a scrivere varie versioni senza trovare quella che m'ispirasse o mi sembrasse più adatta. Per questo motivo è da parecchio che non aggiorno, anzi mi scuso se vi ho fatto attendere così tanto >.<
Riflettendo, sono arrivata alla conclusione di fare ancora solo un capito, per evitare di tirare ancora per le lunghe la storia e rischiare di rovinare tutto. Ecco a voi l'ultimo capitolo di questa fanfic, quando l’ho ripresa, avevo promesso che l’avrei finita e incredibilmente, sono sospesa da me stessa, sono riuscita davvero a terminarla.
Spero che gradirete questo capitolo e il modo in cui finisce, vi auguro una buona lettura e grazie infinite a tutti quelli che hanno letto questa fanfic fino alla fine <3

 

Capitolo 21: Risveglio
 

Rebekah stava cercando di togliersi il sangue seccato dai suoi capelli biondi. Senza sospettare che la stanza fosse già occupata vi entrò Caroline.
– Scusami, ma dovevo cercare un posto tranquillo – si giustificò Forbes, vedendo l’Originale in difficoltà, si propose di aiutarla. – Ho faticato anch’io a togliere il sangue. Per qualche ragione, pensare i capelli tornano puliti, non funziona - - Forse perché abbiamo massacrato e ucciso angeli - le ricordò Rebekah – Per cui, eccetto che non sia una cosa vitale, la magia di questo posto si sta ribellando – E’ un'ingiustizia comunque – continuò Caroline – Tanto il senso non penso che lo capirò - - Anche se mi stai aiutando, non pensare che ti accetti per Klaus – le guance di Forbes arrossirono leggermente. – Cosa… Cosa ti viene in mente? - - Ascoltami biondina – parlò l’Originale – A me, delle infatuazioni di mio fratello poco m'interessa. Finisci di aiutarmi a pulire i capelli e sparisci da questa stanza - - D’accordo – Caroline sbuffò.

Lo scontro aveva affaticato tutti.
– Stefan, mi dispiace. Sul serio – si scusò nuovamente Damon – Mi hai morso. Quella vecchiaccia ti stava usando come una marionetta, dovevo fermarti - - Sì, lo so. Chiedere aiuto a Bonnie era troppo complicato? - - Certo e avrei dovuto lasciarti rosicchiare il mio braccio come se fosse un osso? – Stefan sospirò, a volte discutere con suo fratello era solo un botta e risposta infinito.

Le discussioni nelle varie stanze, stavano man mano scemandosi. La giornata era stata lunga, sebbene nessuno avesse idea di che ora fosse, perché tutti gli orologi erano andati in tilt e il cielo rimaneva perennemente scuro, senza stelle.
Tutti dormivano profondamente, con l’eccezione di Klaus.
L’ibrido era in tensione. Ignorava il tipo di reazione che avrebbe avuto quel mondo alla scomparsa degli angeli, una parte integrante per mantenere stabilità ed equilibrio. Klaus era certo che se non stava più che attento, rischiava che la magia di quel posto li avrebbe tutti uccisi.
L’altra alternativa, era che poteva rigettarli, così come li aveva accolti, e lui, di certo, non avrebbe accettato che un mondo lo rifiutasse.

Lady, Kassy e gli altri demoni erano sdraiati sul terreno. La magia che fluiva nei loro corpi stava venendo risucchiata dalla terra.
O meglio, stava tornando dal proprietario.
Il processo sembrava non avere fine, eppure terminò. Tutti erano sopravvissuti.
– Che cosa dobbiamo fare adesso Lady? – domandò un demone – Siamo senza i nostri poteri ora. Come faremo a difenderci? - - Beh – iniziò a rispondere la donna – Tanto per cominciare, Connie e i suoi non ci sono più, questo vuol dire che siamo liberi. Nemici che vogliono sterminarci non ce ne sono più - - E che mi dite di quel gruppo che abbiamo aiutato? Sono persone forti, potrebbero essere un rischio per la nostra sopravvivenza – chiese qualcun altro – stringendo il pugno con l’altra mano, Lady rispose – Abbiamo fatto un patto con loro, possiamo considerarli alleati. Sono certa che con loro potremo vivere in pace. Tutti insieme – la donna ne era fermamente convita. I suoi seguaci erano felici di ricevere una tale notizia, i demoni iniziarono a gridare di gioia. “Speriamo che sia realmente così. Altrimenti saremmo in svantaggio e i vampiri non ci metterebbero nulla per ucciderci” pensò Kassy, ma il pensiero di poter vivere vicino a Jeremy senza che nessuno fosse contrario la fece sorridere come i suoi compagni.

Quello che sembrava il giorno seguente allo scontro con gli angeli era particolarmente tranquillo.
Soprattutto silenzioso.
Bonnie stava chiusa in una stanza, sembrava in coma, forse per l’enorme sforzo magico del giorno precedente.
Elijah e Rebekah si erano riuniti con Stefan, Tyler, Alaric e il loro fratello Klaus per discutere su com'era meglio procedere. Se rimanere in quella casa o avventurarsi per vedere cosa ci fosse in città.
Caroline era stressata, così aveva deciso di concentrare le sue energie nel giardinaggio.
Jeremy continuava a rimanere nel giardino sul retro, in attesa che Kassy si facesse viva.
Elena dormiva ancora e Damon la teneva d’occhio. Il vampiro adorava guardarla nel sonno. Il lieve movimento delle ciglia quando si voltava dall’altra parte era una scena imperdibile.
– Dovresti svegliarti, bella addormentata – le sussurrò all’orecchio il vampiro. Gli piaceva osservarla mentre dormiva, ma in quel momento voleva vedere i suoi profondi occhi marroni.
Elena si alzò di colpo e la sua testa andò a sbattere contro quella di Damon.
– Auch – si lamentarono entrambi. – Così impari a svegliarmi all’improvviso - Elena tirò un pugno a Damon – Ahi! Fai piano Gilbert, sono ancora in convalescenza. Sai devo recuperare le forze per quello che ho fatto ieri e avevo bisogno di un tuo bacio - - Sei proprio un mascalzone Damon! Potevi aspettare ancora cinque minuti? Stavo facendo un bel sogno - lo rimproverò la ragazza, mettendo il broncio e guardandolo con un cipiglio severo.
Per farsi perdonare il vampiro si buttò sul letto e iniziò a farle il solletico, facendola scoppiare a ridere.

Katherine fece passare la lingua sui canini.
Si divertiva a punzecchiarli.
Era un modo come un altro per passare il tempo. Dopotutto non sapeva cos’altro fare. Gli altri erano impegnati a fare qualcosa che a lei non interessava.
– Matty – chiamò annoiata – Che cosa vuoi Katherine? – rispose il ragazzo, seduto poco lontano da lei - Fammi un cocktail, molto forte - - Cosa ti fa credere che ne sia capace? – le domandò Matt sorridendo – Lo sanno tutti che fai il barista o il cameriere o quello che è. So per certo che ne sei capace. Muoviti a riempirmi il bicchiere o inizio a bere dal tuo collo – stavolta era il turno della vampira di sorridere. Esasperato Donovan, si alzò dal divano per andare in cucina a preparare qualcosa da bere a Katherine.

Klaus unì le mani, imitando un singolo applauso – Bene, quindi abbiamo deciso. La scelta migliore è andare a esplorare la città, tutti insieme. Dopo, decideremo dove è meglio restare. Se rimanere qui o trasferirci in città. Presumo che anche i demoni si uniranno a noi - - Questo vuol dire Nik – lo interruppe Elijah – Che dobbiamo essere diplomatici e convivere pacificamente - - Stai dicendo una cosa ovvia – commentò con una smorfia l’ibrido “Perché deve sempre passare per l’unico diplomatico? Mi fa davvero irritare quando si comporta in questo modo. Anzi, è già un miracolo che Rebekah non gli va dietro”. – Vado dagli altri, li avviso di prepararsi – disse Alaric – Ti vengo a dare una mano – si propose Stefan – Almeno in due, finiremo prima -.

Durante il tragitto verso la città nessuno parlò. Erano troppo agitati, emozionati e preoccupati di quello che avrebbero potuto trovare e vedere.
A metà strada incontrarono Lady con i demoni.
– Sapevamo che sareste passati di qui, così vi abbiamo aspettato – spiegò la donna – Dopotutto, ora non siamo più obbligati a vivere nella foresta perché gli angeli ci impediscono di vivere come persone normali - - Assolutamente d’accordo – Elijah parlò prima che Klaus potesse rovinare tutto. – Ci avete aiutato a sconfiggere Connie e ora possiamo vivere insieme nella stessa città, pronti a difenderci da eventuali nemici. Come se fossimo un unico gruppo – Lady sorrise e spostò con il palmo della mano dei capelli argentati dietro la spalla, fissando l’Originale negli occhi “L’altra volta non l’avevo notato, è molto attraente”. – Volete illustrarci la strada da seguire? – Elijah fece un inchino, a quel punto Klaus non poté più trattenersi – Direi che può bastare fratello. Con i tuoi modi di fare, ci stai facendo perdere tempo – senza attendere oltre riprese a camminare – Aspetta Nik, non siamo neanche sicuri che sia da quella parte – disse Rebekah correndogli dietro. – Vi prego di scusare i modi bruschi di mio fratello Klaus – si scusò Elijah – E’ curioso di vedere questa città e sapere se potremo viverci - - Nessun problema – lo tranquillizzò Lady – Posso comprendere la curiosità. Neppure noi demoni, che siamo qui da diverso tempo, abbiamo mai visto la città -. Kassy camminava a fianco di Jeremy. Nessuno dei due parlava, si tenevano per mano. Quando s'intravide l’apertura della foresta, qualcuno, un vampiro corse avanti. Seguito a ruota da Klaus – Signorina Forbes, dovrebbe aspettare gli altri – la rimproverò, ma lei parve non ascoltarlo. Infatti, neanche gli rispose. - Questa è… - Caroline rimase a bocca aperta, dimenticandosi di finire la frase che aveva iniziato. Nel frattempo anche gli altri li avevano raggiunti.
Elena continuò la frase dell’amica - Mystic Falls… E’ proprio la nostra Mystic Falls - - Tutto questo non è possibile!! – Bonnie sapeva che tornare indietro era impossibile. E la magia si stava ribellando a loro era impossibile che avesse ricreato la loro città con le persone che vi abitavano nel loro mondo. Infatti, era deserta.
I demoni iniziarono a curiosare tra i vari edifici.
- Voi state pure qui – disse Lady – Noi controlliamo che non ci sia più traccia di angeli e che sia un posto tranquillo – Jeremy si unì a loro, seguito da Alaric che non voleva perderlo di vista. – Dopo tutto quello che è successo… mi sembra quasi di… - iniziò Elena – Esserti risvegliata dopo un lungo e interminabile incubo? – le domandò Damon sarcastico – No, è impossibile paragonarlo a un incubo – Elena gli sorrise – C’eri tu, quindi non poteva essere negativo. Nonostante le cose terribili che sono successe -. Sul volto del vampiro comparve un lieve sorriso. – Su, i piccioncini potete farli dopo – disse nauseata Katherine passando in mezzo ai due – Ora vediamo di trovare una sistemazione che sia degna per me - - Petrova – la apostrofò Klaus – Sai, non ricordo di averti dato il permesso di stare qui - - Questa volta sono d’accordo con Nik – annuì Rebekah – Siete impazziti?!?!! - - Petrova – continuò l’ibrido – Tu… - s’interruppe quanto il paesaggio intorno a loro cambiò.
Riapparvero le case costruite su due piani, con mattonelle rosse così come le tegole del tetto. La cittadina apparve tetra.
- La magia di questo posto ci prende in giro – commentò acidamente Katherine – Forse è addirittura il fato stesso che si prende gioco di noi, facendoci credere di essere a casa quando in realtà siamo in un posto dove ci impedisce di fare ritorno a casa - - Ciononostante dobbiamo prenderlo come un messaggio – disse Elijah – Ovvero di aprire gli occhi e svegliarci. Svegliarci dalle nostre illusioni che tutto può tornare come prima, che tutto è uguale a quando vivevamo a Mystic Falls -.
Lady tornò dal gruppo – A quanto pare questo è il vero aspetto della cittadina. Come ci si poteva aspettare da Connie - - Direi che ci toccherà verniciare le case per poterle distinguere – disse Stefan – Ottima idea, Salvatore – si congratulò Rebekah – Quando ti metterai all’opera? - - Perché non lo facciamo tutti assieme? – propose Caroline –Sarà divertente! - – Io passo. Ho altri programmi – afferrò Elena e si allontanò alla velocità vampiresca. – Molto gentile da parte loro andarsene in questo modo – commentò Caroline – Allora, chi vuole cercare con me la vernice? - - Direi che possiamo rimandare anche a domani. Iniziamo a dividerci nelle case. Domani tutti insieme possiamo cercare la vernice e rendere uniche queste case – disse Lady, guardò singolarmente le persone del gruppo – Dobbiamo iniziare insieme questa cosa. Voi e noi demoni. Come ha detto il coordinatore del vostro gruppo - - Intendi dire mio fratello Elijah? – chiese Rebekah – Sì, esatto. Non sapevo il suo nome – la donna demone parve in imbarazzo, per evitare che fosse evidente si congedò – Ora vado. Le case con le persiane chiuse sono quelle già occupate. Dopo possiamo pure fare cambio, è solo per avere un riparo sopra le testa per riposare. A domani - - A domani – dissero in coro.
– Fate come il demone ha detto. Dividetevi e andate a riposare. Tu, invece Petrova, starai qui fuori a fare da sentinella giusto per sicurezza – le ordinò Klaus. La vampira sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Era da sola, davanti a quella città che poco prima era abitata dagli angeli.
Con il giorno seguente la loro nuova vita sarebbe iniziata.
Di certo non sarebbe stata priva di diverbi, ma forse, grazie all’aiuto dei demoni, avrebbero potuto dire di essersi risvegliati dall’incubo di vita che avevano a Mystic Falls, con nuovi problemi sempre dietro l’angolo e tristezza di aver perso qualcuno di caro.
Dopotutto poteva essere presa come una seconda possibilità. Di certo tutti si godranno quel momento di vita tranquilla, almeno finché sarebbe durato.

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