Quei colori che ti descrivono così bene

di AlexandraCoffeeTime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nastri Rossi ***
Capitolo 2: *** Cupcake colorati ***
Capitolo 3: *** Bacio Violetto ***
Capitolo 4: *** Abito Bianco ***
Capitolo 5: *** Abito Nero ***



Capitolo 1
*** Nastri Rossi ***


Indossavi sempre quei bei nastri rossi, anche se era evidente una certa punta di imbarazzo.

Dicevi sempre che erano vistosi, che non si adattavano ad una ragazza come te, “ troppo timida ed impacciata”.

- … e poi, è un colore audace Homura! – aggiungevi come ulteriore spiegazione, mentre mi sorridevi accarezzandoti la testa.

Io trovavo che ti stavano benissimo, che si adattavano magnificamente con i tuoi capelli e con il tuo modo di fare: allegro, spensierato, gentile, premuroso.

Lo sai Madoka, che li indosso ogni giorno?
 

 

Meno di 90 parole u.u
Angolo del manicomio!
Salve a tutti!
Ho vent’anni, scrivo cazzate e questa è la mia prima storia su EFP, su un anime che amo molto. Mi pare scontato che sia una MadoHomu, o come si chiama. XD
Spero vi piaccia!  lasciate qualche recensione, così farete salire la mia autostima XD

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Capitolo 2
*** Cupcake colorati ***


NOTA! Questo capitolo si svolge in uno dei passati che Homura ha ripercorso per salvare Madoka, presentati nel nono episodio dell’anime. Nel caso dovessero esserci incongruenze, errori e OOC, chiedo perdono.
 
Le persone sono come i dolci, ognuno ha delle note che lo rendono particolare: il tipo di impasto, la quantità di zucchero, la farcitura, le decorazioni.
Per questo motivo Mami, al posto della solita torta da condividere, aveva preparato dei cupcake tutti diversi, seguendo pari passo gli appunti nell’agenda dei suoi genitori.
Quel pomeriggio avrebbe ospitato l’ennesimo tea party a casa sua, e voleva fare una sorpresa alle sue amiche servendo loro qualcosa di speciale. Si era messa prepararli subito dopo pranzo, e nell’attesa che si cuocessero a puntino, era andata a sistemare il salotto.
Quando infine sentì la sveglia suonare, andò in cucina tutta contenta; con dei guanti da forno addosso, aprì delicatamente l’elettrodomestico e con delicatezza estrasse la teglia con i dolci.
Appena si furono raffreddati  sul tavolo della cucina, cominciò a decorarli.
Per Madoka, aveva preparato un cupcake farcito con marmellata di melone, decorato con uno sbuffo di panna montata e fiori di zucchero rosa, il suo colore preferito. Mami aveva notato con quale ammirazione l’amica guardava le vetrine di ogni pasticceria, e di come il suo sguardo si soffermasse in particolare sulle torte nuziali decorate con la pasta di zucchero; inoltre da quando Madoka aveva desiderato diventare una maga, disegnava continuamente abiti a sbuffo e balze, simili a quei dolci che tanto ammirava.
Quelli destinati a Sayaka e a Sakura erano molti simili nell’aspetto: panna decorata con perline commestibili del colore delle loro rispettive soul gem; il ripieno invece, era completamente diverso: mele e cannella Sakura, frutti di bosco Sayaka. Nel rifinirli, Mami sorrise: quelle due non facevano altro che bisticciare continuamente, e nonostante facessero una bella squadra (e suo parere, una bella coppia) erano l’una l’opposto dell’altra, proprio come i colori che le rappresentavano: Sayaka era profonda e agitata come un blu tempesta, Sakura impulsiva e scattante come un rosso vermiglio.
La scelta per Homura fu quella più ardua. Quella ragazza era dolce e premurosa, ma talmente timida e riservata che a malapena Mami era riuscita a sapere il suo domicilio. Alla fine, aveva optato per un cupcake al cioccolato, con sopra una glassa al fondente e pezzetti di fragola come decorazione. Pensò che il cioccolato fosse adatto per una come Homura: nonostante le apparenze, era l’ingrediente più difficile con cui prendere manualità in pasticceria, ma quando lo si lavorava a dovere, qualunque creazione diventava superlativa.
Per sé invece, Mami preferì la semplicità, con una crema al formaggio in cima.
Alla fine della decorazione controllò più volte il risultato, in modo che nessuno dei dolci presentasse anche il minimo errore: da brava figlia di pasticceri, aveva ereditato un carattere perfezionista.
Quando si ritenne soddisfatta, li appoggiò tutti su una piatto di porcellana.
- Perfetti! Non c’è che dire, sono stata proprio brava. – esclamò sistemando l’ultimo cupcake; subito dopo corse in camera a sistemarsi: non mancava molto all’arrivo delle sue amiche, e Mami non era certo il tipo da presentarsi in disordine.
Non vedeva l’ora di riceverle e cominciare il tea party.

 
491 parole ragazzi.. progressi!
Angolo del manicomio!
Ed eccomi qui con nuovo capitolo (decisamente) più lungo del primo… già, mi sembrava carino mettere dei dolci in questo pezzo, anche perché nell’anime se ne vedono un botto. Non saltate di gioia chiunque voi siate, perché non aggiornerò con tanta puntualità le fan fiction… fatevene una ragione u.u
A parte questo, spero vi sia piaciuta ;) 

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Capitolo 3
*** Bacio Violetto ***


NOTA! Questo capitolo, come il precedente, si svolge nell’episodio nove dell’anime, nello specifico quando Mami impazzisce e cerca di uccidere tutte le altre maghe. Nel caso dovessero esserci incongruenze, errori della trama e grammaticali ed eventuale presenza di OOC, chiedo perdono.
 
Homura tremava, e sulle sue guance scendevano lacrime silenziose.
Attorno a lei, due corpi inermi in un mare di sangue, gli occhi vitrei e l’espressione di dolore stampata in volto; un altro invece, era ancora vivo per sua fortuna, e a quel pensiero sorrise lievemente.
Madoka piangeva a dirotto: come erano potute arrivare a quello? Perché proprio a loro e non qualcun altro? Perché avevano dovuto assistere prima alla distruzione di Sayaka come umana, e poi dover uccidere lei e poco dopo Mami?
Perché?
- No!!! Non doveva succedere! Non è giusto!! Non doveva…! - non riuscì a finire la frase che dei singhiozzi troppo forti le morirono in gola, bloccandole il respiro.
Homura si alzò e si diresse verso Madoka, passando accanto ai corpi di Mami e Sakura,  e le si sedette di fronte, cercando di tranquillizzarla con parole che persino lei faceva fatica a trovare. Erano disperate, ma non potevano fare altro che andare avanti: il giorno X era sempre più vicino purtroppo, e non c’era tempo nemmeno per il dolore.   
-Kaname, tranquilla… ci siamo io e te. Insieme possiamo farcela alla notte di Walpurgis, anche se siamo sole… non preoccuparti. Andrà tutto bene.-
Madoka alzò lo sguardo e annuì, guardando l’amica negli occhi, e si calmò. E mentre si faceva aiutare a rialzarsi, prese la sua decisione.
Quella che più di una volta in quel mese aveva continuato a tormentarla, senza darle tregua alcuna. Ne aveva parlato anche con Mami, e questo le aveva dato ulteriore coraggio nell’affrontare quella strana situazione dentro di lei.
“Solo tu puoi capire cosa è meglio per te stessa, Kaname. Tu, e nessun’altro”.
Madoka fissò Homura, che si trovava in controluce con le finestre, che le conferiva una figura angelica: illuminata da quella luce violetta dei grattacieli e dei lampioni della città, ne risaltava la pelle candida ed i capelli corvini.
Madoka si avvicinò a Homura a passo spedito verso la sua amica. Aveva atteso troppo, e il tempo era agli sgoccioli: se doveva confessarsi e togliersi quell’enorme peso dall’anima, quello era il momento opportuno.
- Kaname, meglio andarcene di q..-  
Silenzio ed alcuni attimi di paura passarono prima che Homura realizzasse ciò che stava accadendo: Madoka, con gli occhi chiusi e le gote ancora umide per il pianto, le stava posando un casto bacio sulle labbra, con le braccia attorno al suo collo come a non volerla lasciare andare via.
Si staccarono entrambe un attimo, guardandosi negli occhi; Madoka si stava letteralmente perdendo in quelli di Homura, quell’oceano di un viola delicato, forte e misterioso; a differenza dell’altra ragazza, rosso in viso come non mai e indecisa sul da farsi. Almeno per un’altra manciata di secondi.
Dopo qualche attimo, Homura la prese per le mani e la baciò, ricambiando il dono con estrema dolcezza.
Rimasero così per molto tempo, forse addirittura fino alle prime luci dell’alba.
A Madoka pensò a tutto e ad niente.
Homura aveva detto che tutto sarebbe andato bene.
Forse era davvero possibile.

 
495 parole esatte
Angolo del manicomio!
Zalve a tutti! Ed eccoci qui con un capitolo decisamente shoujo-ai… speravo da tanto di scriverlo metterlo on-line, che bello!!! *faccia da ebete sognante con le stelline kawaii sullo sfondo*
 Ehm, parlando seriamente, credo che la serie a ‘sto punto sarà solo di 5 capitoli (inclusi i precedenti e questo, ovvio u.u).. Perché? Perché non ho tanta voglia di scrivere: all’inizio doveva essere su tutte le protagoniste dell’anime, inclusa magari Nagisa Tomoe e quel odiosotruceimpertinentemalvagioegoistastr**** di QBEI come extra.
Ma poi ho realizzato che:
- sulla morte di Sayaka come umana e come strega c’erano milioni di fan fiction, tutte scritte in modo esaustivo;
- non avevo voglia di scrivere un capitolo su Sakura: non la odio, ma neanche la adoro alla follia, quindi, nisba u.u ;
- e poi, francamente, e detto fra noi… no, progetto troppo lungo a mio modesto parere…  meglio iniziare a piccole dosi con lavori che non superino più di 5 capitoli, raccolta di drabble a parte.
La mia mente contorta…..
Che altro dire? Se in fondo al vostro animo ho risvegliato qualcosa di vagamente lesbico, sarò soddisfatta.. XD
Lasciate qualche recensione se volete, positiva o negativa che sia: crescerò interiormente! XD
Alla prossima con il capitolo “Abito Bianco”

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Capitolo 4
*** Abito Bianco ***


NOTA! Questo capitolo è ambientato dopo l'episodio dodici dell'anime. Nel caso fossero presenti errori della trama e grammaticali ed eventuale presenza di OOC, chiedo perdono. 


Non potrò mai dimenticare il giorno in cui hai espresso il tuo desiderio, diventando ciò che sei ora.
Il giorno in cui mi separai da te in un oceano di luce candida.

Homura.

Hai sacrificato tutto ciò che avevi per salvare le maghe ingannate da una falsa speranza detta da QBEI.
Non le hai volute far diventare inumane, non le hai volute far soffrire.
Hai dato loro una speranza.
Hai regalato loro una morte serena, priva di rimpianti e paura di poter uccidere innocenti sotto forma di streghe.
Hai fatto in modo che tutte potessero lasciare questo mondo con un sorriso.
Lo stesso sorriso che nei momenti difficili mi ha sempre sostenuto ed aiutato ad essere più forte, anche se lo scorrere del tempo aumentava la distanza tra di noi.

Homura!

Vorrei che tu fossi ancora la studentessa del Mitakiara che conobbi appena uscita dall’ospedale, la stessa che mi ha dichiarato il suo amore attraverso un tenero bacio dopo una sanguinosa battaglia.
Vorrei sapere ancora fermare il tempo per poter stare con te, Madoka.
So che non è e che non sarà più possibile: adesso ti trovi in un altro posto, immersa in un universo parallelo.
Vesti un abito bianco, come una sposa sulla via dell'altare, e penso che sia adatto a te: quel candore riflette la tua purezza, il tuo animo generoso e benevolo, ciò che si addice ad una vera dea della Speranza.
Nei miei sogni tu mi stringi con addosso quell’abito, e balliamo tra una miriade di stelle, sorridenti, godendo di quei momenti felici in cui siamo insieme.
Vorrei, per una volta, che non tutto fosse un sogno.
Mi manchi, mia dolce Madoka.
 
Homura, mia dolce Homura… possibile che non ti renda conto che io ti sono sempre vicina?
Per te i sogni saranno una illusione, un modo transitorio per vederci.
Per me, invece, sono la realtà di poterti ancora dire ciò che già sai, e che vorrei ripetere all’infinito.

 
Ti amo.
 

 
322 paroleeeee… wowowowowow!!
Angolo del manicomio!
Ed eccomi qui con il capitolo promesso… dio santo, che roba!
All’inizio non doveva essere così sdolcinato, ma dato che i momenti del genere mancano, riempiamoli! XD
Mi pare scontato che il prossimo abito sarà di un colore poco puro… muahahaahaha! Lo stesso colore della mia anima!
(Sì lo so, parlo a casaccio e sono pazza: non a caso ho intitolato il mio angolo dell’autrice “angolo del manicomio”  u.u)
Nella speranza che vi sia piaciuto ( e che possiate lasciare anche una recensione ) vi saluto!

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Capitolo 5
*** Abito Nero ***


NOTA! Questo capitolo è il post Rebellion story secondo il mio punto di vista, ed è scontato che forse ci sia la presenza di un OOC. Per tutti gli altri possibili errori che potrebbero presentarsi nel seguente capitolo, vale a dire quelli riguardanti la trama e i grammaticali, chiedo perdono.

Perché mi hai fatto questo?
Perché hai voluto essere così egoista nei miei confronti?
Io volevo solo salvarti, esaudire il nostro desiderio: poter stare insieme per sempre, lontane dalle sofferenze che entrambe  abbiamo patito, dal dolore che ci ha sempre colto alla sprovvista.. e dalla solitudine, che col passare da una dimensione temporale all’altra, aumentava.
Quando finalmente ho potuto rivederti, dopo che ti avevano isolato in una finta realtà, il mio cuore traboccava di gioia: era trascorso troppo dall’ultima volta che ci siamo viste, e io avevo intenzione di rimediare per tutta quella assenza da te.
Evidentemente, il mio stare insieme non coincideva con il tuo.
Mi hai preso le mani, e mi hai avvolto in una fitta oscurità che non avevo mai visto neppure nella strega alla notte di Walpurgis.
Hai separato la mia anima in due entità distinte: la parte mortale l’hai trascinata verso di te e l’hai gettata dove erano stanziate le altre ragazze;  la parte divina l’hai mandata lontano,  scaraventandomi con insistente fretta in un baratro senza fine.
 E’ accaduto tutto in pochi minuti, ma ciò non mi ha impedito di vedere la tua trasformazione, uno spettacolo che mai avrei pensato di vedere: la tua soul gem dissolversi in vari frammenti, per poi ricomporsi in un piccolo porta gioie di cristallo corvino; i tuoi occhi diventare di un colore sinistro, accompagnati da un sorriso malato, che non è il tuo; e il tuo abito da maga diventare completamente nero, sostituendosi ai colori tenui.
Non mi piace quel colore su di te: non ti dona, non ti descrive per quello che sei davvero, non parla di noi.
Non sei tu.
Vorrei potertelo dire, urlare se necessario, ma da quassù non mi senti. O forse non vuoi sentirmi.
Hai stravolto ciò per cui tu stessa ti eri sacrificata, e questo mi provoca un dolore inimmaginabile.
L’unica cosa che posso fare e guardati dalla dimensione in cui mi hai imprigionata, tenendomi perennemente sotto stretta sorveglianza, in modo che non possa fare alcuna mossa.
Sulla terra mi stai sorridendo, dicendomi che forse in futuro saremo nemiche.
Io non voglio essere tua nemica, sai che non ti farei mai del male.
Ed è per questo che accetto la mia attuale condizione, in silenzio, anche se non era quello per cui diventai una Divinità.
Però, c’è un dubbio che continua a tormentarmi, che mi dà pace.
Homura, mia dolce Homura, perché?

 
Ti sento sai?
Eppure dovresti conoscere la risposta.
Forse non condividi i mie metodi, è comprensibile, ma sono sicura che col tempo capirai anche tu che è giusto così.
E’ passato poco più di un mese dall’ultima volta che ti ho vista, mia dolce piccola Madoka.
Stasera verrò a trovarti: penso che ti farà piacere sapere che ti ho ritrovata anche qui, dove tutto è cominciato.
Non vedo l’ora di chiacchierare con te, Madoka.



433 parole…. E STOP!
Angolo del manicomio!
E fu così che arrivammo alla fine, tenendoci felicemente per mano. (no, non è vero!)
Ed eccoci arrivati all’ultimo capitolo della storia. Ho avuto qualche difficoltà a scriverlo, perché come tutti i finali che si rispettino, doveva essere il più decente. Ci sono riuscita? E’ un disastro totale? Al fandom l’ardua sentenza. u.u
In tutto questo volevo ringraziare un’utente, perché grazie alle sue critiche non ho smesso di scrivere questa storia: Violet Baudelaire, sto parlando con te! ;) *luci sul palco sulla diretta interessata*
Grazie davvero tanto, perché sei stata precisa e diretta, ma senza offendermi o essere volgare (perché il mondo è brutto e le persone di questo tipo ci sono, purtroppo!).
So che preferisci tutt’altra coppia, ma questo capitolo è todo por tì, espero que te gustas! (perché lo spagnolo? Perché spagnoleggiare fa sempre apparire fighi u.u)
Per tutti gli altri, spero abbiate gradito l’ennesima fan fiction su Madoka ee alla prossima! 

 

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