Safely, for the last time

di Mirwen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: The war comes here too ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Emily Doge ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Last year ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: The schools is starting ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Worries ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Eventful evening ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: losses ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Hogsmeade ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Non c'è bisogno di parole ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Prima di partire ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Ritornare a Casa ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Ho bisogno di te ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Buon Natale ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Sentimenti ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Capodanno ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: ritorno ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17: Moonlight ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18: Regali ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19: Voglio Vincere! ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20: Tra uova e pulcini ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21: Fiori d'Arancio ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22: Moony, Prongs, Padfoot e Wormtail ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23: 2 maggio 1978 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24: L'Ordine della Fenice ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25: MAGO ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: The war comes here too ***


Nota Introduttiva

Salve, innanzitutto chiedo perdono per le persone che seguivano the piercing love, ma dal passato di Remus e dei malandrini è uscita questa quasi spontanea... la mia idea sarebbe un ciclo che per ora ha tre storie: "Safely, for the last time", "Phoenix's flames" e la già in parte pubblicata "The piercing love". A parte "the piercing" che un pò particolare, le tre storie insieme dovrebbero narrare dei malandrini dall'ultimo anno di scuola ( "Safely, for the last time"), alla guerra ("Phoenix's flames") e concludersi con l'ultima che parla del nostro ultimo malandrino. Quindi non disperate "The piercing love" è solo momentaneamente sospesa finchè non concludo le altre due....

Beh che altro aggiungere, forse qualcuno avrà notato che ho fatto pulizia nel mio accout ora le storie vecchie e non solo sono raccolte nel blog : Another time fanfiction page

Beh spero che questa nuova storia vi piaccia perché per una volta nella mia vita sono soddisfatta di ciò che scrivo ^^

Vi lascio al primo capitolo!

Mirwen

 

 

 

Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

 

Capitolo 1: The war comes here too

 

Era stata un’estate terribile, ma finalmente la scuola iniziava; per la prima volta in vita sua, James Potter non vedeva l’ora di essere ad Hogwarts, lontano dalle preoccupazioni.

Aveva visto mezza Inghilterra passare al di fuori delle spesse lenti che portava, eppure era come se non l’avesse mai vista, come se i suoi occhi fossero rimasti incollati alla loro casa a Godric’s Hallow. Quella casa che avevano lasciato vuota da ore.

“Prongs… Prongs???...Ehi Prongs!” la voce dell’amico lo riscosse dai pensieri in cui era immerso “La prossima fermata è la nostra…” James lo fissò, era incredibile vederlo così perfettamente a suo agio. Sirius Orion Black, l’affascinante purosangue traditore della propria oscura famiglia, il bello e bastardo dagli occhi chiari e i capelli di pece, in quel momento era un perfetto babbano.

James si passò una mano sugli occhi castani, facendola poi passare istintivamente tra gli spettinati capelli neri. Quando il treno si fermò, seguì Sirius all’esterno. La stazione di King’s Cross apparve loro in tutto il suo caos: centinaia di persone si affollavano lungo i binari, babbani ignari che nascosta ai loro occhi veniva combattuta una guerra… una guerra che da quasi sei anni aveva immerso il mondo magico in uno stagnate stato di terrore.

I due ragazzi si trascinavano dietro i pesanti bauli mentre, attraversando l’intera stazione, si avviavano al binario 9 e ¾.

 

 “James! Sirius!” Quando entrarono nel loro solito scompartimento – quarto vagone, ultimo scomparto - la voce calda di Remus Lupin tradì in parte la sua preoccupazione. I due si resero subito conto delle cicatrici sul volto dell’amico. James si sentì in colpa, probabilmente anche per Remus era stata un’estate terribile. Nelle lettere Lupin aveva scritto di aver un paio di cicatrici in più nella sua collezione, ma queste… probabilmente non aveva voluto preoccuparli più di quanto non fossero già.

“Credevamo che avreste potuto perdere il treno viaggiando come babbani…” disse l’ultimo ragazzo presente, lasciandosi andare in un grosso sorriso. Peter Minus era il più piccolo dei quattro, timido ed impacciato, spesso James e Sirius si erano ritrovati a pensare cosa facesse assieme a loro, ma infondo era un amico fidato, su questo non ci pioveva. Era quell’amico sincero che si farebbe in quattro per tirarti su di morale… cercando di fare perfino cose che le sue normali capacità non permetterebbero.

“Ah… infedeli!” esclamò Sirius gonfiando il petto e buttando in malo modo la giacca sul sedile “Ho studiato babbanologia, io! Vi so smontare e rimontare una moto se è necessario!” In effetti, si trovò a pensare James, era proprio il destino che era toccato alla splendida Harley qualcosa, James non ricordava il nome esatto, che Sirius aveva ricevuto per il suo compleanno dallo zio Alphard… Aveva dovuto ascoltare per ore il suo migliore amico mentre questo gli elencava a menadito tutte le caratteristiche tecniche della moto e gli incantesimi che avrebbe voluto installarci… per James quell’argomento era peggiore dell’aritmanzia… meglio una bella scopa da corsa, accidenti!

“Si, certo…” disse scettico Lupin

“Che intenti, Remus?”

“Oh, smettetela vecchie comari!” sbottò James caricando il suo baule sulla reticella. Gli amici si zittirono all’istante, guardandolo.

“Senti Remus, quest’anno sei il prefetto del 7° corso, giusto?” chiese Potter scrutando la banchina come alla ricerca di qualcuno.

“Si…” rispose l’interessato aiutando Black a sistemare il suo baule.

“Bene, mi accompagneresti al vagone dei prefetti? Ho delle disposizioni dei professori da distribuire…” James sorrise tristemente indicando un pacco di fogli, Remus gli sorrise di rimando. Era così strano pensare che, per i prossimi nove mesi, la disciplina della scuola fosse messa anche nelle mani di James Potter, il più grande casinista che Hogwarts avesse mai visto dai tempi di Merlino… considerando il fatto che la scuola venne fondata molti anni dopo Merlino…

Quando i due chiusero la porta alle loro spalle, Sirius sospirò buttandosi sul sedile.

“Mi chiedo cosa sia passato di testa a Silente quando l’ha nominato caposcuola…”

Peter fece un’alzata di spalle: “Forse crede di metterci in riga… ci aveva già provato con Remus prefetto, no?”

“Forse… ma se ci sarà da infrangere le regole, i Malandrini le infrangeranno, sia James caposcuola oppure no…” Sirius sembrava completamente sicuro di ciò, in fondo i Malandrini erano comunque i Malandrini.

 

♦♦♦

 

“Come sta tuo padre?” chiese Remus mentre percorrevano il treno.

“I guaritori non si sbilanciano… le maledizioni scagliate dai Mangiamorte erano potenti…” James era serio, maledettamente serio, si trovò a pensare Remus, non sembrava addirittura lui.

“James, mi dispiace, davvero…”

“Figurati Moony… infondo dovevamo aspettarcelo…”Remus lo fissò “papà è un Auror ed è amico di Silente… la mamma crede che possiamo essere in pericolo anche noi… è per questo che ci ha fatto viaggiare con mezzi babbani…” seguì un attimo di silenzio “Come te le sei fatte, Moony?” chiese accennando alle cicatrici.

“Ufficialmente mi è caduta addosso l’inferriata del cancello… ufficiosamente è colpa del mio piccolo problema peloso…” spiegò con un sorriso.

“Dovremo fare qualcosa per quel tuo coniglio così aggressivo, Remus” disse ironico il moro, gli occhi ambrati di Lupin lo fissarono riconoscenti, in fondo era sempre James…

“E poi sai… Ti danno l’aria del bello e maledetto...” continuò quest’ultimo sdrammatizzando.

“Beh…maledetto di certo…” sussurrò Remus a se stesso, ringraziando il cielo che James non l’avesse sentito.

 

♦♦♦

 

I capelli rossi svolazzavano alle sue spalle mentre correva sulla piattaforma 9 e 3/4 , la figura della sua migliore amica fece capolino dal treno. Lily Evans accelerò il passo ancora un po’, quel tanto che bastava per raggiungerla nel più breve tempo possibile.

“Era ora Lily, credevo avremmo dovuto partire senza un caposcuola!” sorrise questa, aiutandola a caricare il baule a bordo.

“Ciao Enif!” disse la rossa salendo “Hai trovato uno scompartimento?” cercò di non dare peso alla preoccupazione dipinta nel volto di Enif, non era raro che figli di babbani non ritornassero dalle vacanze estive, ma lei ora lì, no?! Non c’era più nulla di cui preoccuparsi.

“No, pensavo di cercarlo insieme…” Lily guardò l’amica: i capelli castani le arrivavano quasi alla cintola e il portamento sicuro rivelava le sue nobili origini, però si trovò a pensare Lily, a volte era davvero ingenua nella sua gentilezza.

“Sarà tutto pieno oramai… ed io dovrei già essere nel vagone dei prefetti…e se è per questo anche tu…” Lily, pensò Enif, era così efficiente, non era caposcuola a tutti gli effetti che da pochi minuti che già pensava ai doveri piuttosto che a se stessa…

“Allora facciamo così…” pensò velocemente la bruna, afferrando la maniglia del baule dell’amica “io vado a cercare un posto e tu vi ad adempiere alle tue mansioni!” sorrise sinceramente

“Grazie Enif… ma non dovresti venire anche tu? Sei o no il prefetto del 7° anno?!” le ricordò Lily, già Enif aveva dimenticato quanto la sua amica fosse pignola.

“Si, ma è più importante che sia tu ad arrivare in orario… io arriverò prima che posso…” spiegò Enif con semplicità

“Grazie…” disse la rossa stampandole un bacio sulla guancia

“Figurati” le rispose, mentre l’amica spariva verso la testa del treno, nello stesso istante in cui questo cominciava a muoversi.

 

♦♦♦

 

Molti scompartimenti dopo, Enif Icecrow ne riuscì a trovare uno che sembrava non traboccare di persone o cose urlanti. Sbuffando, cercando di cacciare una lunga ciocca di capelli dagli occhi senza l’ausilio delle mani, impiegate a trascinare i bauli, con l’aiuto del gomito riuscì ad aprire la porta scorrevole.

“Ehi… ciao Eny!” la voce di Sirius Black la fece tremare, si chiese perché quel ragazzo, fin da bambini dovesse farle quell’effetto.

“Ciao Icecrow…” la salutò anche Minus, concentrata nel non rovesciare i bauli alzò lo sguardo, arrossendo lievemente nell’incrociare quello di ghiaccio di Black.

“Sirius…Peter…” salutò guardandosi attorno, era strano vederne solo due “Remus e James?” chiese mollando finalmente la presa dalla maniglia di uno dei bauli.

“Vagone prefetti, James è il nuovo caposcuola…” spiegò semplicemente Sirius

“Non ci credo…” Enif, pensò che se avesse strabuzzato gli occhi di più, li avrebbe persi.

“Lo hanno detto in molti, eppure è così…” disse lui, alzandosi… era cresciuto ancora durante l’estate, valutò Enif, in quel momento la superava di una testa, e dire che da bambini era lei la più alta.

“Siete l’unico scompartimento che abbia due posti liberi… Lily mi ucciderà ma… possiamo stare qui?” chiese tutto d’un fiato senza osservare l’espressione dei due.

“Certo…” sorrise Sirius verso l’amica d’infanzia. È difficile spiegare in breve la storia che aveva unito i due. Nati in due tra le più antiche famiglie purosangue, erano praticamente cresciuti insieme. Enif era stata l’unico raggio di sole in una tana di serpi e Sirius non si era sorpreso più di tanto quando anche lei era stata smistata al Grifondoro. Per Enif le cose erano un tantino più diverse e complicate, sapeva infatti che quello che la legava a Sirius era più di una semplice amicizia, per la quale aveva dovuto affrontare frotte di ragazzine inferocite. Nel periodo che andava dal Natale del 1° anno all’estate tra il 5° e il 6° anno in più loro due erano stati ufficialmente fidanzati, non che la cosa contasse –per lo meno per Sirius –più di tanto. Il fidanzamento era stato, ovviamente, organizzato dalle loro famiglie ed aveva visto la sua fine con la diseredazione di Sirius, ma questo ad Enif non importava… lei gli sarebbe rimasta comunque accanto, anche solo come “la migliore amica”.

“Beh credo proprio che ora dovrei raggiungerli…” disse abbandonando i bauli

“Come?” chiese Peter fissandola

“Sono il nuovo prefetto del 7° anno, dato che Lily è diventata caposcuola…” disse con un sorriso malizioso

“Silente vuole proprio che i Malandrini finiscano di fare guai eh, Sirius?” chiese l’amico preoccupato

“Sarebbe anche ora…” esclamò Enif uscendo dalla scompartimento

“Non smetteremo tanto in fretta!” le gridò dietro Sirius

“Lo so… sarebbe chiedervi troppo!” rispose lei allontanandosi.

 

♦♦♦

 

Lily camminava velocemente verso il vagone prefetti, salutando di tanto in tanto qualche faccia amica, si chiese più volte chi fosse il suo collega caposcuola, nessuno le aveva voluto dire nulla, ma non si immaginava minimamente chi l’aspettava dietro la porta scorrevole.

“Oh bene Evans! Mancavi solo tu, mia cara collega!” Lily sobbalzò, non era possibile, Silente era ammattito? Non poteva aver nominato James Potter caposcuola.

“Bene…” Potter sembrò non notare, o non voler notare, il suo smarrimento cominciando a parlare mentre lei gli si avvicinava, lanciando un’occhiata eloquente a Remus che non poté far altro che confermare l’evidenza. “Mi sembra manchi solo un dei prefetti del 7° anno del Grifondoro, giusto?” chiese guardandola

“Si, lei sta arrivando… ha detto di cominciare pure, doveva trovare posto…” disse riprendendosi dallo shock iniziale, lui annuì riprendendo il filo di un discorso che sembrava aver già preparato.

“Innanzitutto do il benvenuto ai nuovi prefetti e un salve ai vecchi, che sono sicuro siano sorpresi di vedermi qui, tanto quanto lo ero io quando ho ricevuto la spilla…” qualcuno rise, Lily non si stupì nel vedere le facce imbronciate dei Serpeverde, e non le sfuggirono nemmeno i cenni di assenso che Remus lanciava di tanto in tanto all’amico, probabilmente, si disse, il discorso l’avevano preparato insieme.

La porta dello scompartimento si aprì piano, lasciando entrare Enif, che trafelata dalla corsa, scivolò in mezzo alle persone avvicinandosi a Remus, anche James la notò, salutandola con un cenno del capo mentre si rivolgeva a Lily.

“Credo che ora dovremmo dare le disposizioni dei professori se non hai niente da aggiungere, giusto, Evans?”

“Certo…dunque…”

Lily passò la mezz’ora successiva a descrivere puntualmente i compiti dei prefetti e a distribuire gli orari delle ronde. Quando ebbe finito osservò James, non sembrava più il ragazzino arrogante, pomposo e petulante che aveva sempre disprezzato, c’era qualcosa di diverso…

“Credo di aver detto tutto…”

“Si, Evans, sei stata fantastica… come sempre” aggiunse facendole l’occhiolino. Ah ecco, pensò lei, James Potter era sempre James Potter, quindi il mondo non era impazzito…

“Bene vi auguro un buon viaggio… se ci sono problemi mi potete trovare  nell’ultimo scompartimento del 4° vagone…” concluse lui con un sorriso che strappò un paio di sospiri dalle ragazzine del 5° anno.

Lily ebbe giusto il tempo necessario per osservare quello che da quel giorno sarebbe stato il prefetto del 7° corso di Serpeverde: Severus Piton. Lui non la degnò di uno sguardo se non nel momento esatto in cui stava per uscire dalla stanza. Uno sguardo, un saluto appena accennato era tutto ciò che restava della loro amicizia.

Una decina di minuti dopo rimanevano solo i quattro Grifondoro del 7° anno. Lily stava riordinando a colpi di bacchetta il vagone, mentre James rimetteva via le disposizioni dei professori.

“Come sono andato, Remus?” chiese poi avvicinandosi all’amico con l’aria di chi ha combattuto una delle più ardue battaglie della storia.

“Bhe… per una volta hai seguito i miei consigli, per fortuna…” sorrise lui di rimando, sottolineando quel per fortuna in modo così palese da rubare un sorriso a Lily.

“Potter…” James si voltò, lei gli si era avvicinata con un sorriso, il suo cuore mancò di un battito “sono rimasta sorpresa nel sapere che Silente ha nominato te…”

“Non te lo aspettavi vero?” chiese lui riprendendo quell’aria di sfida che lei odiava tanto

“Onestamente no… mi aspettavo Remus, oppure Frank…” disse semplicemente lei “ma se Silente ti ha voluto qui ci sarà un motivo…”

Enif si guardò attorno nervosa

“E pensa che ce lo sorbiamo per tutto il viaggio…” Lily si voltò di scatto fissando l’amica

“Come? Non hai trovato degli altri posti?” chiese sconvolta, credeva di non avere ancora abbastanza sangue freddo per sopportare Potter per un intero viaggio

“Purtroppo no…” Enif guardò Remus in cerca d’aiuto

“Vedila dal lato positivo Evans, se qualche prefetto cerca un caposcuola ne troverà due…” disse semplicemente James.

 

♦♦♦

 

Il viaggio procedeva abbastanza tranquillo: Lily ed Enif chiacchieravano tranquillamente, Remus e James giocavano a scacchi, Peter stava leggendo un fumetto, mentre Sirius sfogliava distrattamente una rivista di motori babbani.

“Ma ti rendi conto! –sbottò ad un tratto Lily –Petunia pretendeva che lasciassi la scuola, lasciassi Hogwarts! “ Enif fissò l’amica con tanto d’occhi.

“Stai scherzando? E perché mai, scusa? Ma non era lei quella che ha scritto pergamene su pergamene a Silente per chiedergli di poter venire con te?”

“Diciamo che le sue idee in sette anni sono un po’ cambiate, non mi rivolge parola se non cortesemente, se potesse non mi guarderebbe… oramai mi sembra di non avere più nessuno a Spinner’s End dopo che ho litigato con lui…” disse sconsolata

“Devo dedurre che il nostro “amicone” abbia passato l’ennesima estate chiuso in casa…”

“Credo di si, non l’ho visto…” Lily si accorse dello sguardo penetrante di James puntato su di se, sarebbe stato meglio cambiare argomento

“Comunque ti dicevo Enif, la mia “dolce” sorellina si è presa la briga di parlarmi per chiedermi di non venire a scuola quest’anno, e lo sai qual è il motivo? O meglio chi è? Vernon e un paio di quei grossi damerini del Surrey!” Lily ridacchiò malignamente sottolineando la parola grossi con un gesto posto a dimostrare l’elefantesca stazza. Enif sogghignò appena, sapeva quanto Lily fosse sensibile quando si parlava di sua sorella.

“Vernon? Quel tricheco che abbiamo visto l’estate scorsa?” chiese dubbiosa

“Si, il suo fidanzato…” annuì la rossa

“Credo che lei sia un po’ invidiosa e voglia solo riaverti a casa…” le disse comprensiva

“Lo so… ma non può cancellare ciò che sono… non può cancellare il fatto che sono una strega o che sono sua sorella… io non ce la faccio… io le voglio ancora bene, nonostante lei non manchi di sottolineare quanto io sia “strana”…” sospirò tristemente, guardando il vuoto oltre il corridoio .

Enif voltò lo sguardo notando l’espressione di James, per quanto sembrasse concentrato sul suo Re finito sotto scacco, si vedeva lontano un miglio che aveva seguito ogni minima parola. La domanda le si formulò in gola prima ancora che pensasse a ciò che diceva.

“James, tuo padre come sta?” lui alzò lo sguardo dalla scacchiera fissando la compagna.

“Al San Mungo non si sbilanciano… e un mese che mia madre non si smuove di lì…”

“Che cosa è successo a tua padre, Potter?” chiese Lily. James si stupì non percependo l’intonazione acida che riservava solo a lui e occasionalmente anche a Sirius.

“Credo che le disposizioni a protezione dei figli di babbani non ti abbiano permesso di leggere la Gazzetta questa estate, vero?” Lily annuì. L’estate precedente a causa di Lord Voldemort il Ministero della Magia aveva decretato che gli abbonamenti alla Gazzetta del Profeta fossero annullati per i ragazzi che frequentavano ancora Hogwarts, specialmente se figli di babbani, durante i mesi estivi, in modo da celare le loro abitazioni.

“Mio padre –continuò Potter – è… o meglio era…”

“Un Auror… si lo so… devi averlo detto un centinaio di volte da quando ti conosco…” interruppe lei con un sorriso triste ma nello stesso tempo incoraggiante. James pensò che se non l’avesse interrotto non avrebbe continuato, ora sapeva che le interessava davvero… avrebbe potuto continuare a parlare senza ricevere una maledizione.

“Dicevo… era un Auror… circa un mese fa era di pattuglia sai… a Diagon Alley, quando dei Mangiamorte attaccarono, mio padre restò coinvolto…l’hanno ferito gravemente…” Era meglio non dirle, valutò, che l’attacco era stato lanciato, a sentir Silente, per colpire proprio suo padre e nemmeno che lui si trovava lì non per ordine del Ministero.

Lily abbassò lo sguardo, finalmente aveva capito cos’era quel velo di tristezza che velava la scintilla vivace che di solito brillava negli occhi di Potter.

“Mi dispiace…” Lo disse sinceramente a cuore aperto, sentendosi in colpa del fatto che lei si preoccupava di un bisticcio con sua sorella, a James però quelle parole fecero bene, non aveva mai sentito la sua voce rivolgersi così dolcemente verso di lui.

“Grazie…” calò il silenzio.

“Sentite… io vado a prendere qualcosa al carrello, volete qualcosa anche voi?” chiese Enif alzandosi e rompendo quel silenzio che si era andato a creare da qualche minuto.

“Se riesci prendi un paio di cioccorane per tutti…” disse Sirius, mollandole in mano un paio di galeoni

“Come mai questo slancio di generosità, signor Black?” chiese lei inarcando un sopracciglio

“Come il nostro caro Moony –accennò a Remus- si premura sempre di ricordarci, la cioccolata tira su di morale… e in questo scompartimento servirebbero un po’ di sorrisi…” spiegò senza alzare lo sguardo dalla rivista, come se fosse la cosa più banale del mondo.

Enif gli sorrise, aveva ragione. Il resto successe tutto troppo in fretta…

Un violento scossone la face cadere all’indietro e mentre le monete giravano sul pavimento, come trottole impazzite, si ritrovò stretta fra le braccia di Sirius, che spostandosi velocemente le aveva impedito di battere la testa sul porta oggetti del finestrino.

“Grazie…” balbettò, sperando che il ragazzo non notasse in rossore che le colorava le guance

“Figurati…” gli sussurrò lui a pochi centimetri dall’orecchio.

“Che cosa è stato?” chiese Peter, schiacciando il naso contro il vetro del finestrino, notando tristemente che il treno era fermo su un ponte in mezzo alla desolazione della Highlands.

“Credo qualcuno abbia tirato il freno d’emergenza…” constatò James scavalcando Sirius ed Enif e affacciandosi nel corridoio, negli scompartimenti vicini, molti lo avevano imitato.  

“Sai chi ha tirato il freno, James?” chiese la voce di Frank Paciock da quello accanto

“Non lo so… adesso andremo a controllare… Evans vieni con me?” James non riuscì a terminare la frase che una violenta esplosione scosse il treno dalla testa alla coda. Ora era chiaro: la guerra era arrivata anche lì, sull’Hogwarts Express…

 

Angolo d'autore:

Che dire... Intanto ringrazio tutti quelli che sono arrivati fin qui.... e spero che continueranno a seguirmi anche dopo.
Spero, credo sia tutto chiaro se non lo è... chiedete pure ^^
Dato che non ho una beta (la mia e scomparsa nei meandri degli impegni)... se qualcuno volesse proporsi.... lo accetterei volentieri....

Che dire grazie a tutti e al prossimo capitolo....

To be continued.... Capitolo 2: Emily Doge

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Emily Doge ***


Nota Introduttiva

Eccoci qui al secondo capitolo (come vedete a scadenza mensile). Beh spero che leggerete numerosi anche questo capitolo.

Ringrazio già adesso la mia nuova Beta, Frytti, che ha corretto questo capitolo!

Abbiamo lasciato i nostri eroi sul treno. Cosa succederà?

Leggete e lo scoprirete!

Mirwen

 

 

Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 2: Emily Doge

 

James si ritrovò catapultato nel corridoio.

Jamie… stai bene?” chiese Remus, aiutando Enif e Sirius a rimettersi in piedi nell’angusto scompartimento.

“Stavo meglio prima…” disse il moro massaggiandosi la fronte “Voi, piuttosto, state bene?” chiese in generale, ma i suoi occhi indugiarono un secondo in più su Lily.

“James credi che…” Sirius venne bruscamente interrotto da un’altra violenta scossa, questa volta proveniente dalla coda del treno. I tre ragazzi in piedi, si trovarono ammucchiati a terra nello stretto corridoio

Eny! Potter! Black! Siete interi?” chiese loro Lily alzandosi e porgendoli una mano

“Evans! Siediti!” la voce di James, sicura e preoccupata, la fece sedere, era chiaro che il ragazzo temesse una terza esplosione, ma questa non venne.

“James, tutti interi?” chiese Frank che li aveva raggiunti, dando loro un aiuto nell’alzarsi.

“Si… senti Frank, ritorna nello scompartimento e non far uscire nessuno…” gli disse il Caposcuola notando alcuni bambini del primo anno sbucare dalle porte: curiosi e spaventati.

“TORNATE TUTTI NEI VOSTRI SCOMPARTIMENTI! E GUAI A VOI SE NE USCITE!” il tono di James era perentorio, nessuno, almeno in quel vagone, avrebbe disubbidito.

Dalla coda e dalla testa del treno provenivano delle grida, più di preoccupazione che di dolore, ma erano troppo distanti per capire cosa stava succedendo.

“Sirius, Evans venite con me. Remus tu e gli altri andate verso la coda…”

“No, Potter!” disse Lily alzandosi

“Evans non è il momento per non sopportarmi!”

“Lo so che non è il momento! Non è per questo…” rispose lei sicura “ Credo solo che dovremmo andare un Caposcuola da una parte e uno dall’altra, come i Prefetti…” James la guardò: aveva ragione.

“Va bene… allora tu, Enif e Sirius andate alla coda… Remus, Peter ed io andremo alla testa…”

“Bene!”

Lily ed Enif si mossero, James prese Sirius per un braccio.

Padfoot, ti consegnerei la mia vita… vedi che non le capiti nulla…” gli sussurrò accennando a Lily, il moro annuì raggiungendo le ragazze.

 

♦♦♦

 

James guidò i due amici verso la testa del treno, oltrepassarono tre vagoni ed in ognuno di essi dovette urlare per riuscire a calmare gli studenti e a farli rientrare negli scompartimenti. Arrivati al primo, lo spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi li lasciò esterrefatti: l’ultimo scompartimento, prima del vagone Prefetti, era esploso, alcuni ragazzi feriti occupavano il corridoio.

“Chi c’era in quel scompartimento?” chiese Remus aiutando un ragazzo a rientrare nel proprio.

“Il nuovo professore di Difesa…” rispose questo. James li superò sbirciando all’interno dello scompartimento: un paio di ragazze del quarto anno erano sotto shock, tremavano come foglie. La parete del finestrino era totalmente scomparsa nell’esplosione e le ragazze erano state ferite da alcune schegge, ma nessuna di loro sembrava ferita in modo grave. James riuscì a farle muovere nel momento in cui Peter e Remus accorsero nello scompartimento.

“Rem… falle andare in uno scompartimento qui a fianco…”

“Certo James… e lui?...”

James si voltò verso ciò che non avrebbe voluto vedere. Il nuovo insegnante di Difesa giaceva a terra.

“Portale fuori…” Remus sparì assieme alle ragazze, sotto lo sguardo allucinato di Peter, James voltò l’uomo.

Il viso era coperto da una folta barba rossa, James era quasi sicuro si chiamasse Tristan McSorar, era un collega di suo padre. Il corpo e il volto dell’Auror erano coperti da tagli , come se qualcuno si fosse divertito a usare il diffindo su di lui un centinaio di volte. Sanguinava abbondantemente, ma James riuscì a sentirgli il polso, era debole… ma se qualcuno fosse riuscito a curarlo con qualche incantesimo allora… allora sarebbe stato in salvo… peccato che lui non avesse mai imparato a far sparire nemmeno un livido.  

“Peter va a chiamare la signora del carrello… l’abbiamo lasciata un paio di vagoni fa…” Peter ubbidì senza una parola, lieto di andarsene. Remus fu di nuovo accanto all’amico.

“Moony, resta con lui…”

“James dove…”

“Vado a controllare il macchinista…” spiegò uscendo e sparendo oltre il vagone Prefetti.

 

La locomotiva era ferma e silenziosa… un corpo giaceva a terra, questa volta non sentì il cuore battere… questa volta non avrebbe potuto fare nulla… probabilmente era stato ucciso senza nemmeno rendersene conto…

Una strana luce lo guidò, si affacciò all’esterno: il Marchio Nero brillava sulla coda del treno. Sentì il sangue gelare… li aveva mandati lì… fisso il Marchio ancora per un istante troppo disperato per muoversi, alcune ombre lo oscurarono volando via a cavallo di scopa.

Uscì di corsa, raggiunse Remus e Peter che assieme alla signora del carrello si prendevano cura del professore

“James, pensavo di portarlo nel vagone Prefetti se è intero…”

“Il Marchio Nero, Remus!” disse tutto d’un fiato “Sulla coda del treno! E io li ho mandati lì!”

Remus guardò la signora del carrello mentre l’amico era già sparito dal vagone

“Può portarlo lei?”

“Certo cari… ma cosa?” la signora non ottenne risposta: Remus e Peter erano già usciti.

Correvano a perdifiato, molti studenti affollavano i corridoi, quasi tutti si erano accorti del Marchio e pochi non conoscevano il suo significato.

“TORNATE NEGLI SCOMPARTIMENTI!” gridava James, senza nemmeno pensare, mentre l’ultimo vagone si avvicinava.

 

♦♦♦

 

Sirius aveva preso posto davanti alle ragazze, non avrebbe permesso che succedesse loro qualcosa, l’aveva promesso e non solo a James…

Ad ogni vagone Lily tranquillizzava la gente, la rimandava nei propri scompartimenti, la sua calma era incredibile… riusciva a calmare ogni studente e lei aveva una parola gentile per tutti…

Dopo quella che sembrò un’eternità arrivarono nell’ultimo vagone: non c’era nessuno nel corridoio, Sirius sbirciò in uno scompartimento: dei ragazzi si stringevano tra loro, i più piccoli piangevano, erano terrorizzati…

La porta d’emergenza in fondo al vagone era stata fatta saltare, il vagone bagagli era fermo alcuni metri più indietro. Solo uno scompartimento era aperto, ne uscirono tre figure incappucciate, una valutò Sirius, era senza dubbio una donna. Lei li guardò attraverso la scheletrica maschera bianca, era chiaro che non si aspettava di incontrare resistenza, alzò la bacchetta. Sirius credette di essere finito, ma l’incantesimo che lo colpì non era una maledizione bensì uno schiantesimo. Sentì il suo corpo sollevarsi e venir spinto all’indietro da una forza terribile, sentì i corpi di Lily ed Enif alle sua spalle, mentre cadeva addosso a loro, trascinandole a terra. Enif vide ondeggiare i capelli neri della donna mentre questa lasciava il treno.

Morsmordre!” gridò uno di loro, i tre ragazzi vennero illuminati dal verde acido del Marchio, sospeso nel sole del tramonto…

“Sirius stai bene?” voltandosi nel sussurrarle un “tutto bene” il ragazzo non poté non notare i suoi occhi lucidi di preoccupazione.

Lily riuscì a scavalcarli entrando nello scompartimento. Cinque bambini tra il primo e il secondo anno guardavano pietrificati il corpo di una bambina stesa a terra. Lily si portò le mani alla bocca per non gridare. Quella povera bambina, quella povera piccola bambina… era quasi sicura frequentasse il secondo anno del Grifondoro

Sirius ed Enif si voltarono di scatto sentendo la porta del vagone venir aperta con forza. Un James preoccupato fissò prima l’uno poi l’altra

“Evans?” chiese quasi senza fiato. Come se lo avesse sentito, Lily uscì: gli occhi carici di lacrime mal trattenute.

“Stai bene…” non era una domanda, ma una constatazione, James parve rilassarsi…

“Io si… ma lei…” con voce rotta indicò la bambina, James si fece spazio guardando nello scompartimento.

“Voi, fuori di qui!” ordinò ai bambini che sembrarono rendersi conto, solo in quel momento, della presenza di James.  Questi uscirono e i Malandrini li fecero entrare negli scompartimenti vicini.

“James… credi che sia…” la voce di Lily si ruppe in un singhiozzo, il ragazzo nemmeno si accorse che quella era la prima volta che lei lo chiamava per nome.

“Si…io…accidenti…” si inginocchiò accanto alla bambina togliendole i boccoli dorati dagli occhi…

“Emily…” Lily lo guardò.

“La conosci?”

“Si… più o meno… si chiama-va…Emily Doge… e la nipote di un amico di mio padre e di…” era chiaro, era per questo che lei era… “e di Silente…”

“Ma perché?” Lily sembrava sul punto di esplodere in una crisi isterica “Era solo una bambina!”

“Perché… perché sono dei pazzi Evans!” James si alzò di scatto, facendola uscire dallo scompartimento e sigillandolo dietro di lui.

“James ma cosa?” gli amici lo fissavano

“Sirius, Peter… voi state qui… non voglio che nessuno entri in questo scompartimento! Nessuno deve vedere Emily…”

“Emily?” Sirius non capiva di chi stava parlando

“La Doge… bionda, riccia… suo nonno ci ha mostrato una sua foto meno di due mesi fa…”

“Che centra Emily Doge?” chiese Peter non capendo il senso logico del discorso

“L’hanno uccisa, Peter!”

Enif trattenne un singhiozzo, asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.

Enif, manda un gufo a scuola o al ministero… meglio alla scuola io credo…”

“Si, James…” rispose lei, scendendo sul ponte, attraversando cauta quelle centinaia di metri che la separavano dal vagone bagagli.

“Remus, Evans… riuniamo i Prefetti e decidiamo cosa fare… siamo in mezzo al nulla e tra poco non si vedrà più niente…”

 

♦♦♦

 

Gli sguardi dei Prefetti lampeggiavano curiosi verso Lily e James. James fissava serio il marchio nero che nella crescente penombra aleggiava minaccioso sul treno. Lily passava in rassegna gli sguardi dei presenti, li avevano praticamente requisiti dai loro scompartimenti senza una parola.

I Prefetti di Serpeverde sembravano quelli meno preoccupati, anche se gli occhi di Regulus Black volgevano nervosamente al Marchio Nero come ad appurare fosse ancora lì. Lily si chiese se qualcuno di loro fosse a conoscenza, se qualcuno fosse d’accordo… insomma qualcuno doveva pur aver tirato il freno d’emergenza!

Enif entrò trafelata

“Fatto James! Ho mandato un gufo a Silente e un altro al dipartimento Auror…”

James si ritrovò a fissare molti occhi curiosi.

“Credo dobbiamo mettervi al corrente…” disse guardando il corpo privo di sensi del professore McSorar, la signora del carrello era riuscita a bloccare le emorragie, ma aveva perso molto sangue… la sua vita dipendeva da quanto in fretta volavano due gufi…

“Credo sia abbastanza palese il fatto che siamo stati attaccati…” cominciò James serio, Lily abbassò lo sguardo il volto di Emily tornò a riempirle la mente… non era giusto…

Uno dei Prefetti del quinto anno di Tassorosso, una ragazza dai capelli biondo scuro e le lentiggini, indicò il professore

“Volevano prendere lui?” chiese, molti annuirono pretendendo una risposta.

“Credo abbiano voluto mettere fuori gioco l’unico che avrebbe potuti fermarli… se ha fortuna però sopravvivrà… non è questo il fatto grave…” James tacque… doveva trovare le parole giuste

“Chi è morto?” Si ritrovò a fissare degli occhi chiari, così simili a quelli del suo migliore amico

“Il conducente…” rispose James a Regulus, in fondo l’avevano capito tutti, se c’era il Marchio, c’era anche un morto.

“Che cosa? Quindi siamo bloccati qui?!” chiese un ragazzo del Corvonero

“e… una bambina del Grifondoro…” concluse Lily mettendo fine alle proteste provocate da una notte all’agghiaccio.

Calò il silenzio, un silenzio pesante, in cui nessuno aveva il coraggio di fare la fatidica domanda.

“Chi?” chiese infine il Prefetto del quinto anno del Grifondoro, Lily ricordava dovesse chiamarsi Kingsley Shacklebolt.

“Emily Doge…” informò dolorosamente James. Un mormorio si diffuse nella sala.

“Ma ora il problema è un altro…”

“Che diavolo stai dicendo Potter! Una bambina è morta!” esclamò qualcuno

“Lo so benissimo!” disse James scaldandosi, certo che lo sapeva, erano loro quelli che l’avevano vista!

“Io credo che James stia suggerendo che dobbiamo organizzarci… non possiamo restare ad aspettare senza far niente…” Lily era riuscita a ristabilire in un secondo la calma nello scompartimento.

“Che idee hai, James?” doveva essere la prima a fidarsi di lui, si disse Lily, serviva ordine in quel treno e James Potter sembrava l’unico ad essere in grado di darlo.

“Pensavo che i Prefetti del quinto e del sesto anno potrebbero pattugliare i corridoi, non vorrei che qualcuno scendesse dal treno, siamo su un ponte… non voglio raccogliere altri cadaveri… e in caso trovassero qualche ferito lo portino qui: il vagone è grande e comodo e la signora del carrello si occuperà di loro…”

“E noi?” chiese Jeremy Corner, Prefetto del settimo anno del Corvonero

“Pensavo di uscire…”

“Ma non hai appena detto…” si premurò di far notare una ragazza di Serpeverde.

“ Se mi lasciate continuare, vi spiego anche il perché!” il tono di James non ammetteva repliche e che mise a tacere anche i più dubbiosi.

“Siamo su un ponte, in mezzo al nulla, al buio… saremmo facili prede…se i Mangiamorte decidessero di tornare… pensavo ci potremmo dividere: io e la Ev… Lily – doveva dimostrare che si fidava di lei, che ne aveva rispetto per conquistarne il loro- alla fine del ponte, in caso arrivi qualcuno da Hogwarts, i Prefetti sparsi sul tetto del treno e infine i due Prefetti di Serpeverde all’inizio del ponte se arrivasse qualcuno da Londra…”

Nessuno sembrava voler replicare, nemmeno Severus Piton, ben felice di stare ad un ponte di distanza da James.

“In caso di pericolo lanciate scintille rosse, in caso arrivino gli aiuti scintille dorate…” James fissò Lily, per una volta voleva il suo consenso.

“Allora andiamo?!” disse lei, mettendo in moto tutti i 24 Prefetti.

Prima di uscire James bloccò i Prefetti del Grifondoro.

“Tenete gli occhi aperti su quelli di Serpeverde… temo che qualcuno sul treno possa aver tirato il freno d’emergenza…” sussurrò in modo che Lily non lo sentisse

“Potter cosa confabuli?” chiese lei avvicinandosi

“Dicevo loro di star attenti…”

 

♦♦♦

 

La notte penetrava nelle ossa mentre camminavano verso la fine del ponte, il vento soffiava e Lily si strinse tra le spalle del suo maglione.

“Freddo?” chiese James al suo fianco, fissando il buio davanti a loro.

“Un po’…” rispose lei tenendo la bacchetta sollevata a illuminare i binari sotto i suoi piedi.

“Vuoi la mia giacca?”

“No Potter, non serve…” non finì nemmeno di parlare che lui le mise la sua giacca sulle spalle

“Io avevo caldo…” spiegò con semplicità. Lily benedisse il buio che nascondeva il suo sorriso.

Camminarono in silenzio, James la precedeva di qualche passo, la bacchetta accesa, pronto a scattare al minimo segno di pericolo.

“Sai Potter, ho capito perché Silente ti ha nominato Caposcuola…”

“Davvero? Io ancora no…” sorrise lui, lei ridacchiò.

“Riesci a mantenere la calma anche in una situazione così… credo che Silente avesse presagito un anno alquanto duro…” disse tristemente

“Non ho mantenuto la calma… ho semplicemente pensato che nessuno dovesse farsi male…”

“Ma sei riuscito ad organizzare tutto… la gente ti ascolta, un po’ perché ti teme, un po’ perché ti adora, ti hanno ascoltato…” disse sorpresa delle sue stesse parole… quanti si sarebbero fatti male se James non li avesse tenuti negli scompartimenti

“Beh e di te si fidano e ti ascoltano…” disse lui

“Se tu non avessi preso in mano le redini della situazione io mi sarei bloccata e non avrei mosso un muscolo…”

“Non ci credo… non li avresti lasciati da soli… sei un leone tu!”

“Grazie Potter…” sorrise tristemente lei.

 

♦♦♦

 

Erano passate un paio d’ore e chissà quanto ci sarebbe ancora voluto perché i soccorsi giungessero, dovevano essere più o meno a due terzi del percorso, valutò Enif, fissando l’oscurità tinta di verde che aleggiava sopra il treno. Metteva i brividi…

“Enif, attenta lì c’è il bordo…”

“Grazie, Remus… senti quanto credi fossimo distanti da Hogwarts, quando ci hanno attaccato? “

“Credo dovessero mancare più o meno due ore e mezza…”

“Circa il tempo che è passato da quando ho mandato il gufo…”

“Già…”

Rimasero in silenzio mentre superavano i Prefetti di Tassorosso diretti alla testa del treno.

Enif guardò il volto dell’amico, solo in quel momento, con la luce aspra del Marchio sopra le loro teste, si accorse delle ombre che rigavano il suo volto.

“Ma sono cicatrici quelle?”

Remus rimase in silenzio, facendo un cenno del capo.

“Che diavolo ti è successo?” La voce di Enif era tremula “Sirius non mi ha detto niente questa estate… per lasciarti quei segni… devi esserti fatto…”

“Sirius non ti ha detto nulla perché non lo sapeva neanche lui… sai non vado a vantarmi di essermi tirato addosso l’inferiata del cancello…” ridacchiò lui.

“Avrebbero potuto togliertele con un incantesimo…”

“Mia madre è negata in queste cose… ed ora è passato troppo tempo…”Fu Enif a sorridere in quel momento

“Dimentichi che ad Hogwarts abbiamo Madama Chips e Silente! Sono sicura te le potrebbero togliere in un secondo!”

Le sorrise di rimando

“Si notano tanto?”

“No dai…io me ne sono accorta per via della luce… beh credo se uno ti guarda bene se ne accorge… ma…”

“Allora credo me le terrò…”

“Vuoi affascinare qualche ragazzina dicendo di aver affrontato un Lupo Mannaro al posto di un’inferriata?” Remus ringraziò l’oscurità che aveva nascosto la sua faccia alle parole “lupo mannaro”.

“Beh… io non sono Sirius sai… questo è il genere di cose che farebbe lui…” Lei ridacchiò fissando tristemente una scarpa

“A me farebbe piacere che lui si vantasse con me…” Remus notò di aver toccato un tasto dolente, era da quasi un’anno a conoscenza del problema della compagna, da quando Lily gliene aveva parlato per chiedergli se in futuro Sirius avesse tollerato una storia seria.

“Ti farebbe solo male… non vuole fartelo…” 

“Fa male comunque…”

“Ehi Lupin! Icecrow! Guardate! Avete Visto! Scintille dorate! Da Potter ed Evans!” si sentirono chiamare dal Prefetto di Tassorosso alle loro spalle. Finalmente qualcuno era giunto a portarli a casa.

 

♦♦♦

 

L’ombra si avvicinava a passo sicuro, James sentì Lily farsi più vicina a lui, in un altro momento ne sarebbe stato contento.

“James?! Signorina Evans?!” quella voce l’avrebbero riconusciuta fra mille

“Professor Silente!”

 

♦♦♦

 

“Mi congratulo con tutti voi per la calma che siete riusciti a ristabilire, ora vi prego di ritornare tutti nei vostri scompartimenti e lasciar fare a me…” tutti i Prefetti fissaroso Albus Silente sollevati, non avevano più nulla da temere

“Professore, dobbiamo andare anche noi?”

“Si, signorina Evans… avete passato tutti dei momentacci… credo abbiate bisogno di riposare e magari di mangiare qualcosa…” Il sorriso di Silente fu la cosa più dolce che Lily vide in tutta quella giornata.

“Professor Silente nel mio carello non è rimasto molto…”fece notare l’inserviente

“Non preoccuparti Helga, ci ho già pensato io… ora andate su…”

“Ma i vagoni danneggiati…”Mentre i studenti uscivano dal vagone, James insistette

“Come ho detto, James, ho già pensato a tutto… forza andate tutti a riposare e con tutti intendo anche il signor Black e il signor Minus che sono fuori dallo scompartimento 64…” Remus annuì.

Lily fece per andarsene, ma James sembrava non volersi schiodare da lì.

“C’è ancora qualcosa che vorresti sapere, James?”

“È successo perché il signor Doge è suo amico? Perché combattete i Mangiamorte? Perché combattete Lui?” Remus ed Enif si fissarono, per fortuna erano usciti tutti a parte loro.

“Conosci la risposta meglio di me, James…” Potter tremava di rabbia, i pugni stretti sulle ginocchia.

“Ma Emily che centrava? Aveva solo 12 anni!”

“Credo che su questo argomento abbiamo già parlato abbastanza il giorno dell’attacco a Charlus…”

“Non è giusto…”

“Sono d’accordo con te James, ma crucciarsi ora è inutile… andate a riposarvi….”

James alzò lo sguardo sul professore incrociando i suoi occhi azzurri “Li prenderete, vero signore?”

“Faremo il possibile, James…”

Solo allora Potter si alzò e si diresse verso gli amici, sulla porta però si fermò di nuovo lanciando un’occhiata al professor McSorar, disteso inerte su dei sedili

“Si salverà vero?”

“Si, si salverà…”

 

♦♦♦

 

Stavano mangiando in silenzio le porzioni che erano state mandate da Hogwarts. Nessuno osava parlare, ora che erano al sicuro sembrava  che nessuno volesse ricordare.

Lily seduta di fronte ad Enif, tra James e Remus, si disse che se qualcuno, temo prima, le avesse divinato quella giornata gli avrebbe di certo sputato in un occhio. Eppure era tutto successo realmente.

“Evans lo mangi quello?” si trovò a fissare gli occhi castani di Potter che chiedeva supplicanti l’ultimo involtino di spinaci

“Prendi pure… non ho fame…”

Nello stesso istante la porta dello scompartimento si aprì, Albus Silente apparve nel suo abito blu notte.

“Volevo vedere se va tutto bene…”

“Si grazie professore…”

“Non lasciatevi soprafarre dal dolore… ce ne sarà ancora molto in futuro…” così dicendo se ne andò lasciandoli a fissare la porta vuota.

“Certo che resta sempre un punto di domanda dove passa lui…” commentò Sirius, facendo scappare un sorriso ai compagni.

 

Non appena i piatti si furono vuotati questi sparirono lasciando posto a delle soffici coperte. Solo in quel momento Lily si ricordò della giacca che ancora indossava. Se la tolse porgendola al suo legittimo proprietario.

“Grazie, Potter…”

“Figurati, Evans…”

Mezz’ora dopo nello scompartimento era calato il silenzio di Morfeo. Enif sospinta dagli scossoni del treno era crollata su Sirius e appena Lily si fu addormentata, James l’appoggiò a lui in modo che stesse più comoda.

 

 ♦♦♦

 

Quando la porta dello scompartimento si aprì, Sirius e Remus furono gli unici a svegliarsi, Silente comunicò loro che in meno di mezz’ora sarebbero arrivati ad Hogwarts.

EnifEnif…” Sirius scosse leggermente la ragazza che per tutta risposta tirò un braccio sopra la testa, la mano sfiorò la guancia di Sirius, qualcosa di freddo colpì il suo labbro.

Porta ancora l’anello… si ritrovò a pensare mentre, senza conoscerne il motivo, la svegliava con un sorriso dipinto sul volto.

“Buonasera dormigliona! Siamo quasi arrivati!”

Trovarsi davanti il sorriso di Sirius appena sveglia era la cosa più bella che potesse accaderle… chissà perché sorrideva poi?!

“Sveglio gli altri? Quanto manca?” chiese stropicciandosi gli occhi con una mano.

“Poco meno di mezz’ora… sveglia Pet dai…”

“Peter… forza siamo arrivati…” Remus dal canto suo scuoteva James cercando di non svegliare Lily. Se l’ordine sarebbe stato l’opposto Remus era quasi sicuro che entro l’alba non avrebbe avuto più un migliore amico.

 

♦♦♦

 

Mezz’ora dopo le ombre delle case di Hogsmeade si resero visibili al di fuori dei finestrini. Al binario c’erano alcune persone, probabilmente agenti del ministero, ma in quel istante i ragazzi volevano solo andare a dormire. Le carrozze sfilarono lente verso la scuola: ombre nere su uno sfondo nero… Lily non si spaventò nemmeno nel vedere i Trestral… fu solo sorpresa, se li era immaginati diversi… Silente sparì appena sceso assieme ai bambini del primo anno e tutti furono felici di ritrovarsi nei loro dormitori.

In quella stanza che sapeva di casa, in un luogo dove nulla avrebbe potuto colpirli.

 

 

Angolo d'autore:

Che ve ne pare… Emily Doge è mia pura invenzione, non so se il signor Elphias Doge abbia avuto figlie e quindi qualche nipote… ma ho pensato che essendo amico di Silente e membro dell’Ordine della Fenice la sua famiglia potesse essere rimasta coinvolta.

Ma ora passiamo ai ringraziamenti!!! Ringrazio innanzitutto la mia Beta (che riceverà presto il terzo capitolo ;P), e le persone che hanno aggiunto questa storia nei preferiti (Frytty, alice brendon cullen, germana, sihu, e anche ramoso4ever95) ed ora passiamo ai commenti!

ramoso4ever95: I dispiaceri di James come vedi sono appena all’inizio, ma speriamo che presto Lily gli risollevi il morale ;P

Frytty: grazie per esserti offerta e per aver collaborato a questo capitolo, e anche per i prossimi, come vedi ho corretto tutto ;P

cassandra 287: Bhe spero di trattarli bene (nel limite del possibile… siamo pur sempre in guerra!) Di Enif che te ne pare? Alla fine cosa pensa Sirius di lei? Boh… non lo so… dovrei chiederglielo… ma potrebbe affatturarmi… Sirius tiene per se gran parte dei suoi sentimenti e a volte anche nascosti a se stesso.

Spero di ritrovarvi tutti e anche di più in queste speriamo numerose recensioni ;P

 

To be continued.... Capitolo 3: Last year

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Last year ***


Nota Introduttiva

Eccoci qui a questo terzo capitolo. Beh spero che leggerete numerosi anche questo capitolo.

Ringrazio tantissimo Frytti, che ha corretto questo capitolo in tempo per oggi nonostante gli impegni(sei un angelo!)!

Vi lascio a questo capitolo un po’ “burocratico” ;P Perché? Beh leggete e lo scoprirete ^^

Mirwen

 

Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 3: Last year

 

Era strano svegliarsi tardi il primo giorno di scuola, ma quell’anno, quel loro ultimo anno nessuno li avrebbe rimproverati per questo, ma c’era qualcuno che di stare a letto proprio non voleva sentir ragioni.

Enif si alzò in punta di piedi: Lily e le altre due ragazze stavano ancora dormendo, ma lei proprio non ce la faceva a dormire dopo le 9 di mattina. Infilò in silenzio il bagno, fissando il  suo riflesso. Realizzò solo in quel momento che quella era l’ultima prima mattina. Chissà dove si sarebbe trovata esattamente un anno dopo, pensò che forse era meglio non pensarci.

Ritornata nel dormitorio piegò con cura il suo pigiama, fissando con malinconia le tende del letto a baldacchino, sfiorandole appena.

“Non devi mica lasciarle oggi…” la sorprese la voce di Lily

“Sei sveglia…”

“Già… dammi un minuto e scendiamo insieme va bene?”

“Certo” le sorrise Enif vedendola scomparire in bagno.

♦♦♦

“Hai dormito qualcosa?” Remus si sedette sul suo letto riscuotendo James dalla piega scomposta delle coperte.

“No…tu?”

“Figurati…. Sirius?”

“Se parlaste di meno…” bofonchiò quest’ultimo alzandosi a sedere e fissando i due amici seduti sul letto accanto al proprio.

“Dato che noi siamo svegli…” disse sporgendosi dal letto, allungandosi fintanto da riuscire ad assestare un pugno al cumulo di coperte sotto il quale ci sarebbe dovuto essere Peter.

“Wormy! Sveglia!”

“Che ore sono?” chiese una voce assonnata da sotto le coperte

“Le 9…” rispose Remus fissando l’orologio sul comodino di Potter.

La faccia assonnata di Peter sbucò dalle coperte

“Devo proprio alzarmi?”

Sirius lo fissò sorridendo

“Se non vuoi pagare penitenza…” si alzò di scatto “Chi arriva ultimo in bagno è un Serpeverde strisciante!” urlò saltando giù dal letto e infilandosi in bagno. I tre si fissarono, mentre un seccato Frank Paciock tirava un cuscino dietro la porta del bagno…

“Certo che non si può mai dormire in pace con voi…” disse con voce impastata rigirandosi su un fianco e ributtandosi a dormire. Gli altri tre sorrisero, in fondo lì non era cambiato nulla.

Sospirando i tre malandrini si alzarono raggiungendo il compare in bagno.

♦♦♦

“Signorina Evans giusto lei cercavo…” la voce della McGrannitt la sorprese appena messo piede in sala comune.

“Buongiorno professoressa…” rispose seguita da Enif

“Buongiorno anche a lei signorina Icecrow…” sorrise dolcemente la McGrannit

“’Giorno professoressa…”

“Due ottime collaboratrici direi… data l’ora…” Enif e Lily si scambiarono un’occhiata “mi chiedevo se mi fareste il favore di svegliare il dormitorio devo parlare a tutti… ed è anche piuttosto urgente… vanno bene anche in pigiama…” sorrise alle facce delle ragazze.

“È per stanotte?” chiese Lily in un soffio

“Si e no, signorina Evans… ora andate a svegliarli vi prego…”

Lily si incamminò verso il dormitorio delle ragazze, lanciando un’occhiata profonda ad Enif che arrossì

“Professoressa devo andare a svegliare anche i ragazzi?” chiese la bruna indicando la rampa di scale alla sua destra

“Ma certo, signorina Icecrow, mi auguro le basti svegliare il Caposcuola o uno dei Prefetti comunque…” nel tono della McGrannit c’era una nota di urgenza che fece fare ad Enif a due a due i gradini che portavano ai dormitori maschili, ma che non le impedì di fermarsi impacciata davanti alla porta di quello del settimo anno.

♦♦♦

Sirius si muoveva per la stanza in mutante, dirigendosi verso il baule di James.

“Hai tu la mia divisa James?” chiese aprendolo con poca grazia

“No, l’ho infilata nel tuo baule…”

“Hai già perso la divisa in giro, Paddy?” chiese Remus uscendo dal bagno

“Va bene, ho capito….” Sbuffò Frank emergendo dalle coperte “…devo alzarmi anch’io…”

In quel momento qualcuno bussò alla porta

“Questo dev’essere qualcuno del secondo anno che è stato svegliato dal vostro casino…” bofonchiò Samuel Colfer, ultimo occupante del dormitorio, alzandosi stancamente e filando in bagno seccato.

Sirius convinto andò ad aprire.

“Enif!”

“Sirius, la McG vuole l’intero dormitorio in sa…” la ragazza arrossì di colpo notando l’abbigliamento alquanto povero di messer Black “mettiti addosso qualcosa cavolo!” esclamò poi voltandosi

“Dai Eny… vuoi dirmi che non mi hai mai visto in mutande… facevamo anche il bagno insieme da bambini…”

Enif non rispose, fissando le scale imbarazzata, per sua fortuna Remus venne in suo soccorso, spinse da parte Sirius con un “Va a cercare la tua divisa, scalmanato!” poi si rivolse ad Icecrow con un sorriso.

“Dicevi?”

“Oh Remus…. Grazie… La McG vuole tutto il dormitorio di sotto il più presto possibile, ha detto anche in pigiama se è necessario… io… ve l’ho detto… e dato che non voglio ripetere l’esperienza di poco fa… potete svegliare voi gli altri ragazzi?” chiese cercando di non guardare Sirius che si vestiva all’interno della stanza.

“Certo, non preoccuparti, ora me ne occupo io…”

♦♦♦

Meno di un quarto d’ora dopo, tutta la casa Grifondoro era stipata in Sala Comune, Minerva McGrannit era in piedi in mezzo a loro

“Vi ringrazio per la velocità in cui vi siete radunati qui… - guardò alcuni ragazzi che sfoggiavano dei vistosi pigiami- devo dirvi alcune cose… innanzitutto… dati gli avvenimenti di ieri, il banchetto e la cerimonia dello smistamento saranno svolti oggi a pranzo…”

“Scusi professoressa?” chiese una ragazza del quarto anno “Mio fratello e tutti quelli del primo anno dove sono?”

“Sono stati sistemati in un aula per questa notte…” disse con uno sguardo che fece si che nessun altro osasse interromperla. “Oggi avrete quindi la giornata libera.” Si levò un mormorio compiaciuto “Comunque… il fatto grave è che molti di voi dovranno fare quattro chiacchiere con gli agenti del ministero che sono giunti in nottata…”

“Ma noi che centriamo?!” chiese un bambino del secondo anno, abbastanza sconvolto già di per se

“Mi dispiace doverlo ammettere, signor Carter, ma qualcuno ha tirato il freno a mano sul treno…”

“Con tutto il rispetto, professoressa…” si azzardò a parlare James “Non credo che nessun studente di Hogwarts abbia potuto consegnare ai Mangiamorte un suo compagno…” nonostante lui stesso avesse provato forti dubbi, non poteva credere che ragazzi come lui o più piccoli di lui si aggirassero già tra le file dei Mangiamorte e meditasse piani omicidi.

“Lo spero, Potter. Lo spero con tutto il cuore, ma questo non toglie che il ministero voglia controllare…”

Un mormorio nervoso si diffuse nella sala

“Professoressa?” chiese dal suo metro e cinquanta il Prefetto del quinto anno Rosy Chricton “chi dovrà essere interrogato?”

La McGrannit li guardò tutti, uno per uno…

“Non lo so… gli Auror hanno detto che ci daranno disposizioni durante il banchetto…di certo gli occupanti degli scompartimenti attaccati” gli occhi castani di Minerva McGrannit indugiarono su Susanne Daniels, un grosso cerotto sulla guancia, lei e la gemella Amanda di Tassorosso erano nel vagone di McSorar.

 

♦♦♦

 

Quando, nelle loro divise, sfilarono nella Sala Grande tutti gli studenti della scuola notarono subito la presenza degli Auror del ministero al tavolo degli insegnati.

Silente si alzò non appena si furono seduti.

“Miei cari ragazzi, buongiorno! So che sarete affamati, stanchi e avrete voglia solamente di godere di questo bel sole che splende sulle nostre teste, ma devo tediarvi con alcune formalità che davvero non possono più attendere…” fece un cenno a Minerva McGrannit che in fondo alla sala fece entrare i bambini del primo anno. Molti tremavano, altri sembravano sul punto di svenire, qualcuno era sospinto avanti dai compagni.

Lily li fissò uno ad uno, le sembrava passata un eternità dal suo smistamento il giorno in cui era stata, con sua grande tristezza, separata dal suo unico, allora, amico. Si ricordò la sua felicità, la sua tensione, ma quelle facce preoccupate avevano poco a che fare con lo smistamento si disse…

“Lily… guarda che facce poverini…” le sussurrò Enif all’orecchio “non avranno dormito un solo secondo…”

“Non li posso biasimare… erano terrorizzati…”

Mentre lo smistamento cominciava e James fissava il primo bambino, un certo Geller Adeas  venir smistato a Tassorosso, si sentì osservato. Voltò lo sguardo di scatto, Sirius lo fissò

“Che c’è?”

“Niente, è solo che…” lasciò la frase in sospeso fissando il tavolo degli insegnati, dove un occhio blu elettrico lo fisso intensamente “Malocchio…”

“Chi ti ha fatto il malocchio? Devo schiantare Mocciosus al primo giorno?” chiese Sirius.

“No… no… guarda tra gli Auror c’è Alastor Moody…”

“Poverini… non vorrei essere in quei bambini del primo anno quando saranno interrogati da lui…”

“Sirius, è probabile che anche noi saremo interrogati da loro…” sussurrò Remus che aveva ascoltato i loro discorsi, Sirius non potè ribattere poiché in quel momento Cottermole Sophie venne assegnata al Grifondoro.

Lily fece spazio alla bambina che le si sedette accanto, lanciandole un sorriso incoraggiante, aveva ancora quel sorriso stampato in faccia quando alzò lo sguardo trovandosi a guardare James Potter.

“Che c’è?” Sillabò, James scrollò le spalle

“Un altro dei nostri…” esclamò Enif sorridendo, facendo spazio ad un bambino di nome Bernard Corter.

Lo smistamento non durò a lungo, in quel periodo, molti figli di maghi restavano a studiare a casa con i loro genitori.

Alla fine Silente si alzò

“Do il benvenuto a tutti e 29 i nuovi studenti… ora però dovrei parlarvi di alcune cose che il nostro delizioso banchetto avrebbe potuto far passare in secondo piano.” Nella sala grande calò un silenzio innaturale, sembrava che tutti fossero scomparsi e Silente parlasse al vuoto “Non nasconderò che i fatti avvenuti ieri sul treno non  siano gravi, anzi temo siano tra gli eventi più gravi accaduti in questi anni… nessuno poteva pensare fin’ora che potessero attaccare così al cuore del mondo magico… attaccare voi giovani… attaccare il futuro.

“Nonostante tutto… sono profondamente orgoglioso del comportamento che tutti voi avete mantenuto sul treno, soprattutto di quello dei Prefetti e dei Capiscuola, pochi sarebbero riusciti a mantenere la calma in una situazione simile.” Un applauso corse attraverso la sala, gli sguardi di tutti volarono verso Lily e James, per la prima volta in vita sua James avrebbe voluto scomparire. Silente fece un gesto e tornò il silenzio

“Domenica 4 settembre, si svolgerà il funerale di Emily Doge… anche se noi non potremo parteciparvi di persona penso che vi parteciperemo con il pensiero. Emily, non dovete dimenticare, non era solamente una Grifondoro, lei era parte di questa scuola, avrebbe potuto succedere a chiunque di voi, sia che vestiate le insegne di Grifondoro che di Serpeverde, di Corvonero o di Tassorosso.

“Un’ultima cosa… ciò che abbiamo visto temo sia solo la punta di un immenso iceberg, ci aspettano tempi oscuri, MA non dovete disperare… dovete trovare la luce nell’oscurità… continuate a stare uniti e solidali come avete dimostrato di essere ieri e nessuno potrà fermarvi… non lasciate che la paura si ponga tra voi e i vostri amici… ricordate: non siete mai da soli… dev’esser questa la nostra forza. “ Silente sorrise “Ed ora dateci dentro!”

I piatti si riempirono di pietanze. Sirius guardò il succo di zucca davanti a lui, si riempì il calice alzandosi, l’intera scuola si voltò verso di lui. Sorrise appena agli amici che lo guardavano dubbiosi. Alzò le sopraciglia con fare eloquente a James e lui capì, si alzò levando il calice.

“Ad Emily Doge! Nostra sorella!” tuonarono insieme, l’intera casa di Grifondoro li imitò e ben presto l’intera scuola si unì a loro, solo alcuni Serpeverde si astennero. Gli occhi di Malocchio Moody fissarono proprio quei pochi ragazzi.

♦♦♦

 

Conclusosi il banchetto Silente si alzò di nuovo dopo aver parlato a lungo con i due Auror seduti accanto a lui

“Miei cari ragazzi, non vorrei tediarvi ancora di più, ma mentre la professoressa McGrannit vi distribuirà gli orari delle lezioni, il capo dipartimento, il signor Crouch e gli Auror del ministero desiderano scambiare quattro parole con voi, useranno la sala trofei alle nostre spalle, vi prego di venire non appena sentirete il vostro nome”

Un uomo diritto si alzò, la bocca nascosta da dei baffetti a spazzolino si mosse lentamente

“Daniels Susanne… si prepari poi Daniels Amanda…”

Le due ragazze si alzarono, identiche per aspetto le identificava solamente la divisa rosso-oro per Susanne e nero-gialla per Amanda. Susanne lanciò uno sguardo preoccupato al professor Silente seguendo gli Auror nella stanza accanto.

Molti studenti si alzarono, i professori lasciarono la sala, a parte un paio che si erano presi l’incarico di annunciare gli interrogati, i Prefetti del quinto anno accompagnarono gli studenti del primo nei dormitori.

“Hanno cominciato con le ragazze del vagone di McSorar…” notò Remus “Credete che dovremmo restare in zona?”

“Credo di si… tu che dici Evans?” chiese James a Lily che aveva appena salutato un bambino del primo anno che raggiungeva i compagni più avanti.

“Credo anche io che dovremmo restare qui…”

Passo mezz’ora e Susanne non era ancora uscita, una ragazza del quarto anno si avvicinò a loro, era della squadra di Quidditch.

“Ciao” salutò sedendosi tra James e un paio di compagni di squadra

“Doris…” ricambiò

“Chi è il capitano quest’anno? Non ti hanno dato anche quella carica vero?” chiese tanto per parlare

“Colfer… il capitano è lui…- indicando il ragazzo dietro di lei che per tutta risposta sfoggiò un sorrisone compiaciuto - tuo fratello è stato a smistato a Corvonero giusto?!” chiese James senza in realtà essere interessato, gli occhi di quelli che erano rimasti nella sala, fissavano la porta della Sala Trofei

“Si… anzi eccolo qui! Lucas!” il bambino arrivò loro incontro con uno sguardo preoccupato

“Dody! Ma non usano le maledizioni vero?!” chiese tutto d’un fiato il bambino fissando la porta anche lui. Tutti quelli che lo sentirono si voltarono

“No… io… non credo… insomma sono Auror… loro ci difendono…” balbettò la sorella lanciando uno sguardo attorno in ricerca di aiuto

“Chi te l'ha detta questa stupidaggine?” chiese Lily dolce guardando Doris sorpresa

“Quel ragazzo laggiù…” disse indicando il tavolo dei Serpeverde. Lily seguì la sua indicazione: Regulus Black era seduto scompostamente sulla panca, Violetta Rosier, Prefetto di Serpeverde sedeva al suo fianco.

“Black…” sibilò Lily verso Sirius, lui la guardò seccato, alzando gli occhi dalla scacchiera dove Enif era riuscita a mangiargli la torre “Dì a tuo fratello di darsi una calmata, sta spaventando i bambini…” Sirius lanciò un’occhiata a Regulus, alzò le spalle.

“Per quel che mi riguarda ho un solo fratello e si chiama James Potter… perché non vai a dirgli tu qualcosa Evans? Sei o no la Caposcuola?!”

Lily aprì la bocca per ribattere ma si bloccò.

“Amanda Daniels, si prepari Lilian Dallas…” la voce della vecchia professoressa di Antiche Rune, si diffuse in tutto il castello e mentre Susanne si avvicinava al tavolo dei Grifondoro con aria sconvolta, una bambina del secondo anno dei Tassorosso entrò tremando nella sala avvicinandosi al tavolo insegnanti.

“Come è andata Susy?” chiese Doris, seguita dagli occhi curiosi dei compagni. Susanne scosse la testa, James la fissò.

“Incredibile, uno di loro parla come se tra noi ci fosse qualche Mangiamorte ma un altro è convinto del contrario… credono che qualcuno abbia potuto davvero tirare il freno a mano… mi hanno chiesto se conosco qualcuno in grado di farlo… gli ho dato qualche nome di Serpeverde… infondo erano i più tranquilli… non so davvero… ma d’altro canto mi hanno fatto un sacco di domande sul macchinista….” scosse la testa, fece cenno a Doris di seguirla e sparirono dalla sala.

James lanciò uno sguardo verso il tavolo dei Serpeverde: Regulus stava ancora parlando… ricordava gli sguardi preoccupati verso il Marchio, era stato lui a chiedere chi fosse morto, che fosse...? No, se lo tolse dalla mente subito… il fratello di Sirius non poteva essere un assassino, antipatico, Serpeverde, magari anche bastardo…ma assassino?!

♦♦♦

 

Aspettarono ore in Sala Grande, i Serpeverde conclusero in fretta i loro interrogatori, Sirius restò sorpreso e allibito dal sorriso di vittoria che gli aveva lanciato Regulus una volta uscito. Anche nella sua mente, solo per un istante si formò l’immagine di Regulus, in piedi davanti al finestrino che tirava il freno a mano. Si riscosse solo quando la voce del professore di Babbanologia tuonò il nome “Fox Johanne, si prepari James Potter!” cancellò quella visione, Regulus non era un Mangiamorte, aveva solo sedici anni…

“Jamie…” per un attimo Sirius fu tentato di chiedere il parere di James, ma quando l’amico lo fisso serio, aveva già cambiato idea “no…niente…”

“Sir…” Enif anche lei persa nei suoi pensieri da quando avevano finito la partita a scacchi lo guardò corrucciata.

“Dimmi Eny…”

“Sai se Bellatrix… no lascia stare…” Sirius la guardò, tutti e cinque i suoi amici la guardarono

“Bella?”Sirius corrugò le sopraciglia, cosa c'entrava sua cugina in quel momento?

“E solo che… insomma la tipa che ti ha schiantato… aveva i capelli come i suoi… e anche il modo di correre…” Sirius si stupì ancora una volta di come Enif riuscisse a ricordare i dettagli, ricordava perfino come correva Bellatrix e dire che non la vedevano da anni.

“Non mi stupirei se fosse stata davvero lei…” si trovò ad ammettere Sirius ma non poterono continuare la discussione perchè dal tavolo dei professori si alzò quell’ormai famigliare richiamo.

“James Potter… si prepari Lily Evans…” James varcò la porta della Sala Trofei risoluto. Bartemius Crouch era seduto su una scrivania fatta apparire per l’occasione, Alastor Moody era in piedi assieme ad altri due Auror.

“Benvenuto signor Potter…” disse sbrigativo Crouch facendogli cenno di sedersi

“Signor Crouch…” salutò lui sedendosi

“Mi racconti signor Potter, cos’è successo ieri sul treno?” James sentì lo sguardo di Moody sulla sua nuca, gli altri due Auror, si rese conto, erano ai suoi fianchi, strategia psicologica, si disse mi hanno circondato per farmi capire che non ho dove scappare… interessante

“Beh stavamo viaggiando tranquilli quando il treno si è fermato, e poi ci sono state due esplosioni…” James non aveva alcuna voglia di perdere altro tempo, sapeva bene che gli altri compagni avevano raccontato la stessa storia…

“Lei è Caposcuola non è vero signor Potter?” Crouch nemmeno lo guardava, fissava le carte sparse sulla scrivania

“Si, signore…”

“Cos’ha fatto allora?”

“Ho pensato che nessuno dovesse farsi male… ho ordinato a tutti di stare negli scompartimenti”

“Non ha pensato di evacuare il treno? Sarebbe stato più sicuro per gli studenti lasciare il treno non trova?”

“Eravamo su un ponte…”

“Avrebbero potuto far saltare il treno e tutti i suoi compagni sarebbero rimasti coinvolti” James era senza parole

“Non ci ho pensato…” rispose semplicemente, era assurdo farli scendere

“Signor Potter mi dica, poi cosa ha fatto?” continuò Crouch

“Ho preso i miei amici, ci siamo divisi, siamo andati un gruppo verso la testa del treno e uno verso la coda…”

“Lei dove è andato signor Potter?”

“Verso la testa… ho trovato il professor McSorar, lo ho affidato alla signora del carrello e ai miei amici e sono andato alla locomotiva…”

“C’era qualcuno?”

“Il macchinista… morto…” gli Auror affianco a lui si mossero nervosamente

“Si, alcuni studenti sono convinti che il macchinista sia morto…”

“È morto…” esclamò James convinto “sono capace di capire se una persona è morta o no… “

“Non ne dubito signor Potter, ma il corpo non è stato trovato, voi siete gli ultimi e nessuno ha tirato il freno, ergo probabilmente il macchinista stesso era un Mangiamorte…”

James si sentì sollevato, allora non era stato alcun ragazzo, ma il macchinista era morto… lui aveva visto il suo cadavere.

“Ma il macchinista era morto… io…”

“Signor Potter, perché è convinto che uno dei suoi compagni sia un Mangiamorte?” chiese Crouch con tono irritato

“Io non sono convinto di questo! Ma…”

“Qualcuno era con lei quando ha visto il presunto cadavere del macchinista?”

“No… ma”

“Nessuno ha controllato dopo di lei?”

“Non credo… ma…”

“Bene, può andare Signor Potter…” Crouch fece un cenno con la mano. James lo guardò esterrefatto.

“Perché?”

Per la prima volta Crouch alzò lo sguardo su James, dubbioso

“Perché ci sta ancora a sentire se ha già la sua versione dei fatti?” chiese James, Moody gli si avvicinò, gli appoggiò una mano sulla spalla.

“Andiamo ragazzo…”

Salendo le scale che riportavano alla Sala Grande, James fissò Moody.

“Perché?”

“Ti riferisci a Barty? Lascia che creda ciò che vuole… “

“Ma… il macchinista era morto, io l'ho ho visto!”

“Ti credo, ragazzo…” lo lasciò davanti alla porta “Manda i miei saluti a tua madre”

Mentre il professore chiamava Lily, James la fissò, lei gli sorrise sparendo con Malocchio.

Che diavolo di ultimo anno sarà, si chiese avvicinandosi ai suoi.

♦♦♦

 Lily si sedette titubante sulla sedia indicatogli da Malocchio.

“Lei è la signorina Lilian Evans?” Lily annuì, Crouch dopo averla guardata per un istante prese alcune carte dal tavolo “Studentessa alquanto brillante, membra dello Slug club, Prefetto ed ora Caposcuola… ottimo curriculum… ed è figlia di babbani…” Lily si mosse nervosamente sulla sedia, che cosa importava se era figlia di babbani?

“Ha mai ricevuto minacce da parte dei suoi compagni?” chiese Alastor Moody alle sue spalle facendola sussultare, Crouch fissò il suo collega con uno sguardo strano

“Io…” Lily non sapeva cosa rispondere, minacce? No, oddio qualcuno mi ha chiamata sporca mezzosangue, ma minacce

“Signorina Evans, non abbia da temere…” lei si voltò appena a guardare Moody che le parlava “qualcuno l’ha mai discriminata? Chiamata mezzosangue, sangue sporco, o qualcosa di simile?”

Lily pensò a Severus Piton e ai suoi amici.

“Si… qualcuno…”

“Crede che qualcuno di loro possa aver intenzionalmente tirato il freno d’emergenza ieri?” Lily si mosse a disagio, corrugò le sopracciglia… beh Mulciber non le era mai piaciuto, ma tra questo ed essere un Mangiamorte… e poi c’era Severus… lui non poteva…

“No… non credo…”

“Ora basta Alastor…” disse seccato Crouch con un gesto “Signorina Evans, conosceva il macchinista?”

“No… l’ho visto qualche volta… ma non posso dire di conoscerlo signore…”

“Crede che lui possa essere un Mangiamorte?”

“Ma non è morto?” chiese Lily senza pensarci…

“Non abbiamo ritrovato il suo corpo, signorina… quindi anche lei è convinta che il macchinista sia stato assassinato…”

“Si… insomma… era l’unico modo per fermare il treno, no?” era così ovvio per lei, avevano bloccato la locomotiva, uccidendo il macchinista e poi erano entrati, era così semplice

Crouch annuì distratto…

“Ora può andare signorina…”

♦♦♦

 

Erano ancora in Sala Grande, era appena entrata Enif, l’ultima di loro, ma già era chiaro che qualcosa non quadrava.

“Cosa ne pensi Moony?” chiese James smettendo di fissarsi una scarpa

“Che Malocchio Moody e il signor Crouch non la pensano allo stesso modo…”Lily li guardò, Remus intercettò il suo sguardo

“Tu che dici Lily?”

“Beh… Malocchio Moody sembra convinto che tra di noi ci siano dei Mangiamorte… mentre Crouch…”

“Crede che James si sia sognato il macchinista morto…” concluse Sirius nello stesso istante in cui Enif usciva dalla stanza, con uno sguardo alquanto confuso dipinto in volto…

“Stanno litigando…” spiegò con un alzata di spalle “Moody è convinto che qualcuno abbia tirato il freno a mano e che questo qualcuno si nasconda tra gli studenti… Crouch non ci può credere, ci ha definiti “un branco di ragazzini immaturi” e sostiene che il macchinista non sia morto… a questo punto mi hanno sbattuta fuori…non sono neanche riuscita a dirgli della donna” disse sconsolata scuotendo la testa.

“Io do ragione a Moody…” sussurrò James, Lily lo guardò esterrefatta

“Credi davvero, Potter, che qualcuno di noi abbia potuto tirare il freno?!”

“Non so chi, Evans, ma so quello che ho visto… vorrei poter credere al signor Crouch… ma il macchinista era morto… su questo non ci piove…”

I ragazzi si guardarono in silenzio. Ad un tratto Bartemius Crouch uscì, seguito dagli Auror. Il giro d’interrogatori era, a quanto pare, finito. Si diressero fuori dalla Sala Grande, probabilmente sarebbero andati a parlare con Silente.

“Che ne dite andiamo anche noi? Vorrei riuscire a parlare con Moody così da raccontargli i miei sospetti su Bellatrix…” disse Enif, Lily annuì alzandosi, i Malandrini la imitarono. Erano alla porta quando videro Alice Brand e Frank Paciock parlare con Alastor Moody. James vide i due compagni annuire, poi l’occhio blu elettrico di Moody si posò su di lui. Mentre i due Grifondoro se ne andarono Moody fece cenno a loro di avvicinarsi.

“Signori… Non so se è il momento…” disse fissando i sei diciassettenni davanti a lui “i vostri due compagni vogliono diventare Auror – indicò Frank e Alice- non conosco i vostri progetti… ma tuo padre mi diceva, James, che avresti voluto diventare dei nostri finita la scuola…” James annuì “come dicevo, siamo un po’ a corto di personale… da 147 Auror siamo rimasti 93 e le reclute continuano a diminuire… il Ministero perciò ha deciso di accorciare il periodo d’addestramento… ci servono uomini al più presto…” la faccia segnata di Moody divenne se possibile più tesa “se vi può interessare le domande per l’Accademia vanno presentate prima della fine di giugno… a luglio comincerà il corso… durerà un anno… pazzia… dico io… non ce ne facciamo niente di Auror poco addestrati… vi rende solo carne da macello…” Malocchio li fissò, scuotendo la testa “occhi attenti, ragazzi… buon anno scolastico” con quest’ultimo saluto l’Auror si allontanò zoppicando.

“Signor Moody…” lo richiamò Enif, nonostante non si fosse voltato Enif era quasi sicura che l’occhi magico di Malocchio la fissasse, rabbrividì “Signor Moody “ lo chiamò ancora, raggiungendolo, Alastor la fissò, Enif si morse il labbro inferiore “prima non c’è stato tempo, ma volevo dirle che tra i Mangiamorte che hanno… dello scompartimento 64… una di loro era una donna…” Moody la guardò, un mezzo sorriso sulle labbra, la invitò a continuare “con i capelli neri, mossi…”Enif si azzardò a guardare negli occhi il vecchio Auror, le stava sorridendo

“Grazie, signorina Icecrow… credo sia la notizia più interessante della giornata… ora con permesso…”

“Aspetti… io credo anche di averla riconosciuta…” Enif guardò Sirius e Lily che la spronarono a continuare, Moody la guardò in attesa

“Io credo fosse Bellatrix Lastrange…” Moody la guardò curioso

“Posso sapere perché ne è convinta?”

“Il modo di correre… era lo stesso…”

“Spero di vederla ai corsi per Auror signorina, ottima memoria direi!” sorrise Malocchio, Enif arrossì, mentre l’Auror si allontanava.

Subito dopo Enif prese Lily per un braccio trascinandola verso il giardino salutando gli altri con un “ci vediamo dopo!”

♦♦♦

“Enif!!! Perché mi stai trascinando in giro?” chiese Lily appena la ragazza la lasciò andare giunte in riva al lago.

“Credevo ti fossi affezionata a Potter…” le disse con un sorriso malizioso…

“Ma che diavolo stai dicendo!!!! Potter resta sempre Potter!!!!” sbottò la rossa quasi sotto shok

“Beh… questo è l’ultimo anno…” sorrise Enif guardando la piovra scivolare pigramente sul lago.

“E questo che c’entra?” chiese Lily avvicinandosi a lei dubbiosa

“Questa è la nostra ultima possibilità di stare tutti assieme… chissà dove saremo il prossimo anno… chissà…”

“Ti riferisci a Black?” chiese Lily comprensiva

“Mhmh… chissà se lo rivedrò più…”

“Enif, è solo l’ultimo anno di scuola! Non l’ultimo anno della nostra vita!” Le sorrise Lily

♦♦♦

 

Nel dormitorio maschile dell’ultimo anno i malandrini avevano improvvisato una specie di festicciola, dopo aver sgraffignato alcune burrobirre dalla cucina.

“A questo nuovo, ultimo anno!” proclamò solennemente James alzando la burrobirra

“Che non continui così male come è iniziato!” sentenziò Remus un po’ triste

“Che ci faccia sudare poco!” aggiunse Peter con un sorriso

“E che faccia trovare a Remus e a Peter una ragazza!” concluse Sirius. I quattro buttarono giù d’un sorso la burrobirra ridendo.

“A quando la luna piena, Moony?” chiese distrattamente Sirius, salendo in piedi sul letto togliendosi la camicia

“Martedì 27 settembre…” disse distrattamente Remus cercando di non ripensare alle brutte sensazioni che aveva provato la domenica precedente… ma ora era ad Hogwarts con i suoi amici, con chi non lo avrebbe mai abbandonato.

“Bene!” ghignò Sirius con un sorriso malandrino dipinto in volto “Abbiamo esattamente 25 giorni per pensare quale malanno ti spedirà in infermeria questa volta!”

“Ci penserò da solo, grazie!”

“Io propongo una semplice influenza…” disse titubante Peter

“Io: spruzzolosi!” gridò Sirius esaltato “Tu che dici, Prongsy?” Non ottenne risposta, i tre si voltarono verso James che osservava distratto fuori dalla finestra, verso il lago, là dove intravedeva un macchia di capelli rossi

“Prongs?” Remus si avvicinò all’amico intercettando il suo sguardo

“Questo sarà l’ultimo anno in cui potrò vedere i suoi occhi…”

 

 

Angolo d'autore:

Che ne dite? Insomma io Alastor e Coruch non me ci li vedo proprio ad andare d’accordo. Cioè  uno sospettoso di tutto e uno che aveva un Mangiamorte in casa e non se ne è accorto… E poi beh questi Malandrini che si divertono a inventare malattie infettive… (spero siano le burro birre anche se Remus dice di no…)

Ed ora… I RINGRAZIAMENTO!!! Ringrazio le persone che hanno questa storia nei preferiti spero che continuino a seguirmi (siete arrivati a 7!!!!) (Frytty, alice brendon cullen, germana, sihu, ramoso4ever95, Cassandra, ron84) ed ora passiamo ai commenti!

Frytty: Come ti ho già detto: grazie per i consigli e i complimenti ^^

Ludo: Ecco il terzo capitolo, spero lo leggerai… le brutture della guerra ci saranno ancora un po’ o risalteranno fuori quando meno ce lo aspettiamo… ma ci sarà anche il Quidditch, l’amore, e tutto il resto… più che altro molte cose devo farle accadere…

Spero di ritrovarvi tutti e anche di più in queste speriamo numerose recensioni ;P

 

To be continued.... Capitolo 4: The school starts

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: The schools is starting ***


Nota Introduttiva

Eccoci qui il quarto capitolo! Scusate un giorno di ritardo, ma siamo tutte molto impegnate ^^’’’. Beh spero che leggerete numerosi anche questo capitolo.

Ringrazio tantissimo Frytti, e non scusarti tanto per il ritardo e studia tranquilla!

Sarà un capitolo un po’ scandalistico, figuratevi se la stampa non ci metteva il naso in questa faccenda… ma la vita riprende come sempre ^^

Mirwen

 

Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 4: The school is starting

 

Lunedì 5 settembre 1977 sembrava una giornata come tante altre, avrebbe potuto essere considerato strano il fatto che gli studenti affrontassero il primo giorno di lezione dopo aver passato già quattro giorni lontani da casa, o che il giorno prima era avvenuto il funerale di una loro compagna di scuola, ma quella era Hogwarts e quella era la guerra, per tutti gli studenti della scuola, tutto ciò era pressoché normale.

Questo non toglie il fatto che molti sobbalzarono sentendo la sonora imprecazione che James Potter urlò dal tavolo dei Grifondoro alle sette del mattino.

“Porca puttana! In prima pagina! In prima pagina! Ed è un mucchio di cazzate!!!” sbraitò indignato il Caposcuola sbattendo la Gazzetta del Profeta sul tavolo.

“Che dicono?” chiese a bocca piena Sirius masticando un pezzo di pancetta.

“Idiozie…” borbottò Potter servendosi un’altra dose di porridge. Remus corrugò le sopracciglia sfilando il giornale da sotto il braccio dell’amico.

Attacco all’Hogwarts Express. I nostri figli sono al sicuro?” lesse ad alta voce il Prefetto, un sopracciglio inarcato in una posa alquanto curiosa.

“Chi è l’autore?” chiese Peter sbirciando la fine dell’articolo.

“Una certa Rita Skeeter…” rispose vago leggendo silenzioso l’articolo, sempre più confuso.

“Rita… Rita… no, non la conosco…” proclamò Sirius con un’alzata di spalle.

♦♦♦

 

Lily ed Enif erano sedute sui gradini d’ingresso del castello, era un’usanza che avevano cominciato ad adoperare al secondo anno, dopo che  James Potter e i suoi Malandrini avevano fatto esplodere una caraffa di succo di zucca su tutto il tavolo dei Grifondoro. Ogni mattina sgattaiolavano in Sala Grande, prendevano la loro colazione e si sedevano sui gradini, giusto dietro il cancello, guardando il giardino aprirsi davanti a loro. Un tempo si univa a loro anche Severus Piton o Mary McDonald e Alice Brand e prima di loro Bonnie Olsen, ma molto spesso, soprattutto da quando Lily aveva litigato con Piton, e Bonnie era misteriosamente scomparsa due estati prima, restavano lì da sole.

Lily aveva finito la sua colazione e sfogliava distrattamente la Gazzetta del Profeta che un gufo grigio aveva recapitato ad Enif qualche minuto prima.

“Senti che assurdità…

“Durante il viaggio dell’Hogwarts Express per l’omonima scuola di Magia, il treno, carico di studenti, è stato attaccato e da fonti più che attendibili risulta che sia stata uccisa una bambina di Grifondoro e, anche se la cosa sembra sia stata insabbiata da Albus Silente, il nuovo professore di Difesa contro le Arti Oscure, Tristan McSorar, noto Auror.

Secondo l’autorevole Bartemius Crouch, il macchinista Anthony Hopkins, tutt’ora latitante, è la causa di queste morti. Avvezzo di arti oscure, Hopkins sembra un fervente sostenitore di Tu-sai-chi, e secondo la ricostruzione del Ministero, ha bloccato il treno in una zona isolata delle Highlands permettendo ai suoi alleati Mangiamorte di assediare il treno, provocando feriti e panico tra gli studenti.

Da ciò che risulta molti di questi sembrano essere sicuri che il macchinista sia stato assassinato, primo fra tutti James Harold Potter - figlio del famoso Auror attaccato a Diagon Alley poche settimane fa- il quale giura di aver visto il cadavere di Anthony Hopkins. I nostri lettori chiederanno quindi quanto sia attendibile la testimonianza di un ragazzo così toccato dalla guerra, e con profondi pregiudizi nei confronti dei compagni.

Inoltre sembra che sia stato Silente stesso a nominare macchinista Anthony. Quanti altri Mangiamorte ci dovremmo aspettare ad Hogwarts? I nostri figli sono davvero al sicuro?....”

“Che mucchio di cavolate!” sbottò Enif finendo di mangiare il suo pane tostato

“Meglio non leggere il seguito…” disse Lily piegando la Gazzetta

“Chi l’ha scritta questa scemenza?” chiese Enif alzandosi e cacciando le briciole di pane rimaste appigliate alla sua gonna

“Rita Skeeter…”

“Quella che scriveva gli oroscopi scandalistici sul Settimanale delle Streghe?”

“Proprio lei…” sospirò Lily, alzandosi a sua volta… “Forza andiamo ci aspetta Trasfigurazione…”

♦♦♦

 

“Benvenuti ragazzi…” salutò la professoressa McGrannit quando anche l’ultimo studente ritardatario si fu seduto. “Vedo che non c’è nessun assente…” disse con un mezzo sorriso passando lo sguardo tra gli studenti presenti nella sua classe di MAGO, in tutto erano trenta, l’anno dei GUFO era stata piacevolmente sorpresa nel notare che solo sette studenti non fossero stati ammessi alla sua classe, ma doveva anche ammettere che trenta diciassettenni, tra cui i Malandrini, per cinque ore alla settimana potevano essere stressanti, mai come quelli del primo anno comunque…

“Credo sia pienamente inutile sottolineare il fatto che questo sia il vostro ultimo anno, al fine del quale vi aspetteranno gli esami del MAGO. Da questi esami dipenderà il vostro futuro, conosco le ambizioni o i desideri di gran parte di voi, e quindi vi do solo un consiglio: per quanto quest’anno possa essere stressante o meno, non mollate, siete arrivati al traguardo.”  Finì con un sorriso guardando con orgoglio la sua classe. E lo era davvero, orgogliosa di quei ragazzi che, cresciuti nelle difficoltà, camminavano a testa alta.

Le due ore seguenti passarono lente mentre dopo una spiegazione sommaria del programma di quell’anno la McGrannit cominciava a spiegare il primo tema dell’anno: trasfigurazione umana.

James si era ritrovato ben presto ad ascoltare distrattamente la professoressa mentre fissava incantato i giochi di luce tra i capelli di Lily, due file più avanti.

“La Trasfigurazione umana può avvenire in molteplici forme…”

“Prongs…” James si voltò verso Remus “hai visto l’orario? Sai cosa abbiamo dopo?” non sembravano domande quanto affermazioni.

“No… sai che non guardo mai l’orario…” sorrise lui.

“…alcune sono intrinseche del mago o della strega che le usa e possono essere imparate o meno…”

“Abbiamo Difesa Contro le Arti Oscure…” bisbigliò Remus, continuando comunque a prendere appunti.

“Credete che il professore si sia già ripreso?” chiese Sirius alla destra di James interrompendo i due.

“Chi si sarebbe ripreso?” sentirono Peter, alla destra di Sirius, chiedere, purtroppo lo sentì anche la professoressa McGrannit.

“Minus, Black, sareste così gentili d’ascoltare?! Minus, quale forma intrinseca abbiamo già visto in questi anni?”

Peter si guardò attorno con la coda dell’occhio, vide James mimare un paio di grosse corna con le mani

“Gli Animaghi…” disse titubante, possibile fosse così semplice?

“Bene signor Minus… vedo che le mie lezioni del terzo anno le ha seguite… e lei signor Black sa dirmi un’altra forma intrinseca?”

Sirius ci pensò su, poi come se avesse ricevuto un’illuminazione divina esclamò sicuro “I Metamorphusmagus…”

“Bene, signor Black… qualcuno di voi sa cosa sono i Metamorphusmagus?” chiese poi rivolta alla classe ignorando i malandrini che ricominciarono a parlare sottovoce.

♦♦♦

 

A lezione conclusa gli studenti che frequentavano la classe di Difesa si diressero verso il terzo piano. Mary salutò le compagne con un sorriso raggiungendole dopo l’ora di Divinazione.

“Avete letto la Gazzetta oggi?” chiese Alice rivolta a Lily ed Enif.

“Si…” annuì Lily “Delle vere idiozie…”

“Già… soprattutto perché sappiamo che il macchinista è morto…” concordò Alice “Vero, Enif?” la ragazza non rispose. I suoi occhi verde chiaro rimasero incollati su una figura ad una ventina di passi davanti a loro. Le amiche seguirono il suo sguardo.

“Oh no…” mormorò Lily

“Enif scusa… ma perché fissi il fondoschiena di Sirius Black?” chiese Mary con finta ingenuità.

“Non stavo fissando il sedere di Sir…” Enif si bloccò arrossendo, si era di nuovo incantata a guardarlo camminare, stava cominciando davvero a perdere il senno, si disse, non poteva certo memorizzare ogni suo minimo movimento.

Restarono un attimo in silenzio per poi scoppiare a ridere allegramente.

“Comunque non stavo fissando il…” cominciò Enif ma venne bruscamente interrotta.

“Fissavi lui completamente” concluse Alice con un sorriso sornione.

“Cosa stai aspettando?” chiese Mary.

“Aspettando cosa?” Enif la guardò scioccata non poteva certo credere che lei….

“Va a parlargli no! Magari chiedigli di uscire!” risposero concitate le due. Enif fissò Lily implorante, la rossa sorrise dolce.

“Piantatela! Andiamo Enif, dovrei chiedere una cosa a Potter, mi accompagni?” Enif annuì ravvivandosi ed accelerando.

“Ci vediamo in classe!” sorrise alle due, poi si rivolse a Lily “Non devi chiedere niente a James, vero?”

“Beh tecnicamente no, ma già che ci sono penso che gli chiederò quando vuole fare la prima riunione con i Prefetti…”

“Sei un angelo Lily… mi hai appena salvata da domande imbarazzanti…” Lily le sorrise prima di rendersi conto che avevano raggiunto i Malandrini.

“Ciao Eny!” La voce di Sirius le sorprese entrambe.

“Sirius…” salutò a sua volta Enif sorridendo.

“Black… emh… Potter… emh… volevo chiederti quando ti andrebbe meglio di fare le riunioni dei Prefetti…”improvvisò Lily.

“Non lo so Evans, che ne dici i lunedì sera?” chiese James, non sapendo effettivamente da dove iniziare.

“Penso vada bene… tu che dici Remus?” chiese Lily.

“Lunedì sera si potrebbe fare comodamente…” constatò il lupo mannaro. Seguirono alcuni attimi di silenzio che venne infine rotto dalla curiosità di Enif.

“Sirius, senti, ma come ti sono venuti i metamorphusmagus in testa a lezione?”

“Beh diciamo che la mia ragazza è una metamorphusmagus...” ridacchio Sirius, ad Enif cadde un enorme cubo di metallo sul petto

“La tua ragazza?” chiese, era la prima volta che veniva a saperlo da lui, doveva essere una cosa seria.

“Si, è piccola, rosa e mi ama da impazzire!” aggiunse scoppiando a ridere. Enif inarcò le sopraciglia confusa, guardò Lily e poi Remus, gli unici in quel momento a sapere cosa lei in realtà provasse.

“Piccola?”

“Si, ha 4 anni e l’ultima volta che l’ho vista un mese fa ha annunciato che da grande vuole sposarmi!” Enif lo guardava ancora più confusa, prima di scoppiare a ridere.

“E io che pensavo parlassi sul serio!”

“Ma io sono serio, Sirius il serio…”

“E chi sarebbe questa fortunata bambina?” chiese Enif ricomponendosi.

“La figlia di mia cugina Andromeda, l’unica Black, sottoscritto a parte, degna di nota…” aggiunse con un sorriso obliquo.

Arrivano in quel momento davanti all’aula di Difesa, molti ragazzi arrivati prima di loro erano ammassati lì davanti.

“Che succede qui?” chiese Lily, cercando di capire il motivo dell’imbottigliamento.

“Guarda, Evans…” cominciò una ragazza di Corvonero lasciandole spazio

“Grazie Meadowes…” ringraziò la rossa facendosi largo tra i ragazzi fino ad arrivare alla porta. Lì stava appesa una pergamena, l’inchiostro verde recitava:

 

A causa delle condizioni del Professor Tristan McSorar, le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure saranno avviate il 1 ottobre prossimo.

Il preside

Albus P.W.B. Silente 

“Ce lo dovevamo aspettare che non fosse già in piedi…” la voce di Potter così vicino al suo orecchio la fece sobbalzare.

“Già…”  rispose quasi senza neanche rendersene conto

♦♦♦

 

Settembre passò velocemente, facendo sbiadire pian piano il ricordo di ciò che era successo sul treno. L’unione e la fratellanza dimostrata in quell’occasione e nei giorni successivi sbiadiva anch’essa, lasciando trasparire le prime dispute tra le Case. Nonostante l’antica antipatia, Grifondoro resistette a lungo alle provocazioni di Serpeverde in ricordo di Emily, ma più i mesi passavano più la gente si dimenticava della bambina. 

Con l’arrivo di un uggioso ottobre poi, le lezioni di Difesa iniziarono, il professor McSorar era rigido e preparato e nessuno si salvava dalle sue interrogazioni, dai compiti a sorpresa e da quelli che a volte sembravano veri e propri interrogatori. La persona socievole e simpatica che sia James che Silente ricordavano era scomparsa nell’esplosione del treno e il professore guardava i suoi studenti, tutti, dal primo all’ultimo con una vena di sospetto e a volte di disgusto.

Quel venerdì 21 ottobre poi,  il professor McSorar sembrava più accigliato e rabbioso che mai. Fissava gli studenti del settimo anno con l’aria di chi sta cercando tra loro un assassino.

“In ritardo Signor Black…” ringhiò quando Sirius con ancora una fetta di pane tostato in bocca entrò in classe.

“Mi scusi professore…” affaticato il ragazzo raggiunse il posto tenuto per lui da James. Remus seduto davanti a lui lo guardò chiedendogli telepaticamente cosa l’avesse trattenuto, Sirius scosse le spalle sedendosi.

“L’ultima volta abbiamo definito il Dissennatore, oggi vi vorrei parlare di una creatura della sua stessa famiglia, qualcuno ha qualche idea?”

La classe rimase in silenzio per un attimo, poi Remus alzò timidamente una mano. Gli occhi del professore lo fissarono, rendendosi simili a fessure, lo ignorò completamente scrutando il resto della classe.

“Com’ha fatto un branco di ignoranti come voi a non venir distrutti sul treno…” non era una domanda, era una provocazione, lui credeva fossero tutti Mangiamorte o che almeno la maggioranza lo fosse, solo così si diceva, era possibile che si fossero salvati.

“Professore mi scusi…” Lily aveva alzato titubante una mano.

“Si, signorina Evans?”

“Mi scusi, ma… Remus conosce la risposta a questa domanda… non siamo tutti ignoranti…” la classe si voltò completamente verso Lily, era la prima volta che ribatteva ad un professore. Enif la guardò ammirata, era lampante per tutti che quel giorno il professore stesse volontariamente ignorando Remus.

“No, signorina Evans non la scuso… il signor Lupin ha risposto già ad innumerevoli domande in questi giorni, ed onestamente sono stufo di sentire la sua irritante voce in quest’aula.” McSorar si voltò verso Remus, sfidandolo ad agire, a ribellarsi. Il ragazzo osservò lo sguardo disgustato del professore per poi abbassare il capo, era chiaro, pensò, alla fine gli altri professori glielo avevano detto…

“Continuando con la nostra lezione, senza nessun altra interruzione…” lanciò a Lily uno sguardo gelido “oggi vedremo i Veli Viventi chiamati anche Lethifold…”

“Remus? Tutto a posto?” chiese James attirando l’attenzione dell’amico seduto davanti a loro.

“No… ma non importa, era prevedibile…” sussurrò scrollando le spalle.

♦♦♦

 

A fine lezione gli studenti uscirono mogi dall’aula caricati di compiti.

“Siamo a quasi due mesi dall’inizio e già rivoglio indietro le vacanze!” Sbuffò Mary ripensando a cosa doveva fare nelle sue prossime ore di buco.

“Si lamenta lei…” sbuffò Alice “Lei che non ha Trasfigurazione, Aritmanzia, Antiche Rune o Cura delle Creature Magiche! Cosa dovrebbero dire Lily ed Enif che seguono quasi tutti i corsi?! Ditele qualcosa anche voi… chi la sopporta sennò per altri otto mesi!” sospirò infelice guardando le altre due.

Enif si aggiustò la lunga treccia nella quale aveva racchiuso i capelli, sorridendo.

“Su su Alice… pensa che poi potrai toglierti le chiacchiere di Mary dalla testa!” l’interessata la guardò tra l’offesa e la divertita.

“Sai Enif, aggiunse Lily, ho paura che ci mancheranno ad un certo punto le sue chiacchiere!”

“Lo penso anch’io!” e così le quattro ragazze scoppiarono a ridere.

“Chi sa cosa direbbe Bonnie del comportamento del professore… lei moriva dietro a Remus…” sospirò Mary.

 “Che il professore…” Enif si guardò attorno circospetta “si è un po’ fumato il cervello!”

“Beh su questo sono d’accordo anche io…” intervenne Lily “fino a ieri sembrava che nessun studente fosse al livello di Remus per McSorar, anzi sembrava fosse l’unico che non guardasse con quella vena di sospetto… e guarda oggi! Tutti erano meglio di Remus! Pazzesco… non riesco a capire un cambiamento così radicale e così improvviso...” Lily scosse la testa sconsolata

“E se fosse sotto Imperio?” buttò lì Alice

“Non è possibile qualcuno degli altri professori se ne sarebbe accorto…”

“Però qualcuno ha tirato il freno d’emergenza, no?!” continuò la brunetta, il viso tondo accalorato “insomma se questo qualcuno controllasse McSorar? Se stesse cercando di…”

“Debilitare la media di Remus?” chiese Enif scioccata, era ridicolo.

“Ma no… qualcosa di più losco… di più oscuro…”

“Alice mia cara, stai cominciando a prendere troppo sul serio il fatto di diventare Auror…” sentenziò Mary provocando un’altra ondata di ilarità tra le ragazze.

♦♦♦

 

“Credo dovremmo parlare con Moony, appena ritorna…” esordì  Sirius disteso a pancia in giù sul suo letto, un’ora di buco prima di pranzo lo rendeva se possibile, ancora più pigro…

“Si lo penso anche io…” rispose James, compilando quella che sembrava una griglia “è ad Antiche Rune, potremo parlarci per pranzo…”

“Da quando conosci l’orario a memoria?” chiese Peter riemergendo dal tema di Pozioni che stava cercando di scrivere.

“Da quando Lily mi ha chiesto di compilarne uno per la Sala Comune una settimana fa…” spiegò, indicando il foglio che aveva tra le mani “Sto aggiungendo gli allenamenti di Quidditch, Colfer ha prenotato il campo per tutti i mercoledì e i venerdì dell’anno….”

“Organizzato il ragazzo…” borbottò Sirius, scendendo dal letto “Credo che farò un giro…”

“Se passi in cucina mi porti su quei biscotti al cocco che sono una delizia?” chiese James prendendo il tema di Trasfigurazione e aggiungendone le ultime note.

“Non sono mica il tuo elfo domestico!” Sbottò Sirius uscendo.

“Tanto piacciono anche a lui…” sorrise James a Peter, ritornando al suo tema. Era strano vederli fare i compiti ma le scadenze si avvicinavano, e si avvicinava anche la luna piena, il che voleva dire che non avrebbero potuto farsi aiutare da Remus, almeno per un paio di giorni.

♦♦♦

 

“Moony, sicuro di stare bene?” chiese Sirius a un depresso Remus, mentre, in dormitorio stavano rivedendo le consegne per la lezione d’Incantesimi.

“Si, sono solo un po’ stanco, sai… in fondo manca meno di una settimana alla luna piena…” mentì Remus, scribacchiando qualche appunto su un foglio.

“Rem…”

“Si, James?” chiese non staccando gli occhi dal foglio.

“Credo che McSorar si sia fumato il cervello con l’attacco…” disse con noncuranza Prongs sbirciando l’espressione dell’amico.

In quel momento la porta si aprì.

“Ma voi sempre qui state?” chiese Frank entrando, oltrepassando Sirius disteso a terra, e andando a prendere alcuni libri.

“Samuel?” chiese Remus

“A preparare gli allenamenti di Quidditch… non gli dovevano dare la carica di capitano… chi lo sopporta più… ci vediamo più tardi…” disse dirigendosi alla porta “… non distruggetemi il letto…” aggiunse poi uscendo.

“Frank…” sorrise James “Ha più pazienza lui di tutti i pazienti del mondo… come farà a sopportare sia noi che Samuel davvero non lo so…”

“Beh… ma noi quest’anno siamo stati bravi… fin troppo…” sbottò Sirius “se organizzassimo uno scherzo a Mocciosus?”

“Nah…poi chi la sente la Evans…” rispose leggermente James.

“Mulciber? Lo sai non lo sopporta neanche lei…” insistette Black.

“Non credo che James dovrebbe…” s’intromise Remus.

“E perché di grazia?”

“Perché è un Caposcuola…”

James osservò ancora un po’ gli amici battibeccare, poi scoppiò a ridere, Peter lo guardò non capendo.

“Sapete che vi dico? Potremmo andare a tirare qualche scherzo a quelli di Serpeverde prima dell’allenamento di Quidditch!”

Sirius lo guardò radioso, Peter guardò accigliato i suoi compiti ma poi annuì con forza, Remus restò in silenzio.

“Che ne dici Rem?”

“Credo che studierò il tema per Difesa…”

“Ma il tema non è per lunedì e tu mercoledì non verrai a lezione! Puoi tranquillamente rilassarti un po’ con noi!” Insistette Sirius.

“Non credo che McSorar accetterà la licantropia come una giustificazione valida…” sospirò tristemente Remus.

“Quindi è questo…” la voce di James era atona “solo perché un’idiota di professore cambia da un giorno all’altro perché si è fritto il cervello, tu non puoi venire a prenderti una boccata di libertà?”

“Jamie…”

“Prongs ha ragione, Remus!” aggiunse Sirius “Non importa cosa pensa quel fissato! Tu sei nostro amico! Noi non ti abbandoneremo ai tuoi noiosi libri! E no! Neanche ai compiti, quindi alza quel culo da licantropo che ti ritrovi e vieni con noi!” A quel punto anche Peter si alzò, i tre fissarono l’amico, che non poté fare a meno di ridere.

“Le vostre elucubrazioni non mi lasciano altra scelta…” disse alzandosi.

“E un’ultima cosa Moony…” soggiunse Peter serio “cosa vuol dire elucubrazioni?”

I quattro scoppiarono a ridere uscendo insieme dal dormitorio.

Angolo d'autore:

Che ne dite? La Skeeter deve sempre ficcarci il naso, anche se mi dicono che questa sia la prima notizia del genere che ha pubblicato! La guerra le dà da vivere! Io la rimanderei agli oroscopi XD

Magari a qualcuno McSorar starà già antipatico, ma dobbiamo capirlo, un Auror, quasi ucciso, un po’ paranoico dopo l’attacco, che la pensa come Moody (ovvero: c’è un Mangiamorte a Hogwarts? ) e che scopre che il suo miglior studente è un licantropo… comunque… È antipatico!

Passiamo a… I RINGRAZIAMENTI!!!

Ecco i mitici preferiti! Ragazzi mi commuovo siete in 12! Grazie a :

Frytty,

alice brendon cullen,

germana,

sihu,

ramoso4ever95,

Cassandra,

ron84,

MoMozzia,

PrincessMarauders,

riddikulus,

Streghetta86 ,

e VolpeGentile

 

ed ora passiamo ai commenti!

Streghetta86 Per sapere chi è stato a tirare il freno ci vorrà molto, molto tempo… anche perché credo lo arrestino se si fa beccare…. Grazie!

PrincessMarauders Eh eh sono anche io curiosa…. Qui quattro vengono fuori dalla mia penna da soli quindi non so cos’hanno in mente XD

riddikulus: Felice che ti piaccia!

 

 

To be continued.... Capitolo 5: Worry

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Worries ***


Scusate il mega ritardo, ma sia io che la mia Beta Frytti eravamo piuttosto impegnate in questo periodo… ma comunque sono tornata e speriamo di rispettare la prossima scadenza dell’11….  Ed ora vi lascio direttamente al capitolo!

 

Safely, for the last time

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

Capitolo 5: Worries

La luna piena venne e passo non lasciando alcun segno indelebile sulla gente, a parte qualche graffio sulla coda di Wormtail e un brutto occhio nero a Prongs. Ora i tre Malandrini aspettavano fuori dall’infermeria il quarto componente del gruppo, che secondo tutta la scuola doveva essere chiuso lì con un attacco di Gastrite Gnomica… come riuscisse a prendere tutte le malattie del mondo magico e non, era per l’intera scuola un mistero. Quando uscì con una cera piuttosto verdognola nessuno avrebbe potuto sospettare che la storia della Gastrite era una bella e propria bugia.

Heilà!” salutò Sirius allegro “Riposato bene?”

“Come al solito…Voi? Stamattina ho visto Madama Chips medicare James… ho fatto qualc…” chiese preoccupato il licantropo guardando Potter con apprensione.

“Figurati… è che abbiamo assistito ad un Peter volante…”cominciò Padfoot.

“…e cascante…” continuò l’interessato.

“…sul povero occhio di un nobile cervo…” concluse James sorridendo.

Non riuscirono nemmeno a ridacchiare sull’accaduto che Samuel Colfer arrivò di corsa:

“Potter! Finalmente! Ah… Lupin, tutto a posto?”chiese tutto ad un fiato il Grifondoro.

“Si, graz…”

“Ti voglio tra tre minuti in campo James! E la McGrannit me lo ha concesso fino al coprifuoco oggi, anche se non è il nostro turno di allenamento perché i Corvonero hanno un problema con i cacciatori… sembra si siano presi una punizione per delle fatture su dei Serpeverde!” disse esultante.

“E la cena?” chiese Peter.

“Chi se ne importa della cena, Minus! Potete prendergli qualcosa in cucina! Questo è il primo allenamento serio che abbiamo! E la partita con i Serpeverde è tra due domeniche!”

“Arrivo Colfer… beh ragazzi ci vediamo dopo, salvatemi qualcosa della cena!” così dicendo James si allontanò verso il campo di Quidditch.

 

・・・

 

Il giorno prima di Halloween fu organizzata una gita ad Hogmeade, ma i Malandrini preferirono restare a poltrire in una Sala Comune fortunatamente vuota. James venne però letteralmente rapito dal suo capitano Samuel Colfer che, ritenendo un’inutile perdita di tempo una gita ad Hogsmeade, aveva prenotato il campo per tutta la giornata.

“Ehi! I Malandrini senza il Malandrino capo!” esclamò Enif allegramente lasciandosi scivolare su una poltrona “Dov’è James?” chiese poi.

“Requisito da Colfer…” sbuffò Sirius.

“Per fortuna ha smesso di piovere… a fine allenamento” constatò Remus alzando gli occhi dal suo libro.

“Chi ha voglia di una partita a scacchi?” chiese la ragazza tirando fuori la sua scacchiera.

“Dove hai lasciato la tua rossa?” scherzò Sirius, mentre Peter si accingeva a giocare.

“Non ne ho idea, l’ultima volta che l’ho vista cercava James…”

“James?” chiese ingenuamente Peter.

“Per le ronde…”

“Problemi?” chiese Remus .

“No… non proprio… Lumacorno ha organizzato un’altra delle sue festicciole, e vuole Lily a tutti i costi… così pensavamo di fare noi la ronda lunedì al posto vostro e voi la nostra mercoledì…”disse muovendo per prima un pedone bianco.

“Potrebbero esserci problemi…” cominciò Remus, Enif lo fissò “Colfer ha organizzato gli allenamenti i mercoledì…”

“Accidenti… beh troveremo un modo…” Enif osservò la scacchiera “Peter, ma quel pezzo era sempre stato la?”

“Si…” rispose Wormtail fissando l’alfiere accusato.

“Credevo di poterlo mangiare… vabbé…” Enif fece spallucce limitandosi a muovere un altro pezzo.

Ad un tratto un rumore alla finestra attirò l’attenzione di tutti i presenti. Un grosso gufo stava appollaiato sul davanzale, appena Remus gli aprì abbandonò una lettera prima di sparire dalla loro vista.

Nello stesso istante James entrò: infangato e stanco scrutò i presenti. Alcune bambine del secondo anno lo fissarono affascinate, Sirius storse il naso.

“Ti serve una doccia fratello…” constatò osservandolo.

“Avete aggiunto la tattica della lotta nel fango?”

“Spiritosa Icecrow…” sbuffò James “Uno stupido gufo è riuscito nell’impresa a cui anche i Serpeverde agognano: farmi cadere dalla scopa…”

Remus osservò la lettera.

“Prongs non hai pensato che quel gufo avesse qualcosa di importante da consegnarti?”

“Ma che vuole un gufo a quest’ora?!” sbuffò James allungando la mano verso Remus che gli passò la lettera. Potter guardò il suo nome riconoscendo la scrittura di sua madre.

“È di mamma…” sussurrò.

“Che dice la cara zia Dorea?” chiese Sirius allegro, ma il suo sorriso si spense nel vedere la faccia di James

“Papà ha avuto una ricaduta… la mamma sembra sconvolta…” Enif notò che a James tremavano le mani “vado a farmi una doccia…” borbottò il cercatore avviandosi in dormitorio, mezzo secondo dopo i malandrini lo seguirono, scusandosi con Enif.

Enif sospirò tristemente osservando la partita rimasta a metà. Un bambino del primo anno la guardava.

“Sai giocare a scacchi?” il bambino scosse la testa, Enif sorrise “Vuoi che ti insegni?”

 

・・・

 

Lily Evans saliva le scale infuriata, no mi correggo Lily Evans saliva le scale inzuppata ed infuriata. L’aveva cercato per ore, era perfino andata ad Hogsmeade sotto la pioggia per scoprire, da un ragazzo del terzo anno, che Colfer aveva deciso di allenarsi con quel tempo.

Si era data della stupida per non averci pensato prima, per non essere nemmeno passata per il campo da Quidditch, infondo, James Potter e il Quidditch erano una cosa sola.

“Mi dispiace Evans, se ne è andato dieci minuti fa…” la voce civettuola e accattivante della Cacciatrice del sesto anno Lucy Clavell, l’aveva innervosita ancora di più. Possibile che quando Potter le servisse, lui si rendeva in irreperibile? E quella biondina tutto pepe cosa insinuava con quel tono, se cercava Potter era solo per dovere! A quel pensiero non poté non farsi sfuggire un sorriso: Potter Caposcuola, Potter un suo collega…

Asfodelia…”

“Non vedi che sto parlando, cara…” la signora Grassa non sembrava affatto in vena di lasciarla passare.

“Mi scusi ma dovrei andare a farmi una doccia… Asfodelia…”

“Ma guarda un po’ certa gente…” borbottò lasciando però passare Lily.

Quando approdò in Sala Comune rimase delusa nel non trovarci Potter e i suoi, ma un sorriso le illuminò il viso nel guardare Enif che insegnava a giocare a scacchi a due ragazzini.

“Qual è il tuo sogno?” le aveva chiesto anni prima

“Il mio sogno Lily? Beh, credo che sia quello di ogni donna…” la fissò con un sopracciglio alzato. “Sposarsi con Sirius Black…” Ridacchiò Bonnie passando una mano tra i capelli ricci, in tutta risposta la bruna le lanciò addosso un cuscino.

“Crescere ed amare una bella famiglia!” aveva sentenziato arrossendo un po’.

“Niente Ministero della Magia? Squadre di Quidditch? O altro?”

“No, perché dovrei sognare queste cose Lily? Non sono ambiziosa…”

Sorrise di quei ricordi, adorava quanto Enif, nonostante la ricca famiglia a cui apparteneva, riuscisse ad amare le piccole cose. Aveva ancora stampato quel sorriso sulla faccia quando si accorse dello sguardo interrogativo di Enif.

“Che hai da sorridere?” le chiese avvicinandosi.

“Ti voglio bene, sai Enif?!” la ragazza la fissò non capendo “Lascia perdere… senti hai visto Potter?”

“Dormitorio maschile…”

“Bene, vado a parlargli. Ti lascio ai “tuoi” bambini” ridacchiò Lily, Enif la guardò scettica.

“Qualcuno deve pur insegnare alle prossime generazioni a giocare a scacchi!” sorrise ritornando dai ragazzini.

 

・・・

 

Jamie…” cominciò Sirius appoggiato alla porta del bagno “vuoi che andiamo da Silente? Magari ti lascia andare da tua madre…” dal bagno gli rispose solo il rumore dell’acqua corrente. Il Malandrino guardò i suoi compagni ognuno seduto sul suo letto: Peter fissava con insistenza la coperta mentre Remus guardava la lettera portata qualche minuto prima dal gufo.

Ciao James,

 scusa tesoro, sia per l’ora che per la fretta. Chissà cosa stavate combinando tu e i tuoi amici quando è arrivato il gufo?! Spero niente di illegale…

 Papà ha avuto una ricaduta, i medimaghi non mi lasciano vederlo.

Non voglio farti preoccupare, ma non potevo non dirtelo.

Come sono andati questi mesi di scuola?  Silente ha detto che sei stato eccezionale sul treno. Spero solo che tu non ti sia cacciato nei guai con i Mangiamorte, ci mancherebbe ancora questa… non potrei sopportare di vedere anche te immischiato in questa guerra…

Dà un abbraccio ai ragazzi da parte mia

Ti voglio bene

Mamma

Gli svolazzi che di solito decoravano la scrittura nobiliare di Dorea Potter erano tremolanti e insicuri, qua e là, la pergamena era segnata da cancellature, Remus era quasi sicuro che la frase cancellata dopo al “vederlo” dicesse “Dicono potrebbe non farcela…” ma non volle pensarci.

Charlus Potter, la persona che li accoglieva sorridendo quando d’estate andavano a trovare James e irrimediabilmente distruggevano la casa, che rideva quando James gli raccontava degli scherzi fatti ai Serpeverde, che non aveva smesso di sorridere incoraggiante a Remus neanche quando James gli aveva detto del suo piccolo problema peloso, che parlava a Sirius chiamandolo “figliolo”, nessuno di loro osava immaginarselo rinchiuso in un letto d’ospedale. Charlus Potter: l’Auror che non si arrendeva mai, che sapeva rimproverarli e incoraggiarli allo stesso tempo, non poteva lasciarsi andare.

Quando James uscì dal bagno aveva gli occhi lucidi.

“Lo shampoo…” bofonchiò senza che nessuno glielo avesse chiesto.

“James…” cominciò Peter.

“Va tutto bene non preoccuparti Peter…” sorrise il ragazzo passandosi una mano tra i capelli bagnati “è un ottimo modo per sedurre le ragazze sai, ma non dire a tuo madre che te l'ho detto io…”, sospirò “Va tutto bene…” mormorò .

Un lieve bussare alla porta interruppe il silenzio calato sulla stanza. Remus si alzò andando ad aprire, aveva una mezza idea di chi potesse essere e forse era ciò che serviva a James.

“Ciao Remus!” La voce trillante di Lily Evans distolse i pensieri di James dalla foto di famiglia che teneva sul comodino. “Dimmi che Potter è qui…”

“Si, James è qui… ma che ti è successo? Sei bagnata fradicia...”

“Ho avuto la geniale idea di andare ad Hogmeade e ritorno di corsa…” disse mentre Remus la lasciava entrare.

“E hai dimenticato l’ombrello Evans?” chiese Sirius.

“Sarai felice, Black, per una volta tanto hai indovinato!”  fece acida la rossa dirigendosi con passo sicuro verso James, nemmeno notando che indossasse solo i pantaloni della divisa e che stesse gocciolando quasi quanto lei.

“Ti ho cercato dappertutto sai?” disse cercando di non sembrare offensiva.

“Onorato di essere al centro dei tuoi pensieri…” sorrise lui, eppure Lily la notò: c’era di nuovo un’ombra nei suoi occhi.

“Vedi Potter mi serve un immenso favore…” cominciò lei “non te lo chiederei se non fossi l’unico disponibile…” il ragazzo la guardò non capendo a cosa si riferisse “ma volevo sapere se tu e Remus potreste prendere la ronda di me ed Enif di mercoledì… ovviamente noi faremmo la vostra di lunedì… sai, Lumacorno ha fissato un altro dei suoi stupidi incontri… e non può rimandarlo perché ha invitato non so quale famoso mago e vuole assolutamente che io lo conosca e quindi…” sorrise incerta fissando il ragazzo in attesa di risposta.

“Proposta respinta Evans…”

“Co..come? Perché scusa?”  non poteva credere alle sue orecchie.

Colfer ha prenotato l’allenamento…”

“Non puoi saltarlo?! Ti vanti tanto di essere un talento naturale e poi…”

“Il problema è che è il mercoledì prima della partita… Colfer potrebbe uccidermi… cerca di capire Evans…”

“Ma io devo assolutamente andare a quella festa, cerca di capirlo tu, Potter….”

“Ho capito Evans, ma con me non puoi fare lo scambio…”

“Scusate un secondo…” s’intromise Remus per evitare che si azzannassero “Lily, Enif è invitata a questa festa?”

“Si, ma ha già detto che non ci va…” a queste parole Remus sorrise.

“Allora non ci sono problemi…” i ragazzi lo guardarono “prendo io il tuo posto Lily… tu e James farete la ronda lunedì e io ed Enif mercoledì così tu potrai andare alla festa di Lumacorno e James all’allenamento.”Lily saltò letteralmente in braccio a Remus.

“Grazie Remus!” si staccò da lui guardando minacciosa James  “E  per quanto riguarda te… vedi di non combinarmi qualcosa lunedì alla ronda o giuro che non monterai mai più su una scopa!”

“E una minaccia, Evans?” sorrise James.

“Considerala tale, Potter!” esclamò lei con un mezzo sorriso. “Beh grazie Remus… ci vediamo” e detto questo uscì dalla stanza.

 

・・・

 

Lunedì la giornata fu lenta, soprattutto per chi, come James, avesse la testa completamente da un’altra parte, nemmeno l’idea della ronda con Lily riuscì a risollevargli il morale e non fu nemmeno in grado di ridere davanti ad un Avery che correva con la veste in fiamme dopo che, con la scusa di un incantesimo sbagliato, Sirius gli aveva dato fuoco.

“Vedrai che andrà tutto bene… ne ha passate di peggiori…” gli ripeteva Sirius ogni tanto quando lo vedeva più distante del solito, ma questo più che diminuire, faceva aumentare l’ansia che gli attanagliava le viscere.

Tutto il settimo anno del Grifondoro si era accorto che James aveva qualcosa di strano, ma nessuno osava chiedere nulla e Lily dalla sua postazione in primo banco non poteva che lanciargli occhiate preoccupate di nascosto. Un James Potter pensieroso e triste era preoccupante, non era, semplicemente, James Potter.

 

・・・

 

 “Bene, se non avete nient’altro da comunicare passerei alle ronde… buona serata…” fu così che Lily salutò i Prefetti. James rimase seduto, gli occhi castani che guardavano una fuga nel pavimento.

“Che ne dici Potter… andiamo?”

“Come?” chiese alzando lo sguardo.

“Ti ho chiesto se andiamo…”

“Oh… si, scusa Evans… non ci sono molto con la testa oggi…” affermò sconsolato alzandosi.

“Me ne sono accorta… anzi credo se ne siano accorti un po’ tutti…” sorrise tristemente lei aprendo la porta dell’aula in cui si radunavano. James la fissò.

“Dovrei tenerti io la porta aperta… non il contrario…”

“Non mi sembri nella forma adatta per fare il galante…”

“Già o potrei non salire più su una scopa…” ghignò lui “Milady, che corridoi dobbiamo controllare questa sera?” chiese lui uscendo.

“Settimo e sesto piano…” rispose incamminandosi lei.

 

Passarono gran parte della serata in silenzio.

“Senti Potter… non so che cosa ti affligge, ma cominci a preoccupare anche me, sai?” disse lei studiando la sua reazione.

“Faccio così pena?”

“No, sei solo strano…”

Lui si fermò davanti alle scale della torre di astronomia.

“Dobbiamo controllare anche su?”

“Si, non credo che ci faccia male…” sentenziò lei cominciando a salire le scale, lui la seguì.

“Mio padre sta morendo…” Lily si voltò a fissarlo.

“Credevo stesse meglio…” lui accennò ad un sorriso alla sua affermazione.

“Lo credevo anche io…” James scrollò le spalle ricominciando la salita.

Lily si morse un labbro  incerta.

“Mi dispiace…” cominciò titubante “insomma… so cosa si prova…cioè… mio padre è malato di cuore…” James la fissò, aveva un’aria molto triste, ma probabilmente ce l’aveva anche lui “ho sempre paura che quando lo saluto a King’s Cross sia l’ultima volta che lo vedo…”

“Non lo sapevo…”

“Non lo sa nessuno…” sorrise lei “… voglio provare ad illudermi che vada bene…”

“Vorrei farlo anche io… ma ogni volta che vedo il Marchio Nero sul giornale… vorrei poter prendere quegli assassini… sbatterli nel posto che meriterebbero e…” James si fermò di scatto bloccando anche lei.

“Ma cosa?”

“Non hai sentito niente?”

“No…cosa?”

“Un frullo d’ali… fa piano…” arrivarono alla sommità della torre. Un ragazzo stava slegando qualcosa da un gufo.

 “Aspetta un attimo…” così dicendo James la spinse dietro l’angolo, proprio quando lo studente decise di tornare indietro, videro la figura passare davanti a loro.

“Hai capito chi è?” chiese lei a mezza voce.

Mulciber… riconoscerei quel suo testone bacato ovunque…”

Lo seguirono per un po’ perdendolo definitivamente di vista due rampe di scale più giù.

 

La ronda si concluse senza altri incontri e quando James entrò in dormitorio ansioso di voler andare a dormire  non poteva immaginare che un capitano ansioso lo stesse aspettando con l’aria di chi sta per fronteggiare un troll.

“Ciao James!”

“Samuel…” Potter osservò gli amici che scossero la testa, fu sicuro di vedere Frank darsi una pacca sulla fronte.

“Vuoi la coppa Potter?”

“Quanto te Samuel…”

“Allora vedi di non essere distratto come oggi…” James inarcò un sopracciglio.

“Prego?”

“Ecco nemmeno ti ricordi… a pranzo ti ho detto che volevo la squadra dopo cena in Sala Comune per discutere delle tattiche di gioco… e il nostro giocatore migliore non si è presentato…”

“Avevo la ronda Samuel… e poi non credo che muori se io non partecipo e oggi sono con la testa fra le nuvole…”

“Mago avvisato mezzo salvato…” e con questo Colfer si diresse al bagno.

James osservò gli altri.

“Ma chi gli tirato un bolide?”

“Io mi chiedo chi glielo ha tirato troppo piano per ucciderlo…” sospirò Frank “è tutta la sera che brontola perché solo due giocatori si sono presentati…”

“Chi sono questi martiri?” chiese Peter indossando il pigiama.

“Lui e Lucy… ma si sa che hanno una tresca… quindi possiamo non contarla…” sorrise Frank “ha minacciato Doris e Susanne di buttarle fuori dalla squadra, Domrod di morte e a Reston ha detto qualcosa del tipo che è in squadra solo perché non c’è nessun altro che sopporti Domrod…”

James sospirò tristemente .

“E io che credevo che la mia squadra fosse in buone mani se data a Samuel… sarà un ottimo Portiere ma come Capitano…”

“E non sai il bello…” ridacchiò Sirius.

“Cosa?”

“Chi diavolo è stato?!” Samuel uscì dal bagno, il volto coperto da macchie verdi.

I compagni di dormitorio non poterono fare a meno di ridere.

“Credo una vendetta della squadra…” rise Remus chiudendo definitivamente il libro che stava leggendo.

“Se becco chi è stato, giuro che è fuori dalla squadra!!!” detto questo sbattè la porta del bagno dietro di se.

Rimasti soli i cinque, non poterono che scoppiare a ridere.

“Di chi è stata l’idea?” chiese James a Sirius.

“Ho beccato la Arper e Reston uscire di qui subito dopo la strigliata di Samuel, mentre era indaffarato con Lucy…”

 

・・・

 

Mercoledì sera arrivò forse troppo veloce e, salutati Enif e Remus in sala Comune, Lily si avviò verso i sotterranei sperando di passare un bella serata lontana da preoccupazioni, brutti pensieri e quant’altro. Alla fine praticamente tutta la torre del Grifondoro si accorse che James Potter non era più lui, qualcuno accennò a Samuel che aveva minacciato tutta la squadra, ma nonostante nessuno sapesse ciò che turbava James, Lily non poteva e non riusciva a non preoccuparsi per lui. La cosa la rendeva alquanto nervosa e presto Alice e Mary capirono che era meglio non chiederle se sapesse cosa succedeva al Caposcuola. In quei giorni apprezzava ancora di più Enif che silenziosa l’ascoltava nelle sue sfuriate verso James, che secondo lei non poteva andar avanti così. Che doveva reagire. Suo padre non era ancora morto, insomma! E forse non sarebbe nemmeno successo.

Mentre scendeva le scale si ricordò dello sguardo strano che le aveva lanciato Enif dopo l’ennesimo sfogo che aveva avuto nel pomeriggio. Un James Potter distratto era riuscito a far animare in modo alquanto grottesco una pianta della serra mentre sovrappensiero agitava la bacchetta a caso. Il castello non avrebbe retto a un Malandrino in quelle condizioni per molto tempo.

“Lo hai chiamato per nome… te ne sei accorta?” le aveva chiesto la bruna al fine del suo monologo.

“Chi?”

“Potter… l’hai chiamato James…”

“Davvero?!” Lily era sorpresa non se ne era nemmeno accorta.

“Si…” annuì l’amica, guardandola comprensiva “Non è che… no lascia stare…” aveva concluso scotendo la testa.

Chissà cosa non le voleva chiedere….

Magari se ti piace Potter? Disse una vocina fastidiosa nella testa di Lily.

“Impossibile…” borbottò Lily ravvivandosi i capelli ed entrando nell’aula di Pozioni.

 

Mi scuso per il povero papà di James, ma gli anni sono quelli e devono tutti morire prima della morte di Lily e James… (che tristezza….) , ma comunque non è detta l'ultima parola, il signor Potter è il signor Potter!!

Colgo l'occasione per ringraziare anche chi ha letto "Il primo incontro" (consiglio di leggere agli appassionati di questa storia!) e "Ci sono Mamma e Papà" (postata stasera stessa).

Ed ora passiamo ai ringraziamenti su questa storia Grazie a i miei magnifici 21 preferiti!!!! (Diavolo sono commossa!!!) Li ringrazio uno ad uno in questa frase infinita ;P alice brendon cullen - bellavita - Bellis - Cassandra - Frytty - germana - ginny_potter94 - jeginnybells - lally88 - Lars Black - MLA - MoMozzia - PrincessMarauders - ramoso4ever95 - riddikulus - ron84 - SarahPotter - sihu - Streghetta86 - VolpeGentile - Wolverine

Ed ora passiamo ai commenti:

bellavita James è sempre James, solo che non sono molto brava a descrivere gli scherzi dato che sono la reincarnazione femminile di Remus ;P Quindi, accetto volentieri suggerimenti

SarahPotter Mia cara addirittura un commento per capitolo in una sola volta! Sono commossa. Rispondo a tutti ^^ E beh ci stava il bello e dannato ^^  

“Se l’ordine sarebbe stato l’opposto Remus era quasi sicuro che entro l’alba non avrebbe avuto più un migliore amico” stava nel senso che se Lily si fosse accorta che James l’aveva stretta a se avrebbe ucciso James ^^ Sono contenta che Emily ti sia piaciuta, è nata dalla mia mente perché volevo mettere qualche collegamento tra l’attacco al treno e l’ordine della fenice (insomma non è che i Mangiamorte attaccano treni tanto per…) e mi sembrava assurdo che un coetaneo di Silente non avesse nemmeno una nipotina.

Già io credo che Sirius abbia questo “cancella mento” nei confronti di Regulus perché non ha cercarlo di riportarlo indietro (logicamente con una madre come Walburga non è che Regulus poteva fare molto…), comunque vedrò di trattare Regulus in una Oneshot come ho fatto in “Il primo incontro” anche perché con questa storia ho cominciato subito dal settimo anno ^^’’’’

Si, beh Enif è un tantino persa ogni tanto… ^^’’’’ (Enif tira una randellata all’autrice)

Tonks io la vedo questa pucciosa bambina di quattro anni che si vede spuntare questo cugino della madre, bello e affascinante che le racconta tante cose divertenti e che la fa ridere, di un cugino cusì a 4 anni ci si innamora di certo!

LA Skeeter è sempre la Skeeter

Ti aspetto nei commenti!

 

Un saluto a tutti e alla prossima:

Capitolo 6: animated evening

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Eventful evening ***


Scusatemi! Scusatemi! Scusatemi!!!!!  Sono imperdonabile!!!! Ho disperso la mia beta in Belgio….. e tra una cosa e l’altra…. Dio che ritardo!!! Scusate, spero almeno il capitolo sia di vostro grado ^^

Ora vi lascio alla lettura

Mirwen   

 

 

Safely, for the last time

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

Capitolo 6: Eventful evening

 

“Come sta James?” chiese Enif camminando per il quarto piano in compagnia di Remus

“Ti mentirei se ti dicessi bene…” sorrise tristemente il licantropo “… più tenta di non pensarci, più è distratto… Sirius non l’ha convinto neanche con una decina di scherzi ai Serpeverde e si è depresso pure lui…” Enif sorrise appena, un Sirius depresso? Era possibile?

“Non si sa nulla di suo padre?” chiese accennando verso il campo di Quidditch, come a indicare James

“No… è da domenica che sua madre non scrive più… il che fa preoccupare un po’ tutti…”

“Il sapere che c’è qualcosa, ma il non sapere cosa, spaventa ancora di più… come le storie sugli uomini neri e i troll dentro gli armadi…” Enif sospirò “Spero vi arrivino notizie al più presto… non so quanto potremo ancora tener tutto segreto… insomma che James non sta bene si vede a miglia, ma se ci si mette pure Sirius… lo capirà il mondo intero…”  fece un attimo di pausa, come a riflettere se poteva continuare o no “Insomma… non ho mai visto Sirius così preoccupato… il signor Potter è stato per lui il padre che Orion Black non è stato mai… e… fa male vederli così…”

“Soprattutto vedere Sirius così? Giusto?!” sorrise malandrino Remus, era così facile capire cosa pensasse Enif, che ancora si stupiva di come Sirius non se ne fosse reso conto da anni.

La ragazza arrossì giocherellando con l’anello che portava all’anulare sinistro

“Si vede così tanto?”

“Trasparente come il vetro… ma credo che quello a cui servirebbero gli occhiali sia Sirius…”

“Dici che non se ne è accorto… che lo porto ancora… che mi incanto a guardarlo… e tutto il resto?” chiese fissando il piccolo opale fissando al anello di fidanzamento.

“Non credo… o si sarebbe già chiesto il motivo… ma potrei anche sbagliarmi… Sirius non va a sventolare i propri sentimenti in giro… e credo che il motivo lo conosciamo entrambi…”

“La nobile e antichissima casata dei Black…” concluse lei continuando ad osservare la pietra nera. Camminarono un po’ in silenzio.

“Lo sai Remus, i babbani pensano che l’opale nero porti sfortuna a chi lo possiede…”

“Non mi sembri tanto sfortunata…” lei annuì appena

“Questo è un anello di fidanzamento… spero non porti sfortuna ad entrambi…”

“Sono solo superstizioni… e babbane per giunta… chissà quali opali stregati hanno creato questa leggenda…” sorrise Remus “Ma quello è James?”chiese poi indicando il ragazzo che saliva le scale di corsa, una mano stretta sul volto.

 

♦♦♦

 

Lily stava osservando gli studenti che avevano partecipato alla festa di Lumacorno. Avevano più o meno tutti un’aria abbastanza annoiata, gli unici che sembravano divertirsi erano un paio di ragazze del terzo anno che civettavano tranquillamente con uno degli invitati speciali del professore: un famoso giocatore di Quidditch, Lily non ne ricordava nemmeno il nome.

“Signorina Evans, Lily, mia cara…” la chiamò il professore, Lily si voltò. Horace Lumacorno, che nei suoi vestiti migliori color mattone sembrava davvero un tricheco, si avvicinava a lei con un personaggio che era il suo esatto opposto. L’ospite era un mago anziano, magro e rattrappito, vestiva una veste verde muschio, stretta in vita da una grossa cintura. Le maniche larghe gli ricadevano sulle membra ossute facendolo sembrare ancora più sottile. Lily lo fissò in volto. Rughe del sorriso incorniciavano degli occhi scuri, mentre i radi capelli dovevano essere stati un tempo rossi.

“Si professore?” rispose la ragazza staccandosi dal muro cui si era appoggiata.

“Le volevo presentare il nostro illustre ospite…”

“Suvvia, Horace non esagerare come al tuo solito…”sorrise il vecchio mago

“Signorina Evans le presento Georgius Greathead, George la signorina Lily Evans…” li presentò Lumacorno con un sorriso.

“Piacere signor Greathead…” disse Lily stringendogli la mano, il mago dal canto suo sorrise

“Incantato di conoscerla signorina Evans…”

“Lily, mia cara, devi sapere che Georgius è ha capo del centro di magia sperimentale, dato le sue innate qualità ho pensato di accennare a lei in caso al centro servisse una nuova strega…”

“Oh…emh… grazie professore…” arrossì Lily

“Di nulla, mia cara… Scusami un  attimo George…” disse allontanandosi dal mago e avvicinandosi al tavolo del buffet e ad un gruppetto di ragazzi “…voglio sperare che non stiate allungando il succo di zucca con il whisky voi tre…”

“Allora signorina Evans…” cominciò il mago “…Horace dice che sei la migliore dell’ultimo anno…”

“Il professore esagera… me la cavo tutto qui…” sorrise in imbarazzo Lily

“Modestia… una delle virtù più aspirate dagli uomini, ma forse quella più difficile da possedere… spesso chi si nasconde dietro la modestia lo fa per poca fede in se stessi… lei è una di questi signorina?” Greathead la fissò serio, Lily mantenne lo sguardo.

“No, signore…”

“Bene… bisogna essere sempre sicuri di ciò che seminiamo…” disse l’uomo fissando un punto indeterminato della stanza, si rivolse di nuovo a Lily “Che cosa pensa di fare una volta finita la scuola, signorina?”

“Non lo so, onestamente…” sorrise leggermente lei

“Onestà… mi sembra che lei sia piena di virtù, signorina…” il vecchio le sorrise e Lily non potè che non sentirsi lusingata da quelle parole, sorrise appena. “Sia Horace che Albus mi hanno detto che lei è una studentessa brillante, curiosa e intelligente, potrebbe far strada ovunque…”

“Conosce il professor Silente?” chiese Lily

“Oh, si da tanti anni… ci siamo conosciuti a casa di Nicholas Flamell, io: un giovane curioso che voleva apprendere l’alchimia, lui: qualcuno da cui avremmo potuto aspettarci grandi cose…”

“Lei è un alchimista?” era la prima volta che Lily ne conosceva uno, Silente a parte, era sempre stata affascinata dalla materia

“Si, signorina… ma non me la cavo male neppure come pozionista o incantatore…” l’uomo sorrise

“Studiate anche l’alchimia al centro?” Lily fu certa di vederlo sorridere

“Oh, si… e molte altre cose…”

In quello stesso istante Lumacorno fece un cenno al suo ospite di seguirlo, Georgius Greathead frugò tra le ampie maniche del suo abito astraendone una pergamena.

“In caso lei volesse essere dei nostri…” disse porgendole la busta “immagino che capisca, che con i tempi che corrono, noi non possiamo contare sull’appoggio del ministero della magia e troppa gente non virtuosa quanto lei vorrebbe poter anche solo immaginare ciò che studiamo… quindi la pregherei di considerare confidenziale questa chiacchierata fintanto che non avrà deciso cosa fare…” Lily lo guardò leggermente stupita, l’uomo le strinse di nuovo la mano “A presto rivederla, signorina Evans…” solo mentre si allontanava da lei, Lily si accorse che l’uomo portava una piccola spilla al petto: una minuscola fenice.

Rimasta di nuovo sola Lily si guardò attorno scorgendo Severus Piton che la fissava, distolse lo sguardo, decidendo che era venuto il tempo di bere qualcosa. Mentre si avvicinava alla caraffa del succo di zucca, era quasi sicura di aver visto Piton sussultare. Prese la caraffa, accanto a lei Lumacorno stava per stappare una bottiglia di Odgen stravecchio in onore dei suoi ospiti. E in quel momento fu il caos. La bottiglia in mano a Lumacorno sembrò ribollire. Il professore la lasciò cadere, ma quando la bottiglia toccò il suolo esplose in mille pezzi. Il liquido ambrato inzuppò completamente il signor Greathead e bagnò il braccio di Lily alle sue spalle.

Per un attimo tutti si aspettarono che qualcuno scoppiasse a ridere, ma Lily si piegò su se stessa tenendosi il braccio. Scottava come se qualcuno le stesse bruciando la pelle, quello non poteva di certo essere solo whisky incendiario!

Greathead crollò sul pavimento stringendosi il volto.

 

♦♦♦

 

James correva su per le scale, il naso che sanguinava abbondantemente.

Maledetto Colfer! Ma tu guarda! Se solo mi capita tra le mani!

“Prongs che ti è successo?” James si voltò fissando Remus ed Enif che gli si avvicinavano

Colfer… dato che ero distratto ha preso la mazza di Reston e mi ha lanciato un bolide addosso…” spiegò irritato, continuare a salire in compagnia degli amici

“Perché diavolo ti ha colpito?” chiese Enif fermandolo e analizzando il naso. “Ti è andata bene, non credo sia rotto, Madama Chips te lo rimette apposto in un secondo…”

“Perché ho avuto l’accortezza di dire che se non si da una calmata non avrà più una squadra…”

Quando arrivarono in infermeria furono sorpresi di trovarci Lily.

“E si ricordi l’essenza di dittamo… brucerà un po’ per un po’ di giorni, ma non le resterà nemmeno il segno…” Enif si accorse subito della fasciatura sulla mano sinistra dell’amica, stava per chiedere cosa fosse successo quando Madama Chips si voltò verso di loro.

“Ancora Quidditch… dovrebbero abolirlo quel gioco…” la strega si era avvicinata minacciosa a James spostandogli di mala grazia la mano dal viso. La donna gli tastò il naso e il ragazzo dovette reprimere un gemito di dolore. “No, non è rotto…” fece un leggero movimento della bacchetta e il naso di James ritornò come prima.

“Buonanotte…” disse poi congedando tutti e quattro.

Camminarono in silenzio per alcuni istanti, diretti verso la torre del Grifondoro

“Lily ma cosa…” cominciò Enif

“Dimmi che non è uno dei tuoi stupidi scherzi Potter!” cominciò acida la rossa

“Cosa?” chiese il moro non capendo effettivamente a cosa si riferisse

“Qualcuno a mischiato del veleno di Doxy al whisky incendiario di Lumacorno…”

“Credi sia stato io?” chiese indignato James

“E’ uno degli scherzi che potresti fare tu…”

“Evans, conosco cosa succede se si mischia il veleno di Doxy assieme al whisky incendiario, o qualsiasi cosa a base di alcool crea una specie di acido corrodente, più è alta la percentuale di alcool più corrode… non  l’avrei mai fatto…” Lily lo fissò negli occhi, incerta

“Come mai sai così bene cosa succede?”

“Mia madre lo usava per scrostare i calderoni…E poi scusa, dove l’avrei trovato del veleno di Doxy?!” Enif e Remus fissarono i due continuare a bisticciare, ma la ragazza vedeva chiaramente un senso di sollievo negli occhi di Lily.

“E che ne so… sei tu la mente malandrina… magari te lo sei fatto spedire!” sbottò Lily

“Cosa hai detto Evans?” James sembrava aver appena ricevuto un’illuminazione

“Che le lo avrebbero potuto spedi…” anche Lily sembrò illuminarsi “re… credi che possa essere stato Mulciber?”

“Scusate se interrompo questo scambio di menti, ma che c’entra Mulciber?” Gli altri due grifoni avevano una faccia estremamente dubbiosa.

“Lunedì sera abbiamo visto, quello che noi pensiamo sia Mulciber, ricevere un pacco nel cuore della notte…”

“C’era qualcuno dei Serpeverde, stasera?” chiese James non dando il tempo a Lily di finire la frase

“Beh… ce ne era qualcuno ma…” Lily fissò Potter con un interesse “Nessuno di loro si è avvicinato a quella bottiglia…”

“Forse mentre non vedevi…” azzardò Enif che ormai aveva cominciato ad appassionarsi alla vicenda, Lily scosse leggermente il capo annuendo “Può darsi…”

“È rimasto scottato qualcun altro?” chiese Remus per cambiare discorso… non era proprio il momento di sospettare di chiunque…

“Si… l’ospite del professor Lumacorno si è beccato un ustione al volto… Madama Chips diceva che forse gli darà qualche danno all’occhio destro… ma per il resto era sano come un pesce…”Senza neanche accorgersene erano arrivati davanti al ritratto della Signora Grassa

Asfodelia…” mormorò Enif

“Questi prefetti non sono più quelli di una volta… ritornano sempre più tardi.” Borbottò la donna lasciandoli passare.

Enif lanciò gli occhi al cielo.

“Buonanotte…” salutò Lily avviandosi alle scale

“’Notte…” sorrise la brunetta seguendo l’esempio dell’amica

“A domani…” rispose Remus

“Evans?”

Lily si voltò a guardare James “Si?”

“Stai bene ora?” chiese preoccupato

“Brucia un po’… ma ne ho viste di peggiori…” sorrise un po’ imbarazzata

“Bene.. allora buonanotte Evans…”

“’Notte Potter….”

 

♦♦♦

 

“Ehi! Bentornati!” sorrise Peter non appena James e Remus furono entrati nel dormitorio.

“Samuel?” chiese James guardandosi intorno… non aveva voglia di vedere il compagno…

“Non era al campo di Quidditch con te?” chiese Frank.

“Sono passato in infermeria… mi ha tirato un bolide addosso…” Sirius alzò lo sguardo dalla rivista che stava sfogliando inarcando un sopracciglio

“Ha fatto cosa?”

“Mi ha lanciato un bolide dritto sul naso…” Frank si mise le mani tra i capelli sconsolato, quella spilla gli aveva fatto davvero male.

“Vado vedere dove si è cacciato… ho visto Sigfrid e il resto della squadra in sala comune un pezzo di tempo fa…” così dicendo Frank uscì lasciando soli i Malandrini.

“Come è andata la serata?” chiese tagliente Sirius guardando Remus

“Noiosa come sempre…ma almeno questa sera la compagnia era ottima…” rispose questo

“Stai dicendo che preferisci fare le ronde con Icecrow che con me, Remus?” chiese James punto sul vivo

“No, sto dicendo che con te si va in giro a fare casino, non a fare ronde…” sorrise il licantropo, fissando con la coda dell’occhio l’espressione di Sirius. Black lo fissava accigliato, sembrava aver appena scoperto che la sua famiglia lo aveva nominato erede universale di tutti i beni dei Black… per un attimo aveva lasciato la sua maschera fredda e sembrava davvero scocciato, se non arrabbiato. Remus decise di dargli un'altra frecciata, voleva capire se Sirius non provasse per Enif solo amore fraterno…

“Qualcosa non fa, Felpato?” chiese ingenuamente

“No… sto magnificamente…” disse ritornando a fissare la rivista.

Non me la racconti giusta, amico, pensò Remus, ma riuscirò a farti confessare… per il bene di entrambi…

 

♦♦♦

 

   “Lily che diavolo ti è successo?!” chiese Alice non appena vide la fasciatura che ricopriva il braccio dell’amica.

“Già… è andato a fuoco il sotterraneo?” chiese Mary dandole manforte.

“Buonasera anche voi…” Sorrise la rossa chiudendo la porta dietro ad Enif.

“Lily… davvero cosa ti è successo?” Enif alzò gli occhi al cielo, Alice sapeva essere davvero insistente alle volte.

Mentre si vestivano e si buttavano sotto le coperte, Lily raccontò alle compagne l’episodio della serata.

“Ma è solo uno scherzo di cattivo gusto, no?!” borbottò Mary

“Certo Mary… uno mette veleno di Doxy nelle bottiglie di Whisky ogni giorno…” esclamò Alice infervorata.

Enif guardò Alice con un sopracciglio alzato, fissò Lily, sapevano che quando Alice parlava in quel modo era già partita per l’Accademia Auror.

“Tu cosa credi?” e Mary non aveva ancora capito che non doveva incoraggiarla… pensarono entrambe lasciandosi sfuggire un sorriso

“Beh… Questo Giorgius è un ricercatore no?! Ed è amico di Silente… hai detto che Silente e Lumacorno ti hanno raccomandata a lui no?! Beh è facile… è una rappresaglia dei sostenitori di Colui-che-non-deve-essere-nominato…”

“Oh ti prego Alice… non comincerai con la storia dei Mangiamorte ad Hogwarts?!” sbottò Mary

“Beh… qualcuno ha fatto sparire il corpo del macchinista per farsi un alibi, e qualcuno ha messo quel veleno di Doxy nel Whisky…”

“BUONANOTTE!” tagliò Enif, era stufa di sentire parlare di guerra… voleva solo dormire in quel momento.

“Concordo… è tardi e sono stanca… ‘notte ragazze…” sorrise Lily, sdraiandosi e imbacuccarsi nella coperta.

“Comunque… qualcuno deve essere stato…insomma prima il padre di James, poi Emily, adesso questo signor Greathead… e solo perché sono amici di Silente”

Lily si addormentò con ancora nelle orecchie la voce di Alice, mentre rivedeva l’espressione preoccupata di Severus Piton mentre si avvicinava al buffet e quindi alla bottiglia.

 

Chi avrà miscelato il veleno di Doxy??? (La formula me la sono inventata… essendo il veleno di Doxy urticante ho pensato che miscelato con l’alcool potesse dare quest’effetto….) Sarà lo stesso che ha tirato il freno a mano? Il mistero si infittisce… ma non ne vedremo presto la fine.

Ed ora passiamo ai ringraziamenti su questa storia Grazie a i miei magnifici 28 preferiti!!!! (Comre siete tanti!!!!!) Li ringrazio uno ad uno in questa frase infinita ;P alice brendon cullen - Alohomora (ciao mia cara!!!!) -  bellavita - Bellis - Cassandra - Frytty - germana - ginny_potter94 - jeginnybells - lally88 - Lars Black - MLA - MoMozzia - muriel (una nuova arrivata! Spero continuerai a seguirmi!!! Nonostante il ritardo stratosferico….)- Nikki Potter(altra new entry!!  Ho letto molte delle tue storie!)- PrincessMarauders - ramoso4ever95 - riddikulus - ron84 - SarahPotter - sihu - Streghetta86 - - Thaleron ( benvenuto tra i preferiti!!!) - VolpeGentile - Wolverine- (e gli ultimi tre gli ringrazio insieme!!!!) zanna - Zarkyna  - _Polla_ (grazie per seguirmi!!!!)

Ed ora passiamo ai commenti:

SarahPotter: Sei affetta da Safelymania ;P Ne sono onorata!!! 

ale03: spero di ritrovarti nei commenti, nonostante la tua “poca pazienza” e mi scuso tantissimo del ritardo… davvero…

 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: losses ***


Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

 

Capitolo 7: Losses

 

 

 “So che in questo periodo ci sono stati dei dissapori fra noi, ma dobbiamo giocare questa partita al meglio, va bene?!” Samuel Colfer aveva capito la lezione: una notte all’addiaccio, chiuso negli spogliatoi gli aveva fatto capire che era stato uno stupido a prendersela con James, ad avergli tirato un bolide e ad aver tormentato così tanto la squadra.

La squadra annuì, l’unico che sembrava assente era James.

“Potter, sicuro di voler volare?” chiese Colfer visibilmente preoccupato, tutti ricordavano gli avvenimenti del giorno prima.

 

I malandrini erano seduti a fare colazione quando un grosso gufo grigio atterrò davanti a loro, porse una grossa busta a James.

Il ragazzo prima sbiancò e poi uscì di corsa dalla Sala per raggiungere l’ufficio del preside, lasciando ai suoi amici la lettera.

La colazione non era nemmeno finita che da bocca a bocca, da fantasma a persona la notizia si era sparsa in tutta la scuola: Charlus Potter era morto.

 

Silente accolse James serio, sapeva che il ragazzo sarebbe andato da lui

“Voglio vederlo… e voglio vedere mia madre…” non disse nient’altro, gli occhi carichi di lacrime che non si decidevano a scendere.

 

Pochi minuti dopo Albus Silente in persona aveva accompagnato il giovane mago al San Mungo. Quando raggiunse la stanza in cui Charlus aveva passato gli ultimi tre mesi la trovò vuota. L’unica persona presente era sua madre. Dorea Black in Potter era seduta sulla sedia che aveva occupato in tutti quei mesi alla destra del letto ora vuoto. I fiori di alcuni di vasi stavano lentamente appassendo, James era presente quando sua madre li aveva incantati in modo che restasse sempre del colore in quella stanza. Suo padre amava il colore.

“Mamma…” James si stupì di sentire così roca la sua voce, non sembrava nemmeno la sua. Si avvicinò alla madre, Silente restò sulla porta ad osservarli. Quando la madre si voltò verso di lui, James si rese conto di quanto era dimagrita; di quanto il suo viso, sempre bello, fosse sciupato; di quanto gli occhi castani fossero spenti.

“James…”

Silente restò lì a fissare madre e figlio abbracciati, cullarsi a vicenda tentando di riempire quel vuoto che si era andato a creare, ma anche se loro non potevano ancora vederlo, Albus sapeva che in quell’abbraccio c’era anche Charlus.

 

Quando James tornò a scuola la sera, non rivolse una parola a nessuno, borbottò un “vi saluta la mamma…” ai suoi amici e si chiuse in un doloroso silenzio, lo stesso silenzio che aveva mantenuto guardando il corpo senza vita di suo padre, lo stesso che aveva fatto capire a Silente che era ora di riportarlo a scuola.

 

Samuel, che ora lo stava fissando preoccupato negli spogliatoi, sapeva quanto poco avesse dormito, soffocando le lacrime nel cuscino mentre i suoi malandrini sedevano affianco a lui, onorando quel silenzio che valeva più di mille parole.

“Si, mi farà bene…” sospirò James senza guardarlo

“Se non te la senti, ti capisco… posso trovare un altro e…”ricominciò il capitano

“Samuel… quello che mi serve ora è volare… davvero… sto bene…” disse il moro fissandolo con espressione seria, gli occhi spenti “E poi dove lo trovi uno migliore di me…” aveva aggiunto con uno spettro di sorriso in volto.

 

♦♦♦

 

Lily stava raggiungendo il campo d Quidditch a passo spedito. Enif le stava letteralmente correndo dietro.

“Lily!” la bruna la riuscì a bloccare solo all’ingresso delle tribune. “Che diavolo ti prende?” chiese alterata “sei arrabbiata come me per caso?!” Lily si stupì di quella domanda, inarcò le sopracciglia.

“Perché dovrei essere arrabbiata con te?” chiese tutt’altro che convinta

“Perché è da quando ti ho detto che James giocherà questa partita che non mi rivolgi più la parola…” disse mortificata

“Oh… scusa…io… non so che mi è preso… e che saperlo sulla scopa in quelle condizioni…” Lily abbassò lo sguardo, imbarazzata da ciò che stava dicendo

“Mi stai dicendo che sei preoccupata per quello “stupido, arrogante” di un Potter?” chiese imitando il suo tono, e facendole scappare un sorriso.

“Io…credo di si…” annuì appena

“Andiamo…” esclamò la bruna trascinandola su per le scale “ti porto da qualcuno che è preoccupato quanto te…” così dicendo Enif guidò l’amica nei posti occupati dai Malandrini.

 

♦♦♦

 

“Ma siamo sicuri che non cadrà dalla scopa?” chiese Peter sistemandosi sul sedile e osservando il campo da Quidditch in direzione degli spogliatoi rosso e oro.

“Io spero che un po’ d’aria lo tirino su di morale…Tu che ne pensi Sirius?” mentre diceva ciò, Remus salutò le ragazze che arrivavano loro incontro.

“Lo spero davvero… non può buttarsi giù così… suo padre non lo vorrebbe…” per quanto non lo dimostrasse anche Sirius aveva sofferto la perdita del Potter, che per lui era stato un secondo padre… o forse un primo. Quella notte, mentre accarezzava le spalle scosse dai singhiozzi silenziosi di quel fratello che era per lui James, aveva pianto fingendo di guardare fuori.

“Ciao!” Sorrise Enif sedendosi accanto a Sirius, il ragazzo la guardò. Dopo anni non riusciva ancora ad ignorare la serenità di quel sorriso gentile. Per un attimo si immaginò Enif passeggiare assieme a Remus per i corridoi, li vedeva ridere e scherzare, doveva ammettere che erano una bella coppia, ma non capendo perché quel pensiero lo mise solo di cattivo umore, più di quanto non fosse già.

“Stai bene?” la voce di lei lo riscosse

“Oh emh…” guardò i suoi occhi rimanendo incollato a quel verde chiarissimo che tendeva quasi all’azzurro…

“So che è dura anche per te la perdita di Charlus… anche se non ti va di parlarne…” Sirius la fissò incredulo, possibile che lei gli guardasse dentro così in profondità da non vedere cosa pensasse in quel momento. Lei gli prese la mano stringendogliela appena. “Si sistemerà tutto vedrai, ma tu e James dovete restare uniti… è ciò che vorrebbe il signor Potter…ed è ciò che serve a te, a lui e a sua madre…” detto questo spostò la mano sinistra da quella di Sirius e si voltò verso Lily, un po’ per chiederle di sedersi e di non restare in piedi e un po’ per nascondere a Sirius l’effetto che aveva avuto la sua mano.

Sirius rimase lì a fissarsi un attimo la mano, lì dove lei lo aveva toccato, sorrise senza saperne il motivo, aveva visto chiaramente l’opale nero, nero come i Black.

“Ed ecco scendere in campo la squadra dei Grifondoro!” gridò lo speaker, un corpulento ragazzo di Tassorosso. “C’è Samuel Colfer, sembra che il capitano abbia avuto un gran brutta settimana, ora vedremo se è altezza della spilla che porta!” Samuel sorvolò il campo, ignorando il commento del ragazzo. Certo che sarò altezza e questa partita dimostrerà, sempre che James ce la faccia…

“E Lucy Clavell, Doris Arper e Susanne Daniels!” e mentre le ragazze facevano un largo giro intorno alle tribune, il commentatore si lasciò andare ad un dettagliato resoconto che descriveva come il trio di punta, scelto da James Potter due anni prima fosse il migliore visto ad Hogwarts da secoli.

“Ma sta cercando di sedurle?!” chiese Lily guardando l’amica, Enif ridacchiò

“Lo fa dall’anno scorso, si vede proprio che non vieni mai alle partite…”Lily arrossì appena imbarazzata soprattutto dall’occhiata che aveva ricevuto da dei ragazzini del secondo anno seduti davanti a lei.

“Ed ecco Sigfrid Reston e Paul Domrod! Che battitori ragazzi! Non vorrei dovrei incrociarli…” e in quel momento tutta la squadra trattenne il fiato, molti erano sicuri che James non avrebbe giocato, come avrebbe potuto farlo?!

“E a voi, signori e signore, nonostante il lutto, JAMES POTTER!!!!” un boato scosse il campo, ragazzine adulanti esaltavano il loro eroe, serpeverde rabbiosi vedevano la sconfitta imminente. Ma ciò che i Malandrini notarono subito era la spessa fascia nera che James portava legata al braccio destro.

“Credete che gli farà bene?” chiese Lily sporgendosi a guardare i ragazzi accanto a lei.

“O starà meglio o starà peggio… è stato suo padre ad insegnarli a volare…” le spiegò Sirius, serio e forse un po’ malinconico… “Ti preoccupi per lui, Evans?”

“Non vorrei che si sfracellasse al suolo, dove lo trovo un altro Caposcuola, Black?!” nonostante la nota acida nella sua voce, i quattro non ci cascarono nemmeno per un istante ed Enif scosse la testa rassegnata, borbottando qualcosa del tipo “orgoglio”.

James fece il giro del campo, lo sguardo passava su tutte quelle facce che lo fissavano, per una volta non avrebbe voluto essere lì, avrebbe mollato la scopa e si sarebbe andato a rintanare in un buco. Perché continuare? Perché essere il migliore? Suo padre non c’era più, che importava il resto. Vide gli sguardi dei suoi amici e indugiò negli occhi della Evans: preoccupati, tristi, un po’ arrabbiati. Ormai era in gioco, che figura ci avrebbe fatto?!

I Serpeverde si schierarono in campo, erano arrabbiati, speravano in una vittoria facile, ma James era in campo, doveva restare almeno per dar fastidio a loro.

Vide Regulus Black che lo fissava, sembrava scocciato. James ghignò Pensavi ti avrei lasciato prendere il boccino tanto facilmente, Regolino?! Ma James Potter non si arrende mai…

Anche tuo padre lo diceva, ma ha perso… trillò una voce fastidiosa nella sua testa

Lui non ha perso…

Si lasciato vincere dalla morte… si è lasciato andare…

James scosse la testa per liberarsi da quei pensieri.

La partita iniziò, era chiaro fin dall’inizio che Grifondoro poteva contare su una tattica e una tecnica eccellente, ma i Serpeverde andavano giù pesante e Doris Arper per poco non venne disarcionata dalla scopa quando un battitore dei verde-argento le sfrecciò a pochi centimetri dalla coda cercando di colpirla con la mazza, in un momento in cui l’arbitro era impegnato a fischiare un Flacking del portiere di Serpeverde.

Nonostante la poca esperienza nel Quidditch Lily si fece trascinare dal gioco, o meglio dalla guerra che avveniva sul campo, tanto che quando l’arbitro lasciò passare un tentativo di collisione del corpulento Terry Wang con Susanne si alzò in piedi lanciando al Serpeverde epiteti che mai avrebbe pronunciato davanti a qualcuno.

Enif la strattonò per un braccio rimettendola seduta.

“Adesso capisco perché non vieni alle partite, te lo hanno vietato, Evans…” sorrise Sirius sbalordito dalla ferocia, per una volta non convogliata su James, della Caposcuola.

Lily arrossì

“Lascia stare questo scemo, Lily, dice così solo perché avrebbe voluto dare prova del suo forbito turpiloquio…”le sorrise Remus.

“Anche se dubito che Sirius avrebbe usato un termini come “per il perizoma tigrato di Merlino, ma cosa hai nella testa?!”…” ridacchiò Enif voltandosi appena in tempo per veder segnare il terzo goal del Grifondoro. Lucy sorvolò il campo in un mare di applausi.

“No, decisamente il mio sarebbe stato più volgare… comunque me la devo segnare questa, Evans, complimenti per la fantasia…” sorrise Sirius unendosi ai festeggiamenti, Grifondoro conduceva per 30 a 0.

 

James girava attorno al campo, la partita, nonostante i toni aspri andava bene, aveva visto praticamente quasi tutti i falli ma poco importava, Samuel stava facendo un buon lavoro con gli anelli e nemmeno una pluffa era entrata in zona, e le ragazze mettevano tutte se stesse nel gioco. Un bolide sibilò accanto al suo orecchio, si abbassò.

“James, vedi di stare attento… non posso correrti dietro per tutta la partita!” sorrise Sigfrid superandolo e mandando il bolide drillo verso il capitano dei Serpeverde.

“James, vedi di stare attento quando voli… non posso correrti dietro per tutta casa con il terrore che tu distrugga qualche mobile…”

“Charlus non starai mica facendo volare di nuovo James in casa…”

“No, Dorea, cara… questa sarà il nostro piccolo segreto Jamie, va bene? Però promettimi che quando andrai ad Hogwarts sarai il migliore…”

James ricacciò indietro i ricordi, non poteva lasciarsi sopraffare in quel momento. Cercò Regulus, il giovane Black era a pochi metri da lui, così preso dalla partita da non cercare nemmeno il boccino. Susanne segnò il sesto goal. Il cercatore sembrò riprendersi e rendersi conto che la partita era nelle sue mani, scoccò uno sguardo tagliente a James e riprese a setacciare il campo.

 

Enif e Lily si abbracciarono esultanti quando Doris segnò il decimo goal. 100 a 0. Se James avesse trovato il boccino sarebbe stato perfetto, ma la pallina dorata sembrava scomparsa nel nulla.

Joss Whinghing si lanciò su Susanne con il pugno teso, pronto a sferrarle un pugno, quando la ragazza fece un passaggio avventato per schivare il colpo, il Serperde si ritrasse.

Sirius imprecò “ Un Tackle Transilvano! Un Tackle! Ma ti rendi conto Remus!” intanto il passaggio storto era andato a finire tra le braccia dell’unica ragazza dei verde-argento che si lanciò verso gli anelli. Piccola ed agile Mildret Parkinson riuscì ad evitare i bolidi dei rosso-oro e con una finta clamorosa lanciò, non in porta ma bensì dritto verso Samuel. Pur di non spostarsi il Grifondoro rimase immobile. La pluffa gli colpì il petto sbilanciandolo e il bolide scagliato da un Serpeverde concluse il danno. Colfer sbatté contro i pali dell’anello di sinistra, scivolando a terra.

James si guardò attorno nervoso, doveva trovare il boccino, o erano guai senza portiere.

“Ma non può essere regolare!” sbottò Lily

“Alla fine si… i bolidi servono a questo…” le sibilò all’orecchio Enif, mentre la tribuna esplodeva in una protesta rumorosa. “Speriamo James trovi il boccino…”

Il punteggio ebbe una fase di stallo, le cacciatrici rosso-oro volavano da una parte all’altra del campo per mantenere la difesa agli anelli, mentre i Serpeverde incalzavano sempre più pressanti. Alla fine la pluffa sfuggì dalle mani di Lucy e oltrepassò l’anello centrale.

“100 a 10 per i Serpeverde!” tuonò lo speaker, mentre la tribuna varde-argento esultava seguita dai sonori fischi dei Grifondoro.

Trovalo James, dannazione trovalo! Si ripeteva il moro sorvolando il campo, erano in vantaggio ma senza Colfer le ragazze non potevano riuscire a mantenerlo in eterno. Poi alla fine lo vide: un bagliore dorato, piccolo e veloce, proprio sotto la tribuna degli insegnati. Senza pensarci si gettò verso il boccino.

“L’ha visto! L’ha visto!”urlò di gioia Peter indicando James che appiattito sulla scopa stava attraversando l’intero campo.

Regulus si lanciò al suo inseguimento lanciando una sguardo d’intesa al battitore.

“Questa volta sarà mio il boccino, Potter!” gli gridò affiancandosi a lui.

“Ne dubito, Black!” ghignò James

“Guarda papà che bella che è questa biglia!”

“Quella non è una biglia, Jamie… è un boccino…”

“Boc-cino?”

“Si…”

“E a che serve, papà?”

“Ad essere preso… chi lo prende vince…”

“Allora io lo prenderò sempre, papà! Perché io vincerò sempre, papà! Te lo prometto!”

James fu di nuovo sconvolto dai suoi ricordi mentre cercava di superare Regulus, tanto che non si accorse dell’arrivo del battitore di Serpeverde. Il colosso speronò James. L’arbitro fischiò il fallo, ma ormai il boccino era al sicuro nelle mani di Regulus, mentre James precipitava sul campo.

 

Sirius e Lily scattarono in piedi all’unisono.

“James!” gridò il moro preoccupato, otto metri di caduta facevano male a tutti.

“Ma non possono lasciargli il punto!” sbottò Lily osservando l’arbitro riprendere il battitore.

“Tecnicamente la partita si è conclusa…” sorrise sconsolata Enif, alzandosi a sua volta e indicando Regulus che trionfante mostrava il boccino stretto nella sua mano.

“Si, ma…”

“L’arbitro ha dato una punizione a favore del Grifondoro, nonostante la partita sia già conclusa…” annunciò lo speaker “un fallo è pur sempre un fallo…”

“Andiamo da Prongs…” disse piano Remus trascinando Sirius per la manica. I tre ragazzi e le ragazze scesero di corsa i gradini che portavano al campo mentre Susanne batteva la punizione in porta. Così finiva la partita 160 a 110 per i Serpeverde.

 

♦♦♦

 

“Sirius, rallenta! Non risolvi niente a correre come un forsennato!” Remus era alle sue spalle, seguito dalle ragazze e da Peter.

“E se lo hanno già portato in infermeria?” chiese Peter con il fiatone.

“Odio il Quidditch…” sbuffò Lily quando si fermarono davanti alla porta dello spogliatoio. Sirius l’aprì senza tanti complimenti, era vuoto.

“Evans!” Lucy Clavell arrivò dal campo, la treccia bionda scomposta, le guancie imporporate e gli occhi lucidi “sapevo che sareste venuti! L’hanno già portato al castello assieme a Samuel mentre Susanne batteva la punizione…”

Sirius nemmeno stette a sentire il resto e facendo dietrofront corse assieme a Remus verso il castello.

“Grazie, Clavell…” sorrise appena Lily, per poi avviarsi al castello con Enif e uno stremato Peter.

 

♦♦♦

 

James si guardava intorno, aveva la netta impressione che stesse facendo qualcosa di importante prima di arrivare lì. Che poi quel lì lui neanche non lo conosceva. In effetti non lo aveva notato prima ma dov’era? Foschia bianca, bordi neri tremolanti, ombre grigiastre.

Cercò di muoversi, una fitta gli attraversò la schiena, si lasciò sfuggire un gemito. Brusio sommesso nelle orecchie, come se migliaia di persone parlassero sottovoce tutte insieme. Un peso sul petto, non poteva muoversi. E ricordò Bool, il battitore dei Serpeverde lanciarglisi contro e poi il vuoto. Dovevano aver perso… era sicuro… sentì gli occhi pungergli, gli dava fastidio.

Un altro brusio, più vicino alle sue orecchie, qualcosa di familiare.

“James…”

 

♦♦♦

 

Quando Sirius e Remus erano arrivati in infermeria, James era steso su un letto, profondamente addormentato. Madama Chips li aveva ammoniti di non svegliarlo o di fare confusione: aveva bisogno di riposo, e quella era l’unica cosa che i suoi incantesimi e pozioni non potevano fare.

Così quando le ragazze assieme a Peter e l’intera squadra di Quidditch si unì a loro passarono i minuti a parlare sottovoce oppure a guardarlo. Dopo mezz’ora gli unici rimasti erano i fedeli Malandrini e le due ragazze.

Sirius si era seduto alla destra dell’amico, Remus di fronte a lui sulla sinistra, mentre Peter, stando attento a non spostarlo si era seduto ai piedi del letto. Enif un po’ imbarazzata dopo aver intuito che Lily non se ne sarebbe andata tanto presto si era posizionata in piedi dietro a Sirius, una mano appoggiata sulla spalla del moro. Lily un po’ per imbarazzo e un po’ per orgoglio restò in piedi appoggiata alla pediera in ferro del letto.

“Ma non è grave vero?” chiese Peter sottovoce

“No, Poppy ha detto che è riuscita a metterlo completamente a posto, deve solo riposare…” rispose Sirius meccanicamente guardando il viso di James.

Il ragazzo in quel momento sembrò risvegliarsi socchiuse appena gli occhi, lo videro cercare di muoversi, gemette. Remus gli premette una mano sul costato.

“Stai giù Jamie… hai bisogno di riposo…” disse il licantropo gentilmente

“Già…” convenne Peter “pensiamo a tutto noi, non preoccuparti…”

“Ti serve una vacanza fratello… resta a riposo quanto vuoi…” sussurrò Sirius.

“Penso non vi senta…” mormorò mortificata Lily

Sirius fissò i presenti, si avvicinò all’orecchio dell’amico.

“James…”

 

♦♦♦

 

 Quella voce era certo, era di Sirius, ma dov’era?

“Si..rius… do…ve…”

“Sei in infermeria, pigrone! Ci hai fatto prendere un colpo!” la voce di Sirius suonò così sollevata alle sue orecchie

“Ehi Jamie…” la voce di Remus gli arrivò dall’altro lato

“Rem… scusa, non ti vedo…”

“Apri gli occhi scemo…” scherzò il ragazzo

Apri gli occhi? Ma che diavolo?! La mente di James si snebbiò, sbattè più volte le palpebre, osservandosi attorno.

“Ben tornato!” gli sorrise Peter passandogli gli occhiali. Con un gemito James si mise a sedere osservando i presenti.

“Che è successo?” chiese, i suoi occhi indugiarono su Lily, lei spostò lo sguardo

“Vado a dire a Madama Chips che si è svegliato…” disse piano la rossa uscendo.

“Sei caduto da otto metri… Bool è stato espulso per la prossima partita…” disse Sirius ritrovando il sorriso

“Abbiamo perso?” chiese il ragazzo

“Si… mi dispiace…”

James strinse la coperta fra le mani

“Ho perso…” mormorò

“Ma solo di 50 punti!” disse Peter cercando di consolarlo “La prossima volta ci rifacciamo! Vedrai!”

James lo guardò sorridendo.

“Bene, la vedo sveglio Signor Potter!” disse entrando l’infermiera

“Salve Poppy!” salutò lui

“Ora andatevene voi cinque…”

“Ma… si è appena svegliato!” brontolò Sirius

“Ha bisogno di riposo, forza!” disse indicando loro la porta. I ragazzi sconfitti borbottarono un “ci vediamo dopo” uscendo.

 

♦♦♦

 

Stavano salendo verso la torre del Grifondoro, Sirius stava maledicendo in tutte le lingue esistenti l’infermiera.

“Dai Sirius! Sono certa che voi Malandrini troverete un modo per andarlo a trovare illegalmente!” ridacchiò Enif, per poi guardare Lily.

“Scusa, Lily, ma non avevi una sciarpa?”

La rossa la fissò…

“Devo averla lasciata in infermeria… io… beh vado a prenderla…” disse facendo retro front.

“Vengo con te…” si offrì Sirius, Lily lo fulminò con uno sguardo. Enif lo strattonò per un braccio.

“Non ha bisogno di una guardia del corpo, no?! E poi la Chips non farà mai entrare anche te…”

“Ma io…” cominciò Sirius.

“Ti aspettiamo a pranzo Lily!” la salutò la bruna incamminandosi e trascinando un Sirius alquanto sorpreso.

Lily scosse il capo allontanandosi, che diavolo combinava la sua amica?

 

“Mi spieghi perché non mi hai lasciato andare con lei?” chiese Sirius qualche metro dopo, Remus e Peter guardavano la scena ridacchiando. Era una cosa abbastanza usuale vedere Sirius abbrancare ragazze nei corridoi, ma questa sembrava essere la prima volta che succedeva il contrario.

“Non fare domande…” disse lei continuando a portarselo appresso.

“Ma…”

“Sir… credo che Enif stia dando l’opportunità a Lily di star da sola con James o sbaglio?” chiese Remus avvicinandosi.

“Ma se lei non lo sopporta!” esclamò sorpreso Peter  unendosi agli amici.

Sirius fissò incredulo l’amica aspettando risposta.

“Non credo che lei ne sia poi tanto sicura…” sorrise enigmatica.

“Certo che voi donne siete proprio strane…” borbottò il moro cambiando la sua andatura cosicché Enif si trovò a braccetto con lui. La ragazza arrossì staccandosi come scottata. Sirius la guardò sorpreso.

“Dimenticato qualcosa anche tu?”

“Emh… io? No… no…”

 

♦♦♦

 

Lily scivolò nell’infermeria in punta di piedi, La Chips le aveva dato al massimo cinque minuti.

“Che ci fai da queste parti?” Aveva sperato che lui dormisse ma a quanto pare si era illusa.

“Ho dimenticato la mia sciarpa…” sorrise prendendola dalla pediera su cui l’aveva appoggiata. James rimase in silenzio fissando la finestra.

“Va tutto bene, Potter?” chiese avvicinandosi a lui.

“Ho perso, Evans…”

“Vincerai la prossima partita…” disse un po’ sorpresa da quell’atteggiamento

“Ci sono partite in cui non puoi avere la rivincita… e oggi ho perso, non solo a Quidditch…”

 

Povero il nostro James, ma vedrete che tornerà più in forma di prima!!! (si spera…. J come stai? NdSirius mhmhm NdJames)

Ed ora passiamo ai ringraziamenti ai 32 preferiti alice brendon cullen - aliceundralandi- Alohomora -  bellavita - Bellis - Cassandra - data81  - extraterrestre- Frytty - germana - ginny_potter94 - jeginnybells - lally88 - Lars Black - MLA - MoMozzia - muriel - Nikki Potter- PrincessMarauders - ramoso4ever95 - riddikulus - ron84 - SarahPotter - sihu - Streghetta86 - - Thaleron - vane91 - VolpeGentile - Wolverine-  zanna - Zarkyna  - _Polla_

Ed ora passiamo ai commenti:

Alohomora: Eccomi qui con il nuovo capitolo!!! Tra un paio tutte le tue domande saranno risposte… soprattutto anche dalla storia a parte  sul fidanzamento in scrittura

aliceundralandi: Ecco qui il nuovo capitolo e sono lusingata dal tuo commento passato, spero ti piaccia anche questo dal sapore un po’ amaro

ale03: sono felice che tu continui a seguirmi e spero di ritrovarti ancora a fine di questo capitolo

 L'immagine potete trovarla sul mio profilo di deviantart http://eruvandie.deviantart.com/

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Hogsmeade ***


Buona Pasqua in ritardo a tutti, da un’autrice un po’ influenzata. XD

 

Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 8: Hogsmeade

Novembre passò lento, ma la vita riprese il suo solito scorrere per James Potter e, quando oramai il mese stava giungendo al suo termine, si trovò di nuovo seduto ai piedi del letto occupato da Remus in infermeria, con Sirius appollaiato su una sedia lì vicina. Era più facile lì ad Hogwarts far finta che la vita scorresse senza preoccupazioni, ma il ragazzo sapeva che una volta arrivato a casa, tutto sarebbe stato più vuoto, senza suo padre.

“Con questi credo siano tutti Remus… “ disse James passando i fogli che teneva in mano all’amico.

“Non ci posso credere che avete preso tutti gli appunti!” sorrise stancamente il licantropo, la notte passata era stata abbastanza faticosa.

“Abbiamo fatto a turno… quindi ringrazia anche me...” bofonchiò Sirius. Remus lo fissò erano da un paio di giorni che Sirius si comportava in modo strano, o almeno più strano del solito.

“Grazie Sirius. Grazie James…” disse stancamente stiracchiandosi. “Credete che Poppy mi lasci venire ad Hogsmeade domani?”

“Credo di si… non può tenerti segregato qui!” sorrise James, che finalmente aveva riacquistato il sorriso di sempre.

“Perché hai un appuntamento?” chiese acido Sirius.

“No… ma… insomma pensavamo potessimo andare a fare un giro tutti assieme…” disse sorpreso Remus, ora Sirius cominciava davvero a preoccuparlo.

“E tu, Sir? Nessuna ragazzina innamorata questa volta?” chiese James cercando di sviare l’argomento.

“No… non ho tempo per le ragazzine petulanti…” Potter e Lupin si scambiarono un’occhiata.

“Non hai anche tu bisogno di un ricovero?” chiese James sorpreso, quel comportamento non era per nulla da Sirius. Di solito organizzava le uscite ad Hogmeade settimane in anticipo descrivendo loro l’intenzione di un pomeriggio di gioie selvagge con qualche fortunata o sfortunata, dipende dai punti di vista. 

“No…” Sirius si rese conto che stava per essere sommerso da un terzo grado angosciante… “E tu perché non le hai chiesto di uscire?” cercò di puntare l’attenzione su James. In realtà non conosceva nemmeno lui il motivo del suo strano comportamento, ma una cosa era certa: non pensava di essere capace di sopportare un terzo grado combinato di due dei suoi migliori amici.

“A chi scusa?”

“Alla Evans, certo…” rispose con ovvietà Sirius.

“Per sentirmi dire il millesimo “no”? No, grazie, passo la palla…” sorrise sconsolato James.

“Beh, potresti essere sorpreso…” ridacchiò Remus

“Dai, non scherzate… è già tanto se non abbiamo ancora litigato… io non voglio rovinare tutto di nuovo…” scrollò le spalle alzandosi “Anzi sapete che vi dico?! Ci andiamo noi quattro malandrini ad Hogsmeade, come i bei vecchi tempi! Senza ragazze fisse o occasionali al seguito!”

 

♦♦♦

 

“Che cosa risponderesti?” la domanda di Enif la prese di sorpresa facendola sobbalzare. Le tre compagnie di camera la stavano fissando dall’altro lato del tavolo da studio della biblioteca.

“A cosa?” Enif sembrò scocciata dalla risposta.

“Se Potter ti chiedesse di uscire, cosa risponderesti?” disse con un sorriso. Alice e Mary fissarono curiose Lily.

“Beh… sarebbe un altro no…” disse lei non staccando lo sguardo dal libro.

“Sicura?” cominciò Alice “insomma ce ne siamo accorte tutte che ti guardi attorno quando camminiamo per i corridoi… speri te lo venga a chiedere?”

“Ma stai scherzando?! E solo che mi sembra strano che non me lo abbia chiesto tutto qui…”.

“E ti da fastidio…” terminò Mary con un sorriso furbo.

“Ma che dite! Non mi da fastidio… e solo che mi ci ero abituata…” Lily nascose si nuovo il volto dietro il libro… “Piuttosto… voi che farete domani?”

“Esco con Frank…” mormorò sognante Alice. Le tre si fissarono trattenendosi dallo scoppiare a ridere. Erano due anni che Alice e Frank stavano assieme eppure ogni volta che uscivano, Alice era sospesa a mezzo metro da terra.

“Mi ha chiesto di uscire un tipo di Corvonero…” mormorò Mary scrollando le spalle. Tutti si accorsero del sospiro di Enif. Lei non sarebbe uscita con nessuno ad Hogsmeade e nessuno le avrebbe chiesto di uscire, anche perché lei avrebbe detto di no.

“Enif, per favore!” cominciò Lily “Non puoi ancora sperare che ti chieda di uscire!” Mary e Alice sorrisero comprensive, ogni volta che qualcuna di loro aveva un appuntamento Enif era malinconica, e tutte loro sapevano bene il motivo: Sirius Black.

“Magari potrebbe farlo…”

“Non lo farà… lo sai…”

“Lily, certo che sei davvero disfattista tu…” brontolò Enif fintamente offesa, un velo di sorriso sul volto.

“E se uscissi con uno dei suoi amici…” Mary la guardava seria.

“Come?”

“Beh magari potrebbe ingelosirsi…” spiegò con semplicità.

“Mi sembra che l’ultima volta non abbia funzionato…” disse tristemente la bruna arrotolando una ciocca di capelli.

“Ma sono passati tre anni… magari…”

“Silenzio lì infondo!” le interruppe la voce di Madama Pince.

 

♦♦♦

 

“Si può sapere che cos’hai?” chiese James chiudendo la porta dell’infermeria dietro di lui.

“Chi io?”

“Sì, sembra che tu ce l’abbia con Remus…è successo qualcosa?” James era preoccupato, Sirius nonostante tutto era sempre stato abbastanza chiuso per quanto riguardava la sua vita privata, almeno quella più seria, ma non c’erano segreti tra loro, almeno fino a quel momento.

“No, no… anzi mi dispiace… e che… bha… non lo so nemmeno io…” James lo guardò.

“Vuoi che ne parliamo?” era sempre meglio prendere con le pinze un Black, soprattutto se era confuso quanto Sirius in quel momento.

“No…no… io… devo arrivarci da solo James…” sembrò un attimo incerto “credo sia colpa sua…”.

“Di Remus?” ok, ora anche James cominciava a preoccuparsi davvero…

“No, di Enif…” sospirò Sirius. James lo guardò con un sorriso a trentadue denti di cui il moro neanche si accorse troppo preso dal guardare fuori da una finestra.

“Senti… vado un secondo da Remus, mi sono dimenticato di dirgli del compito di… Pozioni… Ci vediamo in Sala Comune, ok?” Sirius lo ascoltò appena.

“Oh… va bene…”

 

♦♦♦

 

“Ehilà!” sorrise James facendo di nuovo capolino in infermeria.

“Credevo volessi parlare con Sirius…” disse Remus.

“È successo qualcosa?” chiese Peter che era arrivato nel momento stesso che gli altri due avevano lasciato la stanza.

“Più o meno Pet… ti eri accorto anche tu che Sirius è strano in questo periodo?” chiese James con fare cospiratorio avvicinando una sedia ai due seduti nel letto.

“Si… è un tantino acido in questo periodo…” constatò Peter.

“Credo di aver risolto il mistero…” sorrise “penso che il nostro amico sia semplicemente geloso…”

Remus sorrise, mentre James cominciava a raccontare loro della conversazione di poco prima.

  

♦♦♦

 

“Ma dai cosa ti costa?!” Mary si stava davvero innervosendo, cosa le costava infondo! Non si trattava mica di sposarselo!

“No, Mary….” sospirò Enif fermando le amiche prima di svoltare l’ultimo angolo e arrivare in Sala Comune.

“Ma su, magari è la volta buona!” sorrise Alice.

“Ma ti prego!”

“Enif, mi dispiace schierarmi contro di te, ma chi è la disfattista ora?!” la punzecchiò Lily. Doveva ammettere che quando arrivava a quei livelli Enif era davvero comica: era così rossa in viso che avrebbe fatto concorrenza ad un pomodoro, gesticolava in maniera furiosa e il suo tono di voce era talmente alto che potevano sentirla da due corridoi di distanza mentre sparava frasi a raffica. Il nervosismo che sfogava camminando ora da ferma le faceva tremare il mento il quale presagiva che o si sarebbe messa a piangere o avrebbe messo su una sgridata tremenda.

“Lily, non cominciare anche tu!”

“Ma infondo c’è solo da chiedergli d’uscire, che sarà mai…”

“Non chiederò a Remus Lupin di uscire!” e con questo Enif svoltò bruscamente l’angolo dovendo fermarsi subito dopo.

Sirius la guardava esterrefatto, possibile che davvero lei… serrò i pugni, e sfoggiò un fintissimo sorriso scansando Enif e scendendo verso la Sala Grande. La bruna lo guardò sparire giù dalle scale. Si appoggiò al muro mentre due lacrime si facevano spazio fra le sue ciglia.

“Ditemi che non ha ascoltato tutto…” Le amiche le furono accanto

“Beh guarda il lato positivo,” cominciò Mary “Non mi sembra fosse contento…”

Enif si portò le mani al volto, scuotendo leggermente la testa. Lily le appoggiò una mano sulla spalla.

“Eny, non disperarti così, non ci risolvi nulla…” le disse piano abbracciandola “ora vediamo cosa possiamo fare per questo problema…”

 

♦♦♦

 

Sirius si stava dando dello scemo: in fondo cosa c’è di male!Sono due dei miei migliori amici, devo essere felice per loro, insomma stanno bene insieme, no?! Eppure ogni volta che li immaginava per mano ad Hogmeade sembrava che il suo stomaco fosso caduto nell’abisso più remoto. Ma perché devo comportarmi così?! Si chiedeva furiosamente, che razza di amico sono?! Remus merita una ragazza come Enif e di certo Enif sarà più felice con uno come Remus che con uno come… come chi? Beh di certo migliore di me… E se poi quando scopre del problema di Remus, perché è troppo intelligente per non scoprirlo, lo pianta, chi diavolo dovrei consolare? Lo pianta? Ma se non stanno assieme, anzi per amor del vero non sono nemmeno usciti insieme! Sirius, vecchio mio ti stai facendo delle pare mentali per niente! Di nuovo la sua mente gli suggerì l’immagine di Enif e Remus mentre si baciavano appassionatamente nella Stramberla Strillante, mentre lui le accarezzava i capelli e le guance… Sirius scosse la testa furiosamente: 1. Remus non è la persona che salta addosso ad una ragazza al primo appuntamento 2. Enif non è così scema da farsi saltare addosso 3. Perché dovrebbe darmi fastidio poi? Perché diavolo sono qui come un cretino a camminare avanti e indietro al freddo fuori dal portone? Pensato questo entrò nell’ingresso, il vociare degli studenti che andavano a cena lo assordò, fece dietrofront e uscì di nuovo, ignaro che due occhi verde chiaro lo avevano guardato ansiosi.

 “Sirius!” James gli era corso dietro ansioso “Va tutto bene?”

“Oh, splendidamente!” sbuffò l’interessato.

“Vieni a cena?” chiese il Potter valutando che qualsiasi cosa avesse Sirius non sarebbe stata una cena a farlo sentire peggio, James non sapeva quanto si sbagliava.

 

♦♦♦

 

“Remus, mi serve aiuto!” Enif era scivolata tra la folla assieme a Lily fino a raggiungere il Prefetto.

“Che succede?”

“Black…” spiegò Lily semplicemente

“Sai come sta?” chiese Enif preoccupata

“Mi sembrava arrabbiato… e alquanto acido… ma è un periodo un po’ così…” spiegò il licantropo mentre Peter accanto a lui annuiva.

“E’ colpa mia…” Remus la fissò, possibile che avesse intuito cosa provasse Sirius per lei? Ma allora sarebbe stata felice, non disperata come appariva in quel momento. “Prima le ragazze cercavano di convincermi ad uscire con… uno… per farlo ingelosire… e lui ha sentito solo l’ultima parte del discorso ovvero che non volevo chiedergli di uscire… il problema era con quello che ha sentito, si sarà fatto l’idea che sono troppo timida per uscire con questo tipo…” sparò Enif tutto d’un fiato.

“Enif respira…” sussurrò la rossa interrompendola.

“Beh sembra il piano abbia funzionato, contento non lo è di certo…” sorrise Peter, Enif lo fulminò con uno sguardo.

“E che forse viene fuori un casino, io non volevo, cioè era tutta un’idea di Mary…” Gli occhi di Enif si fecero lucidi.

“Ehi, Enif calmati…” Remus davvero non capiva.

“Il problema è che Mary aveva proposto di invitare te…” finì Lily.

A Remus fu tutto chiaro, il comportamento di Sirius, la disperazione di Enif, sorrise malandrinamente.

“Lo sai, per una volta la McDonald ha avuto una buona idea…” Enif lo guardò dubbiosa “Esci con me ad Hogmeade domani, tranquilla a Sirius ci penso io! Credo proprio che questa volta diventerà davvero la signora Black” Enif sorrise arrossendo.

“Grazie!” esultò abbracciandolo “Sicuro che non crea problemi?”

“No…tranquilla… so come trattare Sirius”

“Ehi scusate il ritardo…” sorrise James trascinandosi dietro Sirius che sembrò impallidire ancora di più vedendo Enif abbracciata a Remus. La ragazza si staccò istantaneamente rintracciando il suo sguardo di ghiaccio.

“Beh… a domani…” salutò la ragazza. Lily guardò un attimo James, temendo o sperando una sua reazione, ma lui non fece nulla. Sorrise in segno di saluto e lasciò i malandrini. Peter l’osservò andarsene.

 

♦♦♦

 

“Sirius la pianti di guardarmi così? C’è qualcosa che non va?” chiese Remus guardando Sirius attraverso lo specchio, l’amico era seduto sul letto, taciturno e immobile come una statua, anche se in quel momento assomigliava di più ad un gargoyle.

“Niente…” bofonchiò

“Sei sicuro? Non è che sei arrabbiato che alla fine io esco con una ragazza e vi tiro pacco?”

“Io in effetti sono un tantino offeso…” entrò nel discorso James “potevo chiedere alla Evans di uscire, se sapevo che tu uscivi con Enif…”

“Beh me l’ha chiesto ieri sera, non potevo dirle di no…” Sirius si alzò di scatto, Remus era pronto a beccarsi un pugno, ma l’amico uscì.

“Vi aspetto di sotto…” disse sbattendo la porta.

“Remus, ora puoi gentilmente illustrarmi il tuo genialissimo piano?” chiese James assicurandosi che Sirius avesse davvero sceso le scale.

“Voglio fargli capire quanto davvero tiene a lei… se non si danno una mossa, finiranno solamente per star male entrambi…”

“Spero tu abbia ragione e non ti becchi un cazzotto per niente, perché sai che ti tirerà un pugno, vero?” sospirò James.

“L’ho messo in preventivo in effetti…” sorrise tristemente Remus.

“Uffa…” sbuffò James “Avrei potuto davvero invitare Lily…” Remus scosse la testa, nonostante fosse maturato molto in quel periodo oscuro James restava sempre James…

Peter guardò l’amico, poteva provarci adesso… uscì dalla stanza

“Ci vediamo di sotto” sorrise Codaliscia

“Beh sarà il caso di andare anche noi non credi?” chiese Remus.

“Sì, amico mio, andiamo verso il patibolo!” sorrise James.

 

♦♦♦

 

“E se litigano soltanto?” Lily gemette esasperata.

“Enif, finiscila e scendiamo!” ordinò poi, spingendo la brunetta verso la porta.

“Ma Lily, insomma le ragazze se ne sono già andate, potrei restare qui, no? E dire che sto male… così non litigherebbero…” Lily si passo una mano sugli occhi.

“Se tu non scendi immediatamente litigheranno per nulla… quindi… scendi!” Enif sembrò convincersi, ma fece un passo verso l’interno della stanza.

“E no! Adesso scendi!” la bloccò Lily

“Se mi lasci prendere il cappotto…”

“Oh…”

Enif si infilò il giaccone dal collo di pelliccia.

“Credi faccia freddo?” chiese Enif guardando le fronde degli alberi muoversi al vento.

“Penso di si…” rispose la rossa indossando il suo cappotto nero, a quella risposta Enif si allungò a prendere i guanti e li mise in tasca.

“Ora possiamo andare…”

 

Le ragazze scesero le scale

“E tu Lily che farai?”

“Non lo so, credo che farò un giro e tornerò al castello…”

“Ehi, Evans!” Lily si voltò, in un angolo della Sala Comune c’era Peter Minus che le faceva segno di venire da quella parte

“Minus… c’è qualche problema?”

“No… emh… solo mi chiedevo… tu Evans non hai da fare vero? Insomma se Enif va con Remus…”

“Mi stai chiedendo di uscire?” Lily guardava Peter torcersi le mani, Enif era sorpresa.

“SI, cioè no… volevo chiederti se ti va di venire con me, James e Sirius…” Lily sospirò

“Ti ha mandato Potter?”

“No… no… e che lui ci ha sempre tenuto che tu uscissi con noi… e dato che lui non te l’ha chiesto… te lo chiedo io…” Lily guardò Enif.

“Così mi spii la reazione di Sirius…” sorrise la bruna

“Ehi non ho mica accettato!” poi si rivolse a Peter “Senti Minus, il problema è Potter… lui è… sempre il solito… e onestamente…”

“Ma… Evans… ti prego, prova a dargli una possibilità, James non è così male come pensi…” Lily passò dagli occhi imploranti di Peter a quelli speranzosi di Enif.

“Va bene…” sospirò “va bene, sarò dei vostri, ma guai a voi se combinate qualcosa d’illegale!” Peter sorrise per poi correre di nuovo su per le scale, le ragazze si guardarono scoppiando a ridere.

“Che cosa???” la voce di James arrivò dalle scale facendo ridere ancora di più le due. Quando il ragazzo sbucò in Sala Comune aveva un sorriso a trentadue denti.

“Davvero esci con noi Evans??” Lily si rallegrò che avesse usato il plurale.

“Beh… infondo faccio anche io del piano malefico…” disse indicando Enif.

“E’ già sceso?”

“Oh si “ le rispose Remus “Furente come una teiera…”

“Dio, aiutami…” sospirò la ragazza.

 

♦♦♦

 

Sirius davvero non capiva cosa ci facesse la Evans con loro, ok senza Remus erano in tre e senza Enif la ragazza era da sola… ma credeva lei non avesse mai acconsentito ad una cosa simile.

“Ehi Sirius, ti ho fatto una domanda…” la voce di James lo riportò con i piedi per terra.

“Come?” Peter si tirò una manata sulla fronte, Lily non sapeva se ridere o meno e James, beh lui sbuffò rumorosamente.

“Buongiorno Black! Chiedevo se ti andava di andare ai Tre Manici di Scopa, dato che noi tre siamo congelati…”

“Oh si…” bofonchiò, nelle ultime due ore in giro per ogni negozio di Hogmeade non era stato tanto di compagnia preso a immaginarsi Enif e Remus che chiacchieravano, ridevano, era riuscito perfino ad immaginarli mentre pomiciavano! A quel punto aveva lanciato una sonora imprecazione, spaventando un ragazzino del secondo anno a Mielandia. Quando aveva poi cercato di schiarirsi le idee, l’unico risultato era di essere riuscito a sovrapporre la sua immagine a quella di Remus, cosa che lo faceva ancora più imbestialire dato che non era normale. Insomma Enif era la sua migliore amica da quando avevano più o meno sette anni.

“Oh qui si che si sta meglio!” sentì esclamare alla Evans, perfetto non si era nemmeno accorto che erano arrivati ai Tre Manici di Scopa.

“Lily… cioè posso chiamarti per nome, vero?” perfetto, pensò Sirius, anche James ci si metteva a provarci con la Evans.

“Si, Potter…” cosa aveva sentito? “Si Potter”? Ok il mondo si era stravolto in una notte e lui non lo sapeva, questo spiegava tutto

“Bene… Lily, tu e Sirius andate a cercare un posto, io e Peter andiamo ad ordine… quattro burro birre? Va bene?”

Sirius nemmeno non lo ascoltava, ciò che vedeva gli stava facendo ribollire il sangue nelle vene.

 

♦♦♦

 

“Credi che tutta questa storia andrà a concludersi bene?” chiese Enif mentre entravano ai Tre Manici di Scopa dopo aver saccheggiato Mielandia.

“Secondo me si… poi l’hai sentito no?!” chiese Remus prendendo due Burrobirre al bancone e andando a sedersi su un tavolo libero.

“Io onestamente non ho capito che gli aveva fatto quel ragazzino…”  ridacchiò Enif.

“Forse lui niente… ma tu… io credo che ci stesse immaginando insieme in quel momento…”

“Credi davvero che sia geloso?” Enif era titubante.

“Ne sono certo… in questi giorni ho creduto che mi avrebbe incenerito con lo sguardo…” così dicendo riuscì a strappare un sorriso all’amica. “Senti non crucciarti tanto, ok? Quello che rischia qualcosa sono solo io… e so come prendere Sirius…”

“Grazie, Remus…” sorrise lei  “Non so davvero dove troverei un altro amico come te…”  poi sbuffò “Maledetti capelli!” borbottò al suo capotto, ridacchiando “Si incastrano sempre nei bottoni del pellicciotto…” disse tentando di liberare le lunghe ciocche dai bottoni, si disse che era proprio scema a lasciarli sciolti con quel giaccone

“Ti serve aiuto?” chiese Remus

“Magari…” sorrise, mentre il ragazzo le avvicinava per riuscire a liberare i capelli dal colletto

 

♦♦♦

 

Lily sorrise dalla sua inquadratura capiva perfettamente cosa stava facendo Remus, aveva detto un centinaio di volte ad Enif che non poteva continuare a portare quel cappotto o avrebbe dovuto tagliarsi i capelli, cosa che la faceva rabbrividire; ma Sirius dai suoi quattro passi più a destra di certo stava pensando che le stesse baciando il collo, e in modo molto sensuale anche…

“Oh, guarda Black! Ci sono Remus ed Enif… Andiamo a sederci da loro?”  Lily trascinò Sirius ai tavolo dei due

“Ciao!” salutò lei. Enif guardò Sirius, lui la ignorò prese Remus per un braccio e lo trascinò fuori dal locale. Enif guardò Lily.

“Ci siamo…” La bruna sospirò torcendosi le mani.

“Ehilà… Remus e Sirius?” chiese James sedendosi accanto a loro con le burro birre

“Mi è sembrato di vederli uscire…” disse Peter cercando di vedere gli amici oltre ai vetri appannati.

“Credete che dovrei andare anche io?” chiese Enif .

“No, lascia che se la sbrighi Remus…”

“Ma…”

Icecrow…” cominciò James mettendole le mani sulle spalle “non preoccuparti!”

 

♦♦♦

 

Sirius lasciò la presa al braccio di Remus

“Adesso mi dici che diavolo stavi facendo?!” cominciò il moro, gli occhi furenti di rabbia “E non provare a raccontarmi qualche balla!”

“Va bene… va bene… stavo liberando i capelli di Enif dal collo della sua giacca…”

“O certo stavi… che cosa?! Remus non sono cretino! Ho visto benissimo che le stavi baciando il collo!” Remus alzò gli occhi al cielo

“Sirius piantala di vedere ciò che vuoi…”

“Che diavolo stai dicendo!”

“Perché sei così arrabbiato?” il moro non rispose

“Ti da fastidio che io sia uscito con una ragazza e vi abbia tirato pacco o che io sia uscito con Enif?”

“E che ne so! Mi stai confondendo!”

“No, non sono io Sirius, sei tu ad essere confuso…”

“Piantala Remus!” ringhiò il ragazzo

“Sirius, per favore smettila di fare il geloso…”

“Io non sono geloso!”

“Sirius?!” Remus incrociò le braccia “Sirius, ti ha dato fastidio che io sia uscito con Enif?”

“Io non lo so!” gridò il ragazzo “Io non ho la più pallida idea del motivo per cui io sia così arrabbiato con te!”

“Sirius, perché non le hai mai chiesto di uscire? Ti sei fatto praticamente tutta Hogwarts, perché lei no?”

“Perché ci tengo a lei, non la volevo prendere in giro come ho fatto con tutte le altre!”

“E non hai mai pensato a lei come una ragazza? Sirius parliamoci chiaro, Enif è una bella ragazza, ti sei mai chiesto perché in questi anni non sia mai uscita con più di due ragazzi? Hai mai pensato di sfiorarla, di toccarla, e mi fermo qui, come hai fatto con le altre?”

Sirius restò un attimo in silenzio, ripensò a come l’aveva vista bella quel giorno a come avrebbe voluto spaccare la faccia a Remus quando l’aveva immaginato intento a baciarla, a quanto per un istante avesse immaginato lui al suo posto. Rivide Enif rifiutare una decina di ragazzi in quegli anni per poi dirgli sorridendo “Non è il mio tipo…”, rivide l’opale nero sul  suo anulare.

“Non le stavi baciando sensualmente il collo?” chiese infine, quasi titubante.

“No, davvero, ma sono contento che tu mi trovi sexy” scherzò il malandrino.

“Remus!” lo rimproverò l’amico sorridendo.

“Credo sia da un paio di settimane che non ti vedo sorridere…”

“Sono stato insopportabile, eh?!”

“Ti perdoniamo solo perché sei innamorato…” sospirò Remus avvicinandosi a lui.

“Io? Innamorato?!” esclamò quasi sconvolto Sirius

“Già, credevi di avere l’influenza?”

“Remus, non mi piaci quando fai l’ironico…” il licantropo sorrise.

“Sirius promettimi una cosa…” il moro lo guardò “vedi di dirglielo, o potresti perderla davvero… questo era il suo ultimo disperato tentativo… non ti può aspettare in eterno…”

“Stai dicendo che dovrei chiederle di uscire?!” chiese Sirius “Ma mi sono appena accorto di essere innamorato, scusa!” Remus scosse la testa.

“Intanto comincia con il parlarle e non incenerirla con lo sguardo… ah… e comunque questa è tutta un’idea della McDonald…”

“Mi pareva un piano troppo stupido per essere vostro…”

“Però ha funzionato…”

“Già, mi sono reso conto di aver un caratteraccio!” rise Sirius riacquistando il buon umore. “Andiamo prima che pensi che ti ho affatturato! È questo che temevano tutti no?!”

“Già!”

Sorrisero incamminandosi

“Remus?”

“Si?”

“Grazie…” bofonchiò Sirius entrando nel locale.

 

Che caos questo capitolo… ma mi sono divertita un sacco ad immaginarmelo… secondo me Sirius alla fine è il più imbranato di tutti nelle questione SERIE di cuore… anche perché ha paura di restare da solo.

Ed ora passiamo ai ringraziamenti ai preferiti alice brendon cullen - aliceundralandi- Alohomora -  bellavita - Bellis - Cassandra - data81  - extraterrestre- Frytty - germana - ginny_potter94 - jeginnybells - lally88 - Lars Black - MLA - MoMozzia - muriel - Nikki Potter- PrincessMarauders - ramoso4ever95 - riddikulus - ron84 - SarahPotter - sihu - Streghetta86 - - Thaleron - vane91 - VolpeGentile - Wolverine-  zanna - Zarkyna  - _Polla_   e metto in coda l’ultimo arrivato…. Un applauso al 33esimo:  jacopo25 spero continuerete a seguirmi!!!

Ed ora passiamo all’unico commento (che lettori stitici ;P ma siete comunque i migliori):

Alohomora: Sono felice di aver descritto bene il Quidditch anche perché se fosse uno sport reale sarei davanti ad uno spogliatoio cercando di buttare giù la porta per entrare in una squadra XD.  Come vedi mentre Sirius ed Enif fanno passi da gigante (per Sirius ammettere di essere innamorato e come chiedergli di scalare l’Everest in solitaria e senza la magia), James e Lily vanno un po’ a rilento anche perché uno a paura di rovinare tutto e l’altra, beh credo che Lily non ci capisca più nulla. Non lo so se il problema con il disegno è riscontrato da altri… io lo vedo… forse è troppo grande… non so… vabbeh… spero di incontrarti presto in MSN, devo esporti alcuni problemi… diciamo geografici… XD

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Non c'è bisogno di parole ***


Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 9: Non ce bisogno di parole

“Ma davvero è andato tutto a posto? Non sono arrabbiati?” chiese Enif all’unico Malandrino che fosse riuscita a braccare quel mercoledì mattina: Peter.

“No, non sono arrabbiati… scusa ora Icecrow, li ho promesso di prendere alcuni posti ad incantesimi…” detto questo il piccolo Peter Minus infilò in fretta la porta della Sala Grande e scomparve

Uff… ho la netta sensazione che mi stiano evitando, sai Lily…” cominciò la bruna fissando l’amica sorseggiare il the

“Beh, a me non sembrava, James e Remus sono stati molto cordiali lunedì alla riunione dei prefetti…”

“Beh, allora è Sirius che mi evita… oh accidenti… si sarà arrabbiato, lo so…” la rossa le lanciò un occhiata da sopra la gazzetta del profeta

Enif, smettila di essere melodrammatica… vedrai che Black si vergogna soltanto della scenata che ha fatto…” disse sorridendo

 

♦♦♦

 

“Perché la eviti?” Sirius si voltò, era una domanda che a turno James e Remus gli rivolgevano, ma questa volta fu sorpreso di sentirselo chiedere da Peter…

“Evitare chi?” chiese facendo il finto tonto e sistemandosi meglio nell’aula vuota, la lezione sarebbe cominciata appena mezz’ora dopo.

Icecrow…” disse stancamente Codaliscia “…si sta preoccupando la poverina…” disse fissando l’amico. In realtà tutti e tre lo fissavano, ora che l’arcano era stato svelato si divertivano a studiare la sua reazione ogni volta che uno di loro pronunciava il nome della ragazza.

“Da…davvero?” chiese deglutendo a vuoto

“Dovresti parlarle sai…” cominciò Remus

“Io non la sto evitando…” cominciò Sirius “e che non posso arrivarle lì e dirle: “Ehi Enif scusa se domenica ero un po’ strano, ma sai ero geloso marcio di Remus e… ah scusa mi sono pure innamorato di te!””

“Beh non puoi dirlo così, questo è certo… ma dovresti parlarle… non ho ragione, James?” Remus non ottenne risposta “James?” il moro era affacciato alla porta, ghignò appena rientrando

“Che hai combinato?” chiese Remus, era la stessa espressione di quando aveva riempito il cuscino di Sirius di pulci…

“Io? Nulla…” nello stesso istante si sentì un intenso vociare nel corridoio davanti alla porta. James rise apertamente

Sirius si affacciò: Mulciber sfoggiava una bellissima acconciatura rosa cicca e forse quello era il meno. Non potè fare a meno di ridere.

 

♦♦♦

 

“Ma cos’è questo trambusto?” chiese Lily ad alta voce. Le ragazze stavano salendo a lezione quando vennero raggiunte da Mary e Alice entrambe con le lacrime agli occhi dal ridere.

Mulciber….” Esordì la McDonald “devo dare un bacio al genio che l’ha conciato in quel modo!” la biondina ce l’aveva ancora con lui per il terribile scherzo che le aveva fatto al terzo anno.

Lily ed Enif fecero gli ultimi gradini per affacciarsi al corridoio, quando sentirono chiaramente la risata simile ad un latrato tipica di Sirius. Enif si ripetè per l’ennesima volta che era bellissimo quando rideva.

Enif, ti prego guarda…” le disse l’amica indicandole Mulciber. Il robusto Serpeverde stava imprecando ad alta voce cercando di togliersi quella che sembrava una parrucca rosa, ma che dalle urla del ragazzo dovevano essere i suoi capelli, trasfigurati ed allungati a regola d’arte. Neanche Lily riuscì a resistere alla faccia del ragazzo, trascinandosi dietro Enif nell’aula di incantesimi per non ridere. Le folte sopracciglia del Serpeverde erano spruzzate di brillantini e le labbra mostravano un bel rossetto fucsia e a coronare tutto c’erano due bei pometti rossi sulle guance.

Quando la rossa vide i malandrini dentro l’aula, guardò James con ancora il sorriso sulle labbra.

“Isterica questa studentessa…” disse prima di scoppiare a ridere. James si sentì scaldare il cuore, un suo scherzo la stava facendo ridere.

“Ti piace Mulcyberga?” le chiese.  Lily lo fissò

“Spero per te che tu abbia cancellato tutte le prove…”

“Nessuno mi ha visto, nessuno può accusarmi…” si giustificò lui

“Bene, Potter… perché mi dispiacerebbe dover togliere punti all’altro caposcuola…” disse mantenendo una certa serietà, ma risultando poco convincente

“Lo faresti, Evans?” le chiese lui serio

“Non provocarmi Potter… Ti perdono solo perché è il primo scherzo dopo quasi tre mesi di scuola…” disse lei prendendo posto. James fu ben che attento a non correggerla, era meglio che non sapesse dei due Serpeverde smutandati, di quello chiuso nell’armadio svanitore, e di quei tre del primo anno che aveva fatto vagare per ore nel castello inutilmente…

Remus intanto fissava Sirius: il moro guardava attentamente Enif che non staccava gli occhi dalla sua scarpa, quasi congelata sulla porta.

Sirius alzò una mano, ma si bloccò incerto. Enif lo guardò, si avvicinò un po’

“Senti, ti devo parlare…” sussurrò la ragazza

“Eh? Oh… emh va bene…” rispose lui spiazzato

“Dopo le lezioni va bene?” chiese la ragazza continuando a guardare a terra

“Si, va bene…”

“Perfetto…” sorrise lei alzando lo sguardo e andando a sedersi vicino a Lily.

 

♦♦♦

 

“Dove ho trovato il coraggio ci chiederglielo!” sbuffò Enif infilzando un pezzo di pasticcio “Insomma… mi voglio proprio del male…” continuò a brontolare…

“Non preoccuparti… piuttosto hai la ronda con Remus questa sera…” Enif la guardò

“Ma di solito la facciamo insieme la ronda…” poi sorrise “segui il consiglio di Peter e dai una opportunità a Potter?” chiese maliziosa

“Cosa, no! Solo che… beh giovedì Remus ha promesso alla McGrannit di dare un paio di dritte ad un ragazzino del secondo anno…  e quindi…”

“E quindi tu e James farete la ronda assieme domani! Fantastico!” esclamò la ragazza

“Non capisco il tuo entusiasmo…” cominciò l’amica

“Lily, è ovvio! Lui ti chiederà di uscire, tu accetterai… credimi, so che lo farai! “

“Ma cosa stai dicendo?”

“Vuol dire che il tuo comportamento non è preintenzionato?” chiese Enif

“Che comportamento?”

“Ridere con Potter, scherzare con Potter senza tirargli una fattura, preoccuparsi per Potter a talpunto da venire ad una partita… insomma Lily, non sono nata ieri… ti sei presa una cotta per Potter…” concluse con ovvietà, attenta che nessuno le sentisse

“Ma cosa diavolo stai dicendo?!” esclamò la rossa mentre le sue guancie assumevano una colorazione molto simile a quella dei suoi capelli

“E in più se non lo hai ancora capito da sola… beh allora è una cosa seria…”

“Smettila! Non è assolutamente vero!”

“Farò finta di crederti…”  disse infine Enif scrutandola “Senti… tu dici che ci devo davvero parlare?” chiese poi ritornando preoccupata

“Si, Enif, è indispensabile!”

    

♦♦♦

 

La sera arrivò fin troppo presto, ed Enif si rese conto che non aveva avuto l’opportunità di parlare con Sirius, il ragazzo era come svanito e solo l’arrivo di Remus per la ronda spiegò il mistero…

“Sirius si scusa ma è stato beccato dalla McGrannit mentre cercava di rubare le domande del prossimo compito di Lumacorno… ha detto che ti parla quando torniamo dalla ronda…” Enif gli sorrise tristemente

“Se mai io riuscirò a parlare…”

“Certo che siete un bella coppia di complessati, sapete!” ridacchiò Remus aprendo il ritratto della Signora Grassa per farla uscire.

“Credo sia l’ambiente nobiliare a creare dei mostri…” ridacchiò lei

“Dopo sette anni con Sirius e te, comincio a crederlo anche io…”

I due pattugliarono i corridoi deserti finché giunti ai sotterranei e alla fine della loro ronda, non si imbatterono in tre ragazzini del primo anno.

“Ehi, voi… mi dispiace disturbarvi, ma dovreste rientrare nella vostra Sala Comune, e di corsa anche. Il coprifuoco è iniziato da un pezzo e…”

“Sta zitta, Grifondoro…” l’apostrofò uno di loro

“Ehi, tappo come ti permetti?!” cominciò a scaldarsi Enif, possibile che quei ragazzini diventassero di anno in anno sempre più tremendi, ai loro tempi loro avevano rispetto per quelli del settimo anno, beh perlomeno lei… era sicura che i Malandrini avessero affatturato Lucius Malfoy al primo anno…

“Abbiate un po’ di rispetto, siamo dei prefetti e vi abbiamo dato anche l’opportunità di andarvene senza togliervi punti… ora sparite, prima che cambiamo idea…” disse pacato Remus

“Prefetti… ah… tu sei uno di quelli che ci hanno fatto girare a vuoto per il castello…” Remus non si premurò neppure di sottolineare che lui era stato l’unico a dargli l’informazione giusta.

“Bambini il coprifuoco! Mi sono stancata o ve ne andate subito o...”

“O cosa?” chiese arrogante uno dei tre “Che vuoi fare sculacciarmi?”

Enif divenne rossa in viso

“Fate quello che vi pare! 5 punti in meno a Serpeverde, a testa!” i bambini sbiancarono

“Andate o volete farvene togliere ancora?” chiese Remus

I tre sembrarono indecisi

“Megera…” sibilò uno di loro ad Enif

“Come vi chiamate?” li fermò Remus

“Che te ne frega?” esclamò sempre arrogante lo stesso ragazzino

“Vorrei sottoporre questa mancanza di rispetto al vostro Capocasa…”

Luma-ceronte… non ti darà retta!” esclamò uno

“Già, ci adora!” annuì un altro

Luma-ceronte?” Remus inarcò uno sopracciglio

“Allora? Quanto dobbiamo aspettare? Ve ne andate? Ci date i vostri nomi? Togliamo altri punti?” i tre si allontanarono borbottando.

Enif si voltò

“Andiamo, Remus, devo ancora parlare con Sirius…”

“Ritrovato coraggio? Certo che li sfornano sempre peggio questi Serpeverde…”

“Già…” Enif ridacchiò e nello stesso istante sentì un sibilo passarle accanto alle orecchie. Remus passò velocemente lo sguardo da lei all’oscurità dietro di loro.

“Quei maledetti ragazzini! Altri 20 punti in meno a Serpeverde!” gli gridò dietro, si girò poi verso Enif, “Ehi, tutto ok?”

Enif si portò la mano alla nuca, abbassando poi lo sguardo: ai suoi piedi giaceva come una corda abbandonata la sua lunga treccia. Mentre le lacrime cominciavano a pungerle gli occhi, si abbassò a raccoglierla passandosi una mano tra i capelli che ora le arrivavano al collo.

“Si…si…solo…torniamo in Sala Comune ti prego…”

 

♦♦♦

 

Remus la vide correre per l’ultimo tratto di corridoio e singhiozzare la parola d’ordine ad una sbalordita Signora Grassa.

Sirius era seduto su una poltrona, sapeva che presto avrebbe potuto parlarle, ma quando lei si precipitò nella Sala Comune, attraversandola e correndo su per le scale del dormitorio femminile una sola cosa gli era certa: stava piangendo.

“Che le è successo?!” sbraitò due secondi dopo ad un esterrefatto Remus

“I tre ragazzini che abbiamo fatto perdere l’altro giorno le hanno tagliato i capelli…” spiegò il licantropo. Sirius osservò le scale.

Enif…” rimase un secondo in silenzio “giuro che se becco quei tappetti….” Non finì la frase… “Credi che le scale mi ributtino giù ce cerco di salire con intenzioni nobili???” chiese guardando Remus

“Credo proprio di si… andiamo”

“Già e spiegami questa storia dei ragazzini!!!”

 

♦♦♦

 

Lily stava leggendo quando la porta si spalancò e si richiuse. Le tre occupanti si stupirono alquanto vedendo un ombra correre e buttarsi sotto le coperte del letto di Enif.

Eny?” la chiamò la rossa alzandosi, le rispose solo un singhiozzo. Lily si sedette allora sul bordo del letto “Ehi… che succede?” le chiese accarezzandole quella che doveva essere la schiena

“Se Black ti ha fatto qualcosa, giuro l’affatturo!!!!” iniziò Alice. La sagoma di Enif si scosse un po’ in segno di diniego

“L’avevo detto io! In realtà Lupin ci voleva davvero provare con te!” sbuffò Mary con aria saccente, un roco “sarebbe stato meglio” si alzò da sotto le coperte. Lily guardò le amiche.

Eny… che cosa è successo? Qualcuno si è fatto male? O…”

Enif si voltò facendo emergere dalle coperte soltanto gli occhi carichi di lacrime e il naso

“Non guardatemi sono orribile…”

“Ma che diavolo stai dicendo!” Lily la fissò non capendo, poi la ragazza emerse lentamente dalle coperte porgendole la lunga treccia. Mary e Alice trattennero il fiato.

“Chi diavolo?!”

“Dei ragazzini del primo anno di Serpeverde…”

“Ma tu guarda questi tappi!” brontolò Alice

Lily prese delicatamente la treccia di Enif, era più o meno lunga 20 pollici. I capelli di Enif al terzo anno, gli avevano misurati assieme a Bonnie, arrivavano ai 20 già da sciolti e da allora erano cresciuti di un 10 pollici buoni…

“Dai non ti stanno male…” cominciò Mary… sono solo un po’ corti… “

“Corti? Corti?!” Enif sembrava sull’orlo di una crisi di nervi, si tocco la nuca dove i capelli erano a dir poco cortissimi “Qua dietro saranno lunghi un pollice e qui! Guarda qui!” Disse prendendo le ciocche più vicine al viso “qui saranno una spanna!!!! Sono orribili!!!” disse notando che le arrivavano appena al mento. Detto questo si volto buttandosi con la faccia sul cuscino

“Sembro un punk babbano!!!” singhiozzò

“Dai un aggiustatina qua e la e almeno non sembrerai un punk…” disse Mary, Enif la guardò incenerendola con lo sguardo

“Mary, per favore non aiutarmi!!!!”

 

♦♦♦

 

“Dai non puoi non voler guardarti nemmeno allo specchio…” brontolò Lily trascinandola in bagno

“Sia chiaro: io non scendo ridotta così!” disse dandosi un’occhiata con aria critica

“Mi scusi mia grazia…” la prese in giro la rossa avvicinandosi con la bacchetta spianata

“Che vuoi fare?!”chiese Enif indietreggiando di un passo

“Sistemarteli dietro… sono un po’ un disastro… sai sfilacciati… se devono restare scalati in questa maniera almeno cerchiamo di darti un’aria più seria… ti fidi?”

“Certo… tanto peggio di così…”

Lily armeggiò un po’ attorno all’amica, creando un regolare caschetto un po’ particolare e senza frangetta, su quella Enif era stata irremovibile.

“Che te ne pare?” le chiese spingendola verso lo specchio

“Non sono io, ma almeno sono presentabile…” disse accarezzandosi una ciocca di capelli

“Ora scendi?” chiese dolce la rossa

“Cosa? Stai scherzando!!!”

 

♦♦♦

 

“McDonald, Brand…” la voce di Sirius Black le fece voltate appena scese in Sala Grande “Enif?”

“Poverina, ieri sera era davvero sconvolta…” cominciò Alice

“Lily la stava convincendo a scendere…” concluse Mary, prima di allontanarsi, Alice si fermò ancora un attimo ad osservare Sirius

“Sii gentile con lei, chiaro?” disse prima di seguire l’amica e raggiungere Frank al tavolo.

Anche Sirius si avvicinò agli amici che avevano già preso posto

“Sembra si sia rinchiusa in dormitorio…” disse sedendosi

“Beh, è stato un bel colpo insomma, quanti saranno? 20 pollici di capelli che se vanno non è da tutti reggere il colpo…” disse comprensivo James passandosi una mano tra i capelli

“Da come parli, sembra che ci dobbiamo augurare che nessun Mangiamorte decida di farti lo scalpo…” disse Remus serio.

“Che solo ci provino!!!”

 

♦♦♦

 

“Dai, mica ti mangiano in Sala Grande, sei scesa fino a qui… oramai…” disse Lily spingendo Enif dolcemente verso la porta

“E se si mettono a ridere?” chiese timorosa

“Li affatturo!” sorrise l’amica. In quel momento qualcuno sopraggiunse alle sue spalle

“Oh, Buongiorno signorina Evans! E buongiorno anche a lei signorina Icecrow!” la voce del Preside fece si che Enif volesse, per la prima volta in vita sua, abbandonare Hogwarts…

“Buongiorno, Professore…” salutarono entrambe.

Silente sorrise alle due ragazze.

“Bel taglio davvero, signorina Icecrow, molto moderno. Quasi, quasi potrei imitarlo, lo sa?!” sorrise il vecchio prima di aprire elegantemente la porta. “prima le signore…” disse con un mezzo inchino.

Enif farfugliò un grazie imbarazzata, mentre Lily la trainava all’interno della sala.

“Andiamo…” le disse dopo un paio di passi

“Non da Sirius vero?!”

“Invece si, devo parlare con Remus e Potter…quindi seguimi!” le sorrise la rossa.

 

“Sono loro…” annunciò Peter scorgendo Lily, trascinare quella che era di sicuro Enif. Sirius alzò lo sguardo guardando Enif, dovette ammettere che i capelli corti non la facevano sfigurare affatto anzi.

“Dovrai parlarle oggi, te lo ricordi?” gli sussurrò all’orecchio Remus facendolo quasi sobbalzare.

“Si, si…” intanto le ragazze li avevano raggiunti.

“Bene, sparate pure…” sospirò Enif sicura di meritare qualche commento sprezzante.

“Secondo me, stai molto bene…” sorrise Remus

“Già… direi che ti dà più grinta!”convenne Potter.

Anche le altre persone sedute lì accanto le fecero i complimenti, chi per il coraggio del taglio, chi perché le stava davvero bene, solo Sirius restò in silenzio a guardarla.

“La treccia che fine a fatto?” chiese Peter curioso

“Credo che la terrò come ricordo sempre vivo degli anni della mia adolescenza venuti a finire…” rispose meledrommatica prima di scoppiare a ridere, finalmente risollevata.

 

Stavano per alzarsi e andare a lezione quando Sirius si alzò per primo, fece il giro del tavolo e si avvicinò ad Enif. Lei lo fissò incredula non solo perchè le tese elegantemente la mano per aiutarla ad alzarsi, cosa che faceva abbastanza spesso gli anni prima solo per scherzare, ma in quanto le stampò un leggero bacio sulla guancia e le sussurrò “Io ti trovo splendida”all’orecchio. Lei sorrise arrossendo

“Grazie…”

“Puoi parlarmi quando vuoi…” aggiunse lui

“Forse non serve più…” gli rispose lei, sorridente.

Già, forse tra loro doveva bastare così, senza bisogno di parole.

 

 

I tre ragazzini non so chi sono e se li trovo li uccido XD… Luma-ceronte, ma come si permettono XD.  Allora note metriche: Enif aveva 30 pollici di capelli quindi 76,2 cm… insomma le arrivavano alla cintola, motivo della treccia ed ore se ne trova 2 cm dietro e una quindicina davanti (tipo la foto che trovate in questo link http://shortlonghairstyles.com/images/2009/04/cute-short-hairstyle-for-short-hair.jpg)

Ed ora passiamo ai ringraziamenti ai preferiti, come sempre vi cito tutti e  metto in coda i nuovi!  alice brendon cullen - aliceundralandi- Alohomora -  bellavita - Bellis - Cassandra - data81  - extraterrestre- Frytty - germana - ginny_potter94 -jacopo25  jeginnybells - Lars Black - MLA - MoMozzia - muriel - Nikki Potter- PrincessMarauders - ramoso4ever95 - riddikulus - ron84 - SarahPotter - sihu - Streghetta86 -  Thaleron - vane91 - VolpeGentile - Wolverine-  zanna - Zarkyna  E gli ultimi arrivati: hermy101, James_Lily_Love, lily D G, Pepesale, RoryPotter

E chi l’ha messa tra le seguite: lally88, Manny, Nikki Potter

 

Ed ora passiamo ai miei cari due commenti (….):

Alohomora: Sono felice che lo scorso capitolo sia stato di tuo gradimento, per sopportare i Malandrini le Malandrine devono essere un po’ diaboliche no? Remus ha le sue uscite geniali, come vedi qui se l’è sentite anche se non centrava, ma i tre tappi di Serperde sono scemi…Come vedi ancora nulla di nuovo… sono un po’ complessati i ragazzi… Lily sta cadendo nella confusione più totale, spero di renderla nei prossimi capitoli.

hermy101,: Sono felice la mia storia ti piaccia e spero di ritrovare altri tuoi commenti. Un bacio!

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Prima di partire ***


Safely

Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 10: Prima di partire

Lily stava leggendo seduta accanto al camino della Sala Comune.

“E siamo quasi a Natale…” sospirò Enif al suo fianco, giocando con una ciocca di corti capelli “Credi che mia madre finirà al San Mungo appena mi vede?” chiese guardando l’amica che le sorrise

“Potrebbe darsi… sai com’è ti lascia con 30 pollici di capelli e le ritorni con 5, 7 al massimo… tuo padre poi ti diserederà!”

Enif rise, allungando le gambe verso il fuoco. Le lezioni si erano concluse la mattina e il giorno dopo, giovedì 21dicembre, l’Hogwarts Express, sarebbe venuto per riportarli a casa per le vacanze.

“Sai…” cominciò muovendo i piedi “Sarei più tranquilla se restassi a scuola… odio essere in ansia per te…” sbuffò Enif

“Non mi succederà nulla, vedrai… forse solo un’indigestione… e poi dalle lettere della mamma sembra che Petunia mi debba parlare. Spero che si sia lasciata con il tricheco…” Enif ridacchiò

“Io spero davvero che non ci sia qualche sontuoso ricevimento, io e mia madre non li sopportiamo… ma a papà piacciono… dice che tengono viva l’aristocrazia magica… ma credimi se ti dico che preferirei millecinquecento volte andare dalla zia Lucretia… almeno da lei, nonostante fosse stata una Black, ci si diverte, con i cugini di mia madre poi…”

“Sai mi sono sempre chiesta questa storia della parentela… Insomma tua zia è una Black e Sirius pure… insomma… è caotico…”

“E lo dici a me? Anche mia bisnonna era una Black e zia Lucrezia è anche la zia di Sirius, dato che è la sorella di suo padre… ma sai di lei non si parla tanto… era finita a Corvonero e i Prewett hanno una linea di idee discordanti dalla aristocrazia… e comunque è una zia aquisita… è la moglie dello zio di mia madre… “

“Ti prego… non cominciare che mi viene il mal di testa… a guardare il vostro albero genealogico si finisce matti…” ridacchiò Lily.

Enif ridacchiò…

“E non ti ho detto il meglio… l’intera aristocrazia si aspetta che io faccia qualcosa di altamente dannoso perché sono finita a Grifondoro, per fortuna non sono stata diseredata solo perché mio bisnonno e mia zia erano finiti in questa casa… e la mamma era a Corvonero quindi... non potevano aspettarsi che fossi di certo una Serpe”

“Ma perché tutta questa voglia di finire a Serpeverde? Una casa è uguale all’altra.”

“Diciamo che l’aristocrazia purosangue crede che essere Serpeverde sia una caratteristica di sangue, come un’etichetta che dica “Sono purosangue”, quando io e te sappiamo che ci sono anche un sacco di figli di babbani in giro per i sotterranei…  poi, ok, se sei Corvonero diranno “Avrà successo nella vita, con quel cervello”, già Grifondoro sarà visto in maniera più negativa perché è segno di “imprudenza”… insomma l’aristocrazia purosangue vuole mantenere il suo status e un figlio che va a Grifondoro potrebbe non sposarsi mai e non portare avanti la casata, come lo zio di Sirius, Alphard, oppure sposarsi con un figlio di babbani come mia zia Micea… insomma ti mettono sotto giudizio…” Lily la guardò, era un mondo oscuro per lei quello dell’aristocrazia magica

“E se sei Tassorosso?” Enif la guardò sgranando gli occhi

“Non sia mai! Probabilmente tua madre ti ha avuto con qualche babbano di passaggio e salta la famiglia…” Enif stette seria per un secondo, scoppiando poi a ridere “è assurdo…”  sbottò ridendo. Lily la seguì.

“E poi ci sono famiglie Purosangue che la pensano l’esatto opposto… credo che la madre di James si sia praticamente dimenticata cosa voglia dire essere una Black, i Potter come i Weasley sono da secoli sostenitori dell’ugualianza… soprattutto i Weasley che ormai sono considerati babbonofili at eternum…”  Lily le sorrise

“Ora ti prego, basta lezione di Storia della Magia…” disse ridendo, tirando il libro per la testa ad Enif

“Ehi!” si lamentò lei ridendo

♦♦♦

 

“Che stai facendo James?” chiese Peter osservando l’amico mormorare qualcosa a bassa voce un foglio scribacchiato davanti, eppure non sembrava stesse studiando. Alla domanda di Peter anche Sirius e Remus lo fissarono.

“Abbiamo perso per 70 punti e Corvonero ha battuto Tassorosso con uno sgarro di 20… quindi siamo ultimi in classifica…” i tre amici si guardarono scuotendo la testa “dobbiamo quindi vincere di buon vantaggio con Tassorosso in febbraio e se Serpeverde batte Corvonero in marzo… allora dobbiamo anche battere i Corvonero… non possiamo assolutamente perdere…” James restò un attimo in silenzio guardando il calendario delle partite “Mettiamo che Serpeverde totalizzi  sui 200 punti come contro di noi…. Dobbiamo battere i Tassorosso con un vantaggio di minimo 12 goal prima di prendere il boccino…”

“Prongs?” Sirius lo fissò seriamente preoccupato “di questo non se ne dovrebbe occupare Samuel…”

“Si, ma è completamente distrutto… crede sia colpa sua…” disse semplicemente “… beh 270 punti dovrebbero rimetterci in gara…  meglio puntare a più punti possibile…”

James osservò di nuovo il suo calendario, erano segnate le partite, i compiti, i compleanni e perfino le “serate malandrine”, era con questo nome che aveva segnato le notti di luna piena.

“Remus…” Potter si premurò di controllare che nel dormitorio ci fossero solo loro “come facciamo per Natale?”

Remus sospirò

“Se vuoi restiamo tutti qui…” cominciò Sirius

“No, ragazzi… tornerò a casa anche io, non preoccupatevi… tu e James dovete stare accanto a sua madre, e Peter da solo rischierebbe solamente di farsi male…”

“Ma…” cercò di protestare Minus

“Ti ringrazio, Wormy, davvero… ma se dovessi cominciare a mordere in giro con le tue dimensioni non riusciresti a fermarmi…” Peter abbassò gli occhi mortificato, alle volte si sentiva davvero inutile.

“Potremmo venire da te…” cominciò James

“No… ragazzi grazie, ma ci mancherebbe altro… ai miei è già venuto un infarto quando hanno scoperto che ne eravate a conoscenza… li dovrei davvero seppellire se sapessero ciò che fate ogni mese per me…” disse sorridendo “davvero non c’è problema…  mi chiuderò in cantina dove non c’è nulla da distruggere…” Remus continuò a sorridere, ma secondo i Malandrini che oramai conoscevano bene il loro lupacchiotto i suoi occhi dicevano tutt’altro…

“Se non hai nulla da distruggere però tu…”

“Non preoccuparti Peter e nemmeno voi, mamma è una brava guaritrice…”

“Passeremo da te per San Stefano, però. Ok?” disse risoluto James

“Già avrai bisogno di stare su di morale!” gli sorrise Sirius.

In quel momento non poterono più continuare l’argomento, poiché qualcuno bussò alla porta.

 

♦♦♦

 

“Icecrow?” Sia Lily che Enif si voltarono

“Si, Fox?” una ragazzina di colore si avvicinò a loro, portava la spilla di prefetto, era Johanne Fox, prefetto del Grifondoro del quinto anno.

“C’è Black che vuole parlarti fuori dalla Sala Comune…” Enif inarcò le sopracciglia

“Credevo fosse in dormitorio, non l’ho visto scendere…”

“Non Sirius… l’altro…” disse con semplicità la ragazza

“Oh… grazie Johanne…” sorrise Enif guardando dubbiosa Lily ed avvicinandosi alla porta.

 

Quando Enif uscì fu sorpresa ancora di più. Regulus era davvero lì, nella sua divisa verde-argento, doveva sentirsi un po’ stupido ad essere da solo in un corridoio che pullulava di Grifondoro.

“Ehi, Regulus… Mi cercavi?” chiese avvicinandosi

“Si e no… in realtà avrei voluto parlare con Sirius, ma dubito che vorrebbe scendere per me…” il sedicenne si guardò attorno nervoso

“È successo qualcosa?” chiese la ragazza “Se vuoi vado davvero a chiamartelo… forse scenderebbe…” si offri gentile

“Si… zio Alphard… è morto la scorsa settimana…” Enif lo fissò sbalordita e un po’ offesa

“E sei venuto a dirglielo solo ora?”

“Non è più un Black… per mio padre non avrei nemmeno dovuto dirglielo…”

“E allora perché…”

“C’è un problema con il testamento… non so molto… ma deve essere alla residenza dello zio dopodomani…”

“Aspetta un secondo… te lo vado a chiamare…” disse la ragazza bisbigliando al ritratto la parola d’ordine

“Ma non…”

“Scenderà vedrai…” le sorrise lei scomparendo dietro al ritratto.

 

“Allora?” Le chiese Lily appena la vide rientrare

“Gli devo chiamare Sirius….” Spiegò semplicemente salendo le scale e superando Samuel e Frank che stavano rientrando.

Arrivata davanti alla stanza dei ragazzi li sentì parlare fitto fitto, perciò decise di bussare prima di infilare la testa all’interno della stanza.

“Sir?” i quattro ragazzi la guardarono “Puoi venire un secondo?”

“Si, cosa c’è?” le chiese il moro, tirando una gomitata a James che gli aveva strizzato l’occhio complice.

“C’è tuo fratello di sotto… vuole parlarti…”

“Regulus?”

“Si…” Sirius sembrò sul punto di non alzarsi affatto  “…è una cosa importante…”

Il moro si alzò lentamente

“Vuoi che veniamo con te?”

“In caso sono in grado di tirarlo giù da solo, grazie ragazzi….”

 

“Visto che te l’ho portato?” esclamò Enif indicando Sirius alle sue spalle, i fratelli si osservarono in silenzio “beh… vi lascio soli…” sorrise la ragazza rientrando nella Sala Comune. Lily e i Malendrini la fissarono

“Che vuole Regolino, una regolata?” chiese James, Remus lo fissò

“Perché non riesci ad essere serio neanche adesso?”

“La mia era ironia… comunque che vuole? Tu lo sai?” Enif guardò i ragazzi…

“Non saranno delle belle vacanze…” sospirò

 

“Volevi parlarmi?” chiese Sirius sprezzante, neanche i fantasmi osavano avvicinarsi ai due fratelli, era da tre anni che non si trovavano così vicino l’uno all’altro.

“Si… zio Alphard è morto…” disse con semplicità Regulus indeciso se guardare l’altro in faccia oppure no.

“Cosa? Quando?” Sirius non riuscì a dissimulare la sorpresa

“La scorsa settimana, un attacco cardiaco, vivendo da solo è stata zia Druella a trovarlo, quando è andata a chiedergli per il pranzo di Natale… ma ormai era morto da più di dodici ore…”

“Perché me lo dici solo ora? Immagino il funerale sia già stato fatto, e che ora lo zio riposi nel mausoleo dei Black…” chiese Sirius pungente, sinceramente dispiaciuto e alquanto irritato

“Non sei più un Black, non sei tenuto a sapere dei nostri lutti…” Sirius ringhiò sbattendo il fratello contro il muro e sollevandolo per la camicia

“Vostri?! Non mischiare lo zio a voi, lui era migliore…”

“Comunque… non era per comunicarti questo che sono venuto…” sibilò il minore, aspettò che il fratello lo rimettesse a terra prima di continuare a parlare “…si è presentato un problema…”

“Di che genere?” Sirius si chiese, cosa centrasse lui con tutta quella storia

“Non avendo eredi il patrimonio e le proprietà dello zio si sarebbero divise tra zio Cygnus e mia madre…” il maggiore notò l’uso del aggettivo mia piuttosto che nostra e ne fu grato “non ci sarebbero stati dei problemi se non fosse saltato fuori il testamento dello zio… sembra ti abbia lasciato qualcosa… non so… devi essere alla sua residenza dopodomani alle 11… sii puntuale…” e detto questo il ragazzo fece per andarsene. Sirius lo prese per il braccio, Regulus si ritrasse come scottato, un’espressione di dolore sul volto. Il Grifondoro fece finta di non accorgersene.

“Tua madre non poteva mandarmi un gufo?” chiese

“Ha detto che per lei non esisti, e quindi non può scrivere a qualcuno che non esiste…” così il Serpeverde fece dietrofront lasciando il corridoio deserto.

Sirius restò un attimo a guardarlo camminare, pensando a ciò che era appena successo. Si fissò la mano con cui l’aveva bloccato, non possono averlo marchiato… è troppo piccolo… è troppo debole.

Il sorriso che il fratello gli regalava quando giocavano da bambini si sovrappose all’immagine del ragazzo nascosto dietro una maschera bianca… non poteva aver fatto quello…

 

“Allora?” gli chiese James appena entrato in Sala Comune, erano tutti lì.

“Zio Alphard mi ha citato nel suo testamento… era questo che mio… che Regulus voleva dirmi…” nonostante Sirius cercasse di nasconderlo, il tremolio della sua mano tradiva la sua agitazione.

“C’è qualcos’altro Paddy?” chiese il Caposcuola intuendo quello che Sirius non voleva dire…

Il moro si guardò attorno circospetto si sedette su una poltrona facendo segno agli altri cinque di avvicinarsi.

“Io… io credo che l’abbiano marchiato..” disse mascherando la sua preoccupazione in uno sbuffo

“Chi, zio Alphard?” Sirius fulminò Peter

“Regulus…” Enif lo guardò dubbiosa

“Non credo che Regulus abbia la forza necessaria per fare il Mangiamorte…” cominciò preoccupata, aveva chiaro nella mente il ricordo del bambino che per evitare una sgridata si nascondeva sotto il tavolo.

“Lo so!” risposte Sirius “Ma quando gli ho toccato il braccio… si è staccato subito, come scottato, e non era un moto di disgusto…”

“Forse si è ferito…” disse Remus comprensivo, era assurdo che un ragazzo di 16 anni fosse tra i Marchiati.

“Non lo so… non lo so…” scosse tristemente la testa Sirius… nonostante ciò che dicesse sempre erano in questi momenti che Sirius faceva veramente vedere di considerare ancora suo fratello come tale. Lily si stupì di ciò, ricordava ancora le parole di Sirius il primo giorno di scuola “Per quel che mi riguarda ho un solo fratello e si chiama James Potter…” sorrise comprendiva, forse nemmeno Black era così duro come appariva.

“Che se ne farebbe Voldemort di un ragazzino…” cominciò James, Peter a sentire il nome dell’Oscuro fu percorso da un brivido di terrore.

“Fermare il treno per esempio… e far sparire il macchinista…” disse sovrapensiero Lily, Sirius la guardò

“Credi che mio fratello sia un’assassino, Evans?!” sembrava arrabbiato, o quantomeno seccato

“Dico solo che se lo hanno veramente marchiato, la cosa si fa possibile… Regulus è un prefetto… avrebbe potuto far sparire il corpo del conducente…” disse la rossa tristemente.

“Non ci credo…” Enif scosse la testa “non ne ha la forza…” Sirius sembrò ricevere un’illuminazione.

“Lei… è stata lei!” tutti lo guardarono “Lo ha costretto…. Ne sono certo!”

“Non stai parlando di tua madre, vero?” chiese Enif interpretando le parole del ragazzo.

“Si, di chi altro! Regulus è sempre stato succube di nostra madre, lo sai anche tu… dopo che me ne sono andato deve aver cercato di onorare il nome dei Black… Bellatrix è di sicuro invischiata, tanto che tu stessa l’hai riconosciuta, e mi fido della tua capacità fisionomica… l’avranno buttato dentro…” disse serio e seccato

“Credi che tuo fratello avrebbe accettato la cosa?” chiese Lily ingenua

“Oh, si Evans… Regulus non disubbidirebbe mai a mammina…” i ragazzi restarono in silenzio per quella che sembrò un’eternità prima che Peter rompesse timidamente il silenzio

“Io… io penso che dovremmo dirlo a Silente…”

“Non abbiamo prove, Pet… e di certo non siamo le persone più credibili di questa scuola… è risaputo che Sirius e suo fratello non vanno d’accordo…” sorrise tristemente James

“Onestamente, James ha ragione… ciò che ci resta da fare è solamente aspettare…” concordò Remus

“Se vuoi potrei provare a scoprire qualcosa queste vacanze…” disse Enif ad a Sirius, il ragazzo si alzò di scattò

“Che cosa importa! Non me ne frega quello che fa! Non me ne frega niente…” anche se il suo tono diceva tutt’altro. I cinque attoniti lo guardarono uscire.

Appena il ritratto si chiuse di schianto, Enif si alzò.

“Vado a parlargli… se lo trovo… tra mezz’ora scatta il coprifuoco…” disse.  James trafficò qualcosa parlando a bassa voce, le ragazze videro chiaramente che aveva una pergamena in mano.

“Sta andando alla torre di astronomia…”

“oh.. grazie…” rispose la bruna sorpresa. Lily fissò James sconvolta

“Potter cos’è quello?”

“Il segreto del nostro successo…” questo fu l’ultima cosa che Enif sentì mentre usciva di corsa dirigendosi verso la torre.

 

♦♦♦

 

“Ti ho trovato…” disse piano avvicinandosi al ragazzo. Sirius non si voltò continuando a fissare il vuoto. “Sir…” cominciò avvicinandosi “senti… non so io…mi dispiace… io…”

“Enif, credi che abbia fatto male ad andarmene?” chiese non guardandola

“Adesso o da casa? Se parli di ora, direi di si… volevamo aiutarti… anche Lily… e anche io…” disse mortificata.

“Scusa…”

“Fa niente… se parlavi comunque di casa… hai fatto bene… non possono farti vivere una vita che non vuoi…”

“Lo stanno facendo fare a Regulus…. Se fossi rimasto forse…”

“Non sarebbe cambiato nulla… “ sussurrò lei abbracciandolo, voleva che sapesse che era lì per lui.

Restarono per un po’ così in silenzio.

“Sono davvero scemo…”

Enif lo guardò da sopra la spalla, i lineamenti del ragazzo erano seri, quasi duri.

“Sto qui a preoccuparmi di Regulus.. di uno che ha smesso anche di chiamarmi per nome… mentre zio Alphard è morto….”

“Mi dispiace…” sussurrò lei

“Era l’unica cosa che mi legava a loro… ora non faccio davvero più parte dei Black…” disse guardando le stelle.

“Ti dispiace?”

“No… è solo che non ci ho mai pensato prima… e il mio scatto d’ira lo dimostra…” sospirò “avrei voluto che il mio gesto salvasse anche lui, non solo me…”

“Non puoi salvare tutti…”

“E’ quello che voglio fare… per Regulus non posso più fare nulla ma… vi salverò tutti: James, Remus, Peter… anche la Evans, esclusivamente per James… e anche te…” Enif arossì nascondendosi dietro la spalla del ragazzo.

“Credo… dovremmo andare… fa freddo quassù e poi saranno preoccupati per te…” disse staccandosi, non riuscì a fare nemmeno un passo che il ragazzo la prese per un braccio, trascinandola a lui e abbracciandola.

“Resta ancora un po’ qui con me…”

 

♦♦♦

 

“Potter… non sto scherzando… cos’è quella cosa?” la voce di Lily era imperiosa, nonostante mantenesse un livello di voce molto basso.

Peter e Remus si guardarono, il licantropo scosse la testa, poi si alzò.

“Ehi…Ehi…Ehi!!! Dove state andando?!” chiese James

“Via…” disse semplicemente Remus

“Ma questa è anche vostra…”

“Potevi non tirarla fuori… ora il problema è tuo… “ spiegò semplicemente “andiamo Peter…”

E così i due ragazzi li lasciarono soli…

“Potter… che cos’è?” Potter si voltò, gli occhi di Lily brillavano curiosi.

“Non lo dirai a Gazza?”

“E’ illegale?”

“Non credo, ma l’abbiamo usata in modo non proprio consono…”

“Che cos’è?” chiese mentre James le mostrava una pergamena vuota

“Una mappa della scuola…”

“Ma che stai dicendo non esistono mappe, e Hogwarts è indisegnabile…”

“Eppure noi ce l’abbiamo fatta…” disse enigmatico

“Ma… su questo foglio non c’è nulla…” disse lei stendendolo meglio

“Giuro sollemente di non avere buone intenzioni…” disse lui puntando la bacchetta sulla pergamena. Lentamente l’inchiostro disegnò gli spazi, le mura, i passaggi segreti, le persone, tutto apparve sotto gli occhi stupefatti di Lily.

“Ma è…incredibile…” la rossa era a bocca aperta “Ma quello è Silente e… diavolo James è meravigliosa!”

James la guardò

“Dici sul serio? Non la trovi un abuso della privacy o qualcosa di altamente illegale?”

“Si, in parte… però… è straoridinaria, ma come?”

“E’ risultato di molte notti insonni… prima abbiamo visitato il visitabile e poi abbiamo cercato di rappresentare ciò che abbiamo scoperto… ma avevamo dei problemi dato l’indisegnabilità della scuola… vedi le pareti? Sono parole… l’idea è venuta a Remus… credevamo di non farcela ma invece ha funzionato…”

“E’ geniale… e avete collaborato tutti?”

“Si, Peter ha disegnato la mappa, sai ha la scrittura migliore tra noi anche se non sembra, non so se hai mai visto gli appunti di Remus? Scrive una quantità tale di informazioni che servirebbe un manuale per tradurli… comunque come dicevo… io e Sirius eravamo gli addetti a trovare tutti i luoghi del castello…”

“Questa è TUTTA Hogwarts?”

“No…beh… c’è una stanza che non riusciamo a trovare… ci siamo arrivati un paio di volte… ma sembra spostarsi…” James sospirò “Comunque Remus, mentre Peter disegnava e noi esploravamo ha cercato tutti gli incantesimi che potevamo metterci dentro… e ti assicuro che non sono pochi… e poi beh per metterli dentro ognuno ha fatto il suo… io l’incantesimo sull’inchiostro… Sirius il sistema di sicurezza, Remus l’Homo Revelio…”

“Mi chiedo come abbiate dei voti così scadenti…”

“EHI!” sbuffò lui indignato “Alla fine siamo dei bravi ragazzi!”

“Lo so… me ne sono accorta…” sorrise lei, guardandosi attorno nervosa, notò che qualcosa stava materializzandosi sopra la testa di James...

“L’hai materializzato tu quel vischio?” James alzò gli occhi

“No… ma so che oggi cambiavano posizione…” non  riuscì nemmeno a finire la frase che le labbra di Lily si appoggiarono leggermente sulle sue, per staccarsi subito dopo.

“Beh… ecco… ci vediamo Potter…. Ora devo andare a preparare i bagagli per domani… ciao” disse velocemente lasciando solo il ragazzo.

 

♦♦♦

 

Quando rientrarono in Sala Comune trovarono James seduto da solo su una poltrona, lo sguardo fisso su una pergamena.

“Ehi… scusa per prima James… avevo bisogno di schiarirmi le idee…” cominciò Sirius pensando che il ragazzo fosse rimasto ad aspettare lui.

“Ora vado… non preoccuparti per dopodomani… tu vali due famiglie Black al completo!” gli disse la ragazza sorridendo.

“Grazie Eny…” sorrise lui

“Figurati… Buonanotte…” disse scoccandogli un fugace bacio sulla guancia. Sirius sorrise

“’notte”

“Icecrow…” la voce di James la fece voltre quando era già sulle scale

“Si?”

“Da la buonanotte da parte mia alla Evans… e dille che… beh… che era un gran bel regalo di Natale…” Enif lo guardò inarcando le sopraciglia.

 

Quando aprì la porta del dormitorio, trovò Alice fissa davanti allo specchio, un vestito appoggiato addosso, Mary la guardava sbadigliando, semidistesa fra i tanti abiti di Alice. E poi c’era Lily, la testa quasi completamente infilata nel baule. Enif sorrise.

“Che fai Aly?” chiese chiudendo la porta

“Sono da Frank a Natale… sua madre è una tipa abbastanza critica…”

“Vuoi dire che non l’hai mai conosciuta?” chiese Enif sorpresa

“L’ho incontrata a Diagon Alley mentre eravamo fuori assieme questa estate… e credimi se ti dico… quella donna fa paura…” disse cambiando vestito “Frank era da me per le vacanze e i miei lo adorano… ma ho paura di una figuraccia con la signora Augusta… non siamo mai state vicine per più di 5 minuti…” Enif sorrise comprensiva

“Beata te che non conosci Walburga Black…” disse sarcastica avvicinandosi a Lily “Ti serve una mano?”

“No, no controllavo se ho preso tutto…” disse Lily non alzando la testa dal baule

“Ho un messaggio per te da parte di James…”

“Che vuole?” la interruppe la rossa, non sembrava seccata quanto ansiosa.

“Buonanotte ed era un gran bel regalo di Natale” recitò lei “non sapevo gli avessi comprato qualcosa…”

“Hai fatto un regalo a Potter? Questo si che è più interessante delle paranoie da sposina di Alice!” esclamò Mary, cambiando letto in un balzo

“Ehi! Beh comunque anche io sono curiosa…” sorrise Alice abbandonando i suoi vestiti sul letto e avvicinandosi

“Io non ho fatto alcun regalo a Potter…” disse poco convinta la rossa

“Ma perché allora…” cominciò Enif

“i o ato…” la sentirono sussurrare sottovoce

“Lily di grazia, qui siamo tutte prossime al diploma e quindi con problemi uditivi legati alla vicinanza della signorina Mary McDonald, ti pregherei quindi di parlare più forte…” disse ridendo Alice, mentre Mary le tirava una cuscinata per la testa

Lily prese un sospiro, fissando l’interno del suo baule “Io l’ho baciato…”

“Tu cosa?” esclamò Mary, stupefatta dalla sorpresa

“Lo sapevo che sarebbe successo!” sorrise trionfante Alice, Enif si limitò a sorridere rassicurante

“Non c’è niente da festeggiare! Non ho neanche idea del perché l’abbia fatto! Ho visto il vischio, sapevo che non l’aveva messo apposta lì lui e l’ho baciato! STOP! Vuoto totale…”

Enif sorrise mettendole una mano sulla spalla

“Non osare dirmi “te l’avevo detto!”” le gridò Lily

“Hai fatto tutto tu, tesoro…” le sorrise “Ora andiamo a dormire va… che domani ci aspetta un viaggio lungo!”

 

Povero zio Alphard un minuto di silenzio………

Comunque sia le intenzioni di Lily non erano premeditate, non pensavo di farli baciare adesso, ma ci stava, vi regalo una immagine del momento (dato che io e i baci non andiamo d’accordo a disegnarli, sono le ragazze che chiacchierano…. È solo uno schizzo però!)

 

Ed ora passiamo ai ringraziamenti ai preferiti, come sempre vi cito tutti e  metto in coda i nuovi!  alice brendon cullen - aliceundralandi- Alohomora -  bellavita - Bellis - Cassandra - data81  - extraterrestre- Frytty - germana - ginny_potter94 -hermy101- jacopo25James_Lily_Love - jeginnybells - Lars Black - lily D G- MLA - MoMozzia - muriel - Nikki Potter- Pepesale- PrincessMarauders - ramoso4ever95 - riddikulus - ron84 - RoryPotter- SarahPotter - sihu - Streghetta86 Thaleron - vane91 - VolpeGentile - Wolverine-  zanna - Zarkyna  

E gli ultimi arrivati: cullen_hale, Dafny. MEISSA_S, pikkolina88

E chi l’ha messa tra le seguite:  ale03  - Anthymea  - IOesty  - Lady Lily  - Lady Patfood  - lally88 - Manny  - Nestoria  - Nikki Potter

 

Ora rispondiamo ai 5 commenti (5 commenti!!!!! Era dal capitolo 1 che non vedevo 5 commenti!!!!) + 1 ritardario dello scorso capitolo (Tranquilla SarahPotter;p)

SarahPotter: Già finalmente si sono decisi più o meno! Non preoccuparti basta che continui a seguirmi anche irregolarmente e i ritardi sono perdonati! ^^

hermy101,: Credo che le piccole pesti avranno la loro pena dopo Natale XD (in realtà mi sono dimenticata di loro ;P) come vedi qualcosa sta cominciando a muoversi anche da Lily e James anche se ci vorrà ancora un pò!

aliceundralandi: Ecco qui il capitolo spero che tu lo legga, la cotta per "Potter" continua a farsi sentire o forse a bruciare di più ma vedremo in futuro XD Spero che Enif continui a piacerti!

Alohomora: Ancora gelosa di Enif? Credo di si XD  Questi capelli saranno ancora per un capitolo il centro dell'attenzioni di Enif ma poi ci saranno altri pensieri XD Grazie per continuare a seguirmi!

Frytty: Sono felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo, credo che tutti rabbrividirebbero per un James palato! Don't touch his hair XD

Dafny: Grazie per avermi aggiunto ai preferiti, spero continuerai a seguirmi! Un bacio.

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Ritornare a Casa ***


Nuova pagina 1

Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 11: Ritornare a Casa

“Mi scriverai, vero?” chiese Enif a Lily prima di tirare giù il baule dalla reticella

“Sai che non posso… le restizioni per la protezione dei nati babbani non…” Enif lasciò andare il baule prendendo le mani di Lily fra le sue

“Lo so, lo so… ma dimmi che mi scriverai, mi renderebbe più tranquilla…”

“Eny…” sorrise dolce la rossa

“Lily, c’è stato l’attacco al treno, l’attentato all’amico di Lumacorno, e poi quello che scrivono i giornali… sono 10 i figli di babbani scomparsi nelle ultime tre settimane… io…” Lily le mise una mano davanti alla bocca

“Andrà tutto bene… nessuno verrà a cercarmi a casa… sta tranquilla… non preoccuparti, ci vediamo tra tre settimane” le sorrise convinta “ed ora andiamo…”

 

♦♦♦

 

“Ciao mamma…” James abbracciò la madre, non gli era mai sembrata così fragile. In piedi sulla banchina sembrava un filo d’erba pronto ad essere portato via dal vento “mi sei mancata…”

“Anche tu, tesoro…” disse lei stringendo il figlio, quasi potesse scomparirgli fra le braccia

“Signora Potter…”

“Sirius, vieni qua ragazzo mio!” disse abbracciando anche lui, Sirius era sicuro di averle visto gli occhi lucidi, staccandosi da lui la donna gli mise le mani sulle spalle “ho saputo di Alphard… mi dispiace…”

“Si figuri…” la donna riuscì a stento a sorridere, guardò dietro di lui

“Remus, mio caro!” disse abbracciando anche il giovane. Mamma Potter, lo sapevano, non amava certe manifestazioni pubbliche, eppure si vedeva con che urgenza dovesse sentirli lì, tangibili. “Sei diventato ancora più alto e magro… lo dico sempre a James che dovreste smettere di crescere!”  sorrise tristemente, avvicinandosi poi a Peter e abbracciando anche lui.

“Ciao, Peter caro!” Peter le mormorò un mi dispiace davvero dispiaciuto, ma la donna scosse il capo “non devi essere tu a dispiacertene, ma quella parte di popolazione magica che ancora si illude che non ci sia gente che perde ogni giorno la vita…”  si guardò attorno tristemente.

“Remus, caro, ho visto i tuoi più in là, e Peter tua madre ti sta aspettando fuori dalla barriera…” guardò Sirius e James con un mezzo sorriso “Andiamo?”

“Può aspettare un attimo, signora Potter?” chiese Sirius vedendo Lily ed Enif, cariche di bagagli, cercare di scendere dal treno.

“Andate fare i gentiluomini, su…” disse sorridendo. Era così strano, non stava con i ragazzi che da pochi minuti e riuscivano a farla sorridere davvero.

“Ti serve una mano, Evans?” chiese James guardandola da oltre il finestrino

“No, Potter, non serve… davver…” disse imbarazzata, ma non riuscì a finire che il ragazzo le aveva già preso il baule, tendendole la mano per aiutarla a scendere.

“Eny, passa quel coso, o ti incastri…” sorrise Sirius

“Sempre gentile eh…” lo rimbeccò lei con un sorriso passandogli il baule.

 

“È la ragazza di James quella?” chiese la signora Potter a Remus e Peter

 “La rossa? No, è Lily… l’unica ragazza che James non è riuscito a far cadere ai suoi piedi…” cominciò scherzando Remus.

“E l’unica che gli interessi davvero, ho indovinato?”

“Sissignora…”

Dorea Black guardò Lily, la ragazza evitava di incrociare lo sguardo di James mentre lui insisteva nel portarle il baule fino oltre alla barriera.

“Non sono sicura che lei non ricambi…” Remus e Peter guardarono la signora Potter che sorrideva.

“Dice?” chiese Peter sorpreso.

“Anche io non sopportavo Charlus, un tempo… e ora…” si fermò con un sorriso triste, guardò il figlio… “James! Non lascerai ad una povera “vecchia” il compito di trascinare i vostri bauli! Vero?”

 

♦♦♦

 

La macchina entrò nel vialetto, la ghiaia cigolò quando Lily mise i piedi a terra.

“Chi era quel ragazzo così gentile?”

“Papà, non era un ragazzo gentile, quello era James Potter…” sbuffò Lily tirando fuori dal bagagliaio il baule

“Lascia principessa, lo porto io…” Harold Evans, che orami tutti chiamavano Harry quasi dimenticando il suo nome di battesimo, era un uomo dai lineamenti gentili, in forma e ben piazzato. Il viso gioviale guardava allegro la figlia che con un sorriso, uguale al suo, lo stava aiutando a portare i bagagli.

“Salve a tutti!” salutò Lily non appena ebbe aperto la porta.

“Lily!” sua madre le corse incontro. Le presine da forno strette in una mano i capelli biondi raccolti, le stampò un bacio sulla guancia

“Sai di torta…” sorrise la ragazza

“È quella che devo togliere dal forno…”

“Daisy cara, sai che la nostra Lily non mi ha presentato il suo ragazzo…” disse scherzando il padre.

“Papà?!” Lily lo fisso male.

“Chi sarebbe?” chiese curiosa Daisy Evans andando in cucina seguita dalla figlia.

“James Potter… che sicuramente non è il mio ragazzo!” sbuffò sedendosi.

“James Potter… Potter… non è quel regazzo che un paio d’anni fa ti ha inseguito fino alla macchina facendoti una orrenda serenata?”

“Si, lui…”

“E oggi le ha portato il baule fino alla macchina…” puntualizzò Harold entrando in cucina

“Ma che gentile, anche tuo padre mi portava le borse quando avevamo cominciato ad uscire, non è vero, Harry?”

“Io e James non siamo assieme…” sbuffò seccata

“Eppure l’hai chiamato per nome è un bel passo avanti…” sorrise sua madre  voltandosi e togliendo la torta dal forno.

 

Lily stava mettendo ad asciugare i panni, le piaceva un sacco aiutare la madre, la faceva sentire davvero a casa, anche se si sentiva come mancasse qualcosa. 

“Sei tornata…” la voce della sorella la face sobbalzare

“Ciao Tuny…”  disse voltandosi. Petunia stava appoggiata alla veranda guardandola con occhio critico.

“Vernon mi ha trovato un lavoro fuori Londra…” disse senza guardarla in faccia

“Vai da lui, quindi? Pensavo volesse venire lui a Bristol… ma di certo non vuole lasciare il Surrey a meno che non si tratti di una vacanza qui a Weston*…”

“Non mi trasferisco dalla sua famiglia… ci sposiamo…”

“Come? Quando?” chiese sbalordita guardando la sorella. Quando le aveva detto un paio d’estati prima di essersi innamorata di Vernon Dursley, Lily aveva ancora chiaro in mente il grosso ragazzo che avevano incontrato fuori dal Golf Club di Kewstoke a venti minuti da casa loro a Milton Rise.

“Non deve interessarti…” rispose indifferente

“Stai scherzando?! Credi che non voglia venire al tuo matrimonio?”

“No, sono io che non ti voglio…” rispose la sorella rientrando in casa.

Lily restò impalata ad osservare il punto in cui era sparita la sorella.

“Lily, vuoi una mano?” Le chiese la madre raggiungendola

“No, mamma… io…”

“Che c’è streghetta, il tuo James non ti ha ancora scritto?” chiese maliziosa la madre…

“Quando si sposa, Petunia?” chiese con un fil di voce, senza nemmeno avere la forza di contraddire quel “tuo”

“Oh… Tesoro… te l’ha detto quindi… speravo cambiasse idea vedendoti…” Daisy l’abbracciò stringendola a se. “ Il 29 marzo… subito dopo Pasqua… forse vuole che tu riesca a venire…”

“No, mamma… non voglio rovinarle quel giorno…” singhiozzò cominciando a piangere sulla spalla della madre.

 

♦♦♦

 

“Remus, vuoi che ti prepari qualcosa?” chiese la madre non appena entrata in casa.

“No, ho mangiato sul treno, sta tranquilla mamma…” sorrise trascinando in casa il pesante baule.

“Helen per favore, non stargli così addosso… non è più un bambino… e non è nemmeno riuscito ad entrare ancora in casa…” sorrise John Lupin chiudendo la porta della piccola fattoria a North Chideock, a qualche miglio da Bridport, nel Dorset.

“Ma è così magro, John…”

Remus alzò gli occhi al cielo

“Sono sempre stato magro, mamma…” 

“Mi sembra logico continui a crescere… eppure ne mangi di cioccorane…” Suo padre sorrise passandogli un braccio attorno alle spalle.

“Mamma… i ragazzi vogliono passare di qui per il 26… per vedere come sto…” disse guardando l’espressione della madre

“Certo! Certo!” disse con un sorriso “Sono proprio dei cari ragazzi a preoccuparsi così tanto…”

“Ci avrei scommesso che venivano…” sorrise il padre “lascia quel baule Remus, te lo porto io di sopra…”

“Grazie, papà…” Remus osservò la madre. Sembrava più pallida di quando se ne era andato

“Mamma… è successo qualcosa…”

“No, tesoro, non preoccuparti…” disse rapida “Siditi, per Diana… vuoi una tazza di cioccolata calda? Faceva freddo la fuori…”

“Se la bevi con me…” disse. Gli stava nascondendo qualcosa, era più che evidente.

“Pensavo…” esordì il padre rientrando in cucina “potremmo andare fare un’escursione fino a Saint Gabriel il 26… i ragazzi hanno visto poco della zona…”

“John ma come le vai a pensare… Remus non potrà di certo uscire il 26! Deve riposare!”

“Io la trovo una splendida idea… a meno che non mi stacchi qualche gamba…” disse Remus sereno

“Per l’amor del cielo, Remus!” urlò inorridita la madre, Remus ridacchiò.

“Vado da Erik, giù in oltre i campi di Patrick…” John Lupin strinse in mano la bacchetta, nascondendola con la giacca, e prese la vecchia doppietta di suo padre, mettendosela in spalla. Remus la fissò… nonostante il paesino babbano erano rare le volte che suo padre portava con se il fucile.

“Vuoi che ti accompagni?” chiese

“No, Remus… resta qui con tua madre…” sorrise teso, uscendo.

Remus guardò la madre

“Mamma… che succede?” chiese serio. Helen evitò il suo sguardo. “Mamma…”

“Hanno dato fuoco ai campi di Dan… e attaccato i figli di Erik… vogliono che noi Mezzosangue ce ne andiamo… o peggio…”

“Potevi dirmelo…” sospirò lui tristemente

“Hai già abbastanza pensieri per queste vacanze… senza che io ti racconti cose simili…”

“Mamma… se solo osano torcervi un capello…”

“Remus…” l’ammonì la madre

“No, ascoltami se vi succede qualcosa, una qualsiasi… nessun Mangiamorte sarà al sicuro finché non li vedrò tutti ad Azkaban… dovessi metterci trent’anni…”

“Remus, caro…” singhiozzò la madre abbracciandolo “se il mondo sapesse che splendida persona sei, tesoro… se solo sapessero…”

 

♦♦♦

 

Dorea Potter aprì la porta della casa.

“Lo sai James… è un po’ troppo grande per me sola…” disse guardandosi attorno

“Non vorrai mica cambiare casa… e poi non sei sola… tra 6 mesi mi avrai tra i piedi 24 ore al giorno, sei contenta?!” sorrise il ragazzo entrando, trascinandosi dietro il baule.

“E se vuole, anche se avrei intenzione di prendere una casa mia… potrei venire ogni domenica! Come lo fa lei il the non lo fa nessuno!” sorrise Sirius entrando anche lui.

“Beh… se sapessi che James ha compagnia… ho visto una piccola casetta su a Eishken ** …. potrei andare ad abitare lì… non è lontano e così tu avresti la tua privacy…” disse pensierosa

“Privacy? Mamma non sono mica sposato!”

“Non ancora caro… però…” lo guardò maliziosa

“Però cosa?”

“Quella ragazza è molto carina…”

“Lily? Lo so ma lei…”

“Signora Potter se la scordi come nuora: è permalosa, rispettosa delle regole, prefetto ad eternum… e l’ho già detto permalosa? E James ci sbava dietro da 7 anni senza combinare nulla… la cancelli!” cominciò Sirius contando le qualità negative di Lily sulle dita. Dorea rise.

“Quella giusta per darvi una regolata eh?!” sorrise “potrestri chiederle di venire a prendere un the un giorno…”

“Come ha detto Sirius… non accetterebbe…” sbuffò James “sono troppo “pallone gonfiato” per lei… ma mi è stata molto vicino dopo che papà… beh è molto gentile…”

Sirius sbuffò… prendendo il suo baule e decidendosi a portarlo in camera

“Meglio che cominci a prepararmi psicologicamente per domani… va… “

“Domani?” chiese Dorea

“Si… zio Alphard mi ha citato nel testamento e devo andare a casa sua per incontrare la mammina e lo zietto…” sbuffò

“Vuoi che ti accompagniamo?” chiese lei gentile

“No, signora Potter… vado da solo non si preoccupi, solo dovrò svegliarmi presto… ci vogliono più o meno quattro ore per arrivare a Mersea…”

“Sirius… non faresti prima a smaterializzarti lì… ci metti un’eternità in moto e in più fa anche freddo…” constatò James seguendolo su per le scale

“E perdermi la faccia di Walburga per il mio stile da centauro… stai scherzando, vero?!”

 

♦♦♦

 

“Peter, lascia lì le tue cose e vienimi a dare una mano…” cominciò sua madre appena rientrati in casa

“Posso almeno andare a mettere il baule…”

“Si, ma sbrigati… La nonna e il nonno saranno qui tra poco… e mi raccomando”

““Non osare tirare fuori la bacchetta…” si mamma, lo so…”

“Bravo il mio ragazzo… vai ora, su…” La signora Minus appariva piccola, cicciottella e giovale ad una prima occhiata ed era davvero così, a meno che non si avvicinassero festività che vedevano riunita la famiglia, allora diveniva un vero e proprio comandante.

“E tu, potresti anche dare una mano e salutare tuo figlio!” disse scontrosa assestando un colpo al marito seduto al tavolo della cucina

“Ciao Paul…” disse con voce impastata dall’alcool alzando lievemente la testa

“Peter! Nemmeno il nome di tuo figlio ti ricordi! Ma verrà il giorno in cui mentre sei al pub cambierò la serratura, e poi vedremo dove andrai a dormire!” con questo suono nelle orecchie Peter si chiuse la porta dietro la schiena. Non era cambiato nulla. Sua madre lavorava per due, suo padre non lavorava e beveva… che magnifiche vacanze di sarebbe aspettato

 

♦♦♦

 

“Non so davvero cosa ti sia passato per l’anticamera del cervello… che cosa penserà la gente?”

“Te l’ho detto non è stata una mia scelta…” sbuffò Enif entrando in casa seguita dal padre e dalla madre

“Non rispondermi con quel tono, signorina!” la sgridò il padre

“Algol, per l’amore di Morgana, se dice che non se li è tagliati di sua iniziativa, sarà così…” cercò di mediare la signora Icecrow

“E per quel buono a nulla di Sirius che ti sei tagliata i capelli?” chiese inquisitorio

“Da quando è diventato “buono a nulla” credevo piacesse anche a te…” disse mortificata

Il padre non rispose. Felicia Icecrow, si avvicinò alla figlia passandole una mano tra i capelli.

“In fondo non sono tanto male…”

“Non saranno male ma sono eccentrici. Abbiamo quattro serate di gala in questi giorni! Cosa credi che noteranno gli altri, non certo i suoi vestiti! Cominceranno a dire che abbiamo tirato su una Grifondoro ribelle…”

“Allora è questo il problema?” chiese alzando anche lei la voce

“Enif, cara, ti prego…”

“Sono una Grifondoro? È questo il problema, padre? Beh se non fossi a Grifondoro di sicuro avrei ancora i miei capelli dato che sono stati dei ragazzini di Serpeverde a tagliarmeli?!”

“Se speri di trovare un buon partito con quel taglio e questo carattere, signorina…” cominciò il padre alterato

“Partito? Partito? Che diavolo centra un partito?! Mica devo sposarmi! Si parlava dei miei capelli o sbaglio!”

“Perché credi abbiamo accettato quattro serate di gala se non per trovarti un marito…”

“Non sposerò il primo riccone che passa! Non penso che la mamma ti abbia sposato per interesse?! Da quando cominci a ragionare come i Black o come i Malfoy?” chiese agitata

“Enif… amore… perché non ci calmiamo tutti e andiamo a berci una bella tazze di the?” chiese Felicia, prendendo la figlia per le spalle.

“Ho degli impegni da sbrigare…”  disse sbrigativo Algol Icecrow lasciando la stanza.

“Tesoro…” Felicia abbracciò la figlia, scortandola in cucina

“Che succede mamma?” chiese Enif con gli occhi lucidi, le lacrime mal trattenute le scendevano sulle guance

“Dix, per favore ci prepari un the?” chiese Felicia Prewett facendo sedere la figlia e chiamando la loro elfa domestica

“Si, signora… volete anche dei pasticcini?”

“Ma si, Dix… ci serve qualcosa di dolce…” disse la donna sedendosi davanti alla figlia

“Mamma?”

Sospirò “Enif asciugati quegli occhi, se tuo padre ti vedesse…”

“Mamma…” ridacchiò asciugandosi gli occhi con la mano “che succede qui?”

“La guerra fa male, tesoro…”

La signora Icecrow non disse nient’altro e la figlia potè solamente gustare il the e pasticcini pensando che forse era solamente il giorno sbagliato

 

“Enif…” suo padre entrò nella stanza

“Si, padre?” chiese lei

“Devo parlarti del diverbio di prima…” la ragazza lo fissò aspettando che lui cominciasse “Devi capire che questo è un momento critico per il mondo magico, la gente si schiera, mi capisci? Per quanto ritenga stupida e insensata questa guerra non posso non preoccuparmi per te…”

“Cosa stai dicendo?” chiese stupefatta

“Devi smetterla di frequentarli e trovare qualcuno che ti protegga…”

“Cosa? Chi?”

“Traditori, babbonofili, figli di babbani, ibridi…” elencò il padre

“E perché mai?!” cominciò a scaldarsi “Tu non sai che persone meravigliose siano!” disse convinta pensando a Lily e a Sirius

“Anche quel Lupin?”

“Che c’entra Remus?!” Enif non capiva

“Da quello che dicono sembra sia un licantropo…” Enif fissò il padre sbalordita

“Chi lo dice?” chiese tremante

“Sembra che anni fa suo padre, un figlio di babbani, abbia pestato i piedi ad un Capobranco…”

“Smettila! Anche se fosse non me importa niente! Remus è una persona eccezionale e…”

“ed è per questo comportamento che sono preoccupato per te!”

Felicia arrivò richiamata dalle urla del marito e della figlia. Li guardò sbalorditi. Enif, che aveva sempre adorato suo padre, lo guardava dritto negli occhi con sguardo furente.

“Per questo comportamento? Perché la mia migliora amica è una figlia di babbani? Perché il mio migliore amico è probabilmente un lupo mannaro? Perché il ragazzo di cui sono innamorata è un traditore?”

“Enif…”Felicia fece un passo incerto nella stanza

“Felicia non intrometterti…” disse secco rivolto alla moglie

“Non trattare la mamma così!”

“Non capisci che ti farai ammazzare?” disse suo padre scuotendola per le spalle

“Preferisco morire che rinnegarli tutti!”

SCIAFF!

Enif si portò una mano alla guancia, trattenne le lacrime continuando a fissare gli occhi del padre.

“Ti rendi conto di cosa dici?” disse più calmo, mentre Felicia si avvicinava alla figlia.

“Algol…”

“Tu verrai con noi a quelle feste, ti renderai presentabile… Orion ha detto che sarebbe disposto a farti fidanzare con Regulus, nonostante tu sia più grande… e troverai qualcuno che ti protegga… inoltre smetterai di comportarti così…”

“No…”

“Prego?”

“Ho detto di no, padre… non sposerò uno di loro… non mi renderai complice di un genocidio…”

“Enif si parla della tua sicurezza…”

“Peccato che alla mia felicità non ci pensi nessuno!” gridò, sicura di prendersi un altro ceffone.

“Ora basta… tu farai quello che ti dico, e capirai che è per il tuo bene! Spero che questa notte ti faccia cambiare idea… Il tuo posto non è tra quella gente…” così dicendo Algol Icrcrow lasciò la stanza.

“Tesoro…” Felicia tentò di abbracciare la figlia, ma lei si scostò

“Lasciami sola, mamma… lasciami sola…”

La madre la guardò ad occhi lucidi prima di uscire senza una parola.

Enif aspettò che la porta si fosse chiusa prima di gettarsi sul suo letto, la testa schiacciata sul cuscino per soffocare i singhiozzi.


* Weston  Super-Mare: località a sud di Bristol che guarda caso possiede una via chiamata Spinners End e quindi è diventata la cittadina di provenienza di Lily in questa storia.

  **Godric’s hollow potrebbe essere sulle Ebridi perché ipotizzando che la moto di Sirius normalmente arrivi ad una velocità massima di 180 chilometri l'ora, con Hagrid sopra non ce la vedo ad andare a più di 50 e dato che ci ha messo più o meno 20 ore per portare Harry nel Surrey ha percorso più o meno 1000 km quindi siamo più o meno alle Ebridi se siamo a nord di Bristol. (CHe belle le Ebridi vedi Foto XD)

 

Ok, ok lo so ALgol Icecrow sta diventando odioso... ma tutto ha uno scopo non disperate...

Lo so questo capitolo è un pò inconcludente ma mi serviva come introduzione per i prossimi... l'immagine di testa è una cartolina d'epoca di Weston Super Mare...

Ed ora passiamo ai ringraziamenti ai preferiti, come sempre vi cito tutti e  metto in coda i nuovi!  alice brendon cullen - aliceundralandi- Alohomora -  bellavita - Bellis - Cassandra- cullen_hale - Dafny- data81  - extraterrestre- Frytty - germana - ginny_potter94 -hermy101- jacopo25James_Lily_Love - jeginnybells - Lars Black - lily D G-MEISSA_S - MLA - MoMozzia - muriel - Nikki Potter- Pepesale- pikkolina88- PrincessMarauders - ramoso4ever95 - riddikulus - ron84 - RoryPotter- SarahPotter - sihu - Streghetta86 Thaleron - vane91 - VolpeGentile - Wolverine-  zanna - Zarkyna  

Ringraziamo anche l'ultima che si è aggiunta: DarlingAry , grazie Lucrezia!

E chi l’ha messa tra le seguite:  ale03  - Anthymea  - IOesty  - Lady Lily  - Lady Patfood  - lally88 -malandrina4ever Manny  - Nestoria  - Nikki Potter - ValyBrick

 

6 commenti! 6!!!! Ragazi è un record!!!!!!!!

SarahPotter: Hogwarts esiste se noi continuamo a scriverci, esiste semplicemente per farci sognare. Grazie per continuare a seguirmi.

DarlingAry : Come ti ho scritto il nome di Lucrezia lo ha stillato la Rowling in persona, quindi immagino tu sia ancora più onorata XD Io l'ho solo utilizzata ^^''''

Dafny: Eccoci qui... succede poco ma l'importante è andare avanti ^^

Lady Patfood: Ecco l'aggiornamento!!! Spero che continuerai a seguirmi!!!

hermy101,: Come vedi James è un pò disfattista in questo periodo e Lily è molto complicata ^^

 Alohomora: Ti ringrazio tantissimo per continuare a seguirmi sempre e mi ricordi di aggiornare XD  Si, io e la genealogia siamo della stessa pasta, come ho detto mi sa che sono per 1/10 hobbit XD il progetto albero genealogico degli Icecrow è concluso ma arriverà sui nostri schermi al capitolo 16, lì serve perché vedremo il nido degli Icecrow...

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Ho bisogno di te ***


Safely, for the last time

 

“Hogwarts è casa.

Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive….

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità.”

Enif Aurora Icecrow

 

Capitolo 12: Ho bisogno di te

Lily bevve tutto d’un fiato il bicchiere d’acqua. Aveva fatto un sogno assurdo: era il matrimonio di Petunia e lei arrivava lì per farle gli auguri ma quando vedeva lo sposo, non vedeva Vernon Dursley ma James Potter e non si sa come quello diveniva il suo matrimonio e ricordava distintamente che prima di svegliarsi Petunia le gridava di smetterla di essere anormale.

Scosse la testa guardando fuori dalla finestra: stava albeggiando.

Ritornò a pensare a Petunia… doveva davvero non andare al suo matrimonio, o era solo una prova? Per la prima volta in vita sua si disse che aveva bisogno di una risata, aveva bisogno di una parola gentile, di qualcosa che la distraesse da tutto quello, per la prima volta in vita sua si disse che aveva bisogno di James Potter.

 

♦♦♦

 

“Hai preso tutto?” James lo guardò salire in sella alla moto nera

“Jamie, non fare la mammina, ti prego… metti i brividi…” sorrise il ragazzo, aggiustandosi il colletto della giacca in pelle di drago e mettendosi i guanti. “Saluta tua madre quando si sveglia…” sorrise

“Lo farò…” gli sorrise James.

Potter osservò l’amico decollare in sella alla sua moto e allontanarsi nel cielo dell’alba, rabbrividendo nell’aria gelida rientrò.

 

Erano passate quasi quattro ore, doveva essere anche un po’ in ritardo… ma in quel momento si disse solo che doveva prendersi un paio di occhialoni per il ritorno. Atterrò sulla stradina sterrata, infilando elegantemente il cancello. Vide chiaramente le figure di Walburga Black e di Cygnus Black fissarlo, sorrise. Fermò la moto davanti al’ingresso. La casa di zio Alphard non era né una casa né una reggia. Posta fuori la cittadina di Mersea Ovest, sull’omonima isola, la casa era semplicemente un comodo cottage. Abbastanza grande per contenere comodamente una famiglia di quattro persone comuni o una sola persona nobile.

Sirius scese scuotendo i capelli, piccoli cristalli di ghiaccio volarono in tutte le direzioni. Vide chiaramente sua madre storcere il naso, ridacchiò in se. Fece un cenno con la mano a mo’ di saluto e fu ben lieto di notare che né la madre né lo zio lo avessero degnato di uno sguardo.

“SIRIUS!!!” una voce squillante lo fece voltare, una bambina dai capelli di un nero talmente scuro da sembrare blu, un nero che non sembrava per nulla naturale lo stava raggiungendo di corsa. La madre camminava tranquillamente dietro di lei. Sirius sorrise riconoscendola.

“Nymphadora… sta attenta o rischierai di…” Andromeda Black in Tonks non finì nemmeno la frase che la bambina inciampò, cadendo rovinosamente a terra. Andromeda fece di corsa il tratto che la separava dalla figlioletta tirandola in piedi. La bambina tratteneva le lacrime ma i suoi capelli aveva preso una colorazione tra il blu e il viola.

“Sempre un piccolo terremoto eh?” sorrise Sirius avvicinandosi.

“Ma guarda come ti sei ridotta…” sospirò la madre, togliendole la polvere di dosso.

“Mamma…il naso…” piagnucolò la bambina. Andromeda guardò il volto della piccola sospirando. “Quando imparerai a mettere le mani avanti quando cadi?” le chiese con dolcezza mentre con un colpo di bacchetta faceva sparire i graffi sul nasino della figlia.

“Ciao peste…” la salutò Sirius, la bambina gli saltò al collo urlando “SIRIUS!!!”

Andromeda sorrise guardando verso la veranda, era certa di vedere una vena pulsare sulla fronte di suo padre.

“Ted dove l’hai lasciato?” chiese Sirius mentre si avvicinavano al cottage.

“Il più lontano possibile da mio padre…” rispose lei prendendo in braccio la figlia. Quando raggiunsero la veranda i due nobili li fissarono con sufficienza.

“Sirius, Andromeda… siete in ritardo…” esordì Cygnus Black guardando disgustato quella che aveva scoperto essere sua nipote.

Sirius non rispose, e nemmeno Andromeda lo fece, era inutile discutere. Walburga squadrò il figlio storcendo il naso, ma non disse nulla: entrò in casa e i gli altri tre la seguirono.

Nello studio di zio Alphard trovarono un vecchio mago, piccolo e rattrappito, che si presentò come Lionel Dorset, “guardia testamento” del Ministero della Magia.

“Signor Black, Signora Black, potete cortesemente lasciarmi solo con i ragazzi?” chiese gentilmente l’ometto

“E perché mai? Questi ragazzi come li chiama lei, non fanno più parte della nostra famiglia e io e Cygnus eravamo i fratelli del defunto è chiaro che…” la ferocia di Walburga lasciò un attimo interdetto l’impiegato del Ministero, ma si riprese subito

“E chiaro che suo fratello, mia cara signora, volesse che il suo testamento venisse aperto solo ed esclusivamente in presenza dei due ragazzi…” disse pacatamente pulendosi gli occhiali.

“Ma siamo noi gli unici eredi…” protestò ancora la donna, se i suoi occhi avessero potuto farlo, avrebbe incenerito il piccolo signor Dorset.

“In caso non ci sia un testamento… e ora se volete scusarmi…” disse indicando la porta.

“Ma…” ringhiò la donna, Cygnus le mise una mano sulla spalla

“Walburga, mia cara… forse e meglio ascoltare il signor Dorset, sono sicuro che in fondo qualcosa ci spetti…era pur sempre nostro fratello…” e così dicendo Cygnus Black scortò la sorella fuori dalla porta.

“Scusate queste piccole scaramucce burocratiche, ma ho fatto voto di aprirlo solo in vostra presenza… ma sembra che alla Signora Black non interessi molto la mia sorte…” disse sorridendo

“A lei non interessa di nessuno che non porti il blasone dei Black marchiato a fuoco nel sangue…” brontolò Sirius

“Capisco… comunque… ecco la scatola che mi ha affidato vostro zio alcuni mesi fa… contiene il suo testamento…” Lionel tirò fuori dal mantello una scatola grande quanto quella di un paio di scarpe, chiusa da un nastro nero.

“Se il nastro fosse stato rosso, significherebbe che il testamento è già stato aperto ed è quindi consultabile…” spiegò “è così che li archiviamo al ministero…” disse sciogliendo il nodo.

“Signor Dorset, sa il motivo per cui lo zio ha voluto la nostra sola presenza?” chiese Andromeda cercando di tenere ferma Nymphadora che voleva a tutti i costi andare in braccio di Sirius.

“Non lo so, ma vostro zio mi ha fatto fare una voto infrangibile su questo punto…”

“Allora se vuole faccio uscire la bambina…” disse preoccupata la donna

“Non sarà necessario, fra i testimoni possibili erano citati i suoi famigliari signora Tonks e la famiglia Potter…” disse il mago aprendo il coperchio. Sirius notò chiaramente la scrittura dello zio che sullo stesso citava: da aprirsi in sola presenza di Sirius Orion Black (ammessi i Potter) e Andromeda Black in Tonks (ammessa la famiglia Tonks).  

Subito dopo il mago trasse una pergamena dal mantello “Scusate, moduli burocratici…” sorrise intingendo la penna e scrivendo alcune parole “Voi siete il Signor Sirius Orion Black e la Signora Andromeda Irma Black in Tonks, confermate?”

“Si…” rispose Sirius, mentre Nymphadora riusciva finalmente a realizzare il suo scopo e a sederglisi in braccio

“Si.” Andromeda notò lo sguardo stupefatto del vecchio mentre fissava Nymphadora cambiare colore a seconda di cosa guardava all’interno della stanza. “La scusi, spero che non le dia fastidio… è un periodo che cerca di imitare i colori delle cose che vede….” Spiegò imbarazzata

“ma si figuri, ero solo sorpreso, un metamorphusmago non è una cosa che si vede tutti i giorni.” Ridacchiò lasciando vedere ai ragazzi il contenuto della scatola. All’interno vi era una sfera di cristallo argentata, a Sirius ricordava molto quelle nella vecchia aula di Divinazione, e due lettere, su una c’era scritto per Sirius, sull’altra per Andromeda.

“Bene, bene, bene…” sorrise il signor Dorset tirando fuori dalla tasca un piccolo treppiede che sembrava fatto a posta per sostenere la sfera.

“Cosa?” chiese Sirius non capendo il perché di quel sorriso

“Vostro zio ha lasciato un testamento registrato in questa sfera, proprio come si fa per le profezie… quei due lì fuori non potranno proprio impugnarlo per togliervi qualcosa…” disse prendendo delicatamente la sfera e poggiandola sul supporto.

I due diseredati fissarono con intensità la sfera, in cui apparve la faccia di zio Alphard.

Sirius, Andromeda, se mi state sentendo vuol dire che non posso più parlarvi direttamente e la cosa mi dispiace molto. Spero la mia morte non abbia turbato troppo le vostre vite, sempre che mio fratello e mia sorella vi abbiano comunicato la notizia…

“Mamma, chi è il Signore con la barba?” chiese Nymphadora cercando di toccare la sfera e venendo fermata dalla madre

“Lo zio…”

 “Vi chiederete perché vi abbia chiesto di ascoltarmi, il motivo è semplice perché tra tutti i nostri numerosi parenti purosangue, voi siete gli unici che hanno messo da parte l’orgoglio per qualcosa di più importante… ma prima mi rivolgo a te Sirius… il mio piccolo Grifondoro… a te figliolo lascio tutto…” Sirius guardò sbalordito la sfera come se lo zio potesse davvero vederlo

Immagino la tua faccia sorpresa, hai capito bene, Sirius… ti nomino mio erede universale. Credo Walby mi brucerà via dall’arazzo, ma poco importa, è stato più doloroso veder cancellare voi, ragazzi miei… è giusto così Sirius, sei quel figlio che avrei voluto avere…” Andromeda cercò di non guardare in faccia il cugino, sapeva che gli dava fastidio essere sorpreso con gli occhi lucidi, carichi di commozione “Ancora una cosa ragazzo… non prendere esempio da me e riempi questa casa di vita, trovati una bella moglie che ti ami per quello che sei e... non farti sequestrare la moto da quelli del ministero…” disse strizzandogli l’occhio, Sirius sorrise.

Passiamo alle cose serie… nella busta troverai la chiave della mia camera blindata alla Gringott che dovrebbe già essere diventata a tuo nome e l’atto di proprietà di questa casa… stammi bene ragazzo…

“Grazie zio…” sussurrò il moro prendendo la busta che il signor Dorset gli porgeva.

Ed ora passiamo a te ‘Dromeda” la giovane sorrise per il nomignolo “non penserai che abbia dimenticato la mia ragazza preferita! La mia nipotina coraggiosa… Mi perdonerai se ho lasciato tutto a Sirius? Ma infondo tu hai una bella famiglia che pensa a te… avrei voluto vedere dal vivo quella nuvoletta rosa della tua bimba…” Andromeda sorrise, bloccando la mano di Nymphadora che voleva afferrare i baffi dell’uomo nella sfera.

Ma comunque ho pensato di fare un regalo, a te, alla tua piccola e a tuo marito, spero che sappia che ha sposato una donna meravigliosa… un paio di mesi fa ho visto una bella casetta a Lydd nel Kent, sai ho pensato che con una piccola peste come Nymphadora sia difficile vivere in un appartamento babbano…” Andromeda sgranò gli occhi, portandosi le mani al volto “così ho detto che forse alla mia nipotina preferita potevo fare questo regalo. L’ho comprata per te ‘Dromeda, spero ti piaccia. Ha un  bel giardino, già immagino quel diavoletto correre su e giù per l’erba, ed è abbastanza grande da ospitare anche altri bambini…” disse facendole l’occhiolino

“Oh…zio…” singhizzò la donna stringendo a se Nymphadora.

“Mamma? Mamma, pecchè piangi?” chiese la bambina toccando con le mani le lacrime della madre.

“La mamma è triste e felice insieme, tesoro…”

Andromeda, spero che tu possegga sempre la felicità che hai ora, perché nella nostra famiglia sono poche le persone che ce l’hanno mai avuta… nella busta troverai l’atto di proprietà della casa.

“Sirius, Andromeda, rimanete sempre così mi raccomando… qualcuno vi dirà che siete dei traditori ma in realtà sono loro che hanno sempre tradito i sentimenti umani. Vi ho voluto bene ragazzi miei.... Una volta zio Marius disse che forse dobbiamo davvero restare Toujours Pur, ma di cuore… credo sia per questo che Acturus, tuo nonno Sirius, lo cancellò dall’arazzo, dicendo che era un pazzo… comunque ricordatevi che in casa Black potrete anche essere dei tasselli bruciati nella parete, ma nel firmamento siete quelli che brillano di più. Vi voglio bene…

L’immagine di Alphard si spense. Il signor Dorset porse la seconda busta ad Andromeda. Poi raccolse la sfera rimettendola nella scatola, la richiuse sigillandola poi con un nastro rosso.

“Bene, il mio lavoro qui, è finito… ancora condoglianze…”

“Grazie…” sussurrò Sirius stringendo la mano al mago, lo stesso fece Andromeda.

Tutti lasciarono la stanza. Walburga fissò l’omuncolo

“Allora?” chiese la donna aggressiva, Sirius la guardò, un sorriso arrogante dipinto in faccia.

“Madre, zio, potreste gentilmente andarvene?” chiese pacato, trattenendosi dal ridere all’espressioni stupefatte dei due.

“Chi sei tu per mandarmi fuori di casa, sudicio traditore!”

“Sono il nuovo padrone di casa…” il ragazzo lasciò che la notizia facesse effetto sui due nobili.

“Non è possibile…”

“Si, zio… zio Alphard mi ha nominato erede universale di tutti i suoi beni…” disse sventolando la busta davanti ai loro occhi  “ora ve ne andate o devo buttarvi fuori?”

“Non oseresti!” gli gridò contro la madre

“Non provocarmi, sono anni che sogno di farlo…”

“Tu…”

“Com’è adesso dai retta a qualcuno che non esiste?” chiese sarcastico.

La donna gli scoccò uno sguardo carico di rancore, lasciando la casa. Cygnus restò un  momento a guardare la figlia e la nipote e poi uscì.

Sirius sospirò pesantemente aspettando un attimo.

“’Dromeda, cerca Ted, mangiamo qui tutti assieme!” disse ritrovando il buon umore

“SIII!”gridò la bambina

“Sirius, prima non te l’ho detto ma qua fuori c’è Enif… ha detto che aveva bisogno di te…”

 

♦♦♦

 

Il tuo posto non è tra quella gente…

Altre lacrime, altri singhiozzi soffocati

Il tuo posto non è tra quella gente…

“No, ti sbagli…” singhiozzò mettendosi a sedere ed asciugandosi gli occhi “Il mio posto è accanto alle persone che amo…”

Si alzò avvicinandosi silenziosamente all’armadio ed estraendone una sacca rimpicciolì alcuni vestiti e pensò bene di farlo anche con il baule di scuola. Provò a sollevarla, era pensate ma ce l’avrebbe fatta… si avvicinò al comodino, svuotando il contenuto del cassetto sul letto. Prese una busta, all’internano c’erano un centinaio di sterline, le avevano cambiate alla Gringott quando lei e sua madre erano andate a trovare Bonnie per il suo compleanno anni prima, da allora li teneva da parte aspettando il momento di andare a trovare Lily. Si disse che erano abbastanza per portarla fino a Mersea e magari fino a casa di Lily.

Fissò il cielo che schiariva, erano quasi le sette, ma la casa era ancora silenziosa. Si vestì con i vestiti più comodi che aveva, un paio di calze collant su cui aggiunse un paio di calzini, una gonna, la più comoda che avesse, era corta si disse, forse troppo, un maglione e sopra a tutto il suo giaccone dal collo di pelliccia. Si mise i guanti aprendo la finestra e facendo levitare a terra la sacca, si voltò guardandosi allo specchio, prese un vecchio basco che le avevano portato dalla Francia, nascondendo i capelli corti come se fossero raccolti.

Scavalcò la finestra calandosi dalla grondaia, maledendo quella società nobiliare che le impediva solamente di possedere un paio di pantaloni.

Si mosse velocemente nel giardino scavalcando la siepe e raggiungendo la strada babbana, solo quando fu abbastanza lontana si voltò indietro.

Sapeva che se si fosse smaterializzata (aveva superato l’esame l’aprile scorso) o avesse usato un camino o il Nottetempo suo padre l’avrebbe rintracciata in pochi istanti, usare i mezzi babbani era il modo più semplice per allontanarsi senza lasciare tracce.

Camminò una ventina di minuti fino a raggiungere la fermata del autobus in Flora Road, sapeva che il numero 39 l’avrebbe portata al centro della cittadina babbana di Witham.

“Mamma l’autobus passa di qui? Spero non sia tanto lungo il viaggio…” sospirò dodicenne

“Da quello che ha detto quella signora gentile, si… speriamo di non prenderci…”

Quella volta avevano preso 5 pullman per arrivare a casa di Bonnie, ma sapeva bene che per qualsiasi direzione dovesse andare, doveva arrivare a Witham. Il numero 39 arrivò puntuale e dieci minuti dopo, si guardava attorno nel centro.

“Mi scusi?” chiese ad una vecchietta che passava di lì “io dovrei andare a Mersea…”

“Ma certo cara… devi arrivare a Colchester, e da lì c’è il pullman per Mersea…”

“E per Colchester?” chiese guardandosi attorno

“C’è il 71, ma devi sbrigarti, parte fra poco…” disse la vecchina indicando la fermata giusta. Il pullman si mise in moto nello stesso momento.

“Grazie…” disse correndo verso la fermata e riuscendo a salire sul mezzo in movimento.

 

Quasi due ore più tardi, Enif stava camminando sulla strada babbana che portava al cottage di zio Alphard.

Venne sorpassata da una macchina grigia che si fermò a pochi metri da lei.

“Enif, sei tu?” chiese una giovane donna sporgendosi dal finestrino.

“’Dromeda!” la donna scese dalla macchina seguita dalla figlioletta

“Ted, ti conviene stare lontano da mio padre, amore…”

“Vuol dire che visiterò la città…” sorrise l’uomo rimettendo in moto la macchina “Chiama quando hai finito… Dora resti con la mamma?”

“SIII!!!!” urlò la bambina alzando le braccia al cielo.

“Che ci fai da queste parti?” chiese Andromeda camminando accanto ad Enif, la mano stretta in quella della figlia.

“Ho bisogno di Sirius…” disse enigmatica. Camminarono in silenzio, ma ad un tratto Nymphadora si voltò verso Enif.

“Tu stai assieme a Sirius?” chiese seria.

“Nymphadora, non si fanno certe domande…” l’ammonì la madre. Enif arrossì

“No, no, sono la sua migliore amica…” la bambina sorrise allegra

“Bene! Perché io sposerò Sirius!” sentenziò radiosa. Andromeda scosse la testa.

In quello stesso istante giunsero in vista del cottage di Alphard Black, nello stesso momento in un rombo spezzò il silenzio.

“SIRIUS!!!” gridò la bambina divincolandosi dalla madre e correndo verso la casa, Andromeda si scusò con Enif inseguendo la piccola discola.

Enif si avvicinò al cancello, nascondendosi dietro l’inferriata. Aspettò che tutti entrassero in casa prima di avvicinarsi alla moto di Sirius sedendovisi sopra.

Aspettò quasi un’ora prima di vedere uscire Walburga e Cygnus Black uscire furiosi, non la degnarono nemmeno di uno sguardo e fu lieta di vedere Andromeda farle cenno di entrare in casa.

“La casa è di Sirius ora…” sorrise radiosa “guarda Dora, non mi fido molto di Sirius come baby-sitter… vado a cercare Ted…” sorrise uscendo allegra.

 

“Ehi…” esordì sbucando in salotto, Sirius guardava Nymphadora giocare con l’angolo del tappeto sul quale sembrava essere appena caduta.

“Che ci fai qui?” chiese sorpreso guardandola, Enif sperò che i suoi occhi non fossero ancora gonfi.

“Ho il permesso di andare da Lily per le vacanze da oggi, ma mi aspetta domani, quindi ho pensato di passare a salutare…” rispose con la scusa che aveva progettato durante il viaggio.

Sirius si illuminò “Mi aiuti a cucinare qualcosa?” chiese

“Certo!” sorrise lei

“Doretta! Andiamo a preparare il pranzo!” disse alla bambina che radiosa lo seguì in cucina.

 

“Ehi, ma siete professionali qui…” sorrise Andromeda entrando in cucina seguita da Ted.

Enif stava mescolando del sugo, mentre Sirius cercando di non scottarsi stava scolando la pasta.

“In dispensa non c’era molto, quindi spero vi accontenterete di una pasta al sugo…” sorrise Sirius “lascia Enif, faccio io, piuttosto prendi i piatti.”

“Certo!” sorrise la ragazza prendendo i piatti e passandoli al ragazzo.

“Certo che siete proprio una bella coppia…” sorrise Ted, guardandoli. Enif sorrise arrossendo.

“Per la barba di Merlino, Enif! Me ne sono accorta adesso… che diavolo ti è successo a quelle calze?” chiese Andromeda guardando le gambe slanciate di Enif quasi del tutto scoperte dalle calze stracciate.

“Oh… io… sono inciampata…” disse vaga. Sirius la guardò, era strana, ma era lì, proprio quando avrebbe voluto averla accanto.

 

“Ciao, ‘Dromeda! Sei sicura che non volete restare ancora un po’?”

“No, Sir…” sorrise mettendo in macchina Nymphadora che si era addormentata poco prima “Non sei l’unico che deve traslocare…” ridacchiò

“Lydd… non è proprio di strada ma non ci vorrà tanto…” disse Ted guardando la cartina.

“Intanto ti lasciamo in compagnia…” sorrise maliziosa la donna indicando con un cenno del capo Enif che stava sulla veranda.

“Cosa stai insinuando?” chiese Sirius

“Nulla… ma credo proprio che non dovresti lasciartela scappare… e poi hai visto?! Porta ancora l’opale dei Black…” sorrise strizzandogli l’occhio.

Sirius arrossì leggermente.

“Uh-oh… Sirius Black che arrossisce… allora la faccenda è seria” ridacchiò tornando verso la casa e salutando Enif con un abbraccio.

Guardarono la macchina partire, mentre Andromeda li salutava dal finestrino.

“Mi dai una mano a mettere in ordine?”

“Certo …” sorrise lei.

 

Erano seduti nel soggiorno, Sirius aveva deciso di cominciare l’operazione rimoderniamo casa, da lì, dopo aver avvertito la signora Potter che l’indomani sarebbe passato a raccogliere le sue cose per il trasloco.

“Che diavolo è questa roba?” chiese aprendo una grossa scatola decorata da motivi orientali e trovandone dentro un’altra più piccola.

“Scatole cinesi!” sorrise la ragazza appoggiando il candelabro in ottone che stava esaminando sul tappeto e raggiungendolo “i babbani pensano che siano solo una collezione di scatole che si possono mettere via le une nelle altre… come le matrioske russe…”

“Ma?”

“Ma… in quelle magiche puoi mettere dentro una o più cose in ogni scatola e comunque riuscirai a richiudere la serie… è buon modo per risparmiare spazio…” sorrise lei tirando fuori la scatola più piccola e lasciando vedere il contenuto di quella più grande “sembra zio Alphard ci tenesse le foto qui dentro…”

 

L’analisi del soggiorno aveva portato via più tempo del previsto, e alle ventidue avevano riempito più o meno cinque scatoloni, lasciando al loro posto solamente gli oggetti che a Sirius piacevano. Con l’ultimo unicorno in argento con il blasone dei Black, il soggiorno era ufficialmente svuotato. 

“Bene… e queste andranno in soffitta… non intendo buttare nulla delle cose dello zio…” sorrise. Enif si alzò stiracchiandosi .

“Vuoi che domani ti accompagni da Lily in moto?” chiese il ragazzo raccogliendo uno scatolone e incantando gli altri tre

“Non vorrei disturbare…” sorrise imbarazzata lei, raccogliendo con fatica l’ultimo.

“Figurati, domani passo da James così lascio lì la moto e lo trascino qui con la mia roba così da mettere apposto. La moto la riporterò appena finito di sistemare la casa…” sembrò pensare a qualcosa “Magari potremmo farci una cena tutti assieme appena sarà pronta…” sorrise raggiungendo la soffitta e facendo levitare al suo interno gli scatoloni.

 “Bene… e il soggiorno l’abbiamo finito!” disse trionfale “Ora direi di prepararci qualcosa per cena e andare a dormire, non so te, ma io sono a pezzi…”

Mangiarono poco e in fretta, Sirius si era appena buttato sul letto che aveva sempre occupato in quella casa quando la porta si aprì leggermente

“Sei qui, pensavo dormissi nella camera grande…” sorrise Enif, avvolta in una lunga camicia da notte.

“Ti serve qualcosa?” chiese lui in imbarazzo

“No… solo… posso stare un po’ qui? Non ho sonno…” balbettò.

“Si, certo, no problem…” rispose facendole segno di avvicinarsi. Ringraziò il fatto che la stanza fosse praticamente buia, James lo avrebbe preso in giro per secoli non era solo in imbarazzo ma aveva anche assunto un colorito acceso. Lei si avvicinò titubante, una vocina nella sua testa stava esultando ed era una voce molto simile a quella di Mary, un’altra le diceva di andarsene a dormire ed era quella di Lily, non ascoltò né una né l’altra limitandosi a sedersi sul letto accanto a lui.

“C’è qualcosa che non va?” le chiese Sirius sdraiandosi e guardandola. Lei si distese fissando il soffitto

“No… va tutto bene… solo… non voglio restare sola…” disse sottovoce

“Non sei sola, ci sono io…” sorrise orgoglioso lui, lei ridacchiò leggermente, voltandosi di fianco in modo da non guardarlo in faccia. Le lacrime, rigavano di nuovo le sue guancie…

“Non mi lasciare…” lui si alzò a sedere cercando il suo volto invano, si avvicinò abbracciandola

“Sono qui…” sussurrò finché Morfeo non li prese entrambi.

 

“Temevo fossi scappata…”sorrise il ragazzo entrando in cucina: Enif in camicia da notte stava preparando del te.

“Perché avrei dovuto? E poi non so se te ne sei accorto, ma mi abbracciavi così stretta che ho quasi dovuto segarti le braccia per scendere…” ridacchiò lei assaggiando un biscotto.

“Eny… senti, davvero, c’è qualcosa che non va? Ieri sera…”

“Non preoccuparti, è solo… questa guerra mi fa andare fuori di testa… non sarò tranquilla finché Lily non sarà sotto la mia diretta protezione!” sorrise, sperando che credesse a quella scusa assurda.

“Bene, appena sei pronta possiamo prendere armi e bagagli e raggiungere Lily, cavalcando il vento…” disse poetico

“Mi sa che dovrò di nuovo rimettermi quell’orribile minigonna… ma è l’unica abbastanza corta e larga da non bloccarmi i movimenti…”

“Perché mai orribile? Io trovo che ti sta molto bene, hai delle gambe da schianto, sai?” disse lui avvicinandosi a lei.

“Mi guardavi le gambe?” chiese paonazza voltandosi verso di lui che si era avvicinato

“Perché non dovrei guardare le gambe della mia ragazza?!” sorrise malizioso, scoccandole un fugace bacio sulla guancia. Lei spalancò gli occhi sorpresa

“Potevi anche chiedermelo…”

“Cosa? Il permesso di guardarti le gambe? O di essere la mia ragazza?”

Lei rise, e lui la seguì con la sua risata simile ad un latrato.

“La prima domanda sarebbe abbastanza inopportuna, in effetti… la seconda… si beh mi piacerebbe sentirla…” ridacchiò

“E sia… Enif, vuoi essere la mia ragazza?” sorrise lui abbracciandola da dietro e sussurrandoglielo all’orecchio.

“Ti direi di si subito…”

“Ma?” chiese lui staccandosi leggermente, il volto della ragazza era serio, gli occhi lucidi.

“Non voglio essere una delle tante… non voglio durare una settimana perché poi tu mi butti via… io…” abbassò lo sguardo… questa era la parte del suo cervello che possedeva la voce di Lily a parlare.

Sirius le posò le mani sulle guance facendole incontrare il suo sguardo serio e determinato

“Chi se ne importa delle altre… Enif tu sei l’unica…” sorrise dolcemente “l’unica che mi ha aspettato senza mai chiedere niente… l’unica per cui avrei preso a pugni perfino il mio migliore amico… l’unica per cui cambierei l’intero mondo magico…”

“Oh Sir…” sorrise commossa.

“Non dire niente, piccola…” sorrise baciandola. Un brivido percorse la schiena di entrambi, mentre le loro labbra si sfioravano, Sirius si disse che quello sarebbe stato un bacio che non avrebbe mai scordato, semplicemente perché era quello giusto.

Lei si staccò con un sorriso “Lo dirò una sola volta… prova a tradirmi e il mondo magico e quello babbano messi assieme non saranno abbastanza grandi per nasconderti…” disse minacciosa, ma  con il sorriso sulle labbra.

“Signorsì!” rispose mettendosi sull’attenti.

 

“Ecco mi puoi lasciare qui…” gli gridò all’orecchio “Lily sta in quella via laggiù…”

“Sicura che non vuoi che ti porto fino a davanti casa, giuro che non mostro la strada a James…”

Enif rise “No, no… la sorella di Lily avrà già di che dire su di me perché sono una strega se mi presento con un motociclista non voglio neanche pensare che settimane di inferno passiamo…”

“Ma è così terribile?” chiese fermando la moto all’incrocio tra Milton Road e Milton Rise.

“Non sai quanto…” ridacchiò scendendo “Mi sono congelata le gambe…”

“Se vuoi rimedio io…” sorrise malizioso.

“Sirius?!”

“Scherzavo…” disse alzando le braccia in segno di resa.

Lei rise guardandolo storto, poi si sporse dandogli un leggero bacio, ma lui la trattenne continuando a baciarla.

“Mi vuoi far morire soffocata?” chiese quando l’ebbe lasciata andare

“Non ti vedo fino a gennaio… e non posso neanche scriverti per la vostra sicurezza… me lo dovevi un bacio lungo…” lei sorrise un po’ triste.

“Ora vado… Buon Natale, Sir…”

“Buon Natale, piccola…” sorrise guardandola allontanarsi. Non le staccò gli occhi di dosso nemmeno quando vide Lily aprirle la porta ed abbracciarla. Solo allora mise in moto e partì.

 

“Enif! Non sai quanto ho pregato di vederti, avevo così bisogno di un volto amico!” sorrise Lily abbracciandola

“Non sai io, Lily… scusa se sono arrivata senza preavviso…”

“Figurati… piuttosto come sei arrivata?”

“Mezzi babbani,  non rintracciabili…” sorrise, proprio mentre parlavano un rombo alle loro spalle le distrasse

“Scusate il disturbo, ma dov’è un bel posto isolato per prendere il volo senza che mi vedano, possibilmente a nord?” Enif si batté una mano sulla fronte riconoscendo la voce del suo novello ragazzo. Lily lo guardò sbalordita, ma con un sorriso sulle labbra gli indicò la strada giusta.

 

Spero di non essere stata troppo melensa.... Mi perdonate se lo sono stata?

Grazie a tutti i miei 43 preferiti  alice brendon cullen - aliceundralandi- Alohomora -  bellavita - Bellis - Cassandra- cullen_hale - Dafny- DarlingAry- data81  - extraterrestre- Frytty - germana - ginny_potter94 -hermy101- jacopo25James_Lily_Love - jeginnybells - Lars Black - lily D G-MEISSA_S - MLA - MoMozzia - muriel - Nikki Potter- Pepesale- pikkolina88- PrincessMarauders - riddikulus - ron84 - RoryPotter- SarahPotter - sihu - Streghetta86 Thaleron - vane91 - VolpeGentile - Wolverine-  zanna - Zarkyna  

Ringraziamento speciale agli ultimi aggiunti Azah Black BabyFairy, Lady Patfood

E chi l’ha messa tra le seguite:  ale03  - Anthymea  - Azah Black - Blackpanter [- IOesty  -Julia Weasley-  Lady Lily  -  lally88 -malandrina4ever Manny  - Nestoria  - Nikki Potter - Princesseelisil- PrincessMarauders- ValyBrick

 

Sono commossa 7 commenti! 7 commenti!!!!

IOesty: Anche io vorrei aggiornare più spesso, credimi. Ma fino al all'8 luglio sarò un pò impegnata... in più posso avere la linea solo le mattine (voglio internet sul mio portatile!!!!!!), ovvero quando sono sola a casa ma fino all'8 passerò le mattine a studiare... quindi dopo vedrò di aggiornare molto di più ^^''''

Azah Black: Come ti va lo stile centauro? Mi sono messa aridere da sola immaginando la faccia di Walburga XD

Dafny: Come vedi Enif l'ha fatto XD

hermy101,: Esattamente comunque il comportamento di Algol si spiegherà per bene più avanti... Peter onestamente non lo so... non mi sembra che la Rowling abbia detto qualcosa in proposito ed essendo il "mio" Peter un pò pasticcione ho deciso di differenziarlo un pò da Neville di cui tende in molte storie ad essere la copia....

DarlingAry : Per il matrimonio di Petunia ci vorrà ancora parecchio... anche perchè questo periodo natalizio durerà 5 capitolo -.-''' sono un pò grafomane ^^'''''

PrincessMarauders: Non preoccuparti ti capisco benissimo anche io sono iper impegnata fino all'8 luglio.

 Alohomora: Come vedi Algol avrà molto da pensare sulle sue parole, Enif comunque non vuole di essere di peso (tanto che non ha detto nulla a Sirius -.-''') Spero di sentire presto un tuo parere su questo nuovo capitolo. A presto

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Buon Natale ***


Safely for the last time.

 

“Hogwarts è casa.

 Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive ….                   

Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo.

 Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità".

 

Capitolo 13: Buon Natale

Peter stava aiutando sua madre ad attaccare delle decorazioni in cucina, sua nonna stava preparando il pranzo di Natale mentre suo nonno si era appisolato su una poltrona lì vicino dopo aver aiutato ad addobbare il salotto.

“Peter… un giorno di queste vacanze potresti far venire qui a Liverpool i ragazzi, che ne dici?”

“Mamma lo sai che non posso spedire lettere… comunque mi vengono a prendere domani mattina…”

“Come mai, caro?” chiese la nonna controllando l’arrosto nel forno.

“Remus non si sentiva tanto bene, quindi abbiamo pensato di andargli a fare un regalo post-natalizio…” sorrise… i suoi nonni non sapevano che lui era un mago e probabilmente suo padre se ne era scordato, si chiese se anche quel giorno di Natale sarebbe restato al pub.

“Sarà un’influenza, andrete a trovarlo e vi prenderete un malanno anche voi…” borbottò la nonna. Sua madre alzò gli occhi al cielo. “E poi dov’è che stanno questi tuoi amici? Non li ho mai conosciuti…” continuò la vecchia

“Stanno fuori città nonna… loro frequentano la mia stessa scuola…”

La vecchia sembrò sul punto di scoppiare a piangere.

“E’ stata proprio una fortuna che in una semplice famiglia come la nostra tu sia riuscito ad entrare in questa prestigiosa scuola…” Peter guardò tristemente la nonna, lei non sapeva di quanto era incapace, per lei era un piccolo genio che era riuscito ad entrare in una prestigiosa scuola. “Se me lo avessero chiesto non ci avrei mai scommesso… la nostra famiglia ha perso molto nell’ultima guerra… per te che sei nato 15 anni dopo sarà una cosa astratta, ma non sai cosa abbiamo dovuto fare in quel periodo… con tuo nonno in Continente…

Peter guardò le decorazioni di Natale, avrebbe voluto dire alla nonna che anche suo nipote stava per affondare in una guerra, una guerra che avrebbe messo in pericolo anche loro se gli avesse presentato i suoi amici, se fosse stato più tempo a casa, se non cercasse con tutte le sue forze di tenerli tutti al sicuro.

La parola “continente” sembrò risvegliare il nonno, che segnato da due guerre vedeva in quella parola qualcosa di amaro.

“Continente… credimi Peter, non andarti mai ad infognare in una guerra sul Continente…” borbottò con voce impastata.

“Papà, per l’amor del cielo, non c’è nessuna guerra…” sospirò sua madre aiutando il nonno ad alzarsi. Peter restò un attimo in silenzio, avrebbe voluto dirle che aveva ragione, che una volta finita la scuola non fosse lì ad attenderlo la sua guerra, perché ormai Peter lo aveva capito, se i Mangiamorte non l’avevano ancora trovato era solo questione di tempo.

I pensieri di Peter però vennero interrotti dalla porta che si aprì in maniera scomposta.

“DANIELLE!” la voce roca e impastata di suo padre tuonò per la casa seguita dal rumore di qualcosa che cadeva, dalla porta che si chiudeva e da qualcosa che si trascinava.

“Bob?” Danielle guardò il marito rialzarsi da terra aiutandosi con lo stipite della cucina.

“COSA E’ QUESTA ROBACCIA?” chiese togliendo dal muro le decorazioni, troppo ubriaco da capire anche solo che giorno fosse.

Papà…. È Natale…” cominciò timidamente Peter, chiedendosi ancora una volta come e quando la loro vita serena era diventata quello.

“PAUL!”suo padre sembrava sorpreso, come se non si aspettasse di vederlo lì.

Peter…” il volto dell’uomo cambiò come a ricordarsi qualcosa di sgradevole.

“PETER!!!” disse arrabbiato “SMETTILA DI STARE LI’ A BALBETTARE! QUANDO LA SMETTERAI DI ESSERE UN INCAPACE! QUANDO FARAI QUALCOSA DI SENSATO?!” Gridò annebbiato dai fumi dell’alcool. Peter si chiese se l’alcool gli desse la capacità di vederlo veramente per ciò che era: un fallito.

“Non prendertela con tuo figlio, ora!” sbottò Danielle “Che c’è? Donald non ti ha allungato altre birre perché a chiuso per le feste?”

“NON TI IMPICCIARE DONNA!” gridò andandosene in salotto.

Quando, dopo aver pranzato, Peter andò a controllare che fosse tutto apposto, suo padre dormiva. Prese una coperta buttandogliela addosso. L’uomo aprì un occhio, forse più lucido di prima, non lo riusciva a capire. Robert Minus prese con una stretta ferrea il braccio del figlio, tirandolo a se.

“Grazie… sei un bravo ragazzo Paul…” borbottò prima di lasciarlo andare e riaddormentarsi.

 

♦♦♦

 

“Remus, tesoro, mangia qualcosa… non ho cucinato tutto questo ben di Dio per nulla” sorrise la donna sforzandosi di essere serena. Era il loro pranzo di Natale. Erano tutti in famiglia. John sorrise comprensivo.

“Helen, non ingozzarlo a forza… o forse pensi di cucinarlo per capodanno?” chiese scherzando il marito.

“John… deve mettere qualcosa sotto i denti. Caro, so che ti è difficile, ma ti prego mangia qualcosa…” Remus era pallido, ombre scure gli segnavano gli occhi.

“Mangio, mamma… tranquilla…” sorrise leggermente, pochi l’avrebbero detto, ma tanti di quei sorrisi erano falsi, fatti solamente per non far preoccupare gli altri. Spezzettò l’arrosto nel piatto, mangiando un piccolo boccone, lo stomaco protestava. Quella non era la Luna, lo sapeva bene, era ansia. Ansia di dover restare in cantina, ansia nel sapere i suoi genitori sotto il suo stesso tetto, ansia per il fatto di essere solo.

Qualcuno bussò alla porta. Suo padre andò ad aprire.

“Erik, qual buon vento?” chiese leggermente preoccupato. Le tre famiglie magiche dei campi di Bridport erano tutte di origini Babbane, ed erano state tutte prese di mira da un pezzo.

“Nulla, John sono solo passato a farvi gli auguri di Natale!” sorrise il vecchio entrando in casa “Ehi, Remus, come stai ragazzo?” chiese guardandolo quel tanto che bastava per capire che non andava bene.

“Bene, Signor Swan… bene…” rispose incerto, era stato Erik Swan e suo figlio Ethan a trovarlo quella mattina di nove anni prima, dopo la notte in cui la Luna aveva reclamato la sua vita, se era lì in quel momento, maledetto ma pur sempre vivo, lo doveva ad Erik Swan.

“Tiene Helen, Sophia ti manda un pezzo di torta… come sempre la mia mogliettina ha cucinato per un esercito… e abbiamo scoperto che a Lucy non piace il marzapane…” disse passando loro un piatto con tre fette di torta al marzapane.

“Come sta la figlia di Dorian?” chiese Helen. Remus ricordava Dorian Swan, il più grande dei fratelli Swan, gli aveva insegnato a nuotare. Ricordava ancora bene le risate della banda di “maghetti di Chideock” come li chiamavano i loro padri: c’era lui di otto anni, Dorian di sedici, Ethan di quindici, il figlio di Dan Crossbridge, Sean di dieci e sua sorella Rosemary di sette… sapeva che lei studiava in Irlanda e scommetteva che era per la sua presenza ad Hogwarts, ricordava infatti di come nessuno l’aveva più chiamato per andare a correre nei campi, di come tutti erano troppo impegnati, degli sguardi che Ethan e Sean gli avevano lanciato una volta arrivato a scuola.

“Bene, bene, ha due anni ed è una piccola peste! Meno male che è così piccola da non aver compreso cos’è successo la scorsa settimana, sua madre è ancora sotto schok…”  l’uomo scosse leggermente la testa “non vi serve aiuto per stasera?” chiese Erik, Remus si trovò a pensare che lui e Dorian erano stati gli unici a continuare a trattarlo, almeno in apparenza, come prima. Il signor Swan si era spesso offerto volontario per portarlo al San Mungo dopo una notte violenta, o di ospitare i suoi genitori prima che isolassero la cantina.

“No, no… non preoccuparti Erik… la cantina è a prova di bomba…” sorrise leggermente John Lupin.

“Beh allora io andrò…”

“Signor Swan, porti i miei saluti e auguri a tutti…” sorrise Remus

“Grazie, Remus, non mancherò…” Remus si chiese se mai lo avrebbero accettato lì dove lo avevano visto crescere, non era un mistero che la famiglia di Dan fosse terrorizzata dal fatto di avere un lupo mannaro a poche case di distanza e Ethan era rimasto così shockato la mattina in cui lo aveva trovato in un lago di sangue, che per anni non gli aveva rivolto la parola. Come sempre si chiese se c’era ancora posto per lui a Chideock.

 

Remus si stava togliendo i vestiti, guardando fuori dalla finestra. Sentiva che la Luna stava per sorgere, lo percepiva nelle ossa, lo percepiva anche il lupo che scalpitava in fondo al suo petto.

Guardò i campi al di fuori della finestra, chiedendosi ancora una volta perché era stato così stupido quella sera ad uscire. Prese una coperta per ripararsi dalla vista e dagli spifferi, sapeva quanto faceva male a sua madre vederlo cosparso di cicatrici.

Suo padre lo aspettava fuori dalla porta della cantina, l’aprì davanti a se. Quando gli occhi si furono abituati all’oscurità intravide subito le catene che avevano montato l’estate passata cercando di evitare che si ferisse di nuovo il volto.

Remus lasciò cadere la coperta in un angolo, sarebbe servita la mattina dopo. John Lupin strinse le manette attorno ai polsi, alle caviglie e al collo del figlio. Erano fatte in modo che adesso sarebbero state facili da sfilare ma per il lupo sarebbe stato pressoché impossibile liberarsi.

“Coraggio figliolo… sono solo poche ore…” sussurrò il padre accarezzandogli dolcemente una guancia.

“Non preoccuparti, non sarà peggio delle altre… va ora… sento che sta per sorgere…” sussurrò il ragazzo, lo sguardo determinato fisso oltre quello del padre. Non poteva guardare quegli occhi carichi di rimorso e paura, non prima di trasformarsi.

John Lupin chiuse la porta dietro di se, Remus lo sentì sigillarla con alcuni incantesimi, gli stessi che rendevano indistruttibili le pareti e la piccola finestra della stanza. Così, sospeso nell’oscurità, attese. La luna scivolò lenta attraverso la finestra, il fiato gli divenne accelerato, gli occhi gli si dilatarono, cercando quella luna, che rinchiusi, non vedevano. Remus sentì i muscoli contrarsi, le catene gli segarono la pelle mentre gli arti cambiavano forma, non erano un problema, quelle erano ferite curabili. Si trattenne finché gli sembrò di prendere fuoco, solo allora urlò. Voce che diventa ringhio, urlo che diviene ululato. Così la Luna lo portò con sé anche quella notte.

 

Helen e John erano seduti attorno al tavolo, era impossibile dormire in quelle notti.

“Hai chiuso tutto?” chiese la moglie, alzando lo sguardo dal tavolo.

“Porte, finestre, cantina… tutto…”

“Ho sempre paura che Greyback torni per portarlo via…” sussurrò la donna torcendosi le mani. Alla luce della candela sembrava più vecchia di quello che era.

“Lo so, Helen…” disse rigirando tra le mani il fucile di suo padre. La luce della luna piena illuminò la stanza. Padre e madre si irrigidirono, sapendo cosa gli aspettava, eppure come ogni volta il grido del loro amato figlio sembrava coglierli di sorpresa, lacerarli più di quanto potesse fare un coltello.

Helen tremò quando la voce del figlio di trasformò nell’ululato del lupo, stringendosi accanto al marito.

John si prese la testa fra le mani. Come ogni notte di plenilunio di quegli ultimi nove anni si chiese perché Greyback non l’avesse semplicemente ucciso, perché avesse colpito suo figlio piuttosto che lui, perché per colpa sua la vita di suo figlio era divenuta un inferno in terra.

Eppure nella notte sembrarono risuonare altri ululati.

 

♦♦♦

 

“Mamma… non è che ti senti sola?” chiese James, erano soli in casa, anche se era Natale Sirius aveva preferito continuare a lavorare alla casa di zio Alphard ed aveva ricevuto un invito per il pranzo da Andromeda.

“Sciocchezze tesoro! Piuttosto tu come stai?”

“Dare una mano alla nuova casa di Sirius mi fa dimenticare che non è casa ad aspettarmi…” Dorea lo guardò malinconica.

“Tu non dovresti pensare ai morti…” sospirò pesantemente “ sei giovane, alla tua età né io né tuo padre avevamo per la testa l’idea di morire… credevamo di essere immortali. Ricordo che vedevamo i Babbani che andavano in guerra e dicevamo che erano degli stupidi… anche quando comparve Grindelwald era troppo lontano per darci problemi e ora…” scosse il capo rassegnata.

“Mamma… ti prego non parlare come una vecchia decrepita cominciando con le storie de “Ai miei tempi”” ridacchiò James “Che dici ci mettiamo a tavola?”

“Sai James forse sono davvero vecchia… guarda mio nipote è morto… e mio marito pure…”

“Mamma… tu ed Alphard avevate sette anni di differenza… e nessuno si aspettava la sua morte a 50 anni…”

“Vedi sono vecchia… ho 57 anni, James!” James guardò il soffitto…

“Mamma ne dimostri dieci di meno… prendi la cara Walburga, tra voi vinci senza dubbio tu… e hai cinque anni più di lei!”

“Stai dicendo che mi conservo bene?” sorrise lei

“Si…no…cioè... sono convinto che molti scapoloni farebbero la fila per un appuntamento con te” ridacchiò sedendosi a tavola. La madre sorrise.

“Ritorniamo all’argomento principale… Credi mi senta sola?”

“Io mi sentirei solo…”

“Lo sai, lo credevo anche io… ed è stato così all’inizio… soprattutto perché guardandomi attorno dovunque c’è qualcosa che mi ricorda tuo padre…” fissò l’albero di Natale che la sera prima lei e i ragazzi avevano addobbato “ti ricordi, quando si arrampicava sull’albero per aggiungere la stella alla maniera babbana?”

“Si…” rispose fissando l’albero decorato “Diceva portasse fortuna…” sorrise osservando la stella un po’ storta che aveva infilato a rischio di rompersi l’osso del collo.

“Però poi mi sono resa conto che erano proprio questi ricordi a permettermi di sorridere ancora e di pensare che non ero sola…”

“E allora perché vorresti prendere una casa più piccola?” chiese

“Non voglio che sia tu a lasciare questa casa… vorrei che i Potter continuassero ad abitare questa casa in eterno…” sorrise “quindi semmai ti servisse della privacy sarò io a lasciare la casa, non tu. Tuo padre era convinto che i Potter e Godric’s Hollow fossero una cosa sola… semplicemente: casa…”

 

♦♦♦

 

“Bene… la luna è scesa… noi andiamo da Remus… ciao mamma!” disse James stampandole un bacio sulla guancia. Quella mattina il sole era già sorto quando la luna aveva deciso di andarsene a dormire.

“State attenti quando vi matererializzate… d’accordo?” chiese guardandoli un po’ preoccupata.

“Zia, sta tranquilla!” sorrise Sirius, un grosso livido sulla guancia.

“Vorrei proprio sapere cosa ti è successo ieri sera…”

“In effetti sarà una bella storiella da raccontare, ma ora non abbiamo tempo, zia… te la racconto dopo…” sorrise il ragazzo. “Andiamo?” chiese poi a James.

“Destinazione il vicolo dietro casa di Peter, Liverpool…” e così con un sorriso e un sonoro CRACK i due ragazzi scomparvero. Dorea guardò per un istante lo spazio prima occupato dai ragazzi, quasi per essere sicura che se ne fossero davvero andati. Sospirò pesantemente.

“Perché ti assomiglia così tanto, Charlus? Ho paura che me lo portino via… nemmeno lui starà a guardare questa guerra…” disse rivolta a qualcuno che oramai non poteva più risponderle.

 

♦♦♦

 

La Luna era calata lasciandolo finalmente libero, anche se distrutto. Sentiva il sangue scendergli lungo le braccia, lì dove poco prima, con il corpo del lupo, le catene premevano attaccate alla palle. Tossì sputando sangue, la catena al collo lo soffocava, doveva sfilarsi da lì… in forma umana era estremamente semplice, ma la vista si annebbiava e il corpo tremava dal freddo. Tentò di muovere un braccio ma la stanchezza era tanta, il lupo non l’aveva risparmiato, aveva lottato contro le catene tutta la notte, ma non lottava solo per liberarsi, era qualcosa che non aveva mai provato prima. Di certo era stata una notte molto strana. La mente si annebbiò, incapace di pensare, Remus si lasciò andare all’oblio, sicuro che tra poco si sarebbe svegliato al caldo nel suo letto.

 

“Dio, Peter… davvero non so, forse dovresti provare a dargli una pozione a tuo padre, non è possibile che abbia scambiato James per Buddy Holly…” sbuffò Sirius salendo la collina che portava a casa di Remus

“Già… tua madre sembrava parecchio arrabbiata… e poi chi sarebbe Buddy Holly?”

“Un cantante rock che ascoltava da ragazzo… ma sapete che io non sono pratico di pozioni… e mia madre non vuole usi la magia a casa…” sospirò tristemente il ragazzo arrancando dietro ai due.

“Che diavolo…” esclamò James. La porta della fattoria dei Lupin era aperta. Sirius si guardò attorno, non sembrava ci fosse nulla in giro, fecero gli ultimi metri con il cuore in gola. Quando arrivarono all’ingresso poterono trarre un sospiro di sollievo. John e Helen Lupin erano lì attorno il tavolo del soggiorno con un uomo piuttosto alto e robusto dai capelli rossi, James ricordava si chiamasse Dan Crossbridge.

La voce dell’uomo era alta e non si dovettero sforzare più di tanto per sentirlo.

So che c’entra anche tuo figlio! Lo so! Sennò come avrebbero fatto a prendere le mucche!” gridava Dan “inutile che lo nascondi ora! Quando litigasti con Greyback ti dissi di tenere noi fuori dai vostri affari e adesso lui e quelli come lui…

Remus è in cantina Dan!” gridò il signor Lupin, sua moglie era pallida come un lenzuolo “come puoi solo confondere mio figlio con quelle bestie, Dan! Come puoi dirlo! È un ragazzo!

“È una bestia, John, quando te ne renderai conto.” Helen piangeva in silenzio guardando Crossbridge sconvolta.

Vuoi vedere Remus, Dan? Vuoi vederlo? Va in cantina! Vacci! Piuttosto che perdere tempo dovremmo andare a cercarli, la luna è appena calata, non saranno lontano!”gridò John “Non credi che li abbiamo sentiti tutta la notte attorno alla casa? Graffiavano i muri, volevano prendere Remus, non capisci che è stato Voldemort a mandarli! Se ci hanno rimesso la vita solo le tue mucche siamo stati fortunati!”

“Non pronunciare quel nome….” Dan sembrava essersi calmato.

“Che succede?” chiese James facendo un passo all’interno della stanza.

“James…” il signor Lupin guardò i ragazzi “avete visto qualcosa di strano salendo la collina?” chiese

“No… a parte la porta aperta, ma cosa?”

“Un branco di lupi mannari… sono sicuro che è stato il ragazzo a chiamarli…” Dan non finì nemmeno la frase che Sirius e James lo tenevano attaccato al muro a una decina di pollici da terra.

“Non osi confondere Remus con qualche tirapiedi di Voldemort…” ringhiò Sirius. Gli occhi di James saettavano sulla figura di Dan che frastornata e confusa guardava i due ragazzi con le bacchette spianate.

“Sirius, James… vi ringrazio ma mettete giù Dan… da bravi…” disse pacatamente il signor Lupin

“Che succede qui?”

“Erik…” il signor Swan era apparso all’uscio, bacchetta alla mano e fucile in spalla.

“Ho mandato una lettera a Silente…” disse cupo “meno male che Angie si è resa conto di cosa fossero prima che le arrivassero addosso, era in veranda con la bambina. È stato un miracolo…” disse velocemente “ha sentito l’ululato di Remus da casa vostra e subito si è accorta di quei quattro che hanno risposto al limitare del bosco ed è corsa in casa prima che la raggiungessero… abbiamo sigillato la casa… ma li ho visti bene, per Dio, se li ho visti… ce li avevo sulle finestre…”

“Mi hanno ucciso due mucche…” borbottò Crossbirdge appena i ragazzi lo rimisero con i piedi per terra.

“Io, Dorian e Ethan volevamo andare a stanare quei lupi… John uno di loro aveva la groppa argentata… se abbiamo fortuna renderemo il favore a Greyback, che dite?” disse rivolto ai due uomini. Il signor Swan non l’avrebbe mai detto a nessuno ma si era sempre sentito responsabile per ciò che era accaduto a Remus: era stato lui il primo ad avere alcuni contatti con Fenrir Greyback, era stato lui a portarlo a conoscere John, ma soprattutto lui le aveva sentite le grida di Remus quella notte, ma non aveva fatto nulla, troppo terrorizzato per fare qualcosa.

“Dammi il tempo di chiamare Sean…” borbottò Crossbridge uscendo.

John guardò Erik annuendo, poi guardò i ragazzi.

“James, Sirius, Peter, voglio restiate qui con Helen e Remus…” si avvicinò ad un mobiletto del corridoio sopra il quale era appoggiato in bella vista il suo fucile. Prese prima l’arma poi aprì un’anta del mobile tirandone fuori una scatoletta in latta. L’aprì e tirò fuori due colpi, lì guardò in controluce. Sirius si rese conto che non erano di metallo, erano troppo luminosi.

“Sono 9 anni che aspettano il sangue di Greyback…” sussurrò, e allora Sirius capì: erano d’argento. John Lupin caricò il fucile. Guardò la moglie che in lacrime li fissava.

“Pensa a Rem…” disse uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle. Lo sentirono lanciare alcuni incantesimi difensivi sull’abitazione prima di allontanarsi con gli Swan.

“Signora Lupin…” James si avvicinò alla donna, lei si asciugò gli occhi.

“Remus… andiamo da Remus…” sussurrò facendo strada verso la cantina.

Le mani della donna tremarono e fu quindi Peter a sciogliere i sigilli sulla porta. Sirius l’aprì e James fu il primo ad entrare.  Remus era privo di sensi, appeso alle catene. Un moto di rabbia lo attraversò, sarebbe andato a cercare Greyback molto volentieri se non fosse stato per le condizioni di Remus. Sentì la signora Lupin singhiozzare alle sue spalle.

“Sirius la coperta… Peter vieni a darmi una mano…” disse avvicinandosi a Remus e sfilandolo dalle catene. Sirius lo coprì con la coperta, sembrava congelato.

“Dove lo possiamo portare, signora?” chiese James reggendolo con l’aiuto di Peter.

“In camera sua… io vado a prendere gli unguenti… “ disse dirigendosi velocemente verso il bagno.

Sirius corse avanti aprendo la porta della stanza.

“Peter, fai piano… dai Remus… non preoccuparti ci siamo noi…” sussurrò dolcemente Prongs.

Helen arrivò di corsa

“Scoprilo per favore…” disse a Sirius, il ragazzo spostò la coperta lasciando visibile il corpo malridotto di Remus. La donna chiuse per un momento gli occhi, chiedendosi come ogni volta perché questo male avesse toccato suo figlio.

I polsi e le caviglie erano segnate dalle catene, per fortuna in forma di Lupo erano così strette che le ferite avevano cominciato a sanguinare solo quando la trasformazione lo aveva fatto ritornare umano. John e Remus le avevano predisposte così.

Con un paio di incantesimi e applicando vari unguenti le ferite date dal ferro si erano già richiuse.

“Grazie al cielo, in questo modo non si è morso…” sussurrò  “anche se è terribile…” singhiozzò.

Solo allora si concentrò sul petto del figlio dove spiccava un grosso livido.

“Deve aver cercato di liberarsi, la catena al collo doveva sbattere impedendogli i movimenti… spero sia solo un livido…” sussurrò spaventata muovendo la bacchetta sopra la pelle del figlio.

I malandrini non potevano far altro che guardare, si sentivano inutili. Videro pian piano il livido sparire, Helen sospirò.

Si avvicinò ad un comò tirando fuori alcuni vestiti e delle lenzuola pulite, con un colpo di bacchetta fece levitare leggermente il figlio, cambiando le lenzuola e vestendolo. I malandrini la guardarono rimboccargli le coperte, poi la donna si rivolse a loro.

“Restate con lui, ma lasciatelo riposare…” disse prima di uscire. I ragazzi si sedettero a terra accanto al letto dell’amico, attendendo.

 

Mezz’ora dopo Remus aprì leggermente gli occhi, sbatté le palpebre abituandosi alla luce. Sentiva l’odore degli unguenti e quello del sapone che sua madre usava per lavare le lenzuola. Mosse leggermente un braccio, i muscoli erano indolenziti, ma non sentiva le classiche bende che seguivano le ferite del lupo, quello voleva significare che le catene gli avevano davvero impedito di mordersi.

“Ben svegliato bello addormentato…” la voce di James gli giunse leggera da sinistra.

“Ehi…” sorrise sereno rilassandosi.

“Ci hai fatto prendere un colpo…” Sirius da destra

“Meno male che tua madre è davvero brava con gli incantesimi di guarigione…” Peter, sinistra.

Remus si mise a sedere studiando i movimenti del suo corpo, niente fasciature da nessuna parte, arti al posto giusto. Sorrise verso gli amici.

“Bene, dato che sono più informa del solito devo proprio dire a papà di accompagnarci a Saint Gabriel!” sorrise, i ragazzi si guardarono.

“Tuo padre è uscito…” disse leggermente Peter.

“Come?”

“C’erano dei lupi mannari qui attorno questa notte…” allora Remus capì, la rabbia del lupo, loro erano lì che cacciavano e lui era chiuso là sotto, non era voglia di essere libero era la voglia del branco. Si tolse di dosso rapido le coperte.

“Dove stai cercando di andare?”

“Mia madre, sta bene?” chiese alzandosi e vestendo sopra il pigiama troppo corto un maglione.

“Si… ma…” James non poté continuare che un Remus di scalzo stava già correndo verso sua madre. Gli amici sorrisero, seguendolo.

“Mamma!” gridò il ragazzo raggiungendola e abbracciandola “Stai bene? Loro non ti hanno fatto niente… non sono riusciti ad entrare vero? E gli altri? È rimasto ferito qualcuno? Hanno morso…”

“Remus, Remus calmati! Per l’amore del cielo!” sorrise la madre sommersa dalle domande. “Sono state sbranate solo due delle mucche di Dan… era così furioso… non credo abbiano attaccato qualcuno…” disse leggermente.

“Dovevo dirvi di trattenerlo a letto a forza…” sorrise ai ragazzi non appena loro li raggiunsero “vuoi una cioccolata calda, tesoro?” chiese la madre

“Si, grazie…” sorrise lui sedendosi

“La faccio anche a voi?”

“Si grazie…”

“Si..”

“Si..”

 

Era quasi ora di pranzo, i ragazzi erano in cucina con Helen che stava cucinando.

“Sirius, diglielo!” disse serio James guardando l’amico

“Ah si, siete tutti invitati a cena a casa mia per capodanno! Giorno inaugurale della nuova casa!!!” sorrise a 32 denti.

“Cucini tu?” chiese Peter

“Si, perché?”

“Allora io passo…” borbottò serio il ragazzo.

“PETEER!!!!” brontolò Sirius, i quattro si misero a ridere.

“Comunque non era questo quello che gli dovevi dire… dopo che si è fatto in 5 per te… glielo devi…” disse James seccato. Sirius arrossì.

“Enif è la mia ragazza ora…” disse velocemente.

“Complimenti!” sorrise Peter.

“Era anche ora!” sospirò Remus.

Helen sorrise, continuando a cucinare, nonostante ciò che era successo poche ore prima erano quei momenti a farle ringraziare ancora una volta il fato che le aveva permesso di incontrare Silente e quindi di mandare Remus ad Hogwarts… sette anni prima non si sarebbe nemmeno sognata quella scena.

La porta si aprì di scatto e John Lupin entrò come una furia in casa, seguito da Dorian Swan.

“John…” lo chiamò Helen.

L’uomo sembrò calmarsi vedendoli tutti riuniti in cucina. Sorrise al figlio, avvicinandosi e posandogli una mano sulla spalla.

“Come stai, figliolo?”

“Bene… Ciao Dorian…”

“Remus…” sorrise il giovane.

John diede un leggero bacio sulla guancia alla moglie.

“Li avete trovati?” chiese.

“Macchè… io e Dorian abbiamo seguito le loro tracce fino ad una radura, poi scomparsi… immagino che abbiano mandato qualcuno a recuperarli…” sbuffò.

“Signor Lupin, ora vado… o Angie si preoccuperà…”

“Si, Dorian… grazie… dì a tuo padre che se serve gli do volentieri una mano per ricostruire il fienile… per le mucche di Dan non posso fare granché… ma dopo ciò che ha fatto stamattina…”

“Lo lasci stare… Dan Crossbridge crede sempre alle congetture più facili… perché andare a caccia di responsabili là fuori se c’è Remus qui… ragiona così lui… come quando ha accusato il mio Crup di avergli devastato il giardino quando era evidente che era stato uno Snaso….” Dorian alzò le spalle.

“Buone feste!” salutò poi uscendo.

“Qualcuno è rimasto…”

“Grazie al cielo no, giù al villaggio nessuno si è accorto di nulla, guarda caso… e nessuno era in giro… abbiamo cercato ovunque si vedessero impronte ma non abbiamo trovato nessuno… sono scomparsi nel nulla… “ sbuffò andando in corridoio e rimettendo a posto bossoli e fucile. “Sarà per un’altra volta Fenrir…” sussurrò rimettendo al sicuro le pallottole d’argento.

 

 

Ed eccomi qui a festeggiare la mia ritrovata libertà! Conclusasi con un 27 in matematica ^^''''

Differentemente dal titolo questo Natale di buono a ben poco... avrei voluto fare un salto anche da Lily e da Sirius ma veniva davvero troppo lungo... quindi sappiate solamente che l'occhio nero di Sirius è stato causato da un piccolo uragano rosa XD

Adoro Helen  e John Lupin, non so perché ma  è così… Dan Crossbridge lo impiccherei sulla pubblica piazza, ma non si può aver tutto dalla vita XD

Erik Swan mi sta simpatico anche se come si può intuire la sua è solo una ricerca di riscattarsi, ma nonostante questo è un buon amico per John e di sicuro non sarà lui a cacciare Remus da Chideock.

Chissà quasi, quasi farei una storia su quella notte di nove anni prima, che ne dite?

Ho fatto un piccolo calcolo e se non allungo qualcosa la storia dovrebbe risultare di 25 capitoli, di cui ora sto scrivendo il 18, ed essendo in vacanza spero proprio di procedere spedita sia nella scrittura che nella pubblicazione, quindi: A presto!

Ringrazio tutti i preferiti e le seguite, cominciate ad essere tanti per ringraziarvi uno a uno… ma passiamo alle risposte ai commenti.

aliceundralandi: Sono felice di risentirti, spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Ti ringrazio tantissimo per i complimenti... A presto! ^^

Alohomora: Eccomi qui! Passiamo un po' a Remus, poverino che sennò lo trascuro ^^ Come vedi Sirius ancora non sa nulla di Enif e Algol ma non temere presto si risolverà tutto proprio grazie al nostro Felpato.

Dafny: Abbandoniamo i fidanzati per un po' ma torneranno presto (prossimo capitolo XD)

hermy101: Sirius è semplicemente Sirius... per Lily e James ancora un attimo di pazienza, accadranno molte cose in queste vacanze (anche perché sono in tutto 5 contando anche il capitolo 12 e questo)

IOesty: Creiamo una comunità pro Alphard Black! XD Continua a seguirmi, a presto!

PrincessMarauders: Per abbracciarci tutte penso Sirius diventerebbe vecchio XD Ecco il secondo dei 5 capitolo "festivi" come vedi non sono molto festivi in senso di festa, ma si fa quel che si può...

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Sentimenti ***


Safely for the last time.

 

 

 

Capitolo 14: Sentimenti

Era il 27 dicembre,  a Godric’s Hallow Sirius aveva preso coraggio e aveva chiesto ad una sbalordita signora Potter come preparare la cena di capodanno per lui e i suoi amici. James li guardava affaccendarsi attorno ai fornelli, una rivista di Quidditch in mano, svogliato.

Remus aveva mandato una lettera quella mattina in cui diceva che andava tutto bene e che sarebbe arrivato a Mersea il pomeriggio presto del 31, non sentendosi ancora in forma aveva deciso di prendere il Nottetempo fino a Liverpool per trovarsi con Peter e da lì di nuovo con il pullman magico verso casa di Sirius. Peter era stato entusiasta all’idea, James si chiedeva se l’amico fosse felice di stare lontano da suo padre… Lui avrebbe dato tutto l’oro del mondo per riavere il suo in quella casa.

“Ma zia, sei sicura che non vuoi accodarti a noi? Mi sa che qualcosa di commestibile non lo cucinerò mai…” disse Sirius sconsolato…

“No… lascio voi giovani a divertirvi… e comunque ho un impegno per Capodanno…” disse sorridendo.

“Impegno?” chiese James riemergendo dal torpore.

“Si, alcuni dei vecchi amici miei e di tuo padre hanno pensato che da sola potessi deprimermi e allora hanno organizzato una festicciola… diciamo una rimpatriata degli anni che furono. Siamo praticamente tutta la torre di Grifondoro del ’44…” sorrise

“Sicura di volerci andare?” chiese il ragazzo, sapeva quanto sua madre odiasse certe cose.

“Si, non preoccuparti!” disse forse troppo velocemente, James era sicuro che non volesse rimanere in casa da sola in un giorno di festa, era più difficile, quando si aveva qualcosa da festeggiare, non pensare che suo padre non c’era più.

In quel momento qualcuno bussò alla porta. Dorea andò ad aprire.

“Chi credi sia?” chiese Sirius guardando l’amico.

“Non ne ho idea…” sbuffò l’altro.

La signora Potter riapparve in cucina.

“Sirius, puoi andare in salotto, c’è una persona che vuole parlarti…”

 

Quando arrivò in salotto Sirius restò senza parole. Felicia Icecrow era in piedi al centro della stanza guardandosi attorno con aria dispersa. I capelli ramati erano sciolti, Sirius ricordava di non averglieli mai visti sciolti, ma quello che lo colpì era l’aria un po’ malata che aveva. Era pallida e aveva gli occhi gonfi come se avesse pianto per molto tempo.

“Sirius…” singhiozzò abbracciandolo. Il ragazzo si preoccupò davvero, nonostante fosse molto meno gelida di sua madre, la signora Icecrow aveva sempre mantenuto un contegno dignitoso, non l’aveva mai vista piangere, era sempre stata come una canna che anche se in balia del vento continuava a stare ritta, ma in quel momento gli sembrava solamente un foglia pronta a cadere.

“Signora è… è successo qualcosa?” Sirius non si stupì di sentir tremare la sua voce. Non poteva essere successo qualcosa alla sua “piccola”,  non quando le cose stavano cominciando ad andare bene.

“Enif… Enif è scappata, Sirius…” e il ragazzo capì il senso della pesantissima sacca della ragazza, il fatto che avesse pianto stretta a lui e che fosse arrivata a Mersea a piedi. “Ho provato ad aspettare…” continuò la donna “non l’avevo mai vista così arrabbiata con Algol… speravo bastassero un paio di giorni, ma adesso… ho paura, Sirius…. Se le è successo qualcosa? Io non l’ho nemmeno consolata… Sirius, ti prego dimmi che l’hai vista e che sai che sta bene…” singhiozzò ancora la donna.

“L’ho vista, è venuta a cercarmi, è rimasta da me a Mersea una notte, poi l’ho accompagnata da una amica…” Sirius era sicuro che in quel momento la donna stesse cercando di capire se avesse allungato le mani su sua figlia oppure no, si sentì a disagio “credo stia bene… ma mi dica… che è successo, Enif ha sempre adorato suo padre, non credo che…”

“Algol è confuso… e io sono stata così sciocca da non capirlo da sola…” scosse la testa “ricevette una lettera qualche tempo fa, non so cosa c’era scritto, l’ha bruciata subito dopo averla letta, so solo che da quel giorno ha ricominciato a frequentare tuo padre e a parlare di matrimoni… era ossessionato dal fatto di far sposare Enif con qualche purosangue importante…” disse sedendosi dopo un cenno del ragazzo “mi ha detto cosa sta succedendo solo quando Enif è fuggita…” prese fiato “è stato un colpo per lui… era andato a vedere se stava meglio, l’aveva lasciata in lacrime la sera prima e lei dopo… non c’era più…”

“Ma perché hanno litigato?” Sirius non si capacitava, Enif non era tipo da prendere tutto e andarsene.

“Come ti dicevo Algol è da un po’ di tempo che ha cominciato a tirare fuori i vecchi discorsi sulla purezza di sangue e altre cose così… quelle che facevano infuriare Enif e quella sera le ha detto che doveva trovarsi un marito tra i purosangue, così l’avrebbero protetta e… credo gli abbia detto qualcosa su di voi… perché Enif gli ha detto che il suo posto era accanto alle persone che amava…” disse tristemente la donna ricordando la voce furiosa della figlia.

“Io credevo che suo marito non appoggiasse in tutto le idee dell’aristocrazia nonostante non si sbilanci in pubblico, pensavo che aver conosciuto Lily Evans e Bonnie Olsen avesse cancellato del tutto…”

“Algol non ci crede alla fede purista, ma ha paura per Enif, Sirius.. credo lo abbiano minacciato, se non ci schieriamo in questa guerra… voleva che Enif sposasse tuo fratello, voleva metterla al sicuro…” singhiozzò.

Sirius guardò sicuro la donna.

“Signora, prometto che Enif tornerà a caso, però…”

“Dimmi…”

“Sarò io a proteggerla, sempre… quindi non rovinate la vostra famiglia per paura di qualche pazzoide… a quelli ci penso io…”

 

“Non capisco perché debba venire anche io, devi parlare con la tua ragazza no? Io che c’entro?” urlò James oltre il vento che gli sferzava il viso mentre volavano già da un paio d’ore verso sud.

“Ho lasciato Enif dalla Evans… quindi ti sto facendo un favore…” ridacchiò.

“Da Lily?” gridò mentre Sirius accellerava ancora.

 

♦♦♦

 

“Non credevo che tuo padre potesse comportarsi così…” solo dopo giorni e notti in cui aveva sentito Enif singhiozzare rannicchiata nella brandina accanto al suo letto, Lily aveva avuto il coraggio di chiederle cosa fosse realmente successo.

“E lo dici a me….” Disse triste seduta affianco dell’amica sul materasso. “Sono sempre stata orgogliosa di mio padre perché lo reputavo “migliore” e adesso… si comporta come tutti gli altri aristocratici…. Capisco il sentirsi superiori, posso ignorare il pregiudizio ma questo…” scosse la testa “ “Il tuo posto non è tra quella gente”… non so davvero cosa gli sia successo…” Lily la guardò comprensiva…

“Sai credo che su una cosa Severus avesse ragione…” disse poi ricordandosi di ciò che le aveva detto il padre, Lily si sentì a disagio nel sentire il nome del suo ex-migliore amico.

“Cosa?”

“Mio padre ha detto che Remus è un lupo mannaro…” disse leggermente. Lily la guardò.

“E importa?” chiese Lily

“No… solo se lo fosse davvero mi dispiacerebbe per lui… insomma Remus è... non è giusto che sia capitata a lui…”

Lily restò un attimo in silenzio.

“Credo che comunque sia non ne voglia parlare con nessuno… quindi credo che lo sapremo solo quando sarà lui a dircelo di sua spontanea volontà…” sorrise Lily.

Enif fissò l’amica.

“Perché il pregiudizio deve isolare la gente?” chiese, in quel momento il campanello suonò al piano di sotto.

Dopo qualche secondo la voce di Harry Evans salì fino al piano superiore.

“Lily, Enif ci sono due vostri amici…”

Le due ragazze si guardarono un po’ allarmate, presero le loro bacchette nascondendole nella manica dei maglioni e scesero.

 

♦♦♦

 

“Sei sicuro che sia questa, Paddy?” chiese James dopo esser sceso dalla moto, osservando il numero 7 di Milton Rise.

“Si, ti dico che le ho viste entrare qui… ma se vuoi controlliamo la cassetta delle lettere… ecco visto: Evans” sorrise il ragazzo, si avvicinarono alla porta “Suoni tu?” chiese il moro.

“Perché dovrei suonare io? Siamo qui per la tua ragazza…”

“Ma è la casa della Evans…” Black sogghignò, James sbuffando suonò il campanello.

Dopo qualche secondo il Signor Evans aprì la porta, scrutando i due. Quello con gli occhiali è il famigerato James Potter… si disse ma che ci fa qui?

“Prego?” chiese allegro ma lanciando un’occhiataccia a James.

James guardò Sirius.

“Salve, signor Evans!” cominciò il moro, calamitando l’attenzione dell’uomo “Io sono Sirius Black, e lui è il mio amico James… intanto Buone feste!” sorrise allegro, cercando di dissimulare il nervosismo “…e poi mi chiedevo se potessimo vedere Lily ed Enif… sa abbiamo alcune cose urgenti di cui parlare…”

L’uomo li squadrò, James pensò che se anche fosse riuscito a conquistare la Evans avrebbe dovuto vedersela con suo padre e la cosa non lo tranquillizzava affatto…

“Mhmm… buone feste…” disse, mentre la moglie curiosa lo raggiungeva.

“Harry? Chi sono questi bei ragazzi?” chiese.

“Due amici di Lily ed Enif…” disse concentrandosi su James, ricordava ancora il viso imporporato della figlia quando le aveva chiesto se fosse il suo ragazzo, ed era evidente che una parte di lei, forse quella più nascosta volesse davvero quello.

“Ma li fai stare lì fuori?” esclamò Daisy Evans scansando il marito e lanciandogli un’occhiata che voleva dire “Anche se fosse non puoi mangiarterli”, sorrise ai due. “Entrate su! Non fate i timidi! Ecco questo è il salotto!” disse trascinandoli in casa e guidandoli nella stanza. James si disse che avrebbe dato tutto l’oro del mondo purchè Lily gli parlasse con quel calore, ma forse… ricordò ancora quel bacio rubato sotto il vischio… forse poteva sperare…

“Harry, perché non chiami le ragazze?” disse al marito che si volse verso il corridoio sparendo.

“Dio che stupida, non mi sono nemmeno presentata, sono Daisy Evans la madre di Lily, sono così felice di conoscervi, Lily non porta molti amici a casa…”

“Io sono James Potter…”

“Sirius Black…” risposero i due ben intuendo che con i tempi che correvano era un bene che Lily non portasse tanti amici maghi a casa sua, già la loro presenza metteva tutti in pericolo.

“Quindi sei tu, il famigerato James Potter!” sorrise la madre “Lily parla sempre tanto di te…” James arrossì fino alle punte dei capelli… Lily parlava di lui? Chissà in che modo…

“E il più delle volte non molto bene…” concluse il padre rientrando, un sorriso sul volto. James si disse che aveva capito da chi aveva preso Lily il suo essere tagliente. “Harold Evans, comunque…” si presentò l’uomo stringendo loro le mani.

Lily e Enif entrarono lentamente nella stanza.

“Sir?” chiese la bruna guardandola, allentando la mano dalla bacchetta nascosta nella manica.

“Potter che ci fai qui?” chiese Lily, la madre e il padre lo notarono subito, aveva un tono acido che non le avano mai sentito. Daisy sorrise era lo stesso che Harold usava da ragazzo quando non voleva che si capisse cosa pensava davvero.

“Io non c’entro Evans, sono solo un passeggero…” disse indicando Sirius.

“Mamma, papà, potete?” chiese leggermente la ragazza.

“Oh certo, volete qualcosa da bere?” chiese ai ragazzi, mentre il marito lasciava la stanza.

“Mamma…” Lily la guardò storta.

“Va bene, va bene, magari più tardi…” disse uscendo e chiudendo la porta. Lily estrasse la bacchetta puntandola al collo di James. Il ragazzo la guardò stupefatto.

“Dimmi un motivo per cui dovrei credere che siete davvero voi…” disse. Enif la guardò scuotendo la testa.

“Evans, cosa?”

“Regola numero 5 per la sicurezza: assicurarsi che chi entri in casa sia ciò che dice di essere…” dice recitando a memoria l’opuscolo del ministero che le era stato consegnato assieme alla comunicazione che per i figli di Babbani frequentanti Hogwarts era necessario l’isolamento in modo da tenere nascoste le famiglie.

“Come posso farti capire che sono io?” disse guardandola.

“Cosa ho fatto la sera del 20 dicembre?” chiese, era la prima cosa che le era venuta in mente e se ne era pentita subito dopo vedendo il sorriso del ragazzo.

“Intendi tutta la serata o un momento in particolare?” chiese malizioso. Sirius lo guardò dubbioso, mentre Enif capiva che se l’intento di Lily era di affondarsi da sola ci era riuscita perfettamente.

“Se sei James sai perfettamente a cosa mi riferisco…” disse arrossendo leggermente. James pensò  che se anche le stava puntando la bacchetta alla gola era la ragazza più bella che avesse mai visto.

“Mi hai baciato…” disse lui fissandola negli occhi. Lily abbassò sguardo e bacchetta contemporaneamente balbettando un bene. Sirius guardò sbalordito prima l’amico e poi la ragazza.

“Comunque che ci fate qui?” chiese guardandoli, ancora rossa in viso.

“Devo parlare con Enif…” disse Sirius serio, entrambe lo guardarono, Enif si sentì schiacciare sotto il suo sguardo.

“Dimmi…” disse timidamente.

“Vorrei se possibile parlarti da solo…” disse vagamente a disagio.

“Facciamo due passi?” chiese lei.

“Va bene…”

“Me lo lasci qui?” chiese Lily guardando Sirius e James.

“Emh…” Lily sospirò alla non risposta del moro.

“Va bene, ma non distruggermi la casa, Potter…” gli disse minacciosa, James per un momento si chiese se si fosse sognato il lampo divertito che le aveva visto negli occhi mentre lo minacciava.

 

Stavano camminando mano nella mano, Enif lo avrebbe considerato un sogno divenuto realtà se non fosse stato per lo sguardo di Sirius.

“Perché non me lo hai detto?” chiese ad un tratto.

“Cosa?”

“Che te ne eri andata di casa? Quando tua madre è arrivata da me in lacrime temevo ti fosse successo qualcosa…” la ragazza si morse un labbro.

“E venuta a cercarmi da te?”

“Ero da James in quel momento ma si… le ho detto che stai bene e che tornerai a casa…”

“Tu cosa?”

“Enif sono preoccupati per te… tua madre io, giuro, non l’ho mai vista così…”

“Io… papà…lui…” la vide tremare, si fermò stringendole la mano e abbracciandola.

“Lo so… ha detto anche quello e mi ha detto perché si è comportato così… ha paura per te e quindi…”

“Sposare un Mangiamorte non mi terrà al sicuro…” singhiozzò contro il suo petto.

“Lo so, piccola, lo so… le ho detto di disdire ogni fidanzamento, perché sarò io a proteggerti…” disse abbracciandola e accarezzandole i capelli. “Enif, tu puoi scegliere, non buttare al vento la tua famiglia tu che ne hai una…”

“Parlava come loro… mi ha detto…”

“Non dire nulla, su…”

“No, Sir… lui mi ha detto che non è il mio posto assieme a voi… mi ha detto che Remus è un licantropo, che tu sei un buono a nulla che Lily…” Sirius l’abbracciò e cercò di essere più convincente possibile.

“Le ha dette per scusare il suo modo di pensare, le ha dette per tenerti lontana da noi… non è vero e lo sai…”

“Infatti… è assurdo…” singhiozzò. Sirius si disse che Remus gli doveva un favore.

“Enif, ti prego torna a casa… non preoccuparti ci sono io…” disse alzandole il volto e baciandola.

"Tornerò... devo solo prendermi un altro paio di giorni..." disse infine sincura

 

James sedeva su una sedia nella cucina di Casa Evans, una tazza di the davanti.

“Hai proprio una bella casa…” disse a Lily, avevano passato dei brutti momenti di silenzio prima che la signora Evans li trasferisse a forza in cucina perché doveva guardare qualcosa in televisione.

“Peccato che qualcuno non l’apprezzi quanto me e te…” disse un po’ triste, pentendosene subito dopo.

“Che cosa intendi dire?” chiese, non capiva, non era una brutta casa…

“Lascia stare…” disse scuotendo leggermente la testa e sedendosi accanto a lui dopo aver portato in tavola alcuni biscotti.

“Lily… è qualcosa che ti fa star male, si vede…” disse guardandola gentilmente “certo non sono la persona migliore a dare consigli esistenziali, ma forse posso aiutarti…” disse prendendo un biscotto.

“Mia sorella si sposa…”

“Oh auguri!” disse sorridendo, sorriso che si infranse non appena vide il volto triste di lei.

“…solo che non vuole partecipi al matrimonio…”

“Cosa? E perché mai?” chiese non capendo

“Mi odia… mi odia perché sono una strega…” disse con un sorriso ironico, sperando di camuffare il dolore nascosto negli occhi verdi.

“Non può odiarti sei sua sorella…” disse allibito, anche Sirius non andava d’accordo con suo fratello, ma da questo a dire di odiarlo…

“Ora sai il mio problema… come vedi non è nulla…” disse triste

“Non è nulla? Tua sorella…”

La voce della madre di Lily la chiamò eccitata dalla stanza accanto. Lily la raggiunse, mentre James proprio mentre stava per lasciare la stanza veniva braccato da Harold Evans.

“Mi fai compagnia?” chiese quasi non ammettendo repliche

“Si, signore…” disse un po’ intimorito dallo sguardo dell’uomo.

“Non sono un tipo che gira attorno alle cose, quindi sarò chiaro… si vede lontano un miglio che ti piace mia figlia.” James lo guardò.

 

“Che c’è, mamma?” chiese Lily raggiungendola

“Guarda… potrei comprare questa nuova lavatrice a Petunia per il matrimonio?” Lily sorrise tristemente

“Si, potrebbe essere un’idea…” aggiunse “Papà? Non era con te?” chiese guardandosi attorno.

“Credo volesse parlare con tuo ragazzo…”

“Mamma… James non è il mio ragazzo…” sbuffò scuotendo lentamente la testa, la madre si voltò a guardarla

“Ora dici così, ma qualcosa mi dice che ti piace molto quel ragazzo…” disse con l’aria di chi la sa lunga. La ragazza arrossì dando conferma alla madre.

“Non scherzare, è James Potter!” disse andandosene, quando arrivò davanti alla cucina si fermò:

“Non sono un tipo che gira attorno alle cose, quindi sarò chiaro… si vede lontano un miglio che ti piace mia figlia.” Lily si nascose dietro la porta, non lo capiva bene nemmeno lei, ma voleva sentire.

“Non lo nego signor Evans, vostra figlia è straordinaria.” Lily sorrise inconsciamente.

“Lo so ed è per questo che sono qui, che intenzione hai?” Harold Evans guardava tranquillo ma sicuro il ragazzo.

“Cosa intende, signore?” chiese James

“Voglio sapere quali intenti hai nei riguardi di mia figlia…” Lily spalancò gli occhi sorpresa.

“Nulla che lei non vorrebbe signore… davvero mi deve credere… Lily è bellissima, intelligente, semplicemente fantastica…e io sono semplicemente cretino…” la ragazza dietro alla porta sorrise “una volta credevo che facendomi “fico”, facendomi vedere l’avrei conquistata, ma con lei non funziona, è troppo intelligente per uno sbruffone come me…” James scosse leggermente il capo “sa, alla fine mi accontentavo di farla arrabbiare, perché erano in quei momenti che sapevo di essere nei suoi pensieri… anche se io vorrei poterle donare semplicemente il sorriso…”

Harold fissò il ragazzo, sembrava sincero, per un momento si ricordò di un giovane se stesso che cercava di convincere il suo futuro suocero a poter accompagnare Daisy a casa quando finiva di lavorare.

“Da quando sei innamorato di lei?” chiese sedendosi e guardandolo con un sorriso.

“Le risponderei da sempre… ma mi prenderebbe per pazzo…” sorrise lui “…credo di essermene davvero reso conto quasi due anni fa… quando uscire con altre faceva più male che accettare un suo rifiuto… mi deve credere signor Evans, oramai non dico di aver perso la speranza, ma non voglio perderla, farei di tutto per tenerla accanto a me anche solo come amica…” James avrebbe voluto dire al padre della ragazza che se aveva deciso di andare a fare l’Auror era solamente per proteggere Lily, ma non era sicuro che l’uomo sapesse della guerra.

Lily si fece coraggio rientrando in cucina con un sorriso.

“Papà stai mettendo sotto torchio, James? Guarda che te l’ho detto un migliaio di volte, non è il mio ragazzo!” sorrise. James la guardò c’era qualcosa di diverso, aveva gli occhi lucidi ma brillavano allegri.

 

James e Sirius erano sulla porta, Enif e Lily li guardavano con un sorriso.

“Grazie…” sussurrò Enif abbracciando il suo ragazzo.

“Figurati… Se non ci fossi per te…” sorrise ricambiando l’abbraccio e stampandole un bacio sulla guancia.

“Ah che scemo!” sorrise “Dato che sono qui ho l’occasione per chiedervelo!” le due ragazze lo fissarono non capendo.

“Ho finito di mettere apposto casa, e pensavamo di festeggiare il Capodanno tutti assieme… se vi va, sempre che non abbiate altri impegni, ci piacerebbe avervi tra i nostri…” chiese Sirius

“Non lo so…” sussurrò Lily dando un’occhiata alla casa

“Evans, non starai facendo la guastafeste come sempre vero?” chiese Sirius inquisitorio

“Paddy, magari hanno qualche impegno!” gli disse James.

“No, non è quello…” cominciò Lily “C’è la protezione per i figli di Babbani…” cominciò

“Non preoccuparti, ho installato alcuni incantesimi protettivi con mia cugina!” sorrise Sirius speranzoso, doveva convincerla per James.

“E’ arrivare il problema…” disse.

“Riesci ad andare fino a Bristol? Da lì potremmo venire a recuperarvi e smaterializzarci e saremo abbastanza distanti da non far collegare questa casa a voi…”

La ragazza lo fissò, soppesando la proposta.

“E per il ritorno?”

“Potrei portarti in moto, se James non mi affattura prima…” disse scoppiando a ridere seguito dagli altri.

“Aspettate un momento…” disse la rossa finalmente convinta rientrando.

“E io non ti dovrei affatturare?” chiese Enif maliziosa

“Io non faccio guidare la mia moto da James…” disse lui candidamente

“EHI!” sbottò Prongs offeso.

In quello stesso istante Lily uscì sorridente.

“I miei vanno con Petunia e Vernon da lui nel Surrey, quindi siamo libere di venire…”

“Perfetto!” sorrise Sirius “A Capodanno, quindi…”

“Ci vediamo!” salutò James al settimo cielo, una serata con la Evans, ancora non ci credeva; una cosa era certa, doveva un grosso favore a Sirius.

 

Le due rimasero ancora sull’uscio a guardare la moto nera sparire fra le strade di Weston.

“Non credo tu abbia accettato semplicemente per farmi un favore…” sorrise Enif guardando maliziosa l’amica.

“Cosa?” Lily arrossì, restò un attimo in silenzio “Dai rientriamo che mi sto congelando…” disse stringendosi nel maglione e rientrando.

“Guarda che non mi scappi!” disse sicura. Lily le fece la linguaccia ridendo e correndo su per le scale, Enif la rincorse in casa e su per le scale ridendo.

Daisy Evans le guardò con un sorriso.

“Sai Harry, credo che un giorno saranno felici con quei ragazzi…” disse, il marito annuì, non sapeva per quale motivo ma quel James Potter cominciava a stargli simpatico, sicuramente più di Vernon…

“Allora?” chiese Enif raggiungendo l’amica in camera sua

“Allora cosa?” disse

“Te e Potter… vi ho lasciati soli ricordi?”

Lily rise “Che cosa vuoi che dica?” disse guardando l’amica

“Lo ami?”

“Non lo so…” disse scuotendo la testa la rossa e osservando il paesaggio fuori dalla finestra “ e onestamente ho paura di scoprirlo…”

“Perché?” chiese sorpresa la bruna avvicinandosi a lei.

“Ha troppo fiducia in me… non sono così meravigliosa come crede…” sospirò la rossa.

“Stai scherzando vero? Tu sei meravigliosa Lily, è ora che te ne rendi conto anche tu… il non aver “salvato” Severus dalla strada che si è scelto non ti condanna… ricordatelo!” le sorrise abbracciandola.

“Farebbe di tutto per me… l’ha detto a mio padre…” sussurrò Lily.

“E ora che lo accetti, James non sta scherzando più da tempo Lily, lui ti ama ed è ora che tu capisca cosa vuoi tu…” le sussurrò Enif cullandola nel suo abbraccio.

“Sarai una madre splendida un giorno sai…” rise Lily.

“Ehi, non esagerare abbiamo 17 anni!” disse fintamente sconvolta.

 

 

Un regalino prima di partire per tre giorni a Gardaland chi mi fa uno scongiuro sul tempo?

L'immagine non è mia ma la trovo bellissima.

Un grazie a tutti quelli che mi seguono e ora passiamo ai commenti!

 

Alohomora: La storiella su Remus la sto scrivendo, spero di continuarla martedì appena tornata e credo la vedrete presto su questi schermi. Ecco qui sotto il missing moment tanto atteso Sirius VS Nimphadora Tonks.

Dafny: Grazie per continuare a seguirmi ed eccoci qui con i piccioncini ^^

hermy101: Sono felice di far piacere anche Peter, è il mio scopo malefico, lo voglio far un pò rivalutare per distruggerlo (risata malefica)... no dai poverino... Peter Minus è morto il giorno in cui ha deciso di abbandonare gli amici, quindi questo è il vero Peter Minus (almeno secondo me...). La storia su Remus è in fase di stesura e mi sa che se continua così sarà almeno un paio di capitoli, perchè come one-shot sta diventando troppo lunga ^^'''''

PrincessMarauders: Allora per Dan Crossibridge oramai c'è la gente coi forconi che lo aspetta al varco XD E a fondo pagina ecco qui la risposta al famigerato livido di Sirius

 

Ed ora un regalino perchè, come ho detto a Alohomora, Tonks da bambina non la gestisco per più di 5 secondi, me la vedo un tale terremoto e quindi:

Ecco cos'è successo a Sirius a Natale (180 parole solo per voi miei fedeli lettori XD)

 

Suonò il campanello della casa, si sentiva un po’ in colpa ad aver “abbandonato” James e sua madre, ma l’invito di Andromeda l’aveva colto impreparato e non aveva saputo dire di no alla cugina. Non sapeva perché ma era come avere ancora una famiglia.

Andromeda aprì la porta.

“Buon Natale Sirius!” sorrise facendolo entrare. Sirius si guardò attorno sorpreso.

“Zio Alphard ci ha lasciato una casa meravigliosa, anche se onestamente ha troppi angoli…” rise alludendo alla figlia.

“Con Nimphadora credo proprio che dovreste vivere all’interno di un materasso, ma a proposito, dov’è la piccola peste?” non riuscì nemmeno a finire la frase che un uragano dai capelli rossi e verdi fece il suo ingresso nel corridoio.

“SIRIUS!!!!” gridò la bambina saltando, forse con troppa foga in braccio al parente. Sirius perse l’equilibrio cadendo all’indietro e la testa di Nimphadora sbatté rumorosamente contro la sua. Nello stesso istante in cui Sirius si premette le mani sul sopraciglio offeso la bambina cominciò a piangere mentre i capelli variarono dal viola al blu.

Andromeda scosse la testa rassegnata.

“Ted, puoi portarmi del ghiaccio?”

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Capodanno ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

Mersea Harbor, Essex, UK

 

Capitolo 15: Capodanno

“Dove sono?” chiese per la millesima volta James osservando la stazione degli autobus di Cannon Street, Bristol.

“Prongs sta calmo… da quello che ha detto quella signora l’autobus che passa da Weston è il 40… non è semplicemente ancora arrivato…” disse Sirius guardando l’amico, non l’avrebbe ammesso ma stava cominciando a preoccuparsi anche lui.

Proprio quando James stava per decidere di mandare al diavolo la sicurezza e materializzarsi a Weston, il numero 40 comparì in fondo alla strada.

I ragazzi trattennero il fiato finché non videro le due farsi loro in contro.

“Grazie al cielo…” sussurrò James, salutandole con la mano. Lily lo fulminò con lo sguardo avvicinandosi.

“Vuoi attirare l’attenzione di tutta la piazza?” chiese un po’ acida guardandolo. Il ragazzo la guardò stranito, era davvero confuso, prima si preoccupava per lui, lo baciava, gli sorrideva e adesso lo avrebbe sbranato…

Enif scosse la testa rendendosi conto come litigare con sua sorella e intravedere Severus Piton mentre aspettavano l’autobus avesse demolito il buon umore di Lily.

“Come mai ci avete messo tanto?” chiese Sirius ignorando Lily e abbracciando la sua ragazza.

“Abbiamo preso l’autobus dopo…”

“Come mai?”

Enif guardò l’amica l’occhiata che le stava lanciando diceva chiaramente: “Non dire una parola”

“Dovevamo farci belle!” scherzò, facendo cadere il discorso. I due ragazzi si guardarono.

 “Enif, ci serve una materializzione congiunta, non credo che la Evans conosca il mio indirizzo…” disse serio, guidandole in un vicolo lì vicino.

“La porto io, non preoccuparti!” sorrise la ragazza prendendo la mano dell’amica.

“Bene, andate prima voi…” James era serio, doveva averlo fatto preoccupare si disse Lily, era stata lei a farle perdere l’autobus per essere sicura che Severus non le vedesse prendere il numero 40.

Appena le ragazze sparirono i due si guardarono.

“Secondo me non la raccontano giusta…” disse Sirius

“Avrà avuto una brutta giornata, andiamo su…”

Con un crack scomparvero

 

♦♦♦

 

“Ehilà temevo che vi avremmo aspettati in eterno!” Sirius sbiancò vedendo Remus e Peter apoggiati sulla veranda, uno con un aria furente e l’altro piuttosto insonnolito.

“REM! Cavolo… mi ero dimenticato che arrivavate così presto…”

“E un’ora che siamo qui…” disse il Licantropo guardando il ragazzo serio.

“REMUS!” il ragazzo distolse l’attenzione da Sirius notando le due ragazze.

“Lily! Enif! Ma cosa?” le guardò stupito dall’ultima lettera che aveva ricevuto credeva che sarebbero stati solo loro quattro.

“Colpa nostra se non c’erano, sono venuti a scortarci da Bristol!” sorrise Enif salendo le scale della veranda e dando un bacio sulla guancia sia a Remus che a Peter.

“Non scusare il tuo ragazzo, poteva almeno avvertire!” disse fulminando Sirius.

“Gliel’hai detto?” chiese Enif guardando il ragazzo

“Si, non dovevo?”

“Spero che entro il mio ritorno a scuola non lo sappiano già tutti o sarò uccisa dalle tue ammiratrici!” disse un po’ preoccupata.

“Che ci provino e dovranno vedersela con me!”disse il ragazzo raggiungendola e aprendo la porta a tutti. “Prego accomodatevi nella mia umile dimora!” rise.

Lily entrò per ultima sentendosi un po’ estranea. Enif era quella che aveva sempre parlato con i Malandrini per via dell’amicizia con Sirius, lei gli aveva sempre criticati. Enif era quella che sembrava toccare il cielo con un dito affianco al ragazzo che amava, lei non riusciva nemmeno a trattare bene il ragazzo di cui forse era innamorata.

“Lily… va tutto bene?” Remus la riscosse dai suoi pensieri.

“Si, Remus non preoccuparti, è solo che mi sento un po’ di troppo…”

“Sicura…” chiese indagatore

“Si, non preoccuparti! Vedrò di divertirmi…” disse per rassicurarlo. Lui le sorrise.

“EHI MOONY, EVANS, VI FACCIO FARE IL GIRO DELLA CASA!” Gridò Sirius arpionando Peter e trascinando in giro per la casa i tre. Enif sorrise, era proprio suonato alle volte.

“Enif…” James la guardava serio

“Che c’è James?” chiese curiosa guardandolo

“E’ successo qualcosa stamattina? Lily sembra così… distante e arrabbiata…”

“Ha litigato con Petunia…” disse la ragazza “ma non dirle che te l’ho detto io…” sorrise. “Che ne dici andiamo a fermare Sirius prima che mostri loro anche il ripostiglio del sottoscala?”

 

♦♦♦

 

“Sirius, di grazia cosa sarebbe questo?” chiese Remus fissando la sua forchetta.

“Come cosa sarebbe! È un gamberetto!” rispose offeso, servendo la cena che aveva preparato.

“Ma è finito sotto un trattore?” chiese il licantropo squadrando il pezzo rosastro che di gamberetto non aveva nulla.

“Piantala e assaggia! L’importante è che sia mangiabile no?!” rispose il padrone di casa sedendosi indignato .

I ragazzi guardarono i piatti ricolmi un po’ sospettosi.

“Non è avvelenato!” sbuffò Sirius mangiando un boccone “ehi non è venuto molto male…”

Anche Remus assaggiò, spalancando gli occhi.

“In effetti nonostante l’aspetto non è venuto male…”

“È come si dice no, Rem?!” disse Peter cominciando a mangiare “Non bisogna giudicare un monaco dai suoi vestiti…”

“Non è l’abito che fa il monaco, Peter…” rise Remus seguito dagli altri. Le ragazze e soprattutto Lily, si sentivano un po’ a disagio era come se fossero presenti a qualcosa di privato e sacro: quello era il capodanno dei Malandrini.

“Propongo un brindisi!” esclamò James “dove hai messo la bottiglia di idromele che ho comprato ieri, Sir?” chiese alzandosi.

“In quello scaffale…” disse indicando il mobile.

James stappò la bottiglia riempiendo i bicchieri a tutti.

“A questo nuovo anno! Che porti un po’ di luce in questi anni bui!” sorrise alzando il bicchiere gli altri lo seguirono.

 

Stavano finendo la cena quando James, anima della festa, porse a Remus un cucchiaio a mo’ di microfono.

“Alla Signor Moony quali sono i suoi propositi per questo nuovo anno?”

Remus sorrise “Finire la scuola?”

“Ma dai! Sempre il solito!” brontolò Sirius, mentre Peter si metteva a ridere. Le ragazze sorrisero guardandosi.

“Lasciamo perdere… Peter?”

“Vorrei trovare un appartamento e un lavoro appena finita scuola così da proteggere i miei, e magari riuscire a disintossicare mio padre…” sorrise timidamente il ragazzo.

“Un altro troppo serio...” borbottò James “quindi… passiamo a lei signor Black?”

“Io? Non ho propositi, quello che volevo l’ho ottenuto come regalo di Natale!” disse strizzando l’occhiolino ad Enif

“Noioso…” sbuffò James, facendo ridere gli amici. “Signorina Icecrow, prego tocca a lei…”

“Io?”

“Si, lei signorina!” sorrise il moro

“Non ne ho idea… non lo so…”

“Ehi, James mi è venuto in mente un proposito!” disse Sirius alzando la mano.

“Sir, hai già sprecato l’opportunità!”

“Ma dai, questo è importante!”

“Ok, spara!”

“Trovare una ragazza a questi due!”

“Oddio Sirius, non dirai sul serio?” chiese Peter preoccupato

“Si certo!” esclamò il moro convinto

“Non ci combinerai degli appuntamenti, vero?”

“Certo che si!” rise Sirius.

“Mi sembra proprio un ottimo proposito…” sorrise James “Ma ritorniamo a Enif, deciso?”

“Si, salvare quei due da Sirius…” disse ridendo.

“Ehi piccola dovresti essere dalla mia!” fece il finto offeso Sirius, facendo ridere tutti.

“E lei dolce signorina Evans?” chiese James guardandola

“Direi sopravvivere al matrimonio di Tunia…” disse con un mezzo sorriso. James la guardò gli occhi di lei erano un po’ tristi, si disse che avrebbe fatto di tutto perché questo proposito fosse andato a buon fine.

“E tu James?” chiese Sirius togliendogli il cucchiaio di mano e puntandolo verso di lui.

“Direi… il solito… avere un appuntamento con Lily!” esclamò sorridendo, la vide ridere mentre gli dava una cucchiaiata per la testa.

“Ahi, Ahi… ok, qualcosa di più reale… vorrei poter festeggiare anche il prossimo capodanno in vostra compagnia.”

“Questo si che è un proposito!”

 

♦♦♦

 

Enif sorrideva, era stato un pomeriggio divertente e la serata che stava andando a finire era ancora meglio. Ma non era per quello che sorrideva, no. Sorrideva perché era lì con loro, con il ragazzo che amava, con la sua migliore amica e con quei ragazzi a cui in fin dei conti si era affezionata.

“No, no James! Ti prego!” la voce di Lily la riscosse dai suoi pensieri

“Ma dai Evans, ancora un bicchiere!”

“Non ho il fegato di ferro come voi altri!” Enif sorrise scuotendo la testa.

“Enif, tu?” chiese James tentando di versare altro idromele  nel suo bicchiere.

“No, no… sono apposto… piuttosto, qualcuno sa che ora è?” chiese alzandosi e guardando fuori dalla finestra.

Remus guardò lo scantinato orologio da polso.

“Mancano due minuti a mezzanotte…” disse sorridendo

“Remus, idromele?”

“James smettila di offrire da bere in giro, se non vuoi vederci ubriachi prima dell’alba…”

“Volevo finire la bottiglia…” si giustificò lasciando la bottiglia e riconcentrandosi sulla partita a spara schioppo che andava avanti da un’ora.

“Che dite prepariamo i fuochi d’artificio?”

“Hai preso i fuochi?”

“Cosa credi che ci sia andato a fare ad Hogsmeade l’altro giorno?!” sorrise Sirius alzandosi, lasciando la stanza e ritornando con uno scatolone di fuochi d’artificio.

Uscirono in giardino.

“Signori, mancano trenta secondi a mezzanotte…” sorrise Remus guardandoli.

“Pet! Il conto alla rovescia!” gridò Sirius lanciando un fuoco d’artificio a James e un altro a Remus che scosse leggermente il capo. Il moro poi rientrò velocemente in casa mentre Peter raccolto anche lui un fuoco d’artificio cominciava un conto alla rovescia iniziato dal 25.

“Sir?” Enif lo seguì vedendolo trafficare con dei calici.

“Eny! Tieni questi.” Disse passandole alcuni bicchieri. Lei sorrise uscendo e distribuendoli agli amici. Quando Peter era arrivato al numero 10, Sirius uscì trionfante con una bottiglia in mano.

“Odgen stravecchio della cantina di zio Alphard!” sorrise.

“9…8…” a Peter si unirono anche gli altri amici. “7…6…5…4…3…2…1… BUON ANNO!” il grido sembrò rimbombare unanime.

Risero mentre Sirius stappò la bottiglia. Un filo di fumo si alzò dal liquido mentre lo versava nei bicchieri.

“Penso che questo Whisky incendiario sia forte…” disse Remus annusandolo appena.

“Attento ai capelli…” sorrise Peter. I Malandrini risero, mentre le ragazze li guardavano incuriosite.

“Capelli?” chiese Lily. Enif sorrise buttando giù un piccolo sorso di whisky, tossì con le lacrime agli occhi.

"Mi hanno dato fuoco ai capelli con il whisky...." disse sbrigativo Remus

"Sei tu che non sai bere a collo da una bottiglia, Remus..." lo prese in giro James.

Sirius fece partire un paio di fuochi d’artificio, nello stesso istante mille luci colorate illuminarono il cielo.

“Si divertono giù a Mersea!” sorrise James facendo partire un altro fuoco.

“Potremmo fare una passeggiata sulla spiaggia all’alba…” sorrise Enif mentre Sirius l’abbracciava.

“Si si potrebbe fare!” sorrise James “Si dice porta bene guardare la prima alba dell’anno.”

“Allora è deciso!”

 

La mezz’ora che avevano passato al freddo a ridere e a scherzare cominciava a farsi sentire.

Lily rabbrividì all’interno del suo cappotto.

“Hai freddo?” chiese James avvicinandosi, mentre guardavano gli ultimi fuochi della zona esplodere nel cielo.

“Un po’…” sorrise lei “senti… scusa per questo pomeriggio, non volevo risponderti in quella maniera…”

“Non preoccuparti… avrai avuto i tuoi buoni motivi…” disse fingendo di non sapere nulla.

“Si, però… tu non centravi… non era con te che ero arrabbiata, non avrei dovuto aggredirti…” disse lei imbarazzata tremando dal freddo.

“Ascolta…” cominciò James, passandosi una mano tra i capelli nervoso “posso… si, insomma… posso abbracciarti?”

Lily lo guardò stranita, era questa la parte di Potter che le piaceva, quella nascosta sotto la sua solita arroganza.

“Sì, se mi giuri che non lo saprà mai nessuno!” disse lei.

“Non ci tengo a farlo divenire di dominio pubblico, se tu non lo vuoi…” sorrise avvicinandosi e passandole un braccio attorno alle spalle.

“Va meglio? Non hai più freddo?”

 

“È  grandioso che la serata sia così tersa, si vedevano perfino i fuochi di  Witham!” sorrise Enif allegra.

“Eny…” Remus le si avvicinò mentre Sirius e Peter sembravano complottare qualcosa alle spalle di Lily e James.

“Si?”

“Non le ho ancora fatto i miei auguri, signora Balck!” sorrise divertito.

“Senza di te non sarebbe stato possibile, lo sai…” sorrise in rimando.

“È proprio una bella serata…” sospirò Remus guardando il cielo.

“Già, spero che quei due non stiano progettando uno scherzo a Lily e James, è solo grazie all’Odgen se James ha potuto abbracciarla…” rise Enif.

“Sembra che a Witham stiano ancora lanciando dei fuochi, le colline sono illuminate…”

Enif guardò in direzione di casa, dove sarebbe presto tornata.

“Remus, non ti sembra strano che la luce non lampeggi, se sono fuochi…” disse mentre il sospetto si faceva spazio nella sua mente. Anche Remus cominciò a preoccuparsi, aveva già visto una notte tinta di quel colore: il 1° settembre.

“Sirius!” Enif corse dal ragazzo indicandogli le colline. Tutti e sei osservarono le colline tinte di verde acido.

“Non può essere il Marcho Nero,…” sussurrò James

“Eny, abita qualche altro mago a Whitham? Magari qualche figlio di babbani…” chiese Lily avvicinandosi all’amica che tremava, ma non dal freddo.

“No, ci siamo solo noi…”

“Ma voi siete Purosangue…” cominciò Peter titubante…

“Avevano già minacciato tuo padre…” disse Sirius a mezza voce.

“Cosa? Come lo sai?” chiese Enif sconvolta.

“Me lo disse tua madre quando venne a cercarti… non volevo che ti preoccupassi…” disse Sirius “era per questo motivo che tuo padre ti aveva detto quelle cose….”

“Non importa, vado là…” Lily la prese per un braccio

“Non puoi andarci da sola! Vengo con te!”

“Ci veniamo tutti!” esclamò Sirius.

 

Quando si materializzarono sopra la collina di Faulkbourne, Enif era già 10 passi davanti a loro. Sirius la raggiunse prendendola per un braccio.

“Aspetta un attimo!” disse voltandola verso di lui.

“Aspettare cosa?” chiese preoccupata, il cuore che le stava martellando fuori dal petto.

“Noi… potrebbero esserci ancora i Mangiamorte… non perdere la testa ora…” le disse trattenendola finché non furono raggiunti dagli altri.

Il boschetto in cui si erano materializzati era fitto, ma Enif sapeva perfettamente dove erano, quel boschetto faceva parte della tenuta Icecrow. Enif avrebbe voluto correre ma le gambe le divenivano sempre più pesanti come se non volessero avvicinarsi alla casa.

Superato il boschetto, Faulkbourne Hall  apparve davanti a loro. L’antica villa fortezza del 1440 si stagliava con le merlature e la torre normanna nell’oscurità quasi a protendersi verso il Marchio Nero che brillava acido nel buio. Enif distolse lo sguardo dai mattoni rossi tinti di verde luminescenza nascondendo il volto nel petto di Sirius. Il ragazzo la strinse a se.

“Sembra ci sia qualcuno…” la voce di Remus le apparve lontanissima mentre risollevava lo sguardo.

Guardò la villa, attorno e dentro ad essa riuscivano a contare venti figure che si muovevano circospette.

“Dall’atteggiamento sembrano quelli del Ministero, magari Auror…” sussurrò James. Enif si divincolò dalla stretta di Sirius correndo verso la villa.

La villa era stata di proprietà della nobile famiglia babbana dei Bullock fino alla fine dell’800, quando Virgil Icecrow, il bisnonno di Enif, l’aveva acquistata come regalo di nozze per l’amata Arianna Black, da allora la famiglia Icecrow abitava l’antico maniero nell’Essex, ma per una volta Enif sperò che suo padre fosse andato a trovare i suoi prozii nel Galles.

Era quasi giunta all’ingresso quando riconobbe i mantelli degli Auror del ministero e la figura familiare di uno dei cugini di sua madre.

“GIDEON!” gridò attirando la sua attenzione.

Il giovane uomo si voltò vedendo la cugina corrergli in contro seguita da quelli che aveva intuito fossero suoi amici.

“Enif! Ci stavamo giusto chiedendo se eri in casa o no…”

“Ero a Mersea da Sirius…” disse senza nemmeno pensare che Gideon Prewett non conosceva Sirius o gli altri ragazzi. La ragazza si fermò crollando quasi nelle braccia del parente.

“Mia madre e mia padre…” chiese specchiandosi negli occhi nocciola di Gideon.

“Tranquilla, prendi un respiro…”

“Gideon…” lo supplicò, non c’era tempo per respirare!

“Stanno più o meno bene… dovrebbero arrivare dei medimaghi a portarli al San Mungo… ma si riprenderanno presto… era solo un avvertimento…”

“Ehi… l’hai trovata! Stai bene cugina?” chiese preoccupato un altro Auror uscendo.

“Sì, Fabian… io non ero qui…” disse trattenendo a stento le lacrime.

Fabian guardò il suo orologio da polso fissando attentamente le stelle del quadrante.

“Mi sa che quelli del San Mungo stavano festeggiando quando li abbiamo mandati a chiamare…”

“Posso?” chiese Enif tentando di entrare

“Sì, che scemo… entrate… solo state attenti a Malocchio, quello morde a volte…” sorrise Fabian accompagnandoli dentro “Gideon, il capo voleva anche te…” disse rivolto al fratello che li seguì.

Alla luce dei lampadari in ferro battuto i ragazzi videro i volti dei due giovani Auror. Gideon e Fabian Prewett erano gemelli, si notava subito: stessi lineamenti, stessa corporatura, stessi occhi nocciola e stessi capelli rossi. Avevano l’aria di ragazzi appena usciti da Hogwarts ma Lily si disse che dovevano avere minimo 25 anni per non essersi incontrati a scuola.

“Algol ci ha chiamati non appena i Mangiamorte se ne sono andati… non ho mai visto tuo padre così fuori di testa…” disse Gideon mentre giungevano nel salone principale.

Enif non aveva mancato di vedere come un arazzo che riportava il blasone degli Icecrow fosse strappato a metà, inoltre molti oggetti di famiglia giacevano sul pavimento rotti o abbandonati.

Sirius prese la mano di Enif mentre entravano nel salotto.

“Malocchio abbiamo trovato Enif…” sorrise Fabian

“O meglio è lei che ci ha trovato…” aggiunse Gideon.

Alastor Moody smise di parlare con il signor Icecrow. Enif si bloccò sulla porta, stingendo più forte la mano di Sirius. Suo padre sedeva su una poltrona, mentre sua madre era distesa su un divanetto priva di sensi. Algol Icecrow si alzò barcollando, zoppicò verso la figlia e lei lasciando la mano di Sirius gli si fece incontro.

“Non dovresti camminare, la tua gamba…” cominciò, prima che il padre le crollasse tra le braccia piangendo.

“Enif… mia piccola stella… non so quali dei ringraziare perché tu sia salva… o cara…” singhiozzò stringendola a se. Enif restò allibita e sorpresa, suo padre, per quanto non le avesse mai negato un abbraccio o una carezza, non l’aveva mai stretta a quel modo.

“Papà… papà… sono qui… scusami…” disse accarezzando le spalle

“Credevo di averti persa… credevo…”

“Papà… riprenditi…” disse con tono sicuro, la scena era un po’ imbarazzante se considerata la presenza di Alastor Moody, i cugini di sua madre e tutti i suoi amici.

Fu un attimo: il signor Icecrow si rialzò e sembrava che sul suo volto il dolore fosse sparito, che le lacrime non fossero mai scese dai suoi occhi, era questa l’abilità dei nobili: nascondere i sentimenti, Sirius si disse che almeno il signor Icecrow era in grado di provarli.

Enif accompagnò il padre a sedersi, avvicinandosi alla madre, le accarezzò i capelli rossi, per fortuna era solo svenuta.

 

Un’ora dopo al San Mungo un medimago stava finendo di visitare la Signora Icecrow.

“Non si preoccupi… il maleficio non era potente e la pozione che le abbiamo somministrato le farà tornare la vista in un paio di mesi…” disse dopo aver finito di controllare gli occhi della donna. Algol guardava la moglie, o meglio guardava i suoi occhi, quegli occhi verdi ora erano grigi, opachi, talmente chiari da sembrare bianchi. Era quello l’avvertimento: se non la vedete come noi non vedrete altro. Strinse con rabbia i pugni.

“Potrete tornare a casa vostra domani, per oggi è meglio che restiate qui a riposare” disse il medimago, l’uomo lo fissò appena.

“Grazie…”

“Nonostante la ferita si sia completamente rimarginata la prego di non sforzare quella gamba, signore…” raccomandò il guaritore prima di uscire.

Algol guardò la donna avvicinandosi, zoppicò un po’ per non appoggiarsi alla gamba ferita, si sedette accanto a lei prendendole la mano.

“Algol?” disse lei incerta. Lui non rispose accarezzandole la mano.

“Algol…” riprovò lei, in tutta risposta lui portò la sua mano alle labbra. Una lacrima bagnò la mano bianca della moglie.

“Felicia…” sussurrò “è solo colpa mia… se li avessi presi sul serio…se…”

“Non importa… basta solo che siamo qui… vivi… tutti e tre…” sorrise lei cercando con la mano la sua. “Enif?” chiese un po’ preoccupata.

“Sta bene è qui fuori…” l’uomo rimase un attimo in silenzio guardando le dita affusolate della moglie strette alle sue “con i suoi amici…” aggiunse. Era sicuro di averla vista sorridere.

“Dovresti vederli, sono tutti accanto a lei… non l’hanno lasciata per un attimo… loro…”

“Li vedo…” suo marito la guardò stranito. Felicia sorrideva con gli occhi chiusi. “Li vedo da tanto tempo, Algol…”

“E io volevo non vederli…” disse amaramente. “Se lei non fosse stata da loro…”

“Shhh… non viviamo di se, tesoro… voglio parlarle… e dovresti farlo anche tu…”

“Si…” disse alzandosi.

“Algol…” la voce della moglie gli sembrò più grave, si voltò a guardarla aspettando che continuasse.

“Dimmi…” sussurrò rendendosi conto che Felicia non poteva vederlo.

“Cosa risponderai a loro?” disse seria.

“La felicità di mia figlia non vale la mia vita…” disse l’uomo “ci nasconderemo in Galles… non importa, non parteciperò a questa guerra e non permetterò loro di distruggerci…”

Felicia sorrise, quello era l’uomo che amava.

Algol si avvicinò alla porta socchiudendola. Enif stava seduta in braccio a Sirius che teneva la testa appoggiata alla sua spalla, a destra Lily le teneva una mano e a sinistra Remus le teneva l’altra, James Potter e Peter Minus erano seduti ai loro piedi come dire che erano più vicino possibile. L’uomo sorrise, ne era sicuro, avrebbero protetto la sua bambina.

“Enif…” la chiamò. Lei alzò la testa, gli occhi lucidi.

“Papà?” si alzò lasciando le mani degli amici e raggiungendolo. L’uomo le mise una mano sulla spalla facendola entrare.

 

Quando Enif si fu allontanata, James si alzò in piedi.

“Vado a prendere qualcosa da bere… volete?” James si allontanò. Era quasi giunto all’area relax quando vide sua madre.

Stava venendo verso di lui, James pensò che Moody l’avesse avvertita e fosse venuta a controllare che i “suoi” ragazzi stessero bene.

“Dorea…” la donna si fermò. James si fermò a sua volta, sua madre era stata appena fermata da Malacchio Moody e dai fratelli Prewett.

“Alastor… Gideon, Fabian…” salutò. James aggrottò le sopracciglia che sua madre conoscesse Alastor Moody non era un mistero, suo padre aveva lavorato spesso con l’Auror e avevano passato alcuni anni assieme a scuola, ma i fratelli Prewett erano troppo giovani per conoscerla.

“Dorea, l’Ordine è stato avvertito?” chiese Malocchio guardandola.

“Si, Silente vuole parlare con gli Icecrow al più presto possibile.” James ascoltava mille domande per la testa: Silente? Ordine?

“Algol è testardo, se ha detto che non combatterà, non combatterà…” Gideon Prewett era sicuro.

“Albus non ne è convinto…” la voce di sua madre era tesa “Questo è il primo attacco diretto ad una famiglia purosangue civile… non ci metterà molto a fare il giro dell’Inghilterra…”

“Secondo me dovrebbe puntare sulla ragazza, ho visto quei ragazzi, come si sono comportati sul treno… sono in gamba e lei ha ottime capacita fisionomiche… ha riconosciuto Bellatrix Black come nulla fosse… ci farebbe comodo…”

“Alastor!” Dorea Potter sembrava sconvolta “ha 17 anni! Hanno 17 anni!”

“Dorea non potrai tener fuori dalla battaglia James, come non hai potuto farlo con Charlus…” disse Malocchio sicuro. I Prewett li guardarono dubbiosi.

“Sono ragazzi, Malocchio!”

“Ragazzi o no, Silente glielo chiederà prima della fine dell’anno… e allora sceglieranno loro…”

“Con tutto il rispetto, signora Potter…” cominciò Fabian “onestamente ci serve più aiuto possibile…”

“Lo so!” esclamò Dorea “Sennò non sarei qui, no?! “ disse scocciata. “Ora vado dai ragazzi, Malocchio…”

“Tieni gli occhi aperti e la bacchetta pronta… Dedalus e sua moglie passeranno in serata, Sturgis si è ustionato a posta una mano ed Emmeline è in qui in giro…”

“Lo so, Alastor… lo so…” sospirò la signora Potter “vigilanza costante…”

“Dorea…” la voce dell’auror più anziano si fece più seria, quasi dura. “Hanno ucciso Charlus qui dentro… non mi fido più del San Mungo…” disse guardandosi circospetto attorno.

“Allora non dovremmo parlare di queste cose in corridoio…” sibilò lei “Ora andate su…” disse comprensiva “eravate di pattuglia tutta la notte, no?! Sarete stanchi…”

“Sta attenta…” salutò Alastor Moody andandosene.

“Arrivederci, signora Potter” salutarono i gemelli

“Buona notte…” salutò lei, sopirò prima di voltarsi. James aspettò che la madre facesse un paio di passi prima di raggiungerla ed accompagnarla dagli altri.

 

“Mamma…” Enif si avvicinò di corsa alla madre prendendole la mano.

“Tesoro, meno male che stai bene…” disse la donna accarezzandole i capelli.

“Mamma… i tuoi occhi…”

“Guariranno, tesoro, non preoccuparti…”

“Mamma…”

“Non preoccuparti…”

“Mamma…” sorrise appena, sua madre aveva il brutto vizio di anticiparla.

“Si?”

“Scusami…” disse abbracciandola “Io… io avrei dovuto essere con voi… io…”

“Enif, no… non dire così… non oso pensare cosa sarebbe successo se tu ci fossi stata… piccola mia…” Algol si avvicinò sedendosi.

“Enif… non sei tu a doverti scusare…”

“Papà…”

“No, lasciami parlare… io… io devo chiederti scusa…”

“No, non devi…” disse leggermente “Tu avevi soltanto paura per me… e io non l’ho capito, non ti ho spiegato…”

“Enif, avrei dovuto capirlo dai tuoi occhi… sono tuo padre, devo pensare…”

“Alla mia sicurezza…”

“No, alla tua felicità…” La ragazza lo guardò stupita “Non ho intenzione di legarti ad una vita che non ti appartiene, ho sempre ammonito Orion di non farlo, e ci stavo cadendo io…” prese un respiro. “Enif, molti purosangue diranno che sono pazzo, ma non vorrei un erede maschio per nulla al mondo. Tu sei il mio tesoro più prezioso e sarò sempre fiero di te, qualsiasi scelta tu farai…”
“Papà…” Enif abbracciò il padre, che rimase un po’ spiazzato da quella reazione “ti voglio bene…”

“Anch’io piccola…” sorrise l’uomo accarezzandole i capelli. “Enif, ho scelto che ci ritireremo in Galles, nascosti ai Mangiamorte, sono certo che qualsiasi scelta tu farai sarà quella giusta…”

“Mi stai dicendo che dovrei combattere?” chiese guardandolo

“Sto dicendo che preferirei averti con me al sicuro in Galles, ma se tu vorrai combattere sarà giusto così…”

“Papà?”

“Si?”

“Vi proteggerò…”

 

Eccoci qui a questo benedetto o maledetto Capodanno... allora lo so, lo so... vi direte "cugini??? Fabian e Gideon Prewett? I fratelli di Molly?" si proprio loro. La madre di Enif Felicia Prewett è proprio cugina di loro... che volete i purosangue sono tutti imparentati. Spero sarete andati a leggere la fan fiction che ho pubblicato su Remus, When did you became a werewolf, RJ? e se non l'avete fatto, fateci un salto e lasciate un commentino ^^

Allora la casa di Enif esiste veramente e la sua storia fino a Virgil è tutta vera il resto è finzione anche perché non so cosa sia attualmente il castello... vi lascio una foto dall'ormai mio fisso sito di immagini:

Alohomora: Ecco qui che Algol ritorna in se, com'è adesso comincia a starti simpatico il mio caro paparino?

aliceundralandi: eccoci qui a capodanno come vedi anche qui un po' turbato dalla guerra, ma per fortuna è andato tutto per il meglio

hermy101: Povera Felicia, vero? James cerca di andare sul romantico dato che lo spaccone non ha funzionato ;P

PrincessMarauders: Mio padre invece mi chiese "nome, cognome, codice fiscale e fedina penale" XD Povero il mio moroso...come vedi finalmente padre e figlia finalmente si sono riabbracciati

Lady Lily: Spero di aver soddisfatto la tua curiosità e di non averti deluso. Onorata di averti tra i lettori ^^

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: ritorno ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

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Capitolo 16: Ritornare

Quella mattina il panorama che vedeva fuori dalla finestra era tutt’altro che familiare. Le montagne si susseguivano innevate sotto il cielo carico di neve, lì erano davvero fuori dal mondo. La dimora degli Icecrow era un vero e proprio piccolo villaggio posto sulle pendici più alte dello Snowdon, o Wyddfa, come chiamavano i gallesi la più alta montagna a sud delle Highlands.

Enif sospirò, nonostante da generazioni il ramo principale della famiglia si fosse stabilito nell’Essex ogni erede conosceva il gallese e le proprie origini, perché lì, nascosti agli occhi dei Babbani i rami cadetti della famiglia continuavano a vivere.

“Caput intel nubila condit…” sussurrò recitando il motto di famiglia, nasconde il capo tra le nuvole, ed in effetti la famiglia Icecrow arroccata lassù era pressoché introvabile.

“Enif… tuo padre mi ha mandato a dirti che il tuo ragazzo è arrivato…” disse un bambino di 10 anni aprendo distrattamente la porta.

“Grazie Taliesin.” Sorrise Enif. Sirius era venuto a prenderla per accompagnarla a Londra o almeno al di fuori delle protezioni lanciate sul Picco del Corvo o Brân Bannau in gallese.

Il bambino sorrise offrendosi galantemente di portarle il baule. Enif rise guardandolo.

Avevano passato una settimana al Picco, ma già si era affezionata a quei parenti, un po’ alla lontana, che aveva ritrovato, soprattutto a Taliesin, l’erede del ramo cadetto e unico maschio della loro generazione, e a Rhodelia, l’unica prozia di suo padre ancora in vita, che nonostante i suoi 94 anni continuava a “saltare da un sasso all’altro come una capra di montagna”, o almeno così diceva lei.

Rhodelia era un po’ la memoria storica della famiglia. Lei aveva visto il fratello Virgil impazzire d’amore tanto da lasciare la montagna per andare in Inghilterra, eppure conservava un dolce ricordo delle estati passate a Faulkbourne e della cognata Arianna.

Quando raggiunsero il cortile interno, Sirius stava venendo squadrato dalla ultranovantenne.

“Sir!” lo salutò Enif, mentre Taliesin lasciava il baule incantato dalla moto da cui era appena sceso Sirius.

“Ehi, piccola!” la salutò il ragazzo un po’ intimorito dallo sguardo acuto della vecchia, avvicinandosi e prendendo il baule per caricarlo sul Sidecar, montato per l’occasione.

“Cos’è questa cosa???” chiese Taliesin con gli occhi sgranati fissando la moto.

“Emh… è una moto…” disse Sirius un po’ in imbarazzo.

“A cosa serve?”

“I Babbani la usano per spostarsi…”

“Quindi anche loro sanno volare!” esclamò sorpreso il bambino

“Non con queste almeno… ho messo io un incantesimo per farla volare…” Enif rise alle sue spalle

“Devi scusare Taliesin… gli Icecrow di quassù non hanno molti contatti con i Babbani…” Sirius la guardò sorridendo

“Ed è anche un bene… i babbani non devono conoscere il nostro mondo…” borbottò la vecchia Rhodelia, guardando critica Sirius.

“Ma questo non vuol dire che noi dobbiamo essere ignoranti…” disse Sirius “ma non mi stupisco, anche la mia famiglia la pensa in questo modo…”

La vecchia guardò ancora più intensamente il ragazzo…

“Hai un’aria familiare… non sei mai venuto quassù ragazzo?”

“No, è la prima volta signora…”

“Zia Rhodelia… lui è Sirius Orion Black… Sir, lei è Rhodelia Icecrow, la sorella di mio bisnonno…” li presentò Enif ridendo.

“Incantantato signora…” disse facendo un mezzo inchino Sirius.

“Non ha dimenticato la buona educazione pur essendo un rinnegato…” constatò Rhodelia guardandolo tagliente.

“Zia…” cominciò Enif, non sopportava come tutti i purosangue trattavano Sirius

“Lascia stare, non importa…” la fermò lui.

La vecchia lo guardò ancora.

“Non ti importa di non far parte della tua famiglia?”

“Per come mi hanno sempre trattato non erano la mia famiglia, la mia sarà quella che avrò in futuro…”

Il volto di Rhodelia si aprì in un sorriso, gli occhi castani scintillarono.

“Non avevo visto male allora, hai gli stessi occhi di Arianna…” disse felice rientrando in casa.

Enif e Taliesin risero, Sirius li guardò allibiti.

“E questo che significa?”

“Che gli stai simpatico…” rise Enif “Comunque lui è Taliesin Icecrow…”

“Non sapevo avessi un cugino…” la guardò sorpreso Sirius

“Alla lontana…” cominciò Enif ma il bambino la interruppe, continuando però a guardare la moto di Sirius.

“Mio bisnonno e suo bisnonno erano fratelli…” specificò “Ma suo bisnonno lasciò Bannau e andò in Inghilterra per Arianna Black e qui sono rimasti la zia Rhodelia, mio bisnonno Garnoc e la zia Hafwen fino a quando si è sposata, lei è suo marito sono tornati qui quando ero piccolo… lei è morta lo scorso anno, e lo zio Desmond tre mesi fa…”

Sirius lo guardò stranito, fissando Enif

“Siete proprio presi voi per gli affari di famiglia…” Lei rise. Taliesin lo guardò

“A te non piacciono queste cose?” chiese

“Non c’era motivo perché mi piacessero… nessuno dei miei familiari ha fatto qualcosa di buono… Andromeda e Alphard a parte…” disse soprapensiero.

“Io non so se i miei parenti hanno fatto qualcosa di buono o no… ma mi piace sapere chi fossero, almeno i loro i nomi… mi fa sentire parte della famiglia…” sorrise il bambino

“Zia Rhodelia l’ha cresciuto a pane e genealogia…” rise Enif “Andiamo dai miei, forza.”

“Come sta tua madre?”  chiese mentre superavano l’ingresso del maniero.

“Fisicamente come prima… gli occhi non hanno ancora ripreso a vedere, ma si sente meglio. Nonostante sia un posto fuori dal mondo ci sono tante persone qui e tutte le stanno danno una mano, primi fra tutti  mio padre e la madre di Taliesin…”

Sirius si guardò attorno, le mura grigie illuminate da lanterne.

“Quante gente c’è quassù?” chiese.

“Non lo so di preciso…” Enif guardò il bambino accanto a loro “Tu lo sai?”

“Beh, il castello è una fortezza… c’è una casa principale dove siamo noi, e qui non siamo in molti… ci sono i miei genitori, i miei nonni, la zia Rhodelia e ora Enif e i suoi… è per il ramo principale… quello di Lleufer Icecrow…” si guardò un’attimo attorno “Vieni a vedere Sirius!” Sirius si avvicinò al bambino che era corso ad una finestra.

“Questa è la cittadella…” disse indicando lo spazio al di fuori: attorno ad una piazza si apriva un vero e proprio villaggio medievale, arroccato tra le mura e il monte che chiudevano la fortezza.

“Qui abita la mia prozia Meredith e la sua famiglia: i Nutcombe e poi ci sono tante famiglie di maghi… molti portano il cognome Rhewbran o solo Bran… sono parenti ancora più addietro di Lleufer, fu lui a tradurre in inglese il cognome della famiglia nel 1865, la nostra famiglia è molto antica… ma solo io ed Enif siamo gli eredi del ramo principale. Solo noi siamo gli Icecrow” Disse orgoglioso.

Sirius lo guardò non parlava con disprezzo delle altre famiglie era solo orgoglioso della propria, come ogni bambino dovrebbe essere, era quella la differenza. Walburga Black non gli aveva mai insegnato ad apprezzare la loro famiglia, lei aveva solo preteso che disprezzasse quelle degli altri.

“È antico questo posto…” sussurrò Sirius

“Oh sì!” esclamò sorridente il bambino “Vuoi che ti racconto la sua storia???” chiese entusiasta, Sirius non riuscì a dire di no.

“Tutto comincia nel 1300. Sai all’epoca il nostro antenato  Eiros Brân viveva tra i Babbani, lui aveva lasciato la sua famiglia per aiutare i Babbani e viveva con loro. Loro non sospettavano che Eiros fosse un mago ma un giorno il suo migliore amico, Dafydd Coch, Coch significa Rosso, un Babbano scoprì che era un mago… Eiros avrebbe voluto cancellargli la memoria ma l’amico gli promise che non l’avrebbe mai tradito e allora si fidò di lui …” in quell’istante Enif aprì una porta e Taliesin si fermò.

“Sirius…” Algol accolse il ragazzo con una pacca sulla spalla mentre Vontell Icecrow, il padre di Taliesin, lo squadrava.

“Signore…”

“Zia Rhodelia ha detto che sei arrivato su con un trabiccolo babbano…” disse dubbioso

“L’ho modificato signore…”

“È una cosa sicura?” chiese guardandolo serio

“Si certamente… mi ha portato da Mersea a qui…”

“Sarai infreddolito, perché non ti riscaldi…” intervenne Felicia alzandosi e facendo un paio di passi verso di loro. Una donna dai capelli color miele la sorresse guidandola.

“Mamma, sai stavo raccontando a Sirius la storia del castello!” Esclamò contento  Taliesin alla donna.

“Bravo annwyl*…” disse lei dolcemente

Sirius guardò Algol Icecrow.

“Signore, credo noi dovremmo andare… o il treno lo perdiamo… comunque useremo la moto solo per lasciare i confini del Picco del Corvo e poi ci smaterializzeremo a King’s Cross…”

“Si, capisco…” disse Algol, pensieroso… “comunque loro sono Vontell Icecrow e sua moglie Lilith i genitori di Taliesin…” li presentò

“Sirius Black…” disse con un cenno del capo e un sorriso.

Felicia raggiunse Sirius abbracciandolo e facendo lo stesso con la figlia.

“State attenti… non combinate guai a scuola… spero di rivedervi per le vacanze pasquali…” sorrise.

“Anche io mamma… sicura che…”

“Enif tesoro, c’è tanta gente qui che mi da una mano… non preoccuparti saremo al sicuro.”

I quattro adulti e Taliesin li riaccompagnarono nel cortile.

“Sirius, la prossima volta finisco di raccontarti la storia!” disse sicuro il bambino nel suo accento gallese.

“Certamente!” disse Sirius montando in sella alla moto e aiutando Enif a fare lo stesso.

“A presto!” sorrise la ragazza, certa che da qualche finestra anche Rhodelia la stesse osservando. La moto di Sirius partì borbottando per il freddo, ma in men che non si dica si lasciarono alle spalle la montagna.

“Temo di sapere la fine della storia di Taliesin… il Babbano l’ha tradito e per salvare la famiglia dalla caccia alle streghe ha fondato il castello…” disse Sirius memore delle storie sui Babbani che la nobiltà raccontava…

“Ci sei andato vicino… ma Dafydd il Rosso non ha mai tradito il Corvo…” sorrise tristemente lei.

“Il corvo?”

“Brân significa corvo… perché aveva i capelli neri ed era svelto d’intelletto”

 

♦♦♦

 

“Sei sicura di voler andare da sola?” Daisy Evans guardava di sottecchi la figlia.

“Mamma…” Lily sbuffò chiudendo il baule

“Va bene, va bene… ma non capisco perché non possiamo….”

“Perché è meglio di no… e così farò prima…” la voce di Lily era più alterata di ciò che sembrava

“Tesoro è da Capodanno che sei strana, è successo qualcosa?” chiese la madre dolcemente.

“No, mamma, non succede nulla…” rispose forse fin troppo in fretta Lily.

“Tesoro, se c’è qualcosa che non va con me puoi parlare lo sai… non è che quel James…”

“Mamma…” l’ammonì la figlia con lo sguardo.

“Dicevo che è stato gentile ad accompagnarti a casa…” Lily sospirò, James era stato fin troppo gentile, dopo l’attacco a casa degli Icecrow l’aveva accompagnata a casa come se dovesse scortare la regina in persona.

“Lily…”

“Che c’è, mamma?” chiese forse un po’ troppo nervosa.

“Sicura di non nascondermi nulla?” la madre era preoccupata era chiaro che stava succedendo qualcosa e lei si sentiva inutile, stava divenendo un’estranea nel mondo di sua figlia, e questo le faceva male.

“Davvero mamma, non c’è alcun problema.” Sorrise appena Lily.

“Principessa…” la voce di suo padre la fece voltare verso la porta.

“Si, papà?”

“Sta attenta ok?”

“Non preoccuparti apparirò direttamente sul binario 9 ¾ , non c’è nulla da…” Lily non riuscì a finire la frase, suo padre e sua madre la guardavano seri…

“Cosa sta succedendo, Lily?” suo padre era serio, dannatamente serio. Lily si morse un labbro.

“Non ve lo posso dire…”

“Lily!”

“Daisy, lasciala parlare… perché non puoi?”

“Voglio proteggervi…”

“Da cosa?” Harry Evans la guardò serio ma dubbioso.

“Dalla guerra…” sussurrò Lily fissandoli seria.

Sua madre si portò una mano alla bocca incredula, suo padre continuò a guardarla.

“Più resto con voi… più loro capiranno dove siete… io… io voglio proteggervi…” ripeté Lily.

“Chi sono loro?” chiese ancora il padre.

“Maghi oscuri, gente che non si pone scrupoli su chi uccide, infondo bastano solo due parole…”

“Le strane sparizioni, le morti inspiegabili…” Lily annuì.

“Perché non ce l’hai detto?” la voce di Daisy era stridula

“Mi avresti permesso di vivere nel mio mondo, sapendo che quelli come me vengono uccisi?” chiese seria. Sua madre la guardò un po’ shockata.

Lily si caricò il baule e fece per uscire dalla stanza, suo padre la bloccò. La ragazza alzò lo sguardo verso l’uomo, leggeva preoccupazione ma anche orgoglio nei suoi occhi.

“Ti accompagno lontano da qui, così puoi sparire senza che si capisca che sei partita da qui… è questo il tuo problema vero…” Lily annuì.

“Ma Harold…”

“Daisy, è quello il suo mondo… solo non fare l’eroina, va bene principessa?” gli sorrise l’uomo prendendole di mano il baule.

 

♦♦♦

 

“Mamma, noi andiamo…” I Malandrini avevano passato gli ultimi giorni di vacanza a casa Potter ed ora James ne stava coordinando la partenza per King’s Cross.

“State attenti…” disse dando ai tre ragazzi un bacio sulle guance “Salutatemi anche Sirius e la sua ragazza…”

“Va bene…” disse sbrigativo James controllando a vista di aver preso tutto.

“Jamie?”

“Si mamma?”

“Non combinate disastri…”

“Mamma, non siamo più dei ragazzini…” Remus e Peter guardarono James, quella frase nascondeva altri significati, lo sapevano avevano ascoltato James parlare per ore della conversazione che aveva sentito al San Mungo.

“Lo so… ma state attenti lo stesso…”

“Mamma…”

“Si caro?”

“Cos’è l’Ordine?” chiese James riuscendo finalmente a fare quella domanda che da giorni voleva uscire.

“Tu cosa sai…”

“Ti ho sentita parlare con i Prewett e con Malocchio…”

“Non deve interessarti!” disse alterata la donna

“Ma…”

“James…” il tono della donna non ammetteva repliche.

“Mamma... tu e papà… facevate parte di questo Ordine…”

“James, non chiedermi nulla… meno ne sai meglio è…”

“Non crederai che starò ad aspettare che i Mangiamorte uccidano anche te, mamma…” James era serio.

“Quello che preoccupa me e che possano fare del male a te, James… ora andate o perderete il treno…” disse agitata

“Mamma…” Dorea Potter si aggrappò al braccio del figlio, gli occhi lucidi.

“Non combattere… non farti uccidere…” lo supplicò

“Voglio un mondo migliore, mamma…” la donna abbassò gli occhi

“Tuo padre sarebbe orgoglioso di te…” sussurrò lasciando il braccio del figlio.

“Prongs…” cominciò timidamente Peter

“Si, si… andiamo….” Disse sbrigativo “Ci vediamo presto, mamma…” sorrise poi prima di smateriallizzarsi. Una volta che i ragazzi furono scomparsi, Dorea si lasciò scivolare a terra, lacrime le rigavano il volto…

“Charlus… veglia su di lui, ti prego…” singhiozzò.

 

♦♦♦

 

“Ehi ma siete già tutti qui…” sorrise Lily vedendo Enif sulla banchina mentre parlava con i Malandrini.

“Lily!” Enif l’abbracciò

“Si, sono viva” scherzò la rossa. “Saliamo?” chiese rivolta ai ragazzi.

“Vieni con noi Evans?” chiese James stupito

“Di certo non lascio da sola Enif e poi… non siete così male…” sorrise precedendoli e salendo sul treno.

 

Era passata un’ora dalla partenza quando James si alzò, controllò che nessuno fosse in corridoio e lanciò un muffiato sulla cabina, facendo scattare poi la serratura.

“Potter cosa?”

“Sicurezza…” disse sbrigativo sedendosi. “Enif, Silente era venuto a parlare con i tuoi genitori vero? Sai di cosa hanno parlato?” chiese guadando la ragazza.

“So che papà era arrabbiato. Credo Silente gli abbia chiesto di combattere i Mangiamorte o qualcosa di simile…”

“Come pensavo… sono anni che gira la voce che Silente stia combattendo Tu-Sai-Chi da solo… io credo non sia da solo…” prese respiro “credo abbia fondato una sorta di società segreta chiamata l’Ordine, o qualcosa di simile, che abbia arruolato vari maghi e stia combattendo i Mangiamorte…”

“Perché dovrebbe, c’è il ministero, no?” chiese ingenuamente Peter

“Metà di quelli che sono lì dentro sono invischiati…” sospirò Enif “soprattutto perché stanno agli ordini dell’Oscuro molte famiglie della nobiltà purosangue…”

“Al San Mungo ho sentito mia madre parlarne a Moody e ai fratelli Prewett… credo ne facciano parte tutti… hanno detto di tener gli occhi aperti perché non si fidavano del San Mungo… credo Moody pensi che mio padre non abbia avuto una ricaduta…”

“La fama di Malocchio Moody la conosciamo tutti, vede complotti ovunque…” disse Remus non del tutto convinto delle sue stesse parole.

“Ma sul treno ci ha azzeccato…” cominciò Sirius “qualcuno ha fatto sparire il corpo del macchinista così da non far sospettare di qualche studente…”

“Cosa ha detto esattamente Moody a tua madre?” chiese Lily guardando James.

“In primo momento litigavano, Moody diceva che Silente ce lo avrebbe chiesto…”

“Cosa?” chiese Peter

“Di far parte dell’Ordine presumo... e poi beh le ha detto di stare attenta e di tenere gli occhi aperti… a nominato altri maghi, probabilmente membri dell’Ordine che dovevano controllare che ai tuoi non succedesse niente…” concluse guardando Enif.

“Sai qualche nome?” chiese la bruna.

“Ha detto Sturgis che si sarebbe ustionato la mano apposta per essere al San Mungo, Emmeline e Dedalus…”

“Dedalus?” chiese sorpresa Enif

“Si, lo conosci?”

“Se parlava di Dedalus Lux è mio zio… lui e mia zia Micea sono in effetti venuti a vedere come stavano i miei…”

“Sai se fanno parte dell’Ordine?”

“No, li ho sempre visti poco perché Dedalus è figlio di Babbani…” Enif arrossì “…e prima di sposare mia zia aveva litigato con mio padre e mio nonno… ma so che è amico di Silente…”

“Credo mio padre fosse in missione per l’Ordine quando è stato attaccato…”  disse un po’ a se stesso James.

“Il problema non c’è in realtà… se quello che Moody ha detto è vero, sarà proprio Silente a spiegarci tutto…” disse Lily seria “…io mi fido di Silente…” concluse.

“Che farete se Silente ci chiederà di unirci a lui?” chiese Peter agitato, lui non aveva pensato minimamente al futuro, lui voleva solo che la gente smettesse di trattarlo come un fallito…

“Io lo farò…” disse James sicuro “…spedirò ad Azkaban quella feccia…”

Sirius sorrise “Non abbandonerò James, non la passeranno liscia per ciò che hanno fatto a Charlus Potter…”

“Voglio proteggere la mia famiglia…” disse semplicemente Enif. Lily la guardò, con un mezzo sorriso sulle labbra.

“Io combatterò…” disse seria, non aggiunse altro, sapeva che avrebbe combattuto per tutti i mezzosangue, perché non ci fossero altre Bonnie Olsen.

Remus ci pensò su, quali aspettative per il futuro aveva? Fenrir Grayback aveva distrutto la sua vita, Fenrir Greyback spalleggiava i Mangiamorte, lo dimostrava l’attacco di Natale.

“Io ci sto!” disse serio.

Peter restò in silenzio torcendosi le mani, di certo non era un uomo d’azione. James voleva portare giustizia, Sirius doveva dimostrare al mondo di essere migliore, Remus doveva conquistare quella vita che gli era stata negata, Lily voleva combattere per tutti i mezzosangue come loro, Enif voleva proteggere le persone che amava. E lui? Lui era semplicemente Peter, il pasticcione, il fallito, perfino agli occhi di suo padre… avrebbe voluto essere come il figlio perfetto che suo padre si era inventato: Paul, ecco avrebbe combattuto per essere come Paul.

“Va bene anche per me…” disse leggermente, ciò che Peter non capiva era che Paul erano semplicemente i suoi pregi.

 

♦♦♦

 

Quando rientrarono al castello James fu certo veder Silente fissarli più del solito. Era certo di averlo visto sorridere.

“Non vedo l’ora di gettarmi sul mio letto…” sospirò Enif stiracchiandosi mentre salivano tutti assieme le scale.

“E io che pensavo che saresti venuta a farmi compagnia nel mio…” disse malizioso Sirius, Enif in tutta risposta arrossì fino alla punta dei capelli.

“SIRIUS!” gridò imbarazzata facendolo ridere.

Lily scosse la testa aprendo il passaggio della Signora Grassa.

“E’ bello essere di nuovo a casa…” sussurrò osservando la Sala Comune ancora deserta.

 

* significa "caro figlio" in gallese

 

Tadan!!!! Sono tornata! Cosa posso dire intanto vi do una foto dello Snowdon (Bran Bannau è sotto le nubi ;P)

Wyddfa, Galles, UK

 Allora intanto volevo ringraziare chi ha indetto il concorso dei Never Ending Story Awards, ringrazio la giuria!!!! E chi mi ha consigliato di iscrivermi (grazie Alohomora ^^)

     

 

hermy101: Come vedi i ragazzi cominciano già a pensare seriamente a questa guerra.

Alohomora: Lo sai che penso proprio che ci fosse Bellatrix dietro l'attacco a casa Icecrow?

lyrapotter: Sono contenta di aver incontrato un'altra nuova lettrice e spero che continuerai a seguirmi.

PrincessMarauders: Niente bacio sotto il vischio, peccato... ma diciamo che Lily sta cominciando a non poter vivere senza i malandrini volente o nolente ;P

Dafny: Più scrivo e più guardo le immagini dei panorami e dei posti inglesi e irlandesi più ho voglia di andarci... uff... magari il prossimo anno....

Lady Lily: Tadan eccomi qui Algol ha trovato un genero un po' particolare ma per fortuna gli Icecrow sono più aperti della media dei Purosangue

princes_of_the_univers: Ti ringrazio  tantissimo sia per il risultato del concorso che per lo splendido commento che mi hai lasciato. Da la forza per scrivere ^^ Anche se ero impallata su un capitolo abbastanza duro ;P

 

Grazie a tutti e alla prossima!!!!!

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17: Moonlight ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

 

Luna's Tears, yantotzkie, deviantart

 

Capitolo 17: Moonlight

Il sole sembrava non voler riscaldare quel 24 gennaio, nascosto com’era nella lattiginosa nebbia del mattino.

In una delle torri del castello alcuni ragazzi si stavano svegliando. Remus Lupin si stiracchiò sentendo la sua schiena protestare sonoramente, gemette appena mentre i muscoli si rifiutavano di collaborare.

 “Ehi, Lunastorta come va?” chiese James uscendo dal bagno con i capelli bagnati.

“Sopporterò… Frank e Samuel?”

“Sono appena scesi…” disse Peter

“Ce la fai?” chiese Sirius avvicinandosi all’amico

“Si, riuscirò a seguire le lezioni, almeno stamattina…”  sorrise il licantropo.

“Sicuro di reggere doppie pozioni e trasfigurazione?” chiese James preoccupato.

“Cercherò di non vomitare nella pozione…”sorrise Remus alzandosi e raggiungendo il bagno misurando i suoi movimenti. Si guardò allo specchio: occhiaie bluastre gli cerchiavano gli occhi, eppure in un angolo quegli occhi brillavano, si chiese se stesse cominciando ad accettare il lupo, sicuramente se lo stava facendo era solo merito dei Malandrini.

“Dove andiamo stasera?” chiese Sirius a James, Remus scosse la testa rientrando nella stanza.

“Intanto pensiamo ad arrivarci a stasera!” rise il ragazzo spingendoli lontani dal suo letto.

 

♦♦♦

 

“A me sembrano strani…” sussurrò Enif a Lily guardando i ragazzi parlare tra loro.

“Staranno combinando una delle loro..” disse rassegnata scuotendo la testa Lily.

“Non ti pare che Remus sia pallido…”

“Più del solito, in effetti…”

“Credi che…” cominciò Enif

“Non tirerai fuori quello che ti ha detto tuo padre, vero?” l’ammonì Lily. Enif restò in silenzio, continuando a guardare i ragazzi. In effetti si sarebbero spiegate le strane sparizioni di Remus, le sue cicatrici, solo era troppo terribile per poter essere vero, Remus non poteva avere una vita così.

Nonostante Lily cercasse di non pensarci il dubbio cominciava ad assillare anche lei, dubbio che si intensificò con la sparizione di Remus nelle lezioni del pomeriggio.

Enif e Lily si ritrovarono alla fine sole a cena, con una decina di domande per la testa.

“Se lo fosse davvero Sirius e gli altri non sarebbero spariti a loro volta, no?” cominciò Enif salendo le scale.

“Non credo sarebbero così pazzi…” Lily sembrò pensarci su “eppure era proprio perché sparivano una volta al mese, che Severus aveva cominciato con le sue teorie…”

“Magari coprono Remus… lo proteggono…”

“O magari stiamo facendo di un arrosto un incendio…” scosse la testa Lily

“Remus stava male, su questo non ci piove…” insistette Enif mentre raggiungevano la Sala Comune.

“Aspettiamoli…” propose Lily guardando alcuni ragazzini studiare “Ci mettiamo qui e aspettiamo che ritornino… torneranno, no?”

“Va bene!” sorrise Enif “Vado a prendere gli appunti di Erbologia per domani!” disse salendo nel loro dormitorio.

Lily sbirciò la luna che brillava nel cielo di gennaio, sospirò sperando davvero che si stessero sbagliando.

 

♦♦♦

 

La torre si stava svuotando per la cena quando i Malandrini scivolarono inosservati nel loro dormitorio.

“Sir controlla la mappa…” disse James sbrigativo, aprendo il suo baule.

“Non ci staremo mai tutti e tre sotto il mantello, James…” disse titubante Peter.

“Infatti… Sir, sta arrivando qualcuno?” chiese James

“No, nessuno…”

“Peter, trasformati ed entra nella tasca…”

“Dici?”

“In due forse ci stiamo…”

Davanti agli occhi di James il corpo cicciottello di Peter si rimpicciolì: un secondo dopo fissava con un sorriso un piccolo topo.

“Forza Wormy…” sorrise raccogliendo l’Animagus che gli si sistemò in tasca.

“Andiamo Paddy… Moony ci aspetta…”

“Andiamo!” sorrise Sirius, facendosi calare il mantello dell’invisibilità sopra la testa.

I due ragazzi camminarono in silenzio e rapidamente, evitando i corridoi trafficati e ben presto si trovarono all’aperto. Abbandonando la prudenza e corsero attraverso il parco, un osservatore attento avrebbe potuto notare due paia di scarpe muoversi sui prati innevati, ma a quell’ora nessuno guardava il parco.

Il Platano Picchiatore si presentò davanti a loro nella sua inquietante nodosità. Pochi erano quelli che al castello sapevano il segreto che si celava dietro l’albero e tra questi erano quasi certi di essere i soli studenti a conoscere la storia, o almeno la vera storia: Severus Piton sapeva solo ciò che voleva sapere…

Controllando la mappa James tolse il mantello.

“Speriamo di non essere in ritardo…”disse guardando distrattamente il cielo.

“La luna non è ancora sorta…” constatò Sirius. James frugò con una mano in tasca lasciando uscire il piccolo Peter.

“Allora Wormy, è il tuo momento!” sorrise James appoggiandolo a terra. Il topolino si mise sull’attenti, facendo un piccolo saluto militare. Sirius ridacchiò delle movenze umane in forma animale dell’amico. Peter squittì divertito, correndo poi verso la base del Platano. La neve gli impediva di correre come doveva ed infatti dopo aver premuto il nodo che immobilizzava l’albero ruzzolò malamente giù per il tunnel assieme alla neve che ne copriva l’imbocco.

“Andiamo?” chiese Sirius.

“Abbiamo lasciato un sacco di impronte…” sussurrò James guardando il parco alle loro spalle

“Non preoccuparti… forza non voglio lasciare quel lupo spelacchiato più solo del previsto!” disse Sirius sorridente, sembrava un bambino pronto per la gita primaverile… ma chi lo conosceva bene sapeva che stava solo cercando di alleggerire la situazione.

“Vabbeh… spero nevichi…” sussurrò James scuotendo la testa, e seguendo gli amici giù per il tunnel.

Lo stretto passaggio si snodava tortuoso sotto il parco, Peter, in forma di topo apriva la strada, mentre James e Sirius lo seguivano le bacchette alzate per farsi luce.

“Una volta non era così stretto…” bofonchiò Sirius mentre una ciocca di capelli gli si impigliava in una radice.

“Da Prongs ho sempre avuto dei problemi…” confermò Potter, Sirius sbuffò innervosito.

“Va bene, ho capito!” disse fermandosi e mettendo via la bacchetta. James sorrise guardando l’amico rimpicciolire, se così si può dire, in un grosso cane. Padfoot scodinzolò felice di non aver più radici che gli si impigliassero al pelo e continuò tranquillo a camminare nell’angusto passaggio.

Dopo un bel pezzo i tre si trovarono davanti ad una botola.

“Così avete lasciato il lavoro a me, eh?” sospirò James guardando Padfoot e Wormtail che lo aspettavano seduti sotto il passaggio. Il ragazzo alzò la botola e Sirius con un balzo saltò dentro. Abbaiò felice sparendo alla vista di James.

“Sali Wormtail…” disse Potter allungando la mano per permettere a Peter di salirci, depose dolcemente il topolino oltre la botola e poi si issò a sua volta. Chiuse la botola dietro di se, sapeva quanto Remus era pignolo in fatto di sicurezza. Appoggiò il mantello dell’invisibilità su un mobiletto li a fianco e si trasformò.

I capelli neri si ritrassero nel cranio, mentre delle maestose corna cominciarono a crescere dalla testa che andava ad allungarsi. Il corpo si ingrandì e di piegò a quattro zampe mentre una morbida peluria castana lo ricopriva. Il cervo si avviò verso la direzione presa dai due amici.

Quando oltrepassò la porta della stanza più grande della casa, Prongs si fermò in ascolto. Wormtail si era arrampicato su un tavolo sgangherato in attesa, mentre Padfoot si era accucciato a terra, tranquillo. Remus era seduto a terra, vestito solo di una coperta.

“Ci siete tutti… immagino che neanche stasera riuscirei a convincervi che è una cattiva idea stare con me, vero?” disse stancamente.

Wormtail squittì, doveva essere un no. Remus sorrise.

“Sono fortunato… ci siete voi con me…” disse piano, poi guardò il cielo che si intravedeva dalle finestre sbarrate della Stramberla.

“Non fatemi fare nulla di terribile…” sospirò agli amici mentre sentiva la luna alzarsi da sopra i monti.

 

♦♦♦

 

“John va tutto bene?” la voce di Erik Swan fece riscuotere l’uomo mentre salivano stancamente la collina che portava a casa Lupin.

“Si, Erik, scusa… solo sai… non sono mai tranquillo quando c’è il Pleniluvio…”

“Remus è a Hogwarts, John… starà bene…” cercò di tranquillizzarlo l’uomo.

“Lo so, ma ho sempre l’impressione che possa succedere qualcosa di terribile nelle notti di luna piena… e dopo ciò che è successo a Natale, voglio tornare da Helen prima che sorga la luna…” disse serio il più giovane.

“Non useranno due volte lo stesso metodo…”disse Swan, guardandosi però attorno, quella sera era strana.

“Lo spero…” disse soltanto John, sistemandosi meglio il fucile in spalla.

“Ti ringrazio per l’aiuto che mi dai per il fienile…”

“Non preoccuparti Erik… se c’è da fare qualche lavoro alla Babbana sai che non mi tiro mai indietro… mi sembra di tornare bambino…” sorrise Lupin.

“Non devi aiutarmi perché ti senti in colpa, non sei responsabile di ciò che è successo a Natale…”

“No… ma mi sento comunque responsabile… Grayback dovrebbe essere un problema solo mio.”

“John, riguardo a questo sai…”

“Erik, no… tu non potevi sapere… all’epoca nessuno di noi sapeva…”

“Avrei potuto salvare Remus, quella notte…” sospirò Erik Swan “sai che avrei potuto farlo, John!”

“Lo so, Erik… ma non possiamo piangere sul pentolone versato… tu sei stato il primo a capire, sei stato il primo ad aiutarci… e questo né io né Remus lo dimenticheremo mai… ricordatelo!” sorrise tristemente il signor Lupin.

“Ora è meglio smetterla di parlare di queste cose, Helen si turba così facilmente in questo periodo…” scosse la testa aprendo la porta.

“Helen , sono io! Tesoro, c’è anche Erik…” John Lupin non ottenne risposta, guardò Swan preoccupato. Non era da Helen non rispondere.

“Helen? Dove sei?”

“J..John!” la voce di sua moglie arrivò dalla cucina, era flebile, come spaventata.  I due uomini si avvicinarono velocemente, Erik estrasse la bacchetta mentre John impugnò il fucile. La casa era in ombra se non fosse stata per la cucina illuminata, ma quello era normale quando Helen era sola a casa. Ma c’era qualcosa che non andava, John lo respirava nell’aria.

Entrò in cucina, bloccandosi sulla porta. Swan si fermò qualche passo dietro di lui. I vetri della finestra infranta giacevano a terra, accanto ai piedi di due persone: Helen era stretta nella morsa di un uomo alto e magro che la bloccava stringendole il braccio destro dietro la schiena. La mano sinistra di lei era abbandonata sul fianco a causa di una ferita alla spalla. Fra i capelli annodati che scendevano fin sugli occhi, le pupille dell’uomo brillarono quando vide John. Un sorriso gli increspò le labbra lasciando vedere dei denti giallastri e appuntiti, un sottile rivolo di sangue gli scese sul mento.

“Buonasera John!” rise.

“Fenrir…”

 

♦♦♦

 

Padfoot gli afferrò l’orecchio trascinandolo più in basso. Moony ringhiò divincolandosi, il lupo sapeva che era un gioco: il cane lo mordeva delicatamente, lo lasciava andare, correva un po’ per la stanza e lo guardava scodinzolando. Il lupo però non sapeva perché lo faceva. L’umano che lo imprigionava sembrava lasciarlo uscire tranquillamente quando c’era quel cane, e stava li a guardarlo sorridente. Odioso. Lui poteva vivere ogni giorno mentre lui usciva una volta al mese. Eppure quando c’erano quegli animali lui stava lì tranquillo, non gli diceva di calmarsi, era seduto in un angolo della sua anima attendendo di tornare in se stesso, perché il lupo sapeva che aveva poco tempo: una notte, una notte appena e poi sarebbe stato lui quello rinchiuso in un angolo.

Il suo odiato umano… sì, suo eppure odiato: suo perché suo era il corpo che lo lasciava uscire, odiato perché lo rinchiudeva da sempre. Il suo odiato umano doveva conoscere quel cane, perché a volte lo sentiva sussurrare un nome: “Padfoot”. Era strano quando c’erano il cane, il cervo e il topo si dimenticava della fame e si sentiva bene. Forse era quello il suo branco? E i lupi che ululavano la fuori? Forse loro non c’entravano nulla con “Il” branco.

Il lupo ricordava ancora quando aveva cercato di mangiare quel piccolo topo, l’odioso umano, lui l’aveva supplicato. “Wormtail è qui per farti compagnia, non mangiarlo, è qui per noi, per aiutarci…” era stata la prima volta che l’umano aveva parlato al lupo come se fossero la stessa cosa, ed era cominciato a diventare meno odioso…

Il cane continuava ad istigarlo al gioco, il lupo stava per accettare: si era alzato e si stava sgranchendo le zampe, quando il cervo morse la coda al cane. Se un lupo avesse potuto ridere, lo avrebbe fatto. Il topolino sgusciò da sotto un mobile arrampicandosi sulla testa del cervo, il cane ringhiava arrabbiato ma divertito.

Il lupo sentì l’umano parlargli, la nella sua testa.

“Loro sono nostri amici…”

Era ciò che gli ripeteva ogni notte e il lupo sapeva che quei tre avrebbero giocato con lui, senza paura dei denti, come in un branco.

 

♦♦♦

 

“Buonasera John!”

“Fenrir…” sussurrò l’uomo puntando il fucile sul licantropo.

“Attento John… c’è tua moglie qui…” sorrise Greyback manipolando con mano artigliata la testa di Helen come fosse una bambola.

“Sono 9 anni che li conservo per te…” disse John rabbioso.

“Proiettili d’argento immagino… banali questi umani…”

“Fenrir, finiscila… ti sei divertito abbastanza, vattene fuori prima che sorga la luna…” Erik si voltò, cinque figure incappucciate erano spuntate dal corridoio e li stavano spingendo all’interno della stanza. Con un sol movimento di bacchette disarmarono i due uomini, il fucile cadde di mano a Lupin finendo ai suoi piedi.

“Yaxley, non dirmi cosa devo fare! E poi ho una questione in sospeso con questi due…” ringhiò il lupo

“Non mi interessano i tuoi affari… l’Oscuro è già stato abbastanza misericordioso da permetterti di agire stanotte…”

“Mi hanno tolto il ragazzo. Avrei potuto farne un buon lupo, era un bambino avrebbe ascoltato attentamente… avrebbe odiato gli umani, sarebbe stato perfetto… anche per voi…” disse rabbioso il licantropo.

“Greyback non ti ho detto di andare? Erano questi gli accordi, no? Hai tutta la campagna da sterminare se vuoi…” disse noncurante il Mangiamorte, puntando la bacchetta sugli ostaggi.

“Neanche un altro morso, eh? Va bene, se non sbaglio c’è una bambina in quella casa in fondo alla collina…”

“Non osare…” Erik strinse i pugni sentendosi impotente.

“Pensi di potermi fermare?” rise malignamente lasciando la signora Lupin.

Fu un attimo: John si lanciò verso il fucile afferrandolo e sparando, Yaxley lanciò una maledizione. Nello stesso istante in cui il proiettile d’argento colpì la spalla di Greyback, John Lupin giacque a terra: morto.

“JOHN!” La voce disperata di Helen venne coperta dal grido di dolore di Greyback, la ferita bruciava e andava a infettarsi rapidamente a causa dell’argento.

“Imbecille…” sbottò Yaxley avvicinandosi a Greyback e trascinandolo fuori dalla casa. “Pensate agli altri due…” ordinò ai compagni mentre faceva si che una passaporta portasse Greyback il più lontano possibile da loro.

Due sole parole echeggiarono nella notte sopra le grida di Helen Lupin “Avada Kedavra”… e nella notte fu silenzio.

I cinque Mangiamorte uscirono dalla casa.

“Dove l’hai spedito?” chiese uno a Yaxley.

“Nottingham… e appena in tempo, oserei dire…” disse osservando la luna alzarsi nel cielo.

Ma accanto a lei quella notte brillò un'altra luce su Chideock, e quella luce era tutto fuorché dolce.

 

♦♦♦

 

Lily ed Enif erano sedute su un divano della Sala Comune, era quasi l’alba e dei Malandrini non c’era traccia.

“Forse ci siamo addormentate…” disse sbadigliando Enif.

“No…impossibile…” disse Lily stiracchiandosi “Aspetta guarda!” esclamò sottovoce indicando la porta aprirsi.

“Ahia… ahia…” si lamentò una voce dal nulla. Le due ragazze si guardarono.

“Padfoot non fare la lagna adesso…”

“Io la lagna? Sei tu che mi hai infilzato, Prongs!”

“Sirius?” chiese Enif riconoscendo la voce del ragazzo. Il ritratto si chiuse ma fu silenzio. Enif guardò Lily dubbiosa. La rossa si alzò facendo qualche passo verso il ritratto.

“Potter? Cos’è un altro segreto del vostro successo?” Chiese tastando l’aria davanti a se. Di conseguenza sentì qualcosa sbattere contro la parete.

“Black, Potter non siamo sceme…” James intuì molto bene quella frase, se avessero continuato a fingere di non esserci Lily si sarebbe davvero arrabbiata ed in più non poteva mettere a rischio il rapporto che era appena nato tra Sirius ed Enif. Sfilò lentamente il mantello dalle loro teste. Osservò gli occhi sorpresi di Lily. Un mantello dell’invisibilità proprio non se lo aspettava.

“Come puoi aver…” chiese la ragazza senza neanche rendersene conto.

“Un mantello dell’invisibilità? Me lo diede mio padre per il mio dodicesimo compleanno…” disse con una punta di orgoglio.

“Hai quella roba dal primo anno?”

“Si…”

“Si spiegano molte cose…” annuì la rossa, ora tutti i pezzi andavano a posto: gli scherzi di quegl’anni, il fatto che molte volte fossero restati impuniti.

“Allora non siete così geniali…” sorrise maliziosa.

Sirius scosse la testa zoppicando avvicinandosi alla sua ragazza. Enif lo fissava da quando era apparso sotto il mantello, lo sguardo preoccupato.

“Cosa vorresti dire?” chiese James

“Se vi hanno beccato nonostante questo…” disse con ovvietà, lo stava prendendo in giro, ma James notò che non c’era malizia nella sua voce.

“Non l’abbiamo sempre sfruttato… solo per i colpi più importanti…” ma i due non poterono continuare perché Enif spinse con forza Sirius sul divano.

“Sta seduto!”disse autoritaria

“Ma…piccola…”

“Ma un corno! Stai sanguinando! E immagino tu abbia fatto anche tutti i gradini!”

“Abbiamo usato un paio di passaggi segreti per salire…” James si schiaffeggiò una mano sulla fronte, non era possibile che il suo migliore amico si fosse rincitrullito a tal punto. Ok, Enif era preoccupata, ma già che c’era poteva dirgli direttamente che erano stati fuori dai confini.

Enif guardò il fidanzato con rimprovero, per poi voltarsi verso il suo compare.

“Che gli hai fatto?” Chiese mentre si chinava a guardare la caviglia di Sirius. Sul lato interno spiccava una grossa ferita, sembrava come se qualcosa avesse cercato di trapassare la gamba, ma per  fortuna aveva ferito solo la parte superficiale senza toccare tendini o nervi.

“Io?”

“Sirius ha detto che lo hai infilzato…” disse seria non staccando gli occhi dalla ferita.

“Era uno scherzo, è stato un incidente…” parlò Sirius, accorgendosi solo in quel momento quanto Enif stava in pensiero per lui, e si rese anche conto che quel giorno a Weston non l’aveva convinta, sennò loro due non sarebbero state lì.

Enif non disse nulla, mormorò un paio di incantesimi.

“Perfortuna non è stato reciso nulla se non la carne… Con cosa l’hai colpito…”

“Non l’ho…” James non sapeva cosa dire, Lily continuava a fissarlo.

Enif mormorò qualcosa.

“Brucia…” si lamentò Sirius.

“Sto disinfettando la ferita… tra un po’ dovrebbe cominciare a richiudersi…” disse la ragazza osservando gli strati di pelle tendersi lentamente sulla carne viva. “Non sono in grado di richiudere totalmente la ferita… sarà un punto delicato per un paio di giorni. Credo dovresti fasciarla…” disse più rivolta a se stessa che a Sirius. Si guardò attorno, poi mise una mano in tasca estraendo il suo fazzoletto, era seta, lo ingrandì appena con un colpo di bacchetta e fasciò con quello la ferita semi rimarginata di Sirius.

“Ma il tuo fazzoletto…”

“Non è un problema…” disse evitando lo sguardo di Sirius.

“Eny?” la voce di Lily la fece sussultare, la rossa si avvicinò mettendole una mano sulla spalla, si vedeva che non stava bene. “Che c’è?”

“Nulla…” quel tono, quella voce… anche Sirius la riconobbe.

“Enif…” la chiamò appena, quando la ragazza lo guardò, Sirius ebbe modo di vedere che aveva gli occhi lucidi. Odiava le sue lacrime, lanciò uno sguardo preoccupato a James.

“Piccola… che c’è?”

“Nulla… una sciocchezza…”  disse scuotendo la testa.

“Dov’eravate?” Chiese Lily, non avrebbe lasciato che Enif parlasse da sola… si erano preoccupate tutte e due, per tutti.

“In giro…” rispose James vago, Sirius aveva tratto a se Enif facendola sedere e abbracciandola. Enif gli nascose lo sguardo.

“Dove sono Remus e Peter?” continuò Lily

“Staranno dormendo…” cominciò Potter

“Non sono saliti… e non eravate a cena…”

“Erano già in dormitorio… Remus si sentiva poco bene…”

“Abbi almeno la decenza di non dirci una balla stratosferica, Potter…” James rabbrividì Lily aveva di nuovo il tono che aveva sempre odiato. Wormtail si mosse convulsamente nella sua tasca.

“Cos’hai la sotto?” chiese, era sicura di aver visto la tasca di James muoversi.

“Niente…” Lily sembrò un attimo addolorata…

“Lily, lascia stare… dai andiamo a dormire… sono tornati interi, no?” disse Enif alzandosi, si sporse baciando dolcemente Sirius sulle labbra. Qualcosa scivolò sulla guancia del ragazzo.  “Buonanotte…” così dicendo la ragazza salì velocemente le scale del dormitorio.

Lily osservò Sirius portarsi una mano alla guancia, scioccato.

“Era preoccupata a morte… lo eravamo in effetti… per voi, per Remus… tu sai quello che sa… almeno lei meriterebbe un po’ di sincerità…” disse Lily, guardò James “Sono felice di vederti tutto intero… buonanotte…”  così dicendo la rossa fece per salire le scale ma James la fermò prendendola per un braccio.

“Aspetta…” la guardò negli occhi, nel verde il ragazzo vi lesse delusione, nel castano la ragazza vide tristezza “non possiamo… Evans, capisci… non possiamo…. Non è un segreto solo mio e di Sirius ma anche degli altri… di Remus… noi non…”

“Non ci conosci abbastanza per capire che anche se Remus fosse davvero un licantropo il fatto di non saperlo ci renderebbe solo più preoccupate? Ciò che il padre di Enif ha detto non si può cancellare… ogni plenilunio saremo qui o in camera a preoccuparci… perché Remus è una persona eccezionale, perché tu… voi siete eccezionali…” la vide abbassare lo sguardo quando disse quel tu, un po’ imbarazzata.

“Eravate qui tutta la notte?” chiese James, Lily annuì. James le lasciò andare il braccio, ma Lily non si spostò, guardò Sirius. “Ti ama molto… non farla preoccupare…” disse lasciando la stanza.

James guardò Sirius: il moro si prese la testa fra le mani… Wormtail uscì dalla tasca di James, il ragazzo lo appoggiò a terra. Peter ritornò se stesso davanti a loro.

“Dobbiamo parlare con Remus, vero?”

“Credo proprio di si…” gli rispose James per poi voltarsi verso Sirius “Paddy… non preoccuparti… metteremo a posto questo pasticcio…”

 

♦♦♦

 

 

“Enif?”

“Lily, lascia stare…”

“Siamo tutti stanchi, facciamoci queste due orette di sonno in pace e vediamo come andranno le cose domattina…” disse raggiungendo la bruna che seduta sul suo letto accarrezava distrattamente il cuscino.

“A volte mi sento così stupida…”

“Perché?”

“Perché mi sento in colpa…” Lily la guardò non capendo “noi… e come se volessimo scoprire qualcosa di cui non dovremmo essere nemmeno a conoscenza… forse non avremmo dovuto…” Lily la abbracciò. “E’ solo che sono stata in pena tutta la notte…e…”

“Lo so, lo so… la tua è preoccupazione… e preoccupata lo sono stata anche io… e lo saremo sempre temo…dei ragazzi normali non ce li potevamo trovare, no?” disse cercando di farla sorridere

“Lily… stai ammettendo di considerare James il tuo ragazzo?” la rossa non rispose…

“Andiamo a dormire su…”

Enif sorrise… la solita Lily….

♦♦♦

 

 

“Ehilà…” lo salutò  James entrando in infermeria, Remus guardandoli si rese conto che erano arrivati presto quella mattina… di solito arrivavano dopo colazione.

“Ti abbiamo portato qualcosa dalla cucina…” sorrise Peter

“Avreste dovuto dormire piuttosto che preoccuparvi per me…” li rimproverò il licantropo.

“E tu non dovresti preoccuparti se non di rimetterti in piedi in fretta…” disse Sirius, incupendosi subito dopo “Anche se c’è qualcosa di cui dovremmo parlarti…”

“Ho fatto…”

“Remus diventa un po’ meno egocentrico…” gli disse ironico James sedendosi sul suo letto. Il ragazzo lo guardò non capendo.

“Abbiamo un problema…” cominciò Peter

“Vi hanno beccato a rientrare?” chiese il licantropo

“Si e no…” cominciò James “Lily ed Enif ci hanno aspettato in Sala Comune…” Remus guardò Sirius.

“Il padre di Enif sa di te… e nel tentativo disperato di sottrarcela glielo aveva detto… pensavo di averla convinta… ma si vede di no…”

“Glielo avete detto?” chiese Remus guardando le lenzuola.

“No, ma non c’è ne è bisogno… sono letteralmente sicure oramai…” disse James .

“Erano preoccupate… non spaventate, sia chiaro…” aggiunse rapidamente Sirius.

“La Evans ha detto che saranno preoccupate ancora di più non sapendo la verità, perché… com’è che ha detto James?” cominciò Peter

“Perché sei una persona eccezionale, Remus. Hanno accettato il fatto di non sapere nulla da noi perché le ho detto che non è un segreto solo nostro, però…”

“Parlerò con loro… è giusto… mi stupisce il fatto che Frank e Samuel non ci siano ancora arrivati…” disse Remus.

“Sono sicuro non ti abbandoneranno, Remus…” disse Sirius sicuro “erano ferite perché pensavano di non essere all’altezza di sapere… per loro non cambia nulla…” cercò di convincerlo.

In quell’istante la porta si aprì leggermente, i ragazzi si voltarono verso la porta. Enif e Lily entrarono lentamente nella stanza.

“Avevamo immaginato di trovarvi qui, quando abbiamo visto che in dormitorio non c’eravate…” disse leggermente Lily.

“Ti abbiamo portato un regalino…” disse Enif ancora più imbarazzata avvicinandosi al letto di Remus e allungandogli una confezione di Cioccorane “per scusarci di quanto siamo impiccione… ma sai, deve essere un difetto di fabbrica di noi donne…” sorrise sincera.

Remus guardò prima la confezione di Cioccorane e poi le due ragazze, gli sorridevano entrambe. Sorrise appena.

“Grazie…” disse “credo proprio che avremo un po’ di cose da parlare… ma non ora, voi dovete andare a lezione e io se non dormo un altro paio d’ore vengo sbranato da Poppy…” disse sorridendo.

“Remus…” cominciò Lily avvicinandosi e prendendogli una mano, Enif fece lo stesso  “non cambia nulla, ok? Non ci importa cosa sei, ma chi sei… E sei una delle persone più fantastiche che conosciamo…”

“Quindi se non volete dirci più di quanto abbiamo intuito, non fa nulla… aspetteremo l’alba per vedervi tutti interi…” aggiunse Enif “Anzi onestamente mi sento un po’ incolpa di avervi beccato ieri sera…” finì la bruna, guardando Sirius.

“Lei si sente in colpa…” borbottò Sirius portandola a se “Lei, non io che l’ho fatta piangere…” disse scoccandole un bacio sulla guancia. Lei arrossì.

“Sai che sono fatta strana…”

“E ora andiamocene, lasciamolo riposare!” disse Lily, facendo alzare James.

“Lily, adesso ci butti fuori?”

“Si, mi preoccupo per Remus…” disse spingendolo verso la porta “Riposati, ok? Ti vogliamo tutti in piedi entro domani, mi raccomando. Passiamo dopo” e con una ultima spinta Lily lanciò James fuori dalla porta. Gli altri quattro la imitarono.

“Riposati. A dopo” Remus sorrise guardando la porta chiudersi, ora avrebbe potuto riposare sereno.

“Evans potevi essere anche più delicata, non trovi?” disse James guardandola serio.

“Scusa, non sapevo fossi così delicato…” scherzò lei. “Andiamo dai… muoio di fame.” James sorrise. Era così bella quando rideva.

Erano seduti a colazione quando la posta giunse puntuale come sempre. Il gufo della gazzetta atterrò davanti ad Enif, la ragazza pagò il giornale stendolo davanti a lei con una fetta di pan tostato in bocca. Quando i suoi occhi osservarono le immagini in prima pagina si immobilizzò.

“Ehi, cosa ci raccontano di tragico oggi?” chiese Sirius sporgendosi a guardare la prima pagina.

La pagina era occupata dalla foto di un parco, una decina di corpi erano riversi a terra, mentre alcuni maghi si aggiravano incerti tra loro. Il titolo al di sopra recitava: “Strage a Nottingham, lupo mannaro sbrana dieci Babbani”.

“Questo non lo dobbiamo far vedere a Remus…” sussurrò Sirius, mentre anche Lily, James e Peter osservavano la prima pagina.

“C’è scritto chi è stato?” chiese Peter che dall’altro lato del tavolo non riusciva a leggere l’articolo.

Enif lo scorse velocemente, leggendo infine una frase: “Secondo l’undicesima vittima, unico superstite dell’attacco, ora ricoverato al San Mungo, il grande lupo che lo ha assalito aveva la schiena argentata oltre ad una fila di denti invidiabili…” scorse ancora avanti “questa descrizione fa pensare alle autorità che si tratti di Fenrir Greyback, noto licantropo che ha al suo attivo numerosi attacchi a discapito della comunità magica, soprattutto ai danni di bambini…

“Greyback…” sussurrò Sirius tra i denti, Enif si voltò a guardarlo. “Fu lui a mordere Moony…” disse a bassa voce.

I ragazzi pensarono che la notizia in prima pagina fosse la peggiore, ma furono le poche righe in quinta pagina (le prime quattro erano incentrate su Greyback) a raggelarli.

“Marchio Nero appare nel cielo di Bridport!”

Sirius si trovò a leggere ad alta voce senza nemmeno rendersene conto, e ogni parola letta suonava agli amici come un macigno nel petto.

Sono ancora sconosciute le dinamiche che hanno portato all’assasinio di Erik Swan e di John e Helen Lupin, senza dubbio ad opera di ignoti Mangiamorte. I tre corpi sono stati ritrovati nella cucina dei Lupin da Dorian Swan, figlio maggiore del defunto, giunto sul posto pochi istanti dopo che il Marchio Nero era apparso nel cielo nelle prime ore della sera. Il signor Swan si è rifiutato di rispondere alle nostre domande riguardo ad eventuali minacce e agli oggetti sospetti trovati nella cantina dei Lupin…” Sirius smise di leggere “Oggetti sospetti?! In cantina c’erano solo…” si fermò, mentre le parole gli morivano in gola.

“Le catene di Remus…” sussurrò James

“Che diavolo vogliono intendere, i genitori di Remus non centrano nulla con i Mangiamorte…” cominciò Peter.

“Sai che alla Gazzetta piace trovare i colpevoli prima del Ministero…” sospirò pesantemente James prendendosi la testa fra le mani…

“E adesso?” disse leggermente Lily “Cosa accadrà a Remus?”

 

♦♦♦

 

Quando Remus si svegliò fu sorpreso di trovare il preside seduto accanto a lui.

“Professor Silente…” salutò con voce impastata

“Remus, come stai figliolo?”

“Bene, meglio…” solo dopo aver risposto si rese conto di come l’aveva chiamato il professore e lo fissò dubbioso. Silente lo guardò tristemente.

“Non amo essere portatore di brutte notizie…” disse lentamente. Remus sentì i muscoli contrarsi, cosa stava dicendo?

“La scorsa notte i Mangiamorte hanno teso un agguato ai tuoi genitori…” Remus spalancò gli occhi fissando il vuoto, incapace di parlare.

“Purtroppo sia loro che Erik Swan sono stati uccisi…” il vecchio Preside appoggiò una mano sulla spalla del ragazzo “Mi dispiace Remus…”

“Chi…” balbettò Remus tremante, non riusciva ancora a credere, non riusciva ancora a capire.

“Non lo sappiamo… Se ne sta occupando Alastor…” disse Silente ben intuendo che non era ciò che voleva sapere Remus.

“Io… dove…” Remus riuscì a malapena a deglutire “voglio andare da loro… io… voglio andare a casa…”

“Sono qui per questo… vuoi aspettare di riprenderti o …”

“No, sto bene, andiamo subito…”

“Vuoi andare senza avvisare i tuoi amici?” chiese Silente

“No, certo… ma…”

“Partiremo per pranzo, non abbiamo fretta… ti aspetto nel mio ufficio per quell’ora, a dopo Remus…”

Non abbiamo fretta… non… certo che non abbiamo fretta, non c’è nessuno ad aspettare, si disse amaramente lanciando uno sguardo vuoto fuori dalla finestra.

 

♦♦♦

 

Silenzio, regnava solo quello in quella casa oramai. Silenzio, opprimente. Il funerale era stato breve e veloce, pochi intimi, gli Swan, i Crossbridge e Remus. Non aveva voluto che i ragazzi lo accompagnassero… non potevano perdere giorni di scuola per lui… sarebbe tornato domenica pomeriggio, cos’erano quattro giorni? Ce l’avrebbe fatta da solo per quattro giorni. Era questo quello che gli aveva detto salutandoli, ma ora a poche ore dal ritorno a scuola non si dava pace. Come poteva tornare indietro come nulla fosse. Come?

Si guardò attorno, la cucina era rimasta così come l’avevano lasciata gli Auror, fino a quel momento non aveva avuto il coraggio di entrare, di vedere. La finestra rotta, i vetri a terra… mosse la bacchetta e il vetro ritornò intatto. Rialzò le sedie abbandonate a terra. Cancellare le tracce, cancellare il dolore. Prese il fucile di suo padre tra le mani, lo appese lì dove era solito appenderlo John. Tutto nell’ordine normale, tutto come se fosse normale, era tutto normale. Nemmeno si accorse di star cancellando delle tracce di sangue… di chi erano? Di sua madre? Dell’uomo a cui suo padre aveva sparato? Non importava dovevano sparire, e allora tutto sarebbe tornato al suo posto, a quello giusto.

Remus si guardò attorno, ora era tutto come lo era sempre stato, come ricordava da sempre. No, non era così, non c’era sua madre ai fornelli mentre cucinava alla Babbana, non c’era suo padre seduto su una sedia mentre puliva il fucile. Non ci sarebbe stato più l’abbraccio dolce di sua madre quando era preoccupato di qualcosa, non ci sarebbe stato più lo sguardo orgoglioso di suo padre mentre gli raccontava dei suoi amici. Non avrebbe più sentito l’odore di miele di sua madre, non avrebbe più visto gli occhi di cioccolato di suo padre. Si alzò tremante e impotente.

Non avrebbe più sentito la voce calda di sua madre che lo consolava, non avrebbe più percepito la presa salda delle mani di suo padre quando l’aiutava a rialzarsi.

E il dolore venne, più forte e più intenso di come lo avesse immaginato. Tutto il corpo, tutti i suoi sensi sentivano la mancanza di quei gesti, quelle piccole cose che avevano riempito le sue giornate in quella casa.

E con il dolore vennero le lacrime, copiose, incessanti. Senza rendersene conto si trovò nella stanza dei suoi genitori, crollando sul letto e nascondendo il volto nell’incavo dei cuscini, lì al centro del letto dove si era spesso rifugiato da bambino dopo un’incubo, e pianse, pianse fino a che pensò di non aver più lacrime. Respirò quei profumi, quello dolce della madre, quello più deciso del padre che i cuscini ancora emanavano cercando di imprimerli nel profondo della sua anima, lì dove nulla avrebbe potuto scalfirli.

Fu così che lo trovò Silente.

 

 

Voi non sapete quanto mi è costato questo capitolo. Adoro John e Helen Lupin e doverlo scrivere è stato un massacro. Ma dal prossimo capitolo si alza un po' il morale della storia, almeno credo. Ed ora passiamo ai commenti!

 

 

 

hermy101: Non poteva non essere forte e coraggiosa la madre di un Potter XD Grazie della recensione, spero anche questo capitolo, seppur triste ti sia piaciuto

Alohomora: Come ti ho raccontato, in separata sede, rivedremo casa Icecrow. Come ti ho detto con questo capitolo mi sono pugnalata da sola, e so già che lo stesso accadrà più avanti visto che in modo o nell'altro anche gli Evans e Dorea Potter ci lasceranno...

PrincessMarauders: Taliesin si è nascosto alla tua "minaccia" di torturargli le guance, Rhodelia gliele stacca di solito XD Lily ed Enif stanno entrando nella rete oscura dei malandrini XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto a presto.

glumbumble: ti ringrazio per la pazienza! e per la lettura in un giorno XD Come vedi sono tornata, alla fine pubblico quando ho finito di scrivere un capitolo, questa volta il 20 così ho sempre 3 di scorta in caso da pubblicare al mese, quindi magari qualche volta spunterò prima ;P. Spero anche questo capitolo ti piaccia e di aver accontentato la tua vena tragica.

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18: Regali ***


Safely for the last time.

 

 


 

Capitolo 18: Regali

Gennaio passò silenzioso, il compleanno di Lily passò inosservato, non aveva senso festeggiare a pochi giorni da un lutto così duro, e nessuno se ne ricordò. Venne febbraio dalle assolate giornate ghiacciate, e mentre i giorni passavano, la normalità sembrava aver lenito in parte le ferite di Remus. Non era solo, c’erano i suoi amici, c’erano James, Sirius e Peter, c’erano Lily ed Enif, era quello l’importante. Continuare a vivere anche per chi non c’era più, Remus giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto per essere l’uomo che i suoi genitori avevano sognato divenisse, licantropia o meno.

E così con l’umore che andava ad alleggerendosi si avvicinava San Valentino.

 

“Con chi uscirete a San Valentino?” chiese Alice pettinandosi i capelli osservando le amiche dal riflesso dello specchio.

“Cade di martedì, non ci sarà l’uscita ad Hogsmeade prima del 19…” disse Mary tristemente, come se senza Hogsmeade non ci fosse San Valentino.

“Vabbeh, allora con chi passerete il pomeriggio?” richiese Alice, sbuffando, a volte Mary era terribile.

“Con Nicholas Carter di Tassorosso!” rispose quella convinta.

“Non è quello che usciva con il prefetto di Corvonero… la Summers?” chiese Lily dubbiosa, alzando gli occhi dal libro che stava leggendo.

“E ancor prima con quella Amelie di Tassorosso un anno avanti a noi?” rinforzò Enif, infilandosi sotto le coperte.

“Ha avuto solo sfortuna…” disse imbarazzata Mary, quelle che voleva non era di certo passare per una facile

“Vedi di non farti fregare…” borbottò Alice seria.

“Ok, ok… saranno affari miei, no?! Alice sarà con Frank e voi due fanciulle? È da Natale che girate assieme ai Malandrini…”

Enif arrossì, tutti avevano convenuto che meno ragazze sapevano che Enif stava con Sirius meglio era per tutti.

“Con nessuno…” borbottò quindi, imbarazzata.  

“Si, certo… sbaglio o ci stai nascondendo qualcosa da Natale… non sono mica scema… l’hai visto anche tu, Aly?” chiese Mary con fare inquisitorio.

“Sì, certo.”

“Di cosa state parlando?” chiese tesa la bruna, mentre Lily sorrideva divertita, ben sapendo che dopo sarebbe toccato a lei.

“Degli sguardi che ti lancia Black…” cominciò Mary…

“E di quelli che tu lanci a lui…” finì Alice “inoltre Frank mi ha detto di averlo visto mentre ti baciava accanto all’arazzo di Beda il Bardo in quel corridoio che non prende mai nessuno…” disse sicura.

“Io…cioè…” balbettò Enif.

“Inutile negare…” disse sicura Mary avvicinandosi e mettendole una mano sulla spalla.

“Allora?” chiese Alice con un sorriso enorme stampato in faccia.

“Va bene, va bene… Sirius e io ci siamo messi assieme durante le vacanze. Non è successo nient’altro. È una cosa seria. E non deve uscire da questo dormitorio o sono morta ” Disse rapida lasciando le altre senza parole.

“E tu non ce lo hai detto?” chiese Alice fintamente offesa.

“Conosco la bocca di Mary… non vorrei che Pearl Batim lo venisse a sapere…”

“La Batim?”

“Si, è a capo del suo fan club e mi ha già minacciato tre volte in questi anni…” disse Enif come se nulla fosse.

“è per una questione di sicurezza che non uscite assieme, quindi?”disse sorpresa Mary.

“Esattamente…”

“Ma non vuol dire che non passerete la giornata assieme, penso Sirius conosca un paio di aule dismesse niente male…” cominciò Alice

“ALY!” Enif era diventata color boudeaux, tanto che si sarebbe mimetizzata con le tende del baldacchino.

“Ok, ok… passiamo a… Lily?”

“Non passerò la giornata con un ragazzo… ma con tre…” disse facendo loro la linguaccia al di sopra del tomo che aveva tra le mani.

Le lasciò senza parole ed era proprio quello che voleva.

“No, ehi Lily cosa sarebbe ‘sta storia? Chi sono questi?” chiese Mary forse con una punta d’invidia nella voce.

 “James, Remus e Peter, chi sennò!” rise la rossa, per quanto anni prima le sarebbe stato difficile immaginarlo, stare con i Malandrini la faceva sentire parte di qualcosa.

 

♦♦♦

 

“L’ho trovato!” esclamò esultante Sirius entrando in dormitorio.

Frank e Samuel lo fissarono straniti, i Malandrini non sapevano se sperare in qualcosa di positivo oppure no.

“Cosa?” chiese Remus non capendo.

“Un appuntamento per Peter per San Valentino!” disse con un sorriso a trentadue denti.

“Chi?E soprattutto perché?” chiese Peter disperato.

“Sophie Halliday!” tutti lo guardarono non capendo.

“Quarto anno, Corvonero, piccolina ma carina… un po’ timida ma ha detto subito di si!” Black sorrise con aria maliziosa.

“Non è che pensa di uscire con te e non con Minus? Senza offesa, Peter…” si intromise Samuel sorpreso… non che fosse impossibile per Minus avere un appuntamento ma la cosa aveva dell’incredibile.

“No, no… sono andato a chiedere chi avrebbe voluto uscire con Peter…” l’interessato arrossì allibito.

“Stai dicendo che hai fatto il giro di tutte le tue conoscenze chiedendo chi sarebbe stata disposta ad uscire con me?” chiese shockato, mentre Remus scuoteva la testa rassegnato.

“Io l’avrei detto in un’altra maniera, ma il concetto è quello, si…”

“Tu sei fuori di testa!” sbottò Peter

James rise della faccia delusa di Sirius.

“Perché mai?”

“Nemmeno la conosco…” borbottò Wormtail.

“Dai, si tratta di un pomeriggio insieme, la conoscerai… su!” concluse Padfoot come se fosse la cosa più semplice del mondo.

“ACCIDENTI!” esclamò James d’un tratto. Gli occupanti del dormitorio lo guardarono sorpresi. “Me ne sono completamente dimenticato!” disse dandosi una pacca sulla fronte.

“Prego?” chiese Sirius sedendosi accanto all’amico.

“Il compleanno di Lily, me lo sono completamente scordato!”

“Ma come hai fatto a scordar…” Sirius sbiancò interrompendosi…

“Vi siete scordati sia il compleanno di Lily che quello di Enif, ho indovinato?” constatò Remus pacatamente.

“Perché tu no?” chiese punto sul vivo Sirius.

“No, Lily ha fatto passare inosservato il suo compleanno perché voleva restaste con me… me l’ha detto lei personalmente…” Remus sembrò pensarci “E quello di Enif è sabato se non sbaglio…”

“Dove trovo un regalo entro sabato?” chiese Sirius disperato.

“Potremmo sgattaiolare a Hogsmeade mentre loro hanno aritmanzia domani….”

“Vuoi comprare qualcosa a Lily?” chiese Remus sorpreso

“Si, e un regalo serio stavolta… non quelle cavolate che la facevano arrabbiare da matti…”

Frank e Samuel si guardarono sconsolati, quei quattro non sarebbero mai cambiati, ma per questo erano i Malandrini.

 

♦♦♦

 

Sirius e James scivolarono nel passaggio segreto dietro lo specchio del quarto piano: inosservati, invisibili.

“Hai qualche idea per il tuo regalo?” chiese James a Sirius una volta usciti dal passaggio, che portava dietro Zonko.

“No… improvviserò… tu?”

“Non ne ho idea… adesso che ci penso non so nemmeno quale sia il colore preferito di Lily…”

“Il porpora?” chiese Sirius memore dei passati regali di James…

“No, quello è il mio…” disse scuotendo la testa il ragazzo.

“Da dove iniziamo?” chiese Sirius scettico, non ce l’avrebbero mai fatta a trovare dei regali quantomeno accettabili, senza parlare di quelli perfetti.

“Non lo so… andiamo di là…”

 

La loro ora era quasi conclusa quando James notò un cartello appeso alla porta di una casa. Sorrise.

“Ho trovato!” disse trascinandosi dietro Sirius. Il cartello recitava “Regalasi gattini”

“Vuoi prenderle un gatto?” chiese dubbioso Sirius, mentre James stava già suonando il campanello.

“Sì, da quello che ho capito la sua situazione a casa non è delle migliori… un gatto le terrebbe compagnia, no?!” disse convinto mentre una signora anziana apriva la porta.

“Salve signora…”

“Siete qui per i cuccioli?” chiese la vecchia fissandoli

“Sì. Ne vorrei prendere uno…” disse James, sicuro… era certo di aver trovato il regalo perfetto.

La signora con un enorme sorriso li fece accomodare, giudandoli nel piccolo soggiorno della casa.

“Ecco, sono in quella cesta…” disse indicando, un grosso cesto di vimini accanto al caminetto. James si avvicinò, nella cesta c’erano 7 gattini, ognuno diverso dall’altro, ma uno colpì la sua attenzione. Era piccolo, come i fratelli del resto, e la schiena era striata come quella degli altri, eppure era totalmente diverso: gli altri gattini erano bianchi e grigi per la maggioranza, forse anche con qualche macchia rossa, ma lui era diverso. Il pelo bianco sul ventre andava a sfumarsi in un tenue arancio striato da una tonalità più scura.

Forse perché era accanto al fuoco ed assumeva dei riflessi dorati, ma James lo trovò bellissimo. Lo prese delicatamente in braccio, guardandolo con cura. Tra le sue mani il cucciolo fece le fusa, guardando con due grandi occhi azzurri. , si disse James, sei perfetto per lei.

 

Poco dopo si trovarono in strada, James teneva delicatamente il gatto che si era addormentato fra le sue braccia.

“Dovrai nasconderlo fino a domani…” gli disse Sirius scrutando la palletta di pelo.

“Sir, sarà solo una notte, riuscirai a sopportare un gatto per una notte?” disse ironico, l’amico non rispose alla provocazione, sorrise guardando la vetrina dell’ennesimo negozio.

“Ho trovato!” sorrise, sparendo all’interno del negozio.

 

♦♦♦

 

“Remus, sai dov’è finito Sirius?” chiese Enif mentre si sedevano per cenare, dopo aver appurato che del ragazzo non c’era traccia quella sera.

“Si sarà addormentato in dormitorio… non sarebbe la prima volta…” rise Remus, non era il caso di dire che James e Sirius erano usciti a cercare i loro regali di compleanno…

Enif scosse la testa rassegnata.

“Eny, domenica ad Hogsmeade organizziamo qualcosa? Insomma sabato è il tuo ultimo compleanno qui…” cominciò Lily

“Si, io pensavo di passare una allegra giornata tutti assieme da Rosmerta, ovviamente offro io e ovviamente per tutti intendo anche voi due…” disse guardando Alice e Mary che stavano beatamente origliando i loro discorsi.

“Davvero? Posso portare anche Frank?” chiese subito Alice

“Si, ormai è incluso nel pacchetto… e logicamente siete invitati anche voi quattro Malandrini!” sorrise a Remus.

“Dovrò recuperarti un regalo…” disse sovrappensiero Peter

“No, non preoccuparti… non voglio alcun regalo, mi basta la vostra compagnia!”

“Ma no, dai…” disse sconsolata, per lei nessun regalo sarebbe stato più bello che passare una giornata con loro.

 

Nel frattempo Sirius e James si erano finalmente rinchiusi in dormitorio. James appoggiò il gatto sul suo letto, di conseguenza il micio annusò un po’ attorno sistemandosi al centro.

“Andiamo a cena?” chiese Sirius

“Credi che lo possiamo lasciare solo?” pensò ad alta voce James, guardando il gattino.

“Ehi Jamie, è un gatto ed è anche un cucciolo, non può sparire da una stanza chiusa…”

“Andiamo allora…”

Quando i due scesero nella Sala Grande individuarono quasi subito i loro amici che oramai avevano finito la cena e stavano tranquillamente chiacchierando attorno ai piatti vuoti.

“Ehilà!” salutò Sirius sedendosi accanto ad Enif.

“Buonasera!” sorrise lei “Cominciavo a darti per disperso…” disse ridendo. Sirius sorrise, convincendosi ancora di più che ciò che le aveva comprato era letteralmente perfetto.

 

Quando i sei rientrarono in Sala Comune, James salutò tutti velocemente e con la scusa di star poco bene ritornò di corsa in dormitorio…

“Ma che ha?” chiese Lily guardandolo sparire per le scale.

“Preoccupata per lui, Evans?” chiese Sirius sornione

“No, per me stessa, non starà combinando un’altra opera di San Valentino, vero?” chiese inquisitoria, l’anno scorso era stata svegliata da una marea di rose rosse di carta, canterine per giunta.

“Si e no… lo scoprirai domattina…” sorrise “Beh… è il caso vada a dargli una mano con il tuo regalo…” disse facendo a Lily l’occhiolino e baciando leggermente Enif.

“Buonanotte…”

“Tu azzardati a comprarmi qualcosa per San Valentino o per il mio compleanno e ti affatturo…”sibilò la bruna ancora stretta a lui

“Allergica ai regali?” chiese scherzoso “Comunque è troppo tardi…” sorrise

“Come troppo tardi…”

“Hai detto di non farti un regalo per San Valentino o per il compleanno io ho trovato un regalo per San Valentino E per il tuo compleanno…”

“Ma non dovevi!” disse allibita “Adesso anche gli altri si sentiranno in dovere di comprarmi qualcosa!!!” protestò lei. Sirius rise.

“Credo che tutti ti vogliano regalare comunque qualcosa…” constatò Remus

“MA NO!!!!”

“Enif un regalo è un regalo e dovrai accettarli, tutti!” rincarò Lily

“Ma non ho bisogno di nulla….” Disse abbassando gli occhi.

 

James aprì la porta del dormitorio, il gatto non era più al centro del letto. Si spaventò entrando in fretta e chiudendo la porta dietro di lui.

“Micio… vieni qui, micio…” disse preoccupato, non ricevette risposta. James si guardò attorno, dove poteva essersi cacciato un gatto così piccolo? Ovvio, ovunque. Poi notò la tenda del baldacchino muoversi appena, si avvicinò: il gatto si stava arrampicando sulle tende, il ragazzo notò che le aveva strappate anche in più punti.

“Sei un finto angelo, eh?!” disse ridendo e agguantando il gatto e sedendosi sul letto, per tutta risposta il cucciolo cominciò a giocare con le sue dite mordendole. James rise.

“Sei proprio un piccolo Malandrino, sai? Spero tu non faccia impazzire Lily…”

Quando Sirius aprì la porta seguito dagli altri, il gatto rizzò le orecchie.

“Sarebbe quello il regalo?” chiese Remus guardandolo

“Si, è carino, vero?” chiese James, Sirius si avvicinò di qualche passo.

“È un gatto…” disse Padfoot seccato, non li sopportava i gatti. Il gattino scese dalle gambe di James facendo qualche passo circospetto, correndo poi a infilandosi sotto il letto di Sirius.

“Trovo sia stata una bella idea…” sorrise Remus

“Ti ha strappato lui le tende?” chiese Peter osservando il baldacchino di James

“Si, mentre eravamo a cena…”

“Ehi! Bestiola esci da qui sotto…” disse Sirius cacciando la testa sotto il letto. Il gatto inarcò la schiena soffiandogli.

“Sir… lascia stare…” James si avvicinò, spostandolo. “Vieni qui piccolino…” disse muovendo la mano. Il gattino saltò fuori, a caccia di quelle dita che lo invitavano al gioco.

“Preso!” sorrise Prongs prendendolo in braccio, di conseguenza il gatto gli infilzò un artiglietto nel pollice. “Ahia! Hai più artigli di Moony nei suoi giorni peggiori!” disse ridendo. Peter si avvicinò prendendogli il gatto dalle mani e guardandolo circospetto.

“Hai deciso che nome dargli?” chiese

“Lo deciderà Lily, in fondo è il suo regalo…”

Peter mise il gatto sul letto di James. Remus si avvicinò, il gatto lo guardò curioso avvicinandosi diffidente, ma quando il ragazzo cercò di accarezzarlo corse a rintanarsi dietro le tende.

Remus sorrise.

“Penso che abbia già capito che potrei essere pericoloso… anche il gatto degli Swan si era comportato alla stessa maniera all’epoca… beh prima di riabituarsi a me… ” sospirò.

 

♦♦♦

 

Lily si svegliò circospetta, niente lettere canterine, niente esplosioni urlanti. Era il primo San Valentino che non veniva svegliata di soprassalto da qualche regalo inappropriato di James. Ne sentì quasi la mancanza, sorridendo appena.

Toc. Toc.

Lily si voltò verso la finestra. Un gufo era appollaiato sul davanzale. Aprì leggermente la finestra, quasi preoccupata dalla strana visita. Il gufo le allungò la zampa su cui era legata una pergamena.

L’aprì:

“Scendi per me?

J.C.P

PS: Giurò che non sarà niente di rumoroso”

Lily sorrise, voltandosi a guardare le amiche ancora addormentate. Si mise una vestaglia addosso, aprendo la porta e scendendo in punta di piedi le scale.

“Che fai qui giù a quest’ora? Non sono nemmeno le sei…” chiese Lily riconoscendo la figura di James seduto su una poltrona.

“Sono stato cacciato a causa del tuo regalo… spero il gufo non ti abbia svegliata…”

“No, ero già sveglia…” disse avvicinandosi.

“Aspetta, non avvicinarti…” cominciò il ragazzo.

“Mi devo preoccupare?”

“No, per nulla…” sorrise lui “chiudi gli occhi e porgimi le mani…”

“Ma Potter…” cominciò incredula

“Su Lily, sei venuta fin quaggiù alle sei di mattina e non vuoi vedere il tuo regalo?”

Lily sbuffò, non l’avrebbe mai ammesso, ma era curiosa. Lo sentì avvicinarsi.

“Intanto volevo dirti che è un regalo di compleanno in ritardo più che un regalo di San Valentino, so che odi questa festa…”

Lily sorrise ad occhi chiusi

“Non odio questa festa, odio come viene sponsorizzata…”

“Vabbhe… comunque buon 15° giorno del tuo 18° anno Evans!” sorrise James mettendole in mano il gattino. Lily aprì immediatamente gli occhi.

“Oh mio Dio, James è un gatto?”

“Cosa dovrebbe essere?”

“Idiota… intendevo, mi hai preso un gatto?”

“Si, insomma pensavo che a casa tua avessi bisogno di compagnia e quindi…” Lily appoggiò delicatamente il micio sulla poltrona abbracciando James.

“Grazie!” James si stupì, arrossendo leggermente. La ragazza si scostò da lui, sedendosi e prendendo in braccio il gatto.

James si sedette accanto a loro, ora osservandolo in braccio a Lily sembrava un altro animale: buono, tranquillo, affettuoso,  le stava persino facendo le fusa!

“Lecchino…” sussurrò a bassa voce

“Come?”

“Niente è solo che adesso fa tutto il bravo angioletto mentre di sopra mi ha devastato le tende, si è messo a farsi le unghie sul pigiama di Samuel, giocava con i capelli di Sirius e tirava unghiate a Peter, tanto che mi hanno spedito quaggiù in sua compagnia…”

“Non ci credo…” disse guardando il cucciolo strofinarsi sulla sua mano “Sembra così tranquillo… ma cosa potevo aspettarmi da un regalo tuo… doveva essere un po’ Malandrino, no?” disse sorridendo. James pensò che era il suo sorriso era la cosa più bella del mondo.

Lily osservò il gattino.

“Ti serve un nome… davanti al fuoco sembri essere d’oro…” cominciò guardando il gattino che si era spostato andando a mordere le dita di James. “…e dato che sei stato un regalo di James… umh,… penso che si… Snidget potrebbe andare bene!” sorrise. Il gatto la guardò, miagolando appena.

“Ti piace, Snidget?” sorrise.

James la trovò la persona più dolce che conoscesse.

“Snidget? Come il Bolcino?” chiese

“Si, credevi che non sapessi nulla di storia del Quidditch?”

“No, sono solo sorpreso…”

“Così ricorderò sempre che è il regalo di un fanatico di Quidditch!” rise la ragazza prendendolo in giro.

 

♦♦♦

 

“Peter muoviti…”

“Sirius, continuo a dire che non è una buona idea….” Disse sicuro, mentre Sirius cercava di farlo alzare da tavola…

“Muoviti! Adesso te la presento, così vi mettete d’accordo per questo pomeriggio…”

“No…”

“Almeno parlale, per amore di Morgana…”

Enif guardò i due scuotendo la testa, poi guardò Lily da quando era rientrata in dormitorio con il piccolo Snidget era la donna più felice della terra, e anche in quel momento aveva un sorriso che poche volte le aveva visto in viso. Alice e Mary poco più in la parlavano fitte osservando di sottecchi Lily. Sì, si disse, avrebbe dovuto parlare con Lily di James prima che quelle due la tormentassero con i loro terzi gradi.

“Oh… e va bene, Sirius… ma giuro che se è solo per prendermi in giro… non metterai più piede in dormitorio fino a fine anno…”

“Dovrei avere paura, Wormy?”

“Sì…” disse convinto “dovresti sapere quanti topi ci sono nella scuola…” aggiunse poi sottovoce…

“Va bene, va bene… ma credimi! Non è per prenderti in giro…”

Remus alzò gli occhi al cielo mentre Sirius guidava Peter verso il tavolo dei Corvonero.

“A te non ha preparato nessun appuntamento?” chiese Enif ridacchiando.

“No… grazie al cielo… oserei dire…”

James rise “E anche se lo avesse fatto… Remus sarebbe riuscito a seminarlo prima di farsi trascinare!”

 

“Eccoci qui… Peter, lei è Sophie… Sophie, Peter…” presentò Sirius convinto per poi allontanarsi furtivamente.

Peter guardò la ragazza. Non molto alta, capelli scuri, con dei boccoli che le scendevano a incorniciare un visino di porcellana. E fu guardando quegli occhi castani che non osavano incrociare i suoi che si chiese come lei volesse uscire con uno come lui. Insomma si rendeva perfettamente conto che non era bello come Sirius, non era divertente come James, né brillante come Remus… se proprio ci pensava non era nemmeno gentile come Frank…

“Ci…ciao…” riuscì infine a balbettare. Lei alzò un attimo gli occhi, abbasandoli subito dopo. Timida… una timida e un timido… si erano proprio trovati.

“Ciao…” la sentì sussurrare appena.

“Allora… emh… quando finisci le lezioni?”

 

♦♦♦

 

Lily stava risalendo le scale che portavano al suo dormitorio quando venne raggiunta da Alice e Mary.

“Allora?”

“Perché non ci hai detto nulla?”

Le guardò stranite, loro non potevano pensare che lei e Potter… le ignorò entrando velocemente in dormitorio, prendendo in braccio il povero Snidget che ronfava sul suo letto e uscendo di nuovo.

“Lily! Non potrai sfuggirci per sempre!” le gridò dietro Alice ridendo. Lily si era resa perfettamente conto che il suo comportamento non aveva fatto altro che confermare i sospetti delle due, ma al posto di infastidirla la cosa la stava divertendo.

Scese velocemente le scale, doveva trovare un posto dove nascondersi da quelle due. Guardò la sala comune dove coppiette si stringevano tra loro, osservò la scala del dormitorio maschile. Snidget miagolò quasi dicendo di sì ai suoi pensieri.

“Vuoi andare a trovare James e Remus, Snidget?” chiese al micio, lui spostò il musetto verso di lei, gli occhi azzurri la guardavano curiosi.

Lei sorrise, cominciando a salire le scale del dormitorio maschile.

Arrivata davanti al dormitorio del settimo anno si fermò, bussò mentre la stanza piombava nel silenzio.

Bussò ancora.

“Chi è?” chiese James. Lei sollevò appena le sopracciglia.

“Lily…” James aprì rapido la porta trascinandola all’interno. Lily guardò Remus sigillarla dopo che lei fu entrata.

“Sigilli la porta?”

“Sirius ha colpito ancora…” sospirò James, lasciandosi cadere sul suo letto. Lily li guardò non capendo.

“Ha detto a un paio di ragazze che mi hanno riempito di cioccalitini che sarei stato felice di uscire con loro… sto scappando da quando ho finito antiche rune…”

“Infatti io ed Enif ci chiedevamo perché hai saltato astronomia…”sorrise lei.

“James è riuscito a distrarle mentre filavo in dormitorio sotto il suo mantello…” Remus si morse la lingua “…sai del mantello, vero?”  chiese subito dopo, facendo cenno a Lily di sedersi da qualche parte.

“Sì, da quando li ho beccati rientrare dopo la luna piena…” Lily restò un attimo in silenzio, non avevano più parlato di quel giorno, non dopo il funerale dei Lupin.

“Lily, va tutto bene?” chiese James vedendola pensierosa.

“Oh…sì…sì…” disse sedendosi accanto a Remus. Il gatto saltò abilmente da un letto all’altro per raggiungere James.

“Se quelle due sapessero cosa sono, sono sicuro che scapperebbero come il gatto…” disse Remus tristemente. James alzò gli occhi al cielo, Lily lo guardò dubbiosa.

“Credi davvero che una persona conoscendoti scapperebbe a gambe levate? Io ed Enif non l’abbiamo fatto, e non l’abbiamo saputo nel più gentile dei modi….” Constatò la ragazza.

“Remus è convinto che nessuna donna lo amerà mai…” disse sconsolato James, mentre Snidget cominciava a giocare con la sua mano.

“Il chè è alquanto impossibile… sei molto amabile…” gli sorrise Lily, Remus ridacchiò.

“Non credo di essere molto amabile con zanne ed artigli, Prongs può confermare…”

“Ma se sai essere più incline agli scherzi da lupo che non da umano…” rise James.

“Non parliamo di scherzi… che è meglio…” disse sbrigativo Remus, associare la parola “scherzi” a quella di “lupo” gli faceva venire in mente l’incidente con Piton… ed era una cosa a cui voleva smettere di pensare.

“Non penserai ancora a Pad e a Moccy, vero?” chiese James preoccupato. Remus scosse la testa poco convinto…

“Quindi è vero che Severus sa di te…” disse Lily, alquanto sorpresa, pensava che l’ex-amico andasse solo ad ipotesi.

“Diciamo che lo ha scoperto in modo peggiore rispetto al vostro…” tagliò corto James.

Lily li guardò non capendo.

“Eravamo dei ragazzini immaturi e Piton cominciava davvero a scocciare...” Cominciò James

“Eravate… io non ero al corrente di ciò che Pad aveva in mente…”

James si grattò nervosamente la testa…

“Si… beh… ora non pensare che Pad avesse cattive intenzioni… e credo che lo abbiamo già punito abbastanza… sai lui fa molte cose senza pensare… soprattutto quella volta…” Lily guardava James, sembrava stesse cercando sia di scusare che di accusare l’amico…

“Insomma dato che Piton continuava a voler scoprire dove sparivamo ogni mese… Pad ha avuto la “geniale” idea di dirgli come arrivare…” disse velocemente. Lily lo guardò stupita.

“Black ha detto a Severus dov’era Remus?!” era incredula.

“Dato che Piton si comportava da superiore nei confronti di Rem, Pad aveva pensato che forse era il caso che Remus si prendesse la sua rivincita…”

Lily li guardava sbigottiti.

“Per fortuna James è arrivato in tempo e Piton è a malapena riuscito a vedermi… ma è per questo che continua a sostenere che Sirius lo voglia vedere morto…” concluse Remus.

“Hai salvato Severus? Perché?” chiese la ragazza guardando James, ricordava benissimo tutte le prese in giro, tutti gli affronti che quei due si lanciavano a vicenda.

“Non l’ho fatto per lui… sai Pad si è reso conto della cazzata colossale non appena ha visto che Piton ci stava andando sul serio… penso non credesse che ne avrebbe avuto il coraggio… quando venne da me capii una cosa sola… che né io né lui volevamo che Remus diventasse un’assassino… e poi beh… per quanto non lo sopportassi era pur sempre un tuo amico…” concluse con un alzata di spalle.

“Abbiamo smesso di parlare con Pad per mesi… si sarà scusato migliaia di volte prima che all’ultima gli scoppiassimo a ridere in faccia, era diventato quasi patetico…” sorrise Remus. Lily fissò Snidget giocare con le dita di James.

“Sono sicura che Black non l’avrebbe mai mandato apposta da te, se avesse saputo che Severus sa essere più testardo e coraggioso di ciò che sembra…” sorrise tristemente “comunque ora capisco come mai ce l’ha tanto con voi e soprattutto con te e Sirius…” disse a James, il ragazzo la guardò con un sorriso triste in volto… quella era stata una brutta faccenda che nessuno voleva più ricordare, forse solo Severus.

 

♦♦♦

 

Enif camminava nel corridoio guardandosi alle spalle circospetta, nessuno doveva vederla incontrarsi con Sirius, e così erano rimasti d’accordo di trovarsi in un corridoio desertico del secondo piano dove c’erano un paio di aule dismesse.

Enif voltò l’angolo velocemente raggiungendo il corridoio, la porta di un’aula era socchiusa, sbirciò all’interno intravedendo Sirius seduto su un banco accantonato contro una parete. Aprì lentamente la porta, scivolando all’interno e chiudendola alle sue spalle.

“Ciao…” sorrise. Sirius le sorrise a sua volta, scendendo e andandole in contro. Quando le fu vicino la baciò dolcemente tenendola stretta a se.

Quando si staccarono Enif appoggiò la testa sul suo petto abbracciandolo.

“Come sono andate antiche rune ed astronomia?” chiese accarezzandole i capelli.

“Bene…” rispose ad occhi chiusi, gustandosi quell’abbraccio così intimo e raro.

Sirius sorrise “Vuoi stare così tutto il pomeriggio?” chiese ironico

“Non si può?” chiese lei alzando gli occhi divertita.

“Mi sa proprio di no…” sorrise lui prendendole la mano e scortandola ai banchi. La fece sedere su uno di essi.

“Ed ora chiudi gli occhi…”

“Sir?” lei lo guardò dubbiosa

“Dai, chiudili, non ti fidi di me?” sorrise. Sbuffando la ragazza chiuse gli occhi. Lo sentì avvicinarsi. “Non sbirciare, ok?” Enif annuì, serrando ancora di più gli occhi. Sentì le mani di lui muoversi, sfiorarle le ciocche più lunghe di capelli accanto al viso, il collo. Tremò a quel tocco leggero mentre lo sentiva distintamente agganciarle qualcosa al collo.

“Ok, ora puoi aprirli…” le sussurrò all’orecchio, per poi allontanarsi. Enif sbattè le palpebre, toccandosi il collo con una mano, sentendo un sottile nastro di velluto. Lo seguì con la mano abbassando leggermente la testa per vedere meglio, finché arrivò al ciondolo. Le sue labbra si aprirono in un sorriso mentre gli occhi le luccicarono appena nella penombra dell’aula vuota.

“Puoi toglierlo? Così lo vedo meglio?” chiese al ragazzo indicando la collana.

“Si certo…” sorrise Sirius, togliendole la collana e porgendogliela in mano.

Enif restò a fissare a lungo il ciondolo d’argento, erano due stelle a cinque punte sovrapposte cosicché sembravano essere un’unica stella a dieci, costellata di piccoli diamanti. Sirius l’osservò, intimorito da quel silenzio, magari non le piaceva.

“Si, insomma l’ho presa perché sono due stelle in un’unica… insomma io e te… due stelle… in un’unica cosa… se non ti piace…”

“Stai scherzando?!” esclamò alzando lo sguardo, gli occhi lucidi. “è…è… semplicemente perfetta… è… Morgana…. Grazie, Sir…” balbettò emozionata.

“Non comincerai a piangere vero?”

Enif si passò una mano sugli occhi “No…no…” disse appena ridendo.

“Saremo sempre insieme piccola… te lo prometto…”

Enif lo abbracciò di slancio baciandolo, Sirius sorrise sulle sue labbra, tornando ad assaporare quel sapore che avrebbe voluto assaggiare ogni giorno della sua vita.

La strinse a se, così come non aveva mai fatto prima, perché non avrebbe voluto avere altro nella vita al di fuori di lei.

 

♦♦♦

 

Peter si guardava le scarpe, stavano camminando sulla soffice neve del parco da un po’, da quando aveva pensato che, per una ragazza timida come Sophie, la tranquillità là fuori era migliore del caos che regnava in Sala Grande a causa di putti incantati e lettere canterine.

“Emh…. Sophie… senti perché non mi racconti un po’ di te…” tentò incerto Peter.

“…i miei sono Babbani…” cominciò titubante la ragazza.

“…anche i miei…” la interruppe Peter, rendendosi conto dell’errore non appena ripiombò il silenzio.

“Emh… e di cosa di occupano?” Peter tremò del vento gelido che soffiò sul castello.

“Possiamo rientrare?” chiese Sophie fermandosi “fa freddo…”

“Oh… si, si…”

“Ma tu guarda c’è Minus… chi è quella malata mentale che sta con te? Per essere con te non deve essere normale…” Peter si voltò notando un gruppetto di Serpeverde, o meglio due Serpeverde Avery e quella che sbandierava come la sua ragazza: Leila Lochrin, prefetto del quinto anno.

“Cucciolotto, lasciali stare… non ci interessano i perdenti…” sogghignò la ragazza nella loro direzione. Peter decise che era ora di andare, prese la mano di Sophie trascinandola per il parco, cercando di allontanarsi da i due Serpeverde.

“Minus…. Minus mi fai male…” balbettò lei rossa in viso.

Peter si fermò mollando subito la presa sulla ragazza.

“Scusami… davvero… scusami e che quei Serpeverde…. Io…” disse imbarazzato, e ora che cavolo doveva fare, dov’è Sirius quando serve! Accidenti a lui!, pensò freneticamente il ragazzo.

“Ti va se andiamo in cucina a bere qualcosa di caldo?” chiese, non sapendo che altro fare…

“Sai dove sono?” chiese stupita la ragazza

“Si, si…” sorrise Peter ritrovando fiducia in se stesso.

La vide annuire.

“Bene…” sorrise “Andiamo…” le offrì la mano, ma proprio in quel momento, si sentì spingere in avanti e neanche mezzo secondo dopo era steso a terra.

Aprì gli occhi trovandosi davanti quelli sbarrati di Sophie. Le sono finito addosso! Arrossì immobilizzandosi. La guardò: stava fissando qualcosa… seguì il suo sguardo sbiancando. Non poteva essere vero, cioè con tutta la sfortuna in quel mondo non poteva esserle caduto addosso e aver accidentalmente posato la mano destra sul piccolo seno della quattordicenne. Era un incubo, si disse. Riportò l’attenzione dalla sua mano al viso di Sophie.

“Io…io…” cominciò, senza muovere un muscolo.

“MANIACO!” gli gridò addosso la ragazzina ripresasi dallo shock, stampandogli cinque dita su una guancia.

“So…Sophie?”balbettò mentre la ragazza si rialzava in lacrime correndo verso il castello.

“Ben fatto Minus…” disse una voce. Peter si voltò la Lochrin stava ridendo di gusto, doveva essere stata lei a farlo inciampare. Strinse i pugni decidendo che era ora di raggiungere James e Remus in dormitorio.

 

♦♦♦

 

Lily rideva, Snidget cercando un nuovo gioco si era infilato nel baule di James uscendone con un calzino infilato sulla testa, in quel momento il gattino stava zompettando per la stanza senza avere la minima idea di dov’era o cosa stava facendo.

“Snidget!” lo chiamò prendendolo in braccio e togliendogli il calzino dalla testa. Remus sorrise, quello era il calzino portafortuna di James, se lo metteva solo ed esclusivamente per le partite di Quidditch.

“Ehi, molla il calzino portafortuna….” Esclamò James mentre il gattino cominciava a morderlo.

“Portafortuna?” chiese Lily guardando il vecchio calzino sbiadito dai motivo di boccini.

“Sì…” arrossì James togliendo in calzino dalle zampe di Snidget. Lily lo guardò seria per un secondo per poi scoppiare a ridere.

“Ehi, non c’è nulla da ridere…”

Nello stesso istante qualcuno tentò di aprire la porta.

“Ehi… chi ha sigillato la porta?” chiese la voce di Sirius.

“Chiunque sia, è un’emergenza…” disse concitata la voce di Enif. Remus e James si guardarono, mentre il licantropo andava ad aprire la porta.

“Grazie Remus!” esclamò la ragazza scivolando all’interno della stanza.

“Non ho interrotto niente, spero…” sorrise sornione Sirius… Remus lo guardò serio e scocciato.

“Sì, una cosa a tre…” disse pacato, facendo sorgere un’espressione di pesce lesso sulla faccia di Sirius. Remus restò in silenzio per un paio di secondi per poi scoppiare a ridere.

“Tranquillo le tue due amichette le ho seminate alla prima curva…” rise facendolo entrare e lasciandogli intravedere James e Lily.

“Ho preso paura sai…” sorrise Sirius.

Lily passò lo sguardo dalla camicia sbottonata di Sirius alla cravatta storta di Enif.

“Potevate anche rendervi presentabili prima di tornare…” ghignò per imbarazzare l’amica.  Enif arrossì fino alla punta dell’orecchie, correndo in bagno per guardarsi allo specchio.

“Abbiamo avuto un contrattempo…” sbuffò Sirius “Pearl e Diane ci hanno visti assieme….” Disse sconsolato “spero non le tirino qualche brutto scherzo…”

Lily guardò la porta del bagno, sorridendo appena, i pro e i contro di veder realizzati i propri sogni, eh Enif? Pensò.

“Comunque,…” esordì Enif uscendo, “voi cosa avete fatto…” si trovò ad arrossire alla parola fatto… “cioè come avete passato il pomeriggio?” si corresse in fretta.

“Abbiamo parlato del più e del meno…” disse vagamente James, immaginava che Sirius avrebbe preferito non mettere al corrente la sua ragazza dell’incidente Piton.

“Sai, Eny, ho scoperto perché Remus come te, non accetta mai un appuntamento…” rise Lily.

“Perché?” chiese Enif sorpresa, Remus cercò di fermare Lily, ma la ragazza parlò lo stesso:

“Sai, lui crede che nessuno debba amarlo perché è un licantropo…”

Remus avrebbe voluto nascondersi dallo sguardo che gli lanciò la sua migliore amica, in quel momento capì perché era quella giusta per Sirius: sapeva essere terribile.

“REMUS LUPIN!” disse quasi offesa “come puoi credere ad una panzana simile!”

“Enif…”

“No, adesso ascoltami! Ok, non sarò la tua ragazza, ma sono una tua amica e so quello che dico! Sei una persona eccezionale, ce ne sono poche come te. E fuori di qui…” indicò la finestra chiusa “Là fuori ci sarà una persona, anche una sola che aspetta te. Che quando potrà sfiderà l’intero mondo magico, se dovesse essere necessario, per stare con te!” prese fiato “Remus, io stessa e di  sicuro le persone in questa stanza sputerebbero in faccia al Ministro, affronterebbero Voldemort – e qui tremò leggermente – in persona per te… non dire che non meriti di essere amato, perché forse lo meriti più di noi… perché forse più di noi, sai andare oltre alle apparenze…”

Remus la fissò con un sorriso pieno di gratitudine. Il giorno in cui loro erano venute a conoscenza della sua natura aveva temuto che Enif e Lily lo avrebbero abbandonato, che avrebbe perso due amiche, ora si rendeva conto che aveva, in realtà, rimediato due sorelle.

In quell’istante la porta si aprì, e Peter fece il suo ingresso nella stanza. Lo schiaffone ricevuto ben visibile sulla guancia destra.

“Sirius, mai più…” gli disse mogio.

“Cos’è andato male?” chiese il ragazzo dispiacendosi per l’amico

“Le sono caduto addosso… mi ha preso per un maniaco…” ci fu un attimo di silenzio.

“Come hai fatto a caderle addosso?” chiese Remus inarcando un sopracciglio.

“Mi hanno fatto inciampare Avery e la Lochrin…” scosse la testa “era pure carina…” disse sconsolato non accorgendosi che Snidget aveva preso lo slancio. Il gattino gli arpionò la gamba.

“Ehi, ti ci metti anche tu?”

“Credo voglia ricordarti che altre cose fanno più male” sorrise Lily sdrammatizzando “vieni qui Snidget!” il gatto si staccò dalla gamba di Peter trotterellando verso Lily.

“Sentite, dato che siamo tutti qui…” cominciò Remus andando a sigillare la porta e lanciando un muffiato sulla stanza. “Forse è arrivato il momento di spiegare alcune cose a Lily ed Enif, almeno prima della luna piena…” disse sorridendo tristemente.

“Posso raccontarlo io?” cheise James, quasi esaltato.

“In effetti io centro molto poco con questa parte di storia…” disse pensieroso Remus.

“Allora eravamo al primo anno quando scoprimmo il piccolo problema peloso di Rem… beh ben presto concordammo tutti e quattro che non potevamo lasciarlo solo a vedersela con se stesso…” sorrise James.

“La prima volta tentammo di seguirlo, ma lui si accorse di noi e ci rispedì a scuola prima che sorgesse la luna…” disse Peter tristemente.

“Poi arrivò il compleanno di James e suo padre gli mandò il mantello di famiglia, mantenemmo il segreto per un po’, almeno fino la prima luna piena, seguimmo Remus ma era chiaro che non potevamo andare con lui, quindi ci appostammo sotto la botola…” continuò Sirius

“Fu la notte più terribile della mia vita…”disse serio James.

“La mattina era chiaro a tutti a tre che non potevamo sopportare un’altra notte simile…”

“Ma continuammo a seguirlo, a restare tutta la notte lì fuori per poi raggiungerlo in infermeria…”

“E intanto pensavamo a come avremmo potuto aiutarlo…”

“L’illuminazione ci arrivò osservano la trasformazione della McGrannit, cercammo migliaia di informazioni, non c’era nessuna testimonianza che degli animali divenissero mannari se morsi…”

“E quindi la risposta venne da sola…” sorris James concludendo. Enif li guardò sorpresa.

“Stai dicendo che siete…”

“Animaghi illegali, esattamente…” sorrise Prongs.

“Ma siete impazziti! Diventare Animagus è difficilissimo, può avere risultati devastanti, è per questo che il ministero lo controlla…”

“Calmati Evans…” la bloccò Sirius prima che strozzasse James, era quasi divertente, aveva avuto la stessa reazione di Remus quando ne era venuto a conoscenza “ormai lo siamo da parecchio tempo… dopo tre anni di duro lavoro ci riuscimmo all’inizio del quinto anno, è da lì che nascono i nostri soprannomi…”

“Potevate non riuscirci…”

“Ma ce l’abbiamo fatta, quindi non c’è nulla da preoccuparsi!” sorrise Peter.

Enif rise, i cinque si voltarono verso di lei.

“Vedi, non ci sono andata tanto lontana prima… c’è già qualcuno che ha sfidato le leggi per te…” sorrise.

Remus le sorrise a sua volta, aveva ragione ma questo non lo tranquillizzava per nulla.

“A volte mi chiedo se fosse stato meglio non l’avessero mai fatto…” disse pensieroso.

“Noi non abbiamo mai avuto ripensamenti, anche perché le uniche volte che non ci siamo finisci per farti male…”

“In effetti non so cosa farei senza di voi…”sorrise Remus.

"Fu il nostro regalo per la sua promozione a prefetto..." rise James. Lily ed Enif li guardarono sorridendo, era quello l'importante restare uniti.

 

Come vedete è un capitolo abbastanza leggero anche se sono uscite alcune notiziole molto utili per le nostre fanciulle... ad un altro momento lascio la presentazione dei nostri animaghi alle ragazze, anche perchè un cervo in dormitorio può essere fastidioso, e inoltre Remus crede non sia una buona idea far vedere a Snidget sia Padfoot che Wormtail... non si sa mai XDD

Allora so che per il gatto dei Potter ci sono molti nomi Quidditchiniani e spero di non aver copiato nessuno usando Snidget (anche se credo il più quotato sia Snidgt che l'ho già letto in un paio di storie)... in caso mi scuso ^^ ma questa palletta di pelo non ha altro nome che Snidget XD 

Il ciondolo che Sirius da ad Enif esiste anche se in realtà è un souvenir che riprende i fermagli dell'imperatrice Sissi... ma che volete ce l'ho sul comodino da quando sono andata a Vienna e mi piace un mondo, anche se credo rappresenti una stella alpina e non due stelle sovrapposte, ma la forma è quella... se rioesco a trovarvi l'immagine... eccola sia la collana che solamente la stella ^^  Vi lascio anche il sito http://shop.schoenbrunn.at/index.php?cPath=31&language=en&osCsid=4691d3af2a786e95b4dc35a98dc960e2 

 

 

 E ora.... Le recensioni!!!!!

hermy101: Morirà anche Enif? chissà... BWAHAHAHA (risata malefica)...comuqneu spro che questo capitolo sia un po' allegro, anche se non mi soddisfa molto, ma forse sono troppo autocritica... 

Alohomora: Grazie mille per il tuo commento sempre molto gentile ^^ Finalmente si vede la stella di cui ti avevo parlato ^^ Ancora un saluto. 

princes_of_the_univer: non volevo farti male... non piangere.... John ed Helen vivranno sempre in Remus 

glumbumbleA Remus le cose comincerranno a girare dall'ultima parte della storia o almeno questa è l'idea. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. 

lulu258: mia nuova recensora, spero di leggerti anche tra le recensioni di questo capitolo ^^ Felice che la storia ti piaccia, comunque ma come inciampata??? Ok che ho scritto per ora 216 pagine, ma non pensavo fosse così d'intralcio XD

Alla prossima !

Mirwen

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Capitolo 19
*** Capitolo 19: Voglio Vincere! ***


Safely for the last time.

 

 

Snitch Love,  silkvercrscent11, deviantart

 

Capitolo 19: Voglio vincere

Quella domenica 5 marzo James Potter era su di giri, ma non era perché quel giorno ci sarebbe stata la partita tra Grifondoro e Tassorosso, no, non era per quello. Si era deciso, avrebbe chiesto a Lily di passare le vacanze pasquali da lui piuttosto che sola a scuola, avrebbe parlato con lei, aveva deciso che avrebbe cercato di aiutarla con sua sorella. Più i giorni passavano, più era evidente che Lily desiderava partecipare al matrimonio della sorella, ma si era imposta di non andarci come Petunia le aveva chiesto; James era arrivato alla conclusione che non era giusto, Lily sarebbe andata a quel matrimonio costasse quel che costasse. Il matrimonio si sarebbe svolto il 28 marzo, durante le vacanze, secondo quello che gli aveva detto Enif, era evidente - forse - che Petunia voleva che la sorella si presentasse.

Era così che aveva deciso di fare un tentativo. Scese le scale velocemente, intravedendola al tavolo di Grifondoro. Sì, ce l’avrebbe fatta!

“Buongiorno!” salutò il ragazzo avvicinandosi a Lily ed Enif, mentre facevano colazione.

“Ciao!”

“Senti Lily, posso farti una domanda?” disse sedendosi

“Dimmi…”lo guardò curiosa.

“Ti andrebbe di venire a casa mia per le vacanze? Ci potremmo trovare con Enif e i ragazzi e non resteresti sola qui ad Hogwarts…” James restò in silenzio, la vide arrossire e lanciare uno sguardo nervoso a Enif.

“Io, Potter non lo so… Pensavo di restare qui, non è la prima volta che…”

“Lily, vuoi davvero rinchiuderti qui dentro?” chiese sicuro.

“No, ma…”

“Facciamo così… se vinco la partita di oggi vieni da me, ok?” sorrise.

“Stai scherzando?!”

“Ci stai? Altrimenti, vedrò di convincerti comunque.” Disse serio. Lily guardò Enif dubbiosa, l’amica annuì.

“Va bene, James, ma non metterti in testa strane idee, noi siamo solo amici…” disse sicura

“Solo amici…” annuì lui. Ora aveva un motivo in più per vincere.

 

♦♦♦

 

“Farà di tutto per vincere, lo sai?” disse Enif, sedendosi accanto a Lily sugli spalti rossi e oro.

“Lo so…non dire a Sirius o ai ragazzi della scommessa, ok?”

“Perché?”

“Non lo so, ho paura che si faccia male…”

“Lily, tu hai sempre paura quando si parla di Quidditch…”

 

♦♦♦

 

“Potter sei carico?” chiese Samuel infilandosi meglio i guanti. James ricambiò lo sguardo del capitano con un sorriso strafottente riflesso nello specchio.

“Ho molti motivi per vincere oggi.”

“Mi fa piacere.” Sorrise Colfer dandogli una pacca sulla schiena.

James osservò di nuovo il suo riflesso, passandosi una mano tra i capelli spettinati. Sì, aveva un buon motivo per vincere.

 

♦♦♦

 

“Ed ecco scendere in  campo la squadra di Tassorosso ora terza nella classifica, ed ecco: Carter, Abbott, Brown, Wood, Lowell e Perret e infine Lisa Clound!!!” la tribuna del Tassorosso esultò al passaggio della sua squadra.

“Ed ora il Grifondoro! Colfer, Clavell, Arper, Daniels, Domrod e Reston e il mitico Jaaaames Potter!!!” James fece il giro delle tribuna, fermandosi davanti a Lily, le fece l’occhiolino prima di lanciarsi verso il campo.

Lily si sentì arrossire.

“VAI JAMES!!!!” gridò con tutto il fiato che aveva in corpo.

James si mise in posizione, lanciò uno sguardo a Lisa.

Lumacorno stretto nella divisa di arbitro fischiò e la partita ebbe inizio.

“Grifondoro in possesso di palla, Clavell ad Arper… ancora Clavell, Daniels, tiro eeeee grande parata di Nicholas Carter, peccato per Grifondoro…”

Lily aveva ignorato le azioni di gioco, non staccando gli occhi da James, lo vide voltarsi verso di lei e sorridere, il cuore le saltò di un battito.

“Arper ruba la palla a Wood, grande schivata del bolide lanciato da Antonin Perret… Vai, Doris! E goal! Primo goal per Grifondoro, 10 a 0. Per Grifondoro questa partita è da vincere, sicuramente ma anche Tassorosso ha molte ambizioni in questa partita. Corvonero e Serpeverde infatti tengono la testa della classifica per ora con 350 e 390 punti… Grifondoro a solo 110 punti dovrebbe vincere con grande vantaggio per essere di nuovo in gioco… Ma guardate ed ecco che Lucy Clavell segna!”

Secondo i calcoli di James doveva tirare avanti a la partita per almeno 13 goal per prendere Serpeverde. Vide il boccino, si lanciò dall’altra parte opposta, Lisa alle costole, quando si voltò il boccino era scomparso.

 

La partita continuò a lungo, un gioco regolare, pulito, che piaceva agli spettatori. Dopo quasi 2 ore e mezzo di gioco Tassorosso era in testa per 180 a 130, e fu allora che James si mise davvero d’impegno. Quel boccino doveva essere suo, a tutti i costi.

“E Susanne Daniels segna! 140 per Grifondoro!”

James scattò nello stesso istante in cui Doris rubò la pluffa a  Sarah Brown. Lo aveva visto, così vicino al terreno che era quasi impossibile prenderlo se non si spostava. Si lanciò in picchiata, e Lisa dietro di lui. Il boccino si alzò di quota voltando verso le tribune, James e Lisa erano testa a testa. James lanciò la sua scopa più avanti, doveva prenderlo, sentì appena il grido di Lisa.

“Finirai contro gli spalti!!!!” la ragazza virò  riprendendo quota, mentre James continuò diritto. Tolse una mano dalla scopa, il vento freddo gli pungeva il viso, si sporse in avanti: mancava così poco. Si alzò in piedi sulle staffe, chinandosi in avanti. Sugli spalti molti si spostarono, Lily lontana dalla traiettoria di James restò immobile ad osservarlo, stringendo la mano di Enif.

James chiuse la mano sul boccino ma non riuscì nemmeno a frenare, la coda della scopa sbatté sulla balaustra di protezione e James venne sbalzato in avanti. Rotolò un po’ sugli spalti, rialzandosi con il boccino stretto in mano, un bernoccolo sulla fronte e un grosso sorriso in volto.

 

Lily lasciò la mano di Enif, raggiungendo il punto del malo atterraggio di James. Lui rimontò sulla scopa nello stesso istante in cui lei lo raggiunse. La guardò sorridendo.

“Ho vinto…” sorrise.

“La prossima volta… niente scommesse…” sorrise appena lei. James le prese la mano mettendole sul palmo il boccino “Questo tienimelo per dopo” disse facendole l’occhiolino. Così prese il volo, raggiungendo Samuel e gli altri ragazzi.

“E così finisce la partita 300 a 180 per Grifondoro! Così Grifondoro va a 410 punti salendo al primo posto della classifica! “ Lily sorrise allontanandosi dal campo. Un paio d’anni prima non avrebbe mai pensato che una vittoria del Grifondoro a Quidditch le avrebbe fatto così piacere.

 

♦♦♦

 

La Sala Comune era gremita di gente e James riuscì a malapena a raggiungere gli amici.

“Eccomi qui!” sorrise.

“Perché mi hai chiesto di tenerti il boccino?” Chiese Lily porgendogli la mano ancora stretta sulla sfera dorata.

“Ah si!” mise una mano in tasca estraendo un piccolo nastro bianco. “Dammi il boccino…” Lily glielo porse curiosa, James puntò la bacchetta sulla sfera.

“Reducio…” la pallina si ridusse, Lily lo guardò mormorare ancora un paio di incantesimi. Poi gli porse il risultato.

“Pensavo che a Snidget potesse servire un collare…” sorrise. Lily sorrise riconoscente.

“Grazie…”

“Allora?” chiese Sirius entrando nel discorso “per Pasqua che si fa?” chiese con un sorriso.

“Non intendo ripetere la tua cucina…” precisò Peter guardando serio Sirius.

Gli amici scoppiarono a ridere.

“Se volete potrei cucinare io…” si offrì Enif.

“Ci stai salvando, lo sai” gli sorrise Peter.

“Ehi, non era tanto male la mia cucina!” si lamentò Sirius offeso…

“Quindi io vado da James e voi tre da Sirius?” chiese Lily, da quel po’ che aveva capito.

“Se vogliamo passare qualche giorno assieme, sì… anche perché a casa mia ci sono tre stanze per gli ospiti e senno qualcuno resterebbe scoperto…” spiegò Sirius.

Lily annuì, qualcosa nei conti non tornava, ma pensò che era meglio avere un James Potter che la faceva ridere accanto a se, mentre sua sorella si sposava a miglia di distanza… guardò Enif con un sorriso malizioso in viso e si rese conto che l’avevano incastrata: avrebbe passato una settimana a casa di James….

“Enif…” Mary si avvicinò a loro spintonando alcuni ragazzi del secondo anno.

“Mary?”

“C’è la sorella di Susanne qua fuori, ha detto che deve parlare con te…” Enif la guardò dubbiosa.

“Vado…” Sirius la prese per un braccio

“Vai da sola?”

“Oh suvvia, non fare il fidanzato premuroso” gli disse scherzando, “sto solo andando qui fuori, e non è ancora scattato il coprifuoco per giunta…” sorrise rassicurante.

“Va bene, va bene…” disse lasciandola andare, non sapeva perché ma era preoccupato.

Enif uscì dai festeggiamenti, al contrario della sala comune il corridoio era deserto.

“Amanda, mi cercavi?” chiese avvicinandosi.

“Beh veramente…” disse torcendosi nervosamente una ciocca di capelli con la mano.

“Grazie Amy, da qui in poi ci penso io…” disse una voce alle sue spalle.

“Pearl, Diane…” salutò per niente tranquilla Enif, mentre la ragazza del quarto anno si volatilizzava velocemente.

“Enif…” cominciò Pearl, i lunghi capelli neri ondeggiarono come seta mentre si avvicinava “Enif… cosa dobbiamo fare con te?” chiese sicura. Diane si avvicinò a sua volta i capelli rosso scuro sciolti sulle spalle.

“Ti abbiamo chiesto di unirti al club, rifiutasti dicendo che Black era solamente un tuo amico…”

“Possono parlare con Sirius solo le ragazze che sono iscritte al vostro fan club?” chiese

“No, possono parlargli solo quelle che ottengono il permesso da noi…” specificò Diane.

“Abbiamo chiuso un occhio sulla tua amicizia con lui… ma penso sia venuto il momento di mettere le cose in chiaro…” Enif le guardò seria.

“Sì, lo credo anche io…” le due ragazze la guardarono stranite.

“Innanzitutto, penso che Sirius, sappia decidere da solo con chi parlare, e che voi non essendo né sue amiche né sue ragazze non abbiate il diritto di dare autorizzazioni…” cominciò seria, lo sguardo fisso in quello di Pearl “Sirius è stato con un gran numero di ragazze, sia più grandi che più piccole, sono sicura che ci siate anche voi sulla lista…” dovette attingere a tutto il suo autocontrollo per non strozzarle solo per quello “ma ora basta… a Sirius non è mai importato di voi, o altrimenti lo avreste trovato al vostro fianco, è finita. Mettevi il cuore in pace. Smettetela di comportarvi da bambine, non vi è stato rubato un giocattolo…”

Pearl tremò di rabbia.

“E pensi che con te sia diverso? Che non ti butterà via come un calzino usato appena ne vedrà un’atra?” Enif chiuse per un attimo gli occhi, con due uniche frasi Pearl aveva tirato fuori le sue paure.

“Non so se andrà avanti per sempre, se finirà male o cosa, ma io Amo Sirius. Amo la sua risata, amo il suo spirito. E se anche dovessi stare accanto a lui per poco tempo, questo sarà meraviglioso perché ho passato mesi o anni assieme ad una persona stupenda… Lui ha detto che io non sono una delle tante, che sono l’unica… quindi smettetela di fare le ragazzine… non mi importa cosa mi direte, cosa mi farete… io sto con Sirius e nulla cambierà questo…”

Pearl la fissò sbigottita, Diane era sul punto di scoppiare a piangere.

“Credi così tanto in lui?” gli chiese la rossa.

“Sì…”rispose sicura, Pearl fece un passo in avanti.

“Pearl… lascia stare, andiamocene…”

“Ma Diane…”

“Ha ragione lei… se Sirius non mi ha mai più parlato, un motivo c’è… inutile essere possessive su qualcosa che non abbiamo…” alzò lo sguardo su Enif  “tienitelo stretto, Icecrow…” detto questo Diane Polock si allontanò, Pearl la fissò ancora per un momento per poi seguire l’amica. Enif sospirò. Era stato più facile del previsto… aveva avuto il terrore che l’affatturassero.

Sirius era restato immobile e tenendo socchiuso il passaggio della Signora Grassa aveva ascoltato il discorso di Enif e si era dato del cretino. Era cretino perché lui un discorso del genere non sarebbe mai riuscito a farlo, perché ci aveva scherzato su con i ragazzi ma non le aveva mai detto che l’amava, certo glielo aveva fatto capire, però… però lei non aveva detto a quelle ragazze “Lui mi ama”.

Guardò oltre il passaggio, Enif era ancora ferma in mezzo al corridoio, la vide tremare leggermente. Aprì il passaggio senza neanche rendersene conto, la raggiunse abbracciandola.

“Sir…” sussurrò lei afferrando la sua camicia, reggendosi in piedi.

“Enif, piccola, perché piangi?” chiese accarezzandole i capelli.

“Perché a volte ho paura che tu…” Sirius spalancò gli occhi, non c’era bisogno che continuasse, era chiaro ed evidente di cosa aveva paura, la sua fama di donnaiolo non si spegneva solo perché stava da tre mesi con la stessa ragazza.

“Enif… non preoccuparti, io non me ne andrò, io… io ti amo, piccola… non potrei mai lasciarti…” Enif spalancò gli occhi mentre tra le lacrime le spuntava il sorriso.

“Dici, davvero?” gli chiese

“Mai stato così serio in vita mia…” le sorrise dolcemente asciugandole le lacrime.

“Allora anche io ti devo dire una cosa…” cominciò Enif.

“Non occorre, ho sentito…” disse lui guardandola negli occhi.

“Io te lo voglio dire lo stesso…” sbuffò Enif contrariata

“Ok, ok, dimmelo….”

“Ti amo, Sirius Black…” disse guardandolo fisso negli occhi e fu certa di leggere nei suoi una nota di commozione.

Ad un certo punto lui si mise a ridere.

“Che hai?” chiese lei sorpresa dallo sbalzo d’umore.

“Dovremmo far in modo di vincere più spesso le partite di Quidditch, sai?!”

 

 

Ecco qui un nuovo capitolo ^^ Questa volta presto perché ho già finito il 22 e iniziato il 23 ;P

Come vedete le cose tra James e Lily stanno andando al termine, e Sirius ha detto ad Enif di amarla... vi giuro che quando ho scritto il discorso di Enif sono andata a vedere se Sirius glielo avesse già detto ma no XD E mi son detta "Questa povera donna, con poca stima in se stessa come può difendersi dalle cattiverie di queste due fissate?" ed ho fatto uscire il suo lato Grifondoro. XD

 

Ed ora grazie ai miei 3 recensori (agli altri che non hanno commentato: "troverò i vostri indirizzi!!!!" XD. Comunque da oggi potete seguire Enif e tutti gli altri anche via

Facebook

 

 

hermy101: Ti piace quest'ultimo regalo che James ha fatto a Lily? Il collarino per Snidget XD

Alohomora: Le tue recensioni e le nostre chiacchierate mi rendono sempre felice perché come ti ho detto mi da la certezza che il mio lavoro  stato apprezzato. Come ti ho detto Grattastinchi con quel muso schiacciato proprio non mi piace quindi no... Snidget non è Grattastinchi, anche perché Sir lo avrebbe riconosciuto 15 anni dopo XD. Remus ti ringrazia per il complimento sul fatto che lo "faccio vivere bene", me lo strapazzerei di coccole quel lupacchiotto! XD

lulu258: No, figurati mica mi hai offesa XD Era una battuta la mia ;P Ti ringrazio per continuare a seguirmi!

Alla prossima, non so quando spero presto

Mirwen

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Capitolo 20
*** Capitolo 20: Tra uova e pulcini ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

 

 

 

Capitolo 20: Tra uova e pulcini

 

Il treno si fermò con uno sbuffo sul binario 9 e 3/4 , avevano con se poche cose, in fondo si trattava di appena una settimana.

“Logicamente siete invitati da me tutti i giorni e tutte le sere!” esordì Sirius mentre scendevano sulla banchina. Enif gli tirò una gomitata.

“Oh, si beh… dopo che Enif ed io saremmo andati a far visita ai suoi…”

“Credemo Peter e Remus venissero subito da te…” constatò Lily, all’oscuro delle macchinazioni dei suoi amici…

“Sì, sì in effetti sì…” disse Sirius imbarazzato. Enif si tirò una manata per la fronte, ma come poteva essere così scemo alle volte?

Prese Lily sottobraccio.

“Devo farti una confessione…” le disse piano allontanandosi di pochi passi dai Malandrini. “Avevo paura che da sola ad Hogwarts per il matrimonio di Petunia ti saresti potuta rattristare… ho chiesto io a James di invitarti…” disse con aria colpevole

“Cosa?!” Lily la guardò sbalordita, cominciava a capire perché avesse avuto l'impressione di essere all'oscuro di qualcosa, in effetti l’avevano incastrata per bene. “Remus e Peter, non vanno da Sirius…” disse con ovvietà…

“Non subito almeno, io e Sir torniamo lunedì…” sorrise appena “Remus ha delle cose da sistemare a casa, e Peter torna da sua madre, quindi sarà quella la nostra prima serata tutti assieme…il 27 marzo… per il compleanno di James”

“Non ho scelta passerò quattro giorni da sola con James… vero?” disse appena Lily.

“O così, o va al matrimonio di Tunia…” scherzò Enif, osservando attentamente l’espressione dell’amica.

“Sai che correrei da Tunia se potessi…”

“E allora non lamentarti, da quello che dice Sirius, la signora Potter è una persona fantastica!” disse facendole l’occhiolino.

Lily sorrise appena.

 

♦♦♦

 

“Mamma! Sono tornato…” gridò James aprendo la porta e lasciando entrare Lily, la ragazza stringeva la mano sulla cesta in cui aveva chiuso Snidget.

“James!” Dorea Potter si fece loro incontro con un sorriso, guardò sorpresa Lily.

“Mamma, lei è Lily… Lily, mia madre Dorea Black in Potter…” sorrise il ragazzo presentandole.

“È un piacere conoscerti, Lily…” sorrise la donna porgendole la mano.

“Il piacere è mio, signora Potter…” disse la ragazza stringendogliela.

“Mamma, Lily resterà qui per le vacanze, se non ti secca…” spiegò James riprendendo le loro borse.

“Potevi mandare un gufo… non pensare che mi dispiace aver compagnia, ma almeno le avrei già preparato la stanza degli ospiti… oh ma smettiamola di stare qui sulla porta come dei baccalà… suvvia entra, cara…” disse spingendo dolcemente Lily all’interno.

La ragazza si guardò attorno un po’ spaesata.

“James perché non vai a portare le cose di Lily di sopra, io le mostro la casa…” sorrise Dorea.

“Sì, mamma… agli ordini!” ridacchiò James facendo l’occhiolino a Lily e sparendo su per le scale di fronte a loro. 

“Vieni Lily…” Dorea prese la stanza alla sua destra “Questa è la sala da pranzo e lì c’è la cucina… di fronte c’è il salotto e un angolo di studio che si era ricavato Charlus…” disse precedendola nell’altra stanza. “Lì c’è il bagno e da qui puoi uscire in giardino se vuoi…” Dorea aprì una porta a vetri lasciandole vedere il giardino.

Lily si affacciò nel portico, guardando il lussureggiante giardino fiorito.

“James si arrampicava sempre su quel albero in modo che Charlus lo andasse a prendere con la scopa…” sorrise nostalgica Dorea fissando una grossa quercia.

“Mi sarebbe piaciuto conoscere il signor Potter…” si lasciò sfuggire Lily, arrossì appena “James ha sempre parlato tanto di lui…”

Dorea sorrise.

“Io e Charlus abbiamo desiderato James a lungo, è il nostro tesoro più prezioso, e forse per questo l’abbiamo viziato un po’ troppo… Char voleva che James crescesse con quanto più affetto possibile… e anche quando arrivò Sirius lo accolse a braccia aperte… nonostante tutto James gli assomiglia molto, sono fiera di lui…” disse seria continuando a fissare la quercia “anche se avrei preferito ricevere meno lettere da Minerva…” concluse infine con un sorriso.

Lily ridacchiò, dando un’ultima occhiata al giardino.

“Vieni ti mostro la tua stanza…” sorrise Dorea “sempre che James l’abbia messa apposto…”

Quando Lily ripassò nell’ingresso, prese la cesta di Snidget, prendendo in braccio il micio.

“Oh, che carino!” esclamò la signora Potter, accarezzando dolcemente la testa dell’animale.

“Si chiama Snidget… è un regalo di James…” spiegò brevemente Lily. Dorea sorrise, sembrava che James avesse davvero messo la testa a posto.

“Vieni cara, porta pure Snidget!” le disse guidandola su per le scale.

Al piano di sopra il pianerottolo formava una U attorno al vano scala. Cinque porte vi si affacciavano.

“Lì c’è l’altro bagno. Le due stanze che danno verso la strada sono quella mia e quella di James…” Lily notò che sulla porta di James era appeso uno stendardo di Grifondoro.

“Queste qui che danno verso il giardino invece sono quella che usava Sirius e quella degli ospiti. Vieni…” Dorea la condusse verso la porta socchiusa alla destra, aprendola. James stava armeggiando attorno con la finestra.

“È da parecchio che non prende aria…” spiegò un po’ imbarazzato guardando Lily. La ragazza gettò un’occhiata attorno. Era una stanza comoda: un armadio era poggiato alla parete, accanto ad una stufa che doveva collegarsi al camino che aveva visto nel salotto, una piccola poltrona sostava lì davanti, c’era un letto e un piccolo scrittoio accanto alla finestra.

“È bella…” sorrise. James le sorrise a sua volta.

“Forza Potter! Falle fare un giro per il villaggio mentre sistemo qui e preparo la cena!” sorrise Dorea. “Lascia pure Sndget, cara…”

 

♦♦♦

 

“Sono a casa…” disse Peter chiudendo la porta dietro di se.

“Peter!” sua madre sbucò dalla cucina abbracciando il figlio. “Come è andato il viaggio, tesoro?”

“Una meraviglia, qui come vanno le cose? Ti serve niente?” chiese preoccupato, sua madre sembrava più magra di quando l’aveva lasciata dopo le vacanze di Natale.

“Oh, tranquillo qui tutto posto… tuo padre mi ha fatto sudare quattro camice… anzi ora che ci penso è ora che vada al lavoro…”

“Lavoro? Ma non lavoravi al negozio solo la mattina…” disse incerto.

“Do una mano alla signora Smith, te la ricordi? L’anziana signora che sta giù in fondo alla strada… le serviva una mano in casa e così…”

“Mamma, non stai lavorando troppo?” chiese Peter preoccupato

“Pet! Non preoccuparti…” disse schioccandogli un bacio sulla guancia. “Se torna tuo padre non sganciarli un centesimo, siamo d’accordo?” gli disse uscendo.

“Va bene mamma…”

Daniele Minus riaprì la porta…

“E Peter…”

“Si?”

“Sono felice che tu sia tornato, vedi di non combinare disastri mentre non ci sono…”

“Mamma, non sono più un bambino…” protestò, la donna rise.

“Sarai sempre il mio Little-Peety…” Disse prima di chiudersi la porta dietro di se.

Peter sospirò, guardandosi attorno. Si avviò in cucina deciso a prepararsi qualcosa da bere. Stava per prendere un bicchiere dalla credenza quando notò alcuni fogli. Li prese, osservandoli attentamente: uno era il conto di suo padre nel pub, un altro era l’affitto ancora non pagato… Peter sospirò… soldi… maledettissimi soldi… tra le fatture, scivolò a terra una busta. Il ragazzo la raccolse notando subito che era una lettera del medico di suo padre: la lesse. Abbandonò le fatture sul tavolo sconcertato… suo padre stava morendo e probabilmente non se ne rendeva nemmeno conto. E quello che spiccava subito erano i costi delle cure, il che spiegava il doppio lavoro di sua madre.

Stava ancora fissando quella dannata lettera quando la porta si aprì.

“DANIELE!”

“Non c’è…” rispose al padre andandogli incontro. Peter si diede dello stupido, si chiese come aveva fatto a non rendersene conto prima, a Natale suo padre era, certo sì, malato, ma non così tanto. Le braccia e le gambe erano magre, mentre il ventre era gonfio, la pelle giallastra. Lo vide muoversi con fatica.

“Tu chi saresti?” chiese irritato l’uomo “Dov’è mia moglie?” chiese ancora

“La mamma è andata al lavoro…” rispose gentilmente. L’uomo dopo un attimo di smarrimento sorrise.

“Peter! Quando sei tornato, figliolo?” Peter si costrinse a non piangere, quel tono era lo stesso che sua padre aveva prima di cominciare a bere, quando lo portava a giocare. La stessa voce che si era congratulata con lui quando aveva imparato ad andare in bicicletta, quando aveva ricevuto la lettera per Hogwarts. Nell’uomo che aveva davanti faticava a vedere il padre che tanto spesso lo aveva portato a pescare le domeniche.

“Poco fa…” disse vago “come stai?” chiese leggermente.

“Peter, vieni ti offro da bere giù al pub…” disse il padre barcollando, eppure sembrava più sobrio del solito.

“Non ti pare di aver bevuto troppo?” chiese Peter  “Ti va piuttosto di mangiare qualcosa?”

“No, non ho fame…”disse rabbioso. Peter fece finta di non notare il brusco cambio di umore.

“Nemmeno un pezzo di torta? Mamma ha fatto una crostata che sembra deliziosa…” tentò ancora.

“No, Peter! Non ho più fame!” gridò il padre… “me ne ritorno al pub…” borbottò infine. Peter fu rapido, estrasse la bacchetta bloccando la porta.

“NO! Non ritorni laggiù ad avvelenarti”

“Vuoi farmi paura Peter?”  rise rocamente Bob.

“Non devi bere più! Non capisci che ti stai uccidendo, non capisci che la mamma si sta facendo in quattro per te…”

“Cosa vuoi che cambi… cosa ne sai tu! Sei lì in quella scuola dannata! Che ne sai come viviamo qui!”

“Non voglio che tu muoia! Si sta ammalando anche la mamma per te!”

“Fatti gli affari tuoi Peter! Di problemi tuoi non ne hai, vero? Un buono a nulla resta un buono a nulla! Daniele non si ammalerà per causa mia! Piuttosto c’è qualcun altro che non c’è mai…”

Peter colpito sul vivo lasciò sciogliere l’incantesimo, Robert prese la palla al balzo uscendo di casa.

Il ragazzo osservò la porta sospirando, forse suo padre aveva ragione… forse era lui la causa di tutto.

  

♦♦♦

 

“Oh, ma tu guarda, James!” i ragazzi si voltarono a quella voce sconosciuta. James sorrise.

Un donna minuta si stava avvicinando a loro, i capelli bianchi incorniciavano un viso gentile, anche se cosparso di rughe. La vecchia sorrise ancora di più osservando Lily.

“Chi è questa, giovane Potter? La tua ragazza?” chiese.

“No, lei è solo una mia amica…” specificò comunque “Lily lei è Bathilda Bath… Bathilda lei è Lily Evans…” le presentò allegro. Lily strinse la mano all’anziana fissandola sorpresa. Bathilda sorrise.

“Intuisco la tua domanda, si sono quella Bathilda, quella del libro di Storia della Magia…” Lily sorrise un po’ imbarazzata.

“Oh, non preoccuparti cara, non sai quanti mi pongono quella domanda…” ridacchiò la vecchia. “Stavo giusto pensando di fare un salto da tua madre per prendere un the, pensi che disturbo?” chiese a James.

“No, signora Bath, non credo. Mia madre è sempre felice di averla per casa.”

“Ricordo ancora quando tuo nonno ha costruito casa vostra… proprio un bel giovanotto come lo è il nostro James, parola mia!” Lily era sicura di aver visto James arrossire.

“Beh signora Bath, penso proprio che dovremo andare…”

“Va bene, va bene… è stato un piacere conoscerla signorina Evans…”

“Piacere mio signora Bath”

Lily aspettò che l’anziana si allontanasse.

“Non pensavo che Bathilda Bath fosse ancora viva, e che beh… abitasse qui…”

“Se è per questo… vedi quella casa lassù, in cima alla collina?” chiese James

“Sì…”

“Lì ci abita Silente… o per lo meno ci abitava la sua famiglia…”

“Lo sapevo!” esclamò convinta

“Cosa?”

“Che c’era un motivo per cui Silente non ti ha mai espulso!” disse ridendo, James seguì la sua risata. Si disse che era fortunato: per quattro giorni avrebbe potuto ascoltare la sua risata.

 

♦♦♦

 

Stavano sorvolando i monti Cambrici, l’aria era frizzante, ma i prati verdi del Galles meritavano quella vista.

“Non vedo l’ora di rivedere la mamma…” gridò Enif, Sirius sorrise, mentre lo Snowdone appariva davanti a loro.

Sirius atterrò nel cortile interno della fortezza. Rhodelia, seduta su una panchina di pietra, sorrise guardandoli smontare dalla moto.

“Zia! Buongiorno!” salutò Enif avvicinandosi ed abbracciandola.

“Ciao, bambina!” la salutò lei, l’anziana fissò poi Sirius. “Piacere di rivederla Messer Black…”

“Signora Icecrow…” sorrise il ragazzo.

“Signorina possibilmente…” ridacchiò la vecchia.  Sirius la guardò allibito, Enif rise. “Non era per me il matrimonio… anche se ci sono andata vicina una volta… ma immagino ora sia troppo tardi...lascio ai giovani il compito di sposarsi…”rise. Sirius soppesò le parole: era un invito, nemmeno tanto implicito, a sposare Enif, o sbagliava?

“Zia, mia madre…”

“O sta meglio! Che scema, mi avevano anche chiesto di aspettarti per accompagnarti da lei, sto proprio diventando vecchia…” disse cominciando ad incamminarsi verso la casa principale.

“Tu non sarai mai vecchia zia!” sorrise Enif, mentre lei e Sirius iniziarono a seguirla.

 

♦♦♦

 

Remus aprì la porta lentamente, non c’era fretta. L’odore di chiuso lo investì subito, sospirò guardando quella casa ormai vuota. Chiuse la porta dietro di se, appoggiandovisi. Sarebbero stati solo quattro giorni… solo quattro giorni, si disse, solo quattro giorni di solitudine.

Stancamente si mise al lavoro, aprì tutte le finestre, l’aria che entrava dopo mesi, lavò il dolore che ancora stagnava nelle stanze. Remus sospirò.

Papà non vorrebbe che ci stessi a pensare troppo , vorrebbe vivessi…

Con un sorriso sghembo osservò la foto all’ingresso. In fondo quel posto restava sempre casa sua e lì loro sarebbero sempre rimasti.

Scrutò la dispensa vuota se non si considerava una vecchia scatola di Earl Grey. Sospirò pensando che avrebbe dovuto passare in paese e richiuse la dispensa.

E andiamo… pensò preparandosi ad uscire.

 

L’ultima volta che aveva percorso la Hell Lane davanti a lui alcuni maghi trasportavano le bare di sua madre, suo padre e del signor Swan fino al piccolo cimitero di North Chideock. Suo padre era nato lì, tra i Babbani, ed era lì che voleva essere sepolto e sua madre non l’avrebbe mai lasciato. Era la prima volta che Remus trovava quella strada tanto malinconica.

Si fermò alcuni istanti davanti al cancello di ferro battuto del cimitero, incerto. Entrò insicuro fino a raggiungere quelle due lapidi bianche. Constatando di essere solo fece apparire alcuni fiori, sistemandoli ordinatamente davanti alle lapidi.

“So che non vorreste vedermi triste, ma non ci posso fare nulla…” disse a bassa voce “ma non preoccupatevi… starò bene… qui, a casa… ci saranno sempre i ragazzi, sapete… ora anche Lily ed Enif sanno cosa sono eppure nemmeno loro mi hanno abbandonato… magari non riuscirò a realizzare i miei sogni, ma non sarò solo… ve lo prometto…” Accarezzò dolcemente le foto dei suoi genitori. “Vi voglio bene…” sussurrò alzandosi.

 

Le botteghe a Chideock stavano chiudendo ma Remus riuscì comunque a recuperare qualcosa per quei quattro giorni, stava risalendo lentamente la North Road quando qualcuno gli batté una mano sulla spalla. Si voltò sorpreso.

“Ciao Remus…” erano anni che non si parlavano, forse troppi e Remus si sorprese di non trovare più quella nota di bambina nella voce della vecchia amica.

“Ciao Rosemary” sorrise. L’ultima volta che avevano scambiato due parole era prima che lui partisse per Hogwarts e il risultato era stato che la madre della bambina l’aveva chiusa in casa per una settimana.

“Temevo non tornassi più a casa…” disse piano la ragazza, forse un po’ imbarazzata. Remus la guardò, in lei non c’era nulla della bambina con cui aveva passato le giornate fino a quella maledetta notte. Era una ragazza slanciata, i capelli rossi erano più scuri e ricadevano ondulati sulle spalle, le lentiggini si erano sbiadite tanto da essere pressoché invisibili, gli occhi castani erano imbarazzati.

“Sai… credevo che dato che i tuoi… che idiota! Non ti ho ancora fatto le mie condoglianze!” disse agitata.

“Non preoccuparti…” disse appena il ragazzo.

“Facciamo la strada assieme?” chiese speranzosa.

“Se non rischi di venir rinchiusa in casa…” rise amaramente lui.

“Mia madre e mio padre sono un po’ chiusi… ma non sono cattive persone…”

“Scusa… non te ne faccio una colpa… la maggior parte della gente si comporta nella stessa maniera…”

“Sarà anche vero! Ma ti conoscevano… se io fossi in te non potrei perdonarli…” disse sinceramente.

“Avvelenarmi il sangue non farebbe cambiare nulla… sono ciò che sono… purtroppo…”

Camminarono in silenzio fino a che non si dovettero separare.

“È stato bello vederti, Remus!” sorrise lei, allontanandosi verso casa Crossbridge. Remus sospirò… se solo non fosse mai stato morso… forse loro… scosse la testa incamminandosi verso casa.     

 

♦♦♦

 

Sirius si trovava a correre a perdifiato per la cittadella, Taliesin lo stava trascinando in lungo e in largo. Era il giorno di Pasqua e i bambini stavano festeggiando con una caccia alle uova, sparse su tutto il Picco del Corvo. Neanche a dirlo, il bambino aveva trascinato Sirius con lui sotto lo sguardo divertito di Enif.

“Taliesin aspetta…” sbuffò il ragazzo tirandosi indietro una ciocca di capelli.

“No, Sirius! Dai muoviti! Devo vincere quest’anno!!!!” sorrise il bambino ricominciando a correre.

Sirius sbuffò mettendosi ad inseguire il bambino, non capiva quella smania di vincere… non sapeva nemmeno cosa c’era in premio.

Maia Nutcombe, la cugina di Taliesin, li superò con un sorriso.

“Tal, inutile ti sforzi… vincerò io di nuovo!” rise poi scappando in un’altra direzione.

Il bambino si imbronciò.

“Vedi? È già tre anni che vince lei!”

Sirius lo guardò comprensivo.

“Va bene, allora andiamo a cercare queste uova!!!” disse ridendo.

“Sei grande Sirius!!!” sorrise il bambino.

 

Enif sorrise guardando i bambini correre per la cittadella.

“Dovrò chiedere scusa al tuo fidanzato, Taliesin di solito non si comporta così…” le disse Lilith offrendole il the.

“Non si preoccupi zia Lilith, suo figlio è un bambino adorabile…” disse sincera la ragazza.

“Enif, ti prego dammi del tu… siamo in famiglia” rise la giovane donna, guardando con un sorriso Felicia. La donna guardava Enif, era stato tremendo non poterla vedere, non poter vedere nulla. La vista le era finalmente tornata, anche se con qualche problema, ma i suoi occhi non sarebbero più tornati verdi e i guaritori al San Mungo non ci potevano fare nulla.

“Eny, tesoro…” la ragazza si voltò verso la madre. Erano in un salotto che dava sulla cittadella, ed erano sole donne: Lilith, Felicia, Zia Rhodelia,lei e Dervla, la nonna di Taliesin.

“Dimmi…”

“Finita la scuola cosa intendi fare?” era da tanto che non parlavano del dopo e Felicia voleva sapere cosa avrebbe fatto ora, dopo tutto ciò che era successo. Enif arrossì.

“Lo sai pensavo di andare a lavorare al San Mungo…”

“Una donna non dovrebbe lavorare…” bofonchiò Zia Rhodelia, Lilith scosse la testa.

“Lo so, lo so… intendevo se verrai qui o resterai in Inghilterra…”Enif arrossì di nuovo.

“Dalla faccia che ha fatto il tuo ragazzo alla parola matrimonio, non penso ti sposerà appena finita la scuola…” disse distrattamente Rhodelia.

“Penso che resterò a Falkbourne…” disse Enif dopo un attimo di smarrimento. “Sarò vicina a Sirius e a chi avrà bisogno di me…”

Felicia annuì, un velo di tristezza le calò sugli occhi, sua figlia avrebbe combattuto accanto a Silente, ora ne era certa.

“Spero che il signor Black non ti stia così tanto vicino…” l’ennesimo commento malizioso della zia fece voltare di scatto Enif.

“Oh zia, piantala! Smettila di imbarazzarla, so che lo fai per divertimento…” disse gentile Dervla “Lo facevi già con me! Per non parlare di Lilth e Felicia…”. La vecchia rise.

“I giovani d’oggi hanno un sacco di problemi di cuore…” disse con sufficienza.

“Il che la dice lunga Enif, perché da quello che sappiamo, la zia di problemi di cuore ne ha avuti molti…” cercò di tirarla su di morale Lilith.

“Mica si parlava di me…” borbottò la novantenne.

Enif rise, notando, per la prima volta, l’imbarazzo colorare il volto della zia.

“Quel caprone del mio fidanzato ha preferito altri sollazzi… quindi sono arrivata alla conclusione che i giovani non dovrebbero risparmiarsi troppo…” ci fu un attimo di imbarazzante silenzio, seguito dalla risata di tutte e cinque.

Con le lacrime agli occhi dal ridere Rhodelia parlò ancora.

“Detta così, il povero Abe fa la figura del pazzo… diciamo che i suoi studi gli hanno fatto dimenticare di avere una ragazza e io nella mia timidezza l’ho semplicemente lasciato andare… ” disse, nel sorriso c’era un velo di nostalgia. Le altre donne la guardarono sorprese, Rhodelia timida? Sembrava impossibile.

“Per quanto ora non sembri ero una ragazza timida e a modo ai miei tempi…” ridacchiò.  

“Io conoscevo un’altra versione…” rise Dervla “Non eri tu quella che gli ha gridato dietro “O me o le capre?””

 

Sirius si arrampicò su un tetto, le regole dicevano niente magia?  E niente magia sia! Si era detto. Allungò la mano per far salire Taliesin. Si mossero cautamente fino ad arrivare sul camino dove stava appoggiato un uovo dipinto.

Taliesin lo prese trionfante.

“15! 15! Lo scorso anno ne trovai solo nove! Grazie Sirius!” sorrise.

“Non capisco il perché di tutta questa caccia…” disse il ragazzo aiutandolo a scendere.

“È una tradizione! Da quando è stato fondato il Picco! Sai Eiros Brân fondò il castello per nasconde i suoi amici dall’inquisizione…”

“Quindi alla fine Coch ha parlato…”

“No… no… Coch ha finto di essere lui il mago per salvare la vita di Eiros, non sapendo che un rogo non è un problema per un vero mago… quando Eiros lo scoprì messe in scena la morte dell’amico prese le loro famiglie e fondò il picco… finché Eiros era in vita qui abitavano anche Babbani… tutti quelli che lui aveva salvato dai roghi…” Sirius lo guardò sorpreso, quella non era una storia che dimostrava quanto i Babbani fossero inferiori, anzi.

“Sai Sirius questa è tradizione è nata proprio allora… per questo non si può usare la magia, perché sennò per i Babbani sarebbe difficile…”

“Ma non ci sono Babbani oggi, o si?”

“No… ma sai quei Babbani che abitavano qui dopo la morte di Eiros, per evitare conflitti si sono trasferiti ai piedi del monte… fondando il villaggio… i figli di Dafydd misero su il pub… è l’unico camino collegato con la metropolvere da allora! Siamo una fortezza noi! Per salvare della gente! ” disse orgoglioso il bambino.

Sirius lo guardò, il Picco in effetti aveva un valore strategico non indifferente, capiva perfettamente perché Voldemort avesse cercato di portare gli Icecrow dalla sua.

 

♦♦♦

 

Remus prese una boccata d’aria, stava passeggiando per i campi, aveva visto Dan Crossbirdge e sua moglie partire la mattina presto, se così non fosse stato in quel momento non si sarebbe trovato così vicino a casa loro.

Una gallina inseguita da dei pulcini gli tagliò la strada, Rosemary dietro di lei.

“Fermati, maledetta!” le gridò dietro. “Oh… Ciao Remus…”

“Ciao…” la salutò con un sorriso.

“Buona Pasqua!” Sorrise lei raddrizzandosi e guardando tristemente la gallina gironzolare un po’ più in là…

“Ti serve una mano?” chiese lui.

“No, no… non occorre…” ma Remus non l’ascoltò si avvicinò silenziosamente alla gallina, prendendola al volo. Questa cominciò a dimenarsi mentre i pulcini si stringevano sotto le gambe di Remus.

“Grazie!” sorride lei afferrando la gallina “Itza! Maledetta gallina, la smetti di andare in giro a perdere pulcini per i campi!” esclamò guardando truce la bestiola. “Remus vuoi venire dentro a prendere un the?” chiese poi gentile.

“No, no… meglio di no… se i tuoi mi vedessero…”

“Non torneranno prima di domani sera… sono andati da Sean…”

“Va bene allora…Dove abita Sean?” chiese poi seguendola. Rosemary chiuse la gallina e i pulcini nel pollaio.

“Sta a Dorchester… ha cambiato già una ventina di lavori tra magici e non… un disastro… ma tira avanti…” sorrise tristemente. “Tu cosa pensi di fare finita Hogwarts?” chiese  lei mentre entravano e metteva un bollitore sul fuoco.

“Non lo so… non penso che sarà facile trovare qualcosa…”

“Beh protesti cercare qualcosa fra i Babbani…”

“Forse…”

“Una volta dicevi che saresti diventato professore…” ridacchiò lei.

“Sogno inrealizzabile… troppe assenze…” sogghignò lui. La guardò ancora, sospirò.

“Sei diventata un bella ragazza, immagino che avrai un sacco di ragazzi che ti girano attorno in Irlanda”

“Sì, sì… il mio ragazzo poi è già finito in punizione tre volte per aver cercato di togliere gli occhi a tutti…” rise ironica.

“È fortunato…” sorrise lui, non capendo se fosse seria o meno.

“Grazie…” sorrise appena, agguantando due tazze.

“Remus… so che mio padre cercherà di convincerti ad andare via… ma ti prego, tu… beh non andare…”

“È questa casa mia…”

“Sono felice che la ritieni ancora così… sai continuo a dire che saresti stato un ottimo fratello maggiore… Sean è sempre stato una delusione…” disse seria.

Bevvero il the in silenzio.

“Lo sai… spesso ti ho osservato mentre c’erano i tuoi amici” la vide arrossire leggermente “o quando leggevi accanto alla finestra… mi dispiace che non siamo riusciti più a passare del tempo assieme… eri il mio migliore amico…”

“Lo so… dispiace anche a me… per fortuna ci sono persone come James, Sirius e Peter…”

“Non ti hanno abbandonato?”

“No… e non lo faranno… sono la mia ancora di salvezza…” sorrise appena “beh ora andrò, Peter ha detto che sarebbe passato questa sera…” disse alzandosi

“Ok… beh allora buona serata…”  Rosemary lo accompagnò alla porta. “Remus… non dimenticarti che è qui casa tua…” gli disse con un sorriso.

“Lo so…”

 

Remus tornò a casa sospeso tra la malinconia e la rabbia… non avrebbe lasciato quel posto, MAI! Come poteva Dan Crossbridge solamente pensare di mandarlo via, accidenti! Era casa sua quella!

Peter lo stava aspettando sulla porta, una faccia altrettanto sconsolata.

“Mi sa che ci serve una buona dose di cioccolata…” sorrise appena, fissando l’amico.

“Anche tripla direi…” disse Peter cercando di tirarsi su di morale.

“Che succede?” chiese Remus aprendo la porta.

“Spero che domani sera arrivi presto… ho bisogno di non pensare a nulla… e quindi ho bisogno di tutta la truppa…” sospirò il ragazzo seguendo Remus in cucina.

“Problemi con tuo padre?”

Peter annuì stancamente sedendosi su una sedia.

“Si sta uccidendo, sai… cirrosi e cancro al fegato… giovedì ho tentato di farlo ragionare, l’unico risultato è che non è tornato a casa da allora…. Sono anche andato a cercarlo, nessuno l’ha visto, neanche al pub… mamma è disperata.”

“Mi dispiace…” disse il licantropo preparando due tazze di cioccolata calda.

“Tornerà più ubriaco di prima, o non tornerà affatto… non so quale delle due sia la soluzione migliore…”  Remus guardò sorpreso l’amico passandogli la tazza.

“Scusa Rem… e che… non so preferirei che sparisse così nel nulla piuttosto che vederlo consumarsi e mia madre con lui…”

“Vuoi che ti dia una mano a cercarlo?” chiese il licantropo.

“No, sono certo che tornerà… o almeno mamma dice che è successo altre volte… non resta che aspettare…” disse tristemente “mi dispiace solo di non poter fare di più per la mamma, sai… stando ad Hogwarts…”

“Non dirlo neanche per scherzo, Wormy! Sei il tesoro più grande per tua madre, è solo un brutto periodo… vedrai che passerà…”

“Lo spero…”

“E sai che ti dico, ordineremo a Sirius di fare così casino in questi giorni che dimenticherai la preoccupazione!” cercò di risollevargli il morale. Suo padre diceva sempre che non c’è due senza tre… ma non poteva pensare che anche al padre di Peter fosse successo qualcosa.

 

♦♦♦

 

“Ho vinto! Ho vinto!” Taliesin saltellò felice, per poi guardare Sirius. “Anzi, abbiamo vinto!” disse sorridendo.

“No, il premio è tutto tuo! Ti ho solo dato una mano…” disse sorridendo Sirius, gli era mancato avere un bambino più piccolo tra i piedi, anche se non avrebbe mai ammesso: Regulus gli era mancato molto.

Taliesin corse da Rhodelia che in mezzo al cortile era attorniata dai bambini che avevano partecipato alla caccia.

“Calmi, calmi… dunque da quello che ho visto il premio se lo merita Taliesin con 21uova, complimenti nipote! Cominciavo a credere che gli Icecrow avessero perso il loro mordente…” sorrise la vecchia porgendo un pacchetto a Taliesin. Il bambino lo scartò contento, sapeva già cos’era ma il regalo cambiava di poco ogni anno. Prese in mano contento il premio: era un uovo di vetro – quell’anno era verde -  alto più o meno 5 pollici, nel suo interno cavo c’era in miniatura il Picco del Corvo. L’uovo era sorretto su un piedistallo dorato da un sostegno che assomigliava molto ad una pianta rampicante. Sul piedistallo c’era un piccolo cassetto. Taliesin guardò i piccoli omini che si muovevano all’interno del castello in miniatura e sorrise: quell’anno c’era raffigurata anche Enif. Guardò Sirius.

“Quando finite scuola tu ed Enif vi sposate?” chiese curioso mentre lui e il ragazzo si dirigevano nel salotto dove avevano lasciato Enif ore prima. Sirius arrossì.

“Non lo so…”

“Verrete ad abitare qui?” chiese ancora, avrebbe tanto voluto averli al Picco, Sirius gli stava davvero simpatico e poi voleva assolutamente sapere di più sulle motociclette Babbane.

“No… credo che resteremo in Inghilterra…” disse memore del fatto che entrambi avevano deciso che avrebbero aiutato Silente.

“Partite domani, vero?” chiese ancora un po’ dispiaciuto.

“Si…” Taliesin annuì.

In silenzio arrivarono al salotto.

“Ho vinto!” esclamò il bambino entrando

“Bravissimo!” lo elogiò la madre. Taliesin guardò Enif correndole incontro.

“Lo so che l’ho vinto io… ma ce ne ho altri e se tu e Sirius non tornerete qui, almeno ti ricorderai di noi!” sorrise porgendole il premio.

Enif sorrise abbracciando il cugino.

“Tranquillo, torneremo di certo a trovarti ogni tanto!” disse allegra.

 

 

Eccomi qui! ^^

Questo capitolo non doveva nemmeno esserci sulla mia scaletta e passare subito al prossimo, ma volevo rendere giustizia agli altri, approfondire il problema "Peter",  far rivedere Rosemary Crossbridge, e la gente del Picco.

Spero il capitolo non sia risultato troppo incasinato...

Alla prossima!

 

 

hermy101: Come vedi Snidget è un po' dimenticato in vacanza, ma sta tranquilla che Dorea lo ha già viziato per le feste XD

Alohomora: Ecco qui l'aggiornamento, spero il capitolo non sia troppo incasinato.

princes_of_the_univers : all'inizio questo capitolo non ci doveva essere e si doveva passare subito al prossimo (Lily e James only...) ma non mi sembrava giusto...

PrincessMarauders : James dice che se vuoi camera di Sirius è libera... ma non so come la prenderebbe Lily XD non ti preoccupare per i capitoli non commentati, sono io che mi monto e mi smonto al numero delle recensioni (quindi oggi sono felice e orgogliosa delle vostre 6 recensioni XD)

Jes Potter: per ora la storia continuerà come la vera per moooolto tempo poi chissà. Grazie del commento mi fa sempre piacere leggere nomi nuovi. ^^

sissi181: Resisti ancora un capitolo e avrai la tua romanticheria.... ehehe

 

Mirwen

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Capitolo 21
*** Capitolo 21: Fiori d'Arancio ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

 

 

 

Capitolo 21: fiori darancio

La stanza era avvolta nel silenzio, un dispettoso raggio di sole entrando dalla finestra andò a svegliare il piccolo Snidget che indispettito raggiunse il letto nel quale dormiva la sua padrona cercando di infilarsi sotto le coperte.

Lily si svegliò ridendo del solletico che il gatto, involontariamente, aveva creato.

“Snidget!” sorrise prendendolo tra le braccia, il micio fece le fusa. “Piccola peste…”  ridacchiò “ma in effetti cosa potevo aspettarmi da un regalo di James…” sorrise.

Pensò ai giorni appena trascorsi: il calore della signora Potter, il sorriso che James le rivolgeva ogni mattina, la serata in compagnia a casa di Sirius…

La sera prima erano andati a cena da Sirius per festeggiare il compleanno di James. Avevano cucinato lei ed Enif, per la gioia di tutti. Ridacchiò, povero Sirius avevano ucciso a suon di commenti il suo orgoglio, tanto che aveva minacciato di buttare fuori di casa sia Peter che Remus.  Le scaldò il cuore ripensare al sorriso che le aveva lanciato James quando aveva aperto il suo regalo, non sapeva cosa prendere e quindi aveva optato per una cornice in cui aveva messo la foto che avevano scattato al compleanno di Enif, la prima tutti assieme.

“Lily ammettilo ti sei innamorata di James…” le aveva detto Enif mentre cucinavano. Per tutta risposta era arrossita rischiando di tagliarsi un dito.

“Allora?” aveva insistito la bruna.

“Sì…” aveva sorriso “penso proprio di essermi innamorata di quel pallone gonfiato di James Potter”

Sorrise al ricordo, intristendosi non appena si rese conto che era il 28 marzo. Era singolare il fatto di sposarsi in settimana, ma conoscendo Petunia si disse che probabilmente Vernon aveva da lavorare o qualcosa di simile. Stava ancora formulando questi pensieri quando qualcuno bussò alla porta.

“Avanti…” disse un po’ sorpresa, erano solo le sette del mattino, considerato che erano rientrati a mezzanotte passata.

La testa di James fece capolino nella stanza.

“Posso entrare?” chiese timoroso.

Lily annuì. Il ragazzo entrò con una grossa scatola in mano.

“Ho un regalo per te…” disse appena. Lily lo guardò non capendo.

“Ma James, non dovevi… perché? Era il tuo di compleanno, mica il mio”

“Aprilo…” disse sedendosi accanto a lei e passandole la scatola.  Lily aprì il pacco, restando senza parole.

“James è…” passò le dita sul vestito “…stupendo… il verde è il colore preferito…” disse appena.

“Sono contento che ti piaccia…”

“Ma perché…”

“Come perché?! Non ci puoi andare mica in pigiama al matrimonio di tua sorella o sbaglio?” sorrise il ragazzo.

“Io non posso…”

“Si, invece… ci sarò io con te…Forza sono proprio curioso di vedere come ti stà!” disse guardandola dolcemente “Sarà meglio vada a vestirmi anche io…” sorrise.

Lily guardò il vestito.

“Che ne dici Snidget, facciamo questa pazzia?” chiese, il gatto la guardò curioso giocando con il nastro del pacco.

“E andiamo…” sorrise alzandosi.

 

James si sistemò la cravatta, l’aveva presa dello stesso colore dell’abito di Lily. Sorrise, non avrebbe mai immaginato che si sarebbe messo una cravatta così simile a quella dei Serpeverde.

“Che ha detto?” chiese Dorea raggiungendo il figlio

“Che non può andarci…” la donna osservò le scale pensierosa.

“L’hai convinta?”

“Ci sarò io se succederà qualcosa…”

“Le vuoi bene, eh?” chiese la madre guardandolo curiosa

“Tanto…” rispose sovrappensiero “è fantastica…”

“Concordo…” ridacchiò la madre.

James fissò le scale sorpreso e incantato. Lily stava scendendo, il vestito che le aveva comprato le stava ancora meglio di come aveva immaginato. L’abito, senza spalline, scendeva leggero fermato sul seno e sulla vita da una fascia argentata. Davanti le arrivava sotto il ginocchio e dietro scendeva fino alle caviglie con uno sbuffo di veli. I capelli le scendevano leggeri sulle spalle scoperte.

Dorea sorrise.

“Ho una stola argentata, vado a prendertela, sarebbe un peccato che ti prendessi qualcosa…” disse materna. James non aveva ancora staccato gli occhi da Lily quando lei gli arrivò davanti.

“James…è bellissimo… grazie…” balbettò Lily abbracciandolo di slancio. James si trattenne avrebbe voluto abbraccia, avrebbe…

“No, Lily, sei tu bellissima…” le sussurrò, Lily si scostò da lui guardandola. James si perse nei suoi occhi verdi, aveva le guance arrossate, avrebbe voluto baciarla. Lily voleva baciarlo, sperò con tutto il cuore che accadesse, quando Dorea rientrò nella stanza.

“Ecco cara… divertitevi.” Sorrise

“Grazie, signora Potter.”

Detto questo i due ragazzi si smaterializzarono.

 

♦♦♦

 

Petunia osservava il suo riflesso nel finestrino, mentre il padre guidava verso la Chiesa. Non era mai stata così bella, si disse. Era felice eppure… era sicura che Lily sarebbe venuta comunque ed invece… ma infondo era meglio che lei e quel suo assurdo mondo restassero fuori dalla sua vita.

“Petunia, c’è qualcosa che non va?” la voce di sua madre la riscosse dai suoi pensieri.

“No, mamma, non c’è nulla… sono solo agitata…”

“Sta tranquilla Tunia, sono certo che Lily sarà già in chiesa…” gli sorrise il padre attraverso lo specchietto retrovisore.

Petunia non rispose.

 

♦♦♦

 

Lily salì velocemente il sagrato della chiesa, James alle sue spalle.

“Non è ancora cominciato, non occorre che tu corra, Lily…” disse raggiungendola

“E se non mi vuole…” chiese lei aggrappandosi al suo braccio.

“È tua sorella, sono sicuro che sarà felice di vederti…”  sorrise incoraggiante. Lily volle credergli. E in quel momento oltre a James vide arrivare la macchina di suo padre.

“Arriva…”

Daisy Evans scese per prima, mentre Harold scendeva ed apriva la portiera a Petunia.

“Lily sei venuta…” sorrise la donna avvicinandosi ai due.

“Se Tunia mi vuole…” disse la ragazza guardando la sorella. Petunia la guardò, Lily fu certa di vederla sorridere.

 

James e Lily osservarono il matrimonio dal fondo sala.

“Non avevo mai visto un matrimonio Babbano…” le sussurrò.

“Come io non ho mai visto uno magico…” gli sorrise lei “James… grazie per avermi costretta a venire…”

“Non avrei potuto vederti triste…”

Lily gli sorrise, mentre seguivano all’uscita la frotta di gente che lasciava la chiesa.

“Lily, sono così felice che tu sia venuta!” sua madre l’abbracciò, ancora commossa dalla cerimonia.

“Non avrei potuto mancare…” sorrise lei “anche se ero terrorizzata all’idea di rovinare la giornata a Petunia… è stato James a convincermi…” disse accennando al ragazzo al suo fianco.

Daisy sorrise abbracciando anche lui.

“Sei il benvenuto, caro!”

“Grazie signora Evans…” rispose un po’ imbarazzato.

“James, mi accompagni, vorrei fare i miei auguri a Petunia e Vernon…” la voce di Lily era allegra, ma James capì che le serviva una mano, che non ce l’avrebbe fatta da sola ad affrontare la sorella.

“Certo, andiamo a salutare gli sposi!” ridacchiò. Lily lo prese per mano, aveva bisogno di sapere che era lì con lei, aveva bisogno di avere qualcuno che la raccogliesse se Petunia l’avesse scacciata.

James osservò le dita di Lily allacciate alle sue, si disse che era l’uomo più felice della terra.

“Tunia…” Lily sorrise facendosi spazio tra gli altri amici e parenti.

“Lily…” le due sorelle si fronteggiarono un secondo, Petunia non avrebbe mai ammesso di essere felice di averla lì. Lily l’abbracciò di slancio.

“Congratulazioni! Sei bellissima!” le disse sincera, quasi commossa. Petunia l’abbracciò.

“Ti ringrazio per non avermi ascoltata… non ti avrei mai perdonato se non fossi venuta…” le sibilò all’orecchio.

“Allora devi ringraziare lui… io temevo davvero che tu non volessi vedermi…” sorrise la rossa allontanandosi. “Tunia, ti presento James Potter… James mia sorella Petunia…”

“Auguri alla sposa!” sorrise James stringendole la mano. Petunia lo osservò scettica prima di essere travolta da altri invitati.

“Credo non fosse felice della mia presenza…” sussurrò James a Lily…

“No, sta tranquillo… Tunia è solo critica su tutto quello che riguarda me e la scuola…”

“Me lo avevi detto… ma…”

“Godiamoci la giornata!” sorrise Lily, prendendolo di nuovo per mano e trascinandolo fuori dalla ressa “Laggiù c’è papà, vieni.”

“Principessa…” la salutò il padre abbracciandola “abbiamo avuto il terrore che non venissi, sai…”

Lily sorrise, staccandosi dall’abbraccio del padre. Harold Evans guardò James.

“Felice di rivederti, James…” lo salutò. Nonostante il saluto cordiale, James era convinto che avrebbe potuto staccargli la testa a morsi… deglutì a vuoto.

“Vale lo stesso per me, signor Evans…”

In quel momento Petunia e Vernon salirono sulla loro macchina, addobbata di fiori d’arancio per l’occasione.

“Venite in macchina con noi, vero?” chiese Harold, consapevole che in qualunque modo quei due fossero arrivati non lo potevano usare per arrivare al ristorante.

“Saremmo a piedi in effetti…” sorrise un po’ imbarazzata Lily.

“Forza allora!” ridacchiò il padre prendendo la secondogenita per il braccio come aveva fatto poco prima con Petunia. Lily ridacchiò. Il padre si chinò a parlarle all’orecchio.

“Spero di non dover accompagnare tanto presto te all’altare…” Lily arrossì

“Papà!”

“Che c’è di male?… sei splendida principessa…” disse allegro. Lily rise.

“Grazie papà…” disse mentre il padre da gentiluomo qual’era le apriva lo sportello dell’automobile “Su non farti complimenti James, vieni…” lo chiamò Lily. James si sedette dietro accanto a Lily, che cercava di non stropicciarsi troppo il vestito.

Quando anche Daisy e Harold furono saliti partirono.

“Dove fanno il rinfresco?” chiese Lily curiosa, non conosceva molto del Surrey.

“In un golf club… sembra che il padre di Vernon sia socio…” sbuffò Harold, controllando la fila di macchine che seguiva la sua e quella dei Dursley.

“Cos’è un golf club?” chiese James, mentre osservava interessato la cintura di sicurezza che Lily si era premurata di allacciargli.

“È un posto dove i ricconi vanno a giocare a golf…” spiegò telegrafico Harold.

“…”

“Papà penso che James non sappia nemmeno cos’è il golf…” ridacchiò Lily.

“Davvero?”

“Emh… no…” rispose imbarazzato il ragazzo.

“È uno sport singolo… si deve lanciare con una mazza una pallina in una buca…” spiegò Lily

“Sembra noioso…” constatò James, Lily ridacchiò.

“Eppure tu hai la faccia dello sportivo…” disse Daisy voltandosi sul sedile.

“Gioco a Quidditch…”

“Sarebbe?” chiese Daisy curiosa, Lily non le aveva mai parlato di sport magici.

“Emh…” James non si era mai trovato a dover riassumere il Quidditch, non aveva idea di come cominciare, pensò fosse meglio cominciare dalle basi “Ci sono sette giocatori per squadra. Tre di loro, i cacciatori, devono far passare una palla all’interno di uno di tre anelli per conquistare dieci punti a goal… un giocatore fa il portiere e deve difendere gli anelli della propria squadra… due giocatori poi lanciano con  delle mazze due palle pesanti, chiamate bolidi in modo da ostacolare gli altri giocatori… l’ultimo giocatore è il cercatore…. Lui cerca di catturare il Boccino, se lo prende la partita finisce e la squadra prende centocinquanta punti…”

“Sembra complicato…”

“Non più di tanto…”

“E tu in che ruolo giochi, James?” chiese ancora la signora Evans

“Cercatore…”

“Quindi cerchi questo… come l’hai chiamato? Boccetta?”

“Boccino…”

“Che sarebbe?” chiese Harold interessato.

“Una piccola pallina dorata, velocissima, quasi invisibile…”

“E dove l’ho giocate questo Quidd…Quidditch, giusto?” chiese Harold sempre più interessato. Il mondo di sua figlia lo aveva sempre affascinato e scoprire che esistevano anche degli sport oltre a giochi di carte, biglie e scacchi glielo faceva sentire più vicino.

“Beh… abbiamo degli stadi… a Hogwarts ce ne uno…ma ce ne sono molti sparsi per la Gran Bretagna…”

“Davvero?”

“Si… sono invisibili ai Babbani… anche perché le partite possono andar avanti per giorni…ma spesso sono in aree disabitate…sa cinquecentoquaranta piedi di campo ovale non si trova ovunque” ridacchiò James

“Cinquecentoquaranta? Per giorni? Sette giocatori in campo per giorni su un campo di quelle dimensioni… avranno buone gambe…”

James corrugò le sopracciglia.

“Casomai un buon Incantesimo Imbottito sulla scopa…”

Ci fu un attimo di silenzio, Lily osservò la faccia stupita di sua madre e non poté far altro che mettersi a ridere, James la guardò non capendo…

“Ti eri dimenticato di specificare che il Quidditch si gioca a cavallo di manici di scopa… papà pensava che doveste correre per il campo…”

James la guardò sorpresa.

“Sarei già morto…” sogghignò.

“Mi sembrava strano… ricordo ancora le sudate del campo di Rugby ma moltiplicarlo per giorni interi sarebbe umanamente impossibile… avete vita comoda voi maghi…” ridacchiò il signor Evans.

“Non pensi che guidare una scopa sia così facile… La Nimbus 1500, che verrà presentata dall’Inghilterra alla prossima coppa del Mondo fra un paio di mesi, arriva alle 200 miglia orarie e conuna sterzata notevole: 360° in 2 decimi di secondo… se perdi il controllo ti fai come minimo 200 piedi di caduta libera, e questa è solo l’altezza degli anelli… gente c’è rimasta secca lanciandosi in picchiata…” spiegò James, in modo che non si osasse mettere in dubbio le sue doti di atleta.

Daisy guardò spaventata Lily.

“Tu non giochi, vero Lily?”

“Certo che no…”

“A Lily non piace il Quidditch… lo trova violento…” disse leggermente James, Lily lo guardò arrossendo appena.

“Scusa se credo sia una perdita di tempo ed energia venir bersagliati dai bolidi… e ti ricordo che nelle ultime due partite sei finito entrambe le volte in infermeria…” disse piccata

“Ma siamo primi in classifica…” sorrise James .

Daisy guardò il marito che le ricambiò lo sguardo, quelli erano senza ombra di dubbio battibecchi tra innamorati.

 

Lily si trovò a pensare che, se James non fosse stato con lei, se ne sarebbe andata via già da ore… dopo il ringraziamento sul sagrato, Petunia non li aveva degnati di un solo sguardo, e sedevano su un angolo della tavolata come ospiti sgraditi. Lily era inoltre certa di aver sentito quasi tutti gli invitati chiedere a sua madre chi fossero lei e James. Petunia non aveva nemmeno detto a sua suocera di avere una sorella… Lily pensò che, forse, sarebbe davvero stato meglio non fosse venuta.

“Ti va di ballare?” le chiese James indicando i signori Evans e quasi tutti gli invitati ballare elegantemente al centro della sala.

“Se vuoi…” sorrise Lily alzandosi. Arrossì quando James le mise una mano sul fianco cominciando a seguire il ritmo del walzer.

“C’è qualcosa che non va?” chiese il ragazzo mentre ballavano.

“Sono un’estranea… una maledetta imbucata…” sorrise lei amaramente, mentre si faceva guidare dai passi di James e dalla musica.

“È il matrimonio di tua sorella…”

“E lei non mi ha nemmeno presentato ai suoi suoceri… non so nemmeno se ha apprezzato il mio regalo o se lo ha buttato direttamente fuori dalla finestra. “ disse triste, imponendosi di non piangere.

“Cosa le hai preso?”

“Un vaso… o meglio per Petunia sarà un semplice vaso… l’ho comprato da Mondomago e l’ho spedito prima di partire… è un  vaso in  argento, ha installati alcuni incantesimi di protezione per la casa, il giardino e tutta la famiglia…”

“È un bel pensiero…”

“Non ho scritto a Petunia degli incantesimi o non l’avrebbe mai accettato…” la musica si fermò. E Lily si trovò a fissare James negli occhi, ancora stretti in quell’abbraccio appena accennato.

“Non dovresti oscurare tua sorella il giorno delle sue nozze…” Lily si voltò, chi aveva parlato era una giovane donna, molto robusta, assomigliava tremendamente a Vernon e quindi Lily capì che era Marge, la sorella del suo neo cognato.

“Io non oscuro nessuno…”

“Dici? Con quel tuo bell’abito pregiato, con quel bel ragazzo e con la tua semplice bellezza stai rubando la scena alla sposa…” detto questo la donna se ne andò.

Lily rimase a fissarla incredula.

“Vieni, andiamo a prendere una boccata d’aria…” le disse James all’orecchio. Il ragazzo aveva infatti notato gli occhi lucidi di Lily.

“Va bene…” disse la ragazza a bassa voce, James le prese la mano guidandola fuori, sotto il portico che dava sui campi da golf.

Una volta usciti, James pensava che Lily le avrebbe lasciato la mano e invece la ragazza la tenne stretta nella sua, sospirando pesantemente. Ad occhi chiusi respirò l’aria fresca del pomeriggio, il sole stava tramontando, ma i festeggiamenti sarebbero andati avanti ancora parecchio.

“Grazie…” sussurrò poi aprendo gli occhi e guardando James.

“E di cosa… forse sarebbe stato meglio non ti avessi convinta a venire…” borbottò il ragazza un po’ imbarazzato.

“Forse sarei venuta lo stesso… e da sola… da sola non ce l’avrei fatta… quindi grazie…” sorrise. James rimase a guardarla quasi incantato.

“Sai che farei di tutto per te…” disse come se fosse la cosa più normale al mondo. Lily arrossì.

“James…” lui alzò lo sguardo, incatenandosi in quegli occhi verdi. Doveva dirglielo o sarebbe impazzito.

“Lily… so che per te sono sempre stato solamente un pallone gonfiato, anche adesso sono soltanto un amico…” gli occhi di James si rabbuiarono per un secondo “…ma per me tu sei soltanto fantastica… ti amo, Lily… e sarò semplicemente sempre al tuo fianco… volevo lo sapessi…” Lily restò immobile fissando le iridi nocciola di James. Sentì gli occhi pungerle.

“Ti prego, non piangere… non sopporto di vederti piangere…”  disse mortificato, sentiva di aver buttato dalla finestra l’anno che c’era voluto per avvicinarli; sentiva di aver buttato via la loro amicizia ma era giusto così, si disse.

Lily sorrise passandosi una mano sugli occhi.

“James… io non sono così fantastica… se lo fossi stata avrei capito prima che dietro ai tuoi modi stava un ragazzo splendido…”

“Beh… devo dire che prima di settembre non ti ho dato motivo per vederlo… insomma come potevo sperare di conquistarti comportandomi in quella maniera io davvero non lo so…”disse ridacchiando, felice di aver alleggerito la situazione.

“Nemmeno io sono stata molto gentile…” sorrise Lily.

“Ci sputavamo addosso senza conoscerci… sai credo che Piton l’avesse capito…” lei lo guardò stupita. “Lo attaccavo per allontanarlo da te… ero geloso… e lui mi provocava sapendo che così io e te non ci saremmo mai conosciuti realmente…” Lily lo guardò dolcemente, James decise che era il momento di mettere in gioco tutto se stesso… perché sapeva che Lily era l’unica che avrebbe mai amato

“All’inizio devo ammettere che volevo conquistarti solamente per un motivo di prestigio… ti ho sempre considerato la più bella… e ti avevo idealizzata come l’unica che potesse stare al fianco del grande James…” sorrise amaramente, Lily lo guardò curiosa, appoggiandosi ad una colonna davanti a lui.

“…ma ho cominciato ad amarti sul serio quando ti ho vista piangere per la tua amicizia con Piton, di come alla fine hai chiuso con lui pur continuarlo a proteggerlo… intravidi quanto era davvero bella Lily Evans e mi resi conto che non ti meritavo… sai una volta pensavo che facendoti arrabbiare sarei almeno stato tra i tuoi pensieri… quest’anno sono stato il ragazzo più felice della terra in certe occasioni, perché mi sono davvero sentito nei tuoi pensieri…” James sorrise imbarazzato “non so nemmeno dove sta andando a parare questo discorso…”

Lily sorrise prendendo una mano di James, il ragazzo la guardò stupito mentre si concentrava sulle sue dita.

“Per un periodo ti ho detestato, lo ammetto… ho sempre pensato di potermi aspettare il peggio da te, senza pensare che ci potesse essere qualcosa di buono… sai non capivo cosa ci trovasse in voi Enif, l’ho spesso criticata per questo… ma poi ho visto che non sei così male… che nonostante la tua arroganza avresti aiutato perfino un Serpeverde se ci fosse stata l’occasione, come in effetti hai fatto per Severus… ho capito che non eri la persona che pensavo fossi, e devo ammettere che la cosa mi sconvolse… mi sconvolse anche il rendermi conto che cominciavo a preoccuparmi per te, che i commenti di Enif su ciò che provavo per te mi davano fastidio perché una vocina nella mia testa mi diceva “guarda che ha ragione, sai?”… è stata quella vocina a muovermi quella sera sotto il vischio… per quanto non ne abbiamo più parlato, quel ricordo è uno dei più preziosi di quest’anno…” concluse imbarazzata. James stava trattenendo il fiato, in attesa che lei continuasse… insomma non poteva dire davvero ciò che lui sperava dicesse.

“Alla fine sembra che il Cercatore sia riuscito a conquistare il suo Boccino d’oro…” sorrise imbarazzata incapace di dire altro. Gli occhi verdi incatenati in quelli nocciola di James. Lui sospirò, aprì le labbra per parlare, ma tremarono.

Lily si morse le labbra, staccandosi dalla colonna e dandogli un leggero bacio sulle labbra. Le braccia di James la circondarono e il bacio si prolungò finché ebbero fiato.  Quando si staccarono James la guardò negli occhi, Lily fu certa che quelli del ragazzo erano umidi, quasi commossi. James l’abbracciò sussurrandole all’orecchio:

“È  stata lunga questa partita…”

 

“Li trovo molto carini…” disse la signora Evans mentre, cercando Lily assieme al marito, l’avevano vista tra le braccia di James, fermandosi a qualche passo dalla porta del portico.

“Mi sembra un ragazzo apposto… ammette i suoi difetti…” commentò Harold, vigilando che il “raggazzo apposto” non allungasse troppo le mani.

“Se non lo considerassi apposto, non gli avresti permesso nemmeno di avvicinarsi alla tua principessa, vero Harry?” chiese maliziosa la moglie.

“Non conosco ciò che accade nel loro mondo, Daisy… ma ho capito che quel ragazzo difenderà la nostra Lily, a costo di perdere tutto…”

“Spero non debbano affrontare nulla di così terribile…” sospirò la donna abbracciando il marito, ben consapevole delle guerra che Lily aveva appena accennato loro.

 

 

In ritardo di un  giorno... avrei voluto pubblicarvelo per Halloween per un buon tributo a Lily e James ma non ci sono riuscita...

Vi lascio con il vestito di Lily e con le risposte ai commenti.

 

 

hermy101: Sono felice di avervi fatto affezionare anche a Wormy... o meglio a Little Peety XD

Alohomora: Albus chi è Albus? (Rhodelia cerca di far diventare torbide le acque). Prigioniero che prigioniero? (qui sono io che tenta di farlo). Rosemary penso si rivedrà un paio di volte, ma comunque voglio farla incontrare con Ninphadora XD SIIIII ce l'ho fatta!!! Ti ho fatto dispiacere per Peter!!!! Lo ritengo un successo personale XD Come vedi il compleanno di James è saltato tra i capitoli perché onestamente non avevo fantasia.... ma ci sarà bene il domani... i ragazzi passano insieme tutte le sere ora XD

sissi181: Se Rhodelia stava con Abe lo devi a Alohomora... quando le ho detto che Rhodelia era zitella e doveva avere più o meno l'età di Abe ho detto "Chissà che qualche fan non si inventi un pairing Rhodelia/Albus o Rhodelia/Abe..." e lei "Che c'è di male?" e così l'ho creato io XD

 

Mirwen

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Capitolo 22
*** Capitolo 22: Moony, Prongs, Padfoot e Wormtail ***


Safely for the last time.

 

 

 

 

Capitolo 22: Moony, Prongs, Padfoot e Wormtail

Enif ascoltava rapita Lily, sedute a gambe incrociate sul divano di Casa di Sirius a Mersea. La rossa le stava raccontando del matrimonio della sorella, svoltosi il giorno prima. Era felice ma Enif sospettava che non fosse per il lieto evento, c’era qualcos’altro sotto e stava aspettando pazientemente che Lily terminasse togliendole quella curiosità.

“E così alla fine Tunia era sì contenta di avermi lì, ma mi ha completamente ignorata…” concluse infine la rossa. “Marge, la sorella di Vernon mi ha anche rimproverata di oscurare mia sorella…”

“Non che sia difficile… senza offesa, ma la sposa pur stupenda che fosse era accompagnata da un tricheco, tu sei bellissima di tuo ed eri assieme a James, è una battaglia persa in partenza!” rise Enif

“Eny! Stare con Sirius ti ha fatto male sai! Una volta non eri così perfida…”

“Non è perfidia, è la pura verità… diciamocelo, Tunia non è un bel fiorellino e Vernon…” la bruna roteò gli occhi, Lily rise.

“Spero James non gli abbia fatto qualche brutto scherzo…”

“Perché?”

“L’ho sentito uscire poco dopo che eravamo rientrati… sai tra i Babbani si fanno molti scherzi per i matrimoni… non so se tra i maghi…” disse pensierosa, se l’usanza esisteva anche tra maghi era certa che James avrebbe preso la palla al balzo…

“In effetti, l’usanza c’è… e… Merlino! James è venuto qui ieri sera sul tardi e i ragazzi se ne sono andati un paio di orette assieme a lui…” esclamò Enif spalancando gli occhi.

I quattro ragazzi in questione stavano beatamente ridendo seduti sulla veranda… le loro risa si sentivano fino all’interno.

“Dove abita Tunia?” chiese Enif alzandosi, seguita da Lily.

“Privet Drive numero 4, Little Whinging nel Surrey…” le ragazze si guardarono sparendo con un sonoro Crack. Apparirono in un vicolo dietro Mangolia Crescent, fecero un paio di passi, riconoscendo subito il numero 4.

Lily dovette trattenersi dal ridere, ma infondo Petunia se lo era meritata per non averle rivolto la parola per tutta la giornata. Enif rise di gusto appoggiandosi alla staccionata per non cadere. La casetta a due piani era completamente ricoperta di carta igenica mentre il garage era stato riempito di noccioline di polistirolo, il letto matrimoniale, o meglio solamente la sua intelaiatura, era finemente impacchettata e posta al centro del giardino, Lily era convinta che la notte precedente, prima dell’arrivo degli sposi ci fosse anche il materasso, si immaginò Vernon trasportarlo in casa e rise.

Prima di essere viste le due si smaterializzarono ricomparendo davanti ai Malandrini. Lily assunse la faccia più truce che avesse nel repertorio, cosa che le risultava molto difficile.

“Di chi è stata l’idea?” chiese aggressiva. James si bloccò all’istante, per quanto sembrasse arrabbiata c’era qualcosa che non quadrava.

“Prego?” chiese Sirius con aria innocente, Enif alle spalle di Lily si morse le labbra per non ridere.

“Voglio ringraziare il genio che ha ridotto il numero 4 di Privet Drive in quella maniera…” esclamò Lily scoppiando a ridere.

James si lasciò andare ad un sospiro di sollievo, ci mancava che si fosse già arrabbiata con lui, al primo giorno.

“È stata un’idea del gruppo in generale…” sorrise “volevo dare una lezione a tua sorella… non si è comportata nel più gentile dei modi… loro mi hanno messo al corrente che anche tra i Babbani si usano fare degli scherzi ai novelli sposi e così ci siamo messi all’opera prima che arrivassero…”

“Ringrazia il sottoscritto se James non è stato strozzato da tuo cognato dato che ho deviato tre volte l’auto degli sposi per dare il tempo a loro tre di finire…” ridacchiò Sirius.

“Remus e Peter sono i più esperti di scherzi babbani… e così hanno suggerito di tirare fuori il letto, la carta igenica e il porestiloro…”

“Polistirolo, James…” lo corresse Remus.

“E io che pensavo che voi due foste i più tranquilli!” esclamò sorpresa Lily. Remus sorrise non era il caso di dire che Sirius aveva messo un incantesimo di adesione permanete sulla carta igenica in modo che potesse essere tolta solo dopo una settimana, ne che lui aveva stregato il polistirolo in modo che per la stessa settimana si moltiplicasse ogni qualvolta si cercava di toglierlo dal garage.

“Non fidarti della loro faccia d’angelo, Remus è il più diabolico… e quello abbastanza veloce da non venir preso da Gazza o dalla McGrannit…” ridacchiò Sirius.

“Dei veri Malandrini…” concluse Enif, dando un leggero bacio sulle labbra a Sirius. Lily guardò James arrossendo, glielo avrebbero dovuto dire, no?

“Emh… ragazzi…” attirò la loro attenzione James “vi devo dire una cosa…” si gratto la testa imbarazzato, poi sorrise “vi ricordate la scommessa che abbiamo fatto al terzo anno, quella che ho poi io stesso annullato?” chiese, ricordando di come gli amici avessero considerato che avrebbe avuto  più probabilità di prendere un Eccezionale e lode in Pozioni piuttosto che Lily.

“Bhe… se non l’avessi annullata ora mi dovreste 10 galeoni a testa!” sorrise. Gli occhi di Sirius si spalancarono per la sorpresa.

“Vecchia ciabatta! Cosa mi combini quando non ci sono!” esclamò fintamente offeso, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.

“Ora ti manca l’Eccezionale e lode in Pozioni…” rise Remus.

Peter rimase il primo momento in silenzio non capendo, di quale delle tante scommesse parlavano? Guardò poi Lily, le guance arrossate mentre fissava James, o meglio mentre si fissavano e capì a quale scommessa si riferivano.

“Io te ne dovrei 20… avevo detto che ti avrebbe ucciso piuttosto che stare con te…” disse con un sorriso il ragazzo.

Enif guardò Lily, con un sorriso in volto.

“Sapevo che c’era qualcosa sotto ai tuoi sorrisi, sai che ho naso in queste cose!” esclamò “e tu non me lo hai neanche detto subito! Maledetta di una signora Potter!” rise abbracciando l’amica.

“Oh si certo che hai naso… Miss “Naso di Pegaso”…” ridacchiò Lily abbracciandola a sua volta.

“Ehi! Potrei offendermi…”

“Bene…” disse Remus alzandosi “possiamo considerarvi Malandrine a tutti gli effetti oramai…” sorrise il ragazzo.

“Quindi è ora di svelarvi la fine dei nostri segreti…” concluse James intuendo le intenzioni di Remus.

“Cosa ci manca? Avete mostrato la mappa, il mantello, gli specchi…” cominciò ad elencare Enif.

“Bhe mancherebbero le nostre risorse per gli esami… ma quelle le lasciamo per fine anno…” ridacchiò Peter. Lily lo guardò curiosa, risvegliando il prefetto che c’era in lei.

“Ma quello che Remus intendeva erano le nostre sembianze da animaghi, vero Moony?” chiese Sirius, cercando di salvare Peter dal sequestro delle penne semiscriventi che avevano creato per riuscire a fargli passare gli esami.

“Già… Andiamo in giardino… questi due sono piuttosto ingombranti…” ridacchiò Remus indicando Sirius e James.

“Ha parlato Mr. Lupacchiotto tenerone…” lo prese in giro Sirius, Remus gli mostrò la lingua in risposta. Le ragazze risero, seguendo i ragazzi. L’estraneità che si erano sentite addosso a Natale era scomparsa e restava solamente il piacere di essere in famiglia.

“Chi comincia?” chiese Peter, guardando i due amici.

“Che lo faccia James, è il primo che ci è riuscito…” sorrise Sirius malizioso.

“Solo perché ho un controsenso appeso sulla testa…” ridacchiò in risposta James. Prongs si concentrò allargando la sua mente, chiuse gli occhi assaporando l’odore dell’erba, da qualche parte nella sua mente risuonò un bramito lontano.

Lily restò incantata a guardare quei grandi occhi nocciola, il cervo scosse piano la testa muovendo il palco di corna a quattro ramificazioni, avvicinandosi lentamente. Annusò l’aria fissando gli occhi verdi di Lily. La ragazza fece un passo in avanti tendendo la mano. Prongs le leccò il palmo e lei sorrise avvicinandosi ancora.

“Prongs… eh?” ridacchiò accarezzandogli il muso.

Sirius sorrise.

“Quindi tocca a me… ecco a voi Padfoot!” disse prima di concentrarsi. Enif osservò incuriosita il grosso cane davanti a lei. Negli occhi chiari del grande cane nero rivedeva Sirius, sorrise. Lui abbaiò correndole incontro e facendole le feste, neanche a dirlo Padfoot la fece cadere, leccandole il viso.

“Ecco dopo aver visto loro, io sono un po’ ridicolo…” arrossì Peter

“Ma indispensabile…” aggiunse Remus per dare un po’ di coraggio all’amico “senza di te sarebbe impossibile raggiungermi…”

Enif tenne il testone di Sirius a bada osservando curiosa Peter, anche Lily lo guardava non smettendo di accarezzare però il collo di Prongs.

Peter rimpicciolì a vista d’occhio, Enif e Lily sorrisero dolcemente fissando il piccolo topo che si muoveva nell’erba.

“Allora eri tu nella tasca di James quella notte!” ridacchiò Lily.

Padfoot diede una spinta ad Enif tornando a leccarle il viso. Lei rise forte.

“Sirius!”

“I loro pensieri si semplificano in forma animale… spesso Sirius se è troppo arrabbiato si nasconde da qualche parte in forma di Padfoot in modo da calmarsi…” spiegò Remus, mentre si abbassava a raccogliere Wormtail.

“Sei presuntuoso anche come animagus…” ridacchiò Lily, in tutta risposta il cervo le leccò una guancia.

“Quando glielo feci notare, ci tenne a precisare che un cervo non è presuntuoso è regale…” rise Remus aiutando Enif a rialzarsi, mentre Padfoot correva attorno a loro.

“Se qualcuno vedesse Sirius di notte lo scambierebbe per un Gramo…” ridacchiò la ragazza mentre fissava il fidanzato dare una zampata a Prongs per poi farsi inseguire.

“In effetti Sirius si chiama Padfoot perché nello Yorkshire i pochi babbani che hanno visto un Gramo lo hanno chiamato così... sai com’è fatto dovendo correre con un lupo mannaro voleva un nome che facesse paura, ma Gramo sarebbe stato troppo esplicito e  Black Dog, o Black Shucks, Skriker oppure Gytrash non gli ispiravano…”

“Si, ricordo che zio Alphard quando eravamo bambini ci raccontò una storia babbana su un Black Shucks… ricordo che quando chiesi a mia madre se esistevano, zio Alphard disse “Certo che si! Sono il Gramo! Solo che i Babbani non lo sanno… e gli hanno dato mille nomi diversi…”” disse un po’ nostalgica osservando la casa.

“Il ché spiega perché Sirius abbia scelto proprio questo soprannome…”

James ritornò se stesso, seguito dagli altri due.

“Che te ne pare?” chiese a Lily.

“Sei carino come cervo… mi spiego le occhiate da cerbiatto indifeso che fai ai professori…” ridacchiò la rossa ironica. Lui sorrise abbracciandola e baciandole il naso.

Sirius si avvicinò ad Enif, Remus e Peter.

“Ora sei davvero una Malandrina…”

“Eheheh… ma credo che io mi accontenterò di curarvi ogni mattina…” sorrise.

“Nessuno ti chiede di diventare animagus… non avrei voluto lo facessero nemmeno questi tre debosciati…”

“io ci proverei invece…” sorrise Lily

“Sono certo che saresti una splendida cerbiatta…” disse sognate James.

“Potrei benissimo essere un serpente…” ridacchiò la rossa

“Impossibile! Piuttosto un  leone!” ribatté il ragazzo

Risero assieme.

 

♦♦♦

 

Il ritorno ad Hogwarts era stato turbolento, gli esami sembravano vicinissimi e ogni attimo libero era pressochè consumato dai programmi di studio che avevano stillato Lily e Remus. 

Aprile venne e passò rapido mentre venivano sommersi d’impegni. James si divideva tra Lily, lo studio e il Quidditch. La finale si avvicinava ed era chiaro che dovevano vincere, perciò Samuel aveva preso anche il turno di allenamento dei Tassorosso. Non era quindi raro incontrare i Malandrini e le due ragazze studiare sugli spalti del Quidditch oppure fino a notte fonda in sala grande o in dormitorio dei ragazzi. Tutto il settimo anno di Grifondoro si trovava infatti spesso a studiare insieme nel dormitorio dei ragazzi, l’unica che non gradiva queste sedute di studio era Mary un po’ per lo studio di per sé, un po’ perché era l’unica che non avesse il ragazzo alloggiante in quella stanza.

Anche quella sera di metà aprile i cinque ragazzi stavano seduti sugli spalti aspettando la fine dell’allenamento di James.

Peter sospirò pesantemente, osservando gli appunti di erbologia.

“È inutile… non ci capisco nulla….” Sbuffò.

“Cosa non ti è chiaro?” chiese Enif paziente.

“Insomma com’è possibile che due piante totalmente diverse abbiano gli stessi effetti?”

“Dipende dalle sostanze che presentano al loro interno…” disse la ragazza, “Mhmm… forse sarebbe più utile un esempio pratico…” disse pensierosa.

“Peter è come mangiare una montagna di ciambelle e una di torte… sono due cose diverse ma ti fanno ingrassare entrambe…” disse sbrigativo Sirius, da sopra il tomo di Pozioni che stava analizzando assieme a Lily e Remus.

“…” Peter restò un attimo in silenzio corrugando le sopracciglia.

“Hai fame Sir?” chiese Enif

“Un po’ in effetti… spero finiscano presto…” borbottò il moro osservando il campo. Enif scosse la testa.

“Facciamo un altro esempio… ecco prendiamo del Fire Whisky e dell’Idromele… entrambi ti fanno ubriacare, perché entrambi hanno dell’alcool al loro interno…”

“Va bene quindi è possibile avere gli stessi effetti con due cose diverse… ma hanno modi di agire differente…”

“Sì… questa volta dipende dalla quantità di sostanza… per tornare all’esempio di prima, il Whisky ha un concentrato di alcool molto superiore all’Idromele di conseguenza agisce più velocemente…”  spiegò la ragazza.

“Quindi il tipo di sostanza all’interno della pianta ne fa dipendere la tipologia dell’effetto, mentre la quantità ne fa cambiare l’efficacia… giusto?”

“Esatto, Peter!” sorrise incoraggiante Enif.

“Quindi la malattia di mio padre è stata dovuta dalla quantità di alcool e non dall’alcool stesso…” disse sovrappensiero, rabbuiandosi. Da Pasqua Peter aveva parlato pochissimo di suo padre e solamente Remus era a conoscenza di parte del perché, eppure tutti avevano notato l’ansia con cui leggeva le lettere di sua madre.

“Wormy… mi dispiace… io…” balbettò Enif sentendosi in colpa, suo padre moriva a causa dell’alcool e lei gli andava a parlare di Whisky ed Idromele…

“Non è colpa tua Eny… non lo sapevi…”

“Sta molto male?” chiese ancora, se magari fosse già stata apprendista al San Mungo avrebbe potuto aiutarlo.

“Non lo so…” sospirò Peter. “È da Pasqua che manca da casa…” buttò fuori il ragazzo liberandosi di un peso enorme…

“Peter! Potevi dircelo!” saltò su Sirius.

“È un problema mio…” balbettò imbarazzato.

“Il problema di un Malandrino è un problema di tutti i Malandrini… o almeno così ha detto James…” disse dolcemente Lily avvicinandosi a lui “comunque se ti va di parlare noi siamo qui…” aggiunse con un sorriso confortante.

“Grazie Lily…” disse abbassando gli occhi. Sospirò osservando James scendere a terra. “Ne parliamo appena arriva lui, ok?” chiese guardando gli amici.

“Quando vuoi tu, Wormy…” sorrise appena Remus, si sentiva un po’ in colpa non avendo intuito cosa turbasse l’amico, ma pensava si fosse risolta la storia della sparizione e la preoccupazione fosse dovuta alla malattia.

 

♦♦♦

 

Qualche ora dopo erano stretti nei divani di una Sala Comune più o meno deserta. Gli unici che studiavano a quell’ora erano i ragazzi del quinto anno mentre Samuel, Frank, Alice e Mary li stavano aspettando in dormitorio.

“… mamma pensava sarebbe tornato da lì a qualche giorno… diceva che l’aveva già fatto…” stava concludendo Peter “… e perciò mi ha rispedito ad Hogwarts promettendomi che mi avrebbe avvertito quando fosse tornato…” la voce di Peter tremò appena “…poi sono cominciate le lettere... “Mi sono rivolta alla polizia” “stanno indagando…” e tutte così… era malato capite! E io l’ho lasciato andare! Magari è morto da qualche parte lì fuori da solo!”

“Peter, non è colpa tua…” tentò James.

“Avrei potuto trattenerlo, non farlo uscire! O magari non centra per nulla la malattia ed è stato preso da quei pazzi incapucciati! E se così fosse sarebbe comunque colpa mia!” disse quasi isterico prendendosi i capelli tra le mani. Tutta l’ansia, il senso di colpa a cui non aveva voluto pensare stava uscendo travolgendo i suoi amici.

“Peter… lo so cosa stai pensando… perché sono nato tra i Babbani… perché non sono semplicemente un babbano… la mia famiglia sarebbe al sicuro se fosse così… ma non è vero…” disse comprensiva ma sicura Lily  “ho pensato anche io di proteggere i miei, di non dire loro di tutta questa guerra… ma sai… l’hanno capito da soli che c’era qualcosa che mi preoccupava… non puoi darti nessuna colpa! Nessuna! Sono spariti anche Babbani che non c’entravano nulla con i maghi… semplicemente perché si divertono a dare la caccia ai Babbani… Peter se anche l’avessero preso… tu non c’entri…” concluse.

“Se c’entrassi te lo avrebbero fatto sapere… se fossero davvero arrivati alla tua famiglia tua madre non sarebbe in vita ora, e nemmeno tu… se fossero arrivati a te sarebbe successo come con Bonnie… casa distrutta e corpi mai più ritrovati…” disse Enif, quello che non serviva era che Peter pensasse di essere la causa di tutto.

“Allora ho deciso…” disse alzando un po’ lo sguardo “Me ne andrò! Lascerò mia madre, così a lei non potranno arrivare! Così sarà al sicuro…” disse agitato.

“Non puoi farlo…” disse Remus serio

“Perchè no?”

“Perché non puoi lasciarla sola… “ ribadì James, pensando a sua madre, se l’avesse lasciata da sola… senza la possibilità di vedersi, sentirsi… no, non era affatto la soluzione migliore…

“Ma è l’unico modo…” piagnucolò il ragazzo, non vedendo nessuna luce in quella tenebra.

“Wormy… tu sai bene cos’ho passato con la mia famiglia…” cominciò Sirius, serissimo “sai che me ne sono andato appena ho potuto e non lo rimpiango… ma tu pensi che non ti mancherebbe? Una madre che comunque vive per te, perché sei l’unica cosa che le sia rimasta, se tuo padre non tornerà e andrà ad ammucchiarsi nella lista dei scomparsi, non sarà colpa tua… ma se tua madre resterà da sola allora questo sì che sarà colpa tua… perché sarai tu ad averla lasciata… so che non sono la persona giusta a dare consigli sulla famiglia… ma so che io non lascerei le persone che amo e che mi amano…” concluse il ragazzo con un sorriso tirato.

Peter li guardò, con un sorriso triste.

“Avete ragione… ma io non ho la vostra forza… io non saprei difenderla… ne difendere me stesso…”

“Ma quante volte te lo devo dire testone!” disse James dandogli una manata sul collo “Tu non dovrai mai combattere da solo! Ci siamo noi!” disse seguito dai cenni d’assenso degli altri.

“Ricordate?  “non siete mai da soli” è questo che dobbiamo fare… combattere insieme uniti!” sorrise Enif.

Il volto di Peter si aprì in un sorriso che non vedevano da tempo.

“Avete ragione! Combatteremo insieme!”

“Sicuro! In fondo siamo i Malandrini, insieme per sempre, no?!” sorrise di rimando James.

 

♦♦♦

 

Maggio arrivò puntuale e silenzioso, mentre i ragazzi continuavano a preparasi per quegli esami che sembravano sempre più inquietanti.

E così si avvicinò la finale del Quidditch, l’ultima finale di James Potter: il 2 maggio 1978.


 

 

 

 

Scusate il ritardo ma l'università mi sta uccidendo ^^''''

Che ve ne pare? 

Nota di servizio, la storia si concluderà, o meglio questa prima parte si concluderà al capitolo 26, poi ci sarà subito il seguito ambientato nel periodo dell'ordine.

 

Intanto grazie ai 10 commenti.... sono lusingata (*_*)

 tonks87
Grazie mille, come vedi... oggi XD  Continua a seguirmi!
 
LilyAle
Sono onorata della B maiuscola ^^ A presto!

 
 ellytvb95
Sta continuando... finirà al capitolo 26 e continuerà nel sequel ambientato nell'ordine della fenice ^^
 
Julia Weasley
Come ti ho già detto Rhodelia è nata da sola e fa di testa sua XD. Sono contenta che Peter ti faccia pena, perché significa che ce l'ho fatta... non volevo metterlo da parte e via... in questa parte lo considero ancora Little-Peety come lo chiama sua madre.
 
 La Nika
Sono felice che la storia ti piaccia. Non mi sono concentrata solo su Lily e James perché era nata solamente come Siris/Enif poi mi dico "e Lily e James" ed ecco che spuntano, e poi "e Rem?" "e Peter?" "e tutta la scuola?" e così siamo arrivati alla storia com'è ora ^^'''''
 
hermy101
ehehe vista la scommessa?
 
Thaleron
YEAH! finalemnte si! Spero che continuerai a seguirmi e a commentare
 
PrincessMarauders
Come vedi dopo il matrimonio si è sparso solo polistirolo XD

SIIII!!!! Il fatto che tutti mi dice che vi dispiace per Peter mi fa sentire realizzata XD

Per quanto riguarda Petunia, la vedo schiava della sua stessa apparenza.
 

sissi181
Scusa il mega ritardo, ma eccomi qui con il capitolo nuovo nuovo ^^
Alohomora
Ti ho risposto tutto "di persona" quindi il mio sarà un semplice GRAZIE. Grazie perchè continui a seguirmi, Grazie per le nostre chiacchierate, grazie di tutto ^^

 

 

 

 

A presto

 

Mirwen

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Capitolo 23
*** Capitolo 23: 2 maggio 1978 ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

 

 

 

Capitolo 23: 2 maggio 1978

L’aria che si respirava era densa di eccitazione, erano finalmente giunti alla finale della coppa del Quidditch.

James uscì dagli spogliatoi per osservare gli spalti quando qualcuno gli mise una mano sugli occhi.

“Lily?” chiese riconoscendo subito il profumo delle sue mani.

“Volevo darti un bacio della buona fortuna…” rise la ragazza, mentre James si voltava facendola volteggiare. Lily appoggiò dolcemente le sue labbra su quelle di James.

“Appena abbiamo la coppa, ti devo chiedere una cosa…”

“Cosa?”chiese curiosa

“Sorpresa!” Ridacchiò il ragazzo andando a recuperare la sua scopa in  spogliatoio.

Lily si allontanò dubbiosa.

 

♦♦♦

 

“Alice…” Frank  si avvicinò fermando la sua ragazza che stava raggiungendo il campo di Quidditch assieme a Mary.

“Frank!” sorrise la ragazza.

“Mary. . . puoi?”

“Ok, ok… raggiungo Lily ed Enif… vi aspettiamo sugli spalti. Forza Grifondoro!” gridò la bionda allontanandosi.

“Dimmi?” chiese lei curiosa.

“Emh. . . tesoro, è da Pasqua che devo dirti una cosa. . .” cominciò balbettando.  Alice si preoccupò guardando il viso serio del ragazzo.

“È qualcosa di preoccupante?” chiese leggermente.

 

♦♦♦

 

“Enif, Lily!” salutò Mary avvicinandosi alle ragazze che avevano giù preso posto sugli spalti.

“Mary!” la salutarono le ragazze.

“C’è posto anche per me, Alice e Frank?” chiese sedendosi.

“Oh, si! Sirius ha occupato stamattina i posti per tutta la torre. . .” ridacchiò Enif, liberando da una borsa un sedile, lasciandola sedersi.

“Per tutta la torre?”

“È la nostra finale, la nostra ultima grande finale!” sorrise la ragazza “James voleva che ci fosse tutta la torre e sembra davvero che ci siano tutti…”

“A parte a Frank che ha fermato Alice…” ridacchiò Mary, poi si fermò un po’ pensierosa “anche se sembrava molto serio…”

“C’è qualche problema tra loro?” chiese Lily preoccupata.

“Non credo…” borbottò Mary.

“Salve ragazze!” salutò Sirius abbracciando Enif da dietro.

“Dai! Lo sai che non sopporto gli sguardi assassini delle ragazzine…” sbuffò la bruna. Lily rise guardando l’amica, mentre Remus e Peter si sedevano accanto a loro.

“L’ultima partita… James era completamente fuori di testa stamattina…” sorrise Remus guardando Lily.

“Sai se sta complottando qualcosa?” chiese Lily all’amico.

“No, perché?”

“Perché mi ha detto che deve dirmi una cosa, quando prenderà la coppa…”

“Magari ti chiederà di sposarlo…” ridacchiò Mary, considerando che era l’ultima delle ipotesi possibili, stavano insieme da poco più di un mese… gli amici risero, ma ad Enif non sfuggì l’occhiata che Sirius lanciò a Remus, forse Mary aveva esagerato, ma da James Potter ci si poteva aspettare di tutto. Lily rise, assaporando però l’idea, alquanto irreale che James glielo chiedesse davvero, un sorriso dolce le incurvò le labbra immaginandosi in abito bianco… un anno prima si sarebbe cruciata da sola…

Alice corse verso di loro e la prima cosa che notarono fu Frank, che qualche passo dietro a lei camminava lentamente, e gli occhi di lei carichi di lacrime. La ragazza abbracciò di slancio prima Mary, poi Enif e infine scoppiò a piangere in braccio a Lily. I presenti si guardarono sorpresi, Mary fissò arrabbiata Frank.

“Non l’avrai lasciata spero!” disse, aveva un’aria che avrebbe spaventato Voldemort in persona.

Frank sorrise dolcemente mordendosi le labbra.

“No… le ho semplicemente chiesto di sposarmi… non pensavo reagisse così…” rispose semplicemente il ragazzo. Sirius lo guardò con tanto d’occhi: certo era che Frank e Alice stavano insieme dal terzo anno, era anche vero che c’era la guerra ma Sirius era terrorizzato all’idea di sposarsi a diciott’anni, nonostante ciò aveva già deciso che solo una donna avrebbe messo l’anello al suo dito e quella stessa donna stava ridendo felice davanti a lui.

“Alice è fantastico! Suvvia, bisogna festeggiare, non mettersi a piangere!” cercò di calmarla Lily.

“Oh Lily… sono così felice che le lacrime escono da sole… o così o rido come un’isterica…” sorrise la ragazza singhiozzando, un grande sorriso le illuminava il viso arrossato dalle lacrime. “Ed è tutto merito tuo!”

“Mio?” chiese sorpresa

“Si, tuo e di Bonnie… eravate state voi a darmi il coraggio necessario a chiedere a Frank di uscire… è solo merito vostro!” rise alzandosi e abbracciando il suo fidanzato. Enif sorrise notando come anche gli occhi di Frank fossero lucidi. Guardò Sirius, sarebbe stato fantastico, si disse ma in cuor suo sapeva che ci sarebbe voluto del tempo… Sirius temeva il fatto di avere una famiglia, di avere delle responsabilità. Ma per adesso andava bene così… avevano tutto il tempo che volevano.

Vennero riportati alla realtà da una esclamazione generale… le squadre erano entrate in campo.

Corvonero contro Grifondoro, la finale del Quidditch, l’ultima partita di James Potter stava per avere inizio.

 

♦♦♦

 

James respirò a fondo l’aria primaverile del campo, osservò gli spalti gremiti e le bandiere Rosso-Oro che sventolavano allegre. Quella era la sua ultima partita… si sentì invadere dalla tristezza: di lì a poco più di un mese non ci sarebbero più stati Grifondoro, Serpeverde, Corvonero e Tassorosso, ma solo dei giovani maghi, non ci sarebbero state più partite, ma la guerra avrebbe portato solamente dure prove da affrontare. Respirò ancora, non era il momento di pensare al futuro, l’importante era quella partita, quel giorno, quel presente, il futuro se lo sarebbero conquistato domani.

Fece un giro del campo tra il giubilo della folla, gli sarebbe mancato quel campo, gli sarebbe mancata quella scuola e soprattutto gli sarebbe mancata la protezione, il luogo sicuro che Hogwarts dava loro, ma avrebbe affrontato tutto da buon Grifondoro, avrebbe affrontato il futuro con Lily, la donna che amava, e con  i suoi Malandrini e ne sarebbero usciti, tutti assieme.

Il professor McSorar, che quel giorno arbitrava la partita, radunò le squadre. James guardò i suoi compagni di squadra. Samuel teneva la scopa così forte da farsi sbiancare le nocche, le ragazze tremavano un po’ dall’agitazione guardandosi l’un l’altra, Sigfrid e Paul incrociarono le mazze da battitori in un gesto scaramantico che avevano inventato l’anno prima, gli sarebbe mancata la sua squadra. Alzò lo sguardo verso il cercatore di Corvonero, lesse il labiale del giovane Galad McArden.

“Non ti lascerò vincere perché è la tua ultima partita, Potter…”

James sorrise malandrino.

“Non speravo altro…” sussurrò, elettrizzato.

E così cominciò la finale del campionato 1977-78.

“GRIFONDORO!” “CORVONERO!” gridavano i tifosi, quella era una partita combattuta, Serpeverde era in testa a 640 punti, Grifondoro e Corvonero cominciavano a 410 e 350 punti, entrambe dovevano vincere di buon vantaggio se volevano la coppa.

“Signori! Che partita! In tutti i miei sette anni non ho visto mai niente di così bello!” gridò ad un tratto Bert Wilson, il corpulento commentatore di Tassorosso. Anche per lui quella era l’ultima partita.

“Clavell a Daniels, Deniels passa ma… grandissima Dorcas Meadowes!” la Corvonero sfrecciò per il campo, i capelli color cannella stretti in una bassa coda di cavallo.

“Meadowes schiva Arper, uh-oh grandiosa ha scansato quel bolide di Reston, e tira! Grande parata di Colfer… questa signori è un battaglia! Ci sono cinque persone in campo che dal prossimo anno non giocheranno più: Colfer e Potter per Grifondoro e Meadowes, Lloyd e Kneen per Corvonero e tutti e cinque vogliono vincere. Non ho mai visto le squadre così in forma. Grazie ragazzi! Ci state dando uno spettacolo meraviglioso!”

 

La partita continuava movimentata, sotto lo sguardo un po’ nostalgico degli studenti del settimo anno.

Dopo un’ora e mezza di gioco, Galad si lanciò in picchiata, James intuì la finta proprio nel momento in cui vide il boccino librarsi qualche metro avanti a lui. Si lanciò verso il boccino ignorando McArden e la sua finta maldestra.

“GALAD! Dall’altra parte!” gridò Dorcas segnando il diciannovesimo goal per Corvonero che teneva in mano la partita per due goal di vantaggio.

Il quindicenne voltò in rapidità la scopa, proprio quando James schivava un bolide ben piazzato di Percival Kneen. Piccolo ed agile, il rosso si avvicinò a tutta velocità a Prongs, ma proprio quando stava per raggiungerlo, Potter strinse le mani sul boccino trionfante.

Grifondoro scoppiò in urla esultanti con questi trecentoventi punti battevano Serpeverde di cento. Samuel si tuffò su James, piangendo di gioia.

“La nostra coppa, James! La nostra ultima coppa!” gridò stritolando il moro che rideva, mentre ai festeggiamenti si univano anche Lucy, Susanne, Doris, Sigfrid e Paul, stringendo James in un abbraccio collettivo.

Lily sorrise mentre Sirius abbracciava Remus con un “Te l’avevo detto che la vincevamo anche quest’anno!”

Corvonero dopo il primo attimo di sconforto, si era unito ai festeggiamenti e Dorcas Meadowes lanciò un sorriso compiaciuto a Samuel e alle cacciatrici di Grifondoro.

“Mi avete dato un’ottima ultima partita!” sorrise per poi voltarsi verso la sua squadra, Galad era alquanto dispiaciuto e mortificato “E tu giurami che il prossimo anno, senza Potter tra i piedi prenderai tutti i boccini!!!” disse ridendo, ma i suoi occhi scuri celavano lacrime mal trattenute.

James riuscì a staccarsi da quell’abbraccio.

“Samuel finiscila!” gridò ridendo e gettandosi in picchiata verso le tribune.

“Lily!” la chiamò avvicinandosi alle tribune. La rossa corse verso di lui sorridendo.

“Sei stato bravissimo, James” sorrise felice. Il ragazzo le porse la mano.

“Sali…”

“No, James…”

“Ti prego, che vittoria è se  non festeggio con te…” disse dolcemente. Lily non poté resistere a quegli occhi da cerbiatto, e promettendo a se stessa di strozzarlo in caso le tirasse qualche scherzo si sporse, sedendosi fra le sue braccia sulla scopa.

Lui si alzò di quota, portandola in alto, in modo che potesse vedere il castello, il campo… tutta Hogwarts e perfino Hogsmeade.

“Lily…” le sussurrò all’orecchio, mentre la ragazza fissava incantata il panorama aggrappandosi alla sua divisa per paura di cadere. “Lily…” ripeté ancora, lei voltò appena il capo, “ti amo…”

“Lo so…”

“Lily?”

“Si?”

“Te lo chiedo ora per mettere le cose in chiaro… un giorno mi sposerai vero?” Lily sorrise.

“Sarei la donna più felice della terra…” restarono un attimo in silenzio. “James?”

“Si?”

“Scendiamo? Non amo le grandi altezze…”

 

♦♦♦

 

La Torre del Grifondoro era in pieno festeggiamento quando un ansioso Sir Nicholas radunò gli studenti del settimo anno. I dieci Grifoni non lo sapevano però, in quello stesso istante, i fantasmi delle case stavano radunando gli altri studenti dell’ultimo anno.

“Ho un messaggio urgente da parte del Preside… statemi ben a sentire!” cominciò Nick-quasi-senza-testa osservando in particolare James e Sirius, era abituato a vederli sparire nel momento stesso in cui li fermava…

James lo osservò preoccupato.

“È successo qualcosa?” chiese, trovando strano un annuncio a tutta la classe, soprattutto se portato da un fantasma.

“No, perché dovrebbe essere successo qualcosa?” chiese sbigottito il fantasma “non è che perché una notizia è portata da un fantasma che deve essere di base nefasta…” si lamentò “Comunque… il preside vi vuole nel suo ufficio al massimo tra mezz’ora…”

“Come mai?” chiese Mary un po’ spaventata, non le risultava che il preside chiamasse l’ultimo anno per un discorso sugli esami.

“Cose importanti…” borbottò il fantasma infastidito dalle domande… “Ora andate… la parola d’ordine è Cheesecake”

James e i Malandrini si guardarono.

“Allora è oggi…” sospirò Peter,  era nervoso, alla fine il giorno in cui sarebbero stati messi al corrente dell’Ordine era arrivato.

“Cosa è oggi?” chiese Samuel, guardando stupito i Malandrini, com’era possibile che sapessero sempre più degli altri?!

“Andiamo, non è il caso di parlarne nei corridoi…” tagliò corto James. Samuel, Mary, Alice e Frank lo guardarono curiosi, Lily scosse la testa facendoli tacere…

 

Erano giunti al gargoyle di pietra quando qualcuno li chiamò a gran voce.

“Ehi Potter!” Reyn Lowell, una ragazza dagli enormi occhiali, capitano di Tassorosso, li stava raggiungendo assieme ai compagni di Tassorosso.

“Reyn!” salutò James, la ragazza era diventata capitano assieme a lui l’anno prima e nonostante gli occhialoni il suo ruolo da cacciatrice lo faceva benissimo.

“Complimenti per la vittoria!” sorrise avvicinandosi.

“Grazie!” rispose Samuel, capitano di fatto ma non di fede:  tutti vedevano ancora in James il grande capitano, soprattutto Reyn.  

“Sapete cosa vuole il grande capo?” chiese il prefetto Dean Dustan.

“Lo scopriremo presto…” disse Lily “Cheesecake…” esclamò poi imbarazzata alla statua che lentamente li fece passare.

I diciannove ragazzi salirono le lunghe scale a chiocciola che dal secondo piano portavano in una delle torri all’altezza del settimo. I ritratti dei presidi fissarono i ragazzi entrare lentamente nella stanza.  

“Benvenuti…” salutò il professore, gli occhi azzurri scintillarono osservandoli, un ombra di sorriso sotto la barba candida. “Sedetevi, prego…” sorrise indicando le trent’otto sedie che aveva disposto nell’ampio ufficio.

In silenzio i ragazzi si sedettero, James si stupì del fatto che il preside avesse contato anche i Serpeverde. Sirius incrociò gli occhi di olio dipinto di Phineas Black, si affrettò a distogliere lo sguardo, glielo avrebbe dimostrato a quel vecchio quadro scorbutico, gli avrebbe dimostrato chi era Sirius Orion Black.

 

Attesero un po’ prima di ritrovarsi tutti seduti davanti a Silente, il vecchio mago sorrideva bonariamente.

“So che molti di voi si chiederanno perché vi abbia chiamato tutti qui…” iniziò il preside osservandoli “e magari avrebbero preferito continuare a festeggiare una meritata vittoria, congratulazioni a Grifondoro e Corvonero, mai visto una partita così bella, davvero! Signorina Meadowes è stato ammirevole il fatto che non se l’abbia presa con il signor McArden… ai miei tempi mi avrebbero messo alla gogna…”

“Professore potrebbe gentilmente dirci che ci facciamo qui, dovremmo anche studiare…” disse sprezzante un ragazzo di Serpeverde dai distintivi lineamenti indiani.

“Signor Ghirisha se non ha studiato fino ad ora non credo che un paio d’ore cambieranno i risultati dei suoi esami e lo stesso vale nel caso abbia studiato…” il Serpeverde sembrò inabissarsi sulla sedia e James non poté non lasciarsi sfuggire un sorriso soddisfatto: sbagliavano di grosso se continuavano a credere che Silente fosse uno sprovveduto.

“Prima di cominciare a parlare di cose importanti, vorrei, se non vi è di troppo disturbo, che firmaste questa pergamena, solo a titolo informativo… non vorrei trattenervi qui più del coprifuoco e rivedervi poco dopo accompagnati dal nostro signor Gazza…” sorrise passandola agli studenti. Albus attese che la pergamena tornasse nelle sue mani prima di ricominciare a parlare.

“Immagino voi tutti siate a conoscenza dei fatti che stanno sconvolgendo il nostro mondo da quasi otto anni…”

“Sta parlando di Lei-sa-chi?” chiese Megan Boot di Corvonero.

“Si, signorina Boot… sto parlando di Lord Voldemort…” un brivido percorse la stanza e gli studenti fissarono il professore come se lo vedessero per la prima volta.

“Parlo a voi perché so che siete stati tutti colpiti… chi più chi meno… da questa guerra… più vi guardo più noto con dispiacere come in questa stanza sarebbero state presenti altre tre persone se la guerra non fosse mai iniziata… ma credo che se la guerra non fosse iniziata, ora non sarei qui a parlarvi ” ci fu un silenzio.

“Noi che c’entriamo?” chiese Firinne McLachlan, guardando nervosamente Mulciber, Avery e Piton.

“Nulla Firinne, eppure tutto…” gli occhi azzurri guardarono la Serpeverde che distolse nervosamente lo sguardo. “Miei cari ragazzi, vi ho riunito qui oggi perché voglio chiedervi un favore… non so quanti di voi siano al corrente ch’io stia combattendo Voldemort…” Samuel si voltò un attimo a fissare James.

“Lo sta facendo da solo?” chiese Wilson, sorpreso.

“No, signor Wilson… non sono così pazzo da affrontare il più grande mago oscuro di tutti i tempi e il suo esercito da solo…”

“Ma non ci sono gli Auror?” chiese timidamente Gary Irving di Corvonero.

“Purtroppo signor Irving non so di quanti Auror e di quanta parte del ministero possiamo fidarci…”

“Sta dicendo che il Ministero è in combutta con Lei-sa-chi?” chiese sorpresa Alice.

“No, signorina Brand, non dico che il Ministero sia dalla parte di Voldemort ma…”

“Può smettere di dire il suo nome!” esclamò spaventata Elettra Jugson mentre Mildret Parkinson e Rose Yaxley, accanto a lei, annuivano convinte.

“Mi scusi signorina Jugson… ma credo che temere un nome non faccia altro che amplificare il terrore provocato dalla persona che lo porta… trovo inutile e antiproducente non chiamarlo per nome…” si voltò poi di nuovo verso Alice “dicevo, Alice… che il problema sta in chi fidarsi all’interno del Ministero, sono purtroppo molti i sostenitori di Voldemort, mi scuso signorina Jugson…

Ritornando a noi…  Un po’ di tempo fa assieme ad alcuni amici fondai l’Ordine della Fenice…”

“L’Ordine della Fenice?”

“Sì, signor  Kneen… un gruppo di maghi e streghe che si stanno prodigando tutt’oggi a combattere i Mangiamorte e difendere il mondo magico….”

“Un esercito? L’Oscuro ha i Mangiamorte e lei l’Ordine?” chiese Logan Smith di Serpeverde sorpreso.

“Lavorare per Voldemort, signor Smith non ammette ripensamenti… io non costringo nessuno a continuare quando non se la sente, ne costringerò nessuno a combattere se non se la sente. L’Ordine non nasce solamente per combattere, ma per dare sostegno e aiuto a tutti quei maghi e streghe che ne hanno bisogno…

La mia domanda quindi è: c’è qualcuno tra voi che voglia unirsi all’Ordine della Fenice? Avete tutto il tempo per pensarci non vi metterò fretta, ma vorrei sentire le vostre risposte entro stanotte e dalle vostre bocche…”

Ci fu un attimo di silenzio, in cui molti ragazzi si guardarono fra loro.

“Io non ci sto! Non mi va di farmi uccidere, nessuno può fermare l’Oscuro…”

“Allora buona serata signor Ghirisha…” Deven si alzò osservando i compagni di Serpeverde, tutti loro rifiutarono la proposta di Silente, preparandosi ad uscire. Severus Piton osservò Lily, i loro sguardi si incrociarono, Lily vi lesse una muta preghiera, Severus lesse solo determinazione, abbassò lo sguardo. Lily lo fissò ancora inghiottendo a vuoto, era certa che se mai lo avesse incontrato, una volta finita la scuola, lui le avrebbe puntato la bacchetta al petto e lei non si sarebbe lasciata uccidere.

Albus osservò i nove ragazzi uscire dalla stanza, Remus vide un velo di tristezza sul suo volto, probabilmente anche Silente si rendeva conto che qualcuno di quei ragazzi, se non tutti, si era votato a Voldemort.

“Io…” cominciò Pearl evitando accuratamente di guardare negli occhi qualsiasi persona “io credo che Lei-sa-chi debba essere sconfitto… ma non sarò io a morire per questo… non voglio morire…”

“Pearl come fai a dire una cosa simile!” gridò alzandosi in piedi Dorcas “Hai dimenticato la Olsen? E Rice? E Richard?”

“No che non li ho dimenticati Dorcas! Ma tu che faresti?”

“Io morirò se sarà necessario!” disse convinta la ragazza “Professore, io sono dei vostri!” concluse Dorcas guardando Silente per poi risedersi.

Pearl osservò Dorcas poi le sue amiche Diane e Megan, scosse la testa.

“Mi dispiace, professore…” disse prima di uscire seguita dalle due.

 

Un’ora dopo erano rimasti solo Dorcas, i Grifondoro e due Tassorosso: Reyn Lowell e Nathan Harris. Il ragazzo si guardò intorno, gli occhi scuri fissarono Reyn.

“Tu che fai?” le chiese un po’ imbarazzato.

La ragazza si sistemò i grossi occhiali sul naso, liberando una ciocca di capelli chiarissimi dalla stanghetta, portandoseli dietro l’orecchio, Nathan sapeva che era un gesto che usava quando era sotto tensione.

“Professore, avrei una domanda prima di decidere…”

“Mi dica signorina Lowell…”

“Come penso lei sappia, i miei genitori sono originari della Scandinavia e pensano di partire appena finiti i miei MAGO in modo da “rifugiarsi” dai nostri parenti… mi chiedevo, partendo con loro le sarei inutile?” Nathan sospirò lei sarebbe partita davvero quindi. Silente sorrise dolcemente.

“No, signorina Lowell…. I seguaci di Voldemort stanno trovando sostenitori in tutta Europa, e qualche mago o strega in altri stati non ci farebbe affatto scomodo…”

La ragazza annuì decisamente.

“Allora ci sto anche io…” guardò poi il ragazzo seduto accanto a lei “mi segui anche stavolta?” chiese fissandolo negli occhi. Il moro la guardò mordendosi le labbra, poi guardò Silente.

“Vorrei dare una mano in qualche modo… ma non credo di essere un uomo di azione…” disse un po’ imbarazzato senza osare incrociare lo sguardo di Reyn ne tantomeno quegli degli altri….

“Se non sbaglio vorresti andare a lavorare al San Mungo, come anche la signorina Icecrow … o almeno questo mi aveva detto Pomona…”

“Si, signore…”

“Il san Mungo potrebbe non essere sicuro per i membri dell’Ordine… non getterei mai via l’aiuto di un guaritore. Se ne avessimo avuto uno in gamba, come penso sarete voi, probabilmente Charlus Potter sarebbe ancora vivo…”

James guardò Silente, il professore resse il suo sguardo.

“Bene, allora ok…” sospirò Nathan  con un sorriso, Reyn gli sorrideva e avrebbe aiutato chi aveva bisogno, aveva ciò che voleva.

Silente osservò i dieci Grifondoro, Mary fissava le pieghe della sua gonna e Samuel muoveva nervosamente il capo come se stesse parlando fra se e se.

“Rimanete solo voi… non pensate che mi aspetti qualche gesto eroico perché siete dei Grifondoro, non prendete questa decisione con leggerezza, coraggio e stupidità non sono la stessa cosa…”

“Figuriamoci…” borbottò qualche quadro alle sue spalle, ma tutti lo ignoravano…

“Io passo…” la voce di Samuel sembrò provenire da un altro luogo, era seria, dannatamente seria.

“Ma Samuel…”

“No, Frank!... Io non sogno di diventare Auror come voialtri… mi hanno offerto un contratto con i Tornados… mi dispiace professore…” disse per poi fissare i compagni… “ragazzi… combattete anche per me… forse in un altro momento vi aiuterei, ma ora…” scosse la testa “è il mio sogno… e non voglio perderlo…” disse a mo’ di scusa.

“Samu aspetta…” lo fermò la voce di Mary, lui la guardò “vengo con te…” sussurrò appena, fissò Silente. Albus notò i suoi occhi lucidi. “Io non posso… mi bastano gli scherzi dei Serpeverde… andrò in Irlanda dai miei parenti Babbani… io… io non ho la forza per combattere…” Alice le mise una mano sulla spalla comprensiva.

“Non preoccuparti, è comprensibile…” disse gentile.

“Ma mi dispiace comunque…”

“Signorina McDonald “ cominciò Silente, “Non si preoccupi, nessuno la giudicherà per questo…” disse comprensivo. La ragazza annuì, raggiungendo Samuel sulla porta e uscendo assieme.

“Da ciò che ho capito voi avete intenzione di accettare…” disse Silente guardandoli ad uno ad uno, si soffermò di Peter “Anche tu, Peter?” Peter fissò il professore un n odo alla gola.

“S…sì… professore….” Balbettò incerto, lanciando uno sguardo agli amici. Silente lo guardò ancora per un istante prima di sorridere.

“Ci sono altre domande, prima di considerarvi membri ufficiali dell’Ordine?” chiese il professore, “Vi devo confessare che non vi posso dare né garanzia di vita né di vittoria… è una battaglia difficile quella che stiamo affrontando…”

“Io ne avrei una…”

“Dimmi, James…”

“Perché ha invitato anche i Serpeverde, alcuni di loro sono probabilmente dei Mangiamorte…” disse serio, era un azzardo bell’e buono.

“Per lo stesso motivo per cui ho avuto un colloquio privato con Regulus all’inizio di quest’anno, per dare loro una possibilità di redenzione… molti di quei ragazzi sono cresciuti in una stanza buia, non si può vedere la luce se nessuno l’accende… “

“Sinceramente mi sembra una mossa azzardata, professore…” obbiettò Sirius.

“Credi non abbia preso le mie precauzioni?” sorrise appena, prendendo in mano la pergamena firmata dagli studenti, con un gesto fluido della bacchetta le firme degli altri ragazzi scomparirono. “Non ricorderanno nemmeno di essere stati qui questa sera…” . Sirius annuì distrattamente, probabilmente nemmeno suo fratello aveva accettato questa “redenzione”, la mano di Enif strinse la sua, come se la ragazza leggesse i suoi pensieri…

Remus si torse le mani, guardandosi nervosamente attorno, sospirò prima di parlare.

“Professore, vorrei chiederle una cosa…” Albus lo guardò invitandolo a continuare “può uno come me combattere Lei-sa-chi? Non le sarò solo d’impiccio…”

Dorcas, Reyn e Nathan lo fissarono non capendo.

“Credimi Remus il tuo aiuto è pressoché indispensabile…” Remus annuì poco convinto.

“Bene, altre domande?” gli undici ragazzi rimasero in silenzio. Silente sorrise “Sono allora lieto di considerarvi ufficialmente membri dell’Ordine…”


 

 

 

 

TADAN!!!!

Vi volevo un attimo tediare con la data... non l'ho messa apposta! Non era nata come venti anni prima della battaglia di Hogwarts.... a inizio storia infatti mi sono presa un calendario e mi sono segnata i giorni in cui ambientare le partite di Quidditch... e quando sono arrivata a scrivere questo capitolo mi sono messa a ridere come una scema per la coincidenza... poi mi è piombata addosso la tristezza...  vabbeh... comunque.

Reyn e Nathan li ho aggiunti perchè mi sembrava tristissimo che su una quarantina di persone accettassero solamente in nove, così arriviamo ad undici... purtroppo dovrò trovare il modo di seminarli per strada all'arrivo della foto di Moody...

Che ve ne pare? 

 

Ragazzi 11 commenti... comincio a gasarmi XD

LilyAle
Uahahahah farvi vedere Minus più umano è il mio scopo... Peter è così umano che... vabbeh non ti spoilero niente XD
 
 DevilJina
Grazie per la recensione continua a seguirmi ^^
 
 princes_of_the_univers
Spero che questo capitolo abbia carattere più grande... la scorsa volta era impossibile ingrandirlo... mi scuso... spero di non dimenticarmi nulla per strada... ma in realtà le trame son ben definite e ritorneranno con il tempo... alla fine ci sono molte perché va bene che sono i Malandrini ma sono persone diverse ognuna con la propria parte di storia, o almeno io li vedo così ^^
Julia Weasley
Ecco qui la partita, e i fatti salienti che ci portano a pensare che ahimè questo periodo passato ad Hogwarts sta per finire.
sissi181
eheheh Peter devo tormentarlo tanto sennò non me lo spiego il suo comportamento quindi disgrazie a manetta XD (e mi rendo conto che mi fa un pochino pena ....)
 
tonks87
Quanto è passato, un mese? No forse di meno... sai io posto quando ho finito un capitolo più avanti... questo aggiornamento è parallelo alla stesura del primo capitolo del sequel... per quella di Remus ci vuole un po' di pazienza ma arriverà... sai quando la stavo scrivendo è nata questa, o meglio è nata Enif a cui volevo dare alcuni riferimenti quindi la riprenderò in mano appena finito il sequel di Safely perchè è la diretta continuazione, il problema è poi il tempo per scrivere che mi fa allungare un po' la tempistica....
ellytvb95
Per Lily e James penso dovrai aspettare gennaio e il sequel... ora spunta l'Ordine e con la fine del campionato è una corsa sfrenata agli esami e quindi nemmeno loro hanno tanto tempo da stare assieme ... quindi abbi pazienza (cosa sono 4 capitolo e mezzo (conto questo e il mezzo è l'epilogo di Safely...XD). In gennaio arriveranno di sicuro e i primi capitoli senza dubbio senza contare tutta la loro storia sono incentrati su di loro... quindi avranno molto spazio... ora che mi fai pensare dato che bilancio i personaggi temo che Phoenix's Flame (il sequel) sarà abbastanza lungo ^_^''''''


 
 La Nika
Putroppo gli aggiornamenti non dipendono da me ma da quanta vita mi succhia l'università e in questo periodo è davvero tanta... ieri mi sono presa un giorno di "malattia" è ho concluso il primo capitolo del sequel e quindi sono qui oggi a postare sennò non so davvero quanto sarebbe slittata la cosa...
 
bellandrew82
Ti ringrazio.
 
 hermy101
Ecco qui la finale di Quidditch, non mi sono persa nemmeno una partita vuoi che mi perda la finale??? E poi adoro il Quidditch XD
 
Alohomora
Per Peter vedraiu la cosa non è tanto semplice in parte sarà per sua madre in parte... beh vedrai...
Già, nemmeno io vorrei che finisse Hogwarts ma non si può restare ragazzini per sempre... (ohohoh mi hai fatto una citazione ^///^)
Spero la partita sia stata memorabile come la aspettavi, che te ne pare di Dorcas e dei nuovi membri dell'Ordine?
Grazie.

 

 

 

A presto

 

Mirwen

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Capitolo 24
*** Capitolo 24: L'Ordine della Fenice ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

 

 

 

Capitolo 24: LOrdine della Fenice.

“Sono allora lieto di considerarvi ufficialmente membri dell’Ordine…”

Silente si alzò dalla scrivania ignorando per un attimo i ragazzi. Si volse verso i ritratti alle sue spalle.

“Che ne pensate voi di questi ragazzi?”

Phineas sbuffò senza rispondere, mentre elogi e rimproveri si alzavano dai ritratti.

“Sono tanti, l’anno scorso non ha accettato nessuno, erano troppo terrorizzati, spero che tu abbia detto loro tutti i pericoli in cui incorrono, non ho intenzione di vederli entrare al San Mungo su delle barelle o peggio…” commentò una preside.

“Non preoccuparti Dilys, sono sicuro che sapranno come comportarsi…”

I ragazzi alle sue spalle si guadarono, non capendo se fossero congedati o meno. 

“Se lo dici tu…” sbuffò Phineas Black lanciando uno sguardo dubbioso a Sirius.

“Per quanto mi riguarda credo di avere più fiducia in tuo nipote di quanto ne abbia tu… come sempre sei pregato di non raccontare a Walburga di questo incontro…”

“Suvvia Albus, non preoccuparti, sai che non potremmo comunque dire nulla sugli affari di un preside… siamo stati creati così no? Per dare consiglio e portare notizie, non per spiare gli altri presidi…”  sorrise una strega dall’aria gioviale.

“Meglio fare raccomandazioni inutili che trovarmi Walburga Black in questo ufficio…” scherzò Silente. Sirius sorrise al commento del professore.

Albus si voltò verso di loro, osservando il suo orologio dalle dodici lancette.

“Dovrebbero essere qui a minuti…”

“Chi signore?” chiese Lily.

“Gli altri membri dell’Ordine…” 

Con uno sbuffo verde dal camino apparve Malocchio Moody.

“Non sono arrivato tardi, vero Albus?” chiese, mentre il suo occhi magico si fermava ad osservare i ragazzi.

“Figurati Alastor, sei sempre in anticipo…” sorrise il preside, mentre altri maghi e streghe sopraggiungevano.

Erano arrivati in tredici quando qualcuno bussò alla porta dell’ufficio e, con sorpresa dei ragazzi, entrarono Hagrid e Minerva McGrannit.

“Bene, ci siamo tutti…” sorrise Silente.

Dorea osservò il figlio e gli amici, si trattenne dal prenderlo per le orecchie e trascinarlo fuori dalla stanza, se James aveva deciso così non ci poteva fare nulla.

“Wow!” esclamò un ragazzo sui vent’anni “undici! Io ero l’unico e l’anno scorso non ne voleva sapere nessuno!” rise apertamente.

“Pudmore!” lo salutò Dorcas.

“Meadowes, giusto?” chiese l’ex-Corvonero, Sturgis Pudmore aveva concluso gli studi due anni prima.

“Sturgis dacci un taglio…” lo riprese Malocchio “parlerete dei tempi passati da Corvonero più tardi…” il giovane si morse la lingua alzando gli occhi al cielo.

“Ragazzi, questi sono i membri attivi dell’Ordine della Fenice. Alstor Moody, penso lo ricorderete dagli eventi del primo settembre…” disse Silente, i ragazzi annuirono.

“Hagrid e Minerva non hanno bisogno di presentazioni e Sturgis è un vostro vecchio compagno; poi ci sono gli Auror Gideon e Fabian Prewett…” i gemelli fecero un cenno di saluto ai ragazzi che avevano conosciuto durante gli eventi di capodanno.

“Dedalus Lux e sua moglie Micea…” la donna sorrise ad Enif, e la ragazza non poté non essere felice di rivedere sua zia dopo tanto tempo.

“Elphias Doge, un mio vecchio compagno di Grifondoro…” Elphias ridacchiò delle occhiate stupite dei giovani.

“Emmeline Vance…” era una bella e giovane donna avrà avuto si e no trent’anni, e li salutò con un sorriso sereno.

“Edgar Bones…” continuò Silente presentando un mago dall’aria imponente con i capelli color biondo-rame e le spalle larghe.

“Caradoc Dearborn, lavora all’Ufficio Misteri…” il mago, sulla quarantina fece un’alzata di spalle come a dire che lavorare lì non era poi il massimo, ma lasciò continuare Silente.

“Benji Fenwick, non sembra ma è uno dei migliori pozionisti in giro…” disse Albus, Benji sembrò arrossire, ma le folte basette rosso scuro che si univano con la barba, mimetizzarono l’imbarazzo.

“Lei è Marlene McKinnon, forse la ricorderete era al settimo anno quando cominciaste Hogwarts…” la giovane donna portava i capelli biondi raccolti in una lunga treccia e salutò con una mano i ragazzi.

“E infine abbiamo Dorea Potter, che molti di voi conosceranno già, e Georgius Greathead, che alcuni di voi forse hanno conosciuto in una delle festicciole di Horace…” si volse poi verso i membri dell’Ordine.

“Miei cari amici, questi sono James Potter, Sirius Black, Remus Lupin, Peter Minus, Frank Paciock, Nathan Harris, Lily Evans, Enif Icecrow, Alice Brand, Dorcas Meadowes e Reyn Lowell…”

Moody fece un sorriso soddisfatto.

“Hai visto che alla fine hanno accettato di loro iniziativa…” disse rivolto a Dorea, che aveva osservato attentamente tutti i ragazzi.

“Continuo a sostenere, Alastor, che secondo me sono troppo giovani…”

“Signora Potter con tutto il rispetto, io ho solo due anni in più di loro…” intromise Sturgis, la donna lo fulminò con lo sguardo.

“Mamma…” James le si avvicinò “sarebbe successo comunque…” disse mettendole una mano sul braccio. “Sai che sarei entrato comunque a far parte degli Auror… e quindi avrei combattuto in ogni caso…” Dorea fissò il figlio, poi sospirò.

“Sei tale e quale a tuo padre…”  sorrise tristemente combattuta se essere orgogliosa di suo figlio o preoccuparsi a morte.

Micea si avvicinò alla nipote, abbracciandola.

“Enif! Non credevo che qualcuno della famiglia avrebbe combattuto, pensavo che su al picco si fossero dimenticati degli altri…” disse con una celata nota di rimprovero verso il fratello.

“Papà non vuole combattere… non vuole mettersi contro Orion, Abraxan e gli altri…”

“Si, ma lo capisco… deve proteggere te e tua madre… se io e Ded avessimo avuto dei figli probabilmente ci avremmo pensato due volte prima di cominciare… Marlene e Edgar sono da ammirare, hanno figli piccoli a casa, è per loro che hanno cominciato… per dare un futuro migliore ai bambini….”

Anche Gideon e Fabian si avvicinarono ad Enif e i ragazzi.

“Non male undici nuove paia di braccia… non bastano mai, purtroppo…” commentò Gideon dando una amichevole pacca sulla spalla a Sirius “non pensate che sarà facile…”

Georgius si avvicinò a Lily.

“Spero il suo braccio si sia rimesso del tutto, signorina Evans…”

“Signor Greathead! Sì, sto bene… il suo occhio?”

“Nulla da fare purtroppo, ma non disperiamo, finché abbiamo la nostra vita in mano nulla potrà fermarci… volevo chiederle Lily, se ha poi pensato alla mia proposta di lavoro…”

“Sì, ci ho pensato, credo che sarebbe un grande onore per me lavorare con lei…” sorrise la ragazza.

“Signori, che ne dite di accomodarvi, in modo da poter mettere al corrente i nuovi membri di ciò che sta accadendo, immagino inoltre abbiano molte domande da porci… private e non…” disse Silente, calamitando l’attenzione di tutti, osservò i ragazzi.

“Sparate pure…” ridacchiò Caradoc.

“Il treno, sapete qualcosa in più?” chiese Alice. Elphias Doge annuì tristemente.

“Molto probabilmente è stata Bellatrix Lastrange a uccidere mia nipote…” disse gravemente “ma purtroppo sembra avere un alibi di ferro…” sospirò.

“Che alibi?” chiese Sirius, sospettando la risposta.

“I suoi genitori, assieme alla sorella Narcissa e i tuoi genitori, Sirius, sostengono che lei, il marito e Lucius Malfoy hanno passato assieme il finesettimana nella villa in campagna…” rispose Dorea “Purtroppo è questo il problema, quasi tutti i Mangiamorte hanno agganci troppo in alto per essere toccati, a meno che non vengano colti sul fatto…”.

“In effetti stiamo puntando a farli uscire allo scoperto…” concluse Fabian “purtroppo con scarsissimi risultati… non siamo ancora riusciti a piazzare una talpa da nessuna parte… la scorsa estate abbiamo anche provato a mandare Hagrid dai Giganti, ma figurarsi…”

Remus sentì gli occhi di Silente puntati su di lui.

“Significa che dalla sua non ci sono solo altri maghi e streghe?” chiese Lily.

“No, ha reclutato alcuni giganti, il branco di lupi mannari guidato da Fenrir Grayback e persino alcuni vampiri…” rispose Edgar.

“Ma perché? Cosa ci guadagnano a combattere per lui?” chiese Nathan “Credevo che queste creature odiassero i maghi…”

“Voldemort ha promesso loro tutto ciò che il Ministero non gli ha mai dato, territori, carne, sangue… libertà…” rispose Moody.

“Ma non glieli darà…” commentò Remus.

“No, non glieli darà…appena avrà finito di utilizzarli per i suoi scopi, li rimanderà nel fango da cui li ha presi… è per questo che sta cominciando ad utilizzare gli Inferi e i Dissenatori, meno richieste e più governabili…” continuò Malocchio.

“Ma non c’è nessuno tra loro che si renda conto di ciò?” chiese Dorcas sorpresa “insomma è evidente che non darà loro ciò che ha promesso…”

“Questi tre gruppi rispettano regole gerarchiche, qualcuno dovrebbe scalare tutta la piramide per essere ascoltato… e non c’è nessuno disposto a rischiare tanto per dei maghi…” Questa volta fu Benji a rispondere.

“E noi chi abbiamo?” chiese Reyn notando in effetti come i numeri fossero a sfavore del bene.

“I Goblin ci si sono dichiarati neutrali.. i centauri pure… mi ci hanno detto che aspettano un segno… gente strana i centauri… e non credo ci siano altre sirene in Inghilterra se non la quella della nostra città subacqua…” spiegò Hagrid.

“Ci sono le sirene nel Lago Nero?” Peter osservò Hagrid stupito, e loro che pensavano che dopo i centauri e le acrumantole avessero visto tutto.

“Per tutti i folletti, sì, Peter! Non vi ci ho mai parlato di loro?”

“Grazie al cielo no, Hagrid, o a quest’ora li avremmo già ripescati dal Lago…” commentò la McGrannit, a Sirius non sfuggì il tono divertito con cui l’aveva detto.

 “Quindi loro hanno una gamma di creature fra le più pericolose del mondo e noi nulla…” constatò tristemente Frank, partivano in grande svantaggio… questo era evidente.

“No, qualcosa abbiamo anche noi, Frank…” sorrise Silente “abbiamo Remus...”

Tutti si voltarono verso il ragazzo, Remus fissava Silente non capendo.

“Oh, no Albus!” sbottò Dorea “Non lo darai in pasto a Grayback, non siamo così disperati da mandarlo in quel posto infernale!”

“Non intendevo questo, Dorea… pensavo che Remus potesse dare un buon esempio, tutto qui…”

“Il ragazzo che c’entra, Albus?” chiese Edgar, fissando con attenzione Remus. Gli occhi dorati di Remus si specchiarono in quelli azzurri di Silente.

“Io… sono…” cominciò, venendo interrotto da Sirius.

“Non devi dire nulla se non vuoi…”

“È giusto Sirius, devono potersi fidare di me, per ciò che sono…” Remus prese un respiro “Sono un licantropo…”

Ci fu un attimo di silenzio, in cui le parole di Remus sembravano rimbombare nella stanza. Frank fu il primo a riprendersi.

“Oh… ora mi tornano molte cose!” sorrise, guardò Remus con ammirazione “Wow, ho vissuto sette anni con un lupo mannaro!” ridacchiò. Remus gli sorrise riconoscente.

“Potremmo infiltrarlo nel branco di Grayback e trovare consensi…” cominciò Malocchio.

“Toglitelo dalla testa Alastor!” lo aggredì Dorea, Sirius si rese conto che in quell’istante la signora Potter assomigliasse a sua madre, in fondo il sangue era lo stesso… “Non fintanto io sarò viva! E poi Grayback lo conosce, chi credi l’abbia morso da bambino? Helen e John hanno tenuto tutto nascosto al di fuori di Chideock perché potesse avere una vita normale! Quindi non vi permetterò di fare di Remus un lupo addomesticato, Remus è una persona! Una splendida persona!” disse con foga, Moony osservò Dorea Potter, avrebbe voluto abbracciarla per quell’affetto gratuito che dimostrava in quel momento, sorrise.

“Li hai adottati tutti? Te lo chiedo per sapere chi portare in missione…” chiese ironico Moody.

“Scusate…” chiese Alice “ma ritornando all’attacco al treno, sapete chi abbia tirato il freno a mano e lanciato fuori bordo il corpo del macchinista?”

“Ho varie ipotesi…” cominciò Silente. “La prima è che sia stata Regulus Black a tirare il freno e a disfarsi del povero Anthony in quanto prefetto e se ricordo bene le tue disposizioni, James solo un prefetto avrebbe potuto aggirarsi liberamente nei corridoi. Potrebbe essere stato una prova di fedeltà, la prima oserei, dato che secondo Phineas, Bellatrix lo ha fatto marchiare a fine agosto.”

“Quando ci ha parlato cosa le ha detto?” chiese di getto Sirius.

“Ha negato tutto naturalmente…”

“Professore a questo proposito io e James siamo quasi certi che dietro all’attentato alla festa di Lumacorno ci fosse stato Mulciber…” si intromise Lily.

“Lo sospettavo… purtroppo come vi ho detto, abbiamo solo le nostre illazioni e nient’altro…” sospirò il preside.

“La seconda ipotesi?” chiese Enif.

“Ne ho una per ogni ragazzo che si è comportato in modo strano quest’anno…” Lily mosse leggermente la testa, immaginando ci fosse una teoria anche per Severus.

“Papà? Era in missione per voi il giorno dell’attacco, vero?” chiese James. I membri dell’ordine abbassarono lo sguardo.

“Charlus era in pattuglia a Diagon Alley…”disse Moody “non pensavamo che avrebbero potuto attaccare in pieno giorno… e in piena Diagon Alley…”

“Il problema è il San Mungo… qualcuno lo ha avvelenato quando si stava riprendendo… un veleno molto potente quasi irrintracciabile… non abbiamo idea di chi l’abbia fatto… ma dev’essere un ottimo pozionista…” disse Edgar.

Dorea abbassò lo sguardo, Moody appoggiò una mano sulla sua spalla. 

“Quindi è quasi indispensabile che Enif e Nathan continuino la loro strada per diventare guaritori, ci servono alleati al San Mungo e ci servono buoni guaritori…” convenne Silente, i due annuirono.

“L’attacco a Chideock…” cominciò Remus fissando il pavimento.

“Albus sii sincero con lui…” disse Dorea “deve sapere a questo punto…”

Remus alzò gli occhi guardando il professore.

“Da quello che siamo riusciti a ricostruire sembra che Grayback sia stato a casa tua prima di essere mandato a Nottingham…”

“Era… li ha uccisi lui?” chiese sorpreso, le mani gli tremavano appena.

“No, sono stati uccisi da un Avada Kedavra ma tua madre e stata morsa da Greyback, probabilmente l’ha fatto per non permetterle di usare il braccio e quindi la bacchetta… dalle mie ipotesi Grayback doveva servire da diversivo…”

Remus rimase in silenzio, la rabbia montava dentro di lui, sentiva il lupo ringhiare in fondo alla sua testa, anche lui avrebbe voluto il sangue di quel capobranco che lo aveva reso schiavo.  Inghiottì a vuoto cercando di trattenersi, era una persona non un lupo, era Remus, era Remus, si disse, aveva l’intelletto non l’istinto.  Strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche.

“Il nostro compito principale per ora è quello di non trovare quanto più aiuto possibile e di convincere quanti più possibile ad abbandonare gli ideali di Voldemort…” spiegò Silente “inoltre organizziamo delle ronde a Diagon Alley e nei punti più critici del mondo magico… ma di questo ne riparleremo appena avrete finito gli esami… ora godetevi questi ultimi giorni… questo è l’ultimo posto in cui sarete completamente al sicuro… penso che possiamo dire conclusa questa riunione… buona notte ragazzi.” Li congedò Silente.

I ragazzi uscirono in silenzio, scendendo le scale a chiocciola.

“So che potreste pensare di non voler avere più niente a che fare con me… ma vi prego di tenere per voi questa cosa per questi ultimi giorni…”

“Non preoccuparti Lupin, siamo alleati, no?!” sorrise Dorcas dandogli una pacca sulle spalle. Nathan restò un attimo in silenzio, poi sorrise appena senza proferire parola.

“Beh… che ne dite di andare a dormire… è stata una giornata sfiancante…” esordì Lily.

“Una giornata in cui sono cambiate molte cose…” ridacchiò Alice, fissando distrattamente l’anello che portava al dito.

“È vero! La nostra Alice si sposa!” sorrise Enif raggiante, Sirius la guardò colto da una invisibile paura, deglutì a vuoto.

Reyn, Dorcas e Nathan fissarono Alice e Frank.

“Congratulazioni!” sorrise la bionda.

“Grande Frank, che coraggio a sposarsi con questi tempi!” sorrise il ragazzo dandogli una pacca sulle spalle.

“Che invidia, beati voi…” bofonchiò Dorcas scendendo le scale.

 

♦♦♦

 

Lily, Enif e Alice entrarono in dormitorio di soppiatto.

“Ah eccole! Belle amiche! Mi avete lasciato qui a studiare da sola!” le aggredì Mary. Le tre ragazze si guardarono, Mary aveva davvero dimenticato gli avvenimenti della serata.

“Lily?”

“Dimmi Mary…”

“Mi spieghi cosa scrive qui il libro di pozioni?” chiese implorante. Lily alzò gli occhi al cielo, per poi raggiungere Mary e il libro di pozioni.

Alice guardò Enif, si avvicinò parlandole all’orecchio.

“Voi sapevate di Remus vero?”

“Lo abbiamo scoperto ad ottobre…” le rispose Enif a mezza voce.

“Adesso ho capito perché siete di colpo diventate complici dei Malandrini…” ridacchiò Alice.

 

♦♦♦

 

Remus sospirò pesantemente sotto il getto gelido della doccia, strinse i denti.

Grayback… mi hai rovinato la vita troppe volte…

Il volto era livido di rabbia, tirò un pugno al muro della doccia, ingoiando un ringhio.

Giuro che la prossima volta che ti incontrerò… non ne uscirai vivo Grayback…

“Moony, tutto bene?” la voce di Peter dall’altra parte del bagno lo stupì, aprì gli occhi.

“Si tutto ok… non preoccuparti Wormy…”

“Ho sentito un colpo…”

“Mi sono dato una gomitata sul muro… non preoccuparti…”

“Oh… ok…”

Quando sentì la porta del bagno richiudersi, Remus richiuse gli occhi alzando il volto verso il getto d’acqua.

La prossima volta in cui ti incontrerò di combatterò come il mago che sono… non come il mostro che tu hai creato… pensò il ragazzo chiudendo il rubinetto della doccia e preparandosi per andare a dormire.

Quando rientrò in stanza Samuel dormiva di già, mentre gli altri lo stavano aspettando. Sorrise nell’osservare gli sguardi dei compagni, di certo non era l’unico a cui quel discorso con Silente aveva cambiato la vita.


 

 

Eccoci qui spero di non avervi tediato troppo con i convenevoli dell'Ordine ^_^''' e mi scuso per il ritardo, speravo di tornare prima, ma sembra che le vacanze non mi ispirino XD

 

Ed ora vi lascio alle recensioni

 

malandrino4ever
Oddio qualcuno mi ucciderà per l'idea dello scherzo di matrimonio >.> Grazie per esserti aggiunto in tempo per il finale... ma comunque sto già scrivendo il seguito. Sono felice che la storia ti piaccia.
 
 fairyelly83
Ti ringrazio per il corposo commento e spero mi seguirai fino a questa fine ed oltre ;P
 
ellytvb95
"La storia migliore" qui arrossisco ^///^ non esageriamo
 
Julia Weasley
Non finirà tutto BWAHAHAAHA vi tormenterò ancora come minimo con gli altri per adesso in scaletta 28 capitoli del seguito XD
 
LilyAle
No non spoilero nulla su Peter XP

Allora per Lily e james come mi sembra di aver già detto, ci sarà spazio nel prossimo episodio... ora sono impegnati a studiare per gli esami... ma la prossima storia e quasi tutta per loro XD quindi aspetta due capitoli  e vedrai il seguito XD
 

 La Nika
Le coppiette rispunteranno fuori non disperare
 
sissi181
Sono felice che lo scorso capitolo ti sia piaciuto... Ma tutti che mi chiedono di Peter!!! No, non vi dirò nulla XDDDD Questi fan alla ricerca dello spoiler XD a presto ^^
hermy101
Vedremo che fine far fare a Nathan e Reyn, ma Reyn con i suoi occhialoni mi sta troppo simpatica (sarà perchè porto gli occhiali...) quindi verrò di non perderli in modo troppo tragico XD
Alohomora
Come sempre ti ringrazio tantissimo Giulia per il tuo commento e per il tuo supporto. ^^
 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25: MAGO ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

 

 

 

Capitolo 25: Magie Avanzate Grado Ottimale

Maggio arrivò al suo termine e con esso arrivarono i MAGO. I dormitori del settimo anno erano sottosopra, pochi studenti avevano dormito quella notte.

“Enif! L’altro nome dell’aconito?”  gridò Mary uscendo dalla doccia in evidente stato di panico.

“Luparia… diavolo Mary è programma del primo anno! Tra Luma, erbologia e Lily l’avrai sentito un migliaio di volte!”

“Non me lo ricorderò mai…” piagnucolò la bionda vestendosi.

“Io credo di essermi dimenticata tutto…” esordì Alice fissando quasi in trance la finestra aperta “Tu come fai ad essere così tranquilla, Enif?” chiese osservandola.

“Sai che Enif non è tranquilla, finge fino a tre secondi prima quando esplode…” ridacchiò Lily sistemandosi i capelli.

“Lily!” gridò l’amica.

“Andiamo a colazione…” disse la rossa pensando che tutto ciò che potevano fare per l’esame di erbologia l’avevano fatto.

“Mi si è chiuso lo stomaco…”

“Mary…muoviti…” la trascinò Alice.

Ma le ragazze non erano le sole ad essere in ansia, difatti in Sala Grande c’era qualcun altro che di mangiare non aveva proprio voglia.

“Peter mangia qualcosa…” disse piano Remus.

“Wormtail vuoi svenire durante l’esame?” lo spronò Sirius, ma il ragazzo osservava, verdognolo in volto, il piatto di porridge che aveva davanti.

“Non preoccuparti Peter, hai studiato tantissimo, sono sicuro che erbologia andrà bene oggi…” cercò di tranquillizzarlo James, finendo la terza porzione di colazione.

“Prongs, quella è la quarta ciotola di budino?” chiese Sirius perplesso.

“Ho fame…”

“Non è fame… è nervosismo… forse dovresti smettere di mangiare, non vorrei essere fidanzata con una pluffa…” disse Lily rubando la ciotola di mano al ragazzo e stampandogli un bacio sulla guancia. Sirius si sporse indietro afferrando Enif per un braccio e trascinandola sulle sue ginocchia.

“Agitata?” chiese osservando le mani tremanti della ragazza.

“No!”

“Non mi sembra…” la ragazza sbuffò allungandosi sul tavolo a prendere un biscotto.

 

Tutti i ragazzi del settimo anno che frequentavano erbologia erano riuniti fuori dalla Sala Grande.

“Non ce la farò mai…” erano le prime parole che Peter pronunciava quel giorno.

“Pet…” Remus gli mise una mano sulla spalla, il ragazzo scosse la testa nervoso.

Ad un tratto la porta di aprì e la professoressa Pomona Sprite li guardò sorridendo.

“Venite ragazzi…”

Enif si aggrappò alla mano di Sirius.

“Agitata?”

“Da morire!”

I ragazzi vennero chiamati dentro in ordine alfabetico, venendo smistati nei posti a loro assegnati. Enif guardò Lily dall’altra parte della sala, lesse il suo labiale.

“In bocca al lupo…” la bruna annuì in risposta.

“Avete quattro ore… Cominciate…” esclamò un esaminatore del ministero: un ometto basso con i baffi.

Lily osservò il foglio comparire davanti a lei, sorrise leggendo la prima domanda.

“Quale vegetale può indurre all’isteria? Quali sono le sue caratteristiche e dove si trova?”

Iniziò a scrivere.

Qualche banco più avanti Peter muoveva frettolosamente la mano sul foglio che era permesso portare di brutta copia. Quello che gli esaminatori non potevano sapere era che Peter dissimulava il movimento della penna che avrebbe, in realtà, scritto tutto da sola. Non era una penna autoscrivente e nemmeno una penna copiante, era per quello che aveva superato i controlli degli esaminatori, era una semplice penna con qualche optional… Per spiegare da dove essa venga dobbiamo tornare indietro agli esami del quarto anno, quando i Malandrini cominciavano a credere che Peter venisse davvero bocciato in qualche materia agli esami di fine anno. Alla fine sotto l’insistenza di tutti Remus aveva escogitato un altro dei suoi, come li chiamava Sirius, colpi di genio del male: aveva dotato la penna di Peter con un incantesimo in modo che imitasse, guidando la mano di Peter, ciò che Remus stesso stava scrivendo con la sua. L’incantesimo, abbastanza complicato a star sentire James, funzionò a meraviglia e Peter passò gli esami, neanche a dirlo il metodo fu utilizzato a turno durante i compiti in classe, per quanto Remus continuasse a dire che doveva essere usato solo in momenti di emergenza, sembrava ci fosse sempre un’emergenza al momento dei compiti. Al quinto anno infine collegarono non due ma tutte e quattro le loro penne nell’incantesimo e James diede il tocco finale trasfigurandole in penne anticopiatura. Era con questo stesso metodo che si preparavano a passare gli scritti, o almeno ad aiutarsi a vicenda nel passare gli scritti… in fondo un po’ di brutta copia dell’uno, un po’ dell’altro e il testo diveniva un lavoro di gruppo in cui il voto migliore lo prendeva sempre e comunque Remus che tendeva a non suggerire più del necessario… ma torniamo ai MAGO del 1978.

 “Dove viene usata la radice di Pimpinella?” Peter alzò la penna dal foglio, osservando la domanda, Pimpinella? Si chiese perplesso, ricordava il nome divertente che li aveva fatto scompisciare durante l’ora di erbologia ma a cosa serviva? Scribacchiò sulla brutta copia un Pimpinella = pozione pepata?, un paio di secondi dopo la mano di Peter stava scrivendo un Sì.

Il ragazzo sospirò, allora tutto quello studio non era stato inutile.

 

“E il Nuphar viene usato nelle pozioni cicatrizzanti, perché aiuta a fermare le emorragie…” sorrise Peter

“E come lo riconosci?” chiese Remus, il ragazzo sembrò pensarci su.

“Devo proprio riconoscerlo?”

“Cosa pensi che ti faranno fare a parte trapiantare qualche vaso?” chiese ironico e nervoso Sirius, lui di piante non ci capiva niente… era lì solo perché gli serviva il MAGO di erbologia per fare l’Auror assieme a James.

“Mhmm… allora… è un pianta acquatica…”

“E già qui abbiamo fatto un passo avanti…” sorrise Enif incoraggiante, il ragazzo ci pensò ancora su.

“Giallo?”

“O porporino… comunque sì…forma?”

“Tipo ninfea?” balbettò Peter.

“Esatto! Coraggio Peter che andrà tutto bene!” esclamò Lily alzando un pollice nella sua direzione.

 

A fine giornata erano per l’ennesima volta riuniti tutti assieme nel dormitorio maschile.

“Dovevate vedere la faccia dell’esaminatore quando gli è esploso quel grosso bozzo di bobotubero addosso…” stava ridendo James.

“La tua solita fortuna…” borbottò Sirius punzecchiandolo con la penna.

“Domani tu hai Babbanologia, è solo orale giusto?” chiese Peter a Sirius.

“Sì… così pomeriggio c’è Babbanologia e la mattina c’è Aritmanzia che ha solo lo scritto…” disse rapidamente Enif, sfogliando una tabella carica di numeri, lettere e significati.

“Non capisco come ti fa a piacere quella roba…” borbottò Sirius guardando la tabella.

“È interessante, per esempio Sirius: S è 1: bellezza, ricchezza, impulsività; I è 9: giustizia e umanità, irrascibilità e buona postura…”

“Buona postura?” la interruppe Sirius sorpreso

“Sì… il suono della I fa pensare alla stabilità…”rispose Enif piccata, Lily rise, la bruna continuò “…R è anch’essa 9, la I l’abbiamo già vista, la U è il 3: l’accumolo… non è la prima vocale del tuo nome quindi saltiamo la parte dell’amore…” ridacchiò continuando “ può indicare qualcosa di oscuro, il superamento di una paura ancestrale. E poi torniamo alla S… tuttto ciò saresti tu Sirius….”

Il ragazzo la guardò dubbioso… nella prima parte ci aveva azzeccato…

“Dovevi vedere la mia faccia quando il professore ha analizzato il mio di nome…” ridacchiò Remus al ricordo “R della giustizia, E è la prima vocale quindi passione, M dello stacanovista, U del lupo, S dello sconvolgimento. Signor Lupin, mi sembra una persona tormentata…” disse il ragazzo imitando la voce del professore. I ragazzi si misero a ridere.

 

♦♦♦

 

“Morgana! Ma da dove l’hanno tirato fuori quel testo!” sbottò Enif gettandosi di mala grazia accanto a Sirius, il ragazzo stava sfogliando un settimanale babbano.

“Non lo so… anche a voi usciva una predizione sulla fine del mondo?” chiese Lily sedendosi in braccio a James, lui la strinse a se dandole un leggero bacio sulla guancia.

“Sì… ma c’era o no una sorta di rinascita alla fine?” disse dubbiosa Enif passando una mano tra i capelli di Sirius, sbirciando l’articolo che stava leggendo, sembrava parlasse di macchine mandate nello spazio. 

“Oddio… non lo so… e la sequenza di numeri?” continuò la rossa

“Presagiva il buon esito degli esami… ironico l’esaminatore…” ridacchiò Remus.

“E io pensavo fosse uno scherzo…” si lamentò Enif, Lily annuì.

“Tanto so che vi sarà andato magnificamente…” esclamò James “insomma siete le persone più intelligenti qui dentro, se non fate faville voi… noi restiamo qui un altro anno…” rise “anche perché c’è qualcuno che oggi non ha neanche aperto libro…” disse infine osservando Sirius. Il moro alzò svogliatamente gli occhi dalla rivista.

“Sto studiando per questo pomeriggio…”

“Su una rivista?”

“Attualità babbana… il professore ci ha riempito di mensili, settimanali e quant’altro nell’ultima lezione…”

“Potete smetterla?” chiese Peter, gli occhi arrossati dalla notte passata sul libro di trasfigurazione “vorrei studiare per domani, o la McGrannit mi uccide… do solo cinque MAGO che prenda almeno quelli…”

 

♦♦♦

 

Sirius era fuori dalla Sala Grande, era l’ultimo perché l’esaminatore aveva deciso di cominciare da fine lista.

Enif e i Malandrini erano appoggiati al muro accanto a lui, tutti erano armati di libri, studiando per l’esame di Trasfigurazione imminente.

“Black Sirius…” esclamò un voce dall’interno della Sala.

“In bocca a me…” sussurrò Remus scherzando.

“Crepa!” ridacchiò Sirius entrando dopo aver ricevuto un bacio porta fortuna dalla sua ragazza.

 

Quando la porta si chiuse alle sue spalle il ragazzo sorrise. Al centro della Sala Grande era stata fatta apparire un casetta babbana… a Sirius ricordava la villetta della sorella di Lily che lui e i Malandrini avevano addobbato per le feste. Poco più avanti a lui c’erano un paio di scatoloni e quello che sembrava una cabina guardaroba.

“Signor Black è pregato di abbigliarsi da babbano…” la voce dell’esaminatore veniva dalla casa, sorrise cominciando a trafficare negli scatoloni. Individuò subito jeans, maglietta e camicia scozzese; si vestì ridacchiando al pensiero di assomigliare allo stereotipo del taglialegna.

“È pregato di entrare ora…” disse di nuovo la voce.

Il ragazzo notò subito il trabocchetto… un mago invitato in casa sarebbe entrato senza problemi, magari dal camino… suonò il campanello attendendo che l’esaminatore gli aprisse la porta.

L’uomo che gli si presentò davanti era alto, portava abiti babbani ed aveva i capelli scuri striati di grigio per quanto poche rughe incrinassero il volto duro.

“Bene, sempre meglio del suo predeccesore che ha cercato di entrare dalla finestra…” rise il mago, Sirius si disse dovesse avere più o meno cinquantanni, forse nemmeno.

“Benvenuto Signor Black, prego…” disse lasciandolo entrare e guidandolo in cucina. “Sono Mattew McDenius, lavoro nel dipartimento contatti con i babbani… reparto abbastanza desertico purtroppo…” scherzò. “Prego, si sieda Signor Black…”.

Sirius si sedette al tavolo della cucina e l’esaminatore fece lo stesso.

“Mi dica, Signor Black, come mai il rampollo di una nobile famiglia purosangue ha seguito il corso di babbanologia?” Sirius osservò il mago, il tono di compiacimento con cui l’aveva detto gli dava l’impressione che McDenius avesse conosciuto suo padre… in fondo anche l’età era quella.

“Beh… se devo essere sincero all’inizio è stato per capriccio… non volevo essere un solito Black… e in secondo luogo molti dei miei amici sono di origini babbane e non avrei voluto fare brutta figura con loro…” l’esaminatore annuì soddisfatto, a questo punto cominciò a chiedere a Sirius il programma del corso, cosa avevano trattato in generale, come avrebbe potuto spostarsi nel mondo babbano se avesse dovuto andare a trovare un parente in America, chi o cos’era un laringoiatra, e infine gli chiese addirittura di preparare un the alla maniera babbana.

McDenius stava sorseggiando il the quando si disse che il ragazzo aveva superato la prova.

“Bene, Signor Black, mi congratulo.. il migliore della giornata…” sorrise il mago stringendogli la mano “Un’ultima domanda, tanto per curiosità… qual è l’argomento babbano che più le interessa?”

“Le motociclette…”

 

♦♦♦

 

“Ma dov’è finito?” chiese ad alta voce Enif un po’ preoccupata. Sirius era in esame da un’ora e mezza… tutti avevano finito in venti minuti… cosa poteva essere successo.

“Non è che l’esaminatore se l’è mangiato?” scherzò James. 

“Lo avrebbe già digerito a quest’ora…”

I cinque osservarono la porta sigillata della Sala Grande, quando all’improvviso si aprì. Ne uscirono sia Sirius che l’esaminatore, stavano parlando tranquillamente.

“E così il sidecar appare a comando…” stava dicendo Sirius

“Geniale, a dir poco geniale! In effetti le leggi sull’uso improprio dei manufatti dei babbani dicono che non si possono stregare oggetti babbani per usi babbani, ma a solo uso di un mago… quindi le modifiche che ha fatto alla sua moto sono conformi alla legge… anche perché con l’impianto di invisibilità ha ovviato anche al problema dell’avvistamento…” il mago notò i ragazzi che osservavano Sirius. “Beh… buon proseguimento Signor Black…se mai passasse in moto al ministero sarei curioso di vedere questo gioiellino…”

“Si figuri, se passerò al ministero non mancherò di avvertirla… arrivederci…” salutò il ragazzo mentre McDanius se ne andava. Si voltò i ragazzi lo osservano.

“Beh?”

“Come beh? Ti sei comprato il professore con la moto?”chiese Remus

“Remus, miscredente… non potrei mai… a fine esame mi ha chiesto quale argomento babbano fosse il mio preferito… semplicemente sembra sia anche il suo…”

  

♦♦♦

 

I giorni passarono lenti: l’esame di  trasfigurazione con la richiesta di trasfigurare la stessa McGrannit in un oggetto e ritorno provocò il panico in gran parte degli studenti, fu memorabile la tazza con gli occhiali e il cappello di Peter, mentre Minerva vide rovinato il suo cappello preferito da dei eleganti fiorellini rosa un volta ritornata se stessa dopo l’esame di Sirius.

“Ma non l’ho fatto apposta…” si scusò Sirius con Enif convinta che il ragazzo avesse lasciato apposta le decorazioni sul cappello, probabilmente nemmeno la McGrannit era convinta dell’innocenza di Sirius infatti dopo l’esame prese il ragazzo in disparte.

“Terrò il cappello come ricordo di uno dei più brillanti e indisciplinati studenti che mi siano capitati…” disse, per poi andarsene com’era venuta, mentre la risata di Sirius eccheggiò nel primo piano.

Degli altri ragazzi che dire? Trasfigurazione fu l’apice della gloria di James che trasfigurò la McGrannit in una coppa in vetro rosso con incisto in oro il blasone di Grifondoro, neanche a dirlo Minerva oltre ad essere colpita dalla difficoltà dell’incantesimo - dovuto non solo alla trasformazione di un essere umano, organico, in qualcosa di inorganico ma addirittura usando più materiali assieme- fu quasi commossa dalla scelta del soggetto. Enif, Lily e Remus se la cavarono egregiamente nonostante la bruna fosse convinta che la sua teiera-McGrannit l’avesse guardata arcigna.

Il quarto giorno di esami fu dedicato ad antiche rune, per la gioia di Enif che finì l’esame in un’ora delle due previste, Remus a ciò commentò dicendo che Enif oramai pensava in rune.

E di divinazione, corso seguito da pochissime persone, tempo che i malandrini usarono per prepararsi all’esame di astronomia del giorno dopo.

Remus era, suo malgrado, un asso in astronomia ma nonostante questo quasi esplose a ridere in faccia all’esaminatore quando gli chiese, come domanda per assicurargli un Eccezionale con lode, un argomento del terzo anno: come si svolgono e come influiscono le fasi lunari.

L’ultimo giorno della prima settimana fu dedicato a pozioni. Quello fu il giorno in cui Lily venne messa al corrente delle “penne malandrine” e si trovò a suggerire metà compito a tutti gli amici. 

Di seguito ci furono incantesimi, cura alle creature magiche, storia della magia e per ultimo difesa: l’esame più aspettato e temuto dagli studenti.

 

I ragazzi stavano rileggendo gli ultimi appunti prima dell’esame scritto, al pomeriggio si sarebbe tenuto la prova orale… l’ultima….

“Cosa credete che ci chiederà?” chiese in ansia Mary avvicinandosi ad Enif.

“Che ne so…” sbottò Sirius.

“Ehi non arrabbiarti, siete voi quelli che di solito sanno sempre tutto…” sorrise incerta “beh… in bocca al lupo ragazze…” disse poi alle amiche prima di allontanarsi.

“Ti sembra carino rispondere così alla gente?” chiese Enif, pur capendo l’ansia in cui versava tutto il corso.

“Scusa… è che il compito lo ha scritto McSorar… non mi sorprenderei di qualche tiro mancino…”

“Ciò che mi preoccupa è il colloquio…” disse leggermente Remus “McSorar mi odia dal giorno in cui mi ha scoperto…”

“Remus! Per l’amore del cielo!” esclamò Lily “Sei il migliore del nostro anno! Il migliore! Fagli vedere chi sei a quell’Auror fallito!” la foga di Lily fece sorridere tutti, alleggerendo il morale degli amici.

Peter sospirò pesantemente cercando di darsi coraggio quando McSorar cominciò a chiamare gli studenti all’interno dell’aula.

“Questo è l’ultimo… andiamo!” spronò James con un sorriso.

 

♦♦♦

 

Remus entrò con il cuore in gola, McSorar gli lanciò uno sguardo gelido, il ragazzo ringraziò il fatto che fosse l’esaminatore a correggere i compiti e non il professore. Osservò il mago del ministero: era alto e alquanto imponente, uno di quegli uomini che Sirius definiva “armadi a due ante”, al petto aveva appuntata la spilla degli Auror. McSorar gli si avvicinò, Remus fu certo che stessero guardando lui, il suo cuore sprofondò capendo che non solo McSorar ce l’avesse con lui.

 

Enif osservò il testo che appariva davanti ai suoi occhi, legge velocemente le cinque domande:

1.      Tra le creature oscure trattate ve ne sono due simili eppur diverse tra loro, in grado di essere sconfitte da un solo incantesimo. Quali sono creature? Quali caratteristiche hanno? Qual è questo incantesimo?

2.      Maledizioni senza perdono: tipologie, effetti, analisi e rimedi.

3.      Inferi, cosa sono e come combatterli.

4.      Attacchi di draghi? Come difendersi.

5.      Brutti incontri in Grecia. Spiega come il mago Bjorn Langmann sconfisse un Ecantonichiri.

La ragazza ringraziò la sua buona stella, gemma sul muso di Pegaso, che le aveva suggerito di ripassare il passaggio sui draghi prima di entrare.

Si guardò attorno: Sirius si grattava la testa poco convinto, Lily aveva già cominciato a scrivere, Peter era in stato di panico da foglio bianco, James stava scribacchiando qualcosa mentre Remus fissava la parete davanti a lui. Enif aggrottò le sopracciglia, non era normale, non c’era stato giorno in cui Remus non fosse stato calmo, lo osservò così intensamente che il ragazzo se ne accorse voltandosi verso di lei. Negli occhi dorati c’era una tristezza che Enif aveva già visto, la ragazza mosse leggermente il capo verso McSorar e l’esaminatore, Remus annuì appena. Enif scosse la testa contrariata alzando gli occhi al cielo, gli mostrò un pollice alzato pensando intensamente “Fagli vedere chi sei, Moony!”. Remus sorrise appena un po’ confortato, guardò il foglio del compito, sorrise appena nello scorrere le domande e si mise a scrivere.

 

♦♦♦

 

“Ma dove diavolo era scritta quella cosa sui draghi?” chiese Peter affranto.

“Era in uno degli appendici… della serie “Incantesimi semplici che ti possono salvare la vita…” per fortuna ieri Remus me lo ha fatto ripassare a forza…” disse James contento. Il licantropo non rispose, limitandosi a camminare affianco agli amici.

“Remus va tutto bene?” chiese Enif avvicinandosi.

“Sì… non preoccuparti…”

“Sicuro? Avevi una faccia…” Remus scosse appena la testa…

“Sono Auror…” disse semplicemente.

 

♦♦♦

 

Il pomeriggio non fu semplicemente lungo… di più… Sirius fu il primo ad uscire incolume, più o meno, dall’esame che l’aveva visto combattere con un Ly Erg, un folletto gallese vestito da soldato e con le mani sporche di sangue. Lily invece uscì trionfante inveendo contro l’esaminatore che le aveva tirato un serie innumerevole di trabocchetti. Seguì Enif che pur essendo entrata su gambe malferme era uscita gioconda felice che il suo Patronus avesse deciso di prendere un forma definita proprio quel giorno, confessò a Lily che per farlo si era immaginata sposata a Sirius.

A questo punto venne il turno di Remus.

“Ben arrivato Signor Lupin, la stavamo aspettando…” esordì McSorar con un ghigno che non presagiva nulla si buono, il ragazzo lo fissò negli occhi deciso a non abbassare lo sguardo per nessun motivo. Se McSorar voleva cercare una belva l’avrebbe trovata solo dietro ai suoi occhi, lontano dove nessuno riusciva a vederla.

“Salve Signor Lupin, sono Benjamin Owlett… Tristan mi ha parlato di lei…” il ragazzo mantenne la calma.

“Piacere di conoscerla, Signor Owlett…” disse fingendo di ignorare il significato delle parole dell'uomo.

 

♦♦♦

 

Erano passati quasi settanta minuti da quando Remus era entrato.

“Lo staranno torchiando…” borbottò Peter sconsolato.

“Non è giusto però… In questo momento Remus è uno studente come tutti gli altri…” commentò tristemente Lily.

“Credo che McSorar abbia detto al Signor Owlett di Rem…” disse appena Enif.

“Dici?” Peter era sorpreso, Silente aveva fatto promettere ad ogni professore che fosse a conoscenza del segreto di Remus di non rivelarlo mai fintanto il ragazzo era ad Hogwarts.

“Lo credo anche io… hai visto che occhiate gli lanciavano durante lo scritto?” commentò James.

 

♦♦♦

 

Remus ansimò schivando l’incantesimo di McSorar. Il signor Owlett dopo le domande teoriche aveva chiesto a Remus se aveva voglia di fare un piccolo duello per saggiarne le capacità pratiche, Tristan si era subito offerto come avversario, ed in quel momento il duello era arrivato alla mezz’ora di durata. Remus parava, schivava ma non si era azzardato ad attaccare una sola volta, Owlett lo fissava in silenzio, mentre McSorar continuava il suo attacco furioso.

Remus vide l’attimo di smarrimento del professore all’ennesimo incantesimo schivato, approfittò di quella disattenzione per schiantarlo. Owlett sorrise appena avvicinandosi all’ex-collega.

“Signor Lupin, mi può dire perché non ha mai attaccato?”

“Non attaccherei un insegnante, signore, ne un'altra persona se non fosse estremamente necessario…” Owlett fissò Remus negli occhi, i due si osservarono per un attimo. Owlett sorrise.

“Per vivere da umano ci vuole coraggio, ragazzo. Soprattutto per vivere da brava persona… Innerva…” disse poi facendo rinvenire McSorar.

“Per me può andare signor Lupin… e buona fortuna… per tutto…” sorrise appena l’uomo. Remus annuì appena.

“Grazie…” disse prima di uscire.

“Ma Benjamin… lui è…”

“Lo so Tristan… me l’hai detto… ma è inutile combattere contro un mostro che non esiste, quel ragazzo è il primo a combattere contro quella natura di se stesso… Chi è il prossimo?”

“Minus Peter…”

“E com’è?”

“Un’imbranato…”

“Credi che la prova di Bucca potrebbe andar bene?”

“Se non riuscisse a ricordarsi che per calmare quell’Hobgolblin basta del pesce e della birra sarebbe davvero una causa persa…”

 

♦♦♦

 

James uscì trionfante.

“Sai Rem, quando ho detto che volevo fare l’Auror come mio padre, il signor Owlett mi ha chiesto se volevo duellare…” disse il ragazzo allegro.

Gli amici lo fissarono.

“Com’è andata?” chiese Lily preoccupata.

“Un paio di sortilegi scudo ben piazzati, un expelliarmus e un levicorpus e McSorar penzolava a testa in giù…” ridacchiò Prongs. “Owlett ha detto che mi aspetta al corso in luglio” disse poi con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.

“Fantastico… ragazzi vi rendete conto che sono finiti?” chiese Sirius sorpreso.

“Già… abbiamo concluso i MAGO…” sospirò Remus.

“Quindi adesso si festeggia!” rise James. “Peter va a prendere le burrobirre in Cucina… tieni la mappa, Sir andiamo a preparare la Stanza delle Necessità…”

“La cosa?” chiese Enif stupita

“Ti ricordi quella stanza che dicevamo di non trovare… ecco, quella che appare quando hai bisogno di qualcosa!” rise “Forza! Via con i festeggiamenti!!!”

 

♦♦♦

 

Meno di un’ora dopo erano tutti nella fantomatica Stanza delle Necessità, o meglio tutti tranne Peter… il ragazzo arrivò poco dopo, a mani vuote.

“Ragazzi…abbiamo un problema…”

“Cosa?”

“Stavo venendo qui… sapete portando le burrobirre era difficile controllare attentamente la mappa… sono riuscito solamente a chiuderla quando ho visto arrivare Gazza…”

“Ti ha messo in punizione l’ultimo giorno di scuola?” chiese sorpreso Sirius, scandalizzato dalla perfidia del custode.

“No… ma mi ha requisito le burrobirre …”

“Cosa vuoi che importi…”

“E la mappa…”

“COSA?!!!”

Il ragazzo si guardò le punte dei piedi imbarazzato…

“Non l’ha vista in funzione però… crede sia qualche manufatto strano e pericoloso, l’ha chiusa in archivio…”

James fissò il nulla davanti a loro.

“Andrete a riprendervela?” chiese Enif preoccupata. I quattro ragazzi si guardarono.

“A cosa può servire la mappa di Hogwarts una volta usciti da qui… si parte domani…” cominciò James con un sorriso.

“Volete lasciarla a Gazza dopo tutta la fatica che abbiamo fatto?” chiese sorpreso Remus.

“Non a Gazza… alle generazioni future!” rise Sirius.

“Già ai prossimi combina guai che passeranno di qui…”

“Ai nostri eredi!” conclusero Potter e Black.

Enif e Lily si guardarono alzando le spalle.

“Quindi non è un problema?” chiese Peter sorpreso.

“No, Peter! Solo una scelta del Fato!” ridacchiò James passandogli un braccio attorno alle spalle.

 

Un rapido aggiornamento mentre gli esami infuriano ^^

Eccoci qui al penultimo capitolo... beh diciamo l'ultimo dato che l'epilogo conta poche pagine... allora a questo proposito apro un sondaggio per tutti i lettero/recensori ecc... (rispondetemi via mail o via recensione è uguale XD) 

 

Il seguito di Safely è già in cantiere (ovvero sono arrivata al capitolo 4) la mia domanda è, dato che volevo postare il primo capitolo assieme all'epilogo nel prossimo aggiornamento, voi che dite, posto un'altra storia o continuo di seguito come "seconda parte"?

 

Bene e dopo questo via alle recensioni!


 

La Nika
Come penso ora avrai intuito le romanticherie ricominceranno nei prossimi capitoli.
 PrincessMarauders
Sono felice che i capitoli ti siano piaciuti, penso che James avesse fatto una proposta pubblica Lily l'avrebbe affaturato, sai come è fatta, non ama la spettacolarità XD
Peter si se avesse potuto si sarebbe buttato addosso il mantello di James e se la sarebbe data a gambe.
Ce ne vorrà di tempo prima che Sirius si decida e penso che i Siriussini non li vedremo purtroppo...
 fairyelly83
La ragazzina con i capelli rosa ha al momento 4 anni e quindi Remus se la vedrebbe un po' brutta XD ma arriverà un po' di romanticheria anche per lui XD
 
hermy101
Eccoci qui grazie per continuare a seguirmi ^^
 
 malandrino4ever
Grazie del tuo sostegno, eh sì dovremo far in modo che Remus si vendichi... nessuno sa com'è finito Greyback alla fine che magari posso far volare la fantasia e farlo finire schiacciato sotto il piedone di Grop? XD
Alohomora
Ma la Rowling è una mangiamorte! Non ci sono dubbi XD
Alla fine il fattaccio del treno era la prova di fedeltà per Regulus se non avesse tirato lui il freno lo avrebbe fatto Severus oppure Mulciber...
Ti ringrazio tantissimo del tuo sostegno, aiuto e ispirazione.

Grazie.

 LilyAle
Grazie tante della recensione, spero che anche questo capitolo un po' frenetico ti piaccia.
Julia Weasley
Eccoci qui con i MAGO... adesso gli aspetta il mondo vero.

 

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Capitolo 15

Safely for the last time.

 

 

A Roberta che per prima mi ha dato la forza di scrivere,

 che doveva essere Beta, che doveva essere lettrice che è diventata confidente.

 

A Giulia che è stata la prima a seguirmi e a parlare con me,

molto di ciò che è scritto non sarebbe stato scritto senza di lei.

 

Ad Andrea che ha sentito questa storia fino alla nausea,

il mio Sirius .

 

Ad Enif che mi ha permesso di camminare in un mondo sennò precluso…

 

A tutti voi che avete letto, a tutti voi che avete sognato assieme a me.

 

                                Grazie

 

 

 

Epilogo

 

Lily stava chiudendo il baule con fatica, mentre Snidget tentava di entrarci. Alice era appena scesa assieme a Mary trascinando i loro bauli, restavano solo lei ed Enif.

La rossa si voltò, l’amica stava distrattamente accarezzando la coperta rosso ed oro del suo letto… o meglio di quello che da lì a poche ore non sarebbe più stato il suo letto. Aveva un sorriso triste in volto.

“Eny?”

“Stavo pensando…”

“A cosa?”

“Non torneremo più qui…”

Lily sorrise con gli occhi lucidi.

“Già…”

“Sette anni, ci abbiamo passato sette anni ti rendi conto… ti ricordi quella volta in cui Bonnie si era alzata sonnambula e aveva quasi fatto crollare le tende del suo letto… ci siamo prese una paura…” sorrise al ricordo, Lily sospirò osservando le pareti ora spoglie, i letti rifatti e vuoti, gli armadi svuotati e i comodini su cui non svettavano più foto e disordine.

“Avrei voluto ci fosse anche lei oggi…” mormorò Enif in un sussurro, gli occhi carichi di lacrime.

“Anch’io… sono cambiate moltissime cose… al primo anno pensavo che saremmo state noi tre e Severus a tornare a casa assieme invece… invece ci siamo solo noi due e per giunta con James e gli altri…”

Enif sospirò, decidendo di alzarsi, guardò l’amica in un muto richiamo, Lily annuì. Le ragazze incantarono i loro bauli facendoli levitare fuori dalla porta, arrivate all’uscio di voltarono osservando ancora un’ultima volta quella stanza che le aveva accolte.

“Sempre assieme Lily?” chiese Enif con voce commossa.

“Sempre Eny, puoi scommetterci!” ridacchiò la rossa scacchiando una lacrima dispettosa che le rigò una guancia.

 

♦♦♦

 

“Pronti?” chiese James sulla porta del dormitorio.

“Sì… anzi no!”

“Che c’è ancora Sirius?”

“Mi manca qualcosa ne sono sicuro…”

“Sir hai già controllati tutti gli armadi quaranta volte…” sbuffò Remus, avevano deciso che avrebbero lasciato il dormitorio tutti e quattro assieme, erano tutti pronti ma ancora non si decidevano a lasciare la stanza.

Sirius si chinò sotto il letto.

“Ecco vedi che ti saresti dimenticato qualcosa!” disse Sirius verso James

“Cos’hai trovato la sotto?”

Sirius uscì trionfante dal letto, il calzino portafortuna di James stretto in mano.

“Che ci faceva lì sotto?”

“Sai che Snidget adora giocarci…” disse semplicemente James.

“Bene siamo pronti?”

“Andiamo…”

I quattro tentarono di uscire in contemporanea bloccandosi sulla porta.

“mhhh.. forse non è stata una buona idea…” spingendo un po’  i quattro uscirono osservando la stanza vuota.

“Addio mio caro dormitorio!” disse James con finto tono poetico, per quanto forse lo pensasse davvero.

Con un breve inchino alla stanza vuota e una sonora risata i quattro scesero.

 

♦♦♦

 

I sei ragazzi s’incontrarono all’ingresso dove stavano lasciando i bauli per andare a consumare la loro ultima colazione ad Hogwarts.

Mentre i ragazzi si allontanavano Enif rimase indietro osservava con malinconia il salone d’ingresso: la chiave di volta dell’arco del portone, i diamanti colorati dei segnapunti delle case, Sirius la raggiunse.

“Eny?”

“Ho paura Sirius…”

“Di cosa?”

“Di lasciare Hogwarts…”

“Perché?”

Hogwarts è casa… insomma è la nostra casa, di tutti noi… Hogwarts è il luogo sicuro, dove ognuno di noi cresce, studia, s’innamora, piange, ride, vive … quante ne abbiamo passate…Hogwarts è l’unica sicurezza che abbiamo. Ho paura di lasciarla perché so che quando saremo la fuori saremo da soli nell’oscurità…”

Sirius rimase in silenzio, capiva perfettamente i sentimenti di Enif, l’abbracciò.

“Non saremo soli, ci saremo noi, ci saranno i ragazzi… non ci lasceremo da soli… ricordi: Insieme possiamo batterlo! Batteremo l’oscurità, piccola… ne sono sicuro.”

Sirius le sorrise dolcemente.

“Mi mancherà Hogwarts…” 

“A chi lo dici…”

“Andiamo?”

Assieme si diressero nella Sala Grande, osservando ogni suo singolo dettaglio per custodire quel ricordo nel cuore per sempre.

 

♦♦♦

 

Londra sbucò nella nebbiolina della sera. Lily osservava la città avvicinarsi come un fantasma.

“Cambierà tutto da domani…” sussurrò la rossa appannando il vetro del finestrino.

“Forse no…” sorrise James, “ ci saremo sempre noi…”

“Domani vieni da me? Mamma voleva offrirti del the” rise la rossa abbracciandolo.

“Serata da me, poi?” chiese Sirius.

“Io devo trasferirmi a Faulkbourne… devo portar giù quello che avevo portato al picco… ma potreste venire da me… il castello è grande e sola forse è un po’ spettrale” ridacchiò Enif.

“Fatta!” rise Sirius.

 

Il treno si fermò sferragliando.

Lily strinse la mano di James avvicinandosi alla signora Potter.

“Principessa non saluti più!” la voce del padre la colse di sorpresa. Daisy ed Harold stavano sopraggiungendo da quella parte, Lily li presentò alla signora Potter, mentre Enif abbracciava sua madre. Algol Icecrow appoggiò una mano sulla spalla di Sirius con un sorriso. Peter venne quasi stritolato dall’abbraccio della signora Minus e Remus si trovò a pensare che in quell’ultimo anno avevano perso molte cose, avevano subito ferite profonde, ma quando la signora Potter lo chiamò a se per abbracciarlo si disse che Silente aveva ragione: la loro forza era nel stare uniti, solo così avrebbero portato la luce nel loro futuro.

I ragazzi si guardarono ancora per un istante.

“A domani!” si dissero con un sorriso mentre ognuno prendeva una direzione diversa per poter raggiungere casa propria. 

 

Eccomi qui alla fine degli esami con la fine della storia, ma non disperate vi do un regalo (anche se il 18 sarà il mio di compleanno XD):

Il primo capitolo di Phoenix's flames

 

Phoenix's flames - Capitolo 1: Partire

 

 

 

 

Arrivata qui non posso fare a meno che ringraziarvi per i vostri commenti, le vostre letture che mi hanno accompagnato fino ad oggi e spero di vedervi numerosi nel seguito ^^

 


 

Recensione di LilyAle [Contatta], del 28/01/2010 - 08:33PM
Già gli ho massacrati con questi esami! XD
 
Recensione di sissi181 [Contatta], del 28/01/2010 - 08:28PM
Grazie per il consiglio come vedi è stato seguito ^^ e sopratutto grazie per i complimenti
Recensione di Dafny [Contatta], del 28/01/2010 - 08:18PM
Grazie del consiglio a presto!
 
Recensione di La Nika [Contatta], del 27/01/2010 - 03:55PM
Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo sugli esami ^^ E sono felice che continuerai a seguirmi
 
Recensione di glumbumble [Contatta], del 27/01/2010 - 03:32PM
Grazie, non preoccuparti qui i pc vanno vengono e muoiono (meno male che ho la storia in chiavetta sennò....)

 
Recensione di fairyelly83 [Contatta], del 27/01/2010 - 12:33PM
Grazie! Come vedi il seguito sarà su un'altra storia, spero di vederti nel prossimo ^^
 
Recensione di Alohomora [Contatta], del 27/01/2010 - 10:07AM
In effetti Remus con le sue penne avrebbe fatto milioni... vabbeh...
Io i,l genioo del male? Ma no è Remus che me le passa le idee XDDDD
Confermo che gli studenti hanno avuto più coraggio la McGrannit confidava nel fatto che in caso Silente l'avrebbe fatta ritornare com'era.... XD
Bhe una casetta babbana ci sta in sala Grande e quindi perchè no? XD
Eheheh sulla mappa sai che il primo momento ho pensato che James avrebbe potuto farsela requisire apposta per creare una sorta di prova del fuoco dei futuri Malandrini.
Crepi il caccaitore (che se dico il lupo poi Rem si arrabbia), domani ho l'ultimo esame!!!!
 
Recensione di malandrino4ever [Contatta], del 26/01/2010 - 10:07PM
il prof mongolo XDDDDDDD lieta di avergli dato una lezione
 
Recensione di hermy101 [Contatta], del 26/01/2010 - 09:14PM
grazie ^^
 
Recensione di Julia Weasley [Contatta], del 26/01/2010 - 09:06PM
Come vedi ho sfruttato la tua idea sulla serie ^^

Si Silente mi conferma che sei stata promossa in Difesa XD

 

 

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