Le parole che non ti ho detto

di Trivialpursuit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parole velenose ***
Capitolo 2: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 3: *** Odiare, voce del verbo amare ***



Capitolo 1
*** Parole velenose ***


LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO

CAPITOLO I

PAROLE VELENOSE

 
 
Caro diario,
oggi è il giorno in cui la mia vita prenderà un’altra piega. Oggi inizia la mia vita al college. Il Dalcrest College. Dividerò la stanza con Meredith ed Elena naturalmente. Non so come abbiano fatto, ma abbiamo avuto la stanza migliore del Campus in un ala non proprio frequentata. È per avere sempre e comunque la nostra privacy dato che non siamo totalmente delle ragazze comuni. Stefan e Matt si sono iscritti allo stesso College e Alarick ha comprato un piccolo loft vicino al campus cosicché tutti i fidanzati siano vicino alle loro amate compagne. Sono convinta che la “nostra” stranza sarà frequentata ed abitata solo dalla sottoscritta ma in un certo senso ne sono felice. Avere la mia privacy mi piace.



 
-“ed ecco l’ultimo scatolone” disse Elena.
-“ragazze ho il piacere di informarvi che siete ufficialmente delle collegiali” disse Stefan abbracciandole tutte e tre.
-“non finché non si saranno fatti la prima sbronza, fratellino” disse Damon sbucando con nonchalance dallo porta.
Bonnie non fu sorpresa di trovarlo lì. Aveva chiarito che sarebbe rimasto nei paraggi per difendere tutti loro. Nessuno sapeva effettivamente dove alloggiasse il vampiro, nessuno tranne Elena ovviamente. La strega cercò di non degnarlo di nessuno sguardo. Era da molto ormai che non si parlavano per via di quello che era successo esattamente 3 mesi prima.

 
***
Tre mesi prima infatti Damon, preso dalla furia di essere stato rifiutato per l’ennesima volta dalla Gilbert, fece stragi in un paese vicino Fell’s Church. Bonnie, preoccupata per Damon e la sua ira, decise di seguirlo di nascosto avendo anche l’intenzione di mostrare ad Elena e Meredith di essere in grado di gestire una qualsiasi situazione da sola. Non fu difficile trovarlo con un incantesimo di localizzazione e si diresse subito nel luogo in cui si trovava, precisamente in un piccolo e rustico pub hai confini di Fell’s Church. Ma la scena che gli si presentò davanti fu una delle più terribili. Corpi senza vita di uomini e donne di diverse età erano sparsi ovunque e tre donne vestiti con abiti striminziti ballavano incuranti della morte che le circondava. “Soggiogate” pensò Bonnie.
-“Damon! Oh ma cosa stai facendo?” disse urlando acutamente. Il vampiro sorpreso di ritrovarsi la piccola rossa proprio lì lasciò andare la sua “ultima” preda, che cadde per terra morente.
-“voglia di una birra, uccellino?”
Nella voce del vampiro c’era scherno, rabbia e cattiveria. Damon Salvatore era stato ferito e a Bonnie prese una stretta al cuore.
-“oh Damon, ma cosa hai fatto?!” la strega guardava terrorizzata tutto ciò che la circondava: sangue. Morte. Alcool. Morte. Sangue. Damon. Non poteva credere che il vampiro, che pochi mesi prima l’aveva salvata ed era morto per lei potesse essere capace di una simile strage. Capì che aveva guardato il vampiro con altri occhi, occhi accecati dal completo abbandono e speranza in lui. Occhi che lo vedevano più come un cavaliere oscuro che come un vampiro assetato di sangue.
-“che c’è, Bonnie? Hai paura?” si avvicinava lentamente verso di lei evitando con maestria i cadaveri che intralciavano il suo cammino. Occhi neri come la notte, oscuri e un ghigno stampato in faccia che contrastava la furia e la tristezza degli occhi.
-“Damon…torniamo a casa” disse pregandolo con lo sguardo.
-“ma io ho ancora sete, uccellino” disse inchiodandola al muro fulmineamente facendo trasalire Bonnie per la vicinanza e la puzza di sangue. –“e poi chi mi dice che non andrai a spifferare tutto al mio caro fratellino e alla sua dolce metà?”
-“ooh…non. dirò. nulla.”
-“non lo so…potrei eliminare il problema alla radice”
-“v-vuoi sog-ggiogarmi?”
-“Stavo pensando ad ucciderti, Bonnie”
La strega spalancò i suoi grandi occhioni da cerbiatta e trattenne il respiro mentre il suo cuore scalpitava come a voler uscire dal petto e scappare. Cosa che avrebbe fatto se non fosse stata completamente immobilizzata dal corpo del vampiro. Quest’ultimo sembrava che si stesse divertendo come non mai a vederla così impaurita, così inerme davanti a sé.
-“ho sempre voluto assaggiare il tuo sangue…ha un profumo così afrodisiaco e tu hai un collo così bello, uccellino” disse più a se stesso che a Bonnie mentre accarezzava lascivamente il collo di Bonnie procurandole pure scosse di terrore. –“Damoon…ohh Damon per favore” disse trattenendo le lacrime.
-“uccidendoti avrei pure la mia vendetta contro tutti. Ferirei tutti eliminandoti e ti farei un favore, no Bonnie?” la guardava dritta negli occhi parlando ad un soffio dalle sue labbra –“darei fine alla tua inutile vita all’ombra di quelle di Elena e Meredith. Una vita senza nessuna prospettiva futura accanto a Elena. Ed io, io potrei assaggiare questo nettare delizioso…”
-“Damon…no…ti prego” cercava di dimenarsi Bonnie. La stava ferendo, umiliando, spezzando.
-“uccisa da colui che ami. Volevi una morte romantica, Bonnie? Eccola” e detto ciò uscì i canini e l’azzannò ferocemente e succhiò avidamente quel nettare vitale non ascoltando le urla e le suppliche della strega.
addio…amore mio”
Solo quando percepì il pensiero di Bonnie, il vampiro si arrestò.
Guardando Bonnie,incosciente tra le sue braccia e con il suo bellissimo collo divorato dalle sue zanne, per un attimo Damon pensò di non essersi fermato in tempo. Di averla uccisa e di non averla potuta salvare perché era lui stesso il suo carnefice. Solo un flebile battito fece ritornare nel vampiro la speranza, sentimento che Bonnie non perse mai. Neanche in procinto di morte.
Damon distese Bonnie a terra e dopo essersi morso il braccio, l’avvicinò alle labbra della strega cercando di farle ingurgitare quanto più sangue possibile per riprendersi. In quel momento in quel pub a notte inoltrata si udivano solo le preghiere di un demone.
-“ti prego, Bonnie. Ritorna da me” diceva come una tiritera.
Quando la sua ferita al collo si rimarginò del tutto grazie al sangue del vampiro, quest’ultimo la prese in braccio e la portò in macchina.
Sfrecciò nel buio della notte fino ad arrivare a casa dei signori McCullough. Vegliò su di lei quasi tutta la notte e se ne andò solo quando percepì che la strega stava riprendendo coscienza. Un ira indomabile crebbe velocemente nel vampiro nei confronti della piccola Bonnie. La odiava per la sua avventatezza, per la sua stupidità, per il suo assurdo amore. La odiava ed era solo colpa sua se era stato spinto ad ucciderla. Non doveva cercarlo. Non doveva essere così sconsiderata e sicura di sé.
Tutto peggiorò la mattina seguente quando una Bonnie piena di domande andò a ricercare il vampiro che l’aveva “quasi” uccisa. Lo trovò nell’Old Wood appoggiato su un tronco di una grande e maestosa quercia.
-“ancora che mi vai dietro, uccellino?” il suo tono era duro e sprezzante. I suoi occhi non la guardavano.
-“Damon…io…” le parole le morirono in gola. Perché la trattava in quel modo?
-“te ne devi andare!”
“NO!” urlò Bonnie guardandolo con occhi pieni di amore e fiducia. Sguardo che colpì il cuore del vampiro e procurò subito disgusto per esso.
-“ma cosa credevi, eh? Che se tu mi avessi detto di fermarmi, io l’avrei fatto? Che se mi avessi chiesto qualunque cosa io l’avrei fatta? Per chi?” sputò –“per te, Bonnie?”
-“n-no…Damon…”
-“oppure pensavi che io provassi qualcosa per te, Bonnie? E che per questo mi sarei fatto abbindolare da cosa? Dalla tua bellezza? Non credo dato che sai bene quanto me che…ci sono donne più belle di te. Oppure dalla tua bontà e dai tuoi grandi occhi pieni di amore? Beh sappi che ciò mi disgusta”
-“volevo…volevo solo aiutarti” Bonnie tratteneva coraggiosamente le lacrime, anche se qualche goccia era sfuggita al suo controllo. Preferiva essere mille volte uccisa che sopportare quelle parole velenose.
-“Aiutarmi? Aiutarmi?” ghignò malignamente divertito –“tu l’insulsa strega che vive ancora nel mondo incantato. La stupida Bonnie?”
-“Damon…basta! Ti prego!”
-“ma andiamo…a che ci sono, uccellino…beh fammi finire.  Il tuo stupido amore per me non può redimermi perché io non voglio il tuo amore, mi fa ribrezzo, ma soprattutto non voglio essere redento. Non provare più a cercare di salvarmi perché a quel punto…ti ucciderò” sputò vicinissimo al viso di Bonnie.
-“allora…perché.mi.hai.salvato?”
-“ancora non l’hai capito? Dopo tutte le volte che ti ho presa in giro! Abbindolarsi la piccola Bonnie è facile e soprattutto si entra più facilmente nelle grazie di Elena. Non lo faccio perché tengo alla tua vita. Sei stata sempre e solo un mezzo”
Dopo quelle parole la piccola e dolce strega corse via inciampando più volte tra le lacrime. Il cuore era stato fatto completamente a pezzi. Rotto. Dilaniato. Torturato da parole simili a lame infuocate. Non riuscì a smettere di piangere per giorni. Restò a casa piangendo lacrime silenziose. Il cuore le faceva tanto male e la mente non faceva altro che ricordarle lui con il suo sguardo da diavolo e tutto quello che le aveva detto. Aveva ragione pensava. Lei non valeva niente.
Dovette passare parecchio tempo prima che Bonnie riuscisse ad imporsi di andare avanti. Doveva dimenticarsi di lui. Far finta che non esistesse. E così fece. Da quel giorno non degnò mai una parola o uno sguardo al vampiro. Non fu difficile come lei pensava perché il vampiro fece lo stesso con lei. Non le degnava neanche un insulto e così passarono quei tre lunghissimi mesi, nei quali Bonnie si concentrò solo ed esclusivamente a pensare come sarebbe stata la vita al College. Il suo nuovo percorso. Il suo nuovo inizio.


 
***
 
-“Bonnie mi accompagneresti al Dalcrest’s bar?” disse Matt aiutandola a posare uno scatolone pesante sulla grande scrivania in legno.
-“certo, Matt. Prendo la borsa e andiamo?”
-“e poi che ne diresti di mangiare un boccone solo io e te?” le disse sorridendole dolcemente.
-“assolutamente si…anche perché salire tutti questi scatoloni mi ha fatto venire fame” disse come una bambina e ciò fece sorridere ancora di più Matt.
-“cosa fai, Matt! Ci provi con la Mia migliore amica senza chiedermi il permesso?” disse Elena divertita prendendo alla sprovvista Bonnie e facendola arrossire.
-“oh ma guarda un po’!” disse Damon –“sei così stupido da non riuscire a trovarti una vera ragazza?”
-“ma come ti permetti, stupido idiota?!” disse Matt avvicinandosi –“passi che tratti male me, ma non ti rischiare più ad offendere Bonnie!”
-“oh che paura, Mutt. Vuoi picchiarmi?” mettendosi le mani sul viso fingendosi impaurito.
-“se fossi stato umano non l'avresti pensata così, o sbaglio? Dato che ti ho facilmente battuto!”
-“te lo concedo che sei stato furbo ad affrontarmi quando ero umano. Ma sei stupido affrontandomi adesso…o aspiri ad una morte gloriosa?”
-“Ma come…”
-“basta tutti e due!” disse Stefan mettendosi in mezzo. Vedendo che Matt non aveva intenzione di muoversi, Bonnie cercò di allontanarlo.
-“Matt, fai come me. Non badare a quello che dice. È inutile sprecare fiato con lui. Fai finta che non esista” e detto ciò gli prese la mano e lo trascinò via.
Matt decise di seguirla lanciando un ultimo sguardo d’odio al vampiro, che al momento era intento a guardare intensamente e rigidamente la piccola strega dai capelli rossi. Anche lei sapeva ferire con le parole…inconsapevolmente.



 

 
 
Salve a tutti!
Spero che il primo capitolo di questa “storia” vi sia piaciuto. Se è si, mandate un esse emme esse al 34566778990…no really, scrivete un piccolo commento su ciò che vi è piaciuto o meno, su come potrei migliorarmi o per dirmi di ritirarmi e non scrivere neanche il mio nome!

 

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Capitolo 2
*** Nuove conoscenze ***


Le parole che non ti ho detto

Capitolo II

Nuove conoscenze

 
-“allora?” disse Bonnie vedendo uscire Matt dal pub.
-“mi ha assunto” disse Matt.
-“fantastico! Quando cominci?” gli disse mentre passeggiavano per il Campus.
-“alle 2” disse Matt dispiaciuto -“mi dispiace dover annullare il nostro pranzo, Bon”
-“non fa niente. Mi farò un giro e poi andrò dagli altri”
Anche lei era un po’ dispiaciuta in realtà. Stare sola in un posto sconosciuto e pieno di gente la metteva sempre a disagio.
-“potresti accompagnarmi fino al mio dormitorio?”
-“devi cambiarti?” disse stranita Bonnie.
-“si. Pare che il mio nuovo capo non sopporti i bermuda e vuole jeans e magliettina nera”
-“che c’è? È così antipatico?”
-“non sai quanto! Mi ha urlato contro non appena mi ha visto dicendomi che ero arrivato in ritardo. E che mi dovevo togliere questi “pantaloni da frocietto” come li chiama lui se no potevo evitare di presentarmi a lavoro”
-“simpatico” disse Bonnie mettendosi a ridere. –“simpaticissimo”
Senza accorgersene arrivarono al dormitorio maschile e dopo aver salito due piani di scale e percorso un lungo corridoio si fermarono alla stanza 244.
-“c’è più confusione nel vostro dormitorio”
-“siamo maschi”
La stanza di Matt e Stefan era più piccola rispetto a quella delle tre amiche. Tutti i mobili era in legno d’acero e le pareti e i copriletto di un rosso scuro. Bonnie notò la presenza di un terzo letto.
-“pensavo che la stanza fosse solamente tua e di Stefan”
-“si anche noi, ma in realtà la divideremo con un altro ragazzo, solo che non è ancora arrivato”
-“capisco” girandosi attorno –“penso che Elena abbia fatto smantellare una camera del nostro dormitorio per ampliare la nostra”
-“lo penso anche io…infondo solo da voi c’è posto per ballare” disse Matt scherzosamente.
-“la vostra, anche se piccola, è molto carina. Un po’ la preferisco…”
-“beh voi almeno avete un bagno privato…” e mentre diceva questo si tolse la maglietta bianche che indossava e la gettò sul letto. Bonnie arrossì quando si accorse che si era fermata a guardare i pettorali dell’amico.
-“ehm…forse è meglio che vada, Matt” disse prima che l’amico si togliesse completamente anche i jeans.
Ancora rossa in viso si incamminò verso l’uscita. Ma dopo un po’ decise di abbassare il capo vedendo molti ragazzi camminarle accanto con nonchalance con addosso solo una tovaglia in vita. Decise di aumentare il passo ma improvvisamente si scontrò contro il petto di qualcuno.
-“ough...” disse la strega massaggiandosi la testa con la mano.
-“scusa non ti avevo vista” disse una voce maschile e calda accanto a lei. Appena alzò gli occhi verso il suo interlocutore vide un ragazzo sorriderle amichevolmente. –“ti sei fatta male?”
-“no, non ti preoccupare. Non è niente” disse sorridendogli.
-“sono Zander” porgendole la mano –“Bonnie”
-“piacere Bonnie” disse sorridendole. Aveva un sorriso così luminoso e caldo pensò Bonnie –“sei andata a trovare il tuo ragazzo?”
-“oh no” gli disse arrossendo –“nono proprio no”
-“quattro no, chiaro” e dopo essersi avvicinato le disse –“beh è una fortuna che tu non sia fidanzata, Bonnie”
La strega non ebbe neanche il tempo di riprendersi dallo stupore che già Zander si era allontanato salutandola da lontano con un –“ci si vede, meravigliosa Bonnie!”
Sorridendo Bonnie si incamminò verso il suo dormitorio. La fortuna era che i due dormitori erano l’uno di fronte all’altro ed erano separati da una grande rotonda con il prato all’inglese. Al centro vi era una grande fontana e ci si avvicinava si poteva venire bagnati leggermente da piccoli e piacevoli schizzi d’acqua.
Non sapendo cosa fare decise di girare un po’ per il suo dormitorio. Scoprì che vi era un grandissimo salotto con un grande camino in pietra e diverse poltrone bordeaux in pelle situate un po’ dappertutto e in un angolo vi era un’insolita quanto adorabile per Bonnie caffetteria circolare, dove vi trovò sedute le sue migliori amiche, le quali erano occupate a parlare con un’altra ragazza.
-“Bonnie!” disse Elena appena si accorse dell’amica –“vieni tesoro! Prendi un caffè con noi”
-“Bonnie, lei è Nathalie” disse Meredith presentandole –“viene dalla Francia”
-“piacere Nathalie. Io sono Bonnie” le disse sorridendo. Nathalie era una ragazza mora con i capelli tagliati corti alla maschiaccio e un viso con i tratti marcati ma non troppo. Aveva dei bellissimi occhi verdi, che assomigliavano a quelli di un gatto. E le labbra tinte di un rosso fuoco. Indossava dei pantaloncini a vita alta e una camicia bianca a maniche corte e delle semplici Superga bianche. A guardarla così sembrava una modella uscita da una qualche rivista importante. Era davvero bellissima ma ben presto Bonnie scoprì che era una ragazza anche molto simpatica ed estroversa.
-“siete tutte e tre nella stessa camera?”
-“si siamo tutte nell’ultima camera del terzo piano” rispose Elena
-“sapete? Siete le prime che si sono messe a parlare con me. Tutte le altre avevano i loro gruppetti e sia mai che facciano amicizia con qualcun’altra. Soprattutto con una che viene dall’estero”
-“beh non tutte sono simpatiche come noi” disse Bonnie mentre sorseggiava il suo caffè.
-“sono pienamente d’accordo” disse Nathalie –“pensate che la mia coinquilina è così odiosa. Oh mon Dieu! Non mi ha rivolto neanche la parola! Si è lamentata perché non era finita con la sua migliore amica e poi se ne è andata senza considerarmi”
-“davvero carina” fece notare Meredith.
-“non ti preoccupare. Quando vorrai potrai venire nella nostra stanza e stare con noi” disse Bonnie.
-“oh quel trésor! Tu sei una ragazza davvero dolcissima, Bonnì” Nathalie accentava il nome della strega verso la fine, ma Bonnie non se ne curò e non si preoccupò neanche di correggerla. La francesina all’improvviso scattò in piedi e disse –“che peccato! Devo andare ragazze. Devo chiamare i miei genitori…ci vediamo stasera!” disse correndo verso la sua stanza.
-“io direi di andare a mangiare” disse Meredith.
***
 
Tutti avevano deciso di andare a trovare Matt al suo nuovo lavoro. Stava per staccare e così potevano festeggiare tutti insieme il primo giorno al college.
Le ragazze si stavano tutte preparando quando sentirono bussare subito dopo videro un’energica mora entrare nella stanza.
-“buonasera ragazze, disturbo?”
-“si” –“no” dissero contemporaneamente Meredith e Bonnie. Quest’ultima guardando male l’amica disse –“non ti preoccupare, Nathalie”
-“oh mi dispiace. Sono francese e ahimè sono maleducata per natura” disse scherzosamente. –“comunque vi volevo invitare a venire con me al pub”
-“che coincidenza! Anche noi stiamo andando lì” disse Elena che alzando leggermente il tono disse –“se una certa mia amica in questione si sbrigasse a prepararsi”
-“non è colpa mia se sono ancora in accappatoio. Sono stata la ultima a lavarmi” disse facendo la linguaccia.
-“è solo che Stefan ci sta aspettando…”
-“va bene…andate. Ragazze, sul serio, mi vesto velocemente e vi raggiungo subito”
-“sicura, Bon?” disse Meredith. –“ma certo! Non vi preoccupate per me”
-“posso fare compagnia io a Bonnì!” disse Nathalie intromettendosi nel discorso.
-“io e Nathalie vi raggiungeremo subito. Andate adesso. Su su!”
Appena Elena e Meredith chiusero la porta alle loro spalle. Bonnie corse subito ad asciugarsi i capelli. Doveva sbrigarsi e sicuramente sarebbe uscita struccata e con la prima cosa trovata nell’armadio.
-“allora Bonnì…cosa hai intenzione di mettere?”
-“non lo so…”
-“beh potrei scegliere qualcosa io mentre tu ti prepari?”
-“oh Nathalie! Mi faresti un grandissimo piacere!”
***
Gli altri erano già tutti arrivati al pub e anche Matt aveva appena finito il suo primo giorno di lavoro.
-“allora com’è stato il tuo primo giorno?” disse Stefan.
-“il solito a parte il capo rompicoglioni…”
-“oh Mutt un po’ di contegno davanti alle signorine” disse Damon spuntando da dietro.
-“ma dov’è, Bonnie?” disse Matt girandosi intorno per scorgere quell’inconfondibile testa rossa.
-“arriverà in ritardo” disse Meredith.
“l’hanno lasciata da sola?” pensò Damon.
-“e insieme ad una ragazza conosciuta oggi al Campus” disse Elena rispondendo inconsapevolmente alla domanda muta di Damon.
Dopo un poco videro arrivare Bonnie con Nathalie, che ridevano e scherzavano.
-“ehi Bonnie! Siamo qui!” urlò Matt.
Le due ragazze raggiunsero il tavolo degli amici continuando a ridere e poi Bonnie presentò Nathalie a tutti. –“piacere!” disse allegra la francesina. Si arrestò un attimo di fronte Damon e per niente intimidita guardando la sua espressione cupa e corrucciata disse –“oh mon Dieu! Cosa ti è successo? Ti è morto il gatto?!”
Tutti la guardarono increduli e poi guardarono Damon, che neanche si degnò di incenerirla con lo sguardo. Al contrario si girò a guardare a Bonnie che era scoppiata a ridere.
-“lo trovi tanto divertente, Bonnie?” disse Damon.
-“sinceramente si” guardandolo a malapena negli occhi e tutt’alpiù continuando a ridere di gusto, cosa che fece infuriare il vampiro.
non mi degna neanche di uno sguardo e adesso ride pure di me” pensò Damon infuriato.
-“come mai siete così pimpanti tutte e due?”
-“per sciocchezze” disse ridendo la rossa.
-“beh direi di cominciare con i giri di shots!” disse Alarick.
-“ allora Nathalie, vediamo quanto alcool riesci a reggere!” disse Stefan.
Bonnie decise di non bere tanto. Non le piaceva e inoltre non reggeva bene e preferiva decisamente evitare. Anche Matt si tenne e mentre gli altri stavano a chiacchierare e scherzare, Matt intratteneva Bonnie in una conversazione. Damon era in disparte e si trovò non per caso ad ascoltare il quarterback parlare far ridere la rossa. Cosa che lo sconcertava e innervosiva da morire. Così decise di non restare zitto e in disparte e di divertirsi un po’.
-“ancora Nathalie non mi hai chiesto scusa” disse il vampiro prendendo posto tra lei e Bonnie. La strega cercò di non prestare attenzione, anche se da quella mossa il suo cervello non aveva registrato neanche una parola di quello che Matt stava dicendo.
-“pardon, monsieur!” disse Nathalie civettuola.
Damon continuò a scherzare con Nathalie in modo provocante cercando di attirare l’attenzione di Bonnie facendo scontare le loro schiene, mentre rideva di gusto a qualcosa che diceva la francesina, o toccando sbadatamente il braccio della rossa. Quest’ultima continuava a far finta di niente. Ma Damon sapeva che non era così. Perché ogni volta che toccava anche in modo impercettibile la rossa, questa si irrigidiva e diventava tesa come una corda di violino. E Damon si divertiva a provocarla, soprattutto da quando non gli rivolgeva più la parola. Fingeva che non le importasse niente del vampiro, ma Damon sapeva che non era così. Che una parte di lei sarebbe stata sempre sua. Che avrebbe avuto sempre un certo controllo ed effetto su di lei. E così quella sera voleva farle capire che era impossibile dimenticare Damon Salvatore. Era inutile continuare a fingere. Era lui che poteva allontanarsi da lei, Bonnie non aveva questo potere. Quanto aveva torto il maggiore dei Salvatore.
Damon smise di giocare quando sentì una voce urlare
-“ti ho trovata, meravigliosa Bonnie!”
Disse un ragazzo moro e alto venendole incontro.
chi cazzo era quello?”
 



 
ahola! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto. Se avete domande da fare o commenti a riguardo non esitate a chiedere! So perfettamente che ci sono degli errori sul primo capitolo e spero di sistemarlo il prima possibile. Il mio problema è che odio rileggere quando ho finito un capitolo. Purtroppo è un vizio che non riesco a togliere. Quindi se trovate degli errori ortografici mi scuso e rileggerò al più presto!
uno due tre kiss...
ciao ciao!
 
 

 

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Capitolo 3
*** Odiare, voce del verbo amare ***



LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO 

CAPITOLO II

ODIARE, VOCE DEL VERBO AMARE

Bonnie da sempre si chiedeva quale professione potesse intraprendere da grande. Fin da piccola, quando le chiedevano che cosa volesse fare, lei rispondeva che era la principessa di papà e le principesse non lavoravano. Crescendo non si appassionò mai alla danza come quasi tutte le sue compagne o a qualche altro sport. Forse perché sin da bambina era stata molto scoordinata. Ma in compenso Sin da piccola aveva avuto un innato talento nel canto, ma  questo lo sapevano solo i suoi genitori, sua sorella Marie e Meredith ed Elena. Questo era dovuto al l'essere timida, insicura e a disagio di fronte a un pubblico. 
Così quando giunse il momento di decidere il suo futuro, Bonnie non ne aveva la più pallida idea. Intraprendere la carriera giuridica era qualcosa che escludeva a prescindere. Essendo troppo emotiva e ragionando solo con il cuore, infatti, non sarebbe riuscita a focalizzarsi bene sul problema in questione senza farsi influenzare.
 Adorava i bambini e i bambini adoravano lei. Aveva pensato di fare la maestra, ma insegnare non era mai stato il suo sogno. Non si vedeva a insegnare ed educare dei bambini. Così aveva pensato di intraprendere una carriera, che nessuno e dico nessuno si sarebbe aspettato da Bonnie. Medicina. Le sue amiche l'avevano presa per una pazza. (La piccola Bonnie, quella che sviene ogni due per tre vuole fare medicina) ma la strega era decisa e sapeva, o meglio sentiva, dentro di se che poteva farcela. Le sue amiche vista la sua determinazione incominciarono a vederla sotto una luce diversa. Una donna buona e coraggiosa era la loro Bonnie. E la immaginarono vestire alla perfezione le vesti di una dottoressa. Così la appoggiarono. E adesso la giovane strega si trovava ad intraprendere il suo primo giorno di lezioni. Era molto ansiosa, ma raggiante. Mai alle superiori era andata a scuola con una tale energia. Il suo professore era il Dr. Smith. Non aveva sentito parlare di lui e ciò le aveva fatto presumere che non fosse uno di cui si poteva parlare male. E neanche tanto bene. Si aspettava un normalissimo professore, che ancora non la conosceva e non aveva nessun motivo di odiarla. Così carica ed energica si svegliò presto, indossò un fresco vestitino e andò a fare colazione giù nella sala comune del suo dormitorio. Era da sola quando vide avvicinarsi Nathalie con un umore contrario al suo.
-"ehi Nathalie!" la chiamò allegra!
-"oh Bonnì, anche tu sveglia?" Disse ordinando dopo una grande tazza di caffè.
-"perché quell'aria preoccupata?"
-"oggi ho la mia prima lezione con Dr. Smith!" 
-" oh anche io!"
Quasi la francesina si strozzò
-"come fai ad essere così rilassata?!" Urlò -" il professor Smith è malefico! Solo pochi possono frequentare le sue lezioni e se gli fai antipatia sin da subito puoi scordarti di laurearti con lui!" 
-"ma dove hai sentito tutte queste cose?" Disse Bonnie iniziando a preoccuparsi.
-"nessuno parla di lui nel campus. Dicono che ha orecchie ovunque! Una volta ha bocciato Peter Nelson, un ragazzo brillante dicono, perché aveva detto qualcosa che non doveva dire. Oh trèsor, neanche lo si può sputtanare liberamente"
-"ma tu come hai fatto a saperlo?"
-"me l'ha detto un tipo..."
-"che tipo?"
-"un tipo...ma non è questo l'importante! Nous sommes tout foutus, Bonnì! Comprenez vous" Nathalie per quanto era agitata non si accorse di continuare a parlare in francese. E Bonnie non chiese di che cosa stesse parlando perché si poteva ben immaginare quali parole stessero uscendo dalla bocca carnosa della francesina dato il tono della voce e i gesti furiosi e agitati. 
La strega cominciò ad avere paura. Non era mai piaciuta a nessun professore. La vedevano come una ragazza svogliata e che prendeva poco seriamente la scuola. Ma i suoi professori non sapevano che non aveva avuto tempo per studiare perché era intenta a salvare il mondo. Mentre era immersa nei suoi pensieri, si scontrò nuovamente con Zander.
-"devi proprio darmi una testata ogni volta che ci incontriamo?"
-"sei tu che mi vieni addosso" controbatté la rossa.
-"ripresa dalla serata?" 
-"ieri sono stata praticamente tutta la giornata a letto ma si, adesso sto bene"
-"non ti facevo ubriacona!" La punzecchiò lui -"ehi Nathalie!" Salutò la mora da lontano ricevendo in cambio solo uno sguardo agitato.
-"scusala...è agitata per la sua prima lezione"
-"e invece la piccola Bonnie ubriacona è tranquilla"
-"non sono ubriacona!" Disse dandogli una leggera gomitata.
-"oh si invece. IO" e sottolineò l'ultima parola -"io mi ricordo tutta la serata"
***
La strega voleva dire lo stesso ma in realtà aveva un vuoto da metà serata in poi. Si ricordava che Zander era arrivato nel loro tavolo. Si era scoperto che apparteneva a lui il terzo letto nella stanza di Stefan e Matt. Tutti furono sorpresi nel vedere che già i due si conoscevano. Ricordava perfettamente le occhiate di apprezzamento di Elena e gli occhiolini rivolti a lei come a dire:"ottima scelta". Dopo chiacchiere varie iniziarono a giocare in un gioco proposto da Zander e Bonnie si ritrovò ad appoggiarlo. E Ben presto dopo pochi bicchierini si ritrovò più che brilla. E la Bonnie sobria non saprà mai che la Bonnie brilla si mise a flirtare spudoratamente con Zander solo per fare ingelosire il vampiro seduto accanto a lei. E ci era riuscita. Damon diventò una furia. Per tutto il resto della serata puntò gli occhi verso Bonnie e non li distolse per nessuna ragione. Quando Zander, brillo anche lui, convinse Bonnie ad accompagnarla in stanza, lui li seguì furtivamente e se non fosse stata per la costante presenza di suo fratello, li avrebbe soggiogati entrambi.
Avrebbe soggiogato Bonnie a dimenticarsi di Zander e quest'ultimo lo avrebbe soggiogato ad abbandonare il Dalcrest. Così si limitò a sorvegliarla ad una certa distanza. E non fece altro nei giorni successivi.
***
-"spero di non aver fatto o detto niente di ridicolo" disse la strega in imbarazzo.
-"niente di ridicolo..."
-"cosa ho fatto? Puoi dirmelo...so benissimo che non mi tengo niente quando sono sbronza..."
-"niente. È solo che il tipo strano...mm Damon ti guardava come se avesse voluto divorarti"
"Io e Damon...siamo beh...siamo in cattivi rapporti" 
"Non è questo. Ti guardava come se fossi una cosa sua. E poi aveva quello sguardo così duro e infuriato...credevo che da un momento all'altro mi avrebbe ammazzato" concluse scherzandoci su.
-"oh..."
-"già ma me lo sarò immaginato, no?"
-"si...si"
-"allora...con chi hai la prima lezione?"
-"biologia con il professor Smith"
-"oh BonBon ti è capitato il professore più bravo del College...stai tranquilla e andrà tutto bene" disse incoraggiandola.
-"non posso stare tranquilla. I professori non nutrono tanta simpatia per me..."
-"è impossibile non adorarti al primo sguardo. E mio zio è troppo intelligente per non farlo" disse facendole l'occhiolino.
-"aspetta...hai detto tuo zio?!"
-"si, ma abbassa la voce."
-"è così stronzo come dicono?" 
-"oh si, ma è anche un ottimo insegnante. Adesso vai e ci vediamo a pranzo, ok?" 
La rossa annuì guardando negli occhi Zander, il quale vedendola così preoccupata le diede un dolce bacio sulla tempia per poi dirigersi verso il lato opposto.
***
Damon non capiva perché rimaneva ancora insieme a quegli insulsi umani.  Per Elena si ripeteva come una tiritera, ma sapeva che lo tratteneva ben altro. Elena era l'ultimo motivo. Infondo sapeva che avrebbe sempre e comunque scelto Stefan. Non sarebbe mai riuscito a portarla via da lui. La amava si, ma le basi di questo amore nascevano dalla voglia di vincere contro suo fratello. Lei era il suo premio d'amore, e non voleva rinunciarvisi. 
I veri motivi per cui aveva deciso di seguirli il vampiro non li avrebbe mai ammessi. Uno era suo fratello Stefan. Per una volta voleva comportarsi da fratello maggiore e non voleva abbandonare ciò che rimaneva della sua unica famiglia. Portava del rancore e si, lo disprezzava, ma infondo voleva bene a suo fratello e non avrebbe mai permesso che qualcuno gli facesse del male (a parte lui ovvio). Il secondo motivo era Bonnie, la piccola strega che aveva deciso di disprezzare per la sua troppa e stupida bontà. Il suo dolce opposto. Era intollerabile per il vampiro non riuscire ad odiarla fino in fondo. Odiava i suoi occhi color cioccolato, grandi e ingenui e assurdamente provocatori. Odiava le sue carnose labbra e il suo dolce sorriso. Per non parlare di quella che per Damon era il suono più dolce, ovvero la sua risata. La odiava perché non riusciva a odiarla. Perché lo aveva amato tanto senza chiedere nulla, e perché adesso faceva finta di averlo dimenticato. È vero che era stato lui stesso a scatenare il comportamento di Bonnie. Ma pensava che lei non si sarebbe mai arresa. Che avrebbe saputo andare avanti sempre e comunque. E invece si era ritrovata ad odiarlo. E per questo la odiava. 
 
 
 
 
HOLA! Ho letto i vostri messaggi ed ho deciso che non potevo lasciare in tredici la storia! Quindi eccomi qua con questo capitolo. Spero vi piaccia!
Tanti baci sui vostri colli scrofolosi! Oh pardon! Scherzo...arrivederci o come dice Nathalie AU REVOIR! Ah ci saranno degli errori perché l'ho scritto su cellulare. Perdonatemi, please!

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