Vuole un passaggio?

di _Marlee_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Unknown. ***
Capitolo 2: *** Passato stabile e futuro incerto ***
Capitolo 3: *** You are an angel. ***



Capitolo 1
*** Unknown. ***


New York lunedi 15 giugno 2013

Sono in un taxi diretto all'aeroporto, mercoledì in mattinata devo essere a Los Angeles per un importante colloquio di lavoro, sono un chirurgo pediatrico, uno dei piu famosi della East Coast, e quel colloquio potrebbe cambiarmi la vita. Appena arrivata in aeroporto lessi quell'incredibile notizia scritta su tutti i monitor
“TUTTI I VOLI PER LA WEST COAST SONO ANNULLATI DA OGGI PER I PROSSIMI TRE GIORNI, CAUSA MALTEMPO” 
Cosaaaaa? Tutti i voli? Non ne parte neanche uno? Nessuno? E io come ci arrivo a Los Angeles?

 “Anche lei doveva andare nella città degli angeli?” disse una donna affianco a me che non avevo proprio notato, non l'avevo neanche sentita avvicinarsi “Si, ma a quanto pare, niente LA” dissi io mentre mi rigiravo il biglietto tra le mani “Saremmo tutti costretti a trovare un altra soluzione” disse lei sorridendomi quasi come se mi conoscesse “Niente soluzioni, Los Angeles mi aspetterà l'anno prossimo” dissi io con un tono ormai rassegnato “Non mi sembra affatto il tipo di donna che si arrende al primo imprevisto” disse lei, io non ero mai stata una persona molto ottimista, non mi piacciono gli imprevisti e tanto meno le cose poco organizzate, io ero una di quelle tipiche donne in carriera di New York che non aveva un buco nell'agenda, la mia vita era completamente programmata per i prossimi sette mesi, ecco perche ho rinunciato al congresso di LA per quest'anno, il mio progetto lo presenterò l'anno prossimo “E invece sono proprio quel tipo di donna” dissi io rivolgendole un sorriso e le voltai le spalle e me ne andai. 

Dopo una ventina di minuti passati nella disperazione piu totale decisi di chiamare Rose, la mia ragazza per farmi venire a prendere e tornare a casa e ritentare al congresso dell'anno prossimo, appena fuori dall'aeroporto mi sedetti sulla panchina per aspettarla e mentre tra le mie mani continuavo a torturare quel povero biglietto dell'aereo sentì un paio di clacson, convinta che fosse Rose mi alzai senza guardare la macchina, ma appena alzai lo sguardo notai una super jeep nera lucida “Scommetto che questo non ci sarebbe mai stato nella sua agendina rosa, giusto?” disse la donna che pochi minuti prima avevo salutato nella hall “Indovini un po? Ho la soluzione” continuò lei “Cosa significa, non capisco?” dissi io visibilmente confusa “Ho trovato la soluzione per i nostri problemi, se non ricordo male Los Angeles la sta aspettando, bhe sta aspettando anche me, e ho una macchina e se ancora non l'avesse capito le sto offrendo un passaggio fino alla città degli angeli” mi disse e la mia confusione si trasformò in incredulità, voglio dire ha parlato con me per al massimo cinque minuti, l'espansività della gente spesso mi disarma, ma come potevo accettare, una parte di me, la parte della donna perfetta non avrebbe mai accettato, ma l'altra parte di me che fino a quel momento credevo inesistente mi spinse a pensarci e quando aprì la bocca per dire NO quello che è uscito è stato SI, e mi fece cenno con la testa di entrare in quella super macchinona, chiamai Rose per metterla al corrente di cio “Ehi Rose, a Los Angeles ci vado lo stesso, ho deciso di prendere il treno, perche non posso perdere quest'occasione.. sono felice che tu mi capisca.. sisi.. buona giornata” decisi di omettere qualche dettaglio, per esempio che ero in macchina con un'estranea che ora che la guardo è anche carina, appoggiai braccio al finestrino e mi misi a fissare la città, sperando che la donna che guidava non notasse la mia espressione “Dato che prevedo un viaggio molto lungo , che ne dici se ci presentiamo” disse lei abbassando al radio “Io sono Callie Torres” disse lei porgendomi la mano, tendendo il volante solo con l'altra “Arizona Robbins”

Accennai un sorriso molto finto “Sembri molto turbata” disse lei ma io decisi di chiudere il discorso “So che senza questo passaggio molto probabilmente sarei ancora li in quella panchina, ma non credo di conoscerti abbastanza per dirti cosa mi turba, quindi io ti sarei grata se smettessi di parlarmi e di farmi domande troppo personali” dissi io, il mio tono dava fastidio anche a me, ma era il mio stato d'animo che parlava “Ok, per ora mi accontenterò solo del tuo nome Arizona” disse lei sorridendo, come faceva ad essere cosi socievole con una donna praticamente che non aveva mai visto prima d'ora?     Io non sono cosi, ho un pessimo carattere, chiuso e associale, sono il suo opposto, in tutti i sensi.

Fisicamente e caratterialmente: lei aveva i capelli scuri, occhi neri e carnagione olivastra, mentre io ero bionda con gli occhi azzurri e la carnagione chiarissima, e poi il carattere, bhe quello era proprio agli estremi dal troppo socievole alla totale mancanza di interesse verso gli altri. Quando imboccammo la strada principale davanti a noi non c'era che pioggia, decisi di chiudere gli occhi, perche niente mi spaventava di piu del temporale, sopratutto quando in lontananza si notavano alcuni fulmini, cosa che odiavo. Credevo fossero passati solo pochi minuti, ma quando riaprì gli occhi fuori era buio e la pioggia non c'era piu “Oddio mi sono addormentata, per quanto ho dormito?” dissi io stropicciandomi gli occhi “Ah, per un paio di orette credo, o forse di piu, comunque tra mezz'ora c'è un Autogrill, ci fermiamo per fare pipì e poi partiamo di nuovo” disse lei continuando a tenere gli occhi fissi sulla strada deserta “Volevo scusarmi per come ti ho parlato prima, non volevo essere scortese, o forse si lo volevo, perche io sono una che odia nel modo piu assoluto gli imprevisti, e questo è un imprevisto in piena regola, e sul momento reagisco male, e poi me ne pento, come ora” dissi io osservandola mentre guidava, ogni volta che la guardavo diventava sempre piu carina “Non preoccuparti, non me la sono presa, insomma siamo due estranee, non posso mica essere permalosa con una donna che non conosco, ho lasciato passare. Io sono fatta cosi, molto espansiva, e posso capire che spesso questo possa dare fastidio, insomma è normale essere diversi” disse lei sorridendo “Credo che qui non sei tu il problema” dissi io “Non sei di certo tu, la tua reazione è stata normale, qualsiasi persona avrebbe reagito cosi, non c'è problema” disse lei, poi le scappò uno sbadiglio, e solo in quel momento notai i suoi occhi stanchi “Credo che tu abbia bisogno di un po di riposo, insomma sono ore che guidi” dissi io porgendomi in avanti per guardarle il viso.

“Devi essere a Los Angeles mercoledì” disse lei come se il portarmi a LA fosse diventata una specie di dovere per lei “Si, ma se ci fermiamo al primo albergo che troviamo, domattina saremo piu attive e partiremo presto” dissi io sperando di convincerla, e notai che non ci volle molto, perche accettò e al primo albergo parcheggiò la macchina, quando scese, la notai, non era la prima volta che la vedevo per intero, anche in aeroporto l'avevo vista, ma non osservata, non avevo notato la sua bellezza prima di adesso, ma il telefono squillò e mi fece distogliere lo sguardo da lei “Pronto, Rose, come stai?.. Si tutto bene.. il mio treno ha fatto scalo e sto andando all'albergo, domani partirò presto.. certo ci sentiamo domani” chiusi la telefonata e sentì il suo sguardo addosso, ma ringraziai Dio che non mi domandò  niente, non so come le avrei risposto, entrammo nell'hotel e prenotammo due stanze singole, però le uniche disponibili erano comunicanti, ma a me bastava avere la mia privacy, perche nonostante fossi salita in un auto con una sconosciuta ero pur sempre quella donna perennemente in tacchi e vestitino, e ci tenevo a mantenere la mia immagine e di certo non volevo che Callie mi vedesse con i capelli raccolti, gli occhiali, struccata e con la felpa, quindi prima di entrare nella stanza chiarì una regola principale “Facciamo finta che quella porta comunicante non esista” dissi io facendomi capire anche solo con lo sguardo lei accennò un assenso  e entrò in camera sua. Appena entrai anche io feci quello che avevo detto, tolsi il vestitino rosa che indossavo e lo appoggia sulla sedia, mi misi la prima felpa che trovai in valigia, tolsi le lenti e presi gli occhiali e sfinita mi buttai sul letto con pochissima eleganza e iniziai a leggere il mio discorso per il congresso al Los Angeles Space, quando una leggera melodia proveniva dall'altra stanza, non era musica, solo voce, e ascoltando meglio era la sua, quella donna sconosciuta aveva una voce che avrebbe fatto rilassare e sorridere chiunque, posai il mio discorso e rimasi li ad ascoltarla, avrei preferito di gran lunga ascoltarla da piu vicino, o forse preferivo vederla.

In quel momento suonò il mio cellulare, che mi disturbò “Pronto” risposi io “Arizona, cos'hai? Ti sentivo strana prima, sei stanca?” mi chiese lei “Oh noo, anzi, un po si sono stanca, in effetti stavo per andare a dormire, domani partiamo presto” dissi io accorgendomi troppo tardi di cosa le avessi appena rivelato “Partite? Tu e chi? Arizona cosa mi stai nascondendo?” disse lei quasi arrabbiata “Ho incontrato una famiglia, e il padre deve andare allo stesso mio congresso e ha due bambini, che hanno parlato con me per tutto il viaggio e domattina partiremo insieme con il primo treno per Phoneix dove passerò la notte” dissi io inventandomi una storiella sperando lei ci cascasse “Oddio Arizona, per un attimo ho pensato che mi stessi mentendo, e ti fossi allontanata da New York solo per scappare con un'altra” disse lei quasi rilassata, io non avevo mai pensato una cosa de genere, anche se Callie e la sua voce mi avevano spinta ad abbandonarmi completamente, ma a tradire Rose non ci avevo mai pensato, almeno non consciamente “Ma vaa” mi limitai a rispondere io “Vai a riposare tesoro, ci sentiamo domani mattina” disse lei, io non risposi, accennai una risata, e chiusi la conversazione.

Ovviamente quando chiusi la telefonata, quella voce non c'era piu, aveva smesso di cantare, e fui costretta ad addormentarmi senza quella dolce melodia.

**Sono tornata con una nuova storia, un nuovo inizio, una nuova avventura per le nostre Calzona. E' una storia molto particolare, insomma chi salirebbe in macchina con una perfetta sconosciuta? Solo loro, perche sono destinate a stare insieme. Spero che vi possa piacere come FF, vorrei leggere molte recensioniii, sguinzagliate le vostre mani nella tastiera e scrivete ciò che pensatee, ahahhahahahahah, a presto:) 
M♥

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Capitolo 2
*** Passato stabile e futuro incerto ***


 La mattina arrivò veloce, forse troppo, perche appena suonò la sveglia mi resi conto che avevo ancora troppo sonno, ma dovevo alzarmi, e mi accorsi anche che mentre mi mettevo il vestito nuovo pensavo solo ad una cosa, che non era di certo la voce di Rose, ma bensì un'altra voce, quella della donna che era a pochi metri da me, i miei pensieri erano tutti per lei, inconsciamente.
Dopo pochi minuti riusci ad essere pronta, trucco, capelli, lenti a contatto e tacchi. Bussai alla porta comunicante, e nessuna risposta “Callieeee, sei sveglia?” nessuna risposta, così decisi di entrare, e appena lo feci mi riaffiorarono in mente le differenze tra me e lei, io mi ero alzata come minimo un paio d'ore prima e lei invece era ancora nel mondo dei sogni, lei stava ancora dormendo.

Non entrai nella sua stanza, l'unica cosa che feci fu accendere la luce, e richiudere la porta sperando che si svegliasse al piu presto. Mentre ero giu nella hall a bere il te, la notai , lei e le sue valige, mentre scendeva goffamente dalle scale, le sorrisi quando mi raggiunse al tavolino “Buon giorno, da quanto sei qui?” mi chiese lei sorridendo a sua volta “Uh piu o meno da un'oretta” dissi io finendo il mio te “Per colpa mia siamo in ritardissimo, quindi dove sono le tue valige?” disse lei “Callie siediti e fai colazione, non siamo poi cosi tanto in ritardo, mangia qualcosa sennò finirai per stare male” lei si arrese e si mise seduta nel mio tavolino e insieme ordinammo un paio di cornetti alla crema. Poco dopo partimmo.

La guardai mentre guidava, non aveva niente di speciale, niente di particolarmente interessante, ed era questa la ragione per cui non capivo cosa mi attraesse cosi tanto, lei era la semplicità in persona, aveva i capelli neri raccolti in una coda fatta all'ultimo secondo, niente trucco se non un po di mascara, addosso aveva una felpa, quella dell'università, e un paio di jeans banalissimi, eppure lei era radiosa, era spettacolare, era affascinate e io non riuscivo a smettere di guardarla “Julliard” chiesi io leggendo la scritta sulla felpa “Oh no, non è mia è di Mark, io ho fatto la Stanford, ho studiato medicina” disse lei, forse averi preferito che avesse fatto la Julliard e che quella felpa non fosse di quel certo Mark, ma decisi di non chiederle niente di lui, come potevo immaginare che una donna cosi fosse single.

Anche io non sono libera, sto con Rose. “E insomma hai studiato medicina?” chiesi io “Si e sono a Los Angeles per un colloquio, mercoledi mattina” disse lei sorridendo, senza mai voltare il viso “Anche io faccio il medico” dissi io, forse con un tono un po sorpreso “Lo so” disse lei con non chalance “Chi non conosce Arizona Robbins di New York, il chirurgo pediatrico che ha salvato piu di 50 bambini africani, qualsiasi studente di medicina conosce la dottoressa Robbins, devo dire che mi sono sempre chiesta che persona fossi, io ti immaginavo piu..” disse lei, ma io la interruppi “Piu simpatica, piu alla mano?” dissi io “Brutta, sai, come tutte le secchione che vincono un sacco di premi al liceo, con l'apparecchio e gli occhiali, e invece devo ricredermi, sei veramengte uno schianto” e per la prima volta mi guardò negli occhi, per la prima volta i nostri occhi si incorciarono, e fu la sensazione piu bella di sempre “E immagino che domani mattina sarai al Los Angeles Space o sbaglio?” disse lei sorridendo “No non sbagli, cazzoo” dissi io all'improvviso “Credevo che non sapessi dire le parolacce, una donna come te credevo che non le usasse” continuò lei, e stranamente queste sue frecciatine non mi davano fastidio. 

“Il mio discorso, è sul comodino della mia stanza e abbiamo gia fatto 30 km, come farò io, ci ho messo un anno per creare un discorso perfetto, un discorso senza nessun errore e stamattina non l'ho messo in borsa” dissi stringendo la testa tra le mie mani, Callie in quell'istante guardò gli specchietti della macchina e in un secondo stavamo gia tornando indietro “Ma che fai?” chiesi io “Non posso mica vederti in piena crisi esistenziale, quindi stiamo tornando all'albergo, saremmo li in pochi minuti se accelero” nessuno aveva mai fatto questo, neanche io avrei fatto questo per qualcuno, ma a lei si, lei non ci pensò due volte su quello che doveva fare, lei è speciale “Non so come ringraziarti, sei davvero speciale Calliope” dissi io guardandola “Come mi hai chiamato?” disse lei un po impressionata “Calliope, non è il tuo nome intero? Insomma hai fatto la prenotazione della camera con questo nome” dissi io convincendomi di non aver fatto una cavolata “Si si, solo che nessuno mi chiama cosi, non mi piace molto come suona, eppure detto da te aveva tutt'altro suono, sembrava quasi bello” disse lei “Perche è bello, è un nome bellissimo, e mi piace molto” ma la nostra conversazione, forse una delle piu belle della mia vita fu interrotta dalla suoneria del mio cellulare

“Pronto.. Si sono appena salita in treno, non ho dormito molto stanotte, sono stanca e dormirò in treno, li a New York come va? Sono felice che tu sia riuscita a vincere la causa, brava, infondo non ne perdi mai neanche una, vabbè dai, ti chiamo io appena arrivo a Phoenix, ciao, si, ciao” e dopo quella telefonata, capì, perche quando si risponde SI al TI AMO della tua ragazza non c'è piu tanta strada per quella relazione, ogni singola parte di me sapeva che lei non era piu il mio pensiero fisso, il mio pensiero fisso era Callie, che però ha quel Mark. Appena arrivate all'albergo chiesi della mia stanza e loro mi diedero subito il pacchetto di fogli, ripartimmo “Non vorrei sembrarti troppo indiscreta, ma perche menti a la tua ragazza?” mi chiese lei guardandomi “Perche lei non capirebbe niente di tutto cio, io sono una donna in carriera, e conosciuta e se solo lei fosse venuta a sapere come stavo attraversando il paese me lo avrebbe impedito, per lei quello che pensano gli altri è tutto, e poi sarebbe gelosa” dissi io abbassando lo sguardo “Gelosa, di chi? Di me?” chiese lei sorpresa “Si, sai com'è, siamo in due in questa macchina, sennò di chi?” dissi io forse un po schiva perche stavamo entrando in un argomento troppo personale, ma lei riuscì ad entrare lo stesso, per colpa della sua indiscrezione che non mi irritava “Bhe, c'è un motivo per cui lei dovrebbe essere gelosa?” chiese lei sempre piu vicina al limite “Non lo so, molto probabilmente no” dissi io riepensando alla storia della felpa “Ah meno male, guarda che bella giornata? Perche hanno annullato i voli? Da qui riesco a vedere Los Angles quasi” bene aveva cambiato argomento, comunque quel MENO MALE mi aveva ferito un po

 “Ma ieri il tempo era parecchio brutto” dissi io, mancava poco a mezzogiorno e iniziavo ad avere un po di fame “Ci fermiamo al prossimo autogrill?” chiesi io quasi come una bambina “Arizona, se continuiamo a fermarci non arriveremo mai, ci fermeremo appena arriviamo ad Aspen, promesso” disse lei sorridendomi “Va bene, vuoi che guidi io per un po, hai lo sguardo stanco” chiesi io “No, questa macchina ha bisogno di essere domanta, e sei troppo piccolina per guidarla” mi rispose lei, avevo capito che stava scherzando e rimasi al gioco “An si, e da cosa lo diresti?” chiesi io “Ah bhe è facile, intanto quelle manine sono troppo piccole e leggere e poi una donna con il rossetto rosa e le scarpe con il tacco non sono adatte” disse lei ridendo “Questa è una sfida?” dissi io “Oh no, non provarci neanche, ti faresti male bambolina” disse lei facendomi l'occhiolino.

“Mark è tuo marito?” chiesi io all'imporvviso, forse perche la donna egocentrica dentro di me, che ormai era diventata minuscola, voleva rovinare l'atmosfera “Mark, Mark Sloan? Oh nooo, lui no, non è mio marito, lui è il mio migliore amico, è come un fratello per me, senza di lui sarei persa, e poi Mark non può essere unito alla parola MARITO in nessuna circostanza, lui non è adatto, come tu non sei adatta a questa macchina” disse lei ridendo “Lui è a New York?” chiesi quasi rilassata “No, lui lavora a Los Angeles, fa l'attore, ultimamente ha lavorato parecchio e forse l'hai visto anche tu, gli hanno assegnato una piccola parte nel film di Christina Aguilera BURLESQUE, che gli ha aperto un sacco di porte e adesso lui sta decidendo come proseguire” disse lei “Vai a Los Angeles per lui? E' come una specie di amore non corrisposto?” chiesi “No assolutamente, vado a Los Angeles perche è stato il primo ospedale che ha risposto alle mie richieste, e poi non è neanche detto che mi prendano” disse lei “Oh andiamo, possibile che una donna come te non abbia il suo cuore nelle mani di un'altra persona” dissi io ridendo “E' cosi, non ho ancora trovato quello che cerco” disse lei accennando un debole sorriso “E cosa cerchi?” chiesi io sorridendole “Una persona che si ritenga fortunata dii avere una donna come me al suo fianco, nonostante tutti i miei difetti” disse lei, ma la conversazione iniziava a diventare troppo pesante da sostenere, sia per lei che per me.

“Callie, sei una persona a dir poco fantastica e sono sicura che a Los Angeles troverai un uomo che sarà fiero di averti al suo fianco, io se fossi un uomo lo sarei, comunque dai, che specializzazione hai scelto?” chiesi io per alleggerire la situazione “Otropedia” disse lei sicura “Che sicurezza” dissi io sorridendo “Sai com'è, non voglio salvare vite, voglio essere colei che le migliora, ma sono solo al terzo anno, devo fare un po di tutto, ancora per un po” disse lei “Arrivate" continuò leggendo il cartello di Aspen “Ora basta trovare un bar” dissi io con i cuoricini agli occhi “Che ne dici di qualcosa di meglio? Se trovassi un ristorantino e ti offrissi la cena?” disse lei e le notai gli occhi a cuoricino anche a lei, ci fermammo al primo ristorante che trovammo “Come si fa a dire di no a degli occhi a cuoricino come i tuoi?” dissi io mettendola un po in difficoltà “Ma che dicii??” disse lei diventando tutta rossa “Sei tutta rossaaa” dissi io continuando a ridere mentre lei si nascondeva la faccia tra le mani “Oh sei bellissima comunque” lei alzò lo sguardo e il suo sguardo si fece troppo dolce da riuscire a resisterle cosi mi avvicinai e lei fece lo stesso, riuscivo a sentire il suo respiro sulle mie labbra ma la solita telefonata arrivò nel momento sbagliato

“Scusami” dissi io prendendo il telefono e uscendo dalla macchina per parlare chiaramente con Rose. L'avrei lasciata, perche mi stavo innamorando della sconosciuta con la quale avevo attraversato il paese “Ehi Rose, puntuale come sempre?” dissi io cercando di non essere scortese “Lo sai che a me piace la puntualità, allora sei arrivata a Phoenix?” mi chiese lei e non sapevo se dirle la verità o se mentirle ancora, insomma lasciarla per telefono è proprio una cosa squallida, ma chiedere una pausa non è cosi terribile “Non manca molto, tra poco arriveremo, comuque questo viaggio mi è servito per capire un sacco di cose” dissi io cercando di non sbatterle in faccia la verità “Che vuoi dire Arizona?” mi chiese lei con quella sua voce che facevo sempre piu fatica a sopportare “Vuol dire che ho bisogno di riflettere sulla mia vita, su me stessa, ma sopratutto su di noi, non so cosa sia scattato in me, ma stando lontano da te centinaia di km e non sentendo la tua mancanza mi sono fatta qualche domanda, sei quello che voglio?” dissi io con la voce quasi spezzata dal pianto, perche nonostante tutto non volevo che soffrisse “C..Cosa? Arizona ma come ti permetti di lasciarmi con una telefonata? Non ne hai il diritto e non puoi lasciare una donna come me” disse lei, ma io non riuscivo piu a rispondere “Ciao Rose” e senza lasciarla rispondere chiusi la conversazione, e ritornai da Callie che sicuramente aveva delle domande da farmi.

 “Arizona che è successo? Hai pianto?” mi chiese lei che dopo essere scesa dalla macchina e essersi avvicinata a me, in quel momento scoppiai a piangere non so neanche io il perche “Ehi calmati, a tutto c'è una soluzione” disse lei abbracciandomi di colpo. Ma io a queste cose non ero abituata, il mio massimo erano baci e sesso, a questo punto mi rendo conto che non era neanche amore “Quante volte hai lasciato un presente sicuro per un futuro instabile” chiesi io asciugadomi le lacrime e guardandola negli occhi “Sempre, ogni giorno, ogni scelta che ho fatto mi ha fatto abbandonare il presente stabile buttandomi diretta in un futuro buio, che però non era poi cosi tanto buio se è servito a portarmi qui e ora, da te” disse lei asciugandomi l'ultima lacrima ”Vuoi essere il mio futuro instabile?” chiesi io dimenticandomi della donna che ero e accogliendo la nuova Arizona “Preferirei essere il tuo futuro stabile” disse Callie, e questa volta annullando la distanza con quel bacio che aspettavo dal secondo giorno “Adesso basta piangere” disse lei ascugandomi l'ennesima lacrima che non era piu di dispiacere per Rose ma di felicità per lei “Mi permette di portarla a cena? O stiamo nel parcheggio?” disse lei sorridendo e facendo sorridere anche me “A me basta starti accanto” dissi io in altro momento di estremo amore “Allora stammi accanto, ma andiamo dentro che qui si gela” mi misi in punta di piedi per baciarla un'altra volta e poi andammo dentro. Fu la serata piu bella in assoluto, perche c'era lei, e ormai era inutile nasconderlo, ogni particella del mio corpo era completamente innamorata di lei. Ma nonostante tutto, non potevamo di certo fermarci ad Aspen dovevamo andare avanti fino a Las Vegas, sennò non saremmo mai arrivate in tempo. Alle 23,00 piu o meno, arrivammo nella città che non dorme mai, ma noi avevamo bisogno di dormire e ci femammo al primo hotel che trovammo “Una camera doppia per favore” disse Callie al receptionist, rimasi un po sorpresa, e soprattutto non ero pronta per farmi vedere da lei nella mia tenuta da sfigata, quando Callie si voltò verso di me notò la mia espressione “Non ti va la camera doppia?” mi chiese lei “Sisi, va bene è solo che.. nono, va benissimo” dissi io ercando di convincermi “Sicura?” chise lei di nuovo “Certo” dissi io sorridendole, se lei doveva essere il mio futuro stabile prima o poi avrebbe dovuto vedermi in pigiama e con gli occhiali. Appena salimmo in camera lei si buttò sul letto che era pieno di cuscini “Che ci fai li? Togliti quei tacchi e unisciti a me” disse lei senza neanche pensare a come potessi essere senza tutto quel trucco, andai in bagno per struccarmi e mettermi il pigiama “Lo sai che l'Arizona che vedrai adesso potrebbe farti cambiare l'idea che hai di me, vero?” dissi io urlando dal bagno “Ormai Arizona, niente mi farà cambiare ideaa” disse lei e io uscì nel mio pigiama e con i miei occhiali e la coda “Sei bellissima”

**Ed ecco un altro capitolo, spero che vi piaccia. Io amo i capitoli lunghi e questo, bhe, lo è.. Mi piacerebbe leggere moooolte recensionii, ahahah, come sempre:) A presto:) 
M♥

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Capitolo 3
*** You are an angel. ***


“Sei bellissima” disse lei avvicinandosi a baciandomi, io misi le mie braccia attorno al suo collo mentre lei mi sollevava fino al letto, mi baciò ma senza andare oltre, è questo che mi piace di lei, riesce a fermarsi sempre prima di superare il limite. Mi stesi e lei fece lo stesso senza mai mollarmi dall'abbraccio “Hai mai avuto pazienti pediatrici” chiesi io in tono dolce, che non sapevo neanche di saper usare “Si, un paio, ma sono io a preferire gli adulti, perche chi piu chi meno hanno vissuto, invece i bambini sono cosi piccoli, non voglio sentirmi responsabile della loro morte o di altro, ecco perche ho scelto ortopedia, perche non mi piace avere la vita di altre persone tra le mani” disse lei, io mi alzai e andai a prendere nella mia valigia il pc, e gli mostrai le slide che avevo preparato per il congresso di domani

“Guarda, lui è Wollace, sindrome dell'intestino corto, la sua famiglia è venuta a New York da Dallas solo perche fossi io a curare il loro bambino, e dopo un intervento di 12 ore l'ho salvato, poi c'è lei, Sarah, lei aveva 6 mesi quando è venuta da me per una malformazione al tessuto cardiaco, adesso ha 6 anni e il medico prima di me disse alla sua famiglia che non sarebbe arrivata al terzo compleanno. Non tutti, ma la maggior parte di loro si salva, loro sono bambini, loro credono nella magia, loro si fidano di te e si affidano a te come se fossi la loro fata ed è per questo che ce la fanno, loro credono nei miracoli, e può sembrare strano, va contro a quello che la medicina ci ha insegnato, ma il loro cuore spesso è piu forte di alcuni adulti. Loro ce la fanno, quasi sempre, ecco perche io faccio pediatria, perche essere la loro fata mi fa sentire importante.” dissi io e la vidi commossa

“Domani di questo al tuo discorso, non quelle stupide statistiche che hai imparato a memoria, di questo e arriverai al cuore di tutti e ti daranno i fondi per l'Africa” disse lei baciandomi un'altra volta, quella sera mi addormentai tra le braccia della donna he amavo e niente avrebbe mai potuto spaventarmi, neanche il congresso per la raccolta fondi di domani.

La mattina dopo, mi svegliai ancora tra le sue braccia, e per la prima volta dopo tanto, non volevo alzarmi per andarmi a preparare il trucco e i capelli, no, volevo solo stare tra le sue braccia per sempre, baciai dolcemente le sue labbra e lei aprì piano gli occhi “Buongiorno, sei pronta per lo sprint finale?” le chiesi io “Si, soprattutto dopo questo risveglio, potrei attraversare di nuovo il paese con l'energia del tuo buongiorno” disse lei baciandomi ancora “Adesso basta, dobbiamo essere nella città degli angeli tra meno di 5 ore” dissi io alzandomi e correndo in bagno “Il bagno è mio” dissi io io iniziando a ridere
“Vabbè dopo sarai tu quella che arriverà in ritardo” disse lei facendomi aprire la porta

“Non truccarti molto, sei bellissima lo stesso, anzi di piu, sei cosi perfetta” mi disse lei togliendomi dalle mani l'ombretto, prese l'eye liner “Chiudi gli occhi” e appena li riapii la vista del mio viso fu molto piu leggera e quasi impercettibile, una linea sottile mi contornava gli occhi, un fard rosa mi colorava le guance e un rossetto rosso mi illuminava le labbra “Sei bravissima, mi piace un sacco” mi avvicinai per baciarla
“Ehi ehi ehi, che fai? Non vorrai mica rovinare il rossetto” disse lei indietreggiando “Ops” dissi io ricomponendomi e tornando al mio posto, andai a vestirmi, l'unica cosa che fece lei in bagno fu lavarsi i denti e sistemarsi la coda, non un filo di trucco, di fard, niente, eppure era la perfezione “Ti hanno mai detto che sei perfetta?” dissi io provocandola “Uh certo, sempre, non si direbbe ma ero molto popolare al liceo” disse lei disarmandomi

“Scherzo, pochi me l'hanno detto e comunque io non gli credevo” disse lei “Avresti dovuto invece, perche sei proprio fantastica” dissi io continuando ad avvicinarmi pericolosamente a lei, per vedere se riusciva a resitere per via del rosetto, e non mi baciò, non lo fece, si vestì con i sui jeans e la giacca, e in pochi minuti eravamo fuori ad aspettare la colazione e poco dopo partimmo “E questa volta destinazione LOS ANGELES” dissi io sorridendo e accendendo la radio “Adesso hai trovato quello che stavi cercando?” le chiesi io
 “Dipende da te” rispose lei “Allora si, io sono quella persona che si ritene fortunata di avere una donna come te al suo fianco, sono la donna piu fortunata e sono orgogliosa di averti accanto, sei speciale Calliope e con te sono cambiata” dissi io sporgendomi dalla sua parte per baciarla e questa volta cede e mi regala un piccolo bacio a stampo “Questo rossetto ha iniziato a stufarmi” dissi io sbuffando “Abbiamo un sacco di tempo davanti” il viaggio fino a Los Angeles fu beve e divertente, tra canti, battute e risate il tempo volò.

Appena arrivammo in albergo lasciammo le nostre valige al fattorino ed entrammo in ascensore “Ti amo” dissi io nei miei soliti momenti di spontaneo romanticismo “Davvero?” chiese lei sorpresa “Davvero” confermai io “Ti amo anche io” mi appogiò delicatamente alla parete dell'ascensore e mi baciò senza troppa passione sempre per via del rossetto, appena le porte si aprirono vidi lei e lei vide quello che non avrebbe dovuto vedere

 “Rose, c..cosa ci fai qui?” chiesi io balbettando “Ti sembro il tipo di donna che si fa lasciare al telefono? Arizona forse non hai capito, tu non puoi lasciarmi, abbiamo una bella vita insieme, ti ho sempre dato quello di cui avevi bisogno” disse lei squadrando Callie dalla testa ai piedi “No, è qui che ti sbagli, tu davi tutto quello di cui aveva bisogno la parde di me materialista, ma ha fatto morire la mia parte magica, abbracci, carezze e amore mi servivano eppure tu mi hai dato solo scarpe, gioelli e sesso una volta alla settimana, perche tutte le altre sere eri impegnata a finire le cause inutili” dissi io con le lacrime agli occhi “Cosa potrà mai darti una così, una che non riesce neanche ad abbinare un paio di pantaloni con una giacca? Lei non può darti quello che ti do io!” disse lei con tutto l'odio che aveva

 “Meno male, lei mi da molto di piu, a lei non importa e esco senza trucco o con le scarpe da ginnastica, a lei vado bene cosi come sono, tu mi volevi perfetta solo per fare scena con gli altri avvocati, ma io non ero cosi, tu mi hai fatto diventare quella che non sono, ma adesso grazie a Callie ho capito tutto, e la pausa può trasformarsi nella fine, e se non ti dispiace, tra meno di due ore devo essere su un palco a convincere gente come te a finanziare il lavoro per l'Africa quindi ora noi ce ne andiamo, ciao Rose” dissi io prendendo la mano di Callie e andando verso la porta della nostra stanza

“Sei solo una puttana, passi due giorni in treno e te la fai con la prima donna che trovi” urlò lei dall'altra parte del corridoio “Allora è troppo, fino ad adesso sono stata zitta ma ora basta, hai raggiunto il limite,non permetterti piu di dare della puttana ad Arizona, che in questo corridoio non è di certo lei la puttana,  e anche se non sono in grado di abbinare la giacca con i jeans sicuramente ho abbinato perfettamente il suo cuore che tu avevi spezzato ogni volta che la costringevi ad essere quello che non era, e quindi ho vinto io” con quel discorso lasciò Rose a bocca aperta e anche me sinceramente, si avvicinò mi prese la mano e insieme entrammo in camera

“Sei davvero una persona speciale Arizona, e se lei non l'ha capito se ne farà una ragione, ma io l'ho capito e sono davvero fortunata ad averti al mio fianco, ti amo” disse lei avvicinandosi a me per baciarmi e anche io mi avvicinai a lei “Ora devo andarmi a cambiare, che non posso mica presentarmi cosi al colloquio di lavoro” disse lei andando verso il bagno “Mi raccomando non farti troppo bella, che ho sentito che qui a Los Angeles i medici sono tutti bellissimi” dissi io ridendo e tirando fuori dalla valigia il completo che ho deciso per il mio discorso, ma appena usci lei dal bagno io mi sono sentita piccolissima

“Anche se sono bellissimi io ho occhi solo per te, allora come sto?” credo di aver avuto una faccia molto buffa perche iniziò a ridere “Callie sei perfetta, questo vestito mette in risalto tutto di te, ma non troppo, tu e questo vestito siete una combinazione vincente, quant'è bella la mia ragazza” mi avvicinai per baciarla “Il rossetto cocca” disse lei ridendo, perche sapeva che ormai questo rossetto mi irritava perche impediva troppe cose “Uffi” dissi io sedendomi sul letto “Prometto che dopo il colloquio avrò occhi solo per le tue labbra” disse lei facendo gli occhi a cuoricino.

Io andai al mio congresso e lei andò al suo colloquio, poco piu di 3 ore dopo entrambe tornammo all'albergo “Cos'è quella faccia?” le chiesi io vedendo il suo sguardo “Non mi hanno preso, hanno preferito un vecchio che solo ad aggiustare una spalla si sarebbe rotto la sua, e a me mi hanno liquidato” rispose lei, ma io iniziai a sorridere e lei giustamente non capiva “Bhe credo che la mia notizia sia straordinaria anche per te, la vuoi sapere?” chiesi io facendola sedere vicino a me

“Ormai, quando una giornata inizia bene, può solo peggiorare” disse lei torturando le sue mani forse per combattere le lacrime “Alla mia conferenza si è presentato Richard Webber, non so se hai presente, il primario di chirurgia del Seattle Grace” dissi io alzandole il viso “Si, ho fatto domanda anche li” disse lei “Dopo il mio discorso si è avvicinato a me e mi ha detto che il suo reparto di pediatria avrebbe bisogno di un primario e cosi mi ha offerto il posto, e io gli ho detto che accettavo solo se avessero inserito nel programma la mia fidanzata, e lui ha accettato, lavoreremo entrambe al Seattle Grace, che ne pensi?” chiesi io nonostante lei avesse gia iniziato a sorridere “Sei un angelo, la persona piu bella che potessi incontrare l'ho incontrata, andremo entrambe a Seattle” disse lei “Insomma lavoreremo a fianco di Shepered, il genio del cervello, potremmo lavorare con la Altman, la dottoressa dell'esercito, la nostra carriera ha appena preso il volo” dissi io immaginando il nostro futuro

“Vuoi ancora non rovinare il rossetto o vuoi baciarmi?” continuai io avvicinandomi a lei e si tuffò letteralmente sulle mie labbra “Ti amo Arizona Robbins” disse lei con tutto l'amore del mondo “Oh ti amo anche io Dottoressa Torres

Da quella sera non ci siamo piu lasciate, il nostro amore non fu facile, insomma un po di ostacoli li abbiamo avuti anche noi, ma nessuna situazione fu impossibile, perche avremmo fatto di tutto pur di non perderci, noi non potevamo vivere distanti, noi eravamo fatte per stare insieme, io e lei, che un giorno saremmo diventate una famiglia. 

**ULTIMO CAPITOLO DI QUESTA BREVE FF, SPERO CHE VI SIA PIACUTA ANCHE SE E' MOLTO FLUFF, INSOMMA LORO SONO BELLE PER QUESTO, PERCHE SONO L'AMORE L'UNA CON L'ALTRA, NON RIESCO A TENERLE LONTANE TROPPO A LUNGO, INSOMMA, SONO FATTE PER STARE INSIEME, IL LORO DESTINO E' SCRITTO NELLE STELLE, AHHAHA "Cit Parrilla" SPERO DI LEGGERE MOLTE RECENSIONI, E SONO UN PO INDECISA PER IL PROSSIMO MIO LAVORO, PREFERITE UNA FF CAPMIREZ O UNA CALZONA? DRAMMATICA O FLUFF? SPERO DI AVERE ABBASTANZA RISPOSTE A QUESTE MIE DOMANDE COSI DA RIUSCIRE AD ACCONTENTARVI IN UN FUTURO NON MOLTO PROSSIMO.. AHAHAHA, OK MI STO DILUNGANDO TROPPO, GRAZIE A TUTTI I LETTORI RECENSISTI (non credo esisti questo termine, ahahah) e GRAZIE ANCHE AI LETTORI SILENZIOSI.. A PRESTO:) 
M♥

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