L'amore vero non bussa alla porta del cuore, entra e basta.

di mychemicalromance96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo, Firenze estate, 2013 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Inizio estate.. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Amicizia. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Il suo sguardo impresso nella mia mente. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Il tramonto nei suoi occhi. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Il potere dei suoi occhi. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Qualcosa di inaspettato. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7: Luglio. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8: Paura, insicurezza. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9: Avere fiducia. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10: Situazione difficile. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11: Desideri d'amore. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12: Tu mi completi. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13: Una lettera improvvisa. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14: Dolore ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15: Un-break my heart. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16: Lei tutto per lui. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17: Insieme, uniti per sempre. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18: L'amore ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19: Noi ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20: Occhi castano. ***
Capitolo 22: *** ~Info~ ***
Capitolo 23: *** Capitolo 21: Sentimenti amplificati. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 22: Intruso. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 23: Il forte potere dell'amore. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 24: Un amore che cresce sempre più. ***
Capitolo 27: *** Capitolo 25: Ritrovati. ***
Capitolo 28: *** Capitolo 26: Dolorosa notizia. ***
Capitolo 29: *** Capitolo 27: Amici, musica, unione, amore. ***
Capitolo 30: *** Capitolo 28: Lui, il mio mondo. ***
Capitolo 31: *** Capitolo 29: Il cuore è la casa del vero amore. ***
Capitolo 32: *** ~~~AVVISO~~~ ***



Capitolo 1
*** Prologo, Firenze estate, 2013 ***


Firenze, giugno 2013. 
"Ho smesso di vivere nel mondo dei sogni da quando ho subito molte delusioni proprio dalle persone che amavo.
Ho smesso di rincorrere sogni irrealizzabili da quando non sono mai stata in grado di poterne realizzare uno soltanto.
Ho smesso di credere a promesse magnifiche da parte di chiunque, da parte di quelle persone sempre felici e con il sorriso fotografico stampato sulle labbra.
Ho imparato molte cose durante questo breve viaggio della mia vita, ma se c'e una cosa alla quale non rinuncerò mai è l'amore.
Già l'amore, un sentimento così potente in grado di travolgere il cuore di un essere umano, facendolo sentire vivo, completo con l'altra parte di se.''
Mi chiamo Giulia, ho 17 anni e questa è la mia storia..
''Certo che sei instancabile, stiamo correndo da più di un mezzora senza riposarci un po.'' 
Io e la mia migliore amica Federica tutti i pomeriggi d'estate amavamo correre nei parchi di Firenze.
Ero fiorentina, come anche i miei genitori, entrambi professori d'università.
"D'accordo riposiamoci un po'' dissi guardando lontano verso la chiesa di Santa Maria del Fiore.
Sedute all'ombra di un grande albero restammo per un po in silenzio cercando di riprendere fiato.
Solo in quel momento mi ero resa conto del caldo che faceva e che quella corsa era stata davvero stancante.
''Non dovremmo più correre di giorno sopratutto d'estate. 
Ogni anno sembra far sempre più caldo.'' Mi disse Federica rivolgendomi uno sguardo preoccupato e stanco.
Prima di risponderle restai a guardare tutto ciò che mi circondava, bambini si rincorrevano felici noncuranti del caldo stremante, adulti che come noi erano seduti all'ombra degli alberi cercando di sentire un po di freschezza sul corpo sudato.
Tutto intorno sembrava procedere lentamente, in modo pigro, proprio come il mio cuore che piano piano rallentava di battiti ristabilizzandosi.
''Esiste l'altra parte di se Federica?" chiesi improvvisamente alla mia amica senza neppure rendermi conto della domanda che le avevo posto.
''Cosa?" mi guardo' stupita.
''L'altra parte di se... ognuno di noi ha la propria parte di se.'' Continuai senza capire per quale motivo avevo messo in mezzo quell'aegomento che avevo sempre custodito nel mio cuore.
Sebbene conoscevo Federica dal primo giorno di liceo classico, non avevo parlato molto con lei dell'amore in modo profondo, ma solo delle nostre relazioni avute durante tutto quel periodo di conoscenza.
Lei a differenza mia era stata con 4 ragazzi, io avevo avuto solo una relazione l'anno precedente durata poco perché il mio ex voleva arrivare dopo solo un mese a fare cose che io non volevo assolutamente.
L'amore non è questo, certo non bisogna stabilire dopo quanto tempo si deve fare l'amore per la prima volta però neppure dopo un mese che ci conlscevamo.
Cosa mai poteva nascere in un mese? Poche cose, era sempre questa la risposta che mi davo.
Mi piaceva molto Luca, il quale frequentava ormai l'universita'. 
Ma in quel mese era nato solo attrazione non ancora amore.
''Io penso che prima di trovare l'altra parte di se, bisogna vivere le proprie esperienze, crescere, maturare, formarsi interiormente e capire sopratutto cosa si vuole davvero da una persona con la quale vorremmo vivere la nostra vita.'' Mi rispose Federica alzandosi lentamente.
''Già hai ragione, senza mai smettere di amare...'' aggiunsi con un piccolo sorriso.
''Solo subendo le proprie delusioni si potrà capire un giorno chi è la propria parte di se.'' Continuò sorridendomi.
A quel punto mi alzai anche io.
''Credi che tutti noi abbiamo la propria parte di se?" Osservai il suo sguardo serio, e questo mi spinse a capire che voleva sapere davvero cosa ne pensavo di tutto quel discorso che avevo introdotto senza una ragione valida, come spesso mi accadeva di fare.
''Ognuno di noi ha la propria metà, non sappiamo quando arriva, ma so che esiste per tutti e prima o poi arriverà. Solo trovando l'altra parte di se un essere umano si sente finalmente completo dopo aver vagato sul mondo solitario in cerca di questa per sentirsi felice.'' Dissi osservando il sole che tramontava dietro la chiesa.
''Torniamo a casa, devo assolutamente farmi una doccia, domani abbiamo anche il concerto con i ragazzi.'' Mi disse piena di gioia.
Anche io ero stra felice.
Suonare la chitarra elettrica era la mia passione, uno strumento musicale che amavo fin da quando ero bambina.
Al ritorno verso le proprie case, passeggiammo tranquillamente per le stradine fiorentine affollate di persone intente a fare i propri acquisti estivi.
Io e la mia migliore amica ci perdemmo nelle nostre risate, nei nostri discorsi che oscillavano tra la serietà e la demenza come solito far nostro.
L'amore dei veri amici è quello che non muore mai.
L'amore dei veri amici è quello che entra nel cuore senza bussare, si insinua dentro l'anima rendendola un tutt'uno con esso.
Anima e cuore due entità supreme per l'uomo, come la ragione. 
Tutto è dominato da questi, ma l'amore quello.. no non riescono a controllare anche l'amore... è l'amore a dominare loro in modo nobile e supremo.
Ma anche amando davvero una persona oltre l'amicizia questo accade...
Provare amore per qualcuno è come sentirsi travolti da un fiume in piena, un fiume che rappresenta la propria esistenza.
Già, perché l'amore segna profondamente la vita di ogni essere umano, peccatore e mortale.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: Inizio estate.. ***


Il giorno dopo mi svegliai ripensando alla conversazione avuta con la mia migliore amica il giorno prima. Mi alzai dal letto con una strana energia nonostante facesse molto caldo, e provai una bellissima sensazione quando i miei piedi nudi toccarono il fresco parquet. La mia camera era colma di poster di vari gruppi rock, e abbastanza grande per un letto una scrivania e un armadio. Sulla sinistra del letto vi era un grande balcone che affacciava sulla grande piazza fiorentina, alla cui destra vi era la chiesa di Santa Maria del Fiore. Uscii fuori osservando come la città piano piano si risvegliasse, proprio come me per affrontare un altra afosa giornata con energia. In lontananza le auto iniziavano a rimettersi in moto, ognuna diretta ad una meta differente. Chiusi gli occhi assaporando con piacere l'odore estivo, di quella giovinezza che solo l'estate è in grado di dare. Ascoltavo i battiti lenti del mio cuore accelerare sempre più per tutte le emozioni che stavo provando. Guardai il cielo azzurro, ammirandone la sua purezza, la sua delicatezza. Un giorno avrei spiccato finalmente il volo, raggiungendolo. Sarebbe stato davvero bellissimo poter volare, guardare tutto da un altra prospettiva, ammirare tutto con occhi nuovi e diversi, gettando via la vita precedente e realizzando il mio più grande sogno, il volo verso una vita diversa con la mia metà. Già l'altra parte di me che un giorno avrebbe compreso il mio più grande desiderio e insieme l'avremmo condiviso. In fondo la vita non è stare con i piedi per terra, ma è quella spinta verso l'alto, verso il cielo azzurro, il cielo stellato di notte, perfezionando il proprio spirito, la propria essenza. Sebbene ero molto realista, non avrei mai rinunciato al mio sogno, in fondo si potrebbe mai definire vita vivere senza almeno un sogno, una meta, un obbiettivo? Corsi in camera, dopo una fresca doccia decisi cosa indossare quella mattina. Di sera avrei suonato con i miei amici in un locale. Spesso venivamo chiamati dai locali della zona per qualche serata all'insegna del buon rock. Erano molti coloro che apprezzavano la mia band, i Silent Pain. Presi le prime cose che i miei occhi notarono, dei pantaloncini di jeans e una maglietta bianca dell' hard rock. Raccolsi i miei lunghi capelli castano in una coda e truccando leggermente gli occhi verdi, scesi giù in cucina. Casa mia era molto grande, e sebbene provenivo da una famiglia benestante non mi ero mai comportata da classica figlia di papà, se c'èra una cosa che i miei genitori mi avevano insegnato più di ogni altra cosa era quella di dover essere umili nei confronti prima di se stessi e poi con gli altri. Ma mai farsi mettere i piedi in testa. Quel lunedì mattina i miei genitori, erano intenti a fare colazione in soggiorno guardando il tg. ''Buongiorno'' dissi loro prendendo un cornetto al cioccolato da un piatto e dirigendomi sul divano bianco di pelle. ''Buongiorno tesoro, già pronta per una nuova giornata?" mi risposero anche loro contenti. I miei genitori erano giovani, mio padre aveva quarantasette anni e mia madre trentasette. Dopo di me non riuscirono ad avere un altro figlio, ma questo non li ha mai rattristati. Mi dicevano sempre che la loro felicità ero io, e che mi avrebbero sempre amata. Come infatti mantenevano sempre la loro promessa d'amore. Anche quando mi sgridavano per qualcosa che non avrei dovuto fare, dopo mi rendevo conto che lo facevano solo per migliorarmi, per farmi crescere interiormente e fammi affrontare la vita sempre con coraggio e con forza. Li amavo davvero tanto. Non li avevo mai fatti sentire soli, ero con loro nei momenti brutti, c'ero sempre come loro c'erano per me. Dopo colazione uscii per una passeggiata con la mia band.. Una band non solo dal punto di vista musicale, ma una band vera e propria, niente e nessuno sarebbe stato in grando di separarci. L'amore vince sempre sul male, di questo ne ero pienamente consapevole, e sebbene per molti l'amore sembrava essere solo un utopia, un qualcosa di raro, dato il modo di creare oggigiorno dei rapporti, io ero del parare che l'amore vive comunque anche se il mondo dovesse andare a rotoli definitivamente, perché è custodito dentro ognuno di noi, il solo problema è che molti lo trasformano in odio per ragioni diverse. Ci incontrammo tutti alle 10.30 davanti alla grande fontana storica che costeggiava al centro della piazza sotto casa mia. Eravamo in tutto 5 di noi a completare quel mio mondo magico. Federica, Lorenzo , Paolo e Lucia. Federica e Lorenzo erano fidanzati mentre Paolo e Lucia erano fratelli. Io e Federica eravamo nella stessa classe, mentre Lorenzo Paolo e Lucia frequentavano il liceo linguistico. Tutti avevamo finito il 3 anno. ''Hey ragazzi'' dissi loro con tono autoritario come solito mio fare, naturalmente scherzando. ''Ecco che arriva colei che vuole comandare i suoi migliori amici.'' Disse Lorenzo dopo aver dato un dolce bacio a Federica. Dallo stile venivamo considerati rockettari, in particolar modo Paolo per il suo gusto nel portare catenine d'acciaio ai lati dei jeans. Una cosa che apprezzavo dei miei amici e che nessuno fumava canne o si drogava, bevevamo qualcosa ogni tanto, giusto per.. ''Se non ci fossi io voi non sapeste che fare.'' Dissi cercando di assumere un aria molto presuntuosa, ma come al solito non ci riuscì, a tal punto che scoppiammo tutti a ridere. ''Dai ragazzi andiamo nella nostra saletta, le prove ci aspettano, il grande concerto di stasera sarà un grande figurone.'' Gridò come un matto Lorenzo. ''Ma cosa ha da gridare così tanto?" chiesero Paolo e Lucia spaventati. ''E' il solito cretino!" ripose loro Federica abituata alle scenate del suo ragazzo fatte per strada. Ci dirigemmo tutti e 5 verso la nostra saletta dietro la chiesa, pronti per scatenarci per la serata che sarebbe arrivata, pronti per caricarci di adrenalina.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Amicizia. ***


"Ragazzi siete pronti? Manca poco!" La voce di Lorenzo sembrava davvero lontana per tutti noi, intenti ad accordare per l'ultima volta le proprie chitarre. Ero davvero felice quella sera, proprio come tutte le volte che dovevamo esibirci. Suonando la chitarra riuscivo a sfogarmi, a cacciare fuori tutta la rabbia che provavo nei confronti della dura realtà, nei confronti di un mondo ingiusto. Era questo l'effetto che mi procurava suonare. Il fatto di suonare su un palco davanti a tante persone mi piaceva tantissimo, mi faceva sentire importante. Ma tralasciando questo, per me contava il suonare con i miei amici. Suonavamo da due anni ormai e con le chitarre io, Lorenzo e Federica eravamo davvero bravi. Io avevo imparato da sola, seguendo dei corsi online. Mi piaceva imparare quando potevo da autodidatta. Quella sera suonammo in un locale abbastanza conosciuto a Firenze, al Pop Cafe'. Era un locale davvero molto grande, da permetterci di suonare in una grande sala interna. Era già tutto pronto, nella sala il palco era stato messo al centro dove tutto intorno erano stati messi guanti tavolini con posti a sedere. I ragazzi entravano sempre di più, e ad ogni persona che entrava il mio cuore batteva sempre di più. Un po di ansia l'avevo sempre. Dopo dieci minuti salimmo sul palco, tutti si alzarono iniziando ad applaudirci con urla e fischi. "Salve gente, questa sera i Silent Pain suoneranno per voi.'' Gridò Paolo. Alle sue parole tutti risposero con altre grida di gioia. In quel momento la sala si illuminò di luci viola e bianche, e la musica partì. Il primo pezzo che suonammo fu In the end de Black Veil Brides. L'adrenalina iniziava a scorrere sempre più veloce nel mio copro, tutto diventava sempre più forte, ogni cosa che vedevo si accentuava sempre più. Il cuore mi batteva forte. Era la mia serata, quella era la nostra serata. Nel momento dei grandi assoli di chitarra elettrica diedi il meglio di me, suonando anche tra il pubblico. Tutti saltavano cantando insieme a noi la canzone. Era bellissimo, mi sentivo al settimo cielo. I brani seguenti che suonammo furono dei Metallica e degli Opeth. Alla fine del concerto tanti ragazzi, altri amici del liceo e di classe ci vennero incontro salitandoci con calorose pacche sulle spalle. ''Siete stati davvero grandi ragazzi, complimenti davvero, scegliete sempre pezzi incredibili.'' Ci disse un compagno di classe mio e di Federica, Aldo, fan sfegatato della nostra band. Era stato davvero un concertone. A fine serata, dopo aver salutato tutti i nostri amici decidemmo di fare un giro per Firenze notturna sulle moto di Lorenzo e Paolo. Due Yamaha nere r125. Erano le 2.00 della notte e per le strade non c'era nessuno, solo noi neri come la notte. Solo le luci bianche dei lampioni andavano in contrasto con la nostra oscurità. Io ero sulla moto di Paolo insieme a Lucia, e ad un certo punto mentre i ragazzi guidavano lungo una strada dritta immersa nel buio della notte, mi alzai dalla moto sentendo immediatamente il vento sfiorare con forza il mio viso. In lontananza, vedevo tante case ammucchiate tra loro come se stessero aspettando il nostro arrivo. Gridai con tutto il fiato che avevo in gola, sfrecciando contro la notte, contro l'oscurità, distruggendo quella sensazione di paura che voleva sempre far provare nell'animo dell'uomo. Noi eravamo forti, eravamo un tutt'uno per noi. Eravamo la forza per ognuno di noi. Niente, nulla poteva farci paura, perché con noi c'era l'amore, già l'amore... L'amore vince su ogni cosa, proiettando il cuore dell'essere umano verso l'orizzonte, verso ciò che tutti chiamano mistero. Anche a noi spinse quella notte d'estate verso quell'orizzonte misterioso che vedevamo davanti ai nostri occhi. Ero felice, ero libera con loro, la mia seconda famiglia.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Il suo sguardo impresso nella mia mente. ***


Il giorno dopo il concerto, di pomeriggio decisi di passeggiare un po da sola in giro per la città. Non passeggiavo quasi mai da sola, e quando capitava era per un motivo molto valido. Trovare una risposta a qualche mia domanda interiore. Quel giorno il cielo era di un azzurro limpido, così bello che mi sarebbe piaciuto restare a guardare le sue sfumature rossastre che piano piano avrebbe assunto. Con le cuffie nelle orecchie e un pezzo dei Modà, la notte , passeggiai per via Colluccio Salutati. A quell'ora di tardo pomeriggio per le strade c'era molta gente, ognuna con i propri pensieri per la testa, ognuna con qualcosa inciso nel proprio cuore. C'era una fila di negozi che amavo tanto di quella via, tutti di musica. In particolare ve ne era uno, Casa Musicale. Era un negozio molto grande a due piani, ricco di tanti album musicali dei più grandi artisti del mondo della musica e non. In quel negozio potevi trovare di tutto, anche album di artisti per nulla conosciuti, ma le loro canzoni potevano piacerti lo stesso, dato che il proprietario Filippo Rosetti te le faceva sentire stesso li nel negozio. Oramai io e lui ci conoscevamo così tanto bene che avevo deciso di invitarlo alla mia festa di 18 anni l'anno seguente. Aveva una trentina d'anni, un tipo rock con indosso sempre un giubbotto di pelle nera diverso, jeans e converse ai piedi. Era sposato, e una volta ebbi modo di conoscere sua moglie stesso nel negozio, anche lei una tipa rock, dai lunghi capelli neri con piccole ciocche colorate di viola. Il suo negozio era un mondo per me, un mondo diverso da quello nel quale vivevo. Appena entravo li, mi sentivo subito meglio, ogni preoccupazione andava via dal mio cuore, rendendolo subito più leggero. Anche quel giorno decisi di andarlo a trovare e perdermi tra le nuove canzoni dei miei gruppi preferiti e magari scoprendone di nuovi. Appena nel negozio trovai Filippo intento a parlare con un acquirente di un album dei Guns n' roses, Use your illusion. Fu' uno degli album più costosi nel mondo della musica quando uscì negli anni 80. ''Ciao Filippo.'' Lo salutai felice di rivederlo dopo una settimana che non ero passata nel suo negozio. ''Hey piccola rocker, da quanto tempo che non ci si rivede. Sono arrivati nuovi album sia dei Green Day e degli Avenged Sevenfold.'' Mi disse con il suo solito sorriso luminoso. ''Comunque si, quest'album ha anche una seconda uscita, è al piano di sopra, ora te lo porto.'' Disse rivolto poi all'acquirente che sembrava davvero interessato all'acquisto di quei due album. Solo in quel momento mi resi conto che si trattava di un ragazzo della mia stessa età. La prima cosa che vidi di lui fu il sorriso, splendido, un sorriso che non avevo mai visto. Ma la cosa che mi stupì di lui maggiormente furono i suoi occhi verdi come lo smeraldo. Anche lui dall'aspetto sembrava proprio un ragazzo rocker, indossava una camicia nera con le maniche arrotolate a metà sulle braccia, un jeans stracciato e converse nere. I suoi capelli neri abbastanza lunghi sembravano confondersi con il nero della sua camicia. Portava anche due piercing, uno all'orecchio sinistro e un altro sul sopracciglio destro. Anche lui sembrò essere attratto dal mio stile, ma pensai solo da quello. Io invece... io restai attratta completamente da lui. ''E' stupendo.'' Pensai con il cuore che iniziò a battermi forte come un cavallo in piena corsa. Neppure con Lorenzo avevo avuto questo effetto, eppure anche lui era un bellissimo, ma c'era qualcosa negli occhi di quel ragazzo che mi colpirono subito, qualcosa che mi sembrava lontanamente familiare, ma non riuscì a capire bene cosa fosse perché girò lo sguardo verso Filippo che era appena tornato da noi. ''Ecco a te, questa è la seconda uscita dell'album.'' Porgendogli l'album osservai le sue mani mentre lo prendevano. In tutto ciò io ero a un metro di distanza da loro e guardavo come un ebete il ragazzo. ''Grazie mille, compro tutti e due Filippo.'' Disse con voce profonda e calda. Aveva una voce stupenda. Prima di uscire dal negozio mi rivolse un ultimo sguardo, e quella volta sorrise anche. I suoi denti bianchi sembravano irreali. Ma il mio sogno durò poco perché appena fuori dal negozio una ragazza alta quanto lui e bionda gli mise un braccio sotto il suo e camminando felici scomparvero dalla mia visuale. Sentì il cuore diattuggersi in tante scheggie di vetro taglienti. ''Cazzo, non è possibile.'' Dissi senza rendermi conto di aver parlato ad alta voce. ''Cosa?" Mi chiese Filippo preoccupato. ''Oh niente.'' Diventai immediatamente rossa in viso per la vergogna. ''Ti piace quel ragazzo vero?" Mi domandò maliziosamente. ''Chi? Quello li? No che dici." Cercai di dirgli in modo convincente ma evidentemente non ci riuscì perché Filippo scoppiò a ridere. ''Non ti piace? Ma se lo stavi guardando sbavando come un lama da quando sei entrata nel negozio." Disse continuando a ridere. ''Si è davvero notato?" Pensai tra me e me con vergogna. ''Era la sua ragazza quella?" Gli chiesi con faccia tosta. ''Non so dirti Angela, davvero non lo so. Viene spesso nel negozio come te, però non so se quella è la ragazza, ma conosco solo i suoi gusti musicali e che è di Firenze.'' Mi spiegò con tutta serietà. Possibile che non l'avevo mai visto prima nel negozio? Pensai tra me e me stupita. Dopo aver acquistato l'ultimo album dei green day e uscita dal negozio di Filippo, per tutto il tragitto verso casa pensai ai suoi occhi verdi, oramai impressi nella mia mente, al suo splendido sorriso. Guardando il cielo del tutto rossastro, sperai tanto che l'avrei rincontrato.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Il tramonto nei suoi occhi. ***


Un pomeriggio di fine giugno decisi di passeggiare in compagnia della mia musica. Quel giorno stavo un po giù. Avevo chiesto a Federica di uscire con me anche per degli acquisti in giro, ma non poté poiché doveva restare a casa, solita punizione per essere tornata troppo tardi la scorsa notte, due giorni senza uscire di casa. I suoi genitori erano abbastanza rigidi nel darle punizioni. Stavo male per lei. Il sole splendeva ancora in tutte le sue giallastre sfumature nel cielo, quando decisi di passeggiare in un parco vicino il fiume Arno. Era davvero uno dei parchi più belli che si potessero visitare a Firenze. Molto grande, ricco di verde e aiuole. Alla destra del parco c'era il fiume così lungo che sembrava condurre verso l'infinito. Ogni volta che lo guardavo era questa l'idea che mi trasmetteva. Ma la cosa cosa che mi spingeva maggiormente per essere li, era quella di osservare il sole tramontare insieme all'Arno. Tutti i suoi bagliori rossastro-viola ad un certo punto si riflettevano sullo strato superficiale dell'acqua. Uno spettacolo da mozzare il fiato. ''Bellissimo vero?" Sentì dire da qualcuno alla mia destra. Mi girai e in quel momento, in quel preciso instante il mio cuore iniziò a battere all'impazzata. Era lui, era il ragazzo stupendo che avevo visto nel negozio di musica di Filippo. Il ragazzo dai bellissimi occhi verde smeraldo. ''Oh si..'' riuscì a dire, diventando subito rossa in viso. Il tramonto sembrava riflettersi nei suoi occhi, confondendosi con quel verde innaturale. ''Altro che tramonto..'' pensai guardando come ipnotizzata i suoi occhi. ''Non ci siamo ancora presentati, io sono Alessio.'' Il suo sorriso mostrò di nuovo i suoi denti bianchissimi. ''Io sono Giulia.'' Dissi con un mezzo sorriso. Se avrei sorriso del tutto, di certo avrei assunto un espressione da ebete. ''Quanti anni hai?" Mi chiese osservandomi dalla testa ai piedi. Mi sentivo osservata un po troppo da lui in quel modo, infatti si accorse del mio imbarazzo che subito smise di osservarmi. ''17 da poco compiuti, e tu?" ''18, ho finito il quarto anno di liceo classico.'' ''Anche io sto al liceo classico.'' Gli dissi stupita. Possibile che neppure nel liceo l'avevo mai visto?! ''Davvero? Eppure non ti ho mai vista..'' Mi disse sconcertato. In quel momento cadde un profondo silenzio, un silenzio che mi fece provare un po di imbarazzo a tal punto di distogliere lo sguardo dal suo viso e guardare il tramonto. ''Sono davvero belli i tuoi occhi sai?" La sua voce dietro le mie spalle fece sussultare nuovamente il mio cuore. Quelle parole entrarono nel mio cuore e da li non sarebbero mai uscite. Voltandomi lentamente restai a fissare nuovamente i suoi bellissimi occhi. ''Davvero?" Chiesi con imbarazzo. Sentivo il viso caldo, quasi stesse per esplodere. "Si, ma non pensavo che un semplice complimento ti facesse così tanto arrossire.'' Rise di gusto. Anche io scoppiai a ridere. Sembrava esserci sintonia tra noi, un qualcosa di familiare che ci univa nel profondo. Rivolgendo di nuovo lo sguardo verso il tramonto cercai di trovare una definizione, un termine a quella strana cosa che sembrava unirci. Ad un tratto ebbi la risposta. ''E' una strana forza non trovi?" Mi disse ad un tratto serio. ''Cosa?" Gli chiesi senza aver capito. ''Nelle nostre risa c'era una strana forza, non l'hai sentita?" Mi chiese scrutando nei miei occhi. Ecco cosa era. Una strana forza ci univa. ''Si, hai ragione, è vero..'' Sentivo il cuore battermi forte. ''Hey scusami ma adesso devo scappare, ti va se ci vediamo anche domani qui alla stessa ora?" Mi chiese in attesa di una mia risposta. ''Oh certo, va bene.'' Riposi felice. ''D'accordo, a domani allora Giulia..'' Così dicendo corse via, ma improvvisamente, mentre me ne stavo andando anche io sentì chiamarmi. Voltandomi vidi Alessio girato verso di me a due metri di distanza. ''Volevo dirti che sei simpatica.'' Ancora una volta il suo sorriso mi riscaldò il cuore. Sorrisi e timidamente mi voltai. Come un fiume in piena che mi scorreva nel petto corsi a casa. I suoi occhi, il suo sguardo erano diventati un tramonto stupendo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Il potere dei suoi occhi. ***


Il giorno che seguì fu per me il più bello della mia vita. Per tutta la notte non avevo dormito, pensando continuamente alla conversazione avuta per caso con lui, Alessio. Per tutta la notte non avevo fatto altro che pensare ai suoi occhi stupendi, e al suo sorriso solare. La mattina seguente avevo chiamato Federica per raccontarle quello che era successo, e lei mi disse che non lo conosceva, altrimenti mi avrebbe potuto dare qualche consiglio,o qualche informazione su di lui. Quello sarebbe stato l'ultimo giorno che la mia migliore amica sarebbe rimasta in punizione, per fortuna. Purtroppo non potevo neppure andarla a trovare. Solo una volta lo feci, ma i suoi lo vennero a scoprire chissà come, e se la presero maledettamente con lei, nonostante spiegai più volte loro che la colpa era stata la mia e non la sua. Ma nulla da fare. Dopo pranzo decisi di incontrarmi con i miei amici nella nostra saletta. I miei quel giorno erano fuori tutta una giornata, erano andati a trovare alcuni miei parenti fuori città. Volevano portare anche me, ma avevo preferito stare con i miei amici. I parenti di mio padre erano abbastanza noiosi. ''Ecco chi arriva!" Disse Lorenzo mentre accordava la sua chitarra acustica, seduto su un divanetto verde. La nostra saletta era un po piccola per tutto quello che conteneva, ovvero, un divanetto, una scrivania con un pc con il quale sceglievamo le canzoni da provare, tre amplificatori e un muschio di chitarre elettriche, acustiche e classiche appese alle pareti gialle. Però vi era un piccolo terrazzino che affacciava sul lato opposto della chiesa. Mi piaceva molto affacciarmi da li e immergermi nei miei pensieri. ''Ciao ragazzi, come state?" Chiesi loro sprofondando nel morbido divanetto accanto al mio amico Lorenzo. ''Uhm bene, però la signorina qui presente credo debba dirci qualcosa!" Disse Lorenzo mentre aiutava Lucia a mettere in ordine alcuni CD in uno scaffale accanto alla scrivania. ''Cosa devo dirvi?" Chiesi loro stupita. ''Lo sai, lo sai.'' Il suo sorriso malizioso mi fece capire una mezza cosa, ma non feci in tempo di parlare che lui prevalse. ''Le piace un ragazzo!" Disse, sia io che Paolo e Lucia restammo perplessi. ''Chi ti ha detto una cosa del genere?" Gli chiesi lanciandogli contro un cuscino. Lorenzo scoppiò a ridere. ''Secondo te?" Mi disse Lucia anche lei scoppiando a ridere mentre Paolo raccoglieva da terra il cuscino per lanciarmelo contro. ''Perché Federica deve sempre spargere in giro quello che le dico?!" Dissi arrabbiata. ''Ma tutto ciò che le dici, lei lo racconta solo a noi, i tuoi migliori amici. Se dovremmo aspettare te per raccontarci qualcosa, saremmo già morti.'' Di nuovo Lorenzo scoppiò a ridere. In fondo avevano ragione, loro erano i miei migliori amici però un po ad essere sincera mi dava fastidio come si comportava Federica. Anche se stava in punizione, trovava il modo per raccontare loro qualcosa di mio. ''Voi lo conoscete, visto che Federica vi ha detto tutto quello che le ho raccontato..'' ''..Come al solito tra l'altro.'' Aggiunse Lucia sedutasi al mio fianco. ''Io lo conosco in verità.'' Mi disse Paolo. Prestai lui tutta la mia completa attenzione. ''Lo conosco perché anche lui come noi ha una band, però non so se si esibisce ancora. Lo conobbi 3 anni fa a quel concerto dei Muse a Torino, nel bus per la precisione. Al suo fianco ricordo che c'era una ragazza mora molto cordiale e semplice, la sua ragazza. Mi era simpatico quel ragazzo, parlava di argomenti molto profondi, molto maturo e aperto ad una pura vita, come disse egli stesso nel bus.'' Ascoltavo con il cuore che mi batteva forte tutto quello che il mio amico raccontava. Notai che anche Lucia e Lorenzo ascoltavano attentamente. ''Ogni tanto quando lo vedo chiacchieramo anche per un bel po, si è creata una bella amicizia tra noi.'' Disse in ultimo con un piccolo sorriso. ''L'altra volta lo vidi con una ragazza bionda al suo fianco appena uscì dal negozio di Filippo. Fu la prima volta che lo vidi.'' Ero confusa. ''Non so dirti se era la stessa ragazza, magari ha cambiato colore di capelli, non so se è ancora fidanzato.'' Mi disse sconcertato. Guardai l'orologio sul PC, erano le 17.30. ''Devo scappare ragazzi, ci vediamo presto.'' Dissi correndo come un razzo verso l'uscita. Non riuscì a sentire neppure quello che i miei amici dissero in ultimo che ero già per strada, intraprendendo la strada verso il parco sul fiume Arno. Quel giorno il cielo con le sue sfumature azzurro-viola sembrò placare il mio animo interiore, tranquillizandomi, proteggendomi da ogni male. Appena entrano in quel parco mi sentivo subito meglio, mi sentivo sicura da ogni preoccupazione interiore. Non riuscivo a capire come questo era possibile, ma ero consapevole del fatto che la natura ha un potere strabiliante su chi crede in essa. La natura è vita. Molte persone come ogni giorno erano li, ognuna per un motivo diverso ma ben preciso. Molti sicuramente provavo il mio stesso effetto, la mia stessa sensazione rassicurante, e magari ringraziavano anche la natura per ciò che era in grado di fare loro. Raggiunsi lo steccato che affacciava direttamente sul ponte. Di nuovo le sfumature violastre riflettevano sulla superficie dell'acqua. Era uno spettacolo che seppur avevo visto migliaia di volte mi stupiva come se fosse sempre la prima volta. Proprio in quel momento, mentre ero persa completamente nei miei pensieri più profondi, sentì la mano di qualcuno stringere con forza ma al contempo con una strana delicatezza la mia spalla destra. Voltandomi, vidi gli occhi di Alessio penetrare nei miei. Li osservai attentamente, mentre assumevano sfumature viola come il cielo. ''Buonasera..'' Mi salutò dandomi un bacio delicato su una guancia. Avevo il cuore battermi all'impazzata. ''Ciao..'' Riuscì a dire con un filo di voce, ma cercai subito di riprendermi. ''Come stai? Meglio rispetto a ieri?" Mi chiese leggendo nei miei occhi un qualcosa che solo lui seppe capire cosa. ''Perché meglio di ieri?" Gli chiesi cercando anche io di leggere qualcosa nei suoi occhi. ''Uhm perché eri molto triste, la prima cosa che ho letto nei tuoi occhi quando ti vidi nel negozio di Filippo è stata tristezza.'' Mi disse serio. ''Tristezza..?" Pensai stupita. ''Davvero?" Gli chiesi, nessuno dopotutto era mai riuscito a leggere nei miei occhi e lui ci era riuscito, trovando proprio quell'emozione che era dentro di me da molto tempo. La tristezza per tutto ciò che vedevo, la tristezza per il mondo ingiusto nel quale vivevo. Tristezza per tutte le ingiustizie. ''Ma forse mi sono solo sbagliato, scusami non volevo essere troppo invadente ma mi è sembrata così evidente quello che ho letto nei tuoi occhi.'' Diventò subito rosso in viso. ''No, tranquillo, beh la verità è questa, il mondo mi rende triste..'' Dissi iniziando subito a camminare non riuscendo a guardarlo in viso. Sentì Alessio seguirmi, e quando mi fu di fianco mi fermai. ''Però se c'è una cosa nella quale non smettero' di credere è l'amore. L'amore è vita.'' Dissi guardando lontano, verso il mio infinito. ''Anche io, perché l'amore porta lontano, l'amore fa volare.'' Aggiunse lui guardando nella mia stessa direzione. ''Volare?" Gli chiesi stupita per quello che aveva appena detto. ''Si, fa volare, vedere tutto da una prospettiva diversa.'' Continuava serio ma al contempo con un leggero sorriso sulle labbra. Aveva gli occhi lucidi, lucidi di un qualcosa che spesso provavo anche io quando pronunciavo la parola "volare". ''Aspetta, questo è anche il tuo sogno?" Disse improvvisamente, forse notando nei miei occhi quello stesso suo luccichio. ''Si, la vita non è stare con i piedi per terra ma è quella spinta verso l'alto.'' Dissi felice di aver trovato nel mondo qualcuno che aveva il mio stesso sogno, il mio stesso desiderio. ''Ho trovato qualcuno che ha il mio stesso sogno.'' Disse lui altrettanto felice. Ci sedemmo su una panchina e dopo un po fu lui a rompere quel silenzio gradevole. Mi resi conto che quelli, non erano silenzi che si creavano perché nessuno dei due sapeva cosa dire, ma perché entrambi riflettevamo sulle cose dette. ''Sei fidanzata?" mi disse improvvisamente riprendendo a guardarmi negli occhi. Quella domanda mi mise un po in imbarazzo. ''No, non lo sono più da un bel po.'' Dissi con indifferenza. ''Capisco...'' Disse lui. ''E te?" Gli chiesi sperando in una risposta per me positiva. Prima di rispondermi rivolse lo sguardo verso il sole che tramontava dietro l'Arno. ''Anche io lo ero, ma sono stato lasciato, o meglio tradito da colei che amavo con tutto me stesso. Purtroppo quando dai molto amore ad una persona che non lo merita ecco cosa succede. Ad essere troppo buoni nella vita non va bene.'' Il suo sguardo si incupii. ''Scusami non volevo...''Dissi dispiaciuta. ''Oh no non ti devi scusare, tranquilla, il dolore purtroppo sai che resterà...'' Mi disse con un mezzo sorriso. ''Resterà fino a quando non arriverà quella persona in grando di travolgere la tua vita.'' Dissi senza neppure rendermi conto di quello che avevo detto. ''Hai ragione. Ah la ragazza bionda al mio fianco quel giorno fuori dal negozio di Filippo era mia sorella.'' Il suo sorriso placò il mio cuore. Sorrisi timidamente. ''Ti va di scambiarci i numeri di cellulare? Possiamo sentirci di più, sempre se vuoi.'' Disse alzando le sopracciglia. ''Oh certo, va bene.'' Risposi in preda da tante emozioni tutte messe insieme. ''Perfetto, mi sei davvero simpatica, dico sul serio, sei diversa da tutte le altre ragazze, me ne sono reso conto subito.'' ''Da cosa te ne sei reso conto?" Chiesi ''Dallo sguardo, da quello che c'è nei tuoi occhi, dal fatto che sei una ragazza matura.'' Mi disse sorridendo. Restai stupita. Come aveva fatto a capire tutto questo di me in nemmeno 3 giorni?! Restamml ancora un altro po insieme, fino a quando dovetti tornare a casa. Alessio decise di accompagnarmi fin sotto casa. Mi disse che abitava proprio accanto alla chiesa, non era molto lontano da me. Arrivati sotto casa mia, restammo a guardarci per un bel po negli occhi dell'altro. Quella volta sembrò non esserci alcun imbarazzo da parte mia, mi sentivo sicura a guardarlo negli occhi, limpidi, puri. Riuscivo a sentire le vibrazioni dei battiti continui del mio cuore in tutto il corpo. Sentivo quel fiume in piena scorrere velocemente nel mio corpo. ''Ci sentiamo Giulia, ciao.'' Disse e avvicinandosi a me, mi diede un bacio su una guancia. Quando fui in casa, corsi in camera come un razzo strafelice. Ero felice, ero davvero felice.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Qualcosa di inaspettato. ***


Dopo una settimana dal nostro incontro sul fiume Arno, dopo una settimana senza essersi fatto sentire, un giorno di inizio luglio Alessio, mi chiamò al cellulare. Per tutta la settimana avevo pensato che magari avrei dovuto contattarlo io, anche con un solo messaggio per chiedergli come stava, ma c'era qualcosa dentro di me che mi aveva impedito di fare ciò, consapevole da un lato che a contattarmi sarebbe stato lui. Quel giorno ero in giro per alcuni negozi insieme a mia madre per acquisti. Le strade, come sempre erano affollate di persone. Quando lessi il suo nome sul display sentì il cuore sussultare. Una scia di emozioni prevalse subito dentro di me, sembrava automatico che tutto questo accadesse. Mi allontanai un po da mia madre la quale aveva incontrato un gruppo di amici. ''Pronto?" Dissi senza essere stata in grado di nascondere la voce tremante. ''Ciao Giulia, sono Alessio, ti disturbo?" Chiese lui dall'altro capo un po preoccupato. ''Oh no figurati, sono in giro per degli acquisti.'' Dissi senza aver più la voce tremante. ''Bene, mi scuso con te se non mi sono fatto sentire durante tutto questo arco di tempo, ti ho chiamata perché mi piacerebbe uscire di nuovo con te questa sera, sei libera?" Potei immaginare che sulle sue labbra era appena spuntato il suo magico sorriso. ''Si, sono libera questa sera." Dissi anche io sorridendo. ''Perfetto, allora passo a prenderti sotto casa alle 20.00?" ''Si va bene.'' Ero davvero felice. ''A stasera, ciao Giulia.'' Conclusa la telefonata mi sentì espoldere dalla felicità. Saremmo usciti di nuovo, quella sera. Una volta essere ritornata a casa con mia madre e aver comprato un sacco di abiti estivi mi diressi in camera per prepararmi. Solo mia madre sapeva di Alessio per il momento. Lei era davvero felice che stessi uscendo con un nuovo ragazzo e le parve non scorgere più tristezza nei miei occhi quando le parlai di lui per la prima volta. Non sapevo cosa indossare. Guardavo l'armadio indecisa, di solito agli appuntamenti ci si veste carine, pensai ricordando subito come mi vestivo quando uscivo con Luca. A volte mi capitava di indossare vestitini semplici ma carini. Decisi di indossare un vestito bianco con fiori di vario tipo e colore lungo fino alle ginocchia. Le bratelline sottili lasciavano scoperte le mie spalle, che seppur ero magra, stavo bene fisicamente. Decisi comunque di portarmi un leggero copri spalle, di sera la temperatura si abbassava sempre. Ai piedi decisi di indossare delle ballerine nere semplici. Lasciai i capelli sciolti in tanti boccoli, e dopo essermi truccata leggermente sul viso mi guardai allo specchio. Stavo davvero bene. Solo in quel momento pensai che sia io e Alessio avevamo lo stesso colore degli occhi. Che stupida, solo in quel momento ci avevo pensato, tanto che i suoi occhi mi avevano catturata. Questo fu un altra cosa che mi rese felice. I nostri occhi, lo specchio per l'altro, un proprio riflesso. Alle 20.00 precise Alessio bussò a casa mia. Come un razzo corsi al piano di sotto cercando di rispondere prima dei miei genitori. Per fortuna fu così. ''Chi è?" La mia voce era sempre tremante. ''Ciao Giulia sono io, sei pronta?" La sua voce profonda fece palpitare al mille il mio cuore. ''Si, scendo tra un attimo.'' Presi il copri spalle e salutando velocemente i miei genitori in soggiorno, scesi come un razzo le scale. Senza rendermene conto, gli avevo aperto il portone. Era appoggiato al muro con far elegante. I lunghi capelli neri come la seta gli coprivano il viso angelico. Indossava una camicia bianca, e un jeans nero, e un paio di converse bianche. Era davvero stupendo. Quando rivolse lo sguardo verso me, i nostri volti restarono a guardarsi con stupore, i nostri occhi si perdevano in quelli dell'altro. Entrambi stavamo pensando alla stessa cosa... l'uno bellissimo per l'altro. Non sentivo più nulla, se non i battiti del mio cuore pulsare come cavalli in piena corsa. Si avvicinò lentamente per osservarmi bene, non provavo imbarazzo nel suo guardarmi con molta attenzione, non provavo vergogna, ma avrei preferito che quel momento sarebbe durato in eterno, che non sarebbe mai finito. Desideravo che i suoi occhi non si sarebbero mai staccati dai miei. Quando fu vicinissimo a me, quasi da sentirne il suo respiro, mi diede un bacio sulla guancia. Un bacio caldo, carico di emozioni, le stesse emozioni che stavo provando anche io. ''Sei davvero bellissima..'' Disse con occhi lucidi. Anche i miei lo divennero. ''G-grazie'' La mia voce tremava. ''E' pura verità.. Signorina sa dove vuole andare questa sera?" Il suo sorriso era sempre bellissimo. Non capivo come la sua ex lo aveva lasciato. Oltre che bellissimo, in fondo il mio amico aveva ragione, era anche un ragazzo molto umile, molto profondo. Lo sentivo dentro di me. ''Non saprei...'' Dissi un po dispiaciuta. ''Trovato! Che ne dici se andiamo nel piccolo giardino sotto le colline?" Propose attendendo una mia risposta. Era un giardino di cui avevo sempre sentito solo parlare, ma non vi ero mai stata, era troppo lontano, ci si allontanava molto dalla Firenze centrale, si andava quasi in periferia. ''Non ci sono mai andata...'' Dissi, desiderando di volerci andare. ''Allora è arrivato il momento di andarci, ci sono tantissime cose che devi vedere di quel giardino. Ti farà restare a bocca aperta. E' il posto adatto a te.'' Il suo sorriso mi fece venire ancora più voglia di andarvi. Appena uscimmo dal mio palazzo, fuori accanto al marciapiede vi era una moto identica a quella dei miei amici, una Yamaha nera r125. ''E' tua?" Gli chiesi. ''Sisi.'' Così dicendo mi passò un casco. ''Sali.'' Mi disse felice. Una volta saliti sulla sua moto iniziai a pensare che avrei davvero guardato il mondo da un altra prospettiva quella sera. ''Stringiti forte a me...'' Disse mettendo in moto. Quando lo feci, fu bellissimo sentire le mie braccia strette intorno al suo corpo. Correva come piaceva a me, sentivo il fresco sfiorarmi con non troppa violenza il viso. Alzai lo sguardo verso il cielo stellato, ecco la luna, la quale ci guardava con il suo grande volto bianco, mentre con i suoi delicati raggi ci sfiorava lentamente il cuore. Era bello sentire il calore del suo corpo tra le mie braccia, il suo respiro, sapere che in tutto quel momento era concentrato. Man mano le case si facevano sempre più poche, le colline più vicine, fin quando tutte le case scomparvero e ci trovammo davanti a quello che tutti chiamavano il giardino dei desideri. Finalmente per la prima volta lo vedevo. In alto le colline sembravano fare da guardiane. Parcheggiammo la moto in un angolo tra alcuni alberi dove nessuno l'avrebbe vista. L'ingresso del giardino era illuminato da tanti lampioni a destra e sinistra. Conduceva verso una zona più ampia. Entrammo lentamente, attratti dalla quantità di alberi che vi era, da quelle luci bianche come la luna. Una volta dentro, le colline scomparvero. Oltre a noi c'erano alcune coppiette di fidanzati seduti su alcune panchine tra cespugli di rose o di altri fiori. Trovammo una panchina proprio accanto a un lago più in discesa. Da li, le colline si vedevano benissimo, la loro maestosità mi metteva un po di timore, ma erano altrettanto stupende. Ci sedemmo su una panchina di marmo, e restammo per un bel po a guardare quel meraviglioso spettacolo che si estendeva davanti ai nostri occhi. Accanto a noi un gruppo di lucciole giocava ronzando allegramente su delle lavande, il cui profumo alleggerì ancor di più il mio animo. Era un paradiso su quello stesso mondo che odiavo. Un paradiso nascosto e protetto dalle colline da ogni tipo di male. ''Bello vero?" Mi chiese Alessio facendosi improvvisamente più vicino a me. ''Si è davvero bellissimo, questo posto è protetto da ogni male, è un piccolo paradiso terrestre.'' Dissi con occhi lucidi. Posti così riuscivano sempre a farmi emozionare tantissimo. ''Ecco perché ho voluto condividerlo con te..'' Disse avvicinandosi verso il mio viso. ''Con me?" Chiesi perdendomi con lo sguardo tra i suoi occhi e le sue labbra stupende. ''Si, con te.. bellissima come questo paradiso..'' Così dicendo posò le sue labbra sulle mie, e quel gesto si trasformò in un bacio, un bacio non a stampo, ma carico di attrazione, carico di passione. Chiusi gli occhi assaporando ogni attimo di quel bacio stupendo. Un bacio che sembrò cantare il suo potere alla notte... Quando le nostre labbra si separarono lentamente, restammo a guardarci negli occhi per un tempo indefinito. I nostri occhi sembravano davvero il riflesso per l'altro. ''Sai...'' Iniziò a dire accarezzandomi con la mano il mio piccolo viso. ''..mi sono innamorato di te fin dal primo giorno in cui ti ho vista. Da quando ti vidi nel negozio di Filippo non ho capito più nulla..'' Il suo sguardo era serio, ma i suoi occhi sorridevano. ''Anche io..'' Dissi con altrettanta serietà. "I sentimenti non bussano alla porta del cuore.. entrano e basta.'' Disse improvvisamente. Sorrisi, aveva ragione. Anche io la pensavo così, anche io ero innamorata di lui. Restammo a guardare il cielo stellato abbracciati, ognuno perso nello stesso pensiero. Quella notte, non l'avrei mai dimenticata.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7: Luglio. ***


Luglio, il mese della piena estate, il mese del caldo più afoso, ma anche il mese più bello della mia vita. Era infatti quasi un mese che stavo con Alessio, il ragazzo dagli occhi verde smeraldo che mi avevano colpita fin dall'inizio. Quel ragazzo che stava iniziando a farmi capire tante cose, molte delle quali avevo sempre avuto una vaga idea, altre delle quali ero sempre stata incerta, insicura, tra queste la vita. Alessio riusciva anche con un sorriso, con una semplice frase cambiare tutto nella mia mente, e farmi vedere quel mondo tanto odiato da me in modo diverso. Non so come ci riusciva, me l'avevo sempre chiesto all'inizio, ma non avevo mai trovato una risposta. Quando alla fine glielo chiesi, mi rispose ''Ascolta il tuo cuore, esso conosce tutte le risposte.'' Era una frase di un libro di Paulo Coelho che avevo letto, aveva davvero ragione. Nei confronti del mondo ero sempre stata molto razionale, molto realista, non avevo mai usato il cuore ma sempre la ragione. Lui, anche se disprezzava la società odierna, usava pur sempre il cuore, sentimenti nei suoi confronti. Volevo essere come lui, e forse un giorno ci sarei riuscita. Lui mi diceva che ascoltare il cuore non faceva male, anzi era questo il vero scopo che ogni uomo doveva fase nella propria vita quotidiana, perché a furia di essere realisti e uccidere i proprio sogni, usando continuamente la ragione, il mondo è diventato ciò che è. Io gli spiegai che solo ad una cosa però non avrei rinunciato in tutta la mia vita, all'amore, sentimento nobile per eccellenza, alla fine il cuore fa riferimento all'amore, ai sentimenti, tanto realista ecco, non lo ero. Troppa realtà uccide l'uomo. Questa era la verità. Una mattina di luglio, io e lui eravamo andati in quel famoso giardino in periferia, dalle colline stupende e dal lago meraviglioso. Era la prima volta che vi andavamo la mattina, tutte le volte precedenti sempre di sera. Seduti sull'erba calda, ma leggermente fresca per la vicinanza al lago, osservavamo sempre con meraviglia e stupore quel posto bellissimo. Di mattina sembrava trasformarsi, mettendo in risalto i suoi mille colori, partendo dai fiori, dagli insetti, dal verde delle colline giovani, e dall'acqua azzurra del lago. In lontananza vi era una casa in legno che solo in quel momento notammo. Sembrava essere abbandonata. Tra le sue braccia stavo bene, mi sentivo davvero protetta, sembravano essere una fortezza dalla quale non mi avrebbe lasciata andar via. Fin in quel momento non avevamo parlato molto, preferivamo stare in silenzio ascoltando i battiti del cuore dell'altro. Era un modo così rilassante, così potente da farmi stare subito bene, allontanando via ogni preoccupazione. ''Vorrei tanto poter camminare sull'acqua di questo lago, sentirmi così potente proprio come queste colline che sembrano dominare ogni cosa.'' Dissi con un piccolo sorriso, persa con lo sguardo in tutto ciò che mi circondava. ''Posso insegnartelo.'' Disse con tono serio. Scoppiai a ridere. ''E' impossibile.'' Dissi ancora ridendo. ''No, è possibile, vieni.'' Disse sempre serio, ma qualcosa non mi convinceva. Aiuto' a rialzarmi, dopodiché per mano ci avvicinammo al laghetto. Ci eravamo entrambi tolti le scarpe e l'acqua fresca grazie alle colline che circondavano il lago, bagnò i nostri piedi. ''Non è tanto profondo.'' Disse osservando attentamente il lago. ''Perché?" Chiesi e in una frazione di secondo mi ritrovai tra le sue braccia, i nostri visi si sfiorarono e sorridendomi mi gettò nel lago. Scoppiò a ridere come un matto. Risalita a galla non me la presi anzi scoppiai a ridere anche io. ''Però non mi sembra giusto, devi venire anche te.'' Dissi afferrandolo subito per i jeans. Stava per scappare, ma con una forza innata riuscì a gettarlo nel lago. Appena risalito a galla iniziò a schizzarmi l'acqua sul viso, e così iniziò una lunga e instancabile lotta. "Ok mi arrendo, hai vinto te.'' Disse avvicinandosi a me alzando le braccia in alto in segno di arresa. ''Non ti avvicinare.'' Scoppiai a ridere, mi sentivo viva, felice dentro come non mai. Ma non ci fu niente da fare, si avvicinò a me, e con una presa rapida mi baciò. Ci asgiugammo sotto al sole afoso, tanto che iniziammo anche ad abbronzarci. ''Mmmh se lo sapevo portavo la crema da sole.'' Disse assumendo per scherzo un tono serio. ''Da quando i ragazzi usano la crema abbronzante?" Dissi scettica. ''Oh ci sono ci sono.'' Rispose interpretando la parte del gay. Scoppiammo a ridere. Stesi sull'erba abbracciati continuammo a ridere, a scherzare su noi. Era bello stare con lui, era bello stare con un ragazzo che sapeva leggerti dentro, e capire di cosa avevi bisogno. Rotolando tra i fiori dai vari colori, tra tanti piccoli giarasoli, lavande, i nostri sorrisi illuminati dal nostro spirito si confusero con la splendida luce del sole, giovane come i nostri sorrisi... sorrisi che non sarebbero mai morti.

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Capitolo 9
*** Capitolo 8: Paura, insicurezza. ***


Era bello stare con Alessio, davvero fantastico. Pera tutta l'estate eravamo sempre stati insieme, fantasticando nel nostro piccolo mondo protetto dalle maestose colline. Fu un estate stupenda, un estate che non avrei mai dimenticato. Alessio era riuscito a cambiarmi, era riuscito a farmi avere fiducia nelle persone, a vedere il mondo con occhi nuovi, per la prima volta in vita mia mi ero sentita davvero viva. Sembrava tutto un sogno diventato realtà. Ma ben presto, con l'inizio del nuovo anno scolatisco le cose sembrarono cambiare. Pensavo di sapere tutto su di lui, di conoscerlo completamente, ma c'era una cosa che non sapevo. Era molto popolare nel liceo. Tante erano le ragazze che gli stavano dietro, gli ronzavano intorno come tante api attratte contemporaneamente dallo stesso fiore più bello in un giardino. Quando scoprii questa cosa? Il primo giorno di scuola. 15 settembre; Mi ero alzata di buon umore quella mattina, non per l'inizio del nuovo anno scolatisco ma, perché per la prima volta sarei andata a scuola con Alessio. Ero sempre andata a scuola con i miei amici, ma quel giorno fu diverso, e accettai subito la sera prima da parte sua di andarvi insieme. Dopo colazione uscii di corsa da casa. Fuori dal mio palazzo, Alessio appoggiato al muretto di questo mi guardava con il suo splendido sorriso. Era stupendo, perfetto. La prima cosa che mi fece palpitare il cuore quella mattina fu il calore della sua mano. Amavo molto quel dolce tepore. Aveva i capelli scompigliati, indossava una camicia nera un po sbottonata al collo e jeans stracciati. Sembrava essere appena uscito da una rivista per modelli. Difronte alla sua bellezza a volte mi sentivo a disagio, gli dissi una sera che infondo non ero così tanto bella per stare al suo fianco. Ma lui mi aveva risposto che per lui ero bellissima. Camminavamo mano nella mano, lui con il suo zaino nero su una spalla, io com la mia borsa verso il cortile della scuola. L'unica cosa che amavo del liceo che frequentavo era proprio quel cortile, molto grande e ricco di alberi. Sulla sua sinistra vi era anche un piccolo laghetto circondato da un paio di panchine. A volte vi erano pesciolini rossi, altre volte insetti. Non era gradevole quando si trovavano insetti, sopratutto se si strattava di zanzare. Tutto quel sogno che sembrava essere stato realtà, un sogno nel quale avevo creduto molto per un istante svanì, proprio nel momento in cui entrammo nel cortile. Fu l'arrivo di un gruppetto di quattro ragazze tutte identiche tra loro, nell'abbigliamento, nei gesti a distruggere tutto. Alessio di scatto allontanò la sua mano dalla mia, mentre il mio cuore iniziò a battere forte per la paura. ''Hey Alessio! Che bello rivederti! Dove sei stato tutta questa estate? Volevamo uscire con te almeno una volta." Dissero in coro come oche. Quelle loro parole mi ferirono profondamente. Avevo paura, una terribile paura che Alessio non mi amasse davvero. Era davvero un bel ragazzo, questo era vero, ma non riuscivo a vederlo come un don Giovanni. No, non volevo pensare questo di lui. Ma quando tolse la sua mano dalla mia, e quelle oche gli rivolsero la parola, tutto in me sembrò cambiare. Cercai con lo sguardo disperato i miei amici, ma non li vidi. Volevo scappare da tutto ciò, sopratutto da quell'atteggiamento strano di Alessio. E così fu! Corsi via, lontana dalle risate isteriche di quelle ragazze, e dal sorriso stupendo che Alessio rivolgeva loro. Quel sorriso che solo a me aveva sempre rivolto. ''Giulia!" Sentii gridare alle mie spalle. Era la sua voce, una voce stupenda che aveva sempre riscaldato il mio cuore, ma in quel momento lo riempì di dolore. Non mi voltai. ''Lasciala perdere. E' la tua ragazza? Alessio perdonaci ma hai davvero pessimi gusti, ci hai deluse.'' Quelle parole, il tono con cui vennero pronunciate mi strapparono il cuore dal petto, e sofferente mi avviai nella mia classe. Durante tutta la mia giornata scolastica non avevo fatto altro che pensare a ciò che era successo. I ricordi dell'estate vennero a galla. Tutto ciò che avevo vissuto con lui d'estate, ritornò alla mente come un fiume in piena. Federica mi aveva chiesto più volte cose mi fosse successo, ma non riuscii a parlarle. Immaginavo tante ragazze che nella sua classe gli sbavavano intorno come arpie. Avevo voglia di piangere ma non potevo. Non davanti ai miei compagni di classe. A fine giornata, appena uscita da scuola non aspettai nessuno. Non volevo vedere Alessio scambiare il suo sorriso a tante oche che non valevano nulla. Certo, potevano essere anche più belle di me, ma di cervello non valevano una mazza. Corsi verso l'uscita del cortile ma in quel momento una mano mi afferrò per un braccio. Mi voltai, e, con il cuore trafitto dal dolore vidi Alessio nel mio campo visivo. "Lasciami!" Gridai. "Non mi hai considerato, non hai risposto neppure ai messaggi che ti ho mandato in classe per vederti nel corridoio." Disse con tono serio e preoccupato. "Tu pensa a dirmi come stanno davvero le cose, e prova a capire per quale motivo sto così." ''Non capisco." Il suo tono era davvero stupito. ''I ragazzi popolari non mi piacciono!" Dissi con rabbia. Fu la sua espressione stupita e triste che mi spinse ad andarmene. ''Giulia, ti prego aspetta! Non pensare che io ti prenda in giro. Io ti amo davvero. Giulia!" Quelle sue parole gridate al vento non mi fecero sentire meglio. Ero di nuovo triste, con quel vuoto dentro. Di nuovo con i piedi per terra.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9: Avere fiducia. ***


Nel pomeriggio non avevo fatto altro che stare nella mia camera, con la testa sprofondata nel cuscino. Avevo pianto così tanto, come mai prima d'ora. Davanti ai miei genitori non avevo fatto capire nulla, fingendo di stare bene. Non volevo far star male per colpa mia qualcuno, sopratutto le persone che amavo. Odiavo questa cosa. Pensavo continuamente a tutto ciò che avevamo condiviso nel periodo estivo. Sembrava essere stati in Paradiso, tutto sembrava essere stato fantastico perché lui mi aveva insegnato tante cose, a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, quindi a viverlo in maniera spensierata senza paure o preoccupazioni. Ma questo era stato solo un sogno, e adesso il dolore mi aveva trafitto dentro dopo tanto tempo. Stavo di nuovo per piangere, quando improvvisamente sentii qualcuno gridare il mio nome fuori dal balcone di camera mia. Spalancai gli occhi e stupita mi diressi fuori. Vidi Alessio affannato guardarmi preoccupato. Stavo per tornare dentro con occhi lucidi. ''No, ti prego! Non tornare dentro. Giulia ti prego scendi un momento.'' Gridò con il poco fiato che aveva in gola. Alcuni passanti si voltarono incuriositi, guardando nella nostra direzione. ''Vai via!" Dissi piangendo. Tornai dentro e sentii poco dopo bussare alla porta di casa. Il mio cuore iniziò a sussultare, stavo per uscire dalla mia camera quando Alessio comparve sulla soglia. Era la prima volta che veniva a casa mia, e come prima volta fu davvero strano. Corse verso me e con gesti rapidi mi strinse forte tra le sue braccia. ''Mi dispiace, non volevo farti del male.'' Era davvero dispiaciuto, e quando lo guardai negli occhi mi accorsi che stava per piangere. ''Io non sono quel tipo di ragazzo che stai pensando che sia. E' vero sono popolare nella nostra scuola, ma a me non interessa nessuna di quelle ragazze. Giulia io amo solo te.'' La sua determinazione non mi convinse e feci qualche passo indietro. In quel momento con la gamba destra andai a sbattere contro un piede del letto e caddi all'indietro. Alessio nell'afferrarmi al volo cadde con me sul letto, stesi. Lui troppo vicino al mio viso, io troppo vicina al suo corpo. Sentii il suo respiro farsi sempre più forte, mentre i suoi occhi si persero nei miei. Non eravamo mai stati così in intimità, e ciò mi imbarazzò molto, al tal punto di arrossire. Lui invece continuava a guardarmi serio, con intensità. ''Io amo solo te! Tu hai tutto ciò che loro non hanno, per me sei unica, sei tutto per me, e non voglio che tu possa andare via da me, non riuscirei a sopportarlo, ed io se uscirei dalla tua vita sarei solo un grande stronzo.'' Quelle parole sembrano placare il mio animo interiore, gli occhi si inumidirono, ma non ebbi tempo per piangere, perché le sue labbra si posarono di getto sulle mie. Il cuore iniziò a battere forte, e con occhi chiusi mi lasciai trascinare da quel fiume di passione. Le mie mani cercarono le sue. I nostri respiri si fecero più forti. Sentì il mio corpo rispondere con dolcezza a tutti quei gesti. Era piacevole, era fantastico. Sentii la sua mano scivolare sul mio corpo sotto la maglia. Era fresca al tocco della mia pelle. Iniziò poi a baciarmi il collo scendendo lungo il ventre. Provai un leggero brivido lungo la schiena. Era la prima volta che facevo una cosa del genere, la prima volta che provavo emozioni così forti, così intense. Ma proprio in quel momento sentimmo qualcuno salire le scale verso la mia camera, e con gesti rapidi ci dirigemmo fuori al balcone. Sentimmo bussare alla mia porta. ''Sono io." Così dicendo mia madre entrò in camera con un vassoio di biscotti e due succhi alla pesca. Entrammo in camera sorridenti. ''Ah, eravate fuori! Ho sentito bussare al citofono e quando mi sono ritrovata il tuo ragazzo all'entrata affannato mi sono spaventata. Tutto bene?" Ci chiese con aria preoccupata. ''Si tutto bene, abbiamo chiarito.'' Disse Alessio con aria serena. ''Perché non mi hai detto nulla prima?" Chiese mia madre guardandomi sempre con aria preoccupata. Scrollai le spalle. ''Ah! Va bene, va bene ho capito, vado.'' Così dicendo uscii. Alessio afferrando le mie mani disse: "Io sono solo tuo chiaro? Non devi avere paura. Te l'ho insegnato.'' Sorrisi, dopodiché lo baciai. Dovevo avere fiducia in lui, dovevo credere in lui, nel nostro amore per davvero.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10: Situazione difficile. ***


''Perché non mi hai mai detto che sei così popolare a scuola?'' Gli chiesi un sabato sera. Era passata solo una settimana dall'inizio dell'anno scolastico, una settimana da quando iniziai a preoccuparmi sulla sua popolarità. Seduti sulla nostra panchina nel giardino dei nostri sogni, parlavamo proprio di ciò. ''Perché da fastidio anche a me in verità, ma non riesco a mandare via tutte le ragazze che mi circondano. Non perché mi piaccia, ma perché sono sempre stato un tipo gentile con tutti e non riesco a cacciare una persona, almeno che non esageri nei miei confronti. Ora però devono capire che sono fidanzato con te e quindi non devono darci più fastidio. Loro sono solo infatuate di me, piaccio solo per l'aspetto. A te piaccio anche per come sono dentro, e questo significa che mi ami davvero, loro invece non sanno cosa vuol dire amare qualcuno.'' Ascoltai tutte quelle sue parole, le disse con profondità, con amore. ''Io amo solo una ragazza, te mi sei piaciuta fin dal primo giorno che ti ho vista.'' Aggiunse. Aveva gli occhi lucidi, ed io stavo per piangere. Così fu. Scoppiai in un pianto leggero, dolce. Sentii le sue braccia stringermi forte. Ero felice dentro, e sapevo che di lui potevo avere fiducia. Dovevo credere in lui, e iniziai a credergli davvero. Se in un rapporto uno dei due non crede nell'altro allora questo non potrà mai funzionare. Io l'avrei amato per sempre, perché lui mi aveva cambiata, era riuscito a far fuoriuscire la parte migliore di me. Un paio di oche non avrebbero distrutto il nostro amore! No! Non l'avrei mai permesso. A scuola nei corridoi durante i cambi d'ora io e Alessio stavamo sempre insieme. E come previsto tante ragazze gli si avvicinavano. Avevo sempre avuto il desiderio di saltare loro addosso e riempirle di calci. Ma Alessio, percependo la mia rabbia, stringeva sempre più la mia mano e diceva loro che dovevano smetterla perché lui amava solo me. Ascoltavo sempre il tono con cui pronunciava quelle parole. Era determinato, sicuro. Loro restandomi a guardare sorridevano con cattiveria e andavano via. Diverse erano le voci che giuravano su di me nell'Istituto. Da quando nessuno mi conosceva, adesso sembravo essere diventata popolare tra i ragazzi. Ogni volta che camminavo nei corridoi all'entrata o all'uscita da scuola, tutti si voltavano a guardarmi incuriositi. Sentivo dire frasi del tipo: ''Quella è la fidanzata di Alessio? No non mi dire, che pessimi gusti." Oppure: "Chi è quel sgorbietto nero?! Non sta proprio bene al fianco di Alessio. Lui è alto, e lei è un tappo accanto a lui.'' Ne sentivo tante, ma fingevo di non sentire nulla. Ciò che odiavo di più al mondo erano le risate isteriche. Le persone sono davvero cattive, gelose, avide, egoiste. Solo perché amavo Alessio dovevo subire tutto questo. All'inizio la situazione fu abbastanza leggera, ma ben presto iniziarono anche i miei compagni di classe a darmi fastidio, appena seppero che Alessio era il mio ragazzo. ''Cazzo quanto è popolare. Mica è il figlio di Dio?!" Pensai una volta mentre corsi in bagno a piangere dopo essere stata insultata da un gruppo di ragazze del 5 anno. Non volevo dire ad Alessio che piangevo oppure che mi prendevano in giro in modo aggressivo. Non volevo farlo sentire in colpa. Ma un giorno mi sarei vendicata, in quella scuola stavano esagerando troppo con me, e non volevo dare l'idea di una debole.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11: Desideri d'amore. ***


Un pomeriggio di fine ottobre io e Alessio avevamo deciso di passare un po di tempo insieme dopo i compiti. Avevamo scoperto da un paio di giorni una piccola cascata non molto lontana dal laghetto dove andavamo sempre. Questa cascata fuoriusciva da una grande roccia tra quelle maestose colline. Non era facile da notare, poiché si trovava al lato opposto del lago. Sebbene era fine ottobre, non faceva ancora freddo, si poteva stare tranquillamente a mezze maniche. Ad entrambi piaceva stare li, in un luogo completamente isolato da tutto il resto del mondo. Nessuno era mai venuto in quel luogo a parte noi due, da un lato ciò ci incuriosiva dall'altro ci faceva stare bene. Quel piccolo mondo era tutto per noi, solo per noi due. ''Posso farti una domanda?" Gli chiesi mentre osservavo con lo sguardo la cascata non molto distante da noi. ''Certo." Rispose lui cingendo le sue braccia intorno al mio corpo. Amavo il suo tepore. ''Pensi che la nostra storia durerà?" Rivolsi il mio sguardo nei suoi occhi limpidi. Era da un po di tempo che volevo porgli quella domanda, ma avevo sempre avuto paura di pronunciare quelle parole. ''Se noi vorremo si! Perché non dovrebbe durare se noi ci amiamo Giulia?!" Il suo sguardo si incuriosì. ''Non amo dire ''staremo insieme per sempre''. Dissi perdendomi nei miei pensieri. ''Sono realista, è il tempo che decide tutto, è meglio vivere i nostri giorni felici senza pensare a cosa accadrà tra noi un giorno.'' Aggiunsi. Alessio mi strinse forte tra le sue braccia e mi costrinse a guardarlo negli occhi. ''Se noi vogliamo potremo stare insieme per sempre, Giulia, se è destinato allora sarà così, e anche se non lo fosse, anche se un giorno dovrà finire io voglio vivere tutti i nostri giorni con tutto l'amore che provo per te, perché un giorno dovrò ricordarmi del mio più grande amore. Quel grande amore sei tu. Si dice che ogni essere umano nella propria vita tra tutti gli amori che vive, solo uno amerà sul serio, solo ad uno sarà in grado di concedere il proprio cuore con tutto se stesso, e per me...'' Si fermò per un istante e con occhi lucidi riprese:" Per me sei tu! Sarai solo tu.'' Calde lacrime scivolarono lente sulle mie guance. Parole che non avevo mai ricevuto, quelle parole erano riuscite a smuovere il mio cuore dal petto. ''Ti amo.'' Dissi scoppiando a piangere per la troppa felicità. Quel mio ti amo aveva racchiuso tutto ciò che Alessio aveva detto. ''Ti amo anche io.'' Disse con tono serio, deciso. Stando tra le sue braccia avevo tanto voluto che tutto ciò che desideravamo entrambi sarebbe accaduto per davvero un giorno. Desideravo vivere per sempre con lui, vivere la mia vita al suo fianco, perché lo amavo per davvero, perché la mia anima, il mio cuore si erano concessi a lui.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12: Tu mi completi. ***


Erano giorni che provavo con i miei amici nuovi pezzi per il prossimo concerto che a breve ci sarebbe stato. Tutte canzoni come sempre rock. Un giorno alla saletta nostra ci ero andata da sola con Alessio. A volte suonavo anche da sola, non provavo sempre con gli altri. Dovevo anche imparare bene le mie parti, e da sola era il miglior modo. Di pomeriggio decidemmo di recarci nella saletta. Era la prima volta che Alessio veniva nel nostro piccolo mondo, era la prima volta che mi vedeva provare. Lui non suonava più da circa un anno con la sua band, la quale per vari litigi tra i membri si era sciolta, ma continuava a suonare a casa, scrivendo anche delle proprie canzoni. ''Piccola ma ben fatta, direi." Disse appena entrammo nella saletta. ''Si, c'è praticamente tutto.'' Dissi prendendo subito la mia Fender bianca e nera. ''Questa si che è una chitarra elettrica, Fender Stratocaster, la mia marca preferita.'' Il suo sorriso illuminò il mio viso. ''Ti faccio sentire come suono.'' Dissi con un leggero imbarazzo. Era la prima volta che mostravo le mie abilità a qualcuno che non mi aveva mai sentita suonare in modo così intimo. Iniziai a suonare dei rif di In the end dei Black Veil Brides. Mentre lui seduto sul divanetto mi osservava attento, io mi concentrai al meglio. Volevo fargli vedere cosa ero capace di fare con la chitarra. Lui suonava da molti più anni rispetto me, ma gli anni in fondo non contano più di tanto. Ero brava, e lui doveva notarlo. Sentivo la musica da sottofondo caricata al PC scorrere subito nelle mie vene e caricarmi di adrenalina. Ovunque avrei suonato anche se non si trattava di un concerto questo sarebbe stato sempre l'effetto che la musica aveva su di me. Tutto si amplificava, tutto sembrava trasportarmi in un universo parallelo. Dopo i lunghi rif suonati con tanta energia e applicazione, Alessio, restò a guardarmi a bocca aperta. ''Cazzo! Dove hai imparato a suonare così bene?" Il suo sguardo era davvero stupito. ''Ecco... Ho imparato da sola.'' Dissi diventando subito rossa in viso. Non sapevo se sentirmi fiera di me oppure in imbarazzo. ''Sei un genio.'' Disse ancor più stupito dopo aver sentito la mia risposta. "Amo davvero la musica!" Il mio tono era davvero serio, così come lo sguardo. ''Ho notato.'' Leggevo sul suo viso una certa fierezza nei miei confronti ma non ne ero sicura. Se così fosse stato, allora sarei stata davvero felice delle mie abilità, nonostante già lo fossi. Uscimmo fuori al balcone della stanza per prendere una boccata d'aria. Era davvero una bella giornata, e in quanto tale, il sole iniziò subito a riscaldare la nostra pelle con i suoi caldi raggi. Per le stradine di quella zona molto vistosa per i negozi di varie marche d'abito, molte persone si limitavano a guardare gli abiti esposti nelle vetrine, poche coloro che entravano e acquistavano. Purtroppo la crisi colpisce sempre i più deboli economicamente... ''Stare soli mi piace, sai?" Guardai il suo viso, i suoi occhi verde smeraldo illuminati dalla luce del sole, mentre il mio cuore iniziò a battere forte. Quelle parole da lui pronunciate continuavano a ripetersi nella mia testa... ''Anche a me.'' Dissi con un piccolo sorriso. Per pochi istanti soltanto, vidi sulle sue labbra disegnarsi un bellissimo sorriso, dopodiché le nostre labbra si unirono di scatto. Finimmo nella saletta e con un gesto rapido del piede chiusi le ante del balcone. Sentivo le sue labbra premere con foga sulle mie, il suo petto premere contro il mio corpo, il suo respiro farsi sempre più forte come il mio. Cademmo entrambi sul divanetto verde, io sopra lui e lui sotto me. Con gesti dolci ma al tempo stesso pieni di passione iniziai a toccargli il petto da sotto la maglia. La sensazione della sua pelle calda al tocco delle mie mani fresche fu gratificante. Le sue mani accarezzavano con delicatezza i miei lunghi capelli, per poi scivolare lungo la schiena, salendo e scendendo con gesti rapidi. Desideravo che quel momento sarebbe durato in eterno, desideravo stare fra le sue braccia in eterno. Le nostre labbra iniziarono a scambiarsi baci fugaci, mordendoci spesso le labbra sentivamo entrambi quel piacere e quell'amore forte che ci univa dal profondo. Stuzzicandoci a vicenda imparavamo a conoscere in questo modo anche meglio l'altro. Anche in quest'ambito si impara a conoscere il proprio partner. Ma entrambi desidervamo di più, lo sentivamo dal profondo del nostro cuore. Per questo gli tolsi con rapidità la maglia che aveva, e con occhi lucidi di piacere e amore guardai il suo torso nudo. Sembrava essere stato appena scolpito da un grande artista. Anche lui al contempo mi tolse la maglia, dopodiché in posizione eretta iniziò a baciarmi il collo per poi scendere giù tra i seni. Percepì le sue mani dietro la mia schiena calda, sbottonarmi il reggiseno, dopodiché riprese a baciarmi con foga scendendo lungo il ventre. Le mie labbra non potendo resistere iniziarono a baciarlo prima sulle spalle e il collo, poi, sul ventre. ''Ti amo.'' Disse improvvisamente afferrando il mio viso tra le sue mani. Il suo tono serio, profondo mi riscaldò ancor di più il cuore. ''Ti amo anche io.'' Risposi, e così dicendo ripresi a baciarlo. Le sue mani accarezzavano il mio corpo con dolcezza, le sue carezze, i suoi baci premevano sul mio corpo con tanta passione da riuscirla a percepire sempre più. Ad occhi chiusi sentivo l'amore accarezzarmi in tutta la sua eleganza e dolcezza. Le mie mani accarezavano il suo morbido viso, per poi scendere lungo il corpo. Le sue spalle muscolose sembravano proteggere il mio corpo piccolo e delicato. Sentivo i nostri muscoli rilassati, quasi come se fossero addormentati, le nostre labbra giocavano tra loro, continuando a scambiarsi baci dolci e piccanti. Quando fui sulle sue gambe senti' il desiderio aumentare, il corpo completamente sudato, e provai un dolce brivido alla schiena quando arrivo'. Desideravo altri baci, altre carezze. Per un istante aprii di nuovo gli occhi e vidi che anche lui li aveva aperti. Restammo a guardarci, mentre la sua grande mano mi accarezzava lentamente i capelli ''Con me sei al sicuro Giulia'' sussurro' nel mio orecchio. Mi strinsi a lui. ''Io ti proteggero' sempre piccola mia.'' Continuò a dire con profondità. Riposi con un sorriso stringendomi ancor di più a lui.''Tu stai bene con me?'' mi chiese ''Si perche' ti amo'' dissi seria ''Al passato non daro' piu' importanza, a tutto cio' che e' accaduto nella mia vita, perche' nel mio presente ci sei tu'' appoggiai la testa sul suo petto continuando ad assaporare il sapore e il calore della sua pelle. ''Anche io sto bene con te, Giulia tu mi completi.'' Appoggiando la sua testa sul mio corpo pronunciò quelle parole. Alessio mi aveva fatto capire questo, l'amore e' magico l'amore cambia tutto in un colpo nonostante non è solo rose e fiori ma comporta anche tanti ostacoli e difficoltà che con il tempo nel rapporto nascono, e diventano sempre più difficili man mano che questo si rafforza, ma io lo amavo davvero. Perché il nostro amore era diverso da tutti gli altri, perche' nessuno poteva comprenderlo, perche' solo io e lui potevamo vivere quell'amore. Perché anche lui mi COMPLETAVA.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13: Una lettera improvvisa. ***


E' strano come l'amore è in grado di cambiare una persona, di renderla migliore o meglio far fuoriuscire il meglio che c'è in lei. Quando si ama qualcuno tutto si amplifica, le emozioni diventano sempre più forti, la percezione della realtà cambia, davanti agli occhi si vede solo cose belle e buone. L'amore ha il potere di cambiarti, questa è la realtà. Alessio mi insegnava tante cose fantastiche, cose di cui avevo sempre avuto una vaga idea. Riusciva a farmi stare davvero bene con le sue parole, con il suo tono profondo quando iniziava a fare il serio. Riusciva a farmi accettare l'idea di vivere in un mondo cattivo dominato solo dall'egoismo per la maggior parte delle persone. Con lui tutto diventava migliore davanti ai miei occhi sempre tristi in passato prima di incontrarlo. Con lui la mia vita era diventata diversa, l'amore che provavo nei suoi confronti aumentava giorno dopo giorno, come un piccolo fiore che diventava sempre più bello dopo tante cure e attenzioni. Lo amavo con tutta me stessa, lo amavo con tutto il mio cuore. Perché con lui il mondo sembrava meno bastardo. Mi aveva rapita il cuore, e per sempre sarebbe restato nelle sue mani. In mani di cui mi fidavo ciecamente. Mani protettive, sicure, calde proprio come una casa accogliente nella quale si poteva stare al sicuro dopo la tempesta e il freddo. Lui per me era una casa, piccola ma molto accogliente e protettiva per il mio animo. Iniziai a capire meglio tutto questo quando, mi scrisse una lettera. Un pomeriggio di inizio novembre, era venuto a casa mia e, quando se ne andò verso sera, tornata in camera mia come per magia trovai una lettera sul mio cuscino. Con passo lento e il cuore che mi batteva forte mi avvicinai al letto fissando attentamente quella lettera che mi aveva lasciato senza rendermene neppure conto. Subito una folata di vento aprì di scatto le ante del balcone socchiuse. Le tendine svolazzavano al dolce suono del vento. Il cielo blu leggermente nuvoloso metteva comunque in risalto le sue splendide stelle. Sembrava essersi creata un atmosfera perfetta per quel momento magico, unico, perfetto. Sedutami con leggerezza, presi tra le mani quella lettera assaporandone il dolce profumo delle sue mani. Odorava ancora di lui, di quell'odore magnifico, semplice e fresco. Odorava della sua essenza. Con mani tremanti per l'emozione aprii la lettera, i miei occhi si persero subito fra quelle righe che segnerano profondamente il mio animo.. ~In un giorno di sole ho incontrato il mio grande amore. Fu un giorno speciale quando ti ho vista arrivare, tutto avrei creduto ma mai di poterti amare. Che felicità è stato sapere che da li a poco mi avresti per sempre amato. Averti vista la prima volta è stato come toccare l'impossibile perché è con te che io ho fatto tutto in così poco tempo. In questo periodo sono riuscito ad innamorarmi profondamente di te, A sentire quello che provavi per me. L'ho sentito dal profondo del mio cuore, amore mio. Perchè il tuo amore è grande e tu sei speciale. Sei il mio tesoro, sei la persona che mi ha insegnato ad amare per davvero. Sei speciale perchè poche persone sono come te, perchè poche persone sanno aspettare come te. Tu che entri nei miei sogni e li rendi più dolci, tu che solo tu puoi farlo non allontanarti da questi. Sei solo tu che mi capisci, sei solo tu che mi ascolti. Sei unica come l'amore che provo per te. Proprio perchè sei unica : Averti vicina è un sogno. Insieme trascorreremo ancora molti giorni, mesi ed anni.. Insieme supereremo tutti gli ostacoli che la vita ci pone.. Insieme staremo finché la vita deciderà separarci... I tuoi occhi limpidi assomigliano a 2 smeraldi, le tue labbra così rosse rassomigliano a delle fragole, i tuoi capelli rossi come il fuoco rappresentano le fiamme della passione che brucia in me. il tuo corpo così minuto che ti rende così piccola e fragile e ti dico dal profondo del mio cuore che ti amo. Ti proteggerò sempre amore mio, sappilo, sarò sempre al tuo fianco. Con Amore, Alessio.~ Con occhi lucidi avevo letto quelle parole. Non avevo mai letto una lettera così bella, ricca di amore puro. Ero così contenta al tal punto che scoppiai in un dolce pianto carico d'amore. Ero felice, lo ero davvero.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14: Dolore ***


Novembre. Da poco era iniziato questo nuovo mese, ma sembrava che da molto fosse iniziata la scuola. Quella mattina del giorno 10, entrai in classe un po fradicia per la pioggia. Avevo sempre odiato le piogge, mi mettevano tristezza e inquietudine. Amavo invece le giornate di sole, le giornate estive che già sembravano mancarmi. La lettera che Alessio mi aveva lasciato qualche giorno prima sul mio letto era sempre con me. Ogni mattina la portavo nella mia borsa e, quando avevo tempo libero la rileggevo con la stessa emozione di quando la lessi per la prima volta. Era sempre bello per me immergermi in quelle parole cariche di amore. Il mio cuore innamorato era sempre stato felice di tutto ciò che aveva fatto e continuava a fare per Alessio. Quella mattina eravamo andati come sempre assieme a scuola e sebbene pioveva molto, ci eravamo divertiti a correre sotto la pioggia come due matti. Avevo capito anche un'altra cosa: Bisogna prendere tutto con leggerezza e anche se il tempo è cattivo, bisogna sempre ridere, essere folli. Insieme lo eravamo. Questo mi piaceva moltissimo, perché nella vita di ognuno di noi deve esserci sempre quel pizzico di follia per rendere tutto più magico, vedendo tutto da un'altra prospettiva. Alla terza ora dopo la lezione di greco, decisi di passeggiare un po per il corridoio del mio piano leggendo sempre la sua lettera. Era più forte di me, l'avrrei letta tante volte senza mai stancarmi. In quel momento di ricreazione purtroppo io e lui non potemmo vederci dato che, all'ora successiva aveva il compito di italiano e dalla classe non poteva uscire. Ciò non mi rattristò affatto, con me c'era la sua lettera, la quale sembrava rappresentare la sua presenza quando lui non era presente. Lui c'era sempre al mio fianco. Senza guardare avanti me tanto che ero persa con la mente e il cuore in quella lettera, proprio in quel momento andai a sbattere contro qualcuno. Alzai di scatto la testa e mi accorsi che era una ragazza. Doveva essere del quinto anno. ''Oh guardate chi c'è qui! La stronzetta di Alessio.'' Disse lei con un ghigno feroce rivolta a due sue amiche, le quali a vedermi scoppiarono a ridere. Il cuore iniziò subito a battermi forte, e istintivamente strinsi tra le mie mani la lettera del mio grande amore. Mi guardai intorno ma come per magia mi accorsi che non c'era nessuno nel corridoio a parte noi quattro. La ragazza dal ghigno feroce afferrò la lettera dalle mie mani. ''Oh ma guardate, Alessio le ha scritto anche una lettera d'amore. Come è dolce con te.'' Il suo tono era colmo di gelosia. Cercai di fuggire ma con gesto rapido mi afferrò per i capelli e mi ritrovai contro una parete nel bagno delle ragazze. Tre contro me erano troppe. Avevo paura, non sapevo cosa fare a parte gridare. Ma purtroppo nessuno mi avrebbe sentita, dato che, il bagno sia delle ragazze e dei ragazzi si trovava al piano superiore dove non vi erano classi. ''Ora ci divertiamo un po con la fidanzatina di Alessio. Chissà, continuerai a piacergli piena di pugni e ferite?" Disse quella specie di demone dagli occhi assassini. ''Cosa volete farmi?" Gridai con tutto il fiato che avevo in gola. ''Oh nulla.'' Rispose una delle sue amiche con la stessa cattiveria. Così dicendo ricevetti un pugno allo stomaco e subito un altro alle costole seguito da una tirata di capelli. ''Perché mi fate questo?" Gridai dolorante. ''Perché te non devi essere la sua ragazza ma io, solo io e nessun'altra.'' Gridò con piacere. ''Tu non lo ami. Sei solo astratta da lui solo perché è bello.'' Dissi questa volta con rabbia, la quale prese il sopravvento in me. ''Sei tu a non amarlo davvero. Sei una strega, lo hai rapito con la tua dolcezza e timidezza, ma stai con lui solo per portartelo a letto.'' Quelle parole mi fecero schizzare di rabbia. Con tutta l'aggressività che c'era in me le saltai addosso, riempiendola di pugni e calci. ''Credi che non sia forte a picchiare? Bene io sono più bastarda di te, troia. Se dici un altra stronzata su di me e Alessio ti uccido. Mi avete rotto il cazzo ochette che non siete altro. Lasciateci stare'' Così dicendo le diedi un pugno sul labbro il quale iniziò subito a sanguinare. Le sue amiche nel difenderla mi afferarrono per le braccia e con gesto rapido mi sbatterono a terra. Prima di accasciarmi al suolo, con la testa andai a sbattere contro un lavandino. Fu in quel momento che persi i sensi, e l'unica cosa che vidi furono quelle ragazze che scapparono di corsa gridando:''sta perdendo sangue dalla testa, presto scappiamo.'' Poi le forze vennero meno, pensai che la mia fine era giunta. Con dolore e rabbia chiusi gli occhi.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15: Un-break my heart. ***


Dolore, dolore, dolore. Solo dolore stava provando da tutto il giorno Alessio. Quella mattina subito girarono voci nell'Istituto che una ragazza del quarto anno stava perdendo sangue dalla testa nel bagno delle ragazze, completamente priva di sensi. Quando Alessio aveva scoperto con i propri occhi che si trattava di Giulia, del suo più grande amore, ebbe subito un colpo al cuore. Cadde ai suoi piedi con occhi pieni di dolore e di lacrime. Gli sembrava che il mondo si fosse fermato per sempre, che l'aria non era sufficiente per i suoi polmoni. Il pronto soccorso e i genitori di Giulia erano arrivati subito dopo poco essere stati chiamati dal preside dell'Istituto. Tutta la scuola era in subbuglio. I genitori della ragazza erano spaventati e trafitti dal dolore e dalla rabbia. Avrebbero denunciato subito chi era stato a ridurla in quel modo. Subito dopo scuola, Alessio si era chiuso in camera sua scoppiando in un disperato pianto. Non riusciva a dire una parola se non gridare dal dolore. Vedeva tutto sfocato e confuso davanti ai suoi occhi. Avrebbe voluto morire se avrebbe saputo che Giulia non ce l'avrebbe fatta. Non riusciva ad immaginare la sua vita senza di lei, senza la sua Giulia, il più grande amore della sua vita. Sentiva il cuore troppo accelerato per i suoi respiri. Sentiva il sangue scorrere nelle sue vene come un fiume in piena. Sentiva la sua anima persa e vagabonda, ora che Giulia era momentaneamente fuori dalla sua vita. ''Giulia!" Gridò dal dolore scivolando giù lungo il muro accanto alla sua scrivania. Cadde a terra, e con rabbia riempì di pugni il pavimento della sua camera. ''Non posso vivere la mia vita senza te, perché sei te la mia vita, ti prego Giulia. Torna da me, non andartene, amore mio riprenditi. Se saprò chi ti ha recato tutta questa violenza, te l'assicuro, lo giuro sul nostro amore, non la passerà liscia.'' Disse immaginando davanti a se il viso di Giulia. Quel viso che aveva tanto amato, riempito di baci.. Quante volte aveva visto quel viso diventare splendido, ogni volta che vedeva lui? Tante volte. Quante volte Giulia sorrideva quando lo vedeva? Tante, tantissime volte. E ora, per colpa di qualcuno forse stava per perdere l'amore della sua vita. A tal pensiero, Alessio gridò di nuovo, e con dolore, fino a farsi male, riempì ancor di pugni il pavimento. Aveva chiuso la finestra di camera, e nel buio più totale ripensò a quando la conobbe per la prima volta.. Quel giorno di giugno non l'avrebbe mai dimenticato.. Era nel giardino che affacciava sul fiume Arno.. L'aveva vista da lontano, e lentamente le si era avvicinato. Fin da quel giorno le piacque tantissimo, non solo per la sua bellezza esteriore, ma gli bastò guardarla negli occhi quel giorno per capire che lei, Giulia, sarebbe stata la sua ragazza per sempre. ......"Bellissimo vero?" Aveva pronunciato rivolto al tramonto che entrambi stavano guardando. ''Oh si..'' Aveva pronunciato lei guardandolo con timidezza. ''Non mi sono ancora presentato, io sono Alessio.'' ''Io sono Giulia.'' Così era iniziata la loro presentazione... Entrambi non smettavo di guardare gli occhi dell'altro. Occhi dello stesso colore verde, della stessa intensità. Si erano innamorati fin dal primo momento che si erano visti.. ''Devo confessarti una cosa, mi sono innamorato di te, fin dal primo momento che ti ho vista.'' Le aveva detto una sera, quando erano andati per la prima volta nel loro giardino dal lago bellissimo, dove d'estate si erano divertiti a fare tanti bagni e a prendere il sole sull'erba. Ricordò tutto questo con dolore, senza mai smettere di piangere. Il suo cuore era come trafitto da tante spade, da tanti pezzi di vetro. Non aveva mai provato un dolore così forte. Proprio in quel momento si rese conto ancor di più che Giulia per lui era davvero molto importante. Mentre era ancora immerso nel suo dolore, sentì il cellulare squillare. Non si alzò a rispondere. Non aveva forze per alzarsi e rispondere a chiunque fosse. Ma poi pensò che fosse Giulia, e quando il cellulare squillo' per la seconda volta corse a rispondere, senza neppure vedere il nome sul display. ''Giulia!" Disse quasi speranzoso. ''Ciao Ale, sono Federica, abbiamo notizie di Giulia, vieni subito in ospedale, stiamo andando tutti quanti.'' La voce di Federica non era affatto preoccupata come quella che aveva avuto nel pomeriggio, come del resto anche tutti gli altri suoi amici. Sembrava essere felice. Con il cuore colmo di speranza, prese le chiavi di casa e quelle del motorino dal soggiorno, e nel cuore della notte si diresse dal suo più grande amore. ''Sto venendo da te, amore mio, aspettami sto venendo!" Pensò guidando verso l'ospedale.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16: Lei tutto per lui. ***


Appena arrivato in ospedale, Alessio, con il cuore a mille e la speranza al massimo dei livelli chiese ad un paio di infermieri del primo piano dove si trovasse Giulia. Federica non gli aveva detto con precisione in quale reparto si trovasse, quindi fu abbastanza difficile spiegare ai medici tutta la situazione della persona che stava cercando. ''Ah si, adesso ho capito! La figlia dei due professori universitari, Giulia Alfano. E' al secondo piano, nel reparto di terapia intensiva, stanza numero 12." Gli disse con sguardo preoccupato un medico. Il cuore di Alessio parve fermarsi di colpo appena sentì ''terapia intensiva.'' ''Cosa? Terapia Intensiva? Cosa diavolo le hanno fatto?" Iniziò a gridare di dolore e con rabbia salì le scale di corsa verso la camera di Giulia. ''Hey ragazzo, sei in un ospedale, potresti far innervosire i pazienti con le tue grida.'' Gli gridò subito contro il capo medico. Sembrò durare tantissimo tutto quel percorso verso il suo grande amore. Quando finalmente si trovò accanto alla porta, stanza numero 12, esitò qualche istante prima di entrare. Si guardò bene intorno, in quel piano vi regnava un silenzio assoluto, così profondo da far gelare le ossa. Li tanti pazienti combattevano tra la vita e la morte. Tante persone avrebbero voluto guarire al più presto e riprendere a pieni polmoni la propria vita. Aveva paura che se avrebbe aperto quella porta, avrebbe visto ciò che si stava immaginando... Una Giulia ormai priva di forze pronta per lasciare la sua vita sempre con il suo dolce sorriso sulle labbra. Subito quell'immagine gli fece venire i brividi sulla pelle e con rabbia aprì la porta, pronto per scoprire la verità. Ciò che vide lo fece restare a bocca aperta. Tutti gli amici di Giulia compresi i genitori erano intorno al suo letto. All'aprirsi della porta, tutti rivolsero lo sguardo verso Alessio quando comparve nella stanza. Notò che nessuno aveva uno sguardo molto preoccupato e riuscì un po a calmarsi quando vide il viso sereno di Giulia, del suo grande amore. Era rosea, non aveva la pelle diafana come se l'era immaginata. "Sta bene!" Gli dissero i genitori della ragazza con un sorriso. ''Grazie a Dio!" Disse lui. Così dicendo si gettò ai piedi del suo letto e con delicatezza le prese le mani fra le sue. Erano tiepide. Gli occhi gli si fecero subito lucidi. Aveva voglia di piangere, una voglia così grande che non aveva mai avuto. Nonostante aveva pianto molto prima di arrivare in ospedale, aveva ancora tante lacrime da far fuoriuscire. Era felice che la sua ragazza stesse bene. Era felice di averla al suo fianco. Era sopratutto felice che lei non lo aveva lasciato solo, con un vuoto nell'animo che nessuna sarebbe mai stata in grado di colmare. ''Ti lasciamo un po solo con lei.'' Gli dissero gli amici. ''Non ha ripreso ancora coscienza, però i medici ci hanno tranquillizzati dicendo che il coma è passato e a breve dovrebbe riprendersi.'' Disse la madre della giovane con tono speranzoso. Rivolse subito uno sguardo carico di amore alla figlia. ''Pagheranno coloro che le hanno fatto del male! Giulia non meritava tale cattiveria.'' Calde lacrime scivolarono lungo il sul viso. Subito il marito la strinse forte tra le sue braccia. ''Tesoro si riprenderà tranquilla, ora lasciamo Alessio solo con nostra figlia.'' La rassicurò. Così dicendo uscirono tutti, dopodiché Alessio si sedette su una sedia accanto al suo letto. Fu in quel momento che scoppiò in un lungo pianto. Pianse per un bel po tenendo sempre strette le mani di Giulia fra le sue. ''Non sai quanto ho pianto amore mio appena ti ho vista ridotta in quel modo stamane. Subito una profonda rabbia e un profondo dolore mi hanno colpito. Avevo voglia di distruggere ogni cosa e di uccidere chi ti aveva ridotta in quel modo. Oh Giulia mia, non riesco a stare senza di te, a solo pensiero di non averti più nella mia vita ho rabbrividito. Per tutto il giorno non ho fatto altro che piangere, accecato dal dolore. Sei troppo importante per me, non riesco a vivere senza te, sei davvero tutto per me. Ho ripensato ai nostri momenti passati assieme, al nostro primo incontro sul fiume Arno, ai tuoi bellissimi occhi, al tuo viso dolcissimo.. e mi sono reso davvero conto che senza tutto questo io non posso vivere, no non posso, perché te mi completi, te mi rappresenti davvero in tutto oramai. Tu sei tutto ciò che io desidero nella mia vita, perché io ti amo!" Aveva perso la cognizione del tempo quando aveva detto tutto ciò, quando aveva rivolto quelle parole al suo amore nella speranza che le avesse sentite in fondo al suo cuore. Chiuse gli occhi e per un lungo istante restò a sentire i battiti del proprio cuore.. Dopo un po riuscì a sentire anche quelli di Giulia, i quali batterono all'unisono con i suoi. Sorrise e con una mano le accarezzò il viso lentamente. ''Ti amo anche io amore mio.'' Sentì dire dalla bocca di Giulia. Alessio spalancò di scatto gli occhi e subito il cuore accelerò. Vide la mano di lei portare la sua sul proprio viso, e lentamente aprì i suoi occhi. Alessio non riuscì a dir nulla, era preso dall'emozione e dallo stupore. ''Amore mio!" Disse di nuovo lei con un debole sorriso. ''Giulia!" Calde lacrime scivolarono lungo il viso del ragazzo. ''Sto bene, ora sono di nuovo qui amore, non potevo lasciarti, l'amore che provo per te non mi farà mai morire.'' Le sue parole lo resero ancor più felice. Subito, alzatosi di scatto, iniziò a saltare di gioia per la stanza. Giulia scoppiò a ridere come una matta. Dopo poco entrò qualcuno in camera. Erano i loro amici. ''Giulia ti sei ripresa, oh santo cielo.'' La loro voce carica di gioia fece arrivare dopo poco anche i genitori della ragazza i quali scoppiarono a piangere felici e tranquilli. ''Sto bene, sto davvero bene.'' Disse lei e con un dolce sorriso guardò Alessio. ''Sei riuscito a svegliarla.'' Gli disse Federica. ''La amo troppo... Lei è tutto per me!" Con determinazione, amore, felicità pronunciò quelle parole davanti a tutti.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17: Insieme, uniti per sempre. ***


Era passata una settimana da quando mi ero ripresa, da quando avevo di nuovo ripreso coscienza della realtà, contatto con essa. Era passata una settimana da quando mi ero svegliata da un sonno temporaneo. Andare in coma è come morire.. Ma la cosa strana, sebbene misteriosa, è che quando si è in coma, si riesce a vedere se stessi dall'alto, come se la propria anima riuscisse a vedere il suo corpo ''privo di vita'' da un altra prospettiva. Ne avevo sentito parlare a volte in TV, persone che avevano vissuto questa strana esperienza. Non ci avevo mai creduto, eppure anche a me era accaduto. Ero riuscita a vedere me, i miei amici, i miei genitori, e Alessio. Tutti, ma non ero riusciuta ad avere un contatto diretto o almeno in parte con il mio corpo. In quel momento sembrava non appartenermi più. Eppure mi ero svegliata, come da un brutto e strano sogno. I giorni seguenti procedettero con agitazione e rabbia, dato che dovevamo scoprire nome e cognome delle tre ragazze che mi avevano fatto del male. Naturalmente la descrizione che fornì ai miei amici sull'aspetto fisico delle ragazze non fece capire loro chi fossero. Purtroppo il mio liceo era molto grande, e molte ''oche'' si somigliavano tra loro. Fu esattamente una settimana dopo la mia guarnigione che grazie ai poliziotti scoprimmo i nomi di quelle tre bastarde. ''Lorenza, Noemi, e Claudia. Sono della 5C, scienze umane, psicopedagogico. '' Ripeté Alessio ciò che aveva detto il poliziotto poco fa a casa nostra. Eravamo in camera mia e in quell'istante mi tornò in mente la scena della mia aggressione. Subito un brivido percorse la mia schiena. "Giulia, tutto bene?" Alessio mi strinse fra le sue braccia. Eravamo seduti sul mio letto. ''Si amore, sto bene, è solo la rabbia che nutre in me.'' Dissi con dolore. Come si può far del male ad una persona con tanta cattiveria? Pensai tra me e me. ''La pagheranno stai tranquilla, ora che la polizia sa i loro nomi faranno la fine che si meritano.'' Disse cercando di rassicurarmi. ''L'importante è che tu stia bene adesso!" Aggiunse dandomi un bacio sulla fronte. ''Si, questo è l'importante.'' Sorrisi. In quell'istante cadde un profondo silenzio. La finestra leggermente aperta faceva entrare in camera un leggero vento pomeridiano, e nonostante dicembre era vicino non rabbrividirono i nostri corpi, anzi sembrarono non accorgersene per nulla. Di due cose ero pienamente consapevole. La prima era che amavo alla follia Alessio. La seconda era che quando stavo al suo fianco, tutto si amplificava, tutto si trasformava sotto i miei occhi, vedendo ogni cosa sotto un altra prospettiva. Lui aveva un potere che non riuscivo ancora a definire, a capire con chiarezza. I nostri sguardi dopo un po si incrociarono e restammo a guardarci per un bel po. Guardarci non nel senso di guardare semplicemente il volto dell'altro, ma di leggervi ogni espressione, ogni piccolo movimento delle labbra, degli occhi, delle ciglia. Ma sopratutto leggere ciò che vi era negli occhi dell'uno e dell'altro. Entrambi avevamo gli occhi verdi, identici per la stessa intensità di colore. Passione, amore, desiderio, felicità, libertà, era tutto ciò che leggevamo in noi. Sembrano davvero un riflesso. Riuscivamo a guardare nelle nostre anime, a leggerle con chiarezza senza alcun aiuto, senza nulla. Ci guardavamo con gli occhi dell'amore. Ecco. Il desiderio venne da se, lo sentimmo nelle nostre vene scorrere sempre più forte, crescere sempre di più nei nostri corpi. Desideravamo entrambi la stessa cosa. L'uno per l'altro. E così i nostri corpi, i nostri cuori, le nostre anime cedettero, scacciando via dalla mente ogni tipo di pensiero, ogni preoccupazione e ogni timore, ma sopratutto la rabbia che in quel periodo aveva ci aveva dominato. Le nostre labbra si sfiorarono, le mani si intrecciarono fra loro, i corpi diventarono uno solo. Chiusi gli occhi assaporando con piacere e amore quel momento per entrambi molto importante e intimo. Stesami sul letto, Alessio venne su di me e con dolcezza allontanò la sua mano dalla mia e con far lento e delicato iniziò a toccarmi sotto il maglione. Al tocco della sua mano sulla mia pelle leggermente sudata rabbrividì di piacere. Era bellissimo fare l'amore con lui, lo desideravo e lo avrei desiderato sempre più, perché lo amavo davvero e sentivo dentro me che anche lui provava le stesse mie emozioni. Si avvicinò di più a me, e quando fui io su di lui non resistetti a toglierli il maglione. Il suo torso nudo era bellissimo, così bello che lo riempì di baci. A ogni mio bacio sul suo corpo, lo sentivo gemere di piacere, soprattutto quando scesi molto in basso al suo ventre, vicino ai pantaloni. Avevo una voglia matta di farlo con lui, e così gli tolsi i jeans e anche lui fece altrettanto. Quando venne non poté non gridare dalla gioia. Tutto si era amplificato come previsto. Vedevo tutto con occhi nuovi, occhi che solo cose belle avrebbero visto stando al suo fianco. Al fianco del mio più grande amore. ''Ti amo, piccola mia.'' Sussurò con sensualità nel mio orecchio per poi scendere lentamente con le labbra giù per il collo riempiendolo di baci. Quando assumeva quel tono sensuale, mi stuzzicava al tal punto che iniziai a riempirlo di morsi sul viso. Alessio scoppiò a ridere. ''Sono un vampiro.'' Dissi e scherzando feci finta di mostrargli i miei canini. ''Ah si? Sei un vampiro? Beh, io so mordere meglio di te!" E così dicendo iniziò a mordermi il collo. Quella volta fui io a scoppiare a ridere. E così, tra la passione, l'amore, e la felicità, dimenticammo tutto ciò che era accaduto durante quel periodo, allontanando la rabbia che ci aveva fatto star male. Io l'avrei amato per sempre. Lui mi avrebbe amata per sempre. Insieme saremmo stati uniti per sempre.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18: L'amore ***


Natale ormai era alle porte. Mancava esattamente una settimana all'inizio delle festività natalizie. Durante quei giorni, le tre ragazze che mi avevano aggredita avevano fatto la fine che si meritavano. Erano state espulse per un bel po di tempo dalla scuola, e, i loro genitori le avevano chiuse in casa chissà per quanto tempo. Dopotutto, se lo meritavano davvero. Quel giorno, ovvero il 17 dicembre, stesa sul mio letto, pensavo a tutto ciò che mi era accaduto da quando Alessio era entrato nella mia vita. Alessio, quel nome suonava così dolce e piccante nel mio cuore proprio come la prima volta. Quel nome che ogni giorno diventava sempre più mio. Pensavo a noi due, a tutti i momenti passati assieme fin a quel momento, alle cose che mi aveva insegnato, e tra queste quella di vivere davvero la vita. Lo amavo davvero e non l'avrei mai lasciato. Lo sentivo parte di me, e senza lui nella mia vita non sapevo come l'avrei vissuta. Fu in quel momento che mi assalì una gran paura. E se un giorno ci saremmo lasciati? Se un giorno lui non ci sarebbe stato più nella mia vita, come l'avrei vissuta questa? Queste domande subito mi fecero rabbrividere, e cercai di scacciarle dalla mia testa con violenza. Sospirai. L'amore, dolce e piccante in tutte le sue sfumature, è capace di travolgere due persone nel suo girone. La sua energia, la sua profondità riesce ad unirle diventando un tutt'uno. L'amore ti fa gioire, ti fa vivere, ti fa soffrire, piangere, ti stuzzica, ti provoca, ma ti fa sentire vivo sempre accanto alla persona che ami con tutto te stesso. Non svanisce subito come molti credono, non svanisce dalla mattina alla sera, ma con il tempo se si tratta di un'amore non destinato, magari perché non c'era molta complicità, rispetto, fiducia, tutte quelle qualità e valori che servono in un rapporto. L'amore vero è quel sentimento che ti fa sognare ad occhi aperti, ti fa piangere la notte nel letto, senza riuscire a dormire, ti fa desiderare giorno per giorno sempre più la persona che ami. Non si può vivere la vita senza la persona che si ama. No, non si può! Da ragazzi non è facile per la maggior parte che un rapporto possa durare per sempre, non si può dire la classica frase:"Voglio vivere la mia vita per sempre con te.'' solo perché lo si sente in quel momento e poi magari il giorno dopo ci si lascia senza un motivo valido e preciso. Nessuno può dare la sicurezza che un rapporto possa durare specialmente quando si è troppo giovani. Io di una cosa ero certa, anche se la nostra storia sarebbe finita un giorno, io avrei pensato solo a godermi appieno tutti i momenti che avrei vissuto ancora con Alessio, sia quelli belli ma anche quelli brutti, avrei vissuto con lui tutto con massima intensità e amore, senza mai pentirmi di tutto ciò che ho provato per lui. Credo che se ci si pente dopo un rapporto di ciò che si è fatto e provato per qualcuno è perché non si ha amato davvero come si doveva. L'amore vero completa due persone e non le separerà mai, e se succederà prima o poi dovranno incontrarsi di nuovo. Ciò che le unisce è più forte della loro stessa esistenza. Pensai a tutto questo con ardore, con passione. Un piccolo sorriso comparve sulle mie labbra. Con il cuore a mille presi il cellulare e chiamai Alessio. Volevo dirglielo, volevo sentire la sua voce. ''Amore!" Quella voce calda seppur da un cellulare riuscì a riscaldare il mio cuore. ''Ti amo!" Dissi con intensità, con...amore. ''Anche io amore mio, anche io ti amo.'' Rispose con la stessa intensità. Immaginai il suo viso farsi in quel momento serio e gli occhi lucidi. ''Vorrei averti al mio fianco..'' Dissi sempre con il cuore accelerato. ''Arrivo subito da te, anche io ho voglia di averti al mio fianco, voglio stringerti forte tra le mie braccia e dirti mille volte ti amo.'' Così dicendo, chiusi la telefonata e con il sorriso di prima sulle labbra e nel cuore scesi in salotto e aspettai il suo arrivo. Un arrivo che si sarebbe moltiplicato in altri mille.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19: Noi ***


''Oggi è la Vigilia di Natale, mi sento molto felice, e non mi era mai capitato così tanto durante queste giornate di festa.'' Dissi mentre paseggiavo mano nella mano con Alessio in un parco. L'aria intorno a noi sapeva tanto di inverno, di gioia, di calore tra tutti, e anche se la cattiveria era comunque presente nonostante giorni di pace, non riuscivo a percepirla quando ero al suo fianco. Nell'aria percepivo un odore nuovo, un'energia fresca, calorosa. Leggevo armonia sui volti dei passanti, tutti intenti per la fretta a fare gli ultimi regali. Anche io avevo fatto i miei regali, e tra quelli c'era uno per Alessio, per il mio amore, con il quale avrei voluto camminare sulla stessa strada fino a quando avremmo voluto entrambi. Ma come avevo già riflettuto in precedenza, volevo solo godermi quei momenti con lui al massimo dell'amore e del coraggio, e, se sarebbe stato destino, avrei ringraziato mille volte il Signore per il meraviglioso regalo che mi aveva fatto. Ma in fondo già lo ringraziavo perché, Alessio mi aveva cambiata in tutto quel tempo che avevamo condiviso fino ad'ora. ''Anche io mi sento molto felice, rispetto alle altre vigilie..'' Mi disse stringendo con ardore la mia mano. Nonostante il freddo che faceva era calda la sua mano. Quel calore si insinuò nelle mie ossa e scorrere nel sangue per poi raggiungere alla velocità della luce il mio cuore innamorato. Un calore che mai sarebbe stato distrutto, un calore che ci avrebbe unito per se. Chiusi per un istante gli occhi e cercai di ascoltare con attenzione tutto ciò che mi accadeva intorno, tutto ciò che si stava svolgendo davanti me. Ognuno conduceva la propria vita, ma molti in quel momento nonostante si trattasse di persone diverse, con menti diverse, corpi diversi, stavano compiendo lo stesso compito. Fare regali. In fondo ci sono cose che spinge gli uomini a compierle tutti insieme, contemporaneamente. "Perché te ti senti molto più felice del solito oggi?" Gli chiesi attendendo con il cuore a mille la sua risposta. Alessio di scatto si fermò in mezzo al parco, dove tutti sembrava che ci stessero guardando. Allontanò la sua mano dalla mia e dopo pochi secondi la riafferrò con più foga di prima. ''Perché oggi ho capito che l'amore che provo per te non potrà distruggersi, oggi, Giulia, ho capito ancor meglio delle altre volte che te fai parte di me ormai, io non vivrò senza te.'' Disse con una tale determinazione da farmi quasi scoppiare a piangere. E così fu! Calde lacrime scivolarono lungo il mio viso freddo, e quasi riscaldandolo, sentì uno strano calore pervadere tutto il mio corpo. Il vento muoveva quasi con forza le poche foglie degli alberi circostanti, e caddero pigre sulla terra bagnata dall'umidità. Nonostante il freddo, nonostante la gente che ci stava guardando, tutto sparì davanti ai miei occhi e sentì ripetere nella mia mente le sue calde, dolci parole. Sorrisi. ''E tu perché sei felice oggi?" Mi chiese con un mezzo sorriso, alzando le sopracciglia. ''Perché quello che senti te, lo sento anche io, perché Alessio, io ho capito di amarti davvero.'' A quelle parole, egli non resistette. Afferrandomi un braccio con foga, mi baciò. Le nostre labbra al tocco le une con le altre, si riscaldarono in un bacio carico di amore e di sentimento. Chiusi gli occhi, mi strinsi forte a lui, e ricambiai con tutto l'amore che provavo per lui quel bacio. ''Buon Natale amore mio.'' Disse afferrando il mio viso tra le sue grandi mani. I suoi occhi verdi erano limpidissimi. ''Cosa?" Dissi. Mi voltò in direzione del campanile della chiesa. Era mezzanotte, era Natale. Alessio tirò subito dalla tasca del suo lungo cappotto nero un regalo. ''Aprilo.'' Disse felice. ''Adesso?" Chiesi imorovvisamente timida. ''Si adesso, amore mio.'' Con mani tremanti aprì il suo regalo. Una collana con mezzo cuore d'argento comparve davanti ai miei occhi. Di nuovo le lacrime scivolarono sul mio viso. Notai che sul mezzo cuore era incisa l'iniziale del mio nome. Subito presi il mio regalo e glielo diedi. ''Questo è per te.'' Dissi anche io felice. "L'altra parte del cuore, con la mia iniziale.'' Disse alzando il suo viso su di me. ''E' una coincidenza questa, oppure siamo andati a fare i regali assieme forse mentre eravamo sonnambuli?" Chiese incredulo. Scoppiai a ridere. ''L'amore che proviamo per entrambi lo testimonia chiaramente con questo gesto.'' Aggiunse serio. ''Abbiamo avuto la stessa idea anche se, in questi giorni saremmo andati a comprare l'altra parte assieme.'' Dissi anche io seria. ''E' stato più bello così credimi amore.'' Così dicendo mi baciò di nuovo. Quella sera capimmo entrambi che il nostro era davvero un'amore vero, vivo, leale. Lo amavo, lui mi amava, insieme eravamo semplicemente noi!

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Capitolo 21
*** Capitolo 20: Occhi castano. ***


''Ho litigato con Lorenzo, questa volta seriamente Giulia.'' Mi disse Federica mentre ci dirigevamo verso il cortile della scuola. Le vacanze natalizie erano finite, volate via così rapidamente da non rendermene neppure conto. Quel giorno Federica era davvero giù di morale. Non le capitava quasi mai di litigare con Lorenzo, dato che si conoscevano molto bene caratterialmente, e avevano sempre evitato litigi superflui, ma quando litigavano seriamente era abbastanza difficile risolvere la questione. Quasi spesso la colpa era di tutti e due. ''Per cosa avete litigato, me lo spieghi? Non stai facendo altro che ripetere questa frase da quando sei venuta a prendermi sotto casa.'' Le dissi un po infastidita. Con passi leggermente accelerati ci avviammo verso una panchina libera. ''Gli è morto lo zio ieri come ben sai, e lui ci tiene che vada al funerale oggi pomeriggio, ma dopo la solita ritirata tardi e le grida dei miei genitori non posso andarci perché sono di nuovo in punizione. Lui se l'è presa a morte con me perché ci tiene che sia presente al funerale del suo amato zio, ma davvero non posso. E' vero, la colpa è maggiormente mia perché ho questo brutto vizio di non rispettare gli orari notturni che i miei mi impongono, ma anche lui deve essere comprensibile con me.'' Disse con rabbia. ''Capisco come ti senti, però devi sopratutto te evitare di ritirati troppo tardi la sera, sai come sono i tuoi genitori, sono molto severi. Devi evitare di farli arrabbiare, altrimenti ti tocca la solita punizione. Con Lorenzo ci parlo anche io, però te devi promettergli che eviti di far infuriare i tuoi, rispetta le loro regole Federica. Ormai sei grande.'' Così dicendo sentimmo la campanella suonare. Ci avviammo nella nostra classe. ''Devi essere matura, te lo sei Federica, però a volte ti comporti come una bambina e sai che a Lorenzo non piace questo atteggiamento, è vero che lo è anche lui ogni tanto, però se mostrate ad entrambi questi lati infantili sebbene ogni tanto, non farete altro che peggiorare i litigi.'' Le dissi mentre la folla di ragazzi aumentava sempre più. L'unica pecca di quella scuola era il corridoio iniziale, molto stretto per poter far entrare in massa i ragazzi. Nonostante ci dicevano sempre di entrare per file, non c'era mai nulla da fare. ''E poi, penso anche...'' Non finì di parlare che subito qualcuno mi venne addosso da dietro. Pensavo che un gruppo di ragazzi nell'entrare abbia strattonato troppo, ma quando mi voltai indietro mi sbagliai. Si trattava di un ragazzo che era finito proprio su di me, il quale volle aiutarmi a rialzarmi, ma infuriata come ero feci tutto da sola. ''Hey, fai attenzione, stavo per farmi male.'' Dissi guardandolo con rabbia. ''Ti chiedo scusa, sono davvero desolato ma è davvero impossibile poter camminare in questo corridoio.'' Disse senza smettere di guardare i miei occhi. Provai subito un forte imbarazzo ma non abbasai il volto. Si guardò intorno come se fosse la prima volta che vedesse l'Istituto. Dopo poco ripuntò i suoi occhi scuri nei miei e sorrise debolmente. I capelli gli cadevano intorno al viso in tanti ricciolini castani, mettendone in risalto un profilo già di un uomo. Voltai il viso davanti me, e insieme a Federica mi diressi verso la nostra aula. Quel ragazzo aveva qualcosa che non mi piaceva per niente. ''Hai visto come ti fissava quel tizio?" Mi disse la mia amica appena ci sedemmo nei nostri banchi. ''Si, è davvero strano, ha qualcosa che non mi piace.'' Le dissi senza pensarci molto a ciò che dicevo. ''Strano? Era stra fico, ah già te sei impegnata con Alessio. Però è vero aveva qualcosa di strano negli occhi per come ti guardava.'' ''Federica! Smettila per favore.'' Le dissi infastidita dal suo solito modo di fare. Nonostante la conoscessi da molto non mi ero ancora abituata a quel suo modo di fare. ''Scusami.'' Con lo sguardo perso nel cortile ormai vuoto della scuola pensai agli occhi verdi di Alessio, occhi pieni di amore verso me. Nessuno avrebbe sostituito i suoi occhi meravigliosi. Nessuno sarebbe stato in grado di sostituirlo, lui, il mio mondo.

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Capitolo 22
*** ~Info~ ***


Ciao a tutti :D Vi scrivo (anche se non c'entra nulla, lo so XD) per sapere da voi lettori, dato che siete molti a seguire la mia storia da come noto ogni giorno, cosa ne pensate di questa, commentandomi qui sotto, sempre se volete. Ve lo dico, così tanto per sapere da chi sta seguendo questa storia cosa ne pensa davvero, se gli piace come si sta svolgendo o se si aspetta qualcosa di più emozionante, magari anche qualche vostro consiglio mi farebbe molto piacere e mi sarebbe utile. Ripeto, sempre se volete, non vi costringo ahahah ^_^ Ne approfitto inoltre per rigraziare tutti coloro che la stanno seguendo, siete davvero tanti, e se continuano ad aumentare i lettori avevo pensato di parlare con qualche casa editrice. A presto con il prossimo capitolo <3

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Capitolo 23
*** Capitolo 21: Sentimenti amplificati. ***


Studiavo, scrivevo, studiavo ancora, ma quel giorno non riuscivo per niente a concentrarmi. L'immagine degli occhi di quel ragazzo sconosciuto non voleva lasciare la mia mente. Non riuscivo a capire il motivo, ma era come se egli avesse lanciato su di me uno strano incantesimo in modo da non dimenticare il suo sguardo. Scossi violentemente la testa e cercai di concentrarmi sul libro di inglese. Dopo poco squillò il cellulare. Era Alessio. Il mio cuore nel leggere il suo nome si tranquillizzò immediatamente. ''Amore.'' Dissi con un certo tremore di gioia. ''Amore mio, ti va di uscire un po? Andiamo nel parco sul fiume Arno, ho voglia di vederti.'' La sua voce carica di trasporto mi fece subito balzare dalla sedia. C'era un certo legame tra tutti e due, un legame che nessuno avrebbe mai spezzato. Di questo mo convincevo sempre più. ''Si, anche io ho tanta voglia di vederti.'' Così dicendo, terminai la telefonata e corsi subito a prepararmi. Verso il pomeriggio Alessio venne sotto casa e con gioia, dopo aver salutato i miei genitori, scesi le scale, desiderosa di stringermi forte tra le sue braccia. Alessio appena mi vide, mi venne incontro e con il suo fare dolce e determinato strinse le sue grandi braccia intorno al mio corpo. Restammo così stretti l'uno nell'altro per un bel po. Amavo stare tra le sue braccia, perchè mi sentivo protetta, al sicuro. Anche lui amava quel trasporto, amava così tanto sentire che io stavo bene con lui. ''Quando non ti vedo divento subito ansioso, quando non ti vedo, non vedo i tuoi occhi bellissimi è come se mi mancasse il respiro. Ho bisogno di te amore mio.'' Disse con tutta sincerità. Lo guardai negli occhi, persa completamente in quel mare verde e limpido, lessi tutto l'amore che provava per me. ''Anche io quando non ti vedo mi sento male, anche io ho bisogno di te per andare avanti in questo mondo ingiusto.'' La voce tremava. La paura che un giorno tutto ciò sarebbe finito mi assalì nuovamente. Alessio mi strinse ancor di più nelle sue braccia. ''Non devi aver paura di nulla, amore, di nulla, perché ci sono io qui con te.'' Disse quasi come se avesse percepito la mia paura. Sorrisi e subito mi sentì meglio. ''Dai ora andiamo piccola mia.'' Così dicendo salimmo sulla sua moto e ci dirigemmo nel freddo pomeriggio di gennaio verso il parco dove ci incontrammo la prima volta. Appena arrivati, sorridemmo entrambi. Era la prima volta che andavamo li come fidanzati. Subito una forte emozione assalì entrambi. Ci guardammo intorno, e come noi, tante coppiette di fidanzati passeggiavano tranquille e felici lungo il fiume, il quale scorreva lento e pigro. Da lontano il sole giocava nascondendosi tra le montagne. Rivolsi lo sguardo verso il cielo di un azzurro stupendo. ''Sei bellissima.'' Mi disse Alessio, e subito mi baciò. Chiusi gli occhi e ricambiai quel dolce bacio. ''Scommettiamo che mi ricordo in quale punto ci incontrammo per l'esattezza?" Il suo sorriso mi fece subito intuire che si trattava di una sfida, e lui sapeva che amavo le sfide. ''Se perdi cosa succede?" Gli chiesi con aria presuntuosa. ''Non potrei mai perdere, non potrò dimenticare il punto esatto in cui ci siamo incontrati.'' Mi guardò con una tale determinazione da mettermi paura. Così dicendo mi trascinò di corsa verso il punto in cui ci incontrammo. ''E' questo!" Dissi con un piccolo sorriso. Gli occhi mi si fecero subito lucidi. Ero emozionata, soporatutto perché era da un bel po che non andavo in quel punto esatto del parco, dove da li il fiume si vedeva ancor meglio, era così vicino alla terra, all'erba, ma sopratutto anche le montagne in lontananza sembravano essere più vicine. Era sempre stato il mio posto preferito. Era diventato ancor più importante per me, quando io e lui ci incontrammo d'estate. ''Hai visto? Come potevo dimenticarlo?" Afferrandomi le mani, si perse nei miei occhi. Percepì con tutto l'amore che nutrivo per lui quel tocco sensibile e caldo. Guardai le nostre mani sfiorarsi tra loro, le dita giocherellare. Sorrisi, Alessio sorrise. ''Questo è sempre stato il mio posto preferito di questo grande parco.'' Dissi senza staccare gli occhi dalle nostre mani, le quali continuavano a giocherellare. ''Perché?" Mi chiese senza smettere anche lui di guardare le mani. ''Perché da qui sembra di vedere tutto in modo amplificato, tutto con maggior vicinanza. Perché questo è il punto esatto per ricevere quella spinta verso l'alto.'' Dissi. Rivolgendo lo sguardo verso il sole che tramontava dietro le montagne, sentì le lacrime scivolare lungo il mio piccolo viso. L'emozione stava pervadendo nel mio corpo. ''E da quando stai con me, hai ricevuto quella spinta verso l'alto che tanto desideravi come la desideravo anche io?" Mi chiese senza asciugare quelle piccole lacrime. Sapeva che erano lacrime di gioia e quando era così preferiva farle scivolare lungo il mio viso, per lui ero ancor più bella quando piangevo per la felicità. ''Si, da quando sto con te, tutto è diverso, tutto il mondo è diverso, perché te mi fai vivere Alessio, nella gioia e nel dolore te ci sei sempre stato al mio fianco e io non smetterò di amarti. E' vero che siamo solo giovani ragazzi ma è quello che sento, sento di amarti davvero mio angelo.'' Le lacrime uscivano dai miei occhi sempre con più insistenza. ''Oh dolce angelo..'' Disse in un sussurro. I suoi occhi puntati nei miei non facevano altro che trasmettermi calore e tenerezza. Strinse con più veemenza la mia mano, e lentamente si avvicinò alle mie labbra. Erano calde le sue labbra, erano rosse come il fuoco, pulsavano di amore, lo sentivo, lo percepivo dal profondo del mio cuore. Senza smettere di guardare i suoi occhi ricambiai quel bacio tanto desideroso di amore, di passione. ''La mia vita senza te non si potrebbe definire tale credimi.'' Con la mano accarezzò il mio piccolo viso, magnandosi delle mie lacrime. Restò per un bel po a guardarsi la mano bagnata, e rivolgendo anche io lo sguardo sulla sua mano sorrisi. ''Queste lacrime non si asciugheranno mai credimi, resteranno per sempre qui nel mio cuore Giulia.'' Così dicendo si portò la mano sul cuore. ''Alessio..'' Dissi con dolcezza. ''Giulia, io ti amo davvero.'' La sua determinazione si fece ancora più forte, ma quella volta non mi spaventò, quella volta mi fece capire che io ero cambiata davvero, che io stavo davvero bene al suo fianco, e che senza di lui non sarei stata in grado di ricevere quella spinta verso l'alto. ''Non voglio fare il poeta adesso, dato che non sono neppure tanto bravo con le parole però immagina che lo sono e che queste parole che ti sto per dire un giorno più in la le potremmo vivere per davvero...'' Sorrise dolcemente e riafferrando entrambe le mie mani nelle sue restò a guardarmi in silenzio per un bel po. Aspettava che io lo ascoltassi con tutta l'attenzione possibile di questo mondo. ''Se fossimo farfalle vorrei vivere 3 giorni di primavera con te, tre giorni pieni con te e colmarli di tante delizie che 50 anni comuni non sarebbero in grado di vivere come li vivremmo noi in soli 3 giorni.'' Diventò subito rosso in viso, e mostrando la sua dolce timidezza, sembrò diventare un bambino. ''Allora mi dirai queste parole stupede, qui di nuovo a primavera.'' Dissi mentre altre lacrime di gioia scivolavano lungo il viso. "Si, a primavera.'' La sua felicità era così tanta da farmi scoppiare in una fragorosa risata. Mi abbracciò forte e tra le sue braccia restammo a guardare in silenzio gli ultimi raggi del sole salutarci. ''Che bravi ragazzi che siete.'' Subito una voce interruppe quel dolce momento. Ci voltammo e alle nostre spalle una signora anziana ci guardava sorridendo. Ricambiammo i sorrisi. ''E' davvero difficile trovare oggi ragazzi come voi, si capisce proprio che vi amate molto. Coltivate ogni giorno questo dolce amore ragazzi, non lasciatevi perché state davvero bene assieme, c'è davvero un forte legame tra voi lo sento proprio. L'amore è un sentimento fantastico.'' Le sue calde parole ci resero ancora più felice. ''Come fate a percepirlo?'' Le chiese Alessio incuriosito. ''Sono una maga, pratico magia bianca da anni ormai, ma non mi sono mai fatta pubblicità per prevedere il futuro alla gente, ho sempre usato la mia magia per me stessa e per la mia famiglia. Ma il legame che vi unisce lo percepisco fin troppo, e davvero forte da non poter passare inosservati. Solo chi pratica davvero la magia lo può sentire dall'esterno. Il consiglio che vi do è che dovete restare uniti, vivere ogni giorno la vostra storia, vivere alla giornata senza mai smettere di amarvi.'' Così dicendo quella signora davvero molto dolce e al tempo stesso misteriosa se ne andò lanciandoci un ultimo sorriso. Restammo abbracciati l'uno nell'altro per molto tempo ancora, persi con lo sguardo verso l'orizzonte. Un orizzonte che un giorno avremmo voluto toccare e vivere con i nostri stessi corpi, perché una cosa bella è una gioia eterna.

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Capitolo 24
*** Capitolo 22: Intruso. ***


''Ho chiarito con Lorenzo, Giulia, ma devo ringraziare sopratutto te perché gli hai parlato in modo chiaro e diretto.'' Quella mattina di fine gennaio, io e Federica durante l'intervallo della terza ora, camminavamo un po nel cortile della scuola. La settimana scorsa i professori ci avevano dato la possibilità di poter passeggiare un po durante i vari intervalli dopo le lezioni nel cortile scolastico. Non tutti però uscivano, altri preferivano starsene nei corridoi, oppure nelle aule, dato comunque il freddo. ''Sono contenta che avete chiarito, l'importante è non litigare per gli stessi motivi. Siete ragazzi abbastanza maturi, sopratutto te, per questo evitatele certe questioni quando si può.'' Le dissi mentre vagavo con la testa nei miei pensieri. ''Hai ragione, ti ringrazio, come del resto anche Lorenzo. Ma Alessio?" La sua voce mi fece notare che era un po preoccupata. ''Ha un compito in classe, inglese, ci vedremo all'uscita di scuola come sempre.'' Le dissi sorridendole. ''Sai? Da quando stai con lui sei cambiata, ti vedo più solare, più tranquilla. Prima invece, eri molto irrequieta, vedevi tutto con aria triste, e ti irritavi facilmente. Ora sembri essere diventata un altra persona, mi fa piacere che stiate insieme, avevi davvero bisogno di questa felicità. Te lo meriti, dopo tutto ciò che hai passato.'' La sua sincerità, il suo bene in quelle parole mi fece subito emozionare, al tal punto di avere gli occhi lucidi. ''Un giorno tutti riceveranno ciò che si meritano. Ognuno di noi prima di ottenere ciò che desidera con tutto il cuore, deve affrontarne tante, superare tante difficoltà, e poi arriverà finalmente quel giorno. Le difficoltà, il dolore, fanno male, certo, però quando arriva quella persona in grado di cambiarti sul serio la vita, pensi che ne è valsa la pena soffrire, e piangere, anche perché tutto questo ti aiuta a crescere e maturare interiormente.'' Sentì qualche lacrima scivolare lungo il mio viso. Ma lasciai che fosse il vento ad asciugarle. ''Belle parole davvero belle.'' Una voce dietro di noi ruppe improvvisamente quel dolce momento di riflessione. Io e la mia amica ci voltammo di scatto, e scoprimmo che quella voce proveniva dal ragazzo misterioso che mi aveva spinta nel corridoio circa una settimana fa. ''E' il ragazzo bono dell'altra volta.'' Mi disse Federica a bassa voce, mentre questi si avvicinava a noi. Le diedi subito uno strattone. Aveva un modo di camminare un po da presuntuoso, anzi direi troppo esaltato. I suoi occhi scuri erano puntati fin troppo nei miei. Occhi che volevano trasmettermi paura, timore per lui. Ma non ci sarebbe riuscito. ''Ancora non mi sono presentato? Sono John, e come puoi capire dal mio nome non sono italiano, ma bensì americano, precisamente sono della California.'' Il suo sorriso mostrò i suoi denti di un bianco da mozzare il fiato. Sembravano ancor più bianchi di Alessio. Voltò il viso delicatamente verso la mia amica. I suoi ricci scuri scivolarono davanti gli occhi. "Potresti lasciarmi solo con lei?" Le chiese portandosi all'indietro i capelli. ''Ce-certo.'' Rispose lei con un certo timore. John sorrise. Evidentemente aveva capito di aver messo paura alla mia amica, ma con me non ci sarebbe mai riuscito. Ma cosa voleva da me? Quando Federica se ne fu andata, il ragazzo presuntuoso e misterioso si avvicinò ancor di più a me. Era molto alto rispetto me, tanto che per guardarmi dritto negli occhi dovette chinare leggermente il capo. ''Cosa vuoi da me?" Gli chiesi con aria di sfida. ''Voglio te!" Disse con un tono di leggero piacere. La rabbia prese il sopravvento. Mi avvicinai di più a lui per dargli un forte schiaffo sul viso. Ma la sua mano fu più rapida della mia. Stretta nella sua iniziai a sentire un forte brivido lungo la schiena. ''E' così che dai il benvenuto a un nuovo arrivato? Non mi piace per niente.'' Il suo viso mostrava un falso dispiacere. ''Chiunque tu sia, devi stare lontano da me, chiaro? Sono già impegnata, hai cercato la ragazza sbagliata, trovatene una che non aspetta altro che scopare. Ma con me hai sbagliato proprio." Così dicendo, con la sua stessa aria presuntuosa mi diressi verso l'ingresso della scuola. ''Perché ami Alessio vero?" La sua domanda diretta mi fermò immediatamente. ''Come lo conosci?" Gli chiesi voltandomi verso lui mostrando un atteggiamento di strafottenza. ''A quanto ho capito, è mio rivale..'' Si avvicinò a me lentamente con passi misurati ed eleganti. Il freddo sembrò gelarmi completamente le ossa. Sebbene non mi incuteva timore il suo modo di guardarmi, un leggero brivido dietro la schiena l'avevo percepito comunque. ''Lui sta con te adesso, ma più in la sarai mia, solo mia.'' Quelle parole pronunciate a bassa voce mi gelarono ancor di più le ossa, ma cercai di non farglielo notare. ''Come mi conosci e come conosci lui?" Gli chiesi questa volta interessata alle sue parole. ''Oh beh, lui era il mio migliore amico sai? Ci conoscevamo dall'infanzia perché le nostre famiglie erano amiche, ma quando mi sono trasferito in America egli ha voluto perdere i contatti con me. Ci ho sofferto molto, tantissimo, perché lo consideravo un fratello per me. Ancora oggi non capisco per quale motivo ha voluto perdermi. Chissà che faccia farà nel vedermi qui, nella sua stessa scuola, ma sopratutto quando gli soffierò la sua ragazza.'' Rise di gusto a quelle parole. ''Mi fai schifo. Ecco perché ha voluto perdere i contatti con te, perché ha scoperto che sei un verme schifoso.'' Dissi quelle parole con tanta rabbia, tanto che mi sembrò leggere nei suoi occhi profondo dolore per ciò che gli avevo detto. Ma senza importarmene corsi immediatamente in classe. Non ne volevo sapere nulla di quel ragazzo. Come era arrivato, così doveva andarsene dalla mia vita, ma sopratutto da quella scuola. La sua era solo una vendetta, tutto qui. Voleva vendicarsi solo perché Alessio aveva voluto perdere con lui i contatti. Senza più pensarci, entrai in classe e una volta sedutami nel banco accanto alla mia migliore amica, cercai di concentrarmi sulla lezione di matematica. Ne avrei parlato quel giorno stesso con Alessio.

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Capitolo 25
*** Capitolo 23: Il forte potere dell'amore. ***


Durante il pomeriggio avevo chiamato Alessio per parlargli. Decidemmo di incontrarci nel parco che affacciava sul fiume Arno, precisamente vicino al nostro posto segreto. Appena mi vide, notò subito sul mio viso un espressione molto pensierosa. Mi strinse immediatamente tra le sue braccia. ''E' successo qualcosa Giulia?" Disse con tono serio. ''Devo parlarti.'' Dissi cercando di non assumere un'espressione troppo preoccupata. Ci sedemmo su una panchina molto vicino al fiume, il quale a pochi metri da noi scorreva sempre in modo pigro. ''C'è un ragazzo alquanto strano che sembra voler qualcosa da me e te.'' Dissi cercando di iniziare l'argomento con le giuste parole. Guardai il viso di Alessio, il quale a sentire quelle parole scattò immediatamente. ''John..'' Disse a bassa voce ma con una certa insicurezza che potesse essere lui. "Si lui.'' Dissi con determinazione. ''Come hai fatto ad incontrarlo?'' Voltandosi verso me, cercò di capire immediatamente il motivo per cui quel ragazzo fosse tornato. ''L'ho incontrato per puro caso una settimana fa nel corridoio della scuola mentre entravamo nelle nostre classi. Mi diede una spinta per la troppa folla e quando lo guardai, non smetteva di puntare gli occhi su di me. La seconda volta è stato ieri nel cortile, alla fine della terza ora. Mi ha detto che vuole me a tutti i costi, sa che sono la tua ragazza, ed è tornato per vendicarsi perché te hai voluto spezzare i legami con lui.'' Raccontai tutto questo con una certa paura. Alessio notando ciò, mi strinse nelle sue braccia. Restammo per un bel po in quel modo, in assoluto silenzio. ''Eravamo amici molto stretti fin dall'infanzia. Lui è americano di origini. La mia famiglia conosceva la sua perché più volte mio padre ha avuto affari in America per lavoro. Quando seppe che la famiglia di John stava venendo in Italia, qui a Firenze, fu molto felice di accorglierla in casa nostra. Facemmo amicizia subito io e lui, per me era diventato come un fratello. Ma dopo molti anni, all'età di 15 anni dovette ritornare in America perché i suoi nonni non stavano molto bene.'' I suoi occhi si fecero subito lucidi. Erano colmi di tristezza. Ciò mi colpì davvero tanto, perché era la prima volta che vi leggevo tanta tristezza per un amico. ''Perché avete perso i contatti?" Gli chiesi cercando di capire meglio la storia di quel ragazzo. ''Semplice, l'avrai capito anche te. Diventò l'esatto opposto di come lo conoscevo. L'ultimo anno che restò qui in Italia, cominciò a cambiare, a soli 15 anni se la spassava la sera in diversi locali con varie ragazze, prese il vizio del fumo e dell'alcol, e qualche volta faceva anche uso di droghe. Era uscito completamente pazzo, così all'improvviso. I suoi genitori sono sempre stati persone molto gentili e dolci, non aveva problemi familiari. Purtroppo può succedere di perdere la testa all'improvviso, fuoriesce con il tempo la vera personalità di una persona.'' Il suo tono era ancora triste. Lo strinsi forte tra le mie braccia e accarezzandogli i lunghi capelli neri, riempì di baci la sua chioma. Sebbene era un ragazzo molto determinato e sicuro, era in fondo ancora un bambino dal cuore tenero, molto sensibile al dolore e all'amore. Alessio afferrò le mie mani. ''Tu non scapperai mai da me vero per stare con lui anche se è un bel ragazzo?" Pronunciò quella domanda guardandomi negli occhi con tanta paura. Aveva paura di perdermi. ''Io non ti lascerò mai amore mio, l'aspetto fisico non c'entra nulla con un amore vero e puro. Io amo e amerò solo te. E' scritto nel destino che il nostro è un amore vero, e io non voglio separarmi dal tuo cuore.'' Le lacrime scivolarono sul mio viso, questa volta erano colme di paura e lui lo capì perché subito le asciugò, riempiendomi il viso di baci. ''Se osa solo avvicinarti di nuovo a te, dimmelo, gliela farò pagare come si deve. Te sei solo mia, e solo mia sarai, non finirai nelle mani di uno sporco ragazzo che non sa trattare con dovuto rispetto e amore una ragazza.'' Stringendo con forza le mie mani pronunciò quelle parole con tutta la rabbia che era in lui. ''Alessio adesso calmati ti prego. Io non voglio che te devi fargliela pagare, so badare a me stessa tranquillo. Non devi arrivare all'uso delle mani, violenza su violenza non porta a nulla, me lo dicesti stesso tu una sera ti ricordi?" Il mio tono calmo riuscì a tranquillizzarlo. ''Lo so, ma solo al pensiero di vederti nelle braccia di un altro ragazzo mi fa star male, sopratutto se la tua dolce bocca sfiorasse labbra che non sono mie.'' Delle lacrime scivolarono questa volta lungo il suo viso, ma voltando il viso lontano dal mio, cercò di nascondere quel pianto silenzioso. Con mani sicure proprio come aveva fatto tante volte lui con me, afferrai il suo viso, e lo costrinsi a guardarmi negli occhi. ''Alessio, io ti amo tantissimo e non devi pensare a nulla di tutto ciò, io sono tua e non sarò di lui o di qualcun altro. Il nostro amore superà ogni cosa.'' La mia determinazione lo colpì profondamente al tal punto che afferrò di scatto il mio viso tra le sue mani e senza smettere di guardarmi negli occhi mi baciò avidamente. I battiti del mio cuore accelerarono immediatamente, così come i suoi. ''Sei così dolce e pura che è difficile trovare ragazze come te. Sei così rara e io sono così felice di averti incontrata mio dolce angelo.'' Il suo sorriso sembrò illuminare di una luce armoniosa tutto ciò che ci circondava. Il freddo vento soffiava con forza contro i nostri visi, i nostri capelli. Scoppiammo a ridere. ''Niente e nessuno ci separerà.'' Disse accarezzando con la sua candida mano i miei capelli. Restando seduti su quella panchina, con lo sguardo rivolto verso il sole ormai tramontato immaginammo entrambi come sarebbe stato il nostro futuro assieme. Un futuro del quale forse un giorno avremmo potuto vederne tutti i colori fino a quel momento solo immaginati e viverlo alla massima intensità.

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Capitolo 26
*** Capitolo 24: Un amore che cresce sempre più. ***


''E' andato benissimo il tuo compito di greco, complimenti Giulia.'' Alcuni miei compagni di classe si complimentarono con me dopo aver preso il voto più alto della classe, ovvero 9. Amavo tantissimo il greco, era la mia lingua preferita. ''Grazie.'' Risposi loro con un sorriso, dopodiché uscii dall'aula per la ricreazione. Appena fui subito nel corridoio del mio piano, vidi poco distante Alessio appoggiato al muro. Non mi notò, per questo restai accanto all'ingresso dell'aula a guardarlo in silenzio. Con la testa leggermente inclinata verso l'alto e la gamba destra appoggiata contro il muro, era completamente assorto nei suoi pensieri. Vederlo indossare una camicia bianca leggermente sbottonata lungo il collo e dei jeans scuri mi faceva sempre impazzire. Sorrisi a quel pensiero malizioso. In quel momento gli passarono davanti due ragazze, le quali lo salutarono con le loro vocine stridule. Ma lui non si mosse neppure di un millimetro, non le degnò neppure di uno sguardo. ''Sei ancor più attraente quando fai l'indifferente sai?" Gridò una delle due, e subito dopo come avevo previsto ci furono delle risatine piccanti. La rabbia era montata subito in me che subito decisi di andarle a strozzare dato che avevano distrutto un momento così bello. Mi stava piacendo l'idea di guardare il mio amore senza che lui si accorgesse della mia presenza. Mi diressi nella loro direzione, le quali avevano già superato Alessio. Ma proprio nel momento in cui stavo per aprire bocca, Alessio mi venne incontro e con un gesto rapido del braccio, mi afferrò e mi baciò, li, al centro del corridoio della scuola, fregandosene se qualche professore ci avrebbe visto. Ci guardammo negli occhi assaporando quel bacio come se fosse stato il primo. Quando mi separai da lui, non smisi di guardarlo. I miei occhi erano puntati dritto nei suoi. ''Mi da fastidio quando assumono questi atteggiamenti con te.'' Dissi un po irritata. ''Non te ne deve fregare, perché io non le degno neppure di uno sguardo, come hai potuto notare prima." Disse sorridendo. Sentì il cuore accelerare immediatamente. Mi aveva scoperta mentre lo guardavo da lontano? Come aveva fatto? ''Eh cosa? Non è vero." Obbiettai cercando di essere convincente. Alessio scoppiò a ridere. ''Non mi stavi spiando prima angioletto mio?" Così dicendo mi afferrò a se. Stretta tra le sue braccia, lo sentivo ancora ridere. ''La smetti di ridere?" Dissi seria separandomi da lui, ma non resistetti a lungo perché venne da ridere anche a me. ''Non c'è nulla di male se ti guardo da lontano, eri così assorto nei tuoi pensieri.. eri così bello'' Gli dissi con tutta sincerità. Alessio sorrise dolce e con una mano prese ad accarezzarmi il viso. ''Pensavo a noi due, infatti.'' Il suo sorriso si fece ancora più dolce. ''A cosa stavi pensando?" Gli chiesi curiosa di sapere la risposta. ''Non posso stare senza te... ti amo troppo.'' Così dicendo mi baciò di nuovo, e in quel momento il bacio diventò molto passionale da sentire un brivido lungo la schiena. ''Farei l'amore con te in questo preciso momento..'' Mi sussurrò dolce in un orecchio. Sorrisi all'idea. Subito in quel momento suonò la campanella e controvoglia dovettimo ritornare nelle rispettive aule. ''Ti accompagno in classe.'' Mi disse e afferrendomi la mano ci dirigemmo verso l'aula non molto distante. Per fortuna nessun professore ci aveva disturbato poco fa. ''Ragazzi oggi tutte le aule escono adesso, il preside ha avvisato poco fa gli insegnati di un assemblea sindacale.'' La bidella del nostro piano avvisò una per volta tutte le aule, e come previsto, come tanti cavalli imbizzarriti i vari ragazzi uscirono dalla scuola noncuranti delle urla dei bidelli. Facemmo a quel punto anche io e lui la stessa cosa. Come matti, mano per mano ci dirigemmo verso il cortile, e una volta fuori lo baciai con tanta foga. Entrambi sapevamo cosa volevamo. Appena arrivati a casa mia, gettammo le borse sul divano nel soggiorno e una volta in camera, lo spinsi sul letto con tanto desiderio. Lui con occhi lucidi pieni di amore aspettava che facessi un altra mossa.. Gli venni sopra, mi avvicinai al suo orecchio. ''Lo sai che mi fai impazzire tanto quando sei vestito così?'' Gli sussurrai provocante. Lui spingendomi sull'altro lato e venendomi sopra sorrise di gusto. ''E tu lo sai che mi fai impazzire tanto quando mi provochi?" La sua voce sensuale sussurrata nel mio orecchio mi fece sorridere proprio come lui. ''Allora sbattimi contro il muro perché ho voglia di fare l'amore con te.'' Con occhi pieni di piacere lo provocai ancora di più. "Lo faccio, perché anche io ho voglia di fare l'amore con te.'' Disse con quella voce sempre sensuale, dopodiché finì tra un misto di delicatezza e aggressività contro la parete accanto al mio letto. Le nostre labbra si unirono subito, e tanti baci passionali carichi di amore vennero da se. Lo spinsi dopo poco sul letto. Quando fui su di lui,non resistetti al desiderio di sbottonargli la camicia. Ad ogni bottone che toglievo lo sentivo sempre più gemere di piacere. Eravamo presi da quel momento di passione, di amore, in modo così forte da non poter controllare le proprie emozioni. Tutto ciò che ci circondava era completamente fuori dal nostro mondo. In quel momento esistevamo solo noi due, tutto il resto non contava. Solo di una cosa però eravamo lucidi e consapevoli...Ci amavamo alla follia e il nostro amore stava crescendo sempre più.

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Capitolo 27
*** Capitolo 25: Ritrovati. ***


Da quando era iniziato febbraio avevo ricevuto da Alessio la notizia che aveva riformato la sua band musicale. Ne fui davvero molto contenta, sopratutto per lui, dato che aveva ripreso contatti più stretti con i suoi amici. A breve avevano anche deciso di inaugurare ufficialmente il ritorno della band con un concerto. Molti erano i ragazzi nel liceo ad essere felici per il loro ritorno e questo mi fece chiaramente capire che in passato la band era molto apprezzata. "Abbiamo concorrenza, a quanto pare.'' Disse un giorno Lorenzo nella nostra sala prove mentre suonavamo dei pezzi per un nuovo concerto. Anche noi dovevamo esibirici presto, e Lorenzo era l'unico a non essere felice per il ritorno della band di Alessio, i ''5 seconds to summer.'' ''Non è concorrenza, almeno c'è un altra band che ci fa compagnia qui a Firenze.'' Dissi giocherellando con le corde della mia Fender. ''Ah beh, te parli così perché lui è il tuo ragazzo, ma a me irrita tanto il fatto che c'è un altra band, sopratutto molto apprezzata nella nostra scuola.'' Dava l'impressione di essere dispiaciuto. ''Dai non dire così, anche noi siamo molto apprezzati, certo loro forse un tantino in più ma solo perché loro si sono formati un anno prima di noi.'' Cercò di tranquillizzarlo Federica. ''Ha ragione Federica.'' Obbiettò Paolo. ''Pensiamo positivo dai ragazzi, la musica non deve diventare una sfida, ma è gioia, noi siamo sempre stati felici di suonare e a questo nuovo concerto di dopodomani, dobbiamo mettercela tutta okay?" Lucia con il suo solito modo di fare saggio riuscì a tranquillizzare alla fine tutti. Quel giorno dopo le mie prove avevo promesso ad Alessio che sarei andata a vedere per la prima volta la sua sala prove. Paolo per fortuna mi diede un passaggio con la sua moto. La sala prove di Alessio era abbastanza lontana dalla mia, si trovava dietro la chiesa di Santa Maria del Fiore, quindi da li la distanza era abbastanza notevole. Appena entrai nella sala, la prima cosa che feci, fu nel guardarmi intorno a bocca aperta. Più che una sala prove sembrava un negozio di musica a due piani. Tante chitarre di vario tipo e colore erano appese con cura alle pareti. Scaffali moderni in nero erano stra colmi di CD musicali di vari gruppi rock e metal e di libri di musica. Alle pareti erano anche appesi quadri di cantanti e gruppi che hanno fatto la storia del rock. ''Dio mio.''Dissi stupita. ''Non ho mai visto una sala prove così figa.'' Aggiunsi ancor più stupita per il colore delle pareti che solo in quel momento notai per davvero. Erano bianche e nere con note musicali dipinte di rosso senza un ordine preciso. Ero ancora presa da quel mondo meraviglioso che senza rendermene conto andai a sbattere con il piede contro uno scaffale. Stavo per cadere ma qualcuno mi afferrò di scatto. Mi voltai sorridente pensando subito ad Alessio, ma quando mi accorsi che non si trattava di lui ma di John mi infuriai maledettamente. "Cosa diavolo ci fai qui?" Dissi rabbiosa, cercando al contempo di liberarmi dalle sue braccia. I suoi occhi erano sempre puntati con una profondità assurda nei miei. ''John?!" Alessio comparve ai nostri occhi stupito per il fatto che quel ragazzo tanto odioso mi stesse stringendo con le sue mani. John e Alessio si erano ritrovati per puro caso nel cortile della scuola durante il momento della ricreazione circa una settimana addietro. Il loro ritrovamento era stato abbastanza difficile da affrontare parte di Alessio, perché nonostante lo odiava per il fatto che gli piacevo e che voleva portarmi via da lui, aveva cercato di essere caloroso con lui. John aveva ricambiato con la stessa calorosità, quasi come se quel gesto volesse cancellare tutto il passato, ma sapevo che da parte di Alessio ciò era una cosa molto difficile dato che a John piacevo molto sopratutto ancor di più perché ero la ragazza del suo cosiddetto ''rivale.'' ''Oh non pensare male fratello, doveva essere rimasta molto colpita dalla sala che non si è accorta di dove metteva i piedi. Ho avuto un tempismo perfetto sai? Stavo entrando nella sala e l'ho subito afferrata, dovresti ringraziarmi, almeno non è caduta con il culo a terra." La sua ironia mi diede sui nervi. ''Smettila per favore.'' La voce infastidita di Alessio mi fece intuire che si sentiva esattamente come me. Subito mi venne accanto e liberandomi dalle grinfie di quell'antipatico finì in braccia sicure e calde. Alessio mi abbracciò forte e accarezzandomi la nuca con dolcezza rivolse la parola a John. ''Perché sei qui?" ''Qui, nel senso di perché sono qui nella tua sala prove per la prima volta oppure perché sono ritornato?" Odiavo il suo modo di scherzare quando qualcuno gli poneva domande serie. Era da immaturi proprio. ''Tutte e due le cose se vogliamo metterla su questo piano.'' Questa volta Alessio assunse un tono neutro ma desideroso di sapere la sua risposta. ''Sono venuto nella tua sala prove perché ero curioso di vederla e devo dire che non è male, anzi molto punk, e sono ritornato perché le famiglie di entrambi hanno ripreso i forti contatti di prima. Questo i tuoi te l'hanno detto?" Nel pronunciare quelle parole sembrava davvero serio per la prima volta. ''Si questo lo so'' Rispose diretto Alessio. ''A dir la verità sono tornato anche perché la mia famiglia ha proposto a tuo padre un ottima posizione come capo nel vecchio ufficio dove lavorava anni prima.'' Disse John ancora molto serio. ''Questa non la sapevo.'' Alessio era molto stupito. ''Beh è un ottima notizia.'' Dissi questa volta io cercando di non apparire muta come un pesce. ''Si, devo poi parlarne con mio padre.. comunque John, abbiamo voluto riprendere i contatti, okay, ma non ti azzardare a toccare la mia Giulia. Ci siamo intesi?" L'aria di sfida che emanavano le sue parole sembrarono divertire John, il quale rise di gusto e guardadomi per l'ultima volta uscì dalla sala. ''Mi sa che ho sbagliato a riessergli amico, ho sbagliato molto.'' Disse Alessio sbattendo un piede a terra per la rabbia. Gli andai subito vicino e afferrandolo per un braccio lo strinsi a me. ''Te non hai fatto nulla di male, hai voluto fare una cosa buona nonostante lo odi, solo per placare le acque. Non hai sbagliato, fossero tutti buoni come te Alessio.'' La mia serietà nel pronunciare quelle parole lo colpì molto. ''L'importante è che non rompa più il cazzo, detto apertamente. Non è più il ragazzo che conoscevo, e non potrà mai esservi amicizia sincera tra me e lui come quella di una volta. Lui è cambiato.'' I suoi occhi sembrarono perdersi in qualche ricordo passato. Ciò mi fece capire chiaramente che ci teneva davvero a quell'amico oramai perso e desideroso di vendetta solo perché aveva spezzato i legami con lui. Gli accarezzai il viso cercando di riportarlo alla realtà. Alessio prese subito il mio viso tra le sue mani e mi baciò. ''Se è andato è colpa sua, purtroppo la gente cambia, ma ciò che conta davvero per me è che te resti al mio fianco.'' La sua profondità nello sguardo questa volta colpì me. Le nostri fronti si toccarono, le nostre labbra si sfiorarono di nuovo, i nostri occhi si persero in quelli dell'altro. ''Io voglio te, punto.'' Dissi e sorridendo gli morsi un labbro. ''Non mi provocare, altrimenti non resisto e ti salto addosso.'' Mi sussurrò a bassa voce. ''Infatti non lo faccio questa volta mi dispiace.'' Dissi con un alzata di sopracciglia. Notai il volto dispiaciuto amaramente di Alessio e scoppiai a ridere di gusto. Anche lui scoppiò a ridere. Tra una risata e un altra entrambi capimmo che nessun ostacolo ci avrebbe diviso e anche se uno di questi sarebbe stato davvero complicato, noi lo avremmo superato sempre uniti.

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Capitolo 28
*** Capitolo 26: Dolorosa notizia. ***


Da parte di Alessio. Decisi di parlare con mio padre il giorno dopo della notizia che mi aveva dato John, sperando che non mi avesse detto una bugia. ''Papà davvero andrai a lavorare come capo nel tuo vecchio ufficio in America?" Gli chiesi non appena lo vidi in soggiorno intento con i suoi affari di finanza. ''Si, te ne ha parlato John a quanto pare vero?" Rivolgendo lo sguardo verso me, posò sul tavolino di vetro tutti i fogli che stava leggendo. ''Si me ne ha parlato lui ieri pomeriggio, ma volevo parlarne con te.'' Dissi cercando di capire meglio la situazione. ''Hai ragione,in effetti ti devo parlare di alcune cose, siediti accanto a me.'' Il tono serio della sua voce mi fece intuire che quelle parole erano rivolte specialmente a me, dunque centravo in qualcosa. Con un po di timore per ciò che mi avrebbe detto mi sedetti al suo fianco sul divano nero. ''Questo è il quinto anno che stai facendo, e giustamente dopo devi decidere cosa fare all'Università...'' Iniziò un discorso di cui in passato raramente ne avevamo parlato con interesse. Capì subito che quella volta il discorso era davvero serio. ''Si, e so già cosa fare dopo, studiare medicina qui all'Università di Firenze.'' Dissi con la sua stessa serietà. ''Non voglio che frequenti l'Università di Firenze, Alessio, non se ne parla.'' Quelle parole mi colpirono in pieno. ''Cosa? Papà non stai pensando mica di mandarmi fuori paese? Non posso, anche se il lavoro è importante, anche se il mio futuro è importante, non posso.'' Alzai il tono della voce spaventato. ''Mi spieghi per quale motivo? L'amore forse ti ha fatto uscire di senno figlio mio?" A quelle parole arrossì violentemente. ''Ti ho parlato di Giulia, io la amo troppo, e per di più sta al quarto anno di liceo, non posso stare lontano da lei, papà ti prego comprendimi.'' Cercai di assumere un tono dolce in quelle parole. ''Alessio, ne troverai tante di ragazze belle e intelligenti all'Università, troverai quella che amerai davvero e te la sposerai un giorno.'' Alzatosi si diresse verso la cucina. ''Io amo solo Giulia, non amerò mai un altra ragazza lo vuoi capire? Io la amo alla follia!" Gridai preso dalla rabbia. Mio padre fece un cenno con la mano di non curanza. ''Il discorso è chiuso, sono io che decido dato che tua madre non c'è più, a ottobre andrai a un college di Dublino, in Irlanda, studierai medicina li.'' Così dicendo se ne andò in camera sua. ''Già, peccato che non c'è più la mamma, lei si che mi avrebbe compreso, lei a differenza tua pensava all'amore, non come te che pensi solo al guadagno e a rendermi tua immagine. Se le cose stanno così me ne infischio del mio futuro, preferisco vivere nella povertà con la mia Giulia, piuttosto che vivere ricco con un oca.'' Dissi senza pudore, e con tutta la rabbia in me uscì di casa,non curante delle urla di mio padre. ''Va al diavolo egoista.'' Gli sputai dietro la porta di casa e come un razzo salì sulla moto dirigendomi da Giulia. Ci eravamo visti solo la mattina a scuola e dovevo assolutamente vederla, stavo troppo male. Parcheggiai la moto accanto al portone di casa sua, dopodiché la citofonai. ''Chi è?" Era sua madre. ''Salve signora, sono Alessio, posso vedere Giulia?" Chiesi con un certo affanno. ''Ciao Alessio, mi dispiace ma Giulia non è a casa, è andata a fare le prove con i suoi amici.'' Dopo averla salutata corsi con la moto alla sala prove non molto distante da casa sua. Appena arrivai, senza bussare entrai immediatamente. ''Uno, si bussa prima di entrare, sai per educazione, e secondo, non vogliamo essere disturbati visto che domani abbiamo un concerto e stiamo provando.'' Mi disse Lorenzo con una certa strafottenza. Da parte di Giulia. "Smettila.'' Gli dissi e subito nel guardare Alessio mi accorsi che qualcosa non andava. "E' successo qualcosa Alessio?" Gli chiese Federica la quale come me aveva intuito qualcosa. Paolo e Lucia gli fecero posto sul divanetto. ''Si purtroppo.'' Disse una volta sedutosi. Gli prestammo subito tutti attenzione. ''Ho parlato con mio padre questa volta definitivamente dell'Università.'' Iniziò il discorso con un certo dolore. ''Beh, studierai qui a Firenze medicina giusto?" Gli chiese Paolo. "No purtroppo. Mio padre vuole che vada a studiare in un college a Dublino." Disse queste parole guardandomi negli occhi. Sentì il mio viso diventare bianco come quello di un cadavere. ''Cosa? In Irlanda? Ma è pazzo? E con Giulia? Questo significherebbe non vederla più.'' Federica era davvero spaventata a quell'idea, io non la vedevo proprio. ''Ho cercato di mettergli in testa che li non andrò perché non posso perdere ne lei ne i miei amici, ho tutto qui ormai.'' Era diventato ancora più triste. Non potendo più reggere la situazione, corsi via in lacrime scendendo giù in città. Sentì Alessio correre dietro me e quando riuscì a fermarmi, ci ritrovammo in un vicoletto deserto. ''Non puoi andartene in Irlanda, non puoi, tuo padre è un grande stronzo.'' Gridai in lacrime. Alessio mi afferrò subito a se ma io mi separai subito da quell'abbraccio. Guardandolo negli occhi notai che quel gesto lo aveva molto rattristato. ''Lo so che mio padre è un grande stronzo, egoista per di più. Ho provato a fargli capire che io studierò qui perché da te non mi voglio separare, perché ti amo troppo, ma lui non ha voluto saperne nulla. Ha deciso di mandarmi li. Se solo adesso ci fosse stata ancora mia madre, sarebbe andato tutto diversamente. Mia madre pensava a rendermi felice con l'amore che mi trasmetteva, mi veniva incontro, ma lui, lui è sempre stato un grande stronzo, ha sempre pensato al lavoro. Io non diventerò come lui, io da te non mi separerò.'' Anche lui aveva alzato il tono di voce e nel percepire il dolore che stava sentendo, lo strinsi forte a me. ''Magari l'anno prossimo posso venire anche io in quel college, dato che anche io voglio fare medicina dopo.'' Dissi stretta tra le sue braccia. Alessio mi scostò da lui e puntò i suoi occhi dritto nei miei. ''Faresti davvero una cosa del genere Giulia?" La sua domanda seria mi fece subito capire che voleva una risposta sicura. ''Ai miei più volte ho detto che voglio studiare medicina dopo il liceo ma non in Italia, non mi piace studiarla qui. Loro mi hanno sempre detto che sono d'accordo con il mandarmi all'estero, però è ancora presto per me parlarne con loro definitivamente.'' Gli spiegai. ''Se verresti Giulia l'anno prossimo sarebbe fantastico, passeremo quegli anni assieme.'' I suoi occhi si fecero immediatamente lucidi. ''Quando dovrai andartene?" Gli chiesi questa volta io con un certo dolore. ''A ottobre.'' Anche lui era triste quanto me. ''Si tratta per me vivere un anno senza te, Alessio, senza te.'' Mi morsi violentemente il labbro. Egli subito afferrò il suo viso tra le mie mani e mi costrinse e guardarlo negli occhi. ''Nei giorni di festività verrò qui, e la prima persona che vorrò vedere sarai tu.'' Sorrise. ''Purtroppo certe cose non le si può cambiare Giulia, devono andare come è stato stabilito, anche se è uno stronzo mio padre, purtroppo non posso fargli cambiare idea, è testardo e quando prende una decisione quella è. Resta sempre il fatto che in fondo è mio padre.'' ''Lo so, ti capisco, dai, ci faremo forza entrambi, anche se ci separerà una distanza temporanea, noi ci ameremo sempre.'' Gli dissi cercando di tranquillizzare entrambi. ''Si, amore mio, si!" Sorrise, e non potei non ricambiare quel magico sorriso. ''Mmh dato che siamo ancora a febbraio, abbiamo molti mesi da vivere ancora piccola mia.'' Così dicendo mi prese in braccio e mi portò sulla sua moto. ''Dove mi porti?" Gli chiesi divertita. ''Mettiti il casco, andiamo nel nostro giardino segreto sotto le colline.'' Così dicendo, sfrecciammo a tutta forza verso il nostro piccolo mondo. Durante tutto quel periodo averi preferito vivere la mia vita con lui, senza pensare al college, a nulla di tutto ciò. Dovevo vivere, dovevo vivere il mio amore.

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Capitolo 29
*** Capitolo 27: Amici, musica, unione, amore. ***


''Come farai a superare l'idea che Alessio se ne andrà in Irlanda a ottobre?" Federica non faceva altro che ripetermi quella domanda, volendo da me per forza una risposta. ''Fede, parlerò con i miei, anche io vorrò studiare dopo il liceo medicina e loro sono sempre stati d'accordo sull'idea di mandarmi all'estero. Comunque adesso lasciamo perdere ciò, concentriamoci sul concerto.'' Quella sera suonammo al Joshua Tree Pub, molto famoso proprio per le serate che dava, ma sopratutto frequentato da molti esperti del vero rock. ''Ragazzi, questa sera dateci dentro come si deve ok? Ho sentito dire da alcuni tizi all'ingresso che ci sono degli esperti di musica del conservatorio di Roma, venuti qui appositamente per promuovere uno dei gruppi che suonerà, per questo facciamo loro vedere chi sono i Silent Pain.'' Ci disse Lorenzo dietro il palco. Rispondemmo tutti con un urlo, seguito da un forte batti cinque. A differenza degli altri locali, il Joshua Tree Pub teneva i concerti nello spazio circostante del locale stesso. Il palco era stato montato proprio intorno ai tavoli i quali in cerchio, si raccoglievano intorno ad esso. Era un pub davvero molto bello dal punto di vista estetico. Prima di noi, c'erano due gruppi che dovevano esibirsi. Quella sera eravamo cinque gruppi, tutti giovanili e con esperienza. Alessio avrebbe suonato con la sua band la sera dopo in un altro locale. Decise di venirmi a vedere, e quando lo vidi, per fortuna non dovevo ancora suonare con la mia band. ''Questa sera suonerai alla grande amore mio.'' Mi disse accogliendomi subito tra le sue braccia. Appena l'avevo visto gli ero corsa incontro per la troppa emozione che provavo. ''Lorenzo ci ha parlato di alcuni signori del conservatorio di Roma, arrivati qui per promuovere la band migliore.'' Dissi emozionata. ''Si, li ho visti all'ingresso, devo dire che sono molto severi e seri, quindi fate il vostro meglio.'' Sorrise e come al solito di fronte a quel sorriso non resistetti. Gli diedi un bacio. Alessio mi strinse le braccia intorno ai fianchi, ricambiando quel bacio con tanto amore. ''Ti amo.'' Mi sussurrò in un orecchio. ''Anche io.'' Sorrisi. ''Oh, ma guarda chi si rivede.'' Una voce a noi molto familiare si confuse con il primo brano suonato dalla prima band. Voltandoci entrambi, dietro di noi comparve la fastidiosa figura di John. ''Come sei sexy vestita così.'' Mi disse con un sorriso malizioso noncurante della presenza di Alessio. Un po lo ero in effetti, dato che indossavo dei jeans nero lucido attillati, i quali mettevono in risalto la forma delle mie gambe formose, una camicia bianca lunga, un po stretta sui fianchi con un teschio nero grande dietro la schiena, e dei stivali atrettanto neri. Avevo piastrato i miei lunghi capelli e arricciato le punte, in modo da farli venire mossi. Naturalmente sentirmi dire da lui che ero sexy mi diede sui nervi. Solo Alessio poteva dirmelo, ma non un coglione-scopa ragazze. ''Se ti azzardi a dirle ancora una cosa del genere John è finita.'' Lo minacciò Alessio, il quale era molto irritato. ''Hey fratello, stai calmo, le ho fatto solo un complimento, di certo tu non le hai detto la stessa cosa con l'intenzione di portartela a letto?" Il sorriso malizioso di John era sempre sulle sue labbra, mentre i suoi occhi erano fissi sulle mie gambe. In quel preciso istante mi vergognai di me stessa per aver indossato quel jeans attillato, ma era solo per dare maggiormente un effetto rock. Alessio nel notare ciò nel mio sguardo, mandò via John, il quale con un gruppo di ragazzi si accomodò ad un tavolo. ''Mi fa schifo, mi ha fatto pensare di sembrare davvero provocante con questi jeans attillati.'' Dissi con un certo imbarazzo. Alessio afferrò subito il mio viso tra le sue mani. ''Hey, tu sei perfetta, stai bene fisicamente, hai un fisico perfetto. Lui deve fare solo lo stronzo, lascia perdere quello che ha detto. L'importante è che piaci a me.'' Le sue parole mi tranquillizzarono. Dopo una ventina di minuti toccò finalmente a noi. Alessio era con i suoi amici di band, i quali li avevo visti solo quando salì sul palco. Appena salimmo, vidi che ai tavoli davanti a tutto il palco erano seduti quattro uomini in giacca e cravatta. Erano gli esperti del conservatorio. Alessio e i suoi amici erano seduti un po più dietro questi sulla destra, mentre John e la sua combriccola sulla sinistra. Tanta altra gente era seduta nel resto del locale, altra era in piedi. ''Ragazzi mi raccomando, questi esperti sono tosti davvero.'' Ci raccomandò Lorenzo. Annuimmo tutti. ''Sera gente, i Silent Pain tutti per voi.'' Come al solito Paolo gridò con la sua voce rauca e profonda. Tutti i presenti gridarono di gioia e di adrenalina. Gli esperti risposero con lievi applausi. La prima canzone che suonammo fu sweet child o mine dei gun's n roses. La parte iniziale ovvero quella dei rif, la suonai io. Subito dopo Paolo iniziò a cantare, Lucia alle prese con la batteria ci dava dentro davvero con energia. Io, Lorenzo e Federica con le chitarre stupivamo il pubblico. Ci tenevamo davvero tanto all'idea che gli esperti avrebbero scelto noi, per questo per stupirli e per far provare molta adrenalina al pubblico, noi tre scendemmo dal palco e iniziammo a suonare tra i tavoli. Tutti si emozionarono ancor di più in quel momento, mentre gli esperti ci guardavano davvero con interesse. Stavamo andando bene. La seconda canzone che suonammo fu Otherside dei Red Hot Chili Peppers. Piacque davvero molto, dato che dava molta carica, persino agli esperti, i quali sorrisero finalmente e al momento dei rif che suonai restarono incantati. Subito dopo aver finito, gridammo tutti al microfono, ringrazinado il pubblico, dopodiché scendemmo. Come ogni volta, molti ragazzi ci vennero incontro complimentandosi con noi. La maggior parte dei ragazzi era del liceo, molti visi li conoscevamo, altri erano nuovi. ''Bene ragazzi, adesso dobbiamo vedere cosa dicono quei tizi-nessuna emozione.'' Ci disse Lorenzo un po ansioso una volta riunitoci vicino all'angolo bar. ''Speriamo che scelgano noi.'' Disse Lucia mentre beveva un biccherino di liquore. ''Ma cosa ci daranno questi?" Paolo era un po incerto. ''Uno studio di registrazione tutto nostro dove poter registrare pezzi nostri.'' Gli rispose Lorenzo mandando giù in un colpo un bicchierino. ''Wow, potremmo fare delle nostre canzoni?" Dissi con occhi lucidi. ''Si, ah ragazzi eccoli, stanno venendo verso di noi, fatevi un segno della croce veloce.'' Lorenzo era sempre il solito. ''Cazzo speriamo ci dicano di si.'' Anche Federica sempre la stessa. ''Salve ragazzi, siamo degli esperti del conservatorio Santa Cecilia di Roma, come avrete ben capito, siamo qui per scegliere il gruppo da promuovere con uno studio di registrazione proprio e magari spingerlo in tv.'' Parlò uno dei quattro con una certa diplomazia. ''Sisi abbiamo saputo ciò.'' Rispose Lorenzo a nome di tutti. Per la prima volta lo vedemmo rivolgere a qualcuno uno sguardo e un certo tono della voce molto serio e diplomatico. ''Da quando si comporta così?" Mi chiese Federica la quale come noi altri era davvero stupita nel sentirlo parlare in quel modo. ''Bene, abbiamo deciso di promuovere voi, il vostro gruppo è molto adrenalitico, sapete stupire gli altri con abbastanza professionalità.'' Finalmente sulle labbra di quel tizio spuntò un luminoso sorriso. Saltammo tutti dalla gioia, e stringendoci in un abbraccio di gruppo, Lorenzo ci disse:" Grazie ragazzi, grazie di tutto, siamo stati davvero grandi.'' Sul viso di ognuno di noi spuntarono delle lacrime. Eravamo davvero molto felici. ''Questo è il mio numero, sono Antonio, professore di chitarra da 25 anni presso il nostro conservatorio.'' Così dicendo, consegnò un biglietto a Lorenzo. ''Chiamatemi per metterci d'accordo per il vostro studio di registrazione e parlare con il direttore.'' ''D'accordo, grazie mille.'' Ripondemmo in coro con tanta gioia. ''Grazie a voi, i veri talenti devono uscire allo scoperto come si deve.'' Dicendo quelle parole, capimmo che il nostro futuro nella musica sarebbe stato grandioso. ''Io vi amo.'' Gridò Lorenzo e subito ci saltò addosso. "Hey stronzo mi fai male.'' Gli disse Paolo dandogli una pacca sulla spalla per liberarsi da quell'abbraccio strozzatore. Quando Alessio con i suoi amici ci trovarono, gli saltai addosso. Egli a stento riuscì a stringermi. ''Hanno scelto noi amore.'' Dissi piangendo dalla gioia. ''Oddio, complimenti amore mio.'' Alessio era davvero felice, tanto che gli si fecero gli occhi lucidi. ''Complimenti Giulia.'' Mi dissero i suoi amici altrettanto felici per me. ''Ora il tuo futuro nell'ambito musicale prospetta davvero bene.'' Mi disse dandomi un bacio sulla fronte. ''Si e ne sono davvero fiera.'' Riposi soddisfatta. ''Te lo meriti.'' Il suo sorriso mi fece capire che era davvero molto fiero di me. ''Hey ragazzi, che ne dite di andare a festeggiare da qualche parte?" Ci propose Lucia con in mano le chiavi della moto, facendoci capire che la serata non era ancora finita. ''Una bella sfrecciata in moto ci aspetta, forza andiamo.'' Così dicendo Lorenzo si avviò per primo con Federica verso l'uscita del pub. Noi a seguire salimmo sulle moto. Una volta indossato il casco, mi strinsi forte intorno al corpo di Alessio. Quella notte era tutta per noi, le strade completamente deserte erano nostre, l'adrenalina sempre in noi.

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Capitolo 30
*** Capitolo 28: Lui, il mio mondo. ***


Era una settimana che stavamo provando nel nostro studio di registrazione vari pezzi. Per la prima volta stavamo registrando nostre canzoni. Ci era stato regalato questo studio in un palazzo proprio accanto all' Hard Rock Cafè. Appena mettemmo li piede, il nostro stupore fu così grande che stavamo per piangere di gioia. Era a due piani, perfettamente arredato in stile rock/metal. Sulle varie pareti bianco/nere avevamo appesi tutti i poster dei gruppi musicali che avevamo nella vecchia saletta. Finalmente le strade della musica prospettavano molto bene per ognuno di noi. Se un giorno saremmo usciti in tv, il nostro sogno si sarebbe realizzato pienamente. Una sera dopo aver provato con la mia band, aspettai Alessio accanto all' Hard Rock Cafè, strapieno di gente del posto ma anche di visitatori. Doveva essere già li, data la sua puntualità, ma proprio in quel momento arrivò un sms sul mio cellulare. Era lui. ''Amore, scusa se non sono ancora arrivato, ma per le vie centrali c'è molto traffico questa sera. 10 minuti e sono li da te.'' Quel messaggio mi rincuorò, dopodiché aspettai il suo arrivo. Quella zona di sera era abbastanza deserta dato che non vi erano molti palazzi, l'unica cosa che dava più movimento era l'Hard Rock. ''Ecco chi rivedo, la bellissima e stronza fidanzata di Alessio.'' Riconobbi quella voce alla mie spalle e con rabbia mi voltai in sua direzione. John mi guardava con quel suo solito sorriso schifoso e con quell'intensità assurda nello sguardo. ''Cosa vuoi?" Gli chiesi cercando di incutergli timore, ma senza riuscirci dato che si avvicinava sempre più verso me. ''Non c'è il tuo ragazzo? Come mai? E' impegnato con un'altra?" Disse ridendo di gusto. Quelle sue parole sebbene non erano vere mi fecero montar ancora di più dalla rabbia. ''Cazzo dici?!" Dissi indietreggiando. Andai a sbattere con le spalle contro un muro. Come per un effetto negativo, in quel preciso momento non c'era nessuno. John si avvicinò ancor di più a me, e, quando fu ad un soffio dal mio viso, mi venne voglia di urlare. Avevo una terribile paura. Subito mi tornò in mente l'aggressione che subì tempo addietro nella scuola. I suoi occhi puntati nei miei erano così desiderosi di tante cose che a sol loro pensiero mi fecero schifo. Quando vidi la sua mano accarezzare i miei capelli rabbrividì lungo la schiena. Quel ragazzo faceva davvero paura, aveva uno sguardo da perfetto stronzo schifoso. Per cercare di difendermi, con un gesto rapido afferrai la sua mano e con un calcio lo spinsi contro al muro, al mio posto. Proprio nel momento in cui cercai di scappare, mi sentii afferrare da lui. Ero di nuovo contro quel muro orribile, ma più orribile era in quel momento l'espressione che quel verme schifoso aveva in volto. Pregai che Alessio arrivasse al più presto e mi avrebbe salvata. Ma quei 10 minuti sembrarono essersi trasformati in ore. ''Ora Alessio non c'è per salvarti.'' Così dicendo, afferrando entrambi i miei polsi posò con violenza le sue labbra sulle mie. Chiusi gli occhi pieni di dolore, e con tutta la rabbia che c'era in me morsi le sue labbra schifose. ''Stronza.'' Gridò per la sofferenza. Iniziai a correre in direzione del bar, e proprio in quel momento vidi Alessio venirmi incontro. ''Giulia cosa è successo?" I suoi occhi vagavano preoccupati sul mio viso terrorizzato. ''John.. mi ha baciata, e chissà cosa altro voleva farmi.'' Dissi tra le lacrime e il disgusto. Notai negli occhi di Alessio accendersi una rabbia atroce. Lo vide poco distante da noi, appoggiato con un braccio a quel muretto mentre si toccava le labbra doloranti. ''Bastardo.'' Disse preso oramai dalla rabbia. Appena John lo vide sorrise di gusto. ''E' un animaletto molto grazioso ma anche molto stronza la tua ragazza.'' Gli disse rivolgendogli un occhiata divertita. ''Come hai osato toccare la mia ragazza stronzo? Come hai osato?" Così dicendo, Alessio gli andò incontro e gli sferrò un pugno in viso. A vedere quella scena, il mio cuore si colmò di paura. ''Giulia è mia capito? Lei non è di nessun altro. E' una ragazza sensibile e delicata e le tue mani, le tue labbra su di lei non devono finire.'' Preso per entrambe le spalle, Alessio lo trascinò contro il muretto gridandogli quelle parole. Alcune persone uscirono dal bar attirati dalle voci troppo alte dei due. ''Sai che ti dico stronzo? Me ne ritorno in America stesso domani, mi sono rotto il cazzo di vedere te sempre in mezzo.'' Gli sputò contro John. ''Tu vai sempre da Giulia, ecco dove vai, e ogni volta che prendi la direzione verso lei ci sono sempre io. Ritorna in America, vattene dove vuoi, ma ricorda di non avvicinati più a lei. Quella ragazza dolce e delicata credimi non è adatta per uno come te. Ti consiglio una troia.'' Così dicendo, Alessio lo lasciò a terra e subito si diresse verso me preoccupato. Ci allontanammo da quella zona senza parlare per un bel po e senza dare più nell'occhio. Una volta parcheggiata la moto in un piccolo parco non molto affollato, cercammo una panchina dove poter strare tranquilli. La luna rifletteva i suoi raggi argentei verso di noi. Se non ci saremmo trovati in quella situazione, sarebbe stato un bel spettacolo romantico da guardare. ''E' stata tutta colpa mia.'' Mi disse dopo un lungo silenzio. ''E' stata colpa mia invece, non mi sono saputa difendere bene.'' Dissi in prossimità di piangere. ''No, è stata colpa mia, dovevo prendere un'altra strada, non quella principale, dannazione se solo sapevo di quello stronzo..'' Disse ancora preso dalla rabbia ''Fa davvero schifo.'' Dissi rivoltata da quel bacio schifo. Le mie labbra avevano sempre sfiorato con desiderio e amore quelle del mio angelo. Chiusi gli occhi cercando di cancellare dalla mia mente ciò che era accaduto poco fa. Alessio mi strinse con foga tra le sue braccia. Affondai il viso sotto il suo collo cercando di tranquillizzarmi. Quando mi sentì meglio con le sue carezze e i suoi continui baci intorno al viso, disse:" E' stato solo un brutto sogno, tutto qui, amore mio, non ti preoccupare, ti saprò difendere la prossima volta. Te solo mia sei, solo mia, tranquilla, non si avvicinerà più a te.'' Le sue parole pronunciate con tanta dolcezza e calore, mi rassicurarono. ''Sei il mio mondo tranquillo e dolce tu...'' Dissi assaporando il calore del suo collo bianco e delicato. ''E te sei il mio mondo prezioso, solo mio, amore.'' Così dicendo, posò le sue labbra sulle mie come per cancellare ciò che era accaduto poco prima.

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Capitolo 31
*** Capitolo 29: Il cuore è la casa del vero amore. ***


Marzo il mese della follia, della pioggia e del sole era appena iniziato. Riflettendoci, mi rendevo conto che il tempo passa veloce come un fiume in piena, senza che l'uomo se ne accorga. Tutto scorre sotto i nostri occhi, e di tutto ciò che viviamo ne resta solo il ricordo, bello o brutto che sia. Sono successe davvero tante cose durante questo periodo, tante da non essermene resa neppure conto. Di John non si ebbero più notizie subito dopo quella terribile sera. Io e Alessio, compresi i miei amici, venimmo poi a sapere da alcuni ragazzi del liceo che era ritornato in America. A sentire questa notizia ci tranquillizzammo tutti, anche se, notai sul viso di Alessio un espressione un po triste. Capì subito che stava un po male, in fondo lui gli voleva bene, dopotutto erano stati migliori amici per tanti anni. Questo infatti, mi spinse a pensare che, i momenti belli vissuti con una persona che si ritene importante non si potranno mai dimenticare nonostante ciò che avrà fatto dopo. Il ricordo di una persona speciale lo porteremo sempre dentro noi. Certe cose non si potranno mai dimenticare, specie se quella persona ha lasciato un segno profondo dentro noi. Di tutto questo ne avevo parlato con Alessio un pomeriggio dopo scuola. Era venuto da me, e dopo i compiti decisi di aprire questo discorso. "Hai ragione, quando una persona è stata davvero molto importante per noi, non possiamo dimenticarla, non possiamo dimenticare i bei momenti passati insieme, ma anche quelli tristi e negativi. Io penso che, non solo i momenti belli sono importanti, ma anche quelli negativi, perché aiutano a crescere e a conoscersi meglio.'' Mi disse guardando il soffitto della mia camera. Eravamo entrambi stesi sul mio letto completamente assorti oramai in quel discorso. ''Una persona importante anche se un giorno non farà più parte della nostra vita, vivrà per sempre nel nostro cuore. Sarà il suo ricordo a vivere dentro noi. Saranno tutte le cose belle che ci ha fatto trascorrere, a vivere in noi.'' Aggiunse dopo poco, questa volta guardandomi negli occhi. ''Se la nostra storia dovrà finire un giorno, te ti ricorderai di me?" Gli chiesi con il cuore a mille. Batteva così forte che probabilmente, ne avrebbe sentito i battiti. ''Se è scritto nel destino che un giorno io e te non dovremmo stare più insieme, sappi che io non ti dimenticherò, mai potrò dimenticare l'amore che ho provato per te...'' Si fermò un istante come se volesse concludere con le giuste parole. Restò per un po a fissarmi negli occhi con tanta intensità, che, il mio cuore accelerò ancor di più di battiti. In quel momento, in quel preciso istante, nei suoi occhi vi lessi tutto l'amore che nutriva per me. ''Se finirà.. verrò a cercarti ovunque tu ti trova, e una volta che ti avrò trovata, non permetterò al destino di portarti via da me. Sarai mia per sempre, angelo mio. Sai? Le persone che ci fanno stare bene davvero, ma dico davvero, sono quelle che ci accettano prima di tutto per come si è, con tutti i difetti più difficili di questo mondo, quelle che ci amano davvero, e si sentono complete al nostro fianco.'' Aggiunse poi con un piccolo sorriso. Guardai il suo profilo, il quale rifletteva delicato sotto i raggi del sole. I suoi occhi verdi rispecchiavano di una luce nuova, una luce profonda e carica di affetto. Era bellissimo, era puro, perfetto per me, nonostante i suoi difetti, io lo amavo. Sorrisi alle sue parole. ''Se il destino ci separerà te cosa farai invece?" Mi chiese serio, senza smettere di guardarmi con intensità. ''Mi lascerò da te trovare il più presto possibile.'' Risposi seria. Sorridemmo entrambi, e, dopo poco quel sorriso si trasformò in una dolce risata. ''Se stiamo insieme, stiamo bene, punto. Non vorrò separarmi da te.'' Disse rivolgendo lo sguardo verso il sole che si intravedeva dal balcone aperto. ''Neanche io. Sto bene con te, ma bene davvero.'' Gli dissi cercando la sua attenzione. Quando mi guardò di nuovo negli occhi aggiunse:"Se una persona ti fa stare bene, e ti ama davvero, vale la pena di stare con lei e godere di quell'amore a tutti gli effetti.'' La sua serietà in quelle parole appena pronunciate riscaldò il mio cuore, il quale a poco a poco, ritornò a battere regolarmente. ''Ti amo Alessio!" Gli dissi con tutta la sincerità e l'amore che nutrivo per lui. Lentamente si avvicinò di più a me, dopodiché posò le sue labbra sulle mie. ''Anche io!" Rispose oramai preso da quel bacio. Chiusi gli occhi e assaporai con il corpo e il cuore l'adrenalina, il piacere, la dolcezza che quel bacio mi trasmetteva. ''Ti desidero.'' Mi sussurrò dolcemente in un orecchio. Lo spinsi su di me e quando i nostri occhi si incrociarono di nuovo, restammo a guardarci a lungo senza diere nulla, ascoltando i battiti dei nostri cuori, i nostri respiri lievemente accelerati. ''Quanto mi desideri?" Gli chiesi ''Tanto.'' Disse dandomi un bacio sul collo. ''Tantissimo.'' Ancora un altro bacio, e ancora un altro. Non potendo resistere a tutta quella seduzione e dolcezza, mi avvcinai alle sue labbra. Desideravo così tanto baciarlo con foga, con ardore, con passione. Quel bacio si moltiplicò in altri dieci, in altri cento. ''Tutti questi vestiti non ci servono a niente.'' Mi sussurò, e così dicendo prese a togliermi il maglioncino e subito dopo i jeans. Feci la stessa cosa con lui. Ad ogni indumento che ci toglievamo, percepivamo il desiderio di volerci aumentare. Quando fummo completamente nudi, io su di lui, assaporai quell'attimo con tutti i sensi, facendolo giungere fino alle porte del mio cuore. Ci sentivaml così bene, liberi. L'amore è così forte, così potente, terribile e micidiale al tempo stesso. Perché sono tutte queste cose che uniscono due persone che si amano davvero. Qualunque cosa sarebbe accaduta tra me e Alessio, l'avremmo affrontata con impeto, superando mano nella mano nuovi ostacoli. Insieme avevamo ricevuto finalmente quella spinta verso l'alto, verso un nuovo mondo che solo due persone davvero innamorate avrebbero potuto comprendere e conoscerne tutti i colori. Nella gioia e nel dolore saremmo andati avanti fino a quanto il destino avrebbe voluto. E anche se le nostre strade si sarebbero divise, e se un giorno magari avremmo vissuto entrambi nuovi amori, non ci saremo mai dimenticati dell'altro, con la promessa di ritrovarci in un lontano futuro tutto per noi. Capì che, amare veramente una persona non significa solo amarla per quello che è, ma per ciò che ti fa diventare quando sei con lei, che i veri sentimenti non sbiadiscono. Conservano la loro bellezza oltre il tempo, oltre le parole. Ecco! Di tutte le cose che avevo imparato nel breve viaggio della mia vita, quello che più saltava agli occhi era l'incontestabile verità che il cuore trema ogni volta che si avvicina all'amore. Ero cresciuta molto stando al suo fianco. Con e grazie a lui avevo imparato davvero molte cose e ne avrei imparate di altre. Finalmente guardavo il mondo con occhi nuovi, non ero più arrabbiata con tutto ciò che mi circondava. Mi sentivo finalmente libera da tanto peso e tante catene che mi avevano oppressa per molto tempo. L'amore rende bello tutto ciò che ci circonda, ecco la verità. L'amore è vita. L'amore è grinta, adrenalina, forza, pianti, risa. Perché il vero amore non bussa alle porte del cuore, entra e basta.

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Capitolo 32
*** ~~~AVVISO~~~ ***


Cari lettori che avete seguito la mia storia, questo messaggio è per voi. La storia si è conclusa e spero che vi sia piaciuta molto :) Ogni volta che finisco una storia mi sento male, perché è come se abbandonassi i due protagonisti dalla mia vita e ciò mi lascia un vuoto dentro :(. Ringrazio tutti coloro che me l'hanno seguita, vi ringrazio davvero tanto. Spero di ritornare al più presto con una nuova storia e colpirvi con nuove avventure e nuovi personaggi, magari scrivendo una storia fantasy questa volta *-* Se volete, lasciate qualche recensione finale all'ultimo capitolo così da rendermi conto se vi è piaciuta fino all'ultimo. Grazie di cuore ancora. <3

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